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Full text of "Orazione funebre in morte del rm̄o P. Luigi Togni prefetto generale dei cc. rr. ministri degl' infermi : recitata il di 26 novembre 1849 nella Chiesa dei SS. Vincenzo ed Anastasio / dal P. Nicolò Borrelli"

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CAMELLYS . GVAWM . PAB.OCHVS 
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PLYSJìE  .SE. MERITO 
QVAM  .TITVLQ . SCRIBI . POSSIT 

J 2 2 2 5 


f V 


IN  MORTE 

DEL  RMO  P.  LUIGI  FOGNI 

PREFETTO  GENERALE 

DEI  CC.  RR.  MINISTRI  DEGL’  INFERMI 

/ 

Tediala  %Y  <YY  26  1849 

HELLA  CHIESA 

DEI  SS.  VINCENZO  ED  ANASTASIO 

DAL  P.  NICOLÒ  BORDELLI 

ASSISTENTE  GENERALE  DELLE  SCUOLE  PIE 


ROMA 


COI  TIPI  DELLA  S.  CONGREGAZIONE  DI  PROPAGANDA  FIDE 


1840, 


Digitized  by  thè  Internet  Archive 
in  2016 


https://archive.org/details/orazionefunebreiOOborr 


Didget  mansuetos  in  judicio  P».  u. 

Et  mansuetis  dabit  gratiam  Pro.  3. 

JEd  io , nei  giorni  della  tabulazione , o fratelli , 
allorché  vedevo  i giusti  mangiare  il  pan  del  do- 
lore , ho  esclamato  nei  silenzi  della  mia  solitu- 
dine : E fia  vero  che  gli  empì  possederanno  la 
terra  ? e il  soffrirai  tu  , o Signore  ? E non  hai  tu 
detto  che  il  cor  dei  superbi  (i)  insidia  sempre, 
e le  cose  buone  che  vengono  da  te  rivolge  in 
male , e fìnge  di  trovar  macchie  negli  eletti  tuoi 
per  oltraggiarli  ? Dunque  soffrirai  tu  che  gli  empì 
possederanno  la  terra  ? Ed  allora  da  fremito 
come  di  vento  sentii  liquefarmi  1’  ossa  , atterrito 
dal  suono  imperioso  di  una  voce  segreta  che  di- 
ceva : o stolto,  leggi.  E tra  1 angoscia  e il  tre- 
mito io  lessi  : I superbi  (2)  innalzeranno  le  loro 
case , e il  Signore  le  demolirà  ; guai  (3)  a chi  la 
città  prepara  nella  ingiustizia  ; il  superbo  (4) 
cadrà , e steso  a terra  non  avrà  chi  lo  susciti , 
io  nelle  sue  città  foco  divoratore  accenderò  io , 
e tutte  le  cose  in  giro  saran  divorate  ; Dio  (5) 
resiste  ai  superbi.  Riconfortato  dai  sensi  della 
divina  giustizia  intesi  refrigerio  di  celeste  rugia- 
da, e mutarsi  l’ angoscioso  affanno  in  isperanza  ; 


4 

elessi  ancora:  Iddio  dirigerà  nel  giudizio  1 man- 
sueti ; ai  mansueti  donerà  la  sua  grazia.  E be- 
nedetto , esclamai , benedetto  il  Signore,  che  si 
è compiaciuto  di  rivelare  all  uomo  tanta  parte 
dei  suoi  arcani  consigli  ! 

Sì , o fratelli  , abbiamo  veduto  i mansueti 
celarsi  agli  altrui  sguardi , come  V uomo  che  ab- 
bia commesso  un  delitto,  trepidanti,  ma  taciti 
come  agnelli  sotto  la  man  del  tondente  ; ed  i 
superbi  vantarsi  di  aver  saputo  scorgere  in  essi 
infinite  macchie , e trovar  di  lavarle  agevole 
modo,  usando  la  contumelia  e la  rapina,  il  ter- 
rore e la  morte.  Ma  che  ? Aveano  eretto  l’ edi- 
lizio nel  delirio,  volte  in  giù  nell  impeto  della 
ebbrezza  le  piramidi  dei  popoli,  rendute  nocive 
e di  poi  sospette  pur  le  speranze  moderate  di 
animi  semplici  e generosi  , sciolte  le  istituzioni 
sante,  dichiarati  forti  i violenti,  inutili  gli  ope- 
rosi , sinceri  gli  audacissimi  , insidiatori  gl’  in- 
nocui , e sostituita  alla  modestia  la  petulanza  , 
alla  veracità  la  mensogna , alla  mansuetudine 
1 ira.  E Dio  con  un  soffio  ha  gettato  a terra 
l’edifizio  eretto  nel  delirio,  ed  ha  con  suoi  raggi 
rischiarata  la  mente  dei  mansueti  nei  loro  giudizi. 

Questo  è il  procedere , una  è la  norma  della 
Provvidenza , o fratelli  , tanto  nel  dirigere  un 
popolo  , che  un  uomo  fedele  ai  divini  precetti. 
Veggio  avverate  le  parole  dello  Spirito  Santo , 
o si  applichino  al  tempo  , sotto  al  quale  si  av- 
vicendano le  umane  cose  , o si  riferiscano  ad 
un  individuo  dalle  vicende  umane  agitato  , e con 


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1’  obbligo  di  trovare  fra  dubbiose  vie  1’  angusto 
sentiero  che  mena  alla  rettitudine.  Onde  invece 
di  atteggiarne  a cordoglio  su  le  ceneri  calde 
dell’  estinto , che  ha  lasciato  negli  animi  nostri 
perenne  desiderio  di  se , perenne  desiderio  nel 
cuore  dei  suoi  figli  e fratelli , perenne  desiderio 
in  quanti  pregiano  la  scienza  e la  virtù;  mi 
sembra  più  opportuno  ammirare  in  lui  quell  es- 
sere mansueto , al  quale  Iddio  suol  dirigere  i 
giudizi,  e donar  la  sua  grazia.  Invitato  l’altro 
dì  a porre  un  fiore  su  quest’  urna  , io , ancora 
sbigottito  dal  nugolo  dell’ira  e dell  orgoglio  che 
dianzi  qui  riversava  furiosi  nembi , non  ho  po- 
tuto ritrovarne  che  uno , senza  pompa  di  colori , 
senza  pompa  di  foglie  ; se  non  che  di  succo  è 
fornito  si  peregrino  da  ristorare  l’ animo  nostro, 
che  sì  degno  objetto  da  noi  dipartito  non  può 
non  rimpiangere.  Ammireremo  in  lui  1’  uomo 
prudente  nella  mansuetudine  , come  quegli , a 
cui  Dio  promette  la  sua  grazia , e la  direzion  nel 
consiglio. 

