This is a digitai copy of a book that was preserved for generations on library shelves before it was carefully scanned by Google as part of a project
to make the world's books discoverable online.
It has survived long enough for the copyright to expire and the book to enter the public domain. A public domain book is one that was never subject
to copyright or whose legai copyright term has expired. Whether a book is in the public domain may vary country to country. Public domain books
are our gateways to the past, representing a wealth of history, culture and knowledge that's often difficult to discover.
Marks, notations and other marginalia present in the originai volume will appear in this file - a reminder of this book's long journey from the
publisher to a library and finally to you.
Usage guidelines
Google is proud to partner with libraries to digitize public domain materials and make them widely accessible. Public domain books belong to the
public and we are merely their custodians. Nevertheless, this work is expensive, so in order to keep providing this resource, we bave taken steps to
prevent abuse by commercial parties, including placing technical restrictions on automated querying.
We also ask that you:
+ Make non-commercial use of the file s We designed Google Book Search for use by individuals, and we request that you use these files for
personal, non-commercial purposes.
+ Refrain from automated querying Do not send automated queries of any sort to Google's system: If you are conducting research on machine
translation, optical character recognition or other areas where access to a large amount of text is helpful, please contact us. We encourage the
use of public domain materials for these purposes and may be able to help.
+ Maintain attribution The Google "watermark" you see on each file is essential for informing people about this project and helping them find
additional materials through Google Book Search. Please do not remove it.
+ Keep it legai Whatever your use, remember that you are responsible for ensuring that what you are doing is legai. Do not assume that just
because we believe a book is in the public domain for users in the United States, that the work is also in the public domain for users in other
countries. Whether a book is stili in copyright varies from country to country, and we can't offer guidance on whether any specific use of
any specific book is allowed. Please do not assume that a book's appearance in Google Book Search means it can be used in any manner
any where in the world. Copyright infringement liability can be quite severe.
About Google Book Search
Google's mission is to organize the world's Information and to make it universally accessible and useful. Google Book Search helps readers
discover the world's books while helping authors and publishers reach new audiences. You can search through the full text of this book on the web
at |http : //books . google . com/
IRIODICAL SHELVtS
HARVARD UNIVERSITY.
WITHD
"M 1 Clipeo
I^ I B R A R Y
MCZ LIBRARY»
MUSEUM OP COMPARATIVE ZOÒLOGY.
n CABOT SCIENCE LIBRARY
GODFREY LOWELL CABOT SCIENCE LffiRARY
r
Digitized by VjOOQIC
. w./
Digitized by VjOOQIC
Digitized by VjOOQ IC
,Ll' 21 -a06
RENDICONTO
DELLE SESSIONI
DELLA B. ACGADEHIÀ DELLE SCIENZE
DELL' ISTITUTO DI BOLOGNA
Nuova Serie : Voi. II. (1904-1905)
BOLOGNA
TIPOGRAFIA GAMBERINI E PARMEGGIANI
1905
Digitized by VjOOQIC
tNmCB PEL FASC ICOLO
Eleiioo degfU Aieoàai^mioi
Aocademici Ufficiali.. . ^, . . ... . . . . . . . Pag.^ m
* » Benedettina . ^ , fi > v, '. ., :.- : . - .; ./,«.:, tv
» ' X>ùoràn. T '. \ :'l . . . . ' \ / . / ''i^ ^ ix;"
* CJorrispotidenti nazionali. . . , . • • . * . » xn
» :. » ' * » per effètto dell'articola
XIII del Regolamenti . • • • . • • <» » xjii
» Corrispondenti esteri . . . , . ..; . !► . . » ivi
» defunti nel 1904 . . . . . ... ... » xv
Ii0ttare solèntUloliè
FoRNAsiNE Dott; Carlo. *r^- Illustrazione di specie Orbi^iiyane
di niilloidi istituite nel 1826 (titolo solò) . . . . . ..Pag. 3
Enriques Prof. Federigo — Sulla proprietà caratteristica
delle superficie algebriche irregolari . . . .^ • .. . » 5
GiAMiGiAN Prof. GuqoMÒ --.'.Iijiorno alle moderne teorie sui
legami doppi e le forcnèlé di struttura del pirrolo . . » 13
Emery Paof. Carlo — Le fofmé paleartiche di Gampónotus
macuhitus F. . . . ..... ... - . . .' . '. > 27
• Vitali Prof. vDiosGORiDE 7- Gpfcit,r,ibuto allo studio chimico-
tossicologico deiridrazinà (sunto) . . . . . . . . > 44
Oiipraiiie
Per il Prof. Faustino Malaguti., . ... . . . . . . Pag. 2
Paiiieeipasioiie di naorte
CoccoNi'Prof. Girolamo, Accademìoo Benedettino ; • • - Pag. 4
ViLLARi Prof. Emilio, Accademico Benedettino .....> ivi
Grevatin Prof. Francesco, Accaderafco GhoraHOv ^ . . . » ivi
Nicolucgi Prof. Giustiniano, A<»adèmico Corrispondente na- r
zionale . >, . . . .'^,.- . . . ;. . • , . . / . » ivi
Philippi Prof. Armando Rodolfo, Accademico Corrispon-
dente estero ». ivi
FiZEAU ProL Armando Ippolito, Accademico Corrispondente
estero 2^
Conm&emorasioae
Il Prof. Comm. Emilio Villari commemorato dal Prof.
Gomm. Aug,u,sto Righi . ... . . • . . . . Pag. 2
CUunta US. Amministraslone
Deliberazione sull'invio dèi Rendiconto, . . . . . . . Pag. 45
Digitized by VjOOQIC ,
IIII IIIIIIIIIItlMMIIIIIItliniUllltHinilMIIIIIHIIIMHIIHIiitlHIIIIIIItillltttlllllttMItMIHIItllHmHUIIIII ItlI
SESSIONI ORDINARIE
1* Sessione, 27 Novembre 1904
Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente.
Il Presidente apre la seduta rivolgendo un saluto
air intero Corpo Accademico e augurando che V opera
di tutti sia tale da mantenere e accrescere la rinomanza
e il lustro del nostro antico Istituto. Poscia partecipa la
morte dei seguenti Accademici avvenuta durante le va-
canze :
Cocconi Prof. Girolamo, Accademico Benedet-
tino nella Sezione di Scienze Naturali.
Villari Prof. Emilio, Accademico Benedettino
nella Sezione di Scienze Fisiche e Matematiche.
Crevatin Prof. Franoesoo, Accademico Onora-
rio nella Sezione di Scienze Naturali.
Niooluooi Prof. Giustiniano, Accademico Corri-
spondente nazionale nella Sezione di Medicina e Chirurgia.
Philippi Prof. Armando Rodolfo, Accademico
Corrispondente estero nella Sezione di Scienze Naturali.
Rendiconto 1904 f9vt5 2 '
Digitized by VjOOQIC
2
Fizeaù Prof. Armando Ippolito, Accademico
Corrispondente estero nella, Sezione di Scienze Fisiche e
Matematiche.
Il Presidente notifica che Egli stesso intervenne alle
feste che si fecero a Pragatto in onore dell' insigno chi-
mico bolognese Prof. Faustino Malaguti, nelle "quali
l'accademia fu degnamente rappresentata dal Collega
Prof. DioscoRiDE Vitali che fu oratore felice e applau-
ditissimo.
Dopo ciò il Presidente dice che fra le perdite fatte
dair Accademia nel breve periodo delle vacanze, una più
da vicino ha colpito il nostro Istituto ed è quella del
Prof. C oc coni che per 12 anni disimpegnò l'ufficio di
Segretario con tanta intelligenza e assiduità da procac-
ciarsi la piena stima, il rispetto e la gratitudine dell'in-
tero Corpo Accademico. Prega il Prof. Brazzola di ac-
cettare r incarico di commemorare il defunto Collega
entro il corrente Anno Accademico. Uguale preghiera
rivolge al Prof. Giacojìini per la commemorazione del
Prof. C re vati n.
Altra gravissima perdita, aggiunge il Presidente, è
quella del Prof. Kmilio Vi Ilari, per il quale cede la
parola al Prof. Righi.
Il Prof. Righi parlando del Prof. Vi Ilari con molto
affetto e grande rispetto, fa rilevare anzitutto che la
dote più cospicua nel carattere del compianto Collega
fu un religioso amore per la verità e in particolare delle
verità scientifiche; onde Egli pose nelle sue ricerche la
massima accuratezza^ per cui i suoi lavori furono sem-
pre accolti con fiducia e restano. Accenna al valore sin-
Digitized by VjOOQIC
3
gelare di alcune pubblicazioni dell'illustre estinto, rico-
noscendo ed affermando che la scienza italiana ha per-
duto nel Vi 11 ari uno de' suoi fisici più eminenti.
Indi l'Accademico Benedettino Doti Cav. Carlo For-
NASiNi riferisce in breve sopra una sua Memoria che ha
per titolo: Illustrazione di specie Orbignyane di mi-
lioidi istituite nel 1826.
^c^§X^
rs^
Digitized by VjOOQIC
Digitized by VjOOQIC
^5^?T?777?¥"77^^¥Ì¥S^fj¥Ì^'j¥^
2^ Sessiqne, 11 Dicembre 1904
Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente.
L* Accademico Onorario Prof. Federigo Enriques
legge la seguente Nota : Sulla proprietà caratteristica
delle superficie algebriche irregolari.
§ I. — È noto che per una superficie algebrica
si hanno due caratteri invarianti {generi superficiali),
cioè il genere geometrico Pg (Clebsh-Noether)
ed il genere numerico o ariùnetico Pa (Cayley,
Zeuthen, Noether, Enriques). Questi due ca-
ratteri, nel caso, che si considera come generale, delle
superficie regolari, hanno egual valore, ma, se non si
introduce alcuna ipotesi restrittiva, si può vedere sol-
tanto che Pa^Pg] si conoscono effettivi esempi di
superficie {irregolari) per cui Pa<^Pg*
Esempii siffatti sono forniti dalle rigate (Cayley),
dalle superficie con un fasciò irrazionale di curve al-
gebriche (Castelnuovo), e più generalmente dalle
superficie che contengono un sistema continuo di curve
algebriche non appartenente ad un sistema lineare di
curve del medesimo ordine (Enriques).
Questi esempii (che si presentano anche analoga-
mente nello studio delle superficie sotto l' aspetto tra-
scendente) hanno indotto i geometri a porsi la que^
Digitized by VjOOQIC
6
slione inversa, se ad ogni superficie irregolare appar-
tengano sistemi continui di curve non contenuti in
sistemi lineari, onde la presenza di sistemi siffatti
fornisca la proprietà fondamentale caratteristica delle
superficie irregolari. Ma il problema è rimasto fino
ad ora insoluto.
Questo problema appunto sono riuscito a risolvere,
dando alla pr'ecedènte domanda una risposta afferma-
tiva. Enuncio dunque il resultato a cui sono pervenuto :
Se sopra una superficie algebrica si costruiscono,
per ogni valore di n^ le curve d^ ordine n che vi ap-
partengono, queste:
\) si distribuiscono in un numero finito di si-
stemi liìieari completi, se la superficie è regolare
.(Pa = P^).i : .
2) si distribuiscono in un numero finito di sÌt
stemi algebrici continui ge^ieralmente non lineari^ e
danno luogo quhidi ad infiniti sistemi lineari com-
pleti, se la superficie è irregolare.
Questa proprietà caratterizza le superficie irrego-
lari in mx)do esauriente \ infatti essa permette di co-
struirle tutte a partire da serie doppiamente infinite
di gruppi di punti, non contenute in serie lineari,
sopra curve algebriche.
Dal teorema enunciato, discendono conseguenze im-
portanti.
Il sig. F. Severi ha recentemente dimostrato che
« ogni superficie alla quale appartengano degli inte-
grali di differen"2:iali totali di 1* specie (di Picard)
è irregolare » . Si conclude dunque che : la proprietà
di contenere sistemi continui non lineari vale per tutte
le superficie con integrali di Picard di 1^ specie (*).
(*) In una nota inserita negli Amiales de Toulouse 2*, S. Ili,
ero riuscito a dimostrare la cosa soltanto nell* ipotesi che sieno
dati p iategrali con 2p periodi, e quella dimostrazione fu poi
semplificata dal sig. Severi.
Digitized by VjOOQIC
D' altra parte (grazie ad una osservazione ben nota
del sig. Humbert che risale al 1893) la presenza
di un sistema continuo completo non lineare sopra
una superficie, assicura che questa possiede degli in-
tegrali di Picard di 1* specie.
Risulta dunque ; che V anzidetta proprietà è carat-
teristica per le superficie con integrali di Picard
di 1^ specie.
In particolare sé ne deduce indirettamente che
« la condizione per l'esistenza di integrali di Picard
di 1^ specie appartenenti ad una superficie è p^ < p^ » ,
riuscendo così invertito il teorema sopra accennato
del sig. Severi (*). '^
Ritornando al teorema fondamentale che dà la pro-
prietà caratteristica delle superficie irregolari, vediamo
poi come esso ammetta una ulteriore determinazione
nel caso delle superficie di genere Pg'=0 {Pa<iO).
Infatti partendo da un sistema continuo non lineare
della superficie, ed usufruendo di un procedimento del
sig. Castelnuovo (**), si potrà costruire su di essa
un fascio irrazionale di curve.
Tale resultato permetterà in particolare di rispon-
dere esaurientemente all'ultima questione accennata
nella memoria di Castelnuovo e Enriques degli
Annali di Matematica 1901, questione relativa alle
condizioni perchè una superficie possa riferirsi ad una
rigata.
(*) A questa inversione sembra giungere il signor Severi
stesso, invertendo, con opportuni avvedimenti, il suo procedimento
diretto. Egli mi ha comunicato il concetto fondamentale della
dimostrazione, al cui svolgimento pare non debbano opporsi dif-
ficoltà nei particolari.
. Questa dimostrazione offrirà interesse anche perchè porrà
in luce una relazione fra pg — _p« e i numeri degli integrali di
l* e 2' specie.
(**) Cfr. EnriqU'es — Annales de Toulouse 1. e. p. 81.
Digitized by VjOOQ IC
8
ÀI teorema fondamentale di questa Nota si può
aggiungere un complemento significativo, cui si riat-
taccheranno altre conseguenze notevoli. Vi accenniamo
nell'ultima parte del nostro scritto.
§2. — ^ La dimostrazione del nostro teorema fon-
damentale è fondata sul seguentfi concetto :
I sistemi lineari completi di curve, tracciati sopra
una superficie irregolare F (pa <Pg), hanno general-
mente una serie caratteristica incompleta ; pei sistemi
che sopra la superficie si considerano come regolari,
la deficienza sale al massimo valore pg — Pa (Castel-
nuovo). — Pertanto un sistema lineare regolare di
curve C di genere tt, secantisi a due a due in n
punti, ha la dimensione
r=£n — 7T -^1 -^Pa ,
mentre la serie (caratteristica) segata sopra una C
dalle rimanenti, appartiene ad una
completa.
Orbene, basterà dimostrare che il sistema lineare
delle C è sempre contenuto in un sistema continuo
più ampio di dimensione
r = n — ;rH-lH-p^;
perciò, costruito questo sistema continuo, faremo ve-
dere che la serie lineare segata sopra la curva ge-
nerica di esso dalle curve infinitamente vicine {serie
caratteristica nel senso esteso di Severi), è completa.
A questa conclusione perverremo anzi in generale,
senza la restrizione che il sistema lineare |C| sia re-
golare.
§3. — Per raggiungere lo scopo detto innanzi,
Digitized by VjOOQIC
9
rappresentiamo la nostra superficie (d'ordine s) sopra
un piano multiplo {spio) dotato di una certa curva
di diramazione K ; ciò può ottenersi p, es. mediante
una proiezione da un punto esterno. Le immagini delle
curve C saranno curve C^ d' un certo ordine m, (uguale
air ordine delle C corrispondenti), dotate d' un certo
numero d di punti doppi variabili, e toccanti in un
certo numero q di punti la K] supposto (come è le-
cito) che il sistema \C\ non abbia punto base sulla
superficie, neppure le C, passeranno per punti fissi
nel piano.
Ora si può stabilire la seguente osservazione fon-
damentale : tutte le curve d'ordine m, del piano , do-
tate di d punti doppi ed inoltre di q contatti con K,
componenti il piii ampio sistema continuo contenente
quello dèlie C, sono immagini di curve d'ordine m,
tracciate sulla superficie , che compongono il più ampio
sistema continuo di curve del medesimo ordine cui
appartiene | C | .
Questa osservazione si giustifica in un modo molto
semplice, ricorrendo a considerazioni di analysis situs ;
giova tuttavia di mettere in evidenza il fondamento
di esse, che è un po' delicato.
Suppongasi che una curva L^ d' ordine m, del piano
splo^ avente d punti doppi e toccante K in q punti,
anziché essere immagine semplice di una curva dello
stesso ordine m della superficie (ed immagine {s — 1)
pia della curva congiunta a questa nell' involuì^ione i
cui gruppi sono rappresentati dai punti del piano splo)^
sia invece immagine spia di una curva irriducibile Z
della superficie, aùtocongiunta, cioè appartenente alla
involuzione.
In tale ipotesi avviene che la curva L può variare
con continuità sulla superficie, fino a degenerare in
una curva composta di una C e della curva con-
giunta D. Ed è importante notare questo : che la L
Digitized by VjOOQIC
10 .
generica e la €-+-3 hanno lo stesso numero {sd-^q)
di punti doppi, corrispondenti ai d punti doppi della L^
e di Cj , e ai 5^ contatti, rispettivamente di L^ e
di (7,, colla K.
Ma questa conclusione è assurda : non è possibile
cfie una curva L variabile con continuità sopra una
superficie, degeneri senza acquistare nu^vi punti doppi.
Infatti si consideri la superficie di Riemann, im-
magine dei punti complessi di Z ; su questa deve ri-
tenersi impedito il passaggio da una falda air altra
in ciascuno dei punti doppi dati, rotta cioè la connes-
sione attraverso questi punti ; e pur nondimeno, essendo
L irriducibile, la superficie resta commessa. Orbene la
i ( = C -h- D) , degenere senza nuovi punti doppi, sa-
rebbe invece composta di due parti no7i connesse fra
loro ; non si potrebbe passare con un cammino con-
tinuo da C a D attraverso i punti comuni alle due
parti, perchè, secondo V ipotesi di cui vogliamo pro-
vare l'assurdità, quei punti sono limiti di punti doppi
di Z, nei quali è impedito il passaggio da una falda
all'altra. L'assurdo, che volevamo mettere in evidenza,
nasce da ciò che, una superficie di Riemann scon-
nessa non pud risultare come limite di una superficie
connessa.
Pertanto resta stabilita la nostra osservazione fon-
damentale.
§4. — • Per fornire la dimostrazione promessa,
ci rimane ora da valutare, nel piano multiplo, la di-
mensione del massimo sistema continuo di curve C^
d'ordine m, con d punti doppi variabili e q contatti
colla Kj sistema che contiene le immagini delle curve
C appartenenti al sistema lineare considerato sopra la
superficie F. Neil' indicare, brevemente, come ciò possa
ottenersi, ci varremo anche di un* osservazione sem-
plificatrice comunicataci dal sig. Castelnuovo.
Digitized by VjOOQIC
11
Consideriamo anzitutto, nel piano, il sistema di
tutte le curve- (7, d' ordine m con d punti doppi va-
riabili, il cui genere vale
. (^ — l)(m — 2)
La dimensione del sistema è
r =i7T — 1 -h- 3m .
Intersecando una curva C^ colle curve infinitamente
vicine del sistema stesso, si trova che dtie interse-
zioni vengono assorbite in ciascun punto doppio (*) ;
pertanto la serie caratteristica (nel senso di Severi),
segata sopra la C^ dalle predette curve infinitamente
vicine, è una
ì'27t;— 2-i-3m
completa.
Ciò posto consideriamo le. (7^, d'ordine m, che
(oltre ad avere d punti doppi variabili) hanno q con-
tatti colla curva (di diramazione) K\ o, quanto meno,
consideriamo, uno qualunque dei sistemi di C^ (più
ristretti) che così si ottengono, se ve n' è pili d' uno.
Due C^ siflFatte, infinitamente vicine fra loro, hanno
comuni (oltre le 2d intersezioni assorbite dai punti
doppi) i q punti di contatto con K. Dico che : tutte
le C, del nostro sistema ristretto, infinitamente vicine
ad una generica, segano su questa, all' infuori dei q
punti fissi suddetti, una sene completa
che può essere speciale (la quale ci fornisce l' imma-
(*) Cfr. Beck -- Mathem, Annaten Bd. XlV.
Digitized by VjOOQIC
12
gine della serie caratteristica pertinente al più aìnpio
sistema di curve C, della superfìcie, rappresentate
dalle (7,).
Si consideri infatti, nel piano, una qualunque curva
d'ordine m con d punti doppi, infinitamente vicina
alla Cj data, la quale passi per quei g punti di con-
tatto ; si dimostra che essa tocca parimente in q punti
la K^ e quindi appartiene al nostro sistema ristretto
di C.
Infatti la proprietà che occorre dimostrare può
convertirsi in questa (ben nota) : se in uno spazio, ad
un numero qualunque di dimensioni, si ha un iperpiano
a tangente ad una curva in un punto, ogni iperpiano
infinitamente vicino ad a il quale passi per il punto
di contatto, tocca parimente la curva.
Riesce così compiuta la dimostrazione promessa,
essendosi provato pel sistema delle immagini sul piano
multiplo e quindi pel sistema obiettivo sopra la su-
perficie che :
Ogni sistema continuo di curve algebriche di un
dato ordine, sopra una superficie, il quale non sia
contenuto in un altro piii ampio, ha la serie carat-
teristica completa,
E perciò, in particolare, che « ogni sistema lineare
regolare, di genere n e grado n, sopra una superficie
irregolare (di genere Pa , Pg) è contenuto in un si-
stema continuo non lineare di dimensione
n — TT. '{-\-\- Pg ».
§ 5. — Rileviamo il fatto espressivo che « sopra
una superficie qualunque, i sistemi continui di curve
(non ampliabili o completi) hanno sempre la serie ca-
ratteristica completa » ; esso fornisce, come si vede,
una utile estensione ed una più precisa determinazione
Digitized by VjOOQIC
13
del cosìdetto teorema di Riemann-Roch relativo
ai sistemi lineari.
Si avverta che il teorema sopra enunciato si estende
senza difficoltà ai sistemi completi con punti base
assegnati.
* Il Presidente Prof. Comm. Giacomo Ciamician legge
la seguente Nota: Intorno alle moderne teorie sui le-
gami doppi e le formole di struttura del pirrolo.
In occasione di una mia conferenza sullo sviluppa
della chimica del pirrolo negli ultimi 25 anni (1), m'è
avvenuto di riflettere sopra un problema a cui da molto
tempo non aveva più pensato.
É ben noto che il pirrolo è una assai debole base,
•ma che acquista tosto il carattere di un' ammina se-
condaria alifatica quando addiziona una molecola di
idrogeno. Questo brusco passaggio è perfettamente ana-
logo a quello che generalmente si osserva nella ridu-
zione dei composti aromatici, i quali cambiano com-
pletamente il loro contegno chimico per addizione d'una .
sola molecola d' idrogeno e cioè per saturazione di una
solo dei tre legami doppi, che, secondo il concetto keku-
leiano, essi dovrebbero contenere. Per spiegare questa
fatto Baeyer e Armstrong hanno proposto le co-
sidette formole centriche, secondo le quali nei derivati
del benzolo non esisterebbero più i tre doppi legami
di Kekulè^ ma le sei valenze disponibili dei sei atomi
di carbonio si neutralizzerebbero in modo non bene
(1) Tenuta alla società chimica tedesca a Berlino, il 5 no-
vembre 1904. Vedi Berichte der deutschen chem. Gesellschaft.
voi. 37, pag. 4200.
Digitized by VjOOQIC
14
definito neir interno della molecola. B a m b e r g e r cercò
più tardi di applicare le formole centriche . anche ai
composti polinucleari omociclici ed ai corpi eteroci-
clici. Secjondo questo autore nel tiofene, ne] pirrolo e
nel furano, lo zolfo, Y immino e P ossigeno si compor-
terebbero come elementi o gruppi tetravalenti e così
anche in questi anelli esisterebbe il cosidetto equili-
brio esacentrico :
HC rjH
Queste vedute del B a mb erger non incontrarono
però il consenso dei chimici, segnatamente perchè le
formole centriche dovrebbero rappresentare il massimo
grado di resistenza o di saturazione, mentre il pirrolo
ed il furano sono composti che non possiedono la sta-
bilità caratteristica del nucleo bènzolico.
Oltre a ciò, come io allora feci osservare (1),
tali formole sarebbero incompatibili col contegno chi-
mico degli n-ossipirroli i quali, ammettendo l'azoto
pentavalente, dovrebbero avere i caratteri degli idrati
degli ammoni quaternarj organici, mentre si compor-
(I) Vedi G. Ciamician, Berichte 2^, 2122. — Bam-
berger, Annalen der Chemìe 273, 373 e Berichte 20, 1946.
Digitized by VjOOQIC
15
tano come derivati dell' idrossilammina :
{C^H^) ^ N'OH (C//3), ^ N'OH .
n-os8Ìpirrolo idrato di tetrametilammonio
Naturalmente ad una simile obbiezione non si evi-
terebbe con r altra formola proposta pure dal Bam-
b erger: ^„
la quale starebbe inoltre in disaccordo con la costi-
tuzione degli indoli.
Però io in una Memoria (1) pubblicata nel 1893
assieme al Zanetti concludeva con le seguenti pa-
role : « Il carattere peculiare dell' immino pirrolico
€ non è dunque la sua tetravalenza, l'azoto è in esso
< trivalente come sempre, ma le sue due altre valenze,
< che nelle ammine secondarie sono pronte a mani-
ne Testarsi, si trovano in uno stato latente come quelle
€ che formano i due doppi legami fra i quattro atomi
4c di carbonio del radicale " C^if^ ,, ».
Con ciò r immino pirrolico, come pure lo zolfo e
r ossigeno nel tiofene e nel furano, verrebbero ad es-
sere comparati per le loro due valenze latenti ad uno
dei gruppi — CH = CH — dell' anello benzolico :
HC ^ff HC„ ^CH
\ /
HC CH
(1) Gazzetta chimica, 23, II, 420 e Berichte, 26, 1711.
Digitized by VjOOQIC
16
Per le stesse ragioni, questo era dunque il mio con-
cetto d'allora, per cui i tre doppi legami kekulejani
non si manifestano nel benzolo coi loro ordinari carat-
teri, r immino pirrolico non è che difficilmente in grado
di addizionare una molecola d'un acido monobasico
per salificarsi.
In questi ultimi tempi il concetto intorno al si-
gnificato del doppio legame s' è alquanto modificato
e segnatamente nel senso che i legami doppi possono
avere in composti diversi, differenti caratteri. Sopra
tutto è stato Thiele (1) che nel 1899 ha saputo
dare a questo concetto una forma più precisa.
Partendo da alcune osservazioni del Baeyer egli
fece vedere che, in molti casi, due doppi legami accop-
piati, o come égli s' esprime conjugati^ hanno proprietà
diverse da quelle di due singoli legami doppi non
congiunti direttamente insieme. Il sistema
si comporta come un gruppo bivalente, cioè come se
invece di quattro, contenesse due sole valenze dispo-
nibili e queste due valenze si rendono manifeste ai
due atomi terminali della catena. Così ad esempio
l'acido muconico di Baeyer, si idrogena nel seguente
modo :
COOH' CH= CH— CH= CH * COOH — ^
^ COOH 'CH^ — CH=CH—CH^' COOH
e per citare l'esempio più semplice, il butadiene
CH^ z=CH—CH= CH^
addiziona, secondo Thiele, soltanto due atomi di bromo
(1) Annalen der Chemie, 306, 87.
Digitized by VjOOQIC
17
per dare il composto
CH^ ' Br — CH=CH— CH^ • Br .
Per rendersi ragione di questo ordine di fatti,
T h i e 1 e ammette che nel doppio legame non sieiio
ugualmente impegnate le due valenze di ciascuno dei
due atomi di carbonio, ma che invece la seconda va-
lenza si trovi per così dire sdoppiata, in modo che
parte di essa vada a formare il doppio legame, mentre
parte se ne rimane libera :
c—.c .
Egli parla così di valenze parziali^ che sarebbero ap-
punto quelle che in ogni singolo doppio legame restano
disponibili.
Ora quando due doppi legami sono direttamente
accoppiati, accade che le due valenze degli atomi di
carbonio di mezzo si saturano reciprocamente ed al
sistema non rimangono libere che due le valenze par-
ziali estreme.
C—C—C—C —>- C=iC—C^:^C
Per intendere meglio questo modo di rappresentare
i fatti, Thiele ammette che le due valenze parziali
di ogni legame doppio abbiano una diversa polarità,
e che però in quelli accoppiati le due polarità di mezzo
si neutralizzano reciprocamente, in certo qual modo,
come nell'accoppiamento di due elementi magnetici :
C=C C=C—C—C .
Se si concede questo, si comprende subito come nel
sistema di tre doppi legami coniugati, quale secondo
Rendiconto 1901-1903 3
Digitized by VjOOQIC
18
Kekulè dovrebbe essere il benzolo, tutte e sei le
valenze parziali vengano a scomparire, dando al com-
plesso il carattere di composto saturo.
Alle vedute di T h i e 1 e sono state mosse recente-
mente delle obbiezioni, perchè sono stati trovati vari
casi in cui due doppi legami conjugati non hanno il
contegno preveduto dalla sua teoria. Hinrichsen (1)
ha trovato che alcuni composti della formola :
/^'
R — CH—CH—CH=zC^
1 2 3 * R
in cui R, R^ ^ R,, sono radicali negativi diversi,
come ad esempio
C^H^ — CH — CH — CH := C {COOCH^^
18 3 4
oppure
C^H^ — CH=CH—CH=:C:
C,H,
' ^ 3 4 X COOC^H^ ,
addizionano bromo al doppio legame (1,2) invece che
ai due atomi di carbonio estremi :
R — CHBr — CHBr —CH=C:
R.
(1) Annalen der Chemie 336, 168 e 323.
Digitized by VjOOQIC
19
Questi fatti dimostrano senza dubbio che la teoria
delle valenze parziali non va intesa in modo così ge-
nerico come forse Thiele aveva supposto, e Hin-
richsen ha certamente ragione quando osserva che
sull'addizione ai doppi legami di un composto non
saturo deve itifluire il carattere negativo o positivo
dei radicali presenti nella molecola. Può darsi benis-
simo che Taddizione ad una coppia di legami conju-
gati avvenga in modo normale, cioè, secondo la regola
di Thiele, soltanto quando la molecola abbia una
costituzione simmetrica non solo relativamente al nu-
mero, ijia anche al carattere chimico dei radicali uniti
alla catena fondamentale. Questo appunto si verifica
nei citati casi delP acido muconico e del butadiene.
Io credo però che, tenendo conto di ciò, la teoria di
Thiele, malgrado questa restrizione, possa essere in-
vocata per rendersi ragione del contegno dei doppi
legami nel benzolo ed in altri composti aromatici.
Il fatto essenziale, su cui Thiele ha con ragione
richiamato V attenzione dei chimici, non è infine che
questo : nei composti organici vi possono essere due
doppi legami conjugati i quali equivalgono a due
anziché a quattro valenze. Se dunque vi sono com-
posti in cui il complesso
— CH= CH—CH=L CH —
funziona da bivalente, per una compensazione dei due
doppi legami conjugati, non deve recare meraviglia^
se il sistema kekulejano del benzolo
H C C H
// \
irc=cH
Digitized by VjOOQIC
20
si mostra indifferente. E però questa analogia basta
a render conto del carattere aromatico e non v' è
più bisogno di ammettere una nuova specie di legami,
quali dovrebbero essere i cosidetti legami centrici o
diagonali.
Ora si domanda se simili considerazioni siano da
ripetersi a proposito della intima costituzione degli
anelli pentatomici del tiofene, del pirrolo e del furano.
A me pare di si. Il contegno di questi corpi si ac-
costa molto a quello dei composti aromatici, ma in
grado diverso. Il tiofene corrisponde in modo vera-
mente meraviglioso al benzolo ed assai marcata è
l'analogia del pirrolo coi fenoli, il furano invece è.
fra i tre, quello che più si allontana dai corpi aro-
matici e che più ricorda nel suo contegno quello delle
sostanze non sature della serie alifatica.
Si potrebbe quindi ammettere che le valenze par-
ziali del complesso
— CH=z CH—CH= CH —
siano più meno neutralizzate dalle due valenze la-
tenti dello zolfo, dell' azoto e dell' ossigeno nei tre
anelli ora considerati, in modo che lo zolfo eserciti
il massimo e 1' ossigeno il minimo effetto.
Nel pirrolo le cose si presenterebbero nel seguente
modo. Le due valenze parziali del complesso C^H^y
dodate di diversa polarità, verrebbero a saturare par-
zialmente le due valenze latenti dell' azoto iminico
fi C^^^C H
'XlIC^ CHOC
^^ ^-
N
H
Digitized by VjOOQIC
21
e però entrerebbero in concorrenza con quelle dell' idro-
geno e del radicale alogenico degli acidi nella sali-
ficazione. Il pirrolo deve essere però una base assai
più debole di quanto, senza altre considerazioni, lo
farebbe apparire la sua costituzione chimica. Questo
modo di rappresentare i fatti viene, come si vede, a
coincidere col concetto da me espresso nel 1893.
L' indolo corrisponde perfettamente alla naftalina,
rappresentando questa colla formola di Thiele,
H
.Ce
H
H
(I I l)„ (I
H
Ha
H
CH
come il carbazolo air antracene.
Ora quando il pirrolo addiziona una molecola
d' idrogeno avviene un mutamento analogo a quello
che si compie nella parziale riduzione dei derivati
benzolici. Il compenso fra le valenze latenti cessa ed
il pirrolo perde i suoi caratteri aromatici speciali per
diventare una ammina secondaria alifatica. Coi sim-
boli di Thiele questo cambiamento può essere rap-
presentato nel seguente modo :
N,C-
Ii,C^
I \
C H
II.
H C CH-
I \
H^ C.
.CH,
^H^
Siccome nel pirrolo le valenze parziali delle posizioni
Digitized by VjOOQIC
22
a a non sono interamente compensate dalle valenze
latenti dell' immino, così è assai probabile che nel-
r idrogenazione diretta, gli atomi d' idrogeno vadano
a saturarle e però che alla pirrolina ordinaria spetti
la seconda delle due formolo soprascritte.
Ma il pirrolo può perdere il suo carattere aro-
matico anche senza idrogenarsi e soltanto per una
interna isomerizzazione, analoga a quella dei fenoli,
quando diventano chetoni. Come è stato recentemente
dimostrato da Angeli e da Plancher (1), vi sono
parecchi derivati pirrolici, che corrispondono ad uno
dei due seguenti schemi, nei quali, come nelle pirro-
line, il compenso delle valenze latenti dell' azoto non
è più possibile e però questi derivati del pirrolo si
salificano prontamente con gli acidi.
H C C H2. HC CH
// \ (I \
H C yCH H C. CHz
Intorno all' influenza dei doppi legami sul contegno
e carattere dei composti organici sono state fatte,
qualche tempo fa, dal Marckwald (2) importanti
esperienze e considerazioni. Egli a più riprese ha di-
mostrato che il doppio legame etilenico ha carattere
negativo e che in tal senso influisce sui gruppi che ad
esso sono direttamente congiunti. Ad es. nelP indene
il doppio legame dell'anello pentatomico influenza il
gruppo metilenico come se esso fosse unito ad un car-
bonile e però i suoi due idrogeni reagiscono in modo
(1) Vedi il mio citato discorso.
(2) Vedi W. Marckwald, Annalen der Chemie voi. 274,
pag. 331 e voi. 279 pag. 1, ed inoltre Berichte 28, 114 e 1501.
Digitized by VjOOQIC
23
caratteristico coir acido nitroso e colla benzaldeide.
Si ottengono i seguenti composti :
CH
CH^ C : NOH
e C,H/^ ^CH
CH^CH{OH)^C^H^
Per queste ragioni Marckwald ammette che
r immino pirrolico trovandosi interposto fra due doppi
legami, deve necessariamente perdere il suo carattere
basico. Egli compara però il pirrolo alla difenilam-
mina, che appunto è assai debole base. A questo raf-
fronto si potrebbe aggiungere quello dell'etere diidro-
collidindicarbonico di Hantzsch, che non è punto
basico e lo diviene perdendo due atomi di idrogeno,
trasformandosi cioè in composto piridico, e dei due
eteri metilici della y-ossipiridina di Lieben e Hai-
ti nger (1), di cui soltanto quello ossimetilico ha
ha carattere decisamente alcalino.
H CH,
C
CH,
C
CfifiOC' C{\C' COOC^H^
C^HpOC -C/^C- COOC^^
CH,\)CH,
N
CH^'C\/C'CH^
N
H
CO
HC/\CH-
C'OCH,
HC ^^ CH
HcKJcH
N
HC \/ CH
(1) Monatshefte fur Chemie 6, 309 e 321.
Digitized by VjOOQIC
24
L' immino, nell'aggruppamento :
— CH=CH'N'CH=CH—,
H
sarebbe dunque quasi privo della facoltà di combinarsi
con gli acidi per la immediata vicinanza di due doppi
legami.
Ora si domanda se i due modi di considerare i
fatti, cioè quello derivante dalla teoria di Thiele e
quello di Marckwald si trovino in contraddizione
e però si debba scegliere fra l'una o l'altra inter-
pretazione.
Certamente allo stato attuale della nostra scienza
una esauriente risposta definitiva non può essere data ;
fino che il concetto di valenza non ha acquistato un
significato fisico più preciso, questioni come la pre-
sente non possono essere risolute con sicurezza e ri-
mane sempre il campo troppo aperto ai capricci del-
l' arbitrio. A me pare però, senza poter dare in propo-
sito ragioni di valore stringente ed assoluto, che i
fatti posti in rilievo dal Thiele e quelli trovati dal
Marckwald siano nella loro essenza dell' istessa
indole e che le due interpretazioni vengano ad espri-
mere un medesimo concetto.
Che il doppio legame etilenico e quello carbo-
nilico possano avere analogo eflFetto lo si può agevol-
mente comprendere
C—C c = o
in tutti e due i modi, perchè non è difficile imma-
ginare, anche nel senso inteso dal Thiele, che le
valenze insoddisfatte del doppio legame abbiano un
Digitized by VjOOQIC
25
influenza acidificante. Il valore della teoria di T h i e 1 e
sta per me nel fatto che essa dà inoltre ragione della
reciproca influenza che due o più doppi legami diret-
tamente congiunti possono esercitare tra di loro.
^^^^'^
Digitized by VjOOQIC
Digitized by
Google
(g^:ff:,f^:f:if:f:f:if:f:f:ff^^^^:if^::fì^:^:,f:ff:,^:f:f^f^
r Sessione, 18 Dicembre 1904
Presidenza del Prof. G. Ci amici an, Presidente.
L' Accademico Benedettino Prof. Carlo Emery legge
la seguente Nota che ha per titolo : Le forme palear-
tiche di Gamponotus maciilatus F.
La conoscenza di un gruppo di forme viventi fra loro
molto affini presenta talora una storia intricata e diffi-
cile a seguire, attraverso le sue trasformazioni succes-
sive. Finche il materiale, oggetto di studio, è scarsissimo,
le specie sembrano bene definite e facili a discriminare.
Successivamente il materiale cresce, si vengono a cono-
seere nuove forme, delle quali talune intermedie fra
quelle già note; incomincia un periodo di confusione
crescente, finché rinnovati studi, fondati su materiali
estesissimi vengano a ristabilire V ordine, ma un ordine
molto diverso dair ordine apparente dei primi tempi ;
questo era conseguenza dell' ignoranza, mentre V altro è
il risultato di una conoscenza più prefonda delle cose.
Un altro elemento puramente formale viene ancora spesso
ad accrescere la confusione : intendo dire della sinonimia
che diviene intricatissima, a cagione di errori commessi
in precedenza, nella identificazione delle forme di cui il
revisore critico del gruppo è in dovere di ricondurre i
nomi al loro significato primitivo e solo legittimo.
Tutti questi elementi di confusione si trovano accu-
Digitized by VjOOQLC
28
raulati nella storia del gruppo di formiche compreso,
secondo il concetto attualmente corrente, sotto il nome
specifico comune di Camponotus maculatus F. Sotto
questo nome si raccolgono oggi, oltre la forma designata
del Fabricio col nome di Formica maculata, un gran
numero di forme fra loro diflferentissime e abitanti tutti
i continenti. Parte di queste forme erano state primiti-
vamente descritte come specie distinte. Ma col suo lavoro
sulle formiche del Viaggio di Fbdtschenko pubblicato nel
1876, il Mayr, e poco dopo nel 1879 con le sue Etudes
myrmécologiques il Forel mostrarono che ;e forme de-
scritte e conosciute sotto i nomi di Camponotus silva-
ticm Ol., macvlatus F., cognatits F. Sm., aethiops Latr.
e altri ancora non potevano rigorosamente essere sepa-
rate come specie, perchè ricongiunte tra loro da forme
intermedie; queste forme di passaggio il Forel desi-
gnava, talora anche senza descriverle più esattamente,
coi nomi per se stessi significativi (benché non di rado
mendaci) di cognato-maculatus, sUvatico-aethiops e simili.
Piti tardi lo stesso Forel ripigliò lo studio del gruppo
sulla base di materiali più copiosi di svariate prove-
nienze, e ripetutamente ritornò sull'argomento per illu-
strare le formiche raccolte dal von Oertzen in Grecia,
quelle raccolte da lui medesimo nei suoi viaggi in Alge-
ria e in Tunisia e altre ancora. Efifetto di questi studi
ripetuti del Forel fu di definire un numero sempre mag-
giore di tipi subspecifici, ciascuno dei quali connesso a
varietà ; tipi aventi ciascuno un habitat determinato, sia
geograficamente sia nel genere di vita deserticola, arbo-
ricola, notturna o altra.
Pure riconoscendo l' affinità più prossima di talune
sottospecie fra loro, il Forel non si è occupato di racco-
gliere queste forme, divenute numerose, in gruppi com-
plessivi che valessero a stabilire ordine neir insieme.
Questo è precisamente il compito che io mi propongo nel
presente scritto, facendo seguito ?.d un primo tentativo
Digitized by VjOOQIC
29
di divisione di tutto il complesso delle forme del vecchio
continente in due gruppi principali, T uno dei quali com-
prendente le forme che hanno le tibie fornite di aculei al
margine flessorio, V altro quelle che ne sono prive. Que-
sta divisione proposta da me fino dal 1887 mi sembra
avere resistito alla prova del tempo e dell' esperienza ed
essere atta a servire di base ad ulteriori studi.
Ma prima di andare oltre, è d' uopo procedere a
rettificare alcune denominazioni, divenute purtroppo tra-
dizionali per designare forme differenti da quelle per le
quali furono proposte dai loro autori.
Nel 1856 F. Smith assegnava il nome di Formica
cognata ad un Camponotus dell'Africa australe. Mayr,
FoREL e io stesso abbiamo creduto poter applicare il
nome smithiano ad una forma diffusa nella zona medi-
terranea dell'Africa. Per essere certi della esattezza della
determinazione, era d' uopo assicurarsi che la forma me-
diterranea esistesse nell'Africa australe e corrispondesse
precisamente ai tipi descritti dallo Smith, e questo non
era stato fatto finora.
Secondo io Smith, il C. cognatus differisce dal C.
maculatus (forma tipica) per l' addome scuro senza mac-
chie. Ad una forma così colorata e che ho ricevuto da
diverse località dell'Africa australe ben si adatta la
descrizione,- e perciò credetti riconoscere in essa il vero
cognatus ; però m' ingannavo : questa forma, riconoscibile
dalle guance fornite di peli ritti e che perciò chiamo
C. maculatvLS intonsus (1) è differente dal cognatuis. In
(i) C maculatus intonsus n. subsp.
Operaja. Statura del C. maculatus tipico (lungh. massima 12 V?
mm.) ; la testa del soldato è meno larga (3.4 X 3.1 mm ), le estre-
mità più corte (scapo al massimo 2.8, tibia post 3.5 mm.). Nelle
operaie minime, i lati del capo convergono più rettilinei, dagli occhi
al margine occipitale, il quale è più stretto che nel maculatus. La
scultura è più forte e il tegumento più opaco in tutto il corpo. I lati
del capo offrono più distinti i punti sparsi, e questi portano brevi
Digitized by VjOOQIC
m
fatti il ten. colon. C. T. Bingham, che dietro mia pre-
ghiera ebbe la cortesia di esaminare il tipo di Smith
conservato al Museo Britannico^ mi scrive che ha le
ijuance prive di peli e non diflFerisce dal maculatus, fuor-
ché per r assenza delle macchie gialle suir addome. An-
che il C. lacteipennis F. Sm., come risulta dall' esame
dei tipi fatto dallo stesso Bingham, non differisce per
caratteri di struttura dal maculatus tipico. Avevo erro-
neamente creduto riconoscere questa specie in una forma
del C ìndculatus diffusa nell'Africa australe e a Mada-
trascar, caratterizzata per V assenza di aculei al margine
ttessorio delle tibie, per cui la designo oggi col nome di
C, maculatus liocnemis (1).
Il C. cognatus auct. (non F. Smith) non è stato
finora definito con precisione. Sotto questo nome sono
setole ritte. Le tibie sono armate di aculei al margine flessorio. Co-
lore interamente giallo pallido nelle operaie minime; in quelle più
grandi, il gastro è più o meno brtino ; nelle massime, il torace è
forrugineo, il capo più scuro, l'addome bruno' o nero, senza macchie
iì pure con macchie indeterminate di un giallo bruno più scuro che
nel maculatus.
Colonia del Capo e Transwaal.
(i) C tnaculatus liocnemis n. subsp. {C. maculatus lacteipennis
(non F. Sm.). Emery in Ann. Soc. ent. France voi. 44, p. 46, 1895).
Operaia. Più piccolo del C. maculatus tipico e più gracile (lungh.
mass. 10 Vi mm). Capo del soldato meno largo (3.2 X 2.8 mm.) con
gli angoli occipitali più ritondati ; le tibie non hanno aculei e misu-
rano al massimo 3 mm. Scultura più debole, per cui tutto l' insetto
V. più lucido. Colore come nel maculatus, ma il contrasto tra il giallo
e il nero è ancora più forte.
Colonia del Capo e Transwaal.
Var. tnadecaasa n. var.
L' operaia di questa varietà è più grande e snella (Lungh. mas-
sima 13 mm.,) capo 3.5 X 3, tibia posteriore 3 5, del resto simile al
tipo della sottospecie.
Madagascar. È questa la forma che Forel designa neir opera di
Grandidier come G. maculatus i. sp.
Digitized by VjOOQIC
31
state confuse diverse forme aventi in comune il colore
scuro, la statura grande e robusta e le tibie più o meno
prismatiche. Non mi è possibile discutere il valore di
tutte le formiche di diverse provenienze che trovo desi-
gnate col nome di cognatus in diverse note faunistiche
di varie date. Mi limiterò per ora a definire una di
queste forme, abitatrice delle oasi nell'Algeria secondo
le osservazioni di Forel, alla quale darò il nome di:
C. muculatus barbarieus subsp. nov.
La colorazione delle operaie è oscura, il torace più
chiaro nelle piccole, le tibie con carena dorso-mediale e
solco dorsale marcato, numerosi aculei al margine ven-
trale; guance fornite di peli ritti; la pubescenza delle
tibie e scapi brevissima e totalmente aderente. Antenne
e zampe corti. In un esemplare massimo di 12 mm., il
capo (senza le mandibole) misura 3.8 X 3.5 mm., lo
scapo 3.2, la tibia posteriore 3.7 mm.
Esemplari di Gibraltar e di Siviglia sono più gracili,
cgn le zampe più lunghe. In un individuo di 12 mm., lo
scapo misura 3.5, la tibia posteriore 4 mm.
Le misure dello scapo e dei membri hanno molto
valore per distinguere le singole forme del C. macula-
tus. Però i risultati ottenuti sul materiale scarso che ho
a mia disposizione, mi sembrano relativamente costanti e
atte a fornire caratteri rigorosamente definibili.
I peli ritti alle guance si ritrovano nelle sottospecie
pilicornis RoG., samitcs For., aethiops Latr. e oertzeni
Por.. Di questi i tre ultimi sono forme ben note; del
primo passo ora ad occuparmi. Il C. festal Emery deve
essere separato come specie distinta.
ۥ nuiculatus pilicornis Rog.
Roger descrisse nel 1859 una forma di Spagna
che chiamò Formica marginata var. pilicornis e che
disse differire dalla F. marginata per i peluzzi che vi
Digitized by VjOOQIC
32
si osservano sullo scapo delle antenne. Questa descri-
zione è tutt' altro che chiara e ha indotto Forel e me
stesso a riferire alla var. pUicornis una forma orientale
del C. maculatus di cui mi occuperò fra poco. Per eli-
minare ogni dubbio, ho confrontato dei tipi della colle-
zione Roger comunicatimi dal Museo di Berlino, ed ho
potuto convincermi che veri peli ritti sulle antenne non
esistono fuorché alla estremità dello scapo, come in altre
forme ; ma la pubescenza ordinaria è più lunga che nella
var. marginata del C, macidatits aethiops e debolmente
staccata, benché molto meno che nel C. maculatus sa-
mius. Questa forma si trova anche in Portogallo. Essa
differisce dal C. macidatus harbaricus per la forma più
snella e le tibie senza carena dorso-mediale né solco
dorsale. Il capo delle operaie massime è meno largo :
in un individuo di 12 mm., 3.5 X 3.1 mm. ; i membri
relativamente più corti : scapo 3, tibia post. 3.5 mm.
Una forma quasi identica si trova in Sicilia (Pa-
lermo); la pubescenza è più corta, le tibie offrono una
debole carena dorsomediale, ma non hanno solco dorsale.
Riferisco come varietà alla sottospecie pUicornis la
forma descritta da Forel nel 1894 col nome di C, ma-
culatus dichrous var. massiliensis. Essa ne ha tutti i
caratteri e ne differisce soltanto per la colorazione.
C. maculatus sUvatieus Ol.
Questa forma della Francia meridionale differisce
dalle precedenti per l'assenza dei peli alle guance; le
tibie hanno una carena dorsomediale distinta, le zampe
sono molto corte e robuste. In un esemplare di 11 mm.,
il capo misura 3.5 X 3.1, lo scapo 2.8, la tibia post. 3.1.
Vengo ora alla critica delle forme mediterranee de-
scritte col nome di subsp. dichrous For.
La prima descrizione pubblicata dal Forel nel 1879
Digitized by VjOOQIC
33
fu fatta sopra due esemplari della mia collezione, che
conservo ancora e che il Forkl non rivide mai più. Non
è quindi da stupirsi, vista T imperfezione delle cono-
scenze di allora, che, ritrovando dei Camponotus alge-
riani similmente colorati, egli li riferisse alla stessa sot-
tospecie dalla quale sono però differenti. Ne parlerò più
innanzi. I due esemplari tipici sono identici per le pro-
porzioni del corpo alla forma che Forel ha poi chiamata
oasium^ da cui differiscono soltanto per la colorazione.
Le forme oasium e dichì^ous Fou., come la mia var.
fellah e ancora la fórma asiatica descritta ultimamente
dal FoREL col nome di cognato-compressus riii sembrano
potersi riunire come varietà alla Formica carinata Brul.
delle isole Canarie, in una sottospecie che designerò col
nome di :
C. maculatus carinatus Brul.
Questo gruppo comprende le più grandi tra le forme
mediterranee e iraniche della specie. La statura mas-
sima delle operaie raggiunge 13 — 15 mm. ; le antenne e
le zampe sono assolutamente e relativamente più lunghe
che nelle altre forme. Nelle var. xerooes, oaskcm e di-
chroa^ la tibia posteriore raggiunge 5 mm. ; nel cari-
natus 4.8 ; la var. fellah ha i membri più corti e la
tibia post, ha per massima lunghezza 4.3 — 4.5 mm. —
In tutte queste forme le tibie sono fornite di cresta dor-
somediale e di solco dorsale; non vi sono peli sulle
guance, e la faccia inferiore del capo è priva di peli o
ne ha pochi (var. fellah), prescindendo dai lunghi peli
che si trovano in avanti, vicino alla bocca.
Sostituisco il nome di var. xerxes (Forel in liti) (1)
a quello di cognato-compressus, sotto il quale Forel ha
descritto questa forma. Il nome di cognato-compressus
{{) Dopo la presentazione di questa nota, il nome di C. macu-
latus xerxes è slato pubblicato dal Fouel (Ann. soc. ent. Belgique
voi. 48. p. 424, 1904).
Rendiconto 1001-1905
Digitized by VjOOQIC
34
fu proposto dal Forbl nel 1886 per designare un com-
plesso di forme indefinite, da lui ritenute intermedie tra
la razza cognatus e il C. compressus dell' India. Più tardi,
nel descrivere la forma oasiiim (1890), disse essere quella
la formica da lui designata col nome di cognato-com-
pressus^ asserzione che contradice quanto più recente-
mente egli stesso dichiara, descrivendo come cognato-
compressus (1904) la forma scura iranica. Perciò il nome
dì cognato-comp^essus non potrebbe essere legittima-
mente applicato, fuorché alla forma oasium^ o, a parer
mio, più convenientemente abbandonato, sostituendovi
per la forma iranica il nome di xerxes proposto dallo
stesso FOKEL.
La var. fellah con le sue zampe più brevi potrebbe
essere considerata in qualche modo come un primo grado
di passaggio alla sottospecie :
C. niaoiUatus sanctus For.,
forma asiatica recentemente istituita, nella quale la tibia
posteriore, anche in esemplari massimi di 13 mm., non
raggiunge mai 4 mm.
C* maculatus xanthomélas nom. nov.
{C, maculatus dichrous Fon. 1890, non 1879 ».
Il mutamento di nome è giustificato da quanto ho
detto sopra a pag. 33. La forma che designo sotto il
nuovo nome diflferisce da barbariciis e pilicornis per le
guance senza peli ritti, da quest" ultimo e dalle sue va-
rietà per le tibie fornite di carena e solco. Le misure
corrispondono all' incirca a quelle del maculatus barba-
ricus^ però i massimi esemplari visti da me sono più
snelli, con la testa meno grossa di quella del barbaricus.
Ritengo che si debbano separare dalla sottospecie
xanthomélas le forme a tibie non carenate, come mas-
sillensis For., baldaccii Emery e kattensis For., censi-
Digitized by VjOOQIC
35
derate dal Forel come varietà del suo dichrous. Ho rife-
rito la prima come varietà al pillcornis'y la seconda
costituisce una sottospecie propria delP Oriente (Creta
e Asia minore) e ben distinta per la scultura debole che
lascia il capo lucido; in quanto alla terza, essa non ha
aculei allo tibie ed ha le guance pelose ; per questi carat-
teri e per le proporzioni del corpo (esemplari massimi 9
mm., tibia posteriore 2.7) ritengo debba riferirsi al gruppo
del C. mitis F. Sm., come sottospecie distinta (1).
Resta la forma imalaiana considerata dal Forel
come identica al dichroits tipico. Anche questa è molto
più piccola del tipo xanthomelas (massimo 9 mm. tibia
posteriore 2.9). Ha le tibie scanalate e le guance senza
peli. Senza volere formulare un giudizio definitivo, vista la
scarsezza del mio materiale di confronto, mi sembra che
quella forma si avvicini molto al C. mdcufatus basalis
F. Sm. {lobinieri For.) di cui si potrebbe considerare
come varietà di colore..
