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Full text of "Rivista Omiopatica 32.1886"

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RIVISTA OMIOPATICA 

ANNO XXXII. 



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P-IVIST-A. 


OMIOPATICA 


DIRETTA 


DAL DOTTORE G. POMPILI 




« Similia similibus curantur. » 

« Quando trattasi di un’ arte 
salyatrice dolla vita, trascurare 
di conoscere e delitto. » 

Hahnemann. 


VOLUME XXXII. 


ROMA 

PRESSO LA. DIREZIONE DEL GiORNALE 

5 Piazza delle cliiavi d'oro 5 

MILANO i NAPOLI | TORINO 

Fratelli.Dumolard . i « Libreria Detken » I Fratelli Bocca 

1886 


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RIVISTA OMIOPATICA 


Anno XXXII LUGLIO 1886. Numero 1. 


SOCIETA HAHNEMANNIANA ITALIANA 

SOTTO L’ ALTO PATRONATO 

DI SUA ALTEZZA REALE IL DUCA DI PARMA 


Anno III* — 1885* 

Nel giorno 16 del decorso Giugno, in modo tutto 
privato aveva luogo secondo il solito qul in Roma la riu- 
nione annuale della Society Hahnemanniana Italians. 

Si voile innanzi tutto far lieta l’adunanza colla par- 
tecipazione di un felice avvenimento per la nostra Socie¬ 
ty ch’ebbe l’onore ed il vantaggio di acquistare l’alto pa- 
tronato di S. A. R. il Duca di Parma, protettore intelli- 
gente e generoso della buona Omiopatia. Continuando E- 
gli le sapienti tradizioni della sua nobilissima famiglia che 
fra le regnanti d’ltalia accoglieva giA. da oltre mezzo se- 
colo, fino ciob da suoi primordj fra noi, la benefica me- 
dicina donata al mondo dal genio di Samuele Hahne¬ 
mann (1), ed avendo di quests bevute col latte le salu- 
tari verity per opera di quella gran donna che gli fu 
madre (2), ebbe sempre a cuore di proseguirle di affe- 


(4) Carlo Lodovico Duca di Lucca, avo di S. A. R. il Duca di Parma, nu- 
tri per tutta la vita grande amore all’omiopatia, ed ebbe sempre alia suacorte 
medici omiopatici valenti. Uno di questi fu il Dott. Cav. Centamori, — il Ne- 
store degli Omiopatici italiani — nostro dilettissimo amico, cultore sempre fer- 
vente delle dottrine Hahnemanniane, e del cui nome si pregia puranco la no¬ 
stra Society. 

(2) La duchessa Luigia Maria di Parma, sorella del Conte di Chambord, fu 
pure magnanima fautrice della Omiopatia, ed ebbe sempre seco un medico o- 
miopatico. Essa inoltre, con delicato e sapiente amore del suo popolo, faceva 
aprire nella luttuosa invasione del colera in Parma, 1* anno 4855, un* ospedale 
omiopatico a vantaggio di coloro cui fosse piaciuto di esser curati colla benefica 
medicina di Hahnemann. Esempio degnissimo di imitazione, ma non ancora imitato! 


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6 


RIVISTA OMIOPATICA. 


zione e di prolezione, valendosi per se e pe’ suoi, in o- 
gni caso d’infermit&, del loro potente aiuto, ed accoglien- 
done ognora nella sua Corte con mente illuminata i cul- 
tori. Ed ora ne fornisce argomento novello d’ intelletto 
amoroso per la causa del vero e dell’umana salute, com- 
piacendosi di onorare della sua benevolenza la nostra So¬ 
ciety, accettando di esserne il Mecenate, e facendole il 
belVassegno annuale di lire mille. 

Superfluo il dire quanto tutti i membri presenti e- 
sprimessero di affetto e di gratitudine per 1’ augusto do- 
natore. 

Qul facciamo ora seguire i nomi di tutti i membri 
componenti la Society con le rispettive somme da ognuno 
contribuite pel 1885 — anno 3.° di esistenza della me- 
desima. 

Medici 


DtfTT. 

S. Fbiscia, Presidente . . 

Lire 

10 

» 

A. Mattoli, Consignere . . 

» 

10 


L. Beetoldi, Consigliere ..... 

» 

10 

» 

G. Pompili, Segretario-Cassieve .... 

» 

10 

» 

F. Belluomini, in Firenze . 

» 

00 

» 

G. G. Bruni, in Milano . 

» 

10 

» 

S. Wonneb, dimorante a Montevideo . 

» 

10 

» 

F. Gil Ortega, in Pianore . 


10 

» 

P. D. M. C. 

» 

10 

» 

T. Baldelli, in Firenze . 

» 

10 

» 

G. Seoondari, in Roma . 

» 

10 


Cultori 



Conte Gherardo Freschi in S. Vito al Tagliamento 

y> 

10 

Gaetano Ambrosioni in Oenova. . . 

» 

10 

Fra Alessandro Puccinelli Agostiniano in Lucca . 


10 

Don Angelo Pellegrino in Cava dei Tirreni . 

>> 

10 

Nicol6 Magro in Siculiana . . . 

» 

10 

Fra Valerio Lux dei Fatebenefratelli in Roma . 

» 

10 


Somma e segue 

» 

160 


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RIVISTA OMIOPATIOA. 


7 


Patron! 


Riporto Lire 

Sua Altezza Re ale il Duoa di Parma. . . . » 

Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Raffaele Mo¬ 
naco Lavalletta. . . » 

Cav. Dott. Settimio Centamori in Roma. . . . » 

Marches© Alessandro Flori in Firenze . . . . » 

Cav, Simeone Krekich I. R. Consigliere in Zara . . » 

Signor Clemente Falsi hi in Roma . . . . . » 

Signor Ippolito Ce9arini Romaldi in Corioaldo . . » 

Cav. Ing. Giuseppe Cesarini in Roma . . . . » 

Signor S. G. D. G. in Napoli . . . . . . » 

Signor Giacinto Floridi in Guarcino . . . . » 

Miss Th. A Roberts in Firenze . . . . » 

Reverendissimo P. Pietro Semenenko, General© dell’ Or- 

dine della Risurrezione in Roma . . . . » 

Marchese Angelo Vitelleschi in Roma . . . . » 

Cav. Camillo Onesti in Roma. . . . . » 

Conte M. A. in Roma . . . . . . ' . » 

Signor Gaetano Cicci in Roma . . . . . » 

Signor Antonio Bonasi in Roma . . . . . » 

Conte Alfonso Moroni, Guardia nobile di S. S. in Roma » * 
Principessa Carolina Wittgenstein in Roma ...» 
Monsignor Gaetano de Ruggero in Roma . . . » 

Signora Caterina Farnese Salvati in Roma ...» 
Signor Edoardo Porena in Roma . . . . . » 

Signor Filippo Apolloni in Roma . . . . » 

Signor Giuseppe Camploy in Venezia » 

Reverendissimo P. Francesco Cirino, Generale dell’ Or- 

# dine dei Teatini in Roma.» 

Cav. Ing. DomeniGO Cartoni in Roma . . . . » 

Signor Giovanni Politi in Roma . . . . . » 

Signor Giuseppe Garibaldi in Roma . . . . » 

Signori Fratelli Salvatore e CamilloXJartoni in Roma . » 

Signor Costantino Sneider in Roma . . . . » 

Signor Enrico Bombelli in Roma.» 

Signor Costantino Bravi in Roma . . . . . » 

Signor Ing. Enrico Livoni in Roma . . . . » 

Donna Paolina dei Principi Ruspoli in Roma . . » 

Signor Avv. Michele Sirani in Roma . . . . » 

Signor Filippo de Worsan in Roma. . . . . » 


160 

1000 

10 

10 

10 

10 

10 

10 

10 

10 

10 

10 

10 
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10 
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10 
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10 
10 
. 10 
10 
10 
10 

10 

10 

10 

10 

10 

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10 

10 

10 

10 

10 

10 


Somma e segue » 1510 


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8 


RIVISTA OMIOPATICA. 


Riporto Lire 1510 

Signor Basilio Lubrani in Roma . , . . » 10 

Signor Adamo Fantuzzi in Roma . . . . . . » 10 

Signor D. Benedetto Costantini in Roma . . . » 10 

Signor L. M. in Roma . . . . . . » 10 

Signor Avv. Casimiro Guglielmotti in Roma.* . . » 10 

Signor Giovanni Antonio Vanni in Roma ...» 10 

Signora Ortensia Grazia in Roma . . . . ’ . » 10 

Signora Marianna e Luigia sorelle Belli in Roma. . » 10 

Signor Giuseppe Toescbi in 'Roma. . . . » 10 

Signora Marianna Michelini in Roma . . ' . » 10 

Signor Filippo Belli in Roma.» 10 

Marchese Perolo Monaldi in Perugia . . . . » 10 

Signor Augusto Lari in Lucca . . . . . » 10 

Commendator Ottavio Venusio dei Marchesi di Turi in 

Napoli.» 10 

P. D. Silvano dei Marchesi di Stefauo, Benedettino in 

Cava dei Tirreni . . . .... . » 10 

Cav. Antonio Oddone in Aquila.» 10 

Qnestua animate 

Conte Gherardo Freschi . 

Conte M. A. 

Signor Clemente Falsini . 

Cav. Ing. Giuseppe Cesarini 
Cav. Gabrielle Cavazzi . 

Fra Alessandro Puccinelli. 

Dott. Saverio Friscia 
Dott. Attilio Mattoli 
Dott. G. Pompili 

Totale Lire 1760 


» 10 

» 10 

» 10 

» 10 

» 10 

» 10 

» 10 

» 10 


Relativamente al decorso anno 3° della SocietaHahne- 
manniana, il segretario-cassiere Dott. G. Pompili leggeva 
la seguente relazione. 

Preghatissimi Colleghi, 

Dal sottopostovi elenco, portante i nomi e le contri- 
buzioni dei membri tutti della nostra Societa, risulta che 
le somme incassate pel 1885, anno 3.° di sua esistenza, 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


9 


furono nella cifra di L. 1760. Le spese di stampa e di 
esazione per detto anno, come dalle annesse ricevute, fu¬ 
rono in L. 60, 50; onde, detratte queste, risulta l’introito 
netto per l’anno 1885 in L. 1699, 50. Le quali, aggiunte 
alle L; 1756, 50 che avevamo in cassa al finire dell’anno 
precedente, portano fino al di d’ oggi il capitale della 
nostra Society a L. 3456; senza calcolare per ora ci6 che 
in piu a questa somma si b venuto e si viene mano mano 
aggiungendo dal fruttato relativo. 

II nostro fondo sociale 6 ancora ben tenue, ma ab- 
biamo fiducia che successivamente si venga esso accre* 
scendo per le contribuzioni e doni degli amici dell’Omio- 
patia. Del resto, mentre noi ci adoperiamo al suo aumento, 
la cosa che sopra tutte ne sta a cuore, come quella che 
dee formare l’onore e la forza della nostra Societa, b la 
conservazione e la diffusione della vera Omiopatia quale* 
fa stabilita e insegnata da Hahnemann; poichb in essa 
sola si accoglie la piu pura verity, ed essa sola pub dar- 
ci quei grandi risultati che debbono conciliarle il rispetto 
e la conversions degli inimici, l’adesione dei dissidenti 
e dei tiepidi, ed in ultimo le convinzioni ed il favore del 
pubblico: cose tutte indispensabili al suo progresso ed al 
suo trionfo. L’obbiettivo primario della Society Hahneman- 
niana b questo, — obbiettivo altamente scientifico e u- 
manitario ad un tempo, e pel quale unicamente essa eb- 
be vita e vivrb. 

Alcuni fra i nostri patroni ci chiedono: « cosa si 
farb della somma che veniamo raccogliendo ? » Dessa b 
ancora troppo piccola per potervi basar sopra talun effi- 
cace proposito. D’altronde fu gib, fissato ed b espresso ne- 
gli Statuti della nostra Societa che il capitale di cui la 
medesima sarebbesi trovata in possesso avrebbe servito 
« per dar mano a quell'opera che torni piu acconcia at 
bisogni ed alia diffusione della vera Omiopatia in Italia. » 
Ci6 segna in modo generale l’intento che ci proponem- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


mo. Dipendera dal buon volere e dalla generosity degli 
amici della Omiopatia l’affrettare il tempo in cui ad es- 
sa ne sia dato erigere in Italia quel monumento che la 
faccia meglio conoscere e ne faccia apprezzare e godere 
al pubblico gl’incommensurabili beneficj. 

Ma anche prima che cio avvenga spetteri intanto 
alia Societa nostra T onore di aver contribuito alia fon- 
dazione di un piccolo ospedale omiopatico, — fondazione 
che, a tenore di quanto venne annunziato nella nostra 
riunione del decorso anno, fu decisa da un benemerito 
concittadino italiano, amatore caldissimo e intelligente dalle 
verita Hahnemanniane. Al quale proposito godiamo anti- 
cipare ch’egli assegnava gia a tale nobilissimo scopo la 
somma conveniente, stabilendo che un medico della nostra 
Society, debba essere il direltore curante del clinico sta- 
•bilimento; e non havvi che una circostanza, sulla quale 
delicati riguardi ne comandano il silenzio, che ne fara dif— 
ferire solo di alquanto 1’ attuazione di questa casa di sa¬ 
lute. Avremo indi subilo il modo di mostrare col fatto 
ci6 che possono in confronto della omiopatia bastarda, 
che mal si appella Omiopatia, i grandi e conculcatf in- 
segnamenti dell 'Organo. 

Dopo questa piu esplicita e consolante partecipazio- 
ne debbo ora, egregi collegbi, esprimervi il dolore che 
son certo dividerete con me per la perdita del nostro a- 
bilissimo e stimato presidente Dott. Saverio Friscia. Mente 
acuta e lucidissima, fino da quando seguiva il corso me¬ 
dico all’universita di Palermo rimase egli nauseato e a- 
borrente da quel cumulo di false dottrine che l’allopatia 
insegna; ed ebbe pentimento di essersi dato alio studio 
della medicina, quando una buona vehtura lo porto a co- 
nosoer VOrgano e le altre opere di Hahnemann* E allora 
disse: quivi e la verity, questa voglio seguire, e ad essa 
d’ ora innanzi saranno devoti i miei studi, le mie fatiche. 
E cost fece, rimanendo sempre fermo nelle convinzioni 


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RIVISTA 0MI0PAT1CA. 


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acquistate, coriservandosi invariabilmente nella via trac- 
ciata dal Maestro, e nulla volendo aver di comune coi 
bastardi, coi corruttori della Omiopatia ch’ ei soleva as- 
pramente stimmatizzare. Nb le sue erano vane parole: i 
fatti stavano la a confermarle. Fra i quali fatti importa 
soprattutto che non sia dimenticato quello della stupenda 
guarigione che otteneva sopra se stesso lorquando venne 
ad affliggerlo una carie degli ossi del terzo inferiore del- 
l’avatnbraccio presso il polso. Trovavasi egli allora a Pa- 
rigi, in quei 10 anni fra il 1850, e il 1860, duranti i 
quali esercitb splendidamente Omiopatia nella capitale 
della Francia. Gli amici e quanti s’interessavano alia sua 
salute riputavano indispensabile l’amputazione; e fra que- 
sti anche i colleghi sedicenti omiopatici, dei quali taluni 
che andavano per la inaggiore, sentenziavano e consiglia- 
vano la necessity che mediante operazione chirurgica ve- 
nisse reciso il membro infetto: proprio nel modo che i 
falsi omiopatici anche in Italia ed altrove sogliono prati- 
care. Ma egli che 1’Omiopatia comprendeva profondamente 
e sapeva di che fosse capace quando secondo gl’insegna- 
menti del sommo maestro applicata, respinse sempre gli 
antiscientifici consigli, e con sapiente cura svergognb gli 
sciocchi consiglieri, e fece meravigliare gli amici: la ca¬ 
rie fu perfettamente guarita, e il suo braccio rimase in- 
tegro e sano finchb gli dur6 la vita. 

Per questo suo sentire schiettamente conforme ai 
dettati Hahnemanniani il Dott. Friscia fu lietissimo, e ne 
incoraggib e di gran cuore si compiacque nella fonda* 
zione della Society nostra. E furono tali sentimenti che 
ci tennero sempre uniti di schietta ed affettuosa amicizia, 
ad onta che in altri argomenli da lui grandemente ci di- 
lungassimo. D’altra parte noi sapemmo apprezzare, anche 
compassionandone gli errori, le sue rare qualita, la schiet- 
tezza del carattere, la bontb, dell’animo, la prontezza nel 
beneficare, la naturale probita. Doti tutte le quali, con- 


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12 


RIV1STA OMIOPATICA. 


giunte alia concordia nella devozione al genio ed agl’ in- 
segnamenti del nostro fondatore, ci faranno rimpiangere 
lungamente la sua dipartita. 

Per consolarci della quale vengono ora a rinfrancarci 
due recentissimi aquisti che faceva la Society Hahneman- 
niana nei due egregi giovani collegia i Dottori Torquato 
Baldelli e Giuseppe Secondari, i cui nomi siamo lieti di 
veder aggiunti al nostro Albo. 

Ed ora, innanzi di chiudere la nostra relazione non ci 
resta che P obbligo di esprimere a nome di tutti noi i 
sentimenti di devozione e di grato animo a S. A. R. il 
Duca di Parma per la protezione illuminata e per la schiet- 
ta benevolenza colla quale si compiace di riguardare e di 
favorire la nostra Society. Per la quale protezione e be¬ 
nevolenza gli amici della dottrina di Hahneman dovranno 
sentire per l’augusto principe gratitudine e simpatia, men- 
tre ci auguriamo che il nobile esempio frutti conoscenza 
ed amore della vera medicina in tanti che di essa sono 
ignari o non curanti, o amici timidi. 

A questa breve lettura altra ne seguiva del Dott. A. 
Mattoli che rese conto di una mirabile guarigione da esso 
operata in uno di quei difficili casi che gli omiopatici 
meticci, in cio concordi, come in molte altre cose, cogli 
allopatici, rimandano al ferro chirurgico. Tale istoria cli- 
nica vedr& la luce in uno dei prossimi Numeri. 

Dovendosi in ultimo procedere alia nomina del suc- 
cessore al compianto Dott. Friscia, venne con unanime 
accordo assunto alia Presidenza della Societa Haltneman- 
niana Italiana il conte Gherardo Freschi. Egli gi& fin dal 
1849 Presidente onorario dell’Accademia Omiopatica To- 
rinese, e per tanti titoli benemerito deH’Omiopatia, che un 
tempo esercitb fino in Africa, era ben degno di questa 
distinzione: e la Societa nostra fu lieta di offrirgliela. 


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RIPETIZIONE DELLA. DOSE 

del Dott. P. P. Wells 


13 


Molto 6 stato detto e scritto su questo argomento; 
tanto che pud essere da taluno considerato come esaurito; 
ma la sua connessione intima ed import ante coi successi 
clinici lo renderlt sempre un soggetto di attualith e di 
vivo interesse, meritevole dell’attenzione diligente e dello 
studio del medico che tien conto coscienziosamente dei 
doveri della sua professione, e desidera la maggiore per- 
fezione ed i pift grandi successi nelle sue fatiche. Le 
menti le pih elevate che abbia mai avuto Y arte di gua- 
rire, si sono con interesse occupate di ci6, specialmente 
Hahnemann e Boenninghausen (1); ed il mondo non ha 
nomi piu grandi di questi da citare in difesa della verity. 
Dire che essi hanno scritto, vuol dire che hanno scritto 
bene. Ad essi dobbiamo la verity. Dunque, perch& non 
studiare le lezioni che ci hanno date e contentarcene? 
Se i loro scritti fossero fedelmente studiati ed obbediti, 
certo che nulla pih occorrerebbe; ma, sfortunatamente, 
la tendenza del giorno k di mettere in non cale gl’inse- 
gnamenti dei maestri, i quali ci lasciarono una cost ricca 
credits di ammaestramenti per nostra guida nella pratica, 
e di andare, piuttosto, dietro a fuochi fatui, che girano 
di qua e di lit, sparsi da coloro che hanno 1’ ambizione 
di comparire come luci nel mondo, e che scusano la loro 
ondeggiante falsitA. facendo credere che hanno qualche 
cosa di comune collo « scientifico! — e lo « scientifico » 
ha una grande attrattiva per una certa classe di spiriti 
superficiali, i quali persuadono se stessi e vorrebbero 
persuadere anche gli altri, se fosse possibile, che soltanto 
nei loro bassi insegnamenti trovasi profondith di sapienza. 

(1) American Homoeopathic Revietv, pp. 493, 259, 298. 


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14 


RIVISTA 0MI0PAT1CA. 


Furono simili riflessioni che decisero l’autore, quando 
ne fu richiesto, a scrivere sulla ripetizione di un rimedio 
(Sepia), e di procedere a sviluppare, per quanto poteva 
i principii fondamentali di tutte le ripetizioni, di tuiti i 
rimedi, ed in tutti i casi. 

11 motivo per fare una ripetizione b da rinvenirsi 
solamente nel motivo per cui si db la prima dose del 
rimedio in un dato caso. Questo consiste sempre (noi 
parliamo solo di prescrizione specifica o sia omiopatica) 
nel fare tale un’ impressione sulle forze dell* infermo che 
abbiamo davanti, col rimedio piu simile, da cambiarle in 
uno stato di salute. Se abbiamo prodotta quest’ impres¬ 
sione, abbiamo fatto tutto cib che, nella natura del caso, 
b possibile di fare alia medicina per la guarigione, mentre 
1’ azione della dose data e continua. Bisogna ricordarsi 
che la prima impressione del rimedio e simile a quella 
della malattia, in genere, e direzione. Epperb, se la prima 
impressione e ripetuta prima che sia esaurita la sua 
reazione, non si fa altro che ripetere un’impressione la 
quale aumenta 1’ azione morbosa, e non pub, in verun 
modo, contribuire alia guarigione, ma soltanto a rinforzare 
l’azione morbosa che noi abbiamo per oggetto di guarire, 
per ragione dell’azione simile delle dosi ripetute. E l’ef- 
fetto secondo , o il reattivo quello che guarisce. Cost, se 
la prima impressione e ripetuta mentre questo secondo 
eifetto e in progresso, il caso viene retrocesso al punto 
di partenza della cura, con una possibile azione piu intensa 
del processo morboso per effetto dell’azione simile della 
dose ripetuta; e tutte le volte che siffatto errore di pra- 
tica b commesso, quest’ avversa esperienza si viene a 
realizzare. 

Quindi b chiaro che una delle pih important que¬ 
stion'! che si presentano al medico nella prescrizione spe¬ 
cifica b questa della ripetizione della dose. Quando devesi 
ripetere e quando astenersene? Qual’b lo scopo della 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


15 


ripetizione? Non b forse un rinnovare l’impressione, dalla 
quale consegue la reazione che effettua la guarigione? 
Dunque il ripetere quest’ impressione prima che vi sia 
stato tempo affine la reazione possa stabilirsi, nella 
natura del caso, un impedire la guarigione. Se questa 
reazione curativa e gi& in progresso, allora il rinnovare 
T impressione che 1’ ha prodotta deve necessariamente 
interrompere il processo della guarigione, e cio per ra- 
gione della natura esattamente opposta di questi effetti 
primario e secondario delle dosi del rimedio. Da cio. la 
massima, d’ importanza fondamentale. — « Non ripetere 
rnai la dose mentre il migiioramento b progressive. » — 
Ci6 b stato detto gi& e ripetuto molte volte, ma cibno- 
nostante vi furono piu sbagli e danni per erronea ripe¬ 
tizione che per qualsiasi altra causa. Talune volte e cosa 
difficilissima lo evitarli — primo, a motivo di conoscenza 
solo parziale della materia medica — non si b del tutto 
certi che il rimedio scelto sia realmente il piu simile , e 
le continuate sofferenze dell’ infermo costringendoci alia 
domanda: Non sarebbe forse piu appropriate qualche 
altro rimedio, o 1’ aggiungere un’ altra dose del rimedio 
gi& dato non apporterebbe forse maggior sollievo? Que- 
sto, colla giusta ansieta di far meglio per 1’ ammalato, 
ha guastato molti .casi guaribili di malattie croniche, ed 
ha gettato la cura di casi acuti in una confusione ine- 
stricabile. Ci6 b ben conosciuto da quelli che hanno ac- 
cettato 1’ Organon per loro guida nei doveri della pratica, 
ed i quali, coll’obbedienza continua ai suoi ammaestra- 
menti hanno di questi sperimentata la verita, l’autorita 
ed il valore. Non e scritto per essi questo articolo, ma 
per quelli che, mancanti della esperienza di questi, pro- 
vano ancora perplessita e timori per cio che riguarda la 
ripetizione, per quelli che conoscono la regola data di 
sopra, e la obbedirebbero volontieri, ma non hanno anco¬ 
ra quell’ educazione pratica che li renda atti a decidere 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


prontamente tale questions del miglioramento progressive. 
Questo pud essere in certi casi ‘ cosl leggero da render 
difficile il deciders se realmente esiste. E la speranza di 
potere aiutare questi tali in simile difficolth che ha ispi— 
rato questo scritto. Cib pub non essere, ma vi saranno 
domande e dubbi sull’opportunitb. delle ripetizioni; e come 
si risolveranno? La prima regola, e di grandissimo valore, 
che noi suggeriremo per loro guida in tali casi b — 
« In caso di dubbio, non ripetete. » (1) Vi sara soltanto 
ritardo e perdita d’ un po’ di tempo, nel peggior caso, e 
ci6 b di gran lunga minor danno che le confusioni risul- 
tanti dair inopportuna ripetizione delle dosi. 

Vi sono poi due fattori i quali, diligentemente stu- 
diati, possono aiutare grandemente a diminuire la difficolta 
in una esatta decisione della questione sulla ripetizione, 
ciob: primo, la natura dell’ azione morbosa, e, secondo, 
la natura del medicamento. 

Le malattie variano grandemente nel loro rapido 
progresso di azione distruttiva si nella maggiore o minore 
estensione generale di quest’ azione, che in riguardo al- 
l’invasione parziale o generale, degli organi e delle fun- 
zioni del corpo. Ambidue questi fatti hanno una massima 
importanza sulla ripetizione delle dosi e sulla scelta dello 
specifico per la guarigione. Dove il processo distruttivo b 
rapido, come nel cholera maligno, in alcuni casi di croup, 
o di violenti attacchi d’infiammazioni fibrinose, nel loro 
primo stadio acuto, F azione delle dosi del rimedio scelto 
pub essere rapidamente esaurita, e, quindi, in confronto 
con altre forme di malattie, la loro cura pub richiedere 
un’eccezionalmente frequents ripetizione di dosi. E cosl, 
dove pochi organi o poche funzioni sono sofferenti, gli 
errori per le troppo frequenti ripetizioni non sono seguiti 

(1) Qui 1’autore pone in not a le sole parole « Presidente Wayland »; noi 
aggiungiamo quel dettato della sapienza antica che raccomanda in dubiis ab - 
stine. La Direzione. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


17 


da risuliati cosl disastrosi come dove il processo morboso 
b pib generalmente diffuso nell’organismo. La causa ed 
il processo morboso pub invadere 1’ intero organismo, 
come in molti esempi di malattia croniche, e, sebbene il 
processo sia molto distruttivo, b lento nel suo cammino, 
e lento b pure nel rispondere aH’impressione del suo cu- 
rativo specifico; e, percib, se la dose vien ripetuta troppo 
presto perchb b dilazionata la risposta alia sua impres- 
sione curativa, il risultato non sarb altro che un’ impres- 
sione ripetuta del genere e nella direzione dell’ azione 
morbosa, ed, in conseguenza si avrb una condizione di 
aggravamento dell’azione morbosa, aggravamento tanto 
pib forte quanto pib esatta sarb la relazione specifica 
della dose colla malattia. Con quest’ errore, malattie 
guaribili diventano inveterate, e nelle incurabili viene 
abbreviata la vita, con aumento delle sofferenze dell’infer- 
mo finchb vive. Piu profonda b la causa morbosa che ha 
invaso 1’organismo e pib profondi sono i suoi effetti sui 
centri nervosi e sulle funzioni di nutrizione e di assimi- 
lazione, e con tanto maggior tardanza apparirb la risposta 
dell’ organismo all’ impressione curativa dello specifico. 

* Qul 1’ impressione dev’ essere profonda, invadente e per- 
manente. La risposta al vero specifico in queste affezioni 
costituzionali profondamente stabilite non b mai repentina, 
e quivi la sola pratica sicura b d’aspettare finchb il rime- 
dio abbia avuto tempo di agire sul processo morboso 
secondo la sua propria natura e secondo quella della 
malattia ch’esso deve guarire. Se, per caso sembrasse 
che vi fosse una improvisa risposta alia dose data in casi 
di malattie profondamente stabilite, cib b solo una prova 
che il rimedio scelto non era lo specifico del caso. Il 
miglioramento che, forse, b stato tanto incoraggiante, b 
sempre passeggero, ed b seguito quasi sempre da uno 
stato piu inveterate della malattia, da peggiori sofferenze 
e da pib grande difficoltb di guarigione. 11 rimedio o b* 

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.18 RIVISTA OMIOPATICA. 

stato applicable solo parzialmente al caso, od 4 stato 
superficial nella sua azione, non riuscendo, per questa 
sua natura peculiare, a giungere alia sede profonda della 
malattia la quale si intendeva guarire. Era un tentativo 
di raggiungere il male nella sua profonditb e di toglierlo 
via con mezzi i quali estendono la loro forza principal- 
mente alia superficie. La malattia essendo profondamente 
stabilita, il rimedio pih adattato a guarirla dev’esser pene-. 
trante, da arrivare fino alle sorgenti dell’ azione vitale, 
malata o in salute. Gli effetti curativi di tali rimedi non 
possono essere una sorpresa improvvisa. Essi sono svilup- 
pati dopo che b passato il tempo necessario per giungere 
a queste profondith e per padroneggiare i mali che furono 
mandati a debellare. 

Come per le malattie, cost b pei rimedi che devono 
guarirle. Questi differiscono grandemente in quanto alia 
rapidity d’azione, in quanto alia potenza di penetrare 
1’ organismo generalmente, ed in quanto-al tempo neces¬ 
sario per effettuare la loro reazione curativa. In questi 
fatti si trova una seconda bella applicazione della natura 
dei curativi alle loro malattie. Primo, nella somiglianza 
d’ azione dell’ uno coll’ altra nel genere e nella direzione 
delle loro forze; e, secondo, nella maggiore o minore 
forza generate penetrante dell’ agente morboso, e nella 
azione rapida o lenta di ciascheduno. Per regola, i rimedi 
di subitanea e rapida azione esauriscono presto la loro 
forza, e sono comparativamente superficiali nelle loro 
impressioni. Arnica b un esempio della classe dei rimedii 
caratterizzati da questa azione subitanea, la quale, in alcuni 
attacchi violenti di malattia, db gran valore al medica- 
mento in ragione di questa parlicolaritb. 

Nella esperienza dello scrittore di questo articolo, 
sul principio della sua pratica omiopatica, accadde al 
medesimo di osservare l’azione benefica di questo rimedio 
In un caso gravissimo di pleuro-pneumonite doppia in 


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RIVISTA OMIOPATICA. 19 

una bambina di cinque anni. La fierezza dei dolori tra- 
figgenti in ambo i lati del petto ad ogni tentativo per 
respirare avevano ridotto quest’ atto alia maggior brevity 
compatibile per continuare a vivere. Gli amici della bam¬ 
bina le stavano intorno, aspettandosi che queste brevi e 
rapide respirazioni cessassero ad ogni minuto. Ed esse 
erano cost ristrette e dolorose che tale aspettativa sem- 
brava dover essere pienamente giustificata. Fu in que¬ 
st’ estremo del dolore e dell’ evidente pericolo che un 
cucchiarino d’acqua, nel quale erano stati disciolti pochi 
globuli d’una potenza d’Arnica, venne offerta alia bam¬ 
bina, nella certezza che avrebbe alleviato il suo dolore. 
Essa aprl la bocca per ricevere la dose, ma al momento 
che il cucchiarino le toccb le labbra, diede un forte grido, 
' e disse: « Non mi fa — sto peggio. Ebbe luogo una pih 
fiera trafittura, ma non ve ne furono piu altre. L’ effetto 
fu letteralmente cost rapido come il fulmine. Il sollievo 
fu tanto subitaneo e tanto completo che alcuni degli amici 
andarono via, pensando che la morte ch’ essi avevano 
cost ansiosamente e cosi penosamenle aspettata, aveva ora 
liberata l’inferma dalle sue sofferenze. Non si riebbero 
dal loro dolore che quando videro la bambina respirare 
tranquillamente, e tranquillamente addormentata in un 
sonno dal quale si sveglib convalescente. 

Nell’estremo opposto della serie che abbraccia rime- 
dii di pronta e di lenta reazione pub rinvenirsi la mag¬ 
gior parte di quelli che Hahnemann denominb « antipso- 
rici. » Essi sono comparativamente lenti, penetranti, e 
persistenti nella loro azione. Essi vanno a ricercare le 
ime profonditb delle forze vitali morbosamente affette, 
come lo ebbe fatto prima la causa morbosa attiva, seguendo 
quest’ultima fino al centro delle sue attivitb. distruttive, 
e mediante la sua natura simile, neutralizza e padroneggia 
queste condizioni croniche morbose, che non hanno in 
loro stesse limite di durata, nb tendenza a guarire spon- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


20 

taneamente. E soltanto con tali rimedj penetrativi e di 
lunga azione che queste lente e certamente fatali malattie 
sono domate; fatali ciob, se non vengono rimosse dal 
rimedio antipsorico giustamente scelto e giustamente am- 
ministrato. 

Vi sono alcuni dei cost detti antipsorici che hanno 
posto nella cura delle malattie tanto acute quanto croniche. 
Quando sono dati in quelle, la loro ripetizione dev’essere 
governata dai principii che si applicano a tali malattie, 
e decidono della ripetizione delle dosi di medicine non 
antipsoriche. Tali malattie, che hanno un corso piu. rapido, 
possono richiedere dosi di rimedi antipsorici piu spesso 
di quello che si darebbero in casi cronici o psorici. Per 
esempio, Arsenico in una dissenteria per la quale si trova 
appropriate, pub essere ripetuto piu frequentemente e pift 
profittevolmente che in un caso di tisi accompagnata da 
febbre etica. Ma in questi casi la legge che li domina 
tutti, siano acuti siano cronici, deve comandare le ripe- 
tizioni. La legge b questa: Non ripetete mai una dose 
mentre il miglioramento tien dietro a quella gia data. 
Ed a fortiori, non cambiate mai rimedio in queste cir- 
costanze, perchb tentato dalla speranza di fare qualche 
cosa di meglio. Molti casi sono stati rovinati e molte vite 
sono state perdute per aver ceduto a questa tentazione. 

Ma, dice il principiante: « Come far6 io a conoscere 
se il miglioramento b progressive in un dato caso? * Sen- 
za dubbio questa domanda ha spesso imbarazzato taluno, 
ed imbarazzerb, in avvenire molti altri. Il cammino senza 
pericolo b serapre assicurato se la breve regola gib data 
viene rammentata ed obbedita. La domanda implica dub¬ 
bio nella mente del prescrittore. Quindi, a motivo del 
dubbio, non ripetete. La sola perdita che avvenga per 
aspettare che il dubbio sia rfmosso, b quella di un poco 
di tempo. La perdita per una ripetizione mal fatta o per 
un erroneo cambiamento di rimedio, pub essere una per- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


21 

dita della vita. E per lo meno certo che cib conduce ad 
una confusione del caso, ad un aumento di sofferenze e 
di pericolo pel paziente, ed a maggiori difficoltb di gua- 
rire pel medico. 

Ma quanto aspettare per la reazione curativa che 
dovrebbe seguire ana data dose? Quanto tempo bisognerb 
aspettare prima di ripetere con sicurezza la dose del 
rimedio gib dato? Questa domanda sarb certamente fatta 
spesso, ed il rispondervi con soddisfazione pub essere 
sovente difficile. Per uscire da questa difficoltb prendete 
in considerazione la natura della malattia e quella del 
medicamento, in specie avuto riguardo all’azione rapida 
o lenta di ognuno; e se queste sono lente, aspettate. Se 
il rimedio scelto b di breve azione, ciob non antipsorico, 
il caso pub richiedere pib frequenti ripetizioni di quelle 
che saggezza pub volere in casi di carattere diverso. Se 
il rimedio scelto fosse uno dei principali antipsorici ed 
il caso fosse di natura da richiederne uno di questa classe, 
esso potrebbe essere Calc., Caust., Lyc., Sep., Sil., Sulph. 
Non abbiate fretta di conchiudere che avete fatto una catti- 
va scelta perchb avete aspettato per giorni il desiderato mi- 
glioramento; poichb, se il caso b guaribile ed il rimedio 
bene scelto, la scelta sarb giustificata dal desiderato mi- 
glioramento che avete aspettato. Ed allora ricordatevi 
che la lunga durata di azione degli antipsorici ammette 
raramente ripetizioni utili delle dosi. Vi possono essere 
di tali casi, ma questi debbono essere riconosciuti soltanto 
dalla vista sperimentata del maestro. Ed inoltre i rimedi 
che hanno una lunga durata di azione, di rado, se mai, 
sono ripetuti efficacemente a brevi intervalli; e di questi 
Sepia b uno di quelli che hanno pib lunga azione. Dopo 
esaurita 1’ azione della prima dose degli antipsorici di 
lunga durata, se, rivedendo il caso, il rimedio dato 
sembra ancora il pib simile, sarb meglio, ove venga de- 
ciso di ripeterlo, di cambiare la potenza, ,ed il registro 



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RIVISTA OMIOPATICA. 


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delle migliori riuscite in tali casi mostra che un cambia- 
mento ad un numero piu alto, da piu spesso buoni risul- 
tati che il eambiamento ad un numero pifl basso. (The 
Homoeopathic Physician). 


RIFLESSIONI CLINICHE 

del Dott. Ad. Lippe. 


II cocchiere di un vecchio amico il quale venne in 
chiaro che 1’ arte di guarire, quale fu promulgata da Sa- 
muele Hahnemann, era « degna di fiducia », — e ci6 
scoprl coll’ « esperimento clinico » — riferivami che uno 
dei cavalli della sua pariglia di molto valore era amma- 
lato. L’ altro era stato guarito di un incipiente reumati- 
smo con una sola dose di Rhus tox. c un mese fa. Il coc¬ 
chiere dice: 

« Ieri dopo mezzogiorno io guidava al Parco. Dopo 
aver trottato per circa un’ ora, il cavallo comincib ad 
avere diarrea, che crebbe sempre finchb ritornammo a 
casa. Esso non solamente aveva sporcato il parafango 
della carrozza, ma anche la mia livrea. Quando si fu a 
casa e il cavallo si .trovo in scuderia, la diarrea cessb, 
ma il cavallo non si coricb nella notte. Questa mattina 
era quieto, colie palpebre chiuse, come se fosse addor- 
mentato; rifiuta ogni cibo, beve, ma non ha voglia di 
muoversi ». Prescrissi una dose di Bryonia 103ra (Fincke) 
da darsi al cavallo. Esso si coricb quella notte istessa e 
mangid nel mattino dopo. 

Al terzo giorno, dopo aver preso Bryonia, fu attac- 
cato e fece il suo servizio come al solito, e sta bene. 

Commenti: La scelta del rimedio era molto facile. 
Il giorno fit il primo giorno caldo di Aprile; la diarrea 
era peggiorata dal moto, e cessb riposando; le scaricbe 
erano acquose ed offensive; 1’ aversione al moversi ed al 


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RIVISTA OMIOPATICA. ' 


23 


cibo non permettevano di sceglier altro che Bryonia. La 
guarigione fa perfetta e completa; essa fa una guarigione 
omiopatica, non vi b in cid alcun errore. II Presidente 
dell’ Istituto Americano di Omiopatia b ora impegnato a 
sperimentare le alte potenze su persone sane, ed egli ha 
accozzata una giurla di .« esperti » per farlo. Questi gio- 
vani aspiranti alia distinzione sarebbero contrari a spe- 
rimentar Bryonia< 03m (F.) sopra un paio di cavalli puro 
sangue, guidati in un parco in una calda giornata di A- 
prile? E se il loro scientifico sopraintendente non trova, 
che uno o ambidue i cavalli, assoggettati a questo trat- 
tamento, siano attaccati da violenta diarrea/dubitera egli, 
rampollo di scienza, sebbene costretto dall’ evidenza, che 
anche una creatura grossa com’ b il cavallo, possa essere 
e sia stata guarita da un « alta potenza », prendendo 
argomento che la detta potenza non produsse sintomi si- 
mili sul cavallo sano ? Il segreto del successo. non deve 
attribuirsi alia dose soltanlo. Il primo e pih difficile com- 
pito b 1* ottenere un quadro veramente caratteristico del 
caso da trattare. In tal caso questo quadro veniva inter- 
pretato dalla relazione del cocchiere. 

Primo, diarrea peggiorata col tempo caldo, e secon- 
do, peggiorata dal movimento; terzo, avversione a mo- 
versi, ed evidente miglioramento coU’assoluto riposo. Cer- 
cate i sintomi veramente caratteristici d’ un caso prtma, 
e poi trovate il rimedio simile in una Materia Medica 
degna di fiducia, come b quelia di Hahnemann. 

CASI DI MALATTIE CRONICHE GUARfTE 

dal Dott. T. Skinner. 


ATTACCHI DI C0NVULS10NI 
IN UN BAMBINO DI DUE ANNI E MEZZO. 

Un bambino di due anni e mezzo mi fu portato da 
sua madre (una signora), la quale m’ informb che il sue 


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24 RIVISTA OMIOPATICA. 

bambino era stato afflitto dalle convulsioni fin dall’eth di 
tre mesi. Dapprincipio era solito di averne per ore, a- 
desso duravano soltanto minuti, ma erano molto pifi fre- 
quenti ed avevano luogo a qualunque ora del giorno o 
della notte. 

I suoi denti sono per la maggior parte cariati; d 
solito a sudare abbondantemente alia testa; la sua testa 
d grossa, con capelli biondi, e la sua carnagione & bian- 
ca; d per solito pallido e di color pastaceo, con testa 
calda , le fontanelle tardano a lungo a chiudersi, ed egli 
d panciuto. Ultimamente, aveca una interminabile fame 
canina, ed era estremamente irritabile e testardo; e sog~ 
getto a raffreddarsi facilmente ed a prendere il croup 
spasmodico, ed il suo respiro ha sempre un odore acido 
prima dell’ attacco. 

Se qualcheduno si fosse incaricato di scrivere una 
vera fotografia di Calcarea, io direi che questo h il caso. 

Aprile 8, 1878. — Posi sulla lingua del bambino 
una sola dose di Calcarea^ 0m (F. C.) e pregai la madre 
a condurlo da me entro una settimana. 

Aprile 17. — Il bambino con sua madre, accompa- 
gnata da una signora sua arnica, vennero al mio gabinetto 
di consultazioni. La madre m’ imformd che 1’ umore del 
bambino era marcatamente migliorato da una settimana, 
ma che le convulsioni erano invariate. Il bambino che era 
grazioso ed elegantemente vestito, si mise a passeggiare 
per la camera, e mentre io e la madre stavamo consul- 
tando per lo studio del caso ed io diagnosticava il rime- 
dio, il bambino ci risparmib ogni ulteriore disturbo di 
diagnosi e di ricerca del rimedio, rivelandocelo nel modo 
il pih peculiarmente interessante, e con mortificazione e 
vergogna della madre e della signora sua arnica. Il bam¬ 
bino stando in piedi appoggiato ad una sedia, e delibe- 
ratamente, vuotb il contenuto del suo intesiino retto sul 
tappeto del pavimento. 


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R1VISTA OMIOPATICA. 


25 


Si pub immaginare lo stato dei sensi della madre. 
Essa scatl6 su due piedi, rimproverb il bambino, e mi 
pregb di scusarla, spiegandomi in pari tempo che questo 
era sempre il modo in cui il bambino evacuava. « Egli 
deve star in piedi per andar di corpo ». 

Io suonai il campanello e la mia cameriera pull su- 
bito tutto. Poi misi Causticum sulla lingua del bam¬ 
bino, che non ebbe mai piii alcun attacco, e, cid che piti 
monta, egli prese ad andar di corpo in modo naturale, 
cioe seduto sulla seggetta. 

CATTIVI EFFETTI DELLA VACCINAZIONE. 

Febbrajo 7, 1878. — Mi venne condotta una bam- 
bina sofferente di un’ eruzione suppurante al ginocchio si- 
nistro, seguita da violenta oftalmia dell’ occhio destro e 
da un eruzione alia guancia, simile a quella del ginoc¬ 
chio sinistro. Questo stato di cose aveva continuato ora 
piu ora meno marcatamente per almeno quindici mesi, e 
siccome cib aveva seguito subito la maturazione delle pu- 
stole del vaccino, vi era buona ragione da sospettare, se 
non da esser cerli, che la vaccinazione ne fosse diretta- 
mente od indirettamente 1’ agente morboso. La bambino 
chiedeva sempre da mangiare « qualche cosa » verso le 
il ant . Io diedi Sulphur (F. C.) il 7 febbrajo, 1878, e 
S. L. sera e mattina, abbastanza per una settimana, 
quando essa doveva ritornar da me. 

Febbrajo 14, 1878. — Meglio, in generale. L’ eru¬ 
zione sulla guancia destra b quasi sparita. S. L. sera e 
mattina, per 14 giorni. 

Febbrajo 27, 1878. — L’oftalmia e tutto quanto di 
che essa lagnavasi b scomparso, ma si stofina il naso, 
gratta costantemante il deretano, e dice che « essa si 
sente morderli ». Capelli biondi e carnagione bianca, ha 
grande paura al bujo. Dice che prova cib e che ha bi- 
sogno d’ avere un lume. Calcarea 50m (F. C.). 


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26 RIVISTA OMIOPATICA. 

13 Marzo, 1878. — Guarita intieramente di tutto, e 
rimase tale finchb io restai in Liverpool. 

VERTIGINI, DURANTI E DOPO I PASTI, 

DI CINQUE ANNI DI DURATA. 

Introduzione. — Questo caso b cosl peculiarmente 
interessante ed insieme cosl straordinario cbe io devo 
darlo particolareggiato, e per qaesto citerb verbatim le 
lettere del mio infermo: — Nel MarzO del 1871, io mi 
stava rimettendo di un attacco di catarro influenzale, il 
quale terminava con perdita del sonno e grande debo- 
lezza, durante da circa tre anni, nel qual tempo, per 
quanto riguardava la pratica, io era hors de combat. Per 
riguadagnare, se fosse possibile, la mia forza perduta, 
andai al Grand Hotel di Brighton, Sussex, mia favorila 
spiaggia marina. Dopo una settimana che mi trovavo 14, 
durante il pranzo alia table <Th6te vi fu una grande com- 
mozione, ed io vidi alcuni camerieri che con una signora 
cercavano di condurre fuori della stanka un signore gio- 
vane, o, piuttosto, di media et4. Fu chiamato il dottore 
che era addetto all’ albergo, ed io non vidi piu la coppia 
fino all’ indomani mattina. Allora quel signore mi disse 
che soffriva di vertigini duranti o dopo i pasti, e che 
era per questo cosl infelice, che io sentii per esso inter- 
minabile compassione, sebbene tutti i buoni consigli che 
potei allora offrirgli si riducessero a dirgli di fumar meno 
o smetter del tutto, ci6 che non gli fece nessun effetto. 
Egli era uno splendido giocatore di dama e di trie trac 
(backgammon) e noi giuocammo molto insieme, benchb egli 
mi fosse infinitamente superiore. Ci scambiammo le no- 
stre carte, dividendoci, e cinque anni dopo io gli mandai 
una copia del mio breve opuscolo Gynaecology and 
Homoeopathy , mai imaginando che egli potesse ancora 
soffrire della sua trista malattia. In risposta al mio li¬ 
bretto ricevei la seguente lettera: 


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RIVISTA OMIOPATICA. 27 

« 20 Marzo 1876. Caro Signore: Qualcuno m’ ha in- 
viato il vostro piccolo libro, ed io T ho letto con grande 
interesse. Non sono in grado, naturalmente, di interlo- 
quire sulla grande questione, ma so che ho speso coi me- 
dici dopo che vi vidi in Brighton, alcuni anni addietro, 
pih denaro che io non so dirvi, e con nessun risultato. 
Vi ricorderete, forse, che ero solito soffrire di vertigini, 
di canto nelle orecchie, e di una specie di nervosity ge- 
nerale. Voi mi diceste che dovevo smettere di fumare. 
Ebbene, io non ho smesso! Benchd il fumare possa avere 
molto che fare col mio caso (e vi assicuro che la mia 
sofferenza, benchb passi inossarvata agli altri, b veramente 
reale) in sono inclinato a pensare che il fegato sia la vera 
causa di questo disordine. Prima della colazione ho poco 
o punto vertigini, ma immediatamente dopo , io ho o un 
poco di vomilo o una grande pressione alia hocca dello 
stomaco, con erultazione e grande acidila. Il thd ed il 
caff& sembra che aggravino di subito la senrsazione ner¬ 
vosa e che aumentino la vertigine. Qualchevolta — anzi, 
spesso — mi son sentito cosi male, che non avrei osato 
tentare di alzare un bicchiere alia bocca colla mia mano 
dritta. Non che non potessi, ma semplicemente non osavo 
farlo. Camminando nelle strade, mi sento spesso come se 
dovessi cadere, e benchS la sensazione sia, credo, pura- 
mente nervosa, pure non b certo una gradevole compagna. 

« Sono appunto tomato ora da un soggiorno di due 
mesi in Italia, e non c’ b nessun cambiamento in meglio. 

« Sono disposto ad interessarvi a fare qualche 
cosa per me; ve lo assicuro ancora una volta, le mie sof- 
ferenze come ho gi& detto sono molto reali. Non so se 
il cervello o lo stomaco siano la sede vera del male, ma 
quando lessi nel vostro libro « La nube che scompare » 
pensai di scrivervi, e se potete alleviare il mio soffrire, 
ve ne sard gratissimo. Lealmente vostro A. M. * 

22 Marzo 1876. — Gli mandai dodici polveri di 


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R1VISTA OMIOPATICA. 


Chamomilla cm (Swan) da prenderne una mattina e sera a 
secco sulla lingua. Scrivermi quando le ha prese tutte. 
II mio malato dimorava allora quattrocento miglia lon- 
tano da me. 

16 Aprile 1876. — Ricevetti una lettera, colla quale 
mi diceva che non aveva osservato cambiamenti di nessun 
genere prendendo le polveri. Gli mandai allora dodici 
polveri di Nuoo Vomica «»> (Boericke) una da prendersi la 
sera ed una al mattino, finchb non si sentisse decisa- 
mente meglio o peggio. 

11 Maggio 1876. — Mi scrive sentirsi « molto me¬ 
glio di quanto si b mai sentito da due anni. La voglia 
di vomitare b quasi cessata, e sento che le mie dige- 
stioni si fanno assai meglio. II 9 scorso sentii un p6 di 
vertigine dopo colaziene ». 

Gli mandai altre dodici polveri di Nuoo Vornica mm 
(Boericke) con particolare istruzione, che dovevano esser 
prese soltanto nel caso di un ritorno delle vertigini, del 
vomito, o delle aciditJt — in altre parole, nel caso di una 
« ricaduta ». 

6 Aprile 1886. — E stato bene fino ad oggi — uno 
spazio di died anni. — fil questa un’ altra « coincidenza », 
od b una guarigione bona fide omiopatica col mezzo di 
un’ attenuazione millonesima centesimale di Nux Vomica^ 
Se e cosi, allora in questo caso « la verita b pih strana 
della finzione. » ( The Homoeopathic Physician). 


INTORNO A PASTEUR 

Leggiamo nella Bibliothdque Homoeopathique del de- 
corso maggio le seguenti riflessioni lette dal nostro amico 
Dott. Heermann alia Societa Hahnemanniana federativa di 
Parigi: 

Un rumore assai diffuso {Figaro, 13 Aprile 1886) ci 
reca il fatto che segue: 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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Alcuni medici, a nome di una society omiopatica, hanno 
offerto e donato una somma di denaro all’ Istituto Pasteur. 

Fatte delle verifiche, il fatto b innegabile: noi non lo 
discutiamo. Ma 1’ intenzione che gli serve di base non ci 
sembra egualmente chiara; 1’ ammetteremo nondimeno; e 
senza discussione, come buona. V opportunity del fatto su- 
scita in noi alcuni dubbi. 

II Signor Pasteur, uomo laborioso e scientifico, ha fi¬ 
nite coll’ accumulare un gran rumore intorno alle sue ri- 
cerche che devono mettere capo all’ annientamento del- 
T avvelenameto rabbioso nell* uomo per effetto delle mor- 
sicature di animali affetti da rabbia. L’ intenzione h buona, 
ma l’idea, disgraziatamentepel prestigio del signor Pasteur, 
non b affatto nuova. Noi siamo anche costretti a dire che, 
a parte certi processi che forse gli sono particolari, la 
sua invenzione £ un plagio. 

Gli Annali clinici (anno 1848, Lipsia, Bethmann e- 
ditore) citano i saggi fatti dal Dott. Hering (domiciliate 
in Pensilvania, Stati Uniti d’ America), per la guarigio- 
ne della rabbia mediante la vaccinazione colla diluzione 
dello stesso virus rabico. 

I lavori del Dott. Hering e quelli del signor Lux, 
consegnati anche fra i documenti starapati; sono di do- 
minio pubblico da circa mezzo secolo. II fatto b dunque' 
incontestabile e tale che nessun uomo tenuto per dotto, 
non ha dritto d’ ingnorarlo. 

Questi lavori, anteriori a tutto ci6 che la Scuola Mi- 
crobista vorrebbe avere scoperto e relativi, fra gli altri a- 
genti, al virus rabico, al vajuoloso e al carbonchioso, sono 
serviti di base ad investigazioni che sorpassano di gran 
lunga i tentativi del signor Pasteur. La Scuola Omiopa¬ 
tica possiede, in tutto questo dominio, rimedi denominati 
dalla loro sorgente: sono fra essi Syphilinum, Vaccinmum, 
Hydrophobinuvn, 1’ efficacia dei quali non ammette alcun 
dubbio. Molti medici omiopatici ne hanno mille volte fatte 
e verificate le prove. Che uno, non importa chi sia, e sia 
pure un corpo medico, ignori questi fatti comprovati, i 
fatti stessi non restano percid meno provati n& meno in- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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contestabili; ma contestabile b la scienza dei corpi detti 
scientific! che vogliono rimanere ignoranti di ci6 che b 
di loro competenza. 

Del resto il bravo missionario francese che, a rischio 
della sua vita, penetrb nel cuore della Cina, d’ onde c’ invib 
il medicamento antirabico Hoang Nan, ha veduto la saa 
relazione messa nel cestino dall’ Accademia delle Scienze. 

L’ Hoang Nan non resta percio meno un rimedio 
efficacissimo contro gli attacchi del virus rabico. Il corpo 
accademico agisce dunque, anche nelle cose scientifiche 
e umanitarie, secondo certi pregiudizi. Il pregiudizio b 
dogana proibitiva in paese improduttivo, un areopago de- 
risorio che aggiunge parecchie spade pesanti di Brenno 
all’ ineguale bilancia, della quale il lato dell’ interesse la 
vince forzatamente. Ed e il domma che, troppo facilmente, 
dh, origine al partito-preso autoritario! Nella scienza il 
partito-preso b prova di orizzonti ristretti o di crassa 
imbecillitA; nella medicina di crudeM barbara e di vi- 
gliaccheria inqualificabile in faccia alle sofferenze, come 
anche di una mancanza assoluta di carita cristiana. 

Dott. Heermann. 


CENNI TERAPEDTICI 


Se i rimedi bene scelti non agiscono, date: 

Psorinum , quando il paziente mostra un’infezione pso- 

rica. 

Opium, quando b di natura torpida. 

Carbo veg., quando b debole, emaciato, con polso debole. 
Laurocerasus , quando b nervosamente agitato. 

Tutte le donne che sono proclivi ad abortire dovrebbero 
prendere Sepia o Zincum. 

C. Hering. 


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APPDNTl CLINICI 

Una nota clinica di Apis. — Scrive il dott. T. F. Allen: « Un’^- 
ferma frequentemente affetta da tonsillite, fin da quando fu dispe- 
ratamente attaccata vari anni fa di difteria maligna che guari con 
Apis, ravvisa V attacco . della tonsillite she richiede Apis dal naso 
freddo , il qual sintoma b sempre precursore della malattia; senza al- 
cun senso di freddo altrove. Ora Apis arresta immediatamente il dis- 
turbo. Esso non b di alcun vantaggio nelle altre forme del suo dolor 
di gola che non b preceduto dal naso freddo; non sviluppandosi i 
sintomi di Apis. Ma ora Finferma soffre a quando a quando di catarro 
gastrico acuto che si inizia con lingua fredda. Apis non h di alcuu 
giovamento, ma Bismuto ». (The Hahnemannian Monthly). 


Mercurius corrosivus . — Andando a visitare un infermo ad una 
certa distanza dalla cittk — scrive il Dott. B. Ehrman — io feci 
anche una visita amichevole ad un amico vicino che talune volte 
era stato mio ciiente. Entrato in sua casa lo trovai che passeggiava 
su e giii per la camera con grande angustia, e diceva di soffrire 
dolori taglienti agli intestini con emissione di sangue e di mucositfc, 
con sforzi violenti. Io gli feci cader sulla lingua pochi globuli di 
Merc . cor.w e niente piii. Pochi giorni dopo ricevei da lui un 
biglietto col quale dicevami che dal momento che gli amministrai 
quei globuli sulla lingua egli non aveva piii avuto nb dolori, ne 
scariche intestinali. is questo una coincidenza, od h effetto dell’ 0- 
miopatia? (The Medical Advance). 


Hepar sulphuris. — Scrive il Dott. Bruns: « Curai un bambino 
il quale ebbe una leggiera angina della quale guari in due giorni, 
quando una donna della stessa casa venue da me, meravigliata 
ch’io guarissi cosi prontamente la difteria, e mi richiese qualche 
rimedio per la sua tosse tormentosa. Guardai la sua persona ema- 
ciata, e le dissi che forse potevo fare qualche cosa per i suoi dis- 
turbi, ma che essa non doveva pensare che io potessi gnarirla in 
quello stadio di consunzione in cui trovavasi. « Oh no » essa disse 
« sono stata sei mesi nell’Ospedale Generale di Massachusett, e i 
dottori mi dissero che per me non vi era speranza. » Mediante un 
esame il piii scrupoloso rinvenni che sei mesi fa essa aveva preso 
un raffreddore di petto e che erasi formato un ascesso il quale a- 
veva distrutto una parte dell’apice del polmone sinistro che era an- 
cora in suppurazione. Gli spazi scavati fra le costole superiori mi 
dissero la storia. lo detti Hepar sulphuris. In cinque settimane il 
polmone era guari to, la tosse erasi dileguata e le forze si venivano 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


riacquistando. Entro un anno essa ebbe un sano bambino, il quale 
sta bene anche oggi, cinque anni dopo. II tempo migliore per com- 
battere il principio psorico 6 quando il feto trovasi nell’utero. Mol- 
tissimi della nostra professione cio conoscono, e quelli che ne du- 
bitano possono convincersene col dare alia madre cbe ha concepito 
una sola dose di Sulphur , qualora sia indicato, e vedranno che il 
bambino sarh ben diverso dagli altri malaticci nati prima. Con le 
piu alte potenze ci6 sark meglio ottenuto. ( The Medical Advance). 


NOTE E NOTIZIE 


Riferiamo dal Monthly Homoeopathic Review del p. p. Maggio: 

« Siamo informati che il signor G. C. Bentink con suo testa- 
mento lasciava all’ Ospedale Omiopatieo di Londra la somma di lire 
milie sterline libere da ogni peso. 

« Miss J. Durning-Smith la quale pochi anni fa aveva dotato 
lo stesso Ospedale Omiopatieo di sei letti, ora vi ha aggiunto gene- 
rosamente il dono di altri tre. Sono i risultati molto incoraggianti 
ottenuti che indussero Miss Durning-Smith a questa nuova benefi- 
cenza che onora V Omiopatia. 

« Siamo informati che gli amici del defunto Dott. Neville Wood 
sono nel proposito di dotare un letto nel nuovo quartiere dell’ Os¬ 
pedale Omiopatieo in memoria di lui. » 


Leggiarao nella Revista Hahnemanniana di Madrid: 

« Ospedale Omiopatieo. — Nel giorno 9 di Maggio fu amministrata 
la Comunione Pasquale agl’ inferrai accolti in questo benefico sta- 
bilimento, coll’ assistenza a detto atto religioso di gran numero 
di signore componenti la Giunta del detto ospedale e di vari signo¬ 
ri patroni. — In occasione di tale solennitk gl’infermi ricevettero un 
trattamento straordinario, e fu perinesso per tutto il giorno l’ingres- 
so nelio stabilimento alle persone che volevano vederlo e visitare 
gl’ infermi. » 


Alla circolare dei medici omiopatici del Belgio che rimandavano 
al 1889 la riunione che in quest’ anno doveva tenersi a Bruxelle del 
3° Congresso quinquennale internazionale di Omiopatia, siccome an- 
nuziammo nel nostro N° di Maggio, segul assai malcontento da par¬ 
te di non pochi medici omiopatici inglesi. Senza entrare giudici 
delle ragioni da una parte e dall’ altra accampate, dobbiamo per 
obbligo di cronisti accennare che i suddetti medici d’Inghilterra han- 
no assunto essi 1’ incarico della riunione di questo 3° Congresso 
quinquennale ed internazionale di Omiopatia il quale avra luogo a 
Basilea (Svizzera) nei giorni di martedl 3, mercoledi 4 e giovedi 5 
dell’ imminente Agosto. 


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RIVISTA OMIOPATICA 


Anno XXXII AGOSTO 1886. Numero 2. 


LA PILOSOPIA DELLA MATERIA MEDICA, 

IL SUO STUDIO E I SUOI USI W 
del Dott. P. P. WELS 


La buona riuscita nell’adempimento dei doveri della 
medicina pratica implica la conoscenza di molte. scienze. 
Senza conoscere l’anatomia dell’organismo, come possiamo 
noi venire in cognizione delle diverse funzioni delle molte 
sue parti? Senza conoscere queste, nella loro azione ar- 
monica, che & ci6 che noi chiamiamo salute, come pos¬ 
siamo conoscere i disordini di quesio equilibrio i quali 
costituiscono le malattie colie quali ba da fare la medi¬ 
cina pratica? Come dobbiamo noi procedere nel trattare 
questi vari disordini, nel ristabilire il perduto equilibrio, 
senza conoscenza degli agenti, i quali, per legge naturale, 
sono i fattori costituiti ond’essere adoperati in tale rior- 
dinamento? Come scegliere quello conveniente se noi non 
conosciamo la legge di relazione fra gli agenti cbe gua- 
riscono e i disordini esistenti nell’azione vitale che devono 
esser guariti? Come pu6 scoprirsi questa relazione se non 
conosciamo l’esatta natura dei disordini ai quali debbono 
applicarsi gli agenti curativi nella loro pih precisa somi- 
glianza, se vogliamo trattarli secondo la legge? In tal 
modo noi vediamo il legame fra le scienze, la conoscenza 
delle quali costituisce consecutivamente 1’ educazione me- 
dica. Primo, anatomia, quindi fisiologia, poi patologia 


(4) Lettura introduttiva al corso di Materia Medica nel Collegio Medico 
Oraiopatico delle Donne a Nuova-Yorck pel 4885-86. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


(non vi lasciate ingannare da questa parola e non v’im- 
maginate che signiflchi altro o alcun che di diverso da 
quelle forze vitali dislurbate, cio che noi designamo comu- 
nemente sotto la denominazione di « totality dei sintomi», 
poichb cib precisamente 6 l’intelligente patologia, e nien- 
t’ altro); poi materia medica, e poi la legge naturale, 
sulla quale riposa l’intera scienza terapeutica. Queste non 
sono che parti della scienza che voi siete sul punto d’in- 
cominciare a ricercare, e che dovrete finire col padro- 
neggiare. Queste non sono che parti, ma sono parti essen- 
ziali, ognuna delle quali conduce all’ esercizio Mice nel- 
1’ arte pratica di guarire. Esse costituiscono un cerchio, 
che resta rotto se manca qualcuno di questi elementi, e 
1* intelligente esercizio pratico del medico b, per questa 
mancanza, reso impossible. Non puo dirsi che qualcuno 
di questi elementi sia piu necessario di quello che lo 
siano gli altri per una^completa educazione medica. Ognuno 
di essi b indispensabile — nessuno pub essere lasciato 
fuori. 

Ma di questi, noi ora siamo impegnati a parlare 
soltanto della Materia Medica. Che cos’ b dunque che 
costituisce questa scienza? Di che essa si compone? — Hi la 
conoscenza di qualsiasi agente materiale il quale abbia 
in sb stesso il potere di rendere malato V organismo 
vivente , di disturbare, ciob, in tal modo, l’azione delle sue 
forze vitali che l’equilibrio conservatore di quell’azione b 
perduto. Qualsivoglia forma della materia che ha questo 
potere pub essere giustamente incorporata nella nostra ma¬ 
teria medica, ma soltanto dopo che sia stata sperimentata 
su quell’ organismo, e che siano state bene accertate le 
specie di disordini che cagiona sopra ogni parte e fun- 
zione. fU la particolareggiata conoscenza di questo potere 
di far ammalare, che b racchiuso nelle different forme 
di materia, che costituisce la scienza della materia medica. 
Non b di piccola meraviglia il costatare con quale lar- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 35 

ghezza questi poteri sono diffasi nella moltitudine delle 
forme toateriali che incontriamo nel" nostro studio della 
natura materiale esterna. Molti dei piil important! si tro- 
vano lk dove le intelligenze piii dotte si sarebbero meno 
aspettate d’incontrarli. II numero di tali sorprese & dive- 
nuto cosl grande che alcuni studiosi piil diligenti di que- 
sta scienza e pih attivi per il suo sviluppo, sono giunti 
alia conclusione che ogni forma di materia ha dentro se 
stessa il suo proprio e specials potere di far ammalare, 
il qual potere pub venir estratto e reso attivo dal pro- 
cesso di sprigionamento scoperto da Hahnemann; il che 
egli per il primo e pienamente descrive nel suo Organo 
della Medicina Omiopatica. Noi abbiamo detto, e con 
cognizione di causa, che molti di questi poteri di far am¬ 
malare, sono rinchiusi nelle forme materiali nelle quali 
piacque al Creators di collocarli. Il nostro intendimento 
si farh chiaro se nominiamo Silicea, Calcarea, e Carbone 
come esempi. Quests sostanze allorchb sviluppate per 
l’uso clinico, sono fra i giganti della nostra materia me¬ 
dics, mentre nel loro stato naturale sarebbero le ultimo 
ad essere sospettate fornite di poteri capaci di renders 
malati. Nello stato attuale delle nostre conoscenze noi 
non siamo certamente in condizione di negare la verity 
della riconosciuta universality di questi poteri. 

E percib quanto b mai grande la nostra meraviglia 
allorchb vediamo che ogni forma di materia porta in se 
stessa questo potere, e ce lo presents in una individuality 
chiara e distinta da non ingannarsi nb da confonderla 
con quella di nessuh’ altra, e che, nell’ uso clinico, non 
ammette verun cambio o sostituzione. Per quanto grande 
sia la somiglianza d’ azione di due agenti, le differenze 
che esistono sono grandi e reali, e limitano ciascun agente 
alia sua propria sfera nei doveri clinici-specifici, dove uno 
non cede il suo posto ad un altro, e non divide co’suoi 
piil prossimi parenti nb gli onori nb le respousability. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


La mente osservatrice difficilmente cadrb in errore, 
e riconoscerb la vera natura di questo potere di far am- 
malare e di guarire (giacchb, chiaramente, essi non sono 
che una ed istessa cosa) dopo aver avuto una lievissima 
opportunity di osservare la sua azione quale rinviensi 
neir uso clinico delle sostanze che abbiamo mentovate. 
Uno sperimentatore pu6 inghiottire molti granelli di Sili— 
cea o di Carbonate di Calce e non risentire alcuno dei 
molti e piu important effetti di questi fra i piu grandi 
rimedi, riconosciuti da coloro che ci hanno lasciati i nostri 
registri della loro azione sugli organi viventi e sulle loro 
funzioni. Ora l’infermo, che soffre di qualcuna delle sva- 
riate forme della manifestazione tubercolosa, pub inghiot¬ 
tire anche molti di questi granelli senza risentire nessun 
effetto benefico, come quello che tien dietro all’uso di 
queste sostanze, inerti in apparenza, dopo che una con- 
veniente manipolazione le ha rese adatte all’ uso clini¬ 
co. Questo fatto, debitamente considerate, b il primo che 
dobbiamo presentare affine mostrare la vera natura del 
potere che guarisce, ed il quale per noi come studen- 
ti di materia medica, e della pih alta importanza che 
chiaramente comprendiamo; L’osservazione fatta relativa- 
mente a queste due sostanze b vera per molte altre — 
siano terre, metalli o vegetali — in apparenza miti ed 
innocue. Esse sono quiete ed innocue finche il gigante 
che vi sta dentro non b svegliato; ma dopo, chi pub mi- 
surare il loro potere per il bene o per il male, a seconda 
dell’uso che se ne fa? Questa potenza, portata in tal modo 
a farsi sensibile, b la materia del medicamento? e la 
differenza che esiste fra il suo stato grezzo e quello mani- 
polato b soltanto il risultato della divisione meccanica 
delle molecole materiali della materia medicamentosa? 
Tale modo di vedere b stato accettato come atto a spie- 
gare siffatta differenza, nei primi tempi, da molti dei 
nostri migliori osservatori e pensatori. Ma noi crediamo 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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di non ingannarci qaando diciamo che la spiegazione b 
totalmente inadequata a risolvere il problema quale ci si 
presenta nelle nostre piii recenti esperienze omiopatiche. 
La semplice divisione della materia medicinale, che b 
inerte nel suo stato naturale, messa in relazione cogli 
organi viventi e colie loro funzioni, non darebbe per ri- 
sultato che una moltiplicazione del numero di cbrpi inerti. 
Ci6 che b inerte nella massa sembrerebbe doverci dare 
solamente l’inerzia nelle molecole. Non b facile il vedere 
come la divisione meccanica possa aver cambiata la loro 
natura. Ma si dice che la divisione permette il contatto 
di un numero maggiore di molecole colie superficie vivente, 
e che, percid, si realizza il maggiore effetto. Come pub 
cib essere se le molecole sono inerti? La moltiplicazione 
ed il contatto non possono cambiare la loro natura. Noi 
parliamo, s’intende, di sostanze come la Silice e la Calce. 
Ma l’insufficienza della spiegazione b piu chiara se noi 
prendiamo a considerare Natrum muriaticum. Questo sale 
b preso da noi giornalmente, ed offre cost maggiore faci- 
lita per la separazione della sua costituzione molecolare, 
eppure non ci fa ammalare. Questo fatto ha imbarazzato 
molte menti d’ingegno e ne ha rese scettiche altre circa 
il suo potere di far ammalare. Tale scetticismo condusse 
i nostri degni, onesti, intelligenti ed industriosi amici, di 
Vienna a sperimentarlo. Questa era certamente cosa mi- 
gliore che il solito rifugio dello scetticismo — l’assoluta 
negazione. Ed il risultato fu anche migliore. Essi speri- 
mentarono a grosse dosi il sale grezzo, solubile; ne pre- 
sero una grande quantity, eppure non ne provarono alcun 
male. Erano sul punto di decidere che non aveva alcun 
potere di far ammalare, perchb essi non ebbero sintomi 
di malattia. Ma ebbero la saggezza o la buona fortuna, 
dopo quest’insuccesso, di prendere il sale che era stato 
manipolato per uso omiopatico — questi uomini che cre- 
devano solo nella medicina materiale — e il risultato fu 


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38 RIVISTA OMIOPATICA. 

che rimasero attoniti ed insieme ammalati. Essi ebbero 
allora un’abbondanza di sintomi, e lo scetticismo scorn- * 
parve. Dello scetticismo furono perfettamente e perma- 
nentemente guariti, benche dicessero di esserlo contro i 
loro pregiudizi e contro la loro volonty. Questo sale, preso 
alle dosi di mezz’oncia, un’oncia, due oncie, non produsse 
sintomi. Clio non poteva avvenire per mancanza di divi- 
sione delle sue particelle materiali, perchb la sua pronta 
solubility rendeva facilissimo questo fatto — ed inevita¬ 
ble, pel modo in che venne adoperato — e nondimeno, 
anche da queste dosi disordinate, non si ebbero sintomi. 
Questo esperienze degli sperimentatori di Vienna ci con- 
ducono alia rivelazione della vera natura di cib che 
nel medicamento ci rende rnalati, e mostano che ci6 
non b effettuato dalla materia della droga. 

Come abbiamo detto, una giusta veduta della natura 
del potere che guarisce e essenziale ad uno studente di 
materia medica se egli vuol giungere ad una conoscenz'a 
intelligente e razionale della scienza. Noi' ora aggiun- 
giamo,. che cib b indispensabile per chi esercita la medi- 
cina specifica, s’ei vuol ottenere nei doveri della sua 
pratica i successi nel guarire che essa rende possibili. 
Come pub egli fare un uso giusto ed intelligente dei mezzi 
che la medicina specifica pone nelle sue mani- se -b 
neir oscurity riguardo alia vera natura di questi mezzi, 
o se trovasi sotto gl’inganni di un falso giudizio riguardo a 
cib ed alia vera natura di ci6 che devono guarire? Egli pub 
solo ottener risnltati i quali sono frutti naturali di inganni, 
o se sfugge a questi non sara che la conseguenza di un for- 
tunato errore. Ora, o giovani Signore, siccome noi speriamo 
per voi migliori cose che un’eredity di falli e di disfatte nel- 
la vostra vita di pratica futura, ad aiutarvi nella realizza- 
zione di queste speranze noi tenteremo di dilucidare alcun 
poco ancora questo principio d’importanza fondamentale 
nei vostri studi ora e nel tempo della vostra vita pratica 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


39 


consecutiva. Se voi cominciate bene, i vostri studi e la 
•'vostra pratica riusciranno per questo fatto pill illuminate 
e pih conformi alia verity. 

Vi b un’altra maniera nella quale i medicamenti ma- 
nipolati agiscono in modo interamente ad essi caratteri- 
stico; il qual modo di agire conferma la natura immate- 
riale dell’azione che opera quando essi rendono malati 
gli organi e le funzioni Questa azione b stata molte volte 
sperimentata in casi di persone che s’incontrano talvolta, 
e che sono dotate di sensibility eccessiva all’ azione dei 
medicamenti. Noi non siamo in nessun modo certi che 
quest’ azione particolare sia limitata all’ esperimento di 
quelle persone eccessivamente sensitive. L’ abbiamo visto 
soltanto in qneste; ma abbiamo udito che ci5 b accaduto 
anche ad altre, le quali, per quanto sappiamo, non die- 
dero altra manifestazione di sensitivity straordinaria al- 
1’azione delle droghe. Quest’azione particolare fu vista 
per la prima volta da me in un’ammalata che possedeva 
tale carattere infelice, molti anni fa. Essa teneva fra il 
suo pollice e l’indice una boccettina piccola, turata, nella 
quale erano globuli medicati colla trentesima potenza, di 
Pulsatilla. Dopo circa due minuti disse: « La sento che 
sale su per il mio braccio ». Io presi immediatamente la 
boccettina e la rimisi nella mia farmacia tascabile, alia 
quale apparteneva. L’ avevo appena ricollocata ch’ essa 
gettb un grido disperato e dichiarb che sentiva come se 
« ogni sua speranza si fosse da lei dileguata. » Il suo 
aspetto era quello della perfetta disperazione. Piangeva 
violentemente, le sue lagrime scorrevano in gran copia, 
e si lamentava amaramente mentre io, seduto, scriveva 
la narrazione che mi faceva delle sofferenze, finchb ne 
empii due pagine del mio registro tascabile dei casi. Con- 
frontando queste note' con il registro dei sintomi di Pul¬ 
satilla, si trovb che esse non erano altro che una buona 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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traduzione Inglese di quel registro. La mia Materia Me - 
dica era in Tedesco. 

La Signora F. B. di cinquanlaquattro anni, teneva 
in mano una boccetta contenente alcuni globuli medicati 
colla 6 M. (potenze flussionali di Fin eke) di Lachesis. In 
quattro minuti essa ebbe la prova dell’ azione del medi- 
camento, 'azione che continub per sei giorni. Provb essa 
una ripetizione di pih che quaranta sintomi delle speri- 
mentazioni originali di Lachesis fatte da Hering. Se qual- 
cheduno fosse disposto a riguardare questi esempi o prove 
di un rimedio potentizzato come eccessive, e stravaganti, 
e non degne di fiducia a motivo dell’estensione alia quale 
b stata portata la sua dinamizzazione, s'istruisca coi risul- 
tati dell' esperienza di questa signora intelligente. Dal 
punto di vista del materialista, senza dubbio, questa forma 
di preparazione medicinale b un’assurditb. Ma le sperienze 
della medicina furono fatti, ed essendo fatti, mostrano 
efficacemente la falsity delle vedute e delle obbiezioni del 
materialista circa la natura e 1’ azione del medicamento. 
Con questo esperimento la detta signora fu anche guarita 
di una sofferenza cronica che durava da molti anni. Pub 
lo scetticismo in tal caso annullare questo fatto, e, colla 
su£t negazione, rendere nuovamente malata la signora? 

II mio defunto amico, Dott. E. T. Richardson, fece 
un’eccellente sperimentazione di Lachesis tenendo in mano 
una boccetta che conteneva globuli medicati con quelia 
droga. Per quanto io so, egli non aveva mostrato alcun 
segno di eccessiva sensibility all* azione del medicamento 
prima o dopo di questa sperienza. 

H. H., un givane medico non conosciuto per eccessiva 
sensibility aveva in mano una boccetta contenente globuli 
medicati fiuchb cib gli divenne tanto doloroso che non 
poteva pih tenerla, e ne aveva sintomi per vari giorni. 
A1 secondo giorno egli fu attaccato da una infiammazione 


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RIVISTA OMIOPATICA. 41 

della gola perfettamente caratteristica della medicina con- 
tenuta nella boccetta. II rimedio era pure Lacheis. 

Ora, in questi casi, ci6 che faceva ammalare passava 
atiraverso il vetro solido nell’organismo, o queste quattro 
persone erano falsificatrici, ingannatrici, od erano ingan- 
nate. La persona che fu il soggetto della mia propria 
osservazione era una signora di media et&, di comune 
intelligenza e di carattere intemerato. Essa non conosceva 
la medicina che era nella boccetta, e se anche ne avesse 
conosciuto il nome, non sapeva nulla nb della sua natura 
nb della sua azione. Eppure essa fece tale esperimento 
di quell’ azione che io oserb dire non se ne sar& dimen- 
ticata mai. L’ espressione della sua fisonomia ed i sinto- 
mi mentali erano quali furono sperimentati da coloro che 
presero forti dosi della medicina. Il linguaggio col quale 
questi effetti delle forti dosi venivano espressi era tra- 
dotto esattamente nelle espressioni di questa donna sof- 
ferente. Se l’espressione della sua fisonomia era un ingan- 
no, fu certo il pih notevole saggio di azione drammatica 
che io abbia mai vista rappresentare; eppure ne ho viste 
molte e fatte dai migliori artisti drammatici. Ora, queste 
due pagine di sintomi dei quali fui testimonio ed i quali 
scrissi, e lo sguardo carattftristico delLinferma o furono 
gli effetti genuini del contenuto della boccetta, o furono 
effetti d’un’impostura pift degna di nota, se b possibile, 
del passaggio della medicina, nella sola maniera che si 
pub concfepire, ciob attraverso il vetro della boccetta (essa 
non toccava il turacciolo) nel suo organismo. I fatti nar- 
rati o furono genuini o furono una giunteria, ovvero 
furono coincidenze accidentali. Strani come furono e sono, 
ogni tentativo di spiegarli altrimenti che come legittimi 
risultati dell’azione del contenuto nella boccetta sul suo 
organismo estremamente sensitivo, termina in assurditb, 
tali delle quali non pub esservene altra maggiore. Erano 
queste estreme manifestazioni della mia inferma soltanto 


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42 RIVISTA OMIOPATICA. 

coincidenze accidentali dal medicamento ricordato? Con- 
verrebbe rammentarsi che queste sofferenze farono ripe- 
tizioni dei sintomi del rimedio registrati nella materia 
medica senza mescolanza di altri fatti, e che queste furono 
solianto i sintomi caratteristici della droga. Possiamo noi, 
avuto riguardo al numero ed al carattere di questi sin¬ 
tomi, supporli una coincidenza senza cadere nell’ estremo 
dell’assurdity, o supporli un’impostura dell’ammalata senza 
accorgerci che questa b un’ impossibility? 

La Signora F. B. moglie di un medico eminente 
sperimentb piil di quaranta fra i sintomi delle sperimen- 
tazioni di Hering con il Lachesis. Essa non sapeva nulla 
del potere che aveva di far ammalare ci6 che contene- 
vasi nella boccetta, epperb non poteva esservi inganno 
da parte sua. Se noi vogliamo allegare il caso o.la coin¬ 
cidenza per ispiegare le sue interessantissime esperienze, 
se noi ci affatichiamo a calcolare le probability o le pos¬ 
sibility matematiche di pih che quaranta fatti, il risultato 
delPazione di un dato agente, che vien ripetuto, dopo 
uno spazio di mezzo secolo, coll’ esperienza di un altro, 
che non aveva nulla da fare coll’agente che produsse i 
quaranta fatti originali, noi ci troveremo probabilmente 
convinti di un’ assurdity che va fino ad una impossibility 
dimostrata. Aggiungiamo a ci6 la guarigione della sua 
malattia cronica, e che cosa avry a dire lo scettico colla 
sua unica « dodicesima. potenza centesimale » ? 

E quindi, nel caso dei due dottori, che inter*esse po- 
trebbero essi avere a testimoniare il falso? Essi avevano 
intelligenza bastante da comprendere i fatti che afferma- 
vano. Essi conoscevano quello che sperimentavano, erano 
piu o meno famigliari co' suoi effetti. E dissero che le 
sofferenze che sentirono vennero cagionate dal contenuto 
della boccetta che tenevano fra il pollice e l’indice. Non 
erano essi tanto interessanti nella verity dei fatti che 
sperimentavano e tanto competenti testimoni di questa 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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verity, quanto pud esserlo qualsivoglia negatore della loro 
testimonianza, il quale non ha mai veduto, nd conosciuto 
assolutamente nulla di tale materia? 

Vi d qualche forma di materia cost attiva come que- 
sto potere morbifico dei medicamehti che agirono nella 
sperienza di queste pefsone? Vi sono state molte di que¬ 
ste sperienze — moltissime. Io stesso ne ho viste parec- 
chie. Vi d qualche scienziato od altra persona che abbia 
visto le molecole materiali dei medicamenti o di qualunque 
altra forma della materia, che trapassi pei meati del vetro 
solido ed affetti l’organismo vivente come negli speri- 
menti sopra narrati? No: no per la prima volta. Ed abbia- 
mo noi torto nell’ affermare che la relazione di ciascuno 
non d altro che una dimostrazione della natura dinamica 
del potere che rende malati? Se voi cominciate male, 
tutto cid che segue d oscurita e confusione. 

Noi abbiamo veduto nei nostri esami delle esperienze 
cliniche e delle sperimentazioni di Calcarea, di Silicea e 
di Natrum Muriaticum, la prova che in questi agenti che 
fanno ammalare e guariscono le malattie, non vi e la 
sostanza materiale di questi agenti. Noi aggiungianao, a 
motivo dell’importanza del soggetto per coloro che voglio- 
no dedicare la loro vita in servizio dell’ arte di guarire, 
che in nessun altro membro della nostra materia medica 
cid che guarisce d la sostanza materiale di quel membro. 
II primo fatto che presenteremo in prova di tale asser- 
tiva d — che il potere che guarisce non obbedisce alle 
leggi della materia. Una di queste leggi d che dove la 
forza procede dalla materia la somma della forza d deter- 
minata dalla somma della materia. Se cid fosse vero di 
questo potere curativo, allora piu grande d la dose e piil 
certa dovrebbe essere la guarigione, a motivo della pre- 
senza di un maggiore potere di guarire nella maggiore quan¬ 
tity della materia che la droga ha in se. Ora, l’esperienza 
d esuberante a dimostrare che per quanto riguarda questo 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


potere che guarisce, accade appunto il contrario, ed b 
stato osservato in cosi gran numero di casi da formare 
prova positiva, che ci6 che guarisce non b la materia 
del medicamento. Molte migliaia di volte sono state effet- 
tuate guarigioni con dosi nelle quali, per riguardo a 
materia, ve ne era molto meno che nelle piil grandi dosi 
dello stesso rimedio, le quali avevano fallito nei medesimi 
casi; cosicch6, se il potere curativo fosse materia, rove- 
scierebbe la legge che proporziona la somma della forza 
alia somma della materia dalla quale procede. Se il potere 
fosse materia, il meno ha guarito molte volte prontamente 
e perfettamente, dove il piu non b riuscito. Tali fatti, e 
ve ne- sono moltissimi, dichiarano nei piu chiari termini 
che cid che guarisce non b la materia del medicamento, 
a meno che non si possa mostrare che ve ne b in mag- 
gior copia nei meno che nei piil. 

(11 fine nei prossimo numero) 


NOTE DA UN DISCORSO ESTEMPORANEO SU PLUMBUM 

del Prop. J. T. Kent. 

(Frank Kraft, stenografo) 

Plumbum: Le sue malattie e come guarirle. Cio 
comprende non solamente il piombo metallico, ma anche 
le sostanze plumbee. L’acetato b un sale cosl mutabile, 
come pure il carbonato, che i loro effetti sono quasi iden- 
tici cogli effetti del piombo in generale. Forse fra i primi 
effetti del piombo vi sono le affezioni dell’addome; essi 
continuano per un tempo considerevole, producendo altri 
effetti sul cordone spinale e debolezze dei muscoli esten- 
sori, finch&, finalmente, noi abbiamo perdita completa del 
potere nei muscoli estensori e la conseguente atrofla; 
allora b che alcune volte abbiamo la « paralisi dei mu¬ 
scoli estensori delle mani » (wrist-drop), e nei primi 


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RIVISTA OMIOPATICA. 45 

sintomi abbiamo nell’ addome cid cbe coraunemente si 
chiama colica di piombo. Questa medicina b un veleno 
rftetallico molto potente e di durata, cbe affetta l’intera 
economia e produce sintomi cbe si prolungano e sembrano 
non cedere mai ad alcuna specie di cura, tranne cbe 
alia cura specifica, che voi troverete essere l’omiopatica. 

Noi abbiamo ottenuto sintomi dall’ acqua cbe era 
corsa in tubi di piombo, dal dormire in camere dipinte 
di fresco, da pittori, e dall’ uso di tinture di capelli con- 
tenenti piombo; e da tuttocib noi abbiamo procurato 
sintomi che sono in armonia colie sperimentazioni pure 
di piombo, ed essi sono talvolta riferiti come corrobo- 
ranti dei sintomi che hanno luogo quando si b adoperato 
acetato di piombo per lavare o tingere i capelli — nei 
quali casi esso produce cost profonda impressione sul 
cervello, che alcuni de’suoi primi sintomi sono accom- 
pagnati da delirio e da grande eccitamento, con depres- 
sione d’ animo e grande ansieth mentale. La paralisi 
scorre attraverso un gran numero di muscoli, sp'ecialmente 
alle palpebre superiori ed agli estensori, il globo del- 
1’ occhio si sente troppo grande, e vi b giallezza della 
sclerotica. 

Col piombo noi abbiamo, dopo lungo tempo, negli 
sperimentatori di esso, talvolta nei pittori che fanno uso 
di piombo, un’ aspetto della pelle cereo, pallido, untoso, 
lucido; questo b sintomo marcato in Plumbum, come in 
Thuja od in Nat. mur.; in fatti, l’aspetto untuoso b pill 
marcato, mentre l’aspetto cereo b meno prominente; la 
faccia b turgida e talvolta trasparente, come quella' che 
si trova in Arsenicum; vi b gonfiore di ambi i lati della 
faccia, o turgidezza di un solo lato. I denti diventano 
neri e sono coperti con un essudato nero, giallognolo, 
glutinoso; e diventano pure talvolta neri come quelli 
osservati nella sifilide ereditaria; e Plumbum, Kreosotum, 
e Staphis. sono i rimedi ai quali si deve ricorrere quando 


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RIYISTA OMIOPATICA. 


vi b questo sintomo. I ■denti diventano molli e si rompono 
in pezzi, e vi sono offese o danni intorno alia bocca; le 
gengive si gonfiano e diventano color di piombo, mostrando 
una linea color di piombo attorno al margine delle gen¬ 
give. La bocca ha sapore disgustoso; ha un gusto stoma- 
chevole, dolciastro; saliva dolciastra. II dolciume bcomune 
colle secrezioni della bocca. Allora si vomita il dolciastro; 
rutti spasmodici; rutti di un vomito dolciastro unitamente 
a dolor di testa. Esso compete in ci6 con Iris versicolor. 

Vi b una superficie che sembra sporca, aftosa, nell’interno 
della bocca e sui margini della lingua. 

Plumbum b pieno di sintomi isterici; esso ha stran- 
golamento isterico; esso ha il globus hystericus; esso ha 
le contrazioni isteriche; esso ha il pianto isterico e le 
illusioni isteriche; in realty esso ha quasi tutto lo stato 
mentale dell’ isterismo. 

Pustule sporche di aspetto porporino nella bocca e 
sulla punta della lingua. Esso ha paralisi dei muscoli 
che accelerano la deglutizione, tanto che sul principio si 
possono ingojare i liquidi, ma non i solidi; finalmente, i 
liquidi ed i solidi escono fuori dal naso. I liquidi possono 
essere inghiottiti, ma i solidi tornano indietro per la bocca. 
Bruciore nell’esofago e nello stomaco alcune ore dopo 
aver mangiato; contrazione (costringimento) dell’esofago 
da spasimi; che voi troverete nel testo. Rigettamento di 
acqua dolciastra; rutti a vuoto e dolciastri. Vomito di cibo 
e di sostanze scolorate, con colica violenta. Unitamente ’ 
alio stato colico dell’ addome vi & vomito di feccie —• • 
o di materie puzzolenti come le feccie — vomito fecale 
cosidetto. Vi sono ostruzioni nell’ addome — di fatto, . 
questa medicina produce tale uno stato paralitico dell’ad¬ 
dome, specialmente nella sostanza degli intestini, che essi 
non possono fare il loro dovere. Vi b una estrema aridity. >. 
La colica b ad un tempo spasmodica ed enteralgica. Il . 
vomito si presenta con rigurgito di materie che puzzano 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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come le feccie, vale a dire il vomito ha l’odore delle 
feccie. Ora, nello stomaco e nelF addome, noi abbiamo 
la piu orribile tortura — dolori taglienti, dolori lace- 
ranti, dolori squarcianti; la caratteristica di questo ri- 
medio consistendo specialmente in cib che vi b una 
sensazione di tiramento, come con una corda, all’om- 
belico, la quale sembra che tiri l’ombelico, indietro verso 
la colonna spinale. Un tiramento verso l’interno dell’ad¬ 
dome. Ci6 avviene nella colica ed avviene pure nei disor¬ 
dini interni. Molte volte io considerai un siffatto caso — 
lo considerai e lo riconsiderai — senza trovare alcun 
rimedio simile nei suoi sintomi all’assieme dei sintomi 
presentati, essendo in dubbio dove osservare per il simil- 
limum, e, finalmente, la paziente mi dis'se (dopo aver 
sostenuto molta tortura ed agitazione) che essa aveva 
una sensazione come se fosse tirata da una corda alFom- 
belico; ed ecco li! Plumbum, il solo rimedio che abbia 
finora prodotto questo sintomo, corrispondeva a tutto il 
caso, e traeva fuori una grande armonia dal caos. Cosi 
avviene qando voi avete una grande nota maestra; allora 
voi troverete qualche cosa che armonizzera spesso con 
tutti i sintomi. Non dimenticatevene; vi b una colica vio- 
lenta, Taddome b tirato verso la spina come da una corda, 
con dolori taglienti, contrattivi, con agitazione da non 
potere star fermo, e miglioramento per la fregagione o per 
dura pressione. Una quantity dei dolori di Plumbum sono 
migliorati dalla fregagione e dalla pressione. Le condi- 
zioni paretiche, quando sono accompagnate da dolori acuti, 
sono ravvivate dalla fregagione. Egli b per cib che l’elet- 
ricitb — la batteria elettrica — e le fregagioni fanno 
migliorare la paralisi prodotta da Plumbum o dal veleno 
del piombo; esso stimola i muscoli all’ attivitk, ed essi si 
sentono j>iii ravvivati. Contrazione degli intestini; ombe- 
lico violentemente ritratto; gonfiezza grossa, dura, nella 
regione cecale, dolorosa al tatto e movendosi. Plumbum 

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RIVISTA OMIOPATICA. 


ha prodotto tiflite, e 1’ ha molte volte guarita. Infiamma- 
zione e cancrena degli intestini; ed il sintomo caratteri- 
stico sarebbe quel tiramento all’ombelico. Vi d qualche bru- 
oiore, ma non cosl marcato come in Arsenicum. 

Plumbum d stato uno stupendo rimedio nell’ intra- 
suscessione degl’intestini e nell’ernia — ernia strangolata. 
Molto comunemente una vecchia ernia dura un tempo 
considerevole, e la condizione parettica dell’intestino tenue 
giunge a segno da dar luogo ad una chiusura delle feccie, 
la quale favorisce 1* uscita di questo nodo dell’ intestino. 
L’alleviamento di questa stitichezza, a dispetto del chirurgo, 
spesso guarird quell’ ernia strangolata. Questa cosa non 
potete mai crederla finchd non la vedrete. Nux vomica 
ha molte volte guarito un’ernia strangolata; ciod, essa ha 
guarito il paziente per il momento, non chiudendo l’aper- 
tura — non intendiamo dir ci6 — non vincendo la dispo- 
sizione all’ ernia, ma salvando la vita del paziente col 
semplicemente scaricare gli intestini in un modo naturale 
e semplice, e permettendo all’azione peristaltica di ripren- 
dere la sua attivitd naturale, e cosl ritirando 1’intestino 
nel ventre. Quando il chirurgo non pud soccorrerlo senza 
questo scaricamento voi potete far clisteri finchd siete 
stanchi e potete non riuscire e il vostro infermo pud morire, 
od un’operazione diventa necessaria — la quale spesso 
salva la vita del vostro paziente se d abilmente fatta. Ma 
qual via preferireste voi? Se voi conoscete proprio con esat- 
tezza il rimedio che fa naturalmente questo lavoro scarican- 
do gli intestini - se si tratta di voi stessi - che fareste voi? 
Voi aspetterete tre o quattr’ ore 1’ azione di un rimedio e 
posporrete 1’ uso del coltello. Almeno io lo credo. Io credo 
che preferirete piuttosto Nux vomica o Plumbum che il 
coltello del chirurgo. Non intendo con cid insegnarvi di 
rifiutare l’aiuto del chirurgo; ma di ricorrervi soltanto 
come ad un ultima risorsa. L’ ostruzione, coi dolori dei 
quali ho parlato, ed in specie il tiramento verso l’ombe- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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lico, con vomito di materia fecale — o che — puzza come 
materia fecale, con una tensione simile a paralisi degl’in- 
testini tenui ed incapacity di espellere le feccie — jn 
breve, una completa paresi dell’addome, tali condizioni 
appartengono a Plumbum, ed esso se ne mostra il grande 
rimedio. Esso produce un’evacuazione senza bile — feccie 
leggermente colorate. Esso produce molta stasi nelle vene 
portali chiuse nel fegato e nella milza, ingorgo ed ingros- 
samento e turgescenza di sangue. Da queste cause noi 
abbiamo ia fessura dell’ ano. Una fessura dell’ano con quel 
tiramento interno aU’ombelico sarebbe guarita da Plumbum. 
Alcuni dicono che una fessura non pub essere guarita senza 
operazione, ma vi sono certi sintomi definiti che indicano i 
rimedi che guariscono le fessure dell’ ano. Io conosco un 
caso in questa citty di fessura dell’ano che, dopo essere 
stato trattato da molti, venne da me. Era un caso il piit tor- 
mentoso, ed il sintomo che mi guid6 al rimedio fu questo. 
EsSa disse: « Dottore, io sento un continuo picchio — una 
sensazione di percossa come di piccoli martelli nella par¬ 
te ». « Ebbene, » dissi a me stesso, « questo b un sin¬ 
tomo di Lachesis; si, naturalmente, io le darb Una dose 
di Lachesis. » Cost essa prese una dose di Lachesis — 
<Jopo che il migliore chirurgo della citty ebbe detto che 
essa doveva assoggettarsi ad un’operazione chirurgica. 
Quella sola dose di Lachesis la guarl e non ebbe mai 
pib alcun bisogno del coltello. 

L’ano in Plumbum si sente come tirato in su. Con 
questi sintomi addominali e stata guarita la malattia di 
Bright; b stato guarito il diabete. L’ orina gocciola, ed 
un altro grande sintomo b la stranguria — incapacity di 
orinare; la vescica b piena di orina, ma egli non pub 
farla uscire. Cib avviene nella colica di piombo e nel- 
1’ avvelenamento per il piombo. Vi b atonia della vesci¬ 
ca. L’orina b estremamente fetida e molto colorata. Que¬ 
sti sono i sintomi piit important! di Plumbum. Esso produce 

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RIVISTA OMIOPATICA. 


50 

alcuni sintomi spinali e cardiaci. Paralisi dei muscoli 
estensori — di ambedue le estremit& superiori ed infe- 
riori, e cid e specialmente notevole nella « paralisi dei 
muscoli estensori delle mani » (wrist-drop). Esso ha un 
sudore fetido ai piedi quanto Silicea. Ora, quando noi 
abbiamo questi sintomi: paralisi preceduta da sconcerto 
mentale, tremito, indolenzimento, o dolori lancinanti, lace- 
ranti, paralisi dei muscoli estensori della mano, atrofia 
muscolare progressiva, allora noi abbiamo le condizioni 
che sono state guarite da Plumbum — non prodotte da 
esso. Esso produce molta emaciazione dei muscoli esten¬ 
sori, e queste condizioni si alternano con colica ed epi- 
lessia — forme croniche. 