La  mansuetudine  , figlia  primogenita  della 
umiltà,  natura  dell’ agnello  , intorno  al  quale 
sedevano  e cantavano  osanna  i seniori  nella  ce- 
leste Gerusalemme  , la  mansuetudine , che  ab- 
borre  i consigli  torbidi  e violenti  , ed  ama  la 
serenità  e la  pace  nei  pensieri  e negli  affetti  , 
a noi  sarà  bello  vagheggiarla  non  rifolgorante 
coni’  è , se  nei  moderatori  dei  regni  si  mostra  , 
ma  diffusa  di  blanda  luce , come  suole  apparir 
nei  privati , che  nella  scuola  dell  Evangelio  fin 


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dalla  tenera  età  si  educano  1’  intelletto  ed  il 
cuore.  Questa  è virtù  , che  non  solo  si  fa  usber- 
go all’  assalto  dell’  ira , ma  esorta  a perdonare 
le  offese.  Rende  lo  spirito  di  tempera  cosi  dolce 
e placata , che  nelle  prosperità  non  lo  lascia  in- 
superbire , e nelle  avversità  non  turbarsi.  Ne- 
mica non  solo  degl  impeti  crudeli  , ma  dei  tu- 
multi e degli  strepiti,  va  in  cerca  di  solitudine, 
e trova  pascolo  che  1’  appaghi  nei  soli  colloqui 
con  Dio.  Legata  con  la  destra  alla  carità,  e con 
la  sinistra  mano  alla  beneficenza , facilmente  è 
commossa  dagli  altrui  dolori,  e corre  con  l’opera 
o col  consiglio  ad  alleviarli.  Risponde  coi  bene- 
fizi alla  ingratitudine , con  la  preghiera  alla  con- 
tumelia, col  perdono  all’oltraggio.  E perciò  dove 
siede  la  mansuetudine,  ivi  scende  la  grazia,  e 
la  prudenza  con  maturi  giudizi  governa  la  vita. 

Questa  virtù  a Luigi  Togni  fu  cara  fin  dai 
primi  albori  del  lume  intellettivo  ; e se  gli  mutò 
in  costume  , e se  gli  fece  indole  : per  la  qual 
cosa  a lui  fu  concesso  il  particolar  privilegio 
di  avere  ad  infallibile  guida  il  Signore  nella 
scelta  dello  stato,  nella  scelta  degli  studi  e dei 
consigli  , e nel  governo  dell’  Istituto  per  con- 
servarlo ed  accrescerlo.  Nato  egli  in  questa  eter- 
na città  , maestra  delle  genti  , e ritratte  nelle 
prime  fantasìe  le  immagini  dei  buoni  esempi  dai 
suoi  genitori , docilissimo  a’  precetti  di  cristiana 
e civile  educazione  , si  trovò  nell  adolescenza 
fornito  di  nobile  decoro  , d ingenua  semplicità , 
di  vereconda  modestia,  ed  atto  a ricevere  con 


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efficacia  nel  romano  Collegio  per  bocca  di  eru- 
ditissimi personaggi  la  parola  coltivatrice  dell’im- 
maginazione e dell’intelletto.  E poiché  riposa (6) 
la  sapienza  nel  cuor  del  prudente , avvenne  che 
in  lui , benché  giovinetto,  allorché  1’  avido  sen- 
timento è preparato  a sbramarsi  d’illusioni,  il 
sapere  lo  esortò  non  a smodato  desiderio  di 
lode  , bensì  ad  umile  concetto  di  sé  medesimo  ; 
e gli  porse  non  jattanza  , ma  buoni  consigli , 
non  esca  a speranze  audaci , ma  suggerimenti 
ad  opere  forti  e pietose.  Infatti  entrato  egli  nel 
dieciottesimo  anno  era  per  veder  volgere  un 
secolo  in  un  altro  secolo  , e niente  di  meglio 
apparecchiarsi,  da  quando  per  sofismi  la  società, 
non  che  ogni  più  antica  ed  autorevole  istitu- 
zione si  tentò  scuotere  dai  cardini  , assalire  nel 
santuario  la  Sposa  di  Cristo , e vilipenderne  e 
tribularne  il  custode.  Vedeva  sparsi  nelle  menti 
i concetti,  conditi  del  sale  che  punge  l’ animo 
a riso  , e l’ empietà  v’  introduce.  Vedeva  la  opi- 
nione di  molti  uomini  composta  ad  abbracciare 
e pronunziare  i falsi  giudizi , eh’  egli  verso  il 
termine  dei  suoi  giorni  ha  dovuto  udire  con  la 
stessa  avventatezza  ripetere  ed  autorità  menso- 
gnera,  cioè  , nei  chiostri  inspirarsi  e professarsi 
inquisizione  e bigottismo.  Non  pertanto  aveva 
egli  udito  da  chi  non  inganna  che  Dio  parla 
al  cuore  dell’  uomo  nella  solitudine  ; che  ivi  per- 
ciò si  tiene  a vile  quanto  in  terra  alimenta  la 
ingordigia  e la  vanità;  che  ivi,  domati  gl’im- 
peti della  carne  e dell’ inferno,  il  pensiero  dalla 


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cella  romita  sen  vola  liberamente  pei  cieli , e 
discende  ispirato  dagli  eterni  veri  per  parteci- 
parne ai  deboli  ed  agl’  ignoranti  , ed  infondere 
consolazione  agli  afflitti  , conforto  ai  dolenti  , 
speranza  agli  oppressi  , rassegnazione  agli  sven- 
turati ; che  ivi  lilialmente  la  carità  si  avvalora 
della  meditazione,  e prepara  il  sagrifizio  pur 
della  vita,  se  il  ben  degli  altri  il  richiede. 

