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Full text of "Monitore zoologico italiano"

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MONITORE  ZOOLOGICO  ITALIA!) 

(Pubblicazioni  italiane  di  Zoologia,  Anatomia,  Embriologia) 
QRGANO  UFFICIALE  DELLA  UNIONE  ZOOLOGICA  ITALIANA 


DIRETTO 

DAI     DOTTORI 

GIULIO  CHIARUGI  EUGENIO  FICALBI 

Prof,  di  Anatoiuia  amana  Prof,  ili  Anatomia  comparata  o  di  Zoologia 

nel  R.  Ietitnto  di  Stndj  Snperiori  di  Firenze  nella  R.  Universita  di  Pisa 


Vol.  XXVIIT  —  Auuo  XXVIII  —  1917 

(Con  16  figure  e  9  tavole) 


IN    FIRENZE 
MDCCCCXVII 


INDICE    DEL   VOL.   XXVIIL 
(Anno  XXVIII,  1917). 


BIBLIOGRAFIA 


N.B.  —  In  questo  volume  e  contcnuta  la  Bibliogratia  dell'annata  1917  e  la  con- 
tinuazione  di  quclla  delle  annate  precedenti. 

A.  —  Parte  generale.  Pag.  1. 

I.  Bibiiografia,  Storia  e  Biografia  zoologica  e  anaSomica.  Pag.  1. 
II.  Scritti  zoologici  d' indole  filosofica.  Pag.  2. 

III.  Scritti  comprensivi  e  van  di  Biologia,  di  Zooiogia,  di  Anatomia.  Pag.  2. 

IV.  Gonologia,  Ontogenia,  Teratologia.  Pag.  4. 
V.  Citologia  e  Istologia.  Pag.  5. 

VI.  Tecnica  zoologica,  anatomica  e  microscopica.  Pag.  7. 

VII.  Allevamenti,  Giardini  zoologici,  Acquari,    Collezioi,    Musei    ed    altre    IstiUizioni. 
Pag.  8. 

B.  —  Parte  speciale.  Pag.  81,  101. 

I.  Invertebrati  in  genere.  Pag.  81. 
II.  Protozoi.  Pag.  81. 

III.  Diciemidi,  Ortanettidi,  Trichoplax  e  altri  Invertebrati  d'incerto  tipo. 

IV.  Spongiari. 

V.  Celenterati  (Cnidar?  e  Ctenofori).  Pag.  82. 

VI.  Vermi.  Pag.  83. 

1.  Scritti  generali  o  su  piu  die  una  delle  division]  del  gruppo.  Pag.  8£ 

2.  Platodi.  Pag.  83. 

3.  Rotiferi  e  Gastrotrichi. 

4.  Neraertini.  Pag.  83. 

5.  Briozoi,  Foronidi,  Cephalodiscus,  Khabdopleura. 

6.  Brachiopodi. 

7.  Enteropneusti. 

8.  Sipunculidi. 
y.  Echiuridi. 

10.  Nematodi,  Desmoscolecidi,  Ghetosomidi.  Pag.  83. 

11.  Acantocelali.  Pag.  83. 

12.  Chetognati. 

13.  Echinoderi. 


14.  Anellidi.  Pag.  83. 

VII.  Artropodi.  Pag.  84. 

1.  Scritti  generali  o  su  piii  cho  una  dolle  classi. 

2.  Tardigradi. 

3.  Pantopodi  o  Picnogonidi. 

4.  Merostomi  o  Limulidi. 

5.  Aracnidi.  Pag.  84. 

6.  Grostacei.  Pag.  84. 

7.  Prototracheati  o  Onieoi'ori. 

8.  Miriapodi. 

9.  Insetti  o  Esapodi.  Pag.  85. 

a)  Scritti  generali  o  su  piii  che  uno  degli  orclini.  Pag.  85. 

b)  Atterigoti  o  Tisanuri. 

c)  Architteri  o  Pseudonevrotteri  e  Mtdlofagi. 

d)  Ortolteri.  Pag.  85. 

e)  Rincoti  o  Emitteri,  e  Fisapodi  o  Tisanotteri.  Pag.  85. 

f)  Coleotteri  e  Strepsitteri.  Pag.  8(3. 

g)  Nevrotteri. 

h)  Iinenotteri.  Pag.  86. 
i)  Ditteri.  Pag.  87. 
h)  Afanitteri. 
I)  Lepidotteri.  Pag.  87. 

VIII.  Echinodermi.  Pag.  87. 
IX.  Molluschi.  Pag.  88. 

1.  Scritti  generali  o  su  piu  che  una  delle  classi.  Pag.  88. 

2.  Anflneuri. 

3.  Gasteropodi  (Prosobranchi.  Eteropodi.  Opistobranchi,  Pteropodi.  Polmo- 

nati).  Pag.  88. 

4.  Scalbpodi. 

5.  Lamellibraiichi,  Acefali  o  Pek'cipoili. 

6.  Cefalopodi.  Pag.  88. 

X.  Tunicati.  Pag.  88. 

XI.  Leptocard!  o  Anfiosaidl. 

XII.  Vertebrati.  Pag.  101,  185. 

I.  Parte  generale. 
II.  Parte  anatomica.  Pag.  101. 

1.  Parte  generale. 

2.  Struttura  esteriore. 

3.  Apparecchio  tegumontale.  Pag.  101. 
i.  Apparecchio  echeletrico.  Pag.  102. 

5.  Apparecchio  niusuolare. 

6.  Apparecchio  intestinale  con  le  annosso  glafidotfe.  Pag1.  10S. 

7.  Apparecchio  respiratorio.  Pag.  103. 

8.  Tiroide   Paratiroide.  Timo.  Gorpuscoli  tiraici.  Pag.  104. 


9.  Apparecchio  circolatorio.  Milza  e  altri  organi  linfoidi.  Pag.  104. 

10.  Cavita  del  corpo  e  membrane  sierose. 

11.  Appareecliio  urinario  e  genitale.  Pag.  104. 

12.  Ghiandole  surrenali.  Organi  cromaffini,  etc.  Pag.  105. 

13.  Apparecchio  nervoso  centrule  e  perilferleo.  Pag.  105. 

14.  Organi  di  sense.  Pag.  106. 

15.  Urgani  produttori  di  luce,  di  elettricita. 

16.  Anatomia  topogralica. 

17.  Teratologia.  Pag.  106. 

III.  Parte  zoologica.  Pag.  1*5. 

1.  Scritti  generali  o  sn  piu  che  una  delle  classi.  Pag.  18&. 

2.  Giclostomi. 

3.  Pesci.  Pag.  185. 

4.  Anfibi. 

5.  Rettili. 

6.  Uccelli.  Pag.  lsf>. 

7.  Mammileri.  Pag.  iS6. 

8.  Antropologia  ed  Etnologia.  Tag.  186. 

AjJpenclice :  Antropologia  applicata  alio  studio  dei   pazzi,   dei    crimi- 
nali,  etc.  Pag.  186. 

C.  —  Zoologia  applicata.  Pag.  187. 

1.  Zoologia  medica.  Pag.  1ST. 

2.  Zoologia  applicata  aH'agricoltura  e  alle  Industrie.  Protezione,  Caccia,  etc. 

Pag.  187. 


COMUtflCAZiGNI  ORIGINALI. 

Beecari  N.  —  Le  cellule  dei  gangli  spinali  e  simpatici  in  una  grossa  Tartaruga 

(Testudo  calcarata).  (Con  tav.  11-111  e  1  tig.  nel  testo).  —  Pag.  15-20. 
Brian  A.  —  Descrizione  di  una  nuova  specie  di  Laophonte  (L.  quaterspinata  n. 

sp.  mini)  proveniente  dai  materiali  del  Laboratorio  marino  di  Quarto.   (Con 

4  tig).  —  Pag.  174-178. 
Chiarugi  G.  —  Nervo  coccigeo  incluso  nella  parte  nervosa  del  filum  Lenninale. 

(Con  1  tig.).  —  Pag.  169-173. 
Colusi  G.  —  Un  caso  di  parallelismo  morfologico  negli  Eufausiacei.  —  Pag.  41-48. 
Colosi  G.  —  Sui    rapporti    faunistici   fra   il   Mediterraneo  e   1'  Atlantico.  —  Pa- 

giue  107-116. 
Cutore  G.  —  Rara  disposizionc  di  un  terzu  molare  e  di  un  molare   supplemen- 

t  u*e  inferiori  neiruomo.  (Con  tav.  VIII).  —  Pag.  134-142. 
Decisi  A.  —  La  classiticazione  delle  Catarrine  dell'Elliot  con  alcuue  carte  della 

loro  distribuzione  geogratica.  (Con  tav.  IV-VI).  —  Pag.  117-128. 
Emery  C.  —  II  sistema  nervoso  considerato  come  criterio    differcnziale   fra  Mc- 

tazoi  e  Protozoi.  —  Pag.  151-152. 
Galati  Mosella  R.  —  Sn  alcuni  easi  di  rigeneraziono  oculare  multipla  osservati 

nelYHeli.r  mazzulli.  (Con  tav.  VII).  —  Pag.  129-133. 


Gianturco  G.  —  Un  apparecchio  per  iniezioni  vasali  microscopiche.  (Con  1  fig.). — 

Pag.  49-52. 
Giardina  A.  —  Sulla    tensione   superficiale  della  cellula  durante   la  raitosi.   — 

Pag.  21-24. 
Marchetti  L.  —  Sulla   invaginazione   attiva   del    tappo    vitellino    nolle    nova   di 

Bufo  vulgaris.  (Con  7  figure).  —  Pag.  89-99. 
Onorato  De-Cillis  M.  I.  —  Nuovi  generi  e  nuove  specie  di  Nematodi  liberi  d'acqua 

dolce.  Nota  pi'eliminaro.  —  Pag.  57-62. 
Pensa  A.  —  Fatti  o  considorazioni  a  proposito  di-alcune  formazioni  endocellulari 

dei  vogetali.  Nota  preventiva.  rCon  tav.  I).  —  Pag.  9-14. 
Senna  A.  —  Note  ittiologiche.   I.  Sull' identita  dello   Slomias  bonapartei   Fowl. 

con  St.  boa  (Risso).  —  II.  Stadi  larvali  di  .S7.  boa  (Risso).  (Con  tav.  (X  e  1 

fig.  nel  testo).  —  Pag.  188-201. 
Staderini  R.  —  Notevole  fascio  di  fibre  nervoso,  che  dal  chiasma    ottieo  si  pro- 

lunga  nella  lamina  terrainale.  Nota  preventiva.  (Con  1  fig.).    -  Pag.  149-151. 


UNIONE  ZOOLOGICA  ITALIANA 

Noraenclatura  zoologica.  Circolare  N.  4.  —  Pag.  25  40. 

»  »  Circolare  N.  5.   —  Pag.  143-148. 

»  »  Circolare  N.  6.  —  Pag.   179-184. 

Ghigi  A.  —  Repertorio  di  specie  nuove  di  aniraali  trovatc  in  Italia  e    doscrittc 

neiranno  1913.  —  Pag.  63-80. 

Ghigi  A.  —  Repertorio  di  specie  nuove  di  aniraali  trovatc  in  Italia  e    desoritte 
nell'anno  1914.  —  Papr.  156-168. 


NOTIZIE  E  VARIETA 

Nccrologi:  Andrea  Bate  Hi.  —  Pag.  53-56. 

Caraillo  Mobilio.  —  Pag.  99. 

Lorenzo  Camerano.  —  Pag.  153-155. 

Alessandro  Coggi  —  Pag.  202-204. 
Concorsi.  —  Pag.  100. 


Firenze,  1918  -  Tip.  Luigl   Nlccolai 


Monitore  Zoologico  Italiano 

(Pubblicazioni  Italiane  di  Zoologia,  Anatomia,  Embriologia) 

Organo  ufficiale  della  Unione  Zoologica  Italiana 

DIRKTTO 

da.    DOTTOKl 

GIULIO  CHIARUGI  EUGENIO  FIGALBI 

Prof,  di  Anatomia  nmana  Prof,  di  Anatoiuia  comp.  e  Zoologia 

uel  K.  Iatituto  di  Studi  Super,  in  Firenze  neila  M.   Dmversita  di  Pisa 

Ufficio  di  Direzione  ed  Amoiiiiistrazione:   Istihito  Anatomino,   Firenze. 

12  numeri  all'anno  —  Abbuonamento  annuo  L.    15 

XXVIII  Anno  Firenze  -  1917  N.  1 


SOMMARIO:  BiBLioriRAFiA.  —  Pag.  1-8. 

Comunicazioni  originali:  Pensa  A.,  Fatti  e  oonsiderazioni  a  proposito  di  aleune 
forraazioni  endncellulari  dei  vegetali.  (Con  tav.  1).  —  Beccari  N.,  Le  cellule 
dei  gangli  spinali  o  simpatici  in  una  grossa  Tartaruga  (Testudo  calcarata). 
(Con  tav.  II-1II  e  1  fig.  nel  testo).  —  Pag.  9-20. 


Avvertenza 

Delle  Comunicazioni   Originali   che   si   pubblicano   nel  Monitore 
Zoologico  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 


BIBLIOGRAFIA 

Si  tin  notizia  soltanto  dei  lavori  pubbiieati  in   Italia. 

A.   -   PARTE  GENERALE 

I.  Bibliografia, 
Storia  e  Biografia  zoologica  e  anatomica 

Baroncini  Raffaele.  —  I  libri  e  le  preparazioni  anatomiche  del  Dott.  Ant.  M.  Val- 
salva. —  Grottaferrata,  Tip.  (falo-orientale  a  S.  Niton,  (914.  Opuscoloin 
16°,  di  pag.  50. 

Berlese  Antonio.  —  Leopoldo  Chinaglia.  —  Redid,  Vol.  12,  pp.  361-366,  con  ri- 
tratto.  Firenze,  1017. 

Bilancioni  Guglielrao.  —  Harvey  e  Cesalpino:  un'ultima  parola  intorno  alia  con- 
troversia  sulla  scoperta  della  circolazione  del  sangue.  —  Arch.  Fisiologia, 
Vol.  13,  Fasc.  6,  pp.  473-190.  Firenze,  1915. 

Bilancioni  Guglielrao.  —  Di  un  cai-teggio  inedito  dell'anatomico  Leopoldo  M.  Gal- 
dani.  —  Aiti  Soc.  ital.  progr.  sc,  8il  Hun.,  Roma,  marzo  1910,  />.  (>?::. 
Uoma.  1016. 


Bilancioni  Guglielmo.  —  Let tere  inedite  di  Doraenico  Cotugno.  —  Arch.  ital.  di 
Otol.,  Rinol.  e  Laring.,  Vol.  25,  Ser.  3,  Fase.  3,  pp.  231-250  e  Fasc.  6. 
pp.  508-515.  Torino  1914;   Vol.  26,  Ser.  3,  Fasc.  I,  pp.  47-68.  Torino,  1915. 

Bilancioni  Guglielmo.  —  Lettore  inedite  di  Leopoldo  Marcantonio  Caldani.  — 
Ai-ch.  ital.  di  Otol.,  Rinol.  e  Laring.,  Vol.  26,  Ser.  3.  Fasc.  2,  pp.  118-132. 
Torino,    1915. 

Camerano  Lorenzo.  —  Alberto  Gtinther.  —  Atti  cl.  R.  Accad.  d.  Sc.  di  Torino. 
Vol.  49.  Disp.  12*.  1913-1914,  Cl.  di  Sc.  Fis..  Mat.  e  Nat.,  pp.  561-569.  To- 
rino, 1914. 

Majocchi  Doraenico.  —  La  medicina  nella  preistoria.  (Con  19  figg.).  —  Bull.  d. 
Sc.  med.,  An.  86,  Ser.  9,  Vol.  3,  Fasc.  11,  pp.  381-405;  Fasc.  12,  pp.  409- 
444.  Bologna,  191.',. 

Majocchi  D.  —  Simbolismo  fallo-orieo.  (Con  5  figg.).  —  Bull.  d.  Sc.  med.,  An.  87, 
Ser.  9,   Vol.  4,  Fasc.  11,  pp.  465-479.  Bologna,  1916. 

Martinotti  G.  —  Prospero  Lambertini  (Benedetto  XIV)  e  lo  studio  della  Anatoraia 
in  Bologna.  —  Bologna,  Cooperativa  Tip.  Az.zoguidi,  1911.  Opuscolo  in  16" 
di  pp.  32. 

Martinotti  G.  —  L'insegnamento  della  Anatomia  in  Bologna  prima  del  secolo  XIX. 
—  Bologna,  Cooperativa  Tip.  Azzoguidi,  1911.  Monografia  in  16°  di  pp.  146. 

Messedaglia  Luigi.  —  L'«Iter  ltalicum  Palavinum  »  di  D.  Cotugno.  G.  B.  Mor- 
gagni  e  I'Universita  di  Padova  nel  1765.  —  Atti  d.  R.  1st.  Ven.  di  Sc.  Lett, 
ed  Arti,  An.  Accad.  1913-14,  T.  73,  (Ser.  8,  T.  16),  Parte  2»,  pp.  1691-1803. 
Venezia. 

Salvadori  T.  —  Philip  Lutloy  Sclater.  —  Atti  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  di  Torino, 
Vol.  49,  Disp.  2-\  1913-14,  Cl.  di  Sc.  Fis.,  Mai.  e  Nat.,  pp.  138-141.  To- 
rino, 1914. 

Viviani  Ugo.  —  11  trattato  sui  sapori,  inedito,  dedicato  a  Baccio  Valori  ed  il 
carteggio  in  gran  parte  inedito,  di  Andrea  Cesalpino  eon  Baccio  Valori,  col 
Granduea  di  Toscana,  con  Bianca  Cappello,  con  Belisario  Vinta  o  con  l'Al- 
bergotti,  con  l'aggiunta  delle  sue  lettere  dedicatorie,  delle  tre  sue  testimo- 
nialize sulla  raalattia  e  sull'esumazione  di  S.  Filippo  Neri  e  di  una  lettera 
di  Giovambattista  Gesalpino.  (Con  tav.  e  fig.).  —  II  Cesalpino,  An.  12,  N.  15, 
pp.  237-255;  N.  16,  pp.  357-375;  N.  22,  pp.   Z73-488.  Arezzo,  1916. 

Taramelli  Torquato.  —  Di  Giovanni  Maironi  da  Ponte  e  di  altri  naturalisti  boi'- 

gamaschi  del  secolo  scorso.  —  Rendic.  Istit.  lomb.  Sc.  e  Lett,  Ser.  2,  Vol.  49. 

Fasr.  7-8,  pp.  269-284.  Milano,  1916. 

II.  Scritti  zoologici  d'indole  filosofica 

Salvadori  Guglielmo.  —  La  Dottrina  deU'evoluzione.  —  Federazione  Italiana 
delle  Biblioteche  Popolari  di  Milano,  Stabilimento  «  La  Sociale  ».  Osliglia, 
1916,  158  pp. 

III.  Scritti  comprensivi  e  vari 
di  Biologia,  di  Zoologia,  di  Anatomia  e  di  Fisiologia 

Agnoletti  (iiuseppe.  —  Studi  sperimentali  sulla  castrazione.  La  respirazione  dei 
tessuti  in  rapporto  alia  castrazione.  Prima  nota  preventiva.  —  La  clinira 
Veterinaria,  An.  39,  .V.  ;.  pp.  195499.  Milano,  i'->tt>. 


Cavazza  Filippo.  —  Modilicazione  della  deterrainazione  del  sesso  o  stimolo   alia 

partenogcncsi.  —  Natura,   Vol.  7,  Fas<:  maggio-agosto,  i>}>.  61-73.  Milano, 

1916. 
Durante  Luigi.  —  lstopatologia  del  reinnesto  cerebrale  parziale.  —  Policlinico, 

An.  22,   Volume  22-C,  Fasc.  3,  pp.  105-124,  con  figg.  Roma,   1915. 
Falcone  Roberto.  —  Sui  trapianli  articolari.  —  La  Riforma    medica,    An.   31, 

N.  30,  1915,  pp.  816-822.  Napoli,   1915. 
Fasiani  G.  M.  —  Presentazione  di  una  coppia  di  polli   in    parabiosi.    —    Giorn. 

R.  Accacl.  Medicina  Torino,  An.  75,  N.  12,  dicembre  1912,  pp.   375-376. 

Torino,  1913. 
Gargano  Glaudio.  —  Dei  tumori  spontanei  negli  anflbi.  —  Boll.  d.  Soc.  di  na- 
tur. in  Napoli,  Vol.  27,  (Ser.  2,  Vol.  7),  An.  28.  pp.  242-248,  con  3    lav. 

Napoli,  1915. 
Ghigi  Alessandro.  —  Sulla  eredita  deU'ernia  cerebrale  dei  polli    in   correlazione 

ad  altri  caratteri.  —  Arch.  Zool.  ital.,   Vol.  8,  pp.  49-88,  con  5  fig.  e  3  lav. 

Napoli,  1916. 
Giani  R.  —  Del  trapianto  della  eartilagine  coniugale.  (Con  10  tig.).  —  Arch,  di 

Orlop.,  An.  30,  Fasc.  3,  pp.  623  657.  Milano,  1913. 
Giordani  Francesco.  —  Sulla  flessibilita  delle  ali  in  natura  e  nel  volo  meccanico. 

—  Boll.  d.  Soc.  di  Natur.    in  Napoli,   Vol.  27,  (Ser.  2,    Vol.    7),    An.   28, 

1914,  pp.  51-54.  Napoli,  1915. 
Marcucci  Ennete.  —  Ancbe  nella  Lacerla  muralis  si  puO    inibire    la   rigenera- 

zione  della  coda.  —  Boll.  d.  Soc.  di  Natur.  in    Napoli,    Vol.    27,    (Ser.  2, 

Vol.  7),  An.  28,  pp.  249-256,  con  5  fig.  Napoli.  1915. 
Marcucci  Ermete.  —  L'inibizione  della  rigenerazione  degli  arti    nel    Tritone.  — 

Boll.  d.  Soc.  di  Natur.  in  Napoli,    Vol.  27,  (Ser.  2,    Vol.   7).    An.    28.  Co- 

munic.  verb.,  p.  3.  Napoli,  1915. 
Mantelli  Gandido.  —  Esperienze  sul  trapianto  dei  reni.  —  (Horn.  Accad.  Medi- 
cina Torino,  An.  75,  pp.  377-379.  Torino,  1912. 
Pardi  Ugo.  —  Intorno  alle  raodilicazioni  istologicbe  che  l'estratto  ipoiisario   in- 
duce sulla  glandola  tiroide.  —  Speri men tale,  Arch,  di  Biol.  norm,  e  pat.. 

An.  69,  Fasc.  5,  pp.  843-854.  Firenze,  1915. 
Pellegrini  Rinaldo.  —  Gli  effetti  della  castrazione  sulla  ghiandola  pineale.   (Gon 

tav.  5-6).  —  Arch. p.  le  Sc.  med.,  Vol.  38,  Fasc.  2,  pp.  121-145.  Biella,  191 1. 
Pignatti  Augusto.  —  lnnesti  sul  del'ereute.  —  Policlinico,  An.    20,    Vol.   20-C, 

Fasc.  12,  pp.  529-558:  An.  21,   Vol.  21-C,  Fasc.  1,  pp.  16-23 ;  con  figg.  Ro- 
ma, 1913  e  1914. 
Quagliarello  G.  —  Ricerclie  ehiinico-usiche  sui  liquidi  animali.  XI.  Sulla  reazione 

del  sangue  degli  animali  marini.  —  Pubbl.  d.  Staz.  Zool.  di  Napoli,  Vol.  1, 

pp.  21-29.  Milano,  1916. 
Russo  Achille.  —  Influenza  del  riproduttore  sulla  proporzione  numerica  dei  nati 

dei  due  sessi  nella  coniglia.  —  Arch.  Fisiologia,  Vol.  14,  Fasc.  l,pp.  29-33. 

Firenze,  1915. 
Serafini  Giuseppe.  —  Sulle  estese  ferite  da  taglio  del  parenchima  renale   e   sul 

reimpianto   di    segmenti    renali :   contributi    sperimentali.    —    Policlinico, 

An.  23,   Vol.  23-C,  Fasc.  7,  pp.  222-224;  Fasc.  8,  pp.    236-256;   con   fig. 

Roma,  1916. 
Sergi  Giuseppe.  —  L'Eugenica  e  la  decadenza  delle  nazioni.  —    Atti  Soc.    Hal. 

progr.  Sc,  8a  riun.,  Roma,  marzo  1916,  pp.  181-199.  Roma,  1916. 


-   4   - 

Torreggiani  G.  —  Zoognosia  -  Parassitisrno  -  Separazione  sessuale  -  Lotla  per 
l'amore  -  Femrainisrao.  —  II  Nuovo  Ercolahi,  An.  20,  X.  S3,  pp.  513  522, 
N.  34,  pp.  529-538;  N.  35.  pp.  5  15-555;  X.  36,  pp.  562-568.  Pisa,  1915. 

Uffreduzzi  0.  —  Sul  trapiantamento  di  lerabi  colorati  di  fascia  lata.  (Con  2  tav.). 

—  Sperimentale,  Arch,  di  Biol.  norm,  e  pat.,  An.  70,  Fasc.  3-4,  pp.  401- 
118.  Firenze,  1916. 

Verson  E.  —  Di  certe  raodalita  morfologiche  che  mal  si  prestano  a  criteri  di 
classificazione  sisteraatica.  —  Atti  d.  R.  1st.  Ven.  di  Sc,  Lett,  cd  Art/, 
T.  75,  parte  1*,  pp.  841-843.  Venezia,  1915-16. 

IV.  Oonologia,  Ontogenia,  Teratologia 

Cova  Ercole.  —  Secrezione  interna  delia  placenta  e  sua  azione  sopra  altre  ghian- 
dole  endocrine.  —  Annali  Osletr-.  c  Ginecol.,  An.  37,  Vol.  2,  X.  9, pp.  225- 
265.  Milano,  1915. 

Decio  Gesare.  —  La  presenza  e  il  signiticato  della  colina  nel  tessuto  placentare. 

—  Annali  Ostetr.  e  Ginecol.,  An.  37,  X.  2,  pip.  87-96.  Milano,  1915. 
Enriques  Paolo.  —  SnU'aumento  della  sostanza  nucleare  durante  lo  sviluppo  em- 

brionale  nell' Aplysia  liniacina.  —  Rend.  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  d.  1st.  di  Bo- 
logna, CI.  di  Sc.  Fisiche,  [X.  S.),  Vol.  18  (1913-14),  pp.  102  106.  Bologna, 
191 1. 

Erchia  (D')  F.  —  A  proposito  del  lavoro  del  Gentili:  Indagini  istochimiehe  ri- 
guardanti  la  funzione  della  decidua.  —  Annali  Ostetr,  c  Ginecol.,  An.  38, 
Vol.  1,  X.  5,  pp.  281-283.  Milano,  1916. 

Falco  A.  —  Sulla  genesi  della  cellula  luteinica.  —  Annali  Oslelr.  e  Ginecol.. 
An.  38,   Vol.  1,  X.  6,  pp.  293-311,  con  2  figg.  Milano,  1916. 

Falco  A.  —  Ricerche  istologiche  e  fisiopatologiche  sulla  secrezione  interna  del 
pancreas  in  gravidanza.  —  Annali  Ostetr.  e  Ginecol.,  An.  38.  Vol.  1,  X.  1, 
pp.  1-21.  Milano,   1916. 

Ferrai  Carlo.  —  Sulla  specitieita  dei  peptoni  plaoentari  nella  diagnosi  della  gra- 
vidanza col  raetodo  polarimetrico  (Nota  riassuntiva).  —  Arch,  di  Antrop. 
Crim.,  psich.  e  med.  legale.  Vol.  37,  Ser.  I,  Vol.  8.  Fasc.  di  snj/jit., 
pp.  Ill  119.    Torino,   P.)  16. 

Gentili  Attilio.  —  Sulla  secrezione  interna  della  decidua.  A   proposito  del  lavoro 
di  .1.  Schottlaender:  «  Sulla  teoria  della  reazione  di  Abderhalden  etc.  ».   - 
Annali'  Osletr.  e  Ginecol.,  An.  36,  Vol.  2,   X.    12,  pp.    t94-49&.    Milano, 

Gentili  Attilio.  —  Indagini  istocliiniiehe  riguardanti  la  funzione  della  decidua. 
Ynnali  Ostetr.  e  Ginecol.,  An.  38,  Vol.  I,  N.  2, pp.  81-124,  con  lav.  1-6. 
Milano,   1916. 

Gentili  A.  e  Binaghi  R.  1  lipoidi  della  decidua.  Annali  Oslelr.  e  Ginecol^ 
An.  38,    Vol.  I,  N.  7,  pp.  313-367.  Milano,  1916. 

Giacomini  Ercole.  —  Presentazionc  di  girini  di  Rana  temporaria  e  di  avannotti 
di  Salmo  fario  nutriti  con  tiroide  di  hue.  —  Rendic.  della.  IS  Accad.  d.  Sc. 
d.  I.sl.  di  Bologna,  CI.  di  Sc.  /is.,  X.  $.,  Vol.  18  {1913-14),  pp.  116-121.  Bo- 
logna,   1911. 

Maccabruni  Francesco.  —  Sulla  gravidanza  in  corno  uterine  rudiraentario  di 
utero  bicorne.  "'.'in  figg.).  —  Annali  Ostetr.  e  Gineeol.,    An.   37,    Vol.  2, 

X.   8,   pp.   97  119,    Milium.    PAIS. 


Marcucci  Ermete.  —  Gli  ai'ti  o  la  coda  della  Lacerta  muralis  rigenerano  tiello 
stadio  embrionale '.  Nota  preliminare.  —  Boll.  d.  Soc.  di  Nalur.  in  Napoli, 
Vol.  27,  (Ser.  2,   Vol.  7).  An.  28,  191  J,  pp.  98-101.  Napoli,  1915. 

Pardi  Ugo.  —  Sopra  un  caso  di  gravidanza  primaria  addominale  a  termine  os- 
servato  in  una  coniglia  opera ta  di  istero-salpingectomia  all'inizio  della  ge- 
stazione.  —  Annali  Ostetr.  e  Ginecol.,  An.  36,  Vol.  2,  N.  9,  pp.  193-198, 
con  fig.  Milano,  i914. 

Perrando  G.  G.  —  Sul  tempo  di  elirainazione  del  meconio.  —  Arch,  di  Anlrop. 
crvun.,  psich.  e  med.  legale,  Vol.  37,  (Ser.  4.  Vol.  8),  Fasc.  di  suppl., 
pp.  140-144.    Torino,  1910. 

Pinna  Pintor  A.  —  Gravidanza  in  corno  rudiraentale  atresico  di  utero  bicorne. 
Annali  Ostetr.  e  Ginecol.,  An.  37,  Vol.  1,  N.  3,  pp.  113-130,  con  figg.  Mi- 
lano, 1915. 

Pusinich  G.  —  Sulla  presenza  di  cellule  deciduali  nolle  ghiandole  liniatiche  della 
pelvi  durante  la  gravidanza.  (Cuu  flgg.).  —  Annali  Ostetr.  e  Ginecol.,  An.  37, 
Vol.  2,  N.  8,  pp.  120-129.  Milano,  1915. 

Sabatino  Carmine.  —  Sullo  sviluppo  dell' intestine  spirale  del  girino  di  Bafo 
ml  gar  is.  —  Arch.  Zool.  Hal.,   Vol.  8,  pp.  159-187,  con  2  tav.  Napoli,  1916. 

Santoro  Angelo  d'Emidio.  —  II  grasso  plaeentare.  (Con  n'gg.j.  —  Annali  Ostetr. 
c  Ginecol.,  An.  37.    Vol.  1,  N.  5,  pp.  259-291.  Milano,  1915. 

Sfameni  F.  —  Sulla  origine  della  inserzione  velamentosa  del  funicolo  e  delle  ano- 
malie  placentari  che  con  essa  di  f'requente  coincidono.  --  Annali  Ostetr.  e 
Ginecol.,  An.  35,   Vol.  2,  N.  10,  pp.  441-494,  con  figg.  Milano,  1913. 

Sirtori  Carlo.  —  I/aborto  studiato  nelle  sue  cause  anatomo-patologicbe.  —  Anna- 
li Ostetr.  e  Ginecol.,  An.  35,  Vol.  2,  N.  7 '.  pp.  1-205,  con  tav.  Milano,  1913. 

Zirpolo  Giuseppe.  —  Studi  quautitativi  sulla  riduzione  della  coda  nella  meta- 
morfosi  della  liana  esculenia.  —  Boll.  d.  Soc.  di  Nalur.  in  Napoli,  Vol.  27, 
Ser.  2,    Vol.  7.  An.  28,  IV 14,  pp.  17-47.  Napoli,  1915. 

Zirpolo  Giuseppe.  —  La  velocita  dell'accresciraento  e  della  riduzione  della  coda 
di  Bufo  vulgaris  dalla  sua  prima  origine  alia  completa  atrofla.  —  Boll. 
d.  Soc.  di  Nalur.  in  Napoli,  Vol.  27,  (Ser.  2,  Vol.  7),  An.  28,  pp.  129  148. 
Napoli,  1915. 

V.  Citologia  e  Istologia 

Aymerich  G.  —  L' influenza  dell'adrenalina  sul  quadro  ematologicu  della  gravida. 

—  Annali  Ostetr.  e  Gineool.,  An.  37,  N.  5,  pp.  233-258.  Milano,  1915. 
Azzi  A.  —  Sul  comportamento  dei  condriosomi  del  rene  nel  digiuno  e  sotto  de 

terminati  stimoli  e  in  animali  trattati  con  lecitina.  —  Arch.  p.  leSc.  med., 

Vol.  10,  Fasr.  1-2,  pp.  22-36.   Torino,  1916. 
Baecchi  Brunetto.  —  Sulla  diagnosi  differenziale  Ira  sangue  della  madre  e    sau- 

gue  del  leto  in  medicina  legale.  —  Arch,  di  Anlrop.  crvm.,  psich.  e    med. 

legale.   Vol.  35,  (Ser.  4,    Vol.  6),  Fuse.  J,  pp.  60-73.   Torino,  1914. 
Baecchi  B.  —  Sulla  diagnosi  differenziale  fra  sangue  della  madre  e   sangue    del 

t'eto.  —  Arch.  Anlrop.  (■rim.,  psich.  e  med.  legale,  Vol.37,  (Ser.  4,  Vol.  8), 

Fasc.  di  suppl.,  pp.  155.  Torino,  1916. 
Baecchi  B.  —  Ancora  sulla  diagnosi  individuale  del  sangue  umano.  —  Arch,  di 

Antrop.  crim.,  psich.  e  med.  legale.   Vol.  37.    (Ser.    4.    Vol.   8),   Fasc.   di 

suppl.,  p.  156.   Torino,  l'.>16. 


-   6   - 

Baggio  G.  —  Ricerche  sperimentali  riguardanto  1' influenza  del  timo   sulla    for- 
mula leucocitaria  del  sangue  a  proposito  della   linfocitosi   dei  basedowiani. 

—  Arch.  p.  le  Sc.  med.,   Vol.  39,  Fasc.  3,  pp.  161-195.  Biella,  1915. 
Bolaffio  Michele.  —  Sui  lipoidi  del  sangue  o  sull'azione  lipolitica  del  siero  nelld 

stato  puerperale.  —  Annali  Ostelr.  e  Ginecol.,  An.  35,  N.  11,  pp.  541-562. 

Milano,  1913. 
Brandino  G.  —  La  infiltrazione  glicogenica  dell'epitelio  vagiuale  nella    diagnosi 

medico-legalo  del  sangue  raestruo.  —  Arch,  di  Antrop.  crim .,  psich .  e  med. 

legale,  Vol.  37,  (Ser.  4,  Vol.  8),  Fasc.  di  siqjp.,  pp.  150-153.  Torino,  1916. 
Cerletti  Ugo.  —  Sulla  struttura  della  nevroglia.  (Con  8  tav.).  —  R.  Accad.  d.  Lin- 

cei,  An.  312,  1915,  Ser.  5,   Vol.  11,  Fasc.  1.  Roma,  1915.  Eslr.  di  pp.  42. 
Cesar is-Demel  A.  —  SiuTorigine  delle  piastrine  dai  raegacariociti.  (Con  tav.  14-15). 

—  Arch.  p.  le  Sc.  med.,   Vol.  38,  Fasc.  5,  pp.  351-365.  Biella,  1914. 
Cesaris-Demel  A.  —  Sulla  presenza  o  sulla  genesi  delle  piastrine  nella  rnilza  dei 

mammifet'i.  —  Alii  d.  Soc.  Tosc.  di  Sc.  Nat,  Memorie,  Vol.  30, pp.  156-176, 

con  2  tav.  Pisa,  1915. 
Cevidalli  A.  —  Contribute)  alio  studio  delle  corabinazioni  alogenate  del  pigmento 

sanguigno.  —  Arch,  di  Antrop.  crim.,  psich.  e  med.  legale,  Vol.  37,  Ser.  4, 

Vol.  8,  Fasc.  di  suppl.,  pp.  168-174.  Torino,  1916. 
Cova  Krcole.  —  SulPorigine  di  una  reazione  chiraica  partieolare  del  sangue  delie 

gravide.  —  Annali  Ostelr.  e  Ginecol.,  An.  35,   N.   10,  p>p.   495-512.    Mi- 
lano, 1913. 
Dominicis  (De)  A.  —  Sulla  diascopia  delle  macchie  di  sangue.  —    11   Cesalpino, 

An.  11,  N.  16,  pp.  333-334.  Arezzo,  1915. 
Ferrari  Virgilio.  —  Contribute  alio  studio   della   degenerazione   walleriana.    — 

Boll.  Soc.  med.-chir.  Pavia,  An.  28,  N.  l,pp.  47-129,  con  tav.  Pavia,  1915. 
Ferrari-Pocoleri  F.  —  Struttura  deU'ematocito  e  del  suo  nucleo.  —  Gazz.  med. 

di  Roma,  An.  41,  N.  21-22,  pp.  322-331.  Roma,  1915. 
Foa  P.  —  Sulla  produzione  delle  piastrine  del  sangue  e  sulla  nbro-adenia   della 

railza.  —  Giorn.  d.  R.  Accad.  di  med.  di  Torino,  An.  78,  N.  5-6,  maggio- 

giugno  1915,  pp.  175-177.  Torino,  1915. 
Foa  Pio.  —  Sulla  produzione  delle  piastrine  del  sangue  e   sulla   trasformazione 

fibroadenoidea  nella  railza.  (Con  2   tavole).    —   Arch.   Sc.   med.,    Vol.   39, 

Fasc.  5-6,  pp.  317-361.  Torino,  1915. 
Graziani  A.  —  Sul  raodo  di  comportarsi  dei  plessi  nervosi  pericellular!  nel  tratto 

di  midollo  spinale  sottostante  ad  una  sezione  trasversa.  (Con  tav.   1-2).   — 

Riv.  di  Patol.  nerv.  e  ment.,   Vol.  20,  Fasc.  4,  pp.  193-202.  Firenze,  1915. 
Lattes  Leone.  —  L' individuality  del  sangue  umano  e  la  sua   diraostrazione   rae- 

dico-legale.  (Con  2  tav.).  —  Arch,  di  Antrop.  crim.,  psich.  e  med.   legale, 

Vol.  36,  (Ser.  4,  Vol.  7),  Fasc.  4,  pp.  422-538.  Torino,  1915. 
Levi  Giuseppe.  —  Migrazione  di  eleraenti  specitici  differenziati  in  colture  di  mio- 

cardio  e  di  muscoli   scheletrici.   (Con   tav.)    —    Arch.   Sc.   med.,    Vol.   40,, 

Fasc.  1-2,  pp.  14-21.  Torino,  1916. 
Levi  Giuseppe.  —  La  eostituzione  del   protoplasma   studiata   su    cellule   viventi 

coltivate  in  vitro.  —  Ai-ch.  Fisiologia,  Vol.  14,  Fasc   2,  pp.   101-112.    Fi- 
renze, 1916. 
Loredan  Lorenzo.  —  Sugli  organi  nervosi  terminali  sensitivi    nei    muscoli   cuta- 

sei  dei  mamrniferi.  —  Atti  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  di  Torino,  CI.   d.    Sc.  /is., 

mat.  e  nat.,   Vol.  50,  dis2>.  8,  1914-1915,  pp.  329-333.  Torino,  1915. 


-  7  - 

Maccabruni  F.  —  Sperimenti  di  eultura  in  vitro  dei  tessuti  dell'utero  e  dell'o- 
vaio  di  feto  umano.  —  Annali  Ostetr.  e  Ginecol.,  An.  35,  Vol.  2,  TV.  10, 
pp.  529-535,  con  3  lav.  Milano,  1913. 

Marchesini  Rinaldo.  —  Sulla  natura  e  sulla  funzione  delle  cellule  eosinofile.  (Gou 
figg.).  —  II  Policlinico,  An.  24,  Vol.  24-M,  Fasc.  1,  pp.  26-52.  Roma. 
1917. 

Mattei  (Di).  —  Sulle  alterazioni  dell'apparato  neuroflbrillare  della  cellula  ner- 
vosa nella  raorte  per  insolazione.  —  Arch,  di  Antrop.  crim.,  psich.  e 
med-legale,  Vol.  37,  Ser.  4,  Vol.  8,  Fasc.  di  suppl.,  pp.  184-185.  Torino, 
1916. 

Mazzotto  A.  —  Gondizioni  che  producono  un  risultato  negativo  con  la  reazione 
di  Van  Deen,  malgrado  la  presenza  effettiva  del  sangue.  —  Arch,  di  An- 
trop. crim.,  psich.  e  med.  legale,  Vol.  37,  Ser.  4,  Vol.  8,  Fasc.  di  suppl.. 
pp.  157-163.  Torino,  1916. 

Ollino  Giovanni.  —  Influenza  dei  raggi  X  sugli  elementi  ematici  in  vivo  e  in 
vitro.  —  La  Clinica  med.  Hal.,  An.  54,  N.  5,  pp.  373-379.  Milano,  1915. 

Roccavilla  Andrea.  —  Studii  di  flsio-patologia  dell'emolisi.  Le  resistenze  dei  glo- 
buli  rossi  ed  i  poteri  antieraolitici  del  plasma  nel  sangue  deU'aniraale  splc- 
nectomizzato.  —  La  Clinica  med.  ital.,  An.  54,  N.  6-7-8,  pp.  456-542.  Mi- 
lano, 1915. 

Romanese  R.  —  Gontributo  alio  studio  delle  alterazioni  morfologiche  e  croma- 
tiche  delle  cosi  dette  piastrine  degli  ovipari.  —  Giorn.  d.  R.  Accad.  di  med. 
di  Torino,  An.  78,  N.  3-4,  mar  zo-aprile  1915,  pp.  74-81.  Torino,  1915. 

Rnbino  C.  —  Alcnni  caratteri  morfologici,  strutturali  e  funzionali  degli  elemenii 
figurati  del  sangue  rilevati  raediante  una  «  reazione  croraogena  ».  —  La 
Riforma  med.,  An.  31,  N.  20,  1915,  pp.  533-537.  Napoli,  1915. 

Scigliano  Saverio.  —  Di  una  speciale  reazione  di  coagulazione  del  siero  di  san- 
gue in  condizioni  normali  e  patologiche.  —  La  Riforma  med.,  An.  31, 
N.  37,  1915,  pp.  1019-1024.  Napoli,  1915. 

Terni  Tullio.  —  Nuraero  e  grandezza  delle  cellule  nervose :  ricerche  sulle  brac- 
cia  dei  cefalopodi  ottopodi.  (Con  9  fig.  nel  testo).  —  Arch.  ital.  Anal,  ed 
Embriol.,  Vol.  14,  Fasc.  3,  pp.  481-512.  Firenze,  1915-16. 

Tocco  Efisio  Luigi.  —  Contributo  alia  conoscenza  della  fine  struttura  reticolo- 
filamentosa  delle  emazie.  (Con  5  fig.).  —  Arch.  Fisiologia,  Vol.  13,  Fasc.  6, 
pp.  459-472.  Firenze,  1915. 

Ziveri  A.  —  II  nucleolo  della  cellula  nervosa  in  condizioni  normali  e  patologi- 
che. —  Riv.  di  patol.  nerv.  e  mentale,  Vol.  20,  Fasc.  d,  pp.  321-337.  Fi- 
renze, 1915. 

VI.  Teeniea  zoologiea,   anatomica  e  microscopica. 

Carpano  Matteo.  —  Su  di  un  metodo  rapido  di  colorazione  dei  corpi  di  Negri 
nella  rabbia  e  sulla  speciale  struttura  che  si  mette  in  evidenza  col  metodo 
stesso.  (Con  2  tav.).  —  La  Clinica  veterin.,  An.  39,  N.  11-12,  pp.  347-359. 
Milano,  1916. 

Dominicis  (De)  A.  —  Semplice  tecnica  ultraspettroscopiea.  —  77  Cesalpino, 
An.  11,  N.  2,  pp.  21-23.  Arezzo,  1915. 

Dominicis  (De)  A.  —  Docutneutazioni  spettrografiche.  —  II  Cesalpino,  An.  11, 
X.  -I.  pp.  62  61.  Arezzo,  1915. 


8   - 


Lattes  Leone.  —  Sulla  tecnica  della  diagnosi  individuale  di  sangue  umano.  — 
Giorn.  Accad.  med.  Torino,  An.  79.  X.  3-4,  pp\  257-262,  con  figure.  To- 
rino, 1916. 

Lattes  L.  —  Sulla  diagnosi  generica  del  sangue  per  mezzo  dell'emooromogeno. 
—  Arch,  di  Antrop.  crim.,  psich.  e  med.  legale.  Vol.  37,  Ser.  t.  Vol.  8, 
Fasc.  di  suppl.,  pp.  167-108.   Torino,  1916. 

Lattes  Leone.  —  Sulla  tecnica  della  prova  di  isoagglutinazione  per  la  diagnosi 
individuale  del  sangue.  (Con  2  tav.).  —  Arch,  di  Antrop.  crim..  psch.  e 
med.  legale.  Vol.  37,  Ser.  i,   Vol.  7,  Fasc.  4,  pp.   100-408.  Torino.   1916. 

Lattes  L.  —  Sull'applicazione  pratica  della  prova  di  aggluiinazione  per  la  dia- 
gnosi specitica  ed  individuale  del  sangue  umano. —  Arch,  di  Antrop.  crim., 
psich.  e  med.  legale,  Vol.  31.  Ser.  1.  Vol.  8,  Fasc.  di  suppl.,  pp.  156-157. 
Torino,  1916. 

Lattes  Leone.  —  Due  casi  pratici  di  diagnosi  individuale  di  sangue  umano.  — 
Arch,  di  Antrop.  crim., psich .  e  med.  legale,  Vol.  37.  Ser.  1,  Vol.  7.  Fasc.  ::. 
pp.  288-308.  Torino,  1916. 

Mazzotto  A.  —  Sul  procedimento  di  Otto  v.  Fiirth  per  la  reazione  del  sangue 
col  verde  malachita  e  sostanze  analoghe.  —  Arch,  di  Antrop.  crim.,  psich. 
e  med.  legale,  Vol.  37,  Ser.  4,  Vol.  8,  Fasc.  di  suppl.,  pp.  163-167 .  To- 
rino, 1916. 

Mirto  D.  —  SulFuso  della  reazione  delle  eritroprecipitine  nella  ricerca  medico- 
legale  del  sangue.  —  Arch,  di  Antrop.  crim.,  psich.  e  wed.  legale.  Vol.  ::i . 
Ser.  4,  Vol.  8,  Fasc.  di  suppl.,  pp.  153-155.  Torino,  1916. 

Tocco  Eflsio  Luigi.  —  Le  colorazioni  su  sezioni  libere  non  sparallinate.  —  La 
Riforma  med..  An.  30.  N.  40,  1914.  pp.  1102-1105,  con  figg.  Napoli,  1914. 

VII.  Allevamenti,  G-iardini  zoologici,  Acquari, 
Collezioni,  Musei  e  altre  Istituzioni. 

Soeieta  Italiana  per  Timpianto  e  Fesercizio  del  Giardino  Zoologico  di  Roma.  — 
Relazione  tecnica  per  l'esercizio  1914.  —  Boll.  d.  Soc.  Zool.  Hal.,  Ser.  ■>. 
Vol.  3,  Fasc.  7-9,  pp.  119-131.  Roma,  1914  (191.1 ,. 


-   9   - 


COMUNICAZIONI  ORIGINALI 


ANTONIO  PENSA 


Fatti  e  considerazioni 
a  proposito  di  alcune  formazioni  endocellulari  dei  vegetali  ({ 


\i.IA     PREVENTIVA. 


i  Ion  ta\ .  ii 

E  vietata  la  riprodnzione 

La  questione  dei  eondriosomi,  che  vengono  per  lo  piu  riten'uti 
prganuli  cellulari,  non  puo  essere  studiata  solo  nelle  cellule  ani- 
mali,  ma  anche  nelle  cellule  vegetali.  Gia  da  qualche  anno  io  stessn 
e  dopo  di  me  anche  il  Lewistky  e  il  Guilliermond  abbiamo  de- 
scritto  nei  vegetali  elementi  endocellulari  simili  ai  eondriosomi  ani- 
mali  che  si  evolvono  dando  orig'me  ai  plastidi  vegetali  (2).  Per 
quanto  io  creda  che  per  tali  elementi  non  si  possa  ammettere 
senza  riserve  una  vera  e  propria  omologia  coi  eondriosomi  delle 
cellule  animali,  e  certo  pero  che  la  conoscenza  di  questi  elementi 
endocellulari  vegetali  non  puo  non  avere  una  grande  impoitanza 
Bella  questione  dei  eondriosomi  in  generate. 

II  Guilliermond  ritiene  che  tale  omologia  esista  indubbia- 
nieute  e  estende  ai  eondriosomi  vegetali  la  ipotesi,  da  molti  soste- 
nuta  per  i  eondriosomi  animali,  che  siano  organuli  cellulari  deputati 
alia  elaborazione  delle  sostanze  del  metabolismo  cellulare.  Come  argo- 
raento  principale  a  sostegno  di  questa  asserzione  il  G  u  i  lliermon  d  (3) 


(')  J  risultali  di  q  urate  ricerehe  furono  comunioati  al  Congresso  flella  Societa  per  il  progresso 
4elle  si-ienze  il  i  ;ipril<;   Ifll". 

p)  Le  iiiilic.i/.inni  bibliograftche  a  qnratp  riguardo  ai  trovano  nei  mio  lavoro  «  Osserv.  di  mor- 
tol.  e  biol.  cell,  nei   vegetali   ».  —    Arch.  f.  Zellforsch.  Jid.    Y1II,  p.   612.  Leipzig  1912. 

P)  A.  Gruiilioruiond.  —  Rech.  cytol.  sur  la  formation  des  pigments  anthocyaniqnes.  —  Kevui 
i    r.i.t     T.    V.V  I"  bis.    V  mmirs   191  I.   r     .?. 


-  10  - 

adduce  la  osservazione  da  lui  fatta  che  in  alcune  cellule  vegetali 
si  trovano  elementi  che  egli  ritiene  eondriosomi,  i  quali  elaborereb- 
bero  indubbiamente  una  particolare  sostanza,  l'antocianina,  la  cni 
forraazione  si  potrebbe  seguire  facilmente  coll' osservazione  alio 
stabo  vitale  perche  naturalmente  e  brillantemente  colorata. 

In  albra  occasioned)  feci  gia  qualche  appunbo  alio  schema  che 
ci  da  il  Guilliermond  della  formazione  dell'antocianina;  ma  ulbe- 
riori  ricerche  mi  dimostrarono  che  effettivamente  i  reperti  del 
(Tiiillierm  ond  vanno  assni  diversamente  inberpretabi.  Esporro 
quindi  brevemenbe  per  ora  i  rabbi  da  me  osservabi  e  le  considera- 
zioni  che  ne  derivano,  fabbi  e  cohsiderazioni  che  necessariamenbe 
rientrano  nella  quesbione  generale  dei  eondriosomi  e  di  albre  forma  - 
zioni  endocellulari. 

Le  immagini  describbe  dal  Guilliermond  in  cellule  epidermi- 
che  delle  denbabure  di  giovani  foglioline  di  rosa  ed  inberprebabe  da 
questi  come  eondriosomi  elaboranti  anbocianina  e  percio  natural- 
mente colorabe  in  rosso  da  bale  pigmenbo,  non  sono  elemenbi  mor- 
fologici,  ma  corrispondono  ad  un  particolare  stabo  fisico  di  quella 
sosbanza  colorata  noba  sobbo  il  nome  di  anbocianina  e  che  nelle 
albre  cellule  epidermiche  del  lembo  foliare  e  omogeneainenbe  disbri- 
buiba  nella  cellula. 

Nelle  cellule  apicali  delle  denbabure,  per  speciali  condizioni  li- 
sico-chimiche  di  quelle,  si  veriricherebbe  la  precipibazione  della  anto- 
cianina  e  cioe  di  una  fase  che  nelle  albre  cellule  brovasi  alio  sbabo 
disperso ;  le  immagini  mibocondriformi  sarebbero  appunto  il  risul- 
babo  di  questo  fenomeno  di  smescolamento.  A  sostegno  di  bale  asser- 
zione  sba,  il  fabbo  che  coH'azione  di  alcune  sosbanze,  coH'azione  cioe 
di  soluzioni  di  solfabo  di  chinina,  di  solfabo  di  sbricnina  e  delle  mi- 
scele  piu  usabe  per  la  fissazione  dei  eondriosomi,  si  puo  assisbero  in 
quelle  cellule,  nelle  quali  l'anbocianina  e  omogeneamenbe  disbribuita, 
e  in  seno  a  questa  sosbanza,  alia  comparsa  di  immagini  mibocon- 
driformi e  rebicolari  assai  somiglianbi  e  balvolba  al  bubbo  simili  a 
quelle  che  si  osservano  nelle  cellule  delTapiee  delle  denbabure  in 
condizioni   naburali. 

Anche  nelle  cellule  apicali  dei  peli  di  Geranium  roberbianum 
h  osservano  frequentemente  immagini  mitocondriformi  e  rebicolari; 
ma  quesbe  non  si  osservano  mai  in  quelle  cellule  apicali  dei  giovani 


(l)  Pensa  A.  —  Condriosomi  <■  pigmento  antoolanico  nelle  oellnle  vegetali.  \nnt,  i »?.  l:rf. 
\i.  V  p.  81.  Jena  iOiS. 

Ancorn  :i  propoaito  ili  condriraonil  e  pigmento  antneiauieo  ece.  Anal.  Am.  Hti.  X/.YI  />.  /•'>'. 
Jena  lull. 


peli  nelie  quali  1'antocianina  e  in  via  di  fonnazione,  come  dovrebbe- 
essere  nel  caso  che  real  men  te  si  trattasse  di  elementi  endocellulari 
deputati  alia  funzione  di  elaborare  il  pigmentu.  in  queste  cellule 
dei  peli  giovani  1'  antocianina  e  uniformemente  ed  omogeueamente 
distribuifca  e  man  mano  che  il  pelo  invecchia  si  compie  lo  smesco- 
lamento;  allora  1'antocianina  si  dispone  in  massoline  rotondeggianti 
o  a  contorni  irregolari  e  spessissimo  anche  in  forma  di  bastoncini, 
di  nlamenti,  di  eleganti  reticoli  colorati  in  rosso,  come  osservasi  a 
lig.  1,  2,  3  della  tavola,  nelle  quali  sono  riprodotte  tali  cellule  come 
si  presentano  naturalmente  alio  sbato  vitale. 

Anche  nel  Geranium  come  nella  rosa  ofctenni  talvolta  in  cel- 
lule, nelle  quali  1'antocianina  era  uniformemente  distribuita,  la  com- 
parsa  di  immagini  mitocondriformi  e  reticolari  colla  azione  di  deter- 
minati  reattivi;  mi  valsi  con  predilezione  di  quelle  miscele  che 
servono  comunemente  per  la  flssazione  dei  condriosomi. 

Potei  convincermi  che  l'atteggiamento  speciale  deU'antocianina, 
per  cui  vengono  in  modo  sorprendente  riprodotte  nelle  cellule  vege- 
tali  immagini  assai  somiglianti  ad  alcune  formazioni  endocellulari 
quali  sono  descritti  i  condriosomi  ed  i  reticoli  endocellulari  del 
Golgi,  e  un  fatto  piuttosto  comune.  Bellissime  ed  eleganti  immagini 
mitocondriformi  e  reticolari  osservai  in  cellule  dell'epidermide  in- 
terna delle  antere  di  Cichorium  inthybus,  in  cellule  epidermiche  del 
margine  dei  petali  di  Iris  germanica  (vedasi  la  fig.  4,  notando  pero 
che  la  tinta  naturale  e  turchino-violacea),  del  calice  di  Antholyza 
oethiopica ;  elegantissime  reti  e  complesse  sono  quelle  che  osservai 
nelle  cellule  epidermiche  dei  petali  di  varieta  culturali  di  Delphinium 
elatum  (fig.  5.  La  tinta  naturale  e  violacea). 

Se  immagini  mitocondriformi  e  reticolari,  corrispondenti  a  par- 
ticolari  variazioni  nello  stato  fisico  chimico  della  cellula,  possono 
osservarsi  alio  stato  naturale,  non  mi  fu  difficile  determinarne  anche 
sperimentalmente  la  comparsa  in  altri  casi  oltre  a,  quelli  gia  accen- 
nati  della  rosa  e  del  Geranium.  Ne  ottenni  in  cellule  dell'epidermide 
esterna  dei  fiori  di  Salvia  splendens  coll'uso  dell'acido  acetico  diluito, 
in  cellule  del  parenchima  di  radichette  di  pianticine  germinanti  di 
Vicia  faba  e  dell'epidermide  di  foglioline  e  di  ipocotiie  di  Ricinus 
gibsonii  che  contengono  composti  fenolici  afflni  alia  antocianina  ma 
incolori,  coll'azione  dell'acido  osmioo,  delle  miscele  osmio-bicromiche 
e  del  fissativo  di  Regaud.  Bellissime  precipitazioni  dell'  antocianina 
con  fonnazione  di  granuli,  filamenti,  eleganti  reticoli  ottenni  poi  in 
cellule  dell'epidermide  interna  delle  antere  e  in  cellule  dello  stilo 
di  fiori  di  Cichorium  inthybus  coll'azione  di  soluzioni  di  acetato  di 


-   12   - 

sodio  (vedasi  la  tig.  6.  ootando  pero  che  la  tinta  naturale  e  burchina 
intensa). 

Tutte  quesbe  immagini  comunque  ottenube  per  smescolamento 
coll'  impiego  di  reattivi,  non  che  quelle  che  compaiono  alio  stato 
naturale,  sono  assai  instabili  e  reverbibili.  Quesba  instabiliba  e  rever- 
tibilita,  aggiunta  ad  una  parbicolare  sensibilita  alia  azione  delle  so- 
stanze  che  sono  piu  in  uso  nella  becnica  rnicroscopica  come  fissa- 
trici,  rende  quasi  impossibile  fissare  alio  stabo  voluto  queste  imma- 
gini, cosi  da  ottenerne  preparati  permanent i ;  solo  in  qualche  caso 
coll'azione  prolungata  dell'acido  osmico  al  2  %  (metodo  di  Kopsch) 
potei  tlssare  e  tingere  in  nero  nelle  cellule  apicali  dei  peli  di  Gera- 
nium roberbianum  gli  aspetti  reticolari  e  mitocondriformi  della  an- 
tocianina quali  si  presentano  alio  stabo  naturale  oppure  quali  ven- 
gono  deberminabi  daU'azione  dello  stesso  acido  osmico. 

Tutte  queste  immagini  mitocondiiformi  e  reticolari  che  si  os- 
servano  nelle  cellule  vegetali  contenenti  anbocianina  o  composti 
fenolici  affini  alia  antocianina  non  sono  altro  che  l'effetto  della  pre- 
cipitazione  di  una  fase  dispersa.  Ricerche  personali  e  alcune  osser- 
vazioni  interessanti  di  Wil  Ista  t  ter  e  dei  suoi  collaborator]  0)  mi 
convinsero  che  si  ha  a  che  fare  con  una  soluzione  colloidale  e  pre- 
cisamente  con  un  emulsoide.  Anche  il  plasma  celiulare  o  parte  di 
esso  che  e  ritenuto  una  soluzione  colloidale  non  e  improbabile  che 
faccia  parte  del  sistema. 

Anche  i  corpi  descritti  dal  Politis  (8)  come  cianoplasti  e  ri- 
tenuti  enbita  morfologiche  deputate  alia  elaborazione  della  anbocia- 
nina, non  sono  che  immagini  dovube  alio  smescolamento  della  stessa 
antocianina. 

Avendo  il  Gruillierrnon  d  affermato  di  essere  riuscito  a  inet- 
bere  in  evidenza  coi  metodi  dei  condriosomi  quegli  element]  che 
secondo  le  sue  vedute  sarebbero  veri  e  propri  condriosomi  elaboranti 
antocianina,  applicai  anch'  io  i  metodi  per  la  dimosbrazione  dei 
condriosomi  sulio  stesso  materiale  usato  dal  G-uilliermond  e 
precisamente  su  foglioline  di  rosa,  su  foglioline  e  ipocotiJi  di  pian< 
ticine  germinanti  di  Kiciniis  gibsonii,  integrai  le  ricerche  valendomi 
anche  del  metodo  dell'argento  ridotto  e  della  reazione  eroino-argen- 
lica.  Nelle  cellule  contenenti  antocianina.  riuscii  con  tali  metodi 
effettivamente  a  coloraro  e  ad  impregnate  iormazioni  in  bubto  simili 


(»)  lustim  Liebig  a.  Annul    d.  Chemie,   Bd.    Wl,  p.  189  >    Bd.  408  Reft.  I.   Leipzig  !'.)(:;■  1915. 
(-)  1.  Politis  Soprn  specials    corpi    cell,  uln     Forinauo   antocianina.        Atti  Ixtituto    lint/mien 

iii  Pavia,  I9ii. 


-   13  - 


hi  condriosomi  auimali;  ma  queste  formazioni,  che  coq  tutta  proba- 
bilita  Bono  quelle  stesse  che  colore  il  GuiJliermond,  non  hanno 
mente  a  che  fare  coli'antocianina ;  sono  quelle  formazioni  endocel- 
lulari  che  10  e  dopo  di  me  il  Lewitsky  e  lo  stesso  Guilliermond 
abbiamo  gia  descritto  in  altre  circostanze  e  che  diventano  plastidi 
(cloroplasti,  ieucoplasti,  cromoplasti).  Le  masse  di  anfcocianina  che 
dopo  i  processi  di  fissazione,  inclusione  e  colorazione  sono  pur 
tuttavia  nmaste,  presentano  pero  le  piu  irregolari  forme  e  dispo- 
sizioni  e  difficilmente  rimangono  colorate  o  impregnate. 

Da  quanto  sopra  ho  esposto  risulta  in  ultima  analisi  che  nolle 
cellule  vegetali  provvedute  di  antocianina  o  di  compost!  fenolici 
affini  alia  antocianina,  queste  sostanze  di  natura  colloidale  possono 
assumere  o  per  condizioni  speciali  fisico-chimiche  della  cellula  o  in 
seguito  all'impiego  di  reattivi  (per  la  maggior  parte  elettroliti) 
particolan  atteggiamenti  in  rapporto  a  fatti  di  smescolamento,  tali 
da  nsultarne  imagini  mitocondriformi  e  reticolari  che  in  qualche  caso 
iGuilhermond)  furono  erroneamente  interpretate  come  entita 
morfologiche  omologabili  ai  condriosomi  delle  cellule  animali.  Quindi 
la  ongine  condriosomica  della  antocianina  non  e  punto  dimostrata 
e  cade  con  cio  anche  uno  dei  principal!  aigomenti  a  sostegno  della 
feossibilita  che  i  condriosomi  in  generale  abbiano  la  funzione  di  ela- 
borare  i  prodotti  del  metabolismo  cellulare. 

Nel  corso  delle  mie  ricerche  poi  la  mia  attenzione  dovette   fis- 
sarsi  sopra  alcuni  altri  reperti  che,  quantunqne  di  significato  oscuro 
voglio  rendere  noti.  Nelle  cellule  del  parenchima  delle  radichette  di 
Jacinthus  onentalis  che  sono  piu  prossime  ai  fasci  vascolari,  il  me- 
todo  della  reazione  cromo-argentica  mette  in  evidenza,  in  modo  assai 
elettivo,  quelle  formazioni    mitocondriformi  che  finiscono  col    costi- 
tuire  i  plastidi;  si  tratta  di  fllamenti    piu    o    meno    lunghi    aventi 
lapparenza  di  una  certa  rigidita,  con  rigonfiamenti  terminal!  o  lungo 
il  loro  decorso.  II  lore  destine  finale,  che  e  quello  che  ora  ho  detto 
di  diventare  veri  e  propri  plastidi,  si  puo   dimostrare    seguendo    le 
radichette  nel  loro  sviluppo.  Ma  nella  stessa    categoria    di    cellule 
vanando  il  .periodo   di   immersione   nella    miscela   osmio-bicromica' 
si  puo  dimostrare  la  esistenza  di  altre  imagini  mitocondriformi,  ma 
profondamente   diverse  dalle  altre   che  ora  ho   descritto.   Si  tratta 
di  fih  assai  lunghi,  fini  e  flessuosi,  ramiflcati  anche  ed  aggoraitolati 
su   loro   stessi  per  i  quali  non  mi  fu  dato  di  dimostrare  la  trasfbr- 
mazione  in  plastidi  (fig.  7). 

Oltre  a  quest!  fllamenti,  nelle  stesse    cellule,  si  notano    anche 
granuh  isolati  o  disposti  a  coroncina  o  in  piccoli  ammassi  che  stanno 


-  u 


frammischiati  ai  filament!  e  spesso  anche  sosbituiscono  le  forme 
filamentose. 

In  alcuni  lunghi  elementi  dei  fasci  vascolari  delle  stesse  radi- 
chette  di  Jacinthus  orientalis  la  stessa  reazione  cromo-argentica  ci 
permette  di  osservare  altre  disposizioni  curiose  e  cioe  veri  appa- 
rati  fibrillar!  disposti  lungo  l'asso  principale  degli  elementi  stessi 
che  occupano  solo  parzialmenfce  (fig.  8). 

Se  per  le  fofmazioni  mitocondriformi  che  si  trasformano  in  pla- 
stidi  credetti  e  credo  tutt'  ora  di  non  pofcer  concludere  senz'  altro 
per  una  omologia  coi  condriosomi  animali,  tanto  maggior  riserbo 
parmi  si  imponga  per  queste  altre  imagini  che  ora  ho  descritto, 
perche  i  reperti  ottenuti  colia  antocianina  e  coi  composti  fenolici 
affini  alia  antocianina  ci  ammoniscono  nel  sense  che  semplici  so- 
stanze  e  precisamente  dei  colloidi  contenuti  nelle  cellule  possono, 
o  per  condizioni  natural]  o  per  azioni  determinate  ad  arte,  preci- 
pitare  o  rapprendersi  dando  origine  ad  imagine  mitocondriformi  o 
reticolari  dagli  aspetti  piu  strani  e  piu  svariati. 

Non  voglio  neppure  passare  sotto  silenzio  la  dimostrazione  ot- 
tenuta  col  metodo  delia  reazione  cromo-argentica  nelle  cellule  del 
parenchima  dell' ipocotile  di  Ricinus  gibsonii,  di  imagini  che  non 
possono  a  meno  di  ricordare  l'apparato  reticolare  del  Golgi  delle 
cellule  animali  (fig.  9,  10).  Ma  anche  per  queste  ci  e  lecito  vagheggiare 
una  eventuale  vera  e  propria  omologia  coll'apparato  reticolare  endo- 
cellulare  del  Golgi,  quando  abbiamo  visto  che  nelle  cellule  vege- 
tali,  nello  smescolamento  di  un  colioide,  si  possono  avere  imagini 
cousimili  a  quelle  cui  ora  ho  accennato? 

Piu  che  mai  si  impone  il  riserbo  in  fatto  di  omologazioni ;  ma 
ci  troviamo  anche  di  fronte  a  fatti  concreti,  non  a  semplici  suppo- 
sizioni,  che  ci  dimostrano  la  necessita  di  rintracciare  mezzi  at.lar.ii 
per  studiare  molte  formazioni  e  strutture  endocellularr,  avendo  pre- 
sente  la  possibility  che  altre  sostanze  colloidali  oltre  1' antocianina 
ed  i  composti  fenolici  aflini  alia  antocianina  possano  nella  cellula 
vegetale  non  solo,  ma  anche  in  quella  animale,  comportarsi  nello 
stesso  modo  per  speciali  e  naturali  condizioni  fisico-chimiche  della 
cellula  o  anche  talvolta  per  l'azione  di  reattivi  impiegati  nella  tecnica 
inicroscopica. 

Consegnato  per  la  stampa  il  14  maggio  1917 . 


-    LO 


ISTITUTO   ANATOMICO   DI   FIRENZK    DIREXTO    DAL  PROF.   G.   CHIARUGI 

Le  cellule  dei  gangli  spinali  e  simpatici 
in  una  grossa  Tartaruga  (Testudo  calcarata) 

Gapitano  medico  NELLO  BECCAKI 

AlUTO    E    LlBERO    DOCENTE 


(God  tav.  Il-Ill  e  1  fig.  nel  testoj. 

E  vietata  la  i-iproduzioiie. 

Per  cortese  concessione  del  prof.  Senna  ho  potuto  studiare  i 
gangli  spinali  e  simpatici  di  un  vecehio  esemplare  di  tartaruga  afri- 
cana  morto  nel  Museo  di  Storia  Naturale  della  nostra  citta. 

Io  seppi  la  cosa  quando  1' animate  era  gia  stato  scarnito  per 
l'imbalsamazione,  sicche  giunsi  appena  in  tempo  a  ricuperare  qual- 
che  frammento  di  colonna  vertebrale  ed  a  raccogliere  solo  4  o  5 
gangli  spinali  e  simpatici  della  regione  toracica.  Cio  mi  ha  impe- 
dito  di  dare  a  questa  nota  lo  sviluppo  che  avrebbe  potuto  avere 
se  fossi  riescito  a  studiare  sistematicamente  i  gmgli  delle  varie 
regioni  del  corpo  e  di  qualche  nervo  cranico. 

I  pezzi  fuiono  in  parte  sottoposti  al  metodo  Cajal  al  nitrato 
di  argento,  in  parte  fissati  in  liquido  di  Zenker  e  coloriti  con  i  co- 
muni  metodi. 

Si  trattava  di  un  maschio  di  Testudo  calcarata  Schneid,  che 
aveva  raggiunto  considerevoli  dimensioni :  lo  scudo  misurava  in 
luughezza  67  cm.  Percio  ritenevo  che  lo  studio  delle  cellule  dei 
gangli  nervosi  sarebbe  riuscito  interessante  specialmente  riguardo 
alia  legge  di  Levi  sul  rapporto  fra  massa  corporea  e  volume  e 
complicanza  strutturale  delle  cellule  nervose. 

E  noto  che  Levi  fin  dal  1897  (4)  aveva  dedotto  dalla  misura- 
zione  di  cellule  nervose  di  molt;  vertebrati  di  specie  differente,  che 
il  volume  della  cellula  e  in  diretta  dipendenza  dell'estensione  del  terri- 
fcorio  innervaio  dal  suo  cilindrasse  ed  anche  della  molteplicita  della 
connessione  del  corpo  cellulare  e  dei  dendriti.  Con  numerose  ricer- 
che  successive  (5  e  6)  confermo  questo  concetto  e  raise  in  rilievo  un 
altro  fatto  non  meno  iraportante:  che  cioe,  oltre  al  volume,  anche  la 


16   - 


costituzione  della  cellula  varia  molto  nelle  singole  specie.  Dimostro 
infatti  con  metodi  elettivi  per  le  neurofibril Ie  cho  quasi  fcutte  le 
cellule  dei  gangli  nervosi  si  discostano  dal  tipo  fino  a  un  tempo 
ritenuto  cafatteristico  per  quegli  elementi,  e  che  presentano  fene- 
strature,  lobazioni  e  appendici  di  svariata  forma  e  dimensioni  alle 
quali  dobbiamo  dare  il  valore  di  un  aumento  della  massa  del  pro- 
toplasma  senza  riduzione  della  superficie  e  percio  piu  favorevole  al 
metabolismo  della  cellula.  Ora  le  fenestiature  e  le  lobazioni  si  erano 
sempre  dioiostrate  piu  ricche  e  complicate  negli  animali  di  grossa 
mole  e  negli  esemplari  di  eta  avanzata. 


Fig.  J.        Gt-anglio  spinalu  di  Testudo  calcarata,  colorito  con  il  nietodo  Cajal,  Ingr.  100  X-  —  1-  cel- 
lule del  prima  tipo:  2,  cellule  del  secondo  tipo. 


Tali  osservazioni  del  Levi  avevano  gia  trovato  la  conferma  in 
numerose  ricerche  di  altri ;  senonche,  in  una  ri  vista  critica  assai  re- 
cente,  Kidd  (3),  trattando  il  problema  del  rapporto  fra  volume  della 
cellula  nervosa  e  la  mole  dell'  animale,  mostra  di  ignorare  tutte  le 
piu  importanti  pubblicazioni  che  sono  apparse  snU'argomento  da  20 
anm  a  questa  parte  e  con  tale  insnfficiente  conoscenza  della  lette- 
ratura  giunge  a  conclusioni  del  tutto  opposte  a  quelle  del  Levi. 

Levi  (7)  ha  opportunamente  e  con  efficacia  ribattute  le  osser- 
vazioni di  Kidd  ed  ai  suoi  appunti  critici  rimando  chi  volesse 
avere  conoscenza  piu  completa  della  questione  e  della  bibliogratia 
relativa. 


La  illustrazione  (lei  gangli  delta  grossa  Testitdo  calcarata,  che 
io  ho  avuto  occasione  di  poter  studiare,  giuuge  quindi  oggi  a  pro- 
posito,  e  risulta  specialmente  iuteressante  per  la  particolare  com- 
plessita  di  struttura  delle  cellule  simpatiche  non  ancora  osservata 
in  altri  animali. 

Gangli  spinali.  ■-  Le  cellule  dei  gangli  spinali  nei  Chelonii. 
come  fu  dimostrato  per  la  prima  volta  da  Levi,  anziche  con  fene- 
stramenti  e  appendici  filifprmi  clavate  come  nella  maggioranza  dei 
vertebrati.  aumentano  la  loro  massa  con  grossi  lobi  caratteristici 
congiunti  al  corpo  da  peduncoli  prevalentemente  tozzi  e  robusti. 

Tale  fatto  si  presenta  evidentissimo  anche  neile  cellule  dei 
gangli  spinali  della  specie  da  me  esaminata  e  mi  sembra  inoppor- 
tuno  ripetere  una  paiticolareggiata  descrizione  di  gueste  appendici 
ormai  esaunentemente  illustrate  da]  Levi. 

P^siste  una  notevole  varieta  nella  grandezza  delle  cellule  e  nella 
quantita  e  forma  delle  appendici.  Come  volume  le  piu.  grosse  cel- 
lule (misurando  soltanto  il  corpo)  raggiungono  80  *.  II  nucleo  ha 
mi  diametro  di  19  ■-. 

Riguardo  al  comportamento  delle  appendici  si  possono  aggrup- 
pare  le  cellule  in  3  tipi  principal!  : 

/°  tipo.  —  Cellule  irregolari  di  forma,  con  lobi  grossi  e  non  nu- 
merosi,  bitorzoluti  all'estremita  (fig.  1  e  2).  Bono  assai  numerose 
e  fra  le  piu  voluminose. 

2]  tipo.  —  Cellule  eon  appendici  clavate  ifig.  3).  Le  appendici 
in  prevalenza  hanno  la  forma  caratteristica  deila  clava  con  pedun- 
colo  grosso  e  lieve  rigonfiamento  apicale  ;  in  minor  numero  presen- 
tano  all'estremita  del  pecluncolo,  sempre  grosso,  un  voluminoso  lobo 
sferoidale. 

Le  cellule  di  questo  tipo  sono  le  dominanti.  Se  ne  incontrano 
di  butte  le  dimtriisioni.  Sono  sempre  molto  ricche  in  appendici. 

3°  tipo.  —  Cellule  con  prolungamenti  a  tipo  dendritico  ed  altri 
hliformi  con  ciava  terminale  (fig.  4).  Sono  rare  e  di  media  gran- 
dezza. 

Se  confrontiamo  tutte  queste  cellule  con  quelle  descritte  dal 
Levi  notiamo  subito  che  specialmente  quelle  del  2°  tipo  (le  domi- 
nanti) assomigliano  molto  alle  cellule  dell'esemplare  vecclhssimo  di 
Testudo  nemuralis  da  lui  studiato.  Si  nota  solo  di  differente  che 
nella  mia  specie  le  appendici  hanno  piii  tendenza  a  mantenersi  di 
forma  clavata,  mentre  nella  T.  item  until*  prevalgono  le  forme  con 
lobi  steroidal!. 


IS   - 


Nun  vi  e  grande  differenza  di  vol  inn  e  fra  le  cellule  della  mia 
specie  e  quelle  delle  specie  esaminate  da  Levi.  Mae  senza  dubbio 
molto  piu  ricca  la  lobazione  che  anche  Levi  ha  trovato  abbondan- 
te  nell'esemplare  piu  vecchio. 

Le  mie  osservazioni  confermano  quindi  che  negli  individui  di 
eta  avanzata  aumenta  la  complicazione  strutturale  delle  cellule 
nervose. 

Gangli  simpatici.  —  Le  cellule  nervose  dei  gangli  simpa- 
bici  dei  Cheloni  sono  state  studiate  con  metodi  moderni  da  P  i  t- 
zorno  (8)  e  da  Riquier  (9). 

Pitzorno  studio  i  gangli  simpatici  di  4  specie  (Thalassochelys 
carreta,  Testudo  graeca  e  nemuralis,  Gistudo  sp.  ?).  In  tutte  trovo, 
come  fatto  caratteristico,  la  presenza  nelle  cellule  simpatiche  di  lobi 
analoghi  a  quelli  descritti  da  Levi  nelle  cellule  dei  gangli  spinali 
di  queste  stesse  specie. 

Riquier  ha  studiato  il  simpatico  dei  Cheloni  piu  minutamente 
dal  punto  di  vista  anatomico,  ed  ha  trovato  che  in  Testudo  graeca 
e  nemuralis  la  catena  simpatica  off  re  le  consuete  connessioni  con 
i  nervi  spinali  lungo  tutto  il  tronco ;  mentre  in  Emys  e  Thalasso- 
chelys i  gangii  simpatici  sembrano  esistere  solamente  nel  collo,  ma 
effettivamente  si  trovano  anche  in  tutto  il  resto  del  tronco,  dove 
si  uniscono  ai  gangli  spinali,  coi  quali  formano  un  unico  corpo  gan- 
gli are. 

Le  cellule  simpatiche  della  regione  tpracica  di  queste  due  ul- 
time  specie  rispondono  in  maggioranza  alle  cellule  del  2°  tipo  di 
Cajal  ;  sono  cioe  provviste  di  soli  dendriti  lunghi   extracapsulari. 

E  rara  la  fenestratura  e  mancano  quasi  le  lobazioni. 

Vi  sono  numerose  cellule  gemelle  e  cellule  anastomizzate  fra 
loro. 

Nella  Testudo  calcarata  che  ho  studiato  io  i  gangli  simpatici 
erano  bene  evidenti  e  presentavano  le  consuete  connessioni  con  i 
nervi  spinali  ;  percio  li  potei  facilmente  riconoscere  e  raccogliere. 

All'esame  istologico  dei  preparati  trattati  col  metodo  Cajal 
colpisce  subito  la  presenza  di  appendici  numerosissime  e  minute  alia 
superflcie  di  quasi  tutte  le  cellule.  Queste  sono,  al  solito,  molto  di- 
verse per  forma  e  dimension],  ma  possono  per  i  caratteri  delle  ap- 
pendici essere  riportate  assai  bene  ai  tipi  di  cellule  simpatiche  che 
Cajal  dava  come  caratteristici  dell'uomo. 

E  noto  che  Cajal  chiama  dendriti  tutte  le  appendici  delle  eel-  • 
lule  simpatiche.    Questi    dendriti  neh'uomo  possono    essere    corti  e 


-    19   - 

lunghi;  i  primi  alia  lor  volta  si  possono  distinguere  in  intracapsu- 
lar! e  intraglomerulari.  I  dendriti  intracapsulari  sono  appendici  sot- 
mi,  che  emanano  in  gran  nnmero  da  quasi  tutto  il  contorno  della 
cellula  e  terminano  fra  gii  elementi  della  capsula  che  involge  la 
cellula  simpatica.  L'  insieine  di  queste  appendici  fu  detta  corona 
dendritica.  I  dendriti  intraglomerulari  sono  grossi  e  intrecciandosi 
essi  e  le  loro  diramazioni  fra  loro  danno  luogo  a  un  glomerulo  den- 
dritico  che  puo  essere  formato  da  dendriti  di  una  sola  o  di  piu  cel- 
lule e  da  arborizzazioni  terminali  di  fibre  efferenti. 

I  dendriti  lunghi  traversano  la  capsula  e  si  ramificano  a  di- 
stanza  dal  corpo  cellulare  dal  quale  emanano. 

Le  cellule  del  1°  tipo  hanno  solo  dendriti  corti,  quelle  del 
2°  solo  dendriti  lunghi,  quelle  del  3°  dendriti  delle  due  specie. 

Come  ho  detto  le  cellule  simpatiche  della  T.  calcarata  possono 
riportarsi  a  questi  tipi  stabiliti  da  Cajal.  Infatti  si  hanno  cellule 
del  1°  e  del  3°  tipo,  mentre  non  ho  mai  veduto  cellule  del  2°  tipo. 

Fra  le  cellule  del  1°  tipo  si  possono  distinguere  due  sottospecie: 
Nella  prima  (fig.  5  e  6),  le  cellule  sono  rotondeggianti  od  ellittiche 
provviste  di  numerosissime  piccole  appendici,  tutte  eguali  fra  loro. 
che  non  fuoriescono  dalla  capsula  e  che  in  vicinanza  della  loro  estre- 
mita  si  risolvono  in  due  rami  i  quali  in  prevalenza  terminano  con 
un  rigonfiamento  clavato;  in  numero  minore  con  filament!  dal  cui 
insieme  si  costituisce  il  canestro  pericellulare  in  gen  ere  poco  ricco. 
Eccezionalmente  esistono  uno  o  due  filamenti  extra-capsulari  non 
ramificati  (fig.  6).  Potremo  dare  a  questa  sottospecie  il  nome  di  G. 
a  testa  di  medusa. 

Le  cellule  a  testa  di  medusa  sono  fra  le  piu  numerose  e  fra 
le  piu  voluminose.  II  corpo  della  cellula  senza  la  corona  raggiunge 
58-60  \j-.  di  diametro. 

L'altra  sottospecie  comprende  cellule  (fig.  7,  8  e  9)  meno  nu- 
merose delle  prime,  di  dimensioni  e  forma  varia,  prevalentemente 
piu  piccole  ed  ellittiche,  provviste  di  un  minor  numero  di  prolunga- 
menti  che  hanno  varia  forma:  alcuni  sono  sottili  e  terminano  con 
una  clava  o  con  un  filamento  come  nelle  c.  a  testa  di  medusa  (fig.  8), 
altri  sono  piu  tozzi  come  i  dendriti  intraglomerulari  di  Cajal  (fig.  7 
e  9);  molti  presentano  la  forma  a  martello  (fig.  9)  ricordata  da 
Pitzorno  per  le  cellule  simpatiche  dei  Cheloni  da  lui  esaminati. 

In  pochissime  cellule  queste  appendici  hanno  tendenza  a  disporsi 
in  glomerulo,  che  non  ho  mai  veduto  ben  costituito  come  quell i 
dell'uomo  e  in  ogni  case  sempre  formati  da  appendici  di  una  sola 
cellula. 


-  20  - 

In  molte  di  queste  cellule  sono  bene  evidenti  le  flbrille  che 
formano  ansa  alia  estremita  rigonflafca  delle  appendici  (fig.  7). 

Le  cellule  del  3"  tipo  di  Cajal  (fig.  10  e  11)  sono  meno  nume- 
rose  delle  altre.  Sono  di  svariata  forma  e  diraensioni  e  possono 
raggiungere  la  misura  massima  di  60  <-»-  come  le  cellule  del  1°  tipo. 
I  dendrifci  lunghi,  ordinariamente  non  molto  numerosi,  si  risolvono 
in  arborizzazioni  nel  terrifcorio  circostante  alia  cellula  e  non  hanno 
tendenza  a  portarsi  molto  a  distanza. 

In  nessuna  cellula  simpatica  ho  trovato  fenestratura.  Non  ho 
veduto  cellule  gemelle  ne  cellule  fra  loro  anastomizzate. 

La  capsula  delle  cellule  e  grossa  con  numerose  cellule  satelliti 
che  si  insinuano  fra  le  appendici  (fig.  5). 

Se  confrontiamo  tutte  le  cellule  qui  descritte  con  quelle  vedute 
da  Pitzorno  e  Riquier  in  altri  Cheloni,  notiamo  come  fatto  prin- 
cipale  e  di  maggiore  importanza,  la  indiscussa  maggior  ricchezza 
di  appendici  che  siamo  indotti  a  ritenere  dipendente  dalla  maggiore 
mole  ma  principalmente  dall'eta  avanzata  dell'esemplare  studiato. 

Memorie  citate 

1.  Cajal  S.  Ramon.  —  Las  oellulas  del  gran  simpatieo  del  hombre   adulto.    —    Trah.    del    Lab.    de 

Invest,  oiol,  T.  4,  Fase.  1  e  :J.  1905. 

2.  Id.   —  Histologic  du  systdme  nejveux  de  I' Ho  in  me  et  des  7ertebr6s.       Paris.  A.  Maloine  e<l.  1911 
::.   Iiidd   Leon  aid  I.  —  Factors  which  determine  the  calibre  of  nerve    colls  and    fibres.    —   Review 

of  Neurol,  and  Psyeh.,   Vol.  13,  Hi.  9,  j>.  409,  1915. 
i.   Levi  Giuseppe.  —  Ricerche  citologicbe  comparate  sulla  cellula  nervosa  dei    vertebrati.     -    Riv. 
di  pat.  nerv.  e  merit.,   Vol.  2.°,  p.   7.  Firenze,  1S'.>7. 

5.  Td.  —  La  struttura  dei  gangli  cerebro-spinali  dei  Obeloni.  —  Monit.  /vol.    It<d.,    An.    17.    Y.    •;. 

p.  112.  Firenze,  1906. 

6.  1  d.  —  I  gangli  cerebro-spinali.  Studii  di  Istologia  comparata  ed  Istogenesi.  —  Arch,  Ital.di  Anat. 

ed  Embr.,  Suppl.  al    Vol.  7.  Firenze,  1908. 

7.  Id.  —  I  fatten  che  determinano  il  volume  degli  elementi  oervosi.   —   Riv.  di  Patol.  nerv.  e  meat.. 

Vol.  SI,   Fase.  12,  p.  6§5,   1916. 
-.  Pitzorno  Marco.  —  So  alcuue  particolarita  delle  cellule  del  oordone  simpatieo  dei  Cheloui.    - 

Monit.  Zool.  hut.,  An.  21,  N.  5,  p.  111.  Firenze,  1910. 
9.   Riquier  Carlo.  —  .Studio  macro-  e  microscopico  sul  simpatieo  dei  Cheloni.  Con  osservazioni  in- 

torno  alle  anaetomosi  cellnlari.  -     Riv.  di  Patol.  nerv.  e  mini.,    tol.  19,   Fase.   7.  p.   122,  1914. 

Spiegazione  delle  Tav.  II-III. 

Cellule  dei  gangli  spiriali  (Fig.  1-4)  e  del  gangli  simpatici  (Fig.  5-11)  di  Testudo  calcarata,  trat- 
tail  col  metodo  Cajal  al  nitrato  di  argento. 