Ora, quanto Plumbum occorre per produrre qualche- 
duno di questi sintomi? Io mi feci molte volte questa 
domanda. Ho avuto parecchi infermi dopo ch’ebbero dor- 
mito la prima notte in una camera recentemente dipinta, 
affelti con colica di piombo. Io dissi a me stesso: « quanto 
piombo ebbe il paziente a ricevere colle finestre e colle 
porte aperte? Quanto piombo pot6 egli assorbire in una 
notte con milioni di volumi di atmosfera che attraversa- 
rono quella camera durante tutta la notte? Eppure egli 
fu preso da colica del piombo. Cio mi stupiva; esso dove- 
va essere stato sopra la undecima potenza centesimale, 
giacchfc particelle cosl piccole da poter galleggiare nel- 
1’atmosfera non possono essere, ne sono certo, osservate 
col microscopio. Perchfe non tutti coloro che sono cosi 
esposti vengono avvelenati dal piombo? Semplicemente per- 
che s’ ammalano soltanto quelli hanno suscettibiliilt per 
questo veleno. La suscettivitk b lo stato identico che esi- 
ste quando la relazione del rimedio omiopatico si verifica 
nella guarigione della malattia. Se la cosa & cosl io debbo 
essere d’accordo con Hahnemann quando dice che la 
dose era ancora troppo grande per guarire. Noi abbiamo 
dimostrato che essa era sopra l’undecima potenza cente- 


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* RIVISTA OMIOPATICA. 51 

simale, e nondimeno ha provato che era una dose troppo 
grande per guarire. Perch6? Perchb essa fece ammalare. 
Se fosse stata abbastanza alta, potrebbe aver guarito la 
diatesi o idiosincrasia, o suscettivit&, invece di far amma¬ 
lare. Ora, che cosa abbiamo noi guadagnato con questa 
condizione del corpo in cui questo infermo 6 suscettibile 
al piombo? Semplicemente una predisposizione alia vecchia 
malattia, precisamente nello stesso modo come 1’infermo 
che prende la scarlatina b predisposto alia scarlatina. 
Perch& ogni corpo non diventa avvelenato dalla patata 
infetta quando gli accade mangiarne? Per la semplice 
ragione che esso non ha questa idiosincrasia, — questa 
predisposizione. Se ora il rimedio b ancora troppo grande 
per guarire, come dice Hahnemann, in nome del cielo 
quanto dobbiamo noi variarlo affinchb corrisponda a quella 
sfera di identity nella vita animale per modo che esso 
possa associarsi con essa; possa essere simile; possa 
essere messo in relazione con essa e cancellare quel falso 
dinamismo, che costituisce la causa predisponente? Ora 
io sono apparecchiato a discutere su questa materia con 
chicchessia. In faccia a tali fatti verr& qualcheduno a 
dirmi che questa specie di male deve ossere curata coi 
sali di Epson — una qualche cosa per guarire la quale 
egli si scaglia co’ suoi farmaci in dosi cosl grosse da 
render malato chiunque, e con ci6 spostare o sopprimere 
i sintomi originali del piombo, mentre il male d solamente 
dinamico? Io ho visto casi, nei quali questa paralisi dei 
muscoli estensori della mano fu prodotta dalla semplice 
inalazione — da leggero assorbimento dell’ acetato di 
piombo, avendolo adoperato sui capelli. Ebbi pure parecchi 
casi di avvelenamento di piombo cagionato dall’uso di 
acetato di piombo in una debole soluzione adoperata per 
sciacquatura vaginale. Vorrete voi dirmi, in nome del 
senso comune, che quantity di piombo hanno essi assor- 
bito? Naturalmente molto di piil che coloro i quali hanno 


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52 RIVISTA OMIOPATICA. ft 

dormito semplicemente in una camera recentemente dipin- 
ta, direte voi. Cid mostra 1’ inconsistenza dei tentativi di 
curare le malattie prodotte dal piombo con mezzi chimici. 
Ma, intendiamoci, cid non significa, che quando lo stomaco 
b pieno di piombo voi non dobbiate gettarlo fuori. — Io 
non parlo affatto di questo caso. Se voi potete dimo- 
strarmi che vi b materialmente del piombo nello stomaco, 
io vi dird di farnelo uscire. Ma per ci6 che riguarda la 
paralisi del piombo, l'avvelenamento dal piombo, la colica 
prodotta dal piombo, e sofferenze simili come succede ai 
pittori per un semplice maneggiamento del piombo, b 
semplicemente follia l’intraprenderne la cura con acidi e 
sali e mezzi chimici — b la piu assoluta follia, e non 
altri che un imbecille potrebbe essere cosl pazzo da con- 
cepire tale cosa. E la predisposizione che voi dovete 
curare e non il piombo; questa paralisi non b prodotta 
dal piombo, che b nel sistema, perchd 11 non vi b piombo. 
Noi non aspettiamo che la vecchia scuola risolva questi 
problemi dinamici. Essa b pregiudicata. Essa ha chiuse 
le sue biblioteche alia medicina omiopatica e ad ogni 
cosa che tratti di filosofia; per ci6 io dico che noi non 
ci aspettiamo che essa conosca qualche cosa — ma nes- 
suno di coloro che hanno studiato la filosofia della medi¬ 
cina e sopratutto quella universale insegnata al mondo 
da Samuele Hahnemann, dovrebbe adoperare Ioduro di 
Potassa per guarire l’avvelenamento dal piombo, n& l’acido 
solforico contro Tavvelenamento dal piombo. Io fo appello , 
all’intelligenza colta e non al sense cumune. Voi dovete 
guarire la predisposizione che quest’individuo ha al piom¬ 
bo. Non tutti fanno attenzione a queste cose, cio&: vi 
sono individui soggetti a questi avvelenamenti ed i quali 
ogni qual volta entrano in una camera recentemente di- 
pinta, o loro capita di trovarsi dove possono inalare piombo, 
si ammalano e prendono coliche con questi sintomi di 
piombo, e nei quali questi mali sono prodotti ogni qual- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


53 

volta essi s’avvicinano soltanto al piombo. Naturalmente, 
voi potete far mangiare ad un uomo bastante piombo, 
in forma solubile — acetato di piombo, per esempio — 
da renderlo ammalato — sufficiente a far ammalare un 
uomo che stia bene; ma questa suscettibilitb b una rela- 
zione omiopatica al rimedio curativo che ora lo aggrava 
perchb esso b inalato in troppo grande dose. Con questa 
diatesi, per la quale egli b cost suscettibile al piombo, 
il senso comune non vi insegnerebbe di tentare e di 
procurare un’attenuazione cost alta che non lo rendesse 
ammalato, se.la semplice inalazione di esso lo fa amma¬ 
lare? (The Homoeopathic Physician). 


R1FLESSI0NI CLINICHE 

dbi. Dott. Ad. Lippe 

Caso i.° — Alle quattro pom. del 16 Gennaio 1886, 
una Signora mi fece chiamare frettolosamente. La trovai 
molto angosciata ed ansiosa, col timore di una paralisi. 
Godeva buona salute ed aveva fatto un lauto pranzo, e 
mentre, dopo di questo, leggeva il giornale, le parole le 
ballavjtno dinanzi agli occhi, la stanza diveniva piena di 
macchie, poi la faccia ed il naso divennero 'intirizziti, 
quindi le labbra e la lingua rimasero pure intorpidite, e 
il polso si fece piccolo e di circa 120 battute al minuto. 
Una dose di Aconito cm (Fincke) fu messa sulla sua lin¬ 
gua. La rigidezza disparve in mezz’ ora circa; il polso 
scese a settantadue; la sua vista era perfetta allorchb 
essa chiudeva uno degli occhi, ma ogni cosa appariva 
indistinta allorchb teneva ambedue gli occhi aperti; que¬ 
sto sintomo scomparve pure il mattino seguente; un leg- 
gero senso di vacuitb nella testa rimase durante quel 
giorno. 

Caso 2.* — La Signora B. chiese in fretta una mia 


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54 


RIVISTA OMIOPATICA. 


visita il 12.Gennaio, alle 10,30 pom. La trovai in grande 
angoscia; era stata assalita da dolori nel lato sinistro del- 
l’addome; ma sperava di farli cessare coll’applicazione 
di una borsa con acqua calda; era seduta sopra ana sedia, 
piegata in due, col capo posato sopra una sedia che le 
stava davanti; estremamente irrequieta, ed all’ opposto 
della sua solita disposizione, molto di cattivo umore ed 
ansiosa; esprimeva un grande timore che il dolore fosse 
gotta nello stomaco: il dolore era aggravato quando pro- 
vava di alzarsi dritta, ed allora sentiva anche forti dolori 
pungenti al fegato. La causa dell’attacco fu un gran freddo. 
Il 9 era all’ Opera, ed al termine della rappresentazione 
aspettd, sugli scalini di pietra del teatro, la sua carrozza, 
e siccome il freddo ed il tempo pessimo conducevano Id, 
molte carrozze vi era confusione e ritardo, eppercid essa 
e suo marito decisero di fare a piedi i pochi passi che 
occorrevano per andare a casa; i suoi piedi intanto diven- 
nero' piti freddi, e non riuscl a scaldarsi per un poco, 
dopo di essere tornata a casa. Le diedi una dose di Aco- 
nito cm (Finke) sulla lingua. In mezz’ ora la lasciai tolal- 
mente tranquilla e quieta, sollevata dall’estremo dolore 
e pronta ad andare a letto. Fu con ripugnanza che que- 
sta signora rimase in camera il giorno seguente, dichia- 
rando di poter benissimo far le scale dopo il buon sonno 
della notte ed un sudore profuso, il quale non lascio che 
una sensibilita dolorosa al suo fegato. Non ci fu ritorno 
del dolore da allora, fino adesso, 3 Febbraio. 

Commenti. — Aconito e un rimedio raramente ne- 
cessario, eppure tanto universalmente se ne fa abuso dai 
medici omiopatici che questo raro incidente d’aver io 
prescritto Aconito due volte in tre giorni mi obbliga a 
fare alcune osservazioni su questo rimedio. Hahnemann, 
nella sua ammirabile prefazione di Aconito, ci indica chia- 
ramente e distintamente i suoi sintomi mentali caratteri- 
stici; senza la loro presenza, Aconito non pud guarire e 


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RIVISTA OMIOPATICA. . 


55 

non guarir&; sar& anche, come dice Hahnemann, ben di 
rado necessario ripeterne la dose. Quei disgraziati, i quali, 
per erroneo insegnamento, sono stati indotti a credere 
che le cause materiali delle malattie richiedono dosi ma- 
teriali per essere guarite, ed i quali si son presa la pena 
di leggere le opere di Hahnemann, non sono spesso riusciti 
a guarire quando Aconito venne amministrato soltanlo 
perchfe vi era « febbre, » senza che esistessero i suoi 
sintomi caratteristici siccome Hahnemann ce li indich; 
quindi, il piii disgraziato infermo fu avvelen^to dalla tin- 
tura di Aconito, e la nostra nobile arte di guarire cadde 
in « disfavore. » L’ intelligente studioso di medicina che 
desidera realmente divenire medico omiopatico* farii sag- 
giamente studiando con attenzione gli scritti di Hahne¬ 
mann, e si convinced tosto che i moderni insegnamenti 
nei collegi medici di Hahnemann e le pubblicazioni che 
ora emanano dalle society ed organizzazioni di Hahne¬ 
mann, salvo rarissime eccezioni, non sono che caricature 
dell’Omiopatia di Hahnemann. 

Caso 3.° — II Signor N. L. di trentaciuque anni, 
di costituzione delicata, soffriva da alcune settimane di 
una cattiva tosse secca, aspra e peggiore alle 3 a. m. II 
12 Febbraio 1886 si lamentb di sentire, tossendo, molto 
dolore di piaga nel lobo inferiore del destro polmone; - 
poco appetito. Prese una dose di Kali carb.' m (Fincke) 
alle 9 a. m. circa; uscl come al solito, ma fu costretto 
ritornarsene a casa all’ una p. m.; ebbe forte freddo, se- 
guito da febbre; dolore aumentato al polmone; sete aumen- 
tata; ebbe una notte insonne; tosse peggiorata; egli gia- 
ceva sul dorso; secrezione d’ orina profusa e normale; 
leggera traspirazione generale. Siccome non vi erano 
indicazioni per un rimedio, ad eccezione dello sviluppo 
di una pneumonite, non ebbe medicina fino al 14; aveva 
avuto una notte insonne; quando stava per addormehtarsi 
veniva tosto svegliato da una tosse dolorosa, la quale 


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56 RIVISTA 0MI0PATICA. 

cagionava dolori intensi, taglienti, come da pugnalate, 
nella parte affetta dei polmoni; era obbligato a tossire 
finchb non espettorava un po’di muco bianco, tenacis- 
simo; era stato in delirio tutta la notte; respirazione, 
trentaquattro per minuto; polso, novantasei per minuto; 
lingua arida; molta sete, beve spesso e poco; color della 
faccia, come di rame; giace sal dorso in una posizione mez- 
za seduta; nessun appetito; parla continuamente e non b 
. possibile tenerlo quieto; ricevette una dose di Lachesis 6, °(Fin- 
cke); divenne pia tranquillo e sent! meno dolore; ma all’una 
del 16 peggiord nuovamente; dopo avere espettorato grandi 
quantity di muco strisicato di sangue, e color ruggine si 
lamentb di aumentato dolore ai polmoni; impossibility totale 
di addormentarsi; la loquacity era pure aumentata; le 
secrezioni d’ orina erano abbondantissime, ma normali in 
apparenza.' Prese allora un’altra dose di Lachesis 5m (Fin- 
cke). Stette meglio il 17; respirazione meno celere; il 
polso si abbassb, ed il 19 comincib a dormire; nessun 
altro sputo color ruggine; faccia piti naturale; loquacity 
diminuita; secrezioni d’orina pure diminuite. Il 20 (ottavo 
giorno di sua malattia) comincib a mangiare; tutti i sin- 
tomi migliorarono. Il 26 (quindicesimo giorno di sua ma¬ 
lattia) lascib il letto per un’ ora e prese a mangiare di 
piii; dorml bene. Il 2 di Febbraio (ventesimo primo gior¬ 
no di sua malattia) pote dormire tutta la notte; riprese 
il suo posto a tavola, nella sala di pranzo, e mangid 
enprmemente con buonissimo appetito. L’8 di Febbraio 
fece la sua prima passeggiata, e siccome Faria era secca 
e buona, se ne trovb avvantaggiato. Egli non ebbe bisogno 
di altra medicina dopo che prese la seconda dose di La- 
chesis, cosl chiaramente indicata per il suo stato; e si 
considerd come licenziato e non piit bisognoso di ulte- 
riore traltamento. 

Comments — Questo caso b stato scritto per dimo- 
strare 1’ invariable buon successo della cura allorchy i 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


57 


• metodi di Hahnemann vengono seguiti rigorosamente. 
Hahnemann, colla sna mente penetrante, filosofica, inse- 
gn6 al medico come applicare il principio dei simili per 
la gurigione del malato; egli promulgo nuovamente l’ori- 
gine dinamica delle malattie, ben conosciuta dagli antichi. 
Gli ospedali unit! ai tempi di Iside erano assistiti dai 
saoerdoti di quei tempii; la cura era psicologica, e per 
cid basata implicitamente sulla loro conoscenza dell’ori- 
gine dinamica delle malattie. Sarebbe bene per quelli 
che dubitassero dell’esattezza di ci6 che dico, che leg- 
gessero un’opera pubblicata non ha guari sulla Guari- 
gione della Mente di Milles. 

II vero medico omiopatico, accettando i metodi di 
Hahnemann, ha sviluppato diligentemente l’arte di guarire 
su tale base; ha continuato a sperimentare nuovi rimedi; 
ha proseguito a dinamizzarli, per rinvenire coll’esperimento 
clinico dove cessa il potere curativo dei medicamenti; e 
non ha ancora trovato i confini dei loro poteri curativi, 
ma invece di un limite ha trovato un aumento degli 
effetti curativi dalle continuate dinamizzazioni; per lui, lo 
sperimento clinico fu la sola pietra di paragone degna 
di fiducia intorno all’ efficacia dei mezzi adoperati per la 
guarigione del malato. 

Nel numero di Novembre del Periscope, pubblicato 
a S. Louis, troviamo un singolare scritto dell’editore. Non 
vi possono essere, come pretende l’editore, due specie 
di omiopatici: quelli che vogliono le alte dinamizzazioni 
e quelli che si attengono alle basse. « Tanto gli uni che 
gli altri sono omiopatici; non sono d’acoordo sopra un 
unico punto, ed il successo b falso ed ingannatore; dichia- 
rato solo per ingannare. » Gli uomini delle alte potenze, 
come li chiama 1’ editore, sono discepoli di Hahnemann, 
e come tali difendono le alte potenze, e sostengono che 
le pih alte attenuazioni sono piu efficaci delle pih basse, 
e questo b tutto; essi sono omiopatici. I basso-diluzionisti 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


hanno piu e piy volte dichiarata la loro credenza nelle 
cause material! delle malattie, opposte egualmente alle 
idee degli antichi che a quelle di Hahnemann, sulla ori- 
gine dinamica delle malattie, e quindi sostengono le dosi 
materiali per la guarigione di malattie materiali, ed in 
cid essi sono strettamente logici — dichiarano che la 
dove il microscopio non scopre piu la presenza materiale 
del medicamento, cessano le sue azioni curative; ed in 
questa dichiarazione sono grandemente illogici, in quanto 
che non b il microscopio che pu6 deflnire la questione 
dell’azione medicinale suH’umano organismo. Se gl’infermi 
vengono sollevati e guariti sotto l’influenza di un rimedio 
dinamizzato, ci6 vuol dire che quel rimedio svilupph la 
sua azione curativa, malgrado tutte le negazioni dei mi- 
croscopisti illogici. I basso-diluzionisti, per loro propria 
confessione, non sono omiopatici; e se dichiarano di non 
aver ottenuto alcun buono risultato colie alte attenuazioni, 
noi non possiamo che compatirli, avendo noi fatto buona 
prova della loro efficacia per ben quaranta anni, e doman- 
dando sempre che la questione posologica fosse lasciata 
al giudizio individual del medico. Se il saputo editore 
del suddetto scritto rigetta totalmente ed intieramente 
cid che e il risultato di quaranta anni di nostra espe- 
rienza, cioe: la grande superiority dei medicamenti dina- 
mizzati, ci si dovra permettere di tirare le nostre -con¬ 
clusion! dalla sua onesta « Confessione. » Se questi non 
omiopatici curando gl’infermi ottengono migliori risultati, 
degli stretti omiopatici, acquisteranno la superiority; per 
ora noi non possiamo vederla, n£ le loro opere ce la 
provano. 

L’editore del Periscope distribui le carte. Noi giuo- 
chiamo la nostra, ed aspettiamo che il dotto, dubbioso 
editore, confessante 1’ insuccesso giuochi la successiva, 
e riesca a far meglio. (The Horn. Physician). 


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BELLADONNA E l SUOI ALLEATI 

NELLA CURA DELLE MALATTIE DEI BAMBINI 

DEL DOTTOR EDWARD CrANCH. 


Per i bambini. Belladonna b della massima utilita, 
come lo mostra la larga sfera della sua azione, cio b sulla 
testa e su tutti gli organi del senso, sulla gola e su tutto 
l’apparecchio circolatorio e digerente, sulla pelle e su tutti 
gli organi escretori, e su tutte le attivitA nervose e mu- 
scolari. 

Essendo tanto utile, b molto importante notare i li- 
miti della sua azione, ed b oggetto di questo scritto il 
mostrare brevemente alcuni di questi limiti come vennero 
osservati e verificati nella pratica della scrivente. 

Belladonna non si deve dare ai bambini quando la 
temperatura della pelle b normale, n& quando il polso b 
tranquillo, ne quando il sonno e normale. 

Nella Materia Medica di Teste egli cita un’ osser- 
vazione di Hufeland per mostrare che gli idioii non sono 
affetti da Belladonna in alcun modo apprezzabile. Lo scri¬ 
vente non ebbe alcuna opportunity di sperimentare 1’ a- 
zione del medicamento dinamizzato su di alcun idiota, ma 
presentandosi il caso lo osservera e ne riferiry. 

Se il bambino b delirante la notte e istupidito di 
giorno, probabilmente si tratta di un caso di Belladonna, 
ma se b stupido di notte e molto delirante di giorno, il 
caso richiedery piuttosto Hyoscyamus, Opium, e Stramo¬ 
nium. 

I mali di testa di Belladonna affettano principalmente 
la regione frontale, e tengono la testa in movimento. Le 
condizioni opposte richiedono Agaricus, Bryonia, Silicea. 

Gl’infermi di Belladonna amano di avere la testa fresca; 
quelli di Silicea amano di averla calda quanto b possibile. 

Belladonna nella meningite deve essere confrontata 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


diligentemente con Glonoinum, Gelsemium, Bryonia, Rhus 
tox., Argentum nitricum, Apium virus, e Nux vomica. 

Nei colpi di sole Belladonna regge al paragone di 
Glonoinum, e di Veratrum viride. 

Negli occhi, i sintomi i quali richiedono Belladonna 
si presentano di rado nei bambini, ad eccezione di quelli 
che sono il risultato di cadute o di colpi alia testa, ed 
allora essa concorre con Arnica e Cicuta. 

La congestione delle orecchie, con dolore di orecchie 
o sordia, richiede Belladonna, salvo quando vi b suppura- 
zione o quando il dolore b continuo. Essa agisce bene 
sulle glandole vicine alle orecchie e sotto alle orecchie, 
specialmente con rumori ronzanti. 

In tutti i sintomi della testa il tipo di Belladonna b 
la congestione, ed i suoi principali alleati sono Bryonia, 
Cicuta, Glonoinum, Argentum nitricum. Borax, Silicea, 
Aconitum, Veratrum viride, e Ferrum phosphoricum. 

Nei naso noi abbiamo epistassi, e odore acuto od 
immagfnario, ma leggero catarro. 

Nella faccia abbiamo aspetto rosso-azzurrognolo re- 
sipolatoso, gonfio, e cangianie rapidamente. La neuralgia 
b rara nei fanciulli ed ingenera un sospetto di onanismo ! 
Le labbra e la bocca sono molto affette, ma sempre nei 
modo di congestione attiva. 

La gola b rossa, generalmente arida, sempre molto 
calda, e squisitamente dolorosa. I sintomi della gola che 
sono simili a quelli di Bell, si trovano in Mercur. sol., 
Phytolacca, Tarentula Cubensis, Argentum nitr., etc. I 
sintomi della gola di Belladonna cambiano sempre rapi¬ 
damente, vi b brama di acqua fredda, oppure avversione 
a bere. 

I sintomi dello stomaco hanno poca importanza, ma 
quelli degli intestini sono marcati, specialmente negli adulti. 

Nei bambini, noi notiamo 1’emissione di flati inodori, 
ed a quando a quando tenesmo infruttuoso con o senza 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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colica. L’orina b molto scura se b scarsa, e molto pallida 
se b profusa. Enuresi (incontinenza di orina) notturna, 
quando il sonno b agitato con subitanei soprassalti. (A- 
garicus, se vi b stiramento nervoso di muscoli isolati). La 
respirazione 6 oppressa, celere, od ineguale, spesso spa- 
smodica, come nella tosse canina. 

I sintomi della tosse sono interamente subordinati ai 
sintomi generali, i quali sono ben conosciuti — la feb- 
bre, colla pelle caldissima, e nessun desiderio di essere 
scoperto, ma pure con rapido cambiamento di stato ed 
avversione ad essere toccato. 

Borax b quasi identico colla febbre e 1’ insonnia, ma 
teme di essere sceso a terra; grida appena la governante 
fa atto di metterlo giu. Ci6 fu verificato ripetute volte; 
quando in ogni particolare, eccettuate le grida nello star 
coricato o nell’ essere cullato, Bell, sembra indicata. 

Nei casi di corea, trismo, e tetano, lo scrittore non 
ha ancora adoperata questo medicamento n& l’ha preso in 
considerazione, sebbene esso sia ben raccomandato, ma 
sembra che in tali malattie Arsenicum, Causticum, Ta- 
rentula, Ignatia e Hyoscyamus siano piCt spesso indicati. 

Rimane a parlare ; delle due condizioni, nelle quali 
Belladonna b sempre impiegata la prima — le convul- 
sioni e la febbre scarlatina. Essa copre piu casi di questa 
che ogni altro rimedio, ed 6 d’ altronde un proventivo 
positivo, nella maggior parte dei casi, della febbre scar- 
lattina. 

I suoi principali limiti nelle convulsioni sono che essa 
b solamente utile nei soggetti sanguigni e nei casi acuti. 
I suoi alleati sono Ignatia, Calcarea, Nux vom., Cupr., 
Cicuta, Glonoinum, etc. 

Essa non deve essere data nella febbre scarlatina, 
se il male di gola fosse putrido e l’eruzione alquanto scura 
o molto pallida. Essa b ben secondata da Bryonia, Ai- 
lanthus, Phytolacca, Sulph., etc. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


Teste, nel suo capitolo su Belladonna non ne tratta 
cosl abilmente come nei suoi primi gruppi, e sebbene egli 
le assegni un posto di primo ordine pei bambini, in se- 
guito quasi se ne dimentica nell’ ulteriore considerazione 
del soggetto. 

La cura dei bambini senza Belladonna, sar& un la- 
voro poco soddisfacente, ma un futuro studio dimostrerft, 
che essa ha molti alleati. (The Horn. Phys). 


NEURALGIA DELLE OVAIE E DELL’UTERO 

del dott. E. P. Hussey. 


Nel Novembre 1884, fui chiamato a vedere la signo¬ 
ra C. di 28 anni. Dopo aver ritardato alquanto la mia 
visita, la trovai in una grande angoscia; stava in parte 
seduta ed in parte riposante sopra una mano in punta di 
un sof&, nella quale disagiata posizione era rimasta per 
circa un’ ora, incapace di esser mossa o toccata, ed an- 
che di prendere un lungo respiro; la sua faccia era pal¬ 
lida e contratta, la bocca a metfi aperta — un quadro 
penoso. Potei appena sapere da lei, allora, che il dolore 
era nella regione delle ovaie, e gift all’ utero; che 1’ at- 
tacco era avvenuto molto improvvisamente mentre aiutava 
a mettere un tappeto, e si sentiva bene, apparentemente; 
mentre ora le sembrava come se ogni cosa la premesse 
in gift per uscire fuori. 

l.o le detti pochi globuli di Belladonna 4000 sulla lin¬ 
gua, ed in cinque minuti 1’ intensity del dolore era alle- 
viata a segno che potb esser portata in letto ad un piano 
superiore. Un dolore sordo rimase, e per una volta ebbe 
vomito. Quando si sentl meglio mi descrisse che il dolore 
era stato « terribile », « tagliente », premente, simile ad 
una fascia di ferro intorno alia vita, come se ogni cosa 
fosse premuta in gift al punto da dover uscire. Un esa- 
me vaginale mi dimostrb essere l’utero, apparentemente, 
in posizione e condizione normali. Quando tornai a ve- 
derla Tindomani mattina, la trovai che attendeva ai suoi 
doveri di casa. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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Venni a sapere che aveva avuto in antecedenza altri 
due attacchi simili (sebbene meno intensi), per i quali un 
dottore della vecchia scuola le fece injezioni ipodermiche 
di Morfina, ed essa fu obbligata a rimanere in letto tre 
settimane ad ogni attacco. — Ebbe un altro leggero at- 
tacco poche settimane dopo, ma fu tosto sollevata da 
un’ altra dose dello stesso rimedio e della stessa poten- 
za, che le avevo lasciato. Non ha mai pifi avuto simile 
disordine da allora in poi. (The Medical Advance). 


VERIFICAZIONE DI APIS ED UN FATTO NOTEVOLE 

Una giovane signora maritata, nell’ottavo mese di gra- 
vidanza, allora guarita da un acuto attacco di dissenteria, 
lamentavasi di violenti dolori nelle regioni di ambedue le o- 
vaje — peggiori nella sinistra — i quali l’avevano grande- 
mente disturbata di tanto in tanto fin dalla nascita dell’ul¬ 
timo bambino, due anni addietro. Vi era un’ eccessiva sen¬ 
sibility delle parti, aggravata dal minimo tatto o movimento 
del corpo. Apis mel. 3 (1’unica preparazione che avessi alia 
mano in quel momento) fu data. Dose, una goccia verso se¬ 
ra. I dolori furono alleviati, ma essa passo una notte agita¬ 
ta, e sognd che era andata in una strana sola di ricevi- 
mento , dove eravi uno sciame di api, le quali ronzavano in- 
torno al suo capo , ed una di esse la punse nel ciglio sini- 
stro. La signora non aveva alcuna idea della medicina che 
aveva presa. Essa vive in .Londra e non ha nulla da fare 
colle api in alcun modo. II giorno seguente io le diedi una 
dose di Apis 200 . Da allora in poi, — tre giorni dopo — essa 
non ha avuto altra medicina e non ha piu avuto alcun dolore. 

Alfredo Heath. 


APPUNTI CLINICI 

Dulcamara. — Ad un medico che aveva da tre giorni un dolo¬ 
re come come di contusione all’olecranon sinistro, con peggioramento 
piegando il braccio al gomito o stringendo il pugno, venne tolto dal 
Dott. Berridge con una sola dose di Dulcamara 6 cm (Fincke) in circa 
quindici minuti. Dulcamara ha prodotto (Vedi Encyclopedia, 329) un 
sintomo simile soltanto al braccio destro ( The Homoeopathic Physician). 


Veratrum. — Essendo il Dott. Ehrman chiamato per testimonio 
avanti al giuri in una corte di Assise, osserv6 che uno dei giurati 
doveva abbandonar V aula ogni momento, e quindi da ci6 V inter- 
ruzione continua del dibattimento. Il giudice, che conosceva il Dott* 


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Goc fie 



RIVISTA OMIOPATICA. 


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Ehrman, appena lo vide lo prego a dargli qualche cosa onde ovviare 
il ritardo cagionato da quest© interruzioni. II Dottore trov6 che il 
paziente soffriva diarrea profusa, frequente, acquosa, senza dolori, ma 
con molto rumore negr intestini, debolezza e prostrazione. Pochi glo- 
buli di Veratr. album^ postigli sulla lingua gli recarono subito sol- 
lievo, ed egli non ebbe piu evacuazioni durante il proseguimento del 
giudizio, con sodisfazione del giudice, del giurato, e di me stesso. 
(The Medical Advance). 


NOTE E N0T1ZIE 

Leggesi nel Gauloie: 

« La propaganda omiopatica. — Sotto questa denomination© si 
h costituita a Parigi una Society il cui scopo e assolutamente pro- 
gressista ed umanitario. Si propone essa di dimostrare, col mezzo di 
varie pubblicazioni, di conferenze, di cliniche nelle quali le cure e 
i medicamenti saranno gratuiti, etc., la verity dell* Omiopatia, e di 
rivendicare per la nuova dottrina il posto cbe dovrebbe occupare da 
lungo tempo nelle scuole di medicina e negli ospedali. — La pro¬ 
paganda omiopatica, cbe conta gik un gran numero di aderenti e 
di donatori nelle piu alte e migliori sfere della society parigina, il 
martedi 22 giugno procedeva alia elezione del suo consiglio di am- 
ministrazione, la cui presidenza fu devoluta ad uno dei pib abili e 
dei piu ardenti difensori della nuova scuola, il Dott. Flasschoen della 
facoltk di medicina di Parigi. Due nostri colleghi, i Dottori Alfonso 
Bou6 e Fernando Dumont vennero proclamati, il primo Vice-Presi- 
dente, ed il secondo Segretario generate cassiere di quest’ opera di 
filantropia alia quale noi auguriamo pieno successo. » 

Nell’ ultima session© annuale dell’ Istituto Americano di Omio¬ 
patia, tenutasi lo scorso giugno a Saratoga, dal rendiconto statistico 
risultava cbe 1’ omiopatia nella grande repubblica degli Stati Uniti 
possiede 5 societb nazionali, 2 society sezionali, 28 societk medicbe 
di Stato, 125 society medicbe locali, 51 ospedali, 46 dispensarj, 13 
collegi e 22 giornali. Questi 13 collegi, che sono vere e complete u- 
niversitb, banno una media di circa 100 studenti ognuna, ed banno 
finora conferito il grado di dottore dai 7 agli 8000 medici. — Ag- 
giungiamo cbe 1’ ospedale Ward Island di Nuova-York ba 600 letti; 
il manicomio di Middletown nel quale h applicata esclusivamente 
1’ Omiopatia e uno dei piu floridi; l’ospedale omiopatico di Pittsburg 
ebbe vita con un sussidio di 100,000 dollari da parte dello Stato di 
Pensilvania, mentre altrettanta somma eragli fornita dalla benefi- 
eenza privata; che Minneapoli fabbricb un elegante ospedale omio¬ 
patico; cbe Boston ha fabbricato un ospedale per 1’ omiopatia con la 
spesa di 200,000 dollari, assegnandogliene poi in dote altri 100,000. 
Coi due grandi manicomi di Middletown e di Nuova-York, manico- 
mi dello Stato ambidue, cbe sono fra i piii prosperi dell’ America, 
1’Omiopatia fornisce un esempio la cui emulazione spinse gli altri 
36 stati a sforzi nella stessa direzione. E questo movimento non 
cessera findte ogni Stato dell’ intera Unione, non giunga a posse- 
dere un ospedale omiopatico per gli alienati* 



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RIVISTA OMIOPATICA 


Anno XXXII SETTEMBRE 1886. Numero 3, 

GUARIGIONE DI UNO SCIRRO DELLA MAMMELLA 

per il Dott. Attilio Mattoli (*) 

Ora che il progresso veramente fenomenale della 
meccanica ha posto in mano al Chirurgo mille svariate 
macchine ed attrezzi affine vietneglio praticare l’arte delle 
mutilazioni, si pub dire che il trattamento interno nella 
cura dei tumori sia del tutto posto in oblio, e che alia 
solo mano armata del Chirurgo spetti risolvere tanti de’ 
pih ardui problemi che ne offre questo nostro organismo 
vitale e ragionante. E cib poco dovrebbe recar merayi- 
glia se tale mala pratica si fosse verificata nel solo cam- 
po allopatico, dove certamente la cosiddetta medicina 
razionale nulla ha saputo mai praticare di buono per 
guarire con cure interne un tumore di natura qualsiasi. 
Ma quando ho letto nel The Medical Visitor diretto dal 
distinto Dott. T. S. Hoyne, Professore di principj e pra¬ 
tica di Medicina nel Collegio ed Ospedale Medico Hahne¬ 
mann di Chicago, che « ora che la nostra scuola b ben 
provveduta di buoni Chirurgi i quali sono proclivi al 
taglio nella cura dei tumori, i giovani membri della pro- 
fessione sembrano pensare che il solo bisturino ne sia 
F unico agente curativo », io ho sentito il dovere di 
stimmatizzare per mia parte cotesta pratica funesta e di 
ripetere col sullodato Professore Hoyne che, quando la 
nostra scuola era senza chirurgi, e il Medico faceva uno 
studio molto diligente del suo informo, fedelmente sce- 

(*) Storia clinica letta il 46 Giugno alia Societa HahnemanDiana I tali ana. 

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RIVISTA OMIOPATICA. 


gliendo il rimedio, o i rimedi indicati, questi il piu delle 
volte apportavano la vera guarigione. E senza citare in 
appoggio del mio asserto molti e molti tumori ovarici, 
carcinomi del petto, tumori uterini, sarcoceli del testicolo, 
sarcomi della lingua etc., tutti guariti col semplice trat- 
tamento interno da distinti medici della nostra scuola, io 
verrb solo a conforto della nostra opinione narrando qul 
la storia di un caso di tumore alia mammella da me 
felicemente, non ha molto, portato a guarigione, riser- 
bandomi d’illustrare in appresso altri casi di tumori sem- 
pre convenientemente trattati colla sola cura interna. 

Fra gli ultimi di Aprile e i primi di Maggio (non 
rammento esattamente la data) del decorso anno, 1885, 
venne a trovarmi, nella mia residenza in Bevagna, una 
Signora della vicina Foligno per consultarmi intorno ad 
un suo malore che da gran tempo la tormentava. Questa 
Signora, di nome Filomena Luppatelli, dimoslrava un’eta 
apparente di anni quaranta circa; di statura oltre la media, 
piuttosto grassoccia, di costituzione leuco-flemmatica. Nar- 
randomi la storia del suo male mi diceva che giovinetta 
e innanzi che questo si sviluppasse, stava ancora assai 
meglio in carne di quello che non lo fosse presentemente, 
per cui la si poteva a buon diritto qualificare in allora 
per polisarcica. 

Interrogata sui dati anamnestici nulla riscontrai di 
seriamente rilevante essendosi compiuti normalmente i 
diversi periodi della vita fino all’Aprile del 1884, quando 
comincib ad avvertie una sensazione molesta al capezzolo 
della mammella sinistra, sensazione che talvolta si tra- 
mutava in piccate con trasalimento di tutta la persona; 
il capezzolo stesso era divenuto piii duro e con base piu 
larga, confrontato con quello dell’altro lato: e questi feno- 
meni dolorosi aumentavano d’intensitct in tutti i periodi 
mestruali, piii abbondanti, di piu lunga durata e piii dolorosi 
del consueto. Senza consultare alcun medico in proposito 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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fece trascorrere parecchi mesi, finchfe i dolori lancinanti 
tanto piu accentuati e la forma del capezzolo che si era 
alterata internandosi nella mammella, con base piti dura 
e grossa, e cou una fenditura nel centro, da cui, di tanto 
in tanto escoriandosi, si effettuavano piccole emorragie, 
la fecero risolvere a ricorrere alia professione. Mentre 
per lo innanzi vi fu penuria di medici, per legge di com- 
pensazione, ne furono in appresso consultati ad esube- 
ranza: ma quanti la visitarono, tanto quei di Foligno che 
le principali notabilita chirurgiche di Roma, convenivano 
trattarsi di tumore eterologo (scirro) e non esservi altro 
mezzo curative all’infuori dell’asportazione della mammella; 
qualunque altra cura inutile, anzi dannosa, perch& pas- 
sando ancora altro tempo non si sarebbe pivt potuto addi- 
venire all’ operazione. 

Ma una benigna Stella proteggeva i giorni della 
Signora Luppatelli, e questa colla sua luce chiara ma a 
pochi visibile Pavvib per altro sentiero in cerca della 
grande verity scoperta da Hahnemann. Fu dunque dopo 
tanto grave diagnostico, che questa gentildonna, non 
volendosi assoggettare alia cruenta operazione, venne 
per sentire il mio consiglio, come omiopatico, se fosse 
stato cio& possibile ottenere la guarigione, senza ricorrere 
al taglio, con una cura interna. Esaminatala pertanto 
diligentemente, dovetti constatare pur trpppo la presenza 
di un tumore scirroso che nell’attualitk, oltrechS il capez¬ 
zolo rientrato e fesso nel mezzo, aveva anche invaso 
parte della porzione superiore della mammella, presen- 
tando un volume maggiore di un uovo di gallinaccia. 
Altri sintomi concomitanti erano, oltre i summentovati 
dolori lancinanti nella mammella, un senso di stanchezza 
generale con respiro asmatico ogni qualvolta si provava 
a fare qualche passo in salita e nello ascendere le scale; 
leggera dispepsia con dimagrimento; depressione morale; 
coincidenza dell’aumento sensibile delle sofferenze alia 


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68 RIVISTA OMIOPATICA. 

mammella nella ricorrenza delle mestruazioni troppo ab- 
bondanti, dolorose e di troppo lunga durata. 

Cercai naturalmente d’infonderle coraggio e fiducia 
adducendole molti esempi di tumori perfettamente guariti 
col nostro sistema di cura, e facendole sperare nel suo 
caso, che se anche non si fosse potuto ottenere una.vera 
guarigione, si sarebbe potuto' peraltro riescire almeno ad 
impedire il progresso del male ed a menomare le sue 
sofferenze. Essa assenziente, prescrissi Calcarea carb. 200 , 
tre dosi, una ogni tre giorni, a secco sulla lingua, la 
mattina a digiuno; e cost la congedai con l’intesa di 
sentirci per lettera fra qualche settimana. Dopo due giorni 
da questa prim a visita, io dovetti assentarmi da Bevagna 
per causa di professions, ed al mio ritorno, dopo quattro 
giorni di assenza, trovai, fra le altre, una lettera della 
Signora Luppatelli colla quale mi pregava di recarmi 
subito presso di lei, perche ella si sentiva assai peggio. 
11 giorno appresso mi recai quindi in Foligno e portatomi 
in casa della inferma, la trovai in letto con 1’ angoscia e 
l’abbattimento dipinti sul di lei volto. Mi raccontd ansiosa 
che delle tre cartine del rimedio non ne aveva presa che 
una soltanto, la mattina dopo essere stata in Bevagna, e 
che nella notte seguente i dolori furono tanto piu violenti 
e la mammella si fece tanto pih turgida ed ingrandita, 
e che nel giorno consecutive a questa cattiva notte, le 
condizioni tutte peggiorarono a segno che si decise a 
scrivermene senza indugio e senza pih osare di prendere 
alcun’altra cartina di quel rimedio tanto potente, come 
ella diceva, ad onta che il male di giorno in giorno 
infierisse. I polsi infatti accennavano a discreta febbre, 
ed esaminato il petto dovetti constatare la presenza di 
una infiammazione flemmonosa, vasta ed estesa oltreche 
a quasi tutta la mammella, anche all’ascella ed al braccio 
sinistro. Da un punto centrals partivano strisce rosse a 
guisa di raggi, e la mammella accresciuta per oltre due 


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RIVISTA OMIOPATICA. 69 

volte del suo volume, pesante e dolente, nascondeva la 
presenza del tumore soltanto adesso apparente per il 
capezzolo rattratto. Incoraggiatala e tranquillizzatala per 
tale infiammazione reattiva sopraggiunta, dissi poi che 
aveva avuto saggezza nel non ripetere il rimedio, essendo 
stata sufflciente la prima unica dose; e cost prescrissi nel 
momento Belladonna 20 °, disciolta in mezzo bicchiere di 
acqua da prendersi epicraticamente ogni sei ore. Tornai 
dopo due giorni ed il flemmone proseguiva nel suo anda- 
mento avviandosi al periodo della suppurazione che io 
giudicai troppo vasta per6, avendo il gonfiore investito 
tutto il lato sinistro del petto non che la spalla, il dorso 
ed il braccio del lato omonimo, con febbre pifit accentuata, 
e sete. Detti allora Hepar sulph. calc. 200 in mezzo bicchier 
d’acqua, da prendersene un sorso ogni sei ore. Nella 
successiva mia visita dopo trascorsi altri due giorni, trovai 
i dolori diminuiti, la febbre piCt mite, meno sete e nella 
mammella un punto rilevato, di color rosso-oscuro, flut- 
tuante alia pressione. Era chiaro che la suppurazione 
aveva avuto luogo e che poco piu mancava perchb lace- 
ratosi l’ultimo strato del derma, il vasto ascesso si fosse 
fatto strada al di fuori. Feci proseguire con Hepar con- 
fortando l’inferma che con questo fatto saremmo venuti 
a capo della guarigione del tumore, ed ingiungendo, nel 
medesimo tempo, che nessuna applicazione locale fosse 
praticata, e che quando erompevano le materie vi aves- 
sero applicate delle semplici filacciche e pannilini. Infatti 
dopo trascorse altre 48 ore, nella mia consueta visita, 
I’ ascesso si era gi& aperto' dal giorno innanzi con flusso 
abbondantissimo di pus, con grande sollievo della inferma, 
diminuizione della grande ed estesa enfiagione e quasi 
totale scomparsa della febbre. Osservai poi che in un 
altro punto poco al di sopra della naturale apertura del- 
r ascesso si preparava un altro punto di apertura. Sotto 
l’azione sempre di Hepar si aprl ancora 1’altro focolare 




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suppurativo, e cosi la mammella in pochi giorni ritornava 
alio stato normale, la febbre cessava del tulto, tornava 
un appetito lodevole, tornavano le mestruazioni regolari, 
e senza inconveniente veruno 1’ ammalata si alzava final- 
mente dal letto. 

Ma intanto la fama gigante colle sue cento bocche, 
confondendo il vero col falso, aveva strombazzato con 
suoni diversi il nuovo fenomeno sopravvenuto nella Lup- 
patelli, ed anche i medici di Foligno, inteso il caso 
diversamente da quello che in realtk era, con beffardo 
sorriso gittavano sprezzanti parole contro T omiopatia e 
contro il medico omiopatico, ritenendo per certo, forti 
del loro diagnostico, che ‘dentro il mese di Giugno di 
quell’anno stesso l’infelice Filomena avrebbe raggiunto i 
suoi nel sepolcro. E siccome il falso viene d’ordinario 
preferito alia verity, cost nb le mie parole, nb i miei 
ragionamenti valevano punto a rassicurare gli amici e i 
parenti della paziente che — unica — perch& sentiva di 
stare realmente meglio — con costanza e con fede voile 
attendere l’esito della cura intrapresa senza dare ascolto 
alle malevoli insinuazioni degli intrusi ed ai consigli di 
amici sfiduciati. 

Era venuta intanto la fine di Giugno e la Signora Lup- 
patelli sottoposta all’uso di qualche dose di Silicea prima 
200, poi 70 M (Fincke), cicatrizzati i due seni fistolosi 
delle due aperture degli ascessi, colla mammella eguale 
a quella dell’ altro lato, scomparso il tumore, cicatrizzato 
il solco ulceroso del capezzolo e questo stesso non piu 
rientrante come prima, ma solo. leggermente ritirato, ben 
nudrita e con forze piii che discrete, poteva uscire libe— 
ramente di casa e portarsi in chiesa affine ringraziare 
l’Onnipotente per l’ottenuta guarigione. Io veramente non 
so se in quel giorno i maligni, e fra questi qualche dottore 
saccentello del luogo, avranno piii sorriso, ma so di certo 
che si disse esser questa una guarigione fittizia e che 


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fra non molto vi sarebbe stata una ripetizione del pro- 
cesso morboso il quale questa volta poi Y avrebbe tratta 
incompassionatamente al sepolcro. Ma i loro infausti pro- 
nostici il vento li ha dispersi ed ora la Signora Filomena 
Luppatelli (Giugno 1886), un anno dopo la guarigione sta 
cosl bene come prima che avesse sofferto la malattia 
della quale l’Omiopatia l’ha guarita. 

Commenli. — Sorge qui la domanda: quale fu in 
questo caso il rimedio che produsse la guarigione? Seb- 
bene' io non abbia fin qul riscontrato che alcun tumore 
alia mammella d’indole cancerigna sia stato guarito da 
Calcarea, mentre il Dott. I. B. Bell riferisce due casi di 
tumori cancerosi, uno del petto sinistro ed uno del petto 
destro guariti con Silicea, il Dott. W. T. Helmuth nn 
tumore del petto portato a felice esito con Conium, il 
Dott. I. G. Gilchrist un tumore del petto destro condotto 
pure a risultato vittorioso con Conium, il Dott. C. G. 
Clarck altro tumore canceroso del petto guarito con Sulph. 
ed Ars., il Dott. H. G. Schneider altri due tumori can¬ 
cerosi del petto destro, guariti uno con Silicea, 1’ altro 
con Conium; pur tuttavia io credo che nel caso da me 
riferito il merito della guarigione debba attribuirsi a 
quell’ unica dose di Calcarea 200 che prese primamente 
T inferma. Oltre all’ ulcerazione del capezzolo, sintoma 
proprio di questo rimedio, altre tre condizion.i o sintomi 
essenzialmente caratteristici rendevano indicato questo 
rimedio e ne reclamavano l’uso, — la costituzione leuco- 
flemmatica, le mestruazioni troppo abbondanti e di troppo 
lunga durata, e la coincidenza dell’ esacerbazione dei 
sintomi della mammella all’ approssimarsi e durante il 
periodo mestruale. Una dose unica bastb infatti a susci- 
tare nell’organismo della paziente il grande movimento 
dinamico cui spettava l’incarico di combattere e di fugare 
il miasma cronico generatore dello scirro, — movimento 
che dara luogo a quel processo infiammatorio locale, vasto 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


e penoso ma necessario pel lavorio eliminativo, formativo 
e rinnovativo delle parti, a capo del quale stava per 
ultimo termine la guarigione. Ma gli altri rimedj ammi- 
nistrati? Essi furono dati all’oggetto di modificare e cor- 
reggere l’infiammazione locale cbe prendeva troppo ampie 
proporzioni, e nella cura entrarono soltanto come agenti 
moderatori di un flemmone qualunque. Credo anche che 
senza 1’ intervento degli altri rimedj, Bellad., Hepar, e 
Silicea, la guarigione sarebbesi ottenuta alio stesso modo, 
se pib o meno ritardata non saprei dire. 

Ed ora due parole ai medici allopatici ed.altre due 
a quelli che diconsi omiopatici. 

Ai primi domandiamo: E vero o no che giudicaste 
indispensabile il ferro cbirurgico e l 1 asportazione dello 
scirro nell’inferma della quale abbiamo narrata l’istoria? 
fi vero che senza ci6 la condannaste a morte inevitabile 
e sollecita? E vero o no che quando la sentiste in gua¬ 
rigione sentenziaste questa fittizia e che fra breve lo scirro 
sarebbesi riprodotto? E decor so un anno e nulla di tutto 
ci6 si 6 verifioato. Cosa valgono dunque le vostre dia¬ 
gnosis i vostri pronostici, j vostri giudizi? Essi non sono 
che il genuino prodotto della vostra meschina, erronea ed 
impotente terapeutica. E dopo fatti simili — ne addurremo 
in seguito altri ancora — potr& dirsi un procedere coscien- 
zioso, da, uomini scientifici e umanitarj, il ricusarsi di 
conoscere questa-providenziale scoperta che 6 l’Omiopalia, 
il ripudiarne i beneficii? Giudichi ci6 il pubblico, — esso 
che 6 il primo interessato nella grande questione. 

Ai secondi, ai sedicenti omiopatici, cbe della medi- 
cina donataci da Hahnemann non banno il vero concetto 
diremo che per gli omiopatici sarebbe piti che errore 
stoltezza il pensare cbe la causa efficiente della malattia 
sulla quale ci siamo intrattenuti fosse costituita dal fatto 
visibile, dallo scirro. Esso era un prodotto e nulla pift: 
prodotto di un principio morboso miasmatico, interno, invi- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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sibile, rassomigliante quasi a spirito (spirit like) come 
disse un nostro illustre collega. E non b consentaneo alia 
natura delle cose che onde raggiungere e colpire prin- 
cipio siffatto si debbano adoperare mezzi analoghi, potenze 
quasi invisibili, immateriali? Cio ne insegnarono colla 
parola e col fatto, incominciando da Hahnemann, i nostri 
maggiori antesignani. Per cui chiaro apparisce quan¬ 
to vadano lontani dal vero quei basso-diluzionisti che oltre 
la 12.* e 14.* diluzione, cio& resa che sia invisibile col 
microscopio la sostanza medicinale, reputano cessata ogni 
azione curativa. Queste false idee che si propagano dovun- 
que dalla setta meticcia si vogliono al dl d’oggi in modo 
speciale accreditare colla nuova opera di Materia Medica. 
— Cyclopaedia of Drug Pathogenesy — che stanno pub- 
blicando quei due giustamente cbiamati corruttori del- 
1’ Omiopatia, i Dottori R. Hughes e J. P. Dake. Ed in 
riguardo a tale opera, giudicata gi& come si merita da 
quei grandi maestri di Materia Medica che sono i Dottori 
Lippe e Berridge, e fortunatamente poco conosciuta in 
Italia, giova che siano semprepiu messi sull’avviso gli 
studiosi, tantopiu che varj giornali francesi che in Italia 
sono pih letti, vanno tuttodl lodandola. Di che niuna 
•meraviglia, conosciute le tendenze di quei giornali, che 
sono la negazione della vera Omiopatia. Solo ne fu di 
sorpresa veder fra essi imbrancata con quelle lodi la 
Bibliothdque Homoeopathique, si perche essa b organo di 
una Society che qualificasi Hahnemanniana, come perchb 
il suo nome va congiunto e rammenta le glorie della piii 
pura Omiopatia. Ma questa checchfe si faccia non perirk 
Se non i colleghi di Europa, gli atleti che abbiamo con- 
fratelli nell’America Settentrionale, ed i quali per essa 
sapientemente e strenuamente combattono, la faranno trion- 
fare. 


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LA FILOSOFJA DELLA MATERIA MEDICA, 

IL SUO STUDIO E I SUOI USI 
del Dott. P. P. Wells. 
(Continmzione e fine. Vedi il N.° precedente) 


Dunque, siffatto potere curativo si trova non solo al 
di fuori delle leggi che govemano la materia, ma agisce 
come non lo fa altra forma di materia, e come pu6 vedersi 
da questo: — Ponete un solo globulo medicato, o pochis- 
simi di tali globuli in una boccetta, e riempitela con 
globuli non medicati, e questi diverranno subito tutti me- 
dicati colla stessa forza guaritiva che era nell’ uno ori¬ 
ginate medicato, mentre, nello stesso tempo non avranno 
ricevuto alcuna nuova proprieta di materia, nb alcun’ad- 
dizione a quelle che possedevano quando non erano me¬ 
dicati. Ora noi non conosciamo esempio, nb possiamo 
concepirne alcuno in cui la materia passi nella stessa 
sua forma da un corpo materiale ad un altro, dando a 
questo nuove propriety, e nb l’uno nb 1’altro risentano 
nel processo alcun cambiamento di perdita o di guadagno 
nelle proprieta o qualitb appartenenti ad essi, come ma¬ 
teria. Cib b stato molte volte osservato riguardo a questo 
potere curativo, ed ogni volta che ha dato la sua propria 
natura ai nuovi globuli ha dimostrato evidentemente che 
quella natura non b materiale. 

Se questi ragguagli sono veri, e noi li abbiamo visti 
verificati molte volte, allora b aperta la via alia risposta 
della domanda: Che cosa, dunque, b questo potere nel 
medicamento che fa ammalare e guarisce? Perche tutti 
accettano ed agiscono basati sul fatto che i medicamenti 
guariscono le malattie, benchb non riconoscano tutti cosl 
chiaramente come dovrebbero che essi producono le ma¬ 
lattie, mediante lo stesso potere che le guarisce. Se questo 
potere non b la materia del medicamento, che cosa b 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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dunque? Noi rispondiamo che e un elemento immateriale, 
il quale piacque all’ Infinita Sapienza, Bonty e Potenza 
di porre in congiunzione con queste forme di materia 
che chiamiamo medicamenti (e tutte le forme di materia 
che hanno questo potere di rendere malati sono medica¬ 
menti), un puro dinamismo o forza. Ed b appunto questo, 
e niente pih: Ad ogni forma di medicamento fu dato un 
dinamismo, con un’individuality sua propria, che differisce 
da quella di ogni altro medicamento. Sebbene, come incon¬ 
tra in vari medicamenti,' vi siano molti elementi simili, 
per mezzo dei quali i medicamenti stessi hanno delle 
relazioni uno coll’altro, nondimeno non se ne trova alcuno 
rappresentato nella sua individuality caratteristica nel- 
l’azione manifestata da alcun’ altro rimedio. 

Ora sono appunto queste individuality, queste somi- 
glianze e differenze che cfebbono impegnare la vostra 
attenzione come studenti di materia medica. Questa scienza 
si compone di un registro dell’azione di questo dinamismo, 
quale esistente nei diversi medicamenti che sono stati 
presi da uomini e da donne, in modo che essi hanno 
potato stabilire appunto come questo potere in ciaschedun 
medicamento affetterebbe e farebbe ammalare i varj organi 
e le varie funzioni del corpo. Voi troverete i risultati di 
questi sperimenti che furono diligentemente raccolti e 
registrati, e cib colie pib grandi particolarity. Questo 
registro £ la nostra scienza della materia medica. Esso 
costituisce il tratto caratteristico peculiare e 1’ attributo 
della scoula omiopatica di medicina pratica. E l'espressione 
delle sofferenze e dei sacrificj individuali de’suoi devoti, 
i quali per questa creazione di bellezza e di verity senza 
pari non ebbero altro ajuto al di fuori del proprio cerchio 
di uomini e donne a cib dedicate. Nessun’ altra scuola di 
medicina ha alcun che di simile, e noi crediamo di essere 
giustificati allorchb dichiariamo, che l’Omiopatia b Yunica 
scienza della terapeutica, e quando soggiungiamo che 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


questo registro cost fatto b V unica scienza della materia 
medica. Noe solo nessuna altra scuola ha alcun che di 
simile, ma nessuna ha nulla che a ci6 somigli menoma- 
mente, se non lo abbia tolto ad imprestito, da questa; e 
ci6 b stato fatto piuttosto liberalmente dai recenti autori 
della vecchia scuola, ma sempre con silenzio autorevole 
ed uniforme circa .la sorgente dalla quale avevano preso 
tutto cib che db, il menomo valore ai loro lavori. 

Sarb, vostro dovere, e noi crediamo di buon grado 
che sarb pure vostro piacere, lo studiare questo dinamismo 
nelle rivelazioni delle sue azioni nel modo con cui sono 
registrate, colla massima cura, ricercando tutti i partico- 
lari dei sintomi e loro modalitb, non riputando nessun 
fatto registrato come troppo piccolo per la vostra attenta 
copsiderazione, nessuno cost insignificante da poter essere 
senza pericolo omesso o negligentato. Nei fatti della 
nostra scienza della materia medica non vi b nb grande 
nb piccolo. Questi aggettivi non hanno luogo nel suo 
vocabolario. 

Quasi Tunica — certamente la pift grande — impor- 
tanza di questa scienza si trova nella sua relazione colla 
scienza della terapeutica, e coi doveri clinici nella sua 
amministrazione. In questi doveri accade spesso che s’in- 
contrino sintomi nelle malattie, i quali sono totalmente 
senza importanza pel diagnosticante, ma che sono per il 
medico pratico le guide principali al suo curativo speci- 
fico. Epperb, nel vostro studio della materia medica non 
ritenete alcun sintomo o modalitb di sintomo come sintomo 
piccolo. CoH’azione specifica di questo elemento dinamico 
dei medicamenti fa d’uopo che voi vi rendiate familiari, 
se ambite di possedere la forza e di riuscire nella car- 
riera, che la vostra presenza qui, proclama essere quella 
da voi prescelta. 

La veduta che io vi ho qul presentata dell’elemento 
curativo nei membri della nostra materia medica non b 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


V 

quella che prevale generalmente nella professione medica, 
e non b di certo universalmente accettata nel nostro 
proprio ramo di essa. Ma voi potete io penso ritenerla 
con ogni sicurezza finchd qualcheduno giunga a darve- 
ne un’ altra che si accordi piil ragionevolmente coi fatti 
dell’esperienza e del registro della materia medica che 
questa del dinamismo. Se il materialista la rigetta, allora 
spieghi esso il paradosso del meno che b una potenza 
maggiore del piil, come si riconobbe essere avvenuto 
molte volte, col mezzo di guarigioni di casi dove il piit 
aveva fallito. 

La scoperta di questa natura non data piil indietro 
del tempo di Hahnemann, e la sua storia ne delinea la 
scoperta nella mente di quest’uomo straordinario. Egli la 
scoprl quando non vi pensava. Direte che la sua scoperta 
fu un caso. Io preferisco considerarla come una provvi- 
denza del buono e grande Iddio. La rivelazione di questa 
verity, la quale era stata nascosta nella natura delle cose 
fino dal principio, venne cosl portata alia luce nell'tespe- 
rienza di questo maestro degli osservatori dei fenomeni 
naturali. Egli aveva gia scoperto che era il rimedio piil 
simile che guariva le malattie, ma vide anche che quando 
questo 'rimedio era dato alPinfermo, nelle grosse dosi 
allora comunemente adoperate, le sofferenze del malato 
venivano grandemente accresciute, come pure il pericolo 
inerenle all’attacco originale. Onde evitare quest! due 
pericoli egli diminul le sue dosi, e cib sempre piil, fino 
a che una luce inaspettata rifulse nella sua mente, dal 
fatto che diminuendo la quantity del medicamento egli non 
aveva diminuito il potere di guarire, ma che anzi questo 
si era piuttosto aumentato coi mezzi da lui adoperati per 
compiere tale riduzione. Fu per lui una sorpresa, e, come 
molte altre sorprese, non venne sulle prime intieramente 
compresa da lui che aveva portata alia luce la verity. 
Aveva pensato sulle prime di non aver a fare che colla 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


materia del medicamento. Egli diminul questa, e trovb 
che se la materia era diminuita, la potenza curativa non 

10 era. Una intelligenza cosl limpida come quella di Ha¬ 
hnemann non poteva non vedere, essendo questo il fat- 
to, che il potere curativo non poteva essere la materia 
del medicamento, e che ci6 ch’ egli trovava cosl accre- 
sciuto col suo processo di riduzione, poteva essere soltanto 
una forza, o dinamismo, associato con queste differenti 
forme di materia. Ed ancor piu, egli trovb che pivl por- 
tava innanzi questo processo di riduzione e maggiormente 

11 potere curativo sembrava essere aumentato, ed in questo 
aumento ei vide che aveva a fare con un principio imma- 
leriale, e non piit, ora, colla materia della droga. Venne in 
tal modo scoperta la vera natura del potere curativo, 
nello studio del quale voi siete ora sul punto di essere 
impegnate. L’ apparente diminuzione della materia fu un 
accrescimento reale della forza. 

Questa diminuzione fu effettuata coll’ aggiungere ad 
una data somma del medicamento novantanove volte il 
suo ammontare, di un veicolo neutro, e ad una simile 
quantity di questo veicolo medicato una simile somjna di 
quello neutro nuovamente, traverso una serie di riduzioni 
in proporzione centesimale, finch& fu raggiunto il numero 
trenta della serie. Qui Hahnemann si ferm6. Egli numerb 
le serie una, due, tre etc., fino alia fine, e ciascuna di 
queste egli chiamb una « diluzione » o « attenuazione», 
la sua idea essendo che il processo diluiva soltanto od 
attenuava il medicamento, ogni numero piu alto rappre- 
sentando cosl una dose piu debole di esso. Sfortu- 
natamente, questa nomenclatura con tale idea ineren- 
te, b giunta fino al nostro tempo ed a noi. Noi diciamo 
sfortunatamente, perchb i termini esprimono precisamente 
il contrario di quello che ora b avvenuto nel processo 
adoperato riguardo al potere curativo; ed b con questo 
che noi abbiamo a fare nel nostro studio della materia 


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RIYISTA OMIOPATICA. 


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medica e nella nostra pratica della terapeatica specifica. 

I termini « diluzione » ed attenuazione » non dovrebbero 
adoperarsi mai per esprimere il grado di dinamizzazione 
al quale le nostre medicine possono essere state portate 
per la ragione che essi sono interamente travianti riguardo 
a ci6 che b in realty ad esse avvenuto nel processo per 
il quale sono passate. Per questa ragione tali termini 
dovrebbero essere abbandonati e dovrebbe in loro vece 
adoprarsi la parola « potenza, » la quale esprime il fatto 
piil esattamente. 

Il processo col quale venne compita questa riduzione 
del medicamento materia e quest’ esaltamento del potere 
curativo, 6 stato chiamato dinamizzazione o potentizzazione. 

II risultato di questo processo, la liberazione e lo sviluppo 
del potere curativo, e lo assoggettamento o riduzione dei 
veleni piu mortali ad uno stato nel quale divengono inno- 
cui come veleni e piu poderosi e benefici come agenti 
curativi, 6 la grande scoperta di Hahnemann. Nella storia 
della medicina non ve n’6 un’altra di uguale importanza. 
Della legge dei simili non fu Hahnemann scopritore. Essa 
era patrocinata e praticata secoli prima della sua nascita, 
e fu allora soggetto di controversie come lo fu quando 
venne ravvivata da Hahnemann. Si pu6 capire facilmente 
che la legge and6 quindi in disuso a cagione della man- 
canza della conoscenza positiva dell’azione dei medicamenti 
adoperati sugli organi e sulie funzioni del corpo, cosl 
che chi doveva prescrivere non era in grado di dire in 
alcun modo di qualsivoglia medicamento se esso fosse 
simile nella sua azione ai fenomeni della malattia che 
aveva dinanzi. Nessun medicamento era stato allora spe- 
rimentato come li abbiamo sperimentati noi e li sperimen- 
tiamo; la sola conoscenza di essi era stata ottenuta ab 
usu in morbis. Egli poteva solamente presumere la somi- 
glianza prima che la droga fosse stata sperimentata — 
ciob, egli poteva soltanto congetturarla, e questo T alio- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


patia pub fare, e fa oggi, forse quasi altrettanto bene. 
Noi abbiamo molte obbligaziani ad Hahnemann per la 
nostra sperimentata materia mediea. L’idea di sperimen- 
tare i medicamenti sugli uomini e sulle donne in buona 
salute non ebbe origin e da lui. La necessity di ci6 erasi 
fatta sentire prima del suo tempo, ma egli fu il primo a 
ridurla in atto e a darle l’esistenza vitale che ora noi pos- 
sediamo nel registro della nostra materia mediea. E poi, 
un’altra ragione per cui la legge cadde in disuso nei tempi 
antichi pu6 essere stata quella delle dosi dei medicamenti 
adoperati. Queste erano grandi — quanto era possibile 
sopportarle. E se per caso il prescrittore congetturando 
colpiva sul rimedio simile, cid doveva aggiungere tante 
sofferenze a quelle del malato da scoraggiare ambidue e 
medico e malato. Per tal modo sarh compreso che era allora 
impossibile un* applicazione felice della legge dei simili. 
Questi due ostacoli insuperabili furono amendue rimos- 
si da Hahnemann. Egli sperimentd e fu cagione che si 
sperimentassero molti rimedi, cost che le loro azioni 
sono conosciute, ed egli diminul la dose del rimedio simile 
fino al punto che potesse essere adoperata senza gli effetti 
distruttivi di quelle del vecchio tempo, ed a perfezionamento 
di quest’ultima Dio gli concesse la scoperta della poten- 
tizzazione, la quale rese la pratica col rimedio simile pos¬ 
sibile, sicura e permanente, ed incoronb 1’ Omiopatia colla 
sua gloria piit splendida. 

Noi abbiamo detto che la potentizzazione fu una sco- 
perta di Hahnemann. Essa fu tutta sua propria. A ci6 
possiamo aggiungere la scoperta della natura dinamica 
della malattia e degli agenti curativi. Egli non scoprl la 
legge d$i simili, ma egli fece la sua pratica possibile, 
sicura, e permanente. Vi sono alcuni i quali pretendono 
di dividere con lui 1’ onore dell’ origine di questa teoria 
dei miasmi cronici. Ma nessuno ha messo in questione 
il suo diritto a tutto l’onore che dovrebbe esser congiunto 


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RIVISTA OMIOPATICA. 81 

a questa che b la piu grande scoperta nella scienza della 
materia medica nei tempi antichi o moderni. Da essa il 
debole, o T apparentemente debole, in natura ci b stato 
dato colie forze di un gigante, mentre i piu mortal! veleni 
sono stati domati e costretti ai piu benefici intendimenti 
quando il loro uso b diretto colla perizia ispirata dall’im- 
mortale maestro. 

Ora, giovani Signore, io desidero imprimere nelle 
vostre menti, il piu profondamente che sia possibile, il 
fatto che quando voi entrate nello studio di questa scienza 
della materia medica, per mettervi in grado di applicarla 
nelle sue relazioni pratiche, voi siete entrate in uno studio 
che non cesser^ mai sino alia fine della vostra vita ter- 
rena. Non vi b fine alio studio — non ha fine il dovere 
— se voi volete essere degne rappresentanti della scuola 
della medicina specifica, nella quale siete ora per entrare. 
Voi potete scegliere oggi se voi volete emulare questo 
carattere, ovvero galleggiare in una vita neghittosa e 
rappresentare piuttosto gl’infingardi i quali preferiscono 
l’ozio al lavoro. Il successo nella medicina pratica speci¬ 
fica vuol dire lavoro — molto e duro lavoro. Esso vuol 
dire molto e duro lavoro, che non cessera mai finch6 
Vivrete, e non diventer& mai facile mentre lavorate. Il 
piil che potete aspettarvi in questo penoso lavoro conti- 
nuato b un acquisto di facility nell 1 uso delle forze che 
voi destinate a questo lavoro. Il lavoro stesso non diven- 
ter& mai facile. Esso vi reca innanzi nella vostra materia 
medica il registro di mille medicamenti, ciascuno piu o 
meno sperimentato, e molti di essi con migliaia di sin- 
tomi registrati per ognuno, ed esige che voi mettiate il 
vostro dito sull’ unico, il cui registro b piil simile agli 
elementi della malattia che avete raccolti, e che ora b 
vostro dovere di guarire. Esso b uno dei mille e non 
due. Uno solo b quello che guarise e non l’altro; e ricor* 
datevi che, nella sua scelta, nb la « scienza », nb la legge 

6 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


82 

permetteranno menomamente di indovinare o supporre- 
Lasciate cbe facciano questo i ragazzi della vecchia scuola, 
e state sicuri che lo faranno. A voi ed ai prescrittori che 
obbediscono alia legge, e rettamente adoprano i registri 
della nostra materia medica, 6 dato di poter dire, quando 
d stato scelto nn rimedio, to so! Cominciate, quando vo*i 
entrate nella vostra vita pratica, a chiedere per voi stessi 
questa conoscenza positiva, e continuate mai sempre a 
chiederla, e sebbene il lavoro cosl imposto e proseguito 
non sia per diventare mai facile, la forza a far ci6 sard 
con tal mezzo grandemente accresciuta. Fate di ci6 l’abi- 
tudine della vostra vita, e la vostra vita sard coronata 
dai piti brillanti successi. 

Ma pud essere che voi veniate in questo Collegio 
coll’idea che vi sia qui insegnata questa scienza e la sua 
affine, la terapeutica, in modo che ne uscirete pienamente 
equipaggiate con tale conoscenza di ciascuna da rendervi 
emancipate dal perpetuo penoso lavoro, e dalla affannosa 
fatica di aver che fare coi dettagli delle malattie e dei 
medicamenti nel modo che noi ve lo abbiamo presentato 
come parte del destino assegnatovi e del vostro dovere. 
<! E non d appunto per questo cbe noi siamo qul? » Se 
questa d la vostra opinione sull’obbiettivo e sullo scopd 
dei doveri, dei privilegi e della vita di collegio, il vostro 
piil gran bene sard realizzato quando voi vi libererete di 
questa nozione, o quando, .in vista della veritd del futuro 
di una vita dedicata al prescrivere specifico, voi siate 
cosl disgustate dalle sue continue difficoltd e penose fati— 
che, da lasciare i vostri studi e da cercare qualche occu- 
pazione meno pesante di questa. E meglio che voi cono- 
sciate ora distintamente la vera natura dei vostri propri 
doveri, e di quelli dei vostri insegnanti, e le relazioni di 
ciascuno coU’altro. Il vostro maestro ha adempito a tutto 
il suo dovere e nobilmente, pienamente, e perfettamente, 


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RIVISTA OMIOPATICA. 83 

quando vi ha insegnato a fare il vostro lavoro da voi 
stesse e colla vostre proprie forze. 

II vero maestro non s’impegna mai a fare il lavoro 
del suo scolare. Egli b pienaraente sciolto dal suo proprio 
dovere quando ha mostrato alio scolare come farlo da se 
stesso. Questo b il gran dovere del maestro, — mostrare 
alio scolare come far uso delle sue proprie forze, e come 
con queste egli abbia a comportarsi colle speciality le 
quali insieme costituiscono la somma di un’educazione, e 
con queste sue proprie forze lo scolaro possa impadro- 
nirsene. Se il maestro prende abbaglio e procede a fare 
il lavoro che b necessario sia fatto dal suo scolaro, alia 
fine quest’ultimo si trova, riguardo a tutte queste materie 
le quali egli pud credere di aver imparato, nella stessa 
imbecillity in cui era sul principiare. In tal mo do istruito 
egli b stato reso inetto e non uomo. Ma voi domandate, 
« Non sono io qui per imparare, fra le altre scienze, 
quella della materia medica? » SI, fino ad un certo punto 
ed in un certo modo. Ma questo punto e questo modo 
sono quasi interamente limitati ai principi generali. Se 
voi vi aspettate di ottenere qul una conoscenza completa 
dei dettagli della nostra materia medica nei pochi brevi 
mesi della corrente sessione, sard, grande la vostra disil— 
lusione se voi osservate i registri di Plumbum e di Sulphur, 
ciascuno dei quali ha pih di quattro mila sintomi, ed in 
pari tempo b da ricordarsi che ve ne sono molti altri, 
il registro dei quali estendesi alle migliaia. E poi, se voi 
rammentate che vi b una somiglianza grande, fra il registro 
di ciascuno con quello dell’altro, cosa che favorisce gran- 
demente la confusione in ogni tentativo per figgersi in 
memoria questa grande massa di dettagli, e che vi sono 
oltre mille membri individuali della nostra materia medica, 
pub essere, dopo questa generale veduta del soggetto, 
che voi abbiate a conchiudere che ogni tentativo per 
tenere a memoria questi dettagli debba essere interamente 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


cosa insensata. Questo d appunto cid che sarebbe. Noi 
pensiamo di azzardare ben poco affermando che qualunque 
possa essere il talento per insegnare nel maestro che 
siede sulla cattedra della materia medica, e che qualunque 
attitudine per imparare possa possedere il pid svegliato 
scolaro, se questo maestro si dedicasse interamente a 
questo solo scolaro, e lo scolaro dedicasse tutto il suo 
tempo ed il suo talento a questo solo studio, ambidue 
sarebbero in grado di concludere ben poco in questo 
genere di conoscenza della materia medica, che rende 
maestri del prescrivere specifico. Non d tanto il possesso 
della memoria di questi dettagli, quanto quello dei prin- 
cipt generali e di un pronto riconoscimento di cid che 
d simile, allorchd i fattori da confrontarsi si hanno d’in- 
nanzi, che d& al prescrittore padronanza sulle malattie. E 
siccome l’obbiettivo dello studio della materia medica 
qul ed altrove b di acquistare quella conoscenza di ci6 
che deve recarsi al letto dell’infermo che possa fornire i 
mezzi di guarire, cost il procedimento saggio su cid con- 
siste nello sforzarsi di acquistare tale generale conoscenza 
delle caratteristiche dell’ azione dei diversi rimedi che ci 
ponga in grado di prontamente conoscere il vero posto 
dove il prescrivente deve guardare per i dettagli di que- 
sta azione che mette in relazione una qualche droga al 
suo caso come atta a guarirlo. E sia rammentato che b 
in tali dettagli che esiste questa ralazione del curativo 
colla malattia, e quindi la necessity del perpetuo studio 
che noi abbiamo affermato essere indispensabile al pre¬ 
scrittore specifico. Cid d necessario, perchd nessun uomo 
(ed in questo nome intendiamo includere le donne) pud 
portare questa enorme massa di dettagli di fatti nella 
sua testa. Se voi trovate taluno che pretenda di far cid 
e nelle sue prescrizioni non faccia ricorso ai registri stam- 
pati, qualificatelo pure senza la minima esitazione per 
un impostore e falso pretendente. Uno dei pivt grandi mae- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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stri del prescrivere specifico che io m’abbia conosciuto — 
ed egli era veramente grande — dissemi molte volte: « Voi 
non sapete ci6 che dovete dare pel vostro caso finchb non 
1’ avete studiato. » Questo h vero. Ricordatevene, e non 
vi vergognate mai, di farvi vedere col libro in mano a 
studiare il vostro caso, per timore che qualcheduno possa 
pensare che intorno ad esso voi non sappiate nulla. Voi 
infatti non sapete nulla del caso, e nessun altro ne sa o 
ne seppe nulla finchh non l’ebbe studiato. Un dottore mi 
disse un giorno incontrandomi per istrada mentre andavo 
a visitare un malato colla mia Materia Medica in mano 
(come allora io faceva sempre): «. Io mi vergognerei di 
fare ci6. Avrei paura che i miei infermi pensassero che 
io non so nulla. » Bene, essi avrebbero pensato soltanto 
la verith. Egli non conobbe mai nulla. Egli non adoprb mai 
i mezzi che soli potevano metterlo in grado di conoscere. 
Non abbiate mai vergogna di essere vedute con un libro in 
mano. In questo dovere agite onestamente, e la verity giu- 
stifichent il vostro procedere. 

I due pih grandi maestri della nostra materia medica 
che io abbia conosciuti, ognuno dopo aver passati i suoi 
settant’anni, avevano ancora fra mano i registri stampati 
quando dovevano scegliere i rimedi per una malattia al 
modo che avevano sempre fatto. Questa era stata 1’abi- 
tudine della loro vita, e questa li fece grandi. Il tempo, 
anche in quella tarda et&, non li aveva emancipati da 
questo dovere. Ancorchb familiari colla materia medica 
pih di tutti gli altri uomini, essi non sapevano che cosa 
dare ad un infermo finchb non avevano studiato il suo caso. 
Essi non avevano paura che qualcheduno pensasse che 
nulla sapevano perchb erano veduti con' un libro in mano. 
Era perchb sapevano che essi studiavano i loro casi. Ed 
essi sapevano pih di qualunque altro prescriltore pratico 
perchb durante la loro lunga vita avevano studiato i loro 
casi ed insieme in pari tempo il loro registro della Ma - 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


teria Medica. Baenninghausen dissemi, quando io gli conse- 
gnai una storia scritta di un caso per il quale lo pregava di 
fare una prescrizione (erano allora le 8 ant.), « Venga 
da me alle 4 di oggi, ed io le indicher6 il rimedio. » 
lo non so quante di queste otto ore egli abbia impiegate 
fra la storia e la Materia Medica. Io vidi sulla sua tavola, 
in una colonna, probabilmente piu di cinquanta nomi di 
medicine, in un’altra forse quaranta, in un’altra venti, in 
un’ altra dieci, in un’ altra cinque, in’ altra uno. Il suo 
primo studio gli diede il pih gran numero di nomi. Molti 
di questi furono eliminati da un secondo studio. E questa 
seconda lista fu maggiormente diminuita dal suo terzo, e 
questa dal suo quarto, e cosl di seguito finche egli ebbe 
raggiunto il suo unico rimedio piil simile. Se questo im- 
pareggiabile prescrittore e maestro di materia medica era 
cosl diligente e laborioso nello studio de’suoi casi senza 
curarsi del tempo richiesto per la ricerca del suo simillimum, 
ci vergogneremo noi che siamo a lui di gran lunga infe- 
riori di essere visti impiegare tempo e studio per com- 
piere lo stesso dovere? Egli conosceva la sua Materia 
Medica , e per questo la studiava. 

A coloro i quali entrano nella vita di prescrittori 
pratici non si pub presentare alcun esempio cosl degno 
di imitazione come quello di questi due grandissimi nostri 
predecessori. Fu il costante lavoro che li fece grandi. 
Senza costante lavoro nessuno pub essere veramente grande 
in quest'arte, la quale richiede lavoro pib di qualsiasi 
altra. E al costante lavoro, od alia imbecillitb. per man- 
canza di questo, che voi siete ora per dedicare le vostre 
vite. Sta adesso a voi il fare la vostra scelta. Cominciate 
bene, e proseguite bene e continuate bene finchb cio 
diventi l’abitudine delle vostre vite, e voi sarete presto 
in grado di guardare indietro ed in basso quegl’imbecilli i 
quali sul principio trascurarono di prendere 1’ olio per le 
loro lampade, che solamente le abitudini dell’ assiduity 


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RIVISTA OMIOPATICA. 87 

possono dare, e senza del quale si b condannati a rima- 
nere nell’oscuriti completa. 

Quando noi vi presentiamo i veri dell’ Omiopatia 
pratica noi lo facciamo con pienissima flducia nel loro 
valore e nella loro veracity. Noi in question presentiamo 
nulla di nuovo, ma cid di che il mondo ed i suoi eser- 
centi hanno avuto larga esperienza. Essi sono stati spe- 
rimentati nei cimenti della piit perspicace osservazione e 
del piit acuto criticismo, ed b risultato da questi nella 
piil splendida e chiara dimostrazione, cbe essi sono non 
altro che doni di Dio aH’umanit^ sofferente ed inferma, per 
la di lei guarigione. Un appello al registro della loro am- 
ministraziorie fatta dai maestri per mezzo dei quali b giunto 
fino a noi, proverb che la loro origins non b terrena. 

Noi vi presentiamo quest,e verity ora per intero (ci 
siamo occupati soltanto di un ramo di esse) come degne 
non solo della vostra fiducia, ma della devozione delle 
vostre migliori forze nell’opera di padroneggiare le dif— 
ficoltii della loro intelligente applicazione per la guari¬ 
gione dell’infermo. Non agirete saggiamente se stimate 
questo un facile cbmpito. La sua conveniente attuazione 
richiederb tutta la.forza e tutta la pazienza di cui potete 
disporre. Quando sia interamente ultimato, quella fra voi 
che b piit altamente dotata d’ability naturals ed acqui- 
sita, trover^, di aver avuto bisogno di tutta 1’ability che 
possedeva. Non b un facile dovere questo al quale voi 
siete invitate dalle attrattive del vero e della potenza del 
sistema di Hahnemann, ma un dovere di gagliardo lavoro, 
il quale non conosce altro fine che quello della vostra 
vita. Lavoro onesto, fedele e duro, b la coppa alia quale 
voi siete invitate a bere, mentre in ricambio vi b offerta 
solo la ricompensa che deriva dalla fedeltk al vero e da 
una buona coscienza. 

Vi sentite di bere a questa coppa? Siete contents di 
questa ricompensa? 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


Se si, allora noi di cuore vi diamo il benvenuto nella 
compagnia di coloro che hanno gih consacrati loro stessi 
a questo lavoro, e nella carriera nella quale siete per 
entrare, noi vi auguriamo cordialmente, nello spirito di 
questa consacrazfone, che Dio vi accompagni. (The Ho¬ 
moeopathic Physician). 


VI E QUALCHE COSA IN SULPHUR™ (F. C.)? 

del Dott. E. W. Berridge. 


Probabilmente il Dott. Richard Hughes ed i suoi sette 
collaboratori risponderebbero alia domanda in modo ne- 
gativo, vedendo che essi volontariamente escludono dalla 
loro « Ciclopedia della patogenesia dei medicamenti » 
(Cyclopaedia of drug pathogenesy) tutti i sintomi ottenuti 
dalle potenze sopra la dodicesima decimale, a meno che 
siano confermati dalle sperimentazioni con le basse po¬ 
tenze. Infatti, il loro pregiudizio li ha portati a tal punto, 
che essi hanno escluso le sperimentazioni coll’alta po- 
tenza di Lactic, acid, fatte dal Dott. J. F. Allen, sebbene 
egli dichiari (Mew. York J. of Horn., p. 102). « Gli ef- 
fetti sono cost positivi ed uniformi nelle different perso- 
ne, che anche i piil scettici della classe furono convinti 
dell’effetto della trentesima ». Eppure questa caricatura 
di materia medica, questo aborto miserable, ha ricevuto 
1’approvazione e l’appoggio delle due grandi istituzioni 
omiopatiche professionali delle nazioni che parlano Ingle- 
se! Se esse continueranno ad approvarlo dopo aver letto 
la mia analisi che intorno a quest' opera fa ora la sua 
comparsa nel Homoeopaihie World, rimane da vedersi. 
Forse si, perch6 quem Deus vult perdere, prius dementat. 

Ma tutte queste opposizioni teoretiche di pseudofilo- 
sofi sono completamente distrutte da alcuni semplici fatti; 
e di questi fatti uno dei piu convincenti che i pazienti 
hanno scoperta la medicina data loro da '" suoi effetti pa - 


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RIVISTA OMIOPATICA. 89 

togenetici sovr' essi. Io mi propongo, quindi, di citare in 
appoggio di ci6 alcuni casi. 

I. — II signor B., di 60 anni, consultavami per ul¬ 
cere varicose croniche alle gambe. La sua storia medica 
b speciale ed istruttiva. Dieci o dodici anni innanzi egli 
mi disse che aveva consultato il Dott. P., un meticcio che 

10 curb invano per due mesi; questo Dott. P. lo mandb 
al signor Cooper Foster , un celebre chirurgo allopatico, 

11 quale oieritamente svergognb il meticcio rifiutandosi di 
venirci a consulto. Il signor Foster diede un colpo di 
lancetta nella gamba, facendone sortire pus e sangue. Poi 
continub ,1a cura allopatica, ma senza beneficio. Circa otto 
mesi prima che io lo vedessi egli consultb una donna sa- 
piente, la quale esercitava la professione di guarire le 
gambe malate; essa applicb il suo unguento, che fece 
uscipe il pus, ma egli perse l’appetito, e d’allora in poi 
non stette mai piit bene — un effetto molto comune della 
pericolosa pratica della medicatura esterna, della quale gli 
pseudo-omiopatici come gli allopatici sono tanto appassio¬ 
nato Anche pih recentemente un allopatico del paese gli 
dette Mercurio e Conium , ma senza beneficio. Egli con¬ 
sultb pure il Dott. Giuseppe Kidd, il capo degli pseudo- 
omiopatici nella Gran Bretagna, ma la Kiddopatia, que- 
sta volta nella forma di Pirofosfato> di Ferro, non fece 
alcun bene. 

Il 19 Dicembre 1882, io gli diedi Sulphur DM (F. C.) 
una dose due volte al giorno per otto giorni. 

Il 30 Dicembre egli mi annunzib un miglioramento 
generale, dicendomi che « questa medicina aveva agito 
come una magia, in modo del tutto diverso dalla prima x>. 
Il 19 Dicembre dopo la prima dose, colla mano destra, 
stendendo la mano sinistra traverso il corpo, sentl un a- 
cuto dolore nella regione cardiaco per circa quindici mi- 
nuti; questo gli era gib. successo altra volta, ma non mai 
in modo cosl forte; ebbe un sintomo simile il 22, ed ogni 
subitaneo movimento cagionava dolori improvvisi nei lombi 
e nello stomaco. Il 20 delle vescichette eransi aperte sul 
labbro superiore, che duraTono tre giorni; dice che esso 


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R1VISTA OMIOPATICA. 


90 

pensa di aver preso Sulphur, perchd egli, anni addietro, 
ebbe gia una simile eruzione quando faceva uso del Ri- 
storatore Messicano dei capelli. 

Egli continub a migliorare considerevolmente con 
questa medicina ed alcune altre. Syphilinum dm (F. C.) ri- 
mosse i sintomi. « Tosse peggiore giacendo sul lato de- 
stro ». Disgraziamente, nel Marzo 1884, egli si raffreddb, 
ed ebbe una pneumonite ed itterizia. Sua moglie, che o- 
diava l’omiopatia, chiamb an medico allopatico, il quale 
fece presto a mandarlo nell’altro mondo secundum artem. 
Naturalmente, la vedova fu consolata dall" assicurazione 
allopatica, che era stato fatto tutto per salvarlo. 

II. — 29 Agosto 1876. — Io detti al Signor M. — 
di anni settantacinque una dose di Sulphur 20mm (F. A.) due 
volte al giorno. II 6 Settembre egli mi annunzib il suo 
miglioramento, ma mi domandd se io gli aveva dato Sul¬ 
phur, perchb nel secondo giorno sent! un vuoto nello sto- 
maco con diminuzione d’appetito, e mangiava senza pia- 
cere. Egli disse che era sempre solito di aver questi sin¬ 
tomi quando prendeva zolfo o teriaca, o flori di zolfo. 
Questa 20 mm potenza era fatta con un continuo flusso di 
acqua in una boccetta diluente per quaranla giorni. 

III. —23 Marzo 1881. — Io detti una dose di Sulphur mm 
(F. C.) ad una signora la quale soffriva di emmorroidi e 
prolasso dell’ ano. Come gl’ infermi di cui sopra, ad essa 
non fu detto ci6 che prendeva. Il 30 Marzo mi diceva 
quanto segue: Il 24 sent! una difflcoltb nell’inghiottire 
cibi solidi; appunto come Tebbe un anno addietro men- 
tre prendeva ripetute dosi di Sulphur cm . Il cibo sembrava 
raspare nella gola; essa aveva avuto ci6 piit o meno ogni 
giorno, ma ora era in decrescenza; il 25, 26, 27, son- 
nolenza verso le 11 ant. (una delle grandi caratteristicbe 
di Sulphur), di modo che essa si coricb e dorml profon- 
damente per un’ ora e mezza, il cbe la ristorb. Con cib 
vi fu un miglioramento nolle emorroidi e nel prolasso. 

Il 30 Marzo io le ne diedi una dose di DM (F. C.), 
ed il 7 Aprile essa mi disse, che l’assopimento erasi ri- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 91 

manifestato per due o tre giorni, ma minore; i siutomi 
della gola non si manifestarono piit. 

Se gl’infermi possono scoprire la medicina dagli ef- 
fetti prodotti dalle alte potenze, cosa diventano le obbie- 
zioni teoriche degli pseudo-sapienti? « II vostro pseudo- 
filosofo, che penserk sempre d’avere scandagliato l’oceano 
colla sua canna dal pomo d’argento, b alcune volte un 
grande sciocco ». 


INCONTINENZA NOTTURNA DI ORINA. 


In vista della pochezza dei sintomi oggettivi e sog- 
gettivi che si hanno ordinariamente (gl’ infermi essendo 
in generate molto giovani), io non conosco altra malattia 
cosl scoraggiante pel medico come questa. Avendo recen- 
temente letto un articolo nell ’Illustrated Medical Journal 
di Leonard scritto dal Dott. Roberto Farquharson (allo- 
patico), io non potei tenermi dal confrontare tali incertezze, 
come sono ivi mostrate, colie certezze che presenta ai suoi 
seguaci la scuola omiopatica, e notando come anche noi 
possiamo frequentemente smarrirci in un laberito per man- 
canza di sintomi ben definiti. Questa malattia b molto fa- 
stidiosa alle madri e cagiona grande ansiet& al medico, 
a meno che i sintomi siano precisi. Io do 1 qul due casi, 
avvenuti durante il 1884, nella mia pratica. 

Caso I. — Barabina, di tre anni, occhi e capelli scu- 
ri. La madre era quasi angustiata dalla frequenza colla 
quale doveva cambiare e lavare le lenzuola e le altre cose 
accessorie, e dalla necessity di alzarsi per assisterla di 
notte, senza parlare dell’incontinenza di giorno. L’orina 
non aveva un odore insolito, e, di fatto, io non ne potei 
trar fuori aleun concomitante positivo. Quindi, colla spe- 
ranza di recar sollievo, diedi vari rimedi uno dopo l’al- 
tro, finch6 un giorno, seppi che la bambina domandava 
conlinuamente sale. Allora io le diedi una dose AiNat.m. 200 , 
che non fill ripetuta finchb essa bagnb nuovamente il letto, 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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tre settimane dopo. Per cinque mesi consecutivi essa non 
ebbe pit! alcuna medicina. 

Caso II. — Ragazzo, di dieci anni, biondo ed occhi 
azzurri. Questo caso ha gettato il guanto a tutte le scuole 
come pure a molte forme di medicina patentata per vari 
anni. II sintomo di guida era « dolore acuto lancinante 
nella parte sinistra del petto , vicino alio sterno, e pa¬ 
rallel ad esso ». Hering, nella Condensed Materia Me- 
dica, sotto Ox. ac., db « subitaneo lancinamento nel pol- 
mone sinistro, che gli toglie il respiro ». « Acuto dar- 
deggiamento nel cuore e nel polmone sinistro, estenden- 
tesi gib all’epigastrio ». L’ultimo sintomo 6 anche dato 
nell’ Illustrated Repertory di Gregg. Io gli diedi Ox. ac. 6c , 
ed in due giorni il suo disordine cessb. Egli continua bene 
fino ad ora, e sono passati gi& oltre sette mesi. 

(I suddetti casi fanno ricordare al redattore, che egli 
pure, similmente ebbe un caso di incontinenza notturna 
di orina in una bambina che resistette al trattamento per 
la ragione molto evidente, che non si poterono ottenere 
indicazioni degne di fiducia. Finalmente egli fu informa- 
to, che la bambina poteva orinare, allorchb era sveglia, 
solamente quando stava inpiedi. Fu data Sarsapilla 20 , che 
guarl in quarantotto ore. — W. M. J. in Horn. Phys.). 


RIFLESSIONI 

DEL DOTTOR F. S. DAVIS. 


Nell’ Homoeopathic Physician di Aprile 1886, io lessi 
con interesse i commenti del Dottore Ad. Lippe nelle sue 
« Riflessioni Cliniche » (*). 

Fu una sorpresa per me durante i primi anni di pra- 
tica, il trovare raratnente indicato Aconito. 

Io mi era in qualche modo formata l’idea, che que* 
sto rimedio fosse uno dei pift frequentementi indicati, in 
specie negli stadi febbrili delle malattie. 

(*) Lo Riflessioni cliniche cui qui si allude sono riferite nel nostro prece- 
dente N.° di Agosto. La Direzione, 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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Io sono soddisfatto che fra la maggior parte dei me- 
dici i quali aspirano all’ Omiopatia esso 'sia uno dei ri- 
medi piil frequentemente adoperati. Io non mi stupisco 
della loro mancanza di riuscita, e del ricorrer frequente 
alle misure che contradistinguono subito la loro man¬ 
canza di fiducia nella loro professione. 

Essi camminano solo debolmente nella via cosl chia- 
ramente tracciata da Hahnemann, e sono presto scorag- 
giati dall’ onesto sforzo, e ricorrendo a qualche mezzo fa¬ 
cile, cadono nelle alternative avventate dei rimedi scelti 
ed operano’ ciecamente nel fango del dubbio e dell’ in- 
certezza. 

Essi sono costantemente delusi e non banno mezzi 
di correggere i loro stolidi errori. Essi non hanno guida, 
percbb non vogliono accettare alcuna legge. La loro aspi- 
razione prova che b soltanto ambisione. Non b questa una 
verifica della definizione di Giorgio Macdonald ? Egli dice 
che 1’ ambizione b 1’ aspirazione verso il peggio. 

Se a noi manca la volonty di seguire l’importante 
istruzione dataci da Hahnemann di osservare diligente- 
mente le peculiarita dei nostri infermi nelle loro condi- 
zioni morbose e di lasciarci gnidare da esse, scegliendo 
il rimedio in conformity, noi falliremo, e ce lo meritere- 
mo. I sintomi caratteristici debbono essere ricercati nello 
stato infermo, e debbono con essi confrontarsi i medica- 
menti che li producono simili nelle sperimentazioni finchy 
si trova quell’ uno che copre le condizioni del nostro caso. 
Con tale accurato studio soltanto noi possiamo diventare 
in ogni senso padroni dell’ arte di guarire. Si richiede 
uno sforzo onesto, fedele, per diventare medici abili. 

Coloro che non hanno voglia di lavorare ricorrono 
ad un’abitudine sbadata di esame ed alia rutina nel pre- 
scrivere; essi perdono la forza della diligente osservazio- 
ne; il loro senso di responsability b indebolito; essi sono 
meticci. 

Noi non abbiamo bisogno di alcuno di questa classe; 
essi sono un impedimento al progresso, ed un disonore ad 
ogni vero lavoratore. L’ Omiopatia ha sofFerto piil da tali 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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pretendenti che da| coloro i quali si dichiarano aperta- 
mente contro la verity. 

SPERIMENTAZIONE INV0L0NTAR1A DI ARALIA 
del Dottor G. M. Pease. 


I seguenti sintomi si sono manifestati per tre volte 
differenti in un signore di carnagione bionda e dell’ etb 
di circa cinquantacinque anni, ogni volta sotto le stesse 
6 simili circostanze. 

Sentendo di avere un leggero raffreddore, egli ma- 
sticb un piccolo pezzo di radice di Nardo —• venduto nelle 
botteghe sotto questo nome — ma probabilmente l’Aralia 
racemosa dell’ Enciclopedia di Allen. II pezzo masticato 
non era piil grosso di una piccola penna, e lungo un pol- 
lice. Varie delle sue conoscenze avevano adoprato con 
benefizio la radice del Nardo. 

Ventiquattro ore dopo masticata la radice io lo tro- 
vai coi seguenti sintomi: 

Labbra rosse e considerevolmente gonfie, aventi una 
sensazione come se fossero arsiccie. La bocca si sente 
arsa; bisogno di tener la lingua in movimento per averla 
umida, sebbene vi sia profusa salivazione; la saliva scorre 
dalla bocca peggio quando egli sta gib coricato. Palato 
coperto con ulcere, irregolari di grossezza e di forma, 
aventi una copertura (non membrana) bianca — giallo- 
gnola di, aspetto come pus. Gola gonfia e dolorosa, diffi- 
coltb di inghiottire a motivo della sensazione di avere un 
pezzo di qualche cosa o un volume nella gola — poteva 
difficilmente inghiottire passato il volume. Voce velata e 
debole. L’ infermo s’immagina d’essere avvelenato in que¬ 
sto modo perchb egli ha fumato, sebbene dica che alt'ri 
i quali usarono la radice erano anche fumatori. 

L’occorihenza di sintomi esattamente gli stessi in tre 
occasioni danno la certezza che la droga ne fu la causa. 

Mercurius fu il rimedio dato ciascuna volta; e da 
esso segul pronto sollievo. 


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APPUNTl CLINICI 


Coffea . — Scrive il Dott. Ebrman: « Fui chiamato per una si¬ 
gnora ch’ era stata da me guarita anni fa con un solo rimedio di 
un dolor di testa. Quando fui introdotto nella sua camera, essa era 
in preda ad una frenesia che la faceva correr su e gib per la ca¬ 
mera gridando e lamentandosi. Siccome non vi era alcun modo di 
conversare, io con un p6 di strategia riuscii a metterle sulla lingua 
pochi globuli, e mi posi ad aspettare fincb6 essa si calm6. In un 
momento si gir6 intorno e mi ricbiese cosa le avessi dato. Le ne 
domandai il perchb. Mi rispose: « percM mi sento di gid quasi gua¬ 
rita ». Avendole detto cbe le avevo dato la 200 a potenza di Coffea 
disse cbe aveva preso rimedj per una settimana secondo il libro di 
Pulte, ma senza alcun vantaggio. Essa rimase guarita da quests sola 
dose, come ebbi poi ad accertarmene. Se il medico patologico mi 
cbiedesse per quale malattia io feci prescrizione, risponderei per I’ipe- 
restesia cbiaramente palese » (The Medical Advance). 


Arnica . — Un dolore nel lato destro anteriore della testa, peg- 
giorato giacendo colla testa alta e allegerito giacendo con la testa 
bassa, fu guarito dal Dott. Berridge con una dose della milionesima 
potenza di Arnica (The Homoeopathic Physician). 


Sulphur . — Il Dott. Ehrmann narra cbe assistendo alcuni raem- 
bri di una famiglia, la signora di casa lamentavasi di non star 
bene da qualcbe tempo, non per6 a segno da sentirsi malata. Disse 
di essere stata in dieta per alcune settimane e di aver fatto quanto 
poteva ma senz’ alcun profitto. Tutto il giorno sentivasi sonnolenta , 
ma quando andava a letto non poteva piu dormire. Il suddetto Dot- 
tore le dette una dose di Sulphur 80 m (Fincke); e la signora d’ al- 
lora in poi dormi bene. {The Medical Advance). 


Psorinum. — Una signorina aveva tosse cbe cagionava uno 
strappamento dal centro del petto alia gola su tutto il lato destro, 
— tosse peggiorata la notte, con uscita di orina tossendo. il Dott. 
Berridge le dette il 25 Marzo 1886 una dose di Psorinumcm (Fin¬ 
cke), ed il 6 Aprile essa gli riferi che la notte seguente non ebbe 
tosse, e cbe non fece pib ritorno, e dicendogli di non aver mai co~ 
nosciuto medicina cbe agisse cosi prontamente. Il Dott. Berridge 
qui aggiunge: « (Veggasi il Congh Repertory di Lee p. 22). Questo 



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R1VISTA OMIOPATICA. 