Chiarificata  dal  Signore  la  conoscenza  di  si 
alte  cose,  il  docile  e mansueto  giovinetto  non  si 
lasciò  vincere  dalla  contraria  opinione  del  mon- 
do , nè  dalla  naturai  ritrosìa  che  s’ingenera  per 
timore  di  non  essere  dispregiato  e deriso.  E 
scelse  : e nella  selva  della  vita , dove  altri  van 
balenando  su  le  pietre  , insanguinandosi  tra  le 
spine , brancicando  tra  1 ombre , il  giovinetto 
prudente  seppe  dirigere  i suoi  passi.  Desiderò 
perfezionamento  di  spirito  ; e perciò  di  sotto- 
mettersi alla  maniera  di  vivere  rigoroso , onde 
gli  esempi  di  antica  penitenza  e meditazione  ri- 
petono quei  nostri  fratelli  che  Chierici  Regolari 
Scalzi  si  appellano  , e di  altro  pietoso  nome  , 
originato  dalla  Passion  del  Signore , i fedeli  son 
soliti  di  adornarli.  Quivi  data  esperienza  piena 
di  sua  salda  vocazione  a voler  vivere  povero , 
casto  , e obediente , e di  sua  fervorosa  pietà  , 
pronunziò  al  cospetto  dell  Altissimo  i sagri  voti , 
ed  aspettò  di  uscirgli  incontro  con  l’accesa 
lucerna  , quando  che  sia  gli  fosse  piaciuto  di 
presentarsi.  Intanto  continuava  a coltivar  le  dot- 
trine , e massime  di  quali  e quante,  senza  colpa 


9 )-€$ 

e disdoro  del  solenne  uffizio , non  può  un  sacer- 
dote non  erudirsi.  Nelle  quali  discipline  se  pro- 
fittasse non  poco , n’  è argomento  , che  non  ap- 
pena fu  dell’  ordine  sacerdotale  nella  debita  età 
insignito , che  gli  venne  affidato  F incarico  di 
ammaestrare  gli  altri , ed  esser  con  questo  di 
norma  ai  giovani  per  la  pietà.  Ed  oh  quanto 
sentì  egli  la  forza  di  questo  dovere  ! Per  questo 
contratta  penosa  infermità , o stento  nel  digerire 
il  tenuissimo  cibo  : per  questo  insinuatosi  fiacco 
languor  nelle  membra  in  tempo  che  suol  essere 
più  rigogliosa  la  vita.  Ma  fastidì  e veglie,  stenti 
e languori , non  furono  ostacoli  sì  forti  da  im- 
jDedire  F uorn  prudente  a raggiungere  il  fine  di 
adempiere  il  bene  altrui,  e di  avvanzar  nel  sapere. 
Dall’  altra  parte  in  lui  non  si  scorse  mai  smodar 
per  poco  F amore  di  sè  medesimo  , F amore  che 
si  accompagna  al  sapere,  ed  apre  spesso  l’adito 
all’  orgoglio  , e falsa  scemando  il  concetto  di 
stima  per  quanti  altri  curvati  su  i volumi  su- 
dano lunghe  veglie  , e abbreviano  i loro  giorni 
per  immegliare  gli  altrui.  Egli  sentiva  emula- 
zione di  migliori  doni , ma  scevra  di  vanità  e 
d’ invidia  ; assaporava  il  segreto  gaudio  che  si 
prova  pel  mite  lume  della  dottrina , ma  sapeva 
cautelarsi  dal  vento  che  spira  dalla  dottrina  me- 
desima , e talvolta  muta  il  benigno  lume  in  fu- 
nesta fiamma , e affumica  lo  spirito , ed  arde  i 
prolifici  semi  delle  morali  virtù.  Questo  è saper 
possedere  i gratuiti  doni  ; però  è scritto  (7)  : il 
cuore  prudente  possederà  la  scienza. 


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Cosi  egli  viveva  : allorché  i sapienti  della  ter- 
ra , nella  loro  stoltezza  sognando  che  nei  chiostri 
si  trascinasse  tra  l’ozio  e le  gozzoviglie  la  vita  , 
vollero  che  gli  uomini  tutti  si  adoperassero  intor- 
no alle  vaneggianti  vanità  che  ne  circondano  , e 
gli  ordini  regolari  soppressero.  Che  però  tratto 
egli  dalla  operosa  pace  degli  studi,  dai  segreti 
rapimenti  della  concorde  preghiera,  dalle  tran- 
quille abitudini  delle  azioni  pietose,  passò  dai 
silenzi  del  chiostro  ai  solitari  recessi  delle  pa- 
reti domestiche.  Ma  quasi  gli  atti  della  tra- 
scorsa vita  fossero  tali  da  lasciarsi  col  capo  sul 
patibolo  , era  costretto  a schivare  la  luce  del 
giorno,  per  non  essere  scoperto  e sforzato  a giu- 
rare con  gli  empì  la  bestemmia.  E forse  di  poi 
non  sospettò  che  un’  altra  volta  sarebbe  per 
ritrovarsi  in  si  miserabile  stato  , e per  di  nuovo 
resistere  a simiglianti  deliri.  Ed  in  vero  in  com- 
parazione della  verità,  fornita  di  perenne  luce, 
1’  errore , eli’  è simile  a un  lampo , avrebbe  a guiz- 
zare un  momento  solo , e spegnersi  per  sempre  fra 
le  tenebre  che  fan  coverchio  all’  inferno.  Ma 
ohimè  ! dal  ricomparire  ch’ei  fa,  sembra  che  ab- 
bia natura  di  vetro  a mille  facce  incavate,  che  or 
dall’  una  or  dall’  altra  variamente  lampeggia.  Nè 
gli  uomini  che  lo  affisano , sebbene  giungano 
la  prima  fiata  a scoprirlo  errore , non  perciò 
rinsaviscono:  poiché  dopo  alcun  tempo  dirigendo 
gli  occhi  ad  altro  lato , s’  imbattono  ad  altro 
lampo  ; e il  prendono  spesso  per  sembianza  di 
cosa  non  più  indegna  dell’umano  intelletto  non 


