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Full text of "L'Omiopatia in Italia 26.1896 - 34.1898"

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Fasclcolo I1TI — 1890. — / ; 'V 

♦ ‘ a 

L’OMIOPATIA 

I3 ST XT^LXjX^. 

"4, 

ORGANO DELL’ ISTITDTO OHIOPATICO ITALIABO 

Jtegio Decreto 24 gennaio 1886 


809HHARI0. — Parte Ufficiale: Istituto Omiopatico Italiano, Verbale della 
Seduta del Comitato indettapel giorno 13 novembre 1895 — Verbale dell’As- 
semblea indetta per il giorno 1° dicerabre 1895 — Bilancio preventivo per 
Tanno 1896 — Comitato direttivo per Panno 1896 — Elenco dei Soci contri- 
buenti per Pesercizio 1896 — Dispensario Omiopatico di Torino: Relazione 
delPesercizio 1895 — Dispensario Oniopatico di Roma: Relazione delPeser- 
cizio 1895 — Dispensario Omiopatico di Milano: Relazione delPesercizio 1895. 

Parte non Ufficiale: Note pratiche desunte in parte dalla policlinica 
gratuita — Dichiarazioni classiche degne di nota — Congresgo Omiopatico 
Internazionale, Londra 1896 — Cose diverse — Necrologia. 



VjF 

TORINO 


STAMPERIA DELL’ UNIONE TIP.-EDITRICE 

33 — Via Carlo Alberto — 38 

1896 


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Grande repertorlo elinico omiopatleo, del dolt. Tommaso 
Gigliano. 

Hygienic-Medical Hand-Boock for Travellers in Italy, 

by G. Liberali M. D. 

Considerazioni sal colira asiatlco; sua profilassi e cura 
oraiopatica, del dott. Vincenzo Liberali. 

JLa dose omlopatica, del dott. Giovanni Urbanetti. 

Trattato di Terapentica omlopatica. — Tre volumi — Versione 
con proemio ed aggiunte del dott. Giuseppe Bonino. 

Primi stndi di materia medica secondo la legge del 
simill, del dott. Giuseppe Bonino. 


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PARTE UFFICIALE 





ISTITUTO 0MI0PATIC0 ITALIANO 


Verbal© della Seduta del Comitato direttivo, indetta pel 
giorno 13 novembre 1896. 

Sono debitamente convocati e presenti, oltre il Presidente ed 
il Segretario sottoscritti, i signori: Bottino dott. Crisanto, Vice- 
Presidente; Ferreri cav. Matted, Ferrero di Cambiano mar- 
chese aw. Cesare, Demezzi cav. ing. Cesare, Censori; dottore 
DematteisSilvio ed Olivero farmacista Giacomo, Vice-Segretari. 
Trovandosi l’adunanza in numero legale, il Presidente apre la 
seduta per lo svolgimento dell’ordine del giorno, che e il seguente : 

1° Versamento di lire 100 per ogni azione della Banca 
d’ltalia. Richiama alia memoria, come gia in antecedenza e preci- 
samente in occasione delTopzione l’autorita tutoria ne avesse con- 
cessa l’autorizzazione, raa solo in via provvisoria, atteso il deprez- 
zamento delle azioni stesse di fronte af valore loro di acquisto, 
invitando pero l’Amministrazione deil’Istituto all’osservanza della 
legge sulle opere pie, appena se ne fosse presentata Toccasione 
opportuna; osserva che le condizioni finanziarie dell’Ente arami- 
nistrato non possederebbe lire 2500 volute e corrispondenti alle 
25 azioni possedute; rievoca pure alia memoria, che giA 1'As- 
sembleaairepoca della presentazione del bilancio pel 1895 avesse 
giA deliberato di vendere le azioni ove fosse per essere chiamato 
il versamento e chiede quindi Tavviso dei convenuti. Il censore 
Marchese di Cambiano fa inoltre osservare che il Comitato oltre 
al contravvenire alia legge sul modo d’impiegare i fondi delIo 
Istituto farebbe pure altro strappo alia medesima, ove il Comitato 

1 


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* 4 # 



2 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


8’impegnasse in un’operazione aleatoria, per cui insiste egli pure 
sulla necessity di vender© le azioni ed impiegare il provento in 
rendita dello Stato, che per calcolo fatto dal censore signor inge- 
gnere Demezzi verrebbe a fruttificare piu che le azioni stesse. Gli 
altri membri esternano pure lo sjesso avviso ; quindi si conviene 
di chiedere senza indugio alia Giunta amministrativa l'autorizza- 
zione dell’alienazione e fare presso la Banca d’ltalia le debite ope- 
razioni di trapasso. 

2. Sono presentate le seguenti note: 

A. Del signor Debernardi, capo mastro, per lavoro eseguito 
nellasede dell’Ospedale, richiesto imperiosamentedairigieue della 
casa. Essa viene risolta nella somraa di L. 63,90. E poiche questa 
eccede la somma stanziata, si conviene di dedurre la differenza 
dal fondo di riserva. 

B m Dei provveditori per l’Ospedale, cio6 di Ettore Marchi per 
L. 147,85; Abate, 327,17; Garda, 138,68; Gazzera, 158. 

C . Del tipografo Lanciano di Napoli per L. 44,50. 

Riconosciuta dai convenuti la loro regolariti ed equiti, sono 
risolte nelle rispettive somme. 

3° In ordine al sussidio per la vedova Leoncini, il presi¬ 
dent© dAlettura di una missiva, colla quale essa dichiarasi pronta 
a rilasciare a richiesta del Comitato una ricevuta senza riserve o 
sottintesi, quando venga a percepire il sussidio bilanciato; pro¬ 
pone quindi al Comitato di revocare la deliberazione presa in 
antecedenza e di spedire la somma stanziata, tostoche siano 
tornati dal Ministero i titoli del consolidato 4 1 /* % per I’esazione 
degli interessi semestrali scaduti. La proposta viene senza 
discussione accettata. 

4° In fine viene chiesto il parere del Comitato circa Tepoca 
della convocazione dell’annua assemblea. Si conviene di indirla pel 
1°prossimo dicembrealle ore 14in una sala delTOspedale,e si stabi- 
liscono fin d’ora i punti principali per raodificare il bilancio secondo 
il miglior avviso per conseguire lo scopo propostosi dall 9 Istituto. 

Esaurito l’ordine del giorno, viene sciolta l’adunanza. 

Torino, 13 novembre 1895. 

Il Sc(jretario II Presidente 

Dott. Pier Antonio Bonjno. Dott.. G. Bonino. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


3 


Verbal© dell’Assemble© indetta per il giorno 1° dicembre 
1895 in una sala dell’Ospedaletto Omiopatico in via 
Orto Botanico, 16. 

Previo individuale avviso sono intervenuti i signori: Wenner 
cav. Emilio, Presidente onorario, Bottino dott. Crisanto, Vice- 
Presidente; Ferreri cav. Matteo, e Demezzi cav. ing. Cesare, 
Censori; Morozzo di Bianze raarchese Filippo, Cassiere; Di 
Planta cav. Adolfo e Moschetti cav. prof. Giuseppe, Soci 
patroni; Dematteis dott. Silvio ed Olivero farmacista Giacomo, 
Vice-Segretari ed i sottoscritti Bonino cav. dott. Giuseppe, Pre¬ 
sidente e Bonino dott. Pier Antonio, Segretario. 

Si apre la seduta alle ore 14 col seguente ordine del giorno: 

1° Bilancio pel 1896. 

II Presidente, fatta una breve commemorazione dei due soci 
ordinari dottori Giovanni Urbanetti di Venezia e Giulio Gaiter di 
Genova, i quali nel volgente anno con soramo rammarico dei 
clienti e colleghi pagarono il loro tributo alia natura, passa ad 
esporre le ragioni che consigliano qualche modificazione nel 
bilancio in esame. 

Ed anzitutto si pone in rilievo {’impossibility di precisare la 
somma derivanda dalla forzata vendita della azioni della Banca 
d’ltalia per la mancanza di fondi disponibili per il versamento di 
L. 100 e dell’acquisto di consolidato al 4 7 * o/o a favore dello 
Ospedale di Genova per 22 /25 e per a k 5 a quello dell’Ospedale di 
Torino. 

Considerata poi la cessazione del dispensario di Venezia per 
il decesso del titolare, la somma a cio dedicata potrebbe devol- 
versi ad altro scopo sotto indicato. 

Un risparmio di circa L. 100 vuol essere inoltre accennato 
per la scemata tassa di manomorta in seguito a nuova denuncia. 
Ed una consimile economia si ha da sperare all’articolo « Spesa 
di stampa e cancelleria *> per la ragione che verri pid sotto 
accennata. 

Riassumendo queste minori uscite si viene a proporre ai con- 
venuti il quesito, se convenga 0 meno stabilire per l’anno venturo 


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4 


L 1 OMIOPATIA IN ITALIA 


una piccola borsa d’incoraggiamento, sulla base di L. 600 a quel 
nao medico che intenda dedicarsi alio studio ed esercizio della 
omiopatia col disimpegno di quelle mansioni che il Comitato sari 
per affidargli. 

Tale proposta poggia sul bisogno, da una parte, di nuove 
reclute per Tesercizio della nostra dottrina, e dalTaltra sull’espe- 
rienza di molti anni, secondo la quale giovani sempre curati onfiio- 
paticamente in un colla famiglia appena superata la laurea devono 
rinunziare alle loro inclinazioni e convinzioni per le esigenze ine- 
luttabili della vita, cercando un'occupazione professionale e pro- 
mettitrice di qualche rimunerazione immediata. 

Questa proposta viene accolta dai convenuti alia condizione 
che in pari tempo sia assicurato Tesercizio delTOspedale di Torino. 
A proposito di questo poi prendendo per base Tandamento del 
corrente anno, si propone di portare la spesa pel vitto a L. 1550, 
le quali, sempre collo stesso criterio, sarebbe non solo equilibrato 
ma sormontato dalla retta presunta dei pensionanti. A1 capitolo 
delle spese di stampa e cancelleria si propone, come poco prima 
si e detto, un risparmio di lire cento, dacche, se Tassemblea lo 
approva, si avrebbe in animo di modificare la pubblicazione dei 
fascicoli del VOmiopatia in Italia rendendola trimestrale, di un 
fogiio di stampa ed aprendo in pari tempo abbonamenti, a bene- 
fizio delTOspedale, indipendenti dalla partecipazione sociale alTIsti- 
tnto. L’adunanza approva in via di esperimento tale innovazione. 

Premesse queste considerazioni il Bilancio per il 1896 sarebbe 
approvato nei termini seguenti: 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


5 


Bilancio preventive* per 1’anno 1896 


ATTIVO 

TITOLO UNICO. — Entrale ellettive. 

Sezione I. — Entrate ordinarie. 

Rendita di 15 cartelle San Paolo (di pro¬ 
priety dell’Istituto).L. 

Rendita di 8 cartelle San Paolo (di pro¬ 
priety dell’Ospedale di Torino) . . » 

Interessi di Consolidato Italiano 4,50 */ ( di 
propriety dell’Ospedale di Genova. — 

Capitale nominate L. 8,300 ...» 

Interessi di Consolidato 4,50 */ # derivante 
dalla vendita di 22 azioni della Banca 
d’ltalia di propriety dell’Ospedale di Ge¬ 
nova, a calcolo ..» 

Interessi di Cons. 4,50 */« derivante dalla 
vendita di 3 az. della stessa Banca di pro¬ 
priety dell’Ospedale di Torino, a calcolo » 

L. 

Rette presunte di malati degenti all’Ospe- 
dale.L. 1700 — 

Quote di Soci Patroni dell’Istituto . . L. 445 — 

» Ordinari » . . » 630 — 

» Patroni dell’Ospedaie di To¬ 
rino . ..» 1173 - 

L. 2248 — 

Sezione II. —» Entrate straorainarie. 

Quote presunte di nuovi Soci ed oblazioni 

a favore dell’Istituto ..... L. 10 — 

Quote a favore dell’Ospedale di Torino 
comprese le cassette.... . . » 200 — 

L. 210 — 

Interesse presunto dei fondi di Cassa depo- 

sitati in un conto corrente » 10 — 

Totals dell’ Attivo L. 5669 — 


375 — 
200 - 

373 50 

485 — 

67 50 
1501 — 


1501 — 
1700 — 

2248 — 


210 — 

10 — 

5669 — 


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6 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


PASSIVO 

Rimanenza passi va dell’esercizio precedent© come da approvazione 
del conto della Giunta Provinciale Amministrativa, in data 


14 luglio 1895 .L. 

78 22 

78 22 

TITOLO I. — Spese effeUive. 


Sezione 1. — Spese or dinar ie. 


Tassa di manomorta per la rendita dello 

Istituto e dell’Ospedale.L. 

Ricchezza mobile suite cartelle di S. Paolo 

10 — 


dell’Istituto.*> 

Ricchezza mobile sulle cartelle di S. Paolo 

57 90 


delPOspedale di Torino.* 

Ricchezza mobile sul prestito Wenner » 
Imposta fabbr. per la sede delPOspedale » 

30 88 
192 54 
280 56 


L. 

571 88 

571 88 

Spese di manutenzione ordinaria per la 
sede dell’Ospedale di Torino . . . *» 

100 — 

100 - 

Assicurazioni incendi.L. 

38 45 


Abbonamento all’acqua potabile . . . 

67 20 


L. 

105 65 

105 65 

Salario del portinaio infermiere dell’Ospe- 
dale di Torino.L. 

720 — 

720 — 

Vitto per gli ammalati degenti all’Ospedale L. 
Gas e riscaldamento compreso il dispen- 
sario di Torino .......** 

1550 — 

290 — 


L. 

1840 — 

1840 — 

Manutenzione del mobiglio e biancheria 



delPOspedale di Torino e piccole spese L. 

50 — 

50 - 

Oggetti di medicazione.L. 

60 — 

60 — 

Sovvenzione ai dispensari gratuiti dei 

poveri di Torino.L. 

Id. di Roma ......... ** 

350 — 
200 — 


Id. di Napoli.* 

Id. di Milano.* 

100 — 
100 - 


L. 

Spese di starapa e cancelleria per l’Amrai- 
nistrazione.L. 

750 — 

180 — 

750 — 

180 — 

A riportarsi L. 


4455 75 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


7 


Riporto L. 4455 75 
Sezione II. — Spese straordinarie. 

Sovvenzione alia vedova Leoncini . . L. 350 — 350 — 


TITOLO II. — Movimento dei ca pi tali. 


Acquisto di fondi pubblici a beneficio dello 
Spedale di Genova (dedotto il contributo 
per la tassa di manomorta e la spesa di 
. stampae cancelleria in L. 30), a calcolo L. 

478 — 


L. 

478 — 

478 — 

TITOLO m. 

Fondo di riserva.L. 

385 25 

385 25 

Totale del Passivo L. 

5669 — 

5669 - 


Procedendosi alia pertrattazione successiva dell’ordine del 
giorno relativo alia «nomina o conferma dei membri del Comitato * 
viene proposta dai soci patroni presenti la conferma del prece- 
dente Comitato. 

Viene per ultimo presentata e con gradito senso accettata la 
nota dei nuovi soci da inscriversi pel vegnente anno, cio&: 

S. A. I. la Principessa Clotilde di Savoia Bonaparte, obla- 
trice deirOspedale; Duchessa J. Melzi d’Eril Rarb6, sociapatrona 
dell* Istituto; Donna Ernestina, socia patrona dell* Ospedale; 
Rovere-Giacca Gioannina, socia patrona dell’ Ospedale; Bocca 
fratelli, librai, soci patroni dell’Ospedale; dott. G. Pietro Gallo 
di Genova, socio ordinario. 

Esaurito Tordine del giorno viene sciolta Tadunanza. 

Torino, l^dicembre 1895. 

II Segretario II Presidente 

Dott. Pier Antonio Bonino. Dott. G. Bonino. 


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8 


L OMIOPATIA IN ITALIA 


COMITATO DIRETTIVO PER L’ANNO 1896 


Censore 


Presidente Onorario Wenner cav. Emilio. 

» Effettivo Bonino dott. cav. Giuseppe. 

Vice-Presidente Bottino dott. Crisanto. 
n Liberali dott. Vincenzo. 

Ferreri cav. Matteo. 

Ferrero di Cambiano march, avv. Cesare. 
De Mezzi ing. cav. Cesare. 

Morozzo di Bianze marchese Filippo. 
Bonino dott. Pier Antonio. 

Olivero Giacomo, farmacista. 

Dematteis dott. Silvio. 


r 
2 
V 
2 ° 

3° 

Cassiere 
Segretario 
1° Vice-Segretario 
2 ° 


Elenco dei Soci contribuenti per l’Esercizio 1896 


I3TITTJTO 

Soci Palroni. 

Marangoni cav. Gervasio, Torino. 

Duchessa Melzi d’Eril-Barbo, Milano. 

Scavini prof. cav. Domenico, Cairo Montenotte. 
Succio Prospero, Torino. 

Taormina Giovanni, Porto Empedocle. 

Wenner cav. Emilio, Cuorgne. 

Palumbo dott. Giulio, Napoli. 

Soci Ordinari . 

Baldelli dott. Torquato, Firenze. 

Bonino dott. Fulvio, Torino. 

Bonino dott. Giuseppe, Torino. 

Bonino dott. Pier Antonio, Loggia Torinese. 
Bottino dott. Crisanto, Torino. 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


9 


Cigliano dott. Toramaso, Napoli. 

Corradi Michele, farmacista, Genova. 

De Marini dott. Samuele, Genova. 

Deraatteis dott. Silvio, Torino. 

Fagiani dott. Vincenzo, Genova. 

Gaiter dott. Silvio, Genova. 

Gallo dott. G. Pietro, Genova. 

Held dott. Rodolfo, Roma. 

Ladelci dott. Carlo, Roma. 

Liberali dott. Vincenzo, Roma. 

Lombroso prof. Cesare, Torino. 

Monti dott. Alfonso, Bologna. 

Olivero Giacomo, farmacista, Torino. 

Omati Giuseppe, farmacista, Milano. 

Pessarini dott. Bernardino, Milano. 
Schiapparelli Clemente, Torino. 

Secondari dott. Giuseppe, Roma. 

Vanni dott. Antonio, Casale Monferrato. 

OBPBDALE !DI TOIRIHSTO 

Soci Patroni. 

Aluffi geometra Alberto, Ivrea. 

Berrone-Monale nobile Clara, Saluzzo. 

Bocca F. ni , librai, Torino. 

Bonardi can. comm. Stefano, Pinerolo. 
Bono-Margaria Maria, Torino. 

Boetti conte Edoardo, Torino. 

Brozolo (Di) conte Carlo, Torino. 

Cadorna conte generale Raffaele, Torino. 
Caffaratti Luigi, Torino. 

Cinzano cav. Enrico, Torino. 

De Mezzi fratelli cav. Luigi e Cesare, Torino. 

Di Planta cav. Adolfo, Torino. 

Donna Ernestina, Torino. 

Fabre-Signoretti Matilde, Torino. 

Ferrari M. ,e Carlo D. G. V. di Baussone, Torino. 
Gay Enrico, San Giovanni di Luserna. 


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10 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Losana dott. Ottavio, Torino. 

Luserna di RorA conte Emanuele, Torino. 
Luserna di Rora marchese Maurizio, Torino. 
Margaria cav. Giuseppe, Torino. 

Mazzucchi Michele, Torino. 

Morozzo marchese Filippo, Torino. 

Moschetti prof. cav. Giuseppe, Torino.- 
Musso Giuseppe, Torino. 

Oddenino don Francesco, Torino. 

Portula conte Emanuele, Torino. 

Prata Antonio, Torino. 

Riccardi di Lantosca contessa Virginia, Torino. 
Riccardi di Netro contessa Augusta, Torino. 
Rovere-Giacca Giovannina, Torino. 

Saracco Eugenio, Torino. 

Saracco Leandro, Torino. 

Sterpone Bianca, Torino. 

Succio Prospero, Torino. 

Talmone Michele, Torino. 

Vergnano Annibale, Torino. 

Verlucca canonico Giovanni, Torino. 

Vivalda marchese Filippo, Torino. 

Wenner cav. Emilio, Cuorgne. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


11 


DISPENSARIO 0MI0PATIC0 Dl TORINO 

E«5ercIzIo 1805 


Nel precedente fascicolo venne inserito il rendiconto del servizio 
prestato neU’Ospedaletto ed ora porgiamo uq riassunto della poli- 
clinica gratuita che vi sta annessa, sebbene essenzialmente distinta. 

II dispensario fu frequentato da individui 1038; sonosi a tal 
effetto impartite prescrizioni 4658. 

Furono inoltre curati a domicilio individui 68; ai quali si 
fecero prescrizioni 348. 

Totale individui curati 1106: ordinazioni 5006. 

11 servizio ebbe, come ha tuttora, luogo nei giorni di martedl, 
giovedl e domenica, con prevalenza numerica in questo giorno, 
perocche molti operai possono ricorrervi senza implorare il bene- 
placito dei padroni, non sempre proclivi ad accordarlo. Lo stato 
sanitario eccezionalmente buono dell’annata scorsa spiega la lievis- 
sima differenza in meno pel numero degli accorrenti, sebbene 
superino le prescrizioni per l'indole delle malattie ora gravi pel 
fondo discrasico ora per 1’incurabilitA delle medesime. 

Non si ottennero mirabilia, perocche le condizioni domestiche, 
sociali e fisiche dei meschini non vi si prestano; mala lusinghiera 
percentuale di guarigioni o di remissioni notevoli delle svariate 
forme morbose attird viemaggiore flducia del popolo al nostro 
metodo di cura, attesoche la sempliciU ed efficacia di questo si 
disposano a maggiore soddisfazione dei sofferenti. 

Le malattie oculari nelle piu svariate ed ayanzate forme danno 
sempre un largo contingente di infelici, che non trovano sana- 
mento nelle cliniche speciali della cittk e da piu anni vanno cre¬ 
scendo in numero per i beneflci risultati conseguiti al nostro 
dispensario. Le affezioni degli altri apparati si mantennero presso 
* apoco nella proporzione degli anni anteriori, a tal che un quadro 
esatto delle varie affezioni mentre non apporterebbe grande van- 
taggioo maggiore dimostrazione, d’altro lato esigerebbe un tempo, 
che pih utilmente si puo dedicare a beneflzio presente. 

I medici del dispensario: 

Dott. Crisanto Bottino — Fulvio Bonino 
Silvio Dkmatteis — Giuseppe Bonino. 


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l’oMIOPATIA IN ITALIA 


DISPENSARIO 0MI0PATJG0 0.1 ROMA 

Esercizio 1^95 


E breve la relazione del Dispensario di Roma per Teser- 
cizio 1895 ed aggiungero anche poco confortante in relazione 
al graduate sviluppo che erasi ottenuto nei passati esercizi. La 
nuova ubicazione della farmacia ed il locale assai ristretto e poco 
adatto alle pubbliche consultazioni ne furono le cause principals 

Solo settanta nuovi malati si presentarono al Dispensario net 
decorso anno, ai quali furono date oltre. 240 consultazioni. Dei 
rimasti in cura del precedente esercizio pochi si ripresentarono 
alle nostre consultazioni per le ragioni sopradette. 

II maggior contingente di malati ci venne dato come sempre 
dalle affezioni croniche del le vie digestive e delle vie aeree. 

- Suite prime il nostro sistema ha spesso risultati molto sod- 
disfacenti in parte dovuti alia scelta dei rimedi rispondenti ad 
ogni singolo caso, in massima parte dovuti alia eliminazione di 
tutti gli agenti stimolanti usati a caso o per medico consiglio dai 
pazienti. Nelle malattie croniche delle vie aeree non avemmo 
che relativi miglioramenti e nelle forme tubercolari a stadio 
avanzato i risultati furono pressoche negativi. Merita di essere 
ricordata una giovinetta di anni 15, affetta da tubercolosi della 
laringe e degli apici di ambedue i polmoni, la quale, dopo speri- 
mentati parecchi rimedi senza alcun buono effetto, fu sottoposta 
a Tubercolinum 6° a 30°. Dopo due mesi dall’uso di questo 
rimedio si notarono .sensibili miglioramenti in ispecie nei sintomi 
laringei; torno la voce, diminui di molto la tosse e scomparve 
la febbre che mai Tabbandonava nelle ore della sera. Senonche 
cominciarono ad ingorgarsi tutti i linfatici del collo al punto da 
rendere impossibile il movimento della testa e taluni gangli pre¬ 
sentarono tutte le apparenze di veri linfomi. Fu sospeso il tuber¬ 
colinum e si propino arsen. jodato che ridusse di molto gl’in- 
gorghi suaccennati. Oggi lo stato della ragazza e stazionario : di 
tempo in tempo torna la febbre che dimette alia notte con sudori 
parziali, l’appetito b poco, solo il ventre mantiene la sua funzione 
regolarissima. Eensiamo tornare a tubercolinum ma non osiamo 
pronunziarci sul caso perche le condizioni generali della piccola 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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inferma non ci confortano a sperar bene. Stando pero in fatto 
che sotto Pazione di tubercolinum si ebbero notevoli cambia- 
menti, “ dovrebbe nuovamente da altri tentarsi Pesperimento in 
casi del genere per stabilire con qualche sicurezza quale affida- 
mento debba farsi su quel mezzo terapeutico 

Nelle forme veneree e nelle varie oftalmie, in ispecie stra- 
vasi, avemmo ottimi risultati locche prova quanto superiori, 
siano i nostri rimedi di fronte at trattamento ordinario, basato 
esclusivamente sulla cura locale. 

Da ultimo ci piace ricordare un caso strappato agli artigli 
della chirurgia. Trattavasi di una ulcera della lingua diagnosticata 
per epitelioma ulcerato e per la quale da due chirurghi era 
stata stabilita, come unica via di probabile salvezza, Pampu- 
tazione parziale della lingua. 

Prima di sottoporsi a si grave atto operativo, la povera 
paziente richiese il nostro parere. Ecco qual era il suo stato: 
Pulcera aveva sede sul bordo sinistro della lingua verso la base 
di questa, della forma e grandezza di circa 2 centim., a bordo 
alquanto frastagliato, fondo lardaceo. Facilmente sanguinante, 
dolori piccanti, deglutizione dolorosa e difficile per i liquidi, 
impossible per i solidi, parola impedita, alito pestifero, ingorgo 
dei gangli cervicali e sotto-mascellari del lato istesso, nutrizione 
generale scadente, colorito della pelle terreo. Tutti i sintomi e tutte 
le apparenze erano in favore di quelia diagnosi... Senonche dalla 
anamnesi e dal fatto cha ripetute e profonde causticazioni erano 
state fatte al primo apparire delPulcera, nonche dalPesame accurato 
delParcatadentaria sorse il sospetto che Pultimo dente molare infe- 
riore, la cui corona era rottae scabra, potesse essere stato Porigine 
di tutto. Fu ordinata Pestrazione del dente e sottoposta Pinferma 
alPuso di Conium m. Dopo tresettimane eracompletamenteguarita. 

Gli errori diagnostici fanno bene spesso ricorrere ad atti 
operativi gravissimi e danno in qualche caso ragione a vantare 
splendidi risultati laddove un’accurata diagnosi, in ispecie nelle 
forme neoplastiche, col cito , tuto et jucunde potrebbe sanare 
senza esporre a gravi pericoli. 

Col 1°febbraio del corrente anno furono regolarmente riprese le 
quotidiane consultazioni e tutto fa sperar bene pel corrente eser- 
cizio, in ispecie se non ci verra meno il benevolo aiuto delPIst.Om. It. 
e degli amici della Omiopatia. Dott. V. Liberali. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


DISPENSARIO 0MI0PATIC0 Dl MILANO 


Eserclzio 1895 


Onorevole signor Presidente , 

Gli individui che nel corso dell’anno 1895 si presentarono al 
nostro Dispensario furono 128 e le prescrizioni raggiunsero il 
numero di 260. 

Ella, signor Presidente, dir k che e poco, e che Milano, centro 
cosi iraportante e popoloso, dovrebbe dare alia cura omiopatica, 
un contingente piu rilevante. Le cause di si poca concorrenza io 
gi&leebbi ad accennare nelle mie relazioni degli anni decorsi: 
devo pero aggiungere che in alcuni mesi, per ragioni di salute, 
non ho potuto assolutamente occuparmi del Dispensario, e nep- 
pure della solita clientela. 

Cio premesso, Le espongo in brevi appunti Toperato dell’anno 
decorso. 

In generale furono pih numerosi gli ammalati che si presen¬ 
tarono con affezioni di petto, subacute e croniche, tossi, catarri, 
alveoliti, ecc. quasi tutti guariti o grandemente migliorati coi 
nostri piu comuni ed appropriati rimedi. Di notevole ebbi un caso 
di metrorragia per aborto al 3° mese, avvenuto in seguito ad un 
salto di quattro gradini di una scala in donna di 26 anni, madre 
di due flgli sani, di temperamento linfatico, gi&aneraicaed affetta 
da catarro uterino. 

Chiamato d’urgenza, trovai la donna quasi svenuta pel sangue 
perduto; feci subito una irrigazione molto calda che sospese 
momentaneamente il flusso sanguigno, per riprendere poco dopo 
continuo ed abbondante. Estremiti fredde, polso frequentissimo, 
afonia. Aconito, arnica, sec, puls, hanno migliorato, ma solo 
china seguita da arsenico, diedero felice risultato ; e questi rimedi 
propinati a dosi piuttosto basse per circa un mese con ben rego- 
lata dietetica, condussero la paziente a perfetta guarigione. 

M. A. d’anni 35 si presenta al Dispensario appena uscita da 
un’ambulanza delle malattie della gola, ove rifiuto di farsi operare. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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L’amm&lata accusa cefalea persistent© da parecchi giorni, 
acutizzante la notte, polso frequente, teraperatura 38°. Inappe- 
tenza, deglutizione difficile e dolorosa, scialorrea. Fatto l’esame 
della gola, giudico una peritonsillite bilaterale, gi& in via di svi- 
luppo. Ordinai Belladonna ed Apis alternati, e vi aggiunsi un 
gargarismo di quest v ultimo rimedio. 

II giorno dopo ebbe miglioramento marcatissimo, e dopo tre 
giorni l’infiammazione era scomparsa. 

Devo altresi ricordare due casi di emicrania i cui sintorai di 
rilievoerano l’aggravamentonotturno, inappetenza e voraiti biliosi 
guariti presto e bene da Angustura vera, mentre avevano fallito 
i migliori policresti. Da ultimo ricordo di aver avuto eccellenti 
risultati da Silioea 1* tr., in soggetto giovane, ma deperito, affetto 
da scrofolosi multiple e suppuranti. 

Spero nell’anno corrente di poter lavorare con lena aH’incre- 
mento del nostro Dispensario Omiopatico, fidando anche nello 
zelo e nel buon volere del nostro egregio farmacista Omati. 

Accolga, signor Presidente, i rispettosi e cordiali saluti del 
collega suo devotissimo 

Milano, febbraio 1896. 


Dott. B. Pessarini. 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


NOTE PRATICHE 


desunte in parte dalla policlinica gratuita 


Riescirebbe cosa facile quanto poco proficua il riferire una 
casuistica clinica di forme comuni e portate a guarigione mediante 
i sussidi ordinari, sebbene essi valgano a sempre raeglio confer- 
mare la veritA della nostra dottrina; ma il pratico, che tiene 
sulle braccia una clientela estesa ed in condizioni le piu dispa¬ 
rate, bene spesso si trova d4 fronte a fatti morbosi che sfidano 
un’analisi ed una sintesi anche le meglio condotte, a fatti clinici, 
che, restii alle cure classiche, sono rinviati in ultimo appello alia 
omiopatia, quasi questa dovesse fin dal primo giorno compiere 
un segnalato miglioramento, mentre il corpo giA saturo di dosi 
materiali di molteplici farmaci ed esausto di reazione per la vio* 
lenza di questi, non prestasi piu, o solo debolraente, all’impres- 
sionabilitA delle dosi omiopatiche ed e poco proclive a secondarne 
la reazione. Avviene ancora talvolta, che al paziente od a caso 
o per quel senso di eclettismo, il quale sempre piu invade il ceto 
medico classico, sia giA stato prescritto il farmaco indicato 
secondo la legge dei simili, ma che, dato in dosi esuberanti, abbia 
ingenerato un’aggravazione delle sofferenze ; in tal caso il cliente 
si ribella a riprendere lo stesso farmaco, ancorche propinato in 
appropriata dose, ed e raestieri ricorrere al piccolo sotterfugio 
di amministrarlo sotto finto nome. 

Fossero, al postutto, queste sole le miserie tecniche e sociali 
delTesercizio medico sotto la bandiera omiopatica! Se non che in 
mezzo alle medesime sorgono per riscontro segnalate soddisfazioni, 
quando la risoluzione dei morbi corona un’opera buona. 

Proseguendo ora la via intrapresa scelgo fra gli appunti presi, 
i seguenti: 

Arctium lappa. Questa pianta mol to comune fra noi sarAsenza 
fallo suscettibile di piu larga applicazione in terapeutica, che non 
lo sia al presente, quando meglio sia conosciuta la sua storia 
erapirica e reiterate esperimentazioni ne confermino l’esattezza. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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— Noi leggiarao bensi nell’ Internationale homdopatische Presse , 
vol. Ill, fasc. 8, un complesso di indicazioni terapeutiche che il 
dott. Oehme tradusse dalla terza edizione dei Nuovi rimedi 
omiopatici del dott. Edwin Hale, pressoche senza traccia di pato- 
genesi. — Noi riscontriamo altresi ne\Y Archiv fur Homoopathie , 
anno II, fasc. 4 e segg., una preziosa monografia del dott. Jones, 
tolta dall’ Homoopaikic Recorder , il quale, tratteggiata la parte 
storica medica di questa pianta, aggiunge pure un frammento di 
patogenesia, che accenna alia sua applicability nelle malattie 
dell’utero, della vescica, delle giunture e della cute. Neir/faei- 
clopedia poi di Allen riscontrasi un sunto patogenetico del 
dott. Jeanes, che si riferisce ad alcuni sintomi del petto, anziche 
alia cute, ove empiricamente flnora ricevette le maggiori appli- 
cazioni. — Volendo ora portare il mio debole contributo alio 
studio di questa pianta amo dichiarare, che in molti casi la sua 
tintura riusc) giovevole sovratutto in bambini, che soffrono di 
catarro bronchiale cronico e mensilmente acutizzantesi dopo la 
scomparsa o retrocessione di crosta lattea da farmaci esterni. 
D’ordinario Paffezione bronchiale cessa colla ricomparsa della 
pregressa dermatosi. —Torno eziandio giovevole per rimuovere la 
diatesi furoncolare in persone essenzialmente psoriche, ritornando 
eziandio alia cute un’eruzione erpetica ed eczematosa, che richiede 
altri sussidi pih indicati per la risoluzione. — E mio intendimento 
proseguire le prove, meglio individualizzando i casi. 

Aiirum foliatum. Un giovinotto fu colpito un mattino, senza 
determinata causa precedente, da senso di ebrietA con tendenza 
a cadere a sinistra, e tosto si manifestarono in lui i fenomeni 
seguenti: facolti intellettuali illese; senso di apprensione e pre- 
occupazione lungo il giorno, che cessa nel letto; tristezza persi- 
stente senza motivo; indecisione in tutto, specie nelPuscire di 
casa, per cui prevalentemente vi rimane; la folia determina sba- 
lordimento con accensioni al capo; la presenza di persone estranee 
suscita palpitazione; sogni stravaganti la notte con senso di stan- 
chezza al mattino, come da lungo viaggio ; brividi verso Tora 
del pranzo con inappetenza. 

Avendo questo corteo sintomatico il suo riscontro in Aurum , 
questo venne amministrato alia 12% tre dosi al giorno, ed in 
capo a due settimane, tale disturbo psichico-sensoriale volse a 
risoluzione. 

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L’OMJOPATIA IN ITALIA 


Cinnabaris 4 /io- Alcuni casi di eczemi diffusi, persistent! da 
piii anni e ribelli alle piu svariate cure dette classiche cedettero 
in tempo relativamente breve a questo preparato, prescritto d’or- 
dinario netla proporzione di 2-3 dosi quotidiane, senza il sussidio 
di alcun mezzo esterno. 

Cinnabaris 4 /io. In erpete diuturno con ragadi al margine del 
prepuzio, che rende dolorosa la prova dello scoprimento del 
ghiande. — Risolto Telemento predetto si ricorse a 

Sumbnl 3 a , che ridusse Tindurimento e Tispessimento del pre- 
puzio, a tal che ritorno lo stato normale, colla risoluzione eziandio 
della specie di balanorrea coesistente. — Questo fatto clinico era 
stato ribelle a parecchi trattamenti istituiti da classici colleghi e 
merita qualche considerazione per la rarita delTapplicazione di 
Sumbul , per quanto consta dalla casuistica a me nota. 

Nux Vomica. Nell’ernia crurale strozzata e prodotta da vio- 
lenta tosse, concorse alia tassi incruenta. Sono abbastanza nume- 
rosi i casi di favorevole azione di questo farmaco nella fattispecie, 
per cui un fatto di piu non metterebbe conto di essere registrato, 
se non fosse stato accompagnato da un sussidio esterno su cui 
intendo richiamare l'attenzione. 

La Nux Vomica attiva certamente il moto peristaltico intesti- 
nale e da se sola ha potuto ridurre piu di un’ernia con o senza 
manipolazione. — Ma purtroppo accade anche che malgrado Tuna 
e l’altra la riduzione non ha luogo ed in tal caso conviene ricor- 
rere a qualche altro sussidio che nel caso in questione e lapolve- 
rizzazione dell’etere sul tumore ernioso prima di tentare la tassi. 
— £ necessario a volte di ripetere il getto etereo .prima che si 
riesca, ma io non potrei, in base all’esperienza, abbastanza incul- 
care questo mezzo di concerto cogli altri mezzi curativi. 

Dott. Bonino. 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


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DICHIARAZIONI CLASSICHE DEGNE DI NOTA 


Dopo tanto progresso e di fronte alTintangibilitA della medi- 
cina detta razionale si viene oggi a domandare: ** Come agisce 
il ferro? la questione non fu mai risolta e non vedo in qual guisa 
potri esserlo * (Capitan, Medecine Moderne , n. 89, 1895). Pos¬ 
sible ci6 con tanti laboratori di fisiologia, con celebrati profes- 
sori di materia medica, ed a proposito di un farmaco usato ed 
abusato ogni giorno? Affe che questo solo argomento doyrebbe 
bastare per indicare un’altra via da seguire, quella cioe che 
indaga gli effetti diretti e questi applica secondo la legge natu- 
rale dei simili. 

» 

* » 

Nel Congresso medico teste tenuto a Roma (ottobre 1895) 
Mya, Professore a Firenze, dichiara esservi due classi di difte- 
rici refrattari al siero, ciob quando vi e grave partecipazione 
delle ghiandole cervicali e nei casi di rapida diffusione del pro- 
cesso difterico nelle vie respiratorie. II che tradotto in lin- 
guaggio comune signiflca, che le iniezioni non riescono quando 
se ne avrebbe maggior bisogno, cioe nei casi gravi, e sortono 
felice successo quando se ne puo far a meno, vale a dire nei 
casi leggieri. — ( Gazz . Med . Torin n. 45, 1895). 

« 

# « 

Questo stesso giornale nel suo Numero del 28 novembre 
scorso anno riporta un articolo intitolato * A che servono gli 
antisettici? " ove, riportando recenti esperimenti di Schimmel- 
busch, si verrebbe alia conclusione, che nelle avvenute infezioni 
ad es. di carbonchio e di tetano, i cosidetti antisettici, e fra 
questi i piA poderosi, es. mercurio corrosivo ed acido fenico, 
giovano poco o nulla, e se v’ha qualche speranza, uopo b cercarla 
nella cura generate. — Ecco un’altra illusion© che cade! 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


» 

* * 

II jodismo (leggesi nella Semaine M&dicale del 20 novembre 
1895) puo essere mortale specialmente nei gozzuti, i quali non 
tollerano le dosi ordinarie di joduro potassico. II soggetto, che 
forma la base di tale corollario, peri per altro dopo aver pre- 
sentato ana serie di fenomeni ritraenti la cacbessia strumipriva 
ed il gozzo esoftalmico. — Questo sinistro caso dovrebbe pur 
signiflcare una bella volta ai maestri della scuola officiate, che 
quanto piu un farmaco esercita un’azione simile al fatto mor- 
boso altrettanto dovrebbe esserne ridotta la dose terapeutica per 
non ripetere consimili omicidi. sebbene involontari. 

D. Bonino. 


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AVVISO PRELIMINARE 


C0N6RESS0 0MI0PATIC0 INTERNAZIONALE A LONDRA - 1896 


Presidente onorario: Dott. Dudgeon, Presidente a Pope — 
Vice-Pres.: Dott. Dyce Brown — Tesoriere: Dott. J. G. Blackley 
— Segrelario generate permanente: D. Hughes, 36, Sillwood 
Road, Brighton — Segretari locali: D. Hawkes,22, Abercromby 
Square, Liverpool e Dott. Dudley Wright, 55, Queen Anne 
Street, London W. 

In conformity alle risoluzioni prese nel Congresso britannico 
omiopatico degli anni 1894-95 si e stabilito quanto segue per il 
precitato convegno: 

1° II Congresso avri luogo a Queen’s-Hall, Langham Place, 
London, durante la terza settimana di luglio, cioe dal lunedi 13 
al 18 inclusivamente. 

2° II Congresso e aperto a tutti i medici esercenti nei 
rispettivi paesi ed i membri avranno la facoltA d’introdurre udi- 
tori alle sedute sotto la propria responsability. 

3° Le sedute generali si terranno nei giorni di martedi, 
mercoledl, giovedi e venerdi, dalle 2,30 alle 5,30 pom., nel 
sabato alle 2 pom. La sedut& del sabato sara pure tenuta nel- 
TOspedale: si occuperA esclusivamente di affari. Le sedute sezionali 
potranno tenersi nell’aula di direzione delTOspedale Omiopatico 
Great Ormond Street (che fu adattata a tale scopo), durante 
Tantimeriggio, come potri andarinteso fra i membri stessi. 

4° Nelle sedute generali non e concessa la lettura di 
scritti. Le memorie accettate saranno stampate e serviranno a 
coloro che vorranno prender parte alle relative discussioni. Esse 
saranno presentate alle adunanze o singole o raggruppate, 
secondo la loro natura, e per cura della presidenza sari dato un 
sunto analitico; ma la discussione sari solo dichiarata aperta in 
merito, quando sia stato udito un relatore (o relatori). 

5° L’ordine del giorno, quale trovasi per ora disposto, e 
il seguente: 

Martedi , 14 luglio . — Discorso del Presidente. 

Rel&zione stories delPomiopatin durante Tultimo quinquennio, dei sin- 
goli paesi del mondo. Fin d’ora possiamo contare sulle relazioni della 
Gran Bretagna, India, Australia, Nuova Zelanda, Danimarca, Francia, 
Svizzera, del Belgio e Portogallo. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Noi ci auguriamo relatori della Germania, Austria, Spagna, Italia, 
Olanda, del Canada, del Messico e deirAmerica meridionale. 

Discussione: Sulla condizione e prospettiva odierne dell’Omiopatia, non 
che sui migliori mezzi di favorirne il progresso. 

Mercoledl , 15 luglio. — Istituti d’Omiopatia e di materia medica. 

Per questo giorno ricevemmo promessa dei seguenti scritti: 

“ Scelta del rimedio secondo l’ordine successivo dei sintomi, dott. Ord; 

* Nuovi esperimenti di aurum, dott Burford; 

“ Una nuova legge patologica, dott. V. Leon Simon; 

“ II posto di estratti animali.nell’Omiopatia, dott. Clarke; 

“ II valore clinico della tubercolina, dott. Cartier,. 

I due primi ed i due ultimi argomenti saranno probabilmente 
discussi nelle sedute generali, il terzo in seduta sezionale. 

Giovedl , 16 luglio. — Medicina pratica. Malattie dell’occhio, orecchio e gola. 

Nel ramo oftalmico il dott. Bufhrod James, promise una memoria sul- 
l’oftalmia scrofolosa; in quello auricolare, sulla possibility del trattamento 
medico della sorditki dott. Hayward sen. e Cooper. Questi argomenti saranno 
oggetto di discussione nelle sedute generali, unitamente ad un Saggio sopra 
un punto non ancora definito di clinica medica. — Alla seduta sezionale, 
eziandio medica, il D.r Hughes riferirk sull’azione di Colchicum nella gotta, 
ed il dott. Hansen su quella di mercurio e jodo nella sifilide. 

Venerd't , 17 luglio. — Terapeutica chirurgica e ginecologica. 

II solo lavoro finora alia mano per la discussione di questo giorno h 
quello del dott. Hayward per titolo 8 Studi sperimentali sopra collezioni 
purulente nel torace,. Colleghi nostri d’America hanno per6 preso im- 
pegno di presentare due altre memorie suirargomento del giorno, sul quale 
essi lavorarono largamente e con mano maestra. 

Da quanto sovra deve dedursi che nostro obbiettivo h piuttosto la discus¬ 
sione dei temi che scritti individuali. Di questi percib non corre ulteriore 
bisogno; ma accoglieremmo molto volontieri addizionali comunicazioni sui 
temi sopra specificati, e su quelli che in seguito verranno scelti dal Comi- 
tato americano cooperatore nostro. Tutte le comunicazioni relative aH’opera 
del Congresso devono essere dirette al Segretario generale. I Segretari 
locali si presteranno a fornire le intormazioni di alloggio ecc. 

Sotto questo rapporto sark bene il partecipare che i membri della 
Societk Britannica Omiopatica residenti in Londra sono stati invitati a for¬ 
nire la possibile ospitalitk ai congressisti stranieri piu lontani. 

Il Presiuente ricevera la sera del lunedi, a Queen’s Hall, i 
membri del Congresso colie rispettive signore. 

Febbraio 1896. 

N. B. Airultimo momento ricevemmo una cartolina del segretario per- 
petuo dott. Hughes, colla quale ci avvisa che il Congresso avrk luogo nei 
giorni 3*8 successivo agosto. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


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COSE DIVERSE 


Sebbene in ritardo, d’altronde scusabile in chi ha il suo tempo quasi 
tutto assorbito dall’esercizio professionale, dobbiamo far cenno sommario 
di un opuscoletto inviatoci dal dott. Barthley Leach ed intitolato: * Profilassi 
asettica del Cholera asiatico mediante l’arsenizzazione Egli poggia la sua 
tesi sull’analogia della vaccinazione e propone d’iniettare alio scopo pre¬ 
ventive in epoca colerosa circa un trentesimo di grano d’acido arsenioso 
mediante una punta d’avorio asettico da ripetersi ogni quattro settimane, 
perdurando l’epidemia. — A nostro avviso tale inoculazione sark sempre 
superiore all’inoculazione del virus colerigeno; ma non pud corrispondere 
a tutte le forme di cholera che secondo la legge dei simili richiedono 
farmaci diversi. 


* 

* * 

L’omiopatia in Australia. — Leggesi ne\VAustralian homeopathic 
medical Gazette che l’omiopatia vi segna un notevole progresso.Nell’Ospedale 
omiopatico di Melbourne nel 1894 sono stati ammessi 804 ammalati e furono 
date 3334 consultazioni gratuite. Annesso all’ospedale esiste un asilo della 
prima infanzia sostenuto da un comitato di caritatevoli signore, ove natu- 
ralmente i bambini sono curati secondo il nuovo metodo. A Vittoria sonvi 
13 medici omiopatici. A New South Wales, Queensland, Tasmania e nel 
mezzodl dell’Australia gli omiopatici sono del pari numerosi e posseggono 
unasuperba clientela. Trattasi di fondare un ospedale omiopatico a Sydney. 

* 

# * 

A Brooklyn trovasi un ospedale omiopatico ove il servizio medico viene 
disimpegnato esclusivamente da medichesse. Quest’Ospedale k situato stu- 
pendamente e da breve furono inaugurati i nuovi edifizi in surrogazione dei 
vecchi divenuti insufficient. E il solo ospedale della cittk, ove il servizio si 
compia esclusivamente da medichesse, il che dimostra altresi la diffusione 
dell’omiopatia in detta cittk. 

{Journal beige , Janvier-fevrier). 


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I/OMIOPATIA IN ITALIA 


Dott. STEFANO PIRAS-WONNER 

Bizzarra e caratteristica figura della nostra milizia fu quella del collega 
ed amico, che decedette a Montevideo nel settembre scorso in seguito ad 
aflezione epatica e cui oggi addito al rimpianto. 

Stefano Piras-Wonner (nome aggiunto dal lato materno) nacque a 
Cagliari nel 1828 ed ivi si addottorb negli anni 1848-50. Poco dopo venne a 
Torino, contraendo relazione col dott. Granetti, apostolo deH’Omiopatia ed 
allora medico al Cottolengo, ove piu tardi, carico d’anni, di dispiaceri e 
povero, moriva dopo aver beneficato largamente il suo prossimo. — Si 
inizib il Wonner in tal modo alio studio del metodo hahnemanniano dive- 
nendone tosto un abile e fortunato cultore. Diresse successivamente il 
Dispensario omiopatico di Torino e nel 1854 si distinse specialmente nel- 
l’epidemia colerica, si che gli fu conferita una medaglia d’argento al valore 
civile, onorificenza pure accordatagli a Parma, ove erasi recato alio stesso 
fine. — Tuttochb studente in quell’epoca, io assisteva spesso alle sue con- 
sultazioni del Dispensario e lo seguiva nelle visile ai colerosi, massime del 
R° Parco; sono percio in grado di attestare alia distanza di oltre 40 anni la 
sua reale benemerenza e potenza d’ingegno. 

In breve lasso di tempo si era assicurata una scelta clientela, ma il 
miraggio del Nuovo Mondo, in allora anche piu potente, lo attrasse al 
Parank dove ottenne la conferma di laurea, indi a Montevideo, ove fece 
sua stabile dimora, sebbene l’Europa Tabbia ancora riveduto in peregri- 
nazione. 

Nel suo esercizio medico non solo era rigido osservatore dei principi 
omiopatici, ma eziandio un acerrimo nemico della vaccinazione, facendo 
parte delle Societa a queste avversarie. Un aneddoto sotto questo riguardo 
mi riguarda da vicino: Fra i suoi figli uno era studente nel Collegio inter - 
nazionale di questa cittk. Un giorno si trattb di sottoporlo a vaccinazione 
(animale) od escluderlo dall’esame di licenza. Nel dilemma, interpellate 
quale amico e raccomandatario del giovane, io consigliai la vaccinazione. 
Orbene questo fatto mi fece scaraventare tutti i fulmini del padre, tant’era 
Torrore che sentiva per la vaccinazione. — Del resto il suo animo era bene¬ 
volo, caritatevole, gioviale, quale si riscontra in un essere appassionato e 
felice esecutore di musica. — Molte, anzi troppe considerazioni mi rimar- 
rebbero a porre in luce sulla esistenza che noi rimpiangiamo; valgano per6 
queste poche righe per sdebitarmi del mesto ricordo che debitamente sciolgo 
all’amico, al collega. 

Torino , 1° gennaio 1896. 

D. G. Bonino. 


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Torino • Roma — UNIONE T1POGHAFICO-EDITR1CE — Napoli - Milano 


TERAPIA DELLE MALATTIE 


DEGLI 


01CAII 1ESPI11T01I 


Per il Dott. H. BARTH 

Medico deirOspedale Broussaia 


TRADUZIONE ITALIAN A ED AGGIUNTE 

DHL 

Dott. G. CAVALLERO 

Lihero doccnlo di Patologia speciale medica dimostrativa 
oella R. University di Torino. 


L’egregio Autore incomincia ciascun capitolo con un breve sguardo sulla 
fisiologia patologica, ed illustra i punti dell’eziologia, dell'anatomia patolo- 
gica e della sintomatologia, che servono di guida al curante, gli permettono 
di determinare quali siano gli agenti medicamentosi da scegliere e quali da 
lasciare in disparte. 

£ soltanto dopo aver cosl riconosciuto il terreno e fissatone i limiti, che 
tracciail piano del lavoro, analizza gli elementi-morbosi,mettendo di fronte 
ad essi, per ordine di importanza, i rimedi che conviene loro opporre. 

Dopo aver considerato una malattia nella sua forma essenziale, d k un 
certo sviluppo a ciascuna delle sue variety particolari. 

In una breve introduzione considerb da un punto di vista generale la 
patologia dell’apparecchio respiratorio nei suoi rapporti colla terapia ed 
espone la lista dei sussidi terapeutici che la scienza moderna mette a dispo* 
sizione del medico. Nel corpo dell’opera studib successivamente la cura 
delle, principali malattie dei bronchi, dei polmoni e della pleura senza atte* 
nersi pero ad un ordine assolutamente regolare, ma avendo cura di avvici- 
nare fra loro i fatti simili. 

La cura della tubercolosi essendo oggetto di un volume speciale, il let- 
tore non si meraviglierb che sia stato esclusivamente omesso tutto quanto 
riguarda tale malattia. 

In fine espone, in succinto, la cura dell’asfissia, stato morboso che 
contrae colle malattie delPapparato respiratorio rapporti troppo stretti, 
perchb fosse permesso di passarla sotto silenzio. 

Eccettuati certi rimedi nuovi e di uso poco frequente, il libro h Tespo- 
sizione fedele della pratica personale del distinto dott. Barth, e non vi ha 
nessuna delle formule riportate che non siano state piii volte esperimentate. 

Il dott. prof. Gavallero aggiunse in opportune Appendici tutti i moderni 
studi fatti ih Italia, e in ispecie quelli della Glinica'del professore Forlanini, 
in Torino, sulle malattie della respirazione, formando cosl un Manuale 
esclusivamente clinico, nel quale studenti e medici pratici possono trovare, 
senza difficoltii, norme precise, capaci di guidarli negli svariati casi della 
pratica giornaliera. 

Un elegante volume con 15 tncisioni nel testo Lipe 


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Torino-Roma — UNIONE T1POGRAF1CO-ED1TR1RE — Napoli -Milano 


Dott. L. 8ANS0NI 


Aluto alia Clinica Medira Generale di Torino e Docenle di Patolo^in Spodalc Medica 


T JER, -A.T TAT O 

SCLLE 

M A LATHE DELLO STOMACO 

AD USO 

DEI MEDICI E DEG El STUDENTI 


Volume Ppjmo: Anatomia cd lstologia — Fisiologia — Scmeiologia. 


lln libro il quale Iralli delle malatlie dello stomaco in modo completo 
e secondo lo stato odierno della scienza non fu Fin'ora pubblicato in Italia, 
da autore ilaliano, mentre allre nazioni ne conlano vart. 

Noi siamo cerli percib che la prescnte pubblicazione inconlrerb il favore 
dei Medici e dei Glinici italiani, perchb * condotla in modo da renderla age- 
volmente accessibile e veramente utile al medico pralico, che vi pub trovare 
tutto quanto b necessario per ben comprendere, diagnosticare e curare le 
malattie dello stomaco, mettendosi in grado di emanciparsi dallo specia- 
lista . (Prof. Bozzolo). 

Lo studio delle gastropatie subl in questi ultimi died anni una vera 
rivoluzione, specialmenle per ci6 che riguarda il chimismo gastrico, ora 
argomento di attualitb. 

11 Dottor Sansoxi cercb in questo suo Traltato di coordinare lutti gli 
studi fatti da italiani e stranieri sulle malattie dello stomaco; egli polb 
approfittare largamente del materiale della Clinica diretta dall’illustre pro- 
fessore Bozzolo, alia quale b addetlo da parecchi anni. 

Il nome del Dott. Sansoni noto per le molte ricercbe scientifiche b una 
garanzia della serietb e opportunity. del presente Trattato, che raccoman- 
diamo agli studenti e ai professionisti. 

Prezzo del Volume Primo , Lire 0. 


Uaterie contenote nel Volume Secondo (in preparazione). 

Prolegomeni. — InsufFicienza meccanica dello stomaco. — Aflezioni 
nervose dello stomaco: Neurosi gastriche, Dispepsia nervosa. — Vizi di 
conformazione dello stomaco. — Dislocazione dello stomaco. — Imbarazzo 
gastrico. — Gastrite acuta, cronica. — Degenerazioni delle pareti gastriche. 
— Processi ulcerativi dello stomaco. — Tumori dello stomaco. — Lo sto¬ 
maco nelle malattie. — Terapia chirurgica delle gastropatie. 


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Fascicolo IXTII — 1806. 


L’OMIOPATIA 

ITT ITALIA 


ORGANO DELL’ ISTITUTO OHOPATICO ITALIANO 


Regio Deereto 24 gennaio 1886 


SIOKHABIO. — L’Omiopatia nell’ University di Napoli - La critica nella 
terapia ovvero il curare ragionevole. Discorso detto dal Prof. Cigliano. 

* Parte Ufficiale: Istituto Omiopatico Italiano, Verbale della Seduta del 
Comitato direttivo indetta pel giorno 26 aprile 1896 —' Approvazione del 
resoconto finanziario 1895. 

Parte non Ufficiale: Note pratiche desunte in parte dalla policlinica 
gratuita — Congresso Internazionale Omiopatico, Londra 1896 — Notizie — 
Necrologia. 



TORINO 

STAMPERIA DELL’UNIONE TIP.-EDITRICE 

38 — Via Carlo Alberto — 33 

1896 


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Grande refertorio clinico omiopatico, del dott Tommaso 
Gigliano. 

Hygienic-Medical Hand-Boock for Travellers in Italy, 

by G. Liberali M. D. 

Consideration! sul colira asiatico ; sua profilassi e cura 
omiopatica, del dott. Vincenzo Liberali. 

La dose omiopatica, del dott Giovanni Urbanetti. 

Trdttato di TirapeutiCa omiopatica. — Tre volarai — Versione 
con proemio ed aggiutlte del dott. Giusfepfrt Bonino. 

Prim! stndi di materia medica sOcondo la legge del 
iimlll, del dott. GicsfcppE BopJinO. 


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L’OMIOPATIA NELL’DNIVERSITA DI NAPOLI 


LA CRITICA NELLA TERAPIA 

OVVEHO 

IL CURARE RAGIOWOLE 

Discorso detto dal Prof. TOMMASO CJIGLIANO 


Venne pure in quest’anno accordata al nostro 
Dott. Cigliano la libera docenza nelTAteneo di Napoli per lo 
svolgimento dei principali teoremi, che hanno attinenza alia 
dottrina fondata da Hahnemann. 

Coll’inserirne qui la prolusione noi miriamo al fine di raettere 
gli intelligent lettori in grado di valutare la profonditA delle 
vedute, la venusti delle forme e la matematica dimostrazione, che 
le minime dosi sono non solo preferibili alle sostanze gregge, ma 
necessarie per Tesplicazione completa delle potenze medicatrici. 

A misura che la fisico-chimica d’una parte e la farmacologia 
dall’altra scoprono nuovi orizzonti, insorgono altrettanti element 
giustificativi della razionaliU e praticitA della nostra dottrina. 

Segna, e vero, gi& un gran passo il fatto, che in mezzo alia 
babele delle teorie patogeniche e terapeutiche, quale oggigiorno 
domina sovrana nelle aule universitarie, si permetta Finsorgere di 
una voce, che tende ad armonizzare Fesperimento col raziocinio, il 
criterio terapeutico colla via, che c’insegnalanatura a riconoscere 
la parte accessibile dei mali e la positiva azione dei farmaci. 
£l vero altresi, che se le risorse della terapeutica insegnata nei 
tempi scorsi corrispondessero alle esigenze della pratica, non 
sarebbero pullulati tanti rami accessori d’idrologia, cinesiterapia, 
la smania invaditrice della chirurgia ed i sanatorii di tutte le 


iramo, ' 
amico e collega 


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2 


l’OMIOPATIA IN ITALIA 


forme, non si sarebbe intravveduta la necessity di siero-terapia, 
in cui si affannano celebrity mediche alte e salenti; ma cio non 
significa che si debba accettare l’omiopatia da un giorno all’altro, 
conciossiache essa non emano da veruna Accademia, esige un 
costante studio per parte dei suoi cultori e non prestasi 41 facile 
esercizio dei calmanti, dei rubefacienti e dei pochi farmaci alia 
moda semestrale. II vecchio mondo vive pift di consuetudini che 
di profonde convinzioni, che non si acquistano coll'accidiasovrana, 
e coloro che vi devono prestare l’opera preferiscono battere le 
vie ampie e riconosciute piuttosto che dissodarne altre, sebbene 
migliori. 

Cio premesso, aoguriamo ampia messe ai nobili concetti del 
conferenziere. 

Dott. G. B. 


ERRATA-CORRIGE 


Pag. 18 v. 

38 

Errata 

12 a 50 — 

Gorrige 12 a 30 

* 19 * 

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la 27 milionesima — 

ft 

la 32 milionesima. 


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JSlGNO.?^ 


Non so se questa mane riesca a meritare la vostra cortege, 
per quanto desiderata, benevolenza. 

I pochi che professano idee nuove, giudicati, per spirito di 
parte, gli ultimi degli ultimi nel campo scientifico, sono come una 
legione di animosi;che,avviluppata daesercito valoroso per numero, 
esperto per perizia di capitani e orgoglioso per trionfi non contra- 
■stati, combatte con la certezza di essere sopraffatta si, ma non 
vinta nel principio, di cui la sua bandiera e simbolo. 

II fragore delle armi, il clangore delle trornbe e un fitto 
liembo di fumo inalzato al cielo , destano in voi il piu puro 
•entusiasmo e vi allineano nella maggioranza dei combattenti ! 
Il grido della vittoria , di generazioni in generazioni, diviene 
continue, duraturo, una voce sola: e il razionalismo terapico! 

Come non dubitare delle proprie forze! Intorno a voi, me- 
glio che etere impalpabile, in cui si espande V estasi della gio- 
vinezza, girano secoli di storia densa di epoche e di civilta, 
aleggiano rinomanze di uomini autorevoli, si addensano le tem- 
peste delle piu cieche. passioni e dei piu vivi interessi. Tutto 
intorno a voi incute , se non inspira, ossequio e riverenza al 
nume del secolo, al razionalismo terapico. 

L > venerano tutti, lo esaltano, lo accettano evidente, e nes- 
suno, o quasi nessuno, lo discute! 

Guai a chi osa discutere tanta indiscutibile potenza ! Piu 
che Giove adirato , sconvolge la natura, soggioga 1’ intelletto 
umano, domina dalF alto i destini dello scibile , e despota 
assoluto , potente, lancia le sue trecce, fa tuonar la sua voce , 
agita gli dei minori, e il silenzio profondo e Tubbidienza cieca 
si confondono coirimmoblita del pensare, e, come Giosue, grida: 
-j sol sta. (1) 


(1) Reltorica a parte. Le maggioranze sono altro die Giove adirato. Nel 
rendiconto dell’ ultimo Congresso medico mondiale di Roma, si omige 
quanto riguardava me ed altri colleghi omiopatici, come si soppresse , per 
□no , il titolo di una mia pubblica conferenza consegnata in nitido mano* 
acritto alia Segreteria, nonchfc una giusta rivendicazione su di una mia mo- 
nografia originate, la Leucemla llenale dei bambini, pubblca*a nel 1876 e 
ripubblicata nei rendicontt dei congressi mternazionali di Parigi, 1878, pre- 
<3ata poi, sotto titoli piu o meno equipollenti, da preclarissimi professori. 


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4 


l’omiopatia in itama 


Prometeo, il pensiero delFuomo, tuttora legato alle falde deK 
Caucaso, condannato ad essere dilaniato dalle fiere, assiderato- 
dal freddo, torturato dalle furie, non muore, anzi, mentre 
le sue carni cadono a brandelli, inveisce contro la prepotenza 
di Giove, invoca la bufera, affida ai venti i suoi lamenti, 
cerca nelle forze invisibili le migliori energie per affermare, in- 
nanzi alia tracotanza del nume , il libero esame , la ragionevo- 
lezza del razionalismo trascendontale, gridando con Galileo : 
terra movet. 

La vivacita di questa lotta permanente, oggi, non e soste- 
nuta dal principio di autorita; ma dalla critica, die tutto- 
esamina, discute e analizza,— meglio die nella forma, nell’ or- 
dine e nelle epoche,—nel concetto vero indirizzato alio scopo- 
alto e nobile della scienza. E dessa un torrente, che non si ar- 
resta, se non si versa nei vasti flutti della verita, travolgendo* 
seco tutte le cittadelle inespugnabili, in cui medici, filosofi, let- 
terati, artisti e storici sono trincerati da pregiudizi , da falsi 
supposti o da verita eloquentemente splendide, ma contrario 
alia loro educazione. 

Innanzi alF efficacia della critica nessuna potenza resiste r 
per quanto la scienza ne voglia e ne sappia inventare. Essa non 
e educazione , ne scienza, ma fase necessaria e fatale del pro- 
gredire, Essa e sentimento, e anima non di uno, ne di dieci T . 
ne di mille, ma della umanita intera! 

Nei vecchi, questo arcano della critica e spento, o quasi, dai 
disinganni e dall 7 irresistibile bisogno di volgersi indietro, per 
rendersi stabile la caducita delF esistenza nelle liete remini- 
scenze dei verdi anni; ma nei giovani freme l’avvenire; ma in vo\ r 
speranze della scienza nuova, sarebbe delitto giudicarlo inerte. 

No, giovani furono quelli, che, sottoponendo a critica rigoro- 
sa i dettami delTantica sapienza, misero in moto la vaporiera, 
scoccarono il pensiero su i fili telegrafici, insinuarono la pa- 
rola nelle vibrazioni sonore dei metalli, affermarono il diritto 
delle genti, sostennero la liberta : furono vindici di tutto il se- 
colo progrediente; e giovani son quelli, finalmente, che rivelano- 
all’occhio Finvisibile, disciplinano gPimponderabili e dimostrano, 
in maniera palpabile, Fenergia della materia non pesante, ma 
radiante negli spettri, nei pensieri, nei sensi! 

Non io , che volgo al declinar della vita, ma voi, o gio¬ 
vani, sarete quelli che, sottoponendo a critica rigorosa il razio¬ 
nalismo terapico , affermerete la scienza nuova delle mini- 
me dosi, ed io saro fortunato di svolgere tale assunto, superiors 
alle mie deboli forze , ma non inferiore al vostro versatile ed 
elevato ingegno , al vostro esame sereno ed imparziale. 


Digiti . Dy ^.ooQle 


L'OMIOPATIA IN ITALIA 


Limiti e concetto jdella Terapia 


Prima d’entrare in argomento fa d’ uopo precisare i limiti 
«ed il concetto della terapia. 

Qualunque cura si prodiga all’ ammalato, comunemente, si 
-definisce terapia, ma cio rende ambiguo il significato ed il 
valore di essa, confondendo l’applicazione di tutte le scienze 
mediche, che riguardano il mezzo di cui si serve il pratico, o 
I’ambiente in cui vive l’ammalato, o la tecnica di cui si ha bi- 
sogno, o il logico consiglio dettato dal buon senso del medico. 
-Hon e che escludo queste cose, anzi le riconosco purtroppo 
necessarie — ma, dico solo, che nulla hanno a fare oon la vera 
iierapia. 

All 7 ammalato ottantenne , decrepito, frequente nei polsi, 
sonnolento e ripudiante cibi e bevande quotidianamente, le cure 
-non sono terapiche, ma igieniche e morali; nell’ epilessia svi- 
luppata per un projettile sul corso di uu nervo sensibile, non 
si prescrivono farmachi,ma l’estrazione del corpo estraneo; al bam¬ 
bino con pelle veleggiante negl’interfemori, perche la madre e 
priva della dovuta quantita di latte, non si prescrivono le cosi 
dette cure toniche, ma si consiglia il baliatico: cosi l’inedia, la 
sete, il freddo, il caldo si curano col buon nutrimento, con le 
bevande,. con vestimenti piu convenient^ come si preferira la 
<?asa bene esposta ed illuminata alia dimora oscura e mal col- 
locata; l’aria campestre, che soffia fra pini e pampini, a quella 
xarefatta ed inquinata delle grandi citta; alle parti mal ate il do- 
~vuto riposo; alle membra deviate la direzione normale; alle 
fratture, la posizione opportuna alia cicatrice degli ossi; al fetore 
degli ambienti, ai fomiti di pericolose esalazioni, alia corruzione 
delle sostanze vegetali ed animali, T uso dei disinfettanti non 
~venefici, quali sono il calore, la luce, la ventilazione e la net- 
"tezza. — In tutti i casi ricordati ed altri moltissimi, compresi 
ttelle singole categorie dei medesimi, voi applicherete eccellen- 
i^emente le molteplici e svariate branche dello scibile antropo- 
logico, oggi, piu che mai, indispensabile, anzi indispensabilissimo 
-al piu modesto medico — ma la terapia, no. Altro e 1’ opera 
rationale del medico; altro e la terapia ragionevole. (1) 

Quando le connate cagioni hanno cessate di agire, ovvero 
■^rganismo gia ne ha risentito la malefica influenza, come l’as* 
siderazione dal freddo, l’esaurimento dal caldo, l’anemia (Jalle 
gravi perdite di umori, la flogosi reattiva nolle fratture e nel- 
-I’emorragie, i processi infettivi dall’aria malsana; - allora cominoia 


(1) 11 Razionale ^ faori di noi, il ragionevole 6 dentro di noi; Tun© 
produce l’altrx> e non viceversa. 


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6 


l/OMIOPATIA IN 1TAMA 


la terapia, ciofe l 'uso dei mezzi, propriamenfce detti rimedii, se 
trasformano — notate, trasformano, non aggiungono nuovi mali r 
o nuovi sintomi — la malattia in sanita; e per malattia si deve 
intendere solo quella, che e concretizzata nei sintomi di ciascun 
caso clinico e nulla deve avere a fare con le astrazioni e con le 
teorie, che, anche se ottime, nella pratica medica mai furono se- 
guite da buona fortuna. 

Con quanto indagini, oggi,si sia cercato di precisare il mode 
come le cagioni ammalano l’organismo, ben poco si e concluso^ 
a meno, se non ci accontentiamo della storia, e questa e con 
cura raccolta ed esposta, dei sintomi ovvero degli effetti , che 
le singole cagioni morbose sviluppano nelForganismo. 

II precisare che la cellula divenga cerea o grassa, piccola 
o ingrossata , sterile o prolifera , intorbidita o lucente , tutto 
questo , non e inutile, ma e solo descrizione di sintomi delle- 
cellule, che, essendo altrettanti individui deir organismo, parte- 
cipano coi loro sintomi a quelli generali variabili nelle singole 
persone. Coi sintomi noi fissiamo il rapporto, ch’e poi la legge, 
tra essi, il loro sviluppo, la loro durata, la loro terminazione e le 
loro cagioni, purche le conosciamo, da cui dipendono; e merce 
questa legge il medico arguisce dagli effetti alle cause, e quando 
cio & difficile, si ferma ai soli sintomi, fino alle lesioni o sin¬ 
tomi anatomici che sono assolutamente generali, spesso doven- 
dosi egli guardare dagli allettamenti della chimica, la quale pud- 
benissimo concorrere a meglio precisare i sintomi, ma, alio- 
stato attuale, nulla, o ben poco, spiega di biologia. 

La chimica e la scienza delle proporzioni definite, secondo* 
le quali variano i component! dei tre regni della natura, e- 
questo non si puo porre in dubbio da chicchessia. Pero la legge 
delle proporzioni comincia dalle molecole ; e il lungo lavorio,. 
indispensabile alia formazione di queste, non e che sfugga alia 
scienza, ma e precisata in un campo di fenomeni e di leggi 
opposte alle proporzioni definite. Rarefate, rarefate la materia 
e maggiori saranno i suoi effetti e le sue virtu. Il marmo, no; ma il 
ferro, ed altri metalli, si; ma Faria in quantita infinitesimali nel. 
vuoto, ma le molecole e gli atomi secondano le vibrazioni di de- 
cine, di centinaia di milioni e di milioni di miliardi; per le quali 
si vede prima la luce e poi la figura; si ode prima il suono e poi la 
parola; e si sviluppa prima la vita nella monera, poi in un orga¬ 
nismo, di poi la sensibilita e il pensiero; fenomeni che ove manoa, 
o e poco la vibrazione, mai si compiono.— 45000 vibrazioni al se¬ 
condo non bastano per dare ai corpi la sonorita; 66000 al secondo 
appena danno il barlume; 497 trilioni la luce calda; 699 mi- 
liardi al secondo la luce violetta.—Quanti miliardi di vibrazioni 
occorrano per formare la molecola organizzata, e quanto deve 
esser rarefatta la materia per vibrare cosl frequentemente in. 
nn secondo, e, se rarefatta all’infinito, qual sari mai il suo peso* 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


se non l’imponderabile nel piu stretto senso della parola ? So 
sfugge al calcolo la sottigliezza della materia per produrre un 
cosi grande numero di vibrazioni , certo i fenomeni a queste 
dovuti noi li constatiamo. Oltre al suono, alia luce, airelettrico; 
la capillarita, la tensione dei gas, V endosmosi, la diastasi non 
sono questi fenomeni, in ragioni inversa dei corpi e dei mezzi 
e degli esseri in cui si compiono ? 

In virtu di questi fenomeni i rizopodi e specialmente i ta- 
lamofori, come i radiolari, di grandezze minime, segregano pro- 
dotti calcarei e prodotti silicosi da costfuire depositi spessi, in 
fondo al mare, di migliaia di chilometri, e grandi strati della 
crosta terrestre o gran parte delle catene dei monti, come 
quelli dei Pirenei. In una cucchiajata di arena della vicina spiag- 
gia di Gaeta , assai migliaia di questi esseri meravigliosi pos- 
sono contarsi. 

La legge, che governa i citati -fenomeni, e ben differente da 
quella, che governa la chimica, imperocche essi avvengono in 
ragione inversa delle masse e costituiscono le molecole, sia or- 
ganiche che organizzate, e percio furono detti molecolari, ma 
dovrebbero dirsi, generatori di molecole 

Noi lasciamo ai filosofi indagare se queste energie elemen- 
tari sieno espressioni diun ente immateriale—forza vitale—ovvero 
sieno integrate negli atomi stessi, da cui emanano , secondo il 
concetto dell’unita tra materia e forza , ovvero, sieno or l’atto 
ed or la potenza; cioe la statica e la dinamica di un ente solo— 
contenti di aver potuto indicare un campo di energie, che 
lavorano con leggi opposte a quelle chimiche, e per conse- 
guenza, doversi parlare, meglio che di forze chimiche , di 
energie costituenti, allorche negli innumerevoli albuminoidi: 
destrina, fibrina, mielina, caseina delForganismo, si voglia stu- 
diare la ragione intima perche quelli nei nervi, nelle mucose e 
nelle glandole compiono funzioni differenti, e, sebbene identici 
ed isomerici fra loro, sotto differenti cagioni, come nei microbi, 
si comportano differentemente. * 

Gli studii batteriologici, malgrado l’avversione dei proprii 
cultori, aprono questo nuovo orizzonte. 

I microbi rappresentano il minimo come statica, ma il 
massimo com’energia; e la loro colorazione per questa o quella 
sostanza, la loro fecondazione per questa o quella coltura, non 
che Tattitudine ad offendere per condizioni piu o meno insi¬ 
gnificant^ sono un bel passo nel campo delle attivita biologiche 
sviluppate in ragione inversa delle masse. 

Le forze o i fenomeni concorrenti alia fabbricazione delle 
cellule,—aggruppate, alia maniera di Virchow, in provincie, con¬ 
correnti a formare lo stato di esse, cioe l’organismo — sono raf- 
figurate come i membri di una costituente, che emana le leggi 
statutarie, secondo cui, una nazione di cellule vive in modo or- 
dinato. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Le cagioni morbose come l’alcool, il tabacco, le tossine, i 
virus , che guadagnano una rappresentanza in quella assemblea 
costituente, modificano le leggi statutarie delle nazioni cellula- 
ri , e perd ne infermano Torganismo chimicamenfce, anatomica- 
mente e fisiologicamente: la costituente agisce in ragione inversa 
delle masse, e le leggi da esse emanate, come i suoi difetti, in ra¬ 
gione diretta. 

La chimica, dunque, anche conoscendo tutti i componenti 
dell’ organismo, giova a meglio precisare la storia dei sinfcomi 
degli ammalati; in guisa che, invece d’indicare le urine rosse e 
sedimentose, come laterizie, oggi le diciamo cariche di urati — 
ma al medico non da la chiave perche egli sappia il modo intimo 
come le cagioni morbose si trasformano in malattie. Al medico, 
dunque, restano i soli sintomi come via sicura per lo studio, 
meglio che della malattia, degli ammalati e dei rimedi, che 
vanno prefemi. — A che vale, infatti, dire che il diabete con- 
sista in produzione di zucchero per irritazione del quarto ven- 
tricolo, per trauma o per mali del fegato e del pancreas, quan- 
do noi, su i sintomi dei singoli casi, non esclusa la quantita di 
zucchero, dobbiamo scegliere speciali rimedi? 

Escluso il logico operare del medico col mezzo di tutte le 
scienze antropologiche; circoscritto il valore intimo della pato- 
logia alio studio storico dei sintomi dei singoli casi; dimostrato 
che le forze costituenti dell* organismo si rilevano nei sintomi 
di cui la chimica e parte, ma non il tutto, si deve concludere che 
la terapia, in senso lato , consiste nell’ applicazione di tutte le 
scienze mediche al letto degli ammalati; — e in senso ristretto, 
o vero, come la scienza che da le norme come scegliere il vero 

rimedio nei singoli casi. La terapia cosi e una scienza a se, e, 

per meritare questo titolo deve avere : scopo, obbietto, legge e 
principio. 

K Lo scopo e il conseguimento della guarigione senza richia- 
mare nell’ainmalato nuovi sintomi o nuove malattie per azione del 
rimedio: Tobbietto consiste nella scelta del rimedio: il principio e 
basato sulla conoscenza individualizzata dei mezzi o delle droghe 
che nei singoli malati producano o eccitino solamente la fun- 
zione della guarigione : la legge e il rapporto che intercede tra 
la duplice. funzione o virtu della droga, cioe farmaco se am* 

mala il corpo sano; e rimedio se guarisce quello ammalato, sem- 

pre giudicando per sintomi. 


Scopo 


U medico—in tutte le sue speciality, compresa la chirurgia,che 
pure usa medicinali e deve proporzionare il mezzo al fine—forse 
costretto ad acquistare oognizioni molteplici e svariate, vuoi 


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I/OMIOPATIA IN ITALIA 


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sperimentali, vuoi teoretiche e vuoi sociali; forse, piu commos- 
so ed oppresso dal dolore continuo che gli e d’intorno, che 
calcolator© della sua opera; forse piu schiavo dei grandi lumi- 
nari che libero giudice del proprio fconvincimento , di errori in 
errori, di disinganni in disinganni, di pentimenti in pentimenti, 
trasforma lo scopo della terapia da umanitario, benefico, santo 
in un opera scettica sempre e, spesso, perniciosa e mortal© an¬ 
che sul proprio figlio, sulla propria madre, su se stes>o ! 

Si resta tondo nell’udire che si dicono trionfi, una, dieci, 
cento, mille laparatomie esplorative , cioe taglio in lungo e di 
traverso nella parete del ventre a fine di vederne l’interno per 
assicurarsi se una malattia dubbia esista o meno. II mezzo 
adoperato produce dal 20 al 29 per cento di morti sugli ope- 
rati, secondo il mio egregio amico il prof. Helmuth. Dunque 
per essere sicuro di un male, che potrebbe non compromettere 
la vita, si deve comprometterla 30 volte! 

Si chiamano, come ricordo di aver letto, ardimenti opera- 
tivi trapanare il cranio (e quando fosse necessario il farlo, nes- 
euno lo biasima) in trentatre epilettici ed idioti perdendone 14 
e nulla guadagnando su gli altri 17 superstiti; si enuclea una' 
o piu glandole minacciate da suppurazione nel cavo ascellare o 
negF inguini, e nuove glandole, tra le superstiti, per il trau¬ 
ma del ferro, colpite dallo stesso processo, sono, a loro volta, 
anche strappate via con ferite larghe, profonde e dolorose! La cura 
cqsi, di glandola in glandola, dura anni, concludendo spesso 
che si abbia a fare con sarcoma e giu di li — mentre, abban- 
donando la terapica armigera, il male con mezzi ragionevoli 
risolverebbe in breve ora ! 

Si ha una smania irresistibile per i cosi detti mezzi ener- 
gici nella sede morbosa! Non cicatrizza bene o non cicatrizza 
affatto, frequentemente per abuso di disinfettanti velenosi, 
una piaga, una ferita o i frammenti di un osso, e li, anzicch^ 
guardare all’ammalato, scrofoloso, anemico e peggio, e presto 
fatto il raschiamento, riaprendo le parti e asportando dal sano 
le superficie ricalcitanti all’adesione. Se, ancora una volta, raan- 
ca la guarigione, nuovi raschiamenti; e, mentre l’organismo non 
compreso deperisce, dal semplice raschiamento si passa air a- 
blazione, alia resezione, all’amputazione: ex parva favilla maxi¬ 
mum incendium ! 

Con cio non si vuoi colpire la chirurgia, o chi la pratica, 
c i processi teemici della medesima , ma solo si pretend© 
che essa non ecceda i limiti dello scopo terapico: i mezzi 
per guarire, quali essi sieno , non debbono prolungare o 
fcggravare il male, per cui si usano, ne debbono richiamare nuo¬ 
ve complicanze, talvolta piu pericolose della malattia principale. 

Perche praticare la laparatomia esplorativa quando la sua 
utility e inferiore al pericolo che produce ? Perche riaprire le 
ierite, anche esse affette da nuovi procesi osteggianti la cica- 


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L’OMIOPATIA IN 1TAUA 


trice, enucleare una, due, dieci glandole, quando, o una buona. 
nettezza, o una buona cura generale, le potrebbe guarire: cura che 
si respinge sol perche dovrebbe esser fatta con dosi minime, cioe 
non venefiche ? 

Una puntura, sia pur lieve, sia pur inaprezzabile, chi non 
sa a quali e quanti pericoli non espone il nostro organismo? 
Oggi, invece , con leggerezza incoraggiata dai mezzi aseptici r 
ognuno si crede in diritto di calpestare la logica e, forse, il 
valore del risultato. Non si sa, se per risultato si debba inten- 
dere 1’ esecuzione del processo operativo, ovvero la sicura e 
duratura guarigione delFammalato! Operazione splendida! si 
ode dire, fatta in un baleno ! Un gruppo di cordoglio ti serra. 
le fauci quando, poche ore dopo, il paziente esala Fultimo a- 
nelito! Che cosa e stata la causa della morte? S’ignora! Ma la 
larga ferita, Fabbondante lavaggio di Sublimato e di altro , la 

gran quantita di Etere e di Cloroformio. per nulla, dunque,. 

contribuirono alia morte ? 

Tutte le cliniche, si risponde, i piu grandi chirurgi, le pia 
estese esperienze dimostrano : no; ma il Prot. Helmuth di New 
York, eminente chirurgo omiopatico, in un suo rapporto stati- 
stico di 850 operazioni, comprendente 79 laparatomie, afferma 
che le morti, cioe il 29 per cento sul totale dei suoi operatic 
quando si riferivano a quelli operati di laparotomia, erano con- 
seguenze meno di peritonite (1) e piu di paralisi intestinali, cioe 
cardiache, cagionate secondo il compianto prof. Palasciano, tal- 
volta, negli operati gravi, dagli anestetici e specialmente dal 
Cloroformio. Ne si pud contrastare questo giudizio, perche si sa r 
che gli anestetici, protraendone Fuso, anche su gli animali, ca- 
gionano la morte per paralisi ed asfissia. 

Quante centinaia di volte il freddo intenso immediato alle 
grandi operazioni, o le alto febbri, giudicate effetti di nuove com- 
plicanze, che si riparano con insensate manovre e sono giudi- 
cate indizii di pericolose infezioni, non sono sintomi dell’E- 
tere e del Sublimato, e che si potrebbero guarire con opportuni 
antidoti, senza compromettere la vita dei pazienti? 

Quante puerpere, sia perche non tollerano i disinfettanti, sia per¬ 
che Fuso e supericre al bisogno,sia perche il medico si lascia sfug- 
gire i primi preludii, e, specialmente,la febbre degli avvelenamenti 
acuti, sono vittime del Sublimato, del Jodoformio e dell 7 acido 
Borico ? Mi sonoimpressi a lettereindelebili nella mente parecchi 
di questi casi, tra cui sono notevoli: Una signora affetta da feb¬ 
bre acutissima, dolore al petto, delirio e anuria, per 69 giorni, e* 
il suo male si giudicava or pleurite, or metrite puerperale, mentre^ 
ogni giorno disinfettata coll’Jodoformio, ne era avvelenata! In un 
altra puerpera i quotidiani lavaggi di Sublimato, per oltre 40 gior- 


(1) Egli crede che tale pericolo I’abbia quasi sempre scongiurato con 
1’ uso deli' Aconite. 


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l/OM 10PATIA IN ITALIA 


ir 


ni per guarirla da voluta febbre puerperale, produssero due placche* 
cancerose di 15 era. di diametro alle due uatiche, complicanze 
mai descritte, ovvero osservate nelle piu gravi febbri puer¬ 
peral!. 

Nella difterite la smania di combattere la seae e addirittura 
furiosa. 

II bambino, sospettato difterico, febbricitante, sonnolento e 
abbattuto, e destato dalla madre, si, e la madre, che gl’ingiuuge 
di aprire la bocca e mostrarla al medico. II bambino si ricusa/ 
ed eccolo afferrato dal padre per le braccia, dalla balia per il 
tronco; e il medico, serrandogli le gambe fra le sue, impugna 
la coda di un cucchiaio, spesso anche sucido, in mancauza di 
un abbassalingua, e glielo caccia nelle fauci tra gridi, spasimi,. 
spavento e schiuma sanguinante fra le gengive e le labbra. 

La madre,' crudele come non si concepisce, rabbiosa, gli 
serra le narici, e la vittima, capitolando al nemico inaspettato,. 
apre la bocca! Il medico osserva le placche, l’esporta e caustica 
e disinfetta usque ad satietatem, Le parti malate e le sane aprono- 
nuove e piu frequenti e piu larglie vie all’invadente infezione! 

La madre, con lagrime di gratitudine, ringrazia il medico e lo 
supplica atornare; mentre il bambino, dopo poco, cade in maggior 
abbattimento: gli cresce la febbre, respira con maggiore difficolta e 
le glandole del collo rapidamente s’ingrossano. Ii medico torna 
nella giornata due tre o quattro volte, a seconda la gravezza, e 
ciascuna volta , non paragonando lo stato presente con quello 
antecedente , ripete la medicatura, la causticazione e la disin- 
fezione! Intan to le placche difteriche fioriscono, come licheni 
sulle labbra, nel naso e su tutta la bocca, in altri termini, su 
tutti i punti maltrattati: abissus abissum invocat. Questo stato 
di cose cresce finche il bambino non soccombe, 60 volte su 
cento, vittima della cosi detta medicatura energica! 

I nuovi mali artificiali spostano la virtu guaritrice in quella 
venefica del rimedio; ma cio non salta agli occhi di tutti; anche, 
le famiglie e i medici stessi, pur se padri o fratelli o, comunque, 
congiunti delle vittime, spesso esclamano sulla bara di esse: « Non 
abbiamo causticato e disinfettato abbastanza! Sono stati poco 
energici i rimedii impiegati ! > Neppure innanzi alia sventura. 
l’errore di trasformare il rimedio in veleno, si emenda! 

Ben venga la sieroterapia, tersa dalla ruggine dei ferri vec- 
chi, e sia l’angelo tutelare di migliaia di bambini , immolati al 
razionalismo assurdo della terapia locale, seguendo la via. 
tracciata dagii studii dei farmachi a dosi minime, che nella 
difterite ben poco lasciano a desiderare (L). 


(1) SUL S1ER0 ANTIDIFTERICO 

11 Dottor Tooker pubblica, nel corrente anno, i seguenti dati statistic! t 
11 Dolt. Welch prof, universiiario, raccoglie tuiti i caai curati con 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Si comprende la cura antisettica quando si riduce alia piu 
scrupolosa nettezza e quando per mezzi antisettici non s’inten- 
-dono quelli che avvelenano e sono pestiferi. II calorico, l’acqua 
bollita e raffreddata per larghi lavaggi e caldissima (60°) 
per sterilizzare in sito, e il disinfettante per eccellenza supe¬ 
rior© a quanti la scienza ne abbia saputo inventare. Quante in- 
fezioni non evitiamo sol perche mangiamo le vivande bollite 
e ben calde ? E quante se ne contraggono solo perche si e su- 
dici nella persona e negli abiti? 

Le ferite, le pia^he, Y enfiagioni, V emorragie dalle piu 
semplici alle piu gravi, i processi cancrenosi con Tacqua quasi 
bollente o in vapore, applicata con saggezza di scienziato, gua- 
riscono prontamente e permanentemente. Invece di studiare 
il tarantolismo delle desinenze in oli } ine e iti 1 si studiino, ed 
o ben facile a chicchessia, gli effetti sviluppati dal calorico ap- 
plicato in differenti guise, sul corpo sano, dalla semplice rube- 
fazione alia flittene e alia cangrena e, con buone leggi terapiche, 
si applichino in pratica, e il risultato sara talora sorprendente. 
Si sopprima il barbaro uso del ferro rovente, e si usi il calo- 
Tico dinamizzato. 

La piroterapia disinfettando e curando, secondo la legge te- 
rapica di cui appresso parleremo, e non meno important© dell’i- 
droterapia, che, oggi ausilio indispensabile di ogni cura e, spesso, 
rimedio efficace, rappresenta la nettezza indispensabile per la 
traspirazione e respirazione cutanea, che nell’uomo e quasi pih 
important© di quella polmonale. La rana senza respiro polmo- 
nale vive piu che quando e priva della respirazione cutanea. 
Anche l’acqua non ancora ha vinto tutti i pregiudizii che sen- 
tono medici e profani per il suo uso. Anzi i piu, inorriditi, la 
fuggono !!! 

Che meraviglia ! I pregiudizii muovono il mondo! Il pur- 


fantito98ina difterica in Buropa ed in America, e sono 7166 con ana mor¬ 
tality del 19,3 OjO. 

II DoU. Lenox Browne di Londra cura nell’ Western Hospital 2000 casi 
<difterici: mille con 1’antico sistema e mille con L’antitossina; e la mortalita 
per entrambi gli esperimenti k la modesima, cio6 il 27 0^0. 

Lo stesso dottore, raro esempio d’lmparzialitA scientifica, raccoglie i 
risultati dei casi curati con la sola Omiopatia, e, su 3150 curati, dimostra la 
media lusinghiera del 7 0|0 di morti. 

Conclude rimproverando gli ufficiali sanitarii che, —invece di spendere 
danaro per acquisti di tossine e per imphnti di gabinetti , per fabbricare 
colture virulente e propagare la vaccinazione difterica, che 6 poricolosa 
specialmente nei predisposti alia tisi — abbiano maggior cura della net¬ 
tezza pubblica, preservative sicuro di ogni male infettivo, e rispeitino le 
liberty di tutte le scuole mediche, aspettando che i fatti, non le influenza 
•ufficiali facciaao la luce. 

The Present Status of Diphteria, antitoxine at home and abroad, by D.r 
Tooker — Chicago 1896. 


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L’OMIOPATIA IM ITALIA 


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gante, p. e., dev’essere potente, efficace, deve cacciare cio che ci 
e, e cio che non ci e nel ventre, per dirsi rimedio energico; e 
questo rimedio dev’essere ripetuto, e ripetuto l’effetto. Vengono 
pure gli emorroidi, il prolasso anale, i catameni profusi, le pa- 
ralisi intestinali ed altri guai, perche si ricorre , inusulmana- 
mente, a mezzi detti piu razionali: clisteri, enteroclismi, pom- 
pe e pessarii. Ci e addirittura un culto per questi mezzi cre- 
duti santi, indispensabili, per quanto consimili medicature, 
mille volte sono assurde, inconcludenti e dannose. 

20 secoli hanno composto nella bara miliardi di genera- 
zioni, ma il sudiciume della persona, ma il clistere e il pur- 
gante sono stati sempre la ghirlanda della vita! Lo so, gl’idrofobi, 
piu che quelli morsicati dai cani, i purgomani ei clisterofili sono 
un esercito inespugnabile, quanto vittime di deplorevoli abitudini 
di cui, eccetto l'uomo, nessuno animale e schiavo. 

La voce del rimedio non e la guarigione, ma gli effetti e- 
nergici risentiti daU’organismo. Un bel vomitivo, p.e., ti sbarazza 
lo stomaco, e poco monta che ti abbatte per 2 giorni. Nel po- 
polo spesso si ode, a chi soffre di vomito: Yomita, vomita, che 
ti e salute! 

Cosi, i rimedii apirettici non debbono guarire solo la febbre, 
ma produrre la cefalea, la vertigine, il susurro e, per fino, l’al- 
gidismo e non poche volte la morte ; il Jodoformio non deve 
penetrare solo nei minimi elementi degli epitelii polmona- 
nali, ma, col fetore insoffribile e con le dosi eccessive, deve irri- 
tarli, degenerarli e produrre la febbre fino a 40 centig. e porre 
in forse la vita; i calmanti, come la Morfina, non debbono gua¬ 
rire solamente il dolore, ma produrre la sonnolenza, il vomito 
e, insistendo nell’uso, anche la pazzia; i jodici anclie giovan- 
do contro il gozzo e la tabe gallica, debbono, per la dose ecces- 
siva, produrre la corizza, la laringite , la bronchite e anche la 
cachessia mortale! Chi non conosce, infine, la calvizie e la sto- 
matite dei mercuriali, che pur giovano a combattere la sifilide; 
F anuria dei balsamici usati contro le uretriti; i bitorzoli e gli 
ascessi cutanei, postumi delle iniezioni ipodermiche, che lasciano 
in sito le quantita di rimedio superiori alia capacita assorbente 
delFammalato; le contratture delle palpebri dopo le ripetute cau- 
sticazioni locali; e cosi i danni non piccoli, ne indifferenti delle 
injezioni rettali di sale di cucina, di acido borico e di altre cose 
moltissime, che accoppiati talvolta a prottiti e ad ascessi, infeli- 
citano la vita intera di un uomo? 

E deplorevole che non si pon mente, indipendentemente 
dalla scuola medica cui si appartiene, a tante e molteplici conse- 
guenze dannose, dovute all’esorbitanza dei mezzi di fronte alio 
scopo della guarigione: dovute alle dosi del rimedio superiori 
al bisogno ; dovute alia superstizione che i farmachi negli am* 
malati facciano sempre bene e mai male, specialmente se si u- 
sino localmente. 


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LOMIOPATIA IN 1TAI IA 


La guarigione e funzione normal©, come tutte 1© altr©, © il 
rimedio n© dev’essere solament© lo stimolo. 

I nuovi sintomi e le nuove malattie 1 start pur lievi , destate 
<darimedii)pervertono la guarigione in nuovi mali —A tantajat- 
tura che insidia lo scopo terapico , si ripara col conoscere le 
vere norm© per la scelta © la guida del rimedio al letto dello 
ammalato. 


Scelta e guida del rimedio 

E stata questa la meta di tutt© 1© fasi della medicina, da 
Ippocrat© a Galeno, da Haller ad Hahnemann; ma © questo lo 
scoglio contro cui s’ infranserotutte 1© navicelle degP ingegni me- 
dici, © nel lungo cammino dei secoli © ancora P ostacolo, che, 
-osteggia Papprodare al desiderato continent©, almeno se sulla 
.guida delPesperienza non si sappia cercar© la retta via. 

Dapprima il corso degli astri, i vaticini dell© sibille, le 
forme esteriori dell© droghe, la composizione mostruosa dell© 
ricette , P arte delP Alchimia , la meraviglia dell© potenz© oc- 
•culte, furono altrettanti criterii per la scelta del vero rimedio. 
Senza prendere in esam© questi argomenti, per so stessi 
^issurdi; e senza ricordare quanta © quale influenza ©sercitarono 
1© ipotesi © 1© teori© sulPessenza della vita © delle virtu dei 
rimedii, mi limito ad esaminar© i soli criterii per la scelta del 
rimedio, piu comunemente discussi: chimico, fisiologico © speri- 
mentale. 

Criterio chimico 

Per il chimico nessuna attivita puo esercitarsi dalle dro- 
=ghe, se non b espressione di combinazione, di sostituzione o di ad- 
dizion© dell© molecole di esse a quelle delPorganismo; in guisa 
-che la scelta di un rimedio dovrebbe essere una vera © pura 
operazione di calcolo chimico, mere© la quale dati due termini, 
<jioe composizione chimica della droga © quella dell’organismo, n© 
risulterebbe il terzo, cio^ la guarigione. Fin qui il ragionamento 
non farebbe una grinza; ma, conoesso pure che 1© droghe sian 
ben not© chimicamente, il che non © per le droghe vegetali ed 
^animali; © concesso che conosciarao anch© la chimica composi¬ 
tion© degli elementi dell’organismo vivo — cosa assai lontana 
dal vero — non manca a noi la conoscenza esatta di tutte 
-quell© forze, ch© abbiamo chiamat.e costituenti 1© molecole: 
forze identificate -come affinita, elezione, polarita, atomicita, vi- 
brazione, molecolarita e animazion© della materia, per 1© quali 
gli elementi delle molecole si combinano , acquistano peso , si 
sostituiscono © si addizionano fra loro ? 

Se queste potenz© mancassero, come potrebbe avvenire ch© 
in tutta la organizzazion© della natura, solo il Carbonio, l’Ossi- 
geno, PAzoto e l’ldrogeno, piia leggieri di tutti gli altri corpi, co- 


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i/OMIOPATIA IN ITALIA 


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stantemente, potessero, con le medesime molecole, soltanto per 
allotropismo, polimorfismo ed isomerismo, concorr.ere a formare 
tutti gli albuminoidi dei differenti tessuti, organi e funzioni, nella 
universality degli animali e dei vegetali, con una molteplicita 
infinitamente meravigliosa, comprendendo le variety, le specie e 
i generi non solo di tutti gli organismi unicellulari, ma e- 
ziandio di tutti gli organismi piu complessi ? 

S’imitano quelle forze, o meglio si riconoscono, ricorrendo, 
nella chimica inorganica, alia spugna di platino, ai corpi po- 
rosi in generate, alle superficie terse, all’influsso della luce; ma 
la chimica biologica nulla ha saputo escogitare per secondare 
le combinazioni simili a quelle delP organismo sano o ma* 
lato. Solo si conosce che 1’ Arsenico, il Jodo, lo Zolfo e un 
numero stragrande di corpi, non ostante che entrino e svilup- 
pino azioni nelPorganismo, pure non cambiano la composizio- 
ne propria e quella delPorganismo, affermando in modo spe- 
rimentale che la loro azione — non e chimica nel senso delle pro 
porzioni — ma e vera nel senso delle forze costituenti, che ge- 
nerano, alterano,' modificano la natura, la funzione il volume e 
la ponderability della molecola. 

