Skip to main content

Full text of "Rendiconto delle sessioni dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna"

See other formats


This is a digitai copy of a book that was preserved for generations on library shelves before it was carefully scanned by Google as part of a project 
to make the world's books discoverable online. 

It has survived long enough for the copyright to expire and the book to enter the public domain. A public domain book is one that was never subject 
to copyright or whose legai copyright term has expired. Whether a book is in the public domain may vary country to country. Public domain books 
are our gateways to the past, representing a wealth of history, culture and knowledge that's often difficult to discover. 

Marks, notations and other marginalia present in the originai volume will appear in this file - a reminder of this book's long journey from the 
publisher to a library and finally to you. 

Usage guidelines 

Google is proud to partner with libraries to digitize public domain materials and make them widely accessible. Public domain books belong to the 
public and we are merely their custodians. Nevertheless, this work is expensive, so in order to keep providing this resource, we bave taken steps to 
prevent abuse by commercial parties, including placing technical restrictions on automated querying. 

We also ask that you: 

+ Make non-commercial use of the file s We designed Google Book Search for use by individuals, and we request that you use these files for 
personal, non-commercial purposes. 

+ Refrain from automated querying Do not send automated queries of any sort to Google's system: If you are conducting research on machine 
translation, optical character recognition or other areas where access to a large amount of text is helpful, please contact us. We encourage the 
use of public domain materials for these purposes and may be able to help. 

+ Maintain attribution The Google "watermark" you see on each file is essential for informing people about this project and helping them find 
additional materials through Google Book Search. Please do not remove it. 

+ Keep it legai Whatever your use, remember that you are responsible for ensuring that what you are doing is legai. Do not assume that just 
because we believe a book is in the public domain for users in the United States, that the work is also in the public domain for users in other 
countries. Whether a book is stili in copyright varies from country to country, and we can't offer guidance on whether any specific use of 
any specific book is allowed. Please do not assume that a book's appearance in Google Book Search means it can be used in any manner 
any where in the world. Copyright infringement liability can be quite severe. 

About Google Book Search 

Google's mission is to organize the world's Information and to make it universally accessible and useful. Google Book Search helps readers 
discover the world's books while helping authors and publishers reach new audiences. You can search through the full text of this book on the web 



at |http : //books . google . com/ 



IRIODICAL SHELVtS 



HARVARD UNIVERSITY. 




WITHD 



"M 1 Clipeo 

I^ I B R A R Y 

MCZ LIBRARY» 

MUSEUM OP COMPARATIVE ZOÒLOGY. 

n CABOT SCIENCE LIBRARY 



GODFREY LOWELL CABOT SCIENCE LffiRARY 



r 



Digitized by VjOOQIC 



. w./ 



Digitized by VjOOQIC 






Digitized by VjOOQ IC 



,Ll' 21 -a06 



RENDICONTO 



DELLE SESSIONI 



DELLA B. ACGADEHIÀ DELLE SCIENZE 



DELL' ISTITUTO DI BOLOGNA 



Nuova Serie : Voi. II. (1904-1905) 




BOLOGNA 

TIPOGRAFIA GAMBERINI E PARMEGGIANI 
1905 



Digitized by VjOOQIC 



tNmCB PEL FASC ICOLO 

Eleiioo degfU Aieoàai^mioi 

Aocademici Ufficiali.. . ^, . . ... . . . . . . . Pag.^ m 

* » Benedettina . ^ , fi > v, '. ., :.- : . - .; ./,«.:, tv 
» ' X>ùoràn. T '. \ :'l . . . . ' \ / . / ''i^ ^ ix;" 

* CJorrispotidenti nazionali. . . , . • • . * . » xn 
» :. » ' * » per effètto dell'articola 

XIII del Regolamenti . • • • . • • <» » xjii 
» Corrispondenti esteri . . . , . ..; . !► . . » ivi 
» defunti nel 1904 . . . . . ... ... » xv 

Ii0ttare solèntUloliè 

FoRNAsiNE Dott; Carlo. *r^- Illustrazione di specie Orbi^iiyane 

di niilloidi istituite nel 1826 (titolo solò) . . . . . ..Pag. 3 

Enriques Prof. Federigo — Sulla proprietà caratteristica 

delle superficie algebriche irregolari . . . .^ • .. . » 5 

GiAMiGiAN Prof. GuqoMÒ --.'.Iijiorno alle moderne teorie sui 

legami doppi e le forcnèlé di struttura del pirrolo . . » 13 

Emery Paof. Carlo — Le fofmé paleartiche di Gampónotus 

macuhitus F. . . . ..... ... - . . .' . '. > 27 

• Vitali Prof. vDiosGORiDE 7- Gpfcit,r,ibuto allo studio chimico- 
tossicologico deiridrazinà (sunto) . . . . . . . . > 44 

Oiipraiiie 

Per il Prof. Faustino Malaguti., . ... . . . . . . Pag. 2 

Paiiieeipasioiie di naorte 

CoccoNi'Prof. Girolamo, Accademìoo Benedettino ; • • - Pag. 4 
ViLLARi Prof. Emilio, Accademico Benedettino .....> ivi 
Grevatin Prof. Francesco, Accaderafco GhoraHOv ^ . . . » ivi 
Nicolucgi Prof. Giustiniano, A<»adèmico Corrispondente na- r 

zionale . >, . . . .'^,.- . . . ;. . • , . . / . » ivi 
Philippi Prof. Armando Rodolfo, Accademico Corrispon- 
dente estero ». ivi 

FiZEAU ProL Armando Ippolito, Accademico Corrispondente 

estero 2^ 

Conm&emorasioae 

Il Prof. Comm. Emilio Villari commemorato dal Prof. 

Gomm. Aug,u,sto Righi . ... . . • . . . . Pag. 2 

CUunta US. Amministraslone 

Deliberazione sull'invio dèi Rendiconto, . . . . . . . Pag. 45 



Digitized by VjOOQIC , 



IIII IIIIIIIIIItlMMIIIIIItliniUllltHinilMIIIIIHIIIMHIIHIiitlHIIIIIIItillltttlllllttMItMIHIItllHmHUIIIII ItlI 



SESSIONI ORDINARIE 



1* Sessione, 27 Novembre 1904 



Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente. 

Il Presidente apre la seduta rivolgendo un saluto 
air intero Corpo Accademico e augurando che V opera 
di tutti sia tale da mantenere e accrescere la rinomanza 
e il lustro del nostro antico Istituto. Poscia partecipa la 
morte dei seguenti Accademici avvenuta durante le va- 
canze : 

Cocconi Prof. Girolamo, Accademico Benedet- 
tino nella Sezione di Scienze Naturali. 

Villari Prof. Emilio, Accademico Benedettino 
nella Sezione di Scienze Fisiche e Matematiche. 

Crevatin Prof. Franoesoo, Accademico Onora- 
rio nella Sezione di Scienze Naturali. 

Niooluooi Prof. Giustiniano, Accademico Corri- 
spondente nazionale nella Sezione di Medicina e Chirurgia. 

Philippi Prof. Armando Rodolfo, Accademico 
Corrispondente estero nella Sezione di Scienze Naturali. 

Rendiconto 1904 f9vt5 2 ' 



Digitized by VjOOQIC 



2 

Fizeaù Prof. Armando Ippolito, Accademico 
Corrispondente estero nella, Sezione di Scienze Fisiche e 
Matematiche. 

Il Presidente notifica che Egli stesso intervenne alle 
feste che si fecero a Pragatto in onore dell' insigno chi- 
mico bolognese Prof. Faustino Malaguti, nelle "quali 
l'accademia fu degnamente rappresentata dal Collega 
Prof. DioscoRiDE Vitali che fu oratore felice e applau- 
ditissimo. 

Dopo ciò il Presidente dice che fra le perdite fatte 
dair Accademia nel breve periodo delle vacanze, una più 
da vicino ha colpito il nostro Istituto ed è quella del 
Prof. C oc coni che per 12 anni disimpegnò l'ufficio di 
Segretario con tanta intelligenza e assiduità da procac- 
ciarsi la piena stima, il rispetto e la gratitudine dell'in- 
tero Corpo Accademico. Prega il Prof. Brazzola di ac- 
cettare r incarico di commemorare il defunto Collega 
entro il corrente Anno Accademico. Uguale preghiera 
rivolge al Prof. Giacojìini per la commemorazione del 
Prof. C re vati n. 

Altra gravissima perdita, aggiunge il Presidente, è 
quella del Prof. Kmilio Vi Ilari, per il quale cede la 
parola al Prof. Righi. 

Il Prof. Righi parlando del Prof. Vi Ilari con molto 
affetto e grande rispetto, fa rilevare anzitutto che la 
dote più cospicua nel carattere del compianto Collega 
fu un religioso amore per la verità e in particolare delle 
verità scientifiche; onde Egli pose nelle sue ricerche la 
massima accuratezza^ per cui i suoi lavori furono sem- 
pre accolti con fiducia e restano. Accenna al valore sin- 



Digitized by VjOOQIC 



3 

gelare di alcune pubblicazioni dell'illustre estinto, rico- 
noscendo ed affermando che la scienza italiana ha per- 
duto nel Vi 11 ari uno de' suoi fisici più eminenti. 



Indi l'Accademico Benedettino Doti Cav. Carlo For- 
NASiNi riferisce in breve sopra una sua Memoria che ha 
per titolo: Illustrazione di specie Orbignyane di mi- 
lioidi istituite nel 1826. 



^c^§X^ 



rs^ 



Digitized by VjOOQIC 



Digitized by VjOOQIC 



^5^?T?777?¥"77^^¥Ì¥S^fj¥Ì^'j¥^ 



2^ Sessiqne, 11 Dicembre 1904 



Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente. 

L* Accademico Onorario Prof. Federigo Enriques 
legge la seguente Nota : Sulla proprietà caratteristica 
delle superficie algebriche irregolari. 

§ I. — È noto che per una superficie algebrica 
si hanno due caratteri invarianti {generi superficiali), 
cioè il genere geometrico Pg (Clebsh-Noether) 
ed il genere numerico o ariùnetico Pa (Cayley, 
Zeuthen, Noether, Enriques). Questi due ca- 
ratteri, nel caso, che si considera come generale, delle 
superficie regolari, hanno egual valore, ma, se non si 
introduce alcuna ipotesi restrittiva, si può vedere sol- 
tanto che Pa^Pg] si conoscono effettivi esempi di 
superficie {irregolari) per cui Pa<^Pg* 

Esempii siffatti sono forniti dalle rigate (Cayley), 
dalle superficie con un fasciò irrazionale di curve al- 
gebriche (Castelnuovo), e più generalmente dalle 
superficie che contengono un sistema continuo di curve 
algebriche non appartenente ad un sistema lineare di 
curve del medesimo ordine (Enriques). 

Questi esempii (che si presentano anche analoga- 
mente nello studio delle superficie sotto l' aspetto tra- 
scendente) hanno indotto i geometri a porsi la que^ 



Digitized by VjOOQIC 



6 

slione inversa, se ad ogni superficie irregolare appar- 
tengano sistemi continui di curve non contenuti in 
sistemi lineari, onde la presenza di sistemi siffatti 
fornisca la proprietà fondamentale caratteristica delle 
superficie irregolari. Ma il problema è rimasto fino 
ad ora insoluto. 

Questo problema appunto sono riuscito a risolvere, 
dando alla pr'ecedènte domanda una risposta afferma- 
tiva. Enuncio dunque il resultato a cui sono pervenuto : 

Se sopra una superficie algebrica si costruiscono, 
per ogni valore di n^ le curve d^ ordine n che vi ap- 
partengono, queste: 

\) si distribuiscono in un numero finito di si- 
stemi liìieari completi, se la superficie è regolare 

.(Pa = P^).i : . 

2) si distribuiscono in un numero finito di sÌt 
stemi algebrici continui ge^ieralmente non lineari^ e 
danno luogo quhidi ad infiniti sistemi lineari com- 
pleti, se la superficie è irregolare. 

Questa proprietà caratterizza le superficie irrego- 
lari in mx)do esauriente \ infatti essa permette di co- 
struirle tutte a partire da serie doppiamente infinite 
di gruppi di punti, non contenute in serie lineari, 
sopra curve algebriche. 

Dal teorema enunciato, discendono conseguenze im- 
portanti. 

Il sig. F. Severi ha recentemente dimostrato che 
« ogni superficie alla quale appartengano degli inte- 
grali di differen"2:iali totali di 1* specie (di Picard) 
è irregolare » . Si conclude dunque che : la proprietà 
di contenere sistemi continui non lineari vale per tutte 
le superficie con integrali di Picard di 1^ specie (*). 



(*) In una nota inserita negli Amiales de Toulouse 2*, S. Ili, 
ero riuscito a dimostrare la cosa soltanto nell* ipotesi che sieno 
dati p iategrali con 2p periodi, e quella dimostrazione fu poi 
semplificata dal sig. Severi. 



Digitized by VjOOQIC 



D' altra parte (grazie ad una osservazione ben nota 
del sig. Humbert che risale al 1893) la presenza 
di un sistema continuo completo non lineare sopra 
una superficie, assicura che questa possiede degli in- 
tegrali di Picard di 1* specie. 

Risulta dunque ; che V anzidetta proprietà è carat- 
teristica per le superficie con integrali di Picard 
di 1^ specie. 

In particolare sé ne deduce indirettamente che 
« la condizione per l'esistenza di integrali di Picard 
di 1^ specie appartenenti ad una superficie è p^ < p^ » , 
riuscendo così invertito il teorema sopra accennato 
del sig. Severi (*). '^ 

Ritornando al teorema fondamentale che dà la pro- 
prietà caratteristica delle superficie irregolari, vediamo 
poi come esso ammetta una ulteriore determinazione 
nel caso delle superficie di genere Pg'=0 {Pa<iO). 
Infatti partendo da un sistema continuo non lineare 
della superficie, ed usufruendo di un procedimento del 
sig. Castelnuovo (**), si potrà costruire su di essa 
un fascio irrazionale di curve. 

Tale resultato permetterà in particolare di rispon- 
dere esaurientemente all'ultima questione accennata 
nella memoria di Castelnuovo e Enriques degli 
Annali di Matematica 1901, questione relativa alle 
condizioni perchè una superficie possa riferirsi ad una 
rigata. 



(*) A questa inversione sembra giungere il signor Severi 
stesso, invertendo, con opportuni avvedimenti, il suo procedimento 
diretto. Egli mi ha comunicato il concetto fondamentale della 
dimostrazione, al cui svolgimento pare non debbano opporsi dif- 
ficoltà nei particolari. 

. Questa dimostrazione offrirà interesse anche perchè porrà 
in luce una relazione fra pg — _p« e i numeri degli integrali di 
l* e 2' specie. 

(**) Cfr. EnriqU'es — Annales de Toulouse 1. e. p. 81. 



Digitized by VjOOQ IC 



8 

ÀI teorema fondamentale di questa Nota si può 
aggiungere un complemento significativo, cui si riat- 
taccheranno altre conseguenze notevoli. Vi accenniamo 
nell'ultima parte del nostro scritto. 

§2. — ^ La dimostrazione del nostro teorema fon- 
damentale è fondata sul seguentfi concetto : 

I sistemi lineari completi di curve, tracciati sopra 
una superficie irregolare F (pa <Pg), hanno general- 
mente una serie caratteristica incompleta ; pei sistemi 
che sopra la superficie si considerano come regolari, 
la deficienza sale al massimo valore pg — Pa (Castel- 
nuovo). — Pertanto un sistema lineare regolare di 
curve C di genere tt, secantisi a due a due in n 
punti, ha la dimensione 

r=£n — 7T -^1 -^Pa , 

mentre la serie (caratteristica) segata sopra una C 
dalle rimanenti, appartiene ad una 

completa. 

Orbene, basterà dimostrare che il sistema lineare 
delle C è sempre contenuto in un sistema continuo 
più ampio di dimensione 

r = n — ;rH-lH-p^; 

perciò, costruito questo sistema continuo, faremo ve- 
dere che la serie lineare segata sopra la curva ge- 
nerica di esso dalle curve infinitamente vicine {serie 
caratteristica nel senso esteso di Severi), è completa. 
A questa conclusione perverremo anzi in generale, 
senza la restrizione che il sistema lineare |C| sia re- 
golare. 

§3. — Per raggiungere lo scopo detto innanzi, 



Digitized by VjOOQIC 



9 

rappresentiamo la nostra superficie (d'ordine s) sopra 
un piano multiplo {spio) dotato di una certa curva 
di diramazione K ; ciò può ottenersi p, es. mediante 
una proiezione da un punto esterno. Le immagini delle 
curve C saranno curve C^ d' un certo ordine m, (uguale 
air ordine delle C corrispondenti), dotate d' un certo 
numero d di punti doppi variabili, e toccanti in un 
certo numero q di punti la K] supposto (come è le- 
cito) che il sistema \C\ non abbia punto base sulla 
superficie, neppure le C, passeranno per punti fissi 
nel piano. 

Ora si può stabilire la seguente osservazione fon- 
damentale : tutte le curve d'ordine m, del piano , do- 
tate di d punti doppi ed inoltre di q contatti con K, 
componenti il piii ampio sistema continuo contenente 
quello dèlie C, sono immagini di curve d'ordine m, 
tracciate sulla superficie , che compongono il più ampio 
sistema continuo di curve del medesimo ordine cui 
appartiene | C | . 

Questa osservazione si giustifica in un modo molto 
semplice, ricorrendo a considerazioni di analysis situs ; 
giova tuttavia di mettere in evidenza il fondamento 
di esse, che è un po' delicato. 

Suppongasi che una curva L^ d' ordine m, del piano 
splo^ avente d punti doppi e toccante K in q punti, 
anziché essere immagine semplice di una curva dello 
stesso ordine m della superficie (ed immagine {s — 1) 
pia della curva congiunta a questa nell' involuì^ione i 
cui gruppi sono rappresentati dai punti del piano splo)^ 
sia invece immagine spia di una curva irriducibile Z 
della superficie, aùtocongiunta, cioè appartenente alla 
involuzione. 

In tale ipotesi avviene che la curva L può variare 
con continuità sulla superficie, fino a degenerare in 
una curva composta di una C e della curva con- 
giunta D. Ed è importante notare questo : che la L 



Digitized by VjOOQIC 



10 . 

generica e la €-+-3 hanno lo stesso numero {sd-^q) 
di punti doppi, corrispondenti ai d punti doppi della L^ 
e di Cj , e ai 5^ contatti, rispettivamente di L^ e 
di (7,, colla K. 

Ma questa conclusione è assurda : non è possibile 
cfie una curva L variabile con continuità sopra una 
superficie, degeneri senza acquistare nu^vi punti doppi. 
Infatti si consideri la superficie di Riemann, im- 
magine dei punti complessi di Z ; su questa deve ri- 
tenersi impedito il passaggio da una falda air altra 
in ciascuno dei punti doppi dati, rotta cioè la connes- 
sione attraverso questi punti ; e pur nondimeno, essendo 
L irriducibile, la superficie resta commessa. Orbene la 
i ( = C -h- D) , degenere senza nuovi punti doppi, sa- 
rebbe invece composta di due parti no7i connesse fra 
loro ; non si potrebbe passare con un cammino con- 
tinuo da C a D attraverso i punti comuni alle due 
parti, perchè, secondo V ipotesi di cui vogliamo pro- 
vare l'assurdità, quei punti sono limiti di punti doppi 
di Z, nei quali è impedito il passaggio da una falda 
all'altra. L'assurdo, che volevamo mettere in evidenza, 
nasce da ciò che, una superficie di Riemann scon- 
nessa non pud risultare come limite di una superficie 
connessa. 

Pertanto resta stabilita la nostra osservazione fon- 
damentale. 

§4. — • Per fornire la dimostrazione promessa, 
ci rimane ora da valutare, nel piano multiplo, la di- 
mensione del massimo sistema continuo di curve C^ 
d'ordine m, con d punti doppi variabili e q contatti 
colla Kj sistema che contiene le immagini delle curve 
C appartenenti al sistema lineare considerato sopra la 
superficie F. Neil' indicare, brevemente, come ciò possa 
ottenersi, ci varremo anche di un* osservazione sem- 
plificatrice comunicataci dal sig. Castelnuovo. 



Digitized by VjOOQIC 



11 

Consideriamo anzitutto, nel piano, il sistema di 
tutte le curve- (7, d' ordine m con d punti doppi va- 
riabili, il cui genere vale 

. (^ — l)(m — 2) 

La dimensione del sistema è 

r =i7T — 1 -h- 3m . 

Intersecando una curva C^ colle curve infinitamente 
vicine del sistema stesso, si trova che dtie interse- 
zioni vengono assorbite in ciascun punto doppio (*) ; 
pertanto la serie caratteristica (nel senso di Severi), 
segata sopra la C^ dalle predette curve infinitamente 
vicine, è una 

ì'27t;— 2-i-3m 

completa. 

Ciò posto consideriamo le. (7^, d'ordine m, che 
(oltre ad avere d punti doppi variabili) hanno q con- 
tatti colla curva (di diramazione) K\ o, quanto meno, 
consideriamo, uno qualunque dei sistemi di C^ (più 
ristretti) che così si ottengono, se ve n' è pili d' uno. 

Due C^ siflFatte, infinitamente vicine fra loro, hanno 
comuni (oltre le 2d intersezioni assorbite dai punti 
doppi) i q punti di contatto con K. Dico che : tutte 
le C, del nostro sistema ristretto, infinitamente vicine 
ad una generica, segano su questa, all' infuori dei q 
punti fissi suddetti, una sene completa 

che può essere speciale (la quale ci fornisce l' imma- 



(*) Cfr. Beck -- Mathem, Annaten Bd. XlV. 



Digitized by VjOOQIC 



12 

gine della serie caratteristica pertinente al più aìnpio 
sistema di curve C, della superfìcie, rappresentate 
dalle (7,). 

Si consideri infatti, nel piano, una qualunque curva 
d'ordine m con d punti doppi, infinitamente vicina 
alla Cj data, la quale passi per quei g punti di con- 
tatto ; si dimostra che essa tocca parimente in q punti 
la K^ e quindi appartiene al nostro sistema ristretto 
di C. 

Infatti la proprietà che occorre dimostrare può 
convertirsi in questa (ben nota) : se in uno spazio, ad 
un numero qualunque di dimensioni, si ha un iperpiano 
a tangente ad una curva in un punto, ogni iperpiano 
infinitamente vicino ad a il quale passi per il punto 
di contatto, tocca parimente la curva. 

Riesce così compiuta la dimostrazione promessa, 
essendosi provato pel sistema delle immagini sul piano 
multiplo e quindi pel sistema obiettivo sopra la su- 
perficie che : 

Ogni sistema continuo di curve algebriche di un 
dato ordine, sopra una superficie, il quale non sia 
contenuto in un altro piii ampio, ha la serie carat- 
teristica completa, 

E perciò, in particolare, che « ogni sistema lineare 
regolare, di genere n e grado n, sopra una superficie 
irregolare (di genere Pa , Pg) è contenuto in un si- 
stema continuo non lineare di dimensione 

n — TT. '{-\-\- Pg ». 

§ 5. — Rileviamo il fatto espressivo che « sopra 
una superficie qualunque, i sistemi continui di curve 
(non ampliabili o completi) hanno sempre la serie ca- 
ratteristica completa » ; esso fornisce, come si vede, 
una utile estensione ed una più precisa determinazione 



Digitized by VjOOQIC 



13 

del cosìdetto teorema di Riemann-Roch relativo 
ai sistemi lineari. 

Si avverta che il teorema sopra enunciato si estende 
senza difficoltà ai sistemi completi con punti base 
assegnati. 



* Il Presidente Prof. Comm. Giacomo Ciamician legge 
la seguente Nota: Intorno alle moderne teorie sui le- 
gami doppi e le formole di struttura del pirrolo. 

In occasione di una mia conferenza sullo sviluppa 
della chimica del pirrolo negli ultimi 25 anni (1), m'è 
avvenuto di riflettere sopra un problema a cui da molto 
tempo non aveva più pensato. 

É ben noto che il pirrolo è una assai debole base, 
•ma che acquista tosto il carattere di un' ammina se- 
condaria alifatica quando addiziona una molecola di 
idrogeno. Questo brusco passaggio è perfettamente ana- 
logo a quello che generalmente si osserva nella ridu- 
zione dei composti aromatici, i quali cambiano com- 
pletamente il loro contegno chimico per addizione d'una . 
sola molecola d' idrogeno e cioè per saturazione di una 
solo dei tre legami doppi, che, secondo il concetto keku- 
leiano, essi dovrebbero contenere. Per spiegare questa 
fatto Baeyer e Armstrong hanno proposto le co- 
sidette formole centriche, secondo le quali nei derivati 
del benzolo non esisterebbero più i tre doppi legami 
di Kekulè^ ma le sei valenze disponibili dei sei atomi 
di carbonio si neutralizzerebbero in modo non bene 



(1) Tenuta alla società chimica tedesca a Berlino, il 5 no- 
vembre 1904. Vedi Berichte der deutschen chem. Gesellschaft. 
voi. 37, pag. 4200. 



Digitized by VjOOQIC 



14 

definito neir interno della molecola. B a m b e r g e r cercò 
più tardi di applicare le formole centriche . anche ai 
composti polinucleari omociclici ed ai corpi eteroci- 
clici. Secjondo questo autore nel tiofene, ne] pirrolo e 
nel furano, lo zolfo, Y immino e P ossigeno si compor- 
terebbero come elementi o gruppi tetravalenti e così 
anche in questi anelli esisterebbe il cosidetto equili- 
brio esacentrico : 

HC rjH 






Queste vedute del B a mb erger non incontrarono 
però il consenso dei chimici, segnatamente perchè le 
formole centriche dovrebbero rappresentare il massimo 
grado di resistenza o di saturazione, mentre il pirrolo 
ed il furano sono composti che non possiedono la sta- 
bilità caratteristica del nucleo bènzolico. 

Oltre a ciò, come io allora feci osservare (1), 
tali formole sarebbero incompatibili col contegno chi- 
mico degli n-ossipirroli i quali, ammettendo l'azoto 
pentavalente, dovrebbero avere i caratteri degli idrati 
degli ammoni quaternarj organici, mentre si compor- 



(I) Vedi G. Ciamician, Berichte 2^, 2122. — Bam- 
berger, Annalen der Chemìe 273, 373 e Berichte 20, 1946. 



Digitized by VjOOQIC 



15 
tano come derivati dell' idrossilammina : 

{C^H^) ^ N'OH (C//3), ^ N'OH . 

n-os8Ìpirrolo idrato di tetrametilammonio 

Naturalmente ad una simile obbiezione non si evi- 
terebbe con r altra formola proposta pure dal Bam- 
b erger: ^„ 




la quale starebbe inoltre in disaccordo con la costi- 
tuzione degli indoli. 

Però io in una Memoria (1) pubblicata nel 1893 
assieme al Zanetti concludeva con le seguenti pa- 
role : « Il carattere peculiare dell' immino pirrolico 
€ non è dunque la sua tetravalenza, l'azoto è in esso 

< trivalente come sempre, ma le sue due altre valenze, 

< che nelle ammine secondarie sono pronte a mani- 
ne Testarsi, si trovano in uno stato latente come quelle 
€ che formano i due doppi legami fra i quattro atomi 
4c di carbonio del radicale " C^if^ ,, ». 

Con ciò r immino pirrolico, come pure lo zolfo e 
r ossigeno nel tiofene e nel furano, verrebbero ad es- 
sere comparati per le loro due valenze latenti ad uno 
dei gruppi — CH = CH — dell' anello benzolico : 

HC ^ff HC„ ^CH 

\ / 

HC CH 




(1) Gazzetta chimica, 23, II, 420 e Berichte, 26, 1711. 



Digitized by VjOOQIC 



16 

Per le stesse ragioni, questo era dunque il mio con- 
cetto d'allora, per cui i tre doppi legami kekulejani 
non si manifestano nel benzolo coi loro ordinari carat- 
teri, r immino pirrolico non è che difficilmente in grado 
di addizionare una molecola d'un acido monobasico 
per salificarsi. 

In questi ultimi tempi il concetto intorno al si- 
gnificato del doppio legame s' è alquanto modificato 
e segnatamente nel senso che i legami doppi possono 
avere in composti diversi, differenti caratteri. Sopra 
tutto è stato Thiele (1) che nel 1899 ha saputo 
dare a questo concetto una forma più precisa. 

Partendo da alcune osservazioni del Baeyer egli 
fece vedere che, in molti casi, due doppi legami accop- 
piati, o come égli s' esprime conjugati^ hanno proprietà 
diverse da quelle di due singoli legami doppi non 
congiunti direttamente insieme. Il sistema 

si comporta come un gruppo bivalente, cioè come se 
invece di quattro, contenesse due sole valenze dispo- 
nibili e queste due valenze si rendono manifeste ai 
due atomi terminali della catena. Così ad esempio 
l'acido muconico di Baeyer, si idrogena nel seguente 
modo : 

COOH' CH= CH— CH= CH * COOH — ^ 



^ COOH 'CH^ — CH=CH—CH^' COOH 



e per citare l'esempio più semplice, il butadiene 

CH^ z=CH—CH= CH^ 
addiziona, secondo Thiele, soltanto due atomi di bromo 



(1) Annalen der Chemie, 306, 87. 



Digitized by VjOOQIC 



17 

per dare il composto 

CH^ ' Br — CH=CH— CH^ • Br . 

Per rendersi ragione di questo ordine di fatti, 
T h i e 1 e ammette che nel doppio legame non sieiio 
ugualmente impegnate le due valenze di ciascuno dei 
due atomi di carbonio, ma che invece la seconda va- 
lenza si trovi per così dire sdoppiata, in modo che 
parte di essa vada a formare il doppio legame, mentre 
parte se ne rimane libera : 

c—.c . 



Egli parla così di valenze parziali^ che sarebbero ap- 
punto quelle che in ogni singolo doppio legame restano 
disponibili. 

Ora quando due doppi legami sono direttamente 
accoppiati, accade che le due valenze degli atomi di 
carbonio di mezzo si saturano reciprocamente ed al 
sistema non rimangono libere che due le valenze par- 
ziali estreme. 

C—C—C—C —>- C=iC—C^:^C 



Per intendere meglio questo modo di rappresentare 
i fatti, Thiele ammette che le due valenze parziali 
di ogni legame doppio abbiano una diversa polarità, 
e che però in quelli accoppiati le due polarità di mezzo 
si neutralizzano reciprocamente, in certo qual modo, 
come nell'accoppiamento di due elementi magnetici : 

C=C C=C—C—C . 



Se si concede questo, si comprende subito come nel 
sistema di tre doppi legami coniugati, quale secondo 

Rendiconto 1901-1903 3 



Digitized by VjOOQIC 



18 

Kekulè dovrebbe essere il benzolo, tutte e sei le 
valenze parziali vengano a scomparire, dando al com- 
plesso il carattere di composto saturo. 

Alle vedute di T h i e 1 e sono state mosse recente- 
mente delle obbiezioni, perchè sono stati trovati vari 
casi in cui due doppi legami conjugati non hanno il 
contegno preveduto dalla sua teoria. Hinrichsen (1) 
ha trovato che alcuni composti della formola : 

/^' 

R — CH—CH—CH=zC^ 

1 2 3 * R 

in cui R, R^ ^ R,, sono radicali negativi diversi, 
come ad esempio 



C^H^ — CH — CH — CH := C {COOCH^^ 

18 3 4 



oppure 



C^H^ — CH=CH—CH=:C: 



C,H, 



' ^ 3 4 X COOC^H^ , 

addizionano bromo al doppio legame (1,2) invece che 
ai due atomi di carbonio estremi : 



R — CHBr — CHBr —CH=C: 



R. 



(1) Annalen der Chemie 336, 168 e 323. 



Digitized by VjOOQIC 



19 

Questi fatti dimostrano senza dubbio che la teoria 
delle valenze parziali non va intesa in modo così ge- 
nerico come forse Thiele aveva supposto, e Hin- 
richsen ha certamente ragione quando osserva che 
sull'addizione ai doppi legami di un composto non 
saturo deve itifluire il carattere negativo o positivo 
dei radicali presenti nella molecola. Può darsi benis- 
simo che Taddizione ad una coppia di legami conju- 
gati avvenga in modo normale, cioè, secondo la regola 
di Thiele, soltanto quando la molecola abbia una 
costituzione simmetrica non solo relativamente al nu- 
mero, ijia anche al carattere chimico dei radicali uniti 
alla catena fondamentale. Questo appunto si verifica 
nei citati casi delP acido muconico e del butadiene. 
Io credo però che, tenendo conto di ciò, la teoria di 
Thiele, malgrado questa restrizione, possa essere in- 
vocata per rendersi ragione del contegno dei doppi 
legami nel benzolo ed in altri composti aromatici. 

Il fatto essenziale, su cui Thiele ha con ragione 
richiamato V attenzione dei chimici, non è infine che 
questo : nei composti organici vi possono essere due 
doppi legami conjugati i quali equivalgono a due 
anziché a quattro valenze. Se dunque vi sono com- 
posti in cui il complesso 

— CH= CH—CH=L CH — 

funziona da bivalente, per una compensazione dei due 
doppi legami conjugati, non deve recare meraviglia^ 
se il sistema kekulejano del benzolo 

H C C H 

// \ 

irc=cH 



Digitized by VjOOQIC 



20 

si mostra indifferente. E però questa analogia basta 
a render conto del carattere aromatico e non v' è 
più bisogno di ammettere una nuova specie di legami, 
quali dovrebbero essere i cosidetti legami centrici o 
diagonali. 

Ora si domanda se simili considerazioni siano da 
ripetersi a proposito della intima costituzione degli 
anelli pentatomici del tiofene, del pirrolo e del furano. 
A me pare di si. Il contegno di questi corpi si ac- 
costa molto a quello dei composti aromatici, ma in 
grado diverso. Il tiofene corrisponde in modo vera- 
mente meraviglioso al benzolo ed assai marcata è 
l'analogia del pirrolo coi fenoli, il furano invece è. 
fra i tre, quello che più si allontana dai corpi aro- 
matici e che più ricorda nel suo contegno quello delle 
sostanze non sature della serie alifatica. 

Si potrebbe quindi ammettere che le valenze par- 
ziali del complesso 

— CH=z CH—CH= CH — 

siano più meno neutralizzate dalle due valenze la- 
tenti dello zolfo, dell' azoto e dell' ossigeno nei tre 
anelli ora considerati, in modo che lo zolfo eserciti 
il massimo e 1' ossigeno il minimo effetto. 

Nel pirrolo le cose si presenterebbero nel seguente 
modo. Le due valenze parziali del complesso C^H^y 
dodate di diversa polarità, verrebbero a saturare par- 
zialmente le due valenze latenti dell' azoto iminico 

fi C^^^C H 



'XlIC^ CHOC 

^^ ^- 

N 
H 



Digitized by VjOOQIC 



21 

e però entrerebbero in concorrenza con quelle dell' idro- 
geno e del radicale alogenico degli acidi nella sali- 
ficazione. Il pirrolo deve essere però una base assai 
più debole di quanto, senza altre considerazioni, lo 
farebbe apparire la sua costituzione chimica. Questo 
modo di rappresentare i fatti viene, come si vede, a 
coincidere col concetto da me espresso nel 1893. 

L' indolo corrisponde perfettamente alla naftalina, 
rappresentando questa colla formola di Thiele, 



H 

.Ce 



H 



H 



(I I l)„ (I 

H 



Ha 



H 




CH 



come il carbazolo air antracene. 

Ora quando il pirrolo addiziona una molecola 
d' idrogeno avviene un mutamento analogo a quello 
che si compie nella parziale riduzione dei derivati 
benzolici. Il compenso fra le valenze latenti cessa ed 
il pirrolo perde i suoi caratteri aromatici speciali per 
diventare una ammina secondaria alifatica. Coi sim- 
boli di Thiele questo cambiamento può essere rap- 
presentato nel seguente modo : 



N,C- 



Ii,C^ 



I \ 






C H 



II. 

H C CH- 

I \ 



H^ C. 



.CH, 



^H^ 



Siccome nel pirrolo le valenze parziali delle posizioni 



Digitized by VjOOQIC 



22 

a a non sono interamente compensate dalle valenze 
latenti dell' immino, così è assai probabile che nel- 
r idrogenazione diretta, gli atomi d' idrogeno vadano 
a saturarle e però che alla pirrolina ordinaria spetti 
la seconda delle due formolo soprascritte. 

Ma il pirrolo può perdere il suo carattere aro- 
matico anche senza idrogenarsi e soltanto per una 
interna isomerizzazione, analoga a quella dei fenoli, 
quando diventano chetoni. Come è stato recentemente 
dimostrato da Angeli e da Plancher (1), vi sono 
parecchi derivati pirrolici, che corrispondono ad uno 
dei due seguenti schemi, nei quali, come nelle pirro- 
line, il compenso delle valenze latenti dell' azoto non 
è più possibile e però questi derivati del pirrolo si 
salificano prontamente con gli acidi. 



H C C H2. HC CH 

// \ (I \ 

H C yCH H C. CHz 

Intorno all' influenza dei doppi legami sul contegno 
e carattere dei composti organici sono state fatte, 
qualche tempo fa, dal Marckwald (2) importanti 
esperienze e considerazioni. Egli a più riprese ha di- 
mostrato che il doppio legame etilenico ha carattere 
negativo e che in tal senso influisce sui gruppi che ad 
esso sono direttamente congiunti. Ad es. nelP indene 
il doppio legame dell'anello pentatomico influenza il 
gruppo metilenico come se esso fosse unito ad un car- 
bonile e però i suoi due idrogeni reagiscono in modo 



(1) Vedi il mio citato discorso. 

(2) Vedi W. Marckwald, Annalen der Chemie voi. 274, 
pag. 331 e voi. 279 pag. 1, ed inoltre Berichte 28, 114 e 1501. 



Digitized by VjOOQIC 



23 

caratteristico coir acido nitroso e colla benzaldeide. 
Si ottengono i seguenti composti : 



CH 



CH^ C : NOH 



e C,H/^ ^CH 

CH^CH{OH)^C^H^ 

Per queste ragioni Marckwald ammette che 
r immino pirrolico trovandosi interposto fra due doppi 
legami, deve necessariamente perdere il suo carattere 
basico. Egli compara però il pirrolo alla difenilam- 
mina, che appunto è assai debole base. A questo raf- 
fronto si potrebbe aggiungere quello dell'etere diidro- 
collidindicarbonico di Hantzsch, che non è punto 
basico e lo diviene perdendo due atomi di idrogeno, 
trasformandosi cioè in composto piridico, e dei due 
eteri metilici della y-ossipiridina di Lieben e Hai- 
ti nger (1), di cui soltanto quello ossimetilico ha 
ha carattere decisamente alcalino. 



H CH, 

C 




CH, 
C 


CfifiOC' C{\C' COOC^H^ 


C^HpOC -C/^C- COOC^^ 
CH,\)CH, 

N 


CH^'C\/C'CH^ 
N 
H 




CO 

HC/\CH- 




C'OCH, 
HC ^^ CH 


HcKJcH 
N 




HC \/ CH 



(1) Monatshefte fur Chemie 6, 309 e 321. 



Digitized by VjOOQIC 



24 

L' immino, nell'aggruppamento : 

— CH=CH'N'CH=CH—, 
H 

sarebbe dunque quasi privo della facoltà di combinarsi 
con gli acidi per la immediata vicinanza di due doppi 
legami. 

Ora si domanda se i due modi di considerare i 
fatti, cioè quello derivante dalla teoria di Thiele e 
quello di Marckwald si trovino in contraddizione 
e però si debba scegliere fra l'una o l'altra inter- 
pretazione. 

Certamente allo stato attuale della nostra scienza 
una esauriente risposta definitiva non può essere data ; 
fino che il concetto di valenza non ha acquistato un 
significato fisico più preciso, questioni come la pre- 
sente non possono essere risolute con sicurezza e ri- 
mane sempre il campo troppo aperto ai capricci del- 
l' arbitrio. A me pare però, senza poter dare in propo- 
sito ragioni di valore stringente ed assoluto, che i 
fatti posti in rilievo dal Thiele e quelli trovati dal 
Marckwald siano nella loro essenza dell' istessa 
indole e che le due interpretazioni vengano ad espri- 
mere un medesimo concetto. 

Che il doppio legame etilenico e quello carbo- 
nilico possano avere analogo eflFetto lo si può agevol- 
mente comprendere 



C—C c = o 



in tutti e due i modi, perchè non è difficile imma- 
ginare, anche nel senso inteso dal Thiele, che le 
valenze insoddisfatte del doppio legame abbiano un 



Digitized by VjOOQIC 



25 

influenza acidificante. Il valore della teoria di T h i e 1 e 
sta per me nel fatto che essa dà inoltre ragione della 
reciproca influenza che due o più doppi legami diret- 
tamente congiunti possono esercitare tra di loro. 



^^^^'^ 



Digitized by VjOOQIC 



Digitized by 



Google 



(g^:ff:,f^:f:if:f:f:if:f:f:ff^^^^:if^::fì^:^:,f:ff:,^:f:f^f^ 



r Sessione, 18 Dicembre 1904 



Presidenza del Prof. G. Ci amici an, Presidente. 

L' Accademico Benedettino Prof. Carlo Emery legge 
la seguente Nota che ha per titolo : Le forme palear- 
tiche di Gamponotus maciilatus F. 

La conoscenza di un gruppo di forme viventi fra loro 
molto affini presenta talora una storia intricata e diffi- 
cile a seguire, attraverso le sue trasformazioni succes- 
sive. Finche il materiale, oggetto di studio, è scarsissimo, 
le specie sembrano bene definite e facili a discriminare. 
Successivamente il materiale cresce, si vengono a cono- 
seere nuove forme, delle quali talune intermedie fra 
quelle già note; incomincia un periodo di confusione 
crescente, finché rinnovati studi, fondati su materiali 
estesissimi vengano a ristabilire V ordine, ma un ordine 
molto diverso dair ordine apparente dei primi tempi ; 
questo era conseguenza dell' ignoranza, mentre V altro è 
il risultato di una conoscenza più prefonda delle cose. 
Un altro elemento puramente formale viene ancora spesso 
ad accrescere la confusione : intendo dire della sinonimia 
che diviene intricatissima, a cagione di errori commessi 
in precedenza, nella identificazione delle forme di cui il 
revisore critico del gruppo è in dovere di ricondurre i 
nomi al loro significato primitivo e solo legittimo. 

Tutti questi elementi di confusione si trovano accu- 



Digitized by VjOOQLC 



28 

raulati nella storia del gruppo di formiche compreso, 
secondo il concetto attualmente corrente, sotto il nome 
specifico comune di Camponotus maculatus F. Sotto 
questo nome si raccolgono oggi, oltre la forma designata 
del Fabricio col nome di Formica maculata, un gran 
numero di forme fra loro diflferentissime e abitanti tutti 
i continenti. Parte di queste forme erano state primiti- 
vamente descritte come specie distinte. Ma col suo lavoro 
sulle formiche del Viaggio di Fbdtschenko pubblicato nel 
1876, il Mayr, e poco dopo nel 1879 con le sue Etudes 
myrmécologiques il Forel mostrarono che ;e forme de- 
scritte e conosciute sotto i nomi di Camponotus silva- 
ticm Ol., macvlatus F., cognatits F. Sm., aethiops Latr. 
e altri ancora non potevano rigorosamente essere sepa- 
rate come specie, perchè ricongiunte tra loro da forme 
intermedie; queste forme di passaggio il Forel desi- 
gnava, talora anche senza descriverle più esattamente, 
coi nomi per se stessi significativi (benché non di rado 
mendaci) di cognato-maculatus, sUvatico-aethiops e simili. 
Piti tardi lo stesso Forel ripigliò lo studio del gruppo 
sulla base di materiali più copiosi di svariate prove- 
nienze, e ripetutamente ritornò sull'argomento per illu- 
strare le formiche raccolte dal von Oertzen in Grecia, 
quelle raccolte da lui medesimo nei suoi viaggi in Alge- 
ria e in Tunisia e altre ancora. Efifetto di questi studi 
ripetuti del Forel fu di definire un numero sempre mag- 
giore di tipi subspecifici, ciascuno dei quali connesso a 
varietà ; tipi aventi ciascuno un habitat determinato, sia 
geograficamente sia nel genere di vita deserticola, arbo- 
ricola, notturna o altra. 

Pure riconoscendo l' affinità più prossima di talune 
sottospecie fra loro, il Forel non si è occupato di racco- 
gliere queste forme, divenute numerose, in gruppi com- 
plessivi che valessero a stabilire ordine neir insieme. 
Questo è precisamente il compito che io mi propongo nel 
presente scritto, facendo seguito ?.d un primo tentativo 



Digitized by VjOOQIC 



29 
di divisione di tutto il complesso delle forme del vecchio 
continente in due gruppi principali, T uno dei quali com- 
prendente le forme che hanno le tibie fornite di aculei al 
margine flessorio, V altro quelle che ne sono prive. Que- 
sta divisione proposta da me fino dal 1887 mi sembra 
avere resistito alla prova del tempo e dell' esperienza ed 
essere atta a servire di base ad ulteriori studi. 

Ma prima di andare oltre, è d' uopo procedere a 
rettificare alcune denominazioni, divenute purtroppo tra- 
dizionali per designare forme differenti da quelle per le 
quali furono proposte dai loro autori. 

Nel 1856 F. Smith assegnava il nome di Formica 
cognata ad un Camponotus dell'Africa australe. Mayr, 
FoREL e io stesso abbiamo creduto poter applicare il 
nome smithiano ad una forma diffusa nella zona medi- 
terranea dell'Africa. Per essere certi della esattezza della 
determinazione, era d' uopo assicurarsi che la forma me- 
diterranea esistesse nell'Africa australe e corrispondesse 
precisamente ai tipi descritti dallo Smith, e questo non 
era stato fatto finora. 

Secondo io Smith, il C. cognatus differisce dal C. 
maculatus (forma tipica) per l' addome scuro senza mac- 
chie. Ad una forma così colorata e che ho ricevuto da 
diverse località dell'Africa australe ben si adatta la 
descrizione,- e perciò credetti riconoscere in essa il vero 
cognatus ; però m' ingannavo : questa forma, riconoscibile 
dalle guance fornite di peli ritti e che perciò chiamo 
C. maculatvLS intonsus (1) è differente dal cognatuis. In 



(i) C maculatus intonsus n. subsp. 

Operaja. Statura del C. maculatus tipico (lungh. massima 12 V? 
mm.) ; la testa del soldato è meno larga (3.4 X 3.1 mm ), le estre- 
mità più corte (scapo al massimo 2.8, tibia post 3.5 mm.). Nelle 
operaie minime, i lati del capo convergono più rettilinei, dagli occhi 
al margine occipitale, il quale è più stretto che nel maculatus. La 
scultura è più forte e il tegumento più opaco in tutto il corpo. I lati 
del capo offrono più distinti i punti sparsi, e questi portano brevi 



Digitized by VjOOQIC 



m 

fatti il ten. colon. C. T. Bingham, che dietro mia pre- 
ghiera ebbe la cortesia di esaminare il tipo di Smith 
conservato al Museo Britannico^ mi scrive che ha le 
ijuance prive di peli e non diflFerisce dal maculatus, fuor- 
ché per r assenza delle macchie gialle suir addome. An- 
che il C. lacteipennis F. Sm., come risulta dall' esame 
dei tipi fatto dallo stesso Bingham, non differisce per 
caratteri di struttura dal maculatus tipico. Avevo erro- 
neamente creduto riconoscere questa specie in una forma 
del C ìndculatus diffusa nell'Africa australe e a Mada- 
trascar, caratterizzata per V assenza di aculei al margine 
ttessorio delle tibie, per cui la designo oggi col nome di 
C, maculatus liocnemis (1). 

Il C. cognatus auct. (non F. Smith) non è stato 
finora definito con precisione. Sotto questo nome sono 



setole ritte. Le tibie sono armate di aculei al margine flessorio. Co- 
lore interamente giallo pallido nelle operaie minime; in quelle più 
grandi, il gastro è più o meno brtino ; nelle massime, il torace è 
forrugineo, il capo più scuro, l'addome bruno' o nero, senza macchie 
iì pure con macchie indeterminate di un giallo bruno più scuro che 
nel maculatus. 

Colonia del Capo e Transwaal. 

(i) C tnaculatus liocnemis n. subsp. {C. maculatus lacteipennis 
(non F. Sm.). Emery in Ann. Soc. ent. France voi. 44, p. 46, 1895). 

Operaia. Più piccolo del C. maculatus tipico e più gracile (lungh. 
mass. 10 Vi mm). Capo del soldato meno largo (3.2 X 2.8 mm.) con 
gli angoli occipitali più ritondati ; le tibie non hanno aculei e misu- 
rano al massimo 3 mm. Scultura più debole, per cui tutto l' insetto 
V. più lucido. Colore come nel maculatus, ma il contrasto tra il giallo 
e il nero è ancora più forte. 

Colonia del Capo e Transwaal. 

Var. tnadecaasa n. var. 

L' operaia di questa varietà è più grande e snella (Lungh. mas- 
sima 13 mm.,) capo 3.5 X 3, tibia posteriore 3 5, del resto simile al 
tipo della sottospecie. 

Madagascar. È questa la forma che Forel designa neir opera di 
Grandidier come G. maculatus i. sp. 



Digitized by VjOOQIC 



31 

state confuse diverse forme aventi in comune il colore 
scuro, la statura grande e robusta e le tibie più o meno 
prismatiche. Non mi è possibile discutere il valore di 
tutte le formiche di diverse provenienze che trovo desi- 
gnate col nome di cognatus in diverse note faunistiche 
di varie date. Mi limiterò per ora a definire una di 
queste forme, abitatrice delle oasi nell'Algeria secondo 
le osservazioni di Forel, alla quale darò il nome di: 

C. muculatus barbarieus subsp. nov. 

La colorazione delle operaie è oscura, il torace più 
chiaro nelle piccole, le tibie con carena dorso-mediale e 
solco dorsale marcato, numerosi aculei al margine ven- 
trale; guance fornite di peli ritti; la pubescenza delle 
tibie e scapi brevissima e totalmente aderente. Antenne 
e zampe corti. In un esemplare massimo di 12 mm., il 
capo (senza le mandibole) misura 3.8 X 3.5 mm., lo 
scapo 3.2, la tibia posteriore 3.7 mm. 

Esemplari di Gibraltar e di Siviglia sono più gracili, 
cgn le zampe più lunghe. In un individuo di 12 mm., lo 
scapo misura 3.5, la tibia posteriore 4 mm. 

Le misure dello scapo e dei membri hanno molto 
valore per distinguere le singole forme del C. macula- 
tus. Però i risultati ottenuti sul materiale scarso che ho 
a mia disposizione, mi sembrano relativamente costanti e 
atte a fornire caratteri rigorosamente definibili. 

I peli ritti alle guance si ritrovano nelle sottospecie 
pilicornis RoG., samitcs For., aethiops Latr. e oertzeni 
Por.. Di questi i tre ultimi sono forme ben note; del 
primo passo ora ad occuparmi. Il C. festal Emery deve 
essere separato come specie distinta. 

ۥ nuiculatus pilicornis Rog. 

Roger descrisse nel 1859 una forma di Spagna 
che chiamò Formica marginata var. pilicornis e che 
disse differire dalla F. marginata per i peluzzi che vi 



Digitized by VjOOQIC 



32 

si osservano sullo scapo delle antenne. Questa descri- 
zione è tutt' altro che chiara e ha indotto Forel e me 
stesso a riferire alla var. pUicornis una forma orientale 
del C. maculatus di cui mi occuperò fra poco. Per eli- 
minare ogni dubbio, ho confrontato dei tipi della colle- 
zione Roger comunicatimi dal Museo di Berlino, ed ho 
potuto convincermi che veri peli ritti sulle antenne non 
esistono fuorché alla estremità dello scapo, come in altre 
forme ; ma la pubescenza ordinaria è più lunga che nella 
var. marginata del C, macidatits aethiops e debolmente 
staccata, benché molto meno che nel C. maculatus sa- 
mius. Questa forma si trova anche in Portogallo. Essa 
differisce dal C. macidatus harbaricus per la forma più 
snella e le tibie senza carena dorso-mediale né solco 
dorsale. Il capo delle operaie massime è meno largo : 
in un individuo di 12 mm., 3.5 X 3.1 mm. ; i membri 
relativamente più corti : scapo 3, tibia post. 3.5 mm. 

Una forma quasi identica si trova in Sicilia (Pa- 
lermo); la pubescenza è più corta, le tibie offrono una 
debole carena dorsomediale, ma non hanno solco dorsale. 

Riferisco come varietà alla sottospecie pUicornis la 
forma descritta da Forel nel 1894 col nome di C, ma- 
culatus dichrous var. massiliensis. Essa ne ha tutti i 
caratteri e ne differisce soltanto per la colorazione. 

C. maculatus sUvatieus Ol. 

Questa forma della Francia meridionale differisce 
dalle precedenti per l'assenza dei peli alle guance; le 
tibie hanno una carena dorsomediale distinta, le zampe 
sono molto corte e robuste. In un esemplare di 11 mm., 
il capo misura 3.5 X 3.1, lo scapo 2.8, la tibia post. 3.1. 

Vengo ora alla critica delle forme mediterranee de- 
scritte col nome di subsp. dichrous For. 

La prima descrizione pubblicata dal Forel nel 1879 



Digitized by VjOOQIC 



33 
fu fatta sopra due esemplari della mia collezione, che 
conservo ancora e che il Forkl non rivide mai più. Non 
è quindi da stupirsi, vista T imperfezione delle cono- 
scenze di allora, che, ritrovando dei Camponotus alge- 
riani similmente colorati, egli li riferisse alla stessa sot- 
tospecie dalla quale sono però differenti. Ne parlerò più 
innanzi. I due esemplari tipici sono identici per le pro- 
porzioni del corpo alla forma che Forel ha poi chiamata 
oasium^ da cui differiscono soltanto per la colorazione. 
Le forme oasium e dichì^ous Fou., come la mia var. 
fellah e ancora la fórma asiatica descritta ultimamente 
dal FoREL col nome di cognato-compressus riii sembrano 
potersi riunire come varietà alla Formica carinata Brul. 
delle isole Canarie, in una sottospecie che designerò col 
nome di : 

C. maculatus carinatus Brul. 

Questo gruppo comprende le più grandi tra le forme 
mediterranee e iraniche della specie. La statura mas- 
sima delle operaie raggiunge 13 — 15 mm. ; le antenne e 
le zampe sono assolutamente e relativamente più lunghe 
che nelle altre forme. Nelle var. xerooes, oaskcm e di- 
chroa^ la tibia posteriore raggiunge 5 mm. ; nel cari- 
natus 4.8 ; la var. fellah ha i membri più corti e la 
tibia post, ha per massima lunghezza 4.3 — 4.5 mm. — 
In tutte queste forme le tibie sono fornite di cresta dor- 
somediale e di solco dorsale; non vi sono peli sulle 
guance, e la faccia inferiore del capo è priva di peli o 
ne ha pochi (var. fellah), prescindendo dai lunghi peli 
che si trovano in avanti, vicino alla bocca. 

Sostituisco il nome di var. xerxes (Forel in liti) (1) 
a quello di cognato-compressus, sotto il quale Forel ha 
descritto questa forma. Il nome di cognato-compressus 



{{) Dopo la presentazione di questa nota, il nome di C. macu- 
latus xerxes è slato pubblicato dal Fouel (Ann. soc. ent. Belgique 
voi. 48. p. 424, 1904). 



Rendiconto 1001-1905 



Digitized by VjOOQIC 



34 

fu proposto dal Forbl nel 1886 per designare un com- 
plesso di forme indefinite, da lui ritenute intermedie tra 
la razza cognatus e il C. compressus dell' India. Più tardi, 
nel descrivere la forma oasiiim (1890), disse essere quella 
la formica da lui designata col nome di cognato-com- 
pressus^ asserzione che contradice quanto più recente- 
mente egli stesso dichiara, descrivendo come cognato- 
compressus (1904) la forma scura iranica. Perciò il nome 
dì cognato-comp^essus non potrebbe essere legittima- 
mente applicato, fuorché alla forma oasium^ o, a parer 
mio, più convenientemente abbandonato, sostituendovi 
per la forma iranica il nome di xerxes proposto dallo 

stesso FOKEL. 

La var. fellah con le sue zampe più brevi potrebbe 
essere considerata in qualche modo come un primo grado 
di passaggio alla sottospecie : 

C. niaoiUatus sanctus For., 

forma asiatica recentemente istituita, nella quale la tibia 
posteriore, anche in esemplari massimi di 13 mm., non 
raggiunge mai 4 mm. 

C* maculatus xanthomélas nom. nov. 

{C, maculatus dichrous Fon. 1890, non 1879 ». 

Il mutamento di nome è giustificato da quanto ho 
detto sopra a pag. 33. La forma che designo sotto il 
nuovo nome diflferisce da barbariciis e pilicornis per le 
guance senza peli ritti, da quest" ultimo e dalle sue va- 
rietà per le tibie fornite di carena e solco. Le misure 
corrispondono all' incirca a quelle del maculatus barba- 
ricus^ però i massimi esemplari visti da me sono più 
snelli, con la testa meno grossa di quella del barbaricus. 

Ritengo che si debbano separare dalla sottospecie 
xanthomélas le forme a tibie non carenate, come mas- 
sillensis For., baldaccii Emery e kattensis For., censi- 



Digitized by VjOOQIC 



35 

derate dal Forel come varietà del suo dichrous. Ho rife- 
rito la prima come varietà al pillcornis'y la seconda 
costituisce una sottospecie propria delP Oriente (Creta 
e Asia minore) e ben distinta per la scultura debole che 
lascia il capo lucido; in quanto alla terza, essa non ha 
aculei allo tibie ed ha le guance pelose ; per questi carat- 
teri e per le proporzioni del corpo (esemplari massimi 9 
mm., tibia posteriore 2.7) ritengo debba riferirsi al gruppo 
del C. mitis F. Sm., come sottospecie distinta (1). 

Resta la forma imalaiana considerata dal Forel 
come identica al dichroits tipico. Anche questa è molto 
più piccola del tipo xanthomelas (massimo 9 mm. tibia 
posteriore 2.9). Ha le tibie scanalate e le guance senza 
peli. Senza volere formulare un giudizio definitivo, vista la 
scarsezza del mio materiale di confronto, mi sembra che 
quella forma si avvicini molto al C. mdcufatus basalis 
F. Sm. {lobinieri For.) di cui si potrebbe considerare 
come varietà di colore.. 