£>-(  Il  )~^ 

più  nociva  alla  società , come  dianzi  fallace- 
mente la  dichiararono.  Quindi  avviene  che , 
sebbene  avvertita  dai  falli  della  generazione  che 
passò  , negli  stessi  falli  suol  cadere  la  genera- 
zion  che  succede  ; la  parola , rituffata  in  gola 
della  mensogna,  si  ripete  come  proferita  dalla 
verità  ; i giudizi , che  già  si  mostrarono  avven- 
tati dalla  stoltezza , si  rincarnano  come  conce- 
piti dalla  sapienza  ; e sempre  con  vesti  nuove 
escono  in  campo  gli  stessi  violenti  a guerreg- 
giare i mansueti.  Ma  viva  Dìo  che  ai  mansueti 
dà  grazia  , e ne  dirige  i consigli  ! 

Reintegrati  gli  ordini  religiosi,  egli  stanco 
di  dimorare  in  mezzo  a pastura  , dove  seguono 
allo  strepito  i fastidì , al  vano  affacenclarsi  le 
ansiose  sollecitudini  , ed  alle  brevi  speranze  i 
lunghi  e molesti  rancori , senti  rinfiammato  il 
desiderio  di  ritornare  al  dolce  nido  ; ed  ivi 
nelle  tenere  trepidazioni  innanzi  a Dio  rompere 
in  amorosi  gemiti , e distillare  in  lagrime  il  suo 
cordoglio.  Mail  Signore,  che  già  nella  solitudine 
gli  aveva  recinto  1 animo  di  fortissimo  usbergo, 
aveagli  altresì  estenuate  le  membra  da  non  po- 
ter sopportare  le  notturne  veglie,  e sparsi  agri 
umori  nei  piedi  da  non  reggersi  all’asprezza  del 
gelo  denudati  e scalzi  : accennando  con  ciò  che 
gli  convenisse  di  tenere  altra  via  , per  la  quale 
più  miti  le  pratiche  di  corporal  penitenza,  più 
frequenti  incontrasse  le  opportunità  di  sagrifi- 
carsi  per  gli  altri.  Fattagli  maggiormente  palese 
la  divina  volontà  per  espressa  dichiarazione  del 


12  )-e$ 

Superior  Generale , che  a lui  concedeva  lil>era 
facoltà  di  secondare  il  novello  invito  celeste, 
senti  tranquillissima  la  coscienza  ; e chiese  di 
essere  annoverato  tra  gli  operosi , che  pieni 
dello  spirito  del  De  Lellis , vaso  di  carità  av- 
vampata , promettono  con  gli  altri  voti  di  cor- 
rere anche  laddove  fosse  pericolo  d’  infettarsi 
al  morbo,  a line  di  confortare  l’anima  affan- 
nata dall’ agonia  della  morte.  Cosi  rispose  alla 
opinione  del  mondo  ; cos'i  ricambiò  il  sarcasmo; 
cosi  declinò  il  banco  alle  percosse  dei  maligni , 
e restituì  all’oltraggio  la  contumelia. 

Messosi  di  nuovo  a lavorare  in  orto  chiuso 
da  siepe  , ed  irrigato  da  perenni  fontane  , dove 
i germogli  delle  virtù  restano  assicurati,  e verdi 
e vegeti  rampollano,  si  attenne  ai  prediletti  suoi 
studi,  che  intendono  alla  moralità  delle  azioni, 
ed  alla  scienza  della  fede  ; e nel  tempo  stesso 
adoperavasi  a passarli  in  eredità  ai  giovani , 
speranza  dell’Istituto,  e sua  cura  deliziosa,  e 
ristoro  di  durate  fatiche  , e dolce  frutto  infine 
d’ industria  sollecita  e vigilante.  Aveva  egli  per- 
corso lo  stadio  delle  limane  lettere  , gustato  le 
invenzioni  dell  ingegno  creativo  nel  figurare 
sensibilmente  il  vero , attinte  notizie  intorno  a 
vicende  di  popoli  e d imperi  ; aveva  meditato 
sul  processo  della  umana  ragione,  intesa  a for- 
mare mercè  le  sue  forze  un  certo  concepimento 
delle  visibili  ed  invisibili  cose:  quando  levò 
gli  occhi  al  1 albero  del  sapere,  il  guardò  dal 
vertice  al  piede,  e si  decise  di  starsene  merig- 


M 13  )-€=* 

giando  all’  ombra  di  quei  rami  più  fruttuosi 
che  tutti  gli  altri  inghirlandano.  Io  non  so  se 
lo  avesse  determinato  alla  scelta  1’  aver  veduto 
o quanto  costa  all’  ingegno  il  tener  dietro  per 
la  sua  vaga  manifestazione  all’  amenità  delle 
forme , o quanto  sia  debole  la  ragione  nel  con- 
seguire T intento  a cui  mira  : si  può  bensì 
affermare  dopo  la  sua  determinazione  eh’  egli 
f ottima  parte  si  elesse.  Si  può  affermare  aver 
compreso  il  prudente  uomo  che  fine  del  nostro 
intelletto  è la  verità , comprenderla  infallibile  e 
rivelata  , manifestarla  semplice  con  le  parole , 
armonizzarla  decorosamente  con  gli  atti  ; line 
della  volontà  il  bene , ma  perfettissimo  adorarlo 
nel  Signore  , riconoscerlo  negli  attributi  ed  ope- 
razioni di  lui,  divulgarlo  nelle  opere  ; fine  della 
memoria  accogliere  tutt’  i doveri  che  derivano 

