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RIVISTA OMIOPATICA
ANNO XXXII.
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P-IVIST-A.
OMIOPATICA
DIRETTA
DAL DOTTORE G. POMPILI
« Similia similibus curantur. »
« Quando trattasi di un’ arte
salyatrice dolla vita, trascurare
di conoscere e delitto. »
Hahnemann.
VOLUME XXXII.
ROMA
PRESSO LA. DIREZIONE DEL GiORNALE
5 Piazza delle cliiavi d'oro 5
MILANO i NAPOLI | TORINO
Fratelli.Dumolard . i « Libreria Detken » I Fratelli Bocca
1886
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RIVISTA OMIOPATICA
Anno XXXII LUGLIO 1886. Numero 1.
SOCIETA HAHNEMANNIANA ITALIANA
SOTTO L’ ALTO PATRONATO
DI SUA ALTEZZA REALE IL DUCA DI PARMA
Anno III* — 1885*
Nel giorno 16 del decorso Giugno, in modo tutto
privato aveva luogo secondo il solito qul in Roma la riu-
nione annuale della Society Hahnemanniana Italians.
Si voile innanzi tutto far lieta l’adunanza colla par-
tecipazione di un felice avvenimento per la nostra Socie¬
ty ch’ebbe l’onore ed il vantaggio di acquistare l’alto pa-
tronato di S. A. R. il Duca di Parma, protettore intelli-
gente e generoso della buona Omiopatia. Continuando E-
gli le sapienti tradizioni della sua nobilissima famiglia che
fra le regnanti d’ltalia accoglieva giA. da oltre mezzo se-
colo, fino ciob da suoi primordj fra noi, la benefica me-
dicina donata al mondo dal genio di Samuele Hahne¬
mann (1), ed avendo di quests bevute col latte le salu-
tari verity per opera di quella gran donna che gli fu
madre (2), ebbe sempre a cuore di proseguirle di affe-
(4) Carlo Lodovico Duca di Lucca, avo di S. A. R. il Duca di Parma, nu-
tri per tutta la vita grande amore all’omiopatia, ed ebbe sempre alia suacorte
medici omiopatici valenti. Uno di questi fu il Dott. Cav. Centamori, — il Ne-
store degli Omiopatici italiani — nostro dilettissimo amico, cultore sempre fer-
vente delle dottrine Hahnemanniane, e del cui nome si pregia puranco la no¬
stra Society.
(2) La duchessa Luigia Maria di Parma, sorella del Conte di Chambord, fu
pure magnanima fautrice della Omiopatia, ed ebbe sempre seco un medico o-
miopatico. Essa inoltre, con delicato e sapiente amore del suo popolo, faceva
aprire nella luttuosa invasione del colera in Parma, 1* anno 4855, un* ospedale
omiopatico a vantaggio di coloro cui fosse piaciuto di esser curati colla benefica
medicina di Hahnemann. Esempio degnissimo di imitazione, ma non ancora imitato!
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RIVISTA OMIOPATICA.
zione e di prolezione, valendosi per se e pe’ suoi, in o-
gni caso d’infermit&, del loro potente aiuto, ed accoglien-
done ognora nella sua Corte con mente illuminata i cul-
tori. Ed ora ne fornisce argomento novello d’ intelletto
amoroso per la causa del vero e dell’umana salute, com-
piacendosi di onorare della sua benevolenza la nostra So¬
ciety, accettando di esserne il Mecenate, e facendole il
belVassegno annuale di lire mille.
Superfluo il dire quanto tutti i membri presenti e-
sprimessero di affetto e di gratitudine per 1’ augusto do-
natore.
Qul facciamo ora seguire i nomi di tutti i membri
componenti la Society con le rispettive somme da ognuno
contribuite pel 1885 — anno 3.° di esistenza della me-
desima.
Medici
DtfTT.
S. Fbiscia, Presidente . .
Lire
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»
A. Mattoli, Consignere . .
»
10
L. Beetoldi, Consigliere .....
»
10
»
G. Pompili, Segretario-Cassieve ....
»
10
»
F. Belluomini, in Firenze .
»
00
»
G. G. Bruni, in Milano .
»
10
»
S. Wonneb, dimorante a Montevideo .
»
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»
F. Gil Ortega, in Pianore .
10
»
P. D. M. C.
»
10
»
T. Baldelli, in Firenze .
»
10
»
G. Seoondari, in Roma .
»
10
Cultori
Conte Gherardo Freschi in S. Vito al Tagliamento
y>
10
Gaetano Ambrosioni in Oenova. . .
»
10
Fra Alessandro Puccinelli Agostiniano in Lucca .
10
Don Angelo Pellegrino in Cava dei Tirreni .
>>
10
Nicol6 Magro in Siculiana . . .
»
10
Fra Valerio Lux dei Fatebenefratelli in Roma .
»
10
Somma e segue
»
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RIVISTA OMIOPATIOA.
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Patron!
Riporto Lire
Sua Altezza Re ale il Duoa di Parma. . . . »
Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Raffaele Mo¬
naco Lavalletta. . . »
Cav. Dott. Settimio Centamori in Roma. . . . »
Marches© Alessandro Flori in Firenze . . . . »
Cav, Simeone Krekich I. R. Consigliere in Zara . . »
Signor Clemente Falsi hi in Roma . . . . . »
Signor Ippolito Ce9arini Romaldi in Corioaldo . . »
Cav. Ing. Giuseppe Cesarini in Roma . . . . »
Signor S. G. D. G. in Napoli . . . . . . »
Signor Giacinto Floridi in Guarcino . . . . »
Miss Th. A Roberts in Firenze . . . . »
Reverendissimo P. Pietro Semenenko, General© dell’ Or-
dine della Risurrezione in Roma . . . . »
Marchese Angelo Vitelleschi in Roma . . . . »
Cav. Camillo Onesti in Roma. . . . . »
Conte M. A. in Roma . . . . . . ' . »
Signor Gaetano Cicci in Roma . . . . . »
Signor Antonio Bonasi in Roma . . . . . »
Conte Alfonso Moroni, Guardia nobile di S. S. in Roma » *
Principessa Carolina Wittgenstein in Roma ...»
Monsignor Gaetano de Ruggero in Roma . . . »
Signora Caterina Farnese Salvati in Roma ...»
Signor Edoardo Porena in Roma . . . . . »
Signor Filippo Apolloni in Roma . . . . »
Signor Giuseppe Camploy in Venezia »
Reverendissimo P. Francesco Cirino, Generale dell’ Or-
# dine dei Teatini in Roma.»
Cav. Ing. DomeniGO Cartoni in Roma . . . . »
Signor Giovanni Politi in Roma . . . . . »
Signor Giuseppe Garibaldi in Roma . . . . »
Signori Fratelli Salvatore e CamilloXJartoni in Roma . »
Signor Costantino Sneider in Roma . . . . »
Signor Enrico Bombelli in Roma.»
Signor Costantino Bravi in Roma . . . . . »
Signor Ing. Enrico Livoni in Roma . . . . »
Donna Paolina dei Principi Ruspoli in Roma . . »
Signor Avv. Michele Sirani in Roma . . . . »
Signor Filippo de Worsan in Roma. . . . . »
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Somma e segue » 1510
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RIVISTA OMIOPATICA.
Riporto Lire 1510
Signor Basilio Lubrani in Roma . , . . » 10
Signor Adamo Fantuzzi in Roma . . . . . . » 10
Signor D. Benedetto Costantini in Roma . . . » 10
Signor L. M. in Roma . . . . . . » 10
Signor Avv. Casimiro Guglielmotti in Roma.* . . » 10
Signor Giovanni Antonio Vanni in Roma ...» 10
Signora Ortensia Grazia in Roma . . . . ’ . » 10
Signora Marianna e Luigia sorelle Belli in Roma. . » 10
Signor Giuseppe Toescbi in 'Roma. . . . » 10
Signora Marianna Michelini in Roma . . ' . » 10
Signor Filippo Belli in Roma.» 10
Marchese Perolo Monaldi in Perugia . . . . » 10
Signor Augusto Lari in Lucca . . . . . » 10
Commendator Ottavio Venusio dei Marchesi di Turi in
Napoli.» 10
P. D. Silvano dei Marchesi di Stefauo, Benedettino in
Cava dei Tirreni . . . .... . » 10
Cav. Antonio Oddone in Aquila.» 10
Qnestua animate
Conte Gherardo Freschi .
Conte M. A.
Signor Clemente Falsini .
Cav. Ing. Giuseppe Cesarini
Cav. Gabrielle Cavazzi .
Fra Alessandro Puccinelli.
Dott. Saverio Friscia
Dott. Attilio Mattoli
Dott. G. Pompili
Totale Lire 1760
» 10
» 10
» 10
» 10
» 10
» 10
» 10
» 10
Relativamente al decorso anno 3° della SocietaHahne-
manniana, il segretario-cassiere Dott. G. Pompili leggeva
la seguente relazione.
Preghatissimi Colleghi,
Dal sottopostovi elenco, portante i nomi e le contri-
buzioni dei membri tutti della nostra Societa, risulta che
le somme incassate pel 1885, anno 3.° di sua esistenza,
Digiti )y LjO He
RIVISTA OMIOPATICA.
9
furono nella cifra di L. 1760. Le spese di stampa e di
esazione per detto anno, come dalle annesse ricevute, fu¬
rono in L. 60, 50; onde, detratte queste, risulta l’introito
netto per l’anno 1885 in L. 1699, 50. Le quali, aggiunte
alle L; 1756, 50 che avevamo in cassa al finire dell’anno
precedente, portano fino al di d’ oggi il capitale della
nostra Society a L. 3456; senza calcolare per ora ci6 che
in piu a questa somma si b venuto e si viene mano mano
aggiungendo dal fruttato relativo.
II nostro fondo sociale 6 ancora ben tenue, ma ab-
biamo fiducia che successivamente si venga esso accre*
scendo per le contribuzioni e doni degli amici dell’Omio-
patia. Del resto, mentre noi ci adoperiamo al suo aumento,
la cosa che sopra tutte ne sta a cuore, come quella che
dee formare l’onore e la forza della nostra Societa, b la
conservazione e la diffusione della vera Omiopatia quale*
fa stabilita e insegnata da Hahnemann; poichb in essa
sola si accoglie la piu pura verity, ed essa sola pub dar-
ci quei grandi risultati che debbono conciliarle il rispetto
e la conversions degli inimici, l’adesione dei dissidenti
e dei tiepidi, ed in ultimo le convinzioni ed il favore del
pubblico: cose tutte indispensabili al suo progresso ed al
suo trionfo. L’obbiettivo primario della Society Hahneman-
niana b questo, — obbiettivo altamente scientifico e u-
manitario ad un tempo, e pel quale unicamente essa eb-
be vita e vivrb.
Alcuni fra i nostri patroni ci chiedono: « cosa si
farb della somma che veniamo raccogliendo ? » Dessa b
ancora troppo piccola per potervi basar sopra talun effi-
cace proposito. D’altronde fu gib, fissato ed b espresso ne-
gli Statuti della nostra Societa che il capitale di cui la
medesima sarebbesi trovata in possesso avrebbe servito
« per dar mano a quell'opera che torni piu acconcia at
bisogni ed alia diffusione della vera Omiopatia in Italia. »
Ci6 segna in modo generale l’intento che ci proponem-
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RIVISTA OMIOPATICA.
mo. Dipendera dal buon volere e dalla generosity degli
amici della Omiopatia l’affrettare il tempo in cui ad es-
sa ne sia dato erigere in Italia quel monumento che la
faccia meglio conoscere e ne faccia apprezzare e godere
al pubblico gl’incommensurabili beneficj.
Ma anche prima che cio avvenga spetteri intanto
alia Societa nostra T onore di aver contribuito alia fon-
dazione di un piccolo ospedale omiopatico, — fondazione
che, a tenore di quanto venne annunziato nella nostra
riunione del decorso anno, fu decisa da un benemerito
concittadino italiano, amatore caldissimo e intelligente dalle
verita Hahnemanniane. Al quale proposito godiamo anti-
cipare ch’egli assegnava gia a tale nobilissimo scopo la
somma conveniente, stabilendo che un medico della nostra
Society, debba essere il direltore curante del clinico sta-
•bilimento; e non havvi che una circostanza, sulla quale
delicati riguardi ne comandano il silenzio, che ne fara dif—
ferire solo di alquanto 1’ attuazione di questa casa di sa¬
lute. Avremo indi subilo il modo di mostrare col fatto
ci6 che possono in confronto della omiopatia bastarda,
che mal si appella Omiopatia, i grandi e conculcatf in-
segnamenti dell 'Organo.
Dopo questa piu esplicita e consolante partecipazio-
ne debbo ora, egregi collegbi, esprimervi il dolore che
son certo dividerete con me per la perdita del nostro a-
bilissimo e stimato presidente Dott. Saverio Friscia. Mente
acuta e lucidissima, fino da quando seguiva il corso me¬
dico all’universita di Palermo rimase egli nauseato e a-
borrente da quel cumulo di false dottrine che l’allopatia
insegna; ed ebbe pentimento di essersi dato alio studio
della medicina, quando una buona vehtura lo porto a co-
nosoer VOrgano e le altre opere di Hahnemann* E allora
disse: quivi e la verity, questa voglio seguire, e ad essa
d’ ora innanzi saranno devoti i miei studi, le mie fatiche.
E cost fece, rimanendo sempre fermo nelle convinzioni
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RIVISTA 0MI0PAT1CA.
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acquistate, coriservandosi invariabilmente nella via trac-
ciata dal Maestro, e nulla volendo aver di comune coi
bastardi, coi corruttori della Omiopatia ch’ ei soleva as-
pramente stimmatizzare. Nb le sue erano vane parole: i
fatti stavano la a confermarle. Fra i quali fatti importa
soprattutto che non sia dimenticato quello della stupenda
guarigione che otteneva sopra se stesso lorquando venne
ad affliggerlo una carie degli ossi del terzo inferiore del-
l’avatnbraccio presso il polso. Trovavasi egli allora a Pa-
rigi, in quei 10 anni fra il 1850, e il 1860, duranti i
quali esercitb splendidamente Omiopatia nella capitale
della Francia. Gli amici e quanti s’interessavano alia sua
salute riputavano indispensabile l’amputazione; e fra que-
sti anche i colleghi sedicenti omiopatici, dei quali taluni
che andavano per la inaggiore, sentenziavano e consiglia-
vano la necessity che mediante operazione chirurgica ve-
nisse reciso il membro infetto: proprio nel modo che i
falsi omiopatici anche in Italia ed altrove sogliono prati-
care. Ma egli che 1’Omiopatia comprendeva profondamente
e sapeva di che fosse capace quando secondo gl’insegna-
menti del sommo maestro applicata, respinse sempre gli
antiscientifici consigli, e con sapiente cura svergognb gli
sciocchi consiglieri, e fece meravigliare gli amici: la ca¬
rie fu perfettamente guarita, e il suo braccio rimase in-
tegro e sano finchb gli dur6 la vita.
Per questo suo sentire schiettamente conforme ai
dettati Hahnemanniani il Dott. Friscia fu lietissimo, e ne
incoraggib e di gran cuore si compiacque nella fonda*
zione della Society nostra. E furono tali sentimenti che
ci tennero sempre uniti di schietta ed affettuosa amicizia,
ad onta che in altri argomenli da lui grandemente ci di-
lungassimo. D’altra parte noi sapemmo apprezzare, anche
compassionandone gli errori, le sue rare qualita, la schiet-
tezza del carattere, la bontb, dell’animo, la prontezza nel
beneficare, la naturale probita. Doti tutte le quali, con-
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RIV1STA OMIOPATICA.
giunte alia concordia nella devozione al genio ed agl’ in-
segnamenti del nostro fondatore, ci faranno rimpiangere
lungamente la sua dipartita.
Per consolarci della quale vengono ora a rinfrancarci
due recentissimi aquisti che faceva la Society Hahneman-
niana nei due egregi giovani collegia i Dottori Torquato
Baldelli e Giuseppe Secondari, i cui nomi siamo lieti di
veder aggiunti al nostro Albo.
Ed ora, innanzi di chiudere la nostra relazione non ci
resta che P obbligo di esprimere a nome di tutti noi i
sentimenti di devozione e di grato animo a S. A. R. il
Duca di Parma per la protezione illuminata e per la schiet-
ta benevolenza colla quale si compiace di riguardare e di
favorire la nostra Society. Per la quale protezione e be¬
nevolenza gli amici della dottrina di Hahneman dovranno
sentire per l’augusto principe gratitudine e simpatia, men-
tre ci auguriamo che il nobile esempio frutti conoscenza
ed amore della vera medicina in tanti che di essa sono
ignari o non curanti, o amici timidi.
A questa breve lettura altra ne seguiva del Dott. A.
Mattoli che rese conto di una mirabile guarigione da esso
operata in uno di quei difficili casi che gli omiopatici
meticci, in cio concordi, come in molte altre cose, cogli
allopatici, rimandano al ferro chirurgico. Tale istoria cli-
nica vedr& la luce in uno dei prossimi Numeri.
Dovendosi in ultimo procedere alia nomina del suc-
cessore al compianto Dott. Friscia, venne con unanime
accordo assunto alia Presidenza della Societa Haltneman-
niana Italiana il conte Gherardo Freschi. Egli gi& fin dal
1849 Presidente onorario dell’Accademia Omiopatica To-
rinese, e per tanti titoli benemerito deH’Omiopatia, che un
tempo esercitb fino in Africa, era ben degno di questa
distinzione: e la Societa nostra fu lieta di offrirgliela.
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RIPETIZIONE DELLA. DOSE
del Dott. P. P. Wells
13
Molto 6 stato detto e scritto su questo argomento;
tanto che pud essere da taluno considerato come esaurito;
ma la sua connessione intima ed import ante coi successi
clinici lo renderlt sempre un soggetto di attualith e di
vivo interesse, meritevole dell’attenzione diligente e dello
studio del medico che tien conto coscienziosamente dei
doveri della sua professione, e desidera la maggiore per-
fezione ed i pift grandi successi nelle sue fatiche. Le
menti le pih elevate che abbia mai avuto Y arte di gua-
rire, si sono con interesse occupate di ci6, specialmente
Hahnemann e Boenninghausen (1); ed il mondo non ha
nomi piu grandi di questi da citare in difesa della verity.
Dire che essi hanno scritto, vuol dire che hanno scritto
bene. Ad essi dobbiamo la verity. Dunque, perch& non
studiare le lezioni che ci hanno date e contentarcene?
Se i loro scritti fossero fedelmente studiati ed obbediti,
certo che nulla pih occorrerebbe; ma, sfortunatamente,
la tendenza del giorno k di mettere in non cale gl’inse-
gnamenti dei maestri, i quali ci lasciarono una cost ricca
credits di ammaestramenti per nostra guida nella pratica,
e di andare, piuttosto, dietro a fuochi fatui, che girano
di qua e di lit, sparsi da coloro che hanno 1’ ambizione
di comparire come luci nel mondo, e che scusano la loro
ondeggiante falsitA. facendo credere che hanno qualche
cosa di comune collo « scientifico! — e lo « scientifico »
ha una grande attrattiva per una certa classe di spiriti
superficiali, i quali persuadono se stessi e vorrebbero
persuadere anche gli altri, se fosse possibile, che soltanto
nei loro bassi insegnamenti trovasi profondith di sapienza.
(1) American Homoeopathic Revietv, pp. 493, 259, 298.
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14
RIVISTA 0MI0PAT1CA.
Furono simili riflessioni che decisero l’autore, quando
ne fu richiesto, a scrivere sulla ripetizione di un rimedio
(Sepia), e di procedere a sviluppare, per quanto poteva
i principii fondamentali di tutte le ripetizioni, di tuiti i
rimedi, ed in tutti i casi.
11 motivo per fare una ripetizione b da rinvenirsi
solamente nel motivo per cui si db la prima dose del
rimedio in un dato caso. Questo consiste sempre (noi
parliamo solo di prescrizione specifica o sia omiopatica)
nel fare tale un’ impressione sulle forze dell* infermo che
abbiamo davanti, col rimedio piu simile, da cambiarle in
uno stato di salute. Se abbiamo prodotta quest’ impres¬
sione, abbiamo fatto tutto cib che, nella natura del caso,
b possibile di fare alia medicina per la guarigione, mentre
1’ azione della dose data e continua. Bisogna ricordarsi
che la prima impressione del rimedio e simile a quella
della malattia, in genere, e direzione. Epperb, se la prima
impressione e ripetuta prima che sia esaurita la sua
reazione, non si fa altro che ripetere un’impressione la
quale aumenta 1’ azione morbosa, e non pub, in verun
modo, contribuire alia guarigione, ma soltanto a rinforzare
l’azione morbosa che noi abbiamo per oggetto di guarire,
per ragione dell’azione simile delle dosi ripetute. E l’ef-
fetto secondo , o il reattivo quello che guarisce. Cost, se
la prima impressione e ripetuta mentre questo secondo
eifetto e in progresso, il caso viene retrocesso al punto
di partenza della cura, con una possibile azione piu intensa
del processo morboso per effetto dell’azione simile della
dose ripetuta; e tutte le volte che siffatto errore di pra-
tica b commesso, quest’ avversa esperienza si viene a
realizzare.
Quindi b chiaro che una delle pih important que¬
stion'! che si presentano al medico nella prescrizione spe¬
cifica b questa della ripetizione della dose. Quando devesi
ripetere e quando astenersene? Qual’b lo scopo della
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RIVISTA OMIOPATICA.
15
ripetizione? Non b forse un rinnovare l’impressione, dalla
quale consegue la reazione che effettua la guarigione?
Dunque il ripetere quest’ impressione prima che vi sia
stato tempo affine la reazione possa stabilirsi, nella
natura del caso, un impedire la guarigione. Se questa
reazione curativa e gi& in progresso, allora il rinnovare
T impressione che 1’ ha prodotta deve necessariamente
interrompere il processo della guarigione, e cio per ra-
gione della natura esattamente opposta di questi effetti
primario e secondario delle dosi del rimedio. Da cio. la
massima, d’ importanza fondamentale. — « Non ripetere
rnai la dose mentre il migiioramento b progressive. » —
Ci6 b stato detto gi& e ripetuto molte volte, ma cibno-
nostante vi furono piu sbagli e danni per erronea ripe¬
tizione che per qualsiasi altra causa. Talune volte e cosa
difficilissima lo evitarli — primo, a motivo di conoscenza
solo parziale della materia medica — non si b del tutto
certi che il rimedio scelto sia realmente il piu simile , e
le continuate sofferenze dell’ infermo costringendoci alia
domanda: Non sarebbe forse piu appropriate qualche
altro rimedio, o 1’ aggiungere un’ altra dose del rimedio
gi& dato non apporterebbe forse maggior sollievo? Que-
sto, colla giusta ansieta di far meglio per 1’ ammalato,
ha guastato molti .casi guaribili di malattie croniche, ed
ha gettato la cura di casi acuti in una confusione ine-
stricabile. Ci6 b ben conosciuto da quelli che hanno ac-
cettato 1’ Organon per loro guida nei doveri della pratica,
ed i quali, coll’obbedienza continua ai suoi ammaestra-
menti hanno di questi sperimentata la verita, l’autorita
ed il valore. Non e scritto per essi questo articolo, ma
per quelli che, mancanti della esperienza di questi, pro-
vano ancora perplessita e timori per cio che riguarda la
ripetizione, per quelli che conoscono la regola data di
sopra, e la obbedirebbero volontieri, ma non hanno anco¬
ra quell’ educazione pratica che li renda atti a decidere
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16
RIVISTA OMIOPATICA.
prontamente tale questions del miglioramento progressive.
Questo pud essere in certi casi ‘ cosl leggero da render
difficile il deciders se realmente esiste. E la speranza di
potere aiutare questi tali in simile difficolth che ha ispi—
rato questo scritto. Cib pub non essere, ma vi saranno
domande e dubbi sull’opportunitb. delle ripetizioni; e come
si risolveranno? La prima regola, e di grandissimo valore,
che noi suggeriremo per loro guida in tali casi b —
« In caso di dubbio, non ripetete. » (1) Vi sara soltanto
ritardo e perdita d’ un po’ di tempo, nel peggior caso, e
ci6 b di gran lunga minor danno che le confusioni risul-
tanti dair inopportuna ripetizione delle dosi.
Vi sono poi due fattori i quali, diligentemente stu-
diati, possono aiutare grandemente a diminuire la difficolta
in una esatta decisione della questione sulla ripetizione,
ciob: primo, la natura dell’ azione morbosa, e, secondo,
la natura del medicamento.
Le malattie variano grandemente nel loro rapido
progresso di azione distruttiva si nella maggiore o minore
estensione generale di quest’ azione, che in riguardo al-
l’invasione parziale o generale, degli organi e delle fun-
zioni del corpo. Ambidue questi fatti hanno una massima
importanza sulla ripetizione delle dosi e sulla scelta dello
specifico per la guarigione. Dove il processo distruttivo b
rapido, come nel cholera maligno, in alcuni casi di croup,
o di violenti attacchi d’infiammazioni fibrinose, nel loro
primo stadio acuto, F azione delle dosi del rimedio scelto
pub essere rapidamente esaurita, e, quindi, in confronto
con altre forme di malattie, la loro cura pub richiedere
un’eccezionalmente frequents ripetizione di dosi. E cosl,
dove pochi organi o poche funzioni sono sofferenti, gli
errori per le troppo frequenti ripetizioni non sono seguiti
(1) Qui 1’autore pone in not a le sole parole « Presidente Wayland »; noi
aggiungiamo quel dettato della sapienza antica che raccomanda in dubiis ab -
stine. La Direzione.
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RIVISTA OMIOPATICA.
17
da risuliati cosl disastrosi come dove il processo morboso
b pib generalmente diffuso nell’organismo. La causa ed
il processo morboso pub invadere 1’ intero organismo,
come in molti esempi di malattia croniche, e, sebbene il
processo sia molto distruttivo, b lento nel suo cammino,
e lento b pure nel rispondere aH’impressione del suo cu-
rativo specifico; e, percib, se la dose vien ripetuta troppo
presto perchb b dilazionata la risposta alia sua impres-
sione curativa, il risultato non sarb altro che un’ impres-
sione ripetuta del genere e nella direzione dell’ azione
morbosa, ed, in conseguenza si avrb una condizione di
aggravamento dell’azione morbosa, aggravamento tanto
pib forte quanto pib esatta sarb la relazione specifica
della dose colla malattia. Con quest’ errore, malattie
guaribili diventano inveterate, e nelle incurabili viene
abbreviata la vita, con aumento delle sofferenze dell’infer-
mo finchb vive. Piu profonda b la causa morbosa che ha
invaso 1’organismo e pib profondi sono i suoi effetti sui
centri nervosi e sulle funzioni di nutrizione e di assimi-
lazione, e con tanto maggior tardanza apparirb la risposta
dell’ organismo all’ impressione curativa dello specifico.
* Qul 1’ impressione dev’ essere profonda, invadente e per-
manente. La risposta al vero specifico in queste affezioni
costituzionali profondamente stabilite non b mai repentina,
e quivi la sola pratica sicura b d’aspettare finchb il rime-
dio abbia avuto tempo di agire sul processo morboso
secondo la sua propria natura e secondo quella della
malattia ch’esso deve guarire. Se, per caso sembrasse
che vi fosse una improvisa risposta alia dose data in casi
di malattie profondamente stabilite, cib b solo una prova
che il rimedio scelto non era lo specifico del caso. Il
miglioramento che, forse, b stato tanto incoraggiante, b
sempre passeggero, ed b seguito quasi sempre da uno
stato piu inveterate della malattia, da peggiori sofferenze
e da pib grande difficoltb di guarigione. 11 rimedio o b*
2
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.18 RIVISTA OMIOPATICA.
stato applicable solo parzialmente al caso, od 4 stato
superficial nella sua azione, non riuscendo, per questa
sua natura peculiare, a giungere alia sede profonda della
malattia la quale si intendeva guarire. Era un tentativo
di raggiungere il male nella sua profonditb e di toglierlo
via con mezzi i quali estendono la loro forza principal-
mente alia superficie. La malattia essendo profondamente
stabilita, il rimedio pih adattato a guarirla dev’esser pene-.
trante, da arrivare fino alle sorgenti dell’ azione vitale,
malata o in salute. Gli effetti curativi di tali rimedi non
possono essere una sorpresa improvvisa. Essi sono svilup-
pati dopo che b passato il tempo necessario per giungere
a queste profondith e per padroneggiare i mali che furono
mandati a debellare.
Come per le malattie, cost b pei rimedi che devono
guarirle. Questi differiscono grandemente in quanto alia
rapidity d’azione, in quanto alia potenza di penetrare
1’ organismo generalmente, ed in quanto-al tempo neces¬
sario per effettuare la loro reazione curativa. In questi
fatti si trova una seconda bella applicazione della natura
dei curativi alle loro malattie. Primo, nella somiglianza
d’ azione dell’ uno coll’ altra nel genere e nella direzione
delle loro forze; e, secondo, nella maggiore o minore
forza generate penetrante dell’ agente morboso, e nella
azione rapida o lenta di ciascheduno. Per regola, i rimedi
di subitanea e rapida azione esauriscono presto la loro
forza, e sono comparativamente superficiali nelle loro
impressioni. Arnica b un esempio della classe dei rimedii
caratterizzati da questa azione subitanea, la quale, in alcuni
attacchi violenti di malattia, db gran valore al medica-
mento in ragione di questa parlicolaritb.
Nella esperienza dello scrittore di questo articolo,
sul principio della sua pratica omiopatica, accadde al
medesimo di osservare l’azione benefica di questo rimedio
In un caso gravissimo di pleuro-pneumonite doppia in
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RIVISTA OMIOPATICA. 19
una bambina di cinque anni. La fierezza dei dolori tra-
figgenti in ambo i lati del petto ad ogni tentativo per
respirare avevano ridotto quest’ atto alia maggior brevity
compatibile per continuare a vivere. Gli amici della bam¬
bina le stavano intorno, aspettandosi che queste brevi e
rapide respirazioni cessassero ad ogni minuto. Ed esse
erano cost ristrette e dolorose che tale aspettativa sem-
brava dover essere pienamente giustificata. Fu in que¬
st’ estremo del dolore e dell’ evidente pericolo che un
cucchiarino d’acqua, nel quale erano stati disciolti pochi
globuli d’una potenza d’Arnica, venne offerta alia bam¬
bina, nella certezza che avrebbe alleviato il suo dolore.
Essa aprl la bocca per ricevere la dose, ma al momento
che il cucchiarino le toccb le labbra, diede un forte grido,
' e disse: « Non mi fa — sto peggio. Ebbe luogo una pih
fiera trafittura, ma non ve ne furono piu altre. L’ effetto
fu letteralmente cost rapido come il fulmine. Il sollievo
fu tanto subitaneo e tanto completo che alcuni degli amici
andarono via, pensando che la morte ch’ essi avevano
cost ansiosamente e cosi penosamenle aspettata, aveva ora
liberata l’inferma dalle sue sofferenze. Non si riebbero
dal loro dolore che quando videro la bambina respirare
tranquillamente, e tranquillamente addormentata in un
sonno dal quale si sveglib convalescente.
Nell’estremo opposto della serie che abbraccia rime-
dii di pronta e di lenta reazione pub rinvenirsi la mag¬
gior parte di quelli che Hahnemann denominb « antipso-
rici. » Essi sono comparativamente lenti, penetranti, e
persistenti nella loro azione. Essi vanno a ricercare le
ime profonditb delle forze vitali morbosamente affette,
come lo ebbe fatto prima la causa morbosa attiva, seguendo
quest’ultima fino al centro delle sue attivitb. distruttive,
e mediante la sua natura simile, neutralizza e padroneggia
queste condizioni croniche morbose, che non hanno in
loro stesse limite di durata, nb tendenza a guarire spon-
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RIVISTA OMIOPATICA.
20
taneamente. E soltanto con tali rimedj penetrativi e di
lunga azione che queste lente e certamente fatali malattie
sono domate; fatali ciob, se non vengono rimosse dal
rimedio antipsorico giustamente scelto e giustamente am-
ministrato.
Vi sono alcuni dei cost detti antipsorici che hanno
posto nella cura delle malattie tanto acute quanto croniche.
Quando sono dati in quelle, la loro ripetizione dev’essere
governata dai principii che si applicano a tali malattie,
e decidono della ripetizione delle dosi di medicine non
antipsoriche. Tali malattie, che hanno un corso piu. rapido,
possono richiedere dosi di rimedi antipsorici piu spesso
di quello che si darebbero in casi cronici o psorici. Per
esempio, Arsenico in una dissenteria per la quale si trova
appropriate, pub essere ripetuto piu frequentemente e pift
profittevolmente che in un caso di tisi accompagnata da
febbre etica. Ma in questi casi la legge che li domina
tutti, siano acuti siano cronici, deve comandare le ripe-
tizioni. La legge b questa: Non ripetete mai una dose
mentre il miglioramento tien dietro a quella gia data.
Ed a fortiori, non cambiate mai rimedio in queste cir-
costanze, perchb tentato dalla speranza di fare qualche
cosa di meglio. Molti casi sono stati rovinati e molte vite
sono state perdute per aver ceduto a questa tentazione.
Ma, dice il principiante: « Come far6 io a conoscere
se il miglioramento b progressive in un dato caso? * Sen-
za dubbio questa domanda ha spesso imbarazzato taluno,
ed imbarazzerb, in avvenire molti altri. Il cammino senza
pericolo b serapre assicurato se la breve regola gib data
viene rammentata ed obbedita. La domanda implica dub¬
bio nella mente del prescrittore. Quindi, a motivo del
dubbio, non ripetete. La sola perdita che avvenga per
aspettare che il dubbio sia rfmosso, b quella di un poco
di tempo. La perdita per una ripetizione mal fatta o per
un erroneo cambiamento di rimedio, pub essere una per-
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RIVISTA OMIOPATICA.
21
dita della vita. E per lo meno certo che cib conduce ad
una confusione del caso, ad un aumento di sofferenze e
di pericolo pel paziente, ed a maggiori difficoltb di gua-
rire pel medico.
Ma quanto aspettare per la reazione curativa che
dovrebbe seguire ana data dose? Quanto tempo bisognerb
aspettare prima di ripetere con sicurezza la dose del
rimedio gib dato? Questa domanda sarb certamente fatta
spesso, ed il rispondervi con soddisfazione pub essere
sovente difficile. Per uscire da questa difficoltb prendete
in considerazione la natura della malattia e quella del
medicamento, in specie avuto riguardo all’azione rapida
o lenta di ognuno; e se queste sono lente, aspettate. Se
il rimedio scelto b di breve azione, ciob non antipsorico,
il caso pub richiedere pib frequenti ripetizioni di quelle
che saggezza pub volere in casi di carattere diverso. Se
il rimedio scelto fosse uno dei principali antipsorici ed
il caso fosse di natura da richiederne uno di questa classe,
esso potrebbe essere Calc., Caust., Lyc., Sep., Sil., Sulph.
Non abbiate fretta di conchiudere che avete fatto una catti-
va scelta perchb avete aspettato per giorni il desiderato mi-
glioramento; poichb, se il caso b guaribile ed il rimedio
bene scelto, la scelta sarb giustificata dal desiderato mi-
glioramento che avete aspettato. Ed allora ricordatevi
che la lunga durata di azione degli antipsorici ammette
raramente ripetizioni utili delle dosi. Vi possono essere
di tali casi, ma questi debbono essere riconosciuti soltanto
dalla vista sperimentata del maestro. Ed inoltre i rimedi
che hanno una lunga durata di azione, di rado, se mai,
sono ripetuti efficacemente a brevi intervalli; e di questi
Sepia b uno di quelli che hanno pib lunga azione. Dopo
esaurita 1’ azione della prima dose degli antipsorici di
lunga durata, se, rivedendo il caso, il rimedio dato
sembra ancora il pib simile, sarb meglio, ove venga de-
ciso di ripeterlo, di cambiare la potenza, ,ed il registro
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RIVISTA OMIOPATICA.
22
delle migliori riuscite in tali casi mostra che un cambia-
mento ad un numero piu alto, da piu spesso buoni risul-
tati che il eambiamento ad un numero pifl basso. (The
Homoeopathic Physician).
RIFLESSIONI CLINICHE
del Dott. Ad. Lippe.
II cocchiere di un vecchio amico il quale venne in
chiaro che 1’ arte di guarire, quale fu promulgata da Sa-
muele Hahnemann, era « degna di fiducia », — e ci6
scoprl coll’ « esperimento clinico » — riferivami che uno
dei cavalli della sua pariglia di molto valore era amma-
lato. L’ altro era stato guarito di un incipiente reumati-
smo con una sola dose di Rhus tox. c un mese fa. Il coc¬
chiere dice:
« Ieri dopo mezzogiorno io guidava al Parco. Dopo
aver trottato per circa un’ ora, il cavallo comincib ad
avere diarrea, che crebbe sempre finchb ritornammo a
casa. Esso non solamente aveva sporcato il parafango
della carrozza, ma anche la mia livrea. Quando si fu a
casa e il cavallo si .trovo in scuderia, la diarrea cessb,
ma il cavallo non si coricb nella notte. Questa mattina
era quieto, colie palpebre chiuse, come se fosse addor-
mentato; rifiuta ogni cibo, beve, ma non ha voglia di
muoversi ». Prescrissi una dose di Bryonia 103ra (Fincke)
da darsi al cavallo. Esso si coricb quella notte istessa e
mangid nel mattino dopo.
Al terzo giorno, dopo aver preso Bryonia, fu attac-
cato e fece il suo servizio come al solito, e sta bene.
Commenti: La scelta del rimedio era molto facile.
Il giorno fit il primo giorno caldo di Aprile; la diarrea
era peggiorata dal moto, e cessb riposando; le scaricbe
erano acquose ed offensive; 1’ aversione al moversi ed al
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RIVISTA OMIOPATICA. '
23
cibo non permettevano di sceglier altro che Bryonia. La
guarigione fa perfetta e completa; essa fa una guarigione
omiopatica, non vi b in cid alcun errore. II Presidente
dell’ Istituto Americano di Omiopatia b ora impegnato a
sperimentare le alte potenze su persone sane, ed egli ha
accozzata una giurla di .« esperti » per farlo. Questi gio-
vani aspiranti alia distinzione sarebbero contrari a spe-
rimentar Bryonia< 03m (F.) sopra un paio di cavalli puro
sangue, guidati in un parco in una calda giornata di A-
prile? E se il loro scientifico sopraintendente non trova,
che uno o ambidue i cavalli, assoggettati a questo trat-
tamento, siano attaccati da violenta diarrea/dubitera egli,
rampollo di scienza, sebbene costretto dall’ evidenza, che
anche una creatura grossa com’ b il cavallo, possa essere
e sia stata guarita da un « alta potenza », prendendo
argomento che la detta potenza non produsse sintomi si-
mili sul cavallo sano ? Il segreto del successo. non deve
attribuirsi alia dose soltanlo. Il primo e pih difficile com-
pito b 1* ottenere un quadro veramente caratteristico del
caso da trattare. In tal caso questo quadro veniva inter-
pretato dalla relazione del cocchiere.
Primo, diarrea peggiorata col tempo caldo, e secon-
do, peggiorata dal movimento; terzo, avversione a mo-
versi, ed evidente miglioramento coU’assoluto riposo. Cer-
cate i sintomi veramente caratteristici d’ un caso prtma,
e poi trovate il rimedio simile in una Materia Medica
degna di fiducia, come b quelia di Hahnemann.
CASI DI MALATTIE CRONICHE GUARfTE
dal Dott. T. Skinner.
ATTACCHI DI C0NVULS10NI
IN UN BAMBINO DI DUE ANNI E MEZZO.
Un bambino di due anni e mezzo mi fu portato da
sua madre (una signora), la quale m’ informb che il sue
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Goc e
24 RIVISTA OMIOPATICA.
bambino era stato afflitto dalle convulsioni fin dall’eth di
tre mesi. Dapprincipio era solito di averne per ore, a-
desso duravano soltanto minuti, ma erano molto pifi fre-
quenti ed avevano luogo a qualunque ora del giorno o
della notte.
I suoi denti sono per la maggior parte cariati; d
solito a sudare abbondantemente alia testa; la sua testa
d grossa, con capelli biondi, e la sua carnagione & bian-
ca; d per solito pallido e di color pastaceo, con testa
calda , le fontanelle tardano a lungo a chiudersi, ed egli
d panciuto. Ultimamente, aveca una interminabile fame
canina, ed era estremamente irritabile e testardo; e sog~
getto a raffreddarsi facilmente ed a prendere il croup
spasmodico, ed il suo respiro ha sempre un odore acido
prima dell’ attacco.
Se qualcheduno si fosse incaricato di scrivere una
vera fotografia di Calcarea, io direi che questo h il caso.
Aprile 8, 1878. — Posi sulla lingua del bambino
una sola dose di Calcarea^ 0m (F. C.) e pregai la madre
a condurlo da me entro una settimana.
Aprile 17. — Il bambino con sua madre, accompa-
gnata da una signora sua arnica, vennero al mio gabinetto
di consultazioni. La madre m’ imformd che 1’ umore del
bambino era marcatamente migliorato da una settimana,
ma che le convulsioni erano invariate. Il bambino che era
grazioso ed elegantemente vestito, si mise a passeggiare
per la camera, e mentre io e la madre stavamo consul-
tando per lo studio del caso ed io diagnosticava il rime-
dio, il bambino ci risparmib ogni ulteriore disturbo di
diagnosi e di ricerca del rimedio, rivelandocelo nel modo
il pih peculiarmente interessante, e con mortificazione e
vergogna della madre e della signora sua arnica. Il bam¬
bino stando in piedi appoggiato ad una sedia, e delibe-
ratamente, vuotb il contenuto del suo intesiino retto sul
tappeto del pavimento.
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R1VISTA OMIOPATICA.
25
Si pub immaginare lo stato dei sensi della madre.
Essa scatl6 su due piedi, rimproverb il bambino, e mi
pregb di scusarla, spiegandomi in pari tempo che questo
era sempre il modo in cui il bambino evacuava. « Egli
deve star in piedi per andar di corpo ».
Io suonai il campanello e la mia cameriera pull su-
bito tutto. Poi misi Causticum sulla lingua del bam¬
bino, che non ebbe mai piii alcun attacco, e, cid che piti
monta, egli prese ad andar di corpo in modo naturale,
cioe seduto sulla seggetta.
CATTIVI EFFETTI DELLA VACCINAZIONE.
Febbrajo 7, 1878. — Mi venne condotta una bam-
bina sofferente di un’ eruzione suppurante al ginocchio si-
nistro, seguita da violenta oftalmia dell’ occhio destro e
da un eruzione alia guancia, simile a quella del ginoc¬
chio sinistro. Questo stato di cose aveva continuato ora
piu ora meno marcatamente per almeno quindici mesi, e
siccome cib aveva seguito subito la maturazione delle pu-
stole del vaccino, vi era buona ragione da sospettare, se
non da esser cerli, che la vaccinazione ne fosse diretta-
mente od indirettamente 1’ agente morboso. La bambino
chiedeva sempre da mangiare « qualche cosa » verso le
il ant . Io diedi Sulphur (F. C.) il 7 febbrajo, 1878, e
S. L. sera e mattina, abbastanza per una settimana,
quando essa doveva ritornar da me.
Febbrajo 14, 1878. — Meglio, in generale. L’ eru¬
zione sulla guancia destra b quasi sparita. S. L. sera e
mattina, per 14 giorni.
Febbrajo 27, 1878. — L’oftalmia e tutto quanto di
che essa lagnavasi b scomparso, ma si stofina il naso,
gratta costantemante il deretano, e dice che « essa si
sente morderli ». Capelli biondi e carnagione bianca, ha
grande paura al bujo. Dice che prova cib e che ha bi-
sogno d’ avere un lume. Calcarea 50m (F. C.).
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26 RIVISTA OMIOPATICA.
13 Marzo, 1878. — Guarita intieramente di tutto, e
rimase tale finchb io restai in Liverpool.
VERTIGINI, DURANTI E DOPO I PASTI,
DI CINQUE ANNI DI DURATA.
Introduzione. — Questo caso b cosl peculiarmente
interessante ed insieme cosl straordinario cbe io devo
darlo particolareggiato, e per qaesto citerb verbatim le
lettere del mio infermo: — Nel MarzO del 1871, io mi
stava rimettendo di un attacco di catarro influenzale, il
quale terminava con perdita del sonno e grande debo-
lezza, durante da circa tre anni, nel qual tempo, per
quanto riguardava la pratica, io era hors de combat. Per
riguadagnare, se fosse possibile, la mia forza perduta,
andai al Grand Hotel di Brighton, Sussex, mia favorila
spiaggia marina. Dopo una settimana che mi trovavo 14,
durante il pranzo alia table <Th6te vi fu una grande com-
mozione, ed io vidi alcuni camerieri che con una signora
cercavano di condurre fuori della stanka un signore gio-
vane, o, piuttosto, di media et4. Fu chiamato il dottore
che era addetto all’ albergo, ed io non vidi piu la coppia
fino all’ indomani mattina. Allora quel signore mi disse
che soffriva di vertigini duranti o dopo i pasti, e che
era per questo cosl infelice, che io sentii per esso inter-
minabile compassione, sebbene tutti i buoni consigli che
potei allora offrirgli si riducessero a dirgli di fumar meno
o smetter del tutto, ci6 che non gli fece nessun effetto.
Egli era uno splendido giocatore di dama e di trie trac
(backgammon) e noi giuocammo molto insieme, benchb egli
mi fosse infinitamente superiore. Ci scambiammo le no-
stre carte, dividendoci, e cinque anni dopo io gli mandai
una copia del mio breve opuscolo Gynaecology and
Homoeopathy , mai imaginando che egli potesse ancora
soffrire della sua trista malattia. In risposta al mio li¬
bretto ricevei la seguente lettera:
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RIVISTA OMIOPATICA. 27
« 20 Marzo 1876. Caro Signore: Qualcuno m’ ha in-
viato il vostro piccolo libro, ed io T ho letto con grande
interesse. Non sono in grado, naturalmente, di interlo-
quire sulla grande questione, ma so che ho speso coi me-
dici dopo che vi vidi in Brighton, alcuni anni addietro,
pih denaro che io non so dirvi, e con nessun risultato.
Vi ricorderete, forse, che ero solito soffrire di vertigini,
di canto nelle orecchie, e di una specie di nervosity ge-
nerale. Voi mi diceste che dovevo smettere di fumare.
Ebbene, io non ho smesso! Benchd il fumare possa avere
molto che fare col mio caso (e vi assicuro che la mia
sofferenza, benchb passi inossarvata agli altri, b veramente
reale) in sono inclinato a pensare che il fegato sia la vera
causa di questo disordine. Prima della colazione ho poco
o punto vertigini, ma immediatamente dopo , io ho o un
poco di vomilo o una grande pressione alia hocca dello
stomaco, con erultazione e grande acidila. Il thd ed il
caff& sembra che aggravino di subito la senrsazione ner¬
vosa e che aumentino la vertigine. Qualchevolta — anzi,
spesso — mi son sentito cosi male, che non avrei osato
tentare di alzare un bicchiere alia bocca colla mia mano
dritta. Non che non potessi, ma semplicemente non osavo
farlo. Camminando nelle strade, mi sento spesso come se
dovessi cadere, e benchS la sensazione sia, credo, pura-
mente nervosa, pure non b certo una gradevole compagna.
« Sono appunto tomato ora da un soggiorno di due
mesi in Italia, e non c’ b nessun cambiamento in meglio.
« Sono disposto ad interessarvi a fare qualche
cosa per me; ve lo assicuro ancora una volta, le mie sof-
ferenze come ho gi& detto sono molto reali. Non so se
il cervello o lo stomaco siano la sede vera del male, ma
quando lessi nel vostro libro « La nube che scompare »
pensai di scrivervi, e se potete alleviare il mio soffrire,
ve ne sard gratissimo. Lealmente vostro A. M. *
22 Marzo 1876. — Gli mandai dodici polveri di
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R1VISTA OMIOPATICA.
Chamomilla cm (Swan) da prenderne una mattina e sera a
secco sulla lingua. Scrivermi quando le ha prese tutte.
II mio malato dimorava allora quattrocento miglia lon-
tano da me.
16 Aprile 1876. — Ricevetti una lettera, colla quale
mi diceva che non aveva osservato cambiamenti di nessun
genere prendendo le polveri. Gli mandai allora dodici
polveri di Nuoo Vomica «»> (Boericke) una da prendersi la
sera ed una al mattino, finchb non si sentisse decisa-
mente meglio o peggio.
11 Maggio 1876. — Mi scrive sentirsi « molto me¬
glio di quanto si b mai sentito da due anni. La voglia
di vomitare b quasi cessata, e sento che le mie dige-
stioni si fanno assai meglio. II 9 scorso sentii un p6 di
vertigine dopo colaziene ».
Gli mandai altre dodici polveri di Nuoo Vornica mm
(Boericke) con particolare istruzione, che dovevano esser
prese soltanto nel caso di un ritorno delle vertigini, del
vomito, o delle aciditJt — in altre parole, nel caso di una
« ricaduta ».
6 Aprile 1886. — E stato bene fino ad oggi — uno
spazio di died anni. — fil questa un’ altra « coincidenza »,
od b una guarigione bona fide omiopatica col mezzo di
un’ attenuazione millonesima centesimale di Nux Vomica^
Se e cosi, allora in questo caso « la verita b pih strana
della finzione. » ( The Homoeopathic Physician).
INTORNO A PASTEUR
Leggiamo nella Bibliothdque Homoeopathique del de-
corso maggio le seguenti riflessioni lette dal nostro amico
Dott. Heermann alia Societa Hahnemanniana federativa di
Parigi:
Un rumore assai diffuso {Figaro, 13 Aprile 1886) ci
reca il fatto che segue:
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RIVISTA OMIOPATICA.
29
Alcuni medici, a nome di una society omiopatica, hanno
offerto e donato una somma di denaro all’ Istituto Pasteur.
Fatte delle verifiche, il fatto b innegabile: noi non lo
discutiamo. Ma 1’ intenzione che gli serve di base non ci
sembra egualmente chiara; 1’ ammetteremo nondimeno; e
senza discussione, come buona. V opportunity del fatto su-
scita in noi alcuni dubbi.
II Signor Pasteur, uomo laborioso e scientifico, ha fi¬
nite coll’ accumulare un gran rumore intorno alle sue ri-
cerche che devono mettere capo all’ annientamento del-
T avvelenameto rabbioso nell* uomo per effetto delle mor-
sicature di animali affetti da rabbia. L’ intenzione h buona,
ma l’idea, disgraziatamentepel prestigio del signor Pasteur,
non b affatto nuova. Noi siamo anche costretti a dire che,
a parte certi processi che forse gli sono particolari, la
sua invenzione £ un plagio.
Gli Annali clinici (anno 1848, Lipsia, Bethmann e-
ditore) citano i saggi fatti dal Dott. Hering (domiciliate
in Pensilvania, Stati Uniti d’ America), per la guarigio-
ne della rabbia mediante la vaccinazione colla diluzione
dello stesso virus rabico.
I lavori del Dott. Hering e quelli del signor Lux,
consegnati anche fra i documenti starapati; sono di do-
minio pubblico da circa mezzo secolo. II fatto b dunque'
incontestabile e tale che nessun uomo tenuto per dotto,
non ha dritto d’ ingnorarlo.
Questi lavori, anteriori a tutto ci6 che la Scuola Mi-
crobista vorrebbe avere scoperto e relativi, fra gli altri a-
genti, al virus rabico, al vajuoloso e al carbonchioso, sono
serviti di base ad investigazioni che sorpassano di gran
lunga i tentativi del signor Pasteur. La Scuola Omiopa¬
tica possiede, in tutto questo dominio, rimedi denominati
dalla loro sorgente: sono fra essi Syphilinum, Vaccinmum,
Hydrophobinuvn, 1’ efficacia dei quali non ammette alcun
dubbio. Molti medici omiopatici ne hanno mille volte fatte
e verificate le prove. Che uno, non importa chi sia, e sia
pure un corpo medico, ignori questi fatti comprovati, i
fatti stessi non restano percid meno provati n& meno in-
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RIVISTA OMIOPATICA.
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contestabili; ma contestabile b la scienza dei corpi detti
scientific! che vogliono rimanere ignoranti di ci6 che b
di loro competenza.
Del resto il bravo missionario francese che, a rischio
della sua vita, penetrb nel cuore della Cina, d’ onde c’ invib
il medicamento antirabico Hoang Nan, ha veduto la saa
relazione messa nel cestino dall’ Accademia delle Scienze.
L’ Hoang Nan non resta percio meno un rimedio
efficacissimo contro gli attacchi del virus rabico. Il corpo
accademico agisce dunque, anche nelle cose scientifiche
e umanitarie, secondo certi pregiudizi. Il pregiudizio b
dogana proibitiva in paese improduttivo, un areopago de-
risorio che aggiunge parecchie spade pesanti di Brenno
all’ ineguale bilancia, della quale il lato dell’ interesse la
vince forzatamente. Ed e il domma che, troppo facilmente,
dh, origine al partito-preso autoritario! Nella scienza il
partito-preso b prova di orizzonti ristretti o di crassa
imbecillitA; nella medicina di crudeM barbara e di vi-
gliaccheria inqualificabile in faccia alle sofferenze, come
anche di una mancanza assoluta di carita cristiana.
Dott. Heermann.
CENNI TERAPEDTICI
Se i rimedi bene scelti non agiscono, date:
Psorinum , quando il paziente mostra un’infezione pso-
rica.
Opium, quando b di natura torpida.
Carbo veg., quando b debole, emaciato, con polso debole.
Laurocerasus , quando b nervosamente agitato.
Tutte le donne che sono proclivi ad abortire dovrebbero
prendere Sepia o Zincum.
C. Hering.
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APPDNTl CLINICI
Una nota clinica di Apis. — Scrive il dott. T. F. Allen: « Un’^-
ferma frequentemente affetta da tonsillite, fin da quando fu dispe-
ratamente attaccata vari anni fa di difteria maligna che guari con
Apis, ravvisa V attacco . della tonsillite she richiede Apis dal naso
freddo , il qual sintoma b sempre precursore della malattia; senza al-
cun senso di freddo altrove. Ora Apis arresta immediatamente il dis-
turbo. Esso non b di alcun vantaggio nelle altre forme del suo dolor
di gola che non b preceduto dal naso freddo; non sviluppandosi i
sintomi di Apis. Ma ora Finferma soffre a quando a quando di catarro
gastrico acuto che si inizia con lingua fredda. Apis non h di alcuu
giovamento, ma Bismuto ». (The Hahnemannian Monthly).
Mercurius corrosivus . — Andando a visitare un infermo ad una
certa distanza dalla cittk — scrive il Dott. B. Ehrman — io feci
anche una visita amichevole ad un amico vicino che talune volte
era stato mio ciiente. Entrato in sua casa lo trovai che passeggiava
su e giii per la camera con grande angustia, e diceva di soffrire
dolori taglienti agli intestini con emissione di sangue e di mucositfc,
con sforzi violenti. Io gli feci cader sulla lingua pochi globuli di
Merc . cor.w e niente piii. Pochi giorni dopo ricevei da lui un
biglietto col quale dicevami che dal momento che gli amministrai
quei globuli sulla lingua egli non aveva piii avuto nb dolori, ne
scariche intestinali. is questo una coincidenza, od h effetto dell’ 0-
miopatia? (The Medical Advance).
Hepar sulphuris. — Scrive il Dott. Bruns: « Curai un bambino
il quale ebbe una leggiera angina della quale guari in due giorni,
quando una donna della stessa casa venue da me, meravigliata
ch’io guarissi cosi prontamente la difteria, e mi richiese qualche
rimedio per la sua tosse tormentosa. Guardai la sua persona ema-
ciata, e le dissi che forse potevo fare qualche cosa per i suoi dis-
turbi, ma che essa non doveva pensare che io potessi gnarirla in
quello stadio di consunzione in cui trovavasi. « Oh no » essa disse
« sono stata sei mesi nell’Ospedale Generale di Massachusett, e i
dottori mi dissero che per me non vi era speranza. » Mediante un
esame il piii scrupoloso rinvenni che sei mesi fa essa aveva preso
un raffreddore di petto e che erasi formato un ascesso il quale a-
veva distrutto una parte dell’apice del polmone sinistro che era an-
cora in suppurazione. Gli spazi scavati fra le costole superiori mi
dissero la storia. lo detti Hepar sulphuris. In cinque settimane il
polmone era guari to, la tosse erasi dileguata e le forze si venivano
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RIVISTA OMIOPATICA.
riacquistando. Entro un anno essa ebbe un sano bambino, il quale
sta bene anche oggi, cinque anni dopo. II tempo migliore per com-
battere il principio psorico 6 quando il feto trovasi nell’utero. Mol-
tissimi della nostra professione cio conoscono, e quelli che ne du-
bitano possono convincersene col dare alia madre cbe ha concepito
una sola dose di Sulphur , qualora sia indicato, e vedranno che il
bambino sarh ben diverso dagli altri malaticci nati prima. Con le
piu alte potenze ci6 sark meglio ottenuto. ( The Medical Advance).
NOTE E NOTIZIE
Riferiamo dal Monthly Homoeopathic Review del p. p. Maggio:
« Siamo informati che il signor G. C. Bentink con suo testa-
mento lasciava all’ Ospedale Omiopatieo di Londra la somma di lire
milie sterline libere da ogni peso.
« Miss J. Durning-Smith la quale pochi anni fa aveva dotato
lo stesso Ospedale Omiopatieo di sei letti, ora vi ha aggiunto gene-
rosamente il dono di altri tre. Sono i risultati molto incoraggianti
ottenuti che indussero Miss Durning-Smith a questa nuova benefi-
cenza che onora V Omiopatia.
« Siamo informati che gli amici del defunto Dott. Neville Wood
sono nel proposito di dotare un letto nel nuovo quartiere dell’ Os¬
pedale Omiopatieo in memoria di lui. »
Leggiarao nella Revista Hahnemanniana di Madrid:
« Ospedale Omiopatieo. — Nel giorno 9 di Maggio fu amministrata
la Comunione Pasquale agl’ inferrai accolti in questo benefico sta-
bilimento, coll’ assistenza a detto atto religioso di gran numero
di signore componenti la Giunta del detto ospedale e di vari signo¬
ri patroni. — In occasione di tale solennitk gl’infermi ricevettero un
trattamento straordinario, e fu perinesso per tutto il giorno l’ingres-
so nelio stabilimento alle persone che volevano vederlo e visitare
gl’ infermi. »
Alla circolare dei medici omiopatici del Belgio che rimandavano
al 1889 la riunione che in quest’ anno doveva tenersi a Bruxelle del
3° Congresso quinquennale internazionale di Omiopatia, siccome an-
nuziammo nel nostro N° di Maggio, segul assai malcontento da par¬
te di non pochi medici omiopatici inglesi. Senza entrare giudici
delle ragioni da una parte e dall’ altra accampate, dobbiamo per
obbligo di cronisti accennare che i suddetti medici d’Inghilterra han-
no assunto essi 1’ incarico della riunione di questo 3° Congresso
quinquennale ed internazionale di Omiopatia il quale avra luogo a
Basilea (Svizzera) nei giorni di martedl 3, mercoledi 4 e giovedi 5
dell’ imminente Agosto.
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RIVISTA OMIOPATICA
Anno XXXII AGOSTO 1886. Numero 2.
LA PILOSOPIA DELLA MATERIA MEDICA,
IL SUO STUDIO E I SUOI USI W
del Dott. P. P. WELS
La buona riuscita nell’adempimento dei doveri della
medicina pratica implica la conoscenza di molte. scienze.
Senza conoscere l’anatomia dell’organismo, come possiamo
noi venire in cognizione delle diverse funzioni delle molte
sue parti? Senza conoscere queste, nella loro azione ar-
monica, che & ci6 che noi chiamiamo salute, come pos¬
siamo conoscere i disordini di quesio equilibrio i quali
costituiscono le malattie colie quali ba da fare la medi¬
cina pratica? Come dobbiamo noi procedere nel trattare
questi vari disordini, nel ristabilire il perduto equilibrio,
senza conoscenza degli agenti, i quali, per legge naturale,
sono i fattori costituiti ond’essere adoperati in tale rior-
dinamento? Come scegliere quello conveniente se noi non
conosciamo la legge di relazione fra gli agenti cbe gua-
riscono e i disordini esistenti nell’azione vitale che devono
esser guariti? Come pu6 scoprirsi questa relazione se non
conosciamo l’esatta natura dei disordini ai quali debbono
applicarsi gli agenti curativi nella loro pih precisa somi-
glianza, se vogliamo trattarli secondo la legge? In tal
modo noi vediamo il legame fra le scienze, la conoscenza
delle quali costituisce consecutivamente 1’ educazione me-
dica. Primo, anatomia, quindi fisiologia, poi patologia
(4) Lettura introduttiva al corso di Materia Medica nel Collegio Medico
Oraiopatico delle Donne a Nuova-Yorck pel 4885-86.
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RIVISTA OMIOPATICA.
(non vi lasciate ingannare da questa parola e non v’im-
maginate che signiflchi altro o alcun che di diverso da
quelle forze vitali dislurbate, cio che noi designamo comu-
nemente sotto la denominazione di « totality dei sintomi»,
poichb cib precisamente 6 l’intelligente patologia, e nien-
t’ altro); poi materia medica, e poi la legge naturale,
sulla quale riposa l’intera scienza terapeutica. Queste non
sono che parti della scienza che voi siete sul punto d’in-
cominciare a ricercare, e che dovrete finire col padro-
neggiare. Queste non sono che parti, ma sono parti essen-
ziali, ognuna delle quali conduce all’ esercizio Mice nel-
1’ arte pratica di guarire. Esse costituiscono un cerchio,
che resta rotto se manca qualcuno di questi elementi, e
1* intelligente esercizio pratico del medico b, per questa
mancanza, reso impossible. Non puo dirsi che qualcuno
di questi elementi sia piu necessario di quello che lo
siano gli altri per una^completa educazione medica. Ognuno
di essi b indispensabile — nessuno pub essere lasciato
fuori.
Ma di questi, noi ora siamo impegnati a parlare
soltanto della Materia Medica. Che cos’ b dunque che
costituisce questa scienza? Di che essa si compone? — Hi la
conoscenza di qualsiasi agente materiale il quale abbia
in sb stesso il potere di rendere malato V organismo
vivente , di disturbare, ciob, in tal modo, l’azione delle sue
forze vitali che l’equilibrio conservatore di quell’azione b
perduto. Qualsivoglia forma della materia che ha questo
potere pub essere giustamente incorporata nella nostra ma¬
teria medica, ma soltanto dopo che sia stata sperimentata
su quell’ organismo, e che siano state bene accertate le
specie di disordini che cagiona sopra ogni parte e fun-
zione. fU la particolareggiata conoscenza di questo potere
di far ammalare, che b racchiuso nelle different forme
di materia, che costituisce la scienza della materia medica.
Non b di piccola meraviglia il costatare con quale lar-
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RIVISTA OMIOPATICA. 35
ghezza questi poteri sono diffasi nella moltitudine delle
forme toateriali che incontriamo nel" nostro studio della
natura materiale esterna. Molti dei piil important! si tro-
vano lk dove le intelligenze piii dotte si sarebbero meno
aspettate d’incontrarli. II numero di tali sorprese & dive-
nuto cosl grande che alcuni studiosi piil diligenti di que-
sta scienza e pih attivi per il suo sviluppo, sono giunti
alia conclusione che ogni forma di materia ha dentro se
stessa il suo proprio e specials potere di far ammalare,
il qual potere pub venir estratto e reso attivo dal pro-
cesso di sprigionamento scoperto da Hahnemann; il che
egli per il primo e pienamente descrive nel suo Organo
della Medicina Omiopatica. Noi abbiamo detto, e con
cognizione di causa, che molti di questi poteri di far am¬
malare, sono rinchiusi nelle forme materiali nelle quali
piacque al Creators di collocarli. Il nostro intendimento
si farh chiaro se nominiamo Silicea, Calcarea, e Carbone
come esempi. Quests sostanze allorchb sviluppate per
l’uso clinico, sono fra i giganti della nostra materia me¬
dics, mentre nel loro stato naturale sarebbero le ultimo
ad essere sospettate fornite di poteri capaci di renders
malati. Nello stato attuale delle nostre conoscenze noi
non siamo certamente in condizione di negare la verity
della riconosciuta universality di questi poteri.
E percib quanto b mai grande la nostra meraviglia
allorchb vediamo che ogni forma di materia porta in se
stessa questo potere, e ce lo presents in una individuality
chiara e distinta da non ingannarsi nb da confonderla
con quella di nessuh’ altra, e che, nell’ uso clinico, non
ammette verun cambio o sostituzione. Per quanto grande
sia la somiglianza d’ azione di due agenti, le differenze
che esistono sono grandi e reali, e limitano ciascun agente
alia sua propria sfera nei doveri clinici-specifici, dove uno
non cede il suo posto ad un altro, e non divide co’suoi
piil prossimi parenti nb gli onori nb le respousability.
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RIVISTA OMIOPATICA.
La mente osservatrice difficilmente cadrb in errore,
e riconoscerb la vera natura di questo potere di far am-
malare e di guarire (giacchb, chiaramente, essi non sono
che una ed istessa cosa) dopo aver avuto una lievissima
opportunity di osservare la sua azione quale rinviensi
neir uso clinico delle sostanze che abbiamo mentovate.
Uno sperimentatore pu6 inghiottire molti granelli di Sili—
cea o di Carbonate di Calce e non risentire alcuno dei
molti e piu important effetti di questi fra i piu grandi
rimedi, riconosciuti da coloro che ci hanno lasciati i nostri
registri della loro azione sugli organi viventi e sulle loro
funzioni. Ora l’infermo, che soffre di qualcuna delle sva-
riate forme della manifestazione tubercolosa, pub inghiot¬
tire anche molti di questi granelli senza risentire nessun
effetto benefico, come quello che tien dietro all’uso di
queste sostanze, inerti in apparenza, dopo che una con-
veniente manipolazione le ha rese adatte all’ uso clini¬
co. Questo fatto, debitamente considerate, b il primo che
dobbiamo presentare affine mostrare la vera natura del
potere che guarisce, ed il quale per noi come studen-
ti di materia medica, e della pih alta importanza che
chiaramente comprendiamo; L’osservazione fatta relativa-
mente a queste due sostanze b vera per molte altre —
siano terre, metalli o vegetali — in apparenza miti ed
innocue. Esse sono quiete ed innocue finche il gigante
che vi sta dentro non b svegliato; ma dopo, chi pub mi-
surare il loro potere per il bene o per il male, a seconda
dell’uso che se ne fa? Questa potenza, portata in tal modo
a farsi sensibile, b la materia del medicamento? e la
differenza che esiste fra il suo stato grezzo e quello mani-
polato b soltanto il risultato della divisione meccanica
delle molecole materiali della materia medicamentosa?
Tale modo di vedere b stato accettato come atto a spie-
gare siffatta differenza, nei primi tempi, da molti dei
nostri migliori osservatori e pensatori. Ma noi crediamo
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RIVISTA OMIOPATICA.
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di non ingannarci qaando diciamo che la spiegazione b
totalmente inadequata a risolvere il problema quale ci si
presenta nelle nostre piii recenti esperienze omiopatiche.
La semplice divisione della materia medicinale, che b
inerte nel suo stato naturale, messa in relazione cogli
organi viventi e colie loro funzioni, non darebbe per ri-
sultato che una moltiplicazione del numero di cbrpi inerti.
Ci6 che b inerte nella massa sembrerebbe doverci dare
solamente l’inerzia nelle molecole. Non b facile il vedere
come la divisione meccanica possa aver cambiata la loro
natura. Ma si dice che la divisione permette il contatto
di un numero maggiore di molecole colie superficie vivente,
e che, percid, si realizza il maggiore effetto. Come pub
cib essere se le molecole sono inerti? La moltiplicazione
ed il contatto non possono cambiare la loro natura. Noi
parliamo, s’intende, di sostanze come la Silice e la Calce.
Ma l’insufficienza della spiegazione b piu chiara se noi
prendiamo a considerare Natrum muriaticum. Questo sale
b preso da noi giornalmente, ed offre cost maggiore faci-
lita per la separazione della sua costituzione molecolare,
eppure non ci fa ammalare. Questo fatto ha imbarazzato
molte menti d’ingegno e ne ha rese scettiche altre circa
il suo potere di far ammalare. Tale scetticismo condusse
i nostri degni, onesti, intelligenti ed industriosi amici, di
Vienna a sperimentarlo. Questa era certamente cosa mi-
gliore che il solito rifugio dello scetticismo — l’assoluta
negazione. Ed il risultato fu anche migliore. Essi speri-
mentarono a grosse dosi il sale grezzo, solubile; ne pre-
sero una grande quantity, eppure non ne provarono alcun
male. Erano sul punto di decidere che non aveva alcun
potere di far ammalare, perchb essi non ebbero sintomi
di malattia. Ma ebbero la saggezza o la buona fortuna,
dopo quest’insuccesso, di prendere il sale che era stato
manipolato per uso omiopatico — questi uomini che cre-
devano solo nella medicina materiale — e il risultato fu
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38 RIVISTA OMIOPATICA.
che rimasero attoniti ed insieme ammalati. Essi ebbero
allora un’abbondanza di sintomi, e lo scetticismo scorn- *
parve. Dello scetticismo furono perfettamente e perma-
nentemente guariti, benche dicessero di esserlo contro i
loro pregiudizi e contro la loro volonty. Questo sale, preso
alle dosi di mezz’oncia, un’oncia, due oncie, non produsse
sintomi. Clio non poteva avvenire per mancanza di divi-
sione delle sue particelle materiali, perchb la sua pronta
solubility rendeva facilissimo questo fatto — ed inevita¬
ble, pel modo in che venne adoperato — e nondimeno,
anche da queste dosi disordinate, non si ebbero sintomi.
Questo esperienze degli sperimentatori di Vienna ci con-
ducono alia rivelazione della vera natura di cib che
nel medicamento ci rende rnalati, e mostano che ci6
non b effettuato dalla materia della droga.
Come abbiamo detto, una giusta veduta della natura
del potere che guarisce e essenziale ad uno studente di
materia medica se egli vuol giungere ad una conoscenz'a
intelligente e razionale della scienza. Noi' ora aggiun-
giamo,. che cib b indispensabile per chi esercita la medi-
cina specifica, s’ei vuol ottenere nei doveri della sua
pratica i successi nel guarire che essa rende possibili.
Come pub egli fare un uso giusto ed intelligente dei mezzi
che la medicina specifica pone nelle sue mani- se -b
neir oscurity riguardo alia vera natura di questi mezzi,
o se trovasi sotto gl’inganni di un falso giudizio riguardo a
cib ed alia vera natura di ci6 che devono guarire? Egli pub
solo ottener risnltati i quali sono frutti naturali di inganni,
o se sfugge a questi non sara che la conseguenza di un for-
tunato errore. Ora, o giovani Signore, siccome noi speriamo
per voi migliori cose che un’eredity di falli e di disfatte nel-
la vostra vita di pratica futura, ad aiutarvi nella realizza-
zione di queste speranze noi tenteremo di dilucidare alcun
poco ancora questo principio d’importanza fondamentale
nei vostri studi ora e nel tempo della vostra vita pratica
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RIVISTA OMIOPATICA.
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consecutiva. Se voi cominciate bene, i vostri studi e la
•'vostra pratica riusciranno per questo fatto pill illuminate
e pih conformi alia verity.
Vi b un’altra maniera nella quale i medicamenti ma-
nipolati agiscono in modo interamente ad essi caratteri-
stico; il qual modo di agire conferma la natura immate-
riale dell’azione che opera quando essi rendono malati
gli organi e le funzioni Questa azione b stata molte volte
sperimentata in casi di persone che s’incontrano talvolta,
e che sono dotate di sensibility eccessiva all’ azione dei
medicamenti. Noi non siamo in nessun modo certi che
quest’ azione particolare sia limitata all’ esperimento di
quelle persone eccessivamente sensitive. L’ abbiamo visto
soltanto in qneste; ma abbiamo udito che ci5 b accaduto
anche ad altre, le quali, per quanto sappiamo, non die-
dero altra manifestazione di sensitivity straordinaria al-
1’azione delle droghe. Quest’azione particolare fu vista
per la prima volta da me in un’ammalata che possedeva
tale carattere infelice, molti anni fa. Essa teneva fra il
suo pollice e l’indice una boccettina piccola, turata, nella
quale erano globuli medicati colla trentesima potenza, di
Pulsatilla. Dopo circa due minuti disse: « La sento che
sale su per il mio braccio ». Io presi immediatamente la
boccettina e la rimisi nella mia farmacia tascabile, alia
quale apparteneva. L’ avevo appena ricollocata ch’ essa
gettb un grido disperato e dichiarb che sentiva come se
« ogni sua speranza si fosse da lei dileguata. » Il suo
aspetto era quello della perfetta disperazione. Piangeva
violentemente, le sue lagrime scorrevano in gran copia,
e si lamentava amaramente mentre io, seduto, scriveva
la narrazione che mi faceva delle sofferenze, finchb ne
empii due pagine del mio registro tascabile dei casi. Con-
frontando queste note' con il registro dei sintomi di Pul¬
satilla, si trovb che esse non erano altro che una buona
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RIVISTA OMIOPATICA.
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traduzione Inglese di quel registro. La mia Materia Me -
dica era in Tedesco.
La Signora F. B. di cinquanlaquattro anni, teneva
in mano una boccetta contenente alcuni globuli medicati
colla 6 M. (potenze flussionali di Fin eke) di Lachesis. In
quattro minuti essa ebbe la prova dell’ azione del medi-
camento, 'azione che continub per sei giorni. Provb essa
una ripetizione di pih che quaranta sintomi delle speri-
mentazioni originali di Lachesis fatte da Hering. Se qual-
cheduno fosse disposto a riguardare questi esempi o prove
di un rimedio potentizzato come eccessive, e stravaganti,
e non degne di fiducia a motivo dell’estensione alia quale
b stata portata la sua dinamizzazione, s'istruisca coi risul-
tati dell' esperienza di questa signora intelligente. Dal
punto di vista del materialista, senza dubbio, questa forma
di preparazione medicinale b un’assurditb. Ma le sperienze
della medicina furono fatti, ed essendo fatti, mostrano
efficacemente la falsity delle vedute e delle obbiezioni del
materialista circa la natura e 1’ azione del medicamento.
Con questo esperimento la detta signora fu anche guarita
di una sofferenza cronica che durava da molti anni. Pub
lo scetticismo in tal caso annullare questo fatto, e, colla
su£t negazione, rendere nuovamente malata la signora?
II mio defunto amico, Dott. E. T. Richardson, fece
un’eccellente sperimentazione di Lachesis tenendo in mano
una boccetta che conteneva globuli medicati con quelia
droga. Per quanto io so, egli non aveva mostrato alcun
segno di eccessiva sensibility all* azione del medicamento
prima o dopo di questa sperienza.
H. H., un givane medico non conosciuto per eccessiva
sensibility aveva in mano una boccetta contenente globuli
medicati fiuchb cib gli divenne tanto doloroso che non
poteva pih tenerla, e ne aveva sintomi per vari giorni.
A1 secondo giorno egli fu attaccato da una infiammazione
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RIVISTA OMIOPATICA. 41
della gola perfettamente caratteristica della medicina con-
tenuta nella boccetta. II rimedio era pure Lacheis.
Ora, in questi casi, ci6 che faceva ammalare passava
atiraverso il vetro solido nell’organismo, o queste quattro
persone erano falsificatrici, ingannatrici, od erano ingan-
nate. La persona che fu il soggetto della mia propria
osservazione era una signora di media et&, di comune
intelligenza e di carattere intemerato. Essa non conosceva
la medicina che era nella boccetta, e se anche ne avesse
conosciuto il nome, non sapeva nulla nb della sua natura
nb della sua azione. Eppure essa fece tale esperimento
di quell’ azione che io oserb dire non se ne sar& dimen-
ticata mai. L’ espressione della sua fisonomia ed i sinto-
mi mentali erano quali furono sperimentati da coloro che
presero forti dosi della medicina. Il linguaggio col quale
questi effetti delle forti dosi venivano espressi era tra-
dotto esattamente nelle espressioni di questa donna sof-
ferente. Se l’espressione della sua fisonomia era un ingan-
no, fu certo il pih notevole saggio di azione drammatica
che io abbia mai vista rappresentare; eppure ne ho viste
molte e fatte dai migliori artisti drammatici. Ora, queste
due pagine di sintomi dei quali fui testimonio ed i quali
scrissi, e lo sguardo carattftristico delLinferma o furono
gli effetti genuini del contenuto della boccetta, o furono
effetti d’un’impostura pift degna di nota, se b possibile,
del passaggio della medicina, nella sola maniera che si
pub concfepire, ciob attraverso il vetro della boccetta (essa
non toccava il turacciolo) nel suo organismo. I fatti nar-
rati o furono genuini o furono una giunteria, ovvero
furono coincidenze accidentali. Strani come furono e sono,
ogni tentativo di spiegarli altrimenti che come legittimi
risultati dell’azione del contenuto nella boccetta sul suo
organismo estremamente sensitivo, termina in assurditb,
tali delle quali non pub esservene altra maggiore. Erano
queste estreme manifestazioni della mia inferma soltanto
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42 RIVISTA OMIOPATICA.
coincidenze accidentali dal medicamento ricordato? Con-
verrebbe rammentarsi che queste sofferenze farono ripe-
tizioni dei sintomi del rimedio registrati nella materia
medica senza mescolanza di altri fatti, e che queste furono
solianto i sintomi caratteristici della droga. Possiamo noi,
avuto riguardo al numero ed al carattere di questi sin¬
tomi, supporli una coincidenza senza cadere nell’ estremo
dell’assurdity, o supporli un’impostura dell’ammalata senza
accorgerci che questa b un’ impossibility?
La Signora F. B. moglie di un medico eminente
sperimentb piil di quaranta fra i sintomi delle sperimen-
tazioni di Hering con il Lachesis. Essa non sapeva nulla
del potere che aveva di far ammalare ci6 che contene-
vasi nella boccetta, epperb non poteva esservi inganno
da parte sua. Se noi vogliamo allegare il caso o.la coin¬
cidenza per ispiegare le sue interessantissime esperienze,
se noi ci affatichiamo a calcolare le probability o le pos¬
sibility matematiche di pih che quaranta fatti, il risultato
delPazione di un dato agente, che vien ripetuto, dopo
uno spazio di mezzo secolo, coll’ esperienza di un altro,
che non aveva nulla da fare coll’agente che produsse i
quaranta fatti originali, noi ci troveremo probabilmente
convinti di un’ assurdity che va fino ad una impossibility
dimostrata. Aggiungiamo a ci6 la guarigione della sua
malattia cronica, e che cosa avry a dire lo scettico colla
sua unica « dodicesima. potenza centesimale » ?
E quindi, nel caso dei due dottori, che inter*esse po-
trebbero essi avere a testimoniare il falso? Essi avevano
intelligenza bastante da comprendere i fatti che afferma-
vano. Essi conoscevano quello che sperimentavano, erano
piu o meno famigliari co' suoi effetti. E dissero che le
sofferenze che sentirono vennero cagionate dal contenuto
della boccetta che tenevano fra il pollice e l’indice. Non
erano essi tanto interessanti nella verity dei fatti che
sperimentavano e tanto competenti testimoni di questa
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RIVISTA OMIOPATICA.
48
verity, quanto pud esserlo qualsivoglia negatore della loro
testimonianza, il quale non ha mai veduto, nd conosciuto
assolutamente nulla di tale materia?
Vi d qualche forma di materia cost attiva come que-
sto potere morbifico dei medicamehti che agirono nella
sperienza di queste pefsone? Vi sono state molte di que¬
ste sperienze — moltissime. Io stesso ne ho viste parec-
chie. Vi d qualche scienziato od altra persona che abbia
visto le molecole materiali dei medicamenti o di qualunque
altra forma della materia, che trapassi pei meati del vetro
solido ed affetti l’organismo vivente come negli speri-
menti sopra narrati? No: no per la prima volta. Ed abbia-
mo noi torto nell’ affermare che la relazione di ciascuno
non d altro che una dimostrazione della natura dinamica
del potere che rende malati? Se voi cominciate male,
tutto cid che segue d oscurita e confusione.
Noi abbiamo veduto nei nostri esami delle esperienze
cliniche e delle sperimentazioni di Calcarea, di Silicea e
di Natrum Muriaticum, la prova che in questi agenti che
fanno ammalare e guariscono le malattie, non vi e la
sostanza materiale di questi agenti. Noi aggiungianao, a
motivo dell’importanza del soggetto per coloro che voglio-
no dedicare la loro vita in servizio dell’ arte di guarire,
che in nessun altro membro della nostra materia medica
cid che guarisce d la sostanza materiale di quel membro.
II primo fatto che presenteremo in prova di tale asser-
tiva d — che il potere che guarisce non obbedisce alle
leggi della materia. Una di queste leggi d che dove la
forza procede dalla materia la somma della forza d deter-
minata dalla somma della materia. Se cid fosse vero di
questo potere curativo, allora piu grande d la dose e piil
certa dovrebbe essere la guarigione, a motivo della pre-
senza di un maggiore potere di guarire nella maggiore quan¬
tity della materia che la droga ha in se. Ora, l’esperienza
d esuberante a dimostrare che per quanto riguarda questo
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RIVISTA OMIOPATICA.
potere che guarisce, accade appunto il contrario, ed b
stato osservato in cosi gran numero di casi da formare
prova positiva, che ci6 che guarisce non b la materia
del medicamento. Molte migliaia di volte sono state effet-
tuate guarigioni con dosi nelle quali, per riguardo a
materia, ve ne era molto meno che nelle piil grandi dosi
dello stesso rimedio, le quali avevano fallito nei medesimi
casi; cosicch6, se il potere curativo fosse materia, rove-
scierebbe la legge che proporziona la somma della forza
alia somma della materia dalla quale procede. Se il potere
fosse materia, il meno ha guarito molte volte prontamente
e perfettamente, dove il piu non b riuscito. Tali fatti, e
ve ne- sono moltissimi, dichiarano nei piu chiari termini
che cid che guarisce non b la materia del medicamento,
a meno che non si possa mostrare che ve ne b in mag-
gior copia nei meno che nei piil.
(11 fine nei prossimo numero)
NOTE DA UN DISCORSO ESTEMPORANEO SU PLUMBUM
del Prop. J. T. Kent.
(Frank Kraft, stenografo)
Plumbum: Le sue malattie e come guarirle. Cio
comprende non solamente il piombo metallico, ma anche
le sostanze plumbee. L’acetato b un sale cosl mutabile,
come pure il carbonato, che i loro effetti sono quasi iden-
tici cogli effetti del piombo in generale. Forse fra i primi
effetti del piombo vi sono le affezioni dell’addome; essi
continuano per un tempo considerevole, producendo altri
effetti sul cordone spinale e debolezze dei muscoli esten-
sori, finch&, finalmente, noi abbiamo perdita completa del
potere nei muscoli estensori e la conseguente atrofla;
allora b che alcune volte abbiamo la « paralisi dei mu¬
scoli estensori delle mani » (wrist-drop), e nei primi
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RIVISTA OMIOPATICA. 45
sintomi abbiamo nell’ addome cid cbe coraunemente si
chiama colica di piombo. Questa medicina b un veleno
rftetallico molto potente e di durata, cbe affetta l’intera
economia e produce sintomi cbe si prolungano e sembrano
non cedere mai ad alcuna specie di cura, tranne cbe
alia cura specifica, che voi troverete essere l’omiopatica.
Noi abbiamo ottenuto sintomi dall’ acqua cbe era
corsa in tubi di piombo, dal dormire in camere dipinte
di fresco, da pittori, e dall’ uso di tinture di capelli con-
tenenti piombo; e da tuttocib noi abbiamo procurato
sintomi che sono in armonia colie sperimentazioni pure
di piombo, ed essi sono talvolta riferiti come corrobo-
ranti dei sintomi che hanno luogo quando si b adoperato
acetato di piombo per lavare o tingere i capelli — nei
quali casi esso produce cost profonda impressione sul
cervello, che alcuni de’suoi primi sintomi sono accom-
pagnati da delirio e da grande eccitamento, con depres-
sione d’ animo e grande ansieth mentale. La paralisi
scorre attraverso un gran numero di muscoli, sp'ecialmente
alle palpebre superiori ed agli estensori, il globo del-
1’ occhio si sente troppo grande, e vi b giallezza della
sclerotica.
Col piombo noi abbiamo, dopo lungo tempo, negli
sperimentatori di esso, talvolta nei pittori che fanno uso
di piombo, un’ aspetto della pelle cereo, pallido, untoso,
lucido; questo b sintomo marcato in Plumbum, come in
Thuja od in Nat. mur.; in fatti, l’aspetto untuoso b pill
marcato, mentre l’aspetto cereo b meno prominente; la
faccia b turgida e talvolta trasparente, come quella' che
si trova in Arsenicum; vi b gonfiore di ambi i lati della
faccia, o turgidezza di un solo lato. I denti diventano
neri e sono coperti con un essudato nero, giallognolo,
glutinoso; e diventano pure talvolta neri come quelli
osservati nella sifilide ereditaria; e Plumbum, Kreosotum,
e Staphis. sono i rimedi ai quali si deve ricorrere quando
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RIYISTA OMIOPATICA.
vi b questo sintomo. I ■denti diventano molli e si rompono
in pezzi, e vi sono offese o danni intorno alia bocca; le
gengive si gonfiano e diventano color di piombo, mostrando
una linea color di piombo attorno al margine delle gen¬
give. La bocca ha sapore disgustoso; ha un gusto stoma-
chevole, dolciastro; saliva dolciastra. II dolciume bcomune
colle secrezioni della bocca. Allora si vomita il dolciastro;
rutti spasmodici; rutti di un vomito dolciastro unitamente
a dolor di testa. Esso compete in ci6 con Iris versicolor.
Vi b una superficie che sembra sporca, aftosa, nell’interno
della bocca e sui margini della lingua.
Plumbum b pieno di sintomi isterici; esso ha stran-
golamento isterico; esso ha il globus hystericus; esso ha
le contrazioni isteriche; esso ha il pianto isterico e le
illusioni isteriche; in realty esso ha quasi tutto lo stato
mentale dell’ isterismo.
Pustule sporche di aspetto porporino nella bocca e
sulla punta della lingua. Esso ha paralisi dei muscoli
che accelerano la deglutizione, tanto che sul principio si
possono ingojare i liquidi, ma non i solidi; finalmente, i
liquidi ed i solidi escono fuori dal naso. I liquidi possono
essere inghiottiti, ma i solidi tornano indietro per la bocca.
Bruciore nell’esofago e nello stomaco alcune ore dopo
aver mangiato; contrazione (costringimento) dell’esofago
da spasimi; che voi troverete nel testo. Rigettamento di
acqua dolciastra; rutti a vuoto e dolciastri. Vomito di cibo
e di sostanze scolorate, con colica violenta. Unitamente ’
alio stato colico dell’ addome vi & vomito di feccie —• •
o di materie puzzolenti come le feccie — vomito fecale
cosidetto. Vi sono ostruzioni nell’ addome — di fatto, .
questa medicina produce tale uno stato paralitico dell’ad¬
dome, specialmente nella sostanza degli intestini, che essi
non possono fare il loro dovere. Vi b una estrema aridity. >.
La colica b ad un tempo spasmodica ed enteralgica. Il .
vomito si presenta con rigurgito di materie che puzzano
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RIVISTA OMIOPATICA.
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come le feccie, vale a dire il vomito ha l’odore delle
feccie. Ora, nello stomaco e nelF addome, noi abbiamo
la piu orribile tortura — dolori taglienti, dolori lace-
ranti, dolori squarcianti; la caratteristica di questo ri-
medio consistendo specialmente in cib che vi b una
sensazione di tiramento, come con una corda, all’om-
belico, la quale sembra che tiri l’ombelico, indietro verso
la colonna spinale. Un tiramento verso l’interno dell’ad¬
dome. Ci6 avviene nella colica ed avviene pure nei disor¬
dini interni. Molte volte io considerai un siffatto caso —
lo considerai e lo riconsiderai — senza trovare alcun
rimedio simile nei suoi sintomi all’assieme dei sintomi
presentati, essendo in dubbio dove osservare per il simil-
limum, e, finalmente, la paziente mi dis'se (dopo aver
sostenuto molta tortura ed agitazione) che essa aveva
una sensazione come se fosse tirata da una corda alFom-
belico; ed ecco li! Plumbum, il solo rimedio che abbia
finora prodotto questo sintomo, corrispondeva a tutto il
caso, e traeva fuori una grande armonia dal caos. Cosi
avviene qando voi avete una grande nota maestra; allora
voi troverete qualche cosa che armonizzera spesso con
tutti i sintomi. Non dimenticatevene; vi b una colica vio-
lenta, Taddome b tirato verso la spina come da una corda,
con dolori taglienti, contrattivi, con agitazione da non
potere star fermo, e miglioramento per la fregagione o per
dura pressione. Una quantity dei dolori di Plumbum sono
migliorati dalla fregagione e dalla pressione. Le condi-
zioni paretiche, quando sono accompagnate da dolori acuti,
sono ravvivate dalla fregagione. Egli b per cib che l’elet-
ricitb — la batteria elettrica — e le fregagioni fanno
migliorare la paralisi prodotta da Plumbum o dal veleno
del piombo; esso stimola i muscoli all’ attivitk, ed essi si
sentono j>iii ravvivati. Contrazione degli intestini; ombe-
lico violentemente ritratto; gonfiezza grossa, dura, nella
regione cecale, dolorosa al tatto e movendosi. Plumbum
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RIVISTA OMIOPATICA.
ha prodotto tiflite, e 1’ ha molte volte guarita. Infiamma-
zione e cancrena degli intestini; ed il sintomo caratteri-
stico sarebbe quel tiramento all’ombelico. Vi d qualche bru-
oiore, ma non cosl marcato come in Arsenicum.
Plumbum d stato uno stupendo rimedio nell’ intra-
suscessione degl’intestini e nell’ernia — ernia strangolata.
Molto comunemente una vecchia ernia dura un tempo
considerevole, e la condizione parettica dell’intestino tenue
giunge a segno da dar luogo ad una chiusura delle feccie,
la quale favorisce 1* uscita di questo nodo dell’ intestino.
L’alleviamento di questa stitichezza, a dispetto del chirurgo,
spesso guarird quell’ ernia strangolata. Questa cosa non
potete mai crederla finchd non la vedrete. Nux vomica
ha molte volte guarito un’ernia strangolata; ciod, essa ha
guarito il paziente per il momento, non chiudendo l’aper-
tura — non intendiamo dir ci6 — non vincendo la dispo-
sizione all’ ernia, ma salvando la vita del paziente col
semplicemente scaricare gli intestini in un modo naturale
e semplice, e permettendo all’azione peristaltica di ripren-
dere la sua attivitd naturale, e cosl ritirando 1’intestino
nel ventre. Quando il chirurgo non pud soccorrerlo senza
questo scaricamento voi potete far clisteri finchd siete
stanchi e potete non riuscire e il vostro infermo pud morire,
od un’operazione diventa necessaria — la quale spesso
salva la vita del vostro paziente se d abilmente fatta. Ma
qual via preferireste voi? Se voi conoscete proprio con esat-
tezza il rimedio che fa naturalmente questo lavoro scarican-
do gli intestini - se si tratta di voi stessi - che fareste voi?
Voi aspetterete tre o quattr’ ore 1’ azione di un rimedio e
posporrete 1’ uso del coltello. Almeno io lo credo. Io credo
che preferirete piuttosto Nux vomica o Plumbum che il
coltello del chirurgo. Non intendo con cid insegnarvi di
rifiutare l’aiuto del chirurgo; ma di ricorrervi soltanto
come ad un ultima risorsa. L’ ostruzione, coi dolori dei
quali ho parlato, ed in specie il tiramento verso l’ombe-
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RIVISTA OMIOPATICA.
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lico, con vomito di materia fecale — o che — puzza come
materia fecale, con una tensione simile a paralisi degl’in-
testini tenui ed incapacity di espellere le feccie — jn
breve, una completa paresi dell’addome, tali condizioni
appartengono a Plumbum, ed esso se ne mostra il grande
rimedio. Esso produce un’evacuazione senza bile — feccie
leggermente colorate. Esso produce molta stasi nelle vene
portali chiuse nel fegato e nella milza, ingorgo ed ingros-
samento e turgescenza di sangue. Da queste cause noi
abbiamo ia fessura dell’ ano. Una fessura dell’ano con quel
tiramento interno aU’ombelico sarebbe guarita da Plumbum.
Alcuni dicono che una fessura non pub essere guarita senza
operazione, ma vi sono certi sintomi definiti che indicano i
rimedi che guariscono le fessure dell’ ano. Io conosco un
caso in questa citty di fessura dell’ano che, dopo essere
stato trattato da molti, venne da me. Era un caso il piit tor-
mentoso, ed il sintomo che mi guid6 al rimedio fu questo.
EsSa disse: « Dottore, io sento un continuo picchio — una
sensazione di percossa come di piccoli martelli nella par¬
te ». « Ebbene, » dissi a me stesso, « questo b un sin¬
tomo di Lachesis; si, naturalmente, io le darb Una dose
di Lachesis. » Cost essa prese una dose di Lachesis —
<Jopo che il migliore chirurgo della citty ebbe detto che
essa doveva assoggettarsi ad un’operazione chirurgica.
Quella sola dose di Lachesis la guarl e non ebbe mai
pib alcun bisogno del coltello.
L’ano in Plumbum si sente come tirato in su. Con
questi sintomi addominali e stata guarita la malattia di
Bright; b stato guarito il diabete. L’ orina gocciola, ed
un altro grande sintomo b la stranguria — incapacity di
orinare; la vescica b piena di orina, ma egli non pub
farla uscire. Cib avviene nella colica di piombo e nel-
1’ avvelenamento per il piombo. Vi b atonia della vesci¬
ca. L’orina b estremamente fetida e molto colorata. Que¬
sti sono i sintomi piit important! di Plumbum. Esso produce
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RIVISTA OMIOPATICA.
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alcuni sintomi spinali e cardiaci. Paralisi dei muscoli
estensori — di ambedue le estremit& superiori ed infe-
riori, e cid e specialmente notevole nella « paralisi dei
muscoli estensori delle mani » (wrist-drop). Esso ha un
sudore fetido ai piedi quanto Silicea. Ora, quando noi
abbiamo questi sintomi: paralisi preceduta da sconcerto
mentale, tremito, indolenzimento, o dolori lancinanti, lace-
ranti, paralisi dei muscoli estensori della mano, atrofia
muscolare progressiva, allora noi abbiamo le condizioni
che sono state guarite da Plumbum — non prodotte da
esso. Esso produce molta emaciazione dei muscoli esten¬
sori, e queste condizioni si alternano con colica ed epi-
lessia — forme croniche.
Ora, quanto Plumbum occorre per produrre qualche-
duno di questi sintomi? Io mi feci molte volte questa
domanda. Ho avuto parecchi infermi dopo ch’ebbero dor-
mito la prima notte in una camera recentemente dipinta,
affelti con colica di piombo. Io dissi a me stesso: « quanto
piombo ebbe il paziente a ricevere colle finestre e colle
porte aperte? Quanto piombo pot6 egli assorbire in una
notte con milioni di volumi di atmosfera che attraversa-
rono quella camera durante tutta la notte? Eppure egli
fu preso da colica del piombo. Cio mi stupiva; esso dove-
va essere stato sopra la undecima potenza centesimale,
giacchfc particelle cosl piccole da poter galleggiare nel-
1’atmosfera non possono essere, ne sono certo, osservate
col microscopio. Perchfe non tutti coloro che sono cosi
esposti vengono avvelenati dal piombo? Semplicemente per-
che s’ ammalano soltanto quelli hanno suscettibiliilt per
questo veleno. La suscettivitk b lo stato identico che esi-
ste quando la relazione del rimedio omiopatico si verifica
nella guarigione della malattia. Se la cosa & cosl io debbo
essere d’accordo con Hahnemann quando dice che la
dose era ancora troppo grande per guarire. Noi abbiamo
dimostrato che essa era sopra l’undecima potenza cente-
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* RIVISTA OMIOPATICA. 51
simale, e nondimeno ha provato che era una dose troppo
grande per guarire. Perch6? Perchb essa fece ammalare.
Se fosse stata abbastanza alta, potrebbe aver guarito la
diatesi o idiosincrasia, o suscettivit&, invece di far amma¬
lare. Ora, che cosa abbiamo noi guadagnato con questa
condizione del corpo in cui questo infermo 6 suscettibile
al piombo? Semplicemente una predisposizione alia vecchia
malattia, precisamente nello stesso modo come 1’infermo
che prende la scarlatina b predisposto alia scarlatina.
Perch& ogni corpo non diventa avvelenato dalla patata
infetta quando gli accade mangiarne? Per la semplice
ragione che esso non ha questa idiosincrasia, — questa
predisposizione. Se ora il rimedio b ancora troppo grande
per guarire, come dice Hahnemann, in nome del cielo
quanto dobbiamo noi variarlo affinchb corrisponda a quella
sfera di identity nella vita animale per modo che esso
possa associarsi con essa; possa essere simile; possa
essere messo in relazione con essa e cancellare quel falso
dinamismo, che costituisce la causa predisponente? Ora
io sono apparecchiato a discutere su questa materia con
chicchessia. In faccia a tali fatti verr& qualcheduno a
dirmi che questa specie di male deve ossere curata coi
sali di Epson — una qualche cosa per guarire la quale
egli si scaglia co’ suoi farmaci in dosi cosl grosse da
render malato chiunque, e con ci6 spostare o sopprimere
i sintomi originali del piombo, mentre il male d solamente
dinamico? Io ho visto casi, nei quali questa paralisi dei
muscoli estensori della mano fu prodotta dalla semplice
inalazione — da leggero assorbimento dell’ acetato di
piombo, avendolo adoperato sui capelli. Ebbi pure parecchi
casi di avvelenamento di piombo cagionato dall’uso di
acetato di piombo in una debole soluzione adoperata per
sciacquatura vaginale. Vorrete voi dirmi, in nome del
senso comune, che quantity di piombo hanno essi assor-
bito? Naturalmente molto di piil che coloro i quali hanno
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52 RIVISTA OMIOPATICA. ft
dormito semplicemente in una camera recentemente dipin-
ta, direte voi. Cid mostra 1’ inconsistenza dei tentativi di
curare le malattie prodotte dal piombo con mezzi chimici.
Ma, intendiamoci, cid non significa, che quando lo stomaco
b pieno di piombo voi non dobbiate gettarlo fuori. — Io
non parlo affatto di questo caso. Se voi potete dimo-
strarmi che vi b materialmente del piombo nello stomaco,
io vi dird di farnelo uscire. Ma per ci6 che riguarda la
paralisi del piombo, l'avvelenamento dal piombo, la colica
prodotta dal piombo, e sofferenze simili come succede ai
pittori per un semplice maneggiamento del piombo, b
semplicemente follia l’intraprenderne la cura con acidi e
sali e mezzi chimici — b la piu assoluta follia, e non
altri che un imbecille potrebbe essere cosl pazzo da con-
cepire tale cosa. E la predisposizione che voi dovete
curare e non il piombo; questa paralisi non b prodotta
dal piombo, che b nel sistema, perchd 11 non vi b piombo.
Noi non aspettiamo che la vecchia scuola risolva questi
problemi dinamici. Essa b pregiudicata. Essa ha chiuse
le sue biblioteche alia medicina omiopatica e ad ogni
cosa che tratti di filosofia; per ci6 io dico che noi non
ci aspettiamo che essa conosca qualche cosa — ma nes-
suno di coloro che hanno studiato la filosofia della medi¬
cina e sopratutto quella universale insegnata al mondo
da Samuele Hahnemann, dovrebbe adoperare Ioduro di
Potassa per guarire l’avvelenamento dal piombo, n& l’acido
solforico contro Tavvelenamento dal piombo. Io fo appello ,
all’intelligenza colta e non al sense cumune. Voi dovete
guarire la predisposizione che quest’individuo ha al piom¬
bo. Non tutti fanno attenzione a queste cose, cio&: vi
sono individui soggetti a questi avvelenamenti ed i quali
ogni qual volta entrano in una camera recentemente di-
pinta, o loro capita di trovarsi dove possono inalare piombo,
si ammalano e prendono coliche con questi sintomi di
piombo, e nei quali questi mali sono prodotti ogni qual-
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RIVISTA OMIOPATICA.
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volta essi s’avvicinano soltanto al piombo. Naturalmente,
voi potete far mangiare ad un uomo bastante piombo,
in forma solubile — acetato di piombo, per esempio —
da renderlo ammalato — sufficiente a far ammalare un
uomo che stia bene; ma questa suscettibilitb b una rela-
zione omiopatica al rimedio curativo che ora lo aggrava
perchb esso b inalato in troppo grande dose. Con questa
diatesi, per la quale egli b cost suscettibile al piombo,
il senso comune non vi insegnerebbe di tentare e di
procurare un’attenuazione cost alta che non lo rendesse
ammalato, se.la semplice inalazione di esso lo fa amma¬
lare? (The Homoeopathic Physician).