In conclusione il C. maculatus dichrous For. costi- 
tuisce un complesso artificiale di forme aventi in comune 
soltanto la colorazione, ma diffferenti per caratteri di 
struttura e riferibili perciò a gruppi naturali disparati. 

C maculatus samius For. 

Il tipo della sottospecie è ben definito e distinto per 
la pubescenza lunga e staccata dello scapo, e delle tibie, 
combinata con la statura grande e la presenza di aculei 
al margine flessorio delle tibie che sono fornite di cresta 
e solco dorsale. Il tipo dell' isola di Samo ha il torace e 
le zampe rossi. Una forma molto più scura, ma del resto 
identica, si trova nel Peloponneso. 

Una varietà con scultura più debole, e per conse- 
guenza più lucida in tutte le sue parti si trova anch' essa 



(l) L'affinità di questa forma col gruppo del G. mitis aveva col- 
pito anche Forel, quando la descrisse nel 189?. 



Digitized by VjOOQIC 



36 

in Grecia. Ad essa si riferiscono gli esemplari raccolti 
da Alessandro Spagnolini neir isola dei Principi nel 
Mare di Marraara e attribuiti a torto, come dissi sopra 
al pUicornis Rog. Colore rosso bruno con capo e gastro 
neri. Designerò questa varietà col nome di var. spagno- 
lina in memoria del compianto collettore. 

Tanto nel tipo quanto nella varietà, le guance sono 
fornite di peli ritti ; lo scapo non ha vere setole ritte. 

Ho descritto nel 1901 una var. ionia proveniente da 
Cefalonia. Alle differenze di colore noverate nella mia 
descrizione, bisogna aggiungere che le guance non hanno 
peli ritti e che qualche setola isolata si vede sullo scapo. 
Non conoscevo ailora altri che esemplari mezzani ; un 
esemplare massimo proveniente dell'isola di Karpathos 
presso Creta mi viene comunicato dal Museo di Berhno 
come tipo della forma determinata da Forel e noverata 
tra le specie raccolte dal v. Oertzen (ma non descritta) 
col nome significativo, per quanto improprio, di cognato- 
pilicornis. Questa varietà meriterebbe forse di essere 
separata come sottospecie a se. 

C. maculatus aethiaps Latr. 

Questa è tra le forme più sicure e ben definite. 
Mentre tutte quelle considerate nelle pagine precedenti 
sono tra le maggiori della specie, questa apre la serie 
delle minori, con statura non superiore ai 9.5 mm. e 
tibia posteriore non raggiungente mai la lunghezza di 
3 mm. Le guance di questa sottospecie e dell' affine 
oertzeni For. sono fornite di peli ritti più o meno nu- 
merosi, e questo carattere è costante anche nelle varietà 
a zampe rosse che corrispondono alla Foì^mica margi- 
nata del Latréille. Questa non può a nessun titolo 
essere considerata come intermedia tra silvaticus e 
aethiops {silvatico-aethiops nel senso di Forel) : un in- 
termedio che meriti questo nome composto non esiste. 



Digitized by VjOOQIC 



37 

Alla varietà a zampe rosse dell' Europa media deve 
essere restituito il nome di marginata Latr. che ha 
portato legittimamente per tanto tempo, essendo fuori 
dubbio che ad essa corrisponde V operaia della descri- 
zione di Latreille. e la specie designata dagli autori 
recenti col nome di C. marginattis ripiglierà il nome di 
C, fallaoc Nyl (= marginatiis Latr. ^ , non ^ ). Anche 
qu«^sto è uno spiacevole ma necessario mutamento della 
nomenclatura. 

Le forane paleartiche con tibie prive di aculei al 
margine flessorio sono ben distinte l' una dall' altra e 
non possono dare luogo a discussione. Alle sottospecie 
hesperius Emery, atlantis FoR., pallens Nyl., alti For., 
turkestanicus Emery e fedtschenkoi Mayr, converrà 
aggiungere jalensis For., staccandolo come sottospecie 
da oertzeni che ha le tibie armate di aculei. 

Se consideriamo la condizione aculeata delle tibie 
come primitiva, potremo pensare che le forme a tibie 
inermi siano derivate polifileticamente dalla serie acu- 
leata. Così jaleìisis sembra connettersi col gruppo aethiops- 
oertzeìii. L' origine delle altre forme mediterranee è tut- 
tavia oscura. C, fedtschenkoi si connette al numeroso 
gruppo indo-australiano del C. maculatus mitis F. Sm. ^1). 

C. m€iciUatu8 mactUatus F. 

Mi rivolgo in Ultimo alla forma tipo dèlia specie 
che, diffusa in gran parte dell' Africa, apparisce quasi 
come un' intrusa nella regione mediterranea, seguendo le 
sponde del mar Rosso e la valle del Nilo. Essa non ha 
affinità strette con nessuna forma mediterranea, mentre 
in Africa ha connessioni molteplici e- in parte tuttora 
mal conosciute. 



(l) Quasi tutte le forme indiane si riferiscono a questo gruppo. 



Digitized by VjOOQIC 



38 

Dal C. maculatus ritengo che si parta un numeroso 
gruppo di forme a tibie non aculeate, gruppo che inco- 
mincia nell'Africa australe col C. maculatm lioaiemis 
descritto sopra e si continua in Madagascar con un labi- 
rinto di forme difficili a discriminare {hova, radamae, 
boivini etc), studiate e descritte dal Forel. Ne mancano 
altre forme affini nel continente africano, come guttatus 
Emery di Kamerun e pictiventris Mayr del Capo di 
Buona Speranza. 

Ne il sistema delle forme più o meno affini al tipico 
macidatus si limita a questo gruppo relativamente omo- 
geneo. L'Africa possiede un gran numero di forme dal- 
l' addome macchiato, in parte descritte, in parte noj 
delle quali rinunzio a fare la critica, mancando per 
questo un materiale sufficiente. Parte di queste forme 
sembra costituire una serie intermedia fra il tipico macu- 
latus e il gigantesco liengmei For. Attualmente la cono- 
scenza sistematica di questo e di altri gruppi africani 
appartenenti al complesso maculatus si trova in quel 
periodo caotico in cui vent' anni addietro si trovava 
quella delle forme mediterranee. 

Una critica accurata di queste ultime, quale ho 
tentato di fare nelle pagine precedenti, fa riconoscere 
che più ci si addentra nella conoscenza delle singole 
forme, e meglio esse appariscono definite morfologica- 
mente e geograficamente. Le forme intermedie che, ad 
un esame superficiale, sembravano ricongiungerle fra 
loro si rivelano almeno in parte, quando siano meglio 
conosciute, quali forme determinate e proprie. Così le 
forme mediterranee credute intermedie, il cui nome nella 
nomenclatura composta primitiva del Fqrel conteneva 
r elemento « maculatus » sono scomparse, per far luogo 
ai nomi di sanctus e ooaìithomelas {dichrous For. part.) ; 
il silvaticO'Cognatus viene eliminato come non esistente, 
la forma sedicente tale essendo, a mio avviso, una va- 



Digitized by VjOOQIC 



39 
rietà minore del barbaricus {cognatics auct); il cognato- 
pilicorni< orientale si riannoda al samius; il silvatico- 
aethiops si stacca totalmente dal silvatlcits e deve essere 
considerato come varietà dell' aethiops. 

Affermando questo, non intendo negare che ci siano 
vere forme intermedie a gradazioni insensibili, come p. 
es. quelle noverate dal Forbl tra xerxes e compressus 
e tra oertzeni e aethiops. Però que>te non si troveranno 
dovunque e tra qualsiasi coppia o grup^ìo di forme, ma 
soltanto tra quelle geograficamente limitrofe e filogene- 
ticamente afiSni. Questo concetto teorico, che risulta dalla 
sintesi consecutiva all' analisi critica delle singole forme, 
si accorda coi principii della dottrina dell' evoluzione ; 
non dubito che esso reggerà alla prova della esperienza. 
Alla luce di questo concetto teorico, il caos si trasforma 
in un complesso intricatissimo, ma coordinato dalle affi- 
nità morfologiche e corologiche. E queste, presentano 
fra loro strette relazioni, come mostrano le due piccole 
carte annesse a questo scritto ; esse sono tanto eloquenti 
nella loro forma grafica, da non abbisognare di ulteriore 
commento. 



Digitized by VjOOQIC 



40 

Carle della distribuzione geografica di alcune sotto- 
specie del Camponotiis maculatus. 



' 




Fig. 1. 0. maculatus pilicoimis : tratteggio inclinato a destra. 
C maculatus barbanis ; tratteggio inclinato a sinistra. 
C. maculatus maculatus; tratteggio orizzontale. 
C. maculatus sanctus; tratteggio verticale. 
C. maculatus samius : nero. 




Fig. 2. C. maculatus caHnatus var. oasium e fellah: tratteggio verticale. 
0. maculatus caiimatus var. xerxes: tratteggio obliquo. 
G. maculatus haldaccii ; nero. 



Digitized by LjOOQIC 



41 
Però le connessioni flletiche delle singole forme ri- 
mangono finora-oscure, e qualsiasi aggruppamento* delle 
stesse si voglia fare sulla base delle loro rassomiglianze 
sarà sempre in gran parte arbitrario. Quello che sono 
per. proporre, ponendo i confini dei gruppi laddove mi 
sembra che esistano le più grandi differenze, non è dun- 
que altro che V espressione del mio sentimento per- 
sonale. 

a) Un primo gruppo comprende nella fauna palear- 
tica il solo e. maculatus tipico, che si connette in Africa 
e Madagascar con la forma liocnemis e altre affini dalle 
tibie prive di aculei. 

b) Un secondo gruppo sarebbe costituito dal C. 
maculattcs samiics con le sue varietà. 

e) Il terzo gruppo abbraccia le sottospecie cari- 
7iatus, saìicttts, erigens, xanttionielas , barbaricus, pili- 
cornis, silvaticm, bcUdaccii e turhestanics, con le loro 
varietà. 

d) Le sottospecie aethiops e oertzeni formano un 
gruppo a se, al quale si connette ancora jalensis che 
non ha aculei alle tibie. 

Questa partizione riguarda principalmente le forme 
con tibie aculeate. Quelle con tibie inermi mi sembrano 
separate le une dalle altre per differenze rilevanti, per 
cui ciascuna costituisce quasi un gruppo a se, almeno se 
si considerano soltanto le forme paleartiche. 

Ma la sottospecie fedtschenkoi, come ho detto sopra, 
rappresenta V estrema propaggine verso N. 0. del nume- 
roso gruppo indo-australiano delle forme affini al C. ma- 
culatus mitis. 

Le forme finora descritte del (7. macidatvs^ e certa- 
mente ancora una parte di quelle da scoprirsi, sono di- 
stinte fra loro, almeno neir aspetto esterno, per un pic- 
colo numero di caratteri, associati in combinazioni calei-. 
doscopiche. 



Digitized by VjOOQIC 



42 

Si possono distinguere : 

5 tipi di colorazione che definirò dal nome di forme 
in cui si riscontrano: tipo, maculatus, tipo xantho- 
melos tipo barbaricus, tipo compressm, tipo pallens, 

3 tinte delle parti chiare : giallo , rosso ferruginoso, 
bruno. 

2 tipi di pubescenza delle tibie e scapi : cortissima e 

aderente, o lunga e più o meno staccata. 

3 tipi di struttura delle tibie: senza carena dorsola- 

terale, con carena dorsolaterale, con carena e 
solco dorsale. 
2 condizioni del margine flessorio delle tibie ; con aculei 

e senza aculei. 
2 condizioni delle guance : con e senza peli ritti. 

Il calcolo delle combinazioni varie tra questi soli 
caratteri conduce alla cifra assai rilevante di 240 casi ; 
e questa cifra va moltiplicata se si tien conto della sta- 
tura normale (massima e minima), della lunghezza rela- 
tiva dei membri, déìla forma del capo nelle operaie mas- 
sime e nelle minime e di altre condizioni particolari, 
scultura del tegumento in varie regioni, pubescenza del 
tronco ecc. 

Siffatti elementi strutturali e pigmentali o caratteri 
elementari che si vogliano dire devono considerarsi co- 
me espressione visibile di proprietà elementari o unità 
primitive dell' idioplasma (determinanti del Weismann, 
pangeni del db Vries) dalla cui esistenza o assenza, 
attività latenza dipendono le proprietà degli organismi 
formati. 

Le stesse considerazioni si possono fare relativa- 
mente ad altri gruppi di forme del genere Camponotus 
che presentano, come quello studiato in queste pagine, 
una serie di combinazioni caleidoscopiche di caratteri 
elementari. Esse conducono a fare applicare a quei 
gruppi il concetto teorico delle mutazioni nel senso deter- 
minato dal DE Vries e a rendere probabile che le forme 



Digitized by VjOOQIC 



43 
attualmente fissate siano sorte in periodi successivi di 
mutabilità di una forma stipite. 

Ma lo studio delle collezioni non rivela che i carat- 
teri morfologici o apparenti, i quali non sempre corri- 
spondono a quelli da cui dipende la sorte delle forme 
s{)ecifiche e subspecifiche nella lotta per V esistenza. 
Questo valore spetta soltanto a quei caratteri che sono in 
relazione con le condizioni speciali di esistenza, e che deter- 
minano r adattamento all' ambiente ; in altri termini a 
quelli che sono espressione necessaria diretta o indiretta 
di sviluppo funzionale dell' organismo o di determinate 
parti di esso; altri caratteri invece sono effetto di fun- 
zioni espressione di modificazioni indifferenti dell' orga- 
nismo. Discriminare il vero significato dei caratteri mor- 
fologici e il loro valore etologico eccede il potere di 
chi studia soltanto materiale morto. La conoscenza delle 
specie, sottospecie e varietà non sarà esauriente se non 
completata e corroborata dalla ricerca etologica. E que- 
sta, a sua volta, richiede per essere fruttifera una previa 
analisi morfologica, senza la quale lo studio etologico 
delle questioni relative alla variazione e alla filogenia 
non è possibile. 



BIBLIOGRAFIA 



Emery, C. 1887. Catalogo delle formiche esistenti nelle colle- 
zioni del Museo Civico di Genova. Parte terz^. Formiche 
della regione indo-malese e dell'Australia, in : Ann. Mas. 
Genova (2) voi. 4. 

— 1894. Alcune formiche dell'isola di Creta, in: Bull. Soc. ent. 

Ital., V. 26. Resoc. (C. haldaccii), 
FoREL, A. 1879. Etudes myrmécologiques en 1879, in: Bull, Soc. 
vaudoise se. n. (2) voi. 16. 

— 1887. Etudes myrmécologiques en 1886, in: Ann. Soc ent. 

Belgique v. 30 



Digitized by VjOOQIC 



44 

FoREL, A. 1886. Nouvelles fourrais de Grece récoltées par M. E. 

von Oertzen. in : C. R. Soc. ent. Belgique. 
-^ 1888. Ameisen aus den Sporaden, Cykladen und Griechen- 

land, gesammelt 1887 von Herrn v. Oertzen. in : Berlin, 

ent. Zeit. v. 32. 

— 1890. Fourmis de Tunisie et de l'Algerie orientale, in : C. R. 

Soc. ent. Belgique. 

— 1892. Les formicides de l'Empire des Indes et de Ceylan. 

Pan. 1 in: Journ. Bombay nat. hist. Soc. voi. 7. 

— 1894. Les formicides de la province d' Oran. in : Bull. Soc. 

vaudoise se. nat. v 30. 

— 1904. Note sur les fourmis du Musée zoologique de TAca- 

démie imperiale des Sciences de St. Pétersbourg. in : 
Annuaire Mus. zool. Acad. St Pétei-sb., v. 8. 

Latreille, P. a. 1798. Essai sur l' histoire des fourmis de la 
France. Brive, Pan 6. 

Mayr G. 1876. Viaggio di A. Fedtschenko nel Turkestan, For- 
miche, (in russo). Ripubblicato nel 1880, col titolo: Die 
Ameisen Turkestans gesammelt von A Fedtschenko, in 
Tijdschr. \. entom., v. 23. 

Roger J. 1859. Beitrage zur Kenntniss der Ameisenfauna der 
Mittelmeerlànder. Ei-stes Stùck in : Berlin, ent. Zeit. v. 3. 

Smith, Fr. 185S, Catalogne of Hymenopterous Insects in the 
CoUection of the British Museum. Part. VI. Formicidae. 



L'Accademico Benedettino Prof. Dioscoride Vitali 
riferisce brevemente sopra una sua- Memoria intitolata : 
Contributo allo stadio chimico-tossicologico dell' idra- 
Zina. 

L' idrazina ha , come T idrossilamina , forte potere 
riduttore; siccome questa, come venne dimostrato dal 
Raimondi e dal Bertoni, nella economia animale 
ossidandosi dà origine ad acido nitroso, veleno ematico, 
che riduce T ossiemoglobina, pensò che in modo consimile 
potesse comportarsi T idrazina. 



Digitized by VjOOQIC 



45 

A questo scopo l'Autore, valendosi deir opera cortese 
del collega Prof. Novi, fece somministrare del solfato 
di idrazina ad un cane. 

Indi ricercò nel sangue, e nei visceri dell'animale 
l'acido nitroso, ma con risultato affatto negativo. Inoltre 
il colore del sangue di questo animale, come pure la 
forma dei suoi globuli, erano normali, e allo spettro- 
scopio, presentava le righe d'assorbimento dell' ossiemo- 
globina, e non quello dell' ossiemoglobina ridotta. Nella 
supposizione che l' idrazina tutta, o in parte si fosse 
mantenuta inalterata, l'Autore studiò innanzi tutto alcune 
reazioni sensibili alle quali riconoscerla ; poi, fatta som- 
ministrare ad un altro cane del solfato di idrazina, ne 
fece ricerca nel sangue, e nei visceri del medesimo pra- 
ticando un metodo, che gli aveva dato buon risultato, 
applicandolo alla ricerca del solfato di idrazina, che 
aveva aggiunto a della carne, ma con risultato negativo. 

Quindi è che dalle esperienze eseguite dall' Autore 
risulti che l' idrazina nella economia animale si ossida 
trasformandosi totalmente in azoto ed in acqua ; ragione 
per cui una volta avvenuto l'assorbimento di essa, non 
è più possibile il riconoscerla nei casi di veneficio. Si 
potrà solo riconoscerla nei materiali di vomito, o nel 
contenuto gastrico, se l'assorbimento non fosse comple- 
tamente avvenuto. 



La Giunta di Amministrazione in Adunanza del 10 
Dicembre 1904 ha deliberato di inviare d'ora innanzi il 
Rendiconto a tutti gli Istituti, Società e Giornali che 
ricevono in cambio qualche atto della pubblicazione del- 
l' Accademia, a fine di divulgare le note o memorie che 
vengono inserite soltanto nei Reìidiconto. 



^^SgVS^'^ 



Digitized by VjOOQIC 



Digitized by 



Google 



■i^ii^— ^—i — ^M^WMi»^— ^^^— ^— ^^B^^^M^y^— ^— ^— — — J^^»^^^M^^^iW^«W^^^ 



PoHUeazioni mandate in omaggio alFAeeadeniìa 



Hm£3H:«- 



•Hoépii Comra. Enrioo — Opere Matematiche <fi Francesco 
Brioschi. Torno III. . 

Facoltà di Scienze della IL UmversTti di Róma — Opere Ma- 
tematiche di Eugenio Beltrami. Torno IL 

BaochetK Avv. Comm! Giuseppe — Relazione dei Professori 
Guido Tizzoni e Gustavo Gasperini su ir Acquedotto di 
Bologna.. . 

Jodaro Prof. Sen. Francesco — Ricerche fatte nel Labora- 
torio di Ai>atomia Normale della R. Università di Roma 
ed in akri Laboratori Biologici* Voi. X. Fase. 2, 

Neuhianii Signora Luise — Franz Neumann. 

Kollilcér Prof. Alberto — TJebèr die Éntwickelnng Nèrven- 
fasern. » 

Idem — Erinnerungen aus raeinem Lebèn. 

Baldacci Prof. Antonio — Per" una Cart^ Etnograjfìca Bal- 
canica. 

Idem — Le esplorazioni botaniche neir Isola di Creta nei 

• secoli XVIeXViL ^ - 

Vinassa De Regny Prof. Paolo •*- Rivista italiana di Paleon- 
tologia. Anno X. Fase. 3' e 4° 1904. ' 

Passerini Prof. Napoleone — Sopra rollo delle mandorle delle 
olive. 

Idem -^ Sopra la bronco-polmonite verminosa della lepre. 

idem — Sopra la sterilizzazione dei mosti mediante i solfiti 
in rapporto coir uso dei fermenti selezionati. 

Idem — Sopra la ripartizione del manganese nelle diverse 
parti della pianta del Lupinus Albus L. 

Idem — Sopra la « rogna » del nerium Oleander L. 



Digitized by VjOOQIC 



PalfSerini Prof, tfo^Jeom 4^ Anjalisì di un campione di guano 

di pesci dì Norvegia, 
Idem «-Influenza della irrigazione estiva sulla composizione 

del mosto e sopra la produzione delle viti. 
Idem — Sulla produttività del grano a differenti latitudini. 
Idem — Sui danni prodotti alle piante del ghiacciato dei 

giorni 19 e 20 Aprile 1903. 
Teli Prof. A, rr- La Daprìocinostomia come cura radicale 

conservatrice delle suppurazioni croniche e delle fistole 
' del sacco lacrimale. Risultati ottenuti nei primi sette 

operati. 
Lobest Max, Habels Alfred et Forir Henri — La Geologie e la 

reconnaissance du Terrain Houiller du Nord de la Bel- 

gique. 
Bitekesl$e Albert Francis — ?ygos^re formation a sexual, 

process. 
6erte$9 Dott. Amedea —.-attività delle soluzioni alcboliche 

di sublimato corrosivo a titolo elevato in alcune mani- 
festazioni morbose. 
Veronese Sen. Prof. Giuseppe — La Laguna di Venezia, 
FoscW Dott Emanuele — Note intorno alla riforma della 

Scuola Italiana. 
Idem — Di nuovo intorno alle riforme d^lla Scuola Italia^na. 
Torre Conte di Caprara Prof. Cav. Achille — il pensiero ft-- 

losoflco di Giovanni Caroli, modenese. ^ 
Stampini Ettore — inventario, dei Codici superstiti gre^i o 

latini antichi della Biblioteca Nazionale di Torino. 
R, Accademia Petrarca di Arezzo ■^. A Francesco Petrarca 

nel VI centenario della sua nascita. 
Società Cattolica italiana porgli studi scìeittifìoi — Anno 1904. 

N" 6, 7, 8, 9. Pisa. 
Uasamìchelé Prof. Giovanni -^ De Hermocrate Syraéusorum 

Imperatore eiusque rebus gestis. Libri quinque, 
Martinez Solérzano Manuel Direttore del Museo Michoacarip. 

— Relacion de las cerimonias y Ri^*? Y Poblacion y 

Gobèrnacion de Ics Indios de la Provincia de Meclxua- 

can. Morella 1904. 
Un socio della Danle Alighieri — Oltre tomba sulle orihc^ di 

Dante. 

(ContinuaX 



Digitized by VjOOQIC 



<^ur 



\^\^- 



b' 



- e. ^J'-r 




DELLE SESSIONI 



DELLA B. &GCADEMIÀ DELLE SCIENZE 

DELL' ISTITUTO DI BOLOGNA 



NttOvaM: Voi. 11.(1904-1905) 

Fascicolo 2° — Gennaio -Febbraio 1905 




^"^ BOLOGNA 

TIF(V;HAFIA GAMHKRINI E PAKMF.GGIANJ 
1905 



Digitized by VjOOQIC 



INDICE DEL FASCICOLO 

Xi«ttiire iói«]itifleh0 

Tizzoni Prof, Guedo e Panighi Dott. Luigi — Sulla perma- 
nenza dello pneumococco del Frankel nel sangue de- 
gr individui guariti di polmonite fibrinosa (titolo} . . Pag. 47 

Baldacgi Prof. Antonio — La vegetazione autunnale della 

Volovica (Montenegro) in rapporto all' influenza deÒa bòra. » ; ivi 

CAPELfciNt Senatore Giovanni — Balene fossili Toscane III* 

Idiocetùs Guicciardini (titolo) . » 49 

Majocc^i Prof. Domenico — Purpura annuiaris teleaugiecto-. 

des (titolo) Parte 2* ...-....» 51 

Bajna Prof. Michele -^ Tavole. per calcolare il nascere e 
tramontare della Luna a Bologna e per ridurre il na- 
scere e tramontare del Sole e della Luna da Bologna 
a un altro luogo qualunque d'Italia (titolo). , . . . . » 5;$ 

Idem — SuirEcclisse solare del 3D Agosto 1905 . * .. . » .ivi 



g ^Ogutr^^^o 



Digitized by VjOOQIC 



^Lt /:,l;c 



fir7;i(::i^;^;i(:;if:^;if:;^;^¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥*¥¥*¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥'s-§ 



4" Sessione, 15 Gennaio 1905. 



Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente, 

L' Accademico Benedettino Prof Guido Tizzoni, a 
nome pure del Dott. Luigi Panichi, riassume in breve una 
loro Memoria: Sulla permanenza dello pneiimococco 
del Frankel nel sangue degP individui guariti di pol- 
monite fibrinosa. 



L' Accademico Onorario Prof. Antonio Baldacci pre- 
senta una Memoria che ha per titolo : La vegetazione 
autunnale della Yolovica (Montenegro) in rapporto al- 
l'influenza della bdra. 



®^6^^^?^iS^^ 



Rendiconto 1904-1905 



Digitized by VjOOQIC 



Digitized by 



Google 



&^^^^^:^ìf:3f^:^:f:i(ri(:^':f:^ì(:^:^^^^:f^':4^:f:^':f:^:f^^:^:^^ 



ò*" Sessione, 29 Gennaio 1905. 



Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente. 

L'Accademico Benedettino Senatore Prof. Giovanni 
Capellini riassume una sua Memoria sulle - Balene fos- 
sili Toscane. HI." Idiocetns Gnieciardini. 



T^ 



Rendiconto 1901-1905 



Digitized by VjOOQ IC 



Digitized by 



Google 



^^r4;^^4.¥^4-^^^^¥-^4^¥^^¥Af:¥¥¥^¥¥4^¥^¥¥¥¥¥¥¥4^¥4-^*«->"Q) 



6'' Sessione, 12 Febbraio 1905. 



Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente. 

Il Vicepresidente Prof. Domenico Màjocchi riferisce 
sulla 2* parte della sua Memoria intitolata : Pnrpura 
annularis teleaiigiectodes. 

Nelle precedenti ricerche istologiche, da me eseguite 
su pelle ottenuta per biopsia, da pazienti» affetti da 
questa singolare dermatosi, mi fu dato di mettere in 
evidenza una importante lesione delle piccole arterie 
caratterizzata da endo-arterite obliterante. In base a 
questa alterazione arteriosa, che precede tutte le altre, 
se era agevole spiegare alcuni disturbi distrofici della 
pelle in corrispondenza delle chiazze annulari, non era 
possibile interpretare i due caratteri clinici più spiccati 
di questa dermatosi, vale a divey T emorragie e le ielean- 
gettasie. 

Ulteriori ricerche mi hanno condotto a riconoscere 
un' altra importante lesione caratterizzata da ettasia delle 
piccole arterie e dalla formazione di aneurismi miglia- 
ri/brmt nelle medesime; si presentano questi come pie 
cole dilataasioni ampollarij espandentisi gradatamente fino 
a che permette la spessezza delle pareti arteriose. Stu- 
diando attentamente il processo, che determina questi 
aneurismi migliariformi^ ho potuto constatare che la 



Digitized by VjOOQIC 



52 

tunica media delle piccole arterie è colpita da degene- 
razione jalina, sia in tutta la sua circonferenza, sia in 
punti circoscritti. In questa seconda evenienza si formano 
i suddetti aneurismi migliariformi, mentre nella prima 
si ha una dilatazione uniforme del vaso arterioso. 

Ma giunto uno di questi aneurismi al massimo della 
sua espansione, o si rompe spontaneamente, o si apre 
dietro movimenti muscolari, dando luogo a piccole emor- 
ragie, che si dispongono in forma annulare. 

La conoscenza di questi due fatti istopatologici, men- 
tre chiarisce in maniera evidente i corrispondenti carat- 
teri morfologici della dermatosi, telangettasie ed emor- 
7*agie^ ci dà un'idea più esatta intorno alla patogenesi 
della medesima. Infatti ammessa la precedenza deìVen- 
do-arterite obliterante in un' area di cute, il sangue che 
disfende i capillari della circolazione superficiale e in 
parte della profonda, penetra nel tratto periferico supe- 
riore al punto obliterato (non che nei ramuscoli che 
partono da esso tratto) e trovandone le pareti indebolite 
le sfianca in ragion diretta della pressione endo-vasale, 
e del grado, di rammollimento degenerativo delle pareti 
medesime : allora avvenuta l' ettasia dell' arteriosa e suc- 
cessivamente dei capillari della rete subpapillare, ad essa 
sottoposti, cominciano a far trasparenza dalla pelle mac- 
chie Ite puntiformi rosso-livide, tondeggianti, ben distinte, 
alquanto discoste fra di loro, corrispondenti alla forma 
e gi'andezza dei coni vasali della circolazione corio-pa- 
pi Ilare, le quali caratterizzano l'inizio di formazione delle 
figure anulari. 

Intanto dal rammollimento degenerativo prende le 
mosse la formazione di quelle piccole ettasie arteriose 
che dà luogo allo sviluppo à^ aneurismi migliariformi^ i 
quali, ben presto assottigliandosi nelle loro pareti, si 
aprono, provocando stravasamenti emorragici nella cute. 

Ed ecco così spiegato il ciclo evolutivo dei fatti 
distrofici ed emorragico-telangectosici che si osserva in 



Digitized by VjOOQIC 



53 

questa dermatosi, e nello stesso tempo rimane sempre 
più giustificata la denominazione, da me datale, di Pur- 
pura annularis télea'ugiectodes. 

Alla memoria vanno annesse due tavole. 



L'Accademico Benedettino Prof. Michele Rajna ri- 
ferisce sopra una sua Memoria che ha per titolo : Tavole 
per calcolare il nascere e tramontare della Luna a 
Bologna e per ridarre il nascere e tramontare del 
Sole e della Lana da Bologna a nn altro luogo qua- 
lunque d'Italia. 



-^ 



Lo stesso Accademico Prof. Michele Rajna legge 
inoltre la seguente Nota : SulP eclisse solare del 30 
agosto 1905. 

L' eclisse totale di Sole del 30 agosto prossimo 
costituirà uno degli avvenimenti astronomici più impor- 
tanti dell'annata, in causa della situazione favorevole 
della zona di totalità. 

L'asse del cono d'ombra coinincia a incontrare la 
superficie terrestre nel Canada, a ponente della baia di 
Hudson, ed ivi Y eclisse principia al nascere del Sole. Poi 
il centro dell' ombra abbandona il continente americano 
in un punto della costa meridionale del Labrador, tra- 
versa r Atlantico e di nuovo tocca terra sulla costa 
spagnuola del golfo di Guascogna, per proseguire attra- 
verso il nord della penisola press' a poco nella direzione 
di sud-est. Indi passa frammezzo alle Baleari e traversa 
l'Algeria e la Tunisia press' a poco nella direzione da 
Philippeville a Sfax. Poi prosegue traverso il deserto libico, 



Digitized by VjOOQIC 



54 

Assuan e il Mar Rosso, e va a finire in Aralpia, dove 

l'eclisse avviene intorno al tramonto del Sole. 

Un'altra circostanza favorevole è questa, che per 
la Spagna e l'Africa settentrionale, cioè per i luoghi più 
facilmente accessibili, l' eclisse si svolge press' a poco 
tra mezzodì e le ore 3 pomeridiane. Ivi la fase totale 
ha una durata di circa 3 minuti e mezzo. 

Fuori della zona di totalità, che in larghezza misura 
circa 203 chilometri, l' eclisse naturalmente è visibile 
solò come eclisse parziale: sotto questa forma il fenomeno 
sarà veduto da una parte considerevole della' superficie 
terrestre, comprendente le regioni orientali dell'America 
del Nord, la metà boreale dell' Atlantico,, la metà boreale 
dell'Africa, l'Europa, l'Asia occidentale e le . ragioni 
polari artiche. 

Anche in Italia, adunque, 1' eclisse è visibile come 
eclisse parziale, e il calcolo dei momenti principali re- 
lativi a determinate località è stato fatto da tempo nei 
nostri Osservatorii astronomici, parecchi dei quali pub- 
blicano utilmente il loro Annuario. 

Ho l'onore di presentare all'Accademia i risultati 
del calcolo da me fatto per Bologna. Per semplicità usai 
gli elementi dati nel Canone delle eclissi di Oppolzer, 
e parimente applicai le formule date nell'introduzione 
al Canoìie, che sono quelle di Hansen modificate da Op- 
polzer e Schram. 

Eclisse solare dèi 30 agosto 1905 
Circostanze per Bologna 

Tempo medio Angolo di posizione verso Est 



dell'Europa centrale 


dal punto Nòrd 


dal punto più alto 


h m 

Principio .... 13 12,5 


282°,2 . 


265°,4 


Fase massima 14 28,2 






Fine ....... 15 38,7 


125,4 


83,7 



Digitized by VjOOQIC 



55 
La grandezza della fase massima è = 0,81 del dia- 
metro solare, e la metà del disco che rimane eclissata 
interamente è quella australe. 

Potendosi questa eclisse designare in tutta Italia 
come una grande eclisse parziale, ho anche creduto op- 
portuno di far un lavoro che avesse qualche utilità ge- 
nerale per il nostro paese, cioè che potesse poi servire 
a dedurre molto facilmente le circostanze dell' eclisse 
per qualunque luogo in Italia e nelle regioni circonvicine. 
Ragioni di spazio e di opportunità mi costringono 
a pubblicare altrove i quadri numerici che contengono 
i risultati dei calcoli teste accennati. Qui mi liniito a 
dire che se si considera il meridiano di 12^30' (o di 
50 minuti di tempo) all' est di Greenwich, meridiano 
che passa per Roma, la grandezza della fase massima 
in parti del diametro solare vale 0,91 all' intersezione col 
parallelo del Capo Passero, e vale 0,76 ài confine setten- 
trionale del Cadore. Essendo la regione itaUana situata al 
nord della zona di totalità, è naturale che la grandezza 
della fase massima sia maggiore nel sud che nel nord 
della penisola. 



^^^^^^ 



Digitized by VjOOQIC 



Digitized by 



Google 






PflfiUieazioDi mandate in omaggio air Accademia 

^^3^-^ 



Borredon Cap. Giuseppe — La grande scoperta del secolo XX 
o la soluzione dell* immenso problema dell' ignoto, ovvéro 
la falsità del sistema di Newton e la scoperta del vero 
sistema del mondo. 

Congresso Internazionale di Scienze Storiche — VoL XI. Atti 
della Sezione VII. Storia della Filosofia. Storia delle Re- 
ligioni 1904. . 

Valle di Pompei — Il Rosario e la Nuova Pompei. Anno XXI. 

Quad. 7,8.9, 10. 1904. 
Idem — Periodico semestrale a vantaggio deirop^ra pei fi- 
gli dei carcerati. Anno XIV. 1004. N" 2. 

Grenander 8. ^ Les variations annuelles dìB la temperature 
dans le lacs suèdois. . 

Vitali Prof. Dioscoride — Discorso pronunciato il 25 Settem* 
. bre 1904 a Pragatto nella inaugurazione del Monumento 
in onore di Faustino Malaguti 1904. 

Waideyer Prof. Guglielmo — Bemerkungen iiber Gru ben, Ka- 

. nàie und einige andere Besonderheiten am Korper ^des 

Grundbein3 (Os basilare). 1904. 
Idem ^ Remarques sur Tanatomìe de rócaille de Toccipital. 

1904. / • 

Idem — W^ilhelm His (Necrolog.). 1904. 
Janet Prof. Charles — Sur le nids de la Vespa crabro, Ordre 

d'apparition des premièrs alvéoles. 1894. Paris. 
Idem— Sur le Muscles des Fourrais, des Guépes et des 

Abeilles. 1895. Paris. 
Idem — Sur la Vespa crabro L. , Ponte, Conservation de 

la chaleur dans le nid. 1895. Paris. 



Digitized by VjOOQIC 



Janet Prof. Charles — Anatomie àtx Oaster de la Myrmìca 
Rubra. 1902. Paris. /. 

Mem '— ObservatioDs sur les Gueps, 1903. Paris. 

Idem ^ Observations sur les Fourmis. 1904. Paris. 

Idem — Observations sur les Frélons. Paris. 

Istituto Agrario di Scandicci -^ — Indice biblic^rafico delle 
Pubblicazioni scientifiche del Conte Prof. Napoleone Pas- 
serini. • 

Todaro Sen. Prof,. Francesco -?■ Ricerche fatt6 nel Labora- 
torio di Anatomia Normale della R. Università di Roma 
ed in altri Laboratori Biologici, Voi. X, 1904. Fase. 3. 
Roma, 

Goppeisroeder Prof. Friedrich — Studien tiber die Auwen- 

. dung der Capillaranatyse. 1904. Basel. 

Vinàssa de Regny Prof. Paolo — Rivista Italiana di Paleon- 
tologia. 7-^ Anno XL 1905. Fase. 1% Perugia. 

Sacco D.r Federico — I molluschi dei terreni terziari del 
Pienionte e della Liguria. 1904. Torino. 

Tadini Antonio — Notizie biografiche sul D.r Francesco Ta^ 
dini. 1904. Novara. 

Associazione elettrotecnica italiana — Kryptol. Nuovo siste- 
ma di riscaldamento mediante T elettricità e sue appR^ 
cazioni industriali e doniestiche. Conferenza del Signor 
Giuseppe Rostain. 1904. Roma. 

Signora Franzosini-Cer^ti — Saggio circa la ragione logica 

•di tutte le cose. Versione dal latino del I?rof. Carlo Ba- 

dini con note e introduzione di Pasquale D'Ercole. Voi. V, 



iH^f-f-^ 



Digitized by VjOOQ IC 






RENDICONTO 

DELLE SESSIONI 

DELLA B. iCCÀDEHIA DELLE SCIENZE 

DELL' ISTITUTO DI BOLOGNA 



Nuova Serie: 701.11.(1904*1905) 

Fascicolo 3° — Marzo-Aprile 1905 




"BOLOGNA 

"TIPOGRAFIA aAMBERINI E PARMEGOIANI 
1905 



Digitized by VjOOQIC 



INDICE DEL FAS CICOLO 

laettur^ «oienttflolìe 

Valbnti Prof,;Giuuo — Sulla comparsa dei. peli in varie 

parti del corpo nell'embrione lanano . Pag-. ^7 

Caxbvazzk prof. Silvio — " Sulla determinazione deirasse 
neutro o di rotazione nelle sezioni trasversali di un so- 
lido in muratura, simmetrico rispetto ad un piaiio «s- . 
siale e sollecitato da forze ai^enti sul piano di simme- 
tria (sunto). » 61 

PiNCHERLE Prof. SALVATORE - Studio sopra un teorema del 

Poincaré relativi alle equazioni ricorrenti . ... » 63 

Tizzoni Prof,. Gdido e Dott. BonoJovannj — L'anione dei 

raggi del radio sul virus rabido in vitro e. ne il' animale. » . 88 

Emery Pix)f. Carlo — Revisione della specie del genere 
Atta appartenenti ai sottogeneri Moellerìus e Acromyr- 
mex (sunto) ..................... 91 

CÒlugci Prof. YiNCENzo — CoplrilTuto alla Patologia dell' E-, 

pitelioma cancroide (suntoi » 92 

Onoranze 

Per TAccadeinico Benedettino Prof. Augusto Righi nomi- 
nato Senatore, .... . » . ». . . ,- , . . Pag. 75 

Patteeipazione di morte 

Del Pi*of. Pietro Tacchini, Accademico Corrispondente Na- ' 

zionale .................... Pag. 63 

Commemorakioni 

Il Prof. CòmiPr Girolamo Gocconi commemorato dal Pro- 
fessor Floriano Brazzola , . „ . ., ...... Pag. 75 

Il Prof. PiSTTRO Tacchini commemorato dal Prof. Michele 

Rajna i. ♦" . .. • . . • • • . . •; • . ». 81 

l^pp ^^^^ ^^P^ ^B^ ^^^^ ^^P^ ^^P ^^^^ ^^^^ ^^P ^^P ^^K^ ^^^r "" ^^^^ ^^K^ 

Poliblieazioni mandate in omaggio air Aecademia 

Gttébhard Prof. Adrian — Notes sur les Alpes-Maritimes. 

Xri.XVII. 1901. Paris. 
Idem — Sur une expérience du professeur Tito Martini re- 

produisant expérimentalement certains phénomènes éru- 

ptifs du volcanisrne. 1.902. Paris. \ / 

Idem -^ I^es Préalpes Maritimes. I Excursions Géologiques. 

1904. Paris. , . 

Idem — Fouilles et Glanés tumulaires aux environs de Saint- 

Vallier-de*Thiey. I9Qi. Le Mans. 
Idem — Sur un mode nouveau d' inversion photographique. 

1904. Paris. 

Idem — Un mode nouveau d' inversion photographique. 1904. 
Paris. 



Digitized by VjOOQIC 









>L* 



^^;^^^^^Y;^:y;^;^;y;;^;v;;^;y;¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥^^ 



V*" Sessione^ 19 Marzo 1905. 



Presidenza del Prof G. Ciamician, Presidente. 

L'Accademico Benedettino Prof. Giulio Valenti leg- 
ge la seguente Nota : Sulla comparsa dei peli in diyerse 
parti del corpo nelP embrione umano. 

Non ostante che numerose ricerche siano state ese- 
guite sullo sviluppo dei peli (Reissner ^^\ Gótte ^^\ 
Feiertag <^\ Unna ^^\ Kòlliker < ), Maurer <«), fi- 
rn e ry <^) etc), queste riguardano più specialmente la 



(^) Reissner — Beitràge zur Kenntniss der Haare des 
Menschen und der Thiere. Breslau, 1854. 

(2) Gotte — Zur Morphologie der Haare. Àrch, f. mick, 
Anat. Bd. 4. 1868. 

(3) Feiertag — Ueber die Biidung der Haare. Inaug. 
Z>es5. Dorpat, 1875. 

(4) Unna — Beitràge zur Histologie und Entwicklungsge- 
schidite der menschlichen Oberhaut und ihrer Anhangsgebiide. 
Arch, f. mick, Anat, Bd. XII, Bonn, 1876. 

^5) A. Kòlliker — Zur Entwicklungsgeschiehte der àus- 
seren Haut. Zeitschr, f, wissenschaft. ZooL Bd. II. 

(0) Maurer — Hautsinnesorgane, Feder. u. Haaranlagen etc. 
Morphol. Jahrb. Bd. XVIII. 

i'^) Emer;)^ — Uéber die Verhàltnisse der Sàugetierhaare 
za Schuppenartigen Hautgebilden. Anat. Anzeiger, 1893. 

Rendiconto 1901-1905 . 6 



Digitized by VjOOQIC 



58 

loro istogenesi od il loro significato morfologico, e poco 
ancora si sa sopra T epoca di comparsa dei peli nelle 
varie regioni del corpo delP embrione umano. 

Si limitano gli autori ad indicare la fine del S"" mese 
od il principio del 4"* come prima epoca di comparsa del 
sistema pilifero in generale, notandosi tutt' al pili che i 
primi peli a comparire sono quelli della testa (capillizio 
e sopracigli) e che successivamente (principio del 5"* mese) 
cominciano nel tronco, o più tardi (fine del 5** mese) nelle 
membra. 

In diversi embrioni umani a varie e poco diflferenti 
epoche di sviluppo, dalla fine del 3"* mese al principio 
del 5°, ho ricercato lo sviluppo dei peli nelle seguenti 
regioni : 

parti mediane e laterali del dorso; 

paréte anteriore del torace; 

parete anteriore dell' addome (parti mediane e la- 
terali) ; 

ascelle ; 

pube; 

volta del cranio (capillizio) ; 

avambraccio (parte dorsale e ventrale). 

Da ciascuna di queste regioni ho tolto dei pezzi qua- 
drilateri di cute, della estensione da 3 a 5 millimetri, 
che, in seguito a colorazione in toto con ematossilìna 
Delafield ed inclusione in paraffina, ho sezionato comple- 
tamente. 

Nel più piccolo degh embrioni presi in esame, che 
misurava 7 centimetri dal vertice air estremità caudale 
del tronco (cioè ad un' epoca di sviluppo prossima alla 
fine del 3** mese) soltanto nella cute della testa ho ri- 
scontrato la prima manifestazione del sistema pilifero 
rappresentata da semplici inspessimenti dello strato mal- 
pighianOy sotto ai quali più addensate che altrove si 
mostravano le cellule mesodermiche (fig. 1). 

In due embrioni ad uno stadio di poco più avanzato 



Digitized by VjOOQIC 



59 
del precedente, dei quali urto misurava centimetri 8,2 
e r altro centimetri 8,6, si trovavano in numero assai 
maggiore, nella cute della testa, gli stessi inspessimenti 
dello strato malpighiano, mentre che Tramezzo ad essi 
er^no dei veri bottoni di identica natura, insinuati nel 
connettivo sottostante (fig. 2). Simili inspessimenti dello 
strato malpighiano o bottoni da questo dipendenti, si 
notavano pure nella cute dell'ascella (fig. 3), del pube 
(flg. 4), e del dorso (fig. 5), ed in egual numero nelle parti 
mediane e laterali di questo. In ciascuna di tali regioni 
erano di poco meno avanzati nello sviluppo che nel ca- 
pillizio ; e neir ascella poco più avanzati che quelli del 
pube e del dorso. 

Successivamente, cioè in embrioni della lunghezza 
di 10 centimetri (alla metà circa del 4** mese) incomin- 
ciano a manifestarsi i peli nelle parti ventrali del tronco 
(torace ed addome) più rari però che nel dorso; ed in 
embrioni di 12 centimetri (fine del 4"* mese), mentre che 
incomincia la eruzione dei peli del capillizio, si nota 
l'inizio della formazione dei bottoni piliferi nella cute 
dell' avambraccio. 

Riassumendo, è risultato dalle ricerche eseguite che 
i primi peli a comparire sono quelli del capillizio ; a 
breve distanza da questi compaiono i peli dell'ascella e 
del pube; in seguito, quelli delle regioni dorsali del 
tronco, noco dopo nella parete anteriore del torace e del- 
l' addome, ed in ultimo nell'avambraccio. 

Così, mentre per ciò che riguarda la prima com- 
parsa dei peli del capillizio, le mie osservazioni concor- 
dano perfettamente con quanto si trova in generale nei 
trattati, per ciò che riguarda la comparsa dei peli delle 
membra è da rilevare, almeno per l'avambraccio, che 
essi compaiono alquanto più presto (circa un mese pri- 
ma) dall'epoca che viene indicata ^^\ 



(^)Vedi in Tourneux. Précis d' embryologie. Paris, 1898. 



Digitized by VjOOQIC 



60 

Riguardo poi alle regioni del tronco mi sembra non 
sia senza interesse l'aver notato che i peli dell'ascella 
e del pube si presentano a brevissima distanza di tempo 
dei peli del dorso, e che questi ultimi, che nell'adulto 
sono più rudimentali dei peli ventrali, precedono la com- 
parsa di questi ultimi. 

Il maggiore sviluppo che nell'adulto presentano i 
peli dell'ascella e del pube e delle parti ventrali del 
tronco costituisce un carattere che non corrisponde alla 
distribuzione che i peli più sviluppati presentano gene- 
ralmente negli altri mammiferi ove è più abbondante la 
peluria dorsale, ed ove non si hanno peli più lunghi ne 
all'ascelle né al pube. Ciò ha fatto pensare ad alcuno 
(M."^« Royer ^*)) che il sistema pilifero dell'uomo non 
rappresenti un resto dell'abbondante peluria degli altri 
mammiferi, che l' uomo stesso provenga, anziché da mam- 
miferi pelosi, da genitori sprovvisti di peli, e che gli 
scarsi peli che si trovano sulla cute rappresentino un 
nm)vo acquisto anziché il rudimento di un abbondante 
rivestimento di peli (!). 

In considerazione dei rapporti che la formazione dei 
peli permanenti ha con la formazione dei peli embrio- 
nali (Langer, v. Ebner, Gotte, KòUiker etc.) e 
dei rapporti che l'ontogenesi presenta con la filogenesi, 
per cui forse potrebbero essere considerati più antichi, 
filogeneticamente, i peli più sviluppati, quando nell'em- 
brione comparisse prima che in altre parti la peluria 
che li precede, l'opinione emessa da M.™® Royer po- 
trebbe acquistare un certo valore se fosse dimostrato 
che una notevole differenza esiste fra l'epoca di com- 
parsa della peluria embrionale alla quale succedano i 
peli che per il loro maggiore sviluppo costituiscono una 



(1) M™e eie m enee Royer — Le sistème pileux chez 
r homme et dans la sèrie des maminifères. Revue d'Antropolo- 
gie. Paris, T. IH, p. 13-26, 1880. 



Digitized by VjOOQIC 



Digitized by VjOOQIC 



Rend.r. Acc. Sc.Bologna, n.s.vol.IX 

Fig.l. 



G. Valenti 









Fig.3. 






^;*- • . •. 












G.Ka/enh dis.dal vero. 



£.Contoli Ut. 



LihRìzzoli ' Bologna 



Digitized by VjOOQIC 



61 
caratteristica dell' uomo, e la peluria che è seguita dai 
peli radi e rudimentali: 

Ma poiché la differenza fra T epoca di comparsa dei 
peli dell'ascella e del pube ed i peli delle altre parti 
del tronco è piccolissima, ed i peli del dorso che nel- 
l'uomo adulto sono meno sviluppati che i peli delle 
parti ventrali del torace e del ventre, compaiono prima 
di questi ultimi, l'opinione di M."* Royer non trova 
alcun appoggio nei fatti presentati dallo sviluppo em- 
briologico del sistema pilifero. 

jPer cui, se non vi ha esatta corrispondenza fra la di- 
stribuzione dei peli più sviluppati nell' uomo e quelli degli 
altri mammiferi, è da ritenere che tale differenza rap- 
presenti un carattere acquisito (sia dovuto cioè a mo- 
dificazioni successive del sistema pilifero ereditato dai 
mammiferi pelosi) piuttosto che rappresenti essa stessa 
una disposizione primitiva. 

Spiegazione delle figure 

• Figure semi-schematiche disegnate con la camera chiara al- 
l' ingrandimento di 215 diametri. 

Fig. 1 — Da una sezione di cute della testa (capillizio) di un 
embrione alla fine del 3** mese, della lunghezza cioè (dal 
vertice all'estremità caudale del tronco) di centimetri 7. 

Fig. 2, 3, 4, 5 — Da sezioni di cute appartenenti ad uno stesso 
embrione alla metà del 4^ mese, della lunghezza cioè 
(del vertice all'estremità caudale del tronco) di centi- 
metri 8,2 ; — fig. 2 : cute della testa (capillizio) ; — 
fig. 3: cute dell'ascella; — fig. 4: cute corrispondente 
al pube ; — fig. 5 ; cute del dorso. 



L' Accademico Onorario prof. Silvio Canevazzi rife- 
risce brevemente intorno ad una sua Memoria: Sulla 



Digitized by VjOOQIC 



62 

determinazione dell'asse neutro o di rotazione nelle 
sezioni trasyersali di nn solido in muratura simme- 
trico rispetto ad un piano assiale e sollecitato da forze 
agenti nel piano di simmetria. 

L'Autore, dopo aver accennato che nel caso di mu- 
rature sollecitate in un piano di simmetria quando il 
centro di pressione cada fuori dal nocciuolo centrale i 
trattati di meccanica applicata alle costruzioni si limi- 
tano ordinariamente a trattare qualche caso particolare, 
svolge un procedimento geometrico, col quale si può in 
ogni caso determinare con sufficiente approssimazione 
Tasse neutro, o di rotazione, della sezione resistente, e 
quindi anche lo sforzo unitario massimo subito dal mate- 
riale. A^iunge alcune considerazioni sui procedimenti 
analitici e per sommatorie corrispondenti al metodo 
geometrico svolto. 



Digitized by VjOOQIC 



*%rr^'^:K:;^^ì|^V¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥J*:¥¥¥¥¥¥¥¥*J^¥^¥¥¥¥¥^¥^^ 



8^ Sessfùné^ 26 Marzo 1905. 



Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente. 

Il Presidente annunzia con dolore la morte del Socio 
Corrispondente Prof. Fietro Tacchini di cui ricorda 
con poche ed acconce parole le virtù preclari, la feconda 
operoàltà^ gV incigni meriti scientifici e le onorificenze 
mèritamiettte ricévute. 



Dopo ciò r Accademico Benedettino Prof. Salvatore 
PiNCHBRLE legge la seguente Nota che ha per titolo: 
Stndio sopra un teorema del ÌPoincaré relativo alle 
equazioni ricorrenti. 

Uno dei teoremi più notevoli nella teoria delle 

equazioni alle differenze, anche per le applicazioni che 

se ne fanno alla teoria delle frazioni continue e degli 

•algoritmi che ne sono la generalizzazione, è quello 

dato dal Poincaré nel 1885 ^^K Per il caso delle 



(1) American Journal of Mathemdiics, T. VII. 



Digitized by VjOOQIC 



64 

equazioni del secondo ordine, al quale per ora ci li- 
miteremo, esso si enuncia come segue : 

€ Se, neir equazione lineare alle differenze del se- 
€ condo ordine 

€ è 

lim an = oij lim bn=0 , 

€ il rapporto F„^i : F^ tende, per n == oo , ad un 
€ limite, che è una delle radici dell'equazione 

< ed, in generale, quella di modulo maggiore ». 

Di questo teorema si hanno due dimostrazioni : 
quella del Poincaré stesso, ed un' altra, pure per il 
caso del secondo ordine, data recentemente dal Van 
Vleck ^^'. L' una e l'altra, di carattere sintetico, 
sono compendiose e non scevre di qualche difficoltà. 
Perciò non mi pare inutile, data l'importanza della 
proposizione, di farne conoscere qui una terza dimo- 
strazione, di carattere analitico, ed in cui si è cercato 
di sminuzzare le difficoltà è di porre in evidenza le 
intime ragioni del teoreina. 

1. Abbiasi V equazione alle differenze di prim' or- 
dine e di secondo grado. 

(1) PnPn^i — a^Pn "H 6n = , (^= 1, 2, 3, ....) 

dove si suppone che le a„, &„ abbiano per limiti ri- 
spettivi i numeri a e ^, finiti e differenti da zero. 

Si tratta di dimostrare che < anche Pn tende, per 
« ^ = co , ad un limite finito e diverso da zero, che * 



(1 Transactions of the Amerio. Math, Society, T, V, N^ 3, 
p. 255 (1904). 



Digitized by VjOOQIC 



65 
€ è una delle radici dell'equazione di secondo grado, 
t (le cui radici si supporranno di modulo diverso) : 

(2) 2«_a;2H-/? = 0. » 

Questa proposizione risulterà come conseguenza 
delle varie osservazioni che qui si espongono. 

2. Dapprima, non può essere che p„ , definito dal- 
l' equazione (1), tenda all'infinito. 

Infatti, avendo a,e e &„ limiti finiti, si possono 
assegnare tre numeri positivi a\ /?', n^ tali che, per 
^ >> 7^J , sia 

• \an\<a\ |&n|<^'. 

Se ora è, per w > n^ , 

M> 1, 
verrà da (1) 

b«H-.l = l«n--^|<a'-H^': 

cioè non è possibile di rendere, a partire da un in- 
dice n, le \pn\ maggiori di un numero arbitraria- 
mente grande. 

3. Non può neanche avvenire che Pn tenda a zero. 
Infatti, poiché ^ non è zero, si possono assegnare 

i numeri positivi a', ^", n^ tali che, per n^n^^ sia 

|«n|<a', \b„\>^". 
Se è ora, per n > n^ , 



ne verrà 






Pn 



Digitized by VjOOQIC 



66 

cioè non è possibile di rendere, a partire da un in 
dice Wj, le \p^\ inferiori ad un numero arbitraria 
mente piccolo. 

4. Da quanto precede, risulta che la successione p,i 
possiede un aggregato derivato contenente almeno uà 
elemento non nullo, né infinito. Sia tt^ un tale elemento. 
Il teorema enunciato al § 1 sarà dimostrato, se pro- 
veremo che questo elemento ^^ è unico. 

5. Ora, essendo .t^ un elemento limite per V in- 
sieme p^, esisterà in codesto insieme una successione, 

(3) Pr,j Pr^,.:.prn,'" 

la quale tende al limite tTq. Essendo, per la (I). 

ne viene che quando r varia nella successione 

Tj, r 
Pr^i tenderà al limite 



^1 > ^8 ) • • • ^n 



l 

Similmente, jpr^-i tenderà ài limite 

Ti 

e cosi via : talché gli elementi 



^0 






■/? 



^0' ^1 = «•"-' 



(4) ^0 



jTc, = CL , .... 7Tn = a • 



^1 ,^»t— 1 



Digitized by VjOOQIC 



67 
saranno, insieme ai loro elementi limiti, tutti e soli 
gli elementi appartenenti all' insieme derivato di p^ . 

6. Abbiamo ora da ^studiare la successione (4). 
Perciò, cominceremo coli' esaminare la frazione continua 

(5) 









a — 




a . 


•• 




ican 


do le 


sue 


ridotte 


successive 


con 


^ 


a 


^ 


a'- 


-$ 


Pn 





0,-1' Q- a '••• (?„'•••' 
si ha 

onde, essendo p e p* le radici, che si sono supposte 
distinte, delF equazione (2), e |/>J > |/^'|, si avrà, 
come si verifica immediatamente dai valori iniziali : 

Da queste risulta P„ = Q„^i; inoltre 

(7) Hm ^ = p, . 
e 

(8) lim%tl=llm^"-^'=p. 