In conclusione il C. maculatus dichrous For. costi-
tuisce un complesso artificiale di forme aventi in comune
soltanto la colorazione, ma diffferenti per caratteri di
struttura e riferibili perciò a gruppi naturali disparati.
C maculatus samius For.
Il tipo della sottospecie è ben definito e distinto per
la pubescenza lunga e staccata dello scapo, e delle tibie,
combinata con la statura grande e la presenza di aculei
al margine flessorio delle tibie che sono fornite di cresta
e solco dorsale. Il tipo dell' isola di Samo ha il torace e
le zampe rossi. Una forma molto più scura, ma del resto
identica, si trova nel Peloponneso.
Una varietà con scultura più debole, e per conse-
guenza più lucida in tutte le sue parti si trova anch' essa
(l) L'affinità di questa forma col gruppo del G. mitis aveva col-
pito anche Forel, quando la descrisse nel 189?.
Digitized by VjOOQIC
36
in Grecia. Ad essa si riferiscono gli esemplari raccolti
da Alessandro Spagnolini neir isola dei Principi nel
Mare di Marraara e attribuiti a torto, come dissi sopra
al pUicornis Rog. Colore rosso bruno con capo e gastro
neri. Designerò questa varietà col nome di var. spagno-
lina in memoria del compianto collettore.
Tanto nel tipo quanto nella varietà, le guance sono
fornite di peli ritti ; lo scapo non ha vere setole ritte.
Ho descritto nel 1901 una var. ionia proveniente da
Cefalonia. Alle differenze di colore noverate nella mia
descrizione, bisogna aggiungere che le guance non hanno
peli ritti e che qualche setola isolata si vede sullo scapo.
Non conoscevo ailora altri che esemplari mezzani ; un
esemplare massimo proveniente dell'isola di Karpathos
presso Creta mi viene comunicato dal Museo di Berhno
come tipo della forma determinata da Forel e noverata
tra le specie raccolte dal v. Oertzen (ma non descritta)
col nome significativo, per quanto improprio, di cognato-
pilicornis. Questa varietà meriterebbe forse di essere
separata come sottospecie a se.
C. maculatus aethiaps Latr.
Questa è tra le forme più sicure e ben definite.
Mentre tutte quelle considerate nelle pagine precedenti
sono tra le maggiori della specie, questa apre la serie
delle minori, con statura non superiore ai 9.5 mm. e
tibia posteriore non raggiungente mai la lunghezza di
3 mm. Le guance di questa sottospecie e dell' affine
oertzeni For. sono fornite di peli ritti più o meno nu-
merosi, e questo carattere è costante anche nelle varietà
a zampe rosse che corrispondono alla Foì^mica margi-
nata del Latréille. Questa non può a nessun titolo
essere considerata come intermedia tra silvaticus e
aethiops {silvatico-aethiops nel senso di Forel) : un in-
termedio che meriti questo nome composto non esiste.
Digitized by VjOOQIC
37
Alla varietà a zampe rosse dell' Europa media deve
essere restituito il nome di marginata Latr. che ha
portato legittimamente per tanto tempo, essendo fuori
dubbio che ad essa corrisponde V operaia della descri-
zione di Latreille. e la specie designata dagli autori
recenti col nome di C. marginattis ripiglierà il nome di
C, fallaoc Nyl (= marginatiis Latr. ^ , non ^ ). Anche
qu«^sto è uno spiacevole ma necessario mutamento della
nomenclatura.
Le forane paleartiche con tibie prive di aculei al
margine flessorio sono ben distinte l' una dall' altra e
non possono dare luogo a discussione. Alle sottospecie
hesperius Emery, atlantis FoR., pallens Nyl., alti For.,
turkestanicus Emery e fedtschenkoi Mayr, converrà
aggiungere jalensis For., staccandolo come sottospecie
da oertzeni che ha le tibie armate di aculei.
Se consideriamo la condizione aculeata delle tibie
come primitiva, potremo pensare che le forme a tibie
inermi siano derivate polifileticamente dalla serie acu-
leata. Così jaleìisis sembra connettersi col gruppo aethiops-
oertzeìii. L' origine delle altre forme mediterranee è tut-
tavia oscura. C, fedtschenkoi si connette al numeroso
gruppo indo-australiano del C. maculatus mitis F. Sm. ^1).
C. m€iciUatu8 mactUatus F.
Mi rivolgo in Ultimo alla forma tipo dèlia specie
che, diffusa in gran parte dell' Africa, apparisce quasi
come un' intrusa nella regione mediterranea, seguendo le
sponde del mar Rosso e la valle del Nilo. Essa non ha
affinità strette con nessuna forma mediterranea, mentre
in Africa ha connessioni molteplici e- in parte tuttora
mal conosciute.
(l) Quasi tutte le forme indiane si riferiscono a questo gruppo.
Digitized by VjOOQIC
38
Dal C. maculatus ritengo che si parta un numeroso
gruppo di forme a tibie non aculeate, gruppo che inco-
mincia nell'Africa australe col C. maculatm lioaiemis
descritto sopra e si continua in Madagascar con un labi-
rinto di forme difficili a discriminare {hova, radamae,
boivini etc), studiate e descritte dal Forel. Ne mancano
altre forme affini nel continente africano, come guttatus
Emery di Kamerun e pictiventris Mayr del Capo di
Buona Speranza.
Ne il sistema delle forme più o meno affini al tipico
macidatus si limita a questo gruppo relativamente omo-
geneo. L'Africa possiede un gran numero di forme dal-
l' addome macchiato, in parte descritte, in parte noj
delle quali rinunzio a fare la critica, mancando per
questo un materiale sufficiente. Parte di queste forme
sembra costituire una serie intermedia fra il tipico macu-
latus e il gigantesco liengmei For. Attualmente la cono-
scenza sistematica di questo e di altri gruppi africani
appartenenti al complesso maculatus si trova in quel
periodo caotico in cui vent' anni addietro si trovava
quella delle forme mediterranee.
Una critica accurata di queste ultime, quale ho
tentato di fare nelle pagine precedenti, fa riconoscere
che più ci si addentra nella conoscenza delle singole
forme, e meglio esse appariscono definite morfologica-
mente e geograficamente. Le forme intermedie che, ad
un esame superficiale, sembravano ricongiungerle fra
loro si rivelano almeno in parte, quando siano meglio
conosciute, quali forme determinate e proprie. Così le
forme mediterranee credute intermedie, il cui nome nella
nomenclatura composta primitiva del Fqrel conteneva
r elemento « maculatus » sono scomparse, per far luogo
ai nomi di sanctus e ooaìithomelas {dichrous For. part.) ;
il silvaticO'Cognatus viene eliminato come non esistente,
la forma sedicente tale essendo, a mio avviso, una va-
Digitized by VjOOQIC
39
rietà minore del barbaricus {cognatics auct); il cognato-
pilicorni< orientale si riannoda al samius; il silvatico-
aethiops si stacca totalmente dal silvatlcits e deve essere
considerato come varietà dell' aethiops.
Affermando questo, non intendo negare che ci siano
vere forme intermedie a gradazioni insensibili, come p.
es. quelle noverate dal Forbl tra xerxes e compressus
e tra oertzeni e aethiops. Però que>te non si troveranno
dovunque e tra qualsiasi coppia o grup^ìo di forme, ma
soltanto tra quelle geograficamente limitrofe e filogene-
ticamente afiSni. Questo concetto teorico, che risulta dalla
sintesi consecutiva all' analisi critica delle singole forme,
si accorda coi principii della dottrina dell' evoluzione ;
non dubito che esso reggerà alla prova della esperienza.
Alla luce di questo concetto teorico, il caos si trasforma
in un complesso intricatissimo, ma coordinato dalle affi-
nità morfologiche e corologiche. E queste, presentano
fra loro strette relazioni, come mostrano le due piccole
carte annesse a questo scritto ; esse sono tanto eloquenti
nella loro forma grafica, da non abbisognare di ulteriore
commento.
Digitized by VjOOQIC
40
Carle della distribuzione geografica di alcune sotto-
specie del Camponotiis maculatus.
'
Fig. 1. 0. maculatus pilicoimis : tratteggio inclinato a destra.
C maculatus barbanis ; tratteggio inclinato a sinistra.
C. maculatus maculatus; tratteggio orizzontale.
C. maculatus sanctus; tratteggio verticale.
C. maculatus samius : nero.
Fig. 2. C. maculatus caHnatus var. oasium e fellah: tratteggio verticale.
0. maculatus caiimatus var. xerxes: tratteggio obliquo.
G. maculatus haldaccii ; nero.
Digitized by LjOOQIC
41
Però le connessioni flletiche delle singole forme ri-
mangono finora-oscure, e qualsiasi aggruppamento* delle
stesse si voglia fare sulla base delle loro rassomiglianze
sarà sempre in gran parte arbitrario. Quello che sono
per. proporre, ponendo i confini dei gruppi laddove mi
sembra che esistano le più grandi differenze, non è dun-
que altro che V espressione del mio sentimento per-
sonale.
a) Un primo gruppo comprende nella fauna palear-
tica il solo e. maculatus tipico, che si connette in Africa
e Madagascar con la forma liocnemis e altre affini dalle
tibie prive di aculei.
b) Un secondo gruppo sarebbe costituito dal C.
maculattcs samiics con le sue varietà.
e) Il terzo gruppo abbraccia le sottospecie cari-
7iatus, saìicttts, erigens, xanttionielas , barbaricus, pili-
cornis, silvaticm, bcUdaccii e turhestanics, con le loro
varietà.
d) Le sottospecie aethiops e oertzeni formano un
gruppo a se, al quale si connette ancora jalensis che
non ha aculei alle tibie.
Questa partizione riguarda principalmente le forme
con tibie aculeate. Quelle con tibie inermi mi sembrano
separate le une dalle altre per differenze rilevanti, per
cui ciascuna costituisce quasi un gruppo a se, almeno se
si considerano soltanto le forme paleartiche.
Ma la sottospecie fedtschenkoi, come ho detto sopra,
rappresenta V estrema propaggine verso N. 0. del nume-
roso gruppo indo-australiano delle forme affini al C. ma-
culatus mitis.
Le forme finora descritte del (7. macidatvs^ e certa-
mente ancora una parte di quelle da scoprirsi, sono di-
stinte fra loro, almeno neir aspetto esterno, per un pic-
colo numero di caratteri, associati in combinazioni calei-.
doscopiche.
Digitized by VjOOQIC
42
Si possono distinguere :
5 tipi di colorazione che definirò dal nome di forme
in cui si riscontrano: tipo, maculatus, tipo xantho-
melos tipo barbaricus, tipo compressm, tipo pallens,
3 tinte delle parti chiare : giallo , rosso ferruginoso,
bruno.
2 tipi di pubescenza delle tibie e scapi : cortissima e
aderente, o lunga e più o meno staccata.
3 tipi di struttura delle tibie: senza carena dorsola-
terale, con carena dorsolaterale, con carena e
solco dorsale.
2 condizioni del margine flessorio delle tibie ; con aculei
e senza aculei.
2 condizioni delle guance : con e senza peli ritti.
Il calcolo delle combinazioni varie tra questi soli
caratteri conduce alla cifra assai rilevante di 240 casi ;
e questa cifra va moltiplicata se si tien conto della sta-
tura normale (massima e minima), della lunghezza rela-
tiva dei membri, déìla forma del capo nelle operaie mas-
sime e nelle minime e di altre condizioni particolari,
scultura del tegumento in varie regioni, pubescenza del
tronco ecc.
Siffatti elementi strutturali e pigmentali o caratteri
elementari che si vogliano dire devono considerarsi co-
me espressione visibile di proprietà elementari o unità
primitive dell' idioplasma (determinanti del Weismann,
pangeni del db Vries) dalla cui esistenza o assenza,
attività latenza dipendono le proprietà degli organismi
formati.
Le stesse considerazioni si possono fare relativa-
mente ad altri gruppi di forme del genere Camponotus
che presentano, come quello studiato in queste pagine,
una serie di combinazioni caleidoscopiche di caratteri
elementari. Esse conducono a fare applicare a quei
gruppi il concetto teorico delle mutazioni nel senso deter-
minato dal DE Vries e a rendere probabile che le forme
Digitized by VjOOQIC
43
attualmente fissate siano sorte in periodi successivi di
mutabilità di una forma stipite.
Ma lo studio delle collezioni non rivela che i carat-
teri morfologici o apparenti, i quali non sempre corri-
spondono a quelli da cui dipende la sorte delle forme
s{)ecifiche e subspecifiche nella lotta per V esistenza.
Questo valore spetta soltanto a quei caratteri che sono in
relazione con le condizioni speciali di esistenza, e che deter-
minano r adattamento all' ambiente ; in altri termini a
quelli che sono espressione necessaria diretta o indiretta
di sviluppo funzionale dell' organismo o di determinate
parti di esso; altri caratteri invece sono effetto di fun-
zioni espressione di modificazioni indifferenti dell' orga-
nismo. Discriminare il vero significato dei caratteri mor-
fologici e il loro valore etologico eccede il potere di
chi studia soltanto materiale morto. La conoscenza delle
specie, sottospecie e varietà non sarà esauriente se non
completata e corroborata dalla ricerca etologica. E que-
sta, a sua volta, richiede per essere fruttifera una previa
analisi morfologica, senza la quale lo studio etologico
delle questioni relative alla variazione e alla filogenia
non è possibile.
BIBLIOGRAFIA
Emery, C. 1887. Catalogo delle formiche esistenti nelle colle-
zioni del Museo Civico di Genova. Parte terz^. Formiche
della regione indo-malese e dell'Australia, in : Ann. Mas.
Genova (2) voi. 4.
— 1894. Alcune formiche dell'isola di Creta, in: Bull. Soc. ent.
Ital., V. 26. Resoc. (C. haldaccii),
FoREL, A. 1879. Etudes myrmécologiques en 1879, in: Bull, Soc.
vaudoise se. n. (2) voi. 16.
— 1887. Etudes myrmécologiques en 1886, in: Ann. Soc ent.
Belgique v. 30
Digitized by VjOOQIC
44
FoREL, A. 1886. Nouvelles fourrais de Grece récoltées par M. E.
von Oertzen. in : C. R. Soc. ent. Belgique.
-^ 1888. Ameisen aus den Sporaden, Cykladen und Griechen-
land, gesammelt 1887 von Herrn v. Oertzen. in : Berlin,
ent. Zeit. v. 32.
— 1890. Fourmis de Tunisie et de l'Algerie orientale, in : C. R.
Soc. ent. Belgique.
— 1892. Les formicides de l'Empire des Indes et de Ceylan.
Pan. 1 in: Journ. Bombay nat. hist. Soc. voi. 7.
— 1894. Les formicides de la province d' Oran. in : Bull. Soc.
vaudoise se. nat. v 30.
— 1904. Note sur les fourmis du Musée zoologique de TAca-
démie imperiale des Sciences de St. Pétersbourg. in :
Annuaire Mus. zool. Acad. St Pétei-sb., v. 8.
Latreille, P. a. 1798. Essai sur l' histoire des fourmis de la
France. Brive, Pan 6.
Mayr G. 1876. Viaggio di A. Fedtschenko nel Turkestan, For-
miche, (in russo). Ripubblicato nel 1880, col titolo: Die
Ameisen Turkestans gesammelt von A Fedtschenko, in
Tijdschr. \. entom., v. 23.
Roger J. 1859. Beitrage zur Kenntniss der Ameisenfauna der
Mittelmeerlànder. Ei-stes Stùck in : Berlin, ent. Zeit. v. 3.
Smith, Fr. 185S, Catalogne of Hymenopterous Insects in the
CoUection of the British Museum. Part. VI. Formicidae.
L'Accademico Benedettino Prof. Dioscoride Vitali
riferisce brevemente sopra una sua- Memoria intitolata :
Contributo allo stadio chimico-tossicologico dell' idra-
Zina.
L' idrazina ha , come T idrossilamina , forte potere
riduttore; siccome questa, come venne dimostrato dal
Raimondi e dal Bertoni, nella economia animale
ossidandosi dà origine ad acido nitroso, veleno ematico,
che riduce T ossiemoglobina, pensò che in modo consimile
potesse comportarsi T idrazina.
Digitized by VjOOQIC
45
A questo scopo l'Autore, valendosi deir opera cortese
del collega Prof. Novi, fece somministrare del solfato
di idrazina ad un cane.
Indi ricercò nel sangue, e nei visceri dell'animale
l'acido nitroso, ma con risultato affatto negativo. Inoltre
il colore del sangue di questo animale, come pure la
forma dei suoi globuli, erano normali, e allo spettro-
scopio, presentava le righe d'assorbimento dell' ossiemo-
globina, e non quello dell' ossiemoglobina ridotta. Nella
supposizione che l' idrazina tutta, o in parte si fosse
mantenuta inalterata, l'Autore studiò innanzi tutto alcune
reazioni sensibili alle quali riconoscerla ; poi, fatta som-
ministrare ad un altro cane del solfato di idrazina, ne
fece ricerca nel sangue, e nei visceri del medesimo pra-
ticando un metodo, che gli aveva dato buon risultato,
applicandolo alla ricerca del solfato di idrazina, che
aveva aggiunto a della carne, ma con risultato negativo.
Quindi è che dalle esperienze eseguite dall' Autore
risulti che l' idrazina nella economia animale si ossida
trasformandosi totalmente in azoto ed in acqua ; ragione
per cui una volta avvenuto l'assorbimento di essa, non
è più possibile il riconoscerla nei casi di veneficio. Si
potrà solo riconoscerla nei materiali di vomito, o nel
contenuto gastrico, se l'assorbimento non fosse comple-
tamente avvenuto.
La Giunta di Amministrazione in Adunanza del 10
Dicembre 1904 ha deliberato di inviare d'ora innanzi il
Rendiconto a tutti gli Istituti, Società e Giornali che
ricevono in cambio qualche atto della pubblicazione del-
l' Accademia, a fine di divulgare le note o memorie che
vengono inserite soltanto nei Reìidiconto.
^^SgVS^'^
Digitized by VjOOQIC
Digitized by
Google
■i^ii^— ^—i — ^M^WMi»^— ^^^— ^— ^^B^^^M^y^— ^— ^— — — J^^»^^^M^^^iW^«W^^^
PoHUeazioni mandate in omaggio alFAeeadeniìa
Hm£3H:«-
•Hoépii Comra. Enrioo — Opere Matematiche <fi Francesco
Brioschi. Torno III. .
Facoltà di Scienze della IL UmversTti di Róma — Opere Ma-
tematiche di Eugenio Beltrami. Torno IL
BaochetK Avv. Comm! Giuseppe — Relazione dei Professori
Guido Tizzoni e Gustavo Gasperini su ir Acquedotto di
Bologna.. .
Jodaro Prof. Sen. Francesco — Ricerche fatte nel Labora-
torio di Ai>atomia Normale della R. Università di Roma
ed in akri Laboratori Biologici* Voi. X. Fase. 2,
Neuhianii Signora Luise — Franz Neumann.
Kollilcér Prof. Alberto — TJebèr die Éntwickelnng Nèrven-
fasern. »
Idem — Erinnerungen aus raeinem Lebèn.
Baldacci Prof. Antonio — Per" una Cart^ Etnograjfìca Bal-
canica.
Idem — Le esplorazioni botaniche neir Isola di Creta nei
• secoli XVIeXViL ^ -
Vinassa De Regny Prof. Paolo •*- Rivista italiana di Paleon-
tologia. Anno X. Fase. 3' e 4° 1904. '
Passerini Prof. Napoleone — Sopra rollo delle mandorle delle
olive.
Idem -^ Sopra la bronco-polmonite verminosa della lepre.
idem — Sopra la sterilizzazione dei mosti mediante i solfiti
in rapporto coir uso dei fermenti selezionati.
Idem — Sopra la ripartizione del manganese nelle diverse
parti della pianta del Lupinus Albus L.
Idem — Sopra la « rogna » del nerium Oleander L.
Digitized by VjOOQIC
PalfSerini Prof, tfo^Jeom 4^ Anjalisì di un campione di guano
di pesci dì Norvegia,
Idem «-Influenza della irrigazione estiva sulla composizione
del mosto e sopra la produzione delle viti.
Idem — Sulla produttività del grano a differenti latitudini.
Idem — Sui danni prodotti alle piante del ghiacciato dei
giorni 19 e 20 Aprile 1903.
Teli Prof. A, rr- La Daprìocinostomia come cura radicale
conservatrice delle suppurazioni croniche e delle fistole
' del sacco lacrimale. Risultati ottenuti nei primi sette
operati.
Lobest Max, Habels Alfred et Forir Henri — La Geologie e la
reconnaissance du Terrain Houiller du Nord de la Bel-
gique.
Bitekesl$e Albert Francis — ?ygos^re formation a sexual,
process.
6erte$9 Dott. Amedea —.-attività delle soluzioni alcboliche
di sublimato corrosivo a titolo elevato in alcune mani-
festazioni morbose.
Veronese Sen. Prof. Giuseppe — La Laguna di Venezia,
FoscW Dott Emanuele — Note intorno alla riforma della
Scuola Italiana.
Idem — Di nuovo intorno alle riforme d^lla Scuola Italia^na.
Torre Conte di Caprara Prof. Cav. Achille — il pensiero ft--
losoflco di Giovanni Caroli, modenese. ^
Stampini Ettore — inventario, dei Codici superstiti gre^i o
latini antichi della Biblioteca Nazionale di Torino.
R, Accademia Petrarca di Arezzo ■^. A Francesco Petrarca
nel VI centenario della sua nascita.
Società Cattolica italiana porgli studi scìeittifìoi — Anno 1904.
N" 6, 7, 8, 9. Pisa.
Uasamìchelé Prof. Giovanni -^ De Hermocrate Syraéusorum
Imperatore eiusque rebus gestis. Libri quinque,
Martinez Solérzano Manuel Direttore del Museo Michoacarip.
— Relacion de las cerimonias y Ri^*? Y Poblacion y
Gobèrnacion de Ics Indios de la Provincia de Meclxua-
can. Morella 1904.
Un socio della Danle Alighieri — Oltre tomba sulle orihc^ di
Dante.
(ContinuaX
Digitized by VjOOQIC
<^ur
\^\^-
b'
- e. ^J'-r
DELLE SESSIONI
DELLA B. &GCADEMIÀ DELLE SCIENZE
DELL' ISTITUTO DI BOLOGNA
NttOvaM: Voi. 11.(1904-1905)
Fascicolo 2° — Gennaio -Febbraio 1905
^"^ BOLOGNA
TIF(V;HAFIA GAMHKRINI E PAKMF.GGIANJ
1905
Digitized by VjOOQIC
INDICE DEL FASCICOLO
Xi«ttiire iói«]itifleh0
Tizzoni Prof, Guedo e Panighi Dott. Luigi — Sulla perma-
nenza dello pneumococco del Frankel nel sangue de-
gr individui guariti di polmonite fibrinosa (titolo} . . Pag. 47
Baldacgi Prof. Antonio — La vegetazione autunnale della
Volovica (Montenegro) in rapporto all' influenza deÒa bòra. » ; ivi
CAPELfciNt Senatore Giovanni — Balene fossili Toscane III*
Idiocetùs Guicciardini (titolo) . » 49
Majocc^i Prof. Domenico — Purpura annuiaris teleaugiecto-.
des (titolo) Parte 2* ...-....» 51
Bajna Prof. Michele -^ Tavole. per calcolare il nascere e
tramontare della Luna a Bologna e per ridurre il na-
scere e tramontare del Sole e della Luna da Bologna
a un altro luogo qualunque d'Italia (titolo). , . . . . » 5;$
Idem — SuirEcclisse solare del 3D Agosto 1905 . * .. . » .ivi
g ^Ogutr^^^o
Digitized by VjOOQIC
^Lt /:,l;c
fir7;i(::i^;^;i(:;if:^;if:;^;^¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥*¥¥*¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥'s-§
4" Sessione, 15 Gennaio 1905.
Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente,
L' Accademico Benedettino Prof Guido Tizzoni, a
nome pure del Dott. Luigi Panichi, riassume in breve una
loro Memoria: Sulla permanenza dello pneiimococco
del Frankel nel sangue degP individui guariti di pol-
monite fibrinosa.
L' Accademico Onorario Prof. Antonio Baldacci pre-
senta una Memoria che ha per titolo : La vegetazione
autunnale della Yolovica (Montenegro) in rapporto al-
l'influenza della bdra.
®^6^^^?^iS^^
Rendiconto 1904-1905
Digitized by VjOOQIC
Digitized by
Google
&^^^^^:^ìf:3f^:^:f:i(ri(:^':f:^ì(:^:^^^^:f^':4^:f:^':f:^:f^^:^:^^
ò*" Sessione, 29 Gennaio 1905.
Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente.
L'Accademico Benedettino Senatore Prof. Giovanni
Capellini riassume una sua Memoria sulle - Balene fos-
sili Toscane. HI." Idiocetns Gnieciardini.
T^
Rendiconto 1901-1905
Digitized by VjOOQ IC
Digitized by
Google
^^r4;^^4.¥^4-^^^^¥-^4^¥^^¥Af:¥¥¥^¥¥4^¥^¥¥¥¥¥¥¥4^¥4-^*«->"Q)
6'' Sessione, 12 Febbraio 1905.
Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente.
Il Vicepresidente Prof. Domenico Màjocchi riferisce
sulla 2* parte della sua Memoria intitolata : Pnrpura
annularis teleaiigiectodes.
Nelle precedenti ricerche istologiche, da me eseguite
su pelle ottenuta per biopsia, da pazienti» affetti da
questa singolare dermatosi, mi fu dato di mettere in
evidenza una importante lesione delle piccole arterie
caratterizzata da endo-arterite obliterante. In base a
questa alterazione arteriosa, che precede tutte le altre,
se era agevole spiegare alcuni disturbi distrofici della
pelle in corrispondenza delle chiazze annulari, non era
possibile interpretare i due caratteri clinici più spiccati
di questa dermatosi, vale a divey T emorragie e le ielean-
gettasie.
Ulteriori ricerche mi hanno condotto a riconoscere
un' altra importante lesione caratterizzata da ettasia delle
piccole arterie e dalla formazione di aneurismi miglia-
ri/brmt nelle medesime; si presentano questi come pie
cole dilataasioni ampollarij espandentisi gradatamente fino
a che permette la spessezza delle pareti arteriose. Stu-
diando attentamente il processo, che determina questi
aneurismi migliariformi^ ho potuto constatare che la
Digitized by VjOOQIC
52
tunica media delle piccole arterie è colpita da degene-
razione jalina, sia in tutta la sua circonferenza, sia in
punti circoscritti. In questa seconda evenienza si formano
i suddetti aneurismi migliariformi, mentre nella prima
si ha una dilatazione uniforme del vaso arterioso.
Ma giunto uno di questi aneurismi al massimo della
sua espansione, o si rompe spontaneamente, o si apre
dietro movimenti muscolari, dando luogo a piccole emor-
ragie, che si dispongono in forma annulare.
La conoscenza di questi due fatti istopatologici, men-
tre chiarisce in maniera evidente i corrispondenti carat-
teri morfologici della dermatosi, telangettasie ed emor-
7*agie^ ci dà un'idea più esatta intorno alla patogenesi
della medesima. Infatti ammessa la precedenza deìVen-
do-arterite obliterante in un' area di cute, il sangue che
disfende i capillari della circolazione superficiale e in
parte della profonda, penetra nel tratto periferico supe-
riore al punto obliterato (non che nei ramuscoli che
partono da esso tratto) e trovandone le pareti indebolite
le sfianca in ragion diretta della pressione endo-vasale,
e del grado, di rammollimento degenerativo delle pareti
medesime : allora avvenuta l' ettasia dell' arteriosa e suc-
cessivamente dei capillari della rete subpapillare, ad essa
sottoposti, cominciano a far trasparenza dalla pelle mac-
chie Ite puntiformi rosso-livide, tondeggianti, ben distinte,
alquanto discoste fra di loro, corrispondenti alla forma
e gi'andezza dei coni vasali della circolazione corio-pa-
pi Ilare, le quali caratterizzano l'inizio di formazione delle
figure anulari.
Intanto dal rammollimento degenerativo prende le
mosse la formazione di quelle piccole ettasie arteriose
che dà luogo allo sviluppo à^ aneurismi migliariformi^ i
quali, ben presto assottigliandosi nelle loro pareti, si
aprono, provocando stravasamenti emorragici nella cute.
Ed ecco così spiegato il ciclo evolutivo dei fatti
distrofici ed emorragico-telangectosici che si osserva in
Digitized by VjOOQIC
53
questa dermatosi, e nello stesso tempo rimane sempre
più giustificata la denominazione, da me datale, di Pur-
pura annularis télea'ugiectodes.
Alla memoria vanno annesse due tavole.
L'Accademico Benedettino Prof. Michele Rajna ri-
ferisce sopra una sua Memoria che ha per titolo : Tavole
per calcolare il nascere e tramontare della Luna a
Bologna e per ridarre il nascere e tramontare del
Sole e della Lana da Bologna a nn altro luogo qua-
lunque d'Italia.
-^
Lo stesso Accademico Prof. Michele Rajna legge
inoltre la seguente Nota : SulP eclisse solare del 30
agosto 1905.
L' eclisse totale di Sole del 30 agosto prossimo
costituirà uno degli avvenimenti astronomici più impor-
tanti dell'annata, in causa della situazione favorevole
della zona di totalità.
L'asse del cono d'ombra coinincia a incontrare la
superficie terrestre nel Canada, a ponente della baia di
Hudson, ed ivi Y eclisse principia al nascere del Sole. Poi
il centro dell' ombra abbandona il continente americano
in un punto della costa meridionale del Labrador, tra-
versa r Atlantico e di nuovo tocca terra sulla costa
spagnuola del golfo di Guascogna, per proseguire attra-
verso il nord della penisola press' a poco nella direzione
di sud-est. Indi passa frammezzo alle Baleari e traversa
l'Algeria e la Tunisia press' a poco nella direzione da
Philippeville a Sfax. Poi prosegue traverso il deserto libico,
Digitized by VjOOQIC
54
Assuan e il Mar Rosso, e va a finire in Aralpia, dove
l'eclisse avviene intorno al tramonto del Sole.
Un'altra circostanza favorevole è questa, che per
la Spagna e l'Africa settentrionale, cioè per i luoghi più
facilmente accessibili, l' eclisse si svolge press' a poco
tra mezzodì e le ore 3 pomeridiane. Ivi la fase totale
ha una durata di circa 3 minuti e mezzo.
Fuori della zona di totalità, che in larghezza misura
circa 203 chilometri, l' eclisse naturalmente è visibile
solò come eclisse parziale: sotto questa forma il fenomeno
sarà veduto da una parte considerevole della' superficie
terrestre, comprendente le regioni orientali dell'America
del Nord, la metà boreale dell' Atlantico,, la metà boreale
dell'Africa, l'Europa, l'Asia occidentale e le . ragioni
polari artiche.
Anche in Italia, adunque, 1' eclisse è visibile come
eclisse parziale, e il calcolo dei momenti principali re-
lativi a determinate località è stato fatto da tempo nei
nostri Osservatorii astronomici, parecchi dei quali pub-
blicano utilmente il loro Annuario.
Ho l'onore di presentare all'Accademia i risultati
del calcolo da me fatto per Bologna. Per semplicità usai
gli elementi dati nel Canone delle eclissi di Oppolzer,
e parimente applicai le formule date nell'introduzione
al Canoìie, che sono quelle di Hansen modificate da Op-
polzer e Schram.
Eclisse solare dèi 30 agosto 1905
Circostanze per Bologna
Tempo medio Angolo di posizione verso Est
dell'Europa centrale
dal punto Nòrd
dal punto più alto
h m
Principio .... 13 12,5
282°,2 .
265°,4
Fase massima 14 28,2
Fine ....... 15 38,7
125,4
83,7
Digitized by VjOOQIC
55
La grandezza della fase massima è = 0,81 del dia-
metro solare, e la metà del disco che rimane eclissata
interamente è quella australe.
Potendosi questa eclisse designare in tutta Italia
come una grande eclisse parziale, ho anche creduto op-
portuno di far un lavoro che avesse qualche utilità ge-
nerale per il nostro paese, cioè che potesse poi servire
a dedurre molto facilmente le circostanze dell' eclisse
per qualunque luogo in Italia e nelle regioni circonvicine.
Ragioni di spazio e di opportunità mi costringono
a pubblicare altrove i quadri numerici che contengono
i risultati dei calcoli teste accennati. Qui mi liniito a
dire che se si considera il meridiano di 12^30' (o di
50 minuti di tempo) all' est di Greenwich, meridiano
che passa per Roma, la grandezza della fase massima
in parti del diametro solare vale 0,91 all' intersezione col
parallelo del Capo Passero, e vale 0,76 ài confine setten-
trionale del Cadore. Essendo la regione itaUana situata al
nord della zona di totalità, è naturale che la grandezza
della fase massima sia maggiore nel sud che nel nord
della penisola.
^^^^^^
Digitized by VjOOQIC
Digitized by
Google
PflfiUieazioDi mandate in omaggio air Accademia
^^3^-^
Borredon Cap. Giuseppe — La grande scoperta del secolo XX
o la soluzione dell* immenso problema dell' ignoto, ovvéro
la falsità del sistema di Newton e la scoperta del vero
sistema del mondo.
Congresso Internazionale di Scienze Storiche — VoL XI. Atti
della Sezione VII. Storia della Filosofia. Storia delle Re-
ligioni 1904. .
Valle di Pompei — Il Rosario e la Nuova Pompei. Anno XXI.
Quad. 7,8.9, 10. 1904.
Idem — Periodico semestrale a vantaggio deirop^ra pei fi-
gli dei carcerati. Anno XIV. 1004. N" 2.
Grenander 8. ^ Les variations annuelles dìB la temperature
dans le lacs suèdois. .
Vitali Prof. Dioscoride — Discorso pronunciato il 25 Settem*
. bre 1904 a Pragatto nella inaugurazione del Monumento
in onore di Faustino Malaguti 1904.
Waideyer Prof. Guglielmo — Bemerkungen iiber Gru ben, Ka-
. nàie und einige andere Besonderheiten am Korper ^des
Grundbein3 (Os basilare). 1904.
Idem ^ Remarques sur Tanatomìe de rócaille de Toccipital.
1904. / •
Idem — W^ilhelm His (Necrolog.). 1904.
Janet Prof. Charles — Sur le nids de la Vespa crabro, Ordre
d'apparition des premièrs alvéoles. 1894. Paris.
Idem— Sur le Muscles des Fourrais, des Guépes et des
Abeilles. 1895. Paris.
Idem — Sur la Vespa crabro L. , Ponte, Conservation de
la chaleur dans le nid. 1895. Paris.
Digitized by VjOOQIC
Janet Prof. Charles — Anatomie àtx Oaster de la Myrmìca
Rubra. 1902. Paris. /.
Mem '— ObservatioDs sur les Gueps, 1903. Paris.
Idem ^ Observations sur les Fourmis. 1904. Paris.
Idem — Observations sur les Frélons. Paris.
Istituto Agrario di Scandicci -^ — Indice biblic^rafico delle
Pubblicazioni scientifiche del Conte Prof. Napoleone Pas-
serini. •
Todaro Sen. Prof,. Francesco -?■ Ricerche fatt6 nel Labora-
torio di Anatomia Normale della R. Università di Roma
ed in altri Laboratori Biologici, Voi. X, 1904. Fase. 3.
Roma,
Goppeisroeder Prof. Friedrich — Studien tiber die Auwen-
. dung der Capillaranatyse. 1904. Basel.
Vinàssa de Regny Prof. Paolo — Rivista Italiana di Paleon-
tologia. 7-^ Anno XL 1905. Fase. 1% Perugia.
Sacco D.r Federico — I molluschi dei terreni terziari del
Pienionte e della Liguria. 1904. Torino.
Tadini Antonio — Notizie biografiche sul D.r Francesco Ta^
dini. 1904. Novara.
Associazione elettrotecnica italiana — Kryptol. Nuovo siste-
ma di riscaldamento mediante T elettricità e sue appR^
cazioni industriali e doniestiche. Conferenza del Signor
Giuseppe Rostain. 1904. Roma.
Signora Franzosini-Cer^ti — Saggio circa la ragione logica
•di tutte le cose. Versione dal latino del I?rof. Carlo Ba-
dini con note e introduzione di Pasquale D'Ercole. Voi. V,
iH^f-f-^
Digitized by VjOOQ IC
RENDICONTO
DELLE SESSIONI
DELLA B. iCCÀDEHIA DELLE SCIENZE
DELL' ISTITUTO DI BOLOGNA
Nuova Serie: 701.11.(1904*1905)
Fascicolo 3° — Marzo-Aprile 1905
"BOLOGNA
"TIPOGRAFIA aAMBERINI E PARMEGOIANI
1905
Digitized by VjOOQIC
INDICE DEL FAS CICOLO
laettur^ «oienttflolìe
Valbnti Prof,;Giuuo — Sulla comparsa dei. peli in varie
parti del corpo nell'embrione lanano . Pag-. ^7
Caxbvazzk prof. Silvio — " Sulla determinazione deirasse
neutro o di rotazione nelle sezioni trasversali di un so-
lido in muratura, simmetrico rispetto ad un piaiio «s- .
siale e sollecitato da forze ai^enti sul piano di simme-
tria (sunto). » 61
PiNCHERLE Prof. SALVATORE - Studio sopra un teorema del
Poincaré relativi alle equazioni ricorrenti . ... » 63
Tizzoni Prof,. Gdido e Dott. BonoJovannj — L'anione dei
raggi del radio sul virus rabido in vitro e. ne il' animale. » . 88
Emery Pix)f. Carlo — Revisione della specie del genere
Atta appartenenti ai sottogeneri Moellerìus e Acromyr-
mex (sunto) ..................... 91
CÒlugci Prof. YiNCENzo — CoplrilTuto alla Patologia dell' E-,
pitelioma cancroide (suntoi » 92
Onoranze
Per TAccadeinico Benedettino Prof. Augusto Righi nomi-
nato Senatore, .... . » . ». . . ,- , . . Pag. 75
Patteeipazione di morte
Del Pi*of. Pietro Tacchini, Accademico Corrispondente Na- '
zionale .................... Pag. 63
Commemorakioni
Il Prof. CòmiPr Girolamo Gocconi commemorato dal Pro-
fessor Floriano Brazzola , . „ . ., ...... Pag. 75
Il Prof. PiSTTRO Tacchini commemorato dal Prof. Michele
Rajna i. ♦" . .. • . . • • • . . •; • . ». 81
l^pp ^^^^ ^^P^ ^B^ ^^^^ ^^P^ ^^P ^^^^ ^^^^ ^^P ^^P ^^K^ ^^^r "" ^^^^ ^^K^
Poliblieazioni mandate in omaggio air Aecademia
Gttébhard Prof. Adrian — Notes sur les Alpes-Maritimes.
Xri.XVII. 1901. Paris.
Idem — Sur une expérience du professeur Tito Martini re-
produisant expérimentalement certains phénomènes éru-
ptifs du volcanisrne. 1.902. Paris. \ /
Idem -^ I^es Préalpes Maritimes. I Excursions Géologiques.
1904. Paris. , .
Idem — Fouilles et Glanés tumulaires aux environs de Saint-
Vallier-de*Thiey. I9Qi. Le Mans.
Idem — Sur un mode nouveau d' inversion photographique.
1904. Paris.
Idem — Un mode nouveau d' inversion photographique. 1904.
Paris.
Digitized by VjOOQIC
>L*
^^;^^^^^Y;^:y;^;^;y;;^;v;;^;y;¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥^^
V*" Sessione^ 19 Marzo 1905.
Presidenza del Prof G. Ciamician, Presidente.
L'Accademico Benedettino Prof. Giulio Valenti leg-
ge la seguente Nota : Sulla comparsa dei peli in diyerse
parti del corpo nelP embrione umano.
Non ostante che numerose ricerche siano state ese-
guite sullo sviluppo dei peli (Reissner ^^\ Gótte ^^\
Feiertag <^\ Unna ^^\ Kòlliker < ), Maurer <«), fi-
rn e ry <^) etc), queste riguardano più specialmente la
(^) Reissner — Beitràge zur Kenntniss der Haare des
Menschen und der Thiere. Breslau, 1854.
(2) Gotte — Zur Morphologie der Haare. Àrch, f. mick,
Anat. Bd. 4. 1868.
(3) Feiertag — Ueber die Biidung der Haare. Inaug.
Z>es5. Dorpat, 1875.
(4) Unna — Beitràge zur Histologie und Entwicklungsge-
schidite der menschlichen Oberhaut und ihrer Anhangsgebiide.
Arch, f. mick, Anat, Bd. XII, Bonn, 1876.
^5) A. Kòlliker — Zur Entwicklungsgeschiehte der àus-
seren Haut. Zeitschr, f, wissenschaft. ZooL Bd. II.
(0) Maurer — Hautsinnesorgane, Feder. u. Haaranlagen etc.
Morphol. Jahrb. Bd. XVIII.
i'^) Emer;)^ — Uéber die Verhàltnisse der Sàugetierhaare
za Schuppenartigen Hautgebilden. Anat. Anzeiger, 1893.
Rendiconto 1901-1905 . 6
Digitized by VjOOQIC
58
loro istogenesi od il loro significato morfologico, e poco
ancora si sa sopra T epoca di comparsa dei peli nelle
varie regioni del corpo delP embrione umano.
Si limitano gli autori ad indicare la fine del S"" mese
od il principio del 4"* come prima epoca di comparsa del
sistema pilifero in generale, notandosi tutt' al pili che i
primi peli a comparire sono quelli della testa (capillizio
e sopracigli) e che successivamente (principio del 5"* mese)
cominciano nel tronco, o più tardi (fine del 5** mese) nelle
membra.
In diversi embrioni umani a varie e poco diflferenti
epoche di sviluppo, dalla fine del 3"* mese al principio
del 5°, ho ricercato lo sviluppo dei peli nelle seguenti
regioni :
parti mediane e laterali del dorso;
paréte anteriore del torace;
parete anteriore dell' addome (parti mediane e la-
terali) ;
ascelle ;
pube;
volta del cranio (capillizio) ;
avambraccio (parte dorsale e ventrale).
Da ciascuna di queste regioni ho tolto dei pezzi qua-
drilateri di cute, della estensione da 3 a 5 millimetri,
che, in seguito a colorazione in toto con ematossilìna
Delafield ed inclusione in paraffina, ho sezionato comple-
tamente.
Nel più piccolo degh embrioni presi in esame, che
misurava 7 centimetri dal vertice air estremità caudale
del tronco (cioè ad un' epoca di sviluppo prossima alla
fine del 3** mese) soltanto nella cute della testa ho ri-
scontrato la prima manifestazione del sistema pilifero
rappresentata da semplici inspessimenti dello strato mal-
pighianOy sotto ai quali più addensate che altrove si
mostravano le cellule mesodermiche (fig. 1).
In due embrioni ad uno stadio di poco più avanzato
Digitized by VjOOQIC
59
del precedente, dei quali urto misurava centimetri 8,2
e r altro centimetri 8,6, si trovavano in numero assai
maggiore, nella cute della testa, gli stessi inspessimenti
dello strato malpighiano, mentre che Tramezzo ad essi
er^no dei veri bottoni di identica natura, insinuati nel
connettivo sottostante (fig. 2). Simili inspessimenti dello
strato malpighiano o bottoni da questo dipendenti, si
notavano pure nella cute dell'ascella (fig. 3), del pube
(flg. 4), e del dorso (fig. 5), ed in egual numero nelle parti
mediane e laterali di questo. In ciascuna di tali regioni
erano di poco meno avanzati nello sviluppo che nel ca-
pillizio ; e neir ascella poco più avanzati che quelli del
pube e del dorso.
Successivamente, cioè in embrioni della lunghezza
di 10 centimetri (alla metà circa del 4** mese) incomin-
ciano a manifestarsi i peli nelle parti ventrali del tronco
(torace ed addome) più rari però che nel dorso; ed in
embrioni di 12 centimetri (fine del 4"* mese), mentre che
incomincia la eruzione dei peli del capillizio, si nota
l'inizio della formazione dei bottoni piliferi nella cute
dell' avambraccio.
Riassumendo, è risultato dalle ricerche eseguite che
i primi peli a comparire sono quelli del capillizio ; a
breve distanza da questi compaiono i peli dell'ascella e
del pube; in seguito, quelli delle regioni dorsali del
tronco, noco dopo nella parete anteriore del torace e del-
l' addome, ed in ultimo nell'avambraccio.
Così, mentre per ciò che riguarda la prima com-
parsa dei peli del capillizio, le mie osservazioni concor-
dano perfettamente con quanto si trova in generale nei
trattati, per ciò che riguarda la comparsa dei peli delle
membra è da rilevare, almeno per l'avambraccio, che
essi compaiono alquanto più presto (circa un mese pri-
ma) dall'epoca che viene indicata ^^\
(^)Vedi in Tourneux. Précis d' embryologie. Paris, 1898.
Digitized by VjOOQIC
60
Riguardo poi alle regioni del tronco mi sembra non
sia senza interesse l'aver notato che i peli dell'ascella
e del pube si presentano a brevissima distanza di tempo
dei peli del dorso, e che questi ultimi, che nell'adulto
sono più rudimentali dei peli ventrali, precedono la com-
parsa di questi ultimi.
Il maggiore sviluppo che nell'adulto presentano i
peli dell'ascella e del pube e delle parti ventrali del
tronco costituisce un carattere che non corrisponde alla
distribuzione che i peli più sviluppati presentano gene-
ralmente negli altri mammiferi ove è più abbondante la
peluria dorsale, ed ove non si hanno peli più lunghi ne
all'ascelle né al pube. Ciò ha fatto pensare ad alcuno
(M."^« Royer ^*)) che il sistema pilifero dell'uomo non
rappresenti un resto dell'abbondante peluria degli altri
mammiferi, che l' uomo stesso provenga, anziché da mam-
miferi pelosi, da genitori sprovvisti di peli, e che gli
scarsi peli che si trovano sulla cute rappresentino un
nm)vo acquisto anziché il rudimento di un abbondante
rivestimento di peli (!).
In considerazione dei rapporti che la formazione dei
peli permanenti ha con la formazione dei peli embrio-
nali (Langer, v. Ebner, Gotte, KòUiker etc.) e
dei rapporti che l'ontogenesi presenta con la filogenesi,
per cui forse potrebbero essere considerati più antichi,
filogeneticamente, i peli più sviluppati, quando nell'em-
brione comparisse prima che in altre parti la peluria
che li precede, l'opinione emessa da M.™® Royer po-
trebbe acquistare un certo valore se fosse dimostrato
che una notevole differenza esiste fra l'epoca di com-
parsa della peluria embrionale alla quale succedano i
peli che per il loro maggiore sviluppo costituiscono una
(1) M™e eie m enee Royer — Le sistème pileux chez
r homme et dans la sèrie des maminifères. Revue d'Antropolo-
gie. Paris, T. IH, p. 13-26, 1880.
Digitized by VjOOQIC
Digitized by VjOOQIC
Rend.r. Acc. Sc.Bologna, n.s.vol.IX
Fig.l.
G. Valenti
Fig.3.
^;*- • . •.
G.Ka/enh dis.dal vero.
£.Contoli Ut.
LihRìzzoli ' Bologna
Digitized by VjOOQIC
61
caratteristica dell' uomo, e la peluria che è seguita dai
peli radi e rudimentali:
Ma poiché la differenza fra T epoca di comparsa dei
peli dell'ascella e del pube ed i peli delle altre parti
del tronco è piccolissima, ed i peli del dorso che nel-
l'uomo adulto sono meno sviluppati che i peli delle
parti ventrali del torace e del ventre, compaiono prima
di questi ultimi, l'opinione di M."* Royer non trova
alcun appoggio nei fatti presentati dallo sviluppo em-
briologico del sistema pilifero.
jPer cui, se non vi ha esatta corrispondenza fra la di-
stribuzione dei peli più sviluppati nell' uomo e quelli degli
altri mammiferi, è da ritenere che tale differenza rap-
presenti un carattere acquisito (sia dovuto cioè a mo-
dificazioni successive del sistema pilifero ereditato dai
mammiferi pelosi) piuttosto che rappresenti essa stessa
una disposizione primitiva.
Spiegazione delle figure
• Figure semi-schematiche disegnate con la camera chiara al-
l' ingrandimento di 215 diametri.
Fig. 1 — Da una sezione di cute della testa (capillizio) di un
embrione alla fine del 3** mese, della lunghezza cioè (dal
vertice all'estremità caudale del tronco) di centimetri 7.
Fig. 2, 3, 4, 5 — Da sezioni di cute appartenenti ad uno stesso
embrione alla metà del 4^ mese, della lunghezza cioè
(del vertice all'estremità caudale del tronco) di centi-
metri 8,2 ; — fig. 2 : cute della testa (capillizio) ; —
fig. 3: cute dell'ascella; — fig. 4: cute corrispondente
al pube ; — fig. 5 ; cute del dorso.
L' Accademico Onorario prof. Silvio Canevazzi rife-
risce brevemente intorno ad una sua Memoria: Sulla
Digitized by VjOOQIC
62
determinazione dell'asse neutro o di rotazione nelle
sezioni trasyersali di nn solido in muratura simme-
trico rispetto ad un piano assiale e sollecitato da forze
agenti nel piano di simmetria.
L'Autore, dopo aver accennato che nel caso di mu-
rature sollecitate in un piano di simmetria quando il
centro di pressione cada fuori dal nocciuolo centrale i
trattati di meccanica applicata alle costruzioni si limi-
tano ordinariamente a trattare qualche caso particolare,
svolge un procedimento geometrico, col quale si può in
ogni caso determinare con sufficiente approssimazione
Tasse neutro, o di rotazione, della sezione resistente, e
quindi anche lo sforzo unitario massimo subito dal mate-
riale. A^iunge alcune considerazioni sui procedimenti
analitici e per sommatorie corrispondenti al metodo
geometrico svolto.
Digitized by VjOOQIC
*%rr^'^:K:;^^ì|^V¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥J*:¥¥¥¥¥¥¥¥*J^¥^¥¥¥¥¥^¥^^
8^ Sessfùné^ 26 Marzo 1905.
Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente.
Il Presidente annunzia con dolore la morte del Socio
Corrispondente Prof. Fietro Tacchini di cui ricorda
con poche ed acconce parole le virtù preclari, la feconda
operoàltà^ gV incigni meriti scientifici e le onorificenze
mèritamiettte ricévute.
Dopo ciò r Accademico Benedettino Prof. Salvatore
PiNCHBRLE legge la seguente Nota che ha per titolo:
Stndio sopra un teorema del ÌPoincaré relativo alle
equazioni ricorrenti.
Uno dei teoremi più notevoli nella teoria delle
equazioni alle differenze, anche per le applicazioni che
se ne fanno alla teoria delle frazioni continue e degli
•algoritmi che ne sono la generalizzazione, è quello
dato dal Poincaré nel 1885 ^^K Per il caso delle
(1) American Journal of Mathemdiics, T. VII.
Digitized by VjOOQIC
64
equazioni del secondo ordine, al quale per ora ci li-
miteremo, esso si enuncia come segue :
€ Se, neir equazione lineare alle differenze del se-
€ condo ordine
€ è
lim an = oij lim bn=0 ,
€ il rapporto F„^i : F^ tende, per n == oo , ad un
€ limite, che è una delle radici dell'equazione
< ed, in generale, quella di modulo maggiore ».
Di questo teorema si hanno due dimostrazioni :
quella del Poincaré stesso, ed un' altra, pure per il
caso del secondo ordine, data recentemente dal Van
Vleck ^^'. L' una e l'altra, di carattere sintetico,
sono compendiose e non scevre di qualche difficoltà.
Perciò non mi pare inutile, data l'importanza della
proposizione, di farne conoscere qui una terza dimo-
strazione, di carattere analitico, ed in cui si è cercato
di sminuzzare le difficoltà è di porre in evidenza le
intime ragioni del teoreina.
1. Abbiasi V equazione alle differenze di prim' or-
dine e di secondo grado.
(1) PnPn^i — a^Pn "H 6n = , (^= 1, 2, 3, ....)
dove si suppone che le a„, &„ abbiano per limiti ri-
spettivi i numeri a e ^, finiti e differenti da zero.
Si tratta di dimostrare che < anche Pn tende, per
« ^ = co , ad un limite finito e diverso da zero, che *
(1 Transactions of the Amerio. Math, Society, T, V, N^ 3,
p. 255 (1904).
Digitized by VjOOQIC
65
€ è una delle radici dell'equazione di secondo grado,
t (le cui radici si supporranno di modulo diverso) :
(2) 2«_a;2H-/? = 0. »
Questa proposizione risulterà come conseguenza
delle varie osservazioni che qui si espongono.
2. Dapprima, non può essere che p„ , definito dal-
l' equazione (1), tenda all'infinito.
Infatti, avendo a,e e &„ limiti finiti, si possono
assegnare tre numeri positivi a\ /?', n^ tali che, per
^ >> 7^J , sia
• \an\<a\ |&n|<^'.
Se ora è, per w > n^ ,
M> 1,
verrà da (1)
b«H-.l = l«n--^|<a'-H^':
cioè non è possibile di rendere, a partire da un in-
dice n, le \pn\ maggiori di un numero arbitraria-
mente grande.
3. Non può neanche avvenire che Pn tenda a zero.
Infatti, poiché ^ non è zero, si possono assegnare
i numeri positivi a', ^", n^ tali che, per n^n^^ sia
|«n|<a', \b„\>^".
Se è ora, per n > n^ ,
ne verrà
Pn
Digitized by VjOOQIC
66
cioè non è possibile di rendere, a partire da un in
dice Wj, le \p^\ inferiori ad un numero arbitraria
mente piccolo.
4. Da quanto precede, risulta che la successione p,i
possiede un aggregato derivato contenente almeno uà
elemento non nullo, né infinito. Sia tt^ un tale elemento.
Il teorema enunciato al § 1 sarà dimostrato, se pro-
veremo che questo elemento ^^ è unico.
5. Ora, essendo .t^ un elemento limite per V in-
sieme p^, esisterà in codesto insieme una successione,
(3) Pr,j Pr^,.:.prn,'"
la quale tende al limite tTq. Essendo, per la (I).
ne viene che quando r varia nella successione
Tj, r
Pr^i tenderà al limite
^1 > ^8 ) • • • ^n
l
Similmente, jpr^-i tenderà ài limite
Ti
e cosi via : talché gli elementi
^0
■/?
^0' ^1 = «•"-'
(4) ^0
jTc, = CL , .... 7Tn = a •
^1 ,^»t— 1
Digitized by VjOOQIC
67
saranno, insieme ai loro elementi limiti, tutti e soli
gli elementi appartenenti all' insieme derivato di p^ .
6. Abbiamo ora da ^studiare la successione (4).
Perciò, cominceremo coli' esaminare la frazione continua
(5)
a —
a .
••
ican
do le
sue
ridotte
successive
con
^
a
^
a'-
-$
Pn
0,-1' Q- a '••• (?„'•••'
si ha
onde, essendo p e p* le radici, che si sono supposte
distinte, delF equazione (2), e |/>J > |/^'|, si avrà,
come si verifica immediatamente dai valori iniziali :
Da queste risulta P„ = Q„^i; inoltre
(7) Hm ^ = p, .
e
(8) lim%tl=llm^"-^'=p.