Lo  rij;mt)  sono  state  ricavate  dall'osservazione  col  microscopio  biuoculare  Leitz.  I  contorni  furono 
presi  con  la  camera  lucida  Eoristka  applicata  ad  ouo  degli  ocnlari.  Tutte  quanta  le  cellule  sono  in- 
gramlite  5uo  \  olte, 

Fig.  l  e  2.  —  Cellule  di  uu  ganglio  spinale  del  I1  tipo,  cioe  eon  lobi  grbssi  e  bitorzoluti. 
Fig.  3.  —  Cellula  di   un  ganglio  spinale  del  2°  tipo.  oioe  con  lobi   clavali. 

Fig.  4.  —  Cellula  di  uu  ganglio  spinale  del  :("  tipo,  cioe  cou  appendici  dendritiohe  e  filamentose. 
Pig.  5.    —  Cellula  simpatica  del  1°  tipo  di  Cajal  a  testa  di  medusa. 

Fig.   (>.   —  Id.   con   la   relativa   capsula. 

Pig.  7.  x  e  '■>■   —  Cellule  simpatiche  del  1°  tipo  di  Cajal  con  appendici  rarii 
Fig.  lo  e  il.  —  Cellule  simpatiche  del  8°  tipo  di  Cajal. 

Cosimo  Gherubini,  Amministratore-resfonsabile. 

i  •/.'.  1917.        Tip,  I,.  Nicoolai,  Via  Faenza,  52, 


Monitore  Zoologico  Italiano  -  Anno  VIII. 


Tav.  I. 


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Monitor e  Zoologico  Italia  no.  Anno  XX  VIII. 


N.  Beccari,  dis. 


Tav.  11-///. 


Arte  Fotomeccaniche  -  Firenze 


Monitore  Zoologieo  Italiano 

(Pubblicazioni  Italiane  di  Zoologia,  Anatomia,  Embriologia) 

Organo  officiate  della  Unione  Zoologica  Italiana 

DIRETTO 
DAI    DOTTORI 

GIULIO  CHIARU6I  EUGENIO  FICALBI 

Prof,  ili   Anatonii'a  uiuana  Prof,  ili  Anatomia  conip.  e  Zoologia 

nel  It.  Istifctito  di  Stndi  Super,  in  Kirenze  nclla  11.   Universita  di  Piaa 

Ufficio  di  Direzione  ed  Armninistrazione:   Lstilnto  Aiiafomico,   Wirenze. 

12  numeri  all'anno  —  Abbuonamento  annuo  L.    15. 

XXVIII  Anno  Firenze  -  1917  N.  2. 

SOMMARIO :  Comunicazioni  originali  :  Giardina  A.,  Sulla  tensione  superficiale 

della  cellula  durante  la  mitosi.  —  Pag.  21-24. 
Unione  Zoologica  Italiana:  Nomenclatura  zoologica.  —  Pag.  25-40. 


Avvertenza 

Delle  Comunicazioni   Originali   che  si  pubblicano   nel  Monitore 
Zoologieo  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 


COMUNICAZIONI   ORIGINALI 


A.  GIARDINA 


Sulla  tensione  superficiale  della  cellula  durante  la  mitosi 


E  vietata  la  riproduzione 

II  mio  collega  prof.  Giuseppe  Levi  vien  di  pubblicare  inte- 
ressanti  osservazioni  sulle  modalita  della  mitosi  nelle  cellule  viventi 
mesenchimatiche  di  polio  coltivate  in  vitro  (*),  dalle  quali  osservazioni, 
fra  l'altro,  risulterebbe,  con  una  evidenza  che  difficilmente  potrebbe 
esser  maggiore,  come  durante  la  telofasi  si  verifichi  una  diminu- 
zione  della  tensione  superficiale  della  cellula,  specie  in  certe  regioni, 
ove  si  sollevano  tutto  all'ingiro  delle  gemrae    ossia  dei  pseudopodi 


(')  II  ritnio  e  le  modalita.   della   mitosi  nelle  cellule   viventi    coltivate  «  in  vitro  »,  Arch.  Ital.  di 
Anal,  e  di  Embr.,  vol.  XV,  p.  243;   1916. 


-    22    - 

citoplasmatici.  Da  questa  diminuita  tensione  dipenderebbe  secondo 
Levi  la  divisione  del  corpo  cellulare.  "  II  nesso  tra  l'emissione  delle 
gemme  e  lo  strozzamento  equatoriale  e  evidente ;  si  produrrebbe 
all'equatore  nn  aumento  nella  tensione  superflciale,  consecutivo  al- 
l'abbassamento  avvenuto  nel  rimanente  della  superficie  cellulare  „. 
Cosi  giustamente  il  Levi. 

11  Levi  riferisce  talune  idee  ed  osservazioni  di  precedenti  ri- 
cercatori  secondo  cui  la  divisione  del  corpo  cellulare  sarebbe  legata 
a  variazioni  della  tensione  superflciale;  avrei  quindi  avuto  caro  che 
egli  avesse  ancbe  ricordato  un  mio  vecchio  studio  sulla  raeccanica 
della  mitosi,  nel  quale  per  la  prima  volta  e  affacciata  la  tesi  che 
durante  la  mitosi  abbia  luogo  una  diminuzione  della  tensione  super- 
flciale del  citoplasma  (').  Tale  abbassamento,  secondo  quanto  ivi 
esponevo,  non  sarebbe  uniforme  ma  sarebbe  invece  massimo  ai  poli 
della  cellula  in  mirosi,  minimo  all'equatore,  cosi  che,  grazie  a  que- 
sto  processo,  verrebbero  a  realizzarsi  dei  minimi  e  un  massimo  di 
tensione;  e  il  massimo  sarebbe  proprio  all'equatore  ove  si  esprime- 
rebbe  nella  formazione  del  solco  e  nella  divisione  del  corpo  cito- 
plasmatico. 

E  bene  avvertire  che  perche  si  realizzi  lo  strozzamento  equa- 
toriale non  e  necessario  che  si  veriflchi  un  innalzamento  del  valore 
assoluto  della  tensione  superflciale,  come  ad  es.  vorrebbe  il  Butschl 
ma  e  solo  necessario  che  ivi  si  determini  un  massimo  sufficiente 
ossia  un  innalzamento  relativo  di  tensione.  E  questa  differenza  del 
livello  della  tensione  potrebbe  esser  determinato  essenzialmente  in 
due  modi:  o  con  un  aumento  effettivo  della  tensione  all'equatoi'e, 
o  quanto  meno  piu  intenso  all'equatore  che  altrove;  oppure  con  una 
diminuzione  generale  della  tensione,  variabile  d'intensita  a  seconda 
delle  regioni :  piu  forte  verso  i  poli,  decrescente  verso  1'  equatore 
(ove  potrebbe  anche  esser  nulla). 

Delle  due  spiegazioni  io   ho    scartato    la    prima,  nonostante  la- 
sua  apparente  maggiore  semplicita,  e  mi  sono  attenuto  alia  seconda, 
per  quanto  cio  potesse  sembrare  paradossale;  e  mi  sono    tenuto  a 
questa,  perche  essa  sola  era  in  armonia  con  taluni  fatti   sperimen- 
tali  messi  da  poco  in  evidenza  dal  Boveri. 

Ma  anzitutto  per  ben  intendere  il  mio  pensiero,  non  sara  su- 
perfluo  ricordare  che  queste  idee  venivano  da   me   esposte    in  con- 


(')  Note  siil  meccanismo  della  fecondazioue  e  della  divisione  cellulare,  studiato  prlncipaliuciite  i» 
nova  di  echini;  A, mi.  Anz.  XXI  Bd j  p.  676-578  j  1902.  —  Sulla  formazione  dell'aster  e  sulla  divisions 
cellulare.  Risposta  al  prof.  Biitschli.  Anat.    \n..  will   Bd;  p.  189-190;  L903. 


nessione  a* I  una  beoria  piu  co'mplessu  riguardante  il  meccanismo 
dei  processi  di  mitosi.  La  variazione  della  tensione  superficiale  di- 
penderebbe  secondo  questa  teoria  da  azioni  chimiche  specifiche  che 
avrebbero  il  loro  pun  to  di  partenza  nei  cenfcri.  Questi  lascerebbero 
diffondere  nel  citoplasma  circostante  determinate  sostanze  che  si 
propagherebbero  nel  corpo  cellulare  lungo  il  plasma  ialino,  secondo 
linee  di  diffusione  e  cioe  in  direzione  raggiata. 

Tali  sostanze,  sia  per  azione  diretta,  sia  per  un  affluire  dei 
jaloplasma  verso  i  centri  (da  esse  provocato),  deterniinerebbero  fra 
gli  altri  fenomeni,  l'abbassarsi  della  tensione  in  quei  punti  della 
superficie  che  ne  sono  tocche. 

In  quanto  poi  alio  squilibrio  delle  tensione  tra  l'equatore  e  il 
rimanente  della  cellula,  esso  sarebbe  dovuto  al  fatto  che  le  piastre 
polari  cromosomiche  e  poi  i  nuclei  figli  in  via  di  ricostituirsi,  agi- 
rebbero  come  un  ostacolo  al  diffondersi  verso  l'equatore  di  quelle 
date  sostanze.  Dietro  ciascun  nucleo,  verso  l'equatore,  si  stabilisce 
come  una  zona  difesa,  una  specie  di  cono  ad  apertura  sempre  [tin 
larga,  pressoche  immune  dall'azione  chimica  dei  centri.  Conseguenza 
necessaria  che  lungo  l'equatore  quella  tale  azione  dei  centri  dev'es- 
sere  minima  mentre  deve  riuscire  sempre  piu  intensa  procedendo 
dall'equatore  ai  poli. 

Grazie  a  questo  meccanismo  sarebbe  dunque  realizzata  ia  con- 
dizione  perche  a  un  dato  momento,  allorche  lo  squilibrio  di  tensione 
ha  raggiunto  un  dato  livello,  si  abbia  la  divisione  del  corpo  cellulare. 

In  questo  meccanismo  nan  parte,  come  si  vede,  i  nuclei  figli. 
Cos!  io  spiegavo  i  fatti  sperimentali  messi  in  luce  dal  Boveri  che 
cellule  casualmente  prive  di  nucleo,  ma  fornite  di  centrosoma,  non 
erano  piu  capaci  di  dividersi,  sebbene  in  essi  si  era  formate  un  an- 
fiastro;  fatti  che  rimanevano  privi  di  spiegazione  nell'ipotesi  che  si 
avveri  invece  un  innalzamento  puro  e  semplice  di  tensione  all'  e- 
quatore. 

Aggiungo  ch'  io  ritengo  sempre  bene  fondata  l'ipotesi  allora 
esposta  secondo  la  quale  il  centrosoma  esercita  la  sua  funzione  di 
centre  dinamico,  mediante  un'  intensa  attivita  chimica,  in  quanto 
e  centre  di  un  attivo  ricambio  per  cui  da  esso  durante  la  mitosi 
sono  diffuse  nel  citoplasma  sostanze  specifiche  che  agiscono  in  ma- 
niera  determinata  sui  vari  componenti  cellulari. 

Ritengo  pero,  a  differenza  di  quanto  pensavo  allora,  che  questa 
concezione  non  escluda  necessariamente  I'  ipotesi  elettro-magnetica, 
ma  che  potrebbe  anche  includerla,  senza  nulla  perdere  del  proprio 
valore. 


!1    - 


Con  piacere  vedo  che  in  maniera  indipendente  dalle  mie,  ricer- 
che  accurate  quale  quelle  di  Mc  CI  en  don  e  di  Levi  vengono  in 
parte  a  coincidere  con  le  mie  vedute.  Anche  questi  Autori  parlano 
di  sostanze  che  abbassano  la  tensione  superficiale  e  credono  ad  un'ori- 
gine  endocellulare  delle  medesime. 

Ed  il  mio  piacere  non  e  un  misero  sentimento  di  vanita  sod- 
disfatta,  ma  il  compiacimento  di  vedere  gradatamente  affermarsi 
una  corrente  d'idee  che  ritengo  la  meglio  adeguata  ai  processi  reali. 

Comunque  sia,  indipendentemente  da  ogni  interpetrazione,  ri- 
rnane  che  le  osservazioni  del  Levi  costituiscono  una  dimostrazione 
intuitiva  della  mia  affermazione  di  15  anni  fa. 

L'emissione  dei  pseudopodi  o  delle  gemme  su  tutto  il  contorno 
della  cellula  e  fin  nelle  masse  protoplasmatiche  lontane  dal  corpo 
cellulare,  congiunte  a  questo  con  un  sottile  filamento  di  protopla- 
sma  (e  con  la  sola  eccezione  della  regione  equatoriale),  dimostra  che 
non  soltanto  avviene  uno  squilibrio  di  tensione,  ma  che  questo 
squilibrio  dipende  da  un  abbassarsi  generale  della  tensione,  e  non 
gia  dal  processo  inverso. 

E  a  credere  che  le  attuali  osservazioni  del  Levi  abbiano  una 
portata  generale.  Non  e  necessario  per  questo  che  in  tutti  i  casi 
di  mitosi  si  manifesti  un  ameboidismo  cosi  accentuato  come  nelle 
cellule  mesenchimatiche  coltivate  in  vitro. 

La  diminuzione  della  tensione  pub  ben  verificarsi  senza  che 
arrivi  a  provocare  il  sollevarsi  di  pseudopodi  caratterizzati.  Inrlniti 
possono  essere  i  gradi  e  le  forme  deH'ameboidismo  ;  e  possiamo 
quindi  includervi  il  processo  di  formazione  di  un  solo  grande  lobo- 
podio  che  si  continui  insensibilmente  nel  restante  del  corpo,  come 
e  il  caso  ad  es.  dell'Ameba  limax;  in  cui  cioe,  nel  caso  nostro,  si 
abbia  soltanto  un'espansione  regolare  e  quasi  uniforme  del  corpo 
cellulare  ai  due  poli  della  cellula  che  sta  per  dividersi. 

Levi  suppone  che  questo  anormale  ameboidismo  delle  cellule 
mesenchimatiche  in  talune  delle  sue  culture,  sia  dipendente  dalla 
sottigliezza  della  lamina  liquida  in  cui  le  cellule  sono  coltivate. 
Vari  motivi  e  specie  talune  mie  osservazioni  su  uova  di  riccio  di 
mare  fatte  segmentare  sotto  una  forte  compressione,  per  la  quale 
le  uova  erano  ridotte  a  lamine  relativamente  sottili,  m'inducono  a 
ritenere  che  tale  idea  del  Levi  abbia  molte  probability  in  suo 
favore.  In  effetti,  in  quelle  condizioni,  la  segmentazione,  oltre  che  a 
presentare  un  andamento  irregolare,  e  accompagnata  da  fenomeni 
di  evidente  ameboidismo  sui  quali  mi  riservo  di  ritornare. 
Palermo,  aprile  1917. 


25   - 


UNIONE   ZOOLOGICA   ITALFANA 


SEGRETERIA 


COMMISSIONE    DI    NOMENKLATURA   ZOOLOUICA. 
(Circolare  N.  4)  (i). 


11  prof.  G.  Wardell  Stiles  segretario  della  Commissione  internazionale  di 
Nonienclatura  Zoologica,  trasmette  le  soguenti  comunicazioni  perche  a  norma 
dei  deliberati  del  Copgresso  internazionale  di  Zoologia  di  Monaco  (1913),  sieno 
inserite  nel  «  Monitore  Zoologico  ». 

Nell'  iuteresse  degli  Zoologi  Italiani  si  da  corso  alle  dette  comunicazioni  in- 
vitando  tutti  coloro  cui  esse  possano  intere^sare  di  volere  inviare  le  eventuali 
osservazioni  e  proposte  die  crederanno  del  caso  alia  nostra  Commissione  perche 
possa  trasmetterle  al  prof.  Stiles. 


Decima  serie  di  nomi  generici  (Eehinodermi)  in  esame  per  la  com- 
pilazione  dell'elenco  ufflciale  dei  nomi  generici. 

N.  34.  —  Con  la  presente  si  da  notizia  agli  zoologi  che  il  seguente 
elenco  di  125  nomi  generici  di  Eehinodermi  sono  stati  proposti  alia  Com- 
missione internazionale  per  lo  lore  iscrizione  nell'  Elenco  ufflciale  dei 
nomi  generici. 

Abbreviazioni. 

Tod.   —  Tipo  per  designazioue  originate 
Tpd.  —      »        »  »  presente. 

Tsd.    —  Tipo  per  sussegueute  designazioue. 
Mt.     —  Monotipo. 

Adelometra  A.  H.  Clarck  19071,  346,  Tod.  Antedon  ungustiradia 
Carpenter  1888. 

Aglaometra  A.  H.  Clar  1913d,  47,  (cont.  valida  [Tpd.  di  ClarkJ, 
incer(a). 

Amphimetra  A.  H.  Clark  1909o,  6,  Tod.  Comqtula  (AlectoJ  mil- 
berti  J.  Mueller  184(3. 

Analcidometra  A.  H.  Clark  1911d,  10  [nomen  nudum);  1911m,  779. 
Mt.  caribbea  Clark  1908. 

Antedon   de   Freminville  1811,  349  Bull.  Soc.  Philom.  (Paris)  v.  2. 

(•)  Per  le  circolari  N.  1.  2  e  3  v.  Monit.  Z.  ItaL.  Anno  ?.j,  ji.   14  e  114,  Anno  26,  p.  161. 


-    26   - 

Tipo.  gorgonia  n.  sp.  =  As'terias  bi/idia  Pennant,  1777  =  Comatula 
medtlerranea  Lamarck,  1816. 

Anthometra  A.  H.  Clark,  1913d,  00.  lit.  adriani  Bell.  1908. 

Asterometra  A.  H.  Clark,  1907i,  358.  Tod.  Antedon  macropoda 
Clark.  1907;  1908c  245. 

Atelecrinus  Carpenter  1881,  152,  106  (2,  16  deU'Estratto)  con.  cu- 
bensis  Pourtales  Bull.  Mus.  Comp.  Zool.  Camb.,  v.  9  (4)  Tpd.  (Clark, 
1908t,  501)  balanoides. 

Atopocrinus  A.  H.  Clark.  1912k,  150.  Tod.  sibogae. 

Balanometra  A.  H.  Clark,  1909w,  177.  Tod.  Antedon  balanoides 
Carpenter,  1888. 

Bathycrinus  Wyville-Thomson,  1872,  772.  Proc.  Roy  Soc.  Edinb, 
v.  7.  Tipo.  gi-acilis  n.  sp. 

Palhymetra  A.  H.  Clark,  1908h,  132.  Tod.  Antedon  abyssicola 
Carpenter,  1888. 

Bennettia  A.  H.  Clark,  1909i,  112.  Tod.  Alecto  bennetti  J.  Mueller, 
1841. 

Bythocrinus  Doederlein,  1912,  11  (con.  weberi,  chuni,  braueri), 
Wissens.  Ergebn.  Deutsch.  Tiefsee-Exped.  v.  17  (1). 

Calamocrinus  Agassiz,  1890,  95,  Neues  Jahrb.  f.  Mineral,  v.  1: 
Bull.  Mus.  Comp.  Zool.  Camb.,  v.  20  (6),  Tipo.  diomedae,  n.  sp. 

Calometra  A.  EL  Clark,  1907i,  347,  362,  Tod.  Antedon  callista 
Clark,  1907. 

Capillaster  A.  H.  Clark,  1909s,  87.  Tod.  Actinometra  sentosa  Car- 
penter, 1888. 

Cai'penterocrinus  A.  H.  Clark,  1908s,  319.  Mt.  Pentacrinus  Mollis 

Carpenter,  1884. 

Catoplometra  A.  H.  Clark,  1908s.  317  (senza  diagnosi).  con.  har- 
tlaubi,  koehleri,  rubro/tora  (tipo  non  designate*) ;  16081,  505.  Tsd.  Ante- 
don  fiartlaubi  Clark,  1907. 

Cenometra  A.  H.  Clark,  1909o,  8,  Tod.  Himerometra  unicornis 
Clark,  1908. 

Charitometra  A.  H.  Clark,  19071,  347,  360.  Tod.  Antedon  incisa 
Carpenter,  1888. 

Chlorometra  A.  H.  Clark,  1909o,  21,  Tod.  Antedon  garrettiana 
Clark,  1907. 

Coccometra  A.  II.  Clark.  1908h,  128.  Tod.  Comatula  In/genii 
Pourtales,  1869. 

Colobometra  \.  EL  Clark,  1909o,  5.  Tod.  Antedon  perspinosd 
Carpenter,  1881. 

Comactinia    A.   H.    Clark.    1909c,    498*   Tod.    Aleoto   echinoptera 

\li   KLLKR,    1841. 

Comantheria  A.  II.  Clark,  I909i,  142.  Tod.  Antedon  briareus  Bell, 

isst. 


-  27  — 

Cnmenlhina  A*  H.  Clark.    I909i,  142.   Tod.    Actinometra    nobilis 

Carpenter,  1888. 

Comanthus  A.  If.  Clark,  1908k,  220  con.  intricata,  n.  sp.  decame- 
ros  n.  sp.  1008a,  203,  Alecto  parvicirra  designate*  corao  genotipo  con 
diagnosi  generica  ditferenziale  (designazione  non  valida  ;  non  e  specie 
originate)  intricata  designata  come  per  eliminazione  Clark,  1909i,  142 
e  1909c,  507,  di  CorMnia  1009. 

Comastocrinus  A.  H.  Clark,  1912i,  252.  Tod.  Hypalocrinus  sprin- 
(jcrl  Clark,  1909  (=?  Teliocrinus  Doederlein,  1912.  Teleiocrinus 
Wachsmuth  &  Springer  1881  J. 

Coriuitella  A.  H.  Clark,  1908a,  207.  Tod.  Actinometra  nigra  Car- 
penter, 1888. 

Comaiilia  A.  H.  Clark,  1909a,  365.  Tod.  iridometriformis   n.    sp. 

Comahdella  A.  H.  Clark,  191  lo,  130  [nomen  nudum)  Mt.  brachio- 
lata  1911L,  447.  Mt.  Coaia/ula  hracMolata,  Lamarck,  1816. 

Comissia  A,  H.  Clark,  1909c,  501.  Tod.  lutheni  n.  sp. 

Compsomelra  A.  H.  Clark,  1908h,  131.  Tod  Antedon  loveni  Bell, 
1S82,  (=  A.  pumila  Bell,  1884). 

Cosmiometra  A.  H.  Clark,  1909o,  <s.  Tod.  Thalassometra  homachi 
Clark,  1908. 

Craspedometra  A.  H.  Clark,  1909o,  8.  Tod.  Antedon  acuticirra 
Carpenter,  1882. 

Orinometra  A.  H.  Clark,  1o09o,  22,  Tod.  Comalula  brevipinna 
Pot  rtales,  1868. 

Crotalometra  A,  H.  Clark,  1909i\  80,  Mt.  rustica,  n.  sp.  1909b, 
403,  Tod.  eupedata  [antedatata  e  invalidato  da  1909r,  80J. 

Cyclometra  A.  H.  Clark,  1911d,  51  [nomen  nudum);  1911r,  87  diag. 
Mt.  flavescens  n.  sp.  [non  Cyclometra  Ltdwio,  1909,  errore  di  stampa 
Cyllo  metra~\. 

Cyllometra  A.  H.  Clark.  1907i,  347,  356.  Tod.  Antedon  manca, 
Carpenter,  1888. 

Decamelra  A.  H.  Clark,  1911  d,  31  (non  diag.  non  tipo),  con  mo- 
bilise modica,  alaudae,  informis,  iaprobanes :  1911  m,  774.  Tod.  mo- 
biusi. 

Decametrocinus  Minckert,  1905,  492,  494  con  naresi  Carp,  abysso- 
rum  Carp.  Zool.  Anz,  v.  28  (13).  Jan  31  Tsd.  (Clark,  1908t,  516)  abys- 
sorum. 

Democrinus  Perrier.  1883.  450.  Compt  Rend,  v.  96  (7).  Tipo.  par- 
faiti  n.  sp. 

Dichrometra  A.  H.  Clark,  1909o.  12.  Tod.  Alecto  ftagellata  .!. 
Mueller,  1841. 

Diplocrinus  Doederlein.  1912,  21  con  sibogae,  alternicirrus,  imj- 
villethoinsoni,  maclearanus  (Wissens,  Krgebn.  Deutsch.  Tiefsee-Exped, 
v.  17  (1). 


-   28   - 

Endo.rocrinus  A.  H.  Clark,  1908i,  151,  Tod!  EncHnus  parrae 
<tkrvais,  1835,  (=  Penlacrinus  muelleri  Orsted.  1856). 

Epimetra  A.  H.  Clark,  1911c.  542.  Tod.  nympha  n.  sp. 

Erythromelra  A.  H.  Clark,  1908h,  126.  Tod.  Antcdon  ruber  Clark, 
1907. 

Euaniedon  A.  H.  Clarck,  1912r,  31.  Tod.  Antedon  moluccana 
Clark.  1912. 

Eudiocrinus  Carpenter.  1882,  493,  Jour.  Linn.  Soc.  (Zool.)  v.  16, 
Ophiocrinus  Semper,  1868  (non  Ophiocrinus  Salter,  1856)  rinominata 
Tip©,  in dirts us. 

Eumetra  A.  H.  Clark,  1908a.  230.  Tod.  chambertaini,  n.  sp. 

Florometra  A.  H.  Clark,  1913d,  62.  lit.  magellanica  Bell,  1882 ; 
1914g,  3,  Tipo.  Antedon  martae  A.  H.  Clark,  1907  (antidatala  e  in- 
validata  da  1913d,  62). 

Ganymeda  Gray.  1834,  15.  Proc.  Zool.  Soc.  Lond.,  pt.  2  (14)  Tipo. 
pulcJiella  Gray,  n.  sp. 

Gephryocrinus  Koehler  c  Bather.  1992,  68.  lit.  grimaldii  n.  sp. 
(Mem.  Soc.  Zool.  France,  v.  15). 

Gephyromelra  A.  H.  Clark,  1912i,  184,  Tod.  Antedon  versicolor 
Clark,  1907. 

Glyplometra  A.  H.  Clark.  1909o,  18.  Tod.  Antedon  iuberosrt  Cap- 

PENTER,   1888. 

Hathrometra  A.H.  Clark,  1908b,  130.  Tod.  Alectro  dentata  Say,  1825. 

Heliomelra  A.  H.  Clark,  1907i,  345,  350.  Tod.  Alecto  esehrichtii 
J.  Mueller,  1841  [=  glacialis  Leach,  1830]. 

Heterometra  A.  H.  Clark.  1909o,  11.  Tod.  Antedon  quinduplicaro 
Carpenter,  1888. 

Hibernula  Fleming,  1828,  494,  Hist.  Brit.  Animals,  Tipo.  Penla- 
crinus europaeus  J.  V.  Thompson,  1827, 

Himerometra  A.  H.  Clark,  1907i.  Tod.  Antedon  crassipinncti 
Hartlalb,  1890. 

Holopus  d'ORBiGNY,  1837,  1,  Mayas  Zool.,  7iem  annee.  classe  to. 
Tipo.  rangii  d'ORBiGNY,  n.  sp. 

Hybometra  A.  H.  Clark,  1913d,  54.  Tod.  senta  n.  sp. 

Hypalocrinus  A.  H.  Clark,  1908i,  152.  Tod.  Pentacrinus  narc- 
sianus  Carpenter,  1882. 

Hypalometra  A.  H.  Clark,  1908h,  133.  Tod.  Antedon  defecta  GaM 

1 'ENTER,    1888. 

Hyponome  Loven,  1868,  liv  Foi-handl.  Skand.  Naturf,  Christiania, 
v.  10,  Tipo.  sarsii  n.  sp. 

Ilycrinus  Dantelssen  e  Koren,  1877,  45,  Nyt  Magasin  f.  Naturvij 
denskaberne,  v.  23,  3die,  Jlefte.  Tipo.  carpenterii  n.  sp. 

Iridometra  A.  H.  Clahk,  1908h,  130.  Tod.  Antedon  adresline, 
Clark,  L907. 


-   29   - 

Tsometra  A.  H.  Clark,  1908h,  133.  Tod.  Antedon  lineata  Carpen- 
ter, 1888  (non  A.  lineatus  Pomel,  1887),  [=  Tsometra  angusiipinna, 
Carpenter  1888]. 

Kallispongia  Wright,  1877,  754,  Proc  Roy  Irish  Acad,  2nd  Ser,  v. 
2,  pi.  40,  Tipo.  archeri  n.  sp. 

Lamprometra  A.  H.  Clark,  1913o.  143.  Tod.  Antedon  imparipin- 
na  Carpentier. 

Leptometra  A.  if.  Clark,  1908h,  129,  Tod.  Alecio  phalangium  J. 
Mueller,  1841. 

Leplonemaster  A.  H.  Clark,  1909c,  498,  Tod.  venustus  n.  sp. 

Liparomeira  A.  H.  Clark,  1913o,  143.  Tod.  Himerometra  grandis 
Clark  1908. 

Marimelra  A.  H.  Clark,  1909V,  144,  Tod.  Himerometra  subca- 
rinata  Clark,  1908. 

Mastigometra  A.  H.  Cark,  1908k,  229,  Tod.  flagellifera  d.  sp. 

Metacriaus  (Wyville-Thomson  in  MS)  Carpenter,  1882,  167  Bull. 
Mas.  Comp.  Zooi  Camb.  v.  10  (4)  Tod.  (Clark  1908t,  527)  wyviltii  Car- 

PENTEB,    1884. 

Nanometra  A.  H.  Clark,  1907i,  345,  348,  Tod.  Antedon  minor 
Clark  1907,  [==  bowersi  Clark,  1907]. 

Naumachocrinus  A.  H.  Clark,  1912t,  190,  Tod.  hawaiiehsis  n.  sp. 

Nemaster  A.  H  Clark,  1909c,  503,  Tod.  grandis  n.  sp. 

Neocomatella  A.  H.  Clark.  1909w,  177,  Tod.  Antedon  alata  Pour- 
tales,  1878. 

Neocrinus  Wyville-Thomson,  1864,  7,  Intellectual  Observer,  (Au- 
gust) Tipo.  Pentacrinus  decorus  Wyville-Thomson,  n.  sp. 

Neometra  A.  H.  Clark,  19J2c,  421,  Mt.  sibogae;  1912i,  181,  Tod. 
multicolor  Clark,  1907,  [antidatato  teste  Clark,  e  invalidate  da  1912c, 
421]. 

Oligomelra  A.  H.  Clark,  1908h,  126,  Tod.  Antedon  serripinna 
Carpenter  1881. 

Oreomefra  A.  H.  Clark,  1912c,  421  nomen  nudum,  lit.  mariae 
(nomen  nudum) ;  191 2i,  179,  Tod.  mariae  n.  sp. 

Oxymetra  A.  II.  Clark,  1909o,  13,  Tod.  Antedon  erinacea  Hart- 

LAUB,   1890. 

Pachylometra  A.  H.  Clark,  1909o,  20,  Tod.  Antedon  distincta 
Carpenter,  1888. 

Palaeocomatella  A.  H.  Clark,  1912a,  18,  Tod.  actinometra  diffl- 
Gilis  Carpenter  1888. 

Paramelra  A.  H.  Clark,  1909o,  15,  Tod.  Antedon  orion  Clark,  1907. 

Pentameirocrinus  A.  P.  Clark,  1908h,  134,  Tod.  Eudiocrinus  ja- 
ponieus  Carpentier,  1882. 

Perometra  A.  H.  Ciark,  1907i,  347,  357,  Tod.  Antedon  diomedeae 
Clark.  1907. 


-   30   - 

Petasometra  A.  H.  Clark,  1912r,  25,  Tod.  Antedon  ctarae  IIart- 
laub,  1890. 

Peetinometra  A.  H.  Clark,  1911o.  129  (nomen  nudum);  1912i,  185 
Tod.  Antedon  flavopurpurea  Clark,  1907. 

Plirynocrilis  A.  H.  Clark,  1907c,  507,  Tod.  nudus  Clark,  n.  sp. 

Phytocrinus  De  Blainville,  1830,  229,  Diet.  Sci.  Nat.  v.  60,  Tipo. 
Pentacrinus  europaeus,  J.  V.  Thompson,  1827. 

Poeeilometra  A.  H.  Clark,  1907i,  347,  361,  Tod.  Antedon  acnela 
Carpenter  1888. 

Pontiometra  A.  H.  Clark,  1907i,  346,  354,  Tod.  Antedon  ander- 
soni  Carpenter  1889. 

Proisocrznus  A.  II.  Clark,  1910m,  215;  1910q,  387,  Tod.  ruber- 
rimus  n.  sp. 

Promachocrinus  Carpenter,  1879,  385,  Proc.  Roy.  Soc.  v.  27,  Tipo. 
kerguelensis  Carpenter,  1880. 

Prometra  A.  H.  Clark,  1912h,  267,  269,  Mt.  brevicirra  Clark; 
19121',  10,  37,  38,  39  (con  laevipinna.,  minima,  pawn):  19121,  321,  Tod. 
Colohometra  cJwdwicki  Clark, 

Psaihyrometra  A.  P.  Clark,  1907i,  346,  353,  Tod.  Antedon  fra- 
gilis  Clark,  1907. 

Pterocrinus  (Wyville-Thomson  MS  in)  Carpenter,  1884,  242,  243, 
lit.  Bathycrinus  aldrichianus  Carpenter,  1884  [non  Wyville-Thom- 
son 1878]  denominata  australis  Clark,  1907,  Challenger  Reports,  v  11. 

Pterornetra  A.  H.  Clark,  1909w,  177.  Tod.  Ptilometra  trichopoda 
Clark,  1908. 

Ptilocrinus  A.  A.  Clark,  1907d,  551.  Tod.  pinnatus  Clark,  n.  sp. 
Ptilometra  A.  H.  Clark,  1907i,  347.  358.  Tod.  Alecto  (lapsus  editoriale, 
leggi  Comatula]  macronema  J.  Mueller,  1846;  1908t,  588. 

RMzocrinus  M.  Sars,  1864,  127,  Forhandl-Vidensk,  Sebek  Tipo. 
lofotensis  n.  sp. 

Selenemetra  A.  H.  Clark,  1911c,  541.  Tod.  Antedon  finschi  Hart- 
laub,  1890. 

Solanomelra  A.  II.  Clark,  191  to,  128  (nomen  nudum)  1911,  727 
Tod.  Antedon  antarctica  Carpenter.  1888. 

Stenometra  A.  II.  Clark,  1909o,  14,  Tod.  Antedon  quinquecostd 
Carpenter,  1888. 

Stephanomelra  A.  H.  Clark,  1909o,  9.  Tod.  Antedon  monecariur 
Harthaib,  1890. 

Siiremetra  A.  II.  Clark,  1909o,  15.  Tod.  Antdeon  aculiradia  Car] 

PENTER,    1886. 

Slrotomeb'a  A.  H.  Clark  1909o,  10.  Tod.  Antedon  hepburniana 
Clark,  1907. 

Stylomelra  A.  II.  Clark.   1008c,  245.  Tod.  Antedon  spinifera  Car] 

pknter,  1881. 


Teliocrinus  DoederleiNi  1912,  22.  .lit.  asper  n.  sp.  Wissens.  Er- 
genbn.  Deulsch.  Tiefsee-Ex.p.  v.  17  (1)  [non  Teleiocrinus  Wach  e  Sprin- 
ger]. 

Talassocrinus  A.  II.  Clark,  1907i,  347,  359.  Tod.  Antedon  villosa 
Clark,  1907. 

Thaumatomeira  A.  II.  Clark.  1908h,  127.  Tod.  Antedon  ciliala 
Clark,  1907,  =  (A.  tenuis  Clark,  1807). 

Thysanometna  A.  H.  Clark,  1 907 i ,  340,  351.  Tod.  Antedon  tenet- 
loides  Clark,  1907. 

Toxometra  A.  H.  Clark,  1911c,  560.  Tod.  paupera  n.  sp. 

Trichomelra  A.  H.  Clark,  1908h,  131  (diag.  gener.)  Tod.  Antedon 
aspera,  Clark  1908  ("nomen  nudum];  li)08o,  211,  212,.  217,  229  (aspera 
descritta). 

Tripiometra  A.  11.  Clark  1907i,  345,  349.  Tod.  Comaiula  carinata 
Lamerck,  1910. 

Validia  A.  H.  Clark,  1909i,  142.  Tod.  Comaiula  rotatoria  La- 
marck, 1810. 

Vania  A.  H.  Clark,  1911L,  457.  lit.  Comantus  (Vania)  dnnulaia 
Bell;  1911m,  750.  Tsd.  parricirra  (antidatata,  teste  Clark,  ed  inva- 
lidata  da  191 1L,  457). 

Zenometra  A.  H.  Clark,  1907i,  346,  354.  Tod.  Antedon  calumnaris 
Carpenter,  1881. 

Zygometra  A.  H.  Clark,  1907i,  345,  347.  Tod.  Antedon,  microdi- 
scus  Bell,  1884. 

II  sig.  A.  Hobart  Clark  segretario  del  comitate  consultivo  per  la 
nomenclatura  degli  Echinodermi  nel  f'ormulare  l'elenco  di  cui  sopra 
ritiene  che  i  nomi  proposti  sieno,  dal  puuto  di  vista  della  nomenclatura, 
corretti  e  validi  e  che  non  possano  dar  luogo  a  questioni  o  contro- 
versie. 

II. 

Sesta  serie  di  nomi  generici  (Uccelli)  in  esame  per  la  compilazione 
Bell'elenco  ufficiale  dei  nomi  generici  (Pubblicata  nel  Zoologisch  Anzei- 
ger  1912  vol.  42,  p.  520-20). 

Abbreviazioni 

Tod.  —  Tipo  per  designazione  originate 

Tud.  —  Tipo  per  ultima  designazioue 

Tpd.  —  Tipo  per  designazione  present* 

Tsd.  —  Tipo  per  snsseguente  designazione 

Mt.  —  Monotipo 

Tt.  —  Tantonoraia. 

Acrilliuin  Gray  1840,  61.  Mt,  Tod.  Numida  vutturina  Hardwicke. 
Aecho  mophorus  Coues,  1862,  229,  Proc.  Phil,  Acad.  Mt.  Tod.  Po- 
uiceps  occidentalis  Lawrence. 


-  32  - 

Aegithina  Vieillot  181(5,  44,  Analyse,  lit.  Sylvia  leucoptera  Vieil- 
let  =  Motacilla  tipfiia  Linn. 

Aegotheles  Vigors  e  Horsfield,  1827,  194,  Tr.  Linn.  Soc.  Loud  15, 
i,  lit.  Caprimutgus  novae-hollandiae  Latham  =  C.  cristatus  White. 

Aepyornis  I.  Geoffroy-St-Hilaire,  Ann.  Sci.  Nat.  (ZooL),  (3)  14, 
1851,  209,  lit.  /E  maximus  I.  Geoffroy-St-Hilaire. 

Aix  Boie,  Lsis  1828,  329,  Anas  sponsa  Linn,  (Subs  desig.  Eyton 
1838,  Gray  1840). 

Alauda  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  105,  Alauda  arvensis 
Linn,  (Tad.  Swainson  1827). 

Alca  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  130,  Tt.  Aim  tarda  Linn- 
(Parere  16). 

Alle  Ijnk,  Nat-Samml  Rostock,  I  1806,  17,  lit.  nigricans  Link  = 
Alca  atle  Linn. 

Amandava  Blyth,  in  White,  Nat.  Hist.  Selborne,  1836,  44,  lit. 
punctata  Blyth  =  Fringilla  amandava  Linn. 

Anas  Linnaeus,  Syst.  Nat.,  Ed.  10.  I,  1758,  122.  Tad.  boscfyas  Linn. 
=  piatyrhinchos  Linn.  (Lesson  1828). 

Anhima  Brisson,  Orn.  I.  1760,48  (Cf.  5,  518)  «  Anhima  »  —  Paia- 
medea  cornuta  Linn,  1766.  lit.  e  Tt. 

Anhinga  Brisson,  <  >rn.  F,  17o(),  60  (Cf.  6,  476)  Mt.  e  Tt.  «  Anhinga  » 
=  Ploius  anhinga  Linn,  1766. 

Anser  Brisson,  ()rn.  I,  1760,  58  (Cf.  1,  261)  Tt.  «  Anse?'  domestP 
cus  »  =  Anas  anser  I  .inn. 

Apaloderma  Swainson,  Zool.  Illustr.  (2),  3,  1832,  pi.  107,  Tod.  lit. 
T/'ogon  narina  Stephens. 

Aptenodytes  Miller,  Various  Subjects  Nat.  Hist.,  No  4,  1778,  pi. 
23,  Mt.  patagonica  Miller. 

Apt&ryx  Shaw,  Nat.  Misc.  24,  1813,  pi.  1,  1057-1058,  Mt.  amtralii 
Shaw. 

Aquila  Brisson,  Orn.  1,  1760,  28  (Cf.  p.  419)  Tt.  e  Tad.  «  Aquila  » 
=  F-alco  chrysaetos  Linn.  (Jameson  1838). 

A  ramus  Vieillot,  Analyse,  1816,  58,  lit.  Ardea  scolopacea  Gmelin. 

Ardea  Linnaeus  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758.  141,  Tad.  cinerea  Linn. 
(Gray  1840). 

Arena, ■ia  BMSSON,  orn.  I,  1760  48,  (Cf;  5,  132)  Tt.  «  Armaria  » 
Tringa  interpres  Linn. 

Argusianus  Gray  (ex  Rapinesque)  Cat.  Gen-,  e  Subgen  Birds,  1855, 
1<>3,  Mt.  Phasianus  argus  Linn. 

Asio  Brisson,  Orn.  I,  1760,  28  (Cf.  477)  Tt.  «  Asio  »  =  Slrioc  otm 
Linn. 

Asirapia  Vieillot,  Analyse,  1816,  36,  Mt.  Paradisea  nigra  u.mkiin. 

Astra rcliia  Meyer,  Zoitschr.  Ges,  Orn,  2,  1885,  378,  Mt.  stephanicm 
Meyer, 


38   - 


Asturina  Vieillot,  Analyse,  1816,  21,  lit.  Asturid  cinerea  Vieil- 
lot  =  Fatco  nitidus  Latham. 

Aulacorhynchus  Gould,  Mon  Ramphast,  1834,  Addenda  to  [ntrod 
(Cf.    also    U*xt    to    pi.    of  Pter,   sulcatus)  Tod.  Pteroglossus  sulcatus 

SWAINSON. 

Balaeniceps  Gould,  Proc.  Zool.  Soc.  Lond.  1852,  i,  lit.  B.   rex 

GOULD. 

Balearica  Brisson,  Orn.  1,  1760,  48,  (Ci.  5,  511)  Mt.  «  Balearica  » 
=  Ardea  pavonina  Linn. 

Batrachostomos  Gould,  Icones  Avium,  Pt.  2,  1838,  pi.  17,  lit.  Po- 
dargus  auritus  Gray  or  Vigors. 

Branta  Scopoli,  Annus  1,  1769,  67,  Tsd.  Anas  Bernicla  Linn. 
(Bannister  1870). 

Brotogeris  Vigors,  Zool.  Journ.  2,  1825,  400  Mt.  Psittdcus  pyrhopte- 
rus  Latham. 

Bubo  Dumeril,  Zool.  Analyt,  1800,  34,  Mt.  Tt.  Tsd.  »  Les  Duos  » 
=  Stria  bubo  Linn.  (Froriep  1806,  Parere  46). 

Burro  Brisson,  Orn.  1,  1760,  42,  (Gf.  4,  91)  Tt.  «  Bucco  »  —  ca- 
pet i sis  Li. \x.  1766. 

Buphagus  Brisson,  Orn,  1,  1760,  32,  (Cf.  2,  436)  lit.  «  Buphagus  » 
=  Buphaga  africana  Linn.  1766. 

Burhinus  Illiger,  Prodromus,  1811,  250,  lit.  Charadrius  magni- 
rosiris  Latham  =  C.  grallarius  Latham. 

Cairina  Fleming,  Philos  Zoology  2,  1822,  260,  lit.  Anas  moschata 
Linn. 

Campephaya  Vieillot,  Analyse,  1816,  39.  Mt.  0  nigra  Vieillot  „ 
C  para  Vieillot. 

Capito  Vieillot,  Analyse,  1816,  27  Mt.  Bucco  Niger  Mueller. 

Capriiuuk/us  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  1,  1758.  153.  Tt.  euro- 
paras  Linn.  (Parere  16). 

Carcluelis  Brisson  Orn.  I.  1760,  36  (Gf.  3,  53)  Tt.  «  Garduelis  »  = 
Fringilla  Garduelis  Lixx. 

Cariama  Brisson  Orn.  I.  1760.  48  (Gf.  5,  516)  Mt.  «  Gariama  »  = 
Palamedea  crisiaia  Linn.  1766. 

Casuaris  Brlssox.  Orn.  I,  1760,  40  (Gf.  5,  10)  lit.  «  Casuarius  »  = 
St/  'u  th io  cas uai mis  1  jx x . 

Cathartes  Illiger,  Prodromus,  1811,  236.  Tsd.  Vigors  1825:  Swain- 
Bon  1836,   Vultur  aura  Lixx. 

Centrocerrus  Swainson,  Fauna  Bor.-Amer.  2.  1831  (1832),  358.  496. 
lit.  Tetrae  urophasianies  Bonaparte. 

Cephalopierus  Goeffroy  St-Hilaire,  Ann.  Mus.  Hist.  Nat.  13,  1809 
238.  Mt.  ornaius  Goeffroy  St-Hilaire. 

Cepphus  Pallas.  Spic.  Zool.  Fasc.  5.  1769,  33  lit.  lacieolus  Pallas 
=  Ale  a,  grylle  Linn. 


-   34 


Cereopsis  Latham,  Suppl.  Ind.  Orn.  1801,  lxvii.  Mt.  novae  hollcin- 
diae  Latham. 

Cerlhia  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  118.  Tt.  Parere  16. 
Tsd.  Jardine  1839,  Certhia  familiaris  Linn. 

Charadrius  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  150.  Tt.  Parere  16 
hiaticula  Linn. 

Chauna  Illiger,  Prodromus,  1811,  253.  lit.  Parr  a  chavaria  Linn. 

Chrysolophus  Gray,  Illustr.  Ind.  Zool.  2.  1833-1834,  pi.  41,  f.  2.  Mt. 
Phasianus  pictus  Linn. 

Chunga  Burmeister,  Proc.  Zool.  Soc.  Lond.  1860,  335.  lit.  Dicho- 
lophus  burmeisferi  Hartlat  b. 

Cicinnurus  Vieillot,  Analyse,  1816,  35.  lit.  Paradisea  regia  Linn. 

Ciconia  Brisson,  Orn.  I,  1760,  48  (Cf.  5,  361).  Tt.  «  Ciconia  alba  » 
=  Ardea  ciconia  Linn. 

Cinclus  Borkhausen,  Deutsche  Fauna,  I,  1797,  300.  lit.  e  Tt.  hy- 
drophilus  BoRKHi  —  Sturnus  cinclus  Linn. 

Circaetus  Vieillot,  Analyse,  1816,  23.  lit.  Falco  gallicus  Gmelin. 

Clamator  Kaup,  Nat.  Syst.  1829,  53.  lit.  Guculus  glandarius  Linn. 

Coccothraustes  Brisson,  Orn.  I,  1760,  36.  (Cf.  3,  218)  Tt.  «  Cocco- 
thraustes  »  =  Loxia  coccothraustes  Linn. 

Coccyzus  Vieillot,  Analyne,  1816,  28.  Mt.  Cuculus  americanus  Linn. 

Cochlearius  Brisson,  Orn.  I,  1760,  48,  (Bf.  5.  506)  Mt.  e  Tt.  «  Ce- 
cil learius  »  —  Cancroma  cochlearia  Linn,  1766. 

Coereba  Vieillot,  Ois.  Araer.  Sept.  2,  1807  (1809?),  70,  Mt.  Cer- 
thia flaveola  Linn. 

Ccltt pies  (Swainson  MS)  Vigors,  Trans.  Linn  Soc.  Lond.  14,  m, 
1825,  457.  lit.  Cuculus  auratus  Linn. 

Coitus  Brisson,  Orn.  I,  1760,  36  (Cf.  3,  304)  Tt.  «Colius  capitis 
bonae  spei  »  —  Loxia  coitus  Linn,  1766. 

Colluricincla  Vigors  e  Horsfield,  Trans.  Linn  Soc.  Lond.  15,  1827, 
213.  lit.  cinera  Vigors  e  Horsfield. 

Columba  Linnaeus,  Syst,  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  162.  Tsd.  Vigors 
1825  cenas  Linn. 

Coly?nbus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  1, 1758,  135.  Tsd.  Baird,  Bre- 
wer  e  Bidgway,  1884,  cristatus  Linn. 

Corvus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I.  1758,  105.  Tt.  Parere  16, 
corn, i-  Linn. 

Cotinga  Brisson,  Orn.  I,  1760,  32,  (Gf.  2.  330),  Tt.  «  Cotinga  »  — 
Ampelis  cotinga  Linn.  1766. 

Coturnix  Bonnaterre,  Tabl.  Enc.  Meth.  I,  1791,  lxxxvii,  1792,216 
Tt.  communis  Bonn  =   Tetrao  coturnix  Linn. 

Crotophaga  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  105.  Mt.  ani  Linn. 

Cuculus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I.  1758,  110.  Tt.  Parere  16, 
Tsd.  Swainson  1837,  canorus  Linn. 


-  35  - 

Diomedea  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  r,  1758,  132.  Tsd.  Gray  1840 
ecculans  Linn. 

Dramas  Paykull,  K.  Vet  Akad  Nya  Handl,  20,  1805,  188.  lit.  ar- 
deqla  Paykull, 

Bromiceius  Vieillqt,  Analyse,  1810,  54.  Mt.  Casuarius  novae  hoi- 
landiae  Latham. 

Ectopistes  Swaiwson,  Zool.  Journ.  3,  1827,  362.  Solo  alcune  specie 
Tsd.  stesso  volume  014,  Columba  migratoria  Linn. 

Egretta  Forster,  Synop  Cat.  Brit,  Birds  1817,59.  lit.  Ardea  gar- 
zetta  Linn. 

Elanus  Savigny,  Descr.  Egypte,  I,  1800,  00,  97,  .lit.  Warms  cae- 
sius  Savigny  =  Faico  melanopterus  Dai-din. 

Eurynorhynchus  Nilsson,  Orn.  Suecica  2.  1821,  29.  lit.  griseus 
Nilsson  =  Platalea  pygmaea  Linn. 

Eurylaimus  Horsfield,  Trans.  Linn.  Soc.  Lon.  13,  I,  1821,  170,  lit. 
favanicus  Horsfield. 

Eurypyga  Illiger,  Prodromus,  1811,  257,  lit.  Ardea  helias  Pallas. 

Fratercula  Brisson,  Orn.  I,  1700,  52  (Cf.  0,  81)  lit.  e  Tt.  «  Fra- 
tercula  »  =  Alca  arctica  Linn. 

Fringilla  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1750,  179.  Tt.  Parere  16, 
coelebes  Linn. 

Fulica  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  152.  Tt.  Parere  16, 
atra  Linn. 

Fulcarus  Stephens,  Shaw's  General  Zool.  13,  L  1820,  233,  Tsd. 
Palmer  1836,  ProcellaHa  glacial  is  Linn. 

Gallinago  Koch  Syst  Baier  Zool.  1816,  312.  Tt.  media  of  Koch  = 
Scolopaa-  gallinago  Linn. 

Gallinula  Brisson,  Orn.  I,  1700.  50  (Cf.  0,  2)  Tt.  «  G a  1 1  i n u  1  a  » 
=  Fulica  chloropus  Linn. 

Gallus  Brisson,  Orn.  I,  1700,  26  (Gf.  164)  Tt.  «  da  11  us  domes ti- 
cus»  =  Phasiarms  gallus  Linn. 

Gampsonyoe  Vigors,  Zool.  Journ.  2,  1825,  69.  lit.  swainsonii  Vigors. 

Glareola  Brisson,  Orn.  I,  1760,  48  (Cf.  5,  141)  Tt.  «  Glareola  »' 
=  Hirundo  pratincola  Linn,  1766. 

Goura  Stephens  Shaw's  General  Zool.  11,  I,  1819,  119  Tsd.Giu  v. 
1840  Columba  coronata  Linn,  1766  =  cristata  Pallas,  1704. 

Gypaetus  Storr,  Alpenreise,  I,  1784,  09.  Mt.  grandis  Storr  = 
Wultur  barbatus  Linn. 

Haematopus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10.  I,  1758,  152.  lit.  ostrale- 
gus  Linn. 

Halgaeetus  Savigny.  Descr.  Egypte,  I,  1809,  68,  85.  Mt.  nisus  Sa- 
vigny =  Fah-o  albwilla  Linn. 

Haliastur  Selry,  Gat.  Gen.  e  Subgen  Tipo  Birds  1840,  3.  Mt.  e 
Tod.  «  F.  Pondecerianus  Auct  »  =  Faico  Endus  Bodd. 


-   36   - 

Heliornis  BonnaterrE,  Tabl.  Enc.  Meth.   I,   1791,  lxxxiv,  65.  lit. 
Heliornis  fulicarius  Bonn  ~  Colymbus  fulica  Bodd. 

Himantopus  Brisson,  Orn.  I,  1760,  40  (Gf.  5,   33)   Tt.    «  Hi  man- 
top  us  »  =  Charadrius  Himantopus  Linn. 

lbiderhyncha  Vigors,  Proc,  Gomm.  Sci.  Zool.  Soc.   Loud.    I,    1832, 
174.  Mt.  struthersi  Vicors. 

Jynx  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  112.  Mt.  torquilla  Linn. 

Lagopus  Brisson,  Orn.  I,  1700,  26  (Gf.  181)  Tt.  «  Lag- op  us  »  = 
Tetrao  lagopus  Linn. 

Lanius  Linnaeus,  Syst.  Nat.    Ed.   10,    I,    1758,  93.  Tsd.  Swainson 
1824,  Laid  its  excubitor  Linn. 

Leistes  Vigors,  Zool.  Journ.  2,  1825,   191.  Tod.   Oriolus  america- 
nus  G-melin  =  Emberiza  militaris  Linn. 

Loxia  Linnaeus,  Syst.Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  171.  Tt.  Parere  16,  cur- 
H rostra  Linn, 

Lunda  Pallas,  Zoogr.  Bosso-Asiatica,    2.    1811    (1826?)   363.  Tsd. 
Gray,  1840  Alca  cifrhata  Pallas. 

Manucodia  Boddaert,  Table  pi.  Enl.  1783,  39,  Mt.  cfialybea  Boon 
=  Paradisea  chalybeata  Forster,  1781. 

Meleagris  Linnaeus,  Syst.  Nat,  Ed.  10,  I,  1758,  156  Tt.  Parere  16, 
gallopavo  Linn. 

Mergus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  129,  Tsd.  Gray,  1840, 
merganser  Linn. 

■Merops  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,    117.   Tt.    Parere  16, 
Tsd.  Swainson  1820  apiaster  Linn. 

Memotus  Brisson,  Orn.  I,  1760,  44  (Gf.  4,  465)  Tt.  «  Momotus  »  = 
Ramphastos  momota  Linn,  1766. 

Motacilla  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  184.  Tt.  Parere  16, 
alba  Linn. 

Mwophaga  Isert,  Schriften  Gesellseh  Nat,  Freunde  Berlin  9,  1788, 
17.  lit.  riolacea  Isert. 

Xeoji/iron  Savigny,  Descr.  Egypte  I,  1809,  68,  75.  lit.    Vultur  pe- 
rcnopferus  Linn. 

Notornis  Owen  Trans.  Zool.  Soc.  Lond.  3,  v,  1848,  366.  lit.  i>kd)- 
telli  Owen. 

Numenius  Brisson,  Orn.  I,  1760.  48  (Gf.  5,  311)  Tt.  «  Numenius  » 
=  Scolopax  arquatus  Linn. 

Numida  Linnaeus,  Mus.  Ad.  Frid,   1764,   27.   lit.  Phasianus  me- 
leagris  Linn.  1758. 

Nucifraga  Biusson,  Orn.  I,  1760,  48  (Gf.  5,   .311)  Tt.  e  Mt.  «  Nu- 
cifraga  »  =  Corvus  carvocatacles  Linn. 

Nyctea  Stephens,  Shaw's  General  Zoology  13,  II,  1826,  62.  Tt.  solo 
alcune  specie.  lit.  siri.r  erminea  Shaw  =  nyctea  Linn. 

(Edicnemus  Temminck,  Man.  d'Orn.,  1815,  321.  Mt.  e  Tt.  crepitans 
Temm  =  Charadrius  oedicnemus  Linn. 


-   37    - 

Opisihocomus  Illiger,  Prodromus,  1811,  239.  lit.  Pftasianus  cri- 

stains  Gmelix  =  P.  hoazin  Mueller. 

Oriolus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  12,  I,  1760,  160.  Tt.  galbula 
Linn.  =  Coracias  oriolus  Linn,  1758. 

Otis  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10.  I,  1758,  154.  Tt.  Parere  16;  an- 
che  Tsd.  Jardine  e  Selby  1828,  tarda  Linn. 

Otus  Pennant,  Indian  Zool.  1769,  3.  Mt.  bakkampena  Pennant. 

Pachycephalia  Vigors.  Trans.  Linn.  Soc.  Lond.  14,  III,  1825,  444. 
lit.  e  Tod.  Muscicapa  pectoralis  Latham  =  Turdas  gutturalis  La- 
tham. 

Pandion  Savigny,  Descr.  Egypte  I,  1809,  69,  95.  Mt.  Pandion  flu- 
cialis  Savigny  =  Falco  haliaetus  Linn. 

Paradisaea  Linnaeus  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  110.  Tt.  Parere  16; 
Tsd.  Gray  1840  apoda  Linn. 

Parotid  Vieillot,  Analyse,  1816,  35.  Mt.  Paradisea  sefilata  For- 
ster,  1781. 

Parus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  189.  Tsd.  Gray  1845 
major  Linn. 

Pavo  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10, 1,  1758,  156.  Tt.  Parere  16,  crista- 
tus  Linn. 

Pelecanus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  132.  Tt.  Parere  16, 
fnocrotalus  Linn. 

Perdix  Brisson,  Orn.  I,  1760,  26  (Gf.  219)  «  Perdix  cinerea  »  = 
Tetrao  perdix  Linn.  (Tantonomia). 

Pezoporus  Illiger,  Prodromus,  1811,  201.  Mt.  Psittacus  formosus 
Latham  =:  P.  terrestris  Shaw. 

Phaethon  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  134.  Tsd.  Gray  1840, 
aelliereus  Linn. 

Phalocrocorax  Brisson,  Orn.  I,  1760,  60  (Gf.  6,  511)  Tt.  «  Plta- 
lacrocorax  »  =  Pelecanus  carbo  Linn. 

Phalaropus  Brisson,  Orn.  I,  1760,  50  (Gf.  6,  12)  Tt.  «  Phalaro- 
pus  »  =  Tringa  fulicaria  Linn. 

Pharomaclrrus  de  la  Llave,  Begistro  Trimestre,  I  1832,  48,  mo- 
einno  de  la  Llave  lit. 

Plaisianas  Lynnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  158.  Tt.  Parere  16, 
colchicus  Linn. 

Phoenicopterus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10, 1,  1758,  139.  Mt.  ruber 
Linn. 

Picas  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  112.  Tsd.  Swainson  1820, 
fit  idis  Linn. 

Platalea  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10, 1,  1758,  139.  Tsd.  Gray  1840, 
leucorodia  Linn. 

Platycercus  Vigors,  Zool.  Journ.  I,  1825,  527.  Tod.  Psittacus  yen- 
aaatii  Latham  =  P.  elegans  Gmelin, 


-  88   - 

Plautus  Bruennich,  Zool.   Fund.  1771,  78.  Mt.  «  Brillefuglen  »  — 
Alva  impennis  Linn. 

Pluvialis  Brisson  Orn.  I,  1760,  4(5   (Gf.  5,  42).    Tt.  «  Pluvialis  au- 
rea  »  =  Charadrius  apricarius  Linn. 

Pluvianus  Vieillot,  Analyse,  1816,  55.  Mt.  Charadrius  aegyptius 
Linn. 

Polyplectron  Temminck,  Gat.  Syst.  1807,  149.  Mt.  Poliplectron  argus 
Temm.  =  Paro  Mcalcafaius  Linn. 

Porphyria  Brisson.  Orn.  I,  1760,    48    (Gf.    5,   552).    Tt.  «  Porphy- 
rio  »  =  Fa  lira  porphyrio  Linn. 

Porzana  Vieillott,  Analyse,  1816,  61.  lit.  Hallux  porzana  Linn. 

Psittaeus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I.  1758,  96.  Tsd.  Gray  1840, 
erithacus  Linn. 

Psophia  Linnaeus,  Svst.  Nat.  Ed.  10, 1,  1758, 154.  Mt.  crepitans  Linn. 

Pteroglossus  Illiger,  Prodromus,  1811,  202.  Tsd.  Swainson  1821. 
Ramphastos  aracari  Linn. 

Ptiloris  Swainson,  Zool.  Journ.  I,  1825.  479.  lit.  paradiseus  Swain- 
son. 

Pufftnus  Brisson,  Orn.  I,  1760,  56  (Of.  6.  130).  Tt.    «  Puffin  us 
—  Procellaria  puffinus  Bruennich,  1764. 

Querula  Vieillot,  Analyse,  1816,  37.  Mt.  Muscicapa  cruenta  Bold 
=  M.  purpurata  Mueller. 

Rallus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I.  1758,  153.  Tsd.  Fleming  1821, 
acqualicus  Linn. 

Raphus  Brisson,  Orn.  I,  1760,  46  (Gf.  5,  14)  «  Raphus  »  =  Siruthio 
eucullatus  Linn.  lit. 

Recur'virostira  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10, 1,  1758, 151.  lit.  avocetta 
Linn. 

Rhea  Brisson,  Orn.  I,  1760,   46    (Gf.    5.    8)    «  Bhea  »    =    Struthid 
americanus  Linn.  lit. 

Rynchops  Linnaeus  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  138.  lit.  nir/ra  Linn 
(&  R.  fair  a  =  nigra). 

SarcorarHphus  Dumeril,   Zool.  Analytique  1806,  32.  Tsd.  Vigors] 
1825   Vultur  />a/>a  Linn  (Gf.  Froriep.  Anal.  Zool.  1806,  33). 

Scolopax  Linnakus,  Syst.  Nat,  ed.  10,  I,  1758,  145.  Tt.  Parere   16, 
rusticola  Linn. 

Scopus  Brisson,  Orn.  I,  1760,  48  (Gf.  5,  503).  Mt.  «  Scopus  »  =  N. 
mribretta  Gmelin,  1789. 

Sericulus  Swainson,  Zool.  Journ.  I,  1825,  470.  Mt.  Meliphaga  chryt 
socephala  Lewin. 

Sitta  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  115.  Mt.  Sitta  europaei 
Linn. 

Somateria  Leach,  Annals  of  Pljilos,  13,  1819,  61.  Mt.  Anas  mo  Him 
sima  Linn. 


—    ov>   — 

Sphenorynchus  (Hempr.  &  Ehrenb.  MS)  Lichtestein  Verz  Doubl 
1823,  76.  lit.  ('iconic  abdimii  Light. 

Spindalis  Jardine  &  Selby,  III  Orn.  N.  S.  1837,  pi.  9  lit.  bilineatus 
.]  &  s  =  Tanagra  nigricephala  Jameson. 

Stercorarius  Brisson,  Orn.  I,  1760,  56  (Cf.  6,  149).  Tt.  «  Stercora- 
rius  »  =  Larus  parasiticus  Linn. 

Sterna  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  137.  Tt.  Parere  16,  hi- 
rundo  Linn. 

Strigops  Gray,  Gen  Birds  II,  1845,  426.  lit.  habroptilus  Gray. 

Strix  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  92,  Tt.  Parere  16,  siri- 
dula  Linn  =  aluco  Linn. 

Siruthio  Linnaeus,  Syst,  Nat.  ed.  10,  I,  1758,  155.  Tt.  Parere  16, 
camel  us  Linn. 

Stumella  Vieillot,  Analyse,  1816,  34.  lit.  Alauda  magna  Linn. 

Stumus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  167.  Tt.  Parere  16, 
anche  Tsd.  Stephens  1817  vulgaris  Linn. 

Sula  Brisson,  Orn.  I.  1760,  60  (Gf.  6,  494)  Tt.  «  Sula  »  =  Peleca- 
nus  piscator  Linn. 

Surnia  Dumeril,  Zool.  Analytique,  1806  34.  Tsd.  Froriep  1806  & 
Mt.  Strix  caparoch  Mieller. 

Syrrhaptes  Illiger,  Prodromus,  1811,  243.  Mt.  Tetrdo  paradoxa. 
Pallas. 

Tachyphonus  Vieillot,  Analyse,  1816,  33.  lit.  Tanagra  rufa  Bod- 

DAERT. 

Taldgalla  Lesson,  Man.  d'Orn.  II,  1828,  185.  Mt.  cuvieri  Less. 

ThamnopMlus  Vieillot,  Analyse,  1816,  40  Tsd.  Swainson  1824. 
Lanius  doliatus  Linn. 

Tot/as  Brisson,  Orn.  I,  1760,  44  (Gf.  4,  528)  Tt.  «  Todus  »  =  At- 
{■c<i<>  loii as  Linn. 

Trichoglossus  (Vigons  MS)  Stephens,  General  Zool.  14,  I,  1826,  129. 
Tsd.  Swainson  1832,  swainsoni  Jardine  &  Selby  1831  =  haematopus 
Stephens  (nechaematodus  Linn)  =  Psittacus  novae  hollandiae  Gmelin. 

Tringa  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  148,  Tt.  Parere,  16, 
ocrophus  Linn. 

Troglodytes  Vieillot,  Ois.  Amer.  Sept.  II,  1807  (1809?)  52.  Tsd. 
Baird  1858  aedon  Vieill. 

Trogon  Brisson,  Orn.  I,  1760,  42  (Gf.  4,  164)  Tsd.  Allen  1907 
«  Trogon  cayanensis  cinerus  »  =  strigilatus  Linn,  1706. 

Tardus  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  168.  Tsd.  gray  1840, 
viscirorus  Linn. 

Upupa  Linnaeus,  Syst.  Nat.  Ed.  10,  1,  1758,  117.  Tt.  Parere,  16, 
Wops  Linn. 

Uratelornis  Rothschild,  Novit,  Zool.  II,  1895,  479.  Tod.  &  lit. 
whimaera  Rothschild, 


-  40  - 

Vanga  Vieillot,  Analyse,  1816,  41.  Mt.  Lanius  cmwirostris  Linn. 

Vireo  Vieillot,  Ois.  Amer.  Sept.  I,  1807  (1808?)  83.  Tsd.  Gray  1840 
musicus  Vieillot  =  Tanagrq  (/risen  Bodd. 

Vultur  Linnaeus  Syst.  Nat.  Ed.  10,  I,  1758,  80.  Tsd.  Allen,  1907 
gryphus  Linn. 

II  Comitate*  consultivo  per  la  Nomenclatura  degli  Uccelli  ritiene  i 
sopra  elencati  nomi  nomenclatoriamente  esatti  e  validi. 

I  sopraelencati  nomi  di  Echinodermi  e  di  Uccelli  si  pnbblicano  per- 
che  sieno  noti  agli  zoologi:  questi  sono  invitati  a  comunicare  al  Segre- 
tario della  Gommissione  internazionale  le  eventuali  loro  osservazioni.  Si 
pregano  pertanto  gli  interessati  di  contrassegnare  suirelenco  dei  detti 
nomi  con  un  segno  X,  apposto  accanto  a  ciascuno,  i  nomi  sui  quali  non 
credono  vi  sia  discussione  e  che  accettano;  e  di  cancellare  con  un  frego 
quelli  sui  quali  credono  di  fare  obbiezioni:  in  questo  caso  si  chiede  che 
le  ragioni  in  contrario  sieno  corredate  da  dati  bibliografici  che  confor- 
tano  il  parere  contrario. 

Qualora  il  Segretario  della  Gommissione  non  ricevera  osservazioni 
agli  elenchi  di  cui  sopra  dai  singoli  interessati  ai  quali  e  stato  trasmesso, 
riterra  il  loro  silenzio  per  assentimento  al  parere  dei  Comitati  consultivi. 

Goloro  che  riceTeranno  questo  elenco  di  nomi,  sono  pregati  di  ri- 
mandarlo  al  segretario  non  oltre  il  31  agosto  1916:dopoil  1°  settembre 
esso  sara  sottoposto  ai  comitati  speciali  consultivi  per  la  nomenclatura 
degii  Echinodermi  e  degli  Uccelli  con  le  osservazioni  degli  interessati  per 
la  detinitiva  relazione  sui  detti  nomi  alia  Gommissione  internazionale. 

C.  Wardell  Stiles 

Segretario  della  Commisslone  della  Nomenclatura  Zoologica 

Gontemporaneamente  alia  presente  pubblicazione,  per  cura  della  pre- 
sidenza  della  Commissione  di  Nomenclatura  Zoologica  della  U.  Z.  I., 
e  stata  distribuita  in  Italia  al  maggior  numero  possibile  di  interessati 
una  copia  degli  elonchi  delle  serie  dei  nomi  sopradetti  con  preghiera  di 
esaminarli  accuratamente  e  di  esprimere  in  proposito  la  propria  opinione 
e  di  concretare,  accompagnandole,  nel  caso,  dalle  piu  larghe  referenze 
bibliografiche,  le  ragioni  in  contrario  per  quei  nomi,  sulla  iscrizione  dei 
quali  nell'elenco,  si  crede  di  dover  fare  obbiezioni.  Goloro  che  riceveranno 
l'elonco  di  cui  sopra  sono  invitati  a  rispedirlo  firmato  al  Segretario  della 
Unione  Zoologica  ltaliana  perche  la  nostra  Gommissione  coordini  l'opera  dei 
singoli  studiosi  in  un  rapporto  collettivo  da  trasmettersi  al  prof.  Stiles. 

Eh.  Sav.  Monticelli,  Segretario. 


Gosimo  Cherubini,  Amministbatore-besponsabile. 


Fireuze,  1917.  —  Tip.  L.  Niecolai,  Via  Faenza,  52. 


Zoologieo  Italiano 

(Pubblicazioui  Italiane  di  Zoologia,  Auatomia,  Embriologia) 

Organo  ufficiale  della  Unione  Zoologica  Italiana 

DIKKTTO 
DAI     DOTTORI 

GIULIO  CHIARUGI  EUGENIO  FICALBI 

Prof.  «li   Auatomia  muana  Prof,  di  Auatomia  coiup.  o  Zoologia 

nel  R.  Istituto  di  Studi  Super,  in  Eireny.e  nella  R.  University  di  Pisa 

Ufficio  di  Direzioue  ed  AmtniiiisLrazioue:   IstMuto  Anafoinii-o.   Firenne. 

12  nnmeri  all'anno  —  Abbuonamento  annuo  L.    15. 

XXVIII  Anno  Firenze  -  1917  N.  3. 


SOMMARIO :  Comunicazioni  originali  :  Colosi  G.,  Un  caso  di  parallelismo  mor- 
l'ologico  negli  Eufausiacei.  —  Gianturco  G.,  Un  apparecchio  per  iniezioni 
vasal i  mirroscopiche.  (Con  1  fig.).  —  Pag.  41-52. 

Necroiogio:    Andrea    Ba tell i.  —  Pag.  53-5G. 


Avvertenza 

Delle  Comunicazioni   Originali   che   si   pubblicano   nel   Monitore 
Zoologieo  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 


COMUNICAZIONI    ORIGINALI 


Un  caso  di  parallelismo  morfologico  negli  Eufausiacei 

Nota    di   GIUSEPPE    COLOSI 


E  vietata  la  riproduzione. 

Un  fatto  che  ha  atfcirato  l'attenzione  degli  osservatori  e  lo 
straordinario  sviluppo  che  in  alcuni  generi  di  Eufausiacei  assumono 
le  zampe  del  secondo  o  del  fcerzo  pajo  toracico.  Per  tali  generi 
Calman  (1)  nel  1905  diede  una  chiave,  che  riproduco  abbreviata  e 
con  qualche  leggera  modiflcazione  dovuta  alia  introdnzione  del  gen. 
Tessarabrachion  Hansen  (5,6). 

A.  Secondo  pajo  di  zampe  toraciche  allungate.  Mascellula  con 
lamina  esterna  (esognato). 

a)  Zampe  del  secondo  pajo    moderatamente    allungate ;    seg- 
menti  distali  con  setole  marginali. 


-  42  - 


«)  Zampe  del  terxo  pajo  non  affatto  allungate. 

Thymnoessa  Brandt . 

B)  Zampe  del  terzo  pajo  alquanto  allungate. 

Tessarabrach ion  Hansen 

b)  Zampe  del  secondo  pajo  molto  allungate  e  sottili,  con    mi 

ciuffo  terminate  di  spine. 

Nematoscem  b.  U.  bARS 

B.  Terzo  paio  di  zampe  toraciche  molto    allungate.    Mascellula 

con  o  senza  esognato.  , 

a)  Terzo  pajo  di  zampe  toraciche  con  un  ciuffo  terminale  di 
spine  simili  a  quelle  del  secondo  pajo  di  zampe  di  Nematoscehs. 
Mandibole  con  palpo.  Mascellula  con  o  senza  esognato. 

Nematobmchion  Oalman 

b)  Terzo  paio  di  zampe  toraciche  terminate  a  chela  piu  o 
meno  perfetta.  Mandibole  senza  palpo.  Mascellula  senza  esognato. 

Sti/locheiron  CI.  0.  Sars 

Holt  e  Tattersall  (7)  compresero  tutti  questi  generi  nella 
sottofamiglia  Nematoscelinae.   Tale    classificazione    venue    accettata 

da  Calm  an  (2). 

Io  (8)  intendendo  dare  rnaggiore  importanza  alia  divergenza 
morfologica  tra  le  forme  che  presentano  allungato  il  secondo  pajo 
di  zampe  toraciche  e  quelle  che  presentano  il  terzo,  compresi  le 
prime  nella  sottofamiglia  Nematoscelinae,  le  seconde  nella  sottofa- 
miglia Stylocheirinae.  a 

Dopo  aver  dato  la  chiave  di  cui  sopra,  Calman  aggiunge  :  •  A 
problem  of  some  interest  is  suggested   by    the    close    resemblance 
which  exist  between  the  raptorial  third    thoracic  limb  of  Nemato- 
brachionand  the  similarly  modified  second    thoracic    limb    of    the 
closely  allied  Nematoscelis.  In  both  the  limb  is  tipped  with  a  group 
of  long  slender  harpoon-like  spines  which  are  serrated  by   a  series 
of  annular  ridges  not  completely  encircling  the  spine,  but    leaving 
a  smooth  space  along  one  side.  It  is  possible  that  this  peculiar  ar- 
mature may  have  arisen  indipendently  in  the  two  genera,  and,  in- 
deed, this  is  assumed  if  the  key  given  above  be    taken    as    repre- 
senting the  natural  affinities  of  the  various  forms,  but  the  case  is- 
very    suggestive  of   that  form  of  variation  to  which   Mr.    Bateson 
has  given  the  name  of  "  homoeosis  „,  or  rather,  perhaps,  of  what 
prof.  E.  Rav  Lankester  has    termed    "  translation    of    heterosis  J 
The  correlative  change  in  the  other  appendages,  hawerer,  does  not 
quite  meet  the  requirements  of  Prof.    Lankester's    definition,  since 


—   4:!   — 

the  first  thoracic  limb  of  Nematoscelis  is  not  exactly  similar  to  the 
second  of  Nematobrachion.  On  either  hypothesis  is  would  be  a  dif- 
ficult matter  to  construct  a  reasonably  probable  phylogenetic 
"  tree  .,  to  express  the  relationships  of  the  four  (cinque  con  Tes- 
sarabrachion  genera  above  referred  to  „.    -• 

Riprendendo  in  esame  la  questione,  pensai  die  un'altra  forma 
degna  di  essere  presa  in  considerazione  insieme  con  Nematoscelis  e 
Nematobrachion  e  Stylocheiron  orientale  Nakazava  {nom.  emend.),  il 
cui  peeuliare  carattere  e  quello  di  avere,  a  differenza  di  tutte  le 
alt  re  specie  del  genere,  il  propodite  delle  zampe  del  terzo  pajo  piu 
lungo  del  carpopodite,  e  le  setole  dell'armatura  disposte  a  ciuffo 
terminale  all'estremita  del  dattilopodite. 

Ancora:  se  si  considerano  le  varie  specie  di  Thysanoessa,  Tes~ 
sarabracMon  e  Stylocheiron,  non  e  difficile  scorgere  una  netta  e 
precisa  rassomiglianza  fra  le  zampe  del  secondo  pajo  toracico  di 
Thysanoessa  e  Tessarabracliion  e  quelle  del  terzo  pajo  di  Stylochei- 
ron (St.  orientate  escluso). 

Si  viene  cosi  a  stabilire  un  dato  di  grande  importanza,  che, 
cioe,  fra  tutte  le  forme  conosciute  di  Nematoscelinae  e  di  Stylochei- 
r'mae,  appartenenti  evidentemente  a  due  ceppi  diversi,  esiste  un 
perfetto  parallelismo  morfologico  tra  forme  di  una  sotto-famiglia  e 
forme  dell'altra.  Tale  parallelismo  si  pud  riassuinere  nel  seguentu 
specchietto. 

Nematoscelinae  Stylocheirlnae 

Nematoscelis  Nematobrachion 

Stylocheiron  orientate 

Thysanoessa  Stylocheiron  {St.  orientale  escluso). 

Tessarabrachiou 

Consideriamo  dapprhna  il  gruppo  Xamatoscelis,  Nematobrachion, 
Stylocheiron  orientale.  Oltre  al  carattere  delle  spine  che  si  inseri- 
scono  sull'estremo  distale  delle  zampe  allungate,  carattere  gia  pre- 
cisato  da  Calman,  un  altro  punto  di  coincidenza  morfologica  tra 
Nematoscelis  e  Nematobrachion  sta  in  cio,  che  in  entrambi  i  generi 
il  propodite  e  il  carpopodite  sono  di  forma  bacillare,  snella,  assotti- 
gliata,  e  di  lunghezza  pressoche  uguale.  Le  zampe  del  terzo  paio 
di  Stylocheiron  orientale,  poi.  mostrano  la  piu  completa  rassomi- 
glianza con  quelle  di  Nematoscelis  per  quanto  riguarda  la  forma  e 
le  dimensioni  dei  vari  articoli :  Stylocheiron  orientale  anzi  per  tutti 


44   - 


quei  caratteri  che  lo  fanno  discordare  dalle  altre  specie  del  genere, 
mostra  il  piu.  preciso  parallelismo  con  Nematoscelis.  Disgraziata- 
mente  la  pessima  figura  data  da  Nakazawa  (S)  impedisce  di  fare 
u n  minuzioso  raffronto  fra  la  forma  e  la  disposizione  delle  spine 
del  dattilopodite  del  pajo  di  zampe  allungate  di  Stylocheiron  orien- 
tate e  quelle  di  Nematoscelis:  ma  sembra  che  effettivamente  come 
avviene  in  Nematobrachion,  esse  ne  abbiano  l'aspetto  caratteristico. 

Passiamo  ora  al  gruppo  Thysanoessa,  Tessarabrachion,  Stylo- 
cheiron (St.  orientate  escluso),  di  cui  i  due  primi  generi  apparten- 
gono  alia  sottofamiglia  Nematoscelinae,  il  terzo  alia  sottofam.  Stylo- 
cheirinae.  Per  meglio  poter  fare  i  debiti  confront!,  e  opportuno  sce- 
gliere  tra  le  specie  di  Stylocheiron  quelle  che  meno  si  scostano  dallo 
schema  comune  a  tutti  gli  Eufausiacei,  e  che  percio  debbono  con- 
siderarsi  come  quelle  che  conservano  caratteri  piu  primitivi.  Tali 
sono  Stylocheiron  carinatnm  e  Stylocheiron  armatum,  in  cui  l'arma- 
tura  del  propodite  e  del  dattilopodite  non  ha  subito  notevoli  modi- 
flcazioni,  mentre  negli  altri  casi  si  sono  avute  complicazioni  di 
grandezza  e  di  forma  con  conseguente  formazione  di  vere  o  di  false 
chele. 

Orbene,  la  piu  completa  rassomiglianza  esiste  fra  le  zampe  del 
terzo  pajo  di  Stylocheiron  carinatum  e  di  S.  armatum  e  le  zampe 
del  secondo  pajo  di  Thysanoessa  e  Tessarabrachion.  L'appiattimento 
e  la  relativa  brevita  del  propodite,  la  notevole  lunghezza  e  la  sot- 
tigliezza  del  carpopodite,  la  foggia  del  dattilopodite,  la  disposizione 
tipica  pennata  delle  setole  dei  due  ultimi  articoli  sono  caratteristi- 
che  delle  zampe  allungate  di  tutte  queste  forme.  Ora,  non  e  diffi- 
cile riportare  le  altre  specie  del  genere  Stylocheiron  (eccetto  S.  o- 
rientale)  alle  due  gia  considerate;  giacche,  nonostante  le  alterazioni, 
esse  mostrano  con  evidenza  lo  stesso  schema  morfologico. 

E  inutile  che  faccia  osservare  come  scarsa  importanza  abbia  il 
fatto  che  in  talune  specie  di  Thysanoessa  (lit.  Raschii)  non  pre- 
sentino  veramente  gigantismo  del  secondo  pajo  di  zampe  toraciche; 
e  come,  d'altra  parte,  lo  sviluppo  del  terzo  pajo  di  zampe  toraciche 
di  Tessarabrachion  sia  un  fenomeno  seconclario  rispetto  al  giganti- 
smo delle  zampe  del  secondo  pajo.  In  ogni  caso  le  zampe  allungate 
di  Stylocheiron  sono  notevolmente  piu  grandi  di  quelle  di  Thysa- 
noessa e  di  Tessarabrachion:  ma  esiste  sempre  un  perfetto  paralle- 
lismo per  quanto  riguarda  la  qualita  e  i  rapporti  di  misura. 

Dopo  aver  chiarito  come  vi  sia  veramente  una  perfetta  corri- 
spondenza  morfolologica,  per  quanto  riguarda  le  zampe,  tra  forme 
della   sottofamiglia    Nematoscelinae  e  forme  della  sottofamiglia  Sty- 


-   45   - 

locheirbiae,  vengo  al  quesito  piu  importante:  i  casi  sopra  esposti  di 
parallelismo  morfologico  si  sono  prodotti  indipendentemente  nelle 
due  sotto  famiglie  e  si  tratta  di  una  sorta  di  convergenza  di  ca- 
ratteri,  ovvero  stanno  a  rappresentare  delle  affinita  di  parentela  fra 
le  varie  forme?  E  in  quest' ultimo  caso,  come  puo  spiegarsi  questo 
modo   di  manifestarsi  della  parentela? 

Credo  che  sia  senz'altro  da  escludersi  1' idea  di  un'apparizione 
indipendente  dei  caratteri  presi  in  considerazione,  e  cio  perche  e 
assai  improbabile  che  per  cause  diverse  dai  rapporti  di  parentela, 
due  sottofamiglie  contigue,  presentino  in  tutti  i  loro  membri  somi- 
glianze  di  forma  tali  da  potersi  stabilire  fra  di  loro  uno  stretto  e 
preciso  parallelismo.  Ne  puo  essere  in  alcun  modo  invocata  1' in- 
fluenza dell'  ambiente  come  causa  efficiente  di  questa  sorta  di  con- 
vergenza di  caratteri  fra  forme  di  sottofamiglia  di  versa,  e  di  diver- 
genza  fra  forme  della  stessa  sottotamiglia,  perche  nella  maggioranza 
dei  casi  esse  vivono  nelle  stesse  aree  e  nelle  identiche  condizioni. 
Ed  e  ovvio  che  se  l'ambiente  avesse  avuto  pctere  di  determinare 
una  convergenza  di  caratteri,  questa  sarebbe  dovuta  avvenire  en- 
tro  i  limiti  della  piu  stretta  omologia. 

Io  penso  piuttosto  che  il  parallelismo  di  cui  si  tratta  sia  dovuto 
a  delle  cause  ben  precise,  e  che  sia  determinato  da  affinita  di  pa- 
rentela. 

Poiche,  come  tutti  sono  concordi  neH'ammettere,  Nematoscelinae 
e  Stylocheirinae  sono  due  sottofamiglie  sistematicamente  contigue, 
e  logico  affermare  che  esse  devono  aver  avuto  origine  prossima  co- 
mune.  Ora,  perche  fosse  possibile  l'ulteriore  differenziazione,  e  neces- 
sario  che  la  forma  stipite  avesse  avuto  in  se  due  principali  possi- 
bilita  di  variazione  rispetto  alle  zampe  toraciche:  una  di  prim'  ordine 
che  conducesse  al  gigantismo  delle  zampe  del  secondo  o  di  quelle 
del  terzo  pajo;  l'altra,  subordinata,  che  portasse  i  due  articoli  ter- 
niinali  alia  forma  larga  e  corta  o  alia  forma  allungata  e  sottile  con 
rispettiva  disposizione  dell'  armatura  a  barbe  di  penna  o  a  ciuffo 
apicale. 

Conseguenza  della  prima  variazione  e  stata  la  produzione  delle 
forme  capostipiti  di  ciascuna  delle  due  sottofamiglie:  infatti  Nema- 
toscelinae e  caratterizzata  dalle  zampe  del  secondo  pajo  molto  allun- 
gate,  mentre  in  Stylocheirinae  l'allungamento  affetta  il  terzo  pajo. 
Estintasi  in  tal  modo  la  prima  possibility  di  variazione,  venne  uti- 
lizzata  l'altra  in  entrambe  le  sottofamiglie.  Cosi  mentre  in  Nema- 
toscelis,  Nemutobrachion  e  Stylocheiron  orientale  le  zampe  allungate 
presentano  un  propodite  subcilindrico  e  allungato  e  un  ciuffo  apicale 


-   46   - 

di  setole  diritte,  in  Stylockeiron  (eccetto  St.  orientate),  in  Thysano- 
essa  e  in  Tessarabrachion  dette  zampe  presenfcano  un  propodite 
piuttosfco  breve  e  allargato  e  un'armatura  di  setole  tipicamente 
disposte  a  penna. 

E  notevole  che,  date  due  coppie    di    caratteri,  di  cui  l'una  su 
bordinata  all'altra,  si  ha  la  produzione    di    tutte  le  forme   previste 
dal  calcolo  combinatorio  e  permesse  dalla  subordinazione.  Cio  risulta 
dal  seguente  specchietto. 


Caratteri  di  pri- 

mo  ordine. 


Grigaulisrao  delle 
zampe  del  se- 
condo pajo. 


Grigant-iamo  dello 
Kjinipe  del  ter- 
zo pajo. 


Caratteri   di  se 
condo  ordine. 


Propodite  lami- 
nare.  Setole  di- 
sposte penna- 
tamente. 


Propodite  bacil- 
lare.  Setole  di- 
sposte a  ciuffo 
terminate. 


Questa  spiegazione,  per  quanto  mi  consta,  va  perfettamente 
d'accordo  coi  fatti. 

Mi  si  potrebbe  opporre  che  e  facile  ammettere  rapporti  di  pa- 
rentela  quando  la  stessa  struttura  si  manifesti  in  organi  omologhi, 
mentre  nei  casi  da  me  riferiti  non  v'e  preciso  rapporto  di  omologia 
fra  il  secondo  pajo  di  zampe  di  Nematoscelinae  e  il  terzo  di  Stylo- 
cheirinae.  Ma  e  facile  rispondere  che,  se  non  vi  e  vera  omologia,  vi 
e  una  vera  equivalenza  fondamentale  di  struttura  e  di  funzioni  fra 
il  secondo  e  il  terzo  segmento  toracico  e  le  relative  appendici,  e 
che  daU'esame  dei  fatti  risulta  che  la  variazione  in  base  ai  carat- 
teri, che  ho  indicate  sopra  col  nome  di  caratteri  di  secondo  ordine, 
appare  legata  ai  gigantismo  delle  zampe,  anziche  alia  precisa  posi- 
zione  che  esse  tengono  nell'organismo. 