96 

siatomo b il 392 in Allen, ma non & dato da esso come veriflcato. 
fi uno dei sintomi di Hahnemann della trentesima potenza; ma 
anche colla sua soscrizione e con una verifica clinica verrh indubi- 
tamente omesso dal Dott. Hughes nella sua Caricatura di Patoge- 
nesia dei rimedj (Drug Pathogencsy), perchfc la potenza fu sopra 
la duodecima decimale! Ma forse 1* opera non sarh condotta mai 
tant’oltre. La seconda parte ora appunto pubblicata contiene spro- 
positi ed omissioni orribili ». ( Homoeopathic Physician , Agosto 1886). 


NOTE E NOTIZIE 


Siamo lieti di riferire dagli « Annali di Giurisprudenza » anno 
1885, Vol. 19, parte l a , sezione 2 a , pag. 46, la seguente massima 
che la Corte di Cassazione di Firenze, in conformity colla legisla¬ 
ture vigente negli Stati Uniti, in Prussia, ed in altri paesi civili, 
stabiliva sotto la data del 26 Dicembre 1884: 

« Chi 6 rivestito della quality di Medico pu6 esercitare la me- 
» dicina col sisteraa dell’ Omiopatia e preparare i medicamenti o- 
» miopatici e somministrarli ai clienti ». 


Siccome annunziammo, nei giorni 3, 4 e 5 del passato Agosto, 
ebbe luogo a Basilea il Congresso quinquennale internazionale di 
Omiopatia, al quale presero parte 38 medici di varie nazionality. 


Anche i medici delP Istituto Omiopatico Italiano nei primi tre 
giorni del corrente Settembre tennero in Napoli la loro adunanza 
annuale. 


Dobbiamo lamentare la perdita che faceva V Omiopatia non solo 
Americana ma mondiale con la morte del grandemente stimato no¬ 
stro collega Dott. Rollin R. Gregg di Buffalo nello Stato di Nuova 
York. Era uno dei piii valenti omiopatici perch6 estimators e se- 
guace fedele degl’ insegnamenti di Hahnemann. In Italia b cono- 
sciuto solo il suo importantissimo Trattato sulla Difteria che vol- 
tava nella nostra lingua V egregio Dott. Mattoli. Ma abbiamo di 
lui anche un assai pregevole Repertorio Illustrato delle malattie di 
petto, e non pochi altri scritti minori. Fra i quali noi speriamo 
pubblicar presto le sue Osservazioni Cliniche suite due scuole di 
nedicina, nelie quali ci £ data anche la storia della sua conversione 
all’ Omiopatia. 


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RIVISTA OMIOPATICA 


Anno XXXII OTTOBRE 1886. Numero 4. 


QUALE E IL MIGLIOR METODO DI SCEGLIERE IL RIMEDIO?^ 
del Dottor P. P. Wells. 


12 evidente, senza discussions, che questo deve essere 
il metodo della legge. Se vi b una legge, se questa deve 
governare tale scelta, essa deve aver avuto la sua ori¬ 
gins nella mente che concepl e cre6 il corpo che il rime- 
dio scelto b destinato a guarire. Essa quindi deve essere 
posta quale una delle leggi stabilite pel governo della 
sua vita, specialmente della sua vita inferma. Per avere 
una idea chiara del dovere di questa scelta, rivolgiamo lo 
sguardo indietro verso gli elementi scientifici in essa 
compresi ed esaminiamoli e vediamo se da quelli possiamo 
acquistare luce intorno a questo miglior metodo. 

L’ obbiettivo di questa scelta b la guarigione del- 
T umanitA inferma. Quindi il primo oggetto dell’ esame b 
l’uomo stesso. Ed in primo luogo noi non lo troviamo 
quale un’ accidentalitA nel mondo, ma come il prodotto 
di un potere intelligente, creatore, complesso nella sua, 
costituzione, le molte parti od organi del quale furono 
ciascuno formati per il compimento della loro propria 
speciale funzione; ed ognuno, neir esecuzione del suo 
proprio officio, quando non disturbato, b con ogni altro 
in quel perfetto accordo che conserva l’organismo come 
un tutto e ciascuna delle sue parti. Quest’armonia di 

(*) Discorso letto innanzi alia Societa Medico-Omiopatiea della Contea di 
Nuova York 1’ 14 Marzo, e innanzi all’Associazione Internazionale Hahneman- 
niana il 24 Giugno 4886. 

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98 RIVISTA OMIOPATICA. 

funzioni b la salute. La funzione e il risultato dei movi- 
menti in questi organi, ed in ciascuno vi b il movimento 
particolare che la sua funzione richiede. Il movimento 
implica la forza motrice; solo perchb sono stimolati da 
questa forza gli organi sono indotti ad eseguire le loro 
funzioni. Cosl, neH’uomo, come rispetto al problema della 
scelta del rimedio, noi abbiamo a distinguere gli organi, 
la forza che li muove, e le funzioni che ne risultano. 

Ora questa forza, che b la caratteristica dell’ uomo 
vivente, quando fu- posta in lui per gli scopi della vita 
fu fatta suscettibile alle impressioni degli agenti esistenti 
fhori di lui stesso, che sono capaci di modificare la sua 
azione sugli organi e sulle funzioni, per modo che l’armo- 
nia di quella, che noi chiamiamo salute, b distrutta. Que- 
sto disaccordo negli organi e nelle loro funzioni noi lo 
chiamiamo malattia, e tende sempre alia distruzione d\ 
entrambe. La prima impressions, quindi, della causa che 
ha disturbata quest* armonia b nella forza che eseguisce 
le funzioni. Noi abbiamo dunque, prima, 1’ azione della 
causa morbosa sulla forza che eseguisce le funzioni, poi, 
il disturbo che ne risulta, e poscia forse, i cambiamenti dei 
tessuti organici se questa armonia perduta non b rista- 
bilita prima che questi cambiamenti di funzione abbiano 
avuto tempo di produrre cambiamenti di tessuto. Questo 
b l’ordine in cui i processi delle malattie si succedono 
l’uno all’altro. Una volta che i processi sono stabiliti, il 
problema che il medico deve risolvere b di trovare 1’agente 
che ha il potere di ristorare la perduta . armonia delle 
funzioni. 

Come procederemo noi nella ricerca a tale oggetto? 
Vi sono solamente due vie aperte innanzi a noi — una 
sotto la guida della legge, V altra senza legge o guida, 
tranne che il congetturare. Noi non possiamo vedere altra 
via, n b ragione per procedere a dimostrare la superiority 
di quella sotto la legge. N6 occorre dichiarare, come per 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


99 


risolvere questo problema, non vi b che una sola legge 
conosciuta, e che questa b la legge dei simili. L’ espe- 
rienza clinica di oltre tre quarti di secolo ha abbondan- 
temente dimostrato che questa b una legge, e n6 l’oppo- 
sizione ad essa, nb i bisogni e le sofferenze e i pericoli 
delle malattie umane, ne hanno, in tutto questo tempo, 
portato a nostra cognizione alcun’altra. 

Percib, che cosa richiede da noi questa legge, se 
vogliamo procedere sotto la sua guida allorch^ ci pro- 
viamo a scegliere 11 rimedio necessario? In primo luogo, 
richiede che tutti gli elementi nel problema della scelta siano 
conosciuti, giacchb essa implica che tutte le cose neces- 
sarie ad una giusta scelta sono conoscibili. Si vedr& subito, 
se noi procediamo sotto la legge sottoposta alia scienza 
della terapeutica, — la legge dei simili — che questi ele¬ 
menti si presentano a noi in due categorie, 1' una che ab- 
braccia quelli appartenenti ai fenomeni della malattia — 
1’ altra, quelli delle suddette azioni sull’ organismo degli a- 
genti fra i quali si deve fare la scelta. La legge dichiara che 
il registro di quell’agente che si riconosce piu simile ai 
fenomeni della malattia b il suo curativo, ed essa richiede 
una conoscenza completa di tutte due le categorie prima 
di accettare la responsabilitk per la cura con qualunque 
rimedio scelto. Cosl, si vedra che essa rigetta fortemente 
tutti gli elementi che possono essere intrusi nella solu- 
zione del problema da qualsivoglia fra i congetturanti, con 
qualsiasi nome specioso od altosonante possa egli venir 
chiamato. 

Poi della malattia. Bisogna tenere in mente, che que¬ 
sta b il risultato dell’impressione di qualche agente sulla 
forza che governa ed eseguisce le funzioni, col potere di 
cambiare queste da un’arraonia vivente in un disaccordo 
distruttivo. Questo disaccordo d la malattia. Quindi la 
legge vuol t conoscere la storia di questo disaccordo, 
l’ordine nel quale i suoi differenti elementi sono apparsi, 


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100 R1 VISTA. OMIOPATICA. 

e di questi elementi quali costituiscono questo disaccordo, 
quali funzioni sono cosl affette da questo agente, e come 
esse sono affette. Ciascuna funzione deve essere interro- 
gata, come sul geuere di modificazione che b stata impressa 
in essa, specialmente sul modo con cui questa b dichiarata 
nelle modality che accompagnano il cambiamento, cosl 
su ci6 che forma il carattere dei dolori o delle sensazioni 
anormali, se ve ne sono; e in quale ora del giorno, od 
in qualsivogliano altre circostanze rinviensi questo cam¬ 
biamento di esacerbazione o di sollievo. In qual modo que¬ 
sto cambiamento b affetto dalle altre funzioni degli organi 
corporei — come dal moto, riposo, posizione, mangiare, 
bere, respirare, dalle evacuazioni di qualsiasi specie, e 
ci6 tanto riguardo a ciascuna e ad ogni funzione, e nelle 
piu minute particolaritSt, quanto in relazione ad ogni cir- 
costanza o condizione in cui alcuna o piti di esse trovano 
aggravamento o sollievo delle sofferenze. Si deve tenere 
di queste un registro chiaro e semplice, ed allora il pre- 
scrivente b in condizione di passare all’ altra categoria 
del suo problema, il registro delle azioni degli agenti 
sulP organismo vivente, fra i quali egli deve fare la sua 
scelta. Ma innanzi di procedere a ci6 sar& bene notare, 
che su questo punto il suo problema b interamente com- 
posto di elementi dinamici, e niente affatto di entity ma- 
teriali. Vale a dire che la malattia colla quale noi abbiamo 
a fare non ha origine nd meccanica, n6 chimica. 

Ma la mente professionals essendo cio che b, egli b 
del tutto probabile, che prima di passare alia categoria 
medicinale, voglia ricercare — qual $ il nome di questa 
malattia, che io sto tentando di curarare? Non *b egli 
necessario prima di procedere alia ricerca del rimedio 
che io dia un nome a ci6 che deve esser guarito? Voi 
non avete dato alcun cenno sul dovere della diagnosi — 
il nome. Non b necessario, prima di andare pih oltre, di 
rispondere alia domanda: — Che cosa b che io mi prove 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


101 


a curare? Noi rispondiamo: la legge nulla ha da fare coi 
nomi delle malattie, ma coi fenomeni cbe le caratterizzano, 
ed il nome non b uno di questi. La legge domanda che 
voi troviate nel registro un simillimum a questi fenomeni, 
coi quali il nome nulla ha da fare. Voi non avete biso- 
gno d’interessarvi del nome finchb non avete trovato il 
vostro simillimum. Il nome non vi aiuterb, per nulla nella 
ricerca di questo. Esso pub, anzi, se vi b trascinato dentro, 
riuscire d’impedimento alia ricerca « scientifica » del 
vero simillimum. 

Parliamo ora della patologia del caso. Devesi pas- 
sare alia ricerca del suo rimedio prima che ne sia sta- 
bilita la patologia? Devesi cercare un curativo per un 
dato caso prima che siasi deciso cid che fa d’uopo curare? 
Se per patologia voi intendete qualche cosa diversa dalla 
totality dei sintomi voi parlate di cosa che la legge non 
ha reso necessaria alia vostra felice ricerca del rimedio, 
e sulla quale, il piu probabilmente, voi vi troverete alia 
fine di aver piil congetturato che conosciuto; e la legge 
non accetterh le congetture come parte di servizio sotto 
la sua direzione. La totality dei sintomi b tutto cib che 
si pub conoscere della patologia di ciascun caso, e questi 
soltanto sono « cid che » il caso presenta da curare. Se 
vi sono ragioni per credere che esistano nel caso certe 
condizioni delle parti interne o degli organi, queste ragioni 
possono avere il loro fondamento soltanto nei fenomeni 
percettibili del caso che possono essere conosciuti, e. non 
mai in qualsivoglia immaginazione impercettibile, che nes- 
sun uomo pub conoscere. Questi fenomeni sono appunto 
le materie colie quali la legge richiede che il medico 
abbia a fare, mentre essa rigetta tutte le cose immagina- 
rie, non conosciute, come solamente atte a danneggiare 
la riuscita. 

Avendo cacciata fuori la diagaosi e la patologia, non 
dai doveri clinici, ma da quest’ uno di essi, la scelta del 


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RIVISTA 0MI0PATICA. 


102 

rimedio, dove esse non hanno posto, sebbene abbiano usi 
important in altri doveri clinici, noi procediamo al secon- 
do passo nel progresso della nostra scelta sotto la guida 
della legge; e questo consiste nel confrontare il nostro 
registro dei fenomeni morbosi del caso con quello delle 
azioni degli agenti medicinali, come sono state accertate 
da sperimenti ed osservazioni di essi sull’organismo sano. 
Questi agenti fu rinvenuto che avevano il potere di distur- 
bare le funzioni, e ciascuno in una maniera a se stesso 
particolare, e ciascuno in un modo che differisce da quello 
prodotto da tutte le altre medicine. Il registro dei feno¬ 
meni morbosi si deve confrontare col registro delle azioni 
delle medicine, per modo che la pifu grande somigliaza 
possa rinvenirsi nel registro di qualche medicina con quello 
del caso da curarsi. Cib trovato, il processo della scelta 
b finito, poicbb la legge dichiara esse re questo il cura- 
tivo del caso. 

Ma la scelta di questo fra i tanti suoi compagni non 
e cosl semplice e facile come pub apparire agli inesperti. 
Noi abbiamo mostrato che tutti i fenomeni della malattia 
debbono essere raccolti, con tutte le modality, circostanze 
e condiziohi appartenenti a ciascuna (*). La stessa cono- 
scenza h richiesta riguardo alle azioni degli agenti medi¬ 
cinali, ciob delle modalita, circostanze, e condizioni che 
hanno contradistinti i disordini osservati nell’organismo, 
negli sperimenti che ci fornirono la nostra materia medica. 
Il registro di queste b una parte della sperimentazione di 
ogni medicamento, sperimentazione che dette a questo il suo . 
valore clinico. Noi richiediarao queste in ambo i registri, del¬ 
la malattia e del medicamento, coi massimi dettagli prima 


(*) Questa e di gran lunga la parte piu difficile dei doveri clinici. « Questo 
registro di ciascun caso fatto bene ed esattamente, e questo caso 6 piu cbe 
per meta curato. » Cio fu detto alio scrivente da uno dei piu grandi maestri 
delParte di guarire che egli 5bbia mai eonjbsciuto. In confronto con questa 
difficolta, queila di trovare il rimedio specifico e una cosa totalmentc facile. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


103 


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di procedere al confronto che alia fine devesi fare per la 
scelta del nostro curativo, perch& b nella somiglianza di 
queste modality, etc., che esiste la relazione curativa fra 
la malattia e gli agenti medicinali. Quindi b, che nel 
* registro, dall’uno e dall’altro lato, si trovano fatti di mag- 
giore o minore importanza quali indizi del vero specifico 
da scegliersi. Noi dobbiamo averli tutti, affinchb possiamo 
essere sicuri di avere quelli che sono i piit important^ 
Si b constatato piil spesso che no, che i fatti piil impor¬ 
tanti non sono quelli ai quali prestarono maggior atten- 
zione l’infermo, gli amici suoi, e forse anche il dottore. 

A maggior dilucidazione di cio, prendiamo un caso 
di dissenteria. I dolori, il tenesmo, e le frequenti evacua- 
zioni sono piil probabilmente i fatti della pih grande con- 
siderazione per l’infermo. Essi invece sono, comparativa- 
mente, solo di piccola importanza pel prescrittore. Essi 
dicono forse che il caso b dissenteria, ma non hanno 
voce per dire che cosa la guarira. Che l’infermo sviene 
in ciascuna evacuazione non sembra un fatto di molta 
conseguenza mentre esso b accompagnato da tanto sof- 
frire negli altri fatti piu dolorosi. Eppure questo fatto 
riguardato leggermente proclama con voce la piil forte e 
la piu chiara lo specifico curativo del caso. Il maestro 
nell’ arte di guarire si distingue precisamente nel rico- 
noscere questi sintomi fra i molti che dominano la scelta 
dello specifico curativo del suo caso; poich& egli conosce 
i sintomi caratteristici quando li vede, e d& loro quella 
considerazione autoritaria che si meritano nella sua scelta 
del rimedio. 

Noi abbiamo veduto che le malattie sono nella loro 
natura dinamiche — che esse sono solamente forze distur- 
bate e conseguenti funzioni cambiate. Egli b ugualmente 
vero che cid che nei medicamenti guarisce la malattia b 
un dtnamismo, Se di ci6 vi ricordate anderete immuni da 
molti errori. Farebbe d’uopo ricordarsene, perehfc la somi- 


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104 


RIVISTA OMIOPATICA. 


glianza che la legge richiede si estende a questo fatto 
della natura dinamica di ambidue i fattori nel problem a 
di trovare lo specifico per una guarigione. E vero, che 
uomini possono ammalare, ed altri uomini possono tro¬ 
vare i mezzi di guarirli, senza che ne gli uni nb gli altri ' 
abbiano alcun pensiero della natura dinamica dei fattori 
che la legge presenta al medico per trattarli. Ma b anche 
vero, che il miglior successo nel guarire accompagna una 
esatta ricognizione ed uso di questo fatto; e noi tutti si&mo, 
o dovremmo essere, come medici, emulatori di ci6 che b 
migliore. 

11 fatto che il dinamismo o forza dinamica la quale sola 
agisce in modo curativo, e sta insita nella droga, e quindi 
esiste comparativamente inerte nella droga grezza, 6 
capace di sprigionamento e di sviluppo indefinite mediante 
una buona manipolaeione, dovrebbe essere scolpito nella 
mente; come pure il grado, a cui questa dovrebbe essere 
portata nel caso di un rimedio scelto, b spesso una ma¬ 
teria di prima importanza, e non mai cosa indifferente. 
Non b sempre, come alcuni hanno supposto, che pih alto 
b .state portato questo processo di dinamizzazione nel 
medicamento scelto per un date caso, e pih grande sia 
il suo potere di guarire quel caso. Ma finchb questo pote- 
re non sia state liberate e sviluppato, esso b, compa¬ 
rativamente, poco valevole per gli scopi del medico. E 
quel grado di sviluppo di questa forza nel nostro specifico 
che lo porta in relazione armonica col dinamismo della 
malattia, che lo prepara meglio per il migliore successo. 

E, finalmente, ricordiamoci di deplorare che, alter quan- 
do furono fatti i primi esperimenti per ridurre nella 
dose la materia della droga, che quando gli aggravamenti 
delle sofferenze dell’infermo poterono evitarsi, s’introdus- 
sero nell’ uso della nostra nomenclatura quelle parole 
ingannatrici di attenuazione e diluzione. L’ idea fu di 
riduzione della materia della droga, ed il termine pub 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


105 


acconciamente esprimere ci6 riguardo alia materia di 
essa. Ma fu trovato che sebbene la materia fosse stata 
ridotta, il potere curativo era stato piuttosto aumentato, 
mostrando dimostrativamente che i due elementi non sono 
identici. La materia fa diminuita, mentre collo stesso 
processo che cid effettuava, il suo dinaraismo fu sviluppato, 
ed aumentato il suo potere curativo. Questi termini sono 
interamente erronei quando applicati a cid che accadde 
all’agente medicinale passando pel processo che d stato 
acconciamente denominato una dinamizzazione. Nel trat- 
tare le nostre medicine noi realmente maneggiamo delle 
forze e non materia, e parlare di diluire od attenuare 
, una foria d parlare di cid che d totalmente impossibile. 
Una giusta conoscenza di questi fatti risparmierd molta 
confusione di idee, e render^ interamente chiari molti 
fatti i quali, sebbene fatti, sono in apparenza impossibili, 
e sono totalmente incomprensibili. Tutto cid che noi sap- 
piamo di essi d che sono fatti, e questo ci basta. 

In principio noi abbiamo chiamato il metodo di sce- 
gliere il rimedio il metodo migliore. Se qualcheduno do- 
manda perchd abbiamo fatto cost, noi rispondiamo, pri- 
ma, perchd esso ci diede, un tale archivio di successi 
nel guarire che sorpassa grandemente quelli d’ogni altro. 
E questo archivio e null’altro che ha dato all’Omiopatia 
la sua riputazione mondiale e la fece accettare; secondo, 
perchd cid forma una incorporazione pratica dei principi 
della sua legge; ed una deviazione pratica da questo 
metodo d, per quanto pud essere, una espressione sola- 
mente parziale dell’Omiopatia, alia meglio, e pud essere, 
e non di rado d, una deviazione cost grande da lasciare 
la legge della terapeutica interamente fuori di vista. Cid 
d vero di tutti i procedimenti pratici basati sul principio 
sostenuto da qualcheduno, e chiamato liberality, o libe- 
ralismo, quello di « andare dove vi piace, » ciod seguire 
le inclinazioni e i giudizi individuali piuttosto che le esi- 


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106 RIVISTA OMIOPATICA. 

genze della legge; e nondimeno quelli cbe cost insegnano 
ed operano, pretendono al diritto di’ essere chiamati col 
nome che legittimamente caratterizza soltanto quelli che- 
obbediscono alia legge. Essi pretendono di essere accet- 
tati come omiopatici, sebbene l’omiopatia b tutta una 
legge; e quelli sono « legati da nessuna legge. » Terzo, 
noi accettiamo questo metodo come il migliore, perchb 
esso fu il metodo di coloro i quali ci hanno dato i pib 
luminosi esempi di successi pratici nell’amministrazione 
della nostra arte di guarire. Esso fu il metodo di Hahne¬ 
mann, Gross, Stapf, Boenninghausen, Haynel, Hering, 
Rummel, Schreter, Hartmann, Hartlaub, Riickert, Franz, 
Beker, Herman, Homburg, Longhammer, Wahle, Jahr, 
Friedrich Hahnemann, e di altri uomini illustri, che si 
unirono al gran Maestro nei suoi lavori, i quali diedero 
al mondo gli inapprezzabili tesori della nostra materia 
medica. Quarto, noi 1’abbiamo chiamato il migliore, per- 
chb una esperienza che di esso si & fatta per quasi mezzo 
secolo ha pienamente giustificata la fiducia che l'esempio 
e la testimonianza di quegli uomini illustri ispirava. 

Ed ora se qualcuno ha un metodo migliore con un 
archivio piu ricco di guarigioni unito ad esso che non 
ha questo metodo della legge, si faccia innanzi con la 
prova della veritb di questo archivio; e se egli pu6 fare 
ci6 con soddisfazione, io sono suo amico, ed afccetto il 
suo metodo migliore con infiniti ringraziamenti. (The Me¬ 
dical Advance). 

APIDM VIRUS 

Note da una lettura estemporanea del Prof. J. T. Kent. 

(Franck Kraft , Stenografo): 

Uno dei primi sintomi dell’ Apium virus che conse- 
guirb dal veleno grezzo, o da una violenta puntura, e 
alcune volte nausea con estremo malessere e stringimento 


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al petto e senso di soffocazione; desiderio di aria fredda, 
ed avversione al calore; freddo considerevole e desiderio 
di gettar via le coperte del letto. Qaeste sono fra le 
prime cose che vedrete. Se vi accadesse di essere chia- 
mati a trattare an caso di avvelenamento per puntura 
delle api che fanno il miele — e voi sapete che vi sono 
persons estremamente suscettibili al veleno delle api, spe- 
cialmente dove molti api econome hanno messo alia tor- 
tara il vostro ammalato — se vi accadesse di essere 
chiamato a trattare un simile caso, troverete molti, se 
non tutti, i sintomi che io ho ora menzionati. Anche po- 
che punture dell’ape si sa che possono cagionare la morte. 
Se questo stato di cose si protrae vi sari spesso soffoca- 
zione; dopo di cid, perdita della conoscenza, came se il 
vostro malato fosse caduto in un parossismo; la soffoca- 
zione aumenta; la difficolth di respiro va sempre cre¬ 
scendo finchb conduce alia perdita della conoscenza. Que¬ 
sto b lo stato generale prodotto da Apis. 

Se osserviamo ora piu particolarmente i sintomi che 
sono gli effetti del veleno sopra certe regioni del corpo, 
noteremo una speciale influenza sulla pelle; questa b di 
un colore cereo, edematosa, di aspetto paffuto, e la fac- 
cia diviene pallida e cerea. Questo stato non sopprag- 
giunge subito, e pub passare anche un tempo considere¬ 
vole dopo che 1’ ammalato b stato avvelenato, o dopo che 
il virus b stato preso nello scopo di sperimentarlo. La 
pelle delle estremith inferiori diviene edematosa; il tessuto 
cellulare diventa pafluto, e vi si fanno buchi colla pres- 
sione. Insieme a questo noi abbiamo quasi, se non del 
tutto, soppressione dell’ orina, od almeno 1’ orina diventa 
scarsissima ed apparisce carica d’ albumina e di forme 
tubolari. Da cib, il suo gran valore in una certa malat- 
tia conosciuta sotto il nome di Malattia di Bright, o al¬ 
buminuria. Corrisponde pure molto strettamente all’ albu¬ 
minuria che segue la scarlattina. 


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R1VISTA OMIOPATICA. 


Apis ha un’ eruzione della pelle che ha il carattere 
miliare. Ha una forma aspra di scarlattina come rosolia, 
all’ apparenza di color di rosa. Esiste moltissimo prurito, 
bruciore, e punture con queste affezioni della pelle. Le 
sensazioni — le impressioni della pelle — sono aggra¬ 
vate dal calore delle coperte e delle flanelle, anche dalle 
cose calde. Vi b miglioramento per 1’ applicazione del 
freddo, come tessuti di cotone freddi; lavandosi freddo; 
atmosfera fredda; anche per gran freddo del corpo. Vi b 
peggioramento pel calore e coprendosi. 

Apis ha un’ orticaria — eruzione prodotta come dal- 
1’ ortica; con ammaccature bianche, larghe, atlorniate da 
macchie rosse; un’ eruzione rossastra, colorata in rosa; 
dovrei dire che non ha realmente un’ eruzione, ma sem- 
bra come se dovesse venire un’ eruzione, un’ orticaria, 
od alveari. Queste si mostrano con molta prominenza — 
con grande rilevatezza. Abbiamo quasi sempre dispnea 
associata con quest’orticaria; in tal raodo si b mostrata 
nelle sperimentazioni. Strettezza o diflScoltA. di respiro b 
un sintomo comunissimo che si associa alle eruzioni della 
pelle, e specialmente coll’ orticaria. 

Apis ha alcuni dolori caratteristici molto spiccati. Essi 
sono pungenti e brucianti; punture violenti alle tempie; 
punture alle giunture; punture nelle glandole; punture e 
bruciore nelle ovaie; il lato destro b preferito dai sinto- 
mi paralitici che produce Apis; cio b, uua debolezza pa¬ 
ralitica con sintomi, alcune volte, di completa paralisi. 
Con cio, noi, abbiamo associato, al lato sinistro, un piz- 
zjcore; e vi b una nota maestra che esprime qualche cosa 
simile a questo: Pizzicor'e in un lato con* paralisi nel- 
1’ altro. 

Apis attacca specialmente le membrane sierose, e vi 
produce essudamento. Su ci6 b in armonia collo stato ge¬ 
nerate del rimedio, che produce un’ idropisia nel corpo, 
dovunque b possibile all’ idropisia di manifestarsi. Noi 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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pOssiamo avere idropisia delle cavity addominali; delle 
cavity della pleura; delle cavity dell’aracnoide; ed Apis ha 
peritonite con effusione; infiammazione del pericardio con 
effusione; infiammazione della pleura con effusione, e nelle 
meningiti del cervello con effusione. Apis produce tutti 
questi stati, e bene spesso li guarisce. 

Come ho detto prima, Apis porta il paziente alia per- 
dita di conoscenza. Vi b qualche cosa in relazione con 
questa perdita di conoscenza che la caratterizza. Vi sono 
urli accompagnati da acutissime grida. Quel sintomo b 
specialmente caratteristico di qualche forma d’idrocefalo, 
ed e un sintomo caratteristico di Apis. Un fanciullo, men- 
tre e fuori di sb, pu6 portare la mano all’orecchia o alia 
testa; fara esclamazioni con un grido breve, acuto, squil* 
lante, denominato il cri cephalique. Le pupille sono di- 
latate, e spesso quasi insensibili alia luce. Precede questo 
periodo d’ inconsapevolezza una grande irritability con 
continuo muoversi attorno; si gettano via le coperte, con 
aggravamento al minimo calore. Quasi generalmente Apis 
b senza sete; b uno dei rimedi che non hanno la sete, 
benchb qualche volta abbia sete grande. In ogni modo la 
sua caratteristica b assenza di sete, od anche avversione 
all’ acqua. Ha spasmi dei muscoli del dorso associati con 
questo stato di semi-conoscenza; spasmi dei muscoli del 
dorso, che tirano la testa indietro, e affossamento del capo 
nei cuscini. Il paziente se b un fanciullo, giacery in que¬ 
sto stato di semi-conoscenza e affbssera la testa nel cu- 
scino, con rotolamento di essa. Anche gli animali con- 
traggono questa forma specials di congestions al cervello 
— queste meningiti — quando battono la testa contro gli 
stipiti; un cavallo, per esempio, che abbia queste menin¬ 
giti batter^ la testa contro un corpo duro e morry, a 
motivo di cib, prestissimo. Apis corrispondery a quel caso 
e lo guariry. 

Come ho detto, il lato destro sembra preferito nelle 


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no 


RIVISTA OMIOPATICA. 


paralisi, dandoci il lato destro il maggior numero di sin- 
tomi con Apis. L’ ovaia destra & piil generalmente aflfetta; 
ed ha dolori brueianti e pungenti caratteristici. La gola 
ci offre nn’ eccezione, perchfc 6 il lato sinistro della gola 
e del petto che sono particolarmente affetti da Apis, che 
vi produce un aspetto edematoso; le membrane mucose 
sembrano farsi <c sporgenti » ed hanno 1’ aspetto di una 
borsa di acqua. Apis ha guarito moltissimi di questi casi. 
In taluni casi V ugola penzola giu come una borsetta d’ac¬ 
qua; in questo h simile a Kali bichromicum; cid 6 molto 
caratteristico di Kali bichromicum. Rhus tox. b alcuna volta 
simile, ed affetta il lato sinistro della gola, ed ha qualche 
cosa di uguale nel prediligere il lato dritto del corpo, 
ma Rhus, mentre si appalesa sul lato sinistro della gola 
ha grosse ulcere che si formano alia superficie — piccole 
vescichette piene di siero bianco o giallognolo. Apis sem- 
bra estendersi piit particolarmente al tessuto cellulare, e 
non b cost facile a produrre le vesciche, ma la gola 6 
gonfia, edematosa, e sembra che se fosse punta verse- 
rebbe acqua, ma sembra soltanto. 

La lingua di Apis 6 levigata e risplendente, come 
se fosse verniciata; di un rosso vivo, e qualche volta 
sembra scorticata, cogli orli coperti di vescichette. 

Apis ha un gran numero di sintomi degli. occhi, che 
sono di molto valore. Ha granulazione delle palpebre ed 
accumulazioni acquose, lacrimazione, bruciore, chemosi. 
La congiuntiva sembra un pezzo di came di bue scorti¬ 
cata, tempestata densamente da vasi sanguigni — vasi 
sanguigni ingrossati — e vi sono i dolori caratteristici 
pungenti e brueianti intorno agli occhi. Gli occhi miglio- 
rano col freddo e lavandosi coll’ acqua fredda. Lo stra- 
bismo 6 un sintomo importantissimo, che occorre spesso 
dopo congestioni del cervello, dopo meningiti, e dopo vari 
disordini del cervello nei bambini. Apis, Hyoscyamus, Bel- 
ladona e Stramonium hanno questo strabismo, ma se vi 


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Ill 


y estremo peggioramento per il calore, e peggioramento 
dal coprirsi, e grande irritability, allora converry Apis; 
o se vi fosse qualche forma d’ idropisia, od orina scarsa,- 
pensate ■ allora maggiormente ad Apis. Esso hail guardar 
di traverso, strabismo, il voltolamento degli occhi, con 
bruciore e punture — dolori lancinanti. La congiuntiva 
4 iniettata e piena di vasellini sanguigni scuri. Vi sono 
molte macchie dense, scure, color fumo snlla cornea, e 
spesso sono grigiastre ed opache; ulcerazione della cqr- 
nea; cicatrici; staphiloma cornese. Apis ha una fotofobia 
molto marcata, benchy il paziente non possa sopportare 
di avere gli occhi coperti, perchy ci6 produce calore, e 
questo produce dolore. Vi y grande sensibility alia luce; 
palpebre rosso-scure e rivoltate, gonfie, escoriate, gra- 
nulose, edematose, con gonfiore come di borsa sotto gli 
occhi; gli occhi sembrano irrigiditi; quando ambedue le 
palpebre si gonfiano superiormente ed hanno l’apparenza 
di borsette ,d’ acqua sopra 1’ occhio, specialmente al mat- 
tino, cio- vi fary pensare a Kali carbonicum, del quale y 
questa una caratteristica, quando ha luogo senza associa- 
zione d’ idropisia generale. Arsenicum, nei suoi primi sin* 
tomi, ha gonfiezza sotto gli occhi. Quando un medica- 
mento, comunemente dato e conosciuto come soluzione di 
Fowler, produce tale effetto sul paziente, y questa un’ in- 
dicazione che si appalesa 1’ effetto tossico e che non se 
ne deve dare ulteriormente. La gonfiezza compariry sopra 
e sotto gli occhi. 

Vi sono alcuni sintomi morali importanti in Apis, ed 
uno particolare y la gelosia; questa y molto marcata in 
Apis. IS soltanto uguagliato da Hyoscyamus. Esso ha ma- 
nie che procedono gpecialmento da una causa sessuale 
nelle donne. particolarmente utile per 1’ estrema irri¬ 
tability di carattere in varie malagevolezze delle ovaie 
che hanno luogo nelle vedove. Una signora che sia stata 
privata improvvisamente di suo marito, ed obbligata a 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


vivere continent© per un tempo considerevole, sviluppery 
i sintomi di Apis, specialmente nella sua condizione men- 
.tale, nella sua irritability generate. La goffaggine b un’ al- 
tra particolarity di questo rimedio, e la troverete notata 
nei suoi sintomi mentali; b un fare mal destro che pro- 
viene da rigidity delle dita e delle membra, che si pie* 
gano con difficolty; ed ogni movimento b fatto in modo 
molto disadatto. In Apis ci5 6 dovuto qualche volta ad 
una gonfiezza idropica delle dita. In Agaricus b dovuto 
semplicemente a goffaggine. Bovista, Natrum m. e Silicea 
hanno pure grande goffaggine ed un fare disadatto. 

In Apis abbiamo una violenza che va sino alia fre- 
nesia. In un sintomo clinico che voi troverete nel vostro 
testo avrete quasi un quadro completo di Apis in un gu- 
scio di noce. lo credo che lo troverete associato coll’ i- 
drocefalo. II bambino giace in un torpore; delirio; grida 
acute improvvise, sguardo di traverso, digrignar dei denti, 
affossamento del capo nel cuscino; un lato con dolori a- 
cuti, 1’ altro paralizzato ; testa bagnata per sudore; orina 
scarsa, latticinosa; dito grosso del piede voltato in su; 
nausea giacendo; fiato cattivo; lingua dolente. Idrocefalo 
acuto, e dopo eruzione risipolacea. 

Parlando delle affezioni della pelle ho tralasciato di 
dire che Apis ha una risipola molto caratteristica, fosca, 
scura e maculata. Non b facile che sia coperta da grosse 
pustole, come le troviamo in Rhus, ma ha piccole vesci- 
chette che si formano sulla superficie risipolatosa. E con 
ci5 vi b il solito gran bruciore e punture nella risipola 
della faccia. 

Sotto a Desideri ed Avversioni troverete che Apis b 
dato come un rimedio senza sete; senz’ appetito n b desi- 
derio di cibo; eppure vi b anche sete insaziabile, bisogno 
di bere spesso, ma . poco per volta. Nel catarro del 
petto, diarrea, difteria, ed in qualcuna delle sue idropisie, 
la mancanza di sete b caratteristica. Nelle meningiti ce- 


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Goc e 



RIVISTA OMIOPATICA. 


113 


rebro-spinali, nell’ idropisia delle ovaie, nolle asciti, ed in 
qualche caso nel quale b indicato durante la gravidanza, 
troverete il malato senza sete; non esiste sete, bench6 vi 
possa essere calore e bocca asciutta: 

Un’ altra particolarit& di questo rimedio, e che b 
molto meravigliosa, 6 il vivissimo desiderio di latte. Fu 
cosa davvero sorprendente come molti degli sperimenta- 
tori di questo virus desideravano di bere latte — ne a- 
vevano brama ardente. Qui vi e una prova che la natura 
fa uscir fuori un sintomo che b realmente una domanda 
di guarigione, perchb il latte b antidotro al veleno delle 
api. Il latte b uno dei migliori rimedi per le sofferenze 
prodotte dal mangiar miele. Se avete un malato che si e 
sopraccaricato lo stomaco di miele, o b divenuto malato 
per averne mangiato anche poco, dategli tutto il latte 
che pu6 bere, e guarint tosto. 

Rhus, come ho notato un momento fa, produce delle 
grosse pustole; mentre Apis ne produce delle piccole, o, 
meglio, piccole vesciehette piene di linfa chiara. Le ve- 
scichette di Apis si ammucchiano a gruppi. Apis produce 
bruciore della pelle; bruciore nelle cavita; bruciore nei 
tessuti; vi b bruciore nella sua risipola; bruciore nelle 
eruzioni; dolori bruccianti, pungenti nelle glandole; bru¬ 
ciore nello stomaco; bruciore nell’addome. Nell’addome 
abbiamo sintomi che sono importantissimi; 1’addome di- 
viene turgido e timpanitico. Noi abbiamo qul una perito- 
nite tipica — un sintomo molto marcato. E impossibile 
per il malato di tener 1’ addome coperto o d’ avere qual¬ 
che cosa che lo tocchi; b troppo sensibile. Dolori bru- 
cianti, pungenti, i quali sono tosto seguiti da effusiono. 
In tutte queste condizioni d’ idropisia, e nella maggior 
parte delle condizioni infiarnmatorie, troverete 1’ orina 
scarsa, coi dolori brucianti e pungenti caratteristici, nella 
sua emissione. L’ intero addome e la bocca dello stomaco 
sono sensibilissimi alia pressione od al menomo contatto. 

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114 RIVISTA OMIOPATICA. 

Vi b anche un violento dolore bruciante sotto le ultima 
costa di ambedue i lati; sensazione dolorosa sotto le co¬ 
sta; e l’infermo b costretto a piegarsi in avanti dal penoso 
senso costrittivo che prova agl’ ipocondri. II dolore si e- 
stende da questa regione all’ insii. 

Questa sensazione di costrizione, alia quale ho ora 
accennato, b una speciality molto caratteristica di Apis. 
Esso ha un senso di costrizione nell’ addome che si ma- 
nifesta spesso durante la defecazione: il malato sente che 
se si sforzasse nell’ andar di corpo gli si romperebbe 
qualche cosa nell’ addome — dovrebbe uscirgli qualche 
cosa. Non dimenticate tale particolarity, perchb essa b 
caratteristica di questo rimedio. Lo stesso senso di co¬ 
strizione si associa alia dispnea ed alle sofferenze del petto. 
Sembra al malato che se si muovesse o facesse sforzi per 
evacuare, o se fosse obbligato a tossire, qualche cosa gli 
si romperebbe o allenterebbe dentro. Ci6 pub esistere sia 
nel petto che nell’ addome. 

Nella maggior parte dei casi Apis ha esacerbazione 
dal movimento; il paziente pub essere irrequieto ed irri- 
tabile; ma il dolore reale e le condizioni infiammatorie 
sono peggiorate dal tatto, dal movimento, e dal calore. 
Vi b una sensazione come se gl’ intestini fossero premuti 
gib; vi b indolorimento, pressione nelP ipogastrio; un ti- 
ramento in gib verso il fondo dell’ utero, col bruciore e 
le punture caratteristiche negli intestini. 

Le pareti dell’ addome sono tese; vi b sensibility della 
regione ileo-cecale. Estrema sensibility dolorosa dell’addome. 

Apis ha diarrea ed una dissenteria che ha per ca¬ 
ratteristica di essere verde oliva, melmosa, profusa e piena 
di pezzettini rossi, lucenti. L’ evacuazione di Apis somi- 
glia qualchevolta — secondo una espressione volgare — 
alia salsa di pomidoro. Abbonda di macchie rosso-vive; 
le mucosity sono cost densamente macchiate e chiazzate 
di sangue da rassomigliare alia salsa di pomidoro. Non 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


115 


vi dimenticate, perb, quel verde oliva, che e cosl carat- 
teristico. L’ evacuazione b sempre glutinosa e spesso san- 
guinolenta. Pub essere acquosa, gialla, nera e copiosa. 6 
generalmente peggiore al mattino. 

Riguardo all’ano abbiamo un sintomo importante; vi 
b una sensazione come se 1’ ano fosse interamente aperto, 
e con ci6 evacuazione involontaria. In questo b uguagliato 
solo da Phosphorus. Phosphorus e Apis hanno prodotto 
questa sensazione sull’ uomo sano; come se 1’ ano fosse 
del tutto aperto. Io ho osservato ci6 in alcuni bambini, 
con costante trasudamento dall 1 ano, 1* ano voltato in fuori 
e che sembrava quasi carne di bue cruda. Ha su queste 
membrane la stessa sembianza che ha sopra la congiun- 
tiva allorchb Apis e indicato. Non dimenticate quello che 
v’ ho detto di questo senso di costrizione, come se qual- 
che cosa dovesse rompersi facendo uno sforzo. Cib b no- 
tevole nella stitichezza di Apis; vi sono evacuazioni grosse, 
dure, difficili; con sensazioni di punture, e quel senso 
particolare che qualche cosa si romperb, se si fa uno 
sforzo per vuotare il retto. Questa sensazione b cosl ca- 
ratteristica di Apis, che esso guarira quasi tutti i casi di 
stitichezza che hanno un tal sintomo. 1/ ammalato vi dirb: 
« Dottore, io non oso sforzarmi nell’ evacuare. Ho la sen¬ 
sazione come se si dovrebbe rompere qualche cosa — 
come se qualche cosa dovesse cedere nell’ addome. » 

Abbiamo in Apis alcuni notevoli sintomi orinari. Vi 
b gran dolore ai reni, con dolori pungenti e brucianti 
alia vescica. Dolore pungente e bruciante nell’ uretere 
destro, che va dal rene fino alia vescica. Apis b stato 
dato nella colica renale. In questo sintomo di bruciore e 
punture compete con Lycopodium, il quale affetta spe- 
cialmente il lato destro. In Lycopodium abbiamo miglio- 
ramento col calore, mentre in Apis vi b peggioramento. 
Vi b desiderio di orinare, con emissione di sole poche 
goccie di orina di colore scuro. Stranguria, contrazione, 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


116 

contrazione spasmodica, orina ritenuta, o infiammazione 
della vescica,. dopo abuso di Cantaride. Orina scarsa, 
con sedimento come di deposito di caffe, e che contiene 
tuboli oriniferi ed epitelio. Idropisia dello scroto; idrocele. 

Apis b un grande amico delle donne, e di molti in 
generale. un importantissimo rimedio nella minaccia 
di aborto nei primi tre mesi di gestazione. Hering dice 
che Apis, basso, b un rimedio mol to pericoloso per una 
donna incinta, poiclfe pu6 produrre 1’ aborto. Io ho ar- 
restato molte volte 1’ aborto quando V emorragia era gi& 
durata alcune ore. Questo rimedio b specialmente indi- 
cato, in tale condizione, quando le punture ed il bruciore 
sono continuati nella regione delle ovaie e dell’ utero, 
con sgorghi di sangue di quando in quando, e con cid vi 
b dolore nel dorso e nel sacro. Vi sar& sensazione di 
peso e gran pressione nella regione ovarica, estendendosi 
fin gift alia coscia; peggio al lato destro; rigidezza nel 
lato e nella estremit&. Mestruazione soppressa, con con- 
gestione ed ovaie infiammate. 11 malato di Apis & sempre 
un malato irritabile, piangente; sempre piangente, e che 
sta peggio in una camera calda, con dolori pungenti e 
brucianti. E con questi dolori pungenti e brucianti nel* 
1’ utero troverete sempre un malato nervoso, isterico, pian¬ 
gente, irritabile. Avrete anche una sensazione come se le 
gambe fossero contuse o fossero state battute. L’ espetto- 
razione raramente esiste, e quando esiste pu6 essere dol- 
ciastra o senza sapore. La tosse b croupale, suonante, 
raspante, strozzante e secca. II bruciore e le punture nella 
spina sono indicatori di Apis; non tralasciate di associare 
con questo i sintomi edematosi delle estremith e l’aspetto 
cereo della pelle. Vi sar& anche tremito, irrequietudine 
nervosa, e grande prostrazione. Lbrividi vengono alle 3 
pom. e sono peggiorati dal calore; il brivido corre lungo 
la schiena. La traspirazione di Apis ha odore di muschio. 
I dolori pungenti, brucianti che si avvertono qualche volta 


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RIVISTA OMIOPATICA. 117 

nel cancro non sarebbero tanto caratteristici di Apis; ma 
essi sono temporaneamente alleviati o frenati da Apis. 
Ogni volta che avete un bambino che si desta improvvi- 
samente con un grido forte, acuto, voi potete essere al- 
larmato, perchb vi b minaccia di qualche disordine ce- 
rebrale. Natrum muriat b ii rimedio che conviene meglio 
dopo Apis, ma Ignatia b sua sorella gemella. ( The Ho - 
moeopathich Physician). 


SUDORI AI PIEDI 

PER IL DOTT. E. FaRNIAS. 

Silica. — Sudore offensivo dei piedi con escoriazioni fra 
le dita. Prurito della pianta dei piedi che porta 
alia disperazione. 

Sepia. — Sudore profuso ai piedi o molto fetido , cau- 
sante male alle dita. Bruciore, o calore dei piedi 
nella notte. Unghie storpiate. 

Baryta carb. — Sudore fetido ai piedi , con callosita 
alle piante, che sono dolorose camminando. Le 
piante sembrano contuse la notte, tenendo il pa- 
ziente desto, dopo essersi alzato ed aver cam- 
minato. 

Lycopod. — Profuso e fetido sudore ai piedi , con bru¬ 
ciore nelle piante. Un piede caldo, 1’ altro fred- 
do, od ambedue freddi e sudanti. Gonfiore delle 
piante; esse dolgono camminando. Fessure nelle 
unghie. 

Thuya. — Fetido sudore fra le dita dei piedi, con ros- 
sore e gonfiezza delle punte. Reticelle di vene, 
come se fossero marmoreggiate, nelle piante dei 
piedi. Soppresso sudore ai piedi. Unghie stor¬ 
piate, fragili o molli. 


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118 K1VISTA OMIOPATICA. 

Graphites. — Profuso sudore ai piedi, non fetido come 
in Sepia o Silica, ma il pih moderate moto ca- 
giona male fra le dita, talchb le parti divengono 
escoriate. Estese vescichette alle dita; unghie 
spesse e storpiate. (Iahr d& piedi fetidi sotto 
Graph.). 

Kali carb. — Profuso fetido sudore ai piedi. Gonfiore 
e rossore delle piante; geloni. Dolori pungenti 
nei calli dolorosi e sensibili. 

Carbo veg. — Sudore ai piedi che produce escoriazioni 
alle dita. Dita rosse, gonfie. Ponture come se fos- 
sero gelate. Punte delle dita ulcerate. 

Zincum. — I piedi sono sudati e dolorosi intorno alle 
dita; anche fetidi. Geloni dal grattarsi o fregar- 
si. La soppressione del sudore cagiona paralisi 
dei piedi. 

Mur. acid. — Sudore freddo nei piedi, la sera in letto. 

Gonfiezza e rossore, e bruciore della punta dei 
piedi. Geloni. 

Nitric, acid. — Sudore ai piedi di odore sudicio. Geloni 
alle dita. 

Calc. ost. — Sudore ai piedi che reca dolore ai piedi 
stessi. I piedi si sentono freddi ed umidi, come se 
vi fossero calze bagnate. Bruciore nelle piante. 

Lactis acid. — Profuso sudore ai piedi, ma non fetido. 
(Graph.). 

Sulphur. — Sudore e freddo delle piante. Bruciore alle 
piante, bisogno di tenerle scoperte., 

Petrol. — Piedi sensibili e bagnati in un miscuglio su¬ 
dicio. Piedi gonfi e freddi. Gonfiezza calda delle 
piante, con bruciore. Tallone dolorosamente gon- 
fio e rosso. Geloni. Tendenza della pelle a cor- 
rompersi ed ulcerarsi. 

Iodium. Sudore ai piedi acre, corrosivo. Gonfiezza edema- 
tosa dei piedi. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 119 

Plumbum. — Felido sudore ai piedi. Gonfiezza dei piedi. 
Podophy. — Sudore ai piedi la sera. 

Canthar. — Temporario sudore freddo ai piedi. Odore 
simile all’ orina. 

Hellebor. — Vescichette umide, senza dolore frale dite. 
Squilla. — Sudore freddo ai piedi. Sudore solamente alle 
dita. Piante rosse e dolorose camminando. (Jahr 
d& quanto segue). 

Sudore ai piedi. — Aeon., Amm., Baryt. 0 , Calc., 
Carb. veg., Cocc, Cup., Cycl., Drosera, Graph. Iod.°, Kali, 
Kreos., Lach. 0 Lycop. Mag. m., Merc., Nalr. m., Nitr. 
ac., Nux jug., Petr., Phos., Phos. ac ., Plum., Puls., Sa - 
bad., Sabin. 0 , Sepia. 0 Silicea, Squill, Staph., Sulph., 
Thuj., Zinc. 

— Corrosivo. — Iod., Lycop., Nitr. ac., Silic., Zinc., 
(Carbo veg.). 

— Fetido. — Amm., Baryt., Cycl., Graph., Kali. 0 , 
Nitr. ac.°, Nux-jugl., Phosph., Plum., Sepia, Silicea, Zinc. 

— Freddo. — Cocc., Dros., Ipecac., Lycop., Merc., 
Squill., Staph., Sulph. (Cantb.). 

— Notte (nella). — Coloc. (Nella sera, Mur. ac., 
Podoph.). 

— Soppresso. — Cup. 0 , Kali. 0 , Nat. 0 m.°, Nit-ac. 
Silica. (Apis, Rhus tox.. Puls., Thuj., Zinc.). 

— Piante dei piedi (alle). — Aeon., Arn., Kali, Nat- 
m., Nit-ac., Petr., Plum., Sabad., Silica, Sulph. 

— Dita (fra le). —- Aeon., Arn., Clem., Cycl., Ferr., 
Kali, Sep., Sil., Squilla, Tarax., Thuja. 

A questi noi possiamo aggiungere: 

— Profuso. — Carbo veg., Graph., Kalic., Lactic ac., 
Lycop., Sepia. 

— Con molto prurito delle piante. — Silica., Sulph. 
— Con bruciore. — Calc. Ost., Lycop., Mur. ac.. 
Petrol., Sep., Sulph. 

— Con escoriazione. — Graph., Silica, (Carbo veg.). 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


— Con dolori. — Baryta c.. Calc., Carbo veg., Gra¬ 
ph., Jod., Petrol., Sep,, Squilla, Zinc. 

— Con rossore e gonfiezza nelle piante. — Iod., 
Kali carb., Lycop., Petrol., Squilla — nei piedi, Plumb — 
alle punte, Mur. ac., Thuja — alle dita, Carbo veg. 

— Con dolore camminando. — Baryta c., Graph., 
Lycop., Squilla — riposando, Carbo veg. (pungente), Pe¬ 
trol. (Dolore nel calcagno del piede). 

— Con unghie storpie. — Graph., Sepia, Thuja. 

Umidiia (piuttosto che sudore). — Fetida, Petrol., — 
Fredda, Calc. (The Homoeopathic Physician ). 


UN BREVE STUDIO DI XANTHOXYLUM 

del Dott. Carleton Smith 

10 ho fatto uso del frassino spinoso per molti anni 
nella mia pratica coi piii felici risultati. 

11 sintomo, « vampe subitanee di calore, » che fa 
messo in luce nella sua prima sperimentazione, attrasse 
la mia attenzione verso quella medicina allora compara- 
tivamente nuova, e mi condusse a studiare la sua pato- 
genesia per quanto le prove limitate me lo permettevano. 

Aleuni dei casi meno soddisfacenti coi quali noi ab- 
biamo a combattere nella pratica sono quelli reiativi a 
sofferenze che hanno luogo nel periodo climaterico. Qua- 
lunque possa essere la natura delle sofferenze di una 
donna in questa crisi della sua vita, i rossori alia faccia, 
accompagnati dal piii intenso calore, sono quasi invaria- 
bilmente presenti. E la povera sofferente si lagna piu di 
tutto della frequente ripetizione di questi rossori, notte e 
giorno, e si raccomanda di esserne sollevata, abbencbb 
da noi non le si potesse fare di piu. Queste improvvise 
vampe di calore vengono nei momenti i piii inopportuni, 
quando • la paziente sta conversando tranquilla coi suoi 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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amici nel suo salotto, o mentre b seduta in chiesa: La 
sensazione comincia in qualche parte del corpo piix o 
mono remota, e gradatamente, ma continuamente, ascende 
verso la testa, la quale diventa progressivamente sempre 
piu calda finchb la faccia si fa come di scarlatto, e la 
soiferente sente come se essa venisse consumata dalla 
violenza del calore. A questo punto la paziento b costretta 
a prendere un ventaglio, e ad agitarlo vigorosamente per 
trovar sollievo, od, in mancanza di tale aiuto, essa corre ad 
una porta o ad una finestra aperta per inalare l’aria fresca. 

Gli attacchi possono o no finire con un’ abbondante 
traspirazione e consecutivo sollievo. Se non segue alcuna 
traspirazione, la sofferenza si prolunga, e cessa soltanto 
con lentezza. 

Prima che facessi conoscenza con Xanthox. io ebbi 
in questi casi dei successi solamente mediocri. Ma dap- 
poichb mi furono rivelate le sue virtft, io sono stato in 
grado di dare segnalato sollievo alle mie inferme quando 
si esponevano al grave cimento di attraversare la linea. 

Le vampe di calore sotto questo rimedio sono del 
carattere il piu intenso, e quindi in alcuni dei peggiori 
casi, col suo uso, noi possiamo recare sollievo. Alcuni fra 
gli sperimentatori diventano cosi caldi da provare la 
sensazione di pensare di aver sicuramente a morire in 
qualcheduno dei parossismi, mentre altri desiderano di 
essere salassati onde ottenere prontamente sollievo. 

Come sintomo addizionale, questi infermi diventano 
nervosamente apprensivi e timorosi. Rumori, ed anche 
semplici ombre li spaventano. Qul noi troviamo lo Xan¬ 
thox, corrispondente a questa condizione di cose, e natu- 
ralmente rischiarerh l’intero treno dei sintomi. 

E un fatto notevole; che le donne soffrono a questo 
periodo di respiro sospirante, e di costante desiderio di 
trarre un profondo respiro, le quali due condizioni s’incon- 
trano pienamente in questo rimedio. 


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RIV1STA OMIOPATICA. 


Lachesis ha una parte important© nei disordini di 
questa natura, ed b altamente curativo quando il calore 
e perfettamente asciutto, non seguito da sudore, come 6 
in Belladonna, e quando vi & complicazione di disturbo 
ovarico; il quale ultimo fatto pu6 sempre essere accertato 
coll'esaminare le mammelle, giacchd, se tale b il caso, i 
capezzoli, uno od ambidue, saranno invertiti e tirati in 
dentro, rassomigliando moltissimo alia cicatrice che rimane 
dopo la guarigione d’ un forte taglio. 

Belladonna pu6 essere menzionata sotto questo rigur- 
do come un rimedio da essere confrontato quando vi b 
molta pletora, intensi dolori di testa congestivi, e laddove 
le vampe di calore finiscono ciascuna volta con sudore, 
e da esso si ha subitaneo sollievo. 

Ferrum ha faccia rossa infuocata colie vene percet- 
tibilmente ingrossate, ed b specialmente utile in quei casi 
nervosi, che hanno grida e riso smodati. L’infermo di 
Ferrum suda per ogni movimento, e vomita ogni cibo 
solido. v 

Le sperimentazioni mi hanno eziandio insegnato che 
Xanthox. deve occupare un alto posto come rimedio per 
alcune difflcolt^ mestruali, colie quali abbiamo da com- 
battere, specialmente nelle persone giovani e vigorose. 

Per esempio, esso produce i dolori piu tormentosi 
durante il flusso mestruale — dolori che fanno gettare alle 
inferme grida angosciose ed abbrancare colie mani i 
capelli come disperate durhnte i loro parossismi. Piit e 
pih volte io ho guarite quest© sofferenti giovanette quando 
la loro angoscia era cosi grande da obbligarmi a volgere 
altrove lo sguardo per non vedere le loro contorsioni e 
le loro lagrime angosciose. 

Da ripetuti attacchi di questa natura, queste giovani 
sofferenti divengono estremamente nervose — esse hanno 
paura delle loro proprie ombre, e trasaliscono ad ogni 
minimo rumore. Esse hanno paura di andare a letto sole. 


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HIVISTA OMIOPATICA. 


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o di andare in una camera scura; esse sbadigliano lungo 
il giorno, e si stirano, e sono molto sonnacchiose, quando 
esse debbono starsene a lavorare. Manca loro l’appetito; 
hanno frequente dolor di orecchio, che cambia dall’orec- 
chio ai denti dello stesso lato, di modo che la paziente 
non sa se b afflitta da dolore di denti o di orecchio, tanto 
continuamente il doloro cambia la sua sede. Le estremith 
inferiori sono molto deboli, non pub stare lungo tempo 
in piedi, ha bisogno di sedere. 

Tutti questi sintomi presentano una pittura che si 
incontra esattamente nel frassino spinoso, e spesso dal 
suo uso si avrh il piu marcato sollievo. 

Gnaphalium potrebbe essere confrontato e studiato 
in questa occasione. Ambedue, quest’ ultima medicina e 
Xanthox. hanno mestruazione dolorosissima. Ma la diffe- 
renza fra le due e marcata. — Gnaphalium ha flusso 
scarso di sangue, che b di colore bruno sporco o di 
color cioccolatta, mentre sotto Xanthox. il flusso b costate, 
di buon colore, ed in apparenza libero, sebbene frequen- 
temente una settimana prima del tempo, simile a Calc. 

Noi pensiamo a Podophyllum in preferenza di Lache- 
sis quando il dolore sembra cominciare nell’ovaia destra 
(Lachesis la sinistra), e discende al nervo crurale ante- 
riore, aumentando di intensity mano mano che va in giu, 
ed b peggiorato dal cacciar fuori le estremith. 

Caulophyllum ha dolori inlermittenti in tutte le parti, 
testa, stomaco, vescica, petto, ed estremith superiori e 
inferiori. (The Homoeopathic Pysician). 


DUE CASl DI NEURALGIA 


DEL DOTTOR Wm. JEFFERSON GuERNESEY. 


I. — Il 15 settembre 1885 ebbi una chiaraata con la 
stretta ingiunzione di portar meco la boccetta della Mor- 
.fina e « l’injettatore ». Siccome fortunatamente io non ho 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


mai posseduto alcuna di quelle invenzioni diaboliche, io 
me ne andai senza, e trovai il paziente che soffriva do- 
lori tormentosi nella faccia e nella testa che erano molto 
aggravati dalla menoma scossa o movimento, e che erano 
venuti « come un lampo ». Io impiegai poco presso lo 
stesso tempo a domandare un biccbiere ed a sciogliere 
pochi globuli di Bell. cm (Skinner), e lasciai l’infermo colla 
sicurezza di un pronto sollievo. Quest’ uomo era stato sog- 
getto a tali attacchi per raolti anni sotto il trattamento 
allopatico, che ordinariamente consisteva nell’injezione ipo- 
dermica di Morfina e generalmente con addormentamentp 
del dolore. Ma gli attacchi venivano sempre piil crescendo 
in frequenza ed in fierezza; la vecchia storia. Egli mi disse 
il mattino appresso che nulla gli aveva mai recato sol¬ 
lievo cosl presto. Nel mese di Novembre, il giorno 23, 
egli mi domandb « un poco di quel rimedio », e dissemi 
che mentre, prima del Settembre, non passava piu di due 
settimane senza attacchi, egli non aveva piu avuta alcun 
indizio di essi fino allora, circa dieci settimane. Quest’at- 
tacco era stato subitaneo come gli altri, sebbene meno 
forte. Poche dosi di Bell. cm agirono di nuovo prontamen- 
te, poich6 io 1’ incontrai due ore dopo che era uscito per 
andarsi a divertire. Il 17 Dicembre egli ebbo alcune fitte 
di dolore, immediatamente alleviate dallo stesso rimedio, 
e da allora in poi, sono ora passati tre mesi, egli rimase 
libero da ogni dolore. 

II. — Il 3 Dicembre 1885 un altro allopatico, sof¬ 
friva fin dalla gioventu di violenta neuralgia alia faccia 
ed alia testa che nulla era valso a rimuovere. In questo 
caso il dolore avanzavasi come di soppiatto in una ma- 
niera « lenta e sicura », impiegando delle ore per rag- 
giungere il suo maximum di intensity, e poi cominciando 
a decrescere, colla stessa lentezza. Io gli diedi Stannum 5c 
(Tafel). Egli mi chiamo diverse volte dopo di allora, e ri- 
cevette una ripetizione del rimedio, o Sac. lac., secondo 


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RIVISTA 0MI0PAT1CA. 


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che io credeva meglio, ma trovai gli attacchi sempre piii 
distant! gli uni dagli altri e sollevati immediatamente dal 
rimedio. Egli non era mat stato in grado di fermarsi in 
un luogo di divertimento coi suoi amici senza abbando- 
narli, « per andarsi a rinchiudere nel suo gabinetto*, e 
doveva abbandcnare tutti gli affari quando piii gli pre- 
meva di dedicarvisi. Dacchb prese Stan, egli comincib a 
godere come non aveva mai goduto prima in vita sua, ed 
ultimamente egli fece una gita a New-York e a Chisago 
per affari d’ interesse e per vedere tutti gli « elefanti 
bianchi » che sono in quei luoghi. 

Questi casi mi interessano molto per essere cosi si- 
mili riguardo alia loro cronicita e riguardo al maltratta- 
mento allopatico, ed al pronto sollievo colle medicine 
omiopatiche, sebbene cost dissimili nel carattere del dolo- 
re. Essi nulla insegnano di nuovo nelle indicazioni dei ri- 
medi, n6 sono piu degni di nota che migliaja di casi che 
sono ugualmente alleviati con prontezza dai rimedi ornio- 
patici ben applicati quando Tallopatia ha fallito per anni; 
ma essi aggiungono un pajo di chiodi alia cassa che 
molti meticci mettono di continuo in mostra — una cassa 
la quale, per la sua pienezza, dovrebbe essere sepellita 
da lungo tempo. (The Homoeopathic Physician). 


DNA NOTA SULLA CANCRENA 

Arsenicum, Secale cornutum, ed Euphorbium , sotto 
certe circostanze, meritano il nome di veri specifici nella 
cancrena genuina. Se una risipola minaccia di passare 
in cancrena, noi adoperiamo Bryon., Bellad., Rhus, Pho- 
sph. acid., etc. Se la cancrena si manifesta in seguito di 
violenta infiammazione, se i precedenti dolori molto violenti 
cessano subitaneamente, e ne seguono sintomi nervosi, 
Bryonia h spesso adattata, e non di rado Bellad. o 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


Rhus. — Bryonia e Bellad. sono particolarmente utili 
quando le infiammazioni degli organi interni passano in 
cancrena; se, per6, esse non riescono, se le estremith del 
paziente diventano fredde ed insensibili, se si manifestano 
sintomi di febbre etica, e tutta la vita b sul punto di 
estinguersi, noi dobbiamo affidarci ad Arsenicum. 

Arsenicum b anche il migliore rimedio quando le 
ulcere diventano cancrenose, e sono od estremamente 
dolenti o totalmente insensibili, con orli elevati, e sepa- 
rano un icore cattivo, acquoso, fetido; ed anche quando 
la gonfiezza b dura, lucida, e bruciante, con vesciche 
nere-livide, brucianti, con vescichette azzurro-nere, bru- 
cianti, piene di icore acre. Nella cancrena delle parti 
interne, Euphorbium spesso reca il piit eccellente servi- 
zio, particolarmente quando essa b consecutiva ad infiam- 
mazione dello stomaco, degli intestini, etc., e la tempe- 
ratura del corpo b continuamente in diminuzione, essendovi 
inolto torpore, e le parti affette essendo senza sensazione. 
Quindi noi dobbiamo, non di rado, adoperare Euphorbium , 
quando la cancrena sta per passare od b parzialmente 
passata nel cosl detto sfacelo; esso b anche utile nella 
cancrena senile, Secale cornutum b particolarmente utile 
nella cancrena asciutta, e China nella umida. 

Hartmann. 


APPUNTI CLINICI 


Sulphur. — Scrive il Dott. Bruns: « Un signore di North Dana 
venne da me con suo figlio il quale aveva stafiloma in ambedue 
gli occhi. La vista di uno era interamente perduta e con l’altro 
poteva scorgere soltanto un raggio di luce. Il ragazzo era stato per 
qualche tempo all’Ospedale Generate di Massachusetts e fu riman- 
dato a casa come cieco. Io gli detti una dose di Sulphur, ed in sei 
mesi poteva vedere. Ci6 accadde quindici anni fa; ed il giovane 
ora pu6 leggere le note della musica e suonare il violino. » (The Me¬ 
dical Advance). 


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RIYISTA OMIOPATICA. 


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Sanguinaria. — Una signora venne nella sua carrozza al mio 
gabinetto, essendogli morto recentemente il medico di casa, onde ave- 
re una prescrizione pel suo dolor di testa nervoso, al quale andava 
soggetta. Sintomi: battito, lancinamenti alia tempia destra; peggio 
per ogni movimento, scossa, od anche pel camminare degli altri. 
Le detti una prescrizione di Sanguinaria 200, della quali le feci 
anche cader pochi globuli sulla lingua. Dopo circa dieci minuti che 
se n’era andata eccola tornar di nuovo, ed io supposi al vederla 
che avesse perduta la dose dei globuli che le avevo data; raa mi 
disse che era tornata unicamente per farmi notare di ricordarmi 
della medicina che le avevo fatta cadere sulla lingua perchd essa 
le aveva recato sollievo immediatamente, e non aveva mai speri- 
mentata tale efficacia in tutta la sua vita da nessuna prescrizione 
fattale dal suo precedents medico. — Tanto scrive il Dott. Ehrman. 
(The Medical Advance). 


"ST-A. IRIIET A 


Sotto questo titolo la Revue Homoeopathique Beige , nel fascicolo 
del p. p. Agosto scrive quanto segue: 

« Una buona buffoneria che fece gia il giro dei giornali me- 
dici allopatici e che sembrava inventata per coprire di un ridicolo 
completo la nostra dottrina e il suo illustre fondatore, h oggi sui 
punto di diventare una nuova prova del genio di osservazione pos- 
seduto da Hahuemann. • 

<c Questo grand’ uomo, da nessuno mai superato come osserva- 
tore, aveva verificato che la sola olfazione di certe sostanze medi- 
cinali preparate secondo il suo metodo produceva in alcuni indi- 
vidui effetti terapeutici evidenti, ed aveva raccomandato in alcuni 
casi T olfazione dei rimedi. — I suoi nemici contemporanei inven- 
tarono allora la « buona farsa » seguente che ebbe un qualche suc- 
cesso e che i giornali nemici dell’ Omiopatia riproducono pih o meno 
periodicamente: 

« Un certo medico, discepoio di Hahnemann, si dice che ado- 
perasse assai spesso il metodo dell’ olfazione. Un giorno che ne aveva 
fatto uso in un suo cliente, qnesti cav6 dalla sua borsa una mo- 
neta d’oro, la passo rapidamente sotto il naso del medico, e si li- 
cenzio dicendo: vi pago come voi mi avete curato. 

« E tutti i lettori a ridere, e tutti quanti a burlarsi non solo 
del metodo dell’ olfazione, ma di tutta 1’ Omiopatia. 

« Abbiamo udito noi stessi farsi rimprovero al fondatore della 
nostra dottrina, pel suo metodo di olfazione, da parecchi de’ suoi 
migliori (?) partigiani. Ma sul terreno dell’ osservazione Hahneman 
non ha avuto mai chi gli stasse a paro, e senza ardire di pronun- 
ziarsi sul valore dell’ olfazione, la grande maggioranza dei medici 
omiopatici, ammiratori del suo genio non l’hanno condannata. Oggi 
la scienza ha aggiunto un nuovo maguifico fiore alia corona del 
uostro Maestro; essa ha scoperto, dopo lui beninteso, che in certe 


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R1VISTA OMIOPATICA. 


128 

circostanze i rimedj agiscono a distanza. Le curiose esperienze del 
signor Luys medico della Salpbtribre 1* hanno dimostrato in modo 
indubitabile. 

« I medici allopatici che sono al corrente della scienza non 
hanno piu il diritto di ridere del metodo dell* olfazione senza pas- 
sare per ignoranti. 

« Coraggio, Signori dotti, continuate le vostre ricerche e le 
vostre scoperte, e a poco a poco, pel piii gran bene dell’ umanith 
sofferente, scoprirete, noi non ne dubitiamo, POmiopatia tutta intera.» 


Abbiamo voluto riprodurre questo articolino di lettura amena, 
sopratntto per fare ad esso qualche rettifica istorica. 

II medico di cui qui sopra si narra P aneddoto, non un disce- 
polo di Hahnemann, ma fu lo stesso Hahnemann. E trattavasi di 
un infermo cronico che viaggiava per salute ed erasi recato a con- 
sultare il sommo Maestro. II quale, dopo esaminatolo, vide talmente 
chiara ed imperiosa P indicazione del rimedio che, tratto un caraf- 
fetto dalla sua busta e fattolo ad esso fiutare, ebbe a dirgli: « Yoi 
siete guarito ». L’ infermo che doveva essere alquanto bisbetico e 
lepido, tolta una moneta d’ oro dal borsellino P avvicinb alle narici 
di Hahnemann dicendogli: « Yoi siete pagato ». 

Questa narrazione da un pezzo correva per le bocche dei buon- 
temponi, e piii erano essi all’ Omiopatia avversi, e con pih compia- 
cenza, credendo farle onta, la ripetevano e commentavano. Io, du- 
bitando quasi della sua veracity, mentre un dl conversavo con quel 
valentissimo collega che fu il Dott. Wahle il quale ebbe si a lungo 
goduto del consorzio e della* familiarity di Hahnemann, e che qui 
in Roma tanto degnamente rappresentb POmiopatia, volli interpel- 
larlo su tale proposito onde conoscere se vi fosse alcun che di vero 
in quella che molti riputavano una storiella dei malevoli. E Pottimo 
uomo mi assicurb che il fatto era verissimo, ma che da me e dal 
pubblico esso era conosciuto soltanto per metk. « L’altra metk, sog- 
giunse, ve la dir6 io, ed b questa. QuelPinfermo, dopo 15 o 20 giorni 
dal fiuto ridicoleggiato, comincib a sentire nel suo essere un muta- 
mento insolito che accennava a meglio; nel secondo mese stava 
meglio assai, e nel terzo mese era effettivamente del tutto guarito. 
Ed allora non una ma piu raonete d’ oro fece giungere ad Hahne¬ 
mann in ricompensa della guarigione insperata ed in modo cosl 
semplice ottenuta ». 

Tale anedotto che torna semprepiii ad onore dell’ Omiopatia, e 
sulla cui veracity, dopo una testimonianza cosl irrefragabile, non e 
piu da muovere alcun dubbio, dovrebbe servir di lezione tanto agli 
allopatici che dimenticarono quell’antico assioma « corpora non a - 
gunl nisi soluta, maxime agunt si volatilia, » quanto ai sedicenti 
omiopatici i quali legati alle basse triturazioni, ed alle seste deci- 
mali, ridono come gli allopatici delle centomilesime, delle milione- 
sime, e dei troppo ora abbandonato metodo della olfazione. 

Dott. Gr. P. 


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RIVISTA OMIOPATICA 


Anno XXXII NOVEMBRE 1886. Numero 5. 


CHE COSA E L’OMIOPATIA? 

del Prop. J. T. Kent. 


Questa domanda ha grande ampiezza, e percib la sua 
risposta non pub essere limitata, nb ristretta. Dire che 
1’ Omiopatia b basata sulla legge dei Simili gli b sola- 
mente stabilire il limite di un cono descrivendone la base 
e lasciandone T apice sconosciuto e sporgente nello spa- 
zio; a dir poco, la risposta non b soddisfacente. Quando 
si parla di simili, il novizio immediatamente b curioso di 
sapere di quali simili si intende parlare, ed in qual modo 
dati simili sono relativi V uno all’altro. E cosa semplice 
affermare che i simili si annullano 1’ un l’altro, ed 6 fa¬ 
cile dimostrare il fatto, ma sorgono altre questioni di 
maggiore importanza, e di piil difficile soluzione: — come 
questi simili si riconoscono, e come essi si utilizzano per 
guarire la malattia? 

Dopo aver udito l’asserzione che i simili si annullano 
1’ un l’altro, ed avendo accettato la legge espressa dalla 
formola similia similibus curantur, resta ancora da impa- 
rare che cosa b 1’ Omiopatia. La conoscenza viene dopo 
essersi resi esperti della malattia e dei rimedj. Fa 
d’uopo acquistare conoscenza della malattia in tutte le sue 
relazioni col corpo umano. Non pub esser permesso di tra- 
scurare alcun mezzo, col quale si possano ottenere infor- 
mazioni relative alia malattia. Si debbono studiare com- 
pletamente in particolar modo le cause, F anatomia mor- 
bosa, la durata, e il corso di ogni malattia. Le abitudini 

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RIVISTA OMIOPATICA. 


di ciascheduno, ed ogni malattia determinata debbono es- 
sere osservate per acquistare conoscenza della sua vera 
natura. Si deve essere in grado di predire dal presente 
ci6 che sarb, probabilmente nell’immediato futuro. Deb- 
bonsi pure conoscere le sostanze che fanno ammalare e le 
malattie che producono, il loro corso durante il principio 
ed il termine. Da ci6 1’ omiopatico trae fuori il suo simile, 
Questi sono i suoi media , dai quali egli svolge una co¬ 
noscenza dell’ arte di guarire omiopaticamente. Senza un 
diligente ed accurato studio di ambedue, egli non pub 
mai rispondere alia domanda che b stata scelta per sog- 
getto di questo articolo. 

Se egli trascura una parte, barcollerb sempre nell’o- 
scuritb riguardo all’ intero od alia totality. Se egli trascura 
di studiare la malattia in alcuno dei suoi molti lati, va 
a tentone nell’ oscuritb durante la sua vita infingarda 
e poco utile. Se egli legge l’anatomia patologica, e tenta 
di applicare i rimedi dietro la sua conoscenza, dee vivere 
e morire con una vita piena di numerosi errori. L’uomo 
che legge la sua sintomatologia, quale si trova nella pa- 
togenesi del medicamento, pub fare un bel lavoro, ma 
egli ha trascurato la metb di cib che avrebbe dovuto im- 
parare. Il corpo umano, la casa della salute e della ma¬ 
lattia, deve essere frugata finchb la familiarity generi pa- 
dronanza. 

L’ Omiopatia b la scienza di guarire basata sopra la 
legge dei simili come una legge di scelta. Per scegliere 
secondo questa legge bisogna familiarizzarsi colie parti e 
controparti, positive e negative — simili — che le sue 
conclusioni possono essere fatte dall’ esclusione, che egli 
possa dimostrare a se stesso tanto che i rimedi non sono 
indicati, quanto che 1’ unico simile soltanto pub confdr- 
marsi alia malattia che si ha in cura; appropriato, per- 
chb esso di tutte le medicine conosciute b il pib simile 
alia malattia da guarirsi. £l ben noto che molti hanno bi- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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sogno di essere chiamati medici omiopatici. Alcuni desi¬ 
de rano l’appellativo, i quali in pratica non hanno la co- 
gnizione sovra menzionata. Essi non conoscono neppure 
le descrizioni delle malattie. Essi ravvisano solamente la 
malattia nolle parti, non vedendo 1’ intero. Questi uomini 
alternano, ed esercitano, servendosi di una parte del qua- 
dro di un medicamento e di una parte del quadro de- 
scrittivo di un’ altro onde coprire le due porzioni di una 
supposta malattia che essi vedono soltanto in uno stato 
frammentario; non conoscendo la malattia nella totality essi 
non possono formarsi un quadro in un solo rimedio da 
adattarsi a tutta, ma solamente ad una parte della ma¬ 
lattia. Sono solo pochi giorni che uno di tali uomini mi 
disse : « Io ho ora prescritto Arsenicum e Sulphur per la 
patologia di un caso ». Essendo ansioso di conoscere la 
patologia che fornl tale infallibile guida a questi rimedi, 
io ne feci una premurosa ricerca, ma ci6 che potei sa- 
pere era cost vago che mi fu impossibile di capire nulla. 

Lo studio della vera patologia dev’ essere incorag- 
giato, ed b essenziale alia scienza dell’ Omiopatia, e nes- 
sun omiopatico lo ha mai sconsigliato. Patologia b ogni 
ragionamento sopra la malattia; essa estendesi a tutto 
cio che con questa b in relazione. Lo studio della malat¬ 
tia come si manifesta dai sintomi soggettivi ed oggettivi, 
uno studio delle lesioni ossia dei risultati della malattia 
come si fan no conoscere dall’ispezione fisica, etc., etc., 
a cominciare dall’anatomia morbosa, tutto dev’ essere co- 
nosciuto dall’ omiopatico con un pieno apprezzamento del 
vero valore di tutto. La malattia nel suo corso, la storia, 
ed ogni conosciuta manifestazione deve essere tenuta a 
calcolo, affinchb 1’individualitA possa apparire in un grande 
quadro. 

Finchb questo quadro, questa totality questa indivi¬ 
duality, non b chiara nella mente, e non b afferrata com- 
pletamente, il medico non pub trattarla con intelligenza; 


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R1VISTA OMIOPATICA. 


egli allora vedrd in qualche patogenesia, un quadro con 
una totality e con una individuality simili, che si mani- 
festano collo stesso ben marcato rilievo. Ora se quei qua- 
dri li conosce ambidue, e se conosce la grande legge 
della scelta espressa nel similia stmilibus curantur , egli 
amministrery la medicina che possiede nella sua patogenesi 
questa somiglianza di effetto, ed aspettery con la flducia 
speciale dello sperimentato omiopatico. Questi sono i prin¬ 
cipal! ed essenziali dommi dell’ Omiopatia. 11 resto della 
scienza si compone di gradini i quali sono perfezionati a 
misura che progrediscono, e sono qualitativi in carattere 
e quantitatlvi in apparenza. All’appoggio di questi gradini 
noi impariamo a suonare sulle corde di un’ arpa vitale 
con un tactus eruditus. 

L’ altro successivo progresso riguarda la dinamizza- 
zione. Molti sono soddisfatti dei primi dommi dell’ Omio¬ 
patia e non abbisognano di altro. Essi non desiderano, 
ulteriore istruzione. Essi non desiderano di rendersi fami- 
liari col fatto che tutte le malattie non chirurgiche sono 
dinamiche nel carattere (causa), e debbono essere curate, 
sono anche guarite solamenle, da effetti dinamici. Essi 
perdono fiducia nella potenza di Aurum, quando diventa 
troppo attenuate da non essere pid oro visibile, eppure 
essi sanno che 1’ oro visibile non pud essere appropriate 
ad uno stomaco vivente. II potere dinamico comincia a 
svolgersi molto in basso nella scala della potentizzazione, 
e pud essere sviluppato dalla sostanza grezza di alcuni 
medicamenti. L’esperienza, non la filosofia, pud esser di 
soddisfazione alia mente famelica come pure alia verity 
del pid grande trovato dell’ immortale Hahnemann. 

Quando lo studioso d pienamente convinto che il po* 
tere dinamico guarisce, un altro progresso lo attende. 
Egli d allora presentato ai misteri di aver a fare colie 
forze automatiche del corpo vivente quando d sottoposto 
a malattia. Egli osserva l’effetto di una dose della medi^ 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


133 

cina potentizzata, scelta secondo la legge dei simili. E in- 
vero una piccola parte della sua osservazione il vedere il 
paziente ricuperar la salute con nessun’ altra medicina 
che quella contenuta nel medicamento dinamizzato. Poi- 
chb pih grandi cose gli rimangono da vedere e da stu- 
diare. Le esacerbazioni ed i miglioramenti trovati in par- 
ticolari stati morbosi non sono cost semplici. Le sofferenze 
che possono derivare da una sola dose di Sulphur nel- 
1’ ultimo stadio della tisi sono cose da stordire; ed il 
principiante non pub convincersi che la causa di ci6 fu 
il medicamento potentizzato. Quando io dico agli studenti 
della mia classe, voi non dovete dare Sulph. agl’infermi 
nell' ultimo stadio della consunzione, essi mi guardano 
sorpresi. Si b spesso osservato che Phosphorus fa gran 
danno nelle peggiori forme delle malattie organiche. Io 
ho parecchie volte conosciuto invalidi cronici tirar avanti 
con poche sofferenze per lungo tempo, e colla speranza 
di arrestare il progresso della loro malattia, ai quali am- 
ministrata una sola dose di una potenza molto alta di una' 
medicina antipsorica, si ebbe il solo risultato di tormentarli, 
gettarli in letto, e da allora in poi il loro pegioramento fu 
rapido, mentre io sono convinto che so avessi evitati gli 
antipsorici essi sarebbero vissuti ed avrebbero sofferto pih 
a lungo. Se un antipsorico accuratamente scelto aggrava 
molto una cattiva forma di malattia, e l’aggravamento 6 
protratto e non segue alcun miglioramento della condizione 
generate, non si deve piit pensare ad alcun antipsorico per 
tale infermo; la speranza di guarirlo deve abbandonarsi, e 
ricorrere a medicine di breve azione, a palliare. Nella gotta, 
nel cancro, nella tisi, e nelle malattie organiche di que- 
sta specie, generalmente, la regola non falla. Ogni medico 
che abbia usate alte potenze per un tempo considerevole 
deve saperlo. Chi dunque pub dire che non vi b alcun 
potere svillupato in esse ? Colui soltanto che non ha 
trovato questo metodo di curare 1’ annnalato. Il medico 


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134 


RIVISTA OMIOPATICA. 


che non vede queste esacerbazioni dimostra solamente che 
egli ha fatte poche o nessune prescrizioni omiopatiche. 
Pih stretta b la relazione omiopatica fra il rimedio e la 
malattia, purchb la malattia sia di cattiva origine e ben 
avanzata, purchb il male sia incurabile, piit forte e piil 
calamitosa sarh 1’ esacerbazione. 

Una volta una signora grassa, e di aspetto robusto, 
venne da me per ajuto professionale; essa aveva cost 
bell' aspetto che io sospettai si trattasse soltanto di ana 
leggera indisposizione. Finalmente, un attento studio dei 
suoi sintomi rivelb la storia di reumatismo, endocardite, 
soffocamento, amenorrea che durava da otto mesi, e grande 
sofferenza corporea. Veramente io fui sorpreso che essa 
manifestasse cosl poco le sue sofferenze. Confrontai stret- 
tamente i suoi sintomi, e trovai che nessun rimedio cor- 
rispondeva meglio ai suoi sintomi di Pulsatilla. Questo 
rimedio fu dato (51 M, Fincke), a secco, una sola dose, 
e Sac. Lac. Essa tornb a casa e si sent! molto male. I 
sintomi pelvici divennero marcati, e mi mandb a chia- 
mare. Essa credeva che il suo flusso volesse riapparire, ed 
io sperai da quanto mi riferiva d’aver fatta una prescri- 
zione omiopatica. Ma essa aspettb invano ed il suo flusso 
non comparve; i suoi sintomi pelvici erano quali solevano 
accompagnare i suoi nisus mestruali, ma pih intensi. Io 
non osai ripetere il rimedio; il successo dipendeva dal 
permettere al rimedio di fare il suo corso. Essa fu resa 
confortevole quant’ era possibile, ed io attesi che il rime- 
dio agisse per una o due settimane. L’ endocardite co- 
mincib a mostrarsi con tutti i suoi terrori, sangue scuro 
comincib a scaturire dai polmoni, che peggioravano di 
giorno in giorno, 1’ edema polmonare divenne marcato, e 
sputi di sangue crebbero giornalmente. Io sentii che do- 
vevo fare ogni sforzo per salvare la sua vita. L’ unico ri- 
sultato dei rimedi scelti fu semplicemente palliativo. Essa 
tnorl traquillamente. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


135 


Io trattai parecchi casi di reumatismo gottoso nei 
quali potei scorgere chiaramente cbe ogni dose di medi- 
cina accresceva la malattia originale. Molte volte io fui 
costretto a vedere che la dose di una droga dinamizzata 
aggiungeva nuova forza alia veccbia malattia, ed essa 
progrediva anche piu rapidamente. Io non vidi mai tali 
straordinari risultati da basse attenuazioni. Non b molto 
fui cbiamato al letto d’una paziente neU'ultimo stadio di 
tisi. Essa aveva diarrea, ed emetteva grandi quantity di 
orina senza colore; altri sintomi d’accordo coi precedent 
mi fecero scegliere e dare una dose di Acetic, acid., il quale 
fren6 la diarrea e la poliuria, ma immediatamente i suoi 
sintomi del petto crebbero con forza maggiore di quella 
che io avessi per oppormivi, ed essa venne meno rapida¬ 
mente. Io sono sicuro che essa avrebbe vissuto piil a 
lungo se le avessi permesso di continuare nolle sue meno 
cattive condizioni. Queste cose sembrano stravaganti al 
medico senza esperienza, ma esse sono fatti; ed essi, so- 
pra tutto, dimostrano la grande forza dei nostri rimedi 
potentizzati. 11 rimedio veramente appropriato sviluppa co- 
munemente la prova della estrema sensitivity in ogni ge- 
nere di malattia, e 1’ estremo pericolo di ripetere i rimedi 
b qui illustrate. 

Se vi b qualche cosa che io tema b una malattia in- 
curabile. La mia esperienza a questo riguardo b stata piil 
grande di quello cbe avrei voluto. Mentre queste cose 
hanno mostrato il pericolo di ripetere le medicine, esse 
mi hanno anche insegnato un’ altra cosa; ed b cbe io 
sono general mente in grado di predire la gravity della 
malattia dal modo di reazione che segue i miei rimedi. 
Nolle malattie acute io non vidi aggravazioni allarmanti, 
ma un piacevole aumento dei sintomi esistenti; od anche 
nuovi sintomi che compariscono sono un indizio presun- 
tivo di una buona scelta. Nolle contrade occidentali le 
nostre malattie sono cosl miste con questa quantity sco- 


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136 


RIVISTA OMIOPATICA. 


nosciuta, o con qualche cosa che noi chiamiamo malaria , 
che b necessario nolle malattie acute di ripetere i rimedi 
piil spesso che nelle altre contrade. Le malattie e gli stati 
della malaria sono cost cumulativi in carattere che 1’ ef- 
fetto dell’ unica dose b presto esaurito ed un’ altra diventa 
necessaria. Percib mi occorre di ripetere spesso in molti 
casi acutissimi. Io comincio dal ripetere ana volta ogni 
due ore in una febbre ehe b continua; ma appena vedo 
segni di rimissione sospendo ogni medicina, e fo uso di 
Sac. Lac. Quando una febbre b in aumento io ripeto, ed 
appena cessa di aumentare sospendo la medicina. Nelle 
febbri intermitenti generalmente amministro una o due 
dosi neir apiressia ed attendo il risultato. Raramente am¬ 
ministro medicine finche il parossismo non b completato. 
Quando la prima dose b seguita da una percettibile ag- 
gravazione, una seconda dose non deve mai amministrarsi 
finchb il miglioramento, che segue 1* aggravazione, sia 
cessato. Quando una medicina esacerba, essa generalmente 
influenzerb il paziente piu a lungo che quando tale esa- 
cerbazione non b stata osservata. Un miglioramento che 
comincia subito richiede pure che si sospenda ogni me¬ 
dicina, ma tale miglioramento di rado b cost proficuo come 
quando il miglioramento b stato preceduto da una leggera 
esacerbazione. Un immediate miglioramento spesso indica 
T assema di una malattia che abbia sede profonda. Que- 
sto b specialmente il caso coll’ uso di medicine di lunga 
durata di azione. Queste penetrano cost profondamente 
nella vita che scuotono nel piit profondo P esistenza au- 
tomatica. Quando questi poteri sono cost chiaramente di- 
mostrati, pu6 qualcuno desiderare Morfina per calmare 
un paziente in qualunque genere di sotferenza ? Pub qual¬ 
cuno sentire il bisogno di una forza pih grande per com- 
battere la malattia ? Si, vi sono uomini i quali non conb- 
seono questa forza; essa non pub essere sviluppata a pia- 
cimento da chiunque volesse svilupparla. Questa forza non 




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RIVISTA 0MI0PATICA. 


137 


b mai osservata, tranne che da colui il quale ha impa- 
rato la filosofia insegnata nell’ Organon di Samuele Hah¬ 
nemann ; ed b dopo, non prima, di aver osservato il me- 
raviglioso effetto di un rimedio conforrae alia legge dei 
simili che uno pub apprezzare la forza ch’ esso ha per 
combattere i mali della vita, e difendere il fragile uomo 
contro gli assalti del suo naturale nemico. 

Quindi alia domanda: Che cosa b l’Omiopatia? Io 
debbo rispondere, nessun uomo lo sa! Dio solo conosce 
la lunghezza di questo intricato, inscan dagliabile mistero. 
La parte conoscibile di questa scienza, se io posso ser- 
virmi di questa parola, consiste nell’ osservare i fenomeni 
morbosi prodotti dai medicamenti ed i fenomeni della ma- 
lattia, nel raccogliere ed aggruppare i simili scegliendo 
sotto la guida della somigliaaza ed attendendo i risultati. 

Mentre stiamo osservando la follia degli altri, noi 
dobbiamo imparare ad evitare gli estremi che sono in 
mezzo a noi. Non dobbiamo disprezzare 1’ originale tren- 
tesima del maestro perchb noi abbiamo trovata cost utile 
in tantissimi casi la centomillesima. Quei che stanno fe- 
stosi sui piu alti gradini della vera arte di guarire, deb* 
bono sostenere i piu giovani ed i piu deboli quando tre- 
manti si accostano al letto del malato, cost familiare alia 
maggior parte di noi. Mentre la via b cosparsa di spine, 
essa b non di meno la via della verity, e nessuna parte 
di essa e da disprezzarsi. Col giovane e col vecchio la 
nostra fede deve essere attacata alia legge dei simili, dl¬ 
l’ unico rimedio, alia minima dose, al potere dinamico, ed 
in fine, ma non raeno, al medicamento sperimentalo. Que* 
ste cose accoppiando colla nostra filosofia organica, noi 
continueremo a fare il bene ed a vivere per fare il bene. 
(The Homoeopathic Physician). 


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IL VALORE RELATIVO DEI SINTOMI 

PER il Dottore Ad. Lippe. 


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Le leggi eterne sono immutabili, e la Providenza 6 
sempre pronta a vedere ogni violazione di queste leggi 
stabilite. Quando il mondo fu creato, furono pure create 
tutte le leggi nalurali ed eterne che governano 1’ universo 
collettivamente, e gli individui come tali specialmente. 
Quanto poco o molto noi conosciamo di queste leggi non 
entra nell’oggetto di quest’ articolo. Ci6 che noi conoscia¬ 
mo positivamente e la legge che governa la guarigione 
del malato. Questa legge ha sempre esistito ed i primi 
scrittori nell’arte di guarire la conobbero. Cosl fece lo strag- 
grande poeta « Shakespeare; » cost fecero molti uomini 
sapienti; cost fece 1’immortale Hahnemann. Il suo merito 
fu di formulare un sistema per applicare questa legge alia 
guarigione dell’ infermo; fatti sopra fatti presentandosi alle 
sue scrutatrici ricerche lo guidarono a sviluppare il suo 
metodo di cura finche egli riuscl all’ applicazione della 
legge dei simili, e dirnostro che tutte le malattie guari- 
bili erano di dominio dei metodi che egli finalmente svi- 
luppb per la guarigione dell’ infermo. Il suo metodo stret- 
tamente induttivo lo condusse con sicurezza nel suo pro¬ 
gressive cammino, ogni passo in avanti dipendeva da nuovi 
fatti accertati. L’ ultimo fatto fu che il carbone grezzo 
quando era preso da persone sane non cambiava le loro 
sensazioni, non produceva alcun sintomo, ma se era tri— 
turato con una sostanza inerte (zucchero di latte) alia 
terza triturazione, ed allora veniva preso da un individuo 
sano, produceva tali sintomi i quali erano pure guariti dal 
carbone potentizzato se sintomi simili si trovavano nell’in¬ 
fermo. Questi fatti condussero alia fondazione della teoria 
cosi detta di potentizzazione, e provarono concludente- 
mente che la potentizzazione sviluppava poteri sia morbi- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


139 


facienti che curativi i quali giacevano latenti nella droga 
grezza. Gli sperimentatori di Vienna dovettero ammettere 
ci6; i veri medici lo ammisero, e trovarono piil tardi, 
mano mano che 1’ Omiopatia ebbe ulteriore sviluppo, cbe 
non si era ancora rinvenuto un limite al potere curativo 
dei medicamenti, non importa fino a qual punto si fosse 
portato il loro sviluppo coi mezzi della potentizzazione. 
Spettava al Presidente dell’ Istituto Americano di Omio¬ 
patia di aprire nuovamente una questione da si lungo 
tempo risoluta dai fatti, con piena soddisfazione di tutti i 
veri medici, nelsuo discorso del 1885. Una serie di articoli 
dimostranti quanto gli Omiopatici si sentissero indignati 
a questo riguardo comparvero sui nostri giornali. Final- 
mente un bel colpo della « Providenza » venne in modo 
providenziale, a rendere ancora piu ridicola, se fosse pos- 
sibile, la posizione dell’ infelice Presidente. La Providenza 
voleva che il Presidente dell’ Istituto Americano si ren- 
desse egli stesso testimonio e « confessasse ». 

Egli lesse un discorso innanzi alia Society Medico- 
Omiopatica della Contea di Nuova York il giorno 11 
Marzo 1886, alia presenza di cento dieciotto membri, dopo 
che il Dottore P. P. Wells, di Brooklyn, aveva letto un 
articolo sopra « Il Miglior Modo di Scegliere il Rime- 
dio ». Un voto di ringraziamenti fu deliberato al Dott. P. 
P. Wells per il suo interessante ed istruttivo articolo (1) 
sulla mozione del Dott. Bacon, appoggiata dal Dott. Wil¬ 
der. Quest’ articolo non fu pubblicato nel numero di Mag- 
gio nel North American Journal of Homoeopathy ; 1’ ar¬ 
ticolo di fondo in quel numero b sul valore relativo dei 
sintomi del Dott. T. F. Allen di New-York. 

Il Dott. Allen accetta i termini che hanno un suono 
piil scientifico proposti dal Dott. Drysdale : sintomi asso- 
luti e contingent. Per assai lunghi anni gli omiopatici 

(1) Lo abbiamo tradotto e pubblicato nel nostro precedente N.° di Ottobra 

La Direzione. 


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140 


RIVISTA OMIOPATICA. 


progressisti che furono spesso senza caritb, incolpati di 
trascurare la « Patologia >> hanno predicato che una co¬ 
noscenza di quella piccolissima conoscenza che noi ab- 
biamo della patologia b indispensabilmente necessaria. Su 
questo punto non vi fu mai differenza di opinione ma vi 
b una grande differenza di opinioni riguardo agli usi 
di questa conoscenza. I sintomi del malato, apparte- 
nenti assolutamente alia forma della malattia da cui 
egli b affetto, sono quelli chiamati ora dal Dott. Drysdale 
sintomi assoluti, e vi sono molti pretesi omiopatici i quali 
cercano di trovare un rimedio specifico per questi sinto¬ 
mi assoluti, e non riuscendo a guarire 1’ infermo per la 
sciocca applicazione ch’ essi fanno della legge dei simili 
alia fisiologia morbosa, ossia ad una condizione patolo- 
gica, ascrivono questi insuccessi al medicaraento potentiz- 
zato, richiedono dosi apprezzabili o mettono in dubbio la 
generale applicability della legge dei simili, accusano 
Halmemann, la sua materia medica, e cadono nel vile e- 
cletticismo. 

II vero medico distingue rigorosamente fra questi sin¬ 
tomi cosl-detti assoluti come assolutamente appartenenti 
ad una forma di malattia, e poi diligentemente ed accurata- 
mente registra tutti gli altri sintomi estranbi, appartenenti 
assolutamente soltanto all’ individuo infermo e non asso¬ 
lutamente alia malattia; e questi sintomi il Dott. Drysdale 
chiama contingenti. Questi sono i sintomi di guida e de- 
terminanti, ed hanno un valore positivamente piil grande 
per la scelta del rimedio simile, e percib curativo, di quello 
che lo abbiano i sintomi cosl detti assoluti. Una cono¬ 
scenza della patologia e dei sintomi assoluti non ci ajuta 
nella scelta del rimedio curativo, ma ci ajuta nello sta- 
bilire il regime generale dell’ infermo. Dopo aver chiara- 
mente mostrato il valore dei sintomi determinanti, 1’ eru- 
dito Dottore esce dalla sua sfera quando favoleggia in* 
torno ai due anti-zimotici, Chinino e Mercurio, e final- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


141 


mente asserisce che se esso — il veleno (malaria di pa- 
lade) — ha raggiunto una forza strapotente, il Chinino 
ridurry la soa virulenza in modo che la natura lo elimi¬ 
nery. Questo b un errore fatale, a dire il meno che si 
possa di esso. Perchb abbandonare la legge dei simili in 
uno stato di malattia la quale, come dice il Dott. Allen, 
b giunta ad acquistare una forza strapotente? Questa forza 
strapotente esprime 1’ incapacity dell’ inesperto omiopatico 
a guarire, ed allora egli va a dire che il Chinino ridurry 
la sua virulenza in mpdo che la natura lo eliminery. Na- 
turalmente, la natura , ajutata dal rimedio simile conve- 
nientemente amministrato la eliminery, la malaria di pa- 
lude. Il Chinino invece sopprimery i sintomi e lascery che 
la malaria di palude cerchi altri organi, il piii spesso il 
fegato o la milza, e che vi sviluppi fatali malattie. Un’al- 
tra chiara osservazione b fatta dal Dottore, alia pagi- 
na 411, quando dice che i nostri migliori risultati sono 
ottenuti dal trattare 1’ infermo ignorando la zimosi. Alla 
questione, « fino a qual punto il palliativo b conforme od 
antagonistic© all’ Omiopatia? » 6 risposto mostrando, come 
fece Halmemann del suo Organo dell ’ Arte di Guarire, 
i paragrafi dal 38 al 56 —: 0 1’ uno o 1’ altro dei modi 
di applicare i medicamenti per la cura dell’ infermo pu6 
essere il vero, e se noi professiamo di essere omiopatici 
ne segue che siamo onestamente obbligati a rigettare tutti 
gli altri modi di applicare i medicamenti per la cura del- 
T infermo, e che siamo costretti a dichiarare il trattamento 
palliativo non consentaneo ed antagonistico all’ Omiopa¬ 
tia. Il tono all’ eresia dell’ applicability di vari modi di 
cura da parte del medico b stato dato nel Medical Ti¬ 
mes di New-York, il qual giornale b onesto abbastanza 
da rigettare 1’ Omiopatia ed accettare 1’ ecletticismo. Alla 
pagina 85 del numero di Maggio esso esprime le sue spe* 
ranze che 1’ Istituto Americano cessery di legare i suoi 
membri con un solo domma. La dichiarazione di un^i 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


credenza che gli omiopatici sono obbligati di aderire ad 
un solo domma raostra la deplorevole ignoranza degli uo- 
mini i quali possono proferire una simile assurditd. 