Riprendendo ora la successione (4), si vede che è
indi, colla solita dimostrazione da 7^ ad wH-1, si
Digitized by VjOOQIC
68
conclude facilmente che è
^ ^ " Qnn, — ^Qn^X~ P.^,1t, — ^Pn^,'
7, a) Ciò posto, sia, nella (4), it^^ una delle radici
di (2); ad esempio 7tQ = p. Allóra è
e così jT^ = p, ecc. Onde tutti gli elementi di (4)
sono fra loro uguali e uguali a /9 ; il teorema enun-
ciato al § 1 è dunque dimostrato. Cosi se è 7Tq = p'.
b) Sia nella (4), ^^ uguale ad uno dei succes-
sivi, cioè
Viene, da (9):
n:,{Pn^l^,— 0Pn^2) = Pnrt, — ^Pr,^i,
e ponendo per le Pn,"' le loro espressioni (6) e
riducendo :
Essendo p diverso da p\ ciò necessita che Tt^ sia
uguale a /9, o a p' ; si- ricade nel caso precedente, ed
il teorema del § 1 risulta ancora dimostrato. Così pure
se è 7tr = 7rn^r'
e) Sia, infine, tIq diverso dalle radici di (2) e da
uno qualunque dei jin successivi. Si ha allora, per le
(8) e (9),
lim nn = p '
Se dunque la successione (4) contiene infiniti elementi,
essa ha un unico punto limite, (secondo derivato di
Pn) ; questo punto è radice di (2) : sia esso p .
Digitized by VjOOQIC
69
8. Poniamoci in questo ultimo caso. Sia d il li-
mite inferiore delle distanze di tt^. dai punti 7t., jt^^..,
— n
e dal punto p. Dal centro tt^j con raggio t'^^j si
descriva il cerchio (c^) ; dal centro p , con raggio*
uguale, si descriva il cerchio (cp). Fuori di (c^) e (Cp)
cadrà un numero finito di punti della successione (4);
siano essi compresi nel sistema
TTj , jTg , . . . ;r,
V '
entro (c^) non cade alcun punto di (4), fuori di n^\
entro (cp) cadono tutti i rimanenti. Infine, dai punti ttì
esterni a (c^ , {cp) , e con raggio minore della metà
della minima distanza fra i punti tt^^ 7t^y...7r^, p,
si descrivano i cerchi (ct), dove i appartiene al si-
stema 1 , 2, 3, ... 2; .
Fuori dei cerchi (c^), {cp), (cj), cade un numero
finito di punti Pn> Teniamo conto solo dei rimanenti,
e riprendiamo la successione (3) dei punti pr, che a
partire da uno di essi punti, cade tutta nel cerchio (e).
La successione
(3) Pr,, Pr,, ...:Pr., ...
avendo per limite Tt^j la successione
Pr,-^ky Pr,-¥-k, Prn-\-k, ...
avrà (§ 5) per limite jta, e, per n abbastanza grande,
Pvn-^k cade entro (c^) se è kK^v, entro {cp) se è
ft > 2; . Ora, fatto
p,.^_^_fc appartiene a (3) e cade quindi entro (cj. Ma,
per le costruzioni fatte, i cerchi (c^) e (c^), (c^) e
(cp) non hanno punti comuni. Si cade dunque in una
Digitized by VjOOQIC
70
contraddizione, a meno che non sia
n^ — 7tk, o 7t^ = py
ma neir uno e nell' altro caso (§ 7), la successione p^
ha un solo punto limite uguale ad una radice di (2).
Il teorema enunciato al § 1 è dunque dimostrato, e
sotto le ipotesi ivi enunciate, si ha
lim pn =7> ,
n=:oo
essendo p una delle radici dell'equazione (2).
9. Abbiasi ora il sistema di equazioni nelle in-
cognite Pn ^ Qn-
(10) jP.H.i-4.g« = a.,
f PnQn = 6n ,
e si ponga ancora, come dianzi,
lim an = a^ lim 6,» = /? .
«=00 n=cxD
Eliminando g„, si deduce da (10) l'equazione
che permette di calcolare Pn per ogni n in funzione
di un valore iniziale, e per il teorema dei §§ 1-8
si ha _
lim p„ = p ,
essendo p una delle radici dell'equazione (2).
Dalla prima delle (10) si può dedurre la g„ , e
si ha, passando al limite :
lim q.^ = a—p=p,
essendo p l'altra radice d'ella stessa equazione (1).
Digitized by VjOOQIC
71
10. Sia data ora l'equazione lineare alle differenze
del secondo ordine.
(11) F^H.2— «n^^i-Hl-H 6n^n = .
Ponendo per a^, &„, 1^ espressioni p^^iH-5ti, PnQm
dove Pn 6 qn sono determinati, come si è detto, dal
dal sistema (10), la (11) si potrà scrivere
ossia
(12) F„^2 — 1>M-Hl^t,^-1— ?n(Fn^.i — PnFr,) = 0.
L'espressione che costituisce il primo membro della
(11) è scomposta quindi nel prodotto di due fattori
operativi; indicando con d l'operazione che, applicata
ad te„, lo muta in w„^i, essa si può scrivere
{0 — qn)(P—Pn)'Vn — (^.
Ora, per risolvere questa equazione, una soluzione
si avrà ponendo
(13) Vn^, — PnVn = 0\
I
indi, indicando con Hn la soluzione- dì
una seconda soluzione di (12) si avrà ponendo
(14) F.+l— PnFn = ^..
La prima equazione (13), è risoluta da
(15) K==Pai^i--i>n^i;
nella seconda equazione, (14), si noti che è
Digitized by VjOOQIC
72
onde
m ..=,„,.....(...%^|;|*...^^-);
questa espressione, considerandosi p^ e q^ come costanti
arbitrarie, ci dà l'integrale generale della (11).
11. Dall'equazione (11) risulta che Vn^i'-Vn sod-
disfa alla relazione ricorrente (1); se ne deduce, per
il teorema del § 1, che il limite per n = oc di
Vn^iiVn è una delle radici dell'equazione (2). Ve-
diamo quale delle due dia, in generale, questo limite.
Sia dapprima
lim Pn^=p ,
n=:oo
essendo, come si è fissato, p la maggiore in modulo.
Il limite di q^ è allora p\ Se ne conclude subito che
la serie
Pi P,P2 P1P2PZ
è assolutamente convergente ; detta A la sua somma,
viene dalla (16)
Y
n=oo ^n «=00
purché non sia
(17) p^^q^A = 0.
Se invece questa condizione è soddisfatta, la (16) si
scrive
onde risulta che il limite per n=.oo di V^^^iV^ è
quello stesso di g„, cioè p\
Digitized by VjOOQIC
73
Sia poi
lim J?n=/0'.
Per l'integrale particolare V^ dato dalla (15), />' è
allora il limite di F„^i:7n. Dico che per ogni altro
integrale, il detto limite è p. Infatti, ogni altro inte-
grale delle (11) è dato dalla (14), vale a dire da
dove ora il limite per w = oo di qn ^ p (§9). Mol-
tiplichiamo r ultima uguaglianza per a?**"*"^ e som-
miamo a tutti i valori di n ; viene :
Ma il secondo membro converge entro il cerchio di
centro ^=0 e di raggio j — r, e non oltre: mentre,
se fosse
limVn^i:Vn = p\
il primo membro convergerebbe entro il cerchio di
centro a? = e di raggio maggiore r-n . Ciò non
essendo possibile, si conclude che per il solo inte-
grale particolare F^ il limite di Vn^iiVn può essere
uguale a. p\
13. Concludendo, in tutti i casi il rapporto F„^_i :Vn
tende, per ^ = oo, alla radice di (2) maggiore in
modulo, eccettuato un integrale particolare F/^, per
il quale codesto rapporto tende all'altra radice.
®^,
i^(g^^
Rendiconto 1901-1905
Digitized by VjOOQIC
Digitized by
Google
Digitized by VjOOQIC
GIROLAMO GOGGONI
N. il 6 Luglio 1822 M. il 6 Ottobre 1904
Digitized by VjOOQIC
'M
|Tr5?^5^^^5?5^5?W^5???^???^^^?^^^¥¥¥¥¥¥¥^
r Sessione^ 9 Aprile 1905.
Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente.
Il Presidente apre la seduta dichiarando di sentirsi
sicuro interprete del pensiero e dei sentimenti di tutto
il Corpo Accademico, vivamente congratulandosi coli' il-
lustre Collega Prof. Augusto Righi per la sua nomina
a Senatore, la quale non solo torna a grande onore del
nostro Istituto, ma sarà pure a questo di ragguardevole
vantaggio.
Le parole del Presidente sono accolte dagli applausi
unanimi e calorosi di tutti i presenti.
Il Senatore Righi ringrazia il Presidente e tutti i
Colleghi della spontanea dimostrazione per l'alta onori-
ficenza che Gli fu conferita e aggiunge che sarebbe ben
lieto se in avvenire potrà far cosa giovevole all' Acca-
demia.
Indi il Presidente invita l'Accademico Benedettino
Prof. Floriano Brazzola a leggere la sua Commemo-
razione in onore del chiarissimo e compianto Socio Be*
nedettino Prof. Girolamo Cocconi.
Digitized by VjOOQIC
76
Illustri Accademici,
Il parlare di Girolamo Cooooni, che mi fu
sempre largo di consigli, di fiducia e di benevolenza, mi
è penoso. Nel commemorarlo davanti a Voi la mia pena
s'accresce, perchè sento la mia insufficienza, e soltanto
r affetto, la riconoscenza che a Lui devo, la grande sua
bontà e la vostra indulgenza, mi danno animo.
Sarebbe mio dovere dire molte cose sulla vita e
sulle opere del Collega, che, il 6 Ottobre scorso, abbiamo
perduto, ma Voi conoscete già le doti dell'animo suo e
quelle del suo ingegno, onde basterà che io ricordi bre-
vemente quei periodi della sua vita, che stanno special-
mente ad attestarne la grandissima attività, il sapere,
il valore e la bontà dell' animo suo.
Il Comm. Girolamo Cocconi nacque in Parma il 6
Luglio 1824, e fu sempre animato da grande amore per
gli studi e pel lavoro, cui sacrificò tutto, anche gli ultimi
anni della sua tarda età.
Fece, sempre colle massime distinzioni, gli studi clas-
sici ed ottenne, ancora giovanissimo, la laurea in Zooia-
tria, in Scienze Naturali, ed in Medicina e Chirurgia, di-
distinguendosi in ogni ramo di questi studi.
Entrò prestissimo nell'insegnamento. Dapprima nel
1848-49 fu nominato, per Rescritto del Governatore Prov-
visorio del Ducato di Parma, Coadiutore ai Professori di
Veterinaria nella R. Università, poi dal 1849-50 al 1852
53 venne nominato Assistente alle cliniche veterinarie ;
quindi di nuovo Coadiutore fino al 1856.
Il 6 Luglio 1857 fu nominato, per Decreto Sovrano,
Professore ordinario di Zootecnia nella R. Università di
Parma e riconfermato con Decreto del Delegato della
Provincia di Parma e del Dittatore dell' Emilia negli
anni 1859-60.
Nel 1863 ebbe, con Regio Decreto, la nomina di
Professore ordinario in Zootecnia, Terapia generale e
Materia Medica.
Digitized by VjOOQIC
77
Nel 1866-67 sostituì, come incaricato, il Prof. Pel-
legrino Stro bel negli insegnamenti della Zoologia,
Mineralogia e Geologia; sobbarcandosi anche a questo
ufficio per il grande amore che il Cocconi portò sempre
agli studi delle Scienze Naturali.
Nel 1871 fu comandato all' Università di Bologna, e
nel 1874 nominato Professore Ordinario d' Igiene e di
Materia Medica Veterinaria nella nostra Università, cat-
tedra che tenne fino alla sua morte. Anche in Bologna
nel 1880 gli fu offerto dalla Facoltà di Scienze Naturali
r insegnamento della Zoologia, quale incaricato; insegna-
mento però che Egli declinò, attese le molte sue occupa-
zioni, suggerendo anzi il modo più conveniente per prov-
vedervi.
Nel 1884 fu nominato Direttore a vita della Scuola
di Medicina Veterinaria.
Questa la lunga carriera didattica del compianto
Prof CoccoNi : all' Università di Parma diede più spe-
cialmente r ardore, V entusiasmo dei suoi studi giovanili ;
air Università di Bologna, V attività, V esperienza della
sua età virile, dell' ultima sua età ; istruendo i giovani
colla massima competenza e col plauso universale in
diverse e svariate discipline, confortato sempre dall'af-
fetto e dalla riconoscenza dei discepoli e dalla stima dei
colleghi.
Come Direttore della Scuola si distinse per la sua
grande attività e competenza, e, giovandosi dell'alta con-
siderazione in cui era tenuto, contribuì moltissimo a tener
alto il prestigio della nostra Università, e rese segnalati
servigi agli studi veterinari.
A questo proposito non posso far a meno di ricordare
r opera sua sapiente e sagace nell' ordinamento degli
studi veterinari, e che il Regolamento speciale delle
Scuole Veterinarie, tuttora in vigóre, è in grante parte
opera sua.
Per il posto che occupava e, specialmente per l'onestà
Eendiconto 1904 19». 5 7*
Digitized by VjOOQIC
78
e la rettitudine che guidavano ogni sua azione, il Cocconi
era chiamato a far parie di quasi tutte le Commissioni
per la nomina dei Professori nelle Scuole Veterinarie e
per le promozioni ; e tutti si sentivano tranquilli e sicuri
di avere in Lui un giudice buono ed equanime.
Il Cocconi diede la maggior parte della sua attività
all'insegnamento, ma -potè attender anche ad altri ed
importanti uffici.
Innanzi tutto, come la maggior parte dei nostri ve-
nerandi maestri, portò il suo tributo all'amore della pa-
tria. Non mi consta che il Cocconi abbia preso parte a
fatti d' armi per l' indipendenza dell' Italia. Esso però
fu, con Decreto di S. M. il 17 Settembre 1860, nominato
Capitano della Guardia Nazionale di Parma, e con altro
del 6 Marzo 1864 promosso Maggiore, posti che occupò
col massimo plauso.
Nei primi aniìi di insegnamento, mentre era a Par-
ma, coprì molteplici cariche, fra le quali mi basta ricor-
dare r assessorato per il Protomedico, che tenne dal 1858
al 1862; air opera sua poi si ricorreva con piena fiducia
ogni qualvolta si sentiva il bisogno di Commissioni spe-
ciali di relatori esatti, imparziali e sagaci.
Il CoccoNi fu membro del Consiglio Superiore di
Sanità per tre trienni, del Consiglio Superiore della
Pubblica Istruzione per un quadriennio ; della Giunta del
Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, e della
Commissione per la compilazione della Farmacopea Uffi-
ciale ecc. Anche in questi altissimi consessi l'opera del
Cocconi fu molto apprezzata, ed a Lui furono sempre
affidati importantissimi uffici. Nel Consiglio di Sanità
Pubblica la parola del Cocconi fu sempre ascoltata. Ri-
cordo specialmente le relazioni sulle malattie infettive
degli animali in rapporto all' Igiene pubblica. Anche nel
Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione il Cocconi
fu assai stimato. Fu, credo, il solo insegnante delle Scuole
Veterinarie chiamato a far parte del Consiglio stesso,
DigitizedtDy VjOOQIC
79
ed il CoccoNi esercitò un'opera veramente benefica per
la Medicina Veterinaria» e per tutti coloro che avevano
bisogno di valido appoggio.
Il Comm. CoccoNi diede molta parte della sua atti-
vità alla nostra Accademia, di cui fu Segretario per ben
tredici anni: dal 1884 al 1890 dapprima, e appresso dal
1896 al 1903. L'illustre nostro Presidente il Prof. Cia-
mician, nell' annunziare all'Accademia la morte del
CoccoNi, ha già richiamata la nostra attenzione sulla
gravità di questa perdita fatta dal nostro Istituto, e il
Senatore Capellini con affiettuose e sentite parole ci
ha già detto dell'opera veramente utile portata a noi
dal CoccoNT, come Segretario. Io non posso che confer-
mare i segnalati servigi resi dal Cocgoni, sovratutto nel-
r ordinamento degli archivi, nel cambio delle memorie
e degli atti dell'Accademia, nella compilazione dei ren-
diconti, nella corrispondenza e in altre incombenze di
questo delicatissimo ufficio.
Il venerando Prof. Ruffini, nell'anno accademico
1883-84, aveva iniziato questi lavori, che il Cocconi com-
pletò, contribuendo a tener alta la fama di questo Istituto,
e meritandosi dall' Accademia la pia viva e sentita rico-
noscensa.
Il Cocconi pubblicò molti e pregevoli lavori scien-
tifici, anche su argomenti syariatissimi di Scienze Natu-
rali e di Medicina comparata. Fra i principali ricordo i
seguenti :
Flora dei foraggi che spontanei e coltivati crescono nelle
Provincia Parmense. 1856-60.
Esteriore conformazione del bue : storia naturale, razze,
mantelli. 1872-74-76.
Eaumerazione sistematica dei molluschi miocenici e plio-
cenici delle Provincie di Parma e di Piacenza. 1873.
Contributo alla Flora della Provincia di Bologna (quat-
tro contributi) 1877-78-80).
La sistemazione delle Puccinie. 1S83.
Digitized by VjOOQIC
80
Flora completa della Provincia di Bologna. 1883.
Enumerazione dei Funghi della Provincia di Bologna
1884-85-86.
Ricerche e considerazioni sulla simbiosi dei funghi 1887.
Contributo allo studio dei nettari delle caprifogliacee,
1888.
Contributo alla biologia dell' Ustilago. 1889
Osservazioni 'e ricerche sullo sviluppo di tre piccoli fun-
ghi ece.
In questi ultimi anni pubblicò una serie di lavori,
generalmente di natura botanica e di micologia, i qualJi
figurano tutti nelle Memorie della nostra Accademia delle
Scienze. Io non ho bisogno di ricordare i pregi di questi
lavori, perchè sono noti a tutti, e d' altra parte lo potrei
fare anche a disagio, perchè trattano di argomenti un
po' estranei ai miei studi. Devo però in modo speciale
richiamare l'attenzione sulla Flora dei foraggi che spon-
tanei e coltivati crescono nella provincia di Parma, e
sulla Flora completa delia Provincia di Bologna: lavori
molto pregevoli e di gran valore anche pratico, accre-
sciuto dal ricco erbario che accompagna e complet'B
queste pubblicazioni, e che formano un prezioso corredo
ai nostri istituti.
Il Professor Cocconi, per i suoi meriti scientifici, fu
insignito di diversi titoli accademici ed onorificenze :
Membro dell' Accademia delle Scienze dell' Istituto di Bo-
logna; Membro della Società Reale e Nazionale dell'Ac-
cademia Veterinaria; Membro della Società italiana di
Igiene; Membro della Società italiana di Scienze Natu-
rali ; Membro della Società Geologica d' Italia ecc. ; Ca-
valiere dell'ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro; Ufficiale
dell' ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro ; Commendatore
della Corona d' Italia. Fu anche nominato cittadino Ro-
mano ad honorem.
Il Cocconi fu sopratutto buono, generoso, benvoluto
Digitized by
Google
I
81
dai colleghi, dagli allievi, da tutti. L' affetto da cui fu
sempre circondato, era il premio delle doti preziose del-
l' animo suo, per le quali si era tratti ad amarlo colla
massima sincerità.
Lavoratore indefesso. Egli ha dato tutto quello che
era air insegnamento, alla scienza, agli altri, e deve es-
sere anche additato come esempio di quello che Tuomo
può raggiungere colla costante operosità e col forte volere.
Negli ultimi anni della sua vita era piuttosto mal-
fermo in salute, ma la sua mente, temprata al lavoro,
continuava, compatibilmente colla tarda età, a funzionare
coir energia dell'età adulta; e nonostante che le forze
fisiche 'lentamente Lo abbandonassero, rimase sempre al
suo posto, non sapendosi adattare a vivere inoperoso,
senza lo studio, e mori sul campo di combattimento, col
pensiero rivolto alla sua Scuola, ai colleghi, agli allievi,
air Accademia.
L'opera educatrice di quest'uomo pur troppo è finita:
la sua memoria però vivrà sempre in noi, nei colleghi
e negli allievi : la nostra Accademia serberà sempre per
Lui un caro ricordo di gratitudine e di venerazione.
Io poi, in questo momento, devo porgere al Collega
estinto e all' amalo mio Superiore 1' ultimo saluto e la
espressione della mia eterna riconoscenza.
Dopo il discorso del Prof. Brazzola, l'Accademico
Benedettino Prof. Michele Rajna legge la sua Comme-
morazione in onore del compianto Socio Corrispondente
Prof. Pietro Tacchini.
Chiedo all'Accademia il permesso di aggiungere
alcune parole a quelle con le quali il nostro Presidente
Digitized by VjOOQIC
J
'T^
^
82
già commemorò degnamente T illustre e compianto pro-
fessore Taochini. Io ebbi poche volte V occasione di
avvicinarlo e non ho alcuna competenza nel ramo speciale
dell'Astronomia da lui coltivato con tanto successo; ma
avendo avuto la fortuna di passare 25 anni della mia
vita neir Osservatorio di Milano, a contatto dei professori
'Schiaparelli e Celoria, ho assistito al movimento
progressivo degli studi astronomici e meteorologici in
Italia durante l'ultimo quarto di secolo e posso affermare
che di quel movimento il Tacchini fu uno dei più effi-
caci promotori ed attori.
Di esatte notizie biografiche del Tacchini sono de-
bitore alla benevola cortesia dei professori Millos-evich
e Ricco, i quali per lo spazio di molti anni furono i
suoi più fidi collaboratori. Mi sia lecito di esprimere a
loro, anche da quest'aula, i miei sentimenti di gratitudine.
*
Nato in Modena il 21 marzo 1838, Pietro Tacchini
compì in quella Università gli studi d' ingegnere (autunno
del 57) e poi per quasi due anni studiò Astronomia
all'Osservatorio di Padova, sotto la guida del Santini
e del Trettenero. Per quattro anni, dall'autunno del
59 a quello del 63, fu astronomo e direttore interinale
dell' Osservatorio di Modena, posto che lasciò per andare
a Palermo come astronomo aggiunto. Ivi egli istituì
quelle osservazioni spettroscopiche del Sole che diedero
nuova rinomanza alla Specola palermitana e lo deter-
minarono nel 1871 a fondare, d' accordo col P. Secchi,
la Società degli spettroscopisti italiani.
Cessate nel 1878, con la morte del P. Secchi,
quelle ragioni di alto e doveroso rispetto che avevano
indotto il Governo italiano a lasciare 1' Osservatorio del
Collegio Romano in possesso della Compagnia di Gesù,
il Tacchini nel 1879 fu chiamato da Palermo a Roma,
Digitized by
Google
83
come direttore di quell'Osservatorio diventato governa-
tivo. In pari tempo fu nominato direttore dell'Ufficio
centrale di Meteorologia, al quale fu data opportuna
sede nel Collegio Romano stesso, in locali attigui a
quelli dell'Osservatorio astronomico. A questi due Isti-
tuti insieme accoppiati egli diede grande impulso e seppe
circondarsi di giovani e valenti collaboratori.
Nel 1874 il Tacchini fece parte della missione ita-
liana che andò a osservare il passaggio di Venere a
Muddapur nel Bengala, e dal 1870 in poi osservò quasi
tutte le più importanti eclissi solari : quella del dicembre
1870 a Terranova di Sicilia, dell' aprile 1875 a Kamorta
(isole Nicobar), del maggio 1882 in Egitto, del maggio
1883 all'isola Carolina (Pacifico australe), dell'agosto
1886 a Grenada nelle Antille, dell'agosto 1887 a Surwi-
scaja in Russia (dove il mal tempo non gli permise alcuna
osservazione), e finalmente quella del maggio 1900 a
Ménerville in Algeria.
Con questi numerosi viaggi scientifici, non sempre
comodi ne piacevoli, il Tacchini arrivò a risultati im-
portanti nel campo della Fisica solare, tra i quali sin-
golarissimo quello della scoperta dì protuberanze bianche,
oltre le rosee già conosciute. Ecco come egli rendeva
conto della sua scoperta in una lettera in data del 4 set-
tembre 1886 e indirizzata al Presidente dell' Accademia
dei Lincei:
« L'esame della corona e delle protuberanze mi riuscì be-
nissimo, per modo che con le osservazioni fatte dal capitano
Archer (1), con le altre fatte da me in pieno Sole subito dopo
finita r eclisse e con quelle del 1883 da me eseguite air isola
Carolina si può stabilire:
1.** — Che durante un'eclisse totale di Sole si possono
vedere bellissime protuberanze, non visibili in pieno Sole ;
(l) Uno dei membri della missione astronomica inglese alla
quale il Tacchini era stato invitato ad associarsi.
Digitized by VjOOQIC
84
2.° — Che le protuberanze visibili solo durante la totalità
sono bianche, specialmente nelle parti più elevate ed hanno una
caratteristica speciale, sono cioè formate di fili sottili e lunghi,
ripiegati in alto;
3.° — Che r intensità luminosa delle protuberanze bianche
è debole, così che non sono visibili ad occhio nudo se la loro
altezza non sorpassa quella della parte più lucente della corona :
mentre la sommità può vedersi a occhio nudo se trovasi ad una
grande altezza, come avvenne in questa eclisse ;
4.° — Che tutte le altre protuberanze, visibili anche in
pieno Sole, si presentano più larghe e molto più alte durante
r eclisse totale e con le loro sommità bianche, quando si tratta
di protuberanze di una discreta altezza, cioè superiore al minuto ».
Il prof. Gel Oria, nel riportare queste conclusioni
del Tacchini, aggiunge :
« Molte protuberanze bianche si presentarono durante la
totalità dell' eclisse del 1886 : una fra le altre altissima, alta
oltre 12 minuti primi d'arco (più che 80 volte il raggio della
Terra), potè esser veduta dal capitano Archer e da una sta-
zione diversa da quella del Tacchini, in parte anche a occhio
nudo. Trascorsa la totalità, a Grenada come all' isola Carolina,
non fu possibile in pieno Sole rivedere pur traccia di tutte
queste protuberanze bianche... » (l)
Instancabile sempre, il Tacchini aveva divisato di
andare quest'anno in Ispagna (a sue spese) a osservare
r eclisse del 30 agosto, e feosì egli sarebbe stato il capo
autorevole di quella missione scientifica la quale, con un
sussidio del Governo, sta facendo i preparativi per tener
alto anche in questa occasione il nome della Scienza
italiana (2).
Come direttore dell' Ufficio centrale di Meteorologia
il Tacchini diede impulso e organizzazione anche agli
(1) Annuano scientifico e industriale, 1886, pag. 54.
(2) La missione sarà composta dei professori Ricco e Chistoni
e dell' ing. Mascari.
Digitized by VjOOQ IC
85
studi geodinamici in Italia, e dietro sua iniziativa si
costituì nel 1895 la Società sismologica italiana.
Nei primi suoi anni di Palermo (1867-68-69) egli
aveva osservato al Cerchio meridiano una serie di 1001
stelle australi ; osservazioni che furono poi ridotte a ca-
talogo dal P. Hagen, gesuita austriaco stabilito agli
Stati Uniti.
Promosse con ardore V erezione* di un Osservatorio
meteorologico sul Monte Cimone, e specialmente a lui
si deve la creazione deir Osservatorio Etneo (1880) e di
quello di Catania (1885). Dal Governo poi ottenne anche
ì mezzi necessari per far partecipare T Osservatorio di
Catania alla grande impresa internazionale della carta
fotografica del cielo e del relativo catalogo. Era evidente
che quei due nuovi Osservatorii si trovavano in condi-
zioni eccezionalmente favorevoli per gli studi di Astro-
nomia fisica, e così nel 1890, sempre per impulso del
Tacchini, fu istituita neir Università di Catania una cat-
tedra di Astrofisica, V unica esistente in Italia. La cat-
tedra e la direzione dei due Osservatorii furono aflfìdate
al prof. Ricco, il quale da molti anni si occupava di
quegli studi, specialmente dopo che aveva sostituito il
Tacchini nella Specola di Palermo.
Naturalmente, i lavori del Tacchini riguardano per
la maggior parte la Fisica solare, la Meteorologia e la
Geodinamica. Si trovano pubblicati quasi tutti nelle
Memorie degli Spettroscopisti italiani (Rivista mensile
di cui egli diresse la pubblicazione per quasi trent' anni),
nelle Memorie dell'Osservatorio del Collegio Romano,
nei Rendiconti dell'Accademia dei Lincei e nel Bollet-
tino della Società sismologica italiana.
Sarebbe un' esagerazione il dire che il Tacchini fu
un gran dotto od un grande scienziato: il vero è che
egli fu un astronomo eccezionalmente attivo ed energico,
che seppe creare Istituti ed Istituzioni che non moriranno.
I suoi lavori gli assicurano un posto onorevole nella
Digitized by VjOOQIC
86
storia generale dell' Astronomia, un posto onorevolissimo
nella storia della Fisica solare. Questo campo di ricerche
aveva da poco principiato ad aprirsi, quando il giovine
Tacchini vi entrò risolutamente, con ardore e perseve-
ranza pari ai successi che vi raccolse. Dal 1871 al
1900 egli osservò con assiduità straordinaria le mac-
chie, le facole e le protuberanze solari, e di queste for-
mazioni pubblicò numerosi quadri statistici e bei disegni.
A lui si deve l'esecuzione di una Carta magnetica
d'Itaha, costruita in base alle misure assolute di ma-
gnetismo terrestre che egli fece eseguire dal C h i s t o n i
e dal Palazzo, e pubblicata negli Atti del primo Con-
gresso geografico italiano tenuto a Genova nel 1892.
Non è poi del Tacchini la colpa se in Italia non esiste
ancora — con disdoro del paese — un vero e proprio
Osservatorio magnetico, perchè egli nel 1887 aveva stu-
diato la questione e presentato al Governo formali pro-
poste, le quali pur troppo non incontrarono accoglienza
favorevole.
Il Tacchini si occupò anche di stelle cadenti e nel
1895, con osservazioni eseguite in parte da lui e in parte
dal suo assistente Domenico Peyra (I), confermò la
brillante scoperta del professore Schiapar.elli sul pe-
riodo della rotazione di Venere, che è uguale a quello
della rivoluzione.
Membro di molte Accademie e Società scientifiche,
egli ricevette nel 1888 la medaglia Rumford della
Società Reale di Londra per i suoi lavori di Fisica so-
lare e nel 1892, per la stessa ragione, ebbe il premio
Janssen dell'Accademia delle Scienze di Parigi.
(1) Morto in Torino, a soli 27 anni, nel 1898. Di lui così scrisse
lo Schiaparelli: « Nella sua breve carriera astronomica, che durò
soli quattro anni, questo giovine altrettanto valente quanto laborioso
e modesto ha compito un numero relativamente grande di utiU e
buoni lavori... » {Astr. Nachrichten, voi. 148. pag. 31).
Digitized by VjOOQIC
87
Dopo 40 anni di servizio attivo lasciò nel 1899 il
posto di direttore dell' Ufficio centrale di Meteorologia
e al principio del 1902 quello di direttore dell'Osservatorio
del Collegio Romano. Ma disgraziatamente potè godere
per poco del riposo che aveva cercato in patria : una
polmonite complicata con disturbi epatici lo spense il 24
marzo 1905 a Spilamberto, provincia di Modena.
*
L'Osservatorio di Bologna e quanti si interessano,
dentro e fuori di questa Accademia delle Scienze, al
desiderabile e vagheggiato risorgimento di un Istituto
che vanta le tradizioni di Eustachio Manfredi, di
Eustachio Zanetti e di Lorenzo Respighi,
r Osservatorio di Bologna — dicevo — e chi lo onora
di benevolo interessamento hanno doveri speciali di
gratitudine e di venerazione verso la memoria di Pietro
Tacchini.
Quando nel 1887 l'Università di Bologna si appre-
stava a celebrare solennemente il suo centenario, il
Rettore di quel tempo, il senatore Capellini, che ben
conosceva le condizioni deplorevoli in cui era ridotto
r Osservatorio, vi eseguì una ispezione in compagnia del
prof. Tacchini. Frutto di quella visita fu una relazione
che il Tacchini indirizzò al Rettore, nella quale egli
constatava che « dal 1874 a questa parte l'abbandono
delle macchine e il disordine sempre crescente nell' Osser-
vatorio han fatto sì che in oggi tutti gli strumenti sono
inservibili per vere osservazioni astronomiche », ed espri-
meva r augurio che « 1' Osservatorio non venisse dimen-
ticato e lasciato nello stato indecente in cui ora si trova ».
In quella relazione il Tacchini formulava pure proposte
concrete di riforme, di restauri e di nuovi impianti.
Tali proposte rimasero, come si sa, affatto sterili
e così le condizioni della Specola seguitarono a peggio-
Digitized by VjOOQIC
88
rare per altri 13 anni. Ma il Rettore e il Tacchini ave-
vano fatto tutto quel che potevano, e nella storia della
Specola bolognese questo nobile tentativo resterà segnato
come valida testimonianza dell'attività indefessa, dello
zelo appassionato che il Tacchini metteva in tutto ciò
che potesse favorire in qualche modo i progressi del-
l'Astronomia italiana.
Indi l'Accademico Benedettino Prof. Guido Tizzoni^
a nome pure del Dott. Bongiovanni, legge la seguente
Nota: L'azione del raggi del radio sul virus rabido
in vitro e nell'animale.
Le conoscenze molto scarse e contradittorie che si
hanno oggidì intorno all'azione del Radio sopra i virus
e sulle rispettive tossine ci hanno consigliato ad intra-
prendere alcune ricerche su questo argomento.
E per primo abbiamo voluto rivolgere la nostra at-
tenzione al virus rabido come quello che meglio degli
altri si sarebbe prestato alla ricerca, sia per la sua
grande sensibilità alle influenze esterne di ordine chi-
mico e fisico, sia per la grande analogia che passa fra
la sua azione. e quella di alcuni fermenti sui quali sap-
piamo che il Radio esercita talora un'azione molto ener-r
gica, sia perchè questo virus determina nell'animale una
infezione sistematizzata, circoscritta al sistema nervoso
centrale; sulla quale, perciò, si sarebbe potuto influire
in modo molto diretto dirigendo i raggi del Radio sul-
r occhio.
Le nostre esperienze furono praticate tutte sul co-
niglio valendoci sempre del viì^us fisso, che per la sua.
alta potenza rappresenta in questo genere di studi il
massimo sforzo sperimentale, e ci dà quindi sicuro affi-
damento sul valore dei risultati ottenuti.
Digitized by VjOOQIC
89
Ogni esperimento poi aveva il rispettivo animale di
controllo che morì sempre regolarmente coi fenomeni di
rabbia paralitica, nel termine di 7-8 giorni per gli ani-
mali infettati nell'occhio e sotto la dura madre, in 11
giorni per quelli infettati nel ner-vo sciatico.
Due sono le serief di ricerche praticate, una in vitro,
l'altra nell'animale. Nella prima il virus rabido stem^
prato in brodo sterilizzato nella proporzione dell' 1 % ve-
niva sottoposto per un tempo determinato alla influenza
diretta dei raggi del Radio ; nella seconda i raggi stessi
erano fatti convergere per un'ora al giorno e per 8
giorni consecutivi nell'occhio dell'animale in esperimento,
infettato con la stessa poltiglia di virus rabido tanto nel-
r occhio o sotto la dura madre quanto nel nervo sciatico.
In alcuni casi il principio della cura coincideva col
momento stesso della infezione e seguitava nei 7 giorni
successivi (metodo contemporaneo) ; in altri invece l' ap-
plicazione dei raggi cominciava solo dopo una o più ore
dalla procurata malattia (metodo curativo).
Avvertiamo che i raggi del Radio usati nel modo e
tempo da noi indicati non dettero mai alterazioni apprez-
zabili locali o a distanza.
I risultati ottenuti con queste ricerche, dei quali in-
tendiamo prender data con la presente comunicazione,
sono i seguenti :
Esperienze in vitro. — I raggi del Radio esercitano
nella provetta una rapidissima azione scomponente sul
virus rabido mantenuto alla temperatura di 12-15'' C,
il quale dopo breve tempo di questo trattamento riusciva
del tutto innocuo quando era iniettato nell'occhio degli
animali. Se poi l'azione del Radio sul virus rabido era
insufficente (1 ora) allora gli animali morivano con
grande ritardo sui controlli (8 giorni) ; e non coi soliti
fenomeni della rabbia, ma per una malattia molto piii
enta (10 giorni) in cui predominava il progressivo di-
magrimento fino al marasma.
Digitized by VjOOQIC
90
Invece il virus dei tubi di controllo lasciati in li-
bero contatto coir aria dette sempre la morte degli ani-
mali col quadro della rabbia paralitica e nel tempo su
indicato.
Esperienze che sono già in corso ci diranno se il
virus rabido in tal modo distrutto* possa fornire un vac-
cino più efficace, ed insieme più pratico ed economico, di
quello Pasteur che attualmente serve per la vaccina-
zione antirabica nelP uomo.
Esperienze sull' animale.
a) Azione conteìnporanea. I raggi del Radio si
sono mostrati sempre efficaci quando la loro applicazione
è cominciata al momento stesso in cui fu praticata la
infezione, e tanto contro infezioni nell' occhio, quanto con-
tro infezioni praticate direttamente nel cervello o nel
nervo sciatico.
Gli animali così trattati presentarono solo un leg-
gero aumento di temperatura, una transitoria diminu-
zione di peso ed un poco di rigidità o di debolezza nel
treno posteriore al momento della morte dei rispettivi
controlli poco tempo dopo; ciò che, come abbiamo
detto, non è in alcun modo imputabile all'azione stessa
dei raggi del Radio.
Di tali animali alcuni, i primi operati, vivono in
ottime condizioni di salute anche dopo 38 giorni dacché
furono iniettati con virus fisso (1).
Questo dimostra che i raggi del Radio diretti sul-
l'occhio per 8 ore in 8 giorni consecutivi sono capaci
di agire anche sui focolai d' infezione molto lontani
(nervo sciatico) ; la loro azione riesce egualmente efficace
tanto se è esercitata sull' occhio corrispondante alla pra-
ticata iniezione del virus quanto su quello del lato op-
posto.
(1) Alla correzione delle bozze di stampa, questi animali
sono ancora in vita in eccellenti condizioni di salute dopo 47 giorni.
Digitized by
Google
i
91
6) Azione curativa. Lo stesso risultato si è otte-
nuto quando l'applicazione dei raggi del Radio è inco-
minciata dopo un'ora dalla avvenuta infezione.
Invece a 24 ore di malattia la stessa cura praticata
nel modo e nel tempo sopra indicato si dimostrò senza
nessun efTetto.
Con ulteriori esperimenti cercheremo di stabilire
gli estremi della cura, sia riguardo al tempo trascorso
dalla procurata infezione, sia riguardo alla durata di
applicazione del rimedio. Vedremo ancora se negli ani-
mali sopravissuti la guarigione sarà duratura, e se questi
si mostreranno fortemente e per lungo tempo vaccinati
contro il virus rabido.
Intanto, in attesa di conoscere quale estensione pos-
sano avere queste ricerche, da quanto si è finora osser-
vato si può affermare con assoluta certezza che il Radio
distrugge rapidamente il virus rabido tanto in vitro
quanto nelV animale; e ciò qualunque sia il punto nel
quale è stata praticata V infezione, quindi qualunque sia
la distanza fra questo e la parte sulla quale viene di-
retta V azione del rimedio.
Sul meccanismo col quale i raggi del Radio eserci-
tano nell'animale la loro azione benefica, non osiamo
per il momento avanzare ipotesi alcuna.
Tutto parla, peraltro, in favore di una disinfezione
o di uno svelenamento dell' intiero sistema nervoso per
parte dei raggi del Radio usati attraverso l'occhio.
L' Accademico Benedettino Prof. Carlo ExMERy rias-
sume una sua Memoria che ha per titolo : Revisione
delle speeie del genere Atta appartenenti ai sottoge-
neri Moellerias Acromyrmex.
Digitized by VjOOQIC
t
92
L'Autore discute i limiti e la sinonimia delle sin-
j^ole specie, descrivendone alcune nuove, oltre a parec-
chie varietà, e fornisce chiavi analitiche per la deter-
minazione delle operaie e dei maschi.
Infine il Segretario, a nome dell' Accademico Ono-
rario Prof. Vincenzo Colucci, legge il seguente sunto di
una Memoria che porta per titolo : Contributo alla Pa-
tologia dell'Epitelioma caneroide.
In questo lavoro, l'A. descrive un caso di neoplasia
cancerigna in un gatto, la quale sviluppatasi primitiva-
mente nella pelle della faccia, invase le cavità nasali
distruggendole in gran parte, si [propagò poscia ai gangli
linfatici cervicali del lato destro e da qui, per la via
sanguigna, al polmone.
I fatti patologici più importanti, accuratamente de-
scritti, sono :
V Lo sviluppo endarterioso, nei rami della polmo-
nare, del neoplasma, che ivi conserva tutti i caratteri
originari, tanto per la forma sua papillare, come per la
forma e disposizione de' suoi elementi cellulari costitutivi.
2"* La particolare proliferazione deir epitelio dei pic-
coli bronchi e degli alveoli polmonari prossimi ai focolai
dell'epitelioma metastatico, o in questo compresi, e la
speciale neoplasia epiteliale derivatane, che occupa ed
ostruisce il lume bronchiale.
3"* Le lesioni diffuse del parenchima polmonare, che
sono quelle della pneumonite interstiziale cronica, dovute
in parte allo sviluppo locale del neoplasma, e in generale
ai gravi disturbi circolatori, cagionati dalle occlusioni
arteriose polmonari per lo sviluppo endovascolare del-,
r epitelioma.
Digitized by VjOOQIC
93
Di tutte queste lesioni TA. ne stabilisce la patoge-
nesi ed accenna infine all'etiologia del cancro, riferendone
brevemente la storia più recente. Pei fatti osservati ij»
questo caso conferma la dottrina circa la secrezione cel-
lulare tossica del cancro, dimostrandola coli' influenza in-
dubbiamente da questa esercitata sull'epitelio degli al-
veoli, dei bronchi e delle glandolo mucose peribronchiali,
onde ne è derivata la speciale neoplasia, e finisce col-
r emettere un'ipotesi circa l'origine primitiva autotossica
del cancro epiteliale, e conclude:
V L'epitelioma cancroide sviluppatosi nella pelle
della faccia in un gatto di 11 anni, invase tutte e due
le cavità nasali, distruggendole quasi completamente, si
estese pei linfatici ai gangli cervicali del lato destro e
di qui pei vasi sanguigni al polmone, dove si trovarono
noduli di varia grandezza diffusi nel parenchima del mag-
gior numero dei lobi dell'orbano.
2** Lo sviluppo di tali noduli metastatici ebbe ori-
gine nei rami dell'arteria polmonare, conservando nel
suo progresso la tipica struttura e disposizione degli ele-
menti, come nel cancroide primitivo. Dalle più piccole di
queste arterie e forse anche dai capillari, il tumore invase
di seguito il connettivo peribronchiale, estendendovisi
nella forma papillare originaria.
3** Per r occlusione delle arterie, dovuta al crescere
del cancroide, ne seguì trombosi, per cui si rese possibile
la penetrazione del neoplasma dall' esterno nelle arterie,
disgregando le fibro-cellule muscolari della media, in
gran parte degenerate per la difettosa nutrizione dal
trombo cagionata.
4"* Da tali multiple occlusioni vascolari arteriose ne
seguirono grave disturbo circolatorio, stasi e trombosi ve-
nose, donde cronica broncopneumonite generale con pre-
valenti lesioni interstiziali.
5*" Le alterazioni dei bronchi e degli alveoli in vi-
cinanza dei noduli cancerosi, consistevano massimamente
Digitized by VjOOQIC
9i
in proliferazione del loro epitelio, onde restavano ostrutti
gli uni e gli altri da una massa di cellule neoformate,
%S^enti caratteri speciali e differenti da quelli proprie del
cancroide.
6"* Un fatto simile era avvenuto nelle glandole muco-
se peribronchiali. Delle quali (oltre al trovarsi ipertrofiche
in tutto il polmone, come di solito avviene nelle bronco-
pneumoniti croniche consecutive a disturbi circolatori) nei
punti vicini ai noduli cancerosi, gli acini e tubi glande-
lari ipertrofici mostravano una attivissima proliferazione
del loro epitelio, per cui, perduta l'apparenza dell'ade-
noma, acquistavano caratteri di neoplasma carcinomatoso
ben distinti però da quelli dell'epitelioma metastatico.
T Tal fatto neoplastico speciale localizzato ai pic-
coli e minimi bronchi, nonché agU alveoli ed alle glan-
dole peribronchiali vicini ai noduli cancerosi, ho creduto
doversi attribuire ad influenza esercitata sugli epiteli degli
uni e delle altre dalle secrezioni tossiche cellulari del
cancroide metastatico.
8° La metastasi dell' epiteUoma cancroide è avve-
nuta pel trasporto delle cellule, le quali, come eviden-
temente risulta dalla presente osservazione del suo svi-
luppo endarterioso, essendo dotate intimamente di virtù
tossico-parassitarie, inducono alterazioni del tessuto ove
esse si soffermano, preparando così il terreno propizio
alla loro nutrizione, ed attivamente proliferando danno
origine per se stesse allo sviluppo del nodulo metastatico,
che è un vero e proprio trapiantamento del neoplasma
primitivo.
9"* Infine, con criterio analogico, mi è sembrato po-
tere avanzare la probabile ipotesi: che l'origine primi-
tiva del cancro epiteliale si possa attribuire ad un mu-
tamento delle secrezioni epiteliali normali in individui
predisposti, per eredità o altre condizioni somatiche, alle
affezioni cancerose ; nel quale stato l' azione di qualsiasi
causa, comune o specifica, determinerebbe una straordi-
Digitized by VjOOQIC
95
naria attività proliferativa degli epiteli, le cui secrezioni
acquistando una tossicità specifica, agirebbero come sti-
molo morboso sui prossimi elementi congeneri e da qui
l'estendersi, per continuità, del neoplasma cancerigno.
'i^^
?^
Digitized by VjOOQIC
Digitized by
Google
Gttébhard Prof Adrien — Notes Psychiques. 1905. Paris.
Valle di Pompei — Il Rosario e la Nuova Pompei. Anno XXIl.
1905, Quad. 1,2, a.
Lapponi Prof. Comm. Giuseppe — In memòria del Prof. Mons. ,
Francesco «Regnani. 1905, Roma.
Arcidiacono S. — H terremoto dì Niscemi del 13 Luglio 1903.
Modena.
Mem -7 Principali fenomeni eruttivi avvenuti in Sicilia e
nelle isole adiacenti durante Tanno 1901, Modena.
Marr Bernhard ~ Die SymboHk du Lunation. 1905.
Station Franoo-Scandinavef de Sondages aériene a Hald 1902-
1903. — Travaux. Viborg, Danmark. 1904. .
Gaudry Prof. Albert — Fossiles de Patagonie. De^tition^ de "
queJqAjes mammifères. 1904.
Tom$en Proi. Julius — Termokemiske Resultater. 1905. Ko-
Benhavn.
Filrbringer Prof. Max — Untersuchungen der Morphologie
und Systematik der Vogel zugleich ein Beitrag zur A-
natoi:MÌe der Stiìtz-und Bewergungsorgane. I* Specieller
' TheiM888. Jena.
Idem — Id. IL Aligemeiner Theil 1888. Amsterdam.
Idem — Zur vergleichenden Anatomie des Brustschulterap-
^ parates und der SóhulterrauskeJn. 1900. Jena.
Idem — Ueber die Spino-Occipitalen Nerven der Selachier
" und Holocephalen und ibre vergliechende Morphologie
1897. Leipzig. -
Idem — Beitrag j:ur Systematik und Genealogie^ der Repti
lien. 1900.^ Jena.
Idem — .Morphologische Streitfragen. 1. Nervus trochlearis, .
2. Rabrs Metode und Behandiung der Éxtremitaten-^
frage. 1902. Leipzig. '
Idem — Beitrag zur Genealogie und Sistematik der Vogel .
1002. Jena.
Idem —Zur yorgleichenden Anatomie des Brustschulterap- .
. parates und der Schulterimiskeln. 1902. Jena.
Idem — Notiz uber oberflachliche Knorpelelemente im Kie- .
.. meiiskelet der Rochen (Extraseptalia), zuglieich nach
von J. Ed Stumpff gemachten Beobachtungen. 1903.
Leipzig, • • . [
Idem — Carl.Gegenbaur. 1903. Heidelberg.
Idem ^ Zur Frage der Abstammungder Saugctiere Teil. L
1904. Jena- ,
Idem —'Zur Frage der Abstammungder Saugctiere Teil, IL
1904. Jena.
De Cyon Prof. Elie — Les Nerfs du Coeur-Anatoiuie et Phy-
* «iologie. 1905. Paris.
Idem, — : Methodik der physiologischen Experimente und '
[ Viviseòtionen. 1876. Giessen.v
Ideili — Methodik der physiojogischen Experimente und
Yivisectionen Atlas. 1876. Giessen.
Digiti:
zedby Google
Oe Cyon Prof. Elie — Gesammelte physiologische ArbeiteD.
1888. Berlin.
.Idem — Beitrage sur Pbysiologie der Sehilddruèe und des
Herzens. 1898. Bonn.
Marcaoci Prof, Arturo — La legge della ineccitabìUtà car-
diacsu ' . ,
Idem r- Comunicazione preventiva sulla distribuzione delle
radici motrici nei muscoli degli arti. 1881, Firenze. -
Idem — Influenza del Raraus linguàlis trigemini sulla for-
mazione della lii^fa nella lingua- 1883. Firenze,
Idem — Suir innervazione dello stomaco nella rana. 1885. -
Pisa. • , / .
Idem — Azione jSslologica della cinconaniina. 188T.
Idem — Il significato fisiologico deir intestino cieco. 1888.
Perugia..
Idem ^ La presenza di saccarosio nei seini dèi cereali. 1889.
Pisa. -,
Idem — Trasmissione di senso attraverso conduttori di moto.
1889. Pisa. . .
Idem — La formazione e la trasformaziojje dégl' idrati di
carbonio nelle piante e negli animali. 1890. Pisa. -
Idem — Sui prodotti della trasforma;5Ìone dell'amido. 1890.
■'■ Pisa. , ' . ■ '•/■ ^ / . -" •, • '■
Idem — Sul meccanismo della morte per ossido di carbonio. ,
1892. Palermo.
Idem — Le opere medico-fisiche di Simone Gorlep ed il sup
sistema di filosofia universale^ 1892. Palermo./
Idem — Il meccanismo della morte neir avvelenamento per
ossido di carbonio. 1892. Pisa. \ r . :'
Idem — • Influence du mouveraent sur le développment des
oeufs de poule. 1893. ' V
Idem — L' ossido de carbone au point de vue pharmacolo-
gique. 1893. Torino.
Idem — L'ossido di carbonio dal punto di vista farmacolo-'
gico. 1893. Palermo.
Idem — L'asfissia negli animali a sangue freddo. 1803. Pisa.
Idem — " Les rapports des organes de la respiratiou et de
la natation cnez les pulmonés aquatiques. 1894. Tòrim). . .
Idem — La formazione e la trasformazione degf idrati di
carbonio nelle piante (Rivendicazione). 1894» Pisa.
Idem -r- Studio comparativo di alcuni alcaloidi nell'oscu-
rità e alla luce. 1895. Pisa. '
Idem — Il concetto di individualità nella determinazione
delle leggi della vita. Discorso. 1896. Palermo.
Idem — Sul contegno dell' idrogeno e dell'ossigeno in pre- "
senza dell'acqua. 1902.
Idem — Modificazioni delle atmosfere di idrogeno e di azoto
mantenute a lungo sull'acqua. 1903. Palermo.
Digitfzed by
Google
RENDIGONTO
DELLE SESSIONI .
DELLA B. AGGADEMIA DELLE SCIENZE
, DELL' ISTITUTO DI BOLOGNA
Nuova Serie : Voi. IL (1904-190g)
Fascicolo' 4° ed ultimo — Maggio-Giugno 1905
^ BOLOGNA
TIPOGRAFIA GAMBERINI E PARMEGGIANI
1905
Digitized by VjOOQ IC
INDICE DEL FASCICOLO
-TTSIS^-
lietturo soientiflolio
Donati Prof. Luigi — Diagramtna generale per traàfonna-
tnatori a correnti alternative e per motori asincroni pò-
lifasi (sunto) . . . . * .. . . . . . . .... Pag- 100
AazELÀ Prof. Cesare — Sulle funzioni di due variaj^ili a
vari^azione lijiiitata ... . ... . . . . ...» ivi
Delpino Prof. Fedbrico — Applicazione di nuovi criteri per
la classificazione delle piante» Memoria 7* (sunto). , • ». 1^7
Righi èen. Prof. Augusto — Sulle caricjie elettriche acqui-
state dai corpi colpiti dai raggi del radio (sunto) . » 109
Novi Prof. Ivo — Sulla diagnosi istològica della rabbia *
(sunto) . . . . . ... . , . . ,. . . . . ^ » HO
MoRiNi Prof Fausto — Osservazioni sulla vita e sul paras- ,
sitismo di alcune specie di Piplocephalis (sunto) . » HI
BuFFiNi Prof. Ferdinando Paolo — Del molo di un punto
che obbligato a rimante in una data superfìcie debba
percorrere con un'a velocità prestabilita una linea data. • » 146
Albertoni Prof. Pietro ^- Sulla diffusione degli zuccheri
nell'organismo (sunto) . . . , .. . . . . . . . » 156
Tizj^oNi Prof. Guido e Dott. A. Bongiovanm ■— La cura della
, rabbia coi raggi del ràdio. ?* Comunicazione preventiva. » 157
Hajna Prof. Michele ~ Osservazioni meteorologiche fatte \
durante Fanno 1904 neir Osservatorio della R. Uni ver? '
sita di Bologna ^tìtolo) . . > 164
Brazzola Prof. Floriano — Significato dei batteri termofili,
di quelli della putrefazione e del gruppo coli, nell'esame
batteriologico delle acque (sunto) ......... » ivi
Ghigi Prof. Alessandro — Revisione e specie .nuove del
genere Cutter a Wagler (sunto) . . . . . . . . » 166
Digiti-zed by VjOOQIC
rr^:^^^;^:v::v:;i^;i^:v::v::^¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥^¥¥^¥^^
10* Sessione^ 7 Maggio 1905
Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente.
Il Presidente invita rAccademico Onorario Prof. Er-
cole GiACOMiNi a leggere la sua Commemorazione in
onore del compianto e chiarissimo Socio Prof. Fran-
cesco Crevatin.
Ultistri Accademici,
Commemorare Franoesoo Crevatin significa
rimpiangere una vita spentasi nel -vigor degli anni,
quando si apprestava ad esplicare la sua maggióre at-
tività, e vedeva forse non lontano il coronamento del-
l' opera sua.
Francesco Crevatin, del quale oggi si onora la
memoria, cessava di vivere in Bologna il 5 ottobre 1904.
Fu sua patria Parenzo d' Istria, ove nacque il 23 Marzo
dell'anno 1871. A Bologna iniziò e compì i suoi studi
di medicina, conseguendone a pieni voti assoluti la laurea
dottorale, nell'anno 1894, con una dissertazione « sul-
l'intima struttura degli occhi delle sfingi ». Fino dal-
l'anno 1892, prima ancora di essersi addottorato, ebbe
la nomina di assistente straordinario alla cattedra di
Anatomia comparata in questa Università, e nell'anno
1895 ne divenne assistente effettivo.
Rendieonto 1904^1905 8
Digitized by VjOOQIC
98
Dedicatosi con particolare amore alle ricerche scien-
tifiche, si accinse ben presto a sostenere nell' Università
di Padova, l'esame per la libera docenza, che ottenne,
con brillante successo, Tanno 1897, presentando un « sag-
gio di osservazioni anatomo-microscopiche sugli organi
elettrici delle torpedini », il quale valse a rivelare in
Lui spiccate attitudini agli studi di Istologia.