Passo  a  chiarire  un  altro  punto.  Come  avviene  che  mentre 
tutte  le  altre  forme  del  genere  Stylockeiron  sono  morfologicamente 
parallele  con  quelle  di  Thysanoessa  e  Tessarabrachion,  solo  Stylo- 
cheiron  orientate  e,  insieme  con  Nematobrachion,  parallelo  a  Nema- 
toscelis  ? 

Tale  quesito  sarebbe  risoito  sfavorevolmente  alia  mia  interpre- 
tazione  dei  fenomeni  di  parallelismo  morfologico  negli  Eufausiacei, 
se  si  volense  precisare  come  istante  del  fissamento  dei  caratteri  di 
2°  ordine,  l'istante  in  cui  la  forma  stipite  di  Stylocheirinae  da  ori- 
gine  a  Netnatobrachion  da  un  lato  e  a  Stylockeiron  dall'altro.  Cio  non 


47 


e  necessario:  non  e  detto  cho  alio  sbesso  livello  in  cui  in  Xemato- 
scelinae  avviene  la  partizione  nei  due  gruppi  Thysanoi!ssa-Tessara- 
brachion  e  Xematosceli*.  debba  essere  avvenuta  simmetricamente  la 
separazione  fra  Stylocheiron  e  Xcmatobrachion  in  base  agli  stessi 
carattei'i.  La  separazione  fra  Siylpcheiron  e  Nematobrachion  puo  es- 
sere benissimo  avvenuta  per  altri  caratteri,  quelli  delle  mandibole 
per  esempio,  successivamente  alia  quale  sarebbe  avvenuta  la  diffe- 
renziazione  in  forma  con  propodite  schiacciato  e  pennato  e  forme 
con  propodite  bacillare  e  con  dattiloprodite  terminato  da  un  ciuff'o 
di  setole.  In  tal  modo  rimane  chiaramente  spiegato  come  il  genere 
Stylocfmron  contenga  forme  di  due  diversi  aspetti  morfologici  per 
quanto  riguarda  il  secondo  pajo  di  zampe  allungate. 

In  base  a  quanto  ho  flnora  esposto,  non  solo  viene  spiegato  il 
parallelismo  morfologico  fra  le  forme  di  Stylocheirinae  e  di  Xemato- 
scelinae.  come  provocato  da  parentela,  ma  puo  anche  costruirsi  con 
qualche  probability  di  esattezza  un  albero  genealogico  delle  due 
sottofamiglie. 

Styloehevrcm        Styloeheiron   (eccet- 
orientale.  to  S.  orientale). 


Ctlton, 


Forma  stipite  di 
Nema  to  steel  i- 
nae. 


Forma  stipite  di 
Thysanoessa    e  Forma  stipite  di 


di   Tessarahni 
chion. 


Styloeheiron. 


Forma  stipite  di 
.V  e  m  atobra- 
chion. 


Forma  stipite  di  Xematoncelinar. 


Forma  stipite  di  Stylocheirinae. 


Forma  stipite  di  Nematoscelinae 
e  di  Stylocheirinae, 


-    48    - 

E  molto  notevole  il  fatto  che  questi  fenomeni  di  parallel  is  mo 
morfologico  e  le  deduzioni  che  e  possibile  trarne  concordano  perfefc- 
tamente  con  la  teoria  dell'Ologenesi  del  Prof.  D.  Rosa  e  costitui- 
scono  un  interessante  caso  particolare  di  riduzione  progressiva  della 
variability. 

Firenze,  Istiluto  di  Zoologia  elegit  Invertebrati,  giugno  1917. 

Lavori  consultati. 

1.  Caiman,  W.  T.  —  «  Note  on  a  Genus  of  Euphauaid  Crustacea  ».  —  Rep.  Fish.    Ireland,  Sclent. 

Tnr.  1902-03.  If.  4.  1905. 

2.  Id.  —  «  Crustacea  ».  —  Treatise  on  Zoologij  ed.  b>/  Ray  Lankester  Ft.   VII,   3<>  Fase.  1909. 
".  Colosi.  G.  —  «  Raccolte  plauctoniche  fatte  dalla  R.  N.   «  Liguria  »  nel    viaggio   tli   circonnavi- 

gazione  del  1003-05  sotto  il  comaudo  di  S.  A.  R.  Ltiigi  di  Savoia,   Dnca   degli    Abruzzi.  —  Vol. 
II,  Fasc.   VII.   Crostacei,  Pt.  2»  —  Pubbl.  It.  1st.  Stvdi  Sup.  Firenze,  1917. 

4.  Hansen,  H.  J.  —  «  The  Schizopoda  of  the  «  Siboga  »  Expedition  ».    —    Siboga-Expeditie    Mon 

XXXVII,  1910. 

5.  Iil,  —  «  The  genera  and  species  of  the  Order  Euphausiacea  with    account    of   remarkable    varia 

tion  ».  —  Bull.  Mus.  Ocean.  Monaco,   Jf.  210,  1911. 
9.  Id.  —  «  The  Crustacea  Euphausiacea  of  the  United  States  National  Museum  ».  —    Proe.     V.  St. 

Nat.  Mus.,   Vol.  XLVIII,  X.  2065,  1915. 
7.  Holt,  E.  W.  L.  e  Tattersall,  W.  M.  —   «  Schizopodous    Crustacea    from   the    North-East   A- 

tlautic  Slope  ».  —  Rep.  Fish.  Ireland.  Sdent.  Inv.  19021903,  X.  4,  1905. 
x.  Nakazawa.   K.  —  «  Notes  on  Japanese   Schizopoda  ».  —  Ann.  Zool.    Jap..    Vol.    VII,    pt.    IV. 

1910. 

9.  Rosa,  D.  —  «  La  riduzione  progressiva  della  variabilita  e  i  suoi  rapporti  coll'estinzione  e   coll'o- 

rigiue  delle  specie  •>.  —  Torino,  1899. 

10.  Id.  —  «  Saggio  di  una  nuova  spiegazione  dell'origine  e  della  distribuzione  geograflca   della  spe- 
cie (Ipotesi  della  «  Ologenesi  »)  ».  —  Boll.  Mus  Zool.  e  Anat.  eomp.  Torino,  Vol.  XXVI,  X.  614. 

11.  —  Sars.  (J.  0.  —  «  Report  on  Schizopoda  ».    —    Voyage  H.   M.  S.,  Challenger.  Zool.,    Vol.  XIII 
18f<5. 


49  — 


ISTITUTO   HI  PATOLOGIA   GENERAL)?   DELLA    R.    UNIVERSITA   DI   NAPOLI 
DIHETTO    DAL    PROF.   (iINO    GALEOTTI 


Un  apparecchio  per  iniezioni  vasali  microscopiche 


DEL 

Dott.  GIULIO  GIANTURCO 


(Con  una  figura). 

E  vietata  la  ripvodnzionp. 

Molti  istologi  affermano  che  non  vi  e  nella  tecnica  fstologica 
cosa  piu  difficile  ad  ottenere  di  una  perfetta  iniezione  del  sisteraa 
vasale.  Perche  una  iniezione  di  masse  colorate  possa  dirsi  seriamente 
riuscita,  deve  soddisfare  ad  un  requisite)  essenziale:  che  il  riempi- 
mento  di  tutte  le  arterie,  vene  e  capillari  sia  completo,  che  non 
pecchi  cioe  ne  in  eccesso  ne  in  difetto,  e  che  tale  risultato  sia  ot- 
tenuto  non  in  singoli  territori  vascolari,  ma  in  tutti  gli  organi. 
Per  ottemperare  a  queste  condizioni  e  necessario : 

1.°  II  perfetto  Iavaggio  dei  vasi  con  una  soluzione  isotonica 
e  vasodilatatrice  per  vuotarli  di  tutto  il  sangue  e  prepararJi  ad  ac- 
cogliere  le  soluzioni  colorate  ; 

2.°  Che  questo  Iavaggio  e  la  successiva  iniezione  siano  ese- 
guiti  con  apparecchi  che  permettano  di  ottenere  una  pressione  esat- 
tamente  eguale  alia  pressione  normale  dell'animale  da  iniettare; 

3.°  Che  si  eviti  assolutamente  l'enlrata  di  bollicine  d'aria  nel 
i  sistema  vasale  perche  esse  produrrebbero  embolie  gassose  danno- 
■    sissime  al  pei-f'etto  riempimento  dei  vasi  stessi. 

Essendomi    occupato  di  questi   argomenti,   credo   utile    riferire 

j  alcuni  artifizi  di  tecnica  e  la  deserizione  di  un  semplicissimo  appa- 

i  recchio  da  me  costrnito  mediante  il  quale  mi  e  rinscito,  senza  inutili 

,  e  molteplici  tentativi,  di  ottenere  i  migliori  risultati.  Le  mie  iniezioni 

genorali.  eseguite  dall'aorta.  sono    perfette  in  tutti  gli  organi  e   in 

tutta  la  loro  estensione. 

Questo  apparecchio  permette  di  spingere  nei  vasi  le  soluzioni 
di  Iavaggio  e  quelle  colorate  con  una  pressione  media  esattamente 
eguale  alia  flsiologica  e  per  di  piu,  a  differenza  di  altri  apparecchi 
consimili,   permette   delle    oscillazioni    intorno    a   questa    pressione 


-  50  - 


media  che  imitano  le  oscillazioni  sistoliche.  II  stetema  consta  di  nri 
manometro  Liidwig  per  la  misurazione  delia  pressione  arteriosa  e 
dell'appareccbio  da  iniezione  (Vedi  fig.). 


Appareechio  da  iniezione.  —  1.  I  tnl»>.  - 
sidiario.  —  6,  cannula  da  iniezione. 


II  tnlio.  —   8.  Ill   tuh, 


4.  IV  tulio.    -     5.  tnlio  SHH 


Da  una  bottiglia  graduate  della  capacita  di  1000  cm.3  chiusa 
da  un  tappo  di  gomma  partono  quattro  tubi  di.  cui  il  primo  metti 
capo  ad  un  imbuto  munito  di  rubmetto,  il  secondo  ad  un  insufflaj 
tore,  il  terzo  alia  cannula  da  iniezione  e  il  quarto  ad  un  manometro. 
Una  pinza  a  pressione  pud  agire  sul  fcerzo  tube. 

La  cannula  da  iniezione  e  accompagnata  lateralmente  da  un 
tube  di  scarico  abitualmente  chiuso  da  una  pinza  a  pressione  ;  ma 
quando  si  vogliano  far  uscire  delle  bollicine  di  aria  o  si  voglia 
evitare  la  misfcione  del  liquido  di  lavaggio  con  quelle  da  iniezione, 
si  chiude  la  cannula  e  si  apre  il  tubo  di  scarico. 

lo  adopro  abitualmente  come  liquido  di  lavaggio  la  soluzione 
al  3,33  %  di  solfato  sodico  con  l'aggiunta  dell'  1  %  di  acido  lattice 
E  proposta  dal  Vast arini-Cresi  ed  e  ottima. 

Buona  pure  la  soluzione  satura  di  Peptone  proposta  dal  Bot- 
r  a  z  z  i . 

Come  masse  colorate  ho  adoprato  le  gelatine  al  carminio  o  al 
bleu  di  Prussia  al  titolo  del  7,  8,  9  %  con  o  senza  l'aggiunta  del 
5  %  di  .Toduro  di  Potassio  (Tandler).  Oio  premesso  passo  senza 
altro  al  modo  di  eseguire  una  iniezione. 


-   51    - 


Immobilizzato  l'animale,  si  isola  la  carotide  primitiva  e,  intro- 
ducendovi  una  sottile  cannula  comunicante  col  manometro  di  L  ild- 
wig,  si  misura  la  pressione  arteriosa  nei  suoi  inassimi  e  minimi. 
Qiiesta  ottenuta,  distaccando  la  cannuia  dal  manometro  si  dissangua 
l'animale.  li  sistema  venoso  rimane  pieno  di  sangue  e  sara  vuotatu 
solo  dal  successive  lavaggio.  Legata  la  carotide  centralmente  e  pe- 
rifericamente,  si  fa  uno  sportello  toracico  che  metta  a  nuuo  il  cuoro 
e  il  peduncolo  vasale. 

Robusti  Klemmer  stringeranno  1  tre  lati  resecati  della  parete 
toracica  e  la  base  del  lembo  ;  si  evitera  cosi  prevenfcivamente  la 
fuoriuscita  del  liquido  di  lavaggio  e  delle  masse  colorate.  Si  isola 
poi  l'aorta  ascendente  e  vi  si  passa  un  rilo. 

A  questo  punto  tutto  l'animale  deve  essere  immerso  in  una 
vasca  d'acqua  fredda. 

E  necessario  aprire  sott'acqua  l'arteria.  Cio  impedisce  l'entrata 
di  qualsiasi  bolla  d'aria;  per  di  piu,  diluendosi  il  sangue  contenuto 
nei  segmenti  d'arteria  piu  vicini  alia  apertura  praticata,  si  ritarda 
o  si  impedisce  addirittura  la  coagulazione. 

Mediante  1'  insufflatore  si  riempiono  le  tubulafcure  dell'apparec- 
chio  da  iniezione  in  cui  e  gia  stata  </ersaba  la  soluzione  di  lavaggio ; 
quando  il  liquido  affiora  alia  bocca  della  cannula,  questa  si  im merge 
con  la  bocca  in  alto  nella  vaschetta,  —  eventual!  movimenti  retro- 
gradi  del  liquido  nella  tubulatura  faranno  penetrare  nella  cannula 
acqua  e  non  aria. 

Una  incisione  trasversale  dell'aorta  permettera  di  introdurre  la 
cannula  nei  segmento  distale  e  di  legarla.  Un  Klemmer  chiuuera  il 
bulbo  dell'aorta  vicino  al  cuore. 

Si  estrae  con  una  pinza  l'apice  cardiaco  e  con  un  colpo  di  ior- 
bice  si  apre  il  ventricolo  sinistro  da  cui  defluiranno  i  liquidi  dopo 
aver  riempito  il  grancle  e  piccolo  circolo. 

Si  preme  1'  insufflatore  seguendo  l'ascesa  del  mercurio  nei  ma- 
nometro e  raggiunta  la  pressione  ottenuta  precedentemente  si  cerca, 
con  colpi  sucsessivi,  di  mantenerla  stazionaria. 

Ad  ogni  colpo  il  menisco  inclicatore  oscilla,  riproducendo  cosi 
le  oscillazioni  mitraliche. 

Ho  trovato  utilissimo  abbondare  nella  quantita  di  liquido  di 
lavaggio  impiegato  :  non  bisogna  considerare  esaurita  1'  operazione 
che  quando  il  liquido  esce  dal  ventricolo  sinistro  completamente 
scolorato.  Io  ho  iniettato  sino  a  4-5  volte  il  peso  dell'animale  in 
soluzione  sodica. 

E  opportune  iniettare  subito  la  gelatina  colorata  ?  Credo  pre- 


-   52 


feribile  attendere  sei  o  sette  ore  conservando  l'animale  in  ghiacciaia 
per  preservarlo  dall'auto  digestione  dello  sbomaco. 

Questo  tempo  e  sufficiente  per  far  esaurire  il  tono  muscolare  va- 
sale  cio  che  permette  una  facile  e  completa  iniezione  della  massa 
di  gelafcina. 

Trascorso  questo  tempo,  lanimale  sara  passato  di  nuovo  in 
acqua  fredda  cui,  con  graduale  riscaldamento,  si  fara  raggiangere 
la  temperatura  di  40°.  Quando  si  sara  sicuri  che  anche  l'animale 
ha  raggiunto  tale  temperatura,  si  chiude  la  cannula,  da  iniezione  e 
si  fa  aspire  dal  tubo  di  scarico  il  liquido  di  lavaggio  che  possa  es- 
ser  rimasto  nella  bottiglia  e  nella  tubatura.  Si  riscalda  a  40°  la 
gelatina  colorata  e  si  versa  nella  bottiglia  a  mezzo  dell'  imbuto  : 
si  chiude  questo  e  si  ristabilisce  la  pressione  con  1'  insufflatore. 
Quando  il  liquido  colorato  riesce  dal  tubo  di  scarico.  si  chiude  que- 
sto e  si  apre  la  cannula  da  iniezione.  II  liquido  colorato  penetra 
rapidamente  nei  vasi.  Appena  esso  esce  dal  ventricoio  sinistro,  si 
chiude  la  cannula  da  iniezione  e  con  un  Klemmer  la  breccia  ven- 
tricolare. 

L'  iniezione  e  compiuta.  Non  resta  che  riportare  l'animale  in 
ghiacciaia  per  due  o  tre  ore  e  fissarne  poi  grossi  pezzi  in  alcool 
formico. 

II  riscaldamento  deH'animate  e  della  massa  da  iniezione  e  inu- 
tile quando  si  adoperano  le  masse  del  Tandler  che  rimangono  li- 
1 1 uide  a  temperatura  ambiente. 


—    06    - 


Andrea    Batelli. 


II  23  febbraio  1917,  dopo  breve  malattia  e  all'eta  di  62  anui,  moriva  a  Fi- 
renze il  prof.  Andrea  Batelli,  ordinario  di  Zoologia,  Botaniea  e  Mineralogia 
nel  R.  Istituto  Suporioro  di  Magistero  feniminile  di  quella  citta. 

II  Batelli  nacque  a  Voltorra,  da  genitori  liorentini,  il  3  dicerabre  1854 
e  in  questa  citta,  dove  suo  padre  dirigeva  la  scuola  profossionale  per  gli  scul- 
tori,  fece  gli  studi  elemental)'.  II  ginnasio  e  il  liceo  frequento  a  Firenze  agli 
Scolopi  e  la  licenza  liceale  consegui  a  Lucca  nel  1871.  Segui  il  corso  di  Scienze 
fisiohe  e  naturali  nell1  Universita  di  Pisa,  dove  ebbe  illnstri  maestri  e  dove  a 
soli  21  anni  si  laureo  nel  1875. 

Ottenuta  una  borsa  di  studio  e  di  perfezionamento  per  F  interno  e  per  i"e- 
storo,  audo  a  comj)letare  i  suoi  studi  a  Parigi  e  a  Strasburgo,  dove  pote  lavo- 
rare  nel  1' Istituto  anatoraico  allora  dirotto  da  Waldeyer,  a  Roma  e  a  Napoli. 
dove  frequento  la  Stazione  zoologica.  Tomato  dall'estero  in  Italia,  fu  nominato 
professorc  di  Scienze  naturali  nell'  Istituto  Tcenico  di  Arezzo.  Nel  frattempo,  il 
7  ottobre  1881,  aveva  conseguita  a  Firenze  la  privata  docenza  in  Zoologia  ed 
Anatomia  comparata.  A  Firenze  il  Batelli  godette  dell'  amicizia  dell'  illustre- 
auatomico  Alessandro  Tafani,  presso  il  quale  esegui  anche  alcune  delle  sue 
prime  ricerche. 

Nel  1884,  poeo  dopo  la  nomina  all'  Istituto  Tecnico  di  Arezzo,  fu  chiarnato 
per  concorso  a  coprire  la  cattedra  di  Zoologia  e  Anatomia  e  Fisiologia  compa- 
rate  all' Universita  di  Perugia,  nella  quale  contemporaneamente  ebbe  pure  l'in- 
carico  dell'insognamento  della  Botaniea  o  della  Direzione  dell'Orto  Botanico  clie 
tenne  flno  all'epoca  in  cui  da  Perugia  passu  a  Firenze. 

Verso  il  1897,  desideroso  di  tornarsene  alia  sua  Firenze,  lascio  Y  Universita 
di  Perugia  per  assumere  a  Firenze  stessa  il  posto  di  Ordinario  di  Zoologia,  Bo- 
taniea e  Mineralogia  nel  R.  Istituto  Superiorc  di  Magistero  lemminile. 

II  Batelli  era  un  fervente  cultore  delle  scienze  che  professava  e  le  sue 
lezioni,  nelle  quali  rivelava  la  sua  vasta  dottrina,  sempre  dettava  con  parola 
••alda  e  con  mirabile  chiarezza,  rivestendole  di  eletta  forma,  talche  il  suo  inse- 
gnainento,  per  la  geniale  arte  magistrale  con  cui  veniva  impartito,  riusciva 
sempre  ellicace  e  dilettevole.  Accoppiava  alia  sua  larga  cultura  anche  un  grande 
amore  per  le  cose  artistichc  e  Ictterarie,  il  che  certamente  contribuiva  a  ren^ 
derlu  insegnante  valoroso  e  di  non  comune  efficacia. 

II  Batelli  iniziava  il  suo  insegnamento  nell' Universita  di  Perugia,  quandu 
ehi  scrive  questo  breve  ceuno  necrologico  ebbe  la  fortuna  di  essergli  scolare  e 
di  ossere  da  Lui  stimolato  a  muovere  i  primi  passi  verso  quegli  studi  dai 
quali  poi  piu  non  si  distacco.  A  Lui  chi  scrive  si  sentiva  quindi  legato  da  vin- 
coli  di  antica  stima  e  di  riconoscente  ed  affettuosa  amicizia.  La  maggior  parte 
della  sua  attivita  scientilica  il  Batelli  svolse  nell' Universita  di  Perugia,  dove, 
oltre  che  a  lavori  di  Morfologia  e  di  lstologia,  attese  pure   alia   fondazione  del 


-   54   - 

Laboratorio  e  del  Museo  di  Anatomia  comparata,  nel  quale  compito  chi  scrive 
ebbe  la  ventura  di  cssergli  cooperatore,  e  pose  altresi  raano  anche  a  lavori  di 
Botanica  occupaudosi  dclla  flora  Umbra  e  arricchondo  le  collezioni  dell'Erbario 
di  quella  Universita. 

Nelle  sue  ricerche  e  osscrvazioni  di  Anatomia  o  di  Istologia  comparata,  al- 
cune  dollc  quali  esogui  nel  campo  degii  Invertebrati,  altre  ia  quello  dei  Vertebrati, 
egli  cbbe  sempre  cura  di  aecoppiare  lo  studio  morfologico  alia  tisiologia  e  iu- 
dago  la  forma  o  la  struttura  degli  organi  per  rendersi  ragione  del  loro  mecca- 
uismo  funzionale. 

L'operosita  scientiflca  del  Batelli  si  inizia  eon  uu  lavoro  intitolato:  «  Di 
alcune  speciali  produzioni  dermiche  in  eerti  crostaeei  brachiuri  »,  lavoro  olio 
formo  anche  l'oggetto  della  sua  dissertazione  di  lautea.  Questo  scritto  contiene 
una  serie  di  osKervazioni  intorno  a  certe  formazioni  a  guisa  di  piccole  squa: 
motto  peduncolato  e  di  carattere  chitinoso,  che  si  riscontrano  nel  cefalotorace, 
noll'addome  e  negli  arti  di  alcuni  crostaeei  brachiuri  oxirinchi.  Discutendone  il 
signiricato  morfologico,  il  Batelli  si  scosta  da!l' interpretazione  chc  ne  dava 
il  Lavallc,  ma  ritiene  tuttavia  die  in  massima  debbano  paragonarsi  a  peli 
particularmente  modiheati. 

Successivamente,  nell'auno  1879,  con  due  note  preventive  e  con  una  memo 
ria  accorapagnata  da  tavole  arreca  una  bella  contribuzione  all' anatomia  e  alia 
rtsiologia  della  larva  dell' Erisialis  ienasc,  studiandone,  con  i  mezzi  die  la  tecnica 
di  quel  tempo  gli  poteva  suggerire,  la  disposizione  e  la  struttura  dei  vari  ap- 
parecchi.  Particolarmente  interessauti  sono  le  sue  osscrvazioni  sopra  la  coda, 
organo  cosi  caratteristico  della  detta  larva,  e  quelle  sopra  al  grasso  die  il  Ba- 
telli riconosee  cssere  costituito  da  cellule  il  cui  contenuto  e  1'ormato  da  granuli 
adiposi. 

Alio  sue  prime  pubblicazioni  appartiene  pure  una  nota  che  ha  per  titolu: 
«  Sopra  la  colorazione  di  alcune  larvo  di  Lepidotteri  »,  in  cui  egli  rileva  che  i 
colori  ditt'usi  sono  il  piu  spesso  dovuti  a  granuli  colorati  contenuti  nelle  cellule 
dell'ipoderma. 

A  questo  gruppo  di  lavuri  che  si  riferisce  agli  Insetti,  e  da  ricollegarsi  anclie 
un'altra  nota  che  il  Batelli  pubblico  molto  piu  tardi,  nel  1891,  e  die  tratta 
«  di  una  particolarita  neH'integumento  dell' Aphropkora  spumaria  ».  II  Nostpq 
pone  in  evidenza  come  negli  adulti  e,  raegiio  ancora,  nelle  larve  i  due  ultimi 
segmenti  addominali  lianno,  specialmente  nella  regione  pleurale,  cellule  ipoder- 
miche  piu  grandi  di  quelle  consuete  e  ben  distinte  fra  loro  e  caratterizzate  inol- 
tre  da  un  contenuto  giallastro  di  natura  pigmentale  che  ne  rivela  la  natura 
secretoria.  Gombatte  gli  apprezzamenti  mor/ologici  chc  il  Vheeler  aveva  e- 
>)ircssi  in  base  alio  proprie  osscrvazioni  sugli  ultimi  segmenti  addominali  della 
Cicada  e  della  Nepa  c  nega  die  tale  epitelio,  modiflcato  per  il  notevole  svi- 
luppo  delle  sue  cellule,  possa  morfologicamente  rappresentare  un  rudiinento  di 
inenibi-o  appendincolare. 

Alia  serie  degli  scritti  ora  ricordali  possono  essere  riunite  due  altre  note 
che  contengono  delle  osscrvazioni  anatomo-iisiologiebe  sugli  Ixodini  [Ixodes  rei 
duvius,  I.  heocagonus,  Phaulixodes  rufus  (larva  del  Rhipicephalus  sangui- 
neus) e  Eyalumma  marginatum].  Accennato  al  meccanismo  del  succliiamento 
e  mostrate  le  ragioni  per  le  quali  e  da  ritenersi  die  il  sanguo  succhiato  non  si 
coagula  per  I'azione  di  un  enzima,  s'intrattiene  piu  a  lungo  sui  eiechi  «matici 
dove  -i  compiono  6peeialmento  i  fenoraeni  digostivi.   Trova  che  1'attivita    digc- 


—  oo  — 

stiva  e  dovuta  alle  cellule  opatiche  di  questi  eiechi  le  quali  si  distruggono.  omet- 
tendo  la  sostanza  digestiva  elaborata  in  seno  al  loro  protoplasma,  e  vengono 
poi  sostituite  da  altre  cellule  consimili  differenziatesi  nell' epitelio  parietale  dei 
eiechi.  Un'altra  parte  delle  osservazipni  dcdica  alia  disjposizionc  ed  alia  strut- 
tura  dei  tubi  malpighiani  ed  in  un  ultimo  capitolo  descrive  l'albero  respiratorio 
o  tracheale  fornendo  un  accurato  ed  interessante  esame  della  complicata  strut- 
tura  degli  stigmi. 

II  Ba  tell i  rivolse  i  suoi  studi  anche  ai  Molluschi  e  con  una  nota  pubblicata 
nel  1879  espose  alcune  sue  osservazioni  sul  sistema  digerente  ed  il  sistema  ner- 
voso  dell' Aolisia  punctata.  Nel  1880  con  un' estesa  mernoria  si  occupa  della 
minuta  struttura  degli  organi  sessuali  complementari  in  alcuni  Molluschi  tor- 
restH. 

Tra  i  lavori  del  Ba t e  11  i  che  si  riferiscono  ai  Vertebrati  sono  anzitutto  da 
ricordare  due  sue  Memorie  sul  tegumento  pubblicate  nel  1880:  Tuna  e  un  con- 
tribute alia  couoscenza  della  struttura  della  pelle  dei  Rettili,  V  altra  riguarda 
l'istologia  della  pelle  nei  pesci  Teleostei.  Nella  prima,  che  fu  da  Lui  eseguita  a 
Strasburgo  e  pubblicata  iu  tedesco  nell'Archiv  fur  mik.  Auatomie,  prende  in 
esamc  la  pelle  di  Fytlion  javanicus,  Tropidonotus  natrioc,  Lacerta  vifidis  e 
Anguis  fragilis,  nella  seconda,  latta  alia  Stazioue  zoologica  di  Napoli,  racco- 
glie  le  sue  indagini  sulla  pelle  di  parecchie  specie  di  Teleostei. 

Nel  1884  con  un  lavoro  pubblicato  nello  «  Sperimentale  »  col  titolo:  «  del- 
l'adattamonto  di  alcune  cellule  endoteliali  nelle  membrane  sierose  »  si  propone 
di  ricercare  se  lo  cellule  endoteliali  che  si  trovauo  a  ricoprire  gli  stomi  esi 
stenti  nel  peritoueo  dei  Ratraci,  hanno  o  no  una  parte  attiva  nella  formazione 
e  nella  chiusura  dei  detti  stomi.  Nel  peritoneo  di  diversi  Batraci  auuri,  e  pin 
specialmente  di  Bufb  vulgaris,  osserva,  mediante  esperienze  e  in  condizioni 
quanto  piii  e  possibile  fisiologiche,  che  raperlura  e  la  chiusura  degii  stomi  av- 
veniva  sempre  per  movimcnti  delle  cellule  endoteliali,  le  quali  per  attivita  del 
loro  protoplasma  si  addossavano  o  si  alloutanavauo  nel  contorno    degli  stomi. 

Un  altro  suo  lavoro  che  concerue  i  Vertebrati,  e  quello  col  quale  il  Nostro 
tratta  delle  glandule  anali  di  alcuni  caruivori.  In  tale  lavoro,  pubblicato  nel  1887, 
studia  le  ampolle  anali,  come  egli  propoue  di  chiamarle,  nella  volpe  e  nel  gatto. 
Vi  distingue  due  categoric  di  glandule,  di  cui  I'una  rappresenta  il  sistema  fon- 
damentale,  quello  cioe  delle  glandule  odoranti,  da  Lui  denominate  glandule  di- 
sodiche  (oucrwor,<;  =  fetido),  l'altra  costituisce  il  sistema  accessorio,  il  quale  pud 
mancare  ed  e  ibrmato  dalle  glandule  sebacee  anali.  Per  il  gatto  accenna  anche 
alio  sviluppo  delle  ampolle  anali,  rilevando  che  derivano  da  una  ripiegatura  del 
tegumento  dal  fondo  della  quale  si  originano  dapprima  le  glandule  disodiche, 
lunghi  tubi  glandulari  che  ramiticandosi  terminano  in  acini,  e  poi,  al  termine 
della  vita  intrauterina,  le  sebacee.  Quanto  al  signilicato  lunziunale  delle  ampolle 
anali,  ritiene  che  per  il  caso  degli  animali  da  Lui  studiati  siano  da  considerarsi 
come  ausiliari  deirapt>arecchio  genitale  e  come  organi  di  riconoscimento  reci- 
proco,  esistendo  neH'uno  e  noll'altro  sesso. 

In  una  serie  di  pubblicazioni  I'atte  in  collaborazione  con  chi  scrive  questi 
ricordi,  prese  a  trattare  ampliamente  dagli  anni  1888  al  1891  la  morfologia  delle 
glandule  salivari  degli  Uccelli,  argomento  tlno  allora  assai  poco  studiato  e  che 
in  seguito  fu  oggetto  di  ricerca  per  parte  di  altri  autori.  In  questi  lavori  venue 
estesamente  descritta  l'anatomia  e  la  struttura  istologica  delle  glandule  saiivari 
di  parecchie  specie  di  Uccelli,  portando  un  largo  contributo  alle  conoscenze    di 


56  - 

questo  soggetto  anche  per  quelle-  che  riguarda  la  costituzione  deirelemento  cel- 
lulare  secernonte  e  le  modificazioni  che  subisee  nelle  diverse  fasi  del  suo  meeesf- 
nismo  funzionale. 

Ad  una  elevata  intelligcnza  e  ad  una  profonda  cultura  il  Batelli  univa 
ottime  qualita  di  animo  e  di  cuore,  rese  anehe  piu  apprezzate per  la  sua  grande 
modestia.  E.  Giac.omini. 


Pubblicazioni  del  prof.  Andrea  Batelli. 

1.  —  Di  alcuue  speciali  produzioni  derniiche  in  eerti  Crostacei  Bracbiuri.  —  Bull.  Soc.  Entom.  It.. 

Vol.   IX.  Firenze,  1877. 

2.  —  Sulla  larva  dell'  Eristdlis  tenax  Fab.  —  Atti  Soc.  Tose.  Se.  Nat.  1'rocessi  verbali.  I.  Pisa,  1878, 
.1.  —  Sul  sisteraa  digerente  ed  il  sisteraa  nervoso  dell'  Aplisia  punctata.  —  Ibid.   I.   risa,  1878. 

4.  —  On  the  Anatomy  of  the  larve  of  Eristalis  tenax.  —  A  n.  awl  Mag.  Nat.  History.,  Ser.  ■'.  Vol.  ITI, 
1879. 

.").  —  Contribuzione  allanatomia  ed  alia  fiaiologia  della  larva  ieiV J-Jristalis  tenax.  —  Boll.  Soc.  En- 
tom.  It.,   An.   XI.   Firenze,  187  i>. 

(i.  —  Sopra  la  eolorazione  di  alcuue  larve  di  Lepidottcri.   —  Ibid.,    An.  Xi.  1S79. 

7.  —  Studio  Lstologico  degli  organi  sessuali  compleinentari  in  aleuiii  Mollusclii  terrestri  —  Atti  Soe. 
Tosc.  Sc.  Nat.,  Memorie,   Vol.  IV.  Visa,   1880. 

5,  —  Beitrage  zur  Kenntniss  des  Banes  der  Reptilicnhaut.   —  Arehiv.  f.  Mik.  Anat...  Band  17.  1880. 
'.».  —  Istologia  della  pelle  nei  pesci  Teleostei.  —  Rivista  scientific*}  industr.,    Vol.  i2.  Firenze,  1880. 

in.  —  Dello  adattamento  di  alcune  cellule  endoteliali  nelle  membrane  sierose.  —  I.o  Sperimentale, 
Firenze,  Agosto  1884. 

11.  —  Delle  glandule  annli  di  nlruni  caroiivori.  —  Atti  fine.  Tone.  Se.  Xat.,  Memorie.  Vol.  JX.  Pisa, 
188  S. 

12.  — Sulle  glandule  salivaii  degli  [Jccelli.  Corouuic.izione  preventiva.  (In  collaborazione  con  E.  G-ia- 
comini).  —  Atti  Soc.  Tose.  Se.  Nat.,  Proeessi  verbali,  1"  luglio  isss. 

Vi.  -  Strattura  istologica  delle  glandute  salivuri  degli  Uccelli.  (In  collaborazione  con  E.  (;  i  a  co- 
in in  i).  —  Atti  Aecad.  Med.  Ohir.  di  Perugia,    Vol.  I.  1889. 

14.  —  Delle  Scienze  Natural]  nell'tJmbria.  DUcorso  inaugurate  letio  nclla  solenne  riapertura  degli 
Stndi  per  l'aiino  L388-89.    -   Pe.rngia.   Santucci,    1889. 

15.  —  Glandule  salivaii  dei  Trampoliei'i.  —  Atti  Aecad.  Mai.  Okir,  di  Perugia,    Vol.    II.   1890. 

16.  --  Delle  glandule  salivaii  del   Cypselus  apus  111.   —   Ibid.    Vol    I!.   Isun. 

17.  —  Per  una  festa  scientifica  nella  Uuiversita  di   Perugia.    -  18  settembre  1890. 

is.   —  Contribute  alia  morfologia  delle  glandule  salivaii  degli   [Jccelli.  (In  collaborazione  con  E.  G-ia 

■  ii  mini).  -     Atti  Soc.  Tose.  Se.  Nat.,  Memorie,    Vol     VI.  Pisa,  t89l. 
1H.  —  Di  una  particelarita  neirinteguinento  dell'  Aphrophora  ??>w?nari«.  —  Monit.  Xool.  Ital.,    Vol.  II. 

An.  II.  Firenze,  1891. 

20.  —  Sulla  digestione  e  la  respirazione  degli  txodini.  —  Perugia,  Tip.  Boneompagni  1891. 

21.  —  Note  anatoroo-fieiologicbe  sugli  Ixodini.  —   Monit.  Zool.   Ital.,    ]'ol.   II,  An.   II.   Firenze.   1891, 

22.  —  Prima  contribuzione  sulhi  flora  umbra.   —  Annali  dell'Oniv,  iii  Perugia-,  An.  I.  1885-86, 
j,!.  —  Seconds  contribuzione  sulla  flora  umbra.  —  Ibid.  1887. 

24.  —  Terza  contribuzione  sulla  flora  umbra.   —    Ibid.    1888. 
2">.  —  (Jna  escuraioue  al   Monte  Pennioo, 


Gosimo  Cherubim.  Am.ministratore-responsabile. 


Firenze.  1917.  —   Tip.  L.  NWcolai,  Via  Faenza,  52. 


Monitore  Zoologieo  Italiano 

(Pubblicazioni  Italiane  di  Zooloqia.  Anatomia,  Embriologia) 

Organo  nfficiaie  (iella  Unione  Zooioyica  italiana 

DIUKTTO 

dai    DOTTORI 
GIULIO  CHIARUGI  EUGENIO   FICALBI 

Piof.  ui    Auatomia  muan.i  Prof,  ili   Anatomia  comp.  e  Zoologix 

uel  R.  Iatituto  <li  Studi  Super,  in  JL-'iieuze  uella  E.  Cniversita  ,  di  Pisa 

LTfficio  di  Direzione  ed  Amminisfcrazioue:   Istituto  Auatomico.   Firenzt:. 

12  nuuaeri  all'anno   —  Abbuonameuto  annuo  L.    15. 


XXVIII  Anno  Firenze  -  1917  N.  4-5. 


SOMMARIO :  Comumcazioni  originali:  Onorato-De  Cillis  M.  I.,  Nuovi  generi  e 
nuove  specie  di  Nematodi  liberi  d'acqua  dolce.  —  Pag.  57-62. 

Ghigi  A.,  Reportorio  di  specie  nuove  di  animali  trovate  in  Italia  e  descritte 
nell'anno  1912.  —  Pag.  63-80. 


Avvertenza 

Delle  Comunicazioni   Originali   che  si   pubblicano   nel  Monitore 
Zoologieo  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 


COMUNICAZIONI    ORIGINALI 


Nuovi  generi  e  nuove  specie  di  Nematodi  liberi  d'acqua  dolce 


NOTA  PRELIMINARE  DELLA  DOTT.sa  MARIA  ITALIA  ONORATO-DE  CILLIS 


E  vietata  la  riproduzione. 

Ricercando  i  Nematodi  liberi  del  lago-stagno  craterico  degli 
Astroni,  come  contribnto  alia  conoscenza  della  microfauna  dello 
stesso,  ho  potuto  determinare  con  sicurezza  29  specie,  fra  cui  8 
nuove.  Di  queste  ulfcime  6  appartengono  a  generi  conosciuti,  2  sono 
rappresentanti  di  2  nuovi  generi.  In  questa  nota  riassnmo  soltanto 
le  carat teristi che  dei  generi  e  delle  specie  nuove. 


58   - 


Helalaimus  gen.  no  v. 

Sono  Nem'abodi  inolto  piccoli,  il  cni  corpo  si  attenua  gradaLa- 
mente  verso  le  due  estremita.  La  cuticola  e  liscia,  senza  anellature, 
e  nuda  di  setole.  II  capo  non  e  distinto  dal  tronco  ed  e  privo  di 
labbra,  di  papille  e  di  setole.  Manca  affatto  una  cavita  boccale.  L'e- 
sofago  si  rigonfia  lievemente  nel  suo  tratto  posteriore.  Gli  organi 
laterali  sono  circolari.  Mancano  macchie  oculari.  Esistono  ghiandole 
codali.  J  masclii  sono  forniti  di  due  spicoli  uguali  con  pezzo  acces- 
sorio  piccolo;  non  hanno  papille  pre-  e  postanal!.  Lp  feraraine  hnnno 
ovario  unico,  diritto  e  rivolto  in  avanti. 

1.  —  Helalaimus  p&ilocephalus  sp.  no  v. 

Ha  capo  conico-arrotondato.  L'orificio  l)occale  conduce  in  nn 
piccolissimo  vestibolo  imbubiforme,  dovuto  a  un'invaginazione  della 
cuticola  dell'estremita  cefalica.  L'intestino  e  granuloso,  di  colorito 
bruno-scuro.  Gli  organi  laterali  sono  situati  a  breve  distanza  dal- 
rorificio  boccale  e  oceupano  poco  piu  del  terzo  della  largbezza  del- 
I'esofago. 

L' ovario  nella  femraina  si  estende  flu  circa  alia  meta  della  di- 
stanza fra  estremita  cefalica  e  vulva:  quest' ultima  e  situata  un 
po'  prima  della  fine  del  secondo  terzo  della  lunghezza  totale  dell'a- 
nimale.  Nel  maschio  gli  spicoli  sono  grossi  e  tozzi  e  alquanto  ri- 
curvi.  La  coda  presenta  nei  due  sessi  differenze  di  non  grande  ri- 
lievo:  nel  maschio  e  piu  sottile  e  relativamente  un  po' piu  lunga. 
II  dotto  escretore  delle  ghiandole  codali  si  apre  in  vicinanza  dell'e- 
stremita  codale. 

DlPLOHYSTEBA    geil.    UOV. 

■Sono  Nematodi  piccolissimi  a  corpo  allungato,  che  si  attenuj 
verso  le  due  estremita,  e  si  presenta  notovolmente  rigonfio  nel 
mezzo.  La  cuticola  e  liscia  e  nuda.  Xon  esistono  membrane  late- 
rali.  II  capo  non  e  distinto  dal  tronco.  e  manca  di  labbra,  di  pa- 
pille e  di  setole  postorali.  Gli  organi  laterali  sono  circolari.  La  ca- 
vita boccale  e  piccola,  imbutiforme,  senz'annatura  alcuna.  L'esofago, 
cilmdrico,  si  rigonfia  lievemente  verso  dietro.  Si  notano  distinte 
cellule  ghiandolari  aggruppate  tra  l'esofago  e  l'intestino.  Questo 
e  costituito  da  due  file  di  cellule.  L'apparecchio  genitale  temminilfi 
e  pari;  l'apertura  vulvare  sta   poco  innanzi  la  meta  del   corpo.    La 


-   59  - 

coda,  piuttosto  lunga,  e  molto  assottigliata  rielja  sua    meta    poste- 
rior. Bene  sviluppate  sono  le  ghiandole  codali.  Sono  ignoti  i  maschi. 

2.   —   Diplohystera  inflata  sp.  nov. 

Ha  corpo  allungato,  molto  assottigliato  e  quasi  eilindrico  nalla 
regione  che  corrisponde  all'esofago  e  assai  attenuate  nella  regione 
codale,  rispetto  alia  regione  di  mezzo,  la  quale  ha  uno  spessore  piu 
che  doppio  dello  spessore  medio  della  regione  anteriore.  U  capo  ter- 
mina  tronco  e  si  prolunga  in  una  specie  di  basso  collare,  nel  cui 
centro  si  apre  la  bocca;  esso  non  presenta  setole.  L'orificio  boccale 
immette  in  un  brevissimo  vestibolo,  che  si  continua  in  una  piccola 
bocca  imbutiforme.  L'esofago,  in  avanti,  per  circa  un  decimo  della 
sua  lunghezza,  ha  lume  piuttosto  ampio,  per  il  rimanente  tratto 
maggiore  lume  filiforme. 

I  due  ovari  si  ripiegano  ad  ansa,  si  che  gli  estremi  loro  ven- 
gono  quasi  a  contatto  a  livello  della  regione  vulvare. 

MuNoHYSTERA    BASTIAN    1865. 

•  1.   —   Manohystera  frequens  sp.  nov. 

E  specie  a  corpo  allungato,  sottile,  attemiato  aiie  due  estre- 
mita,  alquanto  meno  in  avanti.  La  cuticola  non  ha  anellatare  di- 
stinte  ed  e  completamente  sfornita  di  setole.  L'estremita  cefalica 
tronca  e  ornata  di  10  setole  postorali,  sottili,  lunghe  :  una  per  ogni 
linea  iaterale,  due  ravvicinacissime  per  ciascuna  linea  submediana. 
La  cavita  boccale  e  relativamente  ampia  e  imbutiforme.  L'  intesti- 
no  si  presenta  chiaro  e  granuloso.  (Hi  organi  laterali  stanno  dietro 
la  cavita  della  bocca  a  una  distanza  dall'estremo  cefalico  uguale 
alia  decima  parte  della  lunghezza  dell'esofago  e  occupano  circa  un 
terzo  dello  spessore  di  questo  stesso  organo  ;  sono  nettamente  cir- 
colari  e  senza  macchia  centrale. 

L'apertura  vulvare,  nelle  feminine,  dista  dall'estremita  della 
boda  per  i  2/7  della  lunghezza  totale.  I  maschi  hanno  spicoli  grossi, 
alquanto  lunghi,  ricurvi,  con  pezzo  accessorio  piccolo,  laminare, 
pressoche  semidiscoidale.  La  coda  e  uguale  nei  due  sessi,  allungata 
gradatamente  assottigliata. 


-  60  - 

Tripyla  Bastian  1865 
4.   —    Tripyla  gracilis  sp.  nov. 

Ha  corpo  molto  sottile,  in  avanti  quasi  non  attenuate),  nella 
sua  meta  posteriore  ristretto  a  poco  a  poco  e  terminate  da  una 
coda  relativamente  tozza,  con  punta  arrotondata,  ma  non  rigonfia 
a  clava.  La  cuticola,  notevolmente  spessa,  presenta  anellature  evi- 
dent], ma  non  molto  profonde,  ed  e  aftatto  nuda  di  setole.  II  capo 
cilindrrco  e  distinto  dal  tronco,  con  estretnita  arrotondato-traneata ; 
nianca  di  papille  e  setole.  L'oriflcio  boccale,  circondato  da  tre  lab- 
bra  arrotondate  e  poco  elevate,  immette  direttamente  nell'esofago, 
clie  e  fornito  posteriormente  di  un  bulbo  muscoloso  privo  di  ap- 
parato  valvolare.  Gli  organi  laterali,  ellittici  e  con  asse  maggiore 
longitudinale,  sono  situati  a  una  distanza  dalla  bocca  corrispondente 
alia  massima  larghezza  del  corpo. 

Gli  organi  genitali  femminili  sono  pari  e  simmetrici  e  poco 
estesi ;  la  vulva  abbastanza  prominente  e  situata  quasi  a  meta  del 
corpo,  un  po'  piii  in  avanti.  II  maschio  e  sconosciuto. 

MlCROLAIMUS   DE   Man    1881 

5.   —  Microlaimus  Upturns  sp.  nov. 

Ha  corpo  sottile,  che  si  attenua  relativamente  poco  in  avanti 
e  gradatamente  e  in  misura  notevole  verso  dietro.  II  capo  e  arro- 
tondato,  un  po'  rigonfio,  abbastanza  distinto  dal  tronco  ;  non  ha  pa- 
pille, ne  setole.  La  cuticola  presenta  nnissime,  ma  nette  anellature. 
Gli  organi  laterali  circolari  stanno  lungo  le  linee  laterali,  poco  oltre 
il  fondo  della  cavita  boccale.  Questa  ha  pareti  robuste,  con  ispes- 
simenti  locali,  e  pud  essere  distinta,  per  ia  presenza  di  un  dente, 
in  due  legioni :  quella  anteriore  e  ciiindroide,  la  posteriore  trapassa 
a  imbuto  nel  lume  esofageo.  II  dente  e  mediano  e  dorsale  ed  e 
molto  acuto  ;  di  riscontro  ad  esso,  sulla  linea  ventrale,  si  nota 
anche  un  minutissimo  dentello.  L'esofago  e  cilindrico  e  si  rigonria 
posteriormente  in  un  bulbo  ovoidale.  L'intestino  e  granuloso,  quasi 
trasparente. 

Gli  organi  genitali  femminili  sono  pari  e  poco  estesi.  1  due 
ovari  sono  ripiegati  in  direzione  della  vulva,  il  cui  oriricio  si  apre 
sulla  cute,  sensibilmente  in  avanti,  oltre  la  meta  del  corpo.  La 
coda  '     lunga,  misura  poco  piu  poco  nieno  della  quarta  parte   della 


-  61   - 

lunghezza  totale  del  corpo,  e  nella  sua  meta  distale   e  sottilissima 
e  termina  con  un  lieve  rigonfiamento. 


Ethmolatmus  de  Man  18(S1 
t).  —   Ethmolaimus  distephanus  sp.  nov. 


Ha  corpo  molto  sottile,  che  verso  avanti  si  restringe  assai 
poco,  mentre  si  attenua  notevolmente  nella  regione  della  coda,  la 
quale,  per  un  terzo  della  sua  lunghezza,  e  filiforme.  La  cuticola  e 
flnamente  anellata  e  non  possiede  membrane  laterali.  La  regione 
cefalica  e  tronca  in  avanti  ed  e  ornata  di  due  corone  di  setole : 
quella  anteriore,  presso  il  margine  libero  del  capo,  e  fatta  di  4  se- 
tole corte,  quelia  posteriore,  situata  immediatamente  innanzi  al 
piano,  che  corrisponde  al  cercine  divisorio  della  bocca,  e  costituito 
da  4  setole  piuttosto  lnnghe,  ciascuna  accompagnata  da  una  setola 
minore.  Gli  organi  laterali  sono  molto  grandi,  hanno  forma  circo- 
lare  spiralata  e  sono  situati  a  livello  dell'inizio  dell'esofago. 

La  cavita  boocale,  profonda  poco  meno  di  un  ottavo  della  lun- 
ghezza dell'esofago,  pub  essere  distinta  in  due  regioni :  una  ante- 
riore, che  ha  forma  di  calice  piu  che  di  scodella,  con  parete  rinfor- 
zata  da  8  distinte  costole  chitinose  longitudinali,  e  una  poste- 
riore quasi  conica.  Distinto  e  il  cercine,  che  limita  il  fondo  della 
porzione  boccale  anteriore  e  la  separa  dalla  porzione  posteriore, 
e  bene  sviluppato  e  il  dente  dorsale.  L'esofago  e  cilindrico,  fornito 
d'un  bulbo  terminale  voluminoso  e  robusto.  L'intestino  e  granuloso 
e  chiaro. 

L'apparecchio  genitale  maschile  e  impari;  i  due  spicoli  sono 
robusti,  sottili,  allungati,  arcuati  e  privi  di  pezzo  accessorio.  Esi- 
stono  papille  preanali.  I  due  ovari,  nelle  femmine,  si  ripiegano  e  si 
ravvicinano  per  i  loro  apici  a  breve  distanza  dalla  vulva.  L'orificio 
vulvare  si  trova  nella  meta  posteriore  del  corpo  a  una  distanza 
dall'apice  della  coda  uguale  al  terzo  della  lunghezza  totale.  Coda 
identica  nei  due  sessi,  molto  sottile  e  abbastanza  lunga. 

DlPLOGASTER    M.   SCHULTZE    1857 

7.    —   Jjiplog aster  laevis  sp.  nov. 

Ha  corpo  molto  allungato  e  gracile,  in  avanti  meno  e  grada- 
tamente  attenuate,  oltre  l'orificio  anale  notevolmente  e  rapidamento 
assottigliato  nella  coda,  la  cui  lunghezza  oscilla  intorno  a  un  auinto 


-62- 

della  statura  dell'animale.  La  eutieola  e  affatto  liscia,  senza  stria- 
tum annullari  o  longitudinal!  e  piiva  di  sebole.  II  capo  non  e  distinto 
dal  tronco;  ha  estremita  libera  tagliata  di  netto  a  sghembo,  e  manca 
di  papille  e  di  setole.  L'orificio  boccale.  privo  di  labbra,  e  lievemente 
ovale;  la  cavita  boccale  arapia  e  rinforzata  da  quattro  ispessimenti 
cuticolari  nastriformi.  I  tre  denti  si  trovano  sul  fondo  di  questa 
cavita;  il  maggiore  e  dorsale  e  raediano,  i  due  rainori  sono  ventrali 
e  mediali,  cioe  tra  loro  assai  ravvicinati,  pressoche  contigui.  Gli 
organi  laterali  circolari  stanno  in  prossimita  del  fondo  della  cavita 
boccale. 

L'apertuia  vulyare  si  trova  un  po'  piii  dietro  della  meta  del 
corpo.  Mancano  sicuramente  nei  maschi  papille  preanali. 

DIPLOGASTEROIDES    De    MAN    1912 

8.  —  Diplogasteroides  bideniatus  sp.  nov. 

E'  una  specie  molto  piccola;  raisura  in  lunghezza  poco  piu  della 
fcerza  parte  di  Diplogasteroides  spengeli  de  Man,  benche  di  questo 
meno  sottile.  II  corpo  presenta  la  sua  massima  larghezza  a  livello 
del  piano  di  separazione  tra  esofago  e  intestino,  e  la  coda  e,  rela- 
tivaraente  alia  specie  congenere,  molto  piu  corta.  La  eutieola  e 
completamente  liscia,  non  presenta  striature  di  nessuna  specie  e 
neppure  setole.  L'apertuia  boccale  circolare  e  circondata  da  sei  lab- 
bra  poco  rilevate,  ciascuno  fornito  di  minutissima  papilla  e  d' una 
setola  corta  e  rigida.  La  bocca,  preceduta  da  un  vestibolo  orale,  e 
cilindrica,  a  parete  ispessita;  verso  il  fondo  si  notano  due  evident! 
dentelli,  situati  sulle  linee  mediane,  1'  uno  esattamente  di  contro 
all'altro.  L'esofago  e  piuttosto  lungo,  ipartibile  in  una  porzione 
anteriore  fortemente  muscolosa  fornita  di  potente  bulbo  ovoidale  e 
1'altra  posteriore  non  muscolosa,  che  verso  dietro  si  rigontia  a  bulbo. 
L'intestino  granuloso  ha  colorito  bruno-chiaro  tendente  al  gialliccio, 
G-li  organi  laterali  circolari  sono  molto  piccoli. 


63 


BEPEBTORIO 
di  specie  nuove  di  animal!  trovate  in  Italia  e  descritte  nell'anno  1913 

OAipn.ATii     PER     [NIZIATIVA     DELLA     L\     /.     I. 

rial 

Prof.  ALESSANDRO  GHIGI  (Bologna) 


PREFAZIONE 


Sono  elencate  in  questo  repertorio  321  forme  nuove  di  animali  tro- 
vate in  Italia,  e  descritte  nell'anno  1913  in  73  pubblicazioni,  28  delle 
quali  in  lingua  italiana,  da  60  autori  fra  i  quali  24  italiani. 

Le  forme  nuove  sono  ripartite  nel  modo  seguente: 

Protozoi.    fra    i   quali    27    flagellati    adriatici    descritti    dallo 

Schiller 42 

Gelenterati.  dei  quali  7  Zoantari  del  Golfo  di  Napoli  descritti 

dal  Doderlein 8 

Vermi,  dei  quali  11  Rotiferi  delle  acque  dolci  di  Sardegna  de- 
scritti dal  Mola 17 

Echinodermi 1 

Molluschi 1 

Grostacei .4 

Aracnidi.  fi*a  i  quali  14  Acari  di  varia   provenienza    descritti 

dal  Berlese 18 

Insetti,  dei  quali  5  Collemboli,    119  Lepidotteri.    26  Ditteri,  6 

Imenotteri,  51  Coleotteri,  14  Emitteri 221 

Tunicati 1 

Vertebrati,  tra   i  ({uali   4   forme  nuove  di  Lacerta  muralis 
descritte  dal  Boulenger s 

I  lepidotterologi  Rocci  e  Turati  hanno  creato  il  maggior  numero 
di  nomi  nuovi:  il  primo  descrive  03  farfalle,  tra  le  quali  ben  50  Zigene 
dei  dintorni  di  Genova;  il  secondo  istituisce  45  forme  nuove  tra  specie 
e  razze,  raccolte  in  massima  parte  in  Sardegna. 

II  Della  Beffa  descrive  19  coccinelle,  il  Reitter  14  otiorrinchi,  il 
Del  Guercio  11  afidi  nuovi. 

La  Sardegna  contribuisce  auche  nell'  anno  1913  ad  aumentare  la 
fauna  italiana  con  63  forme  nuove,  buona  parte  delle    quali    hanno    va- 


—  b4  — 

lore  specifico.  La  sicilia  contribuisce  con  14  forme:    il    mare   Adriatico 
con  31  forme. 

Per  le  questioni  di  principio  attinenti  alia  nomenclatura  zoologica 
ed  al  valore  di  specie,  razza  e  varieta,  va  notato  che  in  questo  reper- 
torio  sono  citate  69  aberrazioni  nuove  di  Zigene,  appartenenti  comples- 
sivamente  ad  8  specie,  e  che  00  di  quelle  sono  state  raccolte  nelle  vi- 
cinanze  immediate  di  Geneva.  La  Zygaeno  carwioliea  ne  ronta  15  e  la 
Z.  stoechadU  22 ! 


-  65   - 


I.  —   PARTE  BIBLTOOKAFIOA 


Akcangeli,  A.  —  Isopodi  terrestri  nuovi  o  poco  iioti  d'ltalia.  —    Monit.    Zool. 

ital.,  An.  24,  pp.  183-202,  1913. 
Baldasseronj,  V.  —  Descrizione  di  un  nnovo  Lumbricide  Helodrilus  (Eqphtla) 

apuliae  n.  sp.  —   Bull.  Mus.  Zool.  Anal.  comp.   Torino.   Vol.  28,    N.  672, 

pp.  1-3,  1913. 
Bemgk,  L.  —  Beitrag  zur  Staphylinidenfauna  Sardiniens.  —  Knl.    Bl.,   Ed.   9, 

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Berlese,  A.  —  Acari  nuovi,  Manipoli  V1I-VIII.  —  Redia,  Giorn.  Entomol.,  Vol.  9, 

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-    69 


II.  —   PARTE  S1XTEMATK  A 
PROTOZOA 

MASTIGOPHORA 

Flagellata 
Carleria  crassifilis  >chiller  (p.  0ij^>.  —  Mare  Adriatico. 
»       cylindracea  Schiller  (p.  623).  —  Mai'o  Adriatico. 
»        subcordiformis  Schiller  (p.  023;.  —  Mare  Adriatico. 
»        wettsieinii  Schiller  (p.  623).  —  Mare  Adriatico,  dovunque. 
Chlamydomonas  fusiformis  Schiller  (p.  625).  —  Mare  Adriatico. 
»  pyriformis  Schillrr  (p.  624).  —  Mare  Adriatico. 

»  triangularis  Schiller  (p.  625;.  —  Mare  Adriatico. 

Diplonema  (n.  g,;  breviciliala  Griessmann  (p.  58).  —  Yillalranca   (Nizza);    Se- 

bastopoli. 
Hemistasia  (n.  g.)  klebsii  Griessmann  (p.  52).  —  YillalVanca  (.Nizza;. 
Phyllomonas  simplex  Griessmann  (p.  33).  --    Villafranca   (Nizza);    Helgoland, 

Rose  off. 
Pseudobodo  (n.  g.)  tremulans  Griessmann  (p.   27k   —    Villafranca   (Nizza),   in 

culture  di   Ulva. 
Pyramimonas  adriaticus  Schiller  (p.  621).  —  Mare  Adriatico,  dovunque. 
Welonema  (n.  g.)  subtilis  Griessmanx  (p.  61).  —  Golfo  di  Napoli;  Roscoff. 
Trypanosoma  thiersi  Leger  (p.  517).  —  Dominio  nazionale  di  Casabianda  (Cor- 
sica), nel  sanguc  di  Caprimulgus  europaeus. 
Leucocyiozoon  gentili  Leger  (p.  520).  —  Dominio  nazionale  di  Casabianda  (Cor- 
sica), nel  sangne  di  Fringilla  petronia. 
»  zuccarellii  (p.  522).  —  Dominio  nazionale   di    Gasabianda    (Cor- 

sica/, nel  sanguc  di  Corvus  corone. 

Coccolitlioph.orid.a 

Acanthoica  brevispina  Schilleh  (p.  610;.  —  Mare  Adriatico,  dovunque. 
Valyptrosphaera  incisa  Schiller  (p.  605;.  —  Mare  Adriatico,   sparsamente  lo- 
calizzata. 
insignis  Schiller  (p.  6U4).  —  Mare  Adriatico,  dovunque. 
sphaeroidea  Schiller  (p.  606).  —  Mare  Adi'iatico,  dpvunquo. 
»  »  var.  minor  Schiller  (p.  606).  —  Mare  Adriatico 

all'altezza  di  Ortona. 
talyplrosphaera  '.pyriformis  Schiller  (p.  605).   —  Mare  Adriatico. 
Lohmannospharra  (n.  g.)  adrkUica  Schiller  (p.  608).   —    Mare    Adriatico,    in 

diverse  stazioni. 
ffajadea  (n.  g.)  gloriosa  Schiller  (p.  00.S;.  —    Mare  Adriatico,  dovunque. 
Pontosijhaera  triangularis  Schiller  (p.  597).  —    Litorale   italiauo   e   dalmata 
dell'Adriaticd. 


-   70   - 

»  bruckneri  Schiller  (p.  598;.  —  Adriatico. 

ovalis  Schiller  (p.  599).  —  Adriatico. 
Rhabdosphaera  tignifer  Schiller  (p.  (ill).  —  Mare  Adriatico,  dovunque. 
Syracosphaera  adriatico,  Schiller  (p.  600).  —  Adriatico. 
coronata  Schiller  (p.  601).  —  Adriatico. 
»  cordiformis  Schiller  (p.  602;.  —  Adriatico. 

»  cornifera  Schiller  (p.  603).  —  Litorale  adriatico. 

»  cupulifera  Schiller  (p.  602).  —  Adriatico. 

»  grundi  Schiller  (p.  601),  —  Adriatico. 

»  bifenestrata  Schiller  (p.  604;.  —  Adriatico. 

pseudohexangularis  Schiller  (p.  604).    —   Adriatico,   in   dire- 
zione  di  Orlona  a  Mare. 

SPOROZOA 

Haplosporidia 

Haplosporidium  limnodrili  Granata  (p.  736).  —  ]  lor.,  in  Limnodrilus  ukede- 
mianus  Clap. 

incertae  sedis 
Baccellia  anophelis  Franchini  (p.  1198).  —  ?  loc,  nel  tubo  digereutc  di  Ano- 
pheles maeulipennis. 

CILIOPHORA 

Cilia  ta 

t'uleps  Irichotus  L.  Savi  (p.  97;.  —  Lago  stagno  craterico  degli  Astroni  (Napoli j. 
Brepanina  (n.  g.)  falcata  L.  Savi  (p.  99).  —  Lago  degli  Astroni. 
Dysteria  quinquecosiata  Tagliani  (p.  14).  —  Lago  degli  Astroni. 
Urochaenia  (n.  g.)  ichthydioides  L.  Savi  (p.  98).  —  Lago  degli  Astroni. 
Urotricha  hexairicha  L.  Savi  (p.  95).  —  Lago  degli  Astroni. 


COELENTERATA 

HYDROZOA 

Hydromedusae 
Pachycordyle  fusca  Mulleh  H.  G.  (p.  35U).  —  liolfo  di  Napoli. 

ANTHOZOA 
Zoantharia 

Cladocora  paulmayeri  DOderlein  .'p.  137).  —  Golfo  di  Napoli. 
Coenocyathw  giesbrechti  Dodehlein  (p.  119).  —  Golfo  di  Napoli. 

»  dohrni  DOderlein  (p.  121).  —  Golfo  di  Napoli. 

»  apertus  DOderlein  (p.  123).  —  GSlfo  di  Napoli. 

Desmophyllum  gasti  DOderlein  (p.  127).  —  Golfo  di  Napoli. 
Microcyathus  m.  g.)  neapolitanus  DOderlein  (p.  129).  —  Golfo  di  Napoli. 
Leptopsammia  microcardia  DOderlein  (p.  139).  —   Golfo  di  Napoli. 


-   71   - 
VERMES 

PLATYHELMINTHIA 
Turbellaria 
Amphiscolops  fuligineiis  Peebles  (p.  z\t).  —  Golfo  di  Napoli. 

NEMERTINEA 
Gephalothricc  Mirgeri  Vijnhoff  (p.  297).   —  Golfo  di  Napoli. 

ROTIFERA 

Cathypna  weberi  Mola  (p.  115).  —  Rio  di  Badu  Oschiri  (Sardegna). 
Coelopus  bambehei  Mola  (p.  114).  —  Sassari,  nella  vasca  della  R.  Universita. 
Colurus  longidigitus  Mola  (p.  123).  —  Rio  di  Oschiri  (Sai'degna;. 
J)i.st>/?<i  acinaces  Mola  (p.  119).  —  Rio  di  Oschiri. 

»       horschelti  Mola  (p.  117).  —  Rio  di  Badu  Oschiri. 
»       terraccianoi  Mola  (p.  118).  —  Rio  Oschiri. 
Mastigocerca  bicurvicornis  Mola  (p.  112;.  —  Sassari,  nella  vasca  del   giardino 

pubblico. 
Metopidia  scutumpes  Mola  (p.  124).  —  Rio  di  Oschiri. 
Mono&tyla  dentiserratus  Mola  (p.  122).  —  Rio  di  Badu  Oschiri. 

»  imgulata  Mola  (p.  122).  —  Rio  di  Berchidda  (Sardegna). 

»  testudinea  Mola  (p.  120).  —  Rio  di  Badu    Oschiri;    pozzanghere   di 

S.  Lucia  presso  Bonorva  :  stagno  di  I'almas  (Sardegna). 

ANNELIDA 
Oligochaeta 
WLelodrilus  apuliae  Baldasseroni  (p.  i).  —  S.  Basilio  Mottola  (Lecce;. 
»  insularis  Ghinaglia  (p.  4).  —  S.  Pantaleo  (Sardegna;. 

»         pantaleonis  Ghinaglia  (p.  5).  —  S.  Pantaleo  (Sardegna;. 
Litorea  (xi.  g.)  hrumbachi  Cejka  (p.  151).  —  Rovigno,  in  detriti  di  Alglie  ma- 
rine. 

ECHINODERMA 

ECHINOIDEA 

Spatangus  inermis  Mortensen  (p.  24).  —  Golfo  di  Napoli. 

MOLLUSCA 

GASTROPODA 
Prosobranchia 

Pseudomala.ri.s  acioni  Monterosato  (p.  362).  —  Mediterraneo. 

ARTHROPODA 

CRUSTACEA 
Copepoda 

Hatschekia  subpinguis  Brian  (p.  60).  —  Quarto  dei  Mille    (Liguria):    Golfo    di 
Napoli.  sullo  branchie  di  Crenilabrus  pavo, 


-    72    - 


Isopoda 
Armadillidium  rosai  arcangeli  (p.  184).  —  Cima  del  Pertusio  (prov.  di  Ber- 
gamo). 
Porcellio  andreinii  Arcangeli  (p.  191;.  —  Poggio  Cavallo  (prov.  di  Grossetoi. 
»         razzautii  Arcangeli  (p.  194);  Reggio  Emilia;  Monte  Barro,  dintorni 
di  Pusiano  (Gomo);  Val  Malmeo  (Sondrio) ;  Marone  e  Monte 
Briorie  (dintorni  di  Riva  di  Trento). 

ARACHNIDA 

Acari 

Oritoatidae 

Carabodes  a/finis  Berlese  (p,  94).  —  Firenze,  net  giat'dino  di  Boholi. 

»         coriaceus  reticulatus  n.  var.  Berlese  (p.  95).  —  Tiarno  (Trentino), 

nei  muschi. 
»         marginatus  pontiger  n.  var.  Berlese  (p.  95).   —   Mugello,    Vallom 
brosa,  Tiarno  (Trentino),  Padola  (Gadore). 
Hqploderma  pavidum  Berlese  (p.  103).  —  Tiarno  (Trentino),  nei  muschi. 
Nanhermannia  (n.  g.)  elongatula  Berlese  (p.  100).  —  Tiarno   (Trentino).  nei 

terriccio  e  nei  detriti  di  legno. 
Nothrus  paoliqnus  Berlese  (p.  99).  —  Intorno  al  lago  Paid  (Sondrio ),  nei  mu- 
schi a  1300  m.  d'altezza. 
Ommatocepheus  (n.  g.)  pulcherrimvts  Berlese  (p.  98).  —   Gansiglio    (Vcneto), 

nei  muschi. 
Plidracarus  punclulatits  Berlese  (p.  102).  —  Foresta  del  Gansiglio    (Veneto), 
nei  musclii. 
»  reticulatus  Berlese  (p.  10^).  —  Tiarno  (Trentino),  nei  muschi. 

Sphaerozetes  prudens  Berlese  (p.  88).  —  Firenze,  su  piante  varie. 
Teetocepheus  alatus  Berlese  (p.  93).  —  Guiacciaio  dei  Forni  (Sondrio). 

Trom.lDid.iid.ae 

Bryobia  glacialis  Berlese  (p.  78;  —   Gliiacciaio   di    Form"    (Sondrio),   a   circa 

2500  m.  di  altitudine. 
Cheyletia  loricate.  Berlese  (p.  80).  --  Dintorni  di  Palermo,  nei  muschi. 
Microtrombidium  albofascialum  var.  inlerruptum  n.  var.  Krausse  (2,  p.  36); 

—  Sardegna. 
»  paucisignatum  Krausse  (2.  p.  :;sj.  —  Sardegna. 

Tarsocheylus  atomarius  Berlese  (p.  79).  —  Firenze,  nei  fieno. 
Tronibidium  volffl  Kb ausse  (I,  p.  131).  —  Sardegna. 

Tyroglyphidae 

Scatoglyphus  (n.  g.)  polytremaius  Berlese  (p.  104).         Firenze,    aello   fstereo 
di  pollame  disseccato. 

INSECTA 
Collembola 
Achorutes  aurantiacus  Caroli  (p.  :S67).  —  Dintorni   di    Napoli;  Montevorgine 
(Avellino);  Bevagna  (Umbria;;  Bocea  di  Falco  (Sicilia). 
I  ongi.se  his  Caroli   (p.    361).   —    Dintorni    di    Napoli;    Montevorgine 
(Avellino);  Biccari  (Foggia);  Givitella  del  Tronto  (Abbruzzi); 
Bevagna  (Umbria). 


-   78   - 

Achorntes  longisetus  var.  flora  Caroli  Cp.  365).  —  Camaldoli  di  Napoli. 

»         phlegraeus  Caroli  (p.  805).  —   Astroni    (dintorni    di    Napoli);    Civi- 
tella  del  Tronto  (Abruzzi). 
Protanura  monticellii  Caroli  (p.  356).  —  Acqua  dolla  Rufola  (dintorni  di  Napoli). 

li.epidoptera 

Rhopalocera 

Ceonowympha  pamphilus  aestivalis  n.  var.  Rocci  (3,  p.  134).  —  Italia    setten- 

trionale  e  centrale. 
Chrysophanus  virgaureae  inalpinus  n.   subsp.    Verity   (p.    187).   —   Valdiori 

(Alpi  raarittime). 
Pararge  maera  vulgaris  n.  subsp.  Verity  (p.  186).  —  Dintorni  di  Fironze. 
Pieris  napi  vulgaris  n.  s.ibsp.  Verity  (p.  177).  —  Dintorni  di  Firenze. 

SeaiicLae 

Trochilium  apiformis  brunneipes  n.  forma  Turati  (I,  p.  339).  —  Aritzo  CSar- 
degna). 
Bom'byces 

Callimorpha  dominula  intermedia  n.  var.  Rocci  (3,  p.  190).  —  Dintorni  di  To- 
rino. 

Coscinia  striata  extrema  n.  ab.  Rocci  (3,  p.  191).  —  Piemonto. 

Diacrisia  sanio  pezzii  n.  ab.  Rocci  (3,  p.  187).  —  Dintorni  di  Torino. 

tHcranura  furcula  pallescens  n.  ab.  Rocci  (3,  p.  130;.  —  Pieraonte. 

Hepialus  gonna  reducta  n.  ah.  Rocci  (3,  p.  209).  —  Alpi  settentrionali  piemon- 
tosi. 

Lasiocampa  codes  sardoa  n.  forma  Turati  (1,  p.  289).  —  Aritzo  CSardegna). 

Saturnia  pavonia  luteata  n.  ab.  Rocci  (3,  p.  141).  —  Torino. 

Zygaen.id.ae 

Zygaena  achillae  confluens  n.  ab.  Rocci  (I,  p.  56).  —  Dintorni  di  Genova. 
»  »  divisa  n.  ab.  Rocci  (1,  p.  56).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »         flavescens  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  113).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »>         ligustica  n.  var.  Rocci  (1,  p.  56).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »         pseudocynarae  n.  ab.  Rocci  (1,  p.  50).  —  Dintorni  di  Genova. 

»         pseudowagtieri  n.  ab.  Rocci  (1,  p.  56).  —  Dintorni  di  Genova. 
»  »         rosea  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  113).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »         semiconfluens  Rocci  n.  ab.  (3,  p.  197).  —  Piemonte. 

»        carniolica  appennina  berolinoides  n.  forma   Turati    (I,    p.   338  .   — 

Forte  del  Castellaccio  sopra  Genova. 
»  »  »  bissignala  n.  forma  Turati  CI,  p.  338).  —  Forte 

del  Castellaccio  sopra  Genova. 
"»  »  »  calabrica  n.  forma  Tlrati  (1,  p.  338).  —  Cala- 

bria. 
»  »  »          cingulata  n.  forma  Turati  CI,  p.  338).  —  Din- 

torni di  Genova. 
»  »  »  intermedia  n.  forma  Turati  CI,  p.  338).  —  Reg- 

gio  Calabria. 
»  »  »  cuprea  n.  forma  Turati  CI,  p.   338).  —    Forte 

del  Castellaccio  sopra  Genova. 
»  »  »  intermedia  n.  forma  Turati  (1,  p.  338). 


-   74   - 

Zygaena  carniolica  appennina  monosignata  n.  (orma  Tubati  (1.   p.   338).   — 
Forte  del  Gastellaccio  sopra  Genova. 
»  »  »  octonotata  n.  forma  Turati  (1,  p.  338).  ~  Forto 

del  Gastellaccio  sopra  Genova. 
»  »  »  stpechadoides  n.  forma  Tihati  <1,  p.   338).   — 

Forte  del  Gastellaccio  sopra  Genova. 
»  »  »  stoechactoides    <(ejia/'j>rrata    n.    forma    Turati 

(1,  p.  338).  —  Forte  del  Gastellaccio  sopra  Genova. 
»  »  Jiicolor  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  116).  —Dintorni  di  Genova. 

»  »  dealbatri  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  116).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  dmiensis  hedysaroides  n.  lorma  Turati  (1,  p.  337).  —  Pi- 

gna  (Lignria  occidentale);  VaJle  Nervia;  Raima  della  Frema 
fAlpi  marittime). 
»  hedysari  suffusa  n.  forma  Tihati  (1,  p.  339).   —    Appen- 

nino  centrale. 
>,  ,.  incompleta  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  116).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  minima  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  116).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  nigrescens  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  116).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  nigrocincta  n.  ab.  Rocci  (2,    p.    1 16).    —    Dintorni    di    Ge- 

nova. 
»  posterolineata  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  116).  —  Dintorni   di    Ge 

nova. 
»  >-  pseudocarniolica  n.  ab.  Rocci  (2,  p.    116).   —    Dintorni    di 

Genova. 
»  .suffusa  o.  forma  Turati  (1.  p.  339).  —  Appennino  centrale. 

nynarae  coryuncta  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  113).  —  Dintorni  di  Genova. 
»  »         deminiata  n.  ab.  Rocci ■  (2,  p.  113).  —  Dintorni  di  Genova. 

»         depuncta  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  113).  —  Dintorni  di  Genova. 
»         semiconfluens  n.  ab.  Rocci  (2,   p.    113).   —    Dintorni    di    Go- 
nova. 
,,       filipendulae  costimaculata  n.  ab.  Rocci  (3,  p.  200).   —  Piemonte. 

mcUloli  kerh'ri  n.  ab.  Rf.iss  .in.  (1,  p.  76).  —   Dintorni  di  Genova. 
»        stoechadis  basalts  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  114).  —  Dintorni  di  Genova. 

dubia  gigantea  \\.  var.  Rocci  (1,  p.  56).  --  Dintorni  di  (tc- 
nova. 
»  biconjuneta  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  114).  —  Dintorni  di  Geneva. 

»  »  biguttata  n.  ab.  Rocci  (2.  p.  114).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  citrina  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  114).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  confluens  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  114).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  genuensis  n.  var.  Rocci  C2,  p.  114).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  impar  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  56).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  intermedia  n.  ab.  Reiss  (2,  p.  113).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  medio-unita  n.  ab.  Rocci  (1,  p.  56).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  nigerrima  n.  ab.  Reiss  jr.  (1,  p.-76).         Dintorni    di    Ge- 

nova. 
»  »  parviguttata  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  114).  —  Dintorni  di  Genova. 

reducia  n.  ab.  Rocci  (1,  p.  50).  —  Dintorni  di  Genova. 
»  »  seminigrata  n.  ab.  Rocci  (2,  p.   114).     -    Dintorni    di    Gej 

nova. 


Zygaena  sfoechadis  quadripuncta  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  114;.  —  Dintorni  di  Geneva. 

»  »  septemaculaia  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  114).  —  Dintorni  di   Ge- 

uova. 

»  »  tenutmarginata  n.  ab.  Rocci   <2,  p".    114).   —    Dintorni   di 

Genova. 

»  »  transalpinoides  n.  var.  Rocci  (2,  p.    114;.    —    Dintorni   di 

Genova. 
»  iriconjuncla  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  114).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  undecimaculata  n.  ab.  Rocci  CI,  p.  56;.  —  Dintorni  di  Ge- 

nova. 

»  »  zlatoroga  n.  ab.  Reiss  (2,  p.  113).  —  Dintorni  di    Genova. 

»  »  zonata  n.  ah.  Rocci  (2,  p.  114).  —  Dintorni  di  Genova. 

»        transatpina  apicalis  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  115).  — Dintorni  di  Genova. 

»  »  aurantiaca  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  115).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  diffusa  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  115).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  intermedia  n.  var.  Rocci  (2,  p.  115;.  —  Dintorni   di    Ge- 

neva. 

»  »  maritiina  decimaculata  n.  ab.  Rocci  (1,  p.  56).   —    Din- 

torni di  Genova. 

f  »  »  transiens  n.  var.  Rocci  (1,  p.  50;.  —  Dintorni 

di  Genova. 
»  *  undecimaculata  n.  ab.  Rocci  (1,  p.  5b').  —  Din- 

torni di  Genova. 

»  »  parva  n.  ab.  Rocci  (2,  p.  115).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  >•  parvimaculata  n.  ab.  Rocci  (2.  p.    115;.   —   Dintorni    di 

Genova. 

»  »  paulae  n.  ab.  Naufoch  (p.  101).  —  Dintorni  di  Trieste. 

»  »  pseudostoechadis  n.  var.  Rocci  (2,  p.  115;.  —Dintorni  di 

Genova. 

Noctuidae 

ucronycta  cuspis  rosea  n.  forma  Turati  (1,  p.  290).  —  Aritzo  (Sardegna). 
Agrotis  birivia  neglecta  n.  ab.  Rocci  (3,  p.  144;.  —  Fiemonte. 
Wmphipyra  pyramidea  fusca  n.  ab.  Rocci  (3,  p.  155).  —  Piemonte. 
Caradriiia  culoti  Turati  (3,  p.  408).  —  Gennargentu  (Sardegna). 
Herminia  gigantea  autumnalis  n.  forma  Turati  (2,  p.  17).  —  Aritzo  (Sardegna. 
.  Hydroecia  franciscae  Turati  (2,  p.  16).  —  Aritzo  (Sardegna;. 

»  »  aurantiaca  n.  forma  Turati  (2,  p.  16).      -    Aritzo    (Sar- 

degna;. 
Leacania  pallens  Candida  n.  ab.  Rocci  (3,  p.  153).  —  Nizza   Monferrato;    Din- 
torni di  Torino. 
»         sicula  cinnamomea  n.  forma  Turati  (1,  p.  313).  —  Isola  di  S.  Pi.etro; 
Garloforte;  Aritzo  (Sardegna). 
puperina  kruegeri  fusca  n.  forma  Turati   (1,  p.    306).   —    Gennargentu    (Sar- 
degna). 
f>  »  minor  n.  forma  Turati  (1,  p.    306).    —    Gennargentu    (Sar- 

degna;. 
ffotiagria  insularis  Turati  (2,  p.  16).  —  Aritzo  (Sardegna >, 
Qrthosia  liaematidea  causta  n.  forma  Turati  (2,  p.  16).  —  Monte  Gliiesa  (Sar- 
degna). 


-   76   - 

Polia  caneseens  aritzensis  n.  forma  Turati  (2,  p.  16).  —  Monte  Gugnada  (Sar- 
degna). 

G-eometridae 

Acidalia  dimidiata  roseata  n.  forma  Turati  (1,  p.  321;.  —  Aritzo  (Sardegna). 

»        obliquaria  Turati  (1,  p.  321;.  —  Monte  Chiesa  (Sardegna). 

»        ostrinaria  purpuraria  n.  forma  Turati  (1,  p.  323).  Desulu  (Sardegna). 
Endrosa  aurita  semipunctata  n.  ab.  Rocci  (3,  p.  194).  —  Piemonte. 

»  »        marginata  n.  ab.  Rocci  (3,  p.  194).  —  Piemonte. 

»  »        seminigra  n.  ab.  Rocci  (3,  p.  193).  —  Piemonte. 

Larenlia  lalevitiata  Turati  (I,  p.  329).  —  Gennargentn  (Sardegna). 

»         spissistriyaria  Turati  (2,  p.  17).  —  Gennargentn  (Sardegna). 
Prosqpolopha  jourdanaria  anargyra  n.  forma  Turati  (1,    p.   335).    ~    Monti 

(Sardegna). 
Pseudoterpha  pruinata  pallida  n.  ab.  Rocci  (3,  p.  161).  —  Piemonte. 
Sterrha  sacraria  aucta  n.  ab.  Krausse  (3,  p.  186).  —  Sardegna. 

I^-yraliclae 

Acrobasis  bithyniella  rufella  n.  forma  Turati  (1,  p.  344).  —  Aritzo  (Sardegna). 

»  »  sublutella  n.  forma  Turati  (1,  p.  344).   —   Aritzo   (Sar- 

degna). 

»         plumbeatella  Turati  (1,  p.  345).  —  Isola  di  S.  Pietro  (Sardegna). 
Aphomia  grisea  Turati  (2,  p.  18).  —  Aritzo  (Sardegna). 
Bolys  oberlhuri  Turati  (2,  p.  18).  —  Gennargentu  (Sardegna). 
Crambus  vectifer  fuscalellus  n.  forma  Turati  (2,  p.  18).  —  Aritzo  (Sardegna;. 
Ephestia  rectifasciella  Turati  (2,  p.  18).  —  Isola  di  S.  Pietro;  Aritzo  (Sardegna). 
Salebria  brephiellia  fuscipterella  n.  forma  Turati  (1,  p.  344).  —  Aritzo    (Sar- 
degna). 

TortricicLae 

(apua  saturana  Turati  (1,  p.  353;.  —  Aritzo  (Sardegna;. 
Conchylis  toreumatana  Turati  (1,  p.  358).  —  Aritzo  (Sardegna). 
Euliu  rciiana  Turati  (1,  p.  354).  —  Isola  di  S.  Pietro;    Sette   Fratelli;    Aiiizo 
(Sardegna). 
»  »        acervosana  n.  forma  Turati  (1,  p.  357).  —  Aritzo  (Sardegna). 

Olethreutes  restinctana  Turati  (1,  p.  360).  —  Gennargentn  (Sardegna). 

DIPTERA 

Chirononaidae 

Cliironoinus  cacazzai  Kieffer  (1,  p.  210).  —  Provincia  di  Bologna,  nelle  risaie. 

Psychodidae 

Phlebotomus  leyeri  Mansion  (p.  640).  —  Toga  presso  Bastia  (Corsica). 

Orpli.ri.epliilid.ae 

Thaumalea  caudata  Hezzi  (p.  257).  —  Val  di  Livrio  e  Scais  (Valtellina). 
»  divaricata  Bezzi  (p.  256).  —  Valtellina;  Moncenisio. 

*  inflata  Bezzi  (p.  251).  —  Moncenisio;  Valtellina. 

»  major  Bezzi  (p.  254).  —  Valtellina. 

Tipvilidae 

Bactylolabis  nubecula  Kuntze  (p.  546).  —  Corsica  (?  Vizzavona). 
TXcranqphragma  anomala  Kuntze  (p.  545;.  —  Corsica  (?  Vizzavona). 


—    ( I    — 
Penthoptera  schnusei  Kuntze  (p.  547).  —  Ajaccio  e  Vizzavona  (Corsica). 

Tlaere-vid.ae 

Thereva  striata  Krober  (p.  25).  —  Sai'degaa. 

Syrphidae 

Merodon  cluniceps  Sack  (p,  444;.  —  Sicilia;  Grecia  ed  Asia  minore. 

»        femoratus  Sack  (p.  440).  —  Corsica;  Grecia  ed  Asia  minore. 

»        pares  Sack  (p.  429;.  —  Italia  (collezione  Bezzi). 

»        haemotThoidalis  Sack  (p.  429).  —  Diutorni  di  Pavia. 

»        tricinctus  Sack  (p.  441).  —  Italia;  Tirolo;  Sicilia. 
Spiioinyia  Integra  Kuntze  (p.  54(..»).  —  Monte  d'oro  (Corsica). 

HVEiasciciae 

Plalystoma  bezzii  Hendel  (p.  78).  —  Macerata;  Calabria. 
Rhinomorinia  subrostrala  Villeneuve  (p.  178;.  —  Maeugnaga. 
Sarcophaga  benaci  Bottcher  (p.  247).  —  Resegone;  Rovereto;  Monlaleone. 

»  »        tenuiforceps  n.  var.  Bottcher  (p.  248).  —  Dintorni  del  Garda. 

»  bez-ziana  Bottcher  (p.  242).  —  Italia  (collezione  Bezzj;  ?  loc. 

»  ebrachiata  var.  meadei  n.  var.  Bottcher  (p.  301).  —  Torino. 

.»  porrecta  Bottcher  (p.  301).    —   Tirolo    racridionale;   dintorni    del 

Garda;  Trieste. 

»  offu&cata  haemorrhoides  n.  var.  Bottcher  (p.  244).  —  Italia  ?  loc. 

»  rosellei  novercoides  n.  var.  Bottcher  (p.  307;.  —  Sardegna:   Mon- 

tenegro ed  Alta  Baviera. 

»  siciliensis  Bottcher  (p.  125).  —  Sicilia. 

Hymenoptera 

Cynipidae 

('hreslosema  laeviusculum  Kedicke  (p.  147).  —  Asuni  (Sardegna). 

UProctotrypiclae 

Paraclisla  longifrons  Kieffer  (p.  171;.  —  Trieste. 

»  sulcigera  Kieffer  (2,  p.  170).  —  Vallo  Lucano. 

Platygasler  cecconii  Kiefeer  (2,  p.  184).  —  Yallombrosa,  da  Rhabdqphaga  sa- 
hciperda. 

Formioidae 

Formica  rufa  santschii  n.  var.  Wheeler  (p.  428).  —  Toscana. 

-A.pid.ae 

Nornada  fallaor  Perez  (p.  328).  —  Palermo;  Algeria;  Spagna. 
Coleoptera 

Oara"bidae 

chlaenius  auricollis  subveluttnus  n.  ab.  Fiori  (2,  p.  81).  —  Sicilia. 
Leistus  rufomaryinatus  italicus  n.  var.  Fiori  (3,  p.  190;.  —  Emilia. 
Trechus  messai  MiiLLER  (p.  181).  —  Prealpi  venote. 

Stap3a.ilin.id.ae 

Stenus  latus  Benick  (p.  153;.  —  Sardegna. 
»       kraussei  Benick  (p.  155;.  --  Sardegna. 
»       coarctatus  Benick  (p.  150).  —  Sardegna. 