Si obbiettera: Che cosa sono queste forze costituenti? Sa- 
ranno materia raggiante, saranno atomi, saranno etere — que- 
sto importa molto poco; importa a noi che esistono ed esistono 
non astrattamente, ma sperimentalmente. 

provato che nessun processo chimico, ideato fuori dello 
organismo abbia luogo — nella medesima guisa — nell’orga- 
nismo e viceversa. 

Chi ha mai saputo produrre dal sangue, che ha una de- 
terminata composizione chimica, or la bile, ora il succo gastri- 
co,ed or le urine, la mielina, la coudrina e via via; e per con- 
trario, chi ha potuto dai cennati prodotti riformare il sangue 
da cui essi ebbero origine? Grandi passi han fatto le teorie di 
llertolot e di Wulz nelle serie organiche col doppio processo dei 
sotto multipli (analisi) e dei multipli (sintesi); ma nessuno ha 
saputo imitare la molecola organizzata, e se cio anche fosse sbato 
possibile senza indagarne le condizioni generatrici, sarebbe stato 
opera perduta! Il diabete, Palbuminuria, T ammonemia, l’acetone, 
sono morbi ben noti chimicamente; ma tutti i rimedii indicati 
contro di essi, per combatterli chimicamente, son falliti. 

Dunque la chimica potra servire a conoscere l’identiti 
della natura di talune droghe, potra determinare certi dati sinto- 
mi, ma nulla dira delPenergie costituenti le molecole — energie, 
che si rivelano solo nei sintomi che le droghe producono e 
guariscono; e percio il criterio per la scelta del rimedio non 
dev’essere chimico — ma sperimentale e sintomatico. 

Pero sintomatico non vuol dire unicita, ma totalita di sin¬ 
tomi che un singolo farmaco produce, e, se scelto come rimedio, 
guarisce. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Criterio fisiologico 

AlP esordire del secolo, la fisiologia, dopo il metodo di 
Galilei applicato nel piu largo senso della parola, illumino 
lo studio dei farmachi. A1 rozzo empirismo addito lo studio 
fisiologico sia su i tessuti, che sugli organi, quanto su tutto 
V organismo per assodare quale funzione , sotto Finflusso della 
droga, esagerasse ovvero diminuisse o cambiasse la sua ener- 
gia per fissare la cosi detta teoria dei compensi terapici, tra- 
scurando il complesso degli effetti di ciascuna droga, i quali, il 
piu delle volte, essenclo fra loro di opposto e di differente valore, 
poco si presterebbero alle teorie dei compensi. Si studio per 
pareccliie droghe, a traverso fistole gastriche, qual fosse Falte- 
razione o mutamento del succo gastrico; quale, mediante conge- 
gni piu o meno importanti, fosse la contrattilita muscolare o 
F irritabilita nervosa e quale, mediante reagenti, Falterazione 
chimica della composizione di uno o piu elementi o secrezioni, 
si preciso la sistola e la diastole cardiaca, la pressione o 1a- tem- 
peratura della secrezione e del sangue, il volume ed il -peso del 
corpo e delle escrezioni, degli espirati o traspirati e via via. 

Classifioata alia meglio le categorie delle droghe, capaci di 
produrre eccesso o difetti di una o piu funzioni, si fisso la scel- 
ta del rimedio sulla comoda teoria dei compensi, gridando: 
Eureka, Eureka ! 

A parte i compensi fisiologici, dovuti agli agenti meramente 
natural], che entrano nella pratica medica del semplice buon 
senso scientifico , quelli terapici rispondono o adempiono 
male al loro ufficio. La Stricnina non guarisce la paralisi, il 
Curare non corrisponde che raramente nel tetano, il purgante 
non guarisce la stitichezza, ma richiama la diarrea, la Morfina 
non calma il dolore, che producendo ubbriachezza, e, se continuata, 
anche pazzia, i tonizzanti del cuore spesso lo p^ralizzano , i ri- 
solventi irritano; i caustici meglio che cicatrizzare una piaga 
Firritano e, talvolta, la cancrenizzano, il digiuno, piu o meno 
assoluto, clie dovrebbe diminuire il lavorio di ossidazione, non 
oombatte, ma prolunga la febbre sotto la forma di febbre da e* 
saurimento, accresciuta o determinata dal lavoro meccanico, sia 
dei muscoli di moto,che di nutrizione, come di quelli dello stomaco. 

Il criterio compensative, vero in fisiologia e nelFigiene, e 
falso in terapia; perche l’azione di un farmaco non puo essere cir- 
coscritta ad un solo effetto su un solo tessuto o funzione, ma 
deve estendersi alFintera totalita degli effetti, sperimentalmente 
constatati su tutto l’organismo, e sulForganismo delFuomo sano. 
Uno studio analitico senza sintesi dei sintomi di un solo far¬ 
maco e uno studio fatto piu sugli animali che sulFuomo sano. 


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l/OMIOPATIA IN ITaLIA 


17 


dovendo servir di base a porlo in rapporto sull’uomo infermo, 
rappresenta la parte e non il tutto: e frazione non iatero 4ol- 
l’azione della droga, che costringe a frazionare anche le malattie 
nei singoli sintomi che le rappresentauo, perdendo di mira la 
individuality dell’ ammalato e la virtu del rimedio. Onde piu 
sedi, piu sintomi e piu compensi; piu coinpeusi e piu rimedii, 
minor cura delle malattie e maggior sacrificio dell’ ammalato. 
Si cura la malattia, non l’ammalato; si prescrive il veleno non 
il rimedio. 

Lasciando da canto, che lo studio farmacologico, con un solo 
o pochi sintomi meglio adattati ad un dato antagonismo, meni 
agli errori inuanzi accennati; noi vorremmo che i criterii, rica- 
vati dalla pratica intorno alle piccole dosi, nella fisiologia tro- 
vassero le premesse logiche. Queste premesse, non e che man- 
cano, ma sono trascurate nei gabinetti sperimentali. 

Oramai non si puo parlare di azione — e peggio ancora 
di meccanismo di azione — su i ganglii del cuore , sul gan- 
glio del Gasser , sulla retina , sui bronchi, sui polmoni senza 
dimostrare che le quantita somministrate agli animali, sieno 
state quelle capaci di penetrare negli elementi funzionali delle 
sedi di cui si parla. La proporzione tra il peso della droga e 
quello dell’ animale e grossolana — ed appena potrebbe esser 
logica se fosse quella tra droga e quantita jnedia del sangue ; 
perche e risaputo che, se un farmaco non si solve nei sangue, 
non puo agire centripetamente sugli elementi, ne centrifuga- 
mente penetrando nei medesimi. 

Pero cio che si assorbe dal sangue, non e cio che i singoli 
elementi assorbono. L’assorbimento dei farmachi, negli elementi, 
e regolato, oltre da una specials elezione tra assorbibile ed' as- 
sorbente, dalla legge ormai ovvia , che i minimi , cioe, non as - 
sorbono i massimi; e che V assorbimento tanto e piu hero ra- 
pido ed efpeace , per quanto mi wore h la densita , il peso ed il 
volume delVassorbibile in rapporto alVassorbente. Cosi si spiega 
perche il vino, il tabacco ed altri veleni voluttuosi, assorbiti 
dal sangue e sempre respinti per molti anui, con i residui, per 
V indebolito potere eliminante, rimasti nei corpo, penetrano poi 
negli elementi piu pesanti e piu voluminosi di essi, sviluppando 
avvelenamenti cronici, che per giunta, quando la quantita dei 
veleni ridotta addirittura infinitesimale, si ripetono nei figli e 
nei nipoti sotto forma di atavismo. 

Il fatto piu eloquente di atavismo cellulare l’offre il tatuag- 
gio; i primi elementi della, cute tatuata da dosi infinitesimali 
trasmettono, fedelmente, alia rispettiva prole, il loro colorito per 
tante generazioni, per quant© ne occorrono nei corso della vita 
di un uomo ! 

Ora , 1’ istologia , che dovrebbe essere la tavola pitagori- 
ca dei gabinetti di fisiologia farmacologica , enuinera le gran- 
dezze minime dei singoli elementi, variant! anche nella stessa 

2 


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l/oMIOPATIA Itf ITALIA 


sede di una medesima glandola, di un medesimo organo o 
visSbre, per6 costanti in ciascuna categoria di essi; e, logica- 
mente, le dosi delle droghe dovrebbero essere, parlando delle 
loro azioni centrifughe che sono le specifiche e le caratteristiche, 
dovrebbero essere variate a seconda il punto voluto per la spe- 
rimentazione. 


Capillari 

I vasi sanguigni, schematicaraente considerati, raffigurano 
due ordini di canali distribuiti a forma spirale. L’uno parte 
dal cuore, col diametro di uno a due cm. e giuuge alia pelle 
e superficie interne, attraversando tutti gli strati concentrici 
ed eccentrici a se stesso, scemando di calibro, sino a toccare 
grandezze infinitesimali ; 1’ altro parte dal la pelle e dalle su¬ 
perficie interne, attraversando, parallellamente al primo or- 
dine, tutti i tessuti, aumentando di calibro, a partire dall’infi- 
tesimo fino alia grandezza di 2 cent, di diametro. Di guisa clie 
le due spire, di giro in giro, dalla pelle al cuore, son distri¬ 
bute in altrettanti tubi concentrici disposti in modo che i 
piu central! hanno diametri massimi ed i pin periferici dia 
metri minimi e gPintermedi diametri crescenti dalla periferia 
al cuore. Ciascuno o piu giri di tubi hanno una valvola di uscita 
per quelle sostanze che, penetrate nei primi giri o circoli, non pos- 
sono, perch& di maggiore dimensione, penetrare nei successivi. 

Onde stabilire che ciascuna serie di sintomi possa svilup- 

f iarsi, prima o dopo, a seconda che il farmaco, nei percorrere 
’ambito dell 7 organismo , si arresti per la sua grandezza in un 
punto anziche in un altro — occorre precisare le grandezze dei 
singoli elementi organici; che indico, in cifre rotonde , ricavate 
da Krause, Billroth, Bowman, TJlark, Henle, von Kolliker, Mole- 
schott, Minot ed altri illustri istiologi. 

Yolendo assegnare un volume a ciascun capillare , sa- 
pendo che la lunghezza e pressocche uguale al diametro, con- 
viene moltiplicare il quadrato del raggio per 3,14, indi per la 
lunghezza. Per le cellule ed i nuclei poi, che sono di forma piu o 
raeno sferica, conviene moltiplicare il cubo del raggio per 4{3 
di 3,14 ossia per 4,18. 

Diametri: — Il fegato, il polmone, i reni hanno capillari del 
diametro medio, in cifra tonda, da 12 a 50 mila milionesimi di 
millimetro: e V espirazione, la secrezione della bile e V e- 
screzione e la secrezione dell’urina eliminano quelle sostanze, che 
non possono penetrare nei circoli dei vasi capillari successivi: 

Il midollo spinale, il cervello ed i nervi periferici hanno 
capillari, minori di quelli dei precedenti visceri ed organi, del 
diametro di 10 a 15 mila milionesimi; che trovano compenso nei 
liquidi intercefalo-rachidiani o meglio nei linfatiiei, die, maggio- 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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xi di calibro, fanno da assorbenti su i capillari il cui confce- 
nuto e l’assorbibile : 

I muscoli hanno vasi col diametro di 12 a 17 mila milione¬ 
simi di millimetro ed eliminano quanto assorbono trasforman- 
-dolo in lavoro meccanico o in linfa : 

Le mucose e le glandole del Peyer e la pelle hanno capil¬ 
lari del diametro di 13 a 49 mila milionesimi di millimetro, 
con la eliminazione, se necessaria, dalle rispettive glandole e 
vasi efferenti. 

Volumi : — II volume dei capillari verra espresso da una 
frazione di metro cubo, di cui il denominatore ha 30 zeri pre- 
•ceduti dall’ unita : cioe 31 - cifre pari al nonilionesimo . Il nu¬ 
meraire di questa frazione e, in cifra rotonda , dal minimo al 
massimo: 


821 

trilioni 

pel cervello 

1 quatrilione 

» midollo spinale 

i 


> glandole di Peyer 

2 

» 

pei nervi periferici 

1 a 4 


» muscoli 

1 a 5 

> 

» la pelle 

1 a 21 


p reni 

6 


» polmoni 

7 


» fegato 

96 

> 

per le mucose 


Cellule 

Diametri :— Le cellule degli epitelii pavimentosi, cilindrici 
vibratili ed entoteliali compiono funzioni di grandissimo valore. 
Il loro diametro oscilla tra 9 a 96 mila milionesimi di milli¬ 
metro : 

Le cellule dei connettivi adiposi, reticolati, elasfcici ed os- 
sei hanno un diametro oscillante tra 3 a 134 mila milionesimi 
•di millimetro: 

Le cellule delle fibre striate hanno un diametro medio di 
fiO mila milionesimi, quelle della fibra liscia 152 mila milione¬ 
simi di millimetro: 

Le cellule ganglionari nervosa misurano 93 mila milionesimi 
di millimetro in lunghezza,15 mila centomillesimi in larghezza e 
14 mila centomillesimi in grossezza. Le cellule delle glandole 
sudorifere misurano 36 miia milionesimi in lunghezza, 39 mila 
Dailionesimi in larghezza e 36 mila milionesimi in ispessore. I 
corpuscoli rossi del sangue hanno un diametro di 143 mila de- 
cimilionesimi: quelli bianchi 25 mila milionesimi di millimetro. 

Volumi :—Il volume delle cellule degli epitelii, deirentotelio, 
dei tessuti adiposi, e reticolati, della fibra muscolare liscia della 
cellula ganglionare e delle cellule delle glandole sudorifere, si e- 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


sprimera con una frazione di 30 zeri preceduti dalla unita (os- 
sia di 31 cifre pari al nonilionesimo) coi numeratori: 


3 quatrilioni 

pei reticolati 

B » 

per le cellule delle gl. sudorif. 

19 > 

» la fibra muse, liscia 

31 > 

» Fepitelio pavimentoso 

33 > 

» » cilindrico 

49 > 

» l’entotelio 

400 » 

y> l’epitelio vibratile 

2 quintilioni 

» le cellule adipose 


2 > » » gangl. nervose 

II volume delle cellule dei connettivi, dei tessuti elastic! 
delle cellule ossee, della fibra muscolare striata e dei corpu- 
scoli sanguigni, si esprimera con una frazione di 30 zeri prece¬ 
duti dall’unita (ossia di 31 cifre pari al nonilionesimo) coi nu¬ 
meratori: 

300 trilioni pel connettivo 

1 quatrilione per globuli rossi 

2 » » cellule ossee 

8 » pei globuli bianchi 

16 pel tessuto elastico 

174 » » la fibra striata 

Nuclei e nucleoli cellulari 

Diametri : — I nuclei delle cellule degli epitelii pavimentosi 
cilindrici, vibratili e dello entotelio lianno un diametro da B a 48 
mila milionesimidi millimetro. Quelli dei connettivi, reticolato, e- 
lastico ed osseo non che dell’adipe ne hanno da 2 a 19 mila, 
milionesimi: 

Quelli della fibra muscolare liscia misurano 21 mila milio¬ 
nesimi, quelli della fibra muscolare striata 25 mila milionesimi, 
i nuclei delle cellule ganglionari 356 mila decimilionesiink 

I corpuscoli nucleari ed i nucleololi di queste cellule misu¬ 
rano, i primi 9 mila milionesimi, i secondi 2 mila milionesimi 
di diametro. 

Volume: — II volume dei nuclei delle cellule degli epitelii 
pavimentosi e cilindrici, di quelli delle cellule dell’entotelio, del 
tessuto adiposo, della fibra muscolare liscia sara espresso da una. 
frazione avente il denominatore di 30 zeri preceduti dall’ unita 
(ossia di 31 cifre pari al nonilionesimo) coi numeratori : 

130 trilioni per i nuclei degl’epitelii pavimentosi 

3 quatrilioni » » » cilindrici 

7 > » v dei tessuti adiposi 

10 » » » degli epit. cilindr. 

15 » * > della fibra muscolare liscia. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


21 


II volume pei nuclei delle cellule delPepitelio vibratile, dei 
•connettivi; del tessuto e!astico, delle cellule ossee, della fibra 
muscolare striata, delle cellule ganglionari, dei corpuscoli del 
-sangue e Tespressione della frazione di 30 zeri preceduti dall’u- 
nita (ossia 31 cifre pari al nonilionesimo) coi numeratori: 

257 bilioni pei nuclei dei corpuscoli del sangue 
6 trilioni » delle cellule del connettivo 

26 » » del tessuto elastico 

162 » » delle Cellule ossee 

3 quatrilioni » » > dei gangli nervosi 

9 » » » fibre muscolari striate. 

II volume dei nuclei delle fibre reticolate e delle cellule 
delle glandole sudorifere, dei corpuscoli nucleari e dei nucleololi 
fielle cellule ganglionari sono la espressione della frazione aven- 
te il denominatoro di 30 zeri, preceduti dalla unita (ossia 31 ci¬ 
fre pari al nonilionesimo) coi numeratori: 

4 trilioni per i nucleololi. 

304 » > i nuclei delle glandole sudorifere. 

776 » » corpuscoli nucleari 

2 quatrilioni pei nuclei delle fibre reticolate. 

Per parlare ora di assorbimento dei cennati elementi, 
"fa d’uopo spingere molto avanti la raffinatezza della droga, che 
vi deve penetrare. 

Per restare in una media approssimativa, generale , mi 
limito ad aumentare i denominator! surriferiti, di un terzo, come 
rapporto delTassorbibile, che sarebbe il rimedio, agli assorbenti, 
che sarebbero gli elementi organici. Come le frazioni su ripor- 
tate hanno numeratori di 13 a 17 cifre significative, mi sembra 
regolare di aggiungere ai denominatori delle frazioni, finora no* 
minate, aumentate di un terzo, la differenza tra le cifre signifi¬ 
cative dei singoli numeratori e le cifre dei singoli rispettivi de¬ 
nominator i, accresciuti come sopra , per ottenerne altri , che da 
<33 cifre (centiventilionesimi) vanno a 71 cifre ( centiventidue - 
Hones imi ). 

Questo e il minimum dell 7 assorbibile, per capillari e cellule 
per6, od e giustissimo; perche, arrivato a tali gradi di raffina- 
mento, il farmaco, che deve penetrare negli elementi ricordati, 
P^o attraversare i canali sanguigni in quantita tale da non 
disturbare la densita e scorrevolezza del sangue, oltre quanto e 
consentito dalla capacita dei canali che si dtbbono attraversare . 

La dose superiore alia capacita dell 7 assorbente, non e che 
^on agisca, ma 6 costretta a raffiuarsi, percorrendo varie circo- 
lazioni, eliminando il superfluo : il che vuol dire: che la mag- 
^gior dose agira prima nei canali grandi, poi nei minimi; e, siccome 
la sua influenza occorre in questi e non in quelli, si avra un ri- 
^ardo nei benefizio del rimedio. 

.Per praticamente raffinare un dato farmaco , fino ai limiti 


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22 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


anzidetti, si debbono compiere una serie di divisioni progres¬ 
sive , avendo per divisore costante 10 e per dividendo un de- 
cimo del termine della serie precedente. Di guisa che un gramma 
diviso per 10 grammi d’acqua, rappresenta il primo termine- 
della serie; un decigramma di questa, diviso per 10 grammi di 
acqua, rappresenta il secondo termine , e cosi di seguito. 

Con 68 division], raffigurate da altrettanti zeri, si ha un raf- 
finamento di un ventilionesimo da poter essere assorbito dalle 
cellule adipose e ganglionari nervose . 

Con 64 divisioni, o zeri, si giunge al deci-ventilionesimo e 
si avra l’assorbimento delle cellule della fibra muscolare striata 
e delVepitelio vibratile. 

Con 65 divisioni, o zeri, si giunge al centi-ventilionesimo 
assorbibile delle cellule epiteliali pavimentose , cilindriche , ento - 
teliche , della fibra muscolare liscia e del tessuto elastico . 

Con 66 divisioni, o zeri, si giunge al ventunolionesimo e si 
avra l’assorbimento della cellula del tessuto reticolato e di quelle 
delle glandole sudorifere , ossee e dei globuli del sangue . 

Con 67 divisioni, o zeri, saremo al died ventunolionesimo , 
assorbito dalle cellule connettivali. 

Con 69 divisioni, o zeri, saremo al ventidue-lionesimo as¬ 
sorbito dai capillari della mucosa intestinale e delle pieamidi 
del rene . 

Con 70 divisioni, o zeri, saremo al ded-ventiduelionesima 
capace di essere assorbito dai capillari del fegato , degli alveoli 
polmonali , della sostanza midollare renale , dei nervi periferici , 
delle glandole del Peyer, dei muscoli , dei glomeruli del rene e 
del midollo spinale. 

Con 71 divisioni, o zeri, saremo alia centi-ventiduelionesimo 
ed essa sara assorbita dai capillari del cervello . 

Ma quale sara il rafjinamento del farmaco oh© deve pene- 
trare nei nuclei, nucleoli, corpuscoli nucleari e nucleololi ? 

Questi elementi — per la loro piccolezza sbalorditiva , che 
sono da 1,3 a 520 mila volte piu piccoli delle rispettive cel¬ 
lule — possono assorbire solamente principiando dalle seguenti 
divisioni, attenuazioni o raffinamenti della droga, chiamata ad 
esercitarvi la sua azione: 

I nuclei della cellula fibro-muscolare liscia — 1,3 piu pic- 
coli della rispettiva cellula — richiedono la 84 a ; quelli del tes¬ 
suto reticolato — 1,5 piu piccoli delle cellule rispettive — si 
gioveranno della 100 a ; quelli degli epitelii qilindrici — 3,3 
piu piccoli della cellula — si gioveranno della 204 a ; quetlli de¬ 
gli epitelii vibratili — 4,5 piu piccoli della cellula — richiede- 
ranno la 296*. 

I nuclei della cellula ossea — il 12.° della cellula — ri- 
spondono alia 79'2 a ; quelli degli entotelii — il 16°,3 della cellu— 
la — rispondono alia 1059*; quelli delle cellule sudoriferi — il 
16°,6 della cellula — richiedono la 1089. a 


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I. r>Mh»PATIA IN 1TAI.IA 


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I nuclei della fibra mmcolare striata — il 21°,7 delle cellule 
rispettive — richiedono la 1388. a ; quelli dei globuli bianchi — 
il 31° della relativa cellula — richiedono la 2046* ; i filamenti 
connettivali — il 59°,2 della cellula — richiedono la 3966.* I 
nuclei dtgli epitelii pavimentosi — 240 volte piu piccoli delle cel¬ 
lule richiedono la 15600 a , quelli del tessuto adiposo — il 343° 
delle cellule — si gioveranno della 21609 a . 

I nuclei ganglionari nervosi — la 580 a parte delle cellule — 
si gioveranno della 36540*: quelli del tessuto elastico —la 643 a 
parte della cellula — si gioveranno della 41795’. I corpuscoli 
nucleari delle cellule ganglionari nervosi — la 2680.* parte della 
cellule, — richiedono la 168840. a . I nncleololi di dette cellule 
nervose finalmente , che sono 520 mi la volte piu piccoli della 
cellula, richiedono oltre la 32 milionesima (1 . 

La maggior parte delle cellule mentovate hanno un volume 
maggiore in rapporto ai capillari; appunto perche esercitano la 
funzione di assorbente sull’assorbibile contenuto nei vasi. Cosi 
i nuclei, essendo piu densi del contenuto delle cellule, sebbene 
di minore volume, riescono assorbenti, relativamente all’assor- 
bibile contenuto nelle cellule; cosi il nucleolo relativamente al 
nucleo: cosi il nucleololo relativamente al nucleolo per ragione 
di maggior densita e per conseguenza le molecole — se rap- 
presentano gli elementi primi delle cellule, debbono assorbire, 
per quella data euergia dei minimi, dai nuclei e dai nucleoli. 

Le cellule rappresentano, in qualche modo, una specie di 
deposito che, mentre incetta dai capillari, distributee ai nu¬ 
clei e nucleoli in proporzione sempre matematicamente eguale 
e tale da non guastare il retto funzionamento degli orgam. 

Importante e che il coefficiente assorbente di tutti e dei 
singoli elementi dell’organismo sia estremamente minimo, sapen- 
do che l’assorbibile deve essere minore delPassorbente, ne con- 
segue che ogni farmaco, o rimedio, per penetrare negli elementi 
in cui ferve Torigine del morbo, deve essere sufficientemeute 
raffinato in modo da misurare proporzioni minori degli elemen¬ 
ti stessi. 

Onde il criterio sulle dosi, quando debbono agire intercel- 
lularmente, e limitato a proporzionare la grandezza della dose 
al volume dei vasi per i quali deve passare, poi alle grandezze 
delle cellule, dei nuclei, ecc. nei quali deve penetrare il rimedio e 
lmalmente, forse, alia grandezza delle molecole, che per lo meno 
sono 200 volte piu piccole dei nucleii, di cui fanno parte. 

Si sa che ciascun organo, viscere o tessuto e formato da 
piu categorie di elementi, e dovendosi agire sugli uni, anziche 
eugli altri, il raffinamento della dose varia a secondo le rispet- 


li) Pt siunli j istiliaii, hu muli pliciilo ie cifiu ii*dr iilleiiua- 

Qeh«* ct'liuU* lu^poi'io . uueniui* il \uiiuiie Celle cellu¬ 
le pt*r quellu nuclei, nucieuli »* nuclcululi. 


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24 


I/OMIOPATIA in itai.ia 


five sedi, tessuti e vasi, sia negli esperimenti farmacologici, co¬ 
me nel curare i singoli ammalati. 

Oggi non sono da porre in dubbio le dosi minime senza mo- 
strare la piu supina ignoranza intorno agli studii piu elemen- 
tari della medicina, e la incapacity a calcolare Y opera del ri- 
medio, con quella data precisione che soddisfa I’amor proprio 
di chicchessia nel raccogliere il frutto dei grandi progressi della 
scienza medica. 

I calcoli che ho esposti non sono parti della fantasia, ma 
deduzioni logiche illuminate dalla istologia e che pubbico dopo 
aver ripetutamente sperimentate nella clinica delle dosi mi- 
nime (1). 

Ho veduto ostinati tumori resistere a medicature violenti 
ed anche riprodotti, dopo operati magistralmente, cedere alle 
dosi calcolate, o meglio, sottilizzate fino a favorire la penetra- 
zione del rimedio negli elementi costituenti la neoplasia. Cosi 
ho visto guarire il crup mortale, il volvolo , 1’ emorragia spa- 
ventevole, la malaria ostinata , la suppurazione del rene , non 
che abortire la risipola. 

Direte che l’assertiva e falsa, potrei far nomi : e nell’udi- 
torio gia qualcuno potrei addditare , ma spetta a voi di spe- 
rimentare prima di giudicare. 

Parmi udire denigrare gli effetti delle minime dosi e met- 
tere su un gran numero di prodigi delle grandi dosi. 

A questa assertiva si potrebbero obbiettare 3 cose: 1. che le 
grandi dosi entrino nel sangue e si eliminino prontamente, ap- 
punto perch© Y eliminazione delle grandi dosi, in paragone 
delle piccole, e eccessiva e percio morbosa, lasciando tali residui, 
che penetrati negli elementi, guariscono pure, ma con ritardo : 


(1) Nel prescriv^re il Cianuro di Mercurio— come per altri rimedii — 
ten go a proporzionarlo al dovuto raffinamentJ necessario alle mucose delle 
fauci. La 30.*, ovvero ii nomlionesimo, diviso in dieci litri, che in media 
rappresentano gli umori orgamci nell’ adulto, diviene 35 a — cio& il centi- 
diecilionesimo, capace di penetrare nei capillari e cellule ammalale, sola- 
mente dopo che una serie di circolazioni , non Pabbiano ridotta alia 69 a 
attenuazione, ovvero alia ventiduelionesima. 

Dato che la eliminazione diminuisca in ragione che scema la sostanza 
eliminabile, e calcolando che questa diminuzione avvenga in ragione ma- 
temaiica regressiva, di decimo in decimo, e sapendo che la durata di ogni 
eliminazione 6 come quella della circolazione, cio6 di 30 minuti secondi , 
poco meno : ne consegue che la 30. a diventa 69. a nello spazio 20 minuti 
primi , escluso la durata delT assorbimento ; rmpo questo, necessario per- 
ch£ si possa avvertire la benefica influenza del rimedio nella mucosa delle 
fauci. 

Perd nelle malattie croniche, quando il rimedio deve penetrare fino 
nei nucleololi, la riduzione della 30. a avverri dopo tempo proporzionata- 
mente piu lungo; per conseguenza la guarigione non 6 cosi pronta come 
nelle malattie acute, nelle quali piu le cellule che i nuclei sono colpiti. 

Quanti mali si repuiano tuttora incurabili; e quanti rimedii si dicono tut* 
tora inefficaci, solo perch6 i calcoli su riferiti non ancora sono applicati 
alia pratica medica ? 


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I.OMIOPATIA IN ITAUA 


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2. che, saturando il sangae, agiscano da veleno , richiamando 
malattie compensative che attutiscono o si complicano alle na- 
turali: 3. Che rarissime medicine di rapida ed istantanea elimi- 
nazione, come la Canfora, vanno ripetute spesso e in buona dose, 
ovvero taluni malati non offrono altro campo all* assorbimento 
che solo i grandi vasi, essendo i minimi ostruiti o trombizzati, 
e gli elementi, da questi irrorati, assorbono solo, sebbene mala- 
mente, dai primi. 

Dunque le dosi grandi sotto i capi indicati, meno Pultimo, 
come eccezione alia regola, sono escluse dalla logica. A pariti 
di condizioni, un rimedio bene scelto, quando non agisce come 
Teleno, guarira, purche ne abbia il tempo, meno prontamente in 
grandi, che in minime dosi, specialmente se calcolate in pro- 
porzioni degli elementi che debbono guarire. 

Le dosi minime non sono un assurdo , ma un corollario 
della istologia e della chimica. Per dosare, dunque, s’intende 
raffinare, in determinate gradazioni il rimedio, a secondo gP infini- 
tesimi elementi costituenti Porganismo. 

Sicche il vero meccanismo delPazione farmacologica ha per 
condizione principal© il rapporto tra assorbibile ed assorbente; in 
guisache un farmaco che deve colpire il cervello non deve col- 
pire il polmone, e quello che deve colpire il polmone, non deve 
colpire il rene; e cosi di sfera in sfera, o di serie dn serie di 
sintomi, il farinaco deve variare a seconda la capacita dei vasi 
dei singoli organ i e tessuti, come dei singoli elementi che com- 
pongono Porganismo (v. pag. 40). 


Criterio Sperimentale 


Quando la scuola dei compensi non era nata; e quando 
quella chimica si dibatteva nelle contradizioni tra la statica 
o la dinamica, o attivita delle molecole, sia del farmaco che 
delPorganismo sano o infermo; e quando Pempirismo terapico in 
cui ogni scuola si raiforzava intorno alle credenze piu o meno 
meravigliose delle virtu dei rimedi — sorgeva la scuola speri- 
mentale dei farmachi sul corpo sano, intraveduta da Haller nel 
1700 e realizzata nel 1790 da Samuele Hahnemann , che pose 
per base della terapia questo: « Non teorie , non congetture sulle 
uzioni dei farmachi , ma esperienzc nel corpo delVuomo alio stato 
3anb. 

Gli effetti dei farmachi per lui non sono azioni; o mec- 
canismi o speculazioni chimiche e fisiologiche; ma cio che essi 
sono, cioe sintomi, si sintomi, subbiettivi ed obbiettivi, raccolti 
con la massima scrupolosita come fatti reali, veri, indiscutibili coi 
quali — come altrettanti dati su di uno scacchiere —si com- 
batte lo stato infermo dei singoli malati; in una parola dallo 
studio degli effetti si conosce la causa che li produce, e dal- 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Timpiegare negli ammalati questa causa, si curano le malattie e 
le cause di esse, per una legge costante, che piu tardi dimo- 
streremo. 

Con questo proeedirueuto la sperimentazione delle droghe 
ha dato, in circa un secolo, frutti abbondanti ed ha reso, alia. 
Materia Medica, una purezza scientifica, che precedentemente 
mai ebbe. Nello studio di questa branca non bisogna fermarsi 
sulla enumerazione dei sintomi, che producono sulla meote una 
confusione enorme ; ma rilevare fra essi la sede, la funzione 
il tessuto prediletto e la cronologia del loro sviluppo, differen- 
ziandoli in preludii, in comitanze e in postumi preeisando,in oltre r 
le circostanze, che li aggrevano oli sollevano, il tempo in cui si 
sviluppano e le cagioni che li determinano. Quante volte 1’ enu¬ 
merate note non sfuggouo negli studii dei soli elfetti compensativi 
con grave imperfezione dello studio sperimentale dei farmachi ? 

I citati esperimenti hanno affermato quest’assioma: qualsiasL 
droga che agisce, agi o agira nelFammalato, come rimedio; nel 
coi ^)0 sano produrra una malattia artificiale, piu o meno grave,, 
a seconda le circostanze. In conseguenze tutte le droghe che 
ammalano il corpo sano, hanno il requisito di poter riuscire 
rimedio nel corpo malato. 

Difatti — salvo gli stimoli o agenti fisiologici adoperati a 
scopo di guarigione — nessuno saprebbe o potrebbe dimostrare 
il contrario; se ogni medico si prendesse la briga— come nort 
fanno coloro che negano il prelodato assioma — di provare su se 
stesso o su gli altri, ovvero osservare bene sugli ammalati r 
creduti guariti, o in via di guarigione sottoposti alFuso di u n 
dato rimedio, i sintomi nuovi che si sviluppano e, con maggiore 
chiarezzezza, dopo sospeso Fuso del rimedio, quando cioe le fra- 
zioni superstiti penetrano profondamente negli elementi or- 
ganici. Il Chinino, il Mercurio, il Piombo, nel coroo sano, e nel* 
Finfermo, quando le dosi eccedono lo scopo della guarigione, 
sviluppano sintomi ben noti amolti e anche avvelenamenti cronicL 

Ma gli esperimenti esatti van fatti con dosi minime sul 
corpo sano, con le quali e possibile la maggiore esattezza e il 
tenere in esperimento la persona, senza comprometterne Fesi- 
stenze. Le dosi forti producono avvelenamenti, che poco giovano 
alio scopo. Che importa sapere che F acido Prussico paralizza 
istantaneamente il cuore, usato a dosi venefiche, per lo stu¬ 
dio individualizzante dei suoi effetti ? A piccola dose rac- 
cogliete un gran numero di sintomi, importanti sulla circolazio- 
ne venosa e capillare, fino alle ulcere atoniche, cognizione spe¬ 
rimentale non poco importante nella pratica. 

Or da un canto la patologia, dopo tutto, non offre di sicu- 
ro che la nosologia, cio6 i sintomi in rapporto alle cagioni mor- 
bose; dalFatro la scelta del rimedio nulla ha di piu esatto, che 
la patogenesia sviluppata dai farmachi nelFuomo sano. Negli 
studii sperimentali farmacologici, raccogliendo tutti i sintomi 


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J/OMIOI'ATI A IN ITAi-lA 


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nell’ordine, nel tempo e nelle circostanze, come si manifestano, 
ne formate, dunque, un’ insieme completo , ch’esclude i difetti 
degli studii parziali su i sintomi antagonist! dei morbi. 

Indagare il rapporto tra la duplice funzione, di farmaco 
e di rimedio, di una stessa sostanza, significa precisare la ragione 
per la scelta del rimedio; e se sperimentalmente quel rapporto, non 
una, ma migliaia di volte, si afferma, esso diviene legge 
costante; e lo studio sperimentale dei farmaehi, non solo of Ire 
il criterio migliore per la scelta del rimedio — ma fissa an- 
che uno dei termini per la legge, che congiunge il principio 
con lo scopo della terapia, ch’emerge para, tra la nosologia dei 
morbi e la patogenesia dei farmaehi, ripudiarite le teorie degli 
uni e degli altri, Timperfezione degli antagonismi e le teorie 
della chimica. 


Principio 

Il principio e la conoscenza esatta dei sintomi, che ciascuno 
farmaco sviluppa sul corpo sano. 

I/indidualita di cosifatti studii, gli oppositori giudicano 
essere uno studio poco esatto; perche vorrebbero quello delle 
lesioni anatomopatologiche e delle chimiche alterazioni. A pre- 
scindere che i sintomi obbiettivi debbouo comprendere precisa- 
mente le note anzidette, che certamente nel vivo sono ben diffe¬ 
rent! da quelle nel morto, non sappiamo comprendere perche i 
sintomi, sperimentati suiruomo vivo e sano, come quelli che 
comprendono Pobbiettivo e subbiettivo della vita, non poche 
volte espressi in una sensazione caratteristica — non sieno ri~ 
gorosamente piu esatti delle sole e poche nozioni anatomopato¬ 
logiche e chimiche, spesso esagerate o pervertite artificialmente 
dai processi tecnici adoperati sugli animali; le quali, se pos- 
sono giovare ad ordire un quadro di sintomi piu o meno in 
corrispondenze di esse — non possono giovar mai a precisare 
quelle determinate circostante di tempo, di modo e di ordine, 
che danno alle speciali patogenesia individuality proprie. 

La dimostrazione inconfutabile di questo principio scatu- 
risce evidente dalla funzionalita di ciascuna droga nel corpo 
delPuomo sano od infermo. 

Ciascuno di voi potra sperimentalmente eonstatare quali e 
quanti sintomi di una data droga disturbano la sanita di tutto 
o di parte delPorganismo, quali la guariscono o la compromet- 
tano nelPammalato, assegnando alia cennata funzione tre attri- 
buti: farmacologico, guaritivo, venefico. 

Io non mi trattengo ulteriormente su questo punto, sia. 
perche mi pare assiomatico innanzi alia mente di tutti, sia per¬ 
che in altre occasioni, in iscritto o col vivo della voce, ne ho 
fatto ampio svolgimento. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


E* rftgione di gravi inconvenienti il disconoscere questo 
prinoipio. Le febbri gastriche o tifoidi, curate con injezioni fre- 
quenti di acido Borico, a dose eccedente il bisogno, si ag- 
gravano e si complicano per maggior sviluppo di gas intestinal© 
con smania tra l’una e le quattro antm.; e, anziche smettere 
Puso del rimedio, si persist© aumentando la dose; il miasma palu- 
stre assume forma perniciosa cefalica, 50 volte su cento, per le 
grandi e reiterate dosi di Chinino, e che si reputano necessarie 
a rendere il rimedio energico, mentre lo trasformano in veleno; 
il gozzo sotto al trattamento jodico, sino alia dose di 4 grammi 
al giomo 1 , si complica alia cachessia attribuita stoltamente 
al tiroidiamo. Cosi la febbre della Morfina, Pidrargirosi dei 
Mercuriali, le discrasie degli alcalini, le irritazioni reattive delle 
causticazioni, osteggiando la guarizione delle ulcere o delle 
piaghe, anzi aggravandole terribilmente, fino alia cancrena, non 
sarebbero altrettanti mali da cui si dovrebbe risparmiare l’am- 
malato, sapendo giudicare il momento opportuno, sulla guida 
dei sintomi differenti da quelli del male, quando cioe il rime¬ 
dio si trasforma in veleno e quando dev’ essere sospeso? 

Il medico accorto non credete che ripete rimedio su rimedio 
ogni giorno, ogni ora e istante, ma sa tenersi anche in ragione- 
vole aspettativa, quando e necessario, per cansare le azioni venefi- 
che dei rimedii. Cio non e desiderio che esprimiamo noi, ma sono gli 
stessi avversarii e specialmente i piu veochi, che piu hanno espe- 
xienze ripetute nella loro pratica intomo agli effetti delle droghe e 
piu raccomandano ai giovani moderazione. Quale guida migliore, 
dunque, non avrebbero vecchi e giovani, nella pratica quotidiana, 
se fossero illuminati dalla conoscenza sperimentale dei sintomi in- 
dividualizzati dei differenti farmachi, allorche fra questi e con 
quelli si scelga il vero rimedio,e si guidi la virtu guaritrice di esso? 

Con la chimica nessun principio terapico e possibile per 
sciegliere, come abbiamo gia dimostrato, e per assicurare flal 
rimedio, nella sua azione, la sola virtu guaritrice. In che modo 
nei sintomi degli ammalati, che sono la parte, per dir cosi, tan- 
gibile del male, vaglierete la influenza delle proporzioni tra 
droga ed organismo, nelle intime alterazioni delle forze, ener- 
gie o atomi costituenti delle molecole stesse, quando la chimica 
etessa grida, che in questo campo nulla conosca di preciso nel 
Porganismo in g'enerale e in quello delPuomo in particolare? 

E’ inutile d’illudersi , noi non conosciamo l’essenza della 
individuality o varieta delle cose e specialmente del regao a- 
nimale, ma conosciamo solo i fenomeni obbiettivi, in cui la 
vita si rivela, si ammala o si guarisce. 

Coi fenomeni si studia la botanica, la fisica, Pantropologia, 
la zoologia ed ogni scienza natural©, perche poi i medici, e 
-questo e strano davvero, che sulle scienze naturali si basano, 
vorrebbero proprio nella scienza dei rimedii, la piu interessante 
fra tutte le altre, conoscere piu di quello che si conosce e si 


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L’OMIOPATJA IN ITALIA 


29 


sa con le altre, malmenando il metodo « dagli effetti alia, 
causa * tanto tenuto in alto nello scibile moderno? 

Fissaro le note comuni e differenziali fra i fenomeni come 
loro principio, stabilire il nesso fra eesi quando mirino ad un 
dato scopo , studiare la loro individuality ordinandoli e sot- 
toponejidoli ad esperimenti , questo e compatibile alia mente 
dell’uomo ed alia scienza vera, esatta e reale. 

Se i medici in 20 secoli avessero registrati solo i feno¬ 
meni — ma non i grossolani e velenosi —- che sviluppano e 
guariscono le droghe, senza dar di cozzo negli assurdi pinda- 
rici, oh ! & quest’ora l’umanita li saluterebbe come dei tutelari 
della salute! • 

Il medico plii dotto, il piu utile all’ammalato e il piu for- 
tunato nella carriera, sara seinpre colui che conosce maggior 
numero di sintomi, non dico di molti, ma anclie di pochi far 
machi. 

Nei sintomi si comprende la chimica, ma la chimica non 
ha tutta la dovuta estensione per comprendere i sintomi. 

Uguale sproporzione esiste tra la fisiologia e i sintomi. 

10 non parlo, che fisiologicamente' siamo airoscuro di moltissi- 
mi fenomeni elementari delle cellule e specialmente di quelle 
nervose, sebbene ne possiamo misurare il valore nei sintomi che 
esse sviluppano — ma che noi non spieghiamo chiaramente e 
intimamente gli effetti farinacologici, per poco che ci allonta- 
niamo dal modo, dall’ordine e dal tempo che essi serbano nello 
svilupparsi. 

Il sapere che la Stricnina o il Curare tetanizzano o paralizzano 

11 cuore ci da forse la cilia'e per conoscere tutti gli effetti, che 
le due sostanze sviluppano e guariscono nell’uomo sano ed in- 
fermo ? Certamente no, e non lo diciamo noi, ma Tesperienza, 
che chiunque di voi puo ripetere. 

Non si criticano o si negano gli studii sperimentali se non 
contrapponendo esperienze ad esperienze. Non si muore per 
V esperienze con le minime dosi; ma si ha la prova che ogrii 
farmaco nei corpo sano sviluppa il suo quadro di fenomeni, che 
ben studiato e ben raccolto vi mette sott ? occhi un dato sperimontale 
indiscutibile. Forse una sensazione di amarezzo che si prova 
nelle fauci, anche pulendosi le mani in una leggiera soluzione 
di Sublimato, non vi bastera per elevare una teoria, ma sara 
un fatto , che vi obblighera a meditare. Io non mi propongo 
altro che richiamarvi ad osservare cio che tutto giorno vi capi¬ 
ta d’intorno, perche vi convinciate che ogni farmaco non sia in- 
nocuo e non pronunziate la bestemmia, che il tale o tafaltro 
rimedio — purche, badate, non sia alimento — si possa usare 
senza paura di danno ; perche, provato sul cane e sul coniglio 
e in dosi eccessive, non disturbo per nulla la sanita. So nei 
corpo sano nulla produsse, nulla produrra nell 7 infermo : ex ni- 
hilo nihil fit. 


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l/OMTOPATIA IN ITALIA 


Dunque, resta dimostrato che il principio terapico consist© 
nella conoscenza sperimentale delle malattie farmacologiche bene 
individualizzate nei sintomi sulV uomo sano . 


Legge terapeutica 


La legg© terapica esprim© il rapporto tra la guarigion© 
•della raalattia e Fazione del farmaco sperimentata nel corpo sano. 
Il rapporto puo essere di somiglianza e di contrariety , a se- 
conda che il farraaco sviluppa sul sano sintomi simili o con- 
trarii a quelli della malattia. • 

Il tal farmaco, nella persona sana, richiama mal di gola con 
^pasmi piu per i liquidi che per i solidi, cefalea e arrossimen- 
to della cute, lo scegliamo per rimedio di quelF ammalato che 
presenta sintomi simili. Agira da rimedio se, amministrato, rui- 
gliorera i sintomi in ordine inverso a quello serbato dal loro 
sviluppo, criterio sperimentato costante nella clinica delle dosi 
minime che gtiida la trasformazione del farmaco in rimedio. 
<Ili ultimi sintomi devono scomparire i primi, come quelli ch© 
seguono l’ultima tappa del nemico, ovvero il limite della via 
percorsa dalla cagione morbosa, che penetrata nei primi circoli, 
sempre riducendosi di grandezza, penetra nei successivi fino a- 
destare la riscossa, che e la funzione della guarigione. 

Altri dira il tal farmaco, nel -corpo sano, richiama diarrea 
c 3ii dolore del ventre nel sano e togliera la stitichezza nelFam- 
malato, e agiry in ordine diretto a quello serbato dallo sviluppo 
-del male. 

Queste, dunque, sono le due leggi terapeutiche basate u- 
gualmente sul principio della conoscenza dei farmachi pei sin¬ 
tomi individualizzati, sperimentalmente constatati; ovvero pei 
soli sintomi giudicati, fisiologicamente, antagonisti dei morbi. 

Non voglio esaminare quanto fosse assurdo aggruppar© 
in una ricetta rimedii differenti, producendo Tin terzo compo- 
sto che riesce un x incognita, nel porlo per base a qualunque 
legge terapica compensativa, ma mi fermo sulla necessity di 
chiari^e alcuni concetti al riguardo, che reputo cardinalissimi. 

A me e stato sempre oggetto di stupore quando leggendo, 
o apprendendo dal vivo della voce le cognizioni terapiche, ho 
notato die il concetto della terapia fosse, negli studii delle 
grandi dosi, maledettamente confuso con qusllo della Materia 
Medica, e maggiore e il mio stupore intorno a si grave argo- 
mento, quando sento che la Materia Medica si ocoupi solo della 
parte cliimica o botanica delle droghe! Secondo i cultori delle 
dosi minime la Materia Medica ha per scopo: la comparazion© dei 
sintomi dei farmachi sperimentati sul corpo sano; per obbietto: la 
precision© della funzione di farmaco che sperimentalmente e ban 
diversa da quella di rimedio; per legge: la individualizzaz’one 


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l/O V1I0PAT1 X IN IT K !.l A 


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dei sintomi di ciascun farmaco ; per principio: che i farmachi 
sono tutti quegli agenti ben different^ da quelli delle ma- 
lattie naturali (1), capaci di ammalare , altrimenti sarebbero 
adimenti, agenti fisiologici o igienici. Chiarito questo concetto 
veniamo alia legge terapica. 

La legge nella scienza deve congiungere il principio alio 
acopo di essa; dev’essere vera non in uno o in piu fatti,-ma m 
tutti quelli che formano l’obbiefcto della scienza; dev’esser vera 
sperimentalmente nel tempo e nello spazio; deve secondare non 
arrestare il progresso, anzi dev’ essere face luminosa, che ris- 
•chiara I’avvenire oscuro della scienza cui appartiene, © in ulti¬ 
mo dev’ essere eminent^mente sperimentale; e gli esperimenti 
nuovi la dobbono perfezionare non distruggere. 

La legge dei contrarii ha tutti questi requisiti? No: non 
risponde alio scopo, p >rche, mentre guarisce, richiama nuove ma- 
lattie, che talvolta sono piu gravi di quella cli3 si vogliono cura- 
Te: non risponde alia legge del tempo e dello spazio, perche la 
stessa malattia o i stossi sintomi si curano ora con uu rimedio ed 
ora con un altro, a seconda epoche e paesi differenti: non ha l’u- 
niversalita dell’ applicazione in tutti i mali, che sono obbietto 
della terapia: non illumina l’avvenire; perche oggi larinnegano. 
o questo e brutto, quelli stessi che la professano in base a nuove 
scoverte; ne i fatti che si sono venuti svolgendo, come la sierote- 
rapia, l’elettricita, la idrot3rapia e la piroterapia, quando si sa 
■che il freddo come il caldo, mentre sul sano cagionano il 60 0[Q 
dei mali, nei malati sono efficaci rimedi ecc. ecc. Hianno illu- 
strata e confermata. 

Per contrario la legge dei simili importa questo: un dato 
farmaco che nel corpo sano sviluppi un quadro di sintomi bene 
individualizzati, agira da rimedio in tutti i casi con sintomi simi- 
lari. Il Cianuro di mercurio al milionesimo o al diecimilionesimo, 
non al milligrammao al centigramma — come si voile provare da- 
gli avversarii per correggere le nostre esperienze, — e li a rispon- 
dere nella guarigione di determinate difteriti, con una media 
maggiore della sieroterapia, setiza fossilizzare la mente del 
medico a, ricorrere ad altri sifnilari, ove i singoli casi lo richieg - 
gono; il Veratrum, la Camphora e il Cuprum, nel colera, nessuno 
li smentisce, come preservativi e curativi efficaci in ogni epi - 
demia: cosi i nostri rimedii nelle febbri gialle o infettive, , 
nelle polmoniti, nelle dissenterie e in tutte le malattie, ; ofTrono 
una lodevo'e media di guarigione superior© a quelle dei rimedii 
con la legge dei contrarii. La legge dei simili, inoltre, ri- 
spo nde alio scopo ter.apico perche, con farmachi similari in dosi 
minime, non richiama nuove malattie, ma solo la guarigione se _ 


(1) Gli agenti della s : erottrapia sono anche tali, perche attenuati per. 
•lono la medesimezza ei aequistono la somiglianza. 


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i/OMIOPAT!A IN ITALIA 


guita da convalescenza rapida: illumina ravvenire, perche sco- 
vertao meglioapplicata nel 1790, nel 1796 Jenner enuncio il vac- 
cinio universalmente accetto: si giova del progresso come dell’I- 
stologia che meglio l’interpetra: e confermata, non distrutta dai 
nuovi fatti, sia quelli di Lux che nel 1821 preparo e con- 
sigli6 il virus carbognoso per la cura dell’ epizzozie bovine f 
si$ quelli ripresi da Koch con il tubercolinum, sia quelli 
di Behring ed altri moltissimi, che togliendo ai virus e alle tos- 
sino la medesimezza, gli danno, con le attenuazioni negli ani- 
mali o in altri veicoli, la minimezza della dose e il carattere 
della somiglianza, trasformando l’identico in simile, ovvero il vi¬ 
rus o la tossina in rimedio. 

Pero questi farmachi, altrimenti npsodi, non possouo aspi- 
rare al titolo di rimedii, se non quando, sperimentati nel corpo 
sano , offriranno la loro speciale patogenesia da servire di'gui- 
da per sceglierli come rimedii. 

E’ vero che in molti morbi la terapia dei simili, come le 
altre, e impotente; per6 cio non dice che la legge e falsa, ma 
che le condizioni per applicarla non sempre sono compatibili cogli 
studii sperimentali su i farmachi e, oggi, anche su i virus. 

I mobili, i poli di una calamite, i reofori di una pila, le 
proporzioni determinate, Fequipollenza tra le forze, i caratteri 
comuni e differenziali fra gli animali e fra le piante, Testrema 
sottigliezza della materia, la materia organizzata non sono forse 
le principali condizioni delle piu importanti leggi delle scieuze 
naturali, quali V attrazione dei poli contrarii, la ripulsione dei 
poli simili , la combinazione e sostituzione chimica, la indi- 
struttibilita delle forze; ovvero la lotta tra potenza e resistenza, 

T individuality degli animali e delle piante, V azione e la rea- 
zione della vita ? 

Su queste leggi molto ancora discutano e discuteranno i 
filosofi; ma i naturalisti, dal meteorologo al chimico — senza 
rinnegare se stessi — le considerano come assiomi, da cui, le 
scienze antropologiche non possano esimersi, perche sono emi- 
nentemente sperimentali. 

Cne meraviglia, dunque, che la legge dei simili debba ave- 
re, come tutte le altre, le principali condizioni p9r realizzirsi ? 

Le necessarie condizioni della legge dei simili sono tre; 
guarigione dei sintomi <— non del sintomo come si propone la 
cura sintomatica — sia obbiettivi che subiettivi, in ordine in* 
verso della loro manifestazione: dosi minime: agente che pro¬ 
duce sintomi simili a quelli da guarire. 

La- prima condizione importa che gli uli imi sintomi di un. 
caso — quando l’ammalato e radicalmente guarito da un rimedio 
amministratogli — cedono prima, e possibilmente da sopra in 
sotto, da destra a sinistra, dal centro alia periferia; e se altri¬ 
menti si dileguano la guarigione non e opera dei rimedio , o 
non e permanente , come sovente avviene con le grandi dosi. 


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j/OMlOPATl A IN ITALIA 


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Potra sembrar logioo e raziouale alzaro la sistole oardiaca 
dal punto di vista fisiologico, come sintoma principal© da com- 
battere, in uno spostamento di equilfbrio tra la piccola e la 
grande circolazione ; ma la Digital© e lo Strofanto o altro ado- 
perato, per conseguire lo scopo, non agira da rimedio. In- 
vece se il rimedio combatte F edema delle gambe prima, e poi, 
man mano, le coprostasi intestinal©, la dispepsia e, per fino, il 
disquilibrio tra sistole e diastole, produrra cio che sperimental- 
mente e guarigione regolare. Ma si dira: A gnarire Fedema delie 
gambe, converra agire assolutamente prima sul cuore. Pero sap- 
piamo noi tutti i termini successivi del processo, con cui da 
un mal di cuore si sviluppa Oedema; mentre nella pratica consta- 
tiamo fatti cardiaci gravissimi, che persistono, senza disturbare 
minimamente la circolazione? Non si e forse constatato speri- 
mentalmente che Fedema, oltre al disquilibrio emodinamico, sia 
anche effetto di un disturbo nella crasi del sangue e forse di 
altri fattori, tuttora sconosciuti? 

Il sintoma comprende in se la biochimica e la fisiologia, 
ma le ragioni insieme accoppiate della fisiologia e della chi- 
mica, non comprendono il sintoma o i sintomi, in cui e, meglio 
che la malattia, compreso Fammalato: non Fastratto ma il con- 
creto. Recidete, e tornate a recidere, e amputate, pure profonda- 
mente, un osso offeso da scrofolosi, e provatevi a dire guarito, con- 
tro ogni buon senso medico, Faspetto e la tessitura cachetica e 
miseranda di un bambino colpito dal cennato male? Migliorate 
gl'ultimi fenomeni venuti fuori, in un caso di scrofola, facendo 
rifiorire Faspetto, rendere vermiglie le labbra, vivaci gli occhi, 
e pesante la persona, e dite se questo malato, pur reagendo nei 
fenomeni di sede colFaumentare la suppurazione, indispensabile 
ad eccitare la cicatrice, se questo ammalato non guarira senza 
ferro in barba alia chirurgia ? . 

Ne, oltre il rimedio che combatte gli ultimi sintomi, si deve ri- 
correre ad altri rimedii per combattere gli altri sintomi; perche la 
scelta, tenuta presente tutta la seguela dei fenomeni o dei sintomi 
dal primo agli ultimi di un caso, deve essere circoscritta ad 
un sol rimedio, che deve poter operare tutta la guarigione. Da 
ci6 emerge chiaro un’altra verita terapica: Funicita del rimedio, 
cui, forse, seguira, con i migliori studii della Materia Medica, Fu¬ 
nicita delle dosi; ben inteso che ogni rimedio va cambiato solo col 
mutar dei sintomi, come va ripetuto alF inasprire dei sintomi 
dopo la calma promossa dalle prime dosi; va sostituito nel caso 
che sintomi nuovi si sviluppino, mentre i presistenti non mutano. 

Dcei minime 


L’argomento delle dosi minime e stato ampiamente tratta- 
to nella prolusion© del decorso anno scolastico, e qui rifermato 

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I.’OMIOPATIA IN ITALIA 


nello svolgimento del criterio fisiologico. Cio nondimeno ricordo 
ohe esse agiscono non nelle forze e negli equivalent chimici; 
ma bensi nell’ energie che cosfcituisoono la genesi delle moleco- 
le, cioe della chimica. Le dosi minime non agiscono chimica- 
mente, ma si plasmizzano nei primi elementi dell’ organismo, e 
cio tanto e piu possibile quanto maggiore e la loro piccolezza 
che le fa sfuggire a qualunque ricerca coi mezzi or mai possi- 
bili in chimica. Nelle ceneri del sangue e dei globuli di essi 
si rinviene il ferro, che non si nnviene nel sangue vivo; cosi 
nel cervello, nel midollo e in altri tessuti e giandole, come fe- 
gato milza ecc. ecc. si rinvengono, in tracce impalpabili, le so- 
stanze, che in vita agirono come veleni, ma sfuggite agli anti* 
doti chimici. Meraviglioso e il fenomeno, ma e senz’alcun dub- 
bio, eloquentemente sperimentale, in coloro, che, avvelenati dal- 
Palcool, dal tabacco, dal piombo, dal fosforo, o con tossine e vi- 
rulenze esiziali, soffrono malattia o avvelenamenti gravi e spesso 
mortali, che trasmettono , con minimi di minimi, ai figliuoli 
e ai nipoti e, talora , in una maniera maggiormente pericolosa 
ed esiziale! 

La tendenza irresistibile dei giovani ad avvelenarsi dello 
stesso tabacco, dello stesso oppio e degli stessi liquori, che avvele- 
narono i loro padri e i loro avi, non e forse Peffetto tardo piu 
eloquente dei veleni che, incompatibili con la civilta, destano nei 
discendenti quella medesima tendenza irresistibile al vizio , la 
quale negli antenati era divenuta abitudine riprovevole ? Le 
volute ragioni delle guerre, in cui la ferocia degli uomini non 
trova riscontro in nessun flagello della natura, P elasticity degli 
onori delle bandiere, che non sempre simboleggiano la somma 
dei beni dei popoli, tutt’altro; le famose ragioni di stato, che le- 
gittimano ogni nefandezza, non sono forse le piu eloquenti al- 
lucinazioni del cerveilo umano dovute, chi sa per quanta parte, 
ai veneficii continui di tutte quelle sostanze gia enumerate ? 
Il vero, il bello e il buono dovrebbero essere i piu nobili senti¬ 
ment delPanima umana, ma, ahime, si scambiana col falso, col 
brutto e col male! 


II simile 

A traverso i simili, esiste la legge della evoluzione, perche 
ogni simile ha in se qualche cosa di speciale che aggiunge, 
alia natura, nuova perfezione. Gli elementi che invecchiano nel- 
l’organismo, i termini di una serie in una specie animale o ve- 
getale, che hanno percorso la loro parabola , non costituiscono 
nella vita che lo stato morboso, che combattono solo gli ele¬ 
menti e i termini capaci di effetti simili. I denti, i capelli, le 
unghie, Pepidermide, ed ogni altro tessuto, non sono sostituiti 


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L'OMIOPATIA IN ITALIA 


35 


©d eliminafci dal posto ove, invecchiati, creano mali, dai denti, - 
dai capelli e da ogni altro tessuto giovane si, ma simile? 

Non e forse questa la successione del nuovo al vecchio, in 
tutta la universality della esistenza, dalla vita alia morte , in 
tutta l’immensita del tempo e nella universalita dello spazio? 
Che cosa, in sostanza, sarebbe la malattia se non cio, che per 
diverse ragioni, invecchiato, va sostituito dal nuovo e dal gio¬ 
vane sia nei tessuti, sia negli organi, sia negli animali, sia 
nelle piante che neiruniverso intero ? 

Simile non vuol dire medesimo; ne 'il simile di un male 
significa la stessa e medesima causa che lo produce; ma un a- 
gente qualsiasi che nel corpo sano produce sintomi simili a 
quelli delle malattie naturali: la medesimezza sta negli effetti 
e non nelle cause, perch© le cause ad effetti simili si elidono. 

La medicina non e forse una scienza come tutte le altre 
per aver il diritto di valersi di tutti i postulati reputati assio- 
matici in tutto lo scibile umano ? 

La legge dei simili,non e soltanto legge di terapia,ma e legge di 
vita universale, eliminando e sostituendo il vecchio col giovine. 

Che cosa pu6 confutare questa gran legge, io lo iguoro. 

Altri parlera di terapia delle grandi dosi, parlera di leggi 
dei contrarii e via via, ed io non voglio entrare neU’esame di 
cosifatto argomento; ma e assurdo pensar© che un farmaco, in- 
nocuo sul corpo sano, riesca rimedio nelPammalato; ovvero che 
una malattia richiamata dal rimedio, significa guarire un’am* 
malato, e specialmente considerando che , il mezzo impiegato 
in grandi dosi e con la solennita di una bibita , di una inifc- 
zione o di una pillola, non penetri nei minimi elementi del- 
Torganismo, da cui parte il morbo; giacche i massimi non en- 
trano nei minimi, ma agiscono centripetamente, cioe fuori il cam- 
po genetico del morbo, per creare nuovi disturbi. Questa terapia 
non ha scelta per i rimedii, giacche migliaia di prescrizioni 
latte chimicamente si mostrano, ogni di, non solo inutili , ma 
pericolose; gli antagonismi o i cosi detti compensi farmacologici, 
esclusi quelli naturali o igienici, sono spesso in coutradi,zione 
coi sintomi che lo stesso rimedio sviluppa, oltre il campo 
deUa compensazione.Non poche volte il vescicatorio della cantaride 
si accoppia al priapismo e all’ anuria. L* ignoranza di tut¬ 
ti i piu minuti effetti della droga nei corpo sano, rende il 
medico incosciente della sua missione: ripete dosi su dosi: ac¬ 
coppia rimedii contradditorii fra loro , ammassa ingredienti di 
opposta natura : impiega armi di differenti nature, quelle per 
ferire piu di quelle per rimarginare. Nella testa del medico , 
che vaga in tanti dubbi, anche se ci e il piu gran senno , la 
piu limpida ragione, il piu saggio discernimento, vi piomba lo 
scetticismo il piu desolante, e, nelle ricette composte, un 
anarchia completa! 

Si sara un gran patologo , un illustre fisiologo, un som- 


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l/0M10PATlA IN ITALIA 


mo anatomista, una oelebrita in tutte le scienze del mondo — 
ma senza la Materia Medica — studio vasto si, ma non supe- 
riore alia sapienza umana — non si sari, medico: non si potra 
scegliere un rimedio, non si sapra giudicare quando una dose, 
si una dose sola, salvera o pregiudickera la vita di un uomo ; 
quando le dimensioni delle dosi non sono quelli del peso , ma 
quelle del raffinamento piu conveniente a determinati elementi 
infermi; quando la continuazione o sospensione o cambiamen- 
to di un rimedio racchiude il segreto di certa e sicura guari- 
gione, quando in ultimo gli antidoti debbono esser preferiti ad 
altre prescrizioni , come avviene nel curare infermi , vittime 
delle grandi dosi. 


Conclusion© 

In questo campo di dubbi e d’incerfcez^a, eke fremoio nel- 
l’animo del giovane medico, uno e il conforto : e ii sorriso della 
critica rigorosa. 

Distinguete la pura terapia dalU applicazione delle scienze 
medicke : spogiiate la patologia dalla gramigua delle ipote3i e 
delle teorie, specialmSnte se chimicke, riducendola alia sola 
parte reale, cioe ai sintomi, in rapporto alle cagioni e alle sin- 
gole persone merc& la migliore semiottica: guardate la terapia, 
per quanto illuminata dallo scibile medico come una scienza a 
sfe : fissatene lo scopo nella sola virtu guaritrice dei rimedii e- 
vitando le azioni veneficke dei medesitni, come eccesso nel fine : 
evitate la scelta del rimedio sul criterio ckiraico e sulla leggo 
dei compensi farmacologici; confrontate con scrupolosita non le 
azioni, ma i sintomi obbiettivi e subbiettivi dei farmacki nel 
corpo sano (principio sperimeatale della terapia) con quelli di 
ciascun caso , individualizzando sia i primi eke i secondi per 
concordanza e per differenza di ordine, di moli, di reciprocanza, 
di aggravamento, di sollievo, di tempo; e il farmaco eke meglio 
risponde a tale individuality e il rimedio vero; applicate in tale 
duplice individualizzazione la somiglianza la piu perfetta pos¬ 
sible, in guisa eke il farmaco scomparendo diviene rimedio con- 
trollato dalle norme date sull’ordine della guarigione : calcolate 
le dosi cod sottili, percke non restino fuori, ma penetrino negli 
elementi infermi; sappiate cansare la legge dei contrarii,‘la quale 
non congiunge il principio all’obbietto della terapia, come fattori 
complessi dello scopo terapico, e produce o complica con la gua¬ 
rigione, nuove malattie, eke sono quelle dovute ai sintomi delle 
patogenesie , per quanto trascurati negli esperimenti fisiologici 
parziali, pertanto veri e reali negli ammalati, influenzati da 
dosi non guaritrici, ma veneficke:—allora, solo allora, voi sa* 
rete terapici, avrete una terapia razionale si, ma ragionevole 


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L 0M10PATIA IN ITALIA 


37 


Le premesse del raziocinio non solo esistono tuori della vostra 
mente, ma esse percorrono io ambienfce del pensiero e, senza 
disperdersi, tornano riflesse al mondo esteriore : l’induzione di« 
viene deduzione : la scienza diviene pratica. 

Non si e mai preteso, e singolarmente da me, rispettoso 
delle opinioni altrui, di manomettere le vostre convinzioni , 
spetta a voi seguire, o raeno, la retta via per porvi in grado di 
sperimentare in pratica, quanto ho avuto l’onore di esporvi. 

Che importa che non sarete omiopatici di nome,quando vi edu- 
■cherete a moderare le dosi, a semplificare le ricette, a sospende- 
re in tempo i rimedii appena agiscano da veleni, e soprattufcto 
a non essere scettici della vostra opera istessa; infine ad essere 
razionali si, ma ragionevoli, amando meno il nome e pi ii la 
aostanza dello scibile sperimentale , cercando nella terapia il 
principio, la legge e lo scopo gii dimostrati. 

Molto aspetta da voi Tavvenire dalla terapia: e la com- 
pleta classifica dello dosi a seconda gli elementi di questa o 
-di quella sede, tessuto , o viscera, su cui i farmachi deb- 
bono agire, e la ratifica d’importanti patogenesie di un gran 
numero di farmachi nella clinica: e la precisione del tempo con 
■cui si rivela la virtu guaritrice dei rimedii, e la perfezione nei 
oalcolare la individualizzazione delle cure nei singoli casi. 

In questi studi si cammina adagio; adagio si, ma si corre; ogni 
passo non torna indietro perche e sempre basato suiresperienze. 
Non teorie, non ipotesi , ne parole , ma esperimenti sul corpo 
sano e controlli nelle gnarigioni del corpo ammalato, per ogni 
farmaco che diviene rimedio. 

In questi studii non ci e l’autorita di Tizio o di Caio, non 
si diventa medico, in una parola, con la ricetta di questo o di 
quello, ma con sperimentare, su se stesso e su altri, gli effetti 
delle droghe, illuminati da tutto lo scibile possibile. Ciascuno 
porta il granello di sabbia al grand’edifizio, dal modesto medi¬ 
co condotto, che vive in contatto di clientela estesa e ben cono- 
sciuta, ai professori dei grandi centri e dei laboratorii scentifici. 

Lo studio delle piccole dosi ha bisogno di volenterosi, che, 
liberi dalle pastoie scolastiche, dalla uniform ita didattica e dai 
libri di testo, leggono piu le opere e gli esperimenti contra- 
rii che i favorevoli alle idee proprie , giudichino con la pro¬ 
pria mente e affermino la verita quando la sentano. In nessun 
paese del mondo, quanto in Italia, questa pianta dei volontarii 
della scienza dovrebb’essere rigogliosa e feconda. 

Io mi auguro ardentemente che dal cui to per la liberta 
s’inspiri nelle vostre menti la religione della verita; e la vostra 
giovinezza, Tardore dei vostri sentimenti e il maggior sollievo 
dell’umanita ne sieno il piu olezzante incenso. 

La verita hft bisogno meno di vecchi che Fadditano, e piu 
di giovani che la sentono come dovere , la propugnano come 
iberta, Taffermano come diritto. 


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L’OMIOPAT'.A IN ITALIA 


-T 

KOTA GENERALE 


<< 


Vado debitore , per le dimension) che in segnito trascrivo^M Trat- 
talo di knalomia generate e Microscopica di W. Krause Professore # oettin- 
gen, opera pubblicata in Hannover nel 1881 — alia Human Embi^ v del 
doti. Minot di Londra ed alle indicazioni, contenute in queste opei*V <♦ Pro¬ 
fessor! e Dottori, Auerbach, Arnold, von Becker, Bell, Billroth, V- • lan, 
Brukner, von Brun, Chrobak, Clark, Cobelli, Dean, Ditlersen, Frau : . r aii- 
ser, Frey, Gerlach, Goll, Hagemann, Hamburger, Hartig, Henle, f dM~*sen, 
Herbst, His, Keferstein, Kessel, Key, Klein, von Kblliker, Langer, liegros, 
Leydig, Loven, Luschka, G. Meyer, Mihalcowicz, Moers, MoleschoU, Muller, 
Odenitis, Peremeschko, Ranvier, Rektorzik, Retzius, Robin, Rudingeft ? 
Schwalbe, Schultze, Schweigger— Seidel, Snellen, Stieda, Stilling, . ^n- 
mann, Theite, Wagner, Waldeyer, Welker, Valentin, Vierzon, Zsontagh. 

Inoltre esprimo i pin vivi rmgraziamenti ai signori prof. A. Dohrn,, 
Dottori Eissig, Meyer e Schobel, della nostra Stazione Zoologica, che hanno 
permesso al mio amico E. Brauer raccogliere tutii i dati indispensabili al 
lavoro. , 

I pazienti ricercatori, qui sopra mentovati , non tut ti adottarono it 
sistema metrico dectmale ; e mi 6 stato necessario ridurre* al minimo- 
soltomultiplo di questo, per avere una unil& costante, i pollici , le iinee 
ecc. dei diversi sistemi metrici in uso presso le diverse nazioni % prima 
che la microscopia non avesse adoltato deGnitivamente il micromillimetro 
ii millesimo di millimetro, ovvero milionesimo di metro, come si voglia 
chiamare. 

Le singole dimension'! riportate sono medie di 3 a 9 osservazioni r 
Inoltre non tutti i ricercatori usano espressioni costanti: uno parla di lun- 
ghezza, un altro di spessore, taluno di grossezza, tal* altrodi diametro, chi 
mi parla di ampiezza , chi di altezza. Dovendo dunque trarre da questi 
dati le mie conclusioni, comprendo bemssimo che la esattezza matematica 
lascia a desiderare. Potrebbe sorgere qualcuno e farmene appunto;a costui 
risponderei, se errore vi fosse, col Manzoni: 

u L’ errore porta direttamente questa utility, che, cercando nelle cose- 
o a8petli nuovi, provoca le menti savie ad osservare piu in 14 , e d4 occa- 
« sione, anzi necessita, di scoprire. E’ cdme una pietra. dove inciampa chi 
« va avanti alia cieca: r, per chi sa alzare il piede, diviene scalino. » 

Basandomi suUa dimensione piu usata , cio4 il diametro e sulle former 
note dei singoli tessuti, ho fatto uso, per trovarne il volume , delle se? 
guenti formole : 

. r 3 . 3,14 . 4 
per gli sfenci :--- 

per i cilindrici : r 2 . 3,14 . altezza 

Quando poi, per indicazioni troppo generiche, adottate dagli Istologi r 
non ho potuto fare diversamente, ho moltiplicato success!vamente tra lora 
le cifre dinotanti altezza, lunghezza e spessore. 

Con questi calcoli sono matematicamente giustificati non solo le dost 
dal milionesimo al diecimilionesimo, ma anche quelle di cifre piu lunghe* 
fino-ad oltrepassare la 32 milionesima, mentre gli orniopatici piu ortodossi 
non hanno superato la 300 inillesima. £ la fisiologia e F istologia che si 
ribellano alle grandi dosi. Che culpa 4 la nQstradi essere orniopatici quan* 
do viviamo in si buona compagnia? 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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ELEMENTI PRJMIT1YI 


Diametri medii 
iu milliinetri 


;: I 


Oapillari nel cervello. 0,010152 

„ midollo spinale. 0,011280 

9 rene nei glomeruli. . . . 0,011957 
, sistema muscolare .... 0,012634 
„ placche del Peyer .... 0,013142 
„ sistema nervoso perif.. . 0,015228 
„ rene sostanza midoll. . . 0,017709 
. strato sottocutaneo. . . . 0,019176 

* alveoli pulm. 0,019965 

9 fegato.I 0,020755 

9 rene piramidi ....... | 0,029893 

, strato mucoso intestin. 


YOLl'MI MEDII IN MILLIMETRI C. 


Cellule con. (in un embrione) 
„ globi sanguigni rossi. . . 
* corpuscoli ossei. 

, tes. reticol. (in un embr.) 
9 delle glandole sudorifere 


globi sang, bianchi. 
tessuto elastico . . . 


fibra muscolare liscia 
delPepitelio paviment. 
, cilindrato 


„ dell’endotelio .... 

„ dell’epit. vibratile. . 

9 della fibr. muse, striata 

, ganglionare nervosa . . 

„ del tessuto adiposo . . . 
Fibra nervosa finissima . . . 
Gilinder assis d. fibra nerv.. 

Nuclei dei corp. sang. . . . 

* nucleolo gangl. nerv. . 
9 filam. fibr. (nell’adulto) 

, della cell. tess. elast. . 
9 , „ epit. pavim. 

„ delle cellule ossee . . . 
» . . gl- sudor. 

, . , gang. ner. 

, della cell. tess. retie. . 

„ dell’entot. 

» gangl- nerv. 

, tessuto adiposo. 

* del sarcolemma. 

* della cell. epit. cil. . . . 

, 9 fibr. muse, liscia . 

„ 9 epit. vibratile . . . 


0,000,000,821,343,871,169,280 
0,000,1X11,126,670,585,700,000 
0,000,001,341,934,575,677,322 
0,000,001,582,034,698,641,680 
0,000,001,781,778,919,741,080 
0,000,002,771,986,607,177,320 
0,000,004,182,847,465,433,755 
0,000,005,534,157,300,764,160 
0,000,006,143,155,619,155,125 
0,000,006,990,879,559,941,875 
0,000,021,045,547,046,587,245 
0,000,095,924,675,053,714,880 

0,000,000,296,711,262,021,422 
0,000,001,539,793,556,008,987 
0,000,002,512,958,491,278,520 

0,000,002,638,602,182,297,000 


0,049632 

0,008281 
0,0143256 
0,014738 
0,017142 
0,002857 
0,036841 
0,039480 
0,036096 
0,024816 
0,012927 
0,543289 
0,152392 
0,094752 

i S’tolSl (0,000,033,119,800,023,599,000 

0 009408 ' 0,000,049,506,066,118,625,000 

0|060574 I 0,000,174,472,279,356,828,640 
0,000,399,979,865,058,625,000 


0,000,005,372,035,025,280,000 

0,000,008,004,226,603,297,281 

0,000,016,716,505,689,986,550 

0,000,019,403,343,487,561,000 

0,000,031,830,760,555,909,000 


0,096545 

0,092721 

0,15792 

0,14208 

0.1&3906 

0,004512 

0,014664 

0,0037224 

0,001848 

0,002188 

0,004061 

0,005076 

0,012634 

0,008347 

0,0099625 

0,015115 


[ 0,002,180,704,067,829,760,000 

' 0,002,401,053,954,241,416,000 
0,000,000,072,106,917,396,480 
0,000,002,474,788,871,280,960 

0,000,000,000,257,948,491,679 
0,000,000,004,938,065,070,720 
0,006,000,005,473,035,381,120 
0,000,000,026,681,911,080,085 
0,000,000,130,794,078,977.000 
0,000,000,162,178,323,515,240 
0,000,000,304,589,748,1R3.172 
0,000,000,776,202,451,434,916 
0,000,001.808,620.647,020,032 
0014890 1 0,000,003,301,293,089,000,000 
0,0356448 0,000,003,537,190,178,805,663 
0,019402 0,000,007,310,447,192,808,000 
0,025775 0,000,008.967,665,987,419,550 
0,021771 0,000,010,336,941,097,011,000 

0,021206 0,000,015.642,634,127,893.000 
0,048514 0,000,089,633,614,193,884,000 


V. B. — Per le cellule ed i nuclei — siccome il diametro or £ relativo alia sfera, or al cilindro, 
or aU’ellissi, ed or £ la media delle tre dimensioni — la irre^olaritA della successione delle cifre non deve* 
semhrare contraddittoria con <|uella dei volumi. 


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40 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


L’assorliiiucntu iucomincia, uegli dementi seguonti, 
dalle attenuazioni agnate nella 4* colonna. 


Capillar! nel cervello.*. 

» nel midollo spinale. 

„ nei glomeruli del rene. 

„ nel sistema muscolare. 

* nelle placche del Peyer. 

„ dei nervi periferici. 

* nella sostanzamidollare del rene 

* nello strato sottocutaneo . . . . 

t negli alveoli polmonali. 

* nel fegato. 

* nelle piramidi del rene. 

t nello strato mucoso intestinale 

Cellule del connettiyo. 

* dei globuli rossi del sangue . . 

* dei corpuscoli ossei. 

* del tessuto reticolato (embrion.) 

* delle glandule sudorifere . . . 

* dei globuli bianchi del sangue 

„ del tessuto elastico. 

„ della libra muscolare liscia . . 

* deirepitelio pavimentoso . . . . 

* , cilindrico. 

„ dell’endotelio. 

„ dell’epitelio vibratile. 

„ della libra muscolare striata . . 
w dei gangli nervosi. 

* del tessuto adiposo. 

Fibra nervosa finissima. 

Cilinder assis d. libra nerv. 


Nuclei della libra muse, liscia . . . 
w delle cellule del tessuto retie. 
„ dell’epitelio cilindrico. 

* „ vibratile. 

„ della cellula ossea. 

„ dell’endotelio. 

w delle cell, delle gland, sud.. . . 

* del sarcolemma. 

„ deii globuli sanguigni. 

„ dei filam. connett. (neH’adulto) 

* dell’epitelio pavimentoso . . . . 

* delle cellule adipose. 

» * , nei gang. nerv.. . 

a n „ del tess. elast. . . 

Corpuscolo nucl. delle cell. nerv. . . 
Nucleolo della cellula nerv. 



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1388 a 

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31,0 

2046* 

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59,2 

3966* 

1 65 


240,0 

15600* 

63 


343,0 

21609* 

63 


580,0 

36540* 

65 


643,0 

41795 a 

63 


2680,0 

168840* 

63 


520176,0 

32771088* 


N. B. — La cifra delle attenuazioni progredisce in ragione diretta dalla pieeolezza dei capillari e 
delle cellule; allrimenti avviene dai nuclei ai nucleoli. 

Qui la cifra della atlenuazione £ ricavata dal rapporto differenzialc tra nncleo, corpuscolo nucleare e 
nucleolo e relative cellule, molliplicato per la cifra della attenuazione gia specificata per ciascuna cellula 
relativa ai medesimi. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


41 


PARTE UFFICIALE 


ISTITUTO 0MI0PATIC0 ITALIANO 


Verbal© della Seduta del Comitato direttivo, indetta pel 
giorno 26 aprile 1896. 

Intervennero, oltre il President© ed il Sottosegretario infra- 
scritti, i Signori: Bottino dott. Crisanto , Vice-Presidente ; 
Marches© Morozzo, Cassiere; Ferrero di Cambiano marches© 
aw. Cesare, Ferreri cav. Matteo, Demezzi cay. ing. Cesare, 
Censori. Scusa la sua assenza il Segretario dott. Pier Antonio 
Bonino. Costituita 1‘Adunanza in numero legale, si svolge il 
seguente ordine del giorno: 

1° Si di partecipazione di una Circolare emessa da una 
Impresa per la fognatura. Il Censore sig. ing. Demezzi di le 
opportune spiegazioni in proposito, osservando non essere per 
ora il caso di occuparsene. I convenuti aderiscono al suo avviso 
e si passa al N. 

2° Risoluzione di parcelle. Il Cassiere espone una serie di 
parcelle corredandole delle necessarie spiegazioni, in base alle 
quali sono approvate nelle rispettive somme. 

3° Il Cassiere, di concerto col Segretario, espone il conto 
consuntivo del 1895 nelle seguenti cifre: 


* * 


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42 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Part© Prima. — ENTRATA. 


T1T0L0 I. — Entrate effettive. 

Sezione l a 
Entrate or dinar ie. 

Rendite provenienti da 15 cartelle fond, 
di S. Paolo di propriety dell’Istituto . 

Rendita diN. 8 cartelle fondiarieS. Paolo 
di propriety dell’Ospedale di Torino . 

Divia. di 22 azioni della Banca d’ Italia di 
propriety dell’Ospedale di Genova (1) 

Dividendodi 3azioni della Banca d’ltalia 
di propriety dell’Ospedale di Torino . 

Interessi di rendita sul Debito Pubblico 
(capitale nominale L. 8300) di propriety 
deli’Ospedale di Genova. 

Rette di malati degenti nell’Ospedale . 

Quote di Soci Patroni dell’ Istituto (alle- 
gato A) (2).. . . . 

Quote di Soci Ordinari dell’Istituto (alle- 
gato B) .. 

Quote di Soci Patroni delPOspedale di 
Torino (allegato C) . 

Sezione 2 a 

Entrate straor dinar ie. 

Quote presuntedi nuovi Soci dell’Istituto 

Oblazioni e sussidi eventuali dell’Ospe- 
dale di Torino (3) ...... 

Interesse presunto del fondo di cassa a 
conto corrente (4). 

Movimento di capitali. 

Legato Reta. 

To tale dell’entrata L. 


Ammcsse 

nel 

Bilancio 

Riacosse 

Diffe- 

reuze 

In piu 

Diffe- 
renze 
in meno 

375- 

375- 



200- 

200- 

— 

— 

550- 

330- 

— 

220 — 

75- 

45- 

— 

30 — 

415 — 
1330 — 

360 — 
1842 50 

51250 

55 — 

360- 

135- 

— 

225 — 

600 — 

495- 

— 

105 — 

780- 

790- 

10 

— 

10- 

— 

— 

10 

700 — 

30425 

— 

395 75 

10- 

732 

— 

268 

200- 

200- 

— 

— 

— 

508407 

— 

— 


(1) Per riduzione di dividendo. 

(2) Gome dai rispettivi allegati. 

(3) Per introiti promessi e non versati. 

(4) Per minor giacenza di fondi a conto corrente. i 


Riassunto generale. 



Somme 

Somme 


ammesse 
nel Bilanoio 

rlsooase 

TITOLO 1. 



Entrate effettive. 

— 

5084 07 

Totale generale dell’entrata L. 

— 

5084 07 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


43 


Part© Seconda. — USCITA. 


i 

Stanziate 

nel 

Bilanclo 

Pagate 

Diffe¬ 
rence 
in piu 

Diffe- 
renze 
in mono 

Residuo passivo del conto 1894 . . . 

TITOLO I. — Spese effettive. 
Sezione l a — Spese or dinar ie. 

Tassa di manomorta per le rendite del- 

— 

78 22 

— 

— 

Tlstituto e deH’Ospedale . . . . 

Ricchezza mobilesulle carielle di S. Paolo 

110- 

9 36 

— 

101 04 1 

dell’Istituto (1). 

RicchezzamobilesullecartellediS. Paolo 

57 90 

57 90 

— 

— 

dell’Ospedale di Torino (2). . . . 

30 80 

30 88 

008 

_ 

Ricchezza mobile sul prestitoVVenner (3) 

19187 

192 58 

071 

_ 

Imposta fabbr. per la sede delFOspedale 
Spese di manutenzione ordinaria alia 

267 48 

278 21 

10 73 

— I 

sede delTOspedaledi Torino (4) . . 

50- 

12440 

74 40 

— 1 

Assicurazione incendi. 

38 45 

38- 

_ 

045 

Abbonamento alFacqua potabile . . 
Salario al portinaio infermiere del- 

67 20 

67 20 

— 

— , 

l’Ospedale di Torino. 

Vitto per gli ammalati degenti all’Ospe- 

720- 

720 — 

— 

— 

dale di Torino (5). 

1200- 

156190 

36190 

• — 

Gaz e riscaldamento (6). 

Manutenzione del mobilio e biancheria 

240- 

27804 

38 04 

— ; 

delFOspedale e piccole spese (7) . . 

50- 

124 60 

74 60 

— 

Oggetti di medicazione (8) . . . . 

Sovvenz. ai dispensari gratuiti dei poveri 

50 — 

60 45 

1045 

—■ 

di Torino, Milano, Venezia e Roma (9) 
Spese di stampa e cancelleria perl’Am- 

1000 — 

650- 

— 

350- 

ministrazione. 

Sezione 2 a — Spese straor dinar ie. 

280 — 

298- 

18 — 


Sussidio vedova Leoncini. 

TITOLO II. — Movimento di capitali. 
Acquisto di Consolidato 5 % a favore 

350- 

350- 



delFOspedale di Genova. 

Acquisto di Consolidato 5 °/ 0 a favore 

400- 

275 49 

— 

— 

delFOspedale di Torino col legato Reta 

200- 

184 86 

— 

15 14 

j Totale delFuscita L. — 538009 

(1-3) Aumento per legge della ricchezza mobile. 

(4) Per lavori d’urgenza fatti eseguire. 

(5) Per maggior numero di malati degenti. 

! (6) Per Feccezionale rigore invernale. 

(7) In correlazione del maggior servizio. 

(8) Per maggiori bisogni di servizio. 

(9) Per economic fatte. 


. t 

1 


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44 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Ria.ssu.rato general©. 



Stanziate 
nel Bilancio 

Pagate 1 

Titolo I. — Spese effettive. 

_ 

4919 74 j 

Titolo II. — Movimento di capitali. 

— 

460 35 J 

Fondo di riserva. 

— 

— | 

Totale generale delPuscita L. 

— 

5380 09 


Differenza fra le riscossioni ed i pagamenti: 

Riscossioni (Parte I).L. 5084 07 

Pagamenti (Parte II).» 5380 09 

Credito del contabile.L. 296 02 

Non essendo insorta osservazione per parte dei convenuti, 
il conto 1895 viene approvato e si manda all’AutoriU tutoria 
per la voluta convalidazione. 

Torino. 26 aprile 1896. 

11 Vice-Srgretario 11 Presidente 

Olivero Giacomo. Dott. G. Bonino. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


45 




NOTE PRATICHE 


desunte in parte dalla policlinica gratuita 


Anacardium orientale 3 a in psicopatia. — B. Maddalena, 
d’anni 48, madre di 6 figli, da due anni, ancorche menstruata, 
incomincio a provare un senso di angoscia indefinita, come senso 
di pressione sul vertice del capo e paura senza oggetto deter- 
minato, i quali fenomeni con alternanze di maggiore e minore 
intensity perdurano ora (1), con cessazione dei menstrui, e si con- 
sociano ad alterata cenestesi riferentesi alia propria personality 
-^non identica alia precedente, al presentimento di impazzire, alia 
sensaziomfdi cerpa ligneo, al sentimento di isolamento malgrado 
conviya con la famigliaT l;ui riconosce, ed accentuata smemo- 
ratezza, ad insonnia notturna per cui piu volte e costretta a bal- 
zare da letto senza ragione, ad ottusita di mente come fosse 
diventata imbecille, a confusione della vista, alTindifferenza di 
cibo, quantunque si nutra come di consueto. 

Questa sindrome patologica scomparve in meno di due mesi 
sotto l’uso esclusivo del rimedio prementovato. 

Eucalyptus . F. Rosa, d’anni 23. Narra che fin dal secondo 
giorno del suo secondo parto avvenuto24 giorni scorsi cessarono 
i lochii e fu assalita da febbre inteririittente terzana doppia, 
ribelle al chinino, con enorme sudore. Ha un aspetto anemico, 
quasi cereo, e nullameno allatta il suo bambino; enorme esau- 
rimento di forze, con peso deile gambe ed incesso incerto. II 
dubbio che la febbre fosse sostenuta da septico assorbimento fece 
nascere l’indicazione di Eucalyptus T\ M., che tronco tosto la 
febbre e ritrasse in brevi giorni la povera giovine donna dalla 
triste via in cui era impegnata. 

Tuber culinum 100*. B. Giovanni, d’anni 19, fabbro-ferraio, 
di aspetto femminile, imberbe, petto ristretto, soffre da quattro 
anni di ricorrente catarro bronchiale, ora acutizzato, con ronchi 
e rantoli in alto a destra, catarro piu copioso al mattino, a volte 


(1) La diagnosi si riferisce all’inizio del trattamento. 


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46 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


striato di sangue, poco sudo.re alia notte. Questo corteo sinto- 
matico cedette gradataraente alTuso esclusivamente di detto 
rimedio ed alia diluzione sopra notata, il che, posto a riscontro 
col caso precedente, ove si e adoperata la tintura madre, viene 
sempre meglio a confermare, che nella pratica Tindicazione pri- 
meggia sulla dose, la quale alio stato presente della dottrina 
omiopatica e ben lungi dall'essere risoluta nell’un senso o nel- 
l’altro. 

Calcarea fluoricaQ a . Osteo-periostitemolteplicealcarpoedalla 
mano sinistra. D. Luigi, d’anni 58, verniciatore, da 6 anni soggetto 
ad osteo-periostite alle regioni or oraaccennate con alternative di 
aggravazioni, si che al presente gli e impossibile qualsiasi lavoro 
proficuo. — Gonfiezza livida della mano, del carpo e di parte 
dell’avambraccio con vari punti di uscita di pus icoroso, ingros- 
samento delle ghiandole dell’ascella. — In tempo relativamente 
breve sotto 1’azione di detto farmaco il fatto morboso si e avviato 
a risoluzione che si puo dire oramai definitiva. 

Id. Un’osteomielite al dito anulare destro del piede, con cre- 
paccio giA avvenuto con escrezione copiosa di pus ed enorme 
grossezza del dito in una bambina di 7 anni, fu portata a guari- 
gione con detto rimedio nello spazio di 10 mesi adoperato a dilu- 
zioni differenti tra la 3 a sin. D, e la 30 a d. 

JEthyops mineralis 3 / 10 D. Sviluppo una beneflca e pronta riso¬ 
luzione in un giovinetto, B. Giuseppe, d’anni 11, affetto da pem- 
figo papuloso agli arti inferiori, d’origine psorica e sifilitica per 
convivenza con altri individui colpiti da cotali infezioni. 

Cactus grandifloras 12 e 30. Confermo la sua efficacia in un 
giovine di 21 anni (V. Giuseppe), fabbro-ferraio, affetto da accessi 
soffocativi per cardiopalmo attinente ad insufficienza mitrale con 
soffio nel secondo tempo e senso di afferramento del cuore, stato 
morboso da ascriversi a pbegresse sofferenze artritiche. 

D. G. Bonino. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


47 


Per modificazioni avvenute nell’ordinamento, il Coinitato 
Inglese ha diramata la seguente nuova Circolare sal 

CONGRESSO INTERNAZIONALE OMIOPATiCO -1896 

Presidente onorario: Dott. DUDGEON 
Presidente e/fettivo: Dott. POPE 

Vice-Pres.: Dott. Dyce Brown * — Tesoriere: Dott. J. G. Blackley 
— Segretario generate: Dott. Hughes, 36, Silwood Road, 
Brighton — Segretari locali: D. Hawkes, 22, Abercromby 
Square, Liverpool, e Mr. Dudley Wright, 55, Queen Anne 
Street, London W. 

La quinta riunione quinquennale del Congresso internazionale 
Omiopatico avri luogo in Londra tra il 3 e 1*8 prossimo agosto, 
mentre i precedent Congressi furono tenuti a Filadelfia nel 1876, 
a Londra nel 1881, a Basilea nel 1886, ed in Atlantic City nel 1891. 

Il Congresso b aperto a tutti i medici autorizzati ad esercire 
nei rispettivi paesi e tutti coloro che desiderano d’essere ammessi 
quali membri del Congresso faranno inscrivere nel relativo 
registro, sotto la costante vigilanza di un segretario, il nome, 
indirizzo e titoli. A tale condizione essi ricevono una carta di 
riconoscimento per tutte le circostanze del Congresso e potranno 
introdurre visitatori sotto la propria responsabiliti. 

Le sedute generali saranno tenute nei pomeriggi di martedi, 
mercoledl, giovedl e venerdl in Queen’s Hall, Langham Place, 
tra le ore 2 1 / a e 5 f / t pom. Sedute supplementary per l’ulteriore 
discussione di temi gi& all’ordine del giorno dei precedenti pome¬ 
riggi saranno tenute riell’Ospedale omiopatico londinese, Great 
Ormond Street (la cui aula di direzione sari adattata alia circo- 
stanza) tra le 10 ant. e 1*1 pom. Qualsiasi ritaglio di tempo, non 
impegnato per argomento non specificato nel programma, potra 
essere usufruito per discussioni speciali dietro intelligenza presa 
fra i membri stessi. La seduta dedicata agli affari sara tenuta 
aH’Ospedale alle 2 pom. del sabbato. 


* Saranno eletti Vice-Presidenti onorari dall’Assemblea, che intende 
dare tale dimostrazione a taluno dei Membri presenti. 


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48 


L’OMIOPATJA IN ITALIA 


Verun scritto puo essere letto alle pubbliche sedute. I saggi 
accettati saranno stampati, affinche chicchessia sia posto in grado 
di partecipare alle relative discussioni. Essi saranno presentati 
alle sedute o singoli o raggruppati secondo le analogic; una breve 
analisi di essi sarA fatta dalla Presidenza. Se taluno degli esibitori 
di saggi amasse preparare egli stesso un estratto, il presidente 
lo gradirebbe, servendosi di esso. Raccomandasi la massima bre- 
vita in raodo di non occupare oltre cinque minuti di lettura; ed 
i punti che vi sono trattati sono posti in discussione dopo che 
i relatori designati hanno compiuto il loro ufficio. A costoro 
sono accordati quindici minuti, e dieci ai successivi oratori per 
le rispettive osservazioni; agli autori delle memorie, se presenti, 
sara concessa, ove occorra, l’ultima parola, priraa che esse siano 
dichiarate esaurite. 

assegnata per norma un’ora a ciascuna discussione, ma la pre- 
cisione del tempo e rimessa alia Presidenza oppure airAssemblea. 

Le discussioni per solito si faranno in lingua inglese; ma qual- 
siasi membro sarA libero di usare un altro idioma. In tal caso 
pero egli si munirA di un interprete, oppure, chiedendo la parola, 
fa passare alia Presidenza un sunto in inglese delle osservazioni 
che si propone di fare, le quali, al termine del suo dire, saranno 
comunicate all’Assemblea. 


PROGRAMMA 

Marled], 4 agosto — Pomeriggio. 

Discorso del Presidente. — Presentazione delle relazioni dai different! 
paesi del mondo circa l’andamento dell’Omiopatia nel precedente quin- 
quennio ed il suo stato presente. 

Austria-Ungheria, Dott. Kafka, Carlsbad — Belgio, Dott. Schepens, 
Anversa — Danimarca, Dott. Hansen, Copenhagen — Francia, Dott. Cartier, 
Parigi — Germania, Dott. Kroner, Potsdam — Gran Bretagna, Dott. Gold- 
sbrough, Londra — Australia, Dott. Bay, Melbourne — Canada, Dott. Logan, 
Ottawa — India, Dott. Sircar, Calcutta — Nuova Zelanda, Dott. Lamb, 
Dunedin — Olanda, Dott. Borne, Amsterdam — Italia, Dott. Bonino, Torino 

— Portogallo, M. Vancueillaz, Oporto — Russia, Dott. Brazol, Pietroburgo 

— Svizzera, Dott. Batault, Ginevra — Stati Uniti, Dott. Kraft, Cleveland. 
Discussione: Sulle condizioni e prospetlive dell'Omiopatia al giorno 

d'oggi e sui tnigliori mezzi per promuoverne la causa . 

I nomi dei relatori designati per ciascuna discussione saranno previa- 
mente fatti conoscere dalla Presidenza. 


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I,’OMIOPATIA IX ITALIA 


49 


Mercoledi, 5 agosto — Antimeriggio. 

1. Temi per discussione: Letteratura omiopatica , suo stato e suoi bisogni, 
Dolt. Dyce Brown, Londra, e Dott. Bradford, Filadelfia. 

Oggelto di discussione: Come miglioreremo e completeremo la nostra 
letteratura? 

2. Temi per discussione: Vargomento a priori per la legge dei simili , 
Dott. Robert Walter, Wernersville P a ; 

Alcune ragioni per credere nelV Omiopatia, Dott. Walter Sands Mill, 
Stamford. 

Oggetto di discussione: La razionalitb delVOmiopatia. 

Pomeriggio. 

1. Temi per discussione: Scelta del rimedio secondo lo svolgimento dei 
sintomi, Dott. Ord, Bournemouth; 

Possiamo noi prescrivere il rimedio omiopatico con maggior successo 
basandoci strettamente sulla condizione patologica del nostro paziente? 
Dott. J. M. Schley, New-York. 

Oggetto di discussione: La scelta del rimedio. 

2. Tema per discussione: llposto degli estratti animali neW Omiopatia, 
Dott. Clarke, Londra. 

Oggetto di discussione: Id., id. 

3. Tema per discussione: Patogenesi e terapia di Aurum, Dott. Wa- 
shington-Epps, Londra. 

Oggetto di discussione: Id., id. 

Giovedl, 6 agosto — Antimeriggio. 