Fino dall' anno scolastico 1898-99 esercitò la libera
docenza nel nostro Ateneo, e con singolare costanza volle
impartire le sue lezioni, anche quando la malattia che
da lungo tempo lo affliggeva, e ne minava inesorabil-
mente l'esistenza, si era fortemente aggravata, e gli
procurava continue e acute sofferenze.
Durante la infermità del compianto Prof. Giaccio,
tenne, come supplente, il corso ufficiale di Anatomia
comparata. E nell'anno 1898 fu, per i suoi meriti, chia-
mato a far parte, come Socio onorario, di questa R. Ac-
cademia, della quale onorificenza Egli altamente si com-
piaceva.
Lavoratore indefesso e coscienzioso, spiegò la sua
attività scientifica principalmente nel difficile studio delle
terminazioni nervose, attorno alle quali lascia numerose
e pregevoli pubblicazioni, che varranno certamente a
mantenere viva la memoria di Lui tra i cultori della no-
stra scienza.
All'amore della ricerca di laboratorio accoppiò quella
della eletta forma e della purezza della lingua nel dire
e nello scrivere, coltivando con grande predilezione
lo studio dei nostri migliori classici, ed a questi e alla
ricerca scientifica chiese fino agli ultimi momenti della
vita il sollievo dell' affranto suo spirito. Ed Egli si spense
mentre attendeva alla correzione delle bozze della sua
traduzione di un' opera tedesca, e mentre portava a ter-
mine un lavoro « sui nervi della cornea dei mam-
miferi ».
La serie dei suoi lavori s'inizia con una dissertazio-
Digitized by VjOOQIC
ne « suir intima struttura degli occhi delle sfingi », dove
le cose osservate Egli espone con tale chiarezza e con-
cisione da apparire un ricercatore già provetto. Cono-
scendo che il buon esito di ogni indagine microscopica
sul sistema nervoso e massime poi sugli apparecchi ter-
minali di questo complicatissnno sistema, si basa sulla
riuscita dei metodi tecnici impiegati, Egli pazientemente
s' impadronì di tali metodi, e, sperimentandoli a lungo,
se ne rese cosi esperto da saperli applicare, con op-
portune modificazioni, agli organi piii svariati, ottenen-
done quasi sempre bellissime preparazioni e non poche
veramente meravigliose.
Costrettovi anche dalla breve durata dei preparati
allestiti con taluno di quei metodi, apprese a fissarne le
immagini con la fotomicrografia, nella quale arte aveva
pure acquistata non comune esperienza. Con questo buon
corredo di conoscenze tecniche intraprese una serie di
ricerche sugli organi elettrici delle torpedini, che è da
considerarsi uno dei suoi migliori lavori. Altre investi-
gazioni fece poi sul cervello e sul cervelletto dei mam-
miferi, sulle piastre nervose motrici, sulle varie forme dei
corpuscoli terminali nervosi nel tegumento dei mammi-
feri e degli uccelli, sulle terminazioni nervose nei tendini,
sui fusi neuro-muscolari, sulle terminazioni nervose della
congiuntiva dei mammiferi. Da ultimo si era rivolto ad
illustrare i nervi della cornea dei rettili. I risultati di
questa indagine raccolse in uno scritto, che insieme ad
una nota sulF epitelio dei canalicoli renali dei pesci fu-
rono le cose che Egli potè condurre a termine prima
che il male si aggravasse al punto da costringerlo ad
abbandonare il laboratorio, dove, finché ne ebbe la for-
za, volle sempre recarsi, quasi per nascondere a se
stesso la gravità del male che lo veniva lentamente
logorando.
La più gran parte dei suoi scritti sono pubblicati
nei Rendiconti e nelle Memorie di questa Accademia,
Digitized by VjOOQIC
100
alle cui sedute molto s'interessò, altri nell' Anatomischer
Anzeiger.
Il pronto ingegno e l'assidua operosità, di cui an-
cor giovane aveva dato così bella prova, lasciavano cer-
tamente assai bene sperare di Lui, se sfortunatamente
la sua vita non fosse stata cosi presto troncata.
Col cuore e con la mente dotati di eccellenti qua-
lità, era giunto a conquistarsi molta simpatia e grande
stima presso tutti i suoi colleghi e presso gli studenti,
che gli dimostrarono sempre vivissimo affetto, e ne pian-
sero, addolorati, la fine immatura.
Da quest'aula vada oggi alla memoria di Fran-
oesoo Crevatin il nostro mesto ed affettuoso saluto.
Poscia l'Accademico Benedettino Prof. Luigi Donati
riassume in breve una sua Memoria che ha per titolo :
Diagramma generale per trasformatori a correnti al-
ternative e per motori asincroni polifasi, dove, appli-
cando alla teoria dei trasformatori, statici e rotanti, ed
a quella dei motori asincroni polifasi il noto metodo sim-
bolico degl' immaginarli con la corrispondente rappre-
sentazione grafica vettoriale, dà un diagramma che rias-
sume in forma generale le leggi del funzionamento di
tali apparecchi.
L'Accademico Benedettino Prof Cesare Arzelà legge
la seguente Nota : Sulle funzioni di due variabili a va-
riazione limitata.
1. — In un rettangolo R a lati paralleli agli
Digitized by VjOOQIC
101
assi X e y sia. data una funzione z{x , y) delle oc e y^
a limiti . superiore e inferiore finiti.
Si dirà linea saliente una linea che da un punto
può essere percorsa in modo che le due coordinate
di esso insieme crescono, ovvero l'una cresce mentre
l'altra non decresce.
Sia m un punto nell' interno o sul contorno, e si
consideri una linea Ig saliente da A in m.
Si segnino su essa i punti m, , m^^ . , , nip in nu-
mero finito, a piacere, ma disposti secondo V ordine cre-
scente degli indici da A verso m. Con z{ms) si indichi
il valore della z{x, y) nel punto ni^.
Si ha
z{m^) — z{A) -+- z{m^) — z{m^) -H h z{m) — z{mp) =
= z{m) — z{A)
Tra le differenze z{mg) — 2(m,_i) alcune saranno
positive, altre negative; sia pi^ la somma delle posi-
tive, ni^ la somma delle negative: si avrà
1 ) z{m) — z{A) = pi^ — m^ ,
e questa relazione sussisterà qualunque sia il sistema
dei punti m, segnati sulla linea Ig.
I numeri pi^ e n/,, corrispondenti a tutti i possi-
bili sistemi di punti (m), avranno i rispettivi limiti
superiori Pis e iV/, determinati, fissata che sia la li-
nea Z.,, e che ora supponiamo finiti : si avrà
z(m) — z{A) = Pi—Ni^.
Se si traccia un'altra linea saliente Z^? pure da
A in m, si avrà per considerazioni analoghe
z[m) — z[A) = Pi^ — Ni,.
Pi^, Ni^ avendo significati analoghi a quelli di Pi^ e
Ni^ ed essendo pure supposti finiti.
Digitized by VjOOQIC
102
Air insieme di tutte le possibili linee salienti da
^ ad m corrisponde un insieme di numeri P/,, P/,...
e un insieme di numeri A"/, , Ni^ ... V insieme del
numeri P/, , Pi,... ammette un limite superiore P{in),
come r insieme dei numori J\\ , Ni, . . . ammette un
limite superiore iV^(m) : P{m) e N{m) funzioni del
punto m.
Si dovrà avere, P{ni), y{m) essendo finiti,
2) z{m) — z{A) = Pim) — y{m) .
Invero, si fissi un numero positivo e piccolo a
piacere: non si trovi, se è possibile, una linea sa-
liente l^ alla quale corrispondano numeri P/, e xV/, di-
scosti rispettivamente da P{m) e N{m) per meno di e:
sia solo P/, discosto da P{m) per meno di e, Ni, in-
vece diflferisce da N{m) per h numero determinato,
maggiore di zero.
Si avrà
z(rn) — z{A) = P/,— Ni^ = (P(m) — f') — (N{m) — K)
= P{m) — N{m) -+- ^ — e'
con e' <ie.
Ma allora si avrà un' altra linea saliente A^r , alla
quale corrisponde un N^^ discosto da y{m) per méne
di f e un P^^ discosto da P{m) per h' determinato
e fisso, e si avrà
z{m) — z{A) = P^—N^^= {P{m)—h') — (N{m) — e")
con f" < f .
Dovrebbe essere
dove e' e e" sono piccoli a piacere, mentre non Io
sono h e h! .
Ciò è assurdo.
Digitized by VjOOQIC
103
Per ogni e esiste dunque una linea soliente Z,, in
corrispondenza alla quale P/, e iV/, dififeriscono rispet-
tivamente da P{m) e N{m) per meno di f : è dunque
provata la 2).
Se in corrispondenza a una linea soliente A si ha
Px'=P(m)^ si avrà pure Nx = N{m).
Se dei due numeri P{m) e N{m) uno è finito, lo
è anche Y altro, giacché sono finiti z{m) e z{A) .
Se una delle funzioni P(m) e N{ni) ha, in tutto
il rettangolo, un limite superiore finito P, l'altra pure
avrà un limite superiore finito N. In tal caso si dice
che la funzione z{x^ y) è nel rettangolo R, a varia-
zione limitata.
2, Vediamo le proprietà delle funzioni P{m) e N{m).
I) D' e
B'
m'
.ni
Si prolunghino le rette, parallele agli assi, uscenti
dal punto m; nel rettangolo [m, C] si fissi urf punto
m' : si avranno, in corrirpondenza, i valori P)m) e
N{m) della P{m) e N{m) e si avrà
P(m') — N{m!) = z{m) — z{A) .
Qualsiasi linea saliente da A ad m è parte di linea
saliente da A ad m ; è quindi certamente
P{m) < P{m')
N{m)<N{m'),
cioè, le funzioni P{m) e N{m) crescono, o almeno non
decrescono, se il punto m si sposta lungo una linea
qualsiasi saliente a partire da A verso C.
Digitized by VjOOQIC
104
Poiché si può scrivere
z{m) = P{m) -¥'Z{A) — N{m) ,
si vede che una funzione a variazione limitata può
porsi nella forma della dijfferenza di due ftinzioni cre-
scenti, almeno non decrescenti, lungo qualsiasi linea
saliente, ovvero, nel verso positivo degli assi : di piiì,
nel caso che z{A) sia negativo e \z{A)\ > P{m) al-
meno per m in un qualche intorno di A, scrivendo
z{m) = (P(m) -+- z(A) -+- f ) — (iV(m) -+- e)
dove è f > I z{A) \ , si vede che z{m) sarà la diffe-
renza di diie funzioni sempre positive e non decre-
scenti nel verso positivo degli assi.
Reciprocamente, se una funzione z{m) si può espri-
mere come differenza di dv£ funzioni sempre positive
e non decrescenti nel verso positivo degli assi, essa
sarà a variazione limitata.
Si consideri una qualsiasi linea saliente da A ad
m e su essa dei punti m^ , mg , . . . m^ a piacere : si
avrà, se è z{m) = P{m) — N{m) ,
z{ni^ ••— z{A) -+- z{m^ — z{m^ H h z{m) — 2(m^) =
= Pipi;) — N{m^) — (P( A) —N{A)) ^P{m^)—N{m^) —
— (P(mj) — N{m^)) H
H- P(^n) — N{m) — {P{mp) — iV(m^))
=zP{m^)—P{A)'-hP{m^)—P{m^)-\ hP(m)— P(^i^) —
— \ N{m^)—N{A)^N{m^)—N{m^)^ KiV(m)— iV(m^) | ,
opperò
|z(m,) — z{A)\-i-\z{m^) — 2(mj)|H h|3;(m) — z{mp)\ <
< P{m^)—P{A)-{'P{m^)—P{m^) H [-P^m) —P{mp)
^N(m^)—N{A)'\-N{m^—N{m^)^ l-iV(m)— iV(m^)j
= p(rn) —P{A) -h N(m) — N{A)
< p{C) — P{A) — N{C) — N{A)
<P((7)-|-iV(C) essendo nulli P{A) e N{A).
Digitized by VjOOQIC
105
3, — La somma, la difTerenza, il prodotto di due
funzioni a variazione limitata sono evidentemente fun-
zioni a variazione limitata.
Altrettanto si verifica pel quoziente, se la funzione
denominatore, in valore assoluto, ha un limite infe-
riore maggiore di zero.
Perchè una funzione non decrescente nel verso po-
sitivo degli assi è integrabile, così è pur tale una
funzione a variazione limitata.
4, — Se sopra una linea saliente l da A in m si
segna un punto e ^ si ha
Pi{A , m) = Pi{A , e) -f- Pi{c, m) .
Invero si segni su l un sistema qualsivoglia di
punti w^ij , mg , . . . m^ tra A e m : il punto e sia uno
di questi, ovvero cada tra due di essi m, e m,_i: si
ha è sempre, in corrispondenza a quel sistema di punti
Pi{A, m) <Pi{A, e) -+-i)/(c, m)
verificandosi l' eguaglianza se z{c) e compreso tra 2(m,)
e z{ms^i)j la disuguaglianza, se z{c) è maggiore o
minore di ambedue i valori z(m,) e z(m,_i).
Ne segue intanto
Pi{A, m) < Pi{A, e) -f. Pi{c, m);
ma se si osserva che si può segnare un sistema di
punti tale che dia Pi{Ay e) -+-j5/(c, m) prossimo quanto
si vuole a Pi{A , e) -+- Pi{c , m) , e inoltre che qual-
siasi valore di pi{A , e) -+- pi{c , m) , corrispondendo a
im certo sistema di punti segnati tra A e m, è pur
sempre nn valore possibile di pi{A, m), si conclude
che deve essere
Pi{A , m) = Pi{A , e) -+- Pi{c , m) .
Digitized by VjOOQIC
106
5. — Sia l una linea saliente da A in m , 'per la
quale è
I\m) > Pi{A , m) > P{m) — e ,
e essendo un numero preso piccolo a piacere. Sia n
un punto qualsivoglia sulla l tra A e m : si vuole
mostrare che è anche
P{n) > Pi{A, n)>P{n) — e.
Si ha
P{m) = P{n) H- Q{n , m)
e
Pi{A , m) = Pi{A , n) H- Pi{n , m)
donde
P(ni) — Pi{A , m) = P{n) — Pi{A , n) H-
-+- Q{n , m) — Pi{n , wi) .
Le difTerenze
P{m) — P/(A , m) , P(^) — P/(A , n)
sono per definizione positive: ma lo è anche l'altra
Q{n , m) — Pi{n , m) , giacché, per definizione, è
Pi{n , m) < P(n , m)
ed è poi manifesto che è
P{n) -+- P{n , m) < P(m)
e quindi P{n , m) < Q(^ , m) , e così è positiva anche
la differenza Q{n , m) — Pi{n , m) : in conseguenza se è
si ha pure
Se vi fosse una linea l lungo cui è
Pi{A , m) = P(m) ,
Digitized by VjOOQIC
107
se ^ è un punto qualsivoglia su essa, si avrà
Pi{A, n) — P{n).
6. — Le funzioni P{m) e N(ìn) sono anche con-
tinue, come dimostreremo in altra nota.
A nome dell'Accademico Benedettino Prof. Federico
Delfino, il Segretario legge il sunto di una Memoria
intitolata: Applicazione di nuovi criteri per la classi-
ficazione delle piante. Memoria 7*.
L' Autore, considerando che le divisioni primarie fino
ad oggi proposte per le angiosperme dai diversi fito-
grafi (A. L. De lussieu, A. P. De Candolle, A.
Brongniart, Bentham e Hooker, Engler e
Prantl ecc.) non sono punto naturali, anzi del tutto
artificiali, ne propone l'abbandono; e suggerisce che
rinunziando alle medesime o ad altre che si potessero
ad esse sostituire, si avvii la classificazione delle angio-
sperme per un altro sentiero ; cioè siano le stesse ordi-
nate in un numero per ora non definibile di gruppi ve-
ramente naturali.
Uno di questi gruppi, quello cioè delle monocotile-
doni, è già stato dall'autore considerato in antecedenti
memorie.
Ora, l'Autore imprende a considerare un altro gruppo,
riconosciuto naturale da quasi tutti i fitografi; quello
cioè delle Ciclospermb, e ne propone una più retta or-
dinazione e classificazione, in base a parecchi criterii,
alcuni dei quali affatto nuovi, altri poco fin qui con-
siderati.
Questi criterii sono dati dalla presenza:
Digitized by VjOOQIC
108
r di sepali cocleari formi, per cui alla famiglia
delle Paronichiacee sono riunite parecchie altre famiglie e
generi ;
2** del fenomeno della eteromericarpia stato rile-
vato dall'Autore nella Portulaca oleracea^ per cui a co-
sifatta specie deve essere avvicinato il genere Trian-
tfiema ;
3** della capsula circumscissa, per cui al genere
Portulaca, devono essere avvicinati i generi AcroglochiUy
Hablitzia, Beta, e le Amarantacee;
4"* dell' ovario semisupero, per cui al genere Por-
tulaca devono essere avvicinati i generi Tetragoniay
Mesenibryanthemum, Beta)
5** dei tricomi ascellari, per cui è manifesto che le
Cactacee devono essere avvicinate al genere Portulaca ;
6° del singolarissimo fenomeno del dimorfismo clo-
rofilliano, svelato dall'Autore nel genere Portulaca, per
cui vogliono essere avvicinati a questa i generi Trian-
tfiema, Fròlichia, Gomphrena ed altri non pochi delle
Amarantacee, Atriplex ed altri delle Chenopodiacee ,
Boerrhavia delle Nictaginee.
Valendosi di questi nuovi criterii l'Autore propone
uno schema di classificazione genealogica delle ciclo-
sperme, e da ultimo espone alcune osservazioni critiche
contro i principii adottati dal prof. Engler sulla clas-
sificazione delle piante in genere e su quella delle ciclo-
sperme in particolare.
In fine di seduta l'Accademico Benedettino Dottor
Carlo Forn asini presenta i bilanci per l'anno 1904 della
R. Accademia delle Scienze, dell'eredità Pai e a ni e
del legato Aldini.
'^^i^
i"^
Digitized by VjOOQIC
:«>^:^¥¥¥4i¥¥¥¥¥¥¥^¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥4(i¥¥y¥¥¥"5^<»:
11* Sessione, 21 Maggio 1905
Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente.
Il Presidente annunzia con dolore la gravissima per-
dita fatta dall'Accademia colla morte inaspettata dell' il-
lustre Socio Benedettino Prof. Federico Delpino di
cui ricorda in breve e con alta riverenza la probità del-
l' animo, la carriera scientifica, la feconda e costante
operosità, i grandi meriti come filosofo e botanico insigne.
L'Accademia fa viva adesione alle onoranze che si
preparano nell'Università di Cagliari per l'Accademico
Onorario Prof. Antonio Fais nella occasione del quaran-
tesimo anno del suo insegnamento.
Indi l'Accademico Benedettino Prof. Senatore Au-
GUSTO Righi riferisce intorno ad una sua Memoria : Sulle
earìche elettriche acquistate dai corpi colpiti dai raggi
del radio.
Richiama dapprima l'A., che le diverse specie di
Digitized by VjOOQIC
110
radiazioni, cioè raggi luminosi ed ultravioletti, raggi di
Rontgen, raggi catodici ecc. producono delle cariche elet-
triche nei corpi da essi colpiti. Queste cariche sono po-
sitive quando si fanno agire i raggi delle prime due
specie, ciò che si deve ai raggi secondari che emettono
allora i corpi stessi, costituiti in prevalenza da elettroni
negativi, mentre si producono invece cariche negative
quando s' impiegano i raggi catodici o i raggi p del radio,
cioè raggi costituiti da elettroni negativi. In questi casi
l'elettricità negativa ceduta da tali raggi è in quantità
maggiore di quella asportata dai raggi secondari.
Scopo della Memoria è lo studio delle cariche ge-
nerate dai raggi p del radio. Il corpo, sul quale arrivano
i raggi, deve naturalmente trovarsi nel vuoto, onde evi-
tare che le cariche prodotte si disperdano in causa della
conducibilità, che l'aria acquisterebbe in seguito alla
ionizzazione in essa prodotta dalle radiazioni che dovreb-
bero attraversarla.
Descritto l'apparecchio adoperato, l'A. rende conto
delle sue numerose esperienze, dalle quali fra altro ri-
sulta, che a parità d' ogni altra condizione la carica ne-
gativa acquistata dal corpo colpito dai raggi p in un
determinato tempo h tanto più piccola quanto più grande
è il suo peso atomico ; ciò che dimostra che l' emissione
dei raggi secondari cresce al crescere di questo. È stu-
diata inoltre l'influenza che hanno, sulla quantità di elet-
tricità prodotta, lo spessore del corpo e la sua forma.
L'A. ha esteso le sue ricerche anche al caso in cui il
corpo in esame è un dielettrico anziché un corpo con-
duttore.
L'Accademico Onorario Prof. Ivo Novi riassume una
sua Memoria: Sulla diagnosi istologica della rabbia.
La infiltrazione perivasale che si trova nella sostanza
Digitized by
Google
Ili
nervosa bulbare o nei gangli del vago o anche nel cer-
vello e cervelletto degli animali morti di idrofobia, in-
sieme ad una infiltrazione parvicellnlare o diffusa nella
sostanza nervosa, o ragguppata in noduli, rappresenta
una lesione costante che può dirsi caratteristica della
rabbia.
L'Autore l'ha riscontrata in 345 casi tutti di idro-
fobia dimostrata per innesto sopra due conigli di prova,
mentre non l'ha veduta in 118 in cui pure riesci nega-
tiva la prova d'innesto, e infine non la notò neppure in
altri 19 casi in cui tuttavia la prova d'innesto era riescita
positiva. Questi 19 casi però erano rappresentati da ani-
mali uccisi sull'inizio della malattia o dei quali potè esa-
minarsi solamente il cervello, o il midollo spinale, o il
cervelletto.
In 2 soli casi il reperto istologico fu positivo, mentre
fu negativa la prova d'innesto.
L'Accademico Onorario Prof. Fausto Mqrini espone
in breve una sua Nota che ha per titolo: Osserva-
zioni sulla vita e sul parassitismo di alcune specie di
Fiptocephalis.
In continuazione alle sue precedenti ricerche sulle
Mucorinee, l'A. con questo lavoro studia alcune interes-
santi specie di Piptocephalis : la P. Freseniana de Bary,
la P. cylindrospora Bainier e la P. fusispora Van Tiegh.,
specialmente sotto il punto di vista della formazione delle
zigospore e del loro parassitismo. In alcune forme della
prima specie l'A. ha osservato l' importante fatto che la
coniugazione tende ad acquistare la forma tipica che si
riscontra nelle specie di Mucor, per cui l' incurvazione
Digitized by VjOOQIC
1
112
dei due gameti mostrasi poco accentuata. Riguardo alla
P. fusispora V A. ha potuto allevare le zigospore in cul-
ture che duravano da lungo tempo.
Il lavoro è corredato da parecchie figure disposte
in apposita tavola.
<s^SR?S5=5^^
Digitized by VjOOQIC
Digitized by VjOOQIC
I
Digitized by VjOOQIC
9^<r;^^:)^;y:;^;y::y;>:>:;^:y:;i^¥¥¥¥¥^¥^¥¥^¥^¥¥¥^¥¥¥¥¥¥¥¥^^
12* Sessione, 28 Maggio 1905
Presidenza del Prof. G. Ciamician, Presidente.
Il Presidente invita V Accademico Onorario Prof.
Fausto Morini a leggere la sua Commemorazione iij
onore dell'illustre e compianto Socio Benedettino Prof.
Federico Delpino.
Illustri Accademici,
m
Un gravissimo lutto ha colpito la scienza delle
piante, ma nel tempo stesso anche la nostra Acca-
demia e questo Istituto Botanico, il quale sempre
ricorda con gratitudine Chi tante lo illustrò dalla
Cattedra, cogli scritti e colle imperiture scoperte.
Federico Delpino, Professore di Botanica all' Uni-
versità di Napoli e Direttore di quell' Orto Botanico,
causa l'aggravamento di una bronchite che da parec-
chio tempo lo affliggeva, moriva la mattina della Do-
menica 14 corr. mese.
Profondamente colpito da una così inopinata scia-
gura e trovandomi in condizioni d' animo troppo tristi,
il successivo giovedì, in luogo della consueta lezione,
tenni la commemorazione del Prof. Delfino, nella
quale, per quanto lo consentirono le mie deboli forze
e mentre davanti alla scolaresca sorgeva il ritratto
del mio amato Maestro, cercai di mettere in rilievo
la sua grande operosità scientifica, lumeggiandone i
Rendiconto 1901 I9j5 U
Digitized by VjOOQIC
114
principali lavori e le principali osservazioni e scoperte,
traendo eziandìo copia di esempi dalla sua vita in-
tegerrima, tutta consacrata allo studio
Ed ora, dinanzi a Voi, illustri Colleghi, che lo
aveste assiduo frequentatore delle Vostre scientifiche
adunanze, mentre con tanto amore- contribuiva alle
pubblicazioni di questa Accademia, delle quali così
validamente concorreva ad accrescere lo splendore ed
alla quale tanto si onorava di appartenere, consentite
che io rinnovelli queir ultimo tributo di afltetto, nuo-
vamente evocando ricordi lontani sì, ma pur sempre
freschi e cari al mio cuore !
Parrà forse soverchia temerità che io, dopo così
breve tempo dalla sua morte, imprenda a discorrere
di un uomo tanto benemerito della scienza ; ma, men-
tre principalmente confido nella vostra benevolenza,
mi sorregge nell' arduo compito l' affretto profondo,
anzi la venerazione che ho sempre •nutrita per Lui.
Quindi, mi sarete indulgenti se nella piena del dolore,
cercherò un conforto nel ricordare le doti elette del-
l' Estinto, il suo acutissimo ingegno e V impronta glo-
riosa ed indelebile che Egli ha lasciato negli studi
botanici. E così potremo insieme riconoscere la gra-
vità della perdita che ha fatto la scienza delle piante :
perdita a dir vero gravissima, per la quale voi pure
vi associate al mio dolore, che è quello di tutti co-
loro che hanno un culto per quegli uomini illustri
che onorano la patria nostra e ne tengono in terra
straniera alto il nome ed il prestigio colle nobilissime
doti della mente e del cuore !
La sua vita fu tutta consacrata alla scienza, e
tutti noi rammentiamo come nella penultima seduta
della nostra Accademia (tenuta il 7 Maggio corr.)
venne letto un suo lavoro che è il 7*" di quello splen-
dido serto di Memorie che hanno per titolo « Applica-
zione di nuovi criteri per la classificazione delle piante » .
Digitized by VjOOQIC
115
La sua vita è tutta un esempio come V inestinguibile
amore alla scienza congiunto ad una tenace costanza
nei propositi, possa alfine trionfare delle più ardue e
dure difficoltà della vita.
I.
Egli nacque nella ridente riviera ligure, a Chia-
vari, il 17 Dicembre 1833. In Lui ben presto si ac-
cese la sacra fiamma dell' amore per le scienze natu-
rali e, giovanissimo ancora, dimostrò una felicissima
disposizione per lo studio di queste : gli anni più belli
della sua giovinezza trascorse sui campi, investigando
i segreti della vita delle piante e degli insetti (ad
es. costumi delle formiche, delle api e delle vespe) ;
e r incantevole flora di quella regione trovò ben
presto in lui un appassionato cultore.
Superati gli studi liceali, si iscrisse nel 1850
nell'Università di Genova al V anno del corso di
Matematica, ma tosto interruppe questi studi trasci-
nato da una irresistibile vocazione per la Botanica.
Nel 1851 intraprese un viaggio di esplorazione nel
Mar Nero e, specialmente lungo le spiaggie dei Dar-
danelli, potè raccogliere numerose piante.
Ma Egli non potè interamente dedicarsi ai suoi
sludi prediletti. Diciottenne appena dovette entrare
come impiegato nel Ministero delle Finanze, in cui
rimase per ben 14 anni e cioè fino al 1866, che
in parte passò a Novara ed a Torino. Rifugge, Egli
scrive, il pensiero da qicella triste epoca della mia
vita. Ed infatti, incominciò così per Lui un periodo
di sacrifizi inenarrabili onde vennero consumati i più
floridi anni della sua vita, dal 18"" al 33"" anno. Nel
tempo in cui gli altri si ricreano dalle fatiche della
giornata e nel tempo che Egli rubava al sonno, si
dedicava a diversi studi sulle piante ed a meditazioni
Digitized by VjOOQIC
116
sulla vita di queste, mentre le ore diurne erano ne-
cessariamente dedicate ad occupazioni burocratiche.
Era in una parola animato da ciò che Aristotile chiama
« r aculeo della ricerca » . In questo primo periodo,
Egli pubblicò un importante lavoro : Relazione sulV ap-
parecchio della fecondazione nelle Asclepiadee (Torino,
1865), Poscia coir altro: Siigli apparecchi della fecon-
dazione nelle piante antocarpee (Firenze 1867) riscosse
il plauso di Severino Axell, il quale non esitò ad
affermare che il detto scritto, così ricco di osservazioni
nuove, va collocato tra quelli di C. C, Sprengel,
di C. Darwin, di Hildebrand e di pochi altri,
che sono fondamentali per la dottrina dicogamica.
Ed Ermanno Mtiller considera questo lavoro
come una delle fonti principali per la dottrina
medesima. Da ultimo , nella Memoria : « Pensieri
sulla biologia vegetale sulla tassonomia e sul valore
tassonomico dei caratteri biologici » , pubblicato nel
Nuovo Cimento (Pisa 1867), dove già incomincia a
risplendere la mente geniale del filosofo naturalista e
da cui già traspariva la natura creatrice ed inno-
vatrice del suo genio, fortemente sentì il .bisogno di
separare lo studio degli organi e delle funzioni di
vita esterna delle piante, da quello di vita interna,
e fin d' allora propose la istituzione di un nuovo
ramo della Botanica, da designarsi col nome di Bio-
logia vegetale. Questo scritto fu, può dirsi, il germe
fecondo dal quale nacquero le sue successive ricerche,
così originali e numerose, sulle funzioni di vita esterna
delle piante. In una serie poi di lavori pubblicati fino
al 1875, oltre ad altre Memorie di indole diversa.
Egli descrisse i singoli apparecchi e le singole dispo-
sizioni attuate in numerose famiglie fanerogamiche
allo scopo di favorire la dicogamia, ossia le nozze
incrociate tra individui della stessa specie.
È sommamente interessante 1' apprendpre la for-
Digitized by VjOOQIC
117
lunata contingenza per la quale Egli potè definitiva-
mente indirizzarsi agli studi botanici, nonché all'insegna-
mento, togliendosi così da quella penosa esistenza che
erasi resa incompatibile colle sue nuove tendenze scien-
tifiche (I), Nell'estate del 1864 trovandosi sull'Ap-
pennino Ligure, determinossi a studiare l' apparecchio
con cui ha luogo la fecondazione dell' Asclepias
vincetoxicum j i cui fiori presentano notevole dif-
coltà per tale studio, causa la loro piccolezza Per
una circostanza al tutto casuale. Egli potè osservare
una magnifica Asclepiadea Brasiliana VArauja albens,
i cui grandi fiori, che bene si prestano per tale ri-
cerca, vennero' visitati dalla Xylocopa violacea. Ih tal
m'odo, ebbe opportunità di scoprire il meraviglioso
meccanismo con cui effettuasi la fecondazione nelle
Asclepiadee, e pubblicò una breve memoria, colla
quale potè entrare in corrispondenza con parecchi di-
stinti botanici. Dopo, pubblicò nuovi studi, per cui
nel 1867 gli fu facile. Egli scrive, mutare il buro-
cratico ufficio nella carriera scientifica.
Dunque conseguenza ben felice ed importante per
la Botanica- è scaturita da tale fortuita circostanza,
senza la quale il Delfino per certo non avrebbe mu-
tato carriera ! Rapporto alla medesima, lo . stesso
Delfino aggiunge che mediante due grandi virtù, la
costanza e la perseveranza nella lotta per la vita, si
trionfa e si vince, per cui dopo molti anni di avver-
sità, finalmente arriva quel giorno in cui si raggiunge
lo scopo prefisso. Ma il Delfino nella sua rara mo-
destia, non aggiunge alle due dette virtù un terzo
fattore essefnziale, il suo poderoso intelletto ed il suo
finissimo spirito di osservazione ■!
I suoi meriti adunque furono ben presto ricono-
. (1) Discorso del Prof. Delfino (Onoranze a F. Delfino nel
suo 70** compleanno ; Palermo 1904, pag. 28-32).
Digitized by VjOOQIC
118
sciuti ed il celebre Filippo Parlatore, nel 1867 lo
volle seco a Firenze come Assistente nel suo Istituto
Botanico. Dopo, nel 1870, la sua nomina a Profes-
sore di Storia naturale nell' Istituto forestale di Val-
lombrosa , gli schiuse la via all' insegnamento. In
questo nuovo posto, dove rimase fino al 1876, spiegò
una febbrile attività, anzi in tale periodo Egli vera-
mente rivelossi ed aflfermossi come uno dei migliori
botanici del suo tempo. Nel 1872 s' imbarcò sulla
fregata Garibaldi per un viaggio di circumnaviga-
zione ; ma fermossi al Brasile , dove rimase poco
tempo, visitando principalmente la provincia di Rio
Janeiro ; quivi potè raccogliere un ricco materiale
di studio, massime in ordine alle piante formicarie
provviste di nettarli estranuziali. Ritornato alla sua
sede, produsse non solo le sue geniali osservazioni
suir accrescimento e suU' individualità delle Conifere
e suir impollinazione della nucella di queste (1), che
Egli potè compiere nelle estese Abietine di Vallom-
brosa, ma altresì pubblicò le àue Ulteriori osser-
vazioni e considerazioni sulla dicogafnia nel Regno
Vegetale, lavoro di gran mole, che venfle ultimato
solo nel 1875.
Questi lavori ed altri ancora, massime poi 1' ul-
timo, gli acquistarono una grande rinomanza, per cui
potè ritornare nella sua diletta Liguria, nella quale
aveva mosso i primi passi nella via della scienza, in
mezzo a quelle piante che gli avevano inspirato un
imperituro amore per V amàbilis scientia. Infatti, il
1"* Febbraio 1876 venne nominato Prof Straordinario
(I) Come si può scorgere da una corrispondenza fra il
Delfino e TAscherson (Nuovo Gior. Bot. It., Voi. Ili, 1871 ;
pag. 195), contemporaneamente allo Strasburger (Jenaische
Zeitschrift, Voi. VI. pag. 249-262),.ma con completa indipendenza
da questo, il Delfino fece l'importante scoperta dell'impollina-
zione nelle Gimnosperme.
Digitized by VjOOQIC
119
di Botanica nell' Università di Genova e Direttore dpi-
r annesso Orto Botanico ; dopo breve tempo, yenne
promosso Ordinario, cioè il F Luglio 1879.
A Genova, dove successe all' illustre Micologo e
Briologo De Notaris, rimase fino al 1884, nel
quale anno passò nella nostra Università. Ma a Bolo-
gna, causa r asma di cui soffriva, riuscivagli dannoso
il clima troppo rigido ed umido della stagione inver-
nale, per cui resasi vacante, colla morte del Professoi*
Pasquale, la Cattedra di Napoli, dopo nove anni di
dimora fra noi, abbandonò nel 1893 questa sede, per
le miti aure di quella città.
.IL
La sua produzione scientifica esplicossi in diversi
campi della Botanica, ma principalmente nella Morfò-*
logia e nella Biologia. Non è possibile ora esporre le
importanti conquiste recate alla scienza dal Delfino e
la via mirabile di progresso in cui i fenomeni da Lui
scoperti e le dottrine che ne sono scaturite hanno
avviato la Botanica e specialmente le due parti sud-
dette. Per far ciò occorrerebbe uno studio minuto ed
approfondito delle sue opere, mettendole altresì in
relazione colle dottrine generalmente professate al suo
tempo : solo in questo modo potrebbesi mettere in
evidenza V importantissima riforma che il Delfino in
unione a CarloDarwin, col quale era legato da
un' antica e cordiale amicizia, a R. Brown, a Pi-
ramo De Candolle, a S. Axell, ad Hildebrand
e ad altri sommi, ha introdotto negli studi morfo-
logici • e biologici delle piante.
Quindi ora necessariamente mi limiterò ad un
setnplice sguardo generale suU' Opera botanica Del-
piniana.
La Morfologia botanica intesa nell' odierno signi-
Digitized by VjOOQIC
Ì2Ó
ficato, cioè nel senso Darwiniano, venne ripetutamente
esplorata dal Delfino e sotto diversi, aspetti. Egli con-
siderava giustamente detta parte come uno stadio
comparativo per eccellenza, perchè scoprendo le omo-
logie • degli organi, sebbene trasformati, mascherati,
degenerati od abortivi, getta le basi della vera orga-
nogenia. Ma Égli affermava altresì che la Morfologia
è in intima e necessaria connessione e dipendenza
colla Biologia, perchè questa insegna ad apprezzare
le ragioni che hanno determinata la comparsa, le me-
tamorfosi e la eventuale estinzione o risurrezione degli
organi omologhi ; e che essa infine jci porge la chiave
della tassonomia genealogica, che ordina le piante
secondo i gradi di consanguineità. Questi aurei con-
cetti sono del Delfino, e li troviamo qua e là espressi
fino dai suoi primi lavori : e ci dimostrano V idea
altamente scientifica che Egli erasi formata della
Morfologia,
Senza dubbio il più importante lavoro di Morfologia
Botanica del Delfiisìo è la Teoria generale della Pillo-
tassi/ pubblicata a Genova nel 1883 per decreto ed
a spese di quel Municipio: opera di gran mole, corre-
data di 16 Tavole. Proseguendo le ricerche di A le ss.
Braun, Carlo Schimper, dei fratelli Brava is,
del Naumann, dell' Hofmeister, dello Schwen-
dener e di altri insigni morfologi, e mediante uno
studio profondo cominciato fino dal 1870 sui diversi
sistemi flllotassici, fondandosi ancora sul semplice espe-
rimento della pila .sferotassica od elicotetraedrica da lui
ideata, il Delfino, utilizzando altresì i suoi .primi
studi matematici, non solo riuscì a scoprire la vera
causa meccanica della Fillotassi normale tipica, ma per-
venne a stabilire parecchi principi di importanza capi-
tale per la Botanica, alcuni dei quali invero arditissimi
ed ancora oggetto di grave controversia fra i Morfo-
logi, ma che ad ogni modo rivelano la sua mente
Digitized by VjOOQIC
121
originale e profondamente speculativa. Ben a ragione
dunque può dirsi che con questo grande lavoro il Del-
fino gettò con mano maestra le fondamenta di un
nuovo ramo di scienza.
Le conseguenze di maggior gravità tratte dal Del-
fino si compendiano nell' affermazione che (sono sue
parole) « le foglie lungi dall' essere organi laterali ed
appendicolari rispetto all' asse foglifero, sono organi
centrali ed apicali, coaliti nella loro regione basale
in un pseudoasse o fillopodio. Il così detto sistema
assile caulino non è altro che un aggregato di fil-
lopodi La foglia riesce pertanto il principale ter-
mine di distinzione tra le piante superiori e le infe-
riori. È il carattere differenziale per eccellenza, che
separa le angiosperme, le gimnosperme i pteridoflti
ed i brioflti dalle alghe e dai funghi ». È in certa guisa
un ritorno questo alla teoria da molti anni obliata
dei fitoni e dell' anafitosi, enunciata principalmente dal
Gaudichaud, teoria che venne poi ingegnosamente
emendata dal Prof. Gius. Meneghini nel 1844,
colla sua « Teoria dei nieritalli di Gaudichaud >.
Ma cogli studi di Morfologia, il Delfino doveva
necessariamente e di conseguenza estendersi a quelli
biologici. Il padre della Biologia vegetale è certamente
Cristiano Corrado Sprengel col suo lavoro
« Dos entdeckte Geheimniss der Natur im Bau und
in der Befruchtung der Blwnen, Berlin, 1793 », la-
voro però che cadde tosto in totale dimenticanza e
rimase perduto per la scienza per più di mezzo secolo.
Fu solo nel 1862 che Carlo Darwin col suo studio
sulla fecondazione delle Orchidee nostrane ed esotiche
mediante gV insetti, ed il Delfino col suo primo la-
voro che data dal 1865 sulle funzioni degli apparecchi
florali nelle Asclepiadee, e con altri successivi che inter-
pretano le funzioni florali in numerosissime piante e che
stabiliscono altresì la teoria generale della struttura dei
Rendiconto 1904-1905 10
Digitized by VjOOQ IC
122
fiorì e d«i tipi florali, insieme alla spiegazione di
tanti fenomeni, che non solo fecero rivivere V obliata
opera Sprengeliana, ma diedero altresì T impulso alle
osservazioni di indole biologica, per cui nel campo
alleila quasi inesplorato della Biologia, sorse una va-
lorosa schiera di naturalisti che produssero innume-
revoli osservazioni.
Per giustizia e per generale consenso dei natura-
listi, al Delfino spetta veramente il titolo di fonda-
tore della Biologia vegetale, perchè fino dal 1867 col
suo lavoro : Pensieri sulla biologia vegetale ecc., pro-
cedette ad una netta separazione della Biologia come
ramò ben distinto dalla Fisiologia. Per ciò, ben giu-
stamente il Ludwig incomincia la prefazione del
suo Lehrbtcch der Biologie der Pflanzen^ (Stuttgart
1895), colle parole « La fondazione della Biologia
come scienza speciale, devesi a F. Delfino ». Ed il
Knuth, implicitamente riconoscendo i grandi meriti
del nostro Biologo, nella Tavola che accompagna la
2* parte del 2"" Volume della sua grande Opera :
Handbuch der Bluthenhiologie (Leipzig 1898-1904),
ha collocata nel mezzo di essa T effìgie di C. Darwin
circondata con artistica disposizione dai ritratti di
quattro grandi biologi : S . A x e 1 1 , F. Delfino, F r i t z
Mtiller ed Hildebrand. Più grande omaggio non
si poteva rendere al Delfino !
Coir acutezza dell' analisi e la profondità della
sintesi che gli erano proprie, nel lavoro : Fondamenti
di Biologia vegetale, il Delfino dopo una serie di
considerazioni preliminari, nelle quali non si sa se più
ammirare il filosofo od il naturalista, divide le fun-
zioni di vita esterna in tre gruppi : fdnzioni biologiche
jSubordinate alla funzione della nutrizione^ a quella
della fecondazione ed a quella della disseminazione :
divisione questa razionalissima che è mantenuta in
tanti trattati di Biologia vegetale*
Digitized by VjOOQIC
123
Accennando solo ad alcuni fra i più importanti
lavori di Biologia vegetale, anzitutto abbiamo quella
classica serie di memorie pubblicate dal 1868 al 1875
sulla Dicogamia nel regno vegetale ed inserite negli
Atti della Società Italiana di Scienze naturali. Contra-
riamente ad Erm. Muller Egli allargò il campo
delle sue ricerche all' intero regno vegetale e divise
le piante secondo i differenti modi di esecuzione della
legge dicogamica in Zoogame ed in Diamesogame ;
e queste, a seconda degli agenti esterni che traspor-
tano r elemento maschile affinchè possa congiungersi
col femminile, sono divise in anemofile, idrofile ed in
zooidioflle j le ultime alla lor volta classificate in en-
tomoflle, malacoflle ed ornitoflle. Le denominazioni
anemofile ed entomofile trovansi già proposte nel la-
voro : Siigli apparecchi della fecondazione nelle piante
antocarpee (Firenze 1867), e tosto vennero adottate da
S. Axell nella sua bell'Opera: Om anordningama for
de fanerogama vàxtemas befruktning (Stoccolma 1869).
La parte più originale di questi studi e che in certo
modo ne rappresenta una delle più interessanti con-
clusioni, è appunto quella della classificazione degli
apparecchi florali zoidiofili secondo i loro diversi tipi :
argomento questo importantissimo e del tutto nuovo,
ma nel tempo stesso sommamente difficile, che il Del-
fino ha tuttavia sviluppato magistralmente, distin-
guendo ben 47 tipi diversi di apparecchi florali, or-
dinati in 13 classi ben distinte in relazione ad al-
trettanti modi con cui gli animalcoli pronubi visitano
i fiori e vi si trattengono. Senza tema d'errare possiamo
dunque affermare che V importantissimo capitolo della
Morfologia e della Biologia florale è stato interamente
rifatto dal Delfino, pel grandissimo numero e valore
delle sue osservazioni in proposito, A ragione dunque
il Dodel-Port, compreso di ammirazione pei grandi
risultati ottenuti dal Delfino con detti suoi studi.
Digitized by VjOOQIC
124
ha scritto che, dopo Darwin, conviene in prima
linea nominare Erm. Muller e F. Delfino, i cui
lavori hanno a questi procurato un nome immortale
(A. Dodel-Port: Illustrirtes Pflanzenlehen ; Zu-
rich 1883, pag. 189). E col Loew, il quale con
parole di alta ammirazione dà un larghissimo riassunto
critico dei lavori di Biologia fllorale del Delfino, a
cui anzi dedica gran parte di parecchi Capitoli (Ein-
fUhrUng in die BlMenìmlogie auf historischer Grun-
dlage ; Berlin, 1895, pag. 406), possiamo dire che se
la moderna Biologia florale, fino dai primordi del suo
sviluppo (1858-1867), potè con arditissimo volò lan-
ciarsi ardita alle più grandi conquiste, ciò devesi a
Darwin, Hildebrand, Delfino, Fritz ed Erm.
MUller!
Né si può passare sotto silenzio il lavoro sulla
Funzione mirmecofila nel Regno Vegetale che il Del-
fino modestamente definisce ; Prodromo di una Mo-
nografia delle piante formicarie, cominciato a pub-
blicarsi nel 1886 nelle Memorie della nostra Accade-
mia. Intorno a tale argomento, quasi contemporanea-
mente, ma con completa indipendenza T uno dall' altro,
vennero intraprese le prime esatte osservazioni nel
1873 e 1874 dal Delfino e nello scorcio del 1874 da
Tommaso Belt coir opera intitolata: The naturalist
in Nicaragua. Con detto lavoro, che il Ludwig in
una sua recensione di questo, inserita nel Botanisches
Centralblatt del 1887, 2"" Volume, pag. 38, non esita
a dichiarare « opera del piti grande fitobiologo vivente » ,
il Delfino distingue tre forme con cui si esplica la
Mirmecofilia :
a) formazione di nettarii estranuziali,
b) costituzione di nidi e domicilii per le formiche
(qui il Delfino studia le piante Beccariane e quelle
Aubletiane)^
e) speciali fruttini per le formiche ; corpi questi
Digitized by VjOOQIC
125
rari ad incontrarsi e già investigati da Belt e da
F. Mtiller, ed intorno ai quali il Delfino arreca
il contributo di nuove osservazioni e di nuove idee.
Nello stesso tempo, ebbe ancora opportunità di ret-
tificare r opinione professata da C • Darwin riguardo
ai nettari estranuziali, il quale pensava che i medesimi
fossero organi escretori designati ad espellere dall' or-
ganismo vegetale una sostanza in qualche modo su-
perflua ; organi che, come afferma neil' opera immortale
€ Origine della specie », dentro gli organi florali,
fossero più tardi, per via di successivi adattanaenti,
utilizzati air adescazione delle api o di altri insetti
per effettuare le nozze incrociate delle piante. Ma il
Delfino riconobbe subito il lato debole di questa
ipotesi: come può essere qualificato, così si esprime,
per escremento un liquido che contiene un alimento
così importante qual' è V idrocarbonico ? Se la natura
vegetale si sottomette a questa perdita mediante or-
gani differenziati, ossia mediante nettari estranuziali,
ciò vuol dire che questi eserciteranno una funzione
di relazione analoga a quella dei nettari nuziali, e
nello stesso tempo diversa : analoga quanto allo scopo
di adescare speciali animalcoli, diversa quanto alla
utilità che ne sarà per derivare alla pianta che li
possiede. Detti nettari sono costantemente visitati dalle
formiche, sono per ciò organi formicari. Ed in conse-
guenza dimostra, con una serie numerosa 'di fatti, il
beneficio grandissimo recato dalle formiche per la
difesa e conservazione delle piante e porge in fine
una statistica delle specie mirmecofile, dalla quale
rilevasi V ingentissimo numero delle specie fornite di
nettari estranuziali, approssimativamente 3600, distri-
buiti in circa 300 generi ed in 50 famiglie ; più 130
specie apprestanti un nido alle formiche distribuite
in 19 generi ed 11 famiglie.
Oltre a questi lavori, il Delfino ha intrapreso
Digitized by VjOOQIC
126
studi sommamente apprezzati su diflfèrenti argomenti
di Biologia: sulle piante carnivore, sulla disseminazione
di diverse piante, intorno alla funzione dei nettari di
Dischidia, sopra alcuni fenomeni di irritabilità in pa-
recchie piante, e tanti altri ancora. Riguardo alle
piante carnivore, guidato da induzioni morfologiche, nel
1868 pose pel primo e prima ancora del Darwin, la
questione generale delle piante carnivore, dimostrando
una funzione carnivora per scopo di nutrizione negli
organi carnivori di numerose piante.
Alla sua mente così geniale e speculativa devesi
r invenzione di un nuovo criterio tassonomico che
avrebbe una portata assai maggiore per la filogenetica
ordinazione delle piante, di quello che divide le An-
giosperme in Monocotiledoni ed in Dicotiledoni, e se-
condo il quale le Angiosperme si possono scindere in
due classi, cioè in Euante ed in Psevdante ; nelle
prime i fiori sono semplici e monotolamici ; nelle se-
conde i fiori sono false apparenze di fiori semplici,
sono cioè infiorescenze composte, che di generazione
in generazione, a poco a poco, si sono contratte in
antodi, i quali vestono sorprendentemente le apparenze
di fiori semplici.
Ma la sua estesissima cultura nella Morfologia,
Biologia e Sistematica si estrinsecò ancora con pa-
recchie vedute geniali intorno alla classificazione delle
piante, nella quale hanno portato una importanle in-
novazione. Esse si trovano esposte in ben 6 Memorie
successivamente pubblicate negli Atti della nostra Ac-
cademia, le quali hanno per titolo : Applicazione di
nuovi criteri per la classificazione delle piante. Nel
tempo stésso. Egli pubblicò le sue aggiunte alla Teoria
dèlia classificazione delle Monocotiledoni^ col qual
lavóro Egli presenta infine un nuovo prospetto di
classificazione della Monocotiledoni encicliche.
Mi é impossibile, tanto è copioso il materiale di
Digitized by VjOOQIC
127
studio elaborato dal Delfino, anche sommariamente
esporre i risultati così importanti, altresì per la filo-
sofia della scienza delle piante, che sono consegnati
in dette Memorie, e che hanno attratta T attenzione
dei Botanici per la loro originalità. Notevolissime sono
le sue vedute che, colla guida del triplice criterio
morfologico, biologico e filogenetico, espone intorno
alla classificazione delle Tallofite, Briofite, Pteridofite,
nonché delle Gimnosperrae e di tante famiglie Angio-
spermiche, di molte delle quali ultime, emendando le
anteriori classificazioni, propone un nuovo schema ge-
nealogico e tassonomico. Valga come esempio bellis-
simo quello della famiglia delle Ranuncolafeee, dove
un solo organo, il petalo-nettario, coi suoi diversi
sviluppi, ha fornito al Delfino il filo Ariadneo per
costituire, insieme alla filogenesi dei numerosi generi
della famiglia, il quadro tassonomico delle molteplici
forme di questa. In una parola, si può affermare che
non e' è stato gruppo importante di piante che non
sia stato emendato dal Delfino nel proprio schema
genealogico e tassonomico, o per lo meno ritoccato.
E certamente le nuove osservazioni e le nuove dot-
trine contenute in dette Memorie apriranno la via e
daranno T impulso a numerose ricerche per parte di
altri naturalisti.
Il Delfino, tanto versato negli studi morfologici,
biologici e nelle ricerche filogenetiche, non potè resistere
alla seducente prospettiva degli studi fitogeografici. An-
che in questo campo Egli pervenne" ad importanti con-
clusioni. Coi suoi studi di Geografia Botanica secoìido
un nuovo indirizzo, anzitutto dimostra che, per la
soluzione di numerosi problemi fitogeografici, il cri-
terio filogenetico basato principalmente sulla morfo-
logia comparata, non è sufficiente ; è indispensabile
anche il criterio biologico che appunto indaga le
cause funzionali delle neomorfosi vegetali. Poscia de-
Digitized by VjOOQIC
128
linea con esattezza le definizioni di stazioni, re-
gioni; centri di formazione delle specie, dei generi,
delle tribù e delle famiglie ; ed espone infine un pro-
spetto di classificazione delle diverse regioni vegetali,
dedotto da una razionale considerazione delle cause
che influiscono come isolatrici delle forme vegetali;
infine, discute la questione degli endemismi. Neil' altro
suo lavoro < Rapporti fra V evoluzione e la di-
stribuzione geografica delle Ranuncolacee » studia in
questa naturalissima famiglia, i rapporti che i suoi
diversi gruppi hanno colla loro distribuzione geogra-
fica. Da ultimo, colla Memoria < Comparazione biologica
di du£ Flore estreme, artica ed antartica >, procede
alla classificazione ed a,lla comparazione degli appa-
recchi florali delle piante che vivono in due punti
antipodi del globo^ quali sono lo Spitzberg per la re
gione artica ed alcune isole dell'altra regione, con
risultati interessantissimi. Fra le diflferenze più impor-
tanti rilevate dal Delfino tra le dette due Flore, si
ha r interessante fenomeno biologico del notevole svi-
luppo della anemofilia nelle regioni antartiche, in
proporzione più che doppia di quanto riscontrasi nelle
regioni artiche ; inoltre, nella Flora dello Spitzberg
si ha un numero molto maggiore di specie con ap-
parecchi florali del tipo ranuncolaceo e del tipo mi-
cranto (forme essenzialmente omostaurogame).
Ancora con queste sue ricerche, il Delfino dimo-
stravasi ben compenetrato di quella grande verità che
la fitogeografia può essere considerata come il corona-
mento degli studi fitologici e che < ben quattro branche
scientifiche concorrono a fondare la storia della evo-
luzione del regno vegetale; cioè la morfologia com-
parata che delle forme organiche e delle loro meta-
morfosi insegna il come^ la biologia che insegna il
perchè, la paleontologia che insegna il quando e fi-
nalmente la geografia che insegna il dove > . (Delfino.
Digitized by VjOOQIC
129
Stìidi di Geografia botanica, pag. 4). Per cui, la ri-
cerca e la costituzione della storia dell' evoluzione del
Regno Vegetale è il fine ultimo e lo scopo più sublime
della scienza, come già aveva intuito Linneo < Metho-
dtts Naturalis hinc ultimics finis Botanices èst et erit » .
Il Delfino non si occupò in modo speciale di studi
istologici, tuttavia sempre ne riconobbe Y importanza.
Fino dai primi tempi della sua vita scientifica, seguì
con interesse ed attenzione lo- sviluppo ognor crescente
di tale categoria di ricerche, come lo dimostra la
parte istologica della sua Rivista Botanica, e fu con
grande sua soddisfazione, per il notevole progresso a
cui così vide l' Istologia trovarsi avviata, che egli
potè constatare il razionale indirizzo recato agli studi
istològici dalla dottrina Darwiniana, la quale appunto
insegna che le forme degli organi così superiori che
elementari, sono altrettante risultanze di adattamenti
degli esseri viventi alle circostanze esterne (V. Rivista
Botanica del 1874-75, pag. 4 e 5).