Legali da un solo domma. Ogni assertiva per la 
quale non si dil alcuna prova d dommatica. Chalyboeus 
specut. (Filosofia), pagina 4. II Dommatismo Fatuita 
venuta a maturazione. La legge dei simili d una legge 
naturale, sulla quale riposa F intero edificio dell’arte omio- 
patica di guarire. La storia dello sviluppo di questa leg¬ 
ge, ed il modo com’ essa possa e debba venire applicata 
per la cura dell’ infermo, fu pienamente descritto nel V Or- 
gano dell’ Arte di Guarire di Hahnemann. Una devia- 
zione dai suoi metodi sard, necessariamento seguita da in- 
successi, e deboli come uomini infingardi i trasgressori 
non vorranno mai biasimare se stessi, ma troveranno 
qualche plausibile scusa. Non tutti gli uomini fanno cost; 
ed io posso ora riferire un caso singolare degno di imi- 
tazione: Il fu Professore Roberto Hare, che per moltis- 
simi anni copri cost felicemente la cattedra di chimica 
all’ Universita di Pensilvania, dopo rinunziato alia sua 
cattedra, ed aver fatto dono di tutti i suoi istromenti cbi- 
mici all’ istituto Smithsoniano, applied la sua mente a fare 
qualche Aluminum. Chiamato una mattina in sua casa io 
incontrai il vecchio Professore con un grembiale di cuojo, 
e naturalmenti gli chiesi che cosa stasse facendo. Egli 
mi rispose che per due volte non era riuscito a fare A- 
luminium; che sicuramente la colpa era sua; che altri lo 
aveva fatto, ed egli non voleva tralasciare finchd non fosse 
riuscito. Infatti riusl. « Cid che altri ha fatto lo fard io 
pure, » e lo fece. Come differente e la cosa ai giorni no- 
stri. Migliaja di prove sono registrate confermanti in tutti 
i particolari la veracitd, del metodo di Hahnemann se 
bene applicato. Hahnemann ed altri avevano assicurato 
un successo impareggiabile nel guarire Finfermo; altri 
non riuscirono, ed ora cotestoro cercano baldanzosa- 



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RIVISTA OMIOPATICA. 


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' mente di muover dubbio sull’ applicability della legge u- 
niversale di cura; essi cercano scuse per il trattamento 
palliativo; essi negano 1’ efficacia dei medicamenti po- 
tentizzati, se col microscopio non si possono scoprire al- 
cune quantity apprezzabili di essi. II Professore Hare fece 
I’Aluminium. Questi disgraziati che non riuscirono negano 
che altri siano riusciti e ricorrono all’ ecletticismo. Essi 
deplorano che gli omiopatici siano legati da un domma. 
Essi ebbero ed hanno ancora la temerity di dichiarare 
che i seguaci di Hahnemann, i soli che hanno stabilito 
la nostra pratica, e col loro diligente e duro lavoro fe- 
cero rispettata 1’ Omiopatia, che questi uomini ritardano 
ora il progresso di che? Dell’ ecletticismo! Certamente 
essi lo fanno, e continueranno a farlo; essi tutti possono 
far palese la follia degli uomini che favoriscono una de- 
viazione dalla legge dei simili quando cio a loro conve¬ 
ne. Il valore relativo dei sintomi deve essere determinato 
dal medico stesso che li osserva; egli sa che le condi- 
zioni patologiche e la fisiologia dell’ infermo non sono sin¬ 
tomi di guida, n£ egli si arresta un momento sulle ma- 
lattie zimotiche o sui rimed! palliativi; egli accettera ed 
applichery i metodi di Hahnemann e guariry l 1 infermo. 
Egli non sary costretto ad implorare la Providenza af¬ 
fine intervenga perche furono da esso rotti i suoi impe- 
gni verso il pubblico, allorchb egli professa di praticare 
1’ Omiopatia, e nega innanzi tutto T infallibility della legge 
dei simili come 1’ unica legge di cura, e progressivamente 
mina e tenta distruggere gli argomenti di Hahnemann, 
finchy giunga finalmente ad accozzare una Giurla di in- 
competenti onde fare un rapporto contrario sulla questione 
della potentizzazione. £l un fatale errore il pretendere che 
I’ Omiopatia, spogliata degli infinitesimi sarebbe piil ac- 
cettabile alia scuola comune di medicina. Follia! L’ 0- 
miopatia, senza gli infinitesimi diventa una caricatura. Se 
questi infelici aderenti ai fatali errori nascondessero la 


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144 RIVISTA OMIOPATICA. 

loro conoscenza infinitesima dei principi cbe governano 
l’arte di guarire, a cui essi non solamente professano di 
appartenere, e dei cui principi essi professano anche di 
essere espositori, la scuola comune di medicina potrebbe 
altneno rispettarli, mentre ora essi rifiutano questa molto 
ambita ricognizione. (The Homoeopathic Physician). 


NOTE DA UN DISCORSO ESTEMPORANEO SU SEPIA 

patto dal Prof. Dottor J. T. Kent. 

[Frank Kraft, Stenografo) 

Sepia b preparato col nero del pesce Seppia — che 
b un mollusco. E desso un rimedio che affetta il sistema 
molto profondamente; affetta 1’ intero organismo, produ- 
cendo disturbi profondi, sintomi profondi; producendo 
impressions profonda sul sangue, sul fegato, sul cuore, 
sull’utero, e sui tessuti cellulari. Esso produce grande 
rilasciatezza deU’intero corpo e dell’ingorgo venoso degli 
organi, specialmente della pelvi e degli organi pelvici. 
Esso affetta specialmente le donne; le donne sperimen- 
tatrici le quali erano alte e smilze, furono particolarmente 
influenzate da Sepia. Da ci6 noi abbiamo spigolato il sin- 
tomo: Donne alte, Sepia; uomini alti, Phosphorus. Sembra 
piuttosto fuor di luogo lo adoperare tali espressioni, ma 
vi b una ragione per tali cose. £l ben noto che gli uomini 
alti sono probabilmente stretti di petto, e predisposti ai 
disordini di petto, e tutti i raffreddori hanno sede nel 
petto; mentre le donne alte sono specialmente predispo- 
ste a debolezza nella regions pelvica, nel sistema ripro- 
duttivo; e Sepia produce uno stato nelPapparecchio ripro- 
duttivo, che b contradistinto in tutti i suoi sintomi da 
debolezza — debolezza delle congiunture, dei ligamenti, 
rilasciamento, abbattimento, sensazione di grande debo¬ 
lezza neH’addome, estendentesi chiaramente al petto. Que- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


145 


sla debolezza si osserva specialmente nello stomaco, una 
sfinitezza che estendesi dall’utero alio stomaco, un senso 
di fame rodente nello stomaco, un senso di vuoto nello ^ 
stoinaco, e grande debolezza nella regione pelvica. L’in- 
ferma ha un colore di cera; ha un pallore morboso, ver- 
dognolo, giallo, itterico; occhi gialli, labbra pallide, ed 
aspetto infermiccio. Questa medicina produce un eifetto 
sul sangue somigliantissimo alia nostra malaria prove- 
niente dai gaz delle fogne e da altri gaz che effettuano 
cangiamenti nel sangue, cagionando cosl un aspetto ma- 
laticcio. Un tratto caratteristico notevole di questa medi¬ 
cina sta nella faccia — la turgidezza e pienezza in ciascun 
lato del naso, con una linea gialla, come una sella sul 
naso, od una striscia gialla — talvolta essa forma una 
linea morbosa rassomigliante una sella. La pelle b pastosa, 
cerea e floscia — enfiagione dei tessuti cellulari — ed 
essi diventano molli, molli al punto da sentire una man- 
canza di elasticity per tutto il corpo. Esaurimento profondo, 
tremito. II sistema venoso b specialmente sconcertato. Ab- 
biamo turgidezza prima in una parte del corpo e poi 
nell’altra, con vampe calde; vampe calde alia testa, vam- 
pe calde alia faccia, vampe calde dappertutto; vampe calde 
ai piedi; un momento il corpo b freddo ghiacciato, coperto 
da traspirazione fredda ghiacciata, ed un momento dopo 
b bruciante. Brividi per tutto il corpo, alternantisi con 
vampe di calore. Ci6 ha reso Sepia uno dei piu grandi 
rimedi, corrispondenti a quel periodo di vita, in cui la 
donna ha tante di queste vampe calde, — periodo clima- 
terico. Essa b simile a Lachesis e simile a Sulphur, ed 
a molti altri rimedi che hanno queste vampe calde, que¬ 
ste ebullizioni di calore. 

Lo stato mentale, a misura che noi lo lasciamo in- 
fluenzare ed investire dal rimedio in modo speciale, noi 
lo troveremo debole — memoria debole e mente torpida. 
Lo stato mentale b in armonia con un senso generale 

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apatico con questa debolezza. Essa ha paura di star sola; 
anzi talvolta a star sola ha ana paura terribile. fil un 
rimedio contrario a Sulphur, nel quale l’infermo ha biso- 
gno di star solo, non ama la compagnia, 6 irritabile; 
l’inferma di Sepia non ama star sola, ma ha bisogno di 
compagnia. Essa ha un’avversione ai suoi amici ed alle 
persons che ama; questa non b tanto un’ avversione od 
un desiderio di liberarsi di esse, quanto un’ indifferenza 
ai loro affari. Essa b indifferente ne’suoi sentimenti verso 
i suoi amici, verso la sua famiglia, e verso i suoi bam¬ 
bini. Essa ha una non curanza, « io non mi euro di sen- 
tire, » una mancanza di cura, mancanza di interesse pro- 
prio nella sua famiglia e nei suoi affari, un’avversione 
al suo lavoro. Se si tratta di un lavoro domestico, essa 
lo prende in avversione; le cose che essa una volta amava 
per occuparsi e lavorare, le prende in aversions, le teme; 
essa ha un’ indifferenza congiunta a cib. 

Vi b malinconia, isterismo, e debolezza mentale che 
appartiene a questo rimedio in modo caratteristico. Vi b 
prostrazione tanto di mente quanto di corpo. Vi sono 
tutte le specie di vertigini connesse con debolezza car- 
diaca. Dolori di testa perforanti, laceranti, taglienti, pul- 
santi, tutti si trovano in Sepia. I dolori di testa comin- 
ciano ordinariamente al mattino ed aumentano fino a mez- 
zogiorno, e di nuovo comunemente aumentano fino a notte. 
I dolori di testa, in generale, sono alleviati dal dormire; 
se egli pub addormentarsi un poco di giorno, il dolor di 
testa sparirb. Se b di sera, ed egli pub fare un buon 
sonno profondo, si svegliera senza dolore. I dolori di testa 
sono peggiorati dallo star coricato sul dorso, ma miglio- 
rati dallo star coricato su d' un lato, e specialmente su 
quello dolente. Sepia ha dolori di testa prementi, e pure 
vi b qualche miglioramento dalla pressione. I dolori di 
testa sono migliorati all’aria aperta; essi peggiorano col 
movimento; ma se voi continuate il movimento, ed esso 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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sia fatto in modo violento, allevia il dolore; anche il dolor 
di testa b alleviato dall’aria aperta; si sente raeglio aU’aria 
aperta. Ed, ora, questo genere di miglioramento, se voi 
1’ osservate bene e 1’ applicate al rimedio in generale, 
vedrete che esso riunisce molto che b caratteristico, ve¬ 
drete i tratti caratteristici di guida. Molti dolori e mali 
di Sepia sono peggiorati nel principiare a moversi, o mo- 
vendosi pian pianino; ma sono migliorati da un moto 
attivo o violento o vigoroso. Cosl b pure dei dolori di 
testa. Ci6 non di meno l’infermo diventa faeilmente esau- 
sto. Con questi dolori di testa, 1’ infermo b piangente, 
dolce e gentile, come b nei casi di Pulsatilla. Ma noi 
vediamo questa distinzione fra i due rimedi: nei casi di 
Pulsatilla, l’infermo b migliorato da moto dolce ed aggra¬ 
vate dal moto violento; mentre in Sepia b aggravato da 
moto dolce e migliorato da moto violento. Molti fra gl’in- 
comodi di ambidue, specialmente i dolori di testa* sono 
migliorati all’aria aperta. 

Sotto Sepia noi possiamo avere moltissimi disturbi 
della vista; di fatto, quasi ogni disordine della vista si 
pub trovare sotto questo rimedio; esso ha anche il cerchio 
luminoso attorno al lume, debolezza di vista, etc. Cosl nulla 
troviamo di molto caratteristico! 

Se ora noi ci trasportiamo al naso, troveremo alcune 
cose appartenenti in modo speciale a questo rimedio; gli 
scoli sono acquosi e latticinosi, ed a misura che essi con- 
tinuano, diventano densi, gialli, o verdastri; zaffi densi, 
scaglie, croste escono dal naso; croste verdi, dure, dei 
pezzi coriaci, elastici si formano in su nel naso. Alcuni 
dei nostri calarri i piu protratti possono guarirsi con uno 
studio accurato di Sepia. 

La bocca, eziandio ci fornisce alcuni sintomi promi- 
nenti di questo rimedio. La lingua ha cattivo gusto, estre- 
mamente offensivo, salato, putrido, ed offensivo; eruttazioni 
impure di sapore come uova guaste. La lingua b intona- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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cata di bianco, e la bocca b piena di saliva latticinosa, 
o voi avrete muco acquoso che proviene dalla gola. Vi 
saranno delle pustole formantisi nella gola, o piccole ve- 
sciche riempientisi di umore giallo. Nella gola vi e sem- 
pre un senso di un pezzo di qualche cosa — di un pezzo 
nella gola. Questo sintomo b in stretta relazione con Nux 
vomica. Voi lo sorprendete in molti dei nostri disturbi 
prodotti da malaria, nei quali vi b soffocainento ed un 
pezzo nella gola; Sepia lo rimuoverli presto quando b con- 
nesso coi sintomi dello stomaco.. II gusto b salato, putri- 
do, ed offensivo. Nux vomica ha questo stesso sintomo, e 
segue bene Sepia. Per un pezzo nella gola, in connes- 
sione coi disturbi malarici, sensazioni cattive malariche, o 
nella febbre biliosa, o, piuttosto nella febbre remittentei 
(che b il vero nome per ci6), dove Nux vomica b stato il 
rimedio convenierite per la lurgidezza del fegato, asso- 
ciata a questo pezzo nella gola, Sepia seguir& Nux vo¬ 
mica e sark il rimedio da ultimare la guarigione. Esso b 
uno dei rimedii piil convenienti per rischiarare un caso 
— quasi come Sulphur. Per rischiarare una diatesi ma- 
larica in una persona che ha vissuto molto a lungo in una 
regions malarica in guisa che la malaria sembra essere 
una parte dell’inter a esistenza. Sepia 6 impareggiabile; 
mentre sembra che i pazienti non se ne liberino mai, spe- 
cialmente dove si 6 adoperato Chinino. 

Scendiamo ai sintomi dello stomaco: vi 6 sempre un 
senso di un pezzo di qualche cosa nello stomaco; gli in¬ 
comodi sono aggravati dopo aver mangiatq. Rammentate 
questa cosa sola, che b una nota-maestra di Sepia: una 
sensazione di una palla nelle parti interne. Voi troverete 
questo sintomo da toglier via da molte locality. Sensazione 
come di una palla nelle parti; sensazione come di una 
palla nell’ addome; come di un pezzo di qualche cosa nel 
retto, non alleviata dall’evacuazione. Quest’ ultimo b un 
sintomo particolare. Boenninghausen d& quella come una 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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sensazione caratteristica cT una palla nelle parti interne. 
' Ora noi abbiamo questa sensazione di un pezzo di qual- 
cbe cosa nello stomaco, ed anche il sintomo opposto di 
una sensazione di vuoto nello stomaco — un senso di sfi- 
nimento, di vuoto nello stomaco. Esso b simile a quello di 
Ignatia, ma b raramente accompagnato da sospiri, come 
lo e in Ignatia. L’ infermo di Ignatia, col senso di sfini- 
mento, di fame nello stomaco, sospira sempre. La signora 
che soffre di prolasso, con questo senso di sfinimento nella 
pelvi, come se gl’ interiori quasi volessero uscir fuori, con 
un senso di debolezza, un senso di sfinimento, di vuoto 
nello stomaco, che non b solievato dal mangiare, presenta 
una pittura di Sepia; vi 6, pure, un senso di grande fa¬ 
me, e rodimento, ma il mangiare non lo allevia; questo 
b un caso di Sepia. Essa produce tale singolare impres- 
sione sui tessuti addominali, che manifestasi in cio che 
vien chiamato dalla maggior parte delle signore special- 
mente dalle vecchie signore « condizione panciuta, » una 
madre panciuta essendo una signora che ha partorito molti 
figli ed ha un addome molto protuberante. Questo b un 
caso di Sepia. Tale rilasciamento e debolezza e pienezza 
appartiene intieramente questo rimedio, e produce spe- 
cialmente un addome prominente. 

La stitichezza b notevole; per giorni e giorni T in- 
ferma non sentiva alcun desiderio di evacuare; neppure 
1’ ombra di bisogno. La materia emessa b di volume grosso 
e dura, e vi b inattivity del retto — incapacity ad espel- 
lere le feccie; ci6 continua per giprni, e quando final- 
mente, 1’ evacuazione ha luogo, essa b bruna e grossa 
— masse, rotonde, agglomerate di feccie, che lasciano 
una sensazione di debolezza nel retto od una sensazione 
di una palla nel retto, od, anche, come alcuni T hanno 
descritto, un senso come se essa non avesse finito, come 
se avesse bisogno di continuare; questa sensazione, non- 
dimeno, se b tollerata, passa su'bito, ed allora ritorna quel- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


1’ intera assenza di desiderio di andare di corpo. Nel retto 
vi d quasi una completa assenza di sensazione. Essa sente 
(siccome cid avviene specialmente nella donna, io dico 
« essa ») — essa sente un’ inattivita o deblezza, uno 
sfinimento nel retto, una mancanza di sensazione in esso; 
d un senso di paralisi. Essa dirlt talvolta, che d impo- 
tente a fare lo sforzo di evacuare; essa non pud evacuare; 
non pu6 produrre le contrazioni necessarie per espellere 
le feceie. Ci6 si riferisce specialmente a Sepia, Alumina, 
Nat. mur. e Sil.; essi tutti producono qualche cosa di 
simile; ma cid non d caratteristico di Silicea, poichd essi 
possono rovesciare il retto, ma non appariscono evacua- 
zioni, e se un’evacuazione apparisce, essa scivola indietro 
a cagione della sua particolare forma-conica. II violento 
sforzo in Silicea non sembra essere d’ alcun ajuto, poichd 
T evacuazione parzialmente espulsa scivola di nuovo in¬ 
dietro. L’ evacuazione di Sepia e scuro-bruna, rotonda, 
agglomerata, ed a palle talvolta appiccicate insieme con 
muco. 

Riguardo agli organi pelvici, la vescica d in uno 
stato di irritability. Vi e talvolta incapacity ad orinare, 
sebbene vi possano essere continue e ripetute chiamate, 
per la chiusura dell’ uretra con tappi di muco — muco 
bianco, coagulato; finalmente l’orina esce a sgorghi; dopo 
cid d nuovamente chiusa da quel muco fioccoso, molto 
rassomigliante alle cuffie, che formano i trasudamenti bian- 
chi, ulcerosi. 

Vi e frequente desiderio di orinare; anche urgenza 
inefflcace di orinare; emissione involontaria di orina; e- 
missione involontaria d’ orina nella notte; emissione in¬ 
volontaria di orina durante il priino sonno. Questo d un 
sintomo caratteristico, e si riferisce specialmente alle ra- 
gazzine. 

Quest’ estrema debolezza, strascico, abbattimento, si 
sente nella regione della pelvi; -vi e una sensazione come 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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se 1’ utero uscisse dalla vagina; un senso di caduta — 
come esso b talvolta chiamato. Esso la costringe a se- 
dere ed incrociare le estremit& come mezzo unico per im- 
pedire 1’ uscita dell’ utero — essa ha questa sensazione. 
Cid b specialmente comune nelle lavandaje, donne che 
devono stare molto in piedi; nelle donne di negozi, le 
quali si trovano ad un tratto costrette a sedersi e ad in¬ 
crociare le loro gambe. Vi b un involontario comando di 
mettere la mano od un panno sopra la vulva, o di pro- 
durre pressione sulla stessa onde impedire 1’ uscita del- 
P utero; questa b la sensazione — il sentire. Sepia ha 
guarito molte volte i piii fastidiosi casi di prolasso; si 
richiede assai tempo, ma se voi continuate coi vostri ri- 
medi sistematicamente, voi potete guarirne molti. Alcuni 
di questi infermi sono signore molto vecchie, ed 6 impos- 
sibile di fare per esse alcuna cosa di piii che fornirle 
degli adatti sostegni meccanici; ma nelle donne di mezza 
eta voi potete guarire tutt.i questi casi. Le mestruazioni 
sono irregolari. Quando io dico che essa copre tutto il 
campo, intendo dire che sono o troppo anticipanti e troppo 
profuse, o troppo tardive e troppo scarse. Ogni irregola- 
ritA che voi potreste desiderare a questo riguardo, potete 
trovarla sotto Sepia. Essa sembra produrre una serie me- 
ravigliosamente lunga di irregolarit& nella funzione me- 
struale, ed, infatti, quasi ogni genere di flusso mestruale. 
Vi b una leucorrea, che b acquosa e latticinosa. Ora, se 
voi confronterete la sperimentazione osserverete che gli 
scoli mucosi sono quasi generalmente latticinosi, quindi, 
voi ottenete la caratteristica. La leucorrea di Sepia b 
bianca. Essa produce, nella donna un’ assenza di istinto 
sessuale. E un’ eccezione il trovare in un caso di Sepia 
quest’ istinto sessuale; mentre il suo fratello gemello, Mu- 
rex, che b moltissimo somigliante a Sepia, avendo tan- 
tissimi dei sintomi di Sepia, corrispondenti strettissima- 
mente ad esso, nello stato generale produce il massimo 


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•152 RIVISTA OMIOPATICA. 

eccitamento sessuale nella donna — fino alia ninfomania. 

Io non lascierb Sepia senza dire qualche cosa intorno 
agli organi sessuali maschili, perch& esso b uno stupendo 
rixnedio nella debolezza e rilasciatezza che tiene dietro a 
cattive abitudini — da dissolutezza ed abuso nel coito. 
Vi b freddezza, con secrezioni offensive, o traspirazione 
intorno alio scroto, e con pene rilasciato; impotenza. Ci6 
vi d& i tratti caratteristici di Sepia espresgi da molti sin- 
tomi. Sepia b uno dei piu grandi rimedi nei libri per go- 
norrea e scolo icoroso. Perch& qui non abbiamo lo scolo 
latticinoso — lo scolo scarso che rende il meato agglu- 
tinato al mattino, e scarsamente in ogni altra ora del 
giorno; Sepia guarira questo stato se b adoprata conve- 
nientemente. Essa produce pure nel maschio non sola- 
mente impotenza, ma toglie anche il desiderio sessuale; 
eppure vi sono alcuni pochi sintomi nelle sperimentaziohi 
dove noi troviamo esaltamento dell’ istinto sessuale. 

Fra gli sperimentatori maschili noi abbiamo in Sepia 
dolori reumatici nelle esfremith, prementi laceranti. Sepia 
produce specialmente un reumatismo dell’ anca composto 
di forte dolore lacerante, coi piedi estremamente freddi, 
e con traspirazione fredda, offensiva. Quesla traspirazione 
b cosi escoriante, che produce spelatura fra le dite grosse 
dei piedi. In cib esso b alquanto simile a Silicea e a 
Plumbum. Noi abbiamo P offensivit& cfye domina Sepia; 
leucorrea offensiva; sudore ai piedi offensivo; sudori of- 
fensivi, che rendono esausto, intorno al petto e intorno 
alia faccia. 

Questo rimedio produce freddo, febbre e sudore. Esso 
ha sete maggiore durante il freddo che durante il calore. 
La sete diminu'sce a misura che il calore si avanza. Esso 
ha tutti i dolori alle ossa di Eupatorium. Se voi capitate 
in un caso di brividi e di febbre che sia stato. guastato 
da un medico incompetente, o quando voi stessi avete gua¬ 
stato un caso coll’ uso di medicine male scelte, o col ri- 


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RXVISTA OMIOPATI0A. 


153 

peterle in modo da avere talmente imbrogliato il caso, 
che i sintomi non sono piu in armonia con alcuna medi- 
cina da voi conosciuta, allora, se voi sapete come, potete 
rischiarare quel caso con Sepia, ed il brivido originale, 
il solo- chd vi era in primo luogo, si manifesterA di nuovo. 
Ora, se voi aspettate finchA il caso riprenda il suo na- 
turale equilibrio, onde allora prescrivere per esso con 
precauzione, potete fare come se aveste ricominciato di 
nuovo. Questa 6 una cosa molto singolare. 

Sepia ha alcune eruzioni alia pelle; le eruzioni pos- 
sono verosimilmente essere vescicolari; il fregarle o grat- 
tarle produce grande bruciore. Questa eruzione vescico- 
lare apparisce probabilmente in pustule attorno alia bocca 
ed al mento, come in Nat. mur. Sepia A il remedio tipico 
delle erpeti anulari. Esso produce macchie gialle come 
placche tarlate sulla fronte, sul petto e sull’addome; mac¬ 
chie epatiche; macchie di aspetto simile a quelle che si 
manifestano nella gravidanza o che vengano durante la 
gestazione, le quali rimangono. Queste placche tarlate sono 
molto fastidiose — quelle che appariscono intorno alia 
testa. Io non intendo dirvi, che Sepia fara scomparire 
tutte queste macchie, ma essa lo ha fatto; essa le fara 
scomparire ogni qual volta i sintomi — tutti i sintomi del 
corpo — corrispondano ad essa in modo caratteristico, e 
non altrimenti. (The Homoeopathic Physician). 


FEBBRI INTERMITTENT CRONICHE NEI BAMBINI 

del Dott. Wm. Steinrauf. 

Alcuni mesi addietro la signora John Kippen portd 
nel mio studio il suo bambino di due anni dicendo: « Dot- 
tore, questo bambino ebbe le febbri per questi ultimi nove 
mesi, e, malgrado tutte le medicine patentate, come il 
Tonico di Smith, lo Specifico per la febbre intermittente 


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154 


RIVISTA OMIOPATICA. 


di Ayer, etc., malgrado in Chinino e la China, la malat- 
tia non vnol cessare; il sostanza, il bambino diventa ogni 
giorno piu debole. Talvolta la febbre ha luogo due volte 
al giorno, poi una volta al giorno, ed altre volte ogni due 
giorni, ed anche ogni tre giorni ». Potrei io « tronca- 
re » la febbre? Ecco quello che la madre voleva sapere. 

Avendo per un anno e mezzo studiata privatamente 
l’Omiopatia fino ad un certo punto, io cominciai ad in- 
vestigare i sintomi ed a vedere se era o no in grado di 
trovare 1’ indicato rimedio secondo i principt omiopatici, 
e non ebbi motivo di rincrescimento. 

I seguenti sintomi del bambino mi sembrarono tutti 
indicare un rimedio certo: 

II tipo della febbre quotidiano; doppio quotidiano, 
terzanario. Parossismi regolari — freddo, caldo, sudore. 
Cid indicava Sulphur. L’ora della febbre non era carat- 
teristica — a tutti i periodi, mattino, pomeriggio, sera, 
notte, freddo senza sete; calore con sete — anche sin¬ 
tomi di Sulphur. Noi leggiamo nel trattato di Allen 
sulie febbri intermittenti riguardo a Sulphur « che esso 
(Sulphur) ha la stessa relazione ai casi cronici che Ipecac, 
ha agli acuti » cio6: se le indicazioni per il rimedio non 
sono chiare e ben definite, Sulphur pud schiarire il caso, 
o completamente guarirlo esso solo. La febbre intermit- 
tente & un terribile cercatore degli organi deboli; e Sul¬ 
phur e spesso richiesto in tutte le forme di malattia — 
acuta e sul principio, o cronica e tardi — a combattere 
qualche malattia latente sorta durante il corso della feb¬ 
bre. Se noi usassimo un p6 piil di Sulphur e meno .Chi¬ 
nino, i nostri successi sarebbero molto piu soddisfacenti 
pei nostri pazienti e per noi. 

Sulphur 30 *, tre goccie in un’ oncia d’ acqua, ed una 
dose mattina e sera. Non piu parossismi dopo la prima 
dose, e la pifi soddisfacente guarigione, furono il risultato. 

Una settimana dopo, mi venne condotto un ragazzo 


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R1VISTA OMIOTATICA, 


155 

di sei anni, il quale da un anno aveva la febbre terzana. 
Due allopatici avevano insieme tentato la sorte, ma senza 
risultato. I sintomi essendo simili a guelli del primo bam- 
( bino, io amministrai lo stesso rimedio, solamente nella 3x 
invece della 30x, pensando che il ragazzo aveva bisogno 
di una dose un poco pii forte. La prima dose non guarl. 
Il ragazzo ebbe tre altri accessi, ciascuno succedentesi 
piu leggero che il precedente. 

Quest’ ultimo caso mi diede una lezione, cio6, di at- 
tenermi maggiormente alle attenuazioni piu alte. Esso, mi 
diede pure il bandolo perchb io non guarii nell’ anno 
scorso due infermi colla febbre terzana che io aveva ten- 
tafro di curare colla 3x del tfmedio indioato. La febbre 
' diminul alquanto, gl’ infermi si sentirono meglio, ma essi 
ebbero delle ricadute, e finalmente si gettarono nelle mani 
di un allopatico della nostra citth, il quale si incaricb dei 
casi coll’ intendimento, « nessuna guarigione, nessun pa- 
gamento ». 


UN CASO DI ECZEMA — MEZEREUM. 


24 Agosto 1884. Signora C. di quarantadue anni. 

Eczema della durata di vent’ anni. 

Eruzione sul dorso delle mani ed ai polsi fino a meth 
distanza dal gomito; prurito aggravato dal grattare; pic- 
cole bollicine brucianti, che dissecandosi diventavano cro- 
ste, prurienti e brucianti dopo che sono state grattate, e 
che diventano umide dopo grattate. Violentemente peg- 
giorate dall’ applicazione di acqua; considerevole bruciore 
nelle vesciche o bollicine. 

Eruzioni sul dorso delle mani, Arg.-m., Asar., Berb., 
Mez., Phos., Plat., Plumb., Stront., Thuya, Zinc. 

Eczema in particolare, Mez., Phos. 

Bollicine brucianti, Bov., Caust., Graph., Merc., Mez., 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


156 

Mur.-ac., Natr.-c., Natr.-m., Natr.-s., Nitr.-ac., Phos., Se¬ 
pia, Spig., Spong., Staph., Sulph. 

Eruzioni, prurienti, peggiorate dal grattare, Amm.-m., 
Anac., Am., Ars., Bism., Bovista, Calad., Calc., Cann., 
Canth., Caps,, Carbo-an., Caust., Cham., Can., Kreos., 
Ledum, Merc., Mez., Mur.*ac., Natr.-c., Phos., Phos.-ac., 
Pols., Sepia, Silic., Spong., Staph., Stront., Sulph. 

Prurito, bruciore dopo aver grattato, Anac., Am., 
Ars., Bovista, Calad., Canth., Caust., Cann., Kreos., Le¬ 
dum., Merc., Mez., Phos., Pulsat., Sep., Silic., Staph., 
Stront., Sulph. 

Eruzioni prurienti, che diventano umide dopo che sono 
state grattate, Ars., Bovista, Carbo v., Caust., Kreos., 
Graph., Lach., Ledum, Lyc., Merc., Mezer., Petrol., 
Rhus, Sepia, Staph., Silic., Sulph., e molti altri che non 
hanno relazioni col caso generale. 

Eruzioni esacerbate dopo esser state lavate, Amm.-c., 
Ant.-c., Bov., Calc., Canth., Carbo v., Caust., Clem., Can., 
Dulc,, Kali-c., Lyc., Merc., Mezer., Mur.-ac., Nitr., Nitri - 
ac., Phos., Rhus, Sars., Sepia, Spig., Staph., Stront., Sulph. 

Mezereurn 20m (Fincke) una dose asciutta e Sac. Lac. 
II bruciore ed il prurito sparirono in pochi giorni. La 
pelle divenne morbida e normale in meno di quattro set- 
timane, ed b rimasta sana. Non era mai stata interamente 
libera dalle sofferenze cagionate dall’ eruzione. 

Quanto superiore b mai questo risultato a quello delle 
dosi cost grosse che voi siete sicuri che contengono me* 
dicina! PerchS queste non guariscono ? 

lo ho qul presentato un semplicissimo caso di una 
delle piil naturali malattie croniche, dove le lavande, gli 
unguenti, e le alternazioni erano state adoperate per 
venti anni e non si era mai incontrato il giusto rimedio. 
II vero specifico della malattia si trov6 in Mezereum. 20m 
Cito, tuto et jucunditer. (The Homoeopathic Physician). 

J. T. K. 


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RIMEDI CHE AGISCONO SUL TESSUTO CICATRIZIALE 

Del Dott. E. Fornias. 

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Asafoet. —. Quando antiche piaghe si aprono e diventano 
nere, specialmente sul moncone di un -membro amputato, 
con dolori neuralgici. 

Borax ven. — Quando antiche ferite ed ulcere sono in- 
clinate a riaprirsi e a suppurare. 

Calc. phos. — Quando le cicatrici rimaste dopo un’ am- 
putazione ulcerano. 

Carbo an. — Quando vi sono punture nelle cicatrici. 
Esse possono aprirsi e finire in suppurazione icorosa. 

Causticum. — Quando le offese cutanee, che erano gua- 
rite, formano di nuovo piaga; in conseguenza, forse, di ec- 
cesso di fatica, di veglie notturne, ed agitazioni. 

Crocus sat. — Quando vecchie ferite cicatrizzate si ria- 
prono e suppurano. 

Crotalus. — Quando antiche cicatrici si riaprono di 
nuovo; specialmente se cid devesi ad uno stato depresso del 
sistema, ad influenze settiche, o ad abuso di alcool, o se vi 
fosse un gemitio di sangue scuro da esse. 

Fluoric acid. — Quando vecchie cicatrici diventano rosse 
attorno ai bordi, coperte o.circondate da vesciche prurienti, 
Od esse prudone violentemente, specialmente se presso le 
giunture o le ossa. 

Graphites. — Quando vi & molto bruciore in vecchie 
cicatrici, specialmente in quelle che rimangono dopo ascessi 
od ulcere alle mammelle. Esso ha il potere di rimovere la 
durezza cicatriziale dovunque esiste. 

Hyperic. — Quando le cicatrici sono situate in parti 
ricche di nervi sensienti, come le dita delle mani e deipie- 
di, con molto dolore. Anche dopo amputazioni, quando le e- 
stremitA dei nervi vi sono implicate. 

Jodium. — Quando le cicatrici prudono, si aprono, ov- 
vero da esse si formano delle bollicine. Diatesi scrofolosa. 

Kali. bich. — Quando, dopo ulcere, le cicatrici riman¬ 
gono depresse; o per cicatrici che pungono profondamente 
nella mano, dopo un ascesso palmare. 


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RIVISTA OMXOPATICA. 


Lachesis. — Quando le cicatrici diventano rosse, dolgo¬ 
no, si aprono e sanguinano, speeialmente se quando sono 
aperte vengono circondate da molte piccole bolle o da un’au- 
reola porporina. 

Sulph. acid. — Quando le cicatrici diventano rosse-san- 
guigne o turchiniccie, e dolorose. 

SINOSSI. 

Cicatrici : 

Aperte. — Asaf., Borax ven., Carb. a., Crocus, Crotal., Io- 
dium, Laches. 

> e diventano nere. — Asaf. 

» e diventano turchiniccie. — Laches. 

» e sanguinano. — Crotal., Laches. 

» e suppurano. — Carb. a., Croc., Borax ven. 
Dolgono prima di aprirsi. — Laches. 

» ma non si aprono. — Sulph. acid. 

Non dolgono ma si aprono. — Crotalus. 

Diventano nere. — Asaf. (Dopo che sono aperte). 

» rosse. — Laches. (Prima che si aprano). 

> rosse-sanguigne. — Sulph. ac. (Dolorose). 

» turchiniccie. — Sulph. ac., Laches. (Dopo che sono 
aperte). 

> cancrenose, dopo che si sono aperte. — Ars., La¬ 
ches. 

» rosse, dolgono, si aprono, e sanguinano. — Laches. 
» rosse-sanguigne e dolgono — Sulph. ac. 

» turchiniccie e dolgono. — Sulph. ac. 

» rosse attorno ai bordi. — Fluor, ac. 

Circondate da vescichette prurienti. — Fluor, ac. 

» da molte piccole bollicine. — Laches. 

» da un’aureola porporina. — Laches. 

Bollicine si aprono sulle cicatrici. — Iodium. 

Nelle dita delle mani e dei piedi molto dolorose. — Hyperic. 
Nelle mani, con punture. — Kali bich. 

Presso le giunture o le ossa. — Fluor ac. 

Quando influenze settiche, od uno stato deteriore del siste- 
ma cagionano l’apertura delle cicatrici. — Crota¬ 
lus, Laches. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 159 

Quando il loro aprirsi fe dovuto all’abuso di alcool. — Crotalus. 

Quando esse rimangono depresse. — Kali bich. 

Dopo un ascesso alle mammelle, con molto bruciore. — Carbo 
a., Graph., {Apis, Ars.). 

Dopo un ascesso alia palma delle mani, con punture. — 
Kali b. (Apis). 

Dopo ulcere. — Borax v., Kali b., Graph. 

Dopo amputazione, se esse ulcerano. —. Calc. phos. 

Dopo amputazione, se esse si aprono e diventano nere, con 
dolori neuralgici. — Asaf. 

Dopo amputazione, se sono molto dolorose per la pressione 
alle estremita dei nervi. — Hyperic. 

Bruciore nelle cicatrici. — Graph., Carb. a., (Apis, Ars., 
Hep.). 

Punture nelle cicatrici. — Carb. a., {Apis.), Kali b. (nelle 
mani). 

Prurito nelle cicatrici, — Iod. Violento, — Fluor acid. 

Dolorose di nuovo dopo esser guarite. — Caustic. (The ho¬ 
moeopathic Physician). ’ 


VERIFICAZIONI 


Antim. tart. Tosse. — Una ragazzina, dell’eta di quat- 
tr’anni, con tosse canina da due o tre mesi, aveva bron- 
chite e congestione dei polmoni. Sintomi, molto stizzosa pri- 
ma della tosse, con grande quantita di flerame. La madre 
disse che se la ragazza si adirava, immediatamente aveva 
un accesso di tosse, e se essa era per qualche tempo stiz¬ 
zosa, e non tossiva, onde sollevarla delle flemme essa madre 
offrivale qualche cosa che essa sapeva l’avrebbe fatta tossire; 
cid sempre produceva la tosse. Ant. tart, subito guari il tutto 
— tosse canina, bronchite, etc. ' 

China off. Espettorazione. — Una giovane signora, del- 
1’ eta di trent’ anni, aveva un ascesso in fondo del polmone 
destro, con espottorazione di muco tenace bigio, bianco, fi- 
broso, pieno di pezzi di granelli bianchi, sangue e pus (mo- 
strati dal microscopio), tosse sciolta, cagionante vomito di 
cibo, con spasmi di forti grida tre o quattro volte di seguito. 
Dopo che furono guariti i suddetti sintomi ebbe tosse a quando 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


160 

a quando, espettorazione di pezzi di fiemme biancastre, pieni 
di grani neri grossi come la testa d'un piccolo spillo. Chi- 
na30 rimosse quest'espettorazione in due giorni; nessun ri- 
torno, l’inferma h convalescente. 

Zincum metallicum. Orinare. — Un signore di circa 45 
anni non poteva orinare stando in piedi, lo poteva solamente 
stando giu seduto. Zincum, dodicesima triturazione decimale, 
tolse immediatamente il disordine. Esso era stato general- 
mente prodotto ed accresciuto da ogni specie di inquetezze. 

Alfredo Heath. 


NOTE E NOTIZIE 


Dispensario Omiopatico in Foligno. — is affidato alle abili cure 
del nostro Dott. Mattoli; e non diciamo altro. Qul intanto riferiamo 
l’avviso che ne fu diramato nel pubblico: 

Essendo partito da Foligno il benemerito P. Aquilanti che tanto 
desiderio lasciava di se fra gli amici che lo conobbero e nei poveri 
e negl’infermi tutti che sperimentarono gli effetti benefici delle sue 
cure, alcuni cittadini hanno fatto insistenza al distintissimo Signor 
Dott. Mattoli di Bevagna affinchk volesse continuare P opera carita- 
tevole del sullodato, assumendo la direzione di quel Dispensario cui 
solevano accorrere quanti erano in cerca di salute. Il Dott. Mattoli 
per amoie della vera medicina che professa ha gentilmente annuito. 
Quindi, d’ora innanzi, in ogni giovedl, egli si recherh appositamente 
da Bevagna in Foligno; e nella Via della Madrepaola N.° 10, ciok 
nello stesso locale gih tenuto dal P. Aquilanti, riceverk dalle 10 an- 
tim. fino a mezzodi tutti gl’ infermi che vorranno profittare degli 
aiuti e godere dei benefici* della Omiopatia. 

Foligno, 12 Ottobre 1886. 


Abbiamo ricevuto qualche fascicolo del nuovo giornale « Revisla, 
General de Homeopatia » stampato a Bilbao. Salutiamo il nuovo col- 
lega nella palestra giornalistica, augurandoci di vederlo propugnare 
la vera dottrina di Hahnemann. 


Ci b giunto anche il N.° 7 di un altro giornale, pure in lingua 
spagnuola, intitolato La Homeopatia , il quale vede la luce a Lima 
nel Peril. Con piacere scorgiamo che promette adoperarsi molto ala- 
cremente alia propagazione dell’ Omiopatia in quella lontana regione. 


E di un nuovo giornale vediamo Pannunzio nei giornali fran- 
cesi, — Z’ Union Hemoeopathiqne , fondata dal Dott. B. Schmitz, che 
si pubblica in Anversa (Belgio). Speriamo poterne parlare in seguito 
piu diffusamente. 


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RIVISTA OMIOPATICA 


Anno XXXII DICEMBRE 1886. Numero 6. 


GLI OBBLIGHI DEL MONDO VERSO HAHNEMANN. 


del Dott. Edoardo Bayard. 


Fra le menti umane due classi sono preeminent^ La 
prima b di quelli, che considerano maggiormente gli effetti, 
i fenomeni. La seconda, di coloro che considerano mag¬ 
giormente i principii fondamentali, dall’ azione dei quali 
gli effetti ed i fenomeni sono sviluppati. Ambedue queste 
classi sono utili, e si aintano l’nna coll'altra. Ma le 
grandi menti, che s’inalzano come fari lungo il cammino 
del progresso nmano, appartengono o alia seconds classe, 
che presta maggior attenzione agli eterni principii delle 
cose, oppnre ad una terza ed ancora pih elevata classe; 
di coloro ciob che riuniscono i migliori elementi delle 
altre due, e primeggiano si nell’ osservazione scientifica 
dei fatti, come nella sintesi filosofica dei fatti stessi che 
sono stati stabiliti. 

Parliamo di principii fondamentali — di principii 
eterni. Che cosa intendiamo con questi termini? Qual b 
la cosa che chiamiamo nn principio? 

Un principio di natura 6 semplicemente un modo di 
azione divina — o sia la maniera con cui Iddio fa qual- 
che cosa. Per esempio, che cosa b un principio astrono- 
mico? E aemplicemente la maniera con cui Iddib mantiene 
il movimento armonico dei corpi celesti. Potete chiamarla 
forza centripeta, se cosl vi piace — potete chiamarla forza 
centrifuga —■ potete chiamarla legge di gravitazione —- 
potete chiamarla in qualunque modo — ma essa b sempli- 

li 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


cemente un modo di azione divina, an modo con cai il 
potere di Dio b esercitato onde prodarre risultati. Esso b 
lo stesso in ogni oampo di scienza, — in chimica, in medi- 
cina, e in biologia. L’ analisi ci conduce sempre dietro al 
modo con cui Iddio opera, e noi insistiamo nel chiamar 
ci6 un principio — un principio fondamentale, un princi- 
pio eterno. 

I grandi benefattori dell’ umanilSt sono stati coloro 
che hanno scoperto questi principii, e li hanno esposti in 
modo che altri potessero continuar l’opera della scoperta 
e della applicazione di essi, fino a che fossero ottenuti i 
pih benefici risultati. 

Non dobbiamo, pero, perdere di vista gli osservatori 
scientifici dei fatti, i cui aspri lavori, e le cui oscure 
fatiche fornirono spesso il materiale, col quale grandi e 
filosofiche menti elaborarono i principii. Ticone registrb 
pazientemente per anni le sue osservazioni astronomiche, 
senza comprenderne il significato. Keplero comprese il 
loro significato, e da esse il suo grande genio e le sue 
pazienti ricerche svilupparono le sue tre grandi leggi del 
moto planetario. 

II nostro Hahnemann fu un Ticone ed un Keplero 
insieme. Egli fece le proprie osservazioni, registrb i suoi 
proprii fatti, e quindi svolse da essi le leggi od i prin¬ 
cipii, che producono e governano i fatti medesimi. il suo 
merito duraturo consiste nell’aver egli fatto ci6 cos\ be¬ 
ne, e cosl chiaramente, che il suo discepolo pub andare 
sempre avanti, estendendo i principii rivelati dal Mae¬ 
stro. Egli apri una fontana di salute, che non sar& mai 
diseccata. 

Samuele Hahnemann, nacque il di 10 Aprile, pih di 
un secolo fa. Egli fu creato per la grande opera che 
ere destinato a compiere. La sua mente era organizzata 
per ci6. Nessun uomo, dai tempi di Aristotile in poi, 
aveva unito in una sola persona tanta potenza di osser- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


163 


vazione e di generalizzazione. La sua mente era cost logica, 
cbe non gli permise mai di vagare nell’ ipotesi. La sua 
osservazione era esatta in modo particolare. Egli aveva 
una coscienza temprata ad ogni senso di dovere nel com- 
pimento della sua missione. 11 suo cuore simpatizzava colle 
sofferenze dell’ umanity nella lotta con le malattie, che 
la visitano, e lo aiutava nel suo lavoro, affrontando il 
ridicolo, la maldicenza e le false interpretazioni, cui fu 
esposto. Come la luna che, passando attraverso le nubi 
minaccianti di oscurarne lo splendore, brilla finalmente 
agli occbi di tutti, cost Samuele Hahnemann, con paziente 
virtu, passando fra le lodi e le maldicenze, prosegul il 
suo cammino. 

Quali sono gli obbligbi del mondo a Samuele Ha¬ 
hnemann? 

Egli mise in luce la legge che i medicamenti pro- 
ducono, fra i loro effetti, uno stato morale specifico, che 
altera lo stato naturale dei sentimenti e dei pensieri. 
Questa conoscenza b del piit grande interesse per 1’uma- 
nity. Imperciocchb Tuomo ha un potere individuals desti- 
nato dal suo Fattore ad operare il proprio utile ed a 
raggiungere il proprio destino, per compiere ciob un’opera 
che lo conduca alia vecchiaia — e se un medicaraento 
pu6 rompere questo potere (proprium) — questa indivi¬ 
duality, — b cosa della massima conseguenza per l’uomo 
di non disturbarne la potenza nella scelta dei riraedi. — 
Mi si permetta di illustrar cib con un esempio. —lo fui 
chiamato a vedere una signora, i cui amici supponevano 
ch’essa fosse pazza, in causa del sorprendente cambia- 
mento avvenuto del suo carattere. Geniale di natura, 
socievole e simpatica di modi, essa riuniva intorno a sb 
molti amici. Un cambiamento si operb nel suo naturale; 
diventb di umore ipocondriaco, taciturua, ripugnante alia 
conversazione, e distratta. I suoi amici supponevano, non 
senza ragione, che essa cominciasse ad impazzire. lo la 


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R1VISTA OMIOPATICA. 


trovai in tale stato. Vidi sopra unatavola unaboccetta con- 
tenente un liquido di colore scuro. Domandai che cosa era, 
ed essa disse ch’era un tonico che le era stato raccoman- 
dato. Era Chamomilla, e la Signora trovavasi sotto la 
sua azione morale. Io vi rimando agP effetti morali pro- 
dotti da Chamomilla vulgaris negli esperimenti di Hahne¬ 
mann. Questo cosl detto tonico aveva talmente cambiato 
il naturale della paziente che tutti pensavano fosse disor- 
dinata di mente. Gli antidoti della Chamomilla la rimi- 
sero gradatamente nel suo stato normale. 

Quale seria influenza devono esercitare sul cervello 
dilatato e sensitivo di un bambino, quando, per avventura, 
un’impressione durevole sia fatta sul centro nervoso, e 
quale sar& il carattere e 1’ umore di un uomo o di una 
donna, formati e diretti da un medicamento! Senza dub- 
bio, il mondo ha molti obblighi a Samuele Hahnemann! 
Per la cura dei pazzi, quale essenziale conoscenza egli 
diede al medico omiopatico! Senza di essa egli non po- 
trebbe riuscire nella cura delle malattie mentali; ed io 
non ho alcun dubbio, che l’uso e l’abuso dei raedicamenti 
siano stati la causa diretta di molti casi di pazzia, che 
flnora si supponeva fossero cagionati da inesplicabile 
disturbo di mente e di sensazioni. Certamente il moddo 
ha molti obblighi a Samuele Hahnemann per la scoperta 
di questa legge. 

Egli scoprl anche essere natura ed effetto delle ma¬ 
lattie croniche derivanti da infezione ereditaria, o diret- 
tamente acquisita l’arrestare e il ritardare l’azione cura- 
tiva di riraedii, i quali avrebbero altrimenti finito ben 
presto per riuscire in perfetta eguaglianza colie forze 
vitali. Quesle malattie croniche, non avendo una sede 
fissa, possono, coll’irritazione di un nuovo disordine, agire 
con esso, producendo uno stato costituzionale piu intenso. 
Ci6 si vede in ispecial modo nella febbre intermittente, 
la quale, se da una malattia cronica sia amalgamata cogli 


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RIVISTA. OMIOPATICA. 


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effetti della malaria, b resa ostinata. La perturbazione 
eccitata dalla malaria risveglia il miasmo cronico, gli dll 
un carattere costituzionale, e ritarda il processo della 
reazione. I nostri fratelli in omiopatia, che ignorano 
questa legge, o la trascurano, danno per la febbre inter- 
mittente delle grosse dosi di Chinino, dichiarando, con 
grande scredito del sistema Hahnemanniano, che la febbre 
intermittente non pu6 esser guarita senza dosi di Chinino , 
e col loro trattamento rivulsivo rovinano la costitazione, 
la costituzione, che b il potere della reazione impresso 
sulla forza vitale da un Dio sapientissimo. Certamente il 
mondo ha un obbligo immenso a Samuele Hahnemann 
per avergli fatto conoscere questa legge. 

La pill grande delle obbligazioni del mondo verso 
Hahnemann b per la vera legge di cura. Egli, non solo 
scoprl i fatti sui quali poggia questa legge, ma fu l’unico 
scopritore del principio che li governa tutti. Questa grande 
legge era: « il simile guarisce il simile, » non l’identico. 
Se guarigioni avvengono in questa nostra struttura mortale, 
sono opera della natura. Ogni volta che le forze vitali 
vengonb disturbate da una causa morbosa, havvi, inerente 
nella natura, una legge stabilita della forza vitale, che 
consiste in una tendenza a reagire contro la causa distur- 
bante, fino a che 1’ equilibrio di questa forza sia ristabi- 
lito. Questo equilibrio b la salute. E se quella tendenza 
alia reazione b soprafFatta od arrestata, dando un irritante 
simile , ossia omiopatico, al movimento ammalato, sorge 
questa tendenza della natura con accresciuto potere a 
vincere il male, — che b cio che la natura si sforza di 
fare, e che essa, infine, compirh, se non b affievolita dalla 
causa disturbante. Questa b la legge omiopatica, ed il suo 
modo di agire. Colui che vuole riuscire nella nostra pro¬ 
fessions, deve applicare un rimedio rigorosamente adat- 
tato, e dentro limiti conservativi, e badare soltanto alia 
reazione. Noi non comprendiamo l’arte allopatica coi suoi 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


narcotici e palliativi, e colla sua trascuranza della legge 
di natura, n& coloro che tentano di generalizzare ipoteti- 
camente sopra stati patologici, e su questa ipotesi prescri- 
vono grosse dosi, che producono effetti alterativi, e nel- 
la loro alterazione distruggono il resistente potere del 
sistema. 

Io conobbi una volta un medico di alta rinomanza 
nella scuola allopatica, il quale, dopo essersi reso maestro 
nella materia medica di Hahnemann e nella legge della 
sua applicazione, diceva: « lo ho ucciso molti uomini, e 
mai conobbi il come fino a questo momento. » 

Egli dava innocentemente, non conoscendo 1’ azione 
specifica dei medicamenti, dosi forti, le quali, cadendo 
con forza schiacciante lungo la linea della debolezza del 
suo paziente, ipipedivano la reazione della natura. — 
Conobbi anche un giovane, allevato in campagna, di forte 
costituzione, soffrente di stranguglioni, il quale morl per 
una dose, amministrata da un medico allopatico, di sei 
grani di Mercurio. Egli morl in tre giorni, per l’intensa 
azione prodotta da un simile irritante, al quale giovane, 
se fosse stata amministrata in piccole dosi la stessa me- 
dicina, sarebbe stata restituita la salute. La natura fu 
oltraggiata, oppressa. La costituzione fu rovinata. — Non 
ha il mondo grandi obblighi a Samuele Hahnemann? 

Possiamo dire con verity di Hahnemann: nessuna 
figura mai sorse a capo della vita di una nazione, pih 
veneranda di quella di questo medico, il quale si rese 
libero dalla schiavitu delle tradizioni professionali e delle 
credenze del mondo intero, e pazientemente dedicd la 
sua vita alia scoperta della vera legge di cura, e pel 
primo sperimentd i rimedii per curare tutte le malattie 
che possono affliggero il corpo umano. (The Homoeopa- 
thie Physician). 


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NATRUM SULPHURICUM E SYCOSIS 

del Dott. J. T. Kent. 

Come il suo nome lo indica, esso b una combinazione 
chimica di Natrum e di Sulphur, sali di Glaubero, solfato 
di soda. Esso partecipa delle meravigliose propriety di 
ambidue, di Sodium e di Sulphur, ed un giorno divert 
un rimedio molto frequentemente indicato. Esso b un rime- 
dio che corrisponde tipicamente a molte delle sofferenze 
di un clima bilioso. I climi malarici sono piu o meno 
biliosi. Naturalmente io non intendo dirlo al modo di 
ogni uomo o di ogni donna che viene da voi e vi dice: 
« Dottore, io sono bilioso. » Noi non sappiamo che cosa 
ci6 significhi. Significa piu o meno fegato; significa piil 
o meno stomaco; un disturbo generale del sistema. Ogni 
genere di malattia pub essere chiamata biliosa; solamente 
dove il fegato e lo stomaco si combinano per produrre 
disordini, noi abbiamo biliositb,. Natrum sulpburicum si 
combina, fino ad un certo punto, coi meravigliosi effetti 
di Natrum muriaticum e di Sulphur nel clima Occiden- 
tale come un attivo agente malarico. 

Esso b una combinazione delle piu meravigliose ne 
suoi sintomi, perchfe non solamente b in relazione colla 
debolezza muscolare e coi disordini delle strutture gene- 
rali del corpo, ma si riferisce anche a quelli d’importanza 
mentale. Le sue sofferenze sono quelle che vengono pro- 
dotte dal vivere in case umide, nei piani terreni e nelle 
cantine. La sue sofferenze sono generalmente peggiorate 
in tempo piovoso —tempo umido; percib ? esso fu chia- 
mato, primieramente, da Grauvogl uno dei suoi rimedi 
idrogenoidi. Esso produce una profonda impressione sul 
sistema in un modo generale come nella sicosi e nella 
malattia sicosica profondamente situata e soppressa. Per- 
clb esso b uno dei piu grandi rimedi per 1’ asma, e per 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


le sofferenze asmatiche e per le malattie ereditarie. Infatti, 
Natrum sulphuricum b uno dei migliori, uno dei rimedi 
adattati, indicati per le condizioni costituzionali nei fan- 
ciulli, le quali hanno per risultato, catarri del petto e 
sofferenze asmatiche. .Ci6 vi mostra soltanto una delle sue 
fattezze ereditarie. Ora, se noi prendiamo in considera- 
zione la natura sicosica, la condizione idrogenoide, della 
costituzione — sempre peggiore in tempo umido, — e 
questa eredity, avremo allora una delle grandi fattezze 
di questo medicamento. 

L’altra sua grande sfera b la sua azione sul fegato 
e sullo stomaco, producente, come ho detto, questo disturbo 
bilioso del corpo. Noi abbiamo, in corrispondenza a questo 
eccitamento del fegato, una lunga lista di sintomi men- 
tali marcati con irritability, ansiety, desiderio di morire, 
avversione alia vita, ed alle cose che nella vita general- 
mente piacciono e recano eonforto. Ora, se cominciamo 
da questo stato mentale e lo esaminiamo, vedremo dippih 
intorno ad esso. 

Una buona moglie va da suo marito e gli dice: « Se 
voi sapeste solamente quale sforzo io debba fare per trat- 
tenermi dall’uccidermi voi valutereste la mia condizione. » 
Ci6 6 accompagnato da stranezza e da irritability. Nessun 
rimedio ha questo sintomo come Nutrum sulphuricum. 
Voi potete esaminare i vari rimedi nelle nostre patoge- 
nesie e troverete quasi ogni genere di sintomo mentale, 
ma qui ve n'b uno che fa mostra di ab — questo mera- 
viglioso sforzo per impedire di farsi male al corpo b carat- 
teristico di Natrum sulphuricum. La saziety della vita, 
l’avversione alia vita; la grande tristezza, la grande dispe- 
razione, accoppiata coll’irritability e col terrors della musica 
— la musica la fa piangere, la rende triste, la rende me* 
lanconica — questo sintomo trovasi in tutti i Natrum; 
esso appartiene alia famiglia dei Natruna; Natrum carbo- 
nicum, Natrum muriaticum, Natrum sulphuricum, tutti lo 


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C oogle 


RIVISTA. OMIOPATICA. 


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hanno. Ogni cosa simile a suoni melanconici esacerba le 
sue sofferenze; musica dolce, luce gentile, mezza luce che 
penetra attraverso le finestre d’una chiesa, — tutte que- 
ste cose la rendono triste — quei barlumi di luce che 
provengono dai vetri colorati la rendono triste. Ora, tale 
b la caratteristica mentale di Natrum sulpburicum. 

Esso ha dolori di testa violenti, e specialmente nella 
base del cervello; dolori violenti nella base del collo; 
dolori violenti, opprimenti come se la base del cervello 
fosse schiacciata in uno strettoio, o come se un cane rosic- 
chiasse alia base del cervello. Tali sintomi hanno guidato 
alia prescrizione di questo medicamento. Nella meningite 
spinale di oggidl, se tutti i rimedi della materia medica 
fossero da me allontanati ed io non ne avessi che uno 
con cui trattare questa malattia, prenderei Natrum sul- 
phuricum, perchd esso modificherd e salvery la vita nella 
maggioranza dei casi. Esso taglia corto la malattia in 
modo sorprendente quando b il rimedio veramemte indi- 
cato. Io non voglio che voi ora vi immaginiate che io 
raccomandi un rimedio qualunque per una malattia, — 
non fatevi quest’ idea — ma ho detto questo semplice- 
mente per farvi tenere questo rimedio nel suo vero valore. 
In relazione ai sintomi che voi probabilmente troverete 
nella menengite spinale vi b un tiramento dietro al collo 
e spasmi del dorso, insieme con tutta la irritability men-' 
tale e col delirio giy descritti. II violento afflusso di san- 
gue alia testa che noi troviamo in questa malattia clini- 
camente vien guarito con facility. 

La prossima piit importante fattezza b in relazione 
agli occhi. Questa b caratteristica ed b uguagliata soltanto 
da un altro rimedio nelle malattie croniche, dove vi b 
un’avversione alia luce con fotofobia, e questo b Graphites. 
Prendete quei casi di congiuntivite cronica, colie palpebre 
granulari, pus verde, terribile fotofobia, nei quali il paziente 
pud a stento aprire gli occhi, la luce della camera affetta 


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R1VISTA OMIOPATICA. 


la testa, e produce ambascia e molti dolori. Qui si dovrebbe 
consultare Natrum sulphuricum e confrontarlo con Gra¬ 
phites, perchb Graphites ha anche un estremo aggrava- 
mento dalla luce nelle affezioni degli occhi. Naturalmente, 
ci6 lo classifica totalmente fuori di Belladonna e degli 
altri rimedi che hanno fotofobia acuta o determinazione 
di sangue al cervcllo, perchb esso vi db, uno stato cro- 
nico ed una condizione che dovete studiare. Natrum sul¬ 
phuricum produce una ripienezza del naso, lingua rossa, 
membrana mucosa degli occhi irritabile, come pure quella 
del naso, e delle orecchie, con grande aridity e bruciore 
nel naso. 11 pus diventa verde esponendosi alia luce. La 
bocca ha sempre sapore cattivo. L’infermo dice: « Dottore, 
la mia bocca b piena di melma. » Questa b la comune 
espressione dell’ infermo quando viene a trovarmi. E gli 
sperimentatori tutti dicono che essi sono disturbati da 
una bocca melmosa. Muco bianco, denso, tenace nella 
bocca. Sempre separazione di muco — esso vien su dallo 
stomaco; muco dall’esofago; muco dall’eruttare; muco 
espettorato dalla trachea, ed b sempre sporco e mel- 
moso. 

Vi b un senso di distensione nello stomaco; un senso 
di un peso nello stomaco; nausea quasi costante; vomito 
di melma, amara ed acida. Queste sono le caratteristiche: 
amaro ed acido. Una sensazione di peso nell’ipocondrio 
destro, nella regione del fegato; dolori forti; alcune volte 
dolori taglienti, ed un grande malessere nella regione 
del fegato. Ingorgo nella regione del fegato. Egli pub 
giacere solamente sul lato destro, le sue solferenze sono 
aggravate dal giacere sul lato sinistro. Quando giace sul 
lato sinistro il fegato congestionato sembra che sia tirato 
e strascinato; il' gran peso aumenta il dolore e il disagio, 
ed egli b costretto a voltarsi sul lato destro. Ebbene, egli 
b da questi sintomi, ogni qual volta un infermo viene da 
me e dice, « Dottore, la mia bpcca b cosl melmosa ed 


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RIVISTA OMIOPATICA. 171 

ha cosl cattivo sapore, che penso di essere bilioso, » che 
egli riceve sempre Natrum sulpuricum. 

Io cominciai ad adoperare questo rimedio coi rimedi 
di Schussler alcuni anni addietro, e trovai le indicazioni 
ben soddisfatte dalle pih alte ed altissime potenze. Io 
adopro nel mio caso la cinquantesima potenza di Tafel, 
e adopro anche la piit alta di Fincke cogli stessi risultati. 
Bell dice che se la trentesima potenza di Arsenicum 
b uguale ad una completa conoscenza del medicamento, 
Arsenicum grezzo sarebbe uguale ad una completa igno- 
ranza. 

Ora, vi b un altro stato riguardo al petto, e questo 
b in relazione alia tosse. Esso ha una tosse con sensazione 
di un completo sflnimento nel petto. In cii> esso compete 
con Bryonia; in ambedue, i pazienti tengono il petto tos- 
sendo. Bryonia tiene il petto perchb egli sente come se 
il petto volesse andar via a pezzi; vi b tal male che egli 
sente la necessity di tener fermo il suo petto. Le soflFe- 
renze di Bryonia sono alleviate dalla pressione. Natrum 
sulphuricum ha questo stesso desiderio di tenere il petto; 
ma in Natrunr'sulphuricum il muco-pus che viene espulso 
dai polmoni b denso e viscoso e verde giallastro rasso- 
migliante a pus — purulento — e vi b uno sflnimento, 
un senso di vuoto > nel petto. Egli ha una sensazione di 
debolezza nel petto; egli sente che i suoi polmoni sono 
sfiniti, che egli deve morire in pochi giorni di consun- 
zione o di qualche altro male simile a questo, e che esso 
b per venire in breve tempo. 

Bryonia corrisponderk meglio agli stati irritabili colla 
tosse, dove vi b grande senso di escoriazione, grande 
stringimento, gran senso di laceramento nel petto, bru- 
ciore nel petto; mentre Natrum sulphuricum corrisponderk 
ad un caso che dura gik forse da una settimana; ogni 
cojpo di tosse estrae una boccata di espettorazione puru- 
lenta con desiderio di premere sul petto per alleviarne la 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


debolezza; Natrum sulphuricum e allora il vostro rimedio. 
Un altro stato del petto 6 quello dell’asma umida. Se un 
fanciullo ha asma dategli per primo rimedio Natrum sul- 
puricum. L’ asma, quando & ereditaria, 6 uno dei raali 
sicosici di Hahnemann. Voi non troverete ci6 nei vostri 
libri di testo, percib non ve lo cercate, ma questa pu6 
essere an’osservazione degna di esser conosciuta. Io ho 
curato an numero grandissimo di tali casi di asma, seb- 
bene i libri di testo vi scoraggirebbero se li leggeste 
relativamente all’ asma, perch& essi vi diranno che i casi 
di asma sono incurabili. Io fui imbarazzato per varj anni 
nel trattamento dell’asma. Quando ana persona veniva 
da me e mi domandava: « Dottore, potete voi guarire 
1’ asma? » Io diceva, « No. » Ma ora io ho cominciato 
a guarirla, dacch6 ho imparato che l’asma 6 una malattia 
sicosica, e dacch6 feci una giudiziosa applicazione degli 
antisicosici sono in grado di trattare e guarire un gran 
numero di tali casi. Voi troverete nella storia della me- 
dicina che dovunque 1* asma fu guarita, lo fu con rimedi 
antisicosici. Questa 6 una delle prime cose che osservai, 
che all’ infuori dei sicosici voi troverete raramente una 
guarigione di asma. Vi 6 questa particolaritk nella sicosi 
che vi da una malattia ereditaria, e l’asma corrisponde 
a questa malattia; quindi 6 che Silicea 6 uno dei piil 
grandi rimedi per 1’ asma; esso non guarisce ogni caso, 
ma quando Silicea corrisponde ai sintomi, voi sarete sor- 
presi nel notare quanto prontamente esso li sradicher&. 
Mentre Ipecac., Spongia, ed Arsenicum corrisponderanno 
egualmente bene ai sintomi sopravvenienti ed a tutto ci6 
che potete trovare intorno al caso, nondimeno cosa fanno 
essi? Essi palliano bene il caso; essi reprimono i sintomi 
ed il vostro asma non 6 migliorato, il vostro infermo 
non 6 guarito. L’Arseni’co 6 uno dei rimedi pift frequen- 
temente indicato degli altri nei libri per il sollievo del- 
l’asma; cost pure sono Bryonia, Ipecac., Spongia, e Carbo. 


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RI VISTA OMIOPATICA. 


173 


veg., ma essi non guariscono; essi alle volte recano sol- 
lievo in modo sorprendente. Dove un infermo b seduto 
ritto, coperto di sudore freddo, ha bisogno che qualche- 
duno gli faccia aria dall’ una o dall’ altra parte del letto, 
con dispnea cost tormentosa che il paziente sembra quasi 
impossible possa vivere pift a lungo, e tirare un altro 
respiro, allora Carbo veg. b adattato e db immediato 
sollievo ed il paziente stara coricato e riposerb bene la 
notte; ma quale b il risultato? Di avere nuovamente l’asma 
al primo raffreddore. Natrum sulpuricum va gib in fondo 
in questo genere di casi. Se esso b ereditario, ciob, di 
nbn lunga durata, se b in un soggetto crescente, Natrum 
sulpuricum va giu al fondo di tale caso e lo guarirb 
quando i suoi sintomi sono presenti; ed i sintomi saranno 
spesso presenti. Egli b a motivo di questa natura anti- 
sicosica profondamente situata che noi troviamo nella 
combinazione di Natrum e Sulphur, che noi abbiamo un 
nuovo stato ed una combinazione penetrante entro la vita. 
Quando il petto si riempie di muco, vi b rantolo di muco, 
espettorazione di grande quantity di muco bianco, con 
respiro asmatico nei soggetti giovani, bisogna pensare a 
questo rimedio. 

Coi disotdini costitnzionali vi sono importanti sintomi 
della testa — sintomi della testa prodotti da offese alia 
testa. Un giovane in San Luigi fece un viaggio in un 
carro alia terra del fuoco, e lungo il viaggio battb la 
testa. In seguito egli ebbe per cinque o sei mesi attacchi 
alia testa; io non seppi quale genere di attacchi egli 
avesse; chi dice di epilessia, chi dice di una cosa, chi di 
un'altra, ed alcuno diceva che bisognava trapanarlo. Egli 
era allopatico, s’intends, come lo sono tutti quelli della 
terra del fuoco, poichb b difficile trovare uno colb che 
lasci Tallopatia e che provi qualche altra cosa. Era un 
buono e gentile Iriandese; aveva un buono e forte fisico. 
Alcuni de’ suoi amici lo indussero a rimanere colb per 


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174 


RIVISTA OMIOPATICA. 


qualche tempo. Egli vi restd, ma non migliorava; era 
irritabile; aveva bisono di morire. Sua moglie diceva che 
a stento poteva resistere a star con lui; sempre voleva 
morire; non voleva piu vivere. I suoi accessi lo portavano 
alia demenza. Non si accorgeva quando gli veniva un 
accesso; essi erano di carattere epilettico. Ebbene, nel 
paese, si imbatt6 in un dottore omiopatico, perchfe egli 
ebbe uno di questi attacchi, e il dottore piil vicino che 
aveva in quel tempo era un omiopatico. Quest’omiopatico 
gli disse cbe era meglio che egli tornasse a San Luigi 
e si mettesse sotto la mia cura. Cosl egli fece. A quel 
tempo erano circa sei mesi che egli era venuto soggiar- 
cendo a questi accessi. Quando venne nel mio gabinetto 
barcollava; i suoi occhi erano presso che iniettati di 
sangue, a stento poteva vedere, e portava un velo sopra 
i suoi occhi — tanto era tormentato dalla luce — come 
in una fotofobia. Aveva un dolore costante nella testa. 
Egli si era fatto male cadendo a terra e battendovi del 
dorso della testa; da ci6 provenne tutta la iritabilitit da 
me descritta. Nulla vi era ne’suoi accessi che fosse distin- 
tivo di un rimedio, e la prima cosa che mi venne in 
testa fu Arnica; a questa chiunque avrebbe pensato. Ep- 
pure Arnica non era il migliore rimedio per lui. Se non 
avessi conosciuto altro rimedio migliore, forse Arnica' 
sarebbo stato il migliore. Appena egli ebbe finita la sua 
descrizione, io trovai che Natrum sulpuricum era il rime¬ 
dio piu indicato per offese alia testa, rimedio che avevo 
l’abitudine di dare. Cost lo diedi in questo caso. La pri¬ 
ma dose di Natrum sulpuricum guarl quel giovane. D’allora 
in poi egli non ebbe piu alcun dolore alia testa. D’allora 
in poi egli non ebbe piu alcun disturbo mentale, nb alcun 
altro accesso. Quest’ unica prescrizione mise in chiaro 
tutto il caso. Se voi rammenterete gli effetti cronici pro- 
dotti da lesioni sul cranio — non fratture, ma semplici 
commozioni che sono risultate da una scossa considerevole 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


175 


e da lesioni senza affezioni organiche, — allora Natrum 
sulpuricum dovrebbe essere il vostro primo rimedio. Ora, 
pub essere che cib non valga la pena di esser rammen- 
tato, ma quando voi avrete guarito tante teste quante ne 
ho guarite io con Natrum sulphuricum, allora sarete con- 
tenti di essere stati informati di questa circostanza. Ordi- 
nariamente ci vuole Arnica per le lesioni e pei risultati 
dell© lesioni, specialmente per i dolori neuralgici ed i 
disturbi da antiche cicatrici; ma nei disturbi mentali pro- 
venienti da una scossa o da un colpo sulla testa o da 
una caduta o da lesioni alia testa, non dimenticate questo 
rimedio,, poichb se lo dimenticate molti pazienti possono 
soffrire quando essi potrebbero guarire se voi faceste uso 
di questo rimedio. 

Natrum sulphuricum produce grande flatuositb, disten- 
sione dell’ addome, dolori taglienti nell’ addome, associati 
con congestione del fegato. In questa condizione timpa- 
nitica del fegato che alcune volte avviene nolle condizioni 
infiammatorie nella febbre biliosa, voi troverete il vostro 
rimedio in Natrum sulphuricum. In relazione agli organi 
genito-orinari, noi abbiamo alcuni sintomi molto pregevoli. 
Nella gonorrea cronica, con scolo verdastro, scoli verdi 
giallastri. Invece della gonorrea con scolo bianco, icoroso, 
vi b scolo giallognolo, denso, verdastro. Esso compete, 
qui con Tuja e Mercurius, ambidue i quali sono anti- 
sicosici. — Quando Natrum sulpuricum b indicato vi b 
generalmente pochissimo dolore; b scolo quasi senza dolore. 
Vi b una perdita cronica di sensibility nella parte. L’orina 
b carica di bile, b di colore di garofano o giallastra, con 
un sedimento « come farina di grano, » owero essa 
sembra birra vecchia ed b estremamente offensiya. L’orina 
offensiva non esiste nel testo. Simile a Sulphur, esso ha 
bruciore delle piante dei piedi nella notte ed il bruciore 
estendesi ai ginocchi; bruciore dai ginocchi in giu. Esso 
ha pure, come Sulphur, gran bruciore alia sommity della 


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176 


RIVISTA OMIOPATICA. 


testa; esso ha dolori laceranti, strazianti, taglienti, dalle 
anche fino ai ginocchi; peggioramento nella notte. I sin- 
tomi dello stomaco sono peggiori nel mattino, e cosl b 
pure dei sintomi mentali, essi sono generalmente peggiori 
nel mattino. Ora, sulla pelle abbiamo alcune eruzioni; 
abbiamo quei casi della cosl detta rogna, scabie od eru¬ 
zioni vescicolari, eczema vescicolare, con scolo chiaro, 
acquoso trasudante dalle dita, e le dita sono gonfie e 
cosl rigide che possono a stento essere avvicinate insieme. 
(La rogna di Baker e del barbiere appartengono a questo 
capo). Natrum sulphuricum guarisce dove le palme delle 
mani sono scorticate e dolorose, e trasudano un umore 
acquoso. Anche le eruzioni vescicolari attorno alia bocca 
ed al mento ed in varie parti del corpo; picCole pustole, 
fine, acquose, moltissimo simili a Natrum muriaticum e 
moltissimo simile anche a Natrum carbonicum. Cosl voi 
vedete che ci6 appartiene ai Natrum. L’altra malattia 
che io ho incidentalmente menzionata un momento fa — 
la rogna del barbiere — b una malattia sicosica — una 
sycosis menti, una malattia dei follicoli dei capelli. Essa 
b alcune volte anche contagiosa. L uno dei pih distinti 
tipi della sicosi •— l’altro pift distinto tipo della sicosi b 
il porro venereo conosciuto come porro gonorroico. Questo 
rimedio corrisponde a questo stato ed a questa condi- 
zione del corpo. Ora, noi abbiamo parlato considerevol- 
mente della sicosi.' Noi sappiamo intorno alia sicosi, che 
b un miasma costituzionale, che abbiamo verruche vene- 
ree o gonorroiche; che abbiamo un altro stato sicosico 
che viene alle donne con escrescenze simili a cavolifiori. 
Noi abbiamo pure l 1 asma ereditaria, una malattia costi¬ 
tuzionale, che dipende dalla sicosi, e quella speciale rogna 
del barbiere b uno dei pih distinti tipi della sicosi; esse 
tutte sono dovute ad una sola causa, ed un giorno sarb. 
dimostrato che questa causa b la sicosi latente. Un giorno 
si sapfb che la gonorrea b la vera discendenza della 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


177 


sicosi. Gssa b la parte contagiosa della sicosi. Essa 
b il mezzo con cui la malattia & tramandata di gene- 
razione in generazione. Questa cosa non la troverete nei 
libri, ed b, forse, soltanto un’opinione privata e, percib 
senza valore. Ma un giorno vi ricorderete che io vi dissi 
ci6. Io vidi, cose nelle mie osservazioni che mi fecero 
stupire. Io credo di aver risoluto ci6 che Hahnemann 
chiamava sicosi, quantunque egli non l’abbia mai descritta. 
Per me la cosa b chiarissima dai casi che ho guariti 
con questa teoria in vista, od in vista di questa dottrina. 
I casi che ho guariti mi condussero a credere che io 
sono sul retto sentiero. 

Ora, io dico che la gonorrea e tutte queste condi- 
zioni latenti del corpo sono una sola e medesima cosa; 
che primariamente esse provengono da una sola e mede- 
sima sorgente. Natnralmente, i libri vi diranna che la 
gonorrea non b una malattia costituzionale; ma quando 
la gonorrea produrra verruche, e reumatismo gonorroico, 
e questi dureranno per tutta la vita, ed i bambini ver- 
ranno al mondo colla stessa malattia, come giungerete 
voi a darvi ragione di cio? Nell’Ospedale della Citta di 
San Luigi vi fu un giovane che vi rimase molti mesi, e 
che aveva tanto male in fondo ai piedi che non poteva 
camminare; egli dovette abbandonare i suoi atfari; era 
fornaio; finalmente il suo antico padrone venne da me 
per sapere se io pteva fare qualche cosa per quel giovane. 
Io nulla conosceva intorno alia natura della sua malattia, 
e percib gli dissi di portare da me quel giovane. Quando 
mi fu condotto, conobbi dalla sua storia, che alcuni anni 
prima egli aveva avuto una gonorrea, e che questa era 
stata soppressa con iniezioni. Lo posi sotto una cura 
costituzionale secondo le teorie che ho menzionato or ora, 
le quali mi servivano di guida, e lo guarii. Nella nostra 
citt& io ho guariti venticinque o trenta casi di questo 
genere speciale di sicosi, che proveniva da una gonorrea 

12 • 


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R1VISTA OMIOPATICA. 


latente. 1 sintomi di una gonorrea latente sono ignoti ai 
libri. Voi nulla vi troverete di ci6. Ci6 b conosciuto sola- 
mente dagli osservatori che furono capaci di ottenere due 
con due volte uno — col mettere le cose insieme. Ora io 
avr6 una completa catena di prove per dimostrare che 
la gonorrea $ una malattia costituzionale e che pu6 essere 
trasmessa da padre a figlio, come pu6 esserlo la sifilide. 
Essa' b uno dei miasmi cronici ed b uno di cui si conosce 
pochissimo. Se ci6 b vero, riesce tanto pericoloso il sop- 
primere uno scolo gonorroico prima del tempo, quanto 
b pericoloso sopprimere un’ ulcera sifilitica prima del suo 
tempo. Voi non conoscerete mai se tratterete bene questi 
miasmi costituzionali col sopprimere le prime manifesta- 
zioni — voi non conoscerete mai il danno che state 
facendo. 

La maggior parte di essi b destinata a consumarsi 
per mezzo del processo di evoluzione, a dileguarsi, ovvero 
confondersi coi sintomi i quali riescono cosl esaurienti del 
male che dessi cessano o lasciano 1’ infermo quasi del 
tutto libero dalla malattia. Tale b il calcolo della natura 
nello scolo gonorroico, e tale b stata 1’ intenzione della 
natura nei cancri che appariscono ai genitali. Ma 1’infe- 
lice uomo ignorante, credendo di dover fare qualche cosa, 
ha posto il suo primo dovere nel cauterizzare questi can¬ 
cri — nel far cessare questi scoli — ed egli non conosce 
quanto male fa. Ma questa b solamente una opinions pri— 
vata. Ho osservato, che vi sono due generi di gonorrea 
— F una b un semplice scolo uretrale, che, quando b ar- 
restato coll’ iniezione, non produrrh un’ infezione costitu¬ 
zionale, perchb non b sicosi, e l’altra forma b la gonor¬ 
rea sicosica, la quale, se viene soppressa con iniezioni, si 
mostrer& in sintomi costituzionali. 

Ora, sta a voi il vivere e il pensare da voi stessi. 
Se potete comprendere qualche cosa di ci6 che vi ho 
detto, e sar& di aiuto a qualunque persona, io sar6 am- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


179 


piamente ricompensato. Voi vedrete naturalmente che tutti 
questi pensieri sono il prodotto degli insegnamenti di 
Hahnemann, basati sui fatti osservati da lui e dai suoi 
fedeli segnaci. Se non si b guidati dalla luce della dot- 
trina dinamica della malattia e della cura, queste cose 
saranno difficilmente osservate. Per lo studio di questa 
sicosi io poteva aver assunto Thuja, ma conoscendo quanto 
bene il maestro ha fatto questo lavoro, ho preso un rime- 
dio che ad essa b appena secondo per importanza, onde 
mostrare tanto 1’ uso di un rimedio quanto un miasma che 
b in relazione con esso (The Homoeopathic Physician). 


RIFLESSIONI CLINICHE 

del Dott. Ad. Lippe. 


Il signor B., di anni quaranta, sempre in robusta 
salute mi chiamb per essere curato di un dolore molto 
intenso nella giuntura della spalla destra; pub a stento 
muovere il braccio, ma b assolutamente l'ncapace di alzarlo; 
ebbe una cattiva notte, quasi insonne, a motivo del dolore. 
Egli ricevette pochi globuli di Sanguinaria canad. c ™. (Fk.); 
ed in quarantotto ore si sentl bene. 

Un cocchiere era caduto da una scala a piuoli e si 
era contusa la spalla destra. Soffriva intenso dolore nella 
notte; lo descriveva come un gran male. Una dose di 
Arnica"". (Fk.) allevib la grande sensibility; ma egli era 
incapace di muovere il braccio, quando una dose di Bryo¬ 
nia"". (Fk.) gli diede qualche sollievo. Allora mi disse 
che circa vent’ anni addietro egli erasi fatto male alia 
medesima spalla nello stesso modo, e che ci soffrl per 
alcuni mesi. Era ora il settimo giorno dalla sua caduta, 
e la spalla rimaneva molto rigida; egli non poteva alzare 
il braccio destro senza forte dolore; al riposo egli si sen- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


tiva bene quando teneva il braccio al collo. Gli diedi una 
dose di Sanguinaria canadensis cm . (Fincke). Cinque giorni 
dopo egli fu in grado di riprendere il suo servizio da 
cocchiere. 

Commenti. — La prima sperimentazione di Sangui¬ 
naria canadensis fu pubblicata in lingua inglese nel primo 
volume degli Atti dell” Istituto Americano di Omiopatia. 
Alla pagina 239 noi troviamo i sintomi caratteristici della 
spalla, sia patogenici cbe curativi, ed i sintomi sono stati 
verificati cost spesso che potrebbe sembrare inutile di rife- 
rire ancora tali casi guariti da Sanguinaria. Siccome perb 
la tendenza dei moderni compilatori della materia medica 
6 tanto differente da quella dei produttori della nostra 
prima materia medica, 6 bene di chiamare 1’ attenzione 
dei medici che riflettono, sul male che cresce. Alla sud- 
detta pagina 239 del primo grosso volume o lavoro dei 
primi membri dell’ Istituto Americano di Omiopatia, noi 
troviamo non solamente i sintomi patogenici, ma anche 
la loro verifica, coll’ ammissione, nella patogenesi di un 
rimedio allora nuovo,.anche dei sintomi curativi. I Dottori 
Husmann e Jeanes, due eccellenti osservatori e veri me¬ 
dici, sono da lungo tempo nel numero dei piA. I compi¬ 
latori, e la maggior parte dei compilatori e riformatori 
di materia medica, sono diventati notori spogliatori dei 
laboriosi uomini che crearono la nostra materia medica. 
Fra essi sta in prima dla il Dott. Riccardo Hughes, il 
quale senza pietk oltraggia la memoria dei nostri migliori 
sperimentatori. Non meritavano forse di esser trattati 
meglio i miei due vecchi amici, i Dottori Husmann e 
Ieanes? Gli b ben tempo che la professione domandi di 
« far sosta » in questa malvagitk di oltraggi ai morti 
che ci lasciarono le loro opere in retaggio, non cercando 
altra ricompensa che di riconoscere, aver essi fatto del 
loro meglio per accrescere la nostra Materia Medica 
Pura come il solo mezzo con cui possiamo applicare l'unica 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


181 


legge di cura per guarire 1’ infermo. Quali risultati pos- 
siamo noi sperare che otterr& la nostra nascente gene- 
razione, qnando null’altro vien loro lasciato da consultare 
che una brutta caricatura della Materia Medical 

Nei due casi surriferiti, la guida per una guarigione 
certa fu la somiglianza dei sintomi come H troviamo nel 
registro fatto dai primi pionieri della nostra arte di gua¬ 
rire. I sintomi 235 e 236 erano presenti, ed il rimedio 
fu amministrato in una sola dose e ad alta potenza. 
Naturalmente, alcuni dei nostri colleghi negheranno l’effi- 
cacia di una dose in cui non si pud scoprire col micro- 
scopio alcuna percettibile quantity del rimedio; il dotto 
amico di Hub, naturalmente, menent scalpore sull’assur- 
ditd. di amministrare tale dose, ma ci6 non muter& i fatti 
per nulla. Non si fecero tentativi per mettere una livrea 
patologica di aspetto scientifico sulla nostra Materia 
Medica Pura. Noi troviamo chiaramente riferite le cam- 
biate sensazioni dell’ organismo esposte nella Materia 
Medica Pura , e noi abbiamo la legge dei simili per gui- 
darci a guarigioni felici, non una volta, ma invariabil- 
mente. E ovvio che senza una materia medica sarebbe 
stato impossibile ad Hahnemann od a chiunque altro di 
semplicemente far saggio dell’applicabilitd della legge dei 
simili per la guarigione dell'infermo. Questa materia me¬ 
dica fu creaia da Samuele Hahnemann, e colla sua Ma¬ 
teria Medica Pura fu reso possibile di provare al di lli 
di ogni dubbio immaginabile che la legge dei simili era 
una legge naturale, e che sotto questa legge e non sotto 
altra legge le malattie potevano esser guarite ed erano 
guarite, purchd i loro sintomi simili si trovassero fra quelli 
dei rimedi sperimentati; e sembrava che nessun uomo di 
senso comune e di mediocre intelletto potesse tirare altra 
conclusione da questi fatti, che una convinzione che la 
progressiva riuscita della nostra arte di guarire dipendeva 
da uno sviluppo progressivo della nostra Materia medica, 


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182 


RtVISTA OMIOPATICA. 


appunto e nella stessa esatta maniera adoperata da Ha¬ 
hnemann quando egli creb una materia medica pura. 
Questa fu la convinzione dei fondatori dell’ Istituto Ame¬ 
ricano di Omiopatia; i primi frutti delle loro oneste ed 
intelligent fatiche sono menzionati in quest’ articolo, la 
loro prima pubblicazione della patogenesia di Sanguinaria 
eanadensis; 1’ apprezzamento dei loro lavori pub essere 
fatto ora e sempre da quei che sopravvissero ai primi 
pionieri e dalla posterity riconoscente. Mentre l’Omiopatia 
progrediva rapidamente, mentre 1’ infermo veniva guarito 
dai medici che seguivano gli insegnamenti ed i metodi 
di Hahnemann, sorse una setta di pseudo omiopatici, e 
noi non potremo descrivere questi uomini meglio di quello 
che li descrisse cost frequentemente Hahnemann stesso, « i 
pretendenti, » uomini che portano la livrea del cielo per 
servire il demonio, come un inflessibile allopatico mi 
scrisse esprimendo tutto il suo disprezzo per quegli uomini 
che predicano una cosa e ne praticano un’ altra. Questa 
b tutta la cognizione che i raggiratori ottengono. Vari 
modi furono tentati da questi pretendenti per guastare 
la nostra nobile arte di guarire. Tutti, con nessuna utilita, 
sempre vennero meno quando questi uomini si provarono 
a screditare Hahnemann, e si volevano stabilire quali 
riformatori progressist per amore della « ricognizione, » 
che veniva soltanto nella forma di aborrimento; ed ora 
flnalmente questi uomini risolsero di distruggere la nostra 
nateria medica. Questi arcidiffamatori del grande filosofo 
jhe fondb la nostra scuola sbraitano contro la Materia 
Medica Pura di Hahnemann, perchb non furono pubbli- 
cate le note giornaliere degli sperimentatori, mostrando 
la loro ignoranza (non limitata a questo solo punto) del 
fatto che 1’ editore di quest’ opera (Arnold) la pubblicb 
con grave suo dispendio per mostrare la sua gratitudine 
ad Hahnemann che lo aveva guarito. 

Invece di camminare sul sentiero battuto, che aveva 


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RIVI8TA OMIOPATICA. 


183 


assicurato guarigioni e successi, una setta di uomini il- 
logici pretende di purificare la nostra Materia Medica 
Pura, pubblicando in fretta e senza accuratezza diarii 
compilati. Non vi h in realty alcun limite agli atti igno- 
bili di questi pretendenti che cercano di distruggere. Vi 
A il loro ispiratore che li guida e che accusa i Dottori 
Mure e Nenning, e sfacciatamente incrimina il Dottor 
Houat incolpandolo di frode. Sono cose che tornano 
ingiuriose ad ogni vero medico. Il Dottre Riccardo Hu¬ 
ghes pretende di essere versato nel campo della lettera- 
tura omiopatica? Se si, egli potrebbe ricordarsi della nostra 
pubblicazione di un caso di « colica renale » guarito con 
Ocimum canum. Egli trover^ il rimedio nel mio libro-testo 
di Materia medica e nell ' Enciclopedia di Allen. Egli lo 
troverh. anche coll’abitualmente trasourato ed inconsistente 
lavoro — Allen coscienziosamente esclude tutti i sintomi 
curativi. Perch6? Egli ha scoperto pure che i nostri gior- 
nali degli ultimi anni sono pieni di osservazioni incredi- 
bili. Esse non ingannano mai il pensatore. In questo caso 
Allen ammette in una parentesi di esser sicuro del lato 
destro (sintomi curativi), ma trascura un grande sintomo 
curativo — l’emorragia dal rene dopo l’attacco. I casi 
nei quali Ocimum canum. h indicato nella colica renale 
sono molto rari, ma appunto in tali casi disperati noi 
dobbiamo avere una esatta patogenesi. Le sperimentazioni 
di Nenning sono state verificate migliaia di volte. Nen¬ 
ning fu il primo omiopatico che, dopo avere sperimentato 
Aconitum , lo diede nella pleurisia. Urli pure e ruggisca 
il signor Hughes finchb gli piace, ma quando malmena 
il Dott. Houat egli diventa un detestabile calunniatore. 
Bufo ha guariti molte volte attacchi epilettici, specialmente 
quando essi hanno luogo durante la notte e sono seguiti 
da coma e da dolor di testa, e Bufo 6 anche un rimedio 
indi8pensabile in quella che chiamasi pustola maligna, 
una malattia delle piCi maligne e fatali. Molte volte io ho 


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184 


RIVISTA OMIOPATICA. 


verificato le sperimentazioni di Houat con prove effettive 
ed ho guarito, Ora, questo pestifero saccheggiatore della 
nostra arte di guarire vorrA pubblicare un solo caso, in 
cui egli abbia prescritto un rimedio sperimentato da questi, 
secondo lui uomini dannosi, e lo abbia amministra’to in 
conformity ai metodi di Hahnemann, ed egli non sia 
riuscito? No; giammai alcuno di questi fomentatori di 
distruzione si vorra compromettere. Fino a che essi lo 
facciano lasciamo che vengano segnalati quali « calun- 
niatori del morto. » Ogni vero medico si appoggierA alia 
nostra propria, antica, onorata materia medica. Guidato 
da essa, egli guarira con sicurezza 1’ infermo, e si chia- 
merA offeso di tutte le proposte di nuovo genere per 
purificare la Materia Medica Pura. 11 movente di questi 
proponent b malvagio (The Homoeopathic Physician). 


LA CARICATURA DELLA PATOGENESIA DEI MEDICAMENTI 
DEL DOTTOR HUGHES 
PER il Dott. E. W. Berridge 


Ne\Y Homoeopathic World (Luglio, Agosto, ed Ottobre 1885), 

10 cominciai uua « Analisi Critica » della « Cyclopaedia of 
Drug Pathogenesy » che viene pubblicata sotto gli auspici 
delPIstituto Americano di Omiopatia e della Societa « Omio- 
patica » Britannica, e redatta principalmente dal Dottor Hu¬ 
ghes. Quest’analisi sarebbe stata continuata su tutta l’opera 
se non fosse stata inaspettatamente « sospesa » dal nuovo 
editore colla scusa di mancanza di spazio; sebbene sembra 
che questo non gli abbia fatto difetto per dedicare sedici pa- 
gine del numero di Gennaio del presente anno ad una stupida 
polemica fra il Dott. Dudgeon ed il Practitioner. 

Ci6 deve essermi scusa innanzi la professione per non 
aver completato il mio lavoro, ed anche per non aver dato 

11 mio promesso confronto fra le patogenesie di Nux vomica 
secondo Hahnemann, da una parte, e secondo Black, dall’al- 
tra parte. 


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R1VISTA OMIOPATICA. 


185 


Siccome, perd, & desiderabile che gli Omiopatici Ameri¬ 
can! e di altri luoghi conoscano qualche cosa della nessuna 
fiducia che merita questa riveduta Materia Medica del Dott. 
Hughes, io mi propongo di dare nelle pagine dell’-Hbrnoeo- 
pathic Physician alcune maggiori prove della verity della 
mia accusa. Io, perd, non posso avere che un piccolo spazio 
in un giornale cosi pieno, anzi pienissimo, di buone cose, 
quindi accennerd soltanto alcuni errori ed omissioni piu 
evidenti; ex uno discs omnes. 

(1) Carbolic, acid. — Sperimentazione di XX, data al N. 
12 della Cyclopoedia. Le omissioni in questa sperimentazione 
sarebbero quasi incredibili, se esse non fossero dimostrate 
dai fatti; ed esse sole, se non ve ne fossero altre, sarebbero 
sufficient a distruggere per sempre la nostra fiducia, tanto 
in questo lavoro quanto nelle altre- compilazioni del Dottore 
Hughes. Questo compendio del Dottor Hughes non solo o- 
mette ogni menzione del sesso, dell’eta, e del temperamento 
dello sperimentatore, ma anche i seguenti sintomi important: 
« Dolore e senso di tiramento nello stomaco ed in basso gift 
neH’addome; senso di compressione attraverso e nella parte 
inferiore dello sterno; sbadigli di quando in quando, e lunghe 
inspirazioni; senso di strangolamento nella gola, con dispo- 
sizione a sputare muco; sembra di cattivo umore e molto 
meno brillante del solito nella conversazione. » Un altro sin- 
tomo 6 assolutamente falsificato — « Confusions e dolore nella 
testa; dolore localizzato sopra l’occhio destro » che h convertito 
in « dolor di testa sentito specialmente sull’occhio destro. » 

(2) Fluoric, acid. — Un numero enorme di sintomi b qui 
omesso. Io richiamerd solamente speciale attenzione ad una 
notevole caratteristica nella versione del Dott. Hughes delle 
sperimentazioni di Jeanes. Ne\YEnciclopedia di Allen noi leg- 
giamo « Dolore nel polso destro e nella giuntura delle dita 
dopo un’ora. » Nella Ciclopedia di Hughes cio d unito con 
due altri sintomi, i quali Allen dichiara che sono comparsi 
« dopo tre ore. » Cio, si pud dire, non fe di importanza pra- 
tica nella scelta del rimedio; lo concedo. Ma visto che la 
supposta necessity di pubblicare il diario fe la vera raison 
d'etre della Ciclopedia, e che la seconda regola dice « Date 
una relazione di tutte le sperimentazioni stabilendo i sintomi 
nelPordine della loro comparsa », ovvio che o la negligenza 
o l’incompetenza del compilatore debbano esser la causa di 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


questo pervertimento della verity. Per incidenza, mentre la 
Ciclopedia stabilisce che Jeanes sperimenta colla terza dilu- 
sione, Allen dice che egli fece « le sue prove dalla prima 
alia quinta diluzione. » 

(3) Gallic, acid. — Le sole sperimentazioni del Dott. 
Kimball sono date dal Dott. Hughes, ed oltre a cio egli ha o- 
messo questo sintomo dato da Allen — « Sensazione di con- 
trazione dell’ano, che richiede un maggiore sforzo per espellere 
le feccie le quali finiscono per uscire in una massa, come 
se fosse li accumulata. » I notevoli effetti dei quindici ai 
novanta grani giornalieri in un caso di aneurisma, sebbene 
dati da Allen, sono tutti omessi da Hughes. Ambidue hanno 
omesso il sintomo ricordato dal defunto Dott. Bayes nella Mon¬ 
thly Homeopathic Renew — « Una dose eccessiva di Gallic, 
acid. d& un senso di grande strettezza alia testa e tintinnio 
nelle orecchie. » 

(4) Nitric, acid. — Nell’ American Journal of Homoeopathic 
Materia Medica , III, 120, il Dott. Hering tratta il caso di 
Hendrick avvelenamento mediante i vapori di Nitric, acid. Il 
pik caratteristico sintomo venne prodotlo — « Angoscia, rimossa 
dal camminare in carrozza. » Boenninghausen d4, sotto que¬ 
sto rimedio, « miglioramento di tutti i sintomi andando in car¬ 
rozza. » Ma questo sintomo, sebbene sia cosi verificato, b o- 
messo da Hughes. 