1. Tema per discussione: Dottrina di Hahnemannsulle malattiecroniche, 
D. Goldsbrough, Londra. 

Oggetto di discussione: Id., id. 

2. Tema per discussione: Una leggeposologica, Dott. L£on Simon, Parigi. 

Oggetto di discussione: Abbiamo noi, qui o altrove , una legge dosologica? 

3. Temi per discussione: L'azione del mercurio e jodio nella sifilide , 
Dott. Hansen, Copenhagen; 

Febbre intermittente, Dott. Mayumdar, Calcutta; 

L'azione di Colchicum ed altri m specifici Dott. Hughes, Brighton. 

Oggetto di discussione: Gli specifici della medicina iradizionale. 

Pomeriggio. 

1. Temi di discussione: II valors clinico di Tuberculinum, Dott. Cartier, 

Parigi; 

II valore di Tuberculinum nella pleurite purulenta , Dott. B. Arnulphy, 
Chicago. 

Oggetto di discussione: Tuberculinum e suoi congeneri. 

2. Tema per discussione: 11 trattamento delVoftalmia scrofolosa , Dot- 
tor Bushrod James, Filadelfia. 

Oggetto di discussione: Id., id. 


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50 


L OMIOPATIA IN ITALIA 


3. Temi per discussione: Sorditd considerata nella sua patogenesi, 
Dott. Hayward, Birkenhead; 

Sopra determinate forme di sorditd e loro rimedi corrispondenti, Dottor 
Cooper, Londra. 

Oggetto di discussione: La possibility di terapia interna nella sorditd. 

Venerdl, 7 agosto — Antimeriggio. 

1. Tema per discussione: Vertigine aurea, Dott. Dudley Wright, Londra. 

Oggetto di discussione: Id., id. 

2. Tema di discussione: Sul carattere ed effetto omiopatico di acque 
minerali , Dott. Kranz Busch, Wiesbaden. 

Oggetto di discussione: Id., id. 

3. Tema per discussione: Sui corni cutanei e loro cura, Dott. van den 
Berghe, Bruxelles. 

Oggetto di discussione: Id., id. 

Pomeriggio. 

1. Tema per discussione: Rimedi vulnerari omiopatici, Dott. Gilchrist, 
Jowa-City. 

Oggetto di discussione: Id., id. 

2. Tema per discussione: Carcinoma delVutero, Dott. James Wood, 
Cleveland. 

Oggetto di discussione: Id., id. 

3. Tema per discussione: Amenorrea con disordine mentale, Dott. Bur- 
ford, Londra. 

Oggetto di discussione: Id., id. 

Sabbato, 8 agosto — Antimeriggio. 

1. Tema per discussione: Collezioni purulente nel torace, Dott. Hayward, 
Liverpool. 

Oggetto di discussione: Id., id. 

2. Tema per discussione: Appendicite; sua curamedica e chirurgica, 
Dott. Horace Packard, Boston. 

Oggetto di discussione: Id., id. 

3. Tema di discussione: Anestesia ossi-cloroformica, M. Nicholson, 
Liverpool. 

Oggetto di discussione: Anestesia. 

Pomeriggio. 

Affari diversi. 

Recezione del Presidente. — Alle ore 8,30 pom. del giorno 
3 agosto egli ricevera al The Queen’s Hall. Sono invitati tutti i 
membri del Congresso colle rispettive signore; e si desidera che 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


51 


gli stranieri scelgano quest’occasione per farsi conoscere dal 
Comitato e dai Colleghi. I segretari vi parteciparenno per inscri- 
vere i merabri e distribuire le tessere (Abito di sera). 

Sono in progetto ulteriori amichevoli convegni e saranno 
debitamente partecipati. 


NOTIZIE 


Leggesi nella New England Medical Gazette che nel manicomio omio- 
patico di Westborough sopra 782 alienati uscirono guariti 409, cioe il 52%. 
laddove nei 4 manicomi allopatici di Worcester, Danvers, Tanton e Nor¬ 
thampton le guarigioni sonosi ridotte al 24,64 °/ 0 , vale a dire a meno 
della met k. 

Consimile risultato stabilito con statistica ufficiale dk la probabile ragione 
dell’istituzione recente di un 6° manicomio a Norfolk. 

* 

« # 

II giomo 27 ottobre p. p. s’inauguro a Pietroburgo un piccolo ospedale 
omiopatico di 12 letti coll’intervento del vescovo ortodosso Monsignor Gio¬ 
vanni Krcenstadski, il quale, nel suo discorso, fece emergere la superiority 
dell’omiopatia, dichiarandolo metodo piu umano e piu conforme alia natura. 

(Rev. horn. fran $., d6c. 1895). 


* 

« « 

Nell’Australia Tomeopatia segue altresl la sua linea progressiva, come 
ne fanno fede sia il numero considerevole di malati curati neH’ospedale 
omiopatico di Melbourne, sia la considerevole coorte di medici che nelle 
varie citt& professano la nuova dottrina. Vi ha fondata speranza che stiasi 
pure per fondare un ospedale a Sydney. 


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52 


L’ OMIOPATIA IN ITALIA 


Sac. caY. DOMENICO SCATTINI. 

Una preziosa esistenza devoluta nella sua lunga carriera alia caritk cristiana 
spegnevasi nello scorso mese di maggio in Cairo Montenotte, sua abituale 
residenza, voglio dire il venerando Don Scavini Oav. Domenico, nella 
grave etk di 84 anni. 

I giornali della Liguria hanno giustamente tessuto Telogio dell’illustre 
estinto, come cittadino e come sacerdote, enumerandone le virtu che lo 
resero caro in patria e nella Repubblica Argentina, ove trascorse buona 
parte della sua vita militante. Resta a noi il facile cbmpito di far emergere, 
che la molla principale de’ suoi successi fu nelParmonizzare il suo zelo 
evangelico colle risorse sanitarie, che Tomiopatia poneva nelle sue abili 
mani, conquistando tosto l’amore e la riconoscenza dei suoi beneficati. Egli 
tenne un posto elevato fra gli ammiratori della dottrina di Hahnemann ed 
in innumerevoli casi col suo fine criterio seppe felicemente applicarla, si 
che numerosi accorrevano ai suoi consigli benefici e felici. 

Ritengo parecchie sue corrispondenze che rispecchianoil suo entusiasmo 
e la sua coltura nella nostra Dottrina e da piu anni il suo nome era inscritto 
fra i patroni munifici dell’Istituto omiopatico, al quale voile rendere una 
ultima testimonianza d’attaccamento * legandogli 1000 lire — come egli 
dice nel suo testamento — come un tenue ricordo del suo interesse per si 
benefico Istituto *. 

Onoriamone la cara memoria augurando pace all’anima Sua eletta. 

Torino, giugno 1896. 

11 Presidente dell'Istituto 
D. G. Bonino. 



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foRWO-ftoMA - UNIONE TIPOGRAFTCO-EDITRICE - Napolt-Milano 


Terapia delle Malattie dello Stomaco, per ii Dottore 

Alberto Mathieu, Medico degli Ospedali. Traduzione 
italiana sulla seconda Edizione francese con Aggiunte 
del Dott. G. Cavallero, docente di patologia speciale 
medica nella R. University di Torino. — Un elegante 
volume legato, L. 4. 

Uno dei rami della patologia medica speciale, in cui in questi anni 
siansi fatti i piu notevoli progressi, 6 indubbiamente quello che si riferisce 
alia patologia stomacale . Non piu, in oggi, metodi d’esame delle funzioni 
dello stomaco empirici ed imperfetti, ma razionali, scientific e completi, si 
che la diagnosi dello stato della secrezione e della motility dello stomaco, 
che sono di esso le funzioni piu importanti, pu6 essere stabilita con somma 
esattezza. Affermatosi questo progresso nel campo della semeiotica delle 
gastropatie, fu anche possibile un grande passo innanzi nella cura di esse: 
cost che oggi l’ipercloridria, Pipocloridria, le dispepsie nervo-motorie, ecc., 
sono fra le malattie nelle quali 1’arte terapeutica fc piu feconda di buoni 
risultati. 

II volumetto del Mathieu ha per iscopo di esporre in modo breve, ma 
completo, lo stato attuale della scienza sulla semeiotica e sulla cura delle 
gastropatie, e se l’autore francese sia riuscito nel suo lodevole e pratico 
obbiettivo, lo dimostra il fatto, che il suo libro non solo trovb immediate 
collocamento in Francia, ma si dovette fame una nuova edizione pochi 
mesi dopo la sua pubblicazione. . 

Ecco, esposta come in un indice, la materia trattata da Mathieu nel pre¬ 
sente volume: 

Parts Prima. — Teetiica semeiologica: Esame estemo dello stomaco; 
esame interno od esame delle funzioni di secrezione, di motilite e di assor- 
bimento. Esame degli escreti (orine). 

Parte Seconda. — Considerazioni generalt sul regime alimentare (cibi, 
bevande). 

Parte Terza. — Cura delle principali forme cliniche della dispepsia e 
dei principali elementi sintomatici delle malattie dello stomaco: Ipercloridria, 
dispepsia nervo-motrice, dilatazione dello stomaco con stasi permanente, 
gastralgia e crisi gastriche, vomiti, difetti dell’appetito, antisepsi gastrica, 
emorragie dello stomaco. 

Parte Quarta. — Cura delle nialattie organiche dello stomaco: Gastriti, 
ulcera semplice e gastrite ulcerosa, cancro dello stomaco. 

Appendice. — Acque minerali, clisteri alimentari, tecnica del massaggio 
dello stomaco. — Formolario. 

L’egregio Dott. Cavallero, facendo tesoro degli studi compiuti in questo 
ramo di studi nella clinica del Prof. Forlanini, amplid il lavoro del Mathieu, 
sia completando quei capitoli che gli parvero eventualmente mancanti, sia 
aggkmgendo ad essi quelle notizie, che valessero a rendcrli, in certa guisa, 
piu chiari e piu interessanti ai medici italiani. Menzioniamo fra queste 
aggiunte quelle fatte ai capitoli, che trattano dell’esame chimico del conte- 
nuto stomacale, della cura deiripercloridria e delle acque minerali. A pro- 
posito di queste ultime, l’egregio traduttore, accanto alle acque minerali 
francesi, classificate in base alle loro propriety chimiche e fisiologiche piu 
spiccate, pose le stazioni minerali italiane di effetto simile, facilitando cosl 
in modo grandissimo la scelta di quelle acque italiane, che sembrano indi¬ 
cate in certe forme di dispepsia. 

Ai moltissimi sofferenti di dispepsia, agli egregi sanitari, raccomandiamo 
il volume, certi Che lo troveranno di tutta utility. 


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In vendita presso 1’Uni one Tlpogrraflco-Editrioe Torinese 
TORINO, Via Carlo Alberto, 33. 


Dottor PUHLMANN di Lipsia 


TRATTATO 

DI 

TERAPEUTICA OMEOPAUCA 

APPLICATA ALL’ ODIERNA MEDICINA 

DBD1CATO AX JUBDICI ED ALLE PERSONS COLTB 

Con 190 figure illustrative 

Tr&duLzione dal tedeaco con Proamio ed Aggiunte 

DEL 

Dottore G. BONINO 


Tre volumi in-8 0 di complessive pag. 1212. Torino 1879-80 

Sotto queslo titolo si presenta agli amici delPOmeopatia un libro, il quale, addentrandosi 
nelje mediche discipline piii che non sogliano finora i rispettivi scritti dedicati eziandio ai 
profani, espone concisainente i criterii scientilici, che lumeggiano il curante nella retta appli- 
cazione della legge dei simili. 

& nuovo il concetto di questo lavoro, come il suo sviiuppo. NelPintroduzione infatti Pintel- 
ligente lettore pu6 formarsi un concetto sull’indole delle scienze costitutive delParte salutare e 
comprensivamente deirOmeopatia; segue poscia una guida alPesame clinico non dissimile a 
quanto viene insegnato nelle classiche scuole e con tale corredo si procede alia pertrattazione 
delle singole malattie sotto Paspetto patologico e terapeutico, premesse le necessarie nozioni 
anatomo-fisiologiche, corredate alPuopo da apposite incisioni. 

Il desiderio di rendere possibilmente completo questo lavoro nelle presenti condizioni della 
Omeopatia ne ha accresciuta non poco la mole, che obbliga la sua partizione in tre volumi'di 
circa 400 pagine, al prezzo di L. 3 ciascuno e Ii. 8 per i 3 volumi. 

Il primo di essi, oltre il proemio (che mira ad affermare la veritk della riforma medica), 
Vintroduzione e Yesame clinico generico, contiene: 

I. Le malattie del sistema nervoso centrale e periferico. 

II. „ delPapparato locomotore. 

III. „ * visivo. 

IV. * „ uditivo. 

V. Nozioni anatomo-fisiologiche delPapparato digerente. 

11 secondo svolge: 

(Segue) V. Le malattie delPapparato digerente. 

VI. „ „ circolatorio. 

VII. „ , respiratorio. 

VIII. w , uropoetico. 

U volume terzo tratta delle 

IX. Malattie degli organi riproduttori. 

X. „ della cute e dei tessuti annessi. 

XI. , generali di nutrizione. 

XII. „ da infezioni.. 

XIII. Dei precipui venefici coi relativi sussidi. 

XIV. Dei traumatismi ossia della parte terapeutica relativa. 

Ghiude un indice alfabetico generate per una pih agevole ricerca. 

Quest’opera e indispensabile a tutti i fautori delle cure omeopatich^yji^^sPiunpio sviiuppo 
dato alia parte diagnostica e patologica, torna utilissima a tutti i Sanitari. 


4 

i 


i 



Faseicolo 11V111 — 1896 


L’OMIOPATIA 


IltsT ITALIA 

~,T.A* # 



ORGANO DELLiSTITOTO 0MI0PATIC0 ITALIANO j :;; s 



Itegio Decreto 24 gennaio 1886 


SOHMARIO. — Parte Ufficiale: Istituto Omiopatico Italiano, Verbale della 
Seduta del Gomitato direttivo indetta pel giorno 20 giugno 1896. 

Parte non Ufliciale: Lachesis , sua origine ed effetti patogenetici — 
Sempre nuove scoperte nella scuola classica — Gongresso Internazionale 
Omiopatico di Londra — Gose diverse: Tomba di Hahnemann a Parigi — 
Genno bibliografico — Collegio medico ed Ospedale Hahnemann di Chicago — 
Ospedale Omiopatico S. Luca di Lione — Nota circa i giornali politici di Genova. 


TORINO 

STAMPERIA DELL’ UNIONE TIP.-EDITRICE 

33 — Via Carlo Alberto — 33 

1896 


I Soci Patroni, che da pift anni non sovvenirono ai bisogni dell’Ospedaletto, 
sono caldamente pregati di uniformarsi sAVavviso inserito nel fascicolo XXV, 
fciusta la deliberazione presa daH’Assemblea. 


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Grande repertorio cltnlco omiopatlco , del dott. Tommaso 

CiGLIANO. 

Hygienic-Medical Hand-Boock for Travellers in Italy, 

by C. Liberali M. D. 

Consideration! sal colira asiatico; sua profilassi ,e cura 
omiopatica, del dott. Vincenzo Liberali. 

JLa dose omiopatica, del dott. Giovanni Urbanetti.- 

Trattato di Terapentica omiopatica. — Tre volumi — Vergione 
con proemio ed aggiunte del dott. Giuseppe Bonino. 

Prim! stndi di materia medica secondo la legge del 
simili, del dott. Giuseppe Bonino. 


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PARTE UFFICIALE 



ISTITUTO OMIOPATI CO ITA LI AN 0 


Verbal© della Seduta del Comitato direttivo, indetta pel 
giorno 20 giugno 1896. 

Debitamente conyocati erano presenti i Signori: Bonino dott. 
Giuseppe, President©, Bottino dott. Crisante, Vice-Presidente: 
Marches© Morozzo, Cassiere; Demezzi cav. ing. Cesarb, Censore; 
Bonino dott. Pier Antonio, Segretario; Dematteis dott. Silvio 
©d Olivero farmacista Giacomo, Vice-Segretari. 

Aperta la seduta sta all’ordine del giorno : 

1° Risoluzione di parcelle relative airamministrazione dei 
mesi precedenti. 

Non essendo insorte osservazioni, le predette sono risolte 
nelle rispettive somme. 

2° Riparazioni alia casa dell’Ospedale. 

II President© espone ai convenuti che, per le insistent pioggie, 
tratti del cornicione prospicierite la via e di quello interno sono 
©aduti ed urgeva quindi provvedere per le riparazioni volute. 
Date quest© e dovendosi addivenire necessariamente alia tinteg- 
giatura della facciata, delle persiane, chiede l’avviso e l’assenso 
del Comitato. Uopo e aggiungere che la somma calcolata da 
persona tecnica salirebbe a lire duecentocinquanta, eccedendo di 
lire centocinquanta quella stanziata a tale categoria. I convenuti 

1 


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L’OMJOPATIA IN ITALIA 


non solo condividono Tavviso del Presidente, ma stabiliscono 
di prelevare lire centocinquanta dal fondo di riserva per 
Tesecuzione del lavoro divenuto del tutto necessario. 

3° Lascito del prof, sacerdote cav. Domenico Scavini. 

II Presidente dk lettura di una lettera dell'erede del prefato 
don Scavini, con cui si annunzia avere questi con suo testamento 
olografo fatto un legato di lire mille alTIstituto omiopatico, 
somma che sar k ben presto sborsata, esente da tassa di succes- 
sione secondo il desiderio del testatore. 

II Comitato accoglie con grato animo l’elargizione predetta 
e chiede con questo verbale alia Giunta provinciale Pautorizza- 
zione per accettare il mentovato legato, riservandosi di conver- 
tirlo, appena incassato, in consolidate italiano ad incremento 
del capitale. 

Esaurito Pordine del giorno viene sciolta la seduta. 

Torino, 20 giugno 1896. 

11 Vice-Segretario 11 Presidente 

Olivero Giacomo. Dott. G. Bonino. 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


3 


LACHESIS 

SUA ORIGINS ED EFFETTI PATOGENETICI 


Uemoria letta dal Prof. Leonard di Minneapoli 
in seno alia SocietA Omiopatica dello Stato d'Illinois — Maggio 1895. 


L'introduzione di veleni ofidiani, di cui questo rappresenta il 
tipo, & dovuta onninamente al dott. Costantino Hering, il quale 
esperimentb questo e consiraili veleni mentre era agente delTIm- 
pero Germanico nell’America del Sud e pubblico per il primo 
questi * Effetti di veleni ofidiani » nel 1837 in idioma tedesco. 
Se il dott. Hering, anche ammettendo che abbia emessa qualche 
opinione erronea, donde non va immune alcun uomo, non avesse 
ben anco reso altro servizio alia terapeutica, il suo nome resterebbe 
nullameno immortal© negli annali della medicina, ed in questa 
sua corona di gloria Lachesis sarebbe la piu brillante gemma. 

Il nome che noi gli assegniamo trae origine dalla classifica¬ 
tion© scientifica, cioe trigonocefalo o vipera a testa lanceolata 
secondo Linneo, e I’aggiunta Lachesis rappresenta una delle tre 
parch©, dacche la morsicatura di questo rettile trascina a certa 
e rapida morte. 

Il rettile e di grandi proporzioni misurando sett© e piii piedi 
di lunghezza con denti velenosi lunghi pressoche un pollice. La 
sua cute rosso-bruna, segnata sul dorso da larghe macchi© rom- 
boidali bruno-nerastre caratterizza l’esemplare di Hering, che 
presentement© custodito in alcool chiama singolare attenzione 
nella raccolta posseduta dall’Accademia Americana di Scienze a 
Filadelfia. 

Il veleno rassomiglia a saliva, limpida, incolora, insipida © di 
eolor verdognolo. All'apice dei denti il veleno si raccoglie in gocci© 
ed esc© senza far fila. Esposto all’aria si rapprende in massa secca, 
gialla, che e intensamente venefica per molto tempo. 

La storia dell’eroismo spiegato per ottenere Toriginal© e pro- 
cacciare il veleno fu oltremodo commovente quale fu udita dallo 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


scrittore diciassette anni prima ed esposta da Hering stesso ad 
una jnccola comitiva di studenti in un sabbato a sera. Era egli 
(Hering) in giovane etk di 34 anni colla moglie, direttore di 
collezionisti botanici e zoologici e dimorava pel momento sul 
ciglio delle foreste tropieali della parte superiore delle Amazzoni. 
I nativi, che erano gli unici suoi asssistenti, avevangli molto 
parlato di questo micidiale serpente, ed egli offeree un vistoso 
compenso per avere un esemplare vivo. 

Finalmente una cassa di bambou venne portata in fretta e 
lasciata nella di lui abitazione. Dopo questa sorpresa non solo 
coloro che avevano catturato il serpente, ma I’indigeno suo dome- 
stico stesso fuggirono precipitosamente dalluogo. Essi non pote- 
vano intravvedere qual vantaggio il loro padrone avesse potuto 
trarre da un churukuku vivo, che tale era il nome indigeno del 
rettile. Era riservato a lui col solo aiuto della moglie il compito 
di estrarre il veleno da quell’essere e con immenso rischio della 
loro vita. Il che si ottenne stordendo il serpente con forte colpo 
sul capo tosto che la cassa fu aperta; quindi, tenendo il capo fisso 
con un bastone forcuto si fece uscire il veleno dal dente premendo 
sulla glandola e raccogliendolo sopra zuccaro di latte; il che 
tutto fu gi& esaurito fin sopra la sesta preparazione. 

Cosi operando e triturando il veleno colla naturale paura e 
coU’eccitamento della ventura il dottore contrasse la febbre lungo 
la notte con smanioso delirio e mania. La fedele sua moglie lo 
veglib ansiosa, sola nella foresta, lungi lemiglia da essere umano, 
ne osava sperare un esito felice nella lotta contro un veleno cosi 
poderoso (foree assorbito per inalazione nel prepararlo?), come 
non conosceva un antidoto. Verso il mattino ei dormi, e final¬ 
mente si sveglio e la sua mente si rese conto della processa pro- 
cella. Dopo aver umettate le fauci con un po* d’acqua, la prima 
sua domanda fu: « Che cosa feci e vidi? ». Si pu6 facilmente 
immaginare che i dettagli di una tal notte non potrebbero dimen- 
ticarsi dalla sua giovane moglie, ancorche non fosse abbastanza 
calm a in quel momento per prendere note. 

Prima che gli indigeni servi, uno ad uno comparissero timi- 
damente dietro l’attendamento colla convinzione di trovare i 
cadaveri dei padroni, questi avevano gi& preparato tutto il Lachesi 
che servi in seguito alia professione e gettate le basi di una fede- 
degna patogenesi di uno fra i massimi nostri rimedi. 


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L’OMIOPATJA IN ITALIA 


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L’idea di usare per tal modo prodotti animali venefici come 
medicamenti, specialmente se diluiti in alcool, collo scopo di 
antidotare la sepsi sanguigna di vittime recenti, doveva aprirsi 
la via. Dall’esperimento iniziale (1828) per ventiquattro anni, ogni 
specie di obbiezioni teoriche venne fatta a questo ed altri consi- 
mili rimedi. 

Ma, alloraquando nel 1878 (due anni prima di soccombere) il 
dott. Hering desidero di celebrare il 40* anniversario dell’intro- 
duzione del Lachesi col sollecitare relazioni diverse mediante 
codesta droga, fu oberato da una massa di corroborazione da 
tutti gli angoli della terra, e se avesse vissuto abbastanza avrebbe 
presentata una completa monografia del farmaco. (Ved. Guiding 
simploms. Vol. VI, Lachesis). 

Il veleno di lachesi introdotto in una ferita od iniettato nelle 
vene produce i pih spaventevoli sintomi e generalmente la morte. 
La vittima della morsicatura da questo rettile stramazza inconscio, 
come fulminato, con vomito ed emissione involontaria di feci e di 
orina; il sito della morsicatura diventa gangrenoso; mani e dita 
gonfiano e diventano insensitive, l’infiammazione e la gonfiezza si 
estendono al braccio ed alia spalla, con vesciche gangrenose qua 
e 1& disseminate; la morte sopraviene in poche ore, con perdita 
della coscienza, a volte con moti irregolari degli arti, sudore 
freddo, viscoso; polso lento, piccolo, quasi impercettibile; espres- 
sione di sofferenze nella faccia, che diventa tumida. Se insorge 
reazione a questo stato, tosto appare febbre costante, con cute 
secca, scottante; sete persistente, lingua secca, impaniata, polso 
piccolo, rapido; occhi spenti, ansietA ed oppressione di petto, e 
piu tardi permanente insonnio, esaurimento estremo; ne orina, 
nb feci (per sette giorni in un caso); vertigine come da intossica- 
zione. Dopo morte si constato che l’oppressione del petto colla 
annessa angoscia era bene spesso prodotta da diffusione della 
gangrena ai polraoni ed al fegato. Lachesi avvelena i centri ner- 
vosi; che l’intiero sistema cerebro-spinale sia affetto colla rapi¬ 
dity del fulmine e dimostrato ad evidenza dal repentino cadere 
del paziente in uno stato inconscio o alle volte in convulsioni; e 
che il pneumogastrico sia il suo speciale punto d’assalto b pure 
chiaro per la rapidity con cui svolgesi Tirritazione delle fauci, 
dei bronchi e del cuore. I sintomi patogenetici completano la 
nostra cognizione delTattivita specifica di lachesi sul pneumo- 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


gastrico. I sintomi di lachesi sulla faringe e laringe sono assai 
numerosi e distinti, sopratutto soggettivi (ad eccezione del sornac- 
chiare il inuco) ed includono pressoche tutte le forme morbose 
onde possono essere affette quest© parti; secchezza, dolore, bru- 
ciore,ruvidezza, gonfiezza, disfagia, peggio inghiottendo a vuoto, 
e piu per i liquidi che pei solidi; laringe dolente e sensitiya, rau- 
cedine con continua tosse tonsillante e costante bisogno di fare 
un profondo respiro; tutti questi sintomi sono aggravati dalla 
pressione esterna oppure dal puro contatto o peso degli abiti. 

Questo veleno spiega tosto il suo potere sul simpatico, ma 
non risparmia l’intiera macchina vivente, e produce la sepsi del 
sangue con gangrena. Questa decomposizione sanguigna, pro- 
dottasi del pari prontamente, mostrasi non solo in prossimiti 
della morsicatura, ma eziandio con emorragie dalle mucose, con 
ecchimosi su varie parti del corpo. Il sangue perde lasua fibrina, 
diventa fluido e trapela viziato dai tessuti. I risultati locali della 
morsicaturaproducono ulteriori prove delTalterazione sanguigna. 

L’infiammazione insorta Asempre di carattere astenico o ma- 
ligno, sia flemmonosa, sia risipelatosa, donde ascessi delleghian- 
dole linfatiche adiacenti o flogosi del tessuto areolare lungo il 
membro affetto, o flebiti, che volgono in piemia; indi rapide 
gangrene con sindrome morbose simili a febbre tifosa. 

La dettagliata sintomatologia e troppo estesa per questa me* 
moria. Il predetto abbozzo mira a chiarire la via ad una piu esatta 
intelligenza di questa droga. 

(Dal Minneapolis homoeopathic magazine, giugno 1895). 


D. B. 


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L’ 0MI0PAT1A IN ITALIA 


SEHPRE MOVE SCOPERTE MELLA SCLOLA ELISHA 


Bryonina> glicoside contenuta nella radice della Bryonia 
alba. Secondo gli studi di Shatter, pubblicati agli Stati Uniti 
Fanno scorso, la bryonina e catartica, diuretica; agisce sulla 
idropisia e sulla iperemia del fegato, sulla pleurite, pericardite 
e nel reumatismo cronico, nelle condizioni infiarnmatorie delle 
membrane sierose. Con un decigramma di bryonina congiunta a 
zuccaro di latte e gomma arabica forma 100 granuli, di cui uno 
ogni due ore. Tale 6 il rimedio che Merk trae dall’oblio in cui 
giaceva ingiustamente; rimedio che oggi e oggetto di studio 
scientiflco ! Shaller probabilmente, an*i certamente, attinse le sue 
nozioni in un trattato di materia medica omiopatico, vi diede 
una vernice allopatica; ma non ebbe il coraggio di affermare 
che la bryonia k uno dei migliori nostri riniedi e fra i primi stu- 
diati da Hahnemann. E se Shaller avesse compiuto studi patoge- 
netici in proposito, vi avrebbe trovato la controindicaiione (allo¬ 
patica) del suo uso nelle malattie indicate, o Findicazione 
similare. La forma stessa del preparato sente da lungi Fodore 
di farmacopea omiopatica e la dose corrisponde alia 3 a X. 

Belladonna e Rhus radicans secondo Domner posaono ren- 
dere notevoli servizi nelFenuresi notturna essenziale senza preoc- 
cuparsi della loro azione tossico-patogenetica per cui Forina e 
le feci escono involontariamente. Cosi Festratto di Belladonna 
venne richiamato all’attenzione dei pratici nelFepilessia da Ferre, 
sebbene la stessa droga nei venefici provochi convulsioni parziali 
e generali. 

Arsenico e Girasole [Helianthus) sono commendati nella cura 
della malaria infantile, mentre nella nostra scuola tali sussidi 
sono usufruiti da piu decennii in base alle patogenesie confer- 
mate dalla clinica. 

Parimenti Hunt riferisce d’aver ottenuto uno spiccatissimo 
miglioramento coll’anemia perniciosa mediante l’arsenico, lad- 
dove questo nella sua lenta intossicazione ci offre una forma ben 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


tracciata di anemia, eraaciazione, debolezza muscolare, catarro 
gastrenterico con vomito e diarrea. Valga la stessa ragione per 
1’applicazione delParsenico in varie derraatosi, che ogni giorno 
viene segnalata come nuova. 

11 dott. Comby ravvisa nelPacido arsenioso una semipanacea 
delle malattie infantili, ancorche si tratti, egli dice, di un veleno 
sommamente pericoloso, dacche esso agisce su tutti gli apparati 
organici, eccitandone o paralizzandone Pufficio secondo la dose. 

Con tali affermazioni il prefato dottore Comby rende un 
solenne omaggio alia dottrina omiopatica, che ha sempre ravvi- 
sato nelPacido arsenico un farmaco policresto, cio& utile in 
svariate forme morbose ed evitata Pazione tossica colla ridu- 
zione delle dosi alia quantity terapeutica. Non e gran tempo che 
la scuola officiate esclamava essere l’omiopatia la medicina avve- 
lenatrice, quand’anche somministrasse dosi ridiGole ed inerti, ed 
ora i maestri di cappella entrano nella stessa sfera di afferma- 
zioni e di concetti, abborrendo solo dal nome che sintetizza 
quelle e questi. 

Noce vomica e pur messa a partito in molteplice modo dallo 
stesso dott. Comby nelle malattie infantili, fra le quali cita 
Patonia intestinale con costipazione d’alvo. Ora la stitichezza con 
nisus emorroidario, tenesmo e frequenti ed anche inutili od 
insufficient! eiezioni e contemplata dall’azione patogenetica di 
questa droga, per cui ne riesce quotidiana Papplicazione appo 
gli omiopatici dall’origine del nuovo metodo di cura. 

Digitale. —II dott. Cantaguel si propone di dimostrare che le 
digitaline non contenendo tutti gli elementi della digitale non le 
si possono sostituire con vantaggio, perch6 non ne rappresentano 
tutta Pazione terapeutica; essere meglio ricorrere all’estratto 
idralcoolico. Non correrA probabilmente molto tempo prima che 
si scopra essere la tintura quale si prepara in omiopatia la mi- 
gliore fra i preparati. 

Nitroglicerina (Glonoinum). — Secondo gli studi di Schott, 
spiega un’azione mirabile nella stenocardia massime angiospatica. 
Se la esperimentazione fisiologica nella scuola classica non si 
facesse solo in modo turbolento e sommario si sarebbe riscon- 
trato un fac-simile di angina di petto « nella oppressione e 
costrizione del petto con palpitazione visibile , nel dolore 
acuto sotto le coste a sinistra, torpore e peso del braccio 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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sinistro ecc. *. Cio stando chi abborre dalla legge dei simili non 
pu6 logicaraente adoperare la nitroglicerina nella stenocardia, 
come sogliono da alcuni decenni i seguaci della nuova dottrina. 

Cantaridi provocano, se assorbite nella voluta quantity, 
nefrite acuta, albuminuria, anuria quasi completa, anasarca, ecc. 
(Huchard); ma Ferrand e d’avviso, che la cantaride a piccola 
dose e diuretica e viene adoperata da Lancereaux nelle nefriti 
epiteliali. mai possibile che tale contradizione di effetto secondo 
la differente dose non siasi tal flata affacciata alia mente di dotti 
che si atteggiano a maestri dell’arte ? 

Fosforo nella dose di 6 decimilligrammi, pari alia nostra 
4 a dil. decimale, viene consigliato da Hartrop nelle cefalee cro- 
niche dei bambini, a cio guidato dal vantaggio che questi rica- 
vano dadetta sostanzanel rachitismo giusta glistudi diKassowitz. 
Orbene fra gli effetti postumi del veneficio fosforico e descritti 
dai tossicologi noi leggiamo * cefalalgia, dolori al dorso ed alle 
membra, affezioni gastriche e talvolta paralisi di qualche membro ». 
Fra le numerose forme di sensazioni penose e dolorose che si 
riscontrano poi nello studio patogenetico di detta sostanza molte 
collimano colla cefalea accusata da bambini rachitici o candidati 
all’etisia. 

Peperone (Capsium annaum) sotto forma di tintura e annun- 
ziato quale sussidio terapeutico contro le emorroidi, senza pero 
accennare in quali forme. La nostra scuola non solo Tadopera da 
quasi un secolo, ma no circoscrive l’uso ai casi coincidenti coi 
suoi sintomi delTano e delle deiezioni. 

( Continua) 4 Dott. G. Bonino. 


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L OMIOPATJA IN ITALIA 


COXGRESSO IMERWZIOWLE OJIIOPATICO DI L0XDB.4 

3-8 Agosto 1896 


NelTaccingermi a far cenno sul nostro Giornale della impor- 
tante ed interessantissima Adunanza di Medici Omiopatici tenu- 
tasi teste a Londra, nella prima settimana dell’ora scorso agosto, 
io ripenso alio scopo ed alia utilita di questi Congressi. Non io, 
certamente, venni attratto ad intervenirvi per imperiosa necessity 
di consolidare la mia fede nella scienza di Hahnemann, o per 
discacciare mal celati dubbi sovra alcuno dei teoremi della nostra 
bella dottrina. Se l’onesto eserapio paterno, di ben venerata me* 
moria, non mi avessero porta Toccasione di studiare l’Omiopatia, 
io sono convinto che mille ragioni me Tavrebbero designata 
come Tunica, fra le tante sorte e trapassate teorie mediche, 
che convinca per la sua logica indiscutibile, per quella sempli- 
citA che e aflfermazione di veritA, e per quella potenza di utili 
conclusioni terapeutiche, che basate sulle operazioni fisiologiche 
costanti, non sovra le vane ipotesi di una Clinica, varianti, come 
una moda, d’anno in anno, vi lasciano tranquilla la coscienzanel 
difficile esercizio della pratica giornaliera. 

Pure e sempre la medesima emozione, quasi uno sgomento, 
quello che io provo intervenendo a questi Congressi internazio- 
nali di Omiopatia, dove il confronto di quello che fanno negli 
altri Paesi, di quello che fanno gli altri Omiopatici, mi fa mesta- 
mente riflettere al povero e scarso corredo col quale, nella mia 
modestacerchia professional, mi vado avventurando! Non intendo 
eccedere in modestia, no ; desidero unicamente, con questa mia 
leale dichiarazione, incitare i colleghi piu giovani di me, a non 
trascurare Toccasione che a loro si presentasse di prendere parte 

a questi convegni scientifici di uomini.no, mi correggo, poi 

che ad essi intervengono altresi delle gentili cultrici delTOmio- 
patia, di persone, percio diro, che unite da una stessa fede, accor- 
rono dai migliori centri delle Nazioni le piu civilizzate, per raffer- 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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marsi potenza di benefizio e di progresses Si osserva, si discute, 
si impara, e, non v’e dubbio, si ritorna migliori. Non illudiaraoci 
che alio stato presente della medicina la grande veriti millenaria, 
da Hahnemann ridotta a teoria, venga ad imporsi e farsi strada 
fra le variazioni microbiche e sieropatiche accennanti ad una evo- 
luzione dell’antica Scuola; ne ci lusinghi quest’apparente abban* 
dono della lotta, che dopo i ripetuti e vani tentativi di sopraffarci 
e distruggerci, con tutta la preponderanza della posizione offi- 
ciale, potrebbe essere null’altro che la congiura del silenzio e 
della noncuranza. Ogni giorno uno dei nostri medicamenti, sotto 
la speciosa forma di progresso, ci viene preso dall’allopatia; cio 
non toglie che ostinatamente, sistematicamente la dura parola 
omiopatia, venga proscritta dall’ambiente officiale, e flno a ieri, 
possiamo dire, ogni medico omiopatico, almeno da jioi, veniva 
escluso da ogni distinzione o carriera negli Ospedali o nelle Uni¬ 
versity. Sia lode a quella saggia disposizione governativa che in 
omaggio alia giustizia venne data anche da noi in Italia, conce- 
dendo all’ottimo collega nostro dott. Cigliano di dettare lezioni 
di materia medica, secondo la legge dei simili, in una delle sale 
dell’UniversiU napoletana. La luce e tale, ancorche il cieco non 

la veda, e.tutti noi sappiamo che l’amico Cigliano e buon ocu- 

lista. Auguriamoci che I’efficace e persuasiva sua parola sia la 
pietruzza nel lago. 

L’inaugurazione del Congresso ebbe luogo la sera del 3 agosto 
nel vasto ed elegante ridotto di Queen’s Hall, a Langham place. 
Una geniale ed attraente serata di ricevimento venne offerta agli 
omiopatici dall’onorando Presidente dott. Pope, che unitamente 
alia gentile sua Signora accoglieva cortesemente gli arrivanti, di 
mano in mano che un domestico ne annunziava, per nome, l’in- 
gresso nel salone. Una elettissima raccolta di dame e signorine 
nelle pih splendide toelette circolava nell’ambiente brillante di 
luce e di animazione. Sopra due lunghe tavole, ed un impalcato 
a semicerchio stavano graziosamente disposti, in proporzioni da 
ninnoli, la piii parte degli attrezzi dell’Ospedale di Londra, e piu 
specialmente quelli destinati alle sale pei bambini. Erano piccole 
culle col loro malatino seduto o coricato, coi minuscoli attrezzi 
ortopedici od i bendaggi adattati; erano pupattole raffiguranti 
le infermiere nel loro costume lindo e grazioso; modelli di 
stanzine per cure speciali, per 1* idroterapia, per le operazioni 


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L r OMIOPATIA IN ITALIA 


chirurgiche, per la ricreazione; era infine tutto un gentile richiamo 
di quel grande Ospedale modello nel quale la beneficenza degli 
Omiopatici Inglesi ha profuso con saggio criterio e dovizia tutto 
quanto pu6 desiderarsi per questi Tempii del dolore, per solito 
cosi lugubri e melanconici. Con delicato pensiero di chi ha orga- 
nizzato questa festa di ricevimento, erano presenti e con noi, sei 
fra le infermiere dell’Ospedale, le belle testine ed i volti intelli¬ 
gent! ornati della Candida cuffietta di uniforme. Uno degli estremi 
Iati del Salone era occupato dalle tavole di un ricco buffet, ser- 
vito a profusione durante l’intiera serata, alia quale hanno gaia- 
mente preso parte ben 300 invitati. Attrattive speciali della serata 
furono un concerto a voci sole, di grande effetto musicale, e gli 
esperimenti di Rontgen, tenuti in apposita sala dal congressista 
Smith. 

A1 domani, 4 agosto, si tenne la prima seduta del Congresso. 

II Presidente dott. Pope inizid i lavori con un elevato discorso 
alia presenza di 140 congressisti, e si venne, in seguito, alia 
nomina delle cariche ufficiali. 

Risultarono eletti: 


Pres, onorario: Dott. Dudgeon. — Pres, effettivo: Dott. Pope. 

— Vice-Pres.: Dott. Dyce Broavn, Dott. Bushrod James, 
Dott. J. H. Me. Lelland, Dott. Leon Simon e Dott. A. Villers. 

— Segretario permanente: Dott. Hughes. — Segretari locali: 
Dott. A. E. Hawkes, Dott. Dudley Wright. 

Membri effettivi del Congresso, intervenuti: 


Gran Bretagna — Islanda. 


Dr. Alexander, Southsea. 

„ F. S. Arnold, Manchester. 

„ Barrow, Clifton. 

, C. H. Blackley, Southport. 

„ Galley Blackley, Londra. 

, Burford, Londra. 

, Burwood, Londra. 

, Gibbs Blake, Birmingham. 

, Bradshaw, Londra. 

„ Dyce Brown, Londra. 

, Carfrae, Londra. 

„ G. W. Chapman, Londra. 

„ Clarke, Londra. 

„ Clifton A. C., Northampton. 


Dr. Clifton F., Sheffield. 

, Clifton G., Leicester. 

* Cooper, Londra. 

, Percy Cox, Manchester. 

Mr. Spencer Cox, Londra. 

Dr. Croucher, St. Leonard’s. 

, Daniels, Lee, Londra. 

„ Roberson Day, Londra. 

, Dudgeon, Londra. 

* Duke, Worthing. 

, Washington Epps, Londra. 
, Gilbert, Reigate. 

„ Goldsbrough, Londra. 

, Greig, Wakefield. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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Dr. Hall, Surbiton, 
a Harper, Londra. 

• Hawkes, Liverpool, 
a Hawkes, Ramsgate. 

, J. D. Hayward, Liverpool, 
a J. W. Hayward, Birkenhead, 
a Hughes, Brighton, 
a Jagielski, London, 
a Johnstone, London, 
a Lambert, London, 
a McLachlan, Oxford, 
a Macnish, London, 
a Madden, Bromley. 

, Byres Moir, London. 

„ Molson, Wimbledon, 
a Murray Moore, Liverpool. 

, Murray, Folkestone. 

„ F. Nankivell, Sydenham, 
a H. Nankivell, Bournemouth, 
a E. A. Neatby, London, 
a Neild, Tunbridge Wells, 
a Newbery, London, 
a Nicholson, Clifton, 
a Norman, Bath, 
a Ord, Bournemouth. 

Stati Uniti 

Dr. Besemer, Ithaca, N. Y. 
a J. F. Betts, Philadelphia, 
a Bingamen, Pittsburg, 
a Brewster, Baltimore. 

, Alice B. Brown, Chicago, 
a J. H. Carmichael, Philadelphia, 
a Harriet Chapman,East Cleveland. 

« Colgrove, Willimantie, U. S. A. 
a Copeland, Ann Arbor, 
a Estus Denel, Chittanango, N. Y. 
a Dewey, New York, 
a Duffield, Hantsville, Alabama, 
a Edmondson, Pittsburg, 
a Emerson, Boston. 

• Horner, Pittsburg. 

a T. S. Hoyne, Chicago. 

« Bushrod James, Philadelphia. 

• Jones West Chester, Pa. 

« Frank Kraft, Cleveland, 0. 


Dr. Pope, Grantham, 
a Pullar, London, 
a Purdom, Croydon, 
a Ramsbotham, Leeds, 
a Cash Reed, Plymouth, 
a Lestock Reed, Watford, 
a Renner, London, 
a Roche, Norwich, 
a H. Saunders, London, 
a Searson, Ealing. 

Mr. C. Knox Shaw, London, 
a Frank Shaw, St. Leonard’s, 
a Gerard Smith, London. 

Dr. Gordon Smith, Liverpool, 
a Stonham, London, 
a Suss-Hahnemann, London, 
a Wilkinson, Windsor, 
a G. Wolston, London. 

Mr. Dudley Wright, London. 

Irlanda. 

Dr. George Scriven, Dublin. 

Scozia . 

Dr. Wolston, Edinburgh. 
d’ America. 

Dr. James Krauss, Boston. 

. W. H. King, New York, 
a 0. D. Kingsley, New York, 
a J. H. McLelland, Pittsburg, 
a C. H. Nichols, Worcester, Mass, 
a A. B. Norton, New York, 
a Perkins, Chester, Pa. 

, D. J. Roberts, New Rochelle, 
a Rogers, Chicago, 
a George Shaw, Plymouth, Mass. 
, Cornelia Strettler, Chicago, 
a Harriet Symonds, East Cleve¬ 
land, 0. 

a Walter Wesselhoeft, Cambridge, 
Mass. 

a Mary Hall Williams, Boston, 
a Nancy T. Williams, Augusta, 
Maine. 

a T. Hartley Winslow, Chicago! 


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LOMIOPATIA IN ITALIA 


Eu 

Belgio. 

Dr. Lambreghts (fils), Antwerp. 

,, Mersch, Bruxelles. 

„ Nyssens, Bruxelles. 

* Schepens, Antwerp. 

Danimarca. 

Dr. Oscar Hansen, Copenhagen. 
Francia. 

Dr. Cartier, Paris. 

„ Giles, Cannes. 

„ Leon Simon, Paris. 

Germania. 

Dr. Kranz-Busch, Wiesbaden. 

* Kroner, Potsdam. 

* Villers, Dresden. 


OPA. 

Grecia. 

Dr. George Trochaius, Athens. 
Olanda. 

Dr. Von dem Borne, Amsterdam. 
, J. Koester, Amsterdam. 

Italia . 

Dr. Fagiani, Genova. 

Russia. 

Dr. Brasol, Petersburg. 

„ von Dittmann, Petersburg. 

„ Drzewiecki, Warsaw. 

Svezia. 

Dr. Isaac Hajemark, Stockholm. 
Svizzera . 

Dr. Emile Batault, Ginevra. 


II dott. Ricardo Hughes, segretario, da lettura dei rapporti 
pervenutigli circa lo stato delPOmiopatia nei diversi paesi. 
Brevemente cerchero di riassumerli. 


Germania. — Relazione del dott. Kroner di Potsdam. 

Molti lavori omiopatici important! furono pubblicati in Ger¬ 
mania dopo il 1891; tra gli altri: 

Frans Hausman's kleine Schriften del dott. Bojanus; 

Innere Heilkunst bei sogenannten chirurgischen Krankheiten 
del dott. Schlegel di Tubingen ; 

Handbuch der Homdopathischen Praxis del dott. Puhlmann 
di Lipsia. 

Un gran numero di traduzioni tedesche d’opere inglesi ed 
americane. 

Facciamo ancora menzione d’alcuni lavori importanti tra i 
quali quello sulla Tubercolina di Koch pel dott. Sick, le Espe- 
rienze fisiologiche di Jaeger. Le pathogdnesie de vinca minor , 
ranunculus ecc. pel dott. Schier di Magonza. 

Sono inline a notarsi diverse pubblicazioni allopatiche 
che riconoscono la verity dell* omiopatia: Aufgabe und ziel 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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der modernen Therapie , e Studien zur pharmacodynamik 
der Schwefels pel dott. Schutz profe9sore alTUniversita di 
Greifswald ; 

Das biologische Grundgesetz pel dott. Arndt, professore alia 
stessa university; 

Electro-therapeutische Studien e Die homdopatische Arznei- 
mittellehre , pel dott. Sperling, di Berlino. Oligodynarnische 
Wirkungen pel professore *Naegeli. 

Esistono in Germania 400 medici omiopatici formanti la Society 
central© ed un gran numero di society omiopatiche laiche. Tre 
giornall omiopatici scientific: Die allgemeine homdopatische 
Zeitung di Leipzig, Zeitschrift des Berliner Vereines homdopa - 
tischer Aerzte , Archiv fur Homoopathie di Dresda. 

Vi sono inoltre molte pubblicazioni popolari: 

Populare Zeitschrift fur Homoopathie , e Hahnemarmia. 

L’ospedale omiopatico di Lipsia ricovera annualmente240 am- 
malati. 

II dispensario omiopatico di Lipsia e frequentato da 2500 am- 
malati. 

II Dispensario del dott. Schwabe da 6000. 

II Dispensario omiopatico di Berlino da 7500. 

Molte citty tedesche possiedono ospedali e dispensari omio¬ 
patici. 

A Berlino b aperta una sottoscrizione pubblica per fondare un 
ospedale omiopatico. 

Anstria-Ungheria. — Relazione del dott. Kafka di Carlsbad. 

L’omiopatia non fece grandi progressi nell’Austria durante 
questi ultirai cinque anni. II numero dei nuovi aderenti e molto 
ristretto, perche i professori della scuola official© si mostrano di 
una grande severity verso gli studenti che si mostrano favorevoli 
all* omiopatia. Tra i medici omiopatici defunti ricordiamo il 
dott. von Hartungen di Vienna; Kafka padre di Praga, e Proell 
di Gastein. 

. In Ungheria venne alia luce un nuovo giornale omiopatico 
intitolato: Homoeopathia sotto la direzione di Haszlinsky colla 
collaborazione del dott. Bakody di Pest e di von Sxontagh di 
Balogh. Ricordiamo ancora un trattato sui rimedi omiopatici, 
del dott. Sperling. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Belgio. — Relazione del dott. Schepens d’Anversa. 

II numero dei medici omiopatici s'e sensibilmente accresciuto 
dopo il 1891, malgrado la raancanza di corsi teorici e clinici: 
molti fra questi medici coltivano le speciality. Le farmacie omio- 
patiche diventano molto numerose nelle varie cittA. 

Defunti sono i dott. Demulder di Bruxelles; van Campenhaut 
d’Anversa; Planquart di Tournai; Seuiin farmacistae president© 
onorario Association Centrale des Homoeopathes Beiges . 

II fatto pi4 important© e la fondazione in Anversa d’un dispen- 
sario omeopatico officiate votato dal Consiglio municipale a voti 
quasi unanimi, malgrado la viva opposizione dei medici allopatici 
della citU. L’affluenza degli ammalati fu tale che 1* « Admini¬ 
stration du Bureau de Bienfaisance ** nel 1894 si vide costretta 
a nominare un secondo medico omiopatico. II numero di prescri- 
zioni omiopatiche da 2900 che erano nel 1892, salirono nel 1895 
a piu di 7000. Nelle principali cittA esistono poi dispensari 
privati. 

Un secondo fatto important© & la fondazione del Journal 
Beige d'Homoeopathies che ottenne una medaglia d’argento al 
congresso d’Amburgo. 

La Rivisla Omeopatica Belga , edita dal dott. Martiny di 
Bruxelles entra nel suo ventiquattresimo anno di vita. Come pub- 
blicazioni ricordiamo: La cure maritime et ses rapports avec la 
Homoeopathies pel dott. Martiny. 

Esistono due fiorenti society omiopatiche: « Le CercleHomoeo- 
pathique des Flandres*, a Gand, el** Association Centrale des 
Homoeopathes Beiges », a Bruxelles. 

Ripetuti tentativi furono fatti dai membri del Parlamento per 
ottenerela creazione d’una cattedra d’omiopatia nelle University 
dello Stato ; finora le pratiche approdarono a nulla. 

Al Congresso di Beneflcenza tenuto a Mons nel 1895, l’as- 
semblea voto aU’unanimity il diritto pei poveri sovvenuti dalla 
pubblica assistenza, di farsi curare col metodo che preferiscono. 

Olanda. — Rapporto del dott. Von dem Borme, d’Amsterdam. 

Vi sono due medici omiopatici ad Amsterdam: i dott. Munting 
e Von dem Borme; uno ad Aja: il dott. Voorhoeve; due a 
Utrecht: i dott. Van Roogen, e Gruber; uno a Rotterdam: il 
dott. Kallembach. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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Le grandi citti olandesi come Haarlem, Dordrecht, Middle- 
bourg, Groningen, ecc., possiedono un gran numero di partigiani 
dell’omiopatia; disgraziatamente v’ha penuria di medici omiopatici. 
S’£ formata ad Aja una « Society per la propagazione della 
Omiopatia *»: essa fornisceai giovani medici i mezzi necessari per 
studiare 1’oraiopatia all’estero e fa i passi necessari per ottenere 
l’insegnamento omiopatico nelle University. 

Franoia. — Relazione del dott. Cartier di Parigi. 

L’omiopatia ha fatto pochi proseliti fra i giovani medici 
mentre invece deplora numerose perdite, fra queste notiamo quella 
dei dott. Charge, Chancerel, Cretin, Fredault, Leon Simon, 
Ozanam, ecc. 

Vi sono a Parigi 65 medici omiopatici e numerose farmacie 
omiopatiche. L’omiopatia e meno bene rappresentata in provincia. 

L 'hdpital Hahnemann , situato nel parco di Neuilly & disposto 
per 40 letti; nel 1895 vi furono dati 16,000 consulti gratuiti. 

L "hdpital St-Jacques, rue des Volontaires, contiene 60 letti. 
Nel 1895 furono ammessi 343 ammalati e la mortalita fu del 7 °/ 0 . 
II numero dei consulti gratuiti sail a 10,518. 

L 'hdpital St-Luc a Lyon s’ingrandl recentemente e ricovero 
nel 1895 192 ammalati. Furono dati 20,130 consulti gratuiti. 

Le dispensaire d'Alixe-Love pei bambini ammalati, situato a 
Montmartre (Parigi), ha dato nel 1895 15,000 consulti. 

Au dispensaire de la rue Pigalle , diretto dal dott. Chancerel, 
furono dati nel medesimo anno, 19,150 consulti gratuiti. 

Oltre a questi dispensari la maggior parte delle farmacie 
possiedono dispensari gratuiti ed a pagamento, ed a questi gli 
ammalati accorrono numerosissimi. 

Riassumendo, si & avuto a Parigi, durante 1’anno i 895, 
500 ammissioni negli ospedali e 103,473 consulti nei diversi 
dispensari omiopatici. 

Le due society omiopatiche di Parigi: la Society homoeopa- 
tique de France e la Societe Hahndmanienne federative si son 
fuse assieme l’anno scorso sotto il norae di Societe frangaise 
de homoeopathic che ha per organo la Rivista omeopatica 
francese. 

L 'art medical pubblicata dal dott. Jousset continua ad uscire 
mensilmente. 

o 


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l’oMIOPATJA IN ITALIA 


Oran Bretagna. — Rapporto del dott. Goldsbrough di 
Londra. 

A parte una viva poleraica nelle colonne del Times fra 
omiopatici ed allopatici a proposito del * nitrato d’uranio 
I’oraiopatia ebbe un periodo di assoluta calma dopo il 1891. 

La Gran Bretagna conta circa 300 medici omiopatici. — 
Morti: Dott. Mathias Roth, Drysdale, Geldham, Sharp, ecc. 

Uno dei fatti pift importanti b la ricostruzione delTOspedale 
Omiopatico di Londra, di cui i congressisti hanno recentemente 
ammirato la superba disposizione. II numero degli entrati fa di 
1000 durante il 1895; furono dati 14,027 consulti gratuiti. 

La Gran Bretagna conta numerosi Ospedali omiopatici: e 
specialmente: 

Bath homoeopathic hospital , con 141 ammalati e 8309 con- 
salti gratuiti nei 1895; 

Birmingham homoeopathic hospital , con 247 ammalati e 
15,981 consulti; 

Easterbourne . Leas homoeopathic hospital , con 75 am¬ 
malati ; 

Bromley . Philips Memorial Hospital con 82 ammalati entrati 
e 1721 consulti; 

Liverpool . Hahnemann hospital , con 437 ammalati e 
68,167 consulti; 

Plymouth . Devon and Cornwall homoeopathic cottage 
hospital , con 93 ammalati e 11,437 consulti; 

St-Leonards. Buchanam cottage hospital con 199 ammalati; 

Tunbridge - Wells. Homoeopathic hospital and dispensary , 
con 81 ammalati e 2192 consulti; 

Bournemouth . Hahnemann home and dispensaries , con. 
132 ammalati e 2618 consulti. 

Esistono inoltre numerosi dispensari specialmente a Brighton, 
Croydon, Exeter, Folkestone, Torquay, Weston-Super-Marc* 
Chester, Hull, Oxford, Norwich, Wirral, ecc. 

La societa omiopatica britannica e fiorentissima e conta 
219 membri; b divisa in tre sezioni che s’occupano rispettivamente 
della materia medica e della terapeutica, della medicina in gene¬ 
rate e della patologia, della chirurgia e della ginecologia. 

. Sonvi poi ancora piccole society omiopatiche, tra le quali the 
Liverpool homoeopatic medico-chirurgical society . 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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I giornali omiopatici sono : 

The monthly homoeopathic reviev. 

The homoeopathic World . 

The London homoeopathic hospital reports. 

The journal of the British homoeopatic society. 

Come lavori citeremo: 

II compimento della Cyclopaedia of druy-pathogenesy del 
dott. Hughes. 

Una nuova traduzione dell Organon pel dott. Dudgeon. 

Hahnemann's Therapeuthic hints , dello stesso autore. 

Qualche monografia come: 

The greater diseases of the liver , gout and its cure , the cure 
of consumption ,pel dott. Burnett. 

Rheumatism and sciatica , diseases of the heart and arteries , 
nuova edizione di Prescribes pel dott. Clarke, ecc. 

India. — Rapporto del dott. Mahendra Lar Sircar di Calcutta. 

Nell’India vi sono 60 medici omiopatici, dei quali 30 sono 
stabiliti a Calcutta e nei dintorni. Disgraziatamente un gran 
numero di persone non munite di regolare diploma praticano 
Tomiopatia apportando un danno immenso alia dottrina di 
Hahnemann. 

Vi sono corsi puramente teorici in due scuole omiopatiche a 
Calcutta. 

L’ospedale omiopatico di Calcutta ha cessato d’esistere. A1 
dispensario gratuito furono dati 8220 consulti durantel’anno 1895. 
Le farmacie omiopatiche sono raolto numerose. 

Esiste un giornale omiopatico intitolato «The Calcutte 
Journal of Medicine 

Tra i lavori piii importanti citeremo una memoria su Aca- 
lypha indica. 

Australia. — Rapporto del dott. Ray di Melbourne. 

L’ospedale omiopatico di Melbourne ha ricoverato nel 1895 
417 ammalati; la mortality fu del 6,71 °/ 0 . Merita considerazione 
la sezione chirurgica. Nel 1895 furono fatte 300 operazioni. II 
numero di consulti gratuiti sail a 100 al giorno. I medici omio-; 
patici di Melbourne e dintorni fondarono una societa e si riuni- 
scono ogni tre mesi. : 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Sonvi poi ancora molti raedici omiopatici nelle diverse pro- 
vincie: New South Wales, South Australia, Queensland, Western 
Australia, Tasraanie, Lannceston. 

Italia. — Rapporto del dott. Bonino di Torino. 

LTtalia conta 3 society omiopatiche: 

1° Accademia medica omiopatica di Palermo , 100 membri 
di cui 10 raedici. 

2° Instituto omiopatico italiano , societi riconosciuta offi¬ 
ciate per decreto reale, con sede a Torino. 

3° Sociela Hahnemanniana italiana con sede a Roma. 

A Torino v'e un piccolo ospedale omiopatico di 7 letti. Si ebbe 
un lascito di 150,000 lire per creare nell’Ospedale di Verona un- 
servizio omiopatico. 

Esistono dispensari omiopatici a Roma, Venezia, Torino, 
Napoli e Palermo. 

I medici omiopatici sono in numero di 52. 

Le pubblicazioni periodiche sono: 

Rivisla omiopatica . 

UOmiopatia in Italia . 

La salute. 

II secolo omiopatico , pubblicato dal 1891 al 1893. 

Tra i lavori citeremo: 

Trattato di Terapia omiopatica , del dott. Pulhmann, tra- 
duzione del dott. Bonino. 

Grande Repertorio clinico omiopatico , del dott. Cigliano. 

Ristampa del Trattato elementare d'omiopatia , del dottore 
Liberali. 

Ricordi omiopatici per famiglie , del dott. Cigliano. 

Primi studi di materia medica secondo la legge dei simili , 
pel dott. Bonino. 

I!Omiopatia nelle famiglie , del dott. De Nobili. 

Portogallo. — Relazione di Neriz de Vasconcello, di Oporto. 

NeH’Ospedale di St-Antonio ad Oporto due sate di donne sono 
affidate alia cura omeopatica. 

V’ha tuttavia in Oporto un ospedale privato pei bambini am- 
malati, dove il trattamento e esclusivamente omiopatico. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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A Lisbona v’e uno stabilimento privato « Casa di salute * in 
cni gli ammalati possono farsi curare, se lo vogliono, da medici 
omiopatici. 

II Portogallo conta 30 medici omiopatici conosciuti; esistono 
3 farmacie omiopatiche a Lisbona e 2 ad Oporto. 

II Duca di Saldanha allorchfc era primo ministro aveva inte- 
ressato le University di Lisbona, Oporto, Coimbra ad introdurre 
l’omiopatia nel loro insegnamento, ma queste si opposero con 
categorico rifiuto. 

Russia. — Relazione del dott. Brasol di Pietroburgo. 

Quasi in tutte le grandi cittA russe esistono farmacie omiopa- 
tiche ben impiantate, ed in cui la cifra degli affari aumenta tutti 
gli anni. 

Esistono 2 society principali: la * Society dei Medici omiopa¬ 
tici * e la Societa dei partigiani della omiopatia **. 

• La society dei medici omiopatici fondo a Pietroburgo un 
dispensario frequentato nel 1895da 11,102ammalati poveri. Fondd 
inoltre nella stessa cittA un piccolo ospedale omiopatico di 10 letti. 

La society dei partigiani dell’omiopatia ha pure aperto un 
dispensario che fu frequentato nel 1895 da 19,974 malati. Fece 
ora costruire a Pietroburgo un ospedale capace di 50 letti, e sard 
inaugurato l’anno venturo. 

Esistono poi ancora molte altre society di minor importanza. 

A diverse riprese comparvero nei giornali politici, violenti 
attacchi contro Toraiopatia; tutti per6 furono vittoriosamente 
combattuti dai medici omiopatici. 

L’accademia medica russa aveva proibito la pubblicazione di 
opere omiopatiche; quest’atto arbitrario naturalmente fu subito 
annullato dal ministro degli interni, grazie ad una petizione della 
society dei medici omiopatici. 

Vi sono in Russia 50 medici omiopatici, di cui 14 a Pietro¬ 
burgo, 7 a Mosca, 5 a Varsavia, 4 ad Odessa, ecc., ed un gior- 
nale omiopatico intitolato * 11 medico omiopatico *. 

Svizzera. — Relazione del dott. Batault di Ginevra. 

La Svizzera conta 20 medici omiopatici. 

Gli omiopatici di lingua tedesca formano una society e si 
riuniscono 2 volte all’anno. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


II dott. Lugenbiihl, medico omiopatico, fondo a Miihlenen 
neU’Oberland Bernese presso al lago di Thun uno stabilimento 
per le persone nevrasteniche o colpite da altre malattie croniche. 
I rapporti tra medici omiopatici ed allopatici sono molto tesi a 
Zurigo, dove la society di medicina ha vietato ai suoi membri di 
accettar consulti con un omiopatico. A Berna e Ginevra i rap¬ 
porti sono piu amichevoli. NeH’Oberland molti contadini fanno 
curare il loro bestiame coll’omiopatia. 

La relazione degli Stati Haiti non essendoci pervenuta la 
daremo in riassunto nel prossimo numero. 

a deplorare che certi paesi come la Spagna ed il Messico 
dove I’omiopatiacontapure gran numero di partigiani, non abbiano 
creduto dover indirizzare una relazione al Congresso di Londra. 

Per la Danimaroa riferi il dott. Hansen, osservando, che non 
erano avvenuti essenziali mutamenti. 

Sull'Australia fece rapporto il dott. W. B. Ray di Melbourne. 
Secondo il medesimo crebbe il numero dei medici. Nel 1890 ebbe 
inaugurazione un Ospedale costrutto sopra terreno conceduto 
dalla Reggenza coloniale. In breve crebbe in rinomanza per i 
felici risultati conseguiti nella febbre tifoide in confronto degli 
altri ospedali. 

Nelle altre provincie e meno considerevole il numero dei 
medici, che non mancano pero in verun luogo, e potrebbero con- 
seguire effetti maggiori se avessero fra loro piu salda coesione. 

Sul Ganadh riferi il dott. Giorgio Logan di Ottawa. Nel 1887 
gli omiopatici apersero in Toronto una policlinica ed il suo suc- 
cesso fu tale che nel 1890 si pote aprire un piccolo Ospedale. 

Nel 1892 dovettero gi& costrurre un nuovo edificio ed ora si 
ha TOspedale Grace in Toronto con 100 letti e camere private. 

Nel rapporto 1892-93 furono ricevuti 423 malati con una 
mortality di 72. Lo Stato accorda un piccolo sussidio, pel rima- 
nente provvedono i fautori deiromiopatia. Il permesso accordato 
a ciascun medico di trattare il proprio cliente nelle camere pri¬ 
vate, non esclusi i medici delTaltra Scuola, ebbe felice conse- 
guenza, che il contraccambio venne introdotto anche in alcuni 
ospedali allopatici, per cui in Ottawa nelle camere private 
ciascun medico omiopatico nell’Ospedale Governativo puo curare 
i proprii clienti. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


23 


A Montreal esiste un Ospedale con 25 letti non che una poli- 
clinica omiopatica. Perfino in Manitoba e nella Colombia inglese 
la nostra Scuola e rappresentata e dovunque e notevole l’affluenza 
dei malati ai medici omiopatici. 

Dopo che fu passata la rassegna dei precedent rapporti, il 
President© onorario dott. Dudgeon soggiunse, che a parer suo la 
diffusione della omiopatia procede parallela alia coltura del pub- 
blico. Deplora, che nel suo proprio paese, la Scozia, la nostra 
dottrina non sia abbastanza rappresentata, pero da molteplici 
comunicazioni avute spera in un prossimo miglioramento della 
situazione. Non bisogna dimenticare, che i nostri nemici, divisi 
nel proprio seno, si riuniscono nel comune malvolere verso noi 
omiopatici. Conviene raddoppiare di zelo, appellarsi al pubblico 
colle produzioni in forma scientifica e popolare, reagire energi- 
camente contro gli attacchi, dal che neemergera che taluni, non 
fosse che per amore di noviti, si staccheranno dalle file avver- 
sarie per passare a noi. 

L’ordine del giorno seguiva: - Prospettive dell’omiopatia 
nello stato presente e mezzi migliori per promuoverla ». 

II dott. Villers, uno fra i relatori, esordisce continuando la 
sua campagna contro i dilettanti laici (1) e deplorando rinsuffi- 
ciente coltura dogmatica presso i medici omiopatici stessi. Pro¬ 
pone, che in ogni paese si istituiscano centri didascalici, ove i 
nuovi adepti possano ricevere gli schiarimenti e consigli neces- 
•ari per la via ora intrapresa. Sembra che, secondo Ijoi, una tale 


(1) Non v’ha dubbio che teoricamente il nostro amico e collega dottor 
Villers poggia sul vero sostenendo, che la via piu naturale e spedita alia 
ammissione dell’ Omiopatia per parte dei nostri colleghi dell’altra scuola, 
sarebbe la dimostrazione della razionalitk della nostra dottrina, ma egli 
dimentica, oppure non calcola abbastanza il disdegno a priori dei mede- 
simi di conoscere in che cosa essa consista. Quindi, come gia piu volte 
abbiamo esposto, occorre pure che tardi o tosto la loro vita professionale 
si pieghi alle convinzioni del pubblico, spesso preparato dagli argomenti e 
dai fatti dei cosi detti dilettanti e talvolta molto zelanti dell’omiopatia. 
Dacchfc noi non possiamo ne dobbiamo renderci mallevadori di quanto 
questi alTermano od operano, non conviene per altro osteggiarli nel lavorlo 
di preparare l’opinione pubblica a favore della nostra causa, non foss’altro 
che ribattendo le stolte obbiezioni mosse dall’ ignoranza alta e bassa 
(Red. D. B.). 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


impresa sia prossima a realizzarsi in Germania, ancorchi per la 
differente condizione delle cose non sia rispondente ai collegi 
degli Stati Uniti. Insiste infine eccitando i medici a pretendere 
che i clienti guariti smettano il silenzio comunemente osservato, 
ma si facciano araldi dell’azione curativa dell'omiopatia. 

II dott. Mac. Lelland da Pittsburg osserva, che in America 
Tomiopatia non incontro Tostruzionismo degli altri paesi ed al suo 
progresso contribui assai la fondazione di ospedali e l’organizza- 
zione di society il che costo ai propagandist! non poco coraggio e 
perseveranza. fiero di poter dire che le scuole omiopatiche pri- 
meggiano per coltura e stanno allspice del movimento scientifico. 
I migliori risultati conseguiti coi nostri medicamenti compiono il 
resto della diffusione. 

Il dott. Brasol di Pietroburgo ammette, che la tattica per la 
diffusione dell’omiopatia possa differire secondo i paesi. A mente 
sua due sono le vie a percorrere, la prima delle quali consiste 
nel tenere discorsi popolari, ove possono pure essere attratti 
come uditori medici, a fine di dimostrare in che consista e dove 
tenda l’omiopatia. Con tal mezzo cresce il numero degli aderenti 
a segno che in fine sotto la pressione della pubblica opinione 
anche il ceto medico non puo disconoscere le nostre opere e la 
nostra dottrina. L’altra via sarebbe quella di inviare ai colleghi 
allopatici i fascicoli, pubbliGazioni ed anche lavori di maggior 
lena nella speranza che ne traggano qualche profitto avvicinan- 
dosi alia nostra scuola. Poscia prendendo occasione dal cente- 
nario delTomiopatia, che ricorre appunto in quest'anno, propone 
al Congresso di celebrarlo con qualche atto perenne e per venire 
ad un fatto concrete sarebbe d’avviso che si erigesse un degno 
monumento sulla tomba di Hahnemann, che ora trovasi quasi 
abbandonata a Montmartre. (In seguito a questo eccitamento 
venne, in seduta posteriore, nominato un Comitato composto del 
dott. Brasol presidente, dott. Cartiez segretario, dei dottori 
Hughes, Bushrod e Villers, auspice la society omiopatica 
francese). 

Il dott. Hayward pensa che, ad eccezione degli Stati Uniti 
d'America, il termine * fiorente *» non si potrebbe applicare alia 
omiopatia. 

Tranne Londra e parecchie altre locality la nuova scuola non 
e abbastanza agguerrita per lottare con successo contro Toppo- 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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sizioQe, l’ostruzionismo e l’inerte massa della scuola antica, a 
soverchiare la quale non sar& cosa la pi& agevole neanco in 
Inghilterra. 

II miglior partito sarebbe quello di fondare una scuola di 
fronte all’altra e dove s’insegnasse l’azione medicamentosa e l’uso 
dei farmaci come suolsi nella scuola avversaria, bencM non 
conosca il modo di realizzare questo bisogno. 

II dott. Duffield di Hantsville & d’avviso che i malati guariti 
coll’omiopatia sono i migliori portavoce, i piii abili lottatori, 
annunziando gli effetti ottenuti. 

II dott. Von Dittmann di Pietroburgo appoggia la proposta 
di Brasol di erigere un monumento sulla tomba di Hahnemann 
nominando a tal uopo un comitato. 

II dott. Leon Simon espone che la Society omiopatica francese 
aveva giA aperte trattative in tal senso ed era pronta a concorrere 
ad una sottoscrizione relativa. 

II dott. Clark & lieto che il dott. Brasol abbia esternata tale 
idea. Rileva la convenienza di festeggiare il centenario della 
omiopatia coll’ereiione di convenevole monumento sulla tomba 
di Hahnemann. Aggiunge che ben a ragione Brasol puo parlare 
di diffusione dell* omiopatia essendo note le sue letture e le 
discussioni sostenute a Pietroburgo col piii grande successo. 
Il dott. Clark condivide l’opinione di Duffield, che il miglior mezzo 
di diffusione sta nelle guarigioni omiopatiche e col peritarsi di 
rendere il pubblico edotto sul valore deiPomiopatia. Disapprova 
Pidea di coloro che vorrebbero mascherare la secessione dalla 
scuola ufficiale, anzi crede che se gli omiopatici fossero com- 
patti e tenessero fronte al pubblico nulla avrebbero a temere. 

Il dott. Goldsbrough lamenta che lottando manchi la tenacity 
nei propositi formulati in principio di carriera. 

Dopo parecchie altre osservazioni il dott. Bushrod chiude la 
discussione dichiarando essere questione di unione e perseve- 
ranza negli sforzi di convertire il pubblico, dacchd ottenuto 
questo i medici saranno rimorchiati loro malgrado. 

Prima di passare alia relazione delle sedute indette per la 
discussione degli argomenti scientifici, pu6 parere convenient© 
di far un cenno sulla riunione d’affari che ebbe luogo alia fine 
delle sedute, cioe nel pomeriggio di sabato nelPospedale. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Statistica del Congresso . 

Dal rapporto presentato dal dott. Hughes (vedi sopra) risulta 
che il Congresso fu rappresentato da^l40 membri; 78 d’lnghil- 
terra, 41 degli Stati Uniti, 4 del Belgio, 3 di Germania, 5 di 
Francia, 3 di Russia, 2 d’Olanda ed 1 di Svizzera, Italia, Dani- 
marca, Grecia e Svezia. Quindi rapporti furono presentati sopra 
la storia dell’omiopatia nei vari paesi, 27 memorie, e 18 furono 
oggetto di discussione. 


Sede del prossimo Congresso. 

II dott. Hughes osserva che secondo il solito procedimento il 
prossimo Congresso dovrebbe essere tenuto nel continente, e che 
tre domande erano state inoltrate a tale scopo. Una di esse pro- 
veniva dalla society omiopatica francese colla modificazione che 
Tassemblea dovesse riunirsi nel 1900 a vece del 1901 in consi- 
derazione della esposizione universale. La seconda partiva da 
Pietroburgo e la terza da Berlino. A nome della societi omiopatica 
francese, il dott. Leon Simon rinnovail cordiale invito pel 1900; 
il dott. Brazol, parlando pure a nome degli omiopatici di Pietro¬ 
burgo, esprime il desiderio che il Congresso abbia a tenersi a 
Pietroburgo, ove i membri sarebbero ricevuti a braccia aperte; 
ed il dott. Kroner ripete lo stesso in favore di Berlino. 

Dopo una breve discussione in ordine al mutare la data dal 
1901 al 1900, si addivenne a votazione col seguente risultato: 
Parigi 15, Germania 3, Russia 3, per cui si proclamo Parigi 
come sede del prossimo Congresso nel 1900 ed il dott. Leon Simon 
col ringraziare per la scelta assicura che gli omiopatici francesi 
faranno del loro meglio per assicurare il successo al 6° quin- 
quennale Congresso. 

Organizzazione del Congresso. 

Il Presidente espone, che oggigiorno il Congresso non pos- 
siede organizzazione pratica, al che deve tendere se vuole avere 
vitalita e permanenza. Con tale proposito il dott. Blackley, a 
nome del Coraitato, presenta le seguenti norme, che la presidenza 
sottopone alTesame dei convenuti. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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I membri del Congresso ora convenuti accettano il seguente 
statuto esprimente il carattere ed il modo di procedere delle 
riunioni quali furono nel passato e potrebbero essere in avvenire. 

1° I Congressi omiopatici quinquennali sono affatto indi- 
pendenti fra loro e stanno sotto la direzione dei vari paesi ove 
sono tenuti. Tutt’al piu il precedente Congresso puo esprimere 
un voto per la sede del vegnente, ma questo voto entra solo in 
vigore se il paese nominato vi acconsente. 

2° Il Segretario permanente fu istituito nel 1881 alio scopo 
di assicurare la continuity del Congresso, conservare le tradizioni 
e l’archivio. E suo dovere di comunicare la scelta del paese fatta 
come sopra ai corpi rappresentanti o individui ivi esistenti, 
richiedendoli, in caso di accettazione, di nominare un Comitato 
preparatorio, a disposizione del quale egli si mette per i consigli 
od aiuti che sia in grado di prestare. 

3° In caso di non riuscita o per necessario cambiamento di 
sede, come nel 1886, il Segretario permanente vi provvede e 
diventa responsabile delle ulteriori incombenze. Altrimenti, ogni 
cosa deve essere disposta nel paese del Congresso sia pell’epoca, 
come per la localita, pei fondi, per la raccolta di temi per discus- 
sione, e nomina degli ufficiali attivi. 

4° Sarebbe a desiderarsi che ogni paese ove Toraiopatia e 
rappresentata nominasse un Comitato nazionale per cooperare 
con quello centrale a fine di raccogliere rapporti e memorie ed 
eccitare per Pintervento alle assemblee. Gli scritti approvati e 
spediti da tale Comitato sarebbero considerati come gib accettati 
come parte del programma. 

II dott. Mac. Lelland condivide pure tali disposizioni, ma 
desidera che si nomini un Comitato per sindacare un piano di una 
organizzazione piu permanente e definire pib strettamente la 
natura dei Congressi. 

Il dott. Hughes aggiunge che Pargomento sarebbe discusso 
nei giornali prima di procedere a checchessia. Nel che conviene 
anche il dott. Blackley. Il progetto viene unanimemente 
approvato. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Voto di ringraziamento . 

Sulla proposta del dott. Wesselhoft, appoggiato dal dottore 
Krauss, fu esternato un voto di ringraziamento ai membri dell’uf- 
ficio, ai dott. Hughes e Wright, ed infine agli amministratori 
dell’ospedale omiopatico. 

Rimandiamo al prossimo fascicolo alcuni cenni descrittivi del- 
Tospedale omiopatico di Londra, la relazione di alcuni fra i temi 
pih importanti trattati e discussi durante i lavori del Congresso, 
la relazione del banchetto offerto dai medici inglesi ai congres- 
sisti nel suntuoso CeGil Hotel, e quella di una pietosa visita che 
io volli fare al cimitero di Montmartre, a Parigi, alia tomba di 
Hahnemann. 

Ci pervengono i seguenti ricordi: Rapport sur Venseigne - 
meat de Vhomceopathie a l'U)iiversite Royale Hongroise de 
Budapest , adresse au Ministre de Tinterieur et de Tinstruction 
publique eii Belgique, M. F. Schollaert — dal dott. Ernesto 
Nyssens; e, Merkur und lod> sammt deren praparaten , mil 
indicationen fur die homoopatische Behandlung von Syphilis 
und den lokalen venerischen . 

Genova, settembre 1896. 

Dott. V. Fagiani. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


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COSE DIVERSE 


La tomba di Hahnemann a Parigi. — Mentre la Scuola omiopatica 
da molti anni (10 agosto 1851) elevo in Lipsia un monumento in onore e 
riconoscenza al grande suo fondatore, mentre un altro sontuoso sta per 
erigersi a Washington, il luogo dove giacciono le di lui spoglie mortali, 
oflre al visitatore purtroppo l’impressione d’un indegno abbandono. Lascia- 
mone all’abile penna del dott. Cartier la narrazione, quale si legge nella 
Revue homoeopathique frangaise, fascicolo di giugno p. p. 

£ una tomba ben modesta e ben dimenticata quella che racchiude le 
spoglie del fondatore deH’omiopatia! Hahnemann giace nel cimitero di 
Montmartre assolutamente dimenticato da tutti, e mentre gli s’innalza un 
monumento di 500,000 lire su una pubblica piazza a Washington, il sito in 
cui riposano le ossa del Maestro b abbandonato all’opera distruggitrice del 
tempo. Un tetto di zinco, una cancellata, corrosa dalla ruggine, una pietra 
senza epitaffio, cattive erbe tutt’attorno, tale b il deposito del corpo di quel- 
l’uomo la cui dottrina b riconosciuta da oltre 12,000 medici. Mi affretto a 
dire che i medici francesi non sono colpevoli di tale onta. 

Al momento della morte del maestro, nel 1842, Parigi aveva abbastanza 
oraiopatici e partigiani della dottrina per raccogliere una sottoscrizione che 
permettesse d’offrire al maestro una tomba degna del suo nome. 

Ma bisognava aver l’autorizzazione della famiglia, e la signora Hahne¬ 
mann, sola padrona del corpo di suo marito, impose le sue volontk e inumo 
Hahnemann quasi secretamente. 

Non si conobbe la morte d’Hahnemann che quattro giorni dopo il suo 
seppellimento, mi disse un medico intimamente legato a Charg<§ e ad alcuni 
discepoli diretti del maestro: ed al giomo d’oggi non si sa ancora precisa- 
mente dove sia morto Hahnemann, se a Parigi od a Nizza! 

Il celebre Charge, che era stato medico di Napoleone III, fece reiterati 
tentativi presso la signora Hahnemann per far costruire un monumento al 
fondatore deH’omiopatia; la vedova, che seguiva il metodo del maestro in 
via del Faubourg St-Honor6, sotto la responsabilitk legale del suo genero, 
un figlio del grande Boenninghausen, o forse Boenninghausen stesso, non 
so precisamente, si rifiutb ostinatamente. 

Gli anni passarono, ed a poco a poco si lascib alia vedova la cura di 
conservare senza controllo la tomba: e questa passo nel pih completo oblio! 

Trent’anni dopo la morte di Hahnemann, cioe nel 1872, morl la vedova, 
lasciando una figlia adottiva: la signora Boenninghausen. Questa figlia era 
stata adottata, ma, a quanto si dice, dal primo marito della signora Hahne¬ 
mann. A quest’epoca gli omiopatici avrebbero potuto far qualche tentativo 
presso l’erede indiretta, ma la Francia usciva allora da crudeli rovesci, e 
nessuno se ne occup6. 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


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L’oblio & uno stato che s’aggrava serapre col tempo, e fino ad ora la 
tomba di Hahnemann fu completamente dimenticata! lo ricevetti, un mese 
fa, la visita di Charles Platt, professore di chimica a * Hahnemann College * 
di FiladelHa; mi era stato indirizzato dal dott. Bradfort, bibliotecario di 
“ Hahnemann College * ed autore di una vita di Hahnemann. Mi raccontb 
il cattivo stato in cui si trovava la tomba del maestro. Ma v’ha di piii: 
la tomba trovandosi superare in superficie il limite regolamentare, il con¬ 
cessionary del cimitero avrebbe avuto il diritto di togliere la sepoltura e 
metterla nella fossa cornune se nessuno non avesse pagato l’acquisto del 
terreno supplemental. Occorrevano 110 lire per acquistare questi pochi 
centimetri di terreno, e * Hahnemann College „ di Filadelfia manda oggi 
a pagarli alia cittk di Parigi per mezzo di Charles Platt! 

Andai al 25 giugno con Platt al cimitero Montmartre, dove ci fu indicata 
la tomba di Hahnemann. E una gran pietra piu larga delie altre, ricoperta 
da un tetto di zinco, mezzo guasto, e circondata da una cancellata corrosa. 
Sei corone, forse vecchie come la cancellata, son poste sotto lo zinco. Un 
giornale tedesco molti anni or sono fotografo la tomba d’Hahnemann: le 
sei corone v’erano gik rappresentate. 

Sulla pietra nessuna iscrizione: solo un C. P. ed un numero in piccole 
lettere indicano una concessione perpetua. 

Hahnemann non £ solo nella fossa, egli e il terzo morto che Toccupa, e 
gli altri due corpi che stan sotto ad Hahnemann appartengono allafamiglia 
Lethikre, di cui un membro fu distinto pittore e professore alia scuola di 
Roma. Il sepolcro non appartiene dunque ad Hahnemann, ma alia famiglia 
Lethi&re, di cui non v’e piu alcun discendente; il che fa che malgrado questi 
tre corpi, la tomba rimane nel piu completo abbandono. 

Accanto a questa sepoltura Lethiere, ve n’ha un’altra, tenuta con cura, 
ornata di fiori freschi e di corone che si cambiano tutti gli anni; questa fc 
la tomba della signora Hahnemann, che, secondo la sua ultima volontk, 
desiderb essere sepolta vicino a suo marito. 

La tomba della signora Hahnemann, in granito fino, porta un’iscrizione 
con nome, cognome, date di nascita e di morte e, quel che piu importa, vi 
si leggono distintamente queste parole * moglie di Samuele Hahnemann „. 

Questa tomba e religiosamente tenuta dalla figlia della signora Hahne¬ 
mann, signora Boenninghausen, che vive ritirata in una piccola cittk della 
Westfalia, a Durao. 

Tutti gli anni la signora Boenninghausen viene a passare una quindicina 
di giorni a Parigi, e d k gli ordini al suo scalpellino, signor Noel, per con- 
servare la tomba di sua madre. 

Non k forse il caso, vedendo queste due tombe, l’una ben tenuta, el’altra 
completamente abbandonata, di far amare riflessioni? 

E egli mai possibile dimenticare a tal segno un uomo che v’allevb e che 
ha reso tanti servizi alPumanita? Si pu6 abbandonare il fondatore della 
omiopatia e quando questo porta un nome cost illustre in omiopatia ?! 

La signora Boenninghausen passando gran parte dell’anno a Westfalia, 
lascia come suo procuratore a Parigi il signor Cloquemin, direttore della 
Gompagnia d’assicurazione * La Paternelle „. Quindi il registro del cimi- 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


tero di Montmartre porta solo il nome di Gloquemin, come persona che 
s’occupi della tomba Lethiere-Hahnemann. Sul foglio deli’amministrazione 
si legge: “ Rivolgersi a Gloquemin per qualsiasi domanda il nome della 
signora Boenninghausen non compare neppure. Esiste frattanto in Inghil- 
terra un dottor Hahnemann che si dice nipote del maestro, probabilmente 
sark nipote d’adozione di Hahnemann, perchfc mi fu assicurato che Hahne¬ 
mann ebbe mai tigli (1). Ora il nome del nipote d’Hahnemann non esiste 
neppure sul registro del cimitero di Montmartre. 

Andai dunque a trovare il signor Gloquemin, che mi diede gentilmente 
molte spiegazioni. Questo signore, grande amico della famiglia della signora 
Hahnemann, avendo sua cognata vissuto in intimita colla vedova e colla di lei 
figlia, signora Boenninghausen, non conobbe mai Hahnemann. Egli adempie 
ad un pio dovere avendo cura della tomba della signora Hahnemann, per 
la quale egli aveva gran simpatia; ma non essendo medico omiopatico e 
non avendo mai conosciuto Hahnemann, & naturale ch’egli si curasse poco 
della tomba di suo marito! 

Frattanto mi disse che, comprendendo il lodevole motivo dei nostri 
passi, s’impegnava di persuadere la signora Boenninghausen a confidare la 
cura della tomba d’Hahnemann ai suoi discepoli. 

Per ora il signor Platt ha ricevuto daH’ # Hahnemann College * di Fila- 
delfia 1’autorizzazione di versare una data sornma per la cura della tomba 
d’Hahnemann. Occorre qualche riparazione provvisoria per la modesta 
somma di 80 lire. Platt ed io abbiamo deciso di togliere la vecchia tettoia 
in zinco, di verniciare in nero la cancellata, e di lavare la pietra che copre 
la tomba. Povera tomba che racchiude un si gran uomo! 

Dott. Francois Cartier. 

PS. Gome si scorge dalla relazione sul Gongresso internazionale omio¬ 
patico test& tenuto a Londra, il dott. Brazol trattb l’argomento, ed alia una- 
nimita venne composto un Comitato per erigere una tomba decorosa al 
grand’uorao, colla speranza che la si possa inaugurare nel 1900, epoca della 
esposizione e del prossimo Gongresso internazionale omiopatico a Parigi. 

* 

# # 

Sotto il titolo “ L’Homeopathie, Expose de la Doctrine d’Hahnemann „, 
il nostro valente collega ed amico dott. V. L6on Simon ha riunite in un 
volumetto le sette lezioni ch’egli dettava pubblicamente a Parigi nellatestfe 
scorsa primavera. — Dire che tutti i quesiti pih salienti della nostra scuola 
sono stati maestrevolmente svolti cosa affatto superflua, perocche lo studio 
e l’erudizione di quanto riflette 1* Omiopatia un retaggio nella sua famiglia. 
Noi vorremmo quindi che questo compendio passasse fra le mani di tutti 
i nostri avversari non solo, ma eziandio fra quelle di tutti i fautori della 
omiopatia. 


(1) Dalla biografia d’Hahnemann risulta che ebbe 7 figli e 3 figlie (R. Dott. B.). 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


# 

« « 

La Fiebre tifoidea y su tratamiento homiopatico k ana monografia letta 
dal giovanissimo dottore Angelo Olive y Gros, addl 10 aprile p. p. nella 
sessione inaugurale dell’Accademia medico-omiopatica di Barcellona. Lo 
sviluppo dell’argomento in tutti i suoi aspetti, si che raggiunge duecento 
pagine in-8°, rivela nell’autore uno studio ed una erudizione quale difficil- 
mente si riscontra a 25 anni, e tutto lascia presagire che l’Omiopatia 
sark validamente rappresentata dalla nuova recluta. 

* 

* * 

Oollegio medico ed Ospedale Hahnemann di Chicago. — Programma 

per la sessione 1896-97. 

E il 37° che il Gorpo direttivo pubblica per norma degli studenti che 
intendono frequentarne i corsi. Tutti i rami d’insegnamento, quali si riscon- 
trano nelle piii complete e celebrate Universita del vecchio mondo, vi sono 
ampiamente sviluppati, sia per la parte teorica, sia per le esercitazioni 
dimostrative e le cliniche annesse. Il corso universitario si compone di 
4 anni e viene disimpegnato da 19 professori titolari e da un numero mag- 
giore di aggiunti. L’anno scorso scolastico 1895-96 era frequentato da 
228 allievi. Il che indica a qual grado di sviluppo sia giunta colk la dottrina 
omiopatica; aggiungasi che altri tre Collegi eziaudio omiopatici fioriscono 
ugualmente nella stessa cittk. E dire che in Europa si contano le isolate 
cattedre d’omiopatia, senza calcolare che i medici sono tenuti a subire gli 
esami della scuola officiate per curare in modo molto diverso! 

« 

* * 

Dal rendiconto annuo dell’Ospedale omiopatico San Luca di Lione 
risulta che nell’anno 1895 — 20° di esercizio — furono curati n. 192 amma- 
lati, fra i quali avvennero 22 decessi in seguito ad aflfezioni cardiache, 
cancri, tisi, emorragia ed insulti paralitici, guarirono 88, ebbero sollievo 54 
e 5 rimasero in cura. Il numero delle consultazioni nel dispensario annesso 
si elevd a 20.130, in media 65 al giorno, dedotti i giorni festivi. A tutto il servizio 
prestano opera meritevole i dottori Bernay, Pellet, D* Emery e D’Espiney. 

* 

* # 

I giornali potitici di Genova hanno in questi ultimi tempi registrati pih 
casi di felici cure sotto la direzione medica del nostro amico Fagiani, Sulla 
nostra richiesta questi promise di fornirne un sunto pel prossimo fascicolo. 



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Torino-Roma - UNIONE TIPOGRAFICO-ED1TRICE - Napoli-Milano 


Trattato sulle Nalattie dello Stomaco, ad uso dei 

Medici e degli Studenti, per il D r L. Sansoni. 

- — Volume Primo. — Prezzo L. 0. 

II dott. Sansoni, docente di patologia speciale niedica all’Universita di 
Torino, da parecchi anni, in iavori special! e con ricercbe personali, si era 
venuto occupando della lisio-patologia dello stomaco. Era quindi gid ben 
provvisto delie cognizioni necessarie e ben preparato per scrivere un trattato 
completo sulle malattie di quest’organo, un trattato che prendendo l’ana- 
tomia, istologia e fisiologia come punti di partenza, attraverso l’esposizione 
di tutti i metodi di ricerca, piu recenti e piu adatti, arrivasse alia parte cli- 
nica gradatamente, in modo da essere del tutto accessibile al medico pratico. 
E alia intonazione del libro corrisponde Jo stile dell’A., facile e piano. 

Noi abbianlo presente it primo volume di questa larga pubblicazione e 
il prospetto generale del secondo. 

11 primo volume, cbe tratta tutta la parte fisio-patologica dello stomaco, 
tiene esattoe minuto contodelle pubblicazioni avvenute fino a questiultimi 
giorni suirargomento; lo scrupolo delle particolarita d spinto cosi avanti 
che il pratico potrebbe giudicarlo eccessivo e pensare che sarebbe bastato 
di alcuni metodi non accessibili all’uso quotidiano della clinica il solo 
accenno. Ma l’A. ha tenuto a mettere il lettore al corrente dello stato della 
scienza sulla patologia gastrica, lasciando a lui di valutare i metodi utiliz- 
z-abili. Che se questo lusso pu6 essere nella parte generale un po’ eccessivo, 
d la migliore garanzia della esattezza dell’A., e sard, se prosegu'ito nella 
parte clinica, il migliore vantaggio, il vero compenso per il pratico, il quale 
non si pud appagare di poche linee generali, ma nchi^ufe in un trattato 
speciale che le forme cliniche siano tutte messe in luce e nettamente desi¬ 
gnate, in specie nelle malattie dello stomaco, nei loro rapporti con i disturbi 
generali e con le malattie di altri organi. 

Questo il pratico, che ha seguito l’A. nel primo volume, si aspetta di tro- 
vare nel secondo: quest’opera difficile, ma davvero utile, ci attendiamo noi. 

(Estratto dal Supplement al l J oliclinico y 25 aprile 189G). 


11 Mieroscopio. Guida alia Microscopia scien- 
tiflca del Dottor A. Zimmermann, tradotta dal Dottore 
Luigi Buscalioni. — Un volume in-8°, L. 8. 

Nei comuni trattati di tecnica microscopica la parte che riguarda Voided 
microscopica , o si tace oppure h poco sviluppata. Con la traduzione del libro 
del Zimmermann il dott. Buscalioni d venuto a riparare a questa mancanza 
ed ha fatto opera utilissima per tutti e specialmente per chi per unico 
maestro non possa avere che un buon libro. L’appendice poi aggiunta al 
lavoro l’accresce di pregio, perchd in essa vengono esposti metodi ed appa- 
recchi di scoperta recente. 

Tutto calcolato, il libro d buono ed e un ottimo aiuto a chi voglia anche 
un poco teoreticamente conoscere il microscopio per trarre da tali cono- 
scenze le applicazioni piu utili onde evitare tante cause di errore. 

(Estratto dal Supplement al Policlinico , 1° agosto 1896). 


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Torino-Roma - UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE - Napoli-Milako 


Dott. E. BARIE 

CUIU DELLE MJUTTIE DEL CUORE 

E D ELL’ AO RT A 


Traduzione del Dott. SCIPIONE RITA-ROCCI 

Aiuto alia Ciinica Medica Propedeutica 
Li hero doccnte di Patologia medica alia R. University di Torino. 


II distmto Autore divise resame e la terapia delle malattie del cuore e 
dell’aorta in cinque parti. — La prima e consacrata alio studio dei medi- 
camenti cardiaci e ai loro effetti; distinguendo i tonici come la digitale, 
la caffeina e lo strofanto, ecc.; i moderatori del cuore: bromuri alcalini, 
cloralio, valeriana, ecc.; — i medicamenti che deprimono la tensione vasco- 
lare: joduri, oppio, aconito, chinina, ecc.; — gli agenti diuretici: il latte, il 
calomelano, ecc. — Lo studio di ogni sostanza comprende la sua azione 
fisiologica, le sue indicazioni nelle varie malattie di cuore, e in ultimo la 
farmacologia e la posologia. — La maggior parte delle formule sono state 
controllate, — si dknno molte formule nuove. 

La seconda parte studia l’igiene dei cardiaci: Talimentazione, il sog- 
giorno, l’abitazione, le vestimenta, la vita sociale del cardiaco; le professioni 
che deve evitare; nonchfc le precauzioni che devono avere i cardiaci secondo 
1’etA, il sesso, e secondo lo stato di gravidanza, d’allattamento, ecc. 

La terza parte comprende la terapia generate delle malattie di 
cuore, cioe i mezzi generali di cura che convengono alle cardiopatie 
organiche, a seconda dei periodi differenti della loro evoluzione, infine la 
cura completa del Yasistolia colie sue differenti manifestazioni morbose. 

— Questa parte si chiude con uno studio particolare della dispnea e della 
dispepsia cardiaca, con speciali considerazioni sulla cura delle cardiopatie 
nei fanciulli. 

Nella parte quarta trovasi la cura particolare delle malattie del cuore: 
malattie organiche e disturbi funzionali. 

Inline la parte quinta studia la cura delle aortiti e degli aneurismi 
dell’aorta. 

Dal sommario delle materie svolte in questo volume, si rende evidente 
come esso puo considerarsi un riassunto completo dei metodi e delle regole 
pratiche che devono presiedere alia cura delle malattie del cuore e dell’aorta, 

— utilissimo a tutti i sanitari. 

Un elegante volume legato , Lire 4. 


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Fasclcolo 1XIX. - 1899 


L’OMIOPATIA 





insr italia 


ORGANO DELL’ ISTITOTO OMIOPATICO ITALIANO 

v 

- 

Hegio Decreto 24 ff&nnaio 1886 * 

V , .V ' , 


SOMMABIO. — Parte Ufficiale: Istituto Omiopatico Italiano. Verbale della 
Seduta del Gomitato Direttivo indetta pel giorno 6 dicembre 1896. — Comitato 
Direttivo per Tanno 1897 — Elenco dei Soci contribuenti per l’anno 1897 
— Verbale dell’Adunanza 3 febbraio 1897 tenuta dal Gomitato Direttivo 
dell’Istituto Omiopatico Italiano. — Dispensario Omiopatico di Torino - 
Esercizio 1896 — Id. di Roma — Id. di Milano. 

Parte non Uflici&le: Note pratiche — Glinica dell’Ospedaletto — Gongresso 
Internazionale Omiopatico di Londra ( Cont . e fine), — Notizie. 


TORINO 

STAMPERIA DELL’UNIONE TIP.-EDITRICE 

83 — Via Carlo Alberto — 83 

1897 


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Grande repertorio clinico omiopatico, del dolt. Tommaso 
Gigliano. 

Hygienic-Medical Hand-Boock for Travellers in Italy, 

by G. Liberali M. D. 

Considerazioni snl colera asiatico; sua profilassi e cura 
omiopatica, del dott. Vincenzo Liberali. 

.La dose omiopatica, del dott. Giovanni Urbanetti. 

Trattato di Terapeutica omiopatica. — Tre volumi — Versione 
con proemio ed aggiunte del dott. Giuseppe Bonino. 

Primi studi di materia medica secondo la legge del 
simili, del dott. Giuseppe Bonino. 


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PARTE UFFICIALE 


ISTITUTO 0MI0PATIC0 ITA LI AN 0 

- ''O jpfnn 

Verbale dell’Assemblea indetta dal Comitato direttivo 
pel giorno 6 dioembre 1896. 