R1FLESSI0NI CLINICHE
dbi. Dott. Ad. Lippe
Caso i.° — Alle quattro pom. del 16 Gennaio 1886,
una Signora mi fece chiamare frettolosamente. La trovai
molto angosciata ed ansiosa, col timore di una paralisi.
Godeva buona salute ed aveva fatto un lauto pranzo, e
mentre, dopo di questo, leggeva il giornale, le parole le
ballavjtno dinanzi agli occhi, la stanza diveniva piena di
macchie, poi la faccia ed il naso divennero 'intirizziti,
quindi le labbra e la lingua rimasero pure intorpidite, e
il polso si fece piccolo e di circa 120 battute al minuto.
Una dose di Aconito cm (Fincke) fu messa sulla sua lin¬
gua. La rigidezza disparve in mezz’ ora circa; il polso
scese a settantadue; la sua vista era perfetta allorchb
essa chiudeva uno degli occhi, ma ogni cosa appariva
indistinta allorchb teneva ambedue gli occhi aperti; que¬
sto sintomo scomparve pure il mattino seguente; un leg-
gero senso di vacuitb nella testa rimase durante quel
giorno.
Caso 2.* — La Signora B. chiese in fretta una mia
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RIVISTA OMIOPATICA.
visita il 12.Gennaio, alle 10,30 pom. La trovai in grande
angoscia; era stata assalita da dolori nel lato sinistro del-
l’addome; ma sperava di farli cessare coll’applicazione
di una borsa con acqua calda; era seduta sopra ana sedia,
piegata in due, col capo posato sopra una sedia che le
stava davanti; estremamente irrequieta, ed all’ opposto
della sua solita disposizione, molto di cattivo umore ed
ansiosa; esprimeva un grande timore che il dolore fosse
gotta nello stomaco: il dolore era aggravato quando pro-
vava di alzarsi dritta, ed allora sentiva anche forti dolori
pungenti al fegato. La causa dell’attacco fu un gran freddo.
Il 9 era all’ Opera, ed al termine della rappresentazione
aspettd, sugli scalini di pietra del teatro, la sua carrozza,
e siccome il freddo ed il tempo pessimo conducevano Id,
molte carrozze vi era confusione e ritardo, eppercid essa
e suo marito decisero di fare a piedi i pochi passi che
occorrevano per andare a casa; i suoi piedi intanto diven-
nero' piti freddi, e non riuscl a scaldarsi per un poco,
dopo di essere tornata a casa. Le diedi una dose di Aco-
nito cm (Finke) sulla lingua. In mezz’ ora la lasciai tolal-
mente tranquilla e quieta, sollevata dall’estremo dolore
e pronta ad andare a letto. Fu con ripugnanza che que-
sta signora rimase in camera il giorno seguente, dichia-
rando di poter benissimo far le scale dopo il buon sonno
della notte ed un sudore profuso, il quale non lascio che
una sensibilita dolorosa al suo fegato. Non ci fu ritorno
del dolore da allora, fino adesso, 3 Febbraio.
Commenti. — Aconito e un rimedio raramente ne-
cessario, eppure tanto universalmente se ne fa abuso dai
medici omiopatici che questo raro incidente d’aver io
prescritto Aconito due volte in tre giorni mi obbliga a
fare alcune osservazioni su questo rimedio. Hahnemann,
nella sua ammirabile prefazione di Aconito, ci indica chia-
ramente e distintamente i suoi sintomi mentali caratteri-
stici; senza la loro presenza, Aconito non pud guarire e
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RIVISTA OMIOPATICA. .
55
non guarir&; sar& anche, come dice Hahnemann, ben di
rado necessario ripeterne la dose. Quei disgraziati, i quali,
per erroneo insegnamento, sono stati indotti a credere
che le cause materiali delle malattie richiedono dosi ma-
teriali per essere guarite, ed i quali si son presa la pena
di leggere le opere di Hahnemann, non sono spesso riusciti
a guarire quando Aconito venne amministrato soltanlo
perchfe vi era « febbre, » senza che esistessero i suoi
sintomi caratteristici siccome Hahnemann ce li indich;
quindi, il piii disgraziato infermo fu avvelen^to dalla tin-
tura di Aconito, e la nostra nobile arte di guarire cadde
in « disfavore. » L’ intelligente studioso di medicina che
desidera realmente divenire medico omiopatico* farii sag-
giamente studiando con attenzione gli scritti di Hahne¬
mann, e si convinced tosto che i moderni insegnamenti
nei collegi medici di Hahnemann e le pubblicazioni che
ora emanano dalle society ed organizzazioni di Hahne¬
mann, salvo rarissime eccezioni, non sono che caricature
dell’Omiopatia di Hahnemann.
Caso 3.° — II Signor N. L. di trentaciuque anni,
di costituzione delicata, soffriva da alcune settimane di
una cattiva tosse secca, aspra e peggiore alle 3 a. m. II
12 Febbraio 1886 si lamentb di sentire, tossendo, molto
dolore di piaga nel lobo inferiore del destro polmone; -
poco appetito. Prese una dose di Kali carb.' m (Fincke)
alle 9 a. m. circa; uscl come al solito, ma fu costretto
ritornarsene a casa all’ una p. m.; ebbe forte freddo, se-
guito da febbre; dolore aumentato al polmone; sete aumen-
tata; ebbe una notte insonne; tosse peggiorata; egli gia-
ceva sul dorso; secrezione d’ orina profusa e normale;
leggera traspirazione generale. Siccome non vi erano
indicazioni per un rimedio, ad eccezione dello sviluppo
di una pneumonite, non ebbe medicina fino al 14; aveva
avuto una notte insonne; quando stava per addormehtarsi
veniva tosto svegliato da una tosse dolorosa, la quale
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56 RIVISTA 0MI0PATICA.
cagionava dolori intensi, taglienti, come da pugnalate,
nella parte affetta dei polmoni; era obbligato a tossire
finchb non espettorava un po’di muco bianco, tenacis-
simo; era stato in delirio tutta la notte; respirazione,
trentaquattro per minuto; polso, novantasei per minuto;
lingua arida; molta sete, beve spesso e poco; color della
faccia, come di rame; giace sal dorso in una posizione mez-
za seduta; nessun appetito; parla continuamente e non b
. possibile tenerlo quieto; ricevette una dose di Lachesis 6, °(Fin-
cke); divenne pia tranquillo e sent! meno dolore; ma all’una
del 16 peggiord nuovamente; dopo avere espettorato grandi
quantity di muco strisicato di sangue, e color ruggine si
lamentb di aumentato dolore ai polmoni; impossibility totale
di addormentarsi; la loquacity era pure aumentata; le
secrezioni d’ orina erano abbondantissime, ma normali in
apparenza.' Prese allora un’altra dose di Lachesis 5m (Fin-
cke). Stette meglio il 17; respirazione meno celere; il
polso si abbassb, ed il 19 comincib a dormire; nessun
altro sputo color ruggine; faccia piti naturale; loquacity
diminuita; secrezioni d’orina pure diminuite. Il 20 (ottavo
giorno di sua malattia) comincib a mangiare; tutti i sin-
tomi migliorarono. Il 26 (quindicesimo giorno di sua ma¬
lattia) lascib il letto per un’ ora e prese a mangiare di
piii; dorml bene. Il 2 di Febbraio (ventesimo primo gior¬
no di sua malattia) pote dormire tutta la notte; riprese
il suo posto a tavola, nella sala di pranzo, e mangid
enprmemente con buonissimo appetito. L’8 di Febbraio
fece la sua prima passeggiata, e siccome Faria era secca
e buona, se ne trovb avvantaggiato. Egli non ebbe bisogno
di altra medicina dopo che prese la seconda dose di La-
chesis, cosl chiaramente indicata per il suo stato; e si
considerd come licenziato e non piit bisognoso di ulte-
riore traltamento.
Comments — Questo caso b stato scritto per dimo-
strare 1’ invariable buon successo della cura allorchy i
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RIVISTA OMIOPATICA.
57
• metodi di Hahnemann vengono seguiti rigorosamente.
Hahnemann, colla sna mente penetrante, filosofica, inse-
gn6 al medico come applicare il principio dei simili per
la gurigione del malato; egli promulgo nuovamente l’ori-
gine dinamica delle malattie, ben conosciuta dagli antichi.
Gli ospedali unit! ai tempi di Iside erano assistiti dai
saoerdoti di quei tempii; la cura era psicologica, e per
cid basata implicitamente sulla loro conoscenza dell’ori-
gine dinamica delle malattie. Sarebbe bene per quelli
che dubitassero dell’esattezza di ci6 che dico, che leg-
gessero un’opera pubblicata non ha guari sulla Guari-
gione della Mente di Milles.
II vero medico omiopatico, accettando i metodi di
Hahnemann, ha sviluppato diligentemente l’arte di guarire
su tale base; ha continuato a sperimentare nuovi rimedi;
ha proseguito a dinamizzarli, per rinvenire coll’esperimento
clinico dove cessa il potere curativo dei medicamenti; e
non ha ancora trovato i confini dei loro poteri curativi,
ma invece di un limite ha trovato un aumento degli
effetti curativi dalle continuate dinamizzazioni; per lui, lo
sperimento clinico fu la sola pietra di paragone degna
di fiducia intorno all’ efficacia dei mezzi adoperati per la
guarigione del malato.
Nel numero di Novembre del Periscope, pubblicato
a S. Louis, troviamo un singolare scritto dell’editore. Non
vi possono essere, come pretende l’editore, due specie
di omiopatici: quelli che vogliono le alte dinamizzazioni
e quelli che si attengono alle basse. « Tanto gli uni che
gli altri sono omiopatici; non sono d’acoordo sopra un
unico punto, ed il successo b falso ed ingannatore; dichia-
rato solo per ingannare. » Gli uomini delle alte potenze,
come li chiama 1’ editore, sono discepoli di Hahnemann,
e come tali difendono le alte potenze, e sostengono che
le pih alte attenuazioni sono piu efficaci delle pih basse,
e questo b tutto; essi sono omiopatici. I basso-diluzionisti
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RIVISTA OMIOPATICA.
hanno piu e piy volte dichiarata la loro credenza nelle
cause material! delle malattie, opposte egualmente alle
idee degli antichi che a quelle di Hahnemann, sulla ori-
gine dinamica delle malattie, e quindi sostengono le dosi
materiali per la guarigione di malattie materiali, ed in
cid essi sono strettamente logici — dichiarano che la
dove il microscopio non scopre piu la presenza materiale
del medicamento, cessano le sue azioni curative; ed in
questa dichiarazione sono grandemente illogici, in quanto
che non b il microscopio che pu6 deflnire la questione
dell’azione medicinale suH’umano organismo. Se gl’infermi
vengono sollevati e guariti sotto l’influenza di un rimedio
dinamizzato, ci6 vuol dire che quel rimedio svilupph la
sua azione curativa, malgrado tutte le negazioni dei mi-
croscopisti illogici. I basso-diluzionisti, per loro propria
confessione, non sono omiopatici; e se dichiarano di non
aver ottenuto alcun buono risultato colie alte attenuazioni,
noi non possiamo che compatirli, avendo noi fatto buona
prova della loro efficacia per ben quaranta anni, e doman-
dando sempre che la questione posologica fosse lasciata
al giudizio individual del medico. Se il saputo editore
del suddetto scritto rigetta totalmente ed intieramente
cid che e il risultato di quaranta anni di nostra espe-
rienza, cioe: la grande superiority dei medicamenti dina-
mizzati, ci si dovra permettere di tirare le nostre -con¬
clusion! dalla sua onesta « Confessione. » Se questi non
omiopatici curando gl’infermi ottengono migliori risultati,
degli stretti omiopatici, acquisteranno la superiority; per
ora noi non possiamo vederla, n£ le loro opere ce la
provano.
L’editore del Periscope distribui le carte. Noi giuo-
chiamo la nostra, ed aspettiamo che il dotto, dubbioso
editore, confessante 1’ insuccesso giuochi la successiva,
e riesca a far meglio. (The Horn. Physician).
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BELLADONNA E l SUOI ALLEATI
NELLA CURA DELLE MALATTIE DEI BAMBINI
DEL DOTTOR EDWARD CrANCH.
Per i bambini. Belladonna b della massima utilita,
come lo mostra la larga sfera della sua azione, cio b sulla
testa e su tutti gli organi del senso, sulla gola e su tutto
l’apparecchio circolatorio e digerente, sulla pelle e su tutti
gli organi escretori, e su tutte le attivitA nervose e mu-
scolari.
Essendo tanto utile, b molto importante notare i li-
miti della sua azione, ed b oggetto di questo scritto il
mostrare brevemente alcuni di questi limiti come vennero
osservati e verificati nella pratica della scrivente.
Belladonna non si deve dare ai bambini quando la
temperatura della pelle b normale, n& quando il polso b
tranquillo, ne quando il sonno e normale.
Nella Materia Medica di Teste egli cita un’ osser-
vazione di Hufeland per mostrare che gli idioii non sono
affetti da Belladonna in alcun modo apprezzabile. Lo scri¬
vente non ebbe alcuna opportunity di sperimentare 1’ a-
zione del medicamento dinamizzato su di alcun idiota, ma
presentandosi il caso lo osservera e ne riferiry.
Se il bambino b delirante la notte e istupidito di
giorno, probabilmente si tratta di un caso di Belladonna,
ma se b stupido di notte e molto delirante di giorno, il
caso richiedery piuttosto Hyoscyamus, Opium, e Stramo¬
nium.
I mali di testa di Belladonna affettano principalmente
la regione frontale, e tengono la testa in movimento. Le
condizioni opposte richiedono Agaricus, Bryonia, Silicea.
Gl’infermi di Belladonna amano di avere la testa fresca;
quelli di Silicea amano di averla calda quanto b possibile.
Belladonna nella meningite deve essere confrontata
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RIVISTA OMIOPATICA.
diligentemente con Glonoinum, Gelsemium, Bryonia, Rhus
tox., Argentum nitricum, Apium virus, e Nux vomica.
Nei colpi di sole Belladonna regge al paragone di
Glonoinum, e di Veratrum viride.
Negli occhi, i sintomi i quali richiedono Belladonna
si presentano di rado nei bambini, ad eccezione di quelli
che sono il risultato di cadute o di colpi alia testa, ed
allora essa concorre con Arnica e Cicuta.
La congestione delle orecchie, con dolore di orecchie
o sordia, richiede Belladonna, salvo quando vi b suppura-
zione o quando il dolore b continuo. Essa agisce bene
sulle glandole vicine alle orecchie e sotto alle orecchie,
specialmente con rumori ronzanti.
In tutti i sintomi della testa il tipo di Belladonna b
la congestione, ed i suoi principali alleati sono Bryonia,
Cicuta, Glonoinum, Argentum nitricum. Borax, Silicea,
Aconitum, Veratrum viride, e Ferrum phosphoricum.
Nei naso noi abbiamo epistassi, e odore acuto od
immagfnario, ma leggero catarro.
Nella faccia abbiamo aspetto rosso-azzurrognolo re-
sipolatoso, gonfio, e cangianie rapidamente. La neuralgia
b rara nei fanciulli ed ingenera un sospetto di onanismo !
Le labbra e la bocca sono molto affette, ma sempre nei
modo di congestione attiva.
La gola b rossa, generalmente arida, sempre molto
calda, e squisitamente dolorosa. I sintomi della gola che
sono simili a quelli di Bell, si trovano in Mercur. sol.,
Phytolacca, Tarentula Cubensis, Argentum nitr., etc. I
sintomi della gola di Belladonna cambiano sempre rapi¬
damente, vi b brama di acqua fredda, oppure avversione
a bere.
I sintomi dello stomaco hanno poca importanza, ma
quelli degli intestini sono marcati, specialmente negli adulti.
Nei bambini, noi notiamo 1’emissione di flati inodori,
ed a quando a quando tenesmo infruttuoso con o senza
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RIVISTA OMIOPATICA.
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colica. L’orina b molto scura se b scarsa, e molto pallida
se b profusa. Enuresi (incontinenza di orina) notturna,
quando il sonno b agitato con subitanei soprassalti. (A-
garicus, se vi b stiramento nervoso di muscoli isolati). La
respirazione 6 oppressa, celere, od ineguale, spesso spa-
smodica, come nella tosse canina.
I sintomi della tosse sono interamente subordinati ai
sintomi generali, i quali sono ben conosciuti — la feb-
bre, colla pelle caldissima, e nessun desiderio di essere
scoperto, ma pure con rapido cambiamento di stato ed
avversione ad essere toccato.
Borax b quasi identico colla febbre e 1’ insonnia, ma
teme di essere sceso a terra; grida appena la governante
fa atto di metterlo giu. Ci6 fu verificato ripetute volte;
quando in ogni particolare, eccettuate le grida nello star
coricato o nell’ essere cullato, Bell, sembra indicata.
Nei casi di corea, trismo, e tetano, lo scrittore non
ha ancora adoperata questo medicamento n& l’ha preso in
considerazione, sebbene esso sia ben raccomandato, ma
sembra che in tali malattie Arsenicum, Causticum, Ta-
rentula, Ignatia e Hyoscyamus siano piCt spesso indicati.
Rimane a parlare ; delle due condizioni, nelle quali
Belladonna b sempre impiegata la prima — le convul-
sioni e la febbre scarlatina. Essa copre piu casi di questa
che ogni altro rimedio, ed 6 d’ altronde un proventivo
positivo, nella maggior parte dei casi, della febbre scar-
lattina.
I suoi principali limiti nelle convulsioni sono che essa
b solamente utile nei soggetti sanguigni e nei casi acuti.
I suoi alleati sono Ignatia, Calcarea, Nux vom., Cupr.,
Cicuta, Glonoinum, etc.
Essa non deve essere data nella febbre scarlatina,
se il male di gola fosse putrido e l’eruzione alquanto scura
o molto pallida. Essa b ben secondata da Bryonia, Ai-
lanthus, Phytolacca, Sulph., etc.
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RIVISTA OMIOPATICA.
Teste, nel suo capitolo su Belladonna non ne tratta
cosl abilmente come nei suoi primi gruppi, e sebbene egli
le assegni un posto di primo ordine pei bambini, in se-
guito quasi se ne dimentica nell’ ulteriore considerazione
del soggetto.
La cura dei bambini senza Belladonna, sar& un la-
voro poco soddisfacente, ma un futuro studio dimostrerft,
che essa ha molti alleati. (The Horn. Phys).
NEURALGIA DELLE OVAIE E DELL’UTERO
del dott. E. P. Hussey.
Nel Novembre 1884, fui chiamato a vedere la signo¬
ra C. di 28 anni. Dopo aver ritardato alquanto la mia
visita, la trovai in una grande angoscia; stava in parte
seduta ed in parte riposante sopra una mano in punta di
un sof&, nella quale disagiata posizione era rimasta per
circa un’ ora, incapace di esser mossa o toccata, ed an-
che di prendere un lungo respiro; la sua faccia era pal¬
lida e contratta, la bocca a metfi aperta — un quadro
penoso. Potei appena sapere da lei, allora, che il dolore
era nella regione delle ovaie, e gift all’ utero; che 1’ at-
tacco era avvenuto molto improvvisamente mentre aiutava
a mettere un tappeto, e si sentiva bene, apparentemente;
mentre ora le sembrava come se ogni cosa la premesse
in gift per uscire fuori.
l.o le detti pochi globuli di Belladonna 4000 sulla lin¬
gua, ed in cinque minuti 1’ intensity del dolore era alle-
viata a segno che potb esser portata in letto ad un piano
superiore. Un dolore sordo rimase, e per una volta ebbe
vomito. Quando si sentl meglio mi descrisse che il dolore
era stato « terribile », « tagliente », premente, simile ad
una fascia di ferro intorno alia vita, come se ogni cosa
fosse premuta in gift al punto da dover uscire. Un esa-
me vaginale mi dimostrb essere l’utero, apparentemente,
in posizione e condizione normali. Quando tornai a ve-
derla Tindomani mattina, la trovai che attendeva ai suoi
doveri di casa.
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RIVISTA OMIOPATICA.
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Venni a sapere che aveva avuto in antecedenza altri
due attacchi simili (sebbene meno intensi), per i quali un
dottore della vecchia scuola le fece injezioni ipodermiche
di Morfina, ed essa fu obbligata a rimanere in letto tre
settimane ad ogni attacco. — Ebbe un altro leggero at-
tacco poche settimane dopo, ma fu tosto sollevata da
un’ altra dose dello stesso rimedio e della stessa poten-
za, che le avevo lasciato. Non ha mai pifi avuto simile
disordine da allora in poi. (The Medical Advance).
VERIFICAZIONE DI APIS ED UN FATTO NOTEVOLE
Una giovane signora maritata, nell’ottavo mese di gra-
vidanza, allora guarita da un acuto attacco di dissenteria,
lamentavasi di violenti dolori nelle regioni di ambedue le o-
vaje — peggiori nella sinistra — i quali l’avevano grande-
mente disturbata di tanto in tanto fin dalla nascita dell’ul¬
timo bambino, due anni addietro. Vi era un’ eccessiva sen¬
sibility delle parti, aggravata dal minimo tatto o movimento
del corpo. Apis mel. 3 (1’unica preparazione che avessi alia
mano in quel momento) fu data. Dose, una goccia verso se¬
ra. I dolori furono alleviati, ma essa passo una notte agita¬
ta, e sognd che era andata in una strana sola di ricevi-
mento , dove eravi uno sciame di api, le quali ronzavano in-
torno al suo capo , ed una di esse la punse nel ciglio sini-
stro. La signora non aveva alcuna idea della medicina che
aveva presa. Essa vive in .Londra e non ha nulla da fare
colle api in alcun modo. II giorno seguente io le diedi una
dose di Apis 200 . Da allora in poi, — tre giorni dopo — essa
non ha avuto altra medicina e non ha piu avuto alcun dolore.
Alfredo Heath.
APPUNTI CLINICI
Dulcamara. — Ad un medico che aveva da tre giorni un dolo¬
re come come di contusione all’olecranon sinistro, con peggioramento
piegando il braccio al gomito o stringendo il pugno, venne tolto dal
Dott. Berridge con una sola dose di Dulcamara 6 cm (Fincke) in circa
quindici minuti. Dulcamara ha prodotto (Vedi Encyclopedia, 329) un
sintomo simile soltanto al braccio destro ( The Homoeopathic Physician).
Veratrum. — Essendo il Dott. Ehrman chiamato per testimonio
avanti al giuri in una corte di Assise, osserv6 che uno dei giurati
doveva abbandonar V aula ogni momento, e quindi da ci6 V inter-
ruzione continua del dibattimento. Il giudice, che conosceva il Dott*
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RIVISTA OMIOPATICA.
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Ehrman, appena lo vide lo prego a dargli qualche cosa onde ovviare
il ritardo cagionato da quest© interruzioni. II Dottore trov6 che il
paziente soffriva diarrea profusa, frequente, acquosa, senza dolori, ma
con molto rumore negr intestini, debolezza e prostrazione. Pochi glo-
buli di Veratr. album^ postigli sulla lingua gli recarono subito sol-
lievo, ed egli non ebbe piu evacuazioni durante il proseguimento del
giudizio, con sodisfazione del giudice, del giurato, e di me stesso.
(The Medical Advance).
NOTE E N0T1ZIE
Leggesi nel Gauloie:
« La propaganda omiopatica. — Sotto questa denomination© si
h costituita a Parigi una Society il cui scopo e assolutamente pro-
gressista ed umanitario. Si propone essa di dimostrare, col mezzo di
varie pubblicazioni, di conferenze, di cliniche nelle quali le cure e
i medicamenti saranno gratuiti, etc., la verity dell* Omiopatia, e di
rivendicare per la nuova dottrina il posto cbe dovrebbe occupare da
lungo tempo nelle scuole di medicina e negli ospedali. — La pro¬
paganda omiopatica, cbe conta gik un gran numero di aderenti e
di donatori nelle piu alte e migliori sfere della society parigina, il
martedi 22 giugno procedeva alia elezione del suo consiglio di am-
ministrazione, la cui presidenza fu devoluta ad uno dei pib abili e
dei piu ardenti difensori della nuova scuola, il Dott. Flasschoen della
facoltk di medicina di Parigi. Due nostri colleghi, i Dottori Alfonso
Bou6 e Fernando Dumont vennero proclamati, il primo Vice-Presi-
dente, ed il secondo Segretario generate cassiere di quest’ opera di
filantropia alia quale noi auguriamo pieno successo. »
Nell’ ultima session© annuale dell’ Istituto Americano di Omio¬
patia, tenutasi lo scorso giugno a Saratoga, dal rendiconto statistico
risultava cbe 1’ omiopatia nella grande repubblica degli Stati Uniti
possiede 5 societb nazionali, 2 society sezionali, 28 societk medicbe
di Stato, 125 society medicbe locali, 51 ospedali, 46 dispensarj, 13
collegi e 22 giornali. Questi 13 collegi, che sono vere e complete u-
niversitb, banno una media di circa 100 studenti ognuna, ed banno
finora conferito il grado di dottore dai 7 agli 8000 medici. — Ag-
giungiamo cbe 1’ ospedale Ward Island di Nuova-York ba 600 letti;
il manicomio di Middletown nel quale h applicata esclusivamente
1’ Omiopatia e uno dei piu floridi; l’ospedale omiopatico di Pittsburg
ebbe vita con un sussidio di 100,000 dollari da parte dello Stato di
Pensilvania, mentre altrettanta somma eragli fornita dalla benefi-
eenza privata; che Minneapoli fabbricb un elegante ospedale omio¬
patico; cbe Boston ha fabbricato un ospedale per 1’ omiopatia con la
spesa di 200,000 dollari, assegnandogliene poi in dote altri 100,000.
Coi due grandi manicomi di Middletown e di Nuova-York, manico-
mi dello Stato ambidue, cbe sono fra i piii prosperi dell’ America,
1’Omiopatia fornisce un esempio la cui emulazione spinse gli altri
36 stati a sforzi nella stessa direzione. E questo movimento non
cessera findte ogni Stato dell’ intera Unione, non giunga a posse-
dere un ospedale omiopatico per gli alienati*
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RIVISTA OMIOPATICA
Anno XXXII SETTEMBRE 1886. Numero 3,
GUARIGIONE DI UNO SCIRRO DELLA MAMMELLA
per il Dott. Attilio Mattoli (*)
Ora che il progresso veramente fenomenale della
meccanica ha posto in mano al Chirurgo mille svariate
macchine ed attrezzi affine vietneglio praticare l’arte delle
mutilazioni, si pub dire che il trattamento interno nella
cura dei tumori sia del tutto posto in oblio, e che alia
solo mano armata del Chirurgo spetti risolvere tanti de’
pih ardui problemi che ne offre questo nostro organismo
vitale e ragionante. E cib poco dovrebbe recar merayi-
glia se tale mala pratica si fosse verificata nel solo cam-
po allopatico, dove certamente la cosiddetta medicina
razionale nulla ha saputo mai praticare di buono per
guarire con cure interne un tumore di natura qualsiasi.
Ma quando ho letto nel The Medical Visitor diretto dal
distinto Dott. T. S. Hoyne, Professore di principj e pra¬
tica di Medicina nel Collegio ed Ospedale Medico Hahne¬
mann di Chicago, che « ora che la nostra scuola b ben
provveduta di buoni Chirurgi i quali sono proclivi al
taglio nella cura dei tumori, i giovani membri della pro-
fessione sembrano pensare che il solo bisturino ne sia
F unico agente curativo », io ho sentito il dovere di
stimmatizzare per mia parte cotesta pratica funesta e di
ripetere col sullodato Professore Hoyne che, quando la
nostra scuola era senza chirurgi, e il Medico faceva uno
studio molto diligente del suo informo, fedelmente sce-
(*) Storia clinica letta il 46 Giugno alia Societa HahnemanDiana I tali ana.
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RIVISTA OMIOPATICA.
gliendo il rimedio, o i rimedi indicati, questi il piu delle
volte apportavano la vera guarigione. E senza citare in
appoggio del mio asserto molti e molti tumori ovarici,
carcinomi del petto, tumori uterini, sarcoceli del testicolo,
sarcomi della lingua etc., tutti guariti col semplice trat-
tamento interno da distinti medici della nostra scuola, io
verrb solo a conforto della nostra opinione narrando qul
la storia di un caso di tumore alia mammella da me
felicemente, non ha molto, portato a guarigione, riser-
bandomi d’illustrare in appresso altri casi di tumori sem-
pre convenientemente trattati colla sola cura interna.
Fra gli ultimi di Aprile e i primi di Maggio (non
rammento esattamente la data) del decorso anno, 1885,
venne a trovarmi, nella mia residenza in Bevagna, una
Signora della vicina Foligno per consultarmi intorno ad
un suo malore che da gran tempo la tormentava. Questa
Signora, di nome Filomena Luppatelli, dimoslrava un’eta
apparente di anni quaranta circa; di statura oltre la media,
piuttosto grassoccia, di costituzione leuco-flemmatica. Nar-
randomi la storia del suo male mi diceva che giovinetta
e innanzi che questo si sviluppasse, stava ancora assai
meglio in carne di quello che non lo fosse presentemente,
per cui la si poteva a buon diritto qualificare in allora
per polisarcica.
Interrogata sui dati anamnestici nulla riscontrai di
seriamente rilevante essendosi compiuti normalmente i
diversi periodi della vita fino all’Aprile del 1884, quando
comincib ad avvertie una sensazione molesta al capezzolo
della mammella sinistra, sensazione che talvolta si tra-
mutava in piccate con trasalimento di tutta la persona;
il capezzolo stesso era divenuto piii duro e con base piu
larga, confrontato con quello dell’altro lato: e questi feno-
meni dolorosi aumentavano d’intensitct in tutti i periodi
mestruali, piii abbondanti, di piu lunga durata e piii dolorosi
del consueto. Senza consultare alcun medico in proposito
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RIVISTA OMIOPATICA.
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fece trascorrere parecchi mesi, finchfe i dolori lancinanti
tanto piu accentuati e la forma del capezzolo che si era
alterata internandosi nella mammella, con base piti dura
e grossa, e cou una fenditura nel centro, da cui, di tanto
in tanto escoriandosi, si effettuavano piccole emorragie,
la fecero risolvere a ricorrere alia professione. Mentre
per lo innanzi vi fu penuria di medici, per legge di com-
pensazione, ne furono in appresso consultati ad esube-
ranza: ma quanti la visitarono, tanto quei di Foligno che
le principali notabilita chirurgiche di Roma, convenivano
trattarsi di tumore eterologo (scirro) e non esservi altro
mezzo curative all’infuori dell’asportazione della mammella;
qualunque altra cura inutile, anzi dannosa, perch& pas-
sando ancora altro tempo non si sarebbe pivt potuto addi-
venire all’ operazione.
Ma una benigna Stella proteggeva i giorni della
Signora Luppatelli, e questa colla sua luce chiara ma a
pochi visibile Pavvib per altro sentiero in cerca della
grande verity scoperta da Hahnemann. Fu dunque dopo
tanto grave diagnostico, che questa gentildonna, non
volendosi assoggettare alia cruenta operazione, venne
per sentire il mio consiglio, come omiopatico, se fosse
stato cio& possibile ottenere la guarigione, senza ricorrere
al taglio, con una cura interna. Esaminatala pertanto
diligentemente, dovetti constatare pur trpppo la presenza
di un tumore scirroso che nell’attualitk, oltrechS il capez¬
zolo rientrato e fesso nel mezzo, aveva anche invaso
parte della porzione superiore della mammella, presen-
tando un volume maggiore di un uovo di gallinaccia.
Altri sintomi concomitanti erano, oltre i summentovati
dolori lancinanti nella mammella, un senso di stanchezza
generale con respiro asmatico ogni qualvolta si provava
a fare qualche passo in salita e nello ascendere le scale;
leggera dispepsia con dimagrimento; depressione morale;
coincidenza dell’aumento sensibile delle sofferenze alia
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68 RIVISTA OMIOPATICA.
mammella nella ricorrenza delle mestruazioni troppo ab-
bondanti, dolorose e di troppo lunga durata.
Cercai naturalmente d’infonderle coraggio e fiducia
adducendole molti esempi di tumori perfettamente guariti
col nostro sistema di cura, e facendole sperare nel suo
caso, che se anche non si fosse potuto ottenere una.vera
guarigione, si sarebbe potuto' peraltro riescire almeno ad
impedire il progresso del male ed a menomare le sue
sofferenze. Essa assenziente, prescrissi Calcarea carb. 200 ,
tre dosi, una ogni tre giorni, a secco sulla lingua, la
mattina a digiuno; e cost la congedai con l’intesa di
sentirci per lettera fra qualche settimana. Dopo due giorni
da questa prim a visita, io dovetti assentarmi da Bevagna
per causa di professions, ed al mio ritorno, dopo quattro
giorni di assenza, trovai, fra le altre, una lettera della
Signora Luppatelli colla quale mi pregava di recarmi
subito presso di lei, perche ella si sentiva assai peggio.
11 giorno appresso mi recai quindi in Foligno e portatomi
in casa della inferma, la trovai in letto con 1’ angoscia e
l’abbattimento dipinti sul di lei volto. Mi raccontd ansiosa
che delle tre cartine del rimedio non ne aveva presa che
una soltanto, la mattina dopo essere stata in Bevagna, e
che nella notte seguente i dolori furono tanto piu violenti
e la mammella si fece tanto pih turgida ed ingrandita,
e che nel giorno consecutive a questa cattiva notte, le
condizioni tutte peggiorarono a segno che si decise a
scrivermene senza indugio e senza pih osare di prendere
alcun’altra cartina di quel rimedio tanto potente, come
ella diceva, ad onta che il male di giorno in giorno
infierisse. I polsi infatti accennavano a discreta febbre,
ed esaminato il petto dovetti constatare la presenza di
una infiammazione flemmonosa, vasta ed estesa oltreche
a quasi tutta la mammella, anche all’ascella ed al braccio
sinistro. Da un punto centrals partivano strisce rosse a
guisa di raggi, e la mammella accresciuta per oltre due
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RIVISTA OMIOPATICA. 69
volte del suo volume, pesante e dolente, nascondeva la
presenza del tumore soltanto adesso apparente per il
capezzolo rattratto. Incoraggiatala e tranquillizzatala per
tale infiammazione reattiva sopraggiunta, dissi poi che
aveva avuto saggezza nel non ripetere il rimedio, essendo
stata sufflciente la prima unica dose; e cost prescrissi nel
momento Belladonna 20 °, disciolta in mezzo bicchiere di
acqua da prendersi epicraticamente ogni sei ore. Tornai
dopo due giorni ed il flemmone proseguiva nel suo anda-
mento avviandosi al periodo della suppurazione che io
giudicai troppo vasta per6, avendo il gonfiore investito
tutto il lato sinistro del petto non che la spalla, il dorso
ed il braccio del lato omonimo, con febbre pifit accentuata,
e sete. Detti allora Hepar sulph. calc. 200 in mezzo bicchier
d’acqua, da prendersene un sorso ogni sei ore. Nella
successiva mia visita dopo trascorsi altri due giorni, trovai
i dolori diminuiti, la febbre piCt mite, meno sete e nella
mammella un punto rilevato, di color rosso-oscuro, flut-
tuante alia pressione. Era chiaro che la suppurazione
aveva avuto luogo e che poco piu mancava perchb lace-
ratosi l’ultimo strato del derma, il vasto ascesso si fosse
fatto strada al di fuori. Feci proseguire con Hepar con-
fortando l’inferma che con questo fatto saremmo venuti
a capo della guarigione del tumore, ed ingiungendo, nel
medesimo tempo, che nessuna applicazione locale fosse
praticata, e che quando erompevano le materie vi aves-
sero applicate delle semplici filacciche e pannilini. Infatti
dopo trascorse altre 48 ore, nella mia consueta visita,
I’ ascesso si era gi& aperto' dal giorno innanzi con flusso
abbondantissimo di pus, con grande sollievo della inferma,
diminuizione della grande ed estesa enfiagione e quasi
totale scomparsa della febbre. Osservai poi che in un
altro punto poco al di sopra della naturale apertura del-
r ascesso si preparava un altro punto di apertura. Sotto
l’azione sempre di Hepar si aprl ancora 1’altro focolare
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RIVISTA OMIOPATICA.
suppurativo, e cosi la mammella in pochi giorni ritornava
alio stato normale, la febbre cessava del tulto, tornava
un appetito lodevole, tornavano le mestruazioni regolari,
e senza inconveniente veruno 1’ ammalata si alzava final-
mente dal letto.
Ma intanto la fama gigante colle sue cento bocche,
confondendo il vero col falso, aveva strombazzato con
suoni diversi il nuovo fenomeno sopravvenuto nella Lup-
patelli, ed anche i medici di Foligno, inteso il caso
diversamente da quello che in realtk era, con beffardo
sorriso gittavano sprezzanti parole contro T omiopatia e
contro il medico omiopatico, ritenendo per certo, forti
del loro diagnostico, che ‘dentro il mese di Giugno di
quell’anno stesso l’infelice Filomena avrebbe raggiunto i
suoi nel sepolcro. E siccome il falso viene d’ordinario
preferito alia verity, cost nb le mie parole, nb i miei
ragionamenti valevano punto a rassicurare gli amici e i
parenti della paziente che — unica — perch& sentiva di
stare realmente meglio — con costanza e con fede voile
attendere l’esito della cura intrapresa senza dare ascolto
alle malevoli insinuazioni degli intrusi ed ai consigli di
amici sfiduciati.
Era venuta intanto la fine di Giugno e la Signora Lup-
patelli sottoposta all’uso di qualche dose di Silicea prima
200, poi 70 M (Fincke), cicatrizzati i due seni fistolosi
delle due aperture degli ascessi, colla mammella eguale
a quella dell’ altro lato, scomparso il tumore, cicatrizzato
il solco ulceroso del capezzolo e questo stesso non piu
rientrante come prima, ma solo. leggermente ritirato, ben
nudrita e con forze piii che discrete, poteva uscire libe—
ramente di casa e portarsi in chiesa affine ringraziare
l’Onnipotente per l’ottenuta guarigione. Io veramente non
so se in quel giorno i maligni, e fra questi qualche dottore
saccentello del luogo, avranno piii sorriso, ma so di certo
che si disse esser questa una guarigione fittizia e che
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fra non molto vi sarebbe stata una ripetizione del pro-
cesso morboso il quale questa volta poi Y avrebbe tratta
incompassionatamente al sepolcro. Ma i loro infausti pro-
nostici il vento li ha dispersi ed ora la Signora Filomena
Luppatelli (Giugno 1886), un anno dopo la guarigione sta
cosl bene come prima che avesse sofferto la malattia
della quale l’Omiopatia l’ha guarita.
Commenli. — Sorge qui la domanda: quale fu in
questo caso il rimedio che produsse la guarigione? Seb-
bene' io non abbia fin qul riscontrato che alcun tumore
alia mammella d’indole cancerigna sia stato guarito da
Calcarea, mentre il Dott. I. B. Bell riferisce due casi di
tumori cancerosi, uno del petto sinistro ed uno del petto
destro guariti con Silicea, il Dott. W. T. Helmuth nn
tumore del petto portato a felice esito con Conium, il
Dott. I. G. Gilchrist un tumore del petto destro condotto
pure a risultato vittorioso con Conium, il Dott. C. G.
Clarck altro tumore canceroso del petto guarito con Sulph.
ed Ars., il Dott. H. G. Schneider altri due tumori can¬
cerosi del petto destro, guariti uno con Silicea, 1’ altro
con Conium; pur tuttavia io credo che nel caso da me
riferito il merito della guarigione debba attribuirsi a
quell’ unica dose di Calcarea 200 che prese primamente
T inferma. Oltre all’ ulcerazione del capezzolo, sintoma
proprio di questo rimedio, altre tre condizion.i o sintomi
essenzialmente caratteristici rendevano indicato questo
rimedio e ne reclamavano l’uso, — la costituzione leuco-
flemmatica, le mestruazioni troppo abbondanti e di troppo
lunga durata, e la coincidenza dell’ esacerbazione dei
sintomi della mammella all’ approssimarsi e durante il
periodo mestruale. Una dose unica bastb infatti a susci-
tare nell’organismo della paziente il grande movimento
dinamico cui spettava l’incarico di combattere e di fugare
il miasma cronico generatore dello scirro, — movimento
che dara luogo a quel processo infiammatorio locale, vasto
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RIVISTA OMIOPATICA.
e penoso ma necessario pel lavorio eliminativo, formativo
e rinnovativo delle parti, a capo del quale stava per
ultimo termine la guarigione. Ma gli altri rimedj ammi-
nistrati? Essi furono dati all’oggetto di modificare e cor-
reggere l’infiammazione locale cbe prendeva troppo ampie
proporzioni, e nella cura entrarono soltanto come agenti
moderatori di un flemmone qualunque. Credo anche che
senza 1’ intervento degli altri rimedj, Bellad., Hepar, e
Silicea, la guarigione sarebbesi ottenuta alio stesso modo,
se pib o meno ritardata non saprei dire.
Ed ora due parole ai medici allopatici ed.altre due
a quelli che diconsi omiopatici.
Ai primi domandiamo: E vero o no che giudicaste
indispensabile il ferro cbirurgico e l 1 asportazione dello
scirro nell’inferma della quale abbiamo narrata l’istoria?
fi vero che senza ci6 la condannaste a morte inevitabile
e sollecita? E vero o no che quando la sentiste in gua¬
rigione sentenziaste questa fittizia e che fra breve lo scirro
sarebbesi riprodotto? E decor so un anno e nulla di tutto
ci6 si 6 verifioato. Cosa valgono dunque le vostre dia¬
gnosis i vostri pronostici, j vostri giudizi? Essi non sono
che il genuino prodotto della vostra meschina, erronea ed
impotente terapeutica. E dopo fatti simili — ne addurremo
in seguito altri ancora — potr& dirsi un procedere coscien-
zioso, da, uomini scientifici e umanitarj, il ricusarsi di
conoscere questa-providenziale scoperta che 6 l’Omiopalia,
il ripudiarne i beneficii? Giudichi ci6 il pubblico, — esso
che 6 il primo interessato nella grande questione.
Ai secondi, ai sedicenti omiopatici, cbe della medi-
cina donataci da Hahnemann non banno il vero concetto
diremo che per gli omiopatici sarebbe piti che errore
stoltezza il pensare cbe la causa efficiente della malattia
sulla quale ci siamo intrattenuti fosse costituita dal fatto
visibile, dallo scirro. Esso era un prodotto e nulla pift:
prodotto di un principio morboso miasmatico, interno, invi-
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RIVISTA OMIOPATICA.
73
sibile, rassomigliante quasi a spirito (spirit like) come
disse un nostro illustre collega. E non b consentaneo alia
natura delle cose che onde raggiungere e colpire prin-
cipio siffatto si debbano adoperare mezzi analoghi, potenze
quasi invisibili, immateriali? Cio ne insegnarono colla
parola e col fatto, incominciando da Hahnemann, i nostri
maggiori antesignani. Per cui chiaro apparisce quan¬
to vadano lontani dal vero quei basso-diluzionisti che oltre
la 12.* e 14.* diluzione, cio& resa che sia invisibile col
microscopio la sostanza medicinale, reputano cessata ogni
azione curativa. Queste false idee che si propagano dovun-
que dalla setta meticcia si vogliono al dl d’oggi in modo
speciale accreditare colla nuova opera di Materia Medica.
— Cyclopaedia of Drug Pathogenesy — che stanno pub-
blicando quei due giustamente cbiamati corruttori del-
1’ Omiopatia, i Dottori R. Hughes e J. P. Dake. Ed in
riguardo a tale opera, giudicata gi& come si merita da
quei grandi maestri di Materia Medica che sono i Dottori
Lippe e Berridge, e fortunatamente poco conosciuta in
Italia, giova che siano semprepiu messi sull’avviso gli
studiosi, tantopiu che varj giornali francesi che in Italia
sono pih letti, vanno tuttodl lodandola. Di che niuna
•meraviglia, conosciute le tendenze di quei giornali, che
sono la negazione della vera Omiopatia. Solo ne fu di
sorpresa veder fra essi imbrancata con quelle lodi la
Bibliothdque Homoeopathique, si perche essa b organo di
una Society che qualificasi Hahnemanniana, come perchb
il suo nome va congiunto e rammenta le glorie della piii
pura Omiopatia. Ma questa checchfe si faccia non perirk
Se non i colleghi di Europa, gli atleti che abbiamo con-
fratelli nell’America Settentrionale, ed i quali per essa
sapientemente e strenuamente combattono, la faranno trion-
fare.
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74
LA FILOSOFJA DELLA MATERIA MEDICA,
IL SUO STUDIO E I SUOI USI
del Dott. P. P. Wells.
(Continmzione e fine. Vedi il N.° precedente)
Dunque, siffatto potere curativo si trova non solo al
di fuori delle leggi che govemano la materia, ma agisce
come non lo fa altra forma di materia, e come pu6 vedersi
da questo: — Ponete un solo globulo medicato, o pochis-
simi di tali globuli in una boccetta, e riempitela con
globuli non medicati, e questi diverranno subito tutti me-
dicati colla stessa forza guaritiva che era nell’ uno ori¬
ginate medicato, mentre, nello stesso tempo non avranno
ricevuto alcuna nuova proprieta di materia, nb alcun’ad-
dizione a quelle che possedevano quando non erano me¬
dicati. Ora noi non conosciamo esempio, nb possiamo
concepirne alcuno in cui la materia passi nella stessa
sua forma da un corpo materiale ad un altro, dando a
questo nuove propriety, e nb l’uno nb 1’altro risentano
nel processo alcun cambiamento di perdita o di guadagno
nelle proprieta o qualitb appartenenti ad essi, come ma¬
teria. Cib b stato molte volte osservato riguardo a questo
potere curativo, ed ogni volta che ha dato la sua propria
natura ai nuovi globuli ha dimostrato evidentemente che
quella natura non b materiale.
Se questi ragguagli sono veri, e noi li abbiamo visti
verificati molte volte, allora b aperta la via alia risposta
della domanda: Che cosa, dunque, b questo potere nel
medicamento che fa ammalare e guarisce? Perche tutti
accettano ed agiscono basati sul fatto che i medicamenti
guariscono le malattie, benchb non riconoscano tutti cosl
chiaramente come dovrebbero che essi producono le ma¬
lattie, mediante lo stesso potere che le guarisce. Se questo
potere non b la materia del medicamento, che cosa b
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RIVISTA OMIOPATICA.
75
dunque? Noi rispondiamo che e un elemento immateriale,
il quale piacque all’ Infinita Sapienza, Bonty e Potenza
di porre in congiunzione con queste forme di materia
che chiamiamo medicamenti (e tutte le forme di materia
che hanno questo potere di rendere malati sono medica¬
menti), un puro dinamismo o forza. Ed b appunto questo,
e niente pih: Ad ogni forma di medicamento fu dato un
dinamismo, con un’individuality sua propria, che differisce
da quella di ogni altro medicamento. Sebbene, come incon¬
tra in vari medicamenti,' vi siano molti elementi simili,
per mezzo dei quali i medicamenti stessi hanno delle
relazioni uno coll’altro, nondimeno non se ne trova alcuno
rappresentato nella sua individuality caratteristica nel-
l’azione manifestata da alcun’ altro rimedio.
Ora sono appunto queste individuality, queste somi-
glianze e differenze che cfebbono impegnare la vostra
attenzione come studenti di materia medica. Questa scienza
si compone di un registro dell’azione di questo dinamismo,
quale esistente nei diversi medicamenti che sono stati
presi da uomini e da donne, in modo che essi hanno
potato stabilire appunto come questo potere in ciaschedun
medicamento affetterebbe e farebbe ammalare i varj organi
e le varie funzioni del corpo. Voi troverete i risultati di
questi sperimenti che furono diligentemente raccolti e
registrati, e cib colie pib grandi particolarity. Questo
registro £ la nostra scienza della materia medica. Esso
costituisce il tratto caratteristico peculiare e 1’ attributo
della scoula omiopatica di medicina pratica. E l'espressione
delle sofferenze e dei sacrificj individuali de’suoi devoti,
i quali per questa creazione di bellezza e di verity senza
pari non ebbero altro ajuto al di fuori del proprio cerchio
di uomini e donne a cib dedicate. Nessun’ altra scuola di
medicina ha alcun che di simile, e noi crediamo di essere
giustificati allorchb dichiariamo, che l’Omiopatia b Yunica
scienza della terapeutica, e quando soggiungiamo che
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RIVISTA OMIOPATICA.
questo registro cost fatto b V unica scienza della materia
medica. Noe solo nessuna altra scuola ha alcun che di
simile, ma nessuna ha nulla che a ci6 somigli menoma-
mente, se non lo abbia tolto ad imprestito, da questa; e
ci6 b stato fatto piuttosto liberalmente dai recenti autori
della vecchia scuola, ma sempre con silenzio autorevole
ed uniforme circa .la sorgente dalla quale avevano preso
tutto cib che db, il menomo valore ai loro lavori.
Sarb, vostro dovere, e noi crediamo di buon grado
che sarb pure vostro piacere, lo studiare questo dinamismo
nelle rivelazioni delle sue azioni nel modo con cui sono
registrate, colla massima cura, ricercando tutti i partico-
lari dei sintomi e loro modalitb, non riputando nessun
fatto registrato come troppo piccolo per la vostra attenta
copsiderazione, nessuno cost insignificante da poter essere
senza pericolo omesso o negligentato. Nei fatti della
nostra scienza della materia medica non vi b nb grande
nb piccolo. Questi aggettivi non hanno luogo nel suo
vocabolario.
Quasi Tunica — certamente la pift grande — impor-
tanza di questa scienza si trova nella sua relazione colla
scienza della terapeutica, e coi doveri clinici nella sua
amministrazione. In questi doveri accade spesso che s’in-
contrino sintomi nelle malattie, i quali sono totalmente
senza importanza pel diagnosticante, ma che sono per il
medico pratico le guide principali al suo curativo speci-
fico. Epperb, nel vostro studio della materia medica non
ritenete alcun sintomo o modalitb di sintomo come sintomo
piccolo. CoH’azione specifica di questo elemento dinamico
dei medicamenti fa d’uopo che voi vi rendiate familiari,
se ambite di possedere la forza e di riuscire nella car-
riera, che la vostra presenza qui, proclama essere quella
da voi prescelta.
La veduta che io vi ho qul presentata dell’elemento
curativo nei membri della nostra materia medica non b
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RIVISTA OMIOPATICA.
V
quella che prevale generalmente nella professione medica,
e non b di certo universalmente accettata nel nostro
proprio ramo di essa. Ma voi potete io penso ritenerla
con ogni sicurezza finchd qualcheduno giunga a darve-
ne un’ altra che si accordi piil ragionevolmente coi fatti
dell’esperienza e del registro della materia medica che
questa del dinamismo. Se il materialista la rigetta, allora
spieghi esso il paradosso del meno che b una potenza
maggiore del piil, come si riconobbe essere avvenuto
molte volte, col mezzo di guarigioni di casi dove il piit
aveva fallito.
La scoperta di questa natura non data piil indietro
del tempo di Hahnemann, e la sua storia ne delinea la
scoperta nella mente di quest’uomo straordinario. Egli la
scoprl quando non vi pensava. Direte che la sua scoperta
fu un caso. Io preferisco considerarla come una provvi-
denza del buono e grande Iddio. La rivelazione di questa
verity, la quale era stata nascosta nella natura delle cose
fino dal principio, venne cosl portata alia luce nell'tespe-
rienza di questo maestro degli osservatori dei fenomeni
naturali. Egli aveva gia scoperto che era il rimedio piil
simile che guariva le malattie, ma vide anche che quando
questo 'rimedio era dato alPinfermo, nelle grosse dosi
allora comunemente adoperate, le sofferenze del malato
venivano grandemente accresciute, come pure il pericolo
inerenle all’attacco originale. Onde evitare quest! due
pericoli egli diminul le sue dosi, e cib sempre piil, fino
a che una luce inaspettata rifulse nella sua mente, dal
fatto che diminuendo la quantity del medicamento egli non
aveva diminuito il potere di guarire, ma che anzi questo
si era piuttosto aumentato coi mezzi da lui adoperati per
compiere tale riduzione. Fu per lui una sorpresa, e, come
molte altre sorprese, non venne sulle prime intieramente
compresa da lui che aveva portata alia luce la verity.
Aveva pensato sulle prime di non aver a fare che colla
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78
RIVISTA OMIOPATICA.
materia del medicamento. Egli diminul questa, e trovb
che se la materia era diminuita, la potenza curativa non
10 era. Una intelligenza cosl limpida come quella di Ha¬
hnemann non poteva non vedere, essendo questo il fat-
to, che il potere curativo non poteva essere la materia
del medicamento, e che ci6 ch’ egli trovava cosl accre-
sciuto col suo processo di riduzione, poteva essere soltanto
una forza, o dinamismo, associato con queste differenti
forme di materia. Ed ancor piu, egli trovb che pivl por-
tava innanzi questo processo di riduzione e maggiormente
11 potere curativo sembrava essere aumentato, ed in questo
aumento ei vide che aveva a fare con un principio imma-
leriale, e non piit, ora, colla materia della droga. Venne in
tal modo scoperta la vera natura del potere curativo,
nello studio del quale voi siete ora sul punto di essere
impegnate. L’ apparente diminuzione della materia fu un
accrescimento reale della forza.
Questa diminuzione fu effettuata coll’ aggiungere ad
una data somma del medicamento novantanove volte il
suo ammontare, di un veicolo neutro, e ad una simile
quantity di questo veicolo medicato una simile somjna di
quello neutro nuovamente, traverso una serie di riduzioni
in proporzione centesimale, finch& fu raggiunto il numero
trenta della serie. Qui Hahnemann si ferm6. Egli numerb
le serie una, due, tre etc., fino alia fine, e ciascuna di
queste egli chiamb una « diluzione » o « attenuazione»,
la sua idea essendo che il processo diluiva soltanto od
attenuava il medicamento, ogni numero piu alto rappre-
sentando cosl una dose piu debole di esso. Sfortu-
natamente, questa nomenclatura con tale idea ineren-
te, b giunta fino al nostro tempo ed a noi. Noi diciamo
sfortunatamente, perchb i termini esprimono precisamente
il contrario di quello che ora b avvenuto nel processo
adoperato riguardo al potere curativo; ed b con questo
che noi abbiamo a fare nel nostro studio della materia
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RIYISTA OMIOPATICA.
79
medica e nella nostra pratica della terapeatica specifica.
I termini « diluzione » ed attenuazione » non dovrebbero
adoperarsi mai per esprimere il grado di dinamizzazione
al quale le nostre medicine possono essere state portate
per la ragione che essi sono interamente travianti riguardo
a ci6 che b in realty ad esse avvenuto nel processo per
il quale sono passate. Per questa ragione tali termini
dovrebbero essere abbandonati e dovrebbe in loro vece
adoprarsi la parola « potenza, » la quale esprime il fatto
piil esattamente.
Il processo col quale venne compita questa riduzione
del medicamento materia e quest’ esaltamento del potere
curativo, 6 stato chiamato dinamizzazione o potentizzazione.
II risultato di questo processo, la liberazione e lo sviluppo
del potere curativo, e lo assoggettamento o riduzione dei
veleni piu mortali ad uno stato nel quale divengono inno-
cui come veleni e piu poderosi e benefici come agenti
curativi, 6 la grande scoperta di Hahnemann. Nella storia
della medicina non ve n’6 un’altra di uguale importanza.
Della legge dei simili non fu Hahnemann scopritore. Essa
era patrocinata e praticata secoli prima della sua nascita,
e fu allora soggetto di controversie come lo fu quando
venne ravvivata da Hahnemann. Si pu6 capire facilmente
che la legge and6 quindi in disuso a cagione della man-
canza della conoscenza positiva dell’azione dei medicamenti
adoperati sugli organi e sulie funzioni del corpo, cosl
che chi doveva prescrivere non era in grado di dire in
alcun modo di qualsivoglia medicamento se esso fosse
simile nella sua azione ai fenomeni della malattia che
aveva dinanzi. Nessun medicamento era stato allora spe-
rimentato come li abbiamo sperimentati noi e li sperimen-
tiamo; la sola conoscenza di essi era stata ottenuta ab
usu in morbis. Egli poteva solamente presumere la somi-
glianza prima che la droga fosse stata sperimentata —
ciob, egli poteva soltanto congetturarla, e questo T alio-
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RIVISTA OMIOPATICA.
patia pub fare, e fa oggi, forse quasi altrettanto bene.
Noi abbiamo molte obbligaziani ad Hahnemann per la
nostra sperimentata materia mediea. L’idea di sperimen-
tare i medicamenti sugli uomini e sulle donne in buona
salute non ebbe origin e da lui. La necessity di ci6 erasi
fatta sentire prima del suo tempo, ma egli fu il primo a
ridurla in atto e a darle l’esistenza vitale che ora noi pos-
sediamo nel registro della nostra materia mediea. E poi,
un’altra ragione per cui la legge cadde in disuso nei tempi
antichi pu6 essere stata quella delle dosi dei medicamenti
adoperati. Queste erano grandi — quanto era possibile
sopportarle. E se per caso il prescrittore congetturando
colpiva sul rimedio simile, cid doveva aggiungere tante
sofferenze a quelle del malato da scoraggiare ambidue e
medico e malato. Per tal modo sarh compreso che era allora
impossibile un* applicazione felice della legge dei simili.
Questi due ostacoli insuperabili furono amendue rimos-
si da Hahnemann. Egli sperimentd e fu cagione che si
sperimentassero molti rimedi, cost che le loro azioni
sono conosciute, ed egli diminul la dose del rimedio simile
fino al punto che potesse essere adoperata senza gli effetti
distruttivi di quelle del vecchio tempo, ed a perfezionamento
di quest’ultima Dio gli concesse la scoperta della poten-
tizzazione, la quale rese la pratica col rimedio simile pos¬
sibile, sicura e permanente, ed incoronb 1’ Omiopatia colla
sua gloria piit splendida.
Noi abbiamo detto che la potentizzazione fu una sco-
perta di Hahnemann. Essa fu tutta sua propria. A ci6
possiamo aggiungere la scoperta della natura dinamica
della malattia e degli agenti curativi. Egli non scoprl la
legge d$i simili, ma egli fece la sua pratica possibile,
sicura, e permanente. Vi sono alcuni i quali pretendono
di dividere con lui 1’ onore dell’ origine di questa teoria
dei miasmi cronici. Ma nessuno ha messo in questione
il suo diritto a tutto l’onore che dovrebbe esser congiunto
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RIVISTA OMIOPATICA. 81
a questa che b la piu grande scoperta nella scienza della
materia medica nei tempi antichi o moderni. Da essa il
debole, o T apparentemente debole, in natura ci b stato
dato colie forze di un gigante, mentre i piu mortal! veleni
sono stati domati e costretti ai piu benefici intendimenti
quando il loro uso b diretto colla perizia ispirata dall’im-
mortale maestro.
Ora, giovani Signore, io desidero imprimere nelle
vostre menti, il piu profondamente che sia possibile, il
fatto che quando voi entrate nello studio di questa scienza
della materia medica, per mettervi in grado di applicarla
nelle sue relazioni pratiche, voi siete entrate in uno studio
che non cesser^ mai sino alia fine della vostra vita ter-
rena. Non vi b fine alio studio — non ha fine il dovere
— se voi volete essere degne rappresentanti della scuola
della medicina specifica, nella quale siete ora per entrare.
Voi potete scegliere oggi se voi volete emulare questo
carattere, ovvero galleggiare in una vita neghittosa e
rappresentare piuttosto gl’infingardi i quali preferiscono
l’ozio al lavoro. Il successo nella medicina pratica speci¬
fica vuol dire lavoro — molto e duro lavoro. Esso vuol
dire molto e duro lavoro, che non cessera mai finch6
Vivrete, e non diventer& mai facile mentre lavorate. Il
piil che potete aspettarvi in questo penoso lavoro conti-
nuato b un acquisto di facility nell 1 uso delle forze che
voi destinate a questo lavoro. Il lavoro stesso non diven-
ter& mai facile. Esso vi reca innanzi nella vostra materia
medica il registro di mille medicamenti, ciascuno piu o
meno sperimentato, e molti di essi con migliaia di sin-
tomi registrati per ognuno, ed esige che voi mettiate il
vostro dito sull’ unico, il cui registro b piil simile agli
elementi della malattia che avete raccolti, e che ora b
vostro dovere di guarire. Esso b uno dei mille e non
due. Uno solo b quello che guarise e non l’altro; e ricor*
datevi che, nella sua scelta, nb la « scienza », nb la legge
6
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RIVISTA OMIOPATICA.
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permetteranno menomamente di indovinare o supporre-
Lasciate cbe facciano questo i ragazzi della vecchia scuola,
e state sicuri che lo faranno. A voi ed ai prescrittori che
obbediscono alia legge, e rettamente adoprano i registri
della nostra materia medica, 6 dato di poter dire, quando
d stato scelto nn rimedio, to so! Cominciate, quando vo*i
entrate nella vostra vita pratica, a chiedere per voi stessi
questa conoscenza positiva, e continuate mai sempre a
chiederla, e sebbene il lavoro cosl imposto e proseguito
non sia per diventare mai facile, la forza a far ci6 sard
con tal mezzo grandemente accresciuta. Fate di ci6 l’abi-
tudine della vostra vita, e la vostra vita sard coronata
dai piti brillanti successi.
Ma pud essere che voi veniate in questo Collegio
coll’idea che vi sia qui insegnata questa scienza e la sua
affine, la terapeutica, in modo che ne uscirete pienamente
equipaggiate con tale conoscenza di ciascuna da rendervi
emancipate dal perpetuo penoso lavoro, e dalla affannosa
fatica di aver che fare coi dettagli delle malattie e dei
medicamenti nel modo che noi ve lo abbiamo presentato
come parte del destino assegnatovi e del vostro dovere.
<! E non d appunto per questo cbe noi siamo qul? » Se
questa d la vostra opinione sull’obbiettivo e sullo scopd
dei doveri, dei privilegi e della vita di collegio, il vostro
piil gran bene sard realizzato quando voi vi libererete di
questa nozione, o quando, .in vista della veritd del futuro
di una vita dedicata al prescrivere specifico, voi siate
cosl disgustate dalle sue continue difficoltd e penose fati—
che, da lasciare i vostri studi e da cercare qualche occu-
pazione meno pesante di questa. E meglio che voi cono-
sciate ora distintamente la vera natura dei vostri propri
doveri, e di quelli dei vostri insegnanti, e le relazioni di
ciascuno coU’altro. Il vostro maestro ha adempito a tutto
il suo dovere e nobilmente, pienamente, e perfettamente,
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RIVISTA OMIOPATICA. 83
quando vi ha insegnato a fare il vostro lavoro da voi
stesse e colla vostre proprie forze.
II vero maestro non s’impegna mai a fare il lavoro
del suo scolare. Egli b pienaraente sciolto dal suo proprio
dovere quando ha mostrato alio scolare come farlo da se
stesso. Questo b il gran dovere del maestro, — mostrare
alio scolare come far uso delle sue proprie forze, e come
con queste egli abbia a comportarsi colle speciality le
quali insieme costituiscono la somma di un’educazione, e
con queste sue proprie forze lo scolaro possa impadro-
nirsene. Se il maestro prende abbaglio e procede a fare
il lavoro che b necessario sia fatto dal suo scolaro, alia
fine quest’ultimo si trova, riguardo a tutte queste materie
le quali egli pud credere di aver imparato, nella stessa
imbecillity in cui era sul principiare. In tal mo do istruito
egli b stato reso inetto e non uomo. Ma voi domandate,
« Non sono io qui per imparare, fra le altre scienze,
quella della materia medica? » SI, fino ad un certo punto
ed in un certo modo. Ma questo punto e questo modo
sono quasi interamente limitati ai principi generali. Se
voi vi aspettate di ottenere qul una conoscenza completa
dei dettagli della nostra materia medica nei pochi brevi
mesi della corrente sessione, sard, grande la vostra disil—
lusione se voi osservate i registri di Plumbum e di Sulphur,
ciascuno dei quali ha pih di quattro mila sintomi, ed in
pari tempo b da ricordarsi che ve ne sono molti altri,
il registro dei quali estendesi alle migliaia. E poi, se voi
rammentate che vi b una somiglianza grande, fra il registro
di ciascuno con quello dell’altro, cosa che favorisce gran-
demente la confusione in ogni tentativo per figgersi in
memoria questa grande massa di dettagli, e che vi sono
oltre mille membri individuali della nostra materia medica,
pub essere, dopo questa generale veduta del soggetto,
che voi abbiate a conchiudere che ogni tentativo per
tenere a memoria questi dettagli debba essere interamente
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84
RIVISTA OMIOPATICA.
cosa insensata. Questo d appunto cid che sarebbe. Noi
pensiamo di azzardare ben poco affermando che qualunque
possa essere il talento per insegnare nel maestro che
siede sulla cattedra della materia medica, e che qualunque
attitudine per imparare possa possedere il pid svegliato
scolaro, se questo maestro si dedicasse interamente a
questo solo scolaro, e lo scolaro dedicasse tutto il suo
tempo ed il suo talento a questo solo studio, ambidue
sarebbero in grado di concludere ben poco in questo
genere di conoscenza della materia medica, che rende
maestri del prescrivere specifico. Non d tanto il possesso
della memoria di questi dettagli, quanto quello dei prin-
cipt generali e di un pronto riconoscimento di cid che
d simile, allorchd i fattori da confrontarsi si hanno d’in-
nanzi, che d& al prescrittore padronanza sulle malattie. E
siccome l’obbiettivo dello studio della materia medica
qul ed altrove b di acquistare quella conoscenza di ci6
che deve recarsi al letto dell’infermo che possa fornire i
mezzi di guarire, cost il procedimento saggio su cid con-
siste nello sforzarsi di acquistare tale generale conoscenza
delle caratteristiche dell’ azione dei diversi rimedi che ci
ponga in grado di prontamente conoscere il vero posto
dove il prescrivente deve guardare per i dettagli di que-
sta azione che mette in relazione una qualche droga al
suo caso come atta a guarirlo. E sia rammentato che b
in tali dettagli che esiste questa ralazione del curativo
colla malattia, e quindi la necessity del perpetuo studio
che noi abbiamo affermato essere indispensabile al pre¬
scrittore specifico. Cid d necessario, perchd nessun uomo
(ed in questo nome intendiamo includere le donne) pud
portare questa enorme massa di dettagli di fatti nella
sua testa. Se voi trovate taluno che pretenda di far cid
e nelle sue prescrizioni non faccia ricorso ai registri stam-
pati, qualificatelo pure senza la minima esitazione per
un impostore e falso pretendente. Uno dei pivt grandi mae-
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RIVISTA OMIOPATICA.
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>mo
poo
alia
cid
id"
per
stri del prescrivere specifico che io m’abbia conosciuto —
ed egli era veramente grande — dissemi molte volte: « Voi
non sapete ci6 che dovete dare pel vostro caso finchb non
1’ avete studiato. » Questo h vero. Ricordatevene, e non
vi vergognate mai, di farvi vedere col libro in mano a
studiare il vostro caso, per timore che qualcheduno possa
pensare che intorno ad esso voi non sappiate nulla. Voi
infatti non sapete nulla del caso, e nessun altro ne sa o
ne seppe nulla finchh non l’ebbe studiato. Un dottore mi
disse un giorno incontrandomi per istrada mentre andavo
a visitare un malato colla mia Materia Medica in mano
(come allora io faceva sempre): «. Io mi vergognerei di
fare ci6. Avrei paura che i miei infermi pensassero che
io non so nulla. » Bene, essi avrebbero pensato soltanto
la verith. Egli non conobbe mai nulla. Egli non adoprb mai
i mezzi che soli potevano metterlo in grado di conoscere.
Non abbiate mai vergogna di essere vedute con un libro in
mano. In questo dovere agite onestamente, e la verity giu-
stifichent il vostro procedere.
I due pih grandi maestri della nostra materia medica
che io abbia conosciuti, ognuno dopo aver passati i suoi
settant’anni, avevano ancora fra mano i registri stampati
quando dovevano scegliere i rimedi per una malattia al
modo che avevano sempre fatto. Questa era stata 1’abi-
tudine della loro vita, e questa li fece grandi. Il tempo,
anche in quella tarda et&, non li aveva emancipati da
questo dovere. Ancorchb familiari colla materia medica
pih di tutti gli altri uomini, essi non sapevano che cosa
dare ad un infermo finchb non avevano studiato il suo caso.
Essi non avevano paura che qualcheduno pensasse che
nulla sapevano perchb erano veduti con' un libro in mano.
Era perchb sapevano che essi studiavano i loro casi. Ed
essi sapevano pih di qualunque altro prescriltore pratico
perchb durante la loro lunga vita avevano studiato i loro
casi ed insieme in pari tempo il loro registro della Ma -
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RIVISTA OMIOPATICA.
teria Medica. Baenninghausen dissemi, quando io gli conse-
gnai una storia scritta di un caso per il quale lo pregava di
fare una prescrizione (erano allora le 8 ant.), « Venga
da me alle 4 di oggi, ed io le indicher6 il rimedio. »
lo non so quante di queste otto ore egli abbia impiegate
fra la storia e la Materia Medica. Io vidi sulla sua tavola,
in una colonna, probabilmente piu di cinquanta nomi di
medicine, in un’altra forse quaranta, in un’altra venti, in
un’ altra dieci, in un’ altra cinque, in’ altra uno. Il suo
primo studio gli diede il pih gran numero di nomi. Molti
di questi furono eliminati da un secondo studio. E questa
seconda lista fu maggiormente diminuita dal suo terzo, e
questa dal suo quarto, e cosl di seguito finche egli ebbe
raggiunto il suo unico rimedio piil simile. Se questo im-
pareggiabile prescrittore e maestro di materia medica era
cosl diligente e laborioso nello studio de’suoi casi senza
curarsi del tempo richiesto per la ricerca del suo simillimum,
ci vergogneremo noi che siamo a lui di gran lunga infe-
riori di essere visti impiegare tempo e studio per com-
piere lo stesso dovere? Egli conosceva la sua Materia
Medica , e per questo la studiava.
A coloro i quali entrano nella vita di prescrittori
pratici non si pub presentare alcun esempio cosl degno
di imitazione come quello di questi due grandissimi nostri
predecessori. Fu il costante lavoro che li fece grandi.
Senza costante lavoro nessuno pub essere veramente grande
in quest'arte, la quale richiede lavoro pib di qualsiasi
altra. E al costante lavoro, od alia imbecillitb. per man-
canza di questo, che voi siete ora per dedicare le vostre
vite. Sta adesso a voi il fare la vostra scelta. Cominciate
bene, e proseguite bene e continuate bene finchb cio
diventi l’abitudine delle vostre vite, e voi sarete presto
in grado di guardare indietro ed in basso quegl’imbecilli i
quali sul principio trascurarono di prendere 1’ olio per le
loro lampade, che solamente le abitudini dell’ assiduity
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RIVISTA OMIOPATICA. 87
possono dare, e senza del quale si b condannati a rima-
nere nell’oscuriti completa.
Quando noi vi presentiamo i veri dell’ Omiopatia
pratica noi lo facciamo con pienissima flducia nel loro
valore e nella loro veracity. Noi in question presentiamo
nulla di nuovo, ma cid di che il mondo ed i suoi eser-
centi hanno avuto larga esperienza. Essi sono stati spe-
rimentati nei cimenti della piit perspicace osservazione e
del piit acuto criticismo, ed b risultato da questi nella
piil splendida e chiara dimostrazione, cbe essi sono non
altro che doni di Dio aH’umanit^ sofferente ed inferma, per
la di lei guarigione. Un appello al registro della loro am-
ministraziorie fatta dai maestri per mezzo dei quali b giunto
fino a noi, proverb che la loro origins non b terrena.
Noi vi presentiamo quest,e verity ora per intero (ci
siamo occupati soltanto di un ramo di esse) come degne
non solo della vostra fiducia, ma della devozione delle
vostre migliori forze nell’opera di padroneggiare le dif—
ficoltii della loro intelligente applicazione per la guari¬
gione dell’infermo. Non agirete saggiamente se stimate
questo un facile cbmpito. La sua conveniente attuazione
richiederb tutta la.forza e tutta la pazienza di cui potete
disporre. Quando sia interamente ultimato, quella fra voi
che b piit altamente dotata d’ability naturals ed acqui-
sita, trover^, di aver avuto bisogno di tutta 1’ability che
possedeva. Non b un facile dovere questo al quale voi
siete invitate dalle attrattive del vero e della potenza del
sistema di Hahnemann, ma un dovere di gagliardo lavoro,
il quale non conosce altro fine che quello della vostra
vita. Lavoro onesto, fedele e duro, b la coppa alia quale
voi siete invitate a bere, mentre in ricambio vi b offerta
solo la ricompensa che deriva dalla fedeltk al vero e da
una buona coscienza.
Vi sentite di bere a questa coppa? Siete contents di
questa ricompensa?
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RIVISTA OMIOPATICA.
Se si, allora noi di cuore vi diamo il benvenuto nella
compagnia di coloro che hanno gih consacrati loro stessi
a questo lavoro, e nella carriera nella quale siete per
entrare, noi vi auguriamo cordialmente, nello spirito di
questa consacrazfone, che Dio vi accompagni. (The Ho¬
moeopathic Physician).
VI E QUALCHE COSA IN SULPHUR™ (F. C.)?
del Dott. E. W. Berridge.
Probabilmente il Dott. Richard Hughes ed i suoi sette
collaboratori risponderebbero alia domanda in modo ne-
gativo, vedendo che essi volontariamente escludono dalla
loro « Ciclopedia della patogenesia dei medicamenti »
(Cyclopaedia of drug pathogenesy) tutti i sintomi ottenuti
dalle potenze sopra la dodicesima decimale, a meno che
siano confermati dalle sperimentazioni con le basse po¬
tenze. Infatti, il loro pregiudizio li ha portati a tal punto,
che essi hanno escluso le sperimentazioni coll’alta po-
tenza di Lactic, acid, fatte dal Dott. J. F. Allen, sebbene
egli dichiari (Mew. York J. of Horn., p. 102). « Gli ef-
fetti sono cost positivi ed uniformi nelle different perso-
ne, che anche i piil scettici della classe furono convinti
dell’effetto della trentesima ». Eppure questa caricatura
di materia medica, questo aborto miserable, ha ricevuto
1’approvazione e l’appoggio delle due grandi istituzioni
omiopatiche professionali delle nazioni che parlano Ingle-
se! Se esse continueranno ad approvarlo dopo aver letto
la mia analisi che intorno a quest' opera fa ora la sua
comparsa nel Homoeopaihie World, rimane da vedersi.
Forse si, perch6 quem Deus vult perdere, prius dementat.
Ma tutte queste opposizioni teoretiche di pseudofilo-
sofi sono completamente distrutte da alcuni semplici fatti;
e di questi fatti uno dei piu convincenti che i pazienti
hanno scoperta la medicina data loro da '" suoi effetti pa -
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RIVISTA OMIOPATICA. 89
togenetici sovr' essi. Io mi propongo, quindi, di citare in
appoggio di ci6 alcuni casi.
I. — II signor B., di 60 anni, consultavami per ul¬
cere varicose croniche alle gambe. La sua storia medica
b speciale ed istruttiva. Dieci o dodici anni innanzi egli
mi disse che aveva consultato il Dott. P., un meticcio che
10 curb invano per due mesi; questo Dott. P. lo mandb
al signor Cooper Foster , un celebre chirurgo allopatico,
11 quale oieritamente svergognb il meticcio rifiutandosi di
venirci a consulto. Il signor Foster diede un colpo di
lancetta nella gamba, facendone sortire pus e sangue. Poi
continub ,1a cura allopatica, ma senza beneficio. Circa otto
mesi prima che io lo vedessi egli consultb una donna sa-
piente, la quale esercitava la professione di guarire le
gambe malate; essa applicb il suo unguento, che fece
uscipe il pus, ma egli perse l’appetito, e d’allora in poi
non stette mai piit bene — un effetto molto comune della
pericolosa pratica della medicatura esterna, della quale gli
pseudo-omiopatici come gli allopatici sono tanto appassio¬
nato Anche pih recentemente un allopatico del paese gli
dette Mercurio e Conium , ma senza beneficio. Egli con¬
sultb pure il Dott. Giuseppe Kidd, il capo degli pseudo-
omiopatici nella Gran Bretagna, ma la Kiddopatia, que-
sta volta nella forma di Pirofosfato> di Ferro, non fece
alcun bene.
Il 19 Dicembre 1882, io gli diedi Sulphur DM (F. C.)
una dose due volte al giorno per otto giorni.
Il 30 Dicembre egli mi annunzib un miglioramento
generale, dicendomi che « questa medicina aveva agito
come una magia, in modo del tutto diverso dalla prima x>.
Il 19 Dicembre dopo la prima dose, colla mano destra,
stendendo la mano sinistra traverso il corpo, sentl un a-
cuto dolore nella regione cardiaco per circa quindici mi-
nuti; questo gli era gib. successo altra volta, ma non mai
in modo cosl forte; ebbe un sintomo simile il 22, ed ogni
subitaneo movimento cagionava dolori improvvisi nei lombi
e nello stomaco. Il 20 delle vescichette eransi aperte sul
labbro superiore, che duraTono tre giorni; dice che esso
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R1VISTA OMIOPATICA.
90
pensa di aver preso Sulphur, perchd egli, anni addietro,
ebbe gia una simile eruzione quando faceva uso del Ri-
storatore Messicano dei capelli.
Egli continub a migliorare considerevolmente con
questa medicina ed alcune altre. Syphilinum dm (F. C.) ri-
mosse i sintomi. « Tosse peggiore giacendo sul lato de-
stro ». Disgraziamente, nel Marzo 1884, egli si raffreddb,
ed ebbe una pneumonite ed itterizia. Sua moglie, che o-
diava l’omiopatia, chiamb an medico allopatico, il quale
fece presto a mandarlo nell’altro mondo secundum artem.
Naturalmente, la vedova fu consolata dall" assicurazione
allopatica, che era stato fatto tutto per salvarlo.
II. — 29 Agosto 1876. — Io detti al Signor M. —
di anni settantacinque una dose di Sulphur 20mm (F. A.) due
volte al giorno. II 6 Settembre egli mi annunzib il suo
miglioramento, ma mi domandd se io gli aveva dato Sul¬
phur, perchb nel secondo giorno sent! un vuoto nello sto-
maco con diminuzione d’appetito, e mangiava senza pia-
cere. Egli disse che era sempre solito di aver questi sin¬
tomi quando prendeva zolfo o teriaca, o flori di zolfo.
Questa 20 mm potenza era fatta con un continuo flusso di
acqua in una boccetta diluente per quaranla giorni.
III. —23 Marzo 1881. — Io detti una dose di Sulphur mm
(F. C.) ad una signora la quale soffriva di emmorroidi e
prolasso dell’ ano. Come gl’ infermi di cui sopra, ad essa
non fu detto ci6 che prendeva. Il 30 Marzo mi diceva
quanto segue: Il 24 sent! una difflcoltb nell’inghiottire
cibi solidi; appunto come Tebbe un anno addietro men-
tre prendeva ripetute dosi di Sulphur cm . Il cibo sembrava
raspare nella gola; essa aveva avuto ci6 piit o meno ogni
giorno, ma ora era in decrescenza; il 25, 26, 27, son-
nolenza verso le 11 ant. (una delle grandi caratteristicbe
di Sulphur), di modo che essa si coricb e dorml profon-
damente per un’ ora e mezza, il cbe la ristorb. Con cib
vi fu un miglioramento nolle emorroidi e nel prolasso.
Il 30 Marzo io le ne diedi una dose di DM (F. C.),
ed il 7 Aprile essa mi disse, che l’assopimento erasi ri-
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RIVISTA OMIOPATICA. 91
manifestato per due o tre giorni, ma minore; i siutomi
della gola non si manifestarono piit.
Se gl’infermi possono scoprire la medicina dagli ef-
fetti prodotti dalle alte potenze, cosa diventano le obbie-
zioni teoriche degli pseudo-sapienti? « II vostro pseudo-
filosofo, che penserk sempre d’avere scandagliato l’oceano
colla sua canna dal pomo d’argento, b alcune volte un
grande sciocco ».
INCONTINENZA NOTTURNA DI ORINA.
In vista della pochezza dei sintomi oggettivi e sog-
gettivi che si hanno ordinariamente (gl’ infermi essendo
in generate molto giovani), io non conosco altra malattia
cosl scoraggiante pel medico come questa. Avendo recen-
temente letto un articolo nell ’Illustrated Medical Journal
di Leonard scritto dal Dott. Roberto Farquharson (allo-
patico), io non potei tenermi dal confrontare tali incertezze,
come sono ivi mostrate, colie certezze che presenta ai suoi
seguaci la scuola omiopatica, e notando come anche noi
possiamo frequentemente smarrirci in un laberito per man-
canza di sintomi ben definiti. Questa malattia b molto fa-
stidiosa alle madri e cagiona grande ansiet& al medico,
a meno che i sintomi siano precisi. Io do 1 qul due casi,
avvenuti durante il 1884, nella mia pratica.
Caso I. — Barabina, di tre anni, occhi e capelli scu-
ri. La madre era quasi angustiata dalla frequenza colla
quale doveva cambiare e lavare le lenzuola e le altre cose
accessorie, e dalla necessity di alzarsi per assisterla di
notte, senza parlare dell’incontinenza di giorno. L’orina
non aveva un odore insolito, e, di fatto, io non ne potei
trar fuori aleun concomitante positivo. Quindi, colla spe-
ranza di recar sollievo, diedi vari rimedi uno dopo l’al-
tro, finch6 un giorno, seppi che la bambina domandava
conlinuamente sale. Allora io le diedi una dose AiNat.m. 200 ,
che non fill ripetuta finchb essa bagnb nuovamente il letto,
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RIVISTA OMIOPATICA.
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tre settimane dopo. Per cinque mesi consecutivi essa non
ebbe pit! alcuna medicina.
Caso II. — Ragazzo, di dieci anni, biondo ed occhi
azzurri. Questo caso ha gettato il guanto a tutte le scuole
come pure a molte forme di medicina patentata per vari
anni. II sintomo di guida era « dolore acuto lancinante
nella parte sinistra del petto , vicino alio sterno, e pa¬
rallel ad esso ». Hering, nella Condensed Materia Me-
dica, sotto Ox. ac., db « subitaneo lancinamento nel pol-
mone sinistro, che gli toglie il respiro ». « Acuto dar-
deggiamento nel cuore e nel polmone sinistro, estenden-
tesi gib all’epigastrio ». L’ultimo sintomo 6 anche dato
nell’ Illustrated Repertory di Gregg. Io gli diedi Ox. ac. 6c ,
ed in due giorni il suo disordine cessb. Egli continua bene
fino ad ora, e sono passati gi& oltre sette mesi.
(I suddetti casi fanno ricordare al redattore, che egli
pure, similmente ebbe un caso di incontinenza notturna
di orina in una bambina che resistette al trattamento per
la ragione molto evidente, che non si poterono ottenere
indicazioni degne di fiducia. Finalmente egli fu informa-
to, che la bambina poteva orinare, allorchb era sveglia,
solamente quando stava inpiedi. Fu data Sarsapilla 20 , che
guarl in quarantotto ore. — W. M. J. in Horn. Phys.).
RIFLESSIONI
DEL DOTTOR F. S. DAVIS.
Nell’ Homoeopathic Physician di Aprile 1886, io lessi
con interesse i commenti del Dottore Ad. Lippe nelle sue
« Riflessioni Cliniche » (*).
Fu una sorpresa per me durante i primi anni di pra-
tica, il trovare raratnente indicato Aconito.
Io mi era in qualche modo formata l’idea, che que*
sto rimedio fosse uno dei pift frequentementi indicati, in
specie negli stadi febbrili delle malattie.
(*) Lo Riflessioni cliniche cui qui si allude sono riferite nel nostro prece-
dente N.° di Agosto. La Direzione,
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RIVISTA OMIOPATICA.
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Io sono soddisfatto che fra la maggior parte dei me-
dici i quali aspirano all’ Omiopatia esso 'sia uno dei ri-
medi piil frequentemente adoperati. Io non mi stupisco
della loro mancanza di riuscita, e del ricorrer frequente
alle misure che contradistinguono subito la loro man¬
canza di fiducia nella loro professione.
Essi camminano solo debolmente nella via cosl chia-
ramente tracciata da Hahnemann, e sono presto scorag-
giati dall’ onesto sforzo, e ricorrendo a qualche mezzo fa¬
cile, cadono nelle alternative avventate dei rimedi scelti
ed operano’ ciecamente nel fango del dubbio e dell’ in-
certezza.
Essi sono costantemente delusi e non banno mezzi
di correggere i loro stolidi errori. Essi non hanno guida,
percbb non vogliono accettare alcuna legge. La loro aspi-
razione prova che b soltanto ambisione. Non b questa una
verifica della definizione di Giorgio Macdonald ? Egli dice
che 1’ ambizione b 1’ aspirazione verso il peggio.
Se a noi manca la volonty di seguire l’importante
istruzione dataci da Hahnemann di osservare diligente-
mente le peculiarita dei nostri infermi nelle loro condi-
zioni morbose e di lasciarci gnidare da esse, scegliendo
il rimedio in conformity, noi falliremo, e ce lo meritere-
mo. I sintomi caratteristici debbono essere ricercati nello
stato infermo, e debbono con essi confrontarsi i medica-
menti che li producono simili nelle sperimentazioni finchy
si trova quell’ uno che copre le condizioni del nostro caso.
Con tale accurato studio soltanto noi possiamo diventare
in ogni senso padroni dell’ arte di guarire. Si richiede
uno sforzo onesto, fedele, per diventare medici abili.
Coloro che non hanno voglia di lavorare ricorrono
ad un’abitudine sbadata di esame ed alia rutina nel pre-
scrivere; essi perdono la forza della diligente osservazio-
ne; il loro senso di responsability b indebolito; essi sono
meticci.
Noi non abbiamo bisogno di alcuno di questa classe;
essi sono un impedimento al progresso, ed un disonore ad
ogni vero lavoratore. L’ Omiopatia ha sofFerto piil da tali
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RIVISTA OMIOPATICA.
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pretendenti che da| coloro i quali si dichiarano aperta-
mente contro la verity.
SPERIMENTAZIONE INV0L0NTAR1A DI ARALIA
del Dottor G. M. Pease.
I seguenti sintomi si sono manifestati per tre volte
differenti in un signore di carnagione bionda e dell’ etb
di circa cinquantacinque anni, ogni volta sotto le stesse
6 simili circostanze.
Sentendo di avere un leggero raffreddore, egli ma-
sticb un piccolo pezzo di radice di Nardo —• venduto nelle
botteghe sotto questo nome — ma probabilmente l’Aralia
racemosa dell’ Enciclopedia di Allen. II pezzo masticato
non era piil grosso di una piccola penna, e lungo un pol-
lice. Varie delle sue conoscenze avevano adoprato con
benefizio la radice del Nardo.
Ventiquattro ore dopo masticata la radice io lo tro-
vai coi seguenti sintomi:
Labbra rosse e considerevolmente gonfie, aventi una
sensazione come se fossero arsiccie. La bocca si sente
arsa; bisogno di tener la lingua in movimento per averla
umida, sebbene vi sia profusa salivazione; la saliva scorre
dalla bocca peggio quando egli sta gib coricato. Palato
coperto con ulcere, irregolari di grossezza e di forma,
aventi una copertura (non membrana) bianca — giallo-
gnola di, aspetto come pus. Gola gonfia e dolorosa, diffi-
coltb di inghiottire a motivo della sensazione di avere un
pezzo di qualche cosa o un volume nella gola — poteva
difficilmente inghiottire passato il volume. Voce velata e
debole. L’ infermo s’immagina d’essere avvelenato in que¬
sto modo perchb egli ha fumato, sebbene dica che alt'ri
i quali usarono la radice erano anche fumatori.
L’occorihenza di sintomi esattamente gli stessi in tre
occasioni danno la certezza che la droga ne fu la causa.
Mercurius fu il rimedio dato ciascuna volta; e da
esso segul pronto sollievo.
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APPUNTl CLINICI
Coffea . — Scrive il Dott. Ebrman: « Fui chiamato per una si¬
gnora ch’ era stata da me guarita anni fa con un solo rimedio di
un dolor di testa. Quando fui introdotto nella sua camera, essa era
in preda ad una frenesia che la faceva correr su e gib per la ca¬
mera gridando e lamentandosi. Siccome non vi era alcun modo di
conversare, io con un p6 di strategia riuscii a metterle sulla lingua
pochi globuli, e mi posi ad aspettare fincb6 essa si calm6. In un
momento si gir6 intorno e mi ricbiese cosa le avessi dato. Le ne
domandai il perchb. Mi rispose: « percM mi sento di gid quasi gua¬
rita ». Avendole detto cbe le avevo dato la 200 a potenza di Coffea
disse cbe aveva preso rimedj per una settimana secondo il libro di
Pulte, ma senza alcun vantaggio. Essa rimase guarita da quests sola
dose, come ebbi poi ad accertarmene. Se il medico patologico mi
cbiedesse per quale malattia io feci prescrizione, risponderei per I’ipe-
restesia cbiaramente palese » (The Medical Advance).
Arnica . — Un dolore nel lato destro anteriore della testa, peg-
giorato giacendo colla testa alta e allegerito giacendo con la testa
bassa, fu guarito dal Dott. Berridge con una dose della milionesima
potenza di Arnica (The Homoeopathic Physician).
Sulphur . — Il Dott. Ehrmann narra cbe assistendo alcuni raem-
bri di una famiglia, la signora di casa lamentavasi di non star
bene da qualcbe tempo, non per6 a segno da sentirsi malata. Disse
di essere stata in dieta per alcune settimane e di aver fatto quanto
poteva ma senz’ alcun profitto. Tutto il giorno sentivasi sonnolenta ,
ma quando andava a letto non poteva piu dormire. Il suddetto Dot-
tore le dette una dose di Sulphur 80 m (Fincke); e la signora d’ al-
lora in poi dormi bene. {The Medical Advance).
Psorinum. — Una signorina aveva tosse cbe cagionava uno
strappamento dal centro del petto alia gola su tutto il lato destro,
— tosse peggiorata la notte, con uscita di orina tossendo. il Dott.
Berridge le dette il 25 Marzo 1886 una dose di Psorinumcm (Fin¬
cke), ed il 6 Aprile essa gli riferi che la notte seguente non ebbe
tosse, e cbe non fece pib ritorno, e dicendogli di non aver mai co~
nosciuto medicina cbe agisse cosi prontamente. Il Dott. Berridge
qui aggiunge: « (Veggasi il Congh Repertory di Lee p. 22). Questo
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R1VISTA OMIOPATICA.
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siatomo b il 392 in Allen, ma non & dato da esso come veriflcato.
fi uno dei sintomi di Hahnemann della trentesima potenza; ma
anche colla sua soscrizione e con una verifica clinica verrh indubi-
tamente omesso dal Dott. Hughes nella sua Caricatura di Patoge-
nesia dei rimedj (Drug Pathogencsy), perchfc la potenza fu sopra
la duodecima decimale! Ma forse 1* opera non sarh condotta mai
tant’oltre. La seconda parte ora appunto pubblicata contiene spro-
positi ed omissioni orribili ». ( Homoeopathic Physician , Agosto 1886).
NOTE E NOTIZIE
Siamo lieti di riferire dagli « Annali di Giurisprudenza » anno
1885, Vol. 19, parte l a , sezione 2 a , pag. 46, la seguente massima
che la Corte di Cassazione di Firenze, in conformity colla legisla¬
ture vigente negli Stati Uniti, in Prussia, ed in altri paesi civili,
stabiliva sotto la data del 26 Dicembre 1884:
« Chi 6 rivestito della quality di Medico pu6 esercitare la me-
» dicina col sisteraa dell’ Omiopatia e preparare i medicamenti o-
» miopatici e somministrarli ai clienti ».
Siccome annunziammo, nei giorni 3, 4 e 5 del passato Agosto,
ebbe luogo a Basilea il Congresso quinquennale internazionale di
Omiopatia, al quale presero parte 38 medici di varie nazionality.
Anche i medici delP Istituto Omiopatico Italiano nei primi tre
giorni del corrente Settembre tennero in Napoli la loro adunanza
annuale.
Dobbiamo lamentare la perdita che faceva V Omiopatia non solo
Americana ma mondiale con la morte del grandemente stimato no¬
stro collega Dott. Rollin R. Gregg di Buffalo nello Stato di Nuova
York. Era uno dei piii valenti omiopatici perch6 estimators e se-
guace fedele degl’ insegnamenti di Hahnemann. In Italia b cono-
sciuto solo il suo importantissimo Trattato sulla Difteria che vol-
tava nella nostra lingua V egregio Dott. Mattoli. Ma abbiamo di
lui anche un assai pregevole Repertorio Illustrato delle malattie di
petto, e non pochi altri scritti minori. Fra i quali noi speriamo
pubblicar presto le sue Osservazioni Cliniche suite due scuole di
nedicina, nelie quali ci £ data anche la storia della sua conversione
all’ Omiopatia.
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RIVISTA OMIOPATICA
Anno XXXII OTTOBRE 1886. Numero 4.
QUALE E IL MIGLIOR METODO DI SCEGLIERE IL RIMEDIO?^
del Dottor P. P. Wells.
12 evidente, senza discussions, che questo deve essere
il metodo della legge. Se vi b una legge, se questa deve
governare tale scelta, essa deve aver avuto la sua ori¬
gins nella mente che concepl e cre6 il corpo che il rime-
dio scelto b destinato a guarire. Essa quindi deve essere
posta quale una delle leggi stabilite pel governo della
sua vita, specialmente della sua vita inferma. Per avere
una idea chiara del dovere di questa scelta, rivolgiamo lo
sguardo indietro verso gli elementi scientifici in essa
compresi ed esaminiamoli e vediamo se da quelli possiamo
acquistare luce intorno a questo miglior metodo.
L’ obbiettivo di questa scelta b la guarigione del-
T umanitA inferma. Quindi il primo oggetto dell’ esame b
l’uomo stesso. Ed in primo luogo noi non lo troviamo
quale un’ accidentalitA nel mondo, ma come il prodotto
di un potere intelligente, creatore, complesso nella sua,
costituzione, le molte parti od organi del quale furono
ciascuno formati per il compimento della loro propria
speciale funzione; ed ognuno, neir esecuzione del suo
proprio officio, quando non disturbato, b con ogni altro
in quel perfetto accordo che conserva l’organismo come
un tutto e ciascuna delle sue parti. Quest’armonia di
(*) Discorso letto innanzi alia Societa Medico-Omiopatiea della Contea di
Nuova York 1’ 14 Marzo, e innanzi all’Associazione Internazionale Hahneman-
niana il 24 Giugno 4886.
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98 RIVISTA OMIOPATICA.
funzioni b la salute. La funzione e il risultato dei movi-
menti in questi organi, ed in ciascuno vi b il movimento
particolare che la sua funzione richiede. Il movimento
implica la forza motrice; solo perchb sono stimolati da
questa forza gli organi sono indotti ad eseguire le loro
funzioni. Cosl, neH’uomo, come rispetto al problema della
scelta del rimedio, noi abbiamo a distinguere gli organi,
la forza che li muove, e le funzioni che ne risultano.
Ora questa forza, che b la caratteristica dell’ uomo
vivente, quando fu- posta in lui per gli scopi della vita
fu fatta suscettibile alle impressioni degli agenti esistenti
fhori di lui stesso, che sono capaci di modificare la sua
azione sugli organi e sulle funzioni, per modo che l’armo-
nia di quella, che noi chiamiamo salute, b distrutta. Que-
sto disaccordo negli organi e nelle loro funzioni noi lo
chiamiamo malattia, e tende sempre alia distruzione d\
entrambe. La prima impressions, quindi, della causa che
ha disturbata quest* armonia b nella forza che eseguisce
le funzioni. Noi abbiamo dunque, prima, 1’ azione della
causa morbosa sulla forza che eseguisce le funzioni, poi,
il disturbo che ne risulta, e poscia forse, i cambiamenti dei
tessuti organici se questa armonia perduta non b rista-
bilita prima che questi cambiamenti di funzione abbiano
avuto tempo di produrre cambiamenti di tessuto. Questo
b l’ordine in cui i processi delle malattie si succedono
l’uno all’altro. Una volta che i processi sono stabiliti, il
problema che il medico deve risolvere b di trovare 1’agente
che ha il potere di ristorare la perduta . armonia delle
funzioni.
Come procederemo noi nella ricerca a tale oggetto?
Vi sono solamente due vie aperte innanzi a noi — una
sotto la guida della legge, V altra senza legge o guida,
tranne che il congetturare. Noi non possiamo vedere altra
via, n b ragione per procedere a dimostrare la superiority
di quella sotto la legge. N6 occorre dichiarare, come per
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RIVISTA OMIOPATICA.
99
risolvere questo problema, non vi b che una sola legge
conosciuta, e che questa b la legge dei simili. L’ espe-
rienza clinica di oltre tre quarti di secolo ha abbondan-
temente dimostrato che questa b una legge, e n6 l’oppo-
sizione ad essa, nb i bisogni e le sofferenze e i pericoli
delle malattie umane, ne hanno, in tutto questo tempo,
portato a nostra cognizione alcun’altra.
Percib, che cosa richiede da noi questa legge, se
vogliamo procedere sotto la sua guida allorch^ ci pro-
viamo a scegliere 11 rimedio necessario? In primo luogo,
richiede che tutti gli elementi nel problema della scelta siano
conosciuti, giacchb essa implica che tutte le cose neces-
sarie ad una giusta scelta sono conoscibili. Si vedr& subito,
se noi procediamo sotto la legge sottoposta alia scienza
della terapeutica, — la legge dei simili — che questi ele¬
menti si presentano a noi in due categorie, 1' una che ab-
braccia quelli appartenenti ai fenomeni della malattia —
1’ altra, quelli delle suddette azioni sull’ organismo degli a-
genti fra i quali si deve fare la scelta. La legge dichiara che
il registro di quell’agente che si riconosce piu simile ai
fenomeni della malattia b il suo curativo, ed essa richiede
una conoscenza completa di tutte due le categorie prima
di accettare la responsabilitk per la cura con qualunque
rimedio scelto. Cosl, si vedra che essa rigetta fortemente
tutti gli elementi che possono essere intrusi nella solu-
zione del problema da qualsivoglia fra i congetturanti, con
qualsiasi nome specioso od altosonante possa egli venir
chiamato.
Poi della malattia. Bisogna tenere in mente, che que¬
sta b il risultato dell’impressione di qualche agente sulla
forza che governa ed eseguisce le funzioni, col potere di
cambiare queste da un’arraonia vivente in un disaccordo
distruttivo. Questo disaccordo d la malattia. Quindi la
legge vuol t conoscere la storia di questo disaccordo,
l’ordine nel quale i suoi differenti elementi sono apparsi,
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100 R1 VISTA. OMIOPATICA.
e di questi elementi quali costituiscono questo disaccordo,
quali funzioni sono cosl affette da questo agente, e come
esse sono affette. Ciascuna funzione deve essere interro-
gata, come sul geuere di modificazione che b stata impressa
in essa, specialmente sul modo con cui questa b dichiarata
nelle modality che accompagnano il cambiamento, cosl
su ci6 che forma il carattere dei dolori o delle sensazioni
anormali, se ve ne sono; e in quale ora del giorno, od
in qualsivogliano altre circostanze rinviensi questo cam¬
biamento di esacerbazione o di sollievo. In qual modo que¬
sto cambiamento b affetto dalle altre funzioni degli organi
corporei — come dal moto, riposo, posizione, mangiare,
bere, respirare, dalle evacuazioni di qualsiasi specie, e
ci6 tanto riguardo a ciascuna e ad ogni funzione, e nelle
piu minute particolaritSt, quanto in relazione ad ogni cir-
costanza o condizione in cui alcuna o piti di esse trovano
aggravamento o sollievo delle sofferenze. Si deve tenere
di queste un registro chiaro e semplice, ed allora il pre-
scrivente b in condizione di passare all’ altra categoria
del suo problema, il registro delle azioni degli agenti
sulP organismo vivente, fra i quali egli deve fare la sua
scelta. Ma innanzi di procedere a ci6 sar& bene notare,
che su questo punto il suo problema b interamente com-
posto di elementi dinamici, e niente affatto di entity ma-
teriali. Vale a dire che la malattia colla quale noi abbiamo
a fare non ha origine nd meccanica, n6 chimica.
Ma la mente professionals essendo cio che b, egli b
del tutto probabile, che prima di passare alia categoria
medicinale, voglia ricercare — qual $ il nome di questa
malattia, che io sto tentando di curarare? Non *b egli
necessario prima di procedere alia ricerca del rimedio
che io dia un nome a ci6 che deve esser guarito? Voi
non avete dato alcun cenno sul dovere della diagnosi —
il nome. Non b necessario, prima di andare pih oltre, di
rispondere alia domanda: — Che cosa b che io mi prove
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RIVISTA OMIOPATICA.