(5) Latic. acid. — Il Dott. Hughes d& solamente tre spe¬ 
rimentazioni del Dott. Allen — cio6, quelle fatte colle basse 
diluzioni — ed anche qui noi troviamo inperfezionr Nella 
sperimentazione originale di S. noi troviamo registrato. 
« Sollevamento di gas caldo, bruciante dallo stomaco, cagio- 
nante una profusa secrezione di muco tenace che dev’essere 
costantemente sputato. » 

L’ultima parte di questo sintomo, che 6 certamente di 
grandissimo valore e caratteristico, & del tutto omessa da 
Hughes. Il Dott. Hughes ha pure omesso interamente le do- 
dici sperimentazioni del Dott. Allen fatte colla trentesima 
potenza. Egli cita la quarta, sebbene imperfettamente; essendo 
stata fatta colla prima e prima decimale. Eppure, di queste 
sedici sperimentazioni il D. Allen dice (New Jork Journal of 
Homeopathy, 1873, p. 102): « Gli effetti furono cosi positivi 
ed uniformi in differenti persone che anche i piu scettici 
della classe rimasero convinti dell'effetto della trentesima. » 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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Le sperimentazioni di Foster sopra un infermo diabetico 
sono pure mutilate. La Ciclopedia qui dice. « Dopo mezza- 
notte del quinto giorno si manifestarono dolori nelle giunture.» 
Allen dice: » Ebbe una cattiva notte per dolori nelle giunture, 
che lo disturbarono moltissimo e che si manifestarono subita- 
neamente doppo mezzanotte. » 

(6) Picric . acid. — II resoconto di questa patogenesi 
prova che d stata perpetrata un assoluta falsiflcazione delle 
garanzie. La regola nona dice: « Includete sintomi riferiti 
come provenienti da attenuazioni oltre la dodicesima cente- 
simale solamente quando sono in accordo con sintomi deri- 
vati da attenuazioni al disotto. Cid implica necesariamente 
che tali sintomi saranno inseriti quando sono in accordo con 
quelli ottenuti da attenuazioni inferiori; oppure alia pagina 
65, noi troviamo che « la traccia del serpente d dappertutto.» 
Noi leggiamo: « Tre persone sperimentarono sintomi pren- 
dendo la trentesima, ed una la venticinquesima. » Queste 
erano sostanzialmente come sopra — ciod, le sperimenta¬ 
zioni delle basse potenze — eccetto che il foruncolo nella 
narice del N. 4 divenne in due sperimentatori della trente¬ 
sima un gruppo di essi sulla faccia, divenendo pustolari e 
molto dolorosi, brucianti e pungenti quando erano toccati. 
Ora, noi vorremmo domandare se cid d d’accordo con quanto 
d stabilito nella Regola 9 di cosi passar sopra a quattro spe¬ 
rimentazioni importanti con quattro linee, semplicemente 
perchd esse furono prodotte da alte potenze? Se fossero state 
prodotte da basse potenze, non sarebbero state citate piena- 
mente? Io sfido il Dott. Hughes a rispondere ! 

Nel paragrafo 12S dell’ Organon di Hahnemann — un’o- 
pera nella quale il Dott. Hughes evidentemente non crede — 
il fondatore dell’Omiopatia d di avviso che la trentesima po- 
tenza debba nelle sperimentazioni essere adoperata di prefe- 
renza alle medicine grezze. Eppure nella sua Materia Medica 
riveduta noi vediamo che il Dott. Hughes, la cui vera ripu- 
tazione dipende dall’aver egli assunto il nome di Omiopatico, 
ignora deliberatamente le sperimentazioni fatte con questa 
vera potenza, che Hahnemann, dopo matura esperienza, rico- 
nobbe superiore alle basse potenze. Non occorono commenti. 

Quale sari ora il verdetto della professione, e cosa farA 
nella prossiraa riunione l’Istituto Americano di Omiopatia ? 
Se quest’opera fosse ben redatta, sarebbe di grande utilitA, 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


188 

perchb avrebbe risparmiato ai futuri compilatori della Ma¬ 
teria Medica il disturbo di esaminare tutta la lelteratura 
omiopatica ed allopatica per ottenere una perfetta conoscenza 
delle patogenesie dei nostri rimedi. Ma come sta al presente 
l’opera non merita alcuna flducia, mold sintomi (compresi, 
spesso, piu importanti) essendo interamente omessi, e, quando 
sono dati, vengono frequentamente mutilati o falsiflcati. L’o¬ 
pera b semplicemente una disgrazia per la professione medica 
in generale e pei compilatori in particolare. Se vuolsi che essa 
sia utile deve essere interamente rifatta, sebbene anche in 
tal caso, io terao che non possa essere ricevuta con fiducia 
dalle stesse mani. II Dott. Hughes, quantunque egli sia tutto 
occupato nel fatto di scoprire gli errori dei tipografl o degli 
amanuensi nelle opere altrui, non b, come si dimostra da se 
stesso, una persona adatta e fornita dei requisiti che si ri- 
chieggono per pubblicare una Materia Medica omiopatica. 

Nel suo Manuale di Terapeutica (1878), che egli ha la 
sfacciata audacia di chiamare « secondo il metodo di Hahne¬ 
mann, » mentre esso b in realty solamente « secondo il me¬ 
todo di Hughes » egli dichiara che guarda innanzi ad un 
millennio di conoscenza patologica, e che « in proporzione 
che questo fine b raggiunto, il bisogno di una Materia Me¬ 
dica qualunque diventa sempre piu minore. 

Affldare la compilazione di una Materia Medica omio¬ 
patica ad un medico che considera una Materia Medica sol- 
tanto come un male temporaneamente necessario ed un danno 
b un atto presso a poco razionale come l’incaricare il signor 
Bradlaugh o il Colonnello Ingersoll di scrivere un comraen- 
tario sulla Bibbia per l’uso dei ministri del culto. ( The Ho¬ 
moeopathic Physician). 


0SSERVAZ10NI CL1NICHE 


Caso I. — Un uomo, dell’eta di quarantadue anni, aveva 
forte dolore nel lato interno del ginocchio sinistro, molto sen¬ 
sible al tatto, punto del dolore facilmente coperto colla punta 
del dito; alcune volte migliorato dal movimento, peggiorato 
dalla pressione; la giuntura del ginocchio scricchiolava sten- 
dendo la gamba. Con., Colch., Rhus non riuscirono che a 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


189 


sollevarlo temporaneamente. Finalmente egli si lagnd di un 
punto doloroso nelC addome circa due pollici sopra 1’ ombe- 
lico, ed ugualmeute distante a sinistra dalla linea raediana. 
Esso era doloroso come un foruneolo, ma non presentava al- 
cuna apparenza esterna. Gli aggravamenti erano gli stessi, 
come al ginocchio, e rammentando che Ranun. bulb, aveva 
« piccoli spazi dolorosi, come da ulcerazione subcutanea, » 
(vedi Cond. Mat. Med. di Hering), io diedi Ranun, bulb. 3X ed 
ambidue gli incomodi furono alleviati. 

Caso II. — Lo stesso uomo ebbe un intenso indolori- 
mento del collo del piede (Symp. Reg. di Allen, pag. 668) 
sinistro, o sensazione di contusione; diedi una dose di Bry 200 
che reed sollievo in sei ore. 

Caso III. — Un uomo, di ventinove anni, ebbe febbre 
intermittente vari anni or sono, che fu troncata con Mor- 
flna. D’allora in poi b stato incomodato ogni primavera ed 
autunno con manifestazioni malariche, le quali erano ordi T 
nariamente soppresse col Chinino. Da tre settimane lamen- 
tavasi di dolor di testa un mattino, e di tosse nel mattino se- 
guente. Informo, che egli era solito vomitare bile durante il 
freddo e che soffriva grandemente nelle ossa. Io gli diedi Eup. 
perf.i2c II giorno appresso egli ebbe brividi, che disse esse re 
appunto come quelli che era solito avere. Quantunque siano 
gik passati 14 mesi, egli non ne ebbe piu. 


SULPHOR^NELPAN ERECCIO 

2 Febbraio 1882. — La signorina M. D. di anni 20. 
Per tre settimane essa aveva avuto un panereccio nel dito 
indice sinistro. Tutto il dito era infiammato, e l’ultima 
falange conteneva pus lungo tutta la sua estensione, eccetto 
che sul dorso. Lo ha coperto di dieci cataplasmi con Bepar, 
e ha preso Hepar e Silicea per una settimana internamente, 
ma essa ha sempre peggiorato. Vi sono ora dolori lanci- 
nanti nella superficie ulnare dell'ultima falange; battiti 
lungo tutto il dito; dolore estendentesi fino all’ascella ed 
alia scapola; anche bruciore in tutto il dito; esso b molto 
sensibile; sonno disturbato dai dolori durante Tultima set- 


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190 


RIVISTA OMIOPATICA. 


timana; dolori alleviati dall’acqua fredda; alleviati dal 
tenere il braccio alzato, aggravati dal tenerlo penzolone. 
L’acqua calda esacerba il male ed i battiti. Una massa 
della grandezza di una palla da giocare sta nel lato ul- 
nare della piegatura del goinito, con dolore in essa. Ella 
ha spesso pipite. Ebbe cinque panerecci negli ultitni tre 
anni, tutti curati allopaticamente, e cou tagli; essi vennero 
in celere successione in differenti luoghi, Ire nella noano 
sinistra e poi due nella mano destra. L’osso fu levato da 
due di essi. 

Uno studio della Terapeutica Analitica di Hering 
sul paneraccio mi condusse a Sulphur, ed io diedi Sul- 
phur dm (F. C.) ogni quattro ore. Nessun cataplasm a, ma 
bagnature coll’acqua tiepida. 

6 Febbraio. — Il dolore aumento dopo la seconda 
dose, ed il paneraccio si aperse alle 9 ant. del 3 Feb¬ 
braio. D’allora in poi stette meglio e dorml bene. La pelle 
divenne scura appena dopo F apertura, ci6 che non era 
mai accaduto prima. Oggi non vi b alcun dolore, salvo 
che nel centro dell’unghia, come se fosse spinta fuori del 
dito. La massa alia piegatura del gomito b solamente 
della grossezza d’ un pisello, e senza dolore, salvo che 
toccandola. 1 tre precedenti cattivi panerecci durarono tre 
settimane prima d’ aprirsi, ed impiegarono circa un mese 
a guarire. Non diedi ulteriore medicina. 

24 Febbraio. — Riferisce che da una settimana il 
dito e totalmente guarito, ed essa pub fare forza con esso. 
Esso b guarito molto piu presto che i primi panerecci 
che furono curati allopaticamente; e non vi rimase alcun 
intirizzimento, come le avenne nei primi attacchi. Ordi- 
nariamente l’etfetto del rimedio omiopatico b di alleviare 
il dolore prima che il pus o sia evacuato o sia assorbito, 
e cio b la prova di una guarigione opposta ad un rista- 
bilimento naturale. 

In questo caso l’aggravamento temporaneo del dolore 
di un panereccio pronto ad aprirsi impedl Fordinario corso 
dei fenomeni. Ma che essa sia una guarigione veramente 
omiopatica b provato dalla convalescenza straordinaria- 
mente pronta. 

Le caratteristiche di Sulphur, date da C. Hering, sono 
(1) « Dito indice, » Sulphur (a cui si pub aggiungere Calc., 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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Kali, c., Septa.); (2) « Oasi vecchi maltrattati, » Hepar, 
Phosphorus, Silicea, Stram., Sulph,; (3) « da pipite, » 
Lycop., Natr. — m., Sulph.; (4) « Molta sensibility, al 
tatto, » Apis, Sang., Sulph. (ai quali aggiungasi Hepar); 
(5) « Dopo la suppurazione, » Side., Sulph.; (6) « Con 
carie, necrosi, » Asaf; Aurum; Fluor. — ac., Lycop., 
Mercur., Mezer; Phos ac., Silic., Sulph. 

Dott. E. W. Berridoe. 


APPDNTI CLINICI 


Thuya nella diarrea . — Una giovane di anni 21, magra e bionda 
avea da parecchi giorni diarrea pallida, gialla, acquosa; emessa con 
forza, copiosa , grande gorgoglio negV intestini. L’evacuazione goc- 
ciolava dall’ano durante il son no. Gran debolezza dopo V evacuazione, 
sete con spossatezza ad accessi; perdita di appetito, respiro oppresso . 
le bevande rotolano nello stomaco in modo audibile . Furono date 
quattro dosi di Thuya 60 m, da prendersene una nella sera, ma le 
altre tre raccomandando di non prenderle qualora nella notte si 
manifestasse miglioraraento. Ne fu presa una sola, e la giovane nel 
mattino seguente fu in grado di andare al suo lavoro. Nel di ch’essa 
prese la dose non era stata in grado di camminare fino a casa dal 
suo opiflcio ch’era stata costretta ad abbandonare. Ogni sintomo 
del caso era pronunziato e coperto dal rimedio, eccetto uno, « eva¬ 
cuazione gocciolante dall’ano durante il sonno. » (Z. T. M. in Homoeo¬ 
pathic Physician). 

Natrum muriaticum nelVepistassi. — Michele Fey, vetturino, di 
anni 30, soffriva da tre giorni emorragia nasale curata inutilmeute 
con astringenti, tamponamenti, etc. Il Dottore allopatico confesso di 
non avere altro a fare. Si rivolse allora il paziente all’ Omiopatia. 
Il Dott. Morrow lo vide cogli abiti tutti saturi di sangue: era molto 
pallido per l’eccessiva perdita di sangue; ma non accusava sofferenze. 
Osservando la lingua fu vista con intonaco bigio; ed in ciascun 
bordo, circa un quarto di pollice dair estremitk, eravi una flla di 
vescichette. Questi sintomi oggettivi lo guidarono a Natr. mur. che 
venne amministrato in unica dose, ed in dieci minuti 1’emorragia 
cessb. (The Medical Advance). 


NOTE E NOTIZIE 

Istituto Omiopatico di Madrid . — Ecco le materie che sono in 
esso insegnate coi nomi dei rispettivi Professori. Il corso h di due anni 
che incorainciano, col 1° Ottobre. — Anno l.° Esposizione della dottri - 
na omiopatica , Dott. Anastasio Garcia; Terapeutica e materia medica 
omiopatica , Dott. Vincente Vignau; Clinica medica , Dott. Tomas Pel- 
licer; Clinica delle malattie delle donne e dei fanciulli, Dott Anasta- 


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RIVISTA OMIOPATtCA. 


192 

sio Alvarez. — Anno 2.° Materia, medica omiopatica , Dott. Vignau; 
Clinica medica, Dott. Peliicer ; Clinica delle malattie delle donne e 
dei fanciulli, Dott. Alvarez. 

Dagli Stati-Uniti di America ci giungono sempre i piii splendidi 
esempi di amore intelligente e generoso per POmiopatia. II Medical 
Advance dello scorso Novembre ci fa conoscere che due cittadini di 
Detroit nel Michigan, i signori J. Me Millan e J. S. Newberry, hanno 
donato con munificenza regale, 100,000 dollari ognuno per la fonda- 
zione in quella cittk di un Ospedale libero sotto la direzione di me- 
dici omiopatici. Del fabbricato relativo, che deve avere quattro piani, 
e nel quale devouo essere introdotti tutti i moderni miglioramenti, 
si incomincia ora la costruzione. Venti medici omiopatici esercenti 
nella cittk di Detroit hanno scritto una lettera di ringraziamento ai 
due benemeriti donatori per il loro atto generoso. 


Dobbiamo un tribute ultimo di affetto alia venerata memoria 
del Rev. P. Pietro Semenenko, Generale della Congregazione della 
Risurrezione, infermatosi e passato di questa vita il 18 dello scorso 
Novembre a Parigi, allorchb disponevasi a fare ritorno in Roma. 
Uomo dottissimo in ogni genere di scienze, fu sapiente amatore e 
propagatore di Omiopatia, per lo cui mezzo era egli insperatamente 
guarito da oltre 45 anni fa, di etisia disperatissima. E per mezzo del- 
Pomiopatia potb giungere in prospere condizioni di salute all’etk di 
anni *74 restando ad essa fedele fino alPestremo de’ suoi giorni, e 
ricusando sempre le proposte fattegli dai molti amici che lo visita- 
vano nell’uitima malattia di accettare i soccorsi delle primarie ce- 
lebritk mediche di Parigi chlessi insistentemente gli offrivano. Si 
forti erano le sue convinzioni. Alle quali anco si deve se buona parte 
della colonia polacca che stanzia in Roma ebbe la fortuna di ap- 
prezzare e di godere i beneficj della Omiopatia. Poichb la sua alta 
dottrina, la conoscenza di molte lingue, la squisitezza de’ suoi mo- 
dilo facevano grandemente stimare ed amare da tutti i suoi con- 
njzionali e da quanti avevano la buona veutura di avvicinarlo. — 
Noi intanto, da lui onorati di amicizia piii che trentenne, mentre 
ne deploriamo la perdita, facciamo voti che, giunto ora alia contem- 
plazione delPeterna Veritk, egli la supplichi affinchb quel raggio di 
Essa che fu trasfuso nel mondo per opera di Samuele Hahnemann, 
dia fra noi i migliori e piu ubertosi frutti. 

Ed un umile ricordo di memore gratitudine dobbiamo anche alia 
memoria delPottimo Principe Don Marcantonio Borghese, sulla cui 
tomba ha pianto ogni ordine della cittadinanza romana. Poche volte 
abbiamo avuto l’onore di avvicinarlo, ma in quelle poche occasioni 
ne fu dato di ammirare Palta bonta dell’animo, espressa dalle piu no- 
bili doti di amabilitk. E maggiore stima gli abbiamo sempre profes- 
sata per Pamore che ebbe ail’Omiopatia la quale procurb giovare in 
piu modi. Questa nostra Rivista fu pure da esso favorita, essendone 
stato associato fedelissimo dal primo anno di sua fondazione fino al 
presente. Sia pace all’anima sua. 


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RIVISTA OMIOPATICA 


Anno XXXII GENNAJO 1887. Numero 7. 


IDROFOBIA: PRESERVAZIONE E CDRA 

del Dott. P. P. Wells. 


L’interesse del pubblico su questo soggetto, ed in 
specie dopo gli sperimenti del signor Pasteur riguardo 
alia protezione di quelli che disgraziatamente sono andati 
soggetti ad attacco di animali arrabbiati, pub essere accet- 
tato come una ragione per aggiungere ad esso la limitata 
esperienza dello scrivente, tanto sul metodo di prevenire 
quanto su quello di curare questa malattia la pih formida- 
bile di tutte. Ed in primo luogo, parliamo del modo di 
prevenire lo sviluppo della malattia in quelli che sono 
stati morsi da animali arrabbiati. Fu richiamata 1’ atten- 
zione sulla possibility di cib fino da molti anni addietro, 
ed anche sui mezzi coi quali questa prevenzione poteva 
essere ed d slata molte volte efficace, come venne com- 
provato da quell’intelligentissimo e fervido credente e pa- 
trocinatore dell’ Omiopatia di Hahnemann — 1’ onorevole 
Alessio Eustaphieve, Console Generale di Russia negli 
Stati Uniti. Egli scrisse sull’ argomento vari articoli i 
quali erano caratterizzati da una singolare intelligenza 
e seriety, e furono presentati al pubblico sui giornali 
quotidiani di Nuova-York. Queste eccellenti comunica- 
zioni attrassero 1’ attenzione del pubblico meno di quanto 
meritavano. Esse furono pubblicate molti anni prima che 
si sentisse a parlare del signor Pasteur, se non prima 
che egli fosse nato. I principii inerenti ai metodi di Eu¬ 
staphieve e di Pasteur erano chiaramente gli st.essi, quan- 

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RIVISTA OMIOPATICA. 


tunque i loro mezzi ed il loro modo di amministrazione 
fossero del tutto diversi. II numero degli ora viventi i 
quali conservano la memoria degli articoli di Eustaphieve 
deve essere piccolo. Se qualcuno fosse tentato di indagare 
percbb questi importanti documenti furono lasciati cadere 
cost presto in dimenticanza, si pu6 accettare per ragione 
sufficiente quella che il loro autore era un conosciuto 
propugnatore dell’ Omiopatia di Hahnemann, e che la 
prevalente opinions e pratica medica di allora erano vio- 
lentemente opposte a questa; ed il pubblico prendeva 
l’imbeccata dai dottori. I dottori della vecchia medicina 
sembravano decisi a ritenere, che « nessuna cosa buona » 
avesse « a venir fuori da questo Nazareth », se essi potevano 
impedirla. E poi il Console non era un dottore, ed i suoi 
articoli colpivano le orecchie di tali, che da lungo tempo 
si erano fitta in capo 1’ idea dell’ impossibility di essere 
istruiti di qualche cosa, e specialmente da persone che 
avevano convinzioni diverse dalle loro. Coloro che giy 
credono di saper tutto non possono riuscire che allievi 
di poca speranza, chiunque possa essere 1’ insegnante. 
Essi sono stati solamente troppo pronti a glorificare 
Pasteur, mentre ignoravano totalmente il metodo del Con¬ 
sole che a noi sembra assai migliore e piit sicuro. Ri- 
fiutarono essi di venir istruiti da uno che aveva avute 
molte e positive esperienze del modo di prevenire e curare 
questa piit temuta di tutte le malattie perchb avevano 
piena conoscenza di altri mezzi e migliori per raggiun- 
gere questi fini? — mezzi il cui uso sia stato seguito 
da piit grandi successi? Niente affatto. La storia, che 
non mentiry, quando sary scritta, dichiarery certamente 
che questi uomini riguardo all’idrofobia non avevano nb 
conoscenza, n& mezzi, n6 successi. Non b forse questa 
effettiva mancanza di conoscenza che li fece gridare glo¬ 
ria a Pasteur ed all’inoculazione prima che il suo valore 
fosse stabilito dalle felici riuscite della sua pratica? Cosi 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


195 

essi s’ ingoiarono tutti i microbi di Koch, e glorificarono 
Koch prima di conoscere qualche cosa della verity va- 
lore, o importanza della sua asserita scoperta. Non sem- 
brerebbe che per essi tutti i progetti ed i mezzi imagi- 
nari sono degni della loro attenzione e fiducia? Ma in 
quanto alia verity, scoperta e piu e piii volte confermata, 
se in qualche modo si riferisca all’ Omiopatia, od emani 
da qualche persona che la difende e la esercita, essi nulla 
ne avranno. 

L’impedire lo sviluppo dell’idrofobia dopo che una 
persona 6 stata morsicata da un animale, arrabbiato b 
stata una questione, intorno alia quale sono stati spesi 
molti pensieri e molta fatica. II risultato fu il ricorrere a 
mezzi — supposti adattati a questo scopo — di varie spe¬ 
cie. L’arte della chirurgia 6 stata molte volte ed attiva- 
mente adoperata, e sempre con un risultato, cio&: fiasco! 
Questo ricorso ad essa sembrava promettere buona riu- 
scita solamente a motivo delle false vedute intorno alia 
natura ed all’azione della causa della malattia. Questa 
b stata riguardata come una cosa materiale, inserita dai 
denti dell’ animale arrabbiato nell’ organismo della per¬ 
sona morsicata. Cost il problema che si aveva in vista di 
risolvere 6 stato di cacciar fuori questa cosa, o di distrug- 
gerla dove essa era stata depositata nella ferita. Per 
questo proposito il coltello, i cauteri, i caustici, e gli esca- 
rotici sono stati subito ed attivamente messi in opera 
per distruggere o rimuovere questa cosa prima che vi 
fosse tempo pel supposto agente materiale, distruttivo, di 
essere portato nella circolazione e fuori del dominio di 
questi mezzi chirurgici. 

Il vizio di questa veduta, e il conseguente universale 
insuccesso di questi mezzi meccanici, sta nello scambiare 
il veicolo pel quale il veleno & portato nell’ organismo 
per il veleno stesso. Questo, lungi dall’ essere qualche 
cosa di materiale che possa essere tagliata fuori o bru- 


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196 


RIVISTA. OMIOPATICA. 


data una volta che si 6 cacdata entro il corpo, 4 invece 
un vero dinamismo che istantaneamente invade l’intera 
rnassa corporea ed imprime in questa ed in ogni tessuto 
di essa la sua propria natura; cosl che per la sua distru- 
zione od espulsione non vi 6 quantity di tagli o di bru- 
ciature, che possa riuscire del piil piccolo vantaggio. Sa- 
rebbe tanto ragionevole, e possiatno aggiungere tanto 
« scientifico » e di buona riuscita, quanto il tentare 
di tagliar fuori del corpo 1’ elettriciik, con cui il ful- 
mine lo ha colpito! Eppure fino al dl d’oggi, e ad onta 
che questi agenti non abbiano mai, per quanto ci 6 noto, 
protetto alcun infelice morsicato, essi sono i primi ai 
quali costantemente e solamente si ricorre dalla vecchia 
medicina, come se dal loro uso fosse stato ottenuto almeno 
un solo successo da infondere speranza nel chirtirgo, nel- 
1’ infermo, o negli amici. Cost grande h la forza accie- 
cante dell’abitudine, del pregiudizio e dell’ ignoranza! 
« Non fu sempre questo il rifugio di coloro che godono 
la pih grande riputazione come medici? Quindi chi vorrh. 
impugnare ch’essi si intendano di questa pralica? » Puo 
essere una sufficiente risposta a tale interrogazione il do- 
mandare: L’ invariabile mancanza di riuscita non rende 
superflua ogni altra condanna di ci6? 

Se la natura dinamica del virus fosse accettata, come 
richiede la verity, allora il primo passo logico nel cer- 
care un preventivo sarebbe di rinvenirlo in qualche altro 
dinamismo che abbia relazione con quello del virus, come 
suo naturale vincitore. Ci6 6 risultato nella raccomanda- 
zione di tre mezzi differenti, da parte di differenti autori, 
l’uso dei quali serve alio stesso principio nell’efifettuare, 
o nello sforzarsi di effettuare, la desiderata preservazione 
— ciob: il principio dei simili. 

Hahnemann raccomandava Belladonna dinamizzata, 
poche dosi della quale, egli affermo, assicurerebbero que¬ 
st’ oggetto. La sua fiducia in questa assertiva era basata 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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sulla sonfiglianza del registro patogenetico di questa me- 
dicina coi fenomeni dell’ idrofobia. 1/ esperienza ha con- 
fermata l'accuratezza del suo giudizio, ed ha giustificata 
la sua fiducia Del principio di quella legge naturale che 
gli rivelb questa verity: II rimedio il piu simile d ad un 
tempo curativo e preservative di malattie. 

Eustaphieve, basato sullo stesso principio, racco- 
mandb il virus stesso potentizzato, come quello che pro- 
teggerebbe nel modo il piil certo, perchb il piil certamente 
simile nei suoi etfetti ai fenomeni della malattia. Questo 
virus b stato dinamizzato e sperimentato ed b conosciuto 
sotto il nome di Lyssin e di Hydrophobinum. Il Console 
era un nativo dell’ Ukrania, in Russia, dove la malattia b 
comunissima, proveniente da attacchi di lupi rabbiosi. 
Egli afferma, di averne veduti i felici risultati molte 
volte (*). Fortunatamente, questa malattia non avviene 
comunemente da noi. Una volta sola nella mia lunga 
camera dovetti curare persone morsicate da un cane 
supposto arrabbiato. Questo caso pub forse avere in se 
tale interesse da autorizzarne il racconto. 

In Novembre del 1847, io fui chiamato a curare un 
giovane dai ventiquattro ai venticinque anni, ed un ra- 
gazzo di sette anni, che erano stati morsicati, ciascuno, 
attraverso la parte grossa del pollice, mentre il giovane, 
che teneva il ragazzo per la mano, procurava di difen- 
dere una signora dairattacco di un cane, che aveva gi& 
lacerate le sue vesti malamente e dimostrava grande 


(*) Una parte, ed, il Console dice, una parte importante dei medici Russi 
col morsicato consisteva nel vigilare giornalmente alia comparsa di una vesci- 
chetta sotto la lingua dell’infermo, che ordinariamente si manifesta nella seconda 
o terza settimana dopo la morsicatura. Se e abbandonata a se stessa, il suo 
contenuto e assorbito nelle prime 24 ore dopo la sua comparsa. Bisogna pun- 
gerla, fame uscire tutto il contenuto, e sciacquarla bene, ed allora 6 assicurata 
la prevenzione. Se cio fosse trascurato, ed il contenuto della vesciehetta fosse 
assorbito, allora k certo che la malattia apparira a tempo debito. 


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198 RIYISTA OMIOPATICA. 

rabbi*. II cane era ben conosciuto nel vicinato — 
aveva appartenuto ad un uomo cbe era partito pel lon- 
tano Stato dell’ Owest, lasciando il suo cane dietro di 
se senza incaricar nessuno di averne cura. — Esso era 
conosciuto come animale pacifico ed inoffensivo in tut- 
to il vicinato, e si sapeva essersi nutrito dopo la par- 
tenza del suo padrone colla carcassa di un cavallo 
morto. Il cane fu trovato morto il giorno appresso che 
aveva morsicato i miei infermi in una bottega disoc- 
cupata di un falegname fra i truccioli sotto il banco. Non 
vi erano segni di alcuna violenza che fosse stata praticata 
sul cane, nb alcuna prova di causa di morte tranne quella 
che era morto di malattia di qualche genere. E prendendo 
i fatti come io li ho dati ■— il carattere antecedente 
del cane conosciuto inoffensivo, la sua grande rabbia al 
momento del mordere, la sua vita ultima vagabonda, uni- 
tamente a questo altro e, forse importante fatto: che un 
altro ragazzo, nel contiguo vicinato, circa lo stesso tempo 
fu morsicato da un cane e subito mori. con tutte le ter- 
ribili manifestazioni dell’idrofobia, — la conclusione, seb- 
bene ci6 non potesse provarsi positivamente, non era 
irragionevole che il cane raorl di idrofobia, e soffriva 
della sua rabbia quando morsicb i miei infermi. Si sup- 
poneva essere stato questo cane che morsicb il ragazzo 
che mori, ma cib non poteva essere provato. Nb si poteva 
provare che il cane fosse arrabbiato, ma i fatti sembra- 
vano giustificare una ragionevole presunzione, che lo 
fosse. 

Era certamente la cosa piu sicura agire secondo 
questa conclusione. Dopo un colloquio personale col Con¬ 
sole gl’ infermi presero il nosode Hydrophobinum ogni 
dodici ore per una settimana, e furono tenuti sotto vigi- 
lanza per tre settimane e piu, ma non vi furono mani¬ 
festazioni di malattia di alcuna sorta nb nell’uno nb nel- 
1’altro, nb alcuna di idrofobia in seguito. Naturalmente, 


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RrVTSTA OMIOPATICA. 


199 


la prevenzione della malattia non fu positivamente prO- 
vata in questo caso, sebbene noi siamo autorizzati da! 
fatti a pretendere presuntivamente, che il trattamento 
proteggesse gli infermi. Non si poteva ricorrere ad altri 
mezzi in questi casi, che al rimedio supposto specifico. II 
risultato non lascid piu nulla da desiderare. Se fossimo 
chiamati a curare qualche altro disgraziato in circo- 
stanze simili, noi ripeteremmo la pratica con buona spe- 
ranza di riuscita. 

II terzo raetodo di procedere onde prevenire lo svi- 
luppo della malattia in quelli che sono stati morsicati b 
quello di Pasteur. Questo, piil che ogni altro, ha attirato 
l’attenzione pubblica e guadagnata la pubblica fiducia 
fino ad un punto non giustificato da alcuno dei fatti finora 
datici. E degno di osservazione, che l’agente adoperato 
dallo scienziato francese b lo stesso che quello del meto- 
do Russo. La differenza sta nel modo della sua ammini- 
strazione. Ed appunto qui noi abbiamo un esempio della 
vista limitata della vecchia medicina riguardo ai principii 
della filosofia e della pratica. II punto d’appoggio di Pa¬ 
steur fu la pretesa protezione dal contagio del vajuolo 
mediante 1’ innesto del virus vaccino. E tale potere ebbe 
cid sulla vecchia medicina, che essa immediatamente 
parlb del suo metodo come di una « vaccinazione » col 
contagio idrofobico, e gli diede immediatamente, in forza 
della pih inadeguata prova, una fiducia poco inferiore, 
se non uguale, a quella data al metodo di Jenner. Cosl 
operando non si d.avuta alcuna conoscenza intorno alia 
differenza nella natura dei due problemi. In uno la que- 
stione &, T estinzione nell’ organismo della sua suscetti- 
bilitct all’azione d’un veleno specifico, la quale suscetti- 
bilit& b estinta da uno sperimento dei suoi eflfetti. Gli 
eflfetti del virus vaccino sono cost simili a quelli del va- 
juoio, che esso alcune volte (non sempre) estingue questa 
suscettibilit&. La particolaritk b, che il sistema, come 


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200 


RIVISTA OMIOPATICA. 


regola, non riconosce alcuna seconda impressione del 
contagio vajuoloso. Sfortunatamente, i fatali risultati del- 
l’azione del contagio idrofobico sono stati cost uniformi, 
che non vi b stata alcuna opportunity di osservazioni in 
quanto alia suscettibility a secondi attacchi del veleno. 

Noi abbiamo detto che, in questa fretta della vecchia 
medicina di impossessarsi, di difendere, e di adottare 
questo metodo di Pasteur, possediamo un’ esempio delle 
sue ristrette vedute intorno ai principii di fllosofia e di 
pratica. La sua premura in questo caso di approvare e di 
adottare una pratica fondata sugli stessi principii dell’altra 
medicina che b stata sempre da essa cost ardentemente 
detestata e contrariata, fornisce di ci6 una dimostrazione 
di non poco interesse. Sembra che non siasi avuta alcuna 
percezione del fatto che questo metodo di Pasteur £ omio- 
patico nei suoi principi e nella sua natura. Se vi b in esso 
qualche cosa di buono b solamente il risultato derivante 
da un’ imperfetta obbedienza alia legge dei simili. La 
vecchia medicina non conobbe ci6 che dy la spiegazione 
di tutto questo. 

Quindi questa limitata veduta b maggiormente dimo- 
strata dalla sua parziale accettazione dell’ inoculazione 
come una profilassi del cholera epidemico. Questa b la 
cosa pih notevole, mentre sembra non esservi implicato 
alcun principio, che possa dare qualche promessa di spe- 
ranza di riuscita ricorrendo all’ inoculazione. Noi non 
vediamo come questa parziale accettazione possa essere 
intesa altrimenti che ritenendo tale inoculazione quale 
l’attuale mania della vecchia medicina, a meno che fosse 
sostenuto, che la caduta da cosl grandi speranze di bene 
concepite dalla conoscenza dei microbi di Koch, il com- 
pleto insuccesso di qualsia pratica efficace basata su quelle 
speranze abbia lasciato i suoi aderenti in un pratico 
abbagliamento intelletluale. E chiaro che essi non pos- 
sono vedere i principi e gli elementi di cose che carat- 
terizzano le loro^differenze. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


201 


Dunque, in quanto alia guarigione dell’ idrofobia, che 
cosa ha da offrire la vecchia medicina alle speranze di 
coloro che sono bisognosi di cura? Una successions sol- 
tanto di quasi non interrotti insuccessi che hanno con- 
tradistinta tutta la sua storia passata. Ed b essa, in se- 
guito a cid, piu volenterosa di ricevere istruzione da 
quelli che hanno un migliore archivio di fatti? Essi non 
ne sono affatto pih volenterosi; solamente accarezzano e 
manifestano lo spirito dei farisei del tempo antico, quando 
i medesimi non potendo contraddire il fatto della nuova 
vista data a colui che era stato cieco soggiungevano: 
Lo insegni to a not? 

Non pub essere altrimenti che gradito a tutti coloro 
che amano la verity perchb essa b verity, il raffrontare 
•quest’archivio di insuccessi coi successi che furono pro- 
messi da Hahnemann coll’uso del rimedio giustamente 
scelto, la quale promessa b stata pienamente adempita 
medjante 1’ uso di tali rimedi. Nell’ Archiv fur Homoeo- 
pathische Heilkunst, Band X, Theil 3, S., 85 e seguenti, 
sono dati colie loro particolaritb, i fatti e il trattamento 
di un caso di questa malattia, che era stata sotto cura 
dalla vecchia medicina finchb la sentenza di morte immi- 
nente venne notificata all’inferma dal suo assistente della 
vecchia scuola. La sentenza sembrava giustificata dalla 
descritta condizione dell’inferma. Questa era realmente 
in extremis. Tuttavia, essa rispose all’azione del rimedio 
specifico scelto e fu da questo restituita in perfetta salu¬ 
te (*). Il rimedio scelto fu uno di un gruppo che Hahne- 

(*) Boennmgbausen fu il medico ed il relatore di questo caso. Esso avvenne 
in Gennaio 4 830, e fu da lui riferita nel 4 834. 

A questo caso noi possiamo aggiunger quello curato felicemente son gia 
vari anni in Vische, provincia di Torino, dal fu benemerito Dott. Fioretta; 
del qual caso fece parola il Dott. Granetti in un suo libro che ne spiace non 
poter citare, non avendolo qui con noi. — Ma siamo ben lieti di citare e ram- 
mentare a grande onore, dell’ Omiopatia ed a conferma di quanto il Dott. Wells 


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202 


RIVISTA OMIOPATICA. 


mann indicb come contenente i piil important rimedi per 
1’ idrofobia. L’ inferma prese un solo rimedio. 

stato dovere dello scri'vente di teiier conto di un 
caso solo di idrofobia completamente sviluppata. L’espe- 
rienza che egli ebbe con quello non fu di poco interesse 
per lui. Un racconto di questo caso pub interessare altri. 
Egli fu chiamato una mattina di Luglio, 1848, a visitare 
T uomo che aveva cura del suo cavallo. Mi fu detto che 
era infreddato e che aveva dolor di gola. Io lo trovai in 
letto, che si lagnava di dolor di testa, e di gola, di grande 
aridity della gola, di dolore nell’inghiottire, di mancanza 
di sonno, di agitazione; la sua faccia era rossa e ardente, 
gli occhi rossi, iniettati, lucenti, con un’ espressione al- 
quanto selvaggia; pelle ardente, secca, e congestionata; 
intelligenza chiara; polso 100 per minuto e duro. Egli 
mi diede chiare ed intelligenti risposte alle domande 
fattegli. Siccome non vi poteva essere dubbio sul rimedio; 
gli effetti patogenetici del quale erano i piil Bimili ai feno- 
meni che avevo dinanzi, chiesi una tazza di acqua ed un 
cucchiarino; sciolsi pochi globuli di Belladonna 30 nell’acqua, 
e ne offrii un cucchiarino all’infermo. Appena egli vide 
1’acqua fu preso da violenta convulsione. Cessata questa 
io gli dissi: « Michele, che cosa b questo? » Ed egli a 
me: « che cosa ho io, signore? » La mia diagnosi, alia 


espone nel suo magnifico scritto, la guarigione meravigliosa d’ idrofobia ope- 
rata a Madrid nella signora Guevara dal Dott. Anastasio Alvarez Gonzalez. 
Trattavasi di rabbia dichiarata tale ed inguaribile dai primari allopatici di quella 
capitale; ed in periodo avanzatissimo. I giornali omiopatici. di quel tempo ne 
resero conto. E noi pure ne riproducemmo una narrazione estesissima che incre- 
duli e credenti possono sempre leggere in questa Rivista , Anno X N.° 20 del 
30 Aprile 4 865, pagine 453 e seguenti. £ un’istoria che mostra come l’Omio- 
patia non abbia affatto bisogno del signor Pasteur, i cui metodi, se hanno cosa 
buona e rubata o derivata da quella, — un’istoria da bastar essa sola per far 
accettare universalmente l’Omiopatia, se gli uomini fossero « uomini e non pe- 
core matte. » 

La DlREZIONE. 


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RIYISTA OMIOPATICA. 


203 


quale io non aveva pensato — ciod di dare un nome al 
caso — era per me bell’ e fatta. Io non aveva pensato 
all’idrofobia, ma solaraente a ci6 che guarir& quest’uomo. 
Tentai una seconda volta di dargli una dose della solu- 
zione, e di nuovo la vista dell’acqua fu seguita da nn’altra 
convulsione. Io domandai: « Cosa avete voi fatto? Siete 
stato morsicato da an cane? » « No. Io ne sotterrai uno 
che era stato ammazzato perchb era arrabbiato. » Egli 
aveva toccato il sangue e la bava uscente dalla bocca 
del cane colle sue mani che erano screpolate. I fenomeni che 
avevo presenti erano il risultato di questa trascuratezza. 
Tale diagnosi ora chiaramente diciarata richiedeva essa 
un cambiamento del rimedio scelto? Si diceva che egli 
« erasi infreddato. » Ma ci6 non aveva avuto nulla da 
fare colla scelta del rimedio preferito; questa fu decisa 
solamente dai fenomeni morbosi del caso, e la parola 
« idrofobia » aveva poco da fare col cambiamento della 
scelta, come essa non recava cambiamento nei fenomeni 
della malattia. L’infermo, appena c'essatagli questa secon¬ 
da convulsione, fu invitato a chiudere gli occhi, ed aprire 
la bocca per quanto poteva, cib che egli fece, ed una 
cucchiaiata della soluzione gli fu gettata in gola il piil 
in gift possibile. Questa fu inghiottita senza resistenza 
spasmodica. Doveva farsene la ripetizione ogni quattro 
ore. Questa prima visita fu di Giovedl. 

Il giorno appresso (venerdl) egli aveva mono febbre, 
meno dolore nella testa e nella gola, era meno agitato, 
aveva dormito un poco durante la notte — a dir breve, 
stava meglio. Fu continuato il rimedio. 

Sabato. — Ancora piit migliorato. Continuato il ri¬ 
medio. 

Domenica egli era cost migliorato che nel mattino 
and6 a tavola e mangib un tazzone di pane e latte con 
gusto come prima era solito, ed il suo finale ristabilimento 
sembrava assicurato. Ma vi era stato per tre giorni una 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


viva istanza del padre di un ragazzo che era stato recen- 
temente morsicato da un cane, il quale desiderava man- 
dare il mio infermo all’ ospedale a Flatbush, affinchb la 
notizia che vi era un caso di idrofobia nel vicinato non 
potesse arrivare alia sua moglie molto nervosa, la madre 
del ragazzo morsicato; egli temeva la peggiore delle con- 
seguenze se essa veniva a conoscere questo fatto. Egli 
assedib il principale deH’infermo, il suo doltore, e l’infer- 
mo stesso, senza tregua, finchb finalmente l’infermo accon- 
sentl di andarsene se mi fosse permesso di assisterlo 
all’ ospedale. Questo permesso fu ottenuto dalle autorit& 
cittadine, senza il quale permesso 1’ infermo rifiutavasi 
positivamente di andarsene. 

La domenica mattina 1’ infermo camminb dalla sua 
casa alia stalla, percorrendo da solo una distanza di 
circa cento canne da pesca. Io lo vidi let mentre egli 
aspettava il carro, che doveva portarlo all’ospedale. Egli 
ragionava perfettamente ed il solo segno che mostrasse 
della sua terribile malattia era uno sguardo a quando a 
quando, come di apprensione improvvisa, sulla sua spalla, 
come se vi fosse dietro di lui qualche oggetto spaven- 
tevole. 

Andai a vederlo all’ ospedale il giorno dopo all’ una 
pom. Il mio defunto stimato vicino, il Dott. John Barker, 
mi accompagnb all’ ospedale. Arrivammo all’ una e dieci 
minuti, e ci venne detto che il paziente era morto da 
circa dieci minuti! Noi non potemmo saper nulla circa 
la cura alia quale era stato assoggettato, o su ci6 che 
gli era accaduto dopo il suo arrivo all’ospedale. Non 
potei vedere il medico che aveva trattato il paziente, ma 
seppi che egli non voleva alcun omiopatico nel suo ospe¬ 
dale (naturalmente, egli ne era il padrone) e fece a modo 
suo, coll’ aver ucciso il povero Michele prima del mio 
arrivo! Io vidi Michele, morto, e vidi che gli era stato 
cavato sangue! 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


205 


Dico che uccise il povero Michele, perchfe, avendolo 
visto al momento in cui egli partiva per 1’ospedale, e 
conoscendo il progresso che egli aveva fatto verso la 
guarigione sotto 1’ azione del rimedio specifico, e quanto 
poco rimaneva ad essere guarito in quella Domenica mat- 
tina, non posso avere alcun dubbio che, se fosse stato 
lasciato solo dopo d’ allora, lo specifico che egli aveva 
gi& preso sarebbe stato sufficiente per completare la gua¬ 
rigione. Ma egli non fu lasciato solo. Che cosa gli si 
facesse soffrire, oltre il salasso, io non so. So soltanto che 
tutto ci6 cost6 al pover’uomo la sua vita. Forse fu que- 
sta la pih crudele dimostrazione del pregiudizio, odio, ed 
ignoranza della vecchia scuola, che io abbia mai incon- 
trata, ed il risultato fu dei pih tristi. Ed esso sembra 
tanto piu imperdonabile in quanto che non possiamo sup- 
porre che questo dottore ignori il fatto che la vecchia 
medicina. non guarisce tali casi. Noi possiamo, forse, spe- 
rare che essa abbia uccise poche porsone in un tempo 
cost breve (The Homeopathic Physician). 


PERITONITIS PUERPERALIS 

per il Dott. Ad. Lippe. 


Prima che Hahnemann ponesse le fondamenta del- 
l’arte di guarire sotto la infallibile guida della Legge dei 
Simili, questa malattia veniva universalmente trattata coi 
mezzi del sistema antiflogistico; i risultati erano una gran- 
dissima mortality, specialmente nelle inferme degli ospe- 
dali, dove si sviluppava un miasma particolare che favo- 
riva la diifusione della malattia. 

L’oggetto di questo breve scritto non e d’ intratte- 
nersi estesamente sulla diagnosi di questa malattia pecu- 
liare alle donne nel puerperio, ma di restringerci alia 
considerazione della sua felice cura coi mezzi dell’ Arte 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


omiopatica di guarire. I registri terapeutici faranno vede- 
re, come i primi pionieri della nostra scuola combatterono 
con successo questa malattia, e le loro esperienze ci aiu- 
teranno anche a mostrare sotto quali circostanze caratte- 
ristiche furono omiopaticamente applicati i diversi rime- 
di onde ristabilire le disordinate funzioni, e ricoDdurle al 
loro stato normale. 

Noi troviamo nell’ Hygeia 19,103 (Bosch) un caso. 
Una donna di 28 anni era stata operata col forcipe per 
placenta previa. Al terzo giorno ebbe un violento brivido, 
febbre alta, polso duro, frequente, pelle ardente, gran sete, 
lingua secca, pochissimo impaniata, forte cefalea, occhi 
selvaggi, stralunati, lochi soppressi, niente latte nelle 
mammelle avizzite, nell’ addome disteso fieri dolori che 
peggiora'vano al piu leggiero contatto. Fu somministrato 
Aconito 2 sciolto in acqua ogni mezz’ora il quale in due 
giorni arrecb miglioramento; quindi vennero evacuazioni 
dissenteriche e sotto 1* azione di Belladonna la malata 
guarl in pochi giorni. 

Diez riferisce un caso di una persona sensibilissima 
attaccata aU’ottavo giorno dopo il parto, per aver bevuto 
abbondantemente acqua fredda; calore secco con dolori 
addominali continui taglienti e restringenti, tensione e 
grande sensibility dell’addome al tatto; diarrea frequente 
e ricorrente ogni quarto o mezz’ ora: cefalalgia pressiva 
e stupefaciente, polso frequente, durct; sete intensa, lin¬ 
gua impaniata, bianca e secca; nausea; cessazione della 
scarsa secrezione dei lochi; venne sostenuta la scarsa se- 
crezione del latte col far attaccare spesso il bambino al 
petto. Aconito 4 ogni tre ore per un intero giorno cac- 
ci6 tutti i sintomi infiammatori, e ristabill la secrezione 
lochiale: i rimanenti dolori colici all’addome cedettero in 
24 ore a due dosi di Camomilla 4. 

Diez riferirisce un altro caso. Una donna di 28 an¬ 
ni, di buona costituzione, di temperamento flemmatico, 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


207 


quattordici giorni dopo un felice parto incomincib a la- 
mentarsi, dopo che qualche eruzione puerperale le era con- 
tinuata per qualche giorno, di una diminuzione nella se- 
crezione del latte; erano completamente cessati gli scarsi 
lochi; forti brividi ripetuti nella giornata e che duravano 
ore furono seguitr da febbre e da profusa traspirazione, 
polso duro e frequente, mancanza di appetito, gran sete, 
sapore amaro, lingua secca con patina bianca, nausea fre¬ 
quente, stitichezza, dolori addominali specialmente alia re- 
gione ombelicale, prima colici, contrattivi, remittenti, nelle 
ultime 12 ore continui lancinamenti e bruciori, addome 
rigonfio e sensibilissimo al minimo contatto, cefalea, in- 
sonnia, eruzione rossa su tutto il corpo eccetto all’addo- 
,me. Fu ordinato Aconito 3, prima ogni 4 ore, poi ogni 
6. II giorno appresso la malata migliorb molto, e abban- 
don6 il letto al terzo giorno. 

Schroen, (Hyg. 5,99) riporta un caso. Dolore lanci- 
nante tagliente nell’addome tumido, aggravato dalla pres- 
sione e dal movimento, secrezioni di latte e dei lochi di- 
minuite, cefalea, occhi lucidi, sete intensa, polso non pie- 
nissimo ma frequente, pelle ardente, grande inquietezza, 
ansietit con paura di morire, insonnia con delirio al 4° 
giorno del puerperio: fu guarita con Aconito in pochi 
giorni. 

Burkner, nel Deitschrift di Hirsche 3,68, riferisce: 
Una donna di 20 anni ebbe il secondo bambino, che mori 
per resipola dei neonati al 4° giorno, venne assalita da 
una violenta peritonite all’ 8° giorno dopo il parto, i lo¬ 
chi erano ancora normali, la secrezione del latte diminui- 
ta. La febbre assai intensa assunse subito un carattere 
nervoso. Al principio sembrb che fosse piit specialmente 
affetto il peritoneo, ma dopo che Belladonna allevi6 i sin- 
tomi, apparve che la sede della malattia era nell’ utero: 
il grado della sua intensity si manifestb pei crescenti 
brividi che Tinferma inconsapevole soffriva parecchie vol- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


te al giorno e che la facevano scuotere violentemente nel 
letto. Faccia non molto rossa, percettibilmente livida e 
turchiniccia, pelle secca, talvolta calore bruciante e di 
nuovo piil fredda; timpanite, nessuna evacuazione, niente 
orina, lochi cbiari e icorosi. Arsenico e Secale corn, 
non arrecarono vantaggio, ma Lackesis 6 dato ogni due 
ore produsse traspiro e secrezioni di orina togliendo di 
mezzo il sovrastante pericolo. 

Tutti questi casi rimontano a cinquanta anni fa. £< 
cosa istrutiva e al tempo stesso interessante il ricapitolare 
le indicazioni dei sintomi dei vari rimedi, che servirono 
per guarire la febbre puerperale in quel tempo (1836). 
Aconito fu raccomandato al principio della malattia; es- 
so migliora i sintomi infiammatori, ma se predominano i 
sintomi nervosi, non vi & rimedio migliore di Nigella 
(seme di Carvi). 

Chamomilla era indicata quando esisteva grande eccita- 
mento del sistema nervoso, agitazione, pressione pulsante 
alia testa, specialmente alia front.e, dispnea, mammelle av- 
vizzite, soppressa secrezione del latte, diarrea acquosa 
verdastra, colica, periodica emissione dalla vagina di san- 
gue aggrumato, dolore air utero simile a quello del parto, 
sete e freddezza delle estremitcl. 

Pulsatilla se havvi sopraeccitabilita del sistema ner¬ 
voso, aspetto che mostra gran depressione pel dolore, sop- 
pressione istantanea dei lochi, senso di bruciore e di ripie- 
nezza ai genitali, vampe di calore con ansiet&, inquietezza 
notturna, palpitazione di cuore e sete; spesso utile se fu data 
una infusione di Camomilla: i sintomi proprio caratteri- 
stici sono in special modo gran sete, disposizione alia pau- 
ra e al pianto, grevezza paralitica delle estremit£, addo- 
loramentp alle articolazioni, grande sensibility, delle pa¬ 
red addominali e dolori nell’ addome simili a quelli del 
parto, lochi soppressi, diarrea acquosa, stranguria o emis¬ 
sione a goccie di orina chiara o scura, dolori laceranti e 


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RIVISTA OMIOPATICA. 209 

lancinanti nell’ addome, sapore putrido in bocca, capogiri 
con perdita di vista, aggravamento serale. 

Rhus tox. b alcune volte indicato, massime se tutto il 
sistema nervoso b eccitato, e se la minima collera rende 
pih grave Y eccitamento; tremore delle estremit^, accessi 
di deliquio, grande ansieUt, generalmente febbre alia sera 
e aggravazione dei dolori, cascaggine, delirio, eruzione 
cutanea o eruzioni pustolose, forte dolor di testa di ca- 
rattere lancinante, gran sete, dolori laceranti nell’addome, 
iofiammazione all’utero; i lochi pressochfe bianchi si fan- 
no nuovamente sanguigni, soppressa secrezione del latte. 

Arnica b indicata se vi sono state contusioni dei ge- 
nitali, o vi sono fessure nell’iitero. 

Bryonia 6 indicata quando siavi faccia rossa ardente, 
malinconia, dolori pungenti alia fronte, lingua secca con 
intonaco giallastro, perdita di gusto, senso di morsicatura 
sulla lingua, dolori lancinanti alle regioni ovariche, lochi 
soppressi, stitichezza, polso duro e piccolo, brividi durante 
il calore e dolori taglienti ad un lato molto esacerbati 
pel movimento. 

Ignatia , allorchd la malattia ha avnto per causa una 
paura, un dispiacerej o v’ b stato abuso di caffe. 

Nux Vom. specialmente se la malattia b stata ca- 
gionata da collera, infreddatura, abuso di liquori spiri- 
tosi, caffe o th6 di Camomilla. I lochi sono soppressi, si 
ha calore ai genitali, tensione al petto, dolore tagliente 
all’ombelico con eruttazioni amare, nausea e vomito, bru- 
ciore all’ addome, pelle secca bruciante, polso duro, an- 
siet& e paura di morte, tosse breve, secca, con addolora- - 
mento del petto. 

Belladonna b uno dei nostri pift validi rimedi in que- 
sta malattia: brividi e freddo in alcune parti del corpo, 
specialmente alle estremit&, calore bruciante e rossore 
della testa, addome doloroso, periodica pressione in gift 
(rovesciamento) nella pelvi e nel retto, emissione dalla 

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210 


RXVISTA OMIOPATICA. 


vagina di grumi putridi di sangue, dolore alia fronte, vi¬ 
sta doppia, nel delirio visione di fuoco, offuscamento di 
vista, feccie poche, non composte, tosse con respirazione 
corta e rumorosa. 

Syoscyamus , emissions freqnente di sangue aggru- 
mato, accompagnata da convulsioni parziali. 

Platina, quando vi sono emissioni copiose e dense 
di sangue con doloroso tiramento in giu nella pelvi e 
dolore alia regions lombare, brividi interni pressochfc 
continui, dolor di testa alia fronte, peggio pel movimento, 
ansiety, calore bruciante della faccia. 

Zincum se esiste ninfomania, soppressione dei lochi, 
e della secrezione lattea, grande sensibility ai genitali e- 
sterni e interni. 

Fino da cinquanta anni fa in cui furono pubblicati 
e questi casi di guarigioni e leindicazioni pei rimedi, la 
nostra letteratura non ha aggiunto nel trattamento della 
febbre puerperale tanta esperienza clinica quanta se ne 
poteva aspettare, e noi abbiamo aggiunto alia nostra Ma¬ 
teria medica rimedi pregevoli tali da ritenere una gran 
quantity di sintomi simili come spesso caratteristici di 
quella malattia. Noi faremo qui menzione soltanto di Apis 
mel. e di Tilia europea. Apis produce e guarisce tanti 
sintomi addominali, ha tale un deciso effetto sulle ovaie 
e sull’utero che possiamo aspettarci di vederlo frequente- 
mente ben indicato. Tilia ha prodotto e ha guarito quel 
sintomo caratteristico di sensibility e addoloramento dello 
addome allorchy h accompagnato da sudore caldo pro- 
fuso che non dy sollievo, un sudore assai differente co¬ 
me lo si trova caratteristico di Mercurio (viscoso, untuoso, 
freddo) e nella particularity del sudore invariabilmente 
presente (sotto Tilia) esso ha una sensibility e addolora¬ 
mento dello addome sensibilissimo come quello che ben 
si sa essere caratteristico di Pulsatilla. 

Durante trenta anni di una estesa pratica ostetrica 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


211 


non mi occorsero piit di tre casi, e questi furono tutti 
prodotti da contagio portato nella camera della malata da 
nutrici che venivan proprio dall’aver visitato casi di feb- 
bre puerperale, che tutti avevano avuto esito fatale — 
tutti sotto l’ordinaria prevalente cura allopatica. —• Io non 
trovai difficolty alcuna nel guarire quei casi. Nel 1846 
guarii due casi cedutimi da chirurgi della vecchia scuola. 
II presentarsi molto pin frequente della febbre puerperale 
sotto il trattamento allopatico puo spiegarsi facilmente. 
La cura omiopatica della donna incinta comincia subito 
che essa si lagna nella gravidanza di condizioni anormali, 
e se il rimedio simile viene accuratamente amministrato, 
quelle condizioni e la donna sono guarite, preparandola 
ad un parto normale, e se durante il parto si affacciano 
condizioni anormali, se le doglie sono anormali, o se si 
slabiliscono emorragie, anche quando sopravvengono con- 
vulsioni, la nostra ricca Materia medica pu6 essere con- 
sultata per il rimedio simile, senza ricorrere alia ammi- 
nistrazione invariabilmente dannosa di Ergotina o di Clo- 
roformio o al parto forzato per mezzo del forcipe; e tali 
donne cost convenientemente trattate hanno diritto ad u- 
na pronta guarigione, e vanno immuni dai disordini che 
frequentemente occorrono nel puerperio, e dai mali che 
per molto tempo dopo li seguono. La grande superiority 
dell’arte omiopatica di guarire sulla cura allopatica si 
far& specialmente palese nella cura delle malattie delle 
donne in generale, e della febbre puerperale in ispecie, 
siccome quella malattia che ha raramente buon successo 
trattata dagli allopatici: una grande maggioranza dei loro 
casi finisce in modo fatale, mentre sotto il trattamento o- 
miopatico i risultati sono assolutamente alKopposto. 

Versione dall’inglese dal Dott. T. Baldelli. 


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NOTE DI UNA LETTURA SOPRA STAPHYSAGRIA 

Del Prop. J. T. Kent. 

(Riportate stenograflcamente) 


Questo rimedio d maravigliosamente utile in una sfera 
ristretta. La sua sfera d generalmente di carattere ner- 
voso con marcata irritability, tanto di corpo quanto di 
mente — irritability della mente e degli t organi genito 
— orinari e della pelle. 

I sintomi della mente spesso dipendono da irritabi¬ 
lity genito-orinaria. 

Gli stati mentali una volta sviluppati saranno esa- 
cerbati dalla collera, dallo sdegno, da eccessivo mangia- 
re, e specialmente da qualunque specie di eccesso ses- 
suale, o di cruccio. 

una fattezza caratterist'ica di Staph, il diventar te- 
tro e dimesso. Irritabile e molto triste dopo un atto. di 
collera, specialmente quando viene soppressa. Dopo una 
notevole offesa. Dopo un insulto. Un gentiluomo d insul- 
tato da un furfante che egli non pub percuotere, e soffre 
orribilmente dalla prostrazione che ne segue. Egli si 
sente insultato; si sente indignato; se egli fosse di con- 
dizione un poco pid bassa, alzerebbe il pugno ed andrebbe 
a percuoterlo. Cost egli si trattiene, si piega, e ne soffre. 
Con tale informazioue io do quasi sempre Staph. Questo 
genere di condizione porta cos! naturalmente su questo 
sintomo di Staph. Se da tale stato deriva diarrea — per 
collera e per sdegno — ci vuole Colocynth. Ora questi 
due riraedi sono del tutto simili; specialmente simili ri- 
guardo ai testicoli ed alle ovaje. Staph, b riuscita utile 
pid particolarmente negli uomini. Colocynth ha manife 
stata la sua marcata condizione sia nelle ovaje, sia nei 
testicoli. Ambidue questi rimedi producono un dolore nei 
testicoli come se fossero spremuti, ed ambidue producono 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


213 

lo stesso sintomo nolle ovaje. In ambidue i casi queste 
sofferenze sono prodotte dalla collera e dallo sdeguo. Ma 
in Staph, noi abbiamo quelle marcate fattezze mental! 
che ho descritte — tristezza, malinconia, etc. 

Un’ altra notevole fattezza di Staph, b la sua in¬ 
fluenza debilitante sugli organi sessuali del maschio, che 
produce impotenza con estrema irritability della vescica 
e dell’ uretra; irritability della vescica e dell’ uretra ca- 
gionata da eccesso sessuale — cbe vi dary, molto pro- 
babilmente, molti sintomi di Staph. La sua piii grande 
utility b quando essa corrisponde a questo stato di Staph. 
In molte sofferenze provenienti dal coito eccessivo, voi 
troverete molti sintomi di Staph. 

Voi troverete questa molto utile nelle persone spo- 
sate di recente, specialmente nella donna, quando vi b 
frequente bisogno di orinare. Una giovane sposa poche 
settimane dopo il matrimonio soffre grandemente nell’ o- 
rinare. Grande irritability della vescica e dell’ uretra. I 
naturali cambiamenti nella sua vita hanno prodotto presso 
a poco questo risultato e Staph, b un rimedio eccellen- 
tissimo. Riguardo agli organi genitali vi b un marcato 
prurito; irritability con prurito e formicollo come da in- 
setti. I sintomi pih termentosi nel maschio sono prodotti 
da questo formicollo, come di insetti attorno alio scroto. 
Ei vi diry che ha qualche cosa che sempre formicola. E- 
gli ha bisogno di grattare lo scroto continuamente. 

Dove P irritability b pih particolarmente limitata al 
prepuzio ed al pene ci vuole Petrol. 

I genitali esterni della donna avranno questo prurito 
e voi dovete confrontare Coffea, Platina, Petroleum, Apis, 
Tarantula e Staph. Essi tutti hanno questo prurito molto 
tormentoso. 

Terribile prurito, una sensazione come di insetti 
striscianti e formicohmti. Tarantula Hispanica ha guarito 
moltissimi di questi casi per mio mezzo. La donna vi 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


dir& che tutte le parti esterne le sente come se vermi o 
come se insetti stessero forando e formicolando, senza 
alcun sollievo n£ dal freddo nb dal calore. Vi b un con- 
tinuo titillamento ed un’ irritazione che b molto nojosa e 
tormentosa. 

Questi sono i sintomi generali dello stato genito-ori- 
nario, e lo stato mentale vi ajuter& a scegliere questa 
medicina. Vi b un’ altra fattezza marcata rapporto alia 
testa ed alia fronte. Una sensazione di un pezzo nella 
fronte, come se fosse conficcato in essa. L’ interno del 
cervello si sente come se fosse una palla di legno. 

Questo sintomo 6 probabilmente manifestato ed as- 
sociato coi sintomi mentali, ed b prodotto dalla stessa 
causa, associata con irritability degli organi genitali, etc. 

Vi b un altro sintomo che probabilmente sarh, pre¬ 
sente, con o senza quella sensazione di una palla nella 
testa, e questo b una sensazione di vuoto, come se vi 
fosse uno sfregio nella base del cervello. 

Questi due sintomi possono essere associati; sensa¬ 
zione di una palla nella fronte, e sensazione di vuoto 
nella parte posteriore della testa. Questi sono caratteri- 
stici di Staph. 

Esso ha dolor di testa il pift premente, e stupefa- 
cente, con una condizione stupida generate della mente. 
Sonnolenza in modo che egli desidera di star coricato e 
di dormire continuamente. Ed b cost irritabile che non 
vuole che le persone della sua famiglia gli parlino, e deve 
fare il piil grande sforzo per tollerare i piccoli della sua 
famiglia; tanto i fanciulli lo tediano. 

Vi b grande prurito nel cuojo capelluto, e caduta dei 
capelli. Questi sono i lineamenti caratteristici. Il prurito 
b come da una sensazione di formicollo, in accordo con 
questo sintomo dappertutto sopra la pelle. 

Alle volte sembra che sia un rimedio che agisce pro- 
fondamente. Esso agira nei sintomi mentali cronici da 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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quattro a sei settimane. Io constatai che nna sola dose 
di Staph, tenne lontani per sei settimane i sintomi piil 
marcati e molesti. Ho presentemente un infermo sotto 
l’azione di Staph., ed essa ha agito su di lui circa sei 
settimane. Egli sta quasi bene. Egli ebbe in tutto due o 
tre dosi di Staph., altissima. Questo fu un caso di grande 
stanchezza di cervello, cost chiamata, con grande debo- 
lezza genitale. Irritability con inability a sostenere uno 
sforzo mentale. Egli fu insultato da un* uomo; essendo 
troppo distinto per azzuffarcisi, soggiogb la sua collera 
ed andd a casa malato, tremante, ed esausto. Staph, agl 
maravigliosamente su di lui. 

In realty questa medicina ha dato sollievo anche 
nella sifilide e nella sicosi. Giov6 nell’ intromissione delle 
due diatesi in un vecchio caso di sifilide cronica — una 
sifilide che dur6 lungo tempo e lascib la sua impressione 
sul corpo. E specialmente essa modifica i casi che sono 
stati mercurializzati. Essa 6 quasi uguale ad Hepar e Nit. 
ac. a questo riguardo. 

Per la infiammazione che si stabilisce dopo che un in¬ 
fermo ystato raercurializzato —come il finale risultato della 
sifilide — essa sta con Merc., Hepar e Thuja per questo stato. 

Essa 6 un gran rimedio per i bottoncini a base in- 
durita, che lasciano nodi duri; con quello stato irritabile 
che io ho descritto; la debolezza genitale e 1’ irritability 
della vescica. 

Peggioramento dalla collera e dallo sdegno; tale sto- 
ria del vostro infermo vi condurry a questo rimedi'o. 

Un’ altra fattezza marcata e molto particolare 6 ri- 
spetto ai denti. Essi sono neri e sgretolantisi. Esso y un 
grandissimo rimedio nei piccoli fanciulli, nei fanciulli ir- 
ritabili i quali hanno i denti neri. I denti diventano neri 
quasi subito appena appariscono fuori delle gengive. 

Confrontate questo rimedio con Kreosotum, poichy 
esso ha pure 1’ irritability, la condizione variabile desi- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


216 

derando ogni sorta di nuovi giocatoli, gettandoli via ap« 
pena si banno. Questo stato irritabile appartiene ad am- 
bidue, e voi dovete confrontare con accuratezza questi 
due medicamenti. 

Questo rimedio ha salivazione; quindi voi vedete la 
sua relazione con Mercurio, e perchb cosl bene esso qua- 
dri con Mercur. — quando pub antidotarlo. I suoi sin- 
tomi salivari sono simili a quelli di Merc. 

Hering di costante accumulazione di acqua nella 
bocca. 

Vi & gonfiezza delle tonsille, anche dopo abuso di 
Merc. 

Mentre parla essa inghiottisce continuamente. Perchb? 
Per quella costante accumulazione di acqua nella bocca. 

Brama di cibo sottile liquido. 

Gran desiderio di vino, acquavite, o tabacco. 

Vi b una grande aviditi per il suo tabacco, che gli 
;fa male. Nel testo non b detto cosl, ma b un fatto che 
egli b sempre aggravato dal suo tabacco. 

Sensazione come se lo stomaco pendesse in gib e 
fosse rilasciato. Cib costituisce un tratto di molta simi- 
glianza con Ipec. nello stato "colico, ma non vi b un esau- 
rimento marcato per nausea. Colica dopo la litotomia. 
Questo, naturalmente b un sintomo clinico. Colica, con 
urgenze di evacuare o con urgenza di orinare; svoglia- 
taggine — peggiore dopo aver preso cibo od aver be- 
vuto. Peggioramento dopo il cibo o la bevanda b del 
tutto comune, ed b un aggravamento caratteristico. 

Cib mi fa pensare a Staph, riguardo alle ferite. 

Le ferite che sono divenute irritabili e volgono alio 
scuro. Per queste voi troverete un portentoso rimedio in 
Staph. Naturalmente, in tale caso, osservate lo stato men- 
tale generalmente, ed i sintomi che precedettero la fe- 
rita. Staph, b cosl buono per le ferite, per gli effetti delle 
ferite, o per la guarigione del disturbo in generale, che 


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RIVISTA OMIOPATICA, 


217 

se per qualche ragione voi avete dato al vostro paziente 
Staph., ed egli riceve una ferita, voi non pot.ete cam- 
biare il rimedio. Voi dovete continuare con essa. 

Flati caldi; puzzano come uova putride — (Psorin.). 

Vi b qualche cosa pih caratteristica in questo rime¬ 
dio; ed b: la traspirazione ed i-flati puzzano come uova 
putride. II paziente di Staph, quando suda, pute di uova 
putride; tanto la traspirazione b cattiva. 

Dopo il minimo cibo o bevanda, evacuazione con do- 
lori colici e dissenterica. Ebbene a che cosa somiglia ci6 ? 
Somiglia a Colocynth. 

Colocynth. e Staph, hanno Io stesso sintomo. Ambi- 
due hanno quel sintomo, aggravamento dopo aver man- 
giato o bevuto. • 

Staph. Colocynth. e Caust. seguono bene 1’ Uno al- 
1’ altro e sono complementari ciascuno dell’ altro. 

Voi troverete nel vostro testo mqltissimi sintomi re- 
lativi alia debolezza dell’ apparato sessuale maschile. 

Abbiate sempre in mente il portentoso valore di que¬ 
sto rimedio relativamente alia masturbazione. 

L’abbassamento (alienazione mentale?) quello che 
appartiene alia pratica — all’ atto — appartiene pure a 
questo rimedio. 

Testicoli infiammati con dolori brucianti, e pungenti, 
e prementi, e tiranti. Lancinamento e tiramento nei cor- 
doni. Il testicolo destro si sente come se fosse compresso. 

In Colocynth. noi abbiamo il testicolo come se fosse 
spremuto. Voi vedete che questo b lo stesso sintomo — 
come se fosse compresso o spremuto. Essi sono molto si- 
mili in questo sintomo. 

Vi b un sintomo del cuore che non b nel testo, ch b 
b di gran valore. I dolori trafiggenti nel cuore sono molto 
caratteristici. 

Vi b tremore e battito del cuore. 

Questo rimedio ha violenta palpitazione — palpita- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


zione cosl marcata che essa pud vedersi — il battito; ed 
esso scuote tutto il corpo. Cid trovasi anche in Nat.-mur. 

Se voi avete violenti trafitture nel cuore e nella re- 
gione del cuore, arresto del respiro, e con ci6 nessun 
altro sintomo — come spessissimo in pratica non trove- 
rete null’altro per guidarvi che questa trafittura nel cuore 

— allora Staph, vi servird molto bene. 

Vi d un’ altra fattezza particolare di Staph.; ed d, la 
sua tendenza a produrre eruzioni secche pagliose sui go- 
miti, e nelle punte delle ossa, e sulle ossa del petto, ma 
particolarmente sui gomiti e sui ginocchi. 

Nodosity alle dita delle mani e dei piedi. 

Essa produce anche un infiammazione del periostio 

— una periostite. 

Confrontatela con Asaf., Silic. e Merc. 

Colocynth., Staph, e Caust. si seguono l’un 1’altro 
in rotazione. (The Homoeopathic Physician). 


SCARLATINA 

Del Dottor J. M. Pease. 


Caso. — Grazia B. — dell’ etd di dieci anni, hen 
sviluppata per la sua etd, di complessiome estremamente 
florida, fu presa martedl mattina dai sintomi seguenti: 
Nausea e vomiti, febbre alta, polso 150, pelle caldissima. 
Mai di gola dal lato destro e tonsilla coperta da essu- 
dato ruvido grigiastro, fiato fetido, etc. Siccome la difte- 
ria dominava considerevolmente, cosl il primo pensiero 
fu che si trattasse di quella malattia. Fu dato Lycopo¬ 
dium 200 1 . Poche ore dopo fu fatta una seconda visita, 
ed altri sintomi furono osservati. Le fauci presentavano 
un aspetto estremamente rosso e lucente, 1’ essudato piCt 
esteso, la lingua leggermente intonacata, con numerose 
papille rosse rilucenti fra 1’ intonaco, come i semi spor- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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genti di una fragola; la pelle era molto rossa special- 
mente al collo, e nella parte superiore del petto, la luce 
era spiacevole agli occhi, e la congiuntiva rossa. Polso 
fortissimo, ma assai facilmente compresso, ed i battiti 160 
per minuto. Essa lagnavasi di senso di aridity e di ca- 
lore nella bocca, ma non aveva sete speciale, eccetto che 
per limonate; per6 soffriva di piu inghiottendo i liquidi 
che i solidi. Era procliva ad essere sonnolenta, e mentre 
sonnocchiava balzava su come spaventata o cercava di 
andar fuori del letto; ma appena desta si coricava e si 
copriva bene. Fu data Belladonna 200\ 

Al mattino seguente la pelle era rossa su tutto il 
corpo, polso 140, aspetto della gola quasi il medesimo. 

Non vi era tanta fotofobia quanto il giorno prece- 
dente, e la temperatura non sembrava altrettanto alta, ma 
avendo rotto il mio termometro un giorno o due prima, 
non potei conoscere 1* esatto grado di calore. 

Alla visita della sera i sintomi erano migliori, il 
polso 120. 

Sabato mattina: Febbre molto diminuita, la gola ha 
meno membrana, polso 108; una seconda visita non fu 
fatta quel giorno. 

Domenica mattina: Membrana quasi scomparsa, gola 
meno sensibile nell’ inghiottire, rossore della pelle deci- 
samente diminuito; assenza di fotofobia; domandb che 
cosa poteva mangiare. 

Lunedl: Membrana scomparsa, gola soltanto legger- 
mente rossa. Polso 102, pelle asciutta e ruvida, non rossa. 

Martedl: Polso 90. Ha fame e pensa che sta per 
morire di fame; desquamazione cominciata intorno al collo. 

Mercoledl: Disquamazione incominciata su tutto il 
corpo, essa si sente meglio, polso 86. Siccome non sem¬ 
brava vi fosse piu bisogno dei servizi del dottore egli fu 
licenziato dopo sei giorni precisi dal principio della ma- 
lattia; nessun altro rimedio fu dato eccetto quelli men- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


220 

zionati, le dosi essendo somministrate una volta ogni tre 
o quattro ore durante il massimo grado della febbre, ed 
essendovi sostituito Sac. lac. 

Che questo caso avrebbe potuto essere cattivo non 
parmi esservi alcun dubbio, tanto piu che la madre e la. 
sorella minore furono prese da difteria pochi giorno dopo. 
(The Medical Advance). 


ULCERE DELLA CORNEA 

ESTRATTO DA YARIE FONTI CLINICHE 
dal Dott. E. W. Berridge. 

Ulcera centrale , Ars., Cimicifuga, Euphrasia, Hepar, 
' Mercur., Nux v., Sulph. (profonda), Silic., Lac. felin. 

Ulcera nella parte superiore, Crot.-tig., Hepar (an- 
che Serpiginosa), Merc. ( vascolare), Rhus ( vascolare ). 

Al margine, Hepar, Kali-b., Merc.-iod., Thuy. (Pm- 
stula sul bordo della cornea , Rhus). 

— margine inferiore , Hepar (vascolare). 

— parte inferiore, Merc., (i vascolare , superficiale). 

— lato esterno, Ars (bordi elevati). 

— margine esterno (Sulph.). 

— parte interna (Alumina). 

Ulcera vascolare , Ars., Calc., Graph., Hepar, Merc., 
Rhus. 

Superficiale, Ars., Asaf. Canth, Con., Euphr., Merc.- 
iod., Merc., Rhus, Sulph. 

— profonda, Hepar, Silic., Sulph., Arg.-n. 

— fungosa , Hepar, Sil. 

— elevata, Hepar. 

— rossa, Hepar. 

— circolare, Hepar. 

— piana, Hepar. 

— serpiginosa, Hepar, Merc.-iod. 

— con base bianca , Hepar. 

— per for ante, Sil., Podo. 

— bordi elevati, Ars. 

.— non vascolare , Sil. 

— trasparente con bordi chiari, Euphr. 


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D0D1CI REGOLE PER LA GURA DEGLI ORECOHI. 


I. Non metter mai nulla nell’ orecchio per alleviare 
il dolore dei denti. 

II. Non tenor mai cotone negli orecchi se da essi 
geme pus. 

III. Non arrischiarsi mai ad applicare un cataplasma 
all’ interno del canale dell’ orecchio. 

IV. Non fare sgocciolare mai nulla nell’ orecchio a 
meno che sia prima stato riscaldato. 

V. Non far uso di altro che di una siringa ed acqua 
calda per ripulire gli orecchi dal pus. 

VI. Non battere n§ tirate mai gli orecchi ad un bam¬ 
bino; si sa che ci6 ha prodotto rottura del timpano, e 
cagionato sordia incurabile. 

VII. Non bagnate mai i capelli, se si ha qualche 
tendenza alia sordia; portare un berretto di seta incerata 
al bagno, ed astenersi dal tuffarvisi. 

VIII. Non grattare mai gli orecchi altro che con il 
dito, se prudono. Non adoperare la testa di uno spillo, 
n b forcinelle, punte di lapis, od altro che sia. 

IX. Non lasciar mai divenire i piedi freddi ed umi- 
di, nA sedere -con la schiena verso la finestra, perchC 
queste cose tendono ad aggravare ogni esistente durezza 
di udito. 

X. Non metter mai latte, grasso od alcun’ altra so- 
stanza oleosa nell’orecchio per alleviare.il dolore, perche 
essi divengono presto rancidi e tendono a produrre in- 
fiammazione. Semplice acqua calda servirA al proposito 
meglio di ogni altra cosa. 

XI. Non allarmarsi mai se un insetto vivente entra 
nell’ orecchio. Un po’d' acqua calda versata nel canale 
lo annegherA; in tal modo esso viene generalmente alia 
superficie, e pub esser tolto facilmente colle dila. Qual¬ 
che boccata di fumo di tabacco soffiata nell’ orecchio i- 
stupidirA 1’ insetto. 

XII. Non impacciarsi coll’ orecchio se un corpo e- 


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222 


RIVISTA OMIOPATICA. 


straneo, come una perla, un bottone, o seme, vi entra; si 
lasci solo assolutamente, ma si chiami un iltedico perchfc 
se ne occupi. Maggior male b stato fatto da imprudenti 
tentativi per estrarre un corpo estraneo di quello che sa- 
rebbe derivato dalla sua presenza nell’ orecchio. 


APPUNTUILINICI 

Lachesis nel mal di gola . — La signorina Sofia C. di anni 3, 
con collo corto e grosso, da vari giorni non aveva appetito, era 
abbattuta e non come era solita, essendo una bambina molto attiva. 
II 9 Maggio era straordinariamente debole, e doveva esser di con- 
tinuo sostenuta. 11 suo fiato essendo assai cattivo, sua zia le esa- 
min6 la gola, e vide una « macchia grigio-bianca » nella tonsilla 
sinistra soltanto. La bambina in quel mentre era cosi bisbetica e 
di cattivo umore, gridava e piangeva che non si sapeva cosa farle. 
II Dott. S. A. Kimball fu chiamato, e fu ricevuto assai malamente, 
giacch6 la bambina gridava e sembrava mezza furiosa dalla paura. 
Esaminando la di lei gola due ore e mezza dopo il primo esarae vi 
erano due pezzi di membrana, uno su ciascuna tonsilla, sulla destra 
piu piccola, ed ambedue le tonsille erano rosse ed irritate; fiato 
del tutto putrido. Una dose di Lachesis c m (Swan) fu data sulla 
lingua. II 10 Maggio la bambina stava giuocando per la camera. 
Venne portando il cucchiaio, ed aprl la bocca perchfc le esaminassi 
la gola, di sua spontanea volontk. Non vi era piu alcuna membrana 
sulla tonsilla destra, ma solamente una sottilissima sulla sinistra. 
Essa comincio a migliorare in due ore dopo aver preso la dose di 
Lach. e dorml meglio che da una settimana. Ogni traccia di cattivo 
umore subito scomparve, e d’allora in poi b stata di buona salute 
(The Homoeopathic Physician). 


Ulcere indolenti: Calcarea flnorica . — Il signor A. S. di anni 
sedici, mi consulto il 22 Agosto 1882; aveva precedentemente go- 
duto buona salute. La sua malattia aveva ora continuato per tre 
auni; la cura allopatica con incisioni e drenaggio, nulla aveva con- 
cluso. La met& inferiore della gamba sinistra b rossae grandemente 
gonfia, verso il collo del piede. Yi sono tre ulcere fistolose che se- 
parano un pus denso giallo, e sono venute fuori molte scheggie di 
osso. I dolori appariscono principalmenta nella notte. Polmoni nor- 
mali. Appettito non buono. Emaciazione. Tosse frequents nel mat - 
tino con espettorazione densa gialla. Debolezza considerevole nel mat- 
tino. — Calcarea fluorica 6x triturazione, mattina e sera, per otto 
giorni, con intervalli di sospensione di quattro giorni senza medi- 
ciua. In cinque mesi, tutto guarito. Esternamente fu adoperata so¬ 
lamente Glicerina. Eividi il paziente sei mesi dopo, e continuava a 
star bene. Non si scoprl alcun ingrossamento della gamba. (Hottor 
Hansen in Allg. Horn. Zeitmg). 


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RIYISTA OMIOPATICA. 


223 

Natrum mur. — Una vispa ragazza di circa 6 anni si svegliava 
ogni notte per qualche tempo, durante il quale andava gridando : 
« in casa vi sono ladri ». Essa non tornava in calma finchb la casa 
non era rovistata. II Dott. Ehzman le dette una dose di Natrum 
mur . (40 m Finche) a secco sulla lingua. Quests piccola presa di sale 
scaccib i ladri dal la casa, e la ragazza non ebbe piu da essi alcuna 
molestia in futuro. ( The Medical Advance ). 


NOTE E NOTIZIE 


Riferiamo dal North American Journal of Homoeopathy: 

« Ospedale Laura Franklin ». — Nel giorno di martedi 9 del 
prossimo passato Novembre 1’ Ospedale Omiopatico Laura Franklin 
gratuito per fanciulli, in Nuova York, venne inaugurato con cora- 
moventi funzioni religiose dal Clero Episcopale e dalle Suore di Santa 
Maria. Quest’ ospedale fu fabbricato dal Signore e dalla Signora 
Franklin H. Delano, in memoria della loro nipote Miss Laura Frank¬ 
lin, e da essi pienamente dotato. L’edificio h di stile gotico inglese. 
Esso si compone di tre piani principali, con soffitto, pianterreno e 
cautina. La facciata con basamento di pietra misura 55 piedi. Ar- 
cate di ferro si estendono dal basamento al soffitto. La cucina, stanze 
pel bucato e caldaje sono separate dallo stabilimento principale. A 
levante vi h un ampio spazio lasciato per uso di giardino. I quar- 
tieri per gl’ infermi sono spaziosi ed esposti al sole e mobiliati nel 
modo piii corapleto. Due quartieri per malattie contagiose, intera- 
mente separati dal resto del fabbricato, sono pronti in caso di ne¬ 
cessity. Una bella camera per operazioni b a disposizione dei chi- 
rurghi. Nella dedicazione il Rev. Dott. Houghton, della Chiesa della 
Trasflgurazione funzionb, seguito dalle Suore e dal Coro dei cantori. 
Egli si fermb sulla soglia per invocare la benedizione di Dio sul- 
P Ospedale con un? appropriata preghiera, e quindi passando la so¬ 
glia col canto di responsorj si avauzb nel vestibolo, mentre la croce 
precedeva, e seguiva di nuovo il clero, i cantori, gli assistenti, le 
suore e finalmente i fondatori e gli amici dell’ Omiopatia. In tal 
modo egli passb da una camera all’ altra e da quartiere a quar- 
tiere, ovunque ripetendo appropriate preghiere e cantando inui scritti 
appositamente all’uopo. Alla fine, nell’appartamento del Santo Bam¬ 
bino fu servita un elegante colazione dalla Signora Delano che pri- 
ma era Miss Laura Astor. L’ospedale fornito ed aggiustato nel modo 
piii completo, sotto P assistenza delle Suore di Santa Maria h situato 
« Mth Street, between Fifth and Madison Avenues » nella cittk di 
Nuova York, ed 6 pronto a ricevere bambini dai 2 a 12 anni, che 
abbisognino di cura medica o chirurgica. — L’ Ospedale ha il se- 
guente personale medico-chirurgico: — Medici consulenti , Dottori 
T. F. Allen e J. M. E. Wetmore. — Chirurghi consulenti , Dottori 
William Tod Helmuth e F. E. Doughty. — Medici assistenti , Dot¬ 
tori M. Deschere, G. B. Clark, H. M. Dearborn, E. Y. Moffat, E. H. 
Porter, J. W. Dowling, G. B. Me-Dowell. — Chirurghi assistenti, 


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224 


R1VISTA OMIOPATICA. 


Dottori S. F. Villox, S. F. Fulton. — Specialisti : Dott. H. C. t Hou¬ 
ghton per le malattie delT orecchio, Dott. Geo. S. Norton per ie ma- 
lattie degli occhi; Dott. Giorgio G. Shelton per le malattie del naso 
e della gola; Dott. J. T. O’ Connor per le malattie del sistema 
nervoso. 


L' aspetto medico-legale dell 9 ipnotismo. — II signor Liegeois, 
Professore di diritto della Facoltk di Nancy, chiama Fattenzione sulla 
possibility di delitti che siano commessi da individui ipnotizzati per 
suggerimento di coloro che li posero in tal condizione, e prova molto 
giustamente che in siffatti casi la punizione dovrebbe cadere sul-* 
F autore del suggerimento criminoso piuttosto che sulFagente irre- 
sponsabile. 


Leggiamo nel Monthly Homoeopathic Review di Londra, del cor- 
rente Gennajo, quanto segue: 

« constatato che negli Stati Uniti vi sono piii di 30,000 me- 
dici omiopatici; e che vi sono quattordici Collegi per Finseguamento 
degli studenti Omiopatia. Gii Omiopatici espongono le loro vedute 
in 143 Society ed in venti giornali, e prestano i loro notevoli ser- 
vigi al pubblico in cinquantun’ ospedali e in quarantotto dispensarj. 
II nostro ordinariamente bene informato contemporaneo, il New 
York Medical Record sembra che accetti queste cifre per lo meno 
approssimativamente esatte quantunque esso esprima in pari tempo 
la credenza che gli Americani eccedano nel loro singolare amore per 
questa logora teoria ». % 

11 sopra riferito paragrafo com par ve nel British Medical Jour¬ 
nal del 33 ottobre. Sa il nostro contemporaneo il New York Medical 
Record pu6 trovare qualche conforto nel deliziarsi col pensiero che 
queste cifre indicano la decadenza delF Omiopatia, noi non saremo 
cosl crudeli da disturbarlo. E se tale rapido aumento nel numero 
dei medici, collegi, studenti, society, giornali, ospedali e dispensarj 
mostra che F Omiopatia b « logora », piu essa si logora a questo 
modo, e meglio sark per il malato. 


Lega Omiopatica. — Sotto questo titolo si b costituita a Londra 
negli scorsi mesi un’ Associazione di amici dell’ Omiopatia, medici 
e non medici, avente per iscopo: 1) di far conoscere la verity del- 
FOmiopatia; 2) di adoperarsi contro gF ingiusti procedimenti della 
vecchia scuola; e cio mediante la pubblicazione di opuscoletti, let- 
ture popolari, adunanze, etc. Diamo il titolo di alcuni di questi opu- 
scolini. Nel 1° si parla delle ragioni per ie quali la Lega b stata 
stabilita. Il 2° risponde alia domanda: « Cosa b F Omiopatia ». Il 
3° descrive Forigine delF Omiopatia. E 1’8°, che b F ultimo, tratta 
delF influenza delF Omjo'patia sulla pratica ordinaria. — Presidents 
della Lega b Lord Ebury, il benemerito faudatore e protettore del- 
F Omiopatia nella Gran Bretagna. 


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RIVISTA OMIOPATICA 


Anno XXXII FEBBRAJO 1887. Numero 8. 


TERAPEUTICA DELLA DIFTERIA. 

del Dottor Julius Schmitt. 


II trattamento della difteria & sempre stato ed 6 
ancora « V enfant terrible » della scuola di medicina 
cosl detta scientifica, e le diverse ipotesi emesse dalle 
menti speculative della loro fratellanza hanno natural- 
mente fatto nascere i piii eterogenei modi di trattamento. 
I loro insuccessi sono stati gli stessi come lo sono in 
tutte le altre malattie gravi; la proporzione della morta¬ 
lity fra le loro vittime £ enorme, e la difteria & diventata 
uno spavento, non per la inerente sua propria fierezza, 
ma pei modi perversi che sono stati adottati per vincerla; 
e qui io colgo 1’ occasione per dire che il popolo nell’ac- 
cusare i medici di riempire i campisanti, per quanto ri- 
guarda la scuola scientifica di medicina, prova la verity 
del detto: « Vox populi, vox Dei. » 

Quanto sono diversi i risultati di coloro i quali se- 
guono la legge che Dio ci ha data, a noi poveri mortali, 
per combattere la malattia, e per la cui scoperta il mondo 
dovrebbe ringraziare in sempiterno l 1 immortale Hahne¬ 
mann! 

Qui la mortality si riduce ad un minimum, e sarebbe 
ancora piil piccola se noi, esecutori della legge, fossimo 
altra cosa che uornini. Il progresso, pero, che noi stiamo 
facendo nel rinvenire le caratteristiche dei nostri rimedi 
ci porry in grado nell’avvenire di mostrare risultati ancora 
pifi splendidi. 

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226 


RIVISTA OMIOPATICA. 


Nel seguire strettamente la legge similia similibus 
curantur , e nel mettere in opera il piit scrupolosamente 
i modi della sua applicazione come vennero insegnati da 
Hahnemann e confermati, specialmente circa la difteria, 
dal Dottore R. R. Gregg, di Buffalo (vedete il suo libro 
sulla difteria*), io ho avuto nella mia pratica due soli 
morti di difteria dall' Agosto del 1882 in poi. 

Fo di cio menzione non per vantarmi, ma solamente 
per mostrare che la legge, anche in questa si formidabile 
malattia, b superiore alia speculazione ed alle ipotesi 
umane. 

Ciascuna delle indicazioni per 1’ uso dei seguenti 
rimedj b stata verificata nella mia pratica: 

Apis. — Gonfiezza edematosa della gola e del collo; 
una piccola borsa di siero all’estremite dell’ugola. Dolori 
pungenti nella gola, accessi soffocanti. Febbre alta, pelle 
caldissima, delirio, orina emessa a goccie con bruciore. 
Avversione al calore. 

Arsenicum. — Membrane difteriche raggrinzate o 
nere. Lingua con striscia iossa lungo il mezzo. Gonfiezza 
delle glandole sottomascellari. Grande debolezza, prostra- 
zione, adinamia, febbre non altissima, grande agitazione 
ed ansieta; l’infermo ha bisogno di cambiare da un posto 
all’ altro, od il bambino ha bisogno di esse're trasportato 
da una camera all’ altra. Paura della solitudine. Orina 
frequente, scarsa, bruciante; le evacuazioni possono essere 
frequenti, ma allora anche scarse e brucianti. Desiderio 
di calore. Sete di poco per volta. 

Arsenicum corrisponde ai peggiori casi di difteria, 
ma fortunatamente, b di rado indicate nei casi che sono 
stati fin dal principio trattati col metodo Hahnemanniano 

(*) Ne abbiamo in italiano la traduzione del nostro Dott. Mattoli, — uno 
dei rari libri che nella nostra lingua possiamo raccomandare agli studiosi di 
omiopatia. 

La DiAezione. 


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RIVISTA OMIOPATICA 227 

puro. Voi dovete massimamente tenerli lungi dalle mani 
del medico pseudo-scientifico. 

Arum triphyllum. — Membrana difterica non carat- 
teristica. L’ infer mo b molto irritabile, non pu6 mangiare 
nb bere a cagione dell’indolorimento della bocca, della 
lingua e della gola. Egli spela continuamente colie mani 
le sue labbra finchb ne esce sangue. Difteria della mem- 
brana Schneideriana, con spurgo acre dalle narici. Glan- 
dole sottomascellari molto gonfie. L’ orina pub essere 
scarsa ed emessa frequentemente. Aggravamento dalle 
tre pom., specialmente della febbre e dell’ irritabititii. 

Belladonna, -t— La membrana difterica apparisce sul 
lato destro. Membrana mucosa della gola d’ un rosso 
scarlatto. Glandola sottomascellare destra gonfia e squi- 
sitamente sensibile al tatto. Desiderio di inghiottire — 
deve inghiottire, diversamente pensa che soffocherebbe, 
sebbene l’atto sia molto doloroso. Lingua intonacata di 
bianco, con papille rosse lucenti attraverso 1’ intonaco. 
Odore acidissimo dalla bocca. Sete e desiderio di limo- 
nata, che piace. Febbre altissima, con polso globulare, 
come se una palla passasse sotto il vostro dito. Pelle 
cost calda al tatto che lascia una sensazione di calore nella 
mano dell’esaminatore. Orina scarsa, rossa come sangue; 
raffreddandosi lascia un precipitato denso, greve di fo- 
sfati, ovvero pub essere chiara come 1’ acqua di pozzo. 
L’infermo pub essere molto agitato ed eccitabile, dare 
dei soprassalti nel sonno, ed avere forte delirio, una con- 
dizione atassica regolare, oppure pub essere assopito, con 
generale congestione venosa. Pupille dilatate, violento 
dolor di testa battente, che spesso salta nelT occipite e 
si spande nella fronte. Rigidezza del collo. Tempo del- 
1’ aggravamento dalle tre pom. alle tre ant. 

Belladonna b spesso indicata nei fanciulli, special¬ 
mente quando si vedono a tutto principio nell’ attacco, 
ed allora guarirb rapidamente. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


Hepar. — Croup difterico con enorme gonfiezza delle 
glandole del collo. Dispnea grandissima. Tosse crouposa, 
con un poco di rantolo. 

Kali bichromicum. — Membrana difterica bigia-ver- 
dastra o gialla-brunastra. Gonfiezza delle tonsille e delle 
glandole sottomascellari, gonfiezza edematosa dell’ ugola. 
Accessi soffocanti. Dolore nella gola cbe si estende al- 
l’orecchio, peggiore tirando fuori la lingua. Tempo del- 
V aggravamento dalle due alle tre ant. Depositi difterici 
nel naso, nella faringe, nella laringe, nella vulva, e nella 
vagina. Espettorazione di muco bianco molto fibroso, o 
di pezzi densi gialli. Scolo nasale giallo ed escoriante. 
Kali bichromicum sembra essere il rimedio principale 
in quest’ invemo (1886). 

Lac. caninum. — Membrana difterica bianca come 
la porcellana; membrana mucosa della gola luccicante 
come se fosse verniciata. Le membrane lasciano un lato 
e vanno all’altro ripetutamente. Desiderio di bevande 
calde, che possono ritornare su per il naso. Paralisi post- 
difterica. 

Lachesis. — L’ imperituro monumento di Costantino 
Hering ba membrane diftericbe bigiastre, manifestantisi 
dapprima nel lato sinistro e spandentisi al lato destro. 
Membrana mucosa della faringe, della cavity boccale, 
delle labbra e della lingua pavonazza scura; forte odore 
difterico. Lingua aguzza, pub cacciarla. dietro le labbra 
inferiori o dietro i denti nel tirarla fuori. Glandole sotto¬ 
mascellari sinistre gonfie e sensibilissime al tatto; deglu- 
tizione dolorosa; dolore lancinante nell’ orecchio sinistro; 
orina scarsa e frequente; i liquidi inghiottiti ritornano 
su per il naso; dolor di testa occipitale; rigidezza della 
nuca del collo; dolore dal vertice alia nuca del collo. 
Tutti i sintomi peggiorano dopo aver dormito. Desiderio 
di caffb e di bevande fredde, che alleviano i sintomi della 
gola. Esacerbazione alle due pom. Pud essere indicato 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


229 


in ambidue gli stati, atassico e dinamico della malattia; 
b stato indicato spessissimo nei primi anni, ma meno 
durante gli ultimi due anni. 

Lachnanthes 'tintoria. — Rigidezza del lato sinistro 
del collo, in giiisa che l’infermo deve star seduto colla 
testa piegata verso l’altro lato, e deve muovere tutto il 
corpo per voltarla da un lato all’ altro. 

Lycopodium. — Membrana difterica, non caratteri- 
stica; comincia nel lato destro, spandesi al lato sinistro. 
Glandole sottomascellari destre gonfle, ma non cosl sen- 
sibili al tatto come in Belladonna. Desiderio di bevande 
calde, che sono gradite alia gola; movimento simile ad 
un ventaglio delle ali del naso; aggravamento dalle quattro 
alle otto pom.; la membrana difterica nel naso si spande 
da destra a sinistra; scolo giallo, denso, acre dal naso. 
Pub essere data quasi in ogni caso che comincia nel 
lato destro, quando pub essere esclusa Belladonna. 

Mercurius solubilis. — La membrana difterica co¬ 
mincia in uno degli archi della faringe o nell’ ugola; 
membrana mucosa della gola pavonazza; la lingua mostra 
un intonaco bigio sporco, b floscia, e prende l’impronta 
dei denti; ptialismo, sangue dalle gengive; glandole sot¬ 
tomascellari e parotidi gonfle dure, impediscono la sepa- 
razione delle mascelle (cib che sembra essere molto carat- 
teristico di questo rimedio); traspirazione profusa, viscosa, 
nella notte; desiderio di latte. 

Nux vomica. — Placche bigie scure sulla tonsilla 
destra; fauci pavonazze; trafitture in ambe le orecchie 
durante la deglutizione; l’infermo b molto preoccupato di 
se stesso; freddoloso scoprendosi; il traspiro ha l’odore 
dell’orina del cavallo; aggravamento alle quattro ant. 

Petroleum. — Ip ebbi occasione di prescrivere que¬ 
sto rimedio una sola volta, e percib vi do i sintomi del- 
l’infermo come li registrai allora. Il caso fu guarito pron- 
tamente. La membrana difterica comincia nel lato sini- 


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230 


RIVISTA OMIOPATICA. 


stro, la lingua 6 affilata e pavonazza (Lach.); poi span- 
desi al lato destro (Lach.); quindi all’ ugola. Membrana 
mucosa della gola rossa scura e brillante (Lac-can.); 
trasudamento bianco come porrcellana (Lac-can); quindi 
seguiva un blando scolo dalla narice destra, poscia dal- 
la sinistra (Lyc.); la membrana difterica nel naso e 
bigia; odore fetido dalla bocca; trafittura nell’orecchio 
sinistro aprendo la bocca; indolorimento del ponle del 
naso; non pud tollerare il piu leggero tatfo, fin dal pri- 
mo principio della malattia; piu tardi leggera gonfiezza 
di tutte due le palpebre superiori; scolo dall’angolo interno 
di ambi gli occhi; desiderio di birra e di acquavita nel- 
l’acqua. 