O 

dalla  legge,  tutte  le  verità  che  non  dan  luogo  ad 
errore , tutt’  i sentimenti  che  si  destano  alla  im- 
pressione della  bellezza , ma  di  quella  che  pie- 
tosa riluce  dalla  fronte  della  bontà , ma  di  quella 
che  maestosamente  serena  irradia  la  giustizia , 
e a religion  persuade.  Però  lasciando  da  parte 
gli  studi  che  arrecano  irresoluzioni  e torbidi 
allo  spirito , e lo  gettano  spesso  in  balia  quando 
di  ostinazioni  e quando  d incostanze,  quei  soli 
coltivò  che  generano  sicurezza  nell’  intelletto  , 
e tranquillità  nel  cuore.  Però  invece  di  occu- 
pare il  tempo* a profondamente  conoscere  le 
nazioni  che  furono,  i linguaggi  che  parlarono, 
le  imprese  eli  eseguirono  ; invece  di  andare 


^-(  14  )-<^ 

indagando  immaginati  fantasmi  , o tendere  a 
crearli , e di  scoprire  le  leggi  dello  spazio  e 
della  inerte  materia  , e le  qualità  di  quanti  es- 
seri irrazionali  abbraccia  la  natura  creata  : egli 
determinò  di  esercitar  la  mente  su  le  proprietà 
sovraintelligibili  del  creatore  , e studiarsi  a di- 
scernere le  parole  di  lui  ; alle  quali  è uopo 
che  i redenti  le  loro  azioni  conformino,  se,  pro- 
postasi a line  la  rettitudine,  amano  di  conse- 
guirla. Veramente  l’ottima  parte  egli  elesse: 
veramente  ei  seppe  eleggere  1’  ottima  parte  dal- 
l’albero della  scienza;  che  Dio  lo  dirigea  nel  giu- 
dizio , e gli  largiva  i suoi  doni. 

Ma  i raggi  della  scienza  nell  uomo  prudente 
non  si  restrinsero  fra  il  breve  giro  del  chiostro  : 
diffondevano  la  loro  luce  per  gli  ordini  diversi 
della  società  ; e se  ne  giovavano  per  lo  spirito 
ricchi  e poveri , vecchi  e giovani , ecclesiastici 
e magistrati.  Egli  custodiva  il  consiglio  ; e que- 
sto gli  era  vita  per  1 anima  , e grazia  pel  di- 
scorso. Come  degli  unguenti , e dei  svariati 
odori  il  cuoi'  si  diletta  : cosi  addolciti  si  senti- 
vano quanti  a lui  si  commettessero  , e ne  as- 
saporassero i consigli.  Per  bocca  di  lui  riceve- 
vano segreto  ristoro  quanti  in  balia  già  di  pas- 
sioni sentissero  timore  che  sbalordisce  o tri- 
stezza che  opprime,  odio  che  affanna  o cupi- 
dità che  snerva , ambizion  che  divora  o invidia 
che  innnagrisce , ira  che  trasporta  o dolore  ohe 
fiacca.  Per  bocca  di  lui  ricevevano  incremento 
e forza  di  risigillarsi  nello  spirito  e la  ingenua 


M 15 

semplicità  che  suole  trasparir  dalla  fronte  , e 
la  pacata  modestia  che  cela , e più  bello  rende 
il  nascoso  tesoro  delle  virtù.  Sapeva  egli  dal- 
l’acqua profonda  del  consiglio  , che  Dio  gli  avea 
donato , attignere  le  stille  che  fecondavano  dove 
l’attitudine  ad  intenerirsi  per  le  altrui  sventure, 
dove  la  docilità  nell’  imbeversi  di  ammaestra- 
menti divini , e dove  il  desiderio  di  perfezionarsi , 
i consigli  di  Gesù  Cristo  attuando.  Però  facilissi- 
mo gli  era  lo  scorgere  quell’indefìnibile,  quel  ger- 
me d’ infelicità , che  più  o meno  doloroso,  più  o 
meno  funesto , suole  accompagnar  per  la  vita 
tutti  coloro  che  si  allontanano  dalla  legge.  A 
tutti  sapeva  porgere  coi  perdono  di  Dio  con- 
solazioni e speranze,  e toccar  quelle  piaghe  si 
rosseggianti , che  nè  la  moltitudine  delle  co- 
gnizioni , nè  la  varietà  degli  studi , nè  la  pro- 
fondità del  sapere  sono  farmachi  atti  a mitigarne 
l’ asprezza.  Perciò  vedevamo  a lui  muovere  e 
tribolati  per  aver  conforto  a pazienza  , e madri 
per  aver  documenti  all’ educazione  dei  figli,  e 
magistrati  per  aver  sussidi  d’ intelligenza  a bene 
amministrare  gli  uffìzi  loro.  Perciò  traevano  a 
lui  timide  verginette  , vereconde  spose , e ve- 
dove desolate.  Perciò  d’ innanzi  a lui  piegavano 
con  umile  senso  il  capo  venerandi  porporati  : 
e due  volte  il  chiamarono  per  averlo  giudice 
della  lor  coscienza  , allorché  raccolti  in  con- 
clave erano  guidati  dallo  Spirito  Santo  ad  eleg- 
gere il  Vicario  di  Gesù  Cristo. 