Previo avviso personale ai Soci sonosi riuniti (malgrado 
il pessimo tempo, cbe distolse molti) in numero legale nella 
Sala dell’Ospedaletto alle ore 14 i seguenti Signori: Bonino 
dott. Gidseppe, Presidente; Marchese Morozzo Filippo, Cassiere; 
Ferrkri cay. Matteo e ing. cav. Demezzi Cesare, Censori; 
Olivero Giacomo e dott. Silvio Dematteis, Vice-Segretari; ed 
erano rappresentati i Signori: Bottino dott. Crisante, Vice- 
Presidente; Marangoni cav. Gervasio e Vergnano Annibale, 
Soci patroni. 

Aperta la Seduta, il Presidente, seguendo l’ordine del giorno, 
fa dare lettura del bilancio compilato pel 1897, il quale e del 
tenore seguente : (V. pagg. 2-4). 




2 


l’OMIOPATIA IN ITALIA 


Bilancio preventive per l’anno 1897 

ATTIVO 

TITOLO UNICO. — Entrale effettm. 

Sezione 1. — Entrale ordinarie. 

Rendita di 15 cartelle San Paolo (di pro¬ 
priety dell* Istituto).L. 375 — 

Rendita di 8 cartelle San Paolo (di pro¬ 
priety deirOspedale di Torino) . . ** 200 — 

Interessi di Consolidato Italiano 4,50 °/ 0 di 

propriety deirOspedale di Genova . « 360 — 

Interessi di Consolidato 4,50 °/ 0 derivante 
dalla vendita di 22 azioni della Banca 
d’ltalia di propriety dell’Ospedale di Ge¬ 
nova, a calcolo.* 475 20 

Interessi di Cons. 4,50 */ 0 derivante dalla 
vendita di 3 az. della stessa Banca di pro¬ 
priety deH’Ospedale di Torino ...” 64 80 

Consolidato 5 °/ # deirOspedale di Genova « 15 — 

n n « di Torino « 10 — 

Interessi del Consolidato 5 °/ 0 da acquistarsi 

col legato Scavini. w 50 — 

L. 1550 — 1550 — 

Rette presunte di malati deg. all’Ospedale L. 2000 — 2000 — 

Quote di Soci Patroni deiristituto . . L. 345 — 

* Ordinari * . . * 660 — 

^ Patroni dell’Osped. di Torino *» 1030 

L. 2035 — 2035 — 

Sezione II. — Entrale straordinarie. 

Quote presunte di nuovi Soci ed oblazioni 

a favore deiristituto ..... L. 10 

Quote a favore deirOspedale di Torino 

comprese le cassette. n 250 

L. 260 

Interesse presunto dei fondi di Cassa depo- 

sitati in un conto corrente * 10 

Totale dell’Attivo L. 5855 


260 — 

10 - 
5855 — 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


3 


PASSIVO 

Rimanenza passiva dell’esercizio precedente come da approvazione 
del conto della Giunta Provinciale Amministrativa, in data 
3 giugno 1896 .L. 296 02 296 02 

TITOLO I. — Spese effettive. 

Sezione 1 . — Spese ordinarie. 

Tassa di manomorta per la rendita deilo 


Istituto e dell’Ospedale.L. 

Ricchezza mobile sulle cartelle di S. Paolo 

deiristituto.* 

Ricchezca mobile sulle cartelle di S. Paolo 

dell’Ospedale di Torino.* 

Tassa sui titoli Consolidato 5 °/ 0 . . . * 

Ricchezza mobile sul prestito Wenner * 
Imposta fabbr. per la sede delTOspedale « 

10 — 

57 90 

30 88 
15 

192 50 
280 56 


L. 

586 84 

586 84 

Spese di manutenzione ordinaria per la 
sede delTOspedale di Torino ...” 

100 — 

100 - 

Assicurazioni incendi.L. 

Abbonamento all’acqua potabile ...” 

38 45 
67 20 


L. 

105 65 

105 65 

Salario del portinaio infermiere dell’Ospe- 
dale di Torino, Ettore Marchi . . L. 

Id. alia cuoca ed inferraiera Angela Marchi ** 
Id. alia governante della biancheria Carlotta 
Marchi.« 

300 — 
210 

210 — 


L. 

720 — 

720 — 

Vitto per gli ammalatidegenti all’OspedaleL. 
Gas e riscaldaraento compreso il Dispen- 
sario di Torino.* 

1600 — 

290 — 


L. 

1890 — 

1890 — 

Manutenzione del mobiglio e biancheria 
delTOspedale di Torino e piccole spese L. 

50 — 

50 - 

A riportarsi L. 


3748 51 


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4 


L’OMJOPATIA IN ITALIA 


Riporto L. 3748 51 


Oggetti di medicazione . 
Sovvenzione ai Dispensari 

. . . L. 

gratuiti dei 

60 — 

60 - 

poveri di Torino . 

. . . L. 

350 — 


Id. di Roma. 


200 — 


Id. di Napoli. 

. . - 

100 — 


Id. di Milano .... 

t u # # *1 

150 


Id. di Firenze .... 


150 _ 


Spese di stampa e cancelleria 

L. 

per rAmmi- 

950 — 

950 — 

nistrazione . 

• . . 1 . 

200 ~ 

200 — 


Sezione II. — Spese straordinarie. 

Sovvenzione alia vedova Leoncini . . L. 350 — 350 — 


TITOLO II. — Movimento del eapitali. 

Acquisto di fondi pubblici a beneficio dello 
Spedale di Genova (dedotto il contributo 
per la tassa di manomorta e la spesa di 
stampa e cancelleria in L. 30), a calcolo L. 

L. 


TITOLO III. 

Fondo di riserva.L. 

Totale del Passivo L. 


450 — 

450 — 450 


96 49 96 49 

5855 — 5855 — 


Aperta la discussion© alia quale prendono viva parte i conve- 
nuti e sentiti tutti gli schiarimenti addotti per le proposte modi- 
ficazioni esso viene approvato. 

II seguente articolo all’ordine del giorno era: la nomina o 
conferma dei membri officiali delTIstituto; ma lo scarso Dinner 0 
intervenuto consiglia il rinvio ad altra Assemblea della soluzione 
delTargomento. 


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L 0MI0PAT1A IN ITALIA 


5 


In terzo luogo sono proposti ed ammessi : 

1. A Soci onorari i seguenti: Dott. Tullio Verdi di Suzxara, 
residente a Firenze, per le insigni benemerenze sue nella propu- 
gnazione delTOmiopatia; e Angelo Olivd y Gros, distinto e gio- 
vanissimo cultore della nostra dottrina a Barcellona. 

2. A Socio ordinario : Dott. Rabajoli Giuseppe. 

Esaurito Tordine del giorno viene chiusa l’adunanza. 

Torino, 6 dicembre 1896. 

11 Vice-Segretario II Presidente 

Olivero Giacomo. Dott. Bonino. 


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6 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


COMITATO DIRETTIYO PER L’ANNO 1897 


Presidente Onorario Wenner cav. Emilio. 

* Effettivo Bonino dott. cay. Giuseppe. 

Vice-Presidente Bottino dott. Crisanto. 

« Liberali dott. Vincenzo. 

Ferreri cav. Matteo. 

Ferrero di Cambiano march, avv. Cbsarb. 
De Mezzi ing. cav. Cesare. 

Morozzo di Bianze marches© Filippo. 
Bonino dott. Pier Antonio. 

Olivero Giacomo, farmacista. 

Dematteis dott. Silvio. 


1 
2 ° 

1° Censore 

2 ° 

3° 

Cassiere 

Segretario 

1° Viee-Segretario 

2 ° - 


Elenco dei Soci contribuenti per l’Esercizio 1897 


ISTITUTO 

Soci Patroni . 

Marangoni cav. Gervasio, Torino. 

Duchessa Melzi d’Eril-Barbo, Milano. 

Succio Prospero, Torino. 

Taormina Giovanni, Porto Empedocle. 
Wenner cav. Emilio, Cuorgne. 

Palumbo dott. Giulio, Napoli. 

Soci Onorarx\ 

Verdi De Suzzara dott. cav. Tullio, Firenze. 
Olive y Gros dott. Angelo, Barcellona. 

Held dott. Rodolfo, Roma. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


7 


Soci Ordinari. 

Baldelli dott. Torquato, Firenze. 

Bonino dott. Fulvio, Torino. 

Bonino dott. Giuseppe, Torino. 

Bonino dott. Pier Antonio, Loggia Torinese. 
Bottino dott. Crisanto, Torino. 

Cigliano dott. Tommaso, Napoli. 

Corradi Michele, farmacista, Genova. 

De Marini dott. Sarauele, Genova. 

Dematteis dott. Silvio, Torino. 

Fagiani dott. Vincenzo, Genova. 

Gaiter dott. Silvio, Genova. 

Gallo dott. G. Pietro, Genova. 

Ladelci dott. Carlo, Roma. 

Liberali dott. Vincenzo, Roma. 

Lombroso prof. Cesare, Torino. 

Monti dott. Alfonso, Bologna. 

Olivero Giacomo, farmacista, Torino. 

Omati Giuseppe, farmacista, Milano. 

Pessarini dott. Bernardino, Milano. 

Rabajoli dott. Giuseppe Vittorio, Torino. 
Schiapparelli Clemente, Torino. 

Secondari dott. Giuseppe, Roma. 

Vanni dott. Antonio, Casale Monferrato. 
Zenoglio dott. Leone, Genova. 

OSPBDALE 3DI TOBIUO 

Soci Paironi . 

Aluffi geometra Alberto, Ivrea. 
Berrone-Monale nobile Clara, Saluzzo. 
Bonardi can. comm. Stefano, Pinerolo. 
Bono-Margaria Maria, Torino. 

Boetti conte Edoardo, Torino. 

Brozolo (Di) conte Carlo, Torino. 

Cadorna conte generate Raffaele, Torino. 
Caffaratti Luigi, Torino. 


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8 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Cinzano cav. Enrico, Torino. 

De Mezzi fratelli cav. Luigi e Cesare, Torino. 

Di Falcon-Cusani contessa Maria, Spezia. 

Di Planta cav. Adolfo, Torino. 

Donna Ernestina, Torino. 

Ferrari M. ,e Carlo D. G. V. di Baussone, Torino. 
Losana dott. Ottavio, Torino. 

Luserna di Rork conte Emanuele, Torino. 

Luserna di Rora marchess Maurizio, Torino. 
Margaria cav. Giuseppe, Torino. 

Mazzucchi Michele, Torino. 

Morozzo marchese Filippo, Torino. 

Moschetti prof. cav. Giuseppe, Torino. 

Musso Giuseppe, Torino. 

Oddenino don Francesco, Torino. 

Portula conte Emanuele, Torino. 

Prata Antonio, Torino. 

Riccardi di Netro contessa Augusta, Torino. 
Rovere-Giacca Giovannina, Torino. 

Saracco Eugenio, Torino. 

Saracco Leandro, Torino. 

Succio Prospero, Torino. 

Talmone Michele, Torino. 

Vergnano Annibale, Torino. 

Verlucca canonico Giovanni, Torino. 

Wenner cav. Emilio, Cuorgn6. 


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i 



L’OMIOPATIA IN ITALIA 


9 


Adunanza del 3 febbraio 1807 tenuta dal Comitato 
direttlro dell’Istituto Omiopatico Italiano. 

Debitaraente convocati intervennero i seguenti Membri : 
Bonino dott. Giuseppe, Presidente ; Bottino dott. Crisante, 
Vice-Presidente; Ferreri cav. Matteo, Censure; Morozzo di 
Bianze marchese Filippo, Cassiere; dott. Pier Antonio Bonino, 
Segretario; dott. Silvio DEMATTEisedOLivERo Giacomo farmacista, 
Viee-Segretari. — Scusarono la loro assenza il Presidente onorario 
cav. Wenner ed il Censore marchese Ferrero di Cambiano. 

Aperta la Seduta si addiviene all’ordine del giorno. 

1° Pratica per l’esazione del legato Scavini. 

A tal fine il Presidente da comunicazione di un estratto del 
testamento e di lettere degli eredi con cui si dichiarano pronti a 
soddisfare. Il Comitato ne prende atto ed incarica la Presidenza 
di trasraettere i documenti in quistioneallaGiunta Amministrativa 
a fiqe di ottenere Passenso di accettazione e riscossione, 

2° Risoluzione di parcelle. — Vengono esposte ed accettate 
nelle rispettive somme quitanzate parecchie note. 

3° Il Presidente richiama Pattenzione del Comitato sul fatto, 
che Pagente delle imposte dalla revisione dei bilanci e resoconti 
delTIstituto, desumendo che la somma stanziata di L. 720 a 
favore del custode delPospedale Ettore Marchi andasse tutta 
a suo beneficio, voile ravvisarvi uno stipendio annuo passibile 
d’imposta, mentre tale somma s’intende ripartita fra lui, la moglie 
e la figlia che prestano different! servizi nelPOspedaletto stesso. 
Propone quindi di inoltrare una denunzia alPagente delle imposte 
per rettificare il fatto e cancellare un’imposta che non ha ragione di 
essere attesoch^ PEttore Marchi riceve un salario mensile di L. 25 
e di L. 17,50 la moglie e la figlia. I membri presenti riconoscendo 
TequiU della denunzia deliberano di provvedervi senza ritardo. 

Esaurito Pordine del giorno si scioglie 1’adunanza. 

Torino, 3 febbraio 1S97. 

Il Segretario II Presidente 

Dott. Pier Antonio Bonino. Dott. G. Bonino. 


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10 


l’OMIOPATJA IN ITALIA 


DISPENSARIO 0MI0PATIC0 Dl TORINO 

Esercizio 1896 


Servizio prestato dal dott. Crisante Bottino : 

Infermi assistiti a domicilio.43 

** visitati nella farmacia omiopatica . . 187 

Totale ... 230 

Prescrizioni a domicilio.204 

* in farmacia.429 

Totale 633 


Id. nel Dispensario annesso all’Ospedaletto prestato dal sot- 
toscritto col concorso del dott. Silvio Dematteis per la parte 


chirurgica: 

Ammalati assistiti.931 

Prescrizioni (fra cui 90 a domicilio) .... 2601 

Totale infermi curati.1161 

Ordinazioni. 3234 


Torna inutile il rinnovare quanto reiterate volte si scrisse in 
ordine alle condizioni degli acGorrenti, alle morbosita predomi¬ 
nant, al relative successo, per cui spesso non si puo material- 
mente soddisfare a tutti i richiedenti per insufficienza di personale 
sanitario. 

Al Dispensario omiopatico ricorrono solitamente come in 
ultimo appello gli avanzi ribelli di tutti gli altri istituti di bene- 
ficenza che pur sono numerosi e proteiformi nella cittA; per il che 
se i risultati non fossero superiori a quelli della medicina cosi 
detta classica il Dispensario omiopatico non av/*ebbe piA ragiona 
di essere. Ma appunto per cio richiedesi esperienza molta, vuolsi 
una paziente e concisa indagine dei sintomi indicatori del rimedio. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 11 

condizioni che si possono solo acquistare in lunghi anm di studio 
e poi sempre di studio. E d’altronde quale prospettiva parasi 
innanzi ad un giovane medico, il quale intravedendo la verita 
nella legge dei simili voglia seguirla studiandone Tapplicazione? 
Pur troppo tutti i posti professionali sono riservati ai seguaci 
ortodossi ed al seguace di Hahnemann rimane solo aperto il ter- 
ribile quesito deJl’esistenza. Pochissimi sanno, o possono o vogliono 
affrontare la dura prova delle privazioni, delle umiliazioni pur di 
realizzare un ideale dello spirito, quando per circostanza fortuita 
e contro l’esempio dei maestri ne compresero il significato e la 
portata. Cio spiega abbastanza perche le reclute pel campo nostro 
sieno cos'i scarse ed alia fin fine il disimpegno della ambulanza 
omiopatica ricada sempre sulle braccia dei provetti. Per ventura 
questi si studiano di tenersi in arcione. 


Pott. G. Boning. 


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12 


I/OMIOPATIA IN ITALIA 


DISPENSARIO OMIOPATICO Dl ROMA 


Eserolzio 1890 


II numero degli infermi e stato, quest’anno, superiore a quello 
degli anni scorsi, per due ragioni principali: 1° perchfe i medici 
hanno tutti concorso coll’opera loro al buon andamento del 
Dispensario; 2° perche un locale piii adatto e stato locato, indi- 
pendente dalla farmacia, colTobolo di generosi patroni. 

Fra i diversi malati due casi sono degni di nota. Essi si rife- 
riscono a due giovani robusti, apparenteraente di ottima salute, 
ma neurastenici da parecchi anni. 11 primo — Enrico Ricacci — 
d’anni 36, accusava formicolio alia punta delle dita della mano 
destra, paura di cadere caraminando, paura di parlare colle per¬ 
son© — tanto che la moglie dovette precederlo, quando la prima 
volta venne al Dispensario, e assicurarlo che io l’avrei visitato 
con piacere —; debolezsa della colonna vertebrate con senso di 
acqua calda che salisse dal sacro alia regione dell’atlante, e talora 
percorresse anche il braccio destro ; sensazione come se cammi- 
nasse sulla gorama. Tutti questi fenomeni deponevano per una 
lesione dei centri nervosi; e I’infermo infatti dichiarb che da 
bambino era caduto sull’occipite, riportando una larga ferita con 
perdita raomentanea della conoscenza. 

L’altro infermo, Falsoni Angelo, d’anni 34, aveva pib accen- 
tuati i sintomi di neurastenia, ed egli stesso dichiarava di essere 
incapace di attendere a qualunque occupazione e di amare la soli- 
tudine. Le attiviti sessuali indebolite, non saranno state, certo, 
Tultima causa di questo stato psichico. Anche lui raccontb di 
aver sofferto da bambino un colpo all’occipite, con perdita della 
conoscenza. 

Cicuta virosa tre volte al giorno, per un mese, guari en- 
trambi gli infermi, in antecedenza visitati e curati senza utiliU, 
anzi con palese peggioramento, dai neuropatologi che vanno per 
la maggiore. 


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L’OMIOPATIA in ITALIA 


13 


E noto che Arnica conviene in tutti i traurai in genere ; Rhus 
nelle distrazioni ove i legamenti e le membrane fibrose sono mag- 
giormente offeae; Ruta nei traumi delle ossa: ma l’unico che 
conviene nei traumi del cervello, seguiti da commozione, e Cicuta 
virosa. Bad effects from concussion of the brain , when spasms 
set in (Cattivi effetti da concussione del cervello, quando esistono 
spasmi. Hering, Materia medica ). Noi non avevamo questi spasmi 
fenomeni riflessi primitivi — perchd la malattia, troppo antica, 
aveva dato luogo a fenomeni piu gravi e permanenti, come il per* 
vertimento della sensibility dei piedi, che e una forma di paresi 
sensitiva: l’eccitamento TavrA forse preceduta, e la forma spa¬ 
stica, riflessa, sari esistita; ma gli infermi non potevano dareene 
conto, perche la commozione cerebrate ha per caratteristica l’in- 
coscienza. E se un medico omiopatico li avessecurati subito colla 
Cicuta virosa , e questi disgraziati non avessero perduto il loro 
tempo nel consultare le celebrita allopatiche, che non guariscono 
nessuno, non avrebbero passata la loro vita migliore nella diffi- 
denza e nella misantropia: sintomi questi che rendono i’individuo 
inutile, se non dannoso, alia society. 

Con tutto questo l’Omiopatia qui da noi e la medicina di pochi 
fortunati, mentre i piu la deridono, senza accorgersi che per essere 
attaccati ad un sistema di medicina che apprezzano perche non 
conoscono, e che cambia tutti i giorni, perche basato sul falso, 
servono di esperimento — corpus vile — al medico per i nuovi 
rimedt, e spesso, se la natura non li soccorre contra medicum , 
vanno a rierapireil campo santo, perche l’esperimento cogli indo- 
vinelli allopatici e pericoloso. 1 aal&asi, gli antipiretici abbando- 
nati, parlano chiaro. Abbandonati perche? Perche non erano 

utili; ma alia dose allopatica nocevano. Dunque?.Per fortuna 

i raorti non parlano. 

Dott. Giuseppe Secondari. 


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1! 


L OMIOPATIA IN ITALIA 


PROSPETTO SINOTTICO 
degli ainmalali curati nel Dispensario gratuito per i poveri 
durante tutto l’anno 1896. 


1 j 

1 NOME NOSOLOGICO DELLA MALATT1A 

' 

© 2 

S 2 

e S 

Z ir 
be 
&> 

<E 

3 

o 

Migliorati 

i 

c 

1 

I. Malattie degli organi respiratori. 




i 

1 

I Asma bronchiale. 

3 

1 

2 


Angina catarrale. 

1 

1 

— 

_ ; 

Bronco-alveolite cronica .... 

14 

2 

5 

7 ! 

i Bronco-pleurite cronica . 

1 

1 

— 

— 

I Emottisi. 

3 

2 

1 

— i 

i Tosse convulsiva. 

1 

1 

_ 

— 

i Bronchite cronica. ! 

29 

20 

1 

8 

Pneumoniti. i 

2 

2 

— 

— 

11. NalaUie degli organi digestiTi. 





Gatarro gastrico. 

11 

5 

2 

*, 

, , intestinale. 


— 

— 

i 

j n gastro-intestinale cronico . 

I 26 

I 16 

5 

i 

5 

Diarrea cronica. 

I 

7 

4 

1 

2 

! 1 

i Stipsi abituale. 

6 

3 

1 

2 

111. Malattie degli organi circelateri. 

Aneurisma dell’aorta addominale . 

1 

1 1 



_ i| 

I 1 Gardiopalmo. 

3 

i _ 

3 

_ '■! 

Insufficenze valvolari .... 

2 

j __ 

1 

1 1 

Varici. 

2 

1 

— 

■ I 

j 

IV. Malattie del sistema nerroso. 

1 Gefalea. 

11 

6 

3 

• 

2 

i Convulsioni diverse .... 

7 

1 

3 

3 

Nevralgie diverse. 

32 

16 

5 

11 

i Lipotimia. 

1 

1 _ 

— 

— 

i 

A riportarsi 

163 

: 82 

i 

33 

46 1 

i 


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L 0MI0PAT1A IN ITALIA 


15 


NOME NOSOLOGHiO DELLA MALATTIA 


1 « 
/. - 
to 



Hi porto 

1G3 

82 

33 

46 

Tumore cerebrale . 

1 

— 

_ 

— 

Tic doloroso . 

1 

1 

— 

— ! 

Vertigini . 

5 

2 

1 

2 

Neurastenia . 

4 

— 

4 

— 

V. Malattie delle artieolaiioni. 





Reumatismo articolare .... 

26 

11 

8 

7 

Tumore bianco al ginocchio . 

. 1 

— 

— 

— 

VI. Malattie delle ossa. 





Osteite scrofolosa. 

2 


1 

1 

VII. Malattie della pelle. 





Acne puntata. 

1 

— 

— 

— 

Eritema pustoloso . 

1 


— 

1 

Eczema al labbro. 

1 

— 

— 

— 

Geloni ulcerati . | 

2 

2 

— 


Piaghe varicose . 

2 


— 

2 

fill. Malattie degli oeebi. 





Angioma, occhio destro . 

! i 

— 

— 

— 

Ambliopia . 1 

i 

— 

1 

— : 

Gongiuntivite scrofolosa . . . . | 

l 6 

3 

1 

, 2 

Gherato-congiuntivite .... 

2 

2 

— 

— 

Diplopia . 

1 

1 

— 

— j 

Retiniti . 

1 

— 

1 

— 

Tracoma . 

i 3 

2 

1 

— 

Dacriocistite . 

1 2 


— 

2 , 

IX. Malattie del aaso. 




i 

Catarro nasale cronico .... 


— 

— 

! 

Rinite atrofica . 

1 

1 

— 

— 

X. Malattie degli ereechi. 





Otorrea . 

2 

2 

— 

1 

Sorditb cronica . 

i 

1 

— 

1 

_ 1 

i 

A riportarsi j 

231 

109 

52 

63 ; 




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16 


L OMIOPATiA IX ITALIA 


NOME NOSOLOGICO [>ELLA MALATTIA 

5 « 1 

z ^ 
u 

3 1 

■■z 

1 

Riporto 

231 ! 

109 

52 

63 

XI. Malattie eaititaxienali t del sisteaa 
glaodolare. 

Adeniti diverse. 

! 

8 

4 

3 

1 

Araigdalite. 

1 

1 

— , 

— 

Anemia. 

9 

3 

2 

4 

Cachessia malarica e febbri malariche . 

29 

21 

3 

5 

. Albuminuria. 

1 

— 

— 

— 

Diarrea cronica emaciante 

2 

1 

1 

— 

Erpete. 

5 

— 

2 

3 

Furuncolosi. 

4 ' 

4 

— 

— 

Epiteliomi. 

2 

— 

2 

— 

Diabete. 

1 

T- 

— 

— 

Itterizia. 

1 

1 

— 

— 

Ipertrofia del fegato .... 

1 

— 

— 

— 

, della liroide .... 

1 

— 

— 

— 

i Sifilide. 

8 

4 

— 

4 

| Rachitismo e scrofola .... 

28 

— 

17 

11 

i Folisarcia. 

1 

— 1 

— 

— 

Tabe mesenterica. 

2 

— 

— 

2 

III. Malattie dell'apparaU genitate femnioile. 

! Scirro alia mammella sinistra . 

1 

1 



: Leucorrea. 

5 

2 

1 

2 

Amenorrea. 

7 

2 ■ 

2 

3 

Metrorragia. 

2 

2 1 

— 

— 

' XIII. Malattie degli argaoi wasehili. 

! Blenorragia. 1 

1 5 ' 

4 

_ 

1 

; Balano-prostatite ulcerosa 

2 1 

2 

— 

— 

Condilomi. 

1 * 

1 

— 

— 

Ulceri molli. ! 

! 5 

6 

— 

— 

Uretrite cronica. 

4 

2 

1 

1 

Totale 

i 

367 , 

169 i 

86 

t 

100 


Dott. Carlo Ladklei. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


17 


DISPENSARIO 0MI0PATIC0 Dl MILANO 

Eserclzio 1890 


Milano, gennaio 1897. 

Egrecjio Signor Presidente , 

Mi affretto a spedirie il rendiconto del nostro Dispensario 
omiopatico, durante l’anno 1896. Gli arnmalati che ricorsero alle 
nostre cure furono 178, e le prescrizioni ascesero a 216. Queste 
cifre non indicano un grande sviluppo; ma in confronto degli 
anni precedenti vi e certo un discreto miglioramento che, giova 
sperare, progressivo in avvenire; tanto pi a che presentemente 
contiarao a Milano un nuovo collega, il signor dottor Biscella 
Dante, che da semplice omiopatico, ha conseguito la laurea di 
medico-chirurgo agli Stati-Uniti d’America. — Cio premesso, le 
malattie che di preferenza mi fu dato osservare, nelle persone 
che si presentarono al nostro Dispensario, furono quelle dell’al- 
hero respiratorio, del sistema digerente e nervoso; forme subacute 
in prevalenza, piii un discreto numero di croniche. La maggior 
parte di questi arnmalati riebbero la guarigione mediante la giusta 
applicazione dei nostri piu comuni rimedi. Altri poi, affetti da 
morbi quasi incurabili, e rifiuti d’altre ambulanze della citta, 
ebbero, se non altro, il oonforto d'una cura piu opportuna, e non 
di rado una sosta, delle loro gravi sofTerenze. — Fra i casi degni 
di qualche interesse, ricordo la scomparsa quasi totale di un 
polipo mucoso alia narice sinistra, in soggetto scrofoloso, coll’uso 
prolungato di Thuja inlns et extra , mentre era stato proposto 
l’atto operativo come indispensabile alia guarigione. — Certa 
Colombo C. d’anni 60 si presenta con enfisema polmonare ed 
asma. Malattie pregresse: bronchiti e polmonite. La dispnea 
attuale non e accompagnata da catarro, ne da tosse. Toni del 
cuore piuttosto deboli; polso 96, molle, dicroto. Alla seconda 

2 


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18 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


visita oltre al polmone enfisematoso, si riscontrano sibili bron- 
chiali al 2° spazio intercostale sinistro. Questa paziente raiglioro 
moltissimo sotto l’azione di Cactus , Phosph. Antim. e sarebbe 
certo guarita, se avesse seguito con piu esattexza i nostri consigli. 
— Un giovine tipografo affetto da bronco-alveolite del polmone 
sinistro, ebbe vantaggi insperati da Calcarea jodula 3 a t. dec. 
10 centigr. mattina e sera; mentre in altro caso consimile, ebbi 
molto a lodarmi del Tuber'culinum 30 a (Heath), che diminui lo 
sputo e la to8se,migliorod’assai l’appetito, conaumento di qualche 
chilo dopo un mese di cura. 

Accolga, signor Presidente, i migliori auguri di felicita pel 
nuovo anno dal suo 

Dev. mo Collega 
Dott. B. Pessarini. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


19 


NOTE PR AT 10 H E 

desunte in parte dalla pollclinica gratuita 


Cedron 3 a . — P. Giacomo, d’anni 21, muratore, celibe. La 
sua storia anamnestica si riassume nella febbr^ tifoide attra- 
versata nel precedent© anno. — Da un mese e affetto da febbre 
intermittente terzana, ove parecchie dosi di chinino ebbero solo 
per effetto di produrre paracusie e confusione del capo tuttora 
persistenti. L’accesso si rinnova nelle ore pomeridiane con intensi 
dolori alle terapia e tormina in copioso sudore notturno. Una 
sola dose del precitato farmaco basto per la risoluzione completa 
e definitiva. 

Fluoris acidum 6 a . — A. Vincenzo, d’anni 20, conciatore, 
celibe. II padre suo soccombette a tisi polmonare. Nissun fatto 
morboso di rilievo in precedenza. Pero da 2 anni ando svilup- 
pandosi sulla parte anteriore del braccio sinistro verso l’inser- 
zione del deltoide con estensione obliquamente in basso ed all’in- 
terno un neoplasraa sarcomatoso, che da tre mesi fu operato in 
un ospedale locale. Se non che la cicatrizzazione mai si pote 
effettuare, anzi da circa un mese le vegetazioni fungose, di leggieri 
sanguinanti, si riproducono con minaccia maggiore di prima. — 
Assoggettato all’uso del Fluoris acidum 6 a internamente e 3 a 
esternamente in due mesi e mezzo si ottenne una cicatrizzazione • 
completa e definitiva. 

Apocynum cannabinum nell’apnoe di Cheyne-Stockes, respi - 
ratio inlerrupla. — B. S., d’anni 65. Costituzione linfatica, 
corpulenta e soggetta a moltiformi disturbi da parecchi anni. Da 
due notti soffriva di affanno specialmente sentito all’epigastrio. 

-che scemava nel giorno. Nella prima visita riscontrai aritmia ed 
intermittenza cardiaca, polso esile, irregolare, celere, impossi¬ 
bility di decombere supina, giace invece sul fianco destro, nel 
-qua! lato il polmone e eziandio ottuso alia percussion©, sputi 
rari, muco-sanguigni, orinascarsa, torbida, rossa, alvo-diarroica, 
repugnanza al cibo. Sotto Arsenicum 6 si ebbe un po’ di sollievo, 

2* 


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20 


l’OMIOPATIA IN ITALIA 


ma al 3° giorno crebbe I’affanno e la respirazione vestiva la forma 
sopraccennata, cioe interrotta con senso di svenimento ad ogni 
momento. In tale frangente vidl Tindicazione di Apocynum can - 
nabinum prescrivendone 20 gocce della T. M. in 60 grammi di 
acqua da prendersi a cucchiarini ogni ! / a ora. 

L’effetto benefico si dichiaro dopo pochi cucchiarini e basti il 
dire che diradando sempre pi a le dosi si pote scongiurare la gra- 
vissima situazione dell’ammalata, aumentando la quantita e lim¬ 
pidity deH’orina. Purtroppo l’ammalata in questo stadiodi malattia 
per uno di quei fatali capricci che si osservano nella pratica non 
si presto ad un consecutivo trattamento, per cui dopo alcuni 
giorni si riprodusse il disordine cardio-polmonale e malcrrado 
fossi di nnovo richiamato ed amministrassi VApocynum, questo 
spiego solo un’azione momentanea, ma non valse ad impedire la 
catastrofe definitiva. Segnalo il fatto ai colleghi affinche ne ripe- 
tano Tesperimento, trattandosi di casi, ove il ritardo del soccorso 
puo riuscire fatale e dove il medico puo ad ogni modo mostrarsi 
benefico. 


Dott. G. Bonino. 


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L’OMIOHATIA IN ITALIA 


±i 


CLINICA DELL’ OSPEDALETTO 


Toscano Antonia, d’anni 10. Entrata il 5 gennaio 1897. Padre 
dedito al vino, iracondo, minaccioso. Nell’infanzia deila bambina 
troviamo traccie d’exema alia faccia e nulTaltro di rilievo. Da 
6 raesi in seguito a ripetuti spaventi provocati appunto dai mali 
trattamenti del padre contrasse singhiozzo, causa di non lieve 
disturbo per lei e per quelli con cui era costretta a fare vita in 
comune. Fu ricoverata due volte in altri ospedali senza mai aver 
avuto benefizio di sorta, neppur temporaneo. Venne da noi accet- 
tata il 5 gennaio 1897. Fu tenuta per qualche giorno in osserva- 
zione e si constato che il singhiozzo era sempre preceduto da un 
grido inspiratorio : in questo istante risentiva un dolore pungente 
piu o meno forte al eostato destro o sinistro: aveva poi cefalea 
quasi continua; seguiva un periodo di riposo di pochi istanti od 
anche di 10-15 minuti per ricominciare nuovamente con altro 
grido e successivo singhiozzo. Cosi continuava per qualche ora 
od anche piu, avendo per6 sempre riposo durante i pasti e nella 
notte. Nessun movimento disordinato od altro sintomo speciale 
accompagnava il singhiozzo. Le fu somministrato lgnatia , poi 
Zincum , con risultato negativo, finalmente Belladonna 24 a che 
sortl subito ottimo effetto: infatti due giorni appresso, cioe il 
15 gennaio, i fatti morbosi erano totalmente scomparsi. 

Ritorno in quest’ospedale il 4 febbraio perche da 8 giorni era 
ritornato il singhiozzo, anzi gli accessi erano piu frequenti che 
non fossero prima ed avevano cambiato carattere inquantoche, 
pur sempre conservandosi il grido, questo non era piu seguito da 
un solo singhiozzo, ma sibbene da diversi fischi inspiratori. La 
ricaduta della malattia avvenne senza causa nota tranne forse 
per errori di regime. 

Gli accessi si ripeterono nei giorni 4, 5, 6 e cessarono com- 
pletamente al mattino del 7 mediante poche dosi di Bellad . 24 a . 

Sono gi& trascorsi 20 giorni e la risoluzione si mantiene 
eorapleta. 

Dott. G. Raba.toli 
Medico assistente. 


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22 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


COMSSO INTUAZIOMLE OKIOFATICO Dl LOMA 

3-8 Agosto 1896 


(Continnazione e fine). 

Con puntualitA ed esattezza veramente inglesi, il segretario 
del Congresso d’Omiopatia tenutosi in Londra, ci ha fatto perve- 
nire il resoconto ufficiale delle sedute, corredato dei lavori e 
delle interessanti memorie che ivi si sono svolte. 

Ben prima d’ora avremmo adempiuto alia nostra promessa di 
corapletare il sunto che ci siamo proposti di darne nel nostro 
giornale, se un malaugurato incidente (1) professionals non ci 
avesse posti nella dura necessity di non poterlo fare. Siamo lieti 
di poteroggi riprendere la penna per tale scopo, poi che il resoconto 
che mancava, e che stiamo per dare e fra i piii interessanti, si 
come quello che riguarda il nobile Paese dove FOmiopatia ad 
un dipresso, la regoia, non Teccezione; parlo degli 

Stati Cniti d’America. — Rapporto del dottore Kraft, di 
Cleveland. 

Notevoli progressi ha fatto la dottrina omiopatica negli Stati 
Uniti, dopo Fanno 1891. Ne sono evidente prova le cifre seguenti: 


Societa mediche omiopatiche nazionali . 

1891 

3 

1896 

8 


sezionali . 

2 

1 

n w 

dello Stato 

29 

33 

v> yt 

locali . . . 

83 

86 

Clubs medici omiopatici . . 


21 

35 

SocieU mediche miste . . 

. 

1 

3 

Ospedali omiopatici generali 


40 

65 

« - special! 

. 

39 

73 


(1) L’incidente veramente malaugurato al quale accenna Famico nostro 
dott. Fagiani, 6 una infezione pioemica della mano destra, susseguita da 
linfangioite. Siamo lieti ora di poter annunziare la telice risoluzione ed il 
ritorno suo al ministero medico (Red.). 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


23 



1891 

1896 

Dispensari. 

51 

69 

Giornali omiopatici. 

29 

32 

Collegi medici omiopatici. 

16 

20 

Numero degli studenti. 

. 1276 

2000 

Numero dei diplomi accordati .... 

. 406 

500 

Ospedali omiopatici — Numero 

dei letti. 



1891 

1895 

Ospedali omiopatici generali .... 

. 2344 

3517 

*• * speciali .... 

. 3144 

5775 

• 

Numero degli ammalati. 




1891 

1895 

Ospedali omiopatici generali .... 

14,272 

27,871 


* - speciali ... 20,411 26,605 

Dispensari omiopatici. 134,956 210,866 

Dispensari — Numero delle prescrizioni. 

4891 1895 

377,881 854,679. 

Ad eccezione di 3 collegi, nei rimanenti la donna e ammessa 
agli studi ed alia laurea: anzi a New York esiste un collegio 
esclusivamente per signore. Nella maggior parte degli Stati Uniti, 
e pih specialmente negli Stati di New York e della Pensilvania, 
il medico che venissecon diploma regolare e legale, non ha diritto 
di libero esercizio se non dopo speciale esame dinnanzi ad una 
Commissione di Stato. 

Fatto degno di rimarco 6 questo: che negli Stati di New York, 
la proporzione dei rimandati agli esami, e maggiore fra gli allo- 
patici che fra gli omiopatici. 

Lista delle opere d’omiopatia che vennero pubblicate negli 
Stati Uniti durante questi ultimi cinque anni, vale a dire dopo il 
precedente Congresso: 

The Essentials of Materia Medica , del dott. A. Dewey, M. D. di New York. 
The Essentials of homeopathic therapeutics , dello stesso autore. 

Provings and Clinical observations with High Potencies, del dott. Macolm 

Mac Farlane di Filadelfia. 


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24 


L’OMIOPATIA IX ITALIA 


The prut ice of Medicine , del dolt. Wiliam C. Goodno. 

The pratice of Medicine , del dott. Marvin A. Custis. 

A regional and comparative Materia Medica , del dottore .John Gilmore 
Macolm e Oscar Burnham Moss. 

A Handbook of the Diseases of Children , del dott. G. E. Fischer di 
Chicago. 

A Homeopathic Text-book of Surgery , dei dott. Fischer e Mac Donald. 
Therapeutics of the Eye % del dott. Ghas Boyle. 

The Elements of Surgical Pathology with Therapeutic Hints, del dott. Janies 
Gilchrist. 

A Manual of Genito-urinary and Veneral Diseases f del dottore Bukk 
G. Carleton. 

A Manual of Nervous Diseases and their Homoeopathic Treatment , del dot¬ 
tore Geo. F. Martin. • 

A Manual of Electro-therapeutics , del dott. G. J. Hood. 

Comparative Materia Medica of the Digestive System , del dott. A. R. Me. 
Michael, di New York. 

Ritornando ora alio sviluppo del programma diremo, che 
nel seguente giorno — 5 agosto — si procedette anzitutto 
alia nomina del Comitato per erigere un monument© ad Hahne¬ 
mann da inaugurarsi possibilmente nel 1900, in occasions del 
Congresso internazionale omiopatico da tenersi a Parigi contem- 
poraneo all’Esposizione universale. E poiche parve conveniente 
all* Assembles che il Comitato dovesse vestire un carattere 
internazionale, vennero a tal uopo eletti i signori dottori: Brasol, 
di Pietroburgo, presidente; Cartier, di Parigi, segretario; 
Hughes, d’lnghilterra; Bushrod James, dell*America, e Villers; 
di Germania. 

Successivamente presero la parola a proposito del tema * Come 
possiamo migliorare e completare la nostra letteratura omiopa- 
tica? « i dottori Dyce Brow di Londra con un lavoro intitolato : 
« Letteratura omiopatica, suo stato presente e sue aspirazioni * 
e Bradford di Filadelfia coll’argomento: « La condizione presente 
ed il necessario futuro sviluppo della letteratura omiopatica ». 

II primo passa in rassegna le opere magistral apparse finora, 
facendo qualche appunto sopra la loro praticitA. Il secondo muove 
dal concetto, che ciascun libro fin dai primi tempi include ana 
speciale ragione di concetto e di pubblicazione. Propone di fon- 
dare una bibliografia internazionale ed annunzia un suo lavoro 
che ha per oggetto un indice di tutte le patogenesie colla storia 
degli esperimentatori, non che una biografia di tutti i medici 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


25 


omiopatici anteriori al 1835. Aperta la discussione vi prendono 
parte i dottori : Leon Simon, Brasol, Krans-Bush, Hughes, 
Proctor, Goldsbroug, Hayward, Clifton e Kraft. 

Esaurito questo tema il Presidente annunzia, sotto il titolo 
«* RazionaliU dell’Omiopatia tre memorie: Tuna di Robert 
Walter, di Pensilvania, sopra - L’argomento a priori della legge 
dei Simili la seconda del dott. Sands Mills sopra « Alcune ra- 
gioni per la fede nell’Omiopatia ; la terza del dott. Von dem 
Borne sopra « E l’Omiopatia semplice suggestione? *». Indi apre 
la discussione sopra il secondo argomento invitando il dott. Brazol 
a prendere la parola. Questi conferma le ragioni addotte dall’au- 
tore, dacche TOmiopatia poggia esclusivamente sopra esperi- 
menti diretti e non sopra ipotesi. Tale tesi ebbe maggiore sviluppo 
merce le osservazioni dei dottori Nankivell, Villers, Goldsbrough, 
Dezewiecki, Wesselhoeft, Giles, Proctor, Hughes, Von dem Borne. 
L’autore conforto la sua meraoria coi dati statistici seguenti, i 
<juali sfidano tutte le obbiezioni piu o meno benevoleche soglionsi 
scagliare contro TOmiopatia. 

Fra gli ospedali di New York sono a compararsi i City 
Hospital e Metropolitan Hospital, ambidue in condizioni uguali, 
perocche non possono scegliere i loro malati, ma questi vi sono 
mandati da un Comitato central© comune man mano si fanno 
liberi i letti e cosi promiscuamente. Risulta pertantodaunrapporto 
fatto sulla mortality di entrambi che nel City Hospital (allopatico) 
sopra 8430 malati morirono 621, quindi una mortality di 7,35 •/«; 
Metropolitan Hospital (omiopatico) su 5060 malati morirono 271, 
cioe una mortality di 5,36 # / 0 - 

Parimenti nel Brooklin Hospital (allopatico) sopra 1373 malati 
decedettero 118, quindi una mortalitA di 8,60 f / # ; 

Brooklin Homeopathic Hospital sopra 1170 malati mancarono 76, 
indi mortalitA 6,44 */«• 

Id. nell’Ospedale allopatico di Pensilvania sopra 2553 malati 
perirono 268, cioe con una mortalita di 10,40 */ # ; 

In quello omiopatico sopra 1851 malati morirono 98, con una 
mortality di 5,25 •/«• 

Id., in Pittsburg, nell’Ospedale allopatico sopra 2305 malati 
morirono 207, con mortality di 8,98 °/ 9 ; 

In quello omiopatico su 1412 malati i morti furono 90, con 
mortalita di 6,37 °/ 0 . 


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26 


L 0M10PATJA IN ITALIA 


In Boston, nell’Ospedale allopatico di 4605 malati morirono 45B 
con mortality di 9,83 %, mentre 
In quello omiopatico fra 1191 malati decedettero 80, con mortality 
di 4,19 o/o. 

Id. nell’Ospedale Cook County di Chicago i malati sono distri- 
buiti nel seguente modo: sopra 30 ammalati 19 vengono- 
affidati alia Sezione allopatica, 5 a quella di medici 601611101 
e 6 agli omiopatici. 

Nel quinquennio 1889-93 ne furono accolti 43598 e si ebbero- 
i seguenti risultati: 

Allopatia . . . . 28131 malati, morti 3340, mortality 11,87 °/* 
Eclettismo . . . 6968 - - 668, * 10,40 « 

Omiopatia . . . 8509 * - 766, - 9,00 - 

Id. a Baltirnora avvi l’Ospedale John Hopkins il cui servizio & 
fatto da medici di celebriti mondiale. Di fronte sta l’Ospe¬ 
dale omiopatico Maryland. Orbene i risultati furono: 
NelTOsped. Hopkins, malati 3018, deceduti 197, mortality 6,52 •/* 
* Maryland, *> 356, * 12, *• 3,37 * 

Sommando insieme i dati precedenti vi ha una mortality media 
di 10,32 °/ 0 secondo la scuola allopatica e di 6,97 °/ 0 secondo I’omio- 
patica. Di modo che se tutti i malati fossero stati curati allopati- 
camente sarebbero morti presumibilmente 7219; se invece omio- 
paticamente si avrebbero avuto 4875 decessi, quindi una differenza 
di 2344 vittime umane. 

Passando all’esame di malattie speciali risulta dai rapporti 
dell’ufficio d'igiene che a Chicago sopra 8000 casi di difterite 
trattati coll’antitossina si ebbe una mortality del 22 °/ 0 , laddove 
curati oraiopaticamente morirono solamente il 7,3 °/ 0 . Parimenti 
in un’opidemia tifoidea a Stamford si ebbe dalla cura allopatica 
una mortality di 7,74, quella di 4,09 dal trattamento omiopatico. 
A New Haven (Connecticut) si ebbero i seguenti risultati: 

Scarlattina . 

Allopaticamente . . 1271 casi, 127 decessi, 9,99 °/o mortalitA 

Omiopaticamente. . 209 * 9 - 4,30 - 

Difterite e croup membranoso . 

Allopaticamente . . 753 casi, 267 decessi, 35,45 °/o mortalitA 

Omiopaticamente . . 146 « 31 » 21,23 « 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


27 


Tifo. 

Allopaticamente . . 458 casi, 119 decessi, 25,98 °/o mortality 

Omiopaticamente . . 60 * 12 * 20,00 * 

Morbillo . 

Allopaticamente . . 286 casi, 51 decessi, 17,83 °/o mortalitA 

Omiopaticamente. . 106 « 2 * 1,88 * * 

Susseguono due memorie alquanto in antitesi, almeno in appa- 
renza, fra loro; TAnnuario del dott. Ord che tratta « della scelta 
dei farmaci secondo Tordine di successione dei sintomi » il che 
costituisce a suo avviso la miglior guida per scegliere il similismo; 
l’altro del dott. Schley di New York, cosi intitolato : * Pos- 
siamo noi prescrivere i rimedi omiopatici con maggior successo 
tenendo stretto conto dello stato patologico? *. Egli conchiude 
per Taffermativa. 

II dott. Clarke di Londra tratta degli estratti animali in rap- 
porto colTOmiopatia, facendo una breve rassegna dei cosi detti 
sarcodi e dei nosodi. Propone specialmente la tiroidina nel mixe- 
dema, ove eglie d’avviso agisca omiopaticamente. Il dott. Mersch 
d’Anversa muove giusti appunti, perocche egli pure si e occupato 
dell’argomento e crede che la tiroidina sia pift omiopatica nella 
tachicardia anziche nel mixederaa. 

11 dott. Washington Epps di Londra svolge un suo studio 
« Sulla patogenesi ed applicazione terapeutica di Aurum * nove- 
rando brillanti risultati in appoggio. Aggiungono fatti clinici i 
dottori Derrey e Kroner. 

Giovedl 6 agosto . — Esordisce il dott. Goldsbrough di Londra 
scegliendo per argomento » La dottrina di Hahnemann in ordine 
alle raalattie croniche *. S’impegna in proposito una seria discus¬ 
sions precipuamente sul signiticato del vocabolo psoy'a che cer- 
tamente abbraccia una serie di affezioni distinte per la loro 
manifestazione. 

A sua volta il dott. Leon Simon svolge il suo tema « Una 
Jegge posologica * sul quale apri la discussione il dott. Dittmann 
di Pietroburgo (1). 

(1) Le idee espresse dal collega ed amico Leon Simon, quali si leggono 
nel Resoconto ufficiale, collimano in massima parte con quelle che io 
espresai nei Primi studi di materia medica. 


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L 0M10PATIA IN ITALIA 


In seguito il Presidente da un sunto di tre memorie presentate: 
Tuna dal dottor Hansen di Copenhagen * Sull’azione del jodo e 
mercurio nella sifilide «, la seconda del dottor Mayumdardi Cal¬ 
cutta « Sulla febbre intermittente e la terza del dott. Hughes 
di Brygton * Sull'azione di Colchicum nella gotta, e di altri 
specifici **. Invita poscia il dott. Von dera Borne ad aprire la 
discussione ** Sugli specifici della medicina tradizionale cui 
partecipano in vario senso i dottori Krauss, Villers, Dittraann, 
Hansen e Hughes. 

* Il virus della tubercolosi nella terapeutica omiopatica «, 
abilmente trattato dal dottor Cartier, gi4 formo oggetto di 
studio consegnato alia Revue homeopathique de France dei mesi 
scorsi. Il dott. Nankivell, invitato a dare il suo avviso, non con- 
divide tutte le speranzedell’autore nel campo pratico. Aggiungono 
osservazioni i dottori Mersch e Hurndall. 

** Trattaraento dell’oftalmia scrofolosa * e Targomento svilup- 
pato dal dott. Bushrod James di Filadelfia sotto Taspetto igienico, 
patologico e terapeutico generale e locale, accennando ai rimedi 
che solitamente riescono in mano di tutti gli omiopatici ed in 
modo sovranamente superiore al successo della scuola officiate. 

Vengono poscia i dottori Hayward di Birkenhead coll’argo- 
mento * La sordita considerata sotto il punto di vista patogene- 
tico * e Cooper di Londra sopra « date forme di sorditA e loro 
rimedi corrispondenti ». Come scorgesi le due memorie si com- 
pletano a vicenda. Grinterlocutori citano fatti clinici ove riesci- 
rono con Hepar , Calcarea , Tellurium , Fieri acidum , Ferrum 
picricum , Barita e Kali hydrojodicum . 

Venerdi 7 agoslo . — Apresi la seduta con un pregiato lavoro 
del dott. Wright di Londra sulla * Vertigine uditiva * sul qual 
argomento prendono la parola parecchi congressisti esponendo 
ciascuno il frutto della propria esperienza con svariati rimedi. 

Consecutivamente offre un interessante lavoro sul « Carattere 
omiopatico ed azione delle acque minerali « il dott. Kranz Busch 
di Wiesbaden, rilevando sopratutto come sul terreno della Bal- 
neoterapia pih facilmente s’intenderanno le due scuole rivali. 
Porge in seguito una serie d’indicazioni di varie sorgenti. 

* Dei corni cutanei e della loro cura * tratta in seguito il 
dott. Van der Berghe di Bruxelles, descrivendone la costituzione 
organica, la sede e lo sviluppo; preconizza a tal uopo Causlicum . 


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L* OMIOPATIA IN ITALIA 


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Presentano poscia i loro lavori « Sui riraedi vulnerari * il 
dott. Gilchrist di Jowa; sul * Carcinoma uterino * il dott. James 
Wood di Cleveland; * L/amenorrea con disordini mentali * il 
dott. Burfprd di Londra e * L’appendicite, suo trattamento medico 
e chirurgico » il dott. Packard di Boston. 

Sabato 16 agosto. — La Seduta, tenuta nell’antimeriggio, fu 
consacrata alia pertrattazione di argomenti che hanno attinenza 
alia Chirurgia. 

Di tale natura furono: 

* Le collezioni purulente del torace * per cura del dott. Hay¬ 
ward di Liverpool, il quale ebbe occasione di trattare parecchi 
casi con successo concordando l’operazione, aspirazione od anche 
larga apertura, colla medicazione interna a base di Hepar , Arnica , 
China , Arsenjodatam. 

** L’anestesia ossicloroformica * del dott. Nicholson di Liver¬ 
pool. L’autore fu mosso all’ideazione di un nuovo apparecchio 
che permettesse Tintroduzione ad un tempo del cloroformio e 
delKossigeno per evitare i numerosi casi di asfissia cloroformica 
e si dichiara soddisfatto del suo ritrovato. E poi inutile inanife- 
stare la nostra soddisfazione, che tale innovamento parta da un 
chirurgo omiopatico. 

Dott. Fagiani. 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


NOTIZIE 


La Societa britannica d'Omiopatia in commemorazione del Congresso 
internazionale voile nella sua prima adunanza successiva nominare a soci 
corrispondenti: dott. McClelland di Pittsburg, dott. Bushrod James di Fila- 
delfia, dott. Wesselhoeft di Cambridge, dott. Norton di New York, dott. Van 
Lepped di Filadeltia, dott. Wood di Cleveland, dott. Brasol di Petersbourg, 
dott. Dittmann, ibid., dott. Villers di Dresda, dott. Cartier di Parigi, dot- 
tore Gailliard di Bruxelles, dott. Hansen di Copenhagen, dott. Bonino di 
Torino, dott. Bojanus di Samara. II segretario dott. Knox Schaw ebbe inca- 
rico di dame parlecipazione aggiungendovi la promessa di spedire d’ora 
innanzi il The Journal of the British Homoeopathic Society . Infatti gik per- 
vennero i due fascicoli di ottobre 1896 e gennaio 1897 con un supplemento 
annuo, che contiene la lista degli ufficiili direttori, amici e membri della 
societa. Lino sguardo ai due fascicoli ci convince della serieta degli studi e 
della larghezza con cui sono trattati ed accolti dai colleghi i vari argomenti 
di patologia e terapeutica in correlazione colla nostra dottrina. Direttore del 
giornale e quell’ampia mente, quel campione deiromiopatia, ancorchfc non 
tutti ne condividano incondizionatamente le opinion!, che risponde al nome 
di Riccardo Hughes, segretario perpetuo dei Congressi internazionali di 
Omiopatia. 

* 

* * 

Scuola d' Omiopatia a Filadelfia per i laureati. — Codesto Istituto fu 
aperto nel 1891, ed accoglie mediei approvati di ambi i sessi, per am* 
maestrarli nei principi e nella pratica della pura Omiopatia. II Calendario 
pel corrente anno cosl si esprime: * Questo stabilimento venne fondato 
ritenendo che il primo e piu eccelso dovere del medico sta in quello di donare 
la salute agli infermi, quindi si propone il precipuoscopo di dimostrare, che 
1’adozione pratica di un’omiopatia pura scioglie nel miglior modo il pro- 
blema. Il nostro stabilimento poggia quindi, per cosi dire, sopra un nuovo 
terreno, sia in riguardo ai principi che vi sono insegnati, sia nel metodo 
d'insegnamento. 

• Per quanto concerne i principi, vi s’insegna l’omiopatia pura, quindi 
l’impiego del medicamento unico in forma dinamizzata ed in minima dose. 
L’Organon di Samuele Hahnemann, edito nel 1833, k il libro su cui poggiano 
tutte le lezioni. Sono esclusi i rami meccanici della medicina, come la chi- 
rurgia e ginecologia operativa, e noi ci limitiamo all’arte di prescrivere 
farmaci secondo i principi prettamente omiopatici *. 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


31 


A questo fine sono irapartite lezioni didattiche e si provvede a conferenze, 
discussioni ed insegnamento clinico, il quale deve illustrare le lezioni didat¬ 
tiche, e poichb non sono mai adoperate sostanze grezze, cosl viene dimo- 
strata la guarigione di malattie dinamiche con farmaci diolentizzanti. 

E pure stabilito essere inutile il ripetere quella parte dello scibile me¬ 
dico, che viene insegnato nolle comuni University, e tale disposizione rende 
agevole l’introduzione di dette scuole negli altri paesi, come in Germania. 
Lo stabilimento ha acquisito per legge il diritto di conferire un titolo di 
Master of Homceopatics (esperto nell’Omiopatia), titolo che nessun altro 
collegio pub rilasciare. 

Gio che noi non potremmo assolutamente imitare, si e la lunghezza dello 
insegnamento, dacche le lezioni sulla materia medica durano un triennio, 
ed il rapporto dice, che piu d’un uditore, a fine di poter seguire tali lezioni, 
si stabilisce qual medico esercente in Filadelfia per quella durata di tempo 
affinchb possa compiere una piena istruzione. Le lezioni sulla teoria omio- 
patica si estendono ad un anno. Alla materia medica & adibito il profes- 
sore Kent, che impartisce due lezioni ebdomadarie. 

11 modo, con cui egli fa emergere la parte caratteristica dei medicament! 
e quindi ne dipinge un quadro che agevolmente rimane impresso nella 
mente, b noto eziandio ai nostri lettori. Inoltre egli fa due lezioni settima- 
nali sulla teoria dell’omiopatia prendendo per base l’organon e le malattie 
croniche. Sono date 24 lezioni settimanali cliniche della durata di 1-3 ore 
per opera di otto professori clinici. In queste non solo si rileva il quadro 
morboso, ma altresi la scelta del rimedio, edin pari tempo s’insegna come 
si devono interpretare i trattati ed i repertori e sopratutto si fa servire il 
presente caso come termine di confronto. 

In progresso gli uditori sono invitati a procedere da sb alia scelta dei 
rimedi, come pure possono praticare per proprio conto nella policlinica 
annessa all’Istituto. 11 materiale del policlico ofTre circa 1500 casi al mese, 
ed un grande numero di casi esterni a visitare viene pure fornito. Tre volte 
per settimana si d&nno lezioni cliniche di pediatria con molte fattispecie in 
osservazione. Ogni giorno ha luogo una lezione clinica di ginecologia ed 
una teorica ogni settimana. 

L'unico ramo, che non e prettamente omiopatico, b la medicina legale, 
la quale venne inclusa in quest’Istituto, mancando nella plurality dei collegi 
d’Ainerica. 

Una disposizione poi che ci colpisce (eioe i tedeschi) e quella che tre 
▼olte per settimana si da una lezione clinica in lingua tedesca, segno della 
numerosa colonia tedesca tuttora esistente in Pensilvania. Il jsiu breve ter¬ 
mine di frequenza all’Istituto per conseguire il diploma b di un anno, ed alia 
condizione ancora che il sollecitante abbia partecipato a quanto ofTre l’lsti- 
tuto. La tassa del le lezioni e in media di lire 200, oitre ad una tassa annua 
di lire 500. Sono accordati tre posti gratuiti per coloro che non avessero i 
mezzi di frequentare l’lstituto. 

Per noi tedeschi, come gia sopra si e detto, b l’unico possibile insegna¬ 
mento dell’omiopatia e se avverra di poter realizzare il progetto in gestazione 
converrk pure adottare il piano che lo regge a Filadelfia. Ai nostri colleghi 


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l’oMIOPATIA IN ITALIA 


3f> 


poi transatlantic!, che con indefesso lavoro si procacciarono 1’onorato posto 
che ora coprono, inviamo le nostre piu cordiali felicitazioni ed i migliori 
auguri nell’inaugurazione del presente anno accademico. Dove fungono un 
ufficio Rente Fincke, un Istituto non puo a meno di raccogliere certaraesse 
di successi. 

(Archiv fur Iionueopathie , novembre). 

•» 

' ■* •» 

Vi sit a all'Ospedale Omwpatico di Londra. — Fra le migliori attrattive 
di un omiopatico che visiti Londra per la prima volla, va indubbiamente 
annoverato il nuovo grandioso Ospedale, rifabbricato quasi dalle fonda- 
menta sull’area dell’antico, a Great Ormond Street, e dapoco solennemente 
ed officialmente inaugurato sotto gli auspici della principessa Mary Adelaide 
Duchessa di Teck. La situazione e abbastanza centrale, se tale aggettivo 
pud entrare nella topogralia della immensa cittA che si direbbe senza con- 
fini, ed ha vicini ed ai lati dei vasti giardini, uno pubblico, l’altro privato, 
che la rallegrano. Poco discosto v’& l’Ospedale ltaliano. Gome era fissato 
dal programma, le grandi sedute del Gongresso si tennero nelle ore pome- 
ridiane nel salone di Queens’ Hall, a Regent Street, e nelle ore del mattino, 
i nostri cortesi ed ospitali colleghi di Londra ci attendevano all’Ospedale, 
dove ognuno, secondo le proprie tendenze, seguiva piu specialrnente o le 
visile ed i parziali convegni dei riparti medici, o quelli chirurgici. 

Non riferirei con scrupolosa esattezza le impressioni su questa visita 
graditissima, se non accusassi il grande sconforto che mi e entrato nell’a- 
nimo, quasi contemporaneamente alia grande soddisfazione ch’io provavo 
nel vedere, la prima volta, per conto mio, un imponente e cosl perfetto 
locale ospitaliero, tutto dedicato alia Omiopatia. Pensavo alia patria lontana; 
riandavo col pensiero a quella oramai lunga serie d’anni da quando l’idea 
d’Hahnemann cosi semplice e sublime venne introdotta ed accettata danoi, 
ai vecchi apostoli dalle raenti elette che primi ebbero il valore di farla 
accettare, frammezzo a contrasti, a lotte, ad urti di ogni genere; ma invano 
ricercavo di posare la mente su qualcosa che si assomigliasse a cio che 
vedevo. Solo un vano ricordo della mia fanciullezza mi faceva rivedere a 
Torino, la presso ad un grande miracolo della piet& di un buon sacerdote 
che fece sorgere dal nulla un estremo ricovero a ben duemila infelici, un 
piccolo ospedale per bambini, fondato da quella gentildonna illustre che fu 
la marchesa di Barolo; fondazione omiopatica che gl’ingiusti eredi non 
tardarono a deturpare — e vedevo altresi quel promettente embrione di 
Ospedale che il senno e l’energia del Presidente del nostro Istituto, asse- 
condato dalla generosita intelligente di pochi, ma eletti, hanno fatto sor¬ 
gere, pure in Torino, da pochi anni. 

Oh mai come durante le mie visite all’Ospedale di Londra, io ho formato 
piu ardenti voti per l’incremento ed il progresso dell’omiopatia in Italia I 
e Dio, speriamolo, vorra esaudirli. 

Da altra relazione del dott. Scliepens, rilevo idati storici che riguardano 
l’Ospedale Londinese. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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Rimontando ad oltre settant’anni addietro, poclii erano i niedici che 
avessero abbracciato i dogmi della nuova scuola, e nel 1827, il dolt. Fede¬ 
rico Forster Quin, fu tra i primi seguaci d’Hahnemann, in Inghilterra. Dopo 
parecchi anni, sorse la prima Societd, Bntannica d'Omiopatia , che fra gli 
scopi positivi che si era prelissi, ollre che la pubblicazione di libri d’omio- 
patia e la fondazione di una biblioteca, v’era quello della fondazione di un 
ospedale. 

Frattanto nell’anno 1840 la Societa cercb di aprire un Dispensario gra- 
tuito, che avrebbe in seguito dovulo trasformarsi in Ospedale, dove si pro- 
poneva di intraprendere un Gorso pubblico ed una Glinica speciale. Ma, 
pel momento, I’iniziativa non venne sufficientemente assecondata, e non fu 
che nell'anno seguente, che un dottoentusiasta dell’omiopatia, M. Marmaduke 
Sampson,coll’appoggio dei medici, propose l'associazionedi persone estranee 
all’esercizio della medicina, e sorse VAssociazione Britannica d'Omiopatia, 
annoverando ben losto oltre a trecento soci, sotto la presidenza del Duca 
di Beaufort. Sotto l’irnpulso potente di questa nuova iniziativa, non si tardo, 
nell'aprile del 1850, a mettere le basi del primo ospedale, affittando all’uopo 
una casa presso Regent Street, al n. 32 di Golden Square, ed acquistandone 
poco dopo la propriety. il numero dei letti era di 25. Questi primi e gra- 
duali progressi della novella medicina, non potevano naturalmenle passare 
senza risvegliare 1&, come ovunque, 1’allarme e le ire ingiustifieabili della 
scuola officiate; e queste segnarono una data memoranda nella cronaca 
delPomiopatia del Regno Unito, alio scoppiare dell’epidemia di cholera 
nel 1854. Avvenne che fin dall’esordire del fatale morbo epidemico il 
Gomitato Governativo d’lgiene nomino degli ispettori incaricati di visitare 
prontamente ogni caso che venisse segnalato negli ospedali, diligentemente 
osservando e prendendo nota dei different trattamenti usati nella cura, 
scartando, nel modo piu assoluto, da una tale statistica le semplici diarree 
choleriformi. 

II dott. Maclouglin, ispettore allopatico, constatb e riferi come nell’Ospe- 
dale omeopatico la mortalita era stata di 16,4 °/ 0 . 

Negli altri ospedali il numero dei decessi era salito a 36%. cifra minima, 
ed a 46%, cifra massima. 

Il Gomitato Governativo d’lgiene, a preferenza di far noto il fatto, con- 
statato dagli stessi suoi incaricati, confessando cosl la superiority indiscuti- 
bile del trattamento omiopatico, non seppe far di meglio che sopprimere, 
senz'altro, nel proprio rapporto, la statistica dell’Ospedale di Golden Square 
(dove attualmente trovasi il London Threat Hospital). Inutile il dire che 
gli omiopatici, raccolta l’ingiusta ofTesa, si sollevarono ed alzarono la voce; 
ed un nobile difensore, Lord Ebury (allora Lord Grosvenor), lancib energica 
protesta nel Parlamento, si chelaGamera dei Gomuni ordino di pubblicare 
a parte le statistiche dell’Ospedale omiopatico. 

L'eco dello scandalo officiale si sparse ovunque, ed ebbe questo per 
immediata conseguenza che in breve tempo si radunarono le 250,000 lire 
delle quali l’Ospedale necessitava per ingrandirsi. 

Lasciata la vecchia sede, sorse nel 1859 l’Ospedale di Great Ormond 
Street. Nel 1875 ad esso venne aggiunta una scuola per infermieri. Nel 1877 


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34 l’omiopatia in italia 

v’inauguro le sue conferenze cliniche il dott. Bayes, ed alcuni anni dopo si 
aperse il sanatorium di Eastbourne, alio scopo d'inviarvi gli aumialati in 
convalescenza, dove, per ora, non vengono mandati che le donne ed i bam¬ 
bini : rna la direzione dell'ospedale ha oramai stanziata la somma di 
lire 75,000, per ingrandimento destinato ad accogliervi i convalescent^ 
uomini. 

L’Ospedale, fattosi oramai troppo angusto per i bisogni delle moltipli- 
cate richieste, consiglib un nuovo appello fatto alia pietk degli omiopatici 
di Londra, ed in poco piu di un anno vennero sottoscritte lire 750,000. 
Durante questa nuova Case dell’ospedale, gli ammalati venivano provviso- 
riamente ricoverati e curati in due case sussidiarie, diligentemenle corre- 
date e provviste d’ogni cosa necessaria. L’attuale ospedale come io lo vidi, 
non completamente terminato in alcuni suoi particolari, si presenta al di 
fuori con un aspetto elegante, e scevro atTatto di quell’apparenza tetra che 
per lo piu e propria ai vecchi ospedali. Le grandi, alle e numerose linestre, 
1’architettura graziosa e moderna, sul tipo delle grandi costruzioni moderne 
americane, non lasciano, a tutta prim a, indovinare a chi per avventura 
passi di la, a quale scopo la grande fabbrica sia destinata. Meglio osservando, 
in seguito, lo accenna una vasta porta d’entrata fatta ad arco, che d& 
accesso ad un vestibolo dove alcune caratteristiche lo dicono in modo 
preciso. 

L’ospedale b composto di tre corpi di fabbrica, e di tre torri al di dietro 
di essi. Ognuno di essi si eleva da quattro piani sovrapposti al piano ter- 
reno. Ogni corpo di fabbrica b completamente staccato l’uno dall’altro, sul 
tipo a un dipresso del nostro genovese ospedale di San Filippo, eretto dalla 
Duchessa di Galliera, e non sono altrimenti riuniti l’uno all’altro che per 
mezzo di un passaggio coperto. Altri passaggi, per la maggior parte fatli 
con materiale in ferro e cristallo, riuniscono le singole fabbriche alle corri- 
spondenti torri posteriori. Oltrepassato il vestibolo dingresso, v'e ai lati la 
portieria, lasala per le visile agli esterni, un lavatoio, un grande salone per 
le adunanze, circondato all’intorno da eleganti scansie ripiene di libri, ed 
ornato di grandi quadri coi ritratti dei principali benefattori e fondatori, e 
fra essi un ritratto di Hahnemann. Dal centro salgono una comoda scala e 
1’ascensore, che ci fanno trovare al primo piano l’appartamento della diret- 
trice, al secondo, quello del primo interno , al terzo, le camere per gli altri 
interni , ed al quarto le camere per le persone di servizio. La torre corri- 
spondente a questa parte centrale contiene, nel sottosuolo la camera delle 
macchine, al piano terreno la sala per i rnedici, al primo piano la sala da 
pranzo; al secondo, la camera di operazioni; al terzo, delle camere d’isola- 
mento; al quarto, la biancheria; al quinto camere per le infermiere. 

Il fabbricato a ponente ha, al piano terreno, gli uffici; a ciascuno dei 
piani 1°, 2° e 3° delle sale di 8 letti; al 4° piano parecchie sale speciali. 

Il fabbricato a levante ha sale di 14 letti ognuna, cominciando dal piano 
terreno; al quarto vi sono le cucine, camere per ramministrazione. 

Le sale a ponente inisurano9 metri,sopra 8,50; quelle a levante 15 m., 
sopra 8,50. La loro altezza e di 4 metri. Ogni letto e separato dal letto 
vicino da una finestra; ogni ammalato dispone di uno spazio di pavimenlo 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


35 


di 9 metri quadrati, e di una cubatura d’aria di 40 metri. Pareti e soffitti 
sono in cemento dipinto a vernice; i palchetti di quercia levigati; tutti gli 
angoli sono arrotonditi. — Di fianco ad ognuna delle sale vi una piccola 
cucina a gaz, munita di ogni necessario attrezzo. La ventilazione si ottiene 
per mezzo di una grande stufa situata nel mezzo della sala, nella quale dei 
tubi posti sotto il pavirnento apportano aria fredda durante Testate, e calda 
nell’inverno. L’areazione si ottiene altresi per mezzo di ventilatori situati 
al disopra diogni finestra, e per mezzo delle finestre stesse. 1) riscaldamento 
si fa col metodo dell’acqua calda, Tilluminazione coll’elettricitk. Vi e poi 
tutta una serie separata e distinta di piccoli ascensori per le vivande, pei 
medicinali, ecc., che raggiunge ogni piano. Corridoi, camera d’operazione, 
lavatoi, sono tutti a pavimenti in marmo od a mosaico, in maniera da otte- 
nere una superficie assolutainente impermeabile. Le torri corrispondenti 
ai due lati di levante e di ponente, contengono ad ogni piano camere per 
bagno, doccie, latrine, tutte a vernice smaltata, e dei piu recenti modelli. 

In ogni parte delTospedale vi sono tre distinte canalizzazioni d’acqua, 
assolutamente distinte; una per 1’acqua potabile, la seeonda per Tacqua 
fredda, Taltra per Tacqua calda. 

La cucina comune, si come le piccole sopra accennate, funzionano a 
gaz; ci6 le rende sempre pulite, comode, e pronte al loro uso. Qui, come a 
Queens’ Hall, come al banchetto al Gecyl Hotel, si dispiego con demarcata 
cortesia quelTospitalitfc corretta e ad un tempo severa e gentile per la quale 
hanno rinomanza gl’lnglesi, e vorrei che, anche oggi, li raggiungesse e tor- 
nasse a loro gradito il mio ringraziamento. 

Dott. Fagiani. 

* 

¥t * 

Sono normalmente pervenuti i giornali che seguono, e dei quali faremo 
rassegna nel prossimo fascicolo: 

Allgemeine homceopatisrhe Zeitung. — Revue homoeopathique franodise. 
— Archiv filr Homceopathie. — Journal beige d' Homceopathie. — Zeitschrift 
des berliner Vereines homceopathischer. — Minneapolis homceopathie Maga¬ 
zine. — Revista homeopatica de Barcellona. — La Homeopatia , Messico. — 
The Journal of the British homceopathie Society. 





v RC/WA 


Stamperia dell’Unione Tip.-Editrice. — Torino. 


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ToRiNo-hoMA - UNIONE T1POGRAFICO-EDITRICE — Napoli-Milano 


Dott. ERNESTO CHAMBARD 

I MORFINOMANI 

STUDIO CUNICO, MEDICOLEGALE TERAPEUTIGO 

Traduzione del Dottor GIOVANELLI GIOVANNI 


Nelle lotte della vita due categorie di persone si presentano, quasi di con- 
tinuo: chi cerca nel lavoro indefesso una distrazione ai suoi pensieri, e 
Pincosciente che si inebbria di illusion!, di cbimere. All’attivitA, questi oppone 
Pinerzia; davanti alia sorte cbe lo colpi cerca farsi piccolo per soffrirne meno 
i colpi. — Vi sono lotte morali, prostrazioni prodotte da vizi di gioventii, da 
eccesso di letture cattive, passionanti; e, pur troppo, causa d’inerzia sono pure 
varie cure terapeutiche. 

Fra le beatitudini di questi esseri disgraziati si introdusse l’uso delle jnie- 
zioni di morfina, cbe producono quasi un assopimento dei mali fisici e una specie 
d'estasi beata. Deplorevolissime sono le conseguenze che ne derivano, gravi 
per Tindividuo; non mancano nemmeno dei Gircoli di persone che si radunano 
solo per iniettarsi a vicenda; senza ricordare i danni recati alia societA: pro- 
creazione di una figliuolanza senza vita, inerte, e uno spopolamento crescent© 
delle grandi cittA. 

Per un piacere di poebe ore, di pochi giorni, che solo il fior fiore della 
societA pu6 gustare in tutta la sua flnezza e in tutta la sua estensione; per non 
avere il coraggio di sopportare una privazione, il morfinomane si inoltra in un 
oscuro awenire, cbe gli sarA attraversato da una iliade di guai; va incontro alio 
abbrutimento, alia cacbessia e alia morte) 1 

U morfinomane assiste colla piena conoscenza del male alia rovina delle 
sue forze fisiche, e delle sue facoltA mentali. 

U morfinomane pub nullameno guarire, per quauto grave ed inveterate 
possa essere il suo male. 

Lo studio del dott. Chambard, che noi presentiamo agli studios!, A appunto 
dedicato a questo scopo. Dopo l’eziologia e la sintomatologia della Morfino- 
mania, si accenna alle complicazioni, quindi viene il grande capitolo della cura 
general©, e delle cure speciali, terminando cogli elementi per una cura morale. 

La traduzione, fatta con tutta diligenza dal dott. Giovanni Giovanelu, rive- 
duta e ampliata con opportune Note dal chiaro prof. Bernardino Silva, nulla 
lascia a desiderare al testo francese, per dottrina, come per letture affascinante. 

La mancanza in Italia di libri che trattino della Morfinomania ci dA fiducia 
di vedere bene accolta la nostra pubblicazione. 


Un elegante volume legato , JL* 3, SO« 


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Torino-Roma - UNIONE TIPOGRAFICO-ED1TR1GE — Napoli-Milano 


A. ATJVARD ed E. CAUBET 


ANESTE 81 A 

CHIRURGIGA ED OSTETRICA 

Traduzione del Dottor FABRIZIO MAFFI 


L’anestesia generale ha, ai nostri giorai, ottenuto la cittadinanza nella 
chirurgia moderna. La necessity di sopprimere il dolore nelle operazioni 
di qualche importanza b una veritk riconosciuta da tutti, ammessa senza 
contestazione, senza contrasto, ad unanimity assoluta. Ma quando si tratta 
dei mezzi neeessari ad ottenere questa anestesia, la scena cambia, si 
manifestano divergenze d’opinioni; ognunovanta il suo sistema prediletto, 
il metodo al quale b piu abituato. Questi metodi sono numerosi, e in questo 
volume si indicheranno tutti i metodi semplici per Y Anestesia generale, — 
i metodi delle miscele e i misti. 

Ne\Y Anestesia locale si parla dei refrigeranti, dell’acido carbonico, della 
infiltrazione artificiale dei tessuti, dei narcotici, della compressione, della 
elettricitk, del narcotismo voltaico, dell’antipirina, della cocaina. Seguono 
numeroseapplicazioni mediche, chirurgiche, alia ginecologia ed all’ostetricia. 

11 signor Auvahd studid in modo particolare 1’anestesia ostetrica, che 
difierisce per molti riguardi dalla chirurgica; il Caubet Panestesia chirurgica. 

Gli studi cbe presentiamo torneranno utilissimi al chirurgo che voglia 
ottenere la narcosi completa e regolare, necessaria in certe operazioni deli¬ 
cate, e al pazienle cbe desidera evitare cosl gli inconvenienti, non rari, della 
anestesia; — far& comprendere la necessity che anche in Italia si addivenga 
alia specializzazionc di chirurghi anestetici, e come per fare della buona 
chirurgia non basta essere operatore brillante e scrupoloso delPasepsi, ma 
occorre anche avere un buon narcotizzatore. 

Ai meriti degli Autori francesi, riprodotti fedelmente nelPedizione 
italiana del dottor Maffi, possiamo aggiungere che il compianto prof. Guzzi, 
nonchfc il prof. Silva, vollero assisterne la stampa e arricchire la nostra 
edizione di preziose Note. 

Le illustrazioni vengono anche. in aiuto del lettore. 


Un elegante volume legato , Lu 3, BO • 


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Fasclcolo XXX — 1899 


L’OMIOPATIA 

I2sT IT-A.XjI.A. 


ORGANO DELL’ ISTITDTO 0MI0PATIC0 ITALIAN!) 


Jtegio JDecreto %4 ginnaio 1886 


soubiabio. — Parte Ufficiale: Verbale della Seduta del Gomitato Direttivo 
convocato il giorno 2t aprile 1897 — Verbale della Seduta del Gomitato Diret¬ 
tivo indetta per 1’8 maggio 1897 in seconda convocazione. 

Parte non Ufficiale: Gonsiderazioni critichesul Saggio * Circa unaregola 
in Posologia , —- Notizie — Cose diverse — Indice delle materie contenute 
nei fascicoli XXI-XXX. 



TORINO 

STAMPERIA DELL’UNIONE TIP.-EDITRICE 

33 — Via Carlo Alberto — 33 

1897 


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Grande repertorlo clinico omiopatico, del dolt. Tommaso 
ClGLIANO. 

Hygienic-Medical Hand-Boock for Travellers in Italy, 

by G. Liberali M. D. 

Consideration! snl colera asiatico; sua profilassi e cura 
omiopatica, del dott. Vincenzo Liberals 

Li a dose omiopatica, del dott. Giovanni Urbaketti. 

Trattato di Terapentica omiopatica. — Tre volumi — Versione 
con proemio ed aggiunte del dott. Giuseppe Bonino. 

Primi stndi di materia medica secondo la legge del 
simili, del dott. Giuseppe Bonino. 


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PARTE UFFICIALE 


ISTITUTO 0MI0PATIC0 ITA LI AN 0 


Verbal© della Seduta del Comitato Direttivo convocato 
il giorno 24 aprile 1807 all© ore 11 nella Sala della 
Farmacia. 

Sono intervenuti i Signori: Wenner cav. Emilio, Presidente 
onorario; Bonino dott. Giuseppe, Presidente effettivo; Bottino 
dott. Crisanto, Vice-Presidente; Morozzo di Bianze marches© 
Filippo, Cassiere; Bonino dott. Pier Antonio, Segretario, ed 
Olivero Giacomo, Vice-Segretario. 



Trovandosi il Comitato in numero legale per deliberare, il 
Presidente invita il signor Cassiere ad esporre il Rendiconto 
amministrativo del 1896, il quale risulta nelle condizioni 
seguenti: 


1 


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2 


L’OMIO.’ATIA IN ITALIA 


Con t'> 1896 — ATT I VO 



Bilandale 

Ksall* 1 

TITOLO I. — Entrate effettive. 



Sezione 1* 



Entrate ordinarie. 


; 

Rendita proveniente da 15 cartelle S. Paolo di 

propriety dell’ Istituto.L. 

Rendita proveniente da 8 cartelle S. Paolo di 

375- 

i 

375 — 

propriety dell’Ospedale di Torino. . . . „ 

Interessi di Consolidate italiano 4 1 / 2 °/o di propriety 

200- 

200- 

dell’Ospedale di Genova.* 

Id. provenienti dalla vendita di 22 Azioni della 

37350 

300 — 

BancadTtalia,dipropr.deirOspedaledi Genova„ 

485 — 

475 20 

Id. provenienti dalla vendita di 3 A zioni della Banca 
dTtalia, di propriety delTOspedale di Torino , 
Id. di Consolidato italiano 5%» delTOspedale di 

07 50 

6i80 

I 

Genova.„ 

Id. di Consolidato italiano 5%, deH’Ospedale di 

— 

.5-; 

i 

Torino.„ 

— 

io- ! 

Quote di Soci Patroni dellTstitulo . . . . „ 

4i5 — 

445 - 

„ „ „ dell’Ospedale di Torino „ 

1173- 

1000- 

1 Rette dei malati degenti all’Ospedale . . . „ 

1500- 

2197- 

Quote dei Soci Ordinari.„ 

030- 

030- 

|j Sezione 2* 



1 Entrate straor dinar ie. 



j Quote presunte ed oblazioni di nuovi Soci del- 



|| l’lstituto.L. 

10- 

_ 

j| Quote presunte ed oblazioni di nuovi Soci per 

j l’Ospedale di Torino . i.„ 

Oblazione a favore dell’ Ospedale di Genova 

200- 

190 75 

(Tassaro-Fagiani).. 

— 

100 — 

Interesse sul libretto a conto corrente . . . „ 

10- 

889 

TITOLO II. — Movimento di capitali. 



i Vendita di 25 Azioni della Banca dTtalia delle quali 


\\ 

j 22 dell’Ospedale di Genova e 3 dell’Ospedaledi 
Torino.L. 


12375- j 

Attivo . . . . L. 

_ 

1850601 f 

j Passivo. .... 

— 

18373 13 

Rimanenza attiva L. 

— 

13351 {■ 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


3 


PASS [VO 



BilauciaU* 

I'a^ate 

1 

Credito del Gassiere sul conto 1895 (giusta Tappro- 



1 vazione di esso in data 3 giugno 1896) . . L. 

1 

— 

296 02 

• 

j T1TOLO 1. — Spese effettive. 



j Sezione l a 

Spese ordinarie. 

' Tassa di manomorta per le rendite dell’Istituto e 
| delTOspedale.L. 

10- 

|l 

i 

936 ' 

Tassa di riechezza mobile sul prestito VVenner. , 

19-254 

192 58 , 

, sul fabbricato delTOspedale . . . . , 

280 50 

278 32 

Riechezza mobile sulle 15 cartelle di S. Paolo del- 
' l’lstituto.. 

57 90 

57 90 | 

! Riechezza mobile sulle 8 cartelle di S. Paolo del- 
1 l’Ospedale di Torino.„ 

30 88 

30 88 1 

; Riechezza mobile sul portinaio-infermiere del- 
l’Ospedale pel 1896 e retro. 


87 42 

! Ritenuta sul Consolidate 5% degli Ospedali di 
! Genova e Torino.. 


5- ! 

Spese di manulenzione della sede delTOspedale 
i di Torino.„ 

100- 

260 50 ' 

1 Assicurazione d'incendi. w 

38 45 

39 22 

Acqua potabile.* 

67 20 

7030 i 

Salario alle tre persone di servizio alTOspedale 

1 complessivamente., 

720- 

■<1 

© 

1 

, Vitto per gli ammalati degenti alTOspedale (com* 

1 preso il vino).„ 

1550- 

1859 15 

, Gaz e riscaldamento.„ 

200 — 

261 56 | 

i Manutenzione del mobilio - collocamento di nuova 
! stufa., 

50- 

70— i 

Oggetti di medicazione ........ „ 

60 — 

38 20 [ 

Sovvenzione ai dispensari gratuiti di Torino ♦ „ 

350- 

350- 1 

« * * Roma . . „ 

200 — 

200- 1 

1 , „ w Milano. . * 

100 — 

100- 

Spese di stampa e cancelleria - comprese quelle di 

1 Napoli - meaiante storno dal dispensario ivi . „ 

180 — 

V 

381 12 

; Sezione 2* 

, Spese straordinarie. 

1 Per surrogazione di due cartelle S. Paolo estratte „ 


36— | 

Sussidio alia vedova Leoncini.* 

350 — 

350- 

TITOLO 11. — Movimento di capitali. 

1 Acquisto di Consolidate 4 1 / 2 °/ 0 per L.675,di cui 22 / 2 5 
' delTOspedale di Genova e 3 /. J5 di quellodi Torino „ 


1230090 

Acquisto di Consolidato 5% per TOspedale di 
( Genova, di L. 20.„ 

— 

378 70 

1 Totale delTuscita L. 

1 “ 

18373 13 | 


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4 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Non essendo insorta contestazione sopra verun titolo, il 
conto venne unanimemente approvato. 

Vengono in secondo luogo all’ordine del giorno: 

Provvedimenti pel servizio delVOspedaletto . 

A tal riguardo il Presidente espone che, essendo caduto 
aramalato gravemente da circa 40 giorni il custode infermiere 
dell’Ospedaletto, ne nacque quasi assoluto impedimento nel ser¬ 
vizio, per cui non fu piu possibile accettare verun malato. 
Questo stato di cose, congiunto ad altri inconvenienti emersi 
durante questo periodo, esige imperiosamente che il servizio 
venga regolato sopra altre basi, come insegna Tesperienza dei 
passati anni. 

I membri presenti, edotti di quanto e avvenuto e desiderosi 
di prevenire per 1* innanzi qualsiasi turbamento nel servizio, 
convengono di fissare una prossima seduta affinchd si possa 
elaborare un nuovo regolamento da presentarsi all’esame del 
Comitato e da attuarsi nel pih breve tempo possibile. 

Esaurito l’ordine del giorno, viene sciolta l’adunanza. 

Torino, 24 aprile 1897. 

Il Segretario 11 Presidente 

Dott. Pier Antonio Bonino. Dott. G. Bonino. 


Verbal© della Seduta del Comitato Direttivo indetta per 
T 8 maggio 1897 in seconda convocazione. 

Previo regolare avviso, sono intervenuti i Signori: Bonino 
dott. Giuseppe, Presidente; Bottino dott. Crisanto, Vice-Pre- 
sidente; Ferreri cav. Matteo e Demezzi ing. cav. Cesare, 
Censori ; Bonino dott. Pier Antonio, Segretario ; Dematteis 
dott. Silvio ed Olivero Giacomo farmacista, Vice-Segretari. 

Quindi in numero legale per le deliberazioni. 

Scusa per lettera la sua assenza il Presidente onorario 
cav. Wenner. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


5 


Sta all’ordine del giorno : 

1° Provvedimenti d’urgenza pel servizio delTOspedaletto. 

II Presidente espone che, essendo il Marchi soccombuto dopo 
lunga lotta alia malattia di cui si fece parola nella precedent© 
seduta, sorse immediate) ed urgente bisogno di sostituirlo, sia 
per la custodia della casa, sia per ritornare al servizio prece¬ 
dent©; che lo sgombro delle camere inferiori e della cucina 
iroplicb subito la necessita di riparazioni e Tacquisto di mobili, 
ancorchb ridotti alia massima sempliciti, e di arnesi di cucina, 
essendo quelli anteriori di proprieta della famiglia Marchi. 
Inoltre, per osservanza alia disposizione presa nella seduta 
anteribre, espone un progetto di regolamento da attuarsi subito 
e da applicarsi alle persone di servizio subentrate. 

I membri presenti approvano le disposizioni prese di cui 
sopra, ed aggiungono qualche frase al regolamento che deve 
essere sottoscritto dalla Presidenza dell’ Istituto e dai coniugi 
Castagna, e quindi registrato per ogni ulteriore evento. 

In secondo luogo si fa menzione del ricorso gi& inoltrato 
presso l'Agente delle tasse per l’esonero di ricchezza mobile 
imposta al fu Ettore Marchi, e si delibera di partecipare il 
decesso avvenuto, il quale scioglie definitivamente la vertenza, 
annotando il cambiamento di condizione economica dei suben- 
trati, per i quali non e raggiunta la cifra suscettibile d’imposta. 

Esaurito Tordine del giorno, si scioglie la seduta. 

Torino, 8 maggio 1897. 

11 Segretario II Presidente 

Bonino dott. Pier Antonio. Bonino dott. Giuseppe. 


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6 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


CONSIDERAZIONI CRITICHE 

SUL 

SAGGIO “CIRCA liNA REGOLA IA P0S0L0GIA, 


prcsenlato dal Dott. V. Leon Simon 
al Congresso Omiopatico tenulo Tanno scorso a Londra 


Quando si succhia col latte materno la dottrina omeojpatica, 
quando piii tardi si dispone di larga erudizione intorno alia 
medesima, come Pamico dott. Leon Simon, si hanno pure il 
dovere ed il diritto di ventilare i piu ardui quesiti della scienza 
che si coltiva, abbench^ non sempre si raggiunga lo scopo nel 
raodo piu completo. 

La posologia omiopatica e pur troppo il lavoro di Sisifo da 
oramai un secolo, ne per ora accenna ad una soluzione pratica 
malgrado tutte le discussioni non sempre placide della grande 
famiglia che si professa seguace di Hahnemann. Il lavoro di 
Simon pone in sodo bensi molti fatti, i quali dapprima non veni- 
vano ammessi e neppure discussi per un malinteso culto al genio 
di Hahnemann; ma noi non sottoscriveremmo tuttavia a tutte 
le sue affermazioni, appunto perch6 troppo generiche ed in urto 
colle distinzioni individuali che formano la base delPomiopatia. 
E quando pure fossero vere le sue norme posologiche, e molto 
discutibile se e quando esse saranno sascettibill d’applicazione, 
perche la materia medica, quale esiste oggigiorno, non vi si 
presterebbe nella immensa maggioranza dei casi, giusta la sua 
confessione stessa, ne la scuola nostra pare disposta ad intra- 
prendere Pimmane lavoro di rifare tutte le patogenesie, sceve- 
randole in tre categorie: da sostanze grezze piii o meno tossiche; 
da dosi ponderali circoscritte alle prime diluzioni o triturazioni, 
e flnalmente da dosi infinitesimali (per modo di dire), cio& dalla 
6* in su flno alia 100/m. di Finke, perche neppur queste si ha 
ragione di rifiut.are. 

E cosa splendida Penunciazione della legge dei simili, la 
quale ci viene in ogni modo imposta da miriadi di fatti quoti- 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


7 


diani; ma, a parte la sua inapplicability (in senso assolnto) nelle 
affezioni inoltrate disorganiche, per le quali non esistono feno¬ 
meni patogenetici corrispondenti, ne si possono ottenere tanto 
eull’uomo quanto sui bruti per le differenze fisiopatologiche che 
escludono l’identita di effetti, come non bastano spesso i sin- 
tomi cosidetti razionali collaterali; tostoche ci mettiamo alia 
ricerca di questo benedetto simile nella materia medica, ci si 
affaccia il primo bivio: sono essi da raccogliere quali indicativi 
tutti i sintomi registrati sotto la rubrica di un farmaco, oppure 
gli uni si e da respingere gli altri? Ognuno di noi sa, che stanno 
accatastati in ordine di anatomia, e non di successivo sviluppo, 
salve pochissime eccezioni, tutti i fenomeni morbosi insorti 
dopo l'ingestione piu o meno protratta d’una sostanza ritenuta 
tnedicinale a scopo patogenetico per opera di Hahnemann e dei 
suoi collaboratori con dosi che in appresso vedrerao, oppure 
raccolti da autori classici come il frutto di azioni tossiche volon- 
tarie ed involontarie, od anche di dosi terapeutiche esagerate. 

Sappiamo tutti, o per lo meno & lecito ritenere, che le pato- 
genesie hahnemanniane vennero eseguite con sostanza in natura, 
giusta il § 123 dell 'Organon (5 a edizione, 1833), sebbene al 
§ 128 dica che * nuove e recentissime esperienze abbiano inse- 
gnato, come gli esperimenti col rimedio potentizzato siano pi ii 
^fficaci per fame scaturire tutta la ricchezza patogenetica 
avvengachy tutta la prima edizione sia della materia medica 
pura, sia delle malattie croniche in allora era gi k compiuta, 
ne constache Hahnemann abbia ripudiato o corretto il suo lavoro 
anteriore eseguito con materiali grezzi. Ed a questo riguardo 
<ji pare molto plausibile il dosiderio, che altri ci additi, ove ne 
sia caso, il modo di distinguere i fenomeni emersi da riraedi 
potentizzati e per avventura inscritti nelle immortali due opere 
precitate hahnemanniane. 

Di fianco a tale miscela di sintomi, prodotti da dosi diverse 
tossiche o meno, e classiflcati da Hahnemann in primari e secon¬ 
dary venne accumulandosi un nembo di fatti clinici, ove la 
guarigione avveniva togliendo ad indicazione tutti i sintomi 
tanto primari quanto secondari, come due parti di un tutto, 
per il che ando pure man mano formandosi una corrente con- 
traria all’opinione di Hahnemann, in base alia quale solo i sin¬ 
tomi primari spettano all’azione diretta della droga, come rea- 


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8 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


zione vitale invece quelli cosi detti secondari. A consolidare il 
nuovo indirizzo, che considera i fenomeni tutti patogenetici sic- 
come egualmente provocati dal farmaco, intervenne inoltre il 
fatto, che in taluni medicamenti (diremo in seguito perche non 
ammettiamo la stessa condizione in tutti) i sintomi detti secon¬ 
dari possono essere provocati direttamente e primieramente da 
dosi maggiori, ad esempio Coffeinum , Opium , ragione per cui 
non si possono ascrivere a reazione vitale. Laonde va assotti- 
gliandosi il numero di coloro che giurano indistintamente su 
tutte le affermazioni teoriche del primo maestro; ed e cio ua 
bene, perche una piii retta interpretazione della sua opera non 
ne offusca la gloria, che anzi la sua memoria deve compiacersi, 
se i discepoli suoi tendono, secondo il suo esempio, alia contiuua 
ricerca ed affermazione del vero, parando cosi gli studiati attacchi 
della scuola rivale. 

Assodato questo nuovo criterio d’mterpretare i fenomeni tutti 
patogenetici, ammetteremo noi senza restrizione la legge poso- 
logica formulata da Hale e da Jousset, quale ci riferisce Leon 
Simon ? 

Esaminiamola attentamente nelle sue due parti: 

l u Per uniformarci alia legge di somiglianza, dobbiamo 
adoperare la dose che provoca gli effetti primari del farmaco, 
quando lo stato morboso e analogo agli effetti primari. Per il 
contrario. allorquando lo stato morboso e analogo agli effetti 
secondari, converrA prescrivere la dose che produce questi effetti- 
secondari. 

2° Le dosi inflnitesimali sono le piu idonee a produrre 
gli effetti primari, mentre le basse diluzioni od anche le dosi 
ponderali sono necessarie a produrre rapidamente le azioni 
secondarie. 

Invertendo le due parti, diremo in ordine alia seconda, che 
cio puo essere in tesi generica, ma non in senso assoluto, perchA 
i farmaci a base detta inerte, ad esempio Lycopodium , Silicea , 
Allumina , Sepia ed i metalli in genere sfuggono alia legge. 

La prima parte poi di questa legge posologica, a nostro 
avviso, non e capace di applicazione, perche anzitutto nella 
materia medica di Hahnemann, come sopra dicemmo, i sintomi 
primari stanno mescolati coi secondari, non e indicata il pin 
delle volte la precedenza di sviluppo, e si gli uni che gli altrl 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


9 


sono prodotti dalle stesse dosi, non risultando neppur indicate 
per i sintomi ricavati da altri autori. 

vero bensi che nelle appendici patogenetiche raccolte nel- 
YEnciclopedici di Allen e consecutive alia materia medica hahne- 
manniana, sta segnata, ma non sempre, la dose provocatrice; 
ma vedremo appunto in seguito, che dette osservazioni colli- 
mano in modo portentoso con quelle precedenti; ne e possibiie 
dedurre una divisione precisa dei sintomi in primari e secondari. 
Togliamo, per esempio, Nux vomica , uno fra i piu classici poli- 
cresti. Orbene, sopra 1300 sintomi riportati nella materia medica 
hahriemanniana, appena per 340 e determinato l’intervallo pas- 
sato tra l’ingestione della droga e l’insorgenza del fenomeno, 
la qual cosa significa che appena per il 26 per 100 vi sarebbe 
un criterio differenziale tra sintomi primari e secondari; senza 
calcolare che dati sintomi sono notati sia come iraraediati, sia 
dopo parecchi giorni; essi riflettono in prevalente numero mo- 
dalitA morbose che possono stare coi fenomeni primari e secon¬ 
dari, come, ad esempio, vertigine, cefalea, ecc. ecc. Ne poteva 
sfuggire ad Hahnemann la manifestazione di fenomeni opposti, 
allorche questi sono suscettibili di opposizione; a tal che nella 
introduzione non esitaa dichiarare, che nella Nux vomica , come 
in altri farmaci, si riscontrano sintomi i quali appaiono in con- 
traddizione, ma sono alternanti e tuttavia primari, si che il 
farmaco diventa applicabile utilraente in una quantitA di morbi. 
E ammesso infatti dai cultori delTOmiopatia Tavvicendarsi di 
fenomeni contraddittori sotto l’azione diretta di una sola dose 
di farmaco, come di Bryonia , e poniamo anche di Nux vomica; 
ma vi e fortemente a temere che le deiezioni mucose dissente- 
riche di quest’ultimo farmaco siano il risultato immediato di 
dosi maggiori o tossiche, come si puo verificare nella patogenesi 
di Strychninum , e non effetto alternante oppure curativo, come 
dichiara Hahnemann in una nota al sintomo 490. 

Orbene, da una consimile confusione di cose, che non puo a 
meno di turbare la mente di chi si accinge alio studio della 
materia medica nelle sue sorgenti, ci pare molto arrischiato 
il proposito di dedurre una legge posologica, la quale poggi 
sulla classificazione dei sintomi in primari e secondari. Note 
pero, che Tintricata matassa dei sintomi di cui andiamo discor- 
rendo non esclude la possibility di farci un concetto del carattere 


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10 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


individuate dei medicamenti, che per avventura oltre i sintomi 
di opposizione esistono ed in maggior numero quelli di modaliU, 
che meglio dei primi dsinno un’impronta alle singole patogenesie. 