Riprendendo ora la successione (4), si vede che è 



indi, colla solita dimostrazione da 7^ ad wH-1, si 



Digitized by VjOOQIC 



68 

conclude facilmente che è 

^ ^ " Qnn, — ^Qn^X~ P.^,1t, — ^Pn^,' 

7, a) Ciò posto, sia, nella (4), it^^ una delle radici 
di (2); ad esempio 7tQ = p. Allóra è 

e così jT^ = p, ecc. Onde tutti gli elementi di (4) 
sono fra loro uguali e uguali a /9 ; il teorema enun- 
ciato al § 1 è dunque dimostrato. Cosi se è 7Tq = p'. 
b) Sia nella (4), ^^ uguale ad uno dei succes- 
sivi, cioè 

Viene, da (9): 

n:,{Pn^l^,— 0Pn^2) = Pnrt, — ^Pr,^i, 

e ponendo per le Pn,"' le loro espressioni (6) e 
riducendo : 

Essendo p diverso da p\ ciò necessita che Tt^ sia 
uguale a /9, o a p' ; si- ricade nel caso precedente, ed 
il teorema del § 1 risulta ancora dimostrato. Così pure 

se è 7tr = 7rn^r' 

e) Sia, infine, tIq diverso dalle radici di (2) e da 

uno qualunque dei jin successivi. Si ha allora, per le 

(8) e (9), 

lim nn = p ' 

Se dunque la successione (4) contiene infiniti elementi, 
essa ha un unico punto limite, (secondo derivato di 
Pn) ; questo punto è radice di (2) : sia esso p . 



Digitized by VjOOQIC 



69 
8. Poniamoci in questo ultimo caso. Sia d il li- 
mite inferiore delle distanze di tt^. dai punti 7t., jt^^.., 

— n 

e dal punto p. Dal centro tt^j con raggio t'^^j si 

descriva il cerchio (c^) ; dal centro p , con raggio* 
uguale, si descriva il cerchio (cp). Fuori di (c^) e (Cp) 
cadrà un numero finito di punti della successione (4); 
siano essi compresi nel sistema 



TTj , jTg , . . . ;r, 



V ' 



entro (c^) non cade alcun punto di (4), fuori di n^\ 
entro (cp) cadono tutti i rimanenti. Infine, dai punti ttì 
esterni a (c^ , {cp) , e con raggio minore della metà 
della minima distanza fra i punti tt^^ 7t^y...7r^, p, 
si descrivano i cerchi (ct), dove i appartiene al si- 
stema 1 , 2, 3, ... 2; . 

Fuori dei cerchi (c^), {cp), (cj), cade un numero 
finito di punti Pn> Teniamo conto solo dei rimanenti, 
e riprendiamo la successione (3) dei punti pr, che a 
partire da uno di essi punti, cade tutta nel cerchio (e). 

La successione 

(3) Pr,, Pr,, ...:Pr., ... 

avendo per limite Tt^j la successione 

Pr,-^ky Pr,-¥-k, Prn-\-k, ... 

avrà (§ 5) per limite jta, e, per n abbastanza grande, 
Pvn-^k cade entro (c^) se è kK^v, entro {cp) se è 
ft > 2; . Ora, fatto 

p,.^_^_fc appartiene a (3) e cade quindi entro (cj. Ma, 
per le costruzioni fatte, i cerchi (c^) e (c^), (c^) e 
(cp) non hanno punti comuni. Si cade dunque in una 



Digitized by VjOOQIC 



70 

contraddizione, a meno che non sia 

n^ — 7tk, o 7t^ = py 

ma neir uno e nell' altro caso (§ 7), la successione p^ 
ha un solo punto limite uguale ad una radice di (2). 
Il teorema enunciato al § 1 è dunque dimostrato, e 
sotto le ipotesi ivi enunciate, si ha 

lim pn =7> , 

n=:oo 

essendo p una delle radici dell'equazione (2). 



9. Abbiasi ora il sistema di equazioni nelle in- 
cognite Pn ^ Qn- 
(10) jP.H.i-4.g« = a., 

f PnQn = 6n , 

e si ponga ancora, come dianzi, 

lim an = a^ lim 6,» = /? . 

«=00 n=cxD 

Eliminando g„, si deduce da (10) l'equazione 

che permette di calcolare Pn per ogni n in funzione 
di un valore iniziale, e per il teorema dei §§ 1-8 
si ha _ 

lim p„ = p , 

essendo p una delle radici dell'equazione (2). 

Dalla prima delle (10) si può dedurre la g„ , e 
si ha, passando al limite : 

lim q.^ = a—p=p, 

essendo p l'altra radice d'ella stessa equazione (1). 



Digitized by VjOOQIC 



71 

10. Sia data ora l'equazione lineare alle differenze 
del secondo ordine. 

(11) F^H.2— «n^^i-Hl-H 6n^n = . 

Ponendo per a^, &„, 1^ espressioni p^^iH-5ti, PnQm 
dove Pn 6 qn sono determinati, come si è detto, dal 
dal sistema (10), la (11) si potrà scrivere 

ossia 

(12) F„^2 — 1>M-Hl^t,^-1— ?n(Fn^.i — PnFr,) = 0. 

L'espressione che costituisce il primo membro della 
(11) è scomposta quindi nel prodotto di due fattori 
operativi; indicando con d l'operazione che, applicata 
ad te„, lo muta in w„^i, essa si può scrivere 

{0 — qn)(P—Pn)'Vn — (^. 

Ora, per risolvere questa equazione, una soluzione 
si avrà ponendo 

(13) Vn^, — PnVn = 0\ 

I 

indi, indicando con Hn la soluzione- dì 

una seconda soluzione di (12) si avrà ponendo 

(14) F.+l— PnFn = ^.. 

La prima equazione (13), è risoluta da 

(15) K==Pai^i--i>n^i; 

nella seconda equazione, (14), si noti che è 



Digitized by VjOOQIC 



72 
onde 

m ..=,„,.....(...%^|;|*...^^-); 

questa espressione, considerandosi p^ e q^ come costanti 
arbitrarie, ci dà l'integrale generale della (11). 

11. Dall'equazione (11) risulta che Vn^i'-Vn sod- 
disfa alla relazione ricorrente (1); se ne deduce, per 
il teorema del § 1, che il limite per n = oc di 
Vn^iiVn è una delle radici dell'equazione (2). Ve- 
diamo quale delle due dia, in generale, questo limite. 

Sia dapprima 

lim Pn^=p , 

n=:oo 

essendo, come si è fissato, p la maggiore in modulo. 
Il limite di q^ è allora p\ Se ne conclude subito che 
la serie 

Pi P,P2 P1P2PZ 

è assolutamente convergente ; detta A la sua somma, 
viene dalla (16) 

Y 

n=oo ^n «=00 

purché non sia 

(17) p^^q^A = 0. 

Se invece questa condizione è soddisfatta, la (16) si 
scrive 

onde risulta che il limite per n=.oo di V^^^iV^ è 
quello stesso di g„, cioè p\ 



Digitized by VjOOQIC 



73 
Sia poi 

lim J?n=/0'. 

Per l'integrale particolare V^ dato dalla (15), />' è 
allora il limite di F„^i:7n. Dico che per ogni altro 
integrale, il detto limite è p. Infatti, ogni altro inte- 
grale delle (11) è dato dalla (14), vale a dire da 

dove ora il limite per w = oo di qn ^ p (§9). Mol- 
tiplichiamo r ultima uguaglianza per a?**"*"^ e som- 
miamo a tutti i valori di n ; viene : 

Ma il secondo membro converge entro il cerchio di 

centro ^=0 e di raggio j — r, e non oltre: mentre, 

se fosse 

limVn^i:Vn = p\ 

il primo membro convergerebbe entro il cerchio di 
centro a? = e di raggio maggiore r-n . Ciò non 

essendo possibile, si conclude che per il solo inte- 
grale particolare F^ il limite di Vn^iiVn può essere 
uguale a. p\ 

13. Concludendo, in tutti i casi il rapporto F„^_i :Vn 
tende, per ^ = oo, alla radice di (2) maggiore in 
modulo, eccettuato un integrale particolare F/^, per 
il quale codesto rapporto tende all'altra radice. 



®^, 



i^(g^^ 



Rendiconto 1901-1905 



Digitized by VjOOQIC 



Digitized by 



Google 



Digitized by VjOOQIC 




GIROLAMO GOGGONI 

N. il 6 Luglio 1822 M. il 6 Ottobre 1904 



Digitized by VjOOQIC 



'M 



|Tr5?^5^^^5?5^5?W^5???^???^^^?^^^¥¥¥¥¥¥¥^ 



r Sessione^ 9 Aprile 1905. 



Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente. 

Il Presidente apre la seduta dichiarando di sentirsi 
sicuro interprete del pensiero e dei sentimenti di tutto 
il Corpo Accademico, vivamente congratulandosi coli' il- 
lustre Collega Prof. Augusto Righi per la sua nomina 
a Senatore, la quale non solo torna a grande onore del 
nostro Istituto, ma sarà pure a questo di ragguardevole 
vantaggio. 

Le parole del Presidente sono accolte dagli applausi 
unanimi e calorosi di tutti i presenti. 

Il Senatore Righi ringrazia il Presidente e tutti i 
Colleghi della spontanea dimostrazione per l'alta onori- 
ficenza che Gli fu conferita e aggiunge che sarebbe ben 
lieto se in avvenire potrà far cosa giovevole all' Acca- 
demia. 

Indi il Presidente invita l'Accademico Benedettino 
Prof. Floriano Brazzola a leggere la sua Commemo- 
razione in onore del chiarissimo e compianto Socio Be* 
nedettino Prof. Girolamo Cocconi. 



Digitized by VjOOQIC 



76 

Illustri Accademici, 

Il parlare di Girolamo Cooooni, che mi fu 
sempre largo di consigli, di fiducia e di benevolenza, mi 
è penoso. Nel commemorarlo davanti a Voi la mia pena 
s'accresce, perchè sento la mia insufficienza, e soltanto 
r affetto, la riconoscenza che a Lui devo, la grande sua 
bontà e la vostra indulgenza, mi danno animo. 

Sarebbe mio dovere dire molte cose sulla vita e 
sulle opere del Collega, che, il 6 Ottobre scorso, abbiamo 
perduto, ma Voi conoscete già le doti dell'animo suo e 
quelle del suo ingegno, onde basterà che io ricordi bre- 
vemente quei periodi della sua vita, che stanno special- 
mente ad attestarne la grandissima attività, il sapere, 
il valore e la bontà dell' animo suo. 

Il Comm. Girolamo Cocconi nacque in Parma il 6 
Luglio 1824, e fu sempre animato da grande amore per 
gli studi e pel lavoro, cui sacrificò tutto, anche gli ultimi 
anni della sua tarda età. 

Fece, sempre colle massime distinzioni, gli studi clas- 
sici ed ottenne, ancora giovanissimo, la laurea in Zooia- 
tria, in Scienze Naturali, ed in Medicina e Chirurgia, di- 
distinguendosi in ogni ramo di questi studi. 

Entrò prestissimo nell'insegnamento. Dapprima nel 
1848-49 fu nominato, per Rescritto del Governatore Prov- 
visorio del Ducato di Parma, Coadiutore ai Professori di 
Veterinaria nella R. Università, poi dal 1849-50 al 1852 
53 venne nominato Assistente alle cliniche veterinarie ; 
quindi di nuovo Coadiutore fino al 1856. 

Il 6 Luglio 1857 fu nominato, per Decreto Sovrano, 
Professore ordinario di Zootecnia nella R. Università di 
Parma e riconfermato con Decreto del Delegato della 
Provincia di Parma e del Dittatore dell' Emilia negli 
anni 1859-60. 

Nel 1863 ebbe, con Regio Decreto, la nomina di 
Professore ordinario in Zootecnia, Terapia generale e 
Materia Medica. 



Digitized by VjOOQIC 



77 

Nel 1866-67 sostituì, come incaricato, il Prof. Pel- 
legrino Stro bel negli insegnamenti della Zoologia, 
Mineralogia e Geologia; sobbarcandosi anche a questo 
ufficio per il grande amore che il Cocconi portò sempre 
agli studi delle Scienze Naturali. 

Nel 1871 fu comandato all' Università di Bologna, e 
nel 1874 nominato Professore Ordinario d' Igiene e di 
Materia Medica Veterinaria nella nostra Università, cat- 
tedra che tenne fino alla sua morte. Anche in Bologna 
nel 1880 gli fu offerto dalla Facoltà di Scienze Naturali 
r insegnamento della Zoologia, quale incaricato; insegna- 
mento però che Egli declinò, attese le molte sue occupa- 
zioni, suggerendo anzi il modo più conveniente per prov- 
vedervi. 

Nel 1884 fu nominato Direttore a vita della Scuola 
di Medicina Veterinaria. 

Questa la lunga carriera didattica del compianto 
Prof CoccoNi : all' Università di Parma diede più spe- 
cialmente r ardore, V entusiasmo dei suoi studi giovanili ; 
air Università di Bologna, V attività, V esperienza della 
sua età virile, dell' ultima sua età ; istruendo i giovani 
colla massima competenza e col plauso universale in 
diverse e svariate discipline, confortato sempre dall'af- 
fetto e dalla riconoscenza dei discepoli e dalla stima dei 
colleghi. 

Come Direttore della Scuola si distinse per la sua 
grande attività e competenza, e, giovandosi dell'alta con- 
siderazione in cui era tenuto, contribuì moltissimo a tener 
alto il prestigio della nostra Università, e rese segnalati 
servigi agli studi veterinari. 

A questo proposito non posso far a meno di ricordare 
r opera sua sapiente e sagace nell' ordinamento degli 
studi veterinari, e che il Regolamento speciale delle 
Scuole Veterinarie, tuttora in vigóre, è in grante parte 
opera sua. 

Per il posto che occupava e, specialmente per l'onestà 

Eendiconto 1904 19». 5 7* 



Digitized by VjOOQIC 



78 

e la rettitudine che guidavano ogni sua azione, il Cocconi 
era chiamato a far parie di quasi tutte le Commissioni 
per la nomina dei Professori nelle Scuole Veterinarie e 
per le promozioni ; e tutti si sentivano tranquilli e sicuri 
di avere in Lui un giudice buono ed equanime. 

Il Cocconi diede la maggior parte della sua attività 
all'insegnamento, ma -potè attender anche ad altri ed 
importanti uffici. 

Innanzi tutto, come la maggior parte dei nostri ve- 
nerandi maestri, portò il suo tributo all'amore della pa- 
tria. Non mi consta che il Cocconi abbia preso parte a 
fatti d' armi per l' indipendenza dell' Italia. Esso però 
fu, con Decreto di S. M. il 17 Settembre 1860, nominato 
Capitano della Guardia Nazionale di Parma, e con altro 
del 6 Marzo 1864 promosso Maggiore, posti che occupò 
col massimo plauso. 

Nei primi aniìi di insegnamento, mentre era a Par- 
ma, coprì molteplici cariche, fra le quali mi basta ricor- 
dare r assessorato per il Protomedico, che tenne dal 1858 
al 1862; air opera sua poi si ricorreva con piena fiducia 
ogni qualvolta si sentiva il bisogno di Commissioni spe- 
ciali di relatori esatti, imparziali e sagaci. 

Il CoccoNi fu membro del Consiglio Superiore di 
Sanità per tre trienni, del Consiglio Superiore della 
Pubblica Istruzione per un quadriennio ; della Giunta del 
Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, e della 
Commissione per la compilazione della Farmacopea Uffi- 
ciale ecc. Anche in questi altissimi consessi l'opera del 
Cocconi fu molto apprezzata, ed a Lui furono sempre 
affidati importantissimi uffici. Nel Consiglio di Sanità 
Pubblica la parola del Cocconi fu sempre ascoltata. Ri- 
cordo specialmente le relazioni sulle malattie infettive 
degli animali in rapporto all' Igiene pubblica. Anche nel 
Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione il Cocconi 
fu assai stimato. Fu, credo, il solo insegnante delle Scuole 
Veterinarie chiamato a far parte del Consiglio stesso, 



DigitizedtDy VjOOQIC 



79 
ed il CoccoNi esercitò un'opera veramente benefica per 
la Medicina Veterinaria» e per tutti coloro che avevano 
bisogno di valido appoggio. 

Il Comm. CoccoNi diede molta parte della sua atti- 
vità alla nostra Accademia, di cui fu Segretario per ben 
tredici anni: dal 1884 al 1890 dapprima, e appresso dal 
1896 al 1903. L'illustre nostro Presidente il Prof. Cia- 
mician, nell' annunziare all'Accademia la morte del 
CoccoNi, ha già richiamata la nostra attenzione sulla 
gravità di questa perdita fatta dal nostro Istituto, e il 
Senatore Capellini con affiettuose e sentite parole ci 
ha già detto dell'opera veramente utile portata a noi 
dal CoccoNT, come Segretario. Io non posso che confer- 
mare i segnalati servigi resi dal Cocgoni, sovratutto nel- 
r ordinamento degli archivi, nel cambio delle memorie 
e degli atti dell'Accademia, nella compilazione dei ren- 
diconti, nella corrispondenza e in altre incombenze di 
questo delicatissimo ufficio. 

Il venerando Prof. Ruffini, nell'anno accademico 
1883-84, aveva iniziato questi lavori, che il Cocconi com- 
pletò, contribuendo a tener alta la fama di questo Istituto, 
e meritandosi dall' Accademia la pia viva e sentita rico- 
noscensa. 

Il Cocconi pubblicò molti e pregevoli lavori scien- 
tifici, anche su argomenti syariatissimi di Scienze Natu- 
rali e di Medicina comparata. Fra i principali ricordo i 
seguenti : 

Flora dei foraggi che spontanei e coltivati crescono nelle 
Provincia Parmense. 1856-60. 

Esteriore conformazione del bue : storia naturale, razze, 
mantelli. 1872-74-76. 

Eaumerazione sistematica dei molluschi miocenici e plio- 
cenici delle Provincie di Parma e di Piacenza. 1873. 

Contributo alla Flora della Provincia di Bologna (quat- 
tro contributi) 1877-78-80). 

La sistemazione delle Puccinie. 1S83. 



Digitized by VjOOQIC 



80 

Flora completa della Provincia di Bologna. 1883. 

Enumerazione dei Funghi della Provincia di Bologna 
1884-85-86. 

Ricerche e considerazioni sulla simbiosi dei funghi 1887. 

Contributo allo studio dei nettari delle caprifogliacee, 
1888. 

Contributo alla biologia dell' Ustilago. 1889 

Osservazioni 'e ricerche sullo sviluppo di tre piccoli fun- 
ghi ece. 

In questi ultimi anni pubblicò una serie di lavori, 
generalmente di natura botanica e di micologia, i qualJi 
figurano tutti nelle Memorie della nostra Accademia delle 
Scienze. Io non ho bisogno di ricordare i pregi di questi 
lavori, perchè sono noti a tutti, e d' altra parte lo potrei 
fare anche a disagio, perchè trattano di argomenti un 
po' estranei ai miei studi. Devo però in modo speciale 
richiamare l'attenzione sulla Flora dei foraggi che spon- 
tanei e coltivati crescono nella provincia di Parma, e 
sulla Flora completa delia Provincia di Bologna: lavori 
molto pregevoli e di gran valore anche pratico, accre- 
sciuto dal ricco erbario che accompagna e complet'B 
queste pubblicazioni, e che formano un prezioso corredo 
ai nostri istituti. 

Il Professor Cocconi, per i suoi meriti scientifici, fu 
insignito di diversi titoli accademici ed onorificenze : 
Membro dell' Accademia delle Scienze dell' Istituto di Bo- 
logna; Membro della Società Reale e Nazionale dell'Ac- 
cademia Veterinaria; Membro della Società italiana di 
Igiene; Membro della Società italiana di Scienze Natu- 
rali ; Membro della Società Geologica d' Italia ecc. ; Ca- 
valiere dell'ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro; Ufficiale 
dell' ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro ; Commendatore 
della Corona d' Italia. Fu anche nominato cittadino Ro- 
mano ad honorem. 

Il Cocconi fu sopratutto buono, generoso, benvoluto 



Digitized by 



Google 



I 



81 
dai colleghi, dagli allievi, da tutti. L' affetto da cui fu 
sempre circondato, era il premio delle doti preziose del- 
l' animo suo, per le quali si era tratti ad amarlo colla 
massima sincerità. 

Lavoratore indefesso. Egli ha dato tutto quello che 
era air insegnamento, alla scienza, agli altri, e deve es- 
sere anche additato come esempio di quello che Tuomo 
può raggiungere colla costante operosità e col forte volere. 

Negli ultimi anni della sua vita era piuttosto mal- 
fermo in salute, ma la sua mente, temprata al lavoro, 
continuava, compatibilmente colla tarda età, a funzionare 
coir energia dell'età adulta; e nonostante che le forze 
fisiche 'lentamente Lo abbandonassero, rimase sempre al 
suo posto, non sapendosi adattare a vivere inoperoso, 
senza lo studio, e mori sul campo di combattimento, col 
pensiero rivolto alla sua Scuola, ai colleghi, agli allievi, 
air Accademia. 

L'opera educatrice di quest'uomo pur troppo è finita: 
la sua memoria però vivrà sempre in noi, nei colleghi 
e negli allievi : la nostra Accademia serberà sempre per 
Lui un caro ricordo di gratitudine e di venerazione. 

Io poi, in questo momento, devo porgere al Collega 
estinto e all' amalo mio Superiore 1' ultimo saluto e la 
espressione della mia eterna riconoscenza. 



Dopo il discorso del Prof. Brazzola, l'Accademico 
Benedettino Prof. Michele Rajna legge la sua Comme- 
morazione in onore del compianto Socio Corrispondente 
Prof. Pietro Tacchini. 

Chiedo all'Accademia il permesso di aggiungere 
alcune parole a quelle con le quali il nostro Presidente 



Digitized by VjOOQIC 



J 



'T^ 



^ 



82 

già commemorò degnamente T illustre e compianto pro- 
fessore Taochini. Io ebbi poche volte V occasione di 
avvicinarlo e non ho alcuna competenza nel ramo speciale 
dell'Astronomia da lui coltivato con tanto successo; ma 
avendo avuto la fortuna di passare 25 anni della mia 
vita neir Osservatorio di Milano, a contatto dei professori 
'Schiaparelli e Celoria, ho assistito al movimento 
progressivo degli studi astronomici e meteorologici in 
Italia durante l'ultimo quarto di secolo e posso affermare 
che di quel movimento il Tacchini fu uno dei più effi- 
caci promotori ed attori. 

Di esatte notizie biografiche del Tacchini sono de- 
bitore alla benevola cortesia dei professori Millos-evich 
e Ricco, i quali per lo spazio di molti anni furono i 
suoi più fidi collaboratori. Mi sia lecito di esprimere a 
loro, anche da quest'aula, i miei sentimenti di gratitudine. 



* 



Nato in Modena il 21 marzo 1838, Pietro Tacchini 
compì in quella Università gli studi d' ingegnere (autunno 
del 57) e poi per quasi due anni studiò Astronomia 
all'Osservatorio di Padova, sotto la guida del Santini 
e del Trettenero. Per quattro anni, dall'autunno del 
59 a quello del 63, fu astronomo e direttore interinale 
dell' Osservatorio di Modena, posto che lasciò per andare 
a Palermo come astronomo aggiunto. Ivi egli istituì 
quelle osservazioni spettroscopiche del Sole che diedero 
nuova rinomanza alla Specola palermitana e lo deter- 
minarono nel 1871 a fondare, d' accordo col P. Secchi, 
la Società degli spettroscopisti italiani. 

Cessate nel 1878, con la morte del P. Secchi, 
quelle ragioni di alto e doveroso rispetto che avevano 
indotto il Governo italiano a lasciare 1' Osservatorio del 
Collegio Romano in possesso della Compagnia di Gesù, 
il Tacchini nel 1879 fu chiamato da Palermo a Roma, 



Digitized by 



Google 



83 
come direttore di quell'Osservatorio diventato governa- 
tivo. In pari tempo fu nominato direttore dell'Ufficio 
centrale di Meteorologia, al quale fu data opportuna 
sede nel Collegio Romano stesso, in locali attigui a 
quelli dell'Osservatorio astronomico. A questi due Isti- 
tuti insieme accoppiati egli diede grande impulso e seppe 
circondarsi di giovani e valenti collaboratori. 

Nel 1874 il Tacchini fece parte della missione ita- 
liana che andò a osservare il passaggio di Venere a 
Muddapur nel Bengala, e dal 1870 in poi osservò quasi 
tutte le più importanti eclissi solari : quella del dicembre 
1870 a Terranova di Sicilia, dell' aprile 1875 a Kamorta 
(isole Nicobar), del maggio 1882 in Egitto, del maggio 
1883 all'isola Carolina (Pacifico australe), dell'agosto 
1886 a Grenada nelle Antille, dell'agosto 1887 a Surwi- 
scaja in Russia (dove il mal tempo non gli permise alcuna 
osservazione), e finalmente quella del maggio 1900 a 
Ménerville in Algeria. 

Con questi numerosi viaggi scientifici, non sempre 
comodi ne piacevoli, il Tacchini arrivò a risultati im- 
portanti nel campo della Fisica solare, tra i quali sin- 
golarissimo quello della scoperta dì protuberanze bianche, 
oltre le rosee già conosciute. Ecco come egli rendeva 
conto della sua scoperta in una lettera in data del 4 set- 
tembre 1886 e indirizzata al Presidente dell' Accademia 
dei Lincei: 

« L'esame della corona e delle protuberanze mi riuscì be- 
nissimo, per modo che con le osservazioni fatte dal capitano 
Archer (1), con le altre fatte da me in pieno Sole subito dopo 
finita r eclisse e con quelle del 1883 da me eseguite air isola 
Carolina si può stabilire: 

1.** — Che durante un'eclisse totale di Sole si possono 
vedere bellissime protuberanze, non visibili in pieno Sole ; 



(l) Uno dei membri della missione astronomica inglese alla 
quale il Tacchini era stato invitato ad associarsi. 



Digitized by VjOOQIC 



84 

2.° — Che le protuberanze visibili solo durante la totalità 
sono bianche, specialmente nelle parti più elevate ed hanno una 
caratteristica speciale, sono cioè formate di fili sottili e lunghi, 
ripiegati in alto; 

3.° — Che r intensità luminosa delle protuberanze bianche 
è debole, così che non sono visibili ad occhio nudo se la loro 
altezza non sorpassa quella della parte più lucente della corona : 
mentre la sommità può vedersi a occhio nudo se trovasi ad una 
grande altezza, come avvenne in questa eclisse ; 

4.° — Che tutte le altre protuberanze, visibili anche in 
pieno Sole, si presentano più larghe e molto più alte durante 
r eclisse totale e con le loro sommità bianche, quando si tratta 
di protuberanze di una discreta altezza, cioè superiore al minuto ». 

Il prof. Gel Oria, nel riportare queste conclusioni 
del Tacchini, aggiunge : 

« Molte protuberanze bianche si presentarono durante la 
totalità dell' eclisse del 1886 : una fra le altre altissima, alta 
oltre 12 minuti primi d'arco (più che 80 volte il raggio della 
Terra), potè esser veduta dal capitano Archer e da una sta- 
zione diversa da quella del Tacchini, in parte anche a occhio 
nudo. Trascorsa la totalità, a Grenada come all' isola Carolina, 
non fu possibile in pieno Sole rivedere pur traccia di tutte 
queste protuberanze bianche... » (l) 

Instancabile sempre, il Tacchini aveva divisato di 
andare quest'anno in Ispagna (a sue spese) a osservare 
r eclisse del 30 agosto, e feosì egli sarebbe stato il capo 
autorevole di quella missione scientifica la quale, con un 
sussidio del Governo, sta facendo i preparativi per tener 
alto anche in questa occasione il nome della Scienza 
italiana (2). 

Come direttore dell' Ufficio centrale di Meteorologia 
il Tacchini diede impulso e organizzazione anche agli 



(1) Annuano scientifico e industriale, 1886, pag. 54. 

(2) La missione sarà composta dei professori Ricco e Chistoni 
e dell' ing. Mascari. 



Digitized by VjOOQ IC 



85 
studi geodinamici in Italia, e dietro sua iniziativa si 
costituì nel 1895 la Società sismologica italiana. 

Nei primi suoi anni di Palermo (1867-68-69) egli 
aveva osservato al Cerchio meridiano una serie di 1001 
stelle australi ; osservazioni che furono poi ridotte a ca- 
talogo dal P. Hagen, gesuita austriaco stabilito agli 
Stati Uniti. 

Promosse con ardore V erezione* di un Osservatorio 
meteorologico sul Monte Cimone, e specialmente a lui 
si deve la creazione deir Osservatorio Etneo (1880) e di 
quello di Catania (1885). Dal Governo poi ottenne anche 
ì mezzi necessari per far partecipare T Osservatorio di 
Catania alla grande impresa internazionale della carta 
fotografica del cielo e del relativo catalogo. Era evidente 
che quei due nuovi Osservatorii si trovavano in condi- 
zioni eccezionalmente favorevoli per gli studi di Astro- 
nomia fisica, e così nel 1890, sempre per impulso del 
Tacchini, fu istituita neir Università di Catania una cat- 
tedra di Astrofisica, V unica esistente in Italia. La cat- 
tedra e la direzione dei due Osservatorii furono aflfìdate 
al prof. Ricco, il quale da molti anni si occupava di 
quegli studi, specialmente dopo che aveva sostituito il 
Tacchini nella Specola di Palermo. 

Naturalmente, i lavori del Tacchini riguardano per 
la maggior parte la Fisica solare, la Meteorologia e la 
Geodinamica. Si trovano pubblicati quasi tutti nelle 
Memorie degli Spettroscopisti italiani (Rivista mensile 
di cui egli diresse la pubblicazione per quasi trent' anni), 
nelle Memorie dell'Osservatorio del Collegio Romano, 
nei Rendiconti dell'Accademia dei Lincei e nel Bollet- 
tino della Società sismologica italiana. 

Sarebbe un' esagerazione il dire che il Tacchini fu 
un gran dotto od un grande scienziato: il vero è che 
egli fu un astronomo eccezionalmente attivo ed energico, 
che seppe creare Istituti ed Istituzioni che non moriranno. 
I suoi lavori gli assicurano un posto onorevole nella 



Digitized by VjOOQIC 



86 

storia generale dell' Astronomia, un posto onorevolissimo 
nella storia della Fisica solare. Questo campo di ricerche 
aveva da poco principiato ad aprirsi, quando il giovine 
Tacchini vi entrò risolutamente, con ardore e perseve- 
ranza pari ai successi che vi raccolse. Dal 1871 al 
1900 egli osservò con assiduità straordinaria le mac- 
chie, le facole e le protuberanze solari, e di queste for- 
mazioni pubblicò numerosi quadri statistici e bei disegni. 

A lui si deve l'esecuzione di una Carta magnetica 
d'Itaha, costruita in base alle misure assolute di ma- 
gnetismo terrestre che egli fece eseguire dal C h i s t o n i 
e dal Palazzo, e pubblicata negli Atti del primo Con- 
gresso geografico italiano tenuto a Genova nel 1892. 
Non è poi del Tacchini la colpa se in Italia non esiste 
ancora — con disdoro del paese — un vero e proprio 
Osservatorio magnetico, perchè egli nel 1887 aveva stu- 
diato la questione e presentato al Governo formali pro- 
poste, le quali pur troppo non incontrarono accoglienza 
favorevole. 

Il Tacchini si occupò anche di stelle cadenti e nel 
1895, con osservazioni eseguite in parte da lui e in parte 
dal suo assistente Domenico Peyra (I), confermò la 
brillante scoperta del professore Schiapar.elli sul pe- 
riodo della rotazione di Venere, che è uguale a quello 
della rivoluzione. 

Membro di molte Accademie e Società scientifiche, 
egli ricevette nel 1888 la medaglia Rumford della 
Società Reale di Londra per i suoi lavori di Fisica so- 
lare e nel 1892, per la stessa ragione, ebbe il premio 
Janssen dell'Accademia delle Scienze di Parigi. 



(1) Morto in Torino, a soli 27 anni, nel 1898. Di lui così scrisse 
lo Schiaparelli: « Nella sua breve carriera astronomica, che durò 
soli quattro anni, questo giovine altrettanto valente quanto laborioso 
e modesto ha compito un numero relativamente grande di utiU e 
buoni lavori... » {Astr. Nachrichten, voi. 148. pag. 31). 



Digitized by VjOOQIC 



87 
Dopo 40 anni di servizio attivo lasciò nel 1899 il 
posto di direttore dell' Ufficio centrale di Meteorologia 
e al principio del 1902 quello di direttore dell'Osservatorio 
del Collegio Romano. Ma disgraziatamente potè godere 
per poco del riposo che aveva cercato in patria : una 
polmonite complicata con disturbi epatici lo spense il 24 
marzo 1905 a Spilamberto, provincia di Modena. 

* 

L'Osservatorio di Bologna e quanti si interessano, 
dentro e fuori di questa Accademia delle Scienze, al 
desiderabile e vagheggiato risorgimento di un Istituto 
che vanta le tradizioni di Eustachio Manfredi, di 
Eustachio Zanetti e di Lorenzo Respighi, 
r Osservatorio di Bologna — dicevo — e chi lo onora 
di benevolo interessamento hanno doveri speciali di 
gratitudine e di venerazione verso la memoria di Pietro 
Tacchini. 

Quando nel 1887 l'Università di Bologna si appre- 
stava a celebrare solennemente il suo centenario, il 
Rettore di quel tempo, il senatore Capellini, che ben 
conosceva le condizioni deplorevoli in cui era ridotto 
r Osservatorio, vi eseguì una ispezione in compagnia del 
prof. Tacchini. Frutto di quella visita fu una relazione 
che il Tacchini indirizzò al Rettore, nella quale egli 
constatava che « dal 1874 a questa parte l'abbandono 
delle macchine e il disordine sempre crescente nell' Osser- 
vatorio han fatto sì che in oggi tutti gli strumenti sono 
inservibili per vere osservazioni astronomiche », ed espri- 
meva r augurio che « 1' Osservatorio non venisse dimen- 
ticato e lasciato nello stato indecente in cui ora si trova ». 
In quella relazione il Tacchini formulava pure proposte 
concrete di riforme, di restauri e di nuovi impianti. 

Tali proposte rimasero, come si sa, affatto sterili 
e così le condizioni della Specola seguitarono a peggio- 



Digitized by VjOOQIC 



88 

rare per altri 13 anni. Ma il Rettore e il Tacchini ave- 
vano fatto tutto quel che potevano, e nella storia della 
Specola bolognese questo nobile tentativo resterà segnato 
come valida testimonianza dell'attività indefessa, dello 
zelo appassionato che il Tacchini metteva in tutto ciò 
che potesse favorire in qualche modo i progressi del- 
l'Astronomia italiana. 



Indi l'Accademico Benedettino Prof. Guido Tizzoni^ 
a nome pure del Dott. Bongiovanni, legge la seguente 
Nota: L'azione del raggi del radio sul virus rabido 
in vitro e nell'animale. 

Le conoscenze molto scarse e contradittorie che si 
hanno oggidì intorno all'azione del Radio sopra i virus 
e sulle rispettive tossine ci hanno consigliato ad intra- 
prendere alcune ricerche su questo argomento. 

E per primo abbiamo voluto rivolgere la nostra at- 
tenzione al virus rabido come quello che meglio degli 
altri si sarebbe prestato alla ricerca, sia per la sua 
grande sensibilità alle influenze esterne di ordine chi- 
mico e fisico, sia per la grande analogia che passa fra 
la sua azione. e quella di alcuni fermenti sui quali sap- 
piamo che il Radio esercita talora un'azione molto ener-r 
gica, sia perchè questo virus determina nell'animale una 
infezione sistematizzata, circoscritta al sistema nervoso 
centrale; sulla quale, perciò, si sarebbe potuto influire 
in modo molto diretto dirigendo i raggi del Radio sul- 
r occhio. 

Le nostre esperienze furono praticate tutte sul co- 
niglio valendoci sempre del viì^us fisso, che per la sua. 
alta potenza rappresenta in questo genere di studi il 
massimo sforzo sperimentale, e ci dà quindi sicuro affi- 
damento sul valore dei risultati ottenuti. 



Digitized by VjOOQIC 



89 

Ogni esperimento poi aveva il rispettivo animale di 
controllo che morì sempre regolarmente coi fenomeni di 
rabbia paralitica, nel termine di 7-8 giorni per gli ani- 
mali infettati nell'occhio e sotto la dura madre, in 11 
giorni per quelli infettati nel ner-vo sciatico. 

Due sono le serief di ricerche praticate, una in vitro, 
l'altra nell'animale. Nella prima il virus rabido stem^ 
prato in brodo sterilizzato nella proporzione dell' 1 % ve- 
niva sottoposto per un tempo determinato alla influenza 
diretta dei raggi del Radio ; nella seconda i raggi stessi 
erano fatti convergere per un'ora al giorno e per 8 
giorni consecutivi nell'occhio dell'animale in esperimento, 
infettato con la stessa poltiglia di virus rabido tanto nel- 
r occhio o sotto la dura madre quanto nel nervo sciatico. 

In alcuni casi il principio della cura coincideva col 
momento stesso della infezione e seguitava nei 7 giorni 
successivi (metodo contemporaneo) ; in altri invece l' ap- 
plicazione dei raggi cominciava solo dopo una o più ore 
dalla procurata malattia (metodo curativo). 

Avvertiamo che i raggi del Radio usati nel modo e 
tempo da noi indicati non dettero mai alterazioni apprez- 
zabili locali o a distanza. 

I risultati ottenuti con queste ricerche, dei quali in- 
tendiamo prender data con la presente comunicazione, 
sono i seguenti : 

Esperienze in vitro. — I raggi del Radio esercitano 
nella provetta una rapidissima azione scomponente sul 
virus rabido mantenuto alla temperatura di 12-15'' C, 
il quale dopo breve tempo di questo trattamento riusciva 
del tutto innocuo quando era iniettato nell'occhio degli 
animali. Se poi l'azione del Radio sul virus rabido era 
insufficente (1 ora) allora gli animali morivano con 
grande ritardo sui controlli (8 giorni) ; e non coi soliti 
fenomeni della rabbia, ma per una malattia molto piii 
enta (10 giorni) in cui predominava il progressivo di- 
magrimento fino al marasma. 



Digitized by VjOOQIC 



90 

Invece il virus dei tubi di controllo lasciati in li- 
bero contatto coir aria dette sempre la morte degli ani- 
mali col quadro della rabbia paralitica e nel tempo su 
indicato. 

Esperienze che sono già in corso ci diranno se il 
virus rabido in tal modo distrutto* possa fornire un vac- 
cino più efficace, ed insieme più pratico ed economico, di 
quello Pasteur che attualmente serve per la vaccina- 
zione antirabica nelP uomo. 

Esperienze sull' animale. 
a) Azione conteìnporanea. I raggi del Radio si 
sono mostrati sempre efficaci quando la loro applicazione 
è cominciata al momento stesso in cui fu praticata la 
infezione, e tanto contro infezioni nell' occhio, quanto con- 
tro infezioni praticate direttamente nel cervello o nel 
nervo sciatico. 

Gli animali così trattati presentarono solo un leg- 
gero aumento di temperatura, una transitoria diminu- 
zione di peso ed un poco di rigidità o di debolezza nel 
treno posteriore al momento della morte dei rispettivi 
controlli poco tempo dopo; ciò che, come abbiamo 
detto, non è in alcun modo imputabile all'azione stessa 
dei raggi del Radio. 

Di tali animali alcuni, i primi operati, vivono in 
ottime condizioni di salute anche dopo 38 giorni dacché 
furono iniettati con virus fisso (1). 

Questo dimostra che i raggi del Radio diretti sul- 
l'occhio per 8 ore in 8 giorni consecutivi sono capaci 
di agire anche sui focolai d' infezione molto lontani 
(nervo sciatico) ; la loro azione riesce egualmente efficace 
tanto se è esercitata sull' occhio corrispondante alla pra- 
ticata iniezione del virus quanto su quello del lato op- 
posto. 



(1) Alla correzione delle bozze di stampa, questi animali 
sono ancora in vita in eccellenti condizioni di salute dopo 47 giorni. 



Digitized by 



Google 



i 



91 
6) Azione curativa. Lo stesso risultato si è otte- 
nuto quando l'applicazione dei raggi del Radio è inco- 
minciata dopo un'ora dalla avvenuta infezione. 

Invece a 24 ore di malattia la stessa cura praticata 
nel modo e nel tempo sopra indicato si dimostrò senza 
nessun efTetto. 

Con ulteriori esperimenti cercheremo di stabilire 
gli estremi della cura, sia riguardo al tempo trascorso 
dalla procurata infezione, sia riguardo alla durata di 
applicazione del rimedio. Vedremo ancora se negli ani- 
mali sopravissuti la guarigione sarà duratura, e se questi 
si mostreranno fortemente e per lungo tempo vaccinati 
contro il virus rabido. 

Intanto, in attesa di conoscere quale estensione pos- 
sano avere queste ricerche, da quanto si è finora osser- 
vato si può affermare con assoluta certezza che il Radio 
distrugge rapidamente il virus rabido tanto in vitro 
quanto nelV animale; e ciò qualunque sia il punto nel 
quale è stata praticata V infezione, quindi qualunque sia 
la distanza fra questo e la parte sulla quale viene di- 
retta V azione del rimedio. 

Sul meccanismo col quale i raggi del Radio eserci- 
tano nell'animale la loro azione benefica, non osiamo 
per il momento avanzare ipotesi alcuna. 

Tutto parla, peraltro, in favore di una disinfezione 
o di uno svelenamento dell' intiero sistema nervoso per 
parte dei raggi del Radio usati attraverso l'occhio. 



L' Accademico Benedettino Prof. Carlo ExMERy rias- 
sume una sua Memoria che ha per titolo : Revisione 
delle speeie del genere Atta appartenenti ai sottoge- 
neri Moellerias Acromyrmex. 



Digitized by VjOOQIC 



t 



92 

L'Autore discute i limiti e la sinonimia delle sin- 
j^ole specie, descrivendone alcune nuove, oltre a parec- 
chie varietà, e fornisce chiavi analitiche per la deter- 
minazione delle operaie e dei maschi. 



Infine il Segretario, a nome dell' Accademico Ono- 
rario Prof. Vincenzo Colucci, legge il seguente sunto di 
una Memoria che porta per titolo : Contributo alla Pa- 
tologia dell'Epitelioma caneroide. 

In questo lavoro, l'A. descrive un caso di neoplasia 
cancerigna in un gatto, la quale sviluppatasi primitiva- 
mente nella pelle della faccia, invase le cavità nasali 
distruggendole in gran parte, si [propagò poscia ai gangli 
linfatici cervicali del lato destro e da qui, per la via 
sanguigna, al polmone. 

I fatti patologici più importanti, accuratamente de- 
scritti, sono : 

V Lo sviluppo endarterioso, nei rami della polmo- 
nare, del neoplasma, che ivi conserva tutti i caratteri 
originari, tanto per la forma sua papillare, come per la 
forma e disposizione de' suoi elementi cellulari costitutivi. 

2"* La particolare proliferazione deir epitelio dei pic- 
coli bronchi e degli alveoli polmonari prossimi ai focolai 
dell'epitelioma metastatico, o in questo compresi, e la 
speciale neoplasia epiteliale derivatane, che occupa ed 
ostruisce il lume bronchiale. 

3"* Le lesioni diffuse del parenchima polmonare, che 
sono quelle della pneumonite interstiziale cronica, dovute 
in parte allo sviluppo locale del neoplasma, e in generale 
ai gravi disturbi circolatori, cagionati dalle occlusioni 
arteriose polmonari per lo sviluppo endovascolare del-, 
r epitelioma. 



Digitized by VjOOQIC 



93 

Di tutte queste lesioni TA. ne stabilisce la patoge- 
nesi ed accenna infine all'etiologia del cancro, riferendone 
brevemente la storia più recente. Pei fatti osservati ij» 
questo caso conferma la dottrina circa la secrezione cel- 
lulare tossica del cancro, dimostrandola coli' influenza in- 
dubbiamente da questa esercitata sull'epitelio degli al- 
veoli, dei bronchi e delle glandolo mucose peribronchiali, 
onde ne è derivata la speciale neoplasia, e finisce col- 
r emettere un'ipotesi circa l'origine primitiva autotossica 
del cancro epiteliale, e conclude: 

V L'epitelioma cancroide sviluppatosi nella pelle 
della faccia in un gatto di 11 anni, invase tutte e due 
le cavità nasali, distruggendole quasi completamente, si 
estese pei linfatici ai gangli cervicali del lato destro e 
di qui pei vasi sanguigni al polmone, dove si trovarono 
noduli di varia grandezza diffusi nel parenchima del mag- 
gior numero dei lobi dell'orbano. 

2** Lo sviluppo di tali noduli metastatici ebbe ori- 
gine nei rami dell'arteria polmonare, conservando nel 
suo progresso la tipica struttura e disposizione degli ele- 
menti, come nel cancroide primitivo. Dalle più piccole di 
queste arterie e forse anche dai capillari, il tumore invase 
di seguito il connettivo peribronchiale, estendendovisi 
nella forma papillare originaria. 

3** Per r occlusione delle arterie, dovuta al crescere 
del cancroide, ne seguì trombosi, per cui si rese possibile 
la penetrazione del neoplasma dall' esterno nelle arterie, 
disgregando le fibro-cellule muscolari della media, in 
gran parte degenerate per la difettosa nutrizione dal 
trombo cagionata. 

4"* Da tali multiple occlusioni vascolari arteriose ne 
seguirono grave disturbo circolatorio, stasi e trombosi ve- 
nose, donde cronica broncopneumonite generale con pre- 
valenti lesioni interstiziali. 

5*" Le alterazioni dei bronchi e degli alveoli in vi- 
cinanza dei noduli cancerosi, consistevano massimamente 



Digitized by VjOOQIC 



9i 

in proliferazione del loro epitelio, onde restavano ostrutti 

gli uni e gli altri da una massa di cellule neoformate, 

%S^enti caratteri speciali e differenti da quelli proprie del 

cancroide. 

6"* Un fatto simile era avvenuto nelle glandole muco- 
se peribronchiali. Delle quali (oltre al trovarsi ipertrofiche 
in tutto il polmone, come di solito avviene nelle bronco- 
pneumoniti croniche consecutive a disturbi circolatori) nei 
punti vicini ai noduli cancerosi, gli acini e tubi glande- 
lari ipertrofici mostravano una attivissima proliferazione 
del loro epitelio, per cui, perduta l'apparenza dell'ade- 
noma, acquistavano caratteri di neoplasma carcinomatoso 
ben distinti però da quelli dell'epitelioma metastatico. 

T Tal fatto neoplastico speciale localizzato ai pic- 
coli e minimi bronchi, nonché agU alveoli ed alle glan- 
dole peribronchiali vicini ai noduli cancerosi, ho creduto 
doversi attribuire ad influenza esercitata sugli epiteli degli 
uni e delle altre dalle secrezioni tossiche cellulari del 
cancroide metastatico. 

8° La metastasi dell' epiteUoma cancroide è avve- 
nuta pel trasporto delle cellule, le quali, come eviden- 
temente risulta dalla presente osservazione del suo svi- 
luppo endarterioso, essendo dotate intimamente di virtù 
tossico-parassitarie, inducono alterazioni del tessuto ove 
esse si soffermano, preparando così il terreno propizio 
alla loro nutrizione, ed attivamente proliferando danno 
origine per se stesse allo sviluppo del nodulo metastatico, 
che è un vero e proprio trapiantamento del neoplasma 
primitivo. 

9"* Infine, con criterio analogico, mi è sembrato po- 
tere avanzare la probabile ipotesi: che l'origine primi- 
tiva del cancro epiteliale si possa attribuire ad un mu- 
tamento delle secrezioni epiteliali normali in individui 
predisposti, per eredità o altre condizioni somatiche, alle 
affezioni cancerose ; nel quale stato l' azione di qualsiasi 
causa, comune o specifica, determinerebbe una straordi- 



Digitized by VjOOQIC 



95 
naria attività proliferativa degli epiteli, le cui secrezioni 
acquistando una tossicità specifica, agirebbero come sti- 
molo morboso sui prossimi elementi congeneri e da qui 
l'estendersi, per continuità, del neoplasma cancerigno. 



'i^^ 



?^ 



Digitized by VjOOQIC 



Digitized by 



Google 



Gttébhard Prof Adrien — Notes Psychiques. 1905. Paris. 

Valle di Pompei — Il Rosario e la Nuova Pompei. Anno XXIl. 
1905, Quad. 1,2, a. 

Lapponi Prof. Comm. Giuseppe — In memòria del Prof. Mons. , 
Francesco «Regnani. 1905, Roma. 

Arcidiacono S. — H terremoto dì Niscemi del 13 Luglio 1903. 
Modena. 

Mem -7 Principali fenomeni eruttivi avvenuti in Sicilia e 

nelle isole adiacenti durante Tanno 1901, Modena. 
Marr Bernhard ~ Die SymboHk du Lunation. 1905. 

Station Franoo-Scandinavef de Sondages aériene a Hald 1902- 

1903. — Travaux. Viborg, Danmark. 1904. . 

Gaudry Prof. Albert — Fossiles de Patagonie. De^tition^ de " 
queJqAjes mammifères. 1904. 

Tom$en Proi. Julius — Termokemiske Resultater. 1905. Ko- 
Benhavn. 

Filrbringer Prof. Max — Untersuchungen der Morphologie 
und Systematik der Vogel zugleich ein Beitrag zur A- 
natoi:MÌe der Stiìtz-und Bewergungsorgane. I* Specieller 

' TheiM888. Jena. 

Idem — Id. IL Aligemeiner Theil 1888. Amsterdam. 

Idem — Zur vergleichenden Anatomie des Brustschulterap- 
^ parates und der SóhulterrauskeJn. 1900. Jena. 

Idem — Ueber die Spino-Occipitalen Nerven der Selachier 
" und Holocephalen und ibre vergliechende Morphologie 
1897. Leipzig. - 

Idem — Beitrag j:ur Systematik und Genealogie^ der Repti 
lien. 1900.^ Jena. 

Idem — .Morphologische Streitfragen. 1. Nervus trochlearis, . 
2. Rabrs Metode und Behandiung der Éxtremitaten-^ 
frage. 1902. Leipzig. ' 

Idem — Beitrag zur Genealogie und Sistematik der Vogel . 
1002. Jena. 

Idem —Zur yorgleichenden Anatomie des Brustschulterap- . 
. parates und der Schulterimiskeln. 1902. Jena. 
Idem — Notiz uber oberflachliche Knorpelelemente im Kie- . 
.. meiiskelet der Rochen (Extraseptalia), zuglieich nach 

von J. Ed Stumpff gemachten Beobachtungen. 1903. 

Leipzig, • • . [ 

Idem — Carl.Gegenbaur. 1903. Heidelberg. 
Idem ^ Zur Frage der Abstammungder Saugctiere Teil. L 

1904. Jena- , 

Idem —'Zur Frage der Abstammungder Saugctiere Teil, IL 
1904. Jena. 

De Cyon Prof. Elie — Les Nerfs du Coeur-Anatoiuie et Phy- 
* «iologie. 1905. Paris. 

Idem, — : Methodik der physiologischen Experimente und ' 
[ Viviseòtionen. 1876. Giessen.v 

Ideili — Methodik der physiojogischen Experimente und 
Yivisectionen Atlas. 1876. Giessen. 



Digiti: 



zedby Google 



Oe Cyon Prof. Elie — Gesammelte physiologische ArbeiteD. 

1888. Berlin. 

.Idem — Beitrage sur Pbysiologie der Sehilddruèe und des 
Herzens. 1898. Bonn. 

Marcaoci Prof, Arturo — La legge della ineccitabìUtà car- 
diacsu ' . , 

Idem r- Comunicazione preventiva sulla distribuzione delle 
radici motrici nei muscoli degli arti. 1881, Firenze. - 

Idem — Influenza del Raraus linguàlis trigemini sulla for- 
mazione della lii^fa nella lingua- 1883. Firenze, 

Idem — Suir innervazione dello stomaco nella rana. 1885. - 
Pisa. • , / . 

Idem — Azione jSslologica della cinconaniina. 188T. 
Idem — Il significato fisiologico deir intestino cieco. 1888. 
Perugia.. 

Idem ^ La presenza di saccarosio nei seini dèi cereali. 1889. 
Pisa. -, 

Idem — Trasmissione di senso attraverso conduttori di moto. 

1889. Pisa. . . 

Idem — La formazione e la trasformaziojje dégl' idrati di 
carbonio nelle piante e negli animali. 1890. Pisa. - 

Idem — Sui prodotti della trasforma;5Ìone dell'amido. 1890. 
■'■ Pisa. , ' . ■ '•/■ ^ / . -" •, • '■ 

Idem — Sul meccanismo della morte per ossido di carbonio. , 
1892. Palermo. 

Idem — Le opere medico-fisiche di Simone Gorlep ed il sup 

sistema di filosofia universale^ 1892. Palermo./ 
Idem — Il meccanismo della morte neir avvelenamento per 

ossido di carbonio. 1892. Pisa. \ r . :' 

Idem — • Influence du mouveraent sur le développment des 

oeufs de poule. 1893. ' V 

Idem — L' ossido de carbone au point de vue pharmacolo- 

gique. 1893. Torino. 

Idem — L'ossido di carbonio dal punto di vista farmacolo-' 

gico. 1893. Palermo. 
Idem — L'asfissia negli animali a sangue freddo. 1803. Pisa. 
Idem — " Les rapports des organes de la respiratiou et de 

la natation cnez les pulmonés aquatiques. 1894. Tòrim). . . 
Idem — La formazione e la trasformazione degf idrati di 

carbonio nelle piante (Rivendicazione). 1894» Pisa. 

Idem -r- Studio comparativo di alcuni alcaloidi nell'oscu- 
rità e alla luce. 1895. Pisa. ' 

Idem — Il concetto di individualità nella determinazione 
delle leggi della vita. Discorso. 1896. Palermo. 

Idem — Sul contegno dell' idrogeno e dell'ossigeno in pre- " 
senza dell'acqua. 1902. 

Idem — Modificazioni delle atmosfere di idrogeno e di azoto 
mantenute a lungo sull'acqua. 1903. Palermo. 



Digitfzed by 



Google 






RENDIGONTO 

DELLE SESSIONI . 

DELLA B. AGGADEMIA DELLE SCIENZE 

, DELL' ISTITUTO DI BOLOGNA 



Nuova Serie : Voi. IL (1904-190g) 

Fascicolo' 4° ed ultimo — Maggio-Giugno 1905 




^ BOLOGNA 

TIPOGRAFIA GAMBERINI E PARMEGGIANI 
1905 



Digitized by VjOOQ IC 



INDICE DEL FASCICOLO 



-TTSIS^- 



lietturo soientiflolio 

Donati Prof. Luigi — Diagramtna generale per traàfonna- 
tnatori a correnti alternative e per motori asincroni pò- 
lifasi (sunto) . . . . * .. . . . . . . .... Pag- 100 

AazELÀ Prof. Cesare — Sulle funzioni di due variaj^ili a 

vari^azione lijiiitata ... . ... . . . . ...» ivi 

Delpino Prof. Fedbrico — Applicazione di nuovi criteri per 

la classificazione delle piante» Memoria 7* (sunto). , • ». 1^7 

Righi èen. Prof. Augusto — Sulle caricjie elettriche acqui- 
state dai corpi colpiti dai raggi del radio (sunto) . » 109 

Novi Prof. Ivo — Sulla diagnosi istològica della rabbia * 

(sunto) . . . . . ... . , . . ,. . . . . ^ » HO 

MoRiNi Prof Fausto — Osservazioni sulla vita e sul paras- , 

sitismo di alcune specie di Piplocephalis (sunto) . » HI 

BuFFiNi Prof. Ferdinando Paolo — Del molo di un punto 
che obbligato a rimante in una data superfìcie debba 
percorrere con un'a velocità prestabilita una linea data. • » 146 

Albertoni Prof. Pietro ^- Sulla diffusione degli zuccheri 

nell'organismo (sunto) . . . , .. . . . . . . . » 156 

Tizj^oNi Prof. Guido e Dott. A. Bongiovanm ■— La cura della 

, rabbia coi raggi del ràdio. ?* Comunicazione preventiva. » 157 

Hajna Prof. Michele ~ Osservazioni meteorologiche fatte \ 
durante Fanno 1904 neir Osservatorio della R. Uni ver? ' 
sita di Bologna ^tìtolo) . . > 164 

Brazzola Prof. Floriano — Significato dei batteri termofili, 
di quelli della putrefazione e del gruppo coli, nell'esame 
batteriologico delle acque (sunto) ......... » ivi 

Ghigi Prof. Alessandro — Revisione e specie .nuove del 

genere Cutter a Wagler (sunto) . . . . . . . . » 166 



Digiti-zed by VjOOQIC 



rr^:^^^;^:v::v:;i^;i^:v::v::^¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥^¥¥^¥^^ 



10* Sessione^ 7 Maggio 1905 



Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente. 

Il Presidente invita rAccademico Onorario Prof. Er- 
cole GiACOMiNi a leggere la sua Commemorazione in 
onore del compianto e chiarissimo Socio Prof. Fran- 
cesco Crevatin. 

Ultistri Accademici, 

Commemorare Franoesoo Crevatin significa 
rimpiangere una vita spentasi nel -vigor degli anni, 
quando si apprestava ad esplicare la sua maggióre at- 
tività, e vedeva forse non lontano il coronamento del- 
l' opera sua. 

Francesco Crevatin, del quale oggi si onora la 
memoria, cessava di vivere in Bologna il 5 ottobre 1904. 
Fu sua patria Parenzo d' Istria, ove nacque il 23 Marzo 
dell'anno 1871. A Bologna iniziò e compì i suoi studi 
di medicina, conseguendone a pieni voti assoluti la laurea 
dottorale, nell'anno 1894, con una dissertazione « sul- 
l'intima struttura degli occhi delle sfingi ». Fino dal- 
l'anno 1892, prima ancora di essersi addottorato, ebbe 
la nomina di assistente straordinario alla cattedra di 
Anatomia comparata in questa Università, e nell'anno 
1895 ne divenne assistente effettivo. 

Rendieonto 1904^1905 8 



Digitized by VjOOQIC 



98 

Dedicatosi con particolare amore alle ricerche scien- 
tifiche, si accinse ben presto a sostenere nell' Università 
di Padova, l'esame per la libera docenza, che ottenne, 
con brillante successo, Tanno 1897, presentando un « sag- 
gio di osservazioni anatomo-microscopiche sugli organi 
elettrici delle torpedini », il quale valse a rivelare in 
Lui spiccate attitudini agli studi di Istologia. 