Se  Dio  si  compiaceva  di  donare  a lui  cotal 


)s>-(  1 6 )-^ 

discernimento  , che  penetra  di  mezzo  ai  dubbi , 
e va  difdato  alla  certezza , io  non  ho  che  chie- 
derne prova  a voi  medesimi , o fratelli;  che  sa- 
pete di  lui  non  solo  ciò  che  ha  dato  per  le 
stampe  (a)  , notissimo  a tutti  , ma  i giudizi 
che  spesso  fu  invitato  a proferire  intorno  ad 
ardue  materie , per  comando  di  uomini  autore- 
volissimi , e soliti  a rivolgersi  a provati  sapienti , 
e a ponderare  con  maturo  senno  i loro  discorsi. 
E non  solo  i grandi  personaggi  che  lo  avevano 
vicino  , ma  da  lontane  terre  , separate  da  monti 
e da  mari,  mandavano  a lui  richiedendo  avviso, 
o per  dubbiezza  di  leggi  , o per  ambagi  di  fat- 
ti. Per  la  qual  cosa  in  questa  città  , seminario 
di  sapienti , egli  fu  chiamato  a mettere  anch’e- 
gli sul  candelabro  il  suo  lume.  Quindi  senza 
maraviglia  s’ udiva  lui  scelto  Esaminatore  Apo- 
stolico del  Clero  Romano,  lui  Consultore  di  Sa- 
gre Congregazioni , e di  quella  che  assiste  al  sa- 
gro tesoro  delle  Indulgenze  e delle  Reliquie , e 
di  quella , dove  i forti  d Israele  si  accampano 
per  difendere  la  fede  ; lui  dell’Accademia  di  Re- 
ligione Cattolica  Censore  ; lui  dell’  Apostolica 
Dateria  Teologo  , lui  di  ragguardevolissimi  Por- 
porati Uditore  , ed  Esaminatore  dei  Vescovi.  Di 
tanto  lume  gli  stessi  supremi  Gerarchi  vollero 
giovarsi  : e a quello  sovente  rivolsero  lo  sguar- 
do Leone  decimo  secondo  , Gregorio  decimo  se- 
sto, ed  il  nono  Pio,  in  tutto  quel  tempo  d’im- 

( a ) Si  accenna  all’  opera  intitolata  : Instructio  prò  sacrisEccle- 
siae  ministris  etc. 


^-(  1 7 )-^ 

menso  strepito  di  gloria  , quando  non  ancora 
la  ingratitudine  dei  figli  avea  concepito  il  co- 
raggio del  delitto,  per  apertamente  disconoscere 
gl’  insperati  benefizi , ed  esautorare  il  Padre  ! 

Nè  poteva  essere  che  i grandi  della  terra  non 
avvicinassero  a sè  un  uomo  di  tanta  prudenza , 
e d’indole  tanto  mite;  mentre  dall’altra  parte 

10  ammiravano  ornato  di  tal  modestia , che  non 
solo  non  chiedeva  mai  per  sè  stesso  , ma  facea 
di  retrocederete  per  avventura  spontaneamente 
alcun  prò  gli  offerissero.  Infatti  Leone  XII.  de- 
siderava mostrare  un  particolar  segno  di  favore 
sovrano  alla  diocesi  di  Fossombrone,  conceden- 
dole a Vescovo  un  personaggio  , come  lo  avea 
definito  l’Apostolo  , irreprensibile , cioè  , e pu- 
dico , savio  e prudente  , mansueto  e modesto  : 
ma  egli , appunto  perchè  possedeva  quest’  elet- 
tissime qualità  , non  si  credè  atto  a sostenere 

11  peso  di  cotanto  uffizio  ; e pregò  , ed  ottenne 
che  fosse  ad  altri  omeri  indossato.  Quanto  ri- 
tioso per  sè  , altrettanto  inchinevole  a secon- 
dare gli  altrui  giusti  desideri,  si  deliziava  di  umi- 
liarsi innanzi  ai  potenti  per  prendere  dalle  loro 
mani  le  grazie  , e donarle  senz’  alcun  obbligo 
a chi  non  invano  lo  aveva  implorato  mediato- 
re. Non  invano  ; poiché  è scritto  (8):  1’  uomo 
prudente  piacerà  a quelli  dal  Signor  collocati 
là  donde  possono  su  gli  altri  discendere  copiosi 
i benefizi. 

Quanto  è vasta  la  società  dell’  uom  man- 
sueto ! Il  superbo  rimane  tra  gli  uomini  solo  , 


Js-(  18  )-e* 

come  una  roccia  in  mezzo  alla  solitudine  del 
deserto.  Si  delizierà  forse  immaginando  che  tan- 
ti uomini  lo  inchinano  : ma  egli  non  ama  ; è 
solo.  Vorrà  e potrà  essere  prontamente  obedito 
dai  molti  che  sapran  prostituirsi  ad  ogni  suo  vo- 
lere : ma  egli  non  ama  ; è solo.  Solo  è fra  le  lu- 
singhe di  bugiarda  lode  che  bocche  immonde 
gli  proferiscono  ; solo  è fra  i baleni  dei  fan- 
tasmi che  guizzano  orrendamente , ed  il  pen- 
siero gli  offuscano.  Ma  l’uomo  di  mite  animo 
appartiene  alla  immensa  società  stabilita  da  Gesù 
Cristo;  ama,  e lo  amano  tutti.  Egli  nel  deserto 
della  vita  è un'oasi  amenissima,  dove  s’incon- 
tra godere  di  riposo  e di  refrigerio.  Sempre  se- 
reno su  la  fronte , sempre  dolce  nelle  parole  , 
sempre  placido  negli  affetti  e nei  pensieri , parrà 
di  pregar  se  ammonisce  , di  ammonir  se  correg- 
ge. Aggiunge  col  sorriso  all’esortazione  effica- 
cia , ed  al  comando  propension  di  eseguirlo. 
Avvalora  i buoni  col  rispettarli  , e adesca  al 
bene  i ritrosi  con  l’esempio.  Ponete  quest’uomo 
al  governo  d’  una  famiglia  , e ne  sarà  la  delizia. 
Io  lo  intendo  dal  dolore  che  si  mostra  nel  viso 
di  quanti  qui  fan  corona  al  feretro  onorato  , che 
tal’ era  per  loro  quest’ amatissimo  padre  e fra- 
tello. Testimoni  della  pazienza  da  lui  mostrata 
nei  minori  incarichi , testimoni  dell  operosità  e 
prudenza  di  lui  nella  di  rezio n dello  spirito  , e 
testimoni  di  altre  doti  recondite  da  cavarne  la 
maggior  possibile  utilità  per  l’Istituto  e la  Chie- 
sa , lo  elessero , benché  renitente  , a Prefetto 


*3-(  19 

Generale  dell’Ordine;  e,  valicato  il  sessennio 
stabilito  per  legge,  gli  conferirono  il  secondo  ma 
prossimo  luogo  , finché  di  nuovo  ad  unanime 
voce  lo  richiamarono  al  primo  : e dieciotto  anni 
di  cure  benefiche  al  governo  dell’  intero  istituto 
contano  col  senso  di  rispettosa  gratitudine  gli 
addolorati  suoi  figli. 