Senonclte nel lavoro di L6on Simon noi riscontriamo la par- 
tizione dei fenomeni patogenetici non solo in due, raa, come sopra 
dicemmo, in tre forme o gradazioni, in quelle cioe dipendenti 
da dosi massicce, pericolose, vogliamo dire da sostanze in natura 
od in tintnra madre; in quelle da dosi medie, cioe dalle tre prime 
triturazioni e diluzioni (che sarebbero alio stato presente in 
numero predorainante e produttrici dei sintomi primari), e per 
ultimo in quelle da dosi infinitesimali, vale a dire dalla 6 a id su. 

Gia premettemmo che la grande massa, anzi la totality dei 
sintomi patogenetici e provocata da sostanze greggie; quindi 
la classificazione starebbe solo fra dosi materiali piu o meno 
forti e tossiche, e quelle or ora dette infinitesimali. Anzi, lo 
stesso autore prima di proporre la sopradetta regola generate 
posologica stabilisce, che le dosi patogenetiche differiscono meno 
sotto l’aspetto della intensity che per la natura stessa degli 
effetti; ed in appoggio della sua tesi cita Tesempio di Aco- 
nitum f il quale indurrebbe stati morbosi ben differenti secondo 
che sono adoperate per studio patogenetico dosi tossiche oppure 
dosi medie o deboli; come cita altresi il detto di Hering che: « la 
sostanza in natura e quella attenuata costituiscono due medica- 
menti ben diversi «; sentenza alia quale non possiamo sotto- 
scrivere, coerenti a quanto oggi discutiamo, per quanto somroo 
il maestro che l’ha pronunziata, se la si vuole interpretare in 
modo assoluto. 

Prima di procedere alio studio di Aconitwn per riscontrare 
le analogie e le discrepanze secondo le dosi, ci permetta il chia- 
rissimo autore che, a proposito della differenza che egli accenna 
tra colica saturnina e saturnismo cronico, gli osserviarao che, 
a detta dei migliori autori, ad esempio Huseman, a volte, 
dopo l’intossicazione acuta di piombo anche dopo pih mesi, si 
osservano i sintomi d’intossicazione cronica, e viceversa i sin¬ 
tomi gastroenterici del saturnismo cronico collimano benissimo 
con quelli provocati da veneficio acuto; quindi non esisterebbe 
quella linea di demarcazione cui accenna Taraico Simon. E restando 
sul terreno indicato, vediamo come trovisi la divisione dei feno¬ 
meni da Aconilum secondo le dosi. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


11 


Eliminando i sintomi di collasso, che sono con pochissima 
differenza comuni a tutte le sostanze capaci di veneflcio mortale 
e che per se non costituiscono criterio d’indicazione terapeutica, 
poniamo a raffronto i sintomi provocati da dosi tossiche ma non 
recessive e da quelle comuni a titolo di esperimento, servendoci 
dapprima dei quadri forniti dallo stesso Jousset, del quale con- 
divide le idee. 

Riscontriamo nello stato morale 1’ansieU, 1’agitazione, l’an- 
goscia comuni alle dosi tossiche ed a quelle sperimentali. 

Troviamo il formicolio cutaneo nella bocca, lingua e nelle 
labbra; Televazione dapprima, quindi Tabbassamento del polso 
e della temperatura; la dilatazione della pupilia, la salivazione, 
il sudore copioso, l’eccesso ed il difetto delle orine, le deiezioni 
verdognole o bianca9tre, il colore subitterico della cute e via 
dicendo, sia da dosi tossiche, quanto da quelle moderate, ossia 
ritenute per sperimentali, differendo fra loro tutt’al pift in inten¬ 
sity, ma non nella modaliti, contro l’asserzione precedente di 
Hering-Simon. 

Procedendo poi all’esame dei sintomi di Aconitum raccolti 
da Allen, veniamo a riscontrare che non solo viene confermata 
1’analogia predetta tra dosi dette venefiche e patogenetiche, ma 
che gli stessi, anzi i pochi sintomi provocati da dosi dette infini- 
tesimali, possono differire dagli altri bensl per forma di espres- 
sione, ma giammai per sostanza, e non costituiscono una forma 
patogenetica speciale. E questa nostra affermazione siamo sempre 
pronti a rettiflcare quante volte ci si dimostri errata la inter- 
pretazione. 

E poiche non sarebbe logico il poggiare in cosa di tanto 
momento le nostre argomentazioni sopra un solo medicamento, 
credemmo necessario sceglierne alcuni che ci paiono ben diversi 
per natura, come: Nitri acidum , Sepia , Coffea y Opium e 
Camphor a. 

Per lo studio di Nitri acidum abbiamo naturalmente dovuto 
scartare in primo luogo i fenoraeni prodotti dall’azione chimico- 
caustica (alcuni dei quali stanno altresi intercalati nella pato- 
genesi), perocche essi non possono essere oggetto d’indicazione 
in terapeutica. In secondo luogo abbiamo scomposti i sintomi 
in quelli prodotti da dosi tossiche, in quelli da dosi esperimentali 
(patogenetiche od adoperate da autori citati) ed in quelli osser- 


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L ? OMIOPATiA IN ITALIA 


vati da dosi infinitesimali (200® a 1000 a ). Cio premesso, entriamo 
in qualche dettaglio a fine di ricavarne un ragionevole corol- 
lario pel nostro assunto, e per brevita noteremo col n. 1 i feno- 
meni dedotti da dosi speriraentali a scopo patogenetico, col n. 2 
quelli da dosi relativamente tossiche, e col n. 3 quelli provocati 
da alte diluzioni. 

Neli'ordine morale ed intellettuale: abbiamo in l accessi di 
smaniae disperazione, disposizione ad incollerirsi ed usare inso- 
lenze, rancore, eccitabilit4, trasalimenti, allucinazioni visuali, 
ansiet&, preoccupazione, una serie di alterazioni che hanno solo 
riscontro col delirio, con peculiare angoscia che spinge l’arama- 
lato a consigliarsi col medico nel n° 2 ed in una eccessiva irrita- 
bilita pel n° 3. II sintomo : * sta sdraiato in uno stato di apparente 
stupore *» trovasi in 1) e 2). Fra i siutomi 3) riscontriamo dolore ter- 
ribile al lato sinistro del capo (dopo parecchi giorni), ma anche in 
quelli 1) si hanno dolori multiformi alio stesso lato. La confusione 
della vista da dose 3) hail suo riscontro nelle dosi 1), le quali 
contano molti sintomi auricolari, mentre mancano assolutamente 
nelle altre due specie. La faccia pallida, abbattuta, plumbea 
da dosi 2) viene rappresentata pure da pallore, oppure da colore 
giallognolo, il che costituisce una variante, non un’antitesi delle 
dosi 1). L’odor putrido della bocca, presentato da Hahnemann 
come sintomo patogenetico ed anche ripetuto come preso da 
Blair, non pub avere classificazione decisa, e ci porta a sollevare 
il quesito : dove termina 1’azione caustica per incominciare quella 
patogenetica vera? Dalle dosi 1) abbiamo * siccita della bocca, 
senza sete, con gonfiezza delle labbra «, e piu sotto * copioso 
flusso di saliva « senza indicazione di diversa dose; quindi e lecito 
domandare quale sia la forma indicativa. Il flusso di saliva 
con ulcere nelle fauci, citato dalle osservazioni di Bettmann, 
lascierebbe supporre che lo stato infiammatorio ulcerativo sia 
pure efietto di dosi 1); quindi fusione di sintomi caustici, venefici 
e sperimentali. Qual e il vero gusto pervertito: l’acido, il salso, 
l’amaro od il dolce, dacche tutti questi vi sono rappresentati ? 

Qual’e la forma indicativa: calore e siccitA nella gola, oppure 
molto muco posteriormente nella gola, senza indicazione di pre- 
cedenza e prodotte ambedue da dosi 1) ? Il dolore violento nella 
gola con disfagia esiste egualmente da dosi 1) e 2), sebbene in 
grado diverso, che pero non si puo valutare. 


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Da dosi 2) si ha * gonfiezza, come edematosa, dell’ugola e 
delle tonsille *, mentre da dosi 1) si ha solo «* gonfiezza delle 
tonsille con salivazione *, senza indicare la forma di gonfiezza, 
che non esclude quella ora citata. Da dosi 2) noi leggiamo : 
* pezze bianche che dal di dietro della gola si diffondono in 
avanti flno alle labbra, e diventano poscia gialle vale a dire 
una forma di difteria, che non si riscontra da dosi 1) o solo in 
modo soggettivo per rispetto al dolore ed alia disfagia, si che i 
cibi rifluiscono verso le coane, il che significa che non tutto il 
fatto dello stringimento delle fauci cosi accentuato nelle dosi 2) 
h dovuto alTazione precedente caustica; quindi vi e solo diffe- 
renza di grado e non di forma tra le due specie di dosi, restando 
escluse quelle infinitesimali. Circa l’appetito Jousset £ d’avviso 
che la perdita del medesimo sia effetto primitivo, secondaria 
invece o per lo meno alternante la bulimia; ma noi riscontriamo 
nella materia medica di Allen, che tanto 1’inappetenza quanto la 
fame sono provocate da dosi sia sperimentali, sia tossiche; 
ambedue sono state controllate clinicamente, senza calcolare 
che la fame con uggia della vita sta registrata dopo due giorni 
dalFingestione della droga e non trovasi segnata l’epoca della 
inappetenza; per la qual cosa mal si saprebbe dire qual sia 
l’effetto primario, quale il secondario, Aggiungasi ancora l’av- 
versione o tendenza a dati cibi, Tappetito colTimmediata sazietA 
od il vomito da dosi 1) e 2), e ne seguirA una maggiore confu- 
sione. Il vomito di sangue e di membrane e proprio di dosi 2), 
come per distacco di escara dall’azione caustica; laddove noi 
abbiamo vomito acido ed amaro da dosi 1), il che costituisce 
una modalitA diversa, non un’antitesi. 

In ordine alle eiezioni alvine, il riassunto patogenetico si e 
che la costipazione predomina come effetto primario delle dosi 1), 
ma non e esclusa la dissenteria mucosa cor|e effetto primario 
delle stesse dosi, laddove la dissenteria muco-sanguigna e piut- 
tosto effetto primario delle dosi 2). E pero da notare che le tre 
principali forme sono state controllate da guarigioni per le quali 
non sono indicate le dosi. 

La raucedine e provocata dalle due specie di dosi e gli stessi 
fenomeni soffocativi con tosse provocati da inalazioni di vapori 
nitrosi si riscontrano pure sotto dosi 1), o per tali ritenute 
nella patogenesi hahnemanniana. Il polso piccolo, rapido esiste 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


nelle due specie di dosi, e noi rileviarao i sintomi di collasso per 
la ragione addotta in proposito di Aconilum. 

L’emaciazione si riscontra nelle due forme. Come effetto 
immediato da dosi 2) abbiamo «* intenso dolore bruciante 
mentre da dosi 1} notiamo solamente * bruciore nelle giunture * 
e « essa diventa calda *», la qual cosa costituisce al certo una 
discrepanza; ma vi e forte sospetto che la prima impressione 
sia dovuta all’azione caustica. Da dosi 2) leggiamo: ** bronco- 
pneumonia al 3° giorno con forte febbre », il che non si legge 
sotto le dosi 1); nullameno, percorrendo i sintomi peculiari di 
queste, riscontriamo quelli di bronchite e flussione polmonare 
senza nome sintetico. 

Da questo spoglio, che riteniamo tutt’altro che completo, 
parci poter concludere che, o la patogenesia di JSilri acidum * 
quale ci viene offerta, include un grande inganno, proponendo 
come sintomi primari indicativi quelli che in proporzione inde- 
terminata sono secondari; od i fenomeni provocati dalle dosi 
dette tossiche si confondono con quelli puramente patogenetici, 
e quindi non e giustificata una classificazione di dosi diverse a 
titolo curativo per questo medicamento. 

A maggiore conferma poi del nostro assunto, che nelle odierne 
cognizioni di materia rnedica non regge una classificazione poso- 
logica, quale ci viene proposta, passiamo alio studio patogenetico 
di Sepia. 

Neppure per questa sostanza risulta con quali preparati 
Hahnemann e suoi 5 colleghi abbiano condotta la patogenesi 
per dedurne 1655 sintomi; ma Tuna delle due: o si servirono 
del farmaco in natura o quasi, essendo la droga solubile nel- 
Tacqua, ed in questo caso gli ulteriori sperimenti eseguiti colla 
3 a trit. D., come quella che in virtu della triturazione puo com- 
petere colla soluzi^ne acquosa, devono convenire coi precedenti; 
oppure ricorsero ad alte diluzioni (poniamo alia 30, giusta il 
§ 128 dedrOrr/a>ion), ed in questa ipotesi i sintomi devono col- 
limare cogli esperimenti successivi che oscillano fra la 12 a e la 
100/m. di Finke. In ogni modo, non potendo nella fattispecie 
aver luogo fenomeni tossici nel vero senso o rapidamente secon¬ 
dari, resta a verificarsi se vi ha differenza tra dosi o piuttosto 
diluzioni basse ed alte, per modo d’intenderci. Orbene, pene- 
trando nella sterminata lista dei sintomi (2324) inscritti sotto il 


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titolo di Sepia , i quali farebbero arretrare un benedettino se 
non racchiudessero un tesoro di buone azioni, raassime verso il 
36sso che suolsi chiamare debole, e comparando fra loro quelli 
raccolti dft Hahnemann con dosi indeterminate e gli altri riferiti 
da Allen e provocati sia dalla 3 a trit. dec., sia dalla 12 a alia 
100/m. di Finke, non ci vien dato di riscontrare decisa differenza 
sia nella natura, sia nell’ordine di manifestazione, per cui diventi 
sintorao primario per la200\ ad esempio quello che e secondario 
per la ,s / l# e viceversa. Ci limitiamo a tre citazioni tolte a caso e 
di carattere diverso. 

Leggiamo nell e Malattie croniche, in ordine alio stato morale- 
intellettuale, * alternativamente gaio e triste *>, oppure * alter- 
nanza di riso e pianto involontari, senza corrispondente dispo- 
• sizione d’animo «. Indi « memoria debole (dopo 20-24 ore), 
difficile flusso d* idee, inettezza a pensare, scambia le parole 
parlando e scrivendo «. 

Dalla 3* trit. I), abbiamo un solo sintomo morale, che e * una 
grande inclinazione a cantare e sentirsi piu lieto del solito **, 
il che rappresenta un solo lato della precedente aiternanza. 
Troviamo inoltre dalla stessa dose * indisposizione al lavoro 
mentale che aggrava il mal di capo *», sintomo confermato 
clinicamente, mentre non lo fu il sintomo secondario della 
stessa dose, * chiarezza di mente e di corpo ». Dalla (5000* dilu- 
zione si ottenne * ogni pochi minuti inclinato a piangere senza 
cagione (dopo 7 giorni), senza che sia accennato lo stato 
opposto precedente. Sotto la 100/m. poi di Finke si legge: 
«• ripulsione al parlare od essere interloquito «, il che corrisponde 
ai sintorai hahnemanniani: * uggioso,irritabile, misantropo, desi- 
deroso di esser solo *. Come effetto della 200 a si riferisce: * una 
dose della medicina asporta il mio amor proprio; sento sempli- 
cemente di far nulla, sia lavoro, sia divertimenti; ogni cosa mi 
costa uno sforzo *, il che si riduce all’inerzia morale ed intellet- 
tuale sopraccennata, e ricevette la conferma clinica. Percio non 
rilevasi alcuna contraddizione tra le varie dosi patogenetiche. 

Valga ora il secondo esempio, tolto da una funzione impor- 
tantissima pel rimedio e le persone alle quali meglio si confa, 
ossia dalla menstruazione. Secondo Hahnemann i menstrui sono 
anticipati e scarsi: sotto la 3 a trit. D. i menstrui sono anticipati 
di un giorno; sotto la 30 a i menstrui anticipano di una settimana. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


durano un sol giorno e sono scarsi; sotto la 200* i menstrui 
ricompaiono dopo soli 18 giorni, a vece di 26 secondo la con- 
suetudine. Cosi pure il prolasso uterino ed il dolore in ispecie 
all’ovario sinistro si osservano nelle different^ forme di dosi. In 
questo caso adunque regna altresi la maggiore armonia tra le 
varie potenze patogenetiche dello stesso farmaco. Cosi pure 
Hahnemann nelia sfera febbrile e della circolazione, dopo aver 
accennate le varie forme di freddo e calore parziali colie rispet- 
tive concomitanze, cita un classico accesso di febbre: indi sog- 
giunge : «* accessi di calore fugaci, come da cosparsa acqua calda, 
con rossezza nelia faccia, sudore per tutto il corpo, ansietA, 
siccitA della gola senza sete *; mette in rilievo il sintomo « delr 
Tassenza completa di sete Da I la 30 si ha pure un accesso 
immediato di freddo, cadendo poscia in copioso sudore, con mani# 
e piedi freddi; oppure leggiero freddo, indi accensione di calore 
con perspirazione cutanea. Della 6000® si legge: * calore che 
cominciadal capo e si fa piu intenso verso sera Vi ha inoltre 
un sintomo comune a tutte le dosi: <• mani e piedi sudati e 
freschi anche dopo molti giorni *». Cosi che la sintomatologia 
aggiunta a quella hahnemanniana, ben lungi dali’infirmarla o 
d’invertire Tordine di manifestazione, non ne forma che uno 
specchio, sebben ridotto e sbiadito, venendo in appoggio alia 
nostra tesi. 

Proseguendo pero le nostre indagini col solo proposito di 
assodare il vero, indipendentemente dalle opinioni individual, 
uopo e convenire che non tutti i farmaci hanno lo stesso carat- 
tere patogenetico per rispetto alle dosi; anzi taluni militano 
sotto questo aspetto appunto in favore della tesi sostenuta da 
Leon-Jousset. 

Tali sono, ad esempio, Coffea ed Opium . In questi le dosi 
tossiche si appalesano immediatamente con fenomeni gravi e 
secondari per rispetto a quelli provocati da dosi sperimentali. 
Con queste di fatto la Coffea induce notoriamente un’eccitazione 
piuttosto gradevole dell’attivitA vitale, un maggior calore mas- 
sime della metA superiore del corpo, la pienezza del polso e 
racceleramento di questo e dei battiti cardiaci, un eccitamento 
delle facoltA intellettuali, maggior copia e frequenza di orine, 
per tacere di molti altri fenomeni meno accentuati. Per Topposto 
forti dosi di Coffeina determinano prontamente l’annebbiamento 


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dell’intelletto e delle idee, peso e confusione del capo, delirio, 
visioni, cefalalgia, costante stimolo al mitto con poca escrezione, 
polso rapidissimo, irregolare e spesso interraittente, tremito 
delle membra, irrequietudine, stordimento, impossibility di reg- 
gersi in piedi, grave ansieti precordiale, costrizione delle fauci 
e nei bruti convulsioni tetaniche seguite da paralisi. Evidente- 
mente si parano qui due quadri diversi della stessa droga a dosi 
differenti, sebbene, a rigore di termine, la Coffeina non rappre- 
senti tutta l’azione della Coffea cruda. Ed a questo punto ci 
sia lecito di aprire una parentesi, stabilendo il quesito se le dosi 
di Coffeina adoperate dalla scuola ufficiale nell’asistolia cardiaca, 
ad esempio nella pneumonia o nelle idropisie cardiache, eserci- 
tino un'azione omiopatica o palliativa. Non v’ha alcun dubbio, 
che la scuola classica adopera la Coffeina quale eccitante cardio- 
vasale e diuretico, sapendo benissimo che una tale azione, quando 
si consegue, & solo transitoria e qnindi palliativa. Che se invece 
si trattasse di vera azione omiopatica colla dose solitamente 
usata, si avrebbe spesso un’iniziale aggravazione prima del sol- 
lievo, che invece si manifesta pel primo. 

E questo fatto ci lascia fortemente sospettare, che si tratte- 
rebbe solo di azione palliativa, quando si seguisse la raccoman- 
dazione di curare le forme morbose corrispondenti ai sintomi 
secondari di una droga con dosi ponderabili della medesima. 
Sottoponiamo questo corollario all esame di tutti i colleghi che 
si occupano della parte speculativa della nostra dottnna. Secondo 
il nostro debole avviso, adunque, sta la differenza patogenetica 
secondo la dose per alcuni rimedi, ma essa non sarebbe passibile 
di applicazione terapeutica. 

L'Oppio poi spicca, fra i medicamenti, per ribellione alia 
legge posologica proposta da Leon Simon; si ribella perfino alia 
legge patogenetica di Hahnemann, giusta la quale unicamente i‘ 
sintomi detti primari debbono essere indicativi nella scelta del 
rimedio. Fedele a questo suo principio, questi dichiara, nella 
chiusura delTintroduzione alia patogenesi di Oppio [Reinearznei- 
mittellehre , I Theil., 3 e Auflage, Seite 277), che « alcuni effetti 
primitivi &e\VOppio durano solo un paio d’ore ; altri, special- 
mente da dosi maggiori, sono pih persistenti, se pure non fini- 
scono letalmente. Per se YOppio spetta a quei medicamenti, gli 
effetti primari dei quali di rado riscontrano un’applicazione oraio- 

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patica nelle malattie umane; in tal caso basta una menoma 
dose alia 30 a potenza *». 

E per verita, percorrendo i pochi sintomi raccolti da lui e 
da quattro suoi colleghi in mezzo ai moltissimi osservati da 
autori a lui precedenti, e certamente prodotti da dosi consuete, 
se pur non tossiche, noi non riusciamo a definire, se « l’affluenza 
grande di idee con giovialita preceda o segua la stupidita », che 
si presenta dopo 8-12 ore; a conciliare * la stanchezza, dopo 
8-12 ore, col senso di forza, per il quale non e determinato il 
tempo**; a prescegliere per sintomi indicativi * il coraggio, l’im- 
perturbabilitA, la generosita, o lo scoraggiamento, la paura, la 
diffidenza che affacciansi dopo 8-12 ore **. Egli e pur vero che 
nella stessa introduzione ammette essere la decisione degli effetti 
oppiacei assai piu difficile che per altri rirnedi; concede altresi, 
che sotto forti dosi i sintomi non solo sono piu intensi e peri- 
colosi, ma si mescolano prontamente fra loro, spesso si confon- 
dono coi secondari o passano prontamente ai medesimi; che 
presso alcuni individui prevalgono dati sintomi, altri in altri. 
Ma di fronte a tali difficoltA metteva conto, ch’egli ponesse a 
contribuzione tutta la sua perspicacia e facolU critica per secer- 
nere i sintomi realmente rispondenti, secondo lui, alia legge dei 
simili fra quelli da sfuggire. Per mala ventura cio non fece, racco- 
gliendo invece 662 sintomi provocati dalle piu svariate dosi, e 
confondendo sintomi primari e secondari piu o meno tossici, quasi 
presago che a tempo opportuno tutti potevano essere utilizzati 
nella terapeutica. 

E per verita le applicazioni positive &eAYOppio ammesse dagli 
omiopatisti non vertono gia suilo stato estatico, suH’orgasmo 
muscolare e morale per breve tempo provocati da piccole dosi 
d 'Oppio, ma bensi su quello piCi durevole, suscitato da gravi o 
protratte dosi, quale si appalesa nel tifo, nell’apoplessia, nel 
delirio tremolo, vomito secco infantile, in spasimi da spavento, 
costipazione d’alvo saturnina, ecc. ecc. 

E tutti questi casi, notisi bene, sono curati con tutta la scala 
posologica, ne solo con dosi ponderali, come vorrebbela prefata 
legge. E poiche stiamo discorrendo di Oppio , ci rivolgiamo al 
consiglio dei colleghi per la soluzione d’un passo enigmatico di 
Hahnemann, il quale afferma « che solamente YOppio non pud 
risolvere definitivamente un unico dolore, perche non ne provoca 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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alcuno in mezzo ai sintomi primari, anzi induce la perdita della 
sensitivity «. Non vorremmo fraintendere questa frase, raa, 
parci, che in sostanza contenda al VOppio l’applicazione utile in 
qualsiasi nevralgia. 

Ora desidereremmo sapere quale interpretazione si debba 
dare ai sintomi 68, 69, 70 e 77 sotto il norae di cefalalgia da lui 
raccolti e da* suoi colleghi; ai sintomi 135, 136 e 138 sotto il 
titolo di odontalgia; ai sintomi 224, 225 e 226 sotto la denomi- 
nazione di sintomi colici, ed a parecchi altri relativi all’utero, 
al costato, al dorso e perfino all’espressione: * s’irrita per un 
dolore fino a piangere * (649). A meno che egli consideri tutti 
codesti sintomi come secondari, nel qual caso sarebbe stato piu 
logico il tacerli, o per lo meno segnarli come tali. 

La conclusione per questo farmaco emerge evidente da quanto 
precede. 

Come ultimo saggio ci rivolgiamo alia Camphora . 

Ed anzitutto: con qual dose, ripetiamo ancora, Tha esperi- 
mentata Hahnemann? Con dosi ordinarie quali furono adoperate 
dagli altri autori, donde trasse buona parte della sintomatologia, 
oppure con diluzioni piu o meno elevate, ad esempio dei due 
esperimenti citati da Allen colla 200 a e 22/m. e per mezzo dei 
quali sonosi ottenuti 17 sopra 916 sintomi, quanti ne conta la 
intera patogenesi? Ad ogni modo Hahnemann ripete su per giu 
nell’introduzione di questa droga quanto osserva per VOppio , 
vale a dire * che l’apprezzamento di questa sostanza nella sua 
azione e sommamente eniramatico e difficile, perocchd i suoi 
sintomi primari si avvicendano cosi prontamente e si mescolano 
coi sintomi secondari, come non avviene per nessun altro far¬ 
maco, per il che rendesi difficile il distinguere cio che devesi 
attribuire all’azione primaria della Canfora od alia reazione 
deirorganismo *. Ed infatti, per chi ne percorre la patogenesi, 
risulta che la differenza delle dosi non muta sostanzialmente lo 
svolgimento di tutta l’azione (fenomeni primari e secondari, 
secondo Hahnemann) della droga; e la clinica quotidiana dimostra 
come la dose terapeutica non differisce gran fatto da quella pato- 
genetica, come, per comune consenso, avviene, ad esempio, nel 
cholera. 

Egli e molto probabile che, estendendo lo studio alle tante e 
poco meno che innumerevoli altre patogenesi, verremmo a sco- 


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L’OMIOPATJA IN ITALIA 


prire nuove modaliU di rapporto tra dosi different patogenetiche 
e fra queste e le dosi terapeutiche; ma parci di aver in mano 
bastevole materials per venire ad una illazione, la quale pud 
essere intesa nel seguente modo: 

1° Le dosi sperimentali differiscono secondo i farmaci. 

2° Le dosi terapeutiche subiscono naturalmente le stesse 
vicende. 

3° Le alte diluzioni adoperate come patogenetiche alio 
stato odierno stanno molto al disotto di quelle comuni nello 
svolgimento dei fenomeni morbosi, e si trovano percio in urto 
col § 128 de\V Organon. 

4° La classificazione dei sintomi in primari e secondari nel 
senso voluto da Hahnemann d contraddetta da lui stesso, il quale 
unisce gli uni e gli altri senza precisare quelli indicativi e quali 
meno. 

5° La regola posologica, infine, quale fu propostada Hale, 
da Jousset e da Ldon Simon, non e per ora accettabile in teoria 
nel senso assoluto, e pur troppo non puo ricevere la sua sanzione 
pratica per le condizioni presenti della materia medica. 

Prima di chiudere questi cenni critici e dissonanti dal lavoro 
meritamente apprezzato del collega Simon, perche rispondente 
ad un bisogno piu o meno sentito nella nostra scuola, invochiamo 
da lui la soluzione di alcuni dubbi insorti durante la lettura del 
suo tema. 

Di tal genere sono: 

A. La distinzione delle varie dosi o meglio diluzioni d'Oppio , 
che, secondo il suo concetto, peculiarmente devono essere pre- 
scelte per corrispondere a forme diverse morbose ( Transactions , 
pag. 131; Rev . horn, frang ., dicembre 1896, pag. 459). E fra 
queste cita la gastralgia che viene provocata dalla 3* diluzione 
di morfina, per cui in caso clinico somigliante questa non riuscird 
curativa se non ad altissima diluzione. Non sapendo sopra quali 
esperimenti diretti e probanti egli abbia poggiati tali distinti 
quadri patogenetici d'Oppio, sebbene non concordino colle pre¬ 
cedent osservazioni, ci asteniamo da qualsiasi giudizio in pro- 
posito; solamente non riusciamo a conciliare tale affermazione 
col fatto di tutti i giorni nella scuola rivale, in cui si ottiene 
sovente un pronto sollievo in dati casi di gastralgia mediante 
15-20 goccie di laudano che certamente non implica YOppio ad 


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L’OMIOPATJA IN ITALIA 


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altissima diluzione. Ne si puo invocare l’azione solo palliativa, 
dal momento che la morfina produce una forma di gastralgia, 
malgrado l’esclusione hahnemanniana di sintomi nevralgici fra 
i primari. 

B. A pag. 462 [Rev. hom . frang .) egli dichiara che il Can • 
sticiim non esiste alia dose ponderabile. Or bene, a parte la sua 
disputata reale composizione, che per noi ha un valore molto 
relativo, purch& si prepari sempre nel modo che servi alia pato- 
genesia, detto preparato esiste nelle prime tre diluzioni nella 
stessa proporzione in cui si trovano gli altri farmaci tecnicamente 
congeneric 

In pari modo ci riesce molto oscuro il senso della frase 
seguente: altri (rimedi), come il Licopodio , VOro , la Camo- 
tnilla , sono inerti o poco attivi alio stato naturale, e la loro 
attivit& sta in ragion diretta del loro stato di diluzione Sta 
invece che VOro porfirizzato e perfino prescritto dalla Medicina 
elassica nella sifilide; nessuno dubita eziandio che i suoi sali 
alogeni godano di energica azione e siano perfino irritanti alio 
stato di soluzione, oppure nelle prime triturazioni. La Camomilla 
in tintura madre viene adoperata e spesso anche abusata dalla 
clientela omiopatica, il che non avrebbe senso, se questa non ne 
ricavasse pronto e reale vantaggio. Dal Licopodio poi, preparato 
in tintura madre, traemmo indubbi ed anche pronti vantaggi 
nelTalopecia, tanto consecutiva a malattie gravi estenuanti, 
quanto da erpete tonsurante. La seconda parte poi della supe- 
riore citazione ci porterebbe ad ammettere che la milionesima 
diluzione di detti farmaci possa esercitare un’azione piu attiva 
delle prime, il che per ora non sembra pienamente assodato. 

C. Dopo aver ammesso (a pag. 453, Rev. hom. frang.) che 
stanno in maggioranza i farmaci i quali, secondo esperien2e, gua- 
riscono le stesse malattie con dosi le piu svariate, e d’avviso di 
attribuire alia scelta or felice or meno della dose conveniente, se 
talvolta il malato guarisce in modo sorprendente, mentre un 
altro tarda assai a riacquistare la sanita. Noi non vogliamo 
escludere dalTesito il contributo della dose appropriata, ma opi- 
niamo piuttosto che entri in maggior momento la scelta del 
rimedio. 

D. Accennando a vizi valvolari cardiaci con asistolia (p. 465), 
egli non distingue se trattisi di lesioni recenti, nel qual caso 


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I/OMIOPATIA IN ITALIA 


noi rispettiamo, anzi terremo conto della sua esperienza, oppure 
di lesioni inveterate, ed allora queste corrisponderebbero alle 
lente intossicazioni richiedenti dosi infinitesimal, giusta la sua 
classificazione delle dosi a pag. 461. 

E. A proposito della febbre paludosa sostiene, che non si 
possa, secondo la sua personale esperienza, troncare gli accessi 
se non con dosi ponderali di chinino. Se non che altri medici 
omiopatici, i quali vissero molti anni in locality infestate da 
febbri malariche, riferiscono di aver vinte febbri anche perni- 
ciose mediante Ipecacuana, Noce vomica , Arsenico e Veratro 
bianco , il che sarebbe pi a conforme alia dottrina escludente lo 
specificismo nosologico della scuola dominante. 

Duolci, che le nostre argomentazioni possano avere solo un 
valore negativo, come quelle che tendono a sgretolare un edi- 
fizio appena in costruzione sulla dosologia omiopatica; ma esse 
non mirano a detrarre una benche minima parte di merito al 
lavoro di Simon, ove stanno pure disseminati tanti gioielli di 
osservazioni e di dialettica, ove rifulge un nobile suo sforzo per 
scongiurare la tenebria ond’e tuttora avvolta la questione poso- 
logica. Al postutto potrebbe darsi, che questa non fosse di asso - 
luta necessity, perocche sono tenaci nella loro dosologia i bassi 
diluzionisti, forse lo sono maggiormente gli eccelsi, molti ricor- 
rono omni dosi e finora non h assodato o definito chi sia piCi ricco 
d’allori, per il che non si tratta di frapper fort on faiblement , 
mais juste , cio& imberciare il rimedio. 

G. Bonino. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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NOTIZIE 


|*IUBILEO DI §,AUREA 


In seno alio famiglia omiopatica italiana pochi sanno, ma 
senza fallo apprencieranno tutti con vivo interesse, che il nostro 
collega Doft. Crisanto Bottino, Vice Presidente delFIstituto 
Omiopatico, ce/ebrerd il giorno 27 del corrente luglio Faureo 
giubileo di laurea . E poiche fin dai primi anni di esercizio 
conobbe e senza esitazione abbracciava la dottrina di Hahne¬ 
mann, ognun cede che fu an mezzo secolo votato senza defe - 
zioni al sostegno e decoro della nostra bandiera. E lo stato 
suo (finoidiabi/e floridezza presente ne affida che indubbia- 
mente sard esaudito il nostro voto « ad multos annos ». 


* 

* * 


Lascito Camploj. — Da fonti diverse e bene spesso ci si muove domanda 
dove and6 a finire il lascito Camploj, per fondare una Sezione Omiopatica 
neH’Ospedale di Verona. Ci si aggiunge che da buona pezza k risolta qual- 
siasi contesa finanziaria, per il che non occorre se non il risveglio di chi 
ricevette il mandato, aflinche si compia il desiderio del donatore. All’Istituto 
Omiopatico Italiano non spetta d’intervenire in questa bisogna, ma gli sark 
pur concesso di esternare il voto, che sorga per opera di chi fu investito del 
relativo potere un fatto da far obliare almeno per qualche tempo le con¬ 
tinue geremiadi sulle sorti dellOmiopatia in Italia, in confronto delle altre 
nazioni, ove non imperano discordia ed accidia. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


24 


* 

# * 

Esposizione Nazionale 1898. — Gome venae stabilito, si aprirk nel 
prossimo anno (1898) in Torino un 1 Esposizione Nazionale, sacra e profana, 
sulla prospera riuscita della quale si nutre la piu viva fiducia. Ne pareva 
cosa disdicevole, che l’Omiopatia non vi figurasse per la sua produzione 
scientifica e farmaceutica. Ne pare, altresl, che tra il battere la gran cassa, 
secondo le usanze esotiche, e la soverchia ritrosia, si possa trovare una via 
di mezzo, quella cioe di esporre al pubblico la potenzialitk, la ragionevolezza 
e la massima semplicita della nostra scuola. 

Alla realizzazione di questo concetto accondiscese il signor Schiapparelli, 
proprietario della Farmacia in questa cittk, inoltrando domanda per otte- 
nere un piccolo spazio e rispondente alle esigenze speciali dei prodotti da 
esporre. 

Ora, nello scopo di sottoporre alio sguardo dei visitatori un complesso 
di elementi capaci d’ ingenerare un piu giusto criterio sulla veritk teorica e 
pratica dell’Omiopatia, sarebbe nostro avviso che oltre alia parte farmaceu¬ 
tica facesse pure mostra di se la letteratura omiopatica fin dal suo esordire* 
non esclusi gli opuscoli o libri, che per la circostanza si vogliano pubblicare. 
Per realizzare questa parte che avrebbe pure carattere storico, sarebbe 
necessario che i medici omiopatici si compiacessero di mandarci un elenco 
di pubblicazioni italiane possedute, affine di fame una scelta completa, che 
resterebbe sotto la nostra responsabilitk morale e materiale. Ai medici 
quindi omiopatici italiani k aperta la via di compiere un’azione decorosa 
ed utile alia causa propugnata. 

La sollecitudine nel rispondere a quest’invito dark la misura dell’acco- 
glimento di questa proposta. 

Ove poi qualche farmacista intendesse esporre qualche speciality 
sempre nell’orbita deH’orniopatia, voglia senza ritardo inoltrare la relativa 
proposta al signor Schiapparelli, il quale mostrerk tutta la larghezza colle- 
giale nei limiti dello spazio disponibile. 

* 

Quando ci giunse la notizia deH’immane disastro di Parigi, e tutti i 
giornali riprodussero nei suoi particolari strazianti la scena orrenda dell'in- 
cendio del 4 maggio, un triste presentimento mi disse che la grave disgrazia 
doveva averci toccati assai da vicino, quasi come una sciagura di faraiglia. 
Tutti noi omiopatici sapevamo che in quell’annuale gara di beneficenza 
alia quale prendeva parte tutto quanto Parigi ha di piu elelto fra i suoi 
concittadini, gli Ospedali nostri non erano dimenticati e ritraevano dal 
Bazar della Garitk la loro parte generosa di profitto. Vieppiu si fissd nel- 
l’animo il triste dubbio, notando il ritardo a rispondermi di alcuni fra i 
nostri piu cari colleghi ai quali avevo immediatamente scritto. E la triste 


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L’OMIOPATJA IN ITALIA 


25 


novella, purtroppo ci k pervenuta con lettere delTottimo collega nostro, il 
dottore L6on Simon, lettere strazianti dal dolore pel quale niuna parola di 
conforto pu6 tornar valida; egli vi ciaveva perduto sua figlia Maria Teresa, 
signorina di 22 anni! 

Povero fiore gentile, e povero padre! II grave lutto ed il dolore indici- 
bile del dottore Simon fu fraternamente condiviso dalla grande famiglia 
omiopatica di ogni parte del mondo, e noi che strettamente colleghiamo 
colla scienza nostra la Fede, ben certi della grande importanza delTimma- 
teriale sul fisico, noi ci confortiamo in unasperanza ed in un voto, chenella 
Fede, nella famiglia egli abbia trovato quel lembo di azzurro sul suo oriz- 
zonte che, anche oggi, k Taugurio nostro per lui. 

Fra le vittime che ci appartengono dobbiamo segnare, con profondo 
dolore, il quasi settuagenario Dott. Rochet, che. intento lui pure all’occupa- 
zione gentile di fare opera buona, ha perso la sua vita preziosa nel modo 
il piu straziante. 


Genova. 


Dott. Fagiani. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


COSE DIVERSE 


Dali’Istituto Omiopatico di America ricevemmo la seguente circolare 
cui gi k facemmo riscontro. 


ISTITUTO AMERICANO D’OMIOPATIA 


Comitato per la Corrispondenza estera. 


Eminente collega , 

Mentre non v’ha dubbio, che qualsiasi riforma deve assicurarsi Tesi- 
stenza per proprio merito, & pur aitrettanto evidente che la rapidita del suo 
progresso dipende in gran parte dalla condizione dei suoi fautori. L’Omio- 
patia non si sottrae a tal legge. Fra i suoi patroni, suoi difensori furono e sono 
oggi giorno certi nomi che impartirebbero onore e decoro a qualsiasi lista, 
persone distinte nella scienza o nelle lettere, nelle armi o nel commercio, 
in leggi o teologia, nella politica o society, nelle industrie o nell’arte, esseri 
fortunati per natali o per sviluppo d’indomita energia. Affinchfc Tintiero 
corpo medico possa conoscere quali furono i nostri piu validi sostenitori 
durante il secolo ora scorso nei diversi paesi ed attraverso molte lotte, ed 
al fine che le loro buone azioni possano meritamente essere riconosciute, 
vogliate acconsentire alia nostra rispettosa richiesta d’inscrivere nello spazio 
vuoto di questa circolare o sopra altro convenevole foglio i nomi dei nostri 
piu influenti amici, passati e presenti ed a voi noti, aggiungendovi quei 
titoli che meglio valgano ad identificare le persone, indi spedire il tutto al 
mio indirizzo. Non occorre estendere di soverchio la lista, meglio omettere 
che eccedere. E mio desiderio di dare la maggiore diffusione alia lista nel 
piu lato senso della parola. Gonfidando nel benevolo vostro accoglimento di 
cosa che altro non costa se non un appello alia memoria individuale e 
desiderandovi salute e felicitk per I’anno incominciato. 

Ho Tonore dichiararmi vostro collega 

Geo. B. Peck M. D., Presidente. 

Providence, R. I. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


27 


Dottore PIETRO COGtO. 


Ed anche oggi compiamo il mesto dovcre di registrare la dipartila di uno 
fra i piii provati confratelli omiopatici d’ltalia, vogliamo dire del doltore 
Pietro Cogo, il quale passava a vita incontestabilmente migliore il giorno 
18 p. p. maggio nell’etk di 73 anni. 

Avendo avuti rari rapporti epistolari secolui mal sapremmo scrivere un 
condegno ricordo; ma per quanto scaturisce da suoi scritti e dai pochi ele- 
menti ricevuti sullasua esistenza ben si pud riassumere che Egli fu assai 
piu tenace di proposito che forlunato, e meno accorto che battagliero per 
la nobile causa che difendeva a spada tratta. Nato di umile condizione in 
Bressanvido (Vicenza) il 22 giugno 1826, dovette ben presto provvedere alia 
propria esistenza entrando al servizio presso un’altra famiglia. Ma la sua 
mente mirava piu iiLalto e, nei ritagli di tempo, talvolta leggeva e s'istruiva, 
si che in seguito pote frequentare lascuola normale, ove consegui la palente 
di maestro. Non pago di questo perseverd nello studio e piu tardientrd nel- 
I’Universitk di Padova inscrivendosi nella Facollk medica. Ivi l’attendeva 
nuova difficoltk, o meglio TimpossibiliU di soddisfare le tasse universitarie, 
per il che dovette, pur frequentando TOspedale civile, rimanervi per dieci 
anni e solo ottenne il diploma in medicina il 10 maggio 1865. 

Tosto dopo abbraccid la dottrina di Hahnemann, sfidando le implacabili 
ire dei colleghi della scuola dominante. Nel 1871 fondd il periodo “Glinica 
omiopatica , che ebbe parecchi anni di vita e solo piu tardi vi sostitul 
* La salute, di cui ricevemmo alcuni numeri. Per il suo noto specifico contro 
la difterite ed il croup subl ben sei processi penali, donde pero uscl sempre 
incolume. Infatti la legge non pud colpire il medico che regala i medica- 
menti e non ne fa commercio, ma per ragione a noi non ben conta egli si 
ribellava alTOmiopatia che non ammette rimedi nd segreti, ne specifici per 
determinate malattie, il che ebbimo piu volte occasione di dichiarargli aperta- 
mente. Del resto egli era il medico piu popolare di Padova e nella luttuosa 
circostanza emersero nel modo piu insigne l’affetto e la riconoscenza 
ond’era circondato il medico di scienza e di cuore. 


D. G. B. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


29 


INDICE 

delle Materie contenute nei fascicoli XXI-XXX 


Fascicolo vigesimoprimo. 


Verbale della seduta del Comitato 8 maggio 1893, relativa al 

conto 1892 . Pag. 3 

Id. 5 luglio riflettente il legato Denina ed altri oggetti di ammini- 

strazione. ,8 

Id. 31 agosto sugli stessi oggetti. ,9 

Id. 8 novembre alio scopo di preparare il bilancio 1894 .... ,10 

Id. 14 novembre, seduta dellassemblea, includente il bilancio 1894 , 11 

Relazione del dispensario di Venezia, 1° semestre. ,17 

Note clinico-chirurgiche dell’Ospedaletto di Torino. ,21 

Omiopatia ed allopatia (Dott. G. Secondari) , 2G 

Rassegna retrospettiva (Dott. Bonino) . ,33 

Note pratiche desunte dalla policlinica gratuita (Dott. Bonino) . , 38 

Notizie. ,40 

Elenco dei membri del Comitato e dell’Istituto pel 1894 ... , 43 


Fascicolo vigesimosecondo. 

Verbale della seduta del Comitato tenuta addi 7 febbraio 1894 . . Pag. 3 


Id. 5 maggio avente per scopo il conto 1893 . ,5 

Relazione del dispensario di Roma dal 1° aprile 1893 al 31 marzo 

1894 (Dott. Secondari) . ,10 

Id. del dispensario di Torino .*. ,13 

Id. id. Milano. ,16 

Id. id. Venezia. ,17 

Mielite curata coll’arsenico (Dott. Fulvio Bonino) . ,19 

Sulle dosi minime (Dott. Cigliano) . ,21 

Individualizzazione in nosologia e terapeutica (D. Bonino) ... ,37 

Alcohol sulphuris , patogenesi (Dott. Fulvio Bonino) . ,45 

Rassegna dei giornali ricevuti in cambio (Dott. Bonino) .... ,52 

Influenza del fumare nello sviluppo fisico deiruomo. ,56 

Notizie. ,57 

Cenno necrologico (Dott. G. Alleori) . ,59 


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30 


L OMIOPAT1A IN ITALIA 


Fascicolo vigesimoterzo. 

Circolare per l’assemblea 1894 . Pag. 3 

Verbale della seduta del Gomitato addi 4 luglio 1894 .... ,4 

Id. id. 1° novembre 1894 . ,6 

Kelazione del dispensario di Venezia, 2° semestre 1894 .... ,8 

Casi clinici dell’Ospedalelto di Torino (Dott. Fulvio Bonino) . . ,11 

Sul tabacco, studio del Dott. Cigliano. ,14 

Sieroterapia (Dott. Bonino).. . ,27 

Nessun giorno senza una prova (Dott. Bonino). ,30 

Primi sintomi di atassia loeomotrice. ,33 

Ammonium causticum nel vero croup (Dott. Bronson) .... ,34 

Genni bibliografici. ,36 

Notizie. ,39 

Sempre avanti (Dott. Bonino). ,41 

Necrologia (Dott. Leon Simon). ,42 

Fascicolo vigcsimoquarto. 

Perseveranti e fiduciosi (Dott. Bonino). Pag. 1 

Lettera al prof. Lombroso del Dott. Cigliano. ,3 

Lettera al Dott. Cigliano del prof. Lombroso. ,5 

Prolusione del Dott. Cigliano all’University di Napoli .... ,7 

Verbale della seduta dell’assemblea convocata il 16 dicembre 1894. 

Bilancio 1895 . , 27 

Elenco dei membri del Gomitato e dei soci per il 1895 .... , 32 

Relazione del dispensario di Venezia, 1° semestre 1895 .... , 35 

Id. Torino, esercizio 1894 . , 41 

Id. Milano id. . ,42 

Note pratiche (Dott. Bonino) . ,44 

Clinica deirOspedaletto (Dott. Fulvio Bonino). ,45 

Dichiarazione compromettente (Dott. Bonino).,47 

Rassegna dei giornali ricevuti in cambio . ,49 

Miscellanea. Notizie e cenni necrologici. ,54 

Fascicolo vigesimoquinto. 

Verbale della seduta del Gomitato addl 20 maggio 1895 relativa al 

con to 1894 . Pag. 2 

Tabella delTOspedaletto dal gennaio 1893 al luglio 1895 ... , G 

Appunti sull’instability della scuola dominante (Dott. Bonino) . , 12 

Note pratiche (Dott. Bonino) . ,18 

Come s’intende la materia medica omiopatica (Dott. Bonino) . . ,21 

Un convito nuziale di riguardo. , 2G 

Il siero Maragliano (Dott. Bonino). ,29 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


31 


Rassegna dei giornali ricevuti in cambio. Pag. 31 

Erezione di una scuola medica omiopatica a Messico .... ,35 

Notizie. ,37 

Necrologie dei Dottori Giulio Gaiter e G. Urbanetti .... ,39 

Fascicolo vigesimosesto. 

Verbale della seduta del Gomitato 18 novembre 1895 .... Pag. 1 

Id. deirassemblea 1° dicembre 1895, riflettente in ispecie il bilancio 

1896 . ,3 

Elenco dei membri del Gomitato e deiristituto pel 1896 .... ,8 

Relazione del dispensario di Torino, esercizio 1895 . , 11 

Id. Roma id. . ,12 

Id. Milano id. . ,14 

Note pratiche (Dott. Bonino) .. ,16 

Dichiarazioni classiche degne di nota. ,19 

Avviso preliminare per il Gongresso di Londra. ,21 

Gose diverse. ,23 

Cenno necrologico del Dott. Wo.nner . ,24 

Fascicolo vigesimosettimo. 

La critica nella terapia. Discorso del Dott. Cigliano all’ Universita 

di Napoli. Pag. 1 

Verbale della seduta del Comitato in data 26 aprile 1896 col 

conto 1895 . , 41 

Note pratiche (Dott. Bonino) . ,45 

Gircolare 2* relativa al Gongresso di Londra. ,47 

Notizie. ,51 

Genno necrologico del Gav. Sacerdote Scavini . ,52 


Fascicolo vigesimottavo. 

Verbale della seduta del Comitato in data 20 giugno 1896 . . . Pag. 1 

Lachesis. Sua origine ed efTetti patogenetici dal Minneapolis homoe- 


pathic Magazine (Dott. Bonino) . ,3 

Sempre nuove scoperte nella scuola classica (Dott. Bonino) ... ,7 

Relazione sul Gongresso internazionale omiopatico a Londra 

(Dott. Fagiani) . ,10 

La tomba di Hahnemann a Parigi (Dott. Cartier). ,29 

Cenni bibliografici. ,31 

Notizie. ,32 

Fascicolo vigesimonono. 

Verbale delPassemblea indetta per il 6 dicembre 1896 e bilancio 

1897 . Pag. 1 

Elenco dei membri del Gomitato e deiristituto pel 1897 ... ,6 

Verbale della seduta del Gomitato in data 3 febbraio 1897 ... ,9 


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32 


l’oMIOPATIA IN ITALIA 


Relazione del dispensario di Torino, esercizio 1896 . Pag. 10 

Id. Roma id. . ,12 

Id. Milano id. . ,17 

Note pratiche (Dott. Bonino) . ,19 

Glinica dell’Ospedaletto (Dott. Rabajoli) . ,21 

Congresso omiopatico di Londra. Segue relazione (Dott. Fagiani) , 22 

Nolizie. ,30 

Visita airOspedale omiopatico di Londra (Dott. Fagiani) ... ,34 


Fascicolo trentesimo. 

Verbale della seduta del Comitato in data 24 aprile e conto 1896 Pag . 1 
Verbale della seduta 8 maggio 1897 riflettente disposizioni per 

I’Ospedaletto. ,4 

Osservazioni critiche sul saggio di patologia omiopatica del 

Dott. Leon Simon (Dott. Bonino) . ,6 

Notizie. ,23 

Circolare dell’Istituto Americano Omiopatico per una statistica . , 26 

Genno necrologico del Dott. Pietro Gogo . ,27 

Indice delle Materie contenute nei fascicoli XXI-XXX .... ,29 


v* * "ovio ^ 




Stamperia dell’Unione Tip.-Editrice. — Torino. 


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Torino-Roma — UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE - Mapou-.milahu 


Dott. ALBERTO MATHIEU 

Hadloo degll CtepedaU dl Parlgl 

TERAPIA BELLE MALAHIE deli INTESTINO 

Traduzione iUliana sulla seconda Edizione francese con Agginnte 
del Dott. O. OAVALLHRO 

Oocenta dl palologia speciale medics nella R. UniversilA di Torino. 


La di&gnosi e la cura delle malattie delPApparato digerente fece cost 
rapide e feconde conquiste in questi ultimi anni grazie ai nuovi metodi di 
studio, da rendere difficile alquanto tener dietro a tutto questo movimento 
scientifico. Si sentiva pertanto il bisogno di un libro che riunisse tutti i nuovi 
fatti acquisiti e li esponesse in modo facile e preciso. II Dott. A. Mathieu 
riconobbe questa lacuna e voile colmarla. Se egli abbia raggiunto la sua meta 
e come, lo dimostra un fatto: il rapido esaurimento della prima edizione 
della sua opera, si che dovette seguirne immediatamente una seconda, che 
questa volta apparve in due volumi. (Jno di questi, dedicato alia ‘ Terapia 
delle malattie dello stomaco „, tradotto ed annotato dal Doltore 
G. Cavallero, cheabbiamo gia presentato ai Sanitariltaliani; Paccoglienza 
fatta ad esso superb di gran lunga la nostra aspettativa. Ora presentiamo 
il secondo volume, che tratta della 41 Terapia delle malattie del- 
rintestino ,, egualmente tradotto dal Prof. G. Cavallero e da lui annotato 
tenendo conto di quanto in proposito fu pubblicato in Italia. 

Premesso un capitolo di Tecnica semeiologica, che il traduttore com- 
pletb con numerose aggiunte, il volume consta di due grandi parti. Nella 
prima si prendono in esame i grandi complessi semeiologici, come la stiti- 
chezza,la diarrea; — i grandi complessi fisiologici, come Pauto-intossicazione 
di origine intestinale. — Dopo avere esposta la storia clinica e la patogenesi 
nei loro punti principal^ se ne d&nno i varii metodi di cura. — Si studinno 
le grandi medicazioni: lassativa, antidiarroica, antisettica, e le pratiche 
terapeutiche corrispondenti. 

Nella parte seconda si esaminano le malattie intestinali caratterizzate da 
lesioni definite, quali: Penterite, acuta e cronica; — la dissenteria comune 
e cronica dei paesi caldi; — la tiflite, la peritiflite, e l’appendicite; — Poc- 
clusione intestinale; — la sifilide nelPintestino; — il cancro delPintestino; 
— i vermi intestinali; — dando di ogni malattia la cura generate e speciale. 

In un'Appendice si descrive la tecnica del massaggio delPintestino. 

Chiudeil volume unFormulario speciale di rimedi piuindicati nella cura 
delle malattie delPintestino: Purganti e lassativi; Clisteri purgativi; Acque 
purgative; Antisepsi intestinale; Medicazione antidiarroica; Dissenteria; 
Entente muco-membranosa; Clorodina; Suppositori; Vermi intestinali. 

Torino 1897. — Un elegante volume , legato in tela $ 
illustrato con figure nel testo. L. 4» 


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Torino - Koma — UNIONE TIPOGHAFICO-EDITHICE — Napoli • Milaro 


IL FANCIULLO 

MANUALE Dl PEDIATRIA 

ad u.so degli Stu.denti © Medici pratioi 

DEI. DOTTORE 

ALBERTO BIAG1M 


ft un Manuale di Pediatria, una Guida del medico pratico per tutto ci6 
che concerne le malattie mediche del fanciullo. 

Precede una Parte generate con un cenno sulle fasi delPinfanzia, sul- 
l’andamento e cura in genere delle malattie infantili, sulla camera del fan- 
ciulio e sull’esame elinico delTammalato. 

Segue la Parte speciale cosl suddivisa: Malattie infettive, generali, del 
sistema digerente, delTapparato respiratorio, dell'apparato circolatorio, del 
Bisterna nervoso, degli organi genito-urinari. Malattie dei neonati. Appendice 
sulla Terapia infantile e Tavola per le dosi dei rimedl. 

Ogni gruppo com porta naturalmente altre suddivisioni secondo il concetto 
che parve clinicamente piu razionale, ed ogni malattia e descritta in modo 
sommario ma esauriente, seguendo questo ordine: Eziologia e patogenesi — 
Sintomi e decor so — Anomalia, complicazioni e postumi — Anatomia 
patologica — Diagnosi — Pronostico — Profilassi e cura . I paragrafi della 
Diagnosi e cura sono svolti con speciale larghezza. 

Questo libro § destinato non solo agti specialisti in pediatria, ma ai 
sanitari in genere e sopratutto ai medici condotti; quindi sorvola su quanto & 
pura erudizione teorica, evita ogni discussione, limitandosi alle conclusioni 
accertate o pill probabili; e senza omettere qessuna delle piii recenti scoperte 
nel campo pediatrico, tralascia tutto quanto non ba rapporto immediato 
con la clinica. 

Gli studi sulle malattie infantili ebbero in questi ultimi anni una spinta 
cosl vigorosa, che solo gli specialisti possono tenervi dietro; ma Timportanza 
sempre crescente che assume la pediatria obbliga ormai tutti i medici ad 
occuparsi di questo ramo dell’arte salutare, per discernervi le nozioni defi* 
nitivamente acquisite alia scienza. Far tesoro di queste nozioni senza prefe- 
renza di autori o di scuole, coordinarle con quello che giA era noto in 
precedenza, raccogliere insomnia tutto quanto di pift praticamente utile 
si conosce sulla medicina infantile, e condensare questo materiale nella 
dizione piu chiara e concisa che si potesse, tale & lo scopo della presente 
pubblicazione. E confidiamo che riuscirk veramente vantaggiosa al medico 
pratico. 

Pubblicata la Parte Pritna: Malattie infettive — L» 5. 


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i 


i ' 


Fasdcolo IXXI — 1899 


L’OMIOPATIA 

11ST ITALIA 


ORGANO DELL’ ISTITOTO 0MI0PATIC0 ITALIANO 


Jtegio Decreto 24 gennaio 1886 


souhario. — Istituto Omiopatico Italiano, Convocazione dei Soci per 
l’Assemblea generale deT 10 prossimo dicembre. 

Parte Ufficiale: Verbale della Seduta del Gomitato convocato il giomo 
8 ottobre 1897 — Tabella dei malati ammessi airOspedaletto Omiopatico dal- 
Tottobre 1895 all’ottobre 1897. 

Parte non Ufficiale: Rassegna dei periodic! ricevuti in cambio — Gose 
diverse. 




TORINO 

STAMPERIA DELL’ UNIONE TIP.-EDITRICE 

33 — Via Carlo Alberto — 33 

1897 


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Grande repertorio clinico omiopatico, del dott. Tommaso 

ClGLIANO. 

Hygienic-Medical Hand-Boock for Travellers in Italy, 

by G. Liberali M. D. 

Consideration! sul colira asiatico; sua profilassi e cura 
omiopatica, del dott. Vincenzo Liberali. 

La dose omiopatica, del dott. Giovanni Urbanetti. 

Trattato di Terapentica omiopatica. — Tre volumi — Versions 

- con proemio ed aggiunte del dott. Giuseppe B&nino. 

Prim! studi di materia medica secondo la legge del 
simili, del dott. Giuseppe Bonino. 


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]STITUTO OMIOPATICO ITALIANO 


Comitato Direttivo 


Illustrissimo Signore, 


II Comitato Direttivo dell’ Istituto ha stabilito di convocare 
l’Assemblea generale dei Soci per il giorno 10 prossimo dicembre, 
alle ore 14,. in una sala dell’Ospedale (via Orto Botanico, 16), 
col seguente 

ORDINE DEL GIORNO: 


1° Bilancio 1898; 

2° Surrogazione o conferma dei membri del Comitato; 
3° Proposta di nuovi Soci; 

4° Comunicazioni. 



P. S. Per norma dei Soci si ricorda Part. 35 dello Statuto, cosi 
concepito: 

Art. 35. — A) Alla votazione delle cose indicate nel presente Statuto prenderanno 
parte i Soci presenti e facoltativamente gli assenti, mediante delegazione ai primi,i quali 
si ritengono per delegati esibendo la lettera d’invito ricevutae sottoscritta dai secondi. 

B) Ogni Socio presente non potr4 rappresentare piCi di un Socio assente, votando 
per lo stesso. 

C) Gli assenti, che non vogliono delegare alcuno, possono far atto di adesione o 
con telegramma o con lettera d’ invito da loro sottoscritta e restituita a) Presidents. 

Torino, 10 novembre 1897. 


11 Segretario 

Dott. Pier Antonio Bonino 


11 Presidente 

Dott. Giuseppe Bonino. 


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PARTE UFFICIALE 


ISTITUTO 0M10PAT1G0 ITALIANO 


Verbal© della seduta del Comitato oonvooato il giorno 
8 ottobre 1897. 

Sono intervenuti i Signori membri: Bottino dott. Crisanto, 
Vice-Presidente; Morozzo di Bianze marches© Filippo, Cassiere; 
Ferreri cav. Matteo e Demezzi cav. ing. Cesare, Censori, oltre 
i sottoscritti President© e Vice-Segretario. 

Sono all’ordine del giorno: 

1° L’incasso del legato di L. 1000 fatto dal fu cav. profes¬ 
sor© dott. Scavini. 

II President© partecipa ai congregati il risultato delle pratiche 
necessarie per la riscossione di detto legato e questi, esaminati 
i documents delegano a tal fine il dott. Fagiani cav. Vincenzo 
il quale recandosi spesso a Voltri pel suo ministero professional© 
dichiarasi disposto a portarsi a Savona presso il not. Pbrtusio 
per esigere e spedire al Cassiere dell’Istituto la somma precitata. 

2° Pratica relativa alia fognatura. 

Visto il regolamento emesso dal Municipio, vista l’imprescin- 
dibile necessita a tutti i proprietari di subordinarsi al medesimo 
il president© chiede ai membri del Comitato il loro parere circa 
la convenienza di incominciar© tosto i lavori o rimandarli alia 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


3 


prossima primavera, facendo pero pervenire al Municipio il pro- 
getto relativo entro il corrente mese. — II signor Cesare inge- 
gnere Demezzi, offre, come sempre, la generosa sua opera per 
allestire tale progetto, ed unanime il comitato delibera che siano 
cominciati i lavori alia prossima primavera come la piu opportuna 
calcolando nel prossimo bilancio la somma approssimativa di 
lire 700. 

Esaurito l’ordine del giorno, viene sciolta la seduta. 

Torino, 10 ottobre 1897. 

Il Vice-Segretario 11 Presidente 

Olivero Giacomo. Bonino dott. Giuseppe. 


1* 


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4 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


TABELLA dei malati ammessi nell’Ospedaletto Omiopatico (viafo 


Numero 

d’ordinc 

Nome 

Eli 

Condizione 

M a 1 a 11 i a 

— 

184 

M. Maria 

42 

maestra 

cherato-coroidite sinistra 

185 

D. Margherita 

15 

stiratrice 

cherato-congiuntivite 

186 

M. Adelaide 

28 

donna di casa 

salpingo-ooforite doppia i 

187 

F. Lucia 

48 

cuoca 

condizione lipemaniaca 

188 

0. Maria 

17 

tessitrice 

carie costale 

189 

D. Domenico 

42 

decoratore 

ernia inguinale destra 

190 

B. Giuseppe 

57 

contadino 

pantoftalmite suppurativa 

191 

G. Pietro 

38 

domestico 

adenite inguinale sinistra 

192 

P. Luigi 

25 

domestico 

adenomi suppurativi venerei 

193 

0. Palmira 

15 

setaiuola 

corea 

194 

L. Giuseppe 

35 

fattorino 

adenite ascellare destra 

195 

M. Giovanni 

75 

contadino 

amaurosi con cataratta 

196 

G. Pietro 

28 

sacerdote 

vertigini con afasia 

197 

L. Giuseppa 

15 

cucitrice 

cisti dermoidea oculare 

198 

M. Francesco 

38 

pavimentatore 

bronchite cronica emoftoica 

199 

M. Augusto 

14 

scuolaro 

stafiloma destro con panno totale 

200 

G. Carolina 

34 

casalinga 

contrattura muscolare del collo k 

201 

V. Vittoria 

19 

cameriera 

bronchite emorragica 

202 

S. Maria 

■ 40 

casalinga 

poliartrite vaga 

203 

M. Angiolina 

51 

cuoca 

pleuro e periepatite 

204 

D. Giuseppe 

19 

falegname 

lenta pneumonite sinistra 

205 

B. Teresa 

56 

casalinga 

reumatismo poliarticolare 

206 

B. Giuseppe 

18 

meccanico 

catarro gastnco 

207 

M. Giuseppina 

17 

operaio 

pantoftalmite con panno corneale 
blefaro-congiuntivite granulosa 

208 

M. Teresa 

7 

scuolara 

209 

C. Maria 

46 

operaia 

osteo-periostite con carie radio e 
carpo destro 

210 

G. Fiorenza 

69 

agiata 

gastrite cronica con stringimento 
pilorico 

coxite tubercolare con anchilosi 

211 

G. Marianna j 

14 

operaia 

212 

B. Luigia 

57 

agiata 

cardiopatia della mitrale 

213 

B. Irene 

27 

agiata 

gastralgia e tenia 

214 

D. Domenico 

5 

scuolaro 

gonoartrite tubercolare 

215 

M. Angela 

19 

tessitrice 

risipola facciale 

216 

V. Pietro 

17 

fabbro 

catarro bronchiale 

217 

S. Antonio 

27 

panattiere 

angina tonsillare 

218 

L. Caterina 

27 

operaia 

corea e paresi sinistra 

219 

C. Teresa 

21 

operaia 

clorosi con subedema arti infer. | 

220 

M. Pietro 

60 

operaio 

infarto polmonare 

221 

R. Angelo 

40 

negoziante 

eczema generale 

222 

0. Maria 

18 

operaia 

tubercolosi polmonare, 3° stadio 

223 

T. Benedetto 

55 

falegname 

ascite da cirrosi epatica 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


5 


i Orto Botanico, 16) dall’Ottobre 1895 alio stesso mese del 1897. 


Giomi 

di 

degenza 


Traltamento — Esito 


Osservazioni 


t 


u 

20 

H 

4 

74 

95 

12 

16 

20 

9 

8 


27 

28 
9 




17 

50 

52 

30 

13 

8 

24 

21 

19 

160 

30 

160 


guarita 

guarita 

castrazione, per via laparotomica 

miglioramento 

resezione costale 

erniotomia 

enucleazione del globo oculare 
svuotamento dell’ascesso e cura 
interna, guarito 
cura interna, guarito 
guarita 

svuotamento del cavo ascellare, 
guarito 

operato senza risultato 
cura interna, guarigione 
estirpazione del sacco cistico, 
guarita 

risoluzione soddisfacente 
cura interna, guarito 
id. guarita 

id. guarita 

id. guarita 

id. guarita 

id. guarito 

id. guarita 

id. guarito 

id. risoluzione parziale 

id. guarita 

id. avviata risoluzione 


seeue storia 

voile uscire per ragioni domestiche 
segue storia 
id. 


uscl per ragioni domestiche 


30 


id. notevole miglioram. 


110 


id. stazionaria 


i 1 


10 

5 

10 


id. stazionaria 

id. stazionaria 

resezione atipica del ginocchio 


4 
9 

5 
10 
24 

3 

19 


cura interna, guarita 
id. guarito 

id. guarito 

id. notevolemiglioram. 

id. guarita 

deceduto 

cura interna, miglioramento pro¬ 
gressive 

id. stazionaria 


10 


id. migliorato 


ricusando l’operazione rientrh in fa- 
miglia 

madre e figlia, interrompono la cura 
per urgenti ragioni di famiglia 
esce e segue la cura medica in fa¬ 
miglia 


si licenzia per ragioni d’ordine interno 


prosegue la cura in famiglia 

accettata per alcuni giomi in via 
provvisoria 


1 


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6 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


(Segue) T ABELL A del m&l&ti amines si nell’Ospedaletto Omiopatict 


Nuinero 

d’ordine 

Nome 

Etii 

Condizione 

• Malatlia 

224 

T. Luigi 

50 

cameriere 

sciatica destra 

225 

B. Maria 

28 

donna di casa 

metrite da ritenzione placentaria 

226 

T. Antonia 

10 

scuolara 

singhiozzo con cefalalgia 

227 

R. Cesira 

24 

donna di casa 

salpingo-ooforite con raccolta 

228 

P. Carlo 

51 

foenestante 

sciatica sin. e catarro vescicale 

229 

0. Teresa 

30 

domestica 

angina tonsillate 

230 

P. Teresa 

32 

cameriera 

bronchite acuta 

231 

B. Pietro 

14 

studente 

osteite tubercolare dello stemo, 

8* costa, e trocantere 

232 

G. Luigia 

17 

cas&linga 

cheratocongiuntivite bilaterale 

233 

B. Elisabetta 

33 

portinaia 

pantoftalmite con chemosi e pan- 
no special men te a destra 

234 

M. Angela 

26 

casalinga 

metro-ovarite , 

235 

T. Lorenzo 

20 

contadino 

osteite tubercolare, 1* metatarso 
sinistro 

236 

G. Giuseppe 

39 

tessitore 

criptorchidifc-sarcoma del teStic. 

237 

G. Pietro 

15 

falegname 

tosse spasmodica 

238 

P. Giovanni 

15 

legatore 

entente subacuta 

239 

M. Ottone 

48 

meccanico 

catarro bronchiale , 

240 

V. Maddalena 

21 

operaia 

bronco-alveolite sinistra 

241 

P. Ottavia 

28 

donna di casa 

polipi mucosi endo-uterini 

242 

B. Maria 

33 

agiata 

cherato-congiuntiv. destra 

243 

B. Carlo 

50 

panattiere 

ascesso urinoso prostatico e ca¬ 
tarro vescicale 

244 

P. Antonio 

14 

serva 

flemmone alia regione addomin. 

245 

R. Domenico 

38 

merciaio 

mielite diffusa, paralisi arti infer., 
vescica e retto 

246 

G. Giovanni 

8 

scuolaro 

osteo-mielite sifilitica 

247 

M. Carlotta 

28 

cucitrice 

catarro gastrico acuto 


La relativa esiguitA dei malati trova la sua precipua spiega- 
zione nel fatto, che si hanno due soli letti gratuiti e quelli a 
pagamento sono spesso occupati da individui affetti da malattie 
lente. II risultato per6 definitivo, ed e cio che pih monta, non 
potrebbe essere pi ix lusinghiero, attesoche si ebbe a registrare 
un solo decesso previsto ed inevitabile fin daH f ammissione del 
povero infelice. — Prescindendo ora dai casi comuni e che non 
potrebbero suscitare interesse, ci limitiano a ricordare i seguenti: 


184. Aveva giA perduto Tocchio destro in precedenza. II sinistro 
si presentava in si tristi condizioni organiche e visive da ingene- 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


7 


ria Orto Botanico, 16) dall’Ottobre 1895 alio stesso mese del 1897. 


Giorni 

di 

dt-peuza 

Tratt.imento — Esito 

Osservazioni 

11 

cura interna, guarito 


12 

raschiamento uterino 


17 

cura interna, guarita 

storia pubblicata nel fasc. XXIX 

' 40 

id. e locale, guarita 

42 

cura interna, guarito 


10 

id. guarita 


5 

id. guarita 


138 

id. costotomia e ra¬ 

schiamento focolai ossei 

segue annotazione 

60 

cura interna, guarita 


53 

id. guarita 


14 

id. avviata risoluzione 


39 

raschiamento del focolaio osseo 


16 

estirpazione del testicolo sarco- 
matoso, guarito 


11 

cura interna, guarito 


17 

id. guarito 


3 

id. guarito 


22 

id. migliorata 


6 

raschiamente uterino, guarita 


30 

cura interna, guarita 


8 

id. guarito 


6 

id. guarito 


39 

id. miglioramento 

rientrato in famiglia 

5 

apertura ed esportazione di se- 
questri 

i segue cura interna a domicilio 

8 

cura interna, guarita 1 



rare il pid serio timore che avesse a subire la stessa sorte. Mer - 
curius coy'ros., sulphur, e pid tardi silicea, apportarono l’insperata 
guarigione totale e permanente. 

185. Grave ed inveterata cherato- e congiuntivite con ipopio 
e perdita quasi totale della vista, specialmente a destra, cedette 
all’uso di Hepar e Graphites. 

186. M. Adelaide d’anni 28, donna di casa, da Canelli. Dalla 
anamnesi remota non si rileva veruno antecedente morboso ne 
acquisito ne ereditario. Padre morto a 62 anni di polmonite acuta, 
rnadro morta a 40 anni per conseguenze di puerperio. Due fr^ 
telli e una sorella sani. 


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8 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Mestruata regolarmente a 17 anni, fu incinta la prima volta 
a 22 anni. Ebbe quattro gravidanze normali seguite da puerperi 
regolari; allatto le sue creature, ne mai ebbe a soffrire di mali 
intercorrenti. Nel novembre del 1894 la paziente ebbe un aborto 
di circa tre mesi, che fu seguito da ripetute metrorragie per circa 
sei mesi. Dopo questo lasso di tempo le mestruazioni ripresero il 
loro tipo primitivo. Alle coliche uterine che la paziente soffri per 
circa sei mesi, subentrarono dolori vaghi, ma continui, accompa- 
gnati da un senso di peso nel basso ventre sino al momento in 
cui si decise di ricorrere alle nostre cure. Lo stato presente della 
paziente la diraostra bene sviluppata; pannicolo adiposo scarso; 
la fisionomia e lo stato generale rivelano segni di lunghe soffe- 
renze. Sistemi respiratorio e circolatorio normali. Sistema dige- 
rente atonico in tutte le sue funzioni. All’esame diretto degli 
organi genitali si osserva una retroflessione assoluta. L’utero 
libero nei movimenti passivi occupa col suo corpo tutta la caviti 
del Douglas; i due parametri sono occupati da due corpi ovoidei. 
del volume di un’avellana, dolorosissimi alia pressione. L’amma- 
lata riferisce alia regione dei parametri la sede delle sue sofferenze. 
L’utero misura la lunghezza di otto centimetri e presenta un 
leggero catarro del collo. Osservata per tre giorni consecutivi 
la paziente non offre elevazione termica ne altri disturbi alTinfuori 
dei dolori localizzati al basso ventre. Si fa diagnosi di ooforo-sal- 
pingite doppia con retroflessione dell’utero e si consiglia la castra- 
zione doppia seguita dall’isteropessi. L’ammalata accoglie di buon 
grado l’idea dell’operazione. Previa anestesia cloroformica si pra- 
tica la laparotomia. Le due ovaia appaiono di molto aumentate 
di volume; entrambe fortemente pigmentate sono circondate da 
false membrane che mascherano focolai sanguigni analoghi a 
quelli della pachimeningite. Le due trombe ispessite sono forte¬ 
mente congeste. Si procede all’ablazione totale delle due trombe 
e delle ovaia; quindi si pratica l’isteropessi fissando con tre solide 
suture il fondo dell’utero ai due retti addominali e si procede alia 
sutura delle pareti addominali. Le conseguenze operatorie furono 
delle piu semplici: apiressia assoluta, stato generale ottimo. Si 
praticarono due sole medicazioni: la prima sette giorni dopo la 
operazione per rimuovere le suture profonde, la seconda cinque 
giorni dopo la prima per Tablazione delle suture superficiali. 
I dolori scomparvero subito dopo l’operazione e l’ammalata non 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


9 


accusando altro disturbo, esce guarita dall’ospedale il 13° giorno 
dalla operazione. 

188. La paziente 0. Maria, segnata al n. 188, affetta da carie 
costale, fu operata due volte, la prima per la spaccatura della 
saccoccia purulenta e per raschiamento della costa, la seconda 
resecando ampiamente la costa non essendo stato sufficiente il 
semplice raschiamento. 

189. Il num. 189 e degno di nota per le conseguenze opera- 
torie. Il paziente era affetto da ernia inguinale destra e da idro- 
cele semplice sinistro. Nella stessa seduta si pratico Terniotomia 
ed il taglio della vaginale per la cura radicale dell’idrocele. Nella 
notte che segul l’operazione l’ammalato ebbe un delirio quasi 
maniaco che duro due giorni. In questo frattempo si dovette rin- 
novare pih volte la medicazione per sottrarre le ferite alle lordure, 
che T ammalato si compiaceva apportarvi. Cessato il delirio 
subentro una febbre continua fra i 39° ed i 40° con segni di erisi- 
pela alia ferita inguinale. Per circa un mese si dovette lottare 
contro 1* infezione cutanea che alia fine cedette e Tammalato 
lascio l’ospedale dopo 95 giorni di degenza. L’erisipela non invase 
che la cute ed il tessuto sotto-cutaneo mentre i piani profondi 
resistettero e la sutura del canale inguinale si mantenne solida. 
Riveduto tre mesi dopo la sua uscita dalTospedale il paziente si 
dimostrava forte e robusto con occlusione perfetta del canale 
inguinale. 

190. Il poveretto si presento con suppurazione completa del- 
1’occhio destro in seguito a causa traumatica; quindi nessun’altra 
indicazione si offriva tranne quella di enucleare l’occhio, il che si 
e compiuto nel modo pifi soddisfacente, scongiurando anche la 
iniziata infiammazione nell’altro occhio. 

191 e 192. Oltre alle aperture per svuotare gli ascessi si ado- 
perano internamente mere, praec. r. e mere . bijodatus , coi quali 
si giunse a risoluzione. 

193. La corea era stata prodotta da spavento ed in pochi 
giorni cedette ad Ignatia. 

195. L’operazione della cataratta venne eseguita per puro 
tentative, qualora l’amaurosi bilaterale non fosse ancor completa. 
Pur troppo il fatto venne a confermare il sospetto. 

196. Il caso si riferisce ad un giovane esile, con disposizione 
tubercolotica dal lato materno, conducente una vita oltremodo 


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10 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


austera, ed affetto fin dall’infanzia da loquela precipitata, perflno 
cincischiante. In seguito a duplice spavento per caduta e per vista 
di bruto, probabilmente immaginario, di nottetempo, cadde in 
istato di lipemania con insonnia, inappetenza e supposizione di 
essere malveduto o perseguitato, alalia per certe parole, per cui 
si confonde, gli si eccita cardiopalmo, si strozza la gola ed infine 
trovasi nell’impossibilitA di proseguire il suo ufficio. Premesse 
alcnne dosi di Aiimm, per ricondurre la quiete morale, si pass6 
all'uso di Cansticum , diretto a correggere il vizio di loquela e 
finalmente col sussidio di Coffea venne ricondotto il sonno natural© 
• riparatore. 

199. Ricorse airomiopatia in istato di quasi cecitA, dopo aver 
segulti altri trattamenti non solo inutili, ma con progressive 
peggioramento. La cornea, la congiuntiva e Tiride formavano quasi 
una massa carnosa ed opaca. Fortuna voile che con appropriati 
medicamenti e specialmente kalibichromicum , calcarea muriatica 
e nitri acidum , venne a riacquistare totalmente la vista e l’occhio 
ritorno alio stato naturale. 

200. Dichiarata tubercolotica per vizio ereditario e per ricor- 
renti emottisi la sua condizione bronco-polmonare migliorb non 
solo ma si ricompose in modo permanent© mediante calcarea 
phosphorica , pulsaiilla e thuya. 

203. L’acutezza e l’estensione del processo flogistico cedettero 
prontamente ad Aconitum , Chelidonium e Leptandra. 

204. Lo stato bronco-polmonale con incipiente stadio di col- 
liquazione cedette all’uso quasi esclusivo di hepar in vario grado 
di diluzione. 

205. Poich& un edema ai piedi ed un’asistolia cordiaca accom* 
pagnavano il disturbo reumatismale si ricorse in ultimo a Kalihy- 
drojodicum e Spigelia , con che l’ammalato usci in condizioni 
soddisfacenti. 

220. Bevitore e dissanguato per le precedent affezioni pol- 
monari venne accettato per necessity in condizione di crescente 
broncorragia con stasi e stravaso di tutto il polmone sinistro. 
A nulla valsero arnica , sulphuris acidum , ecc. ed in due giorni 
il poveretto esalo lo spirito in istato di sopore. 

224. £ degna di nota la celeritA con cui la sciatica datando 
da tre mesi ed intensamente dolorosa cedette in pochi giorni a 
Bryonia indi Causticum. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


11 


227. L’affezione invadente l’utero e sue appendici rimontava 
ad un aborto di tre mesi. Mediante numerose irrorazioni d'acqua 
calda e coll’uso di Macrotmum , Hydi'astis e Palladium si venne 
ad una risoluzione quasi insperata. 

231. II n. 231 e degno di nota per la plurality delle manife- 
stazioni tubercolari. Studente di 14 anni, figlio ad una madre 
morta di tubercolosi polmonare, era da due anni affetto da tuber- 
colosi del trocantere di sinistra con raccolta purulenta cbe gli 
rendeva difficile e dolorosa la marcia. La carie delTottava costa 
di sinistra dopo aver prodotto raccolta purulenta manteneva una 
fistolasulla linea scapolare. E come se queste raiserie non baatas- 
sero il povero paziente presentava ancora la carie del manubrio 
sternale. Operato in due riprese di resezione costale e raschia- 
mento del trocantere e del manubrio sternale, ritorna a casa 
apparentemente guarito dopo 138 giorni di degenza. La cura 
interna poggio specialmente sopra, Calcarea fluorica e hipopho- 
sphorica. Un’intercorrente pleurisia fu tosto superata con Metal - 
lum jodatum ed Hepar. 

236. G. Giuseppe d’anni 39, tessitore criptorchide, si presento 
per un tumore delle pareti addominali che si diagnostico per 
sarcoma del testicoloectopico. Fu operato e guarito dopo 16 giorni 
di degenza. 

242. Ancorch& la cherato-congiuntivite con ulceri corneali 
datasse da piu anni, nello spazio di un mese Tammalato riprese 
Tuso del suo occhio in condizioni normali. 

Per la parte Medica: Dott. G. Rabajoli. 

Id. Chirurgica: Dott. S. Dematteis. 


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12 


L ? OMIOPATIA IN ITALIA 


PARTE NON UFFICIALE 


RASSEGNA DEI PERIODICI RICEYUTI IN CAMBIO 

Ritorniamo al c6mpito che c’imponemmo in antecedenza spigolando 
nel giornalismo della professione i fatti e gli studi piu emergenti che vi 
stanno disseminati. E gli uni e gli altri dobbiamo solo accennare perocche 
ci manca spazio e tempo di porgere non fosse che un sunto di quanto si va 
pubblicando ogni giorno nel campo pratico e teorico della nostra dottrina. 
— Questa bisogna si sbrigherebbe assai piu facilmente ed efficacemente 
se il lavoro nello scrittoio non fosse un bolo ostico a molti, anzi a 
troppi, che viceversa poi sono i primi a deplorare lo stato stazionario o 
deficiente della nostra scuola medica. — Valga almeno questa succinta 
esposizione di eccitamento ai colleghi per contribuire con relazioni di fatti 
singolari, o con memorie d’indoleteorica alio scambio siadei fatti constatati, 
sia dei pensamenti che ne scaturiscono; valga ai profani quale dimostrazione 
che l’omiopatia estende le sue radici, dilaga nelle university anche sotto 
simulati nomi, si concilia a perfezione coi nuovi e positivi ritrovati della 
scienza, perocche ha suo unico fondamento nella natura. Nel seguente 
numero la rivista comprenderk pure i seguenti: Zeitschrift des berliner 
Vereines homaeopatischer Aerzte; Minneapolis homoeopathic Magazine; The 
Journal of the british homoeopathic Society. 

Allgem. homoopathische Zeitung (Vol. GXXXI, nn. 17-18 al volume GXXV, 
nn. 12-12). 

Goncernono la materia medica: uno studio comparativo di Apis con 
rimedi analoghi di Lippee richiamato dal Homoeopathic Physician; Tazione 
specificadi Glonoinum massime sullacircolazione cerebrale sia patogenetica 
sia curativa; studio su Terebinthina di Pfander; id.su Kalmia di Lambert; 
sunto patogenetico di Lolium temulentum del dott. Schier;%ma serie di ca- 
ratteri difTerenziali tra phosphorus e phosphori acidum tolta dal libro Gross, 
Faultvasser; lo studio patogenetico di Tabacum; considerazioni teorico- 
pratiche sopra jaborandi; id. sopra Calcarea phosphorica; 1’esperimento 
di Schier sopra Spiraea ulmaria; studio sopra Bursa pastoris; id. sopra 
Hypericum; sulle propriety terapeutiche dei sali di Barita, relazione dai 
giornali inglesi; l’esposizione di sintomi venefici di terebinth ina;Y influenza 
di Natrum muriaticum sulla formazione della cataratta; la patogenesi di 
Sabal serrulata ; studio fisiologico-terapeutico di Cistus canadensis; sunto 
patogenetico di Adonis vernalis; i sintomi indicativi di Calcarea carbonica 
secondo Lippe; riproduzione patogenetica di mercurius corrosivus; la 
prova sperimentale di Strophantus. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


13 


Nella sfera clinica sono a segnare: una casuistica di psicosi felicemente 
risolte, esposta dal dottor Junge; il richiamo di Kafka sull’uso di China 
nella calcolosi biliare; quelle di Ord. Bournemouth sopra acid . benzoicum 
in svariate forme morbose di carattere artritico; i sintomi caratteristici di 
parecchi rimedi di piu frequente applicazione nella tosse; la pertrattazione 
terapeutica di tiflite ed affezioni attinenti, accentuando Tindicazione di 
Belladonna , Opium , Bryonia e Mercurius. Mossa riferisce una feliceguari- 
gione di contrattura muscolare essenziale infantile mediante lgnatia ; le 
indicazioni che si possono dedurre dalla posizione delle braccia sopra o 
sotto la testa durante il sonno; il trattamento omiopatico dell’acne nelle 
varie sue specie; Tapplicazione di Teucrium Scorodonia nelle avanzate 
affezioni polmonali; casuistica di Hansen sulla sifilide; il jodoformio nella 
meningite tubercolare; un repertorio intorno alle malattie meningee infan- 
tili ^ Petroleum nel vomito delle gestanti; l’uso di geranium maculatum 
nell’emottisi; l’azione di Calcarea jodata nei tumori delle mammelle; una 
serie di rimedi indicati nellacorea. 

Nel campo sperimentale specialmente in attinenza all’immunizzazione 
viene ad essere richiamata l’acqua ossigenata anche sotto l’egida di 
Behring, che estende le sue considerazioni altresi all’acido acetico. Kunkel 
e propenso ad ammettere l’isopatia ed adduce qualche sperimento in ap- 
poggio. Ritorna in campo la quistione sulle dosi patogenetiche secondo 
Schier e giuste osservazioni del redattore Mossa; devesi dire: Sim ilia simi- 
libus curentur o cur ant ur ?; viene inserito il credo dottrinario dei medici 
oraiopatici del Wiirtemberg; si ammette la curabilita della sifilide con mi- 
nime dosi da medici ortodossi. 

Revue homoeopathique frangaise (settembre 1895 al maggio 1897). 

Sono da segnalare fra i lavori di materia medica applicata: quello del 
dott. Lambert su Kalmia lattfolia; il sunto patogenetico di Adonis ver- 
nalis per cura del dottor Burt; i’esperimento sopra coniglio di Strofanto 
per cura del dott. Leon Simon; un riassunto patogenetico ai carboneum 
sulphuratum tolto dal The Universal Homoeopathic Annual di Cartier; 
Tazione benefica di Myristica sebifera (Memoria inviata dal dottor Olive di 
Barcellona) in varie forme attinenti alia Chirurgia, ad es. risipola flemmo- 
nosa, ulcere scrofolose e callose, osteornielite; la discussione sopra ferrum 
phosphoricutn e sopra le varie specie o variety di Rhus. 

Meritano considerazione : la discussione sulla tenacita e talvolta incura¬ 
bility del tic douloureux , sebbene alcuni casi di guarigione sieno citati me¬ 
diante Cuprum aceticum, Atropin sulphuricum , Aurum, Spigelia; l’appli- 
cazione di Viscutn album nell’asistolia cardiaca; di Fluoris acidum nelle 
lesioni venose; il patrocinio accordato dal dott. Cartier a Bacillinum e 
specialmente ad Aviaria nella bronchite sospetta e nella congestione pol- 
monale unilaterale; Tapplicazione di Benzoes acidum in affezioni varie di 
indole artritica, persino escrescenze verrucose e cisti, sulla guida spesso 
dell’odore forte e sgradevole dell’orina; l’esposizione di piu casi di vizi 
cardiaci corretti o migliorati colla tiroidina; Tesposizione dei sintomi 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


differenziali tra Calcarea carbottica e phosphorica in ordine alia loro appli¬ 
cability nel rachitismo; il trattamento bromo-mer cur idle della difterite (a) 
secondo le osservazioni del dottor Boyer; Tesposizione dei precipui far- 
maci nella cefalalgia, odontalgia, afonia e sorditk in correlazione con i men- 
strui per cura del dott Cartier che la desunse da un lavoro di Southwik; 
la conferma dell’azione di Silicea e Calcarea Fluorica nella carie; la felice 
applicazione di Teucrium Scorodonia in afTezioni tubercolari; i sin tom i 
indicatori di Plantago nell’odontalgia; 1’applicazione di Duboisia e Jabo - 
randi nelle malattie oculari; la memoria di Douglass sull’appendicite ; lo 
studio di Cartier sui virus tubercolosi in rapporto colla lerapia omiopatica; 

10 studio del dott. Cartier sui farmaci cosidetti tonici in svariatissime con- 
dizioni morbose; Tesposizione indicativa di parecchi farmaci nella cataratta 
senile, e nel glaucoma per Parenteau; Pannunzio* dei dottori Jousset circa 

11 trattamento gi k messo in opera del diabete zuccherino mediante Testratto 
di fegato e quello di pancreas. 

Sotto il titolo di Isopatia e Sieroterapia il dott. Kruger sostiene la prima 
e disapprova la seconda. A mio modo di vedere pero Kruger perora una 
causa mol to scabrosa, dacchfe i nosodi non sono rimedi omiopatici e ricon- 
ducono alle entity nosologiche contrarie all’individualizzazione della nostra 
divisa. Il dott. Gallavardin di Lione prosegue nella sua generosa guerra 
all’alcoolismo indicandone i principali mezzi. Viene riprodotto il tema della 
Posologia presentata dal dott. L£on Simon al Congresso internazionale 
omiopatico di Londra. Sono degne di nota le esperienze comparative sui 
siero detto antidifterico e quello normale del cavallo giuste le quali gli 
effetti sono uguali, ciofc da attribuirsi al siero diverso da quello delPanimale 
innestando. 

Revista homeopatica de Barcellona . (Anno VI, fasc. luglio). 

Viene riprodotto un abbozzo patogenetico di Azadiracta in die a prece- 
duta da casi risolti con essa; quello di Acetylenum fornito da piti mediciJ 
y annunziato un nuovo rimediociofe Stellaria tnedia t utile nel reumatismo 
e nella gotta. 

D. Pinard consiglia nei paterecci di esperimentare Myristica sebifera , 
che a lui tornd di efficace riuscita; 01iv6, Gros e Pinard riportano casi di 
ulceragastrica guariti con Kali bichromicum; la dissertazione di 01iv£ sulle 
menstruazioni supplementari; lo studio sulla atassia locomotrice col rela- 
tivo trattamento del dott. Derrhy Marsal; l’uso efficace di Ruta nell’artrite 
del carpo e tarso ; le osservazioni patologiche e terapeutiche sui diabete del 
dottor Cornet, seguite da discussione in seno aU’Accademia omiopatica; 


(a) Giy nel Congresso internazionale omiopatico che ebbe luogo a Pa- 
rigi esposi il risultato di aicune mie osservazioni pratiche giusta le quali 
io adopero da molti anm il mercurio cianurato in alternanza col bromo, 
quando il processo difterico si diffonde alia laringe, minacciando la soffo- 
cazione. Tolta questa complicazione o piuttosto estensione del maleamerei 
attenermi esclusivamente al cianuro di mercurio. E fino ad ulteriori dimo- 
strazioni rimango nel mio concetto, che il siero detto antidifterico non 6 
medicamento nel vero senso. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


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Pinard tratta dell’applicazione di Berberis nella sciatica; Olivfe discorre 
delle emorragie uterine col relativo trattamento; Pinard accenna alle Tarie 
forme di vajuolo colla rispondente cura; 01iv6 cita alcuni casi di felice 
applicazione di Myriatica sebifera, ciofc nell’osteomielite, in ulcera scrofo- 
losa, in ulcera callosa con risipola ftemmonosa; Pinard svolge il tema della 
scarlattina coi rispettivi farmaci secondo le diverse forme; lo stessocompie 
in ordine alia difterite; Suriol espone le sue idee pratiche sul catarro inte- 
stinale infantile; Hallester Marin espone circa l’epilessia e suo trattamento 
e Derch intorno alia peste bubonica. 

II dottor Cesario d'Abreu rompe ancora una lancia contro l’Elettromio- 
patia di Mattei, l’omiopatia di Gonar e contro tutte le bastarde superfeta- 
zioni che non dovrebbero portarne il nome; argomento discusso e giudicato 
in assemblea generate in occasionedelCongresso internazionale omiopatico 
a Parigi nel 1889; il dottor Javier de Benevend passa a rassegna critica i 
▼ari metodi di cura praticati nel corrente secolo; agita il dottor Furest la 
sempre aperta quistione: se il medico omiopatico non possa servirsi in 
casi eccezionali di mezzi non puramente omiopatici e la risolve in senso 
affermativo; tratta il dottor Cahis nell’inaugurazione dell’anno accademico 
il soggetto: che cos’fe 1’Omiopatia? 

Archiv fur Uomoopathie (Jahrgang IV, n. 10; VII Jahr., VI, n. 9). 

Riscontriamo fra gli argomenti di materia medica: un succoso ricordo 
di Lorbacher su Sepia, col richiamare la sua indicazione nella profilassi 
dell’apoplessia, nella pertosse inveterata e nella lenta pleurite; uno studio 
sulle applicazioni di Cactus nelle malattie cardiache del dottor Snader; una 
lezione di Allen sopra Phosphorus; lo studio di Sulphur secondo Kent. 

Fra le applicazioni terapeutiche k citato Testratto fluido di Viburnum 
prunifolium per prevenire l’aborto e correggere la dismenorrea sopratutto 
meccanica; si ripete l’invettiva del prof. Deschere contro il trattamento 
locale della difterite e l’adozione di mezzi qualsiensi provenienti dalla 
scuola officiate ma incompatibili coll’omiopatia; l’esposizione di appunti 
patologici, igienici e terapeutici del dottor Bartlett suite malattie spinali; 
segue una serie di casi clinici dapprima ribelli, indi vinti col migliore loro 
studio per il dottor Mac Neil; le indicazioni dei rimedi cardiaci secondo 
Shelton; la guarigione di atrofia muscolare progressiva mediante Pho¬ 
sphorus; la guarigione di tubercolosi orchitica. 

Primeggia, nel campo teorico, l’interpretazione che dk il dott. Fincke ai 
§§delT Organon che riflettono la patologia generate omiopatica. E riportato 
in seguito un discorso del prof. Reder letto innanzi il Collegio dottorale 
medico nel gennaio 1895, ove trattando del trasformismo della medicina 
nel volgente secolo si rende giustizia alia legge dei simili ed al successo 
pratico. Viene riportata una dissertazione di Pertch sopra il trattamento 
delle malattie psoriche secondo i dettami di Hahnemann. Viene rigettato 
il confronto dal prof. Rosenbach fatto fra omiopatia e sieroterapia nella 
difterite, attesochfe quella ha per base una legge terapeutica definita e 
questa non si cura di conoscere il rapporto intercedente tra il quadro mor- 
boso ed i fenomeni suscitati nell’organismo dalla nuova sostanza. & degno 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


di nota lo stato babelico della scienza medica che ogni giorno muta e non 
k applicabile alle malattie; la insoluta e forse insolubile quistione dell’e- 
sperimento del farmaco materiale e dinamizzato, accennando pure alle 
diverse interpretazioni dell’azione primaria, secondaria ed alternante se- 
condo lo studio di Fincke; il discorso del dottor Hondergoltz, clinico a 
Nuova York sul rapporto tra Omiopatia e Ghirurgia nei casi ginecologici; 
la centesimalitk delle dinamizzazioni mediante la flussione di Fincke. 

La Homeopatia (Messico). (Anno III, n. 3, segue fino all’anno IV, n. 12). 

Fra gli argomenti attinenti alia Materia medica sono a rilevarsi: il ripor- 
tare dal The Medical Age l’eccellenza di Apis come farmaco d'origine 
omiopatica ed anche adoperato dagli ecclettici. 

Note cliniche dedotte dalla Materia Medica di Allen: L’otite e suo trat- 
tamento per Arriaga; il trattamento della lebbra merce la sieroterapia; 
forme scrofolose e loro trattamento del dottor Arriaga; considerazioni 
patologiche e terapeutiche sul vajuolo di Arriaga; la corea e suo trattamento 
pel dottor Munnoz; la colico-litiasi e sua cura per Oliviez Gros; la stiti- 
chezza infantile del dottor Arriaga. 

Fra gli argomenti teorici o d’interesse generale si leggono: due parole 
sulla filosofia dell’omiopatia del dott. Ruiz; una serie di articoli di Arriaga 
sulla veritk della dottrina omiopatica ed in ispecie sulla esperimentazione 
dei farmaci; l’adozione dei farmaci omiopatici dai cattedratici del dottor 
Castro; la condizione della terapeutica alia fine di questo secolo del dottor 
Arriaga. 

Journal Beige d' Homoeopathic. (Vol. II, fasc. 5 al vol. IV, fasc. 5) (o). 

Nel campo della materia medica riscontriamo la prosecuzione dello 
studio di Cactus ; la rassegna dei rimedi analoghi ad Ignatia nella ne- 
▼ralgia frontale fattada Van der Berghe; Tesauriente monografia del dottor 
Demoor su Oenanthe crocata; una serie di lezioni sulla materia medica 
fatte dal prof. Bakody all’universitk di Buda Pest e raccolte dal dottor 
Nyssens; 1’eccessivitk delle dosi scolastiche forniscono preziosi sintomi per 
la nostra materia medica, dello stesso autore; un sunto patogenetico di 
Cactus dettato dal prof. Dewey. 

Nel campo pratico sono da menzionare: il trattamento delle principali 
malattie dell’occhio, di Boyle professore d’oftalmologia al Collegio ed Ospe- 
dale omiopatico di Nuova York; gli interessanti casidi meningite curati e 
vinti dal dott. Arnulphy; sono interessanti gli scambi di vedute patologiche 
e di casi clinici che avvengono nelle sedute del circolo medico omiopatico 
delle Fiandre; 1’applicazione di Eupion e suoi analoghi nei granchi ai pol- 
pacci; la foruncolosi e l’elettricitk dei farmaci pel dottor Van der Berghe; 
la serqua di rimedi omiopatici nel reumatismo per Dewey; le osservazioni 


(a) Ci rapportiamo al fascicolo XXIV della nostra effemeride per quanto 
concerne 1’utilitk del periodico onde ora ci occupiamo massime per i cul- 
tori delPomiopatia, che per una ragione qualsiasi non possono associarsi a 
molte e poliglotte pubblicazioni sopra la nostra dottrina. 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


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cliniche di Cambreghts sul valore di Lachesis nelle affezioni gangrenose; 
1’applicazione di Phellandrium sull’apparato respiratorio per il dott. Gardy. 