101
a curare? Noi rispondiamo: la legge nulla ha da fare coi
nomi delle malattie, ma coi fenomeni cbe le caratterizzano,
ed il nome non b uno di questi. La legge domanda che
voi troviate nel registro un simillimum a questi fenomeni,
coi quali il nome nulla ha da fare. Voi non avete biso-
gno d’interessarvi del nome finchb non avete trovato il
vostro simillimum. Il nome non vi aiuterb, per nulla nella
ricerca di questo. Esso pub, anzi, se vi b trascinato dentro,
riuscire d’impedimento alia ricerca « scientifica » del
vero simillimum.
Parliamo ora della patologia del caso. Devesi pas-
sare alia ricerca del suo rimedio prima che ne sia sta-
bilita la patologia? Devesi cercare un curativo per un
dato caso prima che siasi deciso cid che fa d’uopo curare?
Se per patologia voi intendete qualche cosa diversa dalla
totality dei sintomi voi parlate di cosa che la legge non
ha reso necessaria alia vostra felice ricerca del rimedio,
e sulla quale, il piu probabilmente, voi vi troverete alia
fine di aver piil congetturato che conosciuto; e la legge
non accetterh le congetture come parte di servizio sotto
la sua direzione. La totality dei sintomi b tutto cib che
si pub conoscere della patologia di ciascun caso, e questi
soltanto sono « cid che » il caso presenta da curare. Se
vi sono ragioni per credere che esistano nel caso certe
condizioni delle parti interne o degli organi, queste ragioni
possono avere il loro fondamento soltanto nei fenomeni
percettibili del caso che possono essere conosciuti, e. non
mai in qualsivoglia immaginazione impercettibile, che nes-
sun uomo pub conoscere. Questi fenomeni sono appunto
le materie colie quali la legge richiede che il medico
abbia a fare, mentre essa rigetta tutte le cose immagina-
rie, non conosciute, come solamente atte a danneggiare
la riuscita.
Avendo cacciata fuori la diagaosi e la patologia, non
dai doveri clinici, ma da quest’ uno di essi, la scelta del
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RIVISTA 0MI0PATICA.
102
rimedio, dove esse non hanno posto, sebbene abbiano usi
important in altri doveri clinici, noi procediamo al secon-
do passo nel progresso della nostra scelta sotto la guida
della legge; e questo consiste nel confrontare il nostro
registro dei fenomeni morbosi del caso con quello delle
azioni degli agenti medicinali, come sono state accertate
da sperimenti ed osservazioni di essi sull’organismo sano.
Questi agenti fu rinvenuto che avevano il potere di distur-
bare le funzioni, e ciascuno in una maniera a se stesso
particolare, e ciascuno in un modo che differisce da quello
prodotto da tutte le altre medicine. Il registro dei feno¬
meni morbosi si deve confrontare col registro delle azioni
delle medicine, per modo che la pifu grande somigliaza
possa rinvenirsi nel registro di qualche medicina con quello
del caso da curarsi. Cib trovato, il processo della scelta
b finito, poicbb la legge dichiara esse re questo il cura-
tivo del caso.
Ma la scelta di questo fra i tanti suoi compagni non
e cosl semplice e facile come pub apparire agli inesperti.
Noi abbiamo mostrato che tutti i fenomeni della malattia
debbono essere raccolti, con tutte le modality, circostanze
e condiziohi appartenenti a ciascuna (*). La stessa cono-
scenza h richiesta riguardo alle azioni degli agenti medi¬
cinali, ciob delle modalita, circostanze, e condizioni che
hanno contradistinti i disordini osservati nell’organismo,
negli sperimenti che ci fornirono la nostra materia medica.
Il registro di queste b una parte della sperimentazione di
ogni medicamento, sperimentazione che dette a questo il suo .
valore clinico. Noi richiediarao queste in ambo i registri, del¬
la malattia e del medicamento, coi massimi dettagli prima
(*) Questa e di gran lunga la parte piu difficile dei doveri clinici. « Questo
registro di ciascun caso fatto bene ed esattamente, e questo caso 6 piu cbe
per meta curato. » Cio fu detto alio scrivente da uno dei piu grandi maestri
delParte di guarire che egli 5bbia mai eonjbsciuto. In confronto con questa
difficolta, queila di trovare il rimedio specifico e una cosa totalmentc facile.
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RIVISTA OMIOPATICA.
103
Qsi
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di procedere al confronto che alia fine devesi fare per la
scelta del nostro curativo, perch& b nella somiglianza di
queste modality, etc., che esiste la relazione curativa fra
la malattia e gli agenti medicinali. Quindi b, che nel
* registro, dall’uno e dall’altro lato, si trovano fatti di mag-
giore o minore importanza quali indizi del vero specifico
da scegliersi. Noi dobbiamo averli tutti, affinchb possiamo
essere sicuri di avere quelli che sono i piit important^
Si b constatato piil spesso che no, che i fatti piil impor¬
tanti non sono quelli ai quali prestarono maggior atten-
zione l’infermo, gli amici suoi, e forse anche il dottore.
A maggior dilucidazione di cio, prendiamo un caso
di dissenteria. I dolori, il tenesmo, e le frequenti evacua-
zioni sono piil probabilmente i fatti della pih grande con-
siderazione per l’infermo. Essi invece sono, comparativa-
mente, solo di piccola importanza pel prescrittore. Essi
dicono forse che il caso b dissenteria, ma non hanno
voce per dire che cosa la guarira. Che l’infermo sviene
in ciascuna evacuazione non sembra un fatto di molta
conseguenza mentre esso b accompagnato da tanto sof-
frire negli altri fatti piu dolorosi. Eppure questo fatto
riguardato leggermente proclama con voce la piil forte e
la piu chiara lo specifico curativo del caso. Il maestro
nell’ arte di guarire si distingue precisamente nel rico-
noscere questi sintomi fra i molti che dominano la scelta
dello specifico curativo del suo caso; poich& egli conosce
i sintomi caratteristici quando li vede, e d& loro quella
considerazione autoritaria che si meritano nella sua scelta
del rimedio.
Noi abbiamo veduto che le malattie sono nella loro
natura dinamiche — che esse sono solamente forze distur-
bate e conseguenti funzioni cambiate. Egli b ugualmente
vero che cid che nei medicamenti guarisce la malattia b
un dtnamismo, Se di ci6 vi ricordate anderete immuni da
molti errori. Farebbe d’uopo ricordarsene, perehfc la somi-
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104
RIVISTA OMIOPATICA.
glianza che la legge richiede si estende a questo fatto
della natura dinamica di ambidue i fattori nel problem a
di trovare lo specifico per una guarigione. E vero, che
uomini possono ammalare, ed altri uomini possono tro¬
vare i mezzi di guarirli, senza che ne gli uni nb gli altri '
abbiano alcun pensiero della natura dinamica dei fattori
che la legge presenta al medico per trattarli. Ma b anche
vero, che il miglior successo nel guarire accompagna una
esatta ricognizione ed uso di questo fatto; e noi tutti si&mo,
o dovremmo essere, come medici, emulatori di ci6 che b
migliore.
11 fatto che il dinamismo o forza dinamica la quale sola
agisce in modo curativo, e sta insita nella droga, e quindi
esiste comparativamente inerte nella droga grezza, 6
capace di sprigionamento e di sviluppo indefinite mediante
una buona manipolaeione, dovrebbe essere scolpito nella
mente; come pure il grado, a cui questa dovrebbe essere
portata nel caso di un rimedio scelto, b spesso una ma¬
teria di prima importanza, e non mai cosa indifferente.
Non b sempre, come alcuni hanno supposto, che pih alto
b .state portato questo processo di dinamizzazione nel
medicamento scelto per un date caso, e pih grande sia
il suo potere di guarire quel caso. Ma finchb questo pote-
re non sia state liberate e sviluppato, esso b, compa¬
rativamente, poco valevole per gli scopi del medico. E
quel grado di sviluppo di questa forza nel nostro specifico
che lo porta in relazione armonica col dinamismo della
malattia, che lo prepara meglio per il migliore successo.
E, finalmente, ricordiamoci di deplorare che, alter quan-
do furono fatti i primi esperimenti per ridurre nella
dose la materia della droga, che quando gli aggravamenti
delle sofferenze dell’infermo poterono evitarsi, s’introdus-
sero nell’ uso della nostra nomenclatura quelle parole
ingannatrici di attenuazione e diluzione. L’ idea fu di
riduzione della materia della droga, ed il termine pub
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RIVISTA OMIOPATICA.
105
acconciamente esprimere ci6 riguardo alia materia di
essa. Ma fu trovato che sebbene la materia fosse stata
ridotta, il potere curativo era stato piuttosto aumentato,
mostrando dimostrativamente che i due elementi non sono
identici. La materia fa diminuita, mentre collo stesso
processo che cid effettuava, il suo dinaraismo fu sviluppato,
ed aumentato il suo potere curativo. Questi termini sono
interamente erronei quando applicati a cid che accadde
all’agente medicinale passando pel processo che d stato
acconciamente denominato una dinamizzazione. Nel trat-
tare le nostre medicine noi realmente maneggiamo delle
forze e non materia, e parlare di diluire od attenuare
, una foria d parlare di cid che d totalmente impossibile.
Una giusta conoscenza di questi fatti risparmierd molta
confusione di idee, e render^ interamente chiari molti
fatti i quali, sebbene fatti, sono in apparenza impossibili,
e sono totalmente incomprensibili. Tutto cid che noi sap-
piamo di essi d che sono fatti, e questo ci basta.
In principio noi abbiamo chiamato il metodo di sce-
gliere il rimedio il metodo migliore. Se qualcheduno do-
manda perchd abbiamo fatto cost, noi rispondiamo, pri-
ma, perchd esso ci diede, un tale archivio di successi
nel guarire che sorpassa grandemente quelli d’ogni altro.
E questo archivio e null’altro che ha dato all’Omiopatia
la sua riputazione mondiale e la fece accettare; secondo,
perchd cid forma una incorporazione pratica dei principi
della sua legge; ed una deviazione pratica da questo
metodo d, per quanto pud essere, una espressione sola-
mente parziale dell’Omiopatia, alia meglio, e pud essere,
e non di rado d, una deviazione cost grande da lasciare
la legge della terapeutica interamente fuori di vista. Cid
d vero di tutti i procedimenti pratici basati sul principio
sostenuto da qualcheduno, e chiamato liberality, o libe-
ralismo, quello di « andare dove vi piace, » ciod seguire
le inclinazioni e i giudizi individuali piuttosto che le esi-
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106 RIVISTA OMIOPATICA.
genze della legge; e nondimeno quelli cbe cost insegnano
ed operano, pretendono al diritto di’ essere chiamati col
nome che legittimamente caratterizza soltanto quelli che-
obbediscono alia legge. Essi pretendono di essere accet-
tati come omiopatici, sebbene l’omiopatia b tutta una
legge; e quelli sono « legati da nessuna legge. » Terzo,
noi accettiamo questo metodo come il migliore, perchb
esso fu il metodo di coloro i quali ci hanno dato i pib
luminosi esempi di successi pratici nell’amministrazione
della nostra arte di guarire. Esso fu il metodo di Hahne¬
mann, Gross, Stapf, Boenninghausen, Haynel, Hering,
Rummel, Schreter, Hartmann, Hartlaub, Riickert, Franz,
Beker, Herman, Homburg, Longhammer, Wahle, Jahr,
Friedrich Hahnemann, e di altri uomini illustri, che si
unirono al gran Maestro nei suoi lavori, i quali diedero
al mondo gli inapprezzabili tesori della nostra materia
medica. Quarto, noi 1’abbiamo chiamato il migliore, per-
chb una esperienza che di esso si & fatta per quasi mezzo
secolo ha pienamente giustificata la fiducia che l'esempio
e la testimonianza di quegli uomini illustri ispirava.
Ed ora se qualcuno ha un metodo migliore con un
archivio piu ricco di guarigioni unito ad esso che non
ha questo metodo della legge, si faccia innanzi con la
prova della veritb di questo archivio; e se egli pu6 fare
ci6 con soddisfazione, io sono suo amico, ed afccetto il
suo metodo migliore con infiniti ringraziamenti. (The Me¬
dical Advance).
APIDM VIRUS
Note da una lettura estemporanea del Prof. J. T. Kent.
(Franck Kraft , Stenografo):
Uno dei primi sintomi dell’ Apium virus che conse-
guirb dal veleno grezzo, o da una violenta puntura, e
alcune volte nausea con estremo malessere e stringimento
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RIV1STA OMIOPATICA.
107
al petto e senso di soffocazione; desiderio di aria fredda,
ed avversione al calore; freddo considerevole e desiderio
di gettar via le coperte del letto. Qaeste sono fra le
prime cose che vedrete. Se vi accadesse di essere chia-
mati a trattare an caso di avvelenamento per puntura
delle api che fanno il miele — e voi sapete che vi sono
persons estremamente suscettibili al veleno delle api, spe-
cialmente dove molti api econome hanno messo alia tor-
tara il vostro ammalato — se vi accadesse di essere
chiamato a trattare un simile caso, troverete molti, se
non tutti, i sintomi che io ho ora menzionati. Anche po-
che punture dell’ape si sa che possono cagionare la morte.
Se questo stato di cose si protrae vi sari spesso soffoca-
zione; dopo di cid, perdita della conoscenza, came se il
vostro malato fosse caduto in un parossismo; la soffoca-
zione aumenta; la difficolth di respiro va sempre cre¬
scendo finchb conduce alia perdita della conoscenza. Que¬
sto b lo stato generale prodotto da Apis.
Se osserviamo ora piu particolarmente i sintomi che
sono gli effetti del veleno sopra certe regioni del corpo,
noteremo una speciale influenza sulla pelle; questa b di
un colore cereo, edematosa, di aspetto paffuto, e la fac-
cia diviene pallida e cerea. Questo stato non sopprag-
giunge subito, e pub passare anche un tempo considere¬
vole dopo che 1’ ammalato b stato avvelenato, o dopo che
il virus b stato preso nello scopo di sperimentarlo. La
pelle delle estremith inferiori diviene edematosa; il tessuto
cellulare diventa pafluto, e vi si fanno buchi colla pres-
sione. Insieme a questo noi abbiamo quasi, se non del
tutto, soppressione dell’ orina, od almeno 1’ orina diventa
scarsissima ed apparisce carica d’ albumina e di forme
tubolari. Da cib, il suo gran valore in una certa malat-
tia conosciuta sotto il nome di Malattia di Bright, o al¬
buminuria. Corrisponde pure molto strettamente all’ albu¬
minuria che segue la scarlattina.
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108
R1VISTA OMIOPATICA.
Apis ha un’ eruzione della pelle che ha il carattere
miliare. Ha una forma aspra di scarlattina come rosolia,
all’ apparenza di color di rosa. Esiste moltissimo prurito,
bruciore, e punture con queste affezioni della pelle. Le
sensazioni — le impressioni della pelle — sono aggra¬
vate dal calore delle coperte e delle flanelle, anche dalle
cose calde. Vi b miglioramento per 1’ applicazione del
freddo, come tessuti di cotone freddi; lavandosi freddo;
atmosfera fredda; anche per gran freddo del corpo. Vi b
peggioramento pel calore e coprendosi.
Apis ha un’ orticaria — eruzione prodotta come dal-
1’ ortica; con ammaccature bianche, larghe, atlorniate da
macchie rosse; un’ eruzione rossastra, colorata in rosa;
dovrei dire che non ha realmente un’ eruzione, ma sem-
bra come se dovesse venire un’ eruzione, un’ orticaria,
od alveari. Queste si mostrano con molta prominenza —
con grande rilevatezza. Abbiamo quasi sempre dispnea
associata con quest’orticaria; in tal raodo si b mostrata
nelle sperimentazioni. Strettezza o diflScoltA. di respiro b
un sintomo comunissimo che si associa alle eruzioni della
pelle, e specialmente coll’ orticaria.
Apis ha alcuni dolori caratteristici molto spiccati. Essi
sono pungenti e brucianti; punture violenti alle tempie;
punture alle giunture; punture nelle glandole; punture e
bruciore nelle ovaie; il lato destro b preferito dai sinto-
mi paralitici che produce Apis; cio b, uua debolezza pa¬
ralitica con sintomi, alcune volte, di completa paralisi.
Con cio, noi, abbiamo associato, al lato sinistro, un piz-
zjcore; e vi b una nota maestra che esprime qualche cosa
simile a questo: Pizzicor'e in un lato con* paralisi nel-
1’ altro.
Apis attacca specialmente le membrane sierose, e vi
produce essudamento. Su ci6 b in armonia collo stato ge¬
nerate del rimedio, che produce un’ idropisia nel corpo,
dovunque b possibile all’ idropisia di manifestarsi. Noi
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RIVISTA OMIOPATICA.
109
pOssiamo avere idropisia delle cavity addominali; delle
cavity della pleura; delle cavity dell’aracnoide; ed Apis ha
peritonite con effusione; infiammazione del pericardio con
effusione; infiammazione della pleura con effusione, e nelle
meningiti del cervello con effusione. Apis produce tutti
questi stati, e bene spesso li guarisce.
Come ho detto prima, Apis porta il paziente alia per-
dita di conoscenza. Vi b qualche cosa in relazione con
questa perdita di conoscenza che la caratterizza. Vi sono
urli accompagnati da acutissime grida. Quel sintomo b
specialmente caratteristico di qualche forma d’idrocefalo,
ed e un sintomo caratteristico di Apis. Un fanciullo, men-
tre e fuori di sb, pu6 portare la mano all’orecchia o alia
testa; fara esclamazioni con un grido breve, acuto, squil*
lante, denominato il cri cephalique. Le pupille sono di-
latate, e spesso quasi insensibili alia luce. Precede questo
periodo d’ inconsapevolezza una grande irritability con
continuo muoversi attorno; si gettano via le coperte, con
aggravamento al minimo calore. Quasi generalmente Apis
b senza sete; b uno dei rimedi che non hanno la sete,
benchb qualche volta abbia sete grande. In ogni modo la
sua caratteristica b assenza di sete, od anche avversione
all’ acqua. Ha spasmi dei muscoli del dorso associati con
questo stato di semi-conoscenza; spasmi dei muscoli del
dorso, che tirano la testa indietro, e affossamento del capo
nei cuscini. Il paziente se b un fanciullo, giacery in que¬
sto stato di semi-conoscenza e affbssera la testa nel cu-
scino, con rotolamento di essa. Anche gli animali con-
traggono questa forma specials di congestions al cervello
— queste meningiti — quando battono la testa contro gli
stipiti; un cavallo, per esempio, che abbia queste menin¬
giti batter^ la testa contro un corpo duro e morry, a
motivo di cib, prestissimo. Apis corrispondery a quel caso
e lo guariry.
Come ho detto, il lato destro sembra preferito nelle
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no
RIVISTA OMIOPATICA.
paralisi, dandoci il lato destro il maggior numero di sin-
tomi con Apis. L’ ovaia destra & piil generalmente aflfetta;
ed ha dolori brueianti e pungenti caratteristici. La gola
ci offre nn’ eccezione, perchfc 6 il lato sinistro della gola
e del petto che sono particolarmente affetti da Apis, che
vi produce un aspetto edematoso; le membrane mucose
sembrano farsi <c sporgenti » ed hanno 1’ aspetto di una
borsa di acqua. Apis ha guarito moltissimi di questi casi.
In taluni casi V ugola penzola giu come una borsetta d’ac¬
qua; in questo h simile a Kali bichromicum; cid 6 molto
caratteristico di Kali bichromicum. Rhus tox. b alcuna volta
simile, ed affetta il lato sinistro della gola, ed ha qualche
cosa di uguale nel prediligere il lato dritto del corpo,
ma Rhus, mentre si appalesa sul lato sinistro della gola
ha grosse ulcere che si formano alia superficie — piccole
vescichette piene di siero bianco o giallognolo. Apis sem-
bra estendersi piit particolarmente al tessuto cellulare, e
non b cost facile a produrre le vesciche, ma la gola 6
gonfia, edematosa, e sembra che se fosse punta verse-
rebbe acqua, ma sembra soltanto.
La lingua di Apis 6 levigata e risplendente, come
se fosse verniciata; di un rosso vivo, e qualche volta
sembra scorticata, cogli orli coperti di vescichette.
Apis ha un gran numero di sintomi degli. occhi, che
sono di molto valore. Ha granulazione delle palpebre ed
accumulazioni acquose, lacrimazione, bruciore, chemosi.
La congiuntiva sembra un pezzo di came di bue scorti¬
cata, tempestata densamente da vasi sanguigni — vasi
sanguigni ingrossati — e vi sono i dolori caratteristici
pungenti e brueianti intorno agli occhi. Gli occhi miglio-
rano col freddo e lavandosi coll’ acqua fredda. Lo stra-
bismo 6 un sintomo importantissimo, che occorre spesso
dopo congestioni del cervello, dopo meningiti, e dopo vari
disordini del cervello nei bambini. Apis, Hyoscyamus, Bel-
ladona e Stramonium hanno questo strabismo, ma se vi
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RIVISTA OMIOPATICA.
Ill
y estremo peggioramento per il calore, e peggioramento
dal coprirsi, e grande irritability, allora converry Apis;
o se vi fosse qualche forma d’ idropisia, od orina scarsa,-
pensate ■ allora maggiormente ad Apis. Esso hail guardar
di traverso, strabismo, il voltolamento degli occhi, con
bruciore e punture — dolori lancinanti. La congiuntiva
4 iniettata e piena di vasellini sanguigni scuri. Vi sono
molte macchie dense, scure, color fumo snlla cornea, e
spesso sono grigiastre ed opache; ulcerazione della cqr-
nea; cicatrici; staphiloma cornese. Apis ha una fotofobia
molto marcata, benchy il paziente non possa sopportare
di avere gli occhi coperti, perchy ci6 produce calore, e
questo produce dolore. Vi y grande sensibility alia luce;
palpebre rosso-scure e rivoltate, gonfie, escoriate, gra-
nulose, edematose, con gonfiore come di borsa sotto gli
occhi; gli occhi sembrano irrigiditi; quando ambedue le
palpebre si gonfiano superiormente ed hanno l’apparenza
di borsette ,d’ acqua sopra 1’ occhio, specialmente al mat-
tino, cio- vi fary pensare a Kali carbonicum, del quale y
questa una caratteristica, quando ha luogo senza associa-
zione d’ idropisia generale. Arsenicum, nei suoi primi sin*
tomi, ha gonfiezza sotto gli occhi. Quando un medica-
mento, comunemente dato e conosciuto come soluzione di
Fowler, produce tale effetto sul paziente, y questa un’ in-
dicazione che si appalesa 1’ effetto tossico e che non se
ne deve dare ulteriormente. La gonfiezza compariry sopra
e sotto gli occhi.
Vi sono alcuni sintomi morali importanti in Apis, ed
uno particolare y la gelosia; questa y molto marcata in
Apis. IS soltanto uguagliato da Hyoscyamus. Esso ha ma-
nie che procedono gpecialmento da una causa sessuale
nelle donne. particolarmente utile per 1’ estrema irri¬
tability di carattere in varie malagevolezze delle ovaie
che hanno luogo nelle vedove. Una signora che sia stata
privata improvvisamente di suo marito, ed obbligata a
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112
RIVISTA OMIOPATICA.
vivere continent© per un tempo considerevole, sviluppery
i sintomi di Apis, specialmente nella sua condizione men-
.tale, nella sua irritability generate. La goffaggine b un’ al-
tra particolarity di questo rimedio, e la troverete notata
nei suoi sintomi mentali; b un fare mal destro che pro-
viene da rigidity delle dita e delle membra, che si pie*
gano con difficolty; ed ogni movimento b fatto in modo
molto disadatto. In Apis ci5 6 dovuto qualche volta ad
una gonfiezza idropica delle dita. In Agaricus b dovuto
semplicemente a goffaggine. Bovista, Natrum m. e Silicea
hanno pure grande goffaggine ed un fare disadatto.
In Apis abbiamo una violenza che va sino alia fre-
nesia. In un sintomo clinico che voi troverete nel vostro
testo avrete quasi un quadro completo di Apis in un gu-
scio di noce. lo credo che lo troverete associato coll’ i-
drocefalo. II bambino giace in un torpore; delirio; grida
acute improvvise, sguardo di traverso, digrignar dei denti,
affossamento del capo nel cuscino; un lato con dolori a-
cuti, 1’ altro paralizzato ; testa bagnata per sudore; orina
scarsa, latticinosa; dito grosso del piede voltato in su;
nausea giacendo; fiato cattivo; lingua dolente. Idrocefalo
acuto, e dopo eruzione risipolacea.
Parlando delle affezioni della pelle ho tralasciato di
dire che Apis ha una risipola molto caratteristica, fosca,
scura e maculata. Non b facile che sia coperta da grosse
pustole, come le troviamo in Rhus, ma ha piccole vesci-
chette che si formano sulla superficie risipolatosa. E con
ci5 vi b il solito gran bruciore e punture nella risipola
della faccia.
Sotto a Desideri ed Avversioni troverete che Apis b
dato come un rimedio senza sete; senz’ appetito n b desi-
derio di cibo; eppure vi b anche sete insaziabile, bisogno
di bere spesso, ma . poco per volta. Nel catarro del
petto, diarrea, difteria, ed in qualcuna delle sue idropisie,
la mancanza di sete b caratteristica. Nelle meningiti ce-
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RIVISTA OMIOPATICA.
113
rebro-spinali, nell’ idropisia delle ovaie, nolle asciti, ed in
qualche caso nel quale b indicato durante la gravidanza,
troverete il malato senza sete; non esiste sete, bench6 vi
possa essere calore e bocca asciutta:
Un’ altra particolarit& di questo rimedio, e che b
molto meravigliosa, 6 il vivissimo desiderio di latte. Fu
cosa davvero sorprendente come molti degli sperimenta-
tori di questo virus desideravano di bere latte — ne a-
vevano brama ardente. Qui vi e una prova che la natura
fa uscir fuori un sintomo che b realmente una domanda
di guarigione, perchb il latte b antidotro al veleno delle
api. Il latte b uno dei migliori rimedi per le sofferenze
prodotte dal mangiar miele. Se avete un malato che si e
sopraccaricato lo stomaco di miele, o b divenuto malato
per averne mangiato anche poco, dategli tutto il latte
che pu6 bere, e guarint tosto.
Rhus, come ho notato un momento fa, produce delle
grosse pustole; mentre Apis ne produce delle piccole, o,
meglio, piccole vesciehette piene di linfa chiara. Le ve-
scichette di Apis si ammucchiano a gruppi. Apis produce
bruciore della pelle; bruciore nelle cavita; bruciore nei
tessuti; vi b bruciore nella sua risipola; bruciore nelle
eruzioni; dolori bruccianti, pungenti nelle glandole; bru¬
ciore nello stomaco; bruciore nell’addome. Nell’addome
abbiamo sintomi che sono importantissimi; 1’addome di-
viene turgido e timpanitico. Noi abbiamo qul una perito-
nite tipica — un sintomo molto marcato. E impossibile
per il malato di tener 1’ addome coperto o d’ avere qual¬
che cosa che lo tocchi; b troppo sensibile. Dolori bru-
cianti, pungenti, i quali sono tosto seguiti da effusiono.
In tutte queste condizioni d’ idropisia, e nella maggior
parte delle condizioni infiarnmatorie, troverete 1’ orina
scarsa, coi dolori brucianti e pungenti caratteristici, nella
sua emissione. L’ intero addome e la bocca dello stomaco
sono sensibilissimi alia pressione od al menomo contatto.
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114 RIVISTA OMIOPATICA.
Vi b anche un violento dolore bruciante sotto le ultima
costa di ambedue i lati; sensazione dolorosa sotto le co¬
sta; e l’infermo b costretto a piegarsi in avanti dal penoso
senso costrittivo che prova agl’ ipocondri. II dolore si e-
stende da questa regione all’ insii.
Questa sensazione di costrizione, alia quale ho ora
accennato, b una speciality molto caratteristica di Apis.
Esso ha un senso di costrizione nell’ addome che si ma-
nifesta spesso durante la defecazione: il malato sente che
se si sforzasse nell’ andar di corpo gli si romperebbe
qualche cosa nell’ addome — dovrebbe uscirgli qualche
cosa. Non dimenticate tale particolarity, perchb essa b
caratteristica di questo rimedio. Lo stesso senso di co¬
strizione si associa alia dispnea ed alle sofferenze del petto.
Sembra al malato che se si muovesse o facesse sforzi per
evacuare, o se fosse obbligato a tossire, qualche cosa gli
si romperebbe o allenterebbe dentro. Ci6 pub esistere sia
nel petto che nell’ addome.
Nella maggior parte dei casi Apis ha esacerbazione
dal movimento; il paziente pub essere irrequieto ed irri-
tabile; ma il dolore reale e le condizioni infiammatorie
sono peggiorate dal tatto, dal movimento, e dal calore.
Vi b una sensazione come se gl’ intestini fossero premuti
gib; vi b indolorimento, pressione nelP ipogastrio; un ti-
ramento in gib verso il fondo dell’ utero, col bruciore e
le punture caratteristiche negli intestini.
Le pareti dell’ addome sono tese; vi b sensibility della
regione ileo-cecale. Estrema sensibility dolorosa dell’addome.
Apis ha diarrea ed una dissenteria che ha per ca¬
ratteristica di essere verde oliva, melmosa, profusa e piena
di pezzettini rossi, lucenti. L’ evacuazione di Apis somi-
glia qualchevolta — secondo una espressione volgare —
alia salsa di pomidoro. Abbonda di macchie rosso-vive;
le mucosity sono cost densamente macchiate e chiazzate
di sangue da rassomigliare alia salsa di pomidoro. Non
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RIVISTA OMIOPATICA.
115
vi dimenticate, perb, quel verde oliva, che e cosl carat-
teristico. L’ evacuazione b sempre glutinosa e spesso san-
guinolenta. Pub essere acquosa, gialla, nera e copiosa. 6
generalmente peggiore al mattino.
Riguardo all’ano abbiamo un sintomo importante; vi
b una sensazione come se 1’ ano fosse interamente aperto,
e con ci6 evacuazione involontaria. In questo b uguagliato
solo da Phosphorus. Phosphorus e Apis hanno prodotto
questa sensazione sull’ uomo sano; come se 1’ ano fosse
del tutto aperto. Io ho osservato ci6 in alcuni bambini,
con costante trasudamento dall 1 ano, 1* ano voltato in fuori
e che sembrava quasi carne di bue cruda. Ha su queste
membrane la stessa sembianza che ha sopra la congiun-
tiva allorchb Apis e indicato. Non dimenticate quello che
v’ ho detto di questo senso di costrizione, come se qual-
che cosa dovesse rompersi facendo uno sforzo. Cib b no-
tevole nella stitichezza di Apis; vi sono evacuazioni grosse,
dure, difficili; con sensazioni di punture, e quel senso
particolare che qualche cosa si romperb, se si fa uno
sforzo per vuotare il retto. Questa sensazione b cosl ca-
ratteristica di Apis, che esso guarira quasi tutti i casi di
stitichezza che hanno un tal sintomo. 1/ ammalato vi dirb:
« Dottore, io non oso sforzarmi nell’ evacuare. Ho la sen¬
sazione come se si dovrebbe rompere qualche cosa —
come se qualche cosa dovesse cedere nell’ addome. »
Abbiamo in Apis alcuni notevoli sintomi orinari. Vi
b gran dolore ai reni, con dolori pungenti e brucianti
alia vescica. Dolore pungente e bruciante nell’ uretere
destro, che va dal rene fino alia vescica. Apis b stato
dato nella colica renale. In questo sintomo di bruciore e
punture compete con Lycopodium, il quale affetta spe-
cialmente il lato destro. In Lycopodium abbiamo miglio-
ramento col calore, mentre in Apis vi b peggioramento.
Vi b desiderio di orinare, con emissione di sole poche
goccie di orina di colore scuro. Stranguria, contrazione,
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RIVISTA OMIOPATICA.
116
contrazione spasmodica, orina ritenuta, o infiammazione
della vescica,. dopo abuso di Cantaride. Orina scarsa,
con sedimento come di deposito di caffe, e che contiene
tuboli oriniferi ed epitelio. Idropisia dello scroto; idrocele.
Apis b un grande amico delle donne, e di molti in
generale. un importantissimo rimedio nella minaccia
di aborto nei primi tre mesi di gestazione. Hering dice
che Apis, basso, b un rimedio mol to pericoloso per una
donna incinta, poiclfe pu6 produrre 1’ aborto. Io ho ar-
restato molte volte 1’ aborto quando V emorragia era gi&
durata alcune ore. Questo rimedio b specialmente indi-
cato, in tale condizione, quando le punture ed il bruciore
sono continuati nella regione delle ovaie e dell’ utero,
con sgorghi di sangue di quando in quando, e con cid vi
b dolore nel dorso e nel sacro. Vi sar& sensazione di
peso e gran pressione nella regione ovarica, estendendosi
fin gift alia coscia; peggio al lato destro; rigidezza nel
lato e nella estremit&. Mestruazione soppressa, con con-
gestione ed ovaie infiammate. 11 malato di Apis & sempre
un malato irritabile, piangente; sempre piangente, e che
sta peggio in una camera calda, con dolori pungenti e
brucianti. E con questi dolori pungenti e brucianti nel*
1’ utero troverete sempre un malato nervoso, isterico, pian¬
gente, irritabile. Avrete anche una sensazione come se le
gambe fossero contuse o fossero state battute. L’ espetto-
razione raramente esiste, e quando esiste pu6 essere dol-
ciastra o senza sapore. La tosse b croupale, suonante,
raspante, strozzante e secca. II bruciore e le punture nella
spina sono indicatori di Apis; non tralasciate di associare
con questo i sintomi edematosi delle estremith e l’aspetto
cereo della pelle. Vi sar& anche tremito, irrequietudine
nervosa, e grande prostrazione. Lbrividi vengono alle 3
pom. e sono peggiorati dal calore; il brivido corre lungo
la schiena. La traspirazione di Apis ha odore di muschio.
I dolori pungenti, brucianti che si avvertono qualche volta
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RIVISTA OMIOPATICA. 117
nel cancro non sarebbero tanto caratteristici di Apis; ma
essi sono temporaneamente alleviati o frenati da Apis.
Ogni volta che avete un bambino che si desta improvvi-
samente con un grido forte, acuto, voi potete essere al-
larmato, perchb vi b minaccia di qualche disordine ce-
rebrale. Natrum muriat b ii rimedio che conviene meglio
dopo Apis, ma Ignatia b sua sorella gemella. ( The Ho -
moeopathich Physician).
SUDORI AI PIEDI
PER IL DOTT. E. FaRNIAS.
Silica. — Sudore offensivo dei piedi con escoriazioni fra
le dita. Prurito della pianta dei piedi che porta
alia disperazione.
Sepia. — Sudore profuso ai piedi o molto fetido , cau-
sante male alle dita. Bruciore, o calore dei piedi
nella notte. Unghie storpiate.
Baryta carb. — Sudore fetido ai piedi , con callosita
alle piante, che sono dolorose camminando. Le
piante sembrano contuse la notte, tenendo il pa-
ziente desto, dopo essersi alzato ed aver cam-
minato.
Lycopod. — Profuso e fetido sudore ai piedi , con bru¬
ciore nelle piante. Un piede caldo, 1’ altro fred-
do, od ambedue freddi e sudanti. Gonfiore delle
piante; esse dolgono camminando. Fessure nelle
unghie.
Thuya. — Fetido sudore fra le dita dei piedi, con ros-
sore e gonfiezza delle punte. Reticelle di vene,
come se fossero marmoreggiate, nelle piante dei
piedi. Soppresso sudore ai piedi. Unghie stor¬
piate, fragili o molli.
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118 K1VISTA OMIOPATICA.
Graphites. — Profuso sudore ai piedi, non fetido come
in Sepia o Silica, ma il pih moderate moto ca-
giona male fra le dita, talchb le parti divengono
escoriate. Estese vescichette alle dita; unghie
spesse e storpiate. (Iahr d& piedi fetidi sotto
Graph.).
Kali carb. — Profuso fetido sudore ai piedi. Gonfiore
e rossore delle piante; geloni. Dolori pungenti
nei calli dolorosi e sensibili.
Carbo veg. — Sudore ai piedi che produce escoriazioni
alle dita. Dita rosse, gonfie. Ponture come se fos-
sero gelate. Punte delle dita ulcerate.
Zincum. — I piedi sono sudati e dolorosi intorno alle
dita; anche fetidi. Geloni dal grattarsi o fregar-
si. La soppressione del sudore cagiona paralisi
dei piedi.
Mur. acid. — Sudore freddo nei piedi, la sera in letto.
Gonfiezza e rossore, e bruciore della punta dei
piedi. Geloni.
Nitric, acid. — Sudore ai piedi di odore sudicio. Geloni
alle dita.
Calc. ost. — Sudore ai piedi che reca dolore ai piedi
stessi. I piedi si sentono freddi ed umidi, come se
vi fossero calze bagnate. Bruciore nelle piante.
Lactis acid. — Profuso sudore ai piedi, ma non fetido.
(Graph.).
Sulphur. — Sudore e freddo delle piante. Bruciore alle
piante, bisogno di tenerle scoperte.,
Petrol. — Piedi sensibili e bagnati in un miscuglio su¬
dicio. Piedi gonfi e freddi. Gonfiezza calda delle
piante, con bruciore. Tallone dolorosamente gon-
fio e rosso. Geloni. Tendenza della pelle a cor-
rompersi ed ulcerarsi.
Iodium. Sudore ai piedi acre, corrosivo. Gonfiezza edema-
tosa dei piedi.
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RIVISTA OMIOPATICA. 119
Plumbum. — Felido sudore ai piedi. Gonfiezza dei piedi.
Podophy. — Sudore ai piedi la sera.
Canthar. — Temporario sudore freddo ai piedi. Odore
simile all’ orina.
Hellebor. — Vescichette umide, senza dolore frale dite.
Squilla. — Sudore freddo ai piedi. Sudore solamente alle
dita. Piante rosse e dolorose camminando. (Jahr
d& quanto segue).
Sudore ai piedi. — Aeon., Amm., Baryt. 0 , Calc.,
Carb. veg., Cocc, Cup., Cycl., Drosera, Graph. Iod.°, Kali,
Kreos., Lach. 0 Lycop. Mag. m., Merc., Nalr. m., Nitr.
ac., Nux jug., Petr., Phos., Phos. ac ., Plum., Puls., Sa -
bad., Sabin. 0 , Sepia. 0 Silicea, Squill, Staph., Sulph.,
Thuj., Zinc.
— Corrosivo. — Iod., Lycop., Nitr. ac., Silic., Zinc.,
(Carbo veg.).
— Fetido. — Amm., Baryt., Cycl., Graph., Kali. 0 ,
Nitr. ac.°, Nux-jugl., Phosph., Plum., Sepia, Silicea, Zinc.
— Freddo. — Cocc., Dros., Ipecac., Lycop., Merc.,
Squill., Staph., Sulph. (Cantb.).
— Notte (nella). — Coloc. (Nella sera, Mur. ac.,
Podoph.).
— Soppresso. — Cup. 0 , Kali. 0 , Nat. 0 m.°, Nit-ac.
Silica. (Apis, Rhus tox.. Puls., Thuj., Zinc.).
— Piante dei piedi (alle). — Aeon., Arn., Kali, Nat-
m., Nit-ac., Petr., Plum., Sabad., Silica, Sulph.
— Dita (fra le). —- Aeon., Arn., Clem., Cycl., Ferr.,
Kali, Sep., Sil., Squilla, Tarax., Thuja.
A questi noi possiamo aggiungere:
— Profuso. — Carbo veg., Graph., Kalic., Lactic ac.,
Lycop., Sepia.
— Con molto prurito delle piante. — Silica., Sulph.
— Con bruciore. — Calc. Ost., Lycop., Mur. ac..
Petrol., Sep., Sulph.
— Con escoriazione. — Graph., Silica, (Carbo veg.).
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120
RIVISTA OMIOPATICA.
— Con dolori. — Baryta c.. Calc., Carbo veg., Gra¬
ph., Jod., Petrol., Sep,, Squilla, Zinc.
— Con rossore e gonfiezza nelle piante. — Iod.,
Kali carb., Lycop., Petrol., Squilla — nei piedi, Plumb —
alle punte, Mur. ac., Thuja — alle dita, Carbo veg.
— Con dolore camminando. — Baryta c., Graph.,
Lycop., Squilla — riposando, Carbo veg. (pungente), Pe¬
trol. (Dolore nel calcagno del piede).
— Con unghie storpie. — Graph., Sepia, Thuja.
Umidiia (piuttosto che sudore). — Fetida, Petrol., —
Fredda, Calc. (The Homoeopathic Physician ).
UN BREVE STUDIO DI XANTHOXYLUM
del Dott. Carleton Smith
10 ho fatto uso del frassino spinoso per molti anni
nella mia pratica coi piii felici risultati.
11 sintomo, « vampe subitanee di calore, » che fa
messo in luce nella sua prima sperimentazione, attrasse
la mia attenzione verso quella medicina allora compara-
tivamente nuova, e mi condusse a studiare la sua pato-
genesia per quanto le prove limitate me lo permettevano.
Aleuni dei casi meno soddisfacenti coi quali noi ab-
biamo a combattere nella pratica sono quelli reiativi a
sofferenze che hanno luogo nel periodo climaterico. Qua-
lunque possa essere la natura delle sofferenze di una
donna in questa crisi della sua vita, i rossori alia faccia,
accompagnati dal piii intenso calore, sono quasi invaria-
bilmente presenti. E la povera sofferente si lagna piu di
tutto della frequente ripetizione di questi rossori, notte e
giorno, e si raccomanda di esserne sollevata, abbencbb
da noi non le si potesse fare di piu. Queste improvvise
vampe di calore vengono nei momenti i piii inopportuni,
quando • la paziente sta conversando tranquilla coi suoi
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RIVISTA OMIOPATICA.
121
amici nel suo salotto, o mentre b seduta in chiesa: La
sensazione comincia in qualche parte del corpo piix o
mono remota, e gradatamente, ma continuamente, ascende
verso la testa, la quale diventa progressivamente sempre
piu calda finchb la faccia si fa come di scarlatto, e la
soiferente sente come se essa venisse consumata dalla
violenza del calore. A questo punto la paziento b costretta
a prendere un ventaglio, e ad agitarlo vigorosamente per
trovar sollievo, od, in mancanza di tale aiuto, essa corre ad
una porta o ad una finestra aperta per inalare l’aria fresca.
Gli attacchi possono o no finire con un’ abbondante
traspirazione e consecutivo sollievo. Se non segue alcuna
traspirazione, la sofferenza si prolunga, e cessa soltanto
con lentezza.
Prima che facessi conoscenza con Xanthox. io ebbi
in questi casi dei successi solamente mediocri. Ma dap-
poichb mi furono rivelate le sue virtft, io sono stato in
grado di dare segnalato sollievo alle mie inferme quando
si esponevano al grave cimento di attraversare la linea.
Le vampe di calore sotto questo rimedio sono del
carattere il piu intenso, e quindi in alcuni dei peggiori
casi, col suo uso, noi possiamo recare sollievo. Alcuni fra
gli sperimentatori diventano cosi caldi da provare la
sensazione di pensare di aver sicuramente a morire in
qualcheduno dei parossismi, mentre altri desiderano di
essere salassati onde ottenere prontamente sollievo.
Come sintomo addizionale, questi infermi diventano
nervosamente apprensivi e timorosi. Rumori, ed anche
semplici ombre li spaventano. Qul noi troviamo lo Xan¬
thox, corrispondente a questa condizione di cose, e natu-
ralmente rischiarerh l’intero treno dei sintomi.
E un fatto notevole; che le donne soffrono a questo
periodo di respiro sospirante, e di costante desiderio di
trarre un profondo respiro, le quali due condizioni s’incon-
trano pienamente in questo rimedio.
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122
RIV1STA OMIOPATICA.
Lachesis ha una parte important© nei disordini di
questa natura, ed b altamente curativo quando il calore
e perfettamente asciutto, non seguito da sudore, come 6
in Belladonna, e quando vi & complicazione di disturbo
ovarico; il quale ultimo fatto pu6 sempre essere accertato
coll'esaminare le mammelle, giacchd, se tale b il caso, i
capezzoli, uno od ambidue, saranno invertiti e tirati in
dentro, rassomigliando moltissimo alia cicatrice che rimane
dopo la guarigione d’ un forte taglio.
Belladonna pu6 essere menzionata sotto questo rigur-
do come un rimedio da essere confrontato quando vi b
molta pletora, intensi dolori di testa congestivi, e laddove
le vampe di calore finiscono ciascuna volta con sudore,
e da esso si ha subitaneo sollievo.
Ferrum ha faccia rossa infuocata colie vene percet-
tibilmente ingrossate, ed b specialmente utile in quei casi
nervosi, che hanno grida e riso smodati. L’infermo di
Ferrum suda per ogni movimento, e vomita ogni cibo
solido. v
Le sperimentazioni mi hanno eziandio insegnato che
Xanthox. deve occupare un alto posto come rimedio per
alcune difflcolt^ mestruali, colie quali abbiamo da com-
battere, specialmente nelle persone giovani e vigorose.
Per esempio, esso produce i dolori piu tormentosi
durante il flusso mestruale — dolori che fanno gettare alle
inferme grida angosciose ed abbrancare colie mani i
capelli come disperate durhnte i loro parossismi. Piit e
pih volte io ho guarite quest© sofferenti giovanette quando
la loro angoscia era cosi grande da obbligarmi a volgere
altrove lo sguardo per non vedere le loro contorsioni e
le loro lagrime angosciose.
Da ripetuti attacchi di questa natura, queste giovani
sofferenti divengono estremamente nervose — esse hanno
paura delle loro proprie ombre, e trasaliscono ad ogni
minimo rumore. Esse hanno paura di andare a letto sole.
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HIVISTA OMIOPATICA.
123
o di andare in una camera scura; esse sbadigliano lungo
il giorno, e si stirano, e sono molto sonnacchiose, quando
esse debbono starsene a lavorare. Manca loro l’appetito;
hanno frequente dolor di orecchio, che cambia dall’orec-
chio ai denti dello stesso lato, di modo che la paziente
non sa se b afflitta da dolore di denti o di orecchio, tanto
continuamente il doloro cambia la sua sede. Le estremith
inferiori sono molto deboli, non pub stare lungo tempo
in piedi, ha bisogno di sedere.
Tutti questi sintomi presentano una pittura che si
incontra esattamente nel frassino spinoso, e spesso dal
suo uso si avrh il piu marcato sollievo.
Gnaphalium potrebbe essere confrontato e studiato
in questa occasione. Ambedue, quest’ ultima medicina e
Xanthox. hanno mestruazione dolorosissima. Ma la diffe-
renza fra le due e marcata. — Gnaphalium ha flusso
scarso di sangue, che b di colore bruno sporco o di
color cioccolatta, mentre sotto Xanthox. il flusso b costate,
di buon colore, ed in apparenza libero, sebbene frequen-
temente una settimana prima del tempo, simile a Calc.
Noi pensiamo a Podophyllum in preferenza di Lache-
sis quando il dolore sembra cominciare nell’ovaia destra
(Lachesis la sinistra), e discende al nervo crurale ante-
riore, aumentando di intensity mano mano che va in giu,
ed b peggiorato dal cacciar fuori le estremith.
Caulophyllum ha dolori inlermittenti in tutte le parti,
testa, stomaco, vescica, petto, ed estremith superiori e
inferiori. (The Homoeopathic Pysician).
DUE CASl DI NEURALGIA
DEL DOTTOR Wm. JEFFERSON GuERNESEY.
I. — Il 15 settembre 1885 ebbi una chiaraata con la
stretta ingiunzione di portar meco la boccetta della Mor-
.fina e « l’injettatore ». Siccome fortunatamente io non ho
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RIVISTA OMIOPATICA.
mai posseduto alcuna di quelle invenzioni diaboliche, io
me ne andai senza, e trovai il paziente che soffriva do-
lori tormentosi nella faccia e nella testa che erano molto
aggravati dalla menoma scossa o movimento, e che erano
venuti « come un lampo ». Io impiegai poco presso lo
stesso tempo a domandare un biccbiere ed a sciogliere
pochi globuli di Bell. cm (Skinner), e lasciai l’infermo colla
sicurezza di un pronto sollievo. Quest’ uomo era stato sog-
getto a tali attacchi per raolti anni sotto il trattamento
allopatico, che ordinariamente consisteva nell’injezione ipo-
dermica di Morfina e generalmente con addormentamentp
del dolore. Ma gli attacchi venivano sempre piil crescendo
in frequenza ed in fierezza; la vecchia storia. Egli mi disse
il mattino appresso che nulla gli aveva mai recato sol¬
lievo cosl presto. Nel mese di Novembre, il giorno 23,
egli mi domandb « un poco di quel rimedio », e dissemi
che mentre, prima del Settembre, non passava piu di due
settimane senza attacchi, egli non aveva piu avuta alcun
indizio di essi fino allora, circa dieci settimane. Quest’at-
tacco era stato subitaneo come gli altri, sebbene meno
forte. Poche dosi di Bell. cm agirono di nuovo prontamen-
te, poich6 io 1’ incontrai due ore dopo che era uscito per
andarsi a divertire. Il 17 Dicembre egli ebbo alcune fitte
di dolore, immediatamente alleviate dallo stesso rimedio,
e da allora in poi, sono ora passati tre mesi, egli rimase
libero da ogni dolore.
II. — Il 3 Dicembre 1885 un altro allopatico, sof¬
friva fin dalla gioventu di violenta neuralgia alia faccia
ed alia testa che nulla era valso a rimuovere. In questo
caso il dolore avanzavasi come di soppiatto in una ma-
niera « lenta e sicura », impiegando delle ore per rag-
giungere il suo maximum di intensity, e poi cominciando
a decrescere, colla stessa lentezza. Io gli diedi Stannum 5c
(Tafel). Egli mi chiamo diverse volte dopo di allora, e ri-
cevette una ripetizione del rimedio, o Sac. lac., secondo
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RIVISTA 0MI0PAT1CA.
125
che io credeva meglio, ma trovai gli attacchi sempre piii
distant! gli uni dagli altri e sollevati immediatamente dal
rimedio. Egli non era mat stato in grado di fermarsi in
un luogo di divertimento coi suoi amici senza abbando-
narli, « per andarsi a rinchiudere nel suo gabinetto*, e
doveva abbandcnare tutti gli affari quando piii gli pre-
meva di dedicarvisi. Dacchb prese Stan, egli comincib a
godere come non aveva mai goduto prima in vita sua, ed
ultimamente egli fece una gita a New-York e a Chisago
per affari d’ interesse e per vedere tutti gli « elefanti
bianchi » che sono in quei luoghi.
Questi casi mi interessano molto per essere cosi si-
mili riguardo alia loro cronicita e riguardo al maltratta-
mento allopatico, ed al pronto sollievo colle medicine
omiopatiche, sebbene cost dissimili nel carattere del dolo-
re. Essi nulla insegnano di nuovo nelle indicazioni dei ri-
medi, n6 sono piu degni di nota che migliaja di casi che
sono ugualmente alleviati con prontezza dai rimedi ornio-
patici ben applicati quando Tallopatia ha fallito per anni;
ma essi aggiungono un pajo di chiodi alia cassa che
molti meticci mettono di continuo in mostra — una cassa
la quale, per la sua pienezza, dovrebbe essere sepellita
da lungo tempo. (The Homoeopathic Physician).
DNA NOTA SULLA CANCRENA
Arsenicum, Secale cornutum, ed Euphorbium , sotto
certe circostanze, meritano il nome di veri specifici nella
cancrena genuina. Se una risipola minaccia di passare
in cancrena, noi adoperiamo Bryon., Bellad., Rhus, Pho-
sph. acid., etc. Se la cancrena si manifesta in seguito di
violenta infiammazione, se i precedenti dolori molto violenti
cessano subitaneamente, e ne seguono sintomi nervosi,
Bryonia h spesso adattata, e non di rado Bellad. o
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126
RIVISTA OMIOPATICA.
Rhus. — Bryonia e Bellad. sono particolarmente utili
quando le infiammazioni degli organi interni passano in
cancrena; se, per6, esse non riescono, se le estremith del
paziente diventano fredde ed insensibili, se si manifestano
sintomi di febbre etica, e tutta la vita b sul punto di
estinguersi, noi dobbiamo affidarci ad Arsenicum.
Arsenicum b anche il migliore rimedio quando le
ulcere diventano cancrenose, e sono od estremamente
dolenti o totalmente insensibili, con orli elevati, e sepa-
rano un icore cattivo, acquoso, fetido; ed anche quando
la gonfiezza b dura, lucida, e bruciante, con vesciche
nere-livide, brucianti, con vescichette azzurro-nere, bru-
cianti, piene di icore acre. Nella cancrena delle parti
interne, Euphorbium spesso reca il piit eccellente servi-
zio, particolarmente quando essa b consecutiva ad infiam-
mazione dello stomaco, degli intestini, etc., e la tempe-
ratura del corpo b continuamente in diminuzione, essendovi
inolto torpore, e le parti affette essendo senza sensazione.
Quindi noi dobbiamo, non di rado, adoperare Euphorbium ,
quando la cancrena sta per passare od b parzialmente
passata nel cosl detto sfacelo; esso b anche utile nella
cancrena senile, Secale cornutum b particolarmente utile
nella cancrena asciutta, e China nella umida.
Hartmann.
APPUNTI CLINICI
Sulphur. — Scrive il Dott. Bruns: « Un signore di North Dana
venne da me con suo figlio il quale aveva stafiloma in ambedue
gli occhi. La vista di uno era interamente perduta e con l’altro
poteva scorgere soltanto un raggio di luce. Il ragazzo era stato per
qualche tempo all’Ospedale Generate di Massachusetts e fu riman-
dato a casa come cieco. Io gli detti una dose di Sulphur, ed in sei
mesi poteva vedere. Ci6 accadde quindici anni fa; ed il giovane
ora pu6 leggere le note della musica e suonare il violino. » (The Me¬
dical Advance).
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RIYISTA OMIOPATICA.
127
Sanguinaria. — Una signora venne nella sua carrozza al mio
gabinetto, essendogli morto recentemente il medico di casa, onde ave-
re una prescrizione pel suo dolor di testa nervoso, al quale andava
soggetta. Sintomi: battito, lancinamenti alia tempia destra; peggio
per ogni movimento, scossa, od anche pel camminare degli altri.
Le detti una prescrizione di Sanguinaria 200, della quali le feci
anche cader pochi globuli sulla lingua. Dopo circa dieci minuti che
se n’era andata eccola tornar di nuovo, ed io supposi al vederla
che avesse perduta la dose dei globuli che le avevo data; raa mi
disse che era tornata unicamente per farmi notare di ricordarmi
della medicina che le avevo fatta cadere sulla lingua perchd essa
le aveva recato sollievo immediatamente, e non aveva mai speri-
mentata tale efficacia in tutta la sua vita da nessuna prescrizione
fattale dal suo precedents medico. — Tanto scrive il Dott. Ehrman.
(The Medical Advance).
"ST-A. IRIIET A
Sotto questo titolo la Revue Homoeopathique Beige , nel fascicolo
del p. p. Agosto scrive quanto segue:
« Una buona buffoneria che fece gia il giro dei giornali me-
dici allopatici e che sembrava inventata per coprire di un ridicolo
completo la nostra dottrina e il suo illustre fondatore, h oggi sui
punto di diventare una nuova prova del genio di osservazione pos-
seduto da Hahuemann. •
<c Questo grand’ uomo, da nessuno mai superato come osserva-
tore, aveva verificato che la sola olfazione di certe sostanze medi-
cinali preparate secondo il suo metodo produceva in alcuni indi-
vidui effetti terapeutici evidenti, ed aveva raccomandato in alcuni
casi T olfazione dei rimedi. — I suoi nemici contemporanei inven-
tarono allora la « buona farsa » seguente che ebbe un qualche suc-
cesso e che i giornali nemici dell’ Omiopatia riproducono pih o meno
periodicamente:
« Un certo medico, discepoio di Hahnemann, si dice che ado-
perasse assai spesso il metodo dell’ olfazione. Un giorno che ne aveva
fatto uso in un suo cliente, qnesti cav6 dalla sua borsa una mo-
neta d’oro, la passo rapidamente sotto il naso del medico, e si li-
cenzio dicendo: vi pago come voi mi avete curato.
« E tutti i lettori a ridere, e tutti quanti a burlarsi non solo
del metodo dell’ olfazione, ma di tutta 1’ Omiopatia.
« Abbiamo udito noi stessi farsi rimprovero al fondatore della
nostra dottrina, pel suo metodo di olfazione, da parecchi de’ suoi
migliori (?) partigiani. Ma sul terreno dell’ osservazione Hahneman
non ha avuto mai chi gli stasse a paro, e senza ardire di pronun-
ziarsi sul valore dell’ olfazione, la grande maggioranza dei medici
omiopatici, ammiratori del suo genio non l’hanno condannata. Oggi
la scienza ha aggiunto un nuovo maguifico fiore alia corona del
uostro Maestro; essa ha scoperto, dopo lui beninteso, che in certe
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R1VISTA OMIOPATICA.
128
circostanze i rimedj agiscono a distanza. Le curiose esperienze del
signor Luys medico della Salpbtribre 1* hanno dimostrato in modo
indubitabile.
« I medici allopatici che sono al corrente della scienza non
hanno piu il diritto di ridere del metodo dell* olfazione senza pas-
sare per ignoranti.
« Coraggio, Signori dotti, continuate le vostre ricerche e le
vostre scoperte, e a poco a poco, pel piii gran bene dell’ umanith
sofferente, scoprirete, noi non ne dubitiamo, POmiopatia tutta intera.»
Abbiamo voluto riprodurre questo articolino di lettura amena,
sopratntto per fare ad esso qualche rettifica istorica.
II medico di cui qui sopra si narra P aneddoto, non un disce-
polo di Hahnemann, ma fu lo stesso Hahnemann. E trattavasi di
un infermo cronico che viaggiava per salute ed erasi recato a con-
sultare il sommo Maestro. II quale, dopo esaminatolo, vide talmente
chiara ed imperiosa P indicazione del rimedio che, tratto un caraf-
fetto dalla sua busta e fattolo ad esso fiutare, ebbe a dirgli: « Yoi
siete guarito ». L’ infermo che doveva essere alquanto bisbetico e
lepido, tolta una moneta d’ oro dal borsellino P avvicinb alle narici
di Hahnemann dicendogli: « Yoi siete pagato ».
Questa narrazione da un pezzo correva per le bocche dei buon-
temponi, e piii erano essi all’ Omiopatia avversi, e con pih compia-
cenza, credendo farle onta, la ripetevano e commentavano. Io, du-
bitando quasi della sua veracity, mentre un dl conversavo con quel
valentissimo collega che fu il Dott. Wahle il quale ebbe si a lungo
goduto del consorzio e della* familiarity di Hahnemann, e che qui
in Roma tanto degnamente rappresentb POmiopatia, volli interpel-
larlo su tale proposito onde conoscere se vi fosse alcun che di vero
in quella che molti riputavano una storiella dei malevoli. E Pottimo
uomo mi assicurb che il fatto era verissimo, ma che da me e dal
pubblico esso era conosciuto soltanto per metk. « L’altra metk, sog-
giunse, ve la dir6 io, ed b questa. QuelPinfermo, dopo 15 o 20 giorni
dal fiuto ridicoleggiato, comincib a sentire nel suo essere un muta-
mento insolito che accennava a meglio; nel secondo mese stava
meglio assai, e nel terzo mese era effettivamente del tutto guarito.
Ed allora non una ma piu raonete d’ oro fece giungere ad Hahne¬
mann in ricompensa della guarigione insperata ed in modo cosl
semplice ottenuta ».
Tale anedotto che torna semprepiii ad onore dell’ Omiopatia, e
sulla cui veracity, dopo una testimonianza cosl irrefragabile, non e
piu da muovere alcun dubbio, dovrebbe servir di lezione tanto agli
allopatici che dimenticarono quell’antico assioma « corpora non a -
gunl nisi soluta, maxime agunt si volatilia, » quanto ai sedicenti
omiopatici i quali legati alle basse triturazioni, ed alle seste deci-
mali, ridono come gli allopatici delle centomilesime, delle milione-
sime, e dei troppo ora abbandonato metodo della olfazione.
Dott. Gr. P.
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RIVISTA OMIOPATICA
Anno XXXII NOVEMBRE 1886. Numero 5.
CHE COSA E L’OMIOPATIA?
del Prop. J. T. Kent.
Questa domanda ha grande ampiezza, e percib la sua
risposta non pub essere limitata, nb ristretta. Dire che
1’ Omiopatia b basata sulla legge dei Simili gli b sola-
mente stabilire il limite di un cono descrivendone la base
e lasciandone T apice sconosciuto e sporgente nello spa-
zio; a dir poco, la risposta non b soddisfacente. Quando
si parla di simili, il novizio immediatamente b curioso di
sapere di quali simili si intende parlare, ed in qual modo
dati simili sono relativi V uno all’altro. E cosa semplice
affermare che i simili si annullano 1’ un l’altro, ed 6 fa¬
cile dimostrare il fatto, ma sorgono altre questioni di
maggiore importanza, e di piil difficile soluzione: — come
questi simili si riconoscono, e come essi si utilizzano per
guarire la malattia?
Dopo aver udito l’asserzione che i simili si annullano
1’ un l’altro, ed avendo accettato la legge espressa dalla
formola similia similibus curantur, resta ancora da impa-
rare che cosa b 1’ Omiopatia. La conoscenza viene dopo
essersi resi esperti della malattia e dei rimedj. Fa
d’uopo acquistare conoscenza della malattia in tutte le sue
relazioni col corpo umano. Non pub esser permesso di tra-
scurare alcun mezzo, col quale si possano ottenere infor-
mazioni relative alia malattia. Si debbono studiare com-
pletamente in particolar modo le cause, F anatomia mor-
bosa, la durata, e il corso di ogni malattia. Le abitudini
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130
RIVISTA OMIOPATICA.
di ciascheduno, ed ogni malattia determinata debbono es-
sere osservate per acquistare conoscenza della sua vera
natura. Si deve essere in grado di predire dal presente
ci6 che sarb, probabilmente nell’immediato futuro. Deb-
bonsi pure conoscere le sostanze che fanno ammalare e le
malattie che producono, il loro corso durante il principio
ed il termine. Da ci6 1’ omiopatico trae fuori il suo simile,
Questi sono i suoi media , dai quali egli svolge una co¬
noscenza dell’ arte di guarire omiopaticamente. Senza un
diligente ed accurato studio di ambedue, egli non pub
mai rispondere alia domanda che b stata scelta per sog-
getto di questo articolo.
Se egli trascura una parte, barcollerb sempre nell’o-
scuritb riguardo all’ intero od alia totality. Se egli trascura
di studiare la malattia in alcuno dei suoi molti lati, va
a tentone nell’ oscuritb durante la sua vita infingarda
e poco utile. Se egli legge l’anatomia patologica, e tenta
di applicare i rimedi dietro la sua conoscenza, dee vivere
e morire con una vita piena di numerosi errori. L’uomo
che legge la sua sintomatologia, quale si trova nella pa-
togenesi del medicamento, pub fare un bel lavoro, ma
egli ha trascurato la metb di cib che avrebbe dovuto im-
parare. Il corpo umano, la casa della salute e della ma¬
lattia, deve essere frugata finchb la familiarity generi pa-
dronanza.
L’ Omiopatia b la scienza di guarire basata sopra la
legge dei simili come una legge di scelta. Per scegliere
secondo questa legge bisogna familiarizzarsi colie parti e
controparti, positive e negative — simili — che le sue
conclusioni possono essere fatte dall’ esclusione, che egli
possa dimostrare a se stesso tanto che i rimedi non sono
indicati, quanto che 1’ unico simile soltanto pub confdr-
marsi alia malattia che si ha in cura; appropriato, per-
chb esso di tutte le medicine conosciute b il pib simile
alia malattia da guarirsi. £l ben noto che molti hanno bi-
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RIVISTA OMIOPATICA.
131
sogno di essere chiamati medici omiopatici. Alcuni desi¬
de rano l’appellativo, i quali in pratica non hanno la co-
gnizione sovra menzionata. Essi non conoscono neppure
le descrizioni delle malattie. Essi ravvisano solamente la
malattia nolle parti, non vedendo 1’ intero. Questi uomini
alternano, ed esercitano, servendosi di una parte del qua-
dro di un medicamento e di una parte del quadro de-
scrittivo di un’ altro onde coprire le due porzioni di una
supposta malattia che essi vedono soltanto in uno stato
frammentario; non conoscendo la malattia nella totality essi
non possono formarsi un quadro in un solo rimedio da
adattarsi a tutta, ma solamente ad una parte della ma¬
lattia. Sono solo pochi giorni che uno di tali uomini mi
disse : « Io ho ora prescritto Arsenicum e Sulphur per la
patologia di un caso ». Essendo ansioso di conoscere la
patologia che fornl tale infallibile guida a questi rimedi,
io ne feci una premurosa ricerca, ma ci6 che potei sa-
pere era cost vago che mi fu impossibile di capire nulla.
Lo studio della vera patologia dev’ essere incorag-
giato, ed b essenziale alia scienza dell’ Omiopatia, e nes-
sun omiopatico lo ha mai sconsigliato. Patologia b ogni
ragionamento sopra la malattia; essa estendesi a tutto
cio che con questa b in relazione. Lo studio della malat¬
tia come si manifesta dai sintomi soggettivi ed oggettivi,
uno studio delle lesioni ossia dei risultati della malattia
come si fan no conoscere dall’ispezione fisica, etc., etc.,
a cominciare dall’anatomia morbosa, tutto dev’ essere co-
nosciuto dall’ omiopatico con un pieno apprezzamento del
vero valore di tutto. La malattia nel suo corso, la storia,
ed ogni conosciuta manifestazione deve essere tenuta a
calcolo, affinchb 1’individualitA possa apparire in un grande
quadro.
Finchb questo quadro, questa totality questa indivi¬
duality, non b chiara nella mente, e non b afferrata com-
pletamente, il medico non pub trattarla con intelligenza;
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R1VISTA OMIOPATICA.
egli allora vedrd in qualche patogenesia, un quadro con
una totality e con una individuality simili, che si mani-
festano collo stesso ben marcato rilievo. Ora se quei qua-
dri li conosce ambidue, e se conosce la grande legge
della scelta espressa nel similia stmilibus curantur , egli
amministrery la medicina che possiede nella sua patogenesi
questa somiglianza di effetto, ed aspettery con la flducia
speciale dello sperimentato omiopatico. Questi sono i prin¬
cipal! ed essenziali dommi dell’ Omiopatia. 11 resto della
scienza si compone di gradini i quali sono perfezionati a
misura che progrediscono, e sono qualitativi in carattere
e quantitatlvi in apparenza. All’appoggio di questi gradini
noi impariamo a suonare sulle corde di un’ arpa vitale
con un tactus eruditus.
L’ altro successivo progresso riguarda la dinamizza-
zione. Molti sono soddisfatti dei primi dommi dell’ Omio¬
patia e non abbisognano di altro. Essi non desiderano,
ulteriore istruzione. Essi non desiderano di rendersi fami-
liari col fatto che tutte le malattie non chirurgiche sono
dinamiche nel carattere (causa), e debbono essere curate,
sono anche guarite solamenle, da effetti dinamici. Essi
perdono fiducia nella potenza di Aurum, quando diventa
troppo attenuate da non essere pid oro visibile, eppure
essi sanno che 1’ oro visibile non pud essere appropriate
ad uno stomaco vivente. II potere dinamico comincia a
svolgersi molto in basso nella scala della potentizzazione,
e pud essere sviluppato dalla sostanza grezza di alcuni
medicamenti. L’esperienza, non la filosofia, pud esser di
soddisfazione alia mente famelica come pure alia verity
del pid grande trovato dell’ immortale Hahnemann.
Quando lo studioso d pienamente convinto che il po*
tere dinamico guarisce, un altro progresso lo attende.
Egli d allora presentato ai misteri di aver a fare colie
forze automatiche del corpo vivente quando d sottoposto
a malattia. Egli osserva l’effetto di una dose della medi^
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RIVISTA OMIOPATICA.
133
cina potentizzata, scelta secondo la legge dei simili. E in-
vero una piccola parte della sua osservazione il vedere il
paziente ricuperar la salute con nessun’ altra medicina
che quella contenuta nel medicamento dinamizzato. Poi-
chb pih grandi cose gli rimangono da vedere e da stu-
diare. Le esacerbazioni ed i miglioramenti trovati in par-
ticolari stati morbosi non sono cost semplici. Le sofferenze
che possono derivare da una sola dose di Sulphur nel-
1’ ultimo stadio della tisi sono cose da stordire; ed il
principiante non pub convincersi che la causa di ci6 fu
il medicamento potentizzato. Quando io dico agli studenti
della mia classe, voi non dovete dare Sulph. agl’infermi
nell' ultimo stadio della consunzione, essi mi guardano
sorpresi. Si b spesso osservato che Phosphorus fa gran
danno nelle peggiori forme delle malattie organiche. Io
ho parecchie volte conosciuto invalidi cronici tirar avanti
con poche sofferenze per lungo tempo, e colla speranza
di arrestare il progresso della loro malattia, ai quali am-
ministrata una sola dose di una potenza molto alta di una'
medicina antipsorica, si ebbe il solo risultato di tormentarli,
gettarli in letto, e da allora in poi il loro pegioramento fu
rapido, mentre io sono convinto che so avessi evitati gli
antipsorici essi sarebbero vissuti ed avrebbero sofferto pih
a lungo. Se un antipsorico accuratamente scelto aggrava
molto una cattiva forma di malattia, e l’aggravamento 6
protratto e non segue alcun miglioramento della condizione
generate, non si deve piit pensare ad alcun antipsorico per
tale infermo; la speranza di guarirlo deve abbandonarsi, e
ricorrere a medicine di breve azione, a palliare. Nella gotta,
nel cancro, nella tisi, e nelle malattie organiche di que-
sta specie, generalmente, la regola non falla. Ogni medico
che abbia usate alte potenze per un tempo considerevole
deve saperlo. Chi dunque pub dire che non vi b alcun
potere svillupato in esse ? Colui soltanto che non ha
trovato questo metodo di curare 1’ annnalato. Il medico
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RIVISTA OMIOPATICA.
che non vede queste esacerbazioni dimostra solamente che
egli ha fatte poche o nessune prescrizioni omiopatiche.
Pih stretta b la relazione omiopatica fra il rimedio e la
malattia, purchb la malattia sia di cattiva origine e ben
avanzata, purchb il male sia incurabile, piit forte e piil
calamitosa sarh 1’ esacerbazione.
Una volta una signora grassa, e di aspetto robusto,
venne da me per ajuto professionale; essa aveva cost
bell' aspetto che io sospettai si trattasse soltanto di ana
leggera indisposizione. Finalmente, un attento studio dei
suoi sintomi rivelb la storia di reumatismo, endocardite,
soffocamento, amenorrea che durava da otto mesi, e grande
sofferenza corporea. Veramente io fui sorpreso che essa
manifestasse cosl poco le sue sofferenze. Confrontai stret-
tamente i suoi sintomi, e trovai che nessun rimedio cor-
rispondeva meglio ai suoi sintomi di Pulsatilla. Questo
rimedio fu dato (51 M, Fincke), a secco, una sola dose,
e Sac. Lac. Essa tornb a casa e si sent! molto male. I
sintomi pelvici divennero marcati, e mi mandb a chia-
mare. Essa credeva che il suo flusso volesse riapparire, ed
io sperai da quanto mi riferiva d’aver fatta una prescri-
zione omiopatica. Ma essa aspettb invano ed il suo flusso
non comparve; i suoi sintomi pelvici erano quali solevano
accompagnare i suoi nisus mestruali, ma pih intensi. Io
non osai ripetere il rimedio; il successo dipendeva dal
permettere al rimedio di fare il suo corso. Essa fu resa
confortevole quant’ era possibile, ed io attesi che il rime-
dio agisse per una o due settimane. L’ endocardite co-
mincib a mostrarsi con tutti i suoi terrori, sangue scuro
comincib a scaturire dai polmoni, che peggioravano di
giorno in giorno, 1’ edema polmonare divenne marcato, e
sputi di sangue crebbero giornalmente. Io sentii che do-
vevo fare ogni sforzo per salvare la sua vita. L’ unico ri-
sultato dei rimedi scelti fu semplicemente palliativo. Essa
tnorl traquillamente.
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RIVISTA OMIOPATICA.
135
Io trattai parecchi casi di reumatismo gottoso nei
quali potei scorgere chiaramente cbe ogni dose di medi-
cina accresceva la malattia originale. Molte volte io fui
costretto a vedere che la dose di una droga dinamizzata
aggiungeva nuova forza alia veccbia malattia, ed essa
progrediva anche piu rapidamente. Io non vidi mai tali
straordinari risultati da basse attenuazioni. Non b molto
fui cbiamato al letto d’una paziente neU'ultimo stadio di
tisi. Essa aveva diarrea, ed emetteva grandi quantity di
orina senza colore; altri sintomi d’accordo coi precedent
mi fecero scegliere e dare una dose di Acetic, acid., il quale
fren6 la diarrea e la poliuria, ma immediatamente i suoi
sintomi del petto crebbero con forza maggiore di quella
che io avessi per oppormivi, ed essa venne meno rapida¬
mente. Io sono sicuro che essa avrebbe vissuto piil a
lungo se le avessi permesso di continuare nolle sue meno
cattive condizioni. Queste cose sembrano stravaganti al
medico senza esperienza, ma esse sono fatti; ed essi, so-
pra tutto, dimostrano la grande forza dei nostri rimedi
potentizzati. 11 rimedio veramente appropriato sviluppa co-
munemente la prova della estrema sensitivity in ogni ge-
nere di malattia, e 1’ estremo pericolo di ripetere i rimedi
b qui illustrate.
Se vi b qualche cosa che io tema b una malattia in-
curabile. La mia esperienza a questo riguardo b stata piil
grande di quello cbe avrei voluto. Mentre queste cose
hanno mostrato il pericolo di ripetere le medicine, esse
mi hanno anche insegnato un’ altra cosa; ed b cbe io
sono general mente in grado di predire la gravity della
malattia dal modo di reazione che segue i miei rimedi.
Nolle malattie acute io non vidi aggravazioni allarmanti,
ma un piacevole aumento dei sintomi esistenti; od anche
nuovi sintomi che compariscono sono un indizio presun-
tivo di una buona scelta. Nolle contrade occidentali le
nostre malattie sono cosl miste con questa quantity sco-
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136
RIVISTA OMIOPATICA.
nosciuta, o con qualche cosa che noi chiamiamo malaria ,
che b necessario nolle malattie acute di ripetere i rimedi
piil spesso che nelle altre contrade. Le malattie e gli stati
della malaria sono cost cumulativi in carattere che 1’ ef-
fetto dell’ unica dose b presto esaurito ed un’ altra diventa
necessaria. Percib mi occorre di ripetere spesso in molti
casi acutissimi. Io comincio dal ripetere ana volta ogni
due ore in una febbre ehe b continua; ma appena vedo
segni di rimissione sospendo ogni medicina, e fo uso di
Sac. Lac. Quando una febbre b in aumento io ripeto, ed
appena cessa di aumentare sospendo la medicina. Nelle
febbri intermitenti generalmente amministro una o due
dosi neir apiressia ed attendo il risultato. Raramente am¬
ministro medicine finche il parossismo non b completato.
Quando la prima dose b seguita da una percettibile ag-
gravazione, una seconda dose non deve mai amministrarsi
finchb il miglioramento, che segue 1* aggravazione, sia
cessato. Quando una medicina esacerba, essa generalmente
influenzerb il paziente piu a lungo che quando tale esa-
cerbazione non b stata osservata. Un miglioramento che
comincia subito richiede pure che si sospenda ogni me¬
dicina, ma tale miglioramento di rado b cost proficuo come
quando il miglioramento b stato preceduto da una leggera
esacerbazione. Un immediate miglioramento spesso indica
T assema di una malattia che abbia sede profonda. Que-
sto b specialmente il caso coll’ uso di medicine di lunga
durata di azione. Queste penetrano cost profondamente
nella vita che scuotono nel piit profondo P esistenza au-
tomatica. Quando questi poteri sono cost chiaramente di-
mostrati, pu6 qualcuno desiderare Morfina per calmare
un paziente in qualunque genere di sotferenza ? Pub qual¬
cuno sentire il bisogno di una forza pih grande per com-
battere la malattia ? Si, vi sono uomini i quali non conb-
seono questa forza; essa non pub essere sviluppata a pia-
cimento da chiunque volesse svilupparla. Questa forza non
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RIVISTA 0MI0PATICA.
137
b mai osservata, tranne che da colui il quale ha impa-
rato la filosofia insegnata nell’ Organon di Samuele Hah¬
nemann ; ed b dopo, non prima, di aver osservato il me-
raviglioso effetto di un rimedio conforrae alia legge dei
simili che uno pub apprezzare la forza ch’ esso ha per
combattere i mali della vita, e difendere il fragile uomo
contro gli assalti del suo naturale nemico.
Quindi alia domanda: Che cosa b l’Omiopatia? Io
debbo rispondere, nessun uomo lo sa! Dio solo conosce
la lunghezza di questo intricato, inscan dagliabile mistero.
La parte conoscibile di questa scienza, se io posso ser-
virmi di questa parola, consiste nell’ osservare i fenomeni
morbosi prodotti dai medicamenti ed i fenomeni della ma-
lattia, nel raccogliere ed aggruppare i simili scegliendo
sotto la guida della somigliaaza ed attendendo i risultati.
Mentre stiamo osservando la follia degli altri, noi
dobbiamo imparare ad evitare gli estremi che sono in
mezzo a noi. Non dobbiamo disprezzare 1’ originale tren-
tesima del maestro perchb noi abbiamo trovata cost utile
in tantissimi casi la centomillesima. Quei che stanno fe-
stosi sui piu alti gradini della vera arte di guarire, deb*
bono sostenere i piu giovani ed i piu deboli quando tre-
manti si accostano al letto del malato, cost familiare alia
maggior parte di noi. Mentre la via b cosparsa di spine,
essa b non di meno la via della verity, e nessuna parte
di essa e da disprezzarsi. Col giovane e col vecchio la
nostra fede deve essere attacata alia legge dei simili, dl¬
l’ unico rimedio, alia minima dose, al potere dinamico, ed
in fine, ma non raeno, al medicamento sperimentalo. Que*
ste cose accoppiando colla nostra filosofia organica, noi
continueremo a fare il bene ed a vivere per fare il bene.
(The Homoeopathic Physician).
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IL VALORE RELATIVO DEI SINTOMI
PER il Dottore Ad. Lippe.
138
Le leggi eterne sono immutabili, e la Providenza 6
sempre pronta a vedere ogni violazione di queste leggi
stabilite. Quando il mondo fu creato, furono pure create
tutte le leggi nalurali ed eterne che governano 1’ universo
collettivamente, e gli individui come tali specialmente.
Quanto poco o molto noi conosciamo di queste leggi non
entra nell’oggetto di quest’ articolo. Ci6 che noi conoscia¬
mo positivamente e la legge che governa la guarigione
del malato. Questa legge ha sempre esistito ed i primi
scrittori nell’arte di guarire la conobbero. Cosl fece lo strag-
grande poeta « Shakespeare; » cost fecero molti uomini
sapienti; cost fece 1’immortale Hahnemann. Il suo merito
fu di formulare un sistema per applicare questa legge alia
guarigione dell’ infermo; fatti sopra fatti presentandosi alle
sue scrutatrici ricerche lo guidarono a sviluppare il suo
metodo di cura finche egli riuscl all’ applicazione della
legge dei simili, e dirnostro che tutte le malattie guari-
bili erano di dominio dei metodi che egli finalmente svi-
luppb per la guarigione dell’ infermo. Il suo metodo stret-
tamente induttivo lo condusse con sicurezza nel suo pro¬
gressive cammino, ogni passo in avanti dipendeva da nuovi
fatti accertati. L’ ultimo fatto fu che il carbone grezzo
quando era preso da persone sane non cambiava le loro
sensazioni, non produceva alcun sintomo, ma se era tri—
turato con una sostanza inerte (zucchero di latte) alia
terza triturazione, ed allora veniva preso da un individuo
sano, produceva tali sintomi i quali erano pure guariti dal
carbone potentizzato se sintomi simili si trovavano nell’in¬
fermo. Questi fatti condussero alia fondazione della teoria
cosi detta di potentizzazione, e provarono concludente-
mente che la potentizzazione sviluppava poteri sia morbi-
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RIVISTA OMIOPATICA.
139
facienti che curativi i quali giacevano latenti nella droga
grezza. Gli sperimentatori di Vienna dovettero ammettere
ci6; i veri medici lo ammisero, e trovarono piil tardi,
mano mano che 1’ Omiopatia ebbe ulteriore sviluppo, cbe
non si era ancora rinvenuto un limite al potere curativo
dei medicamenti, non importa fino a qual punto si fosse
portato il loro sviluppo coi mezzi della potentizzazione.
Spettava al Presidente dell’ Istituto Americano di Omio¬
patia di aprire nuovamente una questione da si lungo
tempo risoluta dai fatti, con piena soddisfazione di tutti i
veri medici, nelsuo discorso del 1885. Una serie di articoli
dimostranti quanto gli Omiopatici si sentissero indignati
a questo riguardo comparvero sui nostri giornali. Final-
mente un bel colpo della « Providenza » venne in modo
providenziale, a rendere ancora piu ridicola, se fosse pos-
sibile, la posizione dell’ infelice Presidente. La Providenza
voleva che il Presidente dell’ Istituto Americano si ren-
desse egli stesso testimonio e « confessasse ».
Egli lesse un discorso innanzi alia Society Medico-
Omiopatica della Contea di Nuova York il giorno 11
Marzo 1886, alia presenza di cento dieciotto membri, dopo
che il Dottore P. P. Wells, di Brooklyn, aveva letto un
articolo sopra « Il Miglior Modo di Scegliere il Rime-
dio ». Un voto di ringraziamenti fu deliberato al Dott. P.
P. Wells per il suo interessante ed istruttivo articolo (1)
sulla mozione del Dott. Bacon, appoggiata dal Dott. Wil¬
der. Quest’ articolo non fu pubblicato nel numero di Mag-
gio nel North American Journal of Homoeopathy ; 1’ ar¬
ticolo di fondo in quel numero b sul valore relativo dei
sintomi del Dott. T. F. Allen di New-York.
Il Dott. Allen accetta i termini che hanno un suono
piil scientifico proposti dal Dott. Drysdale : sintomi asso-
luti e contingent. Per assai lunghi anni gli omiopatici
(1) Lo abbiamo tradotto e pubblicato nel nostro precedente N.° di Ottobra
La Direzione.
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RIVISTA OMIOPATICA.
progressisti che furono spesso senza caritb, incolpati di
trascurare la « Patologia >> hanno predicato che una co¬
noscenza di quella piccolissima conoscenza che noi ab-
biamo della patologia b indispensabilmente necessaria. Su
questo punto non vi fu mai differenza di opinione ma vi
b una grande differenza di opinioni riguardo agli usi
di questa conoscenza. I sintomi del malato, apparte-
nenti assolutamente alia forma della malattia da cui
egli b affetto, sono quelli chiamati ora dal Dott. Drysdale
sintomi assoluti, e vi sono molti pretesi omiopatici i quali
cercano di trovare un rimedio specifico per questi sinto¬
mi assoluti, e non riuscendo a guarire 1’ infermo per la
sciocca applicazione ch’ essi fanno della legge dei simili
alia fisiologia morbosa, ossia ad una condizione patolo-
gica, ascrivono questi insuccessi al medicaraento potentiz-
zato, richiedono dosi apprezzabili o mettono in dubbio la
generale applicability della legge dei simili, accusano
Halmemann, la sua materia medica, e cadono nel vile e-
cletticismo.
II vero medico distingue rigorosamente fra questi sin¬
tomi cosl-detti assoluti come assolutamente appartenenti
ad una forma di malattia, e poi diligentemente ed accurata-
mente registra tutti gli altri sintomi estranbi, appartenenti
assolutamente soltanto all’ individuo infermo e non asso¬
lutamente alia malattia; e questi sintomi il Dott. Drysdale
chiama contingenti. Questi sono i sintomi di guida e de-
terminanti, ed hanno un valore positivamente piil grande
per la scelta del rimedio simile, e percib curativo, di quello
che lo abbiano i sintomi cosl detti assoluti. Una cono¬
scenza della patologia e dei sintomi assoluti non ci ajuta
nella scelta del rimedio curativo, ma ci ajuta nello sta-
bilire il regime generale dell’ infermo. Dopo aver chiara-
mente mostrato il valore dei sintomi determinanti, 1’ eru-
dito Dottore esce dalla sua sfera quando favoleggia in*
torno ai due anti-zimotici, Chinino e Mercurio, e final-
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RIVISTA OMIOPATICA.
141
mente asserisce che se esso — il veleno (malaria di pa-
lade) — ha raggiunto una forza strapotente, il Chinino
ridurry la soa virulenza in modo che la natura lo elimi¬
nery. Questo b un errore fatale, a dire il meno che si
possa di esso. Perchb abbandonare la legge dei simili in
uno stato di malattia la quale, come dice il Dott. Allen,
b giunta ad acquistare una forza strapotente? Questa forza
strapotente esprime 1’ incapacity dell’ inesperto omiopatico
a guarire, ed allora egli va a dire che il Chinino ridurry
la sua virulenza in mpdo che la natura lo eliminery. Na-
turalmente, la natura , ajutata dal rimedio simile conve-
nientemente amministrato la eliminery, la malaria di pa-
lude. Il Chinino invece sopprimery i sintomi e lascery che
la malaria di palude cerchi altri organi, il piii spesso il
fegato o la milza, e che vi sviluppi fatali malattie. Un’al-
tra chiara osservazione b fatta dal Dottore, alia pagi-
na 411, quando dice che i nostri migliori risultati sono
ottenuti dal trattare 1’ infermo ignorando la zimosi. Alla
questione, « fino a qual punto il palliativo b conforme od
antagonistic© all’ Omiopatia? » 6 risposto mostrando, come
fece Halmemann del suo Organo dell ’ Arte di Guarire,
i paragrafi dal 38 al 56 —: 0 1’ uno o 1’ altro dei modi
di applicare i medicamenti per la cura dell’ infermo pu6
essere il vero, e se noi professiamo di essere omiopatici
ne segue che siamo onestamente obbligati a rigettare tutti
gli altri modi di applicare i medicamenti per la cura del-
T infermo, e che siamo costretti a dichiarare il trattamento
palliativo non consentaneo ed antagonistico all’ Omiopa¬
tia. Il tono all’ eresia dell’ applicability di vari modi di
cura da parte del medico b stato dato nel Medical Ti¬
mes di New-York, il qual giornale b onesto abbastanza
da rigettare 1’ Omiopatia ed accettare 1’ ecletticismo. Alla
pagina 85 del numero di Maggio esso esprime le sue spe*
ranze che 1’ Istituto Americano cessery di legare i suoi
membri con un solo domma. La dichiarazione di un^i
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RIVISTA OMIOPATICA.
credenza che gli omiopatici sono obbligati di aderire ad
un solo domma raostra la deplorevole ignoranza degli uo-
mini i quali possono proferire una simile assurditd.
Legali da un solo domma. Ogni assertiva per la
quale non si dil alcuna prova d dommatica. Chalyboeus
specut. (Filosofia), pagina 4. II Dommatismo Fatuita
venuta a maturazione. La legge dei simili d una legge
naturale, sulla quale riposa F intero edificio dell’arte omio-
patica di guarire. La storia dello sviluppo di questa leg¬
ge, ed il modo com’ essa possa e debba venire applicata
per la cura dell’ infermo, fu pienamente descritto nel V Or-
gano dell’ Arte di Guarire di Hahnemann. Una devia-
zione dai suoi metodi sard, necessariamento seguita da in-
successi, e deboli come uomini infingardi i trasgressori
non vorranno mai biasimare se stessi, ma troveranno
qualche plausibile scusa. Non tutti gli uomini fanno cost;
ed io posso ora riferire un caso singolare degno di imi-
tazione: Il fu Professore Roberto Hare, che per moltis-
simi anni copri cost felicemente la cattedra di chimica
all’ Universita di Pensilvania, dopo rinunziato alia sua
cattedra, ed aver fatto dono di tutti i suoi istromenti cbi-
mici all’ istituto Smithsoniano, applied la sua mente a fare
qualche Aluminum. Chiamato una mattina in sua casa io
incontrai il vecchio Professore con un grembiale di cuojo,
e naturalmenti gli chiesi che cosa stasse facendo. Egli
mi rispose che per due volte non era riuscito a fare A-
luminium; che sicuramente la colpa era sua; che altri lo
aveva fatto, ed egli non voleva tralasciare finchd non fosse
riuscito. Infatti riusl. « Cid che altri ha fatto lo fard io
pure, » e lo fece. Come differente e la cosa ai giorni no-
stri. Migliaja di prove sono registrate confermanti in tutti
i particolari la veracitd, del metodo di Hahnemann se
bene applicato. Hahnemann ed altri avevano assicurato
un successo impareggiabile nel guarire Finfermo; altri
non riuscirono, ed ora cotestoro cercano baldanzosa-
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RIVISTA OMIOPATICA.
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' mente di muover dubbio sull’ applicability della legge u-
niversale di cura; essi cercano scuse per il trattamento
palliativo; essi negano 1’ efficacia dei medicamenti po-
tentizzati, se col microscopio non si possono scoprire al-
cune quantity apprezzabili di essi. II Professore Hare fece
I’Aluminium. Questi disgraziati che non riuscirono negano
che altri siano riusciti e ricorrono all’ ecletticismo. Essi
deplorano che gli omiopatici siano legati da un domma.
Essi ebbero ed hanno ancora la temerity di dichiarare
che i seguaci di Hahnemann, i soli che hanno stabilito
la nostra pratica, e col loro diligente e duro lavoro fe-
cero rispettata 1’ Omiopatia, che questi uomini ritardano
ora il progresso di che? Dell’ ecletticismo! Certamente
essi lo fanno, e continueranno a farlo; essi tutti possono
far palese la follia degli uomini che favoriscono una de-
viazione dalla legge dei simili quando cio a loro conve¬
ne. Il valore relativo dei sintomi deve essere determinato
dal medico stesso che li osserva; egli sa che le condi-
zioni patologiche e la fisiologia dell’ infermo non sono sin¬
tomi di guida, n£ egli si arresta un momento sulle ma-
lattie zimotiche o sui rimed! palliativi; egli accettera ed
applichery i metodi di Hahnemann e guariry l 1 infermo.
Egli non sary costretto ad implorare la Providenza af¬
fine intervenga perche furono da esso rotti i suoi impe-
gni verso il pubblico, allorchb egli professa di praticare
1’ Omiopatia, e nega innanzi tutto T infallibility della legge
dei simili come 1’ unica legge di cura, e progressivamente
mina e tenta distruggere gli argomenti di Hahnemann,
finchy giunga finalmente ad accozzare una Giurla di in-
competenti onde fare un rapporto contrario sulla questione
della potentizzazione. £l un fatale errore il pretendere che
I’ Omiopatia, spogliata degli infinitesimi sarebbe piil ac-
cettabile alia scuola comune di medicina. Follia! L’ 0-
miopatia, senza gli infinitesimi diventa una caricatura. Se
questi infelici aderenti ai fatali errori nascondessero la
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144 RIVISTA OMIOPATICA.
loro conoscenza infinitesima dei principi cbe governano
l’arte di guarire, a cui essi non solamente professano di
appartenere, e dei cui principi essi professano anche di
essere espositori, la scuola comune di medicina potrebbe
altneno rispettarli, mentre ora essi rifiutano questa molto
ambita ricognizione. (The Homoeopathic Physician).
NOTE DA UN DISCORSO ESTEMPORANEO SU SEPIA
patto dal Prof. Dottor J. T. Kent.
[Frank Kraft, Stenografo)
Sepia b preparato col nero del pesce Seppia — che
b un mollusco. E desso un rimedio che affetta il sistema
molto profondamente; affetta 1’ intero organismo, produ-
cendo disturbi profondi, sintomi profondi; producendo
impressions profonda sul sangue, sul fegato, sul cuore,
sull’utero, e sui tessuti cellulari. Esso produce grande
rilasciatezza deU’intero corpo e dell’ingorgo venoso degli
organi, specialmente della pelvi e degli organi pelvici.
Esso affetta specialmente le donne; le donne sperimen-
tatrici le quali erano alte e smilze, furono particolarmente
influenzate da Sepia. Da ci6 noi abbiamo spigolato il sin-
tomo: Donne alte, Sepia; uomini alti, Phosphorus. Sembra
piuttosto fuor di luogo lo adoperare tali espressioni, ma
vi b una ragione per tali cose. £l ben noto che gli uomini
alti sono probabilmente stretti di petto, e predisposti ai
disordini di petto, e tutti i raffreddori hanno sede nel
petto; mentre le donne alte sono specialmente predispo-
ste a debolezza nella regions pelvica, nel sistema ripro-
duttivo; e Sepia produce uno stato nelPapparecchio ripro-
duttivo, che b contradistinto in tutti i suoi sintomi da
debolezza — debolezza delle congiunture, dei ligamenti,
rilasciamento, abbattimento, sensazione di grande debo¬
lezza neH’addome, estendentesi chiaramente al petto. Que-
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RIVISTA OMIOPATICA.
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sla debolezza si osserva specialmente nello stomaco, una
sfinitezza che estendesi dall’utero alio stomaco, un senso
di fame rodente nello stomaco, un senso di vuoto nello ^
stoinaco, e grande debolezza nella regione pelvica. L’in-
ferma ha un colore di cera; ha un pallore morboso, ver-
dognolo, giallo, itterico; occhi gialli, labbra pallide, ed
aspetto infermiccio. Questa medicina produce un eifetto
sul sangue somigliantissimo alia nostra malaria prove-
niente dai gaz delle fogne e da altri gaz che effettuano
cangiamenti nel sangue, cagionando cosl un aspetto ma-
laticcio. Un tratto caratteristico notevole di questa medi¬
cina sta nella faccia — la turgidezza e pienezza in ciascun
lato del naso, con una linea gialla, come una sella sul
naso, od una striscia gialla — talvolta essa forma una
linea morbosa rassomigliante una sella. La pelle b pastosa,
cerea e floscia — enfiagione dei tessuti cellulari — ed
essi diventano molli, molli al punto da sentire una man-
canza di elasticity per tutto il corpo. Esaurimento profondo,
tremito. II sistema venoso b specialmente sconcertato. Ab-
biamo turgidezza prima in una parte del corpo e poi
nell’altra, con vampe calde; vampe calde alia testa, vam-
pe calde alia faccia, vampe calde dappertutto; vampe calde
ai piedi; un momento il corpo b freddo ghiacciato, coperto
da traspirazione fredda ghiacciata, ed un momento dopo
b bruciante. Brividi per tutto il corpo, alternantisi con
vampe di calore. Ci6 ha reso Sepia uno dei piu grandi
rimedi, corrispondenti a quel periodo di vita, in cui la
donna ha tante di queste vampe calde, — periodo clima-
terico. Essa b simile a Lachesis e simile a Sulphur, ed
a molti altri rimedi che hanno queste vampe calde, que¬
ste ebullizioni di calore.
Lo stato mentale, a misura che noi lo lasciamo in-
fluenzare ed investire dal rimedio in modo speciale, noi
lo troveremo debole — memoria debole e mente torpida.
Lo stato mentale b in armonia con un senso generale
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RIVISTA OMIOPATICA.
apatico con questa debolezza. Essa ha paura di star sola;
anzi talvolta a star sola ha ana paura terribile. fil un
rimedio contrario a Sulphur, nel quale l’infermo ha biso-
gno di star solo, non ama la compagnia, 6 irritabile;
l’inferma di Sepia non ama star sola, ma ha bisogno di
compagnia. Essa ha un’avversione ai suoi amici ed alle
persons che ama; questa non b tanto un’ avversione od
un desiderio di liberarsi di esse, quanto un’ indifferenza
ai loro affari. Essa b indifferente ne’suoi sentimenti verso
i suoi amici, verso la sua famiglia, e verso i suoi bam¬
bini. Essa ha una non curanza, « io non mi euro di sen-
tire, » una mancanza di cura, mancanza di interesse pro-
prio nella sua famiglia e nei suoi affari, un’avversione
al suo lavoro. Se si tratta di un lavoro domestico, essa
lo prende in avversione; le cose che essa una volta amava
per occuparsi e lavorare, le prende in aversions, le teme;
essa ha un’ indifferenza congiunta a cib.
Vi b malinconia, isterismo, e debolezza mentale che
appartiene a questo rimedio in modo caratteristico. Vi b
prostrazione tanto di mente quanto di corpo. Vi sono
tutte le specie di vertigini connesse con debolezza car-
diaca. Dolori di testa perforanti, laceranti, taglienti, pul-
santi, tutti si trovano in Sepia. I dolori di testa comin-
ciano ordinariamente al mattino ed aumentano fino a mez-
zogiorno, e di nuovo comunemente aumentano fino a notte.
I dolori di testa, in generale, sono alleviati dal dormire;
se egli pub addormentarsi un poco di giorno, il dolor di
testa sparirb. Se b di sera, ed egli pub fare un buon
sonno profondo, si svegliera senza dolore. I dolori di testa
sono peggiorati dallo star coricato sul dorso, ma miglio-
rati dallo star coricato su d' un lato, e specialmente su
quello dolente. Sepia ha dolori di testa prementi, e pure
vi b qualche miglioramento dalla pressione. I dolori di
testa sono migliorati all’aria aperta; essi peggiorano col
movimento; ma se voi continuate il movimento, ed esso
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RIVISTA OMIOPATICA.
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sia fatto in modo violento, allevia il dolore; anche il dolor
di testa b alleviato dall’aria aperta; si sente raeglio aU’aria
aperta. Ed, ora, questo genere di miglioramento, se voi
1’ osservate bene e 1’ applicate al rimedio in generale,
vedrete che esso riunisce molto che b caratteristico, ve¬
drete i tratti caratteristici di guida. Molti dolori e mali
di Sepia sono peggiorati nel principiare a moversi, o mo-
vendosi pian pianino; ma sono migliorati da un moto
attivo o violento o vigoroso. Cosl b pure dei dolori di
testa. Ci6 non di meno l’infermo diventa faeilmente esau-
sto. Con questi dolori di testa, 1’ infermo b piangente,
dolce e gentile, come b nei casi di Pulsatilla. Ma noi
vediamo questa distinzione fra i due rimedi: nei casi di
Pulsatilla, l’infermo b migliorato da moto dolce ed aggra¬
vate dal moto violento; mentre in Sepia b aggravato da
moto dolce e migliorato da moto violento. Molti fra gl’in-
comodi di ambidue, specialmente i dolori di testa* sono
migliorati all’aria aperta.
Sotto Sepia noi possiamo avere moltissimi disturbi
della vista; di fatto, quasi ogni disordine della vista si
pub trovare sotto questo rimedio; esso ha anche il cerchio
luminoso attorno al lume, debolezza di vista, etc. Cosl nulla
troviamo di molto caratteristico!
Se ora noi ci trasportiamo al naso, troveremo alcune
cose appartenenti in modo speciale a questo rimedio; gli
scoli sono acquosi e latticinosi, ed a misura che essi con-
tinuano, diventano densi, gialli, o verdastri; zaffi densi,
scaglie, croste escono dal naso; croste verdi, dure, dei
pezzi coriaci, elastici si formano in su nel naso. Alcuni
dei nostri calarri i piu protratti possono guarirsi con uno
studio accurato di Sepia.
La bocca, eziandio ci fornisce alcuni sintomi promi-
nenti di questo rimedio. La lingua ha cattivo gusto, estre-
mamente offensivo, salato, putrido, ed offensivo; eruttazioni
impure di sapore come uova guaste. La lingua b intona-
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RIVISTA OMIOPATICA.
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cata di bianco, e la bocca b piena di saliva latticinosa,
o voi avrete muco acquoso che proviene dalla gola. Vi
saranno delle pustole formantisi nella gola, o piccole ve-
sciche riempientisi di umore giallo. Nella gola vi e sem-
pre un senso di un pezzo di qualche cosa — di un pezzo
nella gola. Questo sintomo b in stretta relazione con Nux
vomica. Voi lo sorprendete in molti dei nostri disturbi
prodotti da malaria, nei quali vi b soffocainento ed un
pezzo nella gola; Sepia lo rimuoverli presto quando b con-
nesso coi sintomi dello stomaco.. II gusto b salato, putri-
do, ed offensivo. Nux vomica ha questo stesso sintomo, e
segue bene Sepia. Per un pezzo nella gola, in connes-
sione coi disturbi malarici, sensazioni cattive malariche, o
nella febbre biliosa, o, piuttosto nella febbre remittentei
(che b il vero nome per ci6), dove Nux vomica b stato il
rimedio convenierite per la lurgidezza del fegato, asso-
ciata a questo pezzo nella gola, Sepia seguir& Nux vo¬
mica e sark il rimedio da ultimare la guarigione. Esso b
uno dei rimedii piil convenienti per rischiarare un caso
— quasi come Sulphur. Per rischiarare una diatesi ma-
larica in una persona che ha vissuto molto a lungo in una
regions malarica in guisa che la malaria sembra essere
una parte dell’inter a esistenza. Sepia 6 impareggiabile;
mentre sembra che i pazienti non se ne liberino mai, spe-
cialmente dove si 6 adoperato Chinino.