Rhus tox. — Membrane bianche bigiastre, massiroa- 
mente su tutte due le tonsille; faringe grandemente in- 
fiammata; l’inghiottire b molto doloroso; glandole sotto- 
mascellari alquanto gonfie; lingua intonacata bianca, con 
tendenza a diventare secca; uno spazio triangolare rosso 
alia sua punta; 1' apice del triangolo acuto appuntato in 
dietro; grande agitazione a motivo dei dolori nel dorso 
e nelle estremitk; desiderio di ostriche. 

Sulphur. — Membrana difterica giallastra, comin- 
ciante nell’ uno o nell’ altro lato della gola; membrana 
mucosa livida o rossa lucente; lingua intonacata bianca 
con bordo rosso, o gialla come se fosse spruzzata di 
zolfo; assetato, ma vomita ogni cosa: molto agitato, deve 
voltarsi e rivoltarsi nel letto, ma i movimenti suscitano 
brividi nel dorso, che corrono da gift in su; traspirazione 
appiccicaticcia, fredda; dolori lancinanti da dietro del collo 
nell’ orecchio sinistro; senso di vuoto, di sfinilezza nello 
stomaco; sviene facilmente; bevande fredde non si affanno 
alio stomaco; desiderio di birra. ( The Horn. Physician ). 


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LA. BASE DELLA CURA 

Del fu dott. Carroll Dunham. 


231 


Hahnemann in tutti i suoi lavori coglie ogni oppor¬ 
tunity per dimostrare l’insufficienza di una teoria patolo- 
gica intorno alia natura di una malattia come base della 
cura. Dovunque egli dimostra che 1’ unica sicura indica- 
zione per ogni caso deve trovarsi nella totality dei sinto- 
mi che il caso presenta. Sembrerebbe che nulla potesse 
essere piu chiaro e convincente dei suoi argomenti su que- 
sto soggetto. 

I suoi avversari dichiararono che il suo metodo igno- 
rava e negava la scienza medica, non lasciava alcuno 
scopo per la patologia e per la diagnosi, e [riduceva la 
terapeutica ad un degradante meccanico confronto di sin- 
tomi. Moltissimi omiopatici hanno tanto deviato dal me¬ 
todo di Hahneman da cercare di raescolare coiruso delle 
sue dosi e dei suoi rimedi un’applicazione della patolo¬ 
gia come base di cura. Questo tentativo non pud mat 
riusoire, in quanto che la funzione della patologia d di 
fornire, non un indieazione per la cura medica, ma sem- 
plicemente un mezzo per dilucidare e collazionare i sin - 
tomi. Il risultato d stato una triste declinazione dal ti- 
po dei successi nella pratica quale fu slabilito da Hahne¬ 
mann e dai suoi discepoli. I punti da decidersi sono il- 
lustrati dal seguente caso: 

Guglielmo M. di quattro anni, mi fu presentato il 3 
Dicembre 1863. Egli aveva goduto buona salute flno al 
Febbraio 1863, allorch& ebbe un lungo attacco di febbre 
gastrica, della quale guarl finalmente, ma restandogli la 
malattia che descriveremo. Essa consisteva in una dispnea 
e in un respiro rumoroso, che si sentiva distintamente, 
sempre che il bambino fosse sveglio, e facendo qualche 
esercizio si aggravava molto e terminava in un accesso 


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232 


R1VISTA OMIOPATICA, 


di tosse convulsa con respirazione difficile; l'intero paros- 
sismo rassomigliava precisamente a cid che e descritto 
come Asma di Millar o Laringimus stridulus. Fu osser- 
vato che il bambino sembrava libero dalla dispnea quando 
dormiva profondamente, ed in nessun altro tempo che que- 
sto. Svegliandosi al mattino aveva sempre. un fiero ac- 
cesso di tosse, durante il quale qualche volta dava fuori 
un poco di muco tenace. Il suo appetito era buono, ben- 
ch6 alquanto capriccioso. Egli era considerevolmente e- 
maciato; il suo umore era buono, e spesso cercava di 
prender parte ai trastulli degli altri bambini, ma era to- 
sto obbligato di smettere, a motivo della dispnea e della 
tosse cagionata da ogni esercizio fisico che lo stancava 
assai. I polmoni furono trovati risonanti all’ ascoltazione 
ed alia percussione. Il mormorio respiratorio era, natu- 
ralmente, mascherato dal forte sibilo. 

Il fanciullo fu presentato in Settembre al professore 
A. Clark, di New-York, il quale, dopo diligenti e ripetuti 
esami, diede la diagnosi scritta — « Laringismo croni- 
co » — Egli emise una prognosi sfavorevolissima e dette 
il consiglio di evitare ogni rimedio, salvo una dose di 
qualche antispasraodico durante gli attacchi violenti di 
dispnea. Questo consiglio non fu seguito. Il bambino era 
stato sottoposto durante la sua malattia a ci6 che io con- 
sidero come un’ abile cura omiopatica- Io l’avevo visto u- 
na volta in consulto, ma non ero stato capace di sug- 
gerirgli qualche cosa che gli fosse vantaggiosa. 

Quando venne posto sotto la mia unica cura sapevo 
bene che il bambino avevo gi& preso, senza vantaggio, 
ogni rimedio che ha i sintomi piu somiglianti all’asma di 
Millar o ad ogni affezione spasmodica degli organi della 
respirazione; ed era pure evidente, anche con un rapido 
esame, che nessuno di questi rimedi era chiaramente in- 
dicato dai sintomi del caso. 

Risolvetti quindi di seguire rigorosamente per quanto 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


233 


potevo il consiglio dato da Hahnemam per l’esame del- 
■ l’amalato e per la scelta del rimedio. Allontanando percid 
dalla mia mente ogni nozione riguardo alia sede ed alia 
probabile natura patologica della malattia, esaminai il 
paziente e feci il seguente registro dei sintomi che pre- 
sentava. 

1. Fanciullo emaciato ; carni sflosce; pelle che dava 
sul giallo (naturalmente bianca — bionda) ed asciulta. 

2. Appetito buonissimo; chiede sempre da mangiare 
al principiare degli acessi di tosse, al mattino, e prima 
di mezzogiorno. 

3. L’ipocondrio destro duro, disteso, sensibile al tatto, 
doloroso coll’esercizio e quando tosse. La spalla destra 
e rialzata, e la colonna spinale curva lateralmente; ottusitJi 
alia percussione al lato destro, estendentesi alia larghezza 
di tre dita sotto il margine delle costole. 

4. Distensione dell’epigastrio, che b timpanitico alia 
percussione e sensibile al tatto. 

5. Molto brontolio di flati nell’addome. 

6. Desiderio frequente di evacuare senza risultato; 
evacuazioni scarse ed asciutte, che avvengono una volta 
al giorno, o una volta ogni due giorni. 

7. Tosse secca; qualche volta al mattino pochissitno 
sputo tenace; sempre un accesso di tosse al mattino sve- 
gliandosi; k obbligato di sedersi per tossire; tosse ecci- 
tata dal mangiare e dal bere, dal movimento rapido, dal* 
l’esercizio, dal piangere o dal parlare. La tosse fa male 
al lato destro. 

8. Sibilo costantefe dispnea aggravata dall’ esercizio 
e stando giu coricato; alleviato durante il sonno. 

La ten era et& del paziente rendeva impossibile di 
ottenere altri sintomi soggettrvi — quelli che ordinaria- 
mente facilitano 1’ individualizzazione dei casi e la deter- 
minazione dell’appropriato rimedio. 

Prima di procedere oltre nella narrazione del caso 


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234 


RIVISTA OMIOPATICA. 


desidero di dire una parola sulla sua patologia. Abbiamo 
i sintomi davanti a noi. Quale sark la nostra diagnosi ? 
E questo un caso di tnalattia spasmodica della laringe, 
complicata da certa affezione gastro — enterica' ed epa- 
tica ? o b forse un’epatite cronica, complicata con larin- 
gismus? Qual’b l’affezione primaria e quale la secondaria ? 
Che relazione esiste fra i gruppi dei sintomi, tra l’uno e 
l’altro? Sembra che il Professor Clark, abbia adottata la 
prima veduta, riguardando i disturbi gastro — epatici 
come secondari, se, a dir vero, egli fece qualche attenzione 
a questa complicazione. I medici orniopatici che mi pre- 
cedettero adottarono probabilmente la medesima veduta e 
basarono su di essa la loro cura. Ora se facendo cosi, 
fosse loro accaduto di trovare la esatta veduta patologica, 
il resultato potrebbe essere stato favorevole; o se avesse 
adottata la seconda ipotesi ed agito in conformity ad essa 
e che questa si fosse trovata essere la veduta giusta, il 
resultato potrebbe essere stato favorevole. 

Ma non 6 forse ovvio ad ogni mente limpida che, 
si in un caso che nell’altro, il successo della cura, basata 
sopra una considerazione patologica del caso, dipenderk 
dalla esattezza dell’ipotesi patologica — una materia nella 
quale la certezza non pub mat essere otlenuta? 

Dall’altra parte, se noi mettiamo da un lato, come fuor 
di luogo, l’intera serie delle domande in riguai’do a quale 
sia la malattia principale e quale la secondaria, quale la 
malattia originaria e quale la complicazione; se diciamo 
a noi stessi: « qui vi b un bambino malato; esaminiamo 
e teniamo bene a conto i punti nei quali egli differisce 
da un bambino sano, » noi otteniamo la serie dei sintomi 
sopra esposti i quali sono fatti — indiscutibili, sui quali 
non si pub sbagliare — il resultato della pura osservazione. 
Se, ora, senza ipotesi o speculazione, noi cerchiamo di 
trovare e troviamo un rimedio che presenti una serie di 
sintomi, corrispondenti strettamente a quelli dell’infermo, 


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RIVISTA OMI0PATICA. 235 

l’esperienza ci giustifica nella credenza che noi avremo 
raggiunto la raaggiore certezza possibile di scegliere e- 
sattamente il rimedio. 

Confrontando i sintomi colla Materia Medica, scor- 
giamo subito che i rimedi i di cui nomi sono general- 
mente associati coll’asma di Millar, laringismus, etc. ciob; 
Sambucus, Spongia, Cina, Lachesis, Hepar, Stann. Chloro, 
etc. etc. non coprono il caso, avendo pochissima corris- 
pondenza coi gruppi 1. 2. 3. 4. 5. 6. 

Nux vomica, invece, abbraccia benissimo questi gruppi, 
come pub vedersi confrontandoli colla Materia Medica. 

Di piu, Nux vomica ha violenti parossismi di tosse al 
mattino di buon ora (sintomi 676 e 677), eccitati dal mo- 
vimento e dall’esercizio (sintomi 670, 671, 672), che pro- 
ducono dolore nella zona epigastrica (sintomi 689), ed 
accompagnati da desiderio di mangiare (mia propria os- 
servazione). 

Ha pure una ben marcata dispnea. La corrisponden- 
za era cost siretta che io non esitai a dare Nux vomica. 

9 Dicembre; quattro polveri della duecentesima fu- 
rono date, da prendersene una per sera, dicendo di dar- 
mi relazione dopo dieci giorni. 

21 Dicembre; mi vennero a dire che il bamino non 
aveva piii nb sibilo nb dispnea; che era senza tosse da 
cinque giorni; che poteva giocare a lungo e vigorosamete 
senz'inconvenienti; che era in regola colie sue evacua- 
zioni; che non si lamentava pih di dolore o di sensibilita 
neH’ipocodrio — insomma, setnbrava che stasse perfetta- 
mente bene. 

Egli sconcertb le sue digestioni mangiando dei can- 
diti nelle Feste di Natale ed ebbe un leggero ritorno del 
dolore nell’ipocondrio, che io guarii con una dose di Sul¬ 
phur. Da allora in poi b stato sempre intieramente libero 
della dipsnea e dello spasmo laringeo, e gode robusta e 
perfetta salute. 


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236 


RIVISTA OMIOPATICA. 


Se un tal modo di pratica b poco scientifico — come 
lo si incolpa — se esso ignora le scienze della patologia 
e della diagnosi come base di cura — si pub almeno dire 
in suo favore, che sorpassa di gran lunga ogni altro me- 
todo nolle facility che presenta per l’adempimento di un 
oggetto di non poca importanza per il medico — la gua- 
rigione delCinfermo. 


NOTE DA UNA LEZ10NE ESTEMPORANEA SOPRA 1 FERRUM. 

del Professors Dott. J. T. Kent. 

(Riportata stenograficamente). 

-- VAWIVM w — 

Gli sperimentatori cominciando a prender Ferro pre- 
sentano subito 1’apparenza di pseudo-pletora — che b 
un’apparente pienezza dei vasi sanguigni. Cio b special- 
mente vero sulla superficie. La faccia diventa molto colo- 
rita e calda — turgida e piena di sangue. Le estremita, 
gradatamente, dopo un po’ di tempo, diventano fredde, 
intirizzite, e rigide. Come cosa di fatto, Ferrum produce 
un alto grado di anemia — un’afflusso di sangue alia 
superficie per la piu leggera causa. II rosseggiare, spe- 
cialmente della faccia, db 1’ apparenza di pletora, tea in 
realtb essa b pseudo-pletora. La vecchia scuola ha l’abi- 
tudine di dare Ferro per l’anemia. II Ferro b omiopatico 
all’ anemia quando sono presenti i suoi sintomi speciali; 
ma perchb esso produce anemia non b essenzialmente 
omiopatico all’ anemia — intendo dire a tutti i casi di 
anemia. Essa produce uno stato, in cui b moltissimo simile 
a Manganese; che, perb, non b accompagnato da una 
apparenza di pseudo-pletora. La faccia non b rossa nb 
infiammata, nb bruna come b il caso in Ferrum. II san¬ 
gue b gradatamente quasi lacero, od almeno lo sono i 
suoi corpuscoli rossi; e, finalmente, un aspetto scialbo, 
pallido, della pelle si stabilisce su di — una tinta gialla 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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verdastra; dopo che cid b avvenuto essa b di aspetto 
clorotico. Ferrum produce una clorosi quasi completa. 

Vi b una tendenza all’edema — gonfiezza delle estre- 
mitli e freddezza; ma la testa non perde mai la sua tur- 
gidezza n& il suo calore; e cos! pure la faccia non perde 
mai la sua apparenza rossa. Vi b una diminuzione cre- 
scente del corpuscoli rossi del sangue. Esso sembra agire 
particolarmente sulle estremita inferiori. 

Ora, con questo stato vi b un disordine molto marcato 
alio stomaco, nel quale havvi vomito di cibo immediata- 
mente dopo aver mangiato; vi b un rigurgito scuotente 
di cibo, moltissimo come in Phosphorus, che riggetta 
cibo a bocca piena, avverte lo stesso sapore come quando 
fu inghiottito. Sembra non esservi alcuna secrezione nello 
stomaco capace di produrre un cambiamento del cibo. 
D’altra parte, i liquidi in Ferrum possono rimaner giu 
lungo tempo e possono non essere vomitati affatto; ma 
esso ha specialmente vomito di cibo immediatamente dopo 
che b stato preso. Se voi avete il vomito di cibo, la fac¬ 
cia rossa, la condizione anemica, la freddezza del corpo, 
delle mani e dei piedi, allora voi avrete una bella pittura, 
interamente caratteristica di Ferrum. 

Un’altra specials condizione associata col corpo livido 
e la faccia rossa b il bruciore delle piante dei piedi e 
delle palme delle mani. Vi b freddezza delle mani e dei 
piedi,. ma con bruciore nelle palme e nelle piante. Cio, 
voi vedete, vi del una combinazione di sintomi interamente 
di guida ed alquanto simili ad Arsenicum; ed in questo 
modo, essa 6 totalmente simile ad Arsenicum. 

Vi b una somiglianza marcata fra questi tre raedi- 
camenti — China, Arsenio, e Ferro — ed essi sono an- 
tidoti fra di loro. Voi troverete dunque raccomandato 
Ferrum come antidoto ad Arsenium; 1’ acido Idrocianico 
b anche un antidoto comune. Io vi ho gih descritto l’ane- 
mia specials di China. Voi troverete Ferrum venuto molto 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


spesso in uso come antidoto all’ abuso di Chinino, e delle 
preparazioni dalla corteccia, perchb esso corrisponde chia- 
ramente coi sintomi. Alio stesso tempo Ferrum b un anti¬ 
doto all’abuso di Arsenico. Esso corrisponde pure in gene- 
rale, ai disordini accompagnati da emaciazione; disordini 
consuntivi, producenti un logoramento; logoramento rapido 
dei tessuti. 11 Ferro, dato in forma grezza, come 6 alcune 
volte adoperato, b uno dei medicamenti piu pericolosi — 
esso non 6 realmente un medicamento — b una delle 
droghe . pift. pericolose cbe si adoperano nei disordini 
consuntivi. Esso non dovrebbe mai darsi che nelle piu 
alte attenuazioni nei disordini consuntivi, perchb esso pub 
agire con grande violenza, producendo grande distruzione. 
Anche le piu piccole dosi, le piu piccole dosi percettibili, 
produrranno violento aggravamento e gran danno. 

Un’ altra fattezza marcata consiste nella sua predi- 
sposizione all’ emorragia. Assai presto nella patogenesi, 
prima che vi sia prostrazione marcata noi troviamo pro¬ 
fuse emorragie di sangue scuro che produce effetti mar- 
cati nell’emorragia del naso, nell’emorragia uterina, ed 
il flusso raestruale diventa immediatamente aumentato 
dopo preso Ferrum; il flusso dura troppo a lungo; dopo 
preso Ferro per qualche tempo, il sangue diventa chiaro., 
e 1’ emorragia b di sangue chiaro, acquoso. Ferrum ha 
realmente due specie di emorragia; sangue scuro, e san¬ 
gue chiaro, acquoso. Una ragione per cui i disposti a 
consunzione non devono mai toccar Ferro, sta nei fatto 
che esso li predispone ad emetter sangue dai polmoni. 
11 ferro e gli acidi sono molto siraili. Tutti gli acidi pre- 
dispongono gli emaciati all’ emorragia, e ci6 b special- 
mente vero dell’Acido Acetico. Ora, voi potreste conchiu- 
dere molto giustamente che con questo abbattimento noi 
avremo grande debolezza corporea ed esaurimento in tutte 
le membra; il minimo esercizio, la minima fatica, la mi¬ 
nima azione di qualunque specie, produce stanchezza. La 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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faccia rossa di Ferrum comincia in un modo speciale. Voi 
avete visto individui diventar rossi dal rainimo imbarazzo 
ed eccitamento: Ferrum rassomiglia molto a ci6. Nondi- 
meno esso non b tanto un rossore per vergogna o per 
eccitamento quanto per dolore; la faccia b quasi costan- 
temente rossa, voi potete vederla, come vedete alcune 
volte nei bevitori di vecchia acquavite e nei bevitori di 
birra vecchia, e ci6 pub anche associarsi con vene grosse 
sulla faccia- La faccia si sente piena di sangue, turgida, 
ingorgata, e vi b indebolimento e capogiro associati. Coi 
brividi vi b faccia rossa, coi dolori vi b faccia rossa; col- 
l’eccitamento vi b faccia rossa. Questo non b un rossore 
sano, perchb se voi prendete un pezzo della pelle fra le 
dita, questa imbianchirb lentamente, in a il rossore ritor- 
nerb. Gib deriva da una circostanza torpida delle vene 
dei piii piccoli vasi della pelle, ed ha luogo per l’afflusso 
generale del sangue alia testa. Cib apparisce essere un 
iperemia locate; forse lo b; ma cib avviene colla condi- 
zione generate anemica del corpo. Piii saranno marcati il 
rossore e la turgidezza della testa, piu grandi saranno la 
freddezza e l’intirizzimento e la rigidezza delle mani e 
dei piedi e delle estremitb; solo questo rossore non b 
sempre accompagnato da calore della testa, come in Bel¬ 
ladonna o in Aconito, dove noi abbiamo rossore con 
calore, perchb esso pub realmente essere accompagnato 
da freddezza, ma la determinazione del colore alia super- 
ficie b il lineamento particolare del Ferrum. 

Ora vi b un’altra marcata fattezza di Ferrum, quella 
che coi dolori e la faccia rossa, sia che abbia luogo col 
freddo che coi dolori, vi b sete mancata; quindi, la sete 
b una nota maestra. Freddo, faccia rossa, e sete: Fer¬ 
rum. Voi troverete cib nella febbre intermittente; b cosi 
caratteristico nella febbre intermittente che voi abbiso- 
gnate di un solo medicamento — Ferrum. Voi potete 
anche trovare cib nella setticemia, nella febbre puerpe* 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


rale, nell’ aborto. Una signora aveva brividi, e con que- 
sti eravi faccia rossa e sete. Una dose della ducentesima 
guarl questo caso. Vi b un’irritabilita che contraddistingue 

10 stato mentale di Ferrum; il paziente si adira ogni 
qualvolta b contrariato; quindi, Y opposizione porta la 
collera e il mal umore. Sembra esservi ana gran dose 
di orgoglio associato con questo rimedio; essi non possono 
sopportare di essere contrariati; il loro orgoglio 6 al mas- 
simo grado; essi amano star coricati sul lato destro; essi 
non amano essere seoperti che sono in errore, e essi 
non vogliono sentire n& argomenti, nb ragione. Ci6 b 
accompagnato da cattivo umore e da irritability. Questo 
b uno stato di Ferrum. Vi b alcune volte freddolosity 
con questa faccia rossa. Vi b uno stato in cui Ferrum 
produce forte battito delle carotidi, faccia rossa, testa 
calda, e spesso febbre, e col freddo vi 6 sete, ma col 
calore di quella febbre non vi b sete; nessuna sete durante 

11 sudore; esso ha un sudore protratto; la febbre b breve 

ed alcune volte manca affatto; il freddo b probabile che 
sia caratterizzato con sete e faccia rossa; poi il rossore 
della faccia sparisce piu o meno, e la faccia diventa 
bianca e pallida e di un verde giallastro. Il sudore viene 
quasi alia fine del freddo, o se vi b una febbre leggera 
essa dura un po’ di piu. Vi fe un’ oscurity a pezzi — una 
condizione screziata del corpo con questo sudore; la faccia 
avry delle macchie rosse circondate da cerchi bianchi, i 
quali si mostrano in alcune parti sul corpo, particolar- 
mente al dorso. Voltate il vostro paziente ed osservatele. 
Il sudore b appiccicaticcio ed alcune volte offensivo, e mac- 
chia la biancheria di giallo. * 

Una fattezza marcata sta nel tempo dell’aggrava- 
mento, che e generalmente verso il mattino. Il sudore 
comincia nella sera e pu6 durare fino a mezzogiorno o 
tutto il giorno; esso e appiccicaticcio ed offensivo ed il 
corpo ha un senso pastoso. In relazione al suo freddo, 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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esso probabilmente viene alle tre od alle quattro del mat- 
tino, od alle tre o alle quattro del pomeriggio. L’aggra- 
vatnento generale di Ferrum b specialmente verso il 
mattino dalle quattro alle cinque, o dalle tre alle cinque. 
Alcune di queste fattezze non le troverete nel testo. Fer¬ 
rum si associa coi pazienti cost detti freddi. Calcarea, 
Silicea, Sepia ed altri hanno questa classe di pazienti 
freddi. Lycopodium b alcune volte un paziente molto 
freddo; cost pure Phosphorus. Opium b 1’uno e l’altro, 
freddo e caldo. Sulle prime nella sperimentazione di Opium 
vi sarb gran calore e tendenza a gettar via le coperte, 
e voi osserverete nei vecchi mangiatori di Opium, che 
appena spariscono i primi effetti di Opium essi vanno 
vicino alia stufa; essi si avvilupperanno bene. Vi ha un 
altra fattezza speciale di Ferrum, ed b in relazione alia 
sua vertigine; questa viene scendendo dalFalto, ed b in 
opposizione di Calcarea, la quale T ha salendo. La verti¬ 
gine di Ferrum viene sempre attraversando l’acqua; men- 
tre questa pub essere perfettamenle tranquilla, nondimeno 
se il paziente di Ferrum entra in una barchetta egli ha 
tanto capogiro che difficilmente pub rimanere in essa; 
egli teme di saltar fuori; egli teme di non potersi tenere 
in equilibrio sull’acqua, ed alcune volte b preso da male 
di stomaco. Lo speciale aggravamento non pub applicarsi 
soltanto ad uno o a due sintomi del rimedio. L’aggrava- 
mento generale appartiene a tutto il medicamento ossia 
al medicamento in generale. Vi sono esacerbazioni che 
meritano di essere ricordate. Voi rammentate che io vi 
ho detto, parlando di Pulsatilla, che le emissioni sono 
blande, eccettuata la leucorrea. Questo b caratteristico 
di Pulsatilla, ma cib non vuol dire che Pulsatilla non 
abbia una leucorrea blanda per se stessa. Cost io vi dissi 
una volta che in Arsenicum le sofferenze del corpo sono 
migliorate dal calore e-che il dolor di testa b migliorato 
dal freddo. -Cib b caratteristico. Ma Arsenicum ha un 

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RIVISTA OMIOPATICA. 


dolor di testa che b comunemente migliorato dal calore. 
Questa, osservate, b 1’ eccezione — 1’ azione alternata, 
come la descrisse Hahnemann. Bryonia, voi lo sapete, b 
peggiorata dal moto, eppure essa ha dei dolori lombari 
che sono migliorati dal moto. Rhus, nel suo stato gene- 
rale, b migliorato dal moto; ma esso ha dei dolori lom¬ 
bari, e dei dolori in relazione al moto, associati colla 
colonna spinale, che sono migliorati dal riposo. Essi 
cagionano quasi 1’ opposto diretto di Rhus. 

Alcuni riguardo alia nostra Materia Medica sono in 
errore figurandosi queste eccezioni, allorchb le prendono 
avvenute in causa di un rimedio che ha parecchi sintomi 
che sono aggravati da una certa condizione specials, e 
che per questa ragione rappresentino un’ esacerbazione 
generate del rimedio; ci6 che non b vero. Lippe dice 
che i dolori di Camphora sono peggiorati dal freddo, ed 
b vero. Ora, come cosa di fatto, i primi sintomi degli 
intestini associati col col’era sono migliorati dal freddo, 
ed il paziente non pub stare coperto. I dolori ed il calore 
sono condizioni migliorate dal caldo, ma lo stadio freddo 
b aggravate dal calore. 

Sotto le esacerbazioni dal calore o dal freddo b detto: 
Sete o mancanza di sete, perchb Ferrum le ha ambedue 
in alcune caratteristiche; quando non vi b febbre con 
Acetic, acid, esso b molto assetato; colla febbre egli b 
senza sete. Nolle idropisie, in Acetic acid, dove vi b orina 
profusa egli ha sete marcata — sete violenta; ma negli 
stadi febbrili egli non ha sete. Ci6 non b comune, epper- 
ci6 b peculiars o caratteristico. Nel croup pseudo-mem- 
branoso vi b sete marcata quando non vi b febbre. In 
Ferrum vi b forte battito nella testa, in specie nella sua 
parte posteriore; colla tosse vi b un violento dolore pul- 
sante alia base del cecvello; sembra come se la testa 
avesse a scoppiare. Se ci6 b associato colla faccia rossa 
e Ferrum. Carbo. veg. ha dolore violento nella base del 


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RIYISTA OMIOPATICA. 


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cervello tossendo, ma non ha la faccia rossa di Ferrum, 
nb tutti i dolori nb l’eccitamento associato colla faccia 
rossa; testa calda e piedi freddi. 

Un’altra caratteristica di questo rimedio b la diarrea 
di cibo non digerito; evacuazioni senza dolore, involonta- 
rie, durante il pasto. China ha evacuazioni di cibo, senza 
dolore, non degerito, durante la notte. In Ferum, come 
una fattezza marcata, b il desiderio di andare di corpo 
che avviene appena egli mette. qualche cosa nello stomaco; 
1’evacuazione pud essere involontaria, insudiciando le sue 
vesti mentre mangia. Arsenicum pure ha cib. 

Gli organi sessuali femminili ci danno un’altra pro- 
minente fattezza in cid che, durante il coito la donna b 
insensibile all’atto, non vi b sensazione nella vagina; vi 
b un sensazione di torpore, o piuttosto una mancanza di 
sensazione. In cid esso d collegato con Berberis, e d’al- 
tra parte, esso ha pure indolorirnento nella vagina durante 
il coito. Sepia, Kreosoto, Sulphur hanno coito molto dolo- 
roso per l’aumentata sensibility della vagina. Ferum phos. 
ha questo stato, ma b per uno spasmo della vagina ca- 
gionato da accresciuta sensibility. La vagina b troppo a- 
rida; aridity estrema della vagina; arida ed arsiccia. E- 
saminandola sembra quasi impossibile di introdurre il dito 
nella vagina senza prima ungerlo, ed allora voi dovrete 
fare uno sforzo, a motivo dell’estrema aridity della vagina. 
Nutrum muriaticum ha addoloramento in causa dell’aridity 
della vagina. La vagina b arida e calda in Ferrum. Un’al¬ 
tra notevole condizione prodotta da questo rimedio b una 
condizione talmente indebolita* della vagina che b come 
quella che accompagna il prolasso. Generalmente voi pen- 
serete a Sepia, Kreosoto, Mercurio, e Nux per il prolasso 
della vagina. Io esposi parlando dello stato generale, che 
le regole sono troppo profuse e durano troppo a lungo; 
anche il flusso pub essere acquoso. Ci6 pub essere asso¬ 
ciato con un vecchio caso, quando una paziente b stata 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


avvelenata da Ferrum dato allopaticamente per anni ed 
anni. Esso iQgrossa le vene dei polpacci. Esso ha un reu- 
matismo che probabilmente sarb nel muscolo deltoide 
destro, che comincia nella spalla e va in giit. Sanguina- 
ria ha lo stesso sintomo. Colchicum e Ferrum hanno do- 
lori pizzicanti, tiranti, e laceranti nel muscolo deltoide 
destro, producenti un’inabilitb ad alzare il braccio; peg- 
giorati dal movimento coll’alzare il braccio, o dal tentare 
di contrarre il muscolo; cib b migliorato dal calore; peg* 
giorato dal peso delle coperte del letto. Il braccio destro 
b storpio; desiderio irresistibile di piegare il braccio; lo 
fa uscire dal letto alle due ant.; migliorato dal passeg- 
giare lentamente. Veratrum ha dolori reumatici, che lo 
fanno uscire dal letto, e, come dissi prim a, Ferrum non 
si deve mai dare nella consunzione, come parimenti non mai 
nella sifilide. Se in un caso antico di sifilide secondaria 
o terziaria date Ferrum, voi siete sicuri di far peggiorare 
le sue ulcerazioni fagedeniche e la sua condizione gene- 
rale. Non amministrate all’infermo Ferrum nella forma 
grezza. Io lo riguardo come uno dei rimedi piit pericolosi 
ed uno di quelli che hanno maggior durata d’azione nella 
materia medica. Esso b un antipsorico molto profondo e 
che deve essere maneggiato con gran discernimento. Ado- 
peratelo altamente attenuato e raramente ripetuto. Esso a* 
gisce, quando b convenientemente attenuato per cinquanta 
giorni sul corpo (The Homeopathic Physician ). 

0M10PATIA PROGRESSIVA 

del Dotfr. Ad. Lippe. 


Non vi b alcuna sosta o fermata in natura, e non vi 
b fermata nelle scienze e nelle arti; noi o progrediamo 
o indietreggiamo. Queste poche linee sono destinate a 
mostrare il progresso sotto circostanze esistenti. Questa 
b una vista piacevole come lo b la conoscenza del Dott. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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245 

Riccardo Hughes, il cui grande opus di sua creazione, 
La Ciclopedia della Patogenesia dei medicamenti, b de- 
stinata ad essere la Materia Medica dell’avvenire. Que- 
sto, a nostro parere non significa un avvenire vicino, ma 
un avvenire molto lontano. Rigettati dall’ ingrata gene- 
razione presente, i signori R. Hughes e compagnia spe- 
rano che l’opera ora ripudiata avr& miglior sorte che al- 
tri lavori di altri autori disprezzati — come per esempio 
F Organon di Hempel, il quale rigettato da una grande 
e rispettabile maggioranza, fu rinviato da ultimo alia fab- 
brica di carta. 

Il gentile lettore si ricorda del fatto che il Dottor 
Von Boenninghausen pubblicb nel 1863 un Glossario agli 
Aforismi di Ippocrate. Nella pagina 280 noi troviamo la 
seguente nota (n.° 30): « Molti omiopatici avranno tro- 
vato, con noi, che vi b una forma di epilessia la piit dif¬ 
ficile a guarire e che noi spesso non riusciamo a guarire 
se il paziente cade in un sonno profondo dopo un’attac- 
co, dal quale egli si sveglia con un dolore continue nel 
cervelletto. » Dacchh il compianto illustre Boenninghau¬ 
sen scrisse questa nota noi abbiarpo progredito, ed ab- 
biamo conoscenza della patogenesi di Bufo ; ed appunto 
tali casi, che non sono infrequenti e vengono cosl ohia- 
ramente descritti dal grande osservatore, sono stati gua- 
riti da Bufo, purche giustamente amministrato. Ci vuol 
poco a condannare uno sperimentatore e le sue sperimen- 
tazioni, e noi troviamo che Riccardo Hughes non & sod- 
disfatto degli sperimentatori di Bufo, e li maltratta e ri- 
getta le loro sperimentazioni. Il giudicare della esattezza 
di una sperimentazione a priori , senza averla assogget- 
tata ad uno sperimento clinico, & una supererogazione, e 
se una tale condanna a priori viene da un individuo che 
non ha data alcuna prova della sua capacity a fare uno 
sperimento, b meglio ignorarla. In ogni evento, lo speri¬ 
mento clinico ha ripetutamente provato che Bufo, quando 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


b giustamente amministrato, guarir& gli attacchi epilet- 
tici, specialmente qaando essi hanno luogo durante il son- 
no nella notte. L’infermo puo essere o no svegliato dal- 
l’attacco, ma quando egli si sveglia dal sonno axrk vio- 
lenti dolori di testa. Sia che i moderni compilatori della 
materia medica, progressisti all'indietro, rigettino tali sin- 
tomi confermati clinicamente, sperimentati o no; il vero 
medico, non di meno, prenderb, nota di essi e guarirb nna 
forma, di epilessia che era prima incurabile. Questo b pro- 
gresso. 

I Sintotnt di Guida (Guiding Syptoms) della nostra 
Materia Medica del Dott. C. Hering, il capo lavoro del 
padre della nostra scuola in queste contrade, b opera ora 
bene avviata nella sua continuazione, e questo b un al- 
tro progresso in avanti, mentre apparisce che il grande 
Opus di Riccardo Hughes b da lui stesso dichiarato un 
progresso indietro nel lontano futuro, probabilmente nella 
« fabbrica di carta. » 1 sintomi di guida della nostra 
Materia Medica guideranno lo studioso diligente ad una 
piena conoscenza della stessa materia medica e lo por- 
ranno in grado di diventare un vero medico e di pro- 
gredire in avanti. 

Un modo progressive di trovare il rimedio curativo 
pub essere raggiunto, anche quando i nostri migliori re- 
pertori non ci assistono. Noi ricorriamo di nuovo alia ma- 
niera illustrativa. Vi sono casi cronici rarissimi di ma- 
lattie nei quali sembra quasi un compito disperato il tro¬ 
vare il rimedio simile. Pochi sintomi prominenti possono 
essere coperti da un rimedio, ed essi svaniscono dopo 
che quello b stato preso per breve tempo; una nuova se- 
rie di sintomi si manifesta e voi ne potete coprire sol- 
tanto pochi, e ne seguono gli stessi risultati non sodisfa- 
centi. Nel caso a cui alludiamb, che potrebbe essere dia- 
gnosticato meningite cronica, predominavano alcuni sin¬ 
tomi. Il dolor di testa era peggiorato dallo star coricato; 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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era alleviato dallo star seduto; quando il dolore aumen- 
tava, era accusata una sensazione simile a globo isterico; 
lutte le coperture dei collo si sentivano troppo slretle ed 
erano coslantemente sciolte; pienezza, pulsazione, e bat- 
tito nella testa. Glonoin., Bellad., Gelsemin., hanno dato 
alle volte sollievo; Lacbesis solamente cagionava aggra- 
vamento. Belladonna la faceva finita; cosl avevevano i re- 
pertori. Ora sembrava come se si dovesse trovare un ri- 
raedio relativo a Belladonna nelle sue azioni morbifiche. 
Noi prendemmo il piccolo lavoro dell’ infaticabile Boen- 
ningbausen sulle relazioni, e finalmente arrivammo a Se¬ 
pia. Tutti gli altri rimedi relativi non corrispondevano al 
nostro caso. In essa noi trovammo ci6 che cercavamo., 
nei sintomi 470 e 471 nel quinto volume delle Malattie 
Croniche di Hahnemann. N.° 470 — Pressione nella go- 
la, non importa quanto poco essa sia coperta; N.° 471 
— Pressione nella gola nella regione delle tonsille, come 
se il fazzoletto fosse legato troppo stretto attorno al collo. 
Con nostra non poca sorpresa, noi trovammo per la pri— 
ma volt a in questo caso, tutti i sintomi della paziente 
sotto Sepia, ed il beneficio che essa ricevette da questo 
rimedio fu altrettanto sorprendente quanto era inaspetta- 
to. In nessun altro modo che esaminando i rimedii rela¬ 
tivi a quello che le aveva recato maggior beneficio noi 
saremmo stati posti in grado di trovare il simile. Non 6 
spesso che i repertori lo rilevino, ma essi lo fanno in que¬ 
sto caso eccezionalmente singolare, e noi chiamiamo l’at- 
tenzione dei nostri colleghi sul progresso in avanti per 
trovare il rimedio. La materia medica della nostra scuola 
6 come abbiamo dimostrato, progressiva, e noi possiamo 
progredire di pifi se entriamo premurosamente nello stu¬ 
dio delle relazioni esistenti fra i rimedj sperimentati. Se 
noi progressivamente sviluppiamo la nostra arte di guarire, 
noi non possiamo venir persuasi n& a diffldare n& ad ab- 
bandonare la grande eredit& lasciataci dal Maestro nella 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


248 

sua Materia Medica Pura e nolle Malattie Croniche, nb 
a dichiarare che la legge di cura, Similia Similibus Cu- 
rantur, non 6 degna di fiducia; e quel progressive abban- 
dono della logica e dei principii, ugualmente che il ge- 
nerale progresso indietro verso idee impropriamente dette 
liberali e scientifiche, esige da ogni « medico » una con- 
danna delta spirito di sela, e della piena fiducia nel 
proprio giudizio illogico sul quando si debbano ammini- 
strare rimedi secondo la legge dei simili e sul quando ap- 
plicare la cura palliativa soltanto. II liberalismo progres¬ 
sive nou trattenuto da alcuna formola o da una legge di 
cura, richiede (cosi dicono costoro) che noi possiamo, come 
uomini scientifici, applicare la legge dei simili ed il trat- 
tamento palliattivo « in alternativa. » La liberty progres¬ 
siva dell’opinione e dell’azione medica doraanda tale espe- 
diente. Lasciateci avere piena liberty di azione in questi 
giorni in cui tutti cercano liberty; lasciateci sfidare tutte 
le leggi, naturali e divine, come pure le leggi del paese; 
lasciateci malignare, deridere, punire, se possiamo, tutti 
coloro che crediamo di ostacolo al nostro avanzamento. 
Questo & il linguaggio e la domanda espressa negli organi 
di questa setta d’uomini che cerca liberth, i quali, oltre 
a tutte le altre assurde pretese, vogliono la liberta di pra- 
ticare e d’insegnare Omiopatia come essi la intendono, e 
pretendono di essere ancora chiamati coH’onorevole nome 
di Omiopatici ; mentre, di fatto, essi hanno abbandonato 
da lungo tempo tutti i dommi della scuola. Il sintomo, 
« ogni copertura del collo sembra essere troppo stretta » 
6 stato cosi frequentemente guarito con Lachesis che esso 
sembrb un’indicazione quasi positivamente degna di fiducia 
per questo rimedio. Nel caso sopra riferito a questo sin¬ 
tomo fu permanente, non apparteneva necessariamente alia 
presunta condizione patologica, e Lachesis, anche alle volte 
d’altroflde indicato specialmente pei dolori violenti nell’o- 
vaja sinistra quando si stabilisce la menstruazione, aggravo 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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sempre i sintomi e non recb mai il pih leggiero sollievo. 
Nel cercare un rimedio si pensb esser cosa migliore di 
trovarlo fra i rimedii che hanno relazione uno coll’altro, 
i quali abbiano recato il tnaggior sollievo (Belladonna), e 
fu messo in capo alia lista un sintomo non appartenente 
necessariamente alia malattia cost chiamata. La signora 
aveva continuamente le dita sul vestito che le copriva il 
collo; quando anche esso era largo, il solo contatto di 
esso l’angustiava. 

I sintomi sopra numerati furono trovati sotto Sepia, 
e per quanto io so, Sepia fu per la prima volta ammini- 
strata dove questi sintomi del collo e della gola erano 
presenti, e questo sintomo sparl interamente dopo Sepia, 
la .quale migliorb molto tutta la condizione della paziente. 
Non b egli evidente che la nostra Materia Medtica pub 
solamente esser resa piu utile coll’osservare attentamente 
i risultati clinici ? Esiste un registro giornaliero di spe- 
rimeutatori tali come i progressisti indietro Riccardo Hu¬ 
ghes e compagni, ora tentano d’introdurlo surrettiziamente 
nella professione, che sia di alcun vantaggio possibile fino 
a che sintomi sperimentati dagli sperimentatori siamo stati 
verifieati collo sperimento clinico? Allora, dopo ordina- 
tili in una maniera appropriata, essi diventano accessibili 
ed utili. Vi sono molti, anzi moltissimi, sintomi registrati 
nelle collezioni di Hahnemann, Hering, ed in altre raccolte 
di rimedj sperimentati, non ancora verifieati dallo speri¬ 
mento clinico, ma essi hanno precisamente cost buon dritto 
a rimanere nel registro come altri sintomi che sono stati 
verifieati. Coll’andar del tempo questi, come sintomi non 
ancora verifieati, diverrano « sintomi di guida. » Lo stu- 
dente della patologia che si trova nei libri, come pure 
il medico progressista che studia la patologia comparata, 
sa che anche le forme conosciute delle malattie classifi- 
cate hanno cambiato i loro sintomi caratteristici concomi- 
tanti, e come una delle pih palpabili illustrazioni noi 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


250 

menzibniamo la « febbre scarlattina. * I piit antichi me- 
dici hanno tutti osservato tali notevoli cambiamenti, non 
solo nella stessa erozione scarlattina, ma specialmente nei 
sintomi concomitanti, di modo che in questi cangiati sin¬ 
tomi una classe del tutto diversa di rimedi diventa cura- 
tiva a volte diverse. Rimedi i pih frequentemente indicati 
quarant’anni indietro nelle epidemie di scarlattina, come 
Ammonium carb., Lycopodium, e Calcarea carb., non sono 
indicati nelle recenti epidemie. Vi fu un’epidemia che ri- 
chiedeva spesso Mercurius jodatus, un’altra epidemia ri- 
chiedeva Apis ed Arum trif., e da alcuni anni noi ab- 
biamo la febbre scarlattina del vecchio Sydenham per la 
quale Hahnemann trovb spesso Belladonna rimedio cura- 
tivo. Una prossima epidemia pub richiedere una classe to- 
talmente differente di rimedi, e possono sorgere sintomi 
che ora rimangono ancosa da verificarsi nella nostra Ma¬ 
teria Medica. In considerazione 'di questi fatti stabiliti, 
come b possibile ad un medico che pensa, di favoleggiare 
intorno anche alia semplice possibiltb di malattie com- 
prese sotto una livrea patologica bene etichettata, molto 
meno chiedere il trattamento di malattie da una Materia 
Medica letta attraverso di occhiali scientificamente fatti 
nel campo patologico ? 

II progresso in avanti fu ben illustrato dalle speri- 
mentazioni pubblicate di Lithium carbonicum dal compianto 
Dott. C. Hering. Se la setta progressista all’indietro di 
uomini come Hughes e compagni, vorrb prendere in mano 
il terzo Volume &q\Y American Review, troverb in essa i 
registri giornalieri degli sperimentatori, ed b un fatto ben 
conosciuto che R. Hughes e compagni deplorano 1’ omis- 
sione di Hahnemann di pubblicare i registri giornalieri 
degli sperimentatori. Essi dovrebbero conoscere perb che 
l’editore della Materia Medica di Hahnemann pubblicb 
l’opera per un movente del tutto disinteressato, e soltanto 
in graziosa ricompensa del beneficio ch’egli ricevette dalle 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


251 


cure di Hahnemann. Nel quarto Volume dell 'American 
Review si troverA un ordinamento dei sintomi di Lithium 
carbonicum, che comprende alcuni esperimenti clinici e 
conferme cliniche. Hering ed i suoi contemporanei pro- 
pugnarono un progresso in avanti. Ma cosa avviene al 
dl d’oggi ? 

II progresso della nostra scuola avanzerA progressi- 
vamente; nulla lo pub impedire. Nella patogenesi di Li¬ 
thium carbonicum fatta da C. Hering noi troviamo il sin- 
tomo 93: 1’aciditA dello stomaco da nessun’altro rimedio 
fu alleviata cosl prontamente come da Lithium. Qui noi 
abbiamo una prova che gli effetti curativi delle medicine 
frequentemente osservati non possono con alcun mezzo 
essere cancellati dalla nostra Materia Medica. Sia nostro 
scopo, come omiopatici e veri medici, quello di progredire 
in avanti e di sconoscerp i progressisti all’indietro. — La- 
sciamoli al loro destino. ( The Homoeopathic Physician). 

ALCUNI CASI CLINICI. 

del Dott. A. M. Cushing. 


Caso I. Apis. — La Sig. S. — di anni 50; faccia, 
membra, e piedi gonfi, ed edematosi da alcune settimane. 
Orina scarsa; non si sente bene. Soggetta a risipole. 
Diedi Apis 200, una cartina. Tre giorni dopo il gonfiore 
era scomparso, si sentiva benissimo, e domandava se io 
speravo che il rimedio facesse effetto sui suoi reni; disse 
che 1’orina era profusa. 

Caso II. Apis. — Un bambino di anni tre, con feb- 
bre, e goia infiammata; placche difteriche grigie, sudicie, 
sulle tonsille; aspetto edematoso delle fauci. Apis 200; 
ed in due giorni la gola guarita quasi corapletamente e 
orina molto profusa. 

Caso III. Rhus. — Il Signor —, di anni 57, zoppo 
dal piede sinistro sull’interno del collo del piede, molto 


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RIYISTA OMIOPATICA. 


252 

di piit nei giorni piovosi. Durante un attacco di dolore 
in una giornata umida diedi Rhus tox cm, ed in dieci 
minuti il dolore era nella polpa del pollice, e dieci mi- 
nuti dopo il dolore e la storpiatura erano scomparsi. 

Caso IV. Phosphorus. — La Sig. N.—, di anni 36. 
Dieci anni fa emorragia post partum. D’allora in poi me- 
struazioni profuse, deve stare in letto da sei giorni a 
due settimane ogni mese. Suo marito dice che il sangue 
« diluvia proprio da lei. » Lo scolo b intermittente; 6 
peggiore di notte; grumi grossi, scuri; sgorga fuori; 6 
debole , pallida , emaciata; freddolosa, assetata, peggiora 
dopo bevande calde; nervosa; tintinnio nolle orecchie; ver- 
tigine; mani e piedi freddi; palpitazione di cuore; un’ul- 
cera bianca duole in bocca. alta e magra. Ha avuto 
molti dottori, e sua madre morl di simili sintomi alia sua 
etk circa. Diedi Phosphorus 200, una cartina. Per sei 
mesi mestruazioni normalt, tutti i sintomi molto miglio- 
rati, ingrassh e si sentl meglio. Poi in causa di troppo 
moto lo scolo aumentb, ma fu immediatamente ristabilita 
dallo stesso rimedio. 

Caso V. Borax. — La Sig. L.—, di anni 28, alta, 
magra, colorito biondo, aveva tosse e sofferenze alia gola 
da tre anni. Suo padre, suo fratello e due sorelle mori- 
rono in un anno di consunzione. Essa ha leucorrea da 
parecchi anni, e stata curata da medici omiopatici in Bo¬ 
ston, New-York e Washington senza vantaggio, ed aveva 
deciso di non spendere pift alcun denaro per il suo male. 
Lo spurgo b bianco, non molto denso, ed ha la sen- 
sazione come di acqua calda che scorra giii per le sue 
membra. Diedi una cartina di Borax 200, ed in dieci 
giorni la sua leucorrea era del tutto scornparsa, ed essa 
non aveva piu alcun disturbo alia gola. Sei mesi dopo 
essa non ebbe piu alcun disturbo, e poteva camminare 
per due miglia, anche con nebbia pesante o in giorno di 
pioggia e neve senza la comparsa di alcuno dei suoi anti- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 258 

chi sintomi. Essa aveva dapprima cambiato di clima due 
volte all’anno, ma ora da due anni & rimasta nel mede- 
simo posto. 

Caso VI. Febbre intermittente. — Natrum tnur. — 
La Sig. E. — Freddo un giorno s\ e 1’ altro no alle 9 
od alle 10 ant.; dura molto tempo; d fortissimo. Comincia 
alle mani ed ai piedi, che sono molto freddi. Febbre 
forte e di lunga durata, con dolor di testa il quale dura 
tutto il giorno seguente. Sudore profuso; e fiacca e inde- 
bolita. Ha avuto questa febbre in antecedenza ed & stata 
curata da ambedue le scuole in questo paese ed in Eu- 
ropa; & stata nutrita di sale e le d stato dato sempre 
Chinino. Io le diedi Natrum mur. l. m . Il giorno seguente 
freddo leggero per circa quindici minuti; poi non ebbe 
piit affatto nulla. 

Caso VII. — Il Sig. E. —, marito della suddetta 
signora, aveva forte freddo dopo aver mangiato, maggior'6 
alle braccia e nella bocca dello stomaco; con pelle asciutta, 
calda; dolor di testa frontale scoppiante e faccia rossa; 
senza sete. Piedi freddi ghiacciati, Belladonna sembrava 
indicata, e la diedi alia 200. a potenza, ed il freddo non 
venne piit. 

Caso VIII. — La Signorina B. — Freddo ogni giorno, 
d malata in letto, & stata curata dalla vecchia scuola per 
due settimane e non si sente punto meglio. I brividi 
cominciano nel dorso con forte dolore al dorso. Diedi 
Capsicum 30, e non ebbe piit un altro brivido. 

Caso IX. — Il Sig. F. — Freddo ogni dopo mezzo- 
giorno, con gran sete durante il freddo. Male alia testa 
ed al dorso. Febbre alia sera. Sudori tutta la notte; assen- 
za di sete durante la febbre od il sudore. Diedi Ignatia 
l. m ; e non un altro brivido. 

Caso X. Demenza. — La Signorina — di anni 24 
circa. Quattro anni or sono fu disillusa nelle sue speranze 
di matrimonio; ne segul febbre tifoidea. D’allora in poi 


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254 RIVISTA OMIOPATICA. 

soffre di alienazione mentale. Curata dalla vecchia scuola 
e da eclettici fino ad ora; 6 stata curata omiopaticamente, 
con Gelsemium un giorno per la febbre, ed alternativa- 
mente il giorno dopo con acquavite per la debolezza. Di- 
veniva gradatamente pih debole, ed i medici temevano 
che morisse presto. Essa giaceva in letto raccogliendo 
le coperte con le dita; borbotta o parla da sola; ride fra 
sb qualche volta. Prende poco cibo, le scariche dagl’inte- 
stini e dalla vescica passavano nel letto. Io diedi nna 
dose di Phosphoric, acid, che mi procurai, supponendo 
che fosse circa l. m ; ma pih tardi seppi che era la cm. 
Essa ebbe una notte pih tranquilla e mangib di pih a 
colazione migliorando ogni giorno. Ritornando a casa 
mia studiai il caso accuratamente e decisi che Pulsatilla 
era piu indicata, e mandai una cartina di Pulsatilla 16. m , 
da darsi se fosse necessaria. Fu data appena ricevuta, 
circa una settimana dopo il Phosphoric, acid. Essa non 
prese pih alcun rimedio, e dopo trentun giorni dalla pri— 
ma prescrizione andb a casa, capace di pensare a sb 
stessa, e di fare le leggiere faccende di casa (The Medi¬ 
cal Advance). 


FEBBRE INTERMITTENTE 

Dott. C. B. Gilbert. 


Quest! tre casi avvennero in tre fanciulli della stessa 
famiglia, tutti malati nello stesso tempo e presumibilmente 
per la stessa causa eccitante, ma ciascuno richiedeva un 
rimedio differente. Il che non b certamente una prova in 
favore dell’ indicazione universale pel Chinino o per qua- 
lunque altro rimedio. 

Phosphoric, acid. — Freddo alle 9 pom. con grandq 
prostrazione, la quale continua durante tutto il tempo del 
parossismo; febbre tutta la notte con emissioni frequenti 
di grandi quantity di orina chiara acquosa; non molta 
sete; il lato sul quale essa giace b doloroso. 


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RIVISTA OlilOPATICA. 


255 

Nuco moschata. — Febbre continua, con faccia rossa 
e dolor di testa frontale; dorme la maggior parte del tempo, 
ma si sveglia lagnandosi della sua testa; sete; non vuole 
essere coperta (Luglio); in seguito la febbre divenne inter- 
mittente ed il freddo cominciava ai piedi, seguito da febbre 
e sonnolenza con meno dolor di testa; occhi prurienti. 

Arnica. — Freddo al mattino, alle 8,30 o 10,30, con 
tremollo e forte dolor di testa; testa calda, corpo freddo, 
pelle delle mani e braccia con macchie azzurrognole; si 
lagna del letto; grande sete, seguita da vomito — prima 
acre, poi forse amaro; febbre altissima con sonno e meno 
sete; finalmente sudore; poi si alza per giocare, ma non 
molto vigorosamente. (The Medical Advance). 


APP ONTl CLINIC!. 

Carbonchio o carboncello, — II Dott. W. J. Martin riferisce un 
caso di carbonchio nel quale il dolore era cosi intenso che Pinferma 
non poteva giacer giu o andare a letto; essa camminava attorno 
la camera e temeva di morire o d’impazzire. Il carbonchio fu mole- 
stato con una piccola apertura dalla quale non flui pus. I dolori 
erano di un carattere bruciante, pungente. Tarantula cubensis 12 
portb un quasi magico sollievo (The Medical Advance), 


U Dott . Kent sulla sicosi, — Sotto questo titolo il Dott. E. W. 
Berridge fa le seguenti utilissime osservazioni in relazione alia ma- 
gnifica lettura su Natrum sulphuricum, da noi poco fa pubblicata. 

« Mi piacque molto il saggio del Dott. Kent sulla « Sicosi e Natr. 
sulph, » Hahnemann soltanto fu capace di gettare le fondamenta, 
della conoscenza della sicosi; Boenningausen Vi fabbrieo sopra; ed 
ora spetta al Dott. Kent di completare P edificio. 

A questo riguardo io accennerd i seguenti fatti suggestivi: 

(1) L’ asma appartiene alia diatesi sicosica. 

(2) La gonorrea parimenti. 

(3) 11 desiderio di essere sventolato e un sintomo prominente 
nelP asma. 

(4) Medorrhinum ha prodotto il seguente sintomo: 

« Ha Hsogno che gli si faccia aria , continuamente; getta via 
le coperte, eppure la sua superficie b fredda; bruciore, per lo piii 
soggettivo, delle mani e dei piedi — le vuole scoperte e sventolate. » 

Medorrhinum ha pure « i peli sulle braccia fino al gomito molto 
folti, » e « molto folti e lunghi i peli sulle gambe fino ai ginocchi. » 
Si confronti il sintomo 2,932 (ne\VEnciclopedia) di Thuja, altro grande 
antisicosico. QuesPultimo b uno dei sintomi di Wolf, omesso da Al¬ 
len nel suo Indice e ridicoleggiato da Dudgeon — ambidue cosl note- 
volmente confermati» ( The Homoeopathic Physician), 


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NOTE E NOTIZIE 


A mostrare la vitality e i progressi deirOmiopatia negli Stati Uniti 
diamo qul la nota dei giornali che, plu o mono bene, ve la rappre9entano. 

American Homoeopathist, 

California Homoeopath, 

Chironian, 

Clinical Review, 

Clinique, 

Hahnemannian Monthly, 

Homoeopathic Journal of Obstetric, Gynecology and Paedology, 
Homoeopathic Physician, 

Medical Advance, 

Medical Counsellor, 

Medical Current, 

Medical Era, 

Medical Institute, 

Minnesota Medical Monthly, 

New England Medical Gazette, 

New York Medical Times, 

North American Journal of Homoeopathy, 

Physician's and Surgeon's Investigator, 

Southern Journal of Homoeopathy, 

St. Louis Periscope and Clinical Review, 

United States Medical Investigator. 

Oltre questi 21 periodici in lingua inglese, altri 3 o 4 se ne 
pubblicano a Londra; ed altri 3, pure in lingua inglese, a Calcutta. 


Leggiamo m\VAllgemeine Hovnoeopathische Zeitung del 4 Gennaio: 

Possiamo dare ai nostri lettori la beta notizia che finalmente 
si procederh qui in Lipsia alia fondazione di un Ospedale Omiopatico. 
A questo scopo fu comprata un’ area conveniente a discreto prezzo. 
Col venir della primavera si metterh mano ai lavori, e nell’anno 
venturo si spera di poter aprire P Ospedale. Esso conterrh per ora 
20 letti; ma potra essere quando si voglia ingrandito, poichfc lo spa- 
zio non manca. Si spera che incominciata la fabbrica, generosi o- 
blatori verranno in ajuto della benefica impresa. 


Abbiamo altre volte tenuto parola e dato ragguaglio ai nostri 
lettori della Compagnia Omiopatica di assicurazione sulla vita , esi- 
stente negli Stati Uniti. Detta Compagnia assicura per minori quan¬ 
tity la vita di quelli che si curano coll’Omiopatia che di coloro che 
preferiscono P Allopatia; e cio in forza delle rigorose statistiche al- 
l’uopo compilate, dalle quali b comprovato tutti gli anni che muo- 
jono meno persons curate colPOmiopatia che colPAllopatia. Nella sta- 
tistica della mortality, onde b corredata Pultima Memoria col la quale 
la Compagnia annualmente rende conto delle sue operazioni, troviamo 
i preziosi dati che seguono; dati di fatto che parlano troppo alto in 
favore delPOmiopatia. Tale statistica comprende un periodo di 7 anni 
e 5 mesi. 

Numero degli asticurati Numero dti morii 


Omiopatici.6,061 52 

Allopatici.4,852 58 


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RIVISTA OMIOPATICA 


Anno XXXII MARZO 1887. Numero 9. 

CHIRURGIA PRATICA E MEDICINA SPECIFICA 

del Dott. P. P. Wells. 

Lezione di introduzione data al Collegio Medico ed Ospedale 
per le donne in New York, Sessions 1886-1887. 

La facolta che comprende i principii, e le differenze 
inerenti a questi, come esse si incontrano nei doveri clinici 
e nelle esperienze, b cosa che lo studente di medicina e di 
chirurgia dovrebbe presto e con ardore coltivare, ed il 
pratico non dovrebbe mai cessare di sforzarsi per accre- 
scerla e perfezionarla, specialmente quegli che applica la 
medicina specifica, perehb il suo esercizio b costantemente 
richiesto in ogni suo sforzo per alleviare i dolori e gua- 
rire le malattie del genere umano. II suo lavoro di tutta 
la vita si compone cosl ampiamente di analisi e di con* 
fronto di elementi visibili ed invisibili, ed il suo successo 
nel trattare con essi dipende tanto dalle giuste compren- 
sioni, e distinzioni dei medesimi, che una facoltA vigorosa 
ammaestrata per questo lavoro b, da principio e sempre, 
un sine qua non nei suoi doveri. 

Innanzi tutto. I principii della filosofia della relazione 
fra i curativi e le» malattie, dai quali la salute, quando 6 
perduta, viene ristorata. La conoscenza di questi implica una 
ricognizione della vera natura di ci6 che costituisce la ma- 
lattia, e di quella che nel medicamento forma di questo 
un agente curativo. . Una falsa comprensione dell’una o 
dell’ altra condurrh certamente lo studente od il pratico 
nelle regioni dell' ignoto, dove si trover^ che tutto mena 

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258 


RIVISTA OMIOPATICA. 


ad un sistema di terapeutica, incerta, non degna di fidu- 
cia, ed a fallaci congetture. Bisogna rammentare che la 
medicina specifica richiede che ciascun elemento nel pro- 
blema che essa b chiamata a risolvere dev’ esser cono- 
sciuto; e ci6 implica che tutli gli element], la cui cono- 
scenza b necessaria per questa soluzione, siano conoscibili. 

Dinanzi a questa facolt& noi ci accingiamo a presen- 
tare la chirurgia pratica e la medicina specifica, coll’ in- 
tendiinento di scoprire le relazioni delle due fra di loro, 
se lo possiamo. A prima vista pub sembrare che due do- 
veri non possano essere piu dissimili di quanto lo sono 
quell! di questi due rami di lavoro professionale. Ma il 
primo sguardo non abbraccia sempre tutta 1’ estensione 
di un soggetto, e non lo pub in questo. Esso vede da un 
lato 1* uomo o la donna col di lui o col di lei corredo 
( paraphernalia) di coltelli, forbici, forcipi, seghe, tubi, a- 
ghi, etc. in grande varietb, insieme a stecche, fascie, e 
carrucole, con qualunque altra cosa possa essere necessa¬ 
ria per mettere in grado lui o lei ad agire nel m'iglior 
modo e colla miglior riuscita negli sforzi per riparare i 
danni di disgrazie, o per alleviare le conseguenze di pro- 
cessi morbosi, secondo che questi possono incontrarsi in 
varii depositi di materia, od in parti, organi o tessuti di- 
strutti. In tal modo apparisce il chirurgo, e cosl b apparso 
per secoli, come uno equipaggiato per doveri totalmente 
meccanici nella loro natura; e colui b meglio preparato 
per questi, che li assume col vigore e coll’ability occor- 
rente per fare grandi operazioni, le quali mutilano dove 
1’ operalore non pub guarire ; e se la vita sarb conservata 
con queste mutilazioni, lasciate che l’operatore e la sua o- 
pera siano non lievemente stimati. Cosl riguardato, il chi 
rurgo b apparecchiato ad aver che fare con elementi ma- 
teriali mediante 1’ uso di mezzi materiali. Ma 1’ opera del 
vero chirurgo non b limitata a questi, come vedremo. 

L’esercente della medicina specifica, dall’ altro lato, 


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RIVISTA OMIOPlATCA. 


259 


apparisce con nessun altro strumento od apparato che 
quello di poche e piccolo boccettine contenenti ognuna po 
chi e piccoli globuli, impregnato ciascuno del potere che 
gli b proprio in relazione alle condizioni morbose per le 
quali esso b lo specifico. La conoscenza di questi poteri b 
per il prescrittore specifico ci6 che b la spaventosa mostra 
di strumenti e di apparecchi per il chirurgo. Ma havvi 
nell’ armamentario dei due questa grande differenza: il me¬ 
dico trova nella sua semplice e modesta scatola un ma- 
gazzino di poteri da soddisfare a tutti i suoi bisogni ed 
a quelli delle malattie che egli cura, mentre il chirurgo 
che b pari alle piCi imperiose richieste della sua chiamata 
b spesso costretto di andare al di lb delle sue risorse ma- 
teriali nel dominio immateriale del medico, e prendervi in 
prestito le forze che sole possono recar ajuto al suo pro¬ 
prio imbarazzo e ai dolori del suo infermo; e nessuna pe- 
rizia per quanto somma nell’ uso di questi strumenti ed 
apparecchi pub prendere il posto di quelle forze nolle cure 
pivi soddisfacenti, che risultano dall’ opera del chirurgo. 
Anche nel trattare i risultati di gravi accidenti, dove of- 
fese meccaniche sono gli oggetti di cura del chirurgo, e 
dove, qualche volta, noi potremmo intravedere pienezza 
di risorsa nei mezzi meccanici, non di rado il vero chi¬ 
rurgo trova i suoi piu preziosi ed efficaci ajuti nell’arse- 
nale dinamico che contiene le risorse del prescrivente 
specifico. . 

Se si domandasse, perchb questa differenza tra i due 
rami relativi dell’ arte di guarire ? noi possiamo solamente 
rispondere: Essa risiede nella vera natura dei problemi 
che i detti due rami debbono risolvere: quelli del medico 
essendo semplici nella loro natura, mentre il chirurgo e 
costantemente chiamato a trattare con quelli che sono 
complessi. Quelli del medico sono puramente dinamici; 
quelli del chirurgo sono spesso un misto di elementi di¬ 
namici e meccanici; e percib, se egli b pari alle esigenze 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


dei suoi casi, egli deve frequentemente ricorrere ad am- 
bidue i mezzi, meccanici e dinamici, mentre il medico, se 
egli & medico, adopera quelli soltanto che sono dinamici. 

Nel trattare le malattie egli sa di aver a fare con 
processi che sono risultati dall’ impressione di una forza 
— la causa morbosa — sopra un’ altra forza, quella che 
governa ed eseguisce j processi delle funzioni nel corpo 
vivente, cost che 1’ azione armonica di queste che 6 la sa¬ 
lute, vien disturbata, e vi si d introdotto il disaccordo; e 
questo disaccordo, interamente dinamico nella sua natu- 
ra, 6 la malattia che il medico deve curare. Ristabilire 
questa perduta armonla 6 l’unico obbiettivo dell’ opera del 
medico; e ci6 come Fesperienza ha provato abbondante- 
mente si ottiene nel miglior modo coi mezzi che sono an- 
che totalmente dinamici nella loro natura. 

Tutta quella classe di malattie che sono state chia- 
mate chirurgiche, perchfe nel loro progresso esse pih o 
meno probabilmente sviluppano condizioni che possono 
chiamare F intervento meccanico, hanno la loro origine da 
cause dinamiche, e quindi in principio spesso trovano sol- 
lievo, e non di rado guarigione, coi mezzi forniti dall’ar- 
madio del medico; mentre anche lesioni meccaniche, dopo 
che hanno avuto a fare coi mezzi meccanici, secondo la 
loro natura, spesso trovano la loro guarigione grande- 
mente promossa ed eccelerata da una retta medicatura 
dinamica. Qui sta la distinzione tra le malattie che sono 
riguardale come 'piii specialmente appartenenti alia provin- 
cia del chirurgo, e i risultati di accident!, i quali sono suoi 
per dritto di prescriziorie. Le malattie esigono mezzi di¬ 
namici in principio, mentre coi risultati di accidenti, come 
fratture di ossa, e slogamenti di giunture, essi sono al loro 
posto principalmente dopo l’uso dei mezzi meccanici. 

Vi sono poi alcune volte condizioni che si verificano 
dopo lesioni meccaniche, le quali non riescono a rispon- 
dere a qualunque siasi esperto nelF applicazione di mezzi 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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dell’arsenale del chirurgo. Per esempio, voi potete trovare 
delle ossa fratturate che ricusano di riunirsi anche quando 
sono trattate dal piil abile e sperimentato chirurgo. Egli 
ha esaurito i suoi mezzi, e decorse settimane di dolore e 
di ansietk da parte del paziente e di ansiosi tentativi da 
parte del chirurgo, non si trova alcun principio di pro* 
cesso di riparazione. Le estremitb, dei frammenti sono 
cosl movibili 1’ una sull’ altra come subito dopo la rottura. 
La migliore ability non b riuscita, e cosa possono fare 
il povero infermo o il chirurgo? Vi b una giuntura di 
piil nel membro di quella che la natura intendeva a- 
doprare od ha da adoprare. Infatti, la sola giuntura di pih 
ha reso inutile completamente il membro rotto. Un caso 
tale cadde sotto la mia osservazione nel 1846. Un ragaz* 
zo, di quindici anni, aveva una giuntura artificiale nell’a- 
vanbraccio destro verso la congiunzione del terzo supe- 
riore e medio. Il caso durava da tre anni. Non puo essere 
necessario aggiungere che egli aveva avuto il migliore 
trattamento che la perizia chirurgica d’allora gli poteva 
fare, quando si b detto che era stato curato dal fu Dot- 
tore Valentino Mott, il quale certamente si sarebbe te- 
nuto per offeso con chiunque gli avesse assegnato nella 
cliirurgia Americana un posto meno elevato che non fosse 
il primo. Il Dott. Mott fece tutto, ed il meglio che poteva, 
per il ragazzo; il risultato fu un fiasco completo. Il caso 
era allora stato abbandonato da lungo tempo, ed il ra¬ 
gazzo era lasciato andare con un solo braccio a fare i suoi 
doveri pratici. Questo era lo stato del caso quando sua 
madre, che io curava, richiamo la prima la mia attenzione 
sovr’ esso. Ci6 avvenne verso 1’ epoca in cui io stava tra- 
ducendo l’articolo di Croserio sulle « Relazioni dell’ Omio- 
patia colla Chirurgia ». Io imparai da quell’ articolo che 
questo eminente chirurgo e ardente difensore dell’ Omio- 
patia aveva trovato che le preparazioni dinamizzate di 
Symphiium officinale affrettavano il consolidamento delle 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


fratture eccitando ed aumentando il necessario deposito 
della materia collosa, abbreviando grandemente in tal modo 
il periodo della convalescenza dopo tali accidenti. Crose- 
rio fa il primo, per quanto io sappia, a chiamare l’atten- 
zione su questa radice come rimedio per siffatti accidenti. 
Io non conosco come la sua attenzione vi fa chiamata e 
come egli si accertb del fatto. Ma b un fatto, che essa, 
come io ebbi molte occasioni di verificare, abbrevia il pe¬ 
riodo di consolidamento delle ossa fratturate. Allorchb e- 
saminai quel braccio, mi venne il pensiero che vi era qul 
una occasione di sperimentare se fosse vera l’osservazione 
di Croserio. Certamente, il caso non era esattamente ap- 
propiato per questo scopo, poich& la giuntura artificiale 
esisteva gi& da alcuni anni, ed era stato sottoposto a tutti 
i mezzi conosciuti dall’ antica chirurgia per la sua cura, 
senza vantaggio; e se quei mezzi cagionarono sofferenze 
ed esaurimento nel paziente, non era questa una ragione 
per il Signor Dott. Mott di non adoperarli. Egli non ebbe 
paura di far uso di mezzi eroici, e presumibilmente il ra- 
gazzo ebbe le estremitk dei frammenti conficcati uno con- 
tro l’altro, e godette 1’ esperienza dei setoni e di qualun- 
que altra cosa che quell’ eccellente chirurgo fa capace di 
immaginare, dalla quale egli poteva sperare qualche be- 
neficio per addivenire ad una giuntura artificiale. L’ in- 
fermo ed i suoi genitori dovettero sentire dall’ eminente 
chirurgo che il caso era disperato. Ma poscia il secondo 
pensiero fit: il Dott. Mott non conosce nulla di Omiopatia. 
Egli ne sa solamente abbastanza per odiarla. Comunque, 
egli non la provb in questo caso, e probabilmente non 
intese mai a parlare della scoperta di Croserio. 

Cost, sebbene il caso, chiaramente, fosse abbastanza 
scoraggiante, io mi determinai di far uno sperimento del 
rimedio se si fosse potuto averne la radice. Domandai 
alia madre, se avesse mai vista la radice di consolida od 
orecchio d asino. Essa disse che ve ne era una grande 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


263 


quantity nel giardino di suo padre in — cittk non lon- 
tana da Brooklyn, nel Long Island. Le soggiunsi, se voi 
mi porterete un poco di quella radice, io guarir6 il brae-; 
cio di vostro figlio. Io.era temerario ed entusiasta nella 
mia fede nell’ Omiopatia, ed avevo fiducia in Croserio (1). 
Tre giorni dopo un espresso mi reco circa un ottavo di 
stajo della radice. Dalle migliori quality di questa io pre- 
parai diligentemente una tintura secondo gl’ insegnamenti 
dell 'Organon, dinamizzai una goccia di questa, e diedi al 
ragazzo ogni sei ore un cucchiarino di acqua, nella quale 
erano stati sciolti alcuni globuli imbevuti in questa dina- 
mizzazione. II risultato fu rimarchevole. Esso mi stupi 
grandemente, sebbene io avessi gia vedute prima guari- 
gioni omiopatiche. Dopo due settimane dalla presa della 
prima dose, questo ragazzo, dichiarato storpio nel suo 
braccio per tutta la vita, fece col suo braccio, con sua 
gioja, una partita a palla, ed ebbe il completo uso del 
medesimo per sempre d’allora in poi. La mia promessa fu 
avventata; ma il ragazzo rimase guarito ! (2). 


(1) 6 stato a me di gioja il vedere qui rammentato con tanto onore da un 

maestro, cosi corppetente quale h il Dott. Wells, il nome di un nostro illustre 
italiano — ottimo fra i primi e piu fedeli Hahnemanniani onde si onora la no¬ 
stra istoria, pioniere infaticabile di cui sento il dovere di conservare memoria 
indelebile. Poichd il Dott. Croserio ebbe per me affezione specialissima, la piu cor- 
diale, E da esso mi ebbi incoraggiamenti ed ajuti nei primi anni di studio del- 
P Omiopatia; egli mi raccomandd con amore e mi forni pel primo delle alte po- 
tenze dci nostri piu important medicamenti. E 1’ottimo mio araied Cav. An¬ 
drea Giorgi, che era nostro intermediario nei frequenti suoi viaggi a Parigi dove 
Croserio stava onorato fra i piu degni di quel tempo, piu volte mi narrava me- 
ravigliato la grande benevolenza che P impareggiabile vecchio mi portava. Di 
che gli ebbi sempre viva gratitudine che insieme all’ affetto durerk in me 
quanto la vita. G. P. 

(2) Qui Pautore narra il caso di una congiuntura artificiale, trattato all’O- 
spedale Omiopatico di Brooklyn, caso che gli fu gentilmente fornito dal chirurgo 
che lo curd e del quale noi sopprimiamo la lunga narrazione diaria. « Egli tratto 
il caso* dice il Dott. Wells, con mezzi totalmente meccanici, e conoscendolo, 
come lo conosco, ho ragione di credere, che nessuno avrebbe doperato tali 
mezzi in un caso simile con maggior maestria e con maggiore intelligenza. 
Esso e qui citato come un opposto al caso trattato da me totalmente con 
mezzi dinamici. Cio & di molto interesse, a motivo della differenza nella na- 


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RIVISTA 0MI0PAT1CA. 


Non molto tempo dopo io ebbi l’opportuniUi di fare un 
altro sperimento della preparazione in un caso di frattura 
semplice dell’ omero. II paziente era un ragazzo di sette 
anni. L’osso era rotto verso la congiunzione del terzo medio 
ed inferiore. 11 ragazzo soffriva grandemente per la scossa 
nervosa dopo l’accidente che fu il risultato di una caduta. 
Eravi grande tremore ed agitazione, cbe continuarono 
dopo l’aggiustamento dei frammenti e l’applicazione delle 
stecche. Percib diedi al ragazzo un cucchiarino d’ acqua, 
in oui erano stati sciolti alcuni globuli di una prepara¬ 
zione dinamizzata del rimedio Omiopatico adatto a tale 
condizione, ed egli diventb perfettamente tranquillo e privo 
di dolore in mono di cinque minuti. Egli allora era prin- 
cipalmente disturbato dal timore di non « essere guarito 
per il giorno 8 di Luglio ». L’accidente aveva avuto luogo 
nella terza settimana di Giugno. Egli prese di tanto in 
tanto alcuue dosi di rimedio datogli prima finche si giu- 
dicb che egli aveva passato il punto del pericolo di in- 
fiammazione e della relativa febbre concomitante, di cui 
egli dava segni solamente in un grado leggerissimo; in- 
fatti, essi erano cosl leggeri da dare soltanto piccolwsimo 
sconforto. Poi egli prese un cucchiarino di una soluzione 
di globuli di Symphiium ogni quattro ore. Non vi era nb 
dolore, n§ gontiore da cagionar disturbo al paziente od al 
suo dottore. Le stecche furono tolte la prima volta nell’ot- 
tavo giorno. I frammenti erano inamovibili l’un l’altro, ed il 
braccio sopportb il maneggio della fasciatura senza lamento. 


tura dei mezzi irapiegati nei due casi, della differenza riguardo al tempo della 
cura principiata dopo la rottura, alia durata della cura, ed alle probabili soffe- 
renze del paziente risultanti da essa in un caso, e la totale mancanza di dolore 
della cura nell’altro. L’una cura fu intrapresa immediatamente dopo la rottura, 
e senza dubbio, fu trattata maestrevolmente in quanto ai mezzi impiegati. L’altra 
fu intrapresa dope tre anni dalla frattura, eppure in \ 4 giorni dopo aver presa 
la prima dose il braccio era consolidato; mentre il caso trattato meccanica- 
mente fu sotto cura, si noti bene questo, per piu di un anno. Yeramente, in 
questo caso il nuovo metodo sembra essere il migliore ». 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


265 

Egli portb ancora per pochi giorni le stecche onde 
impedire una seconda frattura da una caduta o da altro 
accidente. Naturalmente, io fui molto lieto di questo suc- 
cesso, e pensai d’aver fatto una cosa buoua, e di aver ra- 
gione di rallegrarmi per la guarigione senza confronto 
spedita di quest’ osso rotto, Percid fui non poco sorpreso, 
nel sentire, poohe settimane dopo, cbe il caso mi aveva 
procurato grande sfavore nel vicinato. I vicini insistevano 
su cib, ed i parenti erano soltanto troppo disposti a cre¬ 
dere, cbe non vi era stata alcuna frattura nel caso, per- 
chb un osso rotto, ciob realmente rotto , non era « mai 
stato guarito in cosl breve tempo ». E certamente non si 
pub negare, dal punto di vista della chirurgia della vec- 
chia scuola, che essi avevano un forte caso a fianco. Se 
io fossi stato tentato, dalla mia sorpresa in questa espe- 
rienza di successo quasi miracoloso, a credere con quei 
vicini, che non vi era stata alcuna frattura, come mi sa- 
rei spiegata la curvatura nell’ asta dell’osso, e il crepito 
quando i framenti furono mossi ? Questo naturalmente, i 
vicini non udirono, e cosi la loro fiducia nel proprio giu- 
dizio non fu da cib disturbata. 

Vi sono quindi casi i quali richiedono 1’ intervento 
meccanico del chirurgo come primo passo nel processo 
della cura. Si domanda un’ operazione, e finchb questa 
non b eseguita nulla si pub fare dalla medicina specifica 
per recare sollievo. Ma dopo che quell’ operazione fu ese¬ 
guita, essa pub fare molto, e non b raro, che se cib si 
omette, il pih esperto degli operatori lascerb. il suo pa- 
ziente alia distruzione della originate condizione morbosa, 
e della scossa che egli ha inflitta colla sua necessaria 
violenza. Egli pub trovare, in tale caso, se il suo paziente 
prende il vero rimedio speciflco, che esso lo libererb spe- 
ditamente e dai dolori e dal pericolo. Un caso che illu- 
stra bene cib fu quello di una giovane signora venuta da 
un lontano Stato del Sud a Filadelfia per consultare il 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


nostro grande duce e maestro Hering. Egli vide subito 
che il caso richiedeva prima l’opera del chirurgo, e chia- 
m6 un professore di quest’ arte, in una delle famose scuole 
di Filadelfia, che riscontrb la prova di calcolo orinario. 
Questo doveva essere rimosso dal chirurgo, e poscia l’in- 
fermo doveva essere curato da Hering: aggiustamento di 
eguale onore per ambidue; tanto pih che il chirurgo ed 
il medico erano rappresentanti di differenti scuole di pra- 
tica, fra i membri delle quali tali cortesie non sono troppo 
frequenti. La pietra fu rimossa dal chirurgo coll’ uso del 
coltello, e sebbene maestro nell’arte sua, egli aveva sola- 
mente mezzi imperfetti per valutare la grossezza della 
pietra finchb non 1’ avesse afferrata col forcipe. Allora e- 
gli scoprl, con orrore, che 1’ apertura fatta non era ade- 
guata al passaggio della pietra. Che fece egli ? Ingrandl 
forse la via per il passaggio del corpo da estrarsi ? Niente 
affatto. Ma essendo un uomo di grande forza fisica e di 
piu grande risolutezza, egli afferrb la pietra fermamente, 
e la tir6 fuori per quella via troppo stretta colla pura 
forza. Naturalmente, ne consegul una grande offesa alle 
parti, ed una grandissima aggiunta alia scossa del sem- 
plice taglio che l’aveva preceduta. Questa lesione fit cosl 
grande che il chirurgo disse alia sua scuola (alia quale 
apparteneva chi me ne informb), il giorno dopo T opera- 
zione, che la paziente sarebbe morta inevitabilmente (1). 
In questa prognosi egli trascurb un importante elemento 
— che 1’ inferma doveva essere curata da Hering, e che 
quindi sarebbe stata curata omiopaticamente. Si fa in que¬ 
sto stato di lesione senza speranza che la signora venne 
nolle mani del nostro maestro, e perchb era nolle sue 
mani, il di lei caso non fu totalmente disperato. Hering 
mi apparve in faccia a questo caso ancora piit il vecchio 

(1) Chi mi informo descrisse la pietra della grosezza e della forma di un 
grosso limone. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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maestro che era, di quello che in ogni altro caso. Egli 
vide subito la « chiave » la nota-maestra della cura, e 
la vide dove un altro inferiore ad Hering forse l’avrebbe 
lasciata passare inosservata. Essa era nello stato mentale 
dell ' inferma. Ella era indignata all’ estremo, perch& pen- 
sava di non essere stata trattata col dovuto rispetto da 
coloro fra le mani dei quali si era pocanzi trovata. Ho 
narrato un tale caso per illustrare questo punto di rela- 
zione fra la medicina specifica e la chirurgia, piuttosto 
che alcun altro dei molti che avrei avuti alia mano, per- 
chh esso non solamente ci fa vedere la potenza di una 
giusta medicatura, ma anche quella meravigliosa cono- 
scenza e colpo d’occhio penetrativo nel medico impareg- 
giabile. Egli diede una dose di Staphysagria, ed in bre- 
vissimo tempo la paziente fu libera del dolore e del pe- 
ricolo, e la di lei convalescenza fu breve e perfetta (The 
Homoeopathic Physician). 

(11 fine nel prossimo fascicolo). 


NOTE DA UNA LEZIONE SU VERATRUM ALBUM 

del Professore J. T. Kent. 

(Riportate stenograflcamente ). 


Le evacuazioni di Veratrum alb. sono copiose e spu- 
mose. In Veratrum alb. vi sono granchi marcati. Canfora 
ha freddo, ma non ha sudore. Veratrum alb. ha granchi 
nell’addome e nelle estremit&, e ci6 che 6 pih rimarchevole 
si 6 che anche in questi tre rimedi le evacuazioni sono 
spumose. Secale ha soppressione dell’ orina e scariche di 
acqua di riso; ha prostrazione e sfinimento, e agitazione 
e sete; tutti questi rimedi hanno sete di acqua fredda. E 
Veratrum alb. ha sete di acqua fredda. Essi sono total- 
mente simili, eppure sono differenti. Vi h un altro rime- 
dio che sarli trovato importante nel colera, e questo 6 


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R1VISTA OMIOPATICA. 


Jatropha. La fattezza caratteristica di questo 6 scarica di 
acqua di riso; esso ha vomito a diarrea; pid o meoo su¬ 
dor e; e pid o meno granchi; esso ba una sopressione di 
orina e grande prostrazione e sincope e rapido attacco 
della malattia, cosa che 6 speciale al cholera; ed esso ha 
questo che lo differenzia da tutti gli altri rimedi — che 
il vomito e la diarrea e le evacuazioni sono dense ed al- 
buminose piene di gnocchi, invece di essere sottili ed 
aquose. Questo & uno dei pid grandi rimedi nel libro ; 
quando avete questo sintomo, nessuno degli altri rimedi 
lo coprird, ed esso ha tutti gli altri sintomi del cholera. 

Cuprum ha la soppressione di orina; ha il sudore pid 
o meno freddo — che diventa freddo dopo che 6 fuori un 
p6 di tempo; esso ha lividezza della superficie, 1’ aspetto 
di ammortimento, il vomito e la diarrea, e scariche di 
acqua di riso; ma esso ha granchi pid marcati che ogni 
altro rimedio nel libro. Esso & noto per la sua violenza, 
per la violenza dei granchi; i granchi nel petto sono par- 
ticolarmente marcati perchd gli sembra impossibile di re> 
spirare a motivo della dispnea spasmodica, granchi terri- 
bili neir addorne, ed in tutte le estremitd, anche granchi 
nelle dita e nei pollici, pollici voltati in gid. 

Arsenicum, voi lo ricorderete, ha 1’ evacuazione fre- 
quente ma scarsa, scariche di acqua di riso, vomito di 
acqua di riso, nausea terribile, sintomi gastrici terribili, 
malessere terribile; la minima quantity d’ acqua gli fa 
male; un semplice cucchiarino d’ acqua gl’ impedisce la 
favella. In questo rimedio non vi sono tanti granchi, ed 
esso & generalmente indicato dopo la diarrea, o dopo che 
sono cessate le scariche profuse, e l’infermo sta per ca- 
dere nel collapso. Questo & il momento pid caratteristico 
per Arsenico, — la prostrazione ed il collapso. Arseni¬ 
cum fd riconosciuto indicato nell' evacuazione scarsa ma 
frequente e nel tenesmo. E molto raro che voi troviate 
indicato Arsenicum nel cholera eccetto che nel collapso. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


269 

La prostrazione e la morte minacciata, collapso; quello b 
Arsenicum. Alcune volte voi troverete Phosphorus avere 
1’ indicazione caratteristica che il paziente ha sete di acqua 
fredda, con scariche profuse dagl’ intestini, uscenti come da 
una pompa. Ma la fattezza piu caratteristica e per la quale 
voi darete Phosphorus b il vomito speciale. Esso ha sete 
violenta di acqua — acqua fredda; il paziente spesso la 
vomita immediatamente, o la vomita dopo che b diventata 
calda nello stomaco. Questo b il grande lineamento ca- 
ratteristico di Phosphorus. 

Cuprum alcune volte ha sete di bevande acide, ma 
questa non b una fattezza molto distinta nel cholera. Voi 
non troverete quelle distinzioni nel vostro libro. Io mi 
provo a darvi i lineamenti differenziali e ad indicarveli in 
modo da conoscere quando dovete dare questo rimedio. 

Sulphur b alcune volte un grande rimedio nel cho¬ 
lera, ed entra in questi confronti, quando il colera invade 
neir ultima parte della notte, o verso il mattino, facendo 
saltar giu dal letto il paziente. Questa b una caratteri¬ 
stica di Sulphur tanto nel cholera quanto in qualunque 
altra malattia. Sulphur b stato raccomandato come un pro- 
filattico. Voi potete abbisognare di Carbo veg., ma avrete 
da raffrontarlo con Arsenicum nel collapso del colera, 
perchd Carbo veg., Champhora, Veratrum alb., ed Arse¬ 
nicum sono i grandi rimedi nel collapso, e sarebbero in- 
dicati dopo che le evacuazione si sono arrestate. Carbo 
veg. e Veratrum alb. hanno il respiro freddo, il respi- 
ro b realmente freddo nel collapso ed ambidue hanno 
sudore profuso, ma nel caso di Carbo veg. il sudore b 
difficilmente un' indicazione per il rimedio, come lo b 
invece in Veratrum alb. In Veratrum alb. esso b cosi 
caratteristico a motivo della sua freddezza. Se voi osser- 
verete sotto il nascondiglio del caso di Carbo veg. tro¬ 
verete che il sudore b caldo, mentre in Veratrum alb. 
esso vien fuori freddo. Se voi osservate, sulla faccia dove 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


ambidue hanno sudore marcato, il sudore 6 freddo in am* 
bidue. Quando k esposto all’ aria il sudore freddo, ed 
il corpo 6 realmente freddo e come morto. Tutti quest! 
rimedi bauno lividezza attorno agli occhi, lividezza della 
faccia, lividezza della pelle. Questa 6 particolarmente ca- 
ratteristica di Cuprum di Veratum alb. e di Camphora. Il 
paziente di Carbo veg. ha bisogno che gli si faccia aria. 
Nel collapso ci6 6 pih caratteristico di Carbo veg. che di 
ogni altro rimedio. 11 paziente ha bisogno che gli si fac¬ 
cia aria; ha bisogno, forse, di avere la sua testa legger- 
mente elevata, sopra un guanciale, in maniera che gli si 
possa far aria, e anche vigorosamente. In Veratrum alb. 
la lingua 6 realmente fredda. 1 pazienti sono quasi total- 
mente morti quando hanno questi sintomi ed ora qul vi fo 
una raccomandazione ed 6 di dare in questi casi il ri¬ 
medio nella piu piccola quantity possibile. lo spero che 
avrete fiducia in me e che darete questi rimedi ben po- 
tentizzati. Se voi non lo farete, difficilmente riuscirete a sal- 
vare un caso di collapso nel colera; essi non agiscono 
abbastanza presto se voi li date molto bassi. Comphora 6 
migliorata dal freddo, e Veratrum alb. 6 alcune volte 
peggiorato dal calore, la temperatura normale nel corpo 
o della camera, che sarebbe convenient^ ad altri, eviden- 
temente non dispiacerJt agl’ infermi di Veratum alb. Ma vi 
sono alcuni sintomi nei quali il paziente & migliorato dal 
freddo. Egli 6 peggiorato dal calore del letto nel reuma- 
tismo. Egli 6 obbligato a camminare sul pavimento in una 
camera fredda per 1’eccesso del dolore. La nota maestra 
di Camphora 6 la diarrea, la grande prostrazione, ilfred 
do, e 1’ infermo non vorr& esser coperto. 

Voi troverete cio in alcuni casi di stomaco sconcer- 
tato. senza distinzione di colera, e di diarrea, etc., eolla 
fattezza marcata di freddolosit& dello stomaco. Mi ram- 
mento di aver prescritto or non b molto per uno sconcerto 
di stomaco, che & stato sorgente di noje per lungo tempo. 


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Go >gle 



RIVISTA OMIOPATICA. 


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In uno degli esempi citati la parte fu fuori d’imbarazzo 
nel suo mietuto campo quando egli ebbe questo torraen- 
toso freddo di stomaco; quando veniva questo freddo egli 
aveva un sudore profuso, quindi esso spariva e dopo ci6 
il freddo se ne andava. Cib lo molestava da molti anni. 
Egli prese ogni sorta di tonici, e non ne potb avere al- 
cun sollievo. Una sola dose di Veratrum alb. guarl que¬ 
sto caso permanentemente. Vi occorrerb di tanto in tanto 
di dare Veratrum alb. nella congestione ed infiammazione 
degli intestini, nella peritonite, ed enteroperitonitei Voi 
avrete vomito, e diarrea; e sudore freddo; pift probabil- 
mente avr.ete il sudore freddo. La sensazione di freddo 
nell’addome — azione peristaltica rovesciata, ed un ac- 
casciamento nell’ addome, un senso di vuoto, ed una fred- 
dolositb nell’addome sono caratteristici. 

Io vi dissi in principio che questo b un gran rimedio 
per la donna. Dismenorrea e violenti dolori uterini. Vi 
pub essere piil o meno bruciore, o vi pub essere freddo 
nell’ addome e nello stomaco. Ma la dismenorrea b ac- 
compagnata da nausea; da vomito e da diarrea; scariche 
profuse ed acquose con pivi o meno sudore sono cosa to- 
talmente caratteristica di Veratrum alb. Voi troverete 
pure indicato Veratrum alb. nella febbre puerperale — o 
piuttosto nelle convulsioni puerperali colla stessa fattezza 
generate —■ sudore e diarrea, mania, bisogno di baciare 
ognuno. 

• Sono della sua sfera le sofferenze delle donne asso¬ 
ciate coi periodi menstruali o con disordini della mestrua- 
zione, ninfomania nelle donne puerpere, anche ninfotnania 
in connessione colla mestruazione. Vi b chi dice qul: « pri- 
ma delle regole; » ma esse sono prima, durante, e dopo, 
associate colla mestruazione. 11 rimedio ha aggravamento 
mestruale. Durante la gravidanza la donn^l ha bisogno di 
girovagare per la casa. Vi b quella fattezza di pazzla peg- 
giorata durante il periodo mestruale — « essa ha biso- 


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Goc fie 



RIVISTA omiopatioa. 


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gno di baciare ognuno ». Vi b diarrea e sudore profuso; 
con questi sintomi Veratum alb. b il vostro rimedio ed 
il vostro unico rimedio. Veratrum alb. ha respiro molto 
difficile. Dispnea — respiro difficile con aridity e costri- 
zione del petto simile e Phosphorus ed a Bry. Ma in 
questo caso esso sarh con profuso sudore freddo, e forse 
con diarrea. E colla nausea vomito profuso ed asma. In 
tempo umido freddo, al mattino di buon* ora, migliora- 
mento dal gettare indietro la testa. Sudore freddo nella 
parte superiore del corpo. Una fattezza specials che voi 
potete forse osservare in Veratrum alb. — essa pud non 
trovarsi sempre — b che il sudore pih profuso b sulla te¬ 
sta, ed il sudore si estende in gift dalla testa alle dita 
dei piedi, lungo il corpo. Il sudore si estende verso il basso. 

Vi b un sintomo tedioso sotto tosse, da cui ricavere- 
mo parecchie caratteristiche. Solletico arido dopo aver 
camminato nell’aria viva, fredda, oppure rantolo, ma nulla 
che si distacchi. Il rantolo nel petto b totalmente carat- 
teristico di Veratrum alb. Veratrum alb. b un gran rime¬ 
dio per la tosse canina cagionata da solletico nolle dira- 
mazioni inferiori dei bronchi. Espettorazione gialla e te- 
nace. Cianosi spasmodica con sudore freddo. Questa b 
una fattezza caratteristica della tosse canina. Cianosi. 
Forte tosse abbajante con isteria. Peggioramento nel mat¬ 
tino e nella sera tardi fino a mezzanotte dall' andare in 
una camera calda, dal riscaldarsi nel letto, dal cambia- 
mento di tempo; mangiando e bevendo cose fredde, spe- 
cialmente acqua. La tosse canina epidemica b peggiore 
nella primavera o nell’ aqtunno. La stadio convulsivo della 
tosse canina. Sotto cuore e polso: contrazione del cuore 
tumultuosa, irregolare, foriera di paralisi. Azione del cuore 
intermittente con qualche ostruzione nella regione epati- 
ca. Polso frequente, piccolo, e duro. Lento, molle, ed in¬ 
termittente, talvolta piit lento che il battito del cuore. 
Questo rimedio non b cost importante in relazione al 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


273 


cuore ed al polso, come lo b Veratrum viride, il quale 
ha polso pieno e saltellante — un polso molto forte, con 
faccia rossa, carotidi battenti, molto simili a Belladonna. 
Veratrum viride b un maraviglioso rimedio pel cuore. 
Esso ha polso lento, debole, molle. Polso con inancanza 
di forza come pure polso pieno, saltellante, duro. Questo 
rimedio ha polso lento, molle, intermittente. Veratrum vi¬ 
ride ha anche polso intermittente. II polso batterb nolle 
due specie di Veratrum, molle e facile per pocbe pulsa- 
zioni, e poi diventa piit lento, e s’arresta per poche bat- 
tute, quindi va avanti di nuovo. 

Noi abbiamo gib prestata speciale attenzione al sin- 
tomo: mani fredde come ghiaccio e livide. Confrontiamo 
cib con Silicea, perchb Silicea ha mani e piedi freddi. Si- 
licea ha pure grande fredezza del corpo durante la me- 
struazione. Silicea pure rassomiglia a Veratrum viride 
nella speciale stitichezza, che, forse, dimenticai di men- 
zionare. La defecazione di Silicea b grossa e dura. Una 
fattezza marcata di Silicea b questa che 1’ evacuazione b 
cost grossa e dura, che alcune volte b impossibiie espel- 
lerla, e quando b espulsa in parte il paziente diventa e- 
sausto e si dispera e l'evacuazione ritorna indietrb al mo- 
mento che, in apparenza, sta per essere completamente 
espulsa. In Veratrum alb. il paziente si sforzerb ed uscirb 
una grossa evacuazione; egli si sforzerb ed alcune volte 
rinunzierb agli sforzi senza compiere l’operazione, come 
in Alumina, nella quale questa terribile stitichezza b spe¬ 
ciale, questo sforzo per evacuare, sforzo finchb egli di¬ 
venta esausto. Nell’ evacuazione di Varatrum alb. il pa¬ 
ziente farb sforzi finchb b coperto di sudore freddo, ed 
allora cessa esausto. 

Nel paziente di Alumina, sebbene i suoi sintomi a 
questo riguardo siano difflcili a descriversi, tuttavia io li 
ho verificati molte volte. Il paziente abbrancherb la sedia, 
si rovescierb e premerb coi muscoli addominali, e farb 

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RIVISTA OMIOPATICA. 


violenti sforzi, e sard coperto di sudore dalla testa ai 
piedi. Egli vi rinunzia per disperazione. Ora, questi tre 
rimedi sono molto simili: Alumina, Veratrum alb , e Si- 
licea. E stabilito che in Silicea 1’ evacuazione scivola in- 
dietro; cid non d cosl stabilito in questi altri rimedi; tut- 
tavia essi hanno questo violento sforzo. Altri rimedi banno 
sintomi simili, ma questi sono molto marcati — granchi 
nei polpacci delle gam be. 

L’ultimo sintomo sotto il n.° 34: dolori nelle estre- 
mit&; peggiorati durante la pioggia, col tempo freddo; 
peggiorati nel calore del letto; migliorati dal camminare 
su e gib. Questi dolori possono venire ad ogni minuto 
come in Mercurius. 1 dolori di Charnomilla lo fanno al- 
zare nella notte e passeggiare per aver sollievo, e sono 
migliorati dal movimento. Riguardo alia posizione essa 
dice che i bambini stanno meglio quando sono presi in 
braccio e portati in giro presto. Cid b simile ad Arseni¬ 
cum. II bambino di Arsenicum b cosl agitato che nessuno 
pud muoversi abbastanza in fretta; nessuno lo porta in 
giro abbastanza in fretta. Ma se b portato rapidamente 
su e gib a traverso la camera egli sembra soddisfatto 
perd tostochd vi fermerete egli ricomincierb ad urlare. 