—   78 


Fselapliidae 

Bythinus  italicus  sanguinipennis  n.  var.  Reitter  (3,  p.  161).  —  Sardegna. 

siculus  Fiori  (1,  p.  4).  —  Madonie  (Sicilia)  nella  regione  piu  elcvata; 
Ficuzza  (dintorni  di  Palermo). 
»  valombrosus  Reitter  (3,  p.  134).  —  Vallombrosa. 

Faroims  siculus  Fiori  (1,  p.  1).  —  Monte  Salvatore  c  Piano  Quacella  nelle  .Ma- 
donie (Sicilia). 

Silpih.id.ae 

Choleva  garganona  Keitteh  (2,  p.  ^14).  —  Monte  Gai'gano. 

Coccin.ellid.ae 

Adalia  conglomerata  connesca  bicrucifera  n.  ab.  Delta  Beffa  (m.  59).  —  Tren« 
tino. 
»        decempanctata  conglobata  a.  var.  Delta   Beffa    (p.    08).    —    Dintorni 
di  Roma. 
»  octqpustulata  Della  Beffa  (p.  73).  —  Napoli. 

Adonia  varegata  costellata  ragusae  n.  ab.  Della  Beffa  (p.  8).  —  Palermo. 
»  »         octqpunetaia  n.  var.  Della  Beffa  (p.  9).  —  Lucca. 

»        portal  n.  var.  Della  Beffa  (p.  13).  —  Lungo  il  Reno  (Emi- 
lia); Gamerino  (Marche). 
Anisosticfct  ndvemdecim punctata  gagliardii  n.  var.  Detta  Beffa   (p.    17).   — 

Dintorni  di  Viareggio. 
col  nut  decemguttata  luigionii  n.  var.  Della  Beffa  (p.   220).    —   Colle  Obaco 

(Lazio);  Piemonte. 
Voccinella  conglobata  intermedia  n.  ab.  Depoli  (p.  200).  —  Lecco. 
Hyppodamia    tredecimpunctata   novem  punctata  pedemoniana    n.    ab.    Delia 

Beffa  (p.  218).  —  Borgofranco  (Piemonte). 
Uicraspis  sexdecimpunctata  haemorrhoidalis  n.  var.  Della  Beffa  (p.  164).  — 

Poggio  Gavallo  (dintorni  di  Grosseto;;  dintorni  di  Roma. 
Propylaea  quaiuordecimpunctata  conglobata   lunigerd   n.    ab.    Della    Beffa 
(p.  229).  —  Greco  milanese. 
»  »  »  etrusca    n.    ab.   Della   Beffa 

(p.  230).  —  Viareggio. 
Semiadalia  notata  C-nigrum  n.  var.  Della  Beffa  (p.  21).  —  Monte  Gianin  in 
Val  Majra,  Sempione  (Piemonte). 
»  undecimnotata  cardui  sardoa  n.  ab.  Della  Beffa  (p.  31).   —  Ga- 

gliari. 
»  ■•         bavgaglii  n.  var.  Della  Beffa  (p.   33).    —   Quercelo   di 

Siena;  Basilicata. 
Subcoccinella  viginiiquatuorpunctata  reticulata  bifasciaia  n.  ab.  Della  Beffa 
(p.  185).        Italia  continentale  e  Sicilia. 
»  »  »         reticulata  { p.  186): —  Piemonte;  Trentino; 

Lombardia;  Yenezia. 

»         laterifasciata  n.  ab.  I)j;lla  Beffa  (p.  185)i 
Piemonte;  Toseana;  Lazio. 
»  »  »          festae  n.  al).  Della    Beffa    'p.    185).    — 

Piemonte  :  Toseana  :  Lazio. 


'9  - 


Cerambycidae 

Phytoecio  tirellii  Luigioni  (p.  168;.        Filettino  (Lazio). 

Chrysomelidae 

Cryptopepkalus  rugicolHs  subverrucosus  n.  var.  in:  (p.  246;.  —  Sieilia. 
L&ngitrtrsus  longipennis  alata  n.  forma  Heikertinger  (p.  31).  —  Piiglia. 

-A.ntiiicidae 

Athicus  leonhardi  von  Krekich-Strassoldo  (p.  229).      -    ?    Gargano.   Gouova, 
nella  collezione  del  Museo  Givico. 

Curculionidae 

Dliorrhynehus  /ijmlus  Solari  (1,  p.  !IS).  —  Grottaglie  (Murgiej. 

griseqpunciatus  durus  n.  ab.  Reitter  (1,  p.  52).  —  Fenestrelfc, 
Veil  Pesio. 
»  »  ruficollis  n.  nh.  Reitter  '1,    p.   52).    —   Mon- 

viso; Monte  Pesio. 

<>  vesulianus  n.    var.   Daniel   i.  1.   Reitter   {1, 

p.  51).  —  Monviso. 
»  heydeni  ovouleus  n.  var.  Solari  i.    1.   Reitter    (1,    p.    26).   — 

Monte  Grigano. 
hirticornis  setulifer  n.  var.  Reitter  (1,  p.  75).  —    Alpi   Gozie. 
jovis  var.  fioldansi  Solari  a.  ed  F.  (2,  p.   121).    -  Lago  S.  Gio- 
vanni; Gargano. 
martinensis  grissolensis  n.  var.  Reitter  (1,  p.  53).  —  S.  Mar- 

tino  (Tirolo  meridionale);  Grissolo  (Monviso). 
mastioc  nigrociliatus  n.    var.    Reitter    (1,    p.  2<i).   —   Campo- 
basso. 
»  meridionalis  subvestitus  n.  var.  Solari  i.  I.  Reitter  (.1,  p.  44). 

—  Sieilia. 
»  nigerrimusjudicdrien&is  n.  var.  Reitter  (1,  p.  51).  —  Monte 

Ponna  in  Val  di   Leno. 
»  ottonis  Reitter  CI,  p.  74).  —  Monte  Albo  (Sardegna). 

»  perdix  brutius  n.  var.   Baudi    i.    I.    Reitter  (1,  p.  34).  —  Ab- 

bruzzi. 
»  permundus  Reitter  (1,  p.  98).  —  Valtellina. 

»  sardonius  Reitter  (1,  p.  74).  —  Capo  Gaccia  (Sardegna). 

»  tiransadriciticus  Daniel  i.  1.  Reitter  (1,  p.  40).  —  Monte  Gar- 

gano. 

Hemiptera 

-A.plaid.id.ae 

Aphis  hordei  Del  Guercio  (2,  p.  205>  —  Italia,  su  radici  di    Hordeum    muri 

nam. 
»      vulpiae  Del  Guercio  (2,  p.  207).  —  Italia,  su   Vulpia  sp. 
iliaitophorus  montemartinii  Del  Guercio  (1,  p.  17',)).  —  Villatella  (Portomau- 

rizio)  su  Lanium  purpurea m. 
Cladobius  farinosus  Del  Guercio  (1,  p.  178).  —  Villatella  CLiguria),  sopra  una 

specie  di  lamiacea. 
Maerasiphon  cyparissiae  cucurbitae  n.  var.  Del  Guercio  (1,  p.  194;.  — Italia, 

versante  mediterranean  su  varie  cucurbitacee  eoltivate. 


-   80   - 

MacfoUphoniella  fasciata  Del  Guergio    CI,  p.    189).    —    Dintorni   di   Fironze. 

sulle  foglie  di  Artemisia  campestris  ed  altre  artemisie.' 
Myzocallis  saccharinus  Del  Guercio  (2,  p.  210).  —  ?  loc,  su  foglie  di  saggina. 
Pemphigus  fagifoliae  Del  Guercio  Cp.  175\  —  Brescia,  sa  foglie  di  faggio. 
Stenaphis  monticeUii  Del  Guercio  (1,  p.  185).  —  Calcinaia   (Pisa)    eel    altrove 

net  litorale  mediterraneo  su  Arundo  donaao. 
Syphocoryne  artemisiae  Del  Guercio  (1,  p.  178).  —  ?  loc,  su  Artemisia  cam 

pesiris  ed  altre  specie  dello  stesso  genere. 
Trinacriella  magnified  Del  Guercio  CI,  p.  169).  —  Sicilia,  sulle  radici  di  avena. 

Coccidae 

Aonidiella  inopinata  Leonardi  (p.  63).  —  Provincia  di  Siracusa,  sul  mandorlo. 
Aspidioius  viticola  Leonardi  (p.  61).  —  ?  loc,  sulla  vite. 
Pseudococcus  grassii  Leonardi  (p.  59).  —  Roma,  su  banane  (specie   indubbia- 
raente  di  origine  esotica). 

TUNICATA 

Oikopleura  najadis  Uebel  Cp.  626).  —  Mare  Adri-atico. 

VERTEBRATA 

PISCES 

Catus  duhamelii  Garman  Cp-  73).  —  Mare  Adriatico,  Mediterraneo  e  coste  del- 

l'Atlantico. 
Conger  simnlaPtts  Facciola  Cp.  109).  —  Stretto  di  Messina. 

REPTILIA 

Larerta  muralis  hnieggemanni  n.  var.  Boulenger  Cp.  148).  —  Litorale  medi- 
terraneo da  Genova  a  Napoli;  Firenze  ;  Dintorni  del  Lago 
maggiore. 

»  »  insulanica  n.  var.  Boulenger  (p.  148;.  —  Isola  di  Pianosa. 

»  »  quadrilineata  n.  var.  Boulenger  (p.  153).  — Sardegna ;  Mon- 

tecristo  o  Malta. 

»  »  tiliguerta  n.  var.  Boulenger  (p.  157).  -  -  Sicilia  nord-occiden- 

tale:  Sardegna;  Li  pari ;  Fgadi. 

MAMMALIA 

Oris  musimon  corsicosardinensis  n.  subsp.  Kowarzik  (p.  440).    —   Sardegna 
settentrionale  e  Corsica  meridionale. 
»  »         occidento-mrdiniensis  Kowarzigk  Cp.  440).   —   Sardegna   occij 

d en  tale. 


G08IMO  Gherurini,  Amministratore-responsarile. 

Firenw,  1917.  —  Tip.  L.  Niecolai,  Via  Faenza,  52. 


Monitore  Zoologieo  Italiano 

(Pubblicazioni  Italiane  di  Zoologia,  Anatomia,  Embriologia) 

Organo  ufficiale  deila  Unione  Zoologica  Italiana 

UIKKTTO 

DAr  DOTTOKI 

GIDLIO  GHIARUGI  EUGENIO  FICALBI 

Prof,  di   Aiiatoiiii'a  uuiana  Prof,  ill  Anatouaia  comp.  e  Zoologia 

ni'l  K.  Istitnto  di  Studi  Snper.  in  Fireiiise  nella  11.  (Jniversita  di  Pisa 

Ufficio  di   Direzioue  ed  Auiiuiuistrazione:   Istituto  Auatomico,   Firenze. 

12  aiimeri  all'auno  —  Abbuonameuto  annuo  L.    15. 


XXVIII  Anno  Firenze  -  1917  N.  6. 


SOMMARIO:  Bibliografia.  —  Pag.  81-88. 

Comunicazioni  originali  :  Marchetti  L.,  Sulla  invaginazione  attiva  del  tappo  vi- 

tellino  delle  uova  di  Bufo  vulgaris.  (Con  7  flgg.).  —  Pag.  89-99. 
Necrologio:    Garni  Ho    Mobilio.  —  Pag.  99. 
Goncorsi.  —  Pag.  100. 


Avvertenza 

Delle  Comunicazioni   Originali   che  si    pubblicano   nel  Monitore 
Zoologieo  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 


BIBLIOGRAFIA 

Si  da  notizia  soltanto  dei  lavori  pubblicati  in  Italia. 

B.   -   PARTE    SPECIALE 

I.   Invertebrati   in   genere. 

Cozzi  Carlo.  —  Zoocecidi  della  flora  milanese:  quarto  contributo.  —  Atti  Soc. 
Hal.  Sc.  rial,  e  Mu^eo  civ.  St.  mat.  Miiano,  Vol.  54,  Fasc.  2-4,  pp.  268-280, 
Miiano,  1916. 

II.  Protozoi. 

Basile  Carlo.  —  Leishmaniosi  interna.  (Con  6  rig).  —  Annali  d'Igiene,  An.  26, 

N.  4,  pag.  248-268.  Roma,  1916. 
Cremona  Pietro.  —  Contributo  alio  studio  della  coccidiosi  degli  uccelli  (rondine 

di  mare  e  gabbiano).  —  If  Nuovo  Ercolani,  An.  21,  N.  28-29,  pp.  472-474, 

Torino,  1916. 


—    82    - 

Enriqnes  Paulo.   -  Notizie  su  un  Vorticellide  raro  (Astylozoon  piriformis  Schew). 

e  sulla  sua  coniugazione.  —  Rend.  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  d.  1st.  di  Bologna, 

CI.  di  Sc.  Fisiche,  N.  .v.,  Vol.  16,  (1911-12),  pp.  93-104,  con  fig g.,  Bologna, 

1912. 
Enriques  Paolo.  —  Ricerche  biologiche  sugli  Infusori    dei    dintorni    di    Bologna. 

^\ota  seconda).  —  Rend.  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  d.  1st.  di  Bologna,  CI.  di  Sc. 

Fisiche,  X.  S..    Vol.  17.  (1912-13),  pp.  103-117.  Bologna,  1913. 
FInzi  Girido.  —  Leishmaniosi  del  cane  e  profilassi  del  Kala-Azar  infantile.  —  // 

Nuovo  Ercolani,  An.  21,  X.  2-1-25,  pp.  397-407 '-,  con  ftgg.   Torino,  1916. 
Finzi  Guido  e  Campus  Antonio.  —  Anaplasmosi.  Sal  signiflcato  dei  «  Gorpi  endo- 

globulari  >    «  Panti  marginal)  »    «  Anaplasmi  »    trovati    nel    sangue    degli 

ovini  della  Sardogna  e  del  Piemonte.  —  11  Nuovo  Ercolani,  An.  21,  X.  .'to- 
ol, pp.  193-500;  X.  34-35,  pp.  557-501  (continua).   Torino,  1910. 
Porcelli  Titone  F.  —  L'azione  antiriproduttiva  dei  raggi  ultra-violetti  stndiata  sui 

protozoi  (Leislimanie).  —  La  Pediatria,    An.    21,    Fasc.   3,    marzo   1910, 

pp.  147-15 1.  Firenze,  1910. 
Sangiorgi  Giuseppe.  —  Toxoplasma  ratti  n.  sp.  —  Giorn.  d.  R.  Accad.  di  tried. 

di  Torino,  An.  77,  N.  11-12,  novembre-dicembre  1914,  pp.  3S3-385.  Torino, 

1915. 
Sangiorgi  G.  e  Ugdulena  G.  —  Reperto  di  un    flagellato  «  Prowazekia  »  n.  sp. 

nell' intestino  umano.  —  Giorn.  d.  R.  Accad.  di  med.  di  Torino,    An.    79, 

X.  1-2,  jjp.  109-170.   Torino,  1910. 
Spagnolio.  —  Leishmaniosi  umana  e  eanina.  Studio  d'ambiente.  —  La  Riforma 

med.,  An.  30,  X.  7,  1914,  pp.  179-182.  Xapoli,  1914. 
Ugdulena  G.  —  Reperto  di  un  flagellato  (Prowazekia  n.  sp.)  neH'intestino  umano. 

—  Giorn.  d.  R.  Accad.  di  med.  di  Torino,   An.   79,    X.   1-2,   gennaio-feb- 

braio  1910,  pp.  109-170.  Torino,  1910. 
Veglia  Francesco.  —  Goltura  dell'Anaplasina  marginale  in  vitro.  —  Giorn.  d.  R. 

Accad.  di  med.  di  Torino,  An.  78,  N.  1-2,  gennaio-fehbraio  19 15, pp.  33-39. 

Torino,  1915. 
Veglia  Francesco.  -    Goltura  dell'Anaplasma  marginale  in   vitro.    Nota    prelimi- 

naiv.  —  La  Clinica  veterin.,  An.  39,  X.  .'>'.  pp.  76-83.  Milano,  1916. 

V.  Celenterati  (Cnidari  e  Ctenofori). 

Cecchini  Glelia.  —  Gli  Alcionari  e  i  Madreporari  raecolti  nel  Mediterraneo  dalla 

R.  N.  «  Washington  »  (1<S81-I883).  —  Arcli.   Zool.    Hal..    Vol.    9,    Fasc.    1. 

pp.  123-157,  con  13  lav.  e  2  fig.  Napoli,  1917. 
lroso  Isabella.  —  Ricerche  sui  nefridi  di  Uydroides  pectinata.   —  Boll.  d.  Soc. 

di  Xatur.  in  Xapoli.    Vol.  27,  (Ser.  2.    Vol.  7),  An.  28,   1911,  pp.   102-107. 

Napoli,  1915. 

VI.  Vermi. 

I.   SCHITTI    GENERAL]    0   SU    I'll     CHE    UNA    DELLE    DIVISION1    URL  GRUPPO. 

Parona  Corrado.  —  Appunti  storici  sull'Elmintologia  italiana.  —  Atti  Soc.    Hal. 
progr.  Sc,  *■'  riim.,  Roma,  marzo  1916,  pp.  637-643.  Roma,  1916. 


-    s3   - 


2.  Platodi. 

Cognetti  de  Martiis  Luigi.  —  Rieorche  sulla  struttura  della  Phoenocora  Jucunda 

Gogn.  —  Arch.  Zool.  ital.,   Vol.  8,  pp.  189-247,  con  2  tav.  e  I  fig.  Napoli, 

1916. 
Dalo  Ferruccio.  —  Di  una  particolare  vaneta  di  Schistosomus   (Giirlt.).   —   La 

CUnica   Veterinaria,  An.  38,  X.  2,  pp.  43-52,  con  i  fig.  Milano,  1916. 
Polimanti  Osvaldo.  —  Sopra  aleune  variazioni  di  tono  osservate  nelle    Planarie. 

(Gob  1  tav.).  —  Annali  d.  Facoltd  di  med.,  Ser.  1,  Vol.  5,  1915,  Ease.  3-4, 

pp.  107-113.  Perugia,  1915. 
Roccavilla  Andrea.  —  Cisticercosi  umana  generalizzata.  (Con  ligg.).   —    11  Poli- 

clinico,  An.  24,   Vol.  24-M,  Fasc.  2,  pp.  53-82.  Roma,  1917. 
Teodoro  G.  —  Su  una  forma  di  Sparganum  rinvenuta  in  un    Hamadryas   ha- 

madryas  L.  —  Arch.  Zool.  ital.,   Vol.  9,  Fasc.  1,  pp.  159-163,    con    2  fig. 

Napoli,  1917. 

i.  Nemertini. 

Monticclli  Fr.  Sa\.  —  Descrizione  del  Prostoma  sebethis  Montie.  -  Arch.  Zool. 
ital.,    Vol.  8,  pp.  iOt-423,  con  1  lav.  Napoli,  191(1. 

10.  Nematodi,  Desmoscolecidi,  Ghetosomidj. 

Alessandrini  Giulio.  —  Nuovo  caso  di  parassitismo  nell'  uomo  da  Gongynolema. 

—  Bull.  d.  It.  Accad.  Med.  di  Roma.  An.  40,  Fasc.  3-4,  pp.  42-44.  Roma, 
1911. 

Borini  Agostino.  —  Filaria  nei  sacchi  aerei  del  piecbio  muratore  (Sitta  Caesia, 
Wolf).  —  Giorn.  d.  R.  Accad.  di  med.  di  Torino,  An.  79,  X.  3-4,  marzo- 
aprile  1916,  pp.  273-277,  con  figg.  Torino,  1916. 

Busacchi  Augusto.  —  Dell'azione  patogena  del  Trichocephalus  trichiuru.s  (Lin- 
nee).  —  Bull.  d.  Sc.  med.  di  Bologna,  An.  *S,  Ser.  9,  Vol.  5,  pp.  65-72, 
cedi  anche  a  pag.  99.  Bologna,  1917 . 

11.   ACANTOCEFALI. 

Monticelli  Fi\  Sav.  —  Sull' Echinorhynchus  campy turns  Nitscb.  —  Boll.  <i.  Soc. 

d.  Naturalisti  in  Napoli,  Vol.  27  (Ser.  2,  Vol.  7),  An.  28,  1914,  pp.  112-128, 
con  1  tar.  Napoli,  1915. 

14.  Anellim. 

Cecchini  Clelia.  —  L'apparato  circolatorio  della  Pheretina  heterochaeta  (Mchlsn). 

—  Arch.  Zool.  ital.,  Vol.  8,  pp.  7-47,  con  1  lac.  Napoli,  1916. 
Chinaglia  Leopoldo.  —  Contribute  alio  studio  delle  anomalie  dei  Lumbricidi.  — 

—  Atti  d.  R.  Accad.  d.  Sc  di  Torino,  ('I.  d.  Sc.  fis.,  mat.  e  not.,   Vol.  19, 
disp.  3»,  1913,-191 1,  pp.  165-183.   Torino,  1911. 

Dequal  Lidia.  —  Nuovi  dati  sulla  distribuzione  degli  Irudinei  in  Italia.  —  Boll. 

d.  Musei  di  Zool.  e  Anal.  romp.  d.  R.   Univ.  di   Torino,    Vol.  31,    X.    7 PS, 

pp.  1-8.   Torino,  1916. 
Dequal  Lidia.  —  Irudinei.  [Viaggio  del  Dott.  E.  Festa  nel  Darien,  nell' Ecuador 

e  regioni  vieine;  XXV].  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.   e   Anat.   comp.   d.   R. 

Univ.  di  Torino,    Vol.  31,  X.  7 11 ,  pp.  1-20,  con  1  tav.   Torino.  1916. 


-84- 

Monticelli  Fr.  Sav.  —  Di  un  curioso  caso  di  inquilinisrao  di  un  Oligochete  nel- 
VAmmocoetes  di  Pelromizon  planeri.  (Con  3  fig.).  —  Boll.  d.  Soc.  di  Xa- 
tur.  in  Xapoli,  Vol.  29,  (Ser.  2,  Vol.  9),  An.  30,  1916,  pp.  59-61.  Na- 
poli,  1917. 

Pierantoni  Umberto.  —  SuWHeterodrilus  arenicolus  Pierant.  o  su  di  una  nuova 
specie  del  genere  Clitellio.  (Con  tav.  4).  —  Boll.  d.  Soc.  d.  Naiur.  in  Xa- 
poli,    Vol.  29.  (Ser.  2a,   Vol.  9).  An.  30.  1916,  pp.  82-91.  Xapoli,  1917. 

Pierantoni  U.  —  Per  l'identita  di  Grania  maricola  Southern  con  Michoelsena 
macrochaeta  Pierant.  —  Boll.  d.  Soc.  di  Nalur.  in  Napoli,  Vol.  27,  (Ser.  2. 
Vol.  7),  An.  28,  1911.  pp.  18-50.  Napoli,  1915. 

VII.  Artropodi. 

5.  Aracnidi. 

Berlese  Antonio.  —  Centuria  prima  di  Acari  nuovi.  —  Redifl,  Vol.  12,jtp.  19-67. 

Firenze,  1917. 
Berlese  Antonio.  —  Centuria  seconda  di  Acari  nuovi.  —  liedia,  Vol.  12, pp.  125- 

177.  Firenze,  1917. 
Berlese  Antonio.  —  Centuria  terza  di  Acari  nuovi.  —  liedia,   Vol.  12,  pp.  289- 

338.  Firenze,  1917. 
Chinaglia  Leopoldo.  —  Revisione  del  genere  Hydroceles  Berl.  —  liedia,  Vol.  12, 

pp.  313-359,  con  7  fig.  Firenze,  1917 . 
Majocchi  Domenico.  —  II    Bemodex  folliculorum    sulla    polio   dei    Leprosi.   - 

Rend.  d.  R.  Ace-ad.  d.  Sc.  d.  1st.  di  Bologna,  CI.   di  Sc.    Fisiche,   X.   S., 

Vol.  18  (1913-11).  pp.  107-108.  Bologna,  1914. 
Paoli  Guido.  —  lxodidi  raccolti  nella  Somalia    italiana    meridionale.    —    Redia, 

Vol.  11,  Fasc.  1-2,  pp.  269-297.  con  5  fig.  e  2  tav.  Firenze,  1916. 

6.   Crostacei. 

Colosi  Giuseppe.  —  Eufausiacei  raccolti  nel  Mcditerranco  dalla  R.  Nave  Wa- 
shington. (Con  2  n'gg.).  —  IJoll.  0.  Soc.  Enlomol.  Hal.,  An.  48,  1910, 
pp.  118-130.  Firenze,  1917. 

Colosi  Giuseppe.  —  Eufausiacei.  (Con  3  tav.).  (Raccoltc  planctoniche  iattc  dalla 
R.  Nave  Ligui'ia  nel  viaggio  di  circonbavigazione  del  l(.»()3-<)5  sotto  il  co- 
mando  di  S.  A.  R.  Luigi  di  Savoia  Duca  degli  Abruz/.i,  Vol.  11,  Fasc  VH 
Crostacei,  Parte  11,  pp.  163-202).  —  Pubbl.  <i.  U.  1st.  di  St.  Sup.  di  Firenz\ 
Sez.  di  Sc.  fisiche  e  nat.  Firenze.  1917. 

Oranaia  Leopoldo.  —  Osfcracodi.  (Con  G  tav.).  (Raccoltc  planctoniche  fatte  dalla 
It.  Nave  Liguria  nel  viaggio  di  circonnavigazione  del  IU03  05  solto  il  co- 
mando  di  S.  A.  R.  Luigi  di  Savoia  Duca  degli  Abruzzi,  Vol.  II,  Fasc.  VI,  Cro- 
stacei,  Parle  I.  pp.  120-162).  Pubbl.  >/.  U.  Is/,  di  .S'/.  Super,  di  Firenze, 
•Sc:..  (i i  Sc.  fisiche  e  mil.  Firenze,  1915. 

Misuri  Alfredo.  —  Rcvisione  delle  specie  raediterranae  del  genere  Pisa.  —  .\rch. 
ZOOl.   Hal..    Vol.  8,  pp.   249-258,  con    -J   lac.   Xapoli.    1910. 

Misuri  A.  Supra  uu  caso  di  pigraentazione  anomala  in  Acantliony.c  innnia- 
tus  Lair.  —  Monit.  Zuol .  Hal..  An    26,    V.  5-6,  pp.  109-111.  Firenze,  1915. 

Misuri  A.  —  Rovisione  delle  specie  rrieditorranoe  del  gen.  Pisa.  -  Monit.  Zool. 
ii'i/..    \,i.  vie  N.  7>o.  pp.  in  IP.'.  Firenze,  1915. 


—    80    — 

Parisi  Bruno.  —  I  Decapod i  giapponesi  del  Museo  di  Milano:  III.  Oxyrhyncha. 

—  Atti  Soc.  ital.  Sc.  nat.e  Museo  civ.  St.  not.  Milano,  Vol.  54,  Fasc.2-4, 
pp.  281-296,  con  lav.  Milano,  i916. 

Pierantoni  U.  —  Sopra  un  nuovo  Isopodo  raarino  dol  Golfo  di  Napoli  (Munna 
mediterranea  n.  sp.).  —  Pubbl.  d.  Slaz.  Zool.  di  Napoli,  Vol.  1,  pp.  117-153, 
con  1  tav.  Milano,  1916. 

Polimanti  Osvaldo.  —  Note  di  etologia  sui  Crostaeei.  —  Annali  d.  Facoltd  di 
Med.,  Serie  /a.   Vol.  5,  1915,  Fasc.  3-4,  pp.  63-106.  Perugia,  1916. 

Polimanti  Osvaldo.  —  Ricerche  sullo  sforzo  dei  muscoli  nelle  piuze  asimmetri- 
che  dei  Paguri  e  considerazioni  sopra  l'asimmetria.  (Con  figg.).  —  Annali 
d.  Facoltd  di  Med.,  Serie  i&,  Vol.  5,  1915,  Fasc.  3-4,  pp.  117-128.  Peru- 
gia, 1910. 

9.  I.\ SETT l   (i    ESAI'ODI. 

a)  Scritti  generali  o  su  piii  etie  uno  cieyli  ordini 

Fabre  J.  H.  —  Le  meraviglie  dell'istinto  nogii  insetti.  Brani    scelti    estratti    dai 

«  Ricordi  entoraologici  »  c  storie  ineditc  della  luceiola  e  del  brueo  del  ca- 
volo.  (Con  3  fig.  e  16  tav.).  —  Un  vol.  di  pp.  240.  Milano,  Casa  ed.  Son- 
zogno. 

Fabre  J.  Enrico.  --  La  vita  degli  insetti.  Brani  scelti  estratti  dai  «  Ricordi  en- 
toraologici ».  (Con  13  figg.  e  13  tav.).  —  Un  vol.  di  pp.  252.  Milano,  Casa 
ed.  Sonzogno. 

Berlese  Antonio.  —  Sul  poliniorlismo  degli  insetti.  —  Redia,  Vol.  11,  Fasc.  i-2, 
pp.  211-238,  con  3  fig.  Firenze  1916. 

Berlese  Antonio.  —  Insetti  dellc  case  e  dell'uomo  e  raalattio  die  ditlondono.  — 
Vol.  di  pag.  xn-283,  con  100  figg.,  Ulrico  Hoepli  ed.  Milano,  1917 . 

Supino  Felice.  —  Osservazioni  sopra  alcuni  insetti  delle  risaie.  —  llendic.  Istit. 
lomb.  Sc.  e  Lelt.,  Ser.  2,   Vol.  49,  Fasc.  2-3,  pp.  '108-114.  Milano,  1910. 

d)  Ortotteri. 

Borelli  Alfredo.  —  Di  una  nuova  specie  del  genere  Forficula  Linn.  [Escursioni 
Zoologiche  del  Dott.  Enrico  Fosta  nella  vallata  dol  Sangro  (Abruzzi).  V.]. 

—  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Anal,  compj.  d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  31, 
X.  711,  lip.  1-3,  con  1  fig.   Torino,  1910. 

Borelli  Alfredo.  —  Dermatteri  delle  Isole  Filippine.  Nota  III.  —  Boll.  d.  Musei 
di  Zool.  e  Anal.  camp.  d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  31,  X.  7 15,  pp.  1  0.  To- 
rino, 1910. 

Giglio-Tos  Erraanno.  —  Ortotteri  raccolti  nella  Somalia  italiana  meridionale.  - 
Redia,    Vol.  12,  pp.  279-187.  Firenze,  1917. 

e)  Rincoti  o  Emit  eri,  e  Fisapodi  o  Tisanotteri. 

Guercio  (Del)  Oiacomo.  —  Afidi  raccolti  nella  Somalia  italiana  meridionale.  — 
Redia,   Vol.  11,  Fasc.  1-2,  pp.  299-303,  con  3  fig.  Firenze,   I'd  10. 

Guercio  (Del)  Giacomu.  —  Contribuzione  alia  conoscenza  degli  Alidi.  —  Redia, 
Vol.  12,  pp.  197-277,  <  on  '.'  tav.  Firenze,  1917. 

Guercio  (Del)  Giacomo  e  Malenotti  Ettore.  —  Ricerche  ed  esperienze  nuove  con- 
tro  la  Bianca-rossa  degli  agrumi  in  Sicilia  nel  1914.  —  Redia.  Vol.  11, 
Fasc.  T-.  pp.  1-117,  con  -25  fit/,  p.  1  lav.  Firenze,  1916. 


-   86   - 

Malenotti  Ettore.  —  Nuovi  Diaspiti.  —  liedia,   Vol.  12,  pp.  183-194,  con  1   lac. 

Firenze,  1917. 
Malenotti  Ettore.  —   Sulle   pretese    varieta   del    Chrysomphalus   dietyospermi 

(Morg.)  Leon.  —  Reclia,   Vol.  12,  pp.  109-123,  con  6  fig.  Firenze  1917. 
Malenotti  Ettore.  —  Sopra  un  easo  di  endofagia   dell' Aspidiotiphag us   citrinus 

(Craw.)  How.   sul    Crysomphalus   dietyospermi   (Morg.)    Leon.    —    liedia, 

Vol.  12,  pp.  15-18.  Firenze,  1917. 
Malenotti  Ettore.  —  Diaspiti  raccolti  nella  Somalia  italiana.  —  Redia,    Vol.  It, 

Fase.  1-2,  pp.  321-358,  con  3  lav.  Firenze,  1916. 
Malenotti  Ettore.  —  Specie  nuove   e    eritiche   di    Diaspiti.   —    Redia,    Vol.    11. 

Fasc.  1-2,  pp.  309-320,  con  1  tav.  Firenze,  1916. 
Paoli  Guido.  —  Contributo  alia  conoscenza  delle  Cocciniglie  della   Sardegna.  — 

Redia,   Vol.  It,  Fasc.  1-2,  pp.  239-268,  con  23  fig.  Firenze,  1916. 
Teodoro  G.  —  Osservazioui  sulla  ecologia  delle  Cocciniglie  con  speciale  riguardo 

alia  raorfologia  e  iisiologia  di  questi  insetti.  —  Redia,   Vol.    11,    Fasc.    1-2, 

pp.  129-209.  con  3  fig.  e  3  lac.  Firenze,  1916. 

f'j  Coleotteri  e  Strepsitteri. 

Oestro  R.  —  "Materiali  per  lo  studio  delle  Eispidae:  L.  Hispa  teslacea  e  Hispa 
occator.  —  Annul i  del  Museo  civ.  di  St.  nat.  di  Genova,  Ser.  3,  Vol.  6  (46), 
pp.  77-78.  Genova,  1913-15. 

Pic  Maurice.  —  Malacodermes  du  genre  Idgia,  Cast,  nouveaux  ou   peu   connus. 

—  Annali  del  Museo  civ.  di  St.    Nat.   di    Genova,    Ser.   3,    Vol.   6    (16), 
pp.  59-60.  Genova,  1913-15. 

Pic  Maurice.  —  Coleopteres  vesicants  recueillis  par  le    D.r   Bay  on   et  Mad.  C. 

Berti  dans  TOuganda.  [Collezioni  zoologiche  fatte  nelP  Uganda  dal  Dotfc.  E. 

Bayon.  XVI].  —  Annali  del  Museo  civ.  di  St.   nat.   di   Genova,   Ser.   3, 

Vol.  6  (46),  pp.  61-68.  Genova,  1913-15. 
Pierantoni  U.  —  Sulla  luminosita  e  gli  organi  luminosi  di  Lampyris   noctiluca 

L.  (2.:l  Nota  preliminare).  —  Boll.  d.  Soc.  di  Natur.   in   Napoli,    Vol.    27, 

(Ser.  2,   Vol.  7),  An.  28,  191-1,  pp.  83-88,  con  1  tav.  Napoli,  1915. 

h)  Imenotteri. 

Berlese  Antonio.  —    Aspidiotiphagus   How.   e    1'rospaltella    Ashm.   —    Redia. 

Vol.  12,  pp.  1-13,  con  3  fig.  Firenze,  1917. 
Berlese  Antonio.  —  Scutellista  giganlea  Berl.  n.  sp.  —  Redia,  Vol.  12,  pp.  179- 

180.  Firenze,  1917. 
Berlese  A.  e  Paoli  G.  —  Un  Endol'ago  esotico  efficaee  contro  il  Chrysomphalui 

dietyospermi  Morg.  —  Redia   Vol.  11,  Fasc.  1-2,  pp.   305-307,    eon    2   fig. 

Firenze,  1916. 
Emery  Carlo.  —  Aleune  csperienzo  sulle    formiche   granivore.   —   Rend.   d.    IL 

Accad.  d.  Sc.  d.  1st.  di  Bologna,  a.  di  Sc.  Fisiche,  N.  s„  Vol.  16  (19U  12), 

pp.  li)7  117 .  Bologna  1912. 
Emery  Carlo.  —  Le  origini  e  l'eniigrazione  della  launa  mirmeculogica  di  Europal 

—  Rendir.  della  /«'.  Accad.  d.  Sc,  d.  1st.  di  Bologna,  a.  di  Sc.  fis.,  N.  SA 
Vol.  17  (1912-13),  pp.  29-46.  Bologna,  1913. 

Emery  Carlo.  —  Intorno  alia  elassiiicazione  dei  Mirmicinae.  —  Rend.  d.  R. 
Accad.  <i.  Sc.  d.  1st.  d?  Bologna,  CI.  di  Sc.  Fisiche,  X.  S.,  Vol.  18,  (1913-14M 
pp.  29  12.  Bologna,  1911. 


-  ls;  -- 

Malenotti  Ettore.  —  Metalaptus  torquatus  n.  gen.  e  n.  specie  di    Galcidite.    — 

Redid,   Vol.  12,  pp.  339341,  con  I  tav.  Firenze,  I9t7. 
Malenotti  Ettore.  —  Prospaltella  fascia/a   Malen.   n.   sp.   —    Redia,    Vol.    12, 

pp.  195-190,  con  I  fig.  Firenze,  1917. 
Malenotti  Ettore.  —  Signiphora  merceti  Malen.  n.  sp.  —  Redia,  Vol.  12.  pp.  181- 

182.   Firenze,  1917. 
Malenotti  E.  -     Vedi  in  que&to  N.  e  pag. 

i)  Ditteri. 

Corti  Kmilio.  —  Le  Siraulie  italiane:  nota  seconda.  —  Alii   Soc.    ital.    Sc.    nal. 

e  Museo  civ.  St.  nal.  Milano,    Vol.   54,    Fasc.    2-4,  pp.    223-236.    Milano, 

1910. 
Favero  Francesco.  —  Larve  di  Gastrophilus  equi  ed  haemorroidalis  e  tilb-ane- 

raia  infettiva  nel  cavallo.  Alcune  ossci'vazioni  alle  ricerche  di    K.   R.   e    R. 

Seyderhelm.  —  II  Nuovo  Ercolani,  An.  21,  N.  1,  pp.  4-7 ;  N.  2, pp.  17-21. 

Torino,  1916. 
Palazzolo  G.  —  V Hypoderma  bovis  c  la  Mosca  dermatobius   noxialis   o   cya- 

niventris  del  Brasile.  —  77  Nuovo  Ercolani,  An.  21,  N.  26-27, pp.  433-431, 

con  fififi-  Torino,  1910. 

I)  Lepidotteri. 

Cavazza  F.  —  Seconda  set'ie  di  esperienze  intorno  all' influenza  di  alcuni  agonti 
chimici  sul  Bombyx  mori.  —  Redia,   Vol.  12,  pp.  09-108.  Firenze,  1917. 

Grandori  Remo.  —  Giacitura  dell'embrione  del  baco  da  seta  nelFuovo  di  avan- 
zata  incubazione.  Nota  prelirainare.  —  Alii  d.  R.  1st.  Ven.  di  Sc.  Lett,  ed 
Arti,  An.  Accad.  1914-15,  T.  74,  (Ser.  8,  T.  17),  Parle  2%  pp.  1285-1245. 
Venezia. 

Monticelli  Fr.  Sav.  --  Le  Macroglossa  ed  i  tiori  delle  tappezzerie  delle  raura. 
—  Doll.  d.  Soc.  di  Natur.  in  Napoli,  Vol.  27,  (Ser.  2,  Vol.  7).  An.  28, 
Comunicaz.  verb.,  pp.  10-11.  Napoli,  1915. 

Polimanti  Osvaldo.  —  Ricerche  sul  coefficiente  di  pressione  osraotica  di  Bombyx 
mori  L.  durante  l'intero  periodo  del  suo  sviluppo.  —  Annali  d.  Faeoltd  di 
Med.  Ser.  4>l,    Vol.  5,  1915,  Fasc.  1-2,  pp.  35-57.  Perugia,  1915. 


VIII.  Echinodermi. 

Zirpolo  Giuseppe.  —  Su  alcuni  individui  anoraali  di  Chaetaster  longipes  Retzius 
e  di  Hacelia  attenuata  Gray.  (Con  tav.  3  e  3  figg.).  -  Boll.  d.  Soc.  di  Na- 
tur. in  Napoli,  Vol.  29,  (Ser.  2,  Vol.  9).  An.  30,  1910,  pp.  49-58.  Napoli, 
1917. 

Zirpolo  G.  —  Di  una  rara  anoraalia  di  Astropecten  auranliacus  Linn.  —  Pubbl. 
d.  Staz.  Zool.  di  Napoli,  Vol.  1,  pp.  31-58,  con  3  tav.  e  10  fig.  Milano, 
1910. 

Zirpolo  Giuseppe.  —  Alcuni  casi  di  anomalia  delle  braccia  di  Asterina  gibbosa 
Penn.  (Tav.  1-2).  —  Boll.  d.  Soc.  di  natur.  in  Napoli,  Vol.  29,  (Ser.  2, 
Vol.  9),  An.  30,  1916,  pp.  2-16,  Napoli.  1917. 


88 


IX.  Molluschi. 

1.   SCRITTI    GENERALI    0    SU    PIU   CHE   UNA    DELLE   CLASSI. 

Bellini  Raffaello.  —  1  molluschi  extramarini  dei  dintorni  di   Napoli.    Monografla 

sintetica.  —  Boll.  d.  Soc.  di  Natur.  in  NapoU,  Vol.  27,  (Ser.  2L\    Vol.  7), 

An.  28,  pp.  1 19  194,  con  1  lav.  NapoU,  19ir>. 
Pollonera  Carlo.  —  Molluschi.  [Escursioni  Zoologiche   del  Dott.    Enrico   Fosta 

nell'Isola  di  Rodi,  XIII].  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  ed  Anal.   comp.   d.    U. 

Univ.  di  Torino,   Vol.  31,  N.  716,  pp.  1-9.  Torino,  1910. 

3.  Gasteropodi,  Prosobranghi,  Eteropodi,  Opistobranghi, 

Pteropodi,  Polmonati. 

Fodera  E.  —  Sulla  ftmzione  di  secrezione  deU'epitelio   ghiandolare   della   vesci- 

cola  di  Swamraerdam  in  Doris  verrucosa  L.  —  Monit.  Zool.  Ital.,  An.  26, 

N.  5-6,  pp.  112-113.  Firenze,  1915. 
Galati-Mosella  R.  —  Osservazioni  sullo   sviluppo   e   sulla   struttura   della   lente 

dell'occhio  di  alcuni  Gasteropodi  pulraonati.  (Con  tav.  II  III).  —  Monit.  Zool. 

Ital.,  An.  26,  N.  4,  pp.  75-88.  Firenze,  1915. 
Misuri  Alfredo.  —  Primo  contributo  alia  conoseenza  dei  Gasteropodi  nudibranchi. 

—  Arch.  Zool.  ital..   Vol.  9,  Fasc.  1,  pp.  1-123,  con  12  tav.   NapoU,  1917 . 

6.  Cefalopodi. 

Bellini  Raffaello.  —  Nautilus  subasii  nuova  forma  del  lias   inferiore.    —    Boll. 

d.  Soc.  d.  Nal.  in  NapoU,  Vol.  29  (Ser.  2*,   Vol.  9),  An.  30,  1916,  pp.  17- 

19,  con  1  fig.  NapoU,  1917. 
Bottazzi  Fil.  —  Ricerche  sulla  ghiandola  salivare  posteriore   dei   Cefalopodi.   — 

Pubbl.  d.  Staz.  Zool.  di  NapoU,  Vol.  1,  pp.  59-146,    con   33  fig.    Milano, 

1916. 
Craifaleanu  A.  —  Studies  on  the  ferments  of  sea  animals.  Mollusca.  Proteolytic 

ferments  in  the  liver  of  Sepia  officinalis.  —  Pubbl.  d.  Staz.  Zool.  di  NapoU, 

Vol.  l,pp.  155-208.  Milano,  1916. 
Naef  A.  —  Systematische  Uebersicht  der  Mediterraneen  Cephalopoden.  —  Pubbl. 

d.  Staz.  Zool.  di  NapoU,   Vol.  1,  pp.  11-19.  Milano,  1916. 
Naef  A.  —  Ueber  none  Sepiolidcn  aus  dem  Golf  von  Neapel.  —  Pubbl.  d.  site. 

Zool.  di  NapoU,  Vol.  1,  pp.  1-10,  con  2  fig.  Milano,  1916. 

X.  Tunicati. 

Valle  (Della)  Paolo.  —  Sludii  sui  rapporti  fra  differenziazione  e  rigeneraziond 
3.  Lo  sviluppo  di  segmenti  dello  stolone  di  Clavelina  di  lunghezza  divera 
e  di  calibro  eguale.  Analisi  delle  cause  e  dei  limiti  dello  correlazioni  endffl 
organiche.  —  Boll.  d.  Soc.  di  Natur.  in  Naj>oli,  Vol.  27,  {Ser.  2a,  Vol.  7), 
An.  28,  pp.  195-235.  con   25  fig.  NapoU.  1915. 


89    - 


COMUNICAZIONI    ORIGINALI 


pTlTUTO  D]  ISTOLOGIA  E  PISIOLOGIA  GENERALE  DELLA  R.  UNIVERSITA  Dl  RoLOGNA 

(PROP.   A.   RUFFINl) 


Sulla  invaginazione  attiva  del  tappo  vitellino 
nelle  uova  di  Bufo  vulgaris 

UOTT.sa    LAURA   MARGHETTI,  ASSISTENTE 


(Con    7    figure). 

E  vietata  la  riprodnssione 

Benche  il  fenomeno  della  invaginazione  del  tappo  vitellino  fosse 
Itato  notato  fin  dai  primissimi  osservatori  che  si  occuparono  dello 
Iviluppo  delle  uova  degli  anfibi  (Rusconi,  Prev.ost  e  Dumas 
C.  E.  v.  Baer  ecc),  tuttavia  ne  essi  no  i  moderni,  almeno  per  quel 
ch'  io  mi  sappia,  si  sono  occupati  in  modo  particolare  di  studiare 
o  di  indagare  sulle  ragioni  per  le  quali  lo  stesso  tappo  vitellino 
possa  invaginarsi  nell'  interno  del  germe.  G-eneralinente  il  fatto  si 
descrive  come  se  !' invaginazione  fosse  un  fenomeno  passive;  come 
un  risucchiamento  provocato  dal  contemporaneo  esplicarsi  del  pro- 
cesso  di  gastrulazione,  per  mezzo  del  quale  il  germe  che  va  aumen- 
tando  di  volume  costringe  il  tappo  vitellino  a  rientrare  dentro  di 
essu.  E  lo  stesso  Kopsch  (1897)  ('),  il  quale  studio  il  movimento 
delle  cellule  durante  la  gastrulazione  nell'Axolotl  e  nella  Rana  rossa, 
non  si  preoccupo  del  fenomeno  della  invaginazione  del  tappo  vitel- 
lino. Egli  segui  solo  il  movimento  dei  blastomeri,  fotografandoli 
dall'esterno  nelle  fasi  successive  dello  sviluppo  di  un  medesimo  uovo 
e  si  arrestu    non  appena  il  tappo  vitellino    si   era    individualizzato 


0)  Kopsch  Fr.  —  Ueber  die   ZellenUeweguiigeii    wahrend   dee  Gastrulatioiispi'ocesses  an   il< 
Eicrn  vom  Axolotl  mid  vom  liraunen  Grasfroscli.  —  Sitzungsb.  da*,  naturf.  in   Berlin,  1897. 


-    90 


in  seguito  alia  formazione  del  secondo  solco  falciforme  di  Rusconi. 
D'  altra  parte  devo  notare  che  il  metodo  adoperato  da  Kopsch 
non  avrebbe  potuto  offrire  un  risultato  analitico  sicuro  riguardo 
alia  introflessione  del  tappo  vitelline),  perche  i  fenomeni  citologici 
intrinseci  non  sono  certo  fotografabili  daU'esterno. 

L'unico  osservatore  il  quale  abbia  veduto  dei  fatti  che  egli  id 
quel  tempo  non  pote  saper  interpretare  nel  loro  giusto  valore  fu 
A.  Golubew  (1870)  (*).  Studiando  su  sezioni  istologiche  lo  sviluppo 
delle  uova  di  Bufo  cinereus,  Golubew  descrive  e  disegna,  in  figure 
abbastanza  chiare,  degli  elementi  cellulari  molto  allungati,  i  quali 
decorrono  nel  senso  della  lunghezza  del  tappo  stesso  e  lo  percorrond 
quasi  nella  sua  totalita. 

Notiarao  pero  che  Golubew,  alludendo  a  questi  fenomeni  ci- 
tologici, non  parla  di  movimento  cellulare,  che  anzi  qui  ed  in  altri 
punti,  dove  pure  osservo  cellule  allungate,  egli  si  dimostra  poco  fa- 
vorevole  ad  interpretarli  come  manifestazione  di  movimento  ed  espri- 
me  l'opinione  che  si  tratti  piuttosto  di  fenomeni  di  divisione  cel- 
lulare. 

Null'altro,  come  gia  ho  detto,  mi  e  riuscito  di  trovare,  tanto 
nella  letteratura  antica  quanto  moderna,  intorno  a  questo  punto 
dello  sviluppo,  sul  quale  io  voglio  nuovamente  richiamare  l'atten- 
zione  degli  Embriologi.  II  materiale  da  me  osservato  apparteneva 
al  Bufo  vulgaris  e  non  ho  creduto  conveniente  per  ora  di  estendere 
maggiormente  le  mie  osservazioni. 

Nel  preparare  le  uova  mi  venne  fatto  di  dare  la  preferenza 
alle  sezioni  condotte  secondo  il  piano  sagittale  della  gastrnla  e  vi 
dremo  che  questa  fortunata  circostanza  ha  servito  a  completarc 
lo  studio  dei  fenomeni  di  movimento  attivo,  non  solo  degli  element 
propri  del  tappo  vitellino,  ma  anche  di  elementi  vicini  che  servonc 
a  coadiuvarne  il  movimento  d' introflessione. 

Fin  dal  1906,  il  prof.  Ruffini  aveva  fatto  rilevare  come  i 
tappo  vitellino  fosse  composto  di  due  qualita  di  elementi  cellulari 
Lo  strato  corticale  del  tappo,  ad  un  solo  ordine  di  elementi,  sarebb* 
fatto  da  cellule  entodermicbe,  appartenenti  cioe  alia  zona  entoder 
mica  descritta  da  Ruffini,  mentre  la  parte  centrale  dello  stessc 
tappo  sarebbe  composta  da  cellule  vitelline  (Fig.  1). 

Una  tale  distinzione,  che  sembrava  piuttosto  teorica  che  reale 


0)  Golubew  A.        Beitrftge  znr  Entwicklungsgescbichte  der  Batrnuhier.  —  Untergueh.  iuxtit.i 
Phytiol.  a.  Uistol.  i,i  Qraz.  Werausg.  v.    Ui:r.   Jiollet.  Leipzig,  1870. 


trova  una  valida  conferma  in  questa  raia  osservazione.  Lo  stesso 
Ruffini  mise  anche  bene  in  evidenza,  nolle  uova  di  Rana,  che  dal 
secondo  solco  falciforme  o  ventrale  di  Rusco  ni  si  forma  una  breve 
e  stretta  cavita  (diverticolo  ventrale  della  cavita  della  gastrula)  la 
quale  servira  ad  aumentare  l'ampiezza  deirarchenteron  dopo  che  il 
tappo  vitelline  sara  stato  completainente  invaginato  nell'  interno 
del  germe.  Anche  questo  fatto  e  dimostrato  vero  dalla  presente  raia 
osservazione. 


(Jib  premesso,  io  passu  a  descrivere  brevemente  i  fenoraeni  da 
me  osservati,  i  quali  rai  sembra  che  portino  un  notevole  coutributo 
alio  studio  dei  fenoraeni  di  arneboidismo  che  si  osservano  nei  prirai 
mumenti  della  evoluzione  del  gerrae;  sui  quali  fenoraeni  di  movi- 
raento  io  ho  piii  volte  gia  contribuito  con  altre  note,  nello  studio 
delle  origini  degli  organi  priniitivi  di  questo  stesso  aniibio. 


Fig.  1.  —  Xanto  in  questa  quanto  nelle  altre  figure,  le  diverse  parti  corrispondono  alle  indica- 
tion i  scguenti:  —  ce,  cellule  entoderm  iclie  coutornaiiti  il  tappo  vitellino;  —  cv,  cellule  del  vitello  seg- 
ftentato;  —  <• //.  cavita  di  Rusconi  o  archeuteron :  —  d  v,  diverticolo  ventrale  della  cavita  gastrulare : 
—  'rf,  labbro  dorsale ;  —  I  v.  labliro  ventrale;  —  p,  paviiueuto  della  cavita  gaatrulare.  —  In  questa 
e  nelle  altre  figure  le  cellule  dell'  entodertua  sono  tinte  in  bruno.  Tutte  le  figure  furono  riprodotte  ri- 
dueendole  di  un  terzo  della  grandezza  in  cui  vennero  diseguate.  —  Oc.  3.  —  Obb.  2  K. 

Nelle  sezioni  sagittali  di  uova  in  cui  da   pochissimo    tempo  si 
sia  espletata  la  formazione  del  solco  falciforme  ventrale,  le  cellule 


-   92   - 

che  contornano  la  superflcie  esterna  del  tappo  vitellino  si  presen- 
tano  di  forma  irregolarmente  conica  o  poliedrica,  mentre  gli  ele- 
menti  che  contornano  a  guisa  di  raggiera  il  fondo  del  diverbicolo 
ventrale  della  cavita  gastrulare  presentano  la  caratteristica  forma 
clavata,  quale  fu  gia  descritta  da  Ruffini.  Qui  dunque  sono  ancora 
present]  i  fenomeni  di  movimento  cellulare. 


Fig.  2.  —  Oc.  :;.        Obb.  2  K. 

In  un'epoca  alquanto  piu  progredita,  che  e  sempre  difficile  dl 
stabilire  con  precisione,  ma  che  si  puo  riconoscers  dacche  il  tappo 
vitellino  e  gia  diventato  leggermente  piu  piccolo,  i  fenomeni  eelluj 
lari  che  possono  osservarsi  nei  due  pun  Li  da  me  gia  indicati  (cellule 
della  superficie  osterna  del  tappo  vitellino  e  cellule  contornanti  il 
fondo  del  diverticolo  ventrale),  sono  quali  vengono  rappresentan 
nella  figura  1.  Ossia  le  cellule  del  tappo  vitellino  vanno  mutando 
la  loro  forma ;  se  ne  vedono  gia  delle  cilindriche  e  delle  piriform^ 
mentro  gli  elernenti  contornanti  il  fondo  del  diverticolo  ventrale 
assuraono  quell'elegante  e  meraviglioso  aspetto  che  si  osserva  nelle 
regioni  del  germe  dove  i  fenomeni  deH'ameboidisino  raggiungono  il 
massirno  della  loro  vivacita,  Non  dimentichiamo  di  aver  gia  detto 
che  anche  in  un'epoca  precedente  anche  in  questo  punto  si  possono 
osservare  fenomeni  citologici  identici  ma  raeno  vivaci. 

Eloqnentissimi  sono  i   fenomeni  citologici  che   si    osservano  m 


-   93   - 

Lin  periodo  di  tempo  alquanto  piu  avanzato  (Fig-.  2).  Gli  elementi 
della  superficie  esterna  del  fcappo  vitellino  hanno  quasi  d'improvviso 
assunto  la  caratteristica  configurazione  di  lungho  clave  percorrenbi 
biifcta  la  lunghezza  del  tappo  vitellino  stesso.  Esse  hanno  respinto 
davanti  a  se  le  inerti  cellule  del  vitello  segmentato,  mentre  con  la 
estreraita  grossa  o  polo  cinetico  sono  rivolte  verso  I'interno  del 
germe,  ossia  verso  la  direzione  del  movimento.  In  questa  figura  si 
dimostra,  e  in  tu'tte  le  altre  si  conferma,  come  il  nucleo  delle  cel- 
lule in  movimento  non  si  trovi  come  di  consuetudine  nel  centre 
della  porzione  ingrossata,  ma  esso  invece  si  trovi  in  corrispondenza 
e  sulla  estremita  del  polo  diametral mente  opposto  che  in  questo  caso 
non  e  secretorio.  Non  e  la  prima  volta  che  sia  stata  osservata  que- 
sts inversa  disposizione  del  nucleo,  poiche  il  prof.  Ruffini  fin  dal 
1907  la  vide  o  la  descrisse  nelle  uova  di  Tritoue,  allorche  la  cavita 
dell'archeuteron  viene  dilatata  per  mezzo  di  un  diverticolo  del  sue 
pavimento. 


Fig.  3.  -  Oe.  :;.  —  Obb.  -J  K. 

L'altro  fenomeno  che  sorprende  in  questa  raedesima  figura,  ri- 

guarda  il  modo  di  comportarsi  delle  cellule  che  contornano  il  di- 
verticoio ventrale  della  cavita  gastrulare.  Evidentemente  il  lore 
movimento  va  spegnendosi,  perche  poche  e  molto  piu  brevi  cellule 
ne  contornano  il  suo  fondo. 

L'alternativa  tra  il  movimento  che  si  accentua    sul    tappo  vi- 
tellino e  quelle  che  contemporanoamente  si  spegne    sul    fondo    del 


94   - 


diverfcicolo  ventrale,  e  chiaramente  visibile  nella  fig.  3,  dove  il  mo- 
vimento  delle  cellule  del  tappo  ha  gia  assunto  una  espressione 
molto  maggiore  che  nella  fase  precedente.  Difatti,  mentre  nella  fig. 
2  le  estremita  delle  cellule  clavate  si  trovavano  quasi  alivello  della 
superficie  interna  delle  due  labbra  gastrulari,  dorsale  e  ventrale, 
qui  invece  esse  si  sono  molto  piu  fortemente  approfondate  verso 
l'interno.  D'altra  parte  e  pure  evidente  come  le  cellule  contornanti 
il  fondo  del  diverticolo  ventrale  siano  gia  quasi  ridiventate   basse. 


NTon  e  da  credere  che  il  movimento  delle  cellule  del  tappo  ab- 
bia  raggiunto  il  massimo  della  sua  espressione  in  questo  momento, 
perche  osservando  altri  preparati,  quale  ad  esempio  quelle  che  e 
rappresentato  nella  fig.  -t,  si  vede  come  queste  stesse  cellule  pos- 
sono  diventare  dei  iunghissimi  tentacoli  che  si  protendono  vivace- 
mente  vei-so  i'interno. 


1  segni  carattenstici  del  movimento  delle  cellule  entodermiche 
appartenenti  al  tappo  vitellino  non  si  cancellano  piu  sino  a  quel- 
I'attimo  finale  in  cui  esse  vengono  rapidamente  e  definitivamente 
a,  portarsi  nell'interno  del  germe  (ligg.  5,  6,  7).  In  questo  momento 
la  zona  organogenetica  deH'entodenna  ha  in  modo  definitivo  abban- 
donata  la  superficie  clelFuovo  e  bubte  quante  le  cellule  che  la  coin* 


o:,  _ 


ponevano  sono  entrate  a  far  parte  integrante  della    piii    vasta  ca- 
vita dell'archenteron. 


Fi-.  5.  -  Or.  :;.  -  Obb.  4  K. 

Chi  si  limitasse  ad  osservare  in  questi  momenti  il  solo  tappo 
vitelline),  potrebbe  eventnalmente  coneludere  che  in  questo  caso  si 
tratti  di  un  moviinento  disordinato  che  non  abbia  altro  scopo  che 
quello  di  fare  introflettere  ii  tappo  vitellino  in  massa.  Realmente  non  e 
cosi,  perche,  non  perdendo  di  vista  le  cellule  entodermiche  piu  in- 
terne che  al  di  dentro  del  blastopore  si  continuano  iinmediatamente 
e  direttamente  sia  con  quelle  del  pavimento  della  grande  cavita 
gastrulare,  in  alto,  sia  con  le  altre  della  parete  interna  del  diver - 
ticolo  ventrale,  in  basso,  ci  si  avvede  inolto  facilmente  che  questo 
movimento  e  invece  molto  regolare  ed  ordinate  Man  mano  che 
le  cellule  del  contorno  interne  del  tappo  vitellino  vengono  rimor- 
chiate  verso  quelle  imtfiote,  che  tappezzano  all'ingiro  le  diverse 
parti  della  cavita  archenterica,  esse  si  presentano,  sulle  sezioni  fatte 
nei  diversi  sensi,  come  quelle  che  sono  disegnate  nelle  mie  figg.  2, 
3,  5,  6  e  7.  Ossia  gli  eleraenti  i  quali  hanno  gia  raggiunta  la  loro 
destinazione  verso  l'interno,  vanno  ridiventando  cellule  irregolar- 
mente  poliedriche  o  coniche  e  si  dispongono  in  un  solo  strato  ac- 
canto  a  quelle  che  costituiscono  la  parete  monostratificata  dell'ar- 
chenteron.  Ben  si  comprende  che  di  pari  passo  con  la  introflessione 


-  .96  - 

atfciva  del  tappo  vitelline)  debba  acoadere  una  dilabazione  contmua 
e  graduale  della  grande  caviba  della  gastrula,  seguiba  anche,  in  piu 
lieve  misura,  da.  quella  del  suo  diverticolo  ventrale-;  fabto  quest'ul- 
bimo  che  risulba  chiaramenbe  confrontando  le  figg.  1,  2,  3  e  6.  Pi 
modo  oho  rappresentandoci  nnn  piu  in  sezione,  ma  nella  sua,  con- 
ligurazione  tridimensionale,  questo  invaginarsi  abbivo  del  bappo  vi- 
bellino,  noi  possiamo  paragonarlo  ad  un  movimenbo  che  avviene  a 
bocca  di  tromba  dall'esberno  all'inberno  e  che  si  esplica  sempre 
dalla  periferia  verso  il  cenbro  del  bappo  vitelline  ;  il  quale  cenbro 
sara  l'ultimo  ad  invaginarsi. 


-..:'.         ,. 


^ 


Pig.  fi.  -  Or.  :'..   -  Obb.  2  K. 

Dunque  noi  abbiamo  vedubo  che  qui  avvengono  conbempora- 
neamenbe  due  fenomeni  di  movimenbo  :  quello  di  inbroflessione  del 
bappo  vibellino,  che  e  abbivo,  e  l'albro  di  dilatazione  della  grande 
cavifa  della  gastrula,  e  del  suo  diverticolo  ventrale,  che  e  eccentrico 
e  passive;  ma  conviene  di  non  perdere  di  visba  anche  un  terzo 
movimento  che  pur  esso  contemporaneamenbe  agli  albri  accade. 
Man  ruano  che  il  bappo  vibellino  si  inbroflebte,  il  blastoporo  va  nella 
sbessa  proporzione  divenl.ando  piu  piccolo  ;  cio  che  vuol  dire  che  il 
contorno  blastoporale  esegue  un  movimento  di  chiusura  che  e  con- 
bemporaneo  e  proporzionale  al  movimenbo  di  inbroflessione  del  bappo 


-   97  - 

viteilino.  Anche  questo  movimento  e  attivo  e  dev'essere  ascritto  a 

quello  che  il  prof.  Ruffini  fin  dal  1906  indico  come  movimento  di 

arr/t  sa'llH'liJo. 


■    -     ■  ■.  •. 
•  -        - . 


'- . 


®^^x*^*^5+i 


a 


Fig.  T.  —  i;  la  stessa  sezione  della  precedents,  a  piii  forte  ingrandimento.  —  Oc.  3.  —  Obb.  4  K. 

Concludendo  dunque    noi    assistiamo  al  sincrono   esplicarsi  di 

Ire  fenomeni  di  movimento  che  si  eoadiuvano  a  vicenda.  Anche 
buesto  quindi  e  un  bell'esempio  che  porta  un  notevole  contributo 
al  principio  della  cooperazione  o  correlazione  funzionale. 


Premessi  i  fatti  che  abbiamo  brevemente  narrati  a  spiegazione 
Belle  figure  gia  di  per  se  stesse  molto  eloquenti,  noi  possiamo  rico- 
itruire  a  mo'  di  conclusione  tutto  quanto  il  complesso  cinetico  che 
precede  e  conduce  alia  invaginazione  del  tappo  viteilino  ed  al  rav- 
vicinamento  delle  labbra  del  blastopore 

II  primo  atto  che  precede  l'iniziarsi  di  questo  movimento  coin- 
cide con  la  formazione  del  primo  solco  falciforme  di  Kusconi,  e 
quindi  trovasi  intimamente  ingranato  con  i  fenomeni  di  movimento 
che  stanno  sulla  base  della  formazione  gastrulare.  Quest)  sono  ben 
noti  dope  la  descrizione  che  ne  ha  data  il  prof.  Ruffini. 


-  98   - 

II  secondo  momento  ancor  piii  decisivo,  die  ci  avvicina  all'i- 
stante  in  cui  i  fenomeni  d'invaginazione  del  tappo  dovranno  ini- 
ziarsi,  e  rappresentato  dalla  formazione  del  secondo  solco  falciforme 
di  Rusconi  e  dalla  conseguente  formazione  del  diverticolo  ventrale 
della  cavita  gastrulare. 

Stando  alle  osservazioni  di  Kopsch,  sembra  che  fino  a  questo 
momento  non  vi  sia  al'cun  accnnno  alia  invaginazione  del  tappo 
vitellino.  Non  appena  pero  il  blastoporo  e  diventato  rotondo,  si 
inizia  un  tentativo  di  movimento  per  ricondurre  il  tappo  vitellino 
nell'interno  del  germe.  Questo  tentativo  ci  e  indicato  dalla  configu- 
razione  che  ad  un  tratto  assumono  gli  elementi  contornanti  il  fondo 
del  diverticolo  ventrale  dell'archenteron,  i  quali  si  tendono,  con  uno 
sforzo  estremo  (fig.  1),  per  poter  compiere  questa  funziono.  Che  cio 
sia,  lo  dimostra  il  fat  to  che  in  questo  momento  il  contorno  ventrale 
del  tappo  vitellino  e  assai  piu  smusso  e  rotondeggiante  che  quello 
dorsale  (fig.  1  e  2).  II  conato  non  puo  evidentemente  condurre  al 
raggiungimento  della  funzione  perche  la  trazione  degli  elementi  del 
fondo  viene  esercitata  in  senso  obliquo  ed  il  tappo  vitellino  trovando 
un  ostacolo  meccanico  nel  labbro  ventrale  del  blastoporo  non  puo 
essere  invaginato.  Occorre  assolutamente  che  la  trazione  si  eserciti 
secondo  l'asse  del  tappo  stesso. 

Difatti  noi  abbiamo  visto  che  a  chiudere  il  quadro  della  intro- 
flessione  della  terza  sezione  della  zona  entodermica  di  Ruffini,  in- 
tervengono,  con  modalita  alquanto  diverse  gli  stessi  fenomeni  di 
ameboidismo  che  come  gia  introfletterono  la  prima  e  la  second! 
sezione,  ora  introflettono  anche  la  terza,  rappresentata  dalle  cellule 
contornanti  la  superficie  esterna  del  tappo  vitellino. 

Nel  contempo  che  questo  fenomeno  va  accadendo,  di  conservj 
succedono  i  processi  di  dilatazione  della  cavita  di  Rusconi  e  con- 
tinuano  i  fenomeni  deH'accrescimento  cellulare  in  tutte  le  diverse 
parti  e  direzioni  del  germe,  i  quali,  come  abbiamo  veduto  poc'anzl 
coadiuvano  e  completano  il  quadro  dei  fenomeni  che  ho  gil 
descritto. 

Questa  mia  osservazione,  mentre  porta  un  contributo  per  chin 
riic  un  aneddoto  dello  sviluppo  che  potrebbe  sembrare  di  per  se 
stesso  insignificant^,  ci  ammaestra  ancora  una  volta  di  quanta  uti- 
lita  sia  per  l'embriologia  lo  studio  citologico  dei  diversi  atti  che  si 
compiono  nolle  diverse  regioni  del  germe. 

Questi  medesimi  studi  possono  certamente  offrire  a.gli  speri- 
mentatori  una  base  di  fat  to  obbiettiva  per  comprendere  le  azioni 
eccifcanti  e  piu    spesso    paralizzanti  che  le  solnzioni    di    diverse  so- 


-  99  - 

stanze  hanno  dimosfcrato  di  possedere  in  questo  ed  in  altri  momenti 
della  vita  del  germe,  in  cui  si  esplicano  o  l'una  o  l'allra  o  tutte 
insieme,  quelle  funzioni  cellulari  alle  quali  il  prof.  Ruffini  dette 
il  nome  di  processi  morfogenetici  elementari  (aineboidismo,  secrezione' 
e  moltiplicazione). 

Bologna,  10  luglio  1917. 


C  a  m  i  1 1  o    .H  <»  I  >  i  I  i  o 


In  giovano  eta  e  uol  piono  vigore  dello  ibrze,  improvvisamente  e  venuto  a 
morlo  il  16  raarzo  u.  s.  il  Prof.  Caraillo  Mobilio,  professore  straordinario  di 
Anatoraia  norraalo  veterinaria  nclla  R.  Universita  di  Parma. 

Nato  nel  1882  a  Calvera  in  provincia  di  Potenza,  compie  i  suoi  studi  nella 
Scuola  Veterinaria  di  Napoli,  fu  Assistente  alia  catiedra  di  Anatomia  Veterina- 
ria, prima  a  Napoli,  poi  a  Torino.  Tonne  nella  Scuola  di  Torino,  nel  1913,  1' in- 
carico  dell'insegnamento  della  Istologia,  e  due  anni  dopo,  in  seguito  a  concorso, 
fu  nominate)  Professore  di  Anatomia  normale  veterinaria  a  Parma. 

11  Prof.  Mobilio  laseia  molte  pubblicazioni  su  svariati  argomenti  di  ana- 
tomia dogli  animali  domestiei.  Ci  limiteremo  a  ricordaro,  Ira  lc  piu  importanti, 
quelle  sul  sisteraa  dello  vene  giugulari,  sulla  circolazione  venosa  intra-  ed  extra- 
eranica,  sull'organo  cheratogeno,  sul  mantello  cerebrate  degli  Equidi,  sulle  ghian- 
dole  annesse  aH'apparecchio  lacrimale  dei  Bovini. 

Alia  memoria  di  Lui,  die  fu  di  questo  periodico  assiduo  collaboratore,  rim- 
piangendone  la  immatura  scomparsa,  rondiarao  omaggio  revercnte. 


-   100  — 


C0NC0RSI 


II  R.  Istituto  Voneto  cli  Scienze,  Lettere  ed  Art,  ha  bandito  i  seguenti  con- 


corsi 


Preruio  di  foridazione  Minich,  di  L.  5000,  conscadenza  al  31  decembre  1918: 
«  Correlazioni  fimzionali  dellc  glandule  a  secrezione  interna.  -  Gontnbuti  speri- 
mentali,  chimici  ed  anatomo-patologici  ». 

Sono  ammessi  soltanto  concorrenti  italiani. 

Premio  di  fondazione  Forti,  di  L.  3000:  «  d'iiicoraggiamento  agli  studi  di 
Zoologia  nei  suoi  diversi  rami,  esclusi  perd  quelli  cl.e  si  rilcriscono  alia  Biolog.a 

Sono  ammessi  al  concorso  i  lavori  pubblicati  dal  1"  gennaio  1017  al  31  di- 
cembre  1919;  essi  devono  pervenirc  al  R.  Istituto  non  piu  tardi  del  giorno  8 
gennaio  1920. 

Per  inforraazioni  e  schiarimenti  rivolgcrsi  alia  Cancelleria  del  R.  Istituto. 


Cosimo  Gherubini,  Amministratore-responsabile. 


Firenae,  1917.        Tip.  I,.  Nicc.lai,  Via  Faenza,  52. 


HonitoFs  Zoologieo 


(Pubblicazioni  Italiane  di  Zoologia,  Anatotnia,  Embriologia) 

Ortjatio  ufficiale  rieiia  Unions  Zoologica  italiana 

DIKKTTO 
DAI     DOTTORI 

6IULI0  CHIARU6I  EUGENIC!   FIC&LBI 

Prof,  tli    AiiiitinuTa  imimiii  Prof,  ili   Aiiiifcoiuia  uomp.  o  Zooli>gin 

nel  It.  Istituto  di  Sfclfdi  Super,  in  Kiren/.e  nellii  li.   University  ili   Pi.su 

Officio  di   Direzione  ed  Aniministrazioue:   Istituto  Aiiafomiro,   Firenzf 

12  numeri  all'anno  —  Abbuonameato  annuo  L.    15. 


XXVIII  Anno  Firenze  -  1917  N.  7-8. 


SOMMARIO:  Bibliografia.  —  Pag.  101-106. 

Comunicazioni  originali  :  Colosi  G.,  Sui  rapporti  faunistici  fra  il  MediteiTanoo 
o  l'Atlantico.  —  Decisi  A.,  La  classiflcazione  delle  Catarrino  dell'Elliot  con 
alcLine  carte  dolla  loro  distribuzione  geograliea.  (Con  tavole  IV-VP.  — 
Pag.  107-128. 


Avvertenza 

Delle   Conmnicazioni    Originali    clie   si    pubblicano    nel    Mouilore 
Zoologieo  lialiano  e  vietata  la  riproduzione. 


BIBLIOGRAFIA 

Si  da  notizia  aoHanto  dei  lavori  pubblicati  in    Italia. 

B.   -    PARTE    SPECIALE 
(Continuazione) 

XII.  Vertebrati. 

II.    PARTE    ANATOMICA. 
3.  Apparecchio  tegumentale. 

Ferrero  E.  —  Contributo  casistico  alio   studio  della   atrichia    congenita    nel    vi- 

tello.  —  II  Nuovo  Ercolani,  An.  21,  X.  20-27,  pp.  410-441.  Torino,  1916. 
Filia  A.  —  Sulla  presenza  della  maccliia  bleu   sacrale   noi    bambini    di    Sassari. 

(Con  figg.).  —  La  Pediatria,  An.  24,  Fasc.  10,  otlobre  1916,  pp.  577-594. 

Firenze,  1916. 
Giovannini  S.  —  Lo  sperone  dei  follicoli  piliieri.  (Con  b"  fig.).  —  Giorn.  Hal.  d. 

mal.  ven.  e  d.  pelle,   Vol.  58,  An.  52,  Fasc.  2,  pp.  137-145.  Milano, 1917 . 


102 

Martinotti  L.  —  Ricerche  sul  chimismo  della  corneificazione  della  cute  uraana 
normale.  Nota  l.a  —  Boll.  d.  Sc.  med.,  An.  87,  Ser.  9,  Vol.  4,  Fasc.  6, 
pp.  269-287.  Bologna,  1916. 

4.  Apparegchio  scheletrico. 

Bertolotti  Mario.  —  Lezioni  di  radiologia  raedica  (1915-1916).  —  La  Riforma 
med.,  An.  33,  N.  1,  pp.  1-9;  N.  2,  pp.  29-38;  N.  3,  pp.  57-65;  N.  4, 
pp.  85-93;  N.  5,  pp.  113119;  N.  6,  pp.  143-145.  Napoli,  1917,  con  figg. 
[Studio  radiologico  di  anomalie  dello  acheletro]. 

Camerano  Lorenzo.  —  Materiali  per  lo  studio  della  partizione  del  nasale  nei 
mammiferi  Ungulati  artiodattili  e  nei  Garni vori.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool. 
e  Anal.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  31,  N.  709,  pp.  1-4,  con  3  tav. 
Torino,  1916. 

Camerano  Lorenzo.  —  Gontributo  alio  studio  dei  Worraiani  palato-palatini  e  dei 
Wormiani  medio-palatini  di  Galori  nei  mammiferi.  —  Boll.  d.  Musei  di 
Zool.  e  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino,  Vol.  30,  N.  706,  pp.  1-8,  con 
4  lav.  Torino,  1915. 

Camerano  Lorenzo.  —  Ricerche  intorno  aW'os  supramaocillare  accessorium  di 
Vrolik,  alia  partizione  delFintermascellare,  e  sulle  ossiflcazioni  che  si  tro- 
vano  nella  fontanella  maxillo-nasale  dei  mammiferi  Ungulati  artiodattili  e  in 
alcuni  Garnivori.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di 
Torino,   Vol.  31,  N.  710,  pp.  1-16.  con  7  tav.  Torino,  1916. 

Camerano  Lorenzo.  —  Osservazioni  intorno  alia  bipartizione  del  lacrimale  nei 
mammiferi  Ungulati  artiodattili.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Anat.  comp. 
d.  R.  Univ.  di  Torino,   Vol.  30,  N.  707,  pp.  1-7,  con  4  tav.   Torino,   1915. 

Cavilli-Faggioli  Giovanni.  —  Appunti  di  radiologia  sui  seni  frontali  e  sui  rocessi 
sopraorbitali  nell'  uomo.  (Con  4  fig.).  —  Riv.  di  Antrop.,  Atti  d.  Soc.  ro- 
mana di  Antrop.,  Vol.  20,  35  pp.  Vol.  giubilare  in  onore  di  Giuseppe 
Sergi.  Roma,  1915-16. 

Malaguzzi-Valeri  Rodolfo.  —  Le  ossa  soprasternali.  (Con  2  tav.).  —  Riv.  di  An- 
trop., Atti  d.  Soc.  romana  di  Antrop.,  Vol.  20,  19  pp.  Vol.  giubilare  in 
onore  di  Giuseppe  Sergi.  Roma,  1915-16. 

Pelizzola  G.  —  Ricordi  marsupialoidi  nella  mandibola  umana.  I.  L'apolisi  di  Arne- 
ghino.  La  mandibola  a  dondolo  dei  Maori.  —  Giorn.  p.  la  i nor fol.  dell'  Uo- 
mo e  d.  Primati,  An.  1,  Fasc.  1,  pp.  13-33,  con  figg.  Pavia,  1917. 

Valenti  G.  —  Sopra  un  caso  di  sutura  anomala  dell'osso  parietale  neH'uomo.  — 
Rend.  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  d.  1st.  di  Bologna,  CI.  di  Sc.  Fisiche,  Adun.  d. 
23  maggio  1915,  in  Bull.  d.  Sc.  med.,  An.  87,  Ser.  9,  Vol.  4,  Fasc.  3, 
pp.  164-166.  Bologna,  1916. 

Valenti  Giulio.  —  Sopra  un  caso  di  sutura  anomala  dell'osso  parietale  neH'uomo. 
(Gon  2  fig.).  —  Riv.  di  Antrop.,  Atti  d.  Soc.  romana  di  Antrop.,  Vol.  20, 
8  pp.  Vol.  giubilare  in  onore  di  Giuseppe  Sergi.  Roma,  1915-16. 

Zandli  Velio.  —  Variability  e  compensazioni  delle  ossa  tarsali  umane.  —  Riv. 
di  Antrop.,  Atti  d.  Soc.  romana  di  Antrop.,  Vol.  20,  11pp.  Vol.  giubilare 
in  onore  di  Giuseppe  Sergi.  Roma,  1915-16. 

6.  Apparegciuo   intestinale  con  le  annesse  ghiandole 
Beretta  Aituro.  —  Intorno  alia  presenza  ed  al  significato  dei   denti   gia   erotti 
alia   nascita.   (Con    tav.).   —    Riv.   di  Clin.   Pediatrica,    Vol.  12,  Fasc.  4, 
pp.  211  272.  Firenze,  1911. 


-    103   - 

Bertelli  Danto.  —  Considerazioni  sulla  nomenclatura  dell'apparecchio  digerente, 

c  sul  modo  di  esporre  questo  apparecchio.  —  Aiti  d.  R.  1st.    Wen.    di   Sc. 

Lett,  ed  Arti,  An.  Accad.  1915-16,  T.75,  Parte  2*,  pp.  1331-1346.  Vt 

1916. 
Buffagni  Silvio.  —  Sopra  alcune  anomalie  dei  dotti  biliari  e   dei    vasi   del   pic- 
colo epiploon  in  bambini.  (Con  figg.).  —  Riv.  di  Clin.  Pedialriea,  Vol.  14, 

Fasc.  3,  pp.  131-140.  Firenze,  1916. 
Busacchi  P.  —  Sul  contegno  del  condrioma  delle  collul'    epiteliali    del    villo   in- 

testinale  nel  digiuno  prolungato  e  nella  rialimentazione  dopo  questo.   (Con 

1  tav.).  —  Bull.  d.  Sc.  med.,  An.  87,  (Ser.  9,   Vol.  4),    Fasc.   11,  pp.  445- 

464.  Bologna,  1916. 
Forni  Gherardo.  —  Contributo  alio  studio  del  cosidetto  legato  acccssorio.   (Con 

1  fig.).  —  Boll.  d.  Sc.  med.,  An.  86,  (Ser.  9,   Vol.  3),  Fasc.  4, pp.  106-122. 

Bologna.  1915.  Vedi  anche  ivi,  Fasc.  5,  pp.  158. 
Francioni  Carlo.  —  Stenosi  congenita  del  duodeno    e   lattosuria   cronica   in    un 

lattante.  —  Riv.  di  Clin.  Pediatrica,  An.  15,  Fasc.  1,  pp.  1-40,  con  2  fig. 

Firenze,  1917. 
Morgera  Arturo.  —  Ricerche  sulla  morfologia  e  fisiologia  della  glandola   cecale 

(appendico  digitiforme)  degli  Scyllium  e  sulla  funzione  del  processo   vermi- 

forrae  deH'uomo  e  dei  mammiferi.  —  Arch.  Zool.  ital.,  Vol.  8,  pp.  121-157, 

con  1  tav.  e  3  fig.  Napoli,  1916. 
Morgera  Arturo.  —  La  funzione  dei  cieehi  del  polio.  —  Boll.  d.  Soc.  di  Natur. 
in  Napoli,   Vol.  27,  (Ser.  2,   Vol.  7),  An.  28,  Comunic.  verb.,  pp.  8-9.  Na- 
poli, 1915. 
Ovazza  Vittorio  Emanuele.  —  Anomalie  dentarie  /amiliari.  (Con  1  tav.).  —  Arch. 

di  Antrop.  crim.,  psich.  e  med.  legale,   Vol.  36,  (Ser.  4,  Vol.  7),  Fasc.  4, 

pp.  403-410.  Torino,  1915. 
Sapegno  Mario.  —  Contributo  all'istologia  normale  c  patologica  del  fegato.  (Con 

tav.  16  .  —  Arch.  p.  le  Sc.  med.,   Vol.  38,  Fasc.  5,  pp.   366-388.    Biella, 

1914. 
Tavernari  Fcrdinando.  —  Alcuni  aspetti  del  villo   intestinale   durante   Tassorbi- 

mcnto.  —  Rend.  d.  Soc.  med.-chir.  di  Bologna,  Adun.  del  28  aprile  1916, 

in  Boll.  d.  Sc.  med.,  An.  87,  Ser.  9,   Vol.  4,  Fasc.  8,  pp.   365.   Bologna, 

1916. 
Tavernari  F.  —  Alcuni  aspetti  del  villo  intestinale  nel  pcriodo  deirassorbimento. 

Nota  preliminare.  (Con  6  fig.).  —  Boll.  d.  Sc.  med.,  An.  87,  Ser.  9,  Vol.  4, 

Fasc.  6,  pp.  245-253.  Bolocjna,  1916. 
Vanzetti  Ferruccio.  —  Contributo  alia  conoscenza  delle   atresie   congenitc   delle 

vie  biliari.  (Con  tav.  1).  —  Arch.  p.  le  Sc.  med.,  Vol.  37,  N.   1,  pp.   1-41. 

Torino,  1913. 

7.  Apparecchio  respiratorio. 

Gabbi  Ugo.  —  Questioni  fisiche  e  tanatologiche  relative  ad  un  nuovo  metodo  di 
docimasia  polmonare  idrostatica.  —  II  Cesalpino,  An.  11,  N.  21,  pp.  417- 
435.  Arezzo,  1915. 

Moriani  G.  —  Arresti  di  sviluppo  polmonare  e  loro  rapporto  con  le  questioni 
forensi  di  vita  e  di  vitalita  del  neonato.  —  Arch,  di  Antrop.  crim.,  psich. 
e  med.  legale,  Vol.  37,  (Ser.  4,  Vol.  8),  Fasc.  di  suppl.,  pp.  125-135.  To- 
rino, 1916. 


-    104   - 

Orlandini  Alfredo.  —  Contribute  alio  studio  dei  muscoli  della  laringe  e  dello 
loro  varieta.  (Con  tav.  1-6).  —  Arch.  ital.  ch  OtoL,  Rinol.  e  Laving.,  Ser.  3, 
Vol.  27,  Fasc.  5,  j>j>.  373-397;  Fasc.  6,  pp.  461-480.  Torino,  1916. 

Ridella  Antonio.  —  A  proposito  di  una  nota  critica  del  prof.  D.  Mirto.  [Modi- 
ncazioni  morfologiche  respiratorie  dell'epitelio  polmonare].  —  Arch,  di  An- 
trop.  cvim.,  psich.  e  med.  legale.  Vol.  35,  Ser.  4,  Vol.  6,  Fasc.  6, pp.  729- 
736.  Torino,  1914. 

8.  Tiroide,  Paratiroide.  Timo,  Corpuscoli  timici,  Corpi  postbranchiali. 

Fiore  Gennaro.  —  Ricerche  sperimentali  sul  timo.  Ipotrotia  ereditaria  del  timo. 
—  Riv.  di  Clin.  Pedialvica,   Vol.  12,  Fasc.  10,  pp.  753-758.  Fivenze,  1914. 

Rovere  G.  —  Gli  studi  recenti  sulla  involuzione  del  timo.  [Rivista  sintetica].  — 
Riv.  di  Clin.  Pediatvica,   Vol.  12,  Fasc.  7,  p>P-  529-542.  Firenze,  1914. 

Pellegrini  Rinaldo.  —  Studi  su  una  dociraasia  tiroidea.  (Con  4  tav.).  —  Arch, 
p.  le  Sc.  med.,   Vol.  40,  Fasc.  1-2,  pp.  92-124.  Torino,  1916. 

Spolverini  L.  M.  —  Rapporti  tra  capsule  surrenali,  timo  e  pancreas  nei  bam- 
bini (da  1  giorno  ad  8  anni).  —  Riv.  di  Clin.  Pedialrica,  Vol.  12,  Fasc.  9, 
pp.  681-701.  Firenze,  1911. 

9.  Apparecchio  circolatorio.  Milza  e  altri  organi  linfoid:. 
Antona  (D')  S.  —  Contributi  alio  studio  della  parete  arteriosa  in  condizioni  nor- 

mali    e   patologiche.    (Con    tav.    4).   —   Arch.  p.   Sc.  med.,   Vol.  37,  N.  2, 

pp.  169-198.  Torino,  1913. 
Cova  Ercdle.  —  II  volume  e  la  topografia  del  cuore  in  gravidanza  studiati   me- 

diante  la  radioscopia.  —  Folia  Gynaecologica,   Vol.  6,  Fasc.  3,  1912.    Pa- 

via,  1912.  Eslr.  di  pp.  38. 
Diamare  V.  —  Nuovo  contribute  alia  conoscenza  dei  vasi  splancnici    negli   Ela- 

smobranchi.  —  Pubbl.  d.  Staz.  Zool.  di  Napoli,  Vol.  1,  pp.   209-217 ',    con 
1  lav.  Milano,  1916. 
Marcozzi  Vincenzo.  —  Sulla  circolazione    venosa   dell*  arto    inferiore,   con    veno 

normali  e  varicose.  Ricercbe  anatomo-cliniche  e  sperimentalL  —  La  Ri for- 
ma med.,  An.  30,  N.  12,  pp.  315-320.  Napoli,  1914. 
Mensa  Attilio.   —    Milze   anomale   e   milze   accessorie.    —  II  Nuovo  Ercolani, 

An.  21.  X.  26-27,  pp.  429-133,  con  figg.  Torino,  1916. 
Vecchi  Arnaldo.  —  Osseryazioni  criticho  e  ricerche  sperimentali  sulla    rigonera- 

zionc  delle  linfogliiandole.  —  La  Clinica  chir.,  An.  24,  N.    1,  pp.   90113. 
'     Milano,  1916. 

if.  Apparecchio  urinario  e  genitale. 

Beaux  (De)  0.  —  Osservazioni  morfologiche  e  sistematiche  sul  Penis  del  Maca- 
cus  arctoides  Js.  Geoffr.  e  di  cinque  altre  specie  di  Macaehi.  —  Giorn.  p. 
la  morf.  delVUomo  e  d.  Primati,  An.  1,  Fasc.  1,  pp.  1-12,  con  tav.  /a. 
Pavia,  1917. 

Cova  Ercole.  —  Sulla  funzione  secretoria  deU'epitolio  tubarico.  —  Atti  d.  Soc. 
Hal.  di  Ostetr.  e  Ginecol.,   Vol.  13.  Firenze,  1907.  Eslr.  di P2J.  35,  con  1  lav. 