Sulle crittogame lasciò parecchi interessanti ri-
cerche. Vi sono le sue osservazioni sopra i bacterio-
cecidi e la sorgente dell' azoto in una pianta di Galega
officinalis, ma più di tutte, le sue ricerche sulla fun-
zione nuziale ed origine dei sessi {Rivista Scientifica,
Como, 1900) nelle quali, con parecchie vedute origi-
nali sulla genesi dell' ermafroditismo nelle Angiosperme,
studia e classifica i diversi tipi di fecondazione attuati
nelle Alghe e dà un prospetto della evoluzione dei
tipi fecondativi presso i diversi organismi.
Che più ? Perfino nel campo della chimica biologica
potè recare il suo contributo scientifico, il che fece
colla Nota « Equazione chimica e fisiologica del pro-
cesso della fermentazione alcoolica ». Se si tien conto
dell'anno in cui questo lavoro fìi pubblicato (1887),
molto anteriore a quello in cui il Buchner scuoprì
una zimasi (alcoolasi) segregata dalle cellule dei Sac-
Digitized by VjOOQIC
130
caromiceti, alla quale devesi la fermentazione alcoo-
lica, le osservazioni del Delfino appariscono razionali
e stabiliscono un' intima correlazione fra la detta fer-
mentazione e la funzione della respirazione.
III.
Ecco così dato un rapidissimo sguardo alla mera-
vigliosa operosità scientifica di quest' uomo, frutto di
pili che un quarantennio di lavoro non interrotto e
continuato fino agli ultimi giorni della sua vita !
Visse sempre fra i libri ed in mezzo alle piante- Alla
sua scienza prediletta prodigò ogni sua migliore energia,
ed alla sua famiglia consacrò ogni suo migliore af-
fetto. Uomo di probità antica, nell' altissimo posto che
seppe conquistarsi nella scienza, sempre conservò quella
semplicità di costumi, quel temperamento buono e dolce
che in lui rifulse fino dalla giovinezza : la sua mo-
destia, che talora esaltavasi fino all' umiltà, e la sua
bontà erano solamente pari al suo valore ; modestia
e bontà che traspariscono da tante parti dei suoi
scritti e che collo sguardo e colla parola in certa
guisa si trasfondevano in quanti lo avvicinavano.
Fu un naturalista nel vero, più ampio e miglior
senso della parola. Fu uno dei pochi che avessero
completamente ed intimamente assimilata in tutta la
sua essenza e sostanza la teoria Darwiniana dell' evo-
luzione : ciò Egli ripeteva talune volte con un senti-
mento che scaturiva dalla coscienza del proprio valore
e non già dalla vanità, che giammai allignò in Lui.
Darwinista convinto ed uno dei primi in Italia ad
abbracciare la dottrina Darwiniana insieme al De
Filippi (1864), al Canestrini (1866), al Man-
tegazza (1868) e ad alcuni altri pochi eletti in-
gegni, tutti i suoi lavori sono però sempre inspirati
alla dottrina teleologica, ad un indirizzo vitalistico od
Digitized by VjOOQIC
131
animistico, che è quanto dire al concetto dualistico
della vita ; i suoi lavori dimostrano come entrambe
le dottrine possano sorreggersi mutuamente, illustran-
dosi a vicenda. Non lasciavasi mai sfuggire occasione
alcuna senza spezzare una lancia in prò del suo predi •
letto metodo teleologico, pel quale professava un vero
culto e che sempre difendeva con giovanile entusiasmo,
traendo da ciò motivo per combattere il Materialismo
da lui accanitamente avversato, fino a scrivere {Il
Materialismo nella scienza^ pag. 26) che « il mate-
rialismo, negando ogni principio epifisico, distrugge le
basi della moralità individuale, sociale e politica e
dissecca le sorgenti del vero progresso > e che < Dio
è il sensorio universale, la suprema intelligenza, la
onnipotente volontà, l' iniziatore dei movimenti della
materia, il Principium vitae >^ esclamando col Poeta :
Est Deus in nobis^ aitante calescimur ilio! Come si
scorge in tante parti dei suoi scritti, più particolar-
mente nei lavori < TI Materialismo nella Scienza. » —
« Lo Spiritualismo nella Scienza )^. € Il passato, il pre-
sente e V avvenire della Psicologia »^ schierossi recisa-
mente contro la dottrina monistica e materialistica,
ritenendo anche che la massima parte dei fenomeni
inerenti alla Fisiologia ed alla Biologia delle piante,
come eziandio molte questioni relative al trasformismo,
si potessero meglio spiegare coir ipotesi di un' intel-
ligenza e di una libera volontà nelle piante. Appare
un paradosso questa ipotesi, ma una tale intelligenza
vuole intesa nel senso che le attribuiva il Delfino, e
cioè come il senso percettivo od intellettivo dei propri
bisogni ; per cui, ristretta a tale significato, appare
non meritata la vivissima critica che alcuni naturalisti
hanno fatto intorno a tali idee Delpiniane. Così pure,
il principio volontario nelle piante non si manifesta che
come una spontanea ed autonoma disposizione delle
medesime, in modo da ' rispondere più o meno bene al
Digitized by VjOOQIC
132
senso percettivo su riferito ed alle convenienti ope-
razioni e funzioni vitali (V. Il Materialismo nella
scienza^ pag. 21 e 22). (1)
Sempre al corrente col movimento scientifico e
con ogni progresso, le nuove dottrine erano tosto da
lui conosciute e coscienziosamente valutate. Col suo fine
acume critico, ben presto misurava il loro valore e,
se buone, ne diveniva un apostolo fervente, e col-
1' autorità del suo nome potentemente contribuiva alla
loro divulgazione. La grande questione dei Licheni ne
è un eloquente esempio. Principalmente lo Schwen-
dener con una classica serie di Memorie, riconobbe la
loro vera natura, dichiarandoli funghi parassiti di Alghe.
Ciò nondimeno, non pochi Botanici e Lichenologi rima-
sero attaccati alla vecchia teoria. Ma il Delfino nella
sua Rivista Botanica del 1871, tosto si dichiara aper-
tamente per lo Schwendener, anzi muove un' acuta
critica agli oppositori della nuova teoria.
Ebbe polemiche talora molto vivaci ed acri con
(1) A proposito delle idee Delpiniane precedentemente ac-
cennate, di gran cuore riportiamo le parole con cui il Ludwig
chiude il suo dotto Discorso (Federico Delpinjo und die
Pflanzenbiologie), letto in una Società tedesca di naturalisti lo
stesso giorno (17 Dee. 1903) in cui a Napoli celebra vansi le
Onoranze al Delfino pel compimento del suo 70** anno. Tale
Discorso è inserito nell'Opuscolo Onoranze a Fed. Del pino
nel suo TO'" compleanno, pag. 71-82 (Palermo, 1904). < Wir
sehen, der grosse Gelehrte kann heute zu seinem 70, Gehurtstag
auf eine Zeit reichen Schaffens zurùckblicken, Mehr als irgend
einem hai ihm die Natur den Schleier geluftet und hat sie ihn
in ihr Inneres hlicken lassen, und der Gott, den er auf Schritt
und Triti in der Natur fand, dessen Wunderwerke er in dem
materialistischen Zeitalter, in dem er zu schaffen begann, seiner
Mitwelt enthullte, hai ihn reichlich gesegnet, Móchte die Bio-
logie, die er auf feste Grundlage gehoben hat, in den Schulen
die Anfnahme flnden, die man jetzt dringend fordert und
móchte die Verbreitung ihrer Kenntniss den Irrioanhn zeì*stòren,
dass die Naturwissenschaften und echte Frómmigkeit und Got-
tesfurcht miteinander unvertràglich seien ».
Digitized by VjOOQIC
133
diversi Naturalisti. In quell'anima così ardentemente
innamorata della verità, alla cui ricerca erasi inte-
ramente dedicato, troppo spiaceva che altri non si
piegassero a fatti la cui verità splendeva di luce me-
ridiana. Il B n n i e r (Botanico d' altronde non privo
di meriti) colla sua negazione della funzione dei net-
tari estranuziali non solo, ma anche della funzione
vessillare nei fiori delle Angiosperme ; il T r a u b e colle
conseguenze in rapporto alla formazione della mem-
brana cellulare che ha voluto trarre dalle sue cellule
artificiali, il filosofo Diderot acerrimo oppositore della
dottrina delle cause finali, ed alcuni altri ben lo sanno !
Specialmente pel primo ebbe parole gravi e severe per le
inesattezze nelle quali è incorso e pei suoi numerosi so-
fismi, che flagellò senza tregua (V. Delfino : Sulla fun-
zione vessillare presso le Angiosperme. Mem. di questa
Accad., S. 6*, T. r, 1904). — La maggior parte delle
sue critiche e polemiche trovasi nella sua Rivista Bo-
tanica, la quale è a deplorarsi sia stata dal Delfino
continuata solo fino a) 1881. Detta pubblicazione, per
giustizia, deve essere tenuta in altissimo pregio : nei 9
Volumi che se ne posseggono (le annate 1872-73
e 73-74 sono rispettivamente fuse in un solo), non
solo con competenza rara vengono passati in rassegna
critica i principali lavori che nelle varie parti della
Botanica andavano pubblicandosi, ma vi sono anche
discusse le più importanti questioni botaniche ed esposte
nuove dottrine, idee originali, ed osservazioni nuove
sui più diversi argomenti.
Non di rado Autori che studiarono argomenti già
trattati dal Pelfino, omisero di ricordare la parte da
lui anteriormente avuta in tali studi, e le sue osser-
vazioni originali. Ad es. il Drude: Die inseUten-
fressende Pflanzen^ Breslau 1879. Ma il Delfino non
si adonta per questo immeritato oblio, che sopporta
colla consueta bontà, consolandosi filosoficamente col
Digitized by VjOOQIC
134
supposto Virgiliano € Sic vos non vobis, fertis aratra
boves ».
Talora estrinsecò idee molto ardite, e se talvolta
lo studio rigoroso dei fatti non diede pienamente ra-
gione alle conseguenze che Egli aveva voluto trarre
principalmente mediante il ragionamento e la specu-
lazione, pure in ogni caso tali vedute, sempre im-
prontate ad una seducente razionalità, erano ognora
tenute in grande considerazione dai botanici.
Nei SUOI lavori costantemente si nota un ordine
mirabile, una logica stringente nelle argomentazioni,
ma più specialmente una precisione ed una chiarezza
scultoria nelle descrizioni, le quali rimangono perciò
nitidamente impresse nella mente del lettore. Pregio
quest' ultimo non molto frequente, ma in Lui tanto
più necessario inquantochè i suoi lavori quasi sempre
mancano di figure illustrative, la cui assenza pertanto
non reca quel danno che altrimenti si potrebbe cre-
dere. Questo elogio ai suoi lavori acquista un maggior
valore pel fatto che gli è stato ripetutamente reso da
Botanici esteri.
Le sue lezioni erano apprezzatissime e molto ascol-
tate ; ma forse più che con quelle, Egli trasfondeva la
sua scienza e dava V indirizzo scientifico nel Labora-
torio e nei campi, in mezzo alle piante vive, dalle
quali sapeva trarre tanti insegnamenti. Ebbe per ciò
parecchi allievi : primo fra tutti e da lui prediletto
Antonino Borzì, attualmente Prof, di Botanica al-
rUniversità di Palermo e Direttore di quell'Orto Bo-
tanico, une dei più reputati Algologi e Biologi, al
quale mi unisce un' antica e fraterna amicizia !
Allorché Gli accadeva di dover spiegare qualche
argomento biologico da Lui preferito, colla sapienza del
suo insegnamento e colla sua parola convinta e calda di
entusiasmo, sapeva trascinare la scolaresca ad una viva
ammirazione per le sublimi armonie della natura, per
Digitized by VjOOQIC
135
le quali nella sua lunga vita scientifica, nutrì sempre
un vero culto, tanto era innato in Lui il sentimento
squisito pel buono, pel vero, pel bello ! — Anima di
artista, fu appassionatissinio per la musica, che colti-
vava con molto amore ; nelle ore di riposo, spessissimo
ricreava la sua mente nelle pure ed ineffabili dolcezze
deir arte, eseguendo al pianoforte musica classica, spe-
cialmente di Seb. Bach, autore da lui preferito, di
cui interpretava con finissimo sentimento la musica
sublime, a definire la quale Egli non trovava frase più
espressiva di questa : essa è la nmsica delV anima !
Non ebbe laurea : tuttavia abbiamo visto 1' alto
fastigio cui Egli è pervenuto nella scienza.
Fu in corrispondenza coi più celebri naturalisti del
suo tempo e con legittimo orgoglio talora mostrava
le lettere numerose e sommamente lusinghiere scrittegli
da C. Darwin, il quale ancora lo cita molte volte
con onore in parecchie delle sue opere, anche quando
lo aveva avversario (1). Basterà un solo esempio. A
proposito della sua ipotesi della Pangenesi (così pro-
fondamente discussa dal Delfino, con tanta copia di
filosofiche considerazioni), nel 2"" Voi. dell' opera : Va-
riazione degli animali e delle piante allo stato do-
mestico (2* edizione), così scrive il Darwin nella 1*
Nota del Gap. XXVII : senza dubbio la miglior me-
moria che io conosca su tale argomento è quella del
(1) Fino dalle prime lettere del Darwin al Delfino, tosto si
riconosce l'alta stima e considerazione in cui il sommo Naturalista
teneva i lavori del Delfino. Così ad es., fra le parecchie lettere
delle quali gentilmente mi è stata trasmessa copia dalla Famiglia,
ve n'ha una molto lusinghiera dell' 11 Sett. 1867 relativa a due
dei primi lavori del Delfino; un'altra del 24 Agosto 1869 dove
il Darwin manifesta la sua particolare compiacenza perchè il
Delfino ha preso a discutere la teoria della Pangenesi ; infine
una del 25 Giugno 1873 in cui dice: « Ho avuto ultimamente
occasione di rileggere il vostro lavoro sulle piante anemofile, ed
ho sentito di nuovo roolt8^ an^mirazione per la vostra Opera »,
Digitized by VjOOQIC
136
Professor Delfino intitolata: Sulla Darwiniana Teoria
della Pangenesiy Torino 1869; egli respinge la mia
ipotesi, ed io ho tratto grande profitto dalle critiche
fattemi dal Delfino intorno alla detta teoria.
Gli furono dedicate alcune specie di piante ; fra
queste e' è una specie di Nostoc, il N. Delpinij dedi-
catagli dal Borzì (Note alla Morfologia ed alla Bio-
logia delle Alghe Ficocromacee, I, pag. 281); piii
un'Amarillidacea ed una Marcgraviacea.
Neir aurora della sua vecchiaia, Egli raccolse un
premio ben meritato ed anche un ineffabile conforto
dopo tanti oblii, disinganni e tante amarezze provate
nella sua lunga carriera scientifica. Il 17 Decembre
1903 nella circostanza del compimento del suo 70®
anno di età, a Napoli si tenne una Festa solenne in
suo onore. I Botanici di tutto il mondo con una
commovente comunione di affetto e di pensiero mos-
sero a gara onde concorrere alle onoranze a Lui
tributate. La solennità, presieduta dal Rettore della
Università, ebbe luogo nella grande aula di quella
Società Reale. Oltre alle autorità cittadine, interven-
nero i Professori dell' Università, i membri degl' Isti-
tuti scientifici della città e numerosi Botanici suoi
amici e discepoli. L' Università e la Società Reale
di Napoli presentarono un indirizzo su pergamena;
un' altra pergamena fu consegnata a nome della Società
Botanica Italiana; e successivamente furono al Delfino
presentati numerosi telegrammi augurali spediti non
solo da Botanici impediti di intervenire, ma anche
dalle numerose Accademie e Sodalizi scientifici na-
zionali ed esteri dei quali era membro, non esclusa
la R. Accademia dei Lincei (della quale fu eletto Socio
corrispondente nel 1899 e Socio nazionale nel 190O)
e la nostra. Ebbe poi il grandissimo conforto di ri-
cevere un indirizzo dalla Facoltà di Scienze Fisiche,
Matematiche e Naturali della R. Università di Ge-
Digitized by VjOOQIC
137
nova, col quale gli si comunicava che, nella seduta
del 13 Decembre 1903, eragli stato conferito all' una-
nimità il massimo tributo d' onore di cui detta Fa-
coltà poteva disporre e cioè la Laurea honoris caicsa /.
Infine, in mezzo alla festa di unanimi acclamazioni,
al venerando uomo fu consegnato un artistico Album
di legno intagliato, contenente numerose fotografie di
Botanici italiani e stranieri : dono a Lui graditissimo,
ricco di tanti nomi cari alla scienza, che accolse colla
commozione più intensa ! — Ed ora, in cui da noi
si piange tanta perdita, quanta letizia e soa-vità di
conforto scaturisce da questi dolci ricordi....!
Così si compì questa Festa che, nella sua forma
semplice e si direbbe famigliare, riuscì un solenne ed
eloquente omaggio al grande Botanico. In quel giorno
sembrava dovesse ancora a lungo sorridergli la vita :
invece ora, a poco più di un anno di distanza, dob-
biamo piangerne la fatale scomparsa dalla Famiglia
Botanica, mentre la scienza attendeva da Lui ansiosa
ancora nuove conquiste, nuovi frutti della sua mente
poderosa !
Ecco in breve T uomo che noi abbiamo perduto,
e che è stato così rapito alla scienza, alla sua Fa-
miglia che adorava ed ai suoi amici e discepoli!
Ma Egli rivive in noi perchè la gloria della sua scienza
e le sue belle virtù lo hanno indelebilmente scolpito
nel nostro cuore ! — Ed ora il nostro pensiero mesto e
riverente si rivolge alla Vedova desolata, a quella
eletta Signora cui dedicò tanta parte del suo cuore
ed alla sua Famiglia inconsolabile, insieme alla quale
deponiamo sulla sua tomba un fiore che non avvizzirà
giammai : il fiore della riconoscenza e del nostro im-
I)erituro affetto !
Digitized by VjOOQIC
138
Elenco delle pubblicazioni del Prof. Federico Delpino (^)
i. Relazione sulV apparecchio della fecondazione nelle
Àsclepiadee. (Gazzetta Medica di Torino del 20 Novembre, 1865).
2. Sugli apparecchi della fecondazione nelle piante anto-
carpee. Firenze, 1867. Lavoro riportato da Hildebrand, col-
1' aggiunta di osservazioni proprie e di figure, nella Botanische
Zeitung del 1867, pag. 265-270, 273-278, 280-287.
3. Note critiche sull'Opera di Federico Hildebrand:
La distribuzione dei sessi nelle piante e la legge che osta alla
perennità della fecondazione consanguinea. Lipsia, 1867. (Atti
della Società Italiana di Scienze naturali, Voi. X, Fase. II e III.
Milano, 1867).
4. Pensieri sulla Biologia vegetale^ sulla tassonomia e sul
valore tassonomico dei caratteri biologici, (Il Nuovo Cimento,
Voi. XXV. Pisa, 1867).
5. Sulla Darwiniana teoria della Pangenesi. (Rivista con-
temp. naz. ita!.. Voi. LVI e LVII ; Torino, 1869).
6. Ulteriori osservazióni e considerazioni sulla Dicogamia
nel Regno Vegetale, (Atti della Soc. It. di Se. nat., Voi. XI,
Fase. II; 1868 -~ Voi. XII, Fase. I; 1869 — Voi. XIII, Fase. II
e^II; 1870 e 1871 — Voi. XVI, Fase. II, III e IV; 1874 —
Voi. XVII, Fase. HI e IV; 1875).
7. Ù. die Wechselbeziehungen in der Verbreitung von
Pflanzen u. Thieren (Botanische Zeitung, XXVII ; 1869).
8. Rivista monografica della famiglia delle Marcgra-
viacee, precipuamente sotto V aspetto della biologia^ ossia delle
relazioni della vita esteriore. (Nuovo Giornale Botanico Italiano,
Voi. r; 1869).
9. Breve cenno sulle relazioni biologiche e genealogiche
delle Marantacee, (Nuovo Giom. Bot. It. , Voi. P; 1869).
({) Questo elenco non ha la pretesa di essere completo Ho fatto
quanto ho potuto perchè lo divenisse, ma specialmente causa difiB-
coltà incontrate nel procurarmi alcune indicazioni, esso certamente
presenterà una qualche lacuna, per la quale invoco T indulgenza del
lettore.
Digitized by VjOOQIC
13^
10. Alcuni appunti di Geografia Botanica, a proposito
delle tabelle Fitogeografiche del Prof. Hoffmann, (Atti della
Soc. Geogr. Il, Fase. Ili ; 1869).
11> Altri apparecchi dicogamici recentemente osset*vaii.
(Nuovo Giorn. Bot It., Voi. 2*; 1870).
12. Versione italiana, con annotazioni, del Discorso del Dott.
E r m . M ù 1 1 e r : Applicazione della teoria Dariviniana ai fiori
ed agl'insetti visitatori dei fiori; pronnnciato nella 26* assem-
blea generale del Nathurhistorischen Vere in fùr Rheinland u.
Westphalen, 1869. (Boll, della Soc. Entom. Ital.> Anno 2^ FÌ7
renze, 1870).
13. Sulle piante a bicchieri.. (Nuovo Giorn. Bot IL, Vo-
lume 3^ 1871).
14. F. DelpinoeP. Ascherson: (Corrispondenza). Sui
fenomeni generali relativi alle piante idrofile ed anemofile,
(Nuovo Giorn. Bot. It^, Voi. 3*^; 1871).
15. Eintheilung der Pflanzen nach dem Mechanismuis der
dichogamischen Befruchtur^, u. Bemerkungen ù. die Befru-
chtungsvórgànge bei Wasserpflanzen. (Bot. Zeit., XXIX 1871)
— Vedi Knuth: Handbuch d. Blùthenbiologie, I Band, Leipzig,
1898 ; pag. 283.
16. Sulla dicogamia vegetale e specialmente su quella dei
cereali. (Boll, del Comizio Agrario Parmense ; 1879, N. 3 e 4).
17. U. die Dichogamie im Pflanzenreiche. Glogau, 1871.
18. Studi sopra un lignaggio anemofilo delle Composte,
ossia sopra il gruppo delle Artemisiacee. Firenze 1871.
19. Rivista Botanica dell' anno 1871. (Dall'Annuario scien-
tifico italiano. Milano, 1872).
20. Fécondation dans les Conifères — Vedi Knuth: Op.
cit., pag. 284 (1).
21. Sui rapporti delle formiche colle tettigometre e sulla
genealogia degli afidi e dei coccidi. (Boll, della Soc. Entom.
It., Anno 4% 1872, ed Atti della Soc. It. di Se. nat., Voi. XV:
Fase. V; 1873).
22. Sull' impollinazione dei nuclei ovu^ari presso le Co-
nifere. (Atti della Soc. It. di Se. nat.. Voi. XV, Fase. V; 1873).
{{) Lavoro che trovasi riferito all'anno 1872.
Digitized by VjOOQIC
HO
23. Rivista Botanica degli anni 2872-73, (Annuario scient.
ital.; Milano, 1874).
24. Rapporti tra insetti e ira nettari estranuziali in alcune
piante, (Boll. Entom., Anno VI ; 1874) — ed Atti della Soc.
It.; di Se. nat., Voi. XVHI, Fase. I; 1875).
25. Sulla natura dei gonimii dei Licheni, (Atti del Con-
gresso Internazionale di Botanica tenuto a Firenze nel 1874;
pag. 71).
26. Dimorfismo del noce (Juglans regia) e pleiontismo
nelle piante. (Atti della. Soe; It. di Se; nat/.,Vol. XV II, Fase.
IV ; 1875) -^ Nuovo Giorn. Bot. It., Voi 7^ ; 187&.
27. Altre osservazioni sui rapporti tra cicadelle e formiche^.
(Atti della Soe. It. dì Se. nat., Voi. XVIII, Fase. 1^ ; 1875).
28. Rivista botanica degli anni 1.814^75, (Annuàrio scient
ital.; Milano, 1876). . /
29. Dicogamia ed omogamia nelle piante. (Nuovo Giorn.
Bot. It., Voi. 8*^ ; 1876).
301 Rivista botanica dell* anno 1876. (Annuario scient. ital;
Milano, 1877), " . . '
31. Rivista botanica dell* anno 1877. (Annuario scient. ital.;
Milano, 1878).
32. Difesa della dottrina dicogamica, (Nuovo Giorn. Boi
It, Voi. W\ 1878). ■
33. JRivista botanica dell* anno 1878. (Annuario scient ital.;
Milano, 1879).
34. Rivista botanica dell* anno 1879. (Annuario scient. ital,;
Milano, 1880).
35. Rivista botànica dell* anno 1880. (Annuario scient ital;
Milano, 1881). '
36. Causa meccanica della fillotassi quincuriciale. Nota
preliminare. Genova," 1880. '
37. Il Materialismo nella scienza. Discorso • pronunciato
nella grande Aula della R. Università di Genova per la solenne
inaugurazione dell'anno accademico 1880-81. Genova 1881.
38. Fondamenti di Biologia vegetale. I. Prolegomeni. (Ri-
vista di Filosofìa scientifica, Anno I, Fase. 1** ; -1881).
Digitized by VjOOQIC
141
39. Rivista botanica dell* anno 1881, (Annuario scient. ital.;
Milano, 1882).
40. Contribuzione alla storia dello sviluppo del regno
vegelale, I. Smilacee. (Atti della R. Università di Genova, Voi.
IV, parte I).
41. Teoria generale detta Fillotassi, con 16 Tavole. (Atti
idem., Voi. IV, parte II ; 1883).
42. Le spiritualisme dans la science. (Revue irlternationale.
Première Année, Tome II™*, T' Livraison; 1884).
43. Erwiderung. {Boi, Zeit., XXXXIV Jaiirgang, pag. 29;
1884).
44. Funzione mirmecofila nel regno vegetale. Prodromo di
una monografia delle piante formicarie. (Memorie della R. Ac-
cademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna, Serie IV, Tomo
VII ; 1886 — Serie IV, Tomo Vili ; 1887 — Serie IV, Tomo
X; 1889).
45. Fiori doppii (Flores pieni). (Mem. idem. Serie IV,
Tomo Vili ; 1887).
46. Zigomorfia florale e sue cause. (Malpighia,Vol. I; 1887).
47. Sul nettario florale del Galanthus nivalis. (Malpighia,
Voi. I; 1887).
48. Il nettarla florale del Symphoricarpv^ racemosv^. (Mal-
pighia, Voi, I ; .1887).
49. Eqìiazione chimica e fisiologica del processo della fer-
mentazione alcoolica. (Nuovo Gìorn. Bot. It., Voi. 19** ; 1887).
50. Weitere Bemerhungen u. myrmecophile Pflanzen. (Mo-
natliche Mittheil. a. d. Gesamtgebiete d. Naturwiss., N. 2; 1887).
51; Osservazioni sopra i bacteriocecidi e la sorgente del-
V azoto in una pianta di Galega officinalis. (Malpighia, Voi. II ;
1888-1889).
52, Applicazione di nuovi criteri per la classificazione
delle piante. Prima memoria. (Mem, della R. Accad. delle Scienze
di Bologna,. Serie IV, Tomo IX ; 1888).
53. Il passato^ il presente e V avvenire della psicologia.
Discorso inaugurale per Tanno accademico 1888-89, nella R.
Università di Bologna. (Annuario della stessa Università. Bo-
logna, 1889).
Digitized by VjOOQIC
142
54. Applicazione di nuovi criteri per la classificazione
delle piante. Seconda memoria (Mem. della R. Accademia idem.
Serie IV, Tomo X; 1889).
55. Valore morfològico della squama ovulifera delle Abie-
tinee. (Malpighia, Voi. Ili ; 1889).
56. Osservazioni e note botaniche. Decuria prima. Con una
tavola. (Malpighia, Voi. Ili ; 1889),
57. SulV impollinazione dell' Arum Dracunculus L. (Mal-
pighia, Voi. HI ; 1889).
58. Fiori monocentrici e policentrici. Con tre figure inter-
calate nel testo. (Malpighia, Voi. Ili ; 1889).
59. Applicazione di nuovi criteri per la classificazione
delle piante. Terza memoria. (Mem. della R. Accad. idem, Serie
IV, Tomo X; 1890). Con una tavola doppia.
60. Applicazione di nuovi criteri per la classificazione
delle _pmw<6.. Quarta memoria. Canoni della dottrina filogenetica
applicabili alla classificazione delle piante. (Mem. idem, Serie
V, Tomo I; 1890).
61. Note ed osservazioni botaniche. Decuria seconda. Con
una Tavola. (Malpighia, Voi. IV ; 1890).
62. Ancora sulV impollinazione del Draconcolo. (Malpi-
ghia, Voi. IV ; 1890).
63. Contributo alla teoria della Pseudanzia. Con una Ta-
vola. (Malpighia, Voi. IV; 1890).
^4. Pseudanzia di Camellia e di Geum. Con una Tavola.
(Malpighia, Voi. V ; 1891) — In collaborazione col sig. U. Ber-
naroli.
65. Pensieri sulla metamorfosi e sulla idiomorfosi presso
le piante vascolari. (Mem. della R. Accad. idem, Serie V. Tomo
II; 1892).
66. Esposizione di una nuova teoria della fillotassi. Con
tre Tavole. (Atti del Congresso Botanico internazionale del 1892).
67. Esposizione della teoria della Pseudanzia. (Atti del
Congresso idem, del 1892),
68. Disordini universitari ; cause e rimedi. Considerazioni.
Bologna, 1892.
Digitized by VjOOQIC
143
69. Applicazione di nuovi criteri per la classificazione
delle piante. Quinta memoria. (Mem. della R. Accad. idem,
Serie V, Tomo III ; 1893).
70. Eterocarpia ed eieromericarpia nelle Angiosperme,
(Mem. della R. Accad. idem, Serie V, Tomo IV; 1894).
71. Socialismo e storia naturale. Discorso per la inaugu-
razione degli studi presso la R. Università di Napoli neir anno
accademico 1894-95. (Annuario della stessa Università. Napoli,
1895).
72. Sulla viviparità nelle piante superiori e nel gen. Re-
rnusatia Schott. (Mem. della K. Accad. idem, Serie V, Tomo
V ; 1895). Con una Tavola.
73. Studi filloiassici. (Malpighia, Voi. IX; 1895).
74. Applicazione di nuovi criteri per la classificazione
delle piante. Sesta njemoria. (Mem. della R. Accad. idem, Serie
V, Tomo VI ; 1896).
75. Dimorfismo del Ranunculus Ficaria L. (Mem. idem,.
Serie V, Tomo VI ; 1897).
76. Dicroismo nelV Euphorhia Peplus L. ed in altre piante.
(Rendic. dell'Accad. delle Scienze Fisiche e Matematiche — Se-
zione della Società Reale di Napoli — Serie 3*, Voi. Ili, Fase.
6^ ; 1897).
77. Per la critica. (Riv. contemp.; Fase. 6"* ; Napoli, 1897).
78. Gaetano Licopoli. Parole commemorative. (Rendic. idem,
Serie 3% Voi. IV, Fase. 1° ; 1898).
79. Nuove specie mirmecofile fornite di nettari estranu-
ziali. (Rendic. idem. Serie 3% Voi. IV, Fase. 6° e 7^ 1898).
80. Commemorazione del Prof. Teodoro Caruel. (Rend.
idem, Serie 3% Voi. IV, Fase. 12^ 1898).
81. Studi di Geografia botanica secondo un nuovo indi-
rizzo. (Mem. della R. Accad. delle Se. di Bologna, Serie V,
Tomo VII; 1898).
82. Rapporti fra l'evoluzione e la distribuzione geogra-
fica delle Ranuncolacee. (Mem. idem, Serie V, Tomo Vili; 1899).
83. Parere sulla opportunità d'impiantare giardini spe-
rimentali di culture tropicali nella Eritrea. (Rend. d. R. Ac-
cad. delle Se. Fis. e Mat. di Napoli. Fase. 2" e 3^ 1899).
Digitized by VjOOQ IC
144
84. Definizione e limiti della Biologia vegetale» (Bollettino
dell' Orto Botanico della R. Università di Napoli, Tomo I, Fase.
P; Napoli, 1899).
85. Sulla costituzione del Ranunculus Ficaria L. nei din-
torni di Dresda. (Boll, idem, Tomo I, Fase. F; 1899).
86. Piante formicarie. Proemio. (Boll, idem, T. I, Fase. T ;
1899).
87. Questioni di Biologia vegetale. I. Fondamenti della
Biologia. (Rivista delle scienze biologiche, Voi. I, Fase. 1**;
Como, 1899).
88. Note di Biologia vegetale. II. Apparecchio sotterratore
dei semi. (Rivista idem. Voi. I, N. 8-9; 1899).
89. Questioni di Biologia vegetale. III. Funzione nuziale
ed origine dei sessi. (Rivista idem, Voi. II, N. 4 e 5; 1900).
r
90. Comparazione biologica di due Flore estreme, artica
ed antartica. (Mem. della R. Accad. delle Se. di Bologna, Serie
V, Tomo Vili; 1900).
91. Sulle piante a bicchieri. (Boll. dell'Orto Bot. di Na-
poli, Tomo l, Fase. 2*; 1900).
92. Piante formicarie (seguito). (Boll, idem. Tomo l. Fase.
2^»; 1900).
93. Circa la teoria delle spostazioni fillotassiche. (Rendic.
deir Accad. delle Se. Fis. e Mat. di Napoli. Voi. VI, Fase. 1
e 2; 1900).
94. Sugli artropodi fillobii e sulle complicazioni dei toro
rapporti biologici. (Boll, della Soc. bot. Ital., N. 7; 1901).
95. Per una rettificazione. (Boll, idem, N. 7; 1901).
96. Sopra un organo caratteristico di alcune Cucurbttacce,
e sulle relazioni delle piante coi tripidi. (Mem. della R. Accad.
delle Se. di Bologna, Serie V, Tomo IX ; 1901). Con tre Tavole.
97. Il secolo ventesimo. Mòniti e profezie. Napoli, 1901.
98. Sul gen. Bonzellia Ten. (Rendic. dell'Accad. delle Se.
Fis. e Mat. di Napoli, Serie 3% Voi. Vili, Fase. 8 a 11 ; 1902).
99. Piante formicarie (seguito). Rassegna delle piante for-
nite di nettari estranuziali. Boll, dell' Orto Botanico di Napoli,
Tomo I, Fase. 3^ 1902).
Digitized by VjOOQIC
145
100. Domenico Cirillo e le sue opere botaniche, (Boll,
idem, Tomo I, Fase. 3*» ; 1902).
101. Piante formicarie (seguito e fìae) Rassegna delle piante
che apprestano nidi e domicilii alle formiche. (Boll, idem,
Tomo I, Fase. 4*; 1903).
102. Notizie fitobiologiche. (Boll, idem, Tomo I, Fase. 4**;
1903).
103. Sul fenomeno della macrobiocarpìa in alcune piante,
(Rend. dell'Accad, delle Se. Fis. e Mat. di Napoli, Serie 3*, Voi.
IX, Fase, 2^ 1903).
104i Aggiunte alla teoria della classificazione delle Mono-
cotiledoni, (Mem. della R. Accad. delle Se. di Bologna, Serie V,
Tomo X ; 1903).
105. Cladomanìa di Picris hieracioides L. (Boll, della Soc.
Bot. It., N. 7, 8, 9; 1903).
106. Discorso del Prof, Delpino. (Vedi: Onoranze al Prof.
Del pi no nel suo 70** eompleanno. Palermo, 1904, pag. 28-32).
107. Zoidiofilìa nei fiori delle Angiosperme, (Boll, del-
l' Orto Botanico di Napoli, Tomo II, Fase, r ; 1904).
108. Sulla funzione vessillare presso le Angiosperme (Mem,
della R. Accad. delle So. di Bologna, Serie VI, Tomo 1; 1904).
109. Sviluppo della eteromericarpìa nelle Portulacacee
(Rendic. dell' Acad. delle Se. Fis. e Mat. di Napoli; Serie 3*,
Voi. .XI, 1905) (1).
WO, Applicazione di nuovi criteri per la classificazione
delle piante. Settima memoria, letta il 7 Maggio 1905. (Mem.
della R. Accad. delle Se. di Bologna. In corso di pubblicazione ; ^
1905).
(1) I lavori segnati ai Numeri 77, 97 e 109 mi sono stati indicati
dair egregio Prof. Gioy. Ettore Mattei. ^' '
-^#>.
Rendiconto 1904-1905
Digitized by VjOOQIC
ritfi
146
Dopo il discorso del Prof. Mori ni, T Accademico
Benedettino Prof. Ferdinando Ruffini legge la seguente
Nota ! Del moto di un punto ehe obbligato a rimanere
in una data superileie debba percorrere con nna Telo-
eità prestabilita nna linea data.
Ebbi già l'onore di presentare a questa R. Acca-
demia un mio scritto col titolo : Del moto di un punto
in una superficie data ^*^ nel quale indicava una via
facile e piana per giugnere a stabilire la traiettoria
che avrebbe descritto un punto, che sollecitato da una
forza data fosse obbligato a rimanere costantemente
in una data superficie. In questa nota, che può essere
riguardata come un' appendice di quello scritto, mi pro-
pongo invece di determinare la forza che dovrebbe
essere applicata a un punto, che già fosse sollecitato
da lina forza data e obbligato a rimanere costantemente
in una data superficie, affinchè esso punto descrivesse
con una data velocità una linea determinata della su-
perficie medesima. Non mi propongo dì dare alla so-
luzione del problema tutta la estensione della quale è
capace : T averlo indicato potrebbe invogliare qualche
giovane studioso a risolverlo compiutamente.
Sia data l'equazione
di una superficie (5) riferita a tre piani coordinati
t*) Memorie della R. Accademia delle Scienze dell'Istituto
di Bologna. S. IV, T. V.
Digitized by VjOOQIC
14T
ortogonalmente in un punto e si supponga che un
punto (m) dì massa m = 1 sollecitato da una forza
f^{oo^ y, z) funzione delle coordinate del punto stesso
sia obbligato a rimanere costantemente nella superfi-
cie {S) ; si domanda quale altra forza f^ dovrà appli-
carsi al detto punto affinchè esso descriva una linea
(5) data ad arbitrio nella superflcie [S) e la descriva
con una data velocità V{t) funzione del tempo.
Si farà uso del segno rO= dell'equipollenza per
indicare la somma geometrica risultante delle quan-
tità scritte dopo di esso e congiunte fra loro coi se-
gni H- o — e che si supporranno rappresentate da
segmenti rettilinei ; le due notazioni
f^f^^f^ e f=vìsult.{f^,Q
hanno perciò il medesimo significato.
Sia f la risultante delle due forze f^ ^ f^, la pri-
ma cognita la seconda da determinare, che soUecite-
raimo il punto descrivente la linea (s) nella superficie
{S) e siano
^1 > ^1 ) ^1 j ^2 > ^2 ) ^2 5 Xy Yj Z :
le componenti negli assi coordinati delle forze f^^ /g, /
rispettivamente ; onde
X=X^-hX^, Y=zY^-^Y^, Z = Z^-hZ^:
la linea (s) della superficie (5) che dovrà essere per-
corsa dal punto (m) colla velocità V{t) sia data per
mezzo delle equazioni
1) S=S{a),y,z)=zO, ip=tp{x, y, z) = :
Digitized by VjOOQIC
148
il punto (m) al termine del tempo t sìa nel punto
M{x^ y, ^) della superficie {S) e nel tempo infinitesimo
dt percorra l'arco infinitesimo d5=Q=da?-+-di/-f-(Ì2J;
sia inoltre N la pressione che il punto (m) esercita
sulla superficie in M e, supponendo l'attrito propor-
zionale alla pressione, sia e il coeflaciente d'attrito.
Le forze sollecitanti il punto (m) sono : la risultante
f delle forze f^^ f^^ la reazione — N della superficie
e l'attrito — eN\ e queste quantità come le loro com-
ponenti, quando occorrerà nominarle, si chiameranno
indiflterentemente forze o accelerazioni^ poiché, assunta
la massa m del punto mobile ad unità di massa,
forza e accelerazione corrispondente riescono numeri-
camente eguali.
Le equazioni del moto prodotto dalle forze
f:^f^^f^^ —N, —eN
sono
^ /l ^S dz\
\A ì>z dsj^
dh
df
ovvero
d'x ( 1 ?5 dw\
^z l\ Ì>S dz\
Digitized by VjOOQIC
149
e da queste derivano-
d(-V^\ —Xdx^Ydy -H Zdz — Nds
ovvero
^.dV dx dy dz ^^ds
A\ _«Aw — I f I .
' df ?ar df ?«/ df dz
-{4
— ^r- — \-z—).
i>x <>y oz I
Dalle formule (2), (3), (4) si eliminino le deri-
vate delle variabili et;, y, z, col mezzo delle (1) che
somministrano
A^x -H A^y-\-A^dz = , B^dx H- B^y H- B^z = •
_iVS _?« _?S
?a7
Sz
e se SI pone
^1=
^e-
B,B,
A=
risulta
B, B,
a=|/a?-i-aìm-A|,
5 = 1/^-1-^-1-^3,
i) = |/Z)?-H2^-HÌ)Ì,
dM dy dz ds
B,
D^
B.
D'
Digitized by VjOOQIC
150
dt D '
dt~ D '
dt~ D '
dx 2),
ds D '
dy_D^
ds B'
dA D,
ds~ D '
dt^ dt\D )
_ /dx d D^ dy d D^ dz d DA D^ dV
~ [didbc'D'^'dUd^^'^di'dz'DÌ^^'di'
sostituendo alle derivate prime delle x^ y^ z i loro
valori, procedendo a simili trasformazioni delle deri-
vate seconde delle i/ e z, e anche ponendo per brevità
D, d D. B, d D, B^d B, ,
B dx B B dy B B dz B "
B. d B. B, d Z>, B^ d B,
Bdx B B dy B B dz B *'
B,dB B,dB B,dB,
Bdx B B dy B B dz B » '
si ottiene
df—^^''^Bdt'
df ^ ^'^ B dt '
dt'-^^'^Bdt'
ds'-^''
Digitized by VjOOQIC
151
6^ ^^-^^X^^'Y^^Z-eN-
7) —an=i{a^l^-^a^l^^a^l;) v"-—{A^X-\-A^Y^A^Z).
Per risolvere la questione si hanno tre sole equa-
zioni indipendenti (5), essendo le due (6) e (7) con-
seguenza delle (5), mentre le incognite sono quattro
-^2? ^2> -^2» ^*
il problema resta perciò indeterminato e ammette in-
finite soluzioni. Si può determinare senza nuocere alla
generalità della questione col rendere la reazione — N
indipendente dalla forza f^ . A questo fine si stabilisca
che la /g abbia costantemente la sua linea d'azione
nel piano tangente la superficie (S) nel punto M e non
eserciti pressione sulla superficie, che sia cioè costan-
temente soddisfatta la condizione
A^X^ -+- A^Y^ H- A^Z^ = :
con ciò si ottiene che nella formula (7) alle X, Y, Z
sì possano sostituire le X^, ^i? ^i ® ritenere
8)_AiV===(A,X,-HV'2H-4^3)^— (^i^i-+-^.^i-+-^3^i);
la reazione — N rimane cosi espressa con quantità
indipendenti dalla forza /g, quindi cognite, e le equa-
zioni (5) danno poi i valori delle X^, ^2» ^2-
Nel caso particolare che la superficie {S) sia un
piano, le formule precedenti si rendono più semplici
col disporre gli assi coordinati in modo che uno di
essi, per esempio l'asse OZj riesca, perpendicolare al
piano {S). Con tale disposizione degli assi le equa-
zioni (1) potranno prendersi nella forma
S=zz — z^ = 0, z^ — cost., tp{x, y, z) = 0,
Digitized by VjOOQIC
152
e riuscirà
B. d B. B. d £^
4, = 0, D, = if,, ^f — ^Dd^D'^Dd^l
^=1,D, = 0, £, = 0,
^=1, i) = i/j^H-^,
« i/^^B^^\dt /'
Per
cioè pel moto circolare piano
^, = 0, B^ = 2x, i), = ~2y, i, = — ^,
^, = 0, 5, = 2y, 2),= 207, i, = — ^,
^3=1, B^ = 2z„ D, = 0, A = 0,
vl = l, £ = 2r, D = 2r,
Z=N,
Digitized by VjOOQIC
•mmmnm
153
Se il piano è levigato, il punto (m) animato dalla
sola gravità nella direzione e senso — Oz, e inoltre
il moto debba essere uniforme, risulta immediatamente
dV
X, = 0, y, = 0, ^, = — flr, -^ = 0, £ = 0,
risultamenti che confermano le formule precedenti.
Un caso in certa guisa analogo col precedente si
presenta se, qualunque sia la superficie (S), la tra-
iettoria in essa del punto (m) debba essere una linea
piana. Disposti come precedentemente gli assi coordi-
nati in modo che Passe Oz sia perpendicolare al piano
della traiettoria e ridotte le equazioni (1) alla forma
S=S{x, y^ z) = , ìp^zz — 2^ = 0, 3?Q = cost.
onde
^1 = 0, D, = A^,
£3=0, D^=i — A^,
^3=1, 1)3 = 0,
A =
D dx D
D
d
dy
D
)
h=
B dx D
■+■
D
d
dy
h=
= 0;
J
7^
\^J^\.dt I A
r=7%—
z-^3
^-^'
A. (dV \ A^^^
^A\-\-AX\dt ) A '
Digitized by VjOOQIC
154
Per
5 =
■1?
•/^=
ZZ-
-3o — 0, 3o — «<>St
risulta
2x
"^2 a* '
2.«
^3 e» '
i)3_0,
X
'8— / ,A '
4-1)
e 2 ., , , i. =
-IV-(-9l'-=^V-P-
x= -'^'". -K L^r"*^
=*,
•V-('-S^
" iV,
»V'-('-?)-J
'2
az.
V-0-?)P
c«
W'- ('-|)?=t'^K^'»'*^..^^?^''»)
Digitized by VjOOQIC
155
Se la superficie (S) è levigata e 2^ = 0; la tra-
iettoria diventa il parallelo massimo dell'ellissoide ed è
a?/ V' \ y dV
a\ a I a dt
a\ a / ' a dt
Z = 0,
Suppongasi nulla la forza /",, cioè
x.=o, r,=o, Z,=0, X=X„ Y=Y„ z=z^,
e si proiettino sulla tangente la traiettoria le forze
X, Y, Z; la somma delle loro proiezioni, cioè delle
dx D. V
Ve*
Y^—Y^ = Y^- ~"'
^ '^ „A /, 4
«yi_
19
dz jD,
eguaglierà la proiezione omologa della loro risultante,
ossia la /g , a cui si può supporre data per linea di
azione la detta tangente: onde
^ div ^^ dy „ dt ^ dV
*£fo ^ds ^ds ^ dt
la forza da applicare al punto (m) è la somma della
forza tangenziale e della forza eN.
Digitized by VjOOQIC
156
Sia la superficie (S) levigata e quindi
dV dh
'dt ~df[
e sia la velocità data
ds , ,
a) V= — =:z — s^kfien{kt),
ove k e una costante data e s^ è la lunghezza asso-
luta dell'arco compreso tra il punto M^ corrispon-
dente a 2ft< = ;r, nel quale la velocità è massima,^
e il punto Mq corrispondente a kt = 0, nel quale la
velocità diventa nulla: dalla (a) si dedurrà
dV
O/ì/
la forza sollecitante è proporzionale alla minima dì-
stanza misurata sulla traiettoria del punto mobile dal
punto M^ e il moto è moto armonico per un arco di
traiettoria della lunghezza 25..
L'Accademico Benedettino Prof. Pietro Albertoni
riassume in breve una sua Memoria : Sulla diflhisfone
degli zuccheri nell'organismo.
Premesso l'esame ^ la critica dei risultati finora
riferiti, l'Autore fa vedere che nelle ricerche precedenti
non si è tenuto ben conto del periodo di assorbimento
degli zuccheri per riconoscere con esattezza quale in-
fluenza abbia la loro introduzione nel tubo gastroenterico
sulla quantità di zucchero nel sangue. Egli ha trovato
Digitized by VjOOQIC
157
che nel periodo di massimo assorbimento il glucosio del
sangue (carotide) sale per esempio da
0,84 a 1,11 Voo
1,00 a 1,20 »
0,760 a 0,870 »
0,782 a 0,912 >
si ha cioè un lieve aumento nella quantità di zucchero
del sangue.
Invece nel fegato e negli organi, anche nel periodo
di massimo assorbimento di grosse quantità di zucchero,
non si accumula affatto glucosio e non si riesce ad
estrarne.
L'Accademico Benedettino Prof. Guido Tizzoni, a
nome pure del Doti A. Dongiovanni legge una Nota che
ha per titolo : La cura della rabbia eoi raggi del radio.
2* Comunicazione preventiva-
In una nostra precedente Comunicazione preven-
tiva (1), nel riferire i primi risultati riguardanti Fazione
dei raggi del Radio sul virus rabido, tanto in vitro quanto
neir animale, noi, di necessità, abbiamo dovuto fare nelle
nostre conclusioni delle riserve o lasciarvi delle lacune;
riserve e lacune che oggi, in seguito ai nuovi risultati
conseguiti, siamo in grado di sciogliere e di riempire,
ciò che facciamo appunto con la Comunicazione presente.
Anzitutto confermiamo pienamente quanto è ri-
ferito sulla Nota precedente, aggiungendo solo che tutti
gli animali di cui in essa è parola vivono tuttora in
(1) L'azione dei raggi del Radio sul virus rabido in vitro
e neir animale. Letta alla R. Accad. delle Scienze di Bologna
nella JSeduta del 17 aprile 1905. - Rendiconti, anno 1904-1905.
Digitized by VjOOQIC
158
perfetto stato di salute ; e siccome molti di tali ammali
erano stati infettati con virus fisso da oltre due mesi,
così la loro guarigione si può oramai considerare come
definitiva.
Riguardo poi aìT azione contemporanea dei raggi
del Radio, in cui questi, cioè, vengono usati subito dopo
praticata V infezione, noi abbiamo osservato che lo stesso
campione di 10.000 Unità Radio-attive (U. R.) produce
identici effetti, tanto se T applicazione del rimedio diretta
suir occhio del coniglio è ripartita in otto sedute di
un' ora ciascuna per otto giorni consecutivi, quanto se tale
applicazione è fatta in una sola seduta di otto ore (1).
Abbiamo riscontrato, inoltre, che il Radio applicato
alla superficie del corpo (metà del dorso in corrispondenza
della colonna vertebrale) ha un'azione assai minore di
quella che esercita suir occhio ; ed in modo che, per sal-
vare un coniglio infettato sotto la dura madre con virus
fisso, bisogna usare nel primo caso un campione di Radio
10 volte più attivo. (100.000 U. R.) di quello che in
identiche circostanze basta nel secondo a salvare lo stesso
animale — Così possiamo dire che razione del Radio
sulla superficie del corpo sta a quella sull'occhio come
1 : 10. —
Ed a riprova di questo noi abbiamo riscontrato che,
quando si usa un campione di Radio piuttosto debole
(10.000 U. R.), questo, mentre salva il coniglio se appli-
cato sull'occhio, non vale invece che a ritardarne la
morte di 3 giorni se applicato alla metà del dorso.
(1) Il valore del Radio in Unità Radio-attive risulta dai
certificati uniti ai nostri campioni i quali provengono: quello
da 10.000 U. R. dalla Société Centrale de Produits Chimiques
di Parigi ; quello da 100.000 U. R. dalla fabbrica di sostanze
Radio-attive di Armet de Lisle a Nogent sur. Marne, diretta
dallo stesso Curie. Questi campioni ci furono gentilmente favo-
riti dall'Istituto di Fisica sperimentale della L. Università di
Ferrara
Digitized by VjOOQIC
159
Finalmente abbiamo veduto che il virus fisso scom-
posto in vitro con le emanazioni del Radio si trasforma
rapidamente in un eccellente vaccino; per cui tutti gli
animali che ebbero nell'occhio una goccia di virus fisso
esposto ai raggi del Radio per 4-6-36 ore si mostrarono
solidamente vaccinati contro l' iniezione subdurale di virus
di cane che uccideva i controlli in 20 giorni.
Riguardo bXV azione curativa del Radio questa fu
appena accennata nella nostra precedente Comunicazione,
lasciando intieramente alle successile ricerche di deter-
minare se con una cura più intensiva la guarigione,
oltre che nei primi momenti della avvenuta infezione
(1 ora), fosse possibile anche a periodo più avanzato
della malattia.
Già da quanto è stato m proposito riferito risultava
chiaro che il metodo dapprima usato da noi (otto ore
di applicazione divise in otto giorni consecutivi) era
troppo debole per sperare di ottenere al riguardo risul-
tati di qualche rilievo. — Infatti, se l' esposizione diretta
alle emanazioni del* Radio per la durata di un' ora non
vale a distruggere intieramente il virus fisso nella pro-
vetta, la stessa durata di applicazione del rimedio dif-
ficilmente avrebbe potuto riescire vittoriosa sul virus
in parola, non più libero come nel caso precedente, ma
già fissato su tessuti vivi. —
Di più, in seguito alla moltiplicazione di questo virus
durante il lungo intervallo che intercede fra le succes-
sive applicazioni del rimedio, il Radio in ogni singola
seduta avrebbe dovuto lottare con quantità sempre cre-
scenti di materiale infettante, di cui ad ogni applicazione
sarebbe rimasto indietro un residuo sempre maggiore.
Esperienze successive hanno pienamente confermato
e meglio precisato questo concetto. Infatti, mettendo in
pratica un metodo di cura assai debole ^ sia per il nu-
mero e la brevità delle sedute (otto di un ora ciascuna),
sia per la poca attività del campione di Radio adoprato
Digitized by VjOOQIC
160
(10.000 U. R.), abbiamo trovato che si salvano gli ani-
mali solo quando la cura è incominciata 1-10 ore dalla
praticata infezione (occhio, nervo sciatico); invece dopo
10-20 ore dalla stessa infezione si aveva solo un fortis-
simo ritardo nella morte dei conigli che avveniva ri-
spettivamente dopo 46-14 giorni dalla subita inoculazione;
finalmente nella cura praticata dopo 24-36 ore si aveva
la morte nello stesso tempo dei controlli.
Rimaneva dunque da vedere se con un metodo di
cura più intensivo, e tanto per una maggiore ?tttività
del rimedio, quanto per una sua più lunga applicazione,
si potevano avere efietti migliori. Ed i risultati ottenuti
hanno veramente superata la nostra aspettativa.
Tutti gli animali in cui fu messo in pratica il metodo
di cura intensivo furono iniettati sotto la dura madre
<Jon 0,1 cm* di una diluzione in brodo di viruis fisso nella
proporzione dell' 1-2 Vq.
Per contro non credemmo opportuno né necessario
completare queste nostre ricerche con prove fatte sopra
animali iniettati nel nervo sciatico; e ciò, sia per la
minore sicurezza che questo metodo offre nella deter-
minazione della infezione, sia per le maggiori oscillazioni
•che presenta nella durata della malattia le quali non ci
avrebbero permesso esatti confronti fra gli animali curati
ed i controlli.
Del resto era già provato dai nostri precedenti espe-
rimenti sulla azione contemporanea del Radio, che questo
esercita la stessa azione e conduce allo stésso identico
insultato qualunque sia la parte del sistema nervoso nel
quale viene pì^aticaia la infezione.
Per questa cura intensiva abbiamo usato un cam-
pione di Radio del valore di 100.000 U. R. e fu portata
^ 6-12 ore la durata della prima seduta, a 5-12 ore
quella della seconda fatta nel giorno seguente; ed a 4
•quella delle altre 6 ripetute alla stessa ora nei giorni
consecutivi.
Digitized by VjOOQIC
161
Giova ancora notare che per questa maggiore intensità
della cura mai si ebbero alterazioni apprezzabili neir oc-
chio, tanto nelle parti esterne quanto nei mezzi ottici ;
ne ci sembrò che l' animale mostrasse alcun disturbo
nella visione.