Scendiamo ai sintomi dello stomaco: vi 6 sempre un
senso di un pezzo di qualche cosa nello stomaco; gli in¬
comodi sono aggravati dopo aver mangiatq. Rammentate
questa cosa sola, che b una nota-maestra di Sepia: una
sensazione di una palla nelle parti interne. Voi troverete
questo sintomo da toglier via da molte locality. Sensazione
come di una palla nelle parti; sensazione come di una
palla nell’ addome; come di un pezzo di qualche cosa nel
retto, non alleviata dall’evacuazione. Quest’ ultimo b un
sintomo particolare. Boenninghausen d& quella come una
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RIVISTA OMIOPATICA.
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sensazione caratteristica cT una palla nelle parti interne.
' Ora noi abbiamo questa sensazione di un pezzo di qual-
cbe cosa nello stomaco, ed anche il sintomo opposto di
una sensazione di vuoto nello stomaco — un senso di sfi-
nimento, di vuoto nello stomaco. Esso b simile a quello di
Ignatia, ma b raramente accompagnato da sospiri, come
lo e in Ignatia. L’ infermo di Ignatia, col senso di sfini-
mento, di fame nello stomaco, sospira sempre. La signora
che soffre di prolasso, con questo senso di sfinimento nella
pelvi, come se gl’ interiori quasi volessero uscir fuori, con
un senso di debolezza, un senso di sfinimento, di vuoto
nello stomaco, che non b solievato dal mangiare, presenta
una pittura di Sepia; vi 6, pure, un senso di grande fa¬
me, e rodimento, ma il mangiare non lo allevia; questo
b un caso di Sepia. Essa produce tale singolare impres-
sione sui tessuti addominali, che manifestasi in cio che
vien chiamato dalla maggior parte delle signore special-
mente dalle vecchie signore « condizione panciuta, » una
madre panciuta essendo una signora che ha partorito molti
figli ed ha un addome molto protuberante. Questo b un
caso di Sepia. Tale rilasciamento e debolezza e pienezza
appartiene intieramente questo rimedio, e produce spe-
cialmente un addome prominente.
La stitichezza b notevole; per giorni e giorni T in-
ferma non sentiva alcun desiderio di evacuare; neppure
1’ ombra di bisogno. La materia emessa b di volume grosso
e dura, e vi b inattivity del retto — incapacity ad espel-
lere le feccie; ci6 continua per giprni, e quando final-
mente, 1’ evacuazione ha luogo, essa b bruna e grossa
— masse, rotonde, agglomerate di feccie, che lasciano
una sensazione di debolezza nel retto od una sensazione
di una palla nel retto, od, anche, come alcuni T hanno
descritto, un senso come se essa non avesse finito, come
se avesse bisogno di continuare; questa sensazione, non-
dimeno, se b tollerata, passa su'bito, ed allora ritorna quel-
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RIVISTA OMIOPATICA.
1’ intera assenza di desiderio di andare di corpo. Nel retto
vi d quasi una completa assenza di sensazione. Essa sente
(siccome cid avviene specialmente nella donna, io dico
« essa ») — essa sente un’ inattivita o deblezza, uno
sfinimento nel retto, una mancanza di sensazione in esso;
d un senso di paralisi. Essa dirlt talvolta, che d impo-
tente a fare lo sforzo di evacuare; essa non pud evacuare;
non pu6 produrre le contrazioni necessarie per espellere
le feceie. Ci6 si riferisce specialmente a Sepia, Alumina,
Nat. mur. e Sil.; essi tutti producono qualche cosa di
simile; ma cid non d caratteristico di Silicea, poichd essi
possono rovesciare il retto, ma non appariscono evacua-
zioni, e se un’evacuazione apparisce, essa scivola indietro
a cagione della sua particolare forma-conica. II violento
sforzo in Silicea non sembra essere d’ alcun ajuto, poichd
T evacuazione parzialmente espulsa scivola di nuovo in¬
dietro. L’ evacuazione di Sepia e scuro-bruna, rotonda,
agglomerata, ed a palle talvolta appiccicate insieme con
muco.
Riguardo agli organi pelvici, la vescica d in uno
stato di irritability. Vi e talvolta incapacity ad orinare,
sebbene vi possano essere continue e ripetute chiamate,
per la chiusura dell’ uretra con tappi di muco — muco
bianco, coagulato; finalmente l’orina esce a sgorghi; dopo
cid d nuovamente chiusa da quel muco fioccoso, molto
rassomigliante alle cuffie, che formano i trasudamenti bian-
chi, ulcerosi.
Vi e frequente desiderio di orinare; anche urgenza
inefflcace di orinare; emissione involontaria di orina; e-
missione involontaria d’ orina nella notte; emissione in¬
volontaria di orina durante il priino sonno. Questo d un
sintomo caratteristico, e si riferisce specialmente alle ra-
gazzine.
Quest’ estrema debolezza, strascico, abbattimento, si
sente nella regione della pelvi; -vi e una sensazione come
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RIVISTA OMIOPATICA.
151
se 1’ utero uscisse dalla vagina; un senso di caduta —
come esso b talvolta chiamato. Esso la costringe a se-
dere ed incrociare le estremit& come mezzo unico per im-
pedire 1’ uscita dell’ utero — essa ha questa sensazione.
Cid b specialmente comune nelle lavandaje, donne che
devono stare molto in piedi; nelle donne di negozi, le
quali si trovano ad un tratto costrette a sedersi e ad in¬
crociare le loro gambe. Vi b un involontario comando di
mettere la mano od un panno sopra la vulva, o di pro-
durre pressione sulla stessa onde impedire 1’ uscita del-
P utero; questa b la sensazione — il sentire. Sepia ha
guarito molte volte i piii fastidiosi casi di prolasso; si
richiede assai tempo, ma se voi continuate coi vostri ri-
medi sistematicamente, voi potete guarirne molti. Alcuni
di questi infermi sono signore molto vecchie, ed 6 impos-
sibile di fare per esse alcuna cosa di piii che fornirle
degli adatti sostegni meccanici; ma nelle donne di mezza
eta voi potete guarire tutt.i questi casi. Le mestruazioni
sono irregolari. Quando io dico che essa copre tutto il
campo, intendo dire che sono o troppo anticipanti e troppo
profuse, o troppo tardive e troppo scarse. Ogni irregola-
ritA che voi potreste desiderare a questo riguardo, potete
trovarla sotto Sepia. Essa sembra produrre una serie me-
ravigliosamente lunga di irregolarit& nella funzione me-
struale, ed, infatti, quasi ogni genere di flusso mestruale.
Vi b una leucorrea, che b acquosa e latticinosa. Ora, se
voi confronterete la sperimentazione osserverete che gli
scoli mucosi sono quasi generalmente latticinosi, quindi,
voi ottenete la caratteristica. La leucorrea di Sepia b
bianca. Essa produce, nella donna un’ assenza di istinto
sessuale. E un’ eccezione il trovare in un caso di Sepia
quest’ istinto sessuale; mentre il suo fratello gemello, Mu-
rex, che b moltissimo somigliante a Sepia, avendo tan-
tissimi dei sintomi di Sepia, corrispondenti strettissima-
mente ad esso, nello stato generale produce il massimo
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•152 RIVISTA OMIOPATICA.
eccitamento sessuale nella donna — fino alia ninfomania.
Io non lascierb Sepia senza dire qualche cosa intorno
agli organi sessuali maschili, perch& esso b uno stupendo
rixnedio nella debolezza e rilasciatezza che tiene dietro a
cattive abitudini — da dissolutezza ed abuso nel coito.
Vi b freddezza, con secrezioni offensive, o traspirazione
intorno alio scroto, e con pene rilasciato; impotenza. Ci6
vi d& i tratti caratteristici di Sepia espresgi da molti sin-
tomi. Sepia b uno dei piu grandi rimedi nei libri per go-
norrea e scolo icoroso. Perch& qui non abbiamo lo scolo
latticinoso — lo scolo scarso che rende il meato agglu-
tinato al mattino, e scarsamente in ogni altra ora del
giorno; Sepia guarira questo stato se b adoprata conve-
nientemente. Essa produce pure nel maschio non sola-
mente impotenza, ma toglie anche il desiderio sessuale;
eppure vi sono alcuni pochi sintomi nelle sperimentaziohi
dove noi troviamo esaltamento dell’ istinto sessuale.
Fra gli sperimentatori maschili noi abbiamo in Sepia
dolori reumatici nelle esfremith, prementi laceranti. Sepia
produce specialmente un reumatismo dell’ anca composto
di forte dolore lacerante, coi piedi estremamente freddi,
e con traspirazione fredda, offensiva. Quesla traspirazione
b cosi escoriante, che produce spelatura fra le dite grosse
dei piedi. In cib esso b alquanto simile a Silicea e a
Plumbum. Noi abbiamo P offensivit& cfye domina Sepia;
leucorrea offensiva; sudore ai piedi offensivo; sudori of-
fensivi, che rendono esausto, intorno al petto e intorno
alia faccia.
Questo rimedio produce freddo, febbre e sudore. Esso
ha sete maggiore durante il freddo che durante il calore.
La sete diminu'sce a misura che il calore si avanza. Esso
ha tutti i dolori alle ossa di Eupatorium. Se voi capitate
in un caso di brividi e di febbre che sia stato. guastato
da un medico incompetente, o quando voi stessi avete gua¬
stato un caso coll’ uso di medicine male scelte, o col ri-
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RXVISTA OMIOPATI0A.
153
peterle in modo da avere talmente imbrogliato il caso,
che i sintomi non sono piu in armonia con alcuna medi-
cina da voi conosciuta, allora, se voi sapete come, potete
rischiarare quel caso con Sepia, ed il brivido originale,
il solo- chd vi era in primo luogo, si manifesterA di nuovo.
Ora, se voi aspettate finchA il caso riprenda il suo na-
turale equilibrio, onde allora prescrivere per esso con
precauzione, potete fare come se aveste ricominciato di
nuovo. Questa 6 una cosa molto singolare.
Sepia ha alcune eruzioni alia pelle; le eruzioni pos-
sono verosimilmente essere vescicolari; il fregarle o grat-
tarle produce grande bruciore. Questa eruzione vescico-
lare apparisce probabilmente in pustule attorno alia bocca
ed al mento, come in Nat. mur. Sepia A il remedio tipico
delle erpeti anulari. Esso produce macchie gialle come
placche tarlate sulla fronte, sul petto e sull’addome; mac¬
chie epatiche; macchie di aspetto simile a quelle che si
manifestano nella gravidanza o che vengano durante la
gestazione, le quali rimangono. Queste placche tarlate sono
molto fastidiose — quelle che appariscono intorno alia
testa. Io non intendo dirvi, che Sepia fara scomparire
tutte queste macchie, ma essa lo ha fatto; essa le fara
scomparire ogni qual volta i sintomi — tutti i sintomi del
corpo — corrispondano ad essa in modo caratteristico, e
non altrimenti. (The Homoeopathic Physician).
FEBBRI INTERMITTENT CRONICHE NEI BAMBINI
del Dott. Wm. Steinrauf.
Alcuni mesi addietro la signora John Kippen portd
nel mio studio il suo bambino di due anni dicendo: « Dot-
tore, questo bambino ebbe le febbri per questi ultimi nove
mesi, e, malgrado tutte le medicine patentate, come il
Tonico di Smith, lo Specifico per la febbre intermittente
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RIVISTA OMIOPATICA.
di Ayer, etc., malgrado in Chinino e la China, la malat-
tia non vnol cessare; il sostanza, il bambino diventa ogni
giorno piu debole. Talvolta la febbre ha luogo due volte
al giorno, poi una volta al giorno, ed altre volte ogni due
giorni, ed anche ogni tre giorni ». Potrei io « tronca-
re » la febbre? Ecco quello che la madre voleva sapere.
Avendo per un anno e mezzo studiata privatamente
l’Omiopatia fino ad un certo punto, io cominciai ad in-
vestigare i sintomi ed a vedere se era o no in grado di
trovare 1’ indicato rimedio secondo i principt omiopatici,
e non ebbi motivo di rincrescimento.
I seguenti sintomi del bambino mi sembrarono tutti
indicare un rimedio certo:
II tipo della febbre quotidiano; doppio quotidiano,
terzanario. Parossismi regolari — freddo, caldo, sudore.
Cid indicava Sulphur. L’ora della febbre non era carat-
teristica — a tutti i periodi, mattino, pomeriggio, sera,
notte, freddo senza sete; calore con sete — anche sin¬
tomi di Sulphur. Noi leggiamo nel trattato di Allen
sulie febbri intermittenti riguardo a Sulphur « che esso
(Sulphur) ha la stessa relazione ai casi cronici che Ipecac,
ha agli acuti » cio6: se le indicazioni per il rimedio non
sono chiare e ben definite, Sulphur pud schiarire il caso,
o completamente guarirlo esso solo. La febbre intermit-
tente & un terribile cercatore degli organi deboli; e Sul¬
phur e spesso richiesto in tutte le forme di malattia —
acuta e sul principio, o cronica e tardi — a combattere
qualche malattia latente sorta durante il corso della feb¬
bre. Se noi usassimo un p6 piil di Sulphur e meno .Chi¬
nino, i nostri successi sarebbero molto piu soddisfacenti
pei nostri pazienti e per noi.
Sulphur 30 *, tre goccie in un’ oncia d’ acqua, ed una
dose mattina e sera. Non piu parossismi dopo la prima
dose, e la pifi soddisfacente guarigione, furono il risultato.
Una settimana dopo, mi venne condotto un ragazzo
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R1VISTA OMIOTATICA,
155
di sei anni, il quale da un anno aveva la febbre terzana.
Due allopatici avevano insieme tentato la sorte, ma senza
risultato. I sintomi essendo simili a guelli del primo bam-
( bino, io amministrai lo stesso rimedio, solamente nella 3x
invece della 30x, pensando che il ragazzo aveva bisogno
di una dose un poco pii forte. La prima dose non guarl.
Il ragazzo ebbe tre altri accessi, ciascuno succedentesi
piu leggero che il precedente.
Quest’ ultimo caso mi diede una lezione, cio6, di at-
tenermi maggiormente alle attenuazioni piu alte. Esso, mi
diede pure il bandolo perchb io non guarii nell’ anno
scorso due infermi colla febbre terzana che io aveva ten-
tafro di curare colla 3x del tfmedio indioato. La febbre
' diminul alquanto, gl’ infermi si sentirono meglio, ma essi
ebbero delle ricadute, e finalmente si gettarono nelle mani
di un allopatico della nostra citth, il quale si incaricb dei
casi coll’ intendimento, « nessuna guarigione, nessun pa-
gamento ».
UN CASO DI ECZEMA — MEZEREUM.
24 Agosto 1884. Signora C. di quarantadue anni.
Eczema della durata di vent’ anni.
Eruzione sul dorso delle mani ed ai polsi fino a meth
distanza dal gomito; prurito aggravato dal grattare; pic-
cole bollicine brucianti, che dissecandosi diventavano cro-
ste, prurienti e brucianti dopo che sono state grattate, e
che diventano umide dopo grattate. Violentemente peg-
giorate dall’ applicazione di acqua; considerevole bruciore
nelle vesciche o bollicine.
Eruzioni sul dorso delle mani, Arg.-m., Asar., Berb.,
Mez., Phos., Plat., Plumb., Stront., Thuya, Zinc.
Eczema in particolare, Mez., Phos.
Bollicine brucianti, Bov., Caust., Graph., Merc., Mez.,
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RIVISTA OMIOPATICA.
156
Mur.-ac., Natr.-c., Natr.-m., Natr.-s., Nitr.-ac., Phos., Se¬
pia, Spig., Spong., Staph., Sulph.
Eruzioni, prurienti, peggiorate dal grattare, Amm.-m.,
Anac., Am., Ars., Bism., Bovista, Calad., Calc., Cann.,
Canth., Caps,, Carbo-an., Caust., Cham., Can., Kreos.,
Ledum, Merc., Mez., Mur.*ac., Natr.-c., Phos., Phos.-ac.,
Pols., Sepia, Silic., Spong., Staph., Stront., Sulph.
Prurito, bruciore dopo aver grattato, Anac., Am.,
Ars., Bovista, Calad., Canth., Caust., Cann., Kreos., Le¬
dum., Merc., Mez., Phos., Pulsat., Sep., Silic., Staph.,
Stront., Sulph.
Eruzioni prurienti, che diventano umide dopo che sono
state grattate, Ars., Bovista, Carbo v., Caust., Kreos.,
Graph., Lach., Ledum, Lyc., Merc., Mezer., Petrol.,
Rhus, Sepia, Staph., Silic., Sulph., e molti altri che non
hanno relazioni col caso generale.
Eruzioni esacerbate dopo esser state lavate, Amm.-c.,
Ant.-c., Bov., Calc., Canth., Carbo v., Caust., Clem., Can.,
Dulc,, Kali-c., Lyc., Merc., Mezer., Mur.-ac., Nitr., Nitri -
ac., Phos., Rhus, Sars., Sepia, Spig., Staph., Stront., Sulph.
Mezereurn 20m (Fincke) una dose asciutta e Sac. Lac.
II bruciore ed il prurito sparirono in pochi giorni. La
pelle divenne morbida e normale in meno di quattro set-
timane, ed b rimasta sana. Non era mai stata interamente
libera dalle sofferenze cagionate dall’ eruzione.
Quanto superiore b mai questo risultato a quello delle
dosi cost grosse che voi siete sicuri che contengono me*
dicina! PerchS queste non guariscono ?
lo ho qul presentato un semplicissimo caso di una
delle piil naturali malattie croniche, dove le lavande, gli
unguenti, e le alternazioni erano state adoperate per
venti anni e non si era mai incontrato il giusto rimedio.
II vero specifico della malattia si trov6 in Mezereum. 20m
Cito, tuto et jucunditer. (The Homoeopathic Physician).
J. T. K.
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157
RIMEDI CHE AGISCONO SUL TESSUTO CICATRIZIALE
Del Dott. E. Fornias.
----
Asafoet. —. Quando antiche piaghe si aprono e diventano
nere, specialmente sul moncone di un -membro amputato,
con dolori neuralgici.
Borax ven. — Quando antiche ferite ed ulcere sono in-
clinate a riaprirsi e a suppurare.
Calc. phos. — Quando le cicatrici rimaste dopo un’ am-
putazione ulcerano.
Carbo an. — Quando vi sono punture nelle cicatrici.
Esse possono aprirsi e finire in suppurazione icorosa.
Causticum. — Quando le offese cutanee, che erano gua-
rite, formano di nuovo piaga; in conseguenza, forse, di ec-
cesso di fatica, di veglie notturne, ed agitazioni.
Crocus sat. — Quando vecchie ferite cicatrizzate si ria-
prono e suppurano.
Crotalus. — Quando antiche cicatrici si riaprono di
nuovo; specialmente se cid devesi ad uno stato depresso del
sistema, ad influenze settiche, o ad abuso di alcool, o se vi
fosse un gemitio di sangue scuro da esse.
Fluoric acid. — Quando vecchie cicatrici diventano rosse
attorno ai bordi, coperte o.circondate da vesciche prurienti,
Od esse prudone violentemente, specialmente se presso le
giunture o le ossa.
Graphites. — Quando vi & molto bruciore in vecchie
cicatrici, specialmente in quelle che rimangono dopo ascessi
od ulcere alle mammelle. Esso ha il potere di rimovere la
durezza cicatriziale dovunque esiste.
Hyperic. — Quando le cicatrici sono situate in parti
ricche di nervi sensienti, come le dita delle mani e deipie-
di, con molto dolore. Anche dopo amputazioni, quando le e-
stremitA dei nervi vi sono implicate.
Jodium. — Quando le cicatrici prudono, si aprono, ov-
vero da esse si formano delle bollicine. Diatesi scrofolosa.
Kali. bich. — Quando, dopo ulcere, le cicatrici riman¬
gono depresse; o per cicatrici che pungono profondamente
nella mano, dopo un ascesso palmare.
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158
RIVISTA OMXOPATICA.
Lachesis. — Quando le cicatrici diventano rosse, dolgo¬
no, si aprono e sanguinano, speeialmente se quando sono
aperte vengono circondate da molte piccole bolle o da un’au-
reola porporina.
Sulph. acid. — Quando le cicatrici diventano rosse-san-
guigne o turchiniccie, e dolorose.
SINOSSI.
Cicatrici :
Aperte. — Asaf., Borax ven., Carb. a., Crocus, Crotal., Io-
dium, Laches.
> e diventano nere. — Asaf.
» e diventano turchiniccie. — Laches.
» e sanguinano. — Crotal., Laches.
» e suppurano. — Carb. a., Croc., Borax ven.
Dolgono prima di aprirsi. — Laches.
» ma non si aprono. — Sulph. acid.
Non dolgono ma si aprono. — Crotalus.
Diventano nere. — Asaf. (Dopo che sono aperte).
» rosse. — Laches. (Prima che si aprano).
> rosse-sanguigne. — Sulph. ac. (Dolorose).
» turchiniccie. — Sulph. ac., Laches. (Dopo che sono
aperte).
> cancrenose, dopo che si sono aperte. — Ars., La¬
ches.
» rosse, dolgono, si aprono, e sanguinano. — Laches.
» rosse-sanguigne e dolgono — Sulph. ac.
» turchiniccie e dolgono. — Sulph. ac.
» rosse attorno ai bordi. — Fluor, ac.
Circondate da vescichette prurienti. — Fluor, ac.
» da molte piccole bollicine. — Laches.
» da un’aureola porporina. — Laches.
Bollicine si aprono sulle cicatrici. — Iodium.
Nelle dita delle mani e dei piedi molto dolorose. — Hyperic.
Nelle mani, con punture. — Kali bich.
Presso le giunture o le ossa. — Fluor ac.
Quando influenze settiche, od uno stato deteriore del siste-
ma cagionano l’apertura delle cicatrici. — Crota¬
lus, Laches.
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RIVISTA OMIOPATICA. 159
Quando il loro aprirsi fe dovuto all’abuso di alcool. — Crotalus.
Quando esse rimangono depresse. — Kali bich.
Dopo un ascesso alle mammelle, con molto bruciore. — Carbo
a., Graph., {Apis, Ars.).
Dopo un ascesso alia palma delle mani, con punture. —
Kali b. (Apis).
Dopo ulcere. — Borax v., Kali b., Graph.
Dopo amputazione, se esse ulcerano. —. Calc. phos.
Dopo amputazione, se esse si aprono e diventano nere, con
dolori neuralgici. — Asaf.
Dopo amputazione, se sono molto dolorose per la pressione
alle estremita dei nervi. — Hyperic.
Bruciore nelle cicatrici. — Graph., Carb. a., (Apis, Ars.,
Hep.).
Punture nelle cicatrici. — Carb. a., {Apis.), Kali b. (nelle
mani).
Prurito nelle cicatrici, — Iod. Violento, — Fluor acid.
Dolorose di nuovo dopo esser guarite. — Caustic. (The ho¬
moeopathic Physician). ’
VERIFICAZIONI
Antim. tart. Tosse. — Una ragazzina, dell’eta di quat-
tr’anni, con tosse canina da due o tre mesi, aveva bron-
chite e congestione dei polmoni. Sintomi, molto stizzosa pri-
ma della tosse, con grande quantita di flerame. La madre
disse che se la ragazza si adirava, immediatamente aveva
un accesso di tosse, e se essa era per qualche tempo stiz¬
zosa, e non tossiva, onde sollevarla delle flemme essa madre
offrivale qualche cosa che essa sapeva l’avrebbe fatta tossire;
cid sempre produceva la tosse. Ant. tart, subito guari il tutto
— tosse canina, bronchite, etc. '
China off. Espettorazione. — Una giovane signora, del-
1’ eta di trent’ anni, aveva un ascesso in fondo del polmone
destro, con espottorazione di muco tenace bigio, bianco, fi-
broso, pieno di pezzi di granelli bianchi, sangue e pus (mo-
strati dal microscopio), tosse sciolta, cagionante vomito di
cibo, con spasmi di forti grida tre o quattro volte di seguito.
Dopo che furono guariti i suddetti sintomi ebbe tosse a quando
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RIVISTA OMIOPATICA.
160
a quando, espettorazione di pezzi di fiemme biancastre, pieni
di grani neri grossi come la testa d'un piccolo spillo. Chi-
na30 rimosse quest'espettorazione in due giorni; nessun ri-
torno, l’inferma h convalescente.
Zincum metallicum. Orinare. — Un signore di circa 45
anni non poteva orinare stando in piedi, lo poteva solamente
stando giu seduto. Zincum, dodicesima triturazione decimale,
tolse immediatamente il disordine. Esso era stato general-
mente prodotto ed accresciuto da ogni specie di inquetezze.
Alfredo Heath.
NOTE E NOTIZIE
Dispensario Omiopatico in Foligno. — is affidato alle abili cure
del nostro Dott. Mattoli; e non diciamo altro. Qul intanto riferiamo
l’avviso che ne fu diramato nel pubblico:
Essendo partito da Foligno il benemerito P. Aquilanti che tanto
desiderio lasciava di se fra gli amici che lo conobbero e nei poveri
e negl’infermi tutti che sperimentarono gli effetti benefici delle sue
cure, alcuni cittadini hanno fatto insistenza al distintissimo Signor
Dott. Mattoli di Bevagna affinchk volesse continuare P opera carita-
tevole del sullodato, assumendo la direzione di quel Dispensario cui
solevano accorrere quanti erano in cerca di salute. Il Dott. Mattoli
per amoie della vera medicina che professa ha gentilmente annuito.
Quindi, d’ora innanzi, in ogni giovedl, egli si recherh appositamente
da Bevagna in Foligno; e nella Via della Madrepaola N.° 10, ciok
nello stesso locale gih tenuto dal P. Aquilanti, riceverk dalle 10 an-
tim. fino a mezzodi tutti gl’ infermi che vorranno profittare degli
aiuti e godere dei benefici* della Omiopatia.
Foligno, 12 Ottobre 1886.
Abbiamo ricevuto qualche fascicolo del nuovo giornale « Revisla,
General de Homeopatia » stampato a Bilbao. Salutiamo il nuovo col-
lega nella palestra giornalistica, augurandoci di vederlo propugnare
la vera dottrina di Hahnemann.
Ci b giunto anche il N.° 7 di un altro giornale, pure in lingua
spagnuola, intitolato La Homeopatia , il quale vede la luce a Lima
nel Peril. Con piacere scorgiamo che promette adoperarsi molto ala-
cremente alia propagazione dell’ Omiopatia in quella lontana regione.
E di un nuovo giornale vediamo Pannunzio nei giornali fran-
cesi, — Z’ Union Hemoeopathiqne , fondata dal Dott. B. Schmitz, che
si pubblica in Anversa (Belgio). Speriamo poterne parlare in seguito
piu diffusamente.
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RIVISTA OMIOPATICA
Anno XXXII DICEMBRE 1886. Numero 6.
GLI OBBLIGHI DEL MONDO VERSO HAHNEMANN.
del Dott. Edoardo Bayard.
Fra le menti umane due classi sono preeminent^ La
prima b di quelli, che considerano maggiormente gli effetti,
i fenomeni. La seconda, di coloro che considerano mag¬
giormente i principii fondamentali, dall’ azione dei quali
gli effetti ed i fenomeni sono sviluppati. Ambedue queste
classi sono utili, e si aintano l’nna coll'altra. Ma le
grandi menti, che s’inalzano come fari lungo il cammino
del progresso nmano, appartengono o alia seconds classe,
che presta maggior attenzione agli eterni principii delle
cose, oppnre ad una terza ed ancora pih elevata classe;
di coloro ciob che riuniscono i migliori elementi delle
altre due, e primeggiano si nell’ osservazione scientifica
dei fatti, come nella sintesi filosofica dei fatti stessi che
sono stati stabiliti.
Parliamo di principii fondamentali — di principii
eterni. Che cosa intendiamo con questi termini? Qual b
la cosa che chiamiamo nn principio?
Un principio di natura 6 semplicemente un modo di
azione divina — o sia la maniera con cui Iddio fa qual-
che cosa. Per esempio, che cosa b un principio astrono-
mico? E aemplicemente la maniera con cui Iddib mantiene
il movimento armonico dei corpi celesti. Potete chiamarla
forza centripeta, se cosl vi piace — potete chiamarla forza
centrifuga —■ potete chiamarla legge di gravitazione —-
potete chiamarla in qualunque modo — ma essa b sempli-
li
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RIVISTA OMIOPATICA.
cemente un modo di azione divina, an modo con cai il
potere di Dio b esercitato onde prodarre risultati. Esso b
lo stesso in ogni oampo di scienza, — in chimica, in medi-
cina, e in biologia. L’ analisi ci conduce sempre dietro al
modo con cui Iddio opera, e noi insistiamo nel chiamar
ci6 un principio — un principio fondamentale, un princi-
pio eterno.
I grandi benefattori dell’ umanilSt sono stati coloro
che hanno scoperto questi principii, e li hanno esposti in
modo che altri potessero continuar l’opera della scoperta
e della applicazione di essi, fino a che fossero ottenuti i
pih benefici risultati.
Non dobbiamo, pero, perdere di vista gli osservatori
scientifici dei fatti, i cui aspri lavori, e le cui oscure
fatiche fornirono spesso il materiale, col quale grandi e
filosofiche menti elaborarono i principii. Ticone registrb
pazientemente per anni le sue osservazioni astronomiche,
senza comprenderne il significato. Keplero comprese il
loro significato, e da esse il suo grande genio e le sue
pazienti ricerche svilupparono le sue tre grandi leggi del
moto planetario.
II nostro Hahnemann fu un Ticone ed un Keplero
insieme. Egli fece le proprie osservazioni, registrb i suoi
proprii fatti, e quindi svolse da essi le leggi od i prin¬
cipii, che producono e governano i fatti medesimi. il suo
merito duraturo consiste nell’aver egli fatto ci6 cos\ be¬
ne, e cosl chiaramente, che il suo discepolo pub andare
sempre avanti, estendendo i principii rivelati dal Mae¬
stro. Egli apri una fontana di salute, che non sar& mai
diseccata.
Samuele Hahnemann, nacque il di 10 Aprile, pih di
un secolo fa. Egli fu creato per la grande opera che
ere destinato a compiere. La sua mente era organizzata
per ci6. Nessun uomo, dai tempi di Aristotile in poi,
aveva unito in una sola persona tanta potenza di osser-
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RIVISTA OMIOPATICA.
163
vazione e di generalizzazione. La sua mente era cost logica,
cbe non gli permise mai di vagare nell’ ipotesi. La sua
osservazione era esatta in modo particolare. Egli aveva
una coscienza temprata ad ogni senso di dovere nel com-
pimento della sua missione. 11 suo cuore simpatizzava colle
sofferenze dell’ umanity nella lotta con le malattie, che
la visitano, e lo aiutava nel suo lavoro, affrontando il
ridicolo, la maldicenza e le false interpretazioni, cui fu
esposto. Come la luna che, passando attraverso le nubi
minaccianti di oscurarne lo splendore, brilla finalmente
agli occbi di tutti, cost Samuele Hahnemann, con paziente
virtu, passando fra le lodi e le maldicenze, prosegul il
suo cammino.
Quali sono gli obbligbi del mondo a Samuele Ha¬
hnemann?
Egli mise in luce la legge che i medicamenti pro-
ducono, fra i loro effetti, uno stato morale specifico, che
altera lo stato naturale dei sentimenti e dei pensieri.
Questa conoscenza b del piit grande interesse per 1’uma-
nity. Imperciocchb Tuomo ha un potere individuals desti-
nato dal suo Fattore ad operare il proprio utile ed a
raggiungere il proprio destino, per compiere ciob un’opera
che lo conduca alia vecchiaia — e se un medicaraento
pu6 rompere questo potere (proprium) — questa indivi¬
duality, — b cosa della massima conseguenza per l’uomo
di non disturbarne la potenza nella scelta dei riraedi. —
Mi si permetta di illustrar cib con un esempio. —lo fui
chiamato a vedere una signora, i cui amici supponevano
ch’essa fosse pazza, in causa del sorprendente cambia-
mento avvenuto del suo carattere. Geniale di natura,
socievole e simpatica di modi, essa riuniva intorno a sb
molti amici. Un cambiamento si operb nel suo naturale;
diventb di umore ipocondriaco, taciturua, ripugnante alia
conversazione, e distratta. I suoi amici supponevano, non
senza ragione, che essa cominciasse ad impazzire. lo la
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R1VISTA OMIOPATICA.
trovai in tale stato. Vidi sopra unatavola unaboccetta con-
tenente un liquido di colore scuro. Domandai che cosa era,
ed essa disse ch’era un tonico che le era stato raccoman-
dato. Era Chamomilla, e la Signora trovavasi sotto la
sua azione morale. Io vi rimando agP effetti morali pro-
dotti da Chamomilla vulgaris negli esperimenti di Hahne¬
mann. Questo cosl detto tonico aveva talmente cambiato
il naturale della paziente che tutti pensavano fosse disor-
dinata di mente. Gli antidoti della Chamomilla la rimi-
sero gradatamente nel suo stato normale.
Quale seria influenza devono esercitare sul cervello
dilatato e sensitivo di un bambino, quando, per avventura,
un’impressione durevole sia fatta sul centro nervoso, e
quale sar& il carattere e 1’ umore di un uomo o di una
donna, formati e diretti da un medicamento! Senza dub-
bio, il mondo ha molti obblighi a Samuele Hahnemann!
Per la cura dei pazzi, quale essenziale conoscenza egli
diede al medico omiopatico! Senza di essa egli non po-
trebbe riuscire nella cura delle malattie mentali; ed io
non ho alcun dubbio, che l’uso e l’abuso dei raedicamenti
siano stati la causa diretta di molti casi di pazzia, che
flnora si supponeva fossero cagionati da inesplicabile
disturbo di mente e di sensazioni. Certamente il moddo
ha molti obblighi a Samuele Hahnemann per la scoperta
di questa legge.
Egli scoprl anche essere natura ed effetto delle ma¬
lattie croniche derivanti da infezione ereditaria, o diret-
tamente acquisita l’arrestare e il ritardare l’azione cura-
tiva di riraedii, i quali avrebbero altrimenti finito ben
presto per riuscire in perfetta eguaglianza colie forze
vitali. Quesle malattie croniche, non avendo una sede
fissa, possono, coll’irritazione di un nuovo disordine, agire
con esso, producendo uno stato costituzionale piu intenso.
Ci6 si vede in ispecial modo nella febbre intermittente,
la quale, se da una malattia cronica sia amalgamata cogli
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RIVISTA. OMIOPATICA.
165
effetti della malaria, b resa ostinata. La perturbazione
eccitata dalla malaria risveglia il miasmo cronico, gli dll
un carattere costituzionale, e ritarda il processo della
reazione. I nostri fratelli in omiopatia, che ignorano
questa legge, o la trascurano, danno per la febbre inter-
mittente delle grosse dosi di Chinino, dichiarando, con
grande scredito del sistema Hahnemanniano, che la febbre
intermittente non pu6 esser guarita senza dosi di Chinino ,
e col loro trattamento rivulsivo rovinano la costitazione,
la costituzione, che b il potere della reazione impresso
sulla forza vitale da un Dio sapientissimo. Certamente il
mondo ha un obbligo immenso a Samuele Hahnemann
per avergli fatto conoscere questa legge.
La pill grande delle obbligazioni del mondo verso
Hahnemann b per la vera legge di cura. Egli, non solo
scoprl i fatti sui quali poggia questa legge, ma fu l’unico
scopritore del principio che li governa tutti. Questa grande
legge era: « il simile guarisce il simile, » non l’identico.
Se guarigioni avvengono in questa nostra struttura mortale,
sono opera della natura. Ogni volta che le forze vitali
vengonb disturbate da una causa morbosa, havvi, inerente
nella natura, una legge stabilita della forza vitale, che
consiste in una tendenza a reagire contro la causa distur-
bante, fino a che 1’ equilibrio di questa forza sia ristabi-
lito. Questo equilibrio b la salute. E se quella tendenza
alia reazione b soprafFatta od arrestata, dando un irritante
simile , ossia omiopatico, al movimento ammalato, sorge
questa tendenza della natura con accresciuto potere a
vincere il male, — che b cio che la natura si sforza di
fare, e che essa, infine, compirh, se non b affievolita dalla
causa disturbante. Questa b la legge omiopatica, ed il suo
modo di agire. Colui che vuole riuscire nella nostra pro¬
fessions, deve applicare un rimedio rigorosamente adat-
tato, e dentro limiti conservativi, e badare soltanto alia
reazione. Noi non comprendiamo l’arte allopatica coi suoi
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RIVISTA OMIOPATICA.
narcotici e palliativi, e colla sua trascuranza della legge
di natura, n& coloro che tentano di generalizzare ipoteti-
camente sopra stati patologici, e su questa ipotesi prescri-
vono grosse dosi, che producono effetti alterativi, e nel-
la loro alterazione distruggono il resistente potere del
sistema.
Io conobbi una volta un medico di alta rinomanza
nella scuola allopatica, il quale, dopo essersi reso maestro
nella materia medica di Hahnemann e nella legge della
sua applicazione, diceva: « lo ho ucciso molti uomini, e
mai conobbi il come fino a questo momento. »
Egli dava innocentemente, non conoscendo 1’ azione
specifica dei medicamenti, dosi forti, le quali, cadendo
con forza schiacciante lungo la linea della debolezza del
suo paziente, ipipedivano la reazione della natura. —
Conobbi anche un giovane, allevato in campagna, di forte
costituzione, soffrente di stranguglioni, il quale morl per
una dose, amministrata da un medico allopatico, di sei
grani di Mercurio. Egli morl in tre giorni, per l’intensa
azione prodotta da un simile irritante, al quale giovane,
se fosse stata amministrata in piccole dosi la stessa me-
dicina, sarebbe stata restituita la salute. La natura fu
oltraggiata, oppressa. La costituzione fu rovinata. — Non
ha il mondo grandi obblighi a Samuele Hahnemann?
Possiamo dire con verity di Hahnemann: nessuna
figura mai sorse a capo della vita di una nazione, pih
veneranda di quella di questo medico, il quale si rese
libero dalla schiavitu delle tradizioni professionali e delle
credenze del mondo intero, e pazientemente dedicd la
sua vita alia scoperta della vera legge di cura, e pel
primo sperimentd i rimedii per curare tutte le malattie
che possono affliggero il corpo umano. (The Homoeopa-
thie Physician).
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NATRUM SULPHURICUM E SYCOSIS
del Dott. J. T. Kent.
Come il suo nome lo indica, esso b una combinazione
chimica di Natrum e di Sulphur, sali di Glaubero, solfato
di soda. Esso partecipa delle meravigliose propriety di
ambidue, di Sodium e di Sulphur, ed un giorno divert
un rimedio molto frequentemente indicato. Esso b un rime-
dio che corrisponde tipicamente a molte delle sofferenze
di un clima bilioso. I climi malarici sono piu o meno
biliosi. Naturalmente io non intendo dirlo al modo di
ogni uomo o di ogni donna che viene da voi e vi dice:
« Dottore, io sono bilioso. » Noi non sappiamo che cosa
ci6 significhi. Significa piu o meno fegato; significa piil
o meno stomaco; un disturbo generale del sistema. Ogni
genere di malattia pub essere chiamata biliosa; solamente
dove il fegato e lo stomaco si combinano per produrre
disordini, noi abbiamo biliositb,. Natrum sulpburicum si
combina, fino ad un certo punto, coi meravigliosi effetti
di Natrum muriaticum e di Sulphur nel clima Occiden-
tale come un attivo agente malarico.
Esso b una combinazione delle piu meravigliose ne
suoi sintomi, perchfe non solamente b in relazione colla
debolezza muscolare e coi disordini delle strutture gene-
rali del corpo, ma si riferisce anche a quelli d’importanza
mentale. Le sue sofferenze sono quelle che vengono pro-
dotte dal vivere in case umide, nei piani terreni e nelle
cantine. La sue sofferenze sono generalmente peggiorate
in tempo piovoso —tempo umido; percib ? esso fu chia-
mato, primieramente, da Grauvogl uno dei suoi rimedi
idrogenoidi. Esso produce una profonda impressione sul
sistema in un modo generale come nella sicosi e nella
malattia sicosica profondamente situata e soppressa. Per-
clb esso b uno dei piu grandi rimedi per 1’ asma, e per
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168
RIVISTA OMIOPATICA.
le sofferenze asmatiche e per le malattie ereditarie. Infatti,
Natrum sulphuricum b uno dei migliori, uno dei rimedi
adattati, indicati per le condizioni costituzionali nei fan-
ciulli, le quali hanno per risultato, catarri del petto e
sofferenze asmatiche. .Ci6 vi mostra soltanto una delle sue
fattezze ereditarie. Ora, se noi prendiamo in considera-
zione la natura sicosica, la condizione idrogenoide, della
costituzione — sempre peggiore in tempo umido, — e
questa eredity, avremo allora una delle grandi fattezze
di questo medicamento.
L’altra sua grande sfera b la sua azione sul fegato
e sullo stomaco, producente, come ho detto, questo disturbo
bilioso del corpo. Noi abbiamo, in corrispondenza a questo
eccitamento del fegato, una lunga lista di sintomi men-
tali marcati con irritability, ansiety, desiderio di morire,
avversione alia vita, ed alle cose che nella vita general-
mente piacciono e recano eonforto. Ora, se cominciamo
da questo stato mentale e lo esaminiamo, vedremo dippih
intorno ad esso.
Una buona moglie va da suo marito e gli dice: « Se
voi sapeste solamente quale sforzo io debba fare per trat-
tenermi dall’uccidermi voi valutereste la mia condizione. »
Ci6 6 accompagnato da stranezza e da irritability. Nessun
rimedio ha questo sintomo come Nutrum sulphuricum.
Voi potete esaminare i vari rimedi nelle nostre patoge-
nesie e troverete quasi ogni genere di sintomo mentale,
ma qui ve n'b uno che fa mostra di ab — questo mera-
viglioso sforzo per impedire di farsi male al corpo b carat-
teristico di Natrum sulphuricum. La saziety della vita,
l’avversione alia vita; la grande tristezza, la grande dispe-
razione, accoppiata coll’irritability e col terrors della musica
— la musica la fa piangere, la rende triste, la rende me*
lanconica — questo sintomo trovasi in tutti i Natrum;
esso appartiene alia famiglia dei Natruna; Natrum carbo-
nicum, Natrum muriaticum, Natrum sulphuricum, tutti lo
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RIVISTA. OMIOPATICA.
169
hanno. Ogni cosa simile a suoni melanconici esacerba le
sue sofferenze; musica dolce, luce gentile, mezza luce che
penetra attraverso le finestre d’una chiesa, — tutte que-
ste cose la rendono triste — quei barlumi di luce che
provengono dai vetri colorati la rendono triste. Ora, tale
b la caratteristica mentale di Natrum sulpburicum.
Esso ha dolori di testa violenti, e specialmente nella
base del cervello; dolori violenti nella base del collo;
dolori violenti, opprimenti come se la base del cervello
fosse schiacciata in uno strettoio, o come se un cane rosic-
chiasse alia base del cervello. Tali sintomi hanno guidato
alia prescrizione di questo medicamento. Nella meningite
spinale di oggidl, se tutti i rimedi della materia medica
fossero da me allontanati ed io non ne avessi che uno
con cui trattare questa malattia, prenderei Natrum sul-
phuricum, perchd esso modificherd e salvery la vita nella
maggioranza dei casi. Esso taglia corto la malattia in
modo sorprendente quando b il rimedio veramemte indi-
cato. Io non voglio che voi ora vi immaginiate che io
raccomandi un rimedio qualunque per una malattia, —
non fatevi quest’ idea — ma ho detto questo semplice-
mente per farvi tenere questo rimedio nel suo vero valore.
In relazione ai sintomi che voi probabilmente troverete
nella menengite spinale vi b un tiramento dietro al collo
e spasmi del dorso, insieme con tutta la irritability men-'
tale e col delirio giy descritti. II violento afflusso di san-
gue alia testa che noi troviamo in questa malattia clini-
camente vien guarito con facility.
La prossima piit importante fattezza b in relazione
agli occhi. Questa b caratteristica ed b uguagliata soltanto
da un altro rimedio nelle malattie croniche, dove vi b
un’avversione alia luce con fotofobia, e questo b Graphites.
Prendete quei casi di congiuntivite cronica, colie palpebre
granulari, pus verde, terribile fotofobia, nei quali il paziente
pud a stento aprire gli occhi, la luce della camera affetta
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R1VISTA OMIOPATICA.
la testa, e produce ambascia e molti dolori. Qui si dovrebbe
consultare Natrum sulphuricum e confrontarlo con Gra¬
phites, perchb Graphites ha anche un estremo aggrava-
mento dalla luce nelle affezioni degli occhi. Naturalmente,
ci6 lo classifica totalmente fuori di Belladonna e degli
altri rimedi che hanno fotofobia acuta o determinazione
di sangue al cervcllo, perchb esso vi db, uno stato cro-
nico ed una condizione che dovete studiare. Natrum sul¬
phuricum produce una ripienezza del naso, lingua rossa,
membrana mucosa degli occhi irritabile, come pure quella
del naso, e delle orecchie, con grande aridity e bruciore
nel naso. 11 pus diventa verde esponendosi alia luce. La
bocca ha sempre sapore cattivo. L’infermo dice: « Dottore,
la mia bocca b piena di melma. » Questa b la comune
espressione dell’ infermo quando viene a trovarmi. E gli
sperimentatori tutti dicono che essi sono disturbati da
una bocca melmosa. Muco bianco, denso, tenace nella
bocca. Sempre separazione di muco — esso vien su dallo
stomaco; muco dall’esofago; muco dall’eruttare; muco
espettorato dalla trachea, ed b sempre sporco e mel-
moso.
Vi b un senso di distensione nello stomaco; un senso
di un peso nello stomaco; nausea quasi costante; vomito
di melma, amara ed acida. Queste sono le caratteristiche:
amaro ed acido. Una sensazione di peso nell’ipocondrio
destro, nella regione del fegato; dolori forti; alcune volte
dolori taglienti, ed un grande malessere nella regione
del fegato. Ingorgo nella regione del fegato. Egli pub
giacere solamente sul lato destro, le sue solferenze sono
aggravate dal giacere sul lato sinistro. Quando giace sul
lato sinistro il fegato congestionato sembra che sia tirato
e strascinato; il' gran peso aumenta il dolore e il disagio,
ed egli b costretto a voltarsi sul lato destro. Ebbene, egli
b da questi sintomi, ogni qual volta un infermo viene da
me e dice, « Dottore, la mia bpcca b cosl melmosa ed
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RIVISTA OMIOPATICA. 171
ha cosl cattivo sapore, che penso di essere bilioso, » che
egli riceve sempre Natrum sulpuricum.
Io cominciai ad adoperare questo rimedio coi rimedi
di Schussler alcuni anni addietro, e trovai le indicazioni
ben soddisfatte dalle pih alte ed altissime potenze. Io
adopro nel mio caso la cinquantesima potenza di Tafel,
e adopro anche la piit alta di Fincke cogli stessi risultati.
Bell dice che se la trentesima potenza di Arsenicum
b uguale ad una completa conoscenza del medicamento,
Arsenicum grezzo sarebbe uguale ad una completa igno-
ranza.
Ora, vi b un altro stato riguardo al petto, e questo
b in relazione alia tosse. Esso ha una tosse con sensazione
di un completo sflnimento nel petto. In cii> esso compete
con Bryonia; in ambedue, i pazienti tengono il petto tos-
sendo. Bryonia tiene il petto perchb egli sente come se
il petto volesse andar via a pezzi; vi b tal male che egli
sente la necessity di tener fermo il suo petto. Le soflFe-
renze di Bryonia sono alleviate dalla pressione. Natrum
sulphuricum ha questo stesso desiderio di tenere il petto;
ma in Natrunr'sulphuricum il muco-pus che viene espulso
dai polmoni b denso e viscoso e verde giallastro rasso-
migliante a pus — purulento — e vi b uno sflnimento,
un senso di vuoto > nel petto. Egli ha una sensazione di
debolezza nel petto; egli sente che i suoi polmoni sono
sfiniti, che egli deve morire in pochi giorni di consun-
zione o di qualche altro male simile a questo, e che esso
b per venire in breve tempo.
Bryonia corrisponderk meglio agli stati irritabili colla
tosse, dove vi b grande senso di escoriazione, grande
stringimento, gran senso di laceramento nel petto, bru-
ciore nel petto; mentre Natrum sulphuricum corrisponderk
ad un caso che dura gik forse da una settimana; ogni
cojpo di tosse estrae una boccata di espettorazione puru-
lenta con desiderio di premere sul petto per alleviarne la
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RIVISTA OMIOPATICA.
debolezza; Natrum sulphuricum e allora il vostro rimedio.
Un altro stato del petto 6 quello dell’asma umida. Se un
fanciullo ha asma dategli per primo rimedio Natrum sul-
puricum. L’ asma, quando & ereditaria, 6 uno dei raali
sicosici di Hahnemann. Voi non troverete ci6 nei vostri
libri di testo, percib non ve lo cercate, ma questa pu6
essere an’osservazione degna di esser conosciuta. Io ho
curato an numero grandissimo di tali casi di asma, seb-
bene i libri di testo vi scoraggirebbero se li leggeste
relativamente all’ asma, perch& essi vi diranno che i casi
di asma sono incurabili. Io fui imbarazzato per varj anni
nel trattamento dell’asma. Quando ana persona veniva
da me e mi domandava: « Dottore, potete voi guarire
1’ asma? » Io diceva, « No. » Ma ora io ho cominciato
a guarirla, dacch6 ho imparato che l’asma 6 una malattia
sicosica, e dacch6 feci una giudiziosa applicazione degli
antisicosici sono in grado di trattare e guarire un gran
numero di tali casi. Voi troverete nella storia della me-
dicina che dovunque 1* asma fu guarita, lo fu con rimedi
antisicosici. Questa 6 una delle prime cose che osservai,
che all’ infuori dei sicosici voi troverete raramente una
guarigione di asma. Vi 6 questa particolaritk nella sicosi
che vi da una malattia ereditaria, e l’asma corrisponde
a questa malattia; quindi 6 che Silicea 6 uno dei piil
grandi rimedi per 1’ asma; esso non guarisce ogni caso,
ma quando Silicea corrisponde ai sintomi, voi sarete sor-
presi nel notare quanto prontamente esso li sradicher&.
Mentre Ipecac., Spongia, ed Arsenicum corrisponderanno
egualmente bene ai sintomi sopravvenienti ed a tutto ci6
che potete trovare intorno al caso, nondimeno cosa fanno
essi? Essi palliano bene il caso; essi reprimono i sintomi
ed il vostro asma non 6 migliorato, il vostro infermo
non 6 guarito. L’Arseni’co 6 uno dei rimedi pift frequen-
temente indicato degli altri nei libri per il sollievo del-
l’asma; cost pure sono Bryonia, Ipecac., Spongia, e Carbo.
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RI VISTA OMIOPATICA.
173
veg., ma essi non guariscono; essi alle volte recano sol-
lievo in modo sorprendente. Dove un infermo b seduto
ritto, coperto di sudore freddo, ha bisogno che qualche-
duno gli faccia aria dall’ una o dall’ altra parte del letto,
con dispnea cost tormentosa che il paziente sembra quasi
impossible possa vivere pift a lungo, e tirare un altro
respiro, allora Carbo veg. b adattato e db immediato
sollievo ed il paziente stara coricato e riposerb bene la
notte; ma quale b il risultato? Di avere nuovamente l’asma
al primo raffreddore. Natrum sulpuricum va gib in fondo
in questo genere di casi. Se esso b ereditario, ciob, di
nbn lunga durata, se b in un soggetto crescente, Natrum
sulpuricum va giu al fondo di tale caso e lo guarirb
quando i suoi sintomi sono presenti; ed i sintomi saranno
spesso presenti. Egli b a motivo di questa natura anti-
sicosica profondamente situata che noi troviamo nella
combinazione di Natrum e Sulphur, che noi abbiamo un
nuovo stato ed una combinazione penetrante entro la vita.
Quando il petto si riempie di muco, vi b rantolo di muco,
espettorazione di grande quantity di muco bianco, con
respiro asmatico nei soggetti giovani, bisogna pensare a
questo rimedio.
Coi disotdini costitnzionali vi sono importanti sintomi
della testa — sintomi della testa prodotti da offese alia
testa. Un giovane in San Luigi fece un viaggio in un
carro alia terra del fuoco, e lungo il viaggio battb la
testa. In seguito egli ebbe per cinque o sei mesi attacchi
alia testa; io non seppi quale genere di attacchi egli
avesse; chi dice di epilessia, chi dice di una cosa, chi di
un'altra, ed alcuno diceva che bisognava trapanarlo. Egli
era allopatico, s’intends, come lo sono tutti quelli della
terra del fuoco, poichb b difficile trovare uno colb che
lasci Tallopatia e che provi qualche altra cosa. Era un
buono e gentile Iriandese; aveva un buono e forte fisico.
Alcuni de’ suoi amici lo indussero a rimanere colb per
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174
RIVISTA OMIOPATICA.
qualche tempo. Egli vi restd, ma non migliorava; era
irritabile; aveva bisono di morire. Sua moglie diceva che
a stento poteva resistere a star con lui; sempre voleva
morire; non voleva piu vivere. I suoi accessi lo portavano
alia demenza. Non si accorgeva quando gli veniva un
accesso; essi erano di carattere epilettico. Ebbene, nel
paese, si imbatt6 in un dottore omiopatico, perchfe egli
ebbe uno di questi attacchi, e il dottore piil vicino che
aveva in quel tempo era un omiopatico. Quest’omiopatico
gli disse cbe era meglio che egli tornasse a San Luigi
e si mettesse sotto la mia cura. Cosl egli fece. A quel
tempo erano circa sei mesi che egli era venuto soggiar-
cendo a questi accessi. Quando venne nel mio gabinetto
barcollava; i suoi occhi erano presso che iniettati di
sangue, a stento poteva vedere, e portava un velo sopra
i suoi occhi — tanto era tormentato dalla luce — come
in una fotofobia. Aveva un dolore costante nella testa.
Egli si era fatto male cadendo a terra e battendovi del
dorso della testa; da ci6 provenne tutta la iritabilitit da
me descritta. Nulla vi era ne’suoi accessi che fosse distin-
tivo di un rimedio, e la prima cosa che mi venne in
testa fu Arnica; a questa chiunque avrebbe pensato. Ep-
pure Arnica non era il migliore rimedio per lui. Se non
avessi conosciuto altro rimedio migliore, forse Arnica'
sarebbo stato il migliore. Appena egli ebbe finita la sua
descrizione, io trovai che Natrum sulpuricum era il rime¬
dio piu indicato per offese alia testa, rimedio che avevo
l’abitudine di dare. Cost lo diedi in questo caso. La pri¬
ma dose di Natrum sulpuricum guarl quel giovane. D’allora
in poi egli non ebbe piu alcun dolore alia testa. D’allora
in poi egli non ebbe piu alcun disturbo mentale, nb alcun
altro accesso. Quest’ unica prescrizione mise in chiaro
tutto il caso. Se voi rammenterete gli effetti cronici pro-
dotti da lesioni sul cranio — non fratture, ma semplici
commozioni che sono risultate da una scossa considerevole
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RIVISTA OMIOPATICA.
175
e da lesioni senza affezioni organiche, — allora Natrum
sulpuricum dovrebbe essere il vostro primo rimedio. Ora,
pub essere che cib non valga la pena di esser rammen-
tato, ma quando voi avrete guarito tante teste quante ne
ho guarite io con Natrum sulphuricum, allora sarete con-
tenti di essere stati informati di questa circostanza. Ordi-
nariamente ci vuole Arnica per le lesioni e pei risultati
dell© lesioni, specialmente per i dolori neuralgici ed i
disturbi da antiche cicatrici; ma nei disturbi mentali pro-
venienti da una scossa o da un colpo sulla testa o da
una caduta o da lesioni alia testa, non dimenticate questo
rimedio,, poichb se lo dimenticate molti pazienti possono
soffrire quando essi potrebbero guarire se voi faceste uso
di questo rimedio.
Natrum sulphuricum produce grande flatuositb, disten-
sione dell’ addome, dolori taglienti nell’ addome, associati
con congestione del fegato. In questa condizione timpa-
nitica del fegato che alcune volte avviene nolle condizioni
infiammatorie nella febbre biliosa, voi troverete il vostro
rimedio in Natrum sulphuricum. In relazione agli organi
genito-orinari, noi abbiamo alcuni sintomi molto pregevoli.
Nella gonorrea cronica, con scolo verdastro, scoli verdi
giallastri. Invece della gonorrea con scolo bianco, icoroso,
vi b scolo giallognolo, denso, verdastro. Esso compete,
qui con Tuja e Mercurius, ambidue i quali sono anti-
sicosici. — Quando Natrum sulpuricum b indicato vi b
generalmente pochissimo dolore; b scolo quasi senza dolore.
Vi b una perdita cronica di sensibility nella parte. L’orina
b carica di bile, b di colore di garofano o giallastra, con
un sedimento « come farina di grano, » owero essa
sembra birra vecchia ed b estremamente offensiya. L’orina
offensiva non esiste nel testo. Simile a Sulphur, esso ha
bruciore delle piante dei piedi nella notte ed il bruciore
estendesi ai ginocchi; bruciore dai ginocchi in giu. Esso
ha pure, come Sulphur, gran bruciore alia sommity della
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RIVISTA OMIOPATICA.
testa; esso ha dolori laceranti, strazianti, taglienti, dalle
anche fino ai ginocchi; peggioramento nella notte. I sin-
tomi dello stomaco sono peggiori nel mattino, e cosl b
pure dei sintomi mentali, essi sono generalmente peggiori
nel mattino. Ora, sulla pelle abbiamo alcune eruzioni;
abbiamo quei casi della cosl detta rogna, scabie od eru¬
zioni vescicolari, eczema vescicolare, con scolo chiaro,
acquoso trasudante dalle dita, e le dita sono gonfie e
cosl rigide che possono a stento essere avvicinate insieme.
(La rogna di Baker e del barbiere appartengono a questo
capo). Natrum sulphuricum guarisce dove le palme delle
mani sono scorticate e dolorose, e trasudano un umore
acquoso. Anche le eruzioni vescicolari attorno alia bocca
ed al mento ed in varie parti del corpo; picCole pustole,
fine, acquose, moltissimo simili a Natrum muriaticum e
moltissimo simile anche a Natrum carbonicum. Cosl voi
vedete che ci6 appartiene ai Natrum. L’altra malattia
che io ho incidentalmente menzionata un momento fa —
la rogna del barbiere — b una malattia sicosica — una
sycosis menti, una malattia dei follicoli dei capelli. Essa
b alcune volte anche contagiosa. L uno dei pih distinti
tipi della sicosi •— l’altro pift distinto tipo della sicosi b
il porro venereo conosciuto come porro gonorroico. Questo
rimedio corrisponde a questo stato ed a questa condi-
zione del corpo. Ora, noi abbiamo parlato considerevol-
mente della sicosi.' Noi sappiamo intorno alia sicosi, che
b un miasma costituzionale, che abbiamo verruche vene-
ree o gonorroiche; che abbiamo un altro stato sicosico
che viene alle donne con escrescenze simili a cavolifiori.
Noi abbiamo pure l 1 asma ereditaria, una malattia costi¬
tuzionale, che dipende dalla sicosi, e quella speciale rogna
del barbiere b uno dei pih distinti tipi della sicosi; esse
tutte sono dovute ad una sola causa, ed un giorno sarb.
dimostrato che questa causa b la sicosi latente. Un giorno
si sapfb che la gonorrea b la vera discendenza della
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RIVISTA OMIOPATICA.
177
sicosi. Gssa b la parte contagiosa della sicosi. Essa
b il mezzo con cui la malattia & tramandata di gene-
razione in generazione. Questa cosa non la troverete nei
libri, ed b, forse, soltanto un’opinione privata e, percib
senza valore. Ma un giorno vi ricorderete che io vi dissi
ci6. Io vidi, cose nelle mie osservazioni che mi fecero
stupire. Io credo di aver risoluto ci6 che Hahnemann
chiamava sicosi, quantunque egli non l’abbia mai descritta.
Per me la cosa b chiarissima dai casi che ho guariti
con questa teoria in vista, od in vista di questa dottrina.
I casi che ho guariti mi condussero a credere che io
sono sul retto sentiero.
Ora, io dico che la gonorrea e tutte queste condi-
zioni latenti del corpo sono una sola e medesima cosa;
che primariamente esse provengono da una sola e mede-
sima sorgente. Natnralmente, i libri vi diranna che la
gonorrea non b una malattia costituzionale; ma quando
la gonorrea produrra verruche, e reumatismo gonorroico,
e questi dureranno per tutta la vita, ed i bambini ver-
ranno al mondo colla stessa malattia, come giungerete
voi a darvi ragione di cio? Nell’Ospedale della Citta di
San Luigi vi fu un giovane che vi rimase molti mesi, e
che aveva tanto male in fondo ai piedi che non poteva
camminare; egli dovette abbandonare i suoi atfari; era
fornaio; finalmente il suo antico padrone venne da me
per sapere se io pteva fare qualche cosa per quel giovane.
Io nulla conosceva intorno alia natura della sua malattia,
e percib gli dissi di portare da me quel giovane. Quando
mi fu condotto, conobbi dalla sua storia, che alcuni anni
prima egli aveva avuto una gonorrea, e che questa era
stata soppressa con iniezioni. Lo posi sotto una cura
costituzionale secondo le teorie che ho menzionato or ora,
le quali mi servivano di guida, e lo guarii. Nella nostra
citt& io ho guariti venticinque o trenta casi di questo
genere speciale di sicosi, che proveniva da una gonorrea
12 •
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R1VISTA OMIOPATICA.
latente. 1 sintomi di una gonorrea latente sono ignoti ai
libri. Voi nulla vi troverete di ci6. Ci6 b conosciuto sola-
mente dagli osservatori che furono capaci di ottenere due
con due volte uno — col mettere le cose insieme. Ora io
avr6 una completa catena di prove per dimostrare che
la gonorrea $ una malattia costituzionale e che pu6 essere
trasmessa da padre a figlio, come pu6 esserlo la sifilide.
Essa' b uno dei miasmi cronici ed b uno di cui si conosce
pochissimo. Se ci6 b vero, riesce tanto pericoloso il sop-
primere uno scolo gonorroico prima del tempo, quanto
b pericoloso sopprimere un’ ulcera sifilitica prima del suo
tempo. Voi non conoscerete mai se tratterete bene questi
miasmi costituzionali col sopprimere le prime manifesta-
zioni — voi non conoscerete mai il danno che state
facendo.
La maggior parte di essi b destinata a consumarsi
per mezzo del processo di evoluzione, a dileguarsi, ovvero
confondersi coi sintomi i quali riescono cosl esaurienti del
male che dessi cessano o lasciano 1’ infermo quasi del
tutto libero dalla malattia. Tale b il calcolo della natura
nello scolo gonorroico, e tale b stata 1’ intenzione della
natura nei cancri che appariscono ai genitali. Ma 1’infe-
lice uomo ignorante, credendo di dover fare qualche cosa,
ha posto il suo primo dovere nel cauterizzare questi can¬
cri — nel far cessare questi scoli — ed egli non conosce
quanto male fa. Ma questa b solamente una opinions pri—
vata. Ho osservato, che vi sono due generi di gonorrea
— F una b un semplice scolo uretrale, che, quando b ar-
restato coll’ iniezione, non produrrh un’ infezione costitu¬
zionale, perchb non b sicosi, e l’altra forma b la gonor¬
rea sicosica, la quale, se viene soppressa con iniezioni, si
mostrer& in sintomi costituzionali.
Ora, sta a voi il vivere e il pensare da voi stessi.
Se potete comprendere qualche cosa di ci6 che vi ho
detto, e sar& di aiuto a qualunque persona, io sar6 am-
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RIVISTA OMIOPATICA.
179
piamente ricompensato. Voi vedrete naturalmente che tutti
questi pensieri sono il prodotto degli insegnamenti di
Hahnemann, basati sui fatti osservati da lui e dai suoi
fedeli segnaci. Se non si b guidati dalla luce della dot-
trina dinamica della malattia e della cura, queste cose
saranno difficilmente osservate. Per lo studio di questa
sicosi io poteva aver assunto Thuja, ma conoscendo quanto
bene il maestro ha fatto questo lavoro, ho preso un rime-
dio che ad essa b appena secondo per importanza, onde
mostrare tanto 1’ uso di un rimedio quanto un miasma che
b in relazione con esso (The Homoeopathic Physician).
RIFLESSIONI CLINICHE
del Dott. Ad. Lippe.
Il signor B., di anni quaranta, sempre in robusta
salute mi chiamb per essere curato di un dolore molto
intenso nella giuntura della spalla destra; pub a stento
muovere il braccio, ma b assolutamente l'ncapace di alzarlo;
ebbe una cattiva notte, quasi insonne, a motivo del dolore.
Egli ricevette pochi globuli di Sanguinaria canad. c ™. (Fk.);
ed in quarantotto ore si sentl bene.
Un cocchiere era caduto da una scala a piuoli e si
era contusa la spalla destra. Soffriva intenso dolore nella
notte; lo descriveva come un gran male. Una dose di
Arnica"". (Fk.) allevib la grande sensibility; ma egli era
incapace di muovere il braccio, quando una dose di Bryo¬
nia"". (Fk.) gli diede qualche sollievo. Allora mi disse
che circa vent’ anni addietro egli erasi fatto male alia
medesima spalla nello stesso modo, e che ci soffrl per
alcuni mesi. Era ora il settimo giorno dalla sua caduta,
e la spalla rimaneva molto rigida; egli non poteva alzare
il braccio destro senza forte dolore; al riposo egli si sen-
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RIVISTA OMIOPATICA.
tiva bene quando teneva il braccio al collo. Gli diedi una
dose di Sanguinaria canadensis cm . (Fincke). Cinque giorni
dopo egli fu in grado di riprendere il suo servizio da
cocchiere.
Commenti. — La prima sperimentazione di Sangui¬
naria canadensis fu pubblicata in lingua inglese nel primo
volume degli Atti dell” Istituto Americano di Omiopatia.
Alla pagina 239 noi troviamo i sintomi caratteristici della
spalla, sia patogenici cbe curativi, ed i sintomi sono stati
verificati cost spesso che potrebbe sembrare inutile di rife-
rire ancora tali casi guariti da Sanguinaria. Siccome perb
la tendenza dei moderni compilatori della materia medica
6 tanto differente da quella dei produttori della nostra
prima materia medica, 6 bene di chiamare 1’ attenzione
dei medici che riflettono, sul male che cresce. Alla sud-
detta pagina 239 del primo grosso volume o lavoro dei
primi membri dell’ Istituto Americano di Omiopatia, noi
troviamo non solamente i sintomi patogenici, ma anche
la loro verifica, coll’ ammissione, nella patogenesi di un
rimedio allora nuovo,.anche dei sintomi curativi. I Dottori
Husmann e Jeanes, due eccellenti osservatori e veri me¬
dici, sono da lungo tempo nel numero dei piA. I compi¬
latori, e la maggior parte dei compilatori e riformatori
di materia medica, sono diventati notori spogliatori dei
laboriosi uomini che crearono la nostra materia medica.
Fra essi sta in prima dla il Dott. Riccardo Hughes, il
quale senza pietk oltraggia la memoria dei nostri migliori
sperimentatori. Non meritavano forse di esser trattati
meglio i miei due vecchi amici, i Dottori Husmann e
Ieanes? Gli b ben tempo che la professione domandi di
« far sosta » in questa malvagitk di oltraggi ai morti
che ci lasciarono le loro opere in retaggio, non cercando
altra ricompensa che di riconoscere, aver essi fatto del
loro meglio per accrescere la nostra Materia Medica
Pura come il solo mezzo con cui possiamo applicare l'unica
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RIVISTA OMIOPATICA.
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legge di cura per guarire 1’ infermo. Quali risultati pos-
siamo noi sperare che otterr& la nostra nascente gene-
razione, qnando null’altro vien loro lasciato da consultare
che una brutta caricatura della Materia Medical
Nei due casi surriferiti, la guida per una guarigione
certa fu la somiglianza dei sintomi come H troviamo nel
registro fatto dai primi pionieri della nostra arte di gua¬
rire. I sintomi 235 e 236 erano presenti, ed il rimedio
fu amministrato in una sola dose e ad alta potenza.
Naturalmente, alcuni dei nostri colleghi negheranno l’effi-
cacia di una dose in cui non si pud scoprire col micro-
scopio alcuna percettibile quantity del rimedio; il dotto
amico di Hub, naturalmente, menent scalpore sull’assur-
ditd. di amministrare tale dose, ma ci6 non muter& i fatti
per nulla. Non si fecero tentativi per mettere una livrea
patologica di aspetto scientifico sulla nostra Materia
Medica Pura. Noi troviamo chiaramente riferite le cam-
biate sensazioni dell’ organismo esposte nella Materia
Medica Pura , e noi abbiamo la legge dei simili per gui-
darci a guarigioni felici, non una volta, ma invariabil-
mente. E ovvio che senza una materia medica sarebbe
stato impossibile ad Hahnemann od a chiunque altro di
semplicemente far saggio dell’applicabilitd della legge dei
simili per la guarigione dell'infermo. Questa materia me¬
dica fu creaia da Samuele Hahnemann, e colla sua Ma¬
teria Medica Pura fu reso possibile di provare al di lli
di ogni dubbio immaginabile che la legge dei simili era
una legge naturale, e che sotto questa legge e non sotto
altra legge le malattie potevano esser guarite ed erano
guarite, purchd i loro sintomi simili si trovassero fra quelli
dei rimedi sperimentati; e sembrava che nessun uomo di
senso comune e di mediocre intelletto potesse tirare altra
conclusione da questi fatti, che una convinzione che la
progressiva riuscita della nostra arte di guarire dipendeva
da uno sviluppo progressivo della nostra Materia medica,
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RtVISTA OMIOPATICA.
appunto e nella stessa esatta maniera adoperata da Ha¬
hnemann quando egli creb una materia medica pura.
Questa fu la convinzione dei fondatori dell’ Istituto Ame¬
ricano di Omiopatia; i primi frutti delle loro oneste ed
intelligent fatiche sono menzionati in quest’ articolo, la
loro prima pubblicazione della patogenesia di Sanguinaria
eanadensis; 1’ apprezzamento dei loro lavori pub essere
fatto ora e sempre da quei che sopravvissero ai primi
pionieri e dalla posterity riconoscente. Mentre l’Omiopatia
progrediva rapidamente, mentre 1’ infermo veniva guarito
dai medici che seguivano gli insegnamenti ed i metodi
di Hahnemann, sorse una setta di pseudo omiopatici, e
noi non potremo descrivere questi uomini meglio di quello
che li descrisse cost frequentemente Hahnemann stesso, « i
pretendenti, » uomini che portano la livrea del cielo per
servire il demonio, come un inflessibile allopatico mi
scrisse esprimendo tutto il suo disprezzo per quegli uomini
che predicano una cosa e ne praticano un’ altra. Questa
b tutta la cognizione che i raggiratori ottengono. Vari
modi furono tentati da questi pretendenti per guastare
la nostra nobile arte di guarire. Tutti, con nessuna utilita,
sempre vennero meno quando questi uomini si provarono
a screditare Hahnemann, e si volevano stabilire quali
riformatori progressist per amore della « ricognizione, »
che veniva soltanto nella forma di aborrimento; ed ora
flnalmente questi uomini risolsero di distruggere la nostra
nateria medica. Questi arcidiffamatori del grande filosofo
jhe fondb la nostra scuola sbraitano contro la Materia
Medica Pura di Hahnemann, perchb non furono pubbli-
cate le note giornaliere degli sperimentatori, mostrando
la loro ignoranza (non limitata a questo solo punto) del
fatto che 1’ editore di quest’ opera (Arnold) la pubblicb
con grave suo dispendio per mostrare la sua gratitudine
ad Hahnemann che lo aveva guarito.
Invece di camminare sul sentiero battuto, che aveva
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RIVI8TA OMIOPATICA.
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assicurato guarigioni e successi, una setta di uomini il-
logici pretende di purificare la nostra Materia Medica
Pura, pubblicando in fretta e senza accuratezza diarii
compilati. Non vi h in realty alcun limite agli atti igno-
bili di questi pretendenti che cercano di distruggere. Vi
A il loro ispiratore che li guida e che accusa i Dottori
Mure e Nenning, e sfacciatamente incrimina il Dottor
Houat incolpandolo di frode. Sono cose che tornano
ingiuriose ad ogni vero medico. Il Dottre Riccardo Hu¬
ghes pretende di essere versato nel campo della lettera-
tura omiopatica? Se si, egli potrebbe ricordarsi della nostra
pubblicazione di un caso di « colica renale » guarito con
Ocimum canum. Egli trover^ il rimedio nel mio libro-testo
di Materia medica e nell ' Enciclopedia di Allen. Egli lo
troverh. anche coll’abitualmente trasourato ed inconsistente
lavoro — Allen coscienziosamente esclude tutti i sintomi
curativi. Perch6? Egli ha scoperto pure che i nostri gior-
nali degli ultimi anni sono pieni di osservazioni incredi-
bili. Esse non ingannano mai il pensatore. In questo caso
Allen ammette in una parentesi di esser sicuro del lato
destro (sintomi curativi), ma trascura un grande sintomo
curativo — l’emorragia dal rene dopo l’attacco. I casi
nei quali Ocimum canum. h indicato nella colica renale
sono molto rari, ma appunto in tali casi disperati noi
dobbiamo avere una esatta patogenesi. Le sperimentazioni
di Nenning sono state verificate migliaia di volte. Nen¬
ning fu il primo omiopatico che, dopo avere sperimentato
Aconitum , lo diede nella pleurisia. Urli pure e ruggisca
il signor Hughes finchb gli piace, ma quando malmena
il Dott. Houat egli diventa un detestabile calunniatore.
Bufo ha guariti molte volte attacchi epilettici, specialmente
quando essi hanno luogo durante la notte e sono seguiti
da coma e da dolor di testa, e Bufo 6 anche un rimedio
indi8pensabile in quella che chiamasi pustola maligna,
una malattia delle piCi maligne e fatali. Molte volte io ho
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RIVISTA OMIOPATICA.
verificato le sperimentazioni di Houat con prove effettive
ed ho guarito, Ora, questo pestifero saccheggiatore della
nostra arte di guarire vorrA pubblicare un solo caso, in
cui egli abbia prescritto un rimedio sperimentato da questi,
secondo lui uomini dannosi, e lo abbia amministra’to in
conformity ai metodi di Hahnemann, ed egli non sia
riuscito? No; giammai alcuno di questi fomentatori di
distruzione si vorra compromettere. Fino a che essi lo
facciano lasciamo che vengano segnalati quali « calun-
niatori del morto. » Ogni vero medico si appoggierA alia
nostra propria, antica, onorata materia medica. Guidato
da essa, egli guarira con sicurezza 1’ infermo, e si chia-
merA offeso di tutte le proposte di nuovo genere per
purificare la Materia Medica Pura. 11 movente di questi
proponent b malvagio (The Homoeopathic Physician).
LA CARICATURA DELLA PATOGENESIA DEI MEDICAMENTI
DEL DOTTOR HUGHES
PER il Dott. E. W. Berridge
Ne\Y Homoeopathic World (Luglio, Agosto, ed Ottobre 1885),
10 cominciai uua « Analisi Critica » della « Cyclopaedia of
Drug Pathogenesy » che viene pubblicata sotto gli auspici
delPIstituto Americano di Omiopatia e della Societa « Omio-
patica » Britannica, e redatta principalmente dal Dottor Hu¬
ghes. Quest’analisi sarebbe stata continuata su tutta l’opera
se non fosse stata inaspettatamente « sospesa » dal nuovo
editore colla scusa di mancanza di spazio; sebbene sembra
che questo non gli abbia fatto difetto per dedicare sedici pa-
gine del numero di Gennaio del presente anno ad una stupida
polemica fra il Dott. Dudgeon ed il Practitioner.
Ci6 deve essermi scusa innanzi la professione per non
aver completato il mio lavoro, ed anche per non aver dato
11 mio promesso confronto fra le patogenesie di Nux vomica
secondo Hahnemann, da una parte, e secondo Black, dall’al-
tra parte.
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R1VISTA OMIOPATICA.
185
Siccome, perd, & desiderabile che gli Omiopatici Ameri¬
can! e di altri luoghi conoscano qualche cosa della nessuna
fiducia che merita questa riveduta Materia Medica del Dott.
Hughes, io mi propongo di dare nelle pagine dell’-Hbrnoeo-
pathic Physician alcune maggiori prove della verity della
mia accusa. Io, perd, non posso avere che un piccolo spazio
in un giornale cosi pieno, anzi pienissimo, di buone cose,
quindi accennerd soltanto alcuni errori ed omissioni piu
evidenti; ex uno discs omnes.
(1) Carbolic, acid. — Sperimentazione di XX, data al N.
12 della Cyclopoedia. Le omissioni in questa sperimentazione
sarebbero quasi incredibili, se esse non fossero dimostrate
dai fatti; ed esse sole, se non ve ne fossero altre, sarebbero
sufficient a distruggere per sempre la nostra fiducia, tanto
in questo lavoro quanto nelle altre- compilazioni del Dottore
Hughes. Questo compendio del Dottor Hughes non solo o-
mette ogni menzione del sesso, dell’eta, e del temperamento
dello sperimentatore, ma anche i seguenti sintomi important:
« Dolore e senso di tiramento nello stomaco ed in basso gift
neH’addome; senso di compressione attraverso e nella parte
inferiore dello sterno; sbadigli di quando in quando, e lunghe
inspirazioni; senso di strangolamento nella gola, con dispo-
sizione a sputare muco; sembra di cattivo umore e molto
meno brillante del solito nella conversazione. » Un altro sin-
tomo 6 assolutamente falsificato — « Confusions e dolore nella
testa; dolore localizzato sopra l’occhio destro » che h convertito
in « dolor di testa sentito specialmente sull’occhio destro. »
(2) Fluoric, acid. — Un numero enorme di sintomi b qui
omesso. Io richiamerd solamente speciale attenzione ad una
notevole caratteristica nella versione del Dott. Hughes delle
sperimentazioni di Jeanes. Ne\YEnciclopedia di Allen noi leg-
giamo « Dolore nel polso destro e nella giuntura delle dita
dopo un’ora. » Nella Ciclopedia di Hughes cio d unito con
due altri sintomi, i quali Allen dichiara che sono comparsi
« dopo tre ore. » Cio, si pud dire, non fe di importanza pra-
tica nella scelta del rimedio; lo concedo. Ma visto che la
supposta necessity di pubblicare il diario fe la vera raison
d'etre della Ciclopedia, e che la seconda regola dice « Date
una relazione di tutte le sperimentazioni stabilendo i sintomi
nelPordine della loro comparsa », ovvio che o la negligenza
o l’incompetenza del compilatore debbano esser la causa di
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RIVISTA OMIOPATICA.
questo pervertimento della verity. Per incidenza, mentre la
Ciclopedia stabilisce che Jeanes sperimenta colla terza dilu-
sione, Allen dice che egli fece « le sue prove dalla prima
alia quinta diluzione. »
(3) Gallic, acid. — Le sole sperimentazioni del Dott.
Kimball sono date dal Dott. Hughes, ed oltre a cio egli ha o-
messo questo sintomo dato da Allen — « Sensazione di con-
trazione dell’ano, che richiede un maggiore sforzo per espellere
le feccie le quali finiscono per uscire in una massa, come
se fosse li accumulata. » I notevoli effetti dei quindici ai
novanta grani giornalieri in un caso di aneurisma, sebbene
dati da Allen, sono tutti omessi da Hughes. Ambidue hanno
omesso il sintomo ricordato dal defunto Dott. Bayes nella Mon¬
thly Homeopathic Renew — « Una dose eccessiva di Gallic,
acid. d& un senso di grande strettezza alia testa e tintinnio
nelle orecchie. »
(4) Nitric, acid. — Nell’ American Journal of Homoeopathic
Materia Medica , III, 120, il Dott. Hering tratta il caso di
Hendrick avvelenamento mediante i vapori di Nitric, acid. Il
pik caratteristico sintomo venne prodotlo — « Angoscia, rimossa
dal camminare in carrozza. » Boenninghausen d4, sotto que¬
sto rimedio, « miglioramento di tutti i sintomi andando in car¬
rozza. » Ma questo sintomo, sebbene sia cosi verificato, b o-
messo da Hughes.
(5) Latic. acid. — Il Dott. Hughes d& solamente tre spe¬
rimentazioni del Dott. Allen — cio6, quelle fatte colle basse
diluzioni — ed anche qui noi troviamo inperfezionr Nella
sperimentazione originale di S. noi troviamo registrato.
« Sollevamento di gas caldo, bruciante dallo stomaco, cagio-
nante una profusa secrezione di muco tenace che dev’essere
costantemente sputato. »
L’ultima parte di questo sintomo, che 6 certamente di
grandissimo valore e caratteristico, & del tutto omessa da
Hughes. Il Dott. Hughes ha pure omesso interamente le do-
dici sperimentazioni del Dott. Allen fatte colla trentesima
potenza. Egli cita la quarta, sebbene imperfettamente; essendo
stata fatta colla prima e prima decimale. Eppure, di queste
sedici sperimentazioni il D. Allen dice (New Jork Journal of
Homeopathy, 1873, p. 102): « Gli effetti furono cosi positivi
ed uniformi in differenti persone che anche i piu scettici
della classe rimasero convinti dell'effetto della trentesima. »
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RIVISTA OMIOPATICA.
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Le sperimentazioni di Foster sopra un infermo diabetico
sono pure mutilate. La Ciclopedia qui dice. « Dopo mezza-
notte del quinto giorno si manifestarono dolori nelle giunture.»
Allen dice: » Ebbe una cattiva notte per dolori nelle giunture,
che lo disturbarono moltissimo e che si manifestarono subita-
neamente doppo mezzanotte. »
(6) Picric . acid. — II resoconto di questa patogenesi
prova che d stata perpetrata un assoluta falsiflcazione delle
garanzie. La regola nona dice: « Includete sintomi riferiti
come provenienti da attenuazioni oltre la dodicesima cente-
simale solamente quando sono in accordo con sintomi deri-
vati da attenuazioni al disotto. Cid implica necesariamente
che tali sintomi saranno inseriti quando sono in accordo con
quelli ottenuti da attenuazioni inferiori; oppure alia pagina
65, noi troviamo che « la traccia del serpente d dappertutto.»
Noi leggiamo: « Tre persone sperimentarono sintomi pren-
dendo la trentesima, ed una la venticinquesima. » Queste
erano sostanzialmente come sopra — ciod, le sperimenta¬
zioni delle basse potenze — eccetto che il foruncolo nella
narice del N. 4 divenne in due sperimentatori della trente¬
sima un gruppo di essi sulla faccia, divenendo pustolari e
molto dolorosi, brucianti e pungenti quando erano toccati.
Ora, noi vorremmo domandare se cid d d’accordo con quanto
d stabilito nella Regola 9 di cosi passar sopra a quattro spe¬
rimentazioni importanti con quattro linee, semplicemente
perchd esse furono prodotte da alte potenze? Se fossero state
prodotte da basse potenze, non sarebbero state citate piena-
mente? Io sfido il Dott. Hughes a rispondere !
Nel paragrafo 12S dell’ Organon di Hahnemann — un’o-
pera nella quale il Dott. Hughes evidentemente non crede —
il fondatore dell’Omiopatia d di avviso che la trentesima po-
tenza debba nelle sperimentazioni essere adoperata di prefe-
renza alle medicine grezze. Eppure nella sua Materia Medica
riveduta noi vediamo che il Dott. Hughes, la cui vera ripu-
tazione dipende dall’aver egli assunto il nome di Omiopatico,
ignora deliberatamente le sperimentazioni fatte con questa
vera potenza, che Hahnemann, dopo matura esperienza, rico-
nobbe superiore alle basse potenze. Non occorono commenti.
Quale sari ora il verdetto della professione, e cosa farA
nella prossiraa riunione l’Istituto Americano di Omiopatia ?
Se quest’opera fosse ben redatta, sarebbe di grande utilitA,
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RIVISTA OMIOPATICA.
188
perchb avrebbe risparmiato ai futuri compilatori della Ma¬
teria Medica il disturbo di esaminare tutta la lelteratura
omiopatica ed allopatica per ottenere una perfetta conoscenza
delle patogenesie dei nostri rimedi. Ma come sta al presente
l’opera non merita alcuna flducia, mold sintomi (compresi,
spesso, piu importanti) essendo interamente omessi, e, quando
sono dati, vengono frequentamente mutilati o falsiflcati. L’o¬
pera b semplicemente una disgrazia per la professione medica
in generale e pei compilatori in particolare. Se vuolsi che essa
sia utile deve essere interamente rifatta, sebbene anche in
tal caso, io terao che non possa essere ricevuta con fiducia
dalle stesse mani. II Dott. Hughes, quantunque egli sia tutto
occupato nel fatto di scoprire gli errori dei tipografl o degli
amanuensi nelle opere altrui, non b, come si dimostra da se
stesso, una persona adatta e fornita dei requisiti che si ri-
chieggono per pubblicare una Materia Medica omiopatica.
Nel suo Manuale di Terapeutica (1878), che egli ha la
sfacciata audacia di chiamare « secondo il metodo di Hahne¬
mann, » mentre esso b in realty solamente « secondo il me¬
todo di Hughes » egli dichiara che guarda innanzi ad un
millennio di conoscenza patologica, e che « in proporzione
che questo fine b raggiunto, il bisogno di una Materia Me¬
dica qualunque diventa sempre piu minore.
Affldare la compilazione di una Materia Medica omio¬
patica ad un medico che considera una Materia Medica sol-
tanto come un male temporaneamente necessario ed un danno
b un atto presso a poco razionale come l’incaricare il signor
Bradlaugh o il Colonnello Ingersoll di scrivere un comraen-
tario sulla Bibbia per l’uso dei ministri del culto. ( The Ho¬
moeopathic Physician).
0SSERVAZ10NI CL1NICHE
Caso I. — Un uomo, dell’eta di quarantadue anni, aveva
forte dolore nel lato interno del ginocchio sinistro, molto sen¬
sible al tatto, punto del dolore facilmente coperto colla punta
del dito; alcune volte migliorato dal movimento, peggiorato
dalla pressione; la giuntura del ginocchio scricchiolava sten-
dendo la gamba. Con., Colch., Rhus non riuscirono che a
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RIVISTA OMIOPATICA.
189
sollevarlo temporaneamente. Finalmente egli si lagnd di un
punto doloroso nelC addome circa due pollici sopra 1’ ombe-
lico, ed ugualmeute distante a sinistra dalla linea raediana.
Esso era doloroso come un foruneolo, ma non presentava al-
cuna apparenza esterna. Gli aggravamenti erano gli stessi,
come al ginocchio, e rammentando che Ranun. bulb, aveva
« piccoli spazi dolorosi, come da ulcerazione subcutanea, »
(vedi Cond. Mat. Med. di Hering), io diedi Ranun, bulb. 3X ed
ambidue gli incomodi furono alleviati.
Caso II. — Lo stesso uomo ebbe un intenso indolori-
mento del collo del piede (Symp. Reg. di Allen, pag. 668)
sinistro, o sensazione di contusione; diedi una dose di Bry 200
che reed sollievo in sei ore.
Caso III. — Un uomo, di ventinove anni, ebbe febbre
intermittente vari anni or sono, che fu troncata con Mor-
flna. D’allora in poi b stato incomodato ogni primavera ed
autunno con manifestazioni malariche, le quali erano ordi T
nariamente soppresse col Chinino. Da tre settimane lamen-
tavasi di dolor di testa un mattino, e di tosse nel mattino se-
guente. Informo, che egli era solito vomitare bile durante il
freddo e che soffriva grandemente nelle ossa. Io gli diedi Eup.
perf.i2c II giorno appresso egli ebbe brividi, che disse esse re
appunto come quelli che era solito avere. Quantunque siano
gik passati 14 mesi, egli non ne ebbe piu.
SULPHOR^NELPAN ERECCIO
2 Febbraio 1882. — La signorina M. D. di anni 20.
Per tre settimane essa aveva avuto un panereccio nel dito
indice sinistro. Tutto il dito era infiammato, e l’ultima
falange conteneva pus lungo tutta la sua estensione, eccetto
che sul dorso. Lo ha coperto di dieci cataplasmi con Bepar,
e ha preso Hepar e Silicea per una settimana internamente,
ma essa ha sempre peggiorato. Vi sono ora dolori lanci-
nanti nella superficie ulnare dell'ultima falange; battiti
lungo tutto il dito; dolore estendentesi fino all’ascella ed
alia scapola; anche bruciore in tutto il dito; esso b molto
sensibile; sonno disturbato dai dolori durante Tultima set-
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RIVISTA OMIOPATICA.
timana; dolori alleviati dall’acqua fredda; alleviati dal
tenere il braccio alzato, aggravati dal tenerlo penzolone.
L’acqua calda esacerba il male ed i battiti. Una massa
della grandezza di una palla da giocare sta nel lato ul-
nare della piegatura del goinito, con dolore in essa. Ella
ha spesso pipite. Ebbe cinque panerecci negli ultitni tre
anni, tutti curati allopaticamente, e cou tagli; essi vennero
in celere successione in differenti luoghi, Ire nella noano
sinistra e poi due nella mano destra. L’osso fu levato da
due di essi.
Uno studio della Terapeutica Analitica di Hering
sul paneraccio mi condusse a Sulphur, ed io diedi Sul-
phur dm (F. C.) ogni quattro ore. Nessun cataplasm a, ma
bagnature coll’acqua tiepida.
6 Febbraio. — Il dolore aumento dopo la seconda
dose, ed il paneraccio si aperse alle 9 ant. del 3 Feb¬
braio. D’allora in poi stette meglio e dorml bene. La pelle
divenne scura appena dopo F apertura, ci6 che non era
mai accaduto prima. Oggi non vi b alcun dolore, salvo
che nel centro dell’unghia, come se fosse spinta fuori del
dito. La massa alia piegatura del gomito b solamente
della grossezza d’ un pisello, e senza dolore, salvo che
toccandola. 1 tre precedenti cattivi panerecci durarono tre
settimane prima d’ aprirsi, ed impiegarono circa un mese
a guarire. Non diedi ulteriore medicina.
24 Febbraio. — Riferisce che da una settimana il
dito e totalmente guarito, ed essa pub fare forza con esso.
Esso b guarito molto piu presto che i primi panerecci
che furono curati allopaticamente; e non vi rimase alcun
intirizzimento, come le avenne nei primi attacchi. Ordi-
nariamente l’etfetto del rimedio omiopatico b di alleviare
il dolore prima che il pus o sia evacuato o sia assorbito,
e cio b la prova di una guarigione opposta ad un rista-
bilimento naturale.
In questo caso l’aggravamento temporaneo del dolore
di un panereccio pronto ad aprirsi impedl Fordinario corso
dei fenomeni. Ma che essa sia una guarigione veramente
omiopatica b provato dalla convalescenza straordinaria-
mente pronta.
Le caratteristiche di Sulphur, date da C. Hering, sono
(1) « Dito indice, » Sulphur (a cui si pub aggiungere Calc.,
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RIVISTA OMIOPATICA.
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Kali, c., Septa.); (2) « Oasi vecchi maltrattati, » Hepar,
Phosphorus, Silicea, Stram., Sulph,; (3) « da pipite, »
Lycop., Natr. — m., Sulph.; (4) « Molta sensibility, al
tatto, » Apis, Sang., Sulph. (ai quali aggiungasi Hepar);
(5) « Dopo la suppurazione, » Side., Sulph.; (6) « Con
carie, necrosi, » Asaf; Aurum; Fluor. — ac., Lycop.,
Mercur., Mezer; Phos ac., Silic., Sulph.
Dott. E. W. Berridoe.
APPDNTI CLINICI
Thuya nella diarrea . — Una giovane di anni 21, magra e bionda
avea da parecchi giorni diarrea pallida, gialla, acquosa; emessa con
forza, copiosa , grande gorgoglio negV intestini. L’evacuazione goc-
ciolava dall’ano durante il son no. Gran debolezza dopo V evacuazione,
sete con spossatezza ad accessi; perdita di appetito, respiro oppresso .
le bevande rotolano nello stomaco in modo audibile . Furono date
quattro dosi di Thuya 60 m, da prendersene una nella sera, ma le
altre tre raccomandando di non prenderle qualora nella notte si
manifestasse miglioraraento. Ne fu presa una sola, e la giovane nel
mattino seguente fu in grado di andare al suo lavoro. Nel di ch’essa
prese la dose non era stata in grado di camminare fino a casa dal
suo opiflcio ch’era stata costretta ad abbandonare. Ogni sintomo
del caso era pronunziato e coperto dal rimedio, eccetto uno, « eva¬
cuazione gocciolante dall’ano durante il sonno. » (Z. T. M. in Homoeo¬
pathic Physician).
Natrum muriaticum nelVepistassi. — Michele Fey, vetturino, di
anni 30, soffriva da tre giorni emorragia nasale curata inutilmeute
con astringenti, tamponamenti, etc. Il Dottore allopatico confesso di
non avere altro a fare. Si rivolse allora il paziente all’ Omiopatia.
Il Dott. Morrow lo vide cogli abiti tutti saturi di sangue: era molto
pallido per l’eccessiva perdita di sangue; ma non accusava sofferenze.
Osservando la lingua fu vista con intonaco bigio; ed in ciascun
bordo, circa un quarto di pollice dair estremitk, eravi una flla di
vescichette. Questi sintomi oggettivi lo guidarono a Natr. mur. che
venne amministrato in unica dose, ed in dieci minuti 1’emorragia
cessb. (The Medical Advance).
NOTE E NOTIZIE
Istituto Omiopatico di Madrid . — Ecco le materie che sono in
esso insegnate coi nomi dei rispettivi Professori. Il corso h di due anni
che incorainciano, col 1° Ottobre. — Anno l.° Esposizione della dottri -
na omiopatica , Dott. Anastasio Garcia; Terapeutica e materia medica
omiopatica , Dott. Vincente Vignau; Clinica medica , Dott. Tomas Pel-
licer; Clinica delle malattie delle donne e dei fanciulli, Dott Anasta-
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RIVISTA OMIOPATtCA.
192
sio Alvarez. — Anno 2.° Materia, medica omiopatica , Dott. Vignau;
Clinica medica, Dott. Peliicer ; Clinica delle malattie delle donne e
dei fanciulli, Dott. Alvarez.
Dagli Stati-Uniti di America ci giungono sempre i piii splendidi
esempi di amore intelligente e generoso per POmiopatia. II Medical
Advance dello scorso Novembre ci fa conoscere che due cittadini di
Detroit nel Michigan, i signori J. Me Millan e J. S. Newberry, hanno
donato con munificenza regale, 100,000 dollari ognuno per la fonda-
zione in quella cittk di un Ospedale libero sotto la direzione di me-
dici omiopatici. Del fabbricato relativo, che deve avere quattro piani,
e nel quale devouo essere introdotti tutti i moderni miglioramenti,
si incomincia ora la costruzione. Venti medici omiopatici esercenti
nella cittk di Detroit hanno scritto una lettera di ringraziamento ai
due benemeriti donatori per il loro atto generoso.
Dobbiamo un tribute ultimo di affetto alia venerata memoria
del Rev. P. Pietro Semenenko, Generale della Congregazione della
Risurrezione, infermatosi e passato di questa vita il 18 dello scorso
Novembre a Parigi, allorchb disponevasi a fare ritorno in Roma.
Uomo dottissimo in ogni genere di scienze, fu sapiente amatore e
propagatore di Omiopatia, per lo cui mezzo era egli insperatamente
guarito da oltre 45 anni fa, di etisia disperatissima. E per mezzo del-
Pomiopatia potb giungere in prospere condizioni di salute all’etk di
anni *74 restando ad essa fedele fino alPestremo de’ suoi giorni, e
ricusando sempre le proposte fattegli dai molti amici che lo visita-
vano nell’uitima malattia di accettare i soccorsi delle primarie ce-
lebritk mediche di Parigi chlessi insistentemente gli offrivano. Si
forti erano le sue convinzioni. Alle quali anco si deve se buona parte
della colonia polacca che stanzia in Roma ebbe la fortuna di ap-
prezzare e di godere i beneficj della Omiopatia. Poichb la sua alta
dottrina, la conoscenza di molte lingue, la squisitezza de’ suoi mo-
dilo facevano grandemente stimare ed amare da tutti i suoi con-
njzionali e da quanti avevano la buona veutura di avvicinarlo. —
Noi intanto, da lui onorati di amicizia piii che trentenne, mentre
ne deploriamo la perdita, facciamo voti che, giunto ora alia contem-
plazione delPeterna Veritk, egli la supplichi affinchb quel raggio di
Essa che fu trasfuso nel mondo per opera di Samuele Hahnemann,
dia fra noi i migliori e piu ubertosi frutti.
Ed un umile ricordo di memore gratitudine dobbiamo anche alia
memoria delPottimo Principe Don Marcantonio Borghese, sulla cui
tomba ha pianto ogni ordine della cittadinanza romana. Poche volte
abbiamo avuto l’onore di avvicinarlo, ma in quelle poche occasioni
ne fu dato di ammirare Palta bonta dell’animo, espressa dalle piu no-
bili doti di amabilitk. E maggiore stima gli abbiamo sempre profes-
sata per Pamore che ebbe ail’Omiopatia la quale procurb giovare in
piu modi. Questa nostra Rivista fu pure da esso favorita, essendone
stato associato fedelissimo dal primo anno di sua fondazione fino al
presente. Sia pace all’anima sua.
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RIVISTA OMIOPATICA
Anno XXXII GENNAJO 1887. Numero 7.
IDROFOBIA: PRESERVAZIONE E CDRA
del Dott. P. P. Wells.
L’interesse del pubblico su questo soggetto, ed in
specie dopo gli sperimenti del signor Pasteur riguardo
alia protezione di quelli che disgraziatamente sono andati
soggetti ad attacco di animali arrabbiati, pub essere accet-
tato come una ragione per aggiungere ad esso la limitata
esperienza dello scrivente, tanto sul metodo di prevenire
quanto su quello di curare questa malattia la pih formida-
bile di tutte. Ed in primo luogo, parliamo del modo di
prevenire lo sviluppo della malattia in quelli che sono
stati morsi da animali arrabbiati. Fu richiamata 1’ atten-
zione sulla possibility di cib fino da molti anni addietro,
ed anche sui mezzi coi quali questa prevenzione poteva
essere ed d slata molte volte efficace, come venne com-
provato da quell’intelligentissimo e fervido credente e pa-
trocinatore dell’ Omiopatia di Hahnemann — 1’ onorevole
Alessio Eustaphieve, Console Generale di Russia negli
Stati Uniti. Egli scrisse sull’ argomento vari articoli i
quali erano caratterizzati da una singolare intelligenza
e seriety, e furono presentati al pubblico sui giornali
quotidiani di Nuova-York. Queste eccellenti comunica-
zioni attrassero 1’ attenzione del pubblico meno di quanto
meritavano. Esse furono pubblicate molti anni prima che
si sentisse a parlare del signor Pasteur, se non prima
che egli fosse nato. I principii inerenti ai metodi di Eu¬
staphieve e di Pasteur erano chiaramente gli st.essi, quan-
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RIVISTA OMIOPATICA.
tunque i loro mezzi ed il loro modo di amministrazione
fossero del tutto diversi. II numero degli ora viventi i
quali conservano la memoria degli articoli di Eustaphieve
deve essere piccolo. Se qualcuno fosse tentato di indagare
percbb questi importanti documenti furono lasciati cadere
cost presto in dimenticanza, si pu6 accettare per ragione
sufficiente quella che il loro autore era un conosciuto
propugnatore dell’ Omiopatia di Hahnemann, e che la
prevalente opinions e pratica medica di allora erano vio-
lentemente opposte a questa; ed il pubblico prendeva
l’imbeccata dai dottori. I dottori della vecchia medicina
sembravano decisi a ritenere, che « nessuna cosa buona »
avesse « a venir fuori da questo Nazareth », se essi potevano
impedirla. E poi il Console non era un dottore, ed i suoi
articoli colpivano le orecchie di tali, che da lungo tempo
si erano fitta in capo 1’ idea dell’ impossibility di essere
istruiti di qualche cosa, e specialmente da persone che
avevano convinzioni diverse dalle loro. Coloro che giy
credono di saper tutto non possono riuscire che allievi
di poca speranza, chiunque possa essere 1’ insegnante.