Allora  sì  che  tutte  le  sue  qualità  naturali  ed 
acquisite  si  rivestirono  di  vivo  splendore  ; ed 
egli  come  gigante  cominciò  a correre  la  sua  via. 
Con  più  chiaro  lume  da  lui  gli  operosi  ricevet- 
tero esempio  del  come  avessero  ad  assistere  alle 
squallide  pallidezze  , agli  strazi  e singulti  dei 
moribondi  ; con  quanta  carità  avessero  a con- 
templare gli  stenti  fiaccar  la  baldanza , le  febbri 
smungere  la  vigorìa , la  putredine  rodere  la  bel- 
lezza ; con  quanta  pazienza  avessero  a udire  le 
voci  dello  sconforto  , le  ansie  dei  desideri , le 
querimonie  degli  spasimi , le  ire  dei  pentimen- 
ti ; con  quanta  misericordia  avessero  a sorbire 
dei  farmachi  la  nausea  , dei  morbi  il  fetore,  dei 
morienti  l’alito,  dei  cadaveri  il  lezzo.  Allora 
con  più  lume  da  lui  apprendevano  come  doves- 
sero apparecchiarsi  con  lo  studio  e la  preghiera, 
con  la  mortificazione  e la  mansuetudine  , a fine 
di  sapere  addolcire  le  altrui  sofferenze , e ne- 
gli spiriti  dei  languenti  confortar  la  pietà.  Al- 
lora ciascuno  dei  suoi  figli  potè  dire  (9)  : aven- 
do io  veduta  la  virtù  , l’ho  posta  nel  cuor  mio  , 
e con  f esempio  appresi  la  disciplina.  Conosceva 
il  prudente  uomo  che  il  più  abile  maestro,  e il 


Ss-(  20  )-€=* 

più  efficace  esortatore  del  bene  , è l’ esempio. 
Ogni  frutto  dei  suoi  sudori  largiva  , o per  sus- 
sidio e mantenimento  dei  religiosi  , o per  ac- 
crescere biblioteche , o per  arricchire  di  sagre 
vesti  le  chiese  : con  tutto  ciò  non  mai  faceva  da 
sè  dipartire  il  povero  col  dispetto  e rossore  del- 
la ripulsa.  Benevolo  del  pari  che  vigilante  avea 
tutti  schierati  innanzi  al  pensiero  i suoi  figli  ; 
nondimeno  , benché  di  languida  sanità , sob- 
barcavasi  ai  disagi  delle  lunghe  vie  per  visitarli. 
Perciò  era  con  lui  la  benedizione  del  Signore; 
ed  egli  vide  crescere  i germogli  della  pianta  che 
il  De  Lellis  avea  fomentata  con  sospiri , e con 
rivi  di  lagrime  irrigata , la  pianta  produttrice  del 
balsamo  che  ricrea  lo  spirito  travagliato  dai  mor- 
bi e dalla  morte.  La  benedizione  del  Signore  era 
con  lui  ; e per  maggiore  operosità  dell’Ordine 
allargavagli  il  campo.  A lui  diede  poter  dividere 
e stabilire  in  due  case  di  Verona  , ed  a Padova, 
a Casale,  a Valenza,  a Tortona  , a Torino,  e 
a Ferrara  la  eredità  del  benefico  Fondatore  ; a 
lui  potere  con  sua  cura  e stento  erigere  dalle 
basi  un  Tempio  (<z),  affinchè  i suoi  soccorressero 
ai  Fedeli  laddove  questi  con  desiderio  ne  son 
privi.  A ragione  adunque  i suoi  lo  riconoscono 
ed  appellano  Fondatore  secondo.  Nè  gli  sfuggi 
di  trovar  modo , onde  la  carità  potesse  di  con- 
tinuo pabolo  alimentarsi.  Però  nella  stessa  guisa 
che  in  Verona  e Padova  , anche  in  Roma  con- 
ca) La  Chiesa  intitolata  a S.  Giovanni  della  Malva , eretta  nel 
rioue  Trastevere. 


M 21  )-e* 

seguì  1’  intento  , che  in  due  Arciospedali  i fi- 
gliuoli di  Camillo  si  addicessero  agl’infermi,  e se- 
gnatamente laddove  il  padre  loro  avea  ricevuto 
gl’  incrementi  della  pazienza  e della  santità.  Che 
se,  rinnovellate  le  vertigini  della  stoltezza  , gli 
uomini  vietarono  che  gl’ infermi  avessero  spiri- 
tuali sussidi  da  petti , nei  quali  alberga  la  mi- 
sericordia per  dovere  di  solenne  promessa  al 
Signore  ; è da  sperare  che  il  Padre  dei  Fedeli 
renda  di  nuovo  le  consolazioni  dalla  torbida  vio- 
lenza rapite  agl’  infermi  suoi  figli. 