Nella sfera dottrinale spiccano: i saggi pratici della probitadegli avver- 
sari del dottor Bojanus; un articolo interessante del dottor Eenens intitolato ; 
Listerofili e Listerofobi, ove si verrebbe a ripristinare, dopo tanti antisettici, 
la semplice pulitezza e 1’acqua tiepidaneppur bollita nelle grandi operazioni 
chirurgiche; il rapporto tra la terapeutica estrafarmacologica e Tomiopatia 
del dottor Mersch. 


COSE DIVERSE 


Oaducit& delle teorie sulla febbre. — Scrive il prof. Unverricht nella 
Raccolta di lezioni cliniche , “ non essere possibile formulare un concetto 
unico della febbre. E insostenibile l’opinione di Liebernieister giusta la 
quale l’aumento di temperatura sia il punto medio della sindrome febbrile, 
quindi e illogico il trattainento invariabile di essa come oggi ancora si usa, 
illogico se si propone solo Tabbassamento di temperatura; e per vero di 
giorno in giorno va crescendo il numero dei clinici, i quali sostengono che 
con tale trattamento si protrae la malattia, ritardando il processo naturale 
di risoluzione. Ci6 posto guadagna viemaggior terreno il pensiero, che i 
fenomeni febbrili consociati alTaumento di temperatura siano da riferirsi, 
anzichd a questo, all’azione dell’agente morboso. La stessa distruzione di 
talune parti organiche non d TelTetto diretto dell’accresciuto calore, nd vi 
sta in costante relazione „ ( Archiv , Marz 1897). Con questo nuovo indirizzo 
cade la baraonda degli antipiretici cotanto strombazzati da piii anni; cade 
l’erronea opinione la quale misura la gravity del male col grado di aumento 
termale e si viene indirettamente a rendere giustizia al trattamento omio- 
patico che dirige i suoi mezzi terapeutici al complesso dei fenomeni costi- 
tuenti la malattia e non al scffo sintomo isolato della esagerata temperatura. 


La difterite, il siero antidifterico ed il trattamento omiopatico. 

— Il dott. Tooker lesse in seno alia Society medico-omiopatica di Chicago 
il risultato di una sua indagine sul sopracitato argomento. Diresse a tal fine 
una circolare a 45 fra suoi colleghi colla preghiera di riferire sull’esito della 
cura omiopatica nella difterite. Da costoro vennero trattati 315 casi, fra cui 
44 forme laringee. Inoltre in 11 casi si ricorse in pari tempo alPantitossina. 
Fra i 45, 37 medici aggiunsero come coadiuvante la cura locale, 40 si 
rivolsero esclusivamente a diversi preparati mercuriali, 5 scelsero i rimedi 
a seconda dei sintomi: Mercurius cyanuretus fu adoperato 27 volte, Mer- 
curius hijodatus 12, Mercurius jodatus 14, Kali bichromicum 28, Phyto¬ 
lacca 10, Belladonna 12. Dei 315 casi soccombettero 23, e cosl si ebbe 
una mortality di 7,3 

Per contro il prof. Welch che tratto 7166 casi coll’antitossina ebbe una 
mortality di 17,3 % e Lenox Browne quel la del 27 %• 

Dal che deduce che se tutti i difterici nel corso dell’anno fossero stati 
trattati omiopaticamente, si sarebbero salvate 1000 esistenze, oltre alia 
enorme differenza della spesa. 

Al che si pud aggiungere che la statistica redatta ultiinamente dai 
medici omiopatici di Berlino diede pure una mortality media di 7 •/♦. Et 
nunc erudimini. (Archiv , Mai 1896). 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Virchow e l’omiopatia. — Alla Camera prussiana dei deputati era 
stata inoltrata (nello scorso maggio) petizione per l’istituzione di cattedre 
ed ospedali secondo l’omiopatia. Naturalmente il deputato liberalesco 
Virchow, principe dei medici tedeschi, che non riusci a far accettare la 
sua patologia cellulare, ruppe una lancia contro la proposta, ripetendo 
sempre che nell’organo non esiste ne logica, n<b sense, nb metodo. Seduta 
stante gli fu risposto secondo convenienza. Frattanto i medici omiop&tici 
di Berlino s’intesero per redigere un’adeguata risposta sotto forma di opu- 
scolo da diffondersi specialniente fra i giovani medici, ove i principii fon- 
damentali deH’omiopatia sono profondamente ventilati e comprovati. E per 
vero questi si diffondono e si applicano alle positive scoperte, mentre la 
teoria di Virchow, nella quale egli certamente avrk profusi il senso, la logica 
ed il metodo, da lunga pezza scomparve se pure ebbe un’effimera esistenza; 
solita contraddizione delle vicende umane! 


Il nostro collega parigino dott. Flasschron aperse una nuova campagna 
a favore dell’Omiopatia, sul periodico Le Journal di cui voile favorirci un 
esemplare. Auguriamo a lui il successo come compenso della sua opera ed 
ai lettori del giornale politico Tesame spregiudicato degli argomenti addotti, 
affinchb iu molti di essi, se non in tutti, sorga un concetto migliore della 
nostra dottrina. 


In quest’anno pure ricevemmo il prospetto per la sessione 1897-98 che distri¬ 
butee laDirezione del Collegio ed Ospedale Hahnemann a Chicago. L’orga- 
nizzazione che vi h installata ha nulla da invidiare alle piu celebri University 
ne ai migliori Ospedali della Scuola fra noi delta officiate, dacche agli Stati 
Uniti le due Scuole si trovano alia stessa stregua di fronte ai Governi locali. 


Dopo un’interruzione di circa tre anni ricomparve a Napoli in luglio p. p. 
il Secolo Omiopatico , periodico mensile diretto dal valente direttore Giulio 
Palumbo e colla collaborazione di distinti suoi colleghi. 1 primi numeri 
usciti dimostrano l’ability ed il fine criterio della redazione, per cui consi- 
gliamo agli amici dell’omiopatia Tassociazione al periodico, sia per dare 
un voto di plauso ed incoraggiamento, sia per il tenuissimo prezzo di L. 2 
per tutto il corrente semestre. 


Di altri due scritti ci occorre far menzione e tutti e due venuti dal Belgio, 
ove al presente TOmiopatia k piu che mai rappresentata e sostenuta con 
zelo e vivo interesse, vogliarno dire delPopuscolo del Dr. Nyssens sotto il 
titolo di Rapport sur Venseignement de l'Homeopathie d V University Royale 
Hongroise , e diretto al Ministro degli Interni e della Pubblica Istruzione del 
Belgio, a fine di preparare anche coli una corrente favorevole per l’insegna- 
mento pubblico dell’Omiopatia. 


L'altro opuscolo k dovuto al dott. Hovent, che descrive encomiando 
* Un nuovo trattamento della sordita detta incurabile , mediante bagni di 
aria compressa. In appoggio della sua tesi cita 15 casi nei quali si ebbe una 
conferma degli effetti, che ascrive al suo nuovo concetto in otojatria. 


Restaurazione e conservazione della tomba di Hahnemann a Parigi. 

— Ricorderanno i lettori che nel Congresso Omiopatico internazionale 
tenuto l’anno scorso a Londra, il dott. Brazol di Pietroburgo richiamb 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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l’attenzione dei colleghi sul modo indegno in cui era tenuta la tomba di 
Hahnemann nel cimitero di Montmartre a Parigi e propose di erigergli un 
monumento da inaugurarsi in occasione del Congresso Internazionale 
Omiopatico da tenersi in detta cittk nel 1900 in eoincidenza coll’Esposizione 
Universale. Fu a tal uopo nominato un Gomitato composto di Brazol pre- 
sidente, Cartier segretario, di Hughes, Busrod e Vollerse. II segretario 
Cartier colla sua energia aperse e eondusse a termine la non facile pratica 
di ottenere dagli eredi l’assenso, perche questi aflidassero in certo modo 
alia famiglia inedica omiopatica l'incarico di erigere e provvedere per la 
conservazione di una tomba degiia di tanto uomo. Per lo che incombe ora 
ai medici di tutte le nazioni l’onorevole compito di raccogliere l’obolo di 
quanti credono e si aflidano all’omiopatia e trasinetterlo al Comitato di 
Parigi. — In occasione della prossima assemblea annuale sara aperta detta 
sottoscrizionee nutriamo fiduciachegli ltalianinon saranno inferiori agli altri. 


Nuovo manicomio Omiopatico. — Bilevasi &a\YHomaopat. Envoy che 
il governatore Tonner dell’Illinois ebbe ad altidare il nuovo manicomio di 
Road Island a medici omiopatici, per il che oggigiorno il trattamento pret- 
tamente omiopatico £ messo all’opera in nove manicomii degli Stati Uniti 
d’America, cioe: due nello Stato di Nuova-York, uno in quelli di Massa¬ 
chusetts, Michigan, Minnesota, Illinois, Missouri, Colorado e California. 

Le seguenti statistiche spiegano la preferenza data alia cura omiopatica. 


Manicomi. 


Allopatiei: 

Harrisbourg. . 4,37 °/ 0 di guarigioni 
Norristown . . 5,85 * * 

Danville .... 4,95 „ * 

Dixmond . . . 5,84 „ * 

Mortality media 7,14 °/ 0 . 


Omiopatici: 

Middletow. . . 15,10°/ 0 di guarigioni 
Westbourough 12,79 „ w 
Jowa.12 „ w 

Mortality media 4,24 °/ 0 . 


Un giorno ricevemmo per la posta il seguente scherzo, che ridotto nei 
suoi veri termini rispecchia la smania per non dire mania operatoria dei 
giorni nostri. 

A L’HOPITAL 


L’autr’ jour on porte k l’hopital 
Un blesse qu’allait pas trop mal. 

L’ chirurgien dit: Faut qu’on lui taille 
Un bifteck au-dessous d’ la taille; 

G’est indispensabl’ dans c’ cas-ci... 

L’op^ration a parfait’ment reussi. 
Mais v’14 qu’aprds ga V malheureux 
Poussait des hurlements alTreux. 

L’ chirurgien dit: On voit sans peine 
Qu’il est menace d 1 la gangrene: 

Faut lui couper un’ jambe aussi... 

L’operation a parfait’ment reussi. 
Comm’ Thomm’ jetait toujours des cris 
Les intern’s avaient l’air surpris. 

L’ chirurgien dit: Sur ma parole, 

Pour 1’ sauver, tranchons Tautr’ guibole; 
C’est indispensabl’ dans c’ cas-ci... 
L’operation a parfait’ment reussi. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


L’ patient alors s’ plaignit tout bas 
D’un’ viv’ douleur dans ies deux bras. 

L’ chirurgien dit: Sans nulie treve, 

Au plus vite qu’on les enleve! 

G’est indispensabl’ dans c’ cas*ci... 

L’op6ration a parfait’ment reussi. 

Corame il souifrait aussi des yeux, 

On les extirp’ pour qu’il ailF mieux; 

On OF le nez, un’ omoplate, 

Un’ cote avec un morceau d’ rate; 

Et chacun d’ rOpOter ceci: 

L’operation a parfait’ment reussi. 

Quand on eut ainsi tout enl’ve, 

L’ chirurgien dit: II est sauvO! 

Les parents, pleins de confiance, 

S’exclamaient: Dieu! qu’c’est beau la science, 

II va bientot sortir d’ici... 

L’operation a parfait’ment rOussi. 

Mais v’la 1’ pauvr’ diabl’ qui, d’force k bout, 
Suffoque et rend I’ani’ tout d’un coup... 

L’ chirurgien dit: F’sons l’autopsie 
Four bien connaitr’ sa inaladie: 

G’est indispensabl’ dans c’ cas-ci... 

L’operation a parfait’ment reussi. 

Georoes Gillet. 


A tale vena poetica fa degno riscontro questa giocosa satira pubblicata 
in un giornale scientilico inglese mettendo in scena un giovane medico: 


“ Io venni chiamato teste presso un paziente di nome Djoahnne Sidleo- 
metzhler. Singolari e per me tinora ignoti sintomi mi misero nel sospetto 
che il paziente avesse inghiottito il proprio nome; ma un piu accurato 
esame mi chiari meglio lo stato e stabilii la diagnosi di tifomalariapneumo- 
tisitrichiartetanoatassiofreticosfenisia. Ed avendo tosto riscontrati i bacilli 
morbigeni ne seguiva di natura il trattamento e prescrissi: Betanaftolalfa- 
monosulfat combinato con salicilaldeidmetilfenihdrazin. Gontro l’insonnia 
aggiunsi tricloraldeidfenildimetilpirasolo. La moglie del malato mi chiese 
da qual malattia fosse colpito ed allorche le spifferai il nome della ma- 
lattia ella disse: Yes, e divenne pallida assai. Visitando il meschino nel 
giorno seguente riscontrai il male restio ai rimedi prescelti epperciO redassi 
la seguente ricetta: 


Tetraidrobesenaftolamin.grammi 4 

Tioparatoluidinsulfonat. „ 6 

Acido ortosulfamidobenz. anch. „ 3 

Arnido acetoparafenilidini ...... * 1,50 

Ogni ora un cucchiaio. 


Quando il farmacista fini di leggere la ricetta cadde in lungo sveni- 
mento. Lo stato dell’infelice e cosl cosl, perO sembra colpito nei centri 
nervosi che presiedono alia loquela; di quando a quando borbotta in un 
linguaggio polisillabo, inte lligib ile solamente per i moderni chimici *. 



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Torino-Roma - UNIONE T1FOGHAFIGO-EDITRIGE - Napoli-Milano 


Dott. S. JESSNER 


TERAPIA BELLE MALKTTIE DELLA PELLE 

CON GENNI 

SUI S1FILODERM1 E SULL’IMPIEGO DEI COSMETICI 
e copioso Ricettario ad uso degli Studenti e dei Medici pratici 


Traduzione it&liana arricchita di numeroae Aggiunte 
A CURA 

del Dott. ALIPPIO RONDELLI 


L’Autore in questo compendio rivolse il suo studio alia disamina della 
diagnosi differenziale che in Dermatologia presenta notevoli difficoltk. — 
La parte terapeutica venne trattata estesamente, si sono esposti minu- 
tamente non solo i varii rimedi in uso, ma anche i metodi di cura. 

Le parte generale occupa gran parte del volume perche solo da una 
esatta conoscenza delfanatomia, della fisiologia, si pu6 rendere facile la 
patologia e la terapia del le malattie della pelle. Si trovano pure esposte 
numerose questioni teoriche, le alterazioni sifilitiche della pelle , perche 
queste hanno una parte importante nella diagnosi di quasi tutte le afTe- 
zioni cutanee. — Anche la Cosmesi , in quanto riguarda la cura dei peli e 
della pelle ha trovato posto in questo volume. 

L’egregio Dott, Alippio Rondelli, che ne euro la traduzione arricchi lo 
studio del Jessner di numerose aggiunte, riferendosi in particolar modo 
ai casi di malattie piu comuni in Italia. 

II volume cost completato tornerk di utile istruzione ai Medici e agli 
studenti, perchk di ogni caso clinico troveranno nel corapleto ricettario il 
rimedio speciale. 

Sommario dei Capitoli. — Anatomia e fisiologia della pelle. — Diagnosi 
generale dell’ammalato. Terapia. — Anomalie funzionali. — Anomalie 
della distribuzione sanguigna. — lnfiammazioni della cute e del connettivo 
sottocutaneo. — Infiammazione con esito in suppurazione, ulcerazioni, ecc. 
— lnfiammazioni granulomatose. — lnfiammazioni delle ghiandole, delle 
unghie. — Ipertrofia dell’epidermide, del connettivo, delle ghiandole sebacee, 
dei peli, delle unghie, del pigmento. — Neoformazioni omologhe, etero- 
loghe (adeniti, cisti, angiomi, varici, linfomi, sarcomi, carcinomi, ecc.). — 
Alterazioni nutritizie e regressive. — Epizoi (pediculosi, pulci, acari, ecc.). 
-y- Cosmesi: Saponi, grassi, glicerina, polveri, belletti, ecc. — Olii e pomate, 
tinture, depilatorii, ecc. 

Torino . Novembre 1897. Un elegante volume in- 12° di 560 paging 
legato in tela , prezzo L. 6. 


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Torino - Roma — UNIONE TIPQGRAFICO-EDITRICE TORINESE — Napoli - Milano 


^ LAPATRtA( ^ 

Seografia dell’'Italia 

Opera compilata dal Prof. 6. STRAFFORELLO, Dott. 6. GHIESI, L. BORSARI 

♦ 


Per Strenne e ftegali 

Si rendono separatamente i scgucnli Tolumi, logati in piona tela con placca oro snl piano. 

Introduzione generale (97 figure e 4 carte).L. 9,78 

Provincia di Alessandria (111 figure e 3 carte). * 7,80 

> Arezzo, Grosseto e Siena (SO figure e 3 carte).> 7,80 

> Avellino, Benevento, Caserta, Salerno (90 figure e 1 carta) > 9,80 

> Bergamo e Brescia con Appendice sulle Valli del Versante lombardo 

deirimpero austriaco (115 figure e 3 carte). >12,80 

> Cagliari e Sassari, Corsica, Malta, Mari d’ltalia (59 figure e 

3 carte). >11,10 

> Como e Sondrio, Canton Ticino c Valli dei Grigioni (58 figure 

e 1 carta).. . . . > 11,80 

> Cuneo (57 figure e 3 carte).> 7,80 

> Firenze (150 figure e 5 carte). >10,90 

> Genova e Porto Maurizio (113 figure e 4 carte) . ...» 10,80 

> Massa e Carrara, Lucca, Pisa e Livorno (104 figure e 3 carte) > 7,80 

> Milano (145 figure e 2 carte). >13,10 

Milano (Citta). » 7,00 

> Napoli (238 figure e 5 carte). >11,80 

> Novara (88 figure e 3 carte).> 8,80 

> Palermo, Caltanissetta, Catania, Girgenti. Messina, Siracusa 

e Trapani (185 figure e 5 carte). >17,80 

> Pavia (109 figure e 2 carte).> 8,50 

> Perugia (135 figure e 1 carta).> 9,80 

> Roma (274 figure e 29 carte). >17,80 

Roma (Citta). >12,00 

> Torino (189 figure e 2 carte). >11,10 


In corso di slam pa: Ancona, Aseoli I'ireno, I’esaro, Urbino. 

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Pascicolo XXXII — 1808 


L’OMIOPATIA 

insr italia 


ORGAHO DELL’ ISTITOTO OMIOPATICO ITALIAN# ; 

m ■— . J 


Begio Decreto %4 gennalo 1886 





80MMABI0. — Parte Ufliciale: Istituto Omiopatico Italiano, Verbale del- 
l’Assemblea indetta dal Gomitato direttivo per il giorno 10 dicembre 1897 — 
Bilancio preventive per l’anno 1898 — Gomitato direttivo per l’anno 1898 — 
Elenco dei Soci contribuenti per l’esercizio 1898 — Relazioni dei Dispensari 
omiopatici di Torino, Roma, Milano e Firenze sulPesercizio 1897. 

Parte non Ufliciale: Note pratiche desunte in parte dalla policlinica gra- 
tuita — Notizie: Mausoleo ad Hahnemann — Cenni necrologici. 


♦ 


TORINO 

STAMPERIA DELL’ UNIONE TIP.-EDITRICE 

88 — Via Carlo Alberto — 88 

1898 


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Grande repertorio elinieo omiopatico, del dott. Tommaso 

ClGLlANO. 

Hygienic-Medical Hand-Booek for Travellers in Italy, 

by G. Liberali M. D. 

Considerazioni sal colera asiatico; sua profilassi e cura 
omiopatica, del dott. Vincenzo Liberali. 

JLa dose omiopatica, del dott. Giovanni Urbanetti. 

Trattato di Terapentica omiopatica. — Tre volumi - Versione 

con proemio ed aggiunte del dott. Giuseppe Bonino. 

Prim! studi di materia medica secondo la legge del 
simili, del dott. Giuseppe Bonino. 


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PARTE UFFICIALE 



ISTITUTO 0MI0PATIC0 ITALIANO 


Verbal© delP Assembles indetta dal Comitato direttivo 
per il giorno 10 dicembre 1807. 

Sono presenti i Signori: Wenner cav. Emilio, President© 
Onorario; Bonino cav. dott. Giuseppe, President© effettivo; 
Bottino dott. Crisanto, Vice-Presidente; Ferreri cav. Matteo, 
Censore; Morozzo di Bianze marchese Filippo, Cassiere ; Bonino 
dott. Pier Antonio, Segretario ; Olivero Giacomo, farmacista e 
Dematteis dott. Silvio, Vice-Segretari; Ferreri De Gubernatis 
marchese Carlo, Saracco Leandro, Margariacrv. uff. Giuseppe 
e Moschetti cav. prof. Giuseppe (per delegazione), soci patroni; 
Rabajoli dott. Giuseppe Vittorio e Marangoni dott. Luigi, soci 
ordinari, risultandone quindi il numero legale per deliberare. 

NelPaprire la seduta il President© dice: 

* Ogni anno qui ci troviamo, o Signori, intenti alia modesta 
opera, senza colpi di cassa, ne apparati, ne eloquenti discorsi od 
altri simili espedienti alia moda, ma effimeri, quando la sostanza 
non regge alia prova del tempo e dell’esperienza. 

Dico opera modesta, perocche i mezzi onde disponiamo non 
©i permettono di fare le grandi cose e d’altra parte l’idea, che 
vuoUi dire nuova, non ha pur anco penetrato su vasta scala nel 
grosso pubblico che si pasce di abitudini e convenzionalismo. 

* Cio pero non deve meravigliarci, se gli stessi medici catte- 
-dratici, pochissimi eccettuati, non hanno neppure un concetto 

1 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


esatto della dottrina omiopatica, ancorche abbiano smesso dalla 
abitudine di deridere la medicina a loro sconosciuta, sia perche 
la fase odierna di quella officiate trovasi impegnata Della siero- 
ed organotorapia, la quale non trovasi pih agli antipodi colla 
nostra scuola, sia perche le guarigioni coi siraili ronzano ai loro 
orecchi in qualsiasi cerchia di persone; non permettendo poi il 
garbo piu elementare di negar tutto ad ogni costo. 

« Maalia nostra Scuola non basta di essere compatita o tollerata, 
essa deve aver per missione di dimostrare la sua superiority sulla 
rivale, non pretendendo pero di immortalare fisicaraente nessuno. 

u Volgendo intanto uno sguardo retrospettivo a quel pocoche 
si y operato merce il valido vostro patrocinio, mi sia lecito ricor- 
dare che nel decennio scorso, voglio dire dacche il dispensario 
prese posto in questa casa, sono stati curati 12.585 poveri con 
46.567 ordinazioni, e che dal giugno 1890 a tutto il mese scorso 
sono stati ammessi nell'Ospedaletto 247 ammalati con 7 decessi, 
pari al 2,8%, senza calcolare che fra i 7 casi fatali, 3 vennero 
accettati in condizione disperata e per puro senso di cariU. 

* Queste cifre e questi fatti depongono certamente in favore 
della nostra bandiera ed attestano Tevoluzione lenta ma positiva 
dell'opinione verso la nostra terapeutica, che impropriamente si 
direbbe nuova, avvegnachi conta un secolo di esistenza, mentre 
parecchi altri sistemi medici sorti dopo sono gid precipitati nel 
baratro delfoblio. 

* fi vero purtroppo che il nostro paese, sia per la precedents 
divisione politica sia per la sua configurazione, non offre un centro 
di organizzazione scientifica sostenuta da un buon nucleo di pio- 
nieri, per cui s’irradii a tutta la penisola lo spirito di propaganda 
e di forza morale, come avviene negli altri paesi; per il che la 
nostra scuola non prende quello slancio quale altrove si osserva, 
ma questa incresciosa condizione produce solo un ritardo nell’e- 
sito definitivo. 

* E questo successo non puo fallire, mentre un’eletta di citta- 
dini, avidadi miglioramento sociale sorregge il compito dei sani- 
tari, diffondendo le loro convinzioni e rendendo al tapino la 
possibility di fruire della medicina pih razionale e feconda quindi 
di maggiori guarigioni. 

* Mi faccio intanto interprets dei poveri beneficati rendendo 
grazie ai loro patroni, di cui oggi osservo una chiara rappresentanza. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


3 


* Ed ora, per non abusare della vostra indulgenza, proce- 
diamo tosto alio svolgimento dell’ordine del giorno, in capo al 
quale trovasi' il bilancio pel vegnente anno, ove sono appunto 
contemplate direttamente od indirettamente gli argomenti piu vitali 
da trattarsi in questa adunanza. Voglia pertanto il nostro collega 
Segretario procedere alia lettura del bilancio * (ved. pag. 5). 

Percorsi tutti gli articoli e forniti dal President© gli schiari- 
menti delle lievi e necessarie modificazioni, il Bilancio viene 
approvato a voti unanimi. 

Sta in seguito all'ordine del giorno: 

Conferma o surrogazione dei membri del Cornitato. 

A tale riguardo e comunicata una lettera del signor marches© 
aw. Cesare Ferrero di Cambiano, il quale dichiara di non potere 
ulteriormente dedicarsi al suo ufficio di Censore, perch& altre 
mansioni, e specialmente quella di deputato, richiedono spesso 
Tallontanamento da Torino. L’assemblea prende, con rincresci- 
mento, atto della ragionevole dimissione ed incarica la presidenza 
di rispondere condegnamente. Intanto viene proposto ed accettato 
in surrogazione il signor marchese Carlo Ferreri De Gubernatis, 
il quale gi k in antecedenza ebbe a coprire solertemente tale posto. 

Successivamente sono proposti ed ammessi: 

1° A socio ordinario il signor dott. Luigi Marangoni; 

2° A socia patrona dell’Ospedale la signora Casalegno Rosa. 

In fine, a titolo di comunicazioni, il presidente sottopone al 
giudizio dei convenuti: 

A. Esistere un Cornitato sedente a Parigi coirincarico di eri- 
gere airimmortale fondatore dell’oraiopatia, Samuele Hahnemann, 
una degna tomba a Montmartre e da inaugurarsi nel 1900 in 
occasione del congresso internazionale omiopatico che avri luogo 
in coincidenza dell'esposizione. A tal fine doversi raccogliere da 
tutti i seguaci ed ammiratori l’obolo da inviarsi nel prossimo 
anno al Cornitato a Parigi. L’Assemblea decide che l'lstituto si 
faccia iniziatore di detta sottoscrizione di carattere privato, non 
permettendo le finanze dell’Istituto di stanziare un adeguato con- 
corso. 


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4 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


B. Se nel prossimo anno, ricorrendo Tesposizione di Torino, 
sarebbe conveniente di indire una riunione specialmente di medici 
e fautori dell’omiopatia, anticipando in tal modo Tassemblea an- 
nuale. I conyenuti aderiscono alia proposizione, purche cio non 
porti onere alle finanze dellTstituto, delegando il Comitato di 
stabilire l’epoca piu propizia. 

C. Se non sia il caso di rivendicare al trattamento omiopa- 
tico parte del servizio medico-chirurgico dell’ospedaletto di Santa 
Filomena in Torino, nel modo che usavasi vivente la fondatrice 
l’esimia marchesa Barolo, anzi fino al 1878 in ottemperanza alle 
esplicite dichiarazioni contenute nel suo testamento. L’adunanza, 
visto che lo scopo dell’istituto, come risulta dal suo statuto ap~ 
provato dal Governo, mira a tutelare i diritti e lo sviluppo della 
omiopatia, delega la presidenza ad inoltrare alia Direzione della 
Opera pia Barolo un memoriale, augurandosi che si ritorni alia 
condizione di cose conforme alia volont& della testatrice. 

Esaurito l’ordine del giorno, sciogliesi Tassemblea. 

Torino, 10 dicembre 1897. 


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i/OMIOPATlA IN ITALIA 


5 


* 


Bilancio preventive) per l’anno 1898 


ATTITO 

TITOLO UN ICO. - Entitle eflellbe. 

Rimanenza attiva del conto 1896 approvato 
in data 15 luglio 1897 . 154 52 154 52 

Sezione I. — Entrate ordinarie. 

Rendita di 15 cartelle San Paolo (di pro¬ 
priety dell’ Istituto).L. 375 — 

Rendita di 8 cartelle San Paolo (di pro¬ 
priety dell’Ospedale di Torino) . . ** 200 — 

Interessi di Consolidato Italiano 4,50 '/, di 
propriety dell’Ospedale di Genova . » 360 — 

Interessi di Consolidato 4,50'/, derivante 
dalla vendita di 22 azioni della Banca 
d’ltaliadi propriety dell’Ospedale di Ge¬ 
nova, a calcolo.» 475 20 

Interessi di Cons. 4,50 '/# derivante dalla 
vendita di 3 az. della stessa Banca di pro¬ 


priety dell’Ospedale di Torino ...» 64 80 

Consolidato 5 °/, dell’Ospedale di Genova » 35 - 

« » » di Torino » 10 — 

Interessi del Consolidato 5'/, da acquistarsi 
col legato Scavini.» 50 — 


L. 1570 — 1570 — 

Rette presunte di malati deg. all’Ospedale L. 1500 — 1500 — 

Quote di Soei Patroni dell’ Istituto . . L. 345 — 

» Ordinari » . . » 660 — 

•> Patroni dell’Osped. di Torino » 1030 

L. 2035 — 203 5 — 

A riportarsi L. 5259 52 


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6 


L’ 0M10PATIA IN ITALIA 


Riporto L. 5259 52 
Sezione II. — Entrate straordinarie . 

Quote presunte di nuovi Soci ed oblazioni 


a favore dell’Istituto.L. 

Quote a favore dell’Ospedale di Torino 
comprese le cassette. w 

10 — 

500 — 


L. 

510 — 

510 — 

Interesse presunto dei fondi di Cassa depo- 
sitati in un conto corrente . » 

10 — 

10 — 

Totals dell’Attivo L. 


5779 52 


PASSITO 

TITOLO I. — Spese cffettive. 
Sezione I. — Spese ordinarie . 


TasSa di manomorta per la rendita dello 

Istituto e deirOspedale.L. 10 — 

Ricchezza mobile sulle cartelle di S. Paolo 

dell’Istituto.” 57 90 

Riccbezza mobile sulle cartelle di S. Paolo 

deirOspedale di Torino.* 30 88 

Tassa sui titoli Consolidato 5°/ 0 . . . * 19 — 

Ricchezza mobile sul prestito Wenner * 192 50 

Imposta fabbr. per la sede deirOspedale " 280 56 

L. 590 84 590 84 

Spese di manutenzione ordinaria per la 

sede deirOspedale di Torino . . . * 100 — 100 — 

Assicurazioni incendi.L. 38 45 

Abbonamento all’acqua potabile . . . * 67 20 

L. 105 65 105 65 


Salario del portinaio infermiere deirOspe¬ 
dale di Torino, Carlo Castagna . . L. 300 — 

Id. alia cuoca ed infermiera Catterina 


Castagna.* 300 — 

L. 600 — 600 — 

A riportarsi L. 1396 49 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


7 


Riporlo L. 1396 49 


Vitto per gli amraalati degenti all’Ospedale L. 
Gas e riscaldamento compreso il Dispen- 
sario di Torino.- 

L. 

1500 — 

290 — 

1790 — 

1790 — 

Manutenzione del mobiglio e biancheria 
delPOspedale di Torino e piccolo spese L. 

50 — 

50 - 

Oggetti di medicazione.L. 

60 — 

60 — 

Sovvenzione ai Dispensari gratuiti dei 

poveri di Torino.L. 

Id. di Roma.* 

Id. di Napoli.* 

Id. di Milano.» 

Id. di Firenze.» 

L. 

350 — 
200 — 
100 — 
150 - 
150 — 

950 — 

950 — 

Spese di stamps e cancelleria per I’Ammi- 
nistrazione.L. 

250 — 

250 — 

Sezione II. — Spese straordinarie. 

Sovvenzione alia vedova Leoncini . . L. 350 — 
Fognatura alia casa dell’Ospedale . . « 500 — 

L. 850 — 

850 — 

TITOLO II. — Movimento dei eapitali. 

Acquisto di fondi pubblici a beneficio dello 

Spedale di Genova (dedotto il contributo 
per la tassa di manomorta e la spesa di 
stampsecancelleria in L.30), a calcolo L. 400 — 

400 — 

TITOLO ni. 

Fondo di riserva.L. 

33 03 

33 03 


Totals del Passivo L. 5779 52 


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8 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


COMITATO DIRETTIYO PER I’ANNO 1898 


Censore 


Presidente Onorario Wenner cav. Emilio. 

» Effettivo Bonino dott. cav. Giuseppe. 
Vice-Presidente Bottino dott. Crisanto. 

» Liberau dott. Vincenzo. 

Ferreri cav. Matteo. 

Ferreri-De Gubernatis marchese Carlo. 
De Mezzi ing. cav. Cesare. 

Morozzo di Bianze marchese Filippo. 
Bonino dott. Pier Antonio. 

Olivero Giacomo, farmacista. 

Dematteis dott. Silvio. 


1 ' 

2 ' 
r 
2 ° 

3° 

Cassiere 

Segretario 

1° Vice-Segretario 

2° n 


Elenco dei Soci contribuenti per l’Esercizio 1898 


X3TITTTTO 

Soci Patroni . 

Marangoni cay. Gervasio, Torino. 

Duchesaa Melzi d’Eril-Barb6, Milano. 

Succio Prospero, Torino. 

Taormina Giovanni, Porto Empedocle. 
Wenner cav. Emilio, Cuorgne. 

Palumbo dott. Giulio, Napoli. 

Soci Onorari. 

Verdi De Suzzara dott. cav. Tullio, Firenze. 
01iv6 y Gros dott. Angelo, Barcellona. 

Held dott. Rodolfo, Roma. 


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L OMIOPATLA IN ITALIA 


9 


Soci Ordinari . 

Baldelli dott. Torquato, Firenze. 

Bonino dott. Fulvio, Torino. 

Bonino dott. Giuseppe, Torino. 

Bonino dott. Pier Antonio, Loggia Torinese. 
Bottino dott. Crisanto, Torino. 

Cigliano dott. Tommaso, Napoli. 

Corradi Michele, farmacista, Genova. 

De Marini dott. Samuele, Genova. 

Dematteis dott. Silvio, Torino. 

Fagiani dott. Vincenzo, Genova. 

Gaiter dott. Silvio, Genova. 

Gallo dott. G. Pietro, Genova. 

Ladelci dott. Carlo, Roma. 

Liberali dott. Vincenzo, Roma. 

Lombroso prof. Cesare, Torino. 

Marangoni dott. Luigi. 

Monti dott. Alfonso, Bologna. 

Olivero Giacomo, farmacista, Torino. 

Omati Giuseppe, farmacista, Milano. 

Pessarini dott. Bernardino, Milano. 

Rabajoli dott. Giuseppe Vittorio, Torino. 
Schiapparelli Clemente, Torino. 

Secondari dott. Giuseppe, Roma. 

Vanni dott. Antonio, Casale Monferrato. 
Zenoglio dott. Leone, Genova, 

OSIFEIDAXilE DI TOKX25TO 

Soci Patroni . 

Aluffi geometra Alberto, Ivrea. 
Berrone-Monale nobile Clara, Saluzzo. 
Bonardi can. comm. Stefano, Pinerolo. 
Bono-Margaria Maria, Torino. 

Boetti conte Edoardo, Torino. 

Brozolo (Di) conte Carlo, Torino. 

Cadorna contessa Clementina, Torino. 
Caffaratti Luigi, Torino. 


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10 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Casalegno Rosa, Torino. 

Cinzano cay. Enrico, Torino. 

De Mezzi fratelli cay. Luigi e Cesare, Torino. 

Di Falcon-Cusani contessa Maria, Spezia. 

Di Planta cav. Adolfo, Torino. 

Donna Ernestina, Torino. 

Ferreri M. ,e Carlo D. G. V. di Baussone, Torino. 
Ghiglione ved. Giulia. 

Losana dott. Ottavio, Torino. 

Luserna di Rord conte Emanuele, Torino. 

Luserna di Rork marches© Maurizio, Torino. 
Margaria cav. Giuseppe, Torino. 

Mazzucchi Michele, Torino. 

Morozzo marchese Filippo, Torino. 

Moschetti prof. cav. Giuseppe, Torino. 

Musso Giuseppe, Torino. 

Oddenino don Francesco, Torino. 

Portula conte Emanuele, Torino. 

Prata Antonio, Torino. 

Riccardi di Netro contessa Augusta, Torino. 
Rovere-Giacca Giovannina, Torino. 

Saracco Eugenio, Torino. 

Saracco Leandro, Torino. 

Succio Prospero, Torino. 

Talmone Michele, Torino. 

Vergnano Annibale, Torino. 

Verlucca canonico Giovanni, Torino. 

Wenner cav. Emilio, Cuorgne. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


11 


DISPENSARIO 0MI0PATIC0 Dl TORINO 

% 


Eseroizio 1807 


Gli anni si susseguono e si rassomigliano non solo nelle piu 
svariate forme morbose, spesso gravi e ribelli al trattamento 
scolastico, ma benanco nell’affluenza, che sarebbe suscettibile di 
incalcolabile incremento, ove il tempo e la scarsezza del perso- 
nale sanitario non vi apportassero un ostacolo tiranno. Per questa 
ragione accadde spesso che taluni non poterono venire ammessi 
in tutti i giorni di consultazione, ancorchd lo stato sanitario gene- 
rale durante l’anno scorso siasi mantenuto eccezionalmente buono. 
II che dimostra qual favorevole opinione goda il dispensario, che 
conta g\k un quarto di secolo di esistenza regolare. Ora, come 
mai sarebbe cid possibile, quando non rispondesse ai bisogni di 
tanta povera gente, la quale senza dubbio non si pasce di illusioni 
nb di facile entusiasmo per le cose nuove e tanto meno per quelle 
secolari? Altri potrebbe obbiettare, che gli ammalati indigenti 
non trovando la soluzione delle loro proprie sofferenze nella me- 
dicina classica, accorrono Ik dove si fa loro balenare un raggio 
di speranza, quindi non puo mancare l’elemento che bussa alia 
porte di una medicina con altro indirizzo, cioe aU’oraiopatia. Ed 
e cio vero per la massima parte dei ricorrenti. Ma non e men 
vero che vi sono consigliati da altri che ne rimasero soddisfatti, 
come non si pu6 contestare che la perseveranza a volte di mesi 
intieri nella nuova cura intrapresa, implica necessariamente un 
vantaggio ricavato fin dall’inizio del trattamento, senza il quale 
non affronterebbero tante ore di aspettazione e Tinclemenza del 
tempo, pure di ricevere il numero di accettazione. Di fronte a 
questi fatti che succedono ogni giorno e da tanti anni cade ogni 
denegazione del valore curativo della medicina omiopatica ed in* 
sorge per ogni medico il dovere di studiarla e stabilirne Tespe- 
rimento. 


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12 


L OMIOPATIA IN ITALIA 


Risulta frattanto dai registri che: 

Nel dispensario annesso alTOspedaletto furono curati am- 


malati n. 1250 (1). 

Ripartiti nelle seguenti categorie: 

Malattie del sistema nervoso centrale . . n. 53 

* dell’apparato locomotor© . *»* 117 

* oculari.« 266 

auricolari.* 38 

« nasali.- 21 

* dell’apparato digerente .... * 154 

* « circolatorio . 72 

* * respiratorio . 185 

* - uropoetico . . . . * 10 

« dell’utero ed annessi.- 40 

* veneree e sifilitiche.- 37 

* del sistema ghiandolare .... - 50 

* inerenti alia menstruazione * 70 

* delle ossa (carie, periostiti, ecc.) . - 33 

Rachitismo.* 18 

Clorosi.* 10 

Dermatosi.40 

Nevralgie diverse.«• 46 

Prescrizioni.n. 4042 

Visite fatte a domicilio.« 80 

Totale delle ordinazioni.n. 4122 

Consulti dati dal dott. Bottino- 

Nella farmacia.n. 434 

Visite da lui fatte a domicilio.» 267 

Ordinazioni complessive.n. 4823 

Torino, 10 gennaio 1898. 

Per la parte medica: Dott. G. Bonino, 

*» C. Bottino, 

* G. V. Rabajoli. 


Per la parte chirurgica: Dott. S. Dematteis. 

(1) La difTerenza dipende dal fatto, che taluni si ripresentano con affe- 
zioni diverse. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


13 


DISPENSARIO 0MI0PATIC0 Dl ROMA 


Eserclzio 1897 


Nel ringraziare le Nobili Patrone Principessa Pallavicini e 
figlie e Madama Helbig, che col loro obolo e la loro influenza 
concorsero alle spese non piccole del nostro dispensario, e con 
vera soddisfazione che noi quest’anno presentiamo un resoconto, 
dove risulta il progresso che l’Omiopatia va facendo, specie fra 
le classi povere. E questo si deve al gran numero di guarigioni 
ottenute in casi ove la vecchia scuola non sa far nulla di bene; 
vale a dire in quelli ove si manifesta Tazione veramente cura- 
trice dei riinedi, come nelle malattie croniche. Qualche allopatico, 
non potendo negare 1’efficacia dell’omiopatia, innanzi a casi da 
lui dichiarati inguaribili, ammette che l’omiopatia, agendo len- 
tamente , puo essere utile nelle malattie croniche, ma non nelle 
acute; quasiche Tomiopatia non si mostrasse pariraenti energica 
in queste forme morbose che hanno uopo di minore impulso per 
raggiungere la guarigione; e quasiche la vecchia scuola avesse 
qualche rimedio eroico realmente utile nelle malattie, e non fosse 
invece vero che i poveri infermi, per arrivare a guarigione deb- 
bano lottare con due nemici — la malattia ed il medico. 

Scrive Hyrtl ( knat ., pag. 14, 9) : * Lo scopo della medicina 

* sta nel conoscere e curare le malattie. Nella prima parte con- 

* siste la scienza, la seconda fu insino ad ora empirismo e tale 

* rimarrd anche per molto tempo. Il medico percorre un lunghis- 

* simo noviziato sol per conoscere le malattie; ciascuno poi sari 

* in grado dicurarle quando sappia quello che giova: e quest’ul- 

* timo sapere e tamo poco, che M. Stoll, uno dei medici pifr rive- 

* riti dei suoi tempi, voleva scriverlo sulTunghia di un dito. 

* Prima frattanto che pensi a guarire, deve il medico guardarsi 

* di non nuocere. Anche in cio vi 6 uopo di una certa scienza e 
“ ad alcuni non basta l’intera vita per acquistarla ». 


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14 


L 0M10PATIA IN ITALIA 


La critica imparziale della medicina pare sia riserbata agli 
anatomici; infatti Bichat, ai suoi tempi, parlava si acerbamente 
della materia medica, da giudicarla indegna di un uomo ragio - 
nevole. E cio e perfettamente spiegabile. I medici che s’occupano 
delTinsegnamento dell’anatomia, in genere, non esercitano la 
medicina, e si trovano in una condizione piu serena per dar giu- 
dizio, non essendo costretti a mentire dal guadagno giornaliero. 
Di Hahnemann al mondo ce n’e stato uno solo, uomo di genio e 
di coscienza, che prefer! la miseria all’esercizio d’una profession© 
che riconosceva la sua vita dalTinganno sempre continuo della 
umaniti sofferente. Egli solo ebbe il coraggio d'opporsi alia tra- 
dizione secolare, e denunzio la frode di cui il pubblico era stato 
sempre Toggetto. Di qui ire e persecuzioni, delle quali la sua 
fibra d’uomo superior© trionfo, assicurando la vita al suo grande 
sistema che sarA combattuto finche l’interesse sara anteposto alia 
verity, ma far£ proseliti finche esisteranno uomini di coscienza. 

Pare che il nuovo mondo abbia piti coscienza di noi, dal mo- 
mento che 23 university, 87 ospedali e 36 giornali mensili, tutti 
omiopatici, rimproverano alia decrepita Europa il suo attacca- 
mento ad un sistema che, per confession© dei suoi stessi cam- 
pioni, ha tanti rimedi utili quanti senepossonoscriveresuirunghia 
d’un dito. E se poi pensiamo che i rimedi veramente utili sono il 
mercurio e la chinina in qualche caso di sifilide e di malaria che 
guariscono per la legge dei simili , dobbiamo concludere che 1'al- 
lopatia e destituitadi qualunque mezzo terapeutico, perche l’unghia 
d’un dito con questi due rimedi ha esaurito il suo spazio. — Ma 
la vecchia Europa e troppo preoccupata del pane integrate , per 
considerare spassionataraente le questioni della pubblica salute. 

Se pero il mercurio e la chinina sono talora utili in qualche 
caso di malattia, gli allopatici hanno trovato il modo di farli 
riuscire dannosi in quasi tutti i morbi. Non v’e infatti un caso di 
malattia acuta febbrile in cui non s'adoperi il chinino come tonico 
o antitermico. — Non avendo altro mezzo terapeutico, Tallopatico 
generalizza le medicine e ragiona cosi: * Il chinino guarisce le 
intermittent malariche, che sono prodotte da un’infezione, 
dunque la chinina e antisettica, e deve far bene in tutte le forme 
febbrili che sono causate da un’infezione *». E da la chinina per 
questo criterio, secondo lui, scientifico; e benche non abbia che 
debole azione sulla temperatura, egli lo ordina perche in ultimo 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


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ristorerA le forze deH’organisrao come tonico. Quasi che un ri- 
medio possa esser utile e non dannoso in una malattia con cui 
non ha nessun rapporto; e quasiche i rimedi che rovinano lo sto- 
maco ed il sistema nervoso, potessero invece essere tonici e do- 
vessero ubbidire alTordine del medico anziche alia forza intrin- 
seca della loro natura. Ed il volgo, che sente la parola tonico e 
antitermico, grida ai quattro venti che la medicina oggi A vera- 
mente scientifica; ne s’accorge che i rimedi battezzhti con parole 
altisonanti cagionano tuttodi la disgrazia di qualche famiglia. 
• Il tale era malato di polmonite con febbre alta — dira uno — 
si A dato tutto il chinino possibile, nia non si e potuto salvare ». 
Ed io credo che Tinfermo si sarebbe salvato se non si fosse 
amministrato nemmeno un grano di chinino, perche la natura 
non sarebbe stata disturbata nella sua reazione. La febbre non A 
la malattia, ma l'indice della reazione individuale; ed unamalattia 
con febbre alta ha piu probability di guarire che con una bassa. 
Se prendiamo ad esempio un caso di polmonite in un bambino 
ed in un vecchio, vediamo che il bambino ha la febbre piA alta 
(40°-41°), il vecchio piu bassa (38°) o non Tha affatto. Eppure i 
bambini guariscono quasi tutti mentre i vecchi si salvano molto 
di raro. 

Se fosse la febbre il vero danno del malato, dovremmo avere 
le mortality in ordine inverso. Ma la febbre e un gran rimedio 
che la natura oppone alia malattia per distruggere coll'alta tern- 
peratura le infezioni; e queH’organismo che puo reagire con una 
febbre forte, vale a dire con una forte combustione, vinceri pii 
sicuramente la malattia. 

Gli allopatici che guardano le cose da un lato solo, quello di 
contentare la famiglia dell'infermo con qualche decigrado di 
temperatura di meno, o che credono in buona fede che la febbre 
sia un gran male, dynno chinina, antipirina, ecc., e l’infermo, 
ostacolato nella sua reazione, muore per i rimedi. 

Ecco come gli allopatici sanno far danno coi rimedi che pur 
in altri casi sarebbero utili. 


I casi di guarigione degni di essere illustrati sarebbero molti, 
ma per risparmio di spazio ci contenteremo di un solo, il piu 
importante, perche dimostra che Tomiopatia sa trionfare anche 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


di quella terribile malattia contro cui Kock e Maragliano non 
banno sollevato che un ridicolo rumore. 

Luchetti Ugo, d’anni 10, cade raalato, il 12 febbraio 1897, 
d’influenza. Un medico aliopatico lo cura per un mese coi soliti 
rimedi — purgativi — chinina — antipirina — e l’amraalato va 
sempre in peggio, finche la famiglia domandaal medico la ragione 
di si lunga influenza, e questi risponde che & sopravvenuta una 
grave complicazione all’addome, e che il suo sistema non conosce 
altro rimedio per quel bambino condannato ormai a morire di 
consunzione. A questo punto stando le cose, Oreste Giorgi, amico 
di casa, consiglia di ricorrere ad un medico omiopatico, e viene 
chiamato il sottoscritto. 

Entrato in camera vedo il piccolo infermo disteso nel letto 
colie gambe un poco flesse sul ventre, la faccia estremamente 
pallida e smunta, gli occhi infossati. 11 polso piccolo; tempera- 
tura 39°5. lingua impaniata, secca, senza sete: anoressia. 11 
torace e coperto di pelle lucida che s’infossa negli spazi inter¬ 
costal!: ventre leggermente tumido, ma duro o dolente al tatto. 
Alia percussione ottu$it& del quadrante inferiore destro. Gangli 
inguinali tumefatti da ambo i lati. Sudore profuso al mattino, 
massimo alia testa ed alia parte superiore del tronco con remit- 
sione della febbre. — Dolori taglientiprovocali dal here acqua 
fredda: dolori migliorati dalpassaggio di flati fetidi. — Diai'rea. 

La madre si lagna che il bambino abbia sempre la febbre e 
domanda qualche rimedio per troncarla. 

Diagnosis — Peritonite saccata, di natura tubercolare. 

Cura . — Calc . phosphor. 6; 5 globuli tre volte al giorno. 

17 marzo. Megiio — dolori di molto diminuiti — tempo- 
ratura massima 37°,5; domanda da mangiare — Sacc. lactis. 

Il ventre e piu trattabile, l’ottusita ridotta di due terzi — 
stitichezza — Sacc . lad . 

23 marzo. Scomparsa la febbre — l’appetito vorace: stiti¬ 
chezza. Consiglio sostanze nutrienti in giusta quantita. 

28 marzo. Megiio in tutto, ma rimane la stitichezza con 
una spiacevole sensazione di calore ai piedi. Sulphur 30. 

10 aprile. Guarito. 

E trascorso un anno, ed io ho rivisto il bambino al mio dispen- 
sario insieme alia zia, venuti a chiamarmi per una sorella malata. 
E bello e robusto. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


17 


Commenti. — II medico allopatico nella sua scienza e coscienza 
aveva fatto tutto per il benessere del suo infermo e nulla aveva 
a rimproverarsi. — Chinina, antipirina per la febbre — pur- 
gativi per il ventre chiuso da cui ei temeva un’auto-infezione 
(Saproemia). 

Avanti a complicazioni di tanta importanza, aveva creduto 
bene di salvare la propria dignita annunciando la gravity del 
male, senza avvedersi che da quellaveniva la salvezza del malato 
e la sfiducia pel suo sistema di cura. Che se avesse potuto sup- 
porre l’intervento delTomiopatia ch’egli non conosce e disprezza, 
certo avrebbe differito la sua sentenza ad un punto che nemmeno 
il nostro sistema avrebbe potuto salvarlo. 

E cosi. Il medico allopatico non crede alia medicina e non 
permetteche una scienza, benche vera ma a lui sconosciuta, salvi 
un infelice da lui abbandonato. La dignitA professionale avanti 
tutto. 

Nei tempi passati i dotti imputavano al sangue la causa di 
tutti i morbi e le sanguigne si succedevano alle sanguigne, finche 
gli infermi, esauriti, perivano in pochi giorni o per morte lenta. 

Oggi che, raerce Tomiopatia, si A dimostrato che il salasso e 
un delitto (Vallaix e Chomel nel 1850, dicevano che era delitto 
non farlo) gli allopatici fanno guerra agli intestini. E dicono: 
* Se non andate di corpo regolarmente tutti i giorni, il ristagno 
delle feci produrrA fermentazione, sviluppo di germi infettivi 
(saproidi), e soffrirete tutte le conseguenze d’una saproemia **. 
Quasiche la mucosa intestinale non fosse, per natura, avvezza 
alia presenza di questi microorganismi e non sapesse debellarli, 
se sana. Tutti hanno, nei loro intestini, questi batteri, eppure 
son rari quelli che soffrono per la loro presenza. Curate la costi- 
tuzione e l’infezionesparira. PerchA non sono i saproidi la, causa 
dell’infezione, bensi la malattia della mucosa. Voi non conoscete 
il modo di guarire la mucosa che e causa dello sviluppo dei sa¬ 
proidi, e combattete Tefietto, coirunico risultato d’una stitichezza 
cronica, procurata dai purganti che voi amministrate da una volta 
alia settimana, a due, a tre volte, ad ogni giorno, fino a non 
averne effetto alcuno, per la paresi intestinale, prodotta dalla 
continua stimolazione. Ed allora, se la stitichezza e causa di sa¬ 
proemia, non potete negare d’averla procurata voi stessi colie 
vostre cure scientifiche. Noi non teniamo conto dei sapt'oidi , che 

2 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


sono esistiti ed esisteranno sempre tanto nei raalati che nei sani: 
teniamo solo conto dell’organo che in certe occasioni di malattie 
ne favorisce lo sviluppo, quindi l’infezione dell’intero orga- 
nismo. Curato Torgano raalato, il saproide rimane, ma inerte, 
innocuo, come in tutti gli individui che pur i’hanno nei loro 
addome, senza risentirne nocumento. 

L’omiopatia — ossia il mezzo di ridonare la salute — & l’unica 
risorsa del medico. — Voi deteriorate Torganisrao guidati da 
falsi supposti, noi lo restituiamo ad integrum per una legge di 
natura. 

Nei caso riferito il rimedio che si presentava ovvio all’occhio 
del medico era Calc. carb. per la natura del male e per il profuso 
sudore alia parte superiore del corpo , massime alia testa. Ma 
non e a dimenticare che Calc, carb. cura piuttosto lo stato tor- 
bido della tisi, cio6 quando Tinfermo 6 scrofoloso , grasso ed 
apparentemente robusto (Farrington). — Phosphorus guarisce 
piuttosto individui precocemente sviluppati, di petto stretto, 
biondi; ha sudori parziali, ma limitati alia parte sinistra, e manca 
del peculiaresintoma di sudori alia met& superiors, che Calc. carb . 
divide solo con Selenium ed in seconda linea con Arg. e Merc . 
(Lippe). Calc. c. ha il ventre assai disteso e duro (Hering), e 
manca completamente dei dolori taglienti al ventre dopo bevuto 
acqua fredda> che appartiene spiccatamente a Calc . phosph . 
insieme al sintomo di un ventre quasi normals, ed a quello di 
una spaventevole emaciazione. L'assenza della sets durante la 
febbre & notata solo in Calc, phosph. (Hering). Calc, phosph. ha 
il sollievo istantaneo dei dolori per il passaggio di flati fetidi , 
che manca in Calc. carb. Se poi i sudori profusi alia testa appar- 
tengono spiccatamente a Calc. c. non si deve escludere che ne sia 
partecipe anche la phosphorica , quando Hering vi nota i sudori 
notturnicopiosi,soltantoparziali nelmattino . Guidato da questa 
diagnosi differenziale dei rimedi, mi decisi per Calc, phosph. da 
ripetersi tre volte nella giornata, nelHdea che una sola dose 
sarebbe stata sopraffatta dalla violenza della malattia, ormai mi- 
nacciante di flnire in pochi giorni quella piccola e logorata esi- 
stenza. 

N& mal mi apposi, perche il miglioramento non si fece aspettare. 

Cessato il pericolo, lasciai che Tultima dose di medicamento 
spiegasse tutta Tazione sua, senza il disturbo di ripetizioni, che 


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L ! OMIOPATIA IN. ITALIA 


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a questo periodo sarebbero state dannose. A compire poi felice- 
mentelacura, sorsero i due sintomi della stitichezza e del calore 
ai piedi che reclamavano Sulphur . E raio costume di guardare 
attentamente alia successione dei rimedi, da cui dipende spesso 
la riuscita e la rapidita della cura. — E Sulphur , oltre che i sin¬ 
tomi suaccennati, ha anche quello di esser l v unico che segue 
Calc, phosph . (Hering). 

11 felice risultato ha dato solenne conferraa alle veriti sco- 
perte dai nostri maestri. 

Roma, 23 febbraio, 1898. 

Dott. Giuseppe Secondari. 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


PEOSPBTTO SINOTTICO 
degli ammalati curati nel Dispensario gratnito per i poveri 
durante tutto l’anno 1897. 


NOME NOSOLOGICO DELLA MALATTIA 


I. Malattie degli ergani reapirateri. 

Angine diverse. 

Asm a bronchiale. 

Bronchiti. 

Bronchiectasia. 

Bronco-alveolite cronica . . . . 

Emottisi. 

Faringite. 

Laringite. 

Ozena. 

Pleurissia. 

Tosse convulsiva. 

II. Nalattie degli argani digestivi. 

Catarro gastrico. 

, „ intestinale. 

„ gastro-intestinale . . . 

Gistite catarrale. 

Epulide al mascellare. 

Flussione dentaria. 

Gastralgia. 

Gastrite cronica. 

Prottite ulcerosa. 

Tabe meseraica. 

HI. Halattie degli ergaai eiratlatori. 

Asma cardiaco. 

Arterio-sclerosi. 

Gardiopalmo. 

Lesioni valvolari. 

A riportarsi 


Numero 

; degli ammalali 

Guariti 

Migliorati 

Rimasti in cura 

Comparsi 

4 o 2 volte 

Numero 

delle consullazioni 

3 


1 


2 

6 

6 

2 

2 

— 

2 

22 

32 

7 

11 

2 

12 

88 

2 

— 

— 

1 

1 

14 

32 

2 

15 

4 

11 

164 

2 

2 

— 

— 

— 

6 

7 

2 

1 

1 

3 

55 

5 

3 

— 

— 

2 

11 

1 

— 

1 

— 

— 

3 

3 

2 

1 

— 

— 

11 

5 

2 

1 

— 

2 

14 

14 

4 

3 


4 

27 

38 

14 

9 

2 

13 

167 

19 

8 

5 

2 

4 

114 

1 

1 

— 

— 

— 

11 

1 

! 'i 

— 

— 

— 

4 

1 

i i 

— 

— 

— 

4 

9 

1 4 

1 

3 

1 

29 

7 

4 

1 

— 

2 

28 

1 


— 

— 

1 

2 

5 

| 1 

1 

2 

1 

32 

2 




2 

3 

2 

, - 

— 

1 

1 

5 

3 

1 _ 

1 

1 

1 

10 

5 

| — 

3 

1 

1 

24 

206 

i 60 

57 

20 

66 

854 


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L 0MI0PAT1A IN ITALIA 


21 


NOME NOSOLOGICO DELLA MALATTIA 

Namero 
tleg-li ammatati 

Guariti 

Miglioratl 

Rimasli in cura 

Comparsi 
\ o 2 volte 

'3 

© 

‘5 
© 3 
© s 

a g 

4 © 
o 

•3 

Riporio 

206 

60 

57 

20 

66 

854 

IV. Malattie lei sistema nervosa. 







Epilessia. 

9 

2 

1 

3 

3 

40 

Lipotimia. 

2 

_ 

1 

— 

1 

15 

Mielite. 

2 

— 

2 

— 

— 

4 

Nevralgie diverse. 

37 

8 

6 

6 

17 

214 

Paralisi infantile. 

2 

— 

— 

— 

2 

2 

Prurigine. 

1 

1 

— 

— 

— 

6 

Sclerosi. 

2 

— 

1 

— 

1 

3 

Vertigini. 

7 

2 

— 

3 

2 

39 

V. Malattie lelle artieolasieni. 







Artrite cronica e deformante . . 

9 

3 

2 

2 

2 

52 

Reumatismo articolare .... 

16 

7 

4 

2 

3 

71 

Sinovite articolare. 

4 

2 

I 

— 

1 

79 

VI. Malattie delle ossa. 







Periostosi della tibia. 

i 

— 

— 


1 

1 

VII. Malattie della pelle, 
cestituxionali e glandolari. 







Adeniti diverse. 

17 

7 

3 

4 

3 

95 

Amigdalite. 

2 

2 

— 

— 

— 

7 

Anemia. 

29 

5 

8 

4 

12 

76 

Avvelenamento. 

1 

1 

— 

— 

— 

2 

Cachessia malarica o febbri mala- 







riche. 

23 

8 

6 

5 

4 

67 

Emorroidi. 

4 

1 

— 

1 

2 

29 

Eruzioni cutanee diverse.... 

24 

9 

3 

4 

8 

61 

Enuresi. 

2 

1 

— 

1 

— 

11 

Febbre puerperale. 

1 

— 

— 

— 

1 

1 

Influenza. 

3 

3 

— 

— 

— 

14 

Isterismo ed istero-anemia . . . 

8 

3 

1 

1 

3 

31 

Itterizia. 

2 

— 

2 

_ 

_ 

5 

Gozzo. 

1 

— 

1 

— 

— I 

4 

Nefrite. 

4 

— 

2 

— 

2 

9 

Rachitide e scrofolosi. 

5 

— 

4 

— 

1 

17 

A riportarsi 

424 

125 

105 

56 

135 

1709 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


NOME NOSOLOGICO DELLA MALATTIA 


Biporto 

Sifilide in vari stadi. 

Stomatite infantile. 

¥111. Malattie degli mt hi. 

Blefarite. 

Apoplessia retinica. 

Cheratite. 

Cherato-congiuntivite. 

Congiuntivite. 

Dacriocistite purulenta . . . . 

Tracoma. 

Ulcera corneale. 

IX. Malattie dalle arecchie. 

Otite esterna. . *. 

* media. 

X. Malattie del mnscoli. 

Reumatismo muscolare . . . . 

XI. Malattie seaauali a fanaroa. 

Amenorrea. 

Blenorragia. 

Catarro uterino. 

Endometrite. 

Epididimite. 

Fibro-mioma utero ovarico . . . 

Gravidanza (disturbi). 

Metrorragia. 

Leucorrea. 

Parametrite. 

Ovarite. 

Spermatorrea. 

Ulceri veneree. 

Tot ale 


Namero 
degli ammalali 

Goariti 

Miffliorati 

Rimasti in cura 

eg 

h 

Namero 

delle consaltazioni 

m 

125 

105 

56 

135 

1709 

28 

6 

11 

3 

8 

69 

1 

1 

— 

— 

— 

7 

4 

2 



2 

15 

1 

— 

— 

— 

1 

1 

1 

— 

— 

— 

1 

1 

2 

2 

— 


— 

9 

8 

i 

— 

2 

2 

18 

1 

1 

— 

— 

— 

9 

3 

— 

— 

1 

2 

13 

1 

i 

— 

— 

— 

8 

2 

1 



1 

7 

3 

i 

— 

2 

— 

16 

12 

4 

1 

4 

3 

67 

3 



1 

2 

12 

3 

2 

— 

— 

1 

13 

4 

— 

1 

— 

3 

9 

1 

— 

1 

— 

— 

2 

1 

1 

— 

— 

— 

15 

1 

— 

1 

— 

— 

3 

1 

1 

— 

— 

— 

15 

4 

2 

— 

— 

2 

18 

8 

1 

— 

1 

6 

21 

2 

1 

— i 

— 

— 

11 

2 

— 

1 

— 

1 

9 

2 

1 

1 

— 

— 

26 

7 

5 

— 

1 

1 

18 

530 

162 

122 

71 

171 

2021 


Dott. Carlo Ladelgi. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


23 


DISPENSARIO 0MI0PATIC0 Dl MILANO 


Eseroizio 1807 


Onorevole signor Presidente , 

Le mando una breve relazione sull’andamento del nostro 
Dispensario omiopatico nell'anno teste decorso. 

Gli aramalati che ricorsero alle nostre cure furono circa 200, 
e le prescrizioni ascesero a 293. — Le malattie pift frequenti 
furono specialmente quelle dei bronchi e delle vie digerenti, diverse 
forme di malattie nervose e reumatiche, anemie, ecc., guarite 
presto e bene coi nostri piu comuni rimedi. Fra i casi piu degni di 
essere notati, ricordo i seguenti: Donna maritata con due figli sani, 
temperamento linfatico, bionda, alta e ben costituita, d’anni37; 
presenta alia mammella sinistra, e precisamente al suo centro, 
un tumore del volume d’una testa di feto, non del tutto mobile, 
di consistenza quasi lapideo. Data da qualche anno, e crebbe len- 
tamente senza causa apparente. Nell’ascella sinistra si palpa una 
ghiandola oviforrae, pure assai dura e discretamente mobile. La 
paziente si lagna di frequenti sfitte lancinanti, che pare le tra- 
passino il petto, e che si estendono pure al braccio sinistro fino 
all’estremitA delle dita. — Dessa b molto anemica, ma non pre¬ 
senta la tinta caratteristica dell’infezione cancerosa. Le ricerche 
del gentilizio non ddnno risultati bastevoli per spiegare la ge- 
nesi della presente malattia; e le funzioni degli organi sono rego- 
lari, salvo che va soggetta a leucorrea piuttoato abbondante ed 
e irritabile alia palpazione l’ovaia sinistra. 

Dopo aver somministrato diversi rimedi senza esito, ebbi un 
risultato assai lusinghiero da Asterias rnbens , che ridusse il 
tumore al terzo del volume primitivo, dopo un mese, e dirainul 
notevolmente i dolori, che si presentarono ad intervalli assai pih 
rari, per cui ho speranza che debba ancora migliorare e forse 
anche guarire. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Giovane d’anni 27, scritturale, di genitori nevropatici; da 
parecchi anni va soggetto ad accessi convulsivi di natura coreo- 
epilettica. Gli specialisti delle numerose ambulanze andarono a 
gara a fargli ingoiare giornalmente delle enormi quantita di bro- 
muri et alia , sempre con progressivo peggioramento. 11 paziente 
e distatura media, assai emaciato, di colorito terreo. L’epigastrio 
e sensibilissimo alia palpazione — vi & cardiopalmo e tremito di 
tutta la persona, specialmente quando parla. Quasi sempre ha 
vomito dopo il pasto, dei cibi ingeriti, e mattutino di liquido 
schiumoso misto a bile. Gli accessi convulsivi lo colgono giornal¬ 
mente e talvolta sono violenti da perdere completamente la co- 
scienza; ma questa si conserva ordinariamente, vi h molta irre- 
golaritA, ma quasi sempre tendead innalzare le braccia al disopra 
della testa. Questo ammalato riebbe la salute in circa due mesi, 
con molta meraviglia dei suoi conoscenti che lo ritenevano spac- 
ciato. — I rimedi propinati furono: noce vomica, antim. cr., ars., 
fosforo; ma particolarmente cocculas , fu quello che vinse le 
convulsioni. 

Colgo Toccasione, ottimo signor Presidente, per presentarle 
i miei ossequi, ed augurarle felice il nuovo anno. 

Milano, febbraio 1898. 

Suo devot.mo collega 
Dott. B. Pessarini. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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DISPENSARIO 0MI0PATIC0 Dl FIRENZE 


Eserclzlo 1897 


Oraecompiuto il prirao anno da che il Dispensario di Firenze 
£ sotto la tutela delTIstituto omiopatico italiano, al cui Comitato 
direttivo esterno tutta la mia riconoscenza; raa non & il suo primo 
anno di vita, imperocehi, fin da quando ho impiantato le mie 
tende a Firenze, ho pensato ai poveri sofferenti, non essendo giusto 
che essi fossero privati dei non pochi benefizi di cui & capace il 
nostro sistema. 

Non occorre qui dire in quale languore ho trovata Tomiopatia, 
ne quanto ho dovuto lottare per richiamare alia grande veriti 
quelli che non la conosceyano o l’avevano diraenticata. Non ho 
certo qui potuto introdurre il metodo americano delle conferenze 
popolari, alle quali nessuno avrebbe assistito, ne delle polemiche 
e neppure degli opuscoli che nei prirai anni tentai, senza gran 
risultato, non essendovi il nostro popolo abituato; ma paziente- 
mente ho intrapresa e continuata l’opera mia di diffusione della 
omiopatia, cercando di guarire, senza colpi di gran cassa, senza 
reclame , volendo solo dimostrare coi fatti che il nostro sistema 
spesso, so non sempre, ottiene la guarigione anche di quelle ma- 
lattie che furono, dalle celebrity ufficiali, dichiarate incurabili. 
Un po f di strada k stata fatta, certo occorre continuare il layoro 
alacremente per yincere i malintesi, le ritrosie, i pregiudizi e le 
piccole guerre. Questo mio metodo, che non si scosta molto da 
quello dei miei egregi colleghi d’ltalia, non ha certo piaciuto a 
chi era abituato altrimenti; di qui le accuse scagliate contro tutti 
gli omiopatici italiani, senza darsi la pena di guardare a dritta 
ed a sinistra per vedere che il nostro istituto, presieduto da un 
uomo, che all’attiyitA ed all’energia accoppia la yera scienza, ha 
istituito nelle principali citti d'ltalia dispensari medico-chirur- 
gici che non possono a meno di richiamare l’attenzione di chi 


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L’OMJOPATIA IN ITALIA 


voglia vedere, perche ogni anno piCi frequentati e fiorenti. Ulti- 
mamente ha voluto riconoscere anche quello di Firenze che io mi 
onoro di dirigere, ed ora adempio al dover mio dando relazione 
dell’operato. 

Neil’anno test& decorso ho prestato le mie cure a 381 amma~ 
lati dando loro 810 consultazioni. 

11 maggior numero di malati ci e stato dato dalle affezioni 
delle vie respiratorie (70 casi) e cio si spiega facilmente se si 
pensa agli squilibrii di temperatura che si hanno pih special- 
mente in inverno. Fra questi dominanti le bronchiti che ho 
riscontrato cedere facilmente a Bryonr, Ant. tart, e Phosph. 
ed in ultimo Sulpk. e Calc. c. Ne sono mancati i casi di tuber- 
colosi, sempre migliorati con Phosph . 200 dato a lunghi inter- 
valli, con Calc, phosph. e Stannum nonche con Tubercolinum % 
soraministrato quando si presentava la febbre vespertina. Parecchi 
i casi di pertosse, tutti migliorati poi guariti con Drosera 3 e 
Kali bichrom. (quando presentavano la caratteristica di edema 
della faccia e delle palpebre superiori); un caso speciale fu quello 

di una bambina, Amelia C. (n. 213 del libro di consultazioni) 

che dopo Taccesso della tosse aveva un attacco di convulsioni; 
Cuprum m. 30, una sola dose valse a togliere le convulsioni ed 
a modiflcare raolto la pertosse, che fu poi tolta del tutto da Dro¬ 
sera 3 (piacemi qui notare che, in generale, nei casi di pertosse 
Drosera 30 a non faceva quelPeffetto che ho sempre ottenuto 
dalla 3 a ). 

Vengono dopo le malattie degli organi digestivi (69 casi); fra 
questi le gastralgie, le dissenterie, i catarri intestinali subacuti 
e cronici; le tonsilliti furono le affezioni dominanti, la maggior 
parte guarite coi nostri piu comuni ed adatti rimedi; non ebbi 
casi degni di nota. Ramraento soltanto che ho vinto radicalmente 
in molti individui la disposizione alle tonsilliti con Baryta 
card. 200, data una volta la settimana e di aver notato in un 
caso di gastralgia con vomito ostinato, guarito con Arsen , 3 e 6; 
che allorquando io soraministravo lo stesso rimedio alla30 a e 200 a 
non riuscivo ad ottenere alcun effetto benefico, anzi talvolta con 
queste diluzioni i sintomi si aggravavano. Questo caso, che non 
6 solo nella mia pratica, mi fa spesso pensare al grave error© in 
cui incorrono coloro che adoperano esclusivamente le alte o le 
basse potenze, nonche alia difflcolti, dopo trovato il simillimum , 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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di scegliere la diluzione adatta! In questa difficoltd sta appunto 
la causa di qualche insuccesso, che raramente accade al medico 
oculato, spessissimo ai dilettanti, a coloro che screditano l’omio- 
patia, pretendendo di medicare coi nostri rimedi senza conoscere 
Yabc delle scienze mediche. 

Fra le malattie nervose (54 casi) l’epilessia & quella che 
domina, spesso proveniente da impressioni morali. In queste 
forme mi e stata utilissima Ignatia nelle sue varie diluzioni. 
Quando la causa non e morale mi ha ben corrisposto, piu di ogni 
altro, Sulphur M non solo in gioyani ma anche in individui di 
etk avanzata. Mi ricordo di un uomo che ne soffriva fin dall’in- 
fanzia e che era giornalmente obbligato a prendere bromuro di 
potassio; che, se aveva allontanato gli accessi, aveva per6 ine- 
betito l’individuo producendogli abbattimento morale e fisico: 
una dose di Sulphur M ., una volta la settimana, ha restituita la 
lucidezzadi mente e la primitiva robustezza prolungando l’inter- 
vallo dagli accessi a 9 mesi (credo di non errare sperando di 
allontanare ancora gli accessi continuando con Sulph. a diluzioni 
anche piu alte). — Ne meno numerosi sono i casi di sciatiche, 
sempre avanzi dell’allopatia; non occorre dire con quali rimedi 
e come facilmente questi guarirono; rammento che la scorsa 
estate appena arrivai in campagna mi fu condotto un contadino 
sui trentacinque anni, che era costretto a correrepei campi giorno 
e notte a causa del dolore insopportabile; una dose dii2/ms. t. 30 
valse fin dalla prima notte a farlo riposare per qualche ora; dopo 
due giorni Rhus. t. 200, soppresse completamente il dolore, 
lasciando solo un senso di formicolio e di peso all’arto che fu 
guarito egualmente con Rhus. t. M. Fu ritenuto un miracolo 
che giovo molto alia mia propaganda omiopatica, sebbene in quei 
paraggi il nostro sistema fosse giA ben conosciuto ed anche sti- 
mato. — Giacche parlo di nevralgie, mi piace di accennare ad 
una nevralgia brachiale la cui guarigione fu quasi istantanea. 
Era uno studente che da parecchi anni soffriva di nevralgia al 
braccio destro, che veniva sicuramente ad ogni cambiamento di 
tempo ed allorche lo studio era piu intenso; lo obbligava a rima- 
nere immobile in letto o su una poltrona, perch& si sentiva pro- 
strato, come diceva lui, buono a nulla. Aveva fatte molte cure 
allopatiche, frizioni, massaggio, elettricitd, ecc., aveva preso 
anche rimedi interni, ma con questo solo risultato, che mentre 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


prima la nevralgia si limitaya al braccio destro ed a parte del 
torace dello stesso lato, ora si estendeva anche aU’altro braccio. 
Persuaso di aver fatto tutto il possibile, si era rassegnato, spia- 
cente di dover perdere cosi sovente qualche giornata di studio 
(era uno studente che studiava e studia). Vistolo, nei primi dello 
aprile scorso, sofferente, gli consigliai Tomiopatia; esso accon- 
senti (figurateyi con che fede! se era necessaria la fede per gua- 
rire, ancora il giovanotto soffrirebbe). Gli detti Gelsemium 30 a ; 
il dolore che altre volte, in quelle date condizioni, aumentava, ando 
scemando e cesso. Naturalmente esso non attribui la cessazione 
alia dose di rimedio che gli sembro troppo piccola; ne io per- 
detti il tempo in ragionaraenti che nulla avrebbero giovato, per¬ 
suaso che la propaganda si fa coi fatti; gli consegnai un’altra 
dose da prendersi allorche la nevralgia avesse fatto capolino; 
infatti dopo tre o quattro giorni comparve un piccolo accenno, e 

10 studente, temendo l’attacco, prese subito la dose di riserva ed 

11 dolore senz’altro scomparve. Cosi la nevralgia che metteva 
tanto spavento al bravo giovinotto, non solo non ritorno ai cam- 
biamenti di tempo e neppure sotto gli esami in cui lo studio era 
pi ix che raddoppiato, ma da dieci mesi non ha fatto pih ritorno, 
ed io ho fiducia che non ritorni piu: avri lo studente, vicino a 
diventar professore, aperto gli occhi, per dichiarare che tutte le 
antipirine, chinine, fenacetine, ecc., sono inutili e spesso dannose? 

Continuando la mia rassegna, nelle malattie degli organi dei 
sensi sono stati curati 53 casi, 2 del naso, 7 degli orecchi e 
44 degli occhi, che quasi vorrei annoverare fra le malattie costi- 
tuzionali, perch6 la ragione loro primaria era riposta nella scro- 
folosi. Questi malati erano pressochd tutti bambini, avanzi delle 
cliniche oculistiche ove avevano perduto gran tempo impiegando 
sempre mezzi locali, naturalmente senza alcun benefizio. Le loro 
guarigioni si sono facilmente ottenute con Sulph ., Merc . corr., 
ed i preparati di Calc., non dimenticando il valido effetto otte- 
nuto da Euphras . nella riacutizzazione del processo con lacri- 
mazione bruciante, ecc. Colla cura costituzionale li ho visti quasi 
tutti guarire piit o meno rapidamente a seconds dell’intensitA della 
affezione, del loro vitto e della loro dimora piu o meno salubre- 

E cosi passiamo ai casi di scrofolosi, che furono 16, numero 
che sembra esiguo, ma non e cosi se si pensa che, oltre ai malati 
di occhi, potrei in essi comprendere molti dei casi fra le malattie 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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degli organi digestivi, ossia tutte quelle faccie da scimmiotto 
denutrite, colla panda rigonfia e la diarrea cronica, che, fortu- 
natamente, dopo qualche tempo di cura si vedono riprendere 
il loro aspetto piacevole e la loro infantile gaiezza. Non posso a 

meno di menzionare il caso del bambino, trienne, Leonello B. 

(n. 317) che potrebbe essere anche annoverato fra le malattie di 
nutrizione, cachessie. Alla fine del luglio scorso il bambino ayeya 
inghiottita una soluzione di acido muriatico che trovo per casa; 
allora fu condotto all’ospedale di S. Giovanni di Dio ove gli fu 
dato un emetico col quale il bambino fu fuori di pericolo; ma da 
allora il vomito continuo giornalmente, in modo che i genitori, 
vedendo che il figliuoletto andava serapre piii deperendo, lo fecero 
visitare in varie epoche da parecchi medici, anche da professori 
specialisti della clinica psdiatrica, che tutti prescrissero, masenza 
risultato ! intanto il bimbo era ridotto agli estremi. La madre 
il 16 ottobre me lo porto domandandomi se potevo guarirlo! Se 
non fosse stato l’amore deH’umanit& avrei rinunziato alia gloria 
tanto vedevo brutto il caso! Il bambino era uno scheletro, la testa 
ripiegatae cadente, il ventre enorme, rigonfio, dolente alia pres- 
sione, che nella regione epigastrica presentava una protuberanza 
resistente (diagnosticata da uno specialista per un tumore), ecc.; 
solo indizio di vitality era dato da due bei occhioni neri, infos- 
sati e spalancati. Detti Ipecac . 30* che ridusse molto il vomito 
ed i conati; cosl il bambino pot& prendere e ritenere il suo brodo 
ed il suo latte, dimostrando che col funzionamento dello stomaco 
la sua vitality tendeva a ritornare. A farla breve, passai subito a 
Calc.carb poi a Calc . phosph, ed ora il bambino e ben nutrito, 
col suo corpicino normale (senza traccia di tumore), e vispo ed 
allegro e la contentezza dei suoi genitori i quali si saranno accorti 
che per consultare le celebrity allopatiche non solo perdevano un 
tempo prezioso, ma stavano per perdere il loro bambino. — 
Inoltre piacemi qui riferire anche il caso del bambino Fili- 

berto P.di 19 mesi (n. 26), che mi fu portato dalla madre pian- 

gente perche tanto il suo medico curante quanto i sanitari della 
guardia medica permanente di via del Sole (una bella ed utile 
istituzione diretta dai migliori medici di Firenze) avevano dichia- 
rata necessaria l’amputazione di un dito del suo bambino. Mi 
raccontava che 3 giorni innanzi sulla regione dorsale del dito 
medio della mano sinistra si era presentato un gonfiore che 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


suppurb, si apri spontaneamente facendo uscire materie sanguino- 
lenti di pessimo odore; ed in questo breve tempo era avvenuta 
la distruzione di tutti i tessuti molli del dito (piu specialmente 
della prima e seconda falange) sul quale sembrava si fosse fatta 
una preparazione anatomica. I tessuti circostanti erano edematosi 
di un rosso bluastro con bordi biancastri; il bambino da tre 
giorni e tre notti aveva febbre con insonnia, agitazione e con- 
tinua sete. Non credendo urgente Toperazione consigliata, detti 
una dose di Arsen . 30 da prendersi epicraticamente nel giorno e 
Coffea la sera, proibendo l’applicazione di iodoformio che nulla 
aveva fatto, ma prescrivendo lavande con acqua distillata alcooliz- 
zata. Ottenni subito diminuzione di febbre e sonno tranquillo, 
pero invariato lo stato del dito; allora somministrai Silic. Tre 
giorni dopo per le condizioni locali notavo diminuito Tedema dei 
tessuti, arrestato il processo distruttivo e migliorate le secrezioni; 
di piu, evidente miglioramento nello stato generale, cosi che mi 
credetti autorizzato di dichiarare alia madre che il dito era assi- 
curato. Infatti continuando con Silicex 30, il bambino non ebbe 
piu febbre (sebbene si fosse presentato un altro gonfiore simile 
sul dito grosso del piede destro) ed il dito malato anziche essere 
asportato, in un mese cicatrizzo completamente. Consigliai la 
madre di andare dai prirai sanitari per mostrar loro col fatto che 
le sentenze emesse non erano inappellabili! 

Fra le malattie della pelle (40 casi), del sistema muscolare 
(26 casi), del cuore (7 casi) e fra quelle di nutrizione (13 casi) 
nulla di notevole. I nostri piu comuni rimedi apportarono, se non 
sempre guarigione, rilevante miglior'la, e cosi fu per le malattie 
sessuali maschili (5 casi), nonchfc delle sessuali femminili (20 casi), 
fra cui ho potuto notare che nelle leucorree con spostamento 
deirutero e sintomi concomitanti ho trovato efficace il Lilium 
tigr. internamente in varie diluzioni ed esternamente per inie- 
zioni con acqua calda. 

Inline, fra le malattie degli organi orinari, 2 soli casi, ma 
uno degno di nota: un caso di nefrite epiteliale cronica in cui si 
manifesto l’azione aubitanea e benefica di Apoc. cann . Era la 

giovane Maria M. (n. 268) malata da parecchi mesi dopo l’in- 

fluenza; i suoi sintomi erano : edemi generali, idrope-ascite abbon- 
dante, versamento pleurale leggiero, affanno, palpitazione, inap- 
petenza e gran sete; diarrea e secrezione urinaria scarsa, di 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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colore rosso carico (con albumina). In principio somministrai 
Arsen, che modifico la diarrea e la gran sete, poi passai ad Apts., 
che non apportb miglioria; inline somministrai Apocin.cannab. 24®, 
il quale, dopo poche ore soltanto dalla sua somministrazione, 
aumentb la secrezione urinaria e dopo due giorni che le urine 
erano sempre crescenti intervennero i profusi sudori; due po- 
tenti fattori che contribuirono alia diminuzione degli edemi, 
nonche dell’ascite, cosicche in poco piu di un mese la giovanetta 
non aveva piu traccia della grave malattia, solo era rimasta una 
forte debolezza che trattai con China; nel novembre la giovane 
stessa venne a Firenze (essendo questo uno dei tanti casi che 
curai durante la mia villeggiatura) a salutarmi annunziandomi 
il ritorno delle mestruazioni nonche della salute. 

Ed ora faccio punto, nutrendo la speranza di poter l’anno 
prossimo presentare una relazione migliore, con maggior numero 
di casi e con piu brillanti guarigioni. 

Firenze, gennaio 1898. 

Dott. T. Baldelli. 


HB. Nel momento di licenziare la stampa del giornale riceviamo un 
esemplare della “ PharmacopU homoeopathique frattcaise, r6digee sous le 
patronage de la Society fran^aise d’Homoeopathie; Baillfcre, Paris 1898 
Per oggi ci limitiamo a ringraziare del benevolo invio, riserbandoci a 
segnalame i pregi nel prossimo fascicolo. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


PARTE NON UFFICIALE 


NOTE PRATIOHE 


desunte in parte dalla policlinica gratuita 


Plantago major 6 a . — Una serie di casi recenti mi autorizzano 
a dichiarare che detto rimedio agisce egualmente bene a destra 
come a sinistra nella prosopalgia sopracigliare, che assume un 
carattere periodico quotidiano, incominciando al mattino tra )e 
sette e le otto e descrivendo la sua parabola fino alle due pome- 
ridiane con fotofobia, epifora e dolori intensi irradiantisi alia 
tempia ed alia parte inferiore della faccia. — L’azione sua e di 
una prontezza che colpisce molto favorevolmente l’ammalato e 
senza recidive, avendo per6 la precauzione di proseguire il rimedio 
per 24 ore dopo Taccesso successivo, insignificante la merce di 
tale farmaco. — Spesso riesce pure nell’odontalgia con sintomi 
per ora non bene precisi. 

Ferrum phosphoricum 3 / 10 e 6 a . — Gli studi recenti su questo 
sale porterebbero a stabilire una certa analogia con Aconitum , 
malgrado I’indole piuttosto passivadei fenomeni congestizi, segna- 
tamente nei polmoni. — Questo concetto m’inspirb Tideadi espe- 
rirlo in caso gravissimo di stasi polmonare, ma era ben lungi dal- 
Taspettarmi un’azione cosi pronta e portentosa. Trattavasi di un 
uomo sui 74 anni, in tempi addietro fumatore ed anche bevitore, 
il quale aveva sofferto di ostinato catarro gastrico. Godeva nul^ 
lameno di una relativa buona salute alloraquando per ripetuti ed 
affliggenti patemi d’animo provo per alcunesettimane oppressione 
di respiro e tenesmo vescicale, — indi si mise a letto per cre- 
scente affanno, polso aritmico intermittente, orine scarse, rosse, 
tosse secca, anoressia completa. Aurumf ., Terebinthina e Digi- 
talinum poco o nulla valsero, finch^ nel 6° giorno di degenza la 
tosse si fece pift molesta con sputi siero-sanguigni, il polso vieppiu 
aritmico, la respirazione assunse la forma di Chaine Stokes, ottu- 
sita di entrambi i polmoni, subdelirio nella sonnolenza a sbalzi, 
calore ed ascensione al capo, orina scarsa, torbida, albuminosa. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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Di front© a tale sindrome, che minacciava una catastrofe a bre- 
vissima scadenza parvemi, raancando I’indicazione precisa di 
qualsiasi altro farmaco, riscontrare quella del rimedio in quistione 
e ne prescrissi 6 polverine a prendersene una ogni ora. — Temeva, 
a dir vero, di non piu rivedere in vita il mio malato;ma quale 
fu la mia gradita sorpresa nell’apprendere che dopo la seconda 
dose tutti i fenomeni s’acquetarono e Tinfermo dormi piu ore di 
sonnotranquillo;il polso divenne regolare, sebbene ancoraalquanto 
celere, le orine fluirono piu copiose, il respiro si rifece molto piu 
libero e 1’ammalato mi ricevette colla piu amabile espressione di 
riconoscenza. — Tale benefico successo non si smenti e da quel 
giorno incoraincio, puo dirsi, la convalescenza, non rimanendo 
che a richiamare maggiore attivitA nelle vie digestive. Se qualche 
mio collegain consimile frangente vuol ripetere la prova clinica, 
molto probabilmente condividerA la mia aramirazione per codesto 
preparato ferruginoso. 

Colchicum 3". — V. Biagio, operaio conciatore d’anni 32. 

Nessun precedente morboso, ma da 18 mesi soffre di diarrea feti- 
dissima con forti dolori che precedono le evacuazioni, special- 
mente la notte. Trattamento comune inutile. — Considerata la 
diuturnitA del male e la maggior frequenza delle eiezioni verso 
il mattino, si prescrisse dapprima sulphur , il quale non indusse, 
per altro, nissuna modificazione. Sollecitato Tinfermo a scendere 
a maggiori dettagli sulle proprietA fisiche delle deiezioni, si potd 
stabilire che le feci liquide erano accompagnate da copioso muco 
come di raschiature intestinali. Questo carattere indicd tosto 
Colchicum , il quale in due giorni ricondusse in modo stabile le 
evacuazioni alio stato normal©. 

Nitri acidum 6 a . — P.Gio. Batt., meccanico, d’anni 44. 

Nella sua storia anamnestica va annoverata una blennuretrite 
senza calcolare le consuete affezioni infantili. Da circa due mesi 
soffre di gonfiezza artritica al pollice del piede destro, che cede 
all’azione di Ledum . Dopo due altri mesi ricompare lo stesso 
male al piede sinistro che assume in breve la forma di ulcera 
perforante. Silicea scema alquanto i dolori; frattanto sul bordo 
dell’ulcera si svolgono vegetazioni carnose esuberanti, il qual 
sintoma collegato colla precedente blenorragia indusse alia pre- 
scrizione di Nitri acidum, che in pochi giorni opero una completa 
e stabile guarigione. 

Lolium temulentum.Z a . — B.Pietro, d’anni 29, falegname. 

DalTetA di 18 anni soffre di tremito alle due mani, specialmente 
al mattino ; da qualche tempo incominciano a tremare le garnbe. 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


f5 degno di nota il fatto che il padre ed un fratello soggiaciono 
alia stessa morbosity, alia cui causa determinante non fu possibile 
risalire. Dapprima si ricorse a Mercurius vivus e quindi ad Aga - 
ricus , che indussero un parziale ma effiraero giovamento. Infine 
si ricorse al rimedio sopracitato, che in brevi giorni apportb la 
risoluzione. 

Causticum 30. — C.Edoardo, tornitore in ferro, d’anni 18. 

Da tre anni aado via via atrofizzandosi il suo braccio destro con 
incapacity al lavoro sia per rigidity articolare, sia per atonia 
muscolare. L’amministrazione del Causticum a rarissime dosi 
per lo spazio di un anno f ricondusse l’attivity del braccio ripa- 
rando in parte all’atrofia muscolare. Molte e disparate cure erano 
in precedenza state e sempre indarno tentate. 

China 3. — C.Margherita, maritata, con 4 figli, d’anni 44. 

Parecchi anni addietro sofferse di pleurite con trasudamento, 
per cui fu operata di toracentesi. Nel 1891 contrasse un’ascite da 
ingorgo epatico che fu vinta gi£ al nostro dispensario mediante 
china. Nel giugno del 1897 ricomparve alia policlinica con nuova 
ascite, edema alle estremity inferiori, orine scarse e torbide, a 
volte vomito di liquido amaro al mattino; cuore normale, menstrui 
abbondanti. La prima prescrizione alquanto giovevole nel senso 
di auraentare e rendere piu chiare le orine fu di Apocquum can - 
nabicum . L’ascite pero non cedeva ed in tal frangente si ricorse 
di nuovo a china , giusta l’esperienza passata, e questa volta 
pure si ottenne con questa, continuata perdue mesi, la soluzione 
della malattia. 

Metallum jodatum 3 (preparato coll’etere). — B.Anto- 

nietta, d’anni 53, maritata senza prole, non tenendo conto di due 
aborti. All’ety di 37 anni contrasse sifilide. Dopo una eerie di 
forme morbose ora alle ossa ora alia cute, presentb per ultimo, 
sopra quasi tutto l’ambito del collo, numerosi adenomi che tras- 
sero ali’ulcerazione corrodendo eziandio la cute, per cui i muscoli 
del collo restarono alio scoperto con dolori inauditi. brucianti e 
con fetore intenso del prodotto secreto. Orbene, questo corteo 
triste e disgustoso cedette completamente, rifacendosi la cote, 
coll’uso esclusivo di Arsenicum jodatum internamente ed ester- 
namente nello spazio di cinque mesi. 

Dott. Bonino. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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NOTIZIE 


Mansoleo ad Hahnemann. — Gi affrettiamo a pubblicare la seguente 
Circolare, alia quale non occorrono commenti. Allostato presente dellecose 
l’lnvito deve trovare un’eco universale suscitando una nobiie gara nel dare 
una proya di ammirazione e di gratitudine all Uomo che si grandemente ha 
ben meritato del genere umano. 

“ Gennaio 1898. 

• Signor Presidente , Signori meinbri della Societd Omiopatica , 

B * Mosso fj n sentimento di rispetto per la memoria del fondatore del- 
lOmeopatia, J’ultimo Gongresso Omiopatico tenutosi a Londra formd un 
Comitato internazionale alio scopo di innalzare a Samuele Hahnemann 
una tomba degna di lui. 

u “ Gespoglie mortali d’Hahnemann riposano ora in una tomba incolta e 
M meschina. La Societa Omiopatica francese, d’accordo col Gomitato inter- 
a nazionale, dopo cinquantacinque anni d’oblio e d’abbandono, ottenne 
# nnalmente un atto sottoscritto dall’erede d’Hahnemann col quale essa 
yiene autorizzata ad innalzare e mantenere per sempre un monumento 
funebre sulla di lui tomba. 

• Signori / 

• Se v’fc luogo che meriti il culto del ricordo, questo si la tomba in 
cui riposano le ceneri del nostro illustre Maestro. Noi dunque ci propo- 
niamo d’innalzare un monumento funebre a Samuele Hahnemann per 
mezzo di una sottoscrizione internazionale. 

• A questa glorificazione d’Hahnemann sono invitati gli Omiopatici del 
mondo intero, tutti i membri della grande famiglia omiopatica senza 
eccezioni. 

• Vi preghiamo di venirci in aiuto in questa impresa comune, e d’ado- 
perare pel vostro paese i mezzi di propaganda che giudicherete piii con- 
venienti per raccogliere sottoscrizioni. Percio il Gomitato internazionale 
gradirebbe l’indicazione di un membro della vostra Society che s’incarichi 
aell’opera della tomba d’Hahnemann e col quale il Gomitato possa tenere 
corrispondenza. 

• La data dell’inaugurazione del monumento 6 fissata per l’epoca del 
Congresso internazionale omiopatico di Parigi nel 1900. 

• 11 tempo quindi breve e noi vi saremo riconoscenti se voleste occu- 
parvene il piu possibile. 

• Vogliate onorare d’una risposta uno dei Membri del Gomitato e prefe- 
ribilmente il Presidente od il Segretario. 

• Degnatevi aggradire signor Presidente e signori Membri della Societa 
Omiopatica l’espressione della nostra alta considerazione. 

* Firmati: Dott. Leon De Brasol, Presidente del Comitaio; 

8, NicolaVevskaVa - Pietroburgo (Russia). 

• Dott. Francois Cartier, Segretario; 

18, Rue Vignon - Parigi. 

• Dott. Richard Hughes ; 

36, Silwood Raad - Brigton (Inghilterra). 

• Dott. Bushrod James; 

N. E. Corner, 18 th , and Green Strets • Filadelfia. 

• Dott Alexander Von Villers; 

7, Liittichaustrasse, Dresden, Deutschland 9 . 


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36 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Conformemente alia deliberazione presa dall’Assemblea del nostro lsti- 
tuto il cassiere e incaricato di ricevere le sottoscrizioni e yersarle prima 
della line del corrente anno al tesoriere del comitgto internazionale a Parigi. 
E per iniziare la sottoscrizione: £ 

Dott. G. Bonino .v. . /. . . . L. 25. 

* Crisante Bottino. S .... a 25. 

. G. Vittorio Rabajoli . . . . vi . ... n 10. 



■ .V* 

• ■' / 


CENNI NECROlvpGIOl 


11 Dotl. Emilio Marturano spegnevasi il 4 dicembre scorso a Milano, 
noverando solo 58 anni, in seguito a complicata malattia. Nato e laureatosi 
in Cagliari a 22 anni sludid m seguito l'omiopatia sotto la direzione del 
De Gatti a Genova, indi passb a Milano, ove dappnina in umone col De Bruni 
indi da solo esercito per ben 35 anni la medicina omiopatica da lui pre- 
scelta, coprendo in pari tempo la canca di medico al teatro Dal Verme. 
Amava molto il quieto vivere e si compiaceva della sua tida ciientela che 
tuttora lo rimpiange. L’Islituto omiopatico gli manda il suo mesto saluto. 

11 Cav. Dott. Vincenzo Rao a pochi giorni di distanza, cioe il 16 dicembre 
scorso, decedeva a 71 anni in Palermo, ove ayeva da Cerda, suo paese nativo, 
trasferto il suo esercizio medico. Laureato in medicina (leggesi nel Secolo 
Omiopatico , gennaio p. p.) nel 1850 non esitb a seguire le orme dello zio, 
abate dott. Biagio Tripi, le cui opere sono cost meritatamente apprezzate 
nella letteratura omiopatica, e deH’Omiopatia divenne valente cultore e 
strenuo propugnatore,ottenendorisultati brillantissimi. Di simpaticoaspetto, 
d’indole mite e buona, caritatevole oltre ogni dire, guadagn6 subito lastima 
e l’affetto di quanti lo conoscevano. Protomedico del Comune di Cerda fin 
dal 1890 (?), insignito nel 1866 della croce dei Ss. Maurizio e Lazzaro e della 
medaglia come benemerito della salute pubblica per la sua condotta nel 
colera del 186G-67, il dott. Rao occupd, chiamatovi dalla fiducia dei suoi 
concittadini e da quella dell’autoritk, importanti cariche civili e fu consi- 
gliere, assessore, giudice conciliatore e sindaco, mentre i varii istituti omio- 
patici del regno si onoravano di averlo per socio. La sua morte — ci6 sia 
detto senza il solito spirito di esagerazione — ha segnato una grave perdita 
per TOmiopatia in Italia. 

11 Dott. Gio. Pietro Gallavardin pagava egli pure il suo inesorabile trl- 
buto alia natura scendendo nella tomba il 22 gennaio a Lione neU’etk di 
74 anni. Tutti conoscono l’apostolato che si era assunto e zelantemente 
mantenuto qual si h quello di moralizzare i crapuloniod in altri modi dege- 
nerati mediante lo studio e la svariata amministrazione dei sostri medica- 
menti omiopatici. Della sua caritatevole operositk fanno fede anche i lavori 
che diede alle stampe, fra cui possiamo citare: Les Causeries cliniques 
homSopathiques; L'alcoolismeet la criminality; Leuparalisiesphosphoriques 
et le traitement tnMical de la passion g(?nitale. Airuomo si altamente bene¬ 
merito voglia giungere eziandio il nostro rimpianto. 

Dott. Bonino. 


Stamperia dell’Unione Tip.-Editrice. — Torino. 


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Torino-Roma — UNIONE TIPOGRAF1CO-EDITRICE — Napoli-Milano 


Dott. C. Serono. Manuale di Analisi chimica, 
flsio-patologica ed igienica, ad uso dei 

Medici e Studenti. Torino 1898. Un volume di circa 
350 pagine elegantemente legato. Prezzo Lire 4. 