Essi sono stati solamente troppo pronti a glorificare
Pasteur, mentre ignoravano totalmente il metodo del Con¬
sole che a noi sembra assai migliore e piit sicuro. Ri-
fiutarono essi di venir istruiti da uno che aveva avute
molte e positive esperienze del modo di prevenire e curare
questa piit temuta di tutte le malattie perchb avevano
piena conoscenza di altri mezzi e migliori per raggiun-
gere questi fini? — mezzi il cui uso sia stato seguito
da piit grandi successi? Niente affatto. La storia, che
non mentiry, quando sary scritta, dichiarery certamente
che questi uomini riguardo all’idrofobia non avevano nb
conoscenza, n& mezzi, n6 successi. Non b forse questa
effettiva mancanza di conoscenza che li fece gridare glo¬
ria a Pasteur ed all’inoculazione prima che il suo valore
fosse stabilito dalle felici riuscite della sua pratica? Cosi
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RIVISTA OMIOPATICA.
195
essi s’ ingoiarono tutti i microbi di Koch, e glorificarono
Koch prima di conoscere qualche cosa della verity va-
lore, o importanza della sua asserita scoperta. Non sem-
brerebbe che per essi tutti i progetti ed i mezzi imagi-
nari sono degni della loro attenzione e fiducia? Ma in
quanto alia verity, scoperta e piu e piii volte confermata,
se in qualche modo si riferisca all’ Omiopatia, od emani
da qualche persona che la difende e la esercita, essi nulla
ne avranno.
L’impedire lo sviluppo dell’idrofobia dopo che una
persona 6 stata morsicata da un animale, arrabbiato b
stata una questione, intorno alia quale sono stati spesi
molti pensieri e molta fatica. II risultato fu il ricorrere a
mezzi — supposti adattati a questo scopo — di varie spe¬
cie. L’arte della chirurgia 6 stata molte volte ed attiva-
mente adoperata, e sempre con un risultato, cio&: fiasco!
Questo ricorso ad essa sembrava promettere buona riu-
scita solamente a motivo delle false vedute intorno alia
natura ed all’azione della causa della malattia. Questa
b stata riguardata come una cosa materiale, inserita dai
denti dell’ animale arrabbiato nell’ organismo della per¬
sona morsicata. Cost il problema che si aveva in vista di
risolvere 6 stato di cacciar fuori questa cosa, o di distrug-
gerla dove essa era stata depositata nella ferita. Per
questo proposito il coltello, i cauteri, i caustici, e gli esca-
rotici sono stati subito ed attivamente messi in opera
per distruggere o rimuovere questa cosa prima che vi
fosse tempo pel supposto agente materiale, distruttivo, di
essere portato nella circolazione e fuori del dominio di
questi mezzi chirurgici.
Il vizio di questa veduta, e il conseguente universale
insuccesso di questi mezzi meccanici, sta nello scambiare
il veicolo pel quale il veleno & portato nell’ organismo
per il veleno stesso. Questo, lungi dall’ essere qualche
cosa di materiale che possa essere tagliata fuori o bru-
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RIVISTA. OMIOPATICA.
data una volta che si 6 cacdata entro il corpo, 4 invece
un vero dinamismo che istantaneamente invade l’intera
rnassa corporea ed imprime in questa ed in ogni tessuto
di essa la sua propria natura; cosl che per la sua distru-
zione od espulsione non vi 6 quantity di tagli o di bru-
ciature, che possa riuscire del piil piccolo vantaggio. Sa-
rebbe tanto ragionevole, e possiatno aggiungere tanto
« scientifico » e di buona riuscita, quanto il tentare
di tagliar fuori del corpo 1’ elettriciik, con cui il ful-
mine lo ha colpito! Eppure fino al dl d’oggi, e ad onta
che questi agenti non abbiano mai, per quanto ci 6 noto,
protetto alcun infelice morsicato, essi sono i primi ai
quali costantemente e solamente si ricorre dalla vecchia
medicina, come se dal loro uso fosse stato ottenuto almeno
un solo successo da infondere speranza nel chirtirgo, nel-
1’ infermo, o negli amici. Cost grande h la forza accie-
cante dell’abitudine, del pregiudizio e dell’ ignoranza!
« Non fu sempre questo il rifugio di coloro che godono
la pih grande riputazione come medici? Quindi chi vorrh.
impugnare ch’essi si intendano di questa pralica? » Puo
essere una sufficiente risposta a tale interrogazione il do-
mandare: L’ invariabile mancanza di riuscita non rende
superflua ogni altra condanna di ci6?
Se la natura dinamica del virus fosse accettata, come
richiede la verity, allora il primo passo logico nel cer-
care un preventivo sarebbe di rinvenirlo in qualche altro
dinamismo che abbia relazione con quello del virus, come
suo naturale vincitore. Ci6 6 risultato nella raccomanda-
zione di tre mezzi differenti, da parte di differenti autori,
l’uso dei quali serve alio stesso principio nell’efifettuare,
o nello sforzarsi di effettuare, la desiderata preservazione
— ciob: il principio dei simili.
Hahnemann raccomandava Belladonna dinamizzata,
poche dosi della quale, egli affermo, assicurerebbero que¬
st’ oggetto. La sua fiducia in questa assertiva era basata
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RIVISTA OMIOPATICA.
197
sulla sonfiglianza del registro patogenetico di questa me-
dicina coi fenomeni dell’ idrofobia. 1/ esperienza ha con-
fermata l'accuratezza del suo giudizio, ed ha giustificata
la sua fiducia Del principio di quella legge naturale che
gli rivelb questa verity: II rimedio il piu simile d ad un
tempo curativo e preservative di malattie.
Eustaphieve, basato sullo stesso principio, racco-
mandb il virus stesso potentizzato, come quello che pro-
teggerebbe nel modo il piil certo, perchb il piil certamente
simile nei suoi etfetti ai fenomeni della malattia. Questo
virus b stato dinamizzato e sperimentato ed b conosciuto
sotto il nome di Lyssin e di Hydrophobinum. Il Console
era un nativo dell’ Ukrania, in Russia, dove la malattia b
comunissima, proveniente da attacchi di lupi rabbiosi.
Egli afferma, di averne veduti i felici risultati molte
volte (*). Fortunatamente, questa malattia non avviene
comunemente da noi. Una volta sola nella mia lunga
camera dovetti curare persone morsicate da un cane
supposto arrabbiato. Questo caso pub forse avere in se
tale interesse da autorizzarne il racconto.
In Novembre del 1847, io fui chiamato a curare un
giovane dai ventiquattro ai venticinque anni, ed un ra-
gazzo di sette anni, che erano stati morsicati, ciascuno,
attraverso la parte grossa del pollice, mentre il giovane,
che teneva il ragazzo per la mano, procurava di difen-
dere una signora dairattacco di un cane, che aveva gi&
lacerate le sue vesti malamente e dimostrava grande
(*) Una parte, ed, il Console dice, una parte importante dei medici Russi
col morsicato consisteva nel vigilare giornalmente alia comparsa di una vesci-
chetta sotto la lingua dell’infermo, che ordinariamente si manifesta nella seconda
o terza settimana dopo la morsicatura. Se e abbandonata a se stessa, il suo
contenuto e assorbito nelle prime 24 ore dopo la sua comparsa. Bisogna pun-
gerla, fame uscire tutto il contenuto, e sciacquarla bene, ed allora 6 assicurata
la prevenzione. Se cio fosse trascurato, ed il contenuto della vesciehetta fosse
assorbito, allora k certo che la malattia apparira a tempo debito.
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198 RIYISTA OMIOPATICA.
rabbi*. II cane era ben conosciuto nel vicinato —
aveva appartenuto ad un uomo cbe era partito pel lon-
tano Stato dell’ Owest, lasciando il suo cane dietro di
se senza incaricar nessuno di averne cura. — Esso era
conosciuto come animale pacifico ed inoffensivo in tut-
to il vicinato, e si sapeva essersi nutrito dopo la par-
tenza del suo padrone colla carcassa di un cavallo
morto. Il cane fu trovato morto il giorno appresso che
aveva morsicato i miei infermi in una bottega disoc-
cupata di un falegname fra i truccioli sotto il banco. Non
vi erano segni di alcuna violenza che fosse stata praticata
sul cane, nb alcuna prova di causa di morte tranne quella
che era morto di malattia di qualche genere. E prendendo
i fatti come io li ho dati ■— il carattere antecedente
del cane conosciuto inoffensivo, la sua grande rabbia al
momento del mordere, la sua vita ultima vagabonda, uni-
tamente a questo altro e, forse importante fatto: che un
altro ragazzo, nel contiguo vicinato, circa lo stesso tempo
fu morsicato da un cane e subito mori. con tutte le ter-
ribili manifestazioni dell’idrofobia, — la conclusione, seb-
bene ci6 non potesse provarsi positivamente, non era
irragionevole che il cane raorl di idrofobia, e soffriva
della sua rabbia quando morsicb i miei infermi. Si sup-
poneva essere stato questo cane che morsicb il ragazzo
che mori, ma cib non poteva essere provato. Nb si poteva
provare che il cane fosse arrabbiato, ma i fatti sembra-
vano giustificare una ragionevole presunzione, che lo
fosse.
Era certamente la cosa piu sicura agire secondo
questa conclusione. Dopo un colloquio personale col Con¬
sole gl’ infermi presero il nosode Hydrophobinum ogni
dodici ore per una settimana, e furono tenuti sotto vigi-
lanza per tre settimane e piu, ma non vi furono mani¬
festazioni di malattia di alcuna sorta nb nell’uno nb nel-
1’altro, nb alcuna di idrofobia in seguito. Naturalmente,
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RrVTSTA OMIOPATICA.
199
la prevenzione della malattia non fu positivamente prO-
vata in questo caso, sebbene noi siamo autorizzati da!
fatti a pretendere presuntivamente, che il trattamento
proteggesse gli infermi. Non si poteva ricorrere ad altri
mezzi in questi casi, che al rimedio supposto specifico. II
risultato non lascid piu nulla da desiderare. Se fossimo
chiamati a curare qualche altro disgraziato in circo-
stanze simili, noi ripeteremmo la pratica con buona spe-
ranza di riuscita.
II terzo raetodo di procedere onde prevenire lo svi-
luppo della malattia in quelli che sono stati morsicati b
quello di Pasteur. Questo, piil che ogni altro, ha attirato
l’attenzione pubblica e guadagnata la pubblica fiducia
fino ad un punto non giustificato da alcuno dei fatti finora
datici. E degno di osservazione, che l’agente adoperato
dallo scienziato francese b lo stesso che quello del meto-
do Russo. La differenza sta nel modo della sua ammini-
strazione. Ed appunto qui noi abbiamo un esempio della
vista limitata della vecchia medicina riguardo ai principii
della filosofia e della pratica. II punto d’appoggio di Pa¬
steur fu la pretesa protezione dal contagio del vajuolo
mediante 1’ innesto del virus vaccino. E tale potere ebbe
cid sulla vecchia medicina, che essa immediatamente
parlb del suo metodo come di una « vaccinazione » col
contagio idrofobico, e gli diede immediatamente, in forza
della pih inadeguata prova, una fiducia poco inferiore,
se non uguale, a quella data al metodo di Jenner. Cosl
operando non si d.avuta alcuna conoscenza intorno alia
differenza nella natura dei due problemi. In uno la que-
stione &, T estinzione nell’ organismo della sua suscetti-
bilitct all’azione d’un veleno specifico, la quale suscetti-
bilit& b estinta da uno sperimento dei suoi eflfetti. Gli
eflfetti del virus vaccino sono cost simili a quelli del va-
juoio, che esso alcune volte (non sempre) estingue questa
suscettibilit&. La particolaritk b, che il sistema, come
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200
RIVISTA OMIOPATICA.
regola, non riconosce alcuna seconda impressione del
contagio vajuoloso. Sfortunatamente, i fatali risultati del-
l’azione del contagio idrofobico sono stati cost uniformi,
che non vi b stata alcuna opportunity di osservazioni in
quanto alia suscettibility a secondi attacchi del veleno.
Noi abbiamo detto che, in questa fretta della vecchia
medicina di impossessarsi, di difendere, e di adottare
questo metodo di Pasteur, possediamo un’ esempio delle
sue ristrette vedute intorno ai principii di fllosofia e di
pratica. La sua premura in questo caso di approvare e di
adottare una pratica fondata sugli stessi principii dell’altra
medicina che b stata sempre da essa cost ardentemente
detestata e contrariata, fornisce di ci6 una dimostrazione
di non poco interesse. Sembra che non siasi avuta alcuna
percezione del fatto che questo metodo di Pasteur £ omio-
patico nei suoi principi e nella sua natura. Se vi b in esso
qualche cosa di buono b solamente il risultato derivante
da un’ imperfetta obbedienza alia legge dei simili. La
vecchia medicina non conobbe ci6 che dy la spiegazione
di tutto questo.
Quindi questa limitata veduta b maggiormente dimo-
strata dalla sua parziale accettazione dell’ inoculazione
come una profilassi del cholera epidemico. Questa b la
cosa pih notevole, mentre sembra non esservi implicato
alcun principio, che possa dare qualche promessa di spe-
ranza di riuscita ricorrendo all’ inoculazione. Noi non
vediamo come questa parziale accettazione possa essere
intesa altrimenti che ritenendo tale inoculazione quale
l’attuale mania della vecchia medicina, a meno che fosse
sostenuto, che la caduta da cosl grandi speranze di bene
concepite dalla conoscenza dei microbi di Koch, il com-
pleto insuccesso di qualsia pratica efficace basata su quelle
speranze abbia lasciato i suoi aderenti in un pratico
abbagliamento intelletluale. E chiaro che essi non pos-
sono vedere i principi e gli elementi di cose che carat-
terizzano le loro^differenze.
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RIVISTA OMIOPATICA.
201
Dunque, in quanto alia guarigione dell’ idrofobia, che
cosa ha da offrire la vecchia medicina alle speranze di
coloro che sono bisognosi di cura? Una successions sol-
tanto di quasi non interrotti insuccessi che hanno con-
tradistinta tutta la sua storia passata. Ed b essa, in se-
guito a cid, piu volenterosa di ricevere istruzione da
quelli che hanno un migliore archivio di fatti? Essi non
ne sono affatto pih volenterosi; solamente accarezzano e
manifestano lo spirito dei farisei del tempo antico, quando
i medesimi non potendo contraddire il fatto della nuova
vista data a colui che era stato cieco soggiungevano:
Lo insegni to a not?
Non pub essere altrimenti che gradito a tutti coloro
che amano la verity perchb essa b verity, il raffrontare
•quest’archivio di insuccessi coi successi che furono pro-
messi da Hahnemann coll’uso del rimedio giustamente
scelto, la quale promessa b stata pienamente adempita
medjante 1’ uso di tali rimedi. Nell’ Archiv fur Homoeo-
pathische Heilkunst, Band X, Theil 3, S., 85 e seguenti,
sono dati colie loro particolaritb, i fatti e il trattamento
di un caso di questa malattia, che era stata sotto cura
dalla vecchia medicina finchb la sentenza di morte immi-
nente venne notificata all’inferma dal suo assistente della
vecchia scuola. La sentenza sembrava giustificata dalla
descritta condizione dell’inferma. Questa era realmente
in extremis. Tuttavia, essa rispose all’azione del rimedio
specifico scelto e fu da questo restituita in perfetta salu¬
te (*). Il rimedio scelto fu uno di un gruppo che Hahne-
(*) Boennmgbausen fu il medico ed il relatore di questo caso. Esso avvenne
in Gennaio 4 830, e fu da lui riferita nel 4 834.
A questo caso noi possiamo aggiunger quello curato felicemente son gia
vari anni in Vische, provincia di Torino, dal fu benemerito Dott. Fioretta;
del qual caso fece parola il Dott. Granetti in un suo libro che ne spiace non
poter citare, non avendolo qui con noi. — Ma siamo ben lieti di citare e ram-
mentare a grande onore, dell’ Omiopatia ed a conferma di quanto il Dott. Wells
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RIVISTA OMIOPATICA.
mann indicb come contenente i piil important rimedi per
1’ idrofobia. L’ inferma prese un solo rimedio.
stato dovere dello scri'vente di teiier conto di un
caso solo di idrofobia completamente sviluppata. L’espe-
rienza che egli ebbe con quello non fu di poco interesse
per lui. Un racconto di questo caso pub interessare altri.
Egli fu chiamato una mattina di Luglio, 1848, a visitare
T uomo che aveva cura del suo cavallo. Mi fu detto che
era infreddato e che aveva dolor di gola. Io lo trovai in
letto, che si lagnava di dolor di testa, e di gola, di grande
aridity della gola, di dolore nell’inghiottire, di mancanza
di sonno, di agitazione; la sua faccia era rossa e ardente,
gli occhi rossi, iniettati, lucenti, con un’ espressione al-
quanto selvaggia; pelle ardente, secca, e congestionata;
intelligenza chiara; polso 100 per minuto e duro. Egli
mi diede chiare ed intelligenti risposte alle domande
fattegli. Siccome non vi poteva essere dubbio sul rimedio;
gli effetti patogenetici del quale erano i piil Bimili ai feno-
meni che avevo dinanzi, chiesi una tazza di acqua ed un
cucchiarino; sciolsi pochi globuli di Belladonna 30 nell’acqua,
e ne offrii un cucchiarino all’infermo. Appena egli vide
1’acqua fu preso da violenta convulsione. Cessata questa
io gli dissi: « Michele, che cosa b questo? » Ed egli a
me: « che cosa ho io, signore? » La mia diagnosi, alia
espone nel suo magnifico scritto, la guarigione meravigliosa d’ idrofobia ope-
rata a Madrid nella signora Guevara dal Dott. Anastasio Alvarez Gonzalez.
Trattavasi di rabbia dichiarata tale ed inguaribile dai primari allopatici di quella
capitale; ed in periodo avanzatissimo. I giornali omiopatici. di quel tempo ne
resero conto. E noi pure ne riproducemmo una narrazione estesissima che incre-
duli e credenti possono sempre leggere in questa Rivista , Anno X N.° 20 del
30 Aprile 4 865, pagine 453 e seguenti. £ un’istoria che mostra come l’Omio-
patia non abbia affatto bisogno del signor Pasteur, i cui metodi, se hanno cosa
buona e rubata o derivata da quella, — un’istoria da bastar essa sola per far
accettare universalmente l’Omiopatia, se gli uomini fossero « uomini e non pe-
core matte. »
La DlREZIONE.
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RIYISTA OMIOPATICA.
203
quale io non aveva pensato — ciod di dare un nome al
caso — era per me bell’ e fatta. Io non aveva pensato
all’idrofobia, ma solaraente a ci6 che guarir& quest’uomo.
Tentai una seconda volta di dargli una dose della solu-
zione, e di nuovo la vista dell’acqua fu seguita da nn’altra
convulsione. Io domandai: « Cosa avete voi fatto? Siete
stato morsicato da an cane? » « No. Io ne sotterrai uno
che era stato ammazzato perchb era arrabbiato. » Egli
aveva toccato il sangue e la bava uscente dalla bocca
del cane colle sue mani che erano screpolate. I fenomeni che
avevo presenti erano il risultato di questa trascuratezza.
Tale diagnosi ora chiaramente diciarata richiedeva essa
un cambiamento del rimedio scelto? Si diceva che egli
« erasi infreddato. » Ma ci6 non aveva avuto nulla da
fare colla scelta del rimedio preferito; questa fu decisa
solamente dai fenomeni morbosi del caso, e la parola
« idrofobia » aveva poco da fare col cambiamento della
scelta, come essa non recava cambiamento nei fenomeni
della malattia. L’infermo, appena c'essatagli questa secon¬
da convulsione, fu invitato a chiudere gli occhi, ed aprire
la bocca per quanto poteva, cib che egli fece, ed una
cucchiaiata della soluzione gli fu gettata in gola il piil
in gift possibile. Questa fu inghiottita senza resistenza
spasmodica. Doveva farsene la ripetizione ogni quattro
ore. Questa prima visita fu di Giovedl.
Il giorno appresso (venerdl) egli aveva mono febbre,
meno dolore nella testa e nella gola, era meno agitato,
aveva dormito un poco durante la notte — a dir breve,
stava meglio. Fu continuato il rimedio.
Sabato. — Ancora piit migliorato. Continuato il ri¬
medio.
Domenica egli era cost migliorato che nel mattino
and6 a tavola e mangib un tazzone di pane e latte con
gusto come prima era solito, ed il suo finale ristabilimento
sembrava assicurato. Ma vi era stato per tre giorni una
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RIVISTA OMIOPATICA.
viva istanza del padre di un ragazzo che era stato recen-
temente morsicato da un cane, il quale desiderava man-
dare il mio infermo all’ ospedale a Flatbush, affinchb la
notizia che vi era un caso di idrofobia nel vicinato non
potesse arrivare alia sua moglie molto nervosa, la madre
del ragazzo morsicato; egli temeva la peggiore delle con-
seguenze se essa veniva a conoscere questo fatto. Egli
assedib il principale deH’infermo, il suo doltore, e l’infer-
mo stesso, senza tregua, finchb finalmente l’infermo accon-
sentl di andarsene se mi fosse permesso di assisterlo
all’ ospedale. Questo permesso fu ottenuto dalle autorit&
cittadine, senza il quale permesso 1’ infermo rifiutavasi
positivamente di andarsene.
La domenica mattina 1’ infermo camminb dalla sua
casa alia stalla, percorrendo da solo una distanza di
circa cento canne da pesca. Io lo vidi let mentre egli
aspettava il carro, che doveva portarlo all’ospedale. Egli
ragionava perfettamente ed il solo segno che mostrasse
della sua terribile malattia era uno sguardo a quando a
quando, come di apprensione improvvisa, sulla sua spalla,
come se vi fosse dietro di lui qualche oggetto spaven-
tevole.
Andai a vederlo all’ ospedale il giorno dopo all’ una
pom. Il mio defunto stimato vicino, il Dott. John Barker,
mi accompagnb all’ ospedale. Arrivammo all’ una e dieci
minuti, e ci venne detto che il paziente era morto da
circa dieci minuti! Noi non potemmo saper nulla circa
la cura alia quale era stato assoggettato, o su ci6 che
gli era accaduto dopo il suo arrivo all’ospedale. Non
potei vedere il medico che aveva trattato il paziente, ma
seppi che egli non voleva alcun omiopatico nel suo ospe¬
dale (naturalmente, egli ne era il padrone) e fece a modo
suo, coll’ aver ucciso il povero Michele prima del mio
arrivo! Io vidi Michele, morto, e vidi che gli era stato
cavato sangue!
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RIVISTA OMIOPATICA.
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Dico che uccise il povero Michele, perchfe, avendolo
visto al momento in cui egli partiva per 1’ospedale, e
conoscendo il progresso che egli aveva fatto verso la
guarigione sotto 1’ azione del rimedio specifico, e quanto
poco rimaneva ad essere guarito in quella Domenica mat-
tina, non posso avere alcun dubbio che, se fosse stato
lasciato solo dopo d’ allora, lo specifico che egli aveva
gi& preso sarebbe stato sufficiente per completare la gua¬
rigione. Ma egli non fu lasciato solo. Che cosa gli si
facesse soffrire, oltre il salasso, io non so. So soltanto che
tutto ci6 cost6 al pover’uomo la sua vita. Forse fu que-
sta la pih crudele dimostrazione del pregiudizio, odio, ed
ignoranza della vecchia scuola, che io abbia mai incon-
trata, ed il risultato fu dei pih tristi. Ed esso sembra
tanto piu imperdonabile in quanto che non possiamo sup-
porre che questo dottore ignori il fatto che la vecchia
medicina. non guarisce tali casi. Noi possiamo, forse, spe-
rare che essa abbia uccise poche porsone in un tempo
cost breve (The Homeopathic Physician).
PERITONITIS PUERPERALIS
per il Dott. Ad. Lippe.
Prima che Hahnemann ponesse le fondamenta del-
l’arte di guarire sotto la infallibile guida della Legge dei
Simili, questa malattia veniva universalmente trattata coi
mezzi del sistema antiflogistico; i risultati erano una gran-
dissima mortality, specialmente nelle inferme degli ospe-
dali, dove si sviluppava un miasma particolare che favo-
riva la diifusione della malattia.
L’oggetto di questo breve scritto non e d’ intratte-
nersi estesamente sulla diagnosi di questa malattia pecu-
liare alle donne nel puerperio, ma di restringerci alia
considerazione della sua felice cura coi mezzi dell’ Arte
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RIVISTA OMIOPATICA.
omiopatica di guarire. I registri terapeutici faranno vede-
re, come i primi pionieri della nostra scuola combatterono
con successo questa malattia, e le loro esperienze ci aiu-
teranno anche a mostrare sotto quali circostanze caratte-
ristiche furono omiopaticamente applicati i diversi rime-
di onde ristabilire le disordinate funzioni, e ricoDdurle al
loro stato normale.
Noi troviamo nell’ Hygeia 19,103 (Bosch) un caso.
Una donna di 28 anni era stata operata col forcipe per
placenta previa. Al terzo giorno ebbe un violento brivido,
febbre alta, polso duro, frequente, pelle ardente, gran sete,
lingua secca, pochissimo impaniata, forte cefalea, occhi
selvaggi, stralunati, lochi soppressi, niente latte nelle
mammelle avizzite, nell’ addome disteso fieri dolori che
peggiora'vano al piu leggiero contatto. Fu somministrato
Aconito 2 sciolto in acqua ogni mezz’ora il quale in due
giorni arrecb miglioramento; quindi vennero evacuazioni
dissenteriche e sotto 1* azione di Belladonna la malata
guarl in pochi giorni.
Diez riferisce un caso di una persona sensibilissima
attaccata aU’ottavo giorno dopo il parto, per aver bevuto
abbondantemente acqua fredda; calore secco con dolori
addominali continui taglienti e restringenti, tensione e
grande sensibility dell’addome al tatto; diarrea frequente
e ricorrente ogni quarto o mezz’ ora: cefalalgia pressiva
e stupefaciente, polso frequente, durct; sete intensa, lin¬
gua impaniata, bianca e secca; nausea; cessazione della
scarsa secrezione dei lochi; venne sostenuta la scarsa se-
crezione del latte col far attaccare spesso il bambino al
petto. Aconito 4 ogni tre ore per un intero giorno cac-
ci6 tutti i sintomi infiammatori, e ristabill la secrezione
lochiale: i rimanenti dolori colici all’addome cedettero in
24 ore a due dosi di Camomilla 4.
Diez riferirisce un altro caso. Una donna di 28 an¬
ni, di buona costituzione, di temperamento flemmatico,
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RIVISTA OMIOPATICA.
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quattordici giorni dopo un felice parto incomincib a la-
mentarsi, dopo che qualche eruzione puerperale le era con-
tinuata per qualche giorno, di una diminuzione nella se-
crezione del latte; erano completamente cessati gli scarsi
lochi; forti brividi ripetuti nella giornata e che duravano
ore furono seguitr da febbre e da profusa traspirazione,
polso duro e frequente, mancanza di appetito, gran sete,
sapore amaro, lingua secca con patina bianca, nausea fre¬
quente, stitichezza, dolori addominali specialmente alia re-
gione ombelicale, prima colici, contrattivi, remittenti, nelle
ultime 12 ore continui lancinamenti e bruciori, addome
rigonfio e sensibilissimo al minimo contatto, cefalea, in-
sonnia, eruzione rossa su tutto il corpo eccetto all’addo-
,me. Fu ordinato Aconito 3, prima ogni 4 ore, poi ogni
6. II giorno appresso la malata migliorb molto, e abban-
don6 il letto al terzo giorno.
Schroen, (Hyg. 5,99) riporta un caso. Dolore lanci-
nante tagliente nell’addome tumido, aggravato dalla pres-
sione e dal movimento, secrezioni di latte e dei lochi di-
minuite, cefalea, occhi lucidi, sete intensa, polso non pie-
nissimo ma frequente, pelle ardente, grande inquietezza,
ansietit con paura di morire, insonnia con delirio al 4°
giorno del puerperio: fu guarita con Aconito in pochi
giorni.
Burkner, nel Deitschrift di Hirsche 3,68, riferisce:
Una donna di 20 anni ebbe il secondo bambino, che mori
per resipola dei neonati al 4° giorno, venne assalita da
una violenta peritonite all’ 8° giorno dopo il parto, i lo¬
chi erano ancora normali, la secrezione del latte diminui-
ta. La febbre assai intensa assunse subito un carattere
nervoso. Al principio sembrb che fosse piit specialmente
affetto il peritoneo, ma dopo che Belladonna allevi6 i sin-
tomi, apparve che la sede della malattia era nell’ utero:
il grado della sua intensity si manifestb pei crescenti
brividi che Tinferma inconsapevole soffriva parecchie vol-
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RIVISTA OMIOPATICA.
te al giorno e che la facevano scuotere violentemente nel
letto. Faccia non molto rossa, percettibilmente livida e
turchiniccia, pelle secca, talvolta calore bruciante e di
nuovo piil fredda; timpanite, nessuna evacuazione, niente
orina, lochi cbiari e icorosi. Arsenico e Secale corn,
non arrecarono vantaggio, ma Lackesis 6 dato ogni due
ore produsse traspiro e secrezioni di orina togliendo di
mezzo il sovrastante pericolo.
Tutti questi casi rimontano a cinquanta anni fa. £<
cosa istrutiva e al tempo stesso interessante il ricapitolare
le indicazioni dei sintomi dei vari rimedi, che servirono
per guarire la febbre puerperale in quel tempo (1836).
Aconito fu raccomandato al principio della malattia; es-
so migliora i sintomi infiammatori, ma se predominano i
sintomi nervosi, non vi & rimedio migliore di Nigella
(seme di Carvi).
Chamomilla era indicata quando esisteva grande eccita-
mento del sistema nervoso, agitazione, pressione pulsante
alia testa, specialmente alia front.e, dispnea, mammelle av-
vizzite, soppressa secrezione del latte, diarrea acquosa
verdastra, colica, periodica emissione dalla vagina di san-
gue aggrumato, dolore air utero simile a quello del parto,
sete e freddezza delle estremitcl.
Pulsatilla se havvi sopraeccitabilita del sistema ner¬
voso, aspetto che mostra gran depressione pel dolore, sop-
pressione istantanea dei lochi, senso di bruciore e di ripie-
nezza ai genitali, vampe di calore con ansiet&, inquietezza
notturna, palpitazione di cuore e sete; spesso utile se fu data
una infusione di Camomilla: i sintomi proprio caratteri-
stici sono in special modo gran sete, disposizione alia pau-
ra e al pianto, grevezza paralitica delle estremit£, addo-
loramentp alle articolazioni, grande sensibility, delle pa¬
red addominali e dolori nell’ addome simili a quelli del
parto, lochi soppressi, diarrea acquosa, stranguria o emis¬
sione a goccie di orina chiara o scura, dolori laceranti e
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RIVISTA OMIOPATICA. 209
lancinanti nell’ addome, sapore putrido in bocca, capogiri
con perdita di vista, aggravamento serale.
Rhus tox. b alcune volte indicato, massime se tutto il
sistema nervoso b eccitato, e se la minima collera rende
pih grave Y eccitamento; tremore delle estremit^, accessi
di deliquio, grande ansieUt, generalmente febbre alia sera
e aggravazione dei dolori, cascaggine, delirio, eruzione
cutanea o eruzioni pustolose, forte dolor di testa di ca-
rattere lancinante, gran sete, dolori laceranti nell’addome,
iofiammazione all’utero; i lochi pressochfe bianchi si fan-
no nuovamente sanguigni, soppressa secrezione del latte.
Arnica b indicata se vi sono state contusioni dei ge-
nitali, o vi sono fessure nell’iitero.
Bryonia 6 indicata quando siavi faccia rossa ardente,
malinconia, dolori pungenti alia fronte, lingua secca con
intonaco giallastro, perdita di gusto, senso di morsicatura
sulla lingua, dolori lancinanti alle regioni ovariche, lochi
soppressi, stitichezza, polso duro e piccolo, brividi durante
il calore e dolori taglienti ad un lato molto esacerbati
pel movimento.
Ignatia , allorchd la malattia ha avnto per causa una
paura, un dispiacerej o v’ b stato abuso di caffe.
Nux Vom. specialmente se la malattia b stata ca-
gionata da collera, infreddatura, abuso di liquori spiri-
tosi, caffe o th6 di Camomilla. I lochi sono soppressi, si
ha calore ai genitali, tensione al petto, dolore tagliente
all’ombelico con eruttazioni amare, nausea e vomito, bru-
ciore all’ addome, pelle secca bruciante, polso duro, an-
siet& e paura di morte, tosse breve, secca, con addolora- -
mento del petto.
Belladonna b uno dei nostri pift validi rimedi in que-
sta malattia: brividi e freddo in alcune parti del corpo,
specialmente alle estremit&, calore bruciante e rossore
della testa, addome doloroso, periodica pressione in gift
(rovesciamento) nella pelvi e nel retto, emissione dalla
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RXVISTA OMIOPATICA.
vagina di grumi putridi di sangue, dolore alia fronte, vi¬
sta doppia, nel delirio visione di fuoco, offuscamento di
vista, feccie poche, non composte, tosse con respirazione
corta e rumorosa.
Syoscyamus , emissions freqnente di sangue aggru-
mato, accompagnata da convulsioni parziali.
Platina, quando vi sono emissioni copiose e dense
di sangue con doloroso tiramento in giu nella pelvi e
dolore alia regions lombare, brividi interni pressochfc
continui, dolor di testa alia fronte, peggio pel movimento,
ansiety, calore bruciante della faccia.
Zincum se esiste ninfomania, soppressione dei lochi,
e della secrezione lattea, grande sensibility ai genitali e-
sterni e interni.
Fino da cinquanta anni fa in cui furono pubblicati
e questi casi di guarigioni e leindicazioni pei rimedi, la
nostra letteratura non ha aggiunto nel trattamento della
febbre puerperale tanta esperienza clinica quanta se ne
poteva aspettare, e noi abbiamo aggiunto alia nostra Ma¬
teria medica rimedi pregevoli tali da ritenere una gran
quantity di sintomi simili come spesso caratteristici di
quella malattia. Noi faremo qui menzione soltanto di Apis
mel. e di Tilia europea. Apis produce e guarisce tanti
sintomi addominali, ha tale un deciso effetto sulle ovaie
e sull’utero che possiamo aspettarci di vederlo frequente-
mente ben indicato. Tilia ha prodotto e ha guarito quel
sintomo caratteristico di sensibility e addoloramento dello
addome allorchy h accompagnato da sudore caldo pro-
fuso che non dy sollievo, un sudore assai differente co¬
me lo si trova caratteristico di Mercurio (viscoso, untuoso,
freddo) e nella particularity del sudore invariabilmente
presente (sotto Tilia) esso ha una sensibility e addolora¬
mento dello addome sensibilissimo come quello che ben
si sa essere caratteristico di Pulsatilla.
Durante trenta anni di una estesa pratica ostetrica
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RIVISTA OMIOPATICA.
211
non mi occorsero piit di tre casi, e questi furono tutti
prodotti da contagio portato nella camera della malata da
nutrici che venivan proprio dall’aver visitato casi di feb-
bre puerperale, che tutti avevano avuto esito fatale —
tutti sotto l’ordinaria prevalente cura allopatica. —• Io non
trovai difficolty alcuna nel guarire quei casi. Nel 1846
guarii due casi cedutimi da chirurgi della vecchia scuola.
II presentarsi molto pin frequente della febbre puerperale
sotto il trattamento allopatico puo spiegarsi facilmente.
La cura omiopatica della donna incinta comincia subito
che essa si lagna nella gravidanza di condizioni anormali,
e se il rimedio simile viene accuratamente amministrato,
quelle condizioni e la donna sono guarite, preparandola
ad un parto normale, e se durante il parto si affacciano
condizioni anormali, se le doglie sono anormali, o se si
slabiliscono emorragie, anche quando sopravvengono con-
vulsioni, la nostra ricca Materia medica pu6 essere con-
sultata per il rimedio simile, senza ricorrere alia ammi-
nistrazione invariabilmente dannosa di Ergotina o di Clo-
roformio o al parto forzato per mezzo del forcipe; e tali
donne cost convenientemente trattate hanno diritto ad u-
na pronta guarigione, e vanno immuni dai disordini che
frequentemente occorrono nel puerperio, e dai mali che
per molto tempo dopo li seguono. La grande superiority
dell’arte omiopatica di guarire sulla cura allopatica si
far& specialmente palese nella cura delle malattie delle
donne in generale, e della febbre puerperale in ispecie,
siccome quella malattia che ha raramente buon successo
trattata dagli allopatici: una grande maggioranza dei loro
casi finisce in modo fatale, mentre sotto il trattamento o-
miopatico i risultati sono assolutamente alKopposto.
Versione dall’inglese dal Dott. T. Baldelli.
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NOTE DI UNA LETTURA SOPRA STAPHYSAGRIA
Del Prop. J. T. Kent.
(Riportate stenograflcamente)
Questo rimedio d maravigliosamente utile in una sfera
ristretta. La sua sfera d generalmente di carattere ner-
voso con marcata irritability, tanto di corpo quanto di
mente — irritability della mente e degli t organi genito
— orinari e della pelle.
I sintomi della mente spesso dipendono da irritabi¬
lity genito-orinaria.
Gli stati mentali una volta sviluppati saranno esa-
cerbati dalla collera, dallo sdegno, da eccessivo mangia-
re, e specialmente da qualunque specie di eccesso ses-
suale, o di cruccio.
una fattezza caratterist'ica di Staph, il diventar te-
tro e dimesso. Irritabile e molto triste dopo un atto. di
collera, specialmente quando viene soppressa. Dopo una
notevole offesa. Dopo un insulto. Un gentiluomo d insul-
tato da un furfante che egli non pub percuotere, e soffre
orribilmente dalla prostrazione che ne segue. Egli si
sente insultato; si sente indignato; se egli fosse di con-
dizione un poco pid bassa, alzerebbe il pugno ed andrebbe
a percuoterlo. Cost egli si trattiene, si piega, e ne soffre.
Con tale informazioue io do quasi sempre Staph. Questo
genere di condizione porta cos! naturalmente su questo
sintomo di Staph. Se da tale stato deriva diarrea — per
collera e per sdegno — ci vuole Colocynth. Ora questi
due riraedi sono del tutto simili; specialmente simili ri-
guardo ai testicoli ed alle ovaje. Staph, b riuscita utile
pid particolarmente negli uomini. Colocynth ha manife
stata la sua marcata condizione sia nelle ovaje, sia nei
testicoli. Ambidue questi rimedi producono un dolore nei
testicoli come se fossero spremuti, ed ambidue producono
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RIVISTA OMIOPATICA.
213
lo stesso sintomo nolle ovaje. In ambidue i casi queste
sofferenze sono prodotte dalla collera e dallo sdeguo. Ma
in Staph, noi abbiamo quelle marcate fattezze mental!
che ho descritte — tristezza, malinconia, etc.
Un’ altra notevole fattezza di Staph, b la sua in¬
fluenza debilitante sugli organi sessuali del maschio, che
produce impotenza con estrema irritability della vescica
e dell’ uretra; irritability della vescica e dell’ uretra ca-
gionata da eccesso sessuale — cbe vi dary, molto pro-
babilmente, molti sintomi di Staph. La sua piii grande
utility b quando essa corrisponde a questo stato di Staph.
In molte sofferenze provenienti dal coito eccessivo, voi
troverete molti sintomi di Staph.
Voi troverete questa molto utile nelle persone spo-
sate di recente, specialmente nella donna, quando vi b
frequente bisogno di orinare. Una giovane sposa poche
settimane dopo il matrimonio soffre grandemente nell’ o-
rinare. Grande irritability della vescica e dell’ uretra. I
naturali cambiamenti nella sua vita hanno prodotto presso
a poco questo risultato e Staph, b un rimedio eccellen-
tissimo. Riguardo agli organi genitali vi b un marcato
prurito; irritability con prurito e formicollo come da in-
setti. I sintomi pih termentosi nel maschio sono prodotti
da questo formicollo, come di insetti attorno alio scroto.
Ei vi diry che ha qualche cosa che sempre formicola. E-
gli ha bisogno di grattare lo scroto continuamente.
Dove P irritability b pih particolarmente limitata al
prepuzio ed al pene ci vuole Petrol.
I genitali esterni della donna avranno questo prurito
e voi dovete confrontare Coffea, Platina, Petroleum, Apis,
Tarantula e Staph. Essi tutti hanno questo prurito molto
tormentoso.
Terribile prurito, una sensazione come di insetti
striscianti e formicohmti. Tarantula Hispanica ha guarito
moltissimi di questi casi per mio mezzo. La donna vi
J
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RIVISTA OMIOPATICA.
dir& che tutte le parti esterne le sente come se vermi o
come se insetti stessero forando e formicolando, senza
alcun sollievo n£ dal freddo nb dal calore. Vi b un con-
tinuo titillamento ed un’ irritazione che b molto nojosa e
tormentosa.
Questi sono i sintomi generali dello stato genito-ori-
nario, e lo stato mentale vi ajuter& a scegliere questa
medicina. Vi b un’ altra fattezza marcata rapporto alia
testa ed alia fronte. Una sensazione di un pezzo nella
fronte, come se fosse conficcato in essa. L’ interno del
cervello si sente come se fosse una palla di legno.
Questo sintomo 6 probabilmente manifestato ed as-
sociato coi sintomi mentali, ed b prodotto dalla stessa
causa, associata con irritability degli organi genitali, etc.
Vi b un altro sintomo che probabilmente sarh, pre¬
sente, con o senza quella sensazione di una palla nella
testa, e questo b una sensazione di vuoto, come se vi
fosse uno sfregio nella base del cervello.
Questi due sintomi possono essere associati; sensa¬
zione di una palla nella fronte, e sensazione di vuoto
nella parte posteriore della testa. Questi sono caratteri-
stici di Staph.
Esso ha dolor di testa il pift premente, e stupefa-
cente, con una condizione stupida generate della mente.
Sonnolenza in modo che egli desidera di star coricato e
di dormire continuamente. Ed b cost irritabile che non
vuole che le persone della sua famiglia gli parlino, e deve
fare il piil grande sforzo per tollerare i piccoli della sua
famiglia; tanto i fanciulli lo tediano.
Vi b grande prurito nel cuojo capelluto, e caduta dei
capelli. Questi sono i lineamenti caratteristici. Il prurito
b come da una sensazione di formicollo, in accordo con
questo sintomo dappertutto sopra la pelle.
Alle volte sembra che sia un rimedio che agisce pro-
fondamente. Esso agira nei sintomi mentali cronici da
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RIVISTA OMIOPATICA.
215
quattro a sei settimane. Io constatai che nna sola dose
di Staph, tenne lontani per sei settimane i sintomi piil
marcati e molesti. Ho presentemente un infermo sotto
l’azione di Staph., ed essa ha agito su di lui circa sei
settimane. Egli sta quasi bene. Egli ebbe in tutto due o
tre dosi di Staph., altissima. Questo fu un caso di grande
stanchezza di cervello, cost chiamata, con grande debo-
lezza genitale. Irritability con inability a sostenere uno
sforzo mentale. Egli fu insultato da un* uomo; essendo
troppo distinto per azzuffarcisi, soggiogb la sua collera
ed andd a casa malato, tremante, ed esausto. Staph, agl
maravigliosamente su di lui.
In realty questa medicina ha dato sollievo anche
nella sifilide e nella sicosi. Giov6 nell’ intromissione delle
due diatesi in un vecchio caso di sifilide cronica — una
sifilide che dur6 lungo tempo e lascib la sua impressione
sul corpo. E specialmente essa modifica i casi che sono
stati mercurializzati. Essa 6 quasi uguale ad Hepar e Nit.
ac. a questo riguardo.
Per la infiammazione che si stabilisce dopo che un in¬
fermo ystato raercurializzato —come il finale risultato della
sifilide — essa sta con Merc., Hepar e Thuja per questo stato.
Essa 6 un gran rimedio per i bottoncini a base in-
durita, che lasciano nodi duri; con quello stato irritabile
che io ho descritto; la debolezza genitale e 1’ irritability
della vescica.
Peggioramento dalla collera e dallo sdegno; tale sto-
ria del vostro infermo vi condurry a questo rimedi'o.
Un’ altra fattezza marcata e molto particolare 6 ri-
spetto ai denti. Essi sono neri e sgretolantisi. Esso y un
grandissimo rimedio nei piccoli fanciulli, nei fanciulli ir-
ritabili i quali hanno i denti neri. I denti diventano neri
quasi subito appena appariscono fuori delle gengive.
Confrontate questo rimedio con Kreosotum, poichy
esso ha pure 1’ irritability, la condizione variabile desi-
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RIVISTA OMIOPATICA.
216
derando ogni sorta di nuovi giocatoli, gettandoli via ap«
pena si banno. Questo stato irritabile appartiene ad am-
bidue, e voi dovete confrontare con accuratezza questi
due medicamenti.
Questo rimedio ha salivazione; quindi voi vedete la
sua relazione con Mercurio, e perchb cosl bene esso qua-
dri con Mercur. — quando pub antidotarlo. I suoi sin-
tomi salivari sono simili a quelli di Merc.
Hering di costante accumulazione di acqua nella
bocca.
Vi & gonfiezza delle tonsille, anche dopo abuso di
Merc.
Mentre parla essa inghiottisce continuamente. Perchb?
Per quella costante accumulazione di acqua nella bocca.
Brama di cibo sottile liquido.
Gran desiderio di vino, acquavite, o tabacco.
Vi b una grande aviditi per il suo tabacco, che gli
;fa male. Nel testo non b detto cosl, ma b un fatto che
egli b sempre aggravato dal suo tabacco.
Sensazione come se lo stomaco pendesse in gib e
fosse rilasciato. Cib costituisce un tratto di molta simi-
glianza con Ipec. nello stato "colico, ma non vi b un esau-
rimento marcato per nausea. Colica dopo la litotomia.
Questo, naturalmente b un sintomo clinico. Colica, con
urgenze di evacuare o con urgenza di orinare; svoglia-
taggine — peggiore dopo aver preso cibo od aver be-
vuto. Peggioramento dopo il cibo o la bevanda b del
tutto comune, ed b un aggravamento caratteristico.
Cib mi fa pensare a Staph, riguardo alle ferite.
Le ferite che sono divenute irritabili e volgono alio
scuro. Per queste voi troverete un portentoso rimedio in
Staph. Naturalmente, in tale caso, osservate lo stato men-
tale generalmente, ed i sintomi che precedettero la fe-
rita. Staph, b cosl buono per le ferite, per gli effetti delle
ferite, o per la guarigione del disturbo in generale, che
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RIVISTA OMIOPATICA,
217
se per qualche ragione voi avete dato al vostro paziente
Staph., ed egli riceve una ferita, voi non pot.ete cam-
biare il rimedio. Voi dovete continuare con essa.
Flati caldi; puzzano come uova putride — (Psorin.).
Vi b qualche cosa pih caratteristica in questo rime¬
dio; ed b: la traspirazione ed i-flati puzzano come uova
putride. II paziente di Staph, quando suda, pute di uova
putride; tanto la traspirazione b cattiva.
Dopo il minimo cibo o bevanda, evacuazione con do-
lori colici e dissenterica. Ebbene a che cosa somiglia ci6 ?
Somiglia a Colocynth.
Colocynth. e Staph, hanno Io stesso sintomo. Ambi-
due hanno quel sintomo, aggravamento dopo aver man-
giato o bevuto. •
Staph. Colocynth. e Caust. seguono bene 1’ Uno al-
1’ altro e sono complementari ciascuno dell’ altro.
Voi troverete nel vostro testo mqltissimi sintomi re-
lativi alia debolezza dell’ apparato sessuale maschile.
Abbiate sempre in mente il portentoso valore di que¬
sto rimedio relativamente alia masturbazione.
L’abbassamento (alienazione mentale?) quello che
appartiene alia pratica — all’ atto — appartiene pure a
questo rimedio.
Testicoli infiammati con dolori brucianti, e pungenti,
e prementi, e tiranti. Lancinamento e tiramento nei cor-
doni. Il testicolo destro si sente come se fosse compresso.
In Colocynth. noi abbiamo il testicolo come se fosse
spremuto. Voi vedete che questo b lo stesso sintomo —
come se fosse compresso o spremuto. Essi sono molto si-
mili in questo sintomo.
Vi b un sintomo del cuore che non b nel testo, ch b
b di gran valore. I dolori trafiggenti nel cuore sono molto
caratteristici.
Vi b tremore e battito del cuore.
Questo rimedio ha violenta palpitazione — palpita-
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218
RIVISTA OMIOPATICA.
zione cosl marcata che essa pud vedersi — il battito; ed
esso scuote tutto il corpo. Cid trovasi anche in Nat.-mur.
Se voi avete violenti trafitture nel cuore e nella re-
gione del cuore, arresto del respiro, e con ci6 nessun
altro sintomo — come spessissimo in pratica non trove-
rete null’altro per guidarvi che questa trafittura nel cuore
— allora Staph, vi servird molto bene.
Vi d un’ altra fattezza particolare di Staph.; ed d, la
sua tendenza a produrre eruzioni secche pagliose sui go-
miti, e nelle punte delle ossa, e sulle ossa del petto, ma
particolarmente sui gomiti e sui ginocchi.
Nodosity alle dita delle mani e dei piedi.
Essa produce anche un infiammazione del periostio
— una periostite.
Confrontatela con Asaf., Silic. e Merc.
Colocynth., Staph, e Caust. si seguono l’un 1’altro
in rotazione. (The Homoeopathic Physician).
SCARLATINA
Del Dottor J. M. Pease.
Caso. — Grazia B. — dell’ etd di dieci anni, hen
sviluppata per la sua etd, di complessiome estremamente
florida, fu presa martedl mattina dai sintomi seguenti:
Nausea e vomiti, febbre alta, polso 150, pelle caldissima.
Mai di gola dal lato destro e tonsilla coperta da essu-
dato ruvido grigiastro, fiato fetido, etc. Siccome la difte-
ria dominava considerevolmente, cosl il primo pensiero
fu che si trattasse di quella malattia. Fu dato Lycopo¬
dium 200 1 . Poche ore dopo fu fatta una seconda visita,
ed altri sintomi furono osservati. Le fauci presentavano
un aspetto estremamente rosso e lucente, 1’ essudato piCt
esteso, la lingua leggermente intonacata, con numerose
papille rosse rilucenti fra 1’ intonaco, come i semi spor-
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RIVISTA OMIOPATICA.
219
genti di una fragola; la pelle era molto rossa special-
mente al collo, e nella parte superiore del petto, la luce
era spiacevole agli occhi, e la congiuntiva rossa. Polso
fortissimo, ma assai facilmente compresso, ed i battiti 160
per minuto. Essa lagnavasi di senso di aridity e di ca-
lore nella bocca, ma non aveva sete speciale, eccetto che
per limonate; per6 soffriva di piu inghiottendo i liquidi
che i solidi. Era procliva ad essere sonnolenta, e mentre
sonnocchiava balzava su come spaventata o cercava di
andar fuori del letto; ma appena desta si coricava e si
copriva bene. Fu data Belladonna 200\
Al mattino seguente la pelle era rossa su tutto il
corpo, polso 140, aspetto della gola quasi il medesimo.
Non vi era tanta fotofobia quanto il giorno prece-
dente, e la temperatura non sembrava altrettanto alta, ma
avendo rotto il mio termometro un giorno o due prima,
non potei conoscere 1* esatto grado di calore.
Alla visita della sera i sintomi erano migliori, il
polso 120.
Sabato mattina: Febbre molto diminuita, la gola ha
meno membrana, polso 108; una seconda visita non fu
fatta quel giorno.
Domenica mattina: Membrana quasi scomparsa, gola
meno sensibile nell’ inghiottire, rossore della pelle deci-
samente diminuito; assenza di fotofobia; domandb che
cosa poteva mangiare.
Lunedl: Membrana scomparsa, gola soltanto legger-
mente rossa. Polso 102, pelle asciutta e ruvida, non rossa.
Martedl: Polso 90. Ha fame e pensa che sta per
morire di fame; desquamazione cominciata intorno al collo.
Mercoledl: Disquamazione incominciata su tutto il
corpo, essa si sente meglio, polso 86. Siccome non sem¬
brava vi fosse piu bisogno dei servizi del dottore egli fu
licenziato dopo sei giorni precisi dal principio della ma-
lattia; nessun altro rimedio fu dato eccetto quelli men-
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RIVISTA OMIOPATICA.
220
zionati, le dosi essendo somministrate una volta ogni tre
o quattro ore durante il massimo grado della febbre, ed
essendovi sostituito Sac. lac.
Che questo caso avrebbe potuto essere cattivo non
parmi esservi alcun dubbio, tanto piu che la madre e la.
sorella minore furono prese da difteria pochi giorno dopo.
(The Medical Advance).
ULCERE DELLA CORNEA
ESTRATTO DA YARIE FONTI CLINICHE
dal Dott. E. W. Berridge.
Ulcera centrale , Ars., Cimicifuga, Euphrasia, Hepar,
' Mercur., Nux v., Sulph. (profonda), Silic., Lac. felin.
Ulcera nella parte superiore, Crot.-tig., Hepar (an-
che Serpiginosa), Merc. ( vascolare), Rhus ( vascolare ).
Al margine, Hepar, Kali-b., Merc.-iod., Thuy. (Pm-
stula sul bordo della cornea , Rhus).
— margine inferiore , Hepar (vascolare).
— parte inferiore, Merc., (i vascolare , superficiale).
— lato esterno, Ars (bordi elevati).
— margine esterno (Sulph.).
— parte interna (Alumina).
Ulcera vascolare , Ars., Calc., Graph., Hepar, Merc.,
Rhus.
Superficiale, Ars., Asaf. Canth, Con., Euphr., Merc.-
iod., Merc., Rhus, Sulph.
— profonda, Hepar, Silic., Sulph., Arg.-n.
— fungosa , Hepar, Sil.
— elevata, Hepar.
— rossa, Hepar.
— circolare, Hepar.
— piana, Hepar.
— serpiginosa, Hepar, Merc.-iod.
— con base bianca , Hepar.
— per for ante, Sil., Podo.
— bordi elevati, Ars.
.— non vascolare , Sil.
— trasparente con bordi chiari, Euphr.
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221
D0D1CI REGOLE PER LA GURA DEGLI ORECOHI.
I. Non metter mai nulla nell’ orecchio per alleviare
il dolore dei denti.
II. Non tenor mai cotone negli orecchi se da essi
geme pus.
III. Non arrischiarsi mai ad applicare un cataplasma
all’ interno del canale dell’ orecchio.
IV. Non fare sgocciolare mai nulla nell’ orecchio a
meno che sia prima stato riscaldato.
V. Non far uso di altro che di una siringa ed acqua
calda per ripulire gli orecchi dal pus.
VI. Non battere n§ tirate mai gli orecchi ad un bam¬
bino; si sa che ci6 ha prodotto rottura del timpano, e
cagionato sordia incurabile.
VII. Non bagnate mai i capelli, se si ha qualche
tendenza alia sordia; portare un berretto di seta incerata
al bagno, ed astenersi dal tuffarvisi.
VIII. Non grattare mai gli orecchi altro che con il
dito, se prudono. Non adoperare la testa di uno spillo,
n b forcinelle, punte di lapis, od altro che sia.
IX. Non lasciar mai divenire i piedi freddi ed umi-
di, nA sedere -con la schiena verso la finestra, perchC
queste cose tendono ad aggravare ogni esistente durezza
di udito.
X. Non metter mai latte, grasso od alcun’ altra so-
stanza oleosa nell’orecchio per alleviare.il dolore, perche
essi divengono presto rancidi e tendono a produrre in-
fiammazione. Semplice acqua calda servirA al proposito
meglio di ogni altra cosa.
XI. Non allarmarsi mai se un insetto vivente entra
nell’ orecchio. Un po’d' acqua calda versata nel canale
lo annegherA; in tal modo esso viene generalmente alia
superficie, e pub esser tolto facilmente colle dila. Qual¬
che boccata di fumo di tabacco soffiata nell’ orecchio i-
stupidirA 1’ insetto.
XII. Non impacciarsi coll’ orecchio se un corpo e-
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222
RIVISTA OMIOPATICA.
straneo, come una perla, un bottone, o seme, vi entra; si
lasci solo assolutamente, ma si chiami un iltedico perchfc
se ne occupi. Maggior male b stato fatto da imprudenti
tentativi per estrarre un corpo estraneo di quello che sa-
rebbe derivato dalla sua presenza nell’ orecchio.
APPUNTUILINICI
Lachesis nel mal di gola . — La signorina Sofia C. di anni 3,
con collo corto e grosso, da vari giorni non aveva appetito, era
abbattuta e non come era solita, essendo una bambina molto attiva.
II 9 Maggio era straordinariamente debole, e doveva esser di con-
tinuo sostenuta. 11 suo fiato essendo assai cattivo, sua zia le esa-
min6 la gola, e vide una « macchia grigio-bianca » nella tonsilla
sinistra soltanto. La bambina in quel mentre era cosi bisbetica e
di cattivo umore, gridava e piangeva che non si sapeva cosa farle.
II Dott. S. A. Kimball fu chiamato, e fu ricevuto assai malamente,
giacch6 la bambina gridava e sembrava mezza furiosa dalla paura.
Esaminando la di lei gola due ore e mezza dopo il primo esarae vi
erano due pezzi di membrana, uno su ciascuna tonsilla, sulla destra
piu piccola, ed ambedue le tonsille erano rosse ed irritate; fiato
del tutto putrido. Una dose di Lachesis c m (Swan) fu data sulla
lingua. II 10 Maggio la bambina stava giuocando per la camera.
Venne portando il cucchiaio, ed aprl la bocca perchfc le esaminassi
la gola, di sua spontanea volontk. Non vi era piu alcuna membrana
sulla tonsilla destra, ma solamente una sottilissima sulla sinistra.
Essa comincio a migliorare in due ore dopo aver preso la dose di
Lach. e dorml meglio che da una settimana. Ogni traccia di cattivo
umore subito scomparve, e d’allora in poi b stata di buona salute
(The Homoeopathic Physician).
Ulcere indolenti: Calcarea flnorica . — Il signor A. S. di anni
sedici, mi consulto il 22 Agosto 1882; aveva precedentemente go-
duto buona salute. La sua malattia aveva ora continuato per tre
auni; la cura allopatica con incisioni e drenaggio, nulla aveva con-
cluso. La met& inferiore della gamba sinistra b rossae grandemente
gonfia, verso il collo del piede. Yi sono tre ulcere fistolose che se-
parano un pus denso giallo, e sono venute fuori molte scheggie di
osso. I dolori appariscono principalmenta nella notte. Polmoni nor-
mali. Appettito non buono. Emaciazione. Tosse frequents nel mat -
tino con espettorazione densa gialla. Debolezza considerevole nel mat-
tino. — Calcarea fluorica 6x triturazione, mattina e sera, per otto
giorni, con intervalli di sospensione di quattro giorni senza medi-
ciua. In cinque mesi, tutto guarito. Esternamente fu adoperata so¬
lamente Glicerina. Eividi il paziente sei mesi dopo, e continuava a
star bene. Non si scoprl alcun ingrossamento della gamba. (Hottor
Hansen in Allg. Horn. Zeitmg).
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RIYISTA OMIOPATICA.
223
Natrum mur. — Una vispa ragazza di circa 6 anni si svegliava
ogni notte per qualche tempo, durante il quale andava gridando :
« in casa vi sono ladri ». Essa non tornava in calma finchb la casa
non era rovistata. II Dott. Ehzman le dette una dose di Natrum
mur . (40 m Finche) a secco sulla lingua. Quests piccola presa di sale
scaccib i ladri dal la casa, e la ragazza non ebbe piu da essi alcuna
molestia in futuro. ( The Medical Advance ).
NOTE E NOTIZIE
Riferiamo dal North American Journal of Homoeopathy:
« Ospedale Laura Franklin ». — Nel giorno di martedi 9 del
prossimo passato Novembre 1’ Ospedale Omiopatico Laura Franklin
gratuito per fanciulli, in Nuova York, venne inaugurato con cora-
moventi funzioni religiose dal Clero Episcopale e dalle Suore di Santa
Maria. Quest’ ospedale fu fabbricato dal Signore e dalla Signora
Franklin H. Delano, in memoria della loro nipote Miss Laura Frank¬
lin, e da essi pienamente dotato. L’edificio h di stile gotico inglese.
Esso si compone di tre piani principali, con soffitto, pianterreno e
cautina. La facciata con basamento di pietra misura 55 piedi. Ar-
cate di ferro si estendono dal basamento al soffitto. La cucina, stanze
pel bucato e caldaje sono separate dallo stabilimento principale. A
levante vi h un ampio spazio lasciato per uso di giardino. I quar-
tieri per gl’ infermi sono spaziosi ed esposti al sole e mobiliati nel
modo piii corapleto. Due quartieri per malattie contagiose, intera-
mente separati dal resto del fabbricato, sono pronti in caso di ne¬
cessity. Una bella camera per operazioni b a disposizione dei chi-
rurghi. Nella dedicazione il Rev. Dott. Houghton, della Chiesa della
Trasflgurazione funzionb, seguito dalle Suore e dal Coro dei cantori.
Egli si fermb sulla soglia per invocare la benedizione di Dio sul-
P Ospedale con un? appropriata preghiera, e quindi passando la so¬
glia col canto di responsorj si avauzb nel vestibolo, mentre la croce
precedeva, e seguiva di nuovo il clero, i cantori, gli assistenti, le
suore e finalmente i fondatori e gli amici dell’ Omiopatia. In tal
modo egli passb da una camera all’ altra e da quartiere a quar-
tiere, ovunque ripetendo appropriate preghiere e cantando inui scritti
appositamente all’uopo. Alla fine, nell’appartamento del Santo Bam¬
bino fu servita un elegante colazione dalla Signora Delano che pri-
ma era Miss Laura Astor. L’ospedale fornito ed aggiustato nel modo
piii completo, sotto P assistenza delle Suore di Santa Maria h situato
« Mth Street, between Fifth and Madison Avenues » nella cittk di
Nuova York, ed 6 pronto a ricevere bambini dai 2 a 12 anni, che
abbisognino di cura medica o chirurgica. — L’ Ospedale ha il se-
guente personale medico-chirurgico: — Medici consulenti , Dottori
T. F. Allen e J. M. E. Wetmore. — Chirurghi consulenti , Dottori
William Tod Helmuth e F. E. Doughty. — Medici assistenti , Dot¬
tori M. Deschere, G. B. Clark, H. M. Dearborn, E. Y. Moffat, E. H.
Porter, J. W. Dowling, G. B. Me-Dowell. — Chirurghi assistenti,
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R1VISTA OMIOPATICA.
Dottori S. F. Villox, S. F. Fulton. — Specialisti : Dott. H. C. t Hou¬
ghton per le malattie delT orecchio, Dott. Geo. S. Norton per ie ma-
lattie degli occhi; Dott. Giorgio G. Shelton per le malattie del naso
e della gola; Dott. J. T. O’ Connor per le malattie del sistema
nervoso.
L' aspetto medico-legale dell 9 ipnotismo. — II signor Liegeois,
Professore di diritto della Facoltk di Nancy, chiama Fattenzione sulla
possibility di delitti che siano commessi da individui ipnotizzati per
suggerimento di coloro che li posero in tal condizione, e prova molto
giustamente che in siffatti casi la punizione dovrebbe cadere sul-*
F autore del suggerimento criminoso piuttosto che sulFagente irre-
sponsabile.
Leggiamo nel Monthly Homoeopathic Review di Londra, del cor-
rente Gennajo, quanto segue:
« constatato che negli Stati Uniti vi sono piii di 30,000 me-
dici omiopatici; e che vi sono quattordici Collegi per Finseguamento
degli studenti Omiopatia. Gii Omiopatici espongono le loro vedute
in 143 Society ed in venti giornali, e prestano i loro notevoli ser-
vigi al pubblico in cinquantun’ ospedali e in quarantotto dispensarj.
II nostro ordinariamente bene informato contemporaneo, il New
York Medical Record sembra che accetti queste cifre per lo meno
approssimativamente esatte quantunque esso esprima in pari tempo
la credenza che gli Americani eccedano nel loro singolare amore per
questa logora teoria ». %
11 sopra riferito paragrafo com par ve nel British Medical Jour¬
nal del 33 ottobre. Sa il nostro contemporaneo il New York Medical
Record pu6 trovare qualche conforto nel deliziarsi col pensiero che
queste cifre indicano la decadenza delF Omiopatia, noi non saremo
cosl crudeli da disturbarlo. E se tale rapido aumento nel numero
dei medici, collegi, studenti, society, giornali, ospedali e dispensarj
mostra che F Omiopatia b « logora », piu essa si logora a questo
modo, e meglio sark per il malato.
Lega Omiopatica. — Sotto questo titolo si b costituita a Londra
negli scorsi mesi un’ Associazione di amici dell’ Omiopatia, medici
e non medici, avente per iscopo: 1) di far conoscere la verity del-
FOmiopatia; 2) di adoperarsi contro gF ingiusti procedimenti della
vecchia scuola; e cio mediante la pubblicazione di opuscoletti, let-
ture popolari, adunanze, etc. Diamo il titolo di alcuni di questi opu-
scolini. Nel 1° si parla delle ragioni per ie quali la Lega b stata
stabilita. Il 2° risponde alia domanda: « Cosa b F Omiopatia ». Il
3° descrive Forigine delF Omiopatia. E 1’8°, che b F ultimo, tratta
delF influenza delF Omjo'patia sulla pratica ordinaria. — Presidents
della Lega b Lord Ebury, il benemerito faudatore e protettore del-
F Omiopatia nella Gran Bretagna.
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RIVISTA OMIOPATICA
Anno XXXII FEBBRAJO 1887. Numero 8.
TERAPEUTICA DELLA DIFTERIA.
del Dottor Julius Schmitt.
II trattamento della difteria & sempre stato ed 6
ancora « V enfant terrible » della scuola di medicina
cosl detta scientifica, e le diverse ipotesi emesse dalle
menti speculative della loro fratellanza hanno natural-
mente fatto nascere i piii eterogenei modi di trattamento.
I loro insuccessi sono stati gli stessi come lo sono in
tutte le altre malattie gravi; la proporzione della morta¬
lity fra le loro vittime £ enorme, e la difteria & diventata
uno spavento, non per la inerente sua propria fierezza,
ma pei modi perversi che sono stati adottati per vincerla;
e qui io colgo 1’ occasione per dire che il popolo nell’ac-
cusare i medici di riempire i campisanti, per quanto ri-
guarda la scuola scientifica di medicina, prova la verity
del detto: « Vox populi, vox Dei. »
Quanto sono diversi i risultati di coloro i quali se-
guono la legge che Dio ci ha data, a noi poveri mortali,
per combattere la malattia, e per la cui scoperta il mondo
dovrebbe ringraziare in sempiterno l 1 immortale Hahne¬
mann!
Qui la mortality si riduce ad un minimum, e sarebbe
ancora piil piccola se noi, esecutori della legge, fossimo
altra cosa che uornini. Il progresso, pero, che noi stiamo
facendo nel rinvenire le caratteristiche dei nostri rimedi
ci porry in grado nell’avvenire di mostrare risultati ancora
pifi splendidi.
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226
RIVISTA OMIOPATICA.
Nel seguire strettamente la legge similia similibus
curantur , e nel mettere in opera il piit scrupolosamente
i modi della sua applicazione come vennero insegnati da
Hahnemann e confermati, specialmente circa la difteria,
dal Dottore R. R. Gregg, di Buffalo (vedete il suo libro
sulla difteria*), io ho avuto nella mia pratica due soli
morti di difteria dall' Agosto del 1882 in poi.
Fo di cio menzione non per vantarmi, ma solamente
per mostrare che la legge, anche in questa si formidabile
malattia, b superiore alia speculazione ed alle ipotesi
umane.
Ciascuna delle indicazioni per 1’ uso dei seguenti
rimedj b stata verificata nella mia pratica:
Apis. — Gonfiezza edematosa della gola e del collo;
una piccola borsa di siero all’estremite dell’ugola. Dolori
pungenti nella gola, accessi soffocanti. Febbre alta, pelle
caldissima, delirio, orina emessa a goccie con bruciore.
Avversione al calore.
Arsenicum. — Membrane difteriche raggrinzate o
nere. Lingua con striscia iossa lungo il mezzo. Gonfiezza
delle glandole sottomascellari. Grande debolezza, prostra-
zione, adinamia, febbre non altissima, grande agitazione
ed ansieta; l’infermo ha bisogno di cambiare da un posto
all’ altro, od il bambino ha bisogno di esse're trasportato
da una camera all’ altra. Paura della solitudine. Orina
frequente, scarsa, bruciante; le evacuazioni possono essere
frequenti, ma allora anche scarse e brucianti. Desiderio
di calore. Sete di poco per volta.
Arsenicum corrisponde ai peggiori casi di difteria,
ma fortunatamente, b di rado indicate nei casi che sono
stati fin dal principio trattati col metodo Hahnemanniano
(*) Ne abbiamo in italiano la traduzione del nostro Dott. Mattoli, — uno
dei rari libri che nella nostra lingua possiamo raccomandare agli studiosi di
omiopatia.
La DiAezione.
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RIVISTA OMIOPATICA 227
puro. Voi dovete massimamente tenerli lungi dalle mani
del medico pseudo-scientifico.
Arum triphyllum. — Membrana difterica non carat-
teristica. L’ infer mo b molto irritabile, non pu6 mangiare
nb bere a cagione dell’indolorimento della bocca, della
lingua e della gola. Egli spela continuamente colie mani
le sue labbra finchb ne esce sangue. Difteria della mem-
brana Schneideriana, con spurgo acre dalle narici. Glan-
dole sottomascellari molto gonfie. L’ orina pub essere
scarsa ed emessa frequentemente. Aggravamento dalle
tre pom., specialmente della febbre e dell’ irritabititii.
Belladonna, -t— La membrana difterica apparisce sul
lato destro. Membrana mucosa della gola d’ un rosso
scarlatto. Glandola sottomascellare destra gonfia e squi-
sitamente sensibile al tatto. Desiderio di inghiottire —
deve inghiottire, diversamente pensa che soffocherebbe,
sebbene l’atto sia molto doloroso. Lingua intonacata di
bianco, con papille rosse lucenti attraverso 1’ intonaco.
Odore acidissimo dalla bocca. Sete e desiderio di limo-
nata, che piace. Febbre altissima, con polso globulare,
come se una palla passasse sotto il vostro dito. Pelle
cost calda al tatto che lascia una sensazione di calore nella
mano dell’esaminatore. Orina scarsa, rossa come sangue;
raffreddandosi lascia un precipitato denso, greve di fo-
sfati, ovvero pub essere chiara come 1’ acqua di pozzo.
L’infermo pub essere molto agitato ed eccitabile, dare
dei soprassalti nel sonno, ed avere forte delirio, una con-
dizione atassica regolare, oppure pub essere assopito, con
generale congestione venosa. Pupille dilatate, violento
dolor di testa battente, che spesso salta nelT occipite e
si spande nella fronte. Rigidezza del collo. Tempo del-
1’ aggravamento dalle tre pom. alle tre ant.
Belladonna b spesso indicata nei fanciulli, special¬
mente quando si vedono a tutto principio nell’ attacco,
ed allora guarirb rapidamente.
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228
RIVISTA OMIOPATICA.
Hepar. — Croup difterico con enorme gonfiezza delle
glandole del collo. Dispnea grandissima. Tosse crouposa,
con un poco di rantolo.
Kali bichromicum. — Membrana difterica bigia-ver-
dastra o gialla-brunastra. Gonfiezza delle tonsille e delle
glandole sottomascellari, gonfiezza edematosa dell’ ugola.
Accessi soffocanti. Dolore nella gola cbe si estende al-
l’orecchio, peggiore tirando fuori la lingua. Tempo del-
V aggravamento dalle due alle tre ant. Depositi difterici
nel naso, nella faringe, nella laringe, nella vulva, e nella
vagina. Espettorazione di muco bianco molto fibroso, o
di pezzi densi gialli. Scolo nasale giallo ed escoriante.
Kali bichromicum sembra essere il rimedio principale
in quest’ invemo (1886).
Lac. caninum. — Membrana difterica bianca come
la porcellana; membrana mucosa della gola luccicante
come se fosse verniciata. Le membrane lasciano un lato
e vanno all’altro ripetutamente. Desiderio di bevande
calde, che possono ritornare su per il naso. Paralisi post-
difterica.
Lachesis. — L’ imperituro monumento di Costantino
Hering ba membrane diftericbe bigiastre, manifestantisi
dapprima nel lato sinistro e spandentisi al lato destro.
Membrana mucosa della faringe, della cavity boccale,
delle labbra e della lingua pavonazza scura; forte odore
difterico. Lingua aguzza, pub cacciarla. dietro le labbra
inferiori o dietro i denti nel tirarla fuori. Glandole sotto¬
mascellari sinistre gonfie e sensibilissime al tatto; deglu-
tizione dolorosa; dolore lancinante nell’ orecchio sinistro;
orina scarsa e frequente; i liquidi inghiottiti ritornano
su per il naso; dolor di testa occipitale; rigidezza della
nuca del collo; dolore dal vertice alia nuca del collo.
Tutti i sintomi peggiorano dopo aver dormito. Desiderio
di caffb e di bevande fredde, che alleviano i sintomi della
gola. Esacerbazione alle due pom. Pud essere indicato
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RIVISTA OMIOPATICA.
229
in ambidue gli stati, atassico e dinamico della malattia;
b stato indicato spessissimo nei primi anni, ma meno
durante gli ultimi due anni.
Lachnanthes 'tintoria. — Rigidezza del lato sinistro
del collo, in giiisa che l’infermo deve star seduto colla
testa piegata verso l’altro lato, e deve muovere tutto il
corpo per voltarla da un lato all’ altro.
Lycopodium. — Membrana difterica, non caratteri-
stica; comincia nel lato destro, spandesi al lato sinistro.
Glandole sottomascellari destre gonfle, ma non cosl sen-
sibili al tatto come in Belladonna. Desiderio di bevande
calde, che sono gradite alia gola; movimento simile ad
un ventaglio delle ali del naso; aggravamento dalle quattro
alle otto pom.; la membrana difterica nel naso si spande
da destra a sinistra; scolo giallo, denso, acre dal naso.
Pub essere data quasi in ogni caso che comincia nel
lato destro, quando pub essere esclusa Belladonna.
Mercurius solubilis. — La membrana difterica co¬
mincia in uno degli archi della faringe o nell’ ugola;
membrana mucosa della gola pavonazza; la lingua mostra
un intonaco bigio sporco, b floscia, e prende l’impronta
dei denti; ptialismo, sangue dalle gengive; glandole sot¬
tomascellari e parotidi gonfle dure, impediscono la sepa-
razione delle mascelle (cib che sembra essere molto carat-
teristico di questo rimedio); traspirazione profusa, viscosa,
nella notte; desiderio di latte.
Nux vomica. — Placche bigie scure sulla tonsilla
destra; fauci pavonazze; trafitture in ambe le orecchie
durante la deglutizione; l’infermo b molto preoccupato di
se stesso; freddoloso scoprendosi; il traspiro ha l’odore
dell’orina del cavallo; aggravamento alle quattro ant.
Petroleum. — Ip ebbi occasione di prescrivere que¬
sto rimedio una sola volta, e percib vi do i sintomi del-
l’infermo come li registrai allora. Il caso fu guarito pron-
tamente. La membrana difterica comincia nel lato sini-
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RIVISTA OMIOPATICA.
stro, la lingua 6 affilata e pavonazza (Lach.); poi span-
desi al lato destro (Lach.); quindi all’ ugola. Membrana
mucosa della gola rossa scura e brillante (Lac-can.);
trasudamento bianco come porrcellana (Lac-can); quindi
seguiva un blando scolo dalla narice destra, poscia dal-
la sinistra (Lyc.); la membrana difterica nel naso e
bigia; odore fetido dalla bocca; trafittura nell’orecchio
sinistro aprendo la bocca; indolorimento del ponle del
naso; non pud tollerare il piu leggero tatfo, fin dal pri-
mo principio della malattia; piu tardi leggera gonfiezza
di tutte due le palpebre superiori; scolo dall’angolo interno
di ambi gli occhi; desiderio di birra e di acquavita nel-
l’acqua.
Rhus tox. — Membrane bianche bigiastre, massiroa-
mente su tutte due le tonsille; faringe grandemente in-
fiammata; l’inghiottire b molto doloroso; glandole sotto-
mascellari alquanto gonfie; lingua intonacata bianca, con
tendenza a diventare secca; uno spazio triangolare rosso
alia sua punta; 1' apice del triangolo acuto appuntato in
dietro; grande agitazione a motivo dei dolori nel dorso
e nelle estremitk; desiderio di ostriche.
Sulphur. — Membrana difterica giallastra, comin-
ciante nell’ uno o nell’ altro lato della gola; membrana
mucosa livida o rossa lucente; lingua intonacata bianca
con bordo rosso, o gialla come se fosse spruzzata di
zolfo; assetato, ma vomita ogni cosa: molto agitato, deve
voltarsi e rivoltarsi nel letto, ma i movimenti suscitano
brividi nel dorso, che corrono da gift in su; traspirazione
appiccicaticcia, fredda; dolori lancinanti da dietro del collo
nell’ orecchio sinistro; senso di vuoto, di sfinilezza nello
stomaco; sviene facilmente; bevande fredde non si affanno
alio stomaco; desiderio di birra. ( The Horn. Physician ).
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LA. BASE DELLA CURA
Del fu dott. Carroll Dunham.
231
Hahnemann in tutti i suoi lavori coglie ogni oppor¬
tunity per dimostrare l’insufficienza di una teoria patolo-
gica intorno alia natura di una malattia come base della
cura. Dovunque egli dimostra che 1’ unica sicura indica-
zione per ogni caso deve trovarsi nella totality dei sinto-
mi che il caso presenta. Sembrerebbe che nulla potesse
essere piu chiaro e convincente dei suoi argomenti su que-
sto soggetto.
I suoi avversari dichiararono che il suo metodo igno-
rava e negava la scienza medica, non lasciava alcuno
scopo per la patologia e per la diagnosi, e [riduceva la
terapeutica ad un degradante meccanico confronto di sin-
tomi. Moltissimi omiopatici hanno tanto deviato dal me¬
todo di Hahneman da cercare di raescolare coiruso delle
sue dosi e dei suoi rimedi un’applicazione della patolo¬
gia come base di cura. Questo tentativo non pud mat
riusoire, in quanto che la funzione della patologia d di
fornire, non un indieazione per la cura medica, ma sem-
plicemente un mezzo per dilucidare e collazionare i sin -
tomi. Il risultato d stato una triste declinazione dal ti-
po dei successi nella pratica quale fu slabilito da Hahne¬
mann e dai suoi discepoli. I punti da decidersi sono il-
lustrati dal seguente caso:
Guglielmo M. di quattro anni, mi fu presentato il 3
Dicembre 1863. Egli aveva goduto buona salute flno al
Febbraio 1863, allorch& ebbe un lungo attacco di febbre
gastrica, della quale guarl finalmente, ma restandogli la
malattia che descriveremo. Essa consisteva in una dispnea
e in un respiro rumoroso, che si sentiva distintamente,
sempre che il bambino fosse sveglio, e facendo qualche
esercizio si aggravava molto e terminava in un accesso
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232
R1VISTA OMIOPATICA,
di tosse convulsa con respirazione difficile; l'intero paros-
sismo rassomigliava precisamente a cid che e descritto
come Asma di Millar o Laringimus stridulus. Fu osser-
vato che il bambino sembrava libero dalla dispnea quando
dormiva profondamente, ed in nessun altro tempo che que-
sto. Svegliandosi al mattino aveva sempre. un fiero ac-
cesso di tosse, durante il quale qualche volta dava fuori
un poco di muco tenace. Il suo appetito era buono, ben-
ch6 alquanto capriccioso. Egli era considerevolmente e-
maciato; il suo umore era buono, e spesso cercava di
prender parte ai trastulli degli altri bambini, ma era to-
sto obbligato di smettere, a motivo della dispnea e della
tosse cagionata da ogni esercizio fisico che lo stancava
assai. I polmoni furono trovati risonanti all’ ascoltazione
ed alia percussione. Il mormorio respiratorio era, natu-
ralmente, mascherato dal forte sibilo.
Il fanciullo fu presentato in Settembre al professore
A. Clark, di New-York, il quale, dopo diligenti e ripetuti
esami, diede la diagnosi scritta — « Laringismo croni-
co » — Egli emise una prognosi sfavorevolissima e dette
il consiglio di evitare ogni rimedio, salvo una dose di
qualche antispasraodico durante gli attacchi violenti di
dispnea. Questo consiglio non fu seguito. Il bambino era
stato sottoposto durante la sua malattia a ci6 che io con-
sidero come un’ abile cura omiopatica- Io l’avevo visto u-
na volta in consulto, ma non ero stato capace di sug-
gerirgli qualche cosa che gli fosse vantaggiosa.
Quando venne posto sotto la mia unica cura sapevo
bene che il bambino avevo gi& preso, senza vantaggio,
ogni rimedio che ha i sintomi piu somiglianti all’asma di
Millar o ad ogni affezione spasmodica degli organi della
respirazione; ed era pure evidente, anche con un rapido
esame, che nessuno di questi rimedi era chiaramente in-
dicato dai sintomi del caso.
Risolvetti quindi di seguire rigorosamente per quanto
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RIVISTA OMIOPATICA.
233
potevo il consiglio dato da Hahnemam per l’esame del-
■ l’amalato e per la scelta del rimedio. Allontanando percid
dalla mia mente ogni nozione riguardo alia sede ed alia
probabile natura patologica della malattia, esaminai il
paziente e feci il seguente registro dei sintomi che pre-
sentava.
1. Fanciullo emaciato ; carni sflosce; pelle che dava
sul giallo (naturalmente bianca — bionda) ed asciulta.
2. Appetito buonissimo; chiede sempre da mangiare
al principiare degli acessi di tosse, al mattino, e prima
di mezzogiorno.
3. L’ipocondrio destro duro, disteso, sensibile al tatto,
doloroso coll’esercizio e quando tosse. La spalla destra
e rialzata, e la colonna spinale curva lateralmente; ottusitJi
alia percussione al lato destro, estendentesi alia larghezza
di tre dita sotto il margine delle costole.
4. Distensione dell’epigastrio, che b timpanitico alia
percussione e sensibile al tatto.
5. Molto brontolio di flati nell’addome.
6. Desiderio frequente di evacuare senza risultato;
evacuazioni scarse ed asciutte, che avvengono una volta
al giorno, o una volta ogni due giorni.
7. Tosse secca; qualche volta al mattino pochissitno
sputo tenace; sempre un accesso di tosse al mattino sve-
gliandosi; k obbligato di sedersi per tossire; tosse ecci-
tata dal mangiare e dal bere, dal movimento rapido, dal*
l’esercizio, dal piangere o dal parlare. La tosse fa male
al lato destro.
8. Sibilo costantefe dispnea aggravata dall’ esercizio
e stando giu coricato; alleviato durante il sonno.
La ten era et& del paziente rendeva impossibile di
ottenere altri sintomi soggettrvi — quelli che ordinaria-
mente facilitano 1’ individualizzazione dei casi e la deter-
minazione dell’appropriato rimedio.
Prima di procedere oltre nella narrazione del caso
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234
RIVISTA OMIOPATICA.
desidero di dire una parola sulla sua patologia. Abbiamo
i sintomi davanti a noi. Quale sark la nostra diagnosi ?
E questo un caso di tnalattia spasmodica della laringe,
complicata da certa affezione gastro — enterica' ed epa-
tica ? o b forse un’epatite cronica, complicata con larin-
gismus? Qual’b l’affezione primaria e quale la secondaria ?
Che relazione esiste fra i gruppi dei sintomi, tra l’uno e
l’altro? Sembra che il Professor Clark, abbia adottata la
prima veduta, riguardando i disturbi gastro — epatici
come secondari, se, a dir vero, egli fece qualche attenzione
a questa complicazione. I medici orniopatici che mi pre-
cedettero adottarono probabilmente la medesima veduta e
basarono su di essa la loro cura. Ora se facendo cosi,
fosse loro accaduto di trovare la esatta veduta patologica,
il resultato potrebbe essere stato favorevole; o se avesse
adottata la seconda ipotesi ed agito in conformity ad essa
e che questa si fosse trovata essere la veduta giusta, il
resultato potrebbe essere stato favorevole.
Ma non 6 forse ovvio ad ogni mente limpida che,
si in un caso che nell’altro, il successo della cura, basata
sopra una considerazione patologica del caso, dipenderk
dalla esattezza dell’ipotesi patologica — una materia nella
quale la certezza non pub mat essere otlenuta?
Dall’altra parte, se noi mettiamo da un lato, come fuor
di luogo, l’intera serie delle domande in riguai’do a quale
sia la malattia principale e quale la secondaria, quale la
malattia originaria e quale la complicazione; se diciamo
a noi stessi: « qui vi b un bambino malato; esaminiamo
e teniamo bene a conto i punti nei quali egli differisce
da un bambino sano, » noi otteniamo la serie dei sintomi
sopra esposti i quali sono fatti — indiscutibili, sui quali
non si pub sbagliare — il resultato della pura osservazione.
Se, ora, senza ipotesi o speculazione, noi cerchiamo di
trovare e troviamo un rimedio che presenti una serie di
sintomi, corrispondenti strettamente a quelli dell’infermo,
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RIVISTA OMI0PATICA. 235
l’esperienza ci giustifica nella credenza che noi avremo
raggiunto la raaggiore certezza possibile di scegliere e-
sattamente il rimedio.
Confrontando i sintomi colla Materia Medica, scor-
giamo subito che i rimedi i di cui nomi sono general-
mente associati coll’asma di Millar, laringismus, etc. ciob;
Sambucus, Spongia, Cina, Lachesis, Hepar, Stann. Chloro,
etc. etc. non coprono il caso, avendo pochissima corris-
pondenza coi gruppi 1. 2. 3. 4. 5. 6.
Nux vomica, invece, abbraccia benissimo questi gruppi,
come pub vedersi confrontandoli colla Materia Medica.
Di piu, Nux vomica ha violenti parossismi di tosse al
mattino di buon ora (sintomi 676 e 677), eccitati dal mo-
vimento e dall’esercizio (sintomi 670, 671, 672), che pro-
ducono dolore nella zona epigastrica (sintomi 689), ed
accompagnati da desiderio di mangiare (mia propria os-
servazione).
Ha pure una ben marcata dispnea. La corrisponden-
za era cost siretta che io non esitai a dare Nux vomica.
9 Dicembre; quattro polveri della duecentesima fu-
rono date, da prendersene una per sera, dicendo di dar-
mi relazione dopo dieci giorni.
21 Dicembre; mi vennero a dire che il bamino non
aveva piii nb sibilo nb dispnea; che era senza tosse da
cinque giorni; che poteva giocare a lungo e vigorosamete
senz'inconvenienti; che era in regola colie sue evacua-
zioni; che non si lamentava pih di dolore o di sensibilita
neH’ipocodrio — insomma, setnbrava che stasse perfetta-
mente bene.
Egli sconcertb le sue digestioni mangiando dei can-
diti nelle Feste di Natale ed ebbe un leggero ritorno del
dolore nell’ipocondrio, che io guarii con una dose di Sul¬
phur. Da allora in poi b stato sempre intieramente libero
della dipsnea e dello spasmo laringeo, e gode robusta e
perfetta salute.
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236
RIVISTA OMIOPATICA.
Se un tal modo di pratica b poco scientifico — come
lo si incolpa — se esso ignora le scienze della patologia
e della diagnosi come base di cura — si pub almeno dire
in suo favore, che sorpassa di gran lunga ogni altro me-
todo nolle facility che presenta per l’adempimento di un
oggetto di non poca importanza per il medico — la gua-
rigione delCinfermo.
NOTE DA UNA LEZ10NE ESTEMPORANEA SOPRA 1 FERRUM.
del Professors Dott. J. T. Kent.
(Riportata stenograficamente).
-- VAWIVM w —
Gli sperimentatori cominciando a prender Ferro pre-
sentano subito 1’apparenza di pseudo-pletora — che b
un’apparente pienezza dei vasi sanguigni. Cio b special-
mente vero sulla superficie. La faccia diventa molto colo-
rita e calda — turgida e piena di sangue. Le estremita,
gradatamente, dopo un po’ di tempo, diventano fredde,
intirizzite, e rigide. Come cosa di fatto, Ferrum produce
un alto grado di anemia — un’afflusso di sangue alia
superficie per la piu leggera causa. II rosseggiare, spe-
cialmente della faccia, db 1’ apparenza di pletora, tea in
realtb essa b pseudo-pletora. La vecchia scuola ha l’abi-
tudine di dare Ferro per l’anemia. II Ferro b omiopatico
all’ anemia quando sono presenti i suoi sintomi speciali;
ma perchb esso produce anemia non b essenzialmente
omiopatico all’ anemia — intendo dire a tutti i casi di
anemia. Essa produce uno stato, in cui b moltissimo simile
a Manganese; che, perb, non b accompagnato da una
apparenza di pseudo-pletora. La faccia non b rossa nb
infiammata, nb bruna come b il caso in Ferrum. II san¬
gue b gradatamente quasi lacero, od almeno lo sono i
suoi corpuscoli rossi; e, finalmente, un aspetto scialbo,
pallido, della pelle si stabilisce su di — una tinta gialla
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RIVISTA OMIOPATICA.
237
verdastra; dopo che cid b avvenuto essa b di aspetto
clorotico. Ferrum produce una clorosi quasi completa.
Vi b una tendenza all’edema — gonfiezza delle estre-
mitli e freddezza; ma la testa non perde mai la sua tur-
gidezza n& il suo calore; e cos! pure la faccia non perde
mai la sua apparenza rossa. Vi b una diminuzione cre-
scente del corpuscoli rossi del sangue. Esso sembra agire
particolarmente sulle estremita inferiori.
Ora, con questo stato vi b un disordine molto marcato
alio stomaco, nel quale havvi vomito di cibo immediata-
mente dopo aver mangiato; vi b un rigurgito scuotente
di cibo, moltissimo come in Phosphorus, che riggetta
cibo a bocca piena, avverte lo stesso sapore come quando
fu inghiottito. Sembra non esservi alcuna secrezione nello
stomaco capace di produrre un cambiamento del cibo.
D’altra parte, i liquidi in Ferrum possono rimaner giu
lungo tempo e possono non essere vomitati affatto; ma
esso ha specialmente vomito di cibo immediatamente dopo
che b stato preso. Se voi avete il vomito di cibo, la fac¬
cia rossa, la condizione anemica, la freddezza del corpo,
delle mani e dei piedi, allora voi avrete una bella pittura,
interamente caratteristica di Ferrum.
Un’altra specials condizione associata col corpo livido
e la faccia rossa b il bruciore delle piante dei piedi e
delle palme delle mani. Vi b freddezza delle mani e dei
piedi,. ma con bruciore nelle palme e nelle piante. Cio,
voi vedete, vi del una combinazione di sintomi interamente
di guida ed alquanto simili ad Arsenicum; ed in questo
modo, essa 6 totalmente simile ad Arsenicum.
Vi b una somiglianza marcata fra questi tre raedi-
camenti — China, Arsenio, e Ferro — ed essi sono an-
tidoti fra di loro. Voi troverete dunque raccomandato
Ferrum come antidoto ad Arsenium; 1’ acido Idrocianico
b anche un antidoto comune. Io vi ho gih descritto l’ane-
mia specials di China. Voi troverete Ferrum venuto molto
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spesso in uso come antidoto all’ abuso di Chinino, e delle
preparazioni dalla corteccia, perchb esso corrisponde chia-
ramente coi sintomi. Alio stesso tempo Ferrum b un anti¬
doto all’abuso di Arsenico. Esso corrisponde pure in gene-
rale, ai disordini accompagnati da emaciazione; disordini
consuntivi, producenti un logoramento; logoramento rapido
dei tessuti. 11 Ferro, dato in forma grezza, come 6 alcune
volte adoperato, b uno dei medicamenti piu pericolosi —
esso non 6 realmente un medicamento — b una delle
droghe . pift. pericolose cbe si adoperano nei disordini
consuntivi. Esso non dovrebbe mai darsi che nelle piu
alte attenuazioni nei disordini consuntivi, perchb esso pub
agire con grande violenza, producendo grande distruzione.
Anche le piu piccole dosi, le piu piccole dosi percettibili,
produrranno violento aggravamento e gran danno.
Un’ altra fattezza marcata consiste nella sua predi-
sposizione all’ emorragia. Assai presto nella patogenesi,
prima che vi sia prostrazione marcata noi troviamo pro¬
fuse emorragie di sangue scuro che produce effetti mar-
cati nell’emorragia del naso, nell’emorragia uterina, ed
il flusso raestruale diventa immediatamente aumentato
dopo preso Ferrum; il flusso dura troppo a lungo; dopo
preso Ferro per qualche tempo, il sangue diventa chiaro.,
e 1’ emorragia b di sangue chiaro, acquoso. Ferrum ha
realmente due specie di emorragia; sangue scuro, e san¬
gue chiaro, acquoso. Una ragione per cui i disposti a
consunzione non devono mai toccar Ferro, sta nei fatto
che esso li predispone ad emetter sangue dai polmoni.
11 ferro e gli acidi sono molto siraili. Tutti gli acidi pre-
dispongono gli emaciati all’ emorragia, e ci6 b special-
mente vero dell’Acido Acetico. Ora, voi potreste conchiu-
dere molto giustamente che con questo abbattimento noi
avremo grande debolezza corporea ed esaurimento in tutte
le membra; il minimo esercizio, la minima fatica, la mi¬
nima azione di qualunque specie, produce stanchezza. La
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RIVISTA OMIOPATICA.
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faccia rossa di Ferrum comincia in un modo speciale. Voi
avete visto individui diventar rossi dal rainimo imbarazzo
ed eccitamento: Ferrum rassomiglia molto a ci6. Nondi-
meno esso non b tanto un rossore per vergogna o per
eccitamento quanto per dolore; la faccia b quasi costan-
temente rossa, voi potete vederla, come vedete alcune
volte nei bevitori di vecchia acquavite e nei bevitori di
birra vecchia, e ci6 pub anche associarsi con vene grosse
sulla faccia- La faccia si sente piena di sangue, turgida,
ingorgata, e vi b indebolimento e capogiro associati. Coi
brividi vi b faccia rossa, coi dolori vi b faccia rossa; col-
l’eccitamento vi b faccia rossa. Questo non b un rossore
sano, perchb se voi prendete un pezzo della pelle fra le
dita, questa imbianchirb lentamente, in a il rossore ritor-
nerb. Gib deriva da una circostanza torpida delle vene
dei piii piccoli vasi della pelle, ed ha luogo per l’afflusso
generale del sangue alia testa. Cib apparisce essere un
iperemia locate; forse lo b; ma cib avviene colla condi-
zione generate anemica del corpo. Piii saranno marcati il
rossore e la turgidezza della testa, piu grandi saranno la
freddezza e l’intirizzimento e la rigidezza delle mani e
dei piedi e delle estremitb; solo questo rossore non b
sempre accompagnato da calore della testa, come in Bel¬
ladonna o in Aconito, dove noi abbiamo rossore con
calore, perchb esso pub realmente essere accompagnato
da freddezza, ma la determinazione del colore alia super-
ficie b il lineamento particolare del Ferrum.
Ora vi b un’altra marcata fattezza di Ferrum, quella
che coi dolori e la faccia rossa, sia che abbia luogo col
freddo che coi dolori, vi b sete mancata; quindi, la sete
b una nota maestra. Freddo, faccia rossa, e sete: Fer¬
rum. Voi troverete cib nella febbre intermittente; b cosi
caratteristico nella febbre intermittente che voi abbiso-
gnate di un solo medicamento — Ferrum. Voi potete
anche trovare cib nella setticemia, nella febbre puerpe*
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RIVISTA OMIOPATICA.
rale, nell’ aborto. Una signora aveva brividi, e con que-
sti eravi faccia rossa e sete. Una dose della ducentesima
guarl questo caso. Vi b un’irritabilita che contraddistingue
10 stato mentale di Ferrum; il paziente si adira ogni
qualvolta b contrariato; quindi, Y opposizione porta la
collera e il mal umore. Sembra esservi ana gran dose
di orgoglio associato con questo rimedio; essi non possono
sopportare di essere contrariati; il loro orgoglio 6 al mas-
simo grado; essi amano star coricati sul lato destro; essi
non amano essere seoperti che sono in errore, e essi
non vogliono sentire n& argomenti, nb ragione. Ci6 b
accompagnato da cattivo umore e da irritability. Questo
b uno stato di Ferrum. Vi b alcune volte freddolosity
con questa faccia rossa. Vi b uno stato in cui Ferrum
produce forte battito delle carotidi, faccia rossa, testa
calda, e spesso febbre, e col freddo vi 6 sete, ma col
calore di quella febbre non vi b sete; nessuna sete durante
11 sudore; esso ha un sudore protratto; la febbre b breve
ed alcune volte manca affatto; il freddo b probabile che
sia caratterizzato con sete e faccia rossa; poi il rossore
della faccia sparisce piu o meno, e la faccia diventa
bianca e pallida e di un verde giallastro. Il sudore viene
quasi alia fine del freddo, o se vi b una febbre leggera
essa dura un po’ di piu. Vi fe un’ oscurity a pezzi — una
condizione screziata del corpo con questo sudore; la faccia
avry delle macchie rosse circondate da cerchi bianchi, i
quali si mostrano in alcune parti sul corpo, particolar-
mente al dorso. Voltate il vostro paziente ed osservatele.
Il sudore b appiccicaticcio ed alcune volte offensivo, e mac-
chia la biancheria di giallo. *
Una fattezza marcata sta nel tempo dell’aggrava-
mento, che e generalmente verso il mattino. Il sudore
comincia nella sera e pu6 durare fino a mezzogiorno o
tutto il giorno; esso e appiccicaticcio ed offensivo ed il
corpo ha un senso pastoso. In relazione al suo freddo,
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esso probabilmente viene alle tre od alle quattro del mat-
tino, od alle tre o alle quattro del pomeriggio. L’aggra-
vatnento generale di Ferrum b specialmente verso il
mattino dalle quattro alle cinque, o dalle tre alle cinque.
Alcune di queste fattezze non le troverete nel testo. Fer¬
rum si associa coi pazienti cost detti freddi. Calcarea,
Silicea, Sepia ed altri hanno questa classe di pazienti
freddi. Lycopodium b alcune volte un paziente molto
freddo; cost pure Phosphorus. Opium b 1’uno e l’altro,
freddo e caldo. Sulle prime nella sperimentazione di Opium
vi sarb gran calore e tendenza a gettar via le coperte,
e voi osserverete nei vecchi mangiatori di Opium, che
appena spariscono i primi effetti di Opium essi vanno
vicino alia stufa; essi si avvilupperanno bene. Vi ha un
altra fattezza speciale di Ferrum, ed b in relazione alia
sua vertigine; questa viene scendendo dalFalto, ed b in
opposizione di Calcarea, la quale T ha salendo. La verti¬
gine di Ferrum viene sempre attraversando l’acqua; men-
tre questa pub essere perfettamenle tranquilla, nondimeno
se il paziente di Ferrum entra in una barchetta egli ha
tanto capogiro che difficilmente pub rimanere in essa;
egli teme di saltar fuori; egli teme di non potersi tenere
in equilibrio sull’acqua, ed alcune volte b preso da male
di stomaco. Lo speciale aggravamento non pub applicarsi
soltanto ad uno o a due sintomi del rimedio. L’aggrava-
mento generale appartiene a tutto il medicamento ossia
al medicamento in generale. Vi sono esacerbazioni che
meritano di essere ricordate. Voi rammentate che io vi
ho detto, parlando di Pulsatilla, che le emissioni sono
blande, eccettuata la leucorrea. Questo b caratteristico
di Pulsatilla, ma cib non vuol dire che Pulsatilla non
abbia una leucorrea blanda per se stessa. Cost io vi dissi
una volta che in Arsenicum le sofferenze del corpo sono
migliorate dal calore e-che il dolor di testa b migliorato
dal freddo. -Cib b caratteristico. Ma Arsenicum ha un
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dolor di testa che b comunemente migliorato dal calore.
Questa, osservate, b 1’ eccezione — 1’ azione alternata,
come la descrisse Hahnemann. Bryonia, voi lo sapete, b
peggiorata dal moto, eppure essa ha dei dolori lombari
che sono migliorati dal moto. Rhus, nel suo stato gene-
rale, b migliorato dal moto; ma esso ha dei dolori lom¬
bari, e dei dolori in relazione al moto, associati colla
colonna spinale, che sono migliorati dal riposo. Essi
cagionano quasi 1’ opposto diretto di Rhus.
Alcuni riguardo alia nostra Materia Medica sono in
errore figurandosi queste eccezioni, allorchb le prendono
avvenute in causa di un rimedio che ha parecchi sintomi
che sono aggravati da una certa condizione specials, e
che per questa ragione rappresentino un’ esacerbazione
generate del rimedio; ci6 che non b vero. Lippe dice
che i dolori di Camphora sono peggiorati dal freddo, ed
b vero. Ora, come cosa di fatto, i primi sintomi degli
intestini associati col col’era sono migliorati dal freddo,
ed il paziente non pub stare coperto. I dolori ed il calore
sono condizioni migliorate dal caldo, ma lo stadio freddo
b aggravate dal calore.