Fino dall' anno scolastico 1898-99 esercitò la libera 
docenza nel nostro Ateneo, e con singolare costanza volle 
impartire le sue lezioni, anche quando la malattia che 
da lungo tempo lo affliggeva, e ne minava inesorabil- 
mente l'esistenza, si era fortemente aggravata, e gli 
procurava continue e acute sofferenze. 

Durante la infermità del compianto Prof. Giaccio, 
tenne, come supplente, il corso ufficiale di Anatomia 
comparata. E nell'anno 1898 fu, per i suoi meriti, chia- 
mato a far parte, come Socio onorario, di questa R. Ac- 
cademia, della quale onorificenza Egli altamente si com- 
piaceva. 

Lavoratore indefesso e coscienzioso, spiegò la sua 
attività scientifica principalmente nel difficile studio delle 
terminazioni nervose, attorno alle quali lascia numerose 
e pregevoli pubblicazioni, che varranno certamente a 
mantenere viva la memoria di Lui tra i cultori della no- 
stra scienza. 

All'amore della ricerca di laboratorio accoppiò quella 
della eletta forma e della purezza della lingua nel dire 
e nello scrivere, coltivando con grande predilezione 
lo studio dei nostri migliori classici, ed a questi e alla 
ricerca scientifica chiese fino agli ultimi momenti della 
vita il sollievo dell' affranto suo spirito. Ed Egli si spense 
mentre attendeva alla correzione delle bozze della sua 
traduzione di un' opera tedesca, e mentre portava a ter- 
mine un lavoro « sui nervi della cornea dei mam- 
miferi ». 

La serie dei suoi lavori s'inizia con una dissertazio- 



Digitized by VjOOQIC 



ne « suir intima struttura degli occhi delle sfingi », dove 
le cose osservate Egli espone con tale chiarezza e con- 
cisione da apparire un ricercatore già provetto. Cono- 
scendo che il buon esito di ogni indagine microscopica 
sul sistema nervoso e massime poi sugli apparecchi ter- 
minali di questo complicatissnno sistema, si basa sulla 
riuscita dei metodi tecnici impiegati, Egli pazientemente 
s' impadronì di tali metodi, e, sperimentandoli a lungo, 
se ne rese cosi esperto da saperli applicare, con op- 
portune modificazioni, agli organi piii svariati, ottenen- 
done quasi sempre bellissime preparazioni e non poche 
veramente meravigliose. 

Costrettovi anche dalla breve durata dei preparati 
allestiti con taluno di quei metodi, apprese a fissarne le 
immagini con la fotomicrografia, nella quale arte aveva 
pure acquistata non comune esperienza. Con questo buon 
corredo di conoscenze tecniche intraprese una serie di 
ricerche sugli organi elettrici delle torpedini, che è da 
considerarsi uno dei suoi migliori lavori. Altre investi- 
gazioni fece poi sul cervello e sul cervelletto dei mam- 
miferi, sulle piastre nervose motrici, sulle varie forme dei 
corpuscoli terminali nervosi nel tegumento dei mammi- 
feri e degli uccelli, sulle terminazioni nervose nei tendini, 
sui fusi neuro-muscolari, sulle terminazioni nervose della 
congiuntiva dei mammiferi. Da ultimo si era rivolto ad 
illustrare i nervi della cornea dei rettili. I risultati di 
questa indagine raccolse in uno scritto, che insieme ad 
una nota sulF epitelio dei canalicoli renali dei pesci fu- 
rono le cose che Egli potè condurre a termine prima 
che il male si aggravasse al punto da costringerlo ad 
abbandonare il laboratorio, dove, finché ne ebbe la for- 
za, volle sempre recarsi, quasi per nascondere a se 
stesso la gravità del male che lo veniva lentamente 
logorando. 

La più gran parte dei suoi scritti sono pubblicati 
nei Rendiconti e nelle Memorie di questa Accademia, 



Digitized by VjOOQIC 



100 

alle cui sedute molto s'interessò, altri nell' Anatomischer 
Anzeiger. 

Il pronto ingegno e l'assidua operosità, di cui an- 
cor giovane aveva dato così bella prova, lasciavano cer- 
tamente assai bene sperare di Lui, se sfortunatamente 
la sua vita non fosse stata cosi presto troncata. 

Col cuore e con la mente dotati di eccellenti qua- 
lità, era giunto a conquistarsi molta simpatia e grande 
stima presso tutti i suoi colleghi e presso gli studenti, 
che gli dimostrarono sempre vivissimo affetto, e ne pian- 
sero, addolorati, la fine immatura. 

Da quest'aula vada oggi alla memoria di Fran- 
oesoo Crevatin il nostro mesto ed affettuoso saluto. 



Poscia l'Accademico Benedettino Prof. Luigi Donati 
riassume in breve una sua Memoria che ha per titolo : 
Diagramma generale per trasformatori a correnti al- 
ternative e per motori asincroni polifasi, dove, appli- 
cando alla teoria dei trasformatori, statici e rotanti, ed 
a quella dei motori asincroni polifasi il noto metodo sim- 
bolico degl' immaginarli con la corrispondente rappre- 
sentazione grafica vettoriale, dà un diagramma che rias- 
sume in forma generale le leggi del funzionamento di 
tali apparecchi. 



L'Accademico Benedettino Prof Cesare Arzelà legge 
la seguente Nota : Sulle funzioni di due variabili a va- 
riazione limitata. 

1. — In un rettangolo R a lati paralleli agli 



Digitized by VjOOQIC 



101 
assi X e y sia. data una funzione z{x , y) delle oc e y^ 
a limiti . superiore e inferiore finiti. 

Si dirà linea saliente una linea che da un punto 
può essere percorsa in modo che le due coordinate 
di esso insieme crescono, ovvero l'una cresce mentre 
l'altra non decresce. 

Sia m un punto nell' interno o sul contorno, e si 
consideri una linea Ig saliente da A in m. 

Si segnino su essa i punti m, , m^^ . , , nip in nu- 
mero finito, a piacere, ma disposti secondo V ordine cre- 
scente degli indici da A verso m. Con z{ms) si indichi 
il valore della z{x, y) nel punto ni^. 

Si ha 

z{m^) — z{A) -+- z{m^) — z{m^) -H h z{m) — z{mp) = 

= z{m) — z{A) 

Tra le differenze z{mg) — 2(m,_i) alcune saranno 
positive, altre negative; sia pi^ la somma delle posi- 
tive, ni^ la somma delle negative: si avrà 

1 ) z{m) — z{A) = pi^ — m^ , 

e questa relazione sussisterà qualunque sia il sistema 
dei punti m, segnati sulla linea Ig. 

I numeri pi^ e n/,, corrispondenti a tutti i possi- 
bili sistemi di punti (m), avranno i rispettivi limiti 
superiori Pis e iV/, determinati, fissata che sia la li- 
nea Z.,, e che ora supponiamo finiti : si avrà 

z(m) — z{A) = Pi—Ni^. 

Se si traccia un'altra linea saliente Z^? pure da 
A in m, si avrà per considerazioni analoghe 

z[m) — z[A) = Pi^ — Ni,. 

Pi^, Ni^ avendo significati analoghi a quelli di Pi^ e 
Ni^ ed essendo pure supposti finiti. 



Digitized by VjOOQIC 



102 

Air insieme di tutte le possibili linee salienti da 
^ ad m corrisponde un insieme di numeri P/,, P/,... 
e un insieme di numeri A"/, , Ni^ ... V insieme del 
numeri P/, , Pi,... ammette un limite superiore P{in), 
come r insieme dei numori J\\ , Ni, . . . ammette un 
limite superiore iV^(m) : P{m) e N{m) funzioni del 
punto m. 

Si dovrà avere, P{ni), y{m) essendo finiti, 

2) z{m) — z{A) = Pim) — y{m) . 

Invero, si fissi un numero positivo e piccolo a 
piacere: non si trovi, se è possibile, una linea sa- 
liente l^ alla quale corrispondano numeri P/, e xV/, di- 
scosti rispettivamente da P{m) e N{m) per meno di e: 
sia solo P/, discosto da P{m) per meno di e, Ni, in- 
vece diflferisce da N{m) per h numero determinato, 
maggiore di zero. 

Si avrà 

z(rn) — z{A) = P/,— Ni^ = (P(m) — f') — (N{m) — K) 
= P{m) — N{m) -+- ^ — e' 

con e' <ie. 

Ma allora si avrà un' altra linea saliente A^r , alla 
quale corrisponde un N^^ discosto da y{m) per méne 
di f e un P^^ discosto da P{m) per h' determinato 
e fisso, e si avrà 

z{m) — z{A) = P^—N^^= {P{m)—h') — (N{m) — e") 

con f" < f . 

Dovrebbe essere 

dove e' e e" sono piccoli a piacere, mentre non Io 
sono h e h! . 

Ciò è assurdo. 



Digitized by VjOOQIC 



103 

Per ogni e esiste dunque una linea soliente Z,, in 
corrispondenza alla quale P/, e iV/, dififeriscono rispet- 
tivamente da P{m) e N{m) per meno di f : è dunque 
provata la 2). 

Se in corrispondenza a una linea soliente A si ha 
Px'=P(m)^ si avrà pure Nx = N{m). 

Se dei due numeri P{m) e N{m) uno è finito, lo 
è anche Y altro, giacché sono finiti z{m) e z{A) . 

Se una delle funzioni P(m) e N{ni) ha, in tutto 
il rettangolo, un limite superiore finito P, l'altra pure 
avrà un limite superiore finito N. In tal caso si dice 
che la funzione z{x^ y) è nel rettangolo R, a varia- 
zione limitata. 

2, Vediamo le proprietà delle funzioni P{m) e N{m). 

I) D' e 



B' 





m' 


.ni 











Si prolunghino le rette, parallele agli assi, uscenti 
dal punto m; nel rettangolo [m, C] si fissi urf punto 
m' : si avranno, in corrirpondenza, i valori P)m) e 
N{m) della P{m) e N{m) e si avrà 

P(m') — N{m!) = z{m) — z{A) . 

Qualsiasi linea saliente da A ad m è parte di linea 
saliente da A ad m ; è quindi certamente 

P{m) < P{m') 

N{m)<N{m'), 

cioè, le funzioni P{m) e N{m) crescono, o almeno non 
decrescono, se il punto m si sposta lungo una linea 
qualsiasi saliente a partire da A verso C. 



Digitized by VjOOQIC 



104 

Poiché si può scrivere 

z{m) = P{m) -¥'Z{A) — N{m) , 

si vede che una funzione a variazione limitata può 
porsi nella forma della dijfferenza di due ftinzioni cre- 
scenti, almeno non decrescenti, lungo qualsiasi linea 
saliente, ovvero, nel verso positivo degli assi : di piiì, 
nel caso che z{A) sia negativo e \z{A)\ > P{m) al- 
meno per m in un qualche intorno di A, scrivendo 

z{m) = (P(m) -+- z(A) -+- f ) — (iV(m) -+- e) 

dove è f > I z{A) \ , si vede che z{m) sarà la diffe- 
renza di diie funzioni sempre positive e non decre- 
scenti nel verso positivo degli assi. 

Reciprocamente, se una funzione z{m) si può espri- 
mere come differenza di dv£ funzioni sempre positive 
e non decrescenti nel verso positivo degli assi, essa 
sarà a variazione limitata. 

Si consideri una qualsiasi linea saliente da A ad 
m e su essa dei punti m^ , mg , . . . m^ a piacere : si 
avrà, se è z{m) = P{m) — N{m) , 

z{ni^ ••— z{A) -+- z{m^ — z{m^ H h z{m) — 2(m^) = 

= Pipi;) — N{m^) — (P( A) —N{A)) ^P{m^)—N{m^) — 

— (P(mj) — N{m^)) H 

H- P(^n) — N{m) — {P{mp) — iV(m^)) 
=zP{m^)—P{A)'-hP{m^)—P{m^)-\ hP(m)— P(^i^) — 

— \ N{m^)—N{A)^N{m^)—N{m^)^ KiV(m)— iV(m^) | , 

opperò 

|z(m,) — z{A)\-i-\z{m^) — 2(mj)|H h|3;(m) — z{mp)\ < 

< P{m^)—P{A)-{'P{m^)—P{m^) H [-P^m) —P{mp) 

^N(m^)—N{A)'\-N{m^—N{m^)^ l-iV(m)— iV(m^)j 

= p(rn) —P{A) -h N(m) — N{A) 

< p{C) — P{A) — N{C) — N{A) 

<P((7)-|-iV(C) essendo nulli P{A) e N{A). 



Digitized by VjOOQIC 



105 
3, — La somma, la difTerenza, il prodotto di due 
funzioni a variazione limitata sono evidentemente fun- 
zioni a variazione limitata. 

Altrettanto si verifica pel quoziente, se la funzione 
denominatore, in valore assoluto, ha un limite infe- 
riore maggiore di zero. 

Perchè una funzione non decrescente nel verso po- 
sitivo degli assi è integrabile, così è pur tale una 
funzione a variazione limitata. 



4, — Se sopra una linea saliente l da A in m si 
segna un punto e ^ si ha 

Pi{A , m) = Pi{A , e) -f- Pi{c, m) . 

Invero si segni su l un sistema qualsivoglia di 
punti w^ij , mg , . . . m^ tra A e m : il punto e sia uno 
di questi, ovvero cada tra due di essi m, e m,_i: si 
ha è sempre, in corrispondenza a quel sistema di punti 

Pi{A, m) <Pi{A, e) -+-i)/(c, m) 

verificandosi l' eguaglianza se z{c) e compreso tra 2(m,) 
e z{ms^i)j la disuguaglianza, se z{c) è maggiore o 
minore di ambedue i valori z(m,) e z(m,_i). 
Ne segue intanto 

Pi{A, m) < Pi{A, e) -f. Pi{c, m); 

ma se si osserva che si può segnare un sistema di 
punti tale che dia Pi{Ay e) -+-j5/(c, m) prossimo quanto 
si vuole a Pi{A , e) -+- Pi{c , m) , e inoltre che qual- 
siasi valore di pi{A , e) -+- pi{c , m) , corrispondendo a 
im certo sistema di punti segnati tra A e m, è pur 
sempre nn valore possibile di pi{A, m), si conclude 
che deve essere 

Pi{A , m) = Pi{A , e) -+- Pi{c , m) . 



Digitized by VjOOQIC 



106 

5. — Sia l una linea saliente da A in m , 'per la 
quale è 

I\m) > Pi{A , m) > P{m) — e , 

e essendo un numero preso piccolo a piacere. Sia n 
un punto qualsivoglia sulla l tra A e m : si vuole 
mostrare che è anche 

P{n) > Pi{A, n)>P{n) — e. 
Si ha 

P{m) = P{n) H- Q{n , m) 
e 

Pi{A , m) = Pi{A , n) H- Pi{n , m) 
donde 

P(ni) — Pi{A , m) = P{n) — Pi{A , n) H- 
-+- Q{n , m) — Pi{n , wi) . 

Le difTerenze 

P{m) — P/(A , m) , P(^) — P/(A , n) 

sono per definizione positive: ma lo è anche l'altra 
Q{n , m) — Pi{n , m) , giacché, per definizione, è 

Pi{n , m) < P(n , m) 

ed è poi manifesto che è 

P{n) -+- P{n , m) < P(m) 

e quindi P{n , m) < Q(^ , m) , e così è positiva anche 
la differenza Q{n , m) — Pi{n , m) : in conseguenza se è 

si ha pure 

Se vi fosse una linea l lungo cui è 
Pi{A , m) = P(m) , 



Digitized by VjOOQIC 



107 
se ^ è un punto qualsivoglia su essa, si avrà 

Pi{A, n) — P{n). 

6. — Le funzioni P{m) e N(ìn) sono anche con- 
tinue, come dimostreremo in altra nota. 



A nome dell'Accademico Benedettino Prof. Federico 
Delfino, il Segretario legge il sunto di una Memoria 
intitolata: Applicazione di nuovi criteri per la classi- 
ficazione delle piante. Memoria 7*. 

L' Autore, considerando che le divisioni primarie fino 
ad oggi proposte per le angiosperme dai diversi fito- 
grafi (A. L. De lussieu, A. P. De Candolle, A. 
Brongniart, Bentham e Hooker, Engler e 
Prantl ecc.) non sono punto naturali, anzi del tutto 
artificiali, ne propone l'abbandono; e suggerisce che 
rinunziando alle medesime o ad altre che si potessero 
ad esse sostituire, si avvii la classificazione delle angio- 
sperme per un altro sentiero ; cioè siano le stesse ordi- 
nate in un numero per ora non definibile di gruppi ve- 
ramente naturali. 

Uno di questi gruppi, quello cioè delle monocotile- 
doni, è già stato dall'autore considerato in antecedenti 
memorie. 

Ora, l'Autore imprende a considerare un altro gruppo, 
riconosciuto naturale da quasi tutti i fitografi; quello 
cioè delle Ciclospermb, e ne propone una più retta or- 
dinazione e classificazione, in base a parecchi criterii, 
alcuni dei quali affatto nuovi, altri poco fin qui con- 
siderati. 

Questi criterii sono dati dalla presenza: 



Digitized by VjOOQIC 



108 

r di sepali cocleari formi, per cui alla famiglia 
delle Paronichiacee sono riunite parecchie altre famiglie e 
generi ; 

2** del fenomeno della eteromericarpia stato rile- 
vato dall'Autore nella Portulaca oleracea^ per cui a co- 
sifatta specie deve essere avvicinato il genere Trian- 
tfiema ; 

3** della capsula circumscissa, per cui al genere 
Portulaca, devono essere avvicinati i generi AcroglochiUy 
Hablitzia, Beta, e le Amarantacee; 

4"* dell' ovario semisupero, per cui al genere Por- 
tulaca devono essere avvicinati i generi Tetragoniay 
Mesenibryanthemum, Beta) 

5** dei tricomi ascellari, per cui è manifesto che le 
Cactacee devono essere avvicinate al genere Portulaca ; 

6° del singolarissimo fenomeno del dimorfismo clo- 
rofilliano, svelato dall'Autore nel genere Portulaca, per 
cui vogliono essere avvicinati a questa i generi Trian- 
tfiema, Fròlichia, Gomphrena ed altri non pochi delle 
Amarantacee, Atriplex ed altri delle Chenopodiacee , 
Boerrhavia delle Nictaginee. 

Valendosi di questi nuovi criterii l'Autore propone 
uno schema di classificazione genealogica delle ciclo- 
sperme, e da ultimo espone alcune osservazioni critiche 
contro i principii adottati dal prof. Engler sulla clas- 
sificazione delle piante in genere e su quella delle ciclo- 
sperme in particolare. 



In fine di seduta l'Accademico Benedettino Dottor 
Carlo Forn asini presenta i bilanci per l'anno 1904 della 
R. Accademia delle Scienze, dell'eredità Pai e a ni e 
del legato Aldini. 



'^^i^ 



i"^ 



Digitized by VjOOQIC 



:«>^:^¥¥¥4i¥¥¥¥¥¥¥^¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥4(i¥¥y¥¥¥"5^<»: 



11* Sessione, 21 Maggio 1905 



Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente. 

Il Presidente annunzia con dolore la gravissima per- 
dita fatta dall'Accademia colla morte inaspettata dell' il- 
lustre Socio Benedettino Prof. Federico Delpino di 
cui ricorda in breve e con alta riverenza la probità del- 
l' animo, la carriera scientifica, la feconda e costante 
operosità, i grandi meriti come filosofo e botanico insigne. 

L'Accademia fa viva adesione alle onoranze che si 
preparano nell'Università di Cagliari per l'Accademico 
Onorario Prof. Antonio Fais nella occasione del quaran- 
tesimo anno del suo insegnamento. 



Indi l'Accademico Benedettino Prof. Senatore Au- 
GUSTO Righi riferisce intorno ad una sua Memoria : Sulle 
earìche elettriche acquistate dai corpi colpiti dai raggi 
del radio. 

Richiama dapprima l'A., che le diverse specie di 



Digitized by VjOOQIC 



110 

radiazioni, cioè raggi luminosi ed ultravioletti, raggi di 
Rontgen, raggi catodici ecc. producono delle cariche elet- 
triche nei corpi da essi colpiti. Queste cariche sono po- 
sitive quando si fanno agire i raggi delle prime due 
specie, ciò che si deve ai raggi secondari che emettono 
allora i corpi stessi, costituiti in prevalenza da elettroni 
negativi, mentre si producono invece cariche negative 
quando s' impiegano i raggi catodici o i raggi p del radio, 
cioè raggi costituiti da elettroni negativi. In questi casi 
l'elettricità negativa ceduta da tali raggi è in quantità 
maggiore di quella asportata dai raggi secondari. 

Scopo della Memoria è lo studio delle cariche ge- 
nerate dai raggi p del radio. Il corpo, sul quale arrivano 
i raggi, deve naturalmente trovarsi nel vuoto, onde evi- 
tare che le cariche prodotte si disperdano in causa della 
conducibilità, che l'aria acquisterebbe in seguito alla 
ionizzazione in essa prodotta dalle radiazioni che dovreb- 
bero attraversarla. 

Descritto l'apparecchio adoperato, l'A. rende conto 
delle sue numerose esperienze, dalle quali fra altro ri- 
sulta, che a parità d' ogni altra condizione la carica ne- 
gativa acquistata dal corpo colpito dai raggi p in un 
determinato tempo h tanto più piccola quanto più grande 
è il suo peso atomico ; ciò che dimostra che l' emissione 
dei raggi secondari cresce al crescere di questo. È stu- 
diata inoltre l'influenza che hanno, sulla quantità di elet- 
tricità prodotta, lo spessore del corpo e la sua forma. 
L'A. ha esteso le sue ricerche anche al caso in cui il 
corpo in esame è un dielettrico anziché un corpo con- 
duttore. 



L'Accademico Onorario Prof. Ivo Novi riassume una 
sua Memoria: Sulla diagnosi istologica della rabbia. 

La infiltrazione perivasale che si trova nella sostanza 



Digitized by 



Google 



Ili 

nervosa bulbare o nei gangli del vago o anche nel cer- 
vello e cervelletto degli animali morti di idrofobia, in- 
sieme ad una infiltrazione parvicellnlare o diffusa nella 
sostanza nervosa, o ragguppata in noduli, rappresenta 
una lesione costante che può dirsi caratteristica della 
rabbia. 

L'Autore l'ha riscontrata in 345 casi tutti di idro- 
fobia dimostrata per innesto sopra due conigli di prova, 
mentre non l'ha veduta in 118 in cui pure riesci nega- 
tiva la prova d'innesto, e infine non la notò neppure in 
altri 19 casi in cui tuttavia la prova d'innesto era riescita 
positiva. Questi 19 casi però erano rappresentati da ani- 
mali uccisi sull'inizio della malattia o dei quali potè esa- 
minarsi solamente il cervello, o il midollo spinale, o il 
cervelletto. 

In 2 soli casi il reperto istologico fu positivo, mentre 
fu negativa la prova d'innesto. 



L'Accademico Onorario Prof. Fausto Mqrini espone 
in breve una sua Nota che ha per titolo: Osserva- 
zioni sulla vita e sul parassitismo di alcune specie di 
Fiptocephalis. 

In continuazione alle sue precedenti ricerche sulle 
Mucorinee, l'A. con questo lavoro studia alcune interes- 
santi specie di Piptocephalis : la P. Freseniana de Bary, 
la P. cylindrospora Bainier e la P. fusispora Van Tiegh., 
specialmente sotto il punto di vista della formazione delle 
zigospore e del loro parassitismo. In alcune forme della 
prima specie l'A. ha osservato l' importante fatto che la 
coniugazione tende ad acquistare la forma tipica che si 
riscontra nelle specie di Mucor, per cui l' incurvazione 



Digitized by VjOOQIC 



1 



112 

dei due gameti mostrasi poco accentuata. Riguardo alla 
P. fusispora V A. ha potuto allevare le zigospore in cul- 
ture che duravano da lungo tempo. 

Il lavoro è corredato da parecchie figure disposte 
in apposita tavola. 



<s^SR?S5=5^^ 



Digitized by VjOOQIC 



Digitized by VjOOQIC 



I 




Digitized by VjOOQIC 



9^<r;^^:)^;y:;^;y::y;>:>:;^:y:;i^¥¥¥¥¥^¥^¥¥^¥^¥¥¥^¥¥¥¥¥¥¥¥^^ 



12* Sessione, 28 Maggio 1905 



Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente. 

Il Presidente invita V Accademico Onorario Prof. 
Fausto Morini a leggere la sua Commemorazione iij 
onore dell'illustre e compianto Socio Benedettino Prof. 
Federico Delpino. 

Illustri Accademici, 

m 

Un gravissimo lutto ha colpito la scienza delle 
piante, ma nel tempo stesso anche la nostra Acca- 
demia e questo Istituto Botanico, il quale sempre 
ricorda con gratitudine Chi tante lo illustrò dalla 
Cattedra, cogli scritti e colle imperiture scoperte. 
Federico Delpino, Professore di Botanica all' Uni- 
versità di Napoli e Direttore di quell' Orto Botanico, 
causa l'aggravamento di una bronchite che da parec- 
chio tempo lo affliggeva, moriva la mattina della Do- 
menica 14 corr. mese. 

Profondamente colpito da una così inopinata scia- 
gura e trovandomi in condizioni d' animo troppo tristi, 
il successivo giovedì, in luogo della consueta lezione, 
tenni la commemorazione del Prof. Delfino, nella 
quale, per quanto lo consentirono le mie deboli forze 
e mentre davanti alla scolaresca sorgeva il ritratto 
del mio amato Maestro, cercai di mettere in rilievo 
la sua grande operosità scientifica, lumeggiandone i 

Rendiconto 1901 I9j5 U 



Digitized by VjOOQIC 



114 

principali lavori e le principali osservazioni e scoperte, 
traendo eziandìo copia di esempi dalla sua vita in- 
tegerrima, tutta consacrata allo studio 

Ed ora, dinanzi a Voi, illustri Colleghi, che lo 
aveste assiduo frequentatore delle Vostre scientifiche 
adunanze, mentre con tanto amore- contribuiva alle 
pubblicazioni di questa Accademia, delle quali così 
validamente concorreva ad accrescere lo splendore ed 
alla quale tanto si onorava di appartenere, consentite 
che io rinnovelli queir ultimo tributo di afltetto, nuo- 
vamente evocando ricordi lontani sì, ma pur sempre 
freschi e cari al mio cuore ! 

Parrà forse soverchia temerità che io, dopo così 
breve tempo dalla sua morte, imprenda a discorrere 
di un uomo tanto benemerito della scienza ; ma, men- 
tre principalmente confido nella vostra benevolenza, 
mi sorregge nell' arduo compito l' affretto profondo, 
anzi la venerazione che ho sempre •nutrita per Lui. 
Quindi, mi sarete indulgenti se nella piena del dolore, 
cercherò un conforto nel ricordare le doti elette del- 
l' Estinto, il suo acutissimo ingegno e V impronta glo- 
riosa ed indelebile che Egli ha lasciato negli studi 
botanici. E così potremo insieme riconoscere la gra- 
vità della perdita che ha fatto la scienza delle piante : 
perdita a dir vero gravissima, per la quale voi pure 
vi associate al mio dolore, che è quello di tutti co- 
loro che hanno un culto per quegli uomini illustri 
che onorano la patria nostra e ne tengono in terra 
straniera alto il nome ed il prestigio colle nobilissime 
doti della mente e del cuore ! 

La sua vita fu tutta consacrata alla scienza, e 
tutti noi rammentiamo come nella penultima seduta 
della nostra Accademia (tenuta il 7 Maggio corr.) 
venne letto un suo lavoro che è il 7*" di quello splen- 
dido serto di Memorie che hanno per titolo « Applica- 
zione di nuovi criteri per la classificazione delle piante » . 



Digitized by VjOOQIC 



115 

La sua vita è tutta un esempio come V inestinguibile 
amore alla scienza congiunto ad una tenace costanza 
nei propositi, possa alfine trionfare delle più ardue e 
dure difficoltà della vita. 

I. 

Egli nacque nella ridente riviera ligure, a Chia- 
vari, il 17 Dicembre 1833. In Lui ben presto si ac- 
cese la sacra fiamma dell' amore per le scienze natu- 
rali e, giovanissimo ancora, dimostrò una felicissima 
disposizione per lo studio di queste : gli anni più belli 
della sua giovinezza trascorse sui campi, investigando 
i segreti della vita delle piante e degli insetti (ad 
es. costumi delle formiche, delle api e delle vespe) ; 
e r incantevole flora di quella regione trovò ben 
presto in lui un appassionato cultore. 

Superati gli studi liceali, si iscrisse nel 1850 
nell'Università di Genova al V anno del corso di 
Matematica, ma tosto interruppe questi studi trasci- 
nato da una irresistibile vocazione per la Botanica. 
Nel 1851 intraprese un viaggio di esplorazione nel 
Mar Nero e, specialmente lungo le spiaggie dei Dar- 
danelli, potè raccogliere numerose piante. 

Ma Egli non potè interamente dedicarsi ai suoi 
sludi prediletti. Diciottenne appena dovette entrare 
come impiegato nel Ministero delle Finanze, in cui 
rimase per ben 14 anni e cioè fino al 1866, che 
in parte passò a Novara ed a Torino. Rifugge, Egli 
scrive, il pensiero da qicella triste epoca della mia 
vita. Ed infatti, incominciò così per Lui un periodo 
di sacrifizi inenarrabili onde vennero consumati i più 
floridi anni della sua vita, dal 18"" al 33"" anno. Nel 
tempo in cui gli altri si ricreano dalle fatiche della 
giornata e nel tempo che Egli rubava al sonno, si 
dedicava a diversi studi sulle piante ed a meditazioni 



Digitized by VjOOQIC 



116 

sulla vita di queste, mentre le ore diurne erano ne- 
cessariamente dedicate ad occupazioni burocratiche. 
Era in una parola animato da ciò che Aristotile chiama 
« r aculeo della ricerca » . In questo primo periodo, 
Egli pubblicò un importante lavoro : Relazione sulV ap- 
parecchio della fecondazione nelle Asclepiadee (Torino, 
1865), Poscia coir altro: Siigli apparecchi della fecon- 
dazione nelle piante antocarpee (Firenze 1867) riscosse 
il plauso di Severino Axell, il quale non esitò ad 
affermare che il detto scritto, così ricco di osservazioni 
nuove, va collocato tra quelli di C. C, Sprengel, 
di C. Darwin, di Hildebrand e di pochi altri, 
che sono fondamentali per la dottrina dicogamica. 
Ed Ermanno Mtiller considera questo lavoro 
come una delle fonti principali per la dottrina 
medesima. Da ultimo , nella Memoria : « Pensieri 
sulla biologia vegetale sulla tassonomia e sul valore 
tassonomico dei caratteri biologici » , pubblicato nel 
Nuovo Cimento (Pisa 1867), dove già incomincia a 
risplendere la mente geniale del filosofo naturalista e 
da cui già traspariva la natura creatrice ed inno- 
vatrice del suo genio, fortemente sentì il .bisogno di 
separare lo studio degli organi e delle funzioni di 
vita esterna delle piante, da quello di vita interna, 
e fin d' allora propose la istituzione di un nuovo 
ramo della Botanica, da designarsi col nome di Bio- 
logia vegetale. Questo scritto fu, può dirsi, il germe 
fecondo dal quale nacquero le sue successive ricerche, 
così originali e numerose, sulle funzioni di vita esterna 
delle piante. In una serie poi di lavori pubblicati fino 
al 1875, oltre ad altre Memorie di indole diversa. 
Egli descrisse i singoli apparecchi e le singole dispo- 
sizioni attuate in numerose famiglie fanerogamiche 
allo scopo di favorire la dicogamia, ossia le nozze 
incrociate tra individui della stessa specie. 

È sommamente interessante 1' apprendpre la for- 



Digitized by VjOOQIC 



117 

lunata contingenza per la quale Egli potè definitiva- 
mente indirizzarsi agli studi botanici, nonché all'insegna- 
mento, togliendosi così da quella penosa esistenza che 
erasi resa incompatibile colle sue nuove tendenze scien- 
tifiche (I), Nell'estate del 1864 trovandosi sull'Ap- 
pennino Ligure, determinossi a studiare l' apparecchio 
con cui ha luogo la fecondazione dell' Asclepias 
vincetoxicum j i cui fiori presentano notevole dif- 
coltà per tale studio, causa la loro piccolezza Per 
una circostanza al tutto casuale. Egli potè osservare 
una magnifica Asclepiadea Brasiliana VArauja albens, 
i cui grandi fiori, che bene si prestano per tale ri- 
cerca, vennero' visitati dalla Xylocopa violacea. Ih tal 
m'odo, ebbe opportunità di scoprire il meraviglioso 
meccanismo con cui effettuasi la fecondazione nelle 
Asclepiadee, e pubblicò una breve memoria, colla 
quale potè entrare in corrispondenza con parecchi di- 
stinti botanici. Dopo, pubblicò nuovi studi, per cui 
nel 1867 gli fu facile. Egli scrive, mutare il buro- 
cratico ufficio nella carriera scientifica. 

Dunque conseguenza ben felice ed importante per 
la Botanica- è scaturita da tale fortuita circostanza, 
senza la quale il Delfino per certo non avrebbe mu- 
tato carriera ! Rapporto alla medesima, lo . stesso 
Delfino aggiunge che mediante due grandi virtù, la 
costanza e la perseveranza nella lotta per la vita, si 
trionfa e si vince, per cui dopo molti anni di avver- 
sità, finalmente arriva quel giorno in cui si raggiunge 
lo scopo prefisso. Ma il Delfino nella sua rara mo- 
destia, non aggiunge alle due dette virtù un terzo 
fattore essefnziale, il suo poderoso intelletto ed il suo 
finissimo spirito di osservazione ■! 

I suoi meriti adunque furono ben presto ricono- 



. (1) Discorso del Prof. Delfino (Onoranze a F. Delfino nel 
suo 70** compleanno ; Palermo 1904, pag. 28-32). 



Digitized by VjOOQIC 



118 

sciuti ed il celebre Filippo Parlatore, nel 1867 lo 
volle seco a Firenze come Assistente nel suo Istituto 
Botanico. Dopo, nel 1870, la sua nomina a Profes- 
sore di Storia naturale nell' Istituto forestale di Val- 
lombrosa , gli schiuse la via all' insegnamento. In 
questo nuovo posto, dove rimase fino al 1876, spiegò 
una febbrile attività, anzi in tale periodo Egli vera- 
mente rivelossi ed aflfermossi come uno dei migliori 
botanici del suo tempo. Nel 1872 s' imbarcò sulla 
fregata Garibaldi per un viaggio di circumnaviga- 
zione ; ma fermossi al Brasile , dove rimase poco 
tempo, visitando principalmente la provincia di Rio 
Janeiro ; quivi potè raccogliere un ricco materiale 
di studio, massime in ordine alle piante formicarie 
provviste di nettarli estranuziali. Ritornato alla sua 
sede, produsse non solo le sue geniali osservazioni 
suir accrescimento e suU' individualità delle Conifere 
e suir impollinazione della nucella di queste (1), che 
Egli potè compiere nelle estese Abietine di Vallom- 
brosa, ma altresì pubblicò le àue Ulteriori osser- 
vazioni e considerazioni sulla dicogafnia nel Regno 
Vegetale, lavoro di gran mole, che venfle ultimato 
solo nel 1875. 

Questi lavori ed altri ancora, massime poi 1' ul- 
timo, gli acquistarono una grande rinomanza, per cui 
potè ritornare nella sua diletta Liguria, nella quale 
aveva mosso i primi passi nella via della scienza, in 
mezzo a quelle piante che gli avevano inspirato un 
imperituro amore per V amàbilis scientia. Infatti, il 
1"* Febbraio 1876 venne nominato Prof Straordinario 



(I) Come si può scorgere da una corrispondenza fra il 
Delfino e TAscherson (Nuovo Gior. Bot. It., Voi. Ili, 1871 ; 
pag. 195), contemporaneamente allo Strasburger (Jenaische 
Zeitschrift, Voi. VI. pag. 249-262),.ma con completa indipendenza 
da questo, il Delfino fece l'importante scoperta dell'impollina- 
zione nelle Gimnosperme. 



Digitized by VjOOQIC 



119 

di Botanica nell' Università di Genova e Direttore dpi- 
r annesso Orto Botanico ; dopo breve tempo, yenne 
promosso Ordinario, cioè il F Luglio 1879. 

A Genova, dove successe all' illustre Micologo e 
Briologo De Notaris, rimase fino al 1884, nel 
quale anno passò nella nostra Università. Ma a Bolo- 
gna, causa r asma di cui soffriva, riuscivagli dannoso 
il clima troppo rigido ed umido della stagione inver- 
nale, per cui resasi vacante, colla morte del Professoi* 
Pasquale, la Cattedra di Napoli, dopo nove anni di 
dimora fra noi, abbandonò nel 1893 questa sede, per 
le miti aure di quella città. 

.IL 

La sua produzione scientifica esplicossi in diversi 
campi della Botanica, ma principalmente nella Morfò-* 
logia e nella Biologia. Non è possibile ora esporre le 
importanti conquiste recate alla scienza dal Delfino e 
la via mirabile di progresso in cui i fenomeni da Lui 
scoperti e le dottrine che ne sono scaturite hanno 
avviato la Botanica e specialmente le due parti sud- 
dette. Per far ciò occorrerebbe uno studio minuto ed 
approfondito delle sue opere, mettendole altresì in 
relazione colle dottrine generalmente professate al suo 
tempo : solo in questo modo potrebbesi mettere in 
evidenza V importantissima riforma che il Delfino in 
unione a CarloDarwin, col quale era legato da 
un' antica e cordiale amicizia, a R. Brown, a Pi- 
ramo De Candolle, a S. Axell, ad Hildebrand 
e ad altri sommi, ha introdotto negli studi morfo- 
logici • e biologici delle piante. 

Quindi ora necessariamente mi limiterò ad un 
setnplice sguardo generale suU' Opera botanica Del- 
piniana. 

La Morfologia botanica intesa nell' odierno signi- 



Digitized by VjOOQIC 



Ì2Ó 

ficato, cioè nel senso Darwiniano, venne ripetutamente 
esplorata dal Delfino e sotto diversi, aspetti. Egli con- 
siderava giustamente detta parte come uno stadio 
comparativo per eccellenza, perchè scoprendo le omo- 
logie • degli organi, sebbene trasformati, mascherati, 
degenerati od abortivi, getta le basi della vera orga- 
nogenia. Ma Égli affermava altresì che la Morfologia 
è in intima e necessaria connessione e dipendenza 
colla Biologia, perchè questa insegna ad apprezzare 
le ragioni che hanno determinata la comparsa, le me- 
tamorfosi e la eventuale estinzione o risurrezione degli 
organi omologhi ; e che essa infine jci porge la chiave 
della tassonomia genealogica, che ordina le piante 
secondo i gradi di consanguineità. Questi aurei con- 
cetti sono del Delfino, e li troviamo qua e là espressi 
fino dai suoi primi lavori : e ci dimostrano V idea 
altamente scientifica che Egli erasi formata della 
Morfologia, 

Senza dubbio il più importante lavoro di Morfologia 
Botanica del Delfiisìo è la Teoria generale della Pillo- 
tassi/ pubblicata a Genova nel 1883 per decreto ed 
a spese di quel Municipio: opera di gran mole, corre- 
data di 16 Tavole. Proseguendo le ricerche di A le ss. 
Braun, Carlo Schimper, dei fratelli Brava is, 
del Naumann, dell' Hofmeister, dello Schwen- 
dener e di altri insigni morfologi, e mediante uno 
studio profondo cominciato fino dal 1870 sui diversi 
sistemi flllotassici, fondandosi ancora sul semplice espe- 
rimento della pila .sferotassica od elicotetraedrica da lui 
ideata, il Delfino, utilizzando altresì i suoi .primi 
studi matematici, non solo riuscì a scoprire la vera 
causa meccanica della Fillotassi normale tipica, ma per- 
venne a stabilire parecchi principi di importanza capi- 
tale per la Botanica, alcuni dei quali invero arditissimi 
ed ancora oggetto di grave controversia fra i Morfo- 
logi, ma che ad ogni modo rivelano la sua mente 



Digitized by VjOOQIC 



121 

originale e profondamente speculativa. Ben a ragione 
dunque può dirsi che con questo grande lavoro il Del- 
fino gettò con mano maestra le fondamenta di un 
nuovo ramo di scienza. 

Le conseguenze di maggior gravità tratte dal Del- 
fino si compendiano nell' affermazione che (sono sue 
parole) « le foglie lungi dall' essere organi laterali ed 
appendicolari rispetto all' asse foglifero, sono organi 
centrali ed apicali, coaliti nella loro regione basale 
in un pseudoasse o fillopodio. Il così detto sistema 
assile caulino non è altro che un aggregato di fil- 
lopodi La foglia riesce pertanto il principale ter- 
mine di distinzione tra le piante superiori e le infe- 
riori. È il carattere differenziale per eccellenza, che 
separa le angiosperme, le gimnosperme i pteridoflti 
ed i brioflti dalle alghe e dai funghi ». È in certa guisa 
un ritorno questo alla teoria da molti anni obliata 
dei fitoni e dell' anafitosi, enunciata principalmente dal 
Gaudichaud, teoria che venne poi ingegnosamente 
emendata dal Prof. Gius. Meneghini nel 1844, 
colla sua « Teoria dei nieritalli di Gaudichaud >. 

Ma cogli studi di Morfologia, il Delfino doveva 
necessariamente e di conseguenza estendersi a quelli 
biologici. Il padre della Biologia vegetale è certamente 
Cristiano Corrado Sprengel col suo lavoro 
« Dos entdeckte Geheimniss der Natur im Bau und 
in der Befruchtung der Blwnen, Berlin, 1793 », la- 
voro però che cadde tosto in totale dimenticanza e 
rimase perduto per la scienza per più di mezzo secolo. 
Fu solo nel 1862 che Carlo Darwin col suo studio 
sulla fecondazione delle Orchidee nostrane ed esotiche 
mediante gV insetti, ed il Delfino col suo primo la- 
voro che data dal 1865 sulle funzioni degli apparecchi 
florali nelle Asclepiadee, e con altri successivi che inter- 
pretano le funzioni florali in numerosissime piante e che 
stabiliscono altresì la teoria generale della struttura dei 

Rendiconto 1904-1905 10 



Digitized by VjOOQ IC 



122 

fiorì e d«i tipi florali, insieme alla spiegazione di 
tanti fenomeni, che non solo fecero rivivere V obliata 
opera Sprengeliana, ma diedero altresì T impulso alle 
osservazioni di indole biologica, per cui nel campo 
alleila quasi inesplorato della Biologia, sorse una va- 
lorosa schiera di naturalisti che produssero innume- 
revoli osservazioni. 

Per giustizia e per generale consenso dei natura- 
listi, al Delfino spetta veramente il titolo di fonda- 
tore della Biologia vegetale, perchè fino dal 1867 col 
suo lavoro : Pensieri sulla biologia vegetale ecc., pro- 
cedette ad una netta separazione della Biologia come 
ramò ben distinto dalla Fisiologia. Per ciò, ben giu- 
stamente il Ludwig incomincia la prefazione del 
suo Lehrbtcch der Biologie der Pflanzen^ (Stuttgart 
1895), colle parole « La fondazione della Biologia 
come scienza speciale, devesi a F. Delfino ». Ed il 
Knuth, implicitamente riconoscendo i grandi meriti 
del nostro Biologo, nella Tavola che accompagna la 
2* parte del 2"" Volume della sua grande Opera : 
Handbuch der Bluthenhiologie (Leipzig 1898-1904), 
ha collocata nel mezzo di essa T effìgie di C. Darwin 
circondata con artistica disposizione dai ritratti di 
quattro grandi biologi : S . A x e 1 1 , F. Delfino, F r i t z 
Mtiller ed Hildebrand. Più grande omaggio non 
si poteva rendere al Delfino ! 

Coir acutezza dell' analisi e la profondità della 
sintesi che gli erano proprie, nel lavoro : Fondamenti 
di Biologia vegetale, il Delfino dopo una serie di 
considerazioni preliminari, nelle quali non si sa se più 
ammirare il filosofo od il naturalista, divide le fun- 
zioni di vita esterna in tre gruppi : fdnzioni biologiche 
jSubordinate alla funzione della nutrizione^ a quella 
della fecondazione ed a quella della disseminazione : 
divisione questa razionalissima che è mantenuta in 
tanti trattati di Biologia vegetale* 



Digitized by VjOOQIC 



123 

Accennando solo ad alcuni fra i più importanti 
lavori di Biologia vegetale, anzitutto abbiamo quella 
classica serie di memorie pubblicate dal 1868 al 1875 
sulla Dicogamia nel regno vegetale ed inserite negli 
Atti della Società Italiana di Scienze naturali. Contra- 
riamente ad Erm. Muller Egli allargò il campo 
delle sue ricerche all' intero regno vegetale e divise 
le piante secondo i differenti modi di esecuzione della 
legge dicogamica in Zoogame ed in Diamesogame ; 
e queste, a seconda degli agenti esterni che traspor- 
tano r elemento maschile affinchè possa congiungersi 
col femminile, sono divise in anemofile, idrofile ed in 
zooidioflle j le ultime alla lor volta classificate in en- 
tomoflle, malacoflle ed ornitoflle. Le denominazioni 
anemofile ed entomofile trovansi già proposte nel la- 
voro : Siigli apparecchi della fecondazione nelle piante 
antocarpee (Firenze 1867), e tosto vennero adottate da 
S. Axell nella sua bell'Opera: Om anordningama for 
de fanerogama vàxtemas befruktning (Stoccolma 1869). 
La parte più originale di questi studi e che in certo 
modo ne rappresenta una delle più interessanti con- 
clusioni, è appunto quella della classificazione degli 
apparecchi florali zoidiofili secondo i loro diversi tipi : 
argomento questo importantissimo e del tutto nuovo, 
ma nel tempo stesso sommamente difficile, che il Del- 
fino ha tuttavia sviluppato magistralmente, distin- 
guendo ben 47 tipi diversi di apparecchi florali, or- 
dinati in 13 classi ben distinte in relazione ad al- 
trettanti modi con cui gli animalcoli pronubi visitano 
i fiori e vi si trattengono. Senza tema d'errare possiamo 
dunque affermare che V importantissimo capitolo della 
Morfologia e della Biologia florale è stato interamente 
rifatto dal Delfino, pel grandissimo numero e valore 
delle sue osservazioni in proposito, A ragione dunque 
il Dodel-Port, compreso di ammirazione pei grandi 
risultati ottenuti dal Delfino con detti suoi studi. 



Digitized by VjOOQIC 



124 

ha scritto che, dopo Darwin, conviene in prima 
linea nominare Erm. Muller e F. Delfino, i cui 
lavori hanno a questi procurato un nome immortale 
(A. Dodel-Port: Illustrirtes Pflanzenlehen ; Zu- 
rich 1883, pag. 189). E col Loew, il quale con 
parole di alta ammirazione dà un larghissimo riassunto 
critico dei lavori di Biologia fllorale del Delfino, a 
cui anzi dedica gran parte di parecchi Capitoli (Ein- 
fUhrUng in die BlMenìmlogie auf historischer Grun- 
dlage ; Berlin, 1895, pag. 406), possiamo dire che se 
la moderna Biologia florale, fino dai primordi del suo 
sviluppo (1858-1867), potè con arditissimo volò lan- 
ciarsi ardita alle più grandi conquiste, ciò devesi a 
Darwin, Hildebrand, Delfino, Fritz ed Erm. 
MUller! 

Né si può passare sotto silenzio il lavoro sulla 
Funzione mirmecofila nel Regno Vegetale che il Del- 
fino modestamente definisce ; Prodromo di una Mo- 
nografia delle piante formicarie, cominciato a pub- 
blicarsi nel 1886 nelle Memorie della nostra Accade- 
mia. Intorno a tale argomento, quasi contemporanea- 
mente, ma con completa indipendenza T uno dall' altro, 
vennero intraprese le prime esatte osservazioni nel 
1873 e 1874 dal Delfino e nello scorcio del 1874 da 
Tommaso Belt coir opera intitolata: The naturalist 
in Nicaragua. Con detto lavoro, che il Ludwig in 
una sua recensione di questo, inserita nel Botanisches 
Centralblatt del 1887, 2"" Volume, pag. 38, non esita 
a dichiarare « opera del piti grande fitobiologo vivente » , 
il Delfino distingue tre forme con cui si esplica la 
Mirmecofilia : 

a) formazione di nettarii estranuziali, 

b) costituzione di nidi e domicilii per le formiche 
(qui il Delfino studia le piante Beccariane e quelle 
Aubletiane)^ 

e) speciali fruttini per le formiche ; corpi questi 



Digitized by VjOOQIC 



125 

rari ad incontrarsi e già investigati da Belt e da 
F. Mtiller, ed intorno ai quali il Delfino arreca 
il contributo di nuove osservazioni e di nuove idee. 

Nello stesso tempo, ebbe ancora opportunità di ret- 
tificare r opinione professata da C • Darwin riguardo 
ai nettari estranuziali, il quale pensava che i medesimi 
fossero organi escretori designati ad espellere dall' or- 
ganismo vegetale una sostanza in qualche modo su- 
perflua ; organi che, come afferma neil' opera immortale 
€ Origine della specie », dentro gli organi florali, 
fossero più tardi, per via di successivi adattanaenti, 
utilizzati air adescazione delle api o di altri insetti 
per effettuare le nozze incrociate delle piante. Ma il 
Delfino riconobbe subito il lato debole di questa 
ipotesi: come può essere qualificato, così si esprime, 
per escremento un liquido che contiene un alimento 
così importante qual' è V idrocarbonico ? Se la natura 
vegetale si sottomette a questa perdita mediante or- 
gani differenziati, ossia mediante nettari estranuziali, 
ciò vuol dire che questi eserciteranno una funzione 
di relazione analoga a quella dei nettari nuziali, e 
nello stesso tempo diversa : analoga quanto allo scopo 
di adescare speciali animalcoli, diversa quanto alla 
utilità che ne sarà per derivare alla pianta che li 
possiede. Detti nettari sono costantemente visitati dalle 
formiche, sono per ciò organi formicari. Ed in conse- 
guenza dimostra, con una serie numerosa 'di fatti, il 
beneficio grandissimo recato dalle formiche per la 
difesa e conservazione delle piante e porge in fine 
una statistica delle specie mirmecofile, dalla quale 
rilevasi V ingentissimo numero delle specie fornite di 
nettari estranuziali, approssimativamente 3600, distri- 
buiti in circa 300 generi ed in 50 famiglie ; più 130 
specie apprestanti un nido alle formiche distribuite 
in 19 generi ed 11 famiglie. 

Oltre a questi lavori, il Delfino ha intrapreso 



Digitized by VjOOQIC 



126 

studi sommamente apprezzati su diflfèrenti argomenti 
di Biologia: sulle piante carnivore, sulla disseminazione 
di diverse piante, intorno alla funzione dei nettari di 
Dischidia, sopra alcuni fenomeni di irritabilità in pa- 
recchie piante, e tanti altri ancora. Riguardo alle 
piante carnivore, guidato da induzioni morfologiche, nel 
1868 pose pel primo e prima ancora del Darwin, la 
questione generale delle piante carnivore, dimostrando 
una funzione carnivora per scopo di nutrizione negli 
organi carnivori di numerose piante. 

Alla sua mente così geniale e speculativa devesi 
r invenzione di un nuovo criterio tassonomico che 
avrebbe una portata assai maggiore per la filogenetica 
ordinazione delle piante, di quello che divide le An- 
giosperme in Monocotiledoni ed in Dicotiledoni, e se- 
condo il quale le Angiosperme si possono scindere in 
due classi, cioè in Euante ed in Psevdante ; nelle 
prime i fiori sono semplici e monotolamici ; nelle se- 
conde i fiori sono false apparenze di fiori semplici, 
sono cioè infiorescenze composte, che di generazione 
in generazione, a poco a poco, si sono contratte in 
antodi, i quali vestono sorprendentemente le apparenze 
di fiori semplici. 

Ma la sua estesissima cultura nella Morfologia, 
Biologia e Sistematica si estrinsecò ancora con pa- 
recchie vedute geniali intorno alla classificazione delle 
piante, nella quale hanno portato una importanle in- 
novazione. Esse si trovano esposte in ben 6 Memorie 
successivamente pubblicate negli Atti della nostra Ac- 
cademia, le quali hanno per titolo : Applicazione di 
nuovi criteri per la classificazione delle piante. Nel 
tempo stésso. Egli pubblicò le sue aggiunte alla Teoria 
dèlia classificazione delle Monocotiledoni^ col qual 
lavóro Egli presenta infine un nuovo prospetto di 
classificazione della Monocotiledoni encicliche. 

Mi é impossibile, tanto è copioso il materiale di 



Digitized by VjOOQIC 



127 

studio elaborato dal Delfino, anche sommariamente 
esporre i risultati così importanti, altresì per la filo- 
sofia della scienza delle piante, che sono consegnati 
in dette Memorie, e che hanno attratta T attenzione 
dei Botanici per la loro originalità. Notevolissime sono 
le sue vedute che, colla guida del triplice criterio 
morfologico, biologico e filogenetico, espone intorno 
alla classificazione delle Tallofite, Briofite, Pteridofite, 
nonché delle Gimnosperrae e di tante famiglie Angio- 
spermiche, di molte delle quali ultime, emendando le 
anteriori classificazioni, propone un nuovo schema ge- 
nealogico e tassonomico. Valga come esempio bellis- 
simo quello della famiglia delle Ranuncolafeee, dove 
un solo organo, il petalo-nettario, coi suoi diversi 
sviluppi, ha fornito al Delfino il filo Ariadneo per 
costituire, insieme alla filogenesi dei numerosi generi 
della famiglia, il quadro tassonomico delle molteplici 
forme di questa. In una parola, si può affermare che 
non e' è stato gruppo importante di piante che non 
sia stato emendato dal Delfino nel proprio schema 
genealogico e tassonomico, o per lo meno ritoccato. 
E certamente le nuove osservazioni e le nuove dot- 
trine contenute in dette Memorie apriranno la via e 
daranno T impulso a numerose ricerche per parte di 
altri naturalisti. 

Il Delfino, tanto versato negli studi morfologici, 
biologici e nelle ricerche filogenetiche, non potè resistere 
alla seducente prospettiva degli studi fitogeografici. An- 
che in questo campo Egli pervenne" ad importanti con- 
clusioni. Coi suoi studi di Geografia Botanica secoìido 
un nuovo indirizzo, anzitutto dimostra che, per la 
soluzione di numerosi problemi fitogeografici, il cri- 
terio filogenetico basato principalmente sulla morfo- 
logia comparata, non è sufficiente ; è indispensabile 
anche il criterio biologico che appunto indaga le 
cause funzionali delle neomorfosi vegetali. Poscia de- 



Digitized by VjOOQIC 



128 

linea con esattezza le definizioni di stazioni, re- 
gioni; centri di formazione delle specie, dei generi, 
delle tribù e delle famiglie ; ed espone infine un pro- 
spetto di classificazione delle diverse regioni vegetali, 
dedotto da una razionale considerazione delle cause 
che influiscono come isolatrici delle forme vegetali; 
infine, discute la questione degli endemismi. Neil' altro 
suo lavoro < Rapporti fra V evoluzione e la di- 
stribuzione geografica delle Ranuncolacee » studia in 
questa naturalissima famiglia, i rapporti che i suoi 
diversi gruppi hanno colla loro distribuzione geogra- 
fica. Da ultimo, colla Memoria < Comparazione biologica 
di du£ Flore estreme, artica ed antartica >, procede 
alla classificazione ed a,lla comparazione degli appa- 
recchi florali delle piante che vivono in due punti 
antipodi del globo^ quali sono lo Spitzberg per la re 
gione artica ed alcune isole dell'altra regione, con 
risultati interessantissimi. Fra le diflferenze più impor- 
tanti rilevate dal Delfino tra le dette due Flore, si 
ha r interessante fenomeno biologico del notevole svi- 
luppo della anemofilia nelle regioni antartiche, in 
proporzione più che doppia di quanto riscontrasi nelle 
regioni artiche ; inoltre, nella Flora dello Spitzberg 
si ha un numero molto maggiore di specie con ap- 
parecchi florali del tipo ranuncolaceo e del tipo mi- 
cranto (forme essenzialmente omostaurogame). 

Ancora con queste sue ricerche, il Delfino dimo- 
stravasi ben compenetrato di quella grande verità che 
la fitogeografia può essere considerata come il corona- 
mento degli studi fitologici e che < ben quattro branche 
scientifiche concorrono a fondare la storia della evo- 
luzione del regno vegetale; cioè la morfologia com- 
parata che delle forme organiche e delle loro meta- 
morfosi insegna il come^ la biologia che insegna il 
perchè, la paleontologia che insegna il quando e fi- 
nalmente la geografia che insegna il dove > . (Delfino. 



Digitized by VjOOQIC 



129 
Stìidi di Geografia botanica, pag. 4). Per cui, la ri- 
cerca e la costituzione della storia dell' evoluzione del 
Regno Vegetale è il fine ultimo e lo scopo più sublime 
della scienza, come già aveva intuito Linneo < Metho- 
dtts Naturalis hinc ultimics finis Botanices èst et erit » . 

Il Delfino non si occupò in modo speciale di studi 
istologici, tuttavia sempre ne riconobbe Y importanza. 
Fino dai primi tempi della sua vita scientifica, seguì 
con interesse ed attenzione lo- sviluppo ognor crescente 
di tale categoria di ricerche, come lo dimostra la 
parte istologica della sua Rivista Botanica, e fu con 
grande sua soddisfazione, per il notevole progresso a 
cui così vide l' Istologia trovarsi avviata, che egli 
potè constatare il razionale indirizzo recato agli studi 
istològici dalla dottrina Darwiniana, la quale appunto 
insegna che le forme degli organi così superiori che 
elementari, sono altrettante risultanze di adattamenti 
degli esseri viventi alle circostanze esterne (V. Rivista 
Botanica del 1874-75, pag. 4 e 5). 