Falco  A.  —  L'ovaio  e  il  ricambio  degli  idrati  di  carbonio.  —  Annali  Ostetr.  e 
Ginecol.,  An.  38,   Vol.  1,  N.  5,  pp.  257  280,  con  2  fig.  Milano,  1916. 

Gamna  Carlo.  —  Sul  comportamento  delle  cellule  interstiziali  del  testicolo  ne- 
gli  siati  moibosi  generali  deH'organismo.  Grassi  e  lipoidi  nelle  cellule  in- 
terstiziali. —   Arch.  p.  le  Sc.  med..  Vol.  37,  N.6,pp.  1/3/79.  Torino,  1913. 


-   105   - 

Majocchi  Domenico.  —  Di  una  singojare  impronta  ocellata  congenita  del  prcpu- 
zio  con  ipospadia  balanica.  —  Rend.  d.  R.  Accad.  d.  Sc.  d.  1st.  di  Bolo- 
gna, in  Bull.  d.  Sc.  med,,  An.  86,  Ser.  9,  Vol.  3,  Fasc.  8,  pp.  294.  Bo- 
logna, 1915. 

Palmieri  Giovanni.  —  Sulla  presenza  di  lobuli  linfatici  negli  organi  genitali 
esterni.  —  Rend.  d.  Soc.  med.-chir.  di  Bologna,  Adun.  del  5  maggio  1916, 
in  Boll.  d.  Sc.  med.,  An.  87,  Ser.  9.  Vol.  4,  Fasc.  8,  2>P-  369.  Bologna, 
1916. 

Parodi  Umberto.  —  Sulla  produzione  sperimontale  della  ipertrofia  dell'  utero 
nella  cavia.  (Con  tav.  I).  —  Arch.  p.  le  Sc.  med.,  Vol.  39,  Fasc.  l,pp.  63-82. 
Biella,  1915. 

Romanese  Ruggcro.  —  Su  di  un  caso  di  raalformazione  dei  genitali  esterni  e 
interni  e  di  persistenza  della  cloaca  embrionaria.  (Con  1  tig.)-  —  Arch,  di 
Antrop.  crim.,  psich.e  med.  legale,  Vol.  36,  (Ser.  4,  Vol.  7),  Fasc.  3, 
pp.  317-325.  Torino,  1915. 

12.  Ghiandole  surrenali,  Organi  cromaffini  etc. 
Bolaffi  Aldo.  —  Associazione  di  midollo  osseo  eterotopico  e  tessuto  interrenale 

aberrante.  (Con  tav.  3).  —  Arch.  p.  le  Sc.  med.,  Vol.  37,  N.  2, pp.  132-153. 

Torino,  1913. 
Sparapani  Giuseppe  Carlo.  —  Le  glandole  cortico-surrenali  nei  bovini  dal  fegato 

affetto  da  distomatosi.  —  La  Clinica  veterin.,  An.  39,  N.  6,  pp.    167-172. 

Mila.no,  1916. 

13.  Apparecchio  nervoso  centrale  e  periferico. 

Bianchi  Leonardo.  —  Sul  signirtcato  dell'area  corticale  del  lobo  frontale  la  cui 
eccitazione  produce  dilatazione  della  pupilla.  (Con  1  figA  —  Riv.  di  An- 
ti-op., Aiti  d.  Soc.  romana  di  Anirop.,  Vol.  20,  17  pp.  Vol.  giubilare  in 
onore  di  Giuseppe  Sergi.  Roma,  1915-16. 

Bonola  Francesco.  —  Contribute  alio  studio  della  commessura  grigia  del  tala- 
mencefalo.  —  Rend.  d.  Soc.  med.-chir.  di  Bologna,  Adun.  scient.  del  9  lu- 
glio  1914,  in  Boll.  d.  Sc.  med.,  An.  86,  Ser.  9,  Vol.  3,  Fasc.  1,  pp.  35-36. 
Bologna,  1915. 

Giannuli  Francesco.  —  L'interruzione  dei  solchi  primari  e  la  segmentazione  Jei 
giri  alia  luce  della  semeiologia  morfologica  cerebrale.  (Con  2  tav.).  —  Riv. 
di  Antrop.,  Atti  d.  Soc.  romana  di  Antrop.,  Vol.  20,31pp.  Vol.  giubilare 
in  onore  di  Giuseppe  Sergi.  Roma,  1915-16. 

Migliucci  Ciro.  —  Contributo  clinico-istologico  alia  dottrina  delle  afasie  e  di 
quella  di  Broca  in  particolare.  —  II  Morgagni,  An.  85,  Parte  1&  (Archi- 
vio),  N.  7,  pp.  233-245.  Milano,  1916. 

Putti  V.  —  Sulla  topografia  fascicolare  dei  nervi  periferici  e  piii  specialmente 
dello  sciatico  popliteo  esterno.  (Con  flgg.  e  con  tav.  14).  —  La  Clinica 
chir.,  An.  24,  N.  7-8,  pp.  1021-1035.  Milano,  1916. 

Putti  Vittorio.  —  Contributo  alia  conoscenza  della  topogratfa  fascicolare  dello 
sciatico.  —  Rend.  d.  Soc.  med.-chir.  di  Bologna,  Adun.  d.  31  marzo  1916, 
in  Boll.  d.  Sc.  med.,  An.  87,  Ser.  9,  Vol.  4,  Fasc.  7,  pp.  335-336.  Bolo- 
gna, 1916. 

Spolverini  L.  M.  —  Contributo  alio  studio  delPinsufficienza  della  ghiandola  pi- 
neale  nei  bambini.  — Riv.  di  Clin.  Pediatrics,  Vol.  12,  Fasc.  11,  pp.  848- 
857 .  Firenze,  1914. 


-   106   - 

Ugolotti  F.  —  Sulla  compartecipazione  di  ambedue  gli  emisferi  cerebrali  alia 
funzione  del  linguaggio.  (Con  figg.)-  —  Riv.  di  Patologia  nerv.  e  riient., 
Vol.  21,  Fasc.  10,  ottobre  1916,  pp.  539-549.  Firenze,  1916. 

14.  Organi  di  senso. 
Ajutoio  (D')  Giovanni.  —  Aleune  rare  e  nuove  forme  di  anoraalie  congenite  del 

padiglione  aurieolare.  (Con  2  tav.\ —  Arch,  di  Anlrop.  crim.,  psich.  e  med. 

legale,  Vol.  36,  (Ser.  4,  Vol.  7),  Fasc.  2,  p.  181.  Torino,  1915. 
Clerc  Luigi.  —  Contribute  all'anatoraia  dell'orecchio  medio  fetale.  Sul  significato 

morfologico  delle  invaginazioni  epiteliali.  (Con  7  fig.).  —  Arch,  ital.di  Otol., 

Rinol.  e  Laring.,   Vol.  26,  Ser.  3,  Fasc.  4,  pp.  269-280.  Torino,  1915. 

17.  Teratologia. 
Bargellini  Doraenieo.  —  Sul  piede  cavo  con  spina  bifida  occulta.  (Con  6  tig.).  — 

Arch,  di  Ortop.,   Vol.  32,  Fasc.  1,  pp.  65  76.  Milano,  1915. 
Cova  Ercole.  —  Mostruosita  fetali  multiple.  —  Ginecologia,  An.  4,  Fasc.  10.  Fi- 

renze,  1904.  Estr.  di  pp.  2. 
Cova  Ercole.  —  Idrometra  ncl  corno  rudimcntario  di  utero   bicorne,   con   idro- 

salpingc.  —  Ginecologia,  Riv.  pralica,  An.  3,  Firenze,  1906.  Estr.  di  pp.  11. 
Ferrannini  Luigi.  —  L'infantilismo.  [Ri vista    sintetica].    —    La    Riforma.    med., 

An.  31,  N.  21,  pp.  576-579.  Napoli,  1915. 
Funaioli  Giulio.  —  Malformazioni  congenite  in  un  feto  nato  morto.  (Con   figg.). 

—  Riv.  di  Clin.  Pedialrica,  Vol.  14,  Fasc.  8,  pp.  419  425.  Firenze,  1916. 
Kraus  Araedeo.  —  Raro  caso  di  deformita  congenite  molteplici  viscerali  e  sche- 

letriche.  —  Siena,  tip.  S.  Bernardino,  1915.  32  p>p.,  con  tavole. 
Kraus  Amedeo.  —  Contributo  alio  studio  delle  deformita  congenite  degli  arti.  — 

Un  vol.  di  pp.  232,  con  4  figg.  e  13  tav.  Siena,  Stab.  tip.  S.  Bernardino, 

1916. 
Ligabue  Fietro.  —  Mano  torta  congenita    c   suo   trattamento.    (Con   7    fig.).  — 

Arch,  di  Ortop.,  An.  30,  Fasc.  3,  p2>.  712-730.  Milano,  1913. 
Mattel  (Di)  —  Di  un  caso  di  malformazioni  vescico-genitali.  — Arch,  di  Antro}). 

crim.,  p.-iich.  e  med.-legale,  Vol.  37,  Ser.  4,  Vol.  8,  Fasc.  di  suppl.,  pp.  122- 

124,  con  2  fig.  Torino,  1916. 
Moriani  G.  —  Su  di  un   notevole   caso   di   pseudoermafroditismo.   —  Arch,   di 

Antrop.  crim.,  p)sich.  e   med.   legale,    Vol.   37,   Ser.   4,  Vol.   8,   Fasc.  di 

suppl.  p.  124.  Torino,  1916. 
Trocello  E.  —  Contributo  alio  studio  della  ectromelia  radiale  longitudinale.  (Con 

figg.).  —  Riv.  di  Patol.  nerv.  e  menl.,    Vol.   21,    Fasc.   10,   ottobre   1916, 

pp.  522-538.  Firenze,  1916. 
Uffreduzzi  0.  —  Sulla  lussazionc  congenita  ed  acquisita  del  capitello  del    radio. 

(Con  8  fig.).  —  Arch,  di  Ortop.,  An.  30,    Fasc.   3,  pp.   658  687.   Milano, 

1913. 
Venturi  Fietro.  —  Studio  anatomo-istologico  ed  embriologico  di  un  caso  di  Her- 

maphroditismus  biglandularis  bilateralis  in  un  bovino.  (Con  2  tav.).   —   La 

Clinica  Veterinaria,  An.  39,  N.  18,  pp.  543-557;  N.  20,  pp.  607-616.  Mi- 
lano, 1916. 


—  ID' 


COMUNICAZIONI    ORIGINALI 


GIUSEPPE  GOLOSI 


Sui  rapporti  faunistici  fra  il  Mediterraneo  e  FAtlantico. 


E  vietata  la  riproduzioue 

Lo  studio  degli  Eufausiacei  del  Mediterraneo  mi  ha  condotto  ad 
alcune  considerazioni  sui  rapporti  faunistici  che  intercedono  tra  la 
regione  mediterranea  e  le  varie  altre  regioni  oceaniche.  Tali  consi- 
derazioni credo  non  prive  di  interesse;  e  sono  avvalorate  dai  fatto 
che  il  gruppo  degli  Eufausiacei,  dopo  i  magistrali  lavori  di  G.  0. 
Sars,  Hansen,  Holt  e  Tattersall,  e  ben  conosciuto,  e  su  di 
esse  si  posseggono  un  cosi  grande  numero  di  dati,  che  non  sempre 
e  facile  trovare  per  altri  gruppi  planktonici,  e  che  ne  favoriscono 
in  modo  speciale  lo  studio  geografico. 

Gli  Eufausiacei  del  Mediterraneo  sono  stati  piu  volte  oggetto 
di  ricerche,  segnatamente  da  parte  di  Lo  Bianco  (20,  21,  22), 
Chun  (4,5),  Tattersall  (36),  Z  i  miner  (40),  Colo  si  (6,7).  L'elenco 
che  io  ne  davo  nel  1917  e  il  seguente: 

1.  Euphausia  Krohnii  Brandt, 

2.  Euphausia  brevis  Hansen, 

3.  Euphausia  hemigibba  Hansen, 

4.  Euphausia  messanensis  Colosi, 

5.  Thysanopoda  aequalis  Hansen, 

6.  Nyctiphanes  Chouchii  Bell, 

7.  Meganyctiphanes  norvegica  M.  Sars, 

8.  Thysanoessa  gregaria  G.  0.  Sars, 

9.  Nematoscelis  megalops  G.  0.  Sars, 

10.  Nematoscelis  microps  G.  0.  Sars, 

11.  Nematoscelis  atlantica  Hansen, 

12.  Stylocheiron  Sumhii  G.  0.  Sars, 

13.  Stylocheiron  longicorne  G.  0.  Sars, 

14.  Stylocheiron  abbreviatum  G.  0.  Sars, 

15.  Stylocheiron  maximum  Hansen. 


-   108  - 

Di  tali  specie  solo  una,  Euphausia  messanensis,  e  stata  per  ora 
Lrovata  solo  nel  Mediterraneo.  Le  altre  si  ritrovano  tutte  parte 
nell'Atlantico,  parte  nell'Indo-pacifico. 

Ma  vediamo  quale  e  la  loro  distribuzione  delle  vane  regioni  e 
nelle  rispettive  sottoregioni  dei  due  oceani. 

Ortmann  (27)  propose  una  divisione  geografica  delle  acque, 
che  e  stata,  in  generale,  confermata  da  numerosi  studi  faunistici. 
Le  regioni  e  le  sottoregioni  stabilite  da  Ortmann,  senza  far  distin- 
zione  di  nome  fra  le  zone  pelagiche  e  le  zone  litorali,  sono  le  se- 
guenti : 

;  sottoregione  circumpolare  artica 

Regione  artica  sottoregione  boreale  atlantica 

'  sottoregione  boreale  pacifica 

Regione  circumtropicale  atlantica 

sottoregione  mediterranea. 

Regione  circumtropicale  indo-paciflca. 

-r,     .  ..  'r  \  sottoregione  circumpolare  notale 

Regione  antartica  \  .  . 

(  sottoregione  circumpolare  antartica. 

Secondo  i  criteri  adottati  da  Ortmann,  dunque,  il  Mediterra- 
neo, costituendo  una  sottoregione  dell'Atlantico  circumtropicale,  sa- 
rebbe  a  questo  subordinate  Ora  non  sempre  i  fatti  concordano  nel 
dimostrar  cio  ;  ed  io  sono  indotto  a  peusare  che  il  Mediterraneo 
formi  una  regione,  la  quale,  pur  essendo  oggi  di  ben  angusta  esten- 
sione  rispetto  alle  altre,  ha  pero  sufftcienti  caratteri  per  esserne 
nettamente  separata. 

II  punto  piu  importante  da  dimostrare  e  che  esiste  per  molti 
gruppi  una  vera  e  propria  disgiunzione  faunistica  fra  il  Mediterraneo 
e  l'Atlantico  circumtropicale,  o  intertropicale,  come  preferisco  chia- 
marlo,  mentre  vari  fattori  fisici  indurrebbero  a  pensare  piuttosto  a 
una  rassomiglianza. 

Tatters  all  (36)  aveva  stabilito  la  presenza  nel  Mediterraneo 
di  questi  Eufausiacei:  Euphausia  Krohnii,  Euphausia  brevis,  Eu- 
phausia hemigibba,  Meganytiphanes  norvegica,  Nydiplanes  Couchii, 
Thysanopoda  aequalis,  Nematoscelis  megalops,  Nematoscelis  microps, 
Stylocheiron  Suhmii,  Stylocheiron  abbreviation;  e,  considerando  la  loro 
distribuzione  geografica,  aggiungeva:  "  An  examination  of  the  list 
of  species  here  recorded,  shows,  as  might  have  beeu  expected, 
that  there  is  a  considerable  resemblance  between  the  pelagic  fauna 
of  Mediterranean  and  that  of  the  Easter  atlantic  „. 

Ma  per  quanto  riguarda  l'Atlantico  e  bene  fare  una  distinzione 
ben  netta  fra  l'Atlantico   boreale  e    l'Atlantico  intertropicale.  Tale 


-   109   - 

distinzione  e  determinata,  come  ben  mostra  Ortraann,  da  carat- 
teri  fisici  e  biologici  molto  validi.  Non  solo,  ma  essa  e  ancora 
confermata  dalla  geologia  sborica,  la  quale  c'insegna  che  attraverso 
vicende  ben  diverse  si  formarono  l'Atlantico  boreale  e  l'Atlantico 
intertropicale;  e  mentre  questo  e  di  formazione  assai  recente,  non 
anteriore  alia  fine  del  terziario,  quello  e,  al  contrario,  molto  antico 
e  fa  per  lungo  tempo  largamente  connesso  col  Mediterraneo,  il  quale, 
a  sua  volta,  per  gran  parte  dell'era  secondaria  ebbe  assai  larga 
estensione  e  si  univa  ampiamente  con  1'  Indo  pacifico. 

Orbene:  delle  specie  di  Eufausiacei  che  si  trovano  nel  Mediter- 
raneo, nove  sono  comuni  all'AtlanLico  boreale,  e  altrettante  alia 
regione  Indo-pacifica.  Sei  sono  comuni  al  Mediterraneo  e  all'  Atlan- 
tico  intertropicale,  ma  di  questi  sei  nessuna  esclusivamente ;  poi- 
che  tutte  e  sei  si  ritrovano  nella  regione  Indo-pacifica,  e  due  an- 
che  nell'Atlantico  boreale.  Cio  risulta  evidente  dal  seguente  spec- 
chietto. 


REGIONE   ARTICA 

Regione 

circumtropicale 

atlantica 

1 

Regione 

circumtropicale 

indo-pacifica 

REGIONE 
ANTARTICA 

SPECIE 
DEL  MEDITERRANEO 

o 

C<3  "*- 

"re-— 
o  re 

i! 

o 

X 

X 
X 

X 
X 
X 

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X 

X 

X 

X 
X 

X 
X 

X 
X 

X 

X 
X 

X 
X 
X 
X 

X 
X 

ileganyctiphanes  norvegica  .... 
Thiisanoessa  gregaria 

Ancora  un  fatto  e  molto  notevole :  la  presenza  di  due  forme 
bipolari  nel  Mediterraneo.  Che  Thysanoessa  gregaria  e  Nema.toscelis 
megalops  siano  due  Eufausiacei  bipolari  non  e  dubbio.  La  prima  si 
trova  neH'Atlantk-.o  boreale,  nel  Pacifico  boreale  e  in  tutta  quanta 
la  fascia  notale  dei  due  oceani,  mentre  manca  assolutamente  in 
tutta  la  fascia  intertropicale  e  subtropicale  dell'Atlantico  e  del  Pa- 


-   110  - 

cifico  (Cfr.  Hansen,  12,  13,  14).  Nematoscelis  megalops  e,  almeno 
finora,  da  ritenersi  come  specie  esclusivamente  atlantica  e  propria 
di  entrambe  le  due  zone  fredde  di  questo  oceano ;  non  la  si  e  mai 
ritrovata  nelle  acque  intertropical!  (cfr.  Hansen  12,  13,  14).  Ri- 
mane  dubbio  (cfr.  Hansen,  14)  se  alcuni  campioni  dell'Oceano  In- 
diano  siano  di  Nematoscelis  megalops  o  di  Nematoscelis  difficilis;  ad 
ogni  modo  essi  furono  rinvenuti  a  lat.  38°-4Lu  S. 

La  presenza  nel  Mediterraneo  di  Nematoscelis  megalops  e  di 
Thysanoessa  gregaria,  specie  nettamente  bipolari,  e  la  loro  completa 
assenza  nell'Allautico  intertropicale  non  e  certamente  determinata 
da  fattori  climatici,  ne  e  giustificata  dall'odierna  configurazione  dei 
man;  ed  io  sono  convinto  che  la  spiegazione  del  fatto  debbasi  piut- 
tosto  cercare  nella  configurazione  dei  mari  all'epoca  in  cui  le  spe- 
cie si  produssero. 

Riassumendo  intanto  1'  insieme  di  quanto  ho  esposto,  si  hanno 
i  due  seguenti  risultati: 

1.°  La  fauna  mediterranea  degli  Eufausiacei  e  composta  di 
specie  le  quali,  una  eccettuata,  si  ritrovano  o  neU'Atlantico  boreale 
o  nella  regione  Indo-pacifica.  Cio  concorda  con  i  dati  della  geologia 
storica,  secondo  i  quali  l'Atlantico  boreale,  il  Mediterraneo  e  l'lndo- 
pacifico  sono  mari  assai  antichi  e  altra  volta  coesistenti  e  con- 
giunti  insieme ; 

2.°  Solo  una  minoranza  delle  specie  di  Eufausiacei  della 
fauna  mediterranea  si  ritrovano  neU'Atlantico  tropicale,  e  nessuna 
esclusivamente.  Cio  sta  a  significare  che,  essendo  l'Atlantico  tro- 
picale mare  di  assai  recente  formazione,  con  tutta  probability 
quelle  specie  gli  sono  venute  dalla  fauna  pelagica  nordica,  o  Indo- 
pacifica,  o  anche  mediterranea.  Avvalora  questa  idea  il  fatto  che 
il  numero  di  specie  di  Eufausiacei  rinvenuti  nella  porzione  intertro- 
picale dell'Atlantico  e  veramente  esiguo  in  confronto  a  quello  degli 
altri  mari  e  che  solo  qualcuna  di  esse  vi  e  esclusiva.  Nessun  ge- 
nere  poi  e  esclusivo  dell'Atlantico  intertropicale. 

Non  vorrei  che  in  cio  che  ho  detto  sembrasse  implicitamente 
ammesso  una  necessaria  emigrazione  di  specie  avvenuta  altre  volte 
daH'Atlantico  boreale  o  dalla  regione  Indo-pacifica  verso  il  Mediter- 
raneo. No;  credo  anzi  che  d' emigrazione  o  non  sia  avvenuta  o  sia 
avvenuta  entro  limiti  molto  ristretti,  e  che  la  rassomiglianza  della 
fauna  mediterranea  degli  Eufausiacei  con  quella  atlantica  boreale 
da  una  parte  e  con  quella  Indo-pacifica  dall'altra  sia  piuttosto  do- 
vuta  aH'antichita  e  alia  coevita  dei  mari  in  discorso,  combinata 
naturalmente  con  l'adattabilita  delle  forme  aH'ambiente  (cfr.  Rosa, 


-  Ill  - 

30).  Una  vera  e  propria  emigrazione,  qualora  anche  in  questo  caso 
non  si  volesse  tener  con  to  dell'antico  e  poco  esteso  mar  Caraibico, 
sarebbe  invece  avvenuta  verso  1'Atlantico  intertropicale  dalle  regioni 
oceaniche  circostanti,  poiche  la  forraazione  della  massima  parte 
dell' Atlantico  intertropicale  e  cosi  recente,  che  sarebbe  iUogico 
pensare  ad  un'apparizione  di  forme  pelagiche  di  aspetto  arcaico, 
la  dove  vita  pelagica  non  poteva  precedentemente  esistere. 

Se  si  da  uno  sguardo  alia  tavola  di  Tatters  all  (36)  della 
distribuzione  degli  Schizopodi  mediterranei  nolle  acque  del  globo  si 
vede  che  anche  per  i  Misidacei  si  a v vera  in  parte  quanto  avviene 
per  gli  Eufausiacei.  Dico  in  parte,  perche  nei  Misidacei,  mentre 
straordinaria  e  la  rassomiglianza  fra  la  fauna  artica  e  la  fauna 
mediterranea,  scarsissimi  invece  sono  i  rapporti  con  la  fauna  atlan- 
tica  intertropicale  e  la  Indo-pacifica.  Bisogua  pero  pensare,  che,  se 
tale  scarsa  rassomiglianza  e  senz'  altro  giustificata  per  il  Mediter- 
raneo  e  1'Atlantico  intertropicale  dalle  regioni  precedentemente  espo- 
ste,  per  il  Mediterraneo  e  1'  Indo-paciflco  ripete  probabilmente  da 
qualche  altra  causa  che  lascio  impreoisata,  ma  che  potrebbe  essere 
la  diversa  antichita  dei  due  mari  o  anche  le  diverse  condizioni  flsiche 
dell'  ambiente.  Poiche  e  assai  logico  ammettere,  e  del  resto  un 
numero  veramente  abbondante  di  fatti  lo  prova,  che  le  varie  spe- 
cie, i  vari  generi  e  spesso  anche  interi  gruppi  di  ordine  superiore, 
sono  diversamente  plastici  rispetto  aU'ambiente,  e  mentre  taluni 
posseggono  una  notevolissima  proprieta  di  adattamento  a  condizioni 
fisiche  assai  disparate,  gli  altri  non  mantengono  il  loro  equilibrio 
vitale  che  entro  limiti  assai  ristretti  di  variazioni  esterne. 

Del  resto,  nel  caso  dei  Misidacei  e  da  notare  che  una  specie, 
Y  Euchaetomeropsis  werolepis  e  comune  al  Mediterraneo  e  all'Oceano 
Indiano,  e  che  il  genere  Amchnomysis  possiede  tre  rappresentanti, 
dei  quali  uno  propno  aH'Atlantico  boreale  e  al  Mediteraneo,  un 
altro  catturato  dal  "  Siboga  „  neirArcipelago  malese,  e  il  terzo 
preso  durante  la  "  Deutsche  Siid-polar  Expedition  „;  mentre  nessuna 
specie  si  rinviene  insieme  nel  Mediterraneo  e  nell'Atlatico  inter- 
tropicale, che  non  sia  contemporaneamente  comune  o  con  1'Atlan- 
tico boreale  o  con  1'  Indo-paciflco. 

Come  per  gli  Eufausiacei,  anche  fra  i  Misidacei  vi  e  una  forma 
bipolare  che  si  trova  anche  nel  Mediterraneo ;  essa  e  il  Lophoga- 
ster  typicus,  la  cui  bipolarita  fu  messa  in  rilievo  e  dimostrata  da 
Ohlin  (25). 

Si  vede  dunque  che,   per   quanto    riguarda    i   Misidacei,    e   da 


-   112   - 

concludere  favorevolmente  all'  indipendenza    del    Mediterraneo    dal- 
l'Atlantico  infcerfcropicale 

Zimmer  (89)  da  un  elenco  di  Cumacei  aifcici  con  indicazioni 
assai  precise  nella  loro  disbribuzione  geograflca.  Ebbene ;  delle  spe- 
cie arbiche  bre  si  spingono  fin  sulle  cosbe  del  Porbogallo  (rimanendo 
pero  sempte  entro  l'area  dell'Ablanbico  boreale)  e  bre  si  ribrovano 
n el  Mediberraneo,  dopo  essere  scomparse  al  livello  meridionale  delle 
cosbe  inglesi. 

Grandori  (8),  in  seguibo  ai  suoi  sbudi  sui  Copepodi  della  laguna 
veneba,  viene  all'imporbanbe  conclusione  che  "  la  lagnna  di  Venezia, 
per  quanbo  riguarda  i  crosbacei  inferior],  presenba  un  bipo  di  fauna 
bubbo  parbicolare,  dissimile  quasi  bobalmenbe  da  quello  del  mare  libero 
di  cui  la  laguna  e  una  dipendenza,  ed  avenbe  invece  una  sorprendenbe 
affiniba,  e  fino  a  un  cerbo  punbo  una  vera  idenbiba,  con  la  carcino- 
fauna  dei  mari  nordici,  e  segnabamenbe  con  quella  dei  fiord i  norve- 
gesi  „.  Infabbi  egli  vi  aveva  gia  nobabo  (3)  brenbobbo  specie  che  era- 
no  precedenbemenbe  ribenube  proprie  della  fauna  nordica. 

Delle  cinquanbasei  specie  di  Osbracodi,  che  il  Mediberraneo  pos- 
siede  con  cerbezza  in  comune  con  le  albre  regioni  oceaniche,  cin- 
quanba  si  ribrovano  nella  regione  arbica  (Ablanbico  boreale);  di  esse 
obbo  si  ribrovano  ancora  nell'Ablanbico  circumbropicale,  e  solo  quab- 
bro  nella  regione  indopacifica.  Rimangono  percio  brenbasei  specie 
esclusivamenbe  comuni  al  Mediberraneo  e  all'Ablantico  boreale;  men- 
tre  solo  due  sono  esclusivamenbe  comuni  al  Mediberraneo  e  all'Ablan- 
bico  circumbropicale,  e  solo  una  al  Mediberraneo  e  alia  regione  indo- 
pacifica. (Cfr.  Mii Her,  24). 

Baldasseroni  (2)  ha  brovabo  nella  Laguna  Veneba  la  Sagitta 
setosa,  specie  creduba  esclusivamenbe  arbica.  Cid  gli  diede  occasione 
di  fare  un'inberessanbe  discussione  del  fabbo,  riferendosi  pure  alle 
ricerche  di  Grandori  sui  Copepodi.  Fra  i  Chebognabi  e  pure  nobe- 
vole  la  Sagitta  cephalopterti,  specie  comune  al  Mediberraneo  e  al- 
l'Ablanbico  boreale  e  assenbe  nell'Ablanbico  inberbropicale.  Tubbi  gli  ai- 
tri  Chebognabi  che  si  ribrovano  insieme  nel  Mediberraneo  e  nell'Ablan- 
bico inberbropicale,  si  ribrovano  pure  e  sempre  nel  Pacifico  e  nel- 
l'Oceano  Indiano  (Cfr.  Ribber-Zah  oni,  28). 

Vies  (38)  ha  provabo  l'esisbenza  nel  Mediberraneo  di  Mya  are 
naria  (Mya  truncata  sarebbe  sbaba  brovaba  nel  Mediberraneo  da 
Risso,  ma  la  sua  deberminazione  fu  giudicaba  erronea,  non  si  sa 
se  a  ragione,  da  Locard).  Anche  in  quesbo  caso  si  brabba  di.La- 
mellibranchi  essenzialmenbe  arbici  e  che  sulle  cosbe  europee  del 
l'Ablanbico  si  fermano  al  Golfo  di  Guascogna, 


-   1:1S  - 

Non  mi  dilungo  in  altre  citazioni  e  in  altri  esempi,  perche  e 
noto  come'sia  facile  cadere  in  errore  in  qnestioni  di  faunisfcioa,  quan- 
do  non  si  abbia  speciale  competenza  nei  singoli  gruppi,  o  non  si 
abbiano  sott'occhio  lavori  eseguiti  con  intenti  geografici  speciali. 

Nella  precedente  esposizione  si  vede  pero  che  io  insisto  segna- 
tamente  snlla  grande  analogia  che  esiste  fra  il  Mediterraneo  e  l'Atlan- 
tico  boreale.  L'idea  e  tutt'altro  che  nnova ;  e  gia  nel  1863  Lo- 
renz  (19)  la  presentava,  dimostrandola  efficacemente  e  stabilendo 
rapporti  di  somiglianza  fra  la  fauna  mediterranea  e  quella  del  Mar 
del  Nord.  Ma  se  io  insisto  sulla  questione  gia  dibattuta,  e  perche 
credo  che  dall'insieme  dei  tatti  e  possibile  ricavare  conseguenze 
maggiori. 

Non  seinpre  pero  quanto  avviene  per  i  gruppi  precedentemente 
esaminati  si  avvera  per  altri  gruppi.  Per  i  Tomopteridi  p.  e.  e  no- 
tevolissima  la  rassomiglianza  esistente  fra  il  Mediterraneo  e  1'  A- 
tlantico  intertropicale  (cfr.  Rosa,  29).  Nondimeno  vi  e  una  specie, 
la  Tomopteris  (Johnstonella)  catharina,  che  si  trova  nell'  Adriatico  e 
che  e  "  essenzialmente  propria  dell'Atlantico,  dove  essa  fu  trovata 
talora  in  basse  latitudini,  ma  e  sopratutto  propria  della  regione 
boreale  atlantica  di  Ortmann  (non  della  circumpolare  artica)  „. 
(Rosa,  31). 

E  qui  una  parola  ancora  suH'Adriatico.  Rosa  (31)  nelle  osser- 
vazioni  a  Tomopteris  catharina  aggiunge:  "  II  fatto  che  questa 
specie,  caratteristica  di  mari  piuttosto  freddi,  sia  da  noi  localizzata 
neH'Adriatico,  e  molto  interessante  e  ci  ricorda  che  fenomeni  simili 
ci  sono  presentati  (in  forma  meno  rigorosa)  da  altre  specie  di  a- 
nimali. 

"  Vinciguerra  al  Congresso  internazionale  di  Zoologia  di 
Graz  (1910)  ha  ricordato  fra  simili  rasi  quelli  del  Nephrops  norve- 
gicus,  della  Clupea  papalina,  del  Gadus  euxinus  e  del  Pleuronectes 
italicus  ed  ha  espresso  il  dubbio  che  simile  fenomeno  possa  spie- 
garsi  con  un'antica  connessione  tra  TAdriatico  e  il  Mar   del    Nord. 

*  Tuttavia  questa  supposizione,  almeno  pel  nostro  caso,  e  inu- 
tile, perche  la  Tomopteris  catharina  potrebbe  benissimo  anche  ora 
penetrare  nel  Mediterraneo  anche  per  lo  stretto  di  Gibilterra.  Piu 
probabilmente  si  tratta  di  specie  altra  volta  diffusa,  la  quale  abi- 
tava  anche  il  resto  del  Mediterraneo  e  che  in  questo  mare  ha  finito 
per  ridursi  al  solo  Adriatico,  dove  al  Nord  dello  stretto  di  *Otranto 
non  pare  che  viva  altra  specie  di  Tomopteride  „. 

Tali  considerazioni  significano  che  e  un  fenomeno  secondario 
la  rassomiglianza  dell'Adriatico  con  l'Atlantico  boreale:  e  che  il  fe- 


-   114   - 

nomeno  piii  importante,  primario,  e  la  rassomiglianza  fra  la  fauna 
mediterranea  e  la  fauna  nordica. 

II  perche  poi  molte  specie  si  siano  localizzate  solo  nell'Adria- 
tico  e  chiarito  da  Baldasseroni  (2)  il  quale  ci  fa  considerare  che 
altre  volte  la  salinita  del  Mediterraneo  doveva  essere  minore  che 
adesso,  e  pero  quelle  specie  ora  vivono  solo  cola  dove  la  salinita 
del  mare  rimane  piuttosto  bassa,  precisamente  come  nell'Adriatico 
e  in  special  modo,  nell'alto  Adriatico. 

Ma  un  numero  molto  grande  di  specie  e  assai  tollerante  del- 
l'ambiente  flsico,  e  cosi  esse,  pur  avendo  riscontro  soltanto  nella 
fauna  nordica,  si  trovano  anche  in  zone  mediterranee  di  salinita 
molto  elevata. 

Tali  le  specie  di  Eufausiacei  e  di  Misidacei  di  cui  ho  fatto 
menzione  nella  presente  nota. 

Rimane  dunque  ancora  una  volta  saldamente  stabilita  la  somi- 
glianza  tra  fauna  mediterranea  e  fauna  nordica. 

La  disgiunzione  faunistica  fra  il  Mediterraneo  e  l'Atlantico  in- 
tertropicale  e  provata  ancora  dal  seguente  fatto :  che  mentre  nu- 
merose  specie  possono  vivere  in  condizioni  d'ambiente  cosi  brusca- 
mente  diverse  quali  quelle  del  Mediterraneo  e  deH'Atlantico  boreale, 
esse  stesse,  mentre  vivono  nell'Atlantico  boreale,  non  vivono,  pur 
potendo  passare  attraverso  graduali  modificazioni  di  ambiente  fisico, 
neH'Atlantico  intertropicale.  Non  si  puo  quindi  presumere  che  esse 
un  tempo  vivessero  e  poi  da  questa  regione  fossero  scomparse  per 
causa  del  fattore  ambiente  fisico:  esse  assai  probabilmente  non  vi 
nan  no  mai  vissuto. 

E  la  ragione  fondamentale  per  cui  si  verificano  queste  rasso- 
miglianze  o  queste  disgiunzioni  faunistiche  la  si  deve  cercare,  ri- 
peto,  nella  coevita  e  nella  diversa  epoca  di  sprofondamento  dei  mari 
in  cui  le  specie  ebbero  origine.  Le  larghe  connessioni  fia  i  mari  fa- 
voritrici  di  correnti  atte  a  temperare  reciprocamente  i  climi  e  a  po- 
polare  nuove  aree  sono  state  certo  di  grande  importanza,  ma  non 
essenziali. 

Ritorno  ora  alia  questione  posta  fin  dal  principio,  se  il  Medi- 
terraneo debba  esser  considerato  quale  sottoregione  deH'Atlantico 
intertropicale,  come  pensa  Ortmann  (27),  o  quale  regione  a  se, 
come  e  mia  opinione. 

Quando  vogliamo  stabilire  delle  regioni  zoologiche,  e  buon  cri- 
terio  tener  conto  non  soltanto  delle  somiglianze  e  delle  dissimi- 
glianze  climatiche,  biologiche  in  generale  che  intercedono  tra  mare 
e  mare,  le  quali  spesse  volte  sono  contradditorie  e  danno   risultati 


-   115  - 

different!  a  seconda  <1ei  gruppi  che  si  prendono  a  considernre,  ma 
anche,  e  sopratutto,  dell'antichita  dei  inari  e  dell'antichita  dei  sin- 
gnli  gruppi,  dando  mnggior  peso  ai  resultati  che  si  ottengono  pren- 
dendo  in  esame  i  gruppi  piu  antichi. 

Pur  difettando  di  precise  indicazioni  paleontologiche  e  attenen- 
dosi  alle  considerazioni  morfologiche,  e  fuor  di  dubbio  che  gli  Eu- 
fausiacoi  siano  un  gruppo  da  gran  tempo  costituitosi ;  e  cosi  anche 
i  Misidacei,  i  Cumacei,  gli  Ostracodi,  i  Copepodi,  e  presumibilmente 
anche  le  Sagitte  di  cui  si  son  financo  perdute  le  vestigia  di  con- 
nessioni  con  altri  gruppi.  Essi  at'teStano  tutti  una  vera  e  propria 
disgiunzione  faunistica  fra  il  Mediterraneo  e  l'Atlantico  intertropi- 
cale.  I  Tomopteridi,  invece,  han  tutto  1'aspetto  di  un  gruppo  di 
recente  adattatosi  alia  vita  pelagica,  cosi  profonde  sono  le  modifi- 
cazioni  attraverso  cui  la  forma  tipica  dei  policheti  ha  dovuto  pas- 
sare  per  raggiungere  la  forma  degli  odierni  tomopteridi.  Non  e  inve- 
rosimile  che  questi  si  siano  prodotti  dopo  o  durante  la  formazione 
dell'Atlantico  intertropicale,  e  che,  avendo  in  tal  modo  la  possibilita 
di  prodi.rsi  contemporaneamente  sia  nell'Atlantico  intertropicale  sia 
nel  Mediterraneo,  mostrino  una  concordanza  fra  i  due  mari.  Pero 
tale  concordanza,  dovuta  a  un  gruppo  che  si  deve  stimare  di  recente 
formazione,  non  si  deve  tener  lo  stesso  conto  delle  sconcordanze 
mostrate  tra  gruppi  indubbiamente  molto  antichi. 

E  per  tutto  cio  il  Mediterraneo,  mare  antichissimo  e  alt  re  volte 
per  lungo  tempo  largamente  connesso  con  l'Atlantico  boreale  e  con 
l'Oceano  Indiano,  non  puo  in  alcun  modo  esser  considerato  come 
una  sottoregione  dell'Atlantico  intertropicale,  di  origine  assai  recente; 
bensi  lo  si  deve  stimare  una  vera  e  propria  regione  oceanica. 

Firense,  ottobre  1917. 

Dal  Laboratorio  di  Zoologia  degli  Invertebrati. 

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-    116  - 


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Anellidi,  Parte  I,  Tomopteridi.  —  Pubbl.  R.  1st.  Studi  Sup.  Firenze.  1908. 

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117 


SCUOLA    DI    ANTROPOLOGIA    DELLA    UN1VERS1TA    DI    I'AVIA 


ALER1NO    DECISI 


La  classificazione  delle  Catarrine  dell' Elliot 
con  alcune  carte  della  loro  distribuzione  geografica 


(Con  tav.  IV-VI). 


E  vietata  la  riproduaione 

Nel  1913  l'Elliot,  il  distinto  sistematico  nord-americano,  ha 
pubblieato  (')  una  poderosa  opera  sulla  classificazione  dei  Primati 
(Lemuri  e  Scimmie)  fondata  sopra  un  lavoro  di  cinque  anni  com- 
piuto  nei  principal  Musei  e  Giardini  zoologici  del  mondo  intiero. 

Avendu  l'Elliot  potuto  vedere  non  soltanto  i  tipi  esistenci 
(almeno  quelli  superstiti  nei  diversi  Musei),  ma  tutto  il  materiaie  in 
essi  esistente,  si  puo  coraprendere  facilmente  V  importanza  di  un 
tale  lavoro. 

II  numero  delle  specie  nuove  stabilite  daU'Elliot  nei  Primati 
in  occasione  di  un  tal  gigantesco  lavoro  di  revisione  e  assai  grande, 
ma  cio  non  deve  sorprendere  eccessivamente,  data  la  vastita  del 
lavoro  compiuto. 

L'opera  dell'Elliot  pero,  malgrado  i  suoi  meriti  indiscutibili, 
e  rimasta  poco  conosciuta  dagli  zoologi,  a  cagione  forse  degli  av- 
venimenti  attuali,  onde  abbiamo  creduto  utile  per  gli  studiosi  ita- 
liani  (2)  di  riferirne  le  linee  principal]  limitatamente  al  gruppo  delle 
Catarrine,  che  costituiscono  il  piu  grosso  nucleo  dei  Primati,  e 
quello  cui  molti  circoli  di  naturalisti  si  interessano   a  preferenza. 

In  cio  che  segue,  avvertiamo  subito,  noi  abbiamo  voluto  far 
la  sola  esposizione  della  classificazione  dell'Elliot,  riferendola    alia 


(li  D.  G.  Elliot.  —  A  review  of  the  Primates:  Monographs  of  t  Amer.  Mus.  of  Nat.  Hist.  3 
voll.  1912.  L'opera  e  antitlatata,  giaccbe  e  atata  pubblicata  in  iealta  nel  1913,  (colle  appendici  essa 
tien  conto  percio  delle  specie  pubblicate  fino  a  qnel  tempo). 

(2)  Dato  sopratutto  che  l'opera  e  per  ora  difficilmente  reperibite  in  Italia. 


-    118   - 

classificazione  piu  recente  del  Trouessart,  nel  Quinquennale  sup- 
plementum  (1904)  per  il  confronto. 

Abbiamo  lasciato  ad  altri,  piu  competenti  di  noi,  fare  una  cri- 
tica  della  sistemazione  dell'Elliot,  in  comp'esso  o  (cio  che  sara 
piu  facile)  nei  singoli  punti. 

Abbiamo  aggiunto  alcune  carte  di  distribuzione  dei  generi  dal- 
l1Elliot  sfcabiliti,  da  noi  costruite  sui  dati  geografici  da  lui  riferiti. 

Come  e  noto  le  Catarrine  nella  classificazione  di  Trouessart 
corrispondono  alia  seconda  famiglia  dell'ordine  Primates,  quella  di 
Cercopithecidae ;  l'Elliot  chiama  la  famiglia  Lasiopygidae. 

11  concetto  di  separare  un  gruppo  relativamente  piu  elevato  ed 
un  grappo  piu  basso  nella  famiglia,  creando  le  due  sotto-famiglie 
Semnop'dliecinae  e  Cercopithecincie  rimane  naturalmente  anche  nel- 
l'Elliot,  colle  due  sottofamiglie  Colobinae  e  Lasiopyginae. 

Nella  prima  sottofamiglia  pero  il  T.  ammette  4  soli  generi  vi- 
venti  e  cioe  :  Semnopithecus,  Rhinopithecus,  Nascdis,  Golobus,  cui  cor- 
rispondono rispettivamente  nella  classificazione  dell'E.  Pygathrix, 
Rhinopithecus,  Nascdis,  Golobus,  ma  vi  e  aggiunto  un  nuovo  genere 
Simias. 

Nella  sottofamiglia  Cercopithecincie  il  T.  ammette  7  generi  vi- 
vtiiti,  l'E.  invece  11.  I  generi  deli'E.  corrispondenti  a  quelli  di  T. 
sono  :  Lasiopyga  (=  Gercopithecus),  Cercocebus  (Idem),  Theropithecus 
[Idctti)  Pdhecus  (=  Macacus)  Papio  {Idem).  La  corrispondenza  pero 
di"  ijuesli  5  generi  non  si  deve  credere  senz'altro  equivalenza,  come 
si  vtjdra. 

I  due  generi  del  T.  Cynomolgus  e  Vetulus  non  hanno  corrispon- 
denti a  se  distinti. 

L'E.  ha  poi  6  nuovi  generi  e  cioe :  Cynopithecus,  Magus,  Si/nia, 
Rhinostigma,  Miopilhecus,  Erythrocebus. 

Le  difference,  come  si  vede,  sono  sensiblli,  ma  non  possono  es- 
sere  ben  apprezzate  che  segu.ep.do  la  classificazione  nelle  sue  divi- 
sioni  ulteriori. 

Per  cio  fare  seguiremo  punto  per  punto  la  classificazione  del 
T.,  per  l'ordine  dei  generi  e  delle  specie,  cercando  a  quali  forme 
quelli  corrispondono  nella  classificazione  dell'E. 


Al  genere  Semnopithecus  del  T.  corrisponde  il  genero  Pygathrix 

ddr  e. 

11  genere  Semnopithecus  comprende    i  seguenti    5   sottogeneri : 
Gorypithecus  —   Lophopithecus  —  Presbypithecus  —     Trachypithecus 


-   119   - 

—  Sounopithecus.  Ii  genere  Pygatrix  comprende  i  seguenti  6  sotto- 
generi Corypithecus  —  Lophopithecus  —  Presbypithecus  —  Trachypi- 
thecus  —  Semnopithecus.  Pygathrix.  Vi  e  quindi  corrisponuonza  nei 
sottogeneri  ad  eccezione  del  sottog.  Pygathrix  che  e  nuovo.  Corri- 
spondenza,  pero,  non  equivalenza. 

II  sottogenere  Corypithecus  del  T.  ha  una  sola  specie  :  fronta- 
tus  Miil.  (31)  (<*)  ;  nell'  E.  divengono  ben  32. 

Se  di  queste  14  sono  specie  stabilite  dopo  il  1902  (2),  le  altre 
descritte  sono  specie  che  hanno  spostato  la  loro  collocazione  sot- 
fcogenerica,  cioe  che  appartengono  ad  altri  sottogeneri  del  T.  Le 
vedremo  m^no  a  raano. 

Le  specie  nuove  introdotte  dall'  E.  sono : 

l.a  Nudifrons  (Elliot  1909)  2.a  batuana  (Miller  1903)  3>jpercw™.(Lypri  1908) 
4.a  melamera  (Elliot  1909)  5.a  flacicauda  (Elliot  1910)  6.a  Robinsoni  (Thomas 
1910)  7.*"  carbo  (Thomas  c  Wroughton  1909)  8.a  sanctorum  (Elliot  1910)  9.*  nubi- 
gena  (Elliot  1909)  10a  dilecta  (Elliot  1910)  Ua  rhwnis  (Miller  1903)  12.a  carta 
(Miller  1906)  13*  catemana  (Lyon  1908)  14*  fuscomurina  (Elliot  1906). 

II  sottogenere  Lophopithecus  di  T.  ha  ben  14  specie,  ma  due 
sole  di  esse  passano  nel  corrispondente  dell'  E.  che  ha  ancora  un'al- 
tra  specie  per  la  elevazione  a  specie  di  un  sinonimo.  Le  altre  12 
passano  a  Corypithecus,  cui  passano  anche,  elevati  a  specie,  tre  si- 
nonimi  ed  una  sottospecie  del  T.  Una  sottospecie  di  femoralis,  au- 
ratus,  passa  a  Trachypithecus.  Viene  aggregato  a  Lophopithecus  da 
E.  anche  una  specie  posteriore  al  1902. 

Sono  conservate  a  Lophopithecus  : 
melalophus  (32)  con  il  suo  sinonimo  nobilis  elevato  a  specie  e   rubicun- 
dus  (34).  Tutti  gli  altri  passano  a  Corypithecus  con  4  altre  specie  resultanti  da 
elevazione  della  sottospecie  cruciger,  dei  sinonimi  chrysomelas  e   sumatranus 
(entrambi  di  femoralis)  e  siamensis,  sinonimo  di  mitralus,  a  specie. 
Quelli  cosi  che  passano  a  Corypithecus  sono: 
femoralis  (33);  natunae  (35);  Barbel  (36);  Phayrei  (37) ;  gbscurus  (38); 
mitralus  (39)  e  identificato  in  Aygula  di  Lirtneo;    sabanus    (40);  Hosei   (41); 
Thomas i  (42)  Frangoisi  (43  ;  Everetti  (44)  Polenziani  (45).  Garimalae  (Midler 
.1906)  e  la  specie  posteriore  al  1902,  inclusa  da  E.  in  Lophopithecus. 

II  sottogenere  Presbypithecus  ha  in  T,  due  sole  specie  con  nu- 
merosa  sinonimia  e  una  sottospecie. 

Le  due  specie  Johni  (46)  e  cephalopterus  (47)  passano  entrambe 
immutate  in  E.,  ma  sono  elevate  ad  altre  specie  il  sinonimo  senex, 


(!)  Quest!  nuineri  indioauo  la  posizione  della  specie  relative  nel  (Juinqttennale  Supplemenlum. 
(-)  II  Quinquennale  Supplemenlum  accoj;lie  le  specie  pubblicate  siuo  al  31  dicembre  1.913:  ma  an- 
che qualcuna  posteriore. 


-    120   - 

la  sottospecie  ursinus  e  a  specie  minore  una  sotto  varieta  o  va- 
riera  affermata  dal  Kelaart  nel  1849,  la  cephalopterus  monticola 
(tutti  e  tre  in  cephalopterus). 

II  sottogenere  Trachypithecus  ha  4  specie  con  numerosa  sino- 
nimia  e  una  sottospecie  in  T. 

La  specie  maurus  (48)  e  secondo  E.  inidentiflcabile  con  nessuna 
attualmente  conosciuta  e  percio  abolita,  in  compenso  la  sottospecie 
di  essa  cristatus  viene  elevata  a  specie,  con  una  specie  minore  ag- 
giunta,  la  cristata  pullata  (Thomas  e  Wroughton  1909).  Del  sottog. 
di  T.  passa  solo  ancora  Germaini  (50).  In  compenso  vengono  aggre- 
gate tre  specie  nuove  create  dopo  il  1902,  con  una  specie  minore. 

pileatus  (51)  passa  a  Semnopithecus ;  holotephraeus  (49)  passa  a  Corypilhe- 
cus.  Le  specie  nuove  sono  :  ultima  (Elliot  1910) ;  margarita  (Elliot  1909)  cre- 
puscula  (Elliot  1909)  crepuscola  Wrouyhtoni  (Elliot  1909). 

II  sottogenere  Semnopithecus  di  T.  contiene  6  specie  viventi 
di  cui  quattro  passano  all'E.,  ed  un  sinonimo  e  elevato  a  specie. 
Semnopithecus  di  E.  accoglie  una  specie  nuova.  Dae  specie  di  T.  e 
cioe  nigripes  (58)  e  nemaeus  (59)  sono  assunte  dalPE.  al  nuovo  sot- 
tog.  Pygathrix. 

Le  specie  die  passano  invariate  sono:  entellus  (54);  schistaceus  (55); 
h.ypoleucus  (56);  priamus  (57);  il  sinonimo  (di  priamus)  elevato  a  specie  e  al- 
bipes.  La  specie  nuova  e  lania  (Elliot  1909). 

Riassumendo,  i  piu  forti  spostamenti  percio  riguardanti  Semno- 
pithecus  di  T.  consistono  in  una  inversione  del  numero  delle  specie 
attribuite  a  Corypithecus  e  Lophopithecus. 

Le  caratteristiche  dei  sottog.  di  Pygathrix  e  il  numero  delle  spe- 
cie da  ciascuno  contenute  sono : 
1.°  Gorypithecus. 
Pelo  scuro  o  argenteo,  talvolta  nero;  fronte  talvolta  nuda;  cre-i 
sta  a  punta  talvolta  pendente.  Numero  delle  specie  32. 
2 .°  Lophopithecus : 
Pelo  per  lo  piu  rosso  o  rossiccio:  cresta  prominente,  verticale 
4  specie. 

3.°  Presbypithecus: 
Peli  sulla  testa  a  cresta,  talvolta  irraggianti  da  un  punto  cen 
trale.  Pelo  bruno  o  nero.  5  specie. 
4.°  Trachypithecus : 
Baffi  lunghi:  pelo  nerastro  o  grigio  argenteo  —  8  specie. 
5.°  Semnopithecus:  Dimensioni  grandi :    cresta    piccola   o  as 
sente:  pelame  unito  o  variato  in  colore.  7  specie. 


-    121    - 

6.°   PygatlirLc:    Dimensioni    grandi :    membri    di    lunghezza 
presso  a  poco  uguali :  angolo  lacciale  di  50.°  2  specie. 

II  genere  Rhinopithecus  ha  3  specie  in  T.  E.  ne  aggiunge  una 
nuova. 

Le  specie  in  T.  sono :  roxellanae  (60);  Bieti  (61):  Brelichi  (62). 
La  nuova  (creata  dopo    il    1902)  e   avunculus  (Dollman   1912). 

II  genere  Nasalis  ha  una  sola  specie  il  larvatus  (63)  in  en: 
trambe  le  classificazioni. 

II  genere  Colobus  ha  in  T.  3  sottogeneri :  Procolobus,  Colobus, 
Guereza.  In  E.  ne  ha  4:  Procolobus,  Tropicolobus,  Piliocolobus,  Sta- 
chycolobus. 

Queste  divisioni  del  B,oc  neb  rune  (1887)  sono  pero  alquanto 
modificate  dall'E. 

II  sottog.  Procolobus  di  T.  perde  4  delle  sue  specie,  il  solo 
verus  (64)  passa  a  costituire  il  sottogeneri  di  E.  dello  stesso  nome. 

rufomitratus  (65);  Kirki  (66)  (Preussi  67)  passano  a  Tropicolobus; 
gordonorum  (68)  passa  a  Piliocolobus. 

II  sottog.  Colobus  del  T.  ha  6  specie  con  due  sottospecie  in 
una  di  esse.  Tre  specie  e  una  sottospecie  passano  a  Piliocolobus,  una 
sottospecie  di  T.  viene  posta  in  sinoniraia  di  un'  altra. 

Due  passano  a  Tropicolobus,  una  a  Stachy colobus  con  due  sino- 
nirai  elevati  a  specie. 

ferrugineus  (69)  Pennanli  (70)  fuliginosus  (71;  con  la  sottospecie  rufo- 
niger  elevata  a  specie,  passano  a  Piliocolobus  [la  sottospecie  di  fuliginosus, 
rufofuliginosus  e  dichiarata  sinonimo  di  ferrugineus]. 

II  sinonimo  di  Pennanti,  Bouvieri,  il  sinonimo  di  fuliginosus,  Temminchi 
invece  elevati  a  specie.  Tholloni  (72)  Foai  (73)  passano  a  Tropicolobus ;  sata- 
nas  (74)  passa  a  Stachy  colobus. 

II  sottog.  Guereza  in  T.  ha  9  specie  con  4  sottospecie  in  una 
di  esse.  Passano  tutte,  meno  una,  nel  genere  Stachy  colobus.  Due 
sottospecie  vengono  poi  rifuse  in  una  sola. 

Le  specie  del  sottog.  sono: 

polycomus  (75)  vellerosus  (77)  ruicenzori  (78)  a?igolensis  (79)  palliatus 
(80)  Sharpei  (81)  abyssinicus  (82 )  gallarum  (83).  Le  sottospecie  di  questa  oc- 
cidentalis  e  Matschiei  rinnite  in  una  sola  col  primo  nome.  Le  due,  caudatus 
e  poliurus  elevate  a  specie.  La  specie  ur sinus  (76)  passa  in  sinonimia  di  po- 
liurus. 

Al  genere  Tropicolobus  sono  aggregate  5  specie  nuove  (create  dopo  il  1902) 
e  cioe  tep/wosceles  (Elliot  1907)  nigrimanus  (Trouessart)  1906)  Ellioli  (Doll- 
man  1909)  Graueri  (Dollman  1909)  Oustaleti  (Trouessart  1906). 


-   122   - 

Le  caratteristiche  dei  sottogeneri  di  Colobus  e  il  numero  delle 
specie  in  ciascimo  contenute  sono: 

Procolobus.  Testa  con  cresta.  1  specie. 

Piliocolobus.  Orecchie  non  fornite  di  ciuffo;  parti  superiori  e 
gambe  talvolta  nere.  5  specie. 

Stachy  colobus.  Parti  superiori  e  gambe  sempre  nere.  12  specie. 

Tropicolobus.  Orecchi  con  ciuff'o ;  parti  superiori  e  gambe  non 
nere.  12  specie. 

11  genere  Simias,  ammesso  dall'E.,  fu  fondato  dal  Miller  nel 
1903  con  una  specie  concolor. 

Passando  alia  sottofamiglia  delie  Cercopithecinae  ii  priino  ge- 
nere die  s'  incontra  e  Cercopithecus. 

Esso  abbraccia  7  sottogeneri : 

Rhinostictus,  Cercopithecus,  Erythrocebus,  Mona,  Othopithecus,  Po- 
gonocebus,  Miopithecus. 

Ii  gen.    corrispondente    dell'  E.    Lasiopyga    ha    8   sottogeneri : 

Allochrocebus  —  Rhinostictus  —  Melanocebus  —  Neocebus-Chlo- 
rocebus  —  Mona  —  Insignicebus  —  Pogonocebus. 

Tre  soli  di  essi  sono  eguali  nel  nome  a  queili  di  T. 

II  sottog.  Rhinostictus  ha  in  T.  9  specie  ed  una  sottospecie.  5 
di  esse  e  la  sottospecie  passano  in  Rhin  :  di  E.,  due  in  Neocebus ; 
due  in  Melanocebus. 

Passano  a  Rhinostictus  di  E.:  petaurista  (84)  con  la  sottospecie  fantiensis 
elevata  a  specie,  erythrogaster  (85)  Bultikoferi  (86)  signatus  (87)  ascanias  (88) 
ed  il  suo  sinonirao  Schmidti.  A  Neocebus:  er ithrotis  (89)  e  ceph us  (90).  A  Mela- 
nocebus: nictitans  (91)  e  Martini  (92;. 

II  sottog.  Cercopithecus  ha  12  specie  e  due  sottospecie. 

Le  specie  passano  tutte  in  Chlorocebus,  ad  eccezione  di  sabaeus 
(Linneo)  che  e  abolito  (affermando  l'E.  che  Linneo  coniondeva  in 
esso  due  specie  insieme. 

Inoltre  Ellenbecki  e  assorbito  da  Hilgerti  e  Lalandei  da  py- 
gerithrus. 

E  elevata  a  specie  in  compenso  la  sottospecie  griseoviridis  di 
sabaeus  e  una  nuova  sottospecie  di  pygerithrus,  callida  (Hollister 
1912). 

Le  specie  di  Cercopithecus  sono :  cynosurus  (93;  sabaeus  (94)  callithrichus 
(95)  Werneri  (96)  tantalus  (97)  %>ygerithrus  (98)  Lalandei  (99)  rufoviridis  (100) 
Hilgerti  (101)  Elleri&ecM  (102)  Matschiei  (103)  djamdjamensis  (104). 


-   123  - 

II  sottog.  Erythrocebus  ha  due  specie  con  sinonimi. 

E.  assume  le  due  specie  ed  un  sinonimo  a  specie  di  un  nuovo 
genere  dello  stesso  nome,  cui  sono  attribuite  anche  8  specie  nuove 
e  una  vecchia  specie  di  Reichenbach  circumcinctiis.  Le  specie 
dunque  del  genere  sono  12. 

Le  due  specie  sono :  patas  (105)  e  pyrrhonotus  (106),  il  sinonimo  e  poliophaeus. 
Le  specie  nuove  sono:  formosus  (Elliot  1909)  Whitei  (Hollister  1910)  Kerstingi 
(Matschie  1905)  Zechi  (Matschio  1905)  Langeldi  (Matschie  1905)  albigenis  (Elliot 
1909)  sannio  (Thomas  1906)  Baumstarki  (Matschie  1905). 

II  sottog.  Mono,  comprende  in  T.  16  specie,  una  sottospecie  e 
numerosi  sinonimi.  Esse  sono  distribute  in  ben  5  sottogeneri  del- 
1' E.  (essendo  al  solito  elevata  a  specie  la  sottospecie)  e  cioe  2  in 
Mona,  8  in  Insignicebus,  4  in  Melanocebus,  1  in  Chlorocebus,  1  in 
Allochrocebus.  Una  specie  e  abolita. 

Le  specie  che  passano  in  Mono,  sono:  mona  (107)  e  Campbelli  (117):  In  In- 
signicebus: albigularis  (108)  colla  sottospecie  Preussi,  albitorquatus  (109),  Kolbi 
(110),  francesae  (114)  moloney  (115),  samango  (118)  che  passa  pero  fuso  con  la- 
bilities sotto  questo  nome,  e  Stairsi  (120).  In  Melanocebus:  Bourtolini  (111) 
opisthosticlus  (119)  leucampyx  (121)  Stuhlmanni  (122). 

In  Chlorocebus:  centralis  (113).  In  Allochrocebus:  L'hoesti  (116).  La  spe- 
cie omensis  (112)  e  abolita. 

II  sottog.  Othopitecus  ha  due  specie:  pogonias  (123)  e  Wolfi  (124 
che  passano  in  Mona  di  E.  con  nigripes  e  Grayi  (sottospecie  di 
pogonias  il  primo,  sinonimo  della  sottospecie  Erxlebeni  il  secondo) 
ed  una  vecchia  specie  di  Gray  Burnetti  (1842)  non  citata  da  T. 

II  sottog.  Pogonocebus  ha  4  specie:  neglectus  (125)  diana  (126) 
ignitus  (127)  roloway  (128).  L'  ignitus  rimane  assorbito  in  diana 
secondo  l'E. 

Un  sinonimo,  brazzae,  e  elevato  a  specie. 

Un'altra  vecchia  specie  di  Ogilby  (1842)  Temmincki,  non  con- 
siderato  da  T.  e  data  per  dubbia,  non  essendovi  piu  il  tipo  a  Leyde. 

Un  altro  sinonimo,  pluto  e  elevato  a  specie  e  posto  pero  in 
Melanocebus. 

II  sottog.  Miopithecus  ha  in  T.  una  sola  specie  talapoin  (129). 
II  sottogenere  diviene  genere  distinto  a  se  in  E.  e  alia  specie  an- 
zidetta  e  aggiunta  una  specie  nuova :  Ansorgei  (Pocock  1907). 

Ma  esistono  ancora  nei  sottog.  di  Lasiopyga  numerose  altrc  specie  nuove 
iche    enumeriamo  al  posto  coiTispondente, 


-   124   - 

1.  In  Rhinostictus  e  aggregate  ad  ascanias  una  specie  rainore  Whilesidei 

(Thomas,  1907).  ■  xxt        . 

2  In  Melanocebus  vengono  poste:  aurora  (Thomas  e  \\roughton,  1910, 
Neumanni  (Matschie,  1905);  Doggetti  (Pocock,  1907);  princeps :  (Elliot,  1907), 
Carruiherii  (Pocock,  1907);  «<&**»»  (Elliot,  1907);  nyhflfWU*  (Pocock,  1900, 
A  nfctfmt,  viene  aggiunta  una  specie  minorc  Laglaizi  (Pocock,  1907;. 

3.  In  MoceftiM  sono  poste:  cephodes  (Pocock,  1907),  inobservata  (Elliot, 
1910),  e  Sclateri  (Pocock,  1907). 

4  In  Chlorocebus  sono  poste:  3  specie  minor!  aggregate  a  taratatas  e  cioe 
Budgetti  (Pocock,  1907  ,  griseosticta  (Elliot,  1909);  A ta^rt  (Pocock  1909] >;  3 
specfe  minori  aggregate  a  c«M*  e  cioe  *M*  (Pocock  1907);  Johns  out 
Pocock,  1907;;  Zwfea  (Elliot,  1912),  quindi  rubella  (Elliot,  1909),  silacea  (Elliot, 
1909)  niqriviridis  (Pocock,  1907). 

5.'  In  Mono,  sono  poste  Denti  (Thomas,  1907)  una  specie  minore  aggregata 
a  Gram,  pallida  (Elliot,  1909  ,  e  petronellae  (Bultikofer,  1911). 

6-  In  Insignicebus  sono  poste:  una  specie  minore  di  Stairsi:  mossambicus 
(Pocock  1907),  due  specie  minori  di  Kolbi,  e  cioe  nubila  (Dollman,  1910)  e 
Hindei  (Pocock,  1907);  3  specie  minori  di  albigularis,  e  c\oe:  beirensis  (Pocock, 
1907);  hibonolensis  (Lonnherg),  rufilata  (Pocock,  1907  ;  una  specie  minore  di 
Preussi,  insularis  (Thomas,  1910):  quindi  Thomasi  (Matschie,  1.905,  Kandti 
(Matschie.  1905),  insignis  (Elliot,  1909),  rufitincta,  Pocock,  1907 \ 

7.  In  Allochrocebus  e  posta:  insolita  (Elliot,  1909). 

Le  camttei-istiche  degli  8  sottogeneri  di  Lasiopyga  e  il  numero 
delle  specie  in  ciascuno  contenute  sono  : 

Allochrocebus.  Colore  generale  vario;  dimensioni  piccole.  2  specie. 

Bhinostictus.  Colore  generale  nero  e  giallo  screziato.  8  specie. 

Melanocebus.  Braccia,  mani  e  piedi  neri;  parti  inferior!  del  corpo 
completamente  nere  o  grigie.  15  specie. 

Keocebus.  Coda  rossa  o  in  gran  parte  rossa;  macchia  del  naso 
abitualmente  presente.  5  specie. 

Chlorocebus.  Colore  generale  con  una  sfiunatura  verdiccia:  co- 
lore dei  peli  misto    di   grigio,    nero  e  olivastro,    ovvero    giallo.    21 

specie. 

Mona.  Orecchie  con  cinffl  di  color  bianco  o  crema,  fascia  soprac- 
Cigliave  abitualmente  estesa  fino  in  alto  sul  capo  o  all'indietro  alle 
o-vechie,  talvolta  entrambe  le  cose;  striscio  sulla  testa  presenti  in 
silcune  specie.  Peli  del  corpo  screziati  in  varii  luoghi  a  colon   ditfi 

renti.  10  specie. 

Imignicebus.  Collate  bianco  intorno  al  collo    talvulta    presente. 

19  specie. 

Pogonocebus.  Pelame  a  colon  brillanti :  nna  stnscia  bianca  € 
marrone  (lall'origine  della  coda  attuaverso  la  garaba.  5  specie. 


-   125   - 

Di  una  specie  nuova  creata  dal  Pocock  nel  1907:  Cercopithecus 
Hamlini,  l'Elliot  crea  un  nuovo  genere  Rhinostigma  colla  sola  spe- 
cie suddetta. 

La  sua  caratteristica  e : 

Una  linea  bianca  dalla  fronte  alia  bocca  per  il  naso  e  il  lab- 
bro  superiore.  Contorno  della  faccia  ovale,  simile  a  quello  del  gufo. 
Ultimo  molare  inferiore  con  una  quinta  cuspide. 

Linea  facciale  del  cranio  concava. 

II  genere  Cercocebus  ha  in  T.  due  sot  tog.  Cercocebus  e  Leptoce- 
bus.  E.  divide  invece  in  Cercocebus  e  Lophocebus. 

II  sottog.  Cercocebus  di  T.  contiene  5  specie. 

Passano  al  sottog.  di  E.:  fuliginosus  (130)  con  il  norae  di  ae- 
thiops  (Schveber) :  collar  is  (131)  con  il  nome  torquatus  (Kerr):  aethiops 
(132)  sotto  il  sinonimo  lunulatas :  chrysogaster  (133)  identicamente: 
Hagenbecki  (134)  identicamente. 

II  sottogenere  Leptocebus  ha  quattro  specie,  una  di  cui  ha  tre 
sottospecie. 

Galeritus  (135)  e  agilis  (136)  passano  in  Cercocebus  di  E. 

Albigena  (138)  con  due  specie  minor],  Johnstoni  ed  aterrima  (en- 
trambe  sottosp.  di  T.)  ed  una  specie  nuova  Zenckeri  (Schwarz,  1910) 
passano  in  Lophocebus,  che  ha  percio  4  specie,  men  tre  Cercocebus 
di  E.  viene  a  averne  7.  Congicus  (137)  e  abolito,  passando  in  sino- 
nimi  di  oterrima. 

II  genere  Cynomolgus  comprende  6  specie  con  numerosi  sino- 
nimi :  passano  tutte  nel  genere  Pithecus  dell'E.  ma  in  diversi  sot- 
togeneri,  2  in  Zati,  3  con  due  sinonimi  in  Macacus,  ed  1  in  Neo- 
cebus. 

Sinicus  (139)  e  pileatus  (140)  in  Zati,  che  e  composto  di  queste  due  sole 
specie;  due  sinonimi  elevati  di  grado  irus  (F.  Cuvier,  1818)  e  philippinensis, 
fascicularis  (141),  umbrosus  (142)  e  pumilus  (144)  in  Macacus  ;  fuscus  (143) 
in  Neocebus. 

II  genere  Theropithecus  colle  due  specie  gelada  (145)  e  obscurus 
(146)  e  identicamente  conservato  in  E. 

II  genere  Vetulus  di  T.  colla  sola  specie  silenus  (147)  diviene  il 
sottog.  Vetulus  di  Pithecus  in  E.  e  la  specie  prende  il  nome  di  al- 
bibarbatus  (Kerr). 


-    126   - 

II  genere  Macacus  di  T.  comprende  4  sottog.  Nemestrinus,  Inuus, 
Macacus,  Cynopithecus. 

1°  Nemestrinus  contiene  2  specie  che  passano  a  Nemestrinus 
di  E. 

E  cioe  nemestrinus  (148)  o  leoninus  (149)  che  passa  sotto  il  sinonimo  an- 
damanensis. 

2°  Inuus  contiene  la  sola  specie  vivente  Inuus  (150)  che  in  E. 
e  assunta  a  un  genere  a  se :  Simla  (Linneo)  colla  sola  specie 
sylvanus. 

3°  Macacus  ha  11  specie  : 

Tre  passano  a  Nemestrinus,  6  a  Inuus,  1  al  genere  Papio,  1 
e  abolita.  Due  sottospecie  sono  elevate  a  specie  e  vanno  in  Inuus. 
1  sottospecie  elevata  di  grado  passa  ancora  a  Nemestrinus. 

Passano  a  Nemestrinus :  rhesus  (157)  assamensis  (158)  colla  sua  sottospe- 
cie villosus,  cyclopis  (165).  A  Inuus  :  vestilus  (159);  {arctoides  (160)  e  abolito 
perche  fatto  sinonimo  di  speciosus  (163))  la  sottosp.  thibetanus  elevata  a  spe- 
cie, rufescens  (161)  lasiolis  (162),  il  sinonimo  di  speciosus,  f -meatus,  speciosus 
stesso  (163)  S.  Johannis  (166)  Harmaadi  (167).  Johoensis  (164)  passa  addirit- 
tura  al  gen.  Papio  (sottog.  Choiropithecus). 

II  sottogenere  Cynopithecus  ha  in  T.  due  sole  specie  e  ben  10 
sottosp.  La  specie  Niger  (168)  e  posta  in  tin  genere  indipendente 
da  E.  Tre  sottospecie  sono  elevate  a  specie  e  attribuite  ad  un  nuo- 
vo  genere  Magus. 

Le  tre  sottospecie  sono:  ochreatus,  maurus  e  tonkeanus. 

Numorose  specie  nuove  vengono  dall'E.  distribuite  nei  diversi  sottogeneri- 
di  Pithecus  e  cioe : 

1°  In  Inuus  :  payensis  (Miller  1903). 

2°  In  Nemestrinus  :  littoralis  (Elliot  1909),  adustus  (Miller  1906),  instda- 
nus  (Miller  1906),  brevicaudus  (Elliot  1909). 

3°  In  Neocebus  :  resin,  us  (Thomas    e    Wroughton    1905)    validus   (Elliot 

1909)  alacer  (Elliot  1909)  harimoni  (Elliot  1909). 

4°  In  Macacus:  mordax  (Thomas  e  Wroughton  1909)  mandibularis  (Elliot 

1910)  capitalis  (Elliot  1910)  laetus  (Elliot  1909)  lingungensis  (Elliot  1910)  lau- 
tensis  (Elliot  1910)  sirhassensis  (Elliot  1910)  vitiis  (Elliot  1910)  carimaiae  (El- 
liot 1910;  baweanus  (Elliot  1910)  cupidus  (Elliot  1910)  agnatus  (Elliot  1910) 
phaeurus  (Miller  1903J  lapsus  (Elliot  1910)  lingae  (Elliot  1910)  impudens  (El- 
liot 1910)  bintangensis  (Elliot  1909)  Dollmani  (Elliot  1909). 

Una  specie  minore  di  philippinensis  —  apoensis  —  (Mearns  1905)  in  fine 
Cagayanus  (Mearns  1905)  siduensis  ('Mearns  1905). 


-   127  - 

Le  caratteristiche  dei  6  sottogeneri  di  Pithecus  e  il  numero 
delle  specie  in  ciascuno  contenute  sono: 

Inuns  Coda  corta  spessa ;  peli  piuttosto  lunghi  9.  specie. 

Nemestrinus.  Coda  ne  sotto  ne  sopra  12  pollici  10.  specie. 

Vetulus.  Coda  12  pollici,  ma  non  lunga  quanto  la  testa  e  il 
corpo. 

Zati.  Peli  sul  vertice  irraggianti  da  un  punto  nel  centro.  2 
specie. 

Neocebus.  Peli  sulla  testa  non  irraggianti  da  un  punto  centrale. 
5  specie. 

Macacus.  Coda  uguale  o  raaggiore  alia  lunghezza  di  testa  e 
corpo.  26  specie. 

II  genere  Papio  ha  in  T.  4  sottog.  : 

Papio,  Choir opithecus,  Hamadryas,  Maimon. 

II  sottog.  Papio  ha  una  sola  specie  vivente  con  parecchi  sino- 
nimi:  cynocephalus  (177)  che  passa  al  sottog.  Papio  di  E.  ;  il  sino- 
nimo  ibeanus,  elevato  di  grado,  passa  al  sottog.  Choir  opithecus. 

II  sg.  Choir  opithecus  ha  in  T.  cinque  specie  con  4  sottospecie, 
3  specie  sono  abolite  da  E.  2  passano  a  Choir  opithecus  con  due 
sottospecie  elevate  a  specie.  Due  altre  sottospecie  elevate  a  specie 
passano  al  sg.  Papio. 

Sphinx  (174)  diviene  la  specie  papio  ed  insiemo  alle  sottospecie  elevate  di 
grado  Heuglini  e  doguera  ed  a  porcarius  (178)  passa  a  Choir  opithecus. 

Olivaceus  (175)  e  Lyddekeri  (ill)  sono  aboliti  passando  in  sinonimia  ri- 
spettivamente  di  papio  suddetto  e  di  cynocephalus.  Anubis  (176)  e  abolito, 
perche  la  scimraia  descritta  da  F.  Cuvier  non  e  stata  identificatn  con  nessnna 
specie  conosciuta.  Le  sotiospecie  pruinosus  e  Neumanni  elevate  di  grado  pas- 
sano a  Papio. 

II  sottogenere  Hamadryas  ha  in  T.  due  specie,  hamadryas  (180;  e  arabi- 
cus  (181)  che  passano  in  E.  tali  quali. 

11  sottog.  Maimon  ha  in  T.  due  specie:  maimon  (182)  che  carabia  il  suo 
norae  in  sphinx,  e  lev.copha.eus  (183)  cho  resta  inalterato. 

E.  aggiunge  alcune  specie  nuove  che  si  distribuiscono  cosi . 

In  Choiropithecus  :  Nigeriae  (Elliot  (1909),  tessellatum  (Elliot  1909),  furax 
(Elliot  1907). 

In  Papio:  strepitus  (Elliot  1907). 

In  Hamadryas :  Brockmanni  (Elliot  1909). 

In  Mormon:  planirostris  (Elliot  1909). 

Le  caratteristiche  dei  sottogeneri  di  Papio  e  il  numero  delle 
specie  in  ciascuno  contenute  sono  : 


-   128  - 

Choir opitheeus.  Dimensioni  grandi:  colori  scuri:  criniera  assente: 
coda  non  a  ciuffo.  9.  specie. 

Papio.  Dimensioni  grandi,  giubba  assente:  coda  non  a  ciuffo, 
4  specie. 

Hamadryas.  Spalle  e  dorso  coperti  da  una  criniera  lunga 
sciolta,  pesante.  Coda  a  ciuffo.  Orecchie  nude.  3  specie. 

Mormon.  Cercini  ossei  sul  rostro :  faccia  fortemente  colorafcn. 
3  specie. 

Spiegazione  delle  tavole  IV    VI. 

Tav.  IV.  —  Estensione  geograflca  dei  diversi  generi  di  catarrine  africane,  secondo  1' Elliot. 
Tav.  V.  —  Idem  per  le  catarrine  asiatiche. 

Tav.  VI.  —  1)  Estensione  geografica  dei  diversi  sottog.  di  Lasigopyga. 
»  —  2)  Idem  per  Pithecut. 


Cosimo  Ghekukini,  Amministratore-responsabile. 

Firenze,  1917.  —  Tip.  L.  Niecolai,  Via  Faenza,  52. 


Monitors  Zoologico  Italiano  -   Anno  XXVIII. 


PAPIO 

THEROPITHECUS 

SIMIA 

^_+_  _<-    CERC0C6BU5 
□  RHIMOSTIGMA 

O.OOOOOO     IASIOPYGA 

_^_  _,.  _    MIOPITHE.CUS 
_c_o—    ERYTHROCCBUS 
^.     „_o    C0L0BU5 


Fig.  1. 


T.-iv.  1V-V. 


+  +++  PYGATHR1X 

oooooo  RHINOPlTHtCUS 

D  SIMIA5 

.^_+_  CMA5ALIS 


Fig.  2, 


Monitore  Zoologico  Italiano  —  Anno  XXVIII. 


Tav.  VJ. 


ALL0CHR0CE6OS 

RHINOSTICTUS 

MELANOCEBOS 

NEOCE.BUS 

CHLOROCEBUS 

NONA 

INSIGNUTEBOS 

POG01MOCEBU5 


Fiar.  3. 


Fig.  4. 


Italiano 


(Pubhlicazioni  Italiane  tii  Zoologia,  Anatomia,  Embriologia) 

Orgatio  ufficiale  della  Unione  Zoologica  Italiana 

UIUKTTO 

dai   DOTTORI 
6IDLI0  GHIAROGI  EUGENIO  FIGALBI 

Prof,  di    Anatomia  uruana  Prof.  <l:   Anatomia  comp.  e  Zoologia 

nel  H.  Istituto  di  Stndi  Super,  in  Firenze  iiolla  R.  Uiiiversita  di  Piaa 

Ufficio  di  Direzione  ed  Ainmiuistrazione:   Ixtiluto  Atiaf.omico,   Firenze. 

12  numeri  all'anno  —  Abbuonamento  annuo  L.   15. 


XXVIII  Anno  Firenze  -  1917  N.  9. 


Comunicazioni  originau:  Galaii-iWcsella  R.,  Su  alcnni  casi  di  rigenorazione 
oculare  multipla  osservati  neW'Heliv  mazzulli.  (Con  tav.  VII).  —  Cutore  G., 
Rara  disposizione  di  un  terzo  raolare  e  di  un  raolare  suppleraentare  infe- 
riori  nelfuomo.  (Con  tav.  VIII;.  —  Pag.  129-142. 

Unione  Zoologica  Italiana:  Nomenclatura  zoologica.  —  Pag.  143-148. 


Avvertenza 

Delle  Comunicazioni   Original]   che   si   pubblicano    nel   Monilore 
Zoologico  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 


COMUNICAZIONI    ORIGINALI 


dall'istituto  di  anatomia  comparata  e  zoologia 
della  r.  universita  di  palermo 


Su  alcuni  casi  di  rlgenerazione  oculare  multipia 
osservati  neli'  Helix   mazzulli 

del  dott.  ROSARIO  GALATI-MOSELLA  —  assistente 


(Con  tav.  VII;. 


E  vietata  la  riproduzione. 


E  noto  che  tagliando  ad  una  lumaca  uno  dei  tentacoli  oculari, 
l'aniuiale  dopo  un  certo  tempo,  variabile  a  seconda  della  specie,  ha 
ll  potere  di  rigenerarne  uno  nuovo  ii   quale,    per    quanto    piii   pic- 


-    130   - 

colo,  ha  proprio  tutte  le  parti  che  si  possono  notare  nel  tentacolo 
normale  ;  cosi  in  esso  si  ritrovera  non  soltanto  I'occhio,  ma  il  gan- 
glio  tenfcacolare,  l'epitelio  olfattivo  a  cellule  alte  del  bottoncino  api- 
cale  e  cosi  di  seguito. 

La  rigenerazione  dell'occhio  e  stata  studiata  da  diversi  autori ; 
ed  io  stesso  me  ne  sono  occupato  prendendo  in  considerazione  par- 
ticolare  lo  sviluppo  della  lente.  Ho  notato  allora  (*)  che  la  rigene- 
razione deirocchio  si  verifica  dopo  un  tempo  non  molto  lungo  spe- 
cialmente  nell'  Helix  vermiculata  nella  quale  dopo  30-35  giorni  si 
pub  ottenere  un  occhio  quasi  del  tutco  completo  nelle  sue  parti ; 
al  contrario  ho  visto  che  neW'Helix  mazzulli  la  rigenerazione  non 
soltanto  s'inizia  molto  tardi,  ma  che  per  avere  un  occhio  comple- 
tamente  rigenerato  bisogna  aspettare  talvolta  an  che  3  mesi  o  piu. 

Ora,  scopo  della  presente  brevissima  nota  e  quello  di  far  cono- 
scere  alcuni  fatti  speciali  di  rigenerazione  oculare  multipla  riscon- 
trati  procisamente  neW'Helix  mazzulli  e  che  potrebbero  presentare 
altresi  qualche  interesse  d'oidine  generate. 

Questi  casi  speciali  sono  rappresentati  o  dalla  rigenerazione  di 
un  occhio  doppio  o  dalla  rigenerazione  di  due  occhi  ben  distinti 
anziche  di  uno  nello  stesso  tentacolo. 

La  neoformazione  di  due  occhi  nello  stesso  tentacolo  e  stata 
osservata  gia  dal  Techow  (2)  neW'Helix  orbustorum;  l'Aut.  pero, 
a  dir  la  verita,  non  ha  dato  a  questo  fenomeno  tutta  l'importanza 
che  forse  avrebbe  meritato.  Egli  si  e  limitato  a  farci  conoscere  che 
i  due  occhi  sviluppatisi  l'uno  indipendentemente  dall'altro,  acqui- 
stano  le  stesse  dimensioni ;  ad  ognuno  corrisponde  una  piegatura 
dell'epitelio  come  si  pub  vedere  nella  fig.  1. 

Ora  neW'Helix  mazzulli,  come  si  pub  dedurre  dalle  mie  osser- 
vazioni,  questo  fenomeno  della  rigenerazione  dei  due  occhi  appare 
essere  molto  frequente  se  non  costante;  come  altrettanto  irequente 
e  l'altro  della  rigenerazione  di  un  occhio  doppio,  il  quale  si  pub 
considerare  in  qualche  modo  come  un  caso  parcicolare  del  primo. 

Nel  marzo  decorso  ho  asportato  ad  alcuni  individui  della  sud- 
detta  specie  l'estremita  a  bottoncino  del  tentacolo  oculare  di  de- 
stra,  estremita  che,  com'  e  noto,  contiene  degli  organi  interessanti 
come  I'occhio,  il  ganglio  olfattivo-ottico,  l'epitelio  olfattivo-tattile. 
Orbene,  in  un  giorno  d'intensa  pioggia  del  mese  di  ottobre  gli  ani- 


0)  R.  Gal  a  t  i-Moaull  a.  —  O.saervaziono  sullo  sviluppo  e  sulla  struttura  della  lente  dell'occhio 
di  alcuni  Gastcropodi  puhnonati.  —  Monit.  Zool.  Hal.  Anno  XXVI,  N.  4. 

(8)  G.  Techow.  —  Zur  Regeneration  dee  Weichkorpers  bei  den  Gastiopoden.  —  Arch.f.  Entw.- 
merit,  for  Orgcmtnmn  (Houx),  Jul.  :<l.  J'Jli. 


r-    131    - 

maletti,  ohe  opportunamente  avevo  collocati  in  un  ampio  recipieute 
di  vetro,  si  decisero  ad  uscire  dal  letago  estivo  off'rendomi  in  tal 
mode  l'aspettata  occasione  di  osservare  quello  che  fosse  successo 
nei  fcentacoli  rautilati. 

Ed  allora  ho  potuto  constatare  che  essi  tutti  avevano  rigene- 
rato  la  parte  perduta  con  l'operazione,  di  aspetto  quasi  completa- 
mente  simile  alia  normale,  ma  di  minori  dimensioni.  Inoltre  ho  no- 
tato  che  nei  tentacoli  rigenerati  o  s'erano  formati  due  occhi  ben 
distinti  o  un  solo  occhio  il  cui  volume  era  sempre  maggiore  di 
quello  di  ciascuno  di  quei  due. 

La  ricerca  microscopica  ha  confermato  naturalmente  l'osserva- 
zione  fatta  ad  occhio  nudo ;  mi  ha  permesso  pero  di  constatare  che 
nei  casi  in  cui  semforava  di  essersi  rigenerato  un  solo  e  grande  oc- 
chio esso  in  realta  era  sempre  un  occhio  doppio. 


Si  sa,  intanto,  che  in  questi  Molluschi,  sia  nei  caso  dello  svi- 
luppo  normale  come  in  quello  della  rigenerazione,  l'occhio  si  abbozza 
come  un'invaginazione  dell'epitelio  tentacolare  dal  quale  piu  tardi 
si  separa  sotto  forma  di  vescicola. 

Ed  allora  possiamo  dire  che  lo  sviluppo  di  due  occhi  ben  di- 
stinti e  dovuto  alia  formazione  di  due  di  tali  invaginazioni  dell'epi- 
telio;  quando  le  due  invaginazioni  s' iniziano  contemporaneamente 
o  quasi  e  a  una  certa  distanza  fra  loro,  si  avra  come  risultato  la 
formazione  di  due  occhi  non  soltanto  ben  distinti  ma  anche  molto 
simili  fra  loro.  Questo  caso  corrispondente  a  quello  osservato  dal 
Tec  how  (fig.  1).  Quando  invece  le  due  invaginazioni  si  originano 
l'una  dopo  l'altra,  allora,  in  un  dato  mo  men  to,  si  potranno  osser- 
vare due  occhi  vicini  fra  loro  ma  non  nello  stesso  stadio  di  sviluppo. 
Con  altre  parole  dopo  avvenuta  la  formazione  di  una  prima  vesci- 
cola oculare  s'iniziera  queli'invaginazione  dell'epitelio  dalla  quale 
trova  la  sua  origine  il  secondo  occhio:  quest' ultimo  percio  si  tro- 
vera  in  seguito  collocato  piu  in  vicinanza  dell'epitelio  tentacolare 
medesimo. 

Nella  fig.  2  e  rappresentato  un  tale  caso.  Si  sono  formati  due 
occhi  posti  1'uno  vicino  all'altro;  mentre  pero  quello  posto  piu  pro- 
fondamente  e  un  po'  piu  grande  (a  sinistra  della  figura)  si  presenta 
completo  in  tutte  le  sue  parti,  essendo  provvisto  ad  es.  di  una 
lente  perfettamente  sviluppata,  l'altro,  di  volume  un  po'  minore,  e 
posto  piu  all'esterno,  piu  vicino  quindi  all'epitelio  del  tentacolo,  non 
appare  egualmente  bene  sviluppato ;  in  esso  non  si  e    formata  an- 


-    132   - 

cora  una  lente,  ma  si  accenna  soltanto  Y  inizio  della  secrezione  da 
parte  delle  cellule  retiniche  pigmentate  che,  come  dissi  altra  volta, 
rappresenta  il  primo  stadio  di  formazione  della  lente   medesima. 