Rinnovellate  le  vertigini  della  stoltezza  , il 
mansueto  riandò  col  pensiero  gli  anni  della  sua 
vita  , le  grazie  innumerabili  ottenute  da  Dio  , e 
massime  la  conservazione  e l’ aumento  dell’or- 
dine suo  ; e si  gettò  nelle  braccia  della  Provvi- 
denza sperando.  Nondimeno  colui,  che  avea  tut- 
to operato  per  la  gloria  del  Signore , che  duolo 
non  dovea  sentire  in  vederlo  offendere , e perse- 
guitarne la  Chiesa  ? Ma  Iddio  che  affanna  e che 
consola , se  lo  avea  riserbato  a fargli  vedere  la 
seconda  volta  1’  empio  come  il  cedro  innalzarsi 
al  far  della  sera , al  far  dell’  alba  gli  fè  vedere 
la  seconda  volta  che  l’empio  non  era  più.  E gli 
fè  vedere  prima  nella  oppressione , e di  poi  nel- 
l’esaltamento due  sommi  Gerarchi,  l’uno  esem- 
pio di  Fortezza , e 1’  altro  di  Mansuetudine  ; con- 
tila i quali  non  avea  permesso  che  nè  la  ostinata 
forza  di  un  Genio  guerriero  , nè  gl’  impeti  del- 
l’audacia, nè  le  machinazioni  dell’ inferno  pre- 
valessero. Gli  amici  delle  tenebre,  che  aveano 


fcM  22  )-e{ 

odiato  e fugato  i tìgli  della  luce  , perderono  la 
gagliardìa  di  tribulare  i mansueti  ; e i prudenti 
ritornarono  nel  loro  seggio  ad  amministrare  la 
misericordia,  e la  giustizia.  Ed  Egli  nel  gaudio 
di  una  coscienza  tranquilla  , fra  il  compianto 
dei  religiosi  e consanguinei  , col  conforto  dei 
segni  visibili  della  grazia,  levati  gli  occhiai  cie- 
lo parea  ch’esclamasse:  Ed  ora  lasciami  venire 
in  pace  secondo  le  tue  promesse , o Signore  ; 
poiché  videro  gli  occhi  miei  la  salute  d’ Israel- 
lo.  Il  servo  mansueto  e prudente  fu  esaudito 
da  Dio;  ed  in  grembo  a lui  placidamente  pas- 
sò ....  Fratelli  ....  silenzio  ....  preziosa  è nel 
cospetto  del  Signore  la  morte  del  Giusto. 

(1)  Sic  et  cor  superboruin  . . . bona  enim  in  mala  convertens 
insidiatur , et  in  electis  iniponet  maculain.  Eccl.  li.  33. 

(2)  Domum  superborum  demolietur  dominus.  Prov.  16.  25. 

(3)  Vae  qui  praeparat  urbem  in  iniquitate.  Hab.  2.  12. 

(4)  Et  cadet  superbus , et  corruet , et  non  erit  qui  suscitet 
eum  ; et  succendam  ignem  in  urbibus  ejus , et  devorabit  omnia 
in  circuitu  ejus.  Jer.  50,  32. 

(5)  Deus  superbis  resistit.  Prov.  3,  84 -jac.  3,  6. 

(6)  In  corde  prudentis  requiescit  sapientia.  Prov.  14,  33. 

(7)  Cor  prudens  possidebit  scientiam.  Prov.  18,  15. 

(8)  Vir  prudens  placebit  magnatis.  Prov.  20,  20. 

(9)  Quod  cum  vidissem  posui  in  corde  meo , et  exemplo  didici 
disciplina!!!.  Prov.  24,  32. 


ISCRIZIONI  LAPIDARI!*: 


DEL  PROF.  AB.  DELLA  VALLE 

Le  quali  leggevansi  nella  Chiesa  di  S.  Maria  Maddalena  pei 
solenni  funerali  dell’  illustre  Defunto , ivi  celebrati  il  giorno 
settimo  dopo  la  morte  di  lui. 


Sulla  porta  maggiore  del  Sagro  Tempio 

ALOISIO  . TORNI 
PRAEFECTO  . GENERALI 

CLERICORVM  . REGVLARIVM  . AEGROTIS  . AD1VVANDIS 
VIRO  . PIETATE  . DOCTRINA  . INTEGRIATE  . (ALARISSIMO 
SODALES  . DOMVS  . MAGDALENIANAE 
DIE  . SEPTIMO  . AB  . EIVS  . FVNERE 
IVSTA  . SOLLEMNIA  . PERSOLVIMVS 
ADSERTORI  . ET  . DECORI 
VNIVERSAE  . FAM1LIAE  . NOSTRAE 


Al  lato  sinistro  del  gran  (Catafalco 

REL1G10N1S  . AEQVE  . ET  . CHAR1TATIS 
STVDIOSISSIMVS 

D1SCIPLINAE  . REGVLARIS  . EXEMPLAR  . EN1TVIT 
EAM  . QVE  . INTER  SVOS  . PROVEHENDAM  . CVRAVIT 
AD  . CHRISTIANAE  . VITAE  . LAVDEM 
SVMMIS  . ATQVE  . 1NFIMIS  . DVX  . EXTITIT 
EGENOS  . QVACVMQVE  . OPE  . POSSET  . RELEV AVIT 
DE  . OMNIBVS  . PRAECLARE  . MER1TVS 
OMNIVM  . SIBI  . AMOREM  . CONCILIAVIT 

Al  lato  destro 

DISCIPL1NARVM  . PRAESERT1M  . SACRAR VM 
CVLTOR  . EXIMIVS 

DOCTRINAE  . FAMA  . SPLENDOREM  . ORDINIS  . AVX1T 
PLVRIBVS  . CONSIL1IS  . S . E . R . CARDINAL1VM 
OPERAM  . STRENVAM  . ADHIBVIT 
SCIENTIAE  . CLERICORVM  . PROBANDAE  . CENSOR 
1LLVSTRE  . SCRIPTVM  . AD  . HOC  . EXPERIMENTVM  . EDID1T 
PRAETER  . GLORIAM  . DIVINI  . NOMINIS 
NVLLAM  . LABORVM  MERCEDEM  . ADPETI1T 


IMPRIMATUR 


Fr.  Dominicus  Buttaoni  Ord.  Praed.  S.  P.  A.  Mag. 
IMPRIMATUR 

Joseph  Canali  Patriarcha  Constantinopolit.  Vicesgerens.