Sotto le esacerbazioni dal calore o dal freddo b detto:
Sete o mancanza di sete, perchb Ferrum le ha ambedue
in alcune caratteristiche; quando non vi b febbre con
Acetic, acid, esso b molto assetato; colla febbre egli b
senza sete. Nolle idropisie, in Acetic acid, dove vi b orina
profusa egli ha sete marcata — sete violenta; ma negli
stadi febbrili egli non ha sete. Ci6 non b comune, epper-
ci6 b peculiars o caratteristico. Nel croup pseudo-mem-
branoso vi b sete marcata quando non vi b febbre. In
Ferrum vi b forte battito nella testa, in specie nella sua
parte posteriore; colla tosse vi b un violento dolore pul-
sante alia base del cecvello; sembra come se la testa
avesse a scoppiare. Se ci6 b associato colla faccia rossa
e Ferrum. Carbo. veg. ha dolore violento nella base del
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cervello tossendo, ma non ha la faccia rossa di Ferrum,
nb tutti i dolori nb l’eccitamento associato colla faccia
rossa; testa calda e piedi freddi.
Un’altra caratteristica di questo rimedio b la diarrea
di cibo non digerito; evacuazioni senza dolore, involonta-
rie, durante il pasto. China ha evacuazioni di cibo, senza
dolore, non degerito, durante la notte. In Ferum, come
una fattezza marcata, b il desiderio di andare di corpo
che avviene appena egli mette. qualche cosa nello stomaco;
1’evacuazione pud essere involontaria, insudiciando le sue
vesti mentre mangia. Arsenicum pure ha cib.
Gli organi sessuali femminili ci danno un’altra pro-
minente fattezza in cid che, durante il coito la donna b
insensibile all’atto, non vi b sensazione nella vagina; vi
b un sensazione di torpore, o piuttosto una mancanza di
sensazione. In cid esso d collegato con Berberis, e d’al-
tra parte, esso ha pure indolorirnento nella vagina durante
il coito. Sepia, Kreosoto, Sulphur hanno coito molto dolo-
roso per l’aumentata sensibility della vagina. Ferum phos.
ha questo stato, ma b per uno spasmo della vagina ca-
gionato da accresciuta sensibility. La vagina b troppo a-
rida; aridity estrema della vagina; arida ed arsiccia. E-
saminandola sembra quasi impossibile di introdurre il dito
nella vagina senza prima ungerlo, ed allora voi dovrete
fare uno sforzo, a motivo dell’estrema aridity della vagina.
Nutrum muriaticum ha addoloramento in causa dell’aridity
della vagina. La vagina b arida e calda in Ferrum. Un’al¬
tra notevole condizione prodotta da questo rimedio b una
condizione talmente indebolita* della vagina che b come
quella che accompagna il prolasso. Generalmente voi pen-
serete a Sepia, Kreosoto, Mercurio, e Nux per il prolasso
della vagina. Io esposi parlando dello stato generale, che
le regole sono troppo profuse e durano troppo a lungo;
anche il flusso pub essere acquoso. Ci6 pub essere asso¬
ciato con un vecchio caso, quando una paziente b stata
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RIVISTA OMIOPATICA.
avvelenata da Ferrum dato allopaticamente per anni ed
anni. Esso iQgrossa le vene dei polpacci. Esso ha un reu-
matismo che probabilmente sarb nel muscolo deltoide
destro, che comincia nella spalla e va in giit. Sanguina-
ria ha lo stesso sintomo. Colchicum e Ferrum hanno do-
lori pizzicanti, tiranti, e laceranti nel muscolo deltoide
destro, producenti un’inabilitb ad alzare il braccio; peg-
giorati dal movimento coll’alzare il braccio, o dal tentare
di contrarre il muscolo; cib b migliorato dal calore; peg*
giorato dal peso delle coperte del letto. Il braccio destro
b storpio; desiderio irresistibile di piegare il braccio; lo
fa uscire dal letto alle due ant.; migliorato dal passeg-
giare lentamente. Veratrum ha dolori reumatici, che lo
fanno uscire dal letto, e, come dissi prim a, Ferrum non
si deve mai dare nella consunzione, come parimenti non mai
nella sifilide. Se in un caso antico di sifilide secondaria
o terziaria date Ferrum, voi siete sicuri di far peggiorare
le sue ulcerazioni fagedeniche e la sua condizione gene-
rale. Non amministrate all’infermo Ferrum nella forma
grezza. Io lo riguardo come uno dei rimedi piit pericolosi
ed uno di quelli che hanno maggior durata d’azione nella
materia medica. Esso b un antipsorico molto profondo e
che deve essere maneggiato con gran discernimento. Ado-
peratelo altamente attenuato e raramente ripetuto. Esso a*
gisce, quando b convenientemente attenuato per cinquanta
giorni sul corpo (The Homeopathic Physician ).
0M10PATIA PROGRESSIVA
del Dotfr. Ad. Lippe.
Non vi b alcuna sosta o fermata in natura, e non vi
b fermata nelle scienze e nelle arti; noi o progrediamo
o indietreggiamo. Queste poche linee sono destinate a
mostrare il progresso sotto circostanze esistenti. Questa
b una vista piacevole come lo b la conoscenza del Dott.
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RIVISTA OMIOPATICA.
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245
Riccardo Hughes, il cui grande opus di sua creazione,
La Ciclopedia della Patogenesia dei medicamenti, b de-
stinata ad essere la Materia Medica dell’avvenire. Que-
sto, a nostro parere non significa un avvenire vicino, ma
un avvenire molto lontano. Rigettati dall’ ingrata gene-
razione presente, i signori R. Hughes e compagnia spe-
rano che l’opera ora ripudiata avr& miglior sorte che al-
tri lavori di altri autori disprezzati — come per esempio
F Organon di Hempel, il quale rigettato da una grande
e rispettabile maggioranza, fu rinviato da ultimo alia fab-
brica di carta.
Il gentile lettore si ricorda del fatto che il Dottor
Von Boenninghausen pubblicb nel 1863 un Glossario agli
Aforismi di Ippocrate. Nella pagina 280 noi troviamo la
seguente nota (n.° 30): « Molti omiopatici avranno tro-
vato, con noi, che vi b una forma di epilessia la piit dif¬
ficile a guarire e che noi spesso non riusciamo a guarire
se il paziente cade in un sonno profondo dopo un’attac-
co, dal quale egli si sveglia con un dolore continue nel
cervelletto. » Dacchh il compianto illustre Boenninghau¬
sen scrisse questa nota noi abbiarpo progredito, ed ab-
biamo conoscenza della patogenesi di Bufo ; ed appunto
tali casi, che non sono infrequenti e vengono cosl ohia-
ramente descritti dal grande osservatore, sono stati gua-
riti da Bufo, purche giustamente amministrato. Ci vuol
poco a condannare uno sperimentatore e le sue sperimen-
tazioni, e noi troviamo che Riccardo Hughes non & sod-
disfatto degli sperimentatori di Bufo, e li maltratta e ri-
getta le loro sperimentazioni. Il giudicare della esattezza
di una sperimentazione a priori , senza averla assogget-
tata ad uno sperimento clinico, & una supererogazione, e
se una tale condanna a priori viene da un individuo che
non ha data alcuna prova della sua capacity a fare uno
sperimento, b meglio ignorarla. In ogni evento, lo speri¬
mento clinico ha ripetutamente provato che Bufo, quando
s
l
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RIVISTA OMIOPATICA.
b giustamente amministrato, guarir& gli attacchi epilet-
tici, specialmente qaando essi hanno luogo durante il son-
no nella notte. L’infermo puo essere o no svegliato dal-
l’attacco, ma quando egli si sveglia dal sonno axrk vio-
lenti dolori di testa. Sia che i moderni compilatori della
materia medica, progressisti all'indietro, rigettino tali sin-
tomi confermati clinicamente, sperimentati o no; il vero
medico, non di meno, prenderb, nota di essi e guarirb nna
forma, di epilessia che era prima incurabile. Questo b pro-
gresso.
I Sintotnt di Guida (Guiding Syptoms) della nostra
Materia Medica del Dott. C. Hering, il capo lavoro del
padre della nostra scuola in queste contrade, b opera ora
bene avviata nella sua continuazione, e questo b un al-
tro progresso in avanti, mentre apparisce che il grande
Opus di Riccardo Hughes b da lui stesso dichiarato un
progresso indietro nel lontano futuro, probabilmente nella
« fabbrica di carta. » 1 sintomi di guida della nostra
Materia Medica guideranno lo studioso diligente ad una
piena conoscenza della stessa materia medica e lo por-
ranno in grado di diventare un vero medico e di pro-
gredire in avanti.
Un modo progressive di trovare il rimedio curativo
pub essere raggiunto, anche quando i nostri migliori re-
pertori non ci assistono. Noi ricorriamo di nuovo alia ma-
niera illustrativa. Vi sono casi cronici rarissimi di ma-
lattie nei quali sembra quasi un compito disperato il tro¬
vare il rimedio simile. Pochi sintomi prominenti possono
essere coperti da un rimedio, ed essi svaniscono dopo
che quello b stato preso per breve tempo; una nuova se-
rie di sintomi si manifesta e voi ne potete coprire sol-
tanto pochi, e ne seguono gli stessi risultati non sodisfa-
centi. Nel caso a cui alludiamb, che potrebbe essere dia-
gnosticato meningite cronica, predominavano alcuni sin¬
tomi. Il dolor di testa era peggiorato dallo star coricato;
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era alleviato dallo star seduto; quando il dolore aumen-
tava, era accusata una sensazione simile a globo isterico;
lutte le coperture dei collo si sentivano troppo slretle ed
erano coslantemente sciolte; pienezza, pulsazione, e bat-
tito nella testa. Glonoin., Bellad., Gelsemin., hanno dato
alle volte sollievo; Lacbesis solamente cagionava aggra-
vamento. Belladonna la faceva finita; cosl avevevano i re-
pertori. Ora sembrava come se si dovesse trovare un ri-
raedio relativo a Belladonna nelle sue azioni morbifiche.
Noi prendemmo il piccolo lavoro dell’ infaticabile Boen-
ningbausen sulle relazioni, e finalmente arrivammo a Se¬
pia. Tutti gli altri rimedi relativi non corrispondevano al
nostro caso. In essa noi trovammo ci6 che cercavamo.,
nei sintomi 470 e 471 nel quinto volume delle Malattie
Croniche di Hahnemann. N.° 470 — Pressione nella go-
la, non importa quanto poco essa sia coperta; N.° 471
— Pressione nella gola nella regione delle tonsille, come
se il fazzoletto fosse legato troppo stretto attorno al collo.
Con nostra non poca sorpresa, noi trovammo per la pri—
ma volt a in questo caso, tutti i sintomi della paziente
sotto Sepia, ed il beneficio che essa ricevette da questo
rimedio fu altrettanto sorprendente quanto era inaspetta-
to. In nessun altro modo che esaminando i rimedii rela¬
tivi a quello che le aveva recato maggior beneficio noi
saremmo stati posti in grado di trovare il simile. Non 6
spesso che i repertori lo rilevino, ma essi lo fanno in que¬
sto caso eccezionalmente singolare, e noi chiamiamo l’at-
tenzione dei nostri colleghi sul progresso in avanti per
trovare il rimedio. La materia medica della nostra scuola
6 come abbiamo dimostrato, progressiva, e noi possiamo
progredire di pifi se entriamo premurosamente nello stu¬
dio delle relazioni esistenti fra i rimedj sperimentati. Se
noi progressivamente sviluppiamo la nostra arte di guarire,
noi non possiamo venir persuasi n& a diffldare n& ad ab-
bandonare la grande eredit& lasciataci dal Maestro nella
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sua Materia Medica Pura e nolle Malattie Croniche, nb
a dichiarare che la legge di cura, Similia Similibus Cu-
rantur, non 6 degna di fiducia; e quel progressive abban-
dono della logica e dei principii, ugualmente che il ge-
nerale progresso indietro verso idee impropriamente dette
liberali e scientifiche, esige da ogni « medico » una con-
danna delta spirito di sela, e della piena fiducia nel
proprio giudizio illogico sul quando si debbano ammini-
strare rimedi secondo la legge dei simili e sul quando ap-
plicare la cura palliativa soltanto. II liberalismo progres¬
sive nou trattenuto da alcuna formola o da una legge di
cura, richiede (cosi dicono costoro) che noi possiamo, come
uomini scientifici, applicare la legge dei simili ed il trat-
tamento palliattivo « in alternativa. » La liberty progres¬
siva dell’opinione e dell’azione medica doraanda tale espe-
diente. Lasciateci avere piena liberty di azione in questi
giorni in cui tutti cercano liberty; lasciateci sfidare tutte
le leggi, naturali e divine, come pure le leggi del paese;
lasciateci malignare, deridere, punire, se possiamo, tutti
coloro che crediamo di ostacolo al nostro avanzamento.
Questo & il linguaggio e la domanda espressa negli organi
di questa setta d’uomini che cerca liberth, i quali, oltre
a tutte le altre assurde pretese, vogliono la liberta di pra-
ticare e d’insegnare Omiopatia come essi la intendono, e
pretendono di essere ancora chiamati coH’onorevole nome
di Omiopatici ; mentre, di fatto, essi hanno abbandonato
da lungo tempo tutti i dommi della scuola. Il sintomo,
« ogni copertura del collo sembra essere troppo stretta »
6 stato cosi frequentemente guarito con Lachesis che esso
sembrb un’indicazione quasi positivamente degna di fiducia
per questo rimedio. Nel caso sopra riferito a questo sin¬
tomo fu permanente, non apparteneva necessariamente alia
presunta condizione patologica, e Lachesis, anche alle volte
d’altroflde indicato specialmente pei dolori violenti nell’o-
vaja sinistra quando si stabilisce la menstruazione, aggravo
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sempre i sintomi e non recb mai il pih leggiero sollievo.
Nel cercare un rimedio si pensb esser cosa migliore di
trovarlo fra i rimedii che hanno relazione uno coll’altro,
i quali abbiano recato il tnaggior sollievo (Belladonna), e
fu messo in capo alia lista un sintomo non appartenente
necessariamente alia malattia cost chiamata. La signora
aveva continuamente le dita sul vestito che le copriva il
collo; quando anche esso era largo, il solo contatto di
esso l’angustiava.
I sintomi sopra numerati furono trovati sotto Sepia,
e per quanto io so, Sepia fu per la prima volta ammini-
strata dove questi sintomi del collo e della gola erano
presenti, e questo sintomo sparl interamente dopo Sepia,
la .quale migliorb molto tutta la condizione della paziente.
Non b egli evidente che la nostra Materia Medtica pub
solamente esser resa piu utile coll’osservare attentamente
i risultati clinici ? Esiste un registro giornaliero di spe-
rimeutatori tali come i progressisti indietro Riccardo Hu¬
ghes e compagni, ora tentano d’introdurlo surrettiziamente
nella professione, che sia di alcun vantaggio possibile fino
a che sintomi sperimentati dagli sperimentatori siamo stati
verifieati collo sperimento clinico? Allora, dopo ordina-
tili in una maniera appropriata, essi diventano accessibili
ed utili. Vi sono molti, anzi moltissimi, sintomi registrati
nelle collezioni di Hahnemann, Hering, ed in altre raccolte
di rimedj sperimentati, non ancora verifieati dallo speri¬
mento clinico, ma essi hanno precisamente cost buon dritto
a rimanere nel registro come altri sintomi che sono stati
verifieati. Coll’andar del tempo questi, come sintomi non
ancora verifieati, diverrano « sintomi di guida. » Lo stu-
dente della patologia che si trova nei libri, come pure
il medico progressista che studia la patologia comparata,
sa che anche le forme conosciute delle malattie classifi-
cate hanno cambiato i loro sintomi caratteristici concomi-
tanti, e come una delle pih palpabili illustrazioni noi
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menzibniamo la « febbre scarlattina. * I piit antichi me-
dici hanno tutti osservato tali notevoli cambiamenti, non
solo nella stessa erozione scarlattina, ma specialmente nei
sintomi concomitanti, di modo che in questi cangiati sin¬
tomi una classe del tutto diversa di rimedi diventa cura-
tiva a volte diverse. Rimedi i pih frequentemente indicati
quarant’anni indietro nelle epidemie di scarlattina, come
Ammonium carb., Lycopodium, e Calcarea carb., non sono
indicati nelle recenti epidemie. Vi fu un’epidemia che ri-
chiedeva spesso Mercurius jodatus, un’altra epidemia ri-
chiedeva Apis ed Arum trif., e da alcuni anni noi ab-
biamo la febbre scarlattina del vecchio Sydenham per la
quale Hahnemann trovb spesso Belladonna rimedio cura-
tivo. Una prossima epidemia pub richiedere una classe to-
talmente differente di rimedi, e possono sorgere sintomi
che ora rimangono ancosa da verificarsi nella nostra Ma¬
teria Medica. In considerazione 'di questi fatti stabiliti,
come b possibile ad un medico che pensa, di favoleggiare
intorno anche alia semplice possibiltb di malattie com-
prese sotto una livrea patologica bene etichettata, molto
meno chiedere il trattamento di malattie da una Materia
Medica letta attraverso di occhiali scientificamente fatti
nel campo patologico ?
II progresso in avanti fu ben illustrato dalle speri-
mentazioni pubblicate di Lithium carbonicum dal compianto
Dott. C. Hering. Se la setta progressista all’indietro di
uomini come Hughes e compagni, vorrb prendere in mano
il terzo Volume &q\Y American Review, troverb in essa i
registri giornalieri degli sperimentatori, ed b un fatto ben
conosciuto che R. Hughes e compagni deplorano 1’ omis-
sione di Hahnemann di pubblicare i registri giornalieri
degli sperimentatori. Essi dovrebbero conoscere perb che
l’editore della Materia Medica di Hahnemann pubblicb
l’opera per un movente del tutto disinteressato, e soltanto
in graziosa ricompensa del beneficio ch’egli ricevette dalle
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cure di Hahnemann. Nel quarto Volume dell 'American
Review si troverA un ordinamento dei sintomi di Lithium
carbonicum, che comprende alcuni esperimenti clinici e
conferme cliniche. Hering ed i suoi contemporanei pro-
pugnarono un progresso in avanti. Ma cosa avviene al
dl d’oggi ?
II progresso della nostra scuola avanzerA progressi-
vamente; nulla lo pub impedire. Nella patogenesi di Li¬
thium carbonicum fatta da C. Hering noi troviamo il sin-
tomo 93: 1’aciditA dello stomaco da nessun’altro rimedio
fu alleviata cosl prontamente come da Lithium. Qui noi
abbiamo una prova che gli effetti curativi delle medicine
frequentemente osservati non possono con alcun mezzo
essere cancellati dalla nostra Materia Medica. Sia nostro
scopo, come omiopatici e veri medici, quello di progredire
in avanti e di sconoscerp i progressisti all’indietro. — La-
sciamoli al loro destino. ( The Homoeopathic Physician).
ALCUNI CASI CLINICI.
del Dott. A. M. Cushing.
Caso I. Apis. — La Sig. S. — di anni 50; faccia,
membra, e piedi gonfi, ed edematosi da alcune settimane.
Orina scarsa; non si sente bene. Soggetta a risipole.
Diedi Apis 200, una cartina. Tre giorni dopo il gonfiore
era scomparso, si sentiva benissimo, e domandava se io
speravo che il rimedio facesse effetto sui suoi reni; disse
che 1’orina era profusa.
Caso II. Apis. — Un bambino di anni tre, con feb-
bre, e goia infiammata; placche difteriche grigie, sudicie,
sulle tonsille; aspetto edematoso delle fauci. Apis 200;
ed in due giorni la gola guarita quasi corapletamente e
orina molto profusa.
Caso III. Rhus. — Il Signor —, di anni 57, zoppo
dal piede sinistro sull’interno del collo del piede, molto
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RIYISTA OMIOPATICA.
252
di piit nei giorni piovosi. Durante un attacco di dolore
in una giornata umida diedi Rhus tox cm, ed in dieci
minuti il dolore era nella polpa del pollice, e dieci mi-
nuti dopo il dolore e la storpiatura erano scomparsi.
Caso IV. Phosphorus. — La Sig. N.—, di anni 36.
Dieci anni fa emorragia post partum. D’allora in poi me-
struazioni profuse, deve stare in letto da sei giorni a
due settimane ogni mese. Suo marito dice che il sangue
« diluvia proprio da lei. » Lo scolo b intermittente; 6
peggiore di notte; grumi grossi, scuri; sgorga fuori; 6
debole , pallida , emaciata; freddolosa, assetata, peggiora
dopo bevande calde; nervosa; tintinnio nolle orecchie; ver-
tigine; mani e piedi freddi; palpitazione di cuore; un’ul-
cera bianca duole in bocca. alta e magra. Ha avuto
molti dottori, e sua madre morl di simili sintomi alia sua
etk circa. Diedi Phosphorus 200, una cartina. Per sei
mesi mestruazioni normalt, tutti i sintomi molto miglio-
rati, ingrassh e si sentl meglio. Poi in causa di troppo
moto lo scolo aumentb, ma fu immediatamente ristabilita
dallo stesso rimedio.
Caso V. Borax. — La Sig. L.—, di anni 28, alta,
magra, colorito biondo, aveva tosse e sofferenze alia gola
da tre anni. Suo padre, suo fratello e due sorelle mori-
rono in un anno di consunzione. Essa ha leucorrea da
parecchi anni, e stata curata da medici omiopatici in Bo¬
ston, New-York e Washington senza vantaggio, ed aveva
deciso di non spendere pift alcun denaro per il suo male.
Lo spurgo b bianco, non molto denso, ed ha la sen-
sazione come di acqua calda che scorra giii per le sue
membra. Diedi una cartina di Borax 200, ed in dieci
giorni la sua leucorrea era del tutto scornparsa, ed essa
non aveva piu alcun disturbo alia gola. Sei mesi dopo
essa non ebbe piu alcun disturbo, e poteva camminare
per due miglia, anche con nebbia pesante o in giorno di
pioggia e neve senza la comparsa di alcuno dei suoi anti-
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RIVISTA OMIOPATICA. 258
chi sintomi. Essa aveva dapprima cambiato di clima due
volte all’anno, ma ora da due anni & rimasta nel mede-
simo posto.
Caso VI. Febbre intermittente. — Natrum tnur. —
La Sig. E. — Freddo un giorno s\ e 1’ altro no alle 9
od alle 10 ant.; dura molto tempo; d fortissimo. Comincia
alle mani ed ai piedi, che sono molto freddi. Febbre
forte e di lunga durata, con dolor di testa il quale dura
tutto il giorno seguente. Sudore profuso; e fiacca e inde-
bolita. Ha avuto questa febbre in antecedenza ed & stata
curata da ambedue le scuole in questo paese ed in Eu-
ropa; & stata nutrita di sale e le d stato dato sempre
Chinino. Io le diedi Natrum mur. l. m . Il giorno seguente
freddo leggero per circa quindici minuti; poi non ebbe
piit affatto nulla.
Caso VII. — Il Sig. E. —, marito della suddetta
signora, aveva forte freddo dopo aver mangiato, maggior'6
alle braccia e nella bocca dello stomaco; con pelle asciutta,
calda; dolor di testa frontale scoppiante e faccia rossa;
senza sete. Piedi freddi ghiacciati, Belladonna sembrava
indicata, e la diedi alia 200. a potenza, ed il freddo non
venne piit.
Caso VIII. — La Signorina B. — Freddo ogni giorno,
d malata in letto, & stata curata dalla vecchia scuola per
due settimane e non si sente punto meglio. I brividi
cominciano nel dorso con forte dolore al dorso. Diedi
Capsicum 30, e non ebbe piit un altro brivido.
Caso IX. — Il Sig. F. — Freddo ogni dopo mezzo-
giorno, con gran sete durante il freddo. Male alia testa
ed al dorso. Febbre alia sera. Sudori tutta la notte; assen-
za di sete durante la febbre od il sudore. Diedi Ignatia
l. m ; e non un altro brivido.
Caso X. Demenza. — La Signorina — di anni 24
circa. Quattro anni or sono fu disillusa nelle sue speranze
di matrimonio; ne segul febbre tifoidea. D’allora in poi
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254 RIVISTA OMIOPATICA.
soffre di alienazione mentale. Curata dalla vecchia scuola
e da eclettici fino ad ora; 6 stata curata omiopaticamente,
con Gelsemium un giorno per la febbre, ed alternativa-
mente il giorno dopo con acquavite per la debolezza. Di-
veniva gradatamente pih debole, ed i medici temevano
che morisse presto. Essa giaceva in letto raccogliendo
le coperte con le dita; borbotta o parla da sola; ride fra
sb qualche volta. Prende poco cibo, le scariche dagl’inte-
stini e dalla vescica passavano nel letto. Io diedi nna
dose di Phosphoric, acid, che mi procurai, supponendo
che fosse circa l. m ; ma pih tardi seppi che era la cm.
Essa ebbe una notte pih tranquilla e mangib di pih a
colazione migliorando ogni giorno. Ritornando a casa
mia studiai il caso accuratamente e decisi che Pulsatilla
era piu indicata, e mandai una cartina di Pulsatilla 16. m ,
da darsi se fosse necessaria. Fu data appena ricevuta,
circa una settimana dopo il Phosphoric, acid. Essa non
prese pih alcun rimedio, e dopo trentun giorni dalla pri—
ma prescrizione andb a casa, capace di pensare a sb
stessa, e di fare le leggiere faccende di casa (The Medi¬
cal Advance).
FEBBRE INTERMITTENTE
Dott. C. B. Gilbert.
Quest! tre casi avvennero in tre fanciulli della stessa
famiglia, tutti malati nello stesso tempo e presumibilmente
per la stessa causa eccitante, ma ciascuno richiedeva un
rimedio differente. Il che non b certamente una prova in
favore dell’ indicazione universale pel Chinino o per qua-
lunque altro rimedio.
Phosphoric, acid. — Freddo alle 9 pom. con grandq
prostrazione, la quale continua durante tutto il tempo del
parossismo; febbre tutta la notte con emissioni frequenti
di grandi quantity di orina chiara acquosa; non molta
sete; il lato sul quale essa giace b doloroso.
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RIVISTA OlilOPATICA.
255
Nuco moschata. — Febbre continua, con faccia rossa
e dolor di testa frontale; dorme la maggior parte del tempo,
ma si sveglia lagnandosi della sua testa; sete; non vuole
essere coperta (Luglio); in seguito la febbre divenne inter-
mittente ed il freddo cominciava ai piedi, seguito da febbre
e sonnolenza con meno dolor di testa; occhi prurienti.
Arnica. — Freddo al mattino, alle 8,30 o 10,30, con
tremollo e forte dolor di testa; testa calda, corpo freddo,
pelle delle mani e braccia con macchie azzurrognole; si
lagna del letto; grande sete, seguita da vomito — prima
acre, poi forse amaro; febbre altissima con sonno e meno
sete; finalmente sudore; poi si alza per giocare, ma non
molto vigorosamente. (The Medical Advance).
APP ONTl CLINIC!.
Carbonchio o carboncello, — II Dott. W. J. Martin riferisce un
caso di carbonchio nel quale il dolore era cosi intenso che Pinferma
non poteva giacer giu o andare a letto; essa camminava attorno
la camera e temeva di morire o d’impazzire. Il carbonchio fu mole-
stato con una piccola apertura dalla quale non flui pus. I dolori
erano di un carattere bruciante, pungente. Tarantula cubensis 12
portb un quasi magico sollievo (The Medical Advance),
U Dott . Kent sulla sicosi, — Sotto questo titolo il Dott. E. W.
Berridge fa le seguenti utilissime osservazioni in relazione alia ma-
gnifica lettura su Natrum sulphuricum, da noi poco fa pubblicata.
« Mi piacque molto il saggio del Dott. Kent sulla « Sicosi e Natr.
sulph, » Hahnemann soltanto fu capace di gettare le fondamenta,
della conoscenza della sicosi; Boenningausen Vi fabbrieo sopra; ed
ora spetta al Dott. Kent di completare P edificio.
A questo riguardo io accennerd i seguenti fatti suggestivi:
(1) L’ asma appartiene alia diatesi sicosica.
(2) La gonorrea parimenti.
(3) 11 desiderio di essere sventolato e un sintomo prominente
nelP asma.
(4) Medorrhinum ha prodotto il seguente sintomo:
« Ha Hsogno che gli si faccia aria , continuamente; getta via
le coperte, eppure la sua superficie b fredda; bruciore, per lo piii
soggettivo, delle mani e dei piedi — le vuole scoperte e sventolate. »
Medorrhinum ha pure « i peli sulle braccia fino al gomito molto
folti, » e « molto folti e lunghi i peli sulle gambe fino ai ginocchi. »
Si confronti il sintomo 2,932 (ne\VEnciclopedia) di Thuja, altro grande
antisicosico. QuesPultimo b uno dei sintomi di Wolf, omesso da Al¬
len nel suo Indice e ridicoleggiato da Dudgeon — ambidue cosl note-
volmente confermati» ( The Homoeopathic Physician),
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256
NOTE E NOTIZIE
A mostrare la vitality e i progressi deirOmiopatia negli Stati Uniti
diamo qul la nota dei giornali che, plu o mono bene, ve la rappre9entano.
American Homoeopathist,
California Homoeopath,
Chironian,
Clinical Review,
Clinique,
Hahnemannian Monthly,
Homoeopathic Journal of Obstetric, Gynecology and Paedology,
Homoeopathic Physician,
Medical Advance,
Medical Counsellor,
Medical Current,
Medical Era,
Medical Institute,
Minnesota Medical Monthly,
New England Medical Gazette,
New York Medical Times,
North American Journal of Homoeopathy,
Physician's and Surgeon's Investigator,
Southern Journal of Homoeopathy,
St. Louis Periscope and Clinical Review,
United States Medical Investigator.
Oltre questi 21 periodici in lingua inglese, altri 3 o 4 se ne
pubblicano a Londra; ed altri 3, pure in lingua inglese, a Calcutta.
Leggiamo m\VAllgemeine Hovnoeopathische Zeitung del 4 Gennaio:
Possiamo dare ai nostri lettori la beta notizia che finalmente
si procederh qui in Lipsia alia fondazione di un Ospedale Omiopatico.
A questo scopo fu comprata un’ area conveniente a discreto prezzo.
Col venir della primavera si metterh mano ai lavori, e nell’anno
venturo si spera di poter aprire P Ospedale. Esso conterrh per ora
20 letti; ma potra essere quando si voglia ingrandito, poichfc lo spa-
zio non manca. Si spera che incominciata la fabbrica, generosi o-
blatori verranno in ajuto della benefica impresa.
Abbiamo altre volte tenuto parola e dato ragguaglio ai nostri
lettori della Compagnia Omiopatica di assicurazione sulla vita , esi-
stente negli Stati Uniti. Detta Compagnia assicura per minori quan¬
tity la vita di quelli che si curano coll’Omiopatia che di coloro che
preferiscono P Allopatia; e cio in forza delle rigorose statistiche al-
l’uopo compilate, dalle quali b comprovato tutti gli anni che muo-
jono meno persons curate colPOmiopatia che colPAllopatia. Nella sta-
tistica della mortality, onde b corredata Pultima Memoria col la quale
la Compagnia annualmente rende conto delle sue operazioni, troviamo
i preziosi dati che seguono; dati di fatto che parlano troppo alto in
favore delPOmiopatia. Tale statistica comprende un periodo di 7 anni
e 5 mesi.
Numero degli asticurati Numero dti morii
Omiopatici.6,061 52
Allopatici.4,852 58
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RIVISTA OMIOPATICA
Anno XXXII MARZO 1887. Numero 9.
CHIRURGIA PRATICA E MEDICINA SPECIFICA
del Dott. P. P. Wells.
Lezione di introduzione data al Collegio Medico ed Ospedale
per le donne in New York, Sessions 1886-1887.
La facolta che comprende i principii, e le differenze
inerenti a questi, come esse si incontrano nei doveri clinici
e nelle esperienze, b cosa che lo studente di medicina e di
chirurgia dovrebbe presto e con ardore coltivare, ed il
pratico non dovrebbe mai cessare di sforzarsi per accre-
scerla e perfezionarla, specialmente quegli che applica la
medicina specifica, perehb il suo esercizio b costantemente
richiesto in ogni suo sforzo per alleviare i dolori e gua-
rire le malattie del genere umano. II suo lavoro di tutta
la vita si compone cosl ampiamente di analisi e di con*
fronto di elementi visibili ed invisibili, ed il suo successo
nel trattare con essi dipende tanto dalle giuste compren-
sioni, e distinzioni dei medesimi, che una facoltA vigorosa
ammaestrata per questo lavoro b, da principio e sempre,
un sine qua non nei suoi doveri.
Innanzi tutto. I principii della filosofia della relazione
fra i curativi e le» malattie, dai quali la salute, quando 6
perduta, viene ristorata. La conoscenza di questi implica una
ricognizione della vera natura di ci6 che costituisce la ma-
lattia, e di quella che nel medicamento forma di questo
un agente curativo. . Una falsa comprensione dell’una o
dell’ altra condurrh certamente lo studente od il pratico
nelle regioni dell' ignoto, dove si trover^ che tutto mena
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258
RIVISTA OMIOPATICA.
ad un sistema di terapeutica, incerta, non degna di fidu-
cia, ed a fallaci congetture. Bisogna rammentare che la
medicina specifica richiede che ciascun elemento nel pro-
blema che essa b chiamata a risolvere dev’ esser cono-
sciuto; e ci6 implica che tutli gli element], la cui cono-
scenza b necessaria per questa soluzione, siano conoscibili.
Dinanzi a questa facolt& noi ci accingiamo a presen-
tare la chirurgia pratica e la medicina specifica, coll’ in-
tendiinento di scoprire le relazioni delle due fra di loro,
se lo possiamo. A prima vista pub sembrare che due do-
veri non possano essere piu dissimili di quanto lo sono
quell! di questi due rami di lavoro professionale. Ma il
primo sguardo non abbraccia sempre tutta 1’ estensione
di un soggetto, e non lo pub in questo. Esso vede da un
lato 1* uomo o la donna col di lui o col di lei corredo
( paraphernalia) di coltelli, forbici, forcipi, seghe, tubi, a-
ghi, etc. in grande varietb, insieme a stecche, fascie, e
carrucole, con qualunque altra cosa possa essere necessa¬
ria per mettere in grado lui o lei ad agire nel m'iglior
modo e colla miglior riuscita negli sforzi per riparare i
danni di disgrazie, o per alleviare le conseguenze di pro-
cessi morbosi, secondo che questi possono incontrarsi in
varii depositi di materia, od in parti, organi o tessuti di-
strutti. In tal modo apparisce il chirurgo, e cosl b apparso
per secoli, come uno equipaggiato per doveri totalmente
meccanici nella loro natura; e colui b meglio preparato
per questi, che li assume col vigore e coll’ability occor-
rente per fare grandi operazioni, le quali mutilano dove
1’ operalore non pub guarire ; e se la vita sarb conservata
con queste mutilazioni, lasciate che l’operatore e la sua o-
pera siano non lievemente stimati. Cosl riguardato, il chi
rurgo b apparecchiato ad aver che fare con elementi ma-
teriali mediante 1’ uso di mezzi materiali. Ma 1’ opera del
vero chirurgo non b limitata a questi, come vedremo.
L’esercente della medicina specifica, dall’ altro lato,
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RIVISTA OMIOPlATCA.
259
apparisce con nessun altro strumento od apparato che
quello di poche e piccolo boccettine contenenti ognuna po
chi e piccoli globuli, impregnato ciascuno del potere che
gli b proprio in relazione alle condizioni morbose per le
quali esso b lo specifico. La conoscenza di questi poteri b
per il prescrittore specifico ci6 che b la spaventosa mostra
di strumenti e di apparecchi per il chirurgo. Ma havvi
nell’ armamentario dei due questa grande differenza: il me¬
dico trova nella sua semplice e modesta scatola un ma-
gazzino di poteri da soddisfare a tutti i suoi bisogni ed
a quelli delle malattie che egli cura, mentre il chirurgo
che b pari alle piCi imperiose richieste della sua chiamata
b spesso costretto di andare al di lb delle sue risorse ma-
teriali nel dominio immateriale del medico, e prendervi in
prestito le forze che sole possono recar ajuto al suo pro¬
prio imbarazzo e ai dolori del suo infermo; e nessuna pe-
rizia per quanto somma nell’ uso di questi strumenti ed
apparecchi pub prendere il posto di quelle forze nolle cure
pivi soddisfacenti, che risultano dall’ opera del chirurgo.
Anche nel trattare i risultati di gravi accidenti, dove of-
fese meccaniche sono gli oggetti di cura del chirurgo, e
dove, qualche volta, noi potremmo intravedere pienezza
di risorsa nei mezzi meccanici, non di rado il vero chi¬
rurgo trova i suoi piu preziosi ed efficaci ajuti nell’arse-
nale dinamico che contiene le risorse del prescrivente
specifico. .
Se si domandasse, perchb questa differenza tra i due
rami relativi dell’ arte di guarire ? noi possiamo solamente
rispondere: Essa risiede nella vera natura dei problemi
che i detti due rami debbono risolvere: quelli del medico
essendo semplici nella loro natura, mentre il chirurgo e
costantemente chiamato a trattare con quelli che sono
complessi. Quelli del medico sono puramente dinamici;
quelli del chirurgo sono spesso un misto di elementi di¬
namici e meccanici; e percib, se egli b pari alle esigenze
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RIVISTA OMIOPATICA.
dei suoi casi, egli deve frequentemente ricorrere ad am-
bidue i mezzi, meccanici e dinamici, mentre il medico, se
egli & medico, adopera quelli soltanto che sono dinamici.
Nel trattare le malattie egli sa di aver a fare con
processi che sono risultati dall’ impressione di una forza
— la causa morbosa — sopra un’ altra forza, quella che
governa ed eseguisce j processi delle funzioni nel corpo
vivente, cost che 1’ azione armonica di queste che 6 la sa¬
lute, vien disturbata, e vi si d introdotto il disaccordo; e
questo disaccordo, interamente dinamico nella sua natu-
ra, 6 la malattia che il medico deve curare. Ristabilire
questa perduta armonla 6 l’unico obbiettivo dell’ opera del
medico; e ci6 come Fesperienza ha provato abbondante-
mente si ottiene nel miglior modo coi mezzi che sono an-
che totalmente dinamici nella loro natura.
Tutta quella classe di malattie che sono state chia-
mate chirurgiche, perchfe nel loro progresso esse pih o
meno probabilmente sviluppano condizioni che possono
chiamare F intervento meccanico, hanno la loro origine da
cause dinamiche, e quindi in principio spesso trovano sol-
lievo, e non di rado guarigione, coi mezzi forniti dall’ar-
madio del medico; mentre anche lesioni meccaniche, dopo
che hanno avuto a fare coi mezzi meccanici, secondo la
loro natura, spesso trovano la loro guarigione grande-
mente promossa ed eccelerata da una retta medicatura
dinamica. Qui sta la distinzione tra le malattie che sono
riguardale come 'piii specialmente appartenenti alia provin-
cia del chirurgo, e i risultati di accident!, i quali sono suoi
per dritto di prescriziorie. Le malattie esigono mezzi di¬
namici in principio, mentre coi risultati di accidenti, come
fratture di ossa, e slogamenti di giunture, essi sono al loro
posto principalmente dopo l’uso dei mezzi meccanici.
Vi sono poi alcune volte condizioni che si verificano
dopo lesioni meccaniche, le quali non riescono a rispon-
dere a qualunque siasi esperto nelF applicazione di mezzi
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RIVISTA OMIOPATICA.
261
dell’arsenale del chirurgo. Per esempio, voi potete trovare
delle ossa fratturate che ricusano di riunirsi anche quando
sono trattate dal piil abile e sperimentato chirurgo. Egli
ha esaurito i suoi mezzi, e decorse settimane di dolore e
di ansietk da parte del paziente e di ansiosi tentativi da
parte del chirurgo, non si trova alcun principio di pro*
cesso di riparazione. Le estremitb, dei frammenti sono
cosl movibili 1’ una sull’ altra come subito dopo la rottura.
La migliore ability non b riuscita, e cosa possono fare
il povero infermo o il chirurgo? Vi b una giuntura di
piil nel membro di quella che la natura intendeva a-
doprare od ha da adoprare. Infatti, la sola giuntura di pih
ha reso inutile completamente il membro rotto. Un caso
tale cadde sotto la mia osservazione nel 1846. Un ragaz*
zo, di quindici anni, aveva una giuntura artificiale nell’a-
vanbraccio destro verso la congiunzione del terzo supe-
riore e medio. Il caso durava da tre anni. Non puo essere
necessario aggiungere che egli aveva avuto il migliore
trattamento che la perizia chirurgica d’allora gli poteva
fare, quando si b detto che era stato curato dal fu Dot-
tore Valentino Mott, il quale certamente si sarebbe te-
nuto per offeso con chiunque gli avesse assegnato nella
cliirurgia Americana un posto meno elevato che non fosse
il primo. Il Dott. Mott fece tutto, ed il meglio che poteva,
per il ragazzo; il risultato fu un fiasco completo. Il caso
era allora stato abbandonato da lungo tempo, ed il ra¬
gazzo era lasciato andare con un solo braccio a fare i suoi
doveri pratici. Questo era lo stato del caso quando sua
madre, che io curava, richiamo la prima la mia attenzione
sovr’ esso. Ci6 avvenne verso 1’ epoca in cui io stava tra-
ducendo l’articolo di Croserio sulle « Relazioni dell’ Omio-
patia colla Chirurgia ». Io imparai da quell’ articolo che
questo eminente chirurgo e ardente difensore dell’ Omio-
patia aveva trovato che le preparazioni dinamizzate di
Symphiium officinale affrettavano il consolidamento delle
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RIVISTA OMIOPATICA.
fratture eccitando ed aumentando il necessario deposito
della materia collosa, abbreviando grandemente in tal modo
il periodo della convalescenza dopo tali accidenti. Crose-
rio fa il primo, per quanto io sappia, a chiamare l’atten-
zione su questa radice come rimedio per siffatti accidenti.
Io non conosco come la sua attenzione vi fa chiamata e
come egli si accertb del fatto. Ma b un fatto, che essa,
come io ebbi molte occasioni di verificare, abbrevia il pe¬
riodo di consolidamento delle ossa fratturate. Allorchb e-
saminai quel braccio, mi venne il pensiero che vi era qul
una occasione di sperimentare se fosse vera l’osservazione
di Croserio. Certamente, il caso non era esattamente ap-
propiato per questo scopo, poich& la giuntura artificiale
esisteva gi& da alcuni anni, ed era stato sottoposto a tutti
i mezzi conosciuti dall’ antica chirurgia per la sua cura,
senza vantaggio; e se quei mezzi cagionarono sofferenze
ed esaurimento nel paziente, non era questa una ragione
per il Signor Dott. Mott di non adoperarli. Egli non ebbe
paura di far uso di mezzi eroici, e presumibilmente il ra-
gazzo ebbe le estremitk dei frammenti conficcati uno con-
tro l’altro, e godette 1’ esperienza dei setoni e di qualun-
que altra cosa che quell’ eccellente chirurgo fa capace di
immaginare, dalla quale egli poteva sperare qualche be-
neficio per addivenire ad una giuntura artificiale. L’ in-
fermo ed i suoi genitori dovettero sentire dall’ eminente
chirurgo che il caso era disperato. Ma poscia il secondo
pensiero fit: il Dott. Mott non conosce nulla di Omiopatia.
Egli ne sa solamente abbastanza per odiarla. Comunque,
egli non la provb in questo caso, e probabilmente non
intese mai a parlare della scoperta di Croserio.
Cost, sebbene il caso, chiaramente, fosse abbastanza
scoraggiante, io mi determinai di far uno sperimento del
rimedio se si fosse potuto averne la radice. Domandai
alia madre, se avesse mai vista la radice di consolida od
orecchio d asino. Essa disse che ve ne era una grande
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RIVISTA OMIOPATICA.
263
quantity nel giardino di suo padre in — cittk non lon-
tana da Brooklyn, nel Long Island. Le soggiunsi, se voi
mi porterete un poco di quella radice, io guarir6 il brae-;
cio di vostro figlio. Io.era temerario ed entusiasta nella
mia fede nell’ Omiopatia, ed avevo fiducia in Croserio (1).
Tre giorni dopo un espresso mi reco circa un ottavo di
stajo della radice. Dalle migliori quality di questa io pre-
parai diligentemente una tintura secondo gl’ insegnamenti
dell 'Organon, dinamizzai una goccia di questa, e diedi al
ragazzo ogni sei ore un cucchiarino di acqua, nella quale
erano stati sciolti alcuni globuli imbevuti in questa dina-
mizzazione. II risultato fu rimarchevole. Esso mi stupi
grandemente, sebbene io avessi gia vedute prima guari-
gioni omiopatiche. Dopo due settimane dalla presa della
prima dose, questo ragazzo, dichiarato storpio nel suo
braccio per tutta la vita, fece col suo braccio, con sua
gioja, una partita a palla, ed ebbe il completo uso del
medesimo per sempre d’allora in poi. La mia promessa fu
avventata; ma il ragazzo rimase guarito ! (2).
(1) 6 stato a me di gioja il vedere qui rammentato con tanto onore da un
maestro, cosi corppetente quale h il Dott. Wells, il nome di un nostro illustre
italiano — ottimo fra i primi e piu fedeli Hahnemanniani onde si onora la no¬
stra istoria, pioniere infaticabile di cui sento il dovere di conservare memoria
indelebile. Poichd il Dott. Croserio ebbe per me affezione specialissima, la piu cor-
diale, E da esso mi ebbi incoraggiamenti ed ajuti nei primi anni di studio del-
P Omiopatia; egli mi raccomandd con amore e mi forni pel primo delle alte po-
tenze dci nostri piu important medicamenti. E 1’ottimo mio araied Cav. An¬
drea Giorgi, che era nostro intermediario nei frequenti suoi viaggi a Parigi dove
Croserio stava onorato fra i piu degni di quel tempo, piu volte mi narrava me-
ravigliato la grande benevolenza che P impareggiabile vecchio mi portava. Di
che gli ebbi sempre viva gratitudine che insieme all’ affetto durerk in me
quanto la vita. G. P.
(2) Qui Pautore narra il caso di una congiuntura artificiale, trattato all’O-
spedale Omiopatico di Brooklyn, caso che gli fu gentilmente fornito dal chirurgo
che lo curd e del quale noi sopprimiamo la lunga narrazione diaria. « Egli tratto
il caso* dice il Dott. Wells, con mezzi totalmente meccanici, e conoscendolo,
come lo conosco, ho ragione di credere, che nessuno avrebbe doperato tali
mezzi in un caso simile con maggior maestria e con maggiore intelligenza.
Esso e qui citato come un opposto al caso trattato da me totalmente con
mezzi dinamici. Cio & di molto interesse, a motivo della differenza nella na-
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264
RIVISTA 0MI0PAT1CA.
Non molto tempo dopo io ebbi l’opportuniUi di fare un
altro sperimento della preparazione in un caso di frattura
semplice dell’ omero. II paziente era un ragazzo di sette
anni. L’osso era rotto verso la congiunzione del terzo medio
ed inferiore. 11 ragazzo soffriva grandemente per la scossa
nervosa dopo l’accidente che fu il risultato di una caduta.
Eravi grande tremore ed agitazione, cbe continuarono
dopo l’aggiustamento dei frammenti e l’applicazione delle
stecche. Percib diedi al ragazzo un cucchiarino d’ acqua,
in oui erano stati sciolti alcuni globuli di una prepara¬
zione dinamizzata del rimedio Omiopatico adatto a tale
condizione, ed egli diventb perfettamente tranquillo e privo
di dolore in mono di cinque minuti. Egli allora era prin-
cipalmente disturbato dal timore di non « essere guarito
per il giorno 8 di Luglio ». L’accidente aveva avuto luogo
nella terza settimana di Giugno. Egli prese di tanto in
tanto alcuue dosi di rimedio datogli prima finche si giu-
dicb che egli aveva passato il punto del pericolo di in-
fiammazione e della relativa febbre concomitante, di cui
egli dava segni solamente in un grado leggerissimo; in-
fatti, essi erano cosl leggeri da dare soltanto piccolwsimo
sconforto. Poi egli prese un cucchiarino di una soluzione
di globuli di Symphiium ogni quattro ore. Non vi era nb
dolore, n§ gontiore da cagionar disturbo al paziente od al
suo dottore. Le stecche furono tolte la prima volta nell’ot-
tavo giorno. I frammenti erano inamovibili l’un l’altro, ed il
braccio sopportb il maneggio della fasciatura senza lamento.
tura dei mezzi irapiegati nei due casi, della differenza riguardo al tempo della
cura principiata dopo la rottura, alia durata della cura, ed alle probabili soffe-
renze del paziente risultanti da essa in un caso, e la totale mancanza di dolore
della cura nell’altro. L’una cura fu intrapresa immediatamente dopo la rottura,
e senza dubbio, fu trattata maestrevolmente in quanto ai mezzi impiegati. L’altra
fu intrapresa dope tre anni dalla frattura, eppure in \ 4 giorni dopo aver presa
la prima dose il braccio era consolidato; mentre il caso trattato meccanica-
mente fu sotto cura, si noti bene questo, per piu di un anno. Yeramente, in
questo caso il nuovo metodo sembra essere il migliore ».
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RIVISTA OMIOPATICA.
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Egli portb ancora per pochi giorni le stecche onde
impedire una seconda frattura da una caduta o da altro
accidente. Naturalmente, io fui molto lieto di questo suc-
cesso, e pensai d’aver fatto una cosa buoua, e di aver ra-
gione di rallegrarmi per la guarigione senza confronto
spedita di quest’ osso rotto, Percid fui non poco sorpreso,
nel sentire, poohe settimane dopo, cbe il caso mi aveva
procurato grande sfavore nel vicinato. I vicini insistevano
su cib, ed i parenti erano soltanto troppo disposti a cre¬
dere, cbe non vi era stata alcuna frattura nel caso, per-
chb un osso rotto, ciob realmente rotto , non era « mai
stato guarito in cosl breve tempo ». E certamente non si
pub negare, dal punto di vista della chirurgia della vec-
chia scuola, che essi avevano un forte caso a fianco. Se
io fossi stato tentato, dalla mia sorpresa in questa espe-
rienza di successo quasi miracoloso, a credere con quei
vicini, che non vi era stata alcuna frattura, come mi sa-
rei spiegata la curvatura nell’ asta dell’osso, e il crepito
quando i framenti furono mossi ? Questo naturalmente, i
vicini non udirono, e cosi la loro fiducia nel proprio giu-
dizio non fu da cib disturbata.
Vi sono quindi casi i quali richiedono 1’ intervento
meccanico del chirurgo come primo passo nel processo
della cura. Si domanda un’ operazione, e finchb questa
non b eseguita nulla si pub fare dalla medicina specifica
per recare sollievo. Ma dopo che quell’ operazione fu ese¬
guita, essa pub fare molto, e non b raro, che se cib si
omette, il pih esperto degli operatori lascerb. il suo pa-
ziente alia distruzione della originate condizione morbosa,
e della scossa che egli ha inflitta colla sua necessaria
violenza. Egli pub trovare, in tale caso, se il suo paziente
prende il vero rimedio speciflco, che esso lo libererb spe-
ditamente e dai dolori e dal pericolo. Un caso che illu-
stra bene cib fu quello di una giovane signora venuta da
un lontano Stato del Sud a Filadelfia per consultare il
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RIVISTA OMIOPATICA.
nostro grande duce e maestro Hering. Egli vide subito
che il caso richiedeva prima l’opera del chirurgo, e chia-
m6 un professore di quest’ arte, in una delle famose scuole
di Filadelfia, che riscontrb la prova di calcolo orinario.
Questo doveva essere rimosso dal chirurgo, e poscia l’in-
fermo doveva essere curato da Hering: aggiustamento di
eguale onore per ambidue; tanto pih che il chirurgo ed
il medico erano rappresentanti di differenti scuole di pra-
tica, fra i membri delle quali tali cortesie non sono troppo
frequenti. La pietra fu rimossa dal chirurgo coll’ uso del
coltello, e sebbene maestro nell’arte sua, egli aveva sola-
mente mezzi imperfetti per valutare la grossezza della
pietra finchb non 1’ avesse afferrata col forcipe. Allora e-
gli scoprl, con orrore, che 1’ apertura fatta non era ade-
guata al passaggio della pietra. Che fece egli ? Ingrandl
forse la via per il passaggio del corpo da estrarsi ? Niente
affatto. Ma essendo un uomo di grande forza fisica e di
piu grande risolutezza, egli afferrb la pietra fermamente,
e la tir6 fuori per quella via troppo stretta colla pura
forza. Naturalmente, ne consegul una grande offesa alle
parti, ed una grandissima aggiunta alia scossa del sem-
plice taglio che l’aveva preceduta. Questa lesione fit cosl
grande che il chirurgo disse alia sua scuola (alia quale
apparteneva chi me ne informb), il giorno dopo T opera-
zione, che la paziente sarebbe morta inevitabilmente (1).
In questa prognosi egli trascurb un importante elemento
— che 1’ inferma doveva essere curata da Hering, e che
quindi sarebbe stata curata omiopaticamente. Si fa in que¬
sto stato di lesione senza speranza che la signora venne
nolle mani del nostro maestro, e perchb era nolle sue
mani, il di lei caso non fu totalmente disperato. Hering
mi apparve in faccia a questo caso ancora piit il vecchio
(1) Chi mi informo descrisse la pietra della grosezza e della forma di un
grosso limone.
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RIVISTA OMIOPATICA.
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maestro che era, di quello che in ogni altro caso. Egli
vide subito la « chiave » la nota-maestra della cura, e
la vide dove un altro inferiore ad Hering forse l’avrebbe
lasciata passare inosservata. Essa era nello stato mentale
dell ' inferma. Ella era indignata all’ estremo, perch& pen-
sava di non essere stata trattata col dovuto rispetto da
coloro fra le mani dei quali si era pocanzi trovata. Ho
narrato un tale caso per illustrare questo punto di rela-
zione fra la medicina specifica e la chirurgia, piuttosto
che alcun altro dei molti che avrei avuti alia mano, per-
chh esso non solamente ci fa vedere la potenza di una
giusta medicatura, ma anche quella meravigliosa cono-
scenza e colpo d’occhio penetrativo nel medico impareg-
giabile. Egli diede una dose di Staphysagria, ed in bre-
vissimo tempo la paziente fu libera del dolore e del pe-
ricolo, e la di lei convalescenza fu breve e perfetta (The
Homoeopathic Physician).
(11 fine nel prossimo fascicolo).
NOTE DA UNA LEZIONE SU VERATRUM ALBUM
del Professore J. T. Kent.
(Riportate stenograflcamente ).
Le evacuazioni di Veratrum alb. sono copiose e spu-
mose. In Veratrum alb. vi sono granchi marcati. Canfora
ha freddo, ma non ha sudore. Veratrum alb. ha granchi
nell’addome e nelle estremit&, e ci6 che 6 pih rimarchevole
si 6 che anche in questi tre rimedi le evacuazioni sono
spumose. Secale ha soppressione dell’ orina e scariche di
acqua di riso; ha prostrazione e sfinimento, e agitazione
e sete; tutti questi rimedi hanno sete di acqua fredda. E
Veratrum alb. ha sete di acqua fredda. Essi sono total-
mente simili, eppure sono differenti. Vi h un altro rime-
dio che sarli trovato importante nel colera, e questo 6
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R1VISTA OMIOPATICA.
Jatropha. La fattezza caratteristica di questo 6 scarica di
acqua di riso; esso ha vomito a diarrea; pid o meoo su¬
dor e; e pid o meno granchi; esso ba una sopressione di
orina e grande prostrazione e sincope e rapido attacco
della malattia, cosa che 6 speciale al cholera; ed esso ha
questo che lo differenzia da tutti gli altri rimedi — che
il vomito e la diarrea e le evacuazioni sono dense ed al-
buminose piene di gnocchi, invece di essere sottili ed
aquose. Questo & uno dei pid grandi rimedi nel libro ;
quando avete questo sintomo, nessuno degli altri rimedi
lo coprird, ed esso ha tutti gli altri sintomi del cholera.
Cuprum ha la soppressione di orina; ha il sudore pid
o meno freddo — che diventa freddo dopo che 6 fuori un
p6 di tempo; esso ha lividezza della superficie, 1’ aspetto
di ammortimento, il vomito e la diarrea, e scariche di
acqua di riso; ma esso ha granchi pid marcati che ogni
altro rimedio nel libro. Esso & noto per la sua violenza,
per la violenza dei granchi; i granchi nel petto sono par-
ticolarmente marcati perchd gli sembra impossibile di re>
spirare a motivo della dispnea spasmodica, granchi terri-
bili neir addorne, ed in tutte le estremitd, anche granchi
nelle dita e nei pollici, pollici voltati in gid.
Arsenicum, voi lo ricorderete, ha 1’ evacuazione fre-
quente ma scarsa, scariche di acqua di riso, vomito di
acqua di riso, nausea terribile, sintomi gastrici terribili,
malessere terribile; la minima quantity d’ acqua gli fa
male; un semplice cucchiarino d’ acqua gl’ impedisce la
favella. In questo rimedio non vi sono tanti granchi, ed
esso & generalmente indicato dopo la diarrea, o dopo che
sono cessate le scariche profuse, e l’infermo sta per ca-
dere nel collapso. Questo & il momento pid caratteristico
per Arsenico, — la prostrazione ed il collapso. Arseni¬
cum fd riconosciuto indicato nell' evacuazione scarsa ma
frequente e nel tenesmo. E molto raro che voi troviate
indicato Arsenicum nel cholera eccetto che nel collapso.
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RIVISTA OMIOPATICA.
269
La prostrazione e la morte minacciata, collapso; quello b
Arsenicum. Alcune volte voi troverete Phosphorus avere
1’ indicazione caratteristica che il paziente ha sete di acqua
fredda, con scariche profuse dagl’ intestini, uscenti come da
una pompa. Ma la fattezza piu caratteristica e per la quale
voi darete Phosphorus b il vomito speciale. Esso ha sete
violenta di acqua — acqua fredda; il paziente spesso la
vomita immediatamente, o la vomita dopo che b diventata
calda nello stomaco. Questo b il grande lineamento ca-
ratteristico di Phosphorus.
Cuprum alcune volte ha sete di bevande acide, ma
questa non b una fattezza molto distinta nel cholera. Voi
non troverete quelle distinzioni nel vostro libro. Io mi
provo a darvi i lineamenti differenziali e ad indicarveli in
modo da conoscere quando dovete dare questo rimedio.
Sulphur b alcune volte un grande rimedio nel cho¬
lera, ed entra in questi confronti, quando il colera invade
neir ultima parte della notte, o verso il mattino, facendo
saltar giu dal letto il paziente. Questa b una caratteri¬
stica di Sulphur tanto nel cholera quanto in qualunque
altra malattia. Sulphur b stato raccomandato come un pro-
filattico. Voi potete abbisognare di Carbo veg., ma avrete
da raffrontarlo con Arsenicum nel collapso del colera,
perchd Carbo veg., Champhora, Veratrum alb., ed Arse¬
nicum sono i grandi rimedi nel collapso, e sarebbero in-
dicati dopo che le evacuazione si sono arrestate. Carbo
veg. e Veratrum alb. hanno il respiro freddo, il respi-
ro b realmente freddo nel collapso ed ambidue hanno
sudore profuso, ma nel caso di Carbo veg. il sudore b
difficilmente un' indicazione per il rimedio, come lo b
invece in Veratrum alb. In Veratrum alb. esso b cosi
caratteristico a motivo della sua freddezza. Se voi osser-
verete sotto il nascondiglio del caso di Carbo veg. tro¬
verete che il sudore b caldo, mentre in Veratrum alb.
esso vien fuori freddo. Se voi osservate, sulla faccia dove
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RIVISTA OMIOPATICA.
ambidue hanno sudore marcato, il sudore 6 freddo in am*
bidue. Quando k esposto all’ aria il sudore freddo, ed
il corpo 6 realmente freddo e come morto. Tutti quest!
rimedi bauno lividezza attorno agli occhi, lividezza della
faccia, lividezza della pelle. Questa 6 particolarmente ca-
ratteristica di Cuprum di Veratum alb. e di Camphora. Il
paziente di Carbo veg. ha bisogno che gli si faccia aria.
Nel collapso ci6 6 pih caratteristico di Carbo veg. che di
ogni altro rimedio. 11 paziente ha bisogno che gli si fac¬
cia aria; ha bisogno, forse, di avere la sua testa legger-
mente elevata, sopra un guanciale, in maniera che gli si
possa far aria, e anche vigorosamente. In Veratrum alb.
la lingua 6 realmente fredda. 1 pazienti sono quasi total-
mente morti quando hanno questi sintomi ed ora qul vi fo
una raccomandazione ed 6 di dare in questi casi il ri¬
medio nella piu piccola quantity possibile. lo spero che
avrete fiducia in me e che darete questi rimedi ben po-
tentizzati. Se voi non lo farete, difficilmente riuscirete a sal-
vare un caso di collapso nel colera; essi non agiscono
abbastanza presto se voi li date molto bassi. Comphora 6
migliorata dal freddo, e Veratrum alb. 6 alcune volte
peggiorato dal calore, la temperatura normale nel corpo
o della camera, che sarebbe convenient^ ad altri, eviden-
temente non dispiacerJt agl’ infermi di Veratum alb. Ma vi
sono alcuni sintomi nei quali il paziente & migliorato dal
freddo. Egli 6 peggiorato dal calore del letto nel reuma-
tismo. Egli 6 obbligato a camminare sul pavimento in una
camera fredda per 1’eccesso del dolore. La nota maestra
di Camphora 6 la diarrea, la grande prostrazione, ilfred
do, e 1’ infermo non vorr& esser coperto.
Voi troverete cio in alcuni casi di stomaco sconcer-
tato. senza distinzione di colera, e di diarrea, etc., eolla
fattezza marcata di freddolosit& dello stomaco. Mi ram-
mento di aver prescritto or non b molto per uno sconcerto
di stomaco, che & stato sorgente di noje per lungo tempo.
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Go >gle
RIVISTA OMIOPATICA.
271
In uno degli esempi citati la parte fu fuori d’imbarazzo
nel suo mietuto campo quando egli ebbe questo torraen-
toso freddo di stomaco; quando veniva questo freddo egli
aveva un sudore profuso, quindi esso spariva e dopo ci6
il freddo se ne andava. Cib lo molestava da molti anni.
Egli prese ogni sorta di tonici, e non ne potb avere al-
cun sollievo. Una sola dose di Veratrum alb. guarl que¬
sto caso permanentemente. Vi occorrerb di tanto in tanto
di dare Veratrum alb. nella congestione ed infiammazione
degli intestini, nella peritonite, ed enteroperitonitei Voi
avrete vomito, e diarrea; e sudore freddo; pift probabil-
mente avr.ete il sudore freddo. La sensazione di freddo
nell’addome — azione peristaltica rovesciata, ed un ac-
casciamento nell’ addome, un senso di vuoto, ed una fred-
dolositb nell’addome sono caratteristici.
Io vi dissi in principio che questo b un gran rimedio
per la donna. Dismenorrea e violenti dolori uterini. Vi
pub essere piil o meno bruciore, o vi pub essere freddo
nell’ addome e nello stomaco. Ma la dismenorrea b ac-
compagnata da nausea; da vomito e da diarrea; scariche
profuse ed acquose con pivi o meno sudore sono cosa to-
talmente caratteristica di Veratrum alb. Voi troverete
pure indicato Veratrum alb. nella febbre puerperale — o
piuttosto nelle convulsioni puerperali colla stessa fattezza
generate —■ sudore e diarrea, mania, bisogno di baciare
ognuno.
• Sono della sua sfera le sofferenze delle donne asso¬
ciate coi periodi menstruali o con disordini della mestrua-
zione, ninfomania nelle donne puerpere, anche ninfotnania
in connessione colla mestruazione. Vi b chi dice qul: « pri-
ma delle regole; » ma esse sono prima, durante, e dopo,
associate colla mestruazione. 11 rimedio ha aggravamento
mestruale. Durante la gravidanza la donn^l ha bisogno di
girovagare per la casa. Vi b quella fattezza di pazzla peg-
giorata durante il periodo mestruale — « essa ha biso-
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Goc fie
RIVISTA omiopatioa.
272
gno di baciare ognuno ». Vi b diarrea e sudore profuso;
con questi sintomi Veratum alb. b il vostro rimedio ed
il vostro unico rimedio. Veratrum alb. ha respiro molto
difficile. Dispnea — respiro difficile con aridity e costri-
zione del petto simile e Phosphorus ed a Bry. Ma in
questo caso esso sarh con profuso sudore freddo, e forse
con diarrea. E colla nausea vomito profuso ed asma. In
tempo umido freddo, al mattino di buon* ora, migliora-
mento dal gettare indietro la testa. Sudore freddo nella
parte superiore del corpo. Una fattezza specials che voi
potete forse osservare in Veratrum alb. — essa pud non
trovarsi sempre — b che il sudore pih profuso b sulla te¬
sta, ed il sudore si estende in gift dalla testa alle dita
dei piedi, lungo il corpo. Il sudore si estende verso il basso.
Vi b un sintomo tedioso sotto tosse, da cui ricavere-
mo parecchie caratteristiche. Solletico arido dopo aver
camminato nell’aria viva, fredda, oppure rantolo, ma nulla
che si distacchi. Il rantolo nel petto b totalmente carat-
teristico di Veratrum alb. Veratrum alb. b un gran rime¬
dio per la tosse canina cagionata da solletico nolle dira-
mazioni inferiori dei bronchi. Espettorazione gialla e te-
nace. Cianosi spasmodica con sudore freddo. Questa b
una fattezza caratteristica della tosse canina. Cianosi.
Forte tosse abbajante con isteria. Peggioramento nel mat¬
tino e nella sera tardi fino a mezzanotte dall' andare in
una camera calda, dal riscaldarsi nel letto, dal cambia-
mento di tempo; mangiando e bevendo cose fredde, spe-
cialmente acqua. La tosse canina epidemica b peggiore
nella primavera o nell’ aqtunno. La stadio convulsivo della
tosse canina. Sotto cuore e polso: contrazione del cuore
tumultuosa, irregolare, foriera di paralisi. Azione del cuore
intermittente con qualche ostruzione nella regione epati-
ca. Polso frequente, piccolo, e duro. Lento, molle, ed in¬
termittente, talvolta piit lento che il battito del cuore.
Questo rimedio non b cost importante in relazione al
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RIVISTA OMIOPATICA.
273
cuore ed al polso, come lo b Veratrum viride, il quale
ha polso pieno e saltellante — un polso molto forte, con
faccia rossa, carotidi battenti, molto simili a Belladonna.
Veratrum viride b un maraviglioso rimedio pel cuore.
Esso ha polso lento, debole, molle. Polso con inancanza
di forza come pure polso pieno, saltellante, duro. Questo
rimedio ha polso lento, molle, intermittente. Veratrum vi¬
ride ha anche polso intermittente. II polso batterb nolle
due specie di Veratrum, molle e facile per pocbe pulsa-
zioni, e poi diventa piit lento, e s’arresta per poche bat-
tute, quindi va avanti di nuovo.
Noi abbiamo gib prestata speciale attenzione al sin-
tomo: mani fredde come ghiaccio e livide. Confrontiamo
cib con Silicea, perchb Silicea ha mani e piedi freddi. Si-
licea ha pure grande fredezza del corpo durante la me-
struazione. Silicea pure rassomiglia a Veratrum viride
nella speciale stitichezza, che, forse, dimenticai di men-
zionare. La defecazione di Silicea b grossa e dura. Una
fattezza marcata di Silicea b questa che 1’ evacuazione b
cost grossa e dura, che alcune volte b impossibiie espel-
lerla, e quando b espulsa in parte il paziente diventa e-
sausto e si dispera e l'evacuazione ritorna indietrb al mo-
mento che, in apparenza, sta per essere completamente
espulsa. In Veratrum alb. il paziente si sforzerb ed uscirb
una grossa evacuazione; egli si sforzerb ed alcune volte
rinunzierb agli sforzi senza compiere l’operazione, come
in Alumina, nella quale questa terribile stitichezza b spe¬
ciale, questo sforzo per evacuare, sforzo finchb egli di¬
venta esausto. Nell’ evacuazione di Varatrum alb. il pa¬
ziente farb sforzi finchb b coperto di sudore freddo, ed
allora cessa esausto.
Nel paziente di Alumina, sebbene i suoi sintomi a
questo riguardo siano difflcili a descriversi, tuttavia io li
ho verificati molte volte. Il paziente abbrancherb la sedia,
si rovescierb e premerb coi muscoli addominali, e farb
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RIVISTA OMIOPATICA.
violenti sforzi, e sard coperto di sudore dalla testa ai
piedi. Egli vi rinunzia per disperazione. Ora, questi tre
rimedi sono molto simili: Alumina, Veratrum alb , e Si-
licea. E stabilito che in Silicea 1’ evacuazione scivola in-
dietro; cid non d cosl stabilito in questi altri rimedi; tut-
tavia essi hanno questo violento sforzo. Altri rimedi banno
sintomi simili, ma questi sono molto marcati — granchi
nei polpacci delle gam be.
L’ultimo sintomo sotto il n.° 34: dolori nelle estre-
mit&; peggiorati durante la pioggia, col tempo freddo;
peggiorati nel calore del letto; migliorati dal camminare
su e gib. Questi dolori possono venire ad ogni minuto
come in Mercurius. 1 dolori di Charnomilla lo fanno al-
zare nella notte e passeggiare per aver sollievo, e sono
migliorati dal movimento. Riguardo alia posizione essa
dice che i bambini stanno meglio quando sono presi in
braccio e portati in giro presto. Cid b simile ad Arseni¬
cum. II bambino di Arsenicum b cosl agitato che nessuno
pud muoversi abbastanza in fretta; nessuno lo porta in
giro abbastanza in fretta. Ma se b portato rapidamente
su e gib a traverso la camera egli sembra soddisfatto
perd tostochd vi fermerete egli ricomincierb ad urlare.
Vi b una speciality riguardo a Sulphuric, acid, in
questa rapidity di ogni cosa che d persistente. II paziente
di Sulphuric, acid, pud essere molto infermo, ma nessuno
pud fare alcun che per lui abbastanza in fretta. Egli non
d soddisfatto di qualunque cosa facciate, perchd non si fa
abbastanza in fretta. Egli ha bisogno di cose da far ru-
more; voi lo farete se gli girerete intorno o se lo accom-
pagnerete. Egli non d soddisfatto, perchd non vi movete
abbastanza in fretta. In Pulsatilla voi avete miglioramento
da movimento lento. Puls., Lycop., e Rhus sono i rimedi
che hanno la caratteristica del miglioramente dal moto.
Lycop. ha il sollievo di Rhus dal movimento.
Dolori nelle gambe nello stato reumatico migliorati
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RIYISTA OMIOPATICA.
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dal moto. Puls b migliorato dal moto, ed anche peggio-
rato dal moto; peggiorato da moto rapido, e migliorato
da moto lento. Appena voi camminate rapidamente per la
camera col bambino, egli griderb, in Puls., ed anche se
vi mettete a sedere. Egli trova solamente sollievo alia
sua irritability dal muoverlo lentamente in Puls.
Ora, nella febbre, e in qualunque altro disordine voi
trovate sintomi di Veratrum alb., ricorrete alia filastrocca
— vomito profuso, evacuazione profusa dagli intestini, su-
dore profuso. Grande sete di acqua fredda e di cose rin-
frescanti; peggioramento nella notte, peggioramento nel
calore del letto. Vomito, diarrea, e grande prostrazione.
Sudore freddo su tutto il corpo, e specialmente nella fac-
cia. {The Homoeopathic Physician).
RIMEDI CHE HANNO IL LORO TEMPO.
del Dott. Carleton Smith.
Vi sono rimedi incorporati nella nostra Materia Me¬
dico, i quali si pub giustamente dire che « hanno il loro
tempo », per il fatto che nelle loro sperimentazioni essi
mettono in luce sintomi i quali si riproducono in certe
ore od a periodi stabiliti, e ad intervalli certi e regolari,
senza fallo.
Questi tratti distintivi, appartenenti a certi rimedi,
essendo verificati da ciascuno e da ogni sperimentatore,
ci mettono in grado di prescriverli con piena fiducia
quando sono indicati — questa fiducia essendo giornal-
mente rafforzata dalla testimonianza delle pih rimarchevoli
guarigioni seguite dopo la loro amministrazione.
Uno dei pih importanti di questa classe di rimedj e
sul quale io desidero di chiamare l’attenzione particolare
in questo breve scritto, b la Aranea-diadema, chiamata
comunemente ragno-croce (cross-spider). Quando fu la
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276
RIVISTA OMIOPATICA.
prima volta sperimentato questo rimedio, uno dei sintomi
piik speciali preminentemente prodotto e verificato dai sus-
seguenti sperimentatori fu questo: « Dolor di denti alia
stessa ora ogni giorno ». Ora, sebbene questo sintomo sia
esattamente d’ accordo colla sperimentazione, tuttavia noi
non dobbiamo prendere abbaglio, come fanoo sovente co-
loro i quali non interpretano convenientemente il vero
significato dei sintomi quali sono registrati nella nostra
Materia Medica, mettendo da parte questo rimedio in un
dato caso di dolor di denti, per la ragione che esso possa
non manifestarsi nel paziente alia stessa ora precisa ogni
giorno — rammentando, che non 6 tanto da considerare
l’ora precisa in oui il sintomo ritorna, quanto la marcata
regolarity.
Molte guarigioni brillanti sono state perdute dall’e-
sercente ed anche da molti convertiti alia nostra scuola,
a motivo di questo errore.
Nell’ uso omiopatico di medicamenti tali come quello
che ora stiamo considerando, noi dobbiamo ragionare per
analogia, e se il sintomo, sia odontalgia o no, viene colla
regolarity di un orologio ogni giorno, un giorno si e l’al-
tro no, od ogni settimo giorno, girando come se fosse in
un ciclo, allora il rimedio, corrispondente a questa posi-
tiva regolarity, 6 omiopatico ad esso, e guarirh con tutta
probability.
Ragionando cosl io riuscii a fare una bellissima e
perfetta guarigione di un caso di brividi febbrili nella
persona di un uomo robusto, tarchiato e molto barbuto,
il quale, per la natura dei suoi affari, era esposto ad o-
gni sorta di tempo.
Questo paziente venne nel mio gabinetto la prima-
vera scorsa, e mi espose che egli soffriva di un male
molto particolare. Da molte settimane, sebbene si sentisse
passabilmente lungo il giorno, occupandosi regolarmente
nella sfera dei suoi doveri giornalieri, ogni notte, appena
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RIVISTA OMIOPATICA.
277
si metteva a letto, egli era preso da un forte freddo, che
durava forse per lo spazio di due ore, seguito da caldo,
ma senza sudore.
Pensando che le fredde lenzuola sulle quali egli gia-
ceva avessero a fare alcuu che colla sua sofferenza, egli
le sostitul con coperte di lana, ma senza ottenere alcun
miglioramento. La nota maestra in questo caso, « freddo
al momento che egli tocca il letto, » b molto rimarche-
vole, ed io non pensai neppure di perdere mezza giornata
a cercarla nella Materia Medica , sapendo che in essa
non si trova. Del resto, ragionai per analogia, come avevo
avuto sempre 1’ abitudine di fare nel prescrivere in casi
simili ; percib interpretando i sintomi del medicamento
molto al di lk del loro significato letterale, come sono
stampati in nero ed in bianco nei nostri libri. Quindi fui in
grado di guarire 1’ infermo prontamente ed effettivamenle,
ed in questo modo. Dopo aver udita la storia delle soffe*
renze di quel signore, io dissi a me stesso: Questo sin-
tomo non si pub trovare, verbatim et literatim fra le no-
stre note-maestre; ma in un momento il rimedio Aranea-
diadema mi si afFaccib alia mente, con questo sintomo ri-
marcabile, ciob: « dolor di denti ogni giorno alia stessa
ora ». Ora le sotFerenze del paziente non si atfacciavano
gia alia stessa ora precisa ogni giorno, ma, al contrario,
si sviluppavano solamente quando egli si metteva a letto,
cib che aveva luogo ad ore irregolari; ma quando esse
si prasentavano esse erano regolari come il lavoro di un
orologio, e sempre sotto le stesse condizioni.
Essendomi venuto in mente, come ho notato prima, che
Aranea fosse fra i nostri agenti medicinali quello che me*
glio corrispondeva al tempo, fui soddisfatto e persuaso,
che questo, e questo solo, mi dava speranza per il mio
paziente. In conseguenza, il rimedio alia trentesima po-
tenza fu amministrato in piccolissimi globuli, una dose
notte e mattina per quattro giorni.
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RIVISTA OMIOPATICA.
Alio spirare d’ una settimana il paziente, secondo il
convenuto, mi riferl ed assicur6 che dopo la quarta dose
il freddo era cessato, e che si riteneva guarito. Io lo vidi
ana settimana dopo e non vi era piu stata ricaduta.
Commenti. — Noi siamo inclinati a dare un’ inter-
pretazione troppo ristretta e limitata a molte delle nostre
sperimentazioni non concedendo ad esse sufficiente esten-
sione. Per esempio, Lac-canimun ha mal di gola che
cambia costantemente da un lato all' altro. Ebbene, se
noi ci fermiamo qui, e solamente ne inferiamo che tale
rimedio ha qnesto speciale potere ed azione solamente
nella gola, noi non faremo altro con questo sintomo spe¬
ciale che curare mali di gola con esso. Se, per6, d’altro
lato, noi interpretiamo bene i sintomi registrati nelle no¬
stre sperimentazioni dando loro un significato giusto e
ragionevole, e leggendo fra le linee, noi troveremo presto
che certe forme di colica o di dolori acuti in varie parti
del corpo possono anche prontamente esser guarite con
esso, dovunque esista questo sintomo speciale del dolore al¬
ternate da un lato all’ altro ad intervalli regolari. Stu-
diando i rimedi sotto questo punto di vista, noi ci dare-
mo maggior latitudine come guaritori del malato, e ci ti-
reremo d’imbarrazzo in mold brutti casi, in cui il sinto¬
mo identico, come ci viene dato dal paziente, non pub
trovarsi registrato.
Osservazioni. — I dolori di testa di Aranea sono
molto forti, molto aggravati dal tentare di leggere o di
scrivere, ma migliorati dal fumare tabacco, e totalmente
sollevati dal fumare fuori all’ aria fresca.
La colica prodotta da questo rimedio b alquanto si¬
mile nella sua fierezza a Colocynthis, ma raentre la co¬
lica di quest’ ultimo b molto alleviata dal premere l’addo-
me, contro qualche sostanza dura o piegandosi in doppio,
la colica di Aranea b migliorata dall’alzarsi e fregare
l’addome dappertutto colla mano.
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RIVISTA OMIOPATICA.
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II dolor di denti di Aranea ha luogo in uno o piu
denti ogni giorno precisatnente alia stessa ora, ma stando
coricato 6 certo che ogni dente fa male.
I sintomi mestruali rassomigliano moltissimo a qnelli
di calcarea carb., tanto piii che essa 6 causa che il flusso
apparisca otto giorni piu presto, e che sia troppo copioso
e troppo forte.
Noi abbiamo solamente una scarsa sperimentazione
di Aranea diadema, e ci piacerebbe sentire nelle pagine
dell’ Homoeopathic Physician le guarigioni fatte con que-
sto rimedio, con sintomi chiaramente espressi, da raem-
bri della professione i quali 1’ abbiano trovata, come lo
scrivente, un’ aggiunta molto pregevole al nostro arma-
mentario. (The Homoeopathic Physician).
NOTE CLINICHE. - DISMENORREA.
del Professors J. T. Kent.
Mattia E. —, di 23 anni. Sin dal primo nisus me-
struale, che avvenne ai 13 anni, essa ha soflerto gran do-
lore ad ogni periodo, qhe ha avuto luogo ogni tre setti-
mane. Dolore nell’ utero e nelle estremit& inferiori. Prima
e durante, essa ha sofferto di un senso di vuoto, di fame,
di sfinimento alio stomaco (Sepia, Murex, Ignatia); essa
non pu6 stare lungamente in piedi; il dolore b in tal modo
assai esacerbato; piedi freddi, gran capogiro salendo scale,
appetito vorace.
Il fatto che questa difficolt& datava dalla pubertk mi
guidb a Calc. phos. Essa non ebbe mai pin aicun dolore.
Questa giovane signora era costretta ad evitare ogni im-
pegno che potesse cadere nel suo giorno di malattia, es-
sendo costretta a tenere il letto la maggior parte del pri¬
mo giorno. Le di lei espressioni di gratitudine mi hanno
spesso fatto molto piacere, e le di lei lodi mi hanno pro-
curato molti aflfari.
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280
RIVISTA OMIOPATICA.
Calc. phos. b cosl importante nelle affezioni dolorose
dell’ utero connesse colla pubertk e risultanti da cattive
abitudini o da avvertenze trascurate in quel tempo, ch’io
sento il bisogno di accentuare questa sua fattezza. pra-
tica comune nei distretti rurali che le ragazze nella pu¬
berty entrino nell’ acqua a farvi cose spensierate, e da
ci5 il fondamento alia dismenorrea ed alia sterility. Le
sofferenze che si sviluppano da queste cause trovano il
loro rimedio in Calc, phos in un grandissimo numero
di casi.
Signorina X —, di 24 anni, aveva sofferto di disme¬
norrea fin dalla puberty. Essa stava sempre in letto du¬
rante il primo giorno. Regole troppo anticipanti di alcuni
giorni e profuse, che duravano cinque giorni. Il dolore
somigliava a quello del parto, e vi era qualche abbassa-
mento nella vagina, con una sensazione come se le parti
avessero a sporgere innanzi. Essa spesso sentiva come se
le regole volessero venire a volte diverse durante 1’interim,
ed alcune volte era molestata da vampe sessuali. Nel ge¬
nerate essa era robusta e libera da sofferenze. Calc. phos.
guarl questa signora in due mesi.
Essa era orfana, priva di madre che la consigliasse,
quindi r essere scoperta nel tempo che aveva maggior bi¬
sogno di tenersi con giudizio, le cagiond la sofferenza, che
durd dieci anni, prima che ottenesse il rimedio appro¬
priate. Questa paziente erasi sottomessa a trattamento lo¬
cale senza ottenere neppur palliazione. Le avevano detto
che la medicatura interna non le avrebbe giovato.
Signorina Susanna C. —, di 22 anni, mi consultb per
dismenorrea. Le sue regole venivano moltissimo troppo
presto, e duravano da sette a dieci giorni. Il flusso era
scuro ed a grumi nei tre o quattro primi giorni, il dolore
fiero era sul principio; essa otteneva qualche sollievo dopo
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RIVISTA OMIOPATICA.
281
aver emesso delle membrane. Lagnavasi di placche aftose
nella bocca, ed alcune volte nolle labra. Aveva sempre
leucorrea, parecchi giorni prima della mestruazione, simile
a bianco d’ovo e viscosa. I di lei dolori erano come quelli
del parto, costrittivi (cactus), estendentisi nel dorso e su
pel dorso (Gels.), e lungo le coscie (Cham.), ed alcune
volte alio stomaco, cagionando vomito. Essa piangeva
sempre all’ udire rausica (Natrum) e si sentiva male, e si
spaventava quando discendeva dalla sommit& di un’ alto
fabbricato in un aseensore.
Essa prese Borax 3m a giusti intervalli. II risultato fu
soddisfacente. 11 secondo periodo fu senza dolore e nor-
male. II sollievo in questo caso 6 stato permanente ( The
Homoeopathic Physician).
ALCUNl CASI CLINICI
del Dorr. W. S. Gee.
Cloralio idrato. — Qualche settimana fa mi si pre-
sentb un signore che si lagnava di un terribile dolor di
testa. Quel disordine lo molestava da parecchi giorni, ed
egli aveva deciso di non volerlo pih sopportare a meno
che fosse inevitabile. Me lo descrisse come un dolore sor-
do, pesante, violento nella fronte. Esso veniva ogni mat-
tina, ed aumentava alle otto ant. Ogni movimento subita-
neo lo aggravava , come il voltare la testa ad un tratto,
il parlare, il ridere, al modo ch’ egli aveva osservato men-
tre giuocava coi bambini. Non poieva star coricato, e si
sentiva meglio all'aria aperta.
Commenti. — Quando guardai sotto « esacerbazione
nei dolori di testa », di King trovai il seguente aiuto:
« Movimento, subitaneo, Clo. »
« Stando coricato, Clo., » e molti altri.
« Otto ant., Clo. »
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RIVISTA OMIOPATICA.
Miglioramento « all’aria aperta, Clo., » e molti altri.
Un confronto dei sintomi mi convinse che Cloralio
era il piu prossimo nel coprire la totality dei sintomi.
Non avevo alcuna potenza di quel rimedio, cosicch6 mi
procurai quello grezzo, e con dell’ acqua composi una so-
luzione saturata. Da questa preparai potenze sulla scala
decimale fino alia sesta, adoperando acqua distillata come
mestruo. II paziente aspettava il suo rimedio, cosicchfe io
non ebbi tempo sufficiente per preparare potenze pifi alte.
Gli diedi alcuni globuli saturati colla sesta, e lo consi-
gliai a prenderne due ogni ora finchft si sentisse meglio.
Nel dopo mezzogiorno venni da esso chiamato, perchfe il
suo dolore di testa era divenuto molto piu forte. Disse
che aveva subito provato sollievo, ma aveva continuato a
prendere il rimedio (egli aveva sempre falto uso del trat-
tamento distruttivo) ed osservb che circa dieci .0 quindici
minuti dopo ogni dose il suo dolore di testa si era esa-
cerbato. Egli fu obbligato di lasciare il rimedio. L’aggra-
vamento scomparve nella sera, ed egli passb una buona
notte. Nel frattempo io aveva potentizzato quel rimedio
con acqua distillata alia venticinquesima decimale, e gli
ordinai di prenderne una sola dose se il dolor di testa
ritornava. Il giorno dopo ebbe occasione di prenderla; e
quell’ unica dose mise fine ad ogni disturbo.
Hydropkobinum. — R., di dodici anni. Si lagna da
una settimana di provare un « senso di malessere » ogni
volta che cede o sente V acqua scorrere da un qualche
canale o recipiente. Si sente venir male quando mangia.
Si sente debole. Intestini rilasciati, evacuazioni acquose
e senza dolori. Hydroph. 30 e Sac. Lac.
Egli affermb alcuni giorni dopo che dopo aver preso
due cartine il disturbo scomparve interamente.
Bryonia. — 17 Giugno 1885. H. Pearl, creola di
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RXVISTA OMIOPATICA.
283
anni dieci, narra che da varj anni essa ebbe un ingros-
samento nella parte destra del collo. II tumore b situato
lungo il muscolo sterno — cleido — mastoideo, e si muove
quando essa gira il capo. Esso b duro, appena mobile,
grosso come un uovo di pollastrina. Esso ha, forse, un
pollice di diametro per circa due pollici e mezzo di lun-
ghezza, arrivando su fin dietro l’angolo della mascella.
Essa dice « esso diviene pm grosso nell’ estate e dimi-
nuisce nelV inverno ».
Si lamenta di un dolore acuto dalla parte superiore
all’ inferiore nel tumore e stando coricata su quel lato.
Sente « tiramento » in esso voltando la testa dalla parte
sinistra. Dolori nella notte andando a letto, ma essi scorn-
paiono dormendo. Ama il tempo non caldo n b freddo, ma
sente pih dolore nel tempo caldo e al calore del sole.
Diedi Bry. 2m e Sac. Lac.
Giugno 27. — Il tumore non ha piil che la met k della
sua prima grossezza, ed b molle come se contenesse marcia.
Il dolore b del tutto scomparso. Essa pub ora giacere su
quel lato, girare la testa dalla parte sinistra, ed esporsi
al calore del sole senza dolore. Sac. Lac. per tre settimane.
Poche settimane dopo la vidi per istrada e tutto era
scomparso, ed essa mi assicurb di non aver adoprato al-
tro che la medicina da me ricevuta. Io non so se altri ab-
biano osservata questa particolarit&, ma io ho guarito con
Bry. o Sil. la grande maggioranza degli infermi creoli.
Nat. mur. — 27 Marzo 1885. — Anna — ricorse
a me per essere sollevata da un disturbo che le era molto
fastidioso, ma al quale non credeva che la medicina po-
lesse portare rimedio. Presentb le palme di ambedue le
mani e tutta la superficie era foltamente tempestata di porri.
Essa dichiarb che ve ne erano pih di duecento, i
quali la tormentavano assai quando doveva scopare, per-
cbb diventavano dolorosissimi.
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284
RIVISTA OMIOPATICA.
Io non potei avere altri sintomi, e per < porri alle
palme delle mani » diedi Nat. m., ed essa con viso ri-
dente mi riferl dopo pochi giorni, che tutti erano intera-
mente scomparsi. I porri non comparvero in altre parti
del corpo.
Capsicum. — 26 Febbraio 1886. — Bessie 0., di ven-
tisei anni ha sofferto per anni di « dispessia » e per cure
distruttive. Essa ebbe ripetuti attacchi di « gastrite acu¬
ta. * Ha preso un barile di medicine, ed ancora vive. Essa
offriva una lunga lista di sintomi, fra i quali vi erano que-
sti: Sensibility dolorosa dello stomaco; bruciore, come se
vi fosse un fuoco entro lo stomaco non mentre mangiava
ma immediatamente dopo aver mangiato ; mangiare o bere
cose calde o fredde non faceva alcuna differenza; inte-
stini regolari; orina e mestruazioni « naturali ». Caps.
(quattro cartine) (B. e T.), e Sac. Lac.
3 Marzo. — Si sent! meglio in due giorni, nei quali
ogni bruciore e sensibility sparirono. Si sente molto
meglio in ogni senso. II giorno appresso, dopo aver preso
la prima cartina essa noth un odore particolare, e que-
sto peggioro ancora a misura che essa prendeva le altre
cartine — quattro in tutto. Esso veniva ad accessi; dice
che lo ha ancora, e che Y odore somiglia piCt a quello di
came putrida bruciata che a qualunque altro che essa
conosca. Esso 1’ accompagna da una camera all 1 altra, ed
ella capovolse le cose intorno a lei, pensando che quel-
l 1 odore fosse attorno letto, o negli abiti suoi o di al¬
tri. Poi « si accorse cfte 4 la medicina che l’avea cagio-
nato ». Aveva un prurito « solleticante nel naso e la
punta era molto calda (Vedi Hering’s Cond., Caps.).
Sac. Lac. la guarl.
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285
SINTOMI PECULIAR!
del Dott. E. W. Berridge.
IS stato suggerito in uno dei nostri giornali, cha 1’ As-
sociazione Internazionale Habnemanniana debba « regi-
strare le nuove osservazioni e verificazioni di sintomi in-
soliti, etc. degne di fede ». Le seguenti sono una piccola
contribuzione:
(1) II Dott. Theo. J. Gramm trover^ il sintomo « il-
lusione cbe qualchedun altro, e non T infermo, stesso, A
infermo, » sotto Gelseminum. II Dott. W. W. Day riferi
questo come prodotto e verificato clinicamente in uno dei
giornali Americani.
(2) II Dott. Skinner riferisce una guarigione con Cau-
sticum del sintomo, « egli deve star in piedi affine di
recar sollievo ai suoi intestini*. Questo sintomo io pure
1’ ho verificato in due occasioni. Un collega mi informa
che egli una volta lo guarl con Alumina 30 .
(3) Alla fine del suo caso molto interessante di gra-
vidanza spuria, riportato nel Medical Advance di Maggio,
il Dott. Skinner verifica il sintomo « movimento nell* ad-
dome come del pugno di un bambino » stabiliendo che
Sulphur 6 il « solo rimedio » che lo abbia. Un sintomo
simile si trova pure sotto Convallaria tnajalis, Crocus, e
Thuja. La caratteristica del sintomo di Convallaria 6
quello che avviene giacendo sul dorso.
(4) Plumbum. Questo sarebbe quello che i bastardi
chiamano « un buon rimedio * nell’ epilessia. In uno dei
nostri giornali, 1’ Homoeopathic World, se non erro, il
sintomo seguente & attribuito ad esso: « Si prova ad ar-
rampicarsi sopra un muro prima dell* attacco epilettico
(nel cane) ». Il Dott. David Wilson mi dice di aver gua-
rito un caso avente questo sintomo, « dopo l’attacco, corre
in un angolo ed orina ».
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286
RIVISTA OMIOPATICA.
(5) Zincum. II Repertorio di Lippe dh (pag. 222)
< sensazione come se il sangue stagnasse nelle gambe *.
Questo sintomo io 1’ ho verificato clinicamente in un caso
molto interessante. L’ inferma b stata circa due anni sotto
la cura di uno che si professa Hahnemanniano, il quale
aveva alleviato alcuni de’ suoi sintomi, ma era rimasto
totalmente incapace a guarire gli altri. Essendole stato
raccomandato di consultarmi da un arnica che era stata
da me grandemente sollevata dopo che lo stesso medico
non era neppure con lei riuscito, essa si mise sotto la
mia cura; ed ora tanto essa che la sua arnica stanno
perfettamente bene. L’ ultima prescrizione del primo me¬
dico, alcune settimane prima che essa mi vedesse, fu ana
dose di Nux 10m , da essere seguita la sera appresso da una
dose di Calc. 6m !!! Zincum la stava guardando in faccia di
continuo, ed 6 quasi inutile dire che quella composta pre¬
scrizione non omiopatica fu « come molta acqua sul dorso
di un’ anitra. » ( The Horn. Phys.).
0RZU0L0
del Dott. Geo. H. Clark.
L’ orzuolo od orzajolo, piccolo fignolo sul margine
della palpebra, non differisce in alcun riguardo essenziale
dai fignoli che si mostrano in qualunque altra parte del
corpo; e, siccome essi ordinariamente indicano un disor¬
dine generale, possono solamente essere curati con suc-
cesso facendo attenzione ai sintomi generali caratteristici.
Vi sono casi, per6, nei quali con queste piccole affezioni
nojose non vi sono sintomi di disturbo generale, ed allora
sar& utile riferirsi ai seguenti.
Orzuoli in generale: Alum., Am. car.. Am., Bor.,
Bry., Calc., Canth., Oaust., Coloc., Con., Elap., Ferr.,
Graph., Hyper., Lycop ., Merc., Nat. mur., Pic. ac., Phos.,
Phos. ac., Pols., Rhus, Seneg., Sep., Sil., Stann., Staph.,
Sulph., Tep., Thu., Uran., Ziz.
— canto, presso 1’ interno: Lycop.
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RIVISTA OMIOPATICA.
287
-interno, dolore premente: Stann.
— angolo dell’ occhio, nell’: Nat. mur., Stann., Sul.
— dolore tirante nell’, prima dell’uscitadi pus: Graph.
— dolore tirante, bruciante nell’, aggravato alia sera
ed in una camera calda: Puls.
— palpebra inferiore, sulla: Graph., Phos., Rhus.,
Seneg.
-, sinistra: Hyperic.
— — superiore, sulla: Alum., Amm. c., Caust., Ferr.,
Merc., Phos. ac., Puls., Staph., Sul., Uran.
-, destra, sulla: Amm. c.
— esaurimento nervoso, come conseguenza di: Staph.
— nodi, duri, dopo: Staph., Thu.
Orzuoli, con dolore, tirante, bruciante, aggravato alia
sera ed in una camera calda: Puls.
—, —, —: Graph.
— prementi, presso il canto interno: Stann.
—, —, lancinanti: Staph.
—, prementi, laceranti, in parossismi: Staph.
—, —, pulsanti: Hep.
—, —, migliorati dal calore: Hep.
—, ricorrenza, per prevenire la: Graph., Staph., Sul.
—, rossore delle palpebre, con: Sep.
—, sensazione di, tenendo ferme le palpebre: Meny.
—, sensitivi al tatto : Hep.
—, lati, sinistro: Elaps., Lycop., Puls., Staph., Uran.
—, —, destro: Amm. c. Calc., Canth., Nat. mur.,
Tep., Ziz.
— suppuranti: Lycop.
— tensione, con, sopra e nella, palpebra superiore:
Amm. c.
APPUNTI CLINICI.
Sanguinaria nel reumatismo. — II Dott. E. W. Berridge narra
il seguente caso. — Nel giorno 7 Luglio del 1886 — la signora
— lamentavasi di dolore nel polpaccio del pollice destro, la quale
parte era gonfla, il dolore estendendosi flno al polso ed al dorso della
mano; il dolore piii forte nel polpaccio del pollice. Ha avuto que-
sta aofferenza da circa due settimane; essa b peggiorata dacchfc si
stabili il tempo caldo; non poteva adoprar la mano couveniente-
mente a motivo del dolore e della debolezza che vi provava. San-
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288
RIVISTA OMIOPATICA.
guinarla Canadensis cm (F. C.), una dose verso mezzogiorno. Verso le
cinque pom. cominci6 a migliorare, ed alle died pom. stava molto
meglio, con nessun gonfiore. 11 9 Luglio la mano b quasi guarita,
eccettuata qualche debolezza. II 10 Luglio e totalmente guarita, e
si sente meglio di prima nella salute generale {The Homoeopathic
Physician ).
Lappa major . — Prolapsus. — Sono a nostra conoscenza tre
casi di prolasso i quali per anni hanno eluso ogni specie di soste-
gni meccauici, confermando inferme le povere pazienti — i quali
casi furono completamente ristabiliti con questo rimedio in bassa
potenza. I sintomi caratteristici erano: una sensazione di contusione
eccessivamente dolorosa nell’utero, con grande rilasciamento dei tes -
suti vaginali; chiaramente mancanza completa di tonicith dei con-
tenuti pelvici. Questi erano tutti esacerbati dallo stare in piedi, dal
camminare e da un urto improviso, o per un passo falso ( The Medical
Advance ).
NOTE E NOTIZIE
« La Homeopatia », periodico mensile di Lima destinato alia
propagazione della dottrina di Hahnemann nel Perh scrive che nel-
P America del Sud 1’ Omiopatia b rappresentata da 276 medici, 5 o-
spedali, 3 facolth, 3 society, 5 giornali, 26 dispensarj e 18 farmacie.
Nella Reforma Medico*, Organo dell’ Istituto Omiopatico Messica-
no, N° di Gennajo leggiamo quanto segue:
« II Presidente Santos, illustre capo della Repubblica dell’ Uru¬
guay, ha recentemente donati del suo proprio fondo 3,000 fuertes
per la costruzione del nuovo O^pedale Omiopatico di Montevideo ».
L’ Allgemeine Homoeopathische Zeitung riferisce sotto la data di
Pietroburgo che l’Accademia di Medicina ha preso la seguente gra-
vissima deliberazione riguardo alle donne che si dedicano alio stu¬
dio della medicina. Ad una domanda del Ministro dell’ Istruzione
pubblica, se il diploma delle donne possa considerarsi equivalente a
quello degli uomini, i’Accademia rispose di si; e ci6 basandosi so-
pra una votazione nella quale 19 voti furono pro, e 3 contro. Co-
sicch6 in Russia le Dottoresse in medicina, riguardo alia scienza si
trovano nrello stesso rango degli uomini.
Si accaduto pih volte che persone amiche e clienti, recandosi
nel Tirolo ci chiedessero V indirizzo di qualche medico omiopatico
senza che noi potessimo soddisfare all’onesto desiderio, Ora siamo
lieti di conoscere che gli amici dell* Omiopatia i quali si avessero
a condurre nel Tirolo troveranno un medico eccellente della nostra
scuola nel Dott. Proell che ha fissato in Meran la sua dimora invernale.
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RIVISTA OMIOPATICA
Anno XXXII APRILE 1887. Numero lO.
TELLURIUM
del Dottore Ad. Lippe.
I sintomi mentali di questo rimedio possono essere
compresi nella « quiete »; meno inclinato ad essere vi¬
vace e ad andare in collera. Qaesta condizione pub giu-
stamente venir collocata sotto il titolo di « apatia, » che
noi troviamo fortemente sotto Arsenicum, Phosph. acid.,
Ignatia, Natrum mur., etc.
Vi b vertigine nell’ alzarsi al mattino, esacerbata da
ogni movimento, simile a Carbo veg. Glonoinum ha una
simile vertigine con diabete. Vi b pienezza della testa con
sonnolenza, simile a Belladonna.
II dolor di testa piit caratteristico b un violento do-
lore lineare in un piccolo spazio sopra l’occhio sinistro
— la localita b simile a Kalmia e a Lycopod. II dolor
di testa di Tellurium viene ad un tratto, e va via ad un
tratto come venne.
I sintomi dell’ occhio sono importantissimi, e possono
indicarlo nello pterigio e nella cateratta. Non abbiamo
ancora alcuna verifica clinica del.sintomo dell’occhio. Fra
i sintomi dell’ orecchio troviamo un’ indicazione caratte-
ristica di esso, che b stata verificata ripetutamente (1).