Con questo metodo si sono potuti salvare tutti gli
animali trattati^ cominciando la cura dopo 48-86-94 ore
dalla praticata infezione; ossia, tenendo conto della morte
dei controlli che, in generale, avveniva in 6 giorni, si
sono potuti salvare i detti animali quando la cura col
Radio ebbe principio da V4 « V3 dell' intera malattia.
Aggiungiamo che tale risultato favorevole si ebbe,
non solo quando al primo momento della applicazione
del Radio mancava neir animale ogni manifestazione mor-
bosa, e quindi la malattia si trovava tuttora nel periodo
di latenza per quanto avanzato, ma anche quando al-
l' inizio della cura V animale aveva febbre abbastanza
alta (40**), presentava forte diminuzione del peso cor-
poreo (200 gr.) ed indebolimento manifesto degli arti
posteriori.
Si può quindi concludere che la cura coi raggi del
Radio vale a salvare V animale dalla morte anche quando
la malattia è già in atto, ossia quando la rabbia è già
sviluppata.
Tali effetti riusciranno poi tanto più meravigliosi
quando si ricordi che nel coniglio infettato col virus fisso la
malattia manifesta è molto breve, per cui appena co-
minciata precipita alla fine; e quando nel computo del
tempo della cura si detraggono le ultime 24 ore in cui è
esclusa da tutti ogni possibilità di cura, perchè il coniglio
giace a terra paralitico, quasi senza segno di vita, con la
temperatura fortemente abbassata.
Era d'altro lato molto interessante di seguire nello
animale gli effetti della cura, e vedere come avviene il
regresso dei fenomeni morbosi presentati al momento
della prima applicazione del Radio poco tempo dopo.
Eenlioonto 1901-1905 12
Digitized by VjOOQIC
162
A questo riguardo abbiamo potuto osservare che
prima regrediscono i fenomeni nervosi, poi la febbre,
per ultimo la diminuzione del peso corporeo
Relativamente ai fenomeni nervosi si trovava che
questi, dopo la prima seduta, erano tanto progrediti nel-
r animale curato quanto nel controllo; in ambidue l'in-
debolimento del treno posteriore era passato a vera
paresi, per la quale l'animale preferiva di rimanere
sdraiato nella sua gabbia ; la respirazione si era fatta af-
fannosa, si aveva assopimento e qualche movimento oscil-
latorio della testa. Peraltro, mentre il controllo andava
• rapidamente peggiorando, invece quello curato, fra la T
e la 2* applicazione del rimedio, migliorava di ora in
ora ; e così che questo dopo la seconda seduta non aveva
più nessun fenomeno nervoso, al contrario dell' altro che
allo stesso periodo era intieramente paralizzato, ventre a
terra, con la temperatura molto al disotto della normale.
Rapporto alla febbre si aveva dall' inizio della cura
una lenta e graduale declinazione, che in 2-3 giorni ap-
pena riconduceva la temperatura al limite fisiologico.
Finalmente riguardo al peso del corpo questo segui-
tava a discendere per 2-3 giorni, anche per effetto del-
l' ostinata avversione al cibo che l'animale dimostrava
in questo tempo ; poi risaliva gradatamente fino a rag-
giungere la cifra primitiva.
Tali fenomeni, poi, erano tanto più ostinati a cedere
quanto maggiore era la gravezza della malattia al mo-
mento della cura ; ciò che non stava sempre in rapporto
stretto col tempo trascorso dalla praticata infezione.
Così negli animali curati in condizione molto grave
la temperatura nella defervescenza cadeva per qualche
istante sotto alla normale (37°) ; l' anoressia durava osti-
natissima per 4-5 giorni, la denutrizione dell'animale
arrivava fino a gradi piuttosto avanzati avendosi una
diminuzione del peso di circa 300 gr. Ciò naturalmente
in rapporto con le gravi lesioni istologiche determinate
Digitized by VjOOQIC
163
dal virus rabido nel sistema nervoso centrale prima della
sua distruzione, delle quali il forte e progressivo dima-
grimento ne era appunto la riprova.
È inutile ricordare qui che gli effetti ottenuti col
Radio nella cura della rabbia non si ottengono, né con
V asportazione della parte infetta, né con la vaccinazione
con la sieroterapia] e questo nemmeno se si usano i
metodi di vaccinazione più efficaci, come il metodo ita-
liano di vaccinazione antirabbica (1) studiato in questo
Laboratorio, od i sieri più attivi, come quello preparato
da uno di noi (Tizzoni) e dal prof. Centanni (2).
Quindi se la vaccinazione antirabbica applicata al-
l'uomo trova, còme deve trovare, la sua giustificazione
nello esperimento, non vi è ragione alcuna che la stessa
applicazione non debba avere la Radio-terapia che in-
dubbiamente ha sulla vaccinazione il vantaggio di una
base sperimentale pili larga e piti sicura.
Per nostro conto ci sentiamo pronti a tentare questa
prova suir uomo ; per la quale già abbiamo dato ai
nostri apparecchi una conveniente disposizione, ma pre-
feriamo dì affrontare subito il problema nei suoi ter-
mini più diffìcili cimentando l'efficacia del Radio diret-
tamente nella rabbia sviluppata; e così passando sopra
a tutte le lungaggini, a tutte le incertezze a cui porterebbe
un giudizio sulla azione preservativa dello stesso rimedio.
(1) Centanni — Il metodo italiano di vaccinazione anti-
rabbica. Riforma Medica, n.^ 102-103-104, maggio 1892.
(2) Tizzoni e Centanni — Siero antirabbico ad alto
potere immunizzante applicabile all' uomo. Riforma Medica,
n.' 297, die. 1893.
Tizzoni e Centanni — Modo di preparare siero anti-
rabbico ad alto potere curativo e metodo di determinarne la po-
tenza. Gazzetta degli Ospitali etc. n.** 36-42. Anno 1895.
Digitized by VjOOQIC
164
L'Accademico Benedettino Prof. Michele Rajna pre-
senta una Memoria sulle : Osservazioni meteorologiche
fatte durante l'anno 1904 nell'Osservatorio della B.
Università di Bologna.
-^
L'Accademico Benedettino Prof. Floriano Brazzola
riferisce brevemente sopra una sua Memoria che ha per
titolo : Significato dei batteri termofili^ di quelli della
putrefazione e del gruppo coli^ neir esame batterio-
logico delle acque.
Sul valore delle analisi batteriologiche in genere, per
stabilire la potabilità e l' inquinamento di un' acqua, gli
autori sono disaccordi, ed anche neir ultimo congresso
internazionale d' Igiene di Bruxelles ne abbiamo avuto
la prova.
Alcuni annettono all'analisi batteriologica un signi-
ficato assoluto; altri sostengono che « non si può giu-
dicare del valore di un' acqua dal numero e dalle specie
dei germi ».
Questa discrepanza è dipendente dalla modalità della
tecnica, e dal significato che si da ad alcune specie,
sovratutto ai termofili, ai comuni agenti della putrefa-
zione ed al gruppo coli.
Il Petruschy ed il Peusch, hanno ultimamente
richiamata 1' attenzione in modo speciale sui microorga-
nismi in questione, e, tutto recentemente, anche il Vin-
cent vi insistono.
Siccome da moltissimo tempo mi occupo di questo
argomento, così raccolsi una serie di osservazioni com-
Digitized by VjOOQIC
165
parative d' analisi fatte coi metodi comuni di cultura in
gelatina in placca, e colla ricerca dei termofili, dei batteri
comuni della putrefazione e del gruppo coli.
Le analisi furono condotte informandosi ai migliori
metodi di indagine.
Le conclusioni cui arriva sono:
Le analisi batteriologiche delle acque fatte coi
metodi semplici comuni di numerazione dei germi nelle
capsule di gelatina o mistura di gelatina ed agar, sono
insufficienti e spesso fallaci.
La ricerca dei termofili in genere è importantissima,
e ci fornisce già un' indice prezioso per giudicare la bontà
meno di un' acqua. Non bisogna però accontentarsi
della ricerca generica colle culture a temperatura di 38**
e pili; è necessario determinare il titolo, il contenuto
relativo e assoluto, e saggiarne eventualmente il potere
patogenetico.
Insieme alla ricerca dei termofili bisogna istituire
quella dei comuni microorganismi della putrefazione a
temperatura 18'*-25'*, e di quelli della fermentazione am-
moniacale. Anche per questo gruppo di microorganismi
bisogna determinare il titolo, ed eventualmente stabilirne
i caratteri biologici.
Questi microorganismi forniscono un' altro criterio
prezioso per stabilire la potabilità o meno di un' acqua.
Il gruppo coli, poi è uno degli indici più importanti.
La sua presenza nelle acque, in proporzioni appena un
po' elevate, è l'espressione di un'inquinamento.
Il batterium coli nell' acqua resiste un tempo rela-
tivamente breve, e quindi è anche l' espressione di un'in-
quinamento recente e continuativo.
Digitized by VjOOQIC
166
L'Accademico Onorario Prof. Alessandro Ghigi rias-
sume una sua Memoria sulla : Revisione e specie naoTe
del genere Guttera Wagler.
L'Autore descrive una nuova Guttera di Madagascar
(JS. barbata) e dice le ragioni per cui conviene stralciare
da G, edonardi le forme dello Zambesi col nome di G.
lividicollis.
L'Accademico Onorario Prof. Giovanni Martinotti
legge la seguente Nota: La cultura del bacillo tuber-
colare sui substrati colorati.
Nel corso dei miei studii sulla tubercolosi ho voluto
indagare come si sviluppasse il bacillo della tubercolosi
sui mezzi artificialmente colorati.
Quale substrato di coltura solido ho adoperato il
comune agar con peptone e glicerina ; come mezzi liquidi
ho impiegato varie soluzioni a base di albuminati e di
caseinati alcalini che pei* lunga esperienza mi diedero
sempre eccellenti risultati nella cultura del micro-orga-
nismo suddetto.
Tra le sostanze coloranti ho scelto :
la tintura di tornasole e quella di lacmoide allo scopo
di constatare se il bacillo della tubercolosi, crescendo su
questi mezzi, inducesse una modificazione nella reazione
del substrato ;
il Sudan III, che ha proprietà elettive per i grassi, i
quali si sa che abbondano nel corpo del bacillo suddetto ;
il bleu di metilene, il rosso neutro, il bruno Bismark,
che finora diedero i migliori risultati nella colorazione
cosidetta vitale degli organismi animali e vegetali;
il violetto di genziana e la fucsina basica, largamente
Digitized by VjOOQIC
167
adoperati, come ognuno sa, nella pratica della colora-
zione artificiale dei bacilli tubercolari.
Ho inoltre fatto culture su mezzi colorati con car-
minio di indaco, con acido rosolico e con altre sostanze,
ma, air infuori di un decoloramento delle soluzioni, non
ho osservato fatti di particolare importanza. .
Sui liquidi colorati con violetto di genziana e con
fucsina basica i bacilli tubercolari si sviluppano rigo-
gliosamente {senza punto colorarsi) ma solo quando la
sostanza colorante sia aggiunta al substrato in quantità
infinitamente piccola.
Il Sudan III si mostrò meno velenoso per i bacilli,
i quali però non si colorarono affatto con questo metodo.
I migliori risultati li ottenni col bleu di metilene,
col rosso neutro e col bruno Bismark, la cui azione
tossica è minima e va decrescendo dal primo all' ultimo
dei tre mezzi di cultura accennati. In tutti e tre i bacilli
si sviluppano nel modo più rigoglioso,* anche quando i
liquidi sono abbastanza intensamente colorati.
Col bruno Bismark si ha una colorazione ma poco
pronunciata dei bacilli.
Col rosso neutro invece e col bleu di metilene si
ha una colorazione intensa e, quasi direi, satura delle
colonie nelle loro parti meno giovani.
Air esame microscopico si rileva che i bacilli sono
colorati intensamente, ma non in totalità; rimangono
cioè scolorate delle parti che appaiono come vacuoli.
Tingendo questi bacilli col metodo ordinario di Ziehl
compaiono in essi numerose quelle forme che si sogliono
considerare come degenerative od involutive; è difficile
però stabilire se i vacuoli che si vedono in questi pre-
parati corrispondono esattamente a quelli che compaiono
nei bacilli che si tingono nelle culture con rosso neutro
e con bleu di metilene.
Si tratta, di una colorazione vitale ì
Per risolvere tale quesito ho fatto alcuni trapianti
Digitized by VjOOQIC
168
di bacilli così colorati, ma i tentativi finora diedero risul-
tati negativi.
Non mi credo però autorizzato a concludere in
modo assoluto, perchè poche furono le esperienze finora
compiute e non tutte eseguite nelle condizioni le più
favorevoli.
L' aspetto vacuolare dei bacilli, l' insuccesso dei tra-
pianti, il fatto del trovarsi i bacilli colorati soltanto nelle
parti più antiche delle culture deporrebbero per una colo-
razione indipendente dalla vitalità ; d' altra parte è da
notare che i bacilli presentano un colore molto piii
intenso del liquido in cui si sviluppano, che nei substrati
solidi questi bacilli si trovano al disopra del piano della
cultura, che nei mezzi liquidi i bacilli che cadono al
fondo non si colorano affatto, quindi non può trattarsi
di una colorazione puramente passiva.
Molto probabilmente la colorazione avviene solo in
un certo stadio del ciclo evolutivo dei bacilli, avendo
varii autori giustamente osservato che i bacilli della
tubercolosi presentano una dififerente composizione chi-
mica secondo il periodo del loro sviluppo.
Quanto alla reazione ho potuto nettamente consta-
tare in una larghissima serie di esperienze che il bacillo
della tubercolosi induce una diminuzione della reazione
alcalina del substrato : tale modificazione compare ad un
certo periodo che varia secondo la natura del substrato,
si accentua alquanto in un periodo ulteriore, ma senza
giungere mai ad una reazione acida decisa.
Per quanto a me consta ricerche nel senso da me
esposto furono fatte soltanto dal Chancel (1) che
coltivò il bacillo della tubercolosi su patate impregnate
di brodo glicerinato, al quale era stato aggiunto del
bleu di metilene in varie proporzioni.
(I) Chancel P. F. E. — Étude clinique et expéri menta le
de 1' action du bleu de méthylène comme anti-tuberculeux-Lille
1904.
Digitizèd by VjOOQIC
169
Egli trovò che il bacillo della tubercolosi si svilup-
pava bene sui substrati contenenti il bleu di metilene in
proporzioni minori.
Dai dati contenuti nel lavoro del Chancel, questi
avrebbe visto che il bacillo della tubercolosi cresce in
mezzi contenenti il bleu di metilene in proporzioni molto
superiori a quelle tollerate nelle mie esperienze : tale
differenza può dipendere o dalla natura del substrato o,
più probabilmente, dalla qualità del bleu di metilene
adoperato.
L' Rimmel (1) tentò la colorazione vitale del ba-
cillo della tubercolosi col rosso neutro, ma in condizioni
molto diverse dalle mie.
Questo autore dice innanzi tutto di avere osservato
che il bacillo della tubercolosi umana e della^ tuberco-
losi aviaria, non fissano affatto la sostanza colorante del
rosso neutro finché sono vivi, nientre che si colorano
debolmente dopo che sono morti, ed aggiunge che il
tempo non influisce suU' intensità della colorazione. Pare
che abbia fatto queste osservazioni tenendo i bacilli in
gocce pendenti di liquido contenente il rosso neutro.
Inoltre l'Himmel iniettò nel peritoneo di cavie
bacilli della tubercolosi umana e della tubercolosi aviaria
e trovò che i bacilli della prima varietà, inglobati entro
i leucociti, si colorano male, mentre nelle stesse condi-
zioni si colorano abbastanza bene, ma per un tempo
limitato, i bacilli della tubercolosi aviaria.
Un fatto inverso avviene iniettando sotto la cute di
un piccione o di un pollo le due varietà di bacillo della
tubercolosi. Ed egli conchiude che la colorazione per
opera del rosso neutro dei batterli inglobati dai leucociti
(1) Himmel I. — Le rouge neutre (neutralroth) Son ròle
dans I' étude de la phagocytose en general et dans celle de la
blennorrìiagìe en particulier. (Annales de V Institut Pasteur.
Tome XVI. 1902. pag. 663).
Digitized by VjOOQIC
17Ó
è la conseguenza delle proprietà ossidanti di questi ultimi
e può fornire un criterio dell'immunità di un animale
rispetto ad un dato bacterio.
Onde r A. ammette (1) che in queste condizioni pos-
sano colorarsi, benché debolmente, i bacilli della tuber-
colosi vivi.
Anche Nakanishi (2) studiò la colorazione dei ba-
cilli tubercolari viventi col bleu di metilene e trovò che
essi si colorano molto facilmente e molto rapidamente
in modo uniforme.
Egli adoperò culture giovani, mettendo in contatto
sotto il campo del microscopio i bacilli con una solu-
zione di bleu di metilene.
A questo metodo (che si scosta ancora di più da
quello che io ho adoperato) si avvicina quello impiegato
dal Grimme (3) nello studio del Bacterium phleì (un
bacillo che ha molte rassomiglianze con quello della
tubercolosi). Colorando a fresco col bleu di metilene i
bacilli sopranominati osservò che, se giovani si colori-
vano parzialmente, se vecchi non si colorivano quasi
affatto.
Ernst (4) tentò invano la coltura dì bacterii su
mezzi colorati con bleu di metilene e rosso neutro, onde
sperimentò la colorazione diretta su varii bacterii, ma
non sul bacillo della tubercolosi.
I risultati delle sue ricerche lo conducono a rite-
(1) Hi m mei. loc. cit. pag. 683.
(2) Nakanishi K. — Ueber den Bau der Bakterien.
(Centralblatt fùr Bakteriologie etc. I. Abt. Band XXX. 1901.
N. 3 e seg; pag. 155).
(3) Grimme A. — Die wichtigsten Methoden der Bakte-
rienfàrbrung etc. (Centralblatt fùr Bakteriologie etc. I. Abt.
Band XXXII. 1902. N. 1 e seg. pag. 82).
(4) Ernst P. — Ueber den Bau der Bakterien. (Central-
blatt fùr Bakteriologie. II. Abt. Band. Vili. 1902. N. 1).
Digitized by VjOOQIC
171
nere coU'Overton che la colorazione vitale col bleu
di metilene e col rosso neutro si faccia coir intermezzo
di corpi grassi presenti nel corpo dei bacterii, corpi grassi
che furono dimostrati abbondanti nelP interno dei bacilli
tubercolari.
Ed egli conchiude il suo importante lavoro dicendo
che se nello spiegare il modo di queste colorazioni spon-
tanee siamo ancora nel campo delle ipotesi, i fatti finora
accertati sono della massima importanza per spiegare il
modo di azione dei bacterii, la loro struttura, le moda-
lità delle loro funzioni secretorie, la loro azione tossica ;
questi fatti inoltre aprono la via ad intendere come i
corpi sciolti possano agire sui bacterii. Le soluzioni colo-
ranti possono compenetrare il corpo dei bacterii, in modo
analogo a quanto fanno le alessine, ed altri corpi capaci
di proteggere e di difendere 1' organismo contro le infe-
zioni, onde questi fatti potrebbero darci la chiave dei
più ardui . problemi della patologia delle malattie in-
fettive.
L'Accademico Onorario Prof. Federigo Guarducgi
riferisce sopra una sua Memoria che ha per titolo : La
Meridiana dei Tempio di S. Petronio di Bologna rive-
duta nel 1904.
L'Accademico Onorario Prof. Vittorio Simonblli
riassume in breve una sua Memoria : Intorno alcune
singolari paleoicniti del Flyscli appenninico.
Digitized by VjOOQIC
172
L'Accademico Benedettino Prof. Alfredo Gavazzi
legge una sua Nota : Sulla yariazione di volume pro-
dotta da alcuni sali, allorché cristallizzano nelle loro
soluzioni soprassature.
Con queste poche ricerche suU' aumento di volume
prodotto ad una determinata temperatura nelle soluzioni
soprassature di alcuni sali durante la cristallizzazione di
quella maggior parte almeno che eccede la loro solu-
bilità normale, mantengo la promessa fatta nella Nota
che presentai V anno scorso : nella quale, fondandomi
appunto sulle misure dell'aumento di volume che porta
il gesso, allorché si depone in forma di piccoli cristalli
nelle sue soluzioni soprassature, credo di aver dimostrato-
che nella presa rapida di questo sale, cotto a grado con-
veniente di calore, si ha bensì la sua idratazione com-
pleta, ma non la totale cristallizzazione, contrariamente
a quanto aveva supposto il Le-Chatelier nella sua
ingegnosa teoria sulla presa di questo materiale cemen-
tante.
Io ho condotto a termine il presente lavoro senza
preoccuparmi di ciò che fosse stato fatto e scritto in
proposito prima di me. Né il dubbio di sorprese aspet-
tate e poco gradite mi ha distolto da questa consuetu-
dine che mi reca sempre il piacere di lavorare con mag-
giore mio profitto, senza prevenzione di sorta e con quella
libertà e indipendenza di concetti e nella scelta degli
espedienti, per le quali qualche volta almeno accade che
il lavoro compiuto non apparisca un semplice ed inutile
plagio.
Con questa dichiarazione non intendo di accrescere
pregio al presente lavoro e tanto meno poi di non la-
sciare ad Ugo Schiff tutto il merito di aver iniziate
sì fatte ricerche, che molti anni or sono egli pubblicò in
Digitized by VjOOQIC
173
parecchie Note comparse negli Annales der Chemie und
Pharmacie. Nel quale proposito merita ancora di essere
particolarmente segnalato il lavoro posteriore del S o r b y
che trovasi nei Proccedings of the Royal Society of
London^ Voi. XII, pag. 538 (1862-63), per tacere di molte
altre pubblicazioni pregevolissime che direttamente o
indirettamente riguardano l' argomento espresso nel ti-
tolo dì questa mia Nota.
Fra le memorie pubblicate dallo Schiff mi limi-
terò a ricordare quella che trovasi negli Annales der
Chemie^ Anno 1859, N. Ili, pag. 68, ed alla quale più
mi sono accostato sia per concetto, sia per forma del-
l' apparecchio messo in opera per determinare i cambia-
menti di volume prodotti in alcune soluzioni soprassature
per effetto della cristallizzazione del sale eccedente.
L'apparecchio immaginato dallo Schiff consisteva
di una specie di termometro, in cui la capacità del ser-
batoio era di 49 o 89 cm\ Al serbatoio era saldato un
tubo graduato di piccolo diametro entro il quale la so-
luzione soprassatura si elevava, mentre avveniva la se-
parazione dei cristalli del sale messo in prova. Egli
preferì poi come mezzo di raffreddamento T aria ambiente
a quella più efficace della immersione del serbatoio in
acqua presa e mantenuta a temperatura determinata e
«ostante.
Questo apparecchio e il modo di raffreddamento
avevano parecchi inconvenienti, cioè la difficoltà di in-
trodurre in quello la soluzione soprassatura, il volume
troppo piccolo della soluzione medesima, la lentezza del
raffreddamento e certe correzioni inevitabili pel variare,
sia pure in limiti ristretti, della temperatura ambiente.
Debbo pure aggiungere che nelle sue prime espe-
rienze lo Schiff fece uso di un apparecchio formato
da una boccia chiusa mediante un tappo forato e spal-
mato di cera, al quale era applicato un tubo sottile. Ma
l'Autore stesso s'accorse della imperfezione di questo ap-
Digitized by VjOOQIC
174
parecchio e adottò per le sue ricerche quello precedente-
mente descritto per misurare i cambiamenti di volume
prodotti nelle soluzioni soprassature dei seguenti tre sali
cristallizzati : solfato di sodio, solfato di magnesio e car-
bonato di sodio.
Nelle mie ricerche ho adoperato lo stesso appa-
recchio che mi aveva servito nelle prove fatte colle so-
luzioni soprassature di gesso ; cioè un matraccio della
capacità di 2 litri, in cui il segno indicante questo vo-
lume era inciso nel collo a 23 cm. circa sopra il ventre
del recipiente. Il diametro del collo misurava 13 milli-
metri, e questo non aveva altro segno di graduazione.
Nel dubbio che T aria disciolta potesse avere qualche
effetto sui risultati di questi esperimenti, ebbi sempre
r avvertenza di far bollire per alcuni minuti le singole
soluzioni soprassature, le quali si lasciavano tranquilla-
mente raffreddare per versarle poi a 40"* circa nel ma-
traccio tarato, mediante un imbuto a lungo collo la cui
estremità si faceva arrivare molto vicina al fondo del
recipiente, onde impedire un forte scuotimento e con
ciò il riassorbimento dell'aria. La soluzione calda si fa-
ceva giungere nel collo poco al di sopra della incisione
indicante la capacità di 2 litri. Colla stessa soluzione si
riempiva un matraccino tarato di cm' 100, e si immer-
geva subito r uno e l' altro neir acqua di una grande
bacinella, che era mantenuta costantemente a IO*'; tem-
peratura a cui sono stati eseguiti tutti gli esperimenti
indicati nella seguente tabella dal novembre dell'anno
passato all'aprile prossimo scorso.
Dopo mezz' ora si estraeva dalla bacinella il piccola
matraccino, da cui mediante pipetta si toglieva la parte
di soluzione eccedente i 100 cm', e si faceva svaporare
la soluzione stessa entro capsula di porcellana sul bagno
maria {Na.SO,, KNO^, K,SO,) o a fuoco diretto {NafiO,,
ZnSO^j MgSO^), e in quest'ultimo caso agitando conti-
nuamente con bacchettino di vetro per evitare spruzzi
4
Digitized by VjOOQIC
175
e perdita di sostanza. Si passava quindi il sale secco in
capsula di platino e si scaldava al rosso scuro, giacché
a questa temperatura tutti i sali più sopra nominati si
disidratano completamente senza scomporsi. L' aumento
di peso della capsula faceva conoscere il grado di con-
centrazione, ossia la quantità del sale anidro esistente in
100 cm^ della soluzione soprassatura, misurati a i(f.
Il matraccio da 2 litri conlenente la medesima so-
luzione si lasciava nella bacinella almeno P ore^ che è
il minor spazio di tempo necessario per portare la solu-
zione stessa alla temperatura dell' acqua della bacinella
cioè a 10"*, e di ciò ero sicuro quando il livello della solu-
zione nel collo del matraccio si manteneva ben costante
per mezz' ora. Nei casi però in cui la soluzione, sia per
la natura del sale, sia pel lieve grado di sua soprassa-
turazione, poteva essere tenuta molto tempo a 10"* senza
che apparissero cristalli sulle pareti del matraccio, ho
prolungato il raffreddamento sino a 3 ed anche 5 ore.
Un'avvertenza che non deve mai essere trascurata è
quella di agitare spesso 1' acqua della bacinella.
In causa della contrazione prodotta dall'abbassa-
mento di temperatura sino a IO'', il livello della solu-
zione si abbassava nel collo del matraccio, Anche poi si
fermava ad un certo punto che superava di 3 o 4 cm.
soltanto il livello dell' acqua contenuta nella bacinella :
condizione sopra tutto necessaria quando la temperatura
ambiente si elevava di parecchi gradi sopra \(f. Siccome
il collo del matraccio non era graduato, così si segnava
esattamente il livello della soluzione raffreddata a 10'',
applicando sul collo del matraccio una piccola listerella
di carta gommata, e subito dopo mediante una sottile
bacchetta di vetro leggermente inumidita e cosparsa alla
sua estremità di minutissimi cristalli del sale esistente
nella soluzione soprassatura in esame, si provocava la
cristallizzazione, cercando di renderla più rapida con mo-
vimenti impressi al matraccio, eseguiti con garbo per
Digitized by VjOOQIC
176
non introdurre aria nella soluzione e ripetuti a brevi
periodi nello spazio di tempo concesso alla precipitazione
del sale, cioè durante 4 o 5 ore. In alcuni esperimenti,
dopo aver provocata la cristallizzazione lasciai trascor-
rere tutta la notte, ma il giorno successivo tenevo il
matraccio nella bacinella 3 o 4 ore a 10"* e agitavo con
frequenza a fine di condurre la soluzione ad un grado
di concentrazione poco diversa da quella che, a questa
temperatura, corrisponde alla solubilità normale del sale
in prova.
In conseguenza della cristallizzazione di una parte
del sale, il livello della soluzione si elevava nel collo
del matraccio, e il punto a cui giungeva, nel periodo di
raffreddamento a IO*', era segnato con una seconda liste-
rella di carta gommata. Allora, senza porre indugio, ver-
savo una parte della soluzione rimasta sopra un filtro
piuttosto grande e raccoglievo il liquido limpido entro
un ma traccino tarato da 100 cm^ che stava immerso
neir acqua della bacinella a 10**, essendomi ben accertato
che durante questa filtrazione di brevissima durata la
soluzione non cambiava ne poteva cambiare di titolo.
Questi 100 cm'* servirono in ogni esperimento a deter-
minare, nel modo che dissi più sopra, la quantità di sale
anidro rimasto nella soluzione a 10"* dopo la parziale sua
precipitazione.
D'altra parte si vuotava per bene il grande ma-
traccio e lo si riempiva con acqua alla temperatura del-
l' ambiente sino al livello segnato dalla prima listerella
di carta gommata: poi mediante una buretta graduata,
riempita pur essa di acqua alla detta temperatura, si
lasciava stillare a gocce il liquido entro il collo del naa-
traccio sino a che raggiungesse esattamente il tratto
segnato dalla seconda listerella di carta gommata. In
questo modo 1' acqua aggiunta colla buretta faceva co-
noscere r aumento prodotto nel volume della soluzione
soprassatura raffreddata a 10°; volume che io determi-
Digitized by VjOOQIC
177
navo aggiungendo colla buretta altr' acqua nel collo del
matraccio sino al livello della incisione che indicava la
capacità di 2 litri. Il numero dei centimetri cuWci, com-
presi nel collo fra il livello della listerella di carta più
bassa e quello della detta incisione, sottratto da 2000
faceva conoscere il volume a 10"* della soluzione sopras-
satura su cui si era operato.
Siccome il collo del matraccio tarato da 2 litri aveva
un diametro troppo largo per misure abbastanza esatte
nelle esperienze in cui l'aumento di volume prodotto
dalla cristallizzazione del sale era piccolo, per rispar-
miare ancora certe operazioni rese necessarie per man-
canza di graduazione e abbreviare il tempo occorrente
a raffreddare la soluzione soprassatura a 10°, e infine per
non essere costretto ad impiegare enormi quantità di
quei sarti che sono molto solubili anche a temperatura
bassa, ordinai alla Casa Zambelli di Torino un matraccio
di 1 litro di capacità col collo graduato avente 1 cm.
solo di diametro e .lungo 25 cm. L' incisione corrispon-
dente al volume di 1 litro trovasi a 4 cm. circa sopra
il ventre del matraccio e sopra di questa sono segnati
13 cm' divisi in decimi di cent, cub., ma si può leggere
con sufficiente esattezza anche il 20"* di cml Introdu-
cendo nel matraccio la soluzione soprassatura a 40** circa
sino a pochi centimetri di distanza dalla sommità del
collo, avviene che, in seguito del raffreddamento a 10**,
il livello della soluzione si ferma di poco sopra il tratto
inferiore indicante il volume di 1 litro, onde si tien conto
di questo piccolo volume in piii di 1000 cm^ della so-
luzione in prova. Con pipetta si può togliere alla solu-
zione raffreddata a 10*" il liquido eccedente il volume di
1 litro quando il grado di soprassaturazione è lieve, lad-
dove per soluzioni fortemente soprassature nel momento
che s'introduce in esse la pipetta spesso incomincia nel
collo del matraccio la cristallizzazione prima di aver
portata la soluzione al tratto corrispondente al volume
esatto di 1 litro.
Rendiconto 1901-1905 13
Digitized by VjOOQIC
178
Facendo uso del matraccio di 1 litro basta 1 ora
e V; tutf al più 1 ora e V^ di raffreddamento per por-
tare la soluzione soprassatura alla temperatura dell' acqua
della bacinella. Anche in questo caso, se non compari-
scono piccoli cristalli nel fondo del recipiente, deve farsi
la prima lettura allorché il livello della soluzione so-
prassatura a 10"* si mantiene costante per mezz' ora.
Col matraccio ora descritto giuntomi in ritardo non
ho potuto praticare che le poche esperienze che nella
seguente tabella sono indicate dai numeri romani con-
trassegnati da un grosso punto nero, cioè gli esperimenti
X, XIII, XIV, XVI, XX, nei quali tó soluzioni messe in
prova, sia per il lieve grado di soprassaturazione, sia per
altra cagione, fornivano il minor aumento di volume.
Torno a ripetere che i dati numerici della tabella
si riferiscono ad esperimenti fatti con soluzioni* sopras-
sature a 10** centigradi. In essa ho distinti con numeri
romani i singoli esperimenti : quelli della colonna A in-
dicano le quantità di sale, supposto «anidro, contenute a
10"* in 1 litro delle soluzioni soprassature messe in prova ;
quelli della colonna B, le quantità di sale disidratato
separatosi a 10** da 1 litro delle soluzioni medesime:
quelli della colonna 0, l'aumento dì volume prodotto a
10"* in 1 litro delle soluzioni soprassature in causa del
sale che si depone cristallizzando: infine i numeri della
colonna D rappresentano l'aumento di volume prodotto
a IO*" dalla precipitazione di g. 100 di sale, supposto
sempre anidro, allorché questo si separa da soluzioni
aventi un grado di soprassaturazione uguale a quello che
è indicato per ciascun esperimento nei numeri corrispon-
denti della colonna A.
Si potrebbe pensare che la differenza fra i numeri
della colonna A e quelli della colonna B in ciascun espe-
rimento e per ogni sale messo in prova, dovesse for-
nire presso che esattamente la solubilità normale alla
temperatura di 10**, ma ciò non è perchè la durata del
Digitized by VjOOQIC
179
raffreddamento e dello scuotimento nel periodo di sepa-
razione dei cristalli non fu sempre uguale e bastevole
per giungere a questo effetto.
Farò pure osservare che nei dati della colonna C.
figurano i centesimi e i millesimi di centimetro cubico,
i quali, come di leggieri si comprende, sono venuti fuori
non dalle misure dirette, ma per semplici e necessarie
operazioni aritmetiche eseguite sui dati ottenuti negli
esperimenti in cui ho fatto uso del matraccio da 2 litri
o con quello di 1 litro solo, allorché il volume della
soluzione soprassatura a 10** era un po' superiore a 1000
cent cub., come avvenne appunto nell' esperimento XIIL
Na,SO,
Esperimento I
g. 184,290
g-
90,730 cm3
8,887
cm» 9,792
1^
II
» 178,975
»
86,140 »
8,780
» 10,192
»
III
» 139,970
»
48,960 »
5,600
» 11,437
»
IV
p 130,030
»
40,090 »
4,611
» 11,502
»
Y
» 111,040
»
19,040 »
2,417
» 12,691
»
VI
g. 232,950
g.
106,830 cm^
1,767
cm3 1,654
»
VII
» 227,394
»
95,730 »
2,070
y> 2,162
p
Vili
» 162,722
»
38,510 »
1,714
» 4,450
»
IX
» 158,746
»
36,570 »
1,642
» 4,490
»
x«
» 139,940
»
12,900 »
0,900
» 6,976
»
XI
g. 3Vo,670
g-
77,220 cm3
0,755
cm3 0,977
»
XII
» 322,334
»
• 24,704 »
ZnSO,
0.403
» 1,631
»
XIIU
g. 513,420
g-
48,840 cm3
0,499
cm^' 1,022
»
XIV •
» 475,900
»
11,940 »
KNO,
0,300
» 2,512
»
XV
g. 226,410
g.
30,760 cm«
2,020
cm3 6y566
»
XVI •
p 209,880
»
15,880 >^
K,SO,
1,100
» 6,926
»
XVII
g. 122,770
g-
27,100 cm^
3,178
cm» 11,728
»
XVTII
» 120,031
»
21,196 »
2,500
» 11,792
»
XIX
» 114,438
»
17,960 »
2,169
p 12,076
»
xx«
» 107,246
»
7,760 »
1,000
» 12,886
Digitized by VjOOQIC
180
In questa tabella, e rispetto soltanto ai sali che in
essa figurano e alle condizioni in cui si è operato, si
rileva :
r Che al grado di concentrazione delle soluzioni
soprassature messe in prova a 10'', la cristallizzazione del
sale in eccesso produce in tutte un aumento di volume.
Non oserei affermare che il medesimo fatto avvenga
pure colle soluzioni soprassature concentratissime che con-
tengono una quantità di acqua uguale od anche un po'
inferiore a quella che il sale prende nel cristallizzare,
non essendo improbabile che la separazione dei cristalli
nel primo caso non produca cambiamento di volume e
nel secondo sia seguita da contrazione. Questa supposi-
zione ha un certo fondamento nella osservazione che
farò più avanti sugli esperimenti V e XIX, non che nei
risultati delle esperienze di Michel e Krafft (Me-
moires sur les dissolutions salines^ Anno 1854, Voi. 41,
pag. 571), i quali hanno dimostrato che, ad eccezione
del cloruro di ammonio, il volume delle soluzioni di tutti
i sali da essi sperimentati, fra i quali sono compresi i
sei della nostra tabella, è minore della somma dei volumi
del sale e del solvente. Questa ricerca sarà forse pos-
sibile coi sali idrati che formano soluzioni concentratis-
sime anche a temperature basse.
2** Che i sali i quali a bassa temperatura danno
soluzioni concentratissime, come ZnSO^ e MgSO^ , produ-
cono un aumento di volume molto piccolo, anche quando
le soluzioni messe in prova abbiano un grado lieve^ di
soprassaturazione.
3*" Che per uno stesso peso di sale supposto anidro
(nella nostra tabella g. 100) il maggior aumento di vo-
lume, come si vede nella colonna D, è dato dai com-
posti più dissociabili come Na^SO^ e K^SO^\ i quali inoltre
formano a 10*" soluzioni sature molto meno concentrate
degli altri quattro sali messi in prova.
Diffatti la quantità di sale (supposto anidro) rimasto
Digitized by VjOOQIC
181
m 1 litro di soluzione dopo la separazione dei cristalli
è stata air incirca di g. 92 per il solfato di sodio, di
g. 98 pel solfato di potassio, di g. 125 pel carbonato di
sodio, di g. 194 pel nitrato di potassio, di g. 295 pel
solfato di magnesio e di g. 464 pel solfato di zinco.
4** (/he r aumento di volume, prodotto da una stessa
quantità di un unico sale (supposto anidro) in soluzioni
soprassature aventi gradi diversi di concentrazione, cresce
man mano che la concentrazione della soluzione primi-
tiva diminuisce, com' è sopra tutto manifesto negli espe-
rimenti fatti col carbonato di sodio (Vedi numeri della
colonna D).
La considerazione soltanto accennata al numero V
nasce dal confronto degli esperimenti V e XIX, i quali
non differiscono molto, sia per il grado di concentrazione
delle soluzioni soprassature, sia per la quantità di sale
che si è deposto. Si rileva cioè che l' aumento di volume
prodotto dalla precipitazione di pesi uguali di solfato di
potassio e di solfato di sodio (supposti entrambi anidri),
come si vede nei dati corrispondenti della colonna D, è
press' a poco il medesimo, quantunque il primo si de-
ponga in istato anidro e il secondo con 10 molecole
di acqua, di cristallizzazione. Sembrerebbe adunque che
l'acqua che il solfato sodico trattiene mentre si separa
dalla soluzione soprassatura, non influisca suU' aumento di
volume della soluzione o, in altre parole, che l' acqua
stessa mantenga il volume che aveva nel sale disciolto.
Sarà mia cura di ricercare se questo fatto si con-
fermi per altri sali di metalli affini e derivanti da un
medesimo acido e che offrano le particolarità riscontrate
nei due solfati alcalini. Ma il numero di queste prove
sarà senza dubbio molto scarso.
Mi viene pure in acconcio di ricordare che nel la-
voro che pubblicai 1' anno scorso intorno ad alcune ri-
cerche sul gesso, trovai che g. 100 di CaSO^ • 2H0^ se-
parandosi da una soluzione soprassatura a 18° producono
Digitized by VjOOQIC
182
in questa un aumento di volume di cm' 20,86 e quindi
per g. 100 di solfato anidro, cm' 26 all' incirca: ossia
portano un aumento che supera il doppio dell' effetto
prodotto da g, 100 di solfato di potassio e di solfato di
sodio. Questa differenza è in correlazione col fatto che
le soluzioni di gesso aventi il grado di soprassaturazione
pili elevato contengono g. 9 circa di solfato di calcio,
supposto anidro, e la soluzione che rimane dopo alcuni
giorni di riposo contiene poco più di g. 2,5 di sale idrato,
ossia sono soluzioni diluitissime in confronto a quelle dei
sali che figurano nella nostra tabella.
Dall'insieme di questi risultati possiamo trarre la
conseguenza pratica che nelle malte impiegate nelle co-
struzioni murarie, i sali che possono agire come causa
di disgregazione meccanica pel fatto della loro cristalliz-
zazione sono primo il gesso, poi i solfati alcalini, indi
il nitrato di potassio. Poco o nessun effetto possono avere
il solfato di magnesio e molto probabilmente i nitrati e
i cloruri di magnesio e di calcio e il nitrato di sodio,
perchè i sali stessi anche a temperature basse formano
soluzioni concentratissime. Stando poi ai risultati delle
esperienze di Michel e Krafft è da congetturare che
i cloruri di sodio e di potassio producano un effetto mi-
nore del nitro.
Nell'anno venturo intendo di fare principale oggetto
di studio le soluzioni soprassature dei sali ammoniacali
e di alcuni altri corpi non compresi nella categoria
dei sali.
È quasi superfluo il dire che per ora il mio intento
è di fornire un certo nùmero di dati sperimentali che
reputo necessari alla risoluzione del vecchio e tanto di-
scusso problema delle soluzioni, al quale sono presente-
mente diretti i più moderni e rigorosi metodi di ricerche
fisico-chimiche. A queste sarebbe forse da aggiungere
lo studio degli effetti che potranno seguire scaldando
entro autoclave le diverse soluzioni sature entro tubi
Digitized by VjOOQIC
183
chiusi, non essendo da escludere a priori che a tempe-
rature più meno elevate possa accadere per esse ciò
che realmente avviene per le soluzioni di solfato di calcio
a poco più di 150**. Ignoro se queste ricerche siano state
tentate e con quale successo.
L'Accademico Onorario Prof. Ercole Giacomini legge
una Nota che ha per titolo : Contributo alla eonoseenza
del sistema delle capsule surrenali dei Teleostei. Sulla
sostanza midollare (organi soprarenali o tessuto ero-
inafBne) di Amiurus eatus L,
In una mia nota « sulla esistenza della sostanza
midollare nelle capsule surrenali dei Teleostei > (1) riferii
che le ricerche da me eseguite a tale proposito sopra
ad alcune specie (2), avevano posto in evidenza anche per
questi Pesci, dove sino a quel tempo era stata a torto
negata, la così detta sostanza midollare del sistema delle
capsule surrenali, sostanza che corrisponde ai corpi so-
prarenali degli Elasmobranchi. Dissi che la medesima
vi era costituita da cellule cromafHni disposte all' intorno
delle vene cardinali, in corrispondenza della porzione
craniale di questi tronchi venosi, in quel loro tratto, cioè,
che decorre lungo la massa linfoide del* rene, partico-
larmente poi attorno alla vena cardinale destra, di regola
molto più ampia della sinistra.
Vi sono specie nelle quali si vede più facilmente ed
(1) Monitore Zool Ital, Anno XIII, Firenze 1902,
(2) Anguilla vulgaris Flem. , Esox Lucius Lin. , Ct/prinus
carpio Lin., Tinca Vulgaris Cuv., Leuciscus albus Bp., L, Aula
Bp. {L, trasimenicus Bp.), Barbus plebeius Val.
Digitized by VjOOQIC
184
altre nelle quali all' incontro a gran pena si riesce a
scorgerla. Indicai già che con maggiore chiarezza le cose
mi apparvero, tra le specie esaminate, nell'anguilla e
nel luccio. Allora, pur dandone una descrizione piut-
tosto estesa, non potei accompagnare la mia nota con
figure dimostrative, ne buone figure vennero fornite da
Srdìnko (1) che nei Lofobranchi confermò la presenza
di cellule feocrome.
Continuando ed estendendo le mie ricerche su altre
specie, allo scopo di raccogliere materiale per un lavoro
d'insieme sul sistema feocromo (H. Poli) dei Teleostei e
dei Ganoidi, m'imbattei in una specie esotica, Amiurus
catus L., nella quale le cose già descritte mi si mostrarono
ancor più evidenti. Ed avendo da cotesta specie ottenuti
eccellenti preparati da poterne ricavare figure che val-
gono assai bene a fornire una chiara e precisa idea della
disposizione del tessuto cromafflne (tessuto feocromo,
Poli) nella parete delle vene cardinali, stimai opportuno
di illustrare qui ciò che mostra V Amiurus e di accom-
pagnare la descrizione con due figure : l' una delle quali
(fig. 1) è ricavata a debole ingrandimento da un taglio
trasversale della vena cardinale destra eseguito sopra
un pezzo fissato nella miscela di soluzione bicromica e
formalina e montato senz' altra colorazione ; l'altra (fig. 2)
è presa a forte ingrandimento da un tratto di sezione
trasversa della medesima vena similmente fissata, ma
colorita poi con emallume. Le cellule cromaflSni hanno
assunto un bel colore giallo pel quale risaltano a colpo
d'occhio sul resto del tessuto della parete venosa. Esse
sono poste nella parete della vena e ne occupano quasi
tutto il perimetro, notandosi soltanto qualche piccola
interruzione (fig. 1). Come lasciano rilevare anche i pic-
coli tratti della parete della vena, convenientemente pre-
(l) Arch, f. mik. Anatomie, 62 Bd., 1903,
Digitized by VjOOQIC
]85
parati e distesi per essere osservati' in superficie, le
cellule cromafflni stanno aggruppate in nidi più o meno
estesi, di svariatissima forma*, ma d'ordinario allungati
secondo l'asse maggiore del vaso. Tali nidi, ora ovali
ora ellissoidali ora a guisa di cordoni, inviano delle pro-
paggini per mezzo delle quali si congiungono tra loro.
Le cellule che li compongono sono piuttosto alte, col
loro diametro più grande perpendicolare alla parete della
vena, e nei preparati in superficie si vede la loro sezione
ottica esagonale, pentagonale o anche, più di rado però,
quadrangolare. Le cellule variano quindi per la loro forma
ma generalmente sono d'aspetto cilindrico o cilindrico-
prismatico con estremi alquanto arrotondati; qualcuna
di esse è anche incurvata a semiluna. Talvolta, peraltro,
mostransi ovoidali o persino rotondeggianti, il che spe-
cialmente accade se le cellule componenti il nido sono
poche, ovvero si tratta di singole cellule che giacciono
isolate. Nel nido si trovano addossate l'una all'altra,
ma nel nido stesso costituiscono dei gruppi più piccoli
di poche cellule anche di due o tre soltanto (fig. 2),
separati per mezzo di tenuissimi setti forniti da cellule
connettivali interposte che tra loro s' inviano prolunga-
menti, rivestendo quei piccoli gruppi od anche singoli
elementi cromaffini di una esilissima capsula. Ciò lasciano
chiaramente scorgere i preparati in superficie, vedendosi
allora entro al nido un tenue e delicato reticolo che
risulta di cellule stellate i cui prolungamenti si congiun-
gono tra loro, mentre i nuclei piccoli stretti o schiacciati
occupano di solito i punti nodali del reticolo.
I nidi nelle sezioni trasverse della vena sono, dal
lato opposto al lume vasaio, nettamente delimitati da un
involucro connettivale assai sottile. Alcune cellule del
nido stanno a contatto tra loro, altre invece sono sepa-
rate da esilissimi tramezzi fatti da cellule connettivali
i cui nuclei, appiattiti, allungati, appariscano come ba-
stoncelli intensamente colorati interposti fra le cellule
cromafflni.
Digitized by VjOOQIC
186
In certi punti, e soprattutto quando la sezione cade
proprio perpendicolarmente alla parete della vena, i nidi
e le cellule che li compongono rimangono separati dal
lume vascolare soltanto per mezzo del rivestimento en-
doteliale, ma in altri punti, e ancor più se la sezione
cade obliqua, come nella fig. 2, le cellule non toccano
il lume vasaio e fra di esse e l'endotelio apparisce in-
terposto uno straterello di connettivo.
Le cellule midollari o cromafflni sono relativamente
molto grandi. Il loro citoplasma si mostra carico di fini
e distinti granuli rotondi, colorati in giallo circondati da
un aloncino chiaro. Il loro nucleo, pure grande, di aspetto
vescicolare, è sferico od ovoidale con Tasse maggiore
diretto secondo la lunghezza della cellula, soltanto di
rado e a mala pena lascia vedere un piccolissimo nucleolo.
Si colora poco e il suo reticolo è talmente delicato
che la sostanza colorabile vi apparisce costituita da fi-
nissimi granuli disseminati nel succo nucleare.
Le cellule midollari dell' Amiurus^ come quelle degli
altri Teleostei da me studiati e quelle dello Storione (1),
posseggono l'aspetto di cellule epiteliali secernenti e non
mostrano affatto caratteri che le facciano rassomigliare
alle cellule gangliari simpatiche.
Tra le cellule cromafflni o presso i nidi non rinvenni
cellule nervose.
Deir Amiu7^us esaminai esemplari adulti ed esemplari
assai giovani, dei quali ultimi potei studiare la serie delle
sezioni di tutta la coda e di tutto il tronco. Procedendo
dalla coda verso il cranio, le cellule cromafflni comin-
ciano a comparire quando sta per terminare la porzione
escretoria del rene e si colpiscono le vene cardinali, ora
distinte. Sulla vena cardinale destra le cellule cromafHni
si veggono dapprima nella sua parete mediale e si esten-
dono poi anche dorsalmente e ventralmente a raggiungere
(1) Monitore ZooL Hai. Anno XV, Firenze 1904,
Digitized by VjOOQIC
187
la parete laterale e circondare così tutto il vaso. Com-
paiono a guisa di piccoli gruppi che determinano dei
rilievi a mo'di gobbe sulla superficie esterna della parete
vasale.
La vena cardinale sinistra è dapprincipio molto pic-
cola e mostra cellule cromaflBlni più evidenti sul suo
segmento mediale.
Nei giovani esemplari i nidi e le cellule midollari
dal lato del lume vasaio sono ricoperti dal solo endo-
telio, che si distende su di essi.
Avanzandoci di più verso il cranio, le cellule cro-
maffini divengono molto abbondanti nelle due vene
cardinali così da formare uno strato quasi continuo attorno
ad esse. La vena cardinale sinistra è compresa nel corpo
linfoide e le cellule cromafflni che la circondano spiccano
sulle cellule linfoidi circostanti. La- detta vena anche
nell'adulto è piccolissima in proporzione della destra:
mentre essa viene racchiusa o circondata in parte dal
corpo linfoide del proprio lato, la destra rimane com-
pletamente libera da quello suo rispettivo che le sta
air esterno.
Verso la regione più craniale le vene cardinali si si-
tuano ai lati dei corpi vertebrali e allora, segnatamente per
la vena cardinale destra, s' incontra qualche gangho sim-
patico addossato alla sua parete medio-dorsale. Ma nei
gangli simpatici non vidi mai cellule cromafRni.
Verso r estremo craniale delle vene cardinali va di-
minuendo la quantità delle cellule midollari.
Indietro, nella regione della porzione escretoria
del rene, non scorsi mai cellule cromafflni, come del
pari priva ne trovai la regione della coda. In quest'ul-
tima esistono gangli simpatici posti tra l'arteria e la
vena caudali oppure ai lati della vena, ma in essi non
si rinvengono elementi cromafflni. Ugualmente mancano
tali cellule nella regione caudale delle altre specie di
Teleostei, ove le ricercai.
Digitized by VjOOQIC
188
Ed a proposito della regione caudale desidero rile-
vare che cellule o corpi cromafBni (corpi soprarenali)
non rintracciai nemmeno nei Solaci. Soltanto alla radice
della coda, laddove si prolunga V estremo posteriore del
rene, s' incontra ancora tessuto cromaflBlne. Nella regione
caudale delle specie esaminate {Torpedo, Trygon, Scyl-
lium, MusteliiSj Acanthias) non rinvenni neppure gangli
simpatici.
Anche nello Storione, che pure ha le vene cardinali
così ricche di cellule cromaffini, non trovai tali elementi
attorno alla vena caudale. Invece nella porzione basale
della coda, quando il rene era già scomparso, ne rin-
venni nell'interno di tronchicini nervosi simpatici o nei
gangli simpatici situati ai lati della vena o ventralmente
a questa.
Tale disposizione si allontana molto da quella dei
Ciclostomi e massimamente da quella dei Petromizonti
adulti, dove cellule cromaffini rivestono la parete della
vena caudale in quasi tutta la sua lunghezza.
Per il giudizio definitivo che si dovrà dare suir ori-
gine e sul significato morfologico delle cellule cromaffini,
devo nuovamente rilevare che nell' Amiunts esse non si
mostrano in rapporto col simpatico.
Bologna, 28 Maggio 1905.
Spiegazione delle figure
Le Jfigure furono disegnate coli' aiuto della camera
chiara Abbe-Zeiss.
Fig. 1. — Amiuìms catus L. — Sezione trasversa della
porzione anteriore (craniale) della vena cardinale
destra. Veduta a debole ingrandimento. Soluzione
di bicromato di potassio al 4 % mescolata con
formalina. La sezione fu montata in balsamo xilo-
lieo sénz' altra colorazione, all' infuori di quella
ottenuta col bricromato. (Ingrand. 120 diam.)
Digitized by VjOOQIC
189
d^ parete dorsale — v, p. ventrale — i, p. in-
terna (mediale) — e^ p. esterna (laterale) della
vena. Nel lume della vena si veggono degli
eritrociti.
Fig. 2. — Amiurus catus L. — Tratto di una sezione
trasversa della porzione anteriore (craniale) della
vena cardinale destra. Veduta a forte ingran-
dimento. Miscela di soluzione bicromica con for-
malina. Colorazione con emallume. (Ingrand.
312 diam. circa).
Z, lume vasale.
7^
Digitized by VjOOQIC
Digitized by
Google
2
o
CD
UJ
l/^_^
•f->
■^v
''•• \
''^L
■■'■•e.: '
/.i'
Igf
M'"
** • ,
^
no
1/ '
.vi-
■ \
/ '■
'\;^
• co
o
• 03
*
! 15
• c
; OD
i ^
;: co
li ^
co
1
f
o
CD
CD
Digitized by VjOOQIC
Digitized by VjOOQIC
riitiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii 1
^ TJ TJ
jq^^ - - - -«^
SESSIONI STRAORDINARIE
r Adunanza straordinaria, 18 Decembre 1904
In questa Adunanza gli Accademici Benedettini e
Onorari della Sezione di Scienze fisiche e matematiche
fanno la proposta di candidati per la nomina di un Ac-
cademico Onorario nella detta Sezione.
2* Adunanza straordinaria, 18 Decembre 1904
Gli Accademici Benedettini della Sezione di Scienze
Naturali deliberano di tener sospesa sino al 15 del Gen-
naio p. la proposta di un candidato per il posto di Be-
nedettino rimasto vacante per la morte del Prof. Luigi
Bombicci.
3^ Adunanza straordinaria, 15 Gennaio 1905
Gli Accademici dei due ordini nominano Accademico
Onorario nella Sezione di Scienze fisiche e matematiche
il Prof. Silvio Canevazzi.