Vi b una speciality riguardo a Sulphuric, acid, in 
questa rapidity di ogni cosa che d persistente. II paziente 
di Sulphuric, acid, pud essere molto infermo, ma nessuno 
pud fare alcun che per lui abbastanza in fretta. Egli non 
d soddisfatto di qualunque cosa facciate, perchd non si fa 
abbastanza in fretta. Egli ha bisogno di cose da far ru- 
more; voi lo farete se gli girerete intorno o se lo accom- 
pagnerete. Egli non d soddisfatto, perchd non vi movete 
abbastanza in fretta. In Pulsatilla voi avete miglioramento 
da movimento lento. Puls., Lycop., e Rhus sono i rimedi 
che hanno la caratteristica del miglioramente dal moto. 
Lycop. ha il sollievo di Rhus dal movimento. 

Dolori nelle gambe nello stato reumatico migliorati 


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RIYISTA OMIOPATICA. 


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dal moto. Puls b migliorato dal moto, ed anche peggio- 
rato dal moto; peggiorato da moto rapido, e migliorato 
da moto lento. Appena voi camminate rapidamente per la 
camera col bambino, egli griderb, in Puls., ed anche se 
vi mettete a sedere. Egli trova solamente sollievo alia 
sua irritability dal muoverlo lentamente in Puls. 

Ora, nella febbre, e in qualunque altro disordine voi 
trovate sintomi di Veratrum alb., ricorrete alia filastrocca 
— vomito profuso, evacuazione profusa dagli intestini, su- 
dore profuso. Grande sete di acqua fredda e di cose rin- 
frescanti; peggioramento nella notte, peggioramento nel 
calore del letto. Vomito, diarrea, e grande prostrazione. 
Sudore freddo su tutto il corpo, e specialmente nella fac- 
cia. {The Homoeopathic Physician). 


RIMEDI CHE HANNO IL LORO TEMPO. 

del Dott. Carleton Smith. 


Vi sono rimedi incorporati nella nostra Materia Me¬ 
dico, i quali si pub giustamente dire che « hanno il loro 
tempo », per il fatto che nelle loro sperimentazioni essi 
mettono in luce sintomi i quali si riproducono in certe 
ore od a periodi stabiliti, e ad intervalli certi e regolari, 
senza fallo. 

Questi tratti distintivi, appartenenti a certi rimedi, 
essendo verificati da ciascuno e da ogni sperimentatore, 
ci mettono in grado di prescriverli con piena fiducia 
quando sono indicati — questa fiducia essendo giornal- 
mente rafforzata dalla testimonianza delle pih rimarchevoli 
guarigioni seguite dopo la loro amministrazione. 

Uno dei pih importanti di questa classe di rimedj e 
sul quale io desidero di chiamare l’attenzione particolare 
in questo breve scritto, b la Aranea-diadema, chiamata 
comunemente ragno-croce (cross-spider). Quando fu la 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


prima volta sperimentato questo rimedio, uno dei sintomi 
piik speciali preminentemente prodotto e verificato dai sus- 
seguenti sperimentatori fu questo: « Dolor di denti alia 
stessa ora ogni giorno ». Ora, sebbene questo sintomo sia 
esattamente d’ accordo colla sperimentazione, tuttavia noi 
non dobbiamo prendere abbaglio, come fanoo sovente co- 
loro i quali non interpretano convenientemente il vero 
significato dei sintomi quali sono registrati nella nostra 
Materia Medica, mettendo da parte questo rimedio in un 
dato caso di dolor di denti, per la ragione che esso possa 
non manifestarsi nel paziente alia stessa ora precisa ogni 
giorno — rammentando, che non 6 tanto da considerare 
l’ora precisa in oui il sintomo ritorna, quanto la marcata 
regolarity. 

Molte guarigioni brillanti sono state perdute dall’e- 
sercente ed anche da molti convertiti alia nostra scuola, 
a motivo di questo errore. 

Nell’ uso omiopatico di medicamenti tali come quello 
che ora stiamo considerando, noi dobbiamo ragionare per 
analogia, e se il sintomo, sia odontalgia o no, viene colla 
regolarity di un orologio ogni giorno, un giorno si e l’al- 
tro no, od ogni settimo giorno, girando come se fosse in 
un ciclo, allora il rimedio, corrispondente a questa posi- 
tiva regolarity, 6 omiopatico ad esso, e guarirh con tutta 
probability. 

Ragionando cosl io riuscii a fare una bellissima e 
perfetta guarigione di un caso di brividi febbrili nella 
persona di un uomo robusto, tarchiato e molto barbuto, 
il quale, per la natura dei suoi affari, era esposto ad o- 
gni sorta di tempo. 

Questo paziente venne nel mio gabinetto la prima- 
vera scorsa, e mi espose che egli soffriva di un male 
molto particolare. Da molte settimane, sebbene si sentisse 
passabilmente lungo il giorno, occupandosi regolarmente 
nella sfera dei suoi doveri giornalieri, ogni notte, appena 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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si metteva a letto, egli era preso da un forte freddo, che 
durava forse per lo spazio di due ore, seguito da caldo, 
ma senza sudore. 

Pensando che le fredde lenzuola sulle quali egli gia- 
ceva avessero a fare alcuu che colla sua sofferenza, egli 
le sostitul con coperte di lana, ma senza ottenere alcun 
miglioramento. La nota maestra in questo caso, « freddo 
al momento che egli tocca il letto, » b molto rimarche- 
vole, ed io non pensai neppure di perdere mezza giornata 
a cercarla nella Materia Medica , sapendo che in essa 
non si trova. Del resto, ragionai per analogia, come avevo 
avuto sempre 1’ abitudine di fare nel prescrivere in casi 
simili ; percib interpretando i sintomi del medicamento 
molto al di lk del loro significato letterale, come sono 
stampati in nero ed in bianco nei nostri libri. Quindi fui in 
grado di guarire 1’ infermo prontamente ed effettivamenle, 
ed in questo modo. Dopo aver udita la storia delle soffe* 
renze di quel signore, io dissi a me stesso: Questo sin- 
tomo non si pub trovare, verbatim et literatim fra le no- 
stre note-maestre; ma in un momento il rimedio Aranea- 
diadema mi si afFaccib alia mente, con questo sintomo ri- 
marcabile, ciob: « dolor di denti ogni giorno alia stessa 
ora ». Ora le sotFerenze del paziente non si atfacciavano 
gia alia stessa ora precisa ogni giorno, ma, al contrario, 
si sviluppavano solamente quando egli si metteva a letto, 
cib che aveva luogo ad ore irregolari; ma quando esse 
si prasentavano esse erano regolari come il lavoro di un 
orologio, e sempre sotto le stesse condizioni. 

Essendomi venuto in mente, come ho notato prima, che 
Aranea fosse fra i nostri agenti medicinali quello che me* 
glio corrispondeva al tempo, fui soddisfatto e persuaso, 
che questo, e questo solo, mi dava speranza per il mio 
paziente. In conseguenza, il rimedio alia trentesima po- 
tenza fu amministrato in piccolissimi globuli, una dose 
notte e mattina per quattro giorni. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


Alio spirare d’ una settimana il paziente, secondo il 
convenuto, mi riferl ed assicur6 che dopo la quarta dose 
il freddo era cessato, e che si riteneva guarito. Io lo vidi 
ana settimana dopo e non vi era piu stata ricaduta. 

Commenti. — Noi siamo inclinati a dare un’ inter- 
pretazione troppo ristretta e limitata a molte delle nostre 
sperimentazioni non concedendo ad esse sufficiente esten- 
sione. Per esempio, Lac-canimun ha mal di gola che 
cambia costantemente da un lato all' altro. Ebbene, se 
noi ci fermiamo qui, e solamente ne inferiamo che tale 
rimedio ha qnesto speciale potere ed azione solamente 
nella gola, noi non faremo altro con questo sintomo spe¬ 
ciale che curare mali di gola con esso. Se, per6, d’altro 
lato, noi interpretiamo bene i sintomi registrati nelle no¬ 
stre sperimentazioni dando loro un significato giusto e 
ragionevole, e leggendo fra le linee, noi troveremo presto 
che certe forme di colica o di dolori acuti in varie parti 
del corpo possono anche prontamente esser guarite con 
esso, dovunque esista questo sintomo speciale del dolore al¬ 
ternate da un lato all’ altro ad intervalli regolari. Stu- 
diando i rimedi sotto questo punto di vista, noi ci dare- 
mo maggior latitudine come guaritori del malato, e ci ti- 
reremo d’imbarrazzo in mold brutti casi, in cui il sinto¬ 
mo identico, come ci viene dato dal paziente, non pub 
trovarsi registrato. 

Osservazioni. — I dolori di testa di Aranea sono 
molto forti, molto aggravati dal tentare di leggere o di 
scrivere, ma migliorati dal fumare tabacco, e totalmente 
sollevati dal fumare fuori all’ aria fresca. 

La colica prodotta da questo rimedio b alquanto si¬ 
mile nella sua fierezza a Colocynthis, ma raentre la co¬ 
lica di quest’ ultimo b molto alleviata dal premere l’addo- 
me, contro qualche sostanza dura o piegandosi in doppio, 
la colica di Aranea b migliorata dall’alzarsi e fregare 
l’addome dappertutto colla mano. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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II dolor di denti di Aranea ha luogo in uno o piu 
denti ogni giorno precisatnente alia stessa ora, ma stando 
coricato 6 certo che ogni dente fa male. 

I sintomi mestruali rassomigliano moltissimo a qnelli 
di calcarea carb., tanto piii che essa 6 causa che il flusso 
apparisca otto giorni piu presto, e che sia troppo copioso 
e troppo forte. 

Noi abbiamo solamente una scarsa sperimentazione 
di Aranea diadema, e ci piacerebbe sentire nelle pagine 
dell’ Homoeopathic Physician le guarigioni fatte con que- 
sto rimedio, con sintomi chiaramente espressi, da raem- 
bri della professione i quali 1’ abbiano trovata, come lo 
scrivente, un’ aggiunta molto pregevole al nostro arma- 
mentario. (The Homoeopathic Physician). 

NOTE CLINICHE. - DISMENORREA. 

del Professors J. T. Kent. 


Mattia E. —, di 23 anni. Sin dal primo nisus me- 
struale, che avvenne ai 13 anni, essa ha soflerto gran do- 
lore ad ogni periodo, qhe ha avuto luogo ogni tre setti- 
mane. Dolore nell’ utero e nelle estremit& inferiori. Prima 
e durante, essa ha sofferto di un senso di vuoto, di fame, 
di sfinimento alio stomaco (Sepia, Murex, Ignatia); essa 
non pu6 stare lungamente in piedi; il dolore b in tal modo 
assai esacerbato; piedi freddi, gran capogiro salendo scale, 
appetito vorace. 

Il fatto che questa difficolt& datava dalla pubertk mi 
guidb a Calc. phos. Essa non ebbe mai pin aicun dolore. 
Questa giovane signora era costretta ad evitare ogni im- 
pegno che potesse cadere nel suo giorno di malattia, es- 
sendo costretta a tenere il letto la maggior parte del pri¬ 
mo giorno. Le di lei espressioni di gratitudine mi hanno 
spesso fatto molto piacere, e le di lei lodi mi hanno pro- 
curato molti aflfari. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


Calc. phos. b cosl importante nelle affezioni dolorose 
dell’ utero connesse colla pubertk e risultanti da cattive 
abitudini o da avvertenze trascurate in quel tempo, ch’io 
sento il bisogno di accentuare questa sua fattezza. pra- 
tica comune nei distretti rurali che le ragazze nella pu¬ 
berty entrino nell’ acqua a farvi cose spensierate, e da 
ci5 il fondamento alia dismenorrea ed alia sterility. Le 
sofferenze che si sviluppano da queste cause trovano il 
loro rimedio in Calc, phos in un grandissimo numero 
di casi. 


Signorina X —, di 24 anni, aveva sofferto di disme¬ 
norrea fin dalla puberty. Essa stava sempre in letto du¬ 
rante il primo giorno. Regole troppo anticipanti di alcuni 
giorni e profuse, che duravano cinque giorni. Il dolore 
somigliava a quello del parto, e vi era qualche abbassa- 
mento nella vagina, con una sensazione come se le parti 
avessero a sporgere innanzi. Essa spesso sentiva come se 
le regole volessero venire a volte diverse durante 1’interim, 
ed alcune volte era molestata da vampe sessuali. Nel ge¬ 
nerate essa era robusta e libera da sofferenze. Calc. phos. 
guarl questa signora in due mesi. 

Essa era orfana, priva di madre che la consigliasse, 
quindi r essere scoperta nel tempo che aveva maggior bi¬ 
sogno di tenersi con giudizio, le cagiond la sofferenza, che 
durd dieci anni, prima che ottenesse il rimedio appro¬ 
priate. Questa paziente erasi sottomessa a trattamento lo¬ 
cale senza ottenere neppur palliazione. Le avevano detto 
che la medicatura interna non le avrebbe giovato. 

Signorina Susanna C. —, di 22 anni, mi consultb per 
dismenorrea. Le sue regole venivano moltissimo troppo 
presto, e duravano da sette a dieci giorni. Il flusso era 
scuro ed a grumi nei tre o quattro primi giorni, il dolore 
fiero era sul principio; essa otteneva qualche sollievo dopo 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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aver emesso delle membrane. Lagnavasi di placche aftose 
nella bocca, ed alcune volte nolle labra. Aveva sempre 
leucorrea, parecchi giorni prima della mestruazione, simile 
a bianco d’ovo e viscosa. I di lei dolori erano come quelli 
del parto, costrittivi (cactus), estendentisi nel dorso e su 
pel dorso (Gels.), e lungo le coscie (Cham.), ed alcune 
volte alio stomaco, cagionando vomito. Essa piangeva 
sempre all’ udire rausica (Natrum) e si sentiva male, e si 
spaventava quando discendeva dalla sommit& di un’ alto 
fabbricato in un aseensore. 

Essa prese Borax 3m a giusti intervalli. II risultato fu 
soddisfacente. 11 secondo periodo fu senza dolore e nor- 
male. II sollievo in questo caso 6 stato permanente ( The 
Homoeopathic Physician). 


ALCUNl CASI CLINICI 

del Dorr. W. S. Gee. 

Cloralio idrato. — Qualche settimana fa mi si pre- 
sentb un signore che si lagnava di un terribile dolor di 
testa. Quel disordine lo molestava da parecchi giorni, ed 
egli aveva deciso di non volerlo pih sopportare a meno 
che fosse inevitabile. Me lo descrisse come un dolore sor- 
do, pesante, violento nella fronte. Esso veniva ogni mat- 
tina, ed aumentava alle otto ant. Ogni movimento subita- 
neo lo aggravava , come il voltare la testa ad un tratto, 
il parlare, il ridere, al modo ch’ egli aveva osservato men- 
tre giuocava coi bambini. Non poieva star coricato, e si 
sentiva meglio all'aria aperta. 

Commenti. — Quando guardai sotto « esacerbazione 
nei dolori di testa », di King trovai il seguente aiuto: 

« Movimento, subitaneo, Clo. » 

« Stando coricato, Clo., » e molti altri. 

« Otto ant., Clo. » 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


Miglioramento « all’aria aperta, Clo., » e molti altri. 

Un confronto dei sintomi mi convinse che Cloralio 
era il piu prossimo nel coprire la totality dei sintomi. 
Non avevo alcuna potenza di quel rimedio, cosicch6 mi 
procurai quello grezzo, e con dell’ acqua composi una so- 
luzione saturata. Da questa preparai potenze sulla scala 
decimale fino alia sesta, adoperando acqua distillata come 
mestruo. II paziente aspettava il suo rimedio, cosicchfe io 
non ebbi tempo sufficiente per preparare potenze pifi alte. 
Gli diedi alcuni globuli saturati colla sesta, e lo consi- 
gliai a prenderne due ogni ora finchft si sentisse meglio. 
Nel dopo mezzogiorno venni da esso chiamato, perchfe il 
suo dolore di testa era divenuto molto piu forte. Disse 
che aveva subito provato sollievo, ma aveva continuato a 
prendere il rimedio (egli aveva sempre falto uso del trat- 
tamento distruttivo) ed osservb che circa dieci .0 quindici 
minuti dopo ogni dose il suo dolore di testa si era esa- 
cerbato. Egli fu obbligato di lasciare il rimedio. L’aggra- 
vamento scomparve nella sera, ed egli passb una buona 
notte. Nel frattempo io aveva potentizzato quel rimedio 
con acqua distillata alia venticinquesima decimale, e gli 
ordinai di prenderne una sola dose se il dolor di testa 
ritornava. Il giorno dopo ebbe occasione di prenderla; e 
quell’ unica dose mise fine ad ogni disturbo. 


Hydropkobinum. — R., di dodici anni. Si lagna da 
una settimana di provare un « senso di malessere » ogni 
volta che cede o sente V acqua scorrere da un qualche 
canale o recipiente. Si sente venir male quando mangia. 
Si sente debole. Intestini rilasciati, evacuazioni acquose 
e senza dolori. Hydroph. 30 e Sac. Lac. 

Egli affermb alcuni giorni dopo che dopo aver preso 
due cartine il disturbo scomparve interamente. 

Bryonia. — 17 Giugno 1885. H. Pearl, creola di 


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RXVISTA OMIOPATICA. 


283 


anni dieci, narra che da varj anni essa ebbe un ingros- 
samento nella parte destra del collo. II tumore b situato 
lungo il muscolo sterno — cleido — mastoideo, e si muove 
quando essa gira il capo. Esso b duro, appena mobile, 
grosso come un uovo di pollastrina. Esso ha, forse, un 
pollice di diametro per circa due pollici e mezzo di lun- 
ghezza, arrivando su fin dietro l’angolo della mascella. 
Essa dice « esso diviene pm grosso nell’ estate e dimi- 
nuisce nelV inverno ». 

Si lamenta di un dolore acuto dalla parte superiore 
all’ inferiore nel tumore e stando coricata su quel lato. 
Sente « tiramento » in esso voltando la testa dalla parte 
sinistra. Dolori nella notte andando a letto, ma essi scorn- 
paiono dormendo. Ama il tempo non caldo n b freddo, ma 
sente pih dolore nel tempo caldo e al calore del sole. 
Diedi Bry. 2m e Sac. Lac. 

Giugno 27. — Il tumore non ha piil che la met k della 
sua prima grossezza, ed b molle come se contenesse marcia. 
Il dolore b del tutto scomparso. Essa pub ora giacere su 
quel lato, girare la testa dalla parte sinistra, ed esporsi 
al calore del sole senza dolore. Sac. Lac. per tre settimane. 

Poche settimane dopo la vidi per istrada e tutto era 
scomparso, ed essa mi assicurb di non aver adoprato al- 
tro che la medicina da me ricevuta. Io non so se altri ab- 
biano osservata questa particolarit&, ma io ho guarito con 
Bry. o Sil. la grande maggioranza degli infermi creoli. 

Nat. mur. — 27 Marzo 1885. — Anna — ricorse 
a me per essere sollevata da un disturbo che le era molto 
fastidioso, ma al quale non credeva che la medicina po- 
lesse portare rimedio. Presentb le palme di ambedue le 
mani e tutta la superficie era foltamente tempestata di porri. 

Essa dichiarb che ve ne erano pih di duecento, i 
quali la tormentavano assai quando doveva scopare, per- 
cbb diventavano dolorosissimi. 


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284 


RIVISTA OMIOPATICA. 


Io non potei avere altri sintomi, e per < porri alle 
palme delle mani » diedi Nat. m., ed essa con viso ri- 
dente mi riferl dopo pochi giorni, che tutti erano intera- 
mente scomparsi. I porri non comparvero in altre parti 
del corpo. 


Capsicum. — 26 Febbraio 1886. — Bessie 0., di ven- 
tisei anni ha sofferto per anni di « dispessia » e per cure 
distruttive. Essa ebbe ripetuti attacchi di « gastrite acu¬ 
ta. * Ha preso un barile di medicine, ed ancora vive. Essa 
offriva una lunga lista di sintomi, fra i quali vi erano que- 
sti: Sensibility dolorosa dello stomaco; bruciore, come se 
vi fosse un fuoco entro lo stomaco non mentre mangiava 
ma immediatamente dopo aver mangiato ; mangiare o bere 
cose calde o fredde non faceva alcuna differenza; inte- 
stini regolari; orina e mestruazioni « naturali ». Caps. 
(quattro cartine) (B. e T.), e Sac. Lac. 

3 Marzo. — Si sent! meglio in due giorni, nei quali 
ogni bruciore e sensibility sparirono. Si sente molto 
meglio in ogni senso. II giorno appresso, dopo aver preso 
la prima cartina essa noth un odore particolare, e que- 
sto peggioro ancora a misura che essa prendeva le altre 
cartine — quattro in tutto. Esso veniva ad accessi; dice 
che lo ha ancora, e che Y odore somiglia piCt a quello di 
came putrida bruciata che a qualunque altro che essa 
conosca. Esso 1’ accompagna da una camera all 1 altra, ed 
ella capovolse le cose intorno a lei, pensando che quel- 
l 1 odore fosse attorno letto, o negli abiti suoi o di al¬ 
tri. Poi « si accorse cfte 4 la medicina che l’avea cagio- 
nato ». Aveva un prurito « solleticante nel naso e la 
punta era molto calda (Vedi Hering’s Cond., Caps.). 
Sac. Lac. la guarl. 


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SINTOMI PECULIAR! 

del Dott. E. W. Berridge. 


IS stato suggerito in uno dei nostri giornali, cha 1’ As- 
sociazione Internazionale Habnemanniana debba « regi- 
strare le nuove osservazioni e verificazioni di sintomi in- 
soliti, etc. degne di fede ». Le seguenti sono una piccola 
contribuzione: 

(1) II Dott. Theo. J. Gramm trover^ il sintomo « il- 
lusione cbe qualchedun altro, e non T infermo, stesso, A 
infermo, » sotto Gelseminum. II Dott. W. W. Day riferi 
questo come prodotto e verificato clinicamente in uno dei 
giornali Americani. 

(2) II Dott. Skinner riferisce una guarigione con Cau- 
sticum del sintomo, « egli deve star in piedi affine di 
recar sollievo ai suoi intestini*. Questo sintomo io pure 
1’ ho verificato in due occasioni. Un collega mi informa 
che egli una volta lo guarl con Alumina 30 . 

(3) Alla fine del suo caso molto interessante di gra- 
vidanza spuria, riportato nel Medical Advance di Maggio, 
il Dott. Skinner verifica il sintomo « movimento nell* ad- 
dome come del pugno di un bambino » stabiliendo che 
Sulphur 6 il « solo rimedio » che lo abbia. Un sintomo 
simile si trova pure sotto Convallaria tnajalis, Crocus, e 
Thuja. La caratteristica del sintomo di Convallaria 6 
quello che avviene giacendo sul dorso. 

(4) Plumbum. Questo sarebbe quello che i bastardi 
chiamano « un buon rimedio * nell’ epilessia. In uno dei 
nostri giornali, 1’ Homoeopathic World, se non erro, il 
sintomo seguente & attribuito ad esso: « Si prova ad ar- 
rampicarsi sopra un muro prima dell* attacco epilettico 
(nel cane) ». Il Dott. David Wilson mi dice di aver gua- 
rito un caso avente questo sintomo, « dopo l’attacco, corre 
in un angolo ed orina ». 


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286 


RIVISTA OMIOPATICA. 


(5) Zincum. II Repertorio di Lippe dh (pag. 222) 
< sensazione come se il sangue stagnasse nelle gambe *. 
Questo sintomo io 1’ ho verificato clinicamente in un caso 
molto interessante. L’ inferma b stata circa due anni sotto 
la cura di uno che si professa Hahnemanniano, il quale 
aveva alleviato alcuni de’ suoi sintomi, ma era rimasto 
totalmente incapace a guarire gli altri. Essendole stato 
raccomandato di consultarmi da un arnica che era stata 
da me grandemente sollevata dopo che lo stesso medico 
non era neppure con lei riuscito, essa si mise sotto la 
mia cura; ed ora tanto essa che la sua arnica stanno 
perfettamente bene. L’ ultima prescrizione del primo me¬ 
dico, alcune settimane prima che essa mi vedesse, fu ana 
dose di Nux 10m , da essere seguita la sera appresso da una 
dose di Calc. 6m !!! Zincum la stava guardando in faccia di 
continuo, ed 6 quasi inutile dire che quella composta pre¬ 
scrizione non omiopatica fu « come molta acqua sul dorso 
di un’ anitra. » ( The Horn. Phys.). 


0RZU0L0 

del Dott. Geo. H. Clark. 

L’ orzuolo od orzajolo, piccolo fignolo sul margine 
della palpebra, non differisce in alcun riguardo essenziale 
dai fignoli che si mostrano in qualunque altra parte del 
corpo; e, siccome essi ordinariamente indicano un disor¬ 
dine generale, possono solamente essere curati con suc- 
cesso facendo attenzione ai sintomi generali caratteristici. 
Vi sono casi, per6, nei quali con queste piccole affezioni 
nojose non vi sono sintomi di disturbo generale, ed allora 
sar& utile riferirsi ai seguenti. 

Orzuoli in generale: Alum., Am. car.. Am., Bor., 
Bry., Calc., Canth., Oaust., Coloc., Con., Elap., Ferr., 
Graph., Hyper., Lycop ., Merc., Nat. mur., Pic. ac., Phos., 
Phos. ac., Pols., Rhus, Seneg., Sep., Sil., Stann., Staph., 
Sulph., Tep., Thu., Uran., Ziz. 

— canto, presso 1’ interno: Lycop. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


287 


-interno, dolore premente: Stann. 

— angolo dell’ occhio, nell’: Nat. mur., Stann., Sul. 

— dolore tirante nell’, prima dell’uscitadi pus: Graph. 

— dolore tirante, bruciante nell’, aggravato alia sera 
ed in una camera calda: Puls. 

— palpebra inferiore, sulla: Graph., Phos., Rhus., 
Seneg. 

-, sinistra: Hyperic. 

— — superiore, sulla: Alum., Amm. c., Caust., Ferr., 
Merc., Phos. ac., Puls., Staph., Sul., Uran. 

-, destra, sulla: Amm. c. 

— esaurimento nervoso, come conseguenza di: Staph. 

— nodi, duri, dopo: Staph., Thu. 

Orzuoli, con dolore, tirante, bruciante, aggravato alia 
sera ed in una camera calda: Puls. 

—, —, —: Graph. 

— prementi, presso il canto interno: Stann. 

—, —, lancinanti: Staph. 

—, prementi, laceranti, in parossismi: Staph. 

—, —, pulsanti: Hep. 

—, —, migliorati dal calore: Hep. 

—, ricorrenza, per prevenire la: Graph., Staph., Sul. 
—, rossore delle palpebre, con: Sep. 

—, sensazione di, tenendo ferme le palpebre: Meny. 
—, sensitivi al tatto : Hep. 

—, lati, sinistro: Elaps., Lycop., Puls., Staph., Uran. 
—, —, destro: Amm. c. Calc., Canth., Nat. mur., 
Tep., Ziz. 

— suppuranti: Lycop. 

— tensione, con, sopra e nella, palpebra superiore: 
Amm. c. 


APPUNTI CLINICI. 


Sanguinaria nel reumatismo. — II Dott. E. W. Berridge narra 
il seguente caso. — Nel giorno 7 Luglio del 1886 — la signora 
— lamentavasi di dolore nel polpaccio del pollice destro, la quale 
parte era gonfla, il dolore estendendosi flno al polso ed al dorso della 
mano; il dolore piii forte nel polpaccio del pollice. Ha avuto que- 
sta aofferenza da circa due settimane; essa b peggiorata dacchfc si 
stabili il tempo caldo; non poteva adoprar la mano couveniente- 
mente a motivo del dolore e della debolezza che vi provava. San- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


guinarla Canadensis cm (F. C.), una dose verso mezzogiorno. Verso le 
cinque pom. cominci6 a migliorare, ed alle died pom. stava molto 
meglio, con nessun gonfiore. 11 9 Luglio la mano b quasi guarita, 
eccettuata qualche debolezza. II 10 Luglio e totalmente guarita, e 
si sente meglio di prima nella salute generale {The Homoeopathic 
Physician ). 

Lappa major . — Prolapsus. — Sono a nostra conoscenza tre 
casi di prolasso i quali per anni hanno eluso ogni specie di soste- 
gni meccauici, confermando inferme le povere pazienti — i quali 
casi furono completamente ristabiliti con questo rimedio in bassa 
potenza. I sintomi caratteristici erano: una sensazione di contusione 
eccessivamente dolorosa nell’utero, con grande rilasciamento dei tes - 
suti vaginali; chiaramente mancanza completa di tonicith dei con- 
tenuti pelvici. Questi erano tutti esacerbati dallo stare in piedi, dal 
camminare e da un urto improviso, o per un passo falso ( The Medical 
Advance ). 


NOTE E NOTIZIE 


« La Homeopatia », periodico mensile di Lima destinato alia 
propagazione della dottrina di Hahnemann nel Perh scrive che nel- 
P America del Sud 1’ Omiopatia b rappresentata da 276 medici, 5 o- 
spedali, 3 facolth, 3 society, 5 giornali, 26 dispensarj e 18 farmacie. 


Nella Reforma Medico*, Organo dell’ Istituto Omiopatico Messica- 
no, N° di Gennajo leggiamo quanto segue: 

« II Presidente Santos, illustre capo della Repubblica dell’ Uru¬ 
guay, ha recentemente donati del suo proprio fondo 3,000 fuertes 
per la costruzione del nuovo O^pedale Omiopatico di Montevideo ». 


L’ Allgemeine Homoeopathische Zeitung riferisce sotto la data di 
Pietroburgo che l’Accademia di Medicina ha preso la seguente gra- 
vissima deliberazione riguardo alle donne che si dedicano alio stu¬ 
dio della medicina. Ad una domanda del Ministro dell’ Istruzione 
pubblica, se il diploma delle donne possa considerarsi equivalente a 
quello degli uomini, i’Accademia rispose di si; e ci6 basandosi so- 
pra una votazione nella quale 19 voti furono pro, e 3 contro. Co- 
sicch6 in Russia le Dottoresse in medicina, riguardo alia scienza si 
trovano nrello stesso rango degli uomini. 


Si accaduto pih volte che persone amiche e clienti, recandosi 
nel Tirolo ci chiedessero V indirizzo di qualche medico omiopatico 
senza che noi potessimo soddisfare all’onesto desiderio, Ora siamo 
lieti di conoscere che gli amici dell* Omiopatia i quali si avessero 
a condurre nel Tirolo troveranno un medico eccellente della nostra 
scuola nel Dott. Proell che ha fissato in Meran la sua dimora invernale. 


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RIVISTA OMIOPATICA 


Anno XXXII APRILE 1887. Numero lO. 


TELLURIUM 

del Dottore Ad. Lippe. 


I sintomi mentali di questo rimedio possono essere 
compresi nella « quiete »; meno inclinato ad essere vi¬ 
vace e ad andare in collera. Qaesta condizione pub giu- 
stamente venir collocata sotto il titolo di « apatia, » che 
noi troviamo fortemente sotto Arsenicum, Phosph. acid., 
Ignatia, Natrum mur., etc. 

Vi b vertigine nell’ alzarsi al mattino, esacerbata da 
ogni movimento, simile a Carbo veg. Glonoinum ha una 
simile vertigine con diabete. Vi b pienezza della testa con 
sonnolenza, simile a Belladonna. 

II dolor di testa piit caratteristico b un violento do- 
lore lineare in un piccolo spazio sopra l’occhio sinistro 
— la localita b simile a Kalmia e a Lycopod. II dolor 
di testa di Tellurium viene ad un tratto, e va via ad un 
tratto come venne. 

I sintomi dell’ occhio sono importantissimi, e possono 
indicarlo nello pterigio e nella cateratta. Non abbiamo 
ancora alcuna verifica clinica del.sintomo dell’occhio. Fra 
i sintomi dell’ orecchio troviamo un’ indicazione caratte- 
ristica di esso, che b stata verificata ripetutamente (1). 
Prurito e gonfiore, con battito doloroso nel meato ester- 
no; in tre o quattro giorni scolo di un liquido acquoso, 
di odore come di salamoja di pesce, il quale cagiona 
vescichette dovunque tocca; 1’ orecchio b rosso livido come 

(4) Noll’ Enciclopedia di Allen, questo sintomo si trova sotto « Pelle ». 

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RIVISTA OMIOPATICA. 


$e fosse edematoso; udito iadebolito. Tellurium non ha 
le trafitture nell’orecchio, nb il pronto gonfiore e rossore 
dell’ orecchio che troviamo sotto Pulsatilla. Lo scolo sotto 
Pulsatilla b simile a pus, verde. Tellurium differisce da 
Mercurio, il quale ha caratteristica una grande esacerba- 
zione dei dolori e sensazione di freddo del meato esterno 
infiammato, riscaldandosi in letto. 

Lo scolo dall’ orecchio b frequentemente strisciato di 
sangue. Bovista ha anche uno scolo molto ofFensivo dal- 
T orecchio, ma il dolore che esso cagiona si manifesta colla 
formazione di croste. 

Noi troviamo una straordinaria secrezione abbondante 
di saliva dalla bocca, come in Mercurio, ed anche lingua 
con intonaco bianchiccio e gonfia, cosicchb le impressioni 
dei denti sono chiaramente evidenti sul margine della 
lingua, come in Mercurio, il quale ha lingua grigia o gra- 
vemente coperta, con fiato cattivo. Il fiato ed altre esa- 
lazioni di Tellurium sono come aglio. Noi troviamo lin¬ 
gua gonfia, con impronte dei denti, oltre che in Tellur, 
e Mercurio, anche sotto Stramonium, Arsenicum metalli- 
cum, Glonoino, e Jodio. 

Le gengive sanguinano tanto che la bocca b piena 
di sangue: simile a Nat. mur., Carbo veg., e Mercurio. 

Il mal di gola di Tellurium b sempre diminuito man- 
giando e bevendo; molto simile ad Ignata. Tellurium ha 
aridity della gola. Ignatia ha la sensazione di un turac- 
ciolo nella gola. 

Il fiato ha odore d’aglio; questo b un sintomo ca- 
ratteristico di Tellurium, il quale fin qui non b conosciuto 
che sia stato prodotto da alcun altro rimedio. 

Tellurium ha senso di debolezza, simile a deliquio, 
nello stomaco, dopo congestione di sangue nel capo e 
nella nuca. Questa sensazione di debolezza nello stomaco 
trovasi anche sotto Sepia, accompagnata da nausea, ed 
b allora cagionato dal pensare che gli si offrirk del cibo. 


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RTVISTA OMIOPATICA. 


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Baryta lo ha anche, ma il mangiare le porta sollievo. 0- 
leander ne ha sollievo dal here acquavite. Alumina e Di¬ 
gitalis ne hanno aggravamento dopo aver mangiato. Kal- 
mia pure l’ha estendentesi alia gola e alleggerito dai rutti; 
Kali carb. ha quella sensazione di debolezza accompagnata 
da rutti. Lobelia 1’ ha con dispnea. 

Tellurium ha sensibility dolorosa della spina dall’ul¬ 
tima vertebra cervicale alia quinta dorsale, sensibile alia 
pressione ed al tatto, simile a Nux vom. e Ruta. 

Un sintomo importantissimo b, « dolore nel sacro che 
passa nella coscia destra lungo il nervo sciatico; peggio- 
ramento sforzandosi nell’ evacuazione, tossendo, ridendo, 
anche giacendo sul lato affetto. » Qui abbiamo un vero 
quadro di una forma di sciatica. Lachesis e anche fre- 
quentemente indicato nella sciatica, ma i dolori di La¬ 
chesis nel nervo sciatico sono alleviati, e sono leggeris- 
simi, giacendo tranquilli in letto. Tenendosi dritti, alzan- 
dosi su di un piede — b cagionata una grande esacerbazio- 
ne. Il dolore, se esacerbato, consiste in una sensazione di 
calore intenso, come da un ferro caldo, ed b spesso aggra¬ 
vate dal sonno. Rhus tox. sarit anche un rimedio in que- 
sta dolorosa malattia, se il dolore b peggiore di notte, 
nell’alzarsi da letto o da una sedia, ed alleviato dal con- 
tinuo movimento e dal camminare. Arsenico sark il rime¬ 
dio se la persona non puo trovare riposo in alcuna po- 
sizione, ma egli si sente obbligato a passeggiare, cam- 
biando la posizione; cosa che b dolorosa e non reca al- 
cun sollievo. Lycopodium ha guarito la sciatica, che ri- 
torna ogni quattro giorni periodicamente. Kali bichromi- 
cum ha anche dolore nel nervo sciatico fino al ginocchio. 

Tellurium ha guarito il sudore offensivo dell’ aseella 
quando 1’ odore era descritto simile a quello dell’ aglio. 
Altre traspirazioni di cattivo odore dell’acella si trovano 
sotto Hepar, Dulcamara, Nitr. ac., Rhododendron, Selen., 
Sepia, e Thuja. Molto caratteristico di Tellurium b « l’im- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


petiggine ». L’impetiggine consiste in cercbi rossi, elevati, 
molto distintamente marcati. Essa appare a guisa di mac- 
chie, di un rosso molto vivo e ben definite, con piccole 
vescichette che danno prurito, — prurito che b peggiore 
specialmente di notte dopo essersi messo a letto. L' im- 
petiggine di Natrum carbonicum b circondata da un cer- 
chio giallo, oppnre essa suppura. Sepia ha macchie scure 
o di colore del vino di Bordb, od impetiggine umida con 
prurito. Clematis ha erpete rossa umida, ed impetiggine 
con prurito insopportabile al calore del letto e dopo es¬ 
sersi lavati; l’erpete b rossa umida con la luna crescente, 
ma pallida e secca a luna calante. Magnesia carbonica 
ha erpete piccola, rossa, poco elevata, liscia, disquaman- 
tesi poscia senza sensazione. 


Commenti. — Nel quinto volume dell’ Homoeopathic 
Revive. si troveranno le relazioni originali degli sperimen- 
tatori, ed anche I’ ordinamento dei sintomi del fu Dotto- 
re Costantino Hering. La professione dovrebbe essere gran- 
demente riconoscente alle fatiche di tale suo instancabile 
membro. Ma noi dobbiamo con rincrescimento constatare 
che viene da Gotham la censura di un medico che di- 
chiara di andare in cerca della ricognizione progressiva 
(allopatica), al Decano attuale di un Collegio cosl-detto 
Omiopatico, e dichiara i Sintomi di Guida (Guiding Sym¬ 
ptoms) di Hering non scientifici e non meritevoli di fidu¬ 
cial Questo censore appoggia la materia medica dell’ av- 
venire di Riccardo Hughes, mentre in modo chiaro si 
duole e mena lamento col suo editore che i Sintomi di 
Guida di Hering si vengano pubblicando, perch& b ben 
noto che sono necessarii, e che ogni vero medico dar& 
il ben’ arrivato ad un’ opera cosl utile. Non scientifica, 
perch6 ? perch6 b utile e non b coperta da livrea patolo- 
gica? Questo censore scientifico, soltanto poco tempo fa 


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RIYISTA OMIOPATICA. 


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ha esposto la teoria dei germi esplosi — raccogliendo le 
bricciole che cadono dalla tavola degli allopatici. Un tale 
censore non sara capace di ritardare la pubblicazione dei 
Sintomi di Guida di Hering. Tali uomini, recentemen- 
te laureati, da questo ingrato maestro ricevettero 1’ idea 
che 1’ Organo b una povera cosa qualunque, una cosa 
vecchia, fuori di moda, ed ora giustamente posta da parte 
per una « scienza progressiva » — infine, di poco va- 
lore. I recentemente laureati, o, dico, una maggioranza 
di essi, possono essere traviati fino a credere che l’Omio- 
patia possa essere inscritta sui loro diplomi, e colla di- 
spensa ad essi aggiunta di scartare 1’ Organo e le opere 
pubblicate da uomini che diedero alia nostra scuola la sua 
posizione col seguire i metodi di Hahnemann fedelmente, 
e sviluppando la nostra arte di guarire, aggiungendo alia 
materia medica tali sperimentazioni da metterci in grado 
di essere sempre piu felici nelle nostre cure. Vi sono al- 
cuni laureati, anche di tali Collegi, che hanno piil intel- 
letto e miglior comprensione della « scienza » che i loro 
malguidati e mal guidanti maestri. Essi non accetteranno 
la offerta e raccomandata scienza progressiva, compresa 
la teoria dei germi e 1’ errore del Chinino. Essi accette¬ 
ranno come Omiopatici 1 'Organo, la Materia Medica di 
Hahnemann, ed i Sintomi di Guida di Hering, e diven- 
teranno guaritori veramente. Essi impareranno che i loro 
successi nel guarire 1’ infermo aumentano a misura che 
aumenta la loro conoscenza dei metodi di Hahnemann e 
della sua Materia Medica. Essi presteranno fede e si ri* 
corderanno con gratitudine di siffatti primi promulgatori 
deH’Omiopatia, quale fu insegnata da Hahnemann, come 
il fu Dott. Costantino Hering, ed oblieranno le ingrate 
osservazioni fatte dal loro primo maestro ed ora censore 
di Hahnemann e di Hering (The Homoeopathic Physician). 


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CHIRURGIA PRATICA E MEDICINA SPECIFICA 

del Dott. P. P. Wells. 

Lezione di inlroduzione data al Collegio Medico ed Ospedale per le donne 
di New York, Sessione 1886-1887. 

(Continuations e fine . Vedi il fascicolo precedente) 


Vi d una classe di malattie la quale, nei primi tem¬ 
pi, fu riguardata come appartenente quasi esclusivamente 
alia provincia del chirurgo, e da esso, soltanto raramente 
guarita. Tali malattie distruggono i tessuti coll’ erosione 
o col depositare in quelli elementi i quali presto svilup- 
pano un’azione distruttiva, come per tutti i. tessuti circo- 
stanti, cos! in ultimo anche per la vita istessa. Ad arrestare 
questo progresso la vecchia medicina era per propria con- 
fessione impotente, ed essa rimandava tutti questi casi al 
chirurgo, la cui sola risorsa era il coltello. Tagliare od 
estirpare era tutto cid che egli poteva fare; ed essendo 
alia corta vista del vecchio medico solamente un’ « affe- 
zione locale, » perchd non doveva cio essere efficace? 
Perchd i risultati locali della malattia non erano tutta ne 
la pih importante parte di essa. Cid non era efficace per¬ 
chd cid che cagionava quel male locale distruttivo era al 
di Id di dove arrivava il coltello del chirurgo. Questi non 
poteva nd tagliarlo, nd estirparlo, ed esso rimaneva Id 
dopo 1’ infruttuosa operazione, pronto, all’ occasione di 
qualche eccitamento che potesse rinnovare la sua attivitd, 
ad attaccare altre parti, e, pid spesso che no, con mag- 
gior virulenza di quella che caratterizzava Tattacco primi- 
tivo (1). Il periodo del tempo fra 1’ operazione ed il se- 
condo sviluppo della distruzione locale d stato interpre- 
tato come una dilazione dell’ azione della malignitd mor- 


(1) Io non ho sentito mai dire che sia stato guarito, con aicun mezzo, un 
cancro che siasi di nuovo localizzato, dopo che fu rimossa col coltello la sua 
prima manifestaziane locale. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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bosa. Questo b un errore. La virulenza pift grande del 
secondo sviluppo locale della malattia sembrerebbe piut- 
tosto indicare che 1’ operazione non ha fatto altro che 
soltanto aggiunger forza all’azione maligna, la quale non 
pot& n& raggiungere n& iinpedire. Non 6 una conclusione 
sicura, in tali casi, quella di chi ritiene Vinvisibile come 
non esistente. Trattandosi delle varie forme di affezioni 
cancerose, questa b la storia che ha seguito i tentativi 
della loro estirpazione col coltello o con altri agenti di- 
struttivi. 

Ma possono queste malattie, che sono chiamate ma- 
ligne, essere guarite con mezzi dinamici — con quelli 
che cost generalmente sono inapplicabili all’arte del chi- 
rurgo? Esse si incontrano in diverse forme, le quali tutte 
sono distruttive nella loro natura e refrattarie ad ogni 
metodo di cura. Tuttavia esse alcune volte, anche le pih 
inveterate, sono costrette a rispondere al rimedio speci- 
fico. Vi sono stati casi di guarigioni di ciascuna delle 
varie forme di quelle spaventose malattie, eccetto, forse, 
quella d e\Y osteo-sarcoma. Io non so che questa sia stata 
guarita da qualsivoglia mezzo, benchfe abilmente appli- 
cato. Ma quella forma fatale, ad onta di ogni perizia chi- 
rurgica e di qualunque applicazione, fungus haematodes , 
b stata molte volte guarita permanentemente coi mezzi 
dinamici specific!. Un caso in Baltimora, quello di una 
signora che lo ebbe sviluppato nella coscia, e che era 
stata condannata a perdere la gamba dai suoi chirurghi 
della vecchia scuola, come se questa ne avesse guarito 
mai un caso, e non ostante l’ invariabile insuccesso che 
aveva tenuto dietro a questa risorsa nella passata storia 
della chirurgia — questo caso fu guarito dal mio amico, 
Me Manus, con poche dosi di un rimedio bene scelto e 
bene amministrato. La malattia scomparve in breve tem¬ 
po, e non ritornb mai pifi. 

II cancro epiteliale 6 stato guarito molte volte col- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


la medicatara specifica, e forse 6 stato trovato corri- 
spondere a questa piit spesso de’suoi affini. Un caso di 
tal genere mi capita nel 1859. II paziente era un com- 
merciante in quiescenza, di poco oltrd la mezza eta,, con 
abbondanti mezzi di fortuna; il quale aveva consultati i 
migliori chirurghi di Filadelfia, di Nuova Jork, e di Bo¬ 
ston per un male nel suo labbro inferiore, che era stato 
dichiarato un cancro da essi tutti, ed io non poteva- ve- 
dere aleuna ragione per screditare la loro diagnosi. Egli 
era venuto a Nuova Jork col proposito di farselo estir- 
pare. Avendo affari da definire con un mio infermo, al 
quale io era stato cosl fortunato di guarirgli un lupus 
(noli me tangere ), dichiarato incurabile dai chirurghi di 
Boston, gli fu detto che se voleva venire da me, io lo 
avrei guarito. Poichfe, avendo guarito il suo naso, egli 
molto semplicemente credeva che io potrei guarire ogni 
cosa. Io non poteva promettere di guarire il labbro, ma. 
dissi che volentieci mi ci sarei provato, e suggerii che se 
io non riusciva, egli poteva farselo tagliare dopo; e sic- 
come non aveva che pochi segni di cachessia costituzio- 
nale, io non disperava di riuscire. Fu il primo caso della 
specie che tentai di curare omiopaticamente, ed io non 
sapeva ci6 che poteva fare. Registrai diligentemente tutte 
le aberrazioni di funzione che potei rintracciare in quel- 
l’uomo, e feci uno studio di esse, non del cancro, e gli 
diedi il rimedio, il cui registro presentava la pih grande 
somiglianza colla maggior parte di quelle aberrazioni. Il 
risultato fit che la malattia guarl e quelle aberrazioni spa- 
rirono. Quell’ uomo rimase in buona salute mold anni, e 
per quanto io so, lo 6 ancora al presents. Nel corso della 
cura, io gli diedi quattro rimedi diversi, in successione, 
secondo che i sintomi presenti indicavano ciascuno al 
momento di prescrivere. Essi non furono dati in alterna- 
zione, ma il secondo succedeva al primo quando questo 
aveva esaurita la sua forza curativa, ed il terzo succedeva 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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al secondo per la medesima ragione e non altra, e cosl 
finchb non vi fil piu bisogno di dare rimedi di alcana 
sorta. Non sar& forse senza interesse il dire che i rimedi 
dati appartenevano ciascuno alia classe dei cosl detti an- 
tipsorici. Ciascuno fu dato, non perchfc appartenesse a 
questa classe, ma perchfe i fenomeni del caso lo indica- 
vano e non per altra ragione. La cura dur6 da Maggio 
a Dicembre. 

Un’ altra forma di affezione cancerosa 6 quella che 
si incontra anche troppo spesso nelle mammelle della 
donna. Essa & stata guarita colla medicatura specifica. 
Ma neir esperienza del Barone Dupuytren, del signor 
Thompson delPUniversitk di Edimburgo, del signor Astley 
Cooper, e del signor Filippo Crompton di Dublino, come 
questi eminenti chirurghi informavano il mio precettore, 
nel 1829, non fu mai da essi guarita con mezzi chirur- 
gici; e il signor Thompson ed il Barone aggiungevano, 
che essi non pensavano di avere mai prolungata la vita 
di an giorno colTuso del coltello, sebbene avessero am¬ 
putate molte mammelle. Essi dicevano di essersi rifiutati 
ad operare in questi casi da molti anni; le loro esperienze 
del risultato dell’ amputazione avendoli convinti che era 
totalmente inutile ricorrervi. 11 mio precettore chirurgico, 
anche da molti anni prima della sua morte, si rifiutava 
di operare in questi casi perchb la sua propria esperienza 
aveva confermato i giudizi degli eminenti chirurghi sud- 
detti sulPinutilitci delle operazioni per impedire il rinno- 
vamento dello sviluppo locale della malattia. Tale essendo 
il giudizio e l’esperienza di cosl eminenti chirurghi sul ri- 
correre ai mezzi chirurgici per la cura del carcinoma 
mammellare, debbono essere del massimo interesse i casi 
ben autenticati di guarigione coi rimedi specified Uno di 
questi casi b stato curato da me negli ultimi tre anni. 

La paziente diede alia luce il suo primo bambino al- 
T etk di ventun anno. Essa ebbe un ascesso nella mam- 


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R1VISTA OMIOPATICA, 


mella destra poco tempo dopo il parto, che era stato trat- 
tato malamente. Si permise che ripetuti ascessi si suc- 
cedessero l’uno all’altro, e che fluisse materia per diffe¬ 
rent aperture, e quando cessh lo spurgo da queste, rimase 
un deposito indurito nella mammella, come pure deformi 
cicatrici. Dopo circa dieci anni il deposito divenne dolo- 
roso, ingrossh, fu aperto con dolori lancinanti, brucianti. 
Le cicatrici si spessirono, e si ritirh il capezzolo. La pa- 
ziente fu trovata in questo stato dopo che era stata curata 
per tosse con aspettorazione, con dolori e sofferenze di 
petto, brevity di respiro, sudori notturni, perdita di peso, 
etc. La famiglia di sua madre aveva perduto parecchi 
membri per tisi polmonare, e questa fu riguardata come 
minacciante sviluppo della infezione di famiglia nella sua 
persona. Ci6 non diminuiva certamente la gravity, della 
prognosi riguardo alia mammella. Ma ambedue queste con- 
dizioni appaiono ora guarite. Essa non ebbe a soffrir pift 
alcun disturbo nb dall’una ne dall’ altra negli ultimi due 
anni, ed al presente mena una vita assai attiva, e carica 
di molte e grandi responsabilita. L’ indurimento cessh di 
essere fastidioso, ed io credo che sia scomparso. Le cica¬ 
trici hanno perduto il loro aspetto minaccioso. Essa da 
due anni non ha domandato alcun rimedio. 

Ora quali furono i mezzi adoperati in questo caso i 
quali lo hanno posto in cosl aspro contrasto coll’esperienza 
dei risultati pel trattamento di tali casi con mezzi chi- 
rurgici? Noi rispondiamo, la paziente ebbe, dal primo al- 
l’ultimo, solamente pochi picccoli globuli imbevuti di pre- 
parazioni medicinali, delle quali, ci si dice che, « 1’ Isti- 
tuto Americano schiatth dalle risa » (1). E alia luce di 
questo caso non sembra egli che I’lstituto abbia riso pre- 
maturamente? E se le sue risa avessero solamente fat- 
to peggio per l’lstituto? Le sue risa certamente non re- 
cano impedimento alia guarigione delle malattie le piil 

(1) T. F. Allen. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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gravi. Ma quali furono i rimedi adoperati per la guari- 
gion'e di questa mammella? Furono dati solamente due 
rimedi, le cui dosi vennero prese a lunghi intervalli, ed 
erano ambidue rimedj antipsorici! Noi crediamo che se 
le dosi fossero- state ripetute a brevi intervalli, il tratta- 
mento sarebbe stato un insuccesso. 

Ci siamo sforzati di presentare problemi di cura i 
quali illustrano le differenze e le relazioni dei due rami 
dell’ arte di guarire, e se noi siamo riusciti nel nostro 
sforzo, noi abbiamo mostrato che uno ha che fare prin- 
cipalmente con elementi materiali, mentre l’altro riguarda 
puramente quelli che sono dinamici nella loro natura; e 
questa b la differenza nella natura delle cose delle quali 
abbiamo parlato. Prendiamo il caso della giuntura artificia- 
le. Perch& i frammenti si ricusano di unirsi? Perchfc la nu- 
trizione delle parti b stata talmente modificata da qualche 
causa, costituzionale od altra, che il callo riparatore non 
fu provvisto dei necessari elementi a questo scopo. Quindi 
il difetto fu nella funzione alterata, e questa alterazione 
implica un cambiamento nella forza della vita che governa 
ed eseguisce le funzioni. Nell’azione normale di questa 
forza sulla nutrizione nel caso di frattura, b provvisto il 
materiale necessario a riparare; ma nella sua azione mo¬ 
dificata la provvista manca, e non vi b riparazione. Cost, 
per la cura, in tale caso, si richiedono mezzi da agire su 
questo dinamismo che governa ed eseguisce la funzione 
della nutrizione, ed in una maniera che ristabilisca que¬ 
sta nella sua azione normale sopra questa funzione, che 
la provvista bisognevole per la riparazione possa essere 
fornita, ed il caso, per cost dire, sia in grado di guarire 
se stesso. Ora non b molto appariscente come mezzi mec- 
canici possano impressionare in tal modo questa forza, 
mentre b perfettamente chiaro che i mezzi dinamici lo fe- 
cero, e la guarigione fu il risultato. Cost nel caso della 
semplice frattura, i mezzi meccanici possono solamente ri. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


porre i frammenti nella posizione pia favorevole alia ri- 
parazione necessaria, e mantenerli in quella; e questo b 
tutto quanto essi possono fare. Ma un dinamismo che 
possa raggiungere questo esecutore della funzione, e sti- 
molarlo ad una maggiore provvista del mdteriale ripara- 
tore, e ad un acceleramento del processo di riparazione, 
pub far di pih; e questo b appunto cib che b riconosciu- 
to abbia fatto il Symphitum nel caso riferito. 

La scossa che segue gravi operazioni chirurgiche, 
come nel caso della giovane signora che fu soggetta a li- 
totomia, b puramente dinamica. La violenza alia quale le 
sensibility viventi sono state assoggettate ha talmente im- 
pressionata la forza della vita, che le funzioni del corpo 
sono generalmente cost affette come non lo sono mai nel- 
l’azione sana. Tutte sono cambiate pih o meno dal [loro 
stato normale, ed in queste la confusione b 1’ ordine. Ora 
tutto cib che il chirurgo pub fare per il sollievo di que- 
sta condizione, coi mezzi speciali dell’ arte sua b di assi- 
curare al suo paziente il conveniente riposo onde la salute 
abbia il piit spedito e piu sicuro ristabilimento. Avendo as- 
sicurato cib, egli pub soltanto attendere il risultato, « af- 
fidandosi alia natura » onde faccia per il suo paziente 
quello in che egli trovasi impotente e senza risorse. Ma 
trasformate questo chirurgo in un medico, il cui arma* 
mentarium b pieno di mezzi che lo mettono in grado di 
agire specificamente sulla forza della vita, e di agire su 
questa in modo che quella confusione sia cambiata di 
nuovo in un ordine armonico, ed egli si troverb, capace 
di fare molto di piu e meglio per la guarigione del suo 
paziente di quello che possa qualsivoglia somma di « af- 
fidamento nella natura. » Conosca egli come fare la co* 
sa bene, e la faccia, e lasci « confidare nella natura » 
coloro i quali cosl spesso affacciano questa pretesa come 
uno scudo per difendersi dal loro sentimento di perfelta 
impotenza. « Confidare nella natura » b una frase ben 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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sonante ed alcune volte sembra che contenga un sapore 
di sapienza, mentre, a dire il vero, essa b sempre nb piu 
nb meno che una confessione di giudizio di completa imbecil- 
lita pratica. Rinvenga il medico e dia il dinamismo specifico, 
che la legge ha stabilito per la guarigione di quella con* 
dizione derivante dalla scossa, e la sua esperienza ripe- 
terb, colla maggior certezza quella del maestro, il quale 
vide la povera paziente della quale abbiamo parlato, trat- 
ta da una condizione, che l’eminente e sperimentato chi- 
rurgo dichiarava agli scolari della sua classe sarebbe riu- 
scita inevitabilmente fatale, ad una di pace, di salute, e 
di prosperity. Non dimentichino il medico ed il chirurgo, 
che i mezzi dinamici giustamente scelti e giustamente am* 
ministrati sono capaci di fare cib la appunto dove altri 
mezzi conosciuti non hanno potere. 

Parliamo ora di tutta la famiglia delle malattie ma- 
ligne, che l’antica pratica ha cost uniformemente rinunziate 
al coltello e ad una terminazione fatale. Queste sono state 
considerate come locali nella loro natura, e quindi, se cib 
fosse vero, che cosa pub essere piit ragionevole che la 
conclusione che decideva di tagliarle od estirparle, e cost 
farla finita con esse? La sola difficoltb. b stata, nei casi 
cosl trattati, che essi non vollero finire cost. E la costante 
ricomparsa di cib che si supponeva di aver tagliato od 
estirpato avrebbe dovuto insegnare a quei chirurghi del 
vecchio stampo, come lo insegna a noi, che quest’ idea di 
carattere locale b totalmente falsa. La ricomparsa dimo- 
stra che nel caso vi era qualche cosa che non fu tagliata 
od estirpata. I chirurghi dicono, che trattasi di qualche 
cosa assorbita nel sistema dal punto principale locale che 
ora ha di nuovo germogliato in nuovi mali, percib essi 
soggiungono, tagliamo od estirpiamo presto, prima che 
tale assorbimento abbia luogo, e finchb vi pub essere 
scampo dal male. Ma, nonostante, che sia disapproval, 
quel falso giudizio ritorna, quantunque esso non sugge- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


risca al chirurgo nb una migliore filosofia, n& una mi- 
gliore pratica. 

Cid che l’esperienza non riuscl ad insegnare ai chi- 
rurgi della vecchia scuola, la providenza di Dio 1’ inse- 
gnd ad Hahnemann, ed egli 1’ insegnd a noi, vale a dire 
che ciascheduna forma di queste maligne e fatali malat- 
tie non £ locale , ma generale di sua natura, e non ma¬ 
terial, ma dinamica nella sua origine e costituzione, e 
che coi mezzi dinamici giustamente scelti e giustamente a- 
doperati, possono siffatte malattie essere e sono state cia- 
scuna di loro, guarite. Esse sono, innanzi alia legge, si- 
mili alle altre forme di malattia, e se guariscono ci6 de- 
v’ essere, fu, e pu6 solamente essere mediante la giusta 
araministrazione del rimedio il pih simile, come b di tut- 
tutte le. altre malattie. Se curate con successo, ci6 de- 
v’ essere coll’ adattare il rimedio ai fenomeni del caso, e 
non con qualsivoglia altro rimedio, supposto essere in re- 
lazione col cancro come suo curativo. I fenomeni debbo- 
no essere*curati, e non il nome. La ragione di ci6 b, che 
queste malattie sono il risultato di cause agenti sulla for- 
za della vita, e modificanti siffattamente 1* eseguimento 
delle funzioni vitali che si stabilises una serie di proces- 
si discordanti e distruttivi, i quali non hanno alcun li- 
mite nb di durata nb di estensione nella distruzione che 
ne b il risultato. Questi lasciati a se stessi, cessano sol- 
tanto quando non vi b pih nulla da distruggere. Riguardo 
alia causa che ha compenetrato in modo cosl distruttivo 
la forza della vita, si i chirurghi che i medici erano to- 
talmente alio scuro finchb non fit additata ad essi da 
Hahnemann. Egli la chiarnd « psora » La denominazione 
fu derisa da quest’ignoranti ed arroganti dottori, ma essi 
furono impotenti a guarire malattie pestilenti dopo le loro 
risa come lo erano prima; e queste malattie vennero gua¬ 
rite, quando lo furono, solamente coi mezzi che egli chia- 
m6 antipsorici; da che noi dobbiamo inferire che vi b 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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assai meno di « scienza » o di sapienza nel ridere e nel 
ridicoleggiare di quanto i dottori sembra abbiano suppo- 
sto, e notantemente quelii dell’ Istituto Americano di 0- 
miopatia. 

La prova che la forza della vita b per tal modo im- 
pressionata dalla causa di queste malattie maligne si tro- 
va innanzi tutto nell’ azione modificata della funzione di 
nutrizione. Questa essendo cambiata, in forza della sua 
azione conservativa, torna essa stessa ad influire su tutte 
le altre funzioni del corpo, ed i disordini risultanti in 
queste progrediscono finchb tutta la triste storia delle 
sofferenze chiudesi col racconto della morte. 

Da questi esempi di malattie e di guarigioni noi ab- 
biamo procurato di mostrare l’intima relazione fra i do- 
veri del chirurgo e del medico. Essi sono. strettamente 
connessi, l’uno trovando ajuto nelle risorse dell’altro nei 
doveri giornalieri della vita pratica, e ci6 cost frequente- 
mente che i due possono essere riguardati meglio come 
rami di una sola arte di guarire, che due fattori distinti 
T uno dall’ altro. II chirurgo deve ricorrere alle risorse 
della medicina pratica ogni qualvolta, dopo aver alleviato 
il suo caso d’imbarazzi e di bisogni meccanici, trova in 
disordine le funzioni del corpo o della mente, le quali 
sono meglio, e forse unicamente, ristorate colie risorse di- 
namiche del prescrittore specifico. Quindi il chirurgo, che 
eserciterh. la sua arte colla conoscenza e coll 1 ability che 
gli assicurerh i migliori successi come esperto guaritore, 
deve essere padrone della conoscenza delle risorse dina- 
miche del medico, e del modo di adoperarle, mentre il 
medico b costretto a ricorrere alia perizia ed ai mezzi del 
chirurgo per recare sollievo al suo paziente dei dolori 
ed imbarrazzi degli elementi meccanici, i quali spesso 
fanno parte importante del suo caso. Questi (come nel caso 
del calcolo orinario) debbono rimoversi prima che il caso 
possa essere in una condizione da ricevere impressioni 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


curative dai mezzi dinamici appropriati. Quindi si vedr&, 
che nessun chirurgo pud esser pari a tutti i bisogni 
della sua arte, che non sia anche padrone dell’ arte del 
prescrittore dinamico; mentre il medico pu6 esser pa¬ 
drone di questa e nello stesso tempo non essere chirurgo 
(The Homoeopathic Physician). 


APPUNTl 

del Dott. C. Carleton Smith. 

Prophylamin. — Nel reumatismo quando gli aghi 
tenuti nelle dita diventano cost grevi che essa non pu6 
cucire. 

Diarrea copiosa, con dolori reumatici nelle giunture 
del collo del piede, ma non nei polsi; sete per grandi 
quantity di acqua fredda, simile a Bryonia. 

Arnica. — Sapore di ova guaste, specialmente nel 
mattino. Graphites: solamente nel mattino dopo alzato, 
che sparisce sciacquandosi la bocca; Tart, emetico, sapore 
di ova guaste solamente nella notte; Chamomilla ha eva- 
cuazioni simili ad ova guaste, ma non le eruttazioni nb 
la flatulenza; Psorinum ha eruttazioni di sapore simile 
ad ova guaste. 

Sotto Chamomilla, Ant. tart., Ars., Cina, Ignatia, 
Kali., e Puls., i bambini han bisogno di essere portati; 
sotto Ars., il bambino ha bisogno di essere portato in 
fretta; sotto Bromum, ha bisogno di essere portato in 
fretta a motivo di dispnea, come nel croup; 'Cham., A 
solamente tranquillo quando 6 portato; Cina ha miglio- 
ramento dal cullare in fretta; Aeon, anche miglioramento 
dal cullare in fretta. 

Chelidonium. — Desiderio di bevande molto calde; 
rimarr& solamente nello stomaco 1’acqua quasi bollente. 

Silicea. — Nelle persone soggette a vermi, dove Cina 


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RIV1STA OMIOPATICA. 305 

sembra indicata e non riesce, Silicea sar& piit probabil- 
mente il rimedio. 

Cuprum acet. — Costante protendimento e ritira- 
mento della lingua (anche Lach.); nell’epilessia l’aura 
comincia nei ginocchi, salendo fincbb raggiunge la regione 
ipogastrica, ed allora avviene inconsapevolezza, schiuma 
alia bocca e caduta convulsa. 

Appena la paziente entra in una camera alta di 
soffitto la sua testa vacilla ed essa perde i sensi. 

Digitalis. — Sente come se il cuore cessasse di 
battere se essa osasse moversi; Gelsemium, ha sensazione 
come se essa debba moversi per tenere il cuore che se ne va. 

Dulcamara. — Iscuria catarrale nei fanciulli pro- 
dotta* dal guadare acqua coi piedi nudi, con scolo di 
muco dall’uretra, orina lattea, e deposito mucoso. 

Guaiacum. — Trafitture violenti e costanti nella 
gola dalla laringe alia clavicola sinistra; azione infiam- 
matoria violenta, spasmodica dei canali aerei, special- 
mente della laringe, con tale violenta palpitazione del 
cuore da cagionare soffocamento. 

Jodium. — Prurito nei polmoni, gift a basso ed 
estendendosi in su nella trachea e nella cavity nasale; 
il prurito alia punta del naso b il segnale che la tosse 
incomincia. 

Kali bich. — Dolore sull’ angolo interno dell’ occhio 
destro, non piu largo di un pezzo da tre centesimi; gran- 
demente tormentoso; principiante nella met& della mat- 
tinata, crescente in fierezza fino alia met& del pomeriggio 
e poi cessante. 

Kali bromatum. — Egli s’immagina di essere pre- 
scelto come un oggetto della collera divina; sonnolenza 
estrema. 

Costante tosse frastagliata durante la gravidanza; 
desiderio irresistibile di orinare, ma non vi 6 emissione 
tranne cbe con urgenza e difficoltk. 

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RIVISTA OMIOPATICA. 


Kali carb. — Sensazione come di una verga esten- 
dentesi dalla gola al lato sinistro dell' addome con una 
palla in ciascuna estremit& della verga. 

Lachesis. — Stitichezza ostinata; ogni cosa ha sapore 
acido; il cibo diventa violentemente acido appena arriva 
alio stomaco. 

Rhododendron. — Senza respiro e senza parola, per 
violenti dolori pleuritici scorrenti verso in giii nel petto 
anteriore sinistro, dopo essere stato in piedi su terreno 
freddo, umido. 

Non pub addormentarsi nb rimanere addormentato 
che tenendo le garnbe incrociate. 

Sepia. — Lingua molto sporca, ma diventa pulita a 
ciascun flusso menstruale, ritornando di nuovo sporca 
quando cessa il flusso; palpitazione alleviata dal cammi- 
nare a lunga distanza e dal camminare in fretta; mentre 
Spigelia ha palpitazione, auraentata dallo star seduto e 
dal chinarsi in avanti. 

Silicea e Mag. mur. — Hanno dolor di testa; mi- 
gliorato dal coprirsi la testa ben calda; ma Silicea ha 
dolore migliorato in casa e dal riposo, mentre in. Mag. 
mur. b migliorato dall’ aria aperta e dall’ esercizio. — 
infatti, costringe il paziente a passeggiare per trovare 
sollievo; peggioramento stando coricato. 

Stannum. — Ha colica come Colocynthis, migliorata 
dall’appoggiarsi a qualche cosa dura. 

Il bambino non vuole acquietarsi finchb non b por- 
tato sulla spalla della madre. 

Stramonium. — Vomito appena egli alza la testa 
dal cappezzale, e vomito dall’esporsi a luce viva. 

(Nel dare questo eccellente articolo per esser pub- 
blicato, il Dott. Smith si raccomanda perchb se qualche 
lettore di questo giornale conoscesse altri rimedi che 
abbiano gli stessi o simili sintomi, essi vogliano fornirli 


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RIYISTA OMIOPATICA 


307 


all’editore per essere inseriti. Se tutti contribuissero colla 
loro esperienza in questo modo, ne risulterebbe una Ma¬ 
teria Medica del massimo valore. 

Per rendere tali articoli come il precedente proficui, 
ogni medico dovrebbe provvedersi di un album, avente 
un’indice in cui tutti i sintomi interessanti fossero regi- 
strati sotto le piti cospicua parole con le quali si b mani- 
festato il sintomo, con una nota dimostrante dove il sin- 
tomo fu ottenuto. In breve tempo il medico industrioso 
troverebbesi in possesso di un repertorio manoscritto sem- 
pre pronto aH’uopo ed anche sempre crescente. Uno dei 
redattori di questo giornale ha tenuto un libro di questa 
fatta in modo limitato per parecchi anni, e lo trova im- 
pagabile. — (Gli edilori dell’ Homoeopathic Physician). 


CASI CLINICI. 

del Dott. J. D. Tyrrell. 


I. — Luglio 13. — La scorsa notte il signor P. soffrl 
moltissimo per neuralgia facciale; adoprd aceto caldo, 
senza sollievo; egli allora prese una grossa dose di Bell. 5 
che « guarl » la sua neuralgia, di modo che dorml e si 
sveglib indicibilmente felice. Indi peggiorato riferisce: — 
Il lato destro della faccia si sente spesso e gonfio, le 
labbra spessite e rigide; tutto il lato della faccia intor- 
pidito, pub appena articolarlo; voce velata e grossa, parola 
lenta, indistinta, e balbuziente; perdita di coordinazione, 
an datura debole, vacillante, come se fosse ubriaco; non 
pub tener fermo il fazzoletto nb coll’ una nb coll’ altra 
xuano, egli continuamente lo lascia cadere. Se egli si 
appoggia a qualche cosa sul lato sinistro, non pub rial- 
zarsi a meno che si appoggi e faccia sforzo colla mano 
deslra; se egli si siede sul pavimento, deve adoperare il 
hraccio destro per rialzarsi, altrimenti non pub: non pub 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


passare una persona od an oggetto dal lato sinistro senza 
correre contro essi; costante tendenza ad andare verso il 
lato sinistro, non in un circolo, ma diagonalmente; pupille 
dilatate; lato destro della faccia, lato sinistro del corpo, 
affetti. Hyos. nig. m tre globuli, uno ogni due ore; wi- 
glioramento rapido e permanente; si sentl bene in tre 
giorni. 

II. — Signora S, (19 Giugno). — Statura media, 
smilza, capelli scuri, faccia pallida, occhi bigi fin dalla 
nascita. Temperamento mentale molto sensibile all’azione 
dei medicamenti. Tre anni addietro ebbe « neuralgia del 
cuore, » per la quale prescrissero un impiastro di Bel¬ 
ladonna. In un giorno circa il dolore fu sensibilmente 
diminuito, ma essa lagnavasi di dolore nella testa e negli 
occhi, e penso che fosse cagionato dalla Bell.; ma i di 
lei parenti credettero cib tutta immaginazione, di modo 
che essa ebbe a soffrire per tre settimane, quando non 
ebbe piil dolore; ma V iride dell’ occhio destro cambib da 
bigio ad aizurro scuro, cosa notevole e notata dagli amici 
chiaramente nella camera. Essa rimase azzurra d’allora in 
poi, la paziente ha stabilmente, ma lentamente perduto il 
potere della vista, finchb ora non pub leggere nb cucire 
alia luce del gas, e per poco tempo alia luce del giorno. 
Bell. * 0m (Fincke) quattro globuli, uno ogni due ore, e 
riferire dopo dieci giorni. 

28 Giugno. — Riferisce che gli occhi sono meno 
dolorosi; pub leggere due o tre ore alia luce del gas 
senza dolore nb offuscamento; l’occhio destro non b tanto 
azzurro^ Essa dice che i globuli produssero dolori acuti 
dal dorso fino all’ ipocondrio; grande tiramento in gib e 
sensibilitb; orinare scarso, ma frequente; i dolori venivano 
ed andavano improvvisamente; aveva bisogno di medica- 
mento per arrestare il dolore, per potersene andare in 
cittb. Bell. Mm un globulo. Il giorno appresso l’incontrai 
in cittb, che si sentiva meglio. Questa prova sembra cor- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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roborare e completare i sintomi registrati nel Repertory 
to Horn. Med. del Dott. Berridge, pagina 35, colore del- 
l'iride, scolorato, Atp. (Bell.). 

III. — Circa due mesi addietro una signora mi rife- 
riva riguardo a sua figlia, di otto anni, quanto segue: 
— Temperamento mentale: leggero, non dorme bene; 
« ha vermi; » digrigna i denti alia notte; dorme a son- 
nellini; ha ventinove porri sulle mani e sulle dita; porri 
dolorosi che hanno resistito ad ogni trattamento; la ragazza 
h molto curva; le vertebre dorsali sono molto incurvate. 
Sulph. cm (Swan), due polveri, alia distanza di dodici ore. 
Oggi 25 Agosto, mi riferisce: Tre porri sembravano 
« andar via lentamente, » finchy ora tutti sono scomparsi: 
spalle e dorso « dritti come una freccia. » (The Horn. 
Phys.). 


CIMICIFUGA, 0 ACTEA RACEMOSA. 

Lezione del Prop. J. T. Kent 

(riportata stenograflcamente). 

-- 

Questo rimedio b un grande amico della donna, ed 
alcuni dottori conoscono soltanto che esso b tale. II fieno 
greco b buono per un cavallo, essi dicono; e cosl Cimi- 
cifuga b buona per una donna — quando i sintomi la 
indicano. Lo stato generale costituzionale al quale questo 
rimedio b pin favorevole b la costituzione istero-reumatica. 
I suoi sintomi sono pieni di isteria quasi come Ignatia, 
e pieni di reumatismo quasi come Colchicum o Bryonia; 
esso ha la sensibility dolorosa reumatica nel cotpo, e 
particolarmente nei muscoli. II potere muscolare b affetto 
quasi generalmente. Questo rimedio ha il reumatismo del 
cranio; reumatismo della base della testa, o del cranio; 
dolore nella base del cranio come se un dardo si pro- 
lungasse dalla base del cranio traverso alia sommity 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


della testa. Costante dolore ottuso nell’ occipite che si 
estende alia sommitk della testa. I dolori di testa sono 
migliorati all’aria aperta. Esso ha una sensazione di 
sollevamento del cranio. In ci6 esso somiglia a Cannabis 
sat. ed a Cannabis indica. Cannabis indica lo ha come 
sintomo patogenetico; cost pure lo ha Actea racemosa. 
Belladonna lo ha come sintomo clinico. Questo solleva¬ 
mento del cranio avviene nei disordini uterini. Reuma- 
tismo, colica, utero irritabile, dilatazione dell’utero; ci6 
vi dar& una associazione di sintomi simili a quei sintomi 
della testa. Ora vi b un sintomo mentale notevole. II 
sintomo mentale b questo: Essa sente come se una palla 
nera, o un bujo, od una tristezza orribile si stabilissero 
sopra di lei; ogni cosa le sembra scura; non vi b luce 
intorno ad essa. Questo sintomo di oscurita e di bujo 
simile ad una palla nera che le si posi sopra b un sin¬ 
tomo mentale cbe si concentra nel cuore, accompagnato 
da palpitazione. Vi b tutta questa tristezza e tetraggine, 
ed esso ha mold dei sintomi istero-mentali. L’ipocondria 
6 marcatissima. Gli oechi forniscono un sintomo notevole; 
estrema sensibilita dolorosa dei globi degli occhi con 
estremo dolore; anche corea e scosse cloniche dei globi 
oculari; oscillazioni; il movimento dei muscoli produce scosse 
dei globi ed urto delle palpebre. Le pupille sono dilatate. 

Questo rimedio produce spasmi coreici sul corpo, 
accompagnati da reumatismo. Dovunque il reumatismo 
cessa e prende il posto la corea, questo b il rimedio. Vi 
b una sensazione particolare reumatica, di contusione, 
dolore nel petto ed intorno al cuore; dolore nel cuore, 
che accompagna il reumatismo. Reumatismo intercostale. 
Reumatismo dei muscoli del petto. Neuralgia intercostali. 
Vi b un grande malessere nell’addome; dolente come se 
fosse contuso. Vi b un sintomo mestruale che merita di 
essere notato; regole troppo anticipanti; troppo profuse; 
irregolari; soppresse. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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Si pub dire con sicurezza di questo rimedio, che 
esso ha mestruazione irregolare; esso l’ha e troppo pro- 
fusa, e troppo scarsa; troppo anticipante e troppo ritar- 
dante. Esso ha le mestruazioni irregolari, con ingrossa- 
mento, sensibility, indurimento, e grande sensibility dolo¬ 
rosa clinicamente. Esso ha guarito molte volte i risultati 
dell’aborto: sub*involuzione. Lo scolo mestruale 6 proba- 
bilmente scuro e offensivo ed acido. Yi b poi un altro 
sintomo uterino marcato, che voi dovrete rammentare, 
perchb troverete questo sintomo utile nei dolori dopo il 
parto; dolori dopo il parto che sembrano essere il risul- 
tato degli spasimi dei legamenti larghi; forti dolori spa¬ 
smodic che vengono con piii o meno violenza ed affer- 
rano l’inguine; spasmi nei legamenti larghi. Ora il reu- 
matismo non b specialmente ristretto ad un solo muscolo 
o ad una sola parte del corpo; esso pu6 occupare tutto 
il corpo. Questo rimedio ha uua sorella gemella, che b il 
Caulophyllum. In associazione coi sintomi uterini noi 
abbiamo la stessa corea, noi abbiamo una simile dia- 
tesi reumatica; abbiamo spasmi isterici; ed abbiamo gran¬ 
de prostrazione e tremore. Ma lasciate che io vi dica 
la chiave o nota-maestra, ossia uno stato od una con- 
dizione, per cui voi potete sempre fare assegnamento 
sopra Caulophyllum. « Reumatismo delle piccole giun- 
ture con sofferenze uterine; » mentre in Cimicifuga il 
reumatismo b piu probabilmente nella sostanza dei mu- 
scoli, e non particolarmente nelle giunture. Nei disturbi 
uterini non descritti questo b sempre il vostro rime¬ 
dio. Esso b blando, e pu6 essere amministrato quasi in 
qualunque forma; esso guarisce in tintura, e guarisce 
quando b dato alia terza; esso guarisce alia trentesima. 
Io bo guarito molti di questi casi colla duecentesima con 
la stessa grande soddisfazione. 

Cimicifuga ha predisposizione all’aborto; grande de- 
bolezza uterina; mancanza di capacity a tirare avan’ti 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


colla gestazione; minaccia di aborto; dolo’ri di carattere 
lacerante e di abbassamento; tiramento in gift come i 
dolori deL parto. Ora, in una costituzione istero-reumatica, 
in una donna che ha l’abitudine di abortire, questo rime- 
dio sara il piu conveniente. In una costituzione istero- 
reumatica, dove sospettate di difficoltft nel parto, potete 
amministrare questa medicina un mese o sei settimane, 
o due mesi prima dell’ aspettato parto, con sollievo dei 
disturbi, e, forse, prevenendo i disordini, che altrimenti 
accompagneranno il parto. In ambidue questi rimedii vi 
e una sensazione meravigliosa di debolezza nella pelvi; 
una sensazione di rilasciamento; una sensazione di esau- 
rimento; ed in ci6 essi rassomigliano a Pulsatilla e Sepia. 

In Cimicifuga vi b un marcato disturbo orinario; 
importunita di orinare; orinare frequente; bruciore durante 
e dopo aver orinato. Flusso copioso di orina seguito da 
prostrazione. Essa si alza spesso nella notte per orinare. 
Nelle estremita inferiori abbiamo il reumatismo che appar- 
tiene a questa medicina. I dolori reumatici sono ordina- 
riamente tormentosi e scuotenti; essi sono costanti, e nella 
sostanza centrale dei muscoli, producenti nodositft ed 
intirizzimento. Torpore nelle estremita inferiori, coi piedi 
freddi e sudore freddo. Il dolore che b nei muscoli b 
alcune volte simile ai dolori dell’ osso, tanto b ottuso, 
sordo. Vi b strappamento dei muscoli associato col reu¬ 
matismo, che pub alcune volte dar luogo al dolore. Un 
dolore reumatico e scosse coreiche dei muscoli, colla 
caratieristica che in tutte queste sofferenze reumatiche, 
simili a corea, gli spasmi sono tutti resi peggiori dal 
movimento come in Bryonia. Questo rimedio b tutto pieno 
di spasmi isterici; contrazioni isteriche; ed esso b stato 
capace di guarire un numero di casi di convulsioni iste¬ 
riche che si producono nel periodo puerperale; convul¬ 
sioni peurperali che sono isteriche di carattere, colle mani 
serrate. Rammentate ora questi particolari elementi: Piste- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


318 


ria, il reumatismo associati con disturbi uterini, disturbi 
al cuore, debolezza generale, ed avrete una bella pittura 
di questo piccolo rimedio {The Homoeopathic Physician). 


CASI GUARITI CON LAC VACCINUM DEFLORATUM 
dal Dottor S. Swan. 


13 usanza di alcuni soi-disant omiopatici di farsi beffe 
delle sperimentazioni e delle guarigioni attribuite a questo 
rimedio ed ai suoi affini, dimenticando cbe questo vero 
rimedio b stato estesamente adoprato nel diabete e nella 
malattia di Bright dai Dottori Donkin, Mitchell, ed altri, 
e che Lac canimum b stato adoprato con successo dalla 
scuola allopatica nella rachitide. E inutile scrivere per 
fossili stereotipati, ma i seguenti casi interesseranno co- 
loro che sono capaci di comprendere il vero progresso: 

(1) Il Giudice M. Per anni e stato soggetto ad at- 
tacchi di gonfimento nella regione epigastrica, e con ci6 
es^o aveva sempre un attacco di asma, di raodo che a 
stento poteva respirare; poi aveva un forte dolore pre- 
mente verso la quarta vertebra cervicale; pressione in- 
torno al petto (ma non come l’abbrancamento di Cactus) 
con dispnea; grande scoraggiamento riguardo alia sua 
malattia, non ha timore della morte, ma 6 sicuro che 
morrk nelle ventiquattro ore. Questi sintomi erano sola- 
mente alleviati dalle medicine purgative; fu sempre sti— 
tico. Lac vacctnum defloratum ad alta potenza guari. 

(2) Signorina Carolina B., di anni diciotto. Verso le 
sette o le otto pom. le prende un sonno tale che non pu6 
resistere, e deve an dare a coricarsi; verso le nove pom. 
le vieqe una febbre caldissima, durante la quale essa dor- 
me; la febbre continua fin al mattino, quando essa si 
sveglia in un sudore profuso, che macchia la biancheria 


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R1VISTA OMIOPATICA. 


in giallo, ed b molto difficile a farlo scomparire lavandola. 
Durante il giorno si sente il dorso abitualmenta freddo; 
tosse secca breve, con difficile espettorazione di un pic¬ 
colo pezzo di muco, che alleggerisce la tosse. Mestrua- 
zioni irregolari, alcune volte molto scure e scarse, alcune 
volte acqua scolorata. Bollicine sulla faccia e sulla fronte. 
Lac vaccinum defloration 1 ” 1 (una dose) la guarl comple- 
tamente. 

(3) Signorina Bella B., di tredici anni, di capello scuro. 
Durante 1’ ultimo anno, ha avuto di tanto in tanto forte 
dolor di testa, e gran dolore attorno 1’ ombelico; anche 
dolori passanti gift nel lato posteriore delle coscie fino 
alle calcagna; dolori alia sommita dei piedi, come se le 
ossa fossero rotte attraverso il collo del piede. Questi do¬ 
lori nelle gambe e nei piedi erano soliti venire appena 
essa si metteva in piedi nel mattino, il che la rendeva 
debole e nauseata, e doveva coricarsi; essa doveva rico- 
ricarsi tre o quattro volte prima di essere completamente 
vestita. Lac vaccinum defloratum ad alta potenza la 
guari. Tre o quattro mesi dopo il dolor di testa ritornb, 
e fit di nuovo guarita collo stesso rimedio. 

(4) Forte dolor di testa, con una sensazione come se 
la sommita del di lei capo fosse alzato su, e fosse solle- 
vato circa cinque pollici, e tutto il cervello se ne andasse 
fuori; la testa si sente molto calda; il movimento accre- 
sce il dolore; in faccia si sente come se la came fosse 
staccata dalle ossa, ed i bordi separati e sporgenti in 
fuori. Stette meglio in cinque minuti dopo una dose 1M., 
e la mattina appresso stava bene. 

(5) Dolore che cominciava nella e sopra 1’ estremitk 
interna del sopracciglio destro, nelP organo della dimen- 
sione e del peso, prima di alzarsi nel mattino; subito dopo 
alzata il dolore passa gift entro il globo dell’ occhio, cre¬ 
scendo in intensity fino a dopo mezzogiorno, quando di- 
venta insopportabile. Esso b peggiorato dal camminare, e 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


315 


particolarmente dal sedersi, anche con attenzione; anche 
dal calore radiante del fuoco, o dal chinarsi; migliorato 
dalla pressione; la luce non lo esacerba; 1’occhio aveva 

10 sguardo naturale; la pressione sulla tempia produceva 
forte pulsazione dell’ arteria ; il dolore cessa al tramonto, 
e non ritorna fino al giorno reguente. Lac vaccinum de- 
floratum ** la guarl completamente. 

(6) Una donna aveva sofferto tutto il pomeriggio da 
una soppressione della, mestruazione, cagionata dal met- 
tere le sue mani nell’acqua fredda per sciacquare alcune 
vesti. Grande dolore nella regione uterina, intenso dolor 
di testa, forti dolori dappertutto, febbre, faccia rossa. Una 
dose 1M neir acqua la fece addormentare libera dal do¬ 
lore, ed essa dormi tutta la notte. Il mattino appresso- 
ebbe un leggero flusso; un altro cucchiarino le riprodusse 

11 flusso regolare, e fin dalle 11 P. M essa potb accu- 
dire alle sue faccende, sentendosi interamente bene. Il 
flusso continub per tutto il tempo ordinario. Il dolore cessb 
prima che ricominciasse il flusso; il che prova che la 
cura fu omiopatica, e non un ristabilimento naturale. 

(7) 11 Dott. J. C. Boardman guarl colla 10M. un forte 
dolore intenso, con malessere e grevezza di tutta la te¬ 
sta ; faccia mortalmente pallida, e spaventosa debolezza e 
prostrazione. 


OSSERVAZIONl SOLL’ 0MI0PATIA 

dei, Dottor Gross. 

Vi sono tre proposizioni che appartengono esclusiva- 
mente all’ Omiopatia e le quali costituiscono la sua es- 
senza: 

1° Sperimentare i medicamenti su persone sane 
prima di amministrarli all’ ammalato. 

2° Scegliere ogni medicamento secondo 1’ analogia 
dei suoi sintomi. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


3° Amministrare soltanto medicamenti unici, ed in 
dosi convenienti. 

La prima di queste proposizioni h cosl vera ed evi- 
dente, che noi non possiamo concepire come la medicina 
possa aver esistito tanti secoli prima di Hahnemann senza 
essere stata proclamata e messa in pratica dai medici. 

Chi si oppone al suo progresso lo fa senza una con- 
vinzione migliore, agendo semplicemente per spirito di 
opposizione; egli non sa ci6 che dice, perchb egli difende 
un non senso. Questo principio durer& per sempre; il 
mondo intero non pub distruggerlo. 

La seconda proposizione non 6 meno vera sebbene 
meno evidente a prima vista; essa b stata violentemente 
attaccata da migliaja di medici, ma qui non b. questione 
dei partigiani dell’ antico sistema medico, i quali, per 
mancanza d’ esperienza, non possono dare un giudizio 
imparziale; ma anche medici, i quali hanno realmente 
adottato questo principio, hanno domandato che cosa noi 
intendiamo per analogia. Hahnemann intende per analo- 
gia i sintomi morbosi attentamente confrontati con quelli 
del medicamento da scegliersi, tenendo conto dei sintomi 
caratteristici ed importanti. II medicamento che riproduce 
esattamente gli accidenti d’una data malattia corrisponde 
meglio di tutti, secondo lui, all’ affezione, e promette di 
riuscire un vero specifico. Noi abbiamo, conforme al no¬ 
stro trattamento, due problemi da risolvere. 

1° Accertarsi della natura di ciascuna affezione 
morbosa, e scegliere un rimedio i cui effetti su d’ un 
corpo sano rassomigliano alle malattie da guarire. 

Hahnemann sembra solamente che rigetti quella co- 
noscenza che noi abbiamo diritto di aspettare da ogni 
medico ben informato; ma quando noi consideriamo la 
grande cura che egli prendeva nelF esame d’una malat¬ 
tia, e che egli non trascurava la minima circostanza, che 
egli distingueva con un talento straordinario i sintomi es- 
senziali da quelli non essenziali; quando noi riflettiamo, 
inoltre, che egli ha caratterizzato in modo magistrate nelle 
note ai due primi volumi della sua Materia Medica la 
tendenza dell’ azione dei medicamenti, noi non possiamo 
dubitare che egli ha fatto uso di quella conoscenza fisio- 
logica e patologica che possedeva in grado cosl eminente. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


317 


Come poteva egli scoprire, senza questa conoscenza, 
che Conium maculatum b uno specifico nell’ipocondria 
particolare agli uomini di abitudini austere, e cbe Sola¬ 
rium nigrum 0 il vero rimedio per 1’ egotismo? Non ab- 
biamo bisogno di menzionare molti altri casi, che pro- 
vano in una maniera incontestabile il suo talento a que- 
sto riguardo. Coloro che si vantano di seguirlo, ma non 
hanno la dottrina richiesta, sono in grandissimo errore. 

Le note istruttive colle quali Hahnemann ha arri- 
chiti i due primi volumi della Materia Medica diventano 
molto scarse nei seguenti. Io sono convinto cbe sarebbe 
stato meglio se egli non le avesse tralasciate. GJi speri- 
menti d’ allora in poi pubblicati dai suoi discepoli sono 
poveri dal lato di tali annotazioni; la conseguenza b che 
coloro i quali hanno meno esperienza non sanno come a- 
doperarli. Non tutti hanno la facolt& di fare, come Hah¬ 
nemann, sperimenti con medicine; assai pochi possono es- 
sere paragonati con lui a questo riguardo. 

Molti omiopatici hanno dichiarato che e sufficiente 
conoscere Feffetto generate di ciascun medicamento sul 
corpo sano, la principale tendenza della sua azione, senza 
considerare gli ombreggiamenti piu leggieri, peculiari al- 
1’ azione d’una medicina. Nella pratica, essi si limitano a 
raccogliere 1’ insieme di ciascuna malattia, senza discen- 
dere ai sintomi speciali, ed amministrano il rimedio che 
sembra essere analogo. In questa maniera essi prescri- 
vono per un’ atonla dello stomaco, con cattive secrezioni, 
Acidum sulphurium ; per una sovraccitazione di nervi dello 
stomaco, con atonla delle sue fibre muscolari, Nux vo¬ 
mica; per granchi dello stomaco, con disposizione a sti— 
tichezza, e con predominio del sistema linfantico Conium 
maculatum; per stitichezza, accompagnata e sostenuta da 
debolezza generale, con circolazione meno attiva, Ferrum 
metallicum; ci6 che manca ai medicamenti in qualita b 
riropiazzato dalla quantity. In questo modo noi ricadiarao 
nella generalizzazione della vecchia scuola, e quest’ ulti¬ 
ma direzione b tanto fatale al propresso dell’ arte quanto 
il metodo opposto, che consiste nel coprire meccanica- 
mente i sintomi, senza valutazione della loro dipendenza 
fisiologica. 

Noi raggiungeremo molto meglio il nostro scopo te- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


nendo la via di mezzo (juste milieu); la maggior parte 
degli omiopatici seguono questa via, e diventano cost piii 
perfetti nella loro diagnosi e nella loro conoscenza della 
materia medica. 

La terza proposizione di Hahnemann, di amministrare 
soltanto unici medicamenti, ed a dosi convenienti, & evi- 
dente quanto la prima. Quale ragionevole opposizione pud 
fare la vecchia scuola alia nuova su questo punto? Pos- 
sono essi difendere la loro mistura di medicine, — un’ 
assurditct che molti di essi disprezzano nel loro cuore? 
Essi vi rinunzieranno quando conosceranno meglio i loro 
medicamenti. Tutta la loro materia medica non d che il 
prodotto dell’ ignoranza, e la mano di ferro con cui essi 
intendono di far opposizione ad ogni movimento di liberty 
nella terapeutica condurrd col tempo all’ unico modo giu- 
sto di fare sperimenti colie medicine. 

E vero che 1’ amministrare due medicamenti nel me- 
desimo tempo e stato raccomandato, ma ogni mente giu- 
diziosa tiene cid per un’ assurditd. Noi pure potremmo 
mescolare tre o quattro rimed!: questo sarebbe perd un 
passo indietro, ed un aprire la porta al pih grossolano 
empirismo della vecchia scuola. 


APPDNTI CLINICI 

—— 

Zac caninum. — II Dott. Swan scrive che il Dott. Biegler gli 
manda il seguente caso: — (1) Nella Signora K sonosi formate cro- 
ste sulla pelle, sotto le quali si 6 prodotta una materia grigia-gialla 
che fu spremuta fuori. Ammal6 la gola, la deglutizione si fece dif¬ 
ficile, i follicoli mucosi si alzarono o si gonfiarono e divenne coperta 
di una mucositk biancastra color di crema. Il naso fu attaccato to- 
talmente da esservi timore della distruzione degli ossi; pus sangui- 
gno veniva separato piii volte nel giorno; e gli ossi del naso erano 
dolenti alia pressione. Guarita con Zac can. cnm (Swan). — (2) La Si¬ 
gnora B. sperimentb Lac can. cmm (Swan), e risentl i seguenti effetti: 
Dolore come da un coltello conficcato dal di sotto alio zigoma sini- 
stro in su fino al vertice, risentito in quindici minuti. Giii inferior- 
mente nell’inguine destro sopra la diramazione, tre lancinametiti 
in su traverso la cresta dell’ ileo che la svegliavano dal sonno (in tre 
giorni). Prurito al sinistro lato delle labia , con condizione eruttiva 
ruvida sui lato sinistro della vagina, e leucorrea acre che escoria for- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


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temente (in dodici giorni). — (3) Dal Dott. Swan: L’ infermo aveva 
un dolore intenso insopportabile a traverso la regione sopra-sacrale 
che si estendeva dalla natica destra e gib pel nervo seiatico destro; 
il dolore era si forte da impedire il sonno e il riposo; inoltre mal di 
gola difterico al lato sinistro, con sensazione di un pezzo di qual- 
che cosa; non poteva inghiottire cibo solido. Una sola dose di Lac 
can . bilionesima (Swan) guarl in ventiquattr’ ore. ( The Homoeopathic 
Physician ). 


Nitroglicerina . — Il Medical Record avverte cbe l’uso di que- 
sto rimedio dev’essere accompagnato da parte dei medici da spe- 
ciale cura. Esso pub essere troppo vecchio ed inerte, o d’ altro lato 
l’alcool che lo tiene in soluzione pub evaporare e lasciare la solu- 
zione pericolosamente forte. — Un ottimo giornale della nostra scuola 
osserva a questo proposito assai bene che i veri omiopatici non hanno 
bisogno di questa precauzione. 


Turantula. — La splendida sperimentazione del Dott. Nunez 
mette Tarantula nella lista dei principali rimedi per le affezioni 
profondamente radicate del sistema nervoso; non solamente corea ed 
isterismo, ma anche molte forme di pazzia. Nel principio della paz- 
zia gl’ infermi cantano, ballano e gridano, ma senza febbre. Parossi- 
smi di pazzia, con delirio violento; agitazione, lamenti, parole che 
minacciano distruzione. Taciturnita ed irritabilita; desiderio di per- 
cuotere sb stesso e gli altri; di cattivo umore, tendenza ad andare 
in collera e parlare bruscamente; obbligato a muovere costantemente 
le membra. Sforzi subitanei, volpini e distruttivi che richiedono la 
massima vigilanza per impedire danni; seguiti da riso e da scuse. 

Un caso. — Una signora di anni 33, di fisico delicato, ha sof- 
ferto per quattro anni terribilmente di iperestesia delle punte delle 
dita di ambedue le mani. A volte incapace di vestirsi da se od il 
bambino senza guanti. L’ irritazione produce subito una sensazione 
nei suoi denti « come se fossero attaccati da un potente acido ». Il 
dolore non era nelle dita, ma nei denti. Asarum, Gelsemium, Sul¬ 
phuric. acid., non giovarono. Tarantula sollevb per sei mesi o piii. 
(The Horn. Physician). 

Cura delVasflssia dei neonati. — Il Dott. W. M. Trow scrive: 
« In vista dei recenti articoli del vostro giornale sulla cura dell’a- 
sfissia dei neonati permettetemi di dirvi che per piii di venti anni 
io ho con buoni risultati curato questi casi alzando le natiche in 
maniera da lasciar la testa pendente in gib, e tenendo il bambino 
in questa posizione per pochi secondi, piu o meno, secondo che il 
caso poteva richiedere. » — Medical Record . 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


Lachesis. — II paziente ha sempre bisogno di orinare dopo che 
si b messo gib coricato, sia di giorno che di notte; piii spesso di 
notte. L* orina ha piccoli pezzetti neri e fiocchi simili a fuligine 
galleggiauti in essa. — H. N. Martin in Medical Advance . 


NOTE E NOTIZIE 


Nel passato anno furono tanti gr infermi accorsi air Ospedale 
Omiopatico di Londra, che per un momenta si temette che i mezzi 
dei quali esso dispone non fossero sufficients all* uopo. Bast6 questo 
a chiamar subito in suo ajuto gli amici dell’ Omiopatia. — E un 
amico del Dott. Moir contribui 75 lire sterline; la signora Russel 
Gurney 25 sterline; la signora J. Durning-Smith mand6 105 lire 
sterline come annuo pagamento di dote per aitri tre letti-Duruing. 
Si prepara anche 1’ istituzione di aitri letti. II Comitato di Ammi- 
nistrazione dell’ Ospedale Omiopatico ha inoltre ricevuto ora appunto 
un legato di 1000 sterline dal benemerito defonto P. W. G. Beutink. 
Ed altro legato di 50 sterline ha ricevuto dal defonto Rev. John 
James di Lydney. — Tutte queste cospicue donazioni delle quali ci 
da notizia la Monthly Homoeopathic Review di Londra del mese cor- 
rente sono argomento del progresso e delle convinzioni che acquista 
semprepiu l’Omiopatia fra i popoli civili. 