Sulle crittogame lasciò parecchi interessanti ri- 
cerche. Vi sono le sue osservazioni sopra i bacterio- 
cecidi e la sorgente dell' azoto in una pianta di Galega 
officinalis, ma più di tutte, le sue ricerche sulla fun- 
zione nuziale ed origine dei sessi {Rivista Scientifica, 
Como, 1900) nelle quali, con parecchie vedute origi- 
nali sulla genesi dell' ermafroditismo nelle Angiosperme, 
studia e classifica i diversi tipi di fecondazione attuati 
nelle Alghe e dà un prospetto della evoluzione dei 
tipi fecondativi presso i diversi organismi. 

Che più ? Perfino nel campo della chimica biologica 
potè recare il suo contributo scientifico, il che fece 
colla Nota « Equazione chimica e fisiologica del pro- 
cesso della fermentazione alcoolica ». Se si tien conto 
dell'anno in cui questo lavoro fìi pubblicato (1887), 
molto anteriore a quello in cui il Buchner scuoprì 
una zimasi (alcoolasi) segregata dalle cellule dei Sac- 



Digitized by VjOOQIC 



130 

caromiceti, alla quale devesi la fermentazione alcoo- 
lica, le osservazioni del Delfino appariscono razionali 
e stabiliscono un' intima correlazione fra la detta fer- 
mentazione e la funzione della respirazione. 

III. 

Ecco così dato un rapidissimo sguardo alla mera- 
vigliosa operosità scientifica di quest' uomo, frutto di 
pili che un quarantennio di lavoro non interrotto e 
continuato fino agli ultimi giorni della sua vita ! 
Visse sempre fra i libri ed in mezzo alle piante- Alla 
sua scienza prediletta prodigò ogni sua migliore energia, 
ed alla sua famiglia consacrò ogni suo migliore af- 
fetto. Uomo di probità antica, nell' altissimo posto che 
seppe conquistarsi nella scienza, sempre conservò quella 
semplicità di costumi, quel temperamento buono e dolce 
che in lui rifulse fino dalla giovinezza : la sua mo- 
destia, che talora esaltavasi fino all' umiltà, e la sua 
bontà erano solamente pari al suo valore ; modestia 
e bontà che traspariscono da tante parti dei suoi 
scritti e che collo sguardo e colla parola in certa 
guisa si trasfondevano in quanti lo avvicinavano. 

Fu un naturalista nel vero, più ampio e miglior 
senso della parola. Fu uno dei pochi che avessero 
completamente ed intimamente assimilata in tutta la 
sua essenza e sostanza la teoria Darwiniana dell' evo- 
luzione : ciò Egli ripeteva talune volte con un senti- 
mento che scaturiva dalla coscienza del proprio valore 
e non già dalla vanità, che giammai allignò in Lui. 
Darwinista convinto ed uno dei primi in Italia ad 
abbracciare la dottrina Darwiniana insieme al De 
Filippi (1864), al Canestrini (1866), al Man- 
tegazza (1868) e ad alcuni altri pochi eletti in- 
gegni, tutti i suoi lavori sono però sempre inspirati 
alla dottrina teleologica, ad un indirizzo vitalistico od 



Digitized by VjOOQIC 



131 

animistico, che è quanto dire al concetto dualistico 
della vita ; i suoi lavori dimostrano come entrambe 
le dottrine possano sorreggersi mutuamente, illustran- 
dosi a vicenda. Non lasciavasi mai sfuggire occasione 
alcuna senza spezzare una lancia in prò del suo predi • 
letto metodo teleologico, pel quale professava un vero 
culto e che sempre difendeva con giovanile entusiasmo, 
traendo da ciò motivo per combattere il Materialismo 
da lui accanitamente avversato, fino a scrivere {Il 
Materialismo nella scienza^ pag. 26) che « il mate- 
rialismo, negando ogni principio epifisico, distrugge le 
basi della moralità individuale, sociale e politica e 
dissecca le sorgenti del vero progresso > e che < Dio 
è il sensorio universale, la suprema intelligenza, la 
onnipotente volontà, l' iniziatore dei movimenti della 
materia, il Principium vitae >^ esclamando col Poeta : 
Est Deus in nobis^ aitante calescimur ilio! Come si 
scorge in tante parti dei suoi scritti, più particolar- 
mente nei lavori < TI Materialismo nella Scienza. » — 
« Lo Spiritualismo nella Scienza )^. € Il passato, il pre- 
sente e V avvenire della Psicologia »^ schierossi recisa- 
mente contro la dottrina monistica e materialistica, 
ritenendo anche che la massima parte dei fenomeni 
inerenti alla Fisiologia ed alla Biologia delle piante, 
come eziandio molte questioni relative al trasformismo, 
si potessero meglio spiegare coir ipotesi di un' intel- 
ligenza e di una libera volontà nelle piante. Appare 
un paradosso questa ipotesi, ma una tale intelligenza 
vuole intesa nel senso che le attribuiva il Delfino, e 
cioè come il senso percettivo od intellettivo dei propri 
bisogni ; per cui, ristretta a tale significato, appare 
non meritata la vivissima critica che alcuni naturalisti 
hanno fatto intorno a tali idee Delpiniane. Così pure, 
il principio volontario nelle piante non si manifesta che 
come una spontanea ed autonoma disposizione delle 
medesime, in modo da ' rispondere più o meno bene al 



Digitized by VjOOQIC 



132 

senso percettivo su riferito ed alle convenienti ope- 
razioni e funzioni vitali (V. Il Materialismo nella 
scienza^ pag. 21 e 22). (1) 

Sempre al corrente col movimento scientifico e 
con ogni progresso, le nuove dottrine erano tosto da 
lui conosciute e coscienziosamente valutate. Col suo fine 
acume critico, ben presto misurava il loro valore e, 
se buone, ne diveniva un apostolo fervente, e col- 
1' autorità del suo nome potentemente contribuiva alla 
loro divulgazione. La grande questione dei Licheni ne 
è un eloquente esempio. Principalmente lo Schwen- 
dener con una classica serie di Memorie, riconobbe la 
loro vera natura, dichiarandoli funghi parassiti di Alghe. 
Ciò nondimeno, non pochi Botanici e Lichenologi rima- 
sero attaccati alla vecchia teoria. Ma il Delfino nella 
sua Rivista Botanica del 1871, tosto si dichiara aper- 
tamente per lo Schwendener, anzi muove un' acuta 
critica agli oppositori della nuova teoria. 

Ebbe polemiche talora molto vivaci ed acri con 



(1) A proposito delle idee Delpiniane precedentemente ac- 
cennate, di gran cuore riportiamo le parole con cui il Ludwig 
chiude il suo dotto Discorso (Federico Delpinjo und die 
Pflanzenbiologie), letto in una Società tedesca di naturalisti lo 
stesso giorno (17 Dee. 1903) in cui a Napoli celebra vansi le 
Onoranze al Delfino pel compimento del suo 70** anno. Tale 
Discorso è inserito nell'Opuscolo Onoranze a Fed. Del pino 
nel suo TO'" compleanno, pag. 71-82 (Palermo, 1904). < Wir 
sehen, der grosse Gelehrte kann heute zu seinem 70, Gehurtstag 
auf eine Zeit reichen Schaffens zurùckblicken, Mehr als irgend 
einem hai ihm die Natur den Schleier geluftet und hat sie ihn 
in ihr Inneres hlicken lassen, und der Gott, den er auf Schritt 
und Triti in der Natur fand, dessen Wunderwerke er in dem 
materialistischen Zeitalter, in dem er zu schaffen begann, seiner 
Mitwelt enthullte, hai ihn reichlich gesegnet, Móchte die Bio- 
logie, die er auf feste Grundlage gehoben hat, in den Schulen 
die Anfnahme flnden, die man jetzt dringend fordert und 
móchte die Verbreitung ihrer Kenntniss den Irrioanhn zeì*stòren, 
dass die Naturwissenschaften und echte Frómmigkeit und Got- 
tesfurcht miteinander unvertràglich seien ». 



Digitized by VjOOQIC 



133 

diversi Naturalisti. In quell'anima così ardentemente 
innamorata della verità, alla cui ricerca erasi inte- 
ramente dedicato, troppo spiaceva che altri non si 
piegassero a fatti la cui verità splendeva di luce me- 
ridiana. Il B n n i e r (Botanico d' altronde non privo 
di meriti) colla sua negazione della funzione dei net- 
tari estranuziali non solo, ma anche della funzione 
vessillare nei fiori delle Angiosperme ; il T r a u b e colle 
conseguenze in rapporto alla formazione della mem- 
brana cellulare che ha voluto trarre dalle sue cellule 
artificiali, il filosofo Diderot acerrimo oppositore della 
dottrina delle cause finali, ed alcuni altri ben lo sanno ! 
Specialmente pel primo ebbe parole gravi e severe per le 
inesattezze nelle quali è incorso e pei suoi numerosi so- 
fismi, che flagellò senza tregua (V. Delfino : Sulla fun- 
zione vessillare presso le Angiosperme. Mem. di questa 
Accad., S. 6*, T. r, 1904). — La maggior parte delle 
sue critiche e polemiche trovasi nella sua Rivista Bo- 
tanica, la quale è a deplorarsi sia stata dal Delfino 
continuata solo fino a) 1881. Detta pubblicazione, per 
giustizia, deve essere tenuta in altissimo pregio : nei 9 
Volumi che se ne posseggono (le annate 1872-73 
e 73-74 sono rispettivamente fuse in un solo), non 
solo con competenza rara vengono passati in rassegna 
critica i principali lavori che nelle varie parti della 
Botanica andavano pubblicandosi, ma vi sono anche 
discusse le più importanti questioni botaniche ed esposte 
nuove dottrine, idee originali, ed osservazioni nuove 
sui più diversi argomenti. 

Non di rado Autori che studiarono argomenti già 
trattati dal Pelfino, omisero di ricordare la parte da 
lui anteriormente avuta in tali studi, e le sue osser- 
vazioni originali. Ad es. il Drude: Die inseUten- 
fressende Pflanzen^ Breslau 1879. Ma il Delfino non 
si adonta per questo immeritato oblio, che sopporta 
colla consueta bontà, consolandosi filosoficamente col 



Digitized by VjOOQIC 



134 

supposto Virgiliano € Sic vos non vobis, fertis aratra 
boves ». 

Talora estrinsecò idee molto ardite, e se talvolta 
lo studio rigoroso dei fatti non diede pienamente ra- 
gione alle conseguenze che Egli aveva voluto trarre 
principalmente mediante il ragionamento e la specu- 
lazione, pure in ogni caso tali vedute, sempre im- 
prontate ad una seducente razionalità, erano ognora 
tenute in grande considerazione dai botanici. 

Nei SUOI lavori costantemente si nota un ordine 
mirabile, una logica stringente nelle argomentazioni, 
ma più specialmente una precisione ed una chiarezza 
scultoria nelle descrizioni, le quali rimangono perciò 
nitidamente impresse nella mente del lettore. Pregio 
quest' ultimo non molto frequente, ma in Lui tanto 
più necessario inquantochè i suoi lavori quasi sempre 
mancano di figure illustrative, la cui assenza pertanto 
non reca quel danno che altrimenti si potrebbe cre- 
dere. Questo elogio ai suoi lavori acquista un maggior 
valore pel fatto che gli è stato ripetutamente reso da 
Botanici esteri. 

Le sue lezioni erano apprezzatissime e molto ascol- 
tate ; ma forse più che con quelle, Egli trasfondeva la 
sua scienza e dava V indirizzo scientifico nel Labora- 
torio e nei campi, in mezzo alle piante vive, dalle 
quali sapeva trarre tanti insegnamenti. Ebbe per ciò 
parecchi allievi : primo fra tutti e da lui prediletto 
Antonino Borzì, attualmente Prof, di Botanica al- 
rUniversità di Palermo e Direttore di quell'Orto Bo- 
tanico, une dei più reputati Algologi e Biologi, al 
quale mi unisce un' antica e fraterna amicizia ! 

Allorché Gli accadeva di dover spiegare qualche 
argomento biologico da Lui preferito, colla sapienza del 
suo insegnamento e colla sua parola convinta e calda di 
entusiasmo, sapeva trascinare la scolaresca ad una viva 
ammirazione per le sublimi armonie della natura, per 



Digitized by VjOOQIC 



135 

le quali nella sua lunga vita scientifica, nutrì sempre 
un vero culto, tanto era innato in Lui il sentimento 
squisito pel buono, pel vero, pel bello ! — Anima di 
artista, fu appassionatissinio per la musica, che colti- 
vava con molto amore ; nelle ore di riposo, spessissimo 
ricreava la sua mente nelle pure ed ineffabili dolcezze 
deir arte, eseguendo al pianoforte musica classica, spe- 
cialmente di Seb. Bach, autore da lui preferito, di 
cui interpretava con finissimo sentimento la musica 
sublime, a definire la quale Egli non trovava frase più 
espressiva di questa : essa è la nmsica delV anima ! 

Non ebbe laurea : tuttavia abbiamo visto 1' alto 
fastigio cui Egli è pervenuto nella scienza. 

Fu in corrispondenza coi più celebri naturalisti del 
suo tempo e con legittimo orgoglio talora mostrava 
le lettere numerose e sommamente lusinghiere scrittegli 
da C. Darwin, il quale ancora lo cita molte volte 
con onore in parecchie delle sue opere, anche quando 
lo aveva avversario (1). Basterà un solo esempio. A 
proposito della sua ipotesi della Pangenesi (così pro- 
fondamente discussa dal Delfino, con tanta copia di 
filosofiche considerazioni), nel 2"" Voi. dell' opera : Va- 
riazione degli animali e delle piante allo stato do- 
mestico (2* edizione), così scrive il Darwin nella 1* 
Nota del Gap. XXVII : senza dubbio la miglior me- 
moria che io conosca su tale argomento è quella del 



(1) Fino dalle prime lettere del Darwin al Delfino, tosto si 
riconosce l'alta stima e considerazione in cui il sommo Naturalista 
teneva i lavori del Delfino. Così ad es., fra le parecchie lettere 
delle quali gentilmente mi è stata trasmessa copia dalla Famiglia, 
ve n'ha una molto lusinghiera dell' 11 Sett. 1867 relativa a due 
dei primi lavori del Delfino; un'altra del 24 Agosto 1869 dove 
il Darwin manifesta la sua particolare compiacenza perchè il 
Delfino ha preso a discutere la teoria della Pangenesi ; infine 
una del 25 Giugno 1873 in cui dice: « Ho avuto ultimamente 
occasione di rileggere il vostro lavoro sulle piante anemofile, ed 
ho sentito di nuovo roolt8^ an^mirazione per la vostra Opera », 



Digitized by VjOOQIC 



136 

Professor Delfino intitolata: Sulla Darwiniana Teoria 
della Pangenesiy Torino 1869; egli respinge la mia 
ipotesi, ed io ho tratto grande profitto dalle critiche 
fattemi dal Delfino intorno alla detta teoria. 

Gli furono dedicate alcune specie di piante ; fra 
queste e' è una specie di Nostoc, il N. Delpinij dedi- 
catagli dal Borzì (Note alla Morfologia ed alla Bio- 
logia delle Alghe Ficocromacee, I, pag. 281); piii 
un'Amarillidacea ed una Marcgraviacea. 

Neir aurora della sua vecchiaia, Egli raccolse un 
premio ben meritato ed anche un ineffabile conforto 
dopo tanti oblii, disinganni e tante amarezze provate 
nella sua lunga carriera scientifica. Il 17 Decembre 
1903 nella circostanza del compimento del suo 70® 
anno di età, a Napoli si tenne una Festa solenne in 
suo onore. I Botanici di tutto il mondo con una 
commovente comunione di affetto e di pensiero mos- 
sero a gara onde concorrere alle onoranze a Lui 
tributate. La solennità, presieduta dal Rettore della 
Università, ebbe luogo nella grande aula di quella 
Società Reale. Oltre alle autorità cittadine, interven- 
nero i Professori dell' Università, i membri degl' Isti- 
tuti scientifici della città e numerosi Botanici suoi 
amici e discepoli. L' Università e la Società Reale 
di Napoli presentarono un indirizzo su pergamena; 
un' altra pergamena fu consegnata a nome della Società 
Botanica Italiana; e successivamente furono al Delfino 
presentati numerosi telegrammi augurali spediti non 
solo da Botanici impediti di intervenire, ma anche 
dalle numerose Accademie e Sodalizi scientifici na- 
zionali ed esteri dei quali era membro, non esclusa 
la R. Accademia dei Lincei (della quale fu eletto Socio 
corrispondente nel 1899 e Socio nazionale nel 190O) 
e la nostra. Ebbe poi il grandissimo conforto di ri- 
cevere un indirizzo dalla Facoltà di Scienze Fisiche, 
Matematiche e Naturali della R. Università di Ge- 



Digitized by VjOOQIC 



137 

nova, col quale gli si comunicava che, nella seduta 
del 13 Decembre 1903, eragli stato conferito all' una- 
nimità il massimo tributo d' onore di cui detta Fa- 
coltà poteva disporre e cioè la Laurea honoris caicsa /. 
Infine, in mezzo alla festa di unanimi acclamazioni, 
al venerando uomo fu consegnato un artistico Album 
di legno intagliato, contenente numerose fotografie di 
Botanici italiani e stranieri : dono a Lui graditissimo, 
ricco di tanti nomi cari alla scienza, che accolse colla 
commozione più intensa ! — Ed ora, in cui da noi 
si piange tanta perdita, quanta letizia e soa-vità di 
conforto scaturisce da questi dolci ricordi....! 

Così si compì questa Festa che, nella sua forma 
semplice e si direbbe famigliare, riuscì un solenne ed 
eloquente omaggio al grande Botanico. In quel giorno 
sembrava dovesse ancora a lungo sorridergli la vita : 
invece ora, a poco più di un anno di distanza, dob- 
biamo piangerne la fatale scomparsa dalla Famiglia 
Botanica, mentre la scienza attendeva da Lui ansiosa 
ancora nuove conquiste, nuovi frutti della sua mente 
poderosa ! 

Ecco in breve T uomo che noi abbiamo perduto, 
e che è stato così rapito alla scienza, alla sua Fa- 
miglia che adorava ed ai suoi amici e discepoli! 
Ma Egli rivive in noi perchè la gloria della sua scienza 
e le sue belle virtù lo hanno indelebilmente scolpito 
nel nostro cuore ! — Ed ora il nostro pensiero mesto e 
riverente si rivolge alla Vedova desolata, a quella 
eletta Signora cui dedicò tanta parte del suo cuore 
ed alla sua Famiglia inconsolabile, insieme alla quale 
deponiamo sulla sua tomba un fiore che non avvizzirà 
giammai : il fiore della riconoscenza e del nostro im- 
I)erituro affetto ! 



Digitized by VjOOQIC 



138 

Elenco delle pubblicazioni del Prof. Federico Delpino (^) 



i. Relazione sulV apparecchio della fecondazione nelle 
Àsclepiadee. (Gazzetta Medica di Torino del 20 Novembre, 1865). 

2. Sugli apparecchi della fecondazione nelle piante anto- 
carpee. Firenze, 1867. Lavoro riportato da Hildebrand, col- 
1' aggiunta di osservazioni proprie e di figure, nella Botanische 
Zeitung del 1867, pag. 265-270, 273-278, 280-287. 

3. Note critiche sull'Opera di Federico Hildebrand: 
La distribuzione dei sessi nelle piante e la legge che osta alla 
perennità della fecondazione consanguinea. Lipsia, 1867. (Atti 
della Società Italiana di Scienze naturali, Voi. X, Fase. II e III. 
Milano, 1867). 

4. Pensieri sulla Biologia vegetale^ sulla tassonomia e sul 
valore tassonomico dei caratteri biologici, (Il Nuovo Cimento, 
Voi. XXV. Pisa, 1867). 

5. Sulla Darwiniana teoria della Pangenesi. (Rivista con- 
temp. naz. ita!.. Voi. LVI e LVII ; Torino, 1869). 

6. Ulteriori osservazióni e considerazioni sulla Dicogamia 
nel Regno Vegetale, (Atti della Soc. It. di Se. nat., Voi. XI, 
Fase. II; 1868 -~ Voi. XII, Fase. I; 1869 — Voi. XIII, Fase. II 
e^II; 1870 e 1871 — Voi. XVI, Fase. II, III e IV; 1874 — 
Voi. XVII, Fase. HI e IV; 1875). 

7. Ù. die Wechselbeziehungen in der Verbreitung von 
Pflanzen u. Thieren (Botanische Zeitung, XXVII ; 1869). 

8. Rivista monografica della famiglia delle Marcgra- 
viacee, precipuamente sotto V aspetto della biologia^ ossia delle 
relazioni della vita esteriore. (Nuovo Giornale Botanico Italiano, 
Voi. r; 1869). 

9. Breve cenno sulle relazioni biologiche e genealogiche 
delle Marantacee, (Nuovo Giom. Bot. It. , Voi. P; 1869). 



({) Questo elenco non ha la pretesa di essere completo Ho fatto 
quanto ho potuto perchè lo divenisse, ma specialmente causa difiB- 
coltà incontrate nel procurarmi alcune indicazioni, esso certamente 
presenterà una qualche lacuna, per la quale invoco T indulgenza del 
lettore. 



Digitized by VjOOQIC 



13^ 

10. Alcuni appunti di Geografia Botanica, a proposito 
delle tabelle Fitogeografiche del Prof. Hoffmann, (Atti della 
Soc. Geogr. Il, Fase. Ili ; 1869). 

11> Altri apparecchi dicogamici recentemente osset*vaii. 
(Nuovo Giorn. Bot It., Voi. 2*; 1870). 

12. Versione italiana, con annotazioni, del Discorso del Dott. 
E r m . M ù 1 1 e r : Applicazione della teoria Dariviniana ai fiori 
ed agl'insetti visitatori dei fiori; pronnnciato nella 26* assem- 
blea generale del Nathurhistorischen Vere in fùr Rheinland u. 
Westphalen, 1869. (Boll, della Soc. Entom. Ital.> Anno 2^ FÌ7 
renze, 1870). 

13. Sulle piante a bicchieri.. (Nuovo Giorn. Bot IL, Vo- 
lume 3^ 1871). 

14. F. DelpinoeP. Ascherson: (Corrispondenza). Sui 
fenomeni generali relativi alle piante idrofile ed anemofile, 
(Nuovo Giorn. Bot. It^, Voi. 3*^; 1871). 

15. Eintheilung der Pflanzen nach dem Mechanismuis der 
dichogamischen Befruchtur^, u. Bemerkungen ù. die Befru- 
chtungsvórgànge bei Wasserpflanzen. (Bot. Zeit., XXIX 1871) 
— Vedi Knuth: Handbuch d. Blùthenbiologie, I Band, Leipzig, 
1898 ; pag. 283. 

16. Sulla dicogamia vegetale e specialmente su quella dei 
cereali. (Boll, del Comizio Agrario Parmense ; 1879, N. 3 e 4). 

17. U. die Dichogamie im Pflanzenreiche. Glogau, 1871. 

18. Studi sopra un lignaggio anemofilo delle Composte, 
ossia sopra il gruppo delle Artemisiacee. Firenze 1871. 

19. Rivista Botanica dell' anno 1871. (Dall'Annuario scien- 
tifico italiano. Milano, 1872). 

20. Fécondation dans les Conifères — Vedi Knuth: Op. 
cit., pag. 284 (1). 

21. Sui rapporti delle formiche colle tettigometre e sulla 
genealogia degli afidi e dei coccidi. (Boll, della Soc. Entom. 
It., Anno 4% 1872, ed Atti della Soc. It. di Se. nat., Voi. XV: 
Fase. V; 1873). 

22. Sull' impollinazione dei nuclei ovu^ari presso le Co- 
nifere. (Atti della Soc. It. di Se. nat.. Voi. XV, Fase. V; 1873). 



{{) Lavoro che trovasi riferito all'anno 1872. 



Digitized by VjOOQIC 



HO 

23. Rivista Botanica degli anni 2872-73, (Annuario scient. 
ital.; Milano, 1874). 

24. Rapporti tra insetti e ira nettari estranuziali in alcune 
piante, (Boll. Entom., Anno VI ; 1874) — ed Atti della Soc. 
It.; di Se. nat., Voi. XVHI, Fase. I; 1875). 

25. Sulla natura dei gonimii dei Licheni, (Atti del Con- 
gresso Internazionale di Botanica tenuto a Firenze nel 1874; 
pag. 71). 

26. Dimorfismo del noce (Juglans regia) e pleiontismo 
nelle piante. (Atti della. Soe; It. di Se; nat/.,Vol. XV II, Fase. 
IV ; 1875) -^ Nuovo Giorn. Bot. It., Voi 7^ ; 187&. 

27. Altre osservazioni sui rapporti tra cicadelle e formiche^. 
(Atti della Soe. It. dì Se. nat., Voi. XVIII, Fase. 1^ ; 1875). 

28. Rivista botanica degli anni 1.814^75, (Annuàrio scient 
ital.; Milano, 1876). . / 

29. Dicogamia ed omogamia nelle piante. (Nuovo Giorn. 
Bot. It., Voi. 8*^ ; 1876). 

301 Rivista botanica dell* anno 1876. (Annuario scient. ital; 
Milano, 1877), " . . ' 

31. Rivista botanica dell* anno 1877. (Annuario scient. ital.; 
Milano, 1878). 

32. Difesa della dottrina dicogamica, (Nuovo Giorn. Boi 
It, Voi. W\ 1878). ■ 

33. JRivista botanica dell* anno 1878. (Annuario scient ital.; 
Milano, 1879). 

34. Rivista botanica dell* anno 1879. (Annuario scient. ital,; 
Milano, 1880). 

35. Rivista botànica dell* anno 1880. (Annuario scient ital; 
Milano, 1881). ' 

36. Causa meccanica della fillotassi quincuriciale. Nota 
preliminare. Genova," 1880. ' 

37. Il Materialismo nella scienza. Discorso • pronunciato 
nella grande Aula della R. Università di Genova per la solenne 
inaugurazione dell'anno accademico 1880-81. Genova 1881. 

38. Fondamenti di Biologia vegetale. I. Prolegomeni. (Ri- 
vista di Filosofìa scientifica, Anno I, Fase. 1** ; -1881). 



Digitized by VjOOQIC 



141 

39. Rivista botanica dell* anno 1881, (Annuario scient. ital.; 
Milano, 1882). 

40. Contribuzione alla storia dello sviluppo del regno 
vegelale, I. Smilacee. (Atti della R. Università di Genova, Voi. 
IV, parte I). 

41. Teoria generale detta Fillotassi, con 16 Tavole. (Atti 
idem., Voi. IV, parte II ; 1883). 

42. Le spiritualisme dans la science. (Revue irlternationale. 
Première Année, Tome II™*, T' Livraison; 1884). 

43. Erwiderung. {Boi, Zeit., XXXXIV Jaiirgang, pag. 29; 
1884). 

44. Funzione mirmecofila nel regno vegetale. Prodromo di 
una monografia delle piante formicarie. (Memorie della R. Ac- 
cademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna, Serie IV, Tomo 
VII ; 1886 — Serie IV, Tomo Vili ; 1887 — Serie IV, Tomo 
X; 1889). 

45. Fiori doppii (Flores pieni). (Mem. idem. Serie IV, 
Tomo Vili ; 1887). 

46. Zigomorfia florale e sue cause. (Malpighia,Vol. I; 1887). 

47. Sul nettario florale del Galanthus nivalis. (Malpighia, 
Voi. I; 1887). 

48. Il nettarla florale del Symphoricarpv^ racemosv^. (Mal- 
pighia, Voi, I ; .1887). 

49. Eqìiazione chimica e fisiologica del processo della fer- 
mentazione alcoolica. (Nuovo Gìorn. Bot. It., Voi. 19** ; 1887). 

50. Weitere Bemerhungen u. myrmecophile Pflanzen. (Mo- 
natliche Mittheil. a. d. Gesamtgebiete d. Naturwiss., N. 2; 1887). 

51; Osservazioni sopra i bacteriocecidi e la sorgente del- 
V azoto in una pianta di Galega officinalis. (Malpighia, Voi. II ; 
1888-1889). 

52, Applicazione di nuovi criteri per la classificazione 
delle piante. Prima memoria. (Mem, della R. Accad. delle Scienze 
di Bologna,. Serie IV, Tomo IX ; 1888). 

53. Il passato^ il presente e V avvenire della psicologia. 
Discorso inaugurale per Tanno accademico 1888-89, nella R. 
Università di Bologna. (Annuario della stessa Università. Bo- 
logna, 1889). 



Digitized by VjOOQIC 



142 

54. Applicazione di nuovi criteri per la classificazione 
delle piante. Seconda memoria (Mem. della R. Accademia idem. 
Serie IV, Tomo X; 1889). 

55. Valore morfològico della squama ovulifera delle Abie- 
tinee. (Malpighia, Voi. Ili ; 1889). 

56. Osservazioni e note botaniche. Decuria prima. Con una 
tavola. (Malpighia, Voi. Ili ; 1889), 

57. SulV impollinazione dell' Arum Dracunculus L. (Mal- 
pighia, Voi. HI ; 1889). 

58. Fiori monocentrici e policentrici. Con tre figure inter- 
calate nel testo. (Malpighia, Voi. Ili ; 1889). 

59. Applicazione di nuovi criteri per la classificazione 
delle piante. Terza memoria. (Mem. della R. Accad. idem, Serie 

IV, Tomo X; 1890). Con una tavola doppia. 

60. Applicazione di nuovi criteri per la classificazione 
delle _pmw<6.. Quarta memoria. Canoni della dottrina filogenetica 
applicabili alla classificazione delle piante. (Mem. idem, Serie 

V, Tomo I; 1890). 

61. Note ed osservazioni botaniche. Decuria seconda. Con 
una Tavola. (Malpighia, Voi. IV ; 1890). 

62. Ancora sulV impollinazione del Draconcolo. (Malpi- 
ghia, Voi. IV ; 1890). 

63. Contributo alla teoria della Pseudanzia. Con una Ta- 
vola. (Malpighia, Voi. IV; 1890). 

^4. Pseudanzia di Camellia e di Geum. Con una Tavola. 
(Malpighia, Voi. V ; 1891) — In collaborazione col sig. U. Ber- 
naroli. 

65. Pensieri sulla metamorfosi e sulla idiomorfosi presso 
le piante vascolari. (Mem. della R. Accad. idem, Serie V. Tomo 
II; 1892). 

66. Esposizione di una nuova teoria della fillotassi. Con 
tre Tavole. (Atti del Congresso Botanico internazionale del 1892). 

67. Esposizione della teoria della Pseudanzia. (Atti del 
Congresso idem, del 1892), 

68. Disordini universitari ; cause e rimedi. Considerazioni. 
Bologna, 1892. 



Digitized by VjOOQIC 



143 

69. Applicazione di nuovi criteri per la classificazione 
delle piante. Quinta memoria. (Mem. della R. Accad. idem, 
Serie V, Tomo III ; 1893). 

70. Eterocarpia ed eieromericarpia nelle Angiosperme, 
(Mem. della R. Accad. idem, Serie V, Tomo IV; 1894). 

71. Socialismo e storia naturale. Discorso per la inaugu- 
razione degli studi presso la R. Università di Napoli neir anno 
accademico 1894-95. (Annuario della stessa Università. Napoli, 
1895). 

72. Sulla viviparità nelle piante superiori e nel gen. Re- 
rnusatia Schott. (Mem. della K. Accad. idem, Serie V, Tomo 
V ; 1895). Con una Tavola. 

73. Studi filloiassici. (Malpighia, Voi. IX; 1895). 

74. Applicazione di nuovi criteri per la classificazione 
delle piante. Sesta njemoria. (Mem. della R. Accad. idem, Serie 
V, Tomo VI ; 1896). 

75. Dimorfismo del Ranunculus Ficaria L. (Mem. idem,. 
Serie V, Tomo VI ; 1897). 

76. Dicroismo nelV Euphorhia Peplus L. ed in altre piante. 
(Rendic. dell'Accad. delle Scienze Fisiche e Matematiche — Se- 
zione della Società Reale di Napoli — Serie 3*, Voi. Ili, Fase. 
6^ ; 1897). 

77. Per la critica. (Riv. contemp.; Fase. 6"* ; Napoli, 1897). 

78. Gaetano Licopoli. Parole commemorative. (Rendic. idem, 
Serie 3% Voi. IV, Fase. 1° ; 1898). 

79. Nuove specie mirmecofile fornite di nettari estranu- 
ziali. (Rendic. idem. Serie 3% Voi. IV, Fase. 6° e 7^ 1898). 

80. Commemorazione del Prof. Teodoro Caruel. (Rend. 
idem, Serie 3% Voi. IV, Fase. 12^ 1898). 

81. Studi di Geografia botanica secondo un nuovo indi- 
rizzo. (Mem. della R. Accad. delle Se. di Bologna, Serie V, 
Tomo VII; 1898). 

82. Rapporti fra l'evoluzione e la distribuzione geogra- 
fica delle Ranuncolacee. (Mem. idem, Serie V, Tomo Vili; 1899). 

83. Parere sulla opportunità d'impiantare giardini spe- 
rimentali di culture tropicali nella Eritrea. (Rend. d. R. Ac- 
cad. delle Se. Fis. e Mat. di Napoli. Fase. 2" e 3^ 1899). 



Digitized by VjOOQ IC 



144 

84. Definizione e limiti della Biologia vegetale» (Bollettino 
dell' Orto Botanico della R. Università di Napoli, Tomo I, Fase. 
P; Napoli, 1899). 

85. Sulla costituzione del Ranunculus Ficaria L. nei din- 
torni di Dresda. (Boll, idem, Tomo I, Fase. F; 1899). 

86. Piante formicarie. Proemio. (Boll, idem, T. I, Fase. T ; 
1899). 

87. Questioni di Biologia vegetale. I. Fondamenti della 
Biologia. (Rivista delle scienze biologiche, Voi. I, Fase. 1**; 
Como, 1899). 

88. Note di Biologia vegetale. II. Apparecchio sotterratore 
dei semi. (Rivista idem. Voi. I, N. 8-9; 1899). 

89. Questioni di Biologia vegetale. III. Funzione nuziale 
ed origine dei sessi. (Rivista idem, Voi. II, N. 4 e 5; 1900). 

r 

90. Comparazione biologica di due Flore estreme, artica 
ed antartica. (Mem. della R. Accad. delle Se. di Bologna, Serie 
V, Tomo Vili; 1900). 

91. Sulle piante a bicchieri. (Boll. dell'Orto Bot. di Na- 
poli, Tomo l, Fase. 2*; 1900). 

92. Piante formicarie (seguito). (Boll, idem. Tomo l. Fase. 
2^»; 1900). 

93. Circa la teoria delle spostazioni fillotassiche. (Rendic. 
deir Accad. delle Se. Fis. e Mat. di Napoli. Voi. VI, Fase. 1 
e 2; 1900). 

94. Sugli artropodi fillobii e sulle complicazioni dei toro 
rapporti biologici. (Boll, della Soc. bot. Ital., N. 7; 1901). 

95. Per una rettificazione. (Boll, idem, N. 7; 1901). 

96. Sopra un organo caratteristico di alcune Cucurbttacce, 
e sulle relazioni delle piante coi tripidi. (Mem. della R. Accad. 
delle Se. di Bologna, Serie V, Tomo IX ; 1901). Con tre Tavole. 

97. Il secolo ventesimo. Mòniti e profezie. Napoli, 1901. 

98. Sul gen. Bonzellia Ten. (Rendic. dell'Accad. delle Se. 
Fis. e Mat. di Napoli, Serie 3% Voi. Vili, Fase. 8 a 11 ; 1902). 

99. Piante formicarie (seguito). Rassegna delle piante for- 
nite di nettari estranuziali. Boll, dell' Orto Botanico di Napoli, 
Tomo I, Fase. 3^ 1902). 



Digitized by VjOOQIC 



145 

100. Domenico Cirillo e le sue opere botaniche, (Boll, 
idem, Tomo I, Fase. 3*» ; 1902). 

101. Piante formicarie (seguito e fìae) Rassegna delle piante 
che apprestano nidi e domicilii alle formiche. (Boll, idem, 
Tomo I, Fase. 4*; 1903). 

102. Notizie fitobiologiche. (Boll, idem, Tomo I, Fase. 4**; 
1903). 

103. Sul fenomeno della macrobiocarpìa in alcune piante, 
(Rend. dell'Accad, delle Se. Fis. e Mat. di Napoli, Serie 3*, Voi. 
IX, Fase, 2^ 1903). 

104i Aggiunte alla teoria della classificazione delle Mono- 
cotiledoni, (Mem. della R. Accad. delle Se. di Bologna, Serie V, 
Tomo X ; 1903). 

105. Cladomanìa di Picris hieracioides L. (Boll, della Soc. 
Bot. It., N. 7, 8, 9; 1903). 

106. Discorso del Prof, Delpino. (Vedi: Onoranze al Prof. 
Del pi no nel suo 70** eompleanno. Palermo, 1904, pag. 28-32). 

107. Zoidiofilìa nei fiori delle Angiosperme, (Boll, del- 
l' Orto Botanico di Napoli, Tomo II, Fase, r ; 1904). 

108. Sulla funzione vessillare presso le Angiosperme (Mem, 
della R. Accad. delle So. di Bologna, Serie VI, Tomo 1; 1904). 

109. Sviluppo della eteromericarpìa nelle Portulacacee 
(Rendic. dell' Acad. delle Se. Fis. e Mat. di Napoli; Serie 3*, 
Voi. .XI, 1905) (1). 

WO, Applicazione di nuovi criteri per la classificazione 
delle piante. Settima memoria, letta il 7 Maggio 1905. (Mem. 
della R. Accad. delle Se. di Bologna. In corso di pubblicazione ; ^ 
1905). 



(1) I lavori segnati ai Numeri 77, 97 e 109 mi sono stati indicati 
dair egregio Prof. Gioy. Ettore Mattei. ^' ' 



-^#>. 



Rendiconto 1904-1905 



Digitized by VjOOQIC 



ritfi 



146 



Dopo il discorso del Prof. Mori ni, T Accademico 
Benedettino Prof. Ferdinando Ruffini legge la seguente 
Nota ! Del moto di un punto ehe obbligato a rimanere 
in una data superileie debba percorrere con nna Telo- 
eità prestabilita nna linea data. 

Ebbi già l'onore di presentare a questa R. Acca- 
demia un mio scritto col titolo : Del moto di un punto 
in una superficie data ^*^ nel quale indicava una via 
facile e piana per giugnere a stabilire la traiettoria 
che avrebbe descritto un punto, che sollecitato da una 
forza data fosse obbligato a rimanere costantemente 
in una data superficie. In questa nota, che può essere 
riguardata come un' appendice di quello scritto, mi pro- 
pongo invece di determinare la forza che dovrebbe 
essere applicata a un punto, che già fosse sollecitato 
da lina forza data e obbligato a rimanere costantemente 
in una data superficie, affinchè esso punto descrivesse 
con una data velocità una linea determinata della su- 
perficie medesima. Non mi propongo dì dare alla so- 
luzione del problema tutta la estensione della quale è 
capace : T averlo indicato potrebbe invogliare qualche 
giovane studioso a risolverlo compiutamente. 

Sia data l'equazione 

di una superficie (5) riferita a tre piani coordinati 



t*) Memorie della R. Accademia delle Scienze dell'Istituto 
di Bologna. S. IV, T. V. 



Digitized by VjOOQIC 



14T 

ortogonalmente in un punto e si supponga che un 
punto (m) dì massa m = 1 sollecitato da una forza 
f^{oo^ y, z) funzione delle coordinate del punto stesso 
sia obbligato a rimanere costantemente nella superfi- 
cie {S) ; si domanda quale altra forza f^ dovrà appli- 
carsi al detto punto affinchè esso descriva una linea 
(5) data ad arbitrio nella superflcie [S) e la descriva 
con una data velocità V{t) funzione del tempo. 

Si farà uso del segno rO= dell'equipollenza per 
indicare la somma geometrica risultante delle quan- 
tità scritte dopo di esso e congiunte fra loro coi se- 
gni H- o — e che si supporranno rappresentate da 
segmenti rettilinei ; le due notazioni 

f^f^^f^ e f=vìsult.{f^,Q 

hanno perciò il medesimo significato. 

Sia f la risultante delle due forze f^ ^ f^, la pri- 
ma cognita la seconda da determinare, che soUecite- 
raimo il punto descrivente la linea (s) nella superficie 
{S) e siano 

^1 > ^1 ) ^1 j ^2 > ^2 ) ^2 5 Xy Yj Z : 

le componenti negli assi coordinati delle forze f^^ /g, / 
rispettivamente ; onde 



X=X^-hX^, Y=zY^-^Y^, Z = Z^-hZ^: 

la linea (s) della superficie (5) che dovrà essere per- 
corsa dal punto (m) colla velocità V{t) sia data per 
mezzo delle equazioni 

1) S=S{a),y,z)=zO, ip=tp{x, y, z) = : 



Digitized by VjOOQIC 



148 

il punto (m) al termine del tempo t sìa nel punto 
M{x^ y, ^) della superficie {S) e nel tempo infinitesimo 
dt percorra l'arco infinitesimo d5=Q=da?-+-di/-f-(Ì2J; 
sia inoltre N la pressione che il punto (m) esercita 
sulla superficie in M e, supponendo l'attrito propor- 
zionale alla pressione, sia e il coeflaciente d'attrito. 
Le forze sollecitanti il punto (m) sono : la risultante 
f delle forze f^^ f^^ la reazione — N della superficie 
e l'attrito — eN\ e queste quantità come le loro com- 
ponenti, quando occorrerà nominarle, si chiameranno 
indiflterentemente forze o accelerazioni^ poiché, assunta 
la massa m del punto mobile ad unità di massa, 
forza e accelerazione corrispondente riescono numeri- 
camente eguali. 

Le equazioni del moto prodotto dalle forze 



f:^f^^f^^ —N, —eN 



sono 






^ /l ^S dz\ 
\A ì>z dsj^ 



dh 
df 



ovvero 



d'x ( 1 ?5 dw\ 

^z l\ Ì>S dz\ 



Digitized by VjOOQIC 



149 



e da queste derivano- 

d(-V^\ —Xdx^Ydy -H Zdz — Nds 

ovvero 

^.dV dx dy dz ^^ds 

A\ _«Aw — I f I . 

' df ?ar df ?«/ df dz 



-{4 



— ^r- — \-z—). 

i>x <>y oz I 



Dalle formule (2), (3), (4) si eliminino le deri- 
vate delle variabili et;, y, z, col mezzo delle (1) che 
somministrano 

A^x -H A^y-\-A^dz = , B^dx H- B^y H- B^z = • 

_iVS _?« _?S 



?a7 



Sz 



e se SI pone 



^1= 




^e- 


B,B, 



A= 



risulta 



B, B, 



a=|/a?-i-aìm-A|, 



5 = 1/^-1-^-1-^3, 



i) = |/Z)?-H2^-HÌ)Ì, 



dM dy dz ds 



B, 



D^ 



B. 



D' 



Digitized by VjOOQIC 



150 



dt D ' 


dt~ D ' 


dt~ D ' 


dx 2), 

ds D ' 


dy_D^ 
ds B' 


dA D, 
ds~ D ' 



dt^ dt\D ) 

_ /dx d D^ dy d D^ dz d DA D^ dV 
~ [didbc'D'^'dUd^^'^di'dz'DÌ^^'di' 

sostituendo alle derivate prime delle x^ y^ z i loro 
valori, procedendo a simili trasformazioni delle deri- 
vate seconde delle i/ e z, e anche ponendo per brevità 



D, d D. B, d D, B^d B, , 
B dx B B dy B B dz B " 


B. d B. B, d Z>, B^ d B, 
Bdx B B dy B B dz B *' 


B,dB B,dB B,dB, 
Bdx B B dy B B dz B » ' 


si ottiene 




df—^^''^Bdt' 




df ^ ^'^ B dt ' 




dt'-^^'^Bdt' 


ds'-^'' 






Digitized by VjOOQIC 



151 



6^ ^^-^^X^^'Y^^Z-eN- 



7) —an=i{a^l^-^a^l^^a^l;) v"-—{A^X-\-A^Y^A^Z). 

Per risolvere la questione si hanno tre sole equa- 
zioni indipendenti (5), essendo le due (6) e (7) con- 
seguenza delle (5), mentre le incognite sono quattro 

-^2? ^2> -^2» ^* 

il problema resta perciò indeterminato e ammette in- 
finite soluzioni. Si può determinare senza nuocere alla 
generalità della questione col rendere la reazione — N 
indipendente dalla forza f^ . A questo fine si stabilisca 
che la /g abbia costantemente la sua linea d'azione 
nel piano tangente la superficie (S) nel punto M e non 
eserciti pressione sulla superficie, che sia cioè costan- 
temente soddisfatta la condizione 

A^X^ -+- A^Y^ H- A^Z^ = : 

con ciò si ottiene che nella formula (7) alle X, Y, Z 
sì possano sostituire le X^, ^i? ^i ® ritenere 

8)_AiV===(A,X,-HV'2H-4^3)^— (^i^i-+-^.^i-+-^3^i); 

la reazione — N rimane cosi espressa con quantità 
indipendenti dalla forza /g, quindi cognite, e le equa- 
zioni (5) danno poi i valori delle X^, ^2» ^2- 

Nel caso particolare che la superficie {S) sia un 
piano, le formule precedenti si rendono più semplici 
col disporre gli assi coordinati in modo che uno di 
essi, per esempio l'asse OZj riesca, perpendicolare al 
piano {S). Con tale disposizione degli assi le equa- 
zioni (1) potranno prendersi nella forma 

S=zz — z^ = 0, z^ — cost., tp{x, y, z) = 0, 



Digitized by VjOOQIC 



152 

e riuscirà 






B. d B. B. d £^ 



4, = 0, D, = if,, ^f — ^Dd^D'^Dd^l 

^=1,D, = 0, £, = 0, 

^=1, i) = i/j^H-^, 

« i/^^B^^\dt /' 

Per 

cioè pel moto circolare piano 

^, = 0, B^ = 2x, i), = ~2y, i, = — ^, 

^, = 0, 5, = 2y, 2),= 207, i, = — ^, 

^3=1, B^ = 2z„ D, = 0, A = 0, 

vl = l, £ = 2r, D = 2r, 

Z=N, 



Digitized by VjOOQIC 



•mmmnm 



153 
Se il piano è levigato, il punto (m) animato dalla 
sola gravità nella direzione e senso — Oz, e inoltre 
il moto debba essere uniforme, risulta immediatamente 

dV 
X, = 0, y, = 0, ^, = — flr, -^ = 0, £ = 0, 

risultamenti che confermano le formule precedenti. 

Un caso in certa guisa analogo col precedente si 
presenta se, qualunque sia la superficie (S), la tra- 
iettoria in essa del punto (m) debba essere una linea 
piana. Disposti come precedentemente gli assi coordi- 
nati in modo che Passe Oz sia perpendicolare al piano 
della traiettoria e ridotte le equazioni (1) alla forma 

S=S{x, y^ z) = , ìp^zz — 2^ = 0, 3?Q = cost. 

onde 

^1 = 0, D, = A^, 

£3=0, D^=i — A^, 
^3=1, 1)3 = 0, 



A = 


D dx D 


D 


d 
dy 


D 


) 


h= 


B dx D 


■+■ 


D 


d 
dy 




h= 


= 0; 











J 

7^ 



\^J^\.dt I A 



r=7%— 



z-^3 

^-^' 



A. (dV \ A^^^ 

^A\-\-AX\dt ) A ' 



Digitized by VjOOQIC 



154 
Per 





5 = 


■1? 






•/^= 


ZZ- 


-3o — 0, 3o — «<>St 


risulta 








2x 








"^2 a* ' 






2.« 


^3 e» ' 






i)3_0, 



X 



'8— / ,A ' 



4-1) 



e 2 ., , , i. = 



-IV-(-9l'-=^V-P- 



x= -'^'". -K L^r"*^ 



=*, 



•V-('-S^ 



" iV, 



»V'-('-?)-J 





'2 



az. 



V-0-?)P 



c« 



W'- ('-|)?=t'^K^'»'*^..^^?^''») 



Digitized by VjOOQIC 



155 
Se la superficie (S) è levigata e 2^ = 0; la tra- 
iettoria diventa il parallelo massimo dell'ellissoide ed è 

a?/ V' \ y dV 
a\ a I a dt 

a\ a / ' a dt 

Z = 0, 

Suppongasi nulla la forza /",, cioè 

x.=o, r,=o, Z,=0, X=X„ Y=Y„ z=z^, 

e si proiettino sulla tangente la traiettoria le forze 
X, Y, Z; la somma delle loro proiezioni, cioè delle 

dx D. V 



Ve* 
Y^—Y^ = Y^- ~"' 



^ '^ „A /, 4 



«yi_ 



19 



dz jD, 



eguaglierà la proiezione omologa della loro risultante, 
ossia la /g , a cui si può supporre data per linea di 
azione la detta tangente: onde 

^ div ^^ dy „ dt ^ dV 
*£fo ^ds ^ds ^ dt 

la forza da applicare al punto (m) è la somma della 
forza tangenziale e della forza eN. 



Digitized by VjOOQIC 



156 

Sia la superficie (S) levigata e quindi 

dV dh 



'dt ~df[ 



e sia la velocità data 



ds , , 

a) V= — =:z — s^kfien{kt), 

ove k e una costante data e s^ è la lunghezza asso- 
luta dell'arco compreso tra il punto M^ corrispon- 
dente a 2ft< = ;r, nel quale la velocità è massima,^ 
e il punto Mq corrispondente a kt = 0, nel quale la 
velocità diventa nulla: dalla (a) si dedurrà 

dV 

O/ì/ 

la forza sollecitante è proporzionale alla minima dì- 
stanza misurata sulla traiettoria del punto mobile dal 
punto M^ e il moto è moto armonico per un arco di 
traiettoria della lunghezza 25.. 



L'Accademico Benedettino Prof. Pietro Albertoni 
riassume in breve una sua Memoria : Sulla diflhisfone 
degli zuccheri nell'organismo. 

Premesso l'esame ^ la critica dei risultati finora 
riferiti, l'Autore fa vedere che nelle ricerche precedenti 
non si è tenuto ben conto del periodo di assorbimento 
degli zuccheri per riconoscere con esattezza quale in- 
fluenza abbia la loro introduzione nel tubo gastroenterico 
sulla quantità di zucchero nel sangue. Egli ha trovato 



Digitized by VjOOQIC 



157 
che nel periodo di massimo assorbimento il glucosio del 
sangue (carotide) sale per esempio da 

0,84 a 1,11 Voo 
1,00 a 1,20 » 
0,760 a 0,870 » 
0,782 a 0,912 > 

si ha cioè un lieve aumento nella quantità di zucchero 
del sangue. 

Invece nel fegato e negli organi, anche nel periodo 
di massimo assorbimento di grosse quantità di zucchero, 
non si accumula affatto glucosio e non si riesce ad 
estrarne. 



L'Accademico Benedettino Prof. Guido Tizzoni, a 
nome pure del Doti A. Dongiovanni legge una Nota che 
ha per titolo : La cura della rabbia eoi raggi del radio. 

2* Comunicazione preventiva- 

In una nostra precedente Comunicazione preven- 
tiva (1), nel riferire i primi risultati riguardanti Fazione 
dei raggi del Radio sul virus rabido, tanto in vitro quanto 
neir animale, noi, di necessità, abbiamo dovuto fare nelle 
nostre conclusioni delle riserve o lasciarvi delle lacune; 
riserve e lacune che oggi, in seguito ai nuovi risultati 
conseguiti, siamo in grado di sciogliere e di riempire, 
ciò che facciamo appunto con la Comunicazione presente. 

Anzitutto confermiamo pienamente quanto è ri- 
ferito sulla Nota precedente, aggiungendo solo che tutti 
gli animali di cui in essa è parola vivono tuttora in 



(1) L'azione dei raggi del Radio sul virus rabido in vitro 
e neir animale. Letta alla R. Accad. delle Scienze di Bologna 
nella JSeduta del 17 aprile 1905. - Rendiconti, anno 1904-1905. 



Digitized by VjOOQIC 



158 

perfetto stato di salute ; e siccome molti di tali ammali 
erano stati infettati con virus fisso da oltre due mesi, 
così la loro guarigione si può oramai considerare come 
definitiva. 

Riguardo poi aìT azione contemporanea dei raggi 
del Radio, in cui questi, cioè, vengono usati subito dopo 
praticata V infezione, noi abbiamo osservato che lo stesso 
campione di 10.000 Unità Radio-attive (U. R.) produce 
identici effetti, tanto se T applicazione del rimedio diretta 
suir occhio del coniglio è ripartita in otto sedute di 
un' ora ciascuna per otto giorni consecutivi, quanto se tale 
applicazione è fatta in una sola seduta di otto ore (1). 

Abbiamo riscontrato, inoltre, che il Radio applicato 
alla superficie del corpo (metà del dorso in corrispondenza 
della colonna vertebrale) ha un'azione assai minore di 
quella che esercita suir occhio ; ed in modo che, per sal- 
vare un coniglio infettato sotto la dura madre con virus 
fisso, bisogna usare nel primo caso un campione di Radio 
10 volte più attivo. (100.000 U. R.) di quello che in 
identiche circostanze basta nel secondo a salvare lo stesso 
animale — Così possiamo dire che razione del Radio 
sulla superficie del corpo sta a quella sull'occhio come 
1 : 10. — 

Ed a riprova di questo noi abbiamo riscontrato che, 
quando si usa un campione di Radio piuttosto debole 
(10.000 U. R.), questo, mentre salva il coniglio se appli- 
cato sull'occhio, non vale invece che a ritardarne la 
morte di 3 giorni se applicato alla metà del dorso. 



(1) Il valore del Radio in Unità Radio-attive risulta dai 
certificati uniti ai nostri campioni i quali provengono: quello 
da 10.000 U. R. dalla Société Centrale de Produits Chimiques 
di Parigi ; quello da 100.000 U. R. dalla fabbrica di sostanze 
Radio-attive di Armet de Lisle a Nogent sur. Marne, diretta 
dallo stesso Curie. Questi campioni ci furono gentilmente favo- 
riti dall'Istituto di Fisica sperimentale della L. Università di 
Ferrara 



Digitized by VjOOQIC 



159 

Finalmente abbiamo veduto che il virus fisso scom- 
posto in vitro con le emanazioni del Radio si trasforma 
rapidamente in un eccellente vaccino; per cui tutti gli 
animali che ebbero nell'occhio una goccia di virus fisso 
esposto ai raggi del Radio per 4-6-36 ore si mostrarono 
solidamente vaccinati contro l' iniezione subdurale di virus 
di cane che uccideva i controlli in 20 giorni. 

Riguardo bXV azione curativa del Radio questa fu 
appena accennata nella nostra precedente Comunicazione, 
lasciando intieramente alle successile ricerche di deter- 
minare se con una cura più intensiva la guarigione, 
oltre che nei primi momenti della avvenuta infezione 
(1 ora), fosse possibile anche a periodo più avanzato 
della malattia. 

Già da quanto è stato m proposito riferito risultava 
chiaro che il metodo dapprima usato da noi (otto ore 
di applicazione divise in otto giorni consecutivi) era 
troppo debole per sperare di ottenere al riguardo risul- 
tati di qualche rilievo. — Infatti, se l' esposizione diretta 
alle emanazioni del* Radio per la durata di un' ora non 
vale a distruggere intieramente il virus fisso nella pro- 
vetta, la stessa durata di applicazione del rimedio dif- 
ficilmente avrebbe potuto riescire vittoriosa sul virus 
in parola, non più libero come nel caso precedente, ma 
già fissato su tessuti vivi. — 

Di più, in seguito alla moltiplicazione di questo virus 
durante il lungo intervallo che intercede fra le succes- 
sive applicazioni del rimedio, il Radio in ogni singola 
seduta avrebbe dovuto lottare con quantità sempre cre- 
scenti di materiale infettante, di cui ad ogni applicazione 
sarebbe rimasto indietro un residuo sempre maggiore. 

Esperienze successive hanno pienamente confermato 
e meglio precisato questo concetto. Infatti, mettendo in 
pratica un metodo di cura assai debole ^ sia per il nu- 
mero e la brevità delle sedute (otto di un ora ciascuna), 
sia per la poca attività del campione di Radio adoprato 



Digitized by VjOOQIC 



160 

(10.000 U. R.), abbiamo trovato che si salvano gli ani- 
mali solo quando la cura è incominciata 1-10 ore dalla 
praticata infezione (occhio, nervo sciatico); invece dopo 
10-20 ore dalla stessa infezione si aveva solo un fortis- 
simo ritardo nella morte dei conigli che avveniva ri- 
spettivamente dopo 46-14 giorni dalla subita inoculazione; 
finalmente nella cura praticata dopo 24-36 ore si aveva 
la morte nello stesso tempo dei controlli. 

Rimaneva dunque da vedere se con un metodo di 
cura più intensivo, e tanto per una maggiore ?tttività 
del rimedio, quanto per una sua più lunga applicazione, 
si potevano avere efietti migliori. Ed i risultati ottenuti 
hanno veramente superata la nostra aspettativa. 

Tutti gli animali in cui fu messo in pratica il metodo 
di cura intensivo furono iniettati sotto la dura madre 
<Jon 0,1 cm* di una diluzione in brodo di viruis fisso nella 
proporzione dell' 1-2 Vq. 

Per contro non credemmo opportuno né necessario 
completare queste nostre ricerche con prove fatte sopra 
animali iniettati nel nervo sciatico; e ciò, sia per la 
minore sicurezza che questo metodo offre nella deter- 
minazione della infezione, sia per le maggiori oscillazioni 
•che presenta nella durata della malattia le quali non ci 
avrebbero permesso esatti confronti fra gli animali curati 
ed i controlli. 

Del resto era già provato dai nostri precedenti espe- 
rimenti sulla azione contemporanea del Radio, che questo 
esercita la stessa azione e conduce allo stésso identico 
insultato qualunque sia la parte del sistema nervoso nel 
quale viene pì^aticaia la infezione. 

Per questa cura intensiva abbiamo usato un cam- 
pione di Radio del valore di 100.000 U. R. e fu portata 
^ 6-12 ore la durata della prima seduta, a 5-12 ore 
quella della seconda fatta nel giorno seguente; ed a 4 
•quella delle altre 6 ripetute alla stessa ora nei giorni 
consecutivi. 