Gli studi di patologia e terapeutica, specialmente nelle cliniche, vanno 
prendendo attualmente un nuovo indirizzo, nel quale h fatta larga parte 
alle ricerche chimiche. I recenti progressi della chimica fisiologica e bio- 
logica hanno gik fornito ai medici molti e preziosi mezzi d’indagine, i cui 
risultati sin d’ora ci affidano che le applicazioni della chimica alia medicina 
aumenteranno ogni giorno d’irnportanza. Intanto il clinico sente ogni 
giorno piu la necessity di famigliarizzarsi colie operazioni analitiche; il labo¬ 
ratory chimico gli 6 divenuto indispensabile e nel responso delle reazioni 
e della bilancia egli trova oramai il controllo piu fedele e razionale dei 
proprii criteri d’apprezzamento d’indole puramente medica. 

L’idea dunque di fornire ai medici un manuale di analisi chimica appli- 
cata specialmente alia fisio-patologia fe stata eccellente e molto opportuna 
e il dott. Serono ha potuto attuarla in modo praticamente utile, egli che, 
come medico e chimico, era in grado di rendersi esatto conto dei rapporti 
che intercedono fra le due scienze e della via che molti interessi comuni 
segnano ad entrambe. 

11 libro del Serono pu6 dividersi in due parti distinte: Tuna comprende 
le principali nozioni teorico-pratiche dellMwaZisi chimica generate , mine- 
rale ed organica, qualitatiya e quantitativa: e si capisce che, per la sua 
irnportanza capitale, questa abbia assorbito la metk del volume. Nell’altra 
parte sono raccolti tutti gli argomenti relativi sAYAnalisi speciale delle so- 
stanze che possono essere oggetto di studio in una clinica: sangue, linfa, 
chilo, liquidi sierosi, saliva, succo gastrico, feci, urine, organi e tessuti, 
secrezioni diverse, ecc., e questa 6 la parte piu interessante del libro. 

Gome complemento utilissimo, se pure non indispensabile, il manuale 
contiene anche nozioni compendiose sull’analisi degli alimenti, dell’acqua, 
dell’aria e sulle ricerche tossicologiche; il tutto compilato con uno stile 
piano, benchfe conciso, ed in forma sintetica e ad un tempo dettagliata e 
completa. 

Una lode speciale va tributata all’Autore per la copiadi citazioni biblio- 
grafiche da lui raccolte in fondo ad ogni capitolo: basta infatti dare una 
occhiata a queste fonti per capire che il Serono ha tenuto strettissimo conto 
delle migliori e pih recenti pubblicazioni della letteratura estera sugli argo¬ 
menti da lui trattati. Cid, mentre fa onore alia coltura dell’Autore, prova 
la serietk degli intendimenti con cui il medesimo ha intrapresa e condotta 
a terminela compilazione del libro. 

LTopera, egregia fattura dell’Unione Tipografico-Editrice Torinese, forma 
un volume di circa 350 pagine elegantemente legato, che si vende al prezzo 
di lire 4 e che noi non possiamd che raccomandare caldamenfe ai nostri 
lettori. 

(Dal Qiornale di Farmacia , di Chimica , ecc., Febbraio 1898). 


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Tobi.noRoma - UiMOxNE T1POGRAF1CO-ED1TRICE — Napoli-Milano 


DELXjE 

11L1TTIE DEI MIBIil 

E LORO CURA 

TRATTATO 01 PEDIATRIA E TERAPEUTICA INFANTILE 

ad uso dei Medici, degli Studenti, degli Asili d'infanzia 
e delle Madri di famiglia 

PER IL DOTTOR 

COPASSO FERDINANDO 

L’egregio Dott. Copasso, che da varii anni attende con zelo aHa 
cura e a consultazioni delle malattie dei Bambini, osservd che i 
giovani colleghi nel far la diagnosi partivano dagli stessi metodi di 
esame usati per gli adulti, non sempre adattabili per i bambini, ed 
i quali possono condurre a deduzioni erronee. Altre volte fu testi- 
monio di cure molto energiche per malattie lievi o guaribili spon- 
taneamente, oppure constatd uno scetticismo terapeutico troppo 
spinto, quando una cura ben fatta avrebbe potuto aiutare la naturale 
tendenza alia guarigione. In alcuni casi il medico curante, per far la 
diagnosi, si lido troppo dei ragguagli dati dalle mamme o dalle 
nutrici ed estremamente poco della propria capacity ed oculatezza. 
Per portare rimedio a questi inconvenienti, il Copasso giorno per 
giorno andava raccogliendo studi e osservazioni sulla patologia e 
sulla terapia infantile, che riuni col presente volume. 

Il trattato riporta molti casi pratici nei quali trovano conforto i 
precetti scientific!. I medicinali indicati sono sempre distinti per 
eti e per grado di malattia; in modo che il volume torneri utile 
a quanti si interessano a sollevare i poveri bambini ammalati. 
L’edizione 6 elegante e pu6 essere adatta per regali. 

Un volume di oUre 400 pagine, legato in tela. Lire &• 


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Fascicolo XXXIII — 1898 


L’OMIOPATIA 

insr 


ORGANO DELL’ ISTITDTO 0HI0PATIC0 


Begio Decreto 24 gennaio 1886 


SOMMARIO. — Parte Ufficiale: Istituto Omiopatico Italiano. Verbale della 
Seduta del Comitato convocato il giorno 16 aprile 1898 — Resoconto della 
gestione del 1897 — Gircolare d’ invito al convegno dei Medici e Farmacisti 
omiopatici — Note pratiche desunte in parte dalla policlinica gratuita — Clinica 
deirOspedaletto — Diagnosi difTerenziale dei rimedi omiopatici neirepilessia. 

Parte non Ufficiale: Notizie: La batteriologia in deliquescenza; Segno dei 
tempi; Collegio-convitto per i figli orfani dei Sanitari italiani; Trasporto dei 
resti mortali di Samuele Hahnemann — Bibliografia. 



TORINO 

ST AM PERI A DELL’UNIONE TIP.-EDITRICE 

S3 — Via Carlo Alberto — 33 

1898 


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Grande repertorio clinico omiopatico, del dolt. Tommaso 
Gigliano. 

Hygienic-Medical Hand-Boock for Travellers In Italy, 

by G. Liberali M. D. 

Considerazioni sul colera asiatico; sua profilassi e cura 
omiopatica, del dott. Vincenzo Liberali. 

JLa dose omiopatica, del dott. Giovanni Urbanetti. 

Trattato di Terapentica omiopatica. — Tre volumi — Versione 
con proemio ed aggiunte del dott. Giuseppe Bonino. 

Primi stndi di materia medica secondo la legge del 
simili, del dott. Giuseppe Bonino. 


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PARTE UFFICIALE 


ISTITUTO OMiOPATICO ITALIANO 


Verbale della Seduta del Comitato convocato il giorno 

16 aprile 1898. 

Sono intervenuti, oltre i sottoscritti President© e Segre- 
tario, i Signori Bottino dott. Crisanto, Vice-Presidente; Fer- 
reri de Gubernatis raarchese Carlo, Ferreri cav. Matteo, 
Demezzi cav. ing. Cesare, Censori; Morozzo di Bianze marchese 
Filippo, Cassiere; Dematteis dott. Silvio ed Olivero farmacista 
Giacomo, Sotto-Segretari. 

Scusa per legittimo motivo la sua assenza il Presidente ono- 
rario cav. Wenner. 

Aperta la seduta: 

1° Il Presidente invita il sig. Cassiere ad esporre il reso- 
conto della gestione attiva e passiva pel decorso anno 1897, 
come risulta nelle pagine seguenti. 



* 


J 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Con to 1897 — ATT I VO 



Bilanciato 

Esatte 

Rimanenza attiva del conto 1896 . 

— 

154 52 

TITOLO I. —■ Entrate effettive. 



Sezione 1* 



Entrate ordinarie. 



Rendita proveniente da 15 cartelle S. Paolo di 



propriety dell’lstituto.L. 

375- 

375- 

Rendita proveniente da 8 cartelle S. Paolo di 
propriety dell’ Ospedale di Torino. . . . „ 
Interessi di Consolidato italiano4 1 / 2 °/ 0 di propriety 

200- 

200- 

dell’Ospedale di Genova., 

Id. provenienti dalla vendita di 22 Azioni della 

37350 

360- 

Banca d’Italia, di propriety dell’Ospedale di 
Genova.„ 

485- 

47520 

Id. provenienti dalla vendita di 3 Azioni della 



Banca d’ Italia, di propriety dell’Ospedale di 
Torino. t 

6750 

6480 

Id. di Consolidato italiano 5%, dell’Ospedale di 

Genova.., 

Id. di Consolidato italiano 5%, dell’Ospedale di 

— 

35- 

Torino.„ 

— 

10 — 

Quote di Soci Patroni dell’Istituto . . . . „ 

445- 

335- 

» 99 9 • da esigersi „ 

— 

10- 

, 99 dell’Ospedale di Torino „ 

1173 — 

1040- 

Rette dei malati degenti all’Ospedale . . . „ 

1500 — 

1215 — 

Quote dei Soci Ordinari.„ 

630 — 

660 — 

Sezione 2* 



Entrate straordinarie. 



Quote presunte ed oblazioni di nuovi Soci del- 

l’lstituto.L. 

Quote presunte ed oblazioni di nuovi Soci per 

10 — 

— 

1’Ospedale di Torino. B 

200- 

530- 

Cassette del dispensario., 

— 

14610 

Interesse sul libretto a conto corrente . . . „ 

10- 

1104 

Totale passivo. . . . 

. . L. 

562166 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


3 


PASS l VO 


TITOLO 1. — Spese effettive. 

Bilanciate 

Pagate 

Sezione l a 

Spese ordinarie. 

Tassa di manomorta per le rendite deU'Istituto e 



dell’Ospedale.L. 

10- 

12 60 

Tassa di ricchezza mobile sul prestito Wenner. , 

192 54 

500 35 

Tassa sul fabbricato dell’Ospedale . . . . „ 

28056 - 

Ricchezza mobile sulle 15 cartelle di S. Paolo del- 



Nstituto.* 

57 90 

57 90 

Ricchezza mobile sulle 8 cartelle di S. Paolo del- 



l’Ospedale di Torino.* 

30 88 

3088 

Ritenuta sul Consolidate 5% degli Ospedali di 



Genova e Torino.„ 

— 

9- 

Spese di manutenzione della sede dell’Ospedale 



di Torino.• • » 

100- 

6250 

Assicurazione d’incendi.„ 

38 45 

39 22 

Acqua potabile.„ 

67 20 

67 20 

Salario alle due persone di servizio aU’Ospedale 



complessivamente.„ 

720- 

640 — 

Vitto per gli ammalati degenti all’Ospedale (com- 


136590 

preso il vino).. 

1550- 

Gaz e riscaldamento.* 

200- 

188 93 

Manutenzione del mobilio - collocamento di nuova 



stufa.. 

50- 

6810 

Acquisto di apparato cloroformizzatore. . . „ 

— 

88- 

„ e riparazione di strumenti di chirurgia 

— 

55 50 

Oggetti di medicazione.. 

60 — 

2885 

Sovvenzione ai dispensari gratuiti di Torino . * 

350- 

350 — 

„ , * Roma . . „ 

200 — 

200- 

, „ „ Milano. . , 

100- 

150- 

* . i Firenze . , 

— 

150- 

v • . • Napoli. . * 

— 

100- 

Spese di stampa e cancelleria - comprese quelle di 

180 — 

34861 

Napoli - meaiante stomo dal dispensario ivi . „ 

Sezione 2* 

Spese straordinarie. 



Sussidio alia vedova Leoncini.L. 

j 

350 — 

350- 

j TITOLO II. Movimento di capitali. 

1 Acquisto di Consolidato 5 °/ 0 per 1’ Ospedale di 


480- j 

| Genova, di L. 20. L. 

— 

Totale passivo. . . . 

. . L. 

5343 54 { 

1 Totale attivo.L. 562166 


1 Totale passivo.* 5343 54 


j Rimanenza attiva o fondo cassa L. 

27812 



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4 


l’OMIOPATIA IN ITALIA 


Esaminati i documents in appoggio e riscontrata la correttezza 
contabile i membri approvano il conto da mandarsi per l'appro- 
vazione all’Autorita amministrativa ; 

2° Sta in seguito inscritta all’ordine del giorno * L’estin- 
zione del debito di lire 50000 contratto dall’Istituto in occasione 
dell’acquisto della casa-sede dell’Ospedaletto e dispensario di 
Torino Espone il Presidente che una persona, la quale ama 
restare incognita, ha posto i’lstituto in grado di estinguere il 
debito precitato, per il che venne rilasciata piena quietanza e 
cancellata l’ipoteca che gravitava sullo stabile. I membri del 
Consiglio, pur rispettando il desiderio del generoso donatore, non 
possono a meno di esternare la piu profonda riconoscenza e danno 
incarico al Presidente di parteciparla al benefattore; 

3° Si comunica ai convitati il risultato della pratica per 
i’incasso del legato del prof. dott. Scavini in lire 1000 sotto dedu- 
zione della tassa di successione e delle spese relative, per cui si 
addivenne alTacquisto di 39 lire di rendita al 4 ‘/ 8 °/ # in favore 
dell’Istituto. Si approva la soluzione della pratica e si prosegue 
nell’ordine del giorno; 

4° Acquisto di una macchina spruzzatrice disinficiente ad 
uso delTOspedale qualora ne occorra il caso o per decesso o per 
malattie infettive. Riconosciuta la necessita di tale acquisto si 
da incarico alia presidenza di provvedere in proposito; 

5* Memoriale alia Direzione dell'Opera Pia Barolo. In 
coerenza alTargomento gia presentato in precedente seduta si 
di lettura di una petizione alia Direzione dell’Opera Pia Barolo 
perche sia restituita al trattamento omeopatico una sezione del- 
l’Ospedaletto di Santa Filomena, giusta l’esplicita determinazione 
della fondatrice registrata eziandio in termini perentorii nel di lei 
testamento. Detta petizione viene letta, approvata e sottoscritta 
da tutti i membri presenti e diretta a chi di ragione per le 
opportune provvidenze; 

• 

6° Successivamente si da lettura di una corrispondenza dei 
dottori Liberali e Ladelci di Roma intesa alio scopo di delegare 


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L 0M10PATIA IN ITALIA 


legalmente l’uno di essi per assuraere la qualiti giuridica di un 
comitato di beneficenza dalla cui opera puo scaturire un beneficio 
economico per il dispensario omeopatico della Capitale. II Comi¬ 
tato di buon grado concede tale delegazione con che sia fatto noto 
in precedenza il progetto al quale l’lstituto omeopatico prende 
parte rappresentando il Comitato presso l’Autorita dello Stato ; 

7° Si d k lettura di una circolare della Prefettura la quale 
sollecita l’invio del verbale di cassa del 1° bimestre del corrente 
anno. Ma il cassiere che, oltre al prestare la sua opera gratuita, 
e pur patrono generoso dell’Ospedale, trovavasi in quell’epoca 
in viaggio, e quindi non era possibile addivenire ad una revisione 
reale. D’altra parte man mano si riscuotono somme sono senza 
tregua versate in conto corrente, dal libretto del quale non puo 
riscuotere alcuna somma senza la contemporanea firma del Pre- 
sidente. Si procedera nullameno proforma alia fine del corrente 
mese e sara inviato alia Prefettura. Il Comitato approva; 

8° Per ultimo rimane a trattarsi la conversione delle car- 
telle di San Paolo in rendita dello Stato. Il sig. Cassiere riferisce 
che essendo state estratte due cartelle per la cui sostituzione 
occorrerebbe notevole differenza, egli propone che si alienino 
tutte le cartelle dell’Opera di San Paolo e venga la somma rica- 
vanda impiegata nell’acquisto di consolidato italiano. E la ra- 
gione sarebbe che, non facendosi pitx imprestiti con cartelle 
al 5 # / 0 , queste sono estratte in numero sempre maggiore e pro- 
babilmente in ogni semestre vi saranno cartelle sorteggiate spet- 
tanti all’Istituto, per cui viene ad avverarsi una passivitA per la 
surrogazione e per Tobbligo di presentare alia Direzione copia 
della deliberazione del Comitato, approvata daU’autoritA tutoria, 
in carta bollata da lire 2,40. I convenuti appoggiano la proposta 
e ne affi lano la risoluzione. 

Esaurito Tordine del giorno si scioglie Tadunanza. 

Torino, 18 aprile 189S. 

11 Presidente : 

Bonino cav. doit. Giuseppe. 

Il Segretario: 

Bonino dott. Pier Antonio. 


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6 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


CIRCOLARE 


Torino, 1° giugno 1898. 


Chiay'issimo Collega , 

Nella persuasion© d’interpretare il desiderio dei Medici e 
Farmacisti omeopatici italiani, da parecchi di loro gia espresso, 
di cogliere la presente occasione dell’aperta Esposizione Nazio- 
nale per riunirsi in qnesta citta alio scopo di avvisare i mezzi 
piu consoni al progresso ed alia tutela delPOmiopatia in Italia, 
i sottoscritti sonosi oggi riuniti e costituiti in Comitato sce- 
gliendo a Presidente l’egregio dottore Crisanto Bottino. E, seduta 
stante, si e determinato che, verso la met4 del prossimo set- 
tembre ed in giorno da designarsi, allorquando si siano ricevute 
le adesioni colle individuali osservazioni, abbia luogo un convegno 
di Medici e Farmacisti omiopatici col seguente programma: 

1° In quale rapporto stiano gli ultimi progressi della omio- 
patia con quelli della chirurgia; 

2° Se e lino a qual punto si possa ammettere Topoterapia; 

3° Scambio di risultati pratici nell’epilessia; 

4° Progetto di farmacopea omiopatica da presentare al 
Governo ad uso dei farmacisti e della Dogana per la impor- 
tazione dei rimedi esotici. 

II Comitato sottoscritto desidera un pronto riscontro per le 
opportune provvidenze. 

Bottino dott. Crisanto, Presidente . 

Lombroso prof. Cesare. 

Bonino dott. Pier Antonio. 

Dematteis dott. Silvio. 

Scrivano dott. Carlo. 

Rabajoli dott. Vittorio Giuseppe. 

Bonino dott. Giuseppe. 

Marangoni dott. Luigi, Segretario. 

PS. II convegno resta stabilito per il giorno 15 settembre prossimo, alle 
ore 10, nella sala deH’Ospedaletto in via Orto Botanico, num. 16. 

Il Comitato si lusinga che i Membri invitati non vorranno oltre indugiare 
nell’invio della adesione. 11 Presidente: Dott. Bottino. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


7 


NOTE PRATICHE 


desunte in parte dalla policlinica gratuita 


Anlimonium cruclum 4 a tr. X . — N. N., d’anni 38, di tern- 
peramento epatico, bruna, madre di 3 figli, menstruata non 
sempre regolarmente. Soffre da 14 anni di stipsi per la quale 
costantemente dovette ricorrere a clismi e purganti; da alcuni 
mesi si aggiunge catarro gastrico con assoluta anoressia, senso 
di sfinimento e languidezza, al che si associa al presente un’eru- 
zione di orticaria. Da questo fenomeno era indicato chiaramente 
il precitato rimedio, che fu dato, ed in pochi giorni si riparo 
alia condizione digestiva non solo, ma si ottenne l’evacuazione 
spontanea, come da 14 anni non era piii avvenuta. 

Aspgragina 3 a tr. X in pozione valse a correggere notevol- 
mente, ed in tempo relativamente breve, una cardiopatia contras- 
segnata da aritmia, ossia da intermittenza o sosta dopo ogni tre 
battiti, da soffio mitrale, da respiro russante, bronchiale e con- 
seguentemente da grave affanno sia alia notte, per cui giaceva 
col petto molto sollevato, il che non impediva lunghi accessi di 
tosse con sputi viscidi, mucosi e conati di vomito, sia di giorno 
per qualsiasi moto un po’ esagerato, come salendo le scale, nel 
che si destava un’intensa palpitazione. 

L’ammalata, di anni 40, piuttosto pingue, e menstruata ab- 
bastanza regolarmente, ma sofferse negli anni precedenti due 
assalti artritici, dopo il secondo dei quali si era sviluppato un 
edema considerevole agli arti inferiori risoltosi lentamente con 
molti diuretici. Fece altresi uso di molto salicilato di soda che 
non fu ultimo coefficiente dell’affezione cardiaca riscontrata. Le 
orine erano scarse e rosse, torbide. Dopo pochi giorni si amman- 
sarono notevolmente tutti i fenomeni, provando una miglioria 
tale che non esito a manifestarla al suo ex-medico classico, il 
quale ne rimase molto meravigliato, ma specialmente perche la 
cliente era ricorsa alTomiopatia. 

L’immagine sintomatica oflferta dalTammalata concordava sif- 
fattamente con quella che riscontrasi nella patogenesi di aspa¬ 
ragus in rapporto coll’apparato cardiopolmonare che non vi 
poteva essere esitazione nel prescriverlo e la sola meraviglia per 
parte di un omiopatico sarebbe stata quella che il risultato non 
avesse corrisposto ; ma per fortuna questa meraviglia non ebbe 
luogo. 

Caltha palustris 3 a e 6 a . — B. Laura, d’anni7, bambina lin- 
fatica, con madre nevropatica e padre artritico, ebbe solo ad 
attraversare per lo passato la rosolia. Da tre giorni, per causa 
ignota, ma per supposta perfrigerazione si stava svolgendo un 


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8 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


enorme anasarca congiunto ad orina molto albuminosa e scarsa, 
si che fu facilmente stabilita una nefrite. II caso, grave per se, 
assumeva una data importanza includendo una non lieve respon- 
sabilita per parte mia, essendo la piccola ammalata nipote ad un 
dottore classico. Trattavasi di agire non solo abilmente, ma 
eziandio in modo pronto, che altrimenti la cura sarebbe passata 
a quella eomune, la quale poi si riduce a bagni e dieta lattea. 

Non istaro a ripetere i sintomi che combaciavano affatto colla 
patogenesi, a dir vero molto incompleta, del rimedio sopradetto 
e che ciascuno puo leggere per avere un’immagine dello stato 
riscontrato nella bambina, quindi prescrissi Callha paluslris, che 
ripetuta piu volte basto da se sola a dissipare l’anasarca e ridurre 
l’affezione renale alio stato normale essendo scomparsa affatto 
l’albumina, ed aumentata la secrezione orinaria, ancorche si ese- 
guissero quotidianamente due bagni a vapore nella camera stessa 
della piccina. 

Pulsatilla 6*. — Nell’artrite blennorragica. Non trattasi qui 
di caso singolare, ma di conferma della superiority delTomiopatia 
anche quando siamo di fronte a malattie provocate da miasmi o 
virus di specifica natura. Fra le tristi sequele o complicazioni 
dell’infezione blennorragica si riscontra spesso Tartrite al gi- 
nocchio od al piede o ad ambidue. II caso presente riflette un 
giovinotto gi& sofferente di gonorrea e quindi ridotta e soppressa 
coi soliti mezzi astringenti. Frattanto venne colpito da grave 
infiammazione al piede sinistro e quindi al ginocchio dello stesso 
lato con notevole versamento. Mezereum giovo alquanto, ma 
solo sotto l’azione di Pulsatilla si corresse prontamente l’affe- 
zione locale, senza emendare completamente il vizio costituzio- 
nale, perocche in seguito si manifesto una molteplice adenite 
inguinale destra, finalmente risolta mediante Iodura 3 a . 

Dott. G. Bonino. 


CLINICA DELL’ OSPEDALETTO 


N. Luigi, d’anni 30, cuoco, padre di quattro figli. Nel gen- 
tilizio troviamo che il padre fu soggetto a sciatiche ed a reuma- 
tismi articolari facilmente recidivanti. Non ebbe mai malattie 
veneree ne sitilitiche; sofferse pero gia anni sono poliartrite, la 
quale si ripete due mesi fa assumendo fin dal principio un carat- 
tere migrante. Inizio la cura con salicilato di soda ad alte dosi 
prima per bocca, in seguito per via rettale; uso pure fenacetina, 
antipirina, colchico, ecc., sempre con risultato negativo; infine, 
come ultimo espediente, ricorse all’ omiopatia. Fu trasportato 
all’Ospedaletto con tutte le cautele possibili, non tollerando le sue 
articolazioni il piu leve contatto ; il peso stesso delle coperture 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


9 


del letto gli arrecavano dolori vivi, tanto che si dovette ricorrere 
ad archi perche le tenessero sollevate. 

Stato presente. — L’aspetto dell’ammalato e buono malgrado 
i due mesi di degenza e non dirnostra segni di deperimento tranne 
un accentuato pallore. Nel letto tiene la posizione supina e non 
puo fare alcun movimento se non aiutato da altra persona. Tutte 
le articolazioni, piu o meno, sono colpite comprese quelle dei 
mascellari, diraodoche gli riesce difficile e doloroso aprire la 
bocca per nutrirsi. I dolori si fanno piu vivi ora in un’articola- 
zione ora in un’altra, e questi dolori cambiano posto anche ogni 
tre o quattro ore; solo il ginocchio sinistro e un po' tumefatto; 
la febbre e quasi mancante; al cuore si ascolta un leggero soffio 
mitralico che pero non arreca disturbo alTammalato. Gli viene 
somministrato Puls. 

Durante la notte persistettero vivi i dolori sempre vaganti: 
non pote dormire. Continua Puls. 

Notti sempre insonni; i movimenti sono piu liberi, anzi ha bi- 
sogno di muoversi e di cainbiare posizione. Si prescrive Rhus. tox. 

Nella notte pote prender sonno. i dolori tendono sempre piu 
a diminuire ; le articolazioni dei mascellari sono completamente 
libere. Ripetesi Rhus. tox. 

Continua il miglioramento ; muove liberamente tutte le arti¬ 
colazioni tranne quella della spalla sinistra. Continuasi Rhus. tox. 

Persiste dolore ad un ginocchio con leggera tumefazione. 
Iodoform. 

Scomparso anche il dolore al ginocchio; residuo indolenti- 
mento in tutte le giunture. Kali hydryod 

Esce dall’ospedale sette giorni dopo il suo ingresso, conti- 
nuando per qualche giorno ancora Kali hydryod. che fini per 
liberarlo completamente dai suoi dolori. 

A. Leonilda, d’anni 3 e mezzo; ebbe gia altra volta asoffrire 
di angina difterica, la quale ebbe un decorso molto benigno; 
nessun’altra malattia di rilievo. Da qualche giorno comincio ad 
avvertire un malessere generale, cefalea, febbre ed un senso di 
disagio nella deglutizione con arrossamento delle retrofauci. Ben 
presto i sintomi s’aggravarono, la respirazione divenne difficile; 
fu fatto venire un medico che le pratico una iniezione di siero 
anti-difterico; cio malgrado aggravandosi lo stato della piccola 
inferma ci fu portata all’Ospedaletto. 

Stato presente. — All’esame dell’ammalata si riscontra ben 
conservato lo stato generale di nutrizione, mancano segni di 
depressione. L’ispezione della gola riesce difficile non permet- 
tendo la bambina le si introduca in bocca un abbassa-lingua; si 
riesce nondimeno a constatare che all’interno dei pilastri si sono 
gia formati intonachi bianco-grigiastri molto aderenti alia mu¬ 
cosa; queste pseudo-membrane si estendono alia parete posteriore 


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l’oMIOPATJA IN ITALIA 


del faringe ed alia laringe dando luogo ad una grave difficoltA 
nel respiro e ad una tosse croupale: la febbre e quasi mancante. 
Le si prescrive: Mercur. cyan. 4* Iritur . e Bromum o piu 
propriamente acqua bromata all’l per mille, sempre preparata di 
fresco ; questi rimedi li prende alternati in modo che le vengano 
date due dosi di seguito di Mercur cyan, e poi una di Bromum; 
di piu le si fa prendere qualche cucchiaio di latte caldo. 

Durante la notte ebbe accessi di soffocazione che si ripete- 
rono nella giornata; verso sera la gola tende a tumefarsi e si 
fa piu dolente: le vengono prescritti in aggiunta ai rimedi ina- 
lazioni di vapor d’acqua e applicazioni calde alia gola. 

Essendosi, durante la giornata ripetuti gli accessi di soffo¬ 
cazione si prepara Toccorrente per una eventuale tracheotomia. 
Si continuano Merc. cyan, e Brom. e applicazioni calde. 

Nella notte non ebbe piu senso di soffocazione, riposo al- 
quanto; in un accesso di tosse riusci ad espellere un pezzo di 
pseudo-membrana sanguinolente, il respiro si fa piu libero. 
Medesimo trattamento. 

II miglioramento si fa pin accentuato; colla tosse, che va 
sempre diminuendo, espettoro un nuovo pezzo di pseudo-mem¬ 
brana, il respiro si fa sempre piu libero. Continua Merc. cyan. 
a dosi piu diradate; sospendesi Brom. 

Nella notte riposo senza piu risentire disagio di sorta; e 
ritornato Tappetito; nella gola sono scomparse del tutto le 
pseudo-membrane residuando un leggero arrossamento della 
mucosa. Si sospende il rimedio. 

Comincia a deglutire liberamente, le si permette una pappa 
e due il giorno dopo. 

Nove giorni dopo la sua entrata nelTOspedaletto ne usciva 
perfettamente guarita. Dott. G. V. Raba.joli 

Assistente. 


DIA(iN( >ST DIFFKREXZ1ALK 

DEI RIMEDI OMIOPATICI NELL’ EPILESSIA 

pel Dottor Dewey (1) 


Calcarea carbonica. — La cura degli epilettici deve infor- 
marsi alia discrasia fondamentale che, se non in tutti, certa- 
mente nella massima parte dei casi si presenta. Questo rimedio 
colla sua mancante assimilazione calcare, caratteristica della 
rachite, tubercolosi, rilassatezza muscolare e quale si manifesta 

(1) Gi giunge opportuno questo scritto, che togliamo dal 1’ AUg. homeop. 
Zeitung nel num. 1-2 del corrente semestre, dacclie esso si trova nel pro- 
gramma del prossimo Gonvegno. 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


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in bambini con tardiva ossificazione delle fontanelle e denti- 
zione, spesso sari indicato per iniziare il trattamento. 

La stanchezza torpida di giorno, nonche il sudore al capo 
ed alle mani sono valide indicazioni per questo farmaco, che 
soventi nella pratica si e mostrato efficace. Un epilettico, che 
vive sempre nella paura di un accesso , inclina a segregarsi 
dalla societa, diventa malinconico e senza tregua e preoccu- 
pato del suo male ed ivi appunto sorge l’indicazione di cal- 
carea. La sua ansieti, il cardiopalmo, la spaventevolezza, lo 
scoraggiamento, l’irritazione, la lability della memoria, la per- 
dita della coscienza, la vertigine e le convulsion! accennano 
complessivamente a questo farmaco. 

Nell’epilessia svoltasi in seguito a spavento, a soppressione 
d’inveterata dermatosi od abuso sessuale sard spesso utilmente 
invocata ed in tali casi farassi seguire a sulphur. 

L'aura puo partire dal plesso solare e salire quasi ondata, 
oppure dall’epigastrio dirigersi all’utero ed alle estremita in- 
feriori. 

Calcarea ha come sulphur la sensazione come se un sorcio 
prima delT accesso percorresse il braccio dal basso all’alto. 

Causticum si accosta a calcarea ed e indicato nell’epilessia 
collegata con disordini menstruali o se insorge nella puberta 
(nelle masturbatrici ?). 

Bufo rana. — L’epilessia da spavento, masturbazione od 
eccessi venerei trovera spesso il suo rimedio in Bufo. L’aura 
parte dalla sfera genitale; anche durante il coito il paziente 
puo essere coito da violenti spasmi; in altri casi per contro 
l’aura parte dall’epigastrio. 

Prima degli accessi il malato e assai eccitato, esprime 
incoerenti sciocchezze, sale facilmente in collera. Specialmente 
nella forma d’origine sessuale Bufo si e mostrato giovevole, 
come pure nei bambini il capo dei quali si rovescia durante la crisi. 

Bufo, noce vomica, silicea e calcarea hanno un’aura che 
muove dal plesso solare. 

Cuprum metallicum. — Consta che questo metallo in dose 
venefica promuove accessi epilettici; questo riflette in ispecie 
1’etA infantile. 

Le convulsioni partono dal capo, ancorche sembri che 
l’aura, protratta, parta dall’epigastrio. Merce la lunga durata 
dell’aura la coscienza non si smarrisce immediatamente ed il 
paziente avverte lo spasmo delle dita delle mani e dei piedi 
primache smarrisca la coscienza. Le labbra, anzi la faccia si fa 
violacea, i globi oculari si muovono in giro, formasi la schiuma 
alia bocca e sopravvengono forti contrazioni dei muscoli fles- 
sori. Gli accessi vengono con uno stridente grido e sono somma- 
mente violenti e lunghi. Conviene pure all’epilessia notturna, se 
gli accessi si ripetono in periodi regolari come nei menstrui, e 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


questo farmaco puo eziandio convenire negli spasmi compagni 
alia dentizione e nella retrocessione di esantemi. 

Qui pure trova posto: 

Argentum nitricum oaratterizzato dalla dilatazione pupil- 
lare per 4-5 giorni priraa dell’accesso e dalla irrequietezza e da 
tremito, dopo il medesimo. Giova nell’epilessia collegata con 
dismenorrea o da spavento, se coesiste quelTaura. 

L’accesso puo essere richiamato da patemi d’animo : l’indi- 
viduo e abbattuto, facilmente sfiduciato e spaventevole. 

CEnanthe crocata. — Probabilmente non evvi nella nostra 
materia medica un farmaco che offra dell’epilessia un’immagine 
pih esatta dell’oenanthe. II suo uso in questa malattia venne intro- 
dotto dalla clinica, ma lo studio del veneficio di oenanthe dimostra 
chiaramente che in dati casi l’indicazione poggia sulla legge dei 
simili. I sintomi piu attend!bili sono in generate: perdita com- 
pleta, repentina della coscienza, faccia gonfia, livida, schiuma 
alia bocca, pupille dilatate od irregolari, convulsioni, trismo ed 
estremitA fredde. 

II dott. Tallcott, medico nel manicomio di Middletown, rias- 
sume le sue esperienze su questo rimedio nel seguente modo. 

1. Gli accessi si riducono del 40 al 50 %; 

2. Le convulsioni sono meno intense; 

3. Vi e minor agitazione maniacale prima dell’accesso ; 

4. Minore insonnia, stupidita ed apatia dopo gli accessi; 
inoltre lo stato di abbattimento scompare piu presto ; 

5. Gli ammalati trattati con oenanthe diventano meno 
eccitabili, meno diffidenti e biasimatori; 

6. La vigilanza sui pazienti e piu facile. 

II dott. Dewey puo per propria esperienza confermare il 
beneficio di questo rimedio nel controllo degli accessi ed a suo 
avviso agisce meglio nella 3 a e 6 a diluzione che in tintura madre. 

Artemisia vulgaris e stata altresi giovevole nelTepilessia da 
spavento o daaltro patema d’animo, ove gli accessi si susseguono, 
cosi pure nel piccolo male ove l’ammalato rimane inconscio solo 
per alcuni minuti continuando nelle proprie occupazioni, come se 
nulla fosse avvenuto. 

Kali bromatum non sta in rapporto omiopatico colT epi- 
lessia. La scuola classica Tadopera in grandi dosi ed e cosa rara 
il subentrare alia sua cura senza riscontrare alcuni sintomi medi- 
camentosi da bromuri. Esso non e curativo, ma solo palliativo, 
non colpisce il male, bensi l’accesso, modificandolo, trattenen- 
dolo, ma il protratto suo uso e nocivo senza contestazione. 
Ottunde I’intelletto ed accelera Tidiotismo. 

Camphora come profilattico agisce meglio del bromuro, 
abbrevia e scema l’intensiti degli accessi, includendo i sintomi 
caratteristici di un*epilessia. Camphora, nux vomica e zincum 
sono antidoti dell’abuso del bromuro. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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Silicea. — Sta pure fra i piu validi sussidi nelTepilessia. 
L’aura parte pure dal plesso solare (v. Bufo, nux vomica). Gli 
accessi stanno in correlazione con certe fasi lunari (novi- e pleni- 
lunio) e sono determinati da sforzi intellettuali o patemi d’animo; 
epilessia notturna; senso di freddo prima dell’accesso ed un caldo 
sudore dopo lo stesso sono pure caratteristici; fra le indicazioni 
di Silicea si notano una eccessiva sensivita nella parte superiore 
del midollo spinale e nel midollo allungato, come un esaurimento 
nervoso. Gli accessi coincidono col novilunio. Silicea conviene nei 
casi inveterati dopo calcarea; merita attenzione il freddo dal lato 
sinistro del corpo prima dell’accesso. 

Nux vomica. — Conviene ai casi di eccessiva azione riflessa, 
ad es., in seguito ad un’indigestione. L’aura incomincia nel plesso 
solare; uno dei sintomi caratteristici e la sensazione di formicolio 
alia faccia. Non essendo la perdita di coscienza sintomo di questo 
farmaco, non puo esercitare un’azione idiopatica nell’epilessia. 

Le diluzioni medie ed alte sono piu adatte per la forma del- 
l'epilessia, quale si presta a nux vomica. 

Plumbum include in ordine all’epilessia le seguenti indica¬ 
zioni: peso delle gambe prima dell’accesso, specie di paralisi 
dopo. La malattia e causata da sclerosi o tumori del cervello; la 
coscienza ritorna lentamente dopo la crisi; aggiungasi per questa 
forma cronica la costipazione d’alvo e dolori nel ventre. 

Secale e raccoinandato nelle convulsioni repentine e ripeten- 
tisi prontamente con subitanea prostrazione delle forze e paralisi 
dei nervi spinali. 

Cicuta virosa e indicata nella immediata rigidita delle parti, 
seguita da scosse e violenti contorcimenti, cui subentra una 
straordinaria prostrazione, quale solamente si osserva da chi - 
ninum arsenicosum , cui spetta uno spasmo tonico, nnnovato dal 
tatto, analogamente a strychninum , ma in cicuta si aggiunge la 
perdita della coscienza, esprimendo cosi meglio il carattere del- 
l’epilessia. Al che aggiungiamo una grave oppressione di petto, 
trismo, faccia di colore rosso-cupo, schiuma alia bocca ed episto- 
tono. La facolta di riflesso e meno accentuata in cicuta che in 
strychninum. Sono altresi sintomi di cicuta: occhi fissi e diretti 
ad un punto, tremito prima e dopo gli accessi, ed una singolare 
sensazione nel capo prima degli accessi. Bayes indica gli spasmi 
muscolari come sintomo indicante cuprum in modo eccezionale. 

Sulphur . Come calcarea e rimedio costituzionale, massime 
nella diatesi scrofolosa. Come quella conviene negli eccessi ses- 
suali o nella soppressione di dermatosi. Gli accessi sono accom- 
pagnati da grande esaurimento; spesso si osserva la disposizione 
a cadere sul fianco sinistro. Adattasi alle forme croniche, mas¬ 
sime nei fanciulli coi sintomi noti &\ sulphur. Al pari di psoricum , 
giova come rimedio intercorrente in corso di trattamento. (E pur 
bene di iniziare la cura con questo rimedio. R.). 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


Hyoscyamus. Scosse e fame esagerata precedono l’accesso, 
indi schiuma alia bocca e morsicatura della lingua. La causa ri- 
siede spesso in un grande spavento, gli accessi si collegano con 
allucinazioni auditive e visive. 

Stramonium . Ha epilessia da spavento, perdita subitanea 
della coscienza, moti scuotenti del capo al lato destro e rotanti 
del braccio sinistro; ha paura dell’oscuritd e teme di trovarsi 
solo, al rovescio di belladonna; ha un contegno meticoloso 
estremo. 

Belladonna. E rimedio pei casi recenti ed acuti, con predo- 
minio dei sintomi cerebrali, rossezza della faccia e coi segni di 
eccitazione cerebrals, massime nella giovanile etk. Esiste un’aura 
come se un sorcio scorresse lungo un’estremitd od un calore par- 
tisse dallo stomaco, con allucinazioni di vista e di udito; gli spa- 
simi incominciano di preferenza ad un braccio e si estendono alia 
bocca, alia faccia ed agli occhi. Anche alropinnm , alcaloide di 
belladonna , si e mostrato efficace nella cura delTepilessia. 

Hydrocyani acidum. Si riferisce ai casi acuti, senza attri- 
buirgli un’azione specifica assoluta ad imitazione di Hughes. 
I casi relativi si distinguono per perdita della coscienza, retra- 
zione delle dita, trismo, schiuma alia bocca, deglutizione difficile, 
grande sonnolenzaed abbattimento dopo Taccesso. I bambini non 
amano i loro trastulli e sono indifferenti ad ogni cosa. 

Causticum . Adoperasi nel piccolo male, come pure se l’epi- 
lettico concide andando all’aria fresca, ma tosto si rialza; gli 
accessi ricorrono specialmente nel novilunio. Adattasi all’epilessia 
catameniale, come pure se svolgesi durante la pubertA. Kafka 
adopera hepar nell’epilessia notturna; nei casi recenti e leggieri 
causticum e forse meglio indicato. 

II dott. GeorgeS. Martin di San Francisco aggiunge ai sopra- 
detti: 

Cypripedium nelle epilessie da esaurimento nervoso, come nei 
fanciulli eccitabili e di grande spirito. 

Amyl nitrit se mostrasi grave congestione cerebrale, intenso 
cardiopalmo, perdita della coscienza, con convellimenti dei mu- 
scoli facciali e delle estremita, sbadigli anche nelTincoscienza. 

Natrum sulphuricum nell’epilessia traumatica, negli spasmi 
insorti da lesioni al capo con commozione cerebrale, irregolari 
affatto nella loro manifestazione; l’ammalato e irritatissimo, de- 
sidera morire; dolore incessante nel capo, con grave fotofobia, 
esaurimento e debolezza. 

Zincum e indicato nell’epilessia da esaurimento cerebrale, 
come pure se gli accessi erompono durante una difficile denti- 
zione, il bambino e pallido, eccitabile, ritroso. 

B. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


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PARTE NON UFFICIALE 


NOTIZIE 


La batteriologia in deliquescenza. — Leggesi sotto questo titolo nel 
Minneapolis homeopathic Magazine (maggio corrente anno) un’intervista 
avuta col dott. Gibbes, che occupb per oltre 10 anni la cattedra di batterio¬ 
logia ad Ann Arbor, ed e ora ufficiale sanitario di Detroit. Egli contesta ai 
batterii la facolta produttrice delle malattie, ed in cio affermando non 
espone una semplice sua opinione, ma lo ritiene un fatto basato sopra 
esperimenti, cio£ inoculazioni di batterii eseguite sopra s£ stesso e senza il 
raenomo effetto. Ei dice non solo che l’intrigare un bacillo qui per una cosa, 
un altro \k per un’altra, £ cosa assurda e chimerica, ma altresi contesta il 
fatto, finora prodotto come prova della loro natura eziologica, che questi 
microorganismi patogenetici si trovino sempre presenti nella malattia. Egli 
aggiunge: “ ho praticate centinaia di autopsie di tubercolotici senza riscon- 
trare traccia di bacillo Il dott. Gibbes paga un giusto tributo all’universale 
dottrina della Germania, ma ne contesta la superiority. * Insegnai per lungo 
tempo, egli soggiunge, i pensieri di Koch,ma presentai fatti in virlu dei quali 
essi erano solo parole; non vi £ scienza germanica, essa £ universale. Le 
personali mie investigazioni mi convinsero che tutta la teoria tedesca pato- 
gena £ una chimera. In Germania le teorie di Koch sono ritenute per tali, 
mentre presso noi esse rappresentano fatti „. Tali parole per parte di un 
uomo si notevole sono certamente gravide di considerazioni. 

«■ 

# * 

Segno dei tempi. — Da Oakland presso S. Francisco di California, un 
collega ci manda un opuscolo riflettente l’Ospedale privato “ Fabiola „, 
diretto ed amministrato con tutte le moderne esigenze, ad uso di malati 
ricchi e poveri, il che non £ cosa sorprendente, trattandosi di una Society 
privata, indipendente dal Governo. 

Il fatto per6 che eccita la curiosity si £ lo spirito di cameratismo ivi 
regnante tra i sanitari, dacch£ gli omiopatici, in maggioranza, vanno a 
braccetto cogli allopatici, eclettici, specialisti chirurghi, ostetrici, ecc.; per 
modo che i clienti si trovano unicamente nell’imbarazzo della sceJta. 

* 

* * 

Da Perugia riceviamo il resoconto dell’esercizio 1897 riflettente il 
Collegio-Convitto per i figli orfani dei sanitari italiani. Da esso risulta che 
al presente sono sette quelli accolti ed aspettano altri compagni mediante 
una piu larga cooperazione per parte dei medici italiani edi altri fllantropi. 


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L’OMIOPATIA IX ITALIA 


* * 

Finalmente i resti mortali di Samuele Hahnemann, per opera del 
Comitato istituito nel Congresso di Londra ed in particolare per lo zelo 
delJ’indefesso suo segretario dott. Cartier, furono trasportati dal cimitero 
Montmartre a quello di Pere-Lachaise ed ivi aspettano che la gratitudine 
umana loro elevi un degno monumento da inaugurarsi in occasione del 
Congresso internazionale omiopatico che avr& luogo nel 1900. Spetta ora a 
tutti i seguaci della dottrina Hahnemanniana attestare l’ammirazione e la 
gratitudine ad un tanto uomo, parteeipando nella maggiore misura possibile 
alia sottoscrizione aperta a tale scopo. 

11 Comitato delPIstituto s’incarica di buon grado di raccogliere le adesioni 
le quali dovranno chiudersi entro quesfanno perche il Comitato interna¬ 
zionale possa aver norma nella erezione della tomba. 


BIBLIOGEAFIA 


Secondo la promessa fatta nel precedente fascicolo, soddisfacciamo il 
dovere di ritornare sulla pubblicazione fatta sottoil patronato della Society 
francese di Omiopatia, per cura dei farmacisti Ecalle, Delpech e Peuvrier 
e collaborazione dei dottori L6on Simon e Marco Jousset, vogliamo dire 
della Farmacopea Omiopatica francese. Questa segna senza dubbio un 
miglioramento in ordine alle farmacopee che finora erano usitate, sia per 
chiarezza delle norme generali, sia per i caratteri di ciascuna sostanza, 
importando assai poco che i farmaci siano partiti secondo i tre regni della 
natura a vece di essere esposti per ordine alfabetico. Ci permettano per 
altro i benemeriti autori queste poche domande. Perche non estesero 1’eccel- 
lente loro lavoro almeno a tutti i rimedi contemplati neWEnciclopedia di 
Allen, trattandosi di opera nuova, alia quale non dovevano apportare osta- 
colo alcuni fogli in piu di stainpa? Perche di molti rimedi esiste il nome 
corrispondente nelle principali lingue e manca di altriV Perche in alcuni 
farmaci sono menzionati i nomi di alcune malattie ove sono adoperati, che 
a nostro debole avviso sarebbe meglio tacere per evitare equivoci, mentre 
in altri non si fa menzione? Ed ora un desiderio, che cio6 la Societa fran¬ 
cese d 1 Omiopatia metta all’ordine del giorno del prossimo Congresso 
internazionale a Parigi « L’adozione e compilazione di una Farmacopea 
omiopatica internazionale latina , sulla guida della quale ciascuna nazione 
faccia la propria traduzione, perocche in tal modo i preparati saranno 
identici nella rispettiva azione 


Stamperia delPUnione Tip.-Editrice. — Torino. 


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■ ( 

(Prof. (Tcmmaso GigliaruO 


IL TABACCO 

GIUOOATO DULL' ESPERIEMZA 



* 


copie non firmate dalV Autore sono apocrife 


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I 

Cuiusvis hominis eat errare, 
nulliua nisi insipientis in errare 
perseverare. 

Cicerone, Philippica 12. cap. 2. 


Signori lettori, 


Fnmai 35 anni; smisi perchA l’esperienza me lo impose 
reiteratamente; sorivo col desiderio che Yoi mi possiate dar 
torto; allorchS, esaminati i sintomi — che qai pubblico or- 
dinati secondo le singole regioni del corpo — possiate dirmi, 
con la massima scrupolositA, che nessnno ne abbiate mai 
sofferto, o ne soffriate nella Yostra persona. 

Non voglio meritare, intanto, la taocia di fantastico, 
ripetendo solo osservazioni ed esperienze proprie. Invece, ri¬ 
pe tendo ordinatamente i fenomeni che, nella letteratura me- 
dica, osservarono, sperimentarono e pubblicarono ben 300 
medici, pii o meno rinomatissimi, voglio rendere qnesto la- 
Yoro assolutamente insospettabile. 


Digitized Dy VJ 


oogle- 




Enumero, prima, tutti gli autori, olassificandoli secondo 
il modo e la forma con cni uaarono il tabacco,. ed assegno a 
ciascuno di essi an namero speciale; poi, riordinando i sin¬ 
tomi, ripe to il namero riferentesi al relative autore. 

Un cenno storico brevissimo, con qualch' esperienza ge¬ 
nerals, non mi A sembrato inutile, come introduzione al la- 
voro; parimente an paragrafo sintetico, in ultimo, sari indi- 
spensabile per compendiare i sintomi in rapporto alle prin- 
cipali funzioni della ^ita, e per porre in evidenza il loro corso, 
acuto, cronico, continuo o ricorrente, facilitando cosl la mente 
a ritenere la parte sostanziale del lavoro; giacchA la parte 
analitica, secondo le singole regioni anatomiche, se agevola, 
oosa principalissima cbe io mi propongo, la pronta ricerca 
dei sintomi e il paragone di essi con quelli, che si osservano 
in an dato caso, stanca se vaolsi ritenere esattamente a me- 
moria e valersene per intraprendere lo studio sperimentale 
del tabacco nei singoli casi, clinicamente parlando. 

Garissimi lettori, se mai abbiate giA l’abitudine del ta¬ 
bacco e non sappiate smetterla, perche vi sembri poco seria 
1* umilissima, per quanto dolorosa, mia esperienza e quella 
degli altri medici che citerA, allora, quantunque gli esperi- 
menti vanno fatti jpiii sagli animali che sugli uomini, io 
non saprei consigliarvi di meglio che essere, ancora per poco, 
martiri della scienza sperimentale ratificando bene e meglio 
i fatti. 

Fumate, ciecate e fiutate pure, finchA, in una parola, 
aumentate il vizio a tal segno che i fenomeni del tabacco — 
battezzati per effetti di cose innocenti e molt® volte indi- 
spenBabili alia vita — divengano eloquentemente convinoenti 
e perstsasivi; ed allora non sarA io che consiglierA la retta 
via, na voi stessi, similia similibus ..., vi emenderete, forse 
un po* tardi, dal vizo funesto ed esiziale. 

L’ignorante A ostinato nel vizio; e si spiega fino ad un 
certo panto con la legge della consuetudine, che nei circoli 




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olimpici, rapptesenta tanta parte nelle bestie ammaestrate ; 
ma non si comprende l’ostinazione, per dio! fino al sacrifizio 
di sd stesso, nolle persone intelligent! e sennate, le quali y 
per giunta, col pessimo esempio suggestionano i piii giovani. 

€ Fnma il medico di casa; fiuta, e come..,,! il maestro; 
fama il parroco, fnma e fiuta il giudice, dunque.... fumo 
anche io » —• cosl rispondevo, giovinetto, alia mia buona 
mamma, che sfolgorante d’ ira e di dolcezza, ad un tempo, 
mi colmava di vituperii, e mi rincorreva per la oasa, allorche, 
eludendo la sua affettuosa vigilanza, sperinlfcntavo le prime 
boccate di fumo, piii di erba secca che di tabacco. 

Ora la sua immagine mi aleggia intorno soddisfatta, e 
parmi che il suo ricordo, per quanto desti in me un senti¬ 
ment® di profonda tristezza, mi conforti a sp&rare che, se 
non tutte, almeno alcune madri curipo di tener lontani i loro 
figliuoli dal vizio riprovevole del fumo. 

Gli ammonimenti materni, anche quando si credono in- 
giusti o dovuti a superstizione, o ad ignoranza, lasciano 
nell’animo una impronta indelebile: si serbano come un Quito 
oarissimo al Sacro affetto, fon cui le madri, anche se igno- 
ranti, parlano da sapienti; anche se inesperte, sono preveg- 
genti; anche se ignare delle dure prove della vita, divert 
gono positive. ' 

La donna, cui stupidamente si contrasta la luce del 
sapere temendo di omi z Aar l a , il che & assurdo, ha uno 
apostolato, non compreso abbas tanza, per concorrere a salvare 
la moralita pubblica dai flutti tempestosi che si ergono fu¬ 
riosi per 8ommergerla. 

Ella, quando non & degenerata, ha il sentimentp del 
bene cosl profondo, per quanto non si e lasciato sopraffare, 
in molti secoli, dalla universale suggestione dell’ alcool e 
del tabacco, contro i quali si & sempre ribellata » ed £ la- 
soiata — mono eccezioni, forse talvolta nobili si, ma ugual- 


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mente biasimevoli—immacolata dall’alcoolismo e, particolar- 
raente, dal nicotinismo. 

Invece nelle accaderaie, nelle assemblee, nei sacri ritrovi 
e, sopratutto, nelle scuole — oggi sterili di affetto e di mis- 
sione, per quanto ricche di carriere e di fiscalismo — nomini 
eminenti per dottrina e per altri meriti anoora, mentre go- 
dono la fiducia del pubblico, V autorita ed il plauso delle 
leggi del civile' consorzio, inquinati e lordi di tabacco , si 
ribellano , avvelenandosi, alia legge suprema della natura , 
quella della propria e dell’ altrui salute: salus populi 
suprema lex. 

Essi per suggestione, la quale tanto d piii potente per 
quanto pift rauove da posti elevati, spingono la gioventh f 
meglio che alio sviluppo fisico, raccomandato dalle autoriti 
scolastiche, in preda ad un veleno, che prima di uccidere il 
corpo, imbecillisce, smemora ed abbrutisce. 

Concludo, miei carissimi lettori, col porvi sotto occhio 
che la pazzia, la delinquenza, le malattie cardiache e cere* 
brali, le digestioni lente e non pochi mali gravissimi sono 
piiL frequenti negli uomini che ifelle donne, in maggioranza 
quasi assoluta, generalmente lontane dall’ uso e dall’ abuso 
del tabacco. 

Sappiano i giovani cKe, se, per inconsciente imitazione, 
seguono i vecchi nella insidie del vizio, non sono fatti per 
ripetere il passato, che nessuna legge storica sa far rivivere, 
ma per guardare e vivere nell’avvenire. Scevri di allucina- 
zioni, gagliardi di mente ed infervorati di sentimenti pu- 
rissimi, de*bbono saper essere maestri di sd stessi: expe- 
rientia docet. 

Il conoscere ed operare il bene, ove i vecchi fecero e 
fanno male, incarna la vera idea della giovinezza, il prin- 
cipio del? progresso, la voce potente della natura e V umile 
mio desiderio. 


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CENNO STORICO 

Nel 1493 la prima notizia del tabacco giunse in Eu- 
ropa per mezzo di Cristofaro Colombo, che vide gY indigen i 
di Guanahani fumare tabacco awolto in foglie di granturco. 

Frate Romano Pane, che Cristofaro Colombo lascid in 
Haiti, scrisse nna memoria sulla pianta del tabacco; memoria 
che invid a Pietro Marty Angeleria, ohe fn poi Gran 
Priore Capitolare di Granata. Questi introdusse la pianta in 
Ispagna nel 1511 ; ove ebbe il nome di Erba del 
Gran Priore. (1) 

Nel 1525, la pianta fu esattamente descritta da Gonza¬ 
les Fernandes de Oviedo y Valdes, Vicerfe di S. Domingo. 

Pih tardi il medico e botanico spagnuolo Nicolao Me- 
nares, nella descrizione delle Indie Occidental, pnbblicata 
nel 1571, esalti la potenza sanitaria (?) del tabacco, che pre¬ 
sto divenne pianta miracolosa, una panacea addirittnra! * 

Giovanni Nicot, ambasciatore di Caterina dei Medici, 
alia Corte di Lisbona, si procurd ed invid, per il primo, i 
semi di tabacco in Francia, esaltandone le virtu. 

La pianta ebbe buona accoglienza dalla Regina, onde 
venne chiamata Erba della Regina, ed anche Erba 
dell’Ambasciatore. Il nome poi di Nicotiana V ebbe 
da Linneo , in onore di Nicot. 

Conrad Gessner fu il primo a fare conoscere il tabacco 
in Germania. 

(1) Taluni fan no derivare il nome di tabacco, dalla parola tabacos 
che gl'indigeni davano alle canne traforate, per le quali aspiravano 
il fumo. 

Altri credono che derivi dal nome dato alle foglie di granturco 
che formavano l’invilnppo esterno dei rdtoli di tabacco secco, che gli 
indigeni fumavano; altri finalmente che eeao derivi dal nome dell’isola 
di Tabago, o dalla provincia dl Tabasco dell'Amenea Centrale. 


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II fiatare tabacco ebbe origine in Francia, sotto Fran- 
sesco II, figlio di Caterina dei Medici, e contemporaneamente 
surse in Ispagna una fabbrica di tabacco da fiuto. 

Nel 1636, alcuni sacerdoti Spagnoli introdusaero a Kotna 
il fiutare tabacco, che ebbe il soprannome di Erba Santal 
Non ci e male, anche i veleni hanno la loro santita! 

L’uso del fiutare attird lo sdegno di Papa Urbano VIII* 
ohe, rari nantetl pubblicd una bolla, ritirata solo nel 1724, 
dicesi, dietro pratiche dei Gesniti. 

Nel 1657, i Yeneziani diedero in appalto la fabbricazione 
e la vendita del tabacco da fiuto. Chi sa se la loro caduta 
non fosse dovuta alle allucinazioni del tabacco, credendosi 
piu fdrti di quelli che realmente non erano! 

Il fumare fu introdotto in Europa da marinai Spagnnoli 
ed Inglesi. I primi Y introdussero in Ispagna dalle Indie 
Occidental, verso la meti del XVI secolo; i secondi, nel 
1576, in Inghilterxa, dalla Virginia; ove sembra che il fu- 
mare sia stata in uso da tempo remotissimo. 

GP indigeni stimavano sacrifizio , degno del sommo 
Spirito e del Sole, allucinarsi con Tuso del tabacco! Allor* 
che Walter Baleigh visits la Virginia, la cultura del tabao- 
oo era estesa generalmente. 

Verso la fine del XVI secolo si fumava da per tutto 
e nelle Indie. Le autoritA secolari e spirituali si affaticaro- 
no inutilmente a porre argine al vizio invadente. 

Nel 1622, il fumare fu introdotto dai soldati inglesi ed 
Olandesi nella Germania Occident^e, donde si esteae sul 
resto del territorio, durante la guerra dei trent* anni. 

Giacomo I d’ Inghilterra impose, pel primo, dazii ele- 
vati sul tabacco. 

Nel 1616, il tabacco venne coltivato in Olanda, e verso 
il 1659 in Inghilterra e in Germania. 

Il ciccare ( masticare ) tabacco & invenzione della 



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— 9 


oolta Europa, che ha dimostrato, in questo case, essere al 
diflotto dei selvaggi di America, che, prima di essere visitati 
dagli Europei, fnmavano solamente. 

Nella prima met& del XIX secolo , in Europa, era 
proibito ii fumare in pubblica via. In Parigi ed in vane 
citti della Germania furono fondati, pei fumatori, ritrovi 
speciali chiamati tabagies, tabakscollegien. 

Dal 1848, il fumare fa liberamente concesso a tutti. 

Chi orederebbe che nel secolo XIX, orgoglioso di mas- 
sime igieniche e di benessere civile, si ottenebri la mente e 
si avveleni ancora il corpo col tabacco? 

Gli Europe! che fumano, che fiutano e che masticano, non 
cose innocenti, ma tabacco da mane a sera, deridono poi i 
Botocntos della « Sierra do Mar » nel Brasile , che masti- 
,cano l’Argilla, gli Otomachi per simile abitudine, i Malesi 
ohe masticaDo il Betel, e i Cinesi che masticano e fumano 
l’Oppio e la Canape indiana l 

Sarebbe somma ventura per l’umanita, se la deplorate 
abitudini del tabacco non pervertissero due affermazioni di¬ 
vine dell* uomo: il carattere e la coscienza di se stesso 1 
• \ 

11 Dottor N. Caprara di Civitacampomarano, mio amiois- 
simo, mi ha favoqto varie osservazioni, che pubblico inte- 
gralmente: 

€ Se si prende una lucertola di massima grandezza e le 
« si toglie buon pezzo della coda e sul moncone si strofina tre 
€ o quattro volte 1* estremiti di un sigaro masticato; dopo 
€ 25 a 30 secondi, si osserveranno scosse tetaniche conse- 
c outive fino a non poterle contare, con morte in 5 minuti 

€ I gatti, respirando il fumo del tabacco, diventano di 
« una ferocia inaudita. 

* Il Bodio, applicando una sola goccia di olio empireu- 
« matico di tabacco sulla lingua d* un gatto v lo uccideva 
€ in pochi secondi. 



— 10 — 


4 II nostro Redi, in pochi minuti, nccideva nna vipera 
« introdncendole in una ferita nna fiiaccica imbevuta di detto 
4 olio. (1) 

€ Ad un cane feci ingoiare, ravvolto in pasta e for- 
« rnaggio, nn mozzicone di sigaro masticato ; dopo 35 mi- 
« nuti comincid ad agitarsi, a muoversi e a non trocar ri- 
€ peso: dopo 60 minuti era in preda ad un* ansia indicibile, 

< ululava, guaiva, portava le zainbe al collo; con gli oc- 
« chi lagrimosi parea cercasse soccorso, il cuore batteva cele- 
4 ramente. 

4 Dopo poco, vomitA nn liqnido giallo oscuro, indi sven- 

< ne e rimase con debole respirazione, tanto che io lo cre- 
« detti in fine di vita. 

€ Resti in tale state due ore, avendo grande sete. Per 
« dne giomi non toeeb cibo, bewe perd copiosamente. 

€ Si trascin6 parecchi giorni per la casa, mangiando 
« pochissimo e ci voile piA di nn raese per riaverlo sano. 

4 Notai stitichezza, emissione di nrina a spizzioo ed in- 
4 volontaria emissione di sperma. 

€ A. Arena parla di nn caporale del genio che a v e v a 
4 s a 1 a t e da vivere cento a n n i, e che mori 
4 in dodici ore, malgrado i p i A pronti soc- 
€ c o r 8 i, per aver ingoiata la gromma tabaccosa di nna 
4 vecchia pipa. 

« Nessnn veleno insidia V organismo tanto dolcemente 
4 quanto il tabacco, al quale si avvicina Solamente la Can* 
4 nabis indica, Esso inebetisce il sistema nervoso 
€ e poi lo paralizza. 

4 Gli altri veleni coi loro effetti gi^vi iinmediati de- 
4 stano allarme; invece il tabacco alletta, attira, s f imme- 

(1) Si vuole che gl Y indigeni dell’Araerica curino i morsi dei ser- 
denti velenoai con compresse di foglie di tabacco bagnate neiPacqaa- 
vite. 


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— 11 — 


4 desfrna nelle nostra abitudini e, dopo un tempo abbastanza 
€ lungo, si smaschera con gravi fenoraeni venefici. Chi lascia 
€ il tabacco pud, a tempo, certamente guarime; chi perd & 

€ stato profondamente avvelenato risentiri sempre qualche 
4 effetto del nicotioismo. Dato la diversity dell’ organismo 
4 nmano (et&, sesso, condizione sociale, modo di vivere, co- 
4 stituzione, mali creditarii) V azione tossica del tabacco 
4 esplica sintomi proteiformi e composti, questi ultimi si 
4 yerificano piiX negli individui che, per combattere gli ef- 
4 fetti deiravvelenamento avanzato, abusano di caffe e de- 
4 gli alcoolici. 

4 Ho osservato anche alcune abitudini e circostanze 
4 peculiari in fumatori ostinati, di coloro che sono, ciod 
4 avvelenati dal tabacco e non vogliono intendere la fac- ' 
4 cenda. 

4 Vi ha chi, tra costoro, non pu6 fumare a digiuno la 
4 mattina; chi cambia sigari; chi li spegne torcendoli; chi 
4 li accende in modo particolare; chi usa una specie di boc- 
4 chino invece di un’ altra; chi preferisce pipe turche a quelle 
4 napoletane; chi bagna sigaro e tabacco spesso in caffS o 
4 in rhum sempre con la falsa idea— allucinazione tabac- 
4 comane — di trasformare la nicotina in un balsamo salu- 
4 tarissimo!!! 

4 Questi tali, e specialmente quell i, che si inghiottano 
4 la saliva inquinata di nicotina, perch£ credono pernicio- 
4 so lo sputarla, mi fanno P effetto di quegli infermi che 
4 credono trovare refrigerio mutando posizione nel letto, 

4 mentre il male non dipende dal lato sul quale giacciono. 

4 Aciditi, inappetenza, emorroidi, malesseri inqualifi- 
4 cabili, desiderio smodato di bere acqua, spesso dolori vi- 
4 scerali, svogliatezza di lavovare e di studiare, ebetismo, 

4 vomiti mattutini, lauguidezza di stomaco, tremore delle 
4 mani, mancate erezioni, polluzioni, paralisi della yescica, 

4 cardiopalmo, perdita della memoria, susurri nell’orecchie, 




- 12 - 


« debolez 2 & visiva fino alia ceciti, debolezza delle gambe, 
« piedi freddi eco. eco. sono fenomeni che si addebitano, da 
< chi ne soffre, a tutt* altro che all" avvelenamento per ta- 
« bacco. 

« Nelle cliniche si presentaqo uomini quadrat i, 
€ i quali si lagnano spesso di uno o piu delle sofferenze 
« accennate, e se il medico proibisce loro l’uso del tabacco, 
€ lo guardano trasognati deridendolo magari intemamente, 
« non credendo affatto che sia il tabacco causa del loro male, 
€ e persistono musulmanamente nel vizio riprovevole ! » 

Boumier narra nelT « Illustrirte Welt > 1889, le se- 
guenti cose: Due chilogrammi di came di bue furono ta- 
gliati in fette sottili ed esposte al famo di tabacco per 
qualche tempo. La came acquistd un colore oscuro ed un 
gusto particolare , nauseante ed acre : fu data ad un cane 
robusto, che la rifiut6 appena annasata, e, solo, dopo che 
parfe della came tagliuzzata fu impastata con mica di pane y 
ne mangid. Trascorsi appena una ventina di minuti, il cane 
mostrd grande inquietitudine, si rotolava per terra, si lec- 
cava il ventre, si torceva girando su s6 stesso, si lamentava, 
e, dopo forte convulsioni, morl: 

Un pezzo di prosciutto fu esposto alFazione del fumo 
di tabacco ed arrostito. La cozione mascher6 il gusto acre, 
ma non tolse nulla all’azione tossica, poichd uu cane, che 
ne mangid, ebbe immediatamente colica fortissima: 

Una bistecca mezzo cruda e sanguinolente assorbe le 
sostanze tossiche del fumo con la massima facility. Il bat* 
tere, tritare o pestare la carne, la rende pii atta ad assor- 
bire il veleno, tan to, che pochi 8 buffi di fumo sono bastanti 
a dare alia came tritata — preparata per fame salciccia — 
un gusto pronunziato di bmciaticcio: 

. 11 8ucco di came si avvelena lo stesso, esposto per poco 
tempo in ambiente affumicato. Poche goceie di succo di came 
di vitella inquinate dal fumo — an che diluite — injettate 


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— 13 — 

sotto la pelle di an coniglio lo ferero morire in brevissimo 
tempo: * 

Fra ttttti i prodotti alimentari la carne ba la massima 
facility di assorbire il fumo di tabacco. Le fragole ed i lam- 
poni sono resi inservibili messi a contatto col fnmo: 

Se le stanze nelle quali si fnma t i mobili, le portiere, 
i tappeti, i parati acquistano an odore specials, e tenace- 
mente lo oonservano per lungo tempo; se i nostri abiti si 
impregnano di poco gradito odore, quando freqaentiamo caffS 
e locali ove si fama: si pn6 facilmente comprendere che i 
cibi esposti, senza veruna cautela, in trattoria ed altrove, 
airazione del famo del tabacco, debbano per forza a quistare 
tutte le quality tossiche del fumo.... Cbi sa quanti mediei. 
abbencbft esperti nell’arte loro, chiamati al lotto di aloani 
ammalati, non sappiano darsi ragione della causa della ma~ 
lattia, non sapendola addebitare alia Nicotina, propinata sotto 
forma insidiosa 1 


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Analisi Chimica 


II tabacco e nna pianta notoriamente ‘velenosa. Se ne 
contano 50 specie — che prendono nomi differenti, ora dalle 
regioni in cni si coltivano, ora dalle manifatture che subi- 
8 cono ed ora dagli nsi. 

Vale la pena rilevare i principii chimici che ne oom- 
pongono la natura, e si ridncono, per ogni diecimila parti, 
ai seguenti: 


Nicotina parti 6,0 

Nicozianina » 1,0 

Estratto amaro » 281,0 

Gomma impnra > 114,0 

Besina verde » 26,1 

Albumina » 26,0 

Sostanza glutinosa > 104,0 

Acido malico » 51,8 

Malato d’ammoniaca» 12,0 


Cloruro potassico parti 6,9 

Oitrato » > 9,5 

Solfato » > 4,8 

Fosfato calcico » 16,6 

Malato » ^ 24,2 

Silice > 8,8 

Fibra legnosa > 496,0 

Am ido e fecola, traccie 

Acqua di vegetazione » 8808,0 


La conclnsione dell’analisi d qnesta, che in ogni cinque 
grapimi di tabacco si contengono 3 milligrammi di Nicotina, 
Molte di queste sostanze, per sd stesse , son velenose; 
ma solo la Nicotina vale per tutte, poichd d, senza dubbio, 
uno dei piA potenti veleni, che, in piccolissime dosi, riesce 
mortale, avendo una sicura analogia colla Cicutina e con 
I’Acido prcuisico. 

In Italia si consumano 18 milioni di chilogrammi di 
tabacco all* anno, il che vuol dire 1080 chilogrammi di Ni¬ 
cotina, quanto basta, per lo meno, a rendere l’aria poco sa- 
lubre! 


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— 15 — 


* 


Preparazione. — Tintura dalle foglie. 

Antidoti: 

Per il vomito, Ipecac uana: 

Per le conseguenze del masticare, Arsenicum: 

Per i sintomi gastrici, speoialmente dope fumato la mat* 
tina, Nux vomica: 

Per la palpitazione, Phosphorus: 

Per il singhiozzo, 1 g n a t i a, Pulsatilla: 

Per 1* odontalgia, Clamatis erecta: 

Per la prosopalgia facciale destra, con nevrosi cronica e 
dippepsia, Sepia: I 

Per I* impotenza, Lycopodium: 

Per gli spasmi con sudore freddo, dopo eccepsivo fu- 
mare, Vino. 

llPlantago major ha spesso cagionato avversione 
al fumare; e la Cicuta virosa al masticare. — G iouta 
virosa e Quassia si usano per combattere gli effetti 
seoondarii deli’astinenza e quelli deiravvelenamento cronico. 

Oltre il Plantago A buona tener d’occhio il Ly- 
copodium e il Carbo vegetabilis, per Tavver- 
sione al fumo che producono. 

Il Crescione acquatico ( Nasturtium officinale, 
Sysimbrium Nasturtium) & ottimo vegetale da raccomandare 
come antidoto del tabacco. 

Le frequenti abluzioni della persona, con acqtta fresca, 
nettano la cute dal fetore del tabacco, favoriscano la traapi* 
razione e.secondano la eliminazione del veleno.: 

Tutti questi mezzi, per6, non basjtano, se manca la yo- 
lonti ferma a sottrarsi daU’avvelenamento jprogressivo con- 
tinuo o ricorrente —■ sia in forma acuta, che in forma cro- 
nioa — del tabacco. 


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113 M. Beau non prec. Medico fumatore. Med. Circ.,Agosto 27-1862 e Brit. 

Journ. of Horn. 1862, p. 685. 

114 » » Mereante fumatore di sigaret. detto 

115 » » Sessantacinquenne vegeto ej 

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Eflfetti del masticare ed annasare contemporaneamente 

188 Kinstok-Charleston non prec,| Donna di 26 anni che da 6 

anni mastic, ed annasava.jMed. Journ. 18£0, p. 450. 

189 Cigliano » jEffetti riscontrati in molti. j 


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N. B. — Molti di questi esperimenti (oltre i miei) della presente statistica sono stati riportati nell’Encyclopedia 
of pure M. Medica di Allen e in non pochi autori ancora; ma moltissimi ne potrebbe aggiungere il lettore, scegliendo 
tra le sue conoscenze, i casi di coloro, che usano il tabacco e soffrono, se non tutti, in gran parte, i sintomi che andro 
esponendo. 



Capo I. 


Assorbimento. — L’ assorbimento si effettua per le vie 
digestive colla saliva , per le vie respiratorie coll’ aria in- 
spirata, per le superficie mucose con V uso del tabacco in 
soluzione , in vapori, in polveri e in qualsiasi altro rnodo. 

II tabacco sulle vie digestive agisce immediatamente , 
e col tempo produce dispepsia, disturbi addominali e atonia 
degl’intestini; sulle vie respiratorie, perturbazioni catarrali 
ed asmatiche; sulla circolazione, intermittenza ed aritmia dei 
battiti cardiaci, e t non raramente, angina pectoris. 

L’a/.ione tossica non si limita solamente agli organi e 
funzioni accennate, raa si estende anche al sistema nervoso, 
con tremore nmscolare, nevralgie, convulsioni epilettiformi 
e, spesso, paralisi, specialmente della vista. 

Le facolti intellettuali, specialmente la memoria, 90(1) 
sono colpite 

11 sistema trofico e lo scambio animale sono anche ber- 
saglio di gravi perturbainenti, tra cui il pih terribile & il 
cancro dei fumatoril 

In generate, gli organi ed i tessuti, che, nei singoli sog- 
getti, sono- i pih esercitati, sono i pii colpiti, 94. 

Il tabacco, se attacca i centri trofici del cervello, produce, 
talvolta, polisarcia, 94 : primo stadio deiravvelenamento-163. 

Capo II. 

CERVELLO 

AMucinaziont' — Disordini intellettuali serii manifests- 

(i) I numeri intercalati nelP esposizione dei sintomi corrispondono a 
queUi della statistics a pag. x6 e seg. 


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— 33 — 


tisi 23 volte , 145 - specialmente camminando e viaggiando 
prendendo orientazioni erronee 163, 16, 46, 187 : si crede 
di camminare in dietro, mentre si va in avanti, transitando di 
sera in carrozza, dopo parecchie ore di ferrovia e di furao, 163. 

Cantare . — durante V intera giornata ( una donna nel 
tredicesimo giorno) 2 - in pubblica via, 164 c. 

Coma .—30, 01, 88,158. Un bambino giace comatoso con 
gli occhi mezzo chiusi, sguardo stralunato, pupille dilatate, 
tretnore violento delle mambra, respiro accelerato, batticuore, 
pulsazione delle carotidi , sete estretna, sudori con estremi 
freddi e collasso ( dopo 24 ore ) 34. Cadere in coma e mo* 
rire , 47. Stato comatoso sollevato dall’ essere chiamato ad 
alta voce e dalTessere srosso, seguito da grande eccitabiliti 
gridando: oh testa mia! oh testa mia!.. asciugandosi la fronte 
si guarda attorno stranamente con aspetto di chi soffre il 
delirium tremens , 175. 

Stato comatoso, preceduto d’afasia, in attacchi ricorrenti 
come di apoplessia, in un tabaccaio che guari solo cambiando 
mestiere, 163. 

Comprensione. % — fugacemente confusa, 7 - anche in un 
ambiente inquinato da fumo, 102. 

Coscienza. — completamente perduta 10 , 175 ; perduta 
momentaneamente gridando, che i fumatori vadano via dalla 
camera e cho nessuno fumi, perclie il fumo toglie il respiro; 
poi si parla incoerente intorno a progetti ed eventi della 
t vita, con occhi aperti e stralunati: poco dopo ritorna la co¬ 
scienza, 15. 

Cadere al suolo senza coscienza, con respiro arrestato e 
polsi quasi impercettibili, 33. 

Sconoscere le persone vicine, comprendendo solo se in- 
terloquito, ma si risponde, a stento, parole intelligibili, 16. 

Delirio. — tranquillo mormorando e brontolando a se 
stesso, 16 : spesso si parla solo, 16, 163, 164 e 164 6. 

Un saeerdote di 56 anni, professore di lettere, gran fu- 


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31 — 


matore fin dalla fanciullezza, e gran bevitore di caffi (per 
combattere, seeondo la maggioranza, 1’ azione dal tabacco) 
principib a parlare solo. Dopo qualche tempo si credeva in 
compagnia di esseri saprannaturali, e parlava rispettosamente 
con Dio, sdegnosameute col demonio. S’ imponeva digiuni e 
penitenze per peccati imrnaginarii. Celebrando la inessa si 
inteneriva fino alle profuse lagrime. Provava gioia grande 
ad isolarsi per intrattenersi coll'Eterno Padre. Negli ultimi 
tempi non fumava che mozziconi in pipe corte e sporche, e 
mangiava sostan/.e di difficilissima digestione: fu trovato 
morto su di una sedia, fulminato da sincope, dopo una pi- 
pa ta, 164 b. 

Un altro sacerdote di 55 anni,di salute florida ma acca- 
nito fumatore , senza altra causa degna di considerazione, 
diede di volta, mettendosi a salmodiare in pubblica via, 
come se fosse nelle sue funzioni; fu giudicato affetto da pa- 
ralisi cerebrale; smesso il fumo, guari. Inutile parlare di pa- 
ralisi cerebrale, perche da due anni & calmo esercitando la 
sua raissione - 164 c. 

Un uomo a 36 anni soffriva da due anni di tendenza 
al suicidio, pianto facile e a r asia quasi* completa. Fu giu¬ 
dicato affetto da paralisi progressiva da illustri medici, ma 
consigliatogli la cura contro V avvelenamento da tabacco , 
guari in due inesi - 163. 

Dimenticare. — facilmente cid che si vuol dire - 94, 
163, 164, 179, 184, 187. 

Esaltazione . — del cervello con copiosa fluidity d’ idee 
per tutta la notte, volendo intraprendere cento imprese, senza 
menarne a fine alcnna — seguita da malessere e stanchezza 
la mattina, 70, 164, 163. 

Favella . —• incomprensibile, 50 - impossibile, 14 - diffi¬ 
cile, 116, 137 - poco spedita, mendicando la parola, 164 a. 
Ammutire 47. Balbutire frequenter non si trovano parole cor- 
rispondenti alle idee che si vogliono manifestare 163, 16 


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— 35 — 


Perdita ricorrente della favella in an tabaccaio, 163 - in un 
giovane trentenne e 'in un uomo di 50 anni che gnarirono 
smettendo l’uso del tabacco. 

Gioia. — immensa e porlantina per intossicazione (pri- 
mo giorno) 1. 

Gravezza. — con pressione sulla radice del naso ed alle 
orecchie come ae fo8aero otturate;8tri8ce lutninose e tremolanti 
nel campo visivo, e spesso si veggono per met4 gli oggetti; 
fiuta nel giorno copiosamente per solleticare lo starnuto onde 
sturarsi il naso e le orecchie, ma invece soffre stringimento 
di gola e toase stizzosa; con permanente debolezza di nervi, 
tremore alle gain be e alle roani; fuma due sigari al giorno 
e i mozziconi di essi li mescola con spuntature per fumare 
la pipa ogni mattina, onde sollecitare la defecazione 1 In 
un tipografo di anni trentatrA che guarl completamente 
dopo pochi mesi di astinenza dal fumare e dal fiutare, 
(vizii che duravano da 12 anni) e praticaudo la cura con- 
tro il nicotinismo, 163. 

Idee . — confuse 37, 84 a,. 137 - fisse credeodo di essere 
in compagnia di esseri soprannaturali, 164 b. Si prova dif- 
ficolti a fissarle sopra un dato soggetto 164. 

Incoscienza. —completa con sonno apparenteraente quieto, 
178 - come in lipotimia 49 - da cadere al suolo, 18-con a- 
nastesia senza respirazione apparente, 32, 58. 

Intelligenza. Intossicazione completa 32, come per li- 
quori alcoolici 36, 94, 163 - osservata spesso, fumando tanto 
dopo colazione che dopo pranzo 164 - da porsi a let to come 
ubriaco 163. Torpore, ideality confusa e difettosa e mancanza 
di parole per esprimersi 70, 164. 

Memoria. —debole 92, 145, 163, 164, 167-specialmente in 
giovinetti 145, 163, 164 - perduta che si riacquista sospeso 
il fumo, senza che tomasse per6 alia primitiva lucidezza 
oh* era fenomenale 164 a. 

Mente. — ottusa 116 - da non poter concentrare i proprii 


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— 3G — 


pensieri (una donna nel quarto giorno). Difficolta di fis- 
sarla su qualsiasi soggetto per breve tempo che sia 137, 164. 

Incapacity a leggere e scrivere a lungo , 164 a. - Non 
si pud seguire a lungo un ragionamento sottile 164 - Stan- 
chezza della mente, 164. 

Riso . — frequente senza ragione 117, 164. Narrando o 
leggendo scene strazianti si ride 164 - In taiuni si finge 163. 

Sensazione . — di aver la testa stordita, 164 a, 163. 

Stupore .— 10, 11, 89, 96 - narcotico profondo 75 - alter¬ 
nate a strana eccitazione saltando dal letto, dicendo parole 
strane e folle, con movimenti convulsioni e spasmo dei mu- 
scoli facciali, 32. 

Tendenza . — a ripetere, come intercalare, parole sciocche 
che non connettano col senso del discorso , nei primi tempi 
dell'uso 164 - al soliloquio dopo il trentaseiesimo anno di uso, 
163, 164, 164 a, 164 h. 


TESTA 

Apoplessia. — frequente in chi usa tabacco 9, 29 ; le 
donne ne sono quasi immuni, 163. - Non ricordo casi di 
apoplessia che non fossero avvenuti in persone dedite al 
\tabacco, eccetto quelli secondarii di altri morbi, 163. 

Barcollamenio . — 13, 163, 164, 132, 185, 187,189,192— 
levatosi la mattina (settimo giorno) 2 - leggiero, come se le 
palpebre si chiudessero con ricorrente cefalea, 92 - stando in 
camera, 182. - Un fanciullo camminava come ubbriaco, 33. 

Cefalea. — svegliatosi, con pressione sul vertice ed alle 
tempie, che dura tutto il giorno (quarto giorno ) 2 - acuta 
e persistente, 88 - circoscritta sugli occhi, 157 - compressiva 
suH’occipite (terzo giorno) 2 - pressiva attorno agli occhi con 
vibrazioni aggravate dal camminare (dopo sera) 1 - pressiva 
sulFocchio destro nei pomeriggio (secondo giorno) 2 - pulsa- 
tfva, circoscritta alle tempie, 1 • per tre o quattro mesi, 92, 


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— 37 — 


163 — sopraorbitale, 92, con sudore alia fronte, pranzato, ag- 
gravata dal raoto, 88 — violenta, 31, 137 —violenta raa ti- 
rante sulla metk sinistra della fronte e sull’occhio sinistro, 
4 c — violenta ed istantanea da far gridare aiuto , seguita 
subito da vomito, 138 — come se le tempie fossero compresse, 
la sera, settimo e decimo giorno, 2 — con vertigine, 1 || — ag- 
gravata dalT inclinare il capo sul lato ammalato e dal va- 
riare del tempo, 46 ! — sollevata dall’aria aperta, 1, 164 (1). 
Varie cefalee, ribelli per mesi ed anni, guarite solo dopo 
sraesso l’uso del tabacco, 162. (2) 

Confusione 42, 43. 45, 46, 61. 

Congestions, 117 — fra capo e petto, 58 —con flusso di 
calore ai capo, primo giorno, 2. 

Contrattnra del capo indietro, accennando quasi all’opi- 
stotono, 89. 

Bolore dalla nuca al vertice, con senso di penosa in- 
cordatura del collo , specialmente a destra; aggravato dal 
moto , sollevato dal coricarsi o sdraiarsi; osservato special¬ 
mente la sera antecedente al cambiamento di tempo, da caldo 
in freddo, 164. 

Movimento tremulo, leggiero, dopo un quarto d’ora, 4 b. 

Oppressions come se tutto il mondo gravasse sul capo, 
con debolezza, 87. 

Pesantczaa — pranzato 1, 2, 164 —da non poter tenere 
diritto la testa, primo giorno, 1. 2 — curvandosi 14 — con 
stordimento, 137. 


(i) I vecclii, che soti'rono cefalea, vertigini ed oscurameuto di vista, si 
curano col tabacco, come rimedio similare, ma abusaudone, trasformano il 
rimedio in veleno, e dimostrano Passioma: Ogni droga, che richiama nnovi 
sintomi o aggrava quelli esistenti — b veleno. 

(a) Vedi febbre, per concomitance di sintomi. 

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— 38 - 


S ensaeione — dolorosa diffusa alia gola e nuea tirata 
indietro, 140 — come aura ascendente al capo, 171 — come 
flusso di sangue 98 — come punture, aleune profonde, diffuse 
al vertice ; terzo giorno, 2. 

S mania la notte con sonno interrotto e stanchezza la 
mattina, 192. 

Stordimento — barcollando, con prostrazione fisica, 4 a.— 
circoscritto all’occipite, 86. 

Tremore — forte scrivendo, 1G3 — generate della testa 
con grande eccitamento, come per intossicazione, 163 — in- 
termittente, specialmente fiutato, con moti nervosi delle pal- 
pebre, 182. 

Vcrtiginc. — annosa, simile a rotazione intorno all’asse 
trasversale del proprio corpo : la testa sembra al posto dei 
piedi e viceversa tanto da chiedere aiuto agli astanti per 
farsi raddrizzare, fumatore quarantenne, 163 — eccessiva da 
non poter levarsi, 66, dopo mezz’ora, secondo e quarto gior¬ 
no, 2 — frequente, a parossismo, 87 — leggiera che torna 
di frequente , camminando a passo spedito all’ aria aperta 
ed alzando il capo , avvertita dopo circa 20 anni di uso , 
164 -- osservata da tutti gli sperimentatori ed in tutte 
le forme |i — come intossicazione, primo e secondo gior- 
no, 2 - come per nuvole alia testa , 164 a — come per 
girare in un cerchio , con cefalea pressiva circoscritta alia 
fronte e alle tempie, 1 — come se la casa ed anche lo 
sperimentatore si muovessero in circolo , non si ha corag- 
gio di alzarsi dalla sedia per paura di barcollare , dopo 5 
minuti, 2 || — entrando in casa, dopo passeggiato allaperto, 
con nausea, conati di vomito ed eruttazioni — muovendosi, 
141, barcollare o cadere mentre ogni cosa sembra girare in 
un circolo, 180 — stando in piedi e sedutosi, quando non 
si resiste piii a camminare, in principio dell’uso del tabacco, 
192 — tentando levarsi, 59 |; — con cambiare frequenta- 
mente di posto; o flettere ed estendere gli arti, stando se- 


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— 39 — 


duto, 179 _ con qualche colica, 7 — con intossicazione 12 

— con nausea, quinto giorno, 2 — con pienezza di testa, 50, 
senza stability o equilibrio del corpo, 4 c. —con punture 
nelle dita e specialmente nel pollice, da stancare il braccio 
cbe regge il libro per leggere, 139 — con vedere ogni cosa 
muoversi da destra a sinistra e da sopra in sotto, e vice- 
versa, 87 |; — aggravata in camera calda e solleva all’a- 
perto, e si vomita il cibo preso a mezzodi, 1 — seguita da 
perdita di coscienza, 3; d’apoplessia preceduta, da doiore al 
calcagno, un anno prima, 163. 

Capelli. — Caduta , grattandosi la testa, 164 — pettinan- 
doli, quinto e sesto giorno, 2. Crescono in chi li comincia a 
perdere sospendendo V uso del tabacco, 164. Ruvidi e poco 
tenaci, 164. 

Capellizio. — Bruciore , seguito da formicolio con inappe- 
tenza e punture violenti degli orecchi, indi da freddo e tre- 
more, ottavo giorno, 2. Prurito violento, dimorando in ca¬ 
mera piena di fnmo di tabacco, 4. Sewso di volutti indefi- 
nibile nell' essere grattato la sera, pranzato, dopo varii 
anni di uso, 164* 

Front©. — Doiore pressivo 92, sulla fronte e radice del 
naso. 2 —• profondo in tutta la rtgione, 43. Fignoletti do- 
lorosissimi di esti, 163. Punture dalla fronte all’occipite, 
sollevate dall’aria libera: ritornano stando all’ impiedi e si 
guariscono ponendosi a giacere, secondo giorno, 2. 

Tempie. — C ontrazione pressiva , dopo un quarto d’ora, 
2; per dieci minuti, dopo 4 giorni, 2; alternativa tra pres- 
sione e punture, primo giorno, 2. Dolore } 92, tirante, pun* 
gente dalla tempia sinistra alia fronte e vertice, primo 
giorno, 2. Formicolio sulla tempia sinistra, secondo giorno, 
2. Pulsazioni forti delle arterie temporali, 70. Punture 
nella tempia sinistra, dopo due minuti , primo e secondo 
giorno, 2; sensibili, secoudo giorno, 2. 

Parietali. — Doiore pungente in un lato solo, diffuso al 


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— 40 — 


vertice, caminando rapidamente, primo giorno, 2 ; in ambo 
i lati come se fratturati, dopo 1 ora e mezzo , 2 ; a destra 
svegliandosi la mattina, sollevato dal levarsi, 2. P ressione 
a destra, mangiando, 1. P unture a sinistra, quinto giorno, 2. 

Occipite. — Dolore pressivo, diffuse alle tempie 40. 
P ressione, quarto e quinto giorno, 2. 

Vertice. — P ressione violenta, dopo tre minuti, 2 ; vio- 
lenta interna appena mangiato , primo giorno , 2; come di 
tavole sul vertice, primo giorno, 2; con punture ricorrenti, 2. 

OCCHI 

Addoloramento , come per lungo pianto, primo giorno, 1. 

Amaurosi, 96 — incipiente o ambliopia con intolleranza 
alia luce, specialmente bleu , vista peggiorata dalla piu leg- 
gera pressione sui globi, 92 (1) , 96 — completa preceduta 
ed accompagnata da gran cefalea occipito-frontale e seguita 
da meningite acuta e morte : in nn giovane ventiduenne , 
ciccatore e fumatore esimio dall* infanzia, 163. 

Aspetto dell’ occhio lievemente subitterico ed injetta- 
to, 163. 

Bruciore , leggendo la sera 4 a — con senso di freddo 
nell’ occhio, primo giorno, 2. 

Calore con lancinate dopo 5 minuti, ed al quinto gior¬ 
no, 2. 

Cecitd (2).Vi8ta—perduta, quasi completameute, per pochi 
minuti, verso sera e talora la mattina , come per un velo 


(1) Dai fumatori spesso si frega sui globi per snebbiare la vista dai 
ricorrenti fenomeni di ofTuscamento, fosforescen »a o indecisione di vista. 

(2) Leggesi nella Revue scientifique (Revue rose) 4 a Serie, Tome *, 
N. 22, i D6cembre 1894: c Les journaux australieng ont r^cemment se- 
gnale une epid^mie fort singuliere qui a suivi sur le chevaux occupant cer- 


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— 41 — 


innanzi agli occhi, aggravata dal fregarli, terzo giorno, 2, 
163, 176 — perduta a poco a poco nel solo occhio destro, 
seguita, dopo 20 anni. d’apoplessia fulminante, preceduta da 
un anno di vertigini, 163. 

Congiuntiviti. 98, 178. Occhi — chiusi, 61 — injettati di 
sangue, 88, 164 a — altamente injettati con vascolarita della 
cornea, che diviene quasi opaca, 50. Fondo dell* occhio nor- 
male; meno il disco ottico, che e piu largo ed irregolare di 
margine e la tessitura sembra bianca tendinea, 129. 

Diplopia. Fumato parte di un sigaro o masticato un po’ 
di tabacco si vede doppio, accusando una specie di confusione 
e d’indebolimento di vista, come se punti neri riempissero il 
campo visivo. Astenendosi dall’ uso ; per qualche tempo , la 
vista torna normale. Visione—doppia per gli oggetti lonta- 
ni, e non si possono divergere gli occhi su di essi, unica per 
gli oggetti vicini —• come se le persone circostanti aves- 
sero due nasi , quattr 1 occhi e due teste, V una soprapposta 

tains paturages sur les bords du Darling. Leur vue s’afTaiblissait graduelle- 
ment et : ls finissaient par arriver k la cccite complete en un laps de temps 
variant entre un et deux ans. Il semble que cettc Epidemic soit due k la 
consomm.'ition , par les chevaux, des feuilles de tabac indigene ( Nicotiaiia 
suaveolcns ). 

Mais pourquoi le mal s’est-il deve!opp& subitement ? Il parait que 
la plante n’ existait point auparavant dans ces paturages ; mais k cause 
d' un des d&bordements de la riviere Darling, qui est sujette k des crues 
considerables, des graines de ce Nicotiana, entraine par les eaux, d’un ni¬ 
veau plus clev6, auraient £te abandonees et auraient germ£. En tout cas la 
plante a fait son apparition peu de temps apres une innondation et le tran¬ 
sport de graines par la riviere est un fait d’occurence quotidienne, mainte 
fois signal^ et appuye par des faits indcniables, et l’epizootie ne s’est montre 
qu’ apres Introduction de la plante. 

c Le tabac determincrait done 1’ amblyopie chcz le cheval aussi bien 
que chez Phomme; et cette amblyopic chez Pun et l’autre est pent-&tre le 
seul signe d’intoxication, la sant6 demeuraut parfaite k tous autres egards. 
Deux chevaux aveugles ont pu en effet faire quelques 800 kilometres pour 
se rendre k la station v£terinaire. Leur eccite parait &tre incurable . » 


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— 42 — 


all’altra, 163— con disco ottico pallido, parzialmente atro- 
fizzato, 80, 185 — aggravata da liquori, anche in dosi mi- 
nime, 164. 

Dolore violento, lancinante, pungente solo nel globo e 
diffu8o alia regione temporale, con vasi distesi e pulsanti , 
aggravate dal moto, 4 d. — con fosforescenza guardando in- 
tensamente qualche cosa, secondo giorno, 2. 

Esoftalmo per debolezza dei retti interni, 78. 

Fotofobia , 164 a — chiusura spasmodica delle palpebre, 
3 (1)— con cornea arrossita, 178 — con contrazione delle 
pupille, 138—per puntura cd arrossimento circoscritto nella 
congiuntive, creduto effetto di tin colpo di vento, 163. 

Illusione varie dei colori: daltonismo, 163. 187. 

Ipermetropia leggiera non migliorata dalle lenti. Disco 
ottico pallido al margine temporale , nessun aitro cambia- 
mento. La convessita comeale e grandissima in ciascuno 
occbio , in tin occliio pulsazioni spontanee dei vasi. Vista 
destra, per le lettere di Jtiger, di 50 diottrie, solamente a 
20 piedi, 163. 

Lagrimazione , 107, 164 — cronica, ricorrente, maggiore 
a sinistra ed all’aria, 163—guardando fissamente, secondo 
giorno, 2. 

Miopia aumentata gradatamente. Durante 22 anni di uso 
del tabacco, dovetti cambiare ben 7 volti le lenti, aumen- 
tandone la forza. Prima di cominciare a fumare, a 15 
anni , leggevo e scrivevo, senza lenti, alia distanza di 16 
a 18 centimetri. Poco tempo prima di abbandonare l’uso del 
tabacco, a 39 anni, non potevo leggere e scrivere, senza 
lenti, che a 7 o 8 centimetri: coll’aiuto delle lenti arrivavo 
a leggere alia distanza di 20 centimetri; smisi il fumo, mi- 
gliorai di molto, 164. 

Occhiaxe nere e rosse, 66. 


(i) Per eccitabilita dell’orbicolare, maggiore dell’elcvatorc. 


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43 — 


Presbiopia aumentata, 120. 

Pressione nell’ occhio destro , diffusa all’ occipite, ottavo 
giorno, 2 — circoscritta nel globo, dopo due ore, 46 — mo- 
vetido entrambi gli occhi, 1, 43. 

Punturc nell’occhio sinistro, dopo pochi minuti, 4. 

Sensazione di capello nell’occhio destro, la sera, 14° gior¬ 
no, 2. 

S guardo —abbattuto, profondamente contratto nelle orbita 
senza splendore, 68; come se i globi fossero impiccioliti,32 (1). 

— disattento e pesante, 172 — fisso, 10 — rivolto in su, 66 

— 8cintillante, 32 — severo, 164 — stupido, 163 — stra- 
lunato, 16, 37, 156 — truce, 185, 176. 

S trabismo. Guardar guercio leggendo. 70. (2). 

Tensione dall’ocohio sinistro alia inascella superiore, pri- 
mo giorno, 1. 

Cornea offuscata coverta da muco, 178. 

Nervi ottici. Atrofia — il lato intemo di ciascuna papilla 
(disco ottico) 6 tut to bianco e non vascolare, il lato esterno 
6 pii rosso e piii vascolare del normale, 130 — bianca con 
aree allargate e margini definiti, 128 — bianco-grigia in 
numerosi casi osservati dal D. r Hutchinson — bianco-bleu in 
pochi casi, dall’esterno del disco, per lo pi(i, con forma defi- 
nita marginale e vasi ristretti; con congestione in altri pochi 
casi e retinite con bordi del disco indistinti. Il centro in 
alcuni casi & depresso ed atrofico. L’ occhio sinistro 6 quasi 
sempre affetto pih del destro, 164, 182. La vista si perde 
talvolta a gradi, talvolta rapidamente. Karamente il corso 
& incostante, chi si laraenta di fosforescenza, chi di nebbia 


(1) Per predomiuio delPorbicolare sugli elevatori. 

(2) Varie volte, specialmente la sera, Pocchio sinistro sembrava diver- 
gere in basso, 164. Lo strabismo b possibile nei figli dei tabaccomani? 163. 
Un ragazzino di 5 anni figlio di fumatore, accenna alio strabismo, 164. 



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— 44 — 


o velo; generalraente, tutti di vista indistinta. Col progresso 
dell* atrofia la pupilla si dilata e diviene insensibile alia 
luce; ed in alcuni casi ne consegue divergenza degli occhi, 
92. L’ iridite tebaica con bordi punteggiati £ concomitanza 
caratteristica, 163. 

Orbita. Galore , primo giorno, 2. Dolore sordo alia base, 
con occhi rossi, 107. P unture sull’occhio destro, diffuse al 
margine superiore esterno dal sopracciglio a quello interno, 
primo giorno, 2 — fino alle ossa dell’orbita, primo giorno, ?. 
S cnsazione di pressione profonda con debolezza degli occhi e 
vertigine, 1. 