Influenza salutare della luce elettrica. — Abbiamo letta nel Ti¬ 
mes del 2 Marzo 1887 che Lord Thurlow in un interessantissimo 
discorso alia Camera dei Lordi, cominciando la seconda lettura della 
legge sulla illuminazione elettrica (1882), Bill di emendamento, il 1° 
del mese scorso, disse che il suo scopo nel far ci6 era « di venire in 
ajuto di un’ industria capace di rendere i piu importanti servigi alia 
civiltk. Egli credeva che fra pochi anni sarebbesi veduto il Consiglio 
di Commercio prescrivere la luce elettrica dal punto di vista della 
salute e della sicurezza in tutte le fattorie, scuole, miniere, teatri 
chiese e simili; che le compagnie del gaz in Inghilterra seguireb- 
bero l’esempio delle compagnie del gaz del continente e delP Ame¬ 
rica, tramutando il loro piano e divenendo approvigionatrici di elet- 
tricitk; e finalmente che i custodi dei registri generali nell’avvenire 
sarebbero in grado di assegnare a questa causa V accresciuta im¬ 
munity dalla consunzione e da altre malattie affiui, le quali pro- 
vengono infallibilmente nella massima parte dell’ atmosfera viziata 
che ora si respira. » 


Leggiamo in varj giornali che il Consiglio di Stato del Yaud 
/'Svizzera; ha interdetto le rappresentazioni pubbliche d* ipnotismo, 
magnetismo e sonnambolismo. Benissimo fattol 


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G' ogle 



RIVISTA OMIOPATICA 


Anno XXXII MAGGIO 1887. Numero 11 


QUAL’ E LA CURA YERAMENTE OMIOPATICA 

DELLE SCOTTATURE E DELLE ABBRUCIATURE (*) 
del Dott. Ad. Lippe. 


Ogni caso individuate richieder& il suo trattamento 
individuate secondo la legge di cura (Similia similibus cu- 
rantur), e, perci6, molti rimedi, non menzionati in questo 
breve saggio, possono essere indicati in alcuni casi a tenore 
dei sintomi che accompagnano tali lesioni, come pure delle 
cause che possono indicarli. A me b dato quindi trattare 
solamente di tali condizioni consecutive a tali oifese come it 
pill spesso le troviamo nella pratica. E ad illustrare la cura 
generate delle scottature e delle bruciature nella maniera la 
pih omiopatica, io stabilirb prima i sintomi generalmente 
consecutivi ai differenti gradi di combustione, e noterd i 
rimedi che sono indicati da tali sintomi e che sono stati 
confermati dalla pratica, ed in secondo luogo accennerd 
quali rimedi furono piii. efficaci secondo le cause. 

Le combustioni sono cagionate quando il nostro corpo 
yiene in contatto col fuoco, con sostanze infuocate, acidi 
mineral!, alcali, od alcuni sali metallici ed ossidi. Dal 
grado di calore, e, quando trattasi di liquidi, dalla loro 
density e con ci6 dalla loro condizionale capacity per il 
calorico, dal tempo pel quale essi sono stati in contatto, e 
dalla delicatezza delle parti colie quali essi sono pure 


(*) Questo eccellente articolo fu per la prima volta pubblicato nel Philadel¬ 
phia Journal of Homoeopathy trentatre anni fa. 

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RIVISTA OMIOPATICA. 


stati in contatto, dipende il grado dell’ infiammazione che 
ne consegue. Cost pu6 esistere ogni nutnero di gradi; ma 
noi ci limiteremo, come si fa ordinariamente a quattro. 

(1) II primo grado di combustione b cagionato dal 
vapore, o dal contatto di sostanze piit o meno calde; esso 
produsce un rossore della pelle profondo, non circoscritto, 
senza gonfiezza, che svanisce quando vi si preme sopra 
colle dita. La pelle se ne va in pochi giorni. 

Cura. — Fra i rimedi omiopatici conosciuti Ars., 
Bell., Eupborb., Ha'mamelis, Rhus, e Tereb, corrispondono 
con questa condizione della pelle. Io trovai Hamamelis il 
rimedio pih efficace. La preparazione distillata, applicata 
esternamente, diminuirh il dolore immediatamente. 

(2) Il secondo grado, che b il piu spesso cagionato 
da liquidi riscaldati, produce o spontaneamente o grada- 
tamente un 1 elevazione dell’ epidermide in vesiche pih o 
meno grosse, piene di un umore giallo o trasparente. Il 
rossore e la gonfiezza della pelle sono pih intensi che 
nel primo grado, il dolore b piu forte — bruciore — e 
questa condizione b generalmente accompagnata da feb- 
bre. Le vesciche si aggrinzano e si seccano, 1’ umore 
viene assorbito, e 1’ epidermide se ne va, o se le vesci¬ 
che si aprono o vengono aperte il liquido esce, la ve- 
seica s’ abbassa e si secca, si forma una nuova epider¬ 
mide, o si stabilisce la suppurazione. 

Cura. — Non vi b alcun rimedio fra i conosciuti 
che corrisponda a questa condizione meglio che Cantha¬ 
rides, il quale, se vjene applicato abbastanza per tempo, 
impedirh alle vesiche di prendere estesione. Dove esse si 
sono formate, la tintura di Cantharides applicata ester¬ 
namente con una spazzola, reeherh pronto sollievo al do¬ 
lore. Ma si pub applicare anche alcool od acquavite. Ur- 
tica urens, Creosoto, e Causticum si dovrebbero poi pren¬ 
dere in considerazione, se Cantharides non fosse suffi- 
ciente. Quando ha avuto luogo la formazione delle ulcere, 


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RIVISTA OMIOPATICA. 323 

si dovrebbero prendere in considerazione Ars., Carbo veg., 
Cycl., e Lachesis. 

(3) 11 terzo grado b cagionato dalle fiamme del fuoco, 
o da contatto pixi lungo del corpo con sostanze brucianti, 
specialmente con liquidi bollenti. Esso b caratterizzato da 
macchie bigie, giallaslre, o brune, le quali sono sottili, 
molli, e senza dolore se sono toccate leggermente, sola- 
mente dolorose quando vengono premute piu forte; al me- 
desimo tempo appariscono delle vesciche (piene di un li- 
quido brunastro o sanguinolento), le parti adiacenti sono 
rosse e molto gonfie. In sei od otto giorni, alcune volte 
piu tardi, 1’ epiderrnide e il reticolo malpighiano sono di- 
strutti, e guariscono per granulazione. Vi resta una ci¬ 
catrice bianca, lucida. 

Cura. — Quest’ irritazione corrisponde coi sintomi 
Ars., Canth., Cycl., Creosoto. L’acqua di Creosoto alle- 
vier& generalmente prestissimo il dolore. Essa pub venir 
applicata con una spazzola, e pezzuole di lino inzuppate 
neir acqua di Crosoto possono essere applicate sulle parti 
bruciate. Questo io lo trovai un rimedio ammirabile. La 
soluzione di Causticum b stata adoperata nella stessa ma- 
niera con successo. 

(4) Il quarto grado b prodotto da un lungo contatto 
col fuoco, ferro rovente, o metalli liquefatti o liquidi bollenti, 
etc. La distruzione abbraccia tutta la spessezza della pelle 
e il tessuto cellulare, penetra piu profonda dentro od at- 
traverso i muscoli fino alle ossa, od un’ intera parte b 
distrutta e bruciata tino a carbonizzarsi. Le croste for- 
matesi sono di differente spessezza, ed insensibili quando 
sono cagionate da liquidi bollenti, bigie o gialle quando 
sono cagionate dal fuoco o da sostanze ardenti; brune o 
nere, secche, dure, suonanti quando vengono toccate. Nella 
circonferenza di queste croste la pelle b tirata in pieghe 
raggianti. Le parti adiacenti sono molto gonfie ed arros- 
sate, molto dolorose, e spesso coperte di vescichette. At- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


324 

tomo alle croste’ si forma una suppurazione che fa aprire 
la crosta ed allora ha luogo un ulcera piil o mono pro- 
fonda. Vi si stabilisce una granulazione, i bordi si uni-, 
scono e formano delle croste di brutta forma, dure, ina- 
movibili, le quali frequentemente cambiano od alcune 
volte anche sospendono i movimerfti delle parti. 

Cura. — II miglior rimedio in tali casi b il sapone 
— .una pasta fatta di raschiatura di buon sapone Casti- 
glia e steso in un pannolino col quale si copre la super- 
ficie bruciata. E necessario di rinnovare questa fasciatura 
di tempo in tempo. Se le ulcere diventono putride ed of¬ 
fensive, e Sapo, dato internamente non reca sollievo, la 
fasciatura. deve essere cambiata, e bisogna applicare e- 
sternamente Creosoto. Se il dolore delle ulcere b bruciante, 
si dia Ars., internamente; • o, quando esse nello stesso 
tempo sanguinano, Carbo veg. sar& il rimedio migliore. 
Secal. cor., Caust., Cycl., Laches., sono indicati se le ulcere 
diventano cancrenose. Tali casi, dopo essere stati curati 
con acqua di piombo, hanno ceduto nolle mie mani al- 
1’ applicazione di sapone; il rimedio essendo amministrato 
internamente nello stesso tempo. 

Quando la bruciatura b cagionata da acido fosforico 
o da altri acidi, 1’ acqua di calce b il rimedio migliore. 

Se b cagionata da un alcali, 1’ aceto e il migliore. 

Se b cagionata da un liquido bruciante,'come av- 
viene nolle lampade, una pasta di Cloruro di Calce ed 
Olio, od una soluzione acquosa di Cloruro di Calce solo, 
b il migliore rimedio. 

Le bruciature di polvere da fucile, le quali general- 
mente affettano la faccia e le mani, io le ho meglio cu¬ 
rate con una debolissima soluzione di Creosoto. 

Se esse sono cagionate dal fosforo, il migliore, ri¬ 
medio & T Olio dolce. 

Se in pari tempo si produce febbre, diarrea, stiti- 
chezza, od altri sintomi, questi debbono essefe curati a 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


325 

tenore degli stessi sintomi. In molti casi b meglio appli- 
care' esternamente soltanto un poco di grasso di montone, 
e dare i rimedi internamente, ad eccezione di quando essi 
sono stati trattati prima senza giadizio. 


NOTE DA. DNA LEZIONE SD CADMIUM SULPHAT. 

del Professors J. T. Kent. 

(riportata stenograficamente). 


Questa medicina corrisponde a forme molto grayidi 
malattie, e specialmente dove lo stomaco b compromesso 
con un’ estesa irritazione, accompagnata da vomito spos- 
sante e da estrema prostrazione. Con questo rimedio vi 
b aggravamento dal piil leggero movimento. Noi abbiamo 
in esso desiderio di stare tranquilli, simile a Bryonia; ed 
abbiamo 1’ esaurimento e 1’ estrema irritability dello sto¬ 
maco di Arsenicum. In questo voi vedete che abbiamo 
un’ incrociamento fra Arsenicum e Bryonia. Questo b un 
punto d’importanza. 

Voi vedete che non b necessario alternare Bryonia 
ed Arsenicum; quando avete 1’ « incrociamento » e non 
sapete che fare, voi potete sempre travare un vero spe- 
cifico coll’ osservare per un tempo sufficiente. 

Voi avete 1’ estrema irritability dello stomaco; seb- 
bene Bryonia abbia molto di ci6, essa non riduce il vo¬ 
stro infermo in questo stato cosl basso di prostrazione e 
di irritability. Esso ha vomito di muco; vomito di melma 
verde, gelatinosa; ed esso ha alcune volte muco spumoso 
con sangue; od anche vomito di sangue. 

La prostrazione b cosl grande che egli crede di mo- 
rire. Con questa vi b una sensibility sullo stomaco; sen¬ 
sibility sull’ addome generalmente, con condizione timpa- 
nitica. Vi b una marcata sensibility dolorosa nella regione 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


del fegato. Ed inoltre la pelle diventa gialla e smorta. 
L’ orina diventa scarsa; dapprima fortemente carica, e fi- 
nalmente soppressa. Alle volte vi & orina sangaigna. 

II sangue pure passa dagli intestini in grumi neri, 
offensivi. Lo stomaco sembra riempirsi; vi b un senso di 
distensione; esso sembra pieno. Vi b uno sbarramento in 
gola e sforzo per vomitare e nausea violenta, e finalmente 
vomito violento di una sostanza come inchiostro — di 
sangue nero, con prostrazione e collapso. 

Cadmium sulp. sembra abbattere il paziente quanto 
Arsenicum. II suo stomaco b in ogni senso egualmente 
irritqbile; la nausea b ugualmente grande; ugualmente 
profondo 1’ accasciamento e la prostrazione. Tutti i sin- 
tomi somigliano Arsenicum; ma non vi b l’agitazione si¬ 
mile a quella dell’ infermo di Arsenicum; al contrario, egli 
deve starsene molto tranquillo. Vomito di una sostanza 
come inchiostro e di sangue. 

Questi sono gli stati che troverete nella febbre gialla. 
Pareccbi medici della nostra scuola hanno adoprato que- 
sto rimedio nella febbre gialla e verificati questi sintomi. 

Ora voi troverete questo medesimo stato irritabile nel 
cholera infantum: stomaco irritabile con evacuazioni fre- 
quenti, mucose, melmose; scariche verdastre; vomito ver- 
dastro gelatinoso; evacuazioni verdastre gelatinose. Ci6 
voi troverete sotto questo rimedio. Tali condizioni trove¬ 
rete nel cholera infantum. Esso fu trovato un portentoso 
rimedio nel cholera infantum; ed in questo, io ve lo ri- 
peto, esso forma un incrociamento fra Arsenicum e 
Bryonia. 

Dovunque vi capita di avere fra i vostri sintomi un 
miscuglio — di avere un incrociamento fra Arsenicum e 
Bryonia — voi non potete trovare alcuna scusa per al- 
ternare, perchb avete la medicina adattata in Cadmium 
sulph. Vi sarct difficile di trovare un’alta potenza di Cad¬ 
mium sulph., poichfc esso non b molto adoperato qui. Voi 


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RIVISTA OMIOPATICA. 327 

potete probabilmente averlo molto basso alle farmacie. Io 
lo adopero solamente molto alto. 

Questo rimodio produce pure paralisi di certi mu- 
scoli. Questa b un’ altra caratteristica — paralisi del lato 
della faccia, dell’ uno o dell’ altro, ma il sinistro b stato 
favorito. Inability a sollevare la palpebra superiore, od a 
contrarre i muscoli del lato della faccia. Questo rimedio 
ha guariti tali casi anche quando duravano da lungo tem¬ 
po. Esso ha guarito la paralisi della faccia sia con dolo- 
re che senza dolore. Inability a chiudere gli occhi cagio- 
nata da questa paralisi. 

Un altro sintomo marcato di questo rimedio b la 
freddolosita. Freddolosith. con sudore freddo, specialmente 
alia faccia; associata coi forti dolori del genere paraliti- 
co, o forti dolori nello stomaco uniti con questo vomito. 
Violenti dolori taglienti, brucianti nell’ addome. Quivi esso 
b di nuovo simile ad Arsenicum, bruciore nello stomaco 
simile ad Arsenicum. 

Nel testo vi b questo sintomo: la lingua mostra le 
traccie di vomito nero, bruno sporco o nero. Sulla mem- 
brana mucosa aderiscono ai lati della bocca ed ai denti 
le mostre di trasudamenti fibrosi, scuri, sanguigni, e ci6 
b molto offensivo. In questo rimedio vi b sete violenta, 
come in Arsenicum , Bryonia, e Phosphorus; sete vio¬ 
lenta. Con tutte queste condizioni voi potete avere quella 
che vi farebbe pensare a Belladonna, poichb questo ri¬ 
medio ha nella testa — unitamente all’ attacco — ci6 
che minaccia grande violenza; precedente questo vomito, 
precedente quella condizione dello stomaco, esso ha mar- 
tellamento nella testa, cosl violente sono le pulsazioni. 
Battito e bruciore, con grande calore della testa; fred- 
dezza delle estremitk. Sembra come se tutto il sangue nel 
corpo si precipitasse alia testa. Ci6 pub farvi pensare a 
Belladonna , ma qui Cadmium sulph. ha questo stato. 

Nel testo io trovo dolore nel vertice, nel polmone, 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


328 

nella testa, nella lingua; scavamento e tiramento nella te¬ 
sta; pulsazione nella testa e nella ternpia. Infiammazione 
del cervello col martellamento; e questo stato violento 
fu cost grande che esso produsse rottura dei vasi san- 
guigni ed apoplessia, che risultb in paralisi. 

, I sintomi dello stomaco, come sono registrati nel te- 
sto, sono dei pih sorprendenti. Vi b un gran numero di 
sintomi dello stomaco, e voi li troverete nella febbre 
gialla, e nolle forme gravi di malattia, accompagnate da 
vomito, nel cholera infantum; stomaco irritabile e gastrite 
sono dipinti in questi sintomi in un modo molto marcato. 
Io vi leggerb questi sintomi dello stomaco in una'forma 
ristretta (cib b in connessione colla nausea e col vomito 
in generale). Nausea mortals; intensa voglia di vomitare 
e nausea opprimente. Nausea nella bocca, nel petto, e 
neir addome; spesso con dolore e sudore freddo nella 
faccia. La nausea b spesso accompagnata da faccia rossa 
e trismo; sbarramento nella gola, voglia di vomitare, e 
vomito di muco ogni pochi minuti. Vomito eccessivo se- 
miliquido giallastro verdastro, quasi gelatinoso. Esso b 
simile ad Aethusa ed anche simile ad Arsenicum; an- 
che a Bryonia , Ipecac ., e Veratrum; e specialmente in 
questo stato verdastro similiquido. Vomito di materia aci- 
da, gialla, o nera con dolore nell’ addome. Nausea ecces- 
siva, sbarramento nella gola, voglia di vomitare, e cost 
sensibile che il minimo tatto sul labbro ecciterh il vomi¬ 
to. Nausea mortale; deve giacere tranquillo. (Qul voi tro- 
vate 1’opposto di Arsenicum da osservare). Vomito nero, 
che e ancora nello stomaco e pub sentirsene l’odore; 
egli lo sente e lo odora. Questa b un’esperienza clinica. 
Nausea e vomito nero quando altri rimedi falliscono nella 
febbre gialla. Vomito di liquido bruno dopo aver bevuto 
acqua fredda. Vomito di cibo, o di bile, o di muco. Vo¬ 
mito di materia abida, o di materia giallastra, accompa- 
gnato da sudore freddo alia faccia; ed oppressione con 


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RIVISTA OMIOPATICA 


329 


esso. Dolori brucianti nello stomaco. (Cib appartiene pure 
,ad Arsenicum). Granchi violenti nello stomaco, Sintomi 
gastrici durante la gravidanza, nelle bevitrici. Dopo gran¬ 
chi nello stomaco; dopo aver bevuto birra; nella matti- 
nata. (Questo b un cenno tolto da Hering.). Dolori ta- 
glienti nello stomaco; quiesti sono molto caratteristici; 
taglienti e brucianti. Esso dice qui, intenso bruciore nello 
stomaco. Anche bruciore dall’ esofago alio stomaco; fred- 
< dolositb, hello stomaco e nell’ ipocondrio; dolori brucianti 
nello stomaco ed all’ ombelico; urgenza di ev’acuare. Que- 
sti sono i sintomi del vostro stomaco, nausea, e vomito. 

Pub qualsiasi cosa essere pih marcata? Pub qualsiasi 
cosa presentarsi con miglior pittura — mostrandovi il ri- 
medio di cui abbisognerete nel Sud — quelli fra voi che 
vanno al Sud a Nuova Orleans, a Menfi, ed a Vicksburg? 
Ed un giorno o 1’ altro noi possiamo aver da curare qui 
',1a febbre gialla. 

II dolore e il tagliamento e il bruciore che appar- 
tengono all’ addome sono simili a quelli nello stomaco. 
Ma vi sono probabilmente i sintomi generali di persiste- 
re. Essi si estenderanno giu alio stomaco. Qui b la grande 
caratteristica: quelle evacuazioni che sono di carattere 
semiliquido, gelatinose e giallastre-verdi, sono molto ca- 
ratteristiche di questo rimedio. Cib pub essere associato 
con evacuazioni alvine; ma vi saranno queste scariche 
semi liquide, gelatinose, giallastre-verdi. Con questi sin¬ 
tomi — le scariche gelatinose giallastre-verdi — voi a- 
vrete bisogno di confrontarlo con Colchicum, Helleborus, 
Podophyllum, Sepia, e Rhus. Kali bich, ha pure tale 
stato nelle sue aggravazioni generali, nelle sue condizioni 
generali.. Vi b pure forte dolore tagliente nella regione 
dei reni, con soppressione dell’ orina, ovvero orina molta 
scarsa, od orina sanguigna. 

Voi potete trovare utile questo rimedio in connes- 
sione col vomito nella gravidanza, se vi b questa forte 


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330 


RIVISTA OMIOPATICA. 


irritazione gastrica che da nulla ha sollievo. Arsenicum 
non b indicato perch& essa non b agitata. E un caso 
troppo cattivo per Bryonia, un caso che ha esistito per 
qualche tempo; qiiindi voi potete trovare che questo ri- 
medio vi trarrh d’ impiccio. 

Si aspetta che siate omiopatici e che eserciterete 
omiopaticamente, e che recherete sollievo in questi casi. 
Se voi li prenderete in principio, essi probabilmente non 
diverranno molto cattivi. Essi dovrebbero essere alleviati ■ 
speditamente e prontamente, specialmente il vomito che 
avviene nei primi stadii — nei primi mesi della gra- 
vidanza. 

Esso ha tosse con perdita di conoscenza, agitazione, 
e faccia rossa. Dolore nello stomaco, o vomito di bile. 

Vi sono alcuni sintomi del sonno che sono pure ca- 
ratteristici. Quando egli cade addormentato, arresta il re- 
spiro, e si desta con soffocamento e teme di andare a ' 
dormire altra volta a motivo degli accessi. Voi troverete 
ci6 in Opium', in Lachesis; in Carbo animalis , Grinde - 
lia squarosa, e Grindelia robusta. Egli si alza su con 
grande dispnea, perchh si addormenta solo un momento 
prima di sentire che qualche cosa va ad aver luogo, ed 
egli b destato dalla dispnea — dal senso di essere sof- 
focato. Quindi egli si corica di nuovo e cade addormen¬ 
tato, ed appena lo b, il suo respiro si arresta; Come in 
Lachesis , i sintomi sono tutti peggiori dopo il sonno. 

Ora ci6 b un poco simile ed Arsenicum in relazione 
ai dolori. I dolori in Arsenicum e la maggior parte de¬ 
gli stati sofferenti di Arsenicum vengono dopo che egli 
b stato per qualche tempo addormentato, come pure ven¬ 
gono nella notte o verso il mattino. Vi b un aggrava- 
mento di Arsenicum dal tempo — molti dei sintomi ven¬ 
gono nella notte, sia che uno sia addormentato o sveglio. 
Ma i dolori addominali vengono probabilmente dopo es- 
sersi svegliati nei mattino. In questo rimedio i sintomi 


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I 

I RIVISTA OMIOPATICA. 331 

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: sono per lo piii peggiori dopo cbe uno b stato addor- 

mentato, sia nella notte che di giorno; svegliandosi i 
sintomi sono generalmente peggiori. In questo rimedio vi 
5 grande insonnia — insonnia fastidiosa, protratta. 

Vi b un altro stato in connessione con questa con- 
gestione del cervello, e questo stato potrebbe molto pro- 
babilmente associarsi col cholera infantum. Un fanciullo 
giacer«t cogli occhi aperti e chiaramente inconscio. Con 
tutti questi sintomi dello stomaco, coi sintomi degli inte- 

; . stini, e colla congestione del cervello, voi potete imma- 
ginare un cattivo caso di cholera infantum. Un fanciullo 
che giace in modo-chiaro addormentato; per quanto ri- 
guarda i suoi movimenti, b immobile. Egli pu6 essere de- 
stato dal sonno. Non b quell’ inconsapevolezza di Helle - 
borus, di Zincum e di Apis — che hanno uno stato in¬ 
conscio, da cui il fanciullo non pub essere svegliato — 
ma cib fa vedere uno stupore come da sonno. Gli occhi 
sono aperti. Questo b alquanto particolare riguardo a que¬ 
sto rimedio. 

Helleborus cadra in un profondo stupore, da cui non 
potete destarlo, simile ad Apis e Zinc. Altri rimedi hanno 
pure cib, ma questi sono i principal ed i pih comuni 
rimedi. 

Vi b uno stato particolare, in cui questo rimedio b 
stato trovato il piu vantaggioso nel trattamento della feb- 
bre gialla. Questa b un’ informazione clinica. Quando un 
paziente sembra essere stato ben incamminato per qual- 
che tempo — sembra aver migliorato — e dall’ esporsi 
ad una corrente d’ aria egli prende un raffreddore (e tutti 
i dottori nel Sud sanno con quanta probability il vomito 
nero si manifesta dopo aver preso un raffreddore), allora 
pensate a Cad. sulph. Raffreddarsi nella febbre gialla b 
morte quasi sicura. Cib porta in uno stato molto piii cat¬ 
tivo di quello per cui egli b passato. 

Ora, se egli ha traspirato mentre e in convalescenza, 


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RIVISTA 0MI0PATICA. 


una leggera corrente d’aria, od an piccolo allegerimento 
delle vestimenta, gli cagioneranno quello stato di prostra- 
zione — un senso come se egli stesse per morire. Per 
una ricadata con tutti questi violenti sintomi Cadmium 
sulph., clinicamente, b stato un rimedio importantissimo. 
Per questa ragione io credo, da questi sintomi, che tro- 
verete in esso un importante rimedio in questo stato di 
cose. Crotalus b stato anche adoprato con grande bene* 
ficio per questo stato. (Io vi purler6 di esso un’ altra volta 
prossimamente). Ogni qual volta il sudore sia soppresso 
nella febbre gialla per qualsiasi causa, probabilmente 
avrauno luogo questi stati; e questo rimedio sarli proba¬ 
bilmente da prescriversi, perchfe i sintomi lo indicano. 

Cadmium ha una fortissima somiglianza in questo 
stato con quello di Zincum, ma vi b questo di piii in esso: 
sembra esservi una differente sfera di azione, ed un modo 
diverso di produrre questo stato. Zincum ha questo stesso 
vomito, ma esso proviene da una causa diversa, ed av- 
viene in un modo diverso. Se un fanciullo, per esempio, 
ha sofferto per congestions del cervello, dopo che esso 
comincib a riaversi — comincia a riprendere i suoi sensi 

— vi sarit probabilmente una grande prostrazione; conva- 
lescenza lenta; vomito di un cucchiarino d’acqna; quasi 
paralisi; lo stomaco si rifiuta a tollerare qualunque cosa 

— anche un poco di liquido — dopo che esso ha sofferto 
da questa congestions, con stupore, allora Zincum sar& 
indicato. Ma qui abbiamo un altro stato. Qui i sintomi 
dello stomaco sono i principali. 0 se vi b congestions, 
essa b di tipo attivo, che viene con grande violenza, si¬ 
mile a Belladonna. Quindi, voi vedete, la sua sfera b 
dissimile da Zincum. Nel testo voi potreste confonderla 
con Zincum; ma conoscendo questi fatti voi non lo po- 
trete. Ambidue Belladonna e Cadmium hanno rotolamento 
della testa nel cholera infantum. 

Vi b una grande relazione tra Carbo veg. e Cad- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 333 

mium. La forma veramente piit cattiva, con tendenza a 
sangue settico nella febbre gialla, domanderb Garbo veg., 
e pub ajutare Cadmium nel suo lavoro. In Carbo veg., 
vi b piu perdita di sangue, meno nausea; trasudamenti 
di sangue attorno ai denti; molta disnpea. II paziente ha 
bisogno d’essere ventilato; molto sudore freddo. II sudore 
esce caldo e diventa subito freddo. Vi b soffocamento ed 
accasciamento. Turgidezza della superficie. Carbo veg. pub 
corrispondere ad alcune forme pift cattive di febbre gialla. 
(The Homceopaihic Physician). 


CASI CLINICI. 

del Dott. E. W. Berridge. 


(1) Kali-carb. — La Signora T. di trent’anni, il 9 
Ottobre 1882. — Circa una settimana fa si raffreddb; ap- 
parve una neuralgia al vertice, per la quale prese alcune 
medicine, delle quali dimenticb il nome; allora i dolori 
vennero al petto, ed essa prese Caust., ma senza sollie- 
vo. Sintomi presenti: tosse da una settimana; peggiorata 
di giorno in giorno. Per cinque giorni, tossendo dolori in 
ambidue i lati dell’addome rassomiglianti due coltelli che 
vadano intemamente l’uno verso l’altro, che la fanno pie- 
gare in due in su, alleviati dal premere colle mani. Per 
quattordici giorni costanti acerbi dolori nella bbcca dello 
stomaco; vi b ora peggioramento tossendo, e dopo aver 
tossito ha ivi pulsazione. Da sette giorni sta sveglia gior- 
nalmente fra le cinque e le sei antimeridiane, con esa- 
cerbazione della tosse e del dolore nello stomaco e nel- 
1' addome. Sputa pezzi rotondi color di fumo, alquanto 
striati di sangue, che escono dalla bocca senza bisogno 
di sforzo alcuno. Oggidl la tosse la fa traspirare; la tosse 
la rende esausta. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


Diagnosi del Rimedio. — Sputi uscenti con forza 
dalla bocca si trovano sotto Badiaga, Chelidon. e Kali- 
carb. (1’ ultimo b solamente un sintomo clinico), Chelid. e 
Kali hanno tosse esauriente; Kali ha T esacerbazione della 
tosse alle cinque ant. I sintomi addominali in connessione 
colla tosse non sono ancora stati notati. Io diedi Kali- 
carb 8o,n (Fincke) ogni tre ore per sei giorni. 

23 Ottobre. — Tosse molto migliorata. I dolori come 
di coltello se ne andettero il secondo giorno; 1’ esacerba¬ 
zione sollecita del mattino cessh al terzo giorno. L’acerbo 
dolore nello stomaco non si b pih sentito fin dal 20 Ot¬ 
tobre, e non vi e piu alcuna pulsazione, solamente una 
piccola tosse e flemma al mattino, con un poco di catar- 
ro; gli sputi non escono piil; la tosse le fa venir voglia 
di vomitare, ma essa non suda piu a motivo della tosse. 
Essa si ristabill interamente e presto. La storia medica 
di quest’ inferma b istruttiva. La paziente non era piit 
stata bene dopo il suo sesto puerperio. II suo dottore al- 
lopatico del luogo disse che non trattavasi di cosa d’im- 
portanza; ma siccome essa non migliorava, consulto un’ 
ultimo Dottore —, un allopatico ginecologista ben cono- 
sciuto (ed abortista), che diagnotizzo spostamento dell’u- 
tero, e introdusse un pessario. Egli le disse che in sei 
mesi starebbe bene, ma siccome la sua profezia non si 
era avverata, essa mi consultb, ed ottenne beneficio con- 
siderevole, anche prima che sopravvenisse il suddetto at- 
tacco di tosse. lo trovai sintomi spinali e sensibility della 
spina, ma il ginecologista allopatico non esaminb mai la 
spina; naturalmente, ogni infermo che lo consultava aveva 
disordine uterino od ovarico, altrimenti perchfc andava a 
consultarlo ? 

(2) Sulphur. — Il 29 Ottobre 1879. — Il signor R. 
di ventinove anni mi consultb per debolezza sessuale; e- 
rezioni imperfette; il seme sfugiva troppo presto; quan- 
do si sforzava per evacuare, emissione di liquido glu- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


335 

tinoso; scroto flaccido. Per otto anni 6 stato sessualmente 
eccessivo, due o tre volte ogni notte fino ad ultimamente. 
Ora due o tre volte la settimana soltanto, ed 6 possibile 
un solo coito. Sulphur mm (F. C.) una dose e la piil grande 
astinenza finchb il potere fosse ristorato. II miglioramento 
comincib in una settimana, o due, finchb il potere au- 
mentb e divenne tolalmente naturale. 

(3) Thuja. — Il 5 Ottobre 1885. — Il signor R. 
dopo un coito impuro il 15 Settembre, ebbe gonorrea, con 
un pezzo molle avente un’ abrasione sopra esso, nel lato 
sinistro frenum preputii. Il pezzo liscio b senza dolore. 
Thuja cm (F. C.) e 50“ (F. C). lo fece scomparire. Esso 
comincib a sciogliersi in uno o due giorni. 

(4) Causticum. — 11 1 Maggio 1885. La signora D., 
' alle quattro pom., ebbe un dolore subitaneo nel lato in- 

terno della coscia destra dove essa si congiunge al corpo 
come da una contusione; peggiorato mandando il piede 
sinistro in avanti nel* camminare, e cosl portando tutto 
il peso sul piede destro. Diedi Causticum cm (Swan) alle 
8,30 pom. In due ore vi fu miglioramento; il giorno ap* 
presso vi era soltanto un piccolo dolore, che tosto spari. 

(5) Ferrum iodatum. — Il 20 Dicembre 1880. — La 
signorina A. L. D. lagnavasi di catarro mattinale, di ea- 
lore ed agitazione in letto, odore dolce dell' orina. Diedi 
Ferrum iodatum 80 giornalmente per una settimana. 11 23 
Marzo 1881 essa riferisce, che l’odore dolce sparl subito 
e non ritornb piu. Essa migliorb anche generalmente, e 
disse, che l’azione del rimedio fu molto marcata. 

(6) Kali-bichr. — La signora D. di cinquantaquat- 
tro anni, fu mandata da me dal Dottor Swan, di New 
York. Mi consultb il 18 Giugno 1883. Ardore che salisce 
nella gola dopo aver preso cibo oleoso, birra, o champa¬ 
gne; generalmente ha questo ardore che sorge dalla gola 
quando essa sta coricata alia notte dopo 1’ ultimo pasto, 
Stare coricata sul lato sinistro produce la salita in gola 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


336 

del calore, con sensazione di aria c,he si formi nello sto- 
maco. E stata cosl tutto 1’ inverno e sempre d’ allora in 
poi. Kali-bichr.** (F. C.) giornalmente per una settimana. 

23 Giugno. — Riferisce che il ritorno dell’ ardore 
non si b piil verificato, sebbene essa abbia bevuto cham¬ 
pagne; n6 b ritornato nella notte, neppure stando cori-' 
cata sul lato sinistro. Neppure la sensazione di aria for-, 
mantesi nello stomaco, tranne che leggerissitna. Si senie. 
meglio generalmente. Kali-bichrm . m (S. C.) un giorno si 
ed uno no per due settimane. L’inferma parti per New 
York, cosicch& io non la vidi piu. 

(7) Drosera. — II signor F. V. di ventun.anni, la- ' 
gnavasi il 24 Giugno 1884, di tosse senza molto suono, 
per essersi raffreddato vestendosi davanti ad una finestra . 
aperta quattro giorni addietro. Il catarro comincid nel ' 
naso, poi scese al petto. Respiro brevissimo. Espettora- 
zioni gialle con tosse. Dros .**. (Swan) tre volte in un 
giorno. 

1° Luglio. — Riferl che stette molto meglio dopo la 
seconda dose; il respiro era interamente buono la stessa 
sera. Vi era per6 ancora un p6 di tosse. Poteva ora co- 
minciare a cantare, ci6 che non era stato in grado di 
fare da settimane. Dice che l’azione del rimedio b « un 
miracolo ». Questi sintomi cessarono senza ripetere il ri¬ 
medio. 

Alcuni mesi prima 1' infermo era stato dal Dott. M. 
che si professa omiopatico, per sintomi di gola. Egli gli 
ordind gargarismi per la gola, due medicine da.alternarsi 
una delle quali di sapore salato, e consigliava di tagliare 
1’ ugola, ci6 che, per6, non fu fatto. Dopo otto settimane 
di questo bastardo trattamento, senza alcun vantaggio, 
egli mi consults, ed il simillimum Kali-bichrom alia cm. 
(F. C.) potenza, gli diede prontamente sollievo. 

(8) Belladonna. — In un caso di glaucoma, Bell. cm 
(F. C.) due volte al giorno per due settimane, rimosse la 


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RIVI3TA OMIOPATICA. 


33T 

coraparsa di un’aureola come l’arco baleno intorno alia 
fiamma di gas o di candela; i colori dell’aureola erano 
giallo, arancio, e verde scuro, cominciando dal circolo 
interno. Anche la vista migliord mol to. 

(9) Cedron. — 5 Luglio 1883. — Fiorenza M. di 
quattr’ anni, circa tre settimane fa era in Scozia, appunto 
per riaversi dalla tosse canina. Per l’ultima raeth di que¬ 
st© tempo fu esposta ad un cattivo odore da un canale o 
fogna che produsse una febbre intermittente. Da prima il 
freddo veniva un giorno si e 1’ altro no, alle 9,15 ant. I 
primi quattro o cinque brividi duravano circa due .ore, 
seguiti da calore per quattr’ ore; nessun sudore. Sete che 
durava per tutto il freddo ed il calore, avidity di alcuni 
sorsi d’acqua fredda ogni quattro o cinque minuti. Va- 
neggiamento durante il calore. Sua madre le aveva dato 
Aeon. 1 per quattro giorni, dopo di che il freddo comin- 
ci5 ad abbreviarsi ed il sudore segul il calore. Ailora essa 
diventb totalmente stitica con aspetto giallo, per il che 
ricevette Podophyllum, in tintura forte; del quale prese 
quattro o cinque dosi, ma solamente la prima agl. Anche 
Nuos com . x falll. Essa prese pure Chinchona 3 due dosi, 
due o tre giorni addietro; ma questa pure, come il restn 
di un trattamento <aw*'-omiopatico, falll. 

Stalo presente. — Per gli ultimi quattro o cinque 
giorni, dacche b in Londra, ha avuto un leggero freddo 
ad ore irregolari, durante circa quindici minuti e seguito 
da calore per circa quarantaeinque 'minuti. Dope il ca¬ 
lore sudore caldo molto violento, principalmente alia ter 
sta, al collo, ed alle mani, per quindici minuti. Sete di 
acqua fredda; poco e spesso, durante tutti e tre gli stadi. 
Dopo il sudore cade in un sonno greve per due ore, ref 
stando assopita in tutto per tre 0 quattro ore. Straordina- 
riamente vivace prima del freddo, ridente e saltellante. 
Durante il freddo ed il caldo desidera d’esser coperta; 
durante il sudore desidera di essere scoperta. Sonnolenta 

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RIVISTA OMIOPATICA. 


durante il sudore; Lamenti in qualunque tempo. Ancora 
stitica; stamane evacuazioni bigie dopo un clistere di 
acqua calda. 

Diagnosi del Rimedio. — Vari rimedi erano indicati 
dai diversi sintomi; ma siccome nolle malattie intermit¬ 
tent! io ho trovato il sintomo iniziale del parossismo, cce- 
teris paribus , di maggior valore diagnostico che gli altri, 
io scelsi Cedron, che solo ha I* eccitamento prima del 
freddo. Esso ha pure parossismi ricorrenti ad intervalli 
esattamente regolari, che erano una carattesistica del caso 
prima che la madre lo guastasse colla sua falsa cura, de- 
rivata da qualche bastardo libro domestico di pseudo-omio- 
patia. Io diedi una dose di Gedron 4Bm (Fincke) alle ore 
11,15 ant. 

Io non vidi pift la fanciulla; ma la madre mi riferi, 
che un brivido si manifestb circa quindici minuti dopo la 
dose, della durata di circa quarantacinque minuti, seguito 
da sonno, con calore al principio del sonno per venticin* 
que a trenta minuti; svegliandosi, dopo un sonno di tre 
ore, sudore violento. Due giorni appresso, alia stessa ora 
dell’ ultimo freddo, si sentl sonno e dorml per due ore. 
Le evacuazioni divennero natural!. Essa non ebbe piu al- 
cuna recidiva d’allora in poi, fino al 20 Maggio 1884, 
data dell' ultimo rapporto, sebbene essa sia stata in un 
luogo umido, dove ambidue i suoi genitori ebbero un leg- 
gero attacco di malaria. 

(10) Psorinum. — 13 Aprile 1885. — W. R. di 
trent’ anni, sofferente di atassia locomotrice progressiva. 
Per qualtro o cinque settimane ha avuto un senso quando 
camminava come se il piede sinistro fosse tjrato intorno; 
verso l’interno; stava peggio nelle due ultimo settimane, 
cosl che egli alcune volte guardava per vedere se real- 
mente il piede era a quel modo. Diedi Psorinum en (Fincke) 
due volte al giorno per due settimane. 

27 Aprile. — Riferisce che dopo la prima o la se- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


339 


conda dose questa sensazione spar! « come per incanto », 
ed egli era in grado di camminare molto bene; il piede 
sembrava, se vi era qualche cosa, che fosse voltato an 
poco dall’ altra parte. Negli ultimi tre o quattro giorni 
$bbe un sintomo perfettamente nuovo, sensazione come se 
il dito grosso sinistro del piede e quello vicino e le parti 
adiacenti, per circa due pollici in su, fossero tirate in su 
da corde dopo aver camminato per una piccola distanza. 
Questo nuovo sintomo cessb dopo aver abbandonata la 
medicina. (Vedi 1’ Enciclopedia di Allen, 454-457). In 
questo caso, un sintomo patogenico fu verificato clinica- 
mente ed un altro confermato da un recente effetto pa- 
togenetico. In Allen, cento cinque sintomi oltre i cinque- 
cento e cinquanta sono marcati e verificati; eppure per- 
chb essi sono per la maggior parte ricavati dalla tren- 
tesima potenza essi avranno tutti da essere omessi nella 
nuova Caricatura della Patogenesia del medicamento del 
Dottor Hughes e compagnia. 

(11) Natrum muriaticum. — 31 Luglio 1885. —> Lo 
stesso infermo si lamentb di dolor di testa precisamente 
sopra gli occbi dai quindici a venti minuti dopo ogni pa- 
sto, eccetto dopo cena, dopo la quale si sentiva « magnir 
ficamente », egli 1’aveva avuto per circa quattro setti— 
mane e andava peggiorando, cosl che egli ora 1’ ha tutti 
i giorni, rimosso dal sonno. Di tanto in tanto, dolore come 
da una fune intorno alia testa, ultimamente tirata vie piti 
stretta. Nelle ultimo due o tre settimane, alle volte dopo 
aver camminato un poco, si sente come se andasse su in 
aria. Nat-m. om (F. C.) due volte al giorno per due setti¬ 
mane ed evitare di mangiare sale. 

18 Agosto. — Riferisce di non aver pih avuto dolor 
di testa fin dal giorno che comincid a prendere la medi¬ 
cina; n& dolori di fune; non pih senso di andare su 
in aria. 

18 Settembre. — Nessun ritorno dei suddetti sintomi. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


(12) Lachesis. — 25 Aprile 1885. — La slgnorina 
Jessie S. di sedici anni. Tosse da due settimane; peggio- 
rata nella notte; cagiona lacrimazionej acqua dalla bocca, 
e dolore alio stomaco; gli sputi sono inghiottiti Lache¬ 
sis Sen (Boericke) tre volte, al giorno per otto giorni. II 7 
Maggio riferisce, che la tosse migliorb la notte prossima, 
e cessb, con tu'tti i sintomi concomitanti dopo due giorni. 

(13) Sulphuric, acid.** (Fineke) fece cessare una tosse 
seguita da eruttazioni, in un caso di tisi, che 6 molto 
migliorato. 

(14) Nitric, acid. — 12 Settembre 1885. — II si¬ 
gnor W. di treat’ otto anni, due o tre settimane fa noth 
un’ abrasione sul pene, vicino al sito dove ebbe un’ ul- 
cera venerea molle otto anni addietro; - egli vi applicb una 
polvere gialla fornitagli da un allopatico; questa la guari, 
ma essa scoppid di nuovo. Per tre giorni ha fatto uso di 
una lozione prescritta dd un allopatico di Parigi, che la 
fece suppurare. Egli ha ora, sul lato destro della super- 
fieie interna del prepuzio, un’ ulcera circondata da un’au- 
reola infiammata ed indurita; essa diventa piu infiammata 
dopo aver camminato; nessun dolore nell’ulcera. L’ulti¬ 
mo coito impuro fu nell’ ultima settimana di Luglio o nella 
prima settimana di Agostof; egli pensa che sia in que¬ 
st’ ultima. Prescrissi di aipplicare filaccie bagnate di acqua 
all’ ulcera; totals astinenza dall’ alcool. Nit-ac.” n (Fineke) 
internam. due volte al giorno per quattOrdici giorni. 

24 Settembre. — L’ ulcera 6 in via di guarigione; 
mono infiammata dal camminare; non piit indurita. Ordi¬ 
nal di ripetere la medicina come Bopra. 

28 Dicembre. — Riferisce che 1’ulcera A guarita en- 
tro dieci giorni dopo 1’ ultimo consulto. Non ritorharono 
pih i sintomi principal!, nb i secondari.frAe Homoeopathic 
Physician). 


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841 


ECZEMA CAPITIS. 


L’ eczema capitis non di rado si limita nello spazio 
dietro l’orecchia; nei bambini si vede spesso in questo 
luogo. Talvolta esso apparisce in ciascun bambino d’ una 
famiglia quando essi raggiungono certa eth. L’eczema b 
pid frequentemente il risultato di qualche forma di cat- 
tiva-assimilazione, quindi la cura locale & patologica- 
mente falsa e clinicamente inutile. 

In quanto ai rimedii omiopatici che sembrano agire 
piu specialmente in questa porzione della pelle — dietro 
l’orecchio — Jahr ci dd: 

Pus tole dietro le orecchie: Bry., Calc., Carbo an., 
Caust., Staph. 

Umidita dietro le oreccbie: Amm. carb., Calc., Garbo 
veg., Caust., Graph., Kali carb., Lyc. Nitr. acid., Ole- 
and., Pet., Phosp., Silicea. 

Eruzioni dietro le orecchie: Ant. crud., Baryta, Calc., 
Canth., Chin., Gicuta, Graph., Hep., Mezer., Oleand., 
Puls., Sabad., Selen., Silic., Staph,, 

Erpete dietro le orecchie: Amm. re., Graph., Ole¬ 
and., Sepia. 

Prurito dietro le orecchie: Agar., Alum., Carbo veg.. 
Graph., Mosch., Natr. m., Nitr. acid., Therid. 

Sotto prurito Allen aggiunge: Aur,, Calc., Fago, Hura, 
Rhus v., Sulph. Tilia, Veral. 

Prurito, la sera in letto: Sulph.; alia notte in letto: 
Merc. iod. fl.; peggio nella notte: Aur. mur.; peggio dal 
grattare: Mag. carb. (r.), Mag. m. (1.), Ruta (1.); acuto; 
Mezer.; estendentesi alia nuca del collo: Rod. (1.); per- 
sistente. Lyc. — come da impetigine: Hura. 

Croste dietro lo orecchie: Graph., Hepar, Lyc., Puls., 
Staph. 

Sensibilita dolorosa dietro le orecchie: Anac., Cicuta, 


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342 


RIVISTA OMIOPATICA. 


Graph ., Kali carb., Lack ., Lyc., Merc., Mar. acid., Nitr. 
acid., Petr., Psorin. 

Gonpiore dietro le orecchie: Bry., Calc., Caps., Carbo 
an., Tabac. Sotto eruzione della testa dietro 1’ orecchia 
F Index di Allen d&: 

Eruzione: Guare, Jug. (r.); prurito bruciante, aggra- 
vamento nella notte, Viola tr.; prurito, Mag. sul. (r.); 
prurito dopo aver grattato, Mag. m.; rassomigliante rogna 
nei bambini, Arund.; umida, Calc.; pruriente, crostosa, 
Staph.; dolorosa, Psor. (r.); macchie rosse, irregolari, Cocc. 

I suddetti sintomi danno un riassunto della terapeu- 
tica locale; il savio prescrittore non limiter^ la sua atten- 
zione ai sintomi locali. L’attenzione alia dieta 0 ana 
parte necessaria della cura in questi casi, specialmente 
coi bambini. 

Nei casi dove F eruzione guarisce prontamente, ma 
si apre, od b spesso grattata finchb si apre, il rimedio 
sar& probabilmente Graphites o Mezereum. Di Graphites 
Guernsey dice: « L’eruzione trasuda un umore glutinoso, 
trasparente, il quale cagiona la caduta delle croste, men- 
tre poi molte di piii se ne formano per cadere alia loro 
volta; eppercib F eruzione si estende su d’ una maggiore 
superficie. > Di Mezereum, noi leggiamo: il bambino graf¬ 
fia continuamente la faccia, che b coperta di sangue; 
prurito peggiore alia notte; esso lira via le croste, lascian- 
do macchie sulle quali si formano pustole grasse. 


SINTOMI COSTITUZIONALI 

PER IL DOTT. W. S. Gee. 

Ogni individuo in salute ha certe particularity distin- 
tive che gli danno un' individuality. Mentre nei contorno 
generals egli b simile agli altri membri della sua razza, 
ha in aggiunta alcuni punti o tratti eccezionali che mo- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


343 


strano una differenza sulla quale non vi b da ingannarsi 
fra lui ed i suoi simili. Queste speciality esistenti nella 
salute, egli le ritiene quando b infermo. In qualunque ma- 
lattia noi possiamo avere, alcune di quesle vecchie specia¬ 
lity che saranno presenti. Queste noi possiamo chiamarle 
sintomi costituzionali. Questi sintomi ci servono a scoprire 
piii prontaraente la malattia nella variazione dal tipo sano 
di questo individuo. 

Quando Hahnemann dichiarh al mondo il risultato del 
suo piit profondo studio della malattia e specialmente della 
malattia cronica, noi imparammo che nella costituzione 
della maggior parte degli individui esistevano uno o piii 
influenze sottostanti che egli chiamh « miasmi. » Questi 
miasmi esistevano in qualche grado senza opporre osta- 
colo deciso alia salute, eccettochfc quando venivano ajutati 
da condizioni eccezionali, come la presenza di malattie a- 
cute, cambiamento di vita etc. Ci6 b vero anche al di d’oggi. 
Vale a dire il miasma costituzionale pu6 essere latente 
od attivo. Esso rimane latente quando non sono presenti 
sintomi che indicano una deviazione dalla salute. Ci5 si 
vede nei fanciulli che crescono ed anche negli adulti fin- 
chd predomina la vitality della persona. Esso divenla 
attivo per la presenza di una malattia acuta, e si conosce 
dal rendere che fa le malattie semplici straordinariamente 
gravi e prolungate; oppure, come al declinar della vita, 
quando la vitality dell' individuo dimminuisce, noi ab- 
biamo tumori, escrescenze maligne, etc. Esso si vede pure 
nella crescente gravity di ricorrenti attacchi di malattia. 
Dopo che Hahnemann riconobbe i fatti, il suo consecutivo 
lavoro fu di rinvenire efficaci rimedi che guarissero queste 
difficolty. Come risultato delle sue fatiche noi abbiamo gli 
antipsorici i quali agiscono profondamente e lungamente. 

Noi siamo consigliati a dare la preferenza al rimedio 
che meglio corrisponde ai sintomi presenti. Questa b una 
regola sicura; ma vi sono molti casi che non presentano 


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344 


RIVISTi. 'QMiIOPATIOA. 


indicazioni chiare ed il rimedio non si distingue bene. Per 
qUesti casi noi deduciamo questa regola: 

Quando i sintomi pressnti non indicano un rimedio 
con un grado sUfficiente di certezza , riceroatelo fra i sin¬ 
tomi costituzionali preesitenti. 

Carroll Dunham scrisse, per illustrare cio, che due 
linee, lunghe ciascuna un pollice potevano apparir paralelle 
ma che il fatto non era cosl chiaro come quando le linee 
venivano prolungate. Cosl nella scelta del rimedio le «li¬ 
nee prolungate » nella storia del paziente spesso decidono 
la scelta del simillimum. 

Egli ci ha dato alcuni esempi del valore di tirare 
lunghe linee e di prescrivere per sintomi preesistenti. 

Nelle pagine da 462 a 464 della « Scienza della te- 
rapeutica » noi possiamo trovare un accurato registro di 
un caso di « Sordla Nervosa » della durata di tredici 
anni guarita con Mezereum, dato perclto esso copriva la 
totality dei sintomi quando il paziente ebbe la crosta lat- 
tea -— la cui suppressions fu immediatamente seguita dalla 
sordia. Il pill diligente esame del caso non rivelava alcun 
sintomo presente tranne che una « membrana del timpano 
bianca:, opaca ed evidentemente spessita. » 

Nella pagina 56 della Parte II « Lezioni sulla Ma¬ 
teria Medica » dello stesso autore, sta registrato un caso 
di dolor di testa nell’ inverno, guarito da Aloe, dato per- 
ch£ gli attacchi della diarrea nell’ estate indicavano questo 
rimedio. 

In un caso di epilessia venne data Platina, a motivo 
della forte passione precedents e disposizione specials a 
camminare imperioso ed alto. 

Un caso di malattia uterina fu guarjto da Agaricus, 
dato a motivo del dolore nei talloni e della marcata ten- 
denza in famiglia alia meningite spinale. 

I seguenti casi illustrano il valore di tirare lunghe linee 
quando i sintomi presenti non mostrano chiaro il rimedio. 


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MVISTA. OMIOPATICAi 345 

CASO I. II Signor G. C. H. — di anni 50, doraandh 
di essere curato di catarro nasale, Egli qoq presentava 
sintomi marcati sui quali segliere un rimedio, ed un’ac- 
curata istoria rivel6 il fatto che egli aveva preso an ba- 
gno freddo 36 anni addietro, e che il suo disordine datava 
da quell’ epoca. La causa della malattia suggerl Rhus tox; 
cm (F). e poi una dose della 30; un ulteriore studio con- 
fermh la scelta ed egli ricevette il rimedio con deciso sol- 
lievo entro tre giorni. Egli prese freddo due volte durante 
il tempo della cura e non ebbe bisogno di altro rimedio. 
Per gli ultimi- sintomi di un caratlere acuto egli ricevette 
Sticta pnlmonaria 4 x, ed h oggi libero dalla malattia. 
Ci6 egli non fu capace di dire in 36 anni. Egli ricevette 
la sua prima prescrizione nello scorso mese di Agosto. 

CASO II. Il Signor Me. — di anni 25, mi consulth 
per un attacco dl diarrea. Egli era stato curato da pa- 
recchi medici senza vantaggio. I suoi sintomi presenti noh 
erano suffleienti a rendere chiaro il rimedio, ma la sua 
storia ajutata dai seguenti fatti lo rese chiaro: Quattro 
anni addietro egli sollevh della carta in una stamperia, e 
dopo vomitd sangue. D’ allora in poi egli 4 stato distur- 
bato da un sensazione di debolezza, di sfinimento nella 
regione dello stomaco, specialmente verso le it ant., al- 
leviato dal mangiare. Egli ha avuto attacchi ricorrenti di 
diarrea, solita ad aver luogo dopo mezzanotte con urgenza. 
Evacuazioni sciolte e gialle , con bruciore nell' dno dopo 
V evacuttzione. Egli ricevette Sulphur 1 m, e fu guarito 
in pochi giorni. 

CASO III. Il Signor B. — di anni 25 soffriva di un 
dolore nel ginocchio. Non essendo presenti fattezze distinte 
si fece appello all’ « anamnesi » ossia alia storia prece¬ 
dent^. Egli aveva sofferto un anno intero di reumatismo 
aleuni anni prima, ed era Incapace di uscir di casa, I 
caratteri dell’ attacco indicavano Rhus tox., e questo ri¬ 
medio, alia 1Q00 1 potenza guari il suo ginocchio. 


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346 


RIVISTA OMIOPATICA. 


CASO IV. La Signorina L. — soffre di mal di gola 
senza sintomi decisi. La sua storia b questa: Ebbe un 
attacco di « squinanzia * ogni anno per parecchi anni. La 
malattia cominciava sempre nel lato sinistro. La gola 
era sensibile al tatto all’ esterno, con sensazione come 
di un pezzo di qualche cosa internamenle , che spariva 
inghiotlendo ma immediatamente ritornava. Essa ricevette 
Lach. cm. una dose. L’ attacco spari senza suppurazione 
ed essa passb di nuovo la stagione senza il primitivo ri- 
torno del disturbo. 

CASO V. — (N. 14013 della nostra clinica Sabbatina) 
aveva catarro nasale. Non essendovi sintomi decisi per 
un rimedio, si registrb accuratamente la di lei storia. Essa 
era stata inferma fin dall’ety di 15 anni (ora ne ha 36). 
Ebbe dolori di testa ricorrenti. II dolor di testa era al- 
leviato dal flusso mestruale. Aveva grtmchi prima del 
flusso ed ha sollievo quando il flusso comincia. Disturbi 
nel lato sinistro. Catarro nella meta sinistra del naso, 
mal di gola nel lato sinistro, deve avere gli abiti slac- 
cirati nella parte sinistra del corpo. Stitichezza con inca¬ 
pacity di avere un’ evacuazione, perch& F ano sembra che 
sia chiuso ed essa non ha forza di espellere le feccie. 
Essa ricevette Lach. cm. una dose. Riferl nel sabato pas- 
sato (6 Nov.) a mia richiesta, non avendo mai riferito 
nulla dal giorno che ricevette il rimedio il 9 Settembre, 
che il sollievo fu quasi immediato. 

CASO VI. — (N. 13,152, nella clinica del Dottor 
Hawkes) b un nuomo di 63 anni. Egli offriva uno spet- 
tacolo doloroso quando si presentb il 9 Settembre. I suoi 
sintomi di attualitk accennavano Lycopodium, ma ricevette 
questo rimedio senza beneficio. La storia datava il disturbo 
da 24 anni addietro per essersi esposta all’ umiditk. Rhus 
tox. 1 m., una dose, gli fu data stante che i stntomi pre¬ 
sent! confermavano la scelta ed egli migliora lentamente. 
Egli b ora nella clinica del Professor Hawkes. 


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RIVI8TA OMIOPATICA. 


347 


OASO VII. — Marion H. — una fanciulla di cinque 
anni, s' ammalb seriamente di febbre remittente. La tem- 
peratuta era dai 39 ai 40 ed anche di pi& per parecchi 
giorni. I rimedi meglio scelti non parvero agire. La storia 
fu piii attentamente esaminata. Quando era bambina essa 
sudava moltissimo alia testa. Gbbe a soffrire dai piedi 
freddi umidi. Lo stomaco e gli intestini erano facilmente 
sconcertati. Essa tardd a mettere i denti e ad itnparare 
a camminare. Con quest’ ajuto fu scelta Calcarea ost. 
1 m. e subito apparl un grande cambiamento e il rista- 
bilimento fb. rapido. 

GASO VIII. — Willie E. — di 7 anni, si ammalb 
il 14 Ottobre. Quando fu visitato la prima volta egli la- 
gnavasi di dolore nel lato posteriore della testa ed al 
collo. Ebbe una febbre leggera per parecchi giorni, ma 
vi era un aumento deciso finche la temperatura sail a 39 
nel mattino ed a 40 e 40, 3 nella sera. Le variazioni 
furono soltanto leggere per parecchi giorni. Egli era tran- 
quillo, non si lamentava, e quando gli si domandava come 
si sentiva, rispondeva: « Molto bene, grazie. » Quando 
era messo alle strette allora parlava di un forte dolore 
nel dorso del collo, che era molto peggiore col crescere 
della febbre e diminuiva con essa verso il mattino. Gli 
furono dati parecchi rimedii ma il nostro piccolo paziente 
tirava innanzi fermamente con poca apparenza di rnalat- 
tia, tranne la febbre. Alcune evacuazioni sciolte ed offen¬ 
sive vennero eventualmente a rompere la monotomia e 
sebbene totalmente offensive, non davano sufficiente indi- 
cazioni del rimedio. Una storia molto accurata mise alia 
luce questi fatti: Prima della gravidanza che ebbe per 
risultato la nascita di questo fanciullo, la madre aveva 
perduto due bambini. Durante il periodo della gravidanza 
essa fu in un profondo cordoglio represso per quelle per- 
dite e si allontanb dagli amici, non fece pih visite, ma 
menb una vita solitaria durante tutto il periodo. Quando 


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R1 VISTA OMIOPATIOA. 


348 

Willie arrivb ad ana certa grandezza ella osservb che 
il figliolino non giocava come gli altri fanciulli. Egli era 
soverchiato senza resistenza da ana parte, e se veniva ol- 
traggiato non diceva nulla, ma poi quando era solo dava 
sfogo al suo soppresso dolore. Se per qualche mancanza 
da poco la madre lo rimproverava, egli nulla diceva, ma 
forse qualche tempo dopo essa lo trovava solo e piangente. 
Anche durante questa malattia egli preferiva starsene 
solo tutto il giorno. Se per qualche ragione essa lasciava 
la sua camera, al di lei ritorno lo trovava spesso pian¬ 
gente. Sia o no 1’ atavismo un mito, questa storia mi gui- 
d6 ad Ignatia; e dopo dodici giorni che V ebbe presa vi 
fit un deciso cambiamento verso il meglio. Il suo ristabi- 
limento progredl senza altro rimedio. 

Se queste illustrazioni ajuterannoqualcheduno quando 
vi b « un’ assenza penosa di sintomi i sar& adempito il 
nostro desiderio. (The Medical Advance). 


METODO DI HAHNEMANN PER INDIVIDUALIZZARE 


Hahnemann in una lettera al Dott. E. Stapf, datata 
da Lipsia il 24 Gennajo 1814, dice: 

Le febbri dello scorso autunno e di questo inverno 
ditferiscono molto da quelle dominanti neU’ultima prima- 
vera; esse quindi, naturalmente richiedono un altro trat- 
tamento. Siccome noi, omiopatici, « degni di compas>- 
sione * siamo oosl privi di soienza che non abhiamo bi- 
sogno di essere regolati dai semplici nomi — * febbri 
nervose, » « tifo, > etc. — noi non possiamo contentarci 
delle elaborate ricette registrate nei libri per tali ;nomi. 
Come riesce facile a certuni dei nostri colleghi, i quali 
non sono infetti dalla nostra eresia —■ il contentarsi di 
guardare nei loro manuali tascabili! 


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RrVISTA OMIOPATICA. 


* 349 


Oltre alle condizioni ed alle medicine priraa menzio- 
nate, delle quali voi siete gib in corrente, noi non pos- 
siamo fare a meno di Arsenicum in condizioni came le 
seguenti, le quali sono prodotte da esso nei suoi effetti 
patogenici: 

1, una continua sete, nella quale il paziente bagna 
solamente le sue labbra e non pub bere molto; 

2, ba mani e piedi freddi; 

3, giudica la sua forza maggiore di quello cbe e 
— avventurandosi a saltare su e gib dal letto, e quindi 
cadendo sul pavimento; 

4, Quando b continuamente ansioso di passare da 
un letto in un altro; 

5, non sa che fare di se stesso per causa di an- 
sietb — ordinariamente nella terza ora della notte; 

6, nel quale caso, quando egli chiude gli occhi (ed 
anche altrimenti) egli vede persone ed avvenimenti da- 
vanti agli occhi — spesso di nessuna cosa spaventevole 
nh ansiosa, ma semplicemente di un carattere immaginario; 

7, il paziente b pusillamine, timido, inclinato a pian- 
gere, ha paura della morte; 

8, subitanei accessi di soffocazione gli avvengono, 
particolarmente alia sera, essendo coricato, con o senza 
tosse; 

' 9, od egli si dibatte con * Irequente malessere e 
fastidio. 

In tali casi voi vedrete meraviglie effettuate da un 
solo globulo della diecillionesima; voi potete riposare si* 
curi su di esso. 

Dice il Dott. Hering: Noi aggiungiamo a questo 
schizzo veramente magistrale di caratteristiche alcune 
paralelle ai sintomi particolari esposti di sopra per istru- 
zione degli studenti, prendendo in esame le febbri tifoidi 
soltanto: 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


350 

1. Nessun rimedio b esattamente simile; Lycop 
ogni piccolo inghiottimento diviene disgustoso; Sulph 
perch6 T acqua dislurba lo stomaco; Nat. mur., non sente 
bene il gusto; Sambucus non b gajo (Calcar): 3, Apium 
virus, Nat. mur.: 4. Calcar, c., CVwa, Sepia, Cham. 
(Verat., Merc., HyosBellad., Rhus): 5. cari.; 
6. Calcarea carb., Sambucus: 7. ii&wSj Veraf., 

Coccul., Aeon.: 8. Phospor., Pulsat.: 9. Phosp., Lycop., 
Bry on.. Calcar. — men can Journal of Materia Medico). 


CARATTERISTICHE 

DEL DOTT. C. HeRING. 


— Un desiderio morboso di aceto. 


Tosse eccitata dalla birra ed alleviata da bevande calde: Nux 
v., Bry. e Rhus. 


Clematis 200 guarl un dolore ottuso in un dento cariato il quale 
veniva alleviato dalPacqua fredda, o dal succiare il dente. 


Calcarea phos. — I brividi scorrono su pel dorso; terribili scosse 
muscolari nel corpo, le quali lo gettano quasi fuori dalla sua sedia; 
brividi cbe vanno in su. 


Zachnanthes nella scarlattina ha un collo irrigidito cbe tira la 
testa da un lato. Pustolette alia faccia. Esso cagiona anche un ab- 
bacinamento degli occhi e produce un desiderio di parlare, — un 
profluvio di parole ed il coraggio richiesto a fare un discorso. GPIn- 
diani hanno l’abitudine di masticarlo (Zachnanthes tinctoria) allor- 
chb ricevono i bianchi onde dar loro un profluvio di parole. 


Formic . Acidum. — Dolore bruciante; bruciore lavandosi; bru- 
ciore rinnovato da lavande fredde. 


Tatacum. — Pei cattivi effetti dalP uso del tabacco (mastican- 
dolo o fumandolo); anche nausea per Puso del tabacco. Palpitazione 
di cuore per masticare o fumar tabacco. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


351 

Theridion ha una sensazione come se il vertice della testa non 
le appartenesse, e come se esso salisse via; lo sente come se fosse 
separato dal resto della testa. 


Sulphur, — Grandi quantita di orina senza colore sono un sin- 
toma assai caratteristico di Sulphur, e deve esser dato alto, e di poi 
deve esser dato in acqua per completare la cura. 


APPUNTl CLINICI 


Lac felinum. — II signor H. di anni trentasei, il 10 Settembre 
1885, aveva l’occhio sinistro infiammato da tre settimane. L’ intera 
congiuntiva del bulbo di un rosso cupo; fotofobia. Nel segmento si¬ 
nistro della cornea sinistra vi b un* ulcera. Nelle ultimo tre notti 
dolore come da un coltello che scorra dalPocchio sinistro alPoccipite 
sinistro, stando coricato, specialmente sul lato sinistro. Bruciore nella 
tempia sinistra, vicino all’occhio, peggiore nella notte. f5 dovuto ri- 
manere in casa negli ultimi cinque giorni. Il Dott. Berridge dette 
Lac felinum 40 m (Fincke) ogni quattr’ore. Nel dl 26 Settembre regi- 
strava che l’occhio stette meglio il giorno dopo preso il rimedio e che 
continub a migliorare stabilmente. Il dolore diminul pel primo, e scorn- 
parve del tutto in tre giorni; quindi anche V infiammazione. Ora 
l’occhio sta benissimo; soltanto una lieve pell icola, di vecchia data, 
trovasi dove fu l’ulcera. — Il Dott. Berridge aggiunge: Esacerba- 
zione dei dolori delPocchio giacendo sul lato sinistro b sintoma da 
me verificato in un’ altra guarigione di Lac felinum, L’ esacerba- 
zione delPocchio dal giacere sul lato doloroso appartiene a Syphili - 
num y e P esacerbazione dal giacere sul lato non doloroso b sotto 
Zincum (The Horn, Phisician). 


Sepia. — In un caso di dolor di testa cronico, accompagnato 
da pienezza nel collo, la fascia al collo era di frequente sciolta du¬ 
rante Pattacco. Lachesis non portb alcun vantaggio, ne alcuni altri 
medicamenti. Finalmente analizzando il caso si presentb Sepia , co¬ 
me quella che copriva piii sintomi; ed esso effettud una pronta 
guarigione. Qualche leggero attacco di dolor di testa che si produsse 
di poi venne prontamente represso da Sepia , ma quella pienezza 
del collo non comparve pih dopo la prima dose. 11 Dott. Mac Laren 
autore del caso aggiunge che il sintomo essendo stato verificato cosl 
distintamente dal dott Lippe (Veggasi di questo illustre medico 
Particolo intitolato « Omiopatia progressiva » nel nostro n.° del p. p. 
Febbraio) dovrebbe ora riguardarsi come sintomo caratteristico (Key¬ 
note), e che le Concordance di Boenninghausen sono un libro sigillato 


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352 


RIVISTA OMIOPATICA. 


per la maggior parte degli omiopatici, ma che pochi altri casi si- 
mili a quello dal Dott. Llppe registrato ci insegnerebbero il modo di 
fame uso con successo ( The Horn . Physician), 


UN SUCCESSO DELL’OMIOPATIA IN INGHILTERRA 


Gli allopatici sempre e da pertutto gli atessi! — L’ Homoeopa¬ 
thic World di Londra, del decorso Marzo, ci narra il seguente fatto 
che noi riepiloghiamo in brevi parole. 

Esiste nella capitale d'Inghilterra un ospedale destinato special- 
mente alia cura dell’ etisia polmonare « The Brompton Hospital for 
consomption, » al quale & aggiunto un dispensario che trovasi ora 
al suo quarantesimo anno di esistenza ed 6 floridissimo. Basti dire 
che ha una rendita di 500 lire sterline (12,500 lire italiane) e pre- 
sta assistenza ogni anno a 13 o 14,000 infermi. Il personale medico 
dell’ ospedale e del dispensario d numeroso. Ad esso appartengono 
due medici, i Dottori Jaguelscki, e Marsh, i quali, dopo alcuni anni 
da che furono eletti, si convertirono all’Omiopatia, e d’allora in poi 
hanno curato secondo il metodo di Hahnemann. Ci6 non poteva pia- 
cere air intolleranza allopatica; e tale stato di cose sembrando iu- 
sopportabile a taluni fra gli altri medici del dispensario, questi si 
sforzarono di liberarsi dei loro collegia omiopatici facendo una peti- 
zione diretta al presidente della Commissione esecutiva, colla quale 
chiedevasi che i due sunnominati collegia venissero obbligati o a 
cessare di far uso dell’Omiopatia ed abbandonare anche i posti che 
occupassero nelle istituzioni omiopatiche (il Dott. Marsh k uno dei 
medici dell’Ospedaie Omiopatico di Londra), o a dare le loro dimissioni. 

Non ci dilungheremo a riferire i molti particolari che segnala- 
rono successivamente tale questione; fra i quali fu notevole una let- 
tera del Dott. Jaguelski nella quale, ricordando che niuno ha dritto 
d’intervenire nelle pratiche dei medici nd di proibire ad essi V uso 
dei rimedj che credono migliori, accennd che 12,000 medici regolar- 
mente laureati mostrano coi fatti in tutte le parti del mondo la su¬ 
periority dell’Omiopatia sulla vecchia medicina, etc. Solo diremo«che 
dopo l’avvicendarsi di varie riunioni, il 16 febbrajo ultimo ebbe luogo 
un’assemblea generate della Commissione esecutiva, dei Direttori, etc., 
sotto la presidenza di Lord Grimtorphe nella quale fu re&pinta Ja 
mozione del Rev. R. Mowll ed accettato V emendamento del Dott. 
Dudgeon che stabiliva qualmente « il limit are la libertd di opinions 
e di esercizio ai medici non b sanzionato dai regolamenti della In - 
fermeria , b pngiudicevole agVinteressi dell 1 1nferr^eria istessa e de- 
gTinfermi, ed b opposto alio spirito delVatto medico del 1859. » Cos! 
20 voti contro 17 sostennero e viusero la causa in favore dell’omio- 
patia, e i Dottori Jaguelski e Marsh rimasero di buon dritto medici 
deirOspedale e del Dispensario. 

Ai nostri colleghi che seppero tener alto il vessillo della liberty 
medida e della Omiopatia mandiamo l’espressione della nostra viva 
simpatia, e facciamo voti peroh& la fermezza della quale essi seppero 
dar prova sia di esempio e di conforto a tutti i nostri confratelli. 


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RIVISTA OMIOPATICA 


Anno XXXII GIUGNO 1887. Numero 12. 

BREVE REPERTORIO DI MEDICINE 

CHE AFFETTANO LE NARICI POSTERIORI 
CON COMMENTI E SUGGERIMENTI. 
del Dott. E. A. Ferrington. 

—-V/VWwVAA^ — 

divenuto un obbrobrio dell’ esercizio omiopatico 
che i catarri retro-nasali e faringeali non siano frequente- 
mente guariti colla medicatura interna. Gli specialisti, 
trattando le affezioni del naso, della gola e delForecchio, 
ricevono giornalmente infermi i quali sono stati abban- 
donati dai medici omiopatici come incurabili, od i quali 
si sono disgustati coi medici in generale. Io concedo che 
uno il quale dedica la sua esclusiva attenzione ad un 
dato soggetto debba essere meglio atto ad esso di coloro 
che sono impegnati nella pratica comune. Ma la questione 
non b quella di un successo comparative nell’ uso delle 
medicine interne; b invece quella del contrasto fra le ap- 
plicazioni locali e 1’ Omiopatia legittima. Se il sistema di 
Hahnemann b vero universalmente, ciob, se esso b fondato 
sulla legge, e non costituisce una semplice regola, deve 
rimovere con sicurezza tanto il catarro retro-nasale quanto 
un mal di gola od un raffreddore di petto. 

Vi sono tre modi di difesa, l’uno o l’altro dei quali b 
invariabimente adoperato nel difendere 1’Omiopatia contro 
1’ accusa di insufficienza; il primo, che se uno pub otte- 
nere il simillimum, avr& luogo la guarigione od un sol- 
lievo; il secondo, che un’ affezione locale b sempre una 
parte di discrasla costituzionale piu o meno latente, e 
percib non pub essere durevolmente guarita finchb non 

23 


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354 


R1VISTA OMIOPATICA, 


lo sia 1’ultima; il terzo , che l’insuccesso si pretende che 
sia dovuto agli errori nella scelta o nella potenza, nella 
ripetizione o nell’ amministrazione dei medicamenti, soli 
od alternate 

A tali proposizioni illogiche, io calorosamente obbietto. 
Credo che il simillimum guariry perchb credo nell’ uni¬ 
versality della legge, e per conseguenza, rigetto 1’ alter- 
nazione dei rimedi. Io accetto la legge perchb penso che 
essa b logicamente deducibile dalla verity rivelata. Se 
chicchessia b in cib d’ accordo con me, la mia critica 
non b applicabile a lui. Essa riguarda coloro i quali am- 
mettono la verity dell’ Omiopatia, perchb ne hanno fatta 
la prova e sono stati soddisfatti dall’ esperienza; e que- 
sta classe include quasi tutta la professione medica. 
Avendo allora sperimentata 1’ Omiopatia nella stessa ma- 
niera come fece Hahnemann, la sola posizione razionale b 
che il sistema b efflcace perchb guarisce. Allorchb, quindi, 
essa non riesce, la pochezza di materiale e di conoscenza 
non b una buona difesa, ma lo e invece una serie di 
esperimenti accurati, penosi e persistenti istituiti siccome 
rigorosa prova. 

Con tutta la deferenza dovuta agli specialisti, essi 
non hanno messo in esecuzione questo piano. Non riu- 
scendo coi mezzi che avevano alia mano, essi si sono 
sentiti costretti a proteggere le loro riputazioni col ricor- 
rere a misure collateral^ poichb da essi il pubblico si 
aspetta di piu che dagli esercenti generali. G-li specialisti 
non dovrebbero risparmiare alcuna fatica per istituire 
8sperimenti. Vi sono molte piante e minerali non ancora 
sperimentati o soltanto parzialmente sperimentati i quali 
si sa che esercitano qualche specie d’influenza sui canali 
naso-faringeali. Ad essi incombe come i pih interessati 
l’esplorare interamente il soggetto e stabilire quale sia 
quest’influenza in ciascuna droga. Pochi anni or sono 
noi non potevamo guarire prontamente alcuni casi i quali 


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RIVISTA OMIOPATICA. 355 

ora, dopo l’introduzione di Sanguinaria nitrata e di An- 
timonium auratum sono facilmente guariti. 

Io mi propongo di enumerare i rimedi conosciuti che 
affettano le narici posteriori, e di offrire qualche sugge- 
rimento riguardo ad alcuni pochi non spesso adoperati. 
I rimedi conosciuti sono: 


Aconitum. 

Granatum. 

Plumbum. 

Aesculus hip. 

Hepae. 

Psorinum. 

Alumen. 

Helianthus. 

Phos. acid. 

Alumina. 

Hydrastis . 

Phytolacca. 

Anacardicum. 

Iodium. 

Penthorum. 

Ant. crud. 

Iris vers. 

Pbysostigma. 

Ant. sulph. auratum. 

Kali bich. 

Phosphorus. 

Argentum nit. 

Kali iod. 

Paeonia. 

Ammon, brom. 

Kali mur. 

Rumex. 

Baptisia 

Kreosot. 

Rhus tox. 

Bryonia 

Lycopodium. 

Saponin. 

Baryta 

Mercurius. 

Staphisagria. 

Calcarea ost* 

Merc. corr. 

Sumbul 

Calcarea sulph. 

Merc. cyan. 

Sepia. 

Carbo an. 

Merc. prot. 

Sulphur. 

Carbo veg. 

Merc, bijod. 

Silicea. 

Cepa. 

Mag. carb. 

Sniapis neg. 

Coral . rub. 

Mag. sulph. 

Sang. nit. 

Coccus. 

Mezererum. 

Spigelia. 

Cistus. 

Natrum ars. 

Theridion. 

Cinnabaris. 

Natrum carb. 

Thuja. 

Chlorin. 

Nat. phos. 

Tellurium. 

Digitalis. 

Nat. mur. 

Ustilago. 

Eriodictyon. 

Nitric acid. 

Vinca minor. 

Euphraria. 

Nitrum. 

Wyethia. 

Fagopyrum. 

Nux mosch. 

Yucca. 

Fer. phos. 

Osmium. 

Zine. 

Fluoric, ac. 

Oxalic, acid. 

Zingiber. 

Gallic, ac. 

Petroleum. 



Di questi ottanta o piii rimedi, alcuni sono cosl rara- 
mente indicati da essere di poco valore per 1’ esercente 
generate, parecchi sono solamente utili nel catarro acuto, 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


356 

e soltanto pochi offrono i sintomi ordinari del cat&rro 
cronico delle narici posteriori. Questi pochi sono: 


Alumina. 

Hepar. 

Psorinum. 

Amm. brom. 

Hydrastis 

Sepia. 

Ant. auratum. 

Kali bich. 

Sulphur. 

Arg. nit. 

Kali mur. 

Silicea. 

Calcarea ost. 

Mbr. joda. 

Sang. nit. 

Corallium. 

Mbr. rijodat. 

Spigelia. 

Cinnabaris. 

Natrum ars. 

Thuja. 

Fagopyrum. 

Nitric ao. 



11 yalore relativo di questo gruppo b indicato dalla 
variety del carattere, riducendo quelli del massimo valore 
ai due Mercuri, Sang, nitrat., e Kali bich. e mur. — un 
armamontarium molto piccolo per una malattia cosl osti- 
nata. Ma la lista potrebbe essere ingrandita se gli spe¬ 
cialist! volessero provare i sintomi conosciuti e pubbli- 
carne i risultati. 

t 

Per esempio, Phosph., Natr. mur., Cistus, Natr. ars M 
Alumina, hanno apparenza vitrea o verniciata delle pareti 
posteriori della faringe. Perchb non adoperare 1’ uno o 
l’altro di questi quando tale stato della membrana esiste 
piit in alto? 

Alumina e Nat. mur. affettano le membrane mucose, 
cagionando scarse secrezioni, l’ultimo dei quali si distin¬ 
gue per una sensaziono pungente; perclib, dunque, Alu¬ 
mina non pub essere spesso adoperata, specialmente come 
in aggiunta al resto che essa cagiona, croste nel naso, 
otturamento delle trombe Eustachiane, suono scoppiet- 
tante nelle orecchie inghiottendo o masticando; gocciola- 
mento di muco dalle narici posteriori? 

Kali mur. spesso allevia il sornaccbiamento di muco 
dalle narici posteriori, perchb non osservare attentamente 
i suoi eifetti sul catarro stesso e riferirne i risultati ad 
un futuro congresso? Si confronti anche Paeonia. 

Quando le pareti faringeali sono varicose, Pulsatilla, 


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RIVISTA 0MI0PATI0A. 


357 


Hamamelis, Vespa, Natr., ars., e Phytolacca, possono 
essere consultaii. I primi due hanno guarito il catarro, 
sebbene io sia stato obbligato a dare qualche altro rime- 
dio per completare la guarigione. 

Vespa, come Natr. ars., produce edema e varici; la 
prima ha cagionato catarro purulento dell’orecchio medio, 
ed anche tonsillite ricorrente, e deve essere adoprata; il 
secondo, con ispessimento della membrana mucosa, che 
dura da mesi, sornacchiamento di muco denso dalle narici 
posteriori, offre un valevole rimedio per il catarro in- 
vernale. 

Fagopyrum presenta il quadro di una forma della 
raalattia comune e molto fastidiosa, nella quale 1’ esporsi 
all’aria fresca b sicuro che aumentery il catarro con 
asprezza ed aridity, formazione di croste secche, aspetto 
granulare della membrana mucosa ed un prurito e bru- 
ciore insopportabili. 

La sensibility all’aria inalata non b in modo speciale 
importante nel catarro acuto, ma lo b nel cronico. Essa 
richiede Arsenicum, Natr. ars., Corallium, Hydrastis, Li¬ 
thium, Osmium, Kreosotum, e probabilmente Fagopyrum. 

L’aridity delle narici posteriori non esiste solamente 
in quest’ultimo rimedio, ma anche in Alumina, Aesculus, 
Sinapis nigra, Wyelhia, ed in pochi altri. 

Aesculus, come fu ben dimostrato dal Dotter F. T. 
Allen conviene nei raffreddori che si estendono dalle 
narici posteriori, fino alia faringe, con aridity, rasplo e 
bruciore; alle volte il muco separato sgocciola gib in 
basso e cagiona soffocamento; gl’infermi sono deboli, con 
polso lento, dolore al dorso, stitichezza ed emorroidi. 
Perchb trascureremo noi questo rimedio e dedicheremo 
la nostra attenzione alia piii familiare Nux? Aesculus 
recherebbe sollievo piit prontamente e piu permanente- 
mente. 

Sinapis nigra ha guarito 1’ aridity delle narici ante- 


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358 


RIVISTA OMIOPATICA. 


riori, ed ha cagionato sensazione di secchezza nelle choanse 
e nella fariDge; perches dunque non sperimentarlo, tanto 
piil che vi b la condizione caratteristica delle membrane mu- 
cose: aridity,.tutt’ al piuconscarsi pezzi di muco separato. 

Wyethia io non l’ho mai adoperata; si vuole che 
essa abbia prodotto sensazione pungente di secchezza 
nelle narici posteriori. Secondo Hale b utile nella farin- 
gite cronica, rimovendo 1’ apparenza granulare, e non 
mancando mai di recare sollievo nell’ancfoVd della faringe 
e nel bruciore delt epiglottide. 

Penthorum seloides appartiene ad una classe di piante 
che non agiscono molto profondamente; per altro a motivo 
delle loro acredine esse producono catarro, sintomi della 
pelle, e talune emorroidi. II Penthorum deve essere spe- 
rimentato quando vi b una continua sensazione come se 
il naso fosse bagnato, ma senza corizza. Senso di pie- 
nezza nel naso e nelle orecchie. Le narici posteriori si 
sentono come scorticate e denudate. 

Osmium rivaleggia coi pift comunemente usato Pho¬ 
sphorus. Esso b altamente irritante alle superficie mucose, 
provocando corizza e starnuti come da una presa di 
tabacco; naso e laringe sensibili all’ aria. Piccoli pezzi 
di flemma sono facilmente staccati dalle narici posteriori 
e dalla laringe. 

Simile a Phosphorus esso attacca la laringe e i pol- 
moni. E caratteristico il forte dolore nella laringe, peg- 
giorato tossendo o parlando; raucedine. 

Ammonium bromatum si dice efficace quando il pa- 
ziente sputacchia giu una mucositlt fibrosa, sanguigna, 
Qui esso rassomiglia a Sanguin. nitrat. ed a Kali mur., 
ma b molto inferiore si all’ una che all’ altro. 

Se il muco b di colore giallo come il limone, non 
molto fibrinoso, Sulphuric, acid, e quasi sicuro che gua- 
rir&. Egli b solamente quando il mucco b tiglioso e fila- 
mentoso che Kali bich. vuole la precedenza. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


359 


Quando dalle narici posteriori vengono emessi pezzi 
duri, Kali bich., Cinnabaris, Sepia e Teucrium sono van- 
taggiosi. L’ultimo, suggerito dal Dott. Walter Williamson, 
Junior, b richiesto quando si sputano giu masse molto 
grosse ed irregolari. Cinnabaris per pezzi di sporeizia 
gialla. 

Saponin, cagiona muco coriaceo tenace nelle narici 
posteriori, estendentesi nella laringe. 

Quillaia, una delle piante dalle quali derivasi Sapo¬ 
nin., b stata estesissimamente adoprata in California dagli 
omiopatici per un raffreddore di testa contratto durante 
un tempo caldo, umido. Qui essa rivaleggia con Gelse- 
mium, cagionando ambidue lassezza generate e stanchezza 
e debolezza dei muscoli — stati di rilasciamento che 
favoriscono i raffreddori. 

II Dott. Augusto Korndoerfer ha fatto alcune guari- 
gioni eccellenti con Spigelia, guidato dai sintomi di Hah¬ 
nemann: scolo profuso di muco dalle narici posteriori; il 
muco nasale sorte solamente dalle narici posteriori. Io 
non fui molto fortunato adoprandolo. 

Ma, dopo tutto, la maggioranza dei casi richiede 
rimedi tali quali Merc, jod., Sang, nitrat., Antim. aura- 
turn e Pulsatilla. Ed b di tali rimedi accuratamente adat- 
tati come questi che io spero vedere grandemente accre- 
sciuto il numero mediante sperimentazioni energiche, con- 
dotte da coloro la cui ability nel diagnosticare le malattie 
del naso li qualifica atti a questo lavoro. 

Sanguinaria nitrata, data con persistenza — ed i 
catarri nasali abbisognano di dosi ripetute — sar& spesso 
di ajuto quando vi b bruciore, asprezza e sensibility do¬ 
lorosa nelle narici posteriori, e sornacchiamento di muco 
denso, giallo, alcune volte sanguigno. 

Pulsatilla agisce meglio se il muco b denso, giallo, 
verde e blando; e Mer. jod. quando vi b gonfiezza delle 
glandole del collo ed intonaco giallo sul dorso della lingua. 


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360 


RIVISTA OMIOPATICA. 


Antim. auratum, sperimentato sotto gli auspicii del 
Dott. C. Neidbard, cagiona aumentata secrezione di muco. 
In uno sperimentatore esso aggravb un catarro cronico 
con aamentato spurgo di muco giallo verdastro, piit offen¬ 
sive di prima. Esso b adoprato dal Dott. Hugh Pitcairn 
come un correlativo dello ioduro di mercurio. 

Nitric, acid, conviene quando vi b flusso di muco 
sporco, sanguigno; e Mezereum nei pazienti mercurializ- 
zati quando vi b rasplo, bruciore ed escoriazione poste- 
riormente; spurgo denso , giallo , sangutgno. 

Per conclusione, io desidero dire che, siccome molti 
catarri nasali banno un’origine specifica, nessun rimedio, 
che non abbia azione nell’influenzare la causa, pub mate- 
rialmente guarire il catarro. In aggiunta a Sulphur, Kali 
iod., Aurum., etc. noi dobbiamo prendere in considera- 
zione Theridion, confermato dal Dottor Korndoerfer come 
un rimedio di introduzione nei casi scrofolosi, — Thuja, 
ben conosciuta nella sicosi, ed inestimabile quando lo 
spurgo & denso, verde o sangutgno e verde — e Psori- 
num, disprezzato da alcuni, ma pienamente apprezzato 
da altri come spesso superiore a Sulphur. 

Per comodo io aggiungo un breve repertorio, limi- 
tandomi alia ristretta regione che consideriamo, 

Natura dello spurgo: 

Giallo, denso: Arg. nit., Aur., Natr. ars., Hyd., 
Calc, c., Berb., Cinnab., (pezzi sporchi), Kali bi., Sulph. 
ac., Nit., ac., Puls., Spig., Sulph., Ant. aur., Sang, nit., 
Therid., Nat. c., Hep., Lyc., Phos., Kali sulph., Alumina, 
Rumex, Cal. sulph., Sumbul, Mez. (sottile). 

Verde: Berb., Puls., Thuja, Kali bi., Nat. e., 
Phos,, Sep., Merc. 

Tappi, pezzi duri, etc.: Teucrium, Kali bi., 
Sepia, Cinn., Lyc., Mang., (pezzi gialli o verdi), Merc, 
jod., (tinti di sangue), Nat. ars. 

Come sevo: Coral, rub. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 361 

Irritante, corrosivo: Ars., Ars. iod., Cepa, 
Kreos., Carb. acid. 

Bruno: Kali bich. (sanguigno ed offensivo). 

Sanguigno: Canth. (e coriaceo), Arg. nit. (giallo 
misto con grumi), Hydr., Nit. ac., Sepia (con frammenti 
gialli verdi), Sang, nit., Kaolin, Kali bi., Lacb. (pus san¬ 
guigno), Phos. (in striscie), Sulphur (in fili), Mez. 

Offensivo: Aurum, Graph., Mer. (tnuco goc- 
ciolante), Sulph., Thuja, Nit. ac., Elaps (allevib nelle mie 
mani un caso notevole per fetore straordinario), Therid., 
Asaf., Lach., Kreos. (vecchi), Tell, (salamoja di aringhe), 
Ant. aur.? 

Fibroso : Amm. brom., Sulph. ac., Kali bi., 
Cinnab., Hyd., Coc. cac., Yucca (e di aspetto grasso). 

Scarso , tenace: Sinapis, Alum., Osmium (pezzi 
grossi), Nat. mur., Phos., Saponin. (coriaceo , tenace), 
Phyt. 

Membrana scura: 

Lach., Phyt., Amm. brom., Yucca. 

Membrana rossa: Arg. nit. 

Scaglie, ulcere: 

Arg. nit. (con scaglie gialle), Kali bi. (bucate), Alum., 
Calc, c., Graph., Lyc., Puls., Sepia, Silicea, Zinc., Psorin.. 
Thuya, Therid., Lach. (sanguigne), Baryta (e dietro l’ugo- 
la), Kali carb. (croste sporche), Fagop. 

Choanae: 

Troppo secche: Silicea, Sepia, Fagop., Rumex, 
Sticta, Wyethia, Aesc. hip., Alum., Sinapis, Zinc., Sang. 

Come se fossero troppo aperte: Fluor, ac., 
Iod., Nat. mur. 

Ostrutte: 

Anac., Cal. sulph., Hyd., Iris ver., Kali iod. 

Orecchie affbtte: 

Merc., Vespa, Phyt., Gels, (prurito nella tromba 
Eustachiana, anche dolore nelle orecchie), Nux e Silicea 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


362 

(prurito in ambedue le trombe Eustachiane), Kali bi., Ram. 
(l’orecchio si sente chiuso, la voce ba an snono strano 
— sollievo in uno, ma non guarigione), Alum, (tromba 
di Eustachio chiusa con muco) Graph, (tromba di Eustachio 
otturata), Jod. (catarro nelle trombe di Eustachio), Lit. carb. 

Suono scricchiolante inghiottendo: Graph., Hep. 

Nitr. ac. (Ostrazione Eustachiana), Petrol, (canaliaridi, 
sibilo nelle orecchie). 

Sensibile all’inalamento dell’aria: 

Ars., Nat. ars., Ars. jod., Coral., Hyd., Lith. carb., 
Osminm, Fagop., Kreos., Fer. phos. 

Il naso si sente bagnato: 

Penthorum. 

Escoriazione, raspio, sentibilita dolorosa: 

Aesc. hip., Merc., Mer. jod., Mez., Nux vom., Sang, 
nit., Nit., ac., Chlor., Kreos.j Hyd., Iris ver., Nat. ars., 
Ars., Ars. iod., Fer. phos. (inspirando), Mag. carb., Oxalic, 
ac., Phos., Phos., ac. Osmium, Carbo veg. (tossendo od 
inghiottendo, sensibility dolorosa), Gallic, ac., Penth., Se¬ 
pia, Nitrum. 

Bruciore: 

Aesc. hip. Arg. nit., Phos., Osmium, Ars., Ars. iod., 
Nat. ars., Fagop. 

Come una foglia sottile: 

Baryta carb. 

Come qualche cosa pendente: Yucca (The 
Medical Advance). 


CESSO’ IL CHOLERA-MORBUS 

FINE DELLE INOCULAZIONI. 


Al Direttore della Rivista Omiopatica di Roma. 

In una delle mie antecedenti letiere le diedi alcuni 
dettagli relativi all’invasione e sviluppo del colera del 


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RTVISTA OMIOPATICA. 


363 

Gange in questa cittb,, e in quella di Buenos Aires. Da 
molte settimane avanti si era annunziato dai giornali che 
il dottore Spagnuolo Ferran sarebbe venuto a Rio della 
Plata per praticare le inoculazioni anti-coleriche. Fortu- 
natamente non venne; e dico fortunatamente perchb se 
tale venuta si fosse realizzata opino che la mortality sareb¬ 
be aumentata straordinariamente in grazia delle inocu¬ 
lazioni, come, ed abbastanza, aumentb e durb in Ispagna. 

Gib. in Buenos Aires la direzione medica del Dipar- 
timento di Igiene (23 Dicembre 1886) presentava una 
relazione decisamente avversa alle inoculazioni anticole- 
riche, e questa relazione scientifica, e questa opinione di 
sapienti medici, b in tutto conforms a quello delle Comis- 
sioni scientifiche della Germania, Francia, Italia e persino 
della stessa Spagna; e se questa ultima in particolare 
fu contraria a tali inoculazioni, ben sapeva il perchb: lo 
ha detto e pubblicato. 

Non ho alcun timore di errare dicendo che alle giu- 
ste misure prese dal Consiglio d’Igiene e dalla Comis- 
sione di Sanity, perfettamente appogiate dal Governo, si 
deve 1’ aver potuto dominare lo sviluppo del colera, e la 
piccola mortality avuta in questa cittb, come Ella vedrb dal- 
1’ unita tavola statistica. 

Pero cib che Ella ignora 6 che questo bel risultato 
si deve, lo dico con franchezza, al principio dei simili 
(Omiopatia) che fu messo questa volta in pratica. Che se 
altri dubitasse di queste mie parole ed opinioni, creden- 
dole ihgiuste, od inesatte risponderb con i seguenti fatti: 

Le misure che furono prese per impedire lo sviluppo 
del cholera morbus o asiatico in questa cittb furono tre, 
la pultzia , 1 ' isolamento ed i preservativi, che sotto il 
nome di disinfettanti si sparsero nelle case isolate. 

Con data del 5 Dicembre ultimo, avanti che qui si 
presentassero i primi casi di colera, io consigliava queste 
misure in un articolo d’lgiene, che con data 5 Dicembre 


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364 


RIVISTA omiopatica; 


ultimo publicai nel giomale La Republica. Per6 non b 
solo da ora ohe proclamai tali misure. 

A chi piaccia pu6 riscontrare altro mio articolo ohe 
in data 8 Gennaio 1868 vide la luce nel numero 989 del 
giornale El Siglo di questa capitale. Che differenza! da 
ci6 che si ordinava in quell’epoca dalle autorit& sanitarie! 
Allora si sloggiavano i conventi, le riunioni di persone 
dove era accaduto un caso di colera, ed io gridava contro 
questo sloggiamento, per6 le mie grida erano inutili e i 
miei oonsigli non intesi. Allora io consigliava i preserva¬ 
tive ma le AutoritDi Sanitarie dicevano di non conoscerli. 
Alla fine ho avuto il piacere di vedere che ci6 ch’io 
dicevo e consigliavo nel 1867-68 b stato posto in pratioa 
nel 1887. Nel citato articolo (colonna 2 a linea 35) con¬ 
sigliavo le guardie alle case dove erano colerosi, Vtsola- 
mento di questi e i preservatim, in particelare il rame e 
suoi preparati (solfato e nitrato); e questi rimedj erano 
consigliati dagli Omiopatici 15 anni avanti che lo dicesse 
il Dottor Koch, e diciannove anni avanti che qui si met- 
tessero in pratica e si ordinassero dal Consiglio d’lgiene 
e dalla Comissione di Sanity. 

E molto solfato di rame saviamente fu sparso nelle 
case, dove si ebbero casi sospetti e colerosi, e se si otten- 
ne la preservazione fu per il principio omiopatico, cioe a 
dire perch& preso il rame e i suoi preparati dall’uomo 
sano, in questo si producono tutti i sintomi colerici, come 
i vomiti, le diarree e persino i granchi mancando la pro- 
duzione del bacillus, perchd se questo esistesse sarebbe 
lo stesso colera e non una malattia somigliante. 

Lo spargimento del solfato di rame 1’ ho visto coi miei 
occhi nel Comissariato delle tre Croci, dove vi fu un infermo 
gravissimo che ivi presi e che ebbi il piacere di guarire. 

E Tho visto anche in altre case isolate avendomi 
assicurato vari impiegati della Giunta e della Sanith che 
se ne spandeva in tutte le case isolate. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


365 


Posso dunque con vera soddisfazione felicitarmi per 
aver visto dopo diciannove anni porsi in pratica le mi- 
sare igieniche da me consigliate nell’anno 1868. Volesse 
Dio che potessi, dopo un altro periodo piu o meno lungo, 
veder posto in uso per i malati di colera il metodo di 
cura consigliato da Hahnemann, che per il primo pubblicd 
le virtil curative del rame, lasciando da parte il laudano 
ed altre medicine che molti in questa malattia ordinano 
senza base scientifica. 

La tavola aggiunta indica la mortality avuta nei 
mesi di Dicembre 1885, di Gennaio 1886 e Febbraio 
1886-87. 

Da questa si vede che la mortality del colera 6 
stata molto ridotta in quest 1 anno, confrontata con quella 
dell’ anno 1867-68 e con quella che nei passati mesi subl 
la Repubbliea Argentina. 

DIPARTIMENTO DI MONTEVIDEO 


4 

1885 

Dec. 

1886 

Gen. 

1886 

Feb. 

1886 

Dec. 

1887 

Gen. 

1887 

Feb. 

Di vaiuolo. 

— 


— 

5 

3 

3 

Scarlattina. 

6 

6 

2 

5 

5 

1 

Difteria, Croup, Angina tossica . . 

4 

8 

6 

39 

38 

31 

Colera asiatico e casi sospetti. . . 

— 

— 

— 

67 

219 

105 

Mai. org., indigestions e annessi . 

64 

100 

79 

104 

102 

58 

Tifo. 

13 

11 

10 

15 

24 

13 

Altri mali senza certificate o per 
cause violente. 

218 

258 

253 

241 

341 

256 


329 

1 

383 

350 

476 

792 

467 


Tutti questi dati sono tratti dai libri dei decessi che 
si conservano nella Giunta E. Amministrativa, e daH’offi- 


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366 RIVISTA OMIOPATICA. 

cio e Direzione Generale di stalistica. Alcuni noteranno 
che le cifre della mortality fissate da me non sono d’ac- 
cordo con quelle pubblicate jeri dall’officio del registro 
civile, peri> ci6 dipende dal dare io le cifre che ottenni 
dall’ officio del Cimitero del Buceo, nel quale sono no- 
tati separatamente i cadaveri de’ colerosi, mentre nello 
stato jeri pubblicafo nel giornale El Siglo non sono in- 
clusi nb coloro che morirono nella casa d’ isolamento, 