Digitized by VjOOQIC 



161 

Giova ancora notare che per questa maggiore intensità 
della cura mai si ebbero alterazioni apprezzabili neir oc- 
chio, tanto nelle parti esterne quanto nei mezzi ottici ; 
ne ci sembrò che l' animale mostrasse alcun disturbo 
nella visione. 

Con questo metodo si sono potuti salvare tutti gli 
animali trattati^ cominciando la cura dopo 48-86-94 ore 
dalla praticata infezione; ossia, tenendo conto della morte 
dei controlli che, in generale, avveniva in 6 giorni, si 
sono potuti salvare i detti animali quando la cura col 
Radio ebbe principio da V4 « V3 dell' intera malattia. 

Aggiungiamo che tale risultato favorevole si ebbe, 
non solo quando al primo momento della applicazione 
del Radio mancava neir animale ogni manifestazione mor- 
bosa, e quindi la malattia si trovava tuttora nel periodo 
di latenza per quanto avanzato, ma anche quando al- 
l' inizio della cura V animale aveva febbre abbastanza 
alta (40**), presentava forte diminuzione del peso cor- 
poreo (200 gr.) ed indebolimento manifesto degli arti 
posteriori. 

Si può quindi concludere che la cura coi raggi del 
Radio vale a salvare V animale dalla morte anche quando 
la malattia è già in atto, ossia quando la rabbia è già 
sviluppata. 

Tali effetti riusciranno poi tanto più meravigliosi 
quando si ricordi che nel coniglio infettato col virus fisso la 
malattia manifesta è molto breve, per cui appena co- 
minciata precipita alla fine; e quando nel computo del 
tempo della cura si detraggono le ultime 24 ore in cui è 
esclusa da tutti ogni possibilità di cura, perchè il coniglio 
giace a terra paralitico, quasi senza segno di vita, con la 
temperatura fortemente abbassata. 

Era d'altro lato molto interessante di seguire nello 
animale gli effetti della cura, e vedere come avviene il 
regresso dei fenomeni morbosi presentati al momento 
della prima applicazione del Radio poco tempo dopo. 

Eenlioonto 1901-1905 12 



Digitized by VjOOQIC 



162 

A questo riguardo abbiamo potuto osservare che 
prima regrediscono i fenomeni nervosi, poi la febbre, 
per ultimo la diminuzione del peso corporeo 

Relativamente ai fenomeni nervosi si trovava che 
questi, dopo la prima seduta, erano tanto progrediti nel- 
r animale curato quanto nel controllo; in ambidue l'in- 
debolimento del treno posteriore era passato a vera 
paresi, per la quale l'animale preferiva di rimanere 
sdraiato nella sua gabbia ; la respirazione si era fatta af- 
fannosa, si aveva assopimento e qualche movimento oscil- 
latorio della testa. Peraltro, mentre il controllo andava 
• rapidamente peggiorando, invece quello curato, fra la T 
e la 2* applicazione del rimedio, migliorava di ora in 
ora ; e così che questo dopo la seconda seduta non aveva 
più nessun fenomeno nervoso, al contrario dell' altro che 
allo stesso periodo era intieramente paralizzato, ventre a 
terra, con la temperatura molto al disotto della normale. 

Rapporto alla febbre si aveva dall' inizio della cura 
una lenta e graduale declinazione, che in 2-3 giorni ap- 
pena riconduceva la temperatura al limite fisiologico. 

Finalmente riguardo al peso del corpo questo segui- 
tava a discendere per 2-3 giorni, anche per effetto del- 
l' ostinata avversione al cibo che l'animale dimostrava 
in questo tempo ; poi risaliva gradatamente fino a rag- 
giungere la cifra primitiva. 

Tali fenomeni, poi, erano tanto più ostinati a cedere 
quanto maggiore era la gravezza della malattia al mo- 
mento della cura ; ciò che non stava sempre in rapporto 
stretto col tempo trascorso dalla praticata infezione. 

Così negli animali curati in condizione molto grave 
la temperatura nella defervescenza cadeva per qualche 
istante sotto alla normale (37°) ; l' anoressia durava osti- 
natissima per 4-5 giorni, la denutrizione dell'animale 
arrivava fino a gradi piuttosto avanzati avendosi una 
diminuzione del peso di circa 300 gr. Ciò naturalmente 
in rapporto con le gravi lesioni istologiche determinate 



Digitized by VjOOQIC 



163 
dal virus rabido nel sistema nervoso centrale prima della 
sua distruzione, delle quali il forte e progressivo dima- 
grimento ne era appunto la riprova. 

È inutile ricordare qui che gli effetti ottenuti col 
Radio nella cura della rabbia non si ottengono, né con 
V asportazione della parte infetta, né con la vaccinazione 
con la sieroterapia] e questo nemmeno se si usano i 
metodi di vaccinazione più efficaci, come il metodo ita- 
liano di vaccinazione antirabbica (1) studiato in questo 
Laboratorio, od i sieri più attivi, come quello preparato 
da uno di noi (Tizzoni) e dal prof. Centanni (2). 

Quindi se la vaccinazione antirabbica applicata al- 
l'uomo trova, còme deve trovare, la sua giustificazione 
nello esperimento, non vi è ragione alcuna che la stessa 
applicazione non debba avere la Radio-terapia che in- 
dubbiamente ha sulla vaccinazione il vantaggio di una 
base sperimentale pili larga e piti sicura. 

Per nostro conto ci sentiamo pronti a tentare questa 
prova suir uomo ; per la quale già abbiamo dato ai 
nostri apparecchi una conveniente disposizione, ma pre- 
feriamo dì affrontare subito il problema nei suoi ter- 
mini più diffìcili cimentando l'efficacia del Radio diret- 
tamente nella rabbia sviluppata; e così passando sopra 
a tutte le lungaggini, a tutte le incertezze a cui porterebbe 
un giudizio sulla azione preservativa dello stesso rimedio. 



(1) Centanni — Il metodo italiano di vaccinazione anti- 
rabbica. Riforma Medica, n.^ 102-103-104, maggio 1892. 

(2) Tizzoni e Centanni — Siero antirabbico ad alto 
potere immunizzante applicabile all' uomo. Riforma Medica, 
n.' 297, die. 1893. 

Tizzoni e Centanni — Modo di preparare siero anti- 
rabbico ad alto potere curativo e metodo di determinarne la po- 
tenza. Gazzetta degli Ospitali etc. n.** 36-42. Anno 1895. 



Digitized by VjOOQIC 



164 



L'Accademico Benedettino Prof. Michele Rajna pre- 
senta una Memoria sulle : Osservazioni meteorologiche 
fatte durante l'anno 1904 nell'Osservatorio della B. 
Università di Bologna. 



-^ 



L'Accademico Benedettino Prof. Floriano Brazzola 
riferisce brevemente sopra una sua Memoria che ha per 
titolo : Significato dei batteri termofili^ di quelli della 
putrefazione e del gruppo coli^ neir esame batterio- 
logico delle acque. 

Sul valore delle analisi batteriologiche in genere, per 
stabilire la potabilità e l' inquinamento di un' acqua, gli 
autori sono disaccordi, ed anche neir ultimo congresso 
internazionale d' Igiene di Bruxelles ne abbiamo avuto 
la prova. 

Alcuni annettono all'analisi batteriologica un signi- 
ficato assoluto; altri sostengono che « non si può giu- 
dicare del valore di un' acqua dal numero e dalle specie 
dei germi ». 

Questa discrepanza è dipendente dalla modalità della 
tecnica, e dal significato che si da ad alcune specie, 
sovratutto ai termofili, ai comuni agenti della putrefa- 
zione ed al gruppo coli. 

Il Petruschy ed il Peusch, hanno ultimamente 
richiamata 1' attenzione in modo speciale sui microorga- 
nismi in questione, e, tutto recentemente, anche il Vin- 
cent vi insistono. 

Siccome da moltissimo tempo mi occupo di questo 
argomento, così raccolsi una serie di osservazioni com- 



Digitized by VjOOQIC 



165 

parative d' analisi fatte coi metodi comuni di cultura in 
gelatina in placca, e colla ricerca dei termofili, dei batteri 
comuni della putrefazione e del gruppo coli. 

Le analisi furono condotte informandosi ai migliori 
metodi di indagine. 

Le conclusioni cui arriva sono: 

Le analisi batteriologiche delle acque fatte coi 
metodi semplici comuni di numerazione dei germi nelle 
capsule di gelatina o mistura di gelatina ed agar, sono 
insufficienti e spesso fallaci. 

La ricerca dei termofili in genere è importantissima, 
e ci fornisce già un' indice prezioso per giudicare la bontà 
meno di un' acqua. Non bisogna però accontentarsi 
della ricerca generica colle culture a temperatura di 38** 
e pili; è necessario determinare il titolo, il contenuto 
relativo e assoluto, e saggiarne eventualmente il potere 
patogenetico. 

Insieme alla ricerca dei termofili bisogna istituire 
quella dei comuni microorganismi della putrefazione a 
temperatura 18'*-25'*, e di quelli della fermentazione am- 
moniacale. Anche per questo gruppo di microorganismi 
bisogna determinare il titolo, ed eventualmente stabilirne 
i caratteri biologici. 

Questi microorganismi forniscono un' altro criterio 
prezioso per stabilire la potabilità o meno di un' acqua. 

Il gruppo coli, poi è uno degli indici più importanti. 
La sua presenza nelle acque, in proporzioni appena un 
po' elevate, è l'espressione di un'inquinamento. 

Il batterium coli nell' acqua resiste un tempo rela- 
tivamente breve, e quindi è anche l' espressione di un'in- 
quinamento recente e continuativo. 



Digitized by VjOOQIC 



166 

L'Accademico Onorario Prof. Alessandro Ghigi rias- 
sume una sua Memoria sulla : Revisione e specie naoTe 
del genere Guttera Wagler. 

L'Autore descrive una nuova Guttera di Madagascar 
(JS. barbata) e dice le ragioni per cui conviene stralciare 
da G, edonardi le forme dello Zambesi col nome di G. 
lividicollis. 



L'Accademico Onorario Prof. Giovanni Martinotti 
legge la seguente Nota: La cultura del bacillo tuber- 
colare sui substrati colorati. 

Nel corso dei miei studii sulla tubercolosi ho voluto 
indagare come si sviluppasse il bacillo della tubercolosi 
sui mezzi artificialmente colorati. 

Quale substrato di coltura solido ho adoperato il 
comune agar con peptone e glicerina ; come mezzi liquidi 
ho impiegato varie soluzioni a base di albuminati e di 
caseinati alcalini che pei* lunga esperienza mi diedero 
sempre eccellenti risultati nella cultura del micro-orga- 
nismo suddetto. 

Tra le sostanze coloranti ho scelto : 

la tintura di tornasole e quella di lacmoide allo scopo 
di constatare se il bacillo della tubercolosi, crescendo su 
questi mezzi, inducesse una modificazione nella reazione 
del substrato ; 

il Sudan III, che ha proprietà elettive per i grassi, i 
quali si sa che abbondano nel corpo del bacillo suddetto ; 

il bleu di metilene, il rosso neutro, il bruno Bismark, 
che finora diedero i migliori risultati nella colorazione 
cosidetta vitale degli organismi animali e vegetali; 

il violetto di genziana e la fucsina basica, largamente 



Digitized by VjOOQIC 



167 
adoperati, come ognuno sa, nella pratica della colora- 
zione artificiale dei bacilli tubercolari. 

Ho inoltre fatto culture su mezzi colorati con car- 
minio di indaco, con acido rosolico e con altre sostanze, 
ma, air infuori di un decoloramento delle soluzioni, non 
ho osservato fatti di particolare importanza. . 

Sui liquidi colorati con violetto di genziana e con 
fucsina basica i bacilli tubercolari si sviluppano rigo- 
gliosamente {senza punto colorarsi) ma solo quando la 
sostanza colorante sia aggiunta al substrato in quantità 
infinitamente piccola. 

Il Sudan III si mostrò meno velenoso per i bacilli, 
i quali però non si colorarono affatto con questo metodo. 
I migliori risultati li ottenni col bleu di metilene, 
col rosso neutro e col bruno Bismark, la cui azione 
tossica è minima e va decrescendo dal primo all' ultimo 
dei tre mezzi di cultura accennati. In tutti e tre i bacilli 
si sviluppano nel modo più rigoglioso,* anche quando i 
liquidi sono abbastanza intensamente colorati. 

Col bruno Bismark si ha una colorazione ma poco 
pronunciata dei bacilli. 

Col rosso neutro invece e col bleu di metilene si 
ha una colorazione intensa e, quasi direi, satura delle 
colonie nelle loro parti meno giovani. 

Air esame microscopico si rileva che i bacilli sono 
colorati intensamente, ma non in totalità; rimangono 
cioè scolorate delle parti che appaiono come vacuoli. 

Tingendo questi bacilli col metodo ordinario di Ziehl 
compaiono in essi numerose quelle forme che si sogliono 
considerare come degenerative od involutive; è difficile 
però stabilire se i vacuoli che si vedono in questi pre- 
parati corrispondono esattamente a quelli che compaiono 
nei bacilli che si tingono nelle culture con rosso neutro 
e con bleu di metilene. 

Si tratta, di una colorazione vitale ì 

Per risolvere tale quesito ho fatto alcuni trapianti 



Digitized by VjOOQIC 



168 

di bacilli così colorati, ma i tentativi finora diedero risul- 
tati negativi. 

Non mi credo però autorizzato a concludere in 
modo assoluto, perchè poche furono le esperienze finora 
compiute e non tutte eseguite nelle condizioni le più 
favorevoli. 

L' aspetto vacuolare dei bacilli, l' insuccesso dei tra- 
pianti, il fatto del trovarsi i bacilli colorati soltanto nelle 
parti più antiche delle culture deporrebbero per una colo- 
razione indipendente dalla vitalità ; d' altra parte è da 
notare che i bacilli presentano un colore molto piii 
intenso del liquido in cui si sviluppano, che nei substrati 
solidi questi bacilli si trovano al disopra del piano della 
cultura, che nei mezzi liquidi i bacilli che cadono al 
fondo non si colorano affatto, quindi non può trattarsi 
di una colorazione puramente passiva. 

Molto probabilmente la colorazione avviene solo in 
un certo stadio del ciclo evolutivo dei bacilli, avendo 
varii autori giustamente osservato che i bacilli della 
tubercolosi presentano una dififerente composizione chi- 
mica secondo il periodo del loro sviluppo. 

Quanto alla reazione ho potuto nettamente consta- 
tare in una larghissima serie di esperienze che il bacillo 
della tubercolosi induce una diminuzione della reazione 
alcalina del substrato : tale modificazione compare ad un 
certo periodo che varia secondo la natura del substrato, 
si accentua alquanto in un periodo ulteriore, ma senza 
giungere mai ad una reazione acida decisa. 

Per quanto a me consta ricerche nel senso da me 
esposto furono fatte soltanto dal Chancel (1) che 
coltivò il bacillo della tubercolosi su patate impregnate 
di brodo glicerinato, al quale era stato aggiunto del 
bleu di metilene in varie proporzioni. 



(I) Chancel P. F. E. — Étude clinique et expéri menta le 
de 1' action du bleu de méthylène comme anti-tuberculeux-Lille 
1904. 



Digitizèd by VjOOQIC 



169 

Egli trovò che il bacillo della tubercolosi si svilup- 
pava bene sui substrati contenenti il bleu di metilene in 
proporzioni minori. 

Dai dati contenuti nel lavoro del Chancel, questi 
avrebbe visto che il bacillo della tubercolosi cresce in 
mezzi contenenti il bleu di metilene in proporzioni molto 
superiori a quelle tollerate nelle mie esperienze : tale 
differenza può dipendere o dalla natura del substrato o, 
più probabilmente, dalla qualità del bleu di metilene 
adoperato. 

L' Rimmel (1) tentò la colorazione vitale del ba- 
cillo della tubercolosi col rosso neutro, ma in condizioni 
molto diverse dalle mie. 

Questo autore dice innanzi tutto di avere osservato 
che il bacillo della tubercolosi umana e della^ tuberco- 
losi aviaria, non fissano affatto la sostanza colorante del 
rosso neutro finché sono vivi, nientre che si colorano 
debolmente dopo che sono morti, ed aggiunge che il 
tempo non influisce suU' intensità della colorazione. Pare 
che abbia fatto queste osservazioni tenendo i bacilli in 
gocce pendenti di liquido contenente il rosso neutro. 

Inoltre l'Himmel iniettò nel peritoneo di cavie 
bacilli della tubercolosi umana e della tubercolosi aviaria 
e trovò che i bacilli della prima varietà, inglobati entro 
i leucociti, si colorano male, mentre nelle stesse condi- 
zioni si colorano abbastanza bene, ma per un tempo 
limitato, i bacilli della tubercolosi aviaria. 

Un fatto inverso avviene iniettando sotto la cute di 
un piccione o di un pollo le due varietà di bacillo della 
tubercolosi. Ed egli conchiude che la colorazione per 
opera del rosso neutro dei batterli inglobati dai leucociti 



(1) Himmel I. — Le rouge neutre (neutralroth) Son ròle 
dans I' étude de la phagocytose en general et dans celle de la 
blennorrìiagìe en particulier. (Annales de V Institut Pasteur. 
Tome XVI. 1902. pag. 663). 



Digitized by VjOOQIC 



17Ó 

è la conseguenza delle proprietà ossidanti di questi ultimi 
e può fornire un criterio dell'immunità di un animale 
rispetto ad un dato bacterio. 

Onde r A. ammette (1) che in queste condizioni pos- 
sano colorarsi, benché debolmente, i bacilli della tuber- 
colosi vivi. 

Anche Nakanishi (2) studiò la colorazione dei ba- 
cilli tubercolari viventi col bleu di metilene e trovò che 
essi si colorano molto facilmente e molto rapidamente 
in modo uniforme. 

Egli adoperò culture giovani, mettendo in contatto 
sotto il campo del microscopio i bacilli con una solu- 
zione di bleu di metilene. 

A questo metodo (che si scosta ancora di più da 
quello che io ho adoperato) si avvicina quello impiegato 
dal Grimme (3) nello studio del Bacterium phleì (un 
bacillo che ha molte rassomiglianze con quello della 
tubercolosi). Colorando a fresco col bleu di metilene i 
bacilli sopranominati osservò che, se giovani si colori- 
vano parzialmente, se vecchi non si colorivano quasi 
affatto. 

Ernst (4) tentò invano la coltura dì bacterii su 
mezzi colorati con bleu di metilene e rosso neutro, onde 
sperimentò la colorazione diretta su varii bacterii, ma 
non sul bacillo della tubercolosi. 

I risultati delle sue ricerche lo conducono a rite- 



(1) Hi m mei. loc. cit. pag. 683. 

(2) Nakanishi K. — Ueber den Bau der Bakterien. 
(Centralblatt fùr Bakteriologie etc. I. Abt. Band XXX. 1901. 
N. 3 e seg; pag. 155). 

(3) Grimme A. — Die wichtigsten Methoden der Bakte- 
rienfàrbrung etc. (Centralblatt fùr Bakteriologie etc. I. Abt. 
Band XXXII. 1902. N. 1 e seg. pag. 82). 

(4) Ernst P. — Ueber den Bau der Bakterien. (Central- 
blatt fùr Bakteriologie. II. Abt. Band. Vili. 1902. N. 1). 



Digitized by VjOOQIC 



171 
nere coU'Overton che la colorazione vitale col bleu 
di metilene e col rosso neutro si faccia coir intermezzo 
di corpi grassi presenti nel corpo dei bacterii, corpi grassi 
che furono dimostrati abbondanti nelP interno dei bacilli 
tubercolari. 

Ed egli conchiude il suo importante lavoro dicendo 
che se nello spiegare il modo di queste colorazioni spon- 
tanee siamo ancora nel campo delle ipotesi, i fatti finora 
accertati sono della massima importanza per spiegare il 
modo di azione dei bacterii, la loro struttura, le moda- 
lità delle loro funzioni secretorie, la loro azione tossica ; 
questi fatti inoltre aprono la via ad intendere come i 
corpi sciolti possano agire sui bacterii. Le soluzioni colo- 
ranti possono compenetrare il corpo dei bacterii, in modo 
analogo a quanto fanno le alessine, ed altri corpi capaci 
di proteggere e di difendere 1' organismo contro le infe- 
zioni, onde questi fatti potrebbero darci la chiave dei 
più ardui . problemi della patologia delle malattie in- 
fettive. 



L'Accademico Onorario Prof. Federigo Guarducgi 
riferisce sopra una sua Memoria che ha per titolo : La 
Meridiana dei Tempio di S. Petronio di Bologna rive- 
duta nel 1904. 



L'Accademico Onorario Prof. Vittorio Simonblli 
riassume in breve una sua Memoria : Intorno alcune 
singolari paleoicniti del Flyscli appenninico. 



Digitized by VjOOQIC 



172 



L'Accademico Benedettino Prof. Alfredo Gavazzi 
legge una sua Nota : Sulla yariazione di volume pro- 
dotta da alcuni sali, allorché cristallizzano nelle loro 
soluzioni soprassature. 

Con queste poche ricerche suU' aumento di volume 
prodotto ad una determinata temperatura nelle soluzioni 
soprassature di alcuni sali durante la cristallizzazione di 
quella maggior parte almeno che eccede la loro solu- 
bilità normale, mantengo la promessa fatta nella Nota 
che presentai V anno scorso : nella quale, fondandomi 
appunto sulle misure dell'aumento di volume che porta 
il gesso, allorché si depone in forma di piccoli cristalli 
nelle sue soluzioni soprassature, credo di aver dimostrato- 
che nella presa rapida di questo sale, cotto a grado con- 
veniente di calore, si ha bensì la sua idratazione com- 
pleta, ma non la totale cristallizzazione, contrariamente 
a quanto aveva supposto il Le-Chatelier nella sua 
ingegnosa teoria sulla presa di questo materiale cemen- 
tante. 

Io ho condotto a termine il presente lavoro senza 
preoccuparmi di ciò che fosse stato fatto e scritto in 
proposito prima di me. Né il dubbio di sorprese aspet- 
tate e poco gradite mi ha distolto da questa consuetu- 
dine che mi reca sempre il piacere di lavorare con mag- 
giore mio profitto, senza prevenzione di sorta e con quella 
libertà e indipendenza di concetti e nella scelta degli 
espedienti, per le quali qualche volta almeno accade che 
il lavoro compiuto non apparisca un semplice ed inutile 
plagio. 

Con questa dichiarazione non intendo di accrescere 
pregio al presente lavoro e tanto meno poi di non la- 
sciare ad Ugo Schiff tutto il merito di aver iniziate 
sì fatte ricerche, che molti anni or sono egli pubblicò in 



Digitized by VjOOQIC 



173 
parecchie Note comparse negli Annales der Chemie und 
Pharmacie. Nel quale proposito merita ancora di essere 
particolarmente segnalato il lavoro posteriore del S o r b y 
che trovasi nei Proccedings of the Royal Society of 
London^ Voi. XII, pag. 538 (1862-63), per tacere di molte 
altre pubblicazioni pregevolissime che direttamente o 
indirettamente riguardano l' argomento espresso nel ti- 
tolo dì questa mia Nota. 

Fra le memorie pubblicate dallo Schiff mi limi- 
terò a ricordare quella che trovasi negli Annales der 
Chemie^ Anno 1859, N. Ili, pag. 68, ed alla quale più 
mi sono accostato sia per concetto, sia per forma del- 
l' apparecchio messo in opera per determinare i cambia- 
menti di volume prodotti in alcune soluzioni soprassature 
per effetto della cristallizzazione del sale eccedente. 

L'apparecchio immaginato dallo Schiff consisteva 
di una specie di termometro, in cui la capacità del ser- 
batoio era di 49 o 89 cm\ Al serbatoio era saldato un 
tubo graduato di piccolo diametro entro il quale la so- 
luzione soprassatura si elevava, mentre avveniva la se- 
parazione dei cristalli del sale messo in prova. Egli 
preferì poi come mezzo di raffreddamento T aria ambiente 
a quella più efficace della immersione del serbatoio in 
acqua presa e mantenuta a temperatura determinata e 
«ostante. 

Questo apparecchio e il modo di raffreddamento 
avevano parecchi inconvenienti, cioè la difficoltà di in- 
trodurre in quello la soluzione soprassatura, il volume 
troppo piccolo della soluzione medesima, la lentezza del 
raffreddamento e certe correzioni inevitabili pel variare, 
sia pure in limiti ristretti, della temperatura ambiente. 

Debbo pure aggiungere che nelle sue prime espe- 
rienze lo Schiff fece uso di un apparecchio formato 
da una boccia chiusa mediante un tappo forato e spal- 
mato di cera, al quale era applicato un tubo sottile. Ma 
l'Autore stesso s'accorse della imperfezione di questo ap- 



Digitized by VjOOQIC 



174 

parecchio e adottò per le sue ricerche quello precedente- 
mente descritto per misurare i cambiamenti di volume 
prodotti nelle soluzioni soprassature dei seguenti tre sali 
cristallizzati : solfato di sodio, solfato di magnesio e car- 
bonato di sodio. 

Nelle mie ricerche ho adoperato lo stesso appa- 
recchio che mi aveva servito nelle prove fatte colle so- 
luzioni soprassature di gesso ; cioè un matraccio della 
capacità di 2 litri, in cui il segno indicante questo vo- 
lume era inciso nel collo a 23 cm. circa sopra il ventre 
del recipiente. Il diametro del collo misurava 13 milli- 
metri, e questo non aveva altro segno di graduazione. 

Nel dubbio che T aria disciolta potesse avere qualche 
effetto sui risultati di questi esperimenti, ebbi sempre 
r avvertenza di far bollire per alcuni minuti le singole 
soluzioni soprassature, le quali si lasciavano tranquilla- 
mente raffreddare per versarle poi a 40"* circa nel ma- 
traccio tarato, mediante un imbuto a lungo collo la cui 
estremità si faceva arrivare molto vicina al fondo del 
recipiente, onde impedire un forte scuotimento e con 
ciò il riassorbimento dell'aria. La soluzione calda si fa- 
ceva giungere nel collo poco al di sopra della incisione 
indicante la capacità di 2 litri. Colla stessa soluzione si 
riempiva un matraccino tarato di cm' 100, e si immer- 
geva subito r uno e l' altro neir acqua di una grande 
bacinella, che era mantenuta costantemente a IO*'; tem- 
peratura a cui sono stati eseguiti tutti gli esperimenti 
indicati nella seguente tabella dal novembre dell'anno 
passato all'aprile prossimo scorso. 

Dopo mezz' ora si estraeva dalla bacinella il piccola 
matraccino, da cui mediante pipetta si toglieva la parte 
di soluzione eccedente i 100 cm', e si faceva svaporare 
la soluzione stessa entro capsula di porcellana sul bagno 
maria {Na.SO,, KNO^, K,SO,) o a fuoco diretto {NafiO,, 
ZnSO^j MgSO^), e in quest'ultimo caso agitando conti- 
nuamente con bacchettino di vetro per evitare spruzzi 



4 

Digitized by VjOOQIC 



175 
e perdita di sostanza. Si passava quindi il sale secco in 
capsula di platino e si scaldava al rosso scuro, giacché 
a questa temperatura tutti i sali più sopra nominati si 
disidratano completamente senza scomporsi. L' aumento 
di peso della capsula faceva conoscere il grado di con- 
centrazione, ossia la quantità del sale anidro esistente in 
100 cm^ della soluzione soprassatura, misurati a i(f. 

Il matraccio da 2 litri conlenente la medesima so- 
luzione si lasciava nella bacinella almeno P ore^ che è 
il minor spazio di tempo necessario per portare la solu- 
zione stessa alla temperatura dell' acqua della bacinella 
cioè a 10"*, e di ciò ero sicuro quando il livello della solu- 
zione nel collo del matraccio si manteneva ben costante 
per mezz' ora. Nei casi però in cui la soluzione, sia per 
la natura del sale, sia pel lieve grado di sua soprassa- 
turazione, poteva essere tenuta molto tempo a 10"* senza 
che apparissero cristalli sulle pareti del matraccio, ho 
prolungato il raffreddamento sino a 3 ed anche 5 ore. 
Un'avvertenza che non deve mai essere trascurata è 
quella di agitare spesso 1' acqua della bacinella. 

In causa della contrazione prodotta dall'abbassa- 
mento di temperatura sino a IO'', il livello della solu- 
zione si abbassava nel collo del matraccio, Anche poi si 
fermava ad un certo punto che superava di 3 o 4 cm. 
soltanto il livello dell' acqua contenuta nella bacinella : 
condizione sopra tutto necessaria quando la temperatura 
ambiente si elevava di parecchi gradi sopra \(f. Siccome 
il collo del matraccio non era graduato, così si segnava 
esattamente il livello della soluzione raffreddata a 10'', 
applicando sul collo del matraccio una piccola listerella 
di carta gommata, e subito dopo mediante una sottile 
bacchetta di vetro leggermente inumidita e cosparsa alla 
sua estremità di minutissimi cristalli del sale esistente 
nella soluzione soprassatura in esame, si provocava la 
cristallizzazione, cercando di renderla più rapida con mo- 
vimenti impressi al matraccio, eseguiti con garbo per 



Digitized by VjOOQIC 



176 

non introdurre aria nella soluzione e ripetuti a brevi 
periodi nello spazio di tempo concesso alla precipitazione 
del sale, cioè durante 4 o 5 ore. In alcuni esperimenti, 
dopo aver provocata la cristallizzazione lasciai trascor- 
rere tutta la notte, ma il giorno successivo tenevo il 
matraccio nella bacinella 3 o 4 ore a 10"* e agitavo con 
frequenza a fine di condurre la soluzione ad un grado 
di concentrazione poco diversa da quella che, a questa 
temperatura, corrisponde alla solubilità normale del sale 
in prova. 

In conseguenza della cristallizzazione di una parte 
del sale, il livello della soluzione si elevava nel collo 
del matraccio, e il punto a cui giungeva, nel periodo di 
raffreddamento a IO*', era segnato con una seconda liste- 
rella di carta gommata. Allora, senza porre indugio, ver- 
savo una parte della soluzione rimasta sopra un filtro 
piuttosto grande e raccoglievo il liquido limpido entro 
un ma traccino tarato da 100 cm^ che stava immerso 
neir acqua della bacinella a 10**, essendomi ben accertato 
che durante questa filtrazione di brevissima durata la 
soluzione non cambiava ne poteva cambiare di titolo. 
Questi 100 cm'* servirono in ogni esperimento a deter- 
minare, nel modo che dissi più sopra, la quantità di sale 
anidro rimasto nella soluzione a 10"* dopo la parziale sua 
precipitazione. 

D'altra parte si vuotava per bene il grande ma- 
traccio e lo si riempiva con acqua alla temperatura del- 
l' ambiente sino al livello segnato dalla prima listerella 
di carta gommata: poi mediante una buretta graduata, 
riempita pur essa di acqua alla detta temperatura, si 
lasciava stillare a gocce il liquido entro il collo del naa- 
traccio sino a che raggiungesse esattamente il tratto 
segnato dalla seconda listerella di carta gommata. In 
questo modo 1' acqua aggiunta colla buretta faceva co- 
noscere r aumento prodotto nel volume della soluzione 
soprassatura raffreddata a 10°; volume che io determi- 



Digitized by VjOOQIC 



177 
navo aggiungendo colla buretta altr' acqua nel collo del 
matraccio sino al livello della incisione che indicava la 
capacità di 2 litri. Il numero dei centimetri cuWci, com- 
presi nel collo fra il livello della listerella di carta più 
bassa e quello della detta incisione, sottratto da 2000 
faceva conoscere il volume a 10"* della soluzione sopras- 
satura su cui si era operato. 

Siccome il collo del matraccio tarato da 2 litri aveva 
un diametro troppo largo per misure abbastanza esatte 
nelle esperienze in cui l'aumento di volume prodotto 
dalla cristallizzazione del sale era piccolo, per rispar- 
miare ancora certe operazioni rese necessarie per man- 
canza di graduazione e abbreviare il tempo occorrente 
a raffreddare la soluzione soprassatura a 10°, e infine per 
non essere costretto ad impiegare enormi quantità di 
quei sarti che sono molto solubili anche a temperatura 
bassa, ordinai alla Casa Zambelli di Torino un matraccio 
di 1 litro di capacità col collo graduato avente 1 cm. 
solo di diametro e .lungo 25 cm. L' incisione corrispon- 
dente al volume di 1 litro trovasi a 4 cm. circa sopra 
il ventre del matraccio e sopra di questa sono segnati 
13 cm' divisi in decimi di cent, cub., ma si può leggere 
con sufficiente esattezza anche il 20"* di cml Introdu- 
cendo nel matraccio la soluzione soprassatura a 40** circa 
sino a pochi centimetri di distanza dalla sommità del 
collo, avviene che, in seguito del raffreddamento a 10**, 
il livello della soluzione si ferma di poco sopra il tratto 
inferiore indicante il volume di 1 litro, onde si tien conto 
di questo piccolo volume in piii di 1000 cm^ della so- 
luzione in prova. Con pipetta si può togliere alla solu- 
zione raffreddata a 10*" il liquido eccedente il volume di 
1 litro quando il grado di soprassaturazione è lieve, lad- 
dove per soluzioni fortemente soprassature nel momento 
che s'introduce in esse la pipetta spesso incomincia nel 
collo del matraccio la cristallizzazione prima di aver 
portata la soluzione al tratto corrispondente al volume 
esatto di 1 litro. 

Rendiconto 1901-1905 13 



Digitized by VjOOQIC 



178 

Facendo uso del matraccio di 1 litro basta 1 ora 
e V; tutf al più 1 ora e V^ di raffreddamento per por- 
tare la soluzione soprassatura alla temperatura dell' acqua 
della bacinella. Anche in questo caso, se non compari- 
scono piccoli cristalli nel fondo del recipiente, deve farsi 
la prima lettura allorché il livello della soluzione so- 
prassatura a 10"* si mantiene costante per mezz' ora. 

Col matraccio ora descritto giuntomi in ritardo non 
ho potuto praticare che le poche esperienze che nella 
seguente tabella sono indicate dai numeri romani con- 
trassegnati da un grosso punto nero, cioè gli esperimenti 
X, XIII, XIV, XVI, XX, nei quali tó soluzioni messe in 
prova, sia per il lieve grado di soprassaturazione, sia per 
altra cagione, fornivano il minor aumento di volume. 

Torno a ripetere che i dati numerici della tabella 
si riferiscono ad esperimenti fatti con soluzioni* sopras- 
sature a 10** centigradi. In essa ho distinti con numeri 
romani i singoli esperimenti : quelli della colonna A in- 
dicano le quantità di sale, supposto «anidro, contenute a 
10"* in 1 litro delle soluzioni soprassature messe in prova ; 
quelli della colonna B, le quantità di sale disidratato 
separatosi a 10** da 1 litro delle soluzioni medesime: 
quelli della colonna 0, l'aumento dì volume prodotto a 
10"* in 1 litro delle soluzioni soprassature in causa del 
sale che si depone cristallizzando: infine i numeri della 
colonna D rappresentano l'aumento di volume prodotto 
a IO*" dalla precipitazione di g. 100 di sale, supposto 
sempre anidro, allorché questo si separa da soluzioni 
aventi un grado di soprassaturazione uguale a quello che 
è indicato per ciascun esperimento nei numeri corrispon- 
denti della colonna A. 

Si potrebbe pensare che la differenza fra i numeri 
della colonna A e quelli della colonna B in ciascun espe- 
rimento e per ogni sale messo in prova, dovesse for- 
nire presso che esattamente la solubilità normale alla 
temperatura di 10**, ma ciò non è perchè la durata del 



Digitized by VjOOQIC 



179 
raffreddamento e dello scuotimento nel periodo di sepa- 
razione dei cristalli non fu sempre uguale e bastevole 
per giungere a questo effetto. 

Farò pure osservare che nei dati della colonna C. 
figurano i centesimi e i millesimi di centimetro cubico, 
i quali, come di leggieri si comprende, sono venuti fuori 
non dalle misure dirette, ma per semplici e necessarie 
operazioni aritmetiche eseguite sui dati ottenuti negli 
esperimenti in cui ho fatto uso del matraccio da 2 litri 
o con quello di 1 litro solo, allorché il volume della 
soluzione soprassatura a 10** era un po' superiore a 1000 
cent cub., come avvenne appunto nell' esperimento XIIL 



Na,SO, 



Esperimento I 


g. 184,290 


g- 


90,730 cm3 


8,887 


cm» 9,792 


1^ 


II 


» 178,975 


» 


86,140 » 


8,780 


» 10,192 


» 


III 


» 139,970 


» 


48,960 » 


5,600 


» 11,437 


» 


IV 


p 130,030 


» 


40,090 » 


4,611 


» 11,502 


» 


Y 


» 111,040 


» 


19,040 » 


2,417 


» 12,691 


» 


VI 


g. 232,950 


g. 


106,830 cm^ 


1,767 


cm3 1,654 


» 


VII 


» 227,394 


» 


95,730 » 


2,070 


y> 2,162 


p 


Vili 


» 162,722 


» 


38,510 » 


1,714 


» 4,450 


» 


IX 


» 158,746 


» 


36,570 » 


1,642 


» 4,490 


» 


x« 


» 139,940 


» 


12,900 » 


0,900 


» 6,976 


» 


XI 


g. 3Vo,670 


g- 


77,220 cm3 


0,755 


cm3 0,977 


» 


XII 


» 322,334 


» 


• 24,704 » 
ZnSO, 


0.403 


» 1,631 


» 


XIIU 


g. 513,420 


g- 


48,840 cm3 


0,499 


cm^' 1,022 


» 


XIV • 


» 475,900 


» 


11,940 » 
KNO, 


0,300 


» 2,512 


» 


XV 


g. 226,410 


g. 


30,760 cm« 


2,020 


cm3 6y566 


» 


XVI • 


p 209,880 


» 


15,880 >^ 
K,SO, 


1,100 


» 6,926 


» 


XVII 


g. 122,770 


g- 


27,100 cm^ 


3,178 


cm» 11,728 


» 


XVTII 


» 120,031 


» 


21,196 » 


2,500 


» 11,792 


» 


XIX 


» 114,438 


» 


17,960 » 


2,169 


p 12,076 


» 


xx« 


» 107,246 


» 


7,760 » 


1,000 


» 12,886 



Digitized by VjOOQIC 



180 

In questa tabella, e rispetto soltanto ai sali che in 
essa figurano e alle condizioni in cui si è operato, si 
rileva : 

r Che al grado di concentrazione delle soluzioni 
soprassature messe in prova a 10'', la cristallizzazione del 
sale in eccesso produce in tutte un aumento di volume. 

Non oserei affermare che il medesimo fatto avvenga 
pure colle soluzioni soprassature concentratissime che con- 
tengono una quantità di acqua uguale od anche un po' 
inferiore a quella che il sale prende nel cristallizzare, 
non essendo improbabile che la separazione dei cristalli 
nel primo caso non produca cambiamento di volume e 
nel secondo sia seguita da contrazione. Questa supposi- 
zione ha un certo fondamento nella osservazione che 
farò più avanti sugli esperimenti V e XIX, non che nei 
risultati delle esperienze di Michel e Krafft (Me- 
moires sur les dissolutions salines^ Anno 1854, Voi. 41, 
pag. 571), i quali hanno dimostrato che, ad eccezione 
del cloruro di ammonio, il volume delle soluzioni di tutti 
i sali da essi sperimentati, fra i quali sono compresi i 
sei della nostra tabella, è minore della somma dei volumi 
del sale e del solvente. Questa ricerca sarà forse pos- 
sibile coi sali idrati che formano soluzioni concentratis- 
sime anche a temperature basse. 

2** Che i sali i quali a bassa temperatura danno 
soluzioni concentratissime, come ZnSO^ e MgSO^ , produ- 
cono un aumento di volume molto piccolo, anche quando 
le soluzioni messe in prova abbiano un grado lieve^ di 
soprassaturazione. 

3*" Che per uno stesso peso di sale supposto anidro 
(nella nostra tabella g. 100) il maggior aumento di vo- 
lume, come si vede nella colonna D, è dato dai com- 
posti più dissociabili come Na^SO^ e K^SO^\ i quali inoltre 
formano a 10*" soluzioni sature molto meno concentrate 
degli altri quattro sali messi in prova. 

Diffatti la quantità di sale (supposto anidro) rimasto 



Digitized by VjOOQIC 



181 

m 1 litro di soluzione dopo la separazione dei cristalli 
è stata air incirca di g. 92 per il solfato di sodio, di 
g. 98 pel solfato di potassio, di g. 125 pel carbonato di 
sodio, di g. 194 pel nitrato di potassio, di g. 295 pel 
solfato di magnesio e di g. 464 pel solfato di zinco. 

4** (/he r aumento di volume, prodotto da una stessa 
quantità di un unico sale (supposto anidro) in soluzioni 
soprassature aventi gradi diversi di concentrazione, cresce 
man mano che la concentrazione della soluzione primi- 
tiva diminuisce, com' è sopra tutto manifesto negli espe- 
rimenti fatti col carbonato di sodio (Vedi numeri della 
colonna D). 

La considerazione soltanto accennata al numero V 
nasce dal confronto degli esperimenti V e XIX, i quali 
non differiscono molto, sia per il grado di concentrazione 
delle soluzioni soprassature, sia per la quantità di sale 
che si è deposto. Si rileva cioè che l' aumento di volume 
prodotto dalla precipitazione di pesi uguali di solfato di 
potassio e di solfato di sodio (supposti entrambi anidri), 
come si vede nei dati corrispondenti della colonna D, è 
press' a poco il medesimo, quantunque il primo si de- 
ponga in istato anidro e il secondo con 10 molecole 
di acqua, di cristallizzazione. Sembrerebbe adunque che 
l'acqua che il solfato sodico trattiene mentre si separa 
dalla soluzione soprassatura, non influisca suU' aumento di 
volume della soluzione o, in altre parole, che l' acqua 
stessa mantenga il volume che aveva nel sale disciolto. 

Sarà mia cura di ricercare se questo fatto si con- 
fermi per altri sali di metalli affini e derivanti da un 
medesimo acido e che offrano le particolarità riscontrate 
nei due solfati alcalini. Ma il numero di queste prove 
sarà senza dubbio molto scarso. 

Mi viene pure in acconcio di ricordare che nel la- 
voro che pubblicai 1' anno scorso intorno ad alcune ri- 
cerche sul gesso, trovai che g. 100 di CaSO^ • 2H0^ se- 
parandosi da una soluzione soprassatura a 18° producono 



Digitized by VjOOQIC 



182 

in questa un aumento di volume di cm' 20,86 e quindi 
per g. 100 di solfato anidro, cm' 26 all' incirca: ossia 
portano un aumento che supera il doppio dell' effetto 
prodotto da g, 100 di solfato di potassio e di solfato di 
sodio. Questa differenza è in correlazione col fatto che 
le soluzioni di gesso aventi il grado di soprassaturazione 
pili elevato contengono g. 9 circa di solfato di calcio, 
supposto anidro, e la soluzione che rimane dopo alcuni 
giorni di riposo contiene poco più di g. 2,5 di sale idrato, 
ossia sono soluzioni diluitissime in confronto a quelle dei 
sali che figurano nella nostra tabella. 

Dall'insieme di questi risultati possiamo trarre la 
conseguenza pratica che nelle malte impiegate nelle co- 
struzioni murarie, i sali che possono agire come causa 
di disgregazione meccanica pel fatto della loro cristalliz- 
zazione sono primo il gesso, poi i solfati alcalini, indi 
il nitrato di potassio. Poco o nessun effetto possono avere 
il solfato di magnesio e molto probabilmente i nitrati e 
i cloruri di magnesio e di calcio e il nitrato di sodio, 
perchè i sali stessi anche a temperature basse formano 
soluzioni concentratissime. Stando poi ai risultati delle 
esperienze di Michel e Krafft è da congetturare che 
i cloruri di sodio e di potassio producano un effetto mi- 
nore del nitro. 

Nell'anno venturo intendo di fare principale oggetto 
di studio le soluzioni soprassature dei sali ammoniacali 
e di alcuni altri corpi non compresi nella categoria 
dei sali. 

È quasi superfluo il dire che per ora il mio intento 
è di fornire un certo nùmero di dati sperimentali che 
reputo necessari alla risoluzione del vecchio e tanto di- 
scusso problema delle soluzioni, al quale sono presente- 
mente diretti i più moderni e rigorosi metodi di ricerche 
fisico-chimiche. A queste sarebbe forse da aggiungere 
lo studio degli effetti che potranno seguire scaldando 
entro autoclave le diverse soluzioni sature entro tubi 



Digitized by VjOOQIC 



183 
chiusi, non essendo da escludere a priori che a tempe- 
rature più meno elevate possa accadere per esse ciò 
che realmente avviene per le soluzioni di solfato di calcio 
a poco più di 150**. Ignoro se queste ricerche siano state 
tentate e con quale successo. 



L'Accademico Onorario Prof. Ercole Giacomini legge 
una Nota che ha per titolo : Contributo alla eonoseenza 
del sistema delle capsule surrenali dei Teleostei. Sulla 
sostanza midollare (organi soprarenali o tessuto ero- 
inafBne) di Amiurus eatus L, 

In una mia nota « sulla esistenza della sostanza 
midollare nelle capsule surrenali dei Teleostei > (1) riferii 
che le ricerche da me eseguite a tale proposito sopra 
ad alcune specie (2), avevano posto in evidenza anche per 
questi Pesci, dove sino a quel tempo era stata a torto 
negata, la così detta sostanza midollare del sistema delle 
capsule surrenali, sostanza che corrisponde ai corpi so- 
prarenali degli Elasmobranchi. Dissi che la medesima 
vi era costituita da cellule cromafHni disposte all' intorno 
delle vene cardinali, in corrispondenza della porzione 
craniale di questi tronchi venosi, in quel loro tratto, cioè, 
che decorre lungo la massa linfoide del* rene, partico- 
larmente poi attorno alla vena cardinale destra, di regola 
molto più ampia della sinistra. 

Vi sono specie nelle quali si vede più facilmente ed 



(1) Monitore Zool Ital, Anno XIII, Firenze 1902, 

(2) Anguilla vulgaris Flem. , Esox Lucius Lin. , Ct/prinus 
carpio Lin., Tinca Vulgaris Cuv., Leuciscus albus Bp., L, Aula 
Bp. {L, trasimenicus Bp.), Barbus plebeius Val. 



Digitized by VjOOQIC 



184 

altre nelle quali all' incontro a gran pena si riesce a 
scorgerla. Indicai già che con maggiore chiarezza le cose 
mi apparvero, tra le specie esaminate, nell'anguilla e 
nel luccio. Allora, pur dandone una descrizione piut- 
tosto estesa, non potei accompagnare la mia nota con 
figure dimostrative, ne buone figure vennero fornite da 
Srdìnko (1) che nei Lofobranchi confermò la presenza 
di cellule feocrome. 

Continuando ed estendendo le mie ricerche su altre 
specie, allo scopo di raccogliere materiale per un lavoro 
d'insieme sul sistema feocromo (H. Poli) dei Teleostei e 
dei Ganoidi, m'imbattei in una specie esotica, Amiurus 
catus L., nella quale le cose già descritte mi si mostrarono 
ancor più evidenti. Ed avendo da cotesta specie ottenuti 
eccellenti preparati da poterne ricavare figure che val- 
gono assai bene a fornire una chiara e precisa idea della 
disposizione del tessuto cromafflne (tessuto feocromo, 
Poli) nella parete delle vene cardinali, stimai opportuno 
di illustrare qui ciò che mostra V Amiurus e di accom- 
pagnare la descrizione con due figure : l' una delle quali 
(fig. 1) è ricavata a debole ingrandimento da un taglio 
trasversale della vena cardinale destra eseguito sopra 
un pezzo fissato nella miscela di soluzione bicromica e 
formalina e montato senz' altra colorazione ; l'altra (fig. 2) 
è presa a forte ingrandimento da un tratto di sezione 
trasversa della medesima vena similmente fissata, ma 
colorita poi con emallume. Le cellule cromaflSni hanno 
assunto un bel colore giallo pel quale risaltano a colpo 
d'occhio sul resto del tessuto della parete venosa. Esse 
sono poste nella parete della vena e ne occupano quasi 
tutto il perimetro, notandosi soltanto qualche piccola 
interruzione (fig. 1). Come lasciano rilevare anche i pic- 
coli tratti della parete della vena, convenientemente pre- 



(l) Arch, f. mik. Anatomie, 62 Bd., 1903, 



Digitized by VjOOQIC 



]85 
parati e distesi per essere osservati' in superficie, le 
cellule cromafflni stanno aggruppate in nidi più o meno 
estesi, di svariatissima forma*, ma d'ordinario allungati 
secondo l'asse maggiore del vaso. Tali nidi, ora ovali 
ora ellissoidali ora a guisa di cordoni, inviano delle pro- 
paggini per mezzo delle quali si congiungono tra loro. 
Le cellule che li compongono sono piuttosto alte, col 
loro diametro più grande perpendicolare alla parete della 
vena, e nei preparati in superficie si vede la loro sezione 
ottica esagonale, pentagonale o anche, più di rado però, 
quadrangolare. Le cellule variano quindi per la loro forma 
ma generalmente sono d'aspetto cilindrico o cilindrico- 
prismatico con estremi alquanto arrotondati; qualcuna 
di esse è anche incurvata a semiluna. Talvolta, peraltro, 
mostransi ovoidali o persino rotondeggianti, il che spe- 
cialmente accade se le cellule componenti il nido sono 
poche, ovvero si tratta di singole cellule che giacciono 
isolate. Nel nido si trovano addossate l'una all'altra, 
ma nel nido stesso costituiscono dei gruppi più piccoli 
di poche cellule anche di due o tre soltanto (fig. 2), 
separati per mezzo di tenuissimi setti forniti da cellule 
connettivali interposte che tra loro s' inviano prolunga- 
menti, rivestendo quei piccoli gruppi od anche singoli 
elementi cromaffini di una esilissima capsula. Ciò lasciano 
chiaramente scorgere i preparati in superficie, vedendosi 
allora entro al nido un tenue e delicato reticolo che 
risulta di cellule stellate i cui prolungamenti si congiun- 
gono tra loro, mentre i nuclei piccoli stretti o schiacciati 
occupano di solito i punti nodali del reticolo. 

I nidi nelle sezioni trasverse della vena sono, dal 
lato opposto al lume vasaio, nettamente delimitati da un 
involucro connettivale assai sottile. Alcune cellule del 
nido stanno a contatto tra loro, altre invece sono sepa- 
rate da esilissimi tramezzi fatti da cellule connettivali 
i cui nuclei, appiattiti, allungati, appariscano come ba- 
stoncelli intensamente colorati interposti fra le cellule 
cromafflni. 



Digitized by VjOOQIC 



186 

In certi punti, e soprattutto quando la sezione cade 
proprio perpendicolarmente alla parete della vena, i nidi 
e le cellule che li compongono rimangono separati dal 
lume vascolare soltanto per mezzo del rivestimento en- 
doteliale, ma in altri punti, e ancor più se la sezione 
cade obliqua, come nella fig. 2, le cellule non toccano 
il lume vasaio e fra di esse e l'endotelio apparisce in- 
terposto uno straterello di connettivo. 

Le cellule midollari o cromafflni sono relativamente 
molto grandi. Il loro citoplasma si mostra carico di fini 
e distinti granuli rotondi, colorati in giallo circondati da 
un aloncino chiaro. Il loro nucleo, pure grande, di aspetto 
vescicolare, è sferico od ovoidale con Tasse maggiore 
diretto secondo la lunghezza della cellula, soltanto di 
rado e a mala pena lascia vedere un piccolissimo nucleolo. 
Si colora poco e il suo reticolo è talmente delicato 
che la sostanza colorabile vi apparisce costituita da fi- 
nissimi granuli disseminati nel succo nucleare. 

Le cellule midollari dell' Amiurus^ come quelle degli 
altri Teleostei da me studiati e quelle dello Storione (1), 
posseggono l'aspetto di cellule epiteliali secernenti e non 
mostrano affatto caratteri che le facciano rassomigliare 
alle cellule gangliari simpatiche. 

Tra le cellule cromafflni o presso i nidi non rinvenni 
cellule nervose. 

Deir Amiu7^us esaminai esemplari adulti ed esemplari 
assai giovani, dei quali ultimi potei studiare la serie delle 
sezioni di tutta la coda e di tutto il tronco. Procedendo 
dalla coda verso il cranio, le cellule cromafflni comin- 
ciano a comparire quando sta per terminare la porzione 
escretoria del rene e si colpiscono le vene cardinali, ora 
distinte. Sulla vena cardinale destra le cellule cromafHni 
si veggono dapprima nella sua parete mediale e si esten- 
dono poi anche dorsalmente e ventralmente a raggiungere 



(1) Monitore ZooL Hai. Anno XV, Firenze 1904, 



Digitized by VjOOQIC 



187 
la parete laterale e circondare così tutto il vaso. Com- 
paiono a guisa di piccoli gruppi che determinano dei 
rilievi a mo'di gobbe sulla superficie esterna della parete 
vasale. 

La vena cardinale sinistra è dapprincipio molto pic- 
cola e mostra cellule cromaflBlni più evidenti sul suo 
segmento mediale. 

Nei giovani esemplari i nidi e le cellule midollari 
dal lato del lume vasaio sono ricoperti dal solo endo- 
telio, che si distende su di essi. 

Avanzandoci di più verso il cranio, le cellule cro- 
maffini divengono molto abbondanti nelle due vene 
cardinali così da formare uno strato quasi continuo attorno 
ad esse. La vena cardinale sinistra è compresa nel corpo 
linfoide e le cellule cromafflni che la circondano spiccano 
sulle cellule linfoidi circostanti. La- detta vena anche 
nell'adulto è piccolissima in proporzione della destra: 
mentre essa viene racchiusa o circondata in parte dal 
corpo linfoide del proprio lato, la destra rimane com- 
pletamente libera da quello suo rispettivo che le sta 
air esterno. 

Verso la regione più craniale le vene cardinali si si- 
tuano ai lati dei corpi vertebrali e allora, segnatamente per 
la vena cardinale destra, s' incontra qualche gangho sim- 
patico addossato alla sua parete medio-dorsale. Ma nei 
gangli simpatici non vidi mai cellule cromafRni. 

Verso r estremo craniale delle vene cardinali va di- 
minuendo la quantità delle cellule midollari. 

Indietro, nella regione della porzione escretoria 
del rene, non scorsi mai cellule cromafflni, come del 
pari priva ne trovai la regione della coda. In quest'ul- 
tima esistono gangli simpatici posti tra l'arteria e la 
vena caudali oppure ai lati della vena, ma in essi non 
si rinvengono elementi cromafflni. Ugualmente mancano 
tali cellule nella regione caudale delle altre specie di 
Teleostei, ove le ricercai. 



Digitized by VjOOQIC 



188 

Ed a proposito della regione caudale desidero rile- 
vare che cellule o corpi cromafBni (corpi soprarenali) 
non rintracciai nemmeno nei Solaci. Soltanto alla radice 
della coda, laddove si prolunga V estremo posteriore del 
rene, s' incontra ancora tessuto cromaflBlne. Nella regione 
caudale delle specie esaminate {Torpedo, Trygon, Scyl- 
lium, MusteliiSj Acanthias) non rinvenni neppure gangli 
simpatici. 

Anche nello Storione, che pure ha le vene cardinali 
così ricche di cellule cromaffini, non trovai tali elementi 
attorno alla vena caudale. Invece nella porzione basale 
della coda, quando il rene era già scomparso, ne rin- 
venni nell'interno di tronchicini nervosi simpatici o nei 
gangli simpatici situati ai lati della vena o ventralmente 
a questa. 

Tale disposizione si allontana molto da quella dei 
Ciclostomi e massimamente da quella dei Petromizonti 
adulti, dove cellule cromaffini rivestono la parete della 
vena caudale in quasi tutta la sua lunghezza. 

Per il giudizio definitivo che si dovrà dare suir ori- 
gine e sul significato morfologico delle cellule cromaffini, 
devo nuovamente rilevare che nell' Amiunts esse non si 
mostrano in rapporto col simpatico. 

Bologna, 28 Maggio 1905. 

Spiegazione delle figure 

Le Jfigure furono disegnate coli' aiuto della camera 
chiara Abbe-Zeiss. 

Fig. 1. — Amiuìms catus L. — Sezione trasversa della 
porzione anteriore (craniale) della vena cardinale 
destra. Veduta a debole ingrandimento. Soluzione 
di bicromato di potassio al 4 % mescolata con 
formalina. La sezione fu montata in balsamo xilo- 
lieo sénz' altra colorazione, all' infuori di quella 
ottenuta col bricromato. (Ingrand. 120 diam.) 



Digitized by VjOOQIC 



189 
d^ parete dorsale — v, p. ventrale — i, p. in- 
terna (mediale) — e^ p. esterna (laterale) della 
vena. Nel lume della vena si veggono degli 
eritrociti. 

Fig. 2. — Amiurus catus L. — Tratto di una sezione 
trasversa della porzione anteriore (craniale) della 
vena cardinale destra. Veduta a forte ingran- 
dimento. Miscela di soluzione bicromica con for- 
malina. Colorazione con emallume. (Ingrand. 
312 diam. circa). 
Z, lume vasale. 



7^ 



Digitized by VjOOQIC 



Digitized by 



Google 



2 

o 

CD 












UJ 


















l/^_^ 


•f-> 


■^v 










''•• \ 


''^L 






■■'■•e.: ' 




/.i' 


Igf 






M'" 




** • , 


^ 




no 


1/ ' 




.vi- 








■ \ 






/ '■ 










'\;^ 




• co 
o 

• 03 










* 


! 15 
• c 
; OD 

i ^ 

;: co 












li ^ 
co 

1 






f 







o 

CD 

CD 



Digitized by VjOOQIC 



Digitized by VjOOQIC 



riitiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii 1 



^ TJ TJ 



jq^^ - - - -«^ 



SESSIONI STRAORDINARIE 



r Adunanza straordinaria, 18 Decembre 1904 

In questa Adunanza gli Accademici Benedettini e 
Onorari della Sezione di Scienze fisiche e matematiche 
fanno la proposta di candidati per la nomina di un Ac- 
cademico Onorario nella detta Sezione. 

2* Adunanza straordinaria, 18 Decembre 1904 

Gli Accademici Benedettini della Sezione di Scienze 
Naturali deliberano di tener sospesa sino al 15 del Gen- 
naio p. la proposta di un candidato per il posto di Be- 
nedettino rimasto vacante per la morte del Prof. Luigi 
Bombicci. 