Nella  fig.  3  invece  si  possono  osservare  i  due  occhi  che  si  sono 
formati  in  un  tentacolo  rigenerato  di  Helix  mazzulli  ma  che  ap- 
paiono  entrambi  provvisti  di  tutte  le  loro  parti.  Si  noti  pero  sem- 
pre  la  circostanza  che  1'occhio  posto  piu  vicino  all'epitelio  esterno 
del  tentacolo  (a  destra  della  figura)  ha  un  volume  un  po'  minore 
del  suo  vicino. 

Inline  pud  darsi  il  caso  che  le  due  invaginazioni  epiteliali  dalle 
quali  si  dovrebbero  sviluppare  due  occhi  distinti  e  separati  si  ab- 
bozzino  non  soltanto  contemporaneamente  o  press'  a  poco,  ma  an- 
che  fra  di  loro  tanto  vicine  da  essere  addirittura  Tuna  la  continua- 
zione  dell'altra;  questa  circostanza  potrebbe  avere  in  seguito  come 
conseguenza  l'osservata  formazione  di  un  occhio  doppio.  Se  osser- 
viamo  microscopicamente  uno  di  tali  occhi  (fig.  4)  possiamo  con- 
statare  che  esso  e  provvisto  di  due  strati  retinici  ben  distinti  fra 
loro  e  quindi  anche  di  un  apparato  rifrangente  doppio  formato  prin- 
cipalmente  di  due  lenti  ellissoidali.  Esiste  pero  una  sola  cornea  co- 
stituita  da  cellule  alte  sprovviste  di  pigmento,  dalla  cui  porzione 
mediana  superiore  sembra  partirsi  una  proliferazione  cellulare  che 
s'insinua  fra  le  due  retine.  Quest'ultimo  fatto  puo  esser  dovuto 
alia  tendenza  da  parte  delle  due  invaginazioni  oculari  iniziali  a 
chiudersi  in  vescicola  ognuna  per  conto  proprio;  il  che  avrebbe 
come  conseguenza,  dopo  il  distacco  delle  due  invaginazioni  dell'epi- 
telio  tentacolare,  la  fusione  in  una  massa  cellulare  unica  delle  loro 
due  pareti  superiori  vicine;  al  di  sopra  di  questa  massa  cellulare 
passera  in  seguito  la  cornea  (*). 

La  rigenerazione  di  due  occhi  invece  di  uno  o  di  un  occhio 
doppio  che,  guardata  da  un  certo  punto  di  vista,  potrebb'essere 
considerata  come  un  caso  di  anomala  rigenerazione,  potrebbe  d'al- 
tra  parte  significare,  evoluzionisticamenfee  parlando,  la  tendenza 
dall'organo  visivo  rigenerato  a  presentarsi  con  caratteri  primitivi, 
atavici ;  ma  a  me  sembra  piii  plausibile  di  considerarla  come  l'e- 
spressione  della  tendenza  alia  realizzaziane  da  parte  dell'occhio  di 
un  piano  di  struttura  che  trova  la  sua  completa  affermazione  nel- 
1'occhio  doppio ;  e  forse  nello  stesso  modo  potrebbero  spiegarsi  i 
non  pochi  casi  normali  di  doppia  retina  descritti    da   alcuni  autori 


(')  Si  noti  inoltre  elifi  il  volume  di  quest'  occhio  doppio  6  press'  a   poco  doppio  di  quello    di  uno 
dei  due'  ocfclii  dell*  fi%.  :i  :  ci6  potrl  facilm»nt<»  deilniii  d»l  ruppvtU)   frl  i  loro  dn»  di»m»iii. 


-   133   - 

in  molti  Molluschi  delle  varie  classi  ;  cosi  il  bell'eserapio  di  retina 
doppia  degli  Eteropodi,  come  nella  Pterotrachea,  dei  Lamellibranchi 
come  nel  Pecten  jacobaeus.  E  fra  i  Gasteropodi  pulmonati  questa 
tendenza  alia  formazione  di  un  occhio  doppio  non  ci  6  forse  mera- 
vigliosamente  rivelata  dalla  struttura  doll'occhio  di  Limax  maxi- 
mics?  I  lavori  di  molti  naturalisti,  come  quelli  dell'Hen  china  nn  (') 
e  dell'Hesse  (2)  hanno  dimostrato  che  l'occhio  dal  Limax  maxim  us 
e  provvisto  di  una  cornea,  di  una  lente,  ma  di  uno  strato  retinico 
sensibile  doppio,  poiche  accanto  alia  retina  principale  troviamo  una 
retina  accessori.i. 

Questa  ipotosi  verrebbe  confortata  altresi  da  alcune  osserva- 
zioni  che  ho  avnto  occasione  di  eseguire  studiando  l'occhio  di  Fis- 
surella  nubecula,  e  che  mi  riservo  di  descrivere  dettagliatamente  in 
un'altra  nota.  In  alcuni  individui  di  questa  specie  il  fondo  oculare 
appare  formato  da  due  retine  abbastanza  bene  distinte  mentre  esi- 
ste  una  sola  cornea. 

Ed  infine  questa  realizzazione  di  un  occhio  doppio  si  pud  di- 
mostrare,  secondo  il  Radl  (3),  anche  esistente  la  dove  a  prima  vi- 
sta non  sembra,  come  nel  caso  deH'occhio  unico  della  maggior  parte 
dei  Gasteropodi.  In  tal  caso  un  attento  esame  mostrerebbe  che  l'oc- 
chio dei  Gasteropodi  non  tende  ad  essere  di  una  forma  sferica  cosi 
regolare  come  si  potrebbe  credere  stando  ai  disegni  schematici;  ma 
lo  strato  sensibile  alia  luce  tende  ad  esser  formato  da  due  sfere 
cave  di  differente  raggio. 


(!)  Heucheiu  an  u.   —  The  eyes  of  Limax  max.  Science.  5,  1S'J7. 

(2)  Hesse.  —  Ueber  d.  Retina  d.  Gastropodenauges.  --    Vefh.  d.  Dent.  zool.  (resell.  Leipzig.  1002. 

(3)  E.  Radl.  —  Neue  Leln-e  voiu  zontralen  Kervensystem.    —  Leipzig,  1912. 


134  - 


ISTITUTO    ANATOMICO    DI    CATANIA,   DIRETTO    UAL   PROF.   R.    STADERIMI 


G.    GUTORE 


Rara  disposizione  di  un  ferzo  molare 
e  di  un  molare  supplemental  inferiori  nell'  uomo 


(Gou  tav.  VJI1). 


E  vieLivtii  la  liproclu/.ioiie. 


In  un  cranio  uraano  preparato  di  recente  in  questo  Istituto, 
ho  riscontrato  un'anomalia  dentana  che  giudico  opportuno  descri- 
vere  per  la  sua  rarita  e  per  le  considerazioni  che  si  possono  trarre 
riguardo  alia  sua  teratogenesi. 

II  cranio  in  parola  appartenne  ad  an  giovane  cuoco,  che  moii 
a  26  anni  per  tubercolosi  polmonare.  Conobbi  quest' individuo  e  ri- 
cordo  che,  diversi  raesi  prima  che  venisse  a  morire,  tento  suicidarsi. 
Celibe,  visse,  speaie  negli  ultimi  anni,  tra  le  sregolatezze  di  ogn: 
genere. 

Nello  scheletro  preparato  per  intero,  oltre  aU'anomalia  dentaria 
che  descrivero  in  seguito,  si  notano  4  vertebre  lombari,  ma  in  com 
penso  il  sacro  risulta  di  6  vertebre. 

II  cranio  presenta  le  seguenti  caratteristiche: 


capacita 

lunghezza  massima     .     .     . 
larghezza        „  ... 

„         frontate  minima  . 
Cranio  cerebrale{  altezza  basilo-bregmatica     . 
lunghezza  della  base  cranica 
circonferenza  orizzontale 

„  sagittale     .     . 

trasverso-verticale  - 


cm.3 

1280 

cm. 

17,2 

» 

13,7 

n 

9,2 

n 

13,0 

» 

10,4 

n 

50,0 

j; 

36,5 

n 

30,5 

-   135  - 


I  larghezza  facciale =  cm.  9,3 

„         bizigomatica    ...  —        D  12,4 

altezza  to  tale  della  faccia   .     .  =        „  11,8 

„        della  faccia  superiore  .  =        „  7,0 

(  larghezza =        „  2,3 

Cranio  facciale  (              I  altezza =        ,,  5;5 

.  .-       \  altezza =        ,,        3,5 

orbite   j  .  ■  ' 

<  larghezza =        „        4,0 

palato  i  lar§hezza =        ■        3'8 

(  lunghezza ==        n        5,0 

angolo  del  profilo =70°  (prognato) 

Indice  cefalico* =    79,65  (mesocefalo) 

„       di  altezza =     70,5     (ortocefalo) 

„       facciale  di  Virchow .126 

„  „      super.     „       =    70      / 

„  „       zigomatico  di  Kollmann  .  =     95      i      p    p       p  ' 

„  „  „  super.      „       .  =     50,6    ' 

„      nasale ■    .  =    41       (leptorrino) 

.,       orbitario =    87       (ipsiconco) 

„       palatino  di  Virchow =    76       (leptostafilino) 

Notansi,  nel  cranio  cerebrale:  un  lieve  grado  di  plagiocefalia  ; 
un  osso  worraiano  rettangolare,  col  maggior  diametro  di  15  ram. 
disposto  trasversalraente,  in  corrispondenza  del  lambda  ed  un  wor- 
miano  asterico,  irregofermente  triangolare,  a  sinistra. 

Mandibola.  —  Altezza  del  corpo,  sulla  linea  mediana  =  cm.     3,0 

Distanza  fra  gli  angoli —    n     10,0 

Altezza  dei  rami —    ,.       5,5 

Larghezza =    „       2,9 

Nella  regione  angolare  si  distinguono:  un  processo  posteriore 
ed  un  processo  inferiore;  quest'ultimo,  raeglio  evidente  del  primo, 
sporgente  in  basso  ed  in  fuori,  cosparso  di  rugosita,  rappresenta  un 
processo  raandibolare  di  forma  pitecoide,  piu  che  lemurinica  [Min- 
gazzini  (11)]. 

L'arcata  alveolare  della  mandibola  e  iperbolica. 
Denti.  —  Han  no  le  corone  a  contatto  le  une  con  le  altre  piu 
strettamente  di  quanto  non  avvenga  nella  generalita  dei  soggetti. 
Nella  serie  degl'incisivi  si  osserva  che  due  di  essi,  il  mediale  destro 
ed  il  laterale  sinistro,  hanno  le  corone  in  retroversione,  cioe  proiet- 
tate  internamente  alia  curva  dell' areata  dentaria,  come  per  insuffi- 
cienza  dello  spazio  riservato  a  questo  gruppo  di  denti  (fig.  la). 


-    136    - 

Anche  neir  areata  dentale  superiore  si  ha  un  segno  d'  insuffi- 
cienza  dello  spazio  riservato  agl'mcisivi  per  lo  spostamento  del- 
l'incisivo  lateraie  riestro  al  di  dietro  deli'arcata  dentaria. 

A  destra,  il  3°  molare  inferiore  maiica,  ma  dai  caratteri  dell'al- 
veolo  corrispondente  si  pud  ritenere  che  esso  abbia  avuto  forma, 
volume  e  disposizione  normali. 

I  denti  anomali  meritevoli  di  particolareggiata  descrizione  si 
trovano  a  sinistra,  nel  gruppo  dei  rnolari  inferiofi.  In  questo  lato, 
lo  spazio  tra  il  2°  molare  ed  il  margine  anteriore  del  ramo  mandi- 
bolare e  occupato,  come  dimostra  la  fig.  la,  da  due  corone  dentarie, 
una  mediale  ed  una  lateraie,  for temente  addossate  i'una  contro  l'al 
tra,  ed  anomale  tanto  nella  forma  quanto  nella  disposizione;  esse 
appartengono  a  due  molari  anomali,  uno  mediale,  che,  per  diverse 
ragioni  le  quali  esporro  in  seguito,  e  da  ritenere  come  3"  molare, 
ed  uno  lateraie,  piu  piccolo,  anomalo  anch'esso,  che  e  un  molare 
supplementary 

La  corona  del  3°  molare  termina  con  una  superficie  disposta 
quasi  verticalmente,  rivolta  verso  l'esterno  ed  in  avanti,  provvista 
di  quattro  cuspidi,  delle  quali  le  due  che  stanno  piu  in  basso  sono 
poco  apprezzabili  perche  fortemente  a  contatto  con  la  corona  del 
molare  supplementare. 

Per  questa  anomala  disposizione,  la  superficie  convessa  della 
corona  viene  a  trovarsi  in  gran  parte  libera  e  rivolta  in  alto,  men- 
tre  il  segmento  inferiore  di  essa  rimane  accolto  in  una  corrispon- 
dente escavazione  a  doccia  del  margine  alveolare. 

La  radice  di  questo  molare,  oltre  a  presentarsi  contorta  sul 
suo  asse  principale,  come  dimostra  l'andamento  dei  due  solchi  che 
la  percorrono  secondo  la  lunghezza,  descrive  una  curva  con  la  con- 
cavita  rivolta  in  basso  ed  in  dietro  e  risulta  di  due  branche  in 
gran  parte  fuse,  in  maniera  da  presentarsi  bifida  solo  per  pochi 
millimetri  verso  Testremita  (fig.  2a).  Delle  due  porzioni  libere  delle 
branche,  Tuna,  piu  piccola,  di  forma  conica,  e  allogata  in  una  log- 
getta  che,  in  continuazione  con  la  cavita  alveolare,  trovasi  in  pros- 
simita  della  superficie  mediale  del  ramo  mandibolare  ;  l'altra,  piu 
robusta,  ad  estremita  arrotondata  e  poco  piu  sviluppata  in  lunghezza, 
e  allogata  in  altra  loggetta  ossea  sita  anch'essa  in  prossimita  della 
superficie  interna  mandibolare,  poco  piu  in  basso  della  prima.  Cia- 
scuna  delle  due  estremita  libere  della  radice  e  provvista  del  rispet* 
tivo  foraine  di  apertura  del  canale  radicolare. 

Da  quanto  s' e  detto  riguardo  alia  disposizione  della  corona  daj 
una  parte  e  deU'estremita  della  radice  dall'altra,  si  potra  intendere 


-   137   - 

come  questo  molare  si  trovasse  orientato  obbliquamente  dall'alto  in 
basso,  dall'esterao  verso  1' interno  ed  un  po'dall'avanti  all'  indietro. 

La  radice,  nel  descriverela  curva  dianzi  accennata,  si  affaccia  in 
due  punti,  con  la  sua  parte  piu  convessa,  alia  superftcie  interna  del 
raino  mandibolare,  attraverso  ad  un  forellino  ovoidale  che  trovasi 
lungo  il  solco  milo-joideo,  a  14  mm.  di  distanza  dal  forame  mandi- 
bolare, e  abtraverso  ad  altro  foro  piu  ampio,  die  trovasi  3  mm.  piu 
in  avanti  del  prime,  lungo  la  linea  milo-joidea  (tig.  4a).  Neile  aree 
radicolari  che  rimangono  cosi  alio  scoperto  non  esistono  forami  di 
apertura  della  cavita  dentaria. 

II  dente  che  si  presenta  cosi  anomalo  per  la  direzmne,  per  i 
rapporti  e  per  la  forma  della  sua  radice,  lascia  distinguere  quasi 
tutte  le  caratteristiche  di  un  molare,  ha  un  peso  inferiore  a  quelle 
del  2°  molare  (')  e  trovasi  spostato  verso  V  interno  del  margine 
alveolare  come  appunto  in  raoiti  altri  casi,  descritti  da  vari  Autori, 
e  stato  rinvenuto  il  3°  molare. 

Per  tutte  queste  ragioni,  io  credo  che  il  dente  fin  qui  descritto 
si  debba  ritenere  come  un  3°  molare  anomalo. 

L'altro  dente  anomalo,  posto  lateralmente,  e  un  molare  supple- 
mental secondo  i  concetti  di  Broca  (3)  e  di  Hollander,  e  meno 
voluminoso  del  3°  molare  e  la  sua  corona  termina  con  la  superficie 
rivolta  verso  la  cavita  orale,  incuneata  tra  la  parte  piu.  alia  della 
radice  del  2°  molare  in  avanti  e  l'estremita  libera  della  corona  del 
3°  molare  in  dietro. 

Questi  rapporti  sono  evidenti  nella  fig.  la,  la  quale  inolfcre  di- 
mostra  l'orientamento  in  basso,  in  dietro  e  verso  l'esterno  del  dente 
supplemental^,  la  cui  radice,  con  la  estremita  libera,  sporge,  come 
dimostra  anche  la  fig.  5a,  sulia  faccia  laterale  della  mandibola,  al 
confine  tra  il  corpo  ed  il  raino  mandibolare,  attraverso  un  orifizio 
irregolarmente  rotondeggiante,  che  ha  il  diametro  di  circa  6  mm. 

11  decorso  anomalo  della  radice  in  prossimita  del  margine  al- 
veolare fa  si  che  il  labbro  antero-laterale  del  margine  anteriore  del 
raino  mandibolare  si  sollevi  a  guisa  di  ponte  osseo  sulla  radice  in 
parola  prima  di  continuarsi  nel  labbro  laterale  del  solco  buccinatorio. 
Per  la  stessa  causa,  la  parte  piu  bassa  della  fovea  coronoidea  (Wal- 
deyer)  e  sostituita  da  una  ben  manifesta  rilevatezza.  11  lembo 
alveolare  retrodentale  [Bertelli  (-2)3  e  slargato  piu  del  consueto  e 
poco  nettamente  delimitato  sui  lati,  specie  verso  l'esterno  dove  il 


(')  II  2°  molare  sinistro  e  luugo  mm.  23,  ha  i  cuspidi,  due    radici    e  pesa,    gr.    2.50.   —   II  >  mo- 
lare anomalo  t;  lungo,  in  senso  rettilineo,  mm.  18  ;  seguendo  la  sua  curva.  mm.  24  e  pesa  gr.  1,75. 


-   138   - 

sno  labbro  laterale,  per  la  presenza  del  dente  supplemental,  non 
si  mostra  in  continuazione  col  labbro  corrispondente  del  margine 
alveolare.  Questo  dente  supplemental^,  isolato  (fig.  3a),  presentasi 
tozzo,  lungo  12  mm.  e  pesa  gr.  1,10.  La  sua  corona  non  ha  la  forma 
conoide  che  suole  riscontrarsi  in  molti  denti  soprannumerari  come 
ricomparsa  del  tipo  fondamentale  del  dente  ;  essa  presenta  invece 
una  cresta  che  separa  due  piani  inclinati  corrispondenti  alle  superfici 
di  contatto  di  questo  dente  col  2°  molare  da  una  parte  e  col  3° 
molare  anomalo  dali'altra. 

La  radice,  lunga  8  mm.,  ha  forma  cilindroide  e  solo  nel  tratto 
che  sporge  dalla  faccia  laterale  della  mandibola  e  percorsa  da  tre 
solchi  superficiali  che  convergono  nel  centro  dell'estremita  libera, 
la  quale  rimane  percio  divisa  in  tre  piccole  aree  convesse.  Quando 
si  considera  il  dente  in  sito,  una  di  queste  aree  e  superiore  e  delle 
due  inferiori,  una  e  anteriore  ed  una  posteriore.  Con  attento  esame 
si  riesce  ad  osservare  due  forellini,  uno  lungo  il  solco  decorrente 
tra  l'area  convessa  superiore  e  quella  infero-posteriore  e  l'altro  lungo 
il  solco  che  separa  le  due  aree  convesse  inferiori.  Entrambi  questi 
forellini  rappresentano  le  aperture  dei  canali  radicolari.  Si  deve  dun- 
que  ritenere  che  attraverso  la  porzione  di  radice  sporgente  sulla 
faccia  laterale  della  mandibola  i  vasi  ed  i  nervi  raggiungessero  la 
cavita  di  questo  dente. 

Ho  accennato  alia  rariia  di  questa  disposizione  dentaria  e  che 
sia  cosi  viene  dimostrato,  fra  l'altro,  dal  fatto  che  non  solo  nelle 
diverse  monografie  consultate,  ma  anche  nel  Trattato  delle  anoma- 
lie  del  sistema  dentario  del  Magitot  (9),  che  rimane  tuttora  il  piii 
completo  ed  esteso  del  genere,  nessun  altro  caso  uguale  o  somi- 
gliante  ho  trovato  descritto. 

L'aumento  numerico  dei  denti,  ritenuto  generalmente  come  va- 
riazione  reversiva,  e  stato  riscontrato  con  una  certa  frequejiza  e 
non  sarebbe  opportuno  enumerarne  ora  le  diverse  modalita  ed  i 
singoli  casi. 

Mi  basta  far  notare  prima  di  tutto  che  il  caso  da  me  ora  de- 
sciitto  corrobora  1'asserzione  del  Meckel  (10)  che  le  anomalie  in 
genere  hanno  una  singolare  predilezione  per  il  lato  sinistro,  asset' 
zione  che  riguardo  al  sistema  dentario  risulta  confermata  anche 
dalle  ricerche  dell'Amadei  (1),  e  da  quelle  eseguite  nell' Juvenile 
Asylum  di  New  York  da  Hrdlicka  (7). 

II  mio  caso  contribuisce  a  confermare  inoltre  la  maggiore  fre- 
quenza,  gia  stata  notata,  delle  variazioni  numeriche  dei  denti  nel 
sesso  maschile. 


-    139   - 

Nella  mandibola  sono  relativamente  rare  le  anomalie  dentarie; 
e  stato  appunto  osservato  che  esse  sono  piu  comuni  nell'  areata 
dentaria  superiore  [Magitot,  Giuria  (6),  Gaillard  e  Nogue(4)] 
e  cio  e  stato  messo  in  rapporfco  col  fatfco  che  in  alcune  specie  di 
mammiferi  il  numero  dei  denti  e  normalmente  piu  elevato  nell'ar- 
cata  superiore  che  nell'inferiore.  Secondo  il  Giuria,  il  maggior  nu- 
mero di  ca9i  di  aumento  numerico  dei  denti  nel  mascellare  supe- 
riore rispetto  all'inferiore  si  pud  esprimere  col  rapporto  di  6,7  ad 
1  e,  per  i  raolari,  col  rapporto  di  14  ad  1. 

In  quanto  ai  gruppi  di  denti  piu  frequentemente  sede  di  ano- 
malie numeriche  va  ricordata  la  legge  sulla  variabilita  teratologica 
riguardo  agli  organi  multipli,  legge  cosi  formulata  dais.  Goeffroy 
Saint-Hilaire  (5):  le  variazioni  numeriche  degli  organi  sono  tanto 
piu  frequenti  e  tanto  meno  gravi  quanto  piu  gli  organi  sono  dispo- 
sti  in  serie  numerose  e  viceversa.  Questa  legge  si  puo  applicare 
anche  al  sistema  dentario,  dove  le  anomalie  numeriche  si  riscon- 
trano  con  maggiore  frequenza  nei  denti  piu  numerosi,  cioe  negl'in- 
cisivi  e  nei  molari,  ma,  a  giudicare  dai  dati  forniti  dalla  letteratura 
suH'argomento,  la  frequenza  deve  ritenersi  maggiore  nella  regione 
degi'incisivi. 

Venendo  ora  a  considerare  le  anomalie  che  colpiscono  piu  spesso 
il  dente  della  sapienza,  troviamo  segnalati  per  questo  molare  nu- 
merosi casi  di  anomalie  di  direzione  (Magitot,  Kirk  (8),  Tomes, 
Forget):  talvolta  esso  trovasi  obbliquo  in  avanti,  tal  altra  oriz- 
zontalmente  disposto  nello  spessore  della  mandibola  o  sul  bordo  al- 
veolare.  Molto  interessante  e  un  caso  descritto  da  J.  Tomes  e  ripor- 
tato  dal  Magitot  (tav.  XIII,  fig.  9),  nel  quale  il  3°  molare  inferiore 
destro  trovavasi  a  dirittura  capovolto,  con  la  radice  in  alto  verso 
la  cavita  boccale,  sporgente  dal  bordo  alveolare.  La  causa  costante 
delle  anomalie  di  direzione  deH'ultimo  molare  inferiore  sarebbe,  se- 
condo il  Magitot,  rinsufficiente  spazio  che  trova  questo  dente,  nel 
momento  della  sua  emergenza,  tra  il  2°  molare  e  la  base  del  ramo 
mandibolare. 

Nel  caso  in  esame,  l'insufncienza  dello  spazio  pare  colpisca 
tutta  l'arcata  alveolare,  come  viene  dimostrato  dallo  straordinario 
avvicinamento  di  tutti  i  denti  e  dalla  retruversione  di  due  incisivi. 
Non  occorre  dire  che  quest'insufffcienza  dell'arcata  alveolare  non 
puo  valutarsi  in  senso  assoluto  ma  in  relazione  al  volume  dei  denti, 
tanto  variabile,  ch'essa  deve  accogliere.  Difatti  nel  caso  in  esame, 
l'arcata  alveolare  inferiore  ha  la  lunghezza  di  centm.  13,4,  mentre 
la  media  ottenuta  misurando  l'arcata  alveolare  in  25  crani  di  adulti, 


-   140   - 

con  formula  dentaria  normale,  mi  e  risultata  dfi  centim.  13,9 ;  la 
differenza,  come  si  vede,  e  pressoche  traseurabile. 

Le  anomalie  di  direzione  del  3°  molare,  a  giudicare  dai  casi 
che  finora  sono  stati  descritti,  non  si  accompagnano  di  soli  to  ad 
anomalie  di  forma  di  qnesto  dente,  mentre  nel  caso  che  costituisce 
argomento  di  questa  nota,  il  3°  molare  presentasi  anomalo,  oltre 
che  per  la  sua  direzione,  anehe  "per  la  curva  presentata  dalla  sua 
radice.  Siamo  dunque  di  fronte  ad  un'  anomalia  abbastanza  com- 
plessa  che,  come  vedremo  in  seguito.  pud  trovare  una  spiegazione 
del  suo  meccanismo  di  formazione  nei  rapporti  che  questo  3J  mo- 
lare aveva  contralto  col  molare  supplementare,  contro  il  quale  pog- 
giava  la  sua  corona. 

Quanto  ai  molari  supplemental,  nahno  fafcto  osservare  tanto  il 
Magitot  quanto  il  Giuria,  che  essi  si  impiantano  sia  dietro  la 
serie  normale  in  continuazione  della  direzione  di  essa,  sia  in  fuori 
dell'arcata  dentaria,  mai  in  dentro.  L'osservazione  del  Turner  (12), 
citata  dal  Giuria,  dimostra  lnvece  che  e  possibile  rinvenire  un 
dente  soprannumerario  (nel  mascellare  superiore)  all'indentro  del- 
rinterstizio  che  e  tra  il  primo  ed  il  secondo  molare. 

I  molari  soprannumerari  che  stanno  sul  bordo  esterno  dell'ar- 
cata dentaria  ordinariamente  sono  situati  in  prossimita  dell' inter- 
stizio  esistente  fra  i  due  ultimi  molari.  I  casi  illnstrati  dal  Magi- 
tot (Tav.  V)  dimostrano  che  si  tratta  sempre  di  denti  impiantati 
verticalmente.  Nel  caso  da  me  osservato,  il  dente  supplementare  e 
disposto  invece  obliquamente  in  dietro,  in  basso  e  verso  l'esterno, 
con  l'estremita  della  radice,  dove  si  aprono  due  canali  radicolari, 
sporgente  sulla  superficie  laterale  della  mandibola. 

Tale  disposizione  e  la  mancanza  di  altri  forami  nel  tratto 
di  radice  che  trovasi  a  contatto  col  margine  alveolare  fanno  pen- 
sare  aH'andamento  insolito  che  dovettero  tenere  i  vasi  ed  i  nervi 
destinati  a  questo  dente. 

Ora  ci  domandiamo : 

Quale  la  causa  di  questa  eccezionale  direzione  tanto  del  3°  mo- 
lare quanto  del  molare  supplementare? 

Lo  sviluppo  di  denti  soprannumerari  in  genere  puo  trovare 
una  interpetrazione  nelle  conoscenze  embriologiche  possedute.  E 
noto  infatti  che,  costituitosi  l'organo  dello  smalto,  la  parte  iniziale 
della  cresta  dentaria  e  quel  tratto  di  essa  che  prendi'  il  nome  di 
collo  dell'organo  dello  smalto  vengono  attraversate  da  connettivo  e 
si  risolvono  in  isole  epiteliali.  Secondo  '  Koll  ma  n  n  ,  queste  isole 
potrebbero  proliferare,  inviare  prolungamenti  in  diverse   direzioni  e 


-   141   - 

dare  origine  a  nuovi  organi  dello  smalto  e  ad  altrettanfci  denti  in 
soprano  umero. 

Per  i  molari  puo  av  venire  che  la  cresta  dentaria  si  prolunghi 
oltre  l'abbozzo  del  3°  molare  e  dia  origine  all'abbozzo  di  un  4°  mo- 
lare. 

Vediamo  di  riferire  queste  nozioni  al  caso  in  esatne. 

II  3°  molare,  o  per  l'insufficiente  spazio  tra  il  2°  molare  ed  il 
ramo  mandibolare  o  per  altre  cause  che  non  e  possibile  precisare, 
si  sara  sviluppato  con  direzione  auomala,  cioe,  come  spesse  volte 
e  stato  osservato,  fortemente  inclinato  in  avanti  e  ad  un  dato  mo- 
mento  la  sua  corona  si  sara  trovata  addossata  dapprima  al  con- 
torno  ed  in  seguito  alia  superficie  cuspidata  del  molare  supplemen- 
tal^. Trattandosi  di  superfici  rese  irregolari  dalla  presenza  delle  cu- 
spidi,  si  saranno  stabiliti  tra  di  esse  rapporti  speciali  come  press'  a 
poco  in  sistemi  di  ruote  dentate  con  i  denti  imboccantisi  reciproca- 
mente.In  tali  condizioni,  1'accrescimento  in  lunghezza  dei  due  denti 
venuti  a  contatto  con  una  delle  estremita  avra  potuto  provocare  un 
limitato  movimento  rotatorio  delle  estremita  a  contatto  (corone) 
ed  una  divergenza  gradatamente  crescente  delle  estremita  opposte 
(radici),  le  quali  trovandosi  in  mezzo  a  tessuto  osseo  avranno  do- 
vuto  assumere  delle  curve  anormali,  come  vediamo  per  la  radice 
del  3°  molare,  usurare  il  tessuto  osseo  e  rendersi  sporgenti  alia 
superficie  libera  di  esso,  come  dimostrano,  in  grado  vario,  le  radici 
di  entrambi  i  denti  anomali.  In  conseguenza,  i  vasi  ed  i  nervi  de- 
stinati  alia  polpa  del  molare  supplemental  avranno  dovuto  allun- 
garsi  ed  assumere  un  andamento  anomalo  per  poter  seguire  l'estre- 
mita  libera  della  radice  spostatasi  al  di  fuori  del  tessuto  osseo. 

Si  trabta  di  una  semplice  ipotesi  la  quale,  fondata  sulle  cono- 
scenze  delle  piu  frequenti  anomalie  di  direzione  del  3°  molare  e 
sulle  nozioni  embriologiche  relative  all'origine  di  un  4°  molare  in 
forma  di  dente  supplemental^,  tende  ad  interpetrare  il  meccanismo 
di  formazione  di  un'  anomalia  dentaria  tanto  complessa  quanto 
rara. 


JBibliografia 

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e  VEtnologia,   Vol.  XI.  Firenze,  1881. 

2.  Bertelli  D.  —  Contributi  alia  morfologia  della  mandibola  umana  etc.  —  Archivio   itnl.    di   Ana- 

tomia  e  di  Embriologia,   Vol.  XIII.  Firenze,  1914. 

3.  Br  oca.  —  Instructions  generates  pour  les  reeherches  anthropologiqnes  a  faire  sur    le    vivant.  — 

—  Parigi,  187  9  (cit.  dal  Giuria). 


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4.  Gail  lard  et  Uogn^.  —  Traits  de  Stomatologie  II.  —  /.  B.  Bailliere  et  jils  ed.  Paris.  i910. 

5.  Geoff roy  Saint-Hilaire  Is.  —  Anomalies  de  l'organisation.  —  T.  I,    1832    (cit.  dal  Ma- 

gitot). 

8.  G  i  u  r  i  a  P.  M.  —  I  denti  sopraunuruerari.  —  Boll.  d.  P.  Accad.  mediea  di  Oenova,   Vol.  IX.  Ge- 

nova,  1893. 
7.  H  rdlicka.  —  Anthrop.  investig.  —  New  York.  1S99  (cit.  da  Le  Double  :     Variations   des  os 

de  la  face  de  I'homme.  —  Paris.  1906). 
S.  Kirk  E.  C.  —  Manuel  de  dentisterie  operatoire.  —  Paris,  1910. 

9.  Magitot  E.  —  Traite  des  anomalies  du  systeme  ilentaire  chez  I'homme  et    les   mammiferes.  — 

G.  Masson.  ed.  Paris.  1877. 

10.  Meckel  G.  F.  —  Manuale  d' Anat.  gen.  descr.  e  patol.  —  T.  I. 

11.  Mingazzini  G.  —  Sul  significato  morfologieo  del  processus  rami  mayidibularis  uell'uoino  (Apo 
fisi  lemurinica  di  Albrecht).  —  Arch,  per  V Antropologia  e  VEtnologia,    Vol.  XXII.  Firenze,  189'?. 

12.  Turner  "W.  —  A  pair  of  supernumerary  teeht  in  the  molar  region.    —   Journal   of  Anatomy 
and  Physiology,   Vol.  XX  YI.  (cit.  dal  Giuria). 


-   1-13 


UNIONE   ZOOLOGICA   ITALIANA 


SEGRETERIA 


GOMMISSIONE   DI   NOMENCLATLRA   ZOOLOGICA. 
(Circolare  N.  5)  ('). 


II  prof.  G.  Wardell  Stiles,  segretario  della  Commissione  internazionale  di 
Nomenclature  Zooiogica,  trasmette  le  seguenti  comunicazioni  perclie,  a  norma 
dei  deliberati  del  Congresso  internazionale  di  Zoologia  di  Monaco  (1913),  sieno 
inserite  nel  «  Monitor e  Zoologico  ». 


Tredicesima  serie  di  nomi  generiei  (di  Linneo,  1758)  in  esame  per  la  cora- 
pilazione  deU'elenco  ufficiale  dei  nomi  zoologici. 

Con  la  presente  si  da  notizia  ai  cultori  di  Zoologia  delle  seguenti  serie  di 
trenta  nomi  generiei  di  varii  gruppi  di  animali  ricavati  di  Linneo  1758a,  e  sot- 
toposta  alia  Commissione  Internazionale  di  Nomenclatara  per  essere  iscritti  nel- 
l'elenco  ufficiale  dei  nomi  zoologici  deliberato  dal  Congresso  internazionale  di 
Zoologia  teuutosi  in  Graz  nel  1910. 

Abbreviazioni. 
AfBTEIN,   1915a  —  APSTELN,   1915,  «  Nomina  conservanda  »  etc. 

Sitzungsber.  Gesellsch.  Naturf.  Fr,  Berlin,  Mad  pp.  119-202. 

*      '    „„,„    >  —  Jordan  &  Kverman.v.  Fishes  of  North  a  Middle  America,  1896  aud  189(5. 
•I  &  E-  1898b  ' 

Linn.,  1753a  —  Linnaeus,  1758,  Sybtema  Naturae,  Editio  10». 

1'ai.mek,  1904a  —  T.  S.  Palmer,  Index  Generum  Maiunialium,  1914. 

Art.  —  Articolo,  Regole  internazionale  di  Nomenclature  zooiogica. 

Opin.  —  Opinion  N.°    (—  Parere)   ilella   Commissions    internazionale    di    Nomenclatara 

Zooiogica. 

Mt.  —  Monotipo  (Art.  :Wc). 

Tod.  —  Ti[io  per  desigmtziono  originate  (Art.  30g). 

Tsd.  —  Tipo  per  suasegueute  deeignazione  (Art.  30a,  b,  ed  Upin.  N."  7). 

PROTOZOA 

Volvox  Linn.,  1758a,  646,  820,   Tsd.  globator   Linn.,    1758a,  820. 
Art.  30  ft,  ti,  t,  uso  comune,  Ap  stein  1915a,  121. 

VERMES 

Hiruclo   Linn.,    1758a,    649,    Tsd.    inedidnaMs    Linn.,    1758a,    649. 
Acqua  dolce,  of.  Ap  stein,  1915a,  140. 

0)  Per  le  circolari  precedeuti  N.  1,  2,  3  »'  4  r.  Monit.  Z.  Hal.,  An.  -Jo,  />.  74  e  174,  An.  26, 
p.  161,  An.  28,  p.  25. 


-    144   - 

Lumbricus  Linn.,  1758a,  647,  Tsd.  terrestHs  Linn.,  1758a,  647; 
Terra;  cf.  Apstein,  1915a,  138. 

MOLLUSCA 

Doris  Linn.  1758a,  653,  Mt.  verrucosa  Linn.,  1758a,  653,  Oceano; 
cf.  Apstein  1915a,  183. 

PISCES 

Ammodytes  Linn.,  1758a,  247,  lit.  tobianus  Linn.,  1758a,  247, 
Europa;  cf.  Apstein  1915a,  186;  J.  &  E.  1896a,  832. 

Anarhichas  Linn.,  1758a,  247,  Mt.  lupus  Linn.,  1758a,  247,  Mar  del 
Nord,  Inghillerra:  cf.  Apstein,  1915a.  187,  (Annarhichas) ;  J.  &  E., 
1898b,  2447. 

Atherina  Linn.,  1758a,  315,  Mt.  hepseius  Linn.,  1758a,  315,  Medi- 
terraneo;  cf.  Apstein  1915a,  187. 

Fisittlm-ia  Linn.,  1758a,  312,  Hit.  (abac-aria  Linn.,  1758a,  312,  Ame- 
rica; cf.  Apstein  1915a,  188;  J.  &  E.  1896a,  756. 

Mugil  Linn.,  1758a,  316.  Mt.  cephalvs  Linn.,  1758a,  316,  Europa; 
cf.  Apstein  1915a,  188;  J.  &  E.,  1896,  812. 

Myocine  Linn..  1758a,  650,  Mt.  ghdinosa  Linn.,  1758a,  650,  Oceano ; 
cf.  Apstein  1915a,  188;  J.  &  E.,  1896a,  7. 

Trachinus  Linn.,  1758b,  250,  lit.  draco  Linn.,  1758a,  250,  Oceano 
settentrionale;  cf.  Apstein,  1915a,  190. 

Uranoscopus  Linn.,  1758a,  250,  lit.  scabcr  Linn.,  1758a,  250,  Me- 
diterraneo;  cf.  Apstein  1915a,  190. 

Xiphias  Linn.,  1758a,  248,  Mt.  gladius  Linn.,  1758a,  248,  Europa; 
cf.  Apstein  1915a,  190;  J.  &  E.,  1896a,  894. 

REPTILIA 

Draco  Linn.,  1758a,  199,  Mt.  rolans  Linn.,  1758a,  199,  India,  A- 
frica;  cf.  Apstein,  1915a,  193. 

MAMMALIA 

Balaena,  Linn.,  1758a,  75,  Tsd.  rmjsticetus  Linn.,  1758a,  75  Groen- 
landia;  cf.  Palmer,  1904a,  131,  Oceano  Artico  ed  Atlantico;  Apstein, 
1915a,  198. 

Bos  Linn.,  1758a,  71.  Tsd.  taurus  Linn..  1758a.  71;  cf.  Palmer 
1904a,  14();  Apstein,  1915a,  198. 

Castor  Linn.,  1758a,  58,  Tsd.  fiber  Linn.,  1758a.  58,  Europa,  Asia, 
America;  cf.  Palmer,  1904a,  162,  Eurasia,  Apstein,  1915a,  199, 

Delphinus  Linn.,  1758a,  77,  Tsd.  delphis  Linn.,  1758a,  77,  Oceano 
Europeo;  cf.  Palmer,  1904a,  221,  Oceano  Atlantico;  Apstein,  1915a, 
199. 


-   145   - 

Elephas  Linn.,  1758a,  33,  Jit.  m.##tfmws  Linn..  1758a,  33,  Ceylon: 
fc  Palmer,  1904a,  855;  Apstein,  1915a.  19& 

I-)//n/\  I  ass.,  1758a,  7iJ,  Tsrt.  cabaltus  Linn..  1758a,  78.  Europa: 
0f.  Palmer,  1904a,  208,  Eurasia;  Apstein,  1915a,   199. 

Erinaceus  Linn.,  1758a,  52,  Jit.  niropaeus  Linn.,  1758a,  52,  Europa; 
cf.  Palmer,  1904a,  209;  Apstein,  1915a,  199. 

Hippopotamus  Linn.,  1758a,  74,  Tsd.  amphibius  Linn.,  1758a,  74. 
Nilo;  cf.  Palmer,  1904a,  320;  Apstein,  1915a,  200. 

HystriO)  Linn.,  1758a,  50.  Tsd.  eristata  Linn.,  1758a,  50,  Asia ;  cf* 
Palmer,  1904a,  345,  Asia  ed  Africa;  Apstein,  1915a,  200. 

Monodon  Linn.,  1758a,  75,  Jit.  monoceros  Linn.,  1758a,  75,  Oceano 
settentrionale  di  America  e  di  Europa;  cf.  Palmer,  1904a.  431,  Oceano 
A  rtico ;  Apstein,  1915a,  200. 

Moschus  Linn.,  1758a.  00.  Mt.  moschiferus  Linn.,  1758a.  00,  Tar- 
taria  verso  la  Cnina;  cf.  Palmer,  1904a,  433,  Tartaria;  Apstein,  1915a, 
200. 

Oris  Linn.,  1758a,  70,  Tsd.  aries  Linn.,  1758a,  70;  cf.  Palmer, 
1904a,  490,  Eurasia;  Apstein,  1915a,  201. 

Phoca  Linn.,  1758a,  37.  Tsd.  vitulina  Linn.,  1758a,  38,  Mari  d' eu- 
ropa; cf.  Palmer,  1904a,  532,  Oceano  Atlantico;  Apstein,  1915a,  201. 

Sus  Linn.,  1758a,  49,  Tsd.  scrofa  Linn.  1758a,  49,  S.  Europa;  cf. 
Palmer,  1904a,  053;  Apstein,  1915a,  201. 

Talpa  Linn.,  1758a,  52,  Tsd.  europdea  Linn.,  1758a,  52,  Europa; 
cf.  Palmer.  1904a,  659;  Apstein,  1915a,  201. 

Urstis  Linn.,  1758a,  47,  Tsd.  drctos  Linn.,  1758a,  47,  Europa-Nord  ; 
cf.  Palmer,  1904a,  703;  Apstein,  1915a,  202. 

Si  richiama  1'attenzione  sul  fat  to  che  i  nomi  innanzi    elencati  sono 
dal  punto  di  vista  della  Nomenclatura,  corretti  e  validi.  Essi  sono  tutti 
di  uso  comune  e  datano  da  Linneq  (1758a):  possono,  quiridi,  essere  con- 
servati  come  nomi  piii  antichi. 

Questi  nomi  generici  sono  pure  inseriti  nell' elenco  dei  «  Nomina 
tonservanda  »  proposlo  da   Apstein  (1915). 

II  segretario  ritiene  che  i  detti  nomi  sieno  conformi  alle  regole  in- 
ternazionali  di  Nomenclatura;  jjer  conseguenza  possono  essere  adottati 
senz'altro  in  base  alle  dette  regole. 

I  tipi  proposti  in  questo  elenco  sono  quelli  accettati  da  Apstein. 

I  tipi  per  i  generi  di  Mammiferi  corrispondono  a  quelli  di  Palmer 
(1904,  Index  generum  Mammalium).  I  generi  di  pesci  compresi  nello 
elenco  sono  tutti  Monotipi  e  concordano  con  i  dati  forniti  da  Jourdan 
ed  Evermann  (Fishes  of  North  and  Middle  America)  nei  casi  da  essi  ci. 
tati. 

Si  prega  di  esaminare  questi  nomi  ed  esprimere  la  propria  opinione 
in  proposito  apponendo:  un  X  (*js.  X  EqHns)  avanti  ai  nomi  per  i  quali 


-   146   - 

non  si  fanno  riserve  e  se  ne  approva  percio  1'  inserzione  nell'elenco  uf- 
ficiale;  ovvero  cancellando,  con  una  lineetta,  il  nome  (es.  Equus)  di 
quelli  per  i  quali  si  dissente  circa  la  loro  inserzione  nell'Elenco. 

In  caso  di  osservazioni  o  di  riserve  si  prega  di  esporre  le  ragioni 
addotte,  corredandole  da  dati  accompagnati  da  complete  indicazioni  biblio- 
grafiche. 

Se  questo  olenco  non  portera  indicazioni  in  favore  o  contro  la  iscri- 
zione  del  nomi  nell'  «  Elenco  Ufficiale  »  si  riterra  che  il  firmatario  non 
ha  opinioni  in  proposito  ed  e  indifferente  alia  iscrizione  o  meno  dei  so- 
pradetti  nomi  nell'Elenco. 

Si  prega  di  rimandare  questo  elenco  firmato  non  oltre  il  31  otto- 
bre  1910.  Se  vi  saranno  obbiezioni  sn  singoli  nomi  questi  verranno  sot- 
toposti  al  parere  tecnico  dei  Comitati  consultivi  per  i  singoli  gruppi.  I 
nomi  che  non  daranno  luogo  ad  osservazioni  saranno  inviati  ai  membri 
della  Commissione  Internazionale  per  il  voto  definitive. 

Prof.  C.  W.  Stiles 

Segretario  della  Commissione  Internazionale  di  Nomenclatura  Zoologiea. 


Contemporaneamente  alia  pubblicazione  della  presenle  circolare  per 
cura  della  Commissione  di  Nomenclatura  Zoologiea  della  V.  Z.  I.  e  state 
distribuito  al  maggior  numero  possibile  di  zoologi  italiani  (e  particolar- 
mente  agli  specialisti  del  gruppo  zoologico  al  quale  i  suddetti  nomi  si 
riferiscono)  una  copia  della  sopra  elencata  serie  di  nomi  generici  con 
preghiera  di  esaminarli,  di  esprimere  in  proposito  la  propria  opinione  e 
di  esporre,  accompagnandole,  nel  caso,  dalle  piu  larghe  referenze  biblio- 
gratiche,  le  ragioni  addotte  per  quei  nomi  per  i  quali  si  creda  di  dovei 
tare  riserve  circa  la  loro  iscrizione  nell'«  Elenco  Ufficiale  ».  Coioro  che 
hanno  ricevuto  copia  deU'Elenco  di  cui  sopra,  sono  pregati  di  rispedirlo 
lirmato  al  Segretario  dell'Unione  Zoologiea  Italiana  perche  la  nostra  com- 
missione coordini  l'opera  singola  in  una  relazione  collettiva  da  trasmettersi 
al  prof.  Stiles. 


II. 

Nel  X.  7  del  .Muni  to  re  Zoologico  Anno  21  pag.  1(31  fu  inserita 
la  nona  serie  di  nomi  generici  (Grostacei)  in  esame  per  la  compilazione 
dellV  Elencp  ulliciale  »  dei  nomi  dei  generi,  pregando  gli  interessati  di  tar 
pervenire  alia  nostra  Commissione  le  eventuali  osservazioni  e  com  men  ti 
sopra  i  nomi  suddetti  e  nel  caso  di  riserve  circa  la  iscrizione  di  questi 
nomi  generici  nell'Elenco  suddetto  di  redigere  una  particolare  relazione 
critica  sulle  ragioni  che  si  obiettano. 

11  termine  utile  lissato  per  la  irasmissione  al  Segretario  della  Com- 
missione internazionale  era  il  1°  seltembre  1915.  Ora  il  pro!'.  Stiles  co- 


-   147  - 

mnnica  che  il  termine  suddeUo,  in   considerazione  delle  odierae  contin- 
genze.  e  stato  prorogato  al  1°  settembre  1916. 

III. 

La  Commissione  inlernazionale  di  Nomenclatura  zoologica  ha  emessi 
i  seguenti  Pareri  (Opinions). 

Parere  (Opinion)  66 

I  seguenti  nomi  di  Nematodi  e  Oordiacei  sono  stati  iscritti  nel- 
V «  Elenco  Ufficiale  »  dei  nomi  generici : 

Ancyllostoma,  Ascaris,  DrdCuhcUlits,  Gnalostoma,  Necator,  Stron- 
gyloules,  Trichostrongilus,  Gordius  e  Paragordivs. 

Parere  (Opinion)  67 

I  seguenti  102  nomi  di  Uccelli  sono  stati  iscritti  neU'Elenco  Ufficiale 
dei  nomi  generici:  AcrylHum,  Aechmophorus ,  Aegithina,  Aegothcles, 
Aepyomis.  Aix,  Alauda,  Anas,  Apaloderma,  Aptenodytes,  Apteryx, 
Aramus,  Ardea,  Astrapia,  Asturina,  Aulacorhyncfius,  Balaeriiceps, 
Batrachostomus,  Brotogeris,  Bubo,  Burhinus,  Cairina,  Campephaga, 
Capito,  Cathartes,  Centrocercus ,  Cephalopterus,  Ce>-eopst's,  Chauna, 
ChrijsolopJms:,  Cicinnurus,  Circaetus,  Clmnator,  Coccyzus,  Coereba, 
Colaptes,  Colin  ricincla,  Coturnix,  Crotophaga,  Diomedea,  Dromas, 
wctopistes,  Egretta,  Elanus,  Ewrynorhynchus,  Eurylaimus,  Eurypyga, 
Fulmarus,  Gallinago,  Gampsonyx,  Goura,  Gypaetus,  Haematopus, 
Halicetus,  Haliastur,  Heliornis,  Ibidorhyncha,  Jynx,  Lanius,  Leistes 
Manucodia,  Musophaga,  Neophron,  Nontornis,  Numida,  Xyctea,  Oedi- 
cnemus,  Opisthocomus,  Oriolus,  Pachycephala,  Pandion,  Parolia, 
Paras,  Pezoporus,  Phaethon,  Pharomachrus,  Phoenicopterus,  Plata- 
lea,  Platycercus,  Polyplectron ,  Porzana,  Psittacus,  Psophia,  Pteroglos- 
sus,  Pliloris,  Rallus,  Recurvirostra,  Sericulus,  Sitta,  Sphenorynchus, 
Spindalis,  Strigops,  Struthio,  Shirnella,  Sturnus,  Surnia,  Syrrhaptes, 
Tachyphonus,  Thamnophilus,  Trichoglossus,  Uratelornis,  Vireo, 

IV. 

II  segretario  delta  Commissione  internazionale  di  Nomenclatura  tra- 
smette  ancora  due  Circolari  riguardanti  la  questione  della  specie 
Tipo  del  gen.  Pleuronectes  Linn.  1758a  e  del  genere  Spams  Linn. 
1758a  (sulla  quale  ultima  fu  gia  richiamata  l'attenzione  degli  interes- 
sati  (*)),  perche  vengano  sottoposte  all'esame  dei  zoologi  italiani. 


(•)  V.  Monit.  Z.  I.  innanzi  cit.  p.  i6", 


-   148   - 

Le  questioni  che  formano  oggetto  dei  sopradotti  Pareri  (Opinions) 
68  e  69  dovranno  essere  trasmesse  alia  Gommissione  internazionale  per 
il  voto  definitive 

AU'uopo  la  presidenza  della  nostra  Gommissione  ha  provveduto  a 
distribuire  le  dette  Gircolari  fra  gli  zoologi  italiani  e  particolarmente 
agli  specialist!  in  materia, 

Nell'interesse  degli  zoologi  italiani  si  da  corso  alle  sopradette  co« 
municazioni  e  notizie,  della  Gommissione  internazionale  di  Nomenclatura 
invitando  particolarmente  gli  interessati  alle  questioni  alle  quali  esse  si 
riferiscono  di  voler  inviare  le  proprie  osservazioni  e  le  proposte  che  cre- 
deranno  del  caso,  alia  nostra  Gommissione  perche  possa  raccoglierie, 
coordinarle  e  trasmetterle  al  prof.  Stiles. 
Napoli,  30  giugno  1916. 

Prof.  Fk.  Sav.  Monticelli. 
Seir'etario  deir  I'.  Z.I. 


Gosimo  Cherubim,  Amministratore-responsabile. 

Firenze,  1917.  —  Tip.  L.  Niecolai,  Via  Faenza,  52. 


loniiorc  Zoologico  Italiano.  Anno  XXV III. 


Tav.  VII. 


Fig.  4 


Arti  Fotomeccaniche  -  Firenze 


Monitore  Zoologico  Ituliano.  Anno  XXVIII. 


Tav.   VIII. 


Fig.  I 


Fig.  4 


Fig-  3 


Fig.  5 


Am  lotomecianuhe  -  Firenze 


lonitore  Zoolosico 


(Pubblioazioni  Italiane  di  Zoologia,  Anatomia,  Embriologia) 

Organo  ufficiale  della  Unione  Zoologica  italiana 

D1RKTTO 
DAI     DOTTORI 

GIULIO  CHIARUGI  EUGENIO  FIGALBI 

Prof.  <li    Auatomi'a  uiiiana  Prof.  <li  Anatomia  coiup.  e  Zoologia 

nel  It.  Istituto  di  Stndi  Swpt'f.  in  Firenze  nella  Ii.   Lhiiveisita  <li   Pisa 

Ufficio  iii  Direzione  ed  Amministrazione:  Istituto  Anatomico,   Firenze. 

12  numeri  all'anno  —  Abbuonamento  annuo  L.    15. 


XXVIII  Anno  Firenze  -  1917  N.  10. 


Comunicazioni  originali:  Staderini  R.,  Notevole  fascio  di  fibre  nervose,  che  dal 
ehiasma  ottico  si  prolunga  nella  lamina  terminale.  (Nota  preventiva).  (Con 
1  rigura).  —  Emery  C,  II  sistema  nervoso  considerato  come  criterio  diffe- 
renziale  tra  Metazoi  e  Protozoi.  —  Pag.  149-152. 

Necrologio:    Lorenzo    Gamerano.  —  Pag.  153-155. 

Ghigi  A.,  Repertorio  di  specie  nuove  di  animali  trovate  in  Italia  e  descritte 
nell'anno  1914.  —  Pag.  156-168. 

Avvertenza 

Delle  Comunicazioni   Originali   che   si   pubblicano   nel   Monitor e 
Zoologico  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 


COMUNICAZIONI    ORIGINALI 


ISTITUTO   ANATOMICO    DELLA   R.    UNIVERSITA    DI   CATANIA 


Notevole  fascio  di  fibre  nervose, 
che  dal  ehiasma  ottico  si  prolunga  nella  lamina  terminale 


NOTA    PREVENTIVA    DEL    PROP.    R.    STADERINI 


(Con  1  figura). 

E  vietata  la  riproduzione. 

L'osame  istoiogico  di  una  sezione  sagittale  del  ehiasma  ottico, 
colorato  col  metodo  classico  del  Weigert,  mi  ha  costantemente 
rivelata  l'esistenza  di  un  fascio  di  fibre  nervose,  il  quale  muovendo 


-    150   - 

dal  contorno  anteriore  del  chiasma  ed  incurvandosi  in  alto  e  in- 
dietro,  penetra  e  decorre  nello  spessore  della  lamina  terminale. 

Tale  reperto  costante  ho  ottenuto  preparando  e  sezionando  in 
serie  il  chiasma  di  varii  equidi  adulti,  quali  il  cavallo,  il  mulo, 
l'asino. 

II  suaccennato  fascio  nervoso  e  composto  di  fibre  midollate  le 
quali,  a  quanto  dimostrano  le  sezioni  sagittali,  sono  una  diretta 
continuazione  sia  di  quelle  che  si  trovano  a  comporre  la  porzione 
centrale  del  chiasma,  sia  di  quelle  che  son  situate  alia  superficie 
dorsale  e  ventrale.  Un'  occhiata  alia  figura  seguente  servira  a  daro 
idea  di  tale  complesso  di  fibre,  che  riunendosi  vanno  a  formare  il 
fascio  nervoso  della  lamina  terminale. 


cp  f 


Fig.  1.  —  Equus  annus.  Sezione  sagittate  del  chiasma  ottico.  Ingrand.  tyj.  Indicazioni :  I  t  lamina 
terminale,  o  fascio  nervoso  dccorrente  nella  lamina  terminale,  c  a  fibre  anteriori  del  chiasma,  c.  p. 
fibre  posteriori  del  chiasma,  /  fibre  central!  del  chiasma,  1,  2,  3  vari  ordini  di  fibre  concorrenti 
alia  fonnaaione  del  fascio  nervoso  o.  -  (X.  B.  La  Jigwa  produce  nel  suo  insieme  particolantA 
di  struttura  relative  a  piu  d'una  sezione). 

E  oggi  generalmente  ammesso,  come  fatto  ben  certo  e  dimo- 
strato,  che  tra  lamina  terminale  e  chiasma  ottico  non  vi  sia  scam- 
bio  alcuno  di  fibre  nervose  (1).  Onde  il  reperto  istologico  di  cui  tengo 


(i)  Di  qualche  breve  acceuno  che  si  fece  in  passato  a  fibre  nervose  congitangenti  la  lamina  ter- 

Sinale  al  chiasma  verra  detto  a  suo  tempo. 


-    151    - 

parola  assume  una  particolare  importanza,  sia  per  i  dati  piu  com- 
pleti  ed  esatti  che  fornisce  infcorno  alia  struttura  delle  parti  soprad- 
dette,  sia  per  le  induzioni  di  ordine  fisiologico  che  permette  di  fare. 
In  vista  di  cio  mi  sono  indotto  a  pubblicare  questa  nota  preventiva, 
riserbandomi  di  svolgere  l'argomento  con  maggiore  ampiezza  nel  la- 
voro  che  spero  poter  completare  tra  non  molto. 

Intanto,  giacche  mi  si  presenta  l'occasione,  aggiungero  che  sem- 
pre  stando  ai  miei  preparati  la  commessura  del  Meynert  non  e, 
come  generalmente  si  afferma,  estranea  al  sistema  delle  fibre  ot- 
tiche,  ma  e  parte  costitutiva  del  chiasma  e  dei  tratti  ottici. 


II  sistema  nervoso  considerato  come  criterio  differenziale 
tra  Metazoi  e  Protozoi 


Nota  di  CARLO  EMERY 


£  vietata  la  riproduzione. 

Nel  1911,  ho  pubblicato  in  questo  giornale  un  quadro  delle 
relazioni  tra  i  Protozoi  e  i  Metazoi  (1).  Ho  mostrato  allora  che  vi 
sono  diversi  gruppi  i  quali  conducono  dai  Protisti  ai  Metazoi.  Tali 
sono,  nel  mio  quadro,  gli  animali  che  ho  compresi  nello  "  Stadio 
intermedio  „,  caratterizzato  dal  differenziamento  delle  cellule  ger- 
minali  e  somatiche  (Volvox,  Proterospongia)  e  nei  "  Metazoi  pri- 
mitivi  „,  distinti  dal  differenziamento  delle  cellule  somatiche  le 
une  dalle  altre  (Poriferi,  Mesozoi,  Neosporidii). 

Dunque,  secondo  quanto  io  scrivevo  allora,  i  Mesozoi  ed  i  Neo- 
sporidii erano  da  considerarsi  come  Metazoi,  alio  stesso  titolo  che 
i  Poriferi.  Questo  sostengo  anche  ora,  in  quanto  all'equivalenza  del 
grado  di  differenziamento  di  questi  tre  tipi.  Ma  in  quanto  all'asse- 
rire  che  siano  veramente  Metazoi,  e  un'  altra  questione.  Pero,  in 
ogni  caso,  o  sono'tutti  e  tre  Metazoi,  o  non  lo  sono. 

Kipensando  a  queste  cose,  mi  e  parso,  che  la  differenza,  la  quale 
pud  essere  stabilita  negli  animali,  dall'essere  forniti  o  no  di  sistema 
nervoso,    fosse  piu  importante,    sia   dal    riguardo    morfologico,   sia 


(1)  Alcune  liflessioni  aulla  classificazione  zoologica;  Monit.  Zool.  Ital.,  Anno  22,  n.  9,  1911;  p.  231, 


-   152   - 

dal  riguardo  fisiologico,  che  il  differenziamento  delle  cellule  genninali 
dalle  somatiche,  e  di  queste  ultime  tra  loro.  Che,  per  conseguenza, 
sarebbe  opportune  definire  i  Metazoi  come  animali  forniti  di  siste- 
ma  nervoso,  ed  i  Protozoi  come  privi  di  questo  sistema.  Quindi  i 
Poriferi,  Mesozoi  e  Neosporidii  verrebbero  riguardati  come  Pro- 
tozoi. 

II  differenziamento  delle  cellule  germinali  dalle  somatiche  ha 
dovuto  compiersi,  non  una  volta  sola,  ma  ripetutamente  negli  or- 
ganismi  animali  e  vegetali.  Cosi  anche  il  processo  di  gastrulazione, 
che  certamente  non  e  omologo  nei  Mesozoi,  nei  Parazoi  (Poriferi)  e 
negli  Enterozoi. 

Invece,  sono  convinto  che  il  differenziamento  degli  elementi 
nervosi  si  sia  avverato  una  volta  sola,  negli  animali  che  conosciamo, 
cioe  nei  ceppo,  ancora  indiviso,  degli  Enterozoi,  che  ha  poi  dato  ori- 
gine  alle  due  stirpi  dei  Perineuri  (Cnidarii)  e  degli  Epineuri  (Cteno- 
fori  e  Bilaterali). 

Adottando  il  criterio  usuale  della  gastrulazione  e  dell'eteroge- 
neita  delle  cellule  somatiche,  i  Metazoi  sarebbero  soltanto  uno  sta- 
dio  di  differenziamento  degli  animali,  ma  non  un  gruppo  naturale. 

Adottando  invece  l'esistenza  del  sistema  nervoso,  come  criterio 
differenziale,  i  Metazoi,  equivalenti  agli  Enterozoi  del  Lankester, 
sarebbero  un  gruppo  naturale,  cioe  monofiletico.  I  Parazoi,  coi  Me- 
sozoi ed  i  Neosporidii,  rientrerebbero  nei  Protozoi. 


-   153 


Lorenzo   Camerano 

II  22  del  passato  novembre  1917  segno  uh  grave  lutto  por  la  Zoologia  col- 
1' irreparabile  perdita  del  prof.  Lorenzo  Camerano,  chelated  a  fama  di  dotto  nella 
scienza  da  lni  predilotta  e  nuraei'ose  serio  di  scriUti,  dfihostranti  una  attivita  pro- 
digiosa  spiegata  per  lungliissimi  anni  (1878-1917);  attivita  speeialmente  dedicata 
alio  studio  degli  aniraali  ed  agii  Istituti  di  Zoologia  e  di  Anatomia  comparata 
dell' Universita  di  Torino,  chc  diresse  per  oltre  un  ventennio. 

L.  Camerano  nacque  il  9  aprile  1856  in  Biella,  da  Angelo,  di  antica  fami- 
glia  astigiana,  e  da  Angiolina  Bagnosacco.  Percorse  gli  studii  inleriori,  parte  a 
Bologna  ed  inline  a  Torino.  Qui  dal  Liceo  passo  air  Universita,  dedicandosi  alio 
scienze  naturali,  per  le  quali  ebbe  spiccata  predilezione.  Consegui  la  Laurea  nel 
giugno  1878,  ed  essendo  gia  in  buon  concetto  a  Michele  Lessona,  fu  subito  nomi- 
nato  assistente  alia  Cattedra  di  Zoologia  e  di  Anatomia  comparata,  iniziando 
cosi  la  sua  camera  scientiiiea  e  didattica  in  quel  Museo  turinese,  che  non  lascio, 
se  non  per  pochi  raesi,  nel  1889,  onde  recarsi  all'Universita  di  Cagliari,  ove  era 
stato  nominato  professore  di  Zoologia  o  di  Anatomia  comparata. 


Artista  per  natura,  il  Camerano  colli vu  da  giovinetto  la  musica,  ma  piu 
attivamente  si  dedico  alia  pittura,  frequentando  in  Torino  l'Accademia  Albertina 
(1871-73),  ove  fu  prediletto  da  Antonio  Fontanesi  e  vi  consegui  anche  Menzioui 
onorevoli. 

Appassionato  dell' arte  pittorica  e  non  meno  della  Zoologia,  ebbe  egli  sem- 
prc  grande  attrazione  per  la  montagna  ed  in  gioventu,  fra  il  1879  (1)  ed  il  1889, 
i'eee  molte  e  notevoli  gite  alpine,  speeialmente  oelPOssolano,  spingendosi  a  vette 
.permesse  soltanto  a  forti  alpinisti  ed  all'Estero  compiendo  escursioni  svariate, 
fra  le  quali  citero  quella  sui  monti  della  Cabilia  ed  inoltrandosi  all'Oasi  di  Biskra. 
Cio  gli  valse  di  essere  tenuto  in  molta  considerazione  dal  Club  Apino  e  ne  di- 
.venne  beneraerito  tanto,  da  essere  chiaraato  ad  occupare  varie  cariche  lino  alia 
Presidenza  ed  avere  l'onore  di  presiedere  alia  solenne  commemorazione  che  quel 
Sodalizio  tenne  in  occasione  del  compimento  del  suo  cinquantennio  (1863-1913; 
di  splendida  vita. 


Ben  presto,  dopo  la  Laurea,  in  merito  ai  suoi  lavori,  ebbe  la  nomina  a 
1  Dottore  aggregato  alia  facolta  di  scienze  o  pote  impartire  corsi  Iiberi,  prima  di 
Osteologia  e  poi  di  Entomologia  agraria  (1880-1883).  Per  varii  anni  insegno  nelle 
scuole  medic,  ai  Licei  torinesi  e  cio  avanti  la  sua  andata  all'  Universita  di  Ca- 
gliari, donde  ritorno  a  Torino  per  1'  insegnamento  dell'  anat.  comparata.  In  se- 
guito  alia  morte  di  Michele  Lessona  (1894)  il  Camerano  fu  incaricato  anche  della 
Zoologia ;  ed  ebbe  cosi  la  grande  soddisfazione  di  succedere  al  Maestro,  riuscendo 
degno  continuatore  del  geniale  naturalista,  il  quale  l'aveva  prediletto,  ben  rico- 

(1)  Data  che  mi  ricliiama  alia  memoria  che  appunto  nell'agosto  1879  feci  couoscenza    con    lui,    c 
4i  poi  amico  eostante,  al  Colle  d'Olen  iD  eaoursioni  al  Corno  del  Caiuoscio  e  nei  diiitorui, 


-   154  - 

noscendo  in  lui  doti  eccollenti  di  scienziato  e  che,  per  1'  indole  ottiraa  personale, 
lo  voile  chiamare  a  far  parte  della  sua  lamiglia. 


Non  e  possibile  in  questi  brevi  limiti  iraposti  dal  Periodico,  di  dire,  siccome 
converrebbe,  dell'opera  scientifioa  figurante  in  centinaia  di  pubblicazioni  che  la- 
scia  il  Garaerano;  eppercio  e  necessario  limitarci.  raggruppandole  a  seconda 
della  loro  indole,  ad  una  semplice  e  non  completa  enuraerazione. 

La  sua  camera  didattica  nelle  scuole  raedie  lo  consiglio  a  dettare  pregie- 
voli  libri  di  storia  naturale  adatti  ai  ginnasi,  ai  licei,  alle  scuole  ed  istituti  tecnici 
(1883-1891). 

Nel  contempo  i  suoi  primi  studi  li  rivolse  agli  insetti  ed  afflni,  sia  dal  lato 
puraraente  scientifico  che  da  quello  pratico,  in  rapporto  specialraente  all'  agri- 
coltura.  Oltre  a  descrizioni  di  nuove  specie,  nostrali  ed  estere,  si  interesso  di 
argomenti  di  anatomia  sopratutto  sulla  forza  assoluta  dei  muscoli  e  sopra  quelli 
respirator!,  sulle  appendici  derraiche  delle  zampe,  ecc. 

In  seguito  si  dedico  a  lungo  in  ricerche  e  studii  sisteraatici  e  raoi'fologici 
sugli  Anfibi  e  sui  Rettili,  ed  a  lui  dobbiamo  raolteplici  scritti  descriventi  nuove 
specie  di  sauri  ed  altre  poco  note,  cosi  per  alcune  rane  e  rospi.  Si  intrattenne 
sopra  i  caratteri  sessuali  secondari  di  essi,  sul  fenomeno  della  neotenia  negli  an- 
fibi, nonche  sull'interessanto  argomento  dei  salamandndi  norraalraente  apneu- 
raoni ;  della  vita  branchiate  e  sul  poliraorfisrao.  Oltre  a  cio  gli  dobbiarao  raono- 
grafie  speciali  sugli  Anfibi  anuri  ed  urodeli  italiani,  sui  Sauri,  sugli  Ofidi  e  sul 
Cheloni  della  nostra  fauna. 

Fu  valido  illustratore  di  un  gruppo  poco  conosciuto  di  vermi,  quali  era 
quello  dei  Gordidi,  descrivendo  forme  nuove  o  mal  descritte,  del  Madagascar,  del 
Congo,  del  Sudan,  del  Guatemala,  del  Messico,  delFArgentina,  del  Paraguay, 
del  Siam,  Birmania,  Malesia,  Sumatra  e  del  paese  nostro,  disponendo  di  ricchis- 
simo  materiale  avuto  da  viaggi  o  da  Istituti  e  Musei.  Tratto  del  loro  tegumen- 
to,  della  loro  istiologia  ed  auatomia,  nonche  dei  primi  momenti  della  loro  evo- 
luzione ;  riassumendo  le  ricerche  sue  e  di  altii  in  Monografie  ed  in  una  Revi- 
sione  generale  (1917). 

Un'altra  serie  di  indagini  gli  dobbiamo,  rivolte  aH'importantissimo  gruppo 
degli  Onicofori  (Peripalus)  e  fattc  con  prezioso  materiale  ed  anche  relativamen- 
te  abbondante,  so  si  considera  la  poverta  di  forme  che  vi  appartengono.  De- 
scrisse  forme  nuove  della  Bolivia,  dell'Ecuador,  ecc,  e  notevoli  furono  gli  studi 
sulla  struttura  dei  muscoli  mandibolari  negli  onicofori. 

Porto  largo  contributo,  con  vedute  nuove,  sull'applicazione  del  metodo  so- 
matometrico  nello  studio  degli  animali ;  disse  della  distribuzione  dei  colori  nol 
regno  animale  e,  senza  interrompere  gli  studi  sui  gruppi  succitati,  detto  pregie 
voli  memorie  suirevoluzione,  sui  zoologi  evoluzionisti,  sulla  storia  della  zoologia 
e  ricordd  non  pochi  zoologi  nostri  e  stranieri,  venuti  a  mancare  in  questi  ul 
timi  tempi. 

Piu  tardi  si  dedico  in  modo  speciale  alia  Mainmologia  e  sopratutto  alia 
osteologia  e  qui  menzionero  soltanto  i  principali  scritti,  quali  sono  :  le  ricerche 
snlla  Talpa  coeca  e  T.  romana;  sulla  struttura  delle  ossa  pelviche  della  Bale- 
nottera ;  suH'anatoinia  di  un  feto  diOtaria;  le  osservazioni  saffHyrax  srriacus^ 
sul  Buffelus,  sul  Felis  pardus  del  Ruwenzori ;  quelle  sui  cercopitechi  e  Cola 
bus  occidentulis ;   sulle  ossa  craniche  degli    Ungulati,   degli    oranghi   e    miceti, 


—    155   - 

nonclie  della  Capra.  Fece  studi  sulle  Zebre  e  sul  Quagga,  sul  Renno  ed  illustro 
la  fauna  dclle  Alpi,  daudo  interessantissimi  ragguagli  sullo  Stambecco  o  sui  Ca- 
mosci. 


Le  assidue  cure  prestate  dal  Camerano  al  Museo  torinese  ed  alia  scuola,  gia 
frequentata  sotto  la  guida  del  Lessona  e  poi  da  lui  continuata,  fecero  si  die 
pote  vantarsi  di  non  pochi  allievi,  che  ben  presto  raggiunsero  notevole  posto 
fra  i  zoologi  nostri  e  cio  gli  permise  di  fondare  quel  Bollettino  dei  Musei  di 
zoologia  e  di  anat.  compar.  dell'Universita  di  Torino,  che,  iniziato  col  1886,  ebbe 
attiva  ed  ininterrotta  vita  flno  al  giorno  d'oggi,  giungendo  al  31°  volume,  con 
ben  717  numeri  della  raceolta  ;  ed  ove  tigurano,  oltre  lavori  del  Dirottore  Ca- 
merano, mollissimi  dovuti  a  T.  Salvador]',  a  D.  Rosa,  a  E.  Giglio-Tos,  a  F.  Sacco, 
a  M.  Peracca,  a  L.  Goguetti  Demartiis,  a  G.  Nobili,  a  E-  Festa,  a  C.  Pollonera, 
a  A.  Borelli,  ad  A.  Griffini,  a  P.  Marchisio,  a  F.  Bandi,  a  G.  Paravicini,  a  E. 
Zavattari  ecc,  tutti  addetti  per  tempo  piu  o  meno  lungo  all'lstituto,  nonche  ad 
altri  numerosi  zoologi  nazionali  e  stranieri. 


L'alto  valore  e  la  rinomanza  del  Camerano  nel  campo  scientifico  e  le  sue 
grandi  benemerenze  gli  valsero  non  poche  attestazioni  di  stima  e  di  fiducia.  In- 
fatti,  oltre  a  molte  onoreficenze,  egli  venne  eletto  al  Laticlavio  nel  1909 ;  fu  Ret- 
tore  all'Ateneo  torinese  (1907-1908) ;  Presidente  della  Reale  Accademia  delle 
Scienze  dal  1916;  Presidente  del  Club  Alpino  dal  1910;  membro  dell'Accad.  di 
Agricoltura  e  Conservatore  delle  Gollezioni ;  Socio  corr.  dell'Istit.  Veneto,  Presi- 
dente delPUuione  zoologica  italiana;  Membro  del  Consiglio  superiore  dell' Istru- 
zione ;  Membro  di  molte  Commissioni  esaminatrici  per  Goncorsi  Universitari  e 
Scuole  medie  ecc. 


Valgano  questi  accenni  a  porre  in  rilievo  l'opera  scientiflca  e  didattica  del 
Camerano,  che  certamente  trovera  altri  che,  con  maggior  calma,  potranno  de- 
gnamente  commemorarlo ;  limitandomi  io  a  poche  righe  per  rendere  un  tributo 
di  rimpianto  e  di  affetto  al  caro  amico  perduto,  cui  per  tanti  anni  mi  lego  sin- 
cera  e  inalterata  amicizia. 

Possa  il  compianto  dei  dotti  reso  alio  scienziato,  essere  di  sollievo  alio  schian- 
to  della  sua  famiglia  ;  alia  quale  io  pure  esprimo  i  sensi  del  piu  vivo  cordoglio 
per  la  morte  del  Collega  ed  amico,  del  quale  serbero  imperitura  memoria. 

Corr  ado  Parona. 


-   156  - 


zr,:e:p:e]:r,to:r,io 

di  specie  nuove  di  animal!  trovate  in  Italia  e  descritte  nell'  anno  1914 

COMPILATO     PER     INIZIATIVA     DELLA     U.     Z.     I. 

dal 
Prof.  ALESSANDRO  GHIG1  (Bologna) 


PREFAZIONE 


Nell'anno  1914,  primo  della  guerra  raondiale,  la  diminuita  produ- 
zione  scientifica  si  manifesta  altresi  con  un  minore  numoro  di  descri- 
zioni  di  forme  nuove  di  animali. 

In  questo  repertorio  sono  infatti  elencate  197  forme  italiane,  in  con- 
fronto  a  322  elencate  nel  1913,  lo  quali  sono  descritte  in  GO  pubbli- 
cazioni,  22  di  queste  in  lingua  italiana,  da  51  autori  fra  i  quali  19  ita- 
liani. 

Le  forme  nuove  sono  ripartite  nel  modo  seguente: 

Protozoi 3 

Celenterati 6 

Vermi 13 

Echinodermi 1 

Molluschi 21 

Crostacei 1 

Aracnidi 5 

Insetti 145 

Vertebrati 2 

I  Protozoi  sono  tutti  Ciliofori  trovati  dall' Issel  nelle  pozze  di  sco-j 
gliera  di  Quarto  dei  Mille. 

Fra  i  Celenterati  raeritano  particolare  rilievo  4  Alcionari  del  Medl- 
terraneo  descritti  dalla  Gecchini. 

Alia  istituzione  di  nuove  specie  di  Vermi  contribuirono  la  Signora 
Deqi  ai,  con  tre  specie  di  oiigocheti  ed  il  Cognetti  de  Martiis  con  ol-i-J 
gocheti  ed  un  Turbellario. 


-   157   - 

I  Molluschi  sono  tutti  descritti  dal  Coen  ed  appartengono  alia  fauna 
adriatica. 

Gl'Insetti  sono  ripartiti  nel  modo  seguente:  Emitteri  4;  Tisanotteri  4; 
Neurotteri  1 ;  Lepidotteri  48  ;  fra  i  quali  ben  41  aberrazioni  di  Zygaena 
dei  dintorni  di  Genova  ;  Imenotteri  10,  fra  i  quali  8  formiche  delle  isole 
del  Mediterraneo  descritte  dall' Emery  ;  Ditteri  7;  Afanitteri  1;  Coleot- 
teri  70,  dei  quali  22  spettano  al  Fiori. 

La  nomenclatura  binomia  e  usata  84  volte,  la  trinomia  87,  la  qua- 
drinornia  15  volte. 

Dal  Repertorio  precedente  (1913)  vanno  radiate  le  4  specie  di  La- 
eerla  erroneamente  incluse  tra  le  forme  nuove,  e  corrispondentemente 
va  radiato  dalla  parte  bibliografica  il  lavoro  del  Bot  lenger. 


-    158   - 


T.  —  PARTE  BIBLIOGKRAFIOA 


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-    160  - 

Pic,  M.  —  (1)  Notes  diverges,  descriptions  et  diagnoses.  —  L'Echange,  Rev.  Linn. 
Ann.  30,  pp.  11-12,  ecc,  1914. 

—  (2)  Notes  sur  les  Coutharidae  palearctiques  et  diagnoses  de  formes  nouvelles. 

L'Echange,  Rev.  Linn.  Ann.  30,  pp.  51-53,  ecc,  1914. 
Raffray,  A.  —  Notes  sur  les  Pselaphides  d'ltalie  centrale.  —  Ann.  Soc.  entom. 

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Pisa,  Proc.  verb.,   Vol.  23,  pp.  3-10,  1914. 
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—  (2)  (Subg.  Grypocarus  Thoms).  Athous  sardiniensis  n.  sp.  —  Wien.  Entom. 

Zeitg.,  Jahrg.  33,  pp.  266,  1914. 

—  (3)  Bestimmungstabelle  fur  die  Unterfarnilie  Erodini  ,der  Tenebrionidae,  aus 

Europa  und  den  angrenzenden  Landern.  —  Deulsch.  entom.  Zeitschr.,  Jahrg. 
pp.  43-85,  1914. 

—  (4)  Uebersicht  der  bekannter  Arten  der  Goleopteren  Gattung  Edaphus  Lee. 

aus  Europa  und  den  angrenzenden  Landern.  —  Berlin,  entomol.  Zeitschr.  — 

Dd.  58,  pp.  188-189,  1914. 
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Arch.  Natg.  Berlin  Jahrg.  79,  pp.  4-55,  1914. 
Stiasny,  G.  —  Zwei    neue   Pelagien   aus   der   Adria.   —   Zool.   Anz.   Bd.   44, 

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Thor,  S.  —  Lebertia  —  Studien.  —  Zool.  Anz.,  Bd.  45,  pp.  27-33,  1914. 
Zavattari,  E.  —  Gatalogo   dei    sifonatteri.   —   Ann.   Mus.    Genova,    Vol.  46, 

pp.  139-147,  1914. 
Zerny,  H.  —  Ueber  palaarktische  Pyraliden   des   k.    k.   naturhistorischen   Hof- 

musouras  in  Wien.  —  Ann.  k.  h.  Ho/'mus.  Vien,  Bd.  28, pp.  295-348,  1914. 


I 


-    161   - 


II.  —  PAKTE  SISTEMATIOA 


PROTOZOA 

CILIOPHORA 

Uroleptus  retusus  Issel  (p.  231).  —  Quarto  dei  Millo,  nelle  pozzo  di   scogliera. 
Urotricha  salina  Issel  (p.  231).  —  Quarto  dei  Mille,  nello  pozze  di  scogliera. 
Rhabdostyla  harpactici  Issel  (p.  231).  —  Quarto  dei  Mille,  nelle  pozze  di   sco- 
gliera. 


COELENTERATA 

SCHYPHOZOA 

Pelagia  purpuroviolacea  Stiasny  (p.  529).  —  Adriatico;  aequo  delle  isole  Brioni. 
»        rosacea  Stiasny  (p.  531).  —  Coste  dellTstria  tino  al  Uollo  di  Trieste. 

ANTHOZOA 

.A-lcyonaria 

Aeanella  gigliolii  Gegchini  (1,   p.   49).    —   Mediterranco;   dintorni   delle   isole 

Egadi,  a  S.  0.  dell'isola  Marittima,  alia  profondita  di    823- 

760  ra. 
»        mediterranea  Cecchini  (1,  p.  51).  —  Mediterraneo ;  ad   est   dell'Asi- 

nara,  alia  profondita  di  420-370  ra. 
Ceratolrochus  magnaghii  Cecchini  (2,  p.  152).  —   Presso   Ie   isole   Egadi    alia 

profondita  di  m.  400. 
Slenocyathus  washingtoni  Cecchini  (2,  p.  151).  —  Presso  le   isole   Egadi    alia 

profondita  di  m.  400;   a  nord  dell'Asinara   alia    profondita 

di  m.  168-284. 

VERMES 

PLATYHELMINTH1A 
Turbellaria 

Phoenocora  jucunda  Cognetti  de  Martiis  (p.  1).  —  Torino,  in  una  vasca  del 
R.  Orto  Botanico. 

NEMATHELMINTHIA 

Nematoda 

Cyrnea  eurycerca  Seurat  (},  p.  391).  —  Corsica,  nel   ventricolo   succenturiato 

di  Caccabis  rufa. 
Dorylaimus  hofmanneri  Menzel  (p.  88).  —  Lago  Tremorgio  (Ticino),  ed  altre 

localita  delle  Alpi  svizzere. 


-   162   - 

Habronema  mansioni  Seurat  (2,  p.  427).  —  Corsica,  nollo  stomaco   di    Buteo 
buteo. 

ANNELIDA 
Oligochaeta 

Fridericia  florentina  Dequal  (p.  19).  —  Firenze,  nei  giardini. 

»  tusca  Dequal  (p.  15).  —  Firenze  e  Livorno,  nei  giardini. 

»  valdarnensis  Dequal  (p.  17).  —  Montozzi  (Arezzo). 

Relodrilns  oculatus  samnitica  n.  subsp.  Cognetti   de   Martiis    (2,   p.   3).   — 

Monte  Greco  (Abruzzi). 
Hormogaster  praetiosa  samnitica  n.  subsp.  Cognetti  de  Martiis  (2,  p.  2).  — 
Monte  Greco  (Abruzzi). 

Polychaeta 

Aricia  imitans  Eisig  (p.  317).  —  Posillipo  (Golfo  di  Napoli). 

»       longithoracc  Eisig  (p.  324).  —  Carmine  (Golfo  di  Napoli). 

»       ramosa  Eisig  (p.  321).  —  Posillipo  (Golfo  di  Napoli). 
Scolaricia  typica  Eisig  (p.  428).  —  Posillipo  (Golfo  di  Napoli). 


ECHINODERMA 

OLOTHURIOIDEA 

Trochostoma  mediterraneum  Bartolini-Baldelli  (p.  105).   —   Dintorni   dello 
stretto  di  Bonifacio,  a  circa  1000  m.  di  profondita. 

MOLLUSCA 

GASTROPODA 
Prosobranchia 

Aporrhais  pespelicani  vinitincta  Coen  (p.  27).  —  Venezia. 
Murex  brandaHs  longispina  n.  var.  Coen  (p.  26).  —  Venezia. 

»  »  iernispinosa  n.  var.  Coen  (p.  26).  —  Venezia. 

Morio  adriatica  Coen  (p.  26).  —  Venezia. 
Nassa  mammillata  abnormis  n.  var.  Coen  (p.  25).  —  Adriatico. 

»       vitrea  Monterosato  in  Coen  (p.  25).  —  Puntebianche  (Adriatico). 
Paludestrina  hessei  Coen  (p.  27).  —  Venezia,  fossi  salsi  del  Lido;   detrito   del 

Lido. 
Pseudofusus  adustus  Coen  (p.  24).  —  Puntebianche  (Adriatico). 
Turritella  communis  laevmscula  Coen  (p.  27).  --  Venezia. 

Pu.monata 

Leuconia  veneta  Coen  (p.  24).  —  Venezia,  al  limite  della  marea,   nei   canali   CI 
sugli  orli  delle  barene. 

LAMELLI  BRANCH  IA 

Dona.v  ad?-iatcus  croceti  n.  var.  Coen  (p.  30).  —  Venezia. 
Eucardium  paucicoslatum  ebio-nea  n.  var.  Corn  (p.  20).  —  Venezia. 


163 


Eucardium  tuberculatum  lactea  n.  var.  Goen  (p.  29).  —  Venezia. 

»  »  mutica  n.  var.  Coen  (p.  29).  —  Venezia. 

»  »  rudis  Coen  (p.  29).  —  Venezia. 

Lucinopsis  undata  adriatica  n.  var.  Coen  (p.  33).  —  Venezia,  lido. 
Ostrea  adriatica  producta  n.  var.  Coen  (p.  15).  —  Venezia. 
»  »  regularis  n.  var.  Coen  (p.  15).  —  Venezia. 

Pectunculus  violacescens  albella  Coen  (p.  28).  —  Venezia. 
Tapes  bendanti  elongatissima  n.  var.  Coen  (p.  30).  —  Venezia. 

CEPHALOPODA 

Argonauta  monterosatoi  Coen  (p.  23).  —  Viesti  a  Mare  (Gargano). 

ARTHROPODA 

CRUSTACEA 
Isopoda 

Leucocyphoniscus  solarii  Brian  (p.  160).  —  Grotta  dell'Orso  sopra  Laglio  (Como). 

ARACHNIDA 
Acari 

Oribatidae 

Galumna  linata  Oudemans  (p.  35).  —  S.  Rerao. 

»  tar  sipennata  Oudemans  (p.  36).  —  S.  Rerao. 

Notaspis  italicus  Oudemans  (p.  41).  —  S.  Rerao. 

»        patavinus  Oudemans  (p.  41).  —  Padova. 

Hydrachnidae 

Lebertia  multicincia  Thor  (p.  31).  —  Pian  di  Bedole  (Val  di  Genova). 

INSECTA 

Hemiptera 

Heteroptera 

Helerocordylus  benardi  Horvath  (p.  89).  —  Foresta  di  Valdoniello  (Corsica,). 

Homoptera 

Aconura  ragusai  Melighar  (p.  260).  —  Ficuzza  (Dintorni  di  Palermo). 
Vacuna  carlucciana  Del  Guercio  (p.  289).  —  ?  Firenze,  su  foglie  di  castagno. 
»        castaneae  Del  Guergio  (p.  289).  —  ?  Firenze,  su  foglie  di  castagno. 

Thysanoptera 

Aeolothrips  gloriosus  Bagnall  (p.  375).  —  Sorgono  (Sardegna). 
Limothrips  angulicornis  adusta  n.  var.  Karny  (p.  56).  —  Sardegna. 
»  cerealium  apjtera  n.  forma  Karny  (p.  56).  —  Sardegna. 