Palpebr&.Contrazione spasmodica delle palpebre edei mas- 
sateri, con impossibility di aprire la bocca, 178; con dolore 
pungente nei globi, dopo 7 minuti, 2 ; con lagrimazione , 
primo girrno, 2. Granulazione 191. Movimenti quasi invo- 
lontarii, permanenti ( nictatio ) 4 b, 164. P rurito vioieu- 

to nell’ angolo interno destro, con bruciore , fregatosi, 
dopo mezz’ ora, 1. Torpore frequente, subito dopo una cic- 
ca di tabacco 152, fino alia paresi,163. Trasalimento delle 
palpebre superiori, dopo un’ ora, 4 b, 163. 

Pupille. Contrazione, 45, 46,109, 174— eccessiva all'oc- 
cliio destro, al sinistro di forma irregolare: entrambe insen- 
sibili alia luce, 98 —con poca sensibilita alia luce, 181 — 
Dilatasione , 19, 36, 66; pii dell’ ordinario all’approssimarsi 
della luce, 175 — completa, con insensibility alia candela, 
terzo giorno, 89 — considerevole con grande sensibility alia 
luce, 149 — grande con immobility, 60, 84 6. 176, 177 — 
irregolare, 89. Larghezza maggiore con attivi movimenti 
dell'iride, 130. 

Retina. Irritazione ed irritability variabile, alcune volte 
scotoma con visione nell’ oscurity , 78. I disturbi cagionati 


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— 45 — 


d&ll’ uso del tabacco non si distinguono da quelli dovuti a 
bevande alcooliche (1) 

Vista. Debole 1, 16, 164 d\ da poter leggere solo carat- 
teri di 7 cm., 128. — deteriorates da 12 mesi, il difetto e 
raaggiore per la luce viva (forse per scotoma centrale ); 
colie lenti si leggono solo giornali; la distanza visiva , 
non aiutata da lenti, era solo 40 diottrie a 15 piedi. (II 
disco ottico completamente pallido, senz’ altro cambiamento 
al lato esterno), 159 — errabonda per 6 settimane, poi torna 
normale in entrambi gli occhi, 118 — imperfetta da non poter 
vedere gli oggetti piccoli anclie vicini, 100 — indistinta con 
grande sensibilita per lo stimolo della luce, 96 a. — indebolita 
per 3 mesi, da lamentarsi, in particolar modo di vedere le 
cose nere ( probabilmente per scotoma centrale), 159; per 
6 anni una goccia cresceva in grandezza in mezzo a 
mosche volanti, innanzi all’ occhio destro , il cui disco ot¬ 
tico era interamente pallido sulla macchia gialla , 129 

— indistinta per alcuni minuti, 12° giorno, 2 — o/fesa , 118 

— offuscata come da muco, primo giorno, 2 — oscurata , 10: 
83, 164, specialmente guardando un oggetto bianco , 192 , 
180 — peggiorata progressivamente per 9 mesi da poter 
leggere parola a parola i tipi di corpo 18 e corpo 16, e ve¬ 
dere indistintamente gli oggetti vicini, 130 — scemata gra- 
dualmente , fino a non poter accudire ai proprii affari, 129 
-— sciupata gradatamente per cui lamentasi da tre anni a 
non trovare diletto agli spettacoli; stazionaria negli ultimi 
sei mesi. || — Visione senza lenti per tipi di corpo 18 delle 
lettere di Jager e non di 200 diottrie a 20 piedi. Pupille at 


(i) I sintomi del tabacco sono aggravati dagli atimolanti: chi non co^ 
nosce lo stordimento ed altri fenomeni dei tabacco mani, che si aggravano 
dopo il pasto da richiedere il riposo del letto ? Perb i fenomeni alcoolici 
durano meno di quelli dovuti al tabacco : si confonde spesso il nicotinismo 
coll’alcoolismo, il primo, a 50 anni, h pin disastroso del secondo. 


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— 46 — 


tive, la sinistra piii larga della destra. Anche le lenti forti 
sono poco vantaggiose, 45. II disco ottico 6 affatto pallido, 
maggiormente sulla maccliia gialta laterale, annebiamento 
della retina oirconvicina al disco, 160. 

Vedere macchie nere, 183 —punti neri, maggiori nel guar- 
darli, primo giorno, 2 — come cerchietti mobili guardando 
in campo illuminato , in un fumatore ostinato di sigarette, 
163. |1 Visione 1^0 , nulla a distanza: disco del nervo ot¬ 
tico piii bianco all’esterno che all’ interno. II campo visivo 
si oscura rapidamente, come se la persona, camminando, 
avesse innanzi agli occhi insetti alati; occhio sinistro piii 
afletto, 90; occhio destro congesto e talora gonfio con 
vista leggermente offuscata e vasi appariscenti, 92. 


ORECCHI 


Arross'unento , calore e bruciore, primo giorno, 2. 

Dolore interno, lavandosi i padiglioni, sesto giorno. 2. 

Laceratura dietro ed innanzi all’orecchio destro, secondo 
giorno. 1. 

Otiie cronica interna, con recrudescence dolorosissime, 
guarita sospeso il tabacco, in due casi, 163. 

Punture — dietro l’orecchio sinistro con confiore ed ar- 
rossimento, sesto giorno, 2. — intense. 2/ 3.® 4.° 5.° 6.° e 
9.° giorno, 2. 

Scosse — interne, udendo musica, quin to giorno, 1. — 
laceranti intorno e dentro l’orecchio destro, secondo giorno, 1. 

Sensazione — come se qualche cosa chiudesse gli orecchi 
secondo giorno; — chiusura degli orecchi , specialmente il 
destro, terzo e quarto giorno, 4 a. 

Udito , deboh 164 d — indistinto come se gli orecchi 
fossero otturati da bambagia 96 a —perduto a destra, con 


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catarro faringeo cronico cagionato dall’ ingoiare il fumo di 
sigarette in un giovane di 27 anni, 163 (1). 

Aleggiare neli* oreccbio destro ed anche al sinistro, 
primo giorno, 85. 

Fischio continuo, 164 a. 

Iperestesia cagionata dal parlar forte e dalla rausica , 
141, 164. 

Martellamento aggravato dal rumore e dall’ esporsi ai- 
l’aria libera, per varii giorni, 4 a. 

Bumori veementi, 157. 

Sensibilita al rumore anche leggiero, 153, 164. 

Soffi, 164; prolungati e forti in relazione col battito car- 
diaco, dormendo sull’orecchio sinistro, 164 a. 

Sordia non completa, ma udito durissimo, 176, special- 
men te nell’orecckio destro, 164. 

Susurri interni per parecchi giorni, specialmente la mat- 
tina, 4 a, 4 b; e pulsazioni cagionate dal piCi lieve rumo¬ 
re, 164. 


NASO 

Bruciore — istantaneo alia narice sinistra, dopo pochi 

giorni, 1-sotto il naso come da violenta corizza, decimo 

giorno, 2. 

Corizza fluente il l.° 2.° 4.° e 5.° giorno; secca il terzo, 
con intasamento il terzo ed ottavo giorno, 2 ; secca ed an- 
nosa, ricorrente, 179. 

Epistassi — frequente, 145 — con emottisi, 58. 

Formicolio nelle narici, quarto giorno, 2, 164. 

Freddo al naso che 6 anche umido, 56, 

Frifrire o zirlare per intasamento, nei fiutatori, 163. 


(i) £ questa un' altra raffinatezza del pervertiniento umano. Non ba- 
stava il solo furaare ! 


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— 48 — 


S colo, costante di muco acquoso, 164, a stillicidio nero,163. 

S ensazioni — di pressione e formicolio nella schneide- 
riana, 43 — di secchezza 1, 54. 

Starnutire frequente, seguito da testa piu leggiera, quarto 
giorno, 2 — Desiderio costante di starnutire. 

Ulceiazione 84 6, 

Odorato — acutissimo la mattina , secondo giorno , 2 — 
debolissimOy ma sensibile all’odore del vino; un bicehiere di 
vino provoca lo starnuto in camera e produce quasi ebbrez- 
za, 12 — diminuitOy terzo giorno, 2 — illuso sentendo l’o- 
dore speciale di carboni spenti, camminando la sera o all’o- 
scuro appoggiandosi ai mobili, avvertito qualclie volta anche 
di giorno. 164 a. — iperestetico specialraente per tabacco ed 
acqua di colonia 141. 


F AC C I A 

Aspetto cachetico ed anemico nei casi cronici, 118; rubi- 
condo, talora, nel primo periodo, 163. 

C ontrazione dei muscoli della faccia, come per apoples- 
sia, 16. Spasmo , cinico leggiero quasi in tutti i fumatori 
ostinati, pronunziato, talvolta, 163. 

Emaciazione , pallore ed aspetto stupido, 176, o terreo 
e verdognolo, 179. 

Espressione alterata , 107 — di lassezza ed esaurimento 
79 — severa, per contrazione dei muscoli facciaii, 164 
— stupida, 54, 71* 117 — trista, austera ed iudifferente 
ad ogni cosa 6, 9, 164. IT espressione del viso cbe ha rap- 
porto con i fenomeni cerebrali 6 stupida nei fiutatori; stor - 
dita nei fumatori; spiritata nei masticatori, 163, 179, 182,185. 

Gonfiare ed arrossimento, ricorrente 84 c., secondo periodo 
deH’avvelenamento, 103. 

Laceramenti violenti nelle ossa della faccia e nei denti, 
la sera, quinto giorno» 1. 



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4 




— 49 — 


Lineamenti malaticci e contratti, 156 — abbandonati 
184 — non espressivi, terzo giorno, 184. 

P allore 47, 49. 64, 106, 163, 164 — mortale 47, 49, 69 
106 » 192 — istantaneo , ricorrente da niesi, ron lividore 
delle labbra, con fenomeni di sincope, 174: simile sintomo 
comparve in un individuo trentenne, in seguito ad un im- 
peto di ira mal repressa, smesso ii furao, guari. 185 — con 
nausea 2, 164. 

P unlure nell’articolazione delle mandibole, ridendo, ter¬ 
zo giorno* 2. 

S ensazioni come se un brivido di morte attraversasse 
fugacemeute le ossa del viso, secondo ed ottavo giorno, 4 c . 

Tinta caratteristica variabile: — Bigia o cinereo-fosca 
tra la clorotica e la cachetica, 68: Giallo-verdognola tra l’a- 
neraica e la cachetica, piu tendente alia verdognola, inassime 
nei ciccatori o in chi fuma e cicca con fenomeni di alterata 
nutrizione dei tessuti, 179, 185: Grigio-pallida , 58: Pallida 
con fenomeni gastrici, con pelle fredda e sudore in principio 
o in chi eccede nel vizio, 163; pallido-terrea alternata a rossa 
54: Bameica cosparsa di profondo lividore 98: Bosso cupa 32: 
rosso-fosca , 32 : rosso-rub iconda in soggetti polisarcici e 
con gli anni diviene pallida, 163: rossa circoscritta alia sola 
guancia sinistra: segno cosl caratteristico che la moglie del 
sofferente conosceva da esso, con certezza, quando il marito 
aveva furaato raolto 147 (1). Swtorfo gialliccia simile a quella 
del carcinoma 69 : smorta pallida delle sole guance, 169. 

MASCELLE 

Abbandono della mascella inferiore 59, specialmente 
osservato tra vecchi fumatori e fiutatori, 163, 182. 

(1) Era forse tisico per azione del tabacco ? 


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— 50 — 


Contrazione della mascella inferiore, 32 — violenta, se- 
condo giorno, 1. 

Dolore — tensivo alle glandole sottomascellari e come se 
la mascella fosse immobile, il mezzogiorno 4 c. — tirante 
nell’angolo della mascella inferiore, ter/.o giorno, 2. 

LABBRA 

Anemia, 156. Escoriazione agli angoli, secondo e quarto 
giorno, 2. Lividore, 69. Pallore, 157. Buvidezza e secchezza del 
labbro superiore con bruciore, decimo giorno, 2. Screpolaturc 
dolorose > ottavo giorno* 2. Sensazione di allungamento > fu- 
rnato mezzo sigaro, 155. Trasalimento con trazione da un 
solo angolo, parlando speciaimente agitato, 163. 

13 0 C C A 

Alito con opprimente fetore di tabacco* 148. 

Bruciore nella bocca e gola* subito* 4 a, 4 &, 4 c t 4 d. 

Epitelioma in qualunque sede della bocca: cancro dei 
fumatori (1). Ne ho riscontrati 40 casi in fumatori eccessivi 
tra il 40° e 1’80° anno, tutti seguiti da morte, meno due gua- 
riti. Nessun caso osservai in persone non dedite al fumo. 
La tinta del viso & caratteristica 80 volte in 100 uomini : 


(i) Questa neoplasia, formata dalla proliferazione delle cellnle epite- 
liali , esordisce come piccola escrescenza o tumore, che b* ingrossa, Bi 
moltiplica e si svolge; o come semplice squama ( un poco consistente) del 
tessuto estemo, che presto si screpola e si covre di croste secche, sotto 
le quali 1 * ulcerazione si estende e si dilata. Predilige la bocca , V infcemo 
delle guance, le labbra, le gengive, ove trovasi esposta ad irritazioni di- 
rette pi\i o meno forti. Chi potrebbe affermare, parlando di tabaccomani, 
che tutte le altre forme di neoplasie, in altre sedi del corpo, non abbiano 
origine, o, per lo meno, non sieno aggravate dalla nicotina ? 


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— 51 — 


nessuna volta in 100 donne, 163. La media e 25 casi di can- 
cro 8U cento uoraini; 1, al inassimo 2, su 100 donne, e ci6 
perche esse non fumano eccessivamente, 65. E fuori dubbio 
che Pepiteiioma abbia la sua origine dall'azione del tabac- 
co, 96. 

Muco gialliccio 32 — tenace che si dev’ espellere fre- 
quentemente perch6 riempie la bocca» 1. 

Mucose. Flaccide e deboli, 164 a. Iperestesia grande* fino 
al faringe. Sembrano coperte di vernice, mentre sono gra- 
nulose ed aride, 154. La mucosa dell’ interno delle guance 
spesso si stacca, come sottile pellicola, 164. 

Saliva : aumentata 46: sputare spesso, 168. Salivazione 
costante, 88: profusa, 96. 

S apore acre per ogni cosa, terzo e sesto giorno, 2 — 
vinoso dopo bevuto acqua semplice, terzo giorno, 2 — a- 
marissimo, decimo giorno* 2 — come di olio rancido per 8 
giorni, aggravato un ora dopo fumato, sollevato dal man- 
giare e seguito dopo poche settimane da una macchia gialla, 
come lichene secco, che non si stacca col succhiaraento, e m, 
allarga e ripete sugli archi palatini: per aver fumato qual- 
che tempo piu deH’ordinario, 70. 

Schiuma dal la bocca, 30. 

SeccJiezza grande, 99— con sete violenta, 1, 69. 

Gengive. P allide e secche , 157. Sanguinano facilmente, 164, 
164 a. Tirature, quarto giorno, 2. 

Parola. Articolazione difficile leggendo, contrario all’ a- 
bitudine, primo giorno, 2,164. P arlare esitante, incerto, 148, 
incerto per mancanza di parole adatte , 169, inintelligibiie 
164 , 183. II paziente pu6 parlare solo a bassa voce ed in 
modo stentato , dolente di essere esausto, confuso di testa 
e di avere l’alito e sapore fetido di tabacco, 3. Potere della 
parola mancante, 59: afasia, 163. 


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LINGUA 


Colore — bianco secco, 60 — gialliccio con patina, 69 f 
rosso osCuro con secchezza , 83. 

Crosia nera, biancastra con secchezza ed arsura, terzo 
giorno, 184. 

Gusto cattivo , 157 — come di latte bruciato , 187 — 
insipido come da disturbi di stomaco, la mattina, 2, 40, 
146, 163, 164. Perdita del gusto con sensazioni, come se il 
dorso della lingua fosse coperto da tartaro di pipa, giorno 
e notte, misto a sensazione di cibo e bevanda, 140. 

Irritazione come da scottatura, 164, 164 a. 

Patina , 118 — glutinosa, dolcigna: la mattina, 164 — 
come leggiera membrana di battiloro, 84 c — giallo-bruna, 
densa . aderentissima e liscia , nonostante le papilie promi- 
nenti 106. 

Punture a mezzodl, 4 c. 

Secchezza della lingua e delle labbra, 1, 189. 

Sensazione di lingua gonfia parlando; si pronunziano le 
parole le une nell’ altre, dopo fumato mezzo sigaro in casa, 
155 — di lingua gonfia da sembrare maggiore della bocca, 
con gusto dolciastro indefinibile, alle 4 a. m. in istato di 
dormiveglia, avendo fumato meno dell’ordinario ii giorno e 
la sera precedente, 164. 

Tremore secchezza e rossore 183 — costante con tremore 
degli arti 183 — costante e pallore della lingua 59. 

Glandole sottolinguali gonfie dolorose al tatto esterno, ot- 
tavo giorno, 2. 


*• 


DENTI 


Battere deKdenti pel freddo la sera , quinto giorno, 2, 
sintomo che si riainovo frequentemente durante 1* uso 164. 


c 


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Torino-Roma - UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE - Milano-Napoli 


Dott. Luigi Sansoni 

Aluto della Cllnlca Medina general© ii Torino 
Docente di Patologia apeciale medica. 


CONTRIBUTO CLINICO 

ED ANATOMO-PATOLOGICO 

ALLO STUDIO DELLA 

6ERESI DELLITTERO GRAVE 


MEMORIA 

SCRITTA PER IL 

Coneorso al posto di Heilieo priraario dell’Ospedale Maggiore di Milano. 

» 

Solo nel 1842 l’attenzione dei Sanitari fu richiamata 
dal Dott. Rokitansky sopra la caratteristica lesione del 
fegato, alia quale corrispondeva un costante quadro sinto- 
matico costituito da fenomeni acuti e violenti; affezione 
a cui venne dato il nome di atrofia gialla acuta del fegato. 
— Molti studii videro la luce dopo d’allora suH’itlero 
grave; rimaneva tuttavia un capitolo oscuro della pato¬ 
logia, ed era quello che si riferisce all’eziologia e alia 
patologia deH’ittero grave: chi crede sia una infezione, chi 
una intossicazione. 

Col presente lavoro il Prof. Sansoni portd il suo con¬ 
tribute di studii, raccolti in molti anni di clinica sotto la 
direzione dell’illustre Bozzolo, alia ricerca dell’origine del 
male. Lo scopo della pubblicazione, destinata al coneorso 
per uno dei primi posti di Sanitario in Italia, pud rendere 
persuasi che la trattazione e degna di estimazione. 

Prezzo Lire 1,60 . 


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Torino-Roma - UNIONE TIPOGRAF1CO-EDITRICE - Napoli-Milano 


DAVIDE GIORDANO 

Chirurgo Primario all'Ospedale di Venezia 


COMPENDIO 

DI 

CHIRURGIA OPERATORS ITALIAWA 

Illustrate con molte incisioni intercalate nel testo 


(Estratto dal Janus , Amsterdam, Maggio-Giugno 1898, pag. 617). 

L’Auteur, premier chirurgien de fhopital de Veil iso, expose dans ce compendium, 
sous le rapport historico-scientifique, les methodes employees par les ltaliens dans le 
vaslc champ de la cliirurgie operatoirc. Dans l’ouvrage du professeur Giordano, une 
premiere partie sous le titre de «Generalites» traite des chapitres suivants: Anae- 
sthesie; h^mosUise; transfusion; tlif*rapeuli<pie ; organotherapie ; essai sur quelques 
medications d'infections speciales (pp. 1-65). La seconde partie « Cliirurgie des regions » 
debute (pp. 66-80) par lYtude de la trepanation du crane. 

Les arguments sont trails avec boaucoup d’eruditiou et de sens critique. Je citerai 
ici, comme exemple, le chapitre « Medications)), dans lequel fauteur met en evidence 
toute rimportance de f ouvrage celebre a De rara nmlicatione rulnerum » de Cdsar 
Magati, ou Ton trouve les principes dc tout ce qu’on a dit et fait depuis, pour jeter 
les fondements de la m£thode moderne du pansement des blessures. Le professeur 
Giordano mentioime les precurseurs de Magati, parrni lesquels il place Michel-Ange 
Biondi et le gi'and Fallope; il nous apprend ensuite rimportance de l’ouvrage de 
Magati, a travers le dix-huitiemc siecle, pendant lequel, le veritable guide de ferule 
llorentine, Ange Nannoni, Alt un brillant promoteur de la simplicity dans fart des 
pansements. Le programme de Nannoni se resuma dans la formule « Se defendre de 
fair». En attendant, le professeur Giordano fait remarquer que l’ecoie de Magati, 
soutenue par Nannoni, etait comply tee a notre epoque, par le chirurgien vlnitien, 
Titus Vanzetti, qui, avant que la grande revolution s’accomplit dans le champ chi— 
rurgieal, devina que la proprete et fhygiene Itaient le fondement de la thfrapie 
chirurgicale. Aux noms de ces grands ltaliens, le professeur Giordano ajoute celui 
de Beruardin Larglii de Ycrcelli, qui, des 1842, preconisa fusage du nitrate d’argent 
en cliirurgie. Avec la meme competence le professeur Giordano developpe les autres 
arguments. En meme temps qifil fait connaitre les livres anciens, il examine aussi, 
avec des details etendus, les ouvrages modemes de therapie chirurgicale publics en 
Italic. Le a Compendio di' Chiruryia Operatoria Italiana », dont le savant professeur 
Giordano a envoye une livraison au Janus , est en cours de publication. 11 fait partie 
d’un second appendice que foil public en addition a un grand traite de chirurgie 
edite a Turin. M. Del Gaizo (Naples). 

Si publdicano fascicoli di 48 pagine a Lire Una caduno. 

Pubblfcatf i primi due fascicoli. 


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Fascicolo XXXIV — <808 


L’OMIOPATIA 

11ST ITALIA 


ORGANO DELL’ ISTITUTO OMIOPATICO ITALIANO 


Jtegio Decreto gennaio 1880 



SOMMARIO. — Parte ufficiale: Istituto Omiopatico Italiano. Verbale della 
Seduta del Comitato fissata pel 12 novembre 1898 — Bilaneio preventivo per 
l'anno 1899 — Gomitato direttivo per Tanno 1899 — Elenco dei soci contribuenti 
per Tesercizio 1899 — Gonvegno dei Medici e Farmacisti omiopatici in Torino 
— Memoriali diversi. 

Parte non ufficiale: Bibliografia — Notizie. 


♦ 


TORINO 

ST AM PERI A DELL’UNIONE TIP.-EDITRICE 

33 — Via Carlo Alberto — 38 

1898 


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Grande Repertorio clinico omiopatico, del dolt. Tommaso 
Gigliano. 

Hygienic-medical Hand-Boock for Travellers in Italy, 

by G. Liberali M. D. 

Considerazioni sal Col&ra asiatico; sua profilassi e cura 
omiopatica, del dott. Vincenzo Liberali. 

lia dose omiopatica, del dott. Giovanni Urbanetti. 

Trattato di Terapeutica omiopatica. — Tre volumi — Versione 
con proemio ed aggiunte del dott. Giuseppe Bonino. 

Primi studi di materia medica secondo la legge del 
simili, del dott. Giuseppe Bonino. 

Uso famigliare dei rimedi omiopatici — Ricordo delVEspo - 
sizione Generale di Torino del 1898 — del dott. Giuseppe Bonino. 

La ragione di quest’ultima pubblicazione, come leggesi a pag. 12 della 
Introduzione , risponde ad un bisogno espresso sovente e da molti, che ser- 
bano la loro convinzione nella superiority definitiva e quindi la fiducia nel 
trattamento omiopatico. In essa le malattie accessibili ai mezzi di un 
profano formano oggetto precipuo e piti diffuso; ma non sono escluse le 
malattie richiedenti il sanitario con un ricordo dei farmaci solitamente 
adoperati. 


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PARTE UFFICIALE 





ISTITUTO OMIOPATICO ITALIAN0 


Verbale della seduta del Comitato flssata pel 12 novembre 
nella Sala della Farmaoia, alle ore 14,30. 

Sono intervenuti i Signori: Wenner cav. Emilio, Presidente 
Onorario; Bottino dott. Crisanto, Vice-Presidente; Ferreri 
De Gubernatis marchese Carlo e Ue Mezzi cav. ing. Cesare, 
Censori; Morozzo di Bianze marchese Filippo, Cassiere ; Bonino 
cav. dott. Giuseppe, Presidente effettivo; Bonino dott. Pier 
Antonio, Segretario; Dematteis dott. Silvio, Olivero farma- 
cista Giacomo, Vice-Segretari. — Manca l’assessore cav. Matteo 
Ferreri perche assente da Torino. 

L’ordine del giorno reca: 

1° — Rendiconto dclle adunanze dei me did . 

II presidente espone per sommi capi i vari argomenti svolti 
dai sanitari nelle loro assemblee del 15 settembre e 24 ottobre. 
Alcuni di essi sono d’indole tecnica e se ne riferisce il sunto nel 
prossimo numero del periodico della Society altri riflettono la 
parte econoraica e concernono la organizzazione di Sezioni auto- 
norae nei singoli centri del regno con fondi stanziati dall’ente 
Istituto e raccolti localmente alio scopo di risvegliare maggiore 
iniziativa ed incoraggiamento per sostenere i dispensari locali. 
A questo progetto si collega l’altro di ridurre a lire 10 la quota 
annua dei soci ordinari, secondo le idee espresse ed accettate dai 
sanitari, come risulta eziandio nel successivo rendiconto. I membri 
del Comitato, apprezzando lo scopo e 1’altuabilitA della proposta, 

1 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Tapprovano adottandola nella compilazione del bilancio del 1899. 
In ordine poi alia proposizione ventilata dai sanitari per iniziare 
una specie di servizio ospitaliero in Genova col visitare i malati 
poveri a domicilio e provvedere loro i farmaci gratuiti mediante 
i fondi destinati ad un ospedale omiopatico in genere, i membri del 
Comitato l’ammettono in genere, ma condividono pure il parere 
dei sanitari genovesi, che e di aspettare la definizione assoluta 
della lite vertente colla vedova Leoncini e previo l’assenso della 
Autorita tutoria. 

2° — Bilancio pel 1899. 

In correlazione colle modificazioni sovraccennate ed in base 
ai dati forniti dal corrente esercizio si presenta il seguente 
bilancio (ved. pag. 4), il quale, esaminato nelle varie sue parti e 
risultanze, viene senza modificazioni approvato. 

3° — Proposte di ?iuovi soci dell'Istituto. 

L’appello fatto ai sanitari per la trattazione di parecchi ed 
imponentisi argomenti apportd fra gli altri il vantaggio di attrarre 
nel seno dell’Istituto parecchi soci ordinari che, proposti, sono 
con viva soddisfazione ammessi. 

Essi sono i seguenti: 

Massimi dott. Vincenzo, Bellante (Abruzzi). 

Labisi dott. Alessandro, Noto (Sicilia). 

Maltese dott. Felice, Vittoria (Sicilia). 

De Rinaldis dott. Bartolomeo, Napoli. 


Viglino dott. Teresio, *» 

Lanza dott. Domenico, « 

Leccia dott. Pasquale, * 

Migliore dott. Carlo, 

Vezzi dott. Edoardo, * 

Spasiano dott. Gennaro, * 

Hartenstein Arrainio, farmacista, 
Nardella Liberantonio, 

Proinontorio Giovanni, *> *» 

De Marco Eugenio, » ** 

Minali Salvatore, Napoli. 

Scrivano dott. Mario, Torino. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


3 


40 — Pratica rifleitente il servizio sanitario nelVOspeda - 
letto di S . Filomena. 

Gii fin dalTaprile scorso il Coraitato rivolse alia Direzione 
dell’Opera pia Barolo un memorial© (1) alio scopo di richiamare 
il servizio omiopatico stabilito dalla fondatrice. Non avendo rice- 
vuto riscontro si propone al Comitato di rinnovare istanza colla 
piena fiducia che alia fine deva prevalere la volonti espressa 
della testatrice (2). Se ne di lettura e viene approvata. Esaurito 
Tordine del giorno si scioglie Tadunanza. 

Torino, 12 novembre 1898. 

11 Presidente: 

Bonino dott. Giuseppe. 


Il Segretario: 

Dott. Pier Antonio Bonino. 


(1) Vedasi in seguito il tenore di essa a pag. 23. 

(2) Vedasi in seguito il tenore di essa a pag. 25. 


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4 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Bilancio preventivo per l’anno 1899 


ATTI VO 


Rimanenza attiva del conto 1897 approvato 
in data 21 ottobre 1898 .L. 192 33 192 33 


Sezione I. — Entrate ordinarie. 


Interessi di Consolidate Italiano 4,50 # /® di 

propriety dell’Ospedale di Genova . L. 

835 20 


Idem, idem, dell’Ospedale di Torino . - 

64 80 


Idem, idem, dell’Istituto in genere . . » 

45 — 


Interessi di Consolidate Italiano 5 */, di 

propriety dell’Istituto in genere . . » 

305 19 


Idem, idem, dell’Ospedale di Torino . » 

170 81 


Idem, idem, dell’Ospedale di Genova . * 

28 — 


L. 

1449 — 

1449 — 

Quote di Soci Patroni dell’Istituto . . L. 

325 — 


* Ordinari w w 

400 — 


^ Patroni dell’Osped. di Torino 

1070 - 


L. 

1795 — 

1795 — 

Rette presunte di malati deg. all’Ospedale L. 

1600 — 


Interesse presunto dei fondi di Cassa depo- 

sitati in un conto corrente 

1U — 


L. 

1610 — 

1610 — 


Sezione II. — Entrate slraorainarie. 

Quote presunte di nuovi Soci . . . L. 150 
Cassette del dispensario di Torino . . « 150 

L. 300 

Totale dell’Attivo L. 


300 — 
5346 33 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


5 


PASSIVO 


Sezione I. — Spese or dinar ie. 


Tassa di manoraorta per la rendita dello 


Istituto e dell’Ospedale. 

L. 

12 14 



Ricchezza mobile e irnposta fabbricati . 

n 

192 83 




L. 

204 97 

204 

97 

Assicurazioni incendi. 

L. 

38 45 



Abbonamento all’acqua potabile . . . 

n 

67 20 



Tassa di fognatura. 

V* 

28 48 




L. 

134 13 

134 

13 

Salario degli infermieri dell’ Ospedale 

di 




Torino coniugi Castagna .... 

L. 

600 — 

600 

— 

Gas e riscaldamento. 

L. 

225 — 



Vittopergliammalati degenti ali’Ospedale ** 

1700 — 



Spese di manutenzione ordinaria per 

la 




sede dell’Ospedale di Torino . . 

w 

100 — 



Manutenzione del mobiglio e biancheria 




delPOspedale di Torino e piccole spese 

** 

50 — 



Oggetti di medicazione. 

* 

60 — 




L. 

2135 — 

2135 

— 

Sovvenzione al Dispensario di Torino . 

L. 

350 — 



Id. di Roma. 

** 

200 — 



Id. di Napoli. 

n 

100 — 



Id. di Milano. 

** 

150 



Id. di Firenze . 


150 — 



Id. al Policlinico e servizio gratuito a do- 




micilio di Genova (1). 

** 

700 — 




L. 

1650 — 

1650 

— 

Spese di starapa e cancelleria per l’Ammi- 




nistrazione . . . 

L. 

270 — 

270 

— 

Sezione II. — Spese straordinarie. 



Fondoperliteintentatadallaved. Leoncini L. 

200 — 

200 

— 


L. 


5194 

lb 

Fondo di riserva ....... 


152 23 

152 23 

Totale del Passivo 

L. 


5346 33 


(1) Si conviene che tale servizio non sar& messo in esecuzione finchfc 
sia definita la vertente lite colla vedova LeoncinL 


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6 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


COMITATO DIRETTIVO PER L’ANNO 1899 


Presidente Onorario 
*> Effettivo 
1 0 Vice - Presiden t e 
2 ° 

1° Censore 
2 ° 

3° * 

Cassiere 

Segretario 

1° Vice-Segretario 


Wenner cav. Emilio. 

Bonino dott. cav. Giuseppe. 

Bottino dott. Crisanto. 

Liberali dott. Vincenzo. 

Ferreri cav. Matteo. 

Ferreri-De Gubernatis marchese Carlo. 
De Mezzi ing. cav. Cesare. 

Morozzo di Bianze marchese Filippo. 
Bonino dott. Pier Antonio. 

Olivero Giacomo, farmacista. 

Dematteis dott. Silvio. 


Elenco dei Soci contribuenti per l’Esercizio 1899 


IBTITTJTO 

Soci Patroni . 

Marangoni cav. Gervasio, Torino. 
Duchessa Melzi d’Eril-Barb6, Milano. 
Succio Prospero, Torino. 

Wenner cav. Emilio, Cuorgne. 

Socio Onorario . 

01iv6 y Gros dott. Angelo, Barcellona. 
Soci Ordinari. 

Baldelli dott. Torquato, Firenze. 
Bonino dott. Fulvio, Torino. 

Bonino dott. Giuseppe, Torino. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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Bonino dott. Pier Antonio, Loggia Torinese. 
Bottino dott. Crisanto, Torino. 

Cigliano dott. Tommaso, Napoli. 

Corradi Michele, farmacista, Genova. 

De Marco Eugenio, farmacista, Napoli. 

De Marini dott. Samuele, Genova. 

Dematteis dott. Silvio, Torino. 

De Rinaldis dott. Bartolomeo, Napoli. 

Fagian; dott. Vincenzo, Genova. 

Gaiter dott. Silvio, Genova. 

Hartenstein Arminio, farmacista, Napoli. 
Held dott. Rodolfo, Roma. 

Labisi dott. Alessandro, Noto (Sicilia). 
Ladelci dott. Carlo, Roma. 

Lanza dott. Domenico, Napoli. 

Leccia dott. Pasquale, Napoli. 

Liberali dott. Vincenzo, Roma. 

Lombroso prof. Cesare, Torino. 

Maltese dott. Felice, Vittoria (Sicilia). 
Marangoni dott. Luigi. 

Massimi dott. Vincenzo, Bellante (Abruzzi). 
Migliore dott. Carlo, Napoli. 

Minali Salvatore, Napoli. 

Monti dott. Alfonso, Bologna. 

Nardella Liberantonio, farmacista, Napoli. 
Olivero Giacomo, farmacista, Torino. 

Omati Giuseppe, farmacista, Milano. 

Pessarini dott. Bernardino, Milano. 
Promontorio Giovanni, farmacista, Napoli. 
Rabajoli dott. Giuseppe Vittorio, Torino. 
Schiapparelli Clemente, Torino. 

Scrivano dott. Mario, Torino. 

Secondari dott. Giuseppe, Roma. 

Spasiano dott. Gennaro, Napoli. 

Vanni dott. Antonio, Casale Monferrato. 
Verdi de Suzzara cav. dott. Tullio, Firenze. 
Vezzi dott. Edoardo, Napoli. 

Viglino dott. Teresio, Napoli. 

Zenoglio dott. Leone, Genova. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


OSPBDALB IDI TORXIirO 

Soci Patront. 

Aluffi geometra Alberto, Ivrea. 

Berrone-Monale nobile Clara, Saluzzo. 

Bonardi can. comm. Stefano, Pinerolo. 
Bono-Margaria Maria, Torino. 

Boetti conte Edoardo, Torino. 

Brozolo (Di) conte Carlo, Torino. 

Cadorna contessa Clementina, Torino. 

Caffaratti Luigi, Torino. 

Casalegno Rosa, Torino. 

Cinzano cav. Enrico, Torino. 

De Mezzi fratelli cav. Luigi e Cesare, Torino. 

Di Falcon-Cusani contessa Maria, Spezia. 

Di Planta cav. Adolfo, Torino. 

Donna Ernestina, Torino. 

Ferreri M.* e Carlo D. G. V. di Baussone, Torino. 
Ghiglione ved. Giulia. 

Losana dott. Ottavio, Torino. 

Luserna di RorA conte Emanuele, Torino. 
Luserna di Rora marchese Maurizio, Torino. 
Margaria cav. Giuseppe, Torino. 

Mazzucchi Michele, Torino. 

Morozzo marchese Filippo, Torino. 

Moschetti prof. cav. Giuseppe, Torino. 

Musso Giuseppe, Torino. 

Oddenino don Francesco, Torino. 

Portula conte Emanuele, Torino. 

Prata Antonio, Torino. 

Riccardi di Netro contessa Augusta, Torino. 
Rovere-Giacca Giovannina, Torino. 

Saracco Eugenio, Torino. 

Saracco Leandro, Torino. 

Succio Prospero, Torino. 

Talmone Michele, Torino. 

Vergnano Annibale, Torino. 

Verlucca canonico Giovanni, Torino. 

Wenner cav. Emilio, Cuorgne. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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C0NTE6N0 DEI MEDICI E FARMACISTI OIIOPATICI 

in Torino. 


Circostanze imprevedibili di tempo e di luogo fecero si che 
l’adunanza a tenersi secondo la circolare diramata il 1° giugno 
corrente anno si dovette scindere in due epoche diverse, cio& il 
15 settembre e 24 ottobre, al fine di poter riunire il maggior 
numero possibile di membri sanitari in questo punto estremo 
della penisola e svolgere nel miglior modo il programma, non 
solo quale in origine venne tracciato, ma eziandio come parve 
necessario fin dalla prima seduta, il che risulta da questo sue- 
cinto rendiconto. 


1° Al convegno furono complessivamente presenti: 


Bottino dott. Crisanto, Presi- 
dente del Comitato. 

Bonino dott. Giuseppe, Presi- 
dente dell’Istituto. 

Monti dott. Alfonso. 

Massimi dott. Vincenzo. 
Lombroso prof. Cesare. 
Fagiani dott. Vincenzo. 
Ladelci dott. Carlo. 

2° Erano rappresentati: 

Liberali dott. Vincenzo. 
Secondari dott. Giuseppe. 

Held dott. Rodolfo. 

Baldelli dott. Torquato. 

Verdi dott. Tuilio. 

De Marini dott. Samuele. 
Zenoglio dott. Leone. 

Cigliano dott. Tommaso. 
Viglino dott. Teresio. 

Lanza dott. Domenico. 


Bonino dott. Pier Antonio. 
Gaiter dott. Silvio. 

Dematteis dott. Silvio. 
Rabajoli dott. G. Vittorio. 
Scrivano dott. Mario. 
Marangoni dott. Luigi. 

Omati Giuseppe, farmacista. 
Olivero Giacomo, farmacista. 


Leccia dott. Pasquale. 

Migliore dott. Carlo. 

De Rinaldis dott. Bartolomeo. 
Vezzi dott. Edoardo. 

Spasiano dott. Gennaro. 
Hartenstein Arminio, farmac. 
Nardella Liberantonio, farmac. 
Promontorio Giovanni, farmac. 
Demarco Eugenio, farmacista. 
Minali Salvatore. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


3° Fecero adesione assoluta: 

Pessarini dott. Bernardino. Labisi dott. Alessandro. 

Vanni dott. Antonio. Maltese dott. Felice. 

4° Aderirono condizionatamente: 

Pompili dott. Gioachino. Mattoli dott. Attilio. 

NeH’aprire la prima seduta il presidente del Comitato dottor 
Bottino esprimesi nel modo seguente: 

« Egregi Colleghi , 

<* Avendo il nostro caro presidente espressa l’idea di approfit- 
tare della riuscitissima Esposizione cinquantenaria apertasi in 
Torino, per attrarre i colleghi medici e farmacisti omiopatici delle 
altre provincie dTtalia, riunl in Comitato i medici residenti in 
Torino, che ebbe per effetto lusinghiero di vedervi in questo 
giorno accio conoscerci personalmente e discorrere delle cose 
nostre e dell’estensione progressiva della Omiopatia. 

« Il Comitato per invogliare maggiormente i perplessi decise 
di porre a scopo della riunione il programma che spedi con cir- 
colare ad ogni medico e farmacista omiopatico italiano. 

« Esso, che certamente solo in omaggio all’avanzata etd voile 
chiamarmi a suo presidente, procuro a me il grande compiaci- 
mento e Tonore di dare a voi il saluto fraterno in nome dei 
colleghi di Torino. 

« L/Omiopatia concepita da Samuele Hahnemann nel tradurre 
un lavoro suU’azione della china nel 1790, senza fare disquisi- 
zioni tosto si mise all’opera, sperimentando sul suo corpo sano 
il medicamento, e continuando per sei anni in progressive ricerche 
ed esperimenti pratici, solo nel 1896 sprigiono in un articolo 
intitolato Saggio su di un principio per scoprire il potere cura- 
tivo dei rimedi , pubblicato sul giornale del suo amico Hufeland, 
il primo raggio del nuovo sistema di filosofia medica dalui creato, 
alludendo per la prima volta al similia similibus curaniur come 
assioma terapeutico, e giungendo all’incontestabile principio che 
i simili sono guariti dai simili. 

« Questo metodo omiopatico di guarire non fu insegnato da 
alcuno prima di Hahnemann, che ne fisso la sua esistenza dottri* 
nale colla pubblicazione dell*Or^ano del 1810. 


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** Un punto secondario della sua scoperta, che ne provoco e 
confermo il successo, si fu 1’aver egli asserita la necessita di 
adoperare un solo rimedio alia volta, sia per sperimentare, sia 
per guarire, onde il simplex fu la conditio sine qua non per 
innalzarsi sopra la turba dei suoi contemporanei, e tanto che 
esercito una capitale e salutare influenza sulla trasformazione 
dei vecchi raetodi curativi, sulla fatale esagerazione dell’arte, 
sull’abuso dei mezzi indiretti, perturbativi, rivulsivi, onde la pro- 
scrizione dei purganti, dei vomitivi, dei diuretici, dei vescicatori, 
delle sanguisughe e dei salassi; proscrisse la polifarmacia e la 
dosologia nel senso della tolleranza. Hanhemann fu serapre mo- 
derato nelle dosi, e ritenne che dovessero agire senza ripeterle, 
od ostacolarle con altre medicine, finche agivano bene, e dichia- 
rava che la semplicita e la suprema legge del medico y lodando 
Ippocrate colle parole: € Solamente colla semplicitA del suo trat- 

* tamento nelle malattie egli pote Yedere tutto cio che vide, e 

* di cui noi siamo meravigliati **. 

* Progredendo nelle sue investigazioni circa la legge emise 
nel 1805 la sentenza che per produrre la maggiore azione bene- 
flca un unico rimedio semplice e sempre indicato quando sia il 
meglio scelto e il meglio preparato nella giusta dose; non e mai 
necessario di combinarne due assieme; nel determinare giusta 
dose lascia intravedere il passo invisibile della potentizzazione. 
Hahnemann, anche prima della enunciazione del nuovo principio, 
fu sempre moderatissimo nelle dosi, ed anche un anno prima 
che Tebbe divulgato, dichiaro che la semplicita e la suprema 
legge del medico; seguitando le sue indagini si convinse che 
anche il rimedio semplice deve esser diminuito nelle dosi, ed 
infatti egli lo porto ad un grado non mai usato, cioe alia 30 a ed 
oltre, onde pote esclamare: * lmpareranno i medici quanto pic- 

* cole, quanto infinitamente piccole debbano essere le dosi della 

* medicina nello stato di malattia per impressionare poderosa- 
» mente Torganismo **. 

* I farmaci raccolti nella materia medica pura merce l’espe- 
rimento sull’uomo sano, preparati secondo la dosologia Hahne- 
manniana, che sostiene le alte potenze dalla prima all’ultima, 
amministrati soli, confrontati esattamente coi sintomi esaminati 
e constatati nell’ammalato, forniscono il mezzo il pift sicuro di 
vincere la malattia e di guarire, mai dimenticando quanto infini- 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


tamente piccola debba essere la dose dei rimedi da amministrarsi 
nello stato di malattia per essere in grado di impressionare for- 
temente il corpo senza opprimerlo e poptare una dannosa aggra- 
vazione. La negligenzadi cotesti precetti costituisce un empirismo 
professionale e falsa la intiera arte e la intiera scienza omiopatica 
e ci fa eguali agli allopatici nella prescrizione basata sulla dia- 
gnosi. II dott. C. Fincke, presidents delTAssociazione omiopatica 
Hahnemanniana, nel suo discorso pronunciato nella ricorrenza 
del primo centenario di Hahnemann, considera l’attaccamento 
alle basse potenze ed alle sostanze grezze, ad esclusione dalle 
alte prescritte dal nostro maestro, ed il prescrivere patologica- 
mente, come causa essenziale della prevalenza della chirurgia, 
che, facendo pochissimo uso delle potenze di qualsiasi genere, 
ed in seguito alia applicazione de’ suoi anestetici e disinfettanti 
a detrimento della medicina interna, avendone essa ben poco 
bisogno, oppure adoperando i nostri rimedi vulnerari in diluzione 
semplice di tintura per le applicazioni, si elevo a quell’alto grado 
in cui posaal giorno d’oggi, attraendo Tammirazione ed eccitando 
Fentusiasmo ed il plauso d’ogni cultore delle mediche discipline 
non solo ma di tutti gli intelligent!. 

« Ma se la chirurgia & pervenuta a si alto grado, non e men 
vero che FOmiopatia praticata colla scelta del rimedio secondo la 
somiglianza dei sintomi, in dose e preparazione adattata alia 
suscettibiliti delForganismo, e simigliante alia forza vitale ha 
dessa pure raggiunto un altissimo grado di sviluppo e di potenza 
da eccitare non piii il disprezzo od il sogghigno degli hvversari 
ma la approvazione, come lo dimostra l’uso delle piccole dosi di 
rimedi isolati o poco mescolati, alFincontro di -quanto si usava 
quando io frequentavo la University, in cui la polifarmacia era 
di moda, e la posologia opprimente, e guai a quei poveri clienti 
che presentavano al medico curante un mezzo foglio di carta, 
perche egli, ad esplicare la sua scienza, ben in alto scriveva il 
recipe sacramental©, e lo faceva susseguire dalla filza d*un quin- 
dici o venti rimedi che dovevano agire ciascuno separatamente 
sul cervello, sul cuore, sul polmone, sulFapparato digerente, ma 
che per converso versato nel ventricolo sotto Fazione del succo 
gastrico, disciolti anche con latte, acqua, decotti e simili, dove¬ 
vano subire delle modificazioni e combinazioni ignorate e fre- 
quentemente dannose. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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« E rimembro pure con pena l’abuso che si faceva del salasso 
e delle sanguisughe nella clinica del Girola, dello Schina, del 
Sacchero, ed in ispecie del prof. Riberi, che il compianto amico 
Brentana mette a pari dei Rasori, Toramasini e Giacomini, nuovi 
capitani del controstimolo, che bagnarono dopo il 1815, col ma* 
cello di ben piu numerosi eserciti di infermi, di sangue la nostra 
Italia ancora molle del sangue sparso da valorosi eserciti nelle 
guerre napoleoniche — battaglie che i medici avevano imparato 
ad ingaggiare coi poveri malati, e che coi deliri teoretici popo- 
lavano le fosse di cadaveri e le case di vivi esangui e di incurabili. 

« L’Omiopatia ha preso ad occuparsi di malattie che sono 
curabili in modo piu sicuro e migliore che non colie operazioni 
chirurgiche; nella Rivista Omiopatica del 1897-98, fasc. 1°, rap- 
portasi dal dott. Toramaso Skinner un caso di guarigione d’una sua 
cliente, partita per l’Africa, gii stata ripetutamente per due volte 
operata per malattia ovarica. Nel fasc. 8° del Secolo Omiopalico 
del 1898 il dott. G. Spasiano promette la pubblicazione di vari 
casi chirurgici curati e guariti da diversi medici esercenti in varie 
citta italiane ed estere coi mezzi omiopatici usati internamente e 
talvolta coadiuvati dall’applicazione esterna dell’istesso medica- 
mento; ed io pure compulsando i miei registri potrei addurne 
vari esempi. D’altronde la dottrina d’Hahnemann non ammette, 
come soggiunge benissimo il dottore Spasiano, la divisione delle 
rnalattie in esterne ed in interne, ne una terapeutica diversa per 
le interne e le esterne, ma riposa essenzialmente sulla fisiologia, 
e questa non ammette che l’unitd vitale delPuomo, per i) che tutti 
i fenomeni fisiologici partono dal centro vitale, come tutti i feno- 
meni morbosi partono dallo stesso centro ma in perturbazione 
d’una causa qualsiasi. 

«• Ad imitazione del grande sviluppo preso dalla nostra dottrina 
negli Stati Uniti, io mi auguro, anzi propongo che tutti i medici 
omiopatici si uniscano e costituiscano una associazione italiana, 
col fermo proposito di espandere la dottrina Hahnemanniana, di 
formare una sola famiglia intesa a fare dei nuovi adepti nei gio- 
vani medici distinti e studiosi, costituendo all’uopo delle borse, 
favorire la diffusione dei nostri giornali, aprire ospedali solle- 
citando l’apertura di quelli di Verona e di Genova, ricorrendo 
alle oblazioni dei clienti, a rappresentazioni e fiere di beneficenza, 
alia concessione governativa d’una lotteria, ecc., moltiplicare i 


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L OMIOPATIA IN ITALIA 


dispensari gratuiti pei poveri — e nel finire mi auguro che si 
avveri ii voto espresso nel suo brindisi dal dott. W. A. Yingling 
al banchetto della Society Omiopatica nello Stato di Kansas: 
« CoU’impulso ora acquistato e con le migliori facilitazioni tanto 
« riguardo alle sostanze quanto riguardo al modo di applicazione 
« dell’Omiopatia, durante il secolo venturo vi sard un cambia- 
« mento di posto *; la scuola omiopatica sari riconosciuta per la 
normale della medicina «. 

Aperta in seguito la discussione questa si svolse conforme al 
seguente ordine del giorno, prendendovi parte attiva, oltre ai 
membri del Comitato, i soci dottori Monti, Massimi, Fagiani ed 
i farmacisti Omati ed Olivero, massime in riguardo alia farma- 
copea omiopatica. Alio scopo pero di evitare inutili ripetizioni 
ne vengono collegate le deduzioni ed osservazioni con quelle che 
ebbero luogo nella seconda adunanza, risolta in due sedute, per 
Tesaurimento del programma. Prima di procedure alia discus¬ 
sione il presidente delHstituto, dott. Bonino, espone all’incirca i 
seguenti concetti. 

« Cari Colieghi ed Amici , 

** Fra le ragioni che qui ci riuniscono le une partono dal 
cuore e sono Tintima soddisfazione di rivederci come quella di 
ritemprare vicendevolmente Tanimo affievolito dalla continua 
lotta; altre sono di natura tecnica e si esplicano nello scambio di 
idee pratiche, di risultati ottenuti, di dubbi insorti, di difficolti 
a volte insormontabili; altre infine mirano alia propagazione ed 
al consolidamento della nostra dottrina. 

Io porto opinione, carissirai Colleghi, che I’Omiopatia attra- 
versa nei giorni nostri forse la piu difficile fase in quanto che la 
medicina ufficiale riformo grandemente il formolario farmaceu- 
tico, rendendolo meno disgustoso e difficile, abbandonb la dissan- 
guazione, lascio infiltrare nel suo seno il metodo aspettante, 
moltosuperiorein effetti a certi metodi eroici e ruinosi, introdusse 
pian piano moltissimi rimedi tolti dal nostro arsenale terapeutico, 
adoperandoli empiricamente per non investigarne o confessarne 
la ragione curativa, conserva e sviluppa il metodo calmante, 
ipnotico, molto adatto ai pusillanimi moderni. Non parlo del pos- 
sesso di tutte le posizioni professional! e di tutti i meccanismi 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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messi in moto perch& non sfuggano di sua raano; non parlo delle 
consuetudini succhiate col latte e naturalmente inculcate ogni 
giorno da chi ne ha convenienza; non dico neppure della molto 
maggiore facility di esercire la medicina scolastica, che prescrive 
norrae generiche ed accettate senza controllo dal pubblico, rie- 
scendo gli esiti fatali come naturali ed indiscutibili avvenimenti. 
Rovesciamo ora la medaglia e vediamo che alTOmiopatia restano 
i casi inguariti dalla medicina classica; raanca il miraggio degli 
anodini; spetta lo studio arido di una materia medica, la quale 
purtroppo in massima parte fu compilata senza i soccorsi della 
moderna diagnostica; le tocca il poco gradito e difficile compito 
di urtare con tutte le consuetudini, di combattere contro l’inva- 
dente specialismo, divenuto forse segnacolo dei bisogni professio¬ 
nal^ le spetta di curare raalati esausti in ogni modo; si pretende 
da lei che un male qualsiasi o violento od inesorabilmente fatale 
sia tosto favorevolmente modificato; si pretende che qualsiasi 
medico omiopatico sia un taumaturgo, un artista perfetto, o rap- 
presenti sempre ed in ogni tempo tutto il valore della medicina 
omiopatica; in caso opposto il medico e un illuso, la medicina 
una utopia. 

» Su questo penoso argomento potrei ancora ricamare una 
larga e lungatela, ma voi la conoscete o la conoscerete, eppercid 
ye ne fo grazia. 

<4 In tali condizioni sono evidenti le difficoltd di espansione; 
se rOmiopatia sta ed b piu che mai incrollabile lo si deve alle di 
lei risorse terapeutiche superiori a quelle della medicina ufficiale, 
quando l’individualizzazione clinica e fatta con scienza e coscienza. 
Il riscontrare ogni giorno che sotto l’azione di un medicamento 
si modificano i fenomeni morbosi, massime nelle affezioni cro- 
niche, ove le guarigioni spontanee sono pressoche nulle, b fatto 
che ci rinfranca nella nostra missione e nella nostra fede. Ma, 
ripetero fino a sazietd, il solo mezzo di salvaguardare la nostra 
dottrina e lo studio indefesso della materia medica, portando 
ciascuno il proprio contributo alia medesima, sia nel verificare 
Tesattezza dei sintomi noti, sia istituendo stati patogenetici nuovi. 

* Altro mezzo di tener alta la propria bandiera sta nella Con¬ 
cordia de’ suoi cultori, sta nell’uniformiU dei mezzi pratici, sta 
nel sostenere con decoro e potenza la libertA scientifica, chie- 
dendo alia society ed a chi di ragione il passo libero. Il vedervi 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


qua oggi convocati per conto proprio e quali mandatari di molti 
altri, indica che il pensiero mio e pure il vostro, di che grande- 
mente gioisco e con voi mi rallegro, dando il benvenuto a voi ed 
a quell) che rappresentate «. 

L’ordine del giorno reca: 

1° — In quali rapporti stiano gli ullimi progressi della 
Omiopatia con quelli della chirurgia . 

Prende la parola il dott. Gaiter il quale parla delle diverse 
forme di neoplasie suscettibili di trattamento interno, e trova 
che la chirurgia moderna soventissimo interviene troppo presto. 
Si ferma sui polipi nasali i quali, quantunque non siano conside- 
rati come tumori mali moris , tuttavia dopo esportati non di rado 
si riproducono, e in questi, appunto per la loro benigna natura, 
egli e d’avviso che la cura omiopatica puo senza pericolo alcuno 
precedere la cura chirurgica e talora evitarla: in appoggio cita 
un caso di polipi nasali guariti con una certa facility per mezzo 
di calcarea carbonica e sulphur. m 

Le spine ventose, continua Gaiter, costituiscono una malattia 
di cui TOmiopatia trionfa quasi sempre. 

Il dott. Dematteis ammette che la cura interna possa giovare 
alle condizioni generali dell’organismo nei casi di tumori tanto 
maligni che benigni, sia prima che dopo l’operazione, ma per lui 
6 sempre imperdonabile il ritardo dell’ intervento chirurgico 
quando il caso offra una certa garanzia di riuscita. Cita una cisti 
ovaricache non fu operata nel suo principio, e che piii non riuscl 
quando il chirurgo intervenne, perche la cisti si era sviluppata 
in volume e aveva contratto aderenze tali da non piii essere 
estirpabile. 

Il dott. Ladelci ricorda nn caso di versamento pleurico puru- 
lento guarito con rimedi interni senza ricorrere alia costotomia, 
la qualecerto avrebbe diminuito il potere di resistenza deU’inferkno 
gi& molto indebolito per la malattia pregressa. ^ 

II prof. Lombroso ricorda un caso di scabbia guarito dopo 
sei mesi di cura interna, e domanda se l’esempio di questa guari- 
gione autorizza come logica la cura unicamente omiopatica nelle 
dermopatie parassitarie. — Il dott. cav. Bonino risponde che in 
quei casi in cui e certa l’esistenza di parassiti, il medico omio- 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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patico non deroga ai suoi principii associando il trattamento 
esterno alTinterno, perche mentre quello libera subito l’orga- 
nisrao da un elemento estraneo e nocivo,questo corregge i disturbi 
che Torganismo ne ha risentito, e che certo non cessano appena 
allontanato il parassita, raa persistono manifestandosi con sin- 
tomi piu o meno specificati. A proposito della scabbia, non 6 
senza importanza, per il pratico che vede con piacere i punti in 
cui le due scuole vengono a contatto (sempre per6 ad insaputa 
della scuola ufficiale), il rilevare che fra i rimedi omiopatici che 
valgono a correggere i disturbi dovuti dM'acarus scabiei pri- 
meggia sulphur , e quasi tutte le pomate ortodosse per la cura 
della scabbia sono a base di zolfo. 

Si conchiude che, a parte i casi di traumatismi, i quali non 
ammettono ritardo all’intervento del chirurgo, TOmiopatia in gene- 
rale dispone sempre di mezzi che servono di complement alia 
cura chirurgica, e talora costituisce una vera.risorsa perche non 
di rado risparmia e ferro e fuoco, e se guarisce lo fa radical- 
mente perch& sulla guida dei sintomi combatte la malattia nelle 
sue cause intime. 

2° — Se e fino a qual punto si possa ammettere Vopo- 
terapia. 

L’Omiopatia riconosce i risultati ottenuti dai vari sperimen- 
tatori, specialmente l’efficacia della tiroidina nel mixedema, e 
non combatte l’opoterapia perche forse i preparati opoterapici 
agiscono secondo il principio dei simili; ma non si pronuncia 
definitivamente finche si sia studiata la patogenesi dei vari pre¬ 
parati. Quanto alTopportunit delle dosi che di essi si usano 
(osservazione fatta dal prof. Lombroso) questa 6 un’altra que¬ 
stions che aspetta di essere risolta perche, come si sa, vi sono 
rimedi che cambiano sintomatologia secondo le diverse dina- 
mizzazioni. 

3° — Scambio di risultati pratici nella cura dell'epilessia.' 

Sui risultati pratici della cura delPepilessia, il dott. Ladelci 
riferisce parecchi casi colla relativa storia guariti con opium , 
sulphur e specialmente con rana bufo % 

Il dottor Fagiani cita un caso guarito radicalmente e unica- 
mente con calcarea carbonica. 

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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


II dott. Rabajoli legge la storia di un epilettico dell’ambula- 
torio di Torino guarito con ignatia , opium e belladonna . 

II dott. Dematteis ne riferisce un caso che non si puo dire 
guarito, perche Tinfermo 6 libero da accessi soltanto da sei mesi, 
ma migliorato con belladonna . 

II dott. Gaiter parla di un epilettico, bevitore, guarito uni- 
camente con opium . II Presidente aggiunge che a seconda delle 
speciali indicazioni i farmaci piu spesso curativi, secondo la casui- 
stica del dispensario e quella privata, sono sulphur , belladonna , 
ignatia . 

Discorrendosi dell’utiliU della trapanazione, il prof. Lombroso, 
riferendosi alle statistiche, dice che non ha fede nell’efficacia di 
tale atto operativo specialmente nei casi di epilessia idiopatica. 

4° — Compilazione della Farmacopea omiopalica italiana . 

Non si nascondono punto i congregati quali e quanti ostacoli 
occorrera sormontare prima che nelle eccelse sfere governative 
si ammetta una farmacopea intitolata omiopatica da aggiungersi 
a quella detta ufficiale. Tuttavia riflettendo che coH’odierna tanta 
luce di liberta scientifica sarebbe un vero controsenso il condan- 
nare a pr'iori all’ostracismo una dottrina la quale non ha altro 
fondamento se non il fatto esperimentale controllabile da chic- 
chessia, mettendo fuori della legge centinaiadi migliaia di famiglie 
che Thanno con loro soddisfazione adottata; considerando che il 
Governo nella seduta senatoriale del 26 aprile 1873 ha preso 
impegno di provvedere alia farmacopea omiopatica, sentito il 
Consiglio superiore di sanita, i medici e farmacisti omiopatici 
deliberano di preparare un tale lavoro affidandolo a due medici 
e due farmacisti che sono i seguenti: dott. Fagiani per i rimedi 
del regno animale, Omati per la parte vegetale, Olivero per la 
parte minerals, ed il dott. Bonino per l’introduzione e le norme 
generali di preparazione. 

6° — Istituzione di Sezioni autonome nei singoli centric 

Premettesi che mentre stavasi organizzando Tlstituto per 
essere eretto in corpo morale, ed anche in seguito, si raccolsero 
oblazioni in Roma, Napoli, Genova, Firenze, Milano e Torino, 
le quali capitalizzate ddnno un reddito di lire 350. Ma questa 
esigua somraa, ripartita in quote proporzionali, non bastava 


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L J OMIOPATIA IN ITALIA 


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finora, neanco coiraggiunta delle quote di lire 30 dei soci ordi¬ 
nary ad equilibrare gli assegni ai parecchi dispensari, per cui 
divenivano necessari storni e fusioni di mezzi, al presente resi 
irapossibili. Per lo che nei futuri bilanci per la continuazione dei 
dispensari si fa imponente la determinazione che nei singoli centri 
sedi di dispensario, i sanitari provvedano, mediante oblazioni 
localmente raccolte, al maggiore sviluppo possibile dell’esercizio 
ivi stabilito, erogando alio stesso scopo i due terzi della quota 
finora pagata in lire 30. 

Ma poich& neirimminente bilancio del 1899 tale progetto non 
6 attuabile nella sua interezza, cosl converrebbe adottare un 
teraperamento provvisorio per i dispensari di Roma e Firenze, 
provvedendo col residuo di fondo attivo. 

6° — Riduzione della quota annua dei soci ordinari a 
lire 10. 

Essendo presenti o rappresentati tutti i soci ordinari del- 
Tlstituto, giusta Tarticolo 37 dello statuto, e posta a partito la 
proposta di ridurre a lire 10 la tassa fissa annua di ciascun socio 
ordinario, da versarsi nella cassa comune per le imposte e le spese 
di amministrazione e di stampa; devolvendo a benefizio del dispen¬ 
sario locale le lire 20 che in piu finora si pagavano dai soci ordi¬ 
nari. La proposta viene accettata senza eccezione e si lascia al 
Comitato Tincarico di nominare i collettori locali. 

7° — Lascito Camploy per una Sezione omiopalica nei - 
I'Ospedale di Verona. 

L’assemblea osserva con rincrescimento che la cospicua somraa 
elargita dal benemerito Camploy affinch^ nei suo paese nativo, 
•Verona, fosse istituito un servizio omiopatico nell’Ospedale locale, 
rimanga ora inoperosa, e delibera di rivolgersi all* esecutore 
testamentario dott. Gioachino Pompili, a che vi provveda colla 
maggiore sollecitudine, incaricando la presidenza di trasmettere 
la odierna risoluzione (1). 

8° — Inizio del servizio ospitaliero a Genova. 

Sulla considerazione che il fondo donato dal benemerito dot- 
tore Leoncini, ridotto ad un terzo pel deprezzamento delle azioni 

(1) Vedasi in seguito a pag. 28 il tenore della lettera spedita. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


della Banca d’ltalia, e insufficiente per se a fondare un ospedale, 
per cui diviene cosa necessaria l’attendere altre elargizioni per 
darvi opera; considerato d’altra parte che il capitalizzare i frutti 
del precitato fondo, come finora si e praticato, finche si possa 
raggiungere il sopraindicato scopo, implica altresi un tempo inde- 
finitamente lungo e capace d’imprevedibili mutamenti, trattasi 
di vagliare se convenga fin d’ora servirsi di detto frutto per isti- 
tuire in Genova una poliambulanza con servizio gratuito a domi- 
cilio, la qual cosa corrisponderebbe alio scopo se non alio stretto 
senso della parola del donatore. Tale proposizione viene accettata 
dai sanitari genovesi alle due condizioni, che non si metta in ese- 
cuzione finche sia risolta definitivamente la lite ingiustamente 
sollevata dalla vedova Leoncini e la proposta venga approvata 
daH'Autoriti tutoria. In tal senso sar& quindi per approvazione 
dei convenuti inserita nel bilancio la somma precitata. 

9° — Progetto di servizio ospitaliero a Roma . 

Il socio dott. Ladelci, prima d’ora con regolare delegazione 
autorizzato a rappresentare l’lstituto, espone come si stia escogi- 
tando un piano di lotteria o consimile mezzo per ricavarne frutti 
tali da poter assistere, col metodo omiopatico in casa ospitaliera, 
malati poveri mediante modestissima retta: riservasi per6 di 
sottoporre al Comitato il piano definito prima di procedere ad 
atti legali. 

10° — Attestazione di plauso e riconoscenza al bene - 
1 faltore dell'Ospedaletto. 

Il consesso prima di sciogliersi ravviso suo dovere il mani- 
festare i supi sensi di alta gratitudine al munifico patrono che, 
amando restare incognito al pubblico, mise ITstituto in condizione 
di estinguere un suo debito di lire 50,000 contratto in antece- 
denza per I’acquisto della sede dell’Ospedaletto, ed incarica il 
presidente di trasmettere l’espressione di tali sentimenti (1). 

11° — Soltoscrizione per la tomba di Hahnemann. 

£ oramai noto a tutti gli amici deU’Omiopatia che in occasione 
della prossima Gsposizione di Parigi si inaugurerA una tomba 

(1) Vedasi in seguito a pag. 29 il tenore della lettera inviata. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


21 


degna dei resti mortali di Samuels Hahnemann. Sta aperta a tal 
fine una sottoscrizione internazionale che diede gi& copiosi frutti. 
Gli Italian! non possono restarsene indifferent! ed alle sottoscri- 
zioni gi4 notate nel fascicolo XXXII si aggiungono le seguenti: 


Fagiani dott. cav. Vincenzo . 
Liberali dott. Vincenzo .... 

Ladelci dott. Carlo. 

Secondari dott. Giuseppe . . . 

Held dott. Rodolfo. 

Monti dott. Alfonso. 

Cigliano dott. Tommaso . . . 

Baldelli dott. Torquato .... 
’Verdi de Suzzara dott. cav. Tullio 
’ Massimi dott. Vincenzo . . . 

* Lombroso prof. Cesare.... 

* Bonino dott. Pier Antonio 

* Gaiter dott. Silvio. 

* De Matteis dott. Silvio . . . •. 

’ Scrivano dott. Mario .... 

* Marangoni dott. Luigi .... 

Omati Giuseppe, farmacista . 
Olivero Giacomo. 

* De Marini dott. Samuels . 

* Zenoglio dott. Leone .... 
Viglino dott. Teresio .... 
Lanza dott. Domenico .... 
Leccia dott. Pasquale .... 

Migliore dott. Carlo. 

De Rinaldis dott. Bartolomeo . . 

Vezzi dott. Edoardo. 

Spasiano dott. Gennaro . . . 

Hartenstein Arminio, farmacista. 
Nardella Liberantonio » 

Promontorio Giovanni » 

Demarco Eugenio. 

Minali Salvatore, studente . . . 

Pessarini dott. Bernardino . . 


L. 


10 

10 

10 

10 

10 

10 

10 

10 

10 

5 

5 

5 

5 

5 

5 

5 

5 

5 

6 
5 
5 
5 
5 
5 
5 
5 
5 
5 
5 
5 
5 
5 
5 







& 


A riportarsi L. 210 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


Riporto L. 210 

* Vanni dott. Antonio.* 5 

* Labisi dott. Alessandro 5 

* Maltese dott. Felice.- 5 

* Corradi Michele, farmacista ...” 5 

Totale L. 230 
Riporto sottoscrizioni anteriori * 60 

Totale L. 290 

Esaurito il prograrama del convegno, secondo il succinto 
resoconto che precede, il presidente del Comitato rinnova il 
saluto e ringrazia i convenuti per l’interesse da essi loro dimo- 
strato alia comune causa, e scioglie I’Assemblea. 

PS. I soci segnati con asterisco sono vivamente pregati di 
far pervenire al cassiere dellTstituto Timporto della sottoscri- 
zione, affinche si possa spedire il correlativo vaglia totale. 


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L’OMIOPATJA IN ITALIA 


23 


Spettabile Direzione dell Opera Pia Barolo 
in Torino . 

I sottoscritti membri del Comitato dell’Istituto Omiopatico 
Italiano, eretto in Corpo morale con reale decreto 24 gennaio 
1880, alio scopo di sviluppare e diffondere la pratica dell’Omio- 
patia in Italia con tutti i mezzi consentiti dalle leggi, si crede 
in dovere e quindi si permette di richiamare l’attenzione di 
codesta eccelsa Direzione su quanto segue: 

Nel 1846 la marchesa Giulia Falletti di Barolo, altrettanto 
colta quanto benefica, fondo l’Ospedaletto detto di Santa Filomena 
con 54 letti, dei quali 18 erano ascritti alia chirurgia, 18 al 
trattamento omiopatico e 18 a quello comune. Con tale saggia 
distribuzione Essa voleva, che non solo le sue piccole beneficate 
e le suore addette al governo dell’Istituto potessero fruire di 
quella medicina, nella quale Ella ebbe ognora tutta la sua fiducia, 
ma porse Tesempio ad un tempo di quella larga tolleranza cri- 
stiana e di quella vera liberty individuate, che oggigiorno rimane 
per lo piu solo suite labbra di molti, istituendo altresi una 
Sezione che facesse capo alia medicina comune. 

Siffatto ordine di cose procedette in modo rispondente alio 
scopo per ben 18 anni sotto gli occhi dell’esimia fondatrice e 
per altri 14 dopo la di lei dipartita da questa terra. 

II Comitato sottoscritto non pervenne a conoscere per quale 
ragione legittima ed in base a quale determinazione (1) venisse 
quindi soppresso il servizio omiopatico, addossando ad un solo 
sanitario tutto il servizio deU'Ospedaletto. Gli consta per altro, 
che il presente stato di cose 6 in aperta opposizione a quanto 
l'esimia fondatrice stabiliva col suo testamento nei termini 
seguenti: 

« Al tempo dell*apertura di mia eredit4 dovrd farsi risultare 
« dello stato in cui si troveri il detto mio piccolo Ospedaletto, 
« affinche i regolamenti e gli usi, che si saranno fin allora osser- 
« vati, vengano, come ordino, ognora conservati ed eseguiti colla 


(1) Facciamo seguire la comunicazione della Direzione e la dignitosa 
quanto onesta risposta del dott. Bottino. Questi documenti furono ritrovati 
dopo l’invio delle due memorie alia Direzione. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


* piii perfetta interezza *» (Biografia, scritta dal rev. sacerdote 
G. Lanza, pag. 358). 

II Comitato non intende sollevare in questo luogo laquestione 
scientifica di metodo terapeutico, per la soluzione della quale 
possono essere giudici competenti solamente coloro, che avendo 
conseguito nella University dello Stato un diploma di esercrzio 
regolare e rispondendo presso il pubblico della proclamata liberty 
scientifica fecero studi comparativi ed istituirono seri esperi- 
menti pratici dei diversi metodi di cura. I giudizi preconcetti e 
le opposizioni convenzionali non possono aver valore nel campo 
sperimentale della medicina, ove gli stessi precettori non si peri- 
tano di dichiarare che quanto oggi viene proclamato vero, pud 
domani divenire un errore. 

E vero bensl che nell’amministrazione di Istituti di benefi- 
cenza l’eleraento ecctnomico s’impone per sua natura, ma esso 
non pud sopprimere Tequity, ne annullare l’espressa volonty della 
fondatrice. E quando si dia l’assoluta necessity di riduzioni, 
queste gravitino sui ricostituiti e ripartiti assegni, ne manche- 
ranno i sanitari tutti indistintamente, raedici e chirurghi, pel 
disimpegno del rispettivo ufficio. 

E d’altronde opportuna misura sociale il distribuire conve- 
nevolmente il lavoro, perche sia ognora assicurato, come altresl 
appropriate all’odierna esuberanza del ceto medico, che per 
quanto incresciosa non si pud soffocare. 

Le considerazioni sopra svolte valgano eziandio pel Monastero 
di Sant’Anna. 

Adempiuto a quest’obbligo morale il Comitato infrascritto fa 
pieno assegno sull’illuminata ed equanime Direzione, perchd voglia 
provvedere in correlazione a quanto ebbe l’onore di esporre. 

Torino, 16 aprile 1898. 


I membri del Comitato: 

Wenner Emilio — Bonino dott. Giuseppe — 
Bottino dott. Crisanto — Morozzo di 
Bianze marchese Filippo — De Mezzi 
cav. ing. Cesare — Ferreri De Guber- 
natis marchese Carlo — Ferreri cavaliere 
Matteo — Bonino dott. Pier Antonio — 
Dematteis dott. Silvio — Olivero Giacomo. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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Ecc. ma Direzione dell'Opera Pia Barolo, 

Nell’aprile scorso il Comitato sottoscritto inoltravaun raerao- 
riale diretto a richiaraare all’osservanza delle disposizioni. testa- 
mentarie della benemerita marchesa Giulia Barolo in ordine al 
servizio sanitario neirOspedaletto di Santa Filomena. Non essendo 
pervenuto a questo Comitato alcun riscontro circa la risoluzione 
in merito, esso rinnova istanza aggiungendo che il tempo decorso 
dalla determinazione presa ed in urto colla volonti della testa- 
trice, non la giustifica affatto, perocche l’equit4 non ammette 
prescrizione. 

Opinano gli esponenti che alia Direzione dovrebbe premere 
la ricerca delle ragioni, se mai furono, o tecniche o personali 
che decisero la soppressio'ne del servizio col metodo omiopatico; 
e se esse sono del primo genere la Direzione non deve avere alcun 
riguardo nel palesarle apertamente; se personali il titolare sani¬ 
tario di quel tempo, qui pure sottoscritto, e pronto ad affrontarle; 
in ogni modo sarebbe stato dovere della Direzione l’indire un 
altro concorso senza sopprimere il servizio. Che se la sostitu- 
zione delle opinioni professionali alia disposizione tassativa della 
testatrice fu unica causa dell’errore cornmesso, in tal caso la 
morale comanda che i figli riparino i torti dei genitori quanta 
volte li conoscono e sono in grado di farlo. Incombe quindi alia 
presente Direzione l’obbligo di produrre le ragioni plausibili ed 
indiscutibili della determinazione presa o di richiamare in atto 
quanto si praticava secondo la volonU della testatrice. 

11 Comitato sottoscritto sente troppa stima per gli illustri 
membri dell’Opera Pia Barolo perche sorga in esso il menomo 
dubbio circa la necessaria e retta soluzione del fatto in questione, 
e con anticipate grazie si conferma 

Torino, 12 novembre 1898. 

Delle LL. Sig. e 111.“® dev. ml servi 
Wenner Emilio — Bonino dott. Giuseppe 
— Ferreri De Gubernatis marchese Carlo 
— De Mezzi cav. ing. Cesare — Morozzo 
marchese Filippo — Bottino dott. Cri- 
santo — Bonino dott. Pier Antonio — 
Dematteis dott. Silvio — Olivero Giacomo. 


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26 


L’OMIOPATIA IN ITALIA 


All III. Signor Crisanto Boltino medico-chirurgo-ostetrico 

Torino. 

\ 

II Consiglio d’amministrazione dell’Opera Pia Barolo avuta re- 
lazione dell’operato della Commissione nominata nel suo seno per 
studiare ed allestire un progetto di nuovo ordinamento dei servizi 
sanitari dei dipendenti Istituti, in seguito agli avvertiti bisogni; 

Discusse le proposte fatte dalla Commissione stessa in ap- 
poggio all’autorevole voto di persone nella scienza medica e nella 
pratica sanitaria versatissime, al cui illuminato consiglio la Com¬ 
missione si fece carico di ricorrere nel compimento dell’impor- 
tante mandato affidatole, delibero di limitare all’Istituto di 
Sant’Anna il servizio sanitario che la S. V. Illustrissima presta 
pure in via ordinaria all’Ospedaletto nella sezione destinata alle 
cure oraiopatiche, la quale cesserebbe percio di esistere a partire 
dal 1° gennaio del prossimo 1879. 

A seconda pertanto del deliberato dal Consiglio d’ammini¬ 
strazione, la S. V. conserverebbe la quality di medico-chirurgo 
ordinario del detto Istituto di Sant’Anna per la cura dei malati 
secondo il sistema omiopatico, coll’obbligo di visitare l’lstituto 
stesso in via ordinaria due volte per settimana, ed in ogni giorno, 
od anche con maggior frequenza se vi fossero malati da curare. 
Qualora vi fossero malati in altri Istituti figliali dell’Opera Pia i 
quali chiedessero di essere curati col metodo omiopatico, la S. V. 
dovr4 prestare la sua assistenza e cura; e nel caso di malattia o 
di altro suo impedimento dovra farsi rappresentare da un medico 
omiopatico di sua fiducia. Infine per la cura omiopatica a cui 
attende dovr& compilare, secondo l’uso, la statistica nosologica. 

Il Consiglio ha deiiberato di fissarle in annue L. 500 l’asse- 
gnaraento per il nuovo servizio come sopra circoscritto, a partire 
dalla detta data 1° gennaio 1879. 

La S. V. sari compiacente favorire una risposta nel corso di 
questo mese alia presente partecipazione indirizzandola per 
iscritto alia sede dell’Opera Pia Barolo. 

Il sottoscritto nel compiere l’incarico demandatogli dal Con¬ 
siglio per tale partecipazione ha l’onore di presentare alia 
S. V. Illustrissima gli atti della pi& distinta considerazione. 

Torino, 10 settembre 1878. 

Il Consigliere delegato: P. Baricco. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


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All III. e Reverend . sig. cav. Teologo Baricco 
Consigliere delegato. 

Avrei risposto immediataraente alia lettera di comunicazione 
del riordinamento dei servizi sanitari degli Istituti figliali di 
Torino delTOpera Pia Barolo, direttami dalla S. V. Illustrissima 
e Reverendissima, se la penosa impressione in me prodotta dal- 
l’annunzio della soppressione della Sezione medico-omiopatica 
dell’Ospedaletto me lo avesse permesso. 

Non posso a meno, nell’atto che le dico di ottemperare alia 
decisione della onorevole Amministrazione, di manifestarle iutta 
la mia meraviglia del come siasi decisa la soppressione della sola 
Clinica omiopatica, che esistesse in Torino, stabilita da quel- 
l’esimia gentildonna che fu la Marchesa di Barolo, la quale 
espressamente, e non a caso la voile istituita fin dalla prima fon- 
dazione delTOspedaletto nel 1845, e voile mantenerla finche Ella 
visse sebbene molti siano stati i medici titolari, che da quell’epoca 
si succedettero fino al 1860, quando l’affido a me. 

E la signora Marchesa di Barolo non era tal donna per intel- 
ligenza distinta e per fermezza di carattere da tollerarla per tanto 
tempo, quando i risultati e per fatto di scienza, e per economica 
amministrazione della medesima non avessero risposto alia sua 
aspettazione, tanto pia avendo il confronto giornaliero e costante 
delle due altre Cliniche medica e chirurgica allopatiche. 

Non avendo, nel dettare le sue ultime volonti, indicata la 
possibility che cotesta Ciinica omiopatica potesse un giorno essere 
soppressa, parmi che la sua volonti avrebbe dovuto essere reli- 
giosamente osservata e tanto piii ora mentre le Nazioni piu civili, 
le Amministrazioni private, le Amministrazioni raunicipali, le 
Amministrazioni dello Stato vanno a gara per aprire ospedali 
omiopatici e mentre il Municipio di New York toglie agli allo- 
patici il grande Ospedale oftalmico per consegnarlo agli omio¬ 
patici, mentre ancora ieri il Governo della Repubblica Francese 
ha legalmente riconosciuto uno degli ospedali omiopatici di 
Parigi, quello che si intitola di San Giacomo, in questa citti che 
pur non e barbara, si ha il dolore di assistere alio strano spetta- 
colo di un’Amministrazione, per ogni verso benemerita, la quale 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


sopprime Tunica clinica omiopatica che vi fosse, per la sola 
ragione che... cosi consigliano gli onesti nemici delTOmiopatia. 

E percio si desto in me ancora raaggior meraviglia del come 
la onorevole Amministrazione sia ricorsa per consiglio a* medici 
allopatici, ed abbia creduto prendere tanta decisione in appoggio 
airautorevole veto di persone nella scienza medica e nella pra• 
tica sanitaria versatissime , come se ai medici allopatici non 
paresse vero lor si parasse il destro di togliersi cotesto pruno 
dagli occhi colla soppressione della sola Clinica omiopatica esi- 
stente in Torino, come se essi seguaci della medicina allopatica 
potessero, senza contraddirsi, ammettere essere conveniente, o 
soltanto tollerabile Taffidare una sezione ai seguaci del sistema 
Hahnemanniano, del pari che per instituire una cattedra di filo- 
sofia spiritualista si richiedesse ai varii seguaci delle dottrine 
materialiste il parere delTopportunita e convenienza. 

Mi credetti in obbligo di sottomettere alia esimia Commis- 
sione che si intitola di Riordinamento dei servizi sanitari del- 
> TOpera Pia Barolo, coteste brevi ragioni, che railitano pella 
persistente conservazione della Sezione omiopatica. 

La lunga assistenza prestata alTIstituto di Sant’Anna fa si, 
che gradita me ne riesca la conferma; sarA mio cbmpito di cer- 
care di mantenermene la fiducia del pari che quella della 
Amministrazione. 

NelTottemperare al desiderio espressomi dalla S. V. Ill. ma di 
darle risposta per iscritto, ho Tonore di presentarle gli atti della 
pihdistinta considerazione e ripetermi di V. S. Ill. ma devotissimo 
servo 

Torino, 26 settembre 1878. 

Dott. Bottino Crisanto. 


Torino, 1° novembre 1898. 

Eccellentissimo Collega , 

Dalla circolare del 21 settembre avrete certamente rilevato 
che nel programma a svilupparsi dalTadunanza dei medici e far- 
macisti omiopatici era compreso il vivo desiderio che abbia la pi& 
pronta realizzazione la volontA del compianto Camploy colTaper- 
tura di una Sezione omiopatica nelTOspedale di Verona. 


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l’OMIOPATIA IN ITALIA 


29 


Esaurite tutte le vie legali che o9tavano all’accennata erezione 
ospitaliera, spetta ora all’esecutore testamentario il darvi opera, 
nominandovi un medico di sua fiducia. Sono purtroppo scarsi in 
Italia i benefattori amici delTOmiopatia perche 8i trascurino i 
loro benefici propositi per parte specialmente di coloro che hanno 
e devono avere la missione di sollecitarli. 

Compite, carissimo ed onorando collega, sollecitamente il 
yoto del munifico Camploy, perche a voi ne resta esclusivamente 
il compito, ed aggiungerete un merito a tanti altri che avete 
accumulato a pro della nostra causa. 

Coi sensi della cordiale collegalitd siamo vostri 

Dott. Bonino Giuseppe. Dott. Bottino Crisanto. 

PS. A1 momento di andare in macchina si e ricevuto riscontro 
dal quale emerge che si esperiscono i dovuti mezzi per indurre 
il Municipio di Verona a prendere le debite provvidenze in 
proposito. 


Torino, 5 novembre 1898. 


Esimio Signore , 

I medici e farmacisti omiopatici italiani adunatisi il giorno 
24 ottobre nella sala delTOspedaletto per risolvere il programma 
teorico-sociale, quale appariri nel prossimo fascicolo, e compresi 
da giusta ammirazione per lo splendido atto di fllantropia da 
V. S. compiuto a pro dei poveri e dei credenti nelTOmiopatia 
emisero, pur rispettando l’anonimia giusta il desiderio espresso, 
un voto di plauso e di gratitudine al donatore. 

Nel portare a conoscenza di V. S. tale deliberazione i sotto- 
scritti aggiungono i sensi della piu alta stima coi quali sono 
di V. S. devotissimi 

Il Presidente dellIstituto II Presidente del Comitato 

Dott. Bonino. Dott. Bottino. 


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30 


L OMIOPAT1A IN ITALIA 


PARTE NON UFFICIALE 


BIBLIO GRAPIA 


Malaltie chirurgiche curate senza ferro e senza fuoco. — 
Del favo o vespaio , del flemmone , della pustola maligna, 
della cangrena e della loro cura. 

Tale e il titolo di una memoria presentata dal dott. V. Massimi 
nel convegno di settembre e di cui diamo qui un sunto, attesoch& 
lo spazio del giornale non consente di pubblicarla per intero. 

Premessa Tesposizione dei fenomeni noti con cui il Favo 
appare, si svolge e passa ad esito buono o fatale, l’autore si 
occupa specialmente della parte terapeutica cui rispondono nel 
primo periodo Belladonna per uso interno ed esterno a bassa 
diluzione, non che Arsenicum e Lachesis se minaccia cangrena; 
nel 2° periodo Silicea 6 a eziandio intus ed extra senza obliare 
Hepar o Mercurius solubilis se complicazioni erpetiche o sifili- 
tiche ne richiamino l’impiego. Riferiscein seguito piu casi dalui 
felicemente vinti di fronte a casi letali a lui noti e consecutivi al 
trattaraento officiale. 

Descritti del pari i fenomeni patognomonici del Flemmone , 
scinde le cause produttrici in tre categorie, cioe nelle ferite irre- 
golari piii o meno profonde, nell’inoculazione di sangue infettoo 
di pus cadaverico, ed infine nelle morsicature di animali, special- 
mente insetti velenosi. Per la prima serie consiglia Arnica o 
Rhus secondoche trattasi piuttosto di contusione o di stendi- 
mento di tessuti fibrosi; aggiungendo la Calendula se vi e espor- 
tazione di tessuti, e riservando l’uso di Conium e Symphilum se 
sono lese le ossa. Ricorda Sulphuris acidum quando, vuotato 
l’ascesso, compaiono fungositd nel fondo della piaga con ecchi- 
mosi e macchie rosse attorno la medesima. Ove minaccia can¬ 
grena in seguito a lesione meccanica e la cute offra un colore di 
fuliggine viene proposto Rhus f se il colore e violaceo Arse¬ 
nicum. E pur d’avviso che Rhus provveda alle emottisi in 
seguito a causa traumatica. Se poi ad onta del predetto tratta- 
mento ne segua la carie delle ossa, in tal caso soccorrono : 
Graphites , Aurum , Mercurius, Sulphur , Silicea. 

Nella seconda serie di cause pone eziandio in prima linea Bel¬ 
ladonna e come suoi coefficient! Lachesis , Pulsatilla , e nel caso che 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


31 


si svolga il processo suppurativo, Hepar o Mercurius , aprendo 
Pascesso se la fluttuazione e manifesta con assottigliamento 
della cute. Alio scopo poi di arrestare la suppurazione impedendo 
la carie delle ossa tornano giovevoli Silicea ed Hepar , talvolta 
alternata con Calendula; bene inteso che se qui pure minaccia 
cangrena, Arsenicum e Lachesis riescono rirnedi indicati. Nella 
terza serie rimedio precipuo b Cantharis adoperato internamente 
ed esternamente anche a bassa diluzione, cioe alia 3 a . Che se 
malgrado questo farraaco si svolga ii processo infiamraatorio 
locale con febbre o minaccia anche cangrena, Pautore consiglia 
Puso alterno delPora accennato rimedio e di Belladonna. Sog- 
giunge inline che durante un mezzo secolo di pratica non vide 
mai flernmone indipendente da causa esterna, ma non ricusa di 
ammettere il flernmone per altre cagioni. Chiude Pargomento 
con una censura della presente mania operativa. 

Alla Puslola maligna o carbonchio egli oppone dapprima 
Belladonna , che secondo lui ha potere di arrestare il corso della 
malattia; in seguito vengono Lachesis ed Arsenicum se i sintomi 
locali ed il genere di dolore lo esigono. 

La cangrena per causa traumatica nelle persone senili 
richiede Secale o Conium, od anche Rhus quando il colore 
vellutato della cute ritrae quello della fuliggine. 

Come appendice troviamo accennato Puso esterno della Tre - 
menlina nelle scottature surrogandola colPuso interno di Bella - 
donna se nasce la forma risipelatosa della cute. 

Chiude il pregevole suo lavoro con un appello ai colleghi e 
con un voto di miglioramento sociale merce Padozione della 
nostra dottrina. 

Dovremmo pure far menzione di una dissertazione inviataci dal 
collega dott. Secondari di Roma: Sulla Diagnosi e VOmiopalia, 
in risposta ad un articolo di Menninger comparso sulla Rivista 
Omiopatica, ma poiche essa fu simultaneamente inviatae stampata 
dal Secolo Omiopatico di Napoli, cosi per evitare una duplicazione 
rimandiamo i lettori a detto periodico, avvertendo pero che non 
avremmo stampata Pintroduzione senza qualche riserva. 

Abbiamo teste ricevuto un opuscolo dal dott. Gerard En- 
causse col titolo di Annuario dell'Omiopatia di Parigi che 
comprende: Alcune nozioni d’omiopatia pratica; Pelenco degli 
Ospedali e Dispensari omiopatici, non che le Scuole d’insegna- 
mento; Pelenco alfabetico dei medici e farmacisti omiopatici di 
Parigi; la lista dei principali rirnedi omiopatici; un memento 
terapeutico e nozioni diverse. 


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L’OMIOPATIA IN ITALIA 


L’autore non risparmio certamente fatica nel raccogliere tutti 
gli element! statistici e pratici che si trovano compendiati nel- 
l’opuscolo, e non v’ha dubbio che tutti gli amici dell’Omiopatia 
parigini dimostreranno il loro gradimento all’autore. 

-♦-- 

NOTIZIE 

Leggiamo nel numero di ottobre della Revue homeopathique 
franchise col titolo : L'Omeopatia all'Esposizione universale 
del 1900: Nel giorno 12 giugno 1898 e avvenuto un fatto che 
merita d’essere segnalato perche non ebbe ancora precedent 
all’epoca dei Congressi omiopatici riuniti nelToccasione delle 
diverse Esposizioni universali. 

Per decreto ministeriale due nostri confratelli omiopatici, i si¬ 
gnori dott. Simon e Love, furono chiamati a far parte dei Comitati 
speciali, incaricati dello studio delle questioni relative alle do- 
mandeed all’organizzazione dei Congressi internazionali nel 1900. 

Altre volte, mediante protezioni, avevamo potuto ottenere un 
locale nelFEsposizione per tenere i nostri Congressi, e questo era 
tutto; ma ora per la prima volta il Governo nomina medici 
omiopatici nei Consigli d’organizzazione dei Congressi ufficiali. 

Gia qualche mese prima del decreto del Ministro del com- 
raercio, del 12 giugno 1898, il sig. Weber, farmacista omiopatico 
di Parigi, era stato ufficialraente invitato a far parte della Com- 
missione d’ammissione dei prodotti della classe 87 (prodotti chi- 
mici e farmaceutici), alia futura Esposizione; il sig. Weber 
accettb e noi lo felicitiamo per questa distinzione, che apporteri, 
come fortunata conseguenza, una esposizione di prodotti omio¬ 
patici nel 1900, la prima, crediamo, che abbia luogo in Francia. 
Finalmente il nostro confratello, il sig. dott. Marco Jausset, fu 
pure nominato in un’altra Sezione. 

Quattro omeopatici saranno adunque raembri del Comitato, o 
membri del giuri dell’Esposizione universale del 1900. 

Questo b un vero onore che il Governo francese rende al- 
TOmiopatia, onore tanto piii sensibile in quanto che b senza 
precedents noi non lo ripeteremo mai abbastanza. 

Un Congresso ufficiale all’Esposizione e l’inaugurazione d’un 
monumento funerario sulla tomba d’Hahnemann, ecco piii che 
non occorra per assicurare il successo ! 

Stamperia deU’Unione Tip.-Editrice. — Torino. 


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Torino -Mom a — UNIONE TIPOGRAFICO-ED1TR1GE — Napoli-Milano 


A. ATJYARD ed E. CATJBET 


ANESTESIA 

CHIRURGICA ED OSTETRICA 

Traduzione del Dottor FABRIZIO MAFFI 


L’anestesia gcnerale ha, ai nostri giorni, ottenuto la cittadinanza nella 
chirurgia moderna. La necessity di sopprimere il dolore nelle operazioni 
di qaalche importanza h una veritk riconosciuta da tutti, ammessa senza 
contestazione, sen/.a contrasto, ad unanimity assoluta. Ma quando si tratta 
dei raezzi necessari ad ottenere questa anestesia, la scena cambia, si 
manifestano divergenze d’opinioni; ognuno vanta il suo sistema prediletlo, 
il metodo al quale e piu abituato. Questi metodi sono numerosi, e in questo 
volume si indicheranno tutti i metodi semplici per 1 *Anestesia generate , — 
i metodi delle miscele e i misti. 

Ne\Y Anestesia locale si parla dei refrigeranti, dell’acido carbonico, della 
infiltrazione artificiale dei tessuti, dei narcotici, della compressione, della 
elettricitk, del narcotismo voltaico, dell’antipirina, della cocaina. Seguono 
numeroseapplicazioni mediche, chirurgiche, alia ginecologia ed airostetricia. 

Il signor Auvard sludi6 in modo particolare T anestesia ostetrica, che 
difTerisce per molti riguardi dalla chirurgica; il Caubet Tanestesia chirurgica. 

Gli studi che presentiamo torneranno utilissimi al chirurgo che voglia 
ottenere la narcosi completa e regolare, necessaria in certe operazioni deli¬ 
cate, e al paziente che desidera evitare cost gli inconvenienti, non rari, della 
anestesia; — fark comprendere la necessity che anche in Italia si addivenga 
alia specializzazionc di chirurghi anestetici, e come per fare della buona 
chirurgia non basta essere operatore brillante e scrupoloso dell’asepsi, ma 
occorre anche avere un buon narcotizzatore. 

Ai meriti degli Autori francesi, riprodotti fedelraenle nell’edizione 
italiana del dottor Maffi, possiamo aggiungere che il compianto prof. Cuzzi, 
nonchfc il prof. Silva, vollero assisterne la stampa e arricchire la nostra 
edizione di preziose Note. 

Le illustrazioni vengono anche in aiuto del lettore. 


Vn eleyanle volume legato , JL. 3, 50. 


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Torino-Roma - UNIONS Tll'OGRAFICO-EDlTRICE — Napoli-Milano 


La Pnenmonite Lobare Acuta, per 

il Dott. Maurizio Boulay. Traduzione del Dott. Serafino 
Belfanti. — Due volumi, Lire 2,50 caduno. 

La questione della natura della polmonite fu a varie riprese sollevata, 
ed £ ancora vivo il rumore delle controversie a cui diede origine. Solo la 
scoperta del microbio della polmonite le fece cessare. Ai nostri giorni la 
pneumonite viene considerata come una malattia di infezione per mezzo dei 
pneumococchi. 11 dott. Maurizio Boulay riunl tutti gli studi falti in Francia 
e fuori sull’argomento: discusse la diagnosi, la eziologia del morbo, e riusci 
a formare due utilissimi volumetti, nei quali vengono posti sotto gliocchi dei 
medici tanto i caratteri del male come le cure che diedero i migliori risultati. 

La versione italiana venne da noi affidata al distinto batteriologo dottor 
Serafino Belfanti, chiamato ora alia direzione dell’Istituto sieroterapico di 
Milano. Come gli altri volumetti da noi pubblicati, anche questo ebbe la 
revisione del chiaro prof. dott. Bernardino Silva, e Faggiunta di Note. 

Nel volume primo, dopo un cenno della malattia, si mdicano i caratteri 
del pneumococco, le cause coadiuvanti lo sviluppo della pneumonite: raf- 
freddamento, traumi, strapazzo, influenze nervose, condizioni atmosferiche, 
condizioni individual; nonch£ la epidemicitk, la contagiosity, l’azione delle 
lesioni polmonari e degli altri organi. Segue un quadro generale della ma¬ 
lattia, nel quale si discorre dell’incubazione, dei prodromi e del modo di 
esordire della malattia, se ne descrive il periodo di stato, terminando col- 
Faccennare ai varii esiti del morbo, alia sua diffusione e durata,alle recru- 
descenze ed alle recidive. In un capitolo sulle complicazioni si accenna alle 
suppurazioni, alia gangrena del polmone, alia congestione pohuonare, alia 
tubereolosi, e ai fenomeni nervosi. 

11 volume secondo e riservato alle affeiirai extra-polmonari: Pleuriti, 
pericardite ? endocardite, menineite, peritqniteTjtoiti, nefriti, otiti, amigda- 
liti, parotiti, enteriti, ascessi 

In apposito capitolo si pneumonite in generale, 

e dei casi particolari. E dMlia a^iescriverne le variety se¬ 
condo il decorso e i sinttfwfs^^ migranti, biliose, aste- 

niche; le pneumoniti dell’infanzif^aeUif y&Jqhiaia, nelle bronchiti, nell’en- 
fisema; le pneumoniti nei,^ (ubercolosi, .^fdiaci, bevitori, gotlosi, pazzi, 
cachetici, tifosi, ecc. *K. ^ 

Una gran parte del volume tafrie cfestinata alle cure: preventive, abortive, 
sistematiche; cure sintomaticfae/t& ut ore termina con un riassunto delle 
regole di cura delle pneumoniti neffiiffllto, nel fanciullo, nel vecchio. 

Tutti i sanitari sono d’accordo nefFaffermazione che le cure non devono 
volgersi alia malattia in generale, maagli ammalati, e che ad ogni categoria 
di persone occorrono medicazioni particolari ai loro organismi: vi sono 
quindi cure speciali per gli ammalati negli ospedali, eper quelli nelle citta 
o nei piccoli Comuni. Perci6 il dott. Boulay, nei due volumi, accenna ai 
vari rimedi, alle cure adottatedai clinicipiu distinti, e ne spiega Fazione in 
ogni caso. 

Questo modesto trattato come tutti i volumetti della Biblioteca diretta 
dai proff. Charcot e Debove, & scritto con linguaggio piano, alia portata 
dell’intelligenza di tutte le famiglie colte, che possono, coadiuvando Fopera 
dei sanitari coll’impiego delle norme igieniche ivi indicate, evitare i peri- 
coli del contagio, potendo, in certi casi particolari, le abitazioni di tali 
ammalati divenire focolaio dell’infezione pneumonica. 

La nostra Society nutre percib fiaucia di vedere la pubblicazione bene 
accolta. 


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