3^ Adunanza straordinaria, 15 Gennaio 1905 

Gli Accademici dei due ordini nominano Accademico 
Onorario nella Sezione di Scienze fisiche e matematiche 
il Prof. Silvio Canevazzi. 

4* Adunanza straordinaria, 15 Gennaio 1905 

In quest'Adunanza degli Accademici Benedettini, il 
Presidente notifica quanti e quali sono i posti vacanti 



Digitized by VjOOQIC 



192 

nella categoria dei Corrispondènti nazionali ed esteri, ai 
quali si dovrà provvedere con proposte e nomine nella 
prossima Adunanza straordinaria. 

Indi, dopo riferimento del Vice-presidente Prof. Ma- 
jocchi, l'Accademia si occupa delle ricerche e delle 
proposte dirette a migliorare le condizioni e dare un 
assesto più stabile e più proficuo alla Biblioteca dell' I- 
stituto. 

5^ Adunanza straordinaria., 29 Gennaio 1905 

L'Accademia ritorna sul secondo argomento della 
Seduta straordinaria precedente, poi nomina il Prof. Tor- 
quato Taramelli, Accademico corrispondente nazionale 
nella Sezione di Scienze Naturali, il Prof. Arturo Mar- 
CACCi, Accademico corrispondente nazionale nella Sezione 
di Medicina e Chirurgia: e il Prof. Enrico Becquerel, 
Accademico corrispondente estero nella Sezione di Scienze 
fisiche e matematiche. 

6"" Adunanza straordinaria, 12 Febbraio 1905 

L'Accademia nomina: i Professori William Ram- 
SAY e Augusto Weismann, Accademici corrispondenti 
esteri nella Sezione di Scienze Naturali; e i Professori 
Filippo Giuseppe Pik, Max Furbringer, Jules Curmont 
ed Elie Db Cyon, Accademici corrispondenti esteri nella 
Sezione di Medicina e Chirurgia. 

7* Adunanza straordinaria, 28 Maggio 1908 

L' Accademia nomina il Vice-Segretario Prof. Cesare 
Arzelà Membro della Comniissione dei cambi, in ag- 
giunta degli attuali cinque componenti. 

Indi approva il concorso libero al premio Aldini 
sul Galvanismo pel triennio 1905-1907 del tenore se- 
guente 



Digitized by VjOOQIC 



H. Accademia delle Scienze dell' Istituto di Bologna 

CONCORSO LIBERO AL PREMIO ALDINI 



-^H-€" 



Una medaglia d' oro del valore di italiane Lire 1000 
sarà conferita secondo la volontà espressa dal be- 
nemerito Testatore all' Autore di quella Memoria sìd 
Galvanismo (Elettricità animale) che sarà giudi- 
cata la pili ìneritevole per V intrinseco valore spe- 
rimentale e scientifico. 

Condizioni di concorso 

Il Concorso è aperto per tutti i lavori che giovino 
ad estendere le nostre conoscenze scientifiche in una 
qualche parte relativa al Galvanismo e che saranno 
inviati air Accademia con esplicita dichiarazione di Con- 
corso, entro il biennio compreso dal 28 Maggio 1905 al 
23 Maggio 1907, e scritti in lingua italiana, latina o 
francese. 

Questi lavori potranno essere sì manoscritti che 
stampati, ma se non sono inediti, dovranno essere stati 
pubblicati entro il suddetto biennio. 

Non sono escluse dal Concorso le Memorie stampate 
in altre lingue nel detto biennio, purché siano accompa- 
gnate da una traduzione italiana, latina o francese chia- 
ratemen manoscritta e firmata dall'Autore. 

Le Memorie anonime stampate o manoscritte do- 
vranno essere accompagnate da una scheda suggellata 

Rendiconto 1901-1905 14 



Digitized by VjOOQIC 



llBi— P— »*■ ../■ - ■■■^.dilLia^a.JLg ?! 



194 

contenente il nome dell* Autore con una stessa epigrafe 
motto tanto sulla scheda quanto nella Memoria, e non 
sarà aperta la scheda annessa, se non di quella di tali 
Memorie che venisse premiata; le altre saranno abbru- 
ciate senza essere dissuggellate. 

Il Presidente dell'Accademia farà pubblicare senza 
ritardo il nome dell'Autore e il titolo della Memoria 
premiata e ne darà partecipazione diretta all'Autore, se 
il lavoro premiato sia già pubblicato; in caso diverso 
gli sarà rimesso appena avvenuta la pubblicazione. 

Le Memorie portanti la dichiarazione esplicita di 
concorrere al detto Premio dovranno pervenire franche 
a Bologna entro il 23 Maggio 1907, con questo preciso 
indirizzo : Al Segretario della R. Accademia delle Scienze 
dell' Istituto di Bologna, 

Bologna, 28 Maggio 1905. 



IL PRESIDENTE 

GIACOMO CIAMICIAN 



IL SEGRETARIO 
ALFREDO GAVAZZI 



Digitized by VjOOQIC 



195 

L'Accademia stabilisce i giorni in cui si terranno 

le Adunanze Ordinarie nell'anno Accademico 1905-1906, 

e il Presidente estrae a sorte gli Accademici Benedettini 

che leggeranno nelle predette Adunanze. 



REGISTEO 

DEI 

GIOBin DELLE ADUNANZE SCIENTIFICHE 

B DSaLI AGOADRMIGI BBNBDBTTINI CHE IN BSSB LBeCEBANNO 
nell'anno accademico f 905' 1 906 



1905 

1' Adunanza 12 Novembre — N. N. - Capellini 
2" » 26 > — Emery - Donati 

3' » 10 Decembre — N. N. - N. N. 



4' 



1906 
Adunanza 14 Gennaio — Bbnetti - Ciamician 



5* 


» 


28 » 


— PiNCHERLE - Tizzoni 


6* 


> 


11 Febbraio 


— N. N. - ArzrlX 


r 


> 


11 Marzo 


— Valenti - Albertoni 


8* 


» 


25 » 


— Righi - Vitali 


r 


» 


1 Aprile 


— RuppiNi - Majocchi 


10* 


» 


29 » 


— Rajna - Gotti 


ir 


» 


6 Maggio 


— Fornasini - Gavazzi 


12* 


)► 


20 » 


— Prof, di Chir. - Brazzola 






->— ^^fUII^^-^ 



Digitized by VjOOQIC 



196 

ELENCO 

DELLE 

PUBBLICAZIONI RICEVUTE IN CAMBIO E IN DONO 

DALLA R. ACCADEMIA 
dal r giugno 190^ al 31 J/taggio 1905 



-«HIH>- 



Il presente Elenco servirà di ricevuta per le pubblicazioni inviate 
dalle Accademie e da altri Istituti scientiGci, dai Ministeri, dai Go- 
verni esteri e dagli Autori italiani e stranieri. 

A. PnbblieazioDi ricevute da Accademie, Società scientiOche 
ed Istituti nazionali, dai Ministeri e da altri Offici del Regno. 

Acireale — /?. Accademia di Scienze Lettere ed Arti degli 
Zelanti, — Rendiconti e Memorie. Anno Accad.* 232-233. 
Serie 3*. Voi. 3. 1903-04. Memorie della Cla.sse di Lettere. 

Bologna — Società Medico-Chirurgica e della Scuola Me* 
dica di Bologna. — Bullettino delle Scienze Mediche. 
Anno LXXV. Serie 8*. Voi. IV. 1904. F4SC. 6, 7, 8, 9, 10, 
li, 12. Anno LXXVI. Voi. V, 1905. Fase. 1, 2, 3, 4. 

Catania — Società degli Spettroscopisti Italiani. Memorie. 
Voi. XXXIII. 1904. Dispensa 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12. 
Voi. XXXIV. 1905. Disp. 1, 2, 3, 4. 

— Tavole - Immagini Spettroscopiche del bordo solare 
osservate a Catania nei mesi di Agosto, Settembre e Ot- 
tobre 1901. — Tavola CCCCV. Voi. XXXIII. Nei mesi di 
Ottobre, Novembre e Decembre 1901. 

— Accademia, Gioenia di Scienze Naturali, — Bollettino. 
1904. Fase. 80, 81, 82, 83. 

— Atti. Anno LXXXI. Serie 4*. 1904. Voi. XVII. 

Firenze — Società Italiana d'Antropologia Etnologia e 
Psicologia comparata — Archivio. 1904. Voi. 34. Fase. 
1, 2, 3. 



Digitized by 



Google 



197 

Firenze — Biblioteca Nazionale Centrale. — Bollettino 
delle pubblicazioni Italiane ricevute per diritto di stampa 
(1904) N" 42. 43, 44, 45, 46, 47, 48 — (1905) 49, 50, 51, 52. 

" R. Accademia dei Georgofili. — Atti. Serie IV. Voi. XXVI. 
Disp. 4 (Voi. LXXXI della Raccolta Generale) 1903. Se- 
rie V. Voi. I. Disp. 1 (Voi. LXXXI della Raccolta Gene- 
rale) 1904. Serie V. Voi. I. Disp. 2 e 3 (Voi. LXXXII 
della Raccolta Generale) 1904. 

— Degli studi e delle vicende della R. Accademia dei 
Georgofili dal 1854 al 1903. 

— Società Entomologica Italiana. Bullettino. Anno XXXVI. 
Trimestre MI dal Gennaio al Giugno. 1904. 

Genova — Museo Civico di Storia Naturale. Annali 1904- 
1905. Serie 3. Voi. I (XLI). 

Mantova — R. Accademia Virgiliana di Mantova, — Atti 
e Memorie. Anno Accademico 1903-04. 

Milano — R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. — 
Memorie. Classe di Scienze Matematiche e Naturali. 
Voi. XIX-X della Serie III. Fase. 13** - Voi. XX-XI della 
Serie III. Fase. 3, 4. 

— Indice del Voi. XIX, decimo della Serie III. (Classe 
di Scienze Matematiche e Naturali). 

— Rendiconti. 1904. Serie IL Voi. XXXVII. Fase. II- 
12, 13, 14-15, 16, 17, 18, 19, 20. Voi. XXXVIII. 1905. 
Fase. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8-9, 10. 

— Atti. Anno Accademico 1903-04. Tomo LXIII (Se- 
rie 8% Tomo 6^) Disp. V, VI, IX. 

-- Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Ci- 
vico di Storia Naturale. — Atti. Voi. XLI IL 1904. 
Fase. 2, 3 - 1905. Fase. 4. Voi. XLIV. Fase. 1. 

— R. Osservatorio di Brera — Anno 1906. Articoli gene- 
rali del Calendario ed effemeridi del Sole e della Luna 
per r orizzonte di Milano. 1905. 

Modena — La Nuova Notarisia. — Serie XV (Anno XIX 
dalla fondazione) 1904. Luglio, Ottobre. - Serie XVI 
(Anno XX dalla fondazione) Gennaio 1905 -Aprile 1905, 



Digitized by VjOOQIC 



198 

Napoli — Società R. di Napoli. — Accademia delle Scienze 
Fisiche e Matematiche (Sezione della Società Reale). 

— Rendiconto. Serie 3*. Voi. IX (Anno XLII). 1903. 
Fase. 8.11. 12. Voi. X (Anno XLIII). 1904. Fase. 1,2, 3-4, 
5-7, 811, 12. Voi. XI (Anno XLIV). 1905. Fase. 1, 2-3. 

— Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti. — 
Rendiconti delle tornate e dei lavori. Nuova Serie. An- 
no XVII. Aprile a Decembre 1903. - Anno XVIII. Gen- 
naio ad Aprile 1904. 

— Accademia di Scienze Morali o politiche. — Rendiconti, 
Anno XLII. 1903 - Anno XLIII. 1904. 

— Atti. Voi. 35^ 1905. 

— Indice generale dei lavori pubblicati dal 1737 al 
1903.. 

— /?- Istituto di Incoraggiamento. — Atti. 5* Serie. Voi. V. 
55* Volume della collezione degli Atti. 1904. 

— Accademia Pontoniana. ■— Atti. Voi. XXXIV. Serie 2*. 
Voi. IX, 1904. 

— Società dei Naturalisti. -^ Bollettino. Serie I. Anno 
XVIII. 1904. Voi. XVIIL 

Padova — R. Accadem^ia di Scienze Lettere ed Arti. — 
Atti e Memorie. Anno CCCLXIIL 1903-1904. Nuova Se- 
rie. Voi. XX. 

— Accademia Scientifica Veneto-Trentino- Istriana. — 
Atti. Classe di Scienze naturali, fisiche e matematiche. 
Nuova Serie. Anno T. 1904. Fase. 1, 2. 

Palermo — R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di 
^Palermo. Atti. Serie 3*. Anni 1902-1903. Voi. VII. 

— Circolo Matematico. — Rendiconti. Tomo XVIIL Anno 
1904. Fase. 4 e 5, 6. - Tomo XIX. Anno 1905, Fase. 1-5, 6. 

Perugia — Annali dell' Università. — Facoltà di Medicina* 
Serie 3. 1902. Voi. 2. Fase. 2. 1903. Voi. 3. Fase. 2-4. 

Pisa — • Società Toscana di Scienze Naturali. Atti. Pro- 
cessi verbali. Voi. XIV. 1904. N.^ 3, 4, 5. 
~ Memorie. Voi. XX. 1904. 



Digitized by VjOOQ IC 



199 

Roma — Ministero della pubblica Istruzione, ■— Le Opere 
di Galileo Galilei. 1904. Voi. XIV e Voi. XV. Firenze. 

— Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio,^ 
Direzione Generale della Statistica. — Annuario Sta- 
tistico Italiano. Roma, 1904. 

— Catalogo della Mostra fatta dal Corpo Reale delle 
Miniere all'Esposizione Universale di Saint Louis nel 
1904. 

— Ispettorato Zootecnico. Annali di Agricoltura 1904. 
Atti del Consiglio Ippico dal 1900 al 1904. L'assicura- 
zione mutua contro i danni della mortalità nel be- 
stiame. 

— Direzione generale della Statistica. Censimento della 
Popolazione del Regno d' Italia al 10 Febbraio 1901. 
Voi. IV. 

— Statistica degli Scioperi avvenuti nell'industria e 
nell'agricoltura durante l'anno 1901, è negli anni 1902- 
1903. 

— BuUetin de l'Institut International de Statistique. 
Tome XIV. Deuxième livraison. 1904. Troisième livrai- 
son, 1905. 

— Statistica dei matrimoni, delle nascite, delle morti 
e delle cause di queste ultime durante l'anno 1903. 

— Movimento della Popolazione secondo gli Atti dello 
Stato Civile nell'anno 1902. Nascite, morti e matrimoni. 

— Statistica della Emigrazione Italiana per l'estero 
negli anni 1902 e 1903. Notizie suU' Emigrazione di al- 
cuni altri Stati. 

— Statistica Giudiziaria civile e commerciale e stati- 
stica notarile per l'anno 1900. Parte 1'. Introduzione.. 

— Statistica Giudiziaria penale per l'anno 1901. 

— Statistica delle elezioni generali politiche 6 o 13 
Novembre 1904. 

— Censimento della Popolazione del Regno d' Italia al 
10 Febbraio 1901. Voi. V. 1904. 

— Annali di Agricoltura 1903. Atti della Commissione 
consultiva per la pesca. Roma, 1904. 

— Concorso internazionale di essicatoi da Granturco 
tenutosi neir Ottobre e Novembre 1902. Roma, 1904. 



Digitized by 



Google 



200 

— Annali di Agricoltura 1904. Lavori eseguiti nella 
R. Stazione dì Piscicoltura di Roma. 

— • Annali di Agricoltura. 1905. Concimi, mangimi, se- 
menti, ecc. 

— Atti della Società per gli studi della malaria. Voi. V, 
1904. 

— Bollettino della proprietà intellettuale. Anno III. 
-1904. N* 10 e 23. 

— Annali dell' Ufficio Centrale Meteorologico e Geodi- 
namico Italiano. Serie 2*. Voi. XIV. Parte III. 1892 - 
Voi. XX. Parte I. 1898. - Voi. XXI. Parte I. 1899. - 
Voi. XXII. Parte I. 1900. 

— Frammenti concernenti la Geofisica dei pressi di 
Roma. Omaggio alla Memoria di Filippo Keller. 

Roma — Ministro della Guerra, — Rivista di Artiglieria 
e Genio. Annata XXI. 1904. Voi. II. Maggio, Giugno - 
Voi. III. Luglio-Agosto, Settembre. - Voi. IV. Ottobre, 
Novembre, Decembre. — Annata XXII. 1905. Voi. L 
Febbraio, Marzo. - Voi. IL . Aprile. 

— R. Accademia dei Lincei. — Atti. Anno CCXCVIII. 1901. 
Serie 5*. Memorie della Classe di Scienze fisiche, mate- 
matiche e naturali. Voi. IV. - Anno CCCI. Serie 5*. 
Voi. V. 1904. Fase. 1, 2, 3, 4. 

— Rendiconti (detta classe). Anno CCCI. 1904. Serie 5*. 
Voi. XIII. l*' Semestre. Fase. II, 12. 2* Semestre. Fase. 1, 
2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, II, 12. - Anno CCCIL 1905. Se- 
rie 5*. Voi. XIV. r Semestre. Fase. 1, 2, 3, 4, 5, 6,7,8,9. 

— Atti. Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologi- 
che. Anno CCXCVIL 1900. Serie 5^ Voi. VIIL Parte 1' 
e 2*. - Anno CCXCVIH. 1901. Serie V. Voi. IX. Parte 1* 
e 2'. - Anno CCXCIX. 1902. Serie V. Voi. X. Parte 1* 
e 2'. - Anno CCC. 1903 Serie V. Voi. XI. Parte 1* e 2*. 

— Atti. Anno CCCI. 1904. Serie V. Notizie degli scavi 
di antichità. Voi. I. Fase. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8. 

— Rendiconti. Classe di Scienze morali, storiche e fi- 
lologiche. Serie V. 1904. Voi. XIII. Fase. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 
7, 8, 9- 12. 

— Breve illustrazione delle Tabulae Phylosophycae 
di Federico Cesi. 1903. 



Digitized by VjOOQIC 



201 

— Annuario 1905. CClI della sua fondazione. 

— Rendiconto dell'Adunanza solenne del 5 Giugno 
1904 onorata dalla presenza di S. M. il Re. Voi. II. Ro- 
ma, 1904. 

Roma — i?. Comitato Geologico d'Italia, — Bullettino. 
Anno 1904. Voi. XXXV della Raccolta. Voi. 5 della 4* 
Serie N* l, 2, 3, 4. - Anno 1905. Voi. XXXVl della Rac- 
colta. Voi. 6 della 4 Serie. NM. 

— R, Corpo delle Miniere, — Catalogo della Biblioteca 
dell'Ufficio Geologico. 5* Supplemento (1902-1903). T Gen- 
naio 1904. 

— R, Osservatorio Astronomico al Collegio Regnano, — 
Catalogo di 412 Stelle. Estratto dalle Memorie della So- 
cietà degli Spettroscopisti Italiani. Voi. XXXII. Anno 
1904. Catania. 

— Memorie. Serie III. Voi. IV. 1904. Parte 1*. 

— Accadetnia Pontificia Romxina dei Nuovi Lincei. — 
Atti. Anno LVII (1903-1904). Sessione 1', 2* e 3\ 4' e 5', 
6' e 7*. Anno LVIII (1904-1905). Sessione 1*. 

— Memorie. Voi. 22. 1904. 

— Congresso Internazionale di Scienze Storiche. — Voi. 
XI. Atti della Sezione VII. Storia della Filosofia. Storia 
delle Religioni. 1904. 

Sassari — R. Università degli Studi. — Annuario 1903- 
1904. Anno 342. Sassari, 1904. 

Siena — R^ Università degli Studi, — Annuario Accade- 
mico 1904-1905. 

— R. Accademia dei Fisiocritici. — Atti. Anno Accade- 
mico 213. Serie IV. Volume XVI. 1904. N*» 1, 2, 3, 4, 5, 
6, 7, 8, 9 e 10. 

Torino — R- Accademia delle Scienze di Torino, — Atti. 
Voi. XXXIX. Dispensa 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15. 1903- 
1904. Torino, 1904. 

— R. Osservatorio Astronomico. Osservazioni Meteo- 
rologiche fatte nell'anno 1903 e nell'anno 1904. Voi. XL. 
1904-1905. Disp. 1, 2-3, 4, 5. 

— Memorie. Serie 2*. Tomo LIV. 1904. 

Rendiconto 1901-1905 15 



Digitized by VjOOQIC 



202 

Torino — R. Accademia di Medicina. — Giornale. Anno 
LXVIII. 1905. N*^ 3. 

— Associazione « Mathesis » fra gli Insegnanti di Ma- 
tematica delle Scuole Medie. — Bollettino. Anno Vili. 
1903-1904. N*» 6. -. AnnoIX. 1904-1905. N' 2, 3, 4. 

— Annali della R, Accademia d* Agricoltura. — Volume 
XXXXVI. 1903. 

— Bibliografia e Storia delle Scienze matematiche. — 
Bollettino pubblicato da Gino Loria. Anno VII. 1904. 

— Società Meteorologica Italiana. — Bollettino. Mensuale. 
Serie II. Voi. XXIIL 1903. N.j 4-5-6-7, 8-9-10, 11 e 12. 

Udine — Accademia di Udine. — Atti. Anno 1903-1904. 
Serie 3\ Voi. XI. 

Venezia — Reale Istituto Veneto di Scienze Lettere ed 
Arti. — Anno Accademico 1903-1904. Tomo LXIII. (Se- 
rie 8*. Tomo 6*) Dispensa 7, 8, 10. - Anno Accademico 
1904-1905. Tomo LXIV (Serie 8% Tomo 7°). Dispensa 1, 
2, 3, 4, 5. 
— Memorie. Voi. XXVII. 1904. N^ 3. 

— U Ateneo Veneto. Rivista Semestrale di Scienze Let- 
tere ed Arti. — Anno XXVII. Voi. I. 1904. Fase. 1,...3, 
Voi. II. 1904. Fase. 2, 3. - Anno XXVIII. Voi. I. 1905. 
Fase. 1, 2. 

Vicenza — Accademia Olimpica. — Atti. Annate 1903-' 
1904. Voi. XXXIV. 



Digitized by VjOOQ IC 



203 
B. Pubblicazioni ricevute da Accademia, Società scientifiche, 
Istituti e Governi esteri. 

Amsterdam •— KoninkUjke Akademie van Wefenschap- 
pen, — Jaarboek. 1903. 

— Verhandelingen. Afdeeling Letterkunde. Nieuwe 
Reeks. Deel IV. 1994, N° 2. - Dee! V. 1904. N" 4, 5. 

— Id. Eerste Sectie. Deel Vili. 1904. N** 6, 7. 

— Id. Twede Sectie. Deel X. 1903. NM, 2 (1904) 3, 
4, 5, 6. 

— Verslag. Deel XII. {V^ Gedeelte) 1903. (2**« Gedeelte) 
1904. 

— Verslagen en Mededeelingen. Afdeeling Letterkunde. 
Vierde Reeks. Zesde Deel. 

— Proceedings of the Section of Sciences. Voi. VI. 
P* Part 1903. - 2°*» Part. 1904. 

— Pedagogium. Carmen Praemio aureo ornatum in 
certamine poetico Hoeufftiano. 1904. 

— Het Wiskundig Genootschap. — Wiskundige Opgaven 
met de Oplossingen door de Leden van met Wiskundig 
Genootschap. Negende Deel 2*- Stuk. 1904. - 3^* Stuk. 
1905. 

— Nieuw Archief voor Wiskunde. Twede Reeks-Deel 
VI Derde Stuk 1904. - Vierde Stuk 1905. 

— Verslag van de 125* Algemene Vergadering. 30 
Aprii 1904. 

— Koninklijk Zoólogisch Genootschap, Natura artis ma- 
gistra. — Bijdragen tot de Dierkunde. 17* en 18« Afle- 
vering. 1903-1904. 

— Socie té Mathématique. — Revue semestr ielle des pub- 
blications Mathéraatiques. Tome XII (2*» Partie) (Octobre 
1903 - Aprii 1904). Tome XIII (l* Partie) (Ayril Octobre 

. 1904). 

Baltimore — Johns Hopkins Hospital. — Bulletin. Voi. XV 

(1904) N* 158, 159, 160-161, 162, 163, 164, 165. - Voi. XVI 

(1905) N** 166, 167, 168, 169. 

— Johns Hopkins University. — Circulars. Voi. XXIII. 
1903. N* 165. 



Digitized by VjOOQIC 



204 

Barcelona — Observatorio Belloch. — Hojas Meteorologi - 
cas. Tutti i mesi del 1903. 

Batavia — Royal Magnetical und Meteorological Obser- 
vatory. — Voi. XXV. 1902. 

— Regenwaarnemingen in Nederlandsch-Indie. Vijf 
en Twintigste. Jaargang 1903. 

Bergen — Bergens Museums. — An Account of the Cru- 
stacea of Norway. Voi. V. Copepoda Harpacticoida. 1904. 
Parts 3 e 4, 5 e 6. 1905. Parts 7 e 8. 

— Aarbog. 1904. Hefte 1, 2, 3. 1905. Hefte 1. 

— Aarsberetning for 1904. 

— Hydrographical and Biological Investigations in 
Norwegian Fiords. 1905. 

Berlin — Kóniglich Preussischen Akademie der Wissen- 
schaften. — Sitzungsberichte. 1904. 41, 42-43, 44-45-46, 
47-48-49, 50-51-52, 53, 54-55. 

— Kónig. Preussischen Geodàtischen Institutes, — Veròf- 
fentlichung. Neue Folge. 1904. N« 16. 

— Centralbureau der internationalen Erdmessung. — 
Neue Folge der VerOflFentlichungeji. 1904. N** 10. 

— K. Technischen Hochschule zu Berlin. — Rede zur 
Feier des Geburtstages Seiner Majestàt des Kaisers und 
KOnigs Wilhelm li, am 26 Januar. 1905. 

Bern — UniversitàL 

Dissertazioni della Facoltà Filosofica. 

Kugler Stefan - Synthese des Isofisetius (2, 3, 4 Trio- 
xyflavonol). 1904. 

Koritschonep Franz - Untersuchungen tiber das rus- 
sische Pech und das Harz von Pinus palustris. 1903. 

Krembs Ricard - Zur Kenntnis des Catechius. 1903. 

Roesler Armand - Zur Kenntnis der unsymmetri- 
trischen (a) Phenylhydrazinderivate. 1903. 

Siuder Bernhard - Ueber das amerikanische Colo- 
phonium. 1903. 

Jochum Edgar - Ueber das 1, 3-Dioxy-p-Methylchro- 
mon-Versuche zur Syntese des Kàmpferols. 1904. 



Digitized by VjOOQIC 



205 

Heicke Alfred - Ein Beitrag Kenntnis der Weichteile 
der Madreporarier. 1904. 

Eijken P. A. A. F. - Untersuchungen von in Bern 
cultivirten Rhabarberrhizomen. 

Jordi Ernest - Beitràg zur Kenntnis der Papiliona- 
ceen bewohnenden Uromyces-Arten. 1904. 

Mareeuw van den Driessen W. P. H. - Ueber die 
Samen von Barringtonia speciosa (Gaertn). 

Wilhelniy Bruno - Die Bakterienflora einiger Fieisch- 
extracte und verwandter Praparate. 

Hamburger Richard - Ueber die poarigen Extremi- 
taten von Squali us, Trigla, Periophtalmus und Lophius. 
1904. 

Rautrnann Hugo — Zur Anatomie und Morphologie 
der Gianduia vestibularis maior (Bartholini) bei den 
Saugetieren. 1903. 

Axelrad Cesar - Ueber Morphologie der Colonieen 
pathogener Bakterien. 1903.- 

Fraenkel Jonas - Zacharias Werners Weihe der Kraft. 
Eine studie zur technik des Dramas. 1904, 

Zivier Heinrich - Die Verteilung der Bevòlkerung 
im bùndnerischen Oberrheingebiet nach ihrer Dichte. 

Steiger August - Thomas Shadwell's « Libertine ». 
1904. 

Haldimann Hedwig - Der Vokalismus der Mundart 
von Goldbach. 1903. 

Balsiger Felix - Boners Sprache und die bernische 
Mundart. 1904. 

Seliger Josef - Das sociale Verhalten des menschlì- 
chen Individuums zur menschlichen Gattung. 1903. 

Oervais Hans - Das Hagelversicherungswesen in der 
Schweiz im Hinblick auf die Anstalten der Nachbar- 
lànder, insbesondere Bayerns. 1904. 

Billwitler Robert - Der Bergeller Nordfóhn. 1904. 

Schwartz Otto - Leopold Krug als Nationalòkonom. 
1904. 

Klein Hermann - Individual-und Sozialethik in ihrem 
gegeseitigen Beziehungen. 1904. 

Rosenbenberg Schaja - Ricardo und Marx als Wert- 
theoretiker. 1904. 



Digitized by VjOOQIC 

à 



206 

Hàssig Johann - Die Anfànge Toggenburger-oder 
zweiten Vilmergerkrieges 1698- 1706. 1903. 

Rosse eh. Albert - Les Théories litteraires de Victor 
Hugo. 1903. 

Dissertazioni della Facoltà Giuridica, 

Wild Ernst - Verfassungsgeschichte der Stadt Wil 
755-1733. 1904* 

Fehlmann Heinrich - Das Fertigunswesen nach den 
aarganischen Rechtsqueiien historisch-dogmatisch bear- 
beitet. 1903. 

Volmar Fr. - Die Anfànge der Eisenbahngesetzge- 
bung im schweizerischen Bundesstaate. 1903. 

Krauss Bernhard - Die Pfàndglàubiger in Konkurs 
und Nachlassvertrag nach dem Bundesgesetz uber Sculd- 
betreibung und Konkurs vom 11 Aprii 1889. 1904, 

Mettier P. - Die Pfandhaftung der Frtichte (Miet- 
und Pachtzinse) eines Immobile. Dogmatische Studie. 
1904. 

Halter Karl - Das gesetzliche Erbrecht des Kantons 
Thurgau in historisch dogmatischer Darstellung. 1904. 

Hahnloser Emil - Die Namenaktie nach dem Bun- 
desgesetz ùber das Obligtionnenrecht mit Berùcksichti- 
gung des deutschen Handelsrechts. 1903. 

Dissertazione 
della Facoltà di Teologia Cattolica. 
Archatzikaki Jacques - Étude sur le principales tétes 
Chrétiennes dans T ancienne Eglise d'Orient. 1904. 

Dissertazione della Facoltà di Medicina. 

Gauder Geof^ges - Du Cancer precoce de V estomac. 
1904. 

Tropp E. - Scheidevermogen der Nìere fiir Kochsalz 
und eine Anwendung der Aktivitatsmethode hierauf. 1904. 

Moosmann Alfred - Ueber Gesichtsund Stirn-Lagen 
der berner Universitàts. Frauen-Klinik und Poliklinik 
in den Jahren 1874.1901-1903. 

Wartmann Ch. - Contribution à T Étude du Cancer 
de la lèvre inferieure. 1903. 



Digitized by VjOOQIC 



207 

Ladame Hencry - Contri bution a l' Étude de la Mor- 
tinatalité Suisse. 1904. 

Michaud Louis - Ueber das Scheidevermogen der 
Niere bei Blutentzug und ùber die Wirkungsweise der 
Diuretica. 1904. 

Liebert Anna - Ueber die Fundusdriisen des Magens 
beim Rhesus-Aflfen. 1903. 

Zijpkin Rachel - Beitràge zur Kenntnis der Gróberen 
und Feineren Struktur-Verhàltnisse des Dunndarms von 
Inuus Rhesus. 1903. 

Dóbeli Emil - Ueber die Bildung des Sekrets bei der 
Ozaena. 1903. 

Winkler Max - Beitràge zur Kenntnis der benignen 
Tumoren der Haut. 1903. 

Erdèly A. — Ueber die Beziehungen zwischen Bau 
und Funktion des lymphatischen Apparates des Dar- 
raes. 1904. 

Dissertazioni 
. DELLA Facoltà di Medicina Veterinaria. 

Steiger Paul Alfred - Bakterienbefunde bei der Eu- 
terentzùndung von Kuh und Ziege. 1904. 

Hoffmann Alfred - Untersuchungen iiber der Ein* 
fluss der Hetolbohandlung auf die Impftuberculose der 
Meerschweinchen und der Kaninchen. 1904. 

Hirs Ernst - Die atiologische Bedeutung der Oelku- 
chenfiilterung fur das Klauengeschwiir beim Rinde. 1904. 

Reyn Hans - Der Bakteriengehalt des von Rausch- 
brand befallenen Muskelgewebes und der Rauschbran- 
dimpfstoflfe. 1904. 

Lux Arthur - Ueber den Gehalt der frisch gemol- 
kenen Milch an Bakterien. 1903. 

Breidert Karl - Ueber in tracerebrale Injektionen 
einiger InfecktionsstofFe. 1903. 

Probst Georg - Probleme der modernen Viehzucht. 
1904. 

Ibel Josef - Die mikroskopisch-anatomischen Veran- 
derung bei gelbem Galt (kontagiose Galactophoritis) und 
bei der Hyperamie des Kuheuters, ferner bei der infe- 
ktiOsen Agalaktie der Ziege. — Ueber die Milchsekction 



Digitized by VjOOQIC 



208 

ausserhalb der normaien Laktationszeit, speziell bei drei 
neugebornen Zicklein. 1903. 

Helmich Fritz - Beitrilge zur Kritik der Abstam- 
mungsfrage des Hausrindes mit besonderer Rùcksicht 
auf die lieutigen Niederungsschlage. 1904 

Maier Anton - Vergleichende Untersuchungen ùber 
die elastischen Fasern des Herzens von Hund und Pferd. 

Bordeaux — Sociètè Linnèenne de Bordeaux — Actes. 
Voi. LVIII. Sixième Sèrie. Tome Vili. 1903. 

— Sociètè des Sciences physiques et naturelles de Bor- 
deaux. — Mémoires. 5* Serie. Tome III. 1903. 

— Procès-verbaux des Séances. Année 1902 1903. 

— Commission Mètèorologique de la Oironde. — Obser- 
vations pluviométriques et therraométriques de Juin 1902 
a Mai 1903. 

Boston — American Academy of Arts and Sciences, — 
Proceedings. Voi. XXXIX, 1904. N* 13, 14, 15, 16, 17, 18, 
19, 20, 21, 22, 23, 24. - Voi. XL. 1904. NM, 2, 3, 4, 5. 

Braunschwelg — Leutschen Physikalischen Oesellschaft. — 
Fortschrifte der Physik im Jahre 1903. Voi. 59. Abtei- 
lung 1, 2. 3. 

Bremen — NaturwissenschaftUchen Verein — Abhand- 
liingen. 18 Band. 1 Heft. 

Bresiau — Schlesischen Gesellschmft fur naturlàndische 
Cultur, — Einundachtzigster Jahres-Bericht. 1903. 

— I. Die Hundertjahrfeier. II. Geschichte der Gesell- 
schaft. 

Brisbane — Royal Society of Queensland, — Proceedings. 
Voi. xyill. 1904. 

Brooklyn N. Y. — The Museum of the Brooklyn Institute 
of Arts and Sciences — Memoirs of Naturai Sciences. 
Voi. I. 1904. NM. 

Bruxelles — Accadèmie Royale des Sciences, des Lettres 
et des BeauX'Arts de Belgique, — Mémoires. Tome LIV. 
Fase. 6. 1904 

— Mémoires courronnés et Mémoires des Savants 



Digitized by VjOOQIC 



209 

étran^ers. Tome LXII. Sciences. 1904. Fascicule 5, 6, 7 
et dernier. Lettres et Sciences morales et politiques. 
1904. 

— Mémoires courronés et autres Mémoires. Coliection 
in 8**. Tome LXIII 1904. Fase. 8 e dernier. Lettres et 
Sciences Morales et Politiques. - Tome LXIV. 1903. - 
Tome LXV 1904. Lettres et ecc. Fase. 1, 2. - Tome LX VI. 
1904. Lettre et ecc. 

— Bulletin de la Classe des Sciences. 1904. N° 3, 4, 5, 
6, 7, 8, 9-10, 11. 

Bruxelles — Accadèmie Royale de Mèdecine de Belgi- 
que. — Bulletin. IV« Serie. Tome XVIIL 1904. N^3e4, 
5, 6, 7, 8, 9, 10. Tome XIX. 1905. N" 1, 2, 3. 

— Mémoires couronnés et autres Mémoires. Coliection 
in 8^ Tome XVÌIL 1904. Fase.' 7, 8, 9, ,11 (dernier). 

— Procesverbal de la Séance 26 Nov. 1904. 

— Sociètè Royale Zoologique et Malacologique de Belgi- 
que. — Annales. T. XXXVIIL Année. 1903. 

— Óbservatoire Royal de Belgique. — Annuaire Astrono- 
mique pour 1901 I992. 1903- 1904 1905. 

Budapest — Magyarhoni Fóldtani Tàrsulai. — Fóldtani 
Kòzlony havi folyóirat Kiadja a Magyarhoni Fóldtani 
Tàrsulat. XXXV. Kotet. 1904 Majus-Julius. 5-7 Fùzet. - 
XXXVI. Kòtet. 1904. Augusztus-Octóber. 8-10 Fuzet. - 
XXXV. Kòtet. 1905. Januàrius Fiizet 1, Februàrius-Màrc- 
zius 2-3. 

— Kgl. Ung. Geologischen Anstalt-Jahresbericht fur 1902, 
— Mitteilungen. Band XV. 1904. Heft 1. 

— Carta geologica HI. 1Z02. - Carta geologica IIL 1902. 
Carta dei dintorni di Kismarton 1903. 

— Fóldtani Kozlony (Geologische Mitteilungen) Kótet 
XXXIV. 1904. Fiizet 11-12. 

— Carta dei dintorni di Sezeged. 1903. 

— Carte due delle argille refrattarie esaminate nei 
Paesi della Corona Ungherese. 1899. II. 

Buenos Aires — Museo Nacional. — Anales. 1903. Serie 3* 
Tom. II. 



Digitized by VjOOQIC 



•"•«•««teMMM.^.. 



210 

Caen — Sociètè Linnèenne de Normandie. — Bulletin. 
Sèrie 5. Voi. 7. Année 1903. 

— Memoires. Voi. XXI (2 Sèrie. Voi. 5). Fase. 1. 

Calcutta — Geological Survey of India, — Memoirs. Voi. 
XXXV. Part 3*. 1904 - Voi. XXXVI. Part I. 1904 - 
Voi. XXXII. Part 4. 1904. 

— Records. Voi. XXXI. 1904. Part. I, II, III, IV. 

— Office of the Superintendent of Government Printing 
India, — Annual Report of the Board of sciontific Ad- 
vige for India for the Year (1902.03)-(1903.04). 

California — University of California, — Publlcations. 
Announceraent. October 1904. 

Cambridge, Mass. U. S. A. — American^ Academy of Aris 
and Sciences. -- Memoirs. 1904. Voi. XIII. N* 1. 

— Museum of Comparative Zoólogy at Harvard Col- 
lege, — Bulletin. Voi. XLIII. August 1904. N* 2 e 3. - 
Voi. XLV. June 1904. W 2, 3, 4. - Voi. XLVI. June 1904. 
N* 1, 2 (November), 3 (Decomber), 4 (Aprii) 1905. - 
Voi. XLIV. Geological Series. Voi. VII. 1904. - Voi. XLII. 
Geological Series Voi. VI. N** 6. 1905.- Annual Report 
1903-1904. 

— Memoirs. Voi. XXX. 1904. N* 1. 

Cherbourg -- Sociètè Nationale des Sciences Naturelles et 
Mathématiques, — Memoires. Tome. XXXIII. (Quatrième 
Sèrie. Tome III). 2' Fase. 1903. 

Copenaghen — Acadèmie Royale des Sciences et des Lei- 
tres de Banemark. — Bulletin N* 2, 3. 1904. 

— Memoires Seetìon des Sciences. 1904. 6*°* Sèrie, 
t. XII. n** 4 - 7"« Sèrie t. II. n* 1, 2, 3. - 7°>« Sèrie, 1. 1. 
n^ 1, 2, 3. 

— Memoires. Section des Lettres O"»' Sèrie, t. VI. n* 2. 
1904. 

— Vestre Hospital, — i 1903 ved Overlaege, Dr. R. Berg. 

Danzlg — Naturforschenden Gesellschaft, — Schriften. 
Neue Folge. 11 Bandes. 1904. Heft 1 e 2. 

— Katalog der Bibliothek. 1 Heft. - A. Mathematik 
B. Astronomie. 1904. 



Digitized by VjOOQIC 



211 
Dublin — Royal Irish Academy, — Proceedings. Section A. 
Math., Astronom., and Physical Science, 1904, Voi, XXV- 
NM, 2, 1905 3. 

— Proceedings. Section B. Biological, Geological, and 
Chemical Science 1905. N** 1-2, 3, , 5. 

— Proceedings. Secion C Archaeology, Linguistic and 
Literaturo. 1904. Voi. XXV. N'' 5 e 6, 1905 7, 8, 9. 

Edinburgh — Royal Physical Society, — Proceedings. Ses- 
sion 1902 1904. - Session 1904 1905. Voi. XVI. N** 1, 2. 

Frankfurt am Main — Senckenbergischen Naturforschen- 
den Gesellschaft — Bericht. 1903. 

— Abhandlungen. 1903. Band 27. Heft 2, 3. Band 29 
Heft. 1. 

Genove — Sociètè de Physique et d* Histoire Naturelle, — 
Mémoires. Voi. 34. 1905. Fase. 5. 

Gottingen — KónigL Gesellschaft der Wissenschaften, — 
Nachrichten. Geschaftliche. Mittheilungen. 1904. Heft 1, 2. 

— Nachrichten. Mat: Phys: Classe. 1904. Heft 3, 4, 5, 6. 

— Abhandlungen. Math:-Phys: Klasse. Neue Folge. 
Band III. 1904. N^ 1. 2, 4, 5. " • 

— Abhandlungen. Pilologisch-historische Klasse. Neue 
Folge Band V. 1904. N° 5. Band Vili. N* 1, 2. 

Haarlem — Flora Baiava- Neder^landsche Gewassen. — 
Afbeelding en Beschrijving. 1904. Aflevering. 345, 346, 
347, 348. 

— Musèe Teyler — Archives. Serie II. Voi. IX. 1904. 
Partie 1, 2. 

Hamburg — Naturwissenschaftlichen Vereins. — Ver- 
handlungon. Dritte Folge XII. 1904. 

Heidelberg — NatuThistorisch'-inedizinischen Vereins, — 
Verhandlungen. Neue Folge. Band Vili. 1904. Heft 1. 

Heisingfors — Societas prò Fauna et Flora Fennica. — 
Medelanden. Trettionde Haftet. 1903-1904. 

— Acta. 26. 1904. 

Iglò — Magyarorszàgi Kdrpdtegyesulet. --' JahrhuchXXXl. 
Jahrgang 1904. 



Digitized by VjOOQIC 



212 

Innsbruck — Ferdinandeums far Tirol und Vorarlberg, — 
Zeitschrift. Dritte Folge. Heft 48. 1904. 

Jena — Medizìnisch'naturwissenschafélìchen Gesellschaft, 
Zeischrift. 1904. 39 Band. Neue Folge. Band 32.Heft 1, 2. 

— Zoologische Forschungsreisen in Australien und dem 
Malayschen ^rcAepe/- pubblicato da Richard Samon. — 
Drit fer Band. Monotrenura und Marsupialier II. 2. Teii. 
I Lieferung. 1904. Text. 

— Idem Atlas. 

— Erster Band. Ceratodus. 1904. Lieferung IV. Text. 

— id. id. id. Atlas. 

Jena — Neurobiologische Arbeiten herausgegeben von 
Oskar Vogt — Ester Band. Zweite Lieferung. 1904. 

— Medizinisch-naturwissenschaftlichen Gesellschaft — 
Jenaische Zeitschrift fiir Naturwissenschaft. 39° Band. 
Neue Folge, 32*» Band. 3* e 4* Heft. 1905. 

Kansas — University of Kansas, — Bulletin. 1903. Voi. IV, 
N* 6. Science Bulletin Voi. II. N* 1, 2, 3. - N^ 8. Science 
Bulletin. Voi. IH. N° 4, 5, 6, 7, 8, 9. 

Kasan — Sociètè physico-mathèmatique. — Bulletin. Se- 
rie 2"^ Tome XIII. 1903. N** 4. Tome XIV. 1904. N* 1. 

Kharkow — Università Imperiale. — Annales. 1904. N° 1, 
2, 3, 4. 

— Sociètè des Sciences physico-chimiques (Université de 
Kharkoff). — Travaux. 1903. T. XXXI. 

— Supplements. 1903. Fase. XV. - 1903-1904. Fase. XVI. 

— Sociètè mathèmatique de Kharkow. — Serie 2*. Tome 
VIIL N° (manca 3), 4, 5, 6. 

Kobenhavn — Det Kongelige Dansche Videnskabernes Sels^ 
kabs, — Forhandlinger. Oversigt. 1904. N** 4, 5, 6. 1905. 

N° 1. 

Konìgsberg in P. R. — Physikalisch- ókonomischen Gesell- 
schaft. — Schriften. 1903. Jahrgang 44. 

Kristiania — Vandstands-Obsercationer paa den Norshe 
Kyst. — Resultater. 1904. Hefte VL 



Digitized by VjOOQIC 



213 
Lancaster Pa. — New York Academy. of Sciences. — An- 
nals. Voi. XIV. Part. IV. - Voi. XV. Pari. II. 1904. 

Lancaster Pa, and New York — American Mathematical 
Society, — Transactions. Voi. 5. 1905. Number 3, 4. - 
Voi. 6. 1905. Number 1, 2. 

Lausanne — Sociètè Vaudoise des Sciences Naturelles, — 
4« Sér. Voi. XL. 1904. N^ 149, 150, 151. 

Leipzig — Kóniglich Sàchsischen Gesellschaft der Wis- 
senschaften, — Berichte. Mathematischphysische Classe 
1903. Band 55^ VI. - Band 56^ 1904. I, II, III, IV. 
— Des XXVIII Bandes der Abhandlungen. Mat-phys. 
Classe. 1904. N^ VI, VII. 

— T)es XXIX Bandes des Abhandlungen. Mai - phys. 
Classe. 1904. NM, 2. 

Liége — Sociètè Royale des Sciences. — Mémoires. Troi- 
sième Sèrie. 1904. Tome V. 

— Soeiètè Gèologique de Belgique. — Annales. Tome XXXI. 
Livraison 2, 3. 

— Mémoires. Tome II. 1904. Livraison I. 

Lille — Universitè de Lille. — Tableaux des Cours et Con- 
férences de l'Année 1904-1905. 

Lisboa — Off. i?. Observatoire Astronomique (Tapada). — 
• Ascensions droites de quelques étoiles du Berliner Jahr- 
buch. Bd. 159. September 1902. 

— Observations d'éclìpses de Luna a T Observatoire 
de Lisbonne Bd. 165. Mai. 1904. 

Liverpool — Liverpool Biological Society. — Proceedings 
and Transactions, Voi. XVIIL Session 1903-1904. 

Lyon — Sociètè d* Agricolture Sciences et Industrie. — 
Sèrie- Vili. Tome 1". 1903. 

London — Royal Soviety of Lendon. — Philosophical Tran- 
sactions, Series A. Voi. 203. pp. 151-187, 189 215, 217- 
304, 305342, 343-384, 385-420. - Voi. 204. 1904. pp. 1-55, 
57.120, 12M37, 139-168, 221252, 253-322, 323 349, 351-372. 

— Series A. Voi. 203. 1904. Title, Contents, Index ecc. 

— Proceedings. Series A. Voi. LXXIII. 1904. N** 495, 



Digitized by VjOOQIC 



214 

496. Voi. LXXIV (1904). N* 498, 499, 500, 501, 502, (1905) 
5Ò3, 504, 505; 506, Voi LXXVI. N** 507. 

— Series B. Voi. 197 pp. 123-191, 193-247, 249 279, 
281-289, 291-325, 327-345,, 347 360, 361 406. 

— Series B. Voi. 197. Title, Contents, Index ecc. 

— Proceedings. Series B. Voi. 76. N* 507. 

— Obituary Notices of Fellows. Part. ii. June 1904. 

— id. id. id. August id. 
. — id. id. Part. i. October id. 

— Year-book 1905. 

— Report to the Evolution Committee. Report IL 1905. 

London — Clinical Society of London. — Transactions. 
1904. Voi. XXXVII. 

— koyal Astronomical Society, — Monthly Notices. Voi. 
LXIV. 1994. N°.7, 8, 9. - Voi. LXV. 1904. N^ 1,2. (1905) 
3, 4, 5. 

Louwain — Società Scientifìque de Bruxelles, — Table 
analityque des vingt-cinq premiers Volumes 1875-1901. 

— Revue des questions scieiitifiques. Table anali tique 
des cinquante premiers Volumes. 

Madison Wis. — Wisconsin Academy of Sciences Arts and 
Lettres, — Transactions. Voi. XIII. Part. II. 1901. - 
Voi. XIV. Part I. 1902. 

— Wisconsin Geological and Naturai History Survey. — 
Bulletin. N^ XI. 1903. Economie Series N* 7. 

— Bulletin. N^ XII. 1903. Scientific Series. N* 3. 

— Bulletin. N* XIII 1904. Economie Series. N* 8. 

Manchester — Literary and Philosophical Society. — Me- 
moirs and Proceedings. 19031904. Voi. 48. Part III - 
1904 1905. Voi. 49. Part I, II. 

Marseille — Facultè des Sciences. Annales. Tome XIV. 
Paris, 1904. 

— Società Scientifìque industriale de Marseille. — Bul- 
letin. 31"' Année. Troisième et quatrième trimestres 
1903 - 32»« Année. Premier et deuxième trimestres 1904. 



Digitized by VjOOQIC 



215 

Melbourne — Royal society of Mictoria, — Proceedings. 
New Series. 1904. Voi. XVÌL Pari. I - Pari. II (1905). 

— Australasian Institute of Mining Engineers. 1903. 
Voi. IX. Part IL 

Mexico — Sociedad Cientifica « Antonio Alzate ». — Me- 
morias y Revista. Tomo XVIII. 1902. N** 6 (fin del To- 
mo). Tomo XIX, N^ 5 - Tomo XIX, 1903. N* 67, 8-10 - 
Tomo XX. 1903. N** 1 a 4, 5 a 10. 

— Tomo XIIL N** 7-8. 

Mexico — Observatorio Meteorològico Magnetico Central, 

— Boletin. Mensual. Mes de Junio, de Julio, de Agosto 
1902, 

Milwaukee, (Wisconsin) — - Public Museum, — Ewenty. Se- 
cond Annual Report of the Board of Trustees. Septem- 
ber 1, 1903 to August 31, 1904. 

Missouri, Columbia — University. — Studies. Voi. II. 1904. 
N* 3, 5. 

— The Negroes of Columbia Missouri 1904. 

— Bulletin. Voi. V. 1904. N° 4,5 (Catalogue), 6, 7, 1 1 , 
12 - Voi. Vi. 1905. N** 1 - 1904. Conditioii of the County 
Fails of Missouri. - 1904. Condition of the County Al- 
shouses of Missouri. 

Montevideo — Museo Nacional. — Anales. Serie II. 1904. 
Entrega 1. 

— Sección Histórico-filosófica. Tomo I. Geografia fi- 
sica y esperica. 

— Observatorio Meteorològico Municipàl de Montevideo, 

— Boletin. Ano 11^03. Voi. L N^ 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 
10, 11, 12. - Ano 1904. Voi. IL N* 13, 14, 15, 16, 17 18. 

— Anuario Meteorològico de Observatorio Municipal 
del Prado. Ano I. 1901. - Ano li. 1902. - Ano III. 1903. 

— Observatorio Meteorològico del Colegio Pio de Villa 
Colon. — Boletin Mensual. Ano XVII, 1903. N** 7, 8, 9, 
10, 11, 12. - Ano XVIII. 1904. N" 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9. 

Montpellier — Accadèmie des Sciences et Lettres. — Mé- 
raoires de la Section des Sciences. Sèrie 2\ Tome IH. 
N* 4. 



Digitized by VjOOQ IC 



216 

Nloscou — Sooiètè Imperiale des Naturalistes, — BuUe- 
tin. — Année 1904. NM. - Année 1903. N*^ 4 (già avuto 
Tanno scorso). 

MUnchen — Kó.Bay, Akademie der Wissenschaften. — 
Abhandlungen. Mathematisch-Physikalischen Classe. 21. 
Bandes, Zweite Abtlieilungen 1901. - 22 Bandes 1903. 
Erste Abtheilung. 1904. Zweite Abtheilung. 

— Sitzungsberichte. Mathem.-Physikal. Classe. 1904. 
Heft n, Ilf. 

— Ueber wissenschaftliche Wahrheit. Rede von D.r 
Karl A. von Zitte). 1902. 

— Justus von Liebig nach dem Leben gezeichnet. 1903. 

— Ueber Wert und angeblichen Unvert der Mathe- 
raatik. 1904. 

— Zum Andenken an Karl von Zittel. 1904. 

Nantes — Sociètè des Sciences Naiurelles de l'ovest de 
la France. — Bulletin. Deuxième Sèrie. Tome III. 3* et 4* 
Trimestres 1903. - Tome IX. 14« Année. 1903. 1*' et 2" 
Trimestres. N*" 1-2. 

New Haven — Yale University Astronomical Òbservatory, — 
Transactions. Voi. 1. 1904. Preface and Parts VII and Vili. 

Ottava (Canada) — Royal Society of Canada, — Procee- 
dings and Transactions. Second Series. Voi. IX. 1903. 

— Department of tke Interior, — Ottava. Appendice to 
the Report of the Superintendent of Miìies. 1902. Part. 
VI. Anual Report. 1902. 

— Geological Survey of Canada, — Dictionary of Alti- 
tudes in the Dominion of Canada With a Relief Map of 
Canada. Department of the Interior. 1903. Ottawa. 

— Report on the Great Landslide at Frank, Alta. 1903. 

— Catalogne of Canadian Birds. Part III. 1904. 

Paris — - Musèum d' Histoiì^e Naturelle, — Nouvelles Ar- 
chi ves. Serie IV. Tome 5"'. 1903. Fase. 1,2.- Tome 6"*. 
1904. Fase. 1, 2. 

— Bulletin. Année 1903. N^ 7, 8. — Annee 1904. N* 1, 
2, 3, 4, 5, 6. 



Digitized by VjOOQIC 



217 

Parigi — Société Zoologique de France. — Bulletin. Année 
1903. Tome XXVIIL 

— Mémoires. Annee 1903. Tome XVI. 

— Société Mathématzque de France. — Bulletin. 1904. To- 
me XXXII. Fase. 2, 3, 4 - 1905. Tome XXXIII, Fase. 1. 

— Société Philomatique. — Bulletin. Neuvième Serie. To- 
me VI. 1903-1904. NM e 2, 3. - Tome VII. 1905. N*» 1. 

— Musée Guimet — Annales. Revue de V Histoire des Re- 
ligions. Année 25. Tome XLIX. 1904. NM, 2. 

— Le Jubilé du Musée Guimet. 25"' Anniversaire de 
sa fondation 1879-1904. 

— Òbservatoire de Toulouse. — Catalogne Photografique 
du Ciel. Tome IL 1903 - Tome IV. 1903 - Tome VI. 
1904 - Tome VIL 1904. 

— Òbservatoire météorologique du Mont-Blanc. — J. Val- 
lot et son oeuvre. 

Philadelphia — Academy of Naturai Sciences, — Procee- 
dings. 1903. Voi. LV. Part III - 1904. Voi. LVI. Part L 

— Journal. Series 2. Voi. XII. Part 4. 1904. 

Porto — Annaes de Sciencias Naturaes. — Publicados por 
Augusto Nobre. 1903. Voi. Vili. 

Potsdam — Konigl, Preussischen Geodàtischen Instituts. 
— Viròffentliehung. Neue Folge. 1904. No. 17 (1905), 18. 

Prag — K K, Stemwarte, — Magnetische und Meteoro- 
logische Beobachtungen in Jahre 1903. Jahrgang, 64. 

Rio de Janeiro — Observatorio de Rio de Janeiro, — Julho 
a Dezembro de 1903. - Junho de 1904. - Julho a Se- 
tembro de 1904. 

Rochester — Geological Society of America, — Bulletin. 
1903. Voi. 14. 

Rovereto — /. R- Accademia di Scienze Lettere ed Arti 
degli Agiati. — Atti. Anno Accademico CLIV. Serie III. 
Voi. X. 1904. Fase. II, III e IV - Anno Accadem.* CLV. 
Serie HI. Voi. XI. 1905. Fase. 1. 

Rendiconto 1904-1905 16 



Digitized by VjOOQIC 



218 

Rovereto — Museo Civico. — Regesto dell' Archivio Comu- 
nale della Città di Rovereto. 

Santiago — Société Scientifìque du Chili, — Actes. Tome 
XIII. 1903. IV.V. Lìvraison. 

Stockholm — K. Sioenska Vetenskaps -Akademien. — Ar- 
kiw for Kemi, Mineralogi och Geologi. 1904. Band I. 
nafte 2, 3-4. 

— Arckiv fOr Botanik. 1904. Band 2. Hàfte 1-3, 4 - 
Band 3. Hafte 1-3, 4. 

— Àrsbok for àr 1904. 

— Arckiv for Zoologi. 1904. Band I. Hafte 3, 4. - 
Band II. Hafte 1-2. 

— Ueber die Obertriadische Fauna der Bàreninsel 1903. 

— Meteorologi ska lakttagelser i Sverìge. Voi. 44. 
2.'*™ Serien. Bd. 30. 1902. 

— Arkiv fòr Matematik, Astronomi och Fysik. 1904. 
Band. I. Hafte 3-4. 

— Handlingar. 1904. Bandet 37. N** 7, 8. - Bandet 38. 
N* 1, 2, 3, 4, 5. 

— Observations Météorologiques Suédoises. Voi. 45. - 
Serie 2°»«. Voi. 31. 1903. 

— Accessions. Katalog. 17. 1902. 

— Les prix Nobel en 1901. - Les prix Nobil en 1902. 