Thrips  ebneri  Karny  (p.  54).  —  Sicilia. 

Neuroptera 

Chrysopa  vulgaris  doriana  var.  n.  Navas  (p.  177).  —  Isola  del  Giglio. 

Lepidoptera 

Rhopalocera 

Lycaena  argyrognomon  energeles  f.  n.  Stauder  (p.  15).  —  Trieste. 
Pieris  napi  patunae  n.  ab.  Stauder  (p.  13).  —  Sagrado  (Fiiuli  Orientale). 


164   - 


Zygaen.id.ae 

Zygaena  achilleae  ligustina  n.  var.  Burgeff  (p.  48).  —  Diatorni  di  Geneva. 
»  carniolica  apennina  canuta  Rocci  (p.  225).  —  Dintorni  di  Geneva. 
»  »  »         decollaia  Rocci  (p.  225).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  »         distincta  Rocci  (p.  225).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »  *        parvipuneta  Rocci  (p.  225;.  —    Dintorni    di   Ge- 

nova. 
»  »  »  quadrisignata  Rocci  (p.  223).  —  Dintorni  di  Ge- 


nova. 
Genova. 


quinquesignata  Rocci  (p.   224).   —   Dintorni   di 


»  »                 »          trisignata  Rocci  (p.  223).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »          genovensis  n.  ab.  Reiss  (p.  46).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »          laticlavia  n.  ab.  Burgeff  (p.  57).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »          nigricans  n.  ab.  Burgeff  (p.  57).  —  Dintorni  Genova. 

»  »          nigrosupposita  n.  ab.  Burgeff.  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »          octornata  n.  ab.  Reiss  (p.  46).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »          ornata  n.  ab.  Burgeff  (p.  57).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »         pauper  a  n.  ab.  Burgeff  (p.  57).  —  Dintorni  di  Genova. 

•»  »         prolifera  n.  ab.  Burgeff  (p.  57).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  filipendulae  stoechanoides  n.  ab.  Stauder  (p.  16).  —  Trieste. 

»  lonicerae  silana  n.  var.  Burgeff  (p.  63).  —  Dintorni  di  Genova. 

*  meliloti  italica  esoamaculata  Rocci  (p.  219).   —   Genova,   Monte   Al- 

pesisa. 

»  oxytropis  aurantiaca  Rocci  (p.  222).  —  Genova. 

>  »  disjuncta  Rocci  (p.  222).  —  Genova. 

»  »          lampadouche  n.  ab.  Burgeff  (p.  60).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »           minima  Rocci  (p.  223).  —  Genova. 

»  »          rosea  Rocci  (p.  222).  —  Genova. 

»  »          separata  Rocci  (p.  222).  —  Genova. 

>  »  unita  Rocci  (p.  222).  —  Genova. 

»  roiiieo  aestiva  n.  var.  Burgeff  (p.  60).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »       transapennina  cingulata  n.  ab.  Burgeff  (p.  60).  —   Dintorni 

di  Genova. 

»  stoechadis  autumnalis  n.  var.  Reiss  (p.  46).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »           bongerti  n.  forma  Reiss  (p.  158).  —  Dintorni  di  Genova. 

»  »           violacea  n.  ab.  Rocci  (p.  219).  —  Genova. 

»  »          cuprea  n.  ab.  Rocci  (p.  219).  —  Genova. 

»  »          fuscogutiata  n.  ab.  Rocci  (p.  220).  —  Genova. 

»  »           incumpleta  n.  ab.  Rocci  (p.  220).  —  Genova. 

»  »          genuensis  seocmaculata  n.  ab.  Rocci  (p.  221).  —  Genova. 

»  transalpina  maritima  amplimacula  n.  ab.  Rocci  (p.  221).  —  Genova. 

»  »                  »          decirclata  Rocci  (p.  221).  —  Genova. 

>  »  »          incompleta  Rocci  (p.  221).  —  Genova. 

»  »                  »          quinqueguttata  Rocci  (p.  221).  —  Genova. 

»  »          calabrica  aWicincta  n.  ab.  Burgeff  (p.  63).  —    Dintorni 

di  Genova. 

»  »         tenuissima  n.  var.  Bukgeff  (p.  63).  —  Dintorni  di  Genova. 


-    165   - 

TToctiaidae 

Minoa  murinata  aterrima  forma  n.  Stauder  (p.  16).  —  Trieste. 

Pyralidae 

Homoeosonia  siciliella  Zerny  (p.  305).  —  Sicilia. 

Noctuella  vespertalis  gilvalis  n.  ab.  Zerny  (p.  338;.  —  Sicilia  ed  altre  localita 

mediterranee. 
Rhodophaea  getuliella  Zerny  (p.  318).  —  Sicilia;  Pola  (Istria). 

Tineidae 

Nepticula  rosmarinella  Chretien  (p.  270).  —  Alpi  raarittime. 
Hymenoptera 

Ch.alcidid.ae 

Anaphoidea  tuna  Girault  (p.  109).  —  Italia  e  Utah. 

3?roctotrypid.ae 

Anteon  trivialis  var.  leuconeuriis  n.  var.  Kieffer  (p.  91).  —  Trieste. 

Fornaicidae 

Aphaenogaster  gibbosa  fiorii  Emery  (p.  258).  —  Nicolosi  (Sicilia). 
Epimyrma  (n.  g.)  kraussei  Emery  (p.  262).  —  Sorgono  (Sardegna). 
Leptanilla  doderoi  Mantero  in  litt.  Emery  (p.  253).  —  Teulada  (Sardegna). 
Leptothorax  luberum  augustulus  var.  hraussei  Emery  (p.   261).    —    Dintorni 

di  Gagliari;  Sorgono  (Sardegna);  Asinara. 
Solenopsis  latro  sicula  Emery  (p.  259).  —  Gasteldaccia  (Sicilia). 
Stenamma  sardoum  Emery  (p.  255).  —  Aritzo  (Sardegna). 
Strong ylognathus  destefanii  Emery  (p.  263).  —  Dintorni  di  Palermo. 
Strumigenys  baudueri  termipilis  Emery  (p.  264).  —  Monte  Argentario;  Fran- 

cia  meridionale. 

Diptera 

Cecid.om.id.ae 

Acaroletes  ptseudococci  Felt  (p.  148).  —  Sicilia,  da  Pseudococats. 
Siz33.ialid.ae 

Melusina  bezzii  E.  Gorti  (p.  197;.  —  Moncenisio:  Monte  Rotondo   nei  Sibillini 
(Appennino  Marchigiano). 

Tipulidae 

Psilocohopa  directa  Kuntze  (p.  385).  —  Corsica. 

Conopidae 

Brachyglossum  valvatum  Krober  (p.  186).  —  Italia  settentrionale ;  Sarepta. 

iyih.iBcid.ae 
Limnophora  grandis  Stein  (p.  47).  —  Italia. 
Mydaea  deleta  Stein  (p.  47).  —  Italia. 

IDrosopttilidae 

Leucophenga  quinquemaculata  marginalis  n.  var.  Oldenberg  (p.  18).  —  Pie- 
monte. 

.A-phaniptera 

Neopsylla  pitymydis  Zavattari  (p.  144).  —  Cascinelle,   Borzoli    (Liguria    occi- 
dentale)  su  Pitymys  savii  e  P.  multiple;*'. 


-    1(56   - 


Coleoptera 

Oara"bidae 

Bembidion  aeneum  paganettii  n.  var.  Netolitzky  (p.  172;.  —  Toscana. 

»  dalmatinum  fuliginosum  n.  subsp.  Netolitzky  (p.  170).   —    Cam- 

pania. 

Percus  andreini  Mainardi  (p.  152).  —   Monte   Nerone    (Umbria);   dintorni    di 
Arezzo. 

Reicheia  hraussei  Reitter  (1,  p.  265).  —  Oristano  (Sardogaa)-: 

Trechus  magdelainei  Jeannel  (2,   p.   327).   —   Alpi    marittime;   Grotta   dctta 
«  balrae  Patas  »  presso  Beuil.  nell'alta  valle  del  Giano. 

Trechus  messai  Muller  (p.  99).  —  Alpi  venete,  in  una  grotta. 

Stapli.ylinid.ae 

Cylindropsis  doderoi  Razzauti  (p.  8).  —  Pisa,  nel  terriccio   delFOrto   botanico 

e  del  giardino  dell'  Istituto  zoologico. 
Edaphus  beszedesi  Reitter  (4,  p.  189).  —  Istria. 
Lomechusa  strumosa  sicula  n.  var.  Fiori  (2,  p.  107).    —   Castelnuovo    (Mado- 

nie)  in  un  nido  di  Formica  sanguinca. 
Zyras  jpupiilio  Fiori  (2,  p.  105;.  —  Bosco  Umbria  (Gargano). 

Pselapla.id.ae 

AntaurojiS  eocarata  brevicarina  Raffray  (p.  375).  —  Monte  Marsicano ;  Filet- 

tino  (Lazio). 
»  luigionii  Raffray  (p.  378).  —  Monte  Marsicano;  Filettino  (Lazio). 

Apobythus  gladiator  mites  n.  subsp.  Raffray'  (p.  391).  —  Monte    Marsicano; 

Filettino  (Lazio). 
Batrisodes  garganicus  Fiori  (2,  p.  110).  —  •  Monte  S.  Angelo  (Gargano),  in  un 

nido  di  Lasius  emarginalus. 
Bibloporus  minulux  Raffray  (p.  369).  —  Filettino  (Lazio). 
Brya.ris  petm  Raffray  (p.  381).  —  Monte  Marsicano. 

»        piunciicollis  gracilipes  n.  var.  Raffray  (p.    383).   —    Monte    Autoro. 

Monte  Camerata  (Lazio). 
Chennium  siculum  Fiori  (2,  p.  112).  —  Mistretta,  in  un  nido  di  Telranwrium 

caespitum. 
Trichony.r  garganicus  Fiori  (2,  p.  107).  —  Bosco  Umbria  (Gargano),  in  un  nido 

di  Lasius  niger. 
TrichobyUius  gracilicornis  Raffray  (p.  393).  —  Monte  Terminillo  (Lazio). 

SilpKidae 

Bat/rysciola  andreinii  Jeannel  (1,  p.  201).  —  Toscana:  Livorno,  Colic  Salvetti 
»  derosasi  Jeannel  <\,  p.    200).   —   Monte   Argentario,  nella  grotta 

della  puuta  degli  Stretti. 
»  /hrtesculpla  Jeannel  (1,  p.  201).  —  Lula  (Sardegna). 

Nargus  calabrus  Fleischer  (p.  139).  —  S.  Knlemia  (Calabria). 
Speonesiotes  bergamascus  Jeannel(I,  p.  202).  —  Carminati  (Alpi  bergamasche) 
nella  grotta  «  Tomba  polacco  ». 

Malacodermidae 

<  <iiith arts  alpestri.6  Fiori  (1,  p.  11).  —  Valdidentro  presso  Borraio  (Valtellina) 


-    167   - 

Eaniharis  baudii  Fiori  (1,  \\  47).  —  Appennino  dal    bolognese   alia    Calabria  ; 
Madonie. 
»         baudii  meridionalis  n.  var.  Fiori  (1,  p.  4'.)).   —  Sila;  Serra  S.Bruno 

(Calabria). 
»         discoidea  var.  indiscoidea  Pic  (1,  p.  52.  —  Basso  Alpi. 
»         falztmii  Fiori  (1,  p.  16).  —  Sila  (Calabria). 
»         fascipennis  ambigua  n.  ab.  Fiori  (1,  p.  4).  —  Madone. 
»         haemorrhoidalis  fraudulenta  n.  ab.  Fiori  (1,  p.  81).  —  Caltagirone, 

Piazza  Armorina,  Castrogiovanni. 
»         ictaria  Baudi  i.  1.  Fiori  (1,  p.  63).  —  Sila  (Calabria). 
»         insularis  Fiori  (1,  p.  71).  —  Pizzo  di  Fago  c  Valle  Annunziata  nelle 

Madonie  (Sicilia). 
»  italica  Fiori  (1,  p.  12).  —  Calabria  e  Basilicata. 

»         italica  imitans  n.  ab.  Fiori  (1,  p.  13).  —  Calabria  e  Basilicata. 
»         pallida  maritiina  n.  var.  Fiori  (1,  p.  70).  —  Val  Pesio. 
»         peninsularis  Fiori  (1,  p.  73).  —  Italia  peninsulare   dall'  Emilia   alia 

Calabria. 
»         peninsularis  bisignata  n.  ab.  Fiori  (1,  p.  73).  —  Calabria. 
»        peninsularis  parens  n.  var.  Fiori  (1,  p.  75).  —  Sila  (Calabria). 
»         rufa  pjadana  n.  var.  Fiori  (1,  p.  66).  —  Dintorni  di  Modena, 
»         rufidens  fiorii  n.  var.  Pic  (1,  p.  52).  —  Italia,  ?  loc. 
»         tristis  biinaculata  n.  ab.  Fiori  (1,  p.  9).  —  Piano  Quacella  e  Monte 
Salvatore  (Madonie). 
Cantharomorphus  (n.  g.)  longipes  Fiori  (1,  p.  83).  —  Polizzi,  sul  vcrsante  me- 

ridionale  delle  Madonie  (Sicilia). 
Dictyopterus  aurora  var.  limbaticollis  Pic  (2,  p.  50).  —  Asproraonte. 
Haplocnemus  nigricornis  var.  rufolateralis  Pic  (2,  p.  57).  —  Italia,  ?  loc. 
Malthodes  brevifurcatus  Pic  (2,  p.  59).  —  Gorizia. 
»  murgianus  Pic  (2,  p.  77).  Murge. 

»  solarii  Pic  (1,  p.  60).  —  Calabria. 

Platycis  minutus  subsp.  siculus  Pic  (2,  p.  50).  —  Sicilia. 
Rhagonycha  fulva  inapicalis  Fiori  ^1,  p.  87).  —  Sicilia. 
Cyphosoma  paganettii  Orenberger  (p.  96).  —  Calabria. 

Co  ccinellidae 

Coccinella  conglobata  della  be/fae  n.  ab.  —  Depoli  (p.  25).  —  Dintorni  di  Lecco. 
»  »  pazzinii  n.  ab.  Depoli  (p.  26).  —  Dintorni  di  Lecco. 

»  »  suturalis  n.  ab.  Depoli  (p.  25).  —  Dintorni  di  Lecco. 

ElatericLae 

Alhous  sardiniensis  Reitter  (2,  p.  266).  —  Gonnargentu,  Oristano  (Sardegna). 

Iv£ord.ellid.ae 

Mordella  horvalhi  Apfelbeck  (p.  616).  —  Sicilia. 

Tenebrionidae 

Erodius  melitensis  Reitter  (3,  p.  77).  —  Malta. 

Chrysomelidae 

Chryptocephalus  globicollis  semipurpureus  n.  var.  Pic  (2,  p.  12).  —  Varo. 

»  querceti  paganensis  n.  var.  Pic  (2,  p.  12).  —  Monte  Pagano. 

»  sericeus  semiviridescens  n.  var.  Pic  (2,  p.  11).  Alpi. 


-   168  - 

Chryptocephalv.s  sinuatus  atroscuiellaris  n.  var.  Pic  (2,  p.  74).  —  Alte  Alpi. 
»  tricolor  emilianus  n.  var.  Pic  (2,  p.  78;.  —  Emilia. 

»  »        hisbinototithorax  n.  var.  Fie  (2,  p.  78).  —  Pieraonte. 

Curculionidae 

Otiorrhynchus  consentaneus  latialis  n.  var.  Solari  A.  od  F.   (p.  283).  —  Din- 

torni  di  Roma. 
»  »  dimorplius  n.  var.  Solari   A.   ed   F.   (p.   283).   — 

Monte  Sacro  presso  Vallo  Lucano  (Salerno). 
»  »  alticola  n.  var.  Solari  A.  ed  F.  (p.  284).  —  Abruzzi; 

Majella,  Monte  Greco,  Monte  Amaro,  Gran  Sasso. 
»  masiix  perlongus  Solari  A.  ed  F.  (p.  287).  —  Dintorni  di  Vallo 

Lucano. 
»  turgidus  iarentinus  Solari  A.  ed  F.  (p.  288).  —  Grottaglie  CGir- 

condario  di  Taranto). 
»  dahnatmus  maculosus  n.  ab.  Solari  A.  ed  F.  (p.  289).  —  Italia 

centrale;  Formia;  Monte  Circeo  (Lazio);  Isola  d'Elba. 


VERTEBRATA 

PISCES 

Oors.grid.ae 

Nettastomella  (n.  g.)  plujsonima  Facciola  (p.  47).  —  Stretto  di  Messina. 

AVES 

Passeres 

Coccothransles  insularis  Salvadori  e  Festa  (p.  1).  —  Pantaleo   ed   Isola   An- 
tiogus  ^Sardegna  sud  occidentale). 


o®o-- 


1 


Gosimo  Ghekubini,  Amministratore-responsabile. 


Firenze,  1917.  —  Tip.  L.  Niecolai,  Via  Fnenza,  52. 


lonitore  Zoologieo  Italiano 

(Pubblicazioni  Italiane  di  Zoologia,  Anatomia,  Embriologia) 

Organo  nfficiale  deSIa  Unione  Zoologica  Italiana 

DIKKTTO 

i>ai    DOTTORI 
GIULIO  GHIARUGI  EUGENIO  FIGALBI 

Prof,  di    Anatomia  luuailfl  Prof,  di  Anatomia  coiup.  e  Zoologia 

uel  It.  Istituto  di  Sbttdi  Super,  iu  Eirenze  nella  R.   Universita  di  Pisa 

Ufficio  di  Direzione  ed   Ainniiiiistrazioue:   Istituto  Auafomico,   Firenze. 

12  numeri  all'anno  —  Abbuonameuto  annuo  L.    15. 


XXVIII  Anno  Firenze  -  1917  N.  11. 

Comunicazioni  originali:  Chiarugi  G.,  Nervo  coccigeo  incluso  nella  parte  ner- 
vosa del  filum  terminate.  (Con  1  fig.).  —  Brian  A.,  Descrizione  di  una  nuova 
specie  di  Laophonte  L.  quaterspinata  n.  sp.  mihi)  proveniente  dai  raate- 
riali  del  Laboratorio  marino  di  Quarto.  (Con  4  fig.).  —  Pag.  169-178. 

Dnione  Zoologica  Italiana:  Nomenclatura  zoologica.  —  Pag.  179-184. 

Avvertenza 

Delle  Comunicazioni    Originali   che   si    pubblicano   nel  Monitors 
Zoologieo  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 


COMUNICAZIONI    ORIGINALI 


ISTITUTO   ANATOMICO    DI    FIRENZE 


G.    CHIARUGI 


Nervo  coccigeo 
incluso  nella  parte  nervosa  del  filum  ferminale. 


(Con  1  figura  nel  testo) 


15  vietata  la  riproduzione. 

Per  dimostrazioni  scolastiche  furono  eseguiti  preparati  microsco- 
pici  di  filum  terminate  di  uomo  adulto,  che  venne  sezionato  trasver- 
salmente,  colorando  le  fette,  raccolte  a  varia  altezza,  in  diversa  ma- 


-   170  - 

niera  ({).  In  quelle  ricavate  dalla  prima  porzioue  del  filum,  non  lungi 
dall'apice  del  <:ono  midollare,  trovai  una  particolarita,  che  mi  sembra 
interessante,  che  rigaarda  i  rapporti  di  on  nervo  coccigeo  colla  so- 
stanza  del  filum. 


,.    Ejl  9  z.f   *    *uy 


i 


71 


Sezione  trasversa  Bel  prirao  tratto  del  filnua  terruiuale   interno,    disegnata  a  mi  ingrandimento  di 
100  d.  e  ridotta  a  1/:i  nulla  riproduzione.  —  N,  nervo  coccigeo  incluso  nella  sostauza  nervosa  del  filum. 


La  superficie  del  filum  in  quelle  fette,  sulle  quali  l'attenzione 
era  richiamata  dalla  disposizione  anormale,  che  mi  propongo  di 
illustrare  (vedi  figura),  era  a  contorno  ovale,  coll'asse  maggiore  me- 
diano  di  circa  mm.  1,4,  e  colPasse  minore  trasversale  di  mm.  1,25, 
non  considerando  in  queste  misure  1'  involucro  formato  dalla  pia 
madre.  —  Sulla  linea  di  mezzo,  ventralmente,  si  trovava  la  conti- 
nuazione  della  fessura  mediana  anteriore  del  midollo,  che  interessava 
il  filum  per  uu  lerzo  della  sua  profondita;  penetrava  nella  fessura 
un  sepimento  formato  dalla  pia  madre,  triangolare  all'origine,  e  in 
forma  di  lamina  sottilissima  nel  rimanente.  —  Compariva  nelle  se- 
zioni  la  parte  estrema  del  ventricolo  terminate.  In  quasi  tutte  le 
sezioni  esso  si  presentava  al  centro  in  forma  di  ovale  assai  allun- 
gato  ;    piu    ventralmente  si  era  obliterato,  ed  era  indicato   da   una 


(')  Le  sezioni  erano  state  colorate  con  can'ninio,  con  enrrainio  e  verde  line,  con  eraatossilina,  occ. 


-    171   - 

stria  mediana,  irregolare  e  discontinua,  di  elementi,  che  ricordavano 
per  l'aspetto  le  cellule  ependimali  della  parete  ventricolare ;  cosi 
anche  dorsalmente  all'ovale ;  ma  questa  stria  dorsale,  alia  superficie 
dorsale  del  filum,  si  biforcava  ad  Y,  a  branche  divaricate,  e  in  alcune 
sezioni  le  branche  conservavano  una  cavita  a  forma  di  fessura;  sta- 
vano,  in  ogni  caso,  a  contatto  della  pia  madre.  —  La  sostanza  del 
filum  era  formafea  dal  tratto  estremo  dell'asse  midollare.  Nell'imme- 
diato  contorno  dei  residui  del  ventricolo  terminale  aveva  i  caratteri 
della  sostanza  gelatinosa  centrale.  In  tutta  la  rimanente  estensione 
era  costituita  da  un  tessuto,  nel  quale  i  limiti  fra  sostanza  grigia 
e  sostanza  bianca  non  risultavano  evidenti;  si  puo  dire  soltanto  che 
nella  zona  cortioale  il  tessuto  appariva  piu  addensato,  e  nella  mi- 
dollare piuttosto  spugnoso.  Cellule  nervose  in  quest'  ultima  non  erano 
riconoscibili,  mentre  sembrava  che  non  mancassero,  nell'una  e  nel- 
l'altra  zona,  fibre  nervose  molto  sottili.  Ma  specialmente  abbondante, 
o  meglio,  predominante,  era  ovunque  la  nevroglia.  Piuttosto  nume- 
rosi,  in  specie  nella  zona  corticale,  erano  alcuni  corpi  sferoidali  o 
ovoidali  assai  voluminosi,  chiari,  omogenei,  che  interpreto  (sebbene 
non  abbia  potuto  istituire  le  reazioni  caratteristiche)  come  corpuscoli 
amilacei,  che  nel  filum  furono  segnalati  dal  Remak  e  identificati 
come  tali  dal  Kolliker.  La  sostanza  del  filum  era  traversata  da 
parecchi  vasellini  sanguigni  a  andamento  longitudinale.  —  L'  invo- 
lucro  connettivale  del  filum,  formato  dalla  pia  madre,  conteneva 
molti  vasi  sanguigni,  e  specialmente  si  distinguevano,  per  il  calibro 
relativamente  grosso,  alcuni  di  essi,  uno  arterioso,  due  venosi,  che 
stavano  ventralmente  nella  parte  di  mezzo,  determinando  ivi  colla 
loro  presenza  un  considerevole  ingrossamento  della  pia ;  questi  vasi 
maggiori  spettavano  evidentemente  al  sistema  del  tratto  arterioso 
anteriore  e  del  tratto  venoso  mediano  anteriore  del  midollo.  In  que- 
sta parte  del  contorno  del  filum,  tra  esso  ed  i  grossi  vasi  uliima- 
mente  ricordati,  correvano  nel  connettivo  fascetti  di  fibre  midol- 
late,  tagliati  trasversalmente,  che  certo  appartenevano  agli  ultimi 
nervi  coccigei,  verisimilmente  alle  loro  radici  ventrali,  i  quali  nervi 
coccigei,  come  e  noto,  a  differenza  del  1°  n.  coccigeo,  che  e  libero, 
sono  applicati  o  contenuti  nell' involucro  del  filamento.  Erano  questi 
fascetti  molto  esili,  alcuni  esilissimi,  di  poche  fibre,  parecchi  in 
numero,  la  maggior  parte  da  un  lato,  qualcuno  quasi  nel  mezzo  ; 
corrispondevano  nell'  insieme  per  posizione  alia  superficie  anteriore 
del  filum. 

Fissati  cosi  i  caratteri,    che  si  possono  dire  normali,  del  filum 
terminale  nelle  sezioni  che  formavano  oggetto  di  studio,    ecco    ora 


172 


la  particolarita  interessante  che  vi  si  trovava.  Da  un  lato,  e  da  un 
lato  soltanto,  entro  al  filum,  ventrahnente,  a  breve  distanza  dalla 
terminazione  ventral e  obliterata  del  ventricolo  terminale,  a  breve 
distanza  anche  dal  fondo  della  fessura  mediana  anteriore,  decorreva 
un  piccolo  nervo  (del  diametro  massimo  di  ram.  0,18)  coi  caratteri 
di  un  nervo  periferico,  costituito  da  tre  fascetti  secondarii  di  fibre 
midollate,  accompaguati  da  un  vasellino  arterioso  posto  fra  mezzo 
a  loro.  Lo  spazio  occupato  dal  nervo  era  limitato  da  un'esile  mem- 
branella.  II  tessuto  del  filum  neH'immediato  contorno  del  nervo  era 
a  maglie  piuttosto  larghe,  e  si  poteva  considerare  come  spettante 
alia  sostanza  gelatinosa  centrale. 

Disgraziatamente,  dato  lo  scopo  di  dimostrazione  scolastica,  per 
il  quale  le  preparazioni  vennero  eseguite,  le  fette  non  erano  in  serie 
regolare  e  completa;  erano  state  raccolte  alcune  di  tratto  in  tratto, 
e  nemmeno  su  tutta  la  lunghezza  del  filum  ;  mancavano  inoltre  le 
sezioni  della  parte  piu  bassa  del  cono  midollare.  Ho  potuto  soltanto 
costatare  che  il  nervo  non  esisteva  entro  il  segmento  superiore  del 
cono  midollare,  e  nemmeno  era  riconoscibile  nel  tratto  inferiore  del 
filum  internum,  dove  la  parte  nervosa  del  filum  era  unicamente 
rappresentata  dal  canale  centrale,  dilatato  e  a  contorno  irregolare,  e 
dove  si  trovavano  ancora,  nello  strato  relativamente  grosso  formato 
dalla  pia,  alcuni  sottili  fascetti  di  fibre  nervose  periferiche.  Nulla 
dunque  posso  dire  suH'origine  e  sul  destino  del  nervolino  contenuto 
nel  filum.  Per  quanto  manchino  questi  dati,  che  sarebbe  stato  molto 
interessante  di  conoscero,  mi  e  sembrato  che  l'osservazione  non  do- 
vesse  andare  perduta. 

Non  mi  risulta  che  di  anomalie  simili  a  quella  descritta  sia 
stata  fatta  menzione  da  altri.  Che  veramente  si  tratti  di  una  di- 
sposizione  anomala  basterebbe  a  provarlo  il  fatto  che  e  unilateral* 
Del  resto  in  altro  preparato  in  serie  di  quella  medesima  regione, 
ramoscelli  nervosi  spettanti  a  nervi  coccigei  si  trovavano  soltanto 
alia  superficie  o  entro  all'  involucro  del  filum,  come  vien  detto  da- 
gli  A u tori. 

Quale  spiegazione  possiamo  dare  del  nostro  reperto?  E  poco 
verosimile  che  quel  nervo  coccigeo  si  sia  costituito  e  sviluppato 
entro  al  filum,  perclie  cio  contrasta  colle  nozioni  che  si  posseggono 
sui  caratteri  delle  radici  dei  nervi  periferici  quando  sono  entro  al 
midollo,  ma  e  piuttosto  da  credere  che  vi  sia  rimasto  incluso  se- 
condariamente.  Mi  sembra  che  il  meccanismo  di  questa  mclusione 
possa  essere  immaginato  nella  seguente  maniera.  Ho  detto  di  so 
pra   che    il    filum    pfesentava,  nel  tratto  preso  in  esame,  la   conti 


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nuazione  della  fessura  raediana  anfceriore.  Questa  deve  essersi  for- 
mata  con  un  processo  simile  a  quello  col  quale  prende  origine  nel 
rimanente  del  midollo  spinale,  cioe  per  accrescimento  e  prominenza , 
a  ciascun  lato  della  linea  medio-ventrale,  della  sostanza  del  midollo, 
che  riraane  percio  infossato  in  corrispondenza  della  sua  lamina  ba- 
sale.  Nello  stesso  modo  che  altri  ramoscelli  di  nervi  coccigei  decor- 
rono  in  prosbimita  della  superficie  ventrale  del  Slum,  cosi  si  puo 
credere  che  tale  fosse  la  posizione  primitiva  del  nervo  coccigeo  in 
questione,  ne  ripugna  l'ammettere  che  esso  si  trovasse  in  molta  vi- 
cinanza  del  filum.  Questo  nel  sup  accrescimento  ha  preso  col  nervo 
rapporti  anche  piu  diretti,  ravorfti  dallo  stiramento,  al  quale  tutta 
questa  regione  e  andata  incontrb  nel  cosi  detto  movimento  di  ascen- 
sione  del  midollo,  che  determina  la  fcrasformazione  deH'ultimo  tratto 
di  questo  nel  filum.  Finche  e  avvenuto  che  la  sostanza  del  filum 
ha  formato  un  solco  al  nervo,  e  poi  lo  ha  contoruato  in  maniera 
via  via  piu  com  pie  ta,  fino  a  comp;enderlo  e  a  sequestrarlo  entro  di 
se.  La  posizione  che  ha  ii  nervo  rispetto  ai  residui  della  estremita 
ventrale  del  ventricolo  terminals  e  della  fessura  mediana  anteriore, 
stanno  in  armonia  colla  ipotesi  che  ho  formulato. 

Che  il  fatto  inverso  abbia  potuto  venficarsi,  che  cioe  il  filum 
si  sia  comportato  passivamente  rispetto  al  nervo,  che  vi  si  e  an- 
nidato,  credo  meno  probabile.  E  vero  che  alia  periferia  del  filum, 
lungo  la  linea  di  confine  colla  pia  madre,  si  puo  osservare,  in  casi 
normali,  fin  dalla  parte  iniziale  di  esso,  quasi  una  compenetrazione 
fra  il  tessuto  del  filum  e  la  guaina  di  connettivo,  dovuta  all'  inva- 
sione  di  quest'ultima,  e  indizio  deH'atrofia  dell'organo.  A  punti  si 
possono  anche  trovare  piccole  isole  di  tessuto  del  filum  in  mezzo 
alia  pia.  Ma  se  nel  caso  nostro  il  nervo  fosse  arrivato  entro  al 
filum  con  un  tal  meccanismo,  vi  sarebbe  stato  trasportato  dal  con- 
nettivo proliferante,  e  percio  dovrebbe  essere  contornato  da  connet- 
tivo, in  connessione  con  quello  della  pia  madre;  il  che  non  e  dimo- 
strato  dalla  osservazione.  Sta  contro  all' ipotesi  era  discussa  anche 
la  posizione  del  nervo  relativamente  profonda. 


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ALESSANDRO  BRIAN 


Descrizione  di  una  nuova  specie  di  Laophonte  (L.  quaier- 
spinafa  n.  sp.  mihi)  proveniente  dai  materiaii  del  La- 
boratorio  marino  di  Quarto. 


(Con  4  figure). 


E  vietata  la  lipioduzioue. 

Da  ricerche  e  studi  compiubi  riel  Laboratorio  Marino  di  Qaarto 
ho  potuto  rilevare  che  i  copepodi  podoplei  compresi  nella  micro- 
fauna  del  littorale,  viventi  fissati  e  nascosti  tra  le  fronde  delle  alghe 
Cloroficee  e  Feoficee  fissate  agli  scogli  di  Quarto,  sommano  a  piu 
di  una  trentina  di  specie  (Vedi  Appendice). 

Ho  trovato  che  una  gran  parte  di  siffatti  copepodi,  tutti  del 
gruppo  degli  Harparticoida,  sono  gia  noti,  e  alcuni  di  essi  gia  citati 
per  il  Mediterraneo  e  per  l'Adriatico,  ma  una  piccola  parte  invece, 
per  quanto  mi  consta,  e  rappresentata  da  forme  nuove.  Di  queste 
ultime  pertanto  m'accingo  ad  occuparmi,  illustrando  per  primo  in 
questa  Nota,  una  caratteristica  specie  di  Laophonte  che  si  rinviene 
abbastanza  frequente  nelle  raccolte  bentoniche   compiute  a  Quarto. 

A  questa  nuova  specie  ho  dato  il  nome  di  Laophonte  quater- 
spinata,  poiche  notai  in  essa  di  peculiare  quattro  grosse  spine,  im- 
parl, dorsali,  una  per  ciascuno  dei  quattro  pleomeri  (o  segmenti  del 
pleon)  che  precedono  il  segmento  anale,  corrispondenti,  cioe,  al  6°, 
7°,  8°,  9°  metamero  del  corpo. 

Descrizione 
Laopho7ite  quaterspinata  n.  sp.  mihi 

Femmina.  Corpo  poco  slanciato,  piuttosto  largo  e  tozzo,  con 
tutti  i  segmenti  ampi,  brevi,  e  bene  distinti  fra  loro.  Segmento 
cefalico  grande,  visto  dorsalmente  di  forma  quadrangolare,  legger- 
lnente  attenuato  verso  l'avanti. 

Rostro  prominente  in  una  lamina  sopratutto  larga  alia  base, 
coU'estremita  pure  ampia  ma    troncata    trasversalmente    e    logger- 


175 


mente  lobata,  con  due  setoline  ai  lati.  I  quattro  segmenti  toracali 
successivi  larghi  e  brevi,  lateralmente  arrotondati.  Contorno  poste- 
riore  dei  segmenti  flnissimamente  frangiato. 

Le  due  divisioni  del  segmento  genitale  e  i  due  segmenti  suc- 
cessivi (pleon),  ciascuno  con  una  spina  imparl  mediana  dorsale,  pro- 
lungata  verso  l'indietro  (fig,  1).  Le  spine  dei  tre  primi  segmenti 
con  setoline  ai  lati,  quella  deU'ultimo  senza,  e  piu  allungata  delle 
precedent]'.  Le  parti  laterali  di  detti  ultimi  segmenti  espansi  trian- 
golarmente  e  densamente  setiferi.  Ultimo  segmento  (segm.  anale)  dal 
lato  posteriore  prominente  in  una  lamina  ariale  o  telson  rotondeg- 
giaute,  col  margine  libero  contornato  da  spinule  le  quail  verso  l'estre- 
mita  della  lamina  sono  piu  grosse  (fig.  2). 

Rami  caudali  larghi  e  tozzi,  lunghi  quanto  il  segmento  anale, 
e  ciascuno  munito  di  varie  setole  a  guisa  di  sottili  peli,  e  di  due 
grosse  setole  apicali,  Tuna  piu  lunga  dell'altra  del  doppio  e  ambedue 
spinulose. 

Antenne  anteriori  piuttosto  tozze;  non  superano  in  lunghezza  il 
segmento  cefalico  e  presentano  6  articoli,  il  primo  e  il  secondo  artico- 
lo  piu  grossi  di  tutti,  il  terzo  articolo  attenuato,  poco  piu  corto  degli 
ultimi  tre  segmenti  presi  insieme.  Antenne  posteriori  relativamente 
robuste,  bene  sviluppate,  essendo  in  complesso  lunghe  circa  quanto 
quelle  anteriori,  il  ramo  esterno  di  normale  struttura,  con  4  setole. 

Le  mascelle  anteriori  presentano  un  palpo  diviso  in  tre  lamelle, 
allungate,  fornite  di  setole  in  numero  discreto. 

I  piedi  mascellari  anteriori  (o  mascelle  posteriori)  hanno  una  parte 
distale  allungata,  sottile,  tuttavia  rigida  e  robusta,  disposta  trasver- 
salmente  rispetto  all'asse  basale,  e  coU'apice  bidentato.  Dalla  loro  base 
o  protopodite,  sul  lato  interno,  si  vedono  tre  laminette  costituenti 
il  palpo,  disposte  Tuna  dopo  l'altra,  ciascuna  fornita  di  due  setole, 
e  le  tre  laminette  decrescenti  di  lunghezza  dall'avanti   all'indietro. 

I  piedi  mascellari  posteriori  sono  discretamente  sviluppati,  colla 
parte  basale  stretta,  con  mano  fusiforme,  col  dadylus  molto  allun- 
gato  e  ricurvo  all'estremita. 

Primo  paio  di  piedi  natatori,  alluugati,  col  primo  articolo  della 
parte  basale  (basipodite)  piu  lungo  del  secondo:  esopodite  sottile  ve- 
rosimilmente  con  tre  articoli ;  endopodite  trasformato  in  un  artiglio 
molto  sviluppato,  come  e  carattestico  nel  gen.  Laophonte.  Questo  ul- 
timo ramo  mostra  tre  articoli;  il  primo  o  prossimale  e  assai  piu 
lungo  degli  altri  due  articoli  presi  insieme,  che  formano  la  parte 
basale;  il  secondo  articolo  e  breve  e  il  terzo  od  ultimo,  come  ho 
detto,  e  trasformato  nel  forte  e  lungo  uncino. 


-    176   - 

Le  tre  paia  di  piedi  natatori  successivi  hanno  i  clue  rami  bene 
sviluppati,  provveduti  di  spine  e  setole,  ma  questi  rami  sono  piut- 
tosto  smilzi  e  sottili.  L'endopodite  e  bi-articolato;  esso  e  munito, 
sul  secondo  paio  e  sul  terzo,  di  5  setole  delicate,  nel  quarto  paio 
di  -i  setole,  una  sola  delle  quali  (la  piu  piccola)  prende  origine  dal 
margine  esterno.  In  quest'  ultimo  paio,  l'esopodite  porta  setole 
spinigere  ossia  annate  di  delicate  spinette. 

L'ultimo  o  quinto  paio  di  piedi  di  moderata  grossezza,  ha  l'ar- 
ticolo  distale  tuttavia  largo,  arrotondato  ma  troncato  quasi  trasver- 
salmente  all'estremita  e  con  5  setole.  Espansione  interna  dell'arti- 
colo  prossimale  poco  prolungato  al  di  fuori,  ma  ampio  alia  base, 
setole  marginali  in  numero  di  due. 

Lunghezza  della  femmina  adulta  mm.  0.55  -  0.65  (non  com- 
prese  le  setole  caudali). 

Maschio.  Antenne  anteriori  robuste  e  tozze,  coH'ultimo  articolo 
della  parte  prossimale  notevolmente  dilatato  e  munito  di  molte  se- 
tole vistose. 

Esopodite  del  secondo  paio  di  piedi  molto  svaluppato  con  tutti 
gli  articoli  notevolmente  ispessiti  e  mostrando  spine  assai  grosse, 
e  le  setole  del  bordo  interne  brevi  e  spiniformi ;  l'endopodite  e  so- 
migliante  a  quelle  del  L.  macera  Sars,  ossia  mostta  una  delle  se- 
tole marginali  o  terminal!  notevolmente  trasformata;  questo  ramo 
consiste  in  una  parte  basale  alquanto  spessa  e  dentellata  e  in  una 
apicale  flna,  prolungantesi  a  guisa  di  setola.  La  dentellatura  o  no- 
dosita  della  parte  basale  e  costituita  da  tre  o  quattro  denti  o  nodi 
disposti  verso  il  lato  interno  come  in  una  sega  (fig.  3). 

Nelle  paia  successive,  terzo  e  quarto  paio,  l'esopodite  ha  strut- 
tura  robusta;  e  provvisto  di  forti  setole  spiniformi  e  rigide  come 
nel  paio  antecedente;  invece  l'endopodite  e  breve  e  bi-articolato  con 
setole  gracili  come  nella  femmina. 

Nel  quarto  paio  due  delle  rigide  e  robuste  setole  del  margine 
esterno  sono  fortemente  spinigere,  ossia  si  presentano  annate  cia- 
scuna,  da  un  lato  solo,  di  quattro  o  cinque  spinette  assai  vistose 
e  salienti  (vedi  fig.  4).  Nella  femmina  per  contro  tali  setole  presen- 
tano altrcsl  spinette,  ma  in  maggior  numero  e  piu  minute  e  gracili. 

L'ultimo  paio  di  piedi  e  molto  piccolo,  mancantejdell'espan- 
sione  dell'articolo  prossimale.  Vi  hi  contano  in  coinplesso  sette  se- 
tole distribute  parte  sulla  parte  distale  e  parte  sulla  prossimale 
di  esso. 

Lunghezza  del  maschio  mm.  0.55  a  0.60  (senza  contare  le  se- 
tole caudali. 


177 


Habitat.  Questa  forma  marina,  dalla  colorazione  tendente  al 
rossastro  mattone  pallido,  vive  tra  le  alghe  fissate  agli  scogli  del 
littorale  di  Quarto  dei  mille  (Genova).  Si  distingue  a  piima  vista, 
perche  oltre  alle  quattro  spine  del  pleon,  disposte  in  serie  longitudi- 
nale,  sul  dorso,  una  per  ogni  segmento,  presenta  altresi  una  strut- 
tura  affatto  speciale  dei  piedi  natatori  nel  maschio  (sopratutto  nel 
2°  paio  e  nel  4°  paio). 

Le  prime  raccolte  di  bentos,  contenenti  questa  n.  sp.,  sono  state 
fatte  dal  prof.  R.  Issel  nell'ottobre  1911  ed  in  seguito,  altre  furono 
compiute  dallo  scrivente  nella  primavera  e  nell'estate  1916  e  1917., 


12  3  4 

Fig.  1.  —  Parte  posteriore  di  mi  individuo  feinminile  visto  da  lato  per  mostrare  le  spine  dorsali  del 

pleon  (X  120). 
Fig.  2.  —  Parte  posteriore  di  un  individuo  raaschile  visto  doraalmente  (X  120). 
Fig.  3.  —  Endopodite  del  secoudo  paio  di  piedi  natatori  del  maschio  (oc.  2  ob.  8). 
Fig.  4.  —  Piede  natatorio  del  qnarto  paio  del  maschio  (oc.  2  ob.  6). 


Appendige. 


Le  alghe  fissate  agli  scogli,  nella  stessa  localita  di  Quarto,  ri- 
cettano  un  grande  numero  di  altri  Copepodi  del  gruppo  degli 
Harpacticoida,  (circa  34  sp.  diverse).  E  raro  trovare  in  un  mede- 
simo  luogo,  nel  bentos  littoraneo,  tra  vegetali  marini,  un  insieme 
cosi  svariato  e  numeroso  di  ccabitatori  o  coinquilini  delle  stesse 
alghe,  tutti  appartenenti  ad  uno  stesso  sottordine  e  gruppo,  come 
succede  per  questi  entomostraci. 

Ne  daro  qui  la  lista  per  ordine  sistematico. 
*  1.  Alophytophilus  fusiformis  n.  g.  n.  sp. 

2.  Ectinosoma  melaniceps  Boeck. 

3.  Harpacticus  uniremis  Kroyer  (frequente  altresi  a  Noli). 


-   178  - 

4.  H.  gracilis  Claus  (frequente  altresi  a  Noli). 

5.  Tigriopus  fulvus  Fisch  (raro  tra  le  alghe). 

6.  Eupelte  bicornis  Claus. 

7.  Alteutha  interrupta  G-oodsir. 

8.  Porcellidium  fimbriatum  Claus. 

9.  Psamathe  longicauda  Phil. 
10.  Idya  furcata  Baird. 

*  11.  Idya  (nova  species?) 

12.  Parathalestris  harpadicoides  Claus. 

13.  Phyllothalestris  my  sis  Claus. 

*  14.   Thalestris  longimana  Claus. 
15.  Microthalestris  littoralis  Sars. 

*  16.  Rhynchothalestris  rufocincta  Norm. 
17.  Dactylopusia  thisboides  Claus. 

*  18.  Dactylopusia  vulgaris  Sars  (nova  varietas). 

19.  Dactylopusia  brevicornis  Claus. 

20.  Westwoodia  nobilis  Baird. 

21.  Westwoodia  assimilis  Sars. 

22.  Westwoodia  sp.  (affine  alia  W.  pygmaea  Scott). 

23.  Amphiascus  ductus  Claus.  [l) 

24.  Amphiascus  similis  Claus. 

25.  Amphiascus  phyllopus  Sars  (nova  varietas). 

26.  Amphiascus    parvulus    Claus    (sin.    Canthocamptus    parvulus 
Claus). 

27.  Amphiascus  imus  Brady. 

*  28.  Amphiascus  minutus  Claus  (nova  varietas). 

*  29.  Laophonte  brevispinosa  Sars. 

*  30.  Laophonte  quaterspinata  n.  sp.  mihi. 

31.  Laophonte  brevirostris  Claus. 

32.  Laophonte  cornuta  Phil. 

33.  Orthopsyllus  linearis  Claus. 

34.  Metis  ignea  Phil. 

I  numeri  segnati  con  asterisco  riguardano,  per  quanto  mi  con- 
sta,  o  lorme  nuove  per  la  fauna  italiana  o  specie  e  varieta  non 
ancora  descritte,  che  saranno  oggetto  di  studio  in  miei  ulteriori  la- 
vori;  gli  altri  numeri  senza  asterisco  rappresentano  specie  note  gia  ci- 
tate  o  per  il  Mediterraneo  o  per  l'Adriatico  ma,  in  gran  parte,  non 
ancora  per  la  Liguria. 

Laboratorio  Marino  di  Quarto  dei  Mille,  1917. 


(•)   Del   gen.   Amphiascus  altra  specie,  ijul  uon  Citata,  vive   in   Liguria;    una  forma  atliue  all'  A. 
■parvus  Sars,  rinvenuto  da  lue   a  Noli. 


179  - 


UNIONE  ZOOLOGICA  1TALIANA 


SEGRETERIA 


COMMISSIONE   DI  NOMENCLATURA  ZOOLOGICA. 
(Circolare  N.  6) 


Comunicazioni  e  notizie  trasmesse  dal  Segretario  della  Commissione  interna- 
zionale  di  Nomenclatura  Zoologica,  prof.  G.  Wardell  Stiles,  perche,  a  norma 
dolle  deliberazioni  del  Congresso  internazionalo  di  Zoologia  di  Monaco  (1913) 
sieno  inserite  nel  «  M  on  it  ore  Zoologico  ». 

I. 

Elenco  di  39  nomi  generici,  in  prevalenza  linneani,  in  esarae  per 
la  inserzione  nell'Elenco  ufficiale  di  nomi  zoologici. 

I  seguenti  39  nomi  generici  sono  stati  sottoposti  all'  esame  della 
Commissione  internazionalo  di  nomenclatura  zoologica  per  la  loro  inser- 
zione nell'«  Elenco  ufficiale  »  dei  nomi  zoologici  deliberate  dal  Gongresso 
internazionale  di  Zoologia  di  Graz  (1910). 

I  sopradetti  nomi  sono,  dal  punto  di  vista  della  nomenclatura  zoo- 
logica, conformi  e  validi  e  tutti  comunemente  in  uso. 

Si  pregano  gli  interessati  di  esaminare  l'elenco  dei  nomi  che  sono 
trascrittl  nella  presente  circolare,  e  di  pronunziarsi  in  proposito  appo- 
nendo:  un  X  (PS-  X  Ar cello.)  accanto  a  ciascuno  dei  nomi  per  i  quali 
si  e  d'opiniono  favorevole  alia  loro  inserzione  nell'elenco  e  cancellando 
con  un  frego  (es.  Arcella)  quelli  per  i  quali  si  e  d'  opinione   contraria. 

In  questo  caso  s'  invitane  i  dissidenti  ad  esporre  le  proprie  ragioni 
documentandole  con  esaurienti  dati  bibliografici. 

Tutii  coloro  che  riceveranno  questo  elenco  sono  pregati  di  volerlo 
rispedire,  firm  a  to,  con  sollecitudine  al  Segretario  della  Gommissione 
Internazionale  di  Nomenclatura,  perche  possa  coordinare  le  singole  ri- 
sposte. 

Per  i  nomi  sui  quali  vi  saranno  osservazioni,  verranno    redatti  de- 

I  gli  elenchi  da  sottoporre,  pel  parere,  alle  commissioni  consultive  per  i 

singoli  gruppi  animali:  i  nomi  per  i  quali,  invece,  non  vi  saranno  obbie- 

zioni  l'elenco  sara  trasmesso  ai  membri    della  Gommissione   internazio- 


(')  Per  le  ciioolari  precedeuti  N.  1,  2,  3,  4  e  5,  v.  Monit.  Z.  Ital.,  An.  25,  p.  74  e  174,  An.  26 
p.  161,  An.  28,  p.  25  e  143. 


-   180  - 

nale  di  Nomenclatura  per  il  voto  definitive)    sulla    loro    inserzione    nel- 
T«  Elenco  ufficiale  »  dei  nomi  zoologici. 

La  Gommissione  ha  adottato  nel  critico  periodo  che  si  attraversa 
il  temperamento  di  favorire  l'accordo,  eliminando  come  meglio  e  possi- 
ble le  divergenze  di  opinioni  nella  nomenclatura  zoologica  alio  scopo 
di  fare  opera  valida.  La  cooperaziono  degli  interessati  per  raggiungere 
questo  fine  e  percio  desiderata  e  richiesta. 

Prof.  G.  W.  Stiles 

Segretarlo  della  Commlssione  Internazlonale  di  Nomenclatura  Zoologica. 

Abbreviazioni. 
A.  —  Proposto  per  1' Elenco    Ufficiale  fatte  da  Apstein,  1915. 

S.  —  II  Segretario  della  Gommissione  avendo  verificati  i  dati  originali  riguardanti  il  getiere  e  la 

specie  considers,  il  nome  generico  conforme  e  valido  in  base  alle  regole  di  nomenclatura. 
J.  —  II  caso  e  stato  studiato,  per  la  Commissione,  da  David  Starr  Jordan,  ed  il  nome  generico 

e  proposto  col  relativo  genotipo. 
HSW.  —  II  caso  6  stato  studiato  da  un  Comitate  della   Societa    Elmiutologica   di    "Washington   DC, 

e  proposto  e  consigliato  alia  Commissione  dalla  detta  Societa. 
Tod.     —  Tipo  per  desiguazione  originale. 
Tsd.      —  Tipo  per  susseguente  designazione. 
Mt.        —  Monotipo. 

PROTOZOA 

Arcella  Ehrenberg,  1830a  (1832a),  60,  73,  (40,  53);  Tod.  vulgaris 
Ehrenb.,  1830a  (1832a),  60,  73,  81,  89,  90,  95,  (40,  53,  61,  69,  70, 
75),  pi.  1,  fig.  6  [A;S.]. 

COELENTERATA 

Hydra  Linn.,  1758a,  816;  Tsd.  polypus  Linn.,  1758a,  816,  (syn.  vulga- 
ris, viridis)  [A;S.]. 

TREMATODA 

Hemiurus  Rud.,  1809a,  38;  Tsd.  Fasciola  appendiculata  Rud.,  1802, 
78,  (ospite  tipico  Clupca  alosa  :  Europa).  [ A ;  HSW ;  S.]  Hemim 
rus  Gerv.,  1855,  mammifero;  Hemiura  Ridgway,  1888,  uccello. 

Schistosoma  Weinland,  1858  (prior.  dell'Estr.  30)  87;  lit.  Distoma  hae- 
matobium Bilharz,  1852a,  72  (ospite  tipico  Homo;  Egitto).  [HSW;S.] 
(Sinonimi:  Gynaecophorus  Dies.,  1858  (tipo  haemaiobius);  Bilhar- 
zia  Gobbold,  1859  (tipo  haematobia);  Thecosoma  MoQuiN-TANDONi 
1800  (tipo  haematobium);  Schistosomum  R.  Blanch.,  1895  (tipo 
haematobium).  —  Non  Schistosoma  Brady,  1877,  Aracn. 

CESTODA 

Anoplocephala  E.  Blanchard,  1818e,  344-345;  Tsd.  Taenia  perfoliati 
Goeze,  1782a,  43,  353,  (ospite  tipico  Equus  cabal! as ;  Europa). 
[HSW;S.J.  —  Non  Anopiocepfiala  Stal,  1870,  Emittero. 

Hymenolepis  Weiland,  1858a,  52;  Tsd.  Taenia,  diminuta  Rud.,  181(Ja, 
689  (ospite  tipico  Mas  rattus;  Brasila).  [  IIS W ;  S. "j. 


-   181    - 

Moniezia  R.  Blanchard,  1891  L,  187,  194,  195  (2,  9,  10);  Tod.  Taenia 
expansa  Rud.,  1805a,  38  (ospite  tipico  Oris  an'es;  Museo  di  Al- 
fort,  Francia).  [HSW;S.|. 

Stilesia  Railliet,  1893a,  277-278;  Tod.  Taenia  gldbipunctata  Rivol- 
ta,  1877  (ospite  tipico  Oris  aries)  [HSW].  —  II  Segretario  della 
Gommissione  non  ha  potuto  verificaro  la  pubblicazione  originale 
riguardante  la  T.  glolripunctaia,  ma,  astrazion  fatta  da  questa 
riserva,  non  ha  ragioni  per  infirmare  la  data  1877  fissata  dal 
Raillet. 

Thysanosoma  Dies.,  1835a,  105;  Mt.  actinioides  Dies.,  1835a,  106  (ospi- 
te tipico  Cervus  dichoiomus ;  Brasile).  [HSW;  S.J. 

CIRRIPEDIA 

Lepas  Linn.,  1785a,  667;  Tsd.  anatifera  Linn.,  1758a,  668.  (A;  nome 
garantito  alia  Gommissione  da  H.  A.  Pilsbry;  S.). 

TUNICATA 

Pyrosoma  Peron,  1804,  437,  440,  pi.  72;  lit.  atlanticum  Peron  1804, 
440,  pi.  72.  (Agosto  18  od  anche  prima,  1804).  [A;  S.]. 

PISCES 

Actpenser  Linn.,  1758a,  237;  Tsd.  A.  sturio  Linn.,  1758a,  237.  [A;  J 
S.]. 

Callionymus  Linn.,  1758a,  249;  Tsd.  C.  Ivra  Linn.,  1758a,  249.  [A 
J;  S.]. 

Ghimarra  Linn.,  1758a,  236;  Tsd.  G.  monstrosa  Linn.,  1758a,  236 
[A;  J;  S.]. 

Ctupea  Linn.,  1758a,  317;  Tsd.  C.  Itarengus  Linn.,  1758a,  317.  [A 
J;  S.]. 

Coriphaena  Linn.,  1758a,  261;  Tsd.  C.  Mppurus  Linn.,  1758a,  261 
[A;  J;  S.]. 

Cothts  Linn.,  1758a,  204;  Tsd.  C.  goUo  Linn.,  1758a,  265.  [A;  J;  S.]. 

Cyclopterus  Linn.,  1758a,  260;  Tsd.  C.  lumpus  Linn.,  1758a,  260.  [A 
J;  S.]. 

Cyprtnus  Linn.,  1758a,  320;  Tsd.  C.  carpio  Linn.,  1758a,  320.  [A;  J 
Leunis,  Mt. ;  S.]. 

Diodon  Linn.,  1758a,  334;  Tsd.  D.  hystrix  Linn.,  1758a,  335.  [A;  J 
S.]. 

Esox  Linn.,  1758a,  313;  Tsd.  E.  lucia.s  Linn.,  1758a,  314.  [A;  S;]  Jor- 
dan, secondo  Artedi.  —  Questa  scelta  del  tipo  ha  da  to  luogo  ad 
una  questione  che  e  stata  discussa  dalla  Commissione  nel  Parere 
n.  58;  in  base  al  quale  e  stato  riconosciuto  VEsox  lucius  come 
specie  tipo  del  gen.  Esox). 


—  182  — 

Exococtes  Linn.,  1758a,  316;  lit.  E.  volitans  Linn.,  1758a,  316.  [A*  ero- 

la ns  S. —  Jordan  scrive:  «  Secondo  Artedi  E.  rolitans  Linn.,  = 

E.  evolans  Linn.,  e  il  tipo  di  Halocypselus  Weinland  ».  Jordan  & 

Evermann  (1898,  pt.  3,  p.  2835,  Fishes  of  N.  &  M.  Amer.)  scrivono: 

«  Exocoetus  rontons  Linn.,  come  Lonnberg  ha  dimostrato,  e  iden- 

tico  con  E.  evolans  Linn.   Poiche  il  genere   E.roeelus   (Syst.   Nat. 

Ed.  10,  315)  e  fondato    solamente   mlVJ&vocetus  rolUnns,   il   nome 

Exeeetus  deve    riferirsi   a    questa ,  specie   prendendo    il    posto    del 

nome  generico  Halocypselus  ». 
Gadus  Linn.,  1758a,  251;  Tsd.  G.  m@rhua  Linn.,  1758a,  252.  [A;  J;  S."J. 
Gasterosteus  Linn.,  1758a,  295;  Tsd.  G.  aculeatus  Linn.,    1758a,   295. 

[A;  J;  S.]. 
GoUus  Linn.,  1758a,  262;  Tsd.  G.  niger  Linn.,  1758a,  252.  [A;  J;  S.]. 
Lophius  Linn.,  1758a,  236;  Tsd.  L.  piscatorius  Linn.,  1758a,  236.  [A; 

J;  S.]. 
Mormyrus  Linn.,  1758a,  327;  Tsd.  M.  cyprinoides  Linn.,    1758a,    327. 

[A;  J;  S.]. 
Mullus  Linn.,  1758a,  299;  Tsd.  M.   Mrbatus   Linn.,    1758a,   299.   [A; 

J;  S.]. 
Muraena  Linn.,  1758a,  244;  Tsd.  M.   Helena    Linn.,    1758a,    244.    [A; 

J;  S.]. 
Ophydion  Linn.,  1758a,  559;  Tsd.  0.  barbatwm  Linn.,  1758a,  259.  [A; 

J;  S.l. 
Osmerus  Linn.,  1758a,  310;  Tsd.  Snlmo  eperlanus  Linn.,    1758a,  310. 

[A;  J;  S.]. 
Per ca  Linn.,  1758a,  289;   Tsd.  P.    ftm-iatilis   Linn.,    1758a,    289.   [A; 

J;  $.]. 
Pleuroneetes  Linn.,  1758a,  268;  Tsd.    P.  platessa   Linn.,    1758a,   269. 

[A;  J;  S.]. 
Sdlmo  Lixx.,  1758a,  308;  Tsd.  &  salar  Linn.,  1758a,  308;  [A;  J;  S.], 
Somber  Linn.,  1758a,  297;  Tsd.   &   scombrus   Linn.,    1758a,  297.   [A; 

J;  fiL], 
Scorpaena  Linn.,  1758a,  266;  Tsd.  S.  porous  Linn.,    1758a,   266.   [A; 

J;  S/J. 
JS&urUS  Linn.,  1758a,  304;  Tsd.  .9.  ///rm/s  Linn.,  1758a,  304.  [A;  .J;  S.J. 
Syngnatfws  Linn.,  1758a,  330;  Tsd.  &  «cws   Linn.,    1758a,   337.   [A; 

J;S.i. 
Zews  Li.w..  1758a,  266;  Tsd.  Z.  (alter  Linn.,    1758a,    267.  [A;  J.  S.J. 

Contemporaneamente  alia  presenle  pubhlicazione  e  stata  distribuita, 
in  Italia,  agli  interessati  una  copia  -dell'Elenco  della  serie  dei  nomi  so- 
pradeiti  con  preghiera  di  esprimere  in  proposito  la  propria  opinione, 
i-iii\iandu  V  Elenco  suddelto  sottoseritto  alia  Gommissione  nazionale  di 
Nomenclatura  Zoologica  perche  questa  possa  coordinare  le  singole  opi- 
nioni  in  una  relazione  collettiva  da  trasmettersi  al  prof.  Stiles. 


-    183  - 


it: 


II  prof.  Stiles,  trasmette,  inoltre,  una  «  Not  a  »  concernente  la 
possibile  sospensione  delle  regole  internazionali  di  nomenclatura  zoolo- 
gica  nel  caso  di  Holoturia  Linn.  1758  (tipo  physalis)  =  Pliysalia  La- 
marck, 1801  (tipo  pplagica)  [Gelenterati-:  Sifonofori]  e  Bohadschia  Jae- 
ger, 1883  =  Holothuria  Brughiere,  1791  [Echinodermi :  Oloturie]:  caso 
che  egli  propone  di  sottoporre  alia  Commissione  internazionale  di  Nc- 
menclatura  Zoologica,  perche  stabilisca  che: 

1.°  II  nome  generico  Physalia  Lamarck,  1801,  tipo  pelagica  -  sin. 
Phyxa/is  Linneo,  1758  -  sia  conservato,  contro  quello  di  Holoturia 
Linn.,  1758  piii  antico,  cho  dovrebbe  avere,  perciq,  la  priorita  su  quello 
di  Lamarck; 

2.°  In  seguito  al  rigetto  c.  s.  del  nome  generico  Holoturia  Linn. 
1758,  sia,  invece,  conservato  il  nome  generico  Holothuria  Brughiere 
1791  per  le  Oloturie  [Echinodermi],  contro  quello  generico  di  Bohad- 
schia Jaeger,  1833,  che  dovrebbe  applicarsi  alio  Oloturie,  se,  in  omag- 
gio  alia  stretta  applicazione  della  legge  di  priorita  assoluta,  il  nome 
generico  di  Holothuria  Linn,  1758  dovesse  avere  la  precedenza  su 
quello  di  Physalia  Lamarck,  1801. 

La  proposta  del  prof.  Stiles  si  fonda  sulla  considerazione  che  la 
norma  della  priorita  assoluta,  nel  caso  in  esame,  invece  di  uniformare 
la  nomenclatura,  ingenerebbe  confusione:  perche  si  dovrebbero  trasfe- 
rire  e  scambiare  da  un  gruppo  ad  un  altro  di  Metazoi  e  da  un  animale 
ad  altro,  nomi  generici  universalmente  riconosciuti  nel  senso  sopradetto 
fin  dal  1791  (per  Holothuria,  Echinodermi)  e  fin  dal  1801  (per  Physalia, 
Sifonofori)  ed  usati  dagli  autori  da  oltre  100  anni  per  animali  del  gruppo, 
al  quale  i  detti  nomi  generici,  sono  stati  riferiti  rispettiomente  da  Bru- 
ghiere e  da  Lamarck. 

II  proponente  prof.  Stiles  invita  gli  zoologi  a  pronunziarsi  in  pro- 
posito.  Gli  zoologi  italiani  sono,  percio,  pregati  di  accogliere  1'  invito  e 
di  far  pervenire  alia  Commissione  nazionale  di  Nomenclatura  zoologica 
il  proprio  parere,  accompagnandolo,  dalle  osservazioni  che  crederanno 
del  caso;  perche,  coordinando  le  singole  risposte,  possa  la  nostra  Com- 
missione comunicare  il  responso  collettivo  degli  zoologi  italiani  sulla 
questione. 

III. 

II  prof.  Stiles,  trasmette,  infine,  un'altra  «  Not  a  »  sulla  possibile 
sospensione  delle  regole  internazionali  della  nomenclatura  zoologica  nel 
caso  di  Musca  Linneo,  1758  e  Callijphora  Desvoidy,  1830. 

In  questa  «  Nota  »  egli  fa  rilevare  che,  in  conformita  di  quanto  fu 
in  proposito  statuito  dai  congressi  zoologici  internazionali,  un  certo  nu- 


-   184   - 

mero  di  Zoologi  hanno  fatta  richiesta  alia  Commissione  Internazionale 
di  Nomenclatura  zoologica,  perche  questa  eserciti  i  suoi  poteri  plenarii 
nel  caso  del  genero  Musca  Linn.,  1758  sospenda  la  rigida  applicazione 
della  regola  di  priorita  assoluta  —  che,  nel  caso,  in  base  alle  ragioni 
addotte  dai  richiedenti,  piii  che  disciplinare  la  materia,  ingenererebbe 
confusione  di  nomenclatura  —  e  stabilised  che:  come  specie  tipo  del  ge- 
nere  Musca  debba  considerarsi  la  M.  domestic^,  ed  inoltre  riconosca 
il  genere  Calliphora  Desvoidy  1830  con  C.  vomiioria  come  tipo. 

In  conseguenza  di  queste  comunicazioni,  il  Segretario  della  Com- 
missione Internazionale  della  Nomenclatura,  invita  tutti  gli  interessati, 
Zoologi,  Entomologi,  Parassitologi,  di  volere  esprimere  la  propria  opi- 
nione  in  proposito  e  comunicargliela  non  oltre  il  1°  maggio  1918. 

Di  questa  «Nota»  contemporaneamente  al  presente  riassunto  pub- 
blicato  nel  Monitore,  e  stata  spedita  copia  integrate  ai  Zoologi  e  spe- 
cialist! italiani  con  preghiera  di  volere  esprimere  il  loro  parere  per 
lettera  indirizzata  alia  Commissione  nazionale  di  Nomenclatura,  perche 
questa  possa  coordinaro  le  risposte  avute  e  comunicarle  al  prof.  Stiles. 

Prof.  Fr.  Sav.  Monticelli. 

Segretario  dell' Unione  Zoologica  Itallana 


Gosimo  Gheuubini,  Amministratore-responsabile. 


Fireiize,  1917.  —  Tip.  L.  Niecolai,  Via  Faenza,  52. 


! 


Italiano 


(Pubblicazioni  Italiaue  di  Zoologia,  Auatomia,  Embriologia) 

Organo  ufficiale  (iella  Unione  Zoologica  Italiana 

DilRKTTO 

dai   DOTTORT 
GIULIO  CHIAROGI  EUGENIO  FIGALBI 

Prof,  ili    Anatomiii  umaua  Prof.  <li   Anatoinia  coiup.  e  Zoologia 

iiol  It.  Istituto  di  Sfcndi  Super,  in  Ehenze  nella  K.   Univeraita-  di   Pi.sa 

Ufficio  di  Direzione  ed  Ainministrazioue:   Istituto  Aiiatomv'.o,   Firenze. 

12  nnmeri  all'anno  —  Abbuonameiito  annuo  L.    15. 


XXVIII  Anno  Firenze  -  1917  N.  12. 


SOMMARIO:  Bibliografia.  -  Pag.  185-187. 

Comunigazioni  originali  :  Senna  A.,  Note  Ittiologiche.  I.  Sull'identita  dcllo  Sto- 

mias  bonaparU'i  Fowl,  con  St.  boa  (Risso).  II.  Stadi  larvali  di  St.  boa  (Risso). 

(Con  tav.  IX  e  1  lig.  nel  tosto).  —  Pag.  188-201. 
Necrologio:  Alessandro    Coggi.  —  Pag.  202-204. 


Avvertenza 

Delle  Comtinicazioiii   Originali   che   si   pubblicano   nel  Monitore 
Zoologico  Italiano  e  vietata  la  riproduzione. 


BIBLIOGRAFIA 

Si  da  notizia  soltanto  dci  laoori  pubblicati  in  Italia. 


XII.  Vertebrati. 

III.  PARTE  ZOOLOGICA 
(Continuazione) 

1.   SCRITTI   GENERALI   0   SU   PIU   CHE   UNA   DELLE   CLASSI. 

Knottnerus-Meyer  T.  —  Ossorvazioni  varie  fatte  nel  giardino  zoologico  di  Roma. 
—  Boll.  cl.  Soc.  Zool.  ital.,  Ser.  3,  Vol.  3,  Fasc.  10-11,  An.  1914  (23), 
pp.  149-152.  Roma,  1916. 

3.  Pesci. 
Monticelli  Fr.  Sav.  —  Di  un  curioso  caso  di  inquilinismo  di  un    Oligochete  nel- 
YAmmocoetes  di  Pelromyzon  planeri.  —  Boll.  cl.  Soc.  di  Natur.  in  Napoli, 
Vol.  29,  (Ser.  2,  Vol.  9),  An.  30,    1916,   pp.   59  61,    con   3  figg.  Napoli, 
1917. 


-    186  - 

6.    UCCELLI. 

Angelini  Giovanni.  —  Nuovo  contribute)   sulla    distribuzione  del  Lanius  senator 

baclius  (Hartl.).  —  Boll.  d.  Soc.  Zool.   Hal.,    Ser.   3,    Vol.   3,    Fasc.   10-11, 

An.  1911  (23),  pp.  161-162.  Roma,  1916. 
Carpegna  (Di)  Falconieri  Guido.  —  Cattura  di  un  Acrocephalus  palustris  (Can- 

najola  verdognola)  a  circa  800  ra.  s./m.  e  lungi  da  luoghi   accjuitrinosi,    in 

tcrreno    asciutto   e   sassoso.   —   Boll.   d.    Soc.    Zool.    Hal.,  Ser.  3,   Vol.  3, 

Fasc.  10-11,  An.  1914  (23),  pp.  145-146.  Roma,   1916. 
Chigi  Francesco.  —  Considerazioni  intorno  agli  ibridi  del  verdone  col  cardellino 

ed  ai  rapporti  eli  affinita  fra  queste  due  specie.  —  Boll.  d.  Soc.  Zool.  ital., 

Ser.  3,   Vol.  3,  Fasc.  10-11,  An.  1914  (23),  pp.  153-160.  Roma,  1916. 
Chigi  Francesco.  —  Specie,  razze,  varieta.  11  Passer  domesticus  (Linn.)  e  le  sue 

forme.  II  Suppleincnto.  —  Boll.  d.  Soc.  Zool.  ital.,  Ser.  3,  Vol.  3,  Fasc.  10-11, 

An.  1914  (23),  pp.  147-148.  Roma,  1916. 
Manfredi  Paola.  —  Contributo  alia  conoscenza  delle   razze    locali    dell'  Alborella 

(Alburnus  alborella  Do  Fil.).  —  Arch.  Zool.  ital.,  Vol.  8,  pp.  259-399,  con 

1  lav.  e  1  fig.  Napoli,  1916. 
Mazza  Felice.  —  Su  la  cattura  di  due  uccelli  rari  presi  nella  Provincia  di  Roma 

durante  l'anno  1916.  —  Boll.  d.    Soc.  Zool.  ital.,  Ser.  3,   Vol.  3,  Fasc.   12, 

An.  1914,  pp.  191197.  Roma,  1917. 
Salvadori  T.  e  Festa  E.  —  Alcuni  uccelli  della  Cirenaica,  colla  descrizione  di  una 

nuova  specie  del  genere  Caccabis.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  e  Anat.  comp. 

d.  R.  Univ.  di  Torino,   Vol.  31,  N.  714,  pp.  1-2,  Torino,  1916. 

7.  Mammiferi. 
Gamerano  Lorenzo.  —  Ossorvazioni    intorno    alia  Rupicapra    rupicapra  parva 
Cabrera.  —  Boll.  d.  Musei  di  Zool.  ed  Anat.  comp.  d.  R.  Univ.  di  Torino, 
Vol.  31,  N.  712,  pp.  1-4.   Torino,  1916. 

8.  Antropologia  ed  Etnologia 
Giardina  A.  —  Sul  valore  biologico  delle  curve  empiriche  del  Sera  e  delle  pa- 

rabole  di  altezza.  —  Giom.  p.  la  morf.  dell' Uo mo  e   d.    Primati,    An.    1, 

Fasc.  1,  pp.  35-51.  Pavia,  1917. 
Kraus  Amedeo.  —  Di  un  nuovo  craniografo.  —  Siena,  tip.  S.  Bernardino,  1916. 

i'<  pp.,  con  figure. 
Ortiz  Fernando.  —  Le  origini  antiche  della  dactiloscopia.  (Con  1  tav.).  —  Arch. 

di  Anlrop.  crim.,  psich.  e  med.  legale,   Vol.  35,  (Ser.  4,    Vol.  6),  Fasc.    1, 

pp.  45-49.   Torino,  1914. 
Pagliani  Luigi.  —  Le  leggi  dello  sviluppo  dell'organismo  umano  in  rapporto  al- 

l'educazionc  iisiea  nolle  scuole.  —  Giom.  d.  R.  Soc.  ital.  di  Igiene,  An.  36, 

N.  11,  pp.  417-437.  Milano,  1913. 
Rovere  (Delia)  Domenico.  —  Ricerche  sulla  data  di  nascita  dei    fanciulli    intelli- 

genti  in  alcune  scuole  di  Milano.  —  Giom.  d.  R.  Soc.  ital.  d' Igiene,  An.  35, 

N.  12,  pp.  531537.  Milano,  1913. 

Appendige:   Antropologia  APPLIGATA  ALLO  STUDIO  DEI  PAZZI, 
DEI    GRIMINALI,   ECG. 

Carrara  Mario.  —  Le  applicazioni  deH'Autropologia  ci'iminalc  nella  prevenzione 
di  polizia.  —  Arch.  Antrop.  cri>».,  psich.  e  med.  legale,  Vol.  35,  (Ser.  4, 
Vol.  6),  Fasc.  5,  pp.  517-530.   Torino,  1911. 


-   187   - 

Lattes  Leone.  —  L'origine  cerebrate  delle  asimmotrie  craniche    nei   delinquenti. 

—  Arch,  di  Antrop.  crim.,  psich.  e  med.  legale,  Vol.  36,  (Ser.  4,  Vol.  7), 

Fasd  1,  pp.  19-42.  Torino,  1915. 
Lombroso  Gina.  —  Nuove  ricerche  sui  delinquenti.  I  risultati  dell'  inchiesta  uffl- 

ciale  fatta  in  Inghilterra  dal  dott.  Goring  per   controllare   le    teorie   lora- 

brosiane.  —  Arch,  di  Antrop.  crim.,  psich.  e  med.  legale,  Vol.  35,  (Ser.  4, 

Vol.  6\  Fasc.  1,  pp.  13-39.  Torino,  1914. 
Lombroso  G.  e  Ferrero  G.  —  La  donna  delinquente,    la    prostituta   e   la   donna 

normale.  —  Torino,  Editori  Fratelli  Bocca,  1915.  Un  vol.  in   16°   di  pa- 

gine  508,  con  7  tav.  e  15  fig. 
Masini  M.  U.  e  Vidoni  G.  —  Vn  raicrocefalo  criminate.  (Con  1  fig.).  —  Arch,  di 

Antrop.   crim.,  psich.   e    med.    legale,    Vol.   36,  (Ser.  4,   Vol.  7),  Fasc.  1, 

pp.  43-48.  Torino,  1915. 
Vervaeck.  —  Sillabo  di  un  corso  d'Antropologia  criminate.   —  Arch,   di  Antrop. 

crim.,  psich.  e  med.  legale,  Vol.  35,  (Ser.  4,  Vol.  6),  Fasc.  5,  pp.  541-543. 

Torino,  1914. 
Vidoni  G.  e  Gatti  S.  —  Su  le  anoraalie  e  su  lo  malattie  della    pelle   ed   annessi 

negli  alienati.  (Con  3  tav.).  —  Arch,  di  Antrop.  crim., psich.  e  med.  legale, 

Vol.  35,  (Ser.  4,    Vol.  6),  Fasc.  2,  pp.  143-165.  Torino,  1914. 

G.   -   ZOOLOGIA  APPLICATA. 

1.   ZOOLOGIA    MEDIGA. 

Alessandrini  Giulio.  —  I  pidocchi  e  i  mezzi  per  distruggerli.  (Con  3  fig).  —  An- 

nali  d'lgiene,  An.  26,  N.  2,  pag.  92-108.  Roma,  1916. 
Bandi  Ivo.  —  Sul  pericolo   di    attecchimento   della   filariasi   umana   nolle   zone 

Nord-AI'ricane  indenni.  (Con  tav.  1-4).  —  Soc.    toscana   d'Igiene,    Atti  del- 

Vanno  1914  (1°  semestre),  An.  30  d.  Nuova  Serie,  Vol.  19,  Fasc.  l,pp.  225- 

240.  Firenze,  1914. 
Finzi  Guido  e  Campus  Antonio.  —  Anaplasmosi.  Sid  significato   dei  «  Corpi  en- 

doglobulari  »  «  Punti  marginali  »  «  Anaplasrai  »  trovati   nel   sangue   degli 

ovini  della  Sardegna  e  del  Piemonte.  —  II  Nuovo  Ercolani,  An.  22,  N.  1-2, 

pp.  2-8.  Torino,  1917 . 

2.  zoologia  applicata  all'agricoltura  e  alle  industrie. 

Protezione,  Cacgia,  ecg. 

Bezzi  Armando.  —  Lo  slughi.  —  II  Nuovo  Ercolani,  An.  20,  N.  25,  pp.  391- 

395.  Pisa,  1915. 
Cozzolino  Marzio.  --  Per  la  lotta  contro  le  Cocciniglie  degli   agrumi.   —    Boll. 

d.  Soc.  d.  Natur.  in  Napoli,   Vol.  27,  (Ser.  2,   Vol.  7),  An.  28,  pp.  257-280. 

Napoli,  1915. 
Griff ini  Achille.  —  VEquus  grevyi  e  gli  csperimenti  del  Bureau  of  animal   in- 
dustry di  Washington.  —  Natura,    Vol.   5,    Fasc.   settembre-ottobre    1914, 

pp.  257-282,  con  figg.  Milano,  1914. 
Guercio  (Del)  Giacomo.  —  La  invasione  delle  Arvicolc  nelle  carciofaje  dell'Em- 

polese  (Firenze).  -   Vedi  M.  Z.,  XXVI,  10,  233. 
Guercio  (Del)  Giacomo.  —  Ulteriori  ricerche  sullo  stremenzimento    o   incappuc- 

ciamento  del  Trilbglio.  —  Redia,   Vol.  10,  Fasc.  1-2  pp.   235-301,    con   42 

fig.  Firenze,  1915. 


-    188   - 


COMUNICAZIONI    ORIGINALI 


R.   ISTITUTO    DI    ZOOLOGIA    E   ANATOMIA   COMP.    DEI   YERTEBRATI    IN    EIRENZE 


Note   Ittiologiche 

I.  -  Sull'  identita  dello  Stomias  bonapartei  Fowl,  con  St.  boa  (Risso) 
II.  -  Stadi  larvali  di  St.  boa  (Risso) 

DI 

A.    SENNA 


(Con  tav.  IX  e  1  fig.  nel  tcsto). 

E  vietata  la  riproiluzione 

1.°  La  questione  della  presenza  nel  Merliterraneo  di  piu  di  una 
specie  di  Stomias  che  sembrava  risolta,  dopo  alterna  e  laboriosa 
vicenda,  in  senso  negativo,  ammettendo  cioe  il  solo  St.  boa  (Risso), 
e  stata  risollevata  di  recente  dal  Fowler  (1)  il  quale  ha  descritto 
e  figurato  col  nome  di  St.  bonapartei  sp.  n.  un  esemplare  di  St. 
barbatus  Bonap.  della  stessa  collezione  del  principe  di  Canino,  ora 
conservato  nell'Accademia  di  scienze  a  Filadelfia  (*). 

Merita  di  essere  qui  ricordato  a  maggior  chiariraento,  che,  in  j 
origine,  l'istituzione  delle  due  specie  St.  boa  (Risso)  e  St.  barbatus 
Cuv.  fu  dovuta  al  cattivo  stato  dei  pochi  esemplari  che  in  quel 
tempo  si  conoscevano;  alio  St.  boa  si  ritenevano  pertinenti,  in  altre' 
parole,  gli  esemplari  senza  barbiglio  e  colle  ventrali  allungate,  men-I 
tre  alio  St.  barbatus  venivano  riferiti  quelli  provvisti  di  barbiglio  e 
con  ventrali  assai  brevi. 

L'assenza  del  barbiglio  e  la  brevita  delle  ventrali  dipendevano  • 
com'e  stato  dimostrato  in  seguito,  da  occasionale  perdita  e  rottura.' 
e  queste  condizioni  non  avvertite  prima  dal  Risso  (2)  poi  dal  Cu1 
vier  (3)  hanno  dato  origine  all'erronea  separazione  delle  due  specie 

Successivamente  il  Bonaparte  (4)  descrisse  e  figuro  uno  Sto;, 


(*)  Typo.  n.  7955.  A.  S.  P.  Italy.  C.  L.  Bonaparte,  n.  349.  From  dnti.  T.  B.  Wilson, 


-   189   - 

mias  che,  essendo  provvisto  di  barbiglio,  venne    da  lui  riferito  alio 

St.  barbatus  Cuv. :  anche  questo  esemplare  era  difettoso,  oltreche 
per  le  ventrali  rotte  e  percio  raolto  brevi,  per  la  parziale  mutila- 
zione  della  dorsale  e  della  anale,  le  cui  formole  radiali  (D  9,  A  13) 
risultavano,  come  e  facile  arguire,  ben  differerenti  da  quelle  indicate 
in  precedenza  per  la  specie  omonima  di  Cuvier;  cio  ebbe  per  con- 
seguenza  che  uno  St.  barbatus  Bonap.  non  Cuv.  fosse  elencato  anche 
in  seguito  come  specie  istituita  da  Bonaparte. 

Infatti  sebbene  il  Valenciennes  nella  sua  classica  opera  (5) 
dietro  l'esame  di  esemplari  tipici  o  cotipici  di  Risso,  del  Cuvier 
e  di  quelli  avuti  dallo  stesso  principe  di  Canino  col  nome  di  St. 
barbatus  Cuv.  avesse  avvertiti  glj  errori  dei  suoi  predecessori  e  di- 
mostrato  nel  inodo  piu  evidente  trattarsi  di  una  sola  specie,  pure 
vediamo  nelle  opere  del  G-iinther  (6),  del  Canestrini  (7),  del  Do- 
deiiein  (8),  persistere  accanto  alio  St.  boa  (Risso)  lo  St.  barbatus 
Bonap.  per  la  formola  diversa  della  dorsale  e  dell'anale. 

Gli  autori  piu  recenti,  Moreau  (9),  Vinciguerra  (10),  Vail- 
lant(ll),  Carus(12).  Goode  e  Bean  (13),  Brauer  (14),  Zugma- 
yer  (15),  valendosi  anche  di  nuovo  materiale  hanno  definitivamente 
riunito  le  due  specie  e  considerato  quale  unica  specie  vivente  nel 
Mediterraneo  lo  St.  boa  (Risso),  cui  venne  unito  dal  Liitken  (16) 
come  sinonimo  anche  lo  St.  ferox  Rein  hard  dell'Atlantico,  specie 
ritenuta  distinta  per  un  cinquantennio. 

Cio  premesso,  la  riesumazione  dello  St.  barbatus  Bonap.  col 
nome  di  St.  bonaparteisp.  n.  fatta  di  recente  dal  Fowler  (1)  se  gia 
a  prima  vista  puo  sembrare  singolare,  risulta  in  deflnitiva  insoste- 
nibile  quando  si  consideri  che  un  attento  esame  della  dettagliata 
descrizione  non  rivela  alcun  carattere  che  possa  sicuramente  consi- 
derarsi  differenziale  rispetto  alia  specie  di  Risso. 

Lo  St.  bonapartei  Fowl,  e,  in  breve,  basato  su  un  esemplare 
anch'esso  difettoso.  L'autore,  d'altronde,  ce  ne  avverte  nella  descri- 
zione di  parecchi  caratteri ;  anche  la  figura  nel  testo  e  somewhat 
restored;  percio  senza  che  si  renda  necessario  passaro  in  rivista 
tutti  i  particolari  descrittivi,  anche  perche  e  noto  (Cfr.  Braaer 
14)  che  i  caratteri  effettivamente  differenziali  nelle  specie  di  Sto- 
mias  si  riducono  a  pochi,  bastera  qui  ricordare  che  le  pinne  petto- 
rali  e  sopratutto  le  ventiali  so.no  brevi  nella  supposta  nuova  specie 
perche  rotte  ;  la  dorsale  e  la  anale  hanno  un  numero  di  raggi  mi- 
nore  del  normale  (D  III,  9?  e  A  III,  14)  per  lo  stesso  motivo  ; 
d'altra  parte  la  configurazione  generate  del  corpo,  i  rapporti  di  di- 
meneione  fra  le  varie  parti,  il    numero    delle  squamme  della   linea 


-   190  - 

laterale,  quello  dei  denti  e  la  lore  disposizione  sui  preraascellari  e 
sui  mascellari  sup.  e  inf.,  inflne  la  forma  e  lunghezza  del  barbiglio, 
tripartite  al  suo  apice,  non  las'ciano  adito  a  rilievi  differenziali.  Al- 
trettanto  pno  dirsi  della  distribuzione  dei  fotofori  sui  capo,  sulla 
membrana  branohiostegale  e  kmgo  la  linea  ventrale,  sebbene  a 
proposito  di  quest'ultimi  non  vi  sia  indicazione  precisa  del  loro  nu- 
mero  se  non  per  qnello  tra  l'istmo  e  le  pettorali  che  e  di  10  e 
quindi  normale. 

L'unica  differenza  che  si  rivela  nella  descrizione  e  nella  figura 
riguarda  i  piccoli  fotofori  della  porzione  raediana  del  tronco  al  di- 
sotto  della  linea  laterale  che,  secondo  il  Fowler,  sono  disposti  in 
un  gruppo  mediano  di  almeno  4  fotofori,  in  corrispondenza  di  cia- 
scun  infossamento  occupato  dalle  squamme.  Questo  particolare  non 
si  veriflca  nello  St.  boa  (Risso)  e  credo  che  sia  indicato  inesatta- 
mente,  come  diro  fra  poco. 

Quanto  alle  note  critiche  e  compai-ative  che  il  Fowler  fa  se- 
guire  alia  descrizione  per  sostenere  la  sua  tesi,  esse  lasciano  adito 
a  rilievi  che  tendono  ad  infirmarla.  L'autore,  infatti,  dimentica  fra 
altro  che  la  primitiva  descrizione  del  Risso,  della  quale  si  serve 
per  confronto,  era  errata,  ad  es.  riguardo  la  posizione  dei  denti; 
e  la  figura  troppo  grossolana  per  essere  oggetto  di  comparazione. 
Tutto  questo  e  gia  stato  detto  fino  dai  tempi  di  Valenciennes 
(1.  c.)  ma  l'autore  americano  non  ne  tiene  calcolo.  Lo  stesso  Va- 
lenciennes, se  ha  convenuto  che  lo  St.  barbatus  Cuv.  era  specie 
al  tutto  nominale  e  mal  caratterizzata,  come  rammenta  il  Fowler, 
ha  altresi  dimostrato,  e  questo  il  Flower  lo  dimentica,  che  lo  St. 
barbatus  Bonap.  dietro  esame  dei  cotipi  non  poteva  distinguersi 
dalla  specie  di  Risso. 

In  conclusione,  io  ritengo  che  lo  St.  bonapartei  Fowl,  non  possa 
per  alcun  carattere  essere  considerato  come  buona  specie  e  debba 
includersi  tra  i  sinonimi  della  St.  boa  (Risso).  L'accurato  esame 
che  ho  compiuto  della  serie  di  27  esemplari  che  di  questa  rara  spe- 
cie si  conserva  nella  collezione  dei  Vertebrati  italiani,  fondata  dal 
compianto  prof.  Cliglioli  me  ue  ha  dato  la  conferma  e  nel  con- 
tempo  la  diniostfiizione  che,  se  le  variazioni  dei  caratteri  diagno- 
stici  oscillano  entro  limiti  rnaggiori  di  quanto  non  sia  stato  indicato 
nelle  descrizioni,  perche  basate  sull'esame  di  pochi  esemplari,  non 
si  e  logicarnente  autorizzati  che  ad  ammettere  una  sola  specie  nel 
nostro  mare. 