Prurito e gonfiore, con battito doloroso nel meato ester-
no; in tre o quattro giorni scolo di un liquido acquoso,
di odore come di salamoja di pesce, il quale cagiona
vescichette dovunque tocca; 1’ orecchio b rosso livido come
(4) Noll’ Enciclopedia di Allen, questo sintomo si trova sotto « Pelle ».
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RIVISTA OMIOPATICA.
$e fosse edematoso; udito iadebolito. Tellurium non ha
le trafitture nell’orecchio, nb il pronto gonfiore e rossore
dell’ orecchio che troviamo sotto Pulsatilla. Lo scolo sotto
Pulsatilla b simile a pus, verde. Tellurium differisce da
Mercurio, il quale ha caratteristica una grande esacerba-
zione dei dolori e sensazione di freddo del meato esterno
infiammato, riscaldandosi in letto.
Lo scolo dall’ orecchio b frequentemente strisciato di
sangue. Bovista ha anche uno scolo molto ofFensivo dal-
T orecchio, ma il dolore che esso cagiona si manifesta colla
formazione di croste.
Noi troviamo una straordinaria secrezione abbondante
di saliva dalla bocca, come in Mercurio, ed anche lingua
con intonaco bianchiccio e gonfia, cosicchb le impressioni
dei denti sono chiaramente evidenti sul margine della
lingua, come in Mercurio, il quale ha lingua grigia o gra-
vemente coperta, con fiato cattivo. Il fiato ed altre esa-
lazioni di Tellurium sono come aglio. Noi troviamo lin¬
gua gonfia, con impronte dei denti, oltre che in Tellur,
e Mercurio, anche sotto Stramonium, Arsenicum metalli-
cum, Glonoino, e Jodio.
Le gengive sanguinano tanto che la bocca b piena
di sangue: simile a Nat. mur., Carbo veg., e Mercurio.
Il mal di gola di Tellurium b sempre diminuito man-
giando e bevendo; molto simile ad Ignata. Tellurium ha
aridity della gola. Ignatia ha la sensazione di un turac-
ciolo nella gola.
Il fiato ha odore d’aglio; questo b un sintomo ca-
ratteristico di Tellurium, il quale fin qui non b conosciuto
che sia stato prodotto da alcun altro rimedio.
Tellurium ha senso di debolezza, simile a deliquio,
nello stomaco, dopo congestione di sangue nel capo e
nella nuca. Questa sensazione di debolezza nello stomaco
trovasi anche sotto Sepia, accompagnata da nausea, ed
b allora cagionato dal pensare che gli si offrirk del cibo.
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RTVISTA OMIOPATICA.
291
Baryta lo ha anche, ma il mangiare le porta sollievo. 0-
leander ne ha sollievo dal here acquavite. Alumina e Di¬
gitalis ne hanno aggravamento dopo aver mangiato. Kal-
mia pure l’ha estendentesi alia gola e alleggerito dai rutti;
Kali carb. ha quella sensazione di debolezza accompagnata
da rutti. Lobelia 1’ ha con dispnea.
Tellurium ha sensibility dolorosa della spina dall’ul¬
tima vertebra cervicale alia quinta dorsale, sensibile alia
pressione ed al tatto, simile a Nux vom. e Ruta.
Un sintomo importantissimo b, « dolore nel sacro che
passa nella coscia destra lungo il nervo sciatico; peggio-
ramento sforzandosi nell’ evacuazione, tossendo, ridendo,
anche giacendo sul lato affetto. » Qui abbiamo un vero
quadro di una forma di sciatica. Lachesis e anche fre-
quentemente indicato nella sciatica, ma i dolori di La¬
chesis nel nervo sciatico sono alleviati, e sono leggeris-
simi, giacendo tranquilli in letto. Tenendosi dritti, alzan-
dosi su di un piede — b cagionata una grande esacerbazio-
ne. Il dolore, se esacerbato, consiste in una sensazione di
calore intenso, come da un ferro caldo, ed b spesso aggra¬
vate dal sonno. Rhus tox. sarit anche un rimedio in que-
sta dolorosa malattia, se il dolore b peggiore di notte,
nell’alzarsi da letto o da una sedia, ed alleviato dal con-
tinuo movimento e dal camminare. Arsenico sark il rime¬
dio se la persona non puo trovare riposo in alcuna po-
sizione, ma egli si sente obbligato a passeggiare, cam-
biando la posizione; cosa che b dolorosa e non reca al-
cun sollievo. Lycopodium ha guarito la sciatica, che ri-
torna ogni quattro giorni periodicamente. Kali bichromi-
cum ha anche dolore nel nervo sciatico fino al ginocchio.
Tellurium ha guarito il sudore offensivo dell’ aseella
quando 1’ odore era descritto simile a quello dell’ aglio.
Altre traspirazioni di cattivo odore dell’acella si trovano
sotto Hepar, Dulcamara, Nitr. ac., Rhododendron, Selen.,
Sepia, e Thuja. Molto caratteristico di Tellurium b « l’im-
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RIVISTA OMIOPATICA.
petiggine ». L’impetiggine consiste in cercbi rossi, elevati,
molto distintamente marcati. Essa appare a guisa di mac-
chie, di un rosso molto vivo e ben definite, con piccole
vescichette che danno prurito, — prurito che b peggiore
specialmente di notte dopo essersi messo a letto. L' im-
petiggine di Natrum carbonicum b circondata da un cer-
chio giallo, oppnre essa suppura. Sepia ha macchie scure
o di colore del vino di Bordb, od impetiggine umida con
prurito. Clematis ha erpete rossa umida, ed impetiggine
con prurito insopportabile al calore del letto e dopo es¬
sersi lavati; l’erpete b rossa umida con la luna crescente,
ma pallida e secca a luna calante. Magnesia carbonica
ha erpete piccola, rossa, poco elevata, liscia, disquaman-
tesi poscia senza sensazione.
Commenti. — Nel quinto volume dell’ Homoeopathic
Revive. si troveranno le relazioni originali degli sperimen-
tatori, ed anche I’ ordinamento dei sintomi del fu Dotto-
re Costantino Hering. La professione dovrebbe essere gran-
demente riconoscente alle fatiche di tale suo instancabile
membro. Ma noi dobbiamo con rincrescimento constatare
che viene da Gotham la censura di un medico che di-
chiara di andare in cerca della ricognizione progressiva
(allopatica), al Decano attuale di un Collegio cosl-detto
Omiopatico, e dichiara i Sintomi di Guida (Guiding Sym¬
ptoms) di Hering non scientifici e non meritevoli di fidu¬
cial Questo censore appoggia la materia medica dell’ av-
venire di Riccardo Hughes, mentre in modo chiaro si
duole e mena lamento col suo editore che i Sintomi di
Guida di Hering si vengano pubblicando, perch& b ben
noto che sono necessarii, e che ogni vero medico dar&
il ben’ arrivato ad un’ opera cosl utile. Non scientifica,
perch6 ? perch6 b utile e non b coperta da livrea patolo-
gica? Questo censore scientifico, soltanto poco tempo fa
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RIYISTA OMIOPATICA.
293
ha esposto la teoria dei germi esplosi — raccogliendo le
bricciole che cadono dalla tavola degli allopatici. Un tale
censore non sara capace di ritardare la pubblicazione dei
Sintomi di Guida di Hering. Tali uomini, recentemen-
te laureati, da questo ingrato maestro ricevettero 1’ idea
che 1’ Organo b una povera cosa qualunque, una cosa
vecchia, fuori di moda, ed ora giustamente posta da parte
per una « scienza progressiva » — infine, di poco va-
lore. I recentemente laureati, o, dico, una maggioranza
di essi, possono essere traviati fino a credere che l’Omio-
patia possa essere inscritta sui loro diplomi, e colla di-
spensa ad essi aggiunta di scartare 1’ Organo e le opere
pubblicate da uomini che diedero alia nostra scuola la sua
posizione col seguire i metodi di Hahnemann fedelmente,
e sviluppando la nostra arte di guarire, aggiungendo alia
materia medica tali sperimentazioni da metterci in grado
di essere sempre piu felici nelle nostre cure. Vi sono al-
cuni laureati, anche di tali Collegi, che hanno piil intel-
letto e miglior comprensione della « scienza » che i loro
malguidati e mal guidanti maestri. Essi non accetteranno
la offerta e raccomandata scienza progressiva, compresa
la teoria dei germi e 1’ errore del Chinino. Essi accette¬
ranno come Omiopatici 1 'Organo, la Materia Medica di
Hahnemann, ed i Sintomi di Guida di Hering, e diven-
teranno guaritori veramente. Essi impareranno che i loro
successi nel guarire 1’ infermo aumentano a misura che
aumenta la loro conoscenza dei metodi di Hahnemann e
della sua Materia Medica. Essi presteranno fede e si ri*
corderanno con gratitudine di siffatti primi promulgatori
deH’Omiopatia, quale fu insegnata da Hahnemann, come
il fu Dott. Costantino Hering, ed oblieranno le ingrate
osservazioni fatte dal loro primo maestro ed ora censore
di Hahnemann e di Hering (The Homoeopathic Physician).
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294
CHIRURGIA PRATICA E MEDICINA SPECIFICA
del Dott. P. P. Wells.
Lezione di inlroduzione data al Collegio Medico ed Ospedale per le donne
di New York, Sessione 1886-1887.
(Continuations e fine . Vedi il fascicolo precedente)
Vi d una classe di malattie la quale, nei primi tem¬
pi, fu riguardata come appartenente quasi esclusivamente
alia provincia del chirurgo, e da esso, soltanto raramente
guarita. Tali malattie distruggono i tessuti coll’ erosione
o col depositare in quelli elementi i quali presto svilup-
pano un’azione distruttiva, come per tutti i. tessuti circo-
stanti, cos! in ultimo anche per la vita istessa. Ad arrestare
questo progresso la vecchia medicina era per propria con-
fessione impotente, ed essa rimandava tutti questi casi al
chirurgo, la cui sola risorsa era il coltello. Tagliare od
estirpare era tutto cid che egli poteva fare; ed essendo
alia corta vista del vecchio medico solamente un’ « affe-
zione locale, » perchd non doveva cio essere efficace?
Perchd i risultati locali della malattia non erano tutta ne
la pih importante parte di essa. Cid non era efficace per¬
chd cid che cagionava quel male locale distruttivo era al
di Id di dove arrivava il coltello del chirurgo. Questi non
poteva nd tagliarlo, nd estirparlo, ed esso rimaneva Id
dopo 1’ infruttuosa operazione, pronto, all’ occasione di
qualche eccitamento che potesse rinnovare la sua attivitd,
ad attaccare altre parti, e, pid spesso che no, con mag-
gior virulenza di quella che caratterizzava Tattacco primi-
tivo (1). Il periodo del tempo fra 1’ operazione ed il se-
condo sviluppo della distruzione locale d stato interpre-
tato come una dilazione dell’ azione della malignitd mor-
(1) Io non ho sentito mai dire che sia stato guarito, con aicun mezzo, un
cancro che siasi di nuovo localizzato, dopo che fu rimossa col coltello la sua
prima manifestaziane locale.
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RIVISTA OMIOPATICA.
295
bosa. Questo b un errore. La virulenza pift grande del
secondo sviluppo locale della malattia sembrerebbe piut-
tosto indicare che 1’ operazione non ha fatto altro che
soltanto aggiunger forza all’azione maligna, la quale non
pot& n& raggiungere n& iinpedire. Non 6 una conclusione
sicura, in tali casi, quella di chi ritiene Vinvisibile come
non esistente. Trattandosi delle varie forme di affezioni
cancerose, questa b la storia che ha seguito i tentativi
della loro estirpazione col coltello o con altri agenti di-
struttivi.
Ma possono queste malattie, che sono chiamate ma-
ligne, essere guarite con mezzi dinamici — con quelli
che cost generalmente sono inapplicabili all’arte del chi-
rurgo? Esse si incontrano in diverse forme, le quali tutte
sono distruttive nella loro natura e refrattarie ad ogni
metodo di cura. Tuttavia esse alcune volte, anche le pih
inveterate, sono costrette a rispondere al rimedio speci-
fico. Vi sono stati casi di guarigioni di ciascuna delle
varie forme di quelle spaventose malattie, eccetto, forse,
quella d e\Y osteo-sarcoma. Io non so che questa sia stata
guarita da qualsivoglia mezzo, benchfe abilmente appli-
cato. Ma quella forma fatale, ad onta di ogni perizia chi-
rurgica e di qualunque applicazione, fungus haematodes ,
b stata molte volte guarita permanentemente coi mezzi
dinamici specific!. Un caso in Baltimora, quello di una
signora che lo ebbe sviluppato nella coscia, e che era
stata condannata a perdere la gamba dai suoi chirurghi
della vecchia scuola, come se questa ne avesse guarito
mai un caso, e non ostante l’ invariabile insuccesso che
aveva tenuto dietro a questa risorsa nella passata storia
della chirurgia — questo caso fu guarito dal mio amico,
Me Manus, con poche dosi di un rimedio bene scelto e
bene amministrato. La malattia scomparve in breve tem¬
po, e non ritornb mai pifi.
II cancro epiteliale 6 stato guarito molte volte col-
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296
RIVISTA OMIOPATICA.
la medicatara specifica, e forse 6 stato trovato corri-
spondere a questa piit spesso de’suoi affini. Un caso di
tal genere mi capita nel 1859. II paziente era un com-
merciante in quiescenza, di poco oltrd la mezza eta,, con
abbondanti mezzi di fortuna; il quale aveva consultati i
migliori chirurghi di Filadelfia, di Nuova Jork, e di Bo¬
ston per un male nel suo labbro inferiore, che era stato
dichiarato un cancro da essi tutti, ed io non poteva- ve-
dere aleuna ragione per screditare la loro diagnosi. Egli
era venuto a Nuova Jork col proposito di farselo estir-
pare. Avendo affari da definire con un mio infermo, al
quale io era stato cosl fortunato di guarirgli un lupus
(noli me tangere ), dichiarato incurabile dai chirurghi di
Boston, gli fu detto che se voleva venire da me, io lo
avrei guarito. Poichfe, avendo guarito il suo naso, egli
molto semplicemente credeva che io potrei guarire ogni
cosa. Io non poteva promettere di guarire il labbro, ma.
dissi che volentieci mi ci sarei provato, e suggerii che se
io non riusciva, egli poteva farselo tagliare dopo; e sic-
come non aveva che pochi segni di cachessia costituzio-
nale, io non disperava di riuscire. Fu il primo caso della
specie che tentai di curare omiopaticamente, ed io non
sapeva ci6 che poteva fare. Registrai diligentemente tutte
le aberrazioni di funzione che potei rintracciare in quel-
l’uomo, e feci uno studio di esse, non del cancro, e gli
diedi il rimedio, il cui registro presentava la pih grande
somiglianza colla maggior parte di quelle aberrazioni. Il
risultato fit che la malattia guarl e quelle aberrazioni spa-
rirono. Quell’ uomo rimase in buona salute mold anni, e
per quanto io so, lo 6 ancora al presents. Nel corso della
cura, io gli diedi quattro rimedi diversi, in successione,
secondo che i sintomi presenti indicavano ciascuno al
momento di prescrivere. Essi non furono dati in alterna-
zione, ma il secondo succedeva al primo quando questo
aveva esaurita la sua forza curativa, ed il terzo succedeva
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RIVISTA OMIOPATICA.
297
al secondo per la medesima ragione e non altra, e cosl
finchb non vi fil piu bisogno di dare rimedi di alcana
sorta. Non sar& forse senza interesse il dire che i rimedi
dati appartenevano ciascuno alia classe dei cosl detti an-
tipsorici. Ciascuno fu dato, non perchfc appartenesse a
questa classe, ma perchfe i fenomeni del caso lo indica-
vano e non per altra ragione. La cura dur6 da Maggio
a Dicembre.
Un’ altra forma di affezione cancerosa 6 quella che
si incontra anche troppo spesso nelle mammelle della
donna. Essa & stata guarita colla medicatura specifica.
Ma neir esperienza del Barone Dupuytren, del signor
Thompson delPUniversitk di Edimburgo, del signor Astley
Cooper, e del signor Filippo Crompton di Dublino, come
questi eminenti chirurghi informavano il mio precettore,
nel 1829, non fu mai da essi guarita con mezzi chirur-
gici; e il signor Thompson ed il Barone aggiungevano,
che essi non pensavano di avere mai prolungata la vita
di an giorno colTuso del coltello, sebbene avessero am¬
putate molte mammelle. Essi dicevano di essersi rifiutati
ad operare in questi casi da molti anni; le loro esperienze
del risultato dell’ amputazione avendoli convinti che era
totalmente inutile ricorrervi. 11 mio precettore chirurgico,
anche da molti anni prima della sua morte, si rifiutava
di operare in questi casi perchb la sua propria esperienza
aveva confermato i giudizi degli eminenti chirurghi sud-
detti sulPinutilitci delle operazioni per impedire il rinno-
vamento dello sviluppo locale della malattia. Tale essendo
il giudizio e l’esperienza di cosl eminenti chirurghi sul ri-
correre ai mezzi chirurgici per la cura del carcinoma
mammellare, debbono essere del massimo interesse i casi
ben autenticati di guarigione coi rimedi specified Uno di
questi casi b stato curato da me negli ultimi tre anni.
La paziente diede alia luce il suo primo bambino al-
T etk di ventun anno. Essa ebbe un ascesso nella mam-
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298
R1VISTA OMIOPATICA,
mella destra poco tempo dopo il parto, che era stato trat-
tato malamente. Si permise che ripetuti ascessi si suc-
cedessero l’uno all’altro, e che fluisse materia per diffe¬
rent aperture, e quando cessh lo spurgo da queste, rimase
un deposito indurito nella mammella, come pure deformi
cicatrici. Dopo circa dieci anni il deposito divenne dolo-
roso, ingrossh, fu aperto con dolori lancinanti, brucianti.
Le cicatrici si spessirono, e si ritirh il capezzolo. La pa-
ziente fu trovata in questo stato dopo che era stata curata
per tosse con aspettorazione, con dolori e sofferenze di
petto, brevity di respiro, sudori notturni, perdita di peso,
etc. La famiglia di sua madre aveva perduto parecchi
membri per tisi polmonare, e questa fu riguardata come
minacciante sviluppo della infezione di famiglia nella sua
persona. Ci6 non diminuiva certamente la gravity, della
prognosi riguardo alia mammella. Ma ambedue queste con-
dizioni appaiono ora guarite. Essa non ebbe a soffrir pift
alcun disturbo nb dall’una ne dall’ altra negli ultimi due
anni, ed al presente mena una vita assai attiva, e carica
di molte e grandi responsabilita. L’ indurimento cessh di
essere fastidioso, ed io credo che sia scomparso. Le cica¬
trici hanno perduto il loro aspetto minaccioso. Essa da
due anni non ha domandato alcun rimedio.
Ora quali furono i mezzi adoperati in questo caso i
quali lo hanno posto in cosl aspro contrasto coll’esperienza
dei risultati pel trattamento di tali casi con mezzi chi-
rurgici? Noi rispondiamo, la paziente ebbe, dal primo al-
l’ultimo, solamente pochi picccoli globuli imbevuti di pre-
parazioni medicinali, delle quali, ci si dice che, « 1’ Isti-
tuto Americano schiatth dalle risa » (1). E alia luce di
questo caso non sembra egli che I’lstituto abbia riso pre-
maturamente? E se le sue risa avessero solamente fat-
to peggio per l’lstituto? Le sue risa certamente non re-
cano impedimento alia guarigione delle malattie le piil
(1) T. F. Allen.
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e
RIVISTA OMIOPATICA.
299
gravi. Ma quali furono i rimedi adoperati per la guari-
gion'e di questa mammella? Furono dati solamente due
rimedi, le cui dosi vennero prese a lunghi intervalli, ed
erano ambidue rimedj antipsorici! Noi crediamo che se
le dosi fossero- state ripetute a brevi intervalli, il tratta-
mento sarebbe stato un insuccesso.
Ci siamo sforzati di presentare problemi di cura i
quali illustrano le differenze e le relazioni dei due rami
dell’ arte di guarire, e se noi siamo riusciti nel nostro
sforzo, noi abbiamo mostrato che uno ha che fare prin-
cipalmente con elementi materiali, mentre l’altro riguarda
puramente quelli che sono dinamici nella loro natura; e
questa b la differenza nella natura delle cose delle quali
abbiamo parlato. Prendiamo il caso della giuntura artificia-
le. Perch& i frammenti si ricusano di unirsi? Perchfc la nu-
trizione delle parti b stata talmente modificata da qualche
causa, costituzionale od altra, che il callo riparatore non
fu provvisto dei necessari elementi a questo scopo. Quindi
il difetto fu nella funzione alterata, e questa alterazione
implica un cambiamento nella forza della vita che governa
ed eseguisce le funzioni. Nell’azione normale di questa
forza sulla nutrizione nel caso di frattura, b provvisto il
materiale necessario a riparare; ma nella sua azione mo¬
dificata la provvista manca, e non vi b riparazione. Cost,
per la cura, in tale caso, si richiedono mezzi da agire su
questo dinamismo che governa ed eseguisce la funzione
della nutrizione, ed in una maniera che ristabilisca que¬
sta nella sua azione normale sopra questa funzione, che
la provvista bisognevole per la riparazione possa essere
fornita, ed il caso, per cost dire, sia in grado di guarire
se stesso. Ora non b molto appariscente come mezzi mec-
canici possano impressionare in tal modo questa forza,
mentre b perfettamente chiaro che i mezzi dinamici lo fe-
cero, e la guarigione fu il risultato. Cost nel caso della
semplice frattura, i mezzi meccanici possono solamente ri.
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300
RIVISTA OMIOPATICA.
porre i frammenti nella posizione pia favorevole alia ri-
parazione necessaria, e mantenerli in quella; e questo b
tutto quanto essi possono fare. Ma un dinamismo che
possa raggiungere questo esecutore della funzione, e sti-
molarlo ad una maggiore provvista del mdteriale ripara-
tore, e ad un acceleramento del processo di riparazione,
pub far di pih; e questo b appunto cib che b riconosciu-
to abbia fatto il Symphitum nel caso riferito.
La scossa che segue gravi operazioni chirurgiche,
come nel caso della giovane signora che fu soggetta a li-
totomia, b puramente dinamica. La violenza alia quale le
sensibility viventi sono state assoggettate ha talmente im-
pressionata la forza della vita, che le funzioni del corpo
sono generalmente cost affette come non lo sono mai nel-
l’azione sana. Tutte sono cambiate pih o meno dal [loro
stato normale, ed in queste la confusione b 1’ ordine. Ora
tutto cib che il chirurgo pub fare per il sollievo di que-
sta condizione, coi mezzi speciali dell’ arte sua b di assi-
curare al suo paziente il conveniente riposo onde la salute
abbia il piit spedito e piu sicuro ristabilimento. Avendo as-
sicurato cib, egli pub soltanto attendere il risultato, « af-
fidandosi alia natura » onde faccia per il suo paziente
quello in che egli trovasi impotente e senza risorse. Ma
trasformate questo chirurgo in un medico, il cui arma*
mentarium b pieno di mezzi che lo mettono in grado di
agire specificamente sulla forza della vita, e di agire su
questa in modo che quella confusione sia cambiata di
nuovo in un ordine armonico, ed egli si troverb, capace
di fare molto di piu e meglio per la guarigione del suo
paziente di quello che possa qualsivoglia somma di « af-
fidamento nella natura. » Conosca egli come fare la co*
sa bene, e la faccia, e lasci « confidare nella natura »
coloro i quali cosl spesso affacciano questa pretesa come
uno scudo per difendersi dal loro sentimento di perfelta
impotenza. « Confidare nella natura » b una frase ben
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RIVISTA OMIOPATICA.
301
sonante ed alcune volte sembra che contenga un sapore
di sapienza, mentre, a dire il vero, essa b sempre nb piu
nb meno che una confessione di giudizio di completa imbecil-
lita pratica. Rinvenga il medico e dia il dinamismo specifico,
che la legge ha stabilito per la guarigione di quella con*
dizione derivante dalla scossa, e la sua esperienza ripe-
terb, colla maggior certezza quella del maestro, il quale
vide la povera paziente della quale abbiamo parlato, trat-
ta da una condizione, che l’eminente e sperimentato chi-
rurgo dichiarava agli scolari della sua classe sarebbe riu-
scita inevitabilmente fatale, ad una di pace, di salute, e
di prosperity. Non dimentichino il medico ed il chirurgo,
che i mezzi dinamici giustamente scelti e giustamente am*
ministrati sono capaci di fare cib la appunto dove altri
mezzi conosciuti non hanno potere.
Parliamo ora di tutta la famiglia delle malattie ma-
ligne, che l’antica pratica ha cost uniformemente rinunziate
al coltello e ad una terminazione fatale. Queste sono state
considerate come locali nella loro natura, e quindi, se cib
fosse vero, che cosa pub essere piit ragionevole che la
conclusione che decideva di tagliarle od estirparle, e cost
farla finita con esse? La sola difficoltb. b stata, nei casi
cosl trattati, che essi non vollero finire cost. E la costante
ricomparsa di cib che si supponeva di aver tagliato od
estirpato avrebbe dovuto insegnare a quei chirurghi del
vecchio stampo, come lo insegna a noi, che quest’ idea di
carattere locale b totalmente falsa. La ricomparsa dimo-
stra che nel caso vi era qualche cosa che non fu tagliata
od estirpata. I chirurghi dicono, che trattasi di qualche
cosa assorbita nel sistema dal punto principale locale che
ora ha di nuovo germogliato in nuovi mali, percib essi
soggiungono, tagliamo od estirpiamo presto, prima che
tale assorbimento abbia luogo, e finchb vi pub essere
scampo dal male. Ma, nonostante, che sia disapproval,
quel falso giudizio ritorna, quantunque esso non sugge-
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302
RIVISTA OMIOPATICA.
risca al chirurgo nb una migliore filosofia, n& una mi-
gliore pratica.
Cid che l’esperienza non riuscl ad insegnare ai chi-
rurgi della vecchia scuola, la providenza di Dio 1’ inse-
gnd ad Hahnemann, ed egli 1’ insegnd a noi, vale a dire
che ciascheduna forma di queste maligne e fatali malat-
tie non £ locale , ma generale di sua natura, e non ma¬
terial, ma dinamica nella sua origine e costituzione, e
che coi mezzi dinamici giustamente scelti e giustamente a-
doperati, possono siffatte malattie essere e sono state cia-
scuna di loro, guarite. Esse sono, innanzi alia legge, si-
mili alle altre forme di malattia, e se guariscono ci6 de-
v’ essere, fu, e pu6 solamente essere mediante la giusta
araministrazione del rimedio il pih simile, come b di tut-
tutte le. altre malattie. Se curate con successo, ci6 de-
v’ essere coll’ adattare il rimedio ai fenomeni del caso, e
non con qualsivoglia altro rimedio, supposto essere in re-
lazione col cancro come suo curativo. I fenomeni debbo-
no essere*curati, e non il nome. La ragione di ci6 b, che
queste malattie sono il risultato di cause agenti sulla for-
za della vita, e modificanti siffattamente 1* eseguimento
delle funzioni vitali che si stabilises una serie di proces-
si discordanti e distruttivi, i quali non hanno alcun li-
mite nb di durata nb di estensione nella distruzione che
ne b il risultato. Questi lasciati a se stessi, cessano sol-
tanto quando non vi b pih nulla da distruggere. Riguardo
alia causa che ha compenetrato in modo cosl distruttivo
la forza della vita, si i chirurghi che i medici erano to-
talmente alio scuro finchb non fit additata ad essi da
Hahnemann. Egli la chiarnd « psora » La denominazione
fu derisa da quest’ignoranti ed arroganti dottori, ma essi
furono impotenti a guarire malattie pestilenti dopo le loro
risa come lo erano prima; e queste malattie vennero gua¬
rite, quando lo furono, solamente coi mezzi che egli chia-
m6 antipsorici; da che noi dobbiamo inferire che vi b
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RIVISTA OMIOPATICA.
303
assai meno di « scienza » o di sapienza nel ridere e nel
ridicoleggiare di quanto i dottori sembra abbiano suppo-
sto, e notantemente quelii dell’ Istituto Americano di 0-
miopatia.
La prova che la forza della vita b per tal modo im-
pressionata dalla causa di queste malattie maligne si tro-
va innanzi tutto nell’ azione modificata della funzione di
nutrizione. Questa essendo cambiata, in forza della sua
azione conservativa, torna essa stessa ad influire su tutte
le altre funzioni del corpo, ed i disordini risultanti in
queste progrediscono finchb tutta la triste storia delle
sofferenze chiudesi col racconto della morte.
Da questi esempi di malattie e di guarigioni noi ab-
biamo procurato di mostrare l’intima relazione fra i do-
veri del chirurgo e del medico. Essi sono. strettamente
connessi, l’uno trovando ajuto nelle risorse dell’altro nei
doveri giornalieri della vita pratica, e ci6 cost frequente-
mente che i due possono essere riguardati meglio come
rami di una sola arte di guarire, che due fattori distinti
T uno dall’ altro. II chirurgo deve ricorrere alle risorse
della medicina pratica ogni qualvolta, dopo aver alleviato
il suo caso d’imbarazzi e di bisogni meccanici, trova in
disordine le funzioni del corpo o della mente, le quali
sono meglio, e forse unicamente, ristorate colie risorse di-
namiche del prescrittore specifico. Quindi il chirurgo, che
eserciterh. la sua arte colla conoscenza e coll 1 ability che
gli assicurerh i migliori successi come esperto guaritore,
deve essere padrone della conoscenza delle risorse dina-
miche del medico, e del modo di adoperarle, mentre il
medico b costretto a ricorrere alia perizia ed ai mezzi del
chirurgo per recare sollievo al suo paziente dei dolori
ed imbarrazzi degli elementi meccanici, i quali spesso
fanno parte importante del suo caso. Questi (come nel caso
del calcolo orinario) debbono rimoversi prima che il caso
possa essere in una condizione da ricevere impressioni
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304
RIVISTA OMIOPATICA.
curative dai mezzi dinamici appropriati. Quindi si vedr&,
che nessun chirurgo pud esser pari a tutti i bisogni
della sua arte, che non sia anche padrone dell’ arte del
prescrittore dinamico; mentre il medico pu6 esser pa¬
drone di questa e nello stesso tempo non essere chirurgo
(The Homoeopathic Physician).
APPUNTl
del Dott. C. Carleton Smith.
Prophylamin. — Nel reumatismo quando gli aghi
tenuti nelle dita diventano cost grevi che essa non pu6
cucire.
Diarrea copiosa, con dolori reumatici nelle giunture
del collo del piede, ma non nei polsi; sete per grandi
quantity di acqua fredda, simile a Bryonia.
Arnica. — Sapore di ova guaste, specialmente nel
mattino. Graphites: solamente nel mattino dopo alzato,
che sparisce sciacquandosi la bocca; Tart, emetico, sapore
di ova guaste solamente nella notte; Chamomilla ha eva-
cuazioni simili ad ova guaste, ma non le eruttazioni nb
la flatulenza; Psorinum ha eruttazioni di sapore simile
ad ova guaste.
Sotto Chamomilla, Ant. tart., Ars., Cina, Ignatia,
Kali., e Puls., i bambini han bisogno di essere portati;
sotto Ars., il bambino ha bisogno di essere portato in
fretta; sotto Bromum, ha bisogno di essere portato in
fretta a motivo di dispnea, come nel croup; 'Cham., A
solamente tranquillo quando 6 portato; Cina ha miglio-
ramento dal cullare in fretta; Aeon, anche miglioramento
dal cullare in fretta.
Chelidonium. — Desiderio di bevande molto calde;
rimarr& solamente nello stomaco 1’acqua quasi bollente.
Silicea. — Nelle persone soggette a vermi, dove Cina
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RIV1STA OMIOPATICA. 305
sembra indicata e non riesce, Silicea sar& piit probabil-
mente il rimedio.
Cuprum acet. — Costante protendimento e ritira-
mento della lingua (anche Lach.); nell’epilessia l’aura
comincia nei ginocchi, salendo fincbb raggiunge la regione
ipogastrica, ed allora avviene inconsapevolezza, schiuma
alia bocca e caduta convulsa.
Appena la paziente entra in una camera alta di
soffitto la sua testa vacilla ed essa perde i sensi.
Digitalis. — Sente come se il cuore cessasse di
battere se essa osasse moversi; Gelsemium, ha sensazione
come se essa debba moversi per tenere il cuore che se ne va.
Dulcamara. — Iscuria catarrale nei fanciulli pro-
dotta* dal guadare acqua coi piedi nudi, con scolo di
muco dall’uretra, orina lattea, e deposito mucoso.
Guaiacum. — Trafitture violenti e costanti nella
gola dalla laringe alia clavicola sinistra; azione infiam-
matoria violenta, spasmodica dei canali aerei, special-
mente della laringe, con tale violenta palpitazione del
cuore da cagionare soffocamento.
Jodium. — Prurito nei polmoni, gift a basso ed
estendendosi in su nella trachea e nella cavity nasale;
il prurito alia punta del naso b il segnale che la tosse
incomincia.
Kali bich. — Dolore sull’ angolo interno dell’ occhio
destro, non piu largo di un pezzo da tre centesimi; gran-
demente tormentoso; principiante nella met& della mat-
tinata, crescente in fierezza fino alia met& del pomeriggio
e poi cessante.
Kali bromatum. — Egli s’immagina di essere pre-
scelto come un oggetto della collera divina; sonnolenza
estrema.
Costante tosse frastagliata durante la gravidanza;
desiderio irresistibile di orinare, ma non vi 6 emissione
tranne cbe con urgenza e difficoltk.
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RIVISTA OMIOPATICA.
Kali carb. — Sensazione come di una verga esten-
dentesi dalla gola al lato sinistro dell' addome con una
palla in ciascuna estremit& della verga.
Lachesis. — Stitichezza ostinata; ogni cosa ha sapore
acido; il cibo diventa violentemente acido appena arriva
alio stomaco.
Rhododendron. — Senza respiro e senza parola, per
violenti dolori pleuritici scorrenti verso in giii nel petto
anteriore sinistro, dopo essere stato in piedi su terreno
freddo, umido.
Non pub addormentarsi nb rimanere addormentato
che tenendo le garnbe incrociate.
Sepia. — Lingua molto sporca, ma diventa pulita a
ciascun flusso menstruale, ritornando di nuovo sporca
quando cessa il flusso; palpitazione alleviata dal cammi-
nare a lunga distanza e dal camminare in fretta; mentre
Spigelia ha palpitazione, auraentata dallo star seduto e
dal chinarsi in avanti.
Silicea e Mag. mur. — Hanno dolor di testa; mi-
gliorato dal coprirsi la testa ben calda; ma Silicea ha
dolore migliorato in casa e dal riposo, mentre in. Mag.
mur. b migliorato dall’ aria aperta e dall’ esercizio. —
infatti, costringe il paziente a passeggiare per trovare
sollievo; peggioramento stando coricato.
Stannum. — Ha colica come Colocynthis, migliorata
dall’appoggiarsi a qualche cosa dura.
Il bambino non vuole acquietarsi finchb non b por-
tato sulla spalla della madre.
Stramonium. — Vomito appena egli alza la testa
dal cappezzale, e vomito dall’esporsi a luce viva.
(Nel dare questo eccellente articolo per esser pub-
blicato, il Dott. Smith si raccomanda perchb se qualche
lettore di questo giornale conoscesse altri rimedi che
abbiano gli stessi o simili sintomi, essi vogliano fornirli
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RIYISTA OMIOPATICA
307
all’editore per essere inseriti. Se tutti contribuissero colla
loro esperienza in questo modo, ne risulterebbe una Ma¬
teria Medica del massimo valore.
Per rendere tali articoli come il precedente proficui,
ogni medico dovrebbe provvedersi di un album, avente
un’indice in cui tutti i sintomi interessanti fossero regi-
strati sotto le piti cospicua parole con le quali si b mani-
festato il sintomo, con una nota dimostrante dove il sin-
tomo fu ottenuto. In breve tempo il medico industrioso
troverebbesi in possesso di un repertorio manoscritto sem-
pre pronto aH’uopo ed anche sempre crescente. Uno dei
redattori di questo giornale ha tenuto un libro di questa
fatta in modo limitato per parecchi anni, e lo trova im-
pagabile. — (Gli edilori dell’ Homoeopathic Physician).
CASI CLINICI.
del Dott. J. D. Tyrrell.
I. — Luglio 13. — La scorsa notte il signor P. soffrl
moltissimo per neuralgia facciale; adoprd aceto caldo,
senza sollievo; egli allora prese una grossa dose di Bell. 5
che « guarl » la sua neuralgia, di modo che dorml e si
sveglib indicibilmente felice. Indi peggiorato riferisce: —
Il lato destro della faccia si sente spesso e gonfio, le
labbra spessite e rigide; tutto il lato della faccia intor-
pidito, pub appena articolarlo; voce velata e grossa, parola
lenta, indistinta, e balbuziente; perdita di coordinazione,
an datura debole, vacillante, come se fosse ubriaco; non
pub tener fermo il fazzoletto nb coll’ una nb coll’ altra
xuano, egli continuamente lo lascia cadere. Se egli si
appoggia a qualche cosa sul lato sinistro, non pub rial-
zarsi a meno che si appoggi e faccia sforzo colla mano
deslra; se egli si siede sul pavimento, deve adoperare il
hraccio destro per rialzarsi, altrimenti non pub: non pub
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308
RIVISTA OMIOPATICA.
passare una persona od an oggetto dal lato sinistro senza
correre contro essi; costante tendenza ad andare verso il
lato sinistro, non in un circolo, ma diagonalmente; pupille
dilatate; lato destro della faccia, lato sinistro del corpo,
affetti. Hyos. nig. m tre globuli, uno ogni due ore; wi-
glioramento rapido e permanente; si sentl bene in tre
giorni.
II. — Signora S, (19 Giugno). — Statura media,
smilza, capelli scuri, faccia pallida, occhi bigi fin dalla
nascita. Temperamento mentale molto sensibile all’azione
dei medicamenti. Tre anni addietro ebbe « neuralgia del
cuore, » per la quale prescrissero un impiastro di Bel¬
ladonna. In un giorno circa il dolore fu sensibilmente
diminuito, ma essa lagnavasi di dolore nella testa e negli
occhi, e penso che fosse cagionato dalla Bell.; ma i di
lei parenti credettero cib tutta immaginazione, di modo
che essa ebbe a soffrire per tre settimane, quando non
ebbe piil dolore; ma V iride dell’ occhio destro cambib da
bigio ad aizurro scuro, cosa notevole e notata dagli amici
chiaramente nella camera. Essa rimase azzurra d’allora in
poi, la paziente ha stabilmente, ma lentamente perduto il
potere della vista, finchb ora non pub leggere nb cucire
alia luce del gas, e per poco tempo alia luce del giorno.
Bell. * 0m (Fincke) quattro globuli, uno ogni due ore, e
riferire dopo dieci giorni.
28 Giugno. — Riferisce che gli occhi sono meno
dolorosi; pub leggere due o tre ore alia luce del gas
senza dolore nb offuscamento; l’occhio destro non b tanto
azzurro^ Essa dice che i globuli produssero dolori acuti
dal dorso fino all’ ipocondrio; grande tiramento in gib e
sensibilitb; orinare scarso, ma frequente; i dolori venivano
ed andavano improvvisamente; aveva bisogno di medica-
mento per arrestare il dolore, per potersene andare in
cittb. Bell. Mm un globulo. Il giorno appresso l’incontrai
in cittb, che si sentiva meglio. Questa prova sembra cor-
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RIVISTA OMIOPATICA.
309
roborare e completare i sintomi registrati nel Repertory
to Horn. Med. del Dott. Berridge, pagina 35, colore del-
l'iride, scolorato, Atp. (Bell.).
III. — Circa due mesi addietro una signora mi rife-
riva riguardo a sua figlia, di otto anni, quanto segue:
— Temperamento mentale: leggero, non dorme bene;
« ha vermi; » digrigna i denti alia notte; dorme a son-
nellini; ha ventinove porri sulle mani e sulle dita; porri
dolorosi che hanno resistito ad ogni trattamento; la ragazza
h molto curva; le vertebre dorsali sono molto incurvate.
Sulph. cm (Swan), due polveri, alia distanza di dodici ore.
Oggi 25 Agosto, mi riferisce: Tre porri sembravano
« andar via lentamente, » finchy ora tutti sono scomparsi:
spalle e dorso « dritti come una freccia. » (The Horn.
Phys.).
CIMICIFUGA, 0 ACTEA RACEMOSA.
Lezione del Prop. J. T. Kent
(riportata stenograflcamente).
--
Questo rimedio b un grande amico della donna, ed
alcuni dottori conoscono soltanto che esso b tale. II fieno
greco b buono per un cavallo, essi dicono; e cosl Cimi-
cifuga b buona per una donna — quando i sintomi la
indicano. Lo stato generale costituzionale al quale questo
rimedio b pin favorevole b la costituzione istero-reumatica.
I suoi sintomi sono pieni di isteria quasi come Ignatia,
e pieni di reumatismo quasi come Colchicum o Bryonia;
esso ha la sensibility dolorosa reumatica nel cotpo, e
particolarmente nei muscoli. II potere muscolare b affetto
quasi generalmente. Questo rimedio ha il reumatismo del
cranio; reumatismo della base della testa, o del cranio;
dolore nella base del cranio come se un dardo si pro-
lungasse dalla base del cranio traverso alia sommity
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RIVISTA OMIOPATICA.
della testa. Costante dolore ottuso nell’ occipite che si
estende alia sommitk della testa. I dolori di testa sono
migliorati all’aria aperta. Esso ha una sensazione di
sollevamento del cranio. In ci6 esso somiglia a Cannabis
sat. ed a Cannabis indica. Cannabis indica lo ha come
sintomo patogenetico; cost pure lo ha Actea racemosa.
Belladonna lo ha come sintomo clinico. Questo solleva¬
mento del cranio avviene nei disordini uterini. Reuma-
tismo, colica, utero irritabile, dilatazione dell’utero; ci6
vi dar& una associazione di sintomi simili a quei sintomi
della testa. Ora vi b un sintomo mentale notevole. II
sintomo mentale b questo: Essa sente come se una palla
nera, o un bujo, od una tristezza orribile si stabilissero
sopra di lei; ogni cosa le sembra scura; non vi b luce
intorno ad essa. Questo sintomo di oscurita e di bujo
simile ad una palla nera che le si posi sopra b un sin¬
tomo mentale cbe si concentra nel cuore, accompagnato
da palpitazione. Vi b tutta questa tristezza e tetraggine,
ed esso ha mold dei sintomi istero-mentali. L’ipocondria
6 marcatissima. Gli oechi forniscono un sintomo notevole;
estrema sensibilita dolorosa dei globi degli occhi con
estremo dolore; anche corea e scosse cloniche dei globi
oculari; oscillazioni; il movimento dei muscoli produce scosse
dei globi ed urto delle palpebre. Le pupille sono dilatate.
Questo rimedio produce spasmi coreici sul corpo,
accompagnati da reumatismo. Dovunque il reumatismo
cessa e prende il posto la corea, questo b il rimedio. Vi
b una sensazione particolare reumatica, di contusione,
dolore nel petto ed intorno al cuore; dolore nel cuore,
che accompagna il reumatismo. Reumatismo intercostale.
Reumatismo dei muscoli del petto. Neuralgia intercostali.
Vi b un grande malessere nell’addome; dolente come se
fosse contuso. Vi b un sintomo mestruale che merita di
essere notato; regole troppo anticipanti; troppo profuse;
irregolari; soppresse.
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RIVISTA OMIOPATICA.
311
Si pub dire con sicurezza di questo rimedio, che
esso ha mestruazione irregolare; esso l’ha e troppo pro-
fusa, e troppo scarsa; troppo anticipante e troppo ritar-
dante. Esso ha le mestruazioni irregolari, con ingrossa-
mento, sensibility, indurimento, e grande sensibility dolo¬
rosa clinicamente. Esso ha guarito molte volte i risultati
dell’aborto: sub*involuzione. Lo scolo mestruale 6 proba-
bilmente scuro e offensivo ed acido. Yi b poi un altro
sintomo uterino marcato, che voi dovrete rammentare,
perchb troverete questo sintomo utile nei dolori dopo il
parto; dolori dopo il parto che sembrano essere il risul-
tato degli spasimi dei legamenti larghi; forti dolori spa¬
smodic che vengono con piii o meno violenza ed affer-
rano l’inguine; spasmi nei legamenti larghi. Ora il reu-
matismo non b specialmente ristretto ad un solo muscolo
o ad una sola parte del corpo; esso pu6 occupare tutto
il corpo. Questo rimedio ha uua sorella gemella, che b il
Caulophyllum. In associazione coi sintomi uterini noi
abbiamo la stessa corea, noi abbiamo una simile dia-
tesi reumatica; abbiamo spasmi isterici; ed abbiamo gran¬
de prostrazione e tremore. Ma lasciate che io vi dica
la chiave o nota-maestra, ossia uno stato od una con-
dizione, per cui voi potete sempre fare assegnamento
sopra Caulophyllum. « Reumatismo delle piccole giun-
ture con sofferenze uterine; » mentre in Cimicifuga il
reumatismo b piu probabilmente nella sostanza dei mu-
scoli, e non particolarmente nelle giunture. Nei disturbi
uterini non descritti questo b sempre il vostro rime¬
dio. Esso b blando, e pu6 essere amministrato quasi in
qualunque forma; esso guarisce in tintura, e guarisce
quando b dato alia terza; esso guarisce alia trentesima.
Io bo guarito molti di questi casi colla duecentesima con
la stessa grande soddisfazione.
Cimicifuga ha predisposizione all’aborto; grande de-
bolezza uterina; mancanza di capacity a tirare avan’ti
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312
RIVISTA OMIOPATICA.
colla gestazione; minaccia di aborto; dolo’ri di carattere
lacerante e di abbassamento; tiramento in gift come i
dolori deL parto. Ora, in una costituzione istero-reumatica,
in una donna che ha l’abitudine di abortire, questo rime-
dio sara il piu conveniente. In una costituzione istero-
reumatica, dove sospettate di difficoltft nel parto, potete
amministrare questa medicina un mese o sei settimane,
o due mesi prima dell’ aspettato parto, con sollievo dei
disturbi, e, forse, prevenendo i disordini, che altrimenti
accompagneranno il parto. In ambidue questi rimedii vi
e una sensazione meravigliosa di debolezza nella pelvi;
una sensazione di rilasciamento; una sensazione di esau-
rimento; ed in ci6 essi rassomigliano a Pulsatilla e Sepia.
In Cimicifuga vi b un marcato disturbo orinario;
importunita di orinare; orinare frequente; bruciore durante
e dopo aver orinato. Flusso copioso di orina seguito da
prostrazione. Essa si alza spesso nella notte per orinare.
Nelle estremita inferiori abbiamo il reumatismo che appar-
tiene a questa medicina. I dolori reumatici sono ordina-
riamente tormentosi e scuotenti; essi sono costanti, e nella
sostanza centrale dei muscoli, producenti nodositft ed
intirizzimento. Torpore nelle estremita inferiori, coi piedi
freddi e sudore freddo. Il dolore che b nei muscoli b
alcune volte simile ai dolori dell’ osso, tanto b ottuso,
sordo. Vi b strappamento dei muscoli associato col reu¬
matismo, che pub alcune volte dar luogo al dolore. Un
dolore reumatico e scosse coreiche dei muscoli, colla
caratieristica che in tutte queste sofferenze reumatiche,
simili a corea, gli spasmi sono tutti resi peggiori dal
movimento come in Bryonia. Questo rimedio b tutto pieno
di spasmi isterici; contrazioni isteriche; ed esso b stato
capace di guarire un numero di casi di convulsioni iste¬
riche che si producono nel periodo puerperale; convul¬
sioni peurperali che sono isteriche di carattere, colle mani
serrate. Rammentate ora questi particolari elementi: Piste-
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RIVISTA OMIOPATICA.
318
ria, il reumatismo associati con disturbi uterini, disturbi
al cuore, debolezza generale, ed avrete una bella pittura
di questo piccolo rimedio {The Homoeopathic Physician).
CASI GUARITI CON LAC VACCINUM DEFLORATUM
dal Dottor S. Swan.
13 usanza di alcuni soi-disant omiopatici di farsi beffe
delle sperimentazioni e delle guarigioni attribuite a questo
rimedio ed ai suoi affini, dimenticando cbe questo vero
rimedio b stato estesamente adoprato nel diabete e nella
malattia di Bright dai Dottori Donkin, Mitchell, ed altri,
e che Lac canimum b stato adoprato con successo dalla
scuola allopatica nella rachitide. E inutile scrivere per
fossili stereotipati, ma i seguenti casi interesseranno co-
loro che sono capaci di comprendere il vero progresso:
(1) Il Giudice M. Per anni e stato soggetto ad at-
tacchi di gonfimento nella regione epigastrica, e con ci6
es^o aveva sempre un attacco di asma, di raodo che a
stento poteva respirare; poi aveva un forte dolore pre-
mente verso la quarta vertebra cervicale; pressione in-
torno al petto (ma non come l’abbrancamento di Cactus)
con dispnea; grande scoraggiamento riguardo alia sua
malattia, non ha timore della morte, ma 6 sicuro che
morrk nelle ventiquattro ore. Questi sintomi erano sola-
mente alleviati dalle medicine purgative; fu sempre sti—
tico. Lac vacctnum defloratum ad alta potenza guari.
(2) Signorina Carolina B., di anni diciotto. Verso le
sette o le otto pom. le prende un sonno tale che non pu6
resistere, e deve an dare a coricarsi; verso le nove pom.
le vieqe una febbre caldissima, durante la quale essa dor-
me; la febbre continua fin al mattino, quando essa si
sveglia in un sudore profuso, che macchia la biancheria
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314
R1VISTA OMIOPATICA.
in giallo, ed b molto difficile a farlo scomparire lavandola.
Durante il giorno si sente il dorso abitualmenta freddo;
tosse secca breve, con difficile espettorazione di un pic¬
colo pezzo di muco, che alleggerisce la tosse. Mestrua-
zioni irregolari, alcune volte molto scure e scarse, alcune
volte acqua scolorata. Bollicine sulla faccia e sulla fronte.
Lac vaccinum defloration 1 ” 1 (una dose) la guarl comple-
tamente.
(3) Signorina Bella B., di tredici anni, di capello scuro.
Durante 1’ ultimo anno, ha avuto di tanto in tanto forte
dolor di testa, e gran dolore attorno 1’ ombelico; anche
dolori passanti gift nel lato posteriore delle coscie fino
alle calcagna; dolori alia sommita dei piedi, come se le
ossa fossero rotte attraverso il collo del piede. Questi do¬
lori nelle gambe e nei piedi erano soliti venire appena
essa si metteva in piedi nel mattino, il che la rendeva
debole e nauseata, e doveva coricarsi; essa doveva rico-
ricarsi tre o quattro volte prima di essere completamente
vestita. Lac vaccinum defloratum ad alta potenza la
guari. Tre o quattro mesi dopo il dolor di testa ritornb,
e fit di nuovo guarita collo stesso rimedio.
(4) Forte dolor di testa, con una sensazione come se
la sommita del di lei capo fosse alzato su, e fosse solle-
vato circa cinque pollici, e tutto il cervello se ne andasse
fuori; la testa si sente molto calda; il movimento accre-
sce il dolore; in faccia si sente come se la came fosse
staccata dalle ossa, ed i bordi separati e sporgenti in
fuori. Stette meglio in cinque minuti dopo una dose 1M.,
e la mattina appresso stava bene.
(5) Dolore che cominciava nella e sopra 1’ estremitk
interna del sopracciglio destro, nelP organo della dimen-
sione e del peso, prima di alzarsi nel mattino; subito dopo
alzata il dolore passa gift entro il globo dell’ occhio, cre¬
scendo in intensity fino a dopo mezzogiorno, quando di-
venta insopportabile. Esso b peggiorato dal camminare, e
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RIVISTA OMIOPATICA.
315
particolarmente dal sedersi, anche con attenzione; anche
dal calore radiante del fuoco, o dal chinarsi; migliorato
dalla pressione; la luce non lo esacerba; 1’occhio aveva
10 sguardo naturale; la pressione sulla tempia produceva
forte pulsazione dell’ arteria ; il dolore cessa al tramonto,
e non ritorna fino al giorno reguente. Lac vaccinum de-
floratum ** la guarl completamente.
(6) Una donna aveva sofferto tutto il pomeriggio da
una soppressione della, mestruazione, cagionata dal met-
tere le sue mani nell’acqua fredda per sciacquare alcune
vesti. Grande dolore nella regione uterina, intenso dolor
di testa, forti dolori dappertutto, febbre, faccia rossa. Una
dose 1M neir acqua la fece addormentare libera dal do¬
lore, ed essa dormi tutta la notte. Il mattino appresso-
ebbe un leggero flusso; un altro cucchiarino le riprodusse
11 flusso regolare, e fin dalle 11 P. M essa potb accu-
dire alle sue faccende, sentendosi interamente bene. Il
flusso continub per tutto il tempo ordinario. Il dolore cessb
prima che ricominciasse il flusso; il che prova che la
cura fu omiopatica, e non un ristabilimento naturale.
(7) 11 Dott. J. C. Boardman guarl colla 10M. un forte
dolore intenso, con malessere e grevezza di tutta la te¬
sta ; faccia mortalmente pallida, e spaventosa debolezza e
prostrazione.
OSSERVAZIONl SOLL’ 0MI0PATIA
dei, Dottor Gross.
Vi sono tre proposizioni che appartengono esclusiva-
mente all’ Omiopatia e le quali costituiscono la sua es-
senza:
1° Sperimentare i medicamenti su persone sane
prima di amministrarli all’ ammalato.
2° Scegliere ogni medicamento secondo 1’ analogia
dei suoi sintomi.
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316
RIVISTA OMIOPATICA.
3° Amministrare soltanto medicamenti unici, ed in
dosi convenienti.
La prima di queste proposizioni h cosl vera ed evi-
dente, che noi non possiamo concepire come la medicina
possa aver esistito tanti secoli prima di Hahnemann senza
essere stata proclamata e messa in pratica dai medici.
Chi si oppone al suo progresso lo fa senza una con-
vinzione migliore, agendo semplicemente per spirito di
opposizione; egli non sa ci6 che dice, perchb egli difende
un non senso. Questo principio durer& per sempre; il
mondo intero non pub distruggerlo.
La seconda proposizione non 6 meno vera sebbene
meno evidente a prima vista; essa b stata violentemente
attaccata da migliaja di medici, ma qui non b. questione
dei partigiani dell’ antico sistema medico, i quali, per
mancanza d’ esperienza, non possono dare un giudizio
imparziale; ma anche medici, i quali hanno realmente
adottato questo principio, hanno domandato che cosa noi
intendiamo per analogia. Hahnemann intende per analo-
gia i sintomi morbosi attentamente confrontati con quelli
del medicamento da scegliersi, tenendo conto dei sintomi
caratteristici ed importanti. II medicamento che riproduce
esattamente gli accidenti d’una data malattia corrisponde
meglio di tutti, secondo lui, all’ affezione, e promette di
riuscire un vero specifico. Noi abbiamo, conforme al no¬
stro trattamento, due problemi da risolvere.
1° Accertarsi della natura di ciascuna affezione
morbosa, e scegliere un rimedio i cui effetti su d’ un
corpo sano rassomigliano alle malattie da guarire.
Hahnemann sembra solamente che rigetti quella co-
noscenza che noi abbiamo diritto di aspettare da ogni
medico ben informato; ma quando noi consideriamo la
grande cura che egli prendeva nelF esame d’una malat¬
tia, e che egli non trascurava la minima circostanza, che
egli distingueva con un talento straordinario i sintomi es-
senziali da quelli non essenziali; quando noi riflettiamo,
inoltre, che egli ha caratterizzato in modo magistrate nelle
note ai due primi volumi della sua Materia Medica la
tendenza dell’ azione dei medicamenti, noi non possiamo
dubitare che egli ha fatto uso di quella conoscenza fisio-
logica e patologica che possedeva in grado cosl eminente.
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RIVISTA OMIOPATICA.
317
Come poteva egli scoprire, senza questa conoscenza,
che Conium maculatum b uno specifico nell’ipocondria
particolare agli uomini di abitudini austere, e cbe Sola¬
rium nigrum 0 il vero rimedio per 1’ egotismo? Non ab-
biamo bisogno di menzionare molti altri casi, che pro-
vano in una maniera incontestabile il suo talento a que-
sto riguardo. Coloro che si vantano di seguirlo, ma non
hanno la dottrina richiesta, sono in grandissimo errore.
Le note istruttive colle quali Hahnemann ha arri-
chiti i due primi volumi della Materia Medica diventano
molto scarse nei seguenti. Io sono convinto cbe sarebbe
stato meglio se egli non le avesse tralasciate. GJi speri-
menti d’ allora in poi pubblicati dai suoi discepoli sono
poveri dal lato di tali annotazioni; la conseguenza b che
coloro i quali hanno meno esperienza non sanno come a-
doperarli. Non tutti hanno la facolt& di fare, come Hah¬
nemann, sperimenti con medicine; assai pochi possono es-
sere paragonati con lui a questo riguardo.
Molti omiopatici hanno dichiarato che e sufficiente
conoscere Feffetto generate di ciascun medicamento sul
corpo sano, la principale tendenza della sua azione, senza
considerare gli ombreggiamenti piu leggieri, peculiari al-
1’ azione d’una medicina. Nella pratica, essi si limitano a
raccogliere 1’ insieme di ciascuna malattia, senza discen-
dere ai sintomi speciali, ed amministrano il rimedio che
sembra essere analogo. In questa maniera essi prescri-
vono per un’ atonla dello stomaco, con cattive secrezioni,
Acidum sulphurium ; per una sovraccitazione di nervi dello
stomaco, con atonla delle sue fibre muscolari, Nux vo¬
mica; per granchi dello stomaco, con disposizione a sti—
tichezza, e con predominio del sistema linfantico Conium
maculatum; per stitichezza, accompagnata e sostenuta da
debolezza generale, con circolazione meno attiva, Ferrum
metallicum; ci6 che manca ai medicamenti in qualita b
riropiazzato dalla quantity. In questo modo noi ricadiarao
nella generalizzazione della vecchia scuola, e quest’ ulti¬
ma direzione b tanto fatale al propresso dell’ arte quanto
il metodo opposto, che consiste nel coprire meccanica-
mente i sintomi, senza valutazione della loro dipendenza
fisiologica.
Noi raggiungeremo molto meglio il nostro scopo te-
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318
RIVISTA OMIOPATICA.
nendo la via di mezzo (juste milieu); la maggior parte
degli omiopatici seguono questa via, e diventano cost piii
perfetti nella loro diagnosi e nella loro conoscenza della
materia medica.
La terza proposizione di Hahnemann, di amministrare
soltanto unici medicamenti, ed a dosi convenienti, & evi-
dente quanto la prima. Quale ragionevole opposizione pud
fare la vecchia scuola alia nuova su questo punto? Pos-
sono essi difendere la loro mistura di medicine, — un’
assurditct che molti di essi disprezzano nel loro cuore?
Essi vi rinunzieranno quando conosceranno meglio i loro
medicamenti. Tutta la loro materia medica non d che il
prodotto dell’ ignoranza, e la mano di ferro con cui essi
intendono di far opposizione ad ogni movimento di liberty
nella terapeutica condurrd col tempo all’ unico modo giu-
sto di fare sperimenti colie medicine.
E vero che 1’ amministrare due medicamenti nel me-
desimo tempo e stato raccomandato, ma ogni mente giu-
diziosa tiene cid per un’ assurditd. Noi pure potremmo
mescolare tre o quattro rimed!: questo sarebbe perd un
passo indietro, ed un aprire la porta al pih grossolano
empirismo della vecchia scuola.
APPDNTI CLINICI
——
Zac caninum. — II Dott. Swan scrive che il Dott. Biegler gli
manda il seguente caso: — (1) Nella Signora K sonosi formate cro-
ste sulla pelle, sotto le quali si 6 prodotta una materia grigia-gialla
che fu spremuta fuori. Ammal6 la gola, la deglutizione si fece dif¬
ficile, i follicoli mucosi si alzarono o si gonfiarono e divenne coperta
di una mucositk biancastra color di crema. Il naso fu attaccato to-
talmente da esservi timore della distruzione degli ossi; pus sangui-
gno veniva separato piii volte nel giorno; e gli ossi del naso erano
dolenti alia pressione. Guarita con Zac can. cnm (Swan). — (2) La Si¬
gnora B. sperimentb Lac can. cmm (Swan), e risentl i seguenti effetti:
Dolore come da un coltello conficcato dal di sotto alio zigoma sini-
stro in su fino al vertice, risentito in quindici minuti. Giii inferior-
mente nell’inguine destro sopra la diramazione, tre lancinametiti
in su traverso la cresta dell’ ileo che la svegliavano dal sonno (in tre
giorni). Prurito al sinistro lato delle labia , con condizione eruttiva
ruvida sui lato sinistro della vagina, e leucorrea acre che escoria for-
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RIVISTA OMIOPATICA.
319
temente (in dodici giorni). — (3) Dal Dott. Swan: L’ infermo aveva
un dolore intenso insopportabile a traverso la regione sopra-sacrale
che si estendeva dalla natica destra e gib pel nervo seiatico destro;
il dolore era si forte da impedire il sonno e il riposo; inoltre mal di
gola difterico al lato sinistro, con sensazione di un pezzo di qual-
che cosa; non poteva inghiottire cibo solido. Una sola dose di Lac
can . bilionesima (Swan) guarl in ventiquattr’ ore. ( The Homoeopathic
Physician ).
Nitroglicerina . — Il Medical Record avverte cbe l’uso di que-
sto rimedio dev’essere accompagnato da parte dei medici da spe-
ciale cura. Esso pub essere troppo vecchio ed inerte, o d’ altro lato
l’alcool che lo tiene in soluzione pub evaporare e lasciare la solu-
zione pericolosamente forte. — Un ottimo giornale della nostra scuola
osserva a questo proposito assai bene che i veri omiopatici non hanno
bisogno di questa precauzione.
Turantula. — La splendida sperimentazione del Dott. Nunez
mette Tarantula nella lista dei principali rimedi per le affezioni
profondamente radicate del sistema nervoso; non solamente corea ed
isterismo, ma anche molte forme di pazzia. Nel principio della paz-
zia gl’ infermi cantano, ballano e gridano, ma senza febbre. Parossi-
smi di pazzia, con delirio violento; agitazione, lamenti, parole che
minacciano distruzione. Taciturnita ed irritabilita; desiderio di per-
cuotere sb stesso e gli altri; di cattivo umore, tendenza ad andare
in collera e parlare bruscamente; obbligato a muovere costantemente
le membra. Sforzi subitanei, volpini e distruttivi che richiedono la
massima vigilanza per impedire danni; seguiti da riso e da scuse.
Un caso. — Una signora di anni 33, di fisico delicato, ha sof-
ferto per quattro anni terribilmente di iperestesia delle punte delle
dita di ambedue le mani. A volte incapace di vestirsi da se od il
bambino senza guanti. L’ irritazione produce subito una sensazione
nei suoi denti « come se fossero attaccati da un potente acido ». Il
dolore non era nelle dita, ma nei denti. Asarum, Gelsemium, Sul¬
phuric. acid., non giovarono. Tarantula sollevb per sei mesi o piii.
(The Horn. Physician).
Cura delVasflssia dei neonati. — Il Dott. W. M. Trow scrive:
« In vista dei recenti articoli del vostro giornale sulla cura dell’a-
sfissia dei neonati permettetemi di dirvi che per piii di venti anni
io ho con buoni risultati curato questi casi alzando le natiche in
maniera da lasciar la testa pendente in gib, e tenendo il bambino
in questa posizione per pochi secondi, piu o meno, secondo che il
caso poteva richiedere. » — Medical Record .
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RIVISTA OMIOPATICA.
Lachesis. — II paziente ha sempre bisogno di orinare dopo che
si b messo gib coricato, sia di giorno che di notte; piii spesso di
notte. L* orina ha piccoli pezzetti neri e fiocchi simili a fuligine
galleggiauti in essa. — H. N. Martin in Medical Advance .
NOTE E NOTIZIE
Nel passato anno furono tanti gr infermi accorsi air Ospedale
Omiopatico di Londra, che per un momenta si temette che i mezzi
dei quali esso dispone non fossero sufficients all* uopo. Bast6 questo
a chiamar subito in suo ajuto gli amici dell’ Omiopatia. — E un
amico del Dott. Moir contribui 75 lire sterline; la signora Russel
Gurney 25 sterline; la signora J. Durning-Smith mand6 105 lire
sterline come annuo pagamento di dote per aitri tre letti-Duruing.
Si prepara anche 1’ istituzione di aitri letti. II Comitato di Ammi-
nistrazione dell’ Ospedale Omiopatico ha inoltre ricevuto ora appunto
un legato di 1000 sterline dal benemerito defonto P. W. G. Beutink.
Ed altro legato di 50 sterline ha ricevuto dal defonto Rev. John
James di Lydney. — Tutte queste cospicue donazioni delle quali ci
da notizia la Monthly Homoeopathic Review di Londra del mese cor-
rente sono argomento del progresso e delle convinzioni che acquista
semprepiu l’Omiopatia fra i popoli civili.
Influenza salutare della luce elettrica. — Abbiamo letta nel Ti¬
mes del 2 Marzo 1887 che Lord Thurlow in un interessantissimo
discorso alia Camera dei Lordi, cominciando la seconda lettura della
legge sulla illuminazione elettrica (1882), Bill di emendamento, il 1°
del mese scorso, disse che il suo scopo nel far ci6 era « di venire in
ajuto di un’ industria capace di rendere i piu importanti servigi alia
civiltk. Egli credeva che fra pochi anni sarebbesi veduto il Consiglio
di Commercio prescrivere la luce elettrica dal punto di vista della
salute e della sicurezza in tutte le fattorie, scuole, miniere, teatri
chiese e simili; che le compagnie del gaz in Inghilterra seguireb-
bero l’esempio delle compagnie del gaz del continente e delP Ame¬
rica, tramutando il loro piano e divenendo approvigionatrici di elet-
tricitk; e finalmente che i custodi dei registri generali nell’avvenire
sarebbero in grado di assegnare a questa causa V accresciuta im¬
munity dalla consunzione e da altre malattie affiui, le quali pro-
vengono infallibilmente nella massima parte dell’ atmosfera viziata
che ora si respira. »
Leggiamo in varj giornali che il Consiglio di Stato del Yaud
/'Svizzera; ha interdetto le rappresentazioni pubbliche d* ipnotismo,
magnetismo e sonnambolismo. Benissimo fattol
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RIVISTA OMIOPATICA
Anno XXXII MAGGIO 1887. Numero 11
QUAL’ E LA CURA YERAMENTE OMIOPATICA
DELLE SCOTTATURE E DELLE ABBRUCIATURE (*)
del Dott. Ad. Lippe.
Ogni caso individuate richieder& il suo trattamento
individuate secondo la legge di cura (Similia similibus cu-
rantur), e, perci6, molti rimedi, non menzionati in questo
breve saggio, possono essere indicati in alcuni casi a tenore
dei sintomi che accompagnano tali lesioni, come pure delle
cause che possono indicarli. A me b dato quindi trattare
solamente di tali condizioni consecutive a tali oifese come it
pill spesso le troviamo nella pratica. E ad illustrare la cura
generate delle scottature e delle bruciature nella maniera la
pih omiopatica, io stabilirb prima i sintomi generalmente
consecutivi ai differenti gradi di combustione, e noterd i
rimedi che sono indicati da tali sintomi e che sono stati
confermati dalla pratica, ed in secondo luogo accennerd
quali rimedi furono piii. efficaci secondo le cause.
Le combustioni sono cagionate quando il nostro corpo
yiene in contatto col fuoco, con sostanze infuocate, acidi
mineral!, alcali, od alcuni sali metallici ed ossidi. Dal
grado di calore, e, quando trattasi di liquidi, dalla loro
density e con ci6 dalla loro condizionale capacity per il
calorico, dal tempo pel quale essi sono stati in contatto, e
dalla delicatezza delle parti colie quali essi sono pure
(*) Questo eccellente articolo fu per la prima volta pubblicato nel Philadel¬
phia Journal of Homoeopathy trentatre anni fa.
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RIVISTA OMIOPATICA.
stati in contatto, dipende il grado dell’ infiammazione che
ne consegue. Cost pu6 esistere ogni nutnero di gradi; ma
noi ci limiteremo, come si fa ordinariamente a quattro.
(1) II primo grado di combustione b cagionato dal
vapore, o dal contatto di sostanze piit o meno calde; esso
produsce un rossore della pelle profondo, non circoscritto,
senza gonfiezza, che svanisce quando vi si preme sopra
colle dita. La pelle se ne va in pochi giorni.
Cura. — Fra i rimedi omiopatici conosciuti Ars.,
Bell., Eupborb., Ha'mamelis, Rhus, e Tereb, corrispondono
con questa condizione della pelle. Io trovai Hamamelis il
rimedio pih efficace. La preparazione distillata, applicata
esternamente, diminuirh il dolore immediatamente.
(2) Il secondo grado, che b il piu spesso cagionato
da liquidi riscaldati, produce o spontaneamente o grada-
tamente un 1 elevazione dell’ epidermide in vesiche pih o
meno grosse, piene di un umore giallo o trasparente. Il
rossore e la gonfiezza della pelle sono pih intensi che
nel primo grado, il dolore b piu forte — bruciore — e
questa condizione b generalmente accompagnata da feb-
bre. Le vesciche si aggrinzano e si seccano, 1’ umore
viene assorbito, e 1’ epidermide se ne va, o se le vesci¬
che si aprono o vengono aperte il liquido esce, la ve-
seica s’ abbassa e si secca, si forma una nuova epider¬
mide, o si stabilisce la suppurazione.
Cura. — Non vi b alcun rimedio fra i conosciuti
che corrisponda a questa condizione meglio che Cantha¬
rides, il quale, se vjene applicato abbastanza per tempo,
impedirh alle vesiche di prendere estesione. Dove esse si
sono formate, la tintura di Cantharides applicata ester¬
namente con una spazzola, reeherh pronto sollievo al do¬
lore. Ma si pub applicare anche alcool od acquavite. Ur-
tica urens, Creosoto, e Causticum si dovrebbero poi pren¬
dere in considerazione, se Cantharides non fosse suffi-
ciente. Quando ha avuto luogo la formazione delle ulcere,
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RIVISTA OMIOPATICA. 323
si dovrebbero prendere in considerazione Ars., Carbo veg.,
Cycl., e Lachesis.
(3) 11 terzo grado b cagionato dalle fiamme del fuoco,
o da contatto pixi lungo del corpo con sostanze brucianti,
specialmente con liquidi bollenti. Esso b caratterizzato da
macchie bigie, giallaslre, o brune, le quali sono sottili,
molli, e senza dolore se sono toccate leggermente, sola-
mente dolorose quando vengono premute piu forte; al me-
desimo tempo appariscono delle vesciche (piene di un li-
quido brunastro o sanguinolento), le parti adiacenti sono
rosse e molto gonfie. In sei od otto giorni, alcune volte
piu tardi, 1’ epiderrnide e il reticolo malpighiano sono di-
strutti, e guariscono per granulazione. Vi resta una ci¬
catrice bianca, lucida.
Cura. — Quest’ irritazione corrisponde coi sintomi
Ars., Canth., Cycl., Creosoto. L’acqua di Creosoto alle-
vier& generalmente prestissimo il dolore. Essa pub venir
applicata con una spazzola, e pezzuole di lino inzuppate
neir acqua di Crosoto possono essere applicate sulle parti
bruciate. Questo io lo trovai un rimedio ammirabile. La
soluzione di Causticum b stata adoperata nella stessa ma-
niera con successo.
(4) Il quarto grado b prodotto da un lungo contatto
col fuoco, ferro rovente, o metalli liquefatti o liquidi bollenti,
etc. La distruzione abbraccia tutta la spessezza della pelle
e il tessuto cellulare, penetra piu profonda dentro od at-
traverso i muscoli fino alle ossa, od un’ intera parte b
distrutta e bruciata tino a carbonizzarsi. Le croste for-
matesi sono di differente spessezza, ed insensibili quando
sono cagionate da liquidi bollenti, bigie o gialle quando
sono cagionate dal fuoco o da sostanze ardenti; brune o
nere, secche, dure, suonanti quando vengono toccate. Nella
circonferenza di queste croste la pelle b tirata in pieghe
raggianti. Le parti adiacenti sono molto gonfie ed arros-
sate, molto dolorose, e spesso coperte di vescichette. At-
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RIVISTA OMIOPATICA.
324
tomo alle croste’ si forma una suppurazione che fa aprire
la crosta ed allora ha luogo un ulcera piil o mono pro-
fonda. Vi si stabilisce una granulazione, i bordi si uni-,
scono e formano delle croste di brutta forma, dure, ina-
movibili, le quali frequentemente cambiano od alcune
volte anche sospendono i movimerfti delle parti.
Cura. — II miglior rimedio in tali casi b il sapone
— .una pasta fatta di raschiatura di buon sapone Casti-
glia e steso in un pannolino col quale si copre la super-
ficie bruciata. E necessario di rinnovare questa fasciatura
di tempo in tempo. Se le ulcere diventono putride ed of¬
fensive, e Sapo, dato internamente non reca sollievo, la
fasciatura. deve essere cambiata, e bisogna applicare e-
sternamente Creosoto. Se il dolore delle ulcere b bruciante,
si dia Ars., internamente; • o, quando esse nello stesso
tempo sanguinano, Carbo veg. sar& il rimedio migliore.
Secal. cor., Caust., Cycl., Laches., sono indicati se le ulcere
diventano cancrenose. Tali casi, dopo essere stati curati
con acqua di piombo, hanno ceduto nolle mie mani al-
1’ applicazione di sapone; il rimedio essendo amministrato
internamente nello stesso tempo.
Quando la bruciatura b cagionata da acido fosforico
o da altri acidi, 1’ acqua di calce b il rimedio migliore.
Se b cagionata da un alcali, 1’ aceto e il migliore.
Se b cagionata da un liquido bruciante,'come av-
viene nolle lampade, una pasta di Cloruro di Calce ed
Olio, od una soluzione acquosa di Cloruro di Calce solo,
b il migliore rimedio.
Le bruciature di polvere da fucile, le quali general-
mente affettano la faccia e le mani, io le ho meglio cu¬
rate con una debolissima soluzione di Creosoto.
Se esse sono cagionate dal fosforo, il migliore, ri¬
medio & T Olio dolce.
Se in pari tempo si produce febbre, diarrea, stiti-
chezza, od altri sintomi, questi debbono essefe curati a
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RIVISTA OMIOPATICA.
325
tenore degli stessi sintomi. In molti casi b meglio appli-
care' esternamente soltanto un poco di grasso di montone,
e dare i rimedi internamente, ad eccezione di quando essi
sono stati trattati prima senza giadizio.
NOTE DA. DNA LEZIONE SD CADMIUM SULPHAT.
del Professors J. T. Kent.
(riportata stenograficamente).
Questa medicina corrisponde a forme molto grayidi
malattie, e specialmente dove lo stomaco b compromesso
con un’ estesa irritazione, accompagnata da vomito spos-
sante e da estrema prostrazione. Con questo rimedio vi
b aggravamento dal piil leggero movimento. Noi abbiamo
in esso desiderio di stare tranquilli, simile a Bryonia; ed
abbiamo 1’ esaurimento e 1’ estrema irritability dello sto¬
maco di Arsenicum. In questo voi vedete che abbiamo
un’ incrociamento fra Arsenicum e Bryonia. Questo b un
punto d’importanza.
Voi vedete che non b necessario alternare Bryonia
ed Arsenicum; quando avete 1’ « incrociamento » e non
sapete che fare, voi potete sempre travare un vero spe-
cifico coll’ osservare per un tempo sufficiente.
Voi avete 1’ estrema irritability dello stomaco; seb-
bene Bryonia abbia molto di ci6, essa non riduce il vo¬
stro infermo in questo stato cosl basso di prostrazione e
di irritability. Esso ha vomito di muco; vomito di melma
verde, gelatinosa; ed esso ha alcune volte muco spumoso
con sangue; od anche vomito di sangue.
La prostrazione b cosl grande che egli crede di mo-
rire. Con questa vi b una sensibility sullo stomaco; sen¬
sibility sull’ addome generalmente, con condizione timpa-
nitica. Vi b una marcata sensibility dolorosa nella regione
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326
RIVISTA OMIOPATICA.
del fegato. Ed inoltre la pelle diventa gialla e smorta.
L’ orina diventa scarsa; dapprima fortemente carica, e fi-
nalmente soppressa. Alle volte vi & orina sangaigna.
II sangue pure passa dagli intestini in grumi neri,
offensivi. Lo stomaco sembra riempirsi; vi b un senso di
distensione; esso sembra pieno. Vi b uno sbarramento in
gola e sforzo per vomitare e nausea violenta, e finalmente
vomito violento di una sostanza come inchiostro — di
sangue nero, con prostrazione e collapso.
Cadmium sulp. sembra abbattere il paziente quanto
Arsenicum. II suo stomaco b in ogni senso egualmente
irritqbile; la nausea b ugualmente grande; ugualmente
profondo 1’ accasciamento e la prostrazione. Tutti i sin-
tomi somigliano Arsenicum; ma non vi b l’agitazione si¬
mile a quella dell’ infermo di Arsenicum; al contrario, egli
deve starsene molto tranquillo. Vomito di una sostanza
come inchiostro e di sangue.
Questi sono gli stati che troverete nella febbre gialla.
Pareccbi medici della nostra scuola hanno adoprato que-
sto rimedio nella febbre gialla e verificati questi sintomi.
Ora voi troverete questo medesimo stato irritabile nel
cholera infantum: stomaco irritabile con evacuazioni fre-
quenti, mucose, melmose; scariche verdastre; vomito ver-
dastro gelatinoso; evacuazioni verdastre gelatinose. Ci6
voi troverete sotto questo rimedio. Tali condizioni trove¬
rete nel cholera infantum. Esso fu trovato un portentoso
rimedio nel cholera infantum; ed in questo, io ve lo ri-
peto, esso forma un incrociamento fra Arsenicum e
Bryonia.
Dovunque vi capita di avere fra i vostri sintomi un
miscuglio — di avere un incrociamento fra Arsenicum e
Bryonia — voi non potete trovare alcuna scusa per al-
ternare, perchb avete la medicina adattata in Cadmium
sulph. Vi sarct difficile di trovare un’alta potenza di Cad¬
mium sulph., poichfc esso non b molto adoperato qui. Voi
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RIVISTA OMIOPATICA. 327
potete probabilmente averlo molto basso alle farmacie. Io
lo adopero solamente molto alto.
Questo rimodio produce pure paralisi di certi mu-
scoli. Questa b un’ altra caratteristica — paralisi del lato
della faccia, dell’ uno o dell’ altro, ma il sinistro b stato
favorito. Inability a sollevare la palpebra superiore, od a
contrarre i muscoli del lato della faccia. Questo rimedio
ha guariti tali casi anche quando duravano da lungo tem¬
po. Esso ha guarito la paralisi della faccia sia con dolo-
re che senza dolore. Inability a chiudere gli occhi cagio-
nata da questa paralisi.
Un altro sintomo marcato di questo rimedio b la
freddolosita. Freddolosith. con sudore freddo, specialmente
alia faccia; associata coi forti dolori del genere paraliti-
co, o forti dolori nello stomaco uniti con questo vomito.
Violenti dolori taglienti, brucianti nell’ addome. Quivi esso
b di nuovo simile ad Arsenicum, bruciore nello stomaco
simile ad Arsenicum.
Nel testo vi b questo sintomo: la lingua mostra le
traccie di vomito nero, bruno sporco o nero. Sulla mem-
brana mucosa aderiscono ai lati della bocca ed ai denti
le mostre di trasudamenti fibrosi, scuri, sanguigni, e ci6
b molto offensivo. In questo rimedio vi b sete violenta,
come in Arsenicum , Bryonia, e Phosphorus; sete vio¬
lenta. Con tutte queste condizioni voi potete avere quella
che vi farebbe pensare a Belladonna, poichb questo ri¬
medio ha nella testa — unitamente all’ attacco — ci6
che minaccia grande violenza; precedente questo vomito,
precedente quella condizione dello stomaco, esso ha mar-
tellamento nella testa, cosl violente sono le pulsazioni.
Battito e bruciore, con grande calore della testa; fred-
dezza delle estremitk. Sembra come se tutto il sangue nel
corpo si precipitasse alia testa. Ci6 pub farvi pensare a
Belladonna , ma qui Cadmium sulph. ha questo stato.
Nel testo io trovo dolore nel vertice, nel polmone,
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RIVISTA OMIOPATICA.
328
nella testa, nella lingua; scavamento e tiramento nella te¬
sta; pulsazione nella testa e nella ternpia. Infiammazione
del cervello col martellamento; e questo stato violento
fu cost grande che esso produsse rottura dei vasi san-
guigni ed apoplessia, che risultb in paralisi.
, I sintomi dello stomaco, come sono registrati nel te-
sto, sono dei pih sorprendenti. Vi b un gran numero di
sintomi dello stomaco, e voi li troverete nella febbre
gialla, e nolle forme gravi di malattia, accompagnate da
vomito, nel cholera infantum; stomaco irritabile e gastrite
sono dipinti in questi sintomi in un modo molto marcato.
Io vi leggerb questi sintomi dello stomaco in una'forma
ristretta (cib b in connessione colla nausea e col vomito
in generale). Nausea mortals; intensa voglia di vomitare
e nausea opprimente. Nausea nella bocca, nel petto, e
neir addome; spesso con dolore e sudore freddo nella
faccia. La nausea b spesso accompagnata da faccia rossa
e trismo; sbarramento nella gola, voglia di vomitare, e
vomito di muco ogni pochi minuti. Vomito eccessivo se-
miliquido giallastro verdastro, quasi gelatinoso. Esso b
simile ad Aethusa ed anche simile ad Arsenicum; an-
che a Bryonia , Ipecac ., e Veratrum; e specialmente in
questo stato verdastro similiquido. Vomito di materia aci-
da, gialla, o nera con dolore nell’ addome. Nausea ecces-
siva, sbarramento nella gola, voglia di vomitare, e cost
sensibile che il minimo tatto sul labbro ecciterh il vomi¬
to. Nausea mortale; deve giacere tranquillo. (Qul voi tro-
vate 1’opposto di Arsenicum da osservare). Vomito nero,
che e ancora nello stomaco e pub sentirsene l’odore;
egli lo sente e lo odora. Questa b un’esperienza clinica.
Nausea e vomito nero quando altri rimedi falliscono nella
febbre gialla. Vomito di liquido bruno dopo aver bevuto
acqua fredda. Vomito di cibo, o di bile, o di muco. Vo¬
mito di materia abida, o di materia giallastra, accompa-
gnato da sudore freddo alia faccia; ed oppressione con
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RIVISTA OMIOPATICA
329
esso. Dolori brucianti nello stomaco. (Cib appartiene pure
,ad Arsenicum). Granchi violenti nello stomaco, Sintomi
gastrici durante la gravidanza, nelle bevitrici. Dopo gran¬
chi nello stomaco; dopo aver bevuto birra; nella matti-
nata. (Questo b un cenno tolto da Hering.). Dolori ta-
glienti nello stomaco; quiesti sono molto caratteristici;
taglienti e brucianti. Esso dice qui, intenso bruciore nello
stomaco. Anche bruciore dall’ esofago alio stomaco; fred-
< dolositb, hello stomaco e nell’ ipocondrio; dolori brucianti
nello stomaco ed all’ ombelico; urgenza di ev’acuare. Que-
sti sono i sintomi del vostro stomaco, nausea, e vomito.
Pub qualsiasi cosa essere pih marcata? Pub qualsiasi
cosa presentarsi con miglior pittura — mostrandovi il ri-
medio di cui abbisognerete nel Sud — quelli fra voi che
vanno al Sud a Nuova Orleans, a Menfi, ed a Vicksburg?
Ed un giorno o 1’ altro noi possiamo aver da curare qui
',1a febbre gialla.
II dolore e il tagliamento e il bruciore che appar-
tengono all’ addome sono simili a quelli nello stomaco.
Ma vi sono probabilmente i sintomi generali di persiste-
re. Essi si estenderanno giu alio stomaco. Qui b la grande
caratteristica: quelle evacuazioni che sono di carattere
semiliquido, gelatinose e giallastre-verdi, sono molto ca-
ratteristiche di questo rimedio. Cib pub essere associato
con evacuazioni alvine; ma vi saranno queste scariche
semi liquide, gelatinose, giallastre-verdi. Con questi sin¬
tomi — le scariche gelatinose giallastre-verdi — voi a-
vrete bisogno di confrontarlo con Colchicum, Helleborus,
Podophyllum, Sepia, e Rhus. Kali bich, ha pure tale
stato nelle sue aggravazioni generali, nelle sue condizioni
generali.. Vi b pure forte dolore tagliente nella regione
dei reni, con soppressione dell’ orina, ovvero orina molta
scarsa, od orina sanguigna.
Voi potete trovare utile questo rimedio in connes-
sione col vomito nella gravidanza, se vi b questa forte
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330
RIVISTA OMIOPATICA.
irritazione gastrica che da nulla ha sollievo. Arsenicum
non b indicato perch& essa non b agitata. E un caso
troppo cattivo per Bryonia, un caso che ha esistito per
qualche tempo; qiiindi voi potete trovare che questo ri-
medio vi trarrh d’ impiccio.
Si aspetta che siate omiopatici e che eserciterete
omiopaticamente, e che recherete sollievo in questi casi.
Se voi li prenderete in principio, essi probabilmente non
diverranno molto cattivi. Essi dovrebbero essere alleviati ■
speditamente e prontamente, specialmente il vomito che
avviene nei primi stadii — nei primi mesi della gra-
vidanza.
Esso ha tosse con perdita di conoscenza, agitazione,
e faccia rossa. Dolore nello stomaco, o vomito di bile.
Vi sono alcuni sintomi del sonno che sono pure ca-
ratteristici. Quando egli cade addormentato, arresta il re-
spiro, e si desta con soffocamento e teme di andare a '
dormire altra volta a motivo degli accessi. Voi troverete
ci6 in Opium', in Lachesis; in Carbo animalis , Grinde -
lia squarosa, e Grindelia robusta. Egli si alza su con
grande dispnea, perchh si addormenta solo un momento
prima di sentire che qualche cosa va ad aver luogo, ed
egli b destato dalla dispnea — dal senso di essere sof-
focato. Quindi egli si corica di nuovo e cade addormen¬
tato, ed appena lo b, il suo respiro si arresta; Come in
Lachesis , i sintomi sono tutti peggiori dopo il sonno.
Ora ci6 b un poco simile ed Arsenicum in relazione
ai dolori. I dolori in Arsenicum e la maggior parte de¬
gli stati sofferenti di Arsenicum vengono dopo che egli
b stato per qualche tempo addormentato, come pure ven¬
gono nella notte o verso il mattino. Vi b un aggrava-
mento di Arsenicum dal tempo — molti dei sintomi ven¬
gono nella notte, sia che uno sia addormentato o sveglio.
Ma i dolori addominali vengono probabilmente dopo es-
sersi svegliati nei mattino. In questo rimedio i sintomi
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I
I
I RIVISTA OMIOPATICA. 331
f
: sono per lo piii peggiori dopo cbe uno b stato addor-
mentato, sia nella notte che di giorno; svegliandosi i
sintomi sono generalmente peggiori. In questo rimedio vi
5 grande insonnia — insonnia fastidiosa, protratta.
Vi b un altro stato in connessione con questa con-
gestione del cervello, e questo stato potrebbe molto pro-
babilmente associarsi col cholera infantum. Un fanciullo
giacer«t cogli occhi aperti e chiaramente inconscio. Con
tutti questi sintomi dello stomaco, coi sintomi degli inte-
; . stini, e colla congestione del cervello, voi potete imma-
ginare un cattivo caso di cholera infantum. Un fanciullo
che giace in modo-chiaro addormentato; per quanto ri-
guarda i suoi movimenti, b immobile. Egli pu6 essere de-
stato dal sonno. Non b quell’ inconsapevolezza di Helle -
borus, di Zincum e di Apis — che hanno uno stato in¬
conscio, da cui il fanciullo non pub essere svegliato —
ma cib fa vedere uno stupore come da sonno. Gli occhi
sono aperti. Questo b alquanto particolare riguardo a que¬
sto rimedio.
Helleborus cadra in un profondo stupore, da cui non
potete destarlo, simile ad Apis e Zinc. Altri rimedi hanno
pure cib, ma questi sono i principal ed i pih comuni
rimedi.
Vi b uno stato particolare, in cui questo rimedio b
stato trovato il piu vantaggioso nel trattamento della feb-
bre gialla. Questa b un’ informazione clinica. Quando un
paziente sembra essere stato ben incamminato per qual-
che tempo — sembra aver migliorato — e dall’ esporsi
ad una corrente d’ aria egli prende un raffreddore (e tutti
i dottori nel Sud sanno con quanta probability il vomito
nero si manifesta dopo aver preso un raffreddore), allora
pensate a Cad. sulph. Raffreddarsi nella febbre gialla b
morte quasi sicura. Cib porta in uno stato molto piii cat¬
tivo di quello per cui egli b passato.
Ora, se egli ha traspirato mentre e in convalescenza,
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RIVISTA 0MI0PATICA.
una leggera corrente d’aria, od an piccolo allegerimento
delle vestimenta, gli cagioneranno quello stato di prostra-
zione — un senso come se egli stesse per morire. Per
una ricadata con tutti questi violenti sintomi Cadmium
sulph., clinicamente, b stato un rimedio importantissimo.
Per questa ragione io credo, da questi sintomi, che tro-
verete in esso un importante rimedio in questo stato di
cose. Crotalus b stato anche adoprato con grande bene*
ficio per questo stato. (Io vi purler6 di esso un’ altra volta
prossimamente). Ogni qual volta il sudore sia soppresso
nella febbre gialla per qualsiasi causa, probabilmente
avrauno luogo questi stati; e questo rimedio sarli proba¬
bilmente da prescriversi, perchfe i sintomi lo indicano.
Cadmium ha una fortissima somiglianza in questo
stato con quello di Zincum, ma vi b questo di piii in esso:
sembra esservi una differente sfera di azione, ed un modo
diverso di produrre questo stato. Zincum ha questo stesso
vomito, ma esso proviene da una causa diversa, ed av-
viene in un modo diverso. Se un fanciullo, per esempio,
ha sofferto per congestions del cervello, dopo che esso
comincib a riaversi — comincia a riprendere i suoi sensi
— vi sarit probabilmente una grande prostrazione; conva-
lescenza lenta; vomito di un cucchiarino d’acqna; quasi
paralisi; lo stomaco si rifiuta a tollerare qualunque cosa
— anche un poco di liquido — dopo che esso ha sofferto
da questa congestions, con stupore, allora Zincum sar&
indicato. Ma qui abbiamo un altro stato. Qui i sintomi
dello stomaco sono i principali. 0 se vi b congestions,
essa b di tipo attivo, che viene con grande violenza, si¬
mile a Belladonna. Quindi, voi vedete, la sua sfera b
dissimile da Zincum. Nel testo voi potreste confonderla
con Zincum; ma conoscendo questi fatti voi non lo po-
trete. Ambidue Belladonna e Cadmium hanno rotolamento
della testa nel cholera infantum.
Vi b una grande relazione tra Carbo veg. e Cad-
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RIVISTA OMIOPATICA. 333
mium. La forma veramente piit cattiva, con tendenza a
sangue settico nella febbre gialla, domanderb Garbo veg.,
e pub ajutare Cadmium nel suo lavoro. In Carbo veg.,
vi b piu perdita di sangue, meno nausea; trasudamenti
di sangue attorno ai denti; molta disnpea. II paziente ha
bisogno d’essere ventilato; molto sudore freddo. II sudore
esce caldo e diventa subito freddo. Vi b soffocamento ed
accasciamento. Turgidezza della superficie. Carbo veg. pub
corrispondere ad alcune forme pift cattive di febbre gialla.
(The Homceopaihic Physician).
CASI CLINICI.
del Dott. E. W. Berridge.
(1) Kali-carb. — La Signora T. di trent’anni, il 9
Ottobre 1882. — Circa una settimana fa si raffreddb; ap-
parve una neuralgia al vertice, per la quale prese alcune
medicine, delle quali dimenticb il nome; allora i dolori
vennero al petto, ed essa prese Caust., ma senza sollie-
vo. Sintomi presenti: tosse da una settimana; peggiorata
di giorno in giorno. Per cinque giorni, tossendo dolori in
ambidue i lati dell’addome rassomiglianti due coltelli che
vadano intemamente l’uno verso l’altro, che la fanno pie-
gare in due in su, alleviati dal premere colle mani. Per
quattordici giorni costanti acerbi dolori nella bbcca dello
stomaco; vi b ora peggioramento tossendo, e dopo aver
tossito ha ivi pulsazione. Da sette giorni sta sveglia gior-
nalmente fra le cinque e le sei antimeridiane, con esa-
cerbazione della tosse e del dolore nello stomaco e nel-
1' addome. Sputa pezzi rotondi color di fumo, alquanto
striati di sangue, che escono dalla bocca senza bisogno
di sforzo alcuno. Oggidl la tosse la fa traspirare; la tosse
la rende esausta.
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334
RIVISTA OMIOPATICA.
Diagnosi del Rimedio. — Sputi uscenti con forza
dalla bocca si trovano sotto Badiaga, Chelidon. e Kali-
carb. (1’ ultimo b solamente un sintomo clinico), Chelid. e
Kali hanno tosse esauriente; Kali ha T esacerbazione della
tosse alle cinque ant. I sintomi addominali in connessione
colla tosse non sono ancora stati notati. Io diedi Kali-
carb 8o,n (Fincke) ogni tre ore per sei giorni.
23 Ottobre. — Tosse molto migliorata. I dolori come
di coltello se ne andettero il secondo giorno; 1’ esacerba¬
zione sollecita del mattino cessh al terzo giorno. L’acerbo
dolore nello stomaco non si b pih sentito fin dal 20 Ot¬
tobre, e non vi e piu alcuna pulsazione, solamente una
piccola tosse e flemma al mattino, con un poco di catar-
ro; gli sputi non escono piil; la tosse le fa venir voglia
di vomitare, ma essa non suda piu a motivo della tosse.
Essa si ristabill interamente e presto. La storia medica
di quest’ inferma b istruttiva. La paziente non era piit
stata bene dopo il suo sesto puerperio. II suo dottore al-
lopatico del luogo disse che non trattavasi di cosa d’im-
portanza; ma siccome essa non migliorava, consulto un’
ultimo Dottore —, un allopatico ginecologista ben cono-
sciuto (ed abortista), che diagnotizzo spostamento dell’u-
tero, e introdusse un pessario. Egli le disse che in sei
mesi starebbe bene, ma siccome la sua profezia non si
era avverata, essa mi consultb, ed ottenne beneficio con-
siderevole, anche prima che sopravvenisse il suddetto at-
tacco di tosse. lo trovai sintomi spinali e sensibility della
spina, ma il ginecologista allopatico non esaminb mai la
spina; naturalmente, ogni infermo che lo consultava aveva
disordine uterino od ovarico, altrimenti perchfc andava a
consultarlo ?
(2) Sulphur. — Il 29 Ottobre 1879. — Il signor R.
di ventinove anni mi consultb per debolezza sessuale; e-
rezioni imperfette; il seme sfugiva troppo presto; quan-
do si sforzava per evacuare, emissione di liquido glu-
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RIVISTA OMIOPATICA.
335
tinoso; scroto flaccido. Per otto anni 6 stato sessualmente
eccessivo, due o tre volte ogni notte fino ad ultimamente.
Ora due o tre volte la settimana soltanto, ed 6 possibile
un solo coito. Sulphur mm (F. C.) una dose e la piil grande
astinenza finchb il potere fosse ristorato. II miglioramento
comincib in una settimana, o due, finchb il potere au-
mentb e divenne tolalmente naturale.
(3) Thuja. — Il 5 Ottobre 1885. — Il signor R.
dopo un coito impuro il 15 Settembre, ebbe gonorrea, con
un pezzo molle avente un’ abrasione sopra esso, nel lato
sinistro frenum preputii. Il pezzo liscio b senza dolore.
Thuja cm (F. C.) e 50“ (F. C). lo fece scomparire. Esso
comincib a sciogliersi in uno o due giorni.
(4) Causticum. — 11 1 Maggio 1885. La signora D.,
' alle quattro pom., ebbe un dolore subitaneo nel lato in-
terno della coscia destra dove essa si congiunge al corpo
come da una contusione; peggiorato mandando il piede
sinistro in avanti nel* camminare, e cosl portando tutto
il peso sul piede destro. Diedi Causticum cm (Swan) alle
8,30 pom. In due ore vi fu miglioramento; il giorno ap*
presso vi era soltanto un piccolo dolore, che tosto spari.
(5) Ferrum iodatum. — Il 20 Dicembre 1880. — La
signorina A. L. D. lagnavasi di catarro mattinale, di ea-
lore ed agitazione in letto, odore dolce dell' orina. Diedi
Ferrum iodatum 80 giornalmente per una settimana. 11 23
Marzo 1881 essa riferisce, che l’odore dolce sparl subito
e non ritornb piu. Essa migliorb anche generalmente, e
disse, che l’azione del rimedio fu molto marcata.
(6) Kali-bichr. — La signora D. di cinquantaquat-
tro anni, fu mandata da me dal Dottor Swan, di New
York. Mi consultb il 18 Giugno 1883. Ardore che salisce
nella gola dopo aver preso cibo oleoso, birra, o champa¬
gne; generalmente ha questo ardore che sorge dalla gola
quando essa sta coricata alia notte dopo 1’ ultimo pasto,
Stare coricata sul lato sinistro produce la salita in gola
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RIVISTA OMIOPATICA.
336
del calore, con sensazione di aria c,he si formi nello sto-
maco. E stata cosl tutto 1’ inverno e sempre d’ allora in
poi. Kali-bichr.** (F. C.) giornalmente per una settimana.
23 Giugno. — Riferisce che il ritorno dell’ ardore
non si b piil verificato, sebbene essa abbia bevuto cham¬
pagne; n6 b ritornato nella notte, neppure stando cori-'
cata sul lato sinistro. Neppure la sensazione di aria for-,
mantesi nello stomaco, tranne che leggerissitna. Si senie.
meglio generalmente. Kali-bichrm . m (S. C.) un giorno si
ed uno no per due settimane. L’inferma parti per New
York, cosicch& io non la vidi piu.
(7) Drosera. — II signor F. V. di ventun.anni, la- '
gnavasi il 24 Giugno 1884, di tosse senza molto suono,
per essersi raffreddato vestendosi davanti ad una finestra .
aperta quattro giorni addietro. Il catarro comincid nel '
naso, poi scese al petto. Respiro brevissimo. Espettora-
zioni gialle con tosse. Dros .**. (Swan) tre volte in un
giorno.
1° Luglio. — Riferl che stette molto meglio dopo la
seconda dose; il respiro era interamente buono la stessa
sera. Vi era per6 ancora un p6 di tosse. Poteva ora co-
minciare a cantare, ci6 che non era stato in grado di
fare da settimane. Dice che l’azione del rimedio b « un
miracolo ». Questi sintomi cessarono senza ripetere il ri¬
medio.
Alcuni mesi prima 1' infermo era stato dal Dott. M.
che si professa omiopatico, per sintomi di gola. Egli gli
ordind gargarismi per la gola, due medicine da.alternarsi
una delle quali di sapore salato, e consigliava di tagliare
1’ ugola, ci6 che, per6, non fu fatto. Dopo otto settimane
di questo bastardo trattamento, senza alcun vantaggio,
egli mi consults, ed il simillimum Kali-bichrom alia cm.
(F. C.) potenza, gli diede prontamente sollievo.
(8) Belladonna. — In un caso di glaucoma, Bell. cm
(F. C.) due volte al giorno per due settimane, rimosse la
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RIVI3TA OMIOPATICA.
33T
coraparsa di un’aureola come l’arco baleno intorno alia
fiamma di gas o di candela; i colori dell’aureola erano
giallo, arancio, e verde scuro, cominciando dal circolo
interno. Anche la vista migliord mol to.
(9) Cedron. — 5 Luglio 1883. — Fiorenza M. di
quattr’ anni, circa tre settimane fa era in Scozia, appunto
per riaversi dalla tosse canina. Per l’ultima raeth di que¬
st© tempo fu esposta ad un cattivo odore da un canale o
fogna che produsse una febbre intermittente. Da prima il
freddo veniva un giorno si e 1’ altro no, alle 9,15 ant. I
primi quattro o cinque brividi duravano circa due .ore,
seguiti da calore per quattr’ ore; nessun sudore. Sete che
durava per tutto il freddo ed il calore, avidity di alcuni
sorsi d’acqua fredda ogni quattro o cinque minuti. Va-
neggiamento durante il calore. Sua madre le aveva dato
Aeon. 1 per quattro giorni, dopo di che il freddo comin-
ci5 ad abbreviarsi ed il sudore segul il calore. Ailora essa
diventb totalmente stitica con aspetto giallo, per il che
ricevette Podophyllum, in tintura forte; del quale prese
quattro o cinque dosi, ma solamente la prima agl. Anche
Nuos com . x falll. Essa prese pure Chinchona 3 due dosi,
due o tre giorni addietro; ma questa pure, come il restn
di un trattamento <aw*'-omiopatico, falll.