— Entomologiska Foreningen i Stockholm. — Entomolo- 
gisk Tidskrift. Arg. 25. 1904. Haft. 1, 23, 4. 

St. Louis, Mo. — Academy of Science. — Transactions. 
^Vol. XII. 1902. N" 9, (1903) 10. - Voi. XIII. 1903. N* 1, 

2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, (1904) 9. - Voi. XIV. 1904. NM, 2, 

3, 4, 5, 6. 

— Missouri Botanical Garden. — Fifteenth Annual Re- 
port. 

St. Pétersbourg — - Accademie Imperiale des Sciences. — 
Méraoires. Serie yill. Classe Physico-Mathématique. Voi. 
XIII. 1903. N" 6. - Voi. XIV. 1903. N« 1, 2, 3, 4, 5,6,7, 
8, 9, 10. - Voi. XV. 1904. NM, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 
li. - Voi. XV. 1904. N« 1, 2, 3. 



Digitized by VjOOQIC 



219 

Strassburg i. E. — Kaiser Wilhel Universitàt. — Disser- 
tations zur Erlangung der Doctorwurde. 

Dissertazioni della Facoltà di Medicina. 

— Ueber die Blutungen bei Placenta praevia. Max 
Neubauer approb. Arzt aus Berlin 1902. 

— Das Geschlecht der Fehlund Totgeburten (Nach den 
Ergebnissen der Strassburg Klinik in den Jahren 1873 
bis 1900). Joseph Rust prakt Arzt aus Heimbrunn (Ober- 
Elsass). 1902. 

— Zur Theorie des Phlorhizindiabetes, Felix Leioan- 
dowsky aus Hamburg. 1902. 

— Beitrag der Hypertrophien angeborenen Ursprungs. 
Alfred Zimmermann, Kantonalarzt in Rohrbach i. 
Lothr. 1902. 

— Ueber das Mortalitatscontingent des Heuchhustens. 
Camille Lebon approb. Arzt aus Saargmtind. 1902. 

— Die puerperalen Erkrankungen und Todesfalle der 
septischen Abteilung der Strassburger Frauenklinik. 
189M901. Ernest Sachs. Berlin 1902. 

— Zur Kasuistik des Chorioepithelioma raalignum. 
Johanna Schmidt approb. Arztin aus Flonheim (Rhein- 
hessen). 1902. 

— Ueber seltenere Formen der Brustdriisengeschwul- 
ste. Heinrich Zimmermann. approb. Arzt aus Miilhau- 
sen. i. E. 1902. 

— Ueber die Hutchinsonsche Sommereruption. Jakob 
Borg approb. Arzt aus Grossblittersdorf (Lothringen). 
1902. 

— Abhangigkeit des Geburtsgewichtes der Neugebo- 
renen vom Stand und der Beschaftigung der Mutter. 
Peter Nikes prakt. Arzt aus Hundlingen i Lothr. 1902. 

— Die Conservierung des Hackfleisches mit (neutralem) 
schwefligsaurem Natrium und einige Bemerkungen iiber 
die Beurteilung des Zustandes von Hackfleisch. Emil 
Altschuler aus Speyer a. Rh. 1902. 

— Zur Kasuistik du vorgeschrittenen ektophischen Gra- 
viditaten bei lebendem Kind nebst besonderer Beriick- 
sichtigung der Therapie. Max Luxeinburger approb. 
Arzt aus Metz. 1902. 



Digitized by VjOOQIC 



220 

— Ueber Menière'sche Krankeit bei chronischer pro- 
grossiver Schwerhòrigkeit (sogenannter Sklerose). Sieg- 
fried Matthes approb. Arzt aus Seifhennersdorf i. S. 
1902. 

— Ueber Encephalo-myelo-meningitis difFasa haemor- 
rhagica mit endophlebitischen Wucherung. Martin Bar- 
tels approb. Arzt aus Gutersloh in Westfalen. 1902. 

— Zur Pathologie und Thernpie des Ulcus corneae ser- 
pens. Ernest Schultze approb. Arzt aus Berlin. 1902, 

— Ueber die Blutmenge der Placenta. Villébald Leh- 
mann Arzt. 1902. 

— Ueber Metastasen der Vagina bei Carcinom des Ute- 
rus und der Ovarien und die Bedutung des retrograden 
Transportes. Eugen Ohlmann prakt. Arzt aus Hagenau 
i. Els. 1902. 

— Ueber einen Fallvon spontaner circumscripter Haut- 
gangraen. Victor Munsch prakt. Arzt aus Schlettstadt. 
1902. 

— Die erweiterte Freund'sche Operation beim Krebs 
der schwangeren Gebarmutter. Von Walther Hirsch- 
horn appr. Arzt aus Mannheim. 1902. 

— Casuistische Beitrage zur Kenntnis der Facialispara- 
lysen. Camilte Wahl prakt. Arzt aus Gebweiler (Elsass). 
1902. 

— Ein Fall von Ruptur des schwangeren Nebenhornes. 
Max Meyerìioff approb, Arzt aus Berlin. 1902. 

— Lithothorapie. Historische Studien iiber die medizini- 
sche Verwendung der Edelsteine. D. phil. Hermann 
Fuhner approb. Arzt aus Pforzheim. 1902. 

— Ein Fall von Endarteritiss yphilitica an der untern 
Extremitat. Victor Hannes prak. Arzt aus Altkirch 
(Ober- Elsass). 1902. 

— Ueber die operative Behandlung des Nachstars. Fr^itz 
Benkwitz approb. Arzt zu Strassburg I. Els. 1902. 

— Ueber Behandlung der Melaena Neonatorum mit Gè- 
latine-Injektionen. Adolf Arbogast approb. Arzt aus 
Strassburg i. Els. 1902. 

— Die Verbreitung der Echinokokkenkankheit in El- 
sass Lothringen. Alfred Goellnez prakt. Arzt aus Bisch- 
weiler (Unter-Elsass). 1902. 



Digitized by 



Google 



221 

— Ueber die Aetiologie der ìm Infektiohskrankheiten 
auftretenden pneumonischen Prozesse. Georg Muller 
approb. Arzt aus Miilhausen i. E. 1903. 

— Ueber die durch Pacchioni'sche Granulationen ve- 
rur sachten EindrUke der Schàdelknochtìn. Gustav Brè- 
me. 1903. 

— Ueber die Wirkiingsgrade narkotisch wirkender, 
gechlorter Verbindungen der Fettreihe. /?. ZoepffeL 
Arzt. Leipzig 1903. 

— Ueber die aus Eiweifs hevvorgehenden Melanine. 
Franz Samuely approb. Arzt aus Heidelberg. 1903. 

— Ueber Stoffwechselprodukte desBacillus pyoyaneus. 
Margarete Breymann. approb. Arzt. Jena 1903. 

— Schwangerschaft und Geburt bei Missbildungen 
der weiblichen Genitalien Heinrich Grabi approb. Arzt 
aus Spandau 1903. 

— Die Spaltung des Fibrinogens bei der Fibringerin- 
nung. Wolfgang Heubner aus Liepzig. 1903. 

— Ueber die Grappe des Bacillus proteus vulgaris. Ri 
chard Weber approb. Arzt aus Strassburg* i. Els. 1903 

— Das Hermophenyl in der Behandlung der Syphilis. 
Julius Mangin approb. Arzt aus Chàteau-Salius. 1903. 

— Ueber tuberkulòse Granulationsgeschwiilste der Na 
senhòhle. Edgar Hartmann approb. Arzt aus Heiden 
heim a. Br. 1903. 

— Die Malaria in Elsass.-Lothringen. Heinrich Kunlin 
approb. Arzt aus Wolfisheitn i. E. 1903. 

— Ueber Bacillus pseudanthracis. Karl Hermann Baas 
approb. Arzt aus Bechtheim (Rheinhessen). 1903. 

— Ueber acute Leukaemie. Rudolf Dietz aus Darm- 
stadt. 1903. 

— Ueber Druckstauung (Perthes) oder Stauungsblutun- 
gen nach Rumpfkompression (Braun). Albert Niemann. 
approb. Arzt aus Berlin 1903. 

— Ueber Schussverletzungen des Halsteils des Oesopha- 
gus. Lehemann Bergheimer approb. Arzt aus Diersburg 
(Baden) 1903. 

— Beitrage zur Kenntnis der Stoffwechselprodukte des 
Bacillus lactis aérogenes. Max Schroeder approb. Arzt 
aus Strassburg i. E. 1903. 

Rendiconto 1901-1005 16* 



Digitized by 



Google 



222 

— Neubildungen ara missbildeten Uterus. Franz Re- 
bentisch approb. Arzt aus Darmstadt 1903. 

— Jleus Warend der Schwangerschaft. Adolf Kohis 
approb. Arzt aus Strassburg i. E. 1903. 

— Erfahrungen tiber subkutane Darmrupturen. Paul 
Schaller Assistenzarzt an der nichtklinischen Abthei- 
lung des Biirgerspitals in Strassburg. 1903. 

— Ueber die Operation verjauchler Myome des Uterus. 
Karl Kohn aur Saarlouis. 1903. 

— Zur Behandlung des Angioma arteriale racemosum, 
besonders des Kopfes. Heinrich Goering approb. Arzt 
aus Devant-les-Ponts b. Metz 1903. 

— Ueber die Peroxyprotsàuren. Rudolf Ehrmann ap- 
prob. Arzt aus Altenstadt (Grossh. Hessen). 1903. 

— Ueber Nasenpolypen im Kindesalter. Franz Butzon 
approb. Arzt. Strassburg i. E. 1903. 

— Uè ber das Chlorom und seine Beziehungen zur Leu- 
kamie. Theodor GumbeL Berlin 1903. 

— Die pathologische Anatomie der Puerperal-Eclampsie 
und Uramie. Robert Weinberger, aus Weiler (U.-E.) 1903. 

— Ueber das Vorkommen pathogener Bakterien im 
gesunden Organismus. Cari Hoepffner approb. Arzt aus 
Markirch (Ober Elsass). 1903. 

— Ueber Pulsionsdivertikel des Oesophagus. Albert 
Meyer approb. Arzt aus Mùnster (0. Els.) 1903. 

— Ueber die Verwendbarkeit des Braun'schen Appara- 
tes zur Chloroform. Athernarkose. Leonhard Weber, 
approb. Arzt aus Elberfeld. 1903. 

— Beitrage zu den Folgeerscheinungen der Uterus- 
myoine und zur Kasuistik der Kolossaltumoren der weibl. 
Genitalien. Isaak Bauér approb. Arzt aus PYankfurt 
a. M. 1903. 

— Beitrag zur Lehre der Gasphlegmone des Menschen. 
Heinrich Heun prakt. Arzt aus Strassburg i. E. 1903. 

— Ueber Dermatitis papillaris capillitii (Kaposi). Xaver 
Kelber prakt. Arzt aus Zabern i- E. Strassburg. 1903. 

— Beitrag zur Anatomie des Zwerchfelles. Dar Centrum 
tendineum. Eduard von der Hellen Arzt in Strassburg 
i. E. 1903. 



Digitized by VjOOQIC 



223 

Dissertazioni DELLA Facoltà di Filosofia. 

— Geffrei Gaimar. Die Komposition seiner Reimchronik 
und seine Verhaitnis zu den Quellen (v. 819-3974). Max 
Gross aus Schlawe in Pommeren. 1902. 

— Untersuchungen zu Lodewijk van Velthem's spiegel 
Historiael. Nicolaas Marais Hoogenhout, M. A. aus 
Wellington (Kaplaud). 1902. 

— Das Targum zu Ezechiel nach einer stidarabischen 
Handschrift herausgegeben mit einer Einleitung im va- 
rianten Versehen. Smuel Silbermann aus Ozorkow 
(Russ. Polen.) 1902. 

— Maimonides' Einleitung in die Misna Arabischer 
Text. Bernard Hamburger cand. phil. Berlin 1902. 

— Das Verzeichnis der Ritter der Artustafelrunde im 
Erec des Hartmann von Aue verglichen mit dem bei 
Crestien de Troyes und bei Heinrich V. D. Turlin. Ernst 
Friedlaender aus Hamburg. 1902. 

— Kónig Salomon in der Tradition. Teil. I. R, Faerher. 
Wien 1902. 

— Ueber den Stand der indischen Philosophie zur zeit 
Mahavlras und Buddhas. F. Otto Scharder aus Ham- 
burg. 1902. 

— Edme Boursault nach seinera Leben und in seinen 
Werken Alfred Hoffmann aus Metz. 1902. 

— Mischpàtìm ein samaritanisch-arabischer Commentar 
zu Ex. 21-22, .15 Ibràkìm Ibii Jakùb. Meier Klumel slus 
Widsi, Russland. 1902. 

— Die Agyptische Pflanzensàtile der Spàtzeit. Augu^t 
Kóster. Paris 1903. 

— Studien tiber die aus dem lateinischen Entlehnten 
zeitworter der englischen Sprache. Vilhelm Schwarz 
aus St. Arnual-Saarbriicken. 1903. 

— John Florio's englische Uebersetzung der Essais Mon- 
taigne's und Lord Bacon*s, Ben Jonson's, und Robert 
Burton's Verhaitnis zu Montaigne. Fritz Dieckow aus 
HambiD'g. 1903. 

— Die Franzosen und ihre Literatur im Urteil der mo- 
ralischen Zeitschriften Steels und Addispns. Cari San- 
der aus Opperhausen. 1903. 



Digitized by VjOOQIC 



224 

— Urteile un Kategorien. Eine kritische Studie zu 
Kantstransszendentaler Logik. Polykarp Hauck. Strass- 
burg i. E. 1903. 

— Quaestiones rhetoricae selectae. Ludovicus Schil- 
ling Alsata Lipsiae. 1903. 

— Das Problem des Wunders im Zusammenhang mit 
dem der Provideriz bei den ludischen religionsphiloso 
phen des Mittelalters von Saadia bis Maimùni. Jakob Kra- 
mer aus Wien. 1903. 

— Laut-und Formenlehre der Mundart des Kantons 
Falkenberg in Lothr. Nikolaus Tarral aus Lubeln in 
Lothr. 1903. 

— Die Erzàhiung oder das Martyrium des Barbaren 
Christophorus und seiner Genossen. lohann Popescu 
aus Malaesti (Riiraànien). 1903. 

— De Paraphrasis homericae apud Tragicos Poetas 
graecos vestigiis. Questiones selectae. Guilelmus Kahlen- 
berg Alsata. Strassburg 1903. 

Stuttgart — Vereins fur vaierlàndische Naturkunde in 
Wurttemberg, — Jahreshefte. 60 Jahrgang. 1904. Bei- 
lage II. 1904. 

Tokio, Japan — imperiai University of Tokio — Journal 
of the College of Science. 1904. Voi. XVIIl. Artide 7, 
8, 9. - Voi. XIX. Artide 3, 4, 14, 15, 16 and 17, 18 and 
19, 20. - Voi. XX. Artide 1, 2, 3, 4. 

— Voi. XIV. 1904. Meiji XXXVII. 

— Committee in Foreign Langìmges, — Pubblications of 
the Carthquake Investigation. 1904. N** 17, 18, 19, (1905)20. 

Toulouse — Faculté des Sciences de V Università de Tou- 
louse. — Annales. Deuxième Sèrie. Tome V. Année 1903. 
4"»* Fascicule. - Tome VI. Année 1904. Fase. 1, 2. 

— Società d" Histoire Naturelle et des Sciences biologi- 
ques et énergétiques de Toulouse. Tome 36. 1903. 
N^ 8-9. - Tome 37. 1904. N^ 1-2, 3-4. 

Toronto — Canadian Institute. — Transactions. 1904. Voi. 
VII. Part. 3. N^ 15. 

— Proceedings. New Series. 1904. Voi. IL Part. 6. N** 12. 



Digitized by VjOOQIC 



225 
Trieste — /. R. Osservatorio Astronomico ' meteorologico 
di Trieste, — Rapporto annuale per l'anno 1901. Vo- 
lume XVIII. 

Upsala — Regiae Societatis Scientiarum Upsaliensis. — 
Nova Acta. Seriei III. Voi. XX. 1904. Fase. IL Ser. IV. 
1905. Voi. I. NM. 

— Observatoire Météorologique de l* Université. — Bul- 
letin mensual. Voi. XXXVI. Année 1904. 

Warsawa — Prace Matematyczno-Fizyczne. — Tome XV. 
1904. 

— Wiadomosci Matematyczne, — Tome VIII. 1904. Zeszyt 
1-2 3, 4.5-6. 

Washington — United States Geological Survey, — Depart- 
ment of the Interior (1903). Water-Supply and Irriga- 
tion Paper. N 80, 81, 82, 83, 84, 85, 86, 88, (1904) 89, 
90, 91, 92, 93, 94, 95. 

— 1903. Professional Paper N** 9, 10, 11, 12, 13, 14, 
16, 17, 18, 19, 20, 21, (1904) 22, 23, 28. 

— Annual Report 1902-1903. 

— Bulletin 1904. N" 208, 218, 219, 220, 221, 222, 223, 
224, 225, 226, 227, 228, 229, 230, 231, 232. 

— Minerai Resources of the United States. Calendar 
. Year 1902. 

— Monograph 1904. XLVI. 

— United States National Museum. — Proceedings. Voi. 
27. 1904. 

— Smithsonian Institution, — Smithsonian Miscellaneous 
Collections. Part of Volume XLIV. 1903. N° 1374. 

— Voi. XLV. Pub. N° 1419. Voi. 1. Quarterly Issue. 
Part 1 and 2. 1903. 

— 20 th Anual Report of the Bureau of American 
Ethnology 1898-99. 

— Anual Report, 1902. Washington City 1904. 

— Smithsonian Miscellaneous Collection. Part of Voi. 
XLIV. N^ 1417. 1904. - Voi. XLV. Pub. N« 1445. Voi. I 
Quarterly Issue. Part. 3 and 4. 1904. - Part of Voi. XLVI 
Part L N" 1441. 1904. - Voi. XLVII. 1904, 



Digitized by VjOOQIC 



226 

— The 1900 Solar Eclipse expedition of the Astro- 
physical Observatory of the Smithsonian Institution. 
N" 1439. 1904. 

— Special BuUetin. Part IL 1904. 

— Contribution to Knowlende. Voi. XXXIII. 1904. 

Washington — - United States Naval Observatory. — Publi- 
cations. Second Series. 1903. Voi. V. 

— Report of the Superintendeht. 1904. 

Washington City, U- S. A. — Volta Bureau. — Circular o 
Information. June 1904. Statistics of Speech Teaching 
for 1904. 

— By William Thornton, M. D. 1904. N** 30. 

— Alexander Malville Bell. 1904. N^ 39. 

Wien — Kai. Akademie der Wissenschaften, — Sitzungs- 
berichte. Mathematisch-naturwissenschaftliche Classe. 
Jahrgang 1902. CXI Band. X Heft. Abteilung I. - CXII 
Band. Jahrgang. 1903. Abteilung. 1. 1 bis III Heft. - I bis 
IV Heft Abteilung Ilb - I bis III Heft. Abteilung Ila - 
IV bis V Heft. Abteilung Ila - V und VI Heft. Abtei- 
lung Ilb. 

— Jahrgang 1903. CXII Band Abtheilung I Heft IV 
bis X. - Abteilung Ila Heft VII bis X. - Abteilung Ilb 
Heft VII bis X. - Abteilung III. Heft I bis X. 

— Denkschriften Mathem. naturwiss. Classe. Band 74. 

— Mittheilungen der Erdbeben-Commission. Neue.Fol- 
ge. N*^ 22, 23, 24. 

— Sitzungsbericthe. Philosó:-histor: Classe. CXLVI 
Band. Jahrgang 1902 1903. - CXLVII Band. JahrgangI903. 

— Denkscriften Philosopisch-historische Classe. Band 
49 und 50. Register. Banden 36 a 40. 

— Mittheilungen. Erdbeben-Kommission. Neue Folge. 
1903. N^ XIV, XV, XVI. XVII, XVIII, XIX, XX, XXI. 

— Archiv fiir òsterreichische Geschichte-Zweiund- 
neunzigster Band. 1903. 93 Band Erste Hàlfte. 

— Fontes rerum austriacarura. Zweite Abteilung. Di- 
plomataria et Acta. LVI Band. 1903. - LVII Band - 
Erste Abteilung. Scripoteres IX Band. Erste Halfte. 

— Almanach 1903. 



Digitized by 



Google 



227 
Berlin — K, K. Gradmessungs -Bur^eau — International 
Erdmessung. Publicationen. Astronomische Arbeiten. XIII 
Band 1903. 

— Verhanlungen der ósterreichischen Gradmessungs- 
Kommission. ProtokoU iiber die am 29 Dezember 1903 
abgehaltene Sitzung. 

— Protokolle 29 Mai 1901 am 29 Dezember 1902. 

— Quatorxième Conférence generale de TAssociation 
Géodésique Internationale réunie a Copenhagen du 4 au 
13 Aoùt 1903. 

Wien — K. K. Geologischen Reichsanstalt — Jahrbuch 
1903, LUI Band. Heft 3, 4. Jahrbuch 1904. LIV Band. 
Heft 1, 2, 3 und 4. 

— Verhandlungen 1904. N" 5, 6, 7, 8, 9, 10 u. 11, 12, 
13, 14, 15, 16, 17 u. 18. 1908. NM, 2. 

— Abhandlungen. Das Becken der Stellerschen See- 
kun. 1904. 

— Abhandlungen. Die Sirenen der mediterranea Ter- 
tiarbildung Osterreichs. 1904. 

— K, K. ZooL'Botan. Gesellschaf't in Wien, — Abhandlun- 
gen. 1904. Band IL Heft 3, 4. - Band III. 1905. Heft. 1. 

— Verhandlungen. Jahrgang 1904. Band LIV. 

— K. und K. Militar-geographischen Institutes. — 1903. 
XX Band. 

— K, K. Central' Ans tal t fur Meteorologie und Erdma- 
gnetismus. Jahrbtichen. Jahrgang 1902. Neue Folge. 
Band XXXIX. 

— Ergebnisse der Meteorologischen Beobachtungen an 
den Landesstationen in Bosnien - Hercegovina. ira 
Jahre 1900. 

— K. K. Naturhistorischen Hofmuseums. — Annalen. 
Band VIIL 1903. N*^ 1, 2-3. - Band IX. 1904. N« 1, 23, 4. 

— Vereins zur Verbreitung naturwissenschaftlicher 
Kenntnisse, — Vierundvierzigster Band. Vereinsjahr 
1903-04. 

Wiesbaden — Nassauischen Vereins fur Naturkunde, Jahr* 
bucher. Jahrgang 57. 1904, 



Digitized by VjOOQIC 



228 

Zagrebu — Jugoslavenska Akademije Znunosti i Uìnjet- 
nosti. — Lietopis za Godinn 1903. 18 Svezak 1904. 

— Rad. Knjiga 156. Razredi Hisioricko-Filologióki i 
Filosofióko. Juridièki. 61. 1904 - Knjiga 157. 62. 1904. 

— Zbornik za Narodni 2ivot i Obiéaje" JuJniu Sia- 
vena. Knjiga IX, Svezak 1. 1904. 

— Rad. Knjiga 158, 159. Mateinaticko-Prirodoslovni 
Razred. 1904. 

— Zbornik za Narodni 2ivot i Obiéaje JuJnih Slavena. 
Knjiga IX. Svezak 2. 1904. 

— Grada za Povijest Knizevnosti Hrvatske. Knjiga 4. 

— Codex Diplomaticus Regni Croatiae, Dalmatiae et 
Slavoniae. Voi. II. Diplomata Saeculi XII Continens. 1904. 

Zagreb — Akademiche Oblastiy Osoblje i Red Predavan- 
Ja u KRs Svenòilzhtu Franje Josipa I u Zagrebu. — 
U Zimskom Poljecu. 1904/1905. i 

— Societas Scientiarum naturalium Croatica, Godina 
XVI. Prva Polovina 1904. 

— Zagrabia — Sumptibus Academiae Scientiarum et A?'- 
tium Slavorum Meridionaliuìn. — Monumenta histo- 
rico-juridica. Voi. IX. 1904. 

— Hrvatskoga Arheolókkoga Drultva (Società at'cheolo- 
gica croata). — Vjesnik-Nove Serije Sveska VII 1903- 
1904. Druga Polovina. Urednik Dr. Josip Brunsmid. 

— Meteorologischen Observatoriums. — Jahrbuch. Jahr 
1902. Jahrg. IL 



Digitized by VjOOQ IC 



229 



3 



e. Giornali Seientifiei italiani e stranieri. 



Baltimore — American Journal af Mathenvatics. Voi. XXV. 

1903. N* 2, 3, 4. 

Battle Creek Michigan — Modem Medicine. — Journal of 
Physiological Therapeutics. Voi. XIII. 1904. N* 3, 4, 5, 
manca,.?, 9, 10, 11, 12. Voi. XIV. 1905. N*» 1, 2. 

Chapel Hill N. C. , U. S. A. — EHsha Mitchell Scienti fic So 
ciety, — Journal. 1904. Voi. XX. N. 2, 4 - Voi. XXI, 
1905. N^ 1. 

Coimbra — Journal de Sciencias Mathematicas e Astro 
nomicas publicado pelo Dr. F. Gomes Teixeira. Voi, XV 

1904. N* 4. 

Firenze — Lo Sperimentale - Archivio di Biologia nor 
male e patologica, — Anno LVIII. 1904. Fase. 3.. 4, 5, 
6. Anno LIX. 1905. Fase. 1, 2. 

Genova — - Bollettino di Bibliografia e Storia delle Scienze 
Matematiche. Anno VII. Luglio, Agosto e Settembre. 
1904. Anno Vili. Gennaio, Febbraio e Marzo. 1905. 

Livorno — Periodico di Matematica per l* Insegnamento 

Secondario, Anno XIX. 1904/Serie III. Voi. I. Fase. 6. 

- Anno XX. 1904. Serie III. Voi. II. Fase. 2, 3, 4. (1905) 5. 

— Supplemento. Anno VII. 1904. Fase. 8 9. - Anno Vili. 

Fase. 1, 2, 3, (1905) 4, 5, 6, 7. 

London — Nature, Voi. 70. (1904). N^ 1806, 1807, 1808. 1809. 
1810, 1811, manea, 1813, 1814, 1815, 1816, 1817, 1818, 1819, 
1820, manea, 1822, 1823, 1824, 1825, 1826, 1827, 1828, 1829. - 
Voi. 71. N*» 1830, 1831, 1832, 1833, 1834, 1835. (1905). 1836, 
1837, 1838, 1839, 1840, 1841, 1842, 1843, 1844, 1845, 1846, 
1847, 1848, 1849, 1850, 1851. - Voi. 72. N^ 1853, 1854, 1855. 

Palermo — Società di Scienze naturali ed Economiche 
di Palermo, Giornale. Voi. XXIV. Anno 1904. 

Kendiconto 1901>1905 17 



Digitized by VjOOQIC 



230 

Paris — École Polytechnique, Journal. II Serie. 9"* Cahier. 

— Journal de Phisique thèorique et appliquèe. Serie IV. 
Tome III. 1904. Juin, Juillet, Aout, Septembre, Octobro, 
Novembre, Décembre - Tome IV. 1905. Janvier, Février, 
(manca Marzo), Aprii. 

— La Feuille des Jeunes Naturaltstes. lY^ Sèrie, S^"" An- 
née 1904. N*» 405, 406, 407, 408. - 35« Année 1904. N** 409, 
410. 1905. N^ 411, 412, 413, 414, 415. 

Philadeiphia — Franklin Institute. Journal. Voi. GLVII. 
1904. N^ 6 - Voi. CLVIII. 1904. NM, 2, 3, 4, 5. 6. - 
Voi. CLIX. 1905. N« 1, 2, 3, 4, 5. 

Roma — Gazzetta Chimica Italiana Anno XXXIV 1904 
Parte I. Fase. V e VI. - Parte II. Fase. I, II, III, IV 
V e VI. — Anno XXXV. 1905. (Parte I). Fase. 1, II, III, 

Torino — Giornale della R. Accademia di Medicina, An 
no LXVII. 1094, N* 4, 5, 6, 7, 8, 9 e IO, 11 e 12. - An 
no LXVIII. 1905. N*» 1-2. 

Venezia — Neptunia. Rivista Italiana di Pesca ed Aqui- 
coltura. Voi XIX. 1903. N° 24. 1904. N'» 9, 10, 11. - 
Voi. XX. 1905, NM, 2, 3, 4. 

Wien — Monatshefte fur Mathematik und Physik. XV 
Jahrgang. 1904. Vierteljahr 3, 4 - XVI Jahrgang. 1905. 
Vierteljahr 1, 2. 



Digitized by VjOOQIC 



231 
D. Pubblicazioni ricevute io omaggio. 

Arcidiacono $• — H terremoto di Niscemi del 13 Luglio 1903. 
Modena. 

— Principali fenomeni eruttivi avvenuti in Sicilia e 
nelle isole adiacenti durante Tanno 190J, Modena, 

Associazione elettrotecnica italiana ^ KrjploL Nuova si^te^ 
ma di riscaldamento mediani-^ T elettricità e sue appli- 
cazioni industriali e domestiche. Conferenza del Signor 
Giuseppe Rostain, 1904. Roma. 

Arezzo — La R. Accademia di Arezzo. A Francesco Pe- 
trarca nel VI centenario dalla sua nascita. 1904, 

Bacchelli Aw. Comm. Giuseppe — Relazione dei Professori 
Guido Tizzoni e Gustavo Gasperinì suir Acquedotto di 
Bologna 1904. 

Baidacci Prof. Antonio — Le esplorazioni botaniche neir Isola 
di Creta nei secoli XVI e XV li. 1904. Roma. 

— Per una Carta Etnografica Balcanica. 1004. Roma. 

— Sulle foreste del Montenegro, dell'Albania e del- 
l' Epiro. 1904. Roma. 

— L'Hinterland de T Adriatique. 1004, Roma. 

— Nel paese del Cem. 1903. Roma, 

Bentivenga Dr. A. — Il vago ed il simpatico nella patoge- 
nesi della pneumonite sperimentalo. 1805. Roma. 

Berlese Dott. Amedeo — Attività delle soluzioni alcoolicbe 
di sublimato corrosivo a titolo elevato in alcune mani- 
festazioni morbose. 1004. Firenze. 

Blakeslee Albert Francis —- Zygospore tbrmation a sexual 
process. 1904. 

Borredon Cap. Giuseppe ** La grande scoperta del secolo XX. 
1904. Napoli. 

Capellini Senatore Giovanni — U prolilema ferroviario del 
Porto di Genova, Relazione, Parte l*. lOOi» Genova. 



ì 



Digitized by VjOOQIC 



232^ 

Ceretti Pietro — Saggio circa la ragione logica di tutte le 
cose. Voi. V. 1905. Torino (omaggio della Signora Fran- 
zosini Ceretti. 

Consiglio Dr. M. — Azione di alcune tossine microbiche ed 
animali nel regno vegetale. 1898. Palermo. / 

— Sulle fibre d'arresto del respiro nel troncò del 
vago. 1891. Torino, Palermo. 

Congresso Internazionale di Scienze Storiche — Voi. XI. Atti 
della Sezione VII. Storia della Filosofia. Storia delle Re- 
ligioni. 1904. 

Da Schio Sig. Almerico — Dell'Aeronave = Italia = 1905. Schio. 

De Casamichele Dr. Giovanni — De Hermocrate Syracuso- 
rum Imperatore eiusque rebus gestis Libri quinque. 

1904. Torino. 

De Cyon Prof. Elie — Les Nerfs du Coeur-Anatomie et Phy- 
siologie. 1905. Paris. 

— Methodik der physiologischen Experimente und 
Vivisectionen. 1876. Giessen. 

— Methodik der physiologischen Experimente und 
Vivisectionen Atlas.. 1876. Giessen. 

— Gesammelte physiologische Arbeiten, 1888. Berlin. 

— Beitrage sur Physiologie der Schilddriise und des 
Herzens. 1898. Bonn. 

Di Pietro Dott. Salvatore — Modo di comportarsi di alcuni 
gas (0,002, N,H) iniettati nell'addome di animali vi- 
venti e morti. 1902. Palermo. 

Enriques Prof. Federigo — Sulle superfìcie algebriche di ge- 
nere geometrico zero. 1905. Palermo. 

— Sulle superficie algebriche che ammettono un grup- 
po continuo di trasformazioni birazionali in sé stesse. 

1905. Palermo. 

Facoltà di Scienze della R. Università di Roma — Opere Ma- 
tematiche di Eugenio Beltrami. Tomo II. 1904. 

Finassi Dr. L. — L'assorbimento e T eliminazione dei far- 
maci durante r anestesia. 1892. Palermo. 



Digitized by VjOOQ IC 



233 

Foschi Dott. Emanuele — Note intorno alla riforma della 
Scuola Italiana. 

— Di nuovo intorno alle riforme della Scuola Italiana, 

FUrbringer Prof. Max — Untersuchungen der Morphologie 
und Systematik der Vogel zugleich ein Beitrag zur A- 
natomie der Sttitz-und Bewegungsorgane. I Specieller 
Theil 1888. Jena. 

— Id. II. Allgemeiner Theil 18SS. Amsterdam. 

— ?ur vergleichenden Anatomie des Brustschulterap* 
parates und der Schultermuskeln, 190(1. Jena, 

— Ueber die Spino^Occipitalen Nerven der Selachier 
und Holocephalen und ihre vergliechende Morphologie. 
1897. Leipzig. 

— Beitrag zur Systematik und Genealogie der Repti- 
lien. 1900. Jena. 

— Morphologische Streìtfragen. 1. Nervus trochlearìs, 
2. Rabrs Metodo und Behandlung der Extremitaten- 
frage. 1902. Leipzig. 

— Beitrag zur Genealogie und Sisteinatik der Vogel. 
1902. Jena. 

— Zur vergleichenden Anatomie des Brust^chulterap- 
parates und der Schultermuskeln. 1902. Jena. 

— Notiz iiber oberflachliche Knorpelelemente im Kie- 
menskelet der Rochen (Extraseptalia), zuglieich nach 
von J. Ed StumpfF gemachten Beobachtungen. 1903. 
Leipzig. 

— Cari Gegenbaur. 1903. Heidelberg. 

— Zur Frage der Abstammungder Saugctiere. Teil L 
1904. Jena. 

— Zur Frage der Abstammung der Siiugctiere, Teil IL 
1904. Jena. 

Gaudry Prof. Albert — Fossiles de Patagonia. Dentition de 
quelques mammifères. 1904. 

Goppeisroeder Prof. Friedrich — Studien iiber die Anwen- 
dung der Capillaranalyse. 1904. Basel. 

Grenander S. — Les varìations annuelles de la temperature 
dans le lacs suèdois. 



Digitized by VjOOQIC 



234 

Guébhard Prof. Adrien ~ Notes sur tes Alpes-Maritiines. 
XII^XVII. 1901. Paris, 

— Sur une expórieace du professeur Tito Martini re- 
produisant expérimentalement certains phénomènes éru- 
ptifs du volqanisme. 1902. Paris. 

— Les Préalpes Maritimes. I Excursions Géologiques. 
1904. Paris. 

— Fouilles et Glanestumulaires aux environs de Saint- 
Vallier-de-Thiey. 1904. Le Mans. 

— Sur un mode nouveau d'in version photographique. 
1904. Paris. 

-— Un mode nouveau d' inversion photographique. 1904. 
Paris. 

— Notes Psychiques. 1905. Paris. 

GUnther Prof. Sigismondo — Frammenti concerneuti la Geo- 
fisica dei pressi di Roma. Omaggio alla memoria di Fi- 
lippo Keller. 1904. Spoleto. 

Hoepii Gomm. Enrico — Opere Matematiche di Francesco 
Brioschi. Tomo III. 1904. Milauo. 

insegnanti dell'Istituto Agrario di Scandicci Indice bi 

biiografico delle Pubblicazioni scientifiche del Conte 
Prof. Napoleone Passerini. Firenze. 1904 

Janet Prof. Charles — Sur le nids de la Vespa crabro, Ordre 
d'apparition des premiers alvéoles. 1894. Paris. 

-- Sur le Muscles des Fourmis, des Guépes et des 
Abeilles. 1895, Paris. 

— Sur la Vespa crabro L., Ponte, Conservation de 
la chaleur dans le nid. 1895. Paris. 

— Anatomie du Gaster de la Myrmica Rubra. 1902. 
Paris. 

— Observations sur les Guéps. 1903. Paris. 

— Observations sur les Fourmis. 1904. Paris. 

— Observations sur les Frélons. Paris, 

Kttlliker Prof. Alberto — Ueber die Entwickelung Nerven- 
fasern. 1904. 

— Erinnerungen aus meinem Leben. 1899. Leipzig. 

Lapponi Prof. Gomm. Giuseppe — in memoria del Prof. Mons. 
Francesco Regnani. 1905. Roma. 



Digitized by VjOOQIC 



235 

Lobest Max, Habets Alfred et Forir Henri — La Geologie e la 
reconnaissance du Terrain Houiller du Nord de la Bel- 
gique. 1904. Liege. 

Marcacci Prof. Arturo — La legge della ineccìtabilità car- 
diaca. 

— Comunicazione preventiva sulla distribuzione delle 
radici motrici nei muscoli degli arti. 1881. Firenze. 

— Influenza del Ramus lingualis trigemini sulla for- 
mazione della linfa nella lingua. 1883. Firenze. 

— Suir innervazione dello stomaco nella rana. 1885. 
Pisa. 

— Azione fisiologica della cinconamina. 1887. 

— Il significato fisiologico dell'intestino cieco. 1888. 
Perugia. 

— La presenza di saccarosio noi semi dei cereali. 1889. 
Pisa. 

— Trasmissione di senso attraverso conduttori di moto. 
1889. Pisa. 

— La formazione e la trasformazione degP idrati di 
carbonio nelle piante e negli animali. 1890. Pisa. 

— Sui prodotti della trasformazione dell'amido. 1890. 
Pisa. 

— Sul meccanismo della morte per ossido di carbonio. 
1892. Palermo. 

— Le opere medico-fisiche di Simone Corleo ed il suo 
sistema di filosofia universale. 1892. Palermo. 

— Il meccanismo della morte nell'avvelenamento per 
ossido di carbonio. 1892. Pisa. 

— Influence du mouvement sur le développment des 
oeufs de poule. 1893. 

— L' ossido de carbone au point de vue pharmacolo- 
gique. 1893. Torino. 

— L'ossido di carbonio dal punto di vista farmacolo- 
gico. 1893. Palermo. 

— L'asfissia negli animali a sangue freddo. 1893. Pisa. 

— Les rapports des organes de la respiration et de 
la natatìon chez les pulmonés aquatiques. 1894. Torino. 

— La formazione e la trasformazione degl' idrati di 
carbonio nelle piante (Rivendicazione). 1894. Piss^. 



Digitized by VjOOQ IC 



236 

— Studio comparativo di alcuni alcaloidi nel!' oscu- 
rità e alla luce. 1895. Pisa. 

— Il concetto di individualità nella determinazione 
delle leggi della vita. Discorso. 1898. Palermo. 

— Sul contegno dell* idrogeno e dell' ossigeno in pre- 
senza dell'acqua. 1902. 

— Modificazioni delle atmosfère di idrogeno e di azoto 
mantenute a lungo sull'acqua. .1903. Palermo. 

IHIarr Bernhard — Die Symbolik der Lunjation. 1905. ^ 

Martinez Solórzano Manuel Direttore del Museo Mìchoacano 
(Mexico) — Relacion de las cerimonias y Ritos y Po- 
blacion y Gobernacion de los Indios de la Provincia de 
Mechuagan. Morelia 1904. 

Mori Alberto — Ricerche sulla respirazione delle piante 
verdi all'oscuro e alla luce sotto l'azione degli aneste- 
tici. 1890. Perugia. 

Neumann Signora Luise — Franz Neumann. 1904. Leipzig. 

Pagano Dr. Giuseppe — Sulle vie associative periferiche del 
nervo ottico. 1896. Palermo. 

— Études sur la fonction du cervelet. 1902. Torino. 

Passerini Prof. Napoleone — Sopra l'olio delle mandorle delle 
olive. 1904. Firenze. 

— Sopra la bronco-polmonite verminosa della lepre. 
1904. Firenze. 

— Sopra la sterilizzazione dei mosti mediante i solfiti 
in rapporto coli' uso dei fermenti selezionati. 1904 Firenze. 

— Sui danni prodotti alle piante dal ghiacciato dei 
giorni 19 e 20 Aprile 1903. Firenze. 

— Sulla produttività del grano a differenti latitudini. 
1904. Firenze. 

— Influenza della irrigazione orli va sulla composizione 
del mosto e sopra la produzione delle viti. 1904 Firenze. 

— Analisi di un campione di guano di pesci di Norvegia. 
1904. Firenze. 

~ Sopra la « rogna » del Nerium Oleander L. 1904. 
Firenze. ' 

— Sopra la ripartizione del manganese nelle diverse 
parti della pianta del Lupinus albus L. 1904. Firenze. 



Digitized by VjOOQIC 



237 
R. Unlversiià di Genova - Atti. voi. XViil. 1904. 

Sacco D.r Federico — ] molluschi dei terreni terziari del 
Piemonte e della Liguria. 1904. Torino. 

Schuyten Dott. M. C. — Over de Omzetting van Zwavel in 
Ijzer. 1904. Antwerpen. 

Società Cattolica Italiana per gli studi scientifici — Anno 1904. 
N" 6, 7, 8, 9. 10, 11 e 12. Anno 1905. N* 1, 3. 

— Rivista fisica, matematica e Scienze naturali. Anno 
5^. 1904. N* 60. Pisa. . 

Spallitta Dr. Francesco e Tomasini S. — Riflessi vaso-motori 
per azione del freddo. 1893. Palermo. 

Spallitta — Influenza del vago e del simpatico sopra 4 mo- 
vimenti della respirazione. 1891. Torino, Palermo. 

— Sopra un metodo di sutura intestinale, 1892. Napoli. 

— Riflessi vaso motori per azione del freddo. 1893. 
Palermo. 

Spallitta e Consiglio M. — L* azione di alcuni farmaci sui 
vasi paralitici. 1897. Palermo. 

Stampini Ettore .— inventario dei Codici superstiti greci e 
latini antichi della Biblioteca Nazionale di Torino. 1904. 

Station Franco-Scandinave de Sondages aériens a Hald 1902- 
1903. — Travaux. Viborg, Danmark. 1904. 

ladini Antonio — Notizie biografiche sul D.r Francesco Ta- 
dini. 1904. Novara. 

Tarulli Luigi — Ricerche comparative sull'azione di alcuni 
veleni delle glandole salivari. 1888. Napoli. 

Todaro Sen. Prof. Francesco — Ricerche fatte nel Labora- 
torio di Anatomia Normale della R. Università di Roma 
ed in altri Laboratori Biologici. Voi. X, 1904. Fase. 2, 
3. Roma. 

Tomasini Salvatore ed Arcoleo Eugenio — Sulla filtrazione 
della cornea. 1891. Torino, Palermo. 

Tomsen Prof. Julius — Termokemiske Resultater. 1905. Ko- 
benhavn. 

Rendiconto 1904-1905 18 



Digitized by VjOOQIC 



p 


t? 


B 

<-''/': 


m- 






^^p^v.' 






K!-" 






W' 






II 






fk:-' 






^K'\ . 






Ep ■ 






^K'-T^'^ ' 






p!;.; 






K-^' ■ 






p:- • 






P' ■ 






P- 







g38 

Torre Conte di Ci^rara Prof. Oav. AobJUe — Il pensiero fi- 
losofico di Giovanni Caroli, modenese. 

Toti Prof. A. — La Dacriocistorinostomia come cura radicale 
conservatrice delle suppurazioni croniche e delle fistole 
del sacco lacrimale. Risultati ottenuti nei primi sette 
operati. 1904. Firenze. 

Un socio delia Dante Aligliieri — Oltre tomba sulle orme di 
Dante. 1904. 

Valle di Pompei — Il Rosario e la Nuova Pompei. Anno XXI. 
1904. Quad. VII, Vili, IX, X, XI, XII. - Anno XXII 1904- 
Quad. MMII, IV-V-VL ' 

— Periodico semestrale a vantaggio dell'opera pei fi- 
gli-dei carcerati. Anno XIV. 1904. N** 2. 

Calendario del Santuario di Pompei 1905. 

Veronese Sen. Prof. Giuseppe — La Laguna dì Venezia. 

Vinassa de Regny Prof. Paolo — Rivista Italiana di Paleon- 
tologia. Anno X. 1904. Fase. 3^ e 4" - Anno XL 1905. 
Fase. 1, 2. Perugia. 

Vitali Prof. Dioscoride — Discorso pronunciato il 25 Settem- 
bre 1904 a Pragatto nella inaugurazione del Monumento 
in onore di Faustino Malaguti 1904. 

Waldeyer Prof. Guglielmo — Bemerkungen iiber Gruben, Ka- 
nale und einige andere Besonderheiten am KOrper des 
Grundbeins (Os basilare). 1904. 

— Remarques sur l'anatomie de Pécaille de Toccipital. 
1904. 

— Wilhelm His. Necrolog. Leipzig. 1904. 



^KìT^g^lP^::?^ 



Digitized by VjOOQIC 



239 



Indice del Volume 



Elenoo degli Aooademioi 

Accademici UfiBciali. .*....•' Pag. iii 

» Benedettini » iv 

» Onorari » rt 

» Corrispondenti nazionali » xii 

» » » per effetto dell' articolo 

XIII del Regolamento » xiii 

» Corrispondenti esteri » ivi 

» defunti nel 1904 » xv 

Iietture soientiflohe 

FoRNAsiNi Dott. Cablo — Illustrazione di specie Orbignyane 

di milioidi istituite nel 1826 (titolo solo) ...... Pag. 3 

ENRIQUES Prof. Frderigo — Sulla proprietà caratteristica 

delle superficie algebriche irregolari * 5 

GiAMiciAN Prof. Giacomo — Intorno alle moderne teorie sui 

legami doppi e le formolo di struttura del pirrolo . . » f3 

Emery Pjof. Carlo ^ Le forme paleartiche di Camponotus 

maculiitu» F. » 27 

Vitali Prof. Dioscoride — Contributo allo studio chimico- 
tossicologico dell' idrazina (sunto) , » 44 

Tizzoni Prof. Guido e Panichi Dott. Luigi — Sulla perma- 
nenza dello pneumococco del Frank e 1 nel sangue de- 
gl' individui guariti di polmonite fibrinosa (titolo) . . » 47 



Digitized by VjOOQIC 



240 

BALnACcr Prof. Antonio — La vegetazione autunnale della 

Yolovica (Montenegro) in rapporto air influenza della bòra. Pag 47 

Capellini Senatore Giovanni — Balene fossili Toscane III* 

Idiocetus Guicciardini (titolo) » 49 

Majocghi Prof. Domenico — Purpura annularis teleangiecto- 

des (titolo). Parte 2* » 51 

Rajna Prof. Michele — Tavole per calcolare il nascere e 
tramontare della Luna a Bologna e per ridurre il na- 
scere e tramontare del Sole e della Luna da Bologna 
a un altro luogo qualunque d' Italia (titolo) » 53 

Idem — SuU'Ecclisse solare del 30 Agosto 1905 .... » ivi 

Valenti Prof. Giulio — Sulla comparsa dei peli in varie 

parti del corpo nell'embrione umano ........ » 57 

Ganevazzi Prof. Silvio — Sulla determinazione dell'asse 
neutro o di rotazione nelle sezioni trasversali di un so- 
lido in muratura, simmetrico rispetto ad un piano as- 
siale e sollecitato da forze agenti sul piano di simme- 
tria (sunto). » 61 

Pincheule Prof. Salvatore - Studio sopra un teorema del 

Poincaré relativo alle equazioni ricorrenti .... » 63 

Tizzoni Prof. Guido e Dott. Bongiovanni — L'azione dei 

raggi del radio sul virus rabido in vitro e nell' animale. » 88 

Emery Prof. Carlo — Revisione delle specie del genere 
Atta appartenenti ai sottogeneri Moellerius e Acromyr- 
mex (sunto) » 91 

CoLucci Prof. Vincenzo — Contributo alla Patologia dell' E- 

pitelioma cancroide (sunto) » 92 

Donati Prof. Luigi — Diagramma generale per trasforma- 
matori a correnti alternative e per motori asincroni po- 
lifasi (sunto) » 100 

Arzelà Prof. Cesare — Sulle funzioni di due variabili a 

variazione limitata » ivi 

Delfino Prof. Federigo — Applicazione di nuovi criteri per 

la classificazione delle piante. Memoria 7* (sunto). . . » 107 

Righi Sen. Prof. Augusto — Sulle cariche elettriche acqui- 
state dai corpi colpiti dai raggi del radio (sunto) . . » 109 

Novi Prof. Ivo — Sulla diagnosi istologica della rabbia 

(sunto) > 110 

MoRiNi Prof. Fausto — Osservazioni sulla vita e sul paras- 
sitismo di alcnne specie di Piptocephalis (sunto) . » 111 



Digitized by VjOOQIC 



241 

RuFFiNi Prof. Ferdinando Paolo — Del moto di un punto 
che obbligato a rimanere in una data superficie debba 
percorrere con una velocità prestabilita una linea data. Pag. 146 

Albertoni Prof. Pietro — Sulla diffusione degli zuccheri 

nell'organismo (sunto) » 156 

Tizzoni Prof. Guido e Dott. A. Dongiovanni — La cura della 

rabbia coi raggi del radio. 2* Comunicazione preventiva. » 157 

Hajna Prof. Michele — Osservazioni meteorologiche fatte 
durante l'anno 1904 nell'Osservatorio della R. Univer- 
sità di Bologna (titolo) » 164 

Brazzola Prof. Floriano — Significato dei batteri termofili, 
di quelli della putrefazione e del gruppo coli, nell'esame 
batteriologico delle acque (sunto) » ivi 

Ghigi Prof. Alessandro — Revisione e specie nuove del 

genere Guttera Wagler (sunto) » 166 

Martinotti Prof. Giovanni — La cultura del bacillo tuber- 
colare sui substrati colorati » ivi 

GuARDucci Prof. Federigo — La Meridiana del Tempio di 

8. Petronio riveduta nel 1904 (titolo) » 171 

SiMONELLi Prof. Vittorio — Intorno alcune singolari pa- 

leoicniti del Flysch appenninico (titolo) .:.... » ivi 

Gavazzi Prof. Alfredo — Sulla variazione di volume pro- 
dotta da alcuni sali, allorché cristallizzano nelle loro so- 
luzioni soprassature » 172 

GiAGOMiNi Prof. Ercole — Contributo alla conoscenza del 
sistema delle capsule surrenali dei Teleostei. Sulla so- 
stanza midollare (organi soprarenali o tessuto cromaf- 
fine) di Amiurus catus L » 183 

Nomine aooademiohe 

Nomina del Prof Silvio Canevazzi ad Accademico Onorario 

nella Sezione di Sciènze Fisiche e Matematiche . . . Pag. 191 

Nomina del Prof. Torquato Taramelli ad Accademico Cor- 

iHspondente nazionale nella Sezione di Scienze Naturali. » 192 

Nomina del Prof. Arturo Marc acci ad Accademico Coi^H- 

spondente nazionale nella Sezione di Medicina e Chirurgia. » ivi 

Nomina del Prof. Enrico Becquerel ad Accademico Corn- 
spondente estero nella Sezione di Scienze Fisiche e Ma- 
tematiche • . . . » ivi 



Digitized by VjOQQIC 



242 

Nomina dei Prof/' William Ramsay e AuGuafPO Wbiwianu 
ad Accademici Corrispondenti esteri nella Sezione di 
Scienze Naturali , . Pag. 192 

Nomina dei Prof." Filippo Giuseppe Pik, Max Fùrbrinoer, 
JuLES Glermont ed Elie De Gyon ad Accademici Corri- 
spondenti esten nella Sezione di Medicina e Chirurgia. » ivi 

Nomina del vice-segretario Prof. Cesare Arzbla a Membro 

delia Commissione dei cambi » ivi 

Onoranze 

Per il Prof. Faustino Malaguti Pag. 2 

Per r Accademico Benedettino Prof. Augusto Righi nomi- 
nato Senatore ; ... » 75 

Per il Prof. Antonio Fais ì • • » i09 

Parteoipaxione di morte 

CocGONi Prof. Girolamo, Accademico BenedettiiM) .... Pag. 1 

ViLLARi Prof. Emilio, Accademico Benedettino » ivi 

Crevatin Prof. Francesco, Accademico Onorario .... » ivi 
NicoLucci Prof. Giustiniano, Accademico Corrispondente na- 
zionale » ivi 

Philippi Prof. Armando Rodolfo, Accademico Corrispon- 
dente estero » ivi 

TPrzEAu Prof. Armando Ippolito, Accademico Corrispondente 

estero » 2 

Tacchini Prof. Ptetro, Accademico Corrispondente Nazio- 
nale » 63 

Delpino Prof. Federico, Accademico Benedettino .... » i09 

Commemoragioni 

Il Prof. Comm. Emilio Villari commemorato dal Prof. 

Sen. Augusto Righi .... Pag. 2 

Il Prof. Comm. Girolamo Cocconi commemorato dal Pro- 
fessor Floriano Brazzola » » 75 

Il Prof. Pietro Tacchini commemorato dal Prof. Michele 

Rajna » 81 

Il Prof. Francesco Crevatin commemorato dal Prof. Er- 

coleGiacomini » 97 

Il Prof. Federico Delpino commemorato dal Prof. Fausto 

Merini » 113 



Digitized by VjOOQIC 



243 
Presentazione dei bilanci 

Presentazione dei bilanci dell' Accademia, dell'eredità Pai- 
cani e del legato Aldini Pag. 108 

Giunta di Amministrazione 

Deliberazione sull'invio del Rendiconto Pag. 45 

Conoorso Aldini 

Programma del Concorso libero al premio Aldini sul Gal- 
vanismo pel biennio 1905-1907 Pag. 193 

Albo Aooademioo 

Registro dei giorni delle Adunanze Scientifiche e dei lettori 

per Tanno Accademico 1905-1906 Pag. 195 

Elenoo delle pnbblioaxioni 
ricevute in oambio o in dono 

A. Pubblicazioni ricevute da Accademie, Società scientifi- 
che ed altri Istituti nazionali, dai Ministeri e da altri 

Uffici del Regno Pag. 196 

B. Pubblicazioni ricevute da Accademie, Società scientifi- 
che. Istituti e Governi esteri » 203 

C Giornali scientifici italiani e stranieri » 229 

D. Pubblicazioni ricevute in omaggio » 231 




Digitized by VjOOQIC 



Digitized by 



Google 



Martinòtti Prof. GiovAi<m — La cultura, àel bacillo tuber* 

mlare sui substrati colorati . . . : . : . . . . .Pag. 166 

GcARDucci EVof. Fbdkrigo —- La Meridiana del Te'mpio di 

S,Potronio rrveduta nel- 4904 (titolo) . . . . . . . » 171 

SiMDNELLi Prof. yiTTORio — Intomo alcune singolari pa- 

leoicniti del Flysch appenninico (titolo) . : » ivi 

Gavazzi Prof. Alfredo — Sulla variazione di volume pro- 
dotta da alcuni sali, allorcbè cristallizzano nelle loro so-; 
luzioni soprassature. . » Mi 

Giacobini ProJ. Ergo|.e — Contributo alla conoscenza, del 
sistema delle capsule, surrenali dei Teleostei Sulla so- 
stanza midollare (organi soprarenali o tessuto cromaf- 
fine) di Amiurus catus L. . . * . . . . . . . » 183 

nomine aòoademlolie 

Nomina del Prof Silvio Gankvazzi a.à Accadeimeo Onorario 
' nella Sezione di Scienze Fisiche e Matematiche . . . Pag. 191 

Komina del Prof: Torquato TAHASELtr ad Accademico Coì"- 

nspòridente nazionale nella Sezione di Scienze Naturali. » 192 

Nomina del Prof. Arturo Mahgacci ad Accademtcd Corn- 

^pofid^n^e nasConafe nella Sezione di Medicina e Chirurgia. » ivi 

Nomina del Prof. Enrico Becquerel ad Accademia Collii- 
spandente estero nella Sezione di Scienza Fisiche e Ma- 
tematiche .,....,.-... » ivi 

Nomina d«i Prof/' Williaìi Ramsay e Augusto Wbismann 
ad Accademici Coirispondotiti esteH nella Sezióne di 
Scienze Naturali. .....;... . » 192 

Nomina dei Prof.'"' Filippo Giuseppe Pik, Max Fììrbringer, 
JuLES GuRMONT cd Élib De Gvon ad Accademici Cot^iH- 
spondenti estcH nella Sezione di Medicina e Chirurgia. » ivi 

Nomina del vice-segretario Prof. Cesare Arzela, a Membro 

della Commissione dei cambi . . . , . . . . . . )> ivi 

Onoranze 

Per il Prof. Antonio Fais ........... . Pag. 109 

Partecipazione di morte 

Dblpino Prof. Federico, Accademico Benedettino ... . Pag. 109 



Digitized by VjOOQ IC 



Oommeiiiorasioiii 

11 Prof. Francesco Cbevatin commemorato dal Prof. Er- 
cole Giacomi ni ,. • .. Pag. 97 

Il Prof. Federico Delpino commemorato dal Prof. Fausto 

Morini » 413 

FreMataxioiM d«i bllanol 

Presentazione dei bilanci dell'Accademia, dell'eredità Pai- 
cani e del legato Aldini Pag. 408 

Oonoorvo AlAini 

Programma del Concorso libero al premio Aldini sul Gal- 
vanismo pel biennio 1905-4907 Pag. 193 

Albo AooaAemioo 

Registro dei giorni delle Adunanze Scientifiche e dei lettori 

per Tanno Accademico 1905-1906 Pag. 195 

Elenco delle pabblioaxioni 
rioevute in oambio o in dono 

A. Pubblicazioni ricevute da Accademie, Società scientifi- 
che ed altri Istituti nazionali, dai Ministeri e da altri 

Uffici del Regno Pag. 196 

B. Pubblicasi ioni ricevute da Accademie, Società scientifi- 
che. Istituti e Governi esteri .......... » 203 

C. Giornali scientifici italiani e stranieri * 229 

D. Pubblicazioni rìccMite in omaggio ........ * 231 

Indice del Volume . » 239 




Digitized by VjOOQIC 



Digitized by 



Google 



Digitized by 



Google