Grli  esemplari  della  collezione  italiana  sono  di  diversa  grandezza 
il  piu  piccolo   -  che  possiede  tutti  i  caratteri  dell'adulto  —  ha  una 


-    191    - 

lunghezza  totale  di  mm.  73  (senza  la  ccrdale) ;  il  piu  grande  rag- 
giunge  i  280  mm.  Quest'ultime  dimensioni,  gia  notevolissime,  pos- 
sono  anche  essere  sorpassate  in  questa  specie:  Holt  e  Byrne  (17) 
ricordano  infatti  un  individuo  di  mm.  308  che  e  il  maggiore  fino- 
ra  note. 

II  rapporto  fVa  altezza  massima  e  lunghezza  del  corpo  e,  nel 
maggior  numero  degli  esemplari,  la  cui  lunghezza  totale  sorpassa  i 
loo  mm.,  compreso  tra  1 :  12 ;  e  1 :  14 ;  di  rado  si  hanno  rapporti 
minori  o  maggiori,  ad  es.  1  :  11,5  e  1  :  14,5  ;  le  piu  notevoli  diffe- 
renze  si  riscontrano  invece  negli  esemplari,  che,  pur  avendo  tutti  i 
caratteri  deH'adulto,  hanno  una  lunghezza  totale  minore  dei  loo  mm., 
in  tal  caso  abbiamo  rapporti  che  oscillano  tra  1  :  15  e  1  :  17,3  ; 
quest'ultimo  e  quello  di  un  es.  di  73  mm.  di  lunghezza.  Detto  rap- 
porto va  crescendo  negli  es.  ancor  piu  piccoli,  e  di  1 :  20  nei  giovani; 
io  1'  ho  trovato  di  1 :  25,3  in  larve  all'  inizio  del  normale  accresci- 
mento  in  lunghezza. 

I  dati  suesposti  sono  degni  di  ricordo  quando  si  consideri  che 
il  Brauer  (14)  nell'esame  critico  dei  caratteri  diagnostici  delle  specie 
di  Stojnias,  assegna  a  St.  hexagonatus  Garm.  1  :  9,  a  St.  colubrinus 
Garm.  1:  10-1  :  11,  a  St.  af finis  Giinth.,  St.  boa  (Risso),  St.  atriven- 
ter  Garm.,  St.  Valdiviae  Brauer,  St.  gracilis  Garm.,  e  St.  nebulosus 
Alcock,  1:  11-1:  12,  inline  a  St.  elongatus  Alcock  1:  15. 

II  rapporto  fra  la  lunghezza  del  capo  e  quella  del  corpo  e  com- 
preso tra  1 :  8  e  1 :  10  nei  miei  esemplari,  ma  pud  scendere  a 
1:  7,5  secondo  Zugmayer  (1.  c.)  ed  elevarsi  a  1:  10,5  secondo 
Holt  e  Byrne  (17). 

II  barbiglio,  che  diede  luogo  a  tante  discussioni,  e  indiscutibil- 
mente  sempre  presente  negli  esemplari  integri  ed  e  un  organo  cilin- 
dnco,  tubolare,  estensibile,  di  lunghezza  maggiore  di  quella  del  capo, 
talora  piu  lungo  del  doppio  del  capo,  per  lo  stato  di  distensione,  il 
che  si  rivela  dal  minor  spessore  che  presentano  le  pareti  dehmi- 
tanti  il  lume  :  l'estremo  distale,  alquanto  ingrossato,  provvisto  d'una 
macchia  pigmentata,  arcuata  e  d'una  massa  ghiandolare,  termina 
con  tre  brevi  appendici  tentacoliiormi,  sparse  di  punti  pigmentati. 
Data  la  delicatezza  dell'organo  si  puo  arguire  che  in  tutti  quegli 
esemplari  nei  quali  il  barbiglio  e  al  suo  estremo  provvisto  di  due  o 
di  una  sola  appendice  si  tratti  di  mutilazione  occasionale  e  non  e 
improbabile  che  il  poteredi  rigenerazione  non  ripristini  l'organo  nella 
sua  integrita  e  lunghezza  primitiva.  Cosi  si  spiegherebbero  le  con- 
dizioni  di  quegli  esemplari  citati  fra  altri  daVaillant  (11),  nei 
quali  il  barbiglio  era  notevolmente  corto  e  intero  al  suo  apice. 


-    192   - 

I  denti  presentano  alcune  variazioni  —  indipendentemente  dalla 
grandezza  degli  esemplari  —  e  che  possono  ihtlicarsl  nel  inodo  se- 
guente  :  sui  premascellari,  partendo  dalla  sinfisi  e  per  ciascun  lato, 
la  formola  che  piu  spesso  si  incontra  e:  1,  F,  1,  1,  1  =  5;  nella  quale 
la  posizione  e  il  nuinero  dei  denti  piu  lunghi  e  piu  curvi  sono  indi- 
cati  dai  numeri  in  grassetto,  mentre  gli  altri  numeri  indicano  i  denti 
mediocri  o  piccoli.  In  qualche  caso  la  formola  e  2,  I,  1,  1,1  =6, 
od  anche  1,  1,  1,  1,  2  —  6 ;  dalle  quail  rispettivamente  si  puo  con- 
statare  che  il  numero  e  posizione  dei  denti  piu  grandi  riraangono 
immutati. 

Sui  mascellari  esiste  sempre  una  dentellatura  fitta,  uguale, 
obliqua  all'  indietro ;  quanto  ai  denti  della  mandibola,  la  formola 
piu  ovvia  per  ciascuna  branca  e  la  seguente :  2.  1.  1.  1.  I.  2  —  8, 
talora  si  ha :  2.  1.  1.  1.  1.3  =  9,  oppure  %  1.  1.  1.  j.  1 :  '==  7  con 
possibility  di  variazioni  anche  per  ciascuna  branca,  pero  per  quanto 
concerne  i  denti  piccoli  e  mediocri,  poiche  i  maggiori  mostrano  una 
notevole  costanza  nel  numero  e  posizione.  . 

Formule  radiali :  Br.  15-18;  P.  6;  in  un  solo  esemplare,  normale 
nel  resto  la  P  aveva  5  raggi.  V.  5,  di  rado  6;  numero  che  veniva 
assegnato  alio  St.  ferox  Reinh. 

Le  ventrali  quando  sono  intatte,  sono  sempre  allungate  e,  volte 
all'  indietro,  raggiungono  la  papilla  anale.  Nella  D  i  raggi  variano 
nella  mia  serie  da  17-21  con  maggior  frequenza  del  n.  18;  Holte 
e  Byrne  indicano  anche  16  raggi;  nell'A.  si  hanno,  18-22  raggi 
con  maggiore  occorrenza  del  n.  20-21,  sempre  indipendentemente 
dalla  lunghezza  degli  esemplari. 

La  linea  lat.  consta  di  74-79  squamme;  Valenciennes  (5)  e 
Brauer  (14)  indicano  come  minimo  72,  Holt  e  Byrne  (17)  segnano 
come  numero  massimo  80,  Go  ode  e  Bean  (13)  perfino  88.  Questa 
differenza  tra  72  e  88  e  certo  notevolissima  e,  a  mio  credere,  me- 
rita  conferma. 

Venendo  ora  a  considerare  i  grandi  fotofori  della  serie  ventrale 
e  laterale,  la  cui  importanza  nella  speciografia  degli  Stomias  e  stata 
opportunamente  posta  in  rilievo  dal  Brauer,  riporto  i  dati  seguenti 
nei  miei  esemplari :  Serie  ventrale:  1-P  11-13;  B  rauer  ne  indica  10 
Zugmayer  10-11,  Holt  e  Byrne  da  11-14.  P-V  44-48;  Holt  e 
Byrne  hanno  ossevvato  anche  51  fotofori,  Goode  e  Bean  54, 
V-A  10-13;  secondo  Goode  e  Bean  14.  AC  15-17;  secondo 
Zngmayer    14-17;    secondo    Holt    e   Byrne    16-18 

Serie  laterale  :  dall'opercolo  alia  verticale  della  V  43-49 ;  dalla 
V  all'estremita  della  serie  12-14. 


I  fotofori  tra  i  raggi  branchiostegali  sono  da  15-17  nella  mia 
serie  ;  Holt    e    Byrne,  in  altri  eaemplari,  ne  trovarono  da  12-16. 

Mi  resta  ora  a  dire  dei  piccoli  fotofori  del  tronco,  la  cui  di- 
stribuzione  sulle  linee  di  squamme  e  stata  oggetto  di  studio  dal 
Brauer  in  diverse  specie,  senza  che  ne  facesse  cenno  nello  St.  boa 
(Risso)  della  quale  specie  si  occupa  invece  Zugmayer  e,  come 
si  e  detto,  anche  il  Fowler  pel  suo  SL  bonapartei.  Limitandomi 
in  proposito  a  considerare  la  porzione  mediana  del  tronco  (cfr. 
figura  nel  testo),  noto  che,  al  disotto  della  lieve    carena  dorsale  la 


1*  fila  presenta  due  piccoli  fotofori  vicinissimi  fra  loro  nel  centro 
d'  ogni  squamma;  qualche  volta  il  gruppetto  —  ma  solo  su  alcune 
'squamme  —  e  formato  da  3  fotofori,  di  rado  di  piu  o  ve  n'e  uno  solo 
centrale.  Le  due  file  successive  (2a  e  3a)  hanno  un  solo  fotoforo 
centrale  —  di  rado  in  qualche  squamma  sono  due;  la  fila  al  di  sotto 
(4a)  che  corrisponde  ad  un  clipresso  al  percorso  della  linea  laterale, 
poco  visibile  in  questa  specie,  ha  normalmente  da  3-4,  talora  5 
fotofori  posti  nel  mezzo  e  formanti  un  gruppetto  oppure  una  linea 
obliqua,  sulle  due  file  seguenti  (5a  e  6a)  ciascuna  squamma  ha  da 
3  a  5  fotofori  in  serie  lineare  o  aggruppati  che  dall'angolo  inferiore 
dell'esagono  si  dirigono  verso  il  centro  ;  infine  le  squamme  delle 
ultime  due  serie  (7a  e  8a)  che  portano  centralmente  i  grandi  organi 
luminosi  hanno  diversi  piccoli  fotofori  lungo  i  loro  margini. 

Secondo  il  Zugmayer  (15),  la  prima  serie  di  squamme  ha  invece 
un  solo  fotoforo  centrale;  la  5"  e  la  6a  uno  solo  all'angolo  inferiore 
di  ciascuna  squamma  o  dell'esagono,  il  che  io  non  ho  mai  riscon- 
trato  nei  miei  esemplari;  altrettanto  posso  dire  riguardo  ai  gruppi 
di  almeno  4  fotofori  che  il  Fowler  (1)  indica  e  figura  nel  centro  di 
ogni  squamma  della  5a  e  6a  fila  nel  suo  SL  bonapartei.  Ritengo  che 
entrambe  queste  disposizioni  non  corrispondino  al  vero  quando  l'esame 


-   194  - 

venga  esteso  a  tutte  le  squamme  d'una  stessa  serie  nella  porzione 
mediana  del  tronco. 

Gli  eseraplari  della  Collezione  Giglioli  provengono  da  Nizza, 
Cornigliano,  Noli,  Fhmlmarina,  Messina  e  Catania.  Di  altre  localita 
italiane  e  fatta  tnenzione  nell'opera  del  Car  as  (12).  Oitre  che  nel  Me- 
diterraneo,  questa  rara  specie  fu  indicata  dall'Atlantico,  dalla  Groen- 
landia  alle  coste  della  N.  Inghilterra  e  dalle  Is.  Ibridi  al  Capo  di 
Buona  Speranza,  infine  nel  Pacifico  australe. 

Lo  St.  boa  (Risso)  e  specie  pelagica,  il  cui  habitat  normale  e 
il  mare  aperto  in  falde  d'acqua  di  piu  centinaia  di  metri  di  pro- 
fondita.  I  dati  massimi  e  minimi,  3443  —  218  m.,  citati  dagli  autori 
riguardano  casi  speciali.  Esemplari  giovani  e  immaturi  sono  stati 
pescati  di  notte  a  pochi  metri  ed  anche  alia  superficie;  stadi  lad 
vali,  secondo  Holt  e  Byrne,  furono  catturati  alia  superficie  ed 
anche  a  piu  centinaia  di  metri  di  profondita.  Da  noi  a  Messina, 
fasi  larvali  sono  spiaggiate  unitamente  ad  altre  specie  di  profon- 
dita; per  gli  adulti  si  hanno  esempi  di  catture  nel  Mediterraneo  colle 
reti  usate  per  le  acciughe. 


II.  L'eliminazione  dello  St.  bonapartei  Fowl,  dal  novero  delle 
specie  valide,  lasciando  di  nuovo  impregiudicata  la  questione  della 
presenza  nel  Mediterraneo  di  un'  unica  specie  del  genere,  toglie 
qualsiasi  dubbio  sull'esatta  determinazione  di  quelle  larve  che  pel 
prima  ci  fece  conoscere  il  Sanzo  (18)  come  indiscutibilmente  perti- 
nenti  alio  St.  boa  (Risso). 

Devo  pero  avvertire  che  per  qualche  tempo  ho  sospettato  che 
cio  meritasse  conferma,  non  tanto  pel  dubbio  che  logicamente  po- 
teva  insorgere  dalla  concscenza  di  una  seconda  specie  del  genere 
descritta  come  propria  del  Mediterraneo  e  che  nessuno  finora  avea 
infirmata,  quanto  dall'esame  di  alcune  larve  pescate  nel  plancton 
di  Messina  ed  esistenti  nella  collezione  dei  vertebrati  italiani.  Fu- 
rono esse  dono  dei  prof.  Kleinenberg  e  Dohrh  al  prof.  Giglioli. 
il  quale,  in  via  provvisoria,  le  distinse  col  nome  di  Microstomias 
2Mradoxnm  Gigl.  ritenendole  forme  giovani,  affini  agli  Stomiatidi. 

Si  tratta  di  4  larve  delle  quali  3  appartengono  alio  St.  boa 
(Risso),  la  quarta,  che  il  Giglioli  indico  come  "  notevolmente  di 
versa  „  non  ha  nulla  a  che  fare  con  detta  specie  e  bastera  dire.;, 
senza*  occuparmene  maggiormente,  ch'essa  e  una  larva  di  Chauliodui\ 
Sloani  Bl.  e  appartiene  al  periodo  di  continuo  accrescimento  larvale; 
la  sua  lunghezza  e  di  mm.  41,5  circa,  gli  abbozzi  dei  fotofori  della 


-   195  - 

linea  ventrale,  non  ancora  pigmentati,  sono  visibili  per  trasparenza 
e  sono  pure  manifest*  l'abbozzo  della  pinna  anale  e  una  piccola 
dorsale  col  carabteristico  primo  raggio  assai  lungo.  Fasi  larvali 
uguali  di  quesba  specie  furono  illustrati  pel  primo  dal  Sanzo  (19). 

Consideriamo  ora  le  larve  di  Stomias  boa  (Risso).  Una  di  esse 
misura  mm.  24.8  dall'apice  del  muso  all'estremo  del  lobo  codale 
inferiore  e  non  lascia  scorgere,  neppure  osservandola  per  trasparenza, 
traccia  di  abbozzi  di  organi  luminosi;  appartiene  quindi  al  primo 
periodo  di  accrescimento  larvale,  durante  il  quale,  il  Sanzo  (20) 
accenna  solamente  che  le  larve,  pur  essendo  brasparenbissime  e 
prive  di  organi  luminosi,  giungono  fino  alia  lunghezza  di  mm.  50. 

Gli  albri  due  esemplari  hanno  una  lunghezza  bobale  di  mm.  44.5, 
appartengono  invece  all'inizio  del  periodo  di  bransizione  o  di  nor- 
male  accrescimento  che  segue  quello  di  riduzione  in  lunghezza  o  di 
iemilarva,  per  usare  la  berminologia  adobbaba  dal  prof.  Grassi.  Non 
e  nobo  quale  sia  il  massimo  di  riduzione  che  in  quesba  specie  puo 
subire  la  semilarva  ed  e  verosimile  che,  come  in  albri  casi,  la  mas- 
sima  riduzione,  come  pure  il  massimo  accrescimenbo  del  primo  pe- 
riodo larvale  vadano  soggebbi  a  variazioni  individuali. 

Ad  ogni  modo  quesbi  ultimi  esemplari,  per  i  caratteri  che  diro 
in  seguito,  appartengono  ad  una  fase  di  sviluppo  piu  inolbraba  della 
larva  di  mm.  41,63  descritta  e  flgurata  dal  Sanzo  (18)  e  riporbaba 
al  periodo  di  riduzione  in  grandezza  (semilarva). 

Nella  larva  piu  piccola  (mm.  24.8)  il  profilo  generale  del  corpo 
(fig.  1)  corrisponde  a  quella  della  semilarva;  il  capo  appare  un  poco  piu 
lungo  e  precisamenbe  misura  mm.  1.90  dall'esbremo  del  muso  alia 
caviba  branchiale;  per  certo  e  piu  inclinato  in  basso,  condizione 
che  si  riscontra  anche  in  altre  forme,  ad  es.  in  Bathophilus  nelle 
larve  giovanissime;  detta  inclinazione  e  minore  nei  due  esemplari 
di  mm.  44.5. 

La  bocca,  per  la  fenditura  assai  grande  richiama  le  condizioni 
dell'adulto  ;  la  mascella  superiore,  mantenendosi  all'esterno,  ricopre 
quella  inferiore  che  e  gia  notevolmente  sporgenbe:  enbrambe  pre- 
senbano  piccolissimi  denbi  (fig.  2). 

L'occhio  e  ovale,  di  color  nero,  il  suo  diamebro  orizzonbale  e 
di  mm.  0.32;  quello  verbicale,  che  si  presenba  alquanbo  inclinabo 
all'indiebro,  e  di  mm.  0.44.  II  crisballino  e  cenbrale. 

Lo  sviluppo  in  albezza  della  pinna  primordiale  dorsale  non  si 
rivela  in  quesba  fase  d'accrescimenbo  maggiore,  ne  il  suo  decorso  di- 
verso  da  quello  della  larva  in  fase  di  riduzione;  ma  l'inizio  della 
pinna  sul  dorso  non  ha  luogo  ad  !/8  di  lunghezza  botale  dall'esbremo 


-    196   - 

cefalico,  come  e  indicate-   da   Sanzo  (1.  c),    bensi   a  circa  V^.s   in 
corrispondenza  del  16°  miomero. 

E  interessante  notare  che  nella  nostra  larva,  anche  ventral- 
mente  si  osserva  un  lembo  o  margine  che  dall'ano  si  estende  era- 
nialmente,  mantenendosi  pressoche  della  stessa  altezza  per  la  mag- 
gior  parte  del  suo  percorso,  poi  diminuisce  gradatamente  e  termina 
alio  stesso  livello  della  pinna  primordiale  dorsale  (fig.  1).  Detto  lembo 
trasparentissimo,  senza  alcuna  pigmentazione,  non  diverso,  in  breve, 
per  aspetto  da  quello  dorsale,  mostra  all'osservazione  microscopica 
di  essere  distinto  dalla  linea  del  corpo  e  sono  proclive  a  considerarlo 
un  residuo  di  pinna  preanale  primordiale,  quale  si  osserva  durante 
una  fase  precoce  di  sviluppo  in  altri  teleostei  e  negli  stessi  Sto- 
miatidi  (Cfr.  Bathojihilus)  conservarsi  anche  in  periodi  di  sviluppo 
inoltrato. 

La  presenza  di  questo  lembo  non  indicato  da  Sanzo  (20)  nelle 
larve  in  fase  di  accrescimento,  mi  fece  dubitare,  come  dissi,  in  un 
primo  momento  che  questa  larva  fosse  specificamente  diversa,  tan  to 
piu  che  all'anzidetto  carattere  si  aggiungeva  quello  della  presenza  d'un 
distinto  abbozzo  di  pinna  ventrale  (fig.  1)  che  il  Sanzo  (18)  non  dice 
visibile  nella  stessa  semilarva  di  Stomias  boa.  Sono  venuto  poi  nel 
concetto  che  la  persistenza  d'un  organo  larvale  e  l'anticipo  di  com- 
parsa  di  un  organo  definitivo  potevano  andar  soggetti  a  variazioni 
individuali ;  noto  infatti  che  se  nelle  due  altre  larve  a  sviluppo  piu 
inoltrato  persiste  pure  un  residuo  di  lembo  primordiale  ventrale, 
sebbene  piu  ridotto,  l'abbozzo  della  pinna  ventrale  non  e  piu  svi- 
luppato,  sebbene  le  larve  stesse  abbiano  poco  meno  del  doppio  della 
lunghezza  del  corpo. 

La  pinna  dorsale  (fig.  3)  e  in  diretta  continuazione  colla  pinna  pri- 
mordiale; la  linea  di  demarcazione  e  ben  evidente,  oltreche  per  l'angolo 
o  sinuosita  che  in  quel  punto  si  osserva  e  gia  notato  dal  Sanzo, 
sopratutto  per  la  presenza  nella  porzione  iniziale  della  pinna  dor- 
sale di  fascetti  di  fibre,  abbozzi  dei  primi  raggi.  La  pinna  principia 
non  in  corrispondenza  alia  verts  cale  condotta  all'ano,  come  nella  se- 
milarva ma  un  poco  piu  in  avanti  e  precisamente  al  livello  del  ver- 
tice  del  66°  miomero,  essendo  68  i  miomeri  preanali.  La  forma  non 
differisce  da  quella  della  semilarva,  il  numero  dei  raggi  gia  costi- 
tuiti  e  di  14  ;  anteriormente  si  notano  tre  abbozzi  di  raggi,  ed  un 
quarto  posterioimente,  gli  uni  e  gli  altri  ben  distinti  per  i  rispet- 
tivi  portaraggi ;  quest'  ultimi  muniti  della  relativa  museolatura  spor 
gono  dal  profilo  dorsale.  Lungo  i  raggi  gia  costituiti  si  notano  cro 
matofori  per  lo  piu  rarnificati,  di  color  bruno, 


-    197   - 

La  pinna  anale  e  opposta  alia  dorsale,  pur  presentando  il  suo 
punto  anteriore  d'  inserzione  un  poco  piu.  indietro  di  quello  della 
dorsale  e  parimenti  la  sua  base  d'  irapianto  finisce  un  poco  poste- 
riormente  a  quella  della  prima,  condizione  quest'  ultima  che  si  con- 
serva  nell'adulto.  La  forma  in  questo  stadio  appare  un  poco  meno 
triangolare  che  nella  semilarva  ;  il  numero  dei  raggi  costituiti  e 
di  16,  anteriormente  si  osserva  l'abbozzo  di  un  altro  raggio,  poste- 
riormente  quelli  di  altri  tre,  in  to  tale  quindi  20  raggi,  numero  che 
si  riscontra  anche  in  adulti,  come  dissi  a  suo  luogo.  I  raggi  hanno 
cromatofori  ramificati  nero-bruni. 

Quanto  alia  codale,  l'asimmetria  dei  due  lobi,  notata  dal  Sanzo 
nella  semilarva,  non  e  maggiore  in  questa  fase  d'accrescimento.  Sul 
dorso  la  pinna  comincia  un  poco  i  iu  avanti  che  non  ventralmente. 
I  raggi  gia  costituiti.  sono  in  ques  a  larva  19,  dei  quali  10  nel  lobo 
superiore  e  9  in  quello  inferiore :  a  »bozzi  di  altri  raggi,  sotto  forma 
di  fascetti  di  fibre  si  notano  tan  to  sulla  porzione  marginale  dorsale 
che  sulla  ventrale  ;  quest'  ultime  sono  bene  disimpegnate  rispetti- 
vamente  dalle  pinne  dorsale  e  anaie.  La  pigmentazione  della  pinna 
codale  e  data  da  piccoli  cromatofori,  per  lo  piu  puntiformi,  nero- 
bruni,  posti  lungo  i  raggi  dei  due  lobi ;  dorsalmente  e  ventralmente 
alcuni  abbozzi  di  raggi  presentano  gia  linee  di  cromatofori ;  que- 
st' ultimi  inline  si  dispongono  a  guisa  di  margine  sulla  porzione 
iniziale  della  pinna. 

L'urostilo,  ben  distinto,  si  incurva  in  alto  (fig.  3)  in  direzione  del 
lobo  dorsale ;  l'ultimo  ipurale  e  di  forma  triangolare  e  da  appoggio  a  10 
raggi;  il  penultimo  ipurale,  pure  triangolare  da  sostegno  a  7  raggi: 
ad  esso  e  strettamente  addossato  un  pezzo  stretto,  lineare,  soste- 
nente  un  solo  raggio  e  che  rappresenta  l'ultimo  arco  emale  e  in  pros- 
simita  di  esso  si  vede  abbozzato  il  penultimo  (cfr.  fig.  3  e  4). 

Le  pettorali  sono  assai  piccole,  colla  parte  basale  peduncolata, 
quella  membranosa  e  arrotondata,  finamente  striata  e  spessa  nella 
porzione  mediana,  sottile  e  trasparente  lungo  i  margini  (fig.  2). 

Un  abbozzo  di  pinne  ventrali  e  gia  visibile,  come  dissi,  in  que- 
sta larva  tra  il  51°-52°  miomero;  anche  queste  ventrali  presentano 
la  parte  basale  e  la  membranosa  conformate  come  le  pettorali. 

11  numero  dei  miomeri  e  complessivamente  di  80,  dei  quali  68 
preanali  e  12  postanal] ;  i  primi  3  preanali  sono  incompleti  ventral- 
mente. II  numero  totale,  anzidetto  non  si  discosta  di  molto  da  76 
che  e  quello  delle  vertebre  che  ho  constatato  in  due  esemplari  adulti 
di  St.  boa.  La  differenza  che  intercede  entra  nei  limiti  delle   varia- 


-    198   - 

zioni  individuali  che  si  notano  sia  nel  numero  dei  miomeri  che 
delle  vertebre. 

La  pigmentazione  del  corpo  c  pressoche  limitata  alle  pinne  dor- 
sali,  anale  e  codale;  vari  cromabofori  stellati,  di  color  bruno  nero 
notansi  sul  capo,  nella  regione  branchiale  e  lungo  il  tubo  digerenbe 
senza  che  assumino  una  disposizione  degna  di  rilievo. 

Sono  visibili  4  archi  branchiali  (fig.  2),  ancor  sprovvisbi  di  vere.  la- 
mine  branchiali,  che  resbano  alio  scoperbo  per  la  disbanza  che  inbercede 
fra  il  margine  posberiore  dell'opercolo  e  il  cinbo.  La  trasparenza  della 
larva  permebbe  di  osservare  che  nell'encefalo  il  rilievo  del  cervellebbo 
e  ancora  indisbinbo,  sebbene  sia  nobevole  in  questa  specie;  il  mesen- 
cefalo  e  invece  gia  ben  sviluppabo;  del  labirinbo  sono  visibili  i  bre 
canali  semicircolari  coi  rispebbivi  rigonfiamenbi  ampollari;  nel  bubo 
digerenbe  nobasi  la  porzione  esofagea  disbinbamenbe  ricurva  in  basso; 
lo  sbomaco  provvisbo  di  appendice  cieca  e  il  nobevole  sviluppo  del 
fegabo;  il  bubo  inbestinale  e  ampio,  diribbo,  di  diamebro  uguale  fino  al 
livello  dell'abbozzo  della  pinna  venbrale:  all'albezza  del  60°  miomero 
l'inbesbino  presenba  un  abbozzo  valvolare;  Y  inbesbino  terminate  e 
lievemente  rivolto  in  basso;  l'oriflzio  anale  e  prominente  e  sorpassa 
il  livello  della  base  d'impianbo  della  pinna  anale;  al  di  sopra  dell'ano 
e  ben  disbinto  l'oriflzio  urinario,  il  cui  condobto  dapprima  slargabo 
poi  sbrebbo  puo  essere  seguibo  per  breve  brabto  (fig.  3). 

Riassumendo,  i  carabberi  pel  quali  questa  larva  di  Stomias  diffe- 
risce  da  quella  descritba  da  Sanzo,  in  fase  di  riduzione  si  devono 
logicamenbe  riferire  alio  sviluppo  meno  inolbrabo  e  sono  la  riprova 
ch'essa  e  nel  primo  periodo  di  accrescimenbo  larvale.  Debbi  carabberi 
riguardano  le  dimensioni  minori,  il  capo  piu  inclinabo  in  basso,  la 
presenza  di  un  residuo  di  pinna  primordiale  venbrale,  il  minor  nu- 
mero  di  raggi  gia  cosbibuibi  tanto  nella  D,  nella  A,  e  nella  C,  e  so- 
prabubbo  la  bobale  assenza  di  abbozzi  di  fobofori. 

Prendendo  ora  ad  esaminare  le  albre  due  larve  o  piu  semplice- 
menbe  —  essenclo  idenbiche  —  una  di  esse,  ne  indicai  la  lunghezza 
botale  in  mm.  44.5  e  ritenni  la  larva  in  un  periodo  di  sviluppo  piu 
inolbrabo  di  quella  describba  dal  Sanzo,  e  cioe  all'inizio  del  periodo 
di  norm  ale  accrescimenbo. 

II  carabberisbico  allungamenbo  del  corpo  e  reso  ancor  piu  evi- 
dente,  in  quesba  fase  e  infabbi  il  rapporbo  bra  massima  albezza  (pin- 
na primordiale  compresa),  e  la  lunghezza  e  1  :  25,3.  menbre  era  di 
1  :  11,6  nella  larva  precedenbe. 

Nel  capo  (fig.  5),  l'inclinazione  sull'asse  del  corpo  e  assai  dimi- 
liuiba;  minore  e  il  suo  allungamenbo,  il  rapporbo  infabbi  bra  la  sua  lun- 


-   199  - 

ghezza  e  quella  del  corpo  e  di  1  :  15,2,  montre  era  di  1  :  13,7  nella 
prima  larva.  L'occhio  e  ovale,  il  suo  margine  superiore  e  piu  disco- 
sto  dal  profile-  dorsale  del  capo,  il  diametro  orizzontale  e  di  mm.  0,34, 
qnello  verticale  e  di  mm.  0,54  e  si  presenta  alquanto  inclinato  al- 
I'innanzi. 

La  bocca  non  mostra  particolari  degni  di  nota  in  confronto 
della  fase  precedente. 

La  pinna  primordiale  dorsale  persiste  nelle  condizioni  indicate 
nella  larva  in  periodo  d*  accrescimento ;  pure  presente  sebbene  di- 
molto  ridotto  e  il  lembo  primordiale  ventrale.  La  pinna  dorsale  e 
tuttora  in  diretta  continuazione  colla  primordiale;  il  numero  dei 
raggi  costituiti  e  di  16  piu  3  abbozzi  di  raggi  anteriormente.  I  raggi 
posteriori  hanno  cromafori  bruni  riccamente  ramificati,  verso  il 
margine  libero  i  cromatofori  sono  puntiformi. 

La  pinna  anale  (fig.  6)  e  triangolare  come  nella  semilarva,  vi  si 
contano  19  raggi  e  un  abbozzo  anteriore.  II  peduncolo  codale  si  e  note- 
volmente  allungato  in  confronto  della  semilarva,  maggiore  e  percio 
la  distanza  che  intercede  fra  il  margine  posteriore  della  dorsale  e 
dell'anale  e  la  base  d'impianto  dei  raggi  della  codale;  l'asimmetria 
dei  lobi  di  quest'ultima  persiste  malgrado  il  maggior  sviluppo  rag- 
giunto;  il  numero  dei  raggi  costituiti  e  di  10  sul  lobo  inferiore,  di 
9  su  quello  inferiore;  i  due  margini  dorsale  e  ventrale  della  pinna 
codale,  piu  sviluppati  in  lunghezza,  mostrano  rispettivamente  4  ab- 
bozzi di  raggi  il  primo,  2  abbozzi  il  secondo.  Piccoli  cromatofori 
puntiformi  di  color  nero  si  osservano  sul  percorso  dei  raggi. 

L'urostilo  e  i  due  ultimi  ipurali  (fig.  6)  non  presentano  variazioni 
particolari ;  i  rapporti  tra  ultimo  arco  emale  e  pen  ultimo  ipurale 
sono  pure  identici  a  quelli  della  larva  precedente;  i  fasci  muscolari 
sono  piu  evidenti  e  si  e  delineato  il  penultimo  arco  emale. 

Le  pettorali  hanno  la  porzione  peduncolata  un  poco  piu  lunga, 
nella  membranosa  si  scorge  una  fine  striatura  anche  nella  parte 
marginale  trasparente. 

L'abbozzo  delle  ventrali,  posto  fra  il  52°-53°  miomero,  non  ap- 
pare  piu  sviluppato  di  quello  della  larva  precedente,  il  che  comprova, 
a  mio  credere,  che  in  quella  la  precoce  comparsa  dell'abbozzo  doveva 
attribuirsi  a  variazione  individuale. 

II  numero  dei  segmenti  muscolari  e  di  80-81,  di  cui  68-69  prea- 
nali,  12  postanali. 

La  pigmentazione  del  corpo  non  e  visibilmente  maggiore  di 
quella  della  larva  precedente. 

I  fotofori  della  serie  laterale  ventrale  sono  ben  evidenti  anche 


-   200  - 

a  luce  incidente  per  la  loro  pigraentazione ;  la  loro  disposizione  e 
eorrispondente  a  quella  di  alcuni  adulti  e  precisamente  dall'istmo 
alle  pettorali  si  confcano  lOfotofori;  dalle  pettorali  alle  ventrali  48; 
in  questo  esemplare  l'abbozzo  delle  ventrali  e  dopo  il  48°  fotoforo; 
dalle  ventrali  all'anale  14,  dall'anale  alia  codale  15.  Sulla  membrana 
branchiostegale  noto  9  fotofori  ed  altrettanti  abbozzi  di  raggi  (fig.  5). 
Lungo  la  regione  boccale  sono  pure  presenti  alcuni  fotofori.  Non  esiste 
invece  alcun  accenno  dei  fotofori  della  serie  superiore  ventrale,  che 
gia  il  Sanzo  avea  riconosciuto  di  comparsa  tardiva  in  Stomias  e  in 
altri  generi,  ma  e  interessante  constatare  che  la  loro  apparizione  e 
anzi  piu  tardiva  di  quella  dei  piccoli  fotofori  lungo  la  linea  laterale. 

E'  solo  nella  parte  posteriore  del  tronco  e  specialmente  nella 
regione  codale  che  in  questa  larva  in  fase  di  normale  accrescimento, 
gli  anzidetti  piccoli  fotofori  si  scorgono  per  trasparenza  e  il  loro 
decorso  in  serio  corrisponde  all'incirca  al  vertice  dei  miomeri:  talora 
se  ne  vede  uno  solo  piu  spesso  due  od  anche  tre  (fig.  6),  con  dispo- 
sizione che  gia  prelude  quella  indicata  piu  addietro  lungo  la  linea 
laterale  dell'adulto. 

La  cavity  branchiale  e  tuttora  ampiamente  scoperta;  i  4  archi 
branchiali,  la  cui  curvatura  si  e  fatta  piu  acuta, .  mostrano  l'inizio 
della  formazione  dei  foglietti  branchiali  sotto  forma  d'nn  orlo  den- 
ticolato. 

La  trasparenza  della  larva  lascia  scorgere  nell'  encefalo  una 
larga  fossa  romboidale,  il  rilievo  del  cervelletto  manifesto  e  attra- 
verso  il  sottile  pallio  i  due  sviluppati  gangli  basali;  nella  fossetta 
olfattiva,  che  si  e  abbozzata  men  tre  mancava  nella  fase  precedente, 
la  mucosa  non  presenta  pieghe;  nell'apparecchio  digerente  la  por- 
zione  esofagea  e  divenuta  quasi  diritta,  infine  piu  accentuata,  in 
confronto  della  larva  precedente,  e  la  valvola  all'inizio  deH'intestino 
terminate. 

I  caratteri  suesposti  comprovano  in  breve  che  questa  larva  di 
Stomias  boa  (Risso)  e  in  una  fase  di  sviluppo  piu  avanzato  della 
precedente  e  della  semilarva  descritta  dal  Sanzo  e  che  quindi  deve 
riportarsi  all'inizio  del  normale  accrescimento. 


Bibliografla. 

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'1.   Rin.so  A.  —  Iclitliyologie  de  Nice.  —  1'.  3:w,  tav.  10  Jig.  34.  Paris,  1810. 

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4.  liocaparte  C.  L.  —  Icon.  Fauna  ital.  —  I'enci-  III,  p.  162  {fig.),  lloma,  1832-42. 


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13.  Good  e  G.  B.  e  Beau  T,  H.  —  Oceanic  Ichthyology.  —  P.  108.   Washington,  1895. 

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19.  Id.  —  Stadi  larvali  di  Chauliodus  Sloaui  Bl.  —  si.  Com.  Talassogr.  Ital.  mem.  XXXIX.  Venezia, 
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20.  Id.  —  Notizio  ittiologiche.  —  liendic.  XI  Ass.   ord.  e    Convegno    Un,    Zool.    in  Palermo.    Monit. 
Zool.  Ital.  XXVI,  X.  5-6.  Firenze,   1915. 


Spiegazione  della  Tav.  IX. 


Fig.  1.  Larva  di  Stomias  boa  (Risso)  di  mm.  24.8  di  luugh.  tot.,  nel  primo  periodo  di  accresci- 
mento.  av.  abbozzo  della  ventrale. 

Fig.  2.  Estremita  anterioro  della  stessa. 

Fig.  3.  Estreniita  posteriore  della  stessa.  a.  ano;  ou.  oriflzio  nrinario;  ur.  urostilo ;  ui.  ultino  ipu- 
rale;  pi.  penultiiuo  ipurale  ;  ae.  ultimo  e  penultimo  arco  emale. 

Fig.  4.  Estremita  posteriore  della  colonna  vertebrale  dell'adulto,  per  confronto  colla  flgura  pre- 
oedente.  Stesse  lottere. 

Fig.  5.  Estremita  anteriore  della  larva  di  mm.  44.5  di  lungh.  tot.  all' inizio  del  normale  accresci- 
mento. 

Fig.  6.  Estremita  posteriore  della  medesima. 


202 


A/essandro    Coggi. 

All'  eta  di  53  anni  raoriva  iraprovvisamente  il  18  luglio  1917  a  S.  Madda- 
Iena  di  Marcaria,  presso  Castellucchio  (Mantova),  il  prol.  Alessandro  Coggi, 
oi'dinario  di  Zoologia,  Anatomia  e  Fisiologia  comparate  e  incaricato  di  Geologia 
nella  R.  Universita  di  Modena. 

II  Coggi  era  nato  a  Cremona  il  30  aprile  1864.  Nella  citta  nativa  compi 
gli  studi  secondari  conseguendo,  in  quell' Istituto  Tecnico,  la  licenza  di  lisico- 
matematioa  il  20  noverabre  1881.  Si  iscrisse  all'Universita  di  Pavia  pel  corso  di 
Scienze  Naturali  e  lattivi  i  primi  due  anni,  pass6  a  studiare  nell'  Universita  di 
Bologna  dove  si  laureo  a  21  anni  il  18  dicembre  1885.  Presso  questa  stessa  Uni- 
versita, nominatovi  subito  dopo  la  laurea,  tenno  per  molti  anni  il  posto  di  aiuto 
nell' Istituto  Zoologico  diretto  dall'  illustre  prof.  Carlo  Emery  del  quale  fu 
scolaro  ed  amico  affezionato.  Nel  1892  consegui  per  titoli  a  Bologna  la  libera 
doeenza  in  Zoologia  e  due  anni  appresso,  nel  1894,  sempre  a  Bologna,  ottenne 
la  libera  doeenza  anche  in  Anatomia  comparata.  Frequento  a  piu  ripreso  la 
Stazione  Zoologica  di  Napoli,  dove  si  occupo  con  predilezione  doll'  embriologia 
dei  Selaci,  riuscendo  a  provvedersi  d'una  preziosa  collozione  di  embrioni,  spe- 
cialmente  di  Torpedo,  di  cui  egli  usufrui  soprattutto  per  i  suoi  studi  sullo  svi- 
luppo  e  sulla  morlologia  degli  organi  di  sonso  laterale  e  delle  ampolle  di  Lo- 
renzini.  Per  breve  tempo,  nell'anno  scolastico  1897-98,  insegno  Zoologia  e  Ana- 
tomia comparata  all' Universita  di  Perugia.  Nel  1899  fu  nominato,  in  seguito  a 
concorso,  straordinario  alia  cattedra  di  Zoologia  e  Anatomia  comparata  dell'  U- 
niversita  di  Siena,  di  dove,  nel  1905,  passd,  per  trasferimento,  alia  stessa  catte- 
dra dell' Universita  di  Modena.  Era  ordinario  dal  1906. 

Nell' Universita  di  Modena,  dove  ultimamente  per  la  morte  del  prof.  Pan- 
tanelli  era  stato  incaricato  dell' insegnamento  della  Geologia,  ebbo  ancbe  1' o- 
nore  di  essere  nominato  Rettore. 

Fu  socio  e  dal  1909,  per  pareochi  anni,  Presidente  della  Societa  dei  natu- 
ralisti  e  matematici  di  Modena.  Dal  1907  era  anche  Socio  attualc  della  R.  Acca- 
demia  di  scienze,  lettere  ed  arti  di  questa  stessa  citta. 

II  Coggi  si  occupd  principalmente  di  morfologia  dei  Vertebrati.  Fra  gli 
Invcrtebrati  rivolse  in  modo  particolare  i  suoi  studi  agli  Artropodi. 

La  sua  operosita  scientifica  s'  inizia  con  una  memoria  intorno  ai  corpi  ross: 
della  vescica  natatoria  di  alcuni  Teleostei,  con  la  quale  memoria,  che  fu  og 
getto  della  sua  dissertaziono  di  laurea  e  che  venne  pubblicata  nel  1887,  pose  ir 
rilievo  che  non  esiste  un  rapporto  fra  la  maggiore  complicaziono  dei  corpi  ross 
della  vescica  natatoria  e  la  mancanza  di  un  dutto  pneumatico  e,  avuto  riguard< 
alia  loro  struttura,  distinso  i  corpi  rossi  in  epiteliali  e  non  epiteliali,  a  second; 
che  l'epitclio  di  rivestimento  intorno  della  vescica  natatoria  partecipa  in  ma 
niera  attiva  coji  ispessimenti  ed  introflcssioni  o  cripte  alia  loro  formazione  op 
pure  si  limita,  senza  modilicarsi  sensibilmonte,  a  ricoprire  le  reti  mirabili. 

In  un'altra  memoria  stampata  nel  1890  negli  Atti  della  R.  Accademia  de 
Lincei  e  intitolata  «  i  sacchetti  calcaroi  ganglionari  e  l'acquedotto  del  vestiboh 


-   203    - 

nello  rane  »,  fornisce  un'  accurata  descrizione  della  costituzione  di  detti  organi 
non  solo  nelle  rane  ma  ancho  nell' Ey la  arborea  o  ncl  Bufo  vulgaris. 

Nel  1892  con  una  memoria  inserita  negli  Atti  dolla  R.  Accadoraia  dello 
Scienze  di  Bologna,  ti'atta  di  un'anomalia  di  un  embriono  di  Selacio  (di  Torpedo 
ocellata)  dalla  quale  trae  materia  per  discutere  sopra  lo  sviluppo  lilogenetico 
del  sistema  nervoso  sensitivo  e  portare  qualche  appoggio  alia  concezione  di 
von  Lenhossek.  basata  sidle  osservazioni  in  Lumbricus.  E  con  due  lavori  del 
1895  tratta  di  alcuni  fatti  che  riguardano  la  cresta  neurale  cefalica  dei  Selaci, 
rilevando  principalmente  che  le  pareti  dorsali  del  cervello  antoriore  danno  ori- 
gine  ad  una  porziono  di  cresta  neurale  che  non  ha  relazione  con  nervi  perifo- 
rici  e  divcnta  poi  nella  sua  totalita  tessuto  connettivo  embrionale. 

Con  una  serio  di  pubblicazioni,  che  cominciano  dal  1891,  si  occupa  dello 
sviluppo  e  dolla  morfologia  delle  ampolle  di  Lorenzini,  degli  organi  di  senso 
lateralo  e  dei  loro  nervi  nei  Selaci  e  particolarmente  nella  torpedine,  portando 
un  contributo  assai  pregevole  alio  studio  di  questi  interessanti  organi  di  senso 
cutaneo  e  delle  questioni  relative  alia  istogenesi  dei  loro  nervi. 

Con  lo  ampie  conoscenzo  acquistate  intorno  alio  ampolle  di  Lorenzini,  il 
Goggi  pote  poi  discutere  intorno  al  signiflcato  moriblogico  di  quegli  organi 
speciali  del  tegumento  dei  Ginnofloni  descritti  dai  fratelli  Sarasin  e  da  essi 
ritonuti  come  organi  auditivi  accessori.  Tali  organi  vennero  dal  Goggi  parago- 
nati  invece  alle  ampolle  di  Lorenzini  dei  Selaci  ed  a  queste  omologate. 

Inoltre  dalle  sue  ricerche  sullo  sviluppo  delle  ampolle  di  Lorenzini,  degli 
organi  laterali  e  dei  loro  nervi  nei  Selaci  e  in  parte  dalle  osservazioni  contera- 
poranee  di  0.  Schultze  sail' istogenesi  delle  fibre  nervose  sensitive  periferiche 
di  senso  generale,  il  Goggi  fu  portato  ad  esporre  una  serie  di  considerazioni 
sullo  sviluppo  del  sistema  nervoso  periferico  dei  Vertebrati  e  su  una  nuova  clas- 
silicazione  dei  principali  organi  di  senso.  Seguendo  una  geniale  concezione  per- 
sonal, egli  venne  alia  conclusione  che  tutti  i  nervi  periferici  sensitivi  e  motori 
dei  Vertebrati  si  sviluppano  esclusivamente  a  spese  del  materiale  di  elementi 
cellulari  del  sistema  nervoso  centrale,  che  il  loro  accrescimento  in  primo  tempo 
e  centrifugo,  ma,  formatasi  l'espansione  nucleata  terminale,  diventa  centripeto. 
In  qucsto  slio  concetto  il  Goggi  non  esclude  che  Tallungamento  dei  nervi  av- 
venga,  in  piccola  parte,  anche  per  moltiplicazione  degli  elementi  che  formano 
il  loro  tratto  intermedio. 

Nei  campo  degli  Invertebrati  il  Goggi  scrisse  intorno  all'evoluzione  dei  Cro- 
stacei.  Si  occupo  poi  di  Oribatidi  italiani,  descrivendo  diverse  specie  nuove  di 
questi  piccoli  acari  terrestri  e  portando  cosi  un  contributo  alia  conoscenza  della 
fauna  oribatologica  italiana. 

Scrisse  un'elaborata  necrologia  dcll'illustre  anatomico  Bolognese  Luigi 
Galori,  e  quella  necrologia  gli  dette  occasione  di  fare  ricerche  bibliograficho 
sulla  viviparity  di  un'efemera,  del  Cloeon  dipterum,  che  era  stata  vagamente 
annunziata  da  Siebold,  ma  che  fu  veramente  scoperta  e  stndiata  da  Galori 
fino  dall'anno  1848. 

In  collaborazione  con  G.  Geccherelli  redasse  delle  note  biologiche  su  al- 
cune  zanzare  del  Senese. 

11  Goggi  fu  ricercatore  assai  coscienzioso  ed  uomo  di  rigido  carattere. 

E-  Giacomini, 


-   204   - 


Pubblicazioni  del  prof.  Alessandro  Coggi. 

1.  Intoruo  ai  corpi  rossi  della  vescica  natatoria  di  alcuni  Teleostei.  —  Mittheilxingen  axis    der   Zoolo- 

gischen  Station  zu  Xeapel,  Band.   7.  iSS7. 

2.  Ueber  den  epitbelialeu  Tbeil  der  sog.  Blutdriisen  in  der  Schwiuimblase  des  Hecbtes  (Esox  lucius). 

—  Morpholog.  Jahrbuch,  Band  15. 

3.  Ueber  die  sog.  Kalksackchen  an    den    Spiualganglien   des   Froscbes   uud  ihre    Beziebungen    zuin 

Ductus  endolympbaticus.  (Vorlaufige  Mittbeilung).  —  Anat.  Anzeiger.    5  Jahrgang.    Jena,  1890. 

4.  I  saccbetti  ealcarei  ganglionari  e  l'acquedotto  del  vestibolo  delle  rane.    —    R.  Accad.    dei   Lincei. 

Memorie  delta  Classe  di  Sc.  fis.,  mat.  e  nat.,  Ser.  4,   Vol.  6.  1890. 

5.  A  proposito  di  spostamenti  del  carioplasiua  e  del  nucleolo  nelle  cellule    nervose.    Nota    critica.  — 

Mend.  R.  Accad.  dei  Lincei.  Classe  di  Sc.  fis.,  mat.  e  nat.,  Ser.  5,    Vol.  6.  1S90. 

6.  Sullo  sviluppo  delle  ampolle  di  Lorenzini.  —  Ibid.,  Ser.  5,   Vol.  7.  1891. 

7.  Snr  le  developpement  des  ampulles  de  Lorenzini.  —  Archives  italiennes  de  Biologie,  Tome  XVI. 

8.  Zur  Abwebr.  —  Zool.  Anzeiger,  Jahrg.  1892. 

9.  Lo  vescicole  di  Savi  e  gli  organi  della  linea  laterale  nelle  Torpedini.  —  Rend.  R.  Accad.  dei  Lin- 

cei. Classe  di  Sc.  fis.,  mat.  e  nat.,  Ser.  5,   Vol.  7.  1891. 

10.  Les  vesicules  de  Savi  et  les  organs  de  la  ligue  laterale  cbez  les  torpilles.  —  Archives  ital.  de  Bio- 
logie.  Tome  XVI. 

11.  Un'  auoinalia  in  un  embrione  di  Selacio.  —  Memorie  della  R.  Accad.  delle  Seienze  dell'  Istituto  di 
Bologna,  Ser.  .5,   Tomo  2.  1892. 

12.  Note  sull'evoluzione  dei  Crostacei.    -  Rivista  Italiana  di  Paleontologia.  1895. 

13.  Alcuni  fatti  cbe  riguardauo  la  cresta  neurale  cefalica  dei  Selaci.  —  Rend.  R.  Accad.    dei  Lincei. 

Classe  di  Sc.  fis.,  mat.  e  nat.,  Ser.  5,   Vol.  4.  1895. 

14.  Kicercbe  su  alcuni  derivati  deU'ectoderma  nel  capo  dei  Selaci.  II  cordoue  gangliare  anteriore  in 
Torpedo  e  Pristiurus.  --  Ricerche  fatte  nel  Lab.  di  Anatomia  nor  male  della  R.  Universitd  di  Roma 
ed  in  altri  Lab.  biol.,   Vol.  5.  1895. 

15.  Quelques  faits  conceruant  la  crete  neurale  cephalique  des  Selaciens.  —  Archives  ital.  de  Biologie. 
Tome  23. 

1C.  Luigi  Calori.  Necrologia.  —  Anat.  Anzeiger.  Band  13.  1897. 

17.  Ancora  sulla  viviparity  di  un'  efemera.  —  Ibid.  Band  18.  1897. 

18.  Descrizione  di  specie  nuove  di  Oribatidi  italiani  e  annotazioni  intorno  a  specie  aconosciute  — 
Bullettino  della  Societa  Entomologica  Italiana,  An.  30.  1898. 

19.  Una  nuova  specie  di  Oribatide.  —  Prospetto  dell' Acarofauna  italiana  del  prof.  Canestrini.  Fadova, 

1897-98. 

20.  Xuovi  Oribatidi  italiani.  —  Bullettino  della  Soc.  Entom.  Ital.,  An.  32.  1900. 

21.  Sulle  aiupolle  del  Lorenzini.  —  Comvnicazione  al  I  Congresso  dell'  Unione  Zoologica  Italiana  in  Bo- 
logna, 1900. 

22.  Nuove  ricercbe  sullo  sviluppo  delle  ampolle  di  Lorenzini.  —  Rend.  R.  Accad.  dei  Lincei.  Classe 
di  Sc.  fis.,  mat.  e  nat.,  Ser.  5,   Vol.  II.  1902. 

23.  Sviluppo  degli  organi  di  senso  laterale,  delle  ampolle  di  Lorenzini  e  loro  nervi  rispettivi  in  Tor- 
pedo. —  Arvhivio  Zoologico,    Vol.  I.  Napoli,  1902. 

24.  Lo  sviluppo  e  la  morfologia  delle  ampolle  di  Lorenzini  e  loro  nervi.  —  Ibid.,  Vol.  2.  Napoli, 
1905. 

25.  Le  ampolle  di  Lorenziui  nei  Gimuofioni.  —  Monitore  Zoologico  Italiano,  An.  16.  Firenze,  1905. 

26.  Sullo  sviluppo  del  sistema  nervoso  periferico  dei  Vertebrati  e  su  una  nuova  classificazione  doi 
principali  organi  di  senso.  —  Ibid.,  An.  16.  Firenze,  1905. 

27.  Appunti  sulla  elassiricaz.one  zoologica.  —  Atti  della  Societa  dei  nat.  e    mat.    di    Modena,    Ser.  4, 

Vol.  12,  An.  43.  Modena,  1910. 

28.  Note  biologicbe  su  alcune  zauzare  del  Senese.  (In  collaborazione  con  G.  Ceccberelli).  —  Bul- 
lettino della  Soc.  Entom.  Ital.,  An.  36.  1904. 


Gosimo  Gherubini,  Amministratore-responsabile. 


Firenze,  1917.  —  Tip.  L.  Njecolai,  Via  Faenza,  52. 


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Pubblicazione  mensile  Conic  corrente  colla  Posta. 

Pubblieato  il  2  agosto  19i7. 

IWomtore  Zooiogico  Italiauo 

(Pubblicazioni  Italiane  di  Zoologia,  Anatomia,  Embriologia) 

Organo  ufficiale  della  Unione  Zoologica  Italiana 

DIRETTO 
DAI    DOTTORI 

GIDLIO  CHIARUGI  EUGENIO  FICALBI 

ue.  R.  isti.uto  di  Stud,  Super.  ,„  Ki.enze  JaToXSdi  PiTa'0*'* 

Ufficio  di  Direzione  ed  Amministrazione:    Islituto  Anatomico,   Firenze. 
12  Humeri  all'anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  15. 


XXVIII  Anno  Firenze,  1917  N    1 


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Zoologico.  richiesti  dagli  Autori  oltre  i  50  di  diritto. 


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Fascicolo  I  —  1ST.  1-7 

5f.  1  —  Monticelli  Fr.  Sav.  II  cratere  di  c  Astroni  »  nella  Campania.  15  inci- 
sioni.  —  N.  3.  -  Marcolongo  I.  Gastrotrichi  del  lago-stagno  craterico  di  Astroni. 
Tav.  1-3.  —  N.  3.  -  Pierantcni  U.  Oligocheti  del  laghetto  craterico  di  Astroni  I 
Naididae,  Tav.  4.  —  N.  4.  -  Caroli  E.  -  Collembola  I.  Su  di  un  nuovo  genere  di 
Neelidae,  Tav.  5.  —  3¥.  5.  -  Iroso  I.  Rotiferi  del  lago-stagno  craterico  di  Astroni. 
Tav.  6.  —  IV.  6  -  Savi  L.  I  ciliati  aspirotrichi  del  lago-stagno  craterico  di  Astro- 
ni, Tav.  7.  —  H.  7  -  Delia  Valle  P.  Tardigrada,  Tav.  8-11. 


Pubblicaziono  supplemental  dell*  «  Annnario    del    Museo    Zoologico    della 
R.  Unlversita  di  Napoli  (NuoTa  serie)  ». 


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ADOTTATE   DAI 
CONGRESSI     INTERNAZIONALI     DI     ZOOLOGIA 

EDJZIONE  UFFICIALE  ITALIANA 

REDATTA   DAL 

Prof.  Fr.   Sav.   Monticelli 

Edita  dal  «  Monitore   Zoologico    Ilaliuno  » 

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ARCH1VI0  ZOOLOGICO  ITALIANO 

PUBBLICATO   SOTTO  GLI   AUSPICI   DELLA 

UNIONE     ZOOLOaiCA. 

PER    CUBA 

DEL  COMITATO  DI  REDAZIONE 


Redattore  :  Prof.  FR.  SAV.  MONTICELLI 

Ord.  di  Zoologia  nella  R.  Universita  di  Napoli 

Volume  VIII.  —  1914-1915. 

INDICE.  —  Diamare  V.  Contribute)  critico  alle  immagini  ed  alle  lesioni  zoo- 
parassitarie  I  sulle  iasi  e  l'interpi-etazione  di  particolari  cellule  viventi  liberi  in 
follicoli  dello  struma.  Tav.  1.  —  Cecchini  C.  L'apparato  circolatorio  della  Pkeretina 
heterochaeta  (Michlsn).  Tav.  2.  —  Ghigi  A.  Sull'eredita  della  ernia  cerebrale  nei 
polli  in  correlazione  ad  altri  caratteri.  Tav.  3-5  e  26  incisioni.  —  Marcucci  E. 
Capacita  rigenerativa  degli  arti  nelle  larve  di  Anuri  e  condizioni  che  ne  deter- 
minano  la  perdita.  Tav.  6-7  e  12  incisioni.  —  Morgera  A.  Ricerche  sulla  mortologia 
e  fisiologia  della  glandola  cecale  (appendico  digitifornie)  degli  Scyllium  e  sulla 
funzione  del  processo  vermiforme  dell'  uomo  e  dei  mammiferi.  Tav.  8  e  2  inc 
—  Sabatino  C.  Sullo  sviluppo  dell'intestino  spirals  del  giilno  di  Bufo  vulgaris. 
Tav.  9-10.  —  Cognetti  L.  Ricerche  sulla  struttura  della  Phoenocora  jucunda.  Tav 
11-12  ed  una  inc.  — .  Misuri  A.  Revisione  delle  specie  mediterranee  del  genere- 
Pisa.  Tav.  13-14.  —  Manfredi  P.  Contributo  alia  conoscenza  delle  «  razze  locali  » 
dell' Alborella  (Alburnus  alborella  De  Fil).  Tav.  15  ed  una  inc.  —  Monticelli  Fr. 
Sav.  Prostoma  sebestis.  Tav.  16. 

11  in  corso  cli  stain  pa  il  Volume  IX 


Dell'Archivio  zoologico  italiano  si    pubblica   annualmente    un    Volume  di    circa 
400  pagine  ricco  di  tavole  e  di  illustrazione.  —  L'abbonamento  e  di  L.  40. 


Redazione  ed  Amministrazione :  Istituto  Zoologico  -  R.  Universita  di  Napoli 

Commissionarii  e  rappresentanti  : 
per  1' Italia  alia  Libreria  Fratelli  Treves:  Via  Roma,  258  Napoli 
per  l'estero  alia  Libreria  Oswald  Weigel :  Konigstraese  1.  Lipsia. 


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VIO  ZOOLOGICO  ITALIANO  pub  averli  al  prezzo  di  favore  di  L.  290  (invece  di  L.  330). 
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fico,  raccolte  sotto  la  ditezione  di  illustri  scenziati. 

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Pubblicazione  mensile  Conic  corrente  colla  Posta, 

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jVlomtoFe  Zoologieo  Italiauo 

(Pubblicazioni  Italiane  di  Zoologia,  Anatomia,  Embriologia) 

Organo  ufficiale  della  Unione  Zoologica  italiana 

DIHBTTO 
DAI    DOTTORI 

GIDLIO  CHIARUGI  EU6ENI0  FICALBI 

Prof,  di  ADatomia  uinana  Prof,  di  Anatomia  eomp.  e  Zoologia 

nel  R.  Tstituto  di  Studl  Super,  in  Kirenze  uella  K.  UuiVersita  di  Pisa 

Ufficio  di  Direzione  ed  Amministrazione :    Istituto  Anatomico,   Firenze. 
12  numeri  alPanno  —  Abbuonamento  annuo  L.  15. 


XXVIII  Anno  Firenze,  1917  N.  2. 


S0C1ETA  EDITRICE   LIBRAR-IA  -  MILANO 
Prof.  (HULIO  CHIARUGI 

IDirettore    dell*  Istitvito    Anatomico   di   Firenze 

ISTITUZIONI 

DI 

AMTOMIA  DELL'UOMO 

A.    BONGINI 

FIRENZE  —  Via  Leone  X,  2  —  FIRENZE 

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in  Legno,  Zincotipia,  .A-utotipia,  G-alvanotipia 
Tricromia,  Q,uattrocromia 

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Zoologieo.  ricliiesti  dagli  Autori  oltre  i  50  di  diritto. 


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f^ttisT-A-  degli  -A-Stie^ozlstx 

Ricercke  dell'Istituto  Zoologieo  della  R.  Unirersita  di  Napoli 


Fascicolo  I  —  N.   1-7 

Hi.  1  —  Monticelli  Fr.  Sav.  II  cratere  di  c  Astroni  »  nella  Campania,  15  inci- 
sioni.  —  Hi.  2.  -  Marcolongo  I.  Gastrotrichi  del  lago-stagao  craterico  di  Astroni. 
Tav.  1-3.  —  Hi.  3.  -  Pierantcni  U.  Oligocheti  del  laghetto  craterico  di  Astroni  1 
Naididae,  Tav.  4.  —  Hi.  4.  -  Caroli  E.  -  Collembola  I.  Su  di  un  nuovo  genere  di 
Neelidae,  Tav.  5.  —  Hi.  5.  -  Iroso  I.  Rotiferi  del  lagostagno  craterico  di  Astroni. 
Tav.  6.  —  X.  6  -  Savi  L.  I  ciliati  aspirotrichi  del  lago-stagno  craterico  di  Astro- 
ni, Tav.  7.  —  Hi.  7  -  Della  Valle  P.  Tardigrada,  Tav.  8-11. 

Pnblrficitzione  snppleinentare  dell'  «  Amiaario  del  Museo  Zoologieo  della 
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Prof.  Fr.   Sav.   Monticelli 

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Istituto  Zoologieo  -  R.  Universita  di  Napoli 


ARCHIVIO  ZOOLOGICO  ITALIANO 

PUBBLICATO   SOTTO  GLI   AUSPICI   DELIA 

UNIONE     ZOOLOGIC.A. 

PER   CUR A 

DEL  COMITATO  DI  REDAZIONE 


Redattore  :  Prof.  FR.  SAV.  MONTICELLI 

Orel,  di  Zoologia  nella  R;  University  di  Napoli 

Volume  VIII.  —  1914-1915. 

INDICE.  —  Diamare  V.  Contribute  critico  alle  immagini  ed  alle  lesiooi  zoo- 
parassitarie  I  sulle  fasi  e  l'interpretazione  di  particolari  cellule  viventi  liberi  in 
follicoli  dello  struma.  Tav.  1.  —  Cecchini  C.  L'apparato  circolatorio  della  Pkeretina 
heterochaeta  (Miohlsn),  Tav.  2.  —  Ghigi  A.  Sull'eredita  della  ernia  cerebrale  nei 
polli  in  correlazione  ad  altri  caratteri.  Tav.  3-5  e  26  incisioni.  —  Marcucci  E. 
Capacita  rigenerativa  degli  arti  nelle  larve  di  Anuri  e  condizioni  che  ne  deter- 
minancy la  perdita.  Tav.  6-7  e  12  incisioni.  —  Morgera  A.  Ricerche  sulla  morfologia 
e  fisiologia  della  glandola  cecale  (appendico  digitiforme)  degli  Scyllium  e  sulla 
funzione  del  processo  vermiforme  dell'uomo  e  dei  mammiieri.  Tav.  8  e  2  inc 
—  Sabatino  C.  Sullo  sviluppo  dell'intestino  spirale  del  girino  di  Bufo  vulgaris. 
Tav.  9-10.  —  Cognetti  L.  Ricerche  sulla  struttura  della  Phoenocora  jucunda.  Tav 
11-12  ed  una  inc.  —  Misuri  A.  Revisione  delle  specie  mediterranee  del  genere- 
Pisa.  Tav.  13-14.  —  Marrfredi  P.  Contributo  alia  conoscenza  delle  «  razze  locali  » 
dell' Alborella  (Albumus  alborella  De  Fil).  Tav.  15  ed  una  inc.  —  Monticelli  Fr. 
Sav.  Prostoma  sebestis.  Tav.  16. 

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Redazione  ed  Amministrazione :  Istituto  Zoologico  -  R.  Universita  di  Napoli 

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per  1' Italia  alia  Libreria  FrateUi  Treves:  Via  Roma,  258  Napoli 
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Prof.  GIULIO  CHIARUGI 

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X.  1  —  Monticelli  Fr.  Sav.  II  crat9re  di  c  Astroni  »  nella  Campania,  15  inci- 
sioni.  —  X.  2.  -  Marcolongo  I.  Gastrotrichi  del  lago-stagno  craterico  di  Astroni. 
Tav.  1-3.  —  BJ.  3.  -  Pierantoni  U.  Oligocheti  del  laghetto  craterico  di  Astroni  1 
Naididae,  Tav.  4.  —  IV.  4.  -  Caroli  E.  -  Ccllembola  I.  Su  di  un  nuovo  genere  di 
Neelidae,  Tav.  5.  —  X.  5.  -  Iroso  I.  Rotiferi  del  lagostagno  craterico  di  Astroni. 
Tav.  6.  —  N.  «  -  Savi  L.  I  ciliati  aspirotrichi  del  lago-stagno  craterico  di  Astro- 
ni. Tav.  7.  —  If.  7  -  Delia  VaiJe  P.  Tardigrada,  Tav.  8-11. 

Pubblicazionc  snpplemeiitare  dell'  «  Annnario  del  Museo  Zoologico  della 
R.  Uiilfersitii  di  Napoli  (Nnora  serie)  ». 

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CONGRESSI     INTERNAZIONALI     DI     ZOOLOGIA 

EDIZIONE   IFFICIALE  ITALIANA 

REDATTA   DAL 

Prof.   Fr.   Sav.   Monticelli 

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Istltuto  Zoologico  -  R.  Universita  di  Napoli 


ARCHIVIO  ZOOLOGICO  ITALIANO 

PUBBLICATO   SOTTO   OLI    AUSPICI    DELLA 

UNIONE     ZOOLOGICA 

PER   CURA 

DEL  COM1TATO  DI  REDAZIONE 


Redattore  :  Prof.  FR.  SAV.  MONTICELLI 

Oril.  di  Zoologia  nella  R.  Univeisita  di  Napoli 

Volume  VIII.  —  1014-1915. 

INDICE.  —  Diamare  V.  Contributo  critico  alle  immagini  ed  alle  lesioni  zoo- 
parassitarie  I  sulle  fasi  e  l'intorpretazione  di  particolari  cellule  viventi  liberi  in 
follicoli  dello  struma.  Tav.  1.  —  Cecchini  C.  L'apparato  circolatorio  della  Pheretina 
heterochaeta  (Michlsn).  Tav.  2.  —  Giigi  A.  Sull'eredita  della  ernia  cerebrale  nei 
polli  in  correlazione  ad  altri  caratteri.  Tav.  3-5  e  26  incisioni.  —  Marcucci  E. 
Capacita  rigenerativa  degli  arti  nelle  larve  di  Anuri  e  condizioni  che  ne  deter- 
minano  la  perdita.  Tav.  6-7  e  12  incisioni.  —  Morgera  A.  Ricerche  sulla  mortologia 
e  fisiologia  della  glandola  cecale  (appendico  digitiforme)  degli  Scyllium  e  sulla 
funzione  del  processo  vermiforme  dell'uomo  e  dei  raaramiferi.  Tav.  8  e  2  inc 
—  Sabatino  C.  Sullo  sviluppo  dell'intestino  spirale  del  giriuo  di  Bufo  vulgaris. 
Tav.  9-10.  —  Cognetti  L.  Ricerche  sulla  struttura  della  Phoenocora  jucunda.  Tav. 
11-12  ed  una  inc.  —  Misuri  A.  Revisione  delle  specie  mediterranee  del  genere 
Pisa.  Tav.  13-14.  —  Manfredi  P.  Contributo  alia  conoscenza  delle  «  razze  locali  » 
dell'  Alborella  (Alburnus  alborella  De  Fjl).  Tav.  15  ed  una  inc.  —  Monticelli  Fr 
Sav.  Prostoma  sebestis.  Tav.  16. 

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400  pagine  ricco  di  tavole  e  di  illustrazione.  —  L'abbonamento  e  di  L.  40. 

Redazione  ed  Amministrazione:  Istituto  Zoologico  -  R.  Universita  di  Napoli 

Commissionarii  e  rappresentanti : 
per  1' Italia  alia  Libreria  Fratelli  Treves:  Via  Roma,  258  Napoli 
per  l'estero  alia  Libreria  Oswald  Weigel :  Konigstra«se  1.  Lipsia. 

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VIO  ZOOLOGICO  ITALIANO  puo  averli  al  prezzo  di  favore  di  L.  290  (invece  di  L.  .130). 
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Pubblicazione  mensile  Contc  corrente  colla  Posta. 

—————————  Pubblicato  il  31  agosto  1917. 

IWonitotfe  Zoolocjieo  Italian 

(Pubblicazioni  Italiane  di  Zoologia,  Anatomia,  Embriologia) 

Organo  ufficiale  della  Unione  Zoologica  Italiana 

DIRKTTO 
DAI    DOTTORI 

GIULIO  CHIARUGI  EUGENIO  FICALBI 

Prof,  di  Anatomia  umana  Prof.  <1\  Anatomia  comp.  e  Zoologia 

iiel  K.  Istituto  ili  StudI  Slider,  in  l'irenze  nella  K.  Ui.iversita  di  Pisa 

Ufficio  di  Direzione  ed  Ammiuistrazioue:    Istituto  Anatomico,   Firenze. 
12  Humeri  all'anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  15. 


XXVIII  Anno  Firenze,  1917  N.  4-5. 


SOCIETA  EDITRICE   LIBRARIA  -  M1LAN0 
Prof.  GIULIO  CHIARUGI 

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Ricerche  dell'Istituto  Zoologico  della  II.  Unirersita  di  Napoli 


Fascicolo  I  —  K.  1-7 

N.  1  —  Monticelli  Fr.  Sav.  II  cratere  di  «  Astroni  »  nella  Campania,  15  inci- 
sioni.  —  N.  3.  -  Marcolongo  I.  Gastrotrichi  del  lago-stagno  craterico  di  Astroni, 
Tav.  1-8.  —  IS.  3.  -  Pierantcni  U.  Oligocheti  del  laghetto  craterico  di  Astroni  I 
Naididae,  Tav.  4.  —  N.  4.  -  Caroli  E.  -  Collembola  I.  Su  di  un  nuovo  genere  di 
Neelidae,  Tav.  5.  —  IS.  5.  -  Iroso  I.  Rotiferi  del  lago-stagno  craterico  di  Astroni, 
Tav.  6.  —  X.  6  -  Savi  L  I  ciliati  aspirotrichi  del  lago-stagno  craterico  di  Astro- 
ni, Tav.  7.  —  N.  7  -  Delia  Valle  P.  Tardigrada,  Tav.  8-11. 


Pubblicazione  snpplenientare  dell'  «  Annnario    del    Miiseo    Zoologico    della 
R.  Unirersita  di  Napoli  (Nuora  serie)  ». 


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ARCHIVIO  ZOOLOGICO  ITALIANO 

PUBBLICATO   SOTTO  GLI  AUSPICI   DELLA 

UNIONS     Z  O  O  L  O  Q  I  C  A. 

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DEL  COM1TATO  DI  REDAZIONE 


Redattore :  Prof.  FR.  SAV.  MONTICELLI 

Ord.  di  Zoologia  nella  K.  Univeraita  di  Napoli 

Volume  VIII.  —  1914-1915. 

INDICE.  —  Diamare  V.  Contributo  critico   alle  immagini  eel  alle  lesioni  zoo- 
parassitarie  I  sulle  fasi  e  l'interpretazione  di  particolari  cellule  viventi  liberi  in 
follicoli  dello  struma.  Tav.  1.  —  Cecchini  C.  L'apparato  circolatorio  della  Pheretina 
heterochaeta  (Miohlsn).  Tav.  2.  —  Ghigi  A.  Sull'eredita    della  ernia  cerebrale  nei 
polli    in    correlazione    ad   altri   caratteri.   Tav.  3-5  e  26  incisioni.  —  Marcucci  E. 
Capacita  rigenerativa  degli  arti  nelle  larve    di  Anuri  e  condizioni  che  ue  deter- 
rainano  la  perdita.  Tav.  6-7  e  12  incisioni.  —  Morgera  A.  Ricerche  sulla  morfologia 
e  fisiologia  della  glandola  cecale  (appendice  digitiforrae)  degli    ScyUium   e    sulla 
funzione  del  processo  vermiforme  dell'  uomo  e  dei  raaramileri.   Tav.   8  e   2   inc 
—  Sabatino  C.  Sullo  sviluppo  dell'intestino  spirale  del  girino  di  Bufo  vulgaris. 
Tav.  9-10.  —  Cognetti  L.  Ricerche  sulla  struttura  della  Phoenocora  jucunda.  Tav. 
11-12  ed  una  inc.  —  Misuri  A.    Revisione    delle    specie    mediterranee    del    genere 
Pisa.  Tav.  13-14.  —  Manfredi  P.  Contributo  alia  conoscenza  delle  «  razze  locali  » 
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Sav.  Prostoma  sebestis.  Tav.  16. 

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Redazione  ed  Amminhdrazione :  Istituto  Zootogico  •  R.  Universita  di  Napoli 

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Fascicolo  I  —  N.  1-7 

X.  1  —  Monticelii  Fr.  Sav.  II  cratere  di  «  Astroni  »  nella  Campania,  15  inci- 
sioni.  —  X.  2.  -  Marcolongo  I.  Gastrotrichi  del  lago-stagno  craterico  di  Astroni, 
Tav.  1-3.  —  X.  it.  -  Pierantoni  U.  Oligocheti  del  laghetto  craterico  di  Astroni  I 
Naididae,  Tav.  4.  —  X.  4.  -  Caroli  E.  -  Collembola  I.  Su  di  un  nuovo  genere  di 
Neelidae,  Tav.  5.  —  X.  5.  -  Iroso  I.  Rotiferi  del  lagostagno  craterico  di  Astroni, 
Tav.  6.  —  X.  O  -  Savi  L  I  ciliati  aspirotrichi  del  lago-stagno  craterico  di  Astro- 
ni. Tav.  7.  —  X.  7  -  Della  Valle  P.  Tardigrada,  Tav.  8-11. 

Pubblicuziono  supplemental^  dell'  «  Aiuinario  del  Museo  Zoologico  della 
R.  UnlTersita  di  Napoli  (Nnova  serie)  ». 


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CONGRESSI      INTERNAZIONALI     DI     ZOOLOGIA 

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REDATTA   DAL 

Prof.   Fr.    Sav.   Monticelii 

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ARCH1VI0  ZOOLOGICO  ITALIANO 

PUBBLICATO   SOTTO   GLI  AUSPICI   DELLA 

UNIONS     ZOOLOOICA 

PER    CUR A 

DEL  COMTTATO  DI  REDAZIONE 


Redattore  :  Prof.  FR.  SAV.  MONTICELLI 

Old.  ili  Zoologia  uella  II.  Universita  di  Napoli 


Volume  VIII.  —  1914-1915. 

INDICE.  —  Diamare  V.  Contributo  critico  alle  immagini  ed  alle  lesioni  zoo- 
parassitarie  I  sulle  fasi  e  l'interpretazione  di  particolari  cellule  viventi  liberi  in 
follicoli  dello  struma.  Tav.  1.  —  Cecchini  C.  L'apparato  circolatorio  della  Pheretina 
heterochaeta  (Michlsn).  Tav.  2.  —  Ghigi  A.  Sull'eredita  della  ernia  cerebrals  nei 
polli  in  correlazione  ad  altri  caratteri.  Tav.  3-5  e  26  inoisioni.  —  Marcucci  E. 
Capaoita  rigenerativa  degli  arti  nelle  larve  di  Anuri  e  condizioni  che  ne  deter- 
rainano  la  perdita.  Tav.  6-7  e  12  incisioni.  —  Morgera  A.  Ricerche  sulla  raorfologia 
e  h'siologia  della  glandola  cecale  (appendico  digitiforme)  degli  Scyllium  e  sulla 
funzione  del  processo  vermiforme  dell'  uomo  e  dei  mammiferi.  Tav.  8  e  2  inc 
—  Sabatino  C.  Sullo  sviluppo  dell'intestino  spirale  del  girino  di  Bufo  vulgaris. 
Tav.  9-10.  —  Cognetti  L.  Ricerche  sulla  struttura  della  Phoenocora  jucunda.  Tav. 
11-12  ed  una  inc.  —  Misuri  A.  Revisione  delle  specie  mediterranee  del  genere 
Pisa.  Tav.  13-14.  —  Manfredi  P.  Contributo  alia  conoscenza  delle  «  razze  locali  » 
dell'  Alborella  (Alburnus  alborella  De  Fil).  Tav.  15  ed  una  inc.  —  Monticelli  Fr 
Sav.  Prostoma  sebestis.  Tav.  16. 

K  in  corso  «li  slampa  il  Voluuie  IX 


Dell'Archiwio  zoologico  italiano  si    pubblica    annualmente    un    Volume   di    circa 
400  pagine  ricco  di  tavole  e  di  illustrazione.  —  L'abbonamento  e  di  L.  40. 


Redazione  ed  Amministrazione :  Istituto  Zoologico  -  R.  Universita  di  Napoli 

Commissionarii  e  rappresentanti : 
per  1' Italia  alia  Libreria  Fratelli  Treves:  Via  Roma,  258  Napoli 
per  l'estero  alia  Libreria  Oswald   Weiyel :  Konigstrasse  1.  Lipsia. 


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VIO  ZOOLOGICO  ITALIANO  pub  averli  al  prezzo  di  favore  di  L.  290  (invece  di  L.  320). 

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Pubblicato  il  28  decerabre  1917. 


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(Pubblicazioni  italiane  di  Zoologia,  Anatomia,  Embriologia) 

Organo  ufficiale  tlella  Unione  Zoologica  Italiana 


DIRKTTO 
DAI    DOTTOKI 


GIULIO  CHIARUGI 


EUGENIO  FICALBI 

Prof,  di  Anatomia  coniji.  e  Zoologia 
nella  K.  Uuiversita  di  Pisa 


Vrot.  di  Anatomia  umana 
net  K.  Istituto  di  Studl  Super,  in  Kirenze 

TJfficio  di  Direzione  ed  Amministrazione :    Istituto  Anaiomico,  Firenze. 
12  Humeri  all'anno  —  Abbuonamento  annuo  L.  15. 


XXVIII  Anno 


Firenze,  1917 


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Prof.  GIULIO  CHIARUGI 

IDirettore   dell' Istituto    Anatomico   d.i  Firenze 

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Zoologico,  richiesti  dagli  Autori  oltre  i  50  di  diritto. 


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28.50 

Ricerclie  delPIstitnto  Zoologico  della  R.  Uniyerslta  dl  Napoli 


Fascicolo  I 


N.  1-7 


X.  1  —  Monticelli  Fr.  Sav.  II  cratere  di  «  Astroni  »  nella  Campania,  15  inci- 
sioni.  —  IV.  2.  -  Marcolongo  I.  Gastrotrichi  del  lago-stagao  craterico  di  Astroni. 
Tav.  1-3.  —  IV.  3.  -  Pierantoni  U.  Oligocheti  del  laghetto  craterico  di  Astroni  1 
Naididae,  Tav.  4.  —  IV.  4.  -  Caroli  E.  -  Crllembola  I.  Su  di  un  nuovo  genere  di 
Neelidae,  Tav.  5.  —  N.  5.  -  Iroso  I.  Rotiferi  del  lagostagno  craterico  di  Astroni. 
Tav.  G.  —  IV.  6  -  Savi  L.  I  ciliati  aspirotrichi  del  lagostagno  craterico  di  Astro 
ni,  Tav.  7.  —  N.  7  ■  Della  Valle  P.  Tardigrada,  Tav.  8-11. 


Pubblicazione  supplemental  dell'  «  Annnario    del    Museo   Zoologico    della 
B.  Univcrslta  di  Napoli  (NnoTa  seric)  ». 


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Prof.  Fr.   Sav.   Monticelli 

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PER   CURA 

DEL  COMLTATO  DI  REDAZIONE 


Redattore  :  Prof.  FR.  SAV.  MONTICELLI 

Ord.  di  Zoologia  nella  R.  University  di  Napoli 


Volume  VIII.  —  1914-1915. 

INDICE.  —  Oiamare  V.  Contribute?  critico    alle  immagini  ed  alle  lesioni  zoo- 
parassitarie  I  sulle  fasi  e  l'interpretazione  di  particolari  cellule  viventi  liberi  in 
follicoli  dello  struma.  Tav.  1.  —  Cecchini  C.  L'apparato  circolatorio  della  Pheretina 
heterochaeta  (Miohlsn).  Tav.  2.  —  Gliigi  A.  Sull'eredita    della  ernia  ceret>rale  nei 
polli    in    correlazione    ad   altri    caratteri.   Tav.  3-5  e  26  incisioni.  —  Marcucci  E- 
Capacita  rigenerativa  degli  arti  nolle  larve    di  Anuri  e  condizioni  che  ne  d«ter- 
minano  la  perdita.  Tav.  6-7  e  12  incisioni.  —  Morgera  A.  Ricerche  sulla  morfologia 
e  fisiologia  della  glandola  cecale  (appendice  digitiforme)   degli    Scyllium    e    sulla 
fuuzione  del  processo  vermiforroe  dell'uomo  e  dei  mammileri.   Tav.   8  e   2   inc 
—  Sabatino  C.  Sullo   sviluppo  dell'intestino  spirale   del   girino   di  Bufo  vulgaris. 
Tav.   9-10.  —  Cognetti  L.  Ricerche  sulla  struttura  della  Phoenocora  jucunda.  Tav. 
11-12  ed  una  inc.  —  Misuri  A.   Revisione    delle    specie    mediterranee    del    genere 
Pisa.  Tav.  13-14.  —  Maniredi  P.  Contributo  alia  conoscenza  delle   «  razze  locali  » 
dell' Alborella  {Alburnus  alborella  De  Fjl).   Tav.  15  ed  una  inc.    —    Monticelli  Fr 
Sav.  Prostoma  sebestis.  Tav.  16. 

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400  pagine  ricco  di  tavole  e  di  illustrazione.  —  L'abbonamento  e  di  L.  40. 


Redazione  ed  Amministrazione :  Istituto  Zoologieo  -  R.  Universita  di  Napoli 

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• —  Pubblicato  il  20  gennaio  1918. 

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GIULIO  CHIAROGI  EUGENIO  FIGALBI 

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Prof.  GIULIO  CHIARUGI 

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ANATOMIA  DELI/UOMO 

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Ricerche  dell'Istituto  Zoologico  della  R.  UniTersita  di  Xapoli 


Fasoicolo  I 


N.  1-7 


Jtf.  1  —  Monticelli  Fr.  Sav.  II  cratere  di  €  Astroni  »  nella  Campania,  15  inci- 
•ioni.  —  IS.  2.  -  Marcolongo  I.  Gastrotrichi  del  lago-stagao  craterico  di  Astroni. 
Tav.  1-8.  —  X.  3.  -  Pierantcni  U.  Oligocheti  del  laghetto  craterico  di  Astroni  ] 
Naididae,  Tav.  4.  —  fi.  4.  -  Caroli  E.  -  Collembola  I.  Su  di  un  nuovo  genere  di 
Neelidae,  Tav.  5.  —  X.  5.  -  Iroso  I.  Rotiferi  del  lagostagno  craterico  di  Astroni, 
Tav.  6.  —  K.  ft  ■  Savi  L.  I  ciliati  aspirotrichi  del  lago-stagno  craterico  di  Astro- 
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ARCHIVIO  ZOOLOGICO  ITALIANO 

PVBBLICATO    SO  IK)   GL1    AUSPICI    BELLA 

UNIONS     ZOOLOGICA. 

PER   CUR  A 

DEL  COMITATO  DI  REDAZIONE 


Redattore  :  Prof.  FR.  SAV.  MONTICELLI 

Ord.  di  Zoologia  nella  It.  Uiiiversita  di  Napoli 


Volume  VIII,  —  1914-1915. 

INDICE.  —  Diamare  V.  Contribute)  critico  alle  immagini  ed  alle  lesioni  zoo- 
parassitarie  I  sulle  fasi  e  l'interpretazione  di  particolari  cellule  viventi  liberi  in 
follicoli  dello  itruma.  Tav.  1.  —  Cecchini  C.  L'apparato  circolatorio  della  Pheretina 
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polli  in  correlazione  ad  altri  caratteri.  Tav.  3-5  e  26  incisioni.  —  Marcucci  E- 
Capacita  rigenerativa  degli  arti  nelle  larve  di  Anuri  e  condizioni  che  ne  deter- 
minano  la  perdita.  Tav.  6-7  e  12  incisioni.  —  Morgera  A.  Ricerche  sulla  morlologia 
0  tisiologia  della  glandola  cecale  (appendico  digitiforme)  degli  Scyllium  e  sulla 
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—  Sabatino  C.  Sullo  sviluppo  dell'intestino  spirale  del  girino  di  Bufo  vulgaris. 
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' —  Pubblicato  il  20  febbraio  1918. 


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H.  1  —  Monticelli  Fr.  Sav.  II  cratere  di  <  Astroni  »  nella  Campania,  15  itici- 
sioni.  —  3b.  3.  -  Marcolongo  I.  Gastrotrichi  del  lago-stagno  craterico  di  Astroni, 
Tav.  1-3.  —  JL  3.  -  Pierantcni  U.  Oligocheti  del  laghetto  craterico  di  Astroni  I 
Naididae,  Tav.  4.  —  W.  4.  -  Caroli  E.  -  Ccllembola  I.  Su  di  un  nuovo  genere  di 
Neelidae,  Tav.  5.  —  X.  5.  -  Iroso  I.  Etotiferi  del  lago-stagno  craterico  di  Astroni, 
Tav.  (!.  —  N.  6  -  Savi  L.  I  ciliati  aspirotrichi  del  lago-stagno  craterico  di  Astro- 
ni, Tav.  7.  —  N.  7  -  Della  Valle  P.  Tardigrada,  Tav.  8-11. 


Pubblicazione  snppleraentare  delP  «  Annnario    del    Museo    Zoologlco    della 
R.  Uiiiversita  di  Napoll  (Nnora  serle)  ». 


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UNIONS     ZOOLOGICO 

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DEL  COMITATO  DI  REDAZIONE 


Redattore  :  Prof.  FR.  SAV.  MONTICELLI 

Ord.  di  Zoologia  uella  R.  Uuiveraiti  di  Napoli 


Volume  VIII.  —  1914-1915. 

INDICE.  —  Diamare  V.  Contributo  critico  alle  immagini  ed  alle  lesioni  zoo- 
parassitarie  I  sulle  fasi  e  l'interpretazione  di  particolari  cellule  viventi  liberi  in 
follicoli  dello  struma.  Tav.  1.  —  Cecchini  C.  L'apparato  circolatorio  della  Pheretina 
heterochaeta  (Michlsn).  Tav.  2.  —  Ghigi  A.  Sull'eredita  della  ernia  cerebrale  nei 
polli  in  correlazione  ad  altri  caratteri.  Tav.  3-5  e  26  incisioni.  —  Marcucci  E- 
Capacita  rigenerativa  degli  arti  nolle  larve  di  Anuri  e  condizioni  che  ne  deter- 
minano  la  perdita.  Tav.  6-7  e  12  incisioni.  —  Morgera  A.  Ricerche  sulla  morfologia 
e  fisiologia  della  glandola  cecale  (appendico  digitiforme)  degli  Scyllium  e  sulla 
funzione  del  processo  vermiforme  dell'uomo  e  dei  mammiferi.  Tav.  8  e  2  inc 
—  Sabatino  C.  Sullo  sviluppo  dell'intestino  spirale  del  girino  di  Bufo  vulgaris. 
Tav.  9-10.  —  Cognetti  L.  Ricerche  sulla  struttura  della  Phoenocora  jucunda.  Tav. 
11-12  ed  una  inc.  —  Misuri  A.  Revisione  delle  specie  mediterranee  del  genere 
Pisa.  Tav.  13-14.  —  Manfredi  P.  Contributo  alia  conoscenza  delle  «  razze  locali  » 
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Prof,  di  Anatomia  umana  Prof,  di  Anatomia  coinp.  e  Zoologia 

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