4* Adunanza straordinaria, 15 Gennaio 1905
In quest'Adunanza degli Accademici Benedettini, il
Presidente notifica quanti e quali sono i posti vacanti
Digitized by VjOOQIC
192
nella categoria dei Corrispondènti nazionali ed esteri, ai
quali si dovrà provvedere con proposte e nomine nella
prossima Adunanza straordinaria.
Indi, dopo riferimento del Vice-presidente Prof. Ma-
jocchi, l'Accademia si occupa delle ricerche e delle
proposte dirette a migliorare le condizioni e dare un
assesto più stabile e più proficuo alla Biblioteca dell' I-
stituto.
5^ Adunanza straordinaria., 29 Gennaio 1905
L'Accademia ritorna sul secondo argomento della
Seduta straordinaria precedente, poi nomina il Prof. Tor-
quato Taramelli, Accademico corrispondente nazionale
nella Sezione di Scienze Naturali, il Prof. Arturo Mar-
CACCi, Accademico corrispondente nazionale nella Sezione
di Medicina e Chirurgia: e il Prof. Enrico Becquerel,
Accademico corrispondente estero nella Sezione di Scienze
fisiche e matematiche.
6"" Adunanza straordinaria, 12 Febbraio 1905
L'Accademia nomina: i Professori William Ram-
SAY e Augusto Weismann, Accademici corrispondenti
esteri nella Sezione di Scienze Naturali; e i Professori
Filippo Giuseppe Pik, Max Furbringer, Jules Curmont
ed Elie Db Cyon, Accademici corrispondenti esteri nella
Sezione di Medicina e Chirurgia.
7* Adunanza straordinaria, 28 Maggio 1908
L' Accademia nomina il Vice-Segretario Prof. Cesare
Arzelà Membro della Comniissione dei cambi, in ag-
giunta degli attuali cinque componenti.
Indi approva il concorso libero al premio Aldini
sul Galvanismo pel triennio 1905-1907 del tenore se-
guente
Digitized by VjOOQIC
H. Accademia delle Scienze dell' Istituto di Bologna
CONCORSO LIBERO AL PREMIO ALDINI
-^H-€"
Una medaglia d' oro del valore di italiane Lire 1000
sarà conferita secondo la volontà espressa dal be-
nemerito Testatore all' Autore di quella Memoria sìd
Galvanismo (Elettricità animale) che sarà giudi-
cata la pili ìneritevole per V intrinseco valore spe-
rimentale e scientifico.
Condizioni di concorso
Il Concorso è aperto per tutti i lavori che giovino
ad estendere le nostre conoscenze scientifiche in una
qualche parte relativa al Galvanismo e che saranno
inviati air Accademia con esplicita dichiarazione di Con-
corso, entro il biennio compreso dal 28 Maggio 1905 al
23 Maggio 1907, e scritti in lingua italiana, latina o
francese.
Questi lavori potranno essere sì manoscritti che
stampati, ma se non sono inediti, dovranno essere stati
pubblicati entro il suddetto biennio.
Non sono escluse dal Concorso le Memorie stampate
in altre lingue nel detto biennio, purché siano accompa-
gnate da una traduzione italiana, latina o francese chia-
ratemen manoscritta e firmata dall'Autore.
Le Memorie anonime stampate o manoscritte do-
vranno essere accompagnate da una scheda suggellata
Rendiconto 1901-1905 14
Digitized by VjOOQIC
llBi— P— »*■ ../■ - ■■■^.dilLia^a.JLg ?!
194
contenente il nome dell* Autore con una stessa epigrafe
motto tanto sulla scheda quanto nella Memoria, e non
sarà aperta la scheda annessa, se non di quella di tali
Memorie che venisse premiata; le altre saranno abbru-
ciate senza essere dissuggellate.
Il Presidente dell'Accademia farà pubblicare senza
ritardo il nome dell'Autore e il titolo della Memoria
premiata e ne darà partecipazione diretta all'Autore, se
il lavoro premiato sia già pubblicato; in caso diverso
gli sarà rimesso appena avvenuta la pubblicazione.
Le Memorie portanti la dichiarazione esplicita di
concorrere al detto Premio dovranno pervenire franche
a Bologna entro il 23 Maggio 1907, con questo preciso
indirizzo : Al Segretario della R. Accademia delle Scienze
dell' Istituto di Bologna,
Bologna, 28 Maggio 1905.
IL PRESIDENTE
GIACOMO CIAMICIAN
IL SEGRETARIO
ALFREDO GAVAZZI
Digitized by VjOOQIC
195
L'Accademia stabilisce i giorni in cui si terranno
le Adunanze Ordinarie nell'anno Accademico 1905-1906,
e il Presidente estrae a sorte gli Accademici Benedettini
che leggeranno nelle predette Adunanze.
REGISTEO
DEI
GIOBin DELLE ADUNANZE SCIENTIFICHE
B DSaLI AGOADRMIGI BBNBDBTTINI CHE IN BSSB LBeCEBANNO
nell'anno accademico f 905' 1 906
1905
1' Adunanza 12 Novembre — N. N. - Capellini
2" » 26 > — Emery - Donati
3' » 10 Decembre — N. N. - N. N.
4'
1906
Adunanza 14 Gennaio — Bbnetti - Ciamician
5*
»
28 »
— PiNCHERLE - Tizzoni
6*
>
11 Febbraio
— N. N. - ArzrlX
r
>
11 Marzo
— Valenti - Albertoni
8*
»
25 »
— Righi - Vitali
r
»
1 Aprile
— RuppiNi - Majocchi
10*
»
29 »
— Rajna - Gotti
ir
»
6 Maggio
— Fornasini - Gavazzi
12*
)►
20 »
— Prof, di Chir. - Brazzola
->— ^^fUII^^-^
Digitized by VjOOQIC
196
ELENCO
DELLE
PUBBLICAZIONI RICEVUTE IN CAMBIO E IN DONO
DALLA R. ACCADEMIA
dal r giugno 190^ al 31 J/taggio 1905
-«HIH>-
Il presente Elenco servirà di ricevuta per le pubblicazioni inviate
dalle Accademie e da altri Istituti scientiGci, dai Ministeri, dai Go-
verni esteri e dagli Autori italiani e stranieri.
A. PnbblieazioDi ricevute da Accademie, Società scientiOche
ed Istituti nazionali, dai Ministeri e da altri Offici del Regno.
Acireale — /?. Accademia di Scienze Lettere ed Arti degli
Zelanti, — Rendiconti e Memorie. Anno Accad.* 232-233.
Serie 3*. Voi. 3. 1903-04. Memorie della Cla.sse di Lettere.
Bologna — Società Medico-Chirurgica e della Scuola Me*
dica di Bologna. — Bullettino delle Scienze Mediche.
Anno LXXV. Serie 8*. Voi. IV. 1904. F4SC. 6, 7, 8, 9, 10,
li, 12. Anno LXXVI. Voi. V, 1905. Fase. 1, 2, 3, 4.
Catania — Società degli Spettroscopisti Italiani. Memorie.
Voi. XXXIII. 1904. Dispensa 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12.
Voi. XXXIV. 1905. Disp. 1, 2, 3, 4.
— Tavole - Immagini Spettroscopiche del bordo solare
osservate a Catania nei mesi di Agosto, Settembre e Ot-
tobre 1901. — Tavola CCCCV. Voi. XXXIII. Nei mesi di
Ottobre, Novembre e Decembre 1901.
— Accademia, Gioenia di Scienze Naturali, — Bollettino.
1904. Fase. 80, 81, 82, 83.
— Atti. Anno LXXXI. Serie 4*. 1904. Voi. XVII.
Firenze — Società Italiana d'Antropologia Etnologia e
Psicologia comparata — Archivio. 1904. Voi. 34. Fase.
1, 2, 3.
Digitized by
Google
197
Firenze — Biblioteca Nazionale Centrale. — Bollettino
delle pubblicazioni Italiane ricevute per diritto di stampa
(1904) N" 42. 43, 44, 45, 46, 47, 48 — (1905) 49, 50, 51, 52.
" R. Accademia dei Georgofili. — Atti. Serie IV. Voi. XXVI.
Disp. 4 (Voi. LXXXI della Raccolta Generale) 1903. Se-
rie V. Voi. I. Disp. 1 (Voi. LXXXI della Raccolta Gene-
rale) 1904. Serie V. Voi. I. Disp. 2 e 3 (Voi. LXXXII
della Raccolta Generale) 1904.
— Degli studi e delle vicende della R. Accademia dei
Georgofili dal 1854 al 1903.
— Società Entomologica Italiana. Bullettino. Anno XXXVI.
Trimestre MI dal Gennaio al Giugno. 1904.
Genova — Museo Civico di Storia Naturale. Annali 1904-
1905. Serie 3. Voi. I (XLI).
Mantova — R. Accademia Virgiliana di Mantova, — Atti
e Memorie. Anno Accademico 1903-04.
Milano — R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. —
Memorie. Classe di Scienze Matematiche e Naturali.
Voi. XIX-X della Serie III. Fase. 13** - Voi. XX-XI della
Serie III. Fase. 3, 4.
— Indice del Voi. XIX, decimo della Serie III. (Classe
di Scienze Matematiche e Naturali).
— Rendiconti. 1904. Serie IL Voi. XXXVII. Fase. II-
12, 13, 14-15, 16, 17, 18, 19, 20. Voi. XXXVIII. 1905.
Fase. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8-9, 10.
— Atti. Anno Accademico 1903-04. Tomo LXIII (Se-
rie 8% Tomo 6^) Disp. V, VI, IX.
-- Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Ci-
vico di Storia Naturale. — Atti. Voi. XLI IL 1904.
Fase. 2, 3 - 1905. Fase. 4. Voi. XLIV. Fase. 1.
— R. Osservatorio di Brera — Anno 1906. Articoli gene-
rali del Calendario ed effemeridi del Sole e della Luna
per r orizzonte di Milano. 1905.
Modena — La Nuova Notarisia. — Serie XV (Anno XIX
dalla fondazione) 1904. Luglio, Ottobre. - Serie XVI
(Anno XX dalla fondazione) Gennaio 1905 -Aprile 1905,
Digitized by VjOOQIC
198
Napoli — Società R. di Napoli. — Accademia delle Scienze
Fisiche e Matematiche (Sezione della Società Reale).
— Rendiconto. Serie 3*. Voi. IX (Anno XLII). 1903.
Fase. 8.11. 12. Voi. X (Anno XLIII). 1904. Fase. 1,2, 3-4,
5-7, 811, 12. Voi. XI (Anno XLIV). 1905. Fase. 1, 2-3.
— Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti. —
Rendiconti delle tornate e dei lavori. Nuova Serie. An-
no XVII. Aprile a Decembre 1903. - Anno XVIII. Gen-
naio ad Aprile 1904.
— Accademia di Scienze Morali o politiche. — Rendiconti,
Anno XLII. 1903 - Anno XLIII. 1904.
— Atti. Voi. 35^ 1905.
— Indice generale dei lavori pubblicati dal 1737 al
1903..
— /?- Istituto di Incoraggiamento. — Atti. 5* Serie. Voi. V.
55* Volume della collezione degli Atti. 1904.
— Accademia Pontoniana. ■— Atti. Voi. XXXIV. Serie 2*.
Voi. IX, 1904.
— Società dei Naturalisti. -^ Bollettino. Serie I. Anno
XVIII. 1904. Voi. XVIIL
Padova — R. Accadem^ia di Scienze Lettere ed Arti. —
Atti e Memorie. Anno CCCLXIIL 1903-1904. Nuova Se-
rie. Voi. XX.
— Accademia Scientifica Veneto-Trentino- Istriana. —
Atti. Classe di Scienze naturali, fisiche e matematiche.
Nuova Serie. Anno T. 1904. Fase. 1, 2.
Palermo — R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di
^Palermo. Atti. Serie 3*. Anni 1902-1903. Voi. VII.
— Circolo Matematico. — Rendiconti. Tomo XVIIL Anno
1904. Fase. 4 e 5, 6. - Tomo XIX. Anno 1905, Fase. 1-5, 6.
Perugia — Annali dell' Università. — Facoltà di Medicina*
Serie 3. 1902. Voi. 2. Fase. 2. 1903. Voi. 3. Fase. 2-4.
Pisa — • Società Toscana di Scienze Naturali. Atti. Pro-
cessi verbali. Voi. XIV. 1904. N.^ 3, 4, 5.
~ Memorie. Voi. XX. 1904.
Digitized by VjOOQ IC
199
Roma — Ministero della pubblica Istruzione, ■— Le Opere
di Galileo Galilei. 1904. Voi. XIV e Voi. XV. Firenze.
— Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio,^
Direzione Generale della Statistica. — Annuario Sta-
tistico Italiano. Roma, 1904.
— Catalogo della Mostra fatta dal Corpo Reale delle
Miniere all'Esposizione Universale di Saint Louis nel
1904.
— Ispettorato Zootecnico. Annali di Agricoltura 1904.
Atti del Consiglio Ippico dal 1900 al 1904. L'assicura-
zione mutua contro i danni della mortalità nel be-
stiame.
— Direzione generale della Statistica. Censimento della
Popolazione del Regno d' Italia al 10 Febbraio 1901.
Voi. IV.
— Statistica degli Scioperi avvenuti nell'industria e
nell'agricoltura durante l'anno 1901, è negli anni 1902-
1903.
— BuUetin de l'Institut International de Statistique.
Tome XIV. Deuxième livraison. 1904. Troisième livrai-
son, 1905.
— Statistica dei matrimoni, delle nascite, delle morti
e delle cause di queste ultime durante l'anno 1903.
— Movimento della Popolazione secondo gli Atti dello
Stato Civile nell'anno 1902. Nascite, morti e matrimoni.
— Statistica della Emigrazione Italiana per l'estero
negli anni 1902 e 1903. Notizie suU' Emigrazione di al-
cuni altri Stati.
— Statistica Giudiziaria civile e commerciale e stati-
stica notarile per l'anno 1900. Parte 1'. Introduzione..
— Statistica Giudiziaria penale per l'anno 1901.
— Statistica delle elezioni generali politiche 6 o 13
Novembre 1904.
— Censimento della Popolazione del Regno d' Italia al
10 Febbraio 1901. Voi. V. 1904.
— Annali di Agricoltura 1903. Atti della Commissione
consultiva per la pesca. Roma, 1904.
— Concorso internazionale di essicatoi da Granturco
tenutosi neir Ottobre e Novembre 1902. Roma, 1904.
Digitized by
Google
200
— Annali di Agricoltura 1904. Lavori eseguiti nella
R. Stazione dì Piscicoltura di Roma.
— • Annali di Agricoltura. 1905. Concimi, mangimi, se-
menti, ecc.
— Atti della Società per gli studi della malaria. Voi. V,
1904.
— Bollettino della proprietà intellettuale. Anno III.
-1904. N* 10 e 23.
— Annali dell' Ufficio Centrale Meteorologico e Geodi-
namico Italiano. Serie 2*. Voi. XIV. Parte III. 1892 -
Voi. XX. Parte I. 1898. - Voi. XXI. Parte I. 1899. -
Voi. XXII. Parte I. 1900.
— Frammenti concernenti la Geofisica dei pressi di
Roma. Omaggio alla Memoria di Filippo Keller.
Roma — Ministro della Guerra, — Rivista di Artiglieria
e Genio. Annata XXI. 1904. Voi. II. Maggio, Giugno -
Voi. III. Luglio-Agosto, Settembre. - Voi. IV. Ottobre,
Novembre, Decembre. — Annata XXII. 1905. Voi. L
Febbraio, Marzo. - Voi. IL . Aprile.
— R. Accademia dei Lincei. — Atti. Anno CCXCVIII. 1901.
Serie 5*. Memorie della Classe di Scienze fisiche, mate-
matiche e naturali. Voi. IV. - Anno CCCI. Serie 5*.
Voi. V. 1904. Fase. 1, 2, 3, 4.
— Rendiconti (detta classe). Anno CCCI. 1904. Serie 5*.
Voi. XIII. l*' Semestre. Fase. II, 12. 2* Semestre. Fase. 1,
2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, II, 12. - Anno CCCIL 1905. Se-
rie 5*. Voi. XIV. r Semestre. Fase. 1, 2, 3, 4, 5, 6,7,8,9.
— Atti. Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologi-
che. Anno CCXCVIL 1900. Serie 5^ Voi. VIIL Parte 1'
e 2*. - Anno CCXCVIH. 1901. Serie V. Voi. IX. Parte 1*
e 2'. - Anno CCXCIX. 1902. Serie V. Voi. X. Parte 1*
e 2'. - Anno CCC. 1903 Serie V. Voi. XI. Parte 1* e 2*.
— Atti. Anno CCCI. 1904. Serie V. Notizie degli scavi
di antichità. Voi. I. Fase. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8.
— Rendiconti. Classe di Scienze morali, storiche e fi-
lologiche. Serie V. 1904. Voi. XIII. Fase. 1, 2, 3, 4, 5, 6,
7, 8, 9- 12.
— Breve illustrazione delle Tabulae Phylosophycae
di Federico Cesi. 1903.
Digitized by VjOOQIC
201
— Annuario 1905. CClI della sua fondazione.
— Rendiconto dell'Adunanza solenne del 5 Giugno
1904 onorata dalla presenza di S. M. il Re. Voi. II. Ro-
ma, 1904.
Roma — i?. Comitato Geologico d'Italia, — Bullettino.
Anno 1904. Voi. XXXV della Raccolta. Voi. 5 della 4*
Serie N* l, 2, 3, 4. - Anno 1905. Voi. XXXVl della Rac-
colta. Voi. 6 della 4 Serie. NM.
— R, Corpo delle Miniere, — Catalogo della Biblioteca
dell'Ufficio Geologico. 5* Supplemento (1902-1903). T Gen-
naio 1904.
— R, Osservatorio Astronomico al Collegio Regnano, —
Catalogo di 412 Stelle. Estratto dalle Memorie della So-
cietà degli Spettroscopisti Italiani. Voi. XXXII. Anno
1904. Catania.
— Memorie. Serie III. Voi. IV. 1904. Parte 1*.
— Accadetnia Pontificia Romxina dei Nuovi Lincei. —
Atti. Anno LVII (1903-1904). Sessione 1', 2* e 3\ 4' e 5',
6' e 7*. Anno LVIII (1904-1905). Sessione 1*.
— Memorie. Voi. 22. 1904.
— Congresso Internazionale di Scienze Storiche. — Voi.
XI. Atti della Sezione VII. Storia della Filosofia. Storia
delle Religioni. 1904.
Sassari — R. Università degli Studi. — Annuario 1903-
1904. Anno 342. Sassari, 1904.
Siena — R^ Università degli Studi, — Annuario Accade-
mico 1904-1905.
— R. Accademia dei Fisiocritici. — Atti. Anno Accade-
mico 213. Serie IV. Volume XVI. 1904. N*» 1, 2, 3, 4, 5,
6, 7, 8, 9 e 10.
Torino — R- Accademia delle Scienze di Torino, — Atti.
Voi. XXXIX. Dispensa 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15. 1903-
1904. Torino, 1904.
— R. Osservatorio Astronomico. Osservazioni Meteo-
rologiche fatte nell'anno 1903 e nell'anno 1904. Voi. XL.
1904-1905. Disp. 1, 2-3, 4, 5.
— Memorie. Serie 2*. Tomo LIV. 1904.
Rendiconto 1901-1905 15
Digitized by VjOOQIC
202
Torino — R. Accademia di Medicina. — Giornale. Anno
LXVIII. 1905. N*^ 3.
— Associazione « Mathesis » fra gli Insegnanti di Ma-
tematica delle Scuole Medie. — Bollettino. Anno Vili.
1903-1904. N*» 6. -. AnnoIX. 1904-1905. N' 2, 3, 4.
— Annali della R, Accademia d* Agricoltura. — Volume
XXXXVI. 1903.
— Bibliografia e Storia delle Scienze matematiche. —
Bollettino pubblicato da Gino Loria. Anno VII. 1904.
— Società Meteorologica Italiana. — Bollettino. Mensuale.
Serie II. Voi. XXIIL 1903. N.j 4-5-6-7, 8-9-10, 11 e 12.
Udine — Accademia di Udine. — Atti. Anno 1903-1904.
Serie 3\ Voi. XI.
Venezia — Reale Istituto Veneto di Scienze Lettere ed
Arti. — Anno Accademico 1903-1904. Tomo LXIII. (Se-
rie 8*. Tomo 6*) Dispensa 7, 8, 10. - Anno Accademico
1904-1905. Tomo LXIV (Serie 8% Tomo 7°). Dispensa 1,
2, 3, 4, 5.
— Memorie. Voi. XXVII. 1904. N^ 3.
— U Ateneo Veneto. Rivista Semestrale di Scienze Let-
tere ed Arti. — Anno XXVII. Voi. I. 1904. Fase. 1,...3,
Voi. II. 1904. Fase. 2, 3. - Anno XXVIII. Voi. I. 1905.
Fase. 1, 2.
Vicenza — Accademia Olimpica. — Atti. Annate 1903-'
1904. Voi. XXXIV.
Digitized by VjOOQ IC
203
B. Pubblicazioni ricevute da Accademia, Società scientifiche,
Istituti e Governi esteri.
Amsterdam •— KoninkUjke Akademie van Wefenschap-
pen, — Jaarboek. 1903.
— Verhandelingen. Afdeeling Letterkunde. Nieuwe
Reeks. Deel IV. 1994, N° 2. - Dee! V. 1904. N" 4, 5.
— Id. Eerste Sectie. Deel Vili. 1904. N** 6, 7.
— Id. Twede Sectie. Deel X. 1903. NM, 2 (1904) 3,
4, 5, 6.
— Verslag. Deel XII. {V^ Gedeelte) 1903. (2**« Gedeelte)
1904.
— Verslagen en Mededeelingen. Afdeeling Letterkunde.
Vierde Reeks. Zesde Deel.
— Proceedings of the Section of Sciences. Voi. VI.
P* Part 1903. - 2°*» Part. 1904.
— Pedagogium. Carmen Praemio aureo ornatum in
certamine poetico Hoeufftiano. 1904.
— Het Wiskundig Genootschap. — Wiskundige Opgaven
met de Oplossingen door de Leden van met Wiskundig
Genootschap. Negende Deel 2*- Stuk. 1904. - 3^* Stuk.
1905.
— Nieuw Archief voor Wiskunde. Twede Reeks-Deel
VI Derde Stuk 1904. - Vierde Stuk 1905.
— Verslag van de 125* Algemene Vergadering. 30
Aprii 1904.
— Koninklijk Zoólogisch Genootschap, Natura artis ma-
gistra. — Bijdragen tot de Dierkunde. 17* en 18« Afle-
vering. 1903-1904.
— Socie té Mathématique. — Revue semestr ielle des pub-
blications Mathéraatiques. Tome XII (2*» Partie) (Octobre
1903 - Aprii 1904). Tome XIII (l* Partie) (Ayril Octobre
. 1904).
Baltimore — Johns Hopkins Hospital. — Bulletin. Voi. XV
(1904) N* 158, 159, 160-161, 162, 163, 164, 165. - Voi. XVI
(1905) N** 166, 167, 168, 169.
— Johns Hopkins University. — Circulars. Voi. XXIII.
1903. N* 165.
Digitized by VjOOQIC
204
Barcelona — Observatorio Belloch. — Hojas Meteorologi -
cas. Tutti i mesi del 1903.
Batavia — Royal Magnetical und Meteorological Obser-
vatory. — Voi. XXV. 1902.
— Regenwaarnemingen in Nederlandsch-Indie. Vijf
en Twintigste. Jaargang 1903.
Bergen — Bergens Museums. — An Account of the Cru-
stacea of Norway. Voi. V. Copepoda Harpacticoida. 1904.
Parts 3 e 4, 5 e 6. 1905. Parts 7 e 8.
— Aarbog. 1904. Hefte 1, 2, 3. 1905. Hefte 1.
— Aarsberetning for 1904.
— Hydrographical and Biological Investigations in
Norwegian Fiords. 1905.
Berlin — Kóniglich Preussischen Akademie der Wissen-
schaften. — Sitzungsberichte. 1904. 41, 42-43, 44-45-46,
47-48-49, 50-51-52, 53, 54-55.
— Kónig. Preussischen Geodàtischen Institutes, — Veròf-
fentlichung. Neue Folge. 1904. N« 16.
— Centralbureau der internationalen Erdmessung. —
Neue Folge der VerOflFentlichungeji. 1904. N** 10.
— K. Technischen Hochschule zu Berlin. — Rede zur
Feier des Geburtstages Seiner Majestàt des Kaisers und
KOnigs Wilhelm li, am 26 Januar. 1905.
Bern — UniversitàL
Dissertazioni della Facoltà Filosofica.
Kugler Stefan - Synthese des Isofisetius (2, 3, 4 Trio-
xyflavonol). 1904.
Koritschonep Franz - Untersuchungen tiber das rus-
sische Pech und das Harz von Pinus palustris. 1903.
Krembs Ricard - Zur Kenntnis des Catechius. 1903.
Roesler Armand - Zur Kenntnis der unsymmetri-
trischen (a) Phenylhydrazinderivate. 1903.
Siuder Bernhard - Ueber das amerikanische Colo-
phonium. 1903.
Jochum Edgar - Ueber das 1, 3-Dioxy-p-Methylchro-
mon-Versuche zur Syntese des Kàmpferols. 1904.
Digitized by VjOOQIC
205
Heicke Alfred - Ein Beitrag Kenntnis der Weichteile
der Madreporarier. 1904.
Eijken P. A. A. F. - Untersuchungen von in Bern
cultivirten Rhabarberrhizomen.
Jordi Ernest - Beitràg zur Kenntnis der Papiliona-
ceen bewohnenden Uromyces-Arten. 1904.
Mareeuw van den Driessen W. P. H. - Ueber die
Samen von Barringtonia speciosa (Gaertn).
Wilhelniy Bruno - Die Bakterienflora einiger Fieisch-
extracte und verwandter Praparate.
Hamburger Richard - Ueber die poarigen Extremi-
taten von Squali us, Trigla, Periophtalmus und Lophius.
1904.
Rautrnann Hugo — Zur Anatomie und Morphologie
der Gianduia vestibularis maior (Bartholini) bei den
Saugetieren. 1903.
Axelrad Cesar - Ueber Morphologie der Colonieen
pathogener Bakterien. 1903.-
Fraenkel Jonas - Zacharias Werners Weihe der Kraft.
Eine studie zur technik des Dramas. 1904,
Zivier Heinrich - Die Verteilung der Bevòlkerung
im bùndnerischen Oberrheingebiet nach ihrer Dichte.
Steiger August - Thomas Shadwell's « Libertine ».
1904.
Haldimann Hedwig - Der Vokalismus der Mundart
von Goldbach. 1903.
Balsiger Felix - Boners Sprache und die bernische
Mundart. 1904.
Seliger Josef - Das sociale Verhalten des menschlì-
chen Individuums zur menschlichen Gattung. 1903.
Oervais Hans - Das Hagelversicherungswesen in der
Schweiz im Hinblick auf die Anstalten der Nachbar-
lànder, insbesondere Bayerns. 1904.
Billwitler Robert - Der Bergeller Nordfóhn. 1904.
Schwartz Otto - Leopold Krug als Nationalòkonom.
1904.
Klein Hermann - Individual-und Sozialethik in ihrem
gegeseitigen Beziehungen. 1904.
Rosenbenberg Schaja - Ricardo und Marx als Wert-
theoretiker. 1904.
Digitized by VjOOQIC
à
206
Hàssig Johann - Die Anfànge Toggenburger-oder
zweiten Vilmergerkrieges 1698- 1706. 1903.
Rosse eh. Albert - Les Théories litteraires de Victor
Hugo. 1903.
Dissertazioni della Facoltà Giuridica,
Wild Ernst - Verfassungsgeschichte der Stadt Wil
755-1733. 1904*
Fehlmann Heinrich - Das Fertigunswesen nach den
aarganischen Rechtsqueiien historisch-dogmatisch bear-
beitet. 1903.
Volmar Fr. - Die Anfànge der Eisenbahngesetzge-
bung im schweizerischen Bundesstaate. 1903.
Krauss Bernhard - Die Pfàndglàubiger in Konkurs
und Nachlassvertrag nach dem Bundesgesetz uber Sculd-
betreibung und Konkurs vom 11 Aprii 1889. 1904,
Mettier P. - Die Pfandhaftung der Frtichte (Miet-
und Pachtzinse) eines Immobile. Dogmatische Studie.
1904.
Halter Karl - Das gesetzliche Erbrecht des Kantons
Thurgau in historisch dogmatischer Darstellung. 1904.
Hahnloser Emil - Die Namenaktie nach dem Bun-
desgesetz ùber das Obligtionnenrecht mit Berùcksichti-
gung des deutschen Handelsrechts. 1903.
Dissertazione
della Facoltà di Teologia Cattolica.
Archatzikaki Jacques - Étude sur le principales tétes
Chrétiennes dans T ancienne Eglise d'Orient. 1904.
Dissertazione della Facoltà di Medicina.
Gauder Geof^ges - Du Cancer precoce de V estomac.
1904.
Tropp E. - Scheidevermogen der Nìere fiir Kochsalz
und eine Anwendung der Aktivitatsmethode hierauf. 1904.
Moosmann Alfred - Ueber Gesichtsund Stirn-Lagen
der berner Universitàts. Frauen-Klinik und Poliklinik
in den Jahren 1874.1901-1903.
Wartmann Ch. - Contribution à T Étude du Cancer
de la lèvre inferieure. 1903.
Digitized by VjOOQIC
207
Ladame Hencry - Contri bution a l' Étude de la Mor-
tinatalité Suisse. 1904.
Michaud Louis - Ueber das Scheidevermogen der
Niere bei Blutentzug und ùber die Wirkungsweise der
Diuretica. 1904.
Liebert Anna - Ueber die Fundusdriisen des Magens
beim Rhesus-Aflfen. 1903.
Zijpkin Rachel - Beitràge zur Kenntnis der Gróberen
und Feineren Struktur-Verhàltnisse des Dunndarms von
Inuus Rhesus. 1903.
Dóbeli Emil - Ueber die Bildung des Sekrets bei der
Ozaena. 1903.
Winkler Max - Beitràge zur Kenntnis der benignen
Tumoren der Haut. 1903.
Erdèly A. — Ueber die Beziehungen zwischen Bau
und Funktion des lymphatischen Apparates des Dar-
raes. 1904.
Dissertazioni
. DELLA Facoltà di Medicina Veterinaria.
Steiger Paul Alfred - Bakterienbefunde bei der Eu-
terentzùndung von Kuh und Ziege. 1904.
Hoffmann Alfred - Untersuchungen iiber der Ein*
fluss der Hetolbohandlung auf die Impftuberculose der
Meerschweinchen und der Kaninchen. 1904.
Hirs Ernst - Die atiologische Bedeutung der Oelku-
chenfiilterung fur das Klauengeschwiir beim Rinde. 1904.
Reyn Hans - Der Bakteriengehalt des von Rausch-
brand befallenen Muskelgewebes und der Rauschbran-
dimpfstoflfe. 1904.
Lux Arthur - Ueber den Gehalt der frisch gemol-
kenen Milch an Bakterien. 1903.
Breidert Karl - Ueber in tracerebrale Injektionen
einiger InfecktionsstofFe. 1903.
Probst Georg - Probleme der modernen Viehzucht.
1904.
Ibel Josef - Die mikroskopisch-anatomischen Veran-
derung bei gelbem Galt (kontagiose Galactophoritis) und
bei der Hyperamie des Kuheuters, ferner bei der infe-
ktiOsen Agalaktie der Ziege. — Ueber die Milchsekction
Digitized by VjOOQIC
208
ausserhalb der normaien Laktationszeit, speziell bei drei
neugebornen Zicklein. 1903.
Helmich Fritz - Beitrilge zur Kritik der Abstam-
mungsfrage des Hausrindes mit besonderer Rùcksicht
auf die lieutigen Niederungsschlage. 1904
Maier Anton - Vergleichende Untersuchungen ùber
die elastischen Fasern des Herzens von Hund und Pferd.
Bordeaux — Sociètè Linnèenne de Bordeaux — Actes.
Voi. LVIII. Sixième Sèrie. Tome Vili. 1903.
— Sociètè des Sciences physiques et naturelles de Bor-
deaux. — Mémoires. 5* Serie. Tome III. 1903.
— Procès-verbaux des Séances. Année 1902 1903.
— Commission Mètèorologique de la Oironde. — Obser-
vations pluviométriques et therraométriques de Juin 1902
a Mai 1903.
Boston — American Academy of Arts and Sciences, —
Proceedings. Voi. XXXIX, 1904. N* 13, 14, 15, 16, 17, 18,
19, 20, 21, 22, 23, 24. - Voi. XL. 1904. NM, 2, 3, 4, 5.
Braunschwelg — Leutschen Physikalischen Oesellschaft. —
Fortschrifte der Physik im Jahre 1903. Voi. 59. Abtei-
lung 1, 2. 3.
Bremen — NaturwissenschaftUchen Verein — Abhand-
liingen. 18 Band. 1 Heft.
Bresiau — Schlesischen Gesellschmft fur naturlàndische
Cultur, — Einundachtzigster Jahres-Bericht. 1903.
— I. Die Hundertjahrfeier. II. Geschichte der Gesell-
schaft.
Brisbane — Royal Society of Queensland, — Proceedings.
Voi. xyill. 1904.
Brooklyn N. Y. — The Museum of the Brooklyn Institute
of Arts and Sciences — Memoirs of Naturai Sciences.
Voi. I. 1904. NM.
Bruxelles — Accadèmie Royale des Sciences, des Lettres
et des BeauX'Arts de Belgique, — Mémoires. Tome LIV.
Fase. 6. 1904
— Mémoires courronnés et Mémoires des Savants
Digitized by VjOOQIC
209
étran^ers. Tome LXII. Sciences. 1904. Fascicule 5, 6, 7
et dernier. Lettres et Sciences morales et politiques.
1904.
— Mémoires courronés et autres Mémoires. Coliection
in 8**. Tome LXIII 1904. Fase. 8 e dernier. Lettres et
Sciences Morales et Politiques. - Tome LXIV. 1903. -
Tome LXV 1904. Lettres et ecc. Fase. 1, 2. - Tome LX VI.
1904. Lettre et ecc.
— Bulletin de la Classe des Sciences. 1904. N° 3, 4, 5,
6, 7, 8, 9-10, 11.
Bruxelles — Accadèmie Royale de Mèdecine de Belgi-
que. — Bulletin. IV« Serie. Tome XVIIL 1904. N^3e4,
5, 6, 7, 8, 9, 10. Tome XIX. 1905. N" 1, 2, 3.
— Mémoires couronnés et autres Mémoires. Coliection
in 8^ Tome XVÌIL 1904. Fase.' 7, 8, 9, ,11 (dernier).
— Procesverbal de la Séance 26 Nov. 1904.
— Sociètè Royale Zoologique et Malacologique de Belgi-
que. — Annales. T. XXXVIIL Année. 1903.
— Óbservatoire Royal de Belgique. — Annuaire Astrono-
mique pour 1901 I992. 1903- 1904 1905.
Budapest — Magyarhoni Fóldtani Tàrsulai. — Fóldtani
Kòzlony havi folyóirat Kiadja a Magyarhoni Fóldtani
Tàrsulat. XXXV. Kotet. 1904 Majus-Julius. 5-7 Fùzet. -
XXXVI. Kòtet. 1904. Augusztus-Octóber. 8-10 Fuzet. -
XXXV. Kòtet. 1905. Januàrius Fiizet 1, Februàrius-Màrc-
zius 2-3.
— Kgl. Ung. Geologischen Anstalt-Jahresbericht fur 1902,
— Mitteilungen. Band XV. 1904. Heft 1.
— Carta geologica HI. 1Z02. - Carta geologica IIL 1902.
Carta dei dintorni di Kismarton 1903.
— Fóldtani Kozlony (Geologische Mitteilungen) Kótet
XXXIV. 1904. Fiizet 11-12.
— Carta dei dintorni di Sezeged. 1903.
— Carte due delle argille refrattarie esaminate nei
Paesi della Corona Ungherese. 1899. II.
Buenos Aires — Museo Nacional. — Anales. 1903. Serie 3*
Tom. II.
Digitized by VjOOQIC
•"•«•««teMMM.^..
210
Caen — Sociètè Linnèenne de Normandie. — Bulletin.
Sèrie 5. Voi. 7. Année 1903.
— Memoires. Voi. XXI (2 Sèrie. Voi. 5). Fase. 1.
Calcutta — Geological Survey of India, — Memoirs. Voi.
XXXV. Part 3*. 1904 - Voi. XXXVI. Part I. 1904 -
Voi. XXXII. Part 4. 1904.
— Records. Voi. XXXI. 1904. Part. I, II, III, IV.
— Office of the Superintendent of Government Printing
India, — Annual Report of the Board of sciontific Ad-
vige for India for the Year (1902.03)-(1903.04).
California — University of California, — Publlcations.
Announceraent. October 1904.
Cambridge, Mass. U. S. A. — American^ Academy of Aris
and Sciences. -- Memoirs. 1904. Voi. XIII. N* 1.
— Museum of Comparative Zoólogy at Harvard Col-
lege, — Bulletin. Voi. XLIII. August 1904. N* 2 e 3. -
Voi. XLV. June 1904. W 2, 3, 4. - Voi. XLVI. June 1904.
N* 1, 2 (November), 3 (Decomber), 4 (Aprii) 1905. -
Voi. XLIV. Geological Series. Voi. VII. 1904. - Voi. XLII.
Geological Series Voi. VI. N** 6. 1905.- Annual Report
1903-1904.
— Memoirs. Voi. XXX. 1904. N* 1.
Cherbourg -- Sociètè Nationale des Sciences Naturelles et
Mathématiques, — Memoires. Tome. XXXIII. (Quatrième
Sèrie. Tome III). 2' Fase. 1903.
Copenaghen — Acadèmie Royale des Sciences et des Lei-
tres de Banemark. — Bulletin N* 2, 3. 1904.
— Memoires Seetìon des Sciences. 1904. 6*°* Sèrie,
t. XII. n** 4 - 7"« Sèrie t. II. n* 1, 2, 3. - 7°>« Sèrie, 1. 1.
n^ 1, 2, 3.
— Memoires. Section des Lettres O"»' Sèrie, t. VI. n* 2.
1904.
— Vestre Hospital, — i 1903 ved Overlaege, Dr. R. Berg.
Danzlg — Naturforschenden Gesellschaft, — Schriften.
Neue Folge. 11 Bandes. 1904. Heft 1 e 2.
— Katalog der Bibliothek. 1 Heft. - A. Mathematik
B. Astronomie. 1904.
Digitized by VjOOQIC
211
Dublin — Royal Irish Academy, — Proceedings. Section A.
Math., Astronom., and Physical Science, 1904, Voi, XXV-
NM, 2, 1905 3.
— Proceedings. Section B. Biological, Geological, and
Chemical Science 1905. N** 1-2, 3, , 5.
— Proceedings. Secion C Archaeology, Linguistic and
Literaturo. 1904. Voi. XXV. N'' 5 e 6, 1905 7, 8, 9.
Edinburgh — Royal Physical Society, — Proceedings. Ses-
sion 1902 1904. - Session 1904 1905. Voi. XVI. N** 1, 2.
Frankfurt am Main — Senckenbergischen Naturforschen-
den Gesellschaft — Bericht. 1903.
— Abhandlungen. 1903. Band 27. Heft 2, 3. Band 29
Heft. 1.
Genove — Sociètè de Physique et d* Histoire Naturelle, —
Mémoires. Voi. 34. 1905. Fase. 5.
Gottingen — KónigL Gesellschaft der Wissenschaften, —
Nachrichten. Geschaftliche. Mittheilungen. 1904. Heft 1, 2.
— Nachrichten. Mat: Phys: Classe. 1904. Heft 3, 4, 5, 6.
— Abhandlungen. Math:-Phys: Klasse. Neue Folge.
Band III. 1904. N^ 1. 2, 4, 5. " •
— Abhandlungen. Pilologisch-historische Klasse. Neue
Folge Band V. 1904. N° 5. Band Vili. N* 1, 2.
Haarlem — Flora Baiava- Neder^landsche Gewassen. —
Afbeelding en Beschrijving. 1904. Aflevering. 345, 346,
347, 348.
— Musèe Teyler — Archives. Serie II. Voi. IX. 1904.
Partie 1, 2.
Hamburg — Naturwissenschaftlichen Vereins. — Ver-
handlungon. Dritte Folge XII. 1904.
Heidelberg — NatuThistorisch'-inedizinischen Vereins, —
Verhandlungen. Neue Folge. Band Vili. 1904. Heft 1.
Heisingfors — Societas prò Fauna et Flora Fennica. —
Medelanden. Trettionde Haftet. 1903-1904.
— Acta. 26. 1904.
Iglò — Magyarorszàgi Kdrpdtegyesulet. --' JahrhuchXXXl.
Jahrgang 1904.
Digitized by VjOOQIC
212
Innsbruck — Ferdinandeums far Tirol und Vorarlberg, —
Zeitschrift. Dritte Folge. Heft 48. 1904.
Jena — Medizìnisch'naturwissenschafélìchen Gesellschaft,
Zeischrift. 1904. 39 Band. Neue Folge. Band 32.Heft 1, 2.
— Zoologische Forschungsreisen in Australien und dem
Malayschen ^rcAepe/- pubblicato da Richard Samon. —
Drit fer Band. Monotrenura und Marsupialier II. 2. Teii.
I Lieferung. 1904. Text.
— Idem Atlas.
— Erster Band. Ceratodus. 1904. Lieferung IV. Text.
— id. id. id. Atlas.
Jena — Neurobiologische Arbeiten herausgegeben von
Oskar Vogt — Ester Band. Zweite Lieferung. 1904.
— Medizinisch-naturwissenschaftlichen Gesellschaft —
Jenaische Zeitschrift fiir Naturwissenschaft. 39° Band.
Neue Folge, 32*» Band. 3* e 4* Heft. 1905.
Kansas — University of Kansas, — Bulletin. 1903. Voi. IV,
N* 6. Science Bulletin Voi. II. N* 1, 2, 3. - N^ 8. Science
Bulletin. Voi. IH. N° 4, 5, 6, 7, 8, 9.
Kasan — Sociètè physico-mathèmatique. — Bulletin. Se-
rie 2"^ Tome XIII. 1903. N** 4. Tome XIV. 1904. N* 1.
Kharkow — Università Imperiale. — Annales. 1904. N° 1,
2, 3, 4.
— Sociètè des Sciences physico-chimiques (Université de
Kharkoff). — Travaux. 1903. T. XXXI.
— Supplements. 1903. Fase. XV. - 1903-1904. Fase. XVI.
— Sociètè mathèmatique de Kharkow. — Serie 2*. Tome
VIIL N° (manca 3), 4, 5, 6.
Kobenhavn — Det Kongelige Dansche Videnskabernes Sels^
kabs, — Forhandlinger. Oversigt. 1904. N** 4, 5, 6. 1905.
N° 1.
Konìgsberg in P. R. — Physikalisch- ókonomischen Gesell-
schaft. — Schriften. 1903. Jahrgang 44.
Kristiania — Vandstands-Obsercationer paa den Norshe
Kyst. — Resultater. 1904. Hefte VL
Digitized by VjOOQIC
213
Lancaster Pa. — New York Academy. of Sciences. — An-
nals. Voi. XIV. Part. IV. - Voi. XV. Pari. II. 1904.
Lancaster Pa, and New York — American Mathematical
Society, — Transactions. Voi. 5. 1905. Number 3, 4. -
Voi. 6. 1905. Number 1, 2.
Lausanne — Sociètè Vaudoise des Sciences Naturelles, —
4« Sér. Voi. XL. 1904. N^ 149, 150, 151.
Leipzig — Kóniglich Sàchsischen Gesellschaft der Wis-
senschaften, — Berichte. Mathematischphysische Classe
1903. Band 55^ VI. - Band 56^ 1904. I, II, III, IV.
— Des XXVIII Bandes der Abhandlungen. Mat-phys.
Classe. 1904. N^ VI, VII.
— T)es XXIX Bandes des Abhandlungen. Mai - phys.
Classe. 1904. NM, 2.
Liége — Sociètè Royale des Sciences. — Mémoires. Troi-
sième Sèrie. 1904. Tome V.
— Soeiètè Gèologique de Belgique. — Annales. Tome XXXI.
Livraison 2, 3.
— Mémoires. Tome II. 1904. Livraison I.
Lille — Universitè de Lille. — Tableaux des Cours et Con-
férences de l'Année 1904-1905.
Lisboa — Off. i?. Observatoire Astronomique (Tapada). —
• Ascensions droites de quelques étoiles du Berliner Jahr-
buch. Bd. 159. September 1902.
— Observations d'éclìpses de Luna a T Observatoire
de Lisbonne Bd. 165. Mai. 1904.
Liverpool — Liverpool Biological Society. — Proceedings
and Transactions, Voi. XVIIL Session 1903-1904.
Lyon — Sociètè d* Agricolture Sciences et Industrie. —
Sèrie- Vili. Tome 1". 1903.
London — Royal Soviety of Lendon. — Philosophical Tran-
sactions, Series A. Voi. 203. pp. 151-187, 189 215, 217-
304, 305342, 343-384, 385-420. - Voi. 204. 1904. pp. 1-55,
57.120, 12M37, 139-168, 221252, 253-322, 323 349, 351-372.
— Series A. Voi. 203. 1904. Title, Contents, Index ecc.
— Proceedings. Series A. Voi. LXXIII. 1904. N** 495,
Digitized by VjOOQIC
214
496. Voi. LXXIV (1904). N* 498, 499, 500, 501, 502, (1905)
5Ò3, 504, 505; 506, Voi LXXVI. N** 507.
— Series B. Voi. 197 pp. 123-191, 193-247, 249 279,
281-289, 291-325, 327-345,, 347 360, 361 406.
— Series B. Voi. 197. Title, Contents, Index ecc.
— Proceedings. Series B. Voi. 76. N* 507.
— Obituary Notices of Fellows. Part. ii. June 1904.
— id. id. id. August id.
. — id. id. Part. i. October id.
— Year-book 1905.
— Report to the Evolution Committee. Report IL 1905.
London — Clinical Society of London. — Transactions.
1904. Voi. XXXVII.
— koyal Astronomical Society, — Monthly Notices. Voi.
LXIV. 1994. N°.7, 8, 9. - Voi. LXV. 1904. N^ 1,2. (1905)
3, 4, 5.
Louwain — Società Scientifìque de Bruxelles, — Table
analityque des vingt-cinq premiers Volumes 1875-1901.
— Revue des questions scieiitifiques. Table anali tique
des cinquante premiers Volumes.
Madison Wis. — Wisconsin Academy of Sciences Arts and
Lettres, — Transactions. Voi. XIII. Part. II. 1901. -
Voi. XIV. Part I. 1902.
— Wisconsin Geological and Naturai History Survey. —
Bulletin. N^ XI. 1903. Economie Series N* 7.
— Bulletin. N^ XII. 1903. Scientific Series. N* 3.
— Bulletin. N* XIII 1904. Economie Series. N* 8.
Manchester — Literary and Philosophical Society. — Me-
moirs and Proceedings. 19031904. Voi. 48. Part III -
1904 1905. Voi. 49. Part I, II.
Marseille — Facultè des Sciences. Annales. Tome XIV.
Paris, 1904.
— Società Scientifìque industriale de Marseille. — Bul-
letin. 31"' Année. Troisième et quatrième trimestres
1903 - 32»« Année. Premier et deuxième trimestres 1904.
Digitized by VjOOQIC
215
Melbourne — Royal society of Mictoria, — Proceedings.
New Series. 1904. Voi. XVÌL Pari. I - Pari. II (1905).
— Australasian Institute of Mining Engineers. 1903.
Voi. IX. Part IL
Mexico — Sociedad Cientifica « Antonio Alzate ». — Me-
morias y Revista. Tomo XVIII. 1902. N** 6 (fin del To-
mo). Tomo XIX, N^ 5 - Tomo XIX, 1903. N* 67, 8-10 -
Tomo XX. 1903. N** 1 a 4, 5 a 10.
— Tomo XIIL N** 7-8.
Mexico — Observatorio Meteorològico Magnetico Central,
— Boletin. Mensual. Mes de Junio, de Julio, de Agosto
1902,
Milwaukee, (Wisconsin) — - Public Museum, — Ewenty. Se-
cond Annual Report of the Board of Trustees. Septem-
ber 1, 1903 to August 31, 1904.
Missouri, Columbia — University. — Studies. Voi. II. 1904.
N* 3, 5.
— The Negroes of Columbia Missouri 1904.
— Bulletin. Voi. V. 1904. N° 4,5 (Catalogue), 6, 7, 1 1 ,
12 - Voi. Vi. 1905. N** 1 - 1904. Conditioii of the County
Fails of Missouri. - 1904. Condition of the County Al-
shouses of Missouri.
Montevideo — Museo Nacional. — Anales. Serie II. 1904.
Entrega 1.
— Sección Histórico-filosófica. Tomo I. Geografia fi-
sica y esperica.
— Observatorio Meteorològico Municipàl de Montevideo,
— Boletin. Ano 11^03. Voi. L N^ 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9,
10, 11, 12. - Ano 1904. Voi. IL N* 13, 14, 15, 16, 17 18.
— Anuario Meteorològico de Observatorio Municipal
del Prado. Ano I. 1901. - Ano li. 1902. - Ano III. 1903.
— Observatorio Meteorològico del Colegio Pio de Villa
Colon. — Boletin Mensual. Ano XVII, 1903. N** 7, 8, 9,
10, 11, 12. - Ano XVIII. 1904. N" 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9.
Montpellier — Accadèmie des Sciences et Lettres. — Mé-
raoires de la Section des Sciences. Sèrie 2\ Tome IH.
N* 4.
Digitized by VjOOQ IC
216
Nloscou — Sooiètè Imperiale des Naturalistes, — BuUe-
tin. — Année 1904. NM. - Année 1903. N*^ 4 (già avuto
Tanno scorso).
MUnchen — Kó.Bay, Akademie der Wissenschaften. —
Abhandlungen. Mathematisch-Physikalischen Classe. 21.
Bandes, Zweite Abtlieilungen 1901. - 22 Bandes 1903.
Erste Abtheilung. 1904. Zweite Abtheilung.
— Sitzungsberichte. Mathem.-Physikal. Classe. 1904.
Heft n, Ilf.
— Ueber wissenschaftliche Wahrheit. Rede von D.r
Karl A. von Zitte). 1902.
— Justus von Liebig nach dem Leben gezeichnet. 1903.
— Ueber Wert und angeblichen Unvert der Mathe-
raatik. 1904.
— Zum Andenken an Karl von Zittel. 1904.
Nantes — Sociètè des Sciences Naiurelles de l'ovest de
la France. — Bulletin. Deuxième Sèrie. Tome III. 3* et 4*
Trimestres 1903. - Tome IX. 14« Année. 1903. 1*' et 2"
Trimestres. N*" 1-2.
New Haven — Yale University Astronomical Òbservatory, —
Transactions. Voi. 1. 1904. Preface and Parts VII and Vili.
Ottava (Canada) — Royal Society of Canada, — Procee-
dings and Transactions. Second Series. Voi. IX. 1903.
— Department of tke Interior, — Ottava. Appendice to
the Report of the Superintendent of Miìies. 1902. Part.
VI. Anual Report. 1902.
— Geological Survey of Canada, — Dictionary of Alti-
tudes in the Dominion of Canada With a Relief Map of
Canada. Department of the Interior. 1903. Ottawa.
— Report on the Great Landslide at Frank, Alta. 1903.
— Catalogne of Canadian Birds. Part III. 1904.
Paris — - Musèum d' Histoiì^e Naturelle, — Nouvelles Ar-
chi ves. Serie IV. Tome 5"'. 1903. Fase. 1,2.- Tome 6"*.
1904. Fase. 1, 2.
— Bulletin. Année 1903. N^ 7, 8. — Annee 1904. N* 1,
2, 3, 4, 5, 6.
Digitized by VjOOQIC
217
Parigi — Société Zoologique de France. — Bulletin. Année
1903. Tome XXVIIL
— Mémoires. Annee 1903. Tome XVI.
— Société Mathématzque de France. — Bulletin. 1904. To-
me XXXII. Fase. 2, 3, 4 - 1905. Tome XXXIII, Fase. 1.
— Société Philomatique. — Bulletin. Neuvième Serie. To-
me VI. 1903-1904. NM e 2, 3. - Tome VII. 1905. N*» 1.
— Musée Guimet — Annales. Revue de V Histoire des Re-
ligions. Année 25. Tome XLIX. 1904. NM, 2.
— Le Jubilé du Musée Guimet. 25"' Anniversaire de
sa fondation 1879-1904.
— Òbservatoire de Toulouse. — Catalogne Photografique
du Ciel. Tome IL 1903 - Tome IV. 1903 - Tome VI.
1904 - Tome VIL 1904.
— Òbservatoire météorologique du Mont-Blanc. — J. Val-
lot et son oeuvre.
Philadelphia — Academy of Naturai Sciences, — Procee-
dings. 1903. Voi. LV. Part III - 1904. Voi. LVI. Part L
— Journal. Series 2. Voi. XII. Part 4. 1904.
Porto — Annaes de Sciencias Naturaes. — Publicados por
Augusto Nobre. 1903. Voi. Vili.
Potsdam — Konigl, Preussischen Geodàtischen Instituts.
— Viròffentliehung. Neue Folge. 1904. No. 17 (1905), 18.
Prag — K K, Stemwarte, — Magnetische und Meteoro-
logische Beobachtungen in Jahre 1903. Jahrgang, 64.
Rio de Janeiro — Observatorio de Rio de Janeiro, — Julho
a Dezembro de 1903. - Junho de 1904. - Julho a Se-
tembro de 1904.
Rochester — Geological Society of America, — Bulletin.
1903. Voi. 14.
Rovereto — /. R- Accademia di Scienze Lettere ed Arti
degli Agiati. — Atti. Anno Accademico CLIV. Serie III.
Voi. X. 1904. Fase. II, III e IV - Anno Accadem.* CLV.
Serie HI. Voi. XI. 1905. Fase. 1.
Rendiconto 1904-1905 16
Digitized by VjOOQIC
218
Rovereto — Museo Civico. — Regesto dell' Archivio Comu-
nale della Città di Rovereto.
Santiago — Société Scientifìque du Chili, — Actes. Tome
XIII. 1903. IV.V. Lìvraison.
Stockholm — K. Sioenska Vetenskaps -Akademien. — Ar-
kiw for Kemi, Mineralogi och Geologi. 1904. Band I.
nafte 2, 3-4.
— Arckiv fOr Botanik. 1904. Band 2. Hàfte 1-3, 4 -
Band 3. Hafte 1-3, 4.
— Àrsbok for àr 1904.
— Arckiv for Zoologi. 1904. Band I. Hafte 3, 4. -
Band II. Hafte 1-2.
— Ueber die Obertriadische Fauna der Bàreninsel 1903.
— Meteorologi ska lakttagelser i Sverìge. Voi. 44.
2.'*™ Serien. Bd. 30. 1902.
— Arkiv fòr Matematik, Astronomi och Fysik. 1904.
Band. I. Hafte 3-4.
— Handlingar. 1904. Bandet 37. N** 7, 8. - Bandet 38.
N* 1, 2, 3, 4, 5.
— Observations Météorologiques Suédoises. Voi. 45. -
Serie 2°»«. Voi. 31. 1903.
— Accessions. Katalog. 17. 1902.
— Les prix Nobel en 1901. - Les prix Nobil en 1902.
— Entomologiska Foreningen i Stockholm. — Entomolo-
gisk Tidskrift. Arg. 25. 1904. Haft. 1, 23, 4.
St. Louis, Mo. — Academy of Science. — Transactions.
^Vol. XII. 1902. N" 9, (1903) 10. - Voi. XIII. 1903. N* 1,
2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, (1904) 9. - Voi. XIV. 1904. NM, 2,
3, 4, 5, 6.
— Missouri Botanical Garden. — Fifteenth Annual Re-
port.
St. Pétersbourg — - Accademie Imperiale des Sciences. —
Méraoires. Serie yill. Classe Physico-Mathématique. Voi.
XIII. 1903. N" 6. - Voi. XIV. 1903. N« 1, 2, 3, 4, 5,6,7,
8, 9, 10. - Voi. XV. 1904. NM, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10,
li. - Voi. XV. 1904. N« 1, 2, 3.
Digitized by VjOOQIC
219
Strassburg i. E. — Kaiser Wilhel Universitàt. — Disser-
tations zur Erlangung der Doctorwurde.
Dissertazioni della Facoltà di Medicina.
— Ueber die Blutungen bei Placenta praevia. Max
Neubauer approb. Arzt aus Berlin 1902.
— Das Geschlecht der Fehlund Totgeburten (Nach den
Ergebnissen der Strassburg Klinik in den Jahren 1873
bis 1900). Joseph Rust prakt Arzt aus Heimbrunn (Ober-
Elsass). 1902.
— Zur Theorie des Phlorhizindiabetes, Felix Leioan-
dowsky aus Hamburg. 1902.
— Beitrag der Hypertrophien angeborenen Ursprungs.
Alfred Zimmermann, Kantonalarzt in Rohrbach i.
Lothr. 1902.
— Ueber das Mortalitatscontingent des Heuchhustens.
Camille Lebon approb. Arzt aus Saargmtind. 1902.
— Die puerperalen Erkrankungen und Todesfalle der
septischen Abteilung der Strassburger Frauenklinik.
189M901. Ernest Sachs. Berlin 1902.
— Zur Kasuistik des Chorioepithelioma raalignum.
Johanna Schmidt approb. Arztin aus Flonheim (Rhein-
hessen). 1902.
— Ueber seltenere Formen der Brustdriisengeschwul-
ste. Heinrich Zimmermann. approb. Arzt aus Miilhau-
sen. i. E. 1902.
— Ueber die Hutchinsonsche Sommereruption. Jakob
Borg approb. Arzt aus Grossblittersdorf (Lothringen).
1902.
— Abhangigkeit des Geburtsgewichtes der Neugebo-
renen vom Stand und der Beschaftigung der Mutter.
Peter Nikes prakt. Arzt aus Hundlingen i Lothr. 1902.
— Die Conservierung des Hackfleisches mit (neutralem)
schwefligsaurem Natrium und einige Bemerkungen iiber
die Beurteilung des Zustandes von Hackfleisch. Emil
Altschuler aus Speyer a. Rh. 1902.
— Zur Kasuistik du vorgeschrittenen ektophischen Gra-
viditaten bei lebendem Kind nebst besonderer Beriick-
sichtigung der Therapie. Max Luxeinburger approb.
Arzt aus Metz. 1902.
Digitized by VjOOQIC
220
— Ueber Menière'sche Krankeit bei chronischer pro-
grossiver Schwerhòrigkeit (sogenannter Sklerose). Sieg-
fried Matthes approb. Arzt aus Seifhennersdorf i. S.
1902.
— Ueber Encephalo-myelo-meningitis difFasa haemor-
rhagica mit endophlebitischen Wucherung. Martin Bar-
tels approb. Arzt aus Gutersloh in Westfalen. 1902.
— Zur Pathologie und Thernpie des Ulcus corneae ser-
pens. Ernest Schultze approb. Arzt aus Berlin. 1902,
— Ueber die Blutmenge der Placenta. Villébald Leh-
mann Arzt. 1902.
— Ueber Metastasen der Vagina bei Carcinom des Ute-
rus und der Ovarien und die Bedutung des retrograden
Transportes. Eugen Ohlmann prakt. Arzt aus Hagenau
i. Els. 1902.
— Ueber einen Fallvon spontaner circumscripter Haut-
gangraen. Victor Munsch prakt. Arzt aus Schlettstadt.
1902.
— Die erweiterte Freund'sche Operation beim Krebs
der schwangeren Gebarmutter. Von Walther Hirsch-
horn appr. Arzt aus Mannheim. 1902.
— Casuistische Beitrage zur Kenntnis der Facialispara-
lysen. Camilte Wahl prakt. Arzt aus Gebweiler (Elsass).
1902.
— Ein Fall von Ruptur des schwangeren Nebenhornes.
Max Meyerìioff approb, Arzt aus Berlin. 1902.
— Lithothorapie. Historische Studien iiber die medizini-
sche Verwendung der Edelsteine. D. phil. Hermann
Fuhner approb. Arzt aus Pforzheim. 1902.
— Ein Fall von Endarteritiss yphilitica an der untern
Extremitat. Victor Hannes prak. Arzt aus Altkirch
(Ober- Elsass). 1902.
— Ueber die operative Behandlung des Nachstars. Fr^itz
Benkwitz approb. Arzt zu Strassburg I. Els. 1902.
— Ueber Behandlung der Melaena Neonatorum mit Gè-
latine-Injektionen. Adolf Arbogast approb. Arzt aus
Strassburg i. Els. 1902.
— Die Verbreitung der Echinokokkenkankheit in El-
sass Lothringen. Alfred Goellnez prakt. Arzt aus Bisch-
weiler (Unter-Elsass). 1902.
Digitized by
Google
221
— Ueber die Aetiologie der ìm Infektiohskrankheiten
auftretenden pneumonischen Prozesse. Georg Muller
approb. Arzt aus Miilhausen i. E. 1903.
— Ueber die durch Pacchioni'sche Granulationen ve-
rur sachten EindrUke der Schàdelknochtìn. Gustav Brè-
me. 1903.
— Ueber die Wirkiingsgrade narkotisch wirkender,
gechlorter Verbindungen der Fettreihe. /?. ZoepffeL
Arzt. Leipzig 1903.
— Ueber die aus Eiweifs hevvorgehenden Melanine.
Franz Samuely approb. Arzt aus Heidelberg. 1903.
— Ueber Stoffwechselprodukte desBacillus pyoyaneus.
Margarete Breymann. approb. Arzt. Jena 1903.
— Schwangerschaft und Geburt bei Missbildungen
der weiblichen Genitalien Heinrich Grabi approb. Arzt
aus Spandau 1903.
— Die Spaltung des Fibrinogens bei der Fibringerin-
nung. Wolfgang Heubner aus Liepzig. 1903.
— Ueber die Grappe des Bacillus proteus vulgaris. Ri
chard Weber approb. Arzt aus Strassburg* i. Els. 1903
— Das Hermophenyl in der Behandlung der Syphilis.
Julius Mangin approb. Arzt aus Chàteau-Salius. 1903.
— Ueber tuberkulòse Granulationsgeschwiilste der Na
senhòhle. Edgar Hartmann approb. Arzt aus Heiden
heim a. Br. 1903.
— Die Malaria in Elsass.-Lothringen. Heinrich Kunlin
approb. Arzt aus Wolfisheitn i. E. 1903.
— Ueber Bacillus pseudanthracis. Karl Hermann Baas
approb. Arzt aus Bechtheim (Rheinhessen). 1903.
— Ueber acute Leukaemie. Rudolf Dietz aus Darm-
stadt. 1903.
— Ueber Druckstauung (Perthes) oder Stauungsblutun-
gen nach Rumpfkompression (Braun). Albert Niemann.
approb. Arzt aus Berlin 1903.
— Ueber Schussverletzungen des Halsteils des Oesopha-
gus. Lehemann Bergheimer approb. Arzt aus Diersburg
(Baden) 1903.
— Beitrage zur Kenntnis der Stoffwechselprodukte des
Bacillus lactis aérogenes. Max Schroeder approb. Arzt
aus Strassburg i. E. 1903.
Rendiconto 1901-1005 16*
Digitized by
Google
222
— Neubildungen ara missbildeten Uterus. Franz Re-
bentisch approb. Arzt aus Darmstadt 1903.
— Jleus Warend der Schwangerschaft. Adolf Kohis
approb. Arzt aus Strassburg i. E. 1903.
— Erfahrungen tiber subkutane Darmrupturen. Paul
Schaller Assistenzarzt an der nichtklinischen Abthei-
lung des Biirgerspitals in Strassburg. 1903.
— Ueber die Operation verjauchler Myome des Uterus.
Karl Kohn aur Saarlouis. 1903.
— Zur Behandlung des Angioma arteriale racemosum,
besonders des Kopfes. Heinrich Goering approb. Arzt
aus Devant-les-Ponts b. Metz 1903.
— Ueber die Peroxyprotsàuren. Rudolf Ehrmann ap-
prob. Arzt aus Altenstadt (Grossh. Hessen). 1903.
— Ueber Nasenpolypen im Kindesalter. Franz Butzon
approb. Arzt. Strassburg i. E. 1903.
— Uè ber das Chlorom und seine Beziehungen zur Leu-
kamie. Theodor GumbeL Berlin 1903.
— Die pathologische Anatomie der Puerperal-Eclampsie
und Uramie. Robert Weinberger, aus Weiler (U.-E.) 1903.
— Ueber das Vorkommen pathogener Bakterien im
gesunden Organismus. Cari Hoepffner approb. Arzt aus
Markirch (Ober Elsass). 1903.
— Ueber Pulsionsdivertikel des Oesophagus. Albert
Meyer approb. Arzt aus Mùnster (0. Els.) 1903.
— Ueber die Verwendbarkeit des Braun'schen Appara-
tes zur Chloroform. Athernarkose. Leonhard Weber,
approb. Arzt aus Elberfeld. 1903.
— Beitrage zu den Folgeerscheinungen der Uterus-
myoine und zur Kasuistik der Kolossaltumoren der weibl.
Genitalien. Isaak Bauér approb. Arzt aus PYankfurt
a. M. 1903.
— Beitrag zur Lehre der Gasphlegmone des Menschen.
Heinrich Heun prakt. Arzt aus Strassburg i. E. 1903.
— Ueber Dermatitis papillaris capillitii (Kaposi). Xaver
Kelber prakt. Arzt aus Zabern i- E. Strassburg. 1903.
— Beitrag zur Anatomie des Zwerchfelles. Dar Centrum
tendineum. Eduard von der Hellen Arzt in Strassburg
i. E. 1903.
Digitized by VjOOQIC
223
Dissertazioni DELLA Facoltà di Filosofia.
— Geffrei Gaimar. Die Komposition seiner Reimchronik
und seine Verhaitnis zu den Quellen (v. 819-3974). Max
Gross aus Schlawe in Pommeren. 1902.
— Untersuchungen zu Lodewijk van Velthem's spiegel
Historiael. Nicolaas Marais Hoogenhout, M. A. aus
Wellington (Kaplaud). 1902.
— Das Targum zu Ezechiel nach einer stidarabischen
Handschrift herausgegeben mit einer Einleitung im va-
rianten Versehen. Smuel Silbermann aus Ozorkow
(Russ. Polen.) 1902.
— Maimonides' Einleitung in die Misna Arabischer
Text. Bernard Hamburger cand. phil. Berlin 1902.
— Das Verzeichnis der Ritter der Artustafelrunde im
Erec des Hartmann von Aue verglichen mit dem bei
Crestien de Troyes und bei Heinrich V. D. Turlin. Ernst
Friedlaender aus Hamburg. 1902.
— Kónig Salomon in der Tradition. Teil. I. R, Faerher.
Wien 1902.
— Ueber den Stand der indischen Philosophie zur zeit
Mahavlras und Buddhas. F. Otto Scharder aus Ham-
burg. 1902.
— Edme Boursault nach seinera Leben und in seinen
Werken Alfred Hoffmann aus Metz. 1902.
— Mischpàtìm ein samaritanisch-arabischer Commentar
zu Ex. 21-22, .15 Ibràkìm Ibii Jakùb. Meier Klumel slus
Widsi, Russland. 1902.
— Die Agyptische Pflanzensàtile der Spàtzeit. Augu^t
Kóster. Paris 1903.
— Studien tiber die aus dem lateinischen Entlehnten
zeitworter der englischen Sprache. Vilhelm Schwarz
aus St. Arnual-Saarbriicken. 1903.
— John Florio's englische Uebersetzung der Essais Mon-
taigne's und Lord Bacon*s, Ben Jonson's, und Robert
Burton's Verhaitnis zu Montaigne. Fritz Dieckow aus
HambiD'g. 1903.
— Die Franzosen und ihre Literatur im Urteil der mo-
ralischen Zeitschriften Steels und Addispns. Cari San-
der aus Opperhausen. 1903.
Digitized by VjOOQIC
224
— Urteile un Kategorien. Eine kritische Studie zu
Kantstransszendentaler Logik. Polykarp Hauck. Strass-
burg i. E. 1903.
— Quaestiones rhetoricae selectae. Ludovicus Schil-
ling Alsata Lipsiae. 1903.
— Das Problem des Wunders im Zusammenhang mit
dem der Provideriz bei den ludischen religionsphiloso
phen des Mittelalters von Saadia bis Maimùni. Jakob Kra-
mer aus Wien. 1903.
— Laut-und Formenlehre der Mundart des Kantons
Falkenberg in Lothr. Nikolaus Tarral aus Lubeln in
Lothr. 1903.
— Die Erzàhiung oder das Martyrium des Barbaren
Christophorus und seiner Genossen. lohann Popescu
aus Malaesti (Riiraànien). 1903.
— De Paraphrasis homericae apud Tragicos Poetas
graecos vestigiis. Questiones selectae. Guilelmus Kahlen-
berg Alsata. Strassburg 1903.
Stuttgart — Vereins fur vaierlàndische Naturkunde in
Wurttemberg, — Jahreshefte. 60 Jahrgang. 1904. Bei-
lage II. 1904.
Tokio, Japan — imperiai University of Tokio — Journal
of the College of Science. 1904. Voi. XVIIl. Artide 7,
8, 9. - Voi. XIX. Artide 3, 4, 14, 15, 16 and 17, 18 and
19, 20. - Voi. XX. Artide 1, 2, 3, 4.
— Voi. XIV. 1904. Meiji XXXVII.
— Committee in Foreign Langìmges, — Pubblications of
the Carthquake Investigation. 1904. N** 17, 18, 19, (1905)20.
Toulouse — Faculté des Sciences de V Università de Tou-
louse. — Annales. Deuxième Sèrie. Tome V. Année 1903.
4"»* Fascicule. - Tome VI. Année 1904. Fase. 1, 2.
— Società d" Histoire Naturelle et des Sciences biologi-
ques et énergétiques de Toulouse. Tome 36. 1903.
N^ 8-9. - Tome 37. 1904. N^ 1-2, 3-4.
Toronto — Canadian Institute. — Transactions. 1904. Voi.
VII. Part. 3. N^ 15.
— Proceedings. New Series. 1904. Voi. IL Part. 6. N** 12.
Digitized by VjOOQIC
225
Trieste — /. R. Osservatorio Astronomico ' meteorologico
di Trieste, — Rapporto annuale per l'anno 1901. Vo-
lume XVIII.
Upsala — Regiae Societatis Scientiarum Upsaliensis. —
Nova Acta. Seriei III. Voi. XX. 1904. Fase. IL Ser. IV.
1905. Voi. I. NM.
— Observatoire Météorologique de l* Université. — Bul-
letin mensual. Voi. XXXVI. Année 1904.
Warsawa — Prace Matematyczno-Fizyczne. — Tome XV.
1904.
— Wiadomosci Matematyczne, — Tome VIII. 1904. Zeszyt
1-2 3, 4.5-6.
Washington — United States Geological Survey, — Depart-
ment of the Interior (1903). Water-Supply and Irriga-
tion Paper. N 80, 81, 82, 83, 84, 85, 86, 88, (1904) 89,
90, 91, 92, 93, 94, 95.
— 1903. Professional Paper N** 9, 10, 11, 12, 13, 14,
16, 17, 18, 19, 20, 21, (1904) 22, 23, 28.
— Annual Report 1902-1903.
— Bulletin 1904. N" 208, 218, 219, 220, 221, 222, 223,
224, 225, 226, 227, 228, 229, 230, 231, 232.
— Minerai Resources of the United States. Calendar
. Year 1902.
— Monograph 1904. XLVI.
— United States National Museum. — Proceedings. Voi.
27. 1904.
— Smithsonian Institution, — Smithsonian Miscellaneous
Collections. Part of Volume XLIV. 1903. N° 1374.
— Voi. XLV. Pub. N° 1419. Voi. 1. Quarterly Issue.
Part 1 and 2. 1903.
— 20 th Anual Report of the Bureau of American
Ethnology 1898-99.
— Anual Report, 1902. Washington City 1904.
— Smithsonian Miscellaneous Collection. Part of Voi.
XLIV. N^ 1417. 1904. - Voi. XLV. Pub. N« 1445. Voi. I
Quarterly Issue. Part. 3 and 4. 1904. - Part of Voi. XLVI
Part L N" 1441. 1904. - Voi. XLVII. 1904,
Digitized by VjOOQIC
226
— The 1900 Solar Eclipse expedition of the Astro-
physical Observatory of the Smithsonian Institution.
N" 1439. 1904.
— Special BuUetin. Part IL 1904.
— Contribution to Knowlende. Voi. XXXIII. 1904.
Washington — - United States Naval Observatory. — Publi-
cations. Second Series. 1903. Voi. V.
— Report of the Superintendeht. 1904.
Washington City, U- S. A. — Volta Bureau. — Circular o
Information. June 1904. Statistics of Speech Teaching
for 1904.
— By William Thornton, M. D. 1904. N** 30.
— Alexander Malville Bell. 1904. N^ 39.
Wien — Kai. Akademie der Wissenschaften, — Sitzungs-
berichte. Mathematisch-naturwissenschaftliche Classe.
Jahrgang 1902. CXI Band. X Heft. Abteilung I. - CXII
Band. Jahrgang. 1903. Abteilung. 1. 1 bis III Heft. - I bis
IV Heft Abteilung Ilb - I bis III Heft. Abteilung Ila -
IV bis V Heft. Abteilung Ila - V und VI Heft. Abtei-
lung Ilb.
— Jahrgang 1903. CXII Band Abtheilung I Heft IV
bis X. - Abteilung Ila Heft VII bis X. - Abteilung Ilb
Heft VII bis X. - Abteilung III. Heft I bis X.
— Denkschriften Mathem. naturwiss. Classe. Band 74.
— Mittheilungen der Erdbeben-Commission. Neue.Fol-
ge. N*^ 22, 23, 24.
— Sitzungsbericthe. Philosó:-histor: Classe. CXLVI
Band. Jahrgang 1902 1903. - CXLVII Band. JahrgangI903.
— Denkscriften Philosopisch-historische Classe. Band
49 und 50. Register. Banden 36 a 40.
— Mittheilungen. Erdbeben-Kommission. Neue Folge.
1903. N^ XIV, XV, XVI. XVII, XVIII, XIX, XX, XXI.
— Archiv fiir òsterreichische Geschichte-Zweiund-
neunzigster Band. 1903. 93 Band Erste Hàlfte.
— Fontes rerum austriacarura. Zweite Abteilung. Di-
plomataria et Acta. LVI Band. 1903. - LVII Band -
Erste Abteilung. Scripoteres IX Band. Erste Halfte.
— Almanach 1903.
Digitized by
Google
227
Berlin — K, K. Gradmessungs -Bur^eau — International
Erdmessung. Publicationen. Astronomische Arbeiten. XIII
Band 1903.
— Verhanlungen der ósterreichischen Gradmessungs-
Kommission. ProtokoU iiber die am 29 Dezember 1903
abgehaltene Sitzung.
— Protokolle 29 Mai 1901 am 29 Dezember 1902.
— Quatorxième Conférence generale de TAssociation
Géodésique Internationale réunie a Copenhagen du 4 au
13 Aoùt 1903.
Wien — K. K. Geologischen Reichsanstalt — Jahrbuch
1903, LUI Band. Heft 3, 4. Jahrbuch 1904. LIV Band.
Heft 1, 2, 3 und 4.
— Verhandlungen 1904. N" 5, 6, 7, 8, 9, 10 u. 11, 12,
13, 14, 15, 16, 17 u. 18. 1908. NM, 2.
— Abhandlungen. Das Becken der Stellerschen See-
kun. 1904.
— Abhandlungen. Die Sirenen der mediterranea Ter-
tiarbildung Osterreichs. 1904.
— K, K. ZooL'Botan. Gesellschaf't in Wien, — Abhandlun-
gen. 1904. Band IL Heft 3, 4. - Band III. 1905. Heft. 1.
— Verhandlungen. Jahrgang 1904. Band LIV.
— K. und K. Militar-geographischen Institutes. — 1903.
XX Band.
— K, K. Central' Ans tal t fur Meteorologie und Erdma-
gnetismus. Jahrbtichen. Jahrgang 1902. Neue Folge.
Band XXXIX.
— Ergebnisse der Meteorologischen Beobachtungen an
den Landesstationen in Bosnien - Hercegovina. ira
Jahre 1900.
— K. K. Naturhistorischen Hofmuseums. — Annalen.
Band VIIL 1903. N*^ 1, 2-3. - Band IX. 1904. N« 1, 23, 4.
— Vereins zur Verbreitung naturwissenschaftlicher
Kenntnisse, — Vierundvierzigster Band. Vereinsjahr
1903-04.
Wiesbaden — Nassauischen Vereins fur Naturkunde, Jahr*
bucher. Jahrgang 57. 1904,
Digitized by VjOOQIC
228
Zagrebu — Jugoslavenska Akademije Znunosti i Uìnjet-
nosti. — Lietopis za Godinn 1903. 18 Svezak 1904.
— Rad. Knjiga 156. Razredi Hisioricko-Filologióki i
Filosofióko. Juridièki. 61. 1904 - Knjiga 157. 62. 1904.
— Zbornik za Narodni 2ivot i Obiéaje" JuJniu Sia-
vena. Knjiga IX, Svezak 1. 1904.
— Rad. Knjiga 158, 159. Mateinaticko-Prirodoslovni
Razred. 1904.
— Zbornik za Narodni 2ivot i Obiéaje JuJnih Slavena.
Knjiga IX. Svezak 2. 1904.
— Grada za Povijest Knizevnosti Hrvatske. Knjiga 4.
— Codex Diplomaticus Regni Croatiae, Dalmatiae et
Slavoniae. Voi. II. Diplomata Saeculi XII Continens. 1904.
Zagreb — Akademiche Oblastiy Osoblje i Red Predavan-
Ja u KRs Svenòilzhtu Franje Josipa I u Zagrebu. —
U Zimskom Poljecu. 1904/1905. i
— Societas Scientiarum naturalium Croatica, Godina
XVI. Prva Polovina 1904.
— Zagrabia — Sumptibus Academiae Scientiarum et A?'-
tium Slavorum Meridionaliuìn. — Monumenta histo-
rico-juridica. Voi. IX. 1904.
— Hrvatskoga Arheolókkoga Drultva (Società at'cheolo-
gica croata). — Vjesnik-Nove Serije Sveska VII 1903-
1904. Druga Polovina. Urednik Dr. Josip Brunsmid.
— Meteorologischen Observatoriums. — Jahrbuch. Jahr
1902. Jahrg. IL
Digitized by VjOOQ IC
229
3
e. Giornali Seientifiei italiani e stranieri.
Baltimore — American Journal af Mathenvatics. Voi. XXV.
1903. N* 2, 3, 4.
Battle Creek Michigan — Modem Medicine. — Journal of
Physiological Therapeutics. Voi. XIII. 1904. N* 3, 4, 5,
manca,.?, 9, 10, 11, 12. Voi. XIV. 1905. N*» 1, 2.
Chapel Hill N. C. , U. S. A. — EHsha Mitchell Scienti fic So
ciety, — Journal. 1904. Voi. XX. N. 2, 4 - Voi. XXI,
1905. N^ 1.
Coimbra — Journal de Sciencias Mathematicas e Astro
nomicas publicado pelo Dr. F. Gomes Teixeira. Voi, XV
1904. N* 4.
Firenze — Lo Sperimentale - Archivio di Biologia nor
male e patologica, — Anno LVIII. 1904. Fase. 3.. 4, 5,
6. Anno LIX. 1905. Fase. 1, 2.
Genova — - Bollettino di Bibliografia e Storia delle Scienze
Matematiche. Anno VII. Luglio, Agosto e Settembre.
1904. Anno Vili. Gennaio, Febbraio e Marzo. 1905.
Livorno — Periodico di Matematica per l* Insegnamento
Secondario, Anno XIX. 1904/Serie III. Voi. I. Fase. 6.
- Anno XX. 1904. Serie III. Voi. II. Fase. 2, 3, 4. (1905) 5.
— Supplemento. Anno VII. 1904. Fase. 8 9. - Anno Vili.
Fase. 1, 2, 3, (1905) 4, 5, 6, 7.
London — Nature, Voi. 70. (1904). N^ 1806, 1807, 1808. 1809.
1810, 1811, manea, 1813, 1814, 1815, 1816, 1817, 1818, 1819,
1820, manea, 1822, 1823, 1824, 1825, 1826, 1827, 1828, 1829. -
Voi. 71. N*» 1830, 1831, 1832, 1833, 1834, 1835. (1905). 1836,
1837, 1838, 1839, 1840, 1841, 1842, 1843, 1844, 1845, 1846,
1847, 1848, 1849, 1850, 1851. - Voi. 72. N^ 1853, 1854, 1855.
Palermo — Società di Scienze naturali ed Economiche
di Palermo, Giornale. Voi. XXIV. Anno 1904.
Kendiconto 1901>1905 17
Digitized by VjOOQIC
230
Paris — École Polytechnique, Journal. II Serie. 9"* Cahier.
— Journal de Phisique thèorique et appliquèe. Serie IV.
Tome III. 1904. Juin, Juillet, Aout, Septembre, Octobro,
Novembre, Décembre - Tome IV. 1905. Janvier, Février,
(manca Marzo), Aprii.
— La Feuille des Jeunes Naturaltstes. lY^ Sèrie, S^"" An-
née 1904. N*» 405, 406, 407, 408. - 35« Année 1904. N** 409,
410. 1905. N^ 411, 412, 413, 414, 415.
Philadeiphia — Franklin Institute. Journal. Voi. GLVII.
1904. N^ 6 - Voi. CLVIII. 1904. NM, 2, 3, 4, 5. 6. -
Voi. CLIX. 1905. N« 1, 2, 3, 4, 5.
Roma — Gazzetta Chimica Italiana Anno XXXIV 1904
Parte I. Fase. V e VI. - Parte II. Fase. I, II, III, IV
V e VI. — Anno XXXV. 1905. (Parte I). Fase. 1, II, III,
Torino — Giornale della R. Accademia di Medicina, An
no LXVII. 1094, N* 4, 5, 6, 7, 8, 9 e IO, 11 e 12. - An
no LXVIII. 1905. N*» 1-2.
Venezia — Neptunia. Rivista Italiana di Pesca ed Aqui-
coltura. Voi XIX. 1903. N° 24. 1904. N'» 9, 10, 11. -
Voi. XX. 1905, NM, 2, 3, 4.
Wien — Monatshefte fur Mathematik und Physik. XV
Jahrgang. 1904. Vierteljahr 3, 4 - XVI Jahrgang. 1905.
Vierteljahr 1, 2.
Digitized by VjOOQIC
231
D. Pubblicazioni ricevute io omaggio.
Arcidiacono $• — H terremoto di Niscemi del 13 Luglio 1903.
Modena.
— Principali fenomeni eruttivi avvenuti in Sicilia e
nelle isole adiacenti durante Tanno 190J, Modena,
Associazione elettrotecnica italiana ^ KrjploL Nuova si^te^
ma di riscaldamento mediani-^ T elettricità e sue appli-
cazioni industriali e domestiche. Conferenza del Signor
Giuseppe Rostain, 1904. Roma.
Arezzo — La R. Accademia di Arezzo. A Francesco Pe-
trarca nel VI centenario dalla sua nascita. 1904,
Bacchelli Aw. Comm. Giuseppe — Relazione dei Professori
Guido Tizzoni e Gustavo Gasperinì suir Acquedotto di
Bologna 1904.
Baidacci Prof. Antonio — Le esplorazioni botaniche neir Isola
di Creta nei secoli XVI e XV li. 1904. Roma.
— Per una Carta Etnografica Balcanica. 1004. Roma.
— Sulle foreste del Montenegro, dell'Albania e del-
l' Epiro. 1904. Roma.
— L'Hinterland de T Adriatique. 1004, Roma.
— Nel paese del Cem. 1903. Roma,
Bentivenga Dr. A. — Il vago ed il simpatico nella patoge-
nesi della pneumonite sperimentalo. 1805. Roma.
Berlese Dott. Amedeo — Attività delle soluzioni alcoolicbe
di sublimato corrosivo a titolo elevato in alcune mani-
festazioni morbose. 1004. Firenze.
Blakeslee Albert Francis —- Zygospore tbrmation a sexual
process. 1904.
Borredon Cap. Giuseppe ** La grande scoperta del secolo XX.
1904. Napoli.
Capellini Senatore Giovanni — U prolilema ferroviario del
Porto di Genova, Relazione, Parte l*. lOOi» Genova.
ì
Digitized by VjOOQIC
232^
Ceretti Pietro — Saggio circa la ragione logica di tutte le
cose. Voi. V. 1905. Torino (omaggio della Signora Fran-
zosini Ceretti.
Consiglio Dr. M. — Azione di alcune tossine microbiche ed
animali nel regno vegetale. 1898. Palermo. /
— Sulle fibre d'arresto del respiro nel troncò del
vago. 1891. Torino, Palermo.
Congresso Internazionale di Scienze Storiche — Voi. XI. Atti
della Sezione VII. Storia della Filosofia. Storia delle Re-
ligioni. 1904.
Da Schio Sig. Almerico — Dell'Aeronave = Italia = 1905. Schio.
De Casamichele Dr. Giovanni — De Hermocrate Syracuso-
rum Imperatore eiusque rebus gestis Libri quinque.
1904. Torino.
De Cyon Prof. Elie — Les Nerfs du Coeur-Anatomie et Phy-
siologie. 1905. Paris.
— Methodik der physiologischen Experimente und
Vivisectionen. 1876. Giessen.
— Methodik der physiologischen Experimente und
Vivisectionen Atlas.. 1876. Giessen.
— Gesammelte physiologische Arbeiten, 1888. Berlin.
— Beitrage sur Physiologie der Schilddriise und des
Herzens. 1898. Bonn.
Di Pietro Dott. Salvatore — Modo di comportarsi di alcuni
gas (0,002, N,H) iniettati nell'addome di animali vi-
venti e morti. 1902. Palermo.
Enriques Prof. Federigo — Sulle superfìcie algebriche di ge-
nere geometrico zero. 1905. Palermo.
— Sulle superficie algebriche che ammettono un grup-
po continuo di trasformazioni birazionali in sé stesse.
1905. Palermo.
Facoltà di Scienze della R. Università di Roma — Opere Ma-
tematiche di Eugenio Beltrami. Tomo II. 1904.
Finassi Dr. L. — L'assorbimento e T eliminazione dei far-
maci durante r anestesia. 1892. Palermo.
Digitized by VjOOQ IC
233
Foschi Dott. Emanuele — Note intorno alla riforma della
Scuola Italiana.
— Di nuovo intorno alle riforme della Scuola Italiana,
FUrbringer Prof. Max — Untersuchungen der Morphologie
und Systematik der Vogel zugleich ein Beitrag zur A-
natomie der Sttitz-und Bewegungsorgane. I Specieller
Theil 1888. Jena.
— Id. II. Allgemeiner Theil 18SS. Amsterdam.
— ?ur vergleichenden Anatomie des Brustschulterap*
parates und der Schultermuskeln, 190(1. Jena,
— Ueber die Spino^Occipitalen Nerven der Selachier
und Holocephalen und ihre vergliechende Morphologie.
1897. Leipzig.
— Beitrag zur Systematik und Genealogie der Repti-
lien. 1900. Jena.
— Morphologische Streìtfragen. 1. Nervus trochlearìs,
2. Rabrs Metodo und Behandlung der Extremitaten-
frage. 1902. Leipzig.
— Beitrag zur Genealogie und Sisteinatik der Vogel.
1902. Jena.
— Zur vergleichenden Anatomie des Brust^chulterap-
parates und der Schultermuskeln. 1902. Jena.
— Notiz iiber oberflachliche Knorpelelemente im Kie-
menskelet der Rochen (Extraseptalia), zuglieich nach
von J. Ed StumpfF gemachten Beobachtungen. 1903.
Leipzig.
— Cari Gegenbaur. 1903. Heidelberg.
— Zur Frage der Abstammungder Saugctiere. Teil L
1904. Jena.
— Zur Frage der Abstammung der Siiugctiere, Teil IL
1904. Jena.
Gaudry Prof. Albert — Fossiles de Patagonia. Dentition de
quelques mammifères. 1904.
Goppeisroeder Prof. Friedrich — Studien iiber die Anwen-
dung der Capillaranalyse. 1904. Basel.
Grenander S. — Les varìations annuelles de la temperature
dans le lacs suèdois.
Digitized by VjOOQIC
234
Guébhard Prof. Adrien ~ Notes sur tes Alpes-Maritiines.
XII^XVII. 1901. Paris,
— Sur une expórieace du professeur Tito Martini re-
produisant expérimentalement certains phénomènes éru-
ptifs du volqanisme. 1902. Paris.
— Les Préalpes Maritimes. I Excursions Géologiques.
1904. Paris.
— Fouilles et Glanestumulaires aux environs de Saint-
Vallier-de-Thiey. 1904. Le Mans.
— Sur un mode nouveau d'in version photographique.
1904. Paris.
-— Un mode nouveau d' inversion photographique. 1904.
Paris.
— Notes Psychiques. 1905. Paris.
GUnther Prof. Sigismondo — Frammenti concerneuti la Geo-
fisica dei pressi di Roma. Omaggio alla memoria di Fi-
lippo Keller. 1904. Spoleto.
Hoepii Gomm. Enrico — Opere Matematiche di Francesco
Brioschi. Tomo III. 1904. Milauo.
insegnanti dell'Istituto Agrario di Scandicci Indice bi
biiografico delle Pubblicazioni scientifiche del Conte
Prof. Napoleone Passerini. Firenze. 1904
Janet Prof. Charles — Sur le nids de la Vespa crabro, Ordre
d'apparition des premiers alvéoles. 1894. Paris.
-- Sur le Muscles des Fourmis, des Guépes et des
Abeilles. 1895, Paris.
— Sur la Vespa crabro L., Ponte, Conservation de
la chaleur dans le nid. 1895. Paris.
— Anatomie du Gaster de la Myrmica Rubra. 1902.
Paris.
— Observations sur les Guéps. 1903. Paris.
— Observations sur les Fourmis. 1904. Paris.
— Observations sur les Frélons. Paris,
Kttlliker Prof. Alberto — Ueber die Entwickelung Nerven-
fasern. 1904.
— Erinnerungen aus meinem Leben. 1899. Leipzig.
Lapponi Prof. Gomm. Giuseppe — in memoria del Prof. Mons.
Francesco Regnani. 1905. Roma.
Digitized by VjOOQIC
235
Lobest Max, Habets Alfred et Forir Henri — La Geologie e la
reconnaissance du Terrain Houiller du Nord de la Bel-
gique. 1904. Liege.
Marcacci Prof. Arturo — La legge della ineccìtabilità car-
diaca.
— Comunicazione preventiva sulla distribuzione delle
radici motrici nei muscoli degli arti. 1881. Firenze.
— Influenza del Ramus lingualis trigemini sulla for-
mazione della linfa nella lingua. 1883. Firenze.
— Suir innervazione dello stomaco nella rana. 1885.
Pisa.
— Azione fisiologica della cinconamina. 1887.
— Il significato fisiologico dell'intestino cieco. 1888.
Perugia.
— La presenza di saccarosio noi semi dei cereali. 1889.
Pisa.
— Trasmissione di senso attraverso conduttori di moto.
1889. Pisa.
— La formazione e la trasformazione degP idrati di
carbonio nelle piante e negli animali. 1890. Pisa.
— Sui prodotti della trasformazione dell'amido. 1890.
Pisa.
— Sul meccanismo della morte per ossido di carbonio.
1892. Palermo.
— Le opere medico-fisiche di Simone Corleo ed il suo
sistema di filosofia universale. 1892. Palermo.
— Il meccanismo della morte nell'avvelenamento per
ossido di carbonio. 1892. Pisa.
— Influence du mouvement sur le développment des
oeufs de poule. 1893.
— L' ossido de carbone au point de vue pharmacolo-
gique. 1893. Torino.
— L'ossido di carbonio dal punto di vista farmacolo-
gico. 1893. Palermo.
— L'asfissia negli animali a sangue freddo. 1893. Pisa.
— Les rapports des organes de la respiration et de
la natatìon chez les pulmonés aquatiques. 1894. Torino.
— La formazione e la trasformazione degl' idrati di
carbonio nelle piante (Rivendicazione). 1894. Piss^.
Digitized by VjOOQ IC
236
— Studio comparativo di alcuni alcaloidi nel!' oscu-
rità e alla luce. 1895. Pisa.
— Il concetto di individualità nella determinazione
delle leggi della vita. Discorso. 1898. Palermo.
— Sul contegno dell* idrogeno e dell' ossigeno in pre-
senza dell'acqua. 1902.
— Modificazioni delle atmosfère di idrogeno e di azoto
mantenute a lungo sull'acqua. .1903. Palermo.
IHIarr Bernhard — Die Symbolik der Lunjation. 1905. ^
Martinez Solórzano Manuel Direttore del Museo Mìchoacano
(Mexico) — Relacion de las cerimonias y Ritos y Po-
blacion y Gobernacion de los Indios de la Provincia de
Mechuagan. Morelia 1904.
Mori Alberto — Ricerche sulla respirazione delle piante
verdi all'oscuro e alla luce sotto l'azione degli aneste-
tici. 1890. Perugia.
Neumann Signora Luise — Franz Neumann. 1904. Leipzig.
Pagano Dr. Giuseppe — Sulle vie associative periferiche del
nervo ottico. 1896. Palermo.
— Études sur la fonction du cervelet. 1902. Torino.
Passerini Prof. Napoleone — Sopra l'olio delle mandorle delle
olive. 1904. Firenze.
— Sopra la bronco-polmonite verminosa della lepre.
1904. Firenze.
— Sopra la sterilizzazione dei mosti mediante i solfiti
in rapporto coli' uso dei fermenti selezionati. 1904 Firenze.
— Sui danni prodotti alle piante dal ghiacciato dei
giorni 19 e 20 Aprile 1903. Firenze.
— Sulla produttività del grano a differenti latitudini.
1904. Firenze.
— Influenza della irrigazione orli va sulla composizione
del mosto e sopra la produzione delle viti. 1904 Firenze.
— Analisi di un campione di guano di pesci di Norvegia.
1904. Firenze.
~ Sopra la « rogna » del Nerium Oleander L. 1904.
Firenze. '
— Sopra la ripartizione del manganese nelle diverse
parti della pianta del Lupinus albus L. 1904. Firenze.
Digitized by VjOOQIC
237
R. Unlversiià di Genova - Atti. voi. XViil. 1904.
Sacco D.r Federico — ] molluschi dei terreni terziari del
Piemonte e della Liguria. 1904. Torino.
Schuyten Dott. M. C. — Over de Omzetting van Zwavel in
Ijzer. 1904. Antwerpen.
Società Cattolica Italiana per gli studi scientifici — Anno 1904.
N" 6, 7, 8, 9. 10, 11 e 12. Anno 1905. N* 1, 3.
— Rivista fisica, matematica e Scienze naturali. Anno
5^. 1904. N* 60. Pisa. .
Spallitta Dr. Francesco e Tomasini S. — Riflessi vaso-motori
per azione del freddo. 1893. Palermo.
Spallitta — Influenza del vago e del simpatico sopra 4 mo-
vimenti della respirazione. 1891. Torino, Palermo.
— Sopra un metodo di sutura intestinale, 1892. Napoli.
— Riflessi vaso motori per azione del freddo. 1893.
Palermo.
Spallitta e Consiglio M. — L* azione di alcuni farmaci sui
vasi paralitici. 1897. Palermo.
Stampini Ettore .— inventario dei Codici superstiti greci e
latini antichi della Biblioteca Nazionale di Torino. 1904.
Station Franco-Scandinave de Sondages aériens a Hald 1902-
1903. — Travaux. Viborg, Danmark. 1904.
ladini Antonio — Notizie biografiche sul D.r Francesco Ta-
dini. 1904. Novara.
Tarulli Luigi — Ricerche comparative sull'azione di alcuni
veleni delle glandole salivari. 1888. Napoli.
Todaro Sen. Prof. Francesco — Ricerche fatte nel Labora-
torio di Anatomia Normale della R. Università di Roma
ed in altri Laboratori Biologici. Voi. X, 1904. Fase. 2,
3. Roma.
Tomasini Salvatore ed Arcoleo Eugenio — Sulla filtrazione
della cornea. 1891. Torino, Palermo.
Tomsen Prof. Julius — Termokemiske Resultater. 1905. Ko-
benhavn.
Rendiconto 1904-1905 18
Digitized by VjOOQIC
p
t?
B
<-''/':
m-
^^p^v.'
K!-"
W'
II
fk:-'
^K'\ .
Ep ■
^K'-T^'^ '
p!;.;
K-^' ■
p:- •
P' ■
P-
g38
Torre Conte di Ci^rara Prof. Oav. AobJUe — Il pensiero fi-
losofico di Giovanni Caroli, modenese.
Toti Prof. A. — La Dacriocistorinostomia come cura radicale
conservatrice delle suppurazioni croniche e delle fistole
del sacco lacrimale. Risultati ottenuti nei primi sette
operati. 1904. Firenze.
Un socio delia Dante Aligliieri — Oltre tomba sulle orme di
Dante. 1904.
Valle di Pompei — Il Rosario e la Nuova Pompei. Anno XXI.
1904. Quad. VII, Vili, IX, X, XI, XII. - Anno XXII 1904-
Quad. MMII, IV-V-VL '
— Periodico semestrale a vantaggio dell'opera pei fi-
gli-dei carcerati. Anno XIV. 1904. N** 2.
Calendario del Santuario di Pompei 1905.
Veronese Sen. Prof. Giuseppe — La Laguna dì Venezia.
Vinassa de Regny Prof. Paolo — Rivista Italiana di Paleon-
tologia. Anno X. 1904. Fase. 3^ e 4" - Anno XL 1905.
Fase. 1, 2. Perugia.
Vitali Prof. Dioscoride — Discorso pronunciato il 25 Settem-
bre 1904 a Pragatto nella inaugurazione del Monumento
in onore di Faustino Malaguti 1904.
Waldeyer Prof. Guglielmo — Bemerkungen iiber Gruben, Ka-
nale und einige andere Besonderheiten am KOrper des
Grundbeins (Os basilare). 1904.
— Remarques sur l'anatomie de Pécaille de Toccipital.
1904.
— Wilhelm His. Necrolog. Leipzig. 1904.
^KìT^g^lP^::?^
Digitized by VjOOQIC
239
Indice del Volume
Elenoo degli Aooademioi
Accademici UfiBciali. .*....•' Pag. iii
» Benedettini » iv
» Onorari » rt
» Corrispondenti nazionali » xii
» » » per effetto dell' articolo
XIII del Regolamento » xiii
» Corrispondenti esteri » ivi
» defunti nel 1904 » xv
Iietture soientiflohe
FoRNAsiNi Dott. Cablo — Illustrazione di specie Orbignyane
di milioidi istituite nel 1826 (titolo solo) ...... Pag. 3
ENRIQUES Prof. Frderigo — Sulla proprietà caratteristica
delle superficie algebriche irregolari * 5
GiAMiciAN Prof. Giacomo — Intorno alle moderne teorie sui
legami doppi e le formolo di struttura del pirrolo . . » f3
Emery Pjof. Carlo ^ Le forme paleartiche di Camponotus
maculiitu» F. » 27
Vitali Prof. Dioscoride — Contributo allo studio chimico-
tossicologico dell' idrazina (sunto) , » 44
Tizzoni Prof. Guido e Panichi Dott. Luigi — Sulla perma-
nenza dello pneumococco del Frank e 1 nel sangue de-
gl' individui guariti di polmonite fibrinosa (titolo) . . » 47
Digitized by VjOOQIC
240
BALnACcr Prof. Antonio — La vegetazione autunnale della
Yolovica (Montenegro) in rapporto air influenza della bòra. Pag 47
Capellini Senatore Giovanni — Balene fossili Toscane III*
Idiocetus Guicciardini (titolo) » 49
Majocghi Prof. Domenico — Purpura annularis teleangiecto-
des (titolo). Parte 2* » 51
Rajna Prof. Michele — Tavole per calcolare il nascere e
tramontare della Luna a Bologna e per ridurre il na-
scere e tramontare del Sole e della Luna da Bologna
a un altro luogo qualunque d' Italia (titolo) » 53
Idem — SuU'Ecclisse solare del 30 Agosto 1905 .... » ivi
Valenti Prof. Giulio — Sulla comparsa dei peli in varie
parti del corpo nell'embrione umano ........ » 57
Ganevazzi Prof. Silvio — Sulla determinazione dell'asse
neutro o di rotazione nelle sezioni trasversali di un so-
lido in muratura, simmetrico rispetto ad un piano as-
siale e sollecitato da forze agenti sul piano di simme-
tria (sunto). » 61
Pincheule Prof. Salvatore - Studio sopra un teorema del
Poincaré relativo alle equazioni ricorrenti .... » 63
Tizzoni Prof. Guido e Dott. Bongiovanni — L'azione dei
raggi del radio sul virus rabido in vitro e nell' animale. » 88
Emery Prof. Carlo — Revisione delle specie del genere
Atta appartenenti ai sottogeneri Moellerius e Acromyr-
mex (sunto) » 91
CoLucci Prof. Vincenzo — Contributo alla Patologia dell' E-
pitelioma cancroide (sunto) » 92
Donati Prof. Luigi — Diagramma generale per trasforma-
matori a correnti alternative e per motori asincroni po-
lifasi (sunto) » 100
Arzelà Prof. Cesare — Sulle funzioni di due variabili a
variazione limitata » ivi
Delfino Prof. Federigo — Applicazione di nuovi criteri per
la classificazione delle piante. Memoria 7* (sunto). . . » 107
Righi Sen. Prof. Augusto — Sulle cariche elettriche acqui-
state dai corpi colpiti dai raggi del radio (sunto) . . » 109
Novi Prof. Ivo — Sulla diagnosi istologica della rabbia
(sunto) > 110
MoRiNi Prof. Fausto — Osservazioni sulla vita e sul paras-
sitismo di alcnne specie di Piptocephalis (sunto) . » 111
Digitized by VjOOQIC
241
RuFFiNi Prof. Ferdinando Paolo — Del moto di un punto
che obbligato a rimanere in una data superficie debba
percorrere con una velocità prestabilita una linea data. Pag. 146
Albertoni Prof. Pietro — Sulla diffusione degli zuccheri
nell'organismo (sunto) » 156
Tizzoni Prof. Guido e Dott. A. Dongiovanni — La cura della
rabbia coi raggi del radio. 2* Comunicazione preventiva. » 157
Hajna Prof. Michele — Osservazioni meteorologiche fatte
durante l'anno 1904 nell'Osservatorio della R. Univer-
sità di Bologna (titolo) » 164
Brazzola Prof. Floriano — Significato dei batteri termofili,
di quelli della putrefazione e del gruppo coli, nell'esame
batteriologico delle acque (sunto) » ivi
Ghigi Prof. Alessandro — Revisione e specie nuove del
genere Guttera Wagler (sunto) » 166
Martinotti Prof. Giovanni — La cultura del bacillo tuber-
colare sui substrati colorati » ivi
GuARDucci Prof. Federigo — La Meridiana del Tempio di
8. Petronio riveduta nel 1904 (titolo) » 171
SiMONELLi Prof. Vittorio — Intorno alcune singolari pa-
leoicniti del Flysch appenninico (titolo) .:.... » ivi
Gavazzi Prof. Alfredo — Sulla variazione di volume pro-
dotta da alcuni sali, allorché cristallizzano nelle loro so-
luzioni soprassature » 172
GiAGOMiNi Prof. Ercole — Contributo alla conoscenza del
sistema delle capsule surrenali dei Teleostei. Sulla so-
stanza midollare (organi soprarenali o tessuto cromaf-
fine) di Amiurus catus L » 183
Nomine aooademiohe
Nomina del Prof Silvio Canevazzi ad Accademico Onorario
nella Sezione di Sciènze Fisiche e Matematiche . . . Pag. 191
Nomina del Prof. Torquato Taramelli ad Accademico Cor-
iHspondente nazionale nella Sezione di Scienze Naturali. » 192
Nomina del Prof. Arturo Marc acci ad Accademico Coi^H-
spondente nazionale nella Sezione di Medicina e Chirurgia. » ivi
Nomina del Prof. Enrico Becquerel ad Accademico Corn-
spondente estero nella Sezione di Scienze Fisiche e Ma-
tematiche • . . . » ivi
Digitized by VjOQQIC
242
Nomina dei Prof/' William Ramsay e AuGuafPO Wbiwianu
ad Accademici Corrispondenti esteri nella Sezione di
Scienze Naturali , . Pag. 192
Nomina dei Prof." Filippo Giuseppe Pik, Max Fùrbrinoer,
JuLES Glermont ed Elie De Gyon ad Accademici Corri-
spondenti esten nella Sezione di Medicina e Chirurgia. » ivi
Nomina del vice-segretario Prof. Cesare Arzbla a Membro
delia Commissione dei cambi » ivi
Onoranze
Per il Prof. Faustino Malaguti Pag. 2
Per r Accademico Benedettino Prof. Augusto Righi nomi-
nato Senatore ; ... » 75
Per il Prof. Antonio Fais ì • • » i09
Parteoipaxione di morte
CocGONi Prof. Girolamo, Accademico BenedettiiM) .... Pag. 1
ViLLARi Prof. Emilio, Accademico Benedettino » ivi
Crevatin Prof. Francesco, Accademico Onorario .... » ivi
NicoLucci Prof. Giustiniano, Accademico Corrispondente na-
zionale » ivi
Philippi Prof. Armando Rodolfo, Accademico Corrispon-
dente estero » ivi
TPrzEAu Prof. Armando Ippolito, Accademico Corrispondente
estero » 2
Tacchini Prof. Ptetro, Accademico Corrispondente Nazio-
nale » 63
Delpino Prof. Federico, Accademico Benedettino .... » i09
Commemoragioni
Il Prof. Comm. Emilio Villari commemorato dal Prof.
Sen. Augusto Righi .... Pag. 2
Il Prof. Comm. Girolamo Cocconi commemorato dal Pro-
fessor Floriano Brazzola » » 75
Il Prof. Pietro Tacchini commemorato dal Prof. Michele
Rajna » 81
Il Prof. Francesco Crevatin commemorato dal Prof. Er-
coleGiacomini » 97
Il Prof. Federico Delpino commemorato dal Prof. Fausto
Merini » 113
Digitized by VjOOQIC
243
Presentazione dei bilanci
Presentazione dei bilanci dell' Accademia, dell'eredità Pai-
cani e del legato Aldini Pag. 108
Giunta di Amministrazione
Deliberazione sull'invio del Rendiconto Pag. 45
Conoorso Aldini
Programma del Concorso libero al premio Aldini sul Gal-
vanismo pel biennio 1905-1907 Pag. 193
Albo Aooademioo
Registro dei giorni delle Adunanze Scientifiche e dei lettori
per Tanno Accademico 1905-1906 Pag. 195
Elenoo delle pnbblioaxioni
ricevute in oambio o in dono
A. Pubblicazioni ricevute da Accademie, Società scientifi-
che ed altri Istituti nazionali, dai Ministeri e da altri
Uffici del Regno Pag. 196
B. Pubblicazioni ricevute da Accademie, Società scientifi-
che. Istituti e Governi esteri » 203
C Giornali scientifici italiani e stranieri » 229
D. Pubblicazioni ricevute in omaggio » 231
Digitized by VjOOQIC
Digitized by
Google
Martinòtti Prof. GiovAi<m — La cultura, àel bacillo tuber*
mlare sui substrati colorati . . . : . : . . . . .Pag. 166
GcARDucci EVof. Fbdkrigo —- La Meridiana del Te'mpio di
S,Potronio rrveduta nel- 4904 (titolo) . . . . . . . » 171
SiMDNELLi Prof. yiTTORio — Intomo alcune singolari pa-
leoicniti del Flysch appenninico (titolo) . : » ivi
Gavazzi Prof. Alfredo — Sulla variazione di volume pro-
dotta da alcuni sali, allorcbè cristallizzano nelle loro so-;
luzioni soprassature. . » Mi
Giacobini ProJ. Ergo|.e — Contributo alla conoscenza, del
sistema delle capsule, surrenali dei Teleostei Sulla so-
stanza midollare (organi soprarenali o tessuto cromaf-
fine) di Amiurus catus L. . . * . . . . . . . » 183
nomine aòoademlolie
Nomina del Prof Silvio Gankvazzi a.à Accadeimeo Onorario
' nella Sezione di Scienze Fisiche e Matematiche . . . Pag. 191
Komina del Prof: Torquato TAHASELtr ad Accademico Coì"-
nspòridente nazionale nella Sezione di Scienze Naturali. » 192
Nomina del Prof. Arturo Mahgacci ad Accademtcd Corn-
^pofid^n^e nasConafe nella Sezione di Medicina e Chirurgia. » ivi
Nomina del Prof. Enrico Becquerel ad Accademia Collii-
spandente estero nella Sezione di Scienza Fisiche e Ma-
tematiche .,....,.-... » ivi
Nomina d«i Prof/' Williaìi Ramsay e Augusto Wbismann
ad Accademici Coirispondotiti esteH nella Sezióne di
Scienze Naturali. .....;... . » 192
Nomina dei Prof.'"' Filippo Giuseppe Pik, Max Fììrbringer,
JuLES GuRMONT cd Élib De Gvon ad Accademici Cot^iH-
spondenti estcH nella Sezione di Medicina e Chirurgia. » ivi
Nomina del vice-segretario Prof. Cesare Arzela, a Membro
della Commissione dei cambi . . . , . . . . . . )> ivi
Onoranze
Per il Prof. Antonio Fais ........... . Pag. 109
Partecipazione di morte
Dblpino Prof. Federico, Accademico Benedettino ... . Pag. 109
Digitized by VjOOQ IC
Oommeiiiorasioiii
11 Prof. Francesco Cbevatin commemorato dal Prof. Er-
cole Giacomi ni ,. • .. Pag. 97
Il Prof. Federico Delpino commemorato dal Prof. Fausto
Morini » 413
FreMataxioiM d«i bllanol
Presentazione dei bilanci dell'Accademia, dell'eredità Pai-
cani e del legato Aldini Pag. 408
Oonoorvo AlAini
Programma del Concorso libero al premio Aldini sul Gal-
vanismo pel biennio 1905-4907 Pag. 193
Albo AooaAemioo
Registro dei giorni delle Adunanze Scientifiche e dei lettori
per Tanno Accademico 1905-1906 Pag. 195
Elenco delle pabblioaxioni
rioevute in oambio o in dono
A. Pubblicazioni ricevute da Accademie, Società scientifi-
che ed altri Istituti nazionali, dai Ministeri e da altri
Uffici del Regno Pag. 196
B. Pubblicasi ioni ricevute da Accademie, Società scientifi-
che. Istituti e Governi esteri .......... » 203
C. Giornali scientifici italiani e stranieri * 229
D. Pubblicazioni rìccMite in omaggio ........ * 231
Indice del Volume . » 239
Digitized by VjOOQIC
Digitized by
Google
Digitized by
Google