Stalo presente. — Per gli ultimi quattro o cinque
giorni, dacche b in Londra, ha avuto un leggero freddo
ad ore irregolari, durante circa quindici minuti e seguito
da calore per circa quarantaeinque 'minuti. Dope il ca¬
lore sudore caldo molto violento, principalmente alia ter
sta, al collo, ed alle mani, per quindici minuti. Sete di
acqua fredda; poco e spesso, durante tutti e tre gli stadi.
Dopo il sudore cade in un sonno greve per due ore, ref
stando assopita in tutto per tre 0 quattro ore. Straordina-
riamente vivace prima del freddo, ridente e saltellante.
Durante il freddo ed il caldo desidera d’esser coperta;
durante il sudore desidera di essere scoperta. Sonnolenta
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RIVISTA OMIOPATICA.
durante il sudore; Lamenti in qualunque tempo. Ancora
stitica; stamane evacuazioni bigie dopo un clistere di
acqua calda.
Diagnosi del Rimedio. — Vari rimedi erano indicati
dai diversi sintomi; ma siccome nolle malattie intermit¬
tent! io ho trovato il sintomo iniziale del parossismo, cce-
teris paribus , di maggior valore diagnostico che gli altri,
io scelsi Cedron, che solo ha I* eccitamento prima del
freddo. Esso ha pure parossismi ricorrenti ad intervalli
esattamente regolari, che erano una carattesistica del caso
prima che la madre lo guastasse colla sua falsa cura, de-
rivata da qualche bastardo libro domestico di pseudo-omio-
patia. Io diedi una dose di Gedron 4Bm (Fincke) alle ore
11,15 ant.
Io non vidi pift la fanciulla; ma la madre mi riferi,
che un brivido si manifestb circa quindici minuti dopo la
dose, della durata di circa quarantacinque minuti, seguito
da sonno, con calore al principio del sonno per venticin*
que a trenta minuti; svegliandosi, dopo un sonno di tre
ore, sudore violento. Due giorni appresso, alia stessa ora
dell’ ultimo freddo, si sentl sonno e dorml per due ore.
Le evacuazioni divennero natural!. Essa non ebbe piu al-
cuna recidiva d’allora in poi, fino al 20 Maggio 1884,
data dell' ultimo rapporto, sebbene essa sia stata in un
luogo umido, dove ambidue i suoi genitori ebbero un leg-
gero attacco di malaria.
(10) Psorinum. — 13 Aprile 1885. — W. R. di
trent’ anni, sofferente di atassia locomotrice progressiva.
Per qualtro o cinque settimane ha avuto un senso quando
camminava come se il piede sinistro fosse tjrato intorno;
verso l’interno; stava peggio nelle due ultimo settimane,
cosl che egli alcune volte guardava per vedere se real-
mente il piede era a quel modo. Diedi Psorinum en (Fincke)
due volte al giorno per due settimane.
27 Aprile. — Riferisce che dopo la prima o la se-
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RIVISTA OMIOPATICA.
339
conda dose questa sensazione spar! « come per incanto »,
ed egli era in grado di camminare molto bene; il piede
sembrava, se vi era qualche cosa, che fosse voltato an
poco dall’ altra parte. Negli ultimi tre o quattro giorni
$bbe un sintomo perfettamente nuovo, sensazione come se
il dito grosso sinistro del piede e quello vicino e le parti
adiacenti, per circa due pollici in su, fossero tirate in su
da corde dopo aver camminato per una piccola distanza.
Questo nuovo sintomo cessb dopo aver abbandonata la
medicina. (Vedi 1’ Enciclopedia di Allen, 454-457). In
questo caso, un sintomo patogenico fu verificato clinica-
mente ed un altro confermato da un recente effetto pa-
togenetico. In Allen, cento cinque sintomi oltre i cinque-
cento e cinquanta sono marcati e verificati; eppure per-
chb essi sono per la maggior parte ricavati dalla tren-
tesima potenza essi avranno tutti da essere omessi nella
nuova Caricatura della Patogenesia del medicamento del
Dottor Hughes e compagnia.
(11) Natrum muriaticum. — 31 Luglio 1885. —> Lo
stesso infermo si lamentb di dolor di testa precisamente
sopra gli occbi dai quindici a venti minuti dopo ogni pa-
sto, eccetto dopo cena, dopo la quale si sentiva « magnir
ficamente », egli 1’aveva avuto per circa quattro setti—
mane e andava peggiorando, cosl che egli ora 1’ ha tutti
i giorni, rimosso dal sonno. Di tanto in tanto, dolore come
da una fune intorno alia testa, ultimamente tirata vie piti
stretta. Nelle ultimo due o tre settimane, alle volte dopo
aver camminato un poco, si sente come se andasse su in
aria. Nat-m. om (F. C.) due volte al giorno per due setti¬
mane ed evitare di mangiare sale.
18 Agosto. — Riferisce di non aver pih avuto dolor
di testa fin dal giorno che comincid a prendere la medi¬
cina; n& dolori di fune; non pih senso di andare su
in aria.
18 Settembre. — Nessun ritorno dei suddetti sintomi.
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RIVISTA OMIOPATICA.
(12) Lachesis. — 25 Aprile 1885. — La slgnorina
Jessie S. di sedici anni. Tosse da due settimane; peggio-
rata nella notte; cagiona lacrimazionej acqua dalla bocca,
e dolore alio stomaco; gli sputi sono inghiottiti Lache¬
sis Sen (Boericke) tre volte, al giorno per otto giorni. II 7
Maggio riferisce, che la tosse migliorb la notte prossima,
e cessb, con tu'tti i sintomi concomitanti dopo due giorni.
(13) Sulphuric, acid.** (Fineke) fece cessare una tosse
seguita da eruttazioni, in un caso di tisi, che 6 molto
migliorato.
(14) Nitric, acid. — 12 Settembre 1885. — II si¬
gnor W. di treat’ otto anni, due o tre settimane fa noth
un’ abrasione sul pene, vicino al sito dove ebbe un’ ul-
cera venerea molle otto anni addietro; - egli vi applicb una
polvere gialla fornitagli da un allopatico; questa la guari,
ma essa scoppid di nuovo. Per tre giorni ha fatto uso di
una lozione prescritta dd un allopatico di Parigi, che la
fece suppurare. Egli ha ora, sul lato destro della super-
fieie interna del prepuzio, un’ ulcera circondata da un’au-
reola infiammata ed indurita; essa diventa piu infiammata
dopo aver camminato; nessun dolore nell’ulcera. L’ulti¬
mo coito impuro fu nell’ ultima settimana di Luglio o nella
prima settimana di Agostof; egli pensa che sia in que¬
st’ ultima. Prescrissi di aipplicare filaccie bagnate di acqua
all’ ulcera; totals astinenza dall’ alcool. Nit-ac.” n (Fineke)
internam. due volte al giorno per quattOrdici giorni.
24 Settembre. — L’ ulcera 6 in via di guarigione;
mono infiammata dal camminare; non piit indurita. Ordi¬
nal di ripetere la medicina come Bopra.
28 Dicembre. — Riferisce che 1’ulcera A guarita en-
tro dieci giorni dopo 1’ ultimo consulto. Non ritorharono
pih i sintomi principal!, nb i secondari.frAe Homoeopathic
Physician).
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841
ECZEMA CAPITIS.
L’ eczema capitis non di rado si limita nello spazio
dietro l’orecchia; nei bambini si vede spesso in questo
luogo. Talvolta esso apparisce in ciascun bambino d’ una
famiglia quando essi raggiungono certa eth. L’eczema b
pid frequentemente il risultato di qualche forma di cat-
tiva-assimilazione, quindi la cura locale & patologica-
mente falsa e clinicamente inutile.
In quanto ai rimedii omiopatici che sembrano agire
piu specialmente in questa porzione della pelle — dietro
l’orecchio — Jahr ci dd:
Pus tole dietro le orecchie: Bry., Calc., Carbo an.,
Caust., Staph.
Umidita dietro le oreccbie: Amm. carb., Calc., Garbo
veg., Caust., Graph., Kali carb., Lyc. Nitr. acid., Ole-
and., Pet., Phosp., Silicea.
Eruzioni dietro le orecchie: Ant. crud., Baryta, Calc.,
Canth., Chin., Gicuta, Graph., Hep., Mezer., Oleand.,
Puls., Sabad., Selen., Silic., Staph,,
Erpete dietro le orecchie: Amm. re., Graph., Ole¬
and., Sepia.
Prurito dietro le orecchie: Agar., Alum., Carbo veg..
Graph., Mosch., Natr. m., Nitr. acid., Therid.
Sotto prurito Allen aggiunge: Aur,, Calc., Fago, Hura,
Rhus v., Sulph. Tilia, Veral.
Prurito, la sera in letto: Sulph.; alia notte in letto:
Merc. iod. fl.; peggio nella notte: Aur. mur.; peggio dal
grattare: Mag. carb. (r.), Mag. m. (1.), Ruta (1.); acuto;
Mezer.; estendentesi alia nuca del collo: Rod. (1.); per-
sistente. Lyc. — come da impetigine: Hura.
Croste dietro lo orecchie: Graph., Hepar, Lyc., Puls.,
Staph.
Sensibilita dolorosa dietro le orecchie: Anac., Cicuta,
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342
RIVISTA OMIOPATICA.
Graph ., Kali carb., Lack ., Lyc., Merc., Mar. acid., Nitr.
acid., Petr., Psorin.
Gonpiore dietro le orecchie: Bry., Calc., Caps., Carbo
an., Tabac. Sotto eruzione della testa dietro 1’ orecchia
F Index di Allen d&:
Eruzione: Guare, Jug. (r.); prurito bruciante, aggra-
vamento nella notte, Viola tr.; prurito, Mag. sul. (r.);
prurito dopo aver grattato, Mag. m.; rassomigliante rogna
nei bambini, Arund.; umida, Calc.; pruriente, crostosa,
Staph.; dolorosa, Psor. (r.); macchie rosse, irregolari, Cocc.
I suddetti sintomi danno un riassunto della terapeu-
tica locale; il savio prescrittore non limiter^ la sua atten-
zione ai sintomi locali. L’attenzione alia dieta 0 ana
parte necessaria della cura in questi casi, specialmente
coi bambini.
Nei casi dove F eruzione guarisce prontamente, ma
si apre, od b spesso grattata finchb si apre, il rimedio
sar& probabilmente Graphites o Mezereum. Di Graphites
Guernsey dice: « L’eruzione trasuda un umore glutinoso,
trasparente, il quale cagiona la caduta delle croste, men-
tre poi molte di piii se ne formano per cadere alia loro
volta; eppercib F eruzione si estende su d’ una maggiore
superficie. > Di Mezereum, noi leggiamo: il bambino graf¬
fia continuamente la faccia, che b coperta di sangue;
prurito peggiore alia notte; esso lira via le croste, lascian-
do macchie sulle quali si formano pustole grasse.
SINTOMI COSTITUZIONALI
PER IL DOTT. W. S. Gee.
Ogni individuo in salute ha certe particularity distin-
tive che gli danno un' individuality. Mentre nei contorno
generals egli b simile agli altri membri della sua razza,
ha in aggiunta alcuni punti o tratti eccezionali che mo-
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RIVISTA OMIOPATICA.
343
strano una differenza sulla quale non vi b da ingannarsi
fra lui ed i suoi simili. Queste speciality esistenti nella
salute, egli le ritiene quando b infermo. In qualunque ma-
lattia noi possiamo avere, alcune di quesle vecchie specia¬
lity che saranno presenti. Queste noi possiamo chiamarle
sintomi costituzionali. Questi sintomi ci servono a scoprire
piii prontaraente la malattia nella variazione dal tipo sano
di questo individuo.
Quando Hahnemann dichiarh al mondo il risultato del
suo piit profondo studio della malattia e specialmente della
malattia cronica, noi imparammo che nella costituzione
della maggior parte degli individui esistevano uno o piii
influenze sottostanti che egli chiamh « miasmi. » Questi
miasmi esistevano in qualche grado senza opporre osta-
colo deciso alia salute, eccettochfc quando venivano ajutati
da condizioni eccezionali, come la presenza di malattie a-
cute, cambiamento di vita etc. Ci6 b vero anche al di d’oggi.
Vale a dire il miasma costituzionale pu6 essere latente
od attivo. Esso rimane latente quando non sono presenti
sintomi che indicano una deviazione dalla salute. Ci5 si
vede nei fanciulli che crescono ed anche negli adulti fin-
chd predomina la vitality della persona. Esso divenla
attivo per la presenza di una malattia acuta, e si conosce
dal rendere che fa le malattie semplici straordinariamente
gravi e prolungate; oppure, come al declinar della vita,
quando la vitality dell' individuo dimminuisce, noi ab-
biamo tumori, escrescenze maligne, etc. Esso si vede pure
nella crescente gravity di ricorrenti attacchi di malattia.
Dopo che Hahnemann riconobbe i fatti, il suo consecutivo
lavoro fu di rinvenire efficaci rimedi che guarissero queste
difficolty. Come risultato delle sue fatiche noi abbiamo gli
antipsorici i quali agiscono profondamente e lungamente.
Noi siamo consigliati a dare la preferenza al rimedio
che meglio corrisponde ai sintomi presenti. Questa b una
regola sicura; ma vi sono molti casi che non presentano
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RIVISTi. 'QMiIOPATIOA.
indicazioni chiare ed il rimedio non si distingue bene. Per
qUesti casi noi deduciamo questa regola:
Quando i sintomi pressnti non indicano un rimedio
con un grado sUfficiente di certezza , riceroatelo fra i sin¬
tomi costituzionali preesitenti.
Carroll Dunham scrisse, per illustrare cio, che due
linee, lunghe ciascuna un pollice potevano apparir paralelle
ma che il fatto non era cosl chiaro come quando le linee
venivano prolungate. Cosl nella scelta del rimedio le «li¬
nee prolungate » nella storia del paziente spesso decidono
la scelta del simillimum.
Egli ci ha dato alcuni esempi del valore di tirare
lunghe linee e di prescrivere per sintomi preesistenti.
Nelle pagine da 462 a 464 della « Scienza della te-
rapeutica » noi possiamo trovare un accurato registro di
un caso di « Sordla Nervosa » della durata di tredici
anni guarita con Mezereum, dato perclto esso copriva la
totality dei sintomi quando il paziente ebbe la crosta lat-
tea -— la cui suppressions fu immediatamente seguita dalla
sordia. Il pill diligente esame del caso non rivelava alcun
sintomo presente tranne che una « membrana del timpano
bianca:, opaca ed evidentemente spessita. »
Nella pagina 56 della Parte II « Lezioni sulla Ma¬
teria Medica » dello stesso autore, sta registrato un caso
di dolor di testa nell’ inverno, guarito da Aloe, dato per-
ch£ gli attacchi della diarrea nell’ estate indicavano questo
rimedio.
In un caso di epilessia venne data Platina, a motivo
della forte passione precedents e disposizione specials a
camminare imperioso ed alto.
Un caso di malattia uterina fu guarjto da Agaricus,
dato a motivo del dolore nei talloni e della marcata ten-
denza in famiglia alia meningite spinale.
I seguenti casi illustrano il valore di tirare lunghe linee
quando i sintomi presenti non mostrano chiaro il rimedio.
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MVISTA. OMIOPATICAi 345
CASO I. II Signor G. C. H. — di anni 50, doraandh
di essere curato di catarro nasale, Egli qoq presentava
sintomi marcati sui quali segliere un rimedio, ed un’ac-
curata istoria rivel6 il fatto che egli aveva preso an ba-
gno freddo 36 anni addietro, e che il suo disordine datava
da quell’ epoca. La causa della malattia suggerl Rhus tox;
cm (F). e poi una dose della 30; un ulteriore studio con-
fermh la scelta ed egli ricevette il rimedio con deciso sol-
lievo entro tre giorni. Egli prese freddo due volte durante
il tempo della cura e non ebbe bisogno di altro rimedio.
Per gli ultimi- sintomi di un caratlere acuto egli ricevette
Sticta pnlmonaria 4 x, ed h oggi libero dalla malattia.
Ci6 egli non fu capace di dire in 36 anni. Egli ricevette
la sua prima prescrizione nello scorso mese di Agosto.
CASO II. Il Signor Me. — di anni 25, mi consulth
per un attacco dl diarrea. Egli era stato curato da pa-
recchi medici senza vantaggio. I suoi sintomi presenti noh
erano suffleienti a rendere chiaro il rimedio, ma la sua
storia ajutata dai seguenti fatti lo rese chiaro: Quattro
anni addietro egli sollevh della carta in una stamperia, e
dopo vomitd sangue. D’ allora in poi egli 4 stato distur-
bato da un sensazione di debolezza, di sfinimento nella
regione dello stomaco, specialmente verso le it ant., al-
leviato dal mangiare. Egli ha avuto attacchi ricorrenti di
diarrea, solita ad aver luogo dopo mezzanotte con urgenza.
Evacuazioni sciolte e gialle , con bruciore nell' dno dopo
V evacuttzione. Egli ricevette Sulphur 1 m, e fu guarito
in pochi giorni.
CASO III. Il Signor B. — di anni 25 soffriva di un
dolore nel ginocchio. Non essendo presenti fattezze distinte
si fece appello all’ « anamnesi » ossia alia storia prece¬
dent^. Egli aveva sofferto un anno intero di reumatismo
aleuni anni prima, ed era Incapace di uscir di casa, I
caratteri dell’ attacco indicavano Rhus tox., e questo ri¬
medio, alia 1Q00 1 potenza guari il suo ginocchio.
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346
RIVISTA OMIOPATICA.
CASO IV. La Signorina L. — soffre di mal di gola
senza sintomi decisi. La sua storia b questa: Ebbe un
attacco di « squinanzia * ogni anno per parecchi anni. La
malattia cominciava sempre nel lato sinistro. La gola
era sensibile al tatto all’ esterno, con sensazione come
di un pezzo di qualche cosa internamenle , che spariva
inghiotlendo ma immediatamente ritornava. Essa ricevette
Lach. cm. una dose. L’ attacco spari senza suppurazione
ed essa passb di nuovo la stagione senza il primitivo ri-
torno del disturbo.
CASO V. — (N. 14013 della nostra clinica Sabbatina)
aveva catarro nasale. Non essendovi sintomi decisi per
un rimedio, si registrb accuratamente la di lei storia. Essa
era stata inferma fin dall’ety di 15 anni (ora ne ha 36).
Ebbe dolori di testa ricorrenti. II dolor di testa era al-
leviato dal flusso mestruale. Aveva grtmchi prima del
flusso ed ha sollievo quando il flusso comincia. Disturbi
nel lato sinistro. Catarro nella meta sinistra del naso,
mal di gola nel lato sinistro, deve avere gli abiti slac-
cirati nella parte sinistra del corpo. Stitichezza con inca¬
pacity di avere un’ evacuazione, perch& F ano sembra che
sia chiuso ed essa non ha forza di espellere le feccie.
Essa ricevette Lach. cm. una dose. Riferl nel sabato pas-
sato (6 Nov.) a mia richiesta, non avendo mai riferito
nulla dal giorno che ricevette il rimedio il 9 Settembre,
che il sollievo fu quasi immediato.
CASO VI. — (N. 13,152, nella clinica del Dottor
Hawkes) b un nuomo di 63 anni. Egli offriva uno spet-
tacolo doloroso quando si presentb il 9 Settembre. I suoi
sintomi di attualitk accennavano Lycopodium, ma ricevette
questo rimedio senza beneficio. La storia datava il disturbo
da 24 anni addietro per essersi esposta all’ umiditk. Rhus
tox. 1 m., una dose, gli fu data stante che i stntomi pre¬
sent! confermavano la scelta ed egli migliora lentamente.
Egli b ora nella clinica del Professor Hawkes.
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RIVI8TA OMIOPATICA.
347
OASO VII. — Marion H. — una fanciulla di cinque
anni, s' ammalb seriamente di febbre remittente. La tem-
peratuta era dai 39 ai 40 ed anche di pi& per parecchi
giorni. I rimedi meglio scelti non parvero agire. La storia
fu piii attentamente esaminata. Quando era bambina essa
sudava moltissimo alia testa. Gbbe a soffrire dai piedi
freddi umidi. Lo stomaco e gli intestini erano facilmente
sconcertati. Essa tardd a mettere i denti e ad itnparare
a camminare. Con quest’ ajuto fu scelta Calcarea ost.
1 m. e subito apparl un grande cambiamento e il rista-
bilimento fb. rapido.
GASO VIII. — Willie E. — di 7 anni, si ammalb
il 14 Ottobre. Quando fu visitato la prima volta egli la-
gnavasi di dolore nel lato posteriore della testa ed al
collo. Ebbe una febbre leggera per parecchi giorni, ma
vi era un aumento deciso finche la temperatura sail a 39
nel mattino ed a 40 e 40, 3 nella sera. Le variazioni
furono soltanto leggere per parecchi giorni. Egli era tran-
quillo, non si lamentava, e quando gli si domandava come
si sentiva, rispondeva: « Molto bene, grazie. » Quando
era messo alle strette allora parlava di un forte dolore
nel dorso del collo, che era molto peggiore col crescere
della febbre e diminuiva con essa verso il mattino. Gli
furono dati parecchi rimedii ma il nostro piccolo paziente
tirava innanzi fermamente con poca apparenza di rnalat-
tia, tranne la febbre. Alcune evacuazioni sciolte ed offen¬
sive vennero eventualmente a rompere la monotomia e
sebbene totalmente offensive, non davano sufficiente indi-
cazioni del rimedio. Una storia molto accurata mise alia
luce questi fatti: Prima della gravidanza che ebbe per
risultato la nascita di questo fanciullo, la madre aveva
perduto due bambini. Durante il periodo della gravidanza
essa fu in un profondo cordoglio represso per quelle per-
dite e si allontanb dagli amici, non fece pih visite, ma
menb una vita solitaria durante tutto il periodo. Quando
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R1 VISTA OMIOPATIOA.
348
Willie arrivb ad ana certa grandezza ella osservb che
il figliolino non giocava come gli altri fanciulli. Egli era
soverchiato senza resistenza da ana parte, e se veniva ol-
traggiato non diceva nulla, ma poi quando era solo dava
sfogo al suo soppresso dolore. Se per qualche mancanza
da poco la madre lo rimproverava, egli nulla diceva, ma
forse qualche tempo dopo essa lo trovava solo e piangente.
Anche durante questa malattia egli preferiva starsene
solo tutto il giorno. Se per qualche ragione essa lasciava
la sua camera, al di lei ritorno lo trovava spesso pian¬
gente. Sia o no 1’ atavismo un mito, questa storia mi gui-
d6 ad Ignatia; e dopo dodici giorni che V ebbe presa vi
fit un deciso cambiamento verso il meglio. Il suo ristabi-
limento progredl senza altro rimedio.
Se queste illustrazioni ajuterannoqualcheduno quando
vi b « un’ assenza penosa di sintomi i sar& adempito il
nostro desiderio. (The Medical Advance).
METODO DI HAHNEMANN PER INDIVIDUALIZZARE
Hahnemann in una lettera al Dott. E. Stapf, datata
da Lipsia il 24 Gennajo 1814, dice:
Le febbri dello scorso autunno e di questo inverno
ditferiscono molto da quelle dominanti neU’ultima prima-
vera; esse quindi, naturalmente richiedono un altro trat-
tamento. Siccome noi, omiopatici, « degni di compas>-
sione * siamo oosl privi di soienza che non abhiamo bi-
sogno di essere regolati dai semplici nomi — * febbri
nervose, » « tifo, > etc. — noi non possiamo contentarci
delle elaborate ricette registrate nei libri per tali ;nomi.
Come riesce facile a certuni dei nostri colleghi, i quali
non sono infetti dalla nostra eresia —■ il contentarsi di
guardare nei loro manuali tascabili!
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RrVISTA OMIOPATICA.
* 349
Oltre alle condizioni ed alle medicine priraa menzio-
nate, delle quali voi siete gib in corrente, noi non pos-
siamo fare a meno di Arsenicum in condizioni came le
seguenti, le quali sono prodotte da esso nei suoi effetti
patogenici:
1, una continua sete, nella quale il paziente bagna
solamente le sue labbra e non pub bere molto;
2, ba mani e piedi freddi;
3, giudica la sua forza maggiore di quello cbe e
— avventurandosi a saltare su e gib dal letto, e quindi
cadendo sul pavimento;
4, Quando b continuamente ansioso di passare da
un letto in un altro;
5, non sa che fare di se stesso per causa di an-
sietb — ordinariamente nella terza ora della notte;
6, nel quale caso, quando egli chiude gli occhi (ed
anche altrimenti) egli vede persone ed avvenimenti da-
vanti agli occhi — spesso di nessuna cosa spaventevole
nh ansiosa, ma semplicemente di un carattere immaginario;
7, il paziente b pusillamine, timido, inclinato a pian-
gere, ha paura della morte;
8, subitanei accessi di soffocazione gli avvengono,
particolarmente alia sera, essendo coricato, con o senza
tosse;
' 9, od egli si dibatte con * Irequente malessere e
fastidio.
In tali casi voi vedrete meraviglie effettuate da un
solo globulo della diecillionesima; voi potete riposare si*
curi su di esso.
Dice il Dott. Hering: Noi aggiungiamo a questo
schizzo veramente magistrale di caratteristiche alcune
paralelle ai sintomi particolari esposti di sopra per istru-
zione degli studenti, prendendo in esame le febbri tifoidi
soltanto:
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RIVISTA OMIOPATICA.
350
1. Nessun rimedio b esattamente simile; Lycop
ogni piccolo inghiottimento diviene disgustoso; Sulph
perch6 T acqua dislurba lo stomaco; Nat. mur., non sente
bene il gusto; Sambucus non b gajo (Calcar): 3, Apium
virus, Nat. mur.: 4. Calcar, c., CVwa, Sepia, Cham.
(Verat., Merc., HyosBellad., Rhus): 5. cari.;
6. Calcarea carb., Sambucus: 7. ii&wSj Veraf.,
Coccul., Aeon.: 8. Phospor., Pulsat.: 9. Phosp., Lycop.,
Bry on.. Calcar. — men can Journal of Materia Medico).
CARATTERISTICHE
DEL DOTT. C. HeRING.
— Un desiderio morboso di aceto.
Tosse eccitata dalla birra ed alleviata da bevande calde: Nux
v., Bry. e Rhus.
Clematis 200 guarl un dolore ottuso in un dento cariato il quale
veniva alleviato dalPacqua fredda, o dal succiare il dente.
Calcarea phos. — I brividi scorrono su pel dorso; terribili scosse
muscolari nel corpo, le quali lo gettano quasi fuori dalla sua sedia;
brividi cbe vanno in su.
Zachnanthes nella scarlattina ha un collo irrigidito cbe tira la
testa da un lato. Pustolette alia faccia. Esso cagiona anche un ab-
bacinamento degli occhi e produce un desiderio di parlare, — un
profluvio di parole ed il coraggio richiesto a fare un discorso. GPIn-
diani hanno l’abitudine di masticarlo (Zachnanthes tinctoria) allor-
chb ricevono i bianchi onde dar loro un profluvio di parole.
Formic . Acidum. — Dolore bruciante; bruciore lavandosi; bru-
ciore rinnovato da lavande fredde.
Tatacum. — Pei cattivi effetti dalP uso del tabacco (mastican-
dolo o fumandolo); anche nausea per Puso del tabacco. Palpitazione
di cuore per masticare o fumar tabacco.
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RIVISTA OMIOPATICA.
351
Theridion ha una sensazione come se il vertice della testa non
le appartenesse, e come se esso salisse via; lo sente come se fosse
separato dal resto della testa.
Sulphur, — Grandi quantita di orina senza colore sono un sin-
toma assai caratteristico di Sulphur, e deve esser dato alto, e di poi
deve esser dato in acqua per completare la cura.
APPUNTl CLINICI
Lac felinum. — II signor H. di anni trentasei, il 10 Settembre
1885, aveva l’occhio sinistro infiammato da tre settimane. L’ intera
congiuntiva del bulbo di un rosso cupo; fotofobia. Nel segmento si¬
nistro della cornea sinistra vi b un* ulcera. Nelle ultimo tre notti
dolore come da un coltello che scorra dalPocchio sinistro alPoccipite
sinistro, stando coricato, specialmente sul lato sinistro. Bruciore nella
tempia sinistra, vicino all’occhio, peggiore nella notte. f5 dovuto ri-
manere in casa negli ultimi cinque giorni. Il Dott. Berridge dette
Lac felinum 40 m (Fincke) ogni quattr’ore. Nel dl 26 Settembre regi-
strava che l’occhio stette meglio il giorno dopo preso il rimedio e che
continub a migliorare stabilmente. Il dolore diminul pel primo, e scorn-
parve del tutto in tre giorni; quindi anche V infiammazione. Ora
l’occhio sta benissimo; soltanto una lieve pell icola, di vecchia data,
trovasi dove fu l’ulcera. — Il Dott. Berridge aggiunge: Esacerba-
zione dei dolori delPocchio giacendo sul lato sinistro b sintoma da
me verificato in un’ altra guarigione di Lac felinum, L’ esacerba-
zione delPocchio dal giacere sul lato doloroso appartiene a Syphili -
num y e P esacerbazione dal giacere sul lato non doloroso b sotto
Zincum (The Horn, Phisician).
Sepia. — In un caso di dolor di testa cronico, accompagnato
da pienezza nel collo, la fascia al collo era di frequente sciolta du¬
rante Pattacco. Lachesis non portb alcun vantaggio, ne alcuni altri
medicamenti. Finalmente analizzando il caso si presentb Sepia , co¬
me quella che copriva piii sintomi; ed esso effettud una pronta
guarigione. Qualche leggero attacco di dolor di testa che si produsse
di poi venne prontamente represso da Sepia , ma quella pienezza
del collo non comparve pih dopo la prima dose. 11 Dott. Mac Laren
autore del caso aggiunge che il sintomo essendo stato verificato cosl
distintamente dal dott Lippe (Veggasi di questo illustre medico
Particolo intitolato « Omiopatia progressiva » nel nostro n.° del p. p.
Febbraio) dovrebbe ora riguardarsi come sintomo caratteristico (Key¬
note), e che le Concordance di Boenninghausen sono un libro sigillato
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RIVISTA OMIOPATICA.
per la maggior parte degli omiopatici, ma che pochi altri casi si-
mili a quello dal Dott. Llppe registrato ci insegnerebbero il modo di
fame uso con successo ( The Horn . Physician),
UN SUCCESSO DELL’OMIOPATIA IN INGHILTERRA
Gli allopatici sempre e da pertutto gli atessi! — L’ Homoeopa¬
thic World di Londra, del decorso Marzo, ci narra il seguente fatto
che noi riepiloghiamo in brevi parole.
Esiste nella capitale d'Inghilterra un ospedale destinato special-
mente alia cura dell’ etisia polmonare « The Brompton Hospital for
consomption, » al quale & aggiunto un dispensario che trovasi ora
al suo quarantesimo anno di esistenza ed 6 floridissimo. Basti dire
che ha una rendita di 500 lire sterline (12,500 lire italiane) e pre-
sta assistenza ogni anno a 13 o 14,000 infermi. Il personale medico
dell’ ospedale e del dispensario d numeroso. Ad esso appartengono
due medici, i Dottori Jaguelscki, e Marsh, i quali, dopo alcuni anni
da che furono eletti, si convertirono all’Omiopatia, e d’allora in poi
hanno curato secondo il metodo di Hahnemann. Ci6 non poteva pia-
cere air intolleranza allopatica; e tale stato di cose sembrando iu-
sopportabile a taluni fra gli altri medici del dispensario, questi si
sforzarono di liberarsi dei loro collegia omiopatici facendo una peti-
zione diretta al presidente della Commissione esecutiva, colla quale
chiedevasi che i due sunnominati collegia venissero obbligati o a
cessare di far uso dell’Omiopatia ed abbandonare anche i posti che
occupassero nelle istituzioni omiopatiche (il Dott. Marsh k uno dei
medici dell’Ospedaie Omiopatico di Londra), o a dare le loro dimissioni.
Non ci dilungheremo a riferire i molti particolari che segnala-
rono successivamente tale questione; fra i quali fu notevole una let-
tera del Dott. Jaguelski nella quale, ricordando che niuno ha dritto
d’intervenire nelle pratiche dei medici nd di proibire ad essi V uso
dei rimedj che credono migliori, accennd che 12,000 medici regolar-
mente laureati mostrano coi fatti in tutte le parti del mondo la su¬
periority dell’Omiopatia sulla vecchia medicina, etc. Solo diremo«che
dopo l’avvicendarsi di varie riunioni, il 16 febbrajo ultimo ebbe luogo
un’assemblea generate della Commissione esecutiva, dei Direttori, etc.,
sotto la presidenza di Lord Grimtorphe nella quale fu re&pinta Ja
mozione del Rev. R. Mowll ed accettato V emendamento del Dott.
Dudgeon che stabiliva qualmente « il limit are la libertd di opinions
e di esercizio ai medici non b sanzionato dai regolamenti della In -
fermeria , b pngiudicevole agVinteressi dell 1 1nferr^eria istessa e de-
gTinfermi, ed b opposto alio spirito delVatto medico del 1859. » Cos!
20 voti contro 17 sostennero e viusero la causa in favore dell’omio-
patia, e i Dottori Jaguelski e Marsh rimasero di buon dritto medici
deirOspedale e del Dispensario.
Ai nostri colleghi che seppero tener alto il vessillo della liberty
medida e della Omiopatia mandiamo l’espressione della nostra viva
simpatia, e facciamo voti peroh& la fermezza della quale essi seppero
dar prova sia di esempio e di conforto a tutti i nostri confratelli.
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RIVISTA OMIOPATICA
Anno XXXII GIUGNO 1887. Numero 12.
BREVE REPERTORIO DI MEDICINE
CHE AFFETTANO LE NARICI POSTERIORI
CON COMMENTI E SUGGERIMENTI.
del Dott. E. A. Ferrington.
—-V/VWwVAA^ —
divenuto un obbrobrio dell’ esercizio omiopatico
che i catarri retro-nasali e faringeali non siano frequente-
mente guariti colla medicatura interna. Gli specialisti,
trattando le affezioni del naso, della gola e delForecchio,
ricevono giornalmente infermi i quali sono stati abban-
donati dai medici omiopatici come incurabili, od i quali
si sono disgustati coi medici in generale. Io concedo che
uno il quale dedica la sua esclusiva attenzione ad un
dato soggetto debba essere meglio atto ad esso di coloro
che sono impegnati nella pratica comune. Ma la questione
non b quella di un successo comparative nell’ uso delle
medicine interne; b invece quella del contrasto fra le ap-
plicazioni locali e 1’ Omiopatia legittima. Se il sistema di
Hahnemann b vero universalmente, ciob, se esso b fondato
sulla legge, e non costituisce una semplice regola, deve
rimovere con sicurezza tanto il catarro retro-nasale quanto
un mal di gola od un raffreddore di petto.
Vi sono tre modi di difesa, l’uno o l’altro dei quali b
invariabimente adoperato nel difendere 1’Omiopatia contro
1’ accusa di insufficienza; il primo, che se uno pub otte-
nere il simillimum, avr& luogo la guarigione od un sol-
lievo; il secondo, che un’ affezione locale b sempre una
parte di discrasla costituzionale piu o meno latente, e
percib non pub essere durevolmente guarita finchb non
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R1VISTA OMIOPATICA,
lo sia 1’ultima; il terzo , che l’insuccesso si pretende che
sia dovuto agli errori nella scelta o nella potenza, nella
ripetizione o nell’ amministrazione dei medicamenti, soli
od alternate
A tali proposizioni illogiche, io calorosamente obbietto.
Credo che il simillimum guariry perchb credo nell’ uni¬
versality della legge, e per conseguenza, rigetto 1’ alter-
nazione dei rimedi. Io accetto la legge perchb penso che
essa b logicamente deducibile dalla verity rivelata. Se
chicchessia b in cib d’ accordo con me, la mia critica
non b applicabile a lui. Essa riguarda coloro i quali am-
mettono la verity dell’ Omiopatia, perchb ne hanno fatta
la prova e sono stati soddisfatti dall’ esperienza; e que-
sta classe include quasi tutta la professione medica.
Avendo allora sperimentata 1’ Omiopatia nella stessa ma-
niera come fece Hahnemann, la sola posizione razionale b
che il sistema b efflcace perchb guarisce. Allorchb, quindi,
essa non riesce, la pochezza di materiale e di conoscenza
non b una buona difesa, ma lo e invece una serie di
esperimenti accurati, penosi e persistenti istituiti siccome
rigorosa prova.
Con tutta la deferenza dovuta agli specialisti, essi
non hanno messo in esecuzione questo piano. Non riu-
scendo coi mezzi che avevano alia mano, essi si sono
sentiti costretti a proteggere le loro riputazioni col ricor-
rere a misure collateral^ poichb da essi il pubblico si
aspetta di piu che dagli esercenti generali. G-li specialisti
non dovrebbero risparmiare alcuna fatica per istituire
8sperimenti. Vi sono molte piante e minerali non ancora
sperimentati o soltanto parzialmente sperimentati i quali
si sa che esercitano qualche specie d’influenza sui canali
naso-faringeali. Ad essi incombe come i pih interessati
l’esplorare interamente il soggetto e stabilire quale sia
quest’influenza in ciascuna droga. Pochi anni or sono
noi non potevamo guarire prontamente alcuni casi i quali
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RIVISTA OMIOPATICA. 355
ora, dopo l’introduzione di Sanguinaria nitrata e di An-
timonium auratum sono facilmente guariti.
Io mi propongo di enumerare i rimedi conosciuti che
affettano le narici posteriori, e di offrire qualche sugge-
rimento riguardo ad alcuni pochi non spesso adoperati.
I rimedi conosciuti sono:
Aconitum.
Granatum.
Plumbum.
Aesculus hip.
Hepae.
Psorinum.
Alumen.
Helianthus.
Phos. acid.
Alumina.
Hydrastis .
Phytolacca.
Anacardicum.
Iodium.
Penthorum.
Ant. crud.
Iris vers.
Pbysostigma.
Ant. sulph. auratum.
Kali bich.
Phosphorus.
Argentum nit.
Kali iod.
Paeonia.
Ammon, brom.
Kali mur.
Rumex.
Baptisia
Kreosot.
Rhus tox.
Bryonia
Lycopodium.
Saponin.
Baryta
Mercurius.
Staphisagria.
Calcarea ost*
Merc. corr.
Sumbul
Calcarea sulph.
Merc. cyan.
Sepia.
Carbo an.
Merc. prot.
Sulphur.
Carbo veg.
Merc, bijod.
Silicea.
Cepa.
Mag. carb.
Sniapis neg.
Coral . rub.
Mag. sulph.
Sang. nit.
Coccus.
Mezererum.
Spigelia.
Cistus.
Natrum ars.
Theridion.
Cinnabaris.
Natrum carb.
Thuja.
Chlorin.
Nat. phos.
Tellurium.
Digitalis.
Nat. mur.
Ustilago.
Eriodictyon.
Nitric acid.
Vinca minor.
Euphraria.
Nitrum.
Wyethia.
Fagopyrum.
Nux mosch.
Yucca.
Fer. phos.
Osmium.
Zine.
Fluoric, ac.
Oxalic, acid.
Zingiber.
Gallic, ac.
Petroleum.
Di questi ottanta o piii rimedi, alcuni sono cosl rara-
mente indicati da essere di poco valore per 1’ esercente
generate, parecchi sono solamente utili nel catarro acuto,
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RIVISTA OMIOPATICA.
356
e soltanto pochi offrono i sintomi ordinari del cat&rro
cronico delle narici posteriori. Questi pochi sono:
Alumina.
Hepar.
Psorinum.
Amm. brom.
Hydrastis
Sepia.
Ant. auratum.
Kali bich.
Sulphur.
Arg. nit.
Kali mur.
Silicea.
Calcarea ost.
Mbr. joda.
Sang. nit.
Corallium.
Mbr. rijodat.
Spigelia.
Cinnabaris.
Natrum ars.
Thuja.
Fagopyrum.
Nitric ao.
11 yalore relativo di questo gruppo b indicato dalla
variety del carattere, riducendo quelli del massimo valore
ai due Mercuri, Sang, nitrat., e Kali bich. e mur. — un
armamontarium molto piccolo per una malattia cosl osti-
nata. Ma la lista potrebbe essere ingrandita se gli spe¬
cialist! volessero provare i sintomi conosciuti e pubbli-
carne i risultati.
t
Per esempio, Phosph., Natr. mur., Cistus, Natr. ars M
Alumina, hanno apparenza vitrea o verniciata delle pareti
posteriori della faringe. Perchb non adoperare 1’ uno o
l’altro di questi quando tale stato della membrana esiste
piit in alto?
Alumina e Nat. mur. affettano le membrane mucose,
cagionando scarse secrezioni, l’ultimo dei quali si distin¬
gue per una sensaziono pungente; perclib, dunque, Alu¬
mina non pub essere spesso adoperata, specialmente come
in aggiunta al resto che essa cagiona, croste nel naso,
otturamento delle trombe Eustachiane, suono scoppiet-
tante nelle orecchie inghiottendo o masticando; gocciola-
mento di muco dalle narici posteriori?
Kali mur. spesso allevia il sornaccbiamento di muco
dalle narici posteriori, perchb non osservare attentamente
i suoi eifetti sul catarro stesso e riferirne i risultati ad
un futuro congresso? Si confronti anche Paeonia.
Quando le pareti faringeali sono varicose, Pulsatilla,
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RIVISTA 0MI0PATI0A.
357
Hamamelis, Vespa, Natr., ars., e Phytolacca, possono
essere consultaii. I primi due hanno guarito il catarro,
sebbene io sia stato obbligato a dare qualche altro rime-
dio per completare la guarigione.
Vespa, come Natr. ars., produce edema e varici; la
prima ha cagionato catarro purulento dell’orecchio medio,
ed anche tonsillite ricorrente, e deve essere adoprata; il
secondo, con ispessimento della membrana mucosa, che
dura da mesi, sornacchiamento di muco denso dalle narici
posteriori, offre un valevole rimedio per il catarro in-
vernale.
Fagopyrum presenta il quadro di una forma della
raalattia comune e molto fastidiosa, nella quale 1’ esporsi
all’aria fresca b sicuro che aumentery il catarro con
asprezza ed aridity, formazione di croste secche, aspetto
granulare della membrana mucosa ed un prurito e bru-
ciore insopportabili.
La sensibility all’aria inalata non b in modo speciale
importante nel catarro acuto, ma lo b nel cronico. Essa
richiede Arsenicum, Natr. ars., Corallium, Hydrastis, Li¬
thium, Osmium, Kreosotum, e probabilmente Fagopyrum.
L’aridity delle narici posteriori non esiste solamente
in quest’ultimo rimedio, ma anche in Alumina, Aesculus,
Sinapis nigra, Wyelhia, ed in pochi altri.
Aesculus, come fu ben dimostrato dal Dotter F. T.
Allen conviene nei raffreddori che si estendono dalle
narici posteriori, fino alia faringe, con aridity, rasplo e
bruciore; alle volte il muco separato sgocciola gib in
basso e cagiona soffocamento; gl’infermi sono deboli, con
polso lento, dolore al dorso, stitichezza ed emorroidi.
Perchb trascureremo noi questo rimedio e dedicheremo
la nostra attenzione alia piii familiare Nux? Aesculus
recherebbe sollievo piit prontamente e piu permanente-
mente.
Sinapis nigra ha guarito 1’ aridity delle narici ante-
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358
RIVISTA OMIOPATICA.
riori, ed ha cagionato sensazione di secchezza nelle choanse
e nella fariDge; perches dunque non sperimentarlo, tanto
piil che vi b la condizione caratteristica delle membrane mu-
cose: aridity,.tutt’ al piuconscarsi pezzi di muco separato.
Wyethia io non l’ho mai adoperata; si vuole che
essa abbia prodotto sensazione pungente di secchezza
nelle narici posteriori. Secondo Hale b utile nella farin-
gite cronica, rimovendo 1’ apparenza granulare, e non
mancando mai di recare sollievo nell’ancfoVd della faringe
e nel bruciore delt epiglottide.
Penthorum seloides appartiene ad una classe di piante
che non agiscono molto profondamente; per altro a motivo
delle loro acredine esse producono catarro, sintomi della
pelle, e talune emorroidi. II Penthorum deve essere spe-
rimentato quando vi b una continua sensazione come se
il naso fosse bagnato, ma senza corizza. Senso di pie-
nezza nel naso e nelle orecchie. Le narici posteriori si
sentono come scorticate e denudate.
Osmium rivaleggia coi pift comunemente usato Pho¬
sphorus. Esso b altamente irritante alle superficie mucose,
provocando corizza e starnuti come da una presa di
tabacco; naso e laringe sensibili all’ aria. Piccoli pezzi
di flemma sono facilmente staccati dalle narici posteriori
e dalla laringe.
Simile a Phosphorus esso attacca la laringe e i pol-
moni. E caratteristico il forte dolore nella laringe, peg-
giorato tossendo o parlando; raucedine.
Ammonium bromatum si dice efficace quando il pa-
ziente sputacchia giu una mucositlt fibrosa, sanguigna,
Qui esso rassomiglia a Sanguin. nitrat. ed a Kali mur.,
ma b molto inferiore si all’ una che all’ altro.
Se il muco b di colore giallo come il limone, non
molto fibrinoso, Sulphuric, acid, e quasi sicuro che gua-
rir&. Egli b solamente quando il mucco b tiglioso e fila-
mentoso che Kali bich. vuole la precedenza.
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RIVISTA OMIOPATICA.
359
Quando dalle narici posteriori vengono emessi pezzi
duri, Kali bich., Cinnabaris, Sepia e Teucrium sono van-
taggiosi. L’ultimo, suggerito dal Dott. Walter Williamson,
Junior, b richiesto quando si sputano giu masse molto
grosse ed irregolari. Cinnabaris per pezzi di sporeizia
gialla.
Saponin, cagiona muco coriaceo tenace nelle narici
posteriori, estendentesi nella laringe.
Quillaia, una delle piante dalle quali derivasi Sapo¬
nin., b stata estesissimamente adoprata in California dagli
omiopatici per un raffreddore di testa contratto durante
un tempo caldo, umido. Qui essa rivaleggia con Gelse-
mium, cagionando ambidue lassezza generate e stanchezza
e debolezza dei muscoli — stati di rilasciamento che
favoriscono i raffreddori.
II Dott. Augusto Korndoerfer ha fatto alcune guari-
gioni eccellenti con Spigelia, guidato dai sintomi di Hah¬
nemann: scolo profuso di muco dalle narici posteriori; il
muco nasale sorte solamente dalle narici posteriori. Io
non fui molto fortunato adoprandolo.
Ma, dopo tutto, la maggioranza dei casi richiede
rimedi tali quali Merc, jod., Sang, nitrat., Antim. aura-
turn e Pulsatilla. Ed b di tali rimedi accuratamente adat-
tati come questi che io spero vedere grandemente accre-
sciuto il numero mediante sperimentazioni energiche, con-
dotte da coloro la cui ability nel diagnosticare le malattie
del naso li qualifica atti a questo lavoro.
Sanguinaria nitrata, data con persistenza — ed i
catarri nasali abbisognano di dosi ripetute — sar& spesso
di ajuto quando vi b bruciore, asprezza e sensibility do¬
lorosa nelle narici posteriori, e sornacchiamento di muco
denso, giallo, alcune volte sanguigno.
Pulsatilla agisce meglio se il muco b denso, giallo,
verde e blando; e Mer. jod. quando vi b gonfiezza delle
glandole del collo ed intonaco giallo sul dorso della lingua.
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360
RIVISTA OMIOPATICA.
Antim. auratum, sperimentato sotto gli auspicii del
Dott. C. Neidbard, cagiona aumentata secrezione di muco.
In uno sperimentatore esso aggravb un catarro cronico
con aamentato spurgo di muco giallo verdastro, piit offen¬
sive di prima. Esso b adoprato dal Dott. Hugh Pitcairn
come un correlativo dello ioduro di mercurio.
Nitric, acid, conviene quando vi b flusso di muco
sporco, sanguigno; e Mezereum nei pazienti mercurializ-
zati quando vi b rasplo, bruciore ed escoriazione poste-
riormente; spurgo denso , giallo , sangutgno.
Per conclusione, io desidero dire che, siccome molti
catarri nasali banno un’origine specifica, nessun rimedio,
che non abbia azione nell’influenzare la causa, pub mate-
rialmente guarire il catarro. In aggiunta a Sulphur, Kali
iod., Aurum., etc. noi dobbiamo prendere in considera-
zione Theridion, confermato dal Dottor Korndoerfer come
un rimedio di introduzione nei casi scrofolosi, — Thuja,
ben conosciuta nella sicosi, ed inestimabile quando lo
spurgo & denso, verde o sangutgno e verde — e Psori-
num, disprezzato da alcuni, ma pienamente apprezzato
da altri come spesso superiore a Sulphur.
Per comodo io aggiungo un breve repertorio, limi-
tandomi alia ristretta regione che consideriamo,
Natura dello spurgo:
Giallo, denso: Arg. nit., Aur., Natr. ars., Hyd.,
Calc, c., Berb., Cinnab., (pezzi sporchi), Kali bi., Sulph.
ac., Nit., ac., Puls., Spig., Sulph., Ant. aur., Sang, nit.,
Therid., Nat. c., Hep., Lyc., Phos., Kali sulph., Alumina,
Rumex, Cal. sulph., Sumbul, Mez. (sottile).
Verde: Berb., Puls., Thuja, Kali bi., Nat. e.,
Phos,, Sep., Merc.
Tappi, pezzi duri, etc.: Teucrium, Kali bi.,
Sepia, Cinn., Lyc., Mang., (pezzi gialli o verdi), Merc,
jod., (tinti di sangue), Nat. ars.
Come sevo: Coral, rub.
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RIVISTA OMIOPATICA. 361
Irritante, corrosivo: Ars., Ars. iod., Cepa,
Kreos., Carb. acid.
Bruno: Kali bich. (sanguigno ed offensivo).
Sanguigno: Canth. (e coriaceo), Arg. nit. (giallo
misto con grumi), Hydr., Nit. ac., Sepia (con frammenti
gialli verdi), Sang, nit., Kaolin, Kali bi., Lacb. (pus san¬
guigno), Phos. (in striscie), Sulphur (in fili), Mez.
Offensivo: Aurum, Graph., Mer. (tnuco goc-
ciolante), Sulph., Thuja, Nit. ac., Elaps (allevib nelle mie
mani un caso notevole per fetore straordinario), Therid.,
Asaf., Lach., Kreos. (vecchi), Tell, (salamoja di aringhe),
Ant. aur.?
Fibroso : Amm. brom., Sulph. ac., Kali bi.,
Cinnab., Hyd., Coc. cac., Yucca (e di aspetto grasso).
Scarso , tenace: Sinapis, Alum., Osmium (pezzi
grossi), Nat. mur., Phos., Saponin. (coriaceo , tenace),
Phyt.
Membrana scura:
Lach., Phyt., Amm. brom., Yucca.
Membrana rossa: Arg. nit.
Scaglie, ulcere:
Arg. nit. (con scaglie gialle), Kali bi. (bucate), Alum.,
Calc, c., Graph., Lyc., Puls., Sepia, Silicea, Zinc., Psorin..
Thuya, Therid., Lach. (sanguigne), Baryta (e dietro l’ugo-
la), Kali carb. (croste sporche), Fagop.
Choanae:
Troppo secche: Silicea, Sepia, Fagop., Rumex,
Sticta, Wyethia, Aesc. hip., Alum., Sinapis, Zinc., Sang.
Come se fossero troppo aperte: Fluor, ac.,
Iod., Nat. mur.
Ostrutte:
Anac., Cal. sulph., Hyd., Iris ver., Kali iod.
Orecchie affbtte:
Merc., Vespa, Phyt., Gels, (prurito nella tromba
Eustachiana, anche dolore nelle orecchie), Nux e Silicea
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RIVISTA OMIOPATICA.
362
(prurito in ambedue le trombe Eustachiane), Kali bi., Ram.
(l’orecchio si sente chiuso, la voce ba an snono strano
— sollievo in uno, ma non guarigione), Alum, (tromba
di Eustachio chiusa con muco) Graph, (tromba di Eustachio
otturata), Jod. (catarro nelle trombe di Eustachio), Lit. carb.
Suono scricchiolante inghiottendo: Graph., Hep.
Nitr. ac. (Ostrazione Eustachiana), Petrol, (canaliaridi,
sibilo nelle orecchie).
Sensibile all’inalamento dell’aria:
Ars., Nat. ars., Ars. jod., Coral., Hyd., Lith. carb.,
Osminm, Fagop., Kreos., Fer. phos.
Il naso si sente bagnato:
Penthorum.
Escoriazione, raspio, sentibilita dolorosa:
Aesc. hip., Merc., Mer. jod., Mez., Nux vom., Sang,
nit., Nit., ac., Chlor., Kreos.j Hyd., Iris ver., Nat. ars.,
Ars., Ars. iod., Fer. phos. (inspirando), Mag. carb., Oxalic,
ac., Phos., Phos., ac. Osmium, Carbo veg. (tossendo od
inghiottendo, sensibility dolorosa), Gallic, ac., Penth., Se¬
pia, Nitrum.
Bruciore:
Aesc. hip. Arg. nit., Phos., Osmium, Ars., Ars. iod.,
Nat. ars., Fagop.
Come una foglia sottile:
Baryta carb.
Come qualche cosa pendente: Yucca (The
Medical Advance).
CESSO’ IL CHOLERA-MORBUS
FINE DELLE INOCULAZIONI.
Al Direttore della Rivista Omiopatica di Roma.
In una delle mie antecedenti letiere le diedi alcuni
dettagli relativi all’invasione e sviluppo del colera del
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RTVISTA OMIOPATICA.
363
Gange in questa cittb,, e in quella di Buenos Aires. Da
molte settimane avanti si era annunziato dai giornali che
il dottore Spagnuolo Ferran sarebbe venuto a Rio della
Plata per praticare le inoculazioni anti-coleriche. Fortu-
natamente non venne; e dico fortunatamente perchb se
tale venuta si fosse realizzata opino che la mortality sareb¬
be aumentata straordinariamente in grazia delle inocu¬
lazioni, come, ed abbastanza, aumentb e durb in Ispagna.
Gib. in Buenos Aires la direzione medica del Dipar-
timento di Igiene (23 Dicembre 1886) presentava una
relazione decisamente avversa alle inoculazioni anticole-
riche, e questa relazione scientifica, e questa opinione di
sapienti medici, b in tutto conforms a quello delle Comis-
sioni scientifiche della Germania, Francia, Italia e persino
della stessa Spagna; e se questa ultima in particolare
fu contraria a tali inoculazioni, ben sapeva il perchb: lo
ha detto e pubblicato.
Non ho alcun timore di errare dicendo che alle giu-
ste misure prese dal Consiglio d’Igiene e dalla Comis-
sione di Sanity, perfettamente appogiate dal Governo, si
deve 1’ aver potuto dominare lo sviluppo del colera, e la
piccola mortality avuta in questa cittb, come Ella vedrb dal-
1’ unita tavola statistica.
Pero cib che Ella ignora 6 che questo bel risultato
si deve, lo dico con franchezza, al principio dei simili
(Omiopatia) che fu messo questa volta in pratica. Che se
altri dubitasse di queste mie parole ed opinioni, creden-
dole ihgiuste, od inesatte risponderb con i seguenti fatti:
Le misure che furono prese per impedire lo sviluppo
del cholera morbus o asiatico in questa cittb furono tre,
la pultzia , 1 ' isolamento ed i preservativi, che sotto il
nome di disinfettanti si sparsero nelle case isolate.
Con data del 5 Dicembre ultimo, avanti che qui si
presentassero i primi casi di colera, io consigliava queste
misure in un articolo d’lgiene, che con data 5 Dicembre
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364
RIVISTA omiopatica;
ultimo publicai nel giomale La Republica. Per6 non b
solo da ora ohe proclamai tali misure.
A chi piaccia pu6 riscontrare altro mio articolo ohe
in data 8 Gennaio 1868 vide la luce nel numero 989 del
giornale El Siglo di questa capitale. Che differenza! da
ci6 che si ordinava in quell’epoca dalle autorit& sanitarie!
Allora si sloggiavano i conventi, le riunioni di persone
dove era accaduto un caso di colera, ed io gridava contro
questo sloggiamento, per6 le mie grida erano inutili e i
miei oonsigli non intesi. Allora io consigliava i preserva¬
tive ma le AutoritDi Sanitarie dicevano di non conoscerli.
Alla fine ho avuto il piacere di vedere che ci6 ch’io
dicevo e consigliavo nel 1867-68 b stato posto in pratioa
nel 1887. Nel citato articolo (colonna 2 a linea 35) con¬
sigliavo le guardie alle case dove erano colerosi, Vtsola-
mento di questi e i preservatim, in particelare il rame e
suoi preparati (solfato e nitrato); e questi rimedj erano
consigliati dagli Omiopatici 15 anni avanti che lo dicesse
il Dottor Koch, e diciannove anni avanti che qui si met-
tessero in pratica e si ordinassero dal Consiglio d’lgiene
e dalla Comissione di Sanity.
E molto solfato di rame saviamente fu sparso nelle
case, dove si ebbero casi sospetti e colerosi, e se si otten-
ne la preservazione fu per il principio omiopatico, cioe a
dire perch& preso il rame e i suoi preparati dall’uomo
sano, in questo si producono tutti i sintomi colerici, come
i vomiti, le diarree e persino i granchi mancando la pro-
duzione del bacillus, perchd se questo esistesse sarebbe
lo stesso colera e non una malattia somigliante.
Lo spargimento del solfato di rame 1’ ho visto coi miei
occhi nel Comissariato delle tre Croci, dove vi fu un infermo
gravissimo che ivi presi e che ebbi il piacere di guarire.
E Tho visto anche in altre case isolate avendomi
assicurato vari impiegati della Giunta e della Sanith che
se ne spandeva in tutte le case isolate.
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RIVISTA OMIOPATICA.
365
Posso dunque con vera soddisfazione felicitarmi per
aver visto dopo diciannove anni porsi in pratica le mi-
sare igieniche da me consigliate nell’anno 1868. Volesse
Dio che potessi, dopo un altro periodo piu o meno lungo,
veder posto in uso per i malati di colera il metodo di
cura consigliato da Hahnemann, che per il primo pubblicd
le virtil curative del rame, lasciando da parte il laudano
ed altre medicine che molti in questa malattia ordinano
senza base scientifica.
La tavola aggiunta indica la mortality avuta nei
mesi di Dicembre 1885, di Gennaio 1886 e Febbraio
1886-87.
Da questa si vede che la mortality del colera 6
stata molto ridotta in quest 1 anno, confrontata con quella
dell’ anno 1867-68 e con quella che nei passati mesi subl
la Repubbliea Argentina.
DIPARTIMENTO DI MONTEVIDEO
4
1885
Dec.
1886
Gen.
1886
Feb.
1886
Dec.
1887
Gen.
1887
Feb.
Di vaiuolo.
—
—
5
3
3
Scarlattina.
6
6
2
5
5
1
Difteria, Croup, Angina tossica . .
4
8
6
39
38
31
Colera asiatico e casi sospetti. . .
—
—
—
67
219
105
Mai. org., indigestions e annessi .
64
100
79
104
102
58
Tifo.
13
11
10
15
24
13
Altri mali senza certificate o per
cause violente.
218
258
253
241
341
256
329
1
383
350
476
792
467
Tutti questi dati sono tratti dai libri dei decessi che
si conservano nella Giunta E. Amministrativa, e daH’offi-
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366 RIVISTA OMIOPATICA.
cio e Direzione Generale di stalistica. Alcuni noteranno
che le cifre della mortality fissate da me non sono d’ac-
cordo con quelle pubblicate jeri dall’officio del registro
civile, peri> ci6 dipende dal dare io le cifre che ottenni
dall’ officio del Cimitero del Buceo, nel quale sono no-
tati separatamente i cadaveri de’ colerosi, mentre nello
stato jeri pubblicafo nel giornale El Siglo non sono in-
clusi nb coloro che morirono nella casa d’ isolamento,
n& quelli del 3.° Battaglione Cacciatori, n£ quelli dell’asilo,
etc. Questo dato mi fu somministrato dal direttore del-
l’officio de’Cimiteri della stessa Giunta E. Amministrativa
il quale mi assicnrb non essere notata nel libro dei de*
cessi neppure la data.
Adesso si osservino le morti per malattie degli or-
gani digestivi di tutte due le epoche e si vedr& che la
mortality nel 1887 non fu straordinaria.
Osservisi quella del Colera che somma a 451 e si
vedr& anche che h molto limitata calcolando i 3 mesi
che I' epidemia colerica dominb in questa capitale con
diploma officiale o extra officialmente dal giorno 5 Di*
cembre, in cui morirono due persone, e si fecero le prime
autopsie constatandosi da queste i caratteri del cholera
morbus.
Siffatta ridotta mortality del colera in questa citt&
diede pascolo a molte opinioni erronee e che meglio so*
no a dirsi ridicole, cio6 che non vi era colera asiatico e
che si trattava solamente di colerine piu o meno fatali
prodotte da indigestioni, abuso di liquori, raffreddamenti,
etc. Pero mi sia permesso un piccolo ragionamento per
atterrare questa incredulity.
L’esame necroscopico (autopsia) fece riscontrare nei
cadaveri l’esistenza del colera come causa di morte (Dot-
tori Leopold, Capdhourat, Tagle, etc.).
L’esame microscopico dichiard l’esistenza bacil¬
lus virgula nelle evacuazioni di alcuni infermi e nelle
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I
RIVISTA OMIOPATICA. 367
acque di parecchie locality, dove si ebbero infermi di
colera (Sr. Arecbavaleta y Dres, Susvieta Guarch, Hor-
noaeche, etc.).
L’esame clinico degli infermi assistiti da vari medici
di questa capitale mostrb tutti i sintomi di detta infer-
mitci, e siccome non 6 possibile distruggere tali fatti e
questi tre caratteri fondamentali, apparisce chiaro anche
ai piii ignoranti che la negazione del colera b ingiusta
e ridicola.
Perd ammettendo anche la mancanza di questi tre
caratteri, e supponendo equivoco da parte di quelli che
1’osservarono, come spiegare la morte di due o tre per-
sone in una famiglia e quasi tutti dello stesso male?
Forse che si b vista alcuna volta la colerina con¬
tagiosa?
Basterebbe dunque questo solo fatto per assicurare
che qul regnb il colera Asiatico, lo stesso che ha fatto
tanta strage nella provincia di Mendoza, come la sta fa-
cendo nel Chill.
La seguente statistica non sar& del tutto inutile per
gli increduli.
STATISTICA COMPARATA
DEL COLERA ASIA TICO IN MONTEVIDEO
1869-68 1886-89
Sloggiamento ordinato, Proibizione di sloggiare,
non guardie, non isolamento, non isolamento, guardie, spargimento
spargimento di solfato di rame. di solfato di rame.
Dicembre.
1867 ]
Dicembre
1886
67
Germaio .
1868
2952
Gennaio
1887
279
Febbraio .
1868
Febbraio
1887
105
Marzo
1868 )
2952
Marzo (supposto)
20
471
Questa cifra di 2952 risulta dalla nota che trovasi
in data 30 Aprile 1868 passata dall’ officio del Cimitero
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368
RIYISTA OMIOPATICA.
alia Presidenza della I. E. A. che l’ba tenuta esposta al
pubblico.
Per6 bisogna osservare che in ragione della popo-
lazione, la quale senza dubbio aumentd quasi di un terzo
dal 1868 ad oggi, se si fossero comessi gli errori di
quelPepoca, la mortality del colera sarebbe stata in que-
sti 4 raesi del 1886-87 di 3936 individui, mentre non fu
che di 471!!
Nel solo ospedale della Carit& nel giorno 24 di Feb-
braio 1868 morirono 33!! persone, mentre in questi 3
mesi vi furono solo due o tre casi; dati questi che si
possono verificare nei libri di I. E. A. (Officio dei Ci-
miteri).
Sard felice se Ella pubblicher& questa lettera nella
Rivista.
Montevideo •, 3 Marzo 1887.
Dott. Wonner.
CASI CLINICl
Del Dott. W. J. Guernsey.
I. Una signora che io trovai convalescente da un
disordine che era stato segnalato come ascesso ovarico
da uno dei nostri specialisti omiopalici, e che era stata
curata per mesi nel solito modo meticcio o « regolare,»
e che io avevo sollevata dal disturbo prontamente, la-
sciando il folle metodo e facendo poche accurate prescri-
zioni, disse che si sentiva perfettamente bene, eccetto una
leggera stanchezza cagionata da perdita di sonno a mo-
tivo di una bambina irrequieta. Ora b della bambina che
ho da parlare. Essa era allegra e stava bene apparente-
mente tutto il giorno, dormiva e mangiava benissimo, e
non presentava assolutamente alcun sintomo da indicare
qualche rimedio, eccetto che aveva alcune notti agitate.
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RIVISTA OMIOPATICA.
369
Essa allora si contorceva, si voltava e si agitata ap-
pena messa in letto fino al matlino, ed il giorno seguente
era vispa come sempre. Jalap, e Psor. hanno entrambi
questo sintomo, ed io diedi alia piccola marmocchia una
dose di Psor. DCM (500,000) Fincke, a secco sulla lingua.
Quella notte la bambina e la madre riposarono bene, ed
essa non si lagnb di ritorno di quel dirturbo per parec-
chi mesi; finchk, difatti, la bambina ebbe un attacco di
croup.
II. G. M., maschio/di sette anni. Dispnea pronun-
ziata, ed ogni respiro accompagnato da tosse secca. Agi-
tazione. Sete. Delirio di quando in quando. Forti dolori
nelle eslremitd. Ogni volta che fa un sonnellino (sempre
assai breve) egli si sveglia motto peggiorato. Lach. C.
M. (Fincke). II giorno seguente il miglioramento era cosi
grande da permettermi di licenziarmi. Il giorno dopo sep-
pi da uno della famiglia ch’ egli stava « quasi bene ».
Qul ho da far osservare che oltre 1’ aggravamento dopo
il sonno, credo che i dolori nelle membra siano una buona
indicazione per Lachesis. Essi erano forti, e per tutte le
coscie e le gambe. Ogni volta che io mi trovo dinanzi
ad un « caso della gola » con questi dolori, mi dico con
fiducia, che o il lato sinistro della gola 6 piil aflfetto,
oppure il male ha cojninciato a manifestarsi da quel lato;
e non ho mai sbagliato in cid. Oltre di che, sono stato
chiamato molte volte presso una persona sofferente e do-
lentesi principalmente di quei dolori, con febbre, che era
stata preceduta da brividi, e lieve raucedine o « durezza »
della voce, che non si lagnava punto della gola, ed an-
che forse asseriva che non aveva lk alcun malessere o
poco. Guardando, trovavo rimarchevole ulcerazione o de-
posito, e sempre pift dal lato sinistro.
III. W. P., maschio, di 40 anni, aveva avuto nevral-
gia alia faccia per un mese, e non aveva dormito affatto
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370 RIVISTA OMIOPATICA.
neir ultima settimana. II dolore invariabilmente 1’ obbli-
gava ad alzarsi e camminare.
Ordinai Mag. carb. 50111 (Swan) cominciando a prenderla
verso le due P. M. Egli si ritirb quella sera alle nove e
non si sveglib fino al mattino.
IV. J. W. mi chiamb la settimana scorsa chieden-
domi rimedio per emorroidi, accompagnate da un forte
dolore nel dorso, e constatai che egli aveva bisogno dello
stesso rimedio che gli avevo dato per quel disturbo quat-
tro anni prima, avendogli quello sollevato il dolore nel
dorso prima che lasctasse il mio studio. Egli aveva ri-
cevuto Aescul. 45m (Fincke).
V. E. H., femmina, di undid anni. Gola completa-
mente coperta con membrana difterica, naso otturato con
uno scolo acre. Emorragia dal naso e dalla gola. Il caso
era stato trascurato fino ad un tale triste stato sotto la
illusione che la fanciulla « aveva cattivi umori e guari-
rebbe da se ». I genitori non avevano guardato la sua
gola e si allarmarono. solo al cattivo odore. Un sintomo
che non ho ancora menzionato, decise la mia prescrizione, e
quello era un forte torcicollo. La sua testa non era soltanto
messa fuori di posizione, ma la deformity era cost grande
che non poteva essere trascurata. Io le diedi Lachnautes
5°m (Swan), cinque cartine; ed era cj,o che le abbisognava.
In poche ore la sua testa era molto pih dritta, e la gola
era notevolmente migliorata il giomo dopo. Essa fu gua-
rita bene in tre giorni. ( The Horn. Phys.). ^
LA TEORIA PSORICA
Nessuna delle opinioni di Hahnemann, scrive ottima*
mente il Dott. A Me Neil, b stata piu acremente assalita
dalla teoria psorica. Gli argomenti sono stati omessi, ma
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RIVISTA OMIOPATICA.
371
il ridicolo, le false relazioni, e le sfacciate menzogne sono
state loro prodigate non solamente dagli allopatici, bensi
anche da quelli che si chiamano omiopatici. Ma le opi-
nioni del saggio vecchio sono state ad una ad una adot-
tate da essi dopo di esser passate sotto la sferza dei suoi
antagonisti. Cosl ora un’ autoritoi allopatica d’illustre nome
esprime vedute che cangiando psora in diatesi potreb-
bero quasi essere state scritte da Hahnemann. Noi tra-
dnrremo quindi la sua lettura non solo per essere di
provenienza Hahnemaniana, ma anche perchb h la mi-
gLior diagnosi e descrizione differenziale di due fra le
pi.il importanti malattie della pelle. II professore Guibert,
dell’ ospedale Saint Louis, dice dell’
Eczema e Psoriasi:
« Signori: — II viaggiatore dopo il cammino di un
giorno guarda indietro la strada e tutta l’abbraccia colla
vista nelle sue particolarity. Cosl noi abbiamo percorso
assieme lunga via ed abbiamo appreso che cosa siano le
dermatosi, ed io vi ho insegnato che nella maggioranza
dei casi le malattie della pelle sono non altro che il
trasporto effettivo ad essa di una moltitudine di affezioni
interne (dalle piil lievi alle piu inesorabili). Considerate
da questo punto di vista, esse gettano luce sulla diagnosi
e sulla patologia.
« Noi abbiamo studiato i different disordini anato-
mici che costituiscono le malattie della pelle. Noi vedemmo
che cotesti disordini coi loro cangiamenti di varie specie
formano i differenti generi di dermatosi e quindi servono
a differenziare 1’ una dall’ altra nella loro individuality e
distinzione.
« Dopo questa considerazione fondamentale noi ab¬
biamo intrapreso lo studio delle individuali malattie della
pelle e cominciammo coll’eczema e colla psoriasi. L’istoria
di queste affezioni ci ha indotto a numerose particolarity,
e ci ha guidati a molte descrizioni dei differenti dati pa-
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372
RIVISTA OMIOPATICA.
tologici. Guardiamo ora indietro, come il viaggiatore, e
raccogliamo nella nostra memoria le differenti osserva-
zioni. Poniamo insieme le immagini dell’ eczema e della
psoriasi e consideriamole separatamente ed unite. Si ve-
dranno notevoli rassomiglianze, ma molto pifl grandi e
sorprendenti differenze.
« L’ eczema e la psoriosi sono le pin frequenti di
tutte le malattie della pelle. Esse sono pib importanti
delle altre, non solo per la loro frequenza ma anche per
la loro ostinatezza e per la loro tendenza, ad estendersi;
pei disordini funzionali ch’ esse producono; per le trasfi-
gurazioni cui danno origine; per la lentezza del loro pro-
cesso continuativo; per la loro tenacity per la loro ten¬
denza alle ricadute; e finalmente, riguardo alle spaven-
tevoli possibili combinazioni cui esse possono condurre.
Esse sono ambedue la pib generale, la piil stretta atti-
nenza, e la espressione pib chiaramente determinata di
quella diatesi che non pub negarsi la quale b detta er-
petismo (Herpetismus). Ambedue sono ereditarie ma non
contagiose; ambedue appartengono a quella grande classe
di affezioni escretorie della pelle; ma qui cessano i loro
punti di somiglianza e noi d’ ora innanzi c’ incontriamo
soltanto in differenze essenziali.
« LT eczema e la psoriasi sono malattie d’escrezione,
ma 1’ eczema b il tipo delle escrezioni umide. La secre-
zione caratteristica incomincia sotto Y epidermide e la
solleva in forma di vesciche. Se queste si aprono la se-
crezione trasuda nella pelle ulcerata. Dali’ altro lato la
psoriasi b il tipo delle affezioni secretorie secche della
pelle. Con queste non havvi umiditb; tutto b secco. La
secrezione b puramente epidermica; essa b semplicemente
T epidermide alterata. Ecco tutto.
« L’ eczema b un infiammazione. Esso ha tutti i se-
gni ed i caratteri di una malattia inflammatoria — la
congestions, il rossore, la tensions, la gonfiezza e la
temperatura accresciuta della pelle. L’ infiammazione si
manifesta nelle secrezioni umide, viscose — sintomo prin¬
cipals. Questa secrezione pub essere tanto profusa da di-
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RIVTSTA OMIOPATICA.
373
venire un vero catarro delle pelle. II catarro infiamma-
torio si manifesta, cl’ altronde, con fenomeni soggettivi,
ciofe con disordini nella salute; attacchi morbosi, come
sensazioni di tensione, di calore, di prudore e bruciore.
In vero F eczema deve il suo nome alia sensazione di
bruciore, dappoichb esso deriva dalla parola greca « ek-
sem, » Io brucio.
« Nella psoriasi tutto b differente. Non appena noi
lasciamo 1’ eczema per rivolgerci alia psoriasi, lasciamo,
per cosl dire, il clima piu tropicale per recarci ai campi
ghiacciati del Nord. L’ eczema b la serpiggine vivente —
lo sfogo umido, caldo; la psoriasi b la secca morta ser¬
piggine, la sua fisonomia rimane sempre invariata. Resta
immobile nello stesso stadio. Noi abbiamo una pelle arida,
petrificata, simile a pergamena, mummidcata, secca, cbe
la traspirazione non amette, che le glandule sebacee non
piu lubricano, e che per conseguenza ha perduto la sua
molezza, la flessibilitk, F elasticity e la vita. Attorno alle
giunture ed alle aperture naturali essa non b atta alia
mobility di quelle locality ed aperture, siccome una
membrana resistente ed indolente; essa b soltanto un gu-
scio (conchiglia), una specie di veste scagliosa di maglia
senza sentimento, che voi potete grattare, consumare o
distruggere senza cagionare il pih leggiero dolore.
« Le locality dell’ eczema e delle psoriasi sono dif—
ferenti. Il primo b un’ affezione infiammatoria con piil
copiose secrezioni; cosl richiede un luogo caldo che sia
umido ed esteso e rilasciato, e munito di una ricca va-
scolare parte carnosa, come 6 il caso nelle vicinanze degli
organi sessuali e delle ascelle. La psoriasi dall’altro canto
richiede soltanto molta epidermide e quindi sviluppasi
su quelle parti che ne sono riccamente fornite. Se voi
considererete le differenti situazioni, guardate alle estre-
mity. Nella piegatura del ginocchio voi troverete Feczema,
sopra il ginocchio la psoriasi. Guardando alle estremity
superiori, voi vedete F eczema, nella piegatura del gomito
e sttl gomito la psoriasi. Pur non ostante, vi sono certe
locality nelle quali fioriscono ambedue, precisamente come
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RIVISTA OMIOPATICA.
374
piante le quali sebbene preferiscano terreno umido, pure
possono crescere anche in uno piil o meno secco. Cost
1’ eczema e la psoriasi possono incontrarsi in tutte le
parti del corpo. Ma il carattere di ciascuna b pih o meno
modificato, precisamente come avviene nelle piante sun-
nominate quando sono trasportate in un terreno meno
adattato.
« L’ eczema e la psoriasi differiscono pel carattere
delle loro malattie corcomitanti. Le complicazioni del-
1’ eczema sono di un carattere inflammatorio come esso
stesso b inflammatorio di sua natura. Sia o no conside-
revole cotesta infiammazione, essa tuttavia manifesta sem-
pre la sua relazione eczematosa. Puo estendersi a tutta
la spessezza della pelle, nel tessuto cellulare, nel tessuto
sottocutaneo, nelle glandole linfatiche; pub anche assu-
mere un carattere resipolaceo o flemmonoso, ovvero di¬
venire una linfangioite colie sue ramificazioni e coi suoi
cordoni color di rosa e foggiati a pallottoline da rosario.
Coteste complicazioni sono talvolta profondamente pene-
tranti ed estendentisi persino ai visceri; possono attac-
care i grandi apparati del sistema, i centri nervosi, gli
organi digestivi e respiratori. Ne derivano altresi me-
ningite, acuta infiammazione del cervello e catarri bron¬
chia li e gastro-intestinali. Ma queste complicazioni sono
sempre di un carattere acuto, intenso, corrispondente all’a-
cutezza ed intensity del eczema, cui devono la loro origine.
« La psoriasi, al contrario, col suo tipo cronico, pre-
senta soltanto complicazioni di carattere cronico. Quelle
dei polmoni sono ordinariamente catarro cronico non in-
frequentemente degenerante in tubercolosi; quelle degli
organi digestivi in dispessia, differenti varieta di canoro,
carcinoma degli intestini ed anche, pifit spesso dello stomaco.
« L’ eczema e la psoriasi sono anche differenti nel
loro corso e sviluppo. II primo viene in modo acuto, l’ul-
timo in modo cronico. Esso b un tipo torpido; ha un corso
lento, o piuttosto non procede affatto, esso rimane cib che
e. IS oggi quello che era jeri, e domani continuera ad
esser lo stesso.
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RIVISTA OMIOPATICA.
375
« L’ eczema nel suo quarto stadio e scaglioso, come
la psoriasi, ma queste scaglie eczematose sono essenzial*
mente differenti. Esse sono delicate, laminate, non sono
trasparenti e contengono nello stato dell’epidermide qual-
che umiditk; esse si staccano in piu grandi o piti pic*
cole lamine, e sono coila massima facility rimosse dal di
sotto della pelle. Le squame della psoriasi sono dense e
cosl strettamente intrecciate nelle loro parti che esse
possono soltanto staccarsi in forma di polvere. Non vi ha
mai la minima traccia di umiditk.
« E frattanto, o signori, queste malattie cosl contra-
rie, questi due poli opposti di dermatologia possono in
qualche caso coalizzarsi ed unirsi in modo da costituire
una forma bastarda che partecipa delle quality di ambe-
due senza essere n§ 1’ una n& 1’ altra. Precisamente come
vi ha un eczema lichenoide che b una coalizione dell’ec-
zema col lichene; cosl, non ostante quello che disse il
dotto Hardy, puo esistere una psoriasi eczematosa con-
sistente di eczema e psoriasi. Voi vedrete, per esempio,
le forti e spesse scaglie della psoriasi, ma nel loro in-
terno vi ha un elemento di crosta; esse si staccano da
una pelle alquanto umida. Vi ha qualche cosa della na-
tura dell’ eczema; e realmente una psoriasi eczematosa.
« 1/ eczema e la psoriasi sono due affezioni generali
aventi sede di preferenza, sulla superficie; esse possono
produrre le pih violente complicazioni dal semplice catarro
dei bronchi alia menengite, alia pneumonite tubercolosa
ed anche al cancro gastrico ed intestinale. »
COME STUDIARE IL REPERTORY?
del Professors I. T. Kent.
Dopo che sono stati registrati tutti i sintomi dell’in-
fermo si deve prendere il Repertorio. Il principiante non
deve tentare di abbreviare l’anamnesi, ma deve registrare
tutta la rubrica generate per esercizio, se non altro. Se
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RIVISTA OMIOPATICA.
la parola b melanconia^ i rimedi corrispondenti alia pa-
rola debbono essere registrati con tutte le gradazioni. Se
la melanconia apparisce solamente prima delle regole
mettete una sotto-rubrica in modo da mostrare a colpo
d’ occhio il numero di rimedi della classe generate aventi
il periodo speciale di aggravamento. Molte delle piil bril-
lanti guarigioni sono fatte dalla rubrica generate quando
la speciale non ajuta, e con diligenti note di dieci anni,
si abbasserebbero molti sintomi della rubrica generate e
fornirebbero le migliori verifiche cliniche. Piil a lungo
cib vien fatto, e piil 1’ occupato dottore pub abbreviare
le sue note dei casi.
Gli aggravamenti speciali forniscono un grande ajuto,
ma spesso tali osservazioni mancano, e la rubrica gene¬
rate deve prestar servizio.
Altre volte noi dobbiamo lavorare per analogia. In
questo metodo il Repertorio tascabile di Boenninghausen
e della piu grande utility.
Prendiamo la piil eccellente opera di Minton, e tro-
viamo che le angoscie mestruali sono migliorate dal ca¬
lore, peculiare ad Ars. e Nux, e dal calore umido, pecu-
liare a Nux-m. Ma i sintomi di un solo caso non sono
simili ad alcuni di questi rimedi, e noi dobbiamo studiare
maggiormente la materia medica. Noi possiamo allora
formare l’anamnesi per analogia e per uso della rubrica
generate , prendendo tutti i rimedi conosciuti per essere
generalmente migliorati dal calore e da applicazioni calde.
Per essere metodica, la rubrica generale deve appa-
rire nelle note del prescrivente e la speciale sotto di essa.
Se questo piano fosse eseguito con diligenza, un confronto
di un lavoro di dieci anni sarebbe una lettura delle piil
istruttive. Ci6 che e vero di un rimedio generalmente pub
spesso essere vero in particolare, specialmente in assenza
di una eccezione controindicativa bene stabilita.
Se questo piano fosse seguito dai principianti leg-
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RIVISTA OMIOPATICA
377
gendo sempre la Materia Medica coll’anamnesi, col tempo
acquisterebbero molta pratica ed il loro lavoro diverrebbe
facile e rapido. Un giovane pub prescrivere per pochi in-
fermi al giorno, onde fare diligenti cure omiopatiche, ed
egli pub acquistare speditezza bastante per prescrivere per
venti o trenta al giorno dopo pochi anni. Chiunque de-
sideri evitare questo accurato metodo non deve preten-
dere di essere un medico omiopatico, non essendo egli
sul retto sentiero; il desiderio dovendo precedere 1’ atto.
L’ infermo non esprime sempre il sintomo nel lin-
guaggio che indichi moglio la natura reale del sintomo.
Quindi ci vuole giudizio, affinchb il medico possa acqui¬
stare un esatto appreszamento dei sintomi. Tanto spesso
cib b vero che il medico giovane, e spesso anche il vec-
chio b deviato dalle vere espressioni della natura, e fara
una prescrizione impropria. Il compito di raccogliere i
sintomi b spesso difficilissimo. Alcune volte b possibile
abbreviare 1’ anamnesi scegliendo un sintomo che sia
molto peculiare e contenga la chiave del caso. Un gio¬
vane spesso non pub scoprire questa peculiarity, e deve
raramente tentare di scoprirla. E’ spesso conveniente di
abbreviare prendendo un gruppo di tre o quattro sintomi
essenziali in un dato caso, facendo un sommario di questi,
ed eliminando tutti i rimedi che non si trovano in tutti i
sintomi essenziali. Un uomo di considerevole esperienza
pub tagliar corto*il lavoro in questo modo. Io ho frequen-
temente conosciuto dei giovani che sbagliavano una mo¬
dality per un sintomo. Cib e fatale ad un buon risultato.
Il sintomo b la sensazione o la condizione; e la modality
b soltanto una modificazione. Il sintomo spesso diventa
peculiare o caratteristico attraverso alia sua modality.
Quando una sensazione b considerata nel Repertorio,
tutti i rimedi appartenenti ad essa debbono essere tra-
scritti, e 1’ individualizzazione va cominciata dalle mo¬
dality.
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378
RIVISTA OMIOPATICA.
Mi si domanda frequentemente che cosa si intenda
per peculiare applicato ad un caso. Per poco che cia-
scuno ci pensi arriva alia soluzione.
Un’ alta temperatura, una febbre senza sete b in
certo modo peculiare. Un forte freddo con sete di acqua
fredda b peculiare. Sete colla febbre, col calore, non b
peculiare, perchb voi potete dire con sicurezza che comu-
mente si _ trova calore con sete, e non comunemente si
trova calore senza sete. Gi6 che b comune ad una data
malattia fissa non b mai peculiare. Cib pub sembrare
troppo semplice da richiedere una spiegazione, ma coloro
che lo sanno possono passare alia pagina seguente. I
sintomi patognomonici non sono adoperati ad individua-
lizzare, e non sono mai peculiari nel senso voluto.
Mi si domanda pure che cosa io intenda dire colle
parole traitate f infermo e non la malattia. La mia ri-
sposta b sernpre la seguente: II sintomo che raramente
si trova in una data malattia non b un sintomo peculiare
alia malattia, ma peculiare all’ infermo, percib le pecu¬
liarity dell’ infermo hanno fatto diversificare la malattia
da tutti i membri della sua classe e da tutti gli altri nella
classe, ed hanno resa questa malattia, come afficiente
quest’ infermo, un’ individuality per se stessa, e pub so-
lamente essere trattata come individual. Questa indivi¬
duality nell’ infermo si manifesta con sintomi peculiari
quasi sempre prominenti, e sempre da aversi in conside-
razione dal vero medico. Chi dy Aeon, per la febbre
nulla sa dello spirito della legge o dei doveri del me¬
dico. Lo stesso b vero di Colouyuth per la colica, di Ar-
senium per il freddo, etc.
« Cosa faremo noi quando troviamo parecchie pecu¬
liarity nello stesso infermo ed un solo rimedio non le co-
pre tutte? » Qui b dove l’avveduto medico prendery il suo
Repertorio e cominciery a ricercare un rimedio piit si¬
mile di tutti, e se egli b stato studioso per pochi anni
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RIVISTA OMIOPATICA.
379
non ha bisogno di andar facendo domande sciocche. LTuo-
mo pigro ha speso il sno tempo nella folUa dei piaceri,
e 1’ uomo di poca fede ha trascurato tante cose impor¬
tant che egli trovasi di continuo in bisogno di fare in
pubblicho domande sciocche, e riferisce casi con sintomi
cost malamente presi, da far manifesto dove ha passata
la sua vita. Egli non ha fatto uso del Repertorio e mo-
stra una completa ignoranza delle rubriche e della usuale
formality d’ impadronirsi dei sintomi nel modo che ci fu
insegnato da Hahnemann. £i una benedizione che essi non
siano responsabili di tutta la loro ignoranza. Dove starct
la responsabilith, e chi « scagliera la prima pietra ? »
E cost facile di chiudere gli occhi sui peccati di cui
noi siamo colpevoli che sembra impossibile trovare un
giudice od un giuri, davanti al quale citare il primo
infrangitore della legge.
11 grido per la liberty 6 stato un grave errore, abu-
sandosi ed essendosi abusato vergognosamente della li¬
berty. Essa significa permissione di violare la legge, ed
occorre soltanto una modesta elasticity perchb il prodotto
sia un pieno ecletticismo. 15 la liberty che ha messo fuori
d’ uso, o limitato 1’ uso del Repertorio che tutti i vecchi
medici hanno tanto consultato. Se Boenninghausen us5 un
Repertorio coi rimedi limitati allora provati, quanto mag-
gior bisogno abbiamo noi di consultarlo! (The Homoeopa¬
thic Physician).
APPUNTI CLINICI
Pochi sintomi clinici di Apis. — Il Dott. J. E. Winans scrive
quanto segue: L’ ultima parte dell’ estate 1886, ed i mesi scorsi
sono stati accompagnati, fino all’ ultimo, da scarsezza di pioggia.
Noi abbiamo riscontrato che Bellad. 6 un rimedio molto prominonte
per le affezioni che si manifestano durante una siccith od un tempo
caldo opprimente. Quests stagione inoltre, noi 1’abbiamo osservato,
richiede Apis sotto le seguenti condizioni.
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RIVISTA OMIOPAT1CA.
(1) Casi di cholera morbus, come segue: Vomito, cm diarrea;
vomito di bile — il piu spesso gialla, come rosso di ovo; scaricbe
o bianche (chiare) ed acquose, o altrimenti chiare e gialle, ma molto
offensive in un caso e nell’altro; generalmente, pure, con molta sete
— contrariamente alle abitudini delle affezioni di Apis, come noi
abbiamo osservato.
(2) Condizioni verminose , colie suddette scaricbe alvine (nei
ragazzi), o di muco cbiaro, giallo, cbe accompagnano la dentizione
o la febbre intermittente. Pocbi acini di uva secca provocarono un
attacco in un bambino di sedici mesi, e fu seguito bene da Ipec. cm
(evacuazioni verdi-erba), e poi da Bellad. cm . I casi di febbre inter¬
mittente sono quotidiani e generalmente nel pomeriggio] freddo breve
mezz’ora), ma irregolare nel tempo della ricorrenza (fra le 11 ant.
e le tre pom.); la febbre finisce col sonno (in un caso) e non spari -
see fino alle sei pom,, od all’ incirca; alcune volte sudore nel lato ,
sul quale era coricato — altre volte no. Lycop. segul bene dopo
Apis per un ritorno del freddo dopo le 11.Vi pom. nel caso suddetto
pareccbi giorni dopo {The Horn. Physician),
Lactic, acid, nella tisi laringea, — « II Dott. Teodoro Hering
di Warsaw ba recentemente pubblicato una memoria col suesposto
titolo nella quale riferisce le sue esperienze fatte con questo rime-
dio. Egli euro trentadue casi di ulcerazioni tubercolari delle corde
vocali coll’acido lattico; e di questi, quattro furono guariti com-
pletamente, due quasi, quattro furono molto migliorati, ed in sei
le ulcerazioni non furono guarite, ma il suono della voce fu rista-
bilito, e fu alleviata la disfagia. Egli adopra da venti a trenta per
cento della soluzione applicata col mezzo di un guancialino di co-
tone assorbente, e preceduta in certi casi da un’applicazione di
cocaina. Allorch& si stabilises una maggior tolleranza esso adopera
un ottanta per cento di soluzione dell’ acido puro, e le applicazioni
sono continuate finchd V escara cade. Tali buoni risultati in un’ af-
fezione cosi intrattabile sembrerebbero autorizzare ulteriori sperimenti
coll’ acido lattico. » Il Medical Record da cni b tolto questo referto
b un giornale allopatico. Cosi V uso del Lactic . acid, fatto dagli
omiopatici non sar& pib ridicolo, dopo tutto.
Lachesis nove-milionesima. — Il Dott. E. W. Berridge narra
quanto appresso: « Sotto il giorno 2 Dicembre 1886, la signorina
B. mi scrisse di aver avuto un cattivissimo raffreddore al petto per
otto o nove settimane, cbe si lascib dietro un orribilissima sensa-
zione nel petto, una sensazione dolorosa, ed una sensazione come
se essa respirasse attraverso ad una fitta coperta di lana; non come
se la coperta fosse alia sua bocca, ma come se essa fosse al fondo
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RIVISTA OMIOPATICA.
381
della sua gola, precisamente nella piccola fossetta sopra 1* osso dello
sterno. I sintomi sono molto aggravati se essa pone la sua mano
sul petto o nella piccola fossetta del collo. Negli ultimi pochi giorni
un po’ di sangue le uscl di quando in quando dal naso soffiandolo.
II giorno appresso io le riraisi una dose della nove-milionesima
potenza di Lachesis , che gentilmente mi aveva mandata il Dott.
Fincke. Ed il 5 Gennajo 1887, essa mi scrisse che i sintomi spari-
rono in una settimana e non erano ritornati. (The Homoeopathich
Physician ).
Conium. — Un cancro della mammella fu guarito con questo ri-
medio, dato in due dosi della 1000 a potenza, ripetute una volta in
quattro settimane. — Gostantino Bering . (The Medical Advance).
Pulsatilla , quando la donna giace colle sue mani sopra l’addome.
Sulphur . — Il Dott, Martin guari due casi nei quali il fanciullo
lasciava cader la testa sulla spalla sinistra ogni giorno ulle 4 pom.,
la quale rimaneva in questa positura fino al mattino seguente.
Lauro cerasus . — Il paziente prova la sensazione come se il
cuore si voltasse, cagionandogli un respiro affannoso; miglioramento
nel giacer giu. Sensazione come se un grave peso o fardello cadesse
dalla bocca dello stomoco verso il dorso. — Dott H. N. Martin . ( The
Medical Advance).
Jndice
DELLE MATERIE CONTENUTE
ncll’ annata XXXII.
i,
Lnglio
Society Hahnemanniana Italiana. — Anno III.
Ripetizione della dose, del Dott. P. P. Wells .
Riflessioni cliniche del Dott. Ad. Lippe . . . .
Casi di malattie guarite dal Dott. T. Skinner: - Attacchi
di convulsioni in un bambino di due anni e mezzo;
— Cattivi effetti della vaccinazione; — Yertigini,
duranti e dopo i pasti, di cinque anni di durata .
Intorno a Pasteur, giudizi del Dott. Heermann
Cenni terapeutici del Dott. C. Hering .
Appunti clinici: — Una nota clinica di Apis ;— Mercu-
rius corrosivus; — Hepar sulphuris . . .
Note e notizie ..
Pag. 5
» 13
» 22
» 23
» 28
» 30
» 31
» 32
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382
RIVISTA OMIOPATICA.
Agonto
La filosofia della Materia medica, il suo studio e i suoi
usi del Dott. P. P. Wells.Pag. 33
Note da un discorso estemporaneo su Plumbum , del Prof.
J. T. Kent ..» 44
Riflessioni cliniche, del Dott. Ad. Lippe . ...» 53
Belladonna e i suoi alleati nella cura delle malattie dei
bambini, del Dott. Edward Cranch ...» 59
Neuralgia delle Ovaje e dell’Utero, del Dott. E. P. Hussey » 62
Yerificazioni di Apis ed un fatto notevole ...» 63
Appunti clinici: — Dulcamara ; — Veeatrum . » 63
Note e notizie .......... 64
Settembre
Guarigione di uno scirro della mammella per il Dott. At-
tilio Mattoli.» 65
La filosofia della Materia medica, il suo studio e i suoi
usi, del Dott. P. P. Wells ....... 74
Yi b qualche cosa in Sulphur (F. C.) ?, dei Dott. E. W.
Berridge ..» 88
Incontinenza notturna di orina.» 91
Riflessioni del Dott. F. S. Davis . . . . . » 92
Speriraentazione involontaria di Aralia racemosa, del Dott.
G. M. Pease.» 94
Appunti clinici: j- Coffea ; — Arnica; — Sulphur; —
Psorinum ..» 95
Note e noiizie.» 96
Ottobre
Quale b il miglior metodo di scegliere il rimedio? del
Dott. P. P. Wells.» 97
Apium virus ; Note da una lettera estemporanea del Prof.
J. T. Kent.» 106
Sudori ai piedi per il Dott. E. Farnias . . . . » 117
Un breve studio di Xanthoxylum del Dott. Carleton Smith . » 120
Due casi di neuralgia del Dott. Wm. Jefferson Guer-
nesey.» 123
Una nota sulla cancrena.» 125
Appunti clinici: — Sulphur; — Sanguinaria . . » 126
Yarieth.» 127
rVovembre
*
Che cosa b l’Omiopatia? del Prof. J. T. Kent . . . » 129
Il valore relativo dei sintomi per il Dott. Ad. Lippe . » 138
Note da un discorso estemporaneo su Sepia fatto dal
Prof. Dott. J. T. Kent.» 144
Febbri intermittent! croniche nei bambini, del Dott. Wm.
Steinrauf.. . . . » 153
Un caso di eczema - Mezereum . . . . , » 155
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RIVISTi OMIOPATICA.
383
Rimedj che agiscono sul tessuto cicatriziale del Dott. E.
Fornias ..Pag. 157
Verificazioni.. » 159
Note e notizie.» 160
Dicembre
Gli obblighi del mondo verso Hanemann, del Dott. E-
doardo Bayard.» 161
Natrum sulphuricum e Sycosis ,• del Dott. J. T. Kent . » 167
Riflessloni cliniche del Dott. Ad. Lippe . . . . » 179
La caricatura della patogenesia dei medicamentl del Dott.
Hughes per il Dott. E. W. Berridge . . . . » 184
Osservazioni cliniche.» 188
Sulphur nel panereccio.» 189
Appunti clinici: — Thuya nella diarrea ; — Natrum
muriaticum nelV epistassi . , . . . . » 191
Note e Notizie, e necrologie.» 191
Gennafo
Idrofobia: preservazione e cura; del Dottt. P. P. Wells . » 193
Peritonitis puerperalis , per il Dott. Ad. Lippe...» 205
Note di una lettura sopra Staphysagria del Prof. J. T.
Kent.» 212
Scarlattina del Dott. J. M. Pease.» 218
Ulcere della cornea; estratto da varie fonti cliniche dal
Dottor E. W. Berridge.» 220
Dodici regole per la cura degli oreochi » 221
Appunti clinici: — Zachesis nel mal di gola ; — Ulcere
indolenti; — Calcarea fluorica; — Natrum mur . . » 222
Note e Notizie.» 223
Febbralo
Terapeutica della Difteria, del Dott. Julius Schmitt . » 225
La base della cura, del fu Dott. Carroll Dunham . » 231
Note da una lezione estemporanea sopra Ferrum, del
Prof. Dott. J. T. Kent.» 236
Omiopatia progressiva, del Dott. Ad. Lippe ...» 244
Alcuni casi Clinici, del Dott. A. M. Cusing . ... » 251
Febbre intermittente, Dott. C. B. Gilbert . . . » 254
Appunti clinici: — Carbonchio o carboncello; — 11 Dot -
tor Kent sulla Sicosi .» 255
Note e Notizie.» 256
Marzo
Chirurgia pratica e medicina specifica del Dott. P. P.
” WHO t
Note da una lezione su Veratrum album del Prof. J. T.
Kent ..» 267
Rimedj che hanno il loro tempo del Dott. Carleton Smith » 275
Note cliniche — Dismimorrea del Prof. J. T. Kent. . » 279
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384
RIVISTA OMIOPATICA.
Alcuni casi clinici del Dott. W. S. Gee .... Pag. 281
Sintomi peculiari del Dott. E. W. Berridge . . . » 285
Orzuolo del Dott. Geo. H. Clark. » 286
Appunti clinici: — Sanguinaria nel reumatismo; — Lappa
major. Prolapsus .» 287
Note e notizie.» 288
Aprile
Tellurium , del Dott. Ad. Lippe. ;
Chirurgia pratica e medicina specifics del Dott. P. P
Wells ........
Appunti di Materia medica nel Dott. C. Carleton Smith
Casi clinici del Dott. J. D. Tyrrel ....
Cimicifuga o Actea racemosa; lezione del Prof. J. T. Kent
Casi guariti con Zac vaccinum defloratum dal Dott. S
Swan ..
Osservazioni sulPOmiopatia del Dott. Gross
Appunti clinici: — Lac caninum; — Nitroglicerina; —
Tarantula; — Cura delVasflssia del neonati; — La -
chests ..
Note e Notizie.
llagglo
Qual’fc la cura veramente omiopatica delle scottature e
delle abbruciature, del Dott. Ad. Lippe ...» 321
Note da una lezione su Cadmium sulphat del Professors
J. T. Kent.» 325
Casi clinici, del Dott. E. W. Berridge , . . . » 333
Eczema capitis . ...» 341
Sintomi costituzionali per il Dott. W. S. Gee ...» 342
Metodo di Hahnemann per individualizzare ...» 348
Caratteristiche, del Dott. C. Hering.» 350
Appunti clinici: — Lac felinum ; — Sepia . . . » 351
Un successo dell’Omiopatia in Inghilterra ...» 352
Giugno
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» 294
» 304
» 307
» 309
» 313
» 315
» 318
» 320
Breve repertorio di medicine che affettano le narici po¬
steriori con commenti e suggerimenti del Dottor E.
A. Ferrington.
%
Cess6 il Cholera-Morbus. — Fine delle inoculazioni, del
Dott. Wonner..
Casi clinici del Dott; W. J. Guernsey ....
La Teoria psorica . . ..
Come studiare il Repertorio, del Prof. J. T. Kent .
■fcppunti clinici: — Pochi sintomi clinici di Apis ; — Lac-
f tic acid, nelta tisi laringea; — Lachesis nove-milio-
[ nesima; — Conium ; — Pulsatilla; Sulphur; Lauro
) cerasus ..
» 353
» 362
» 368
» 370
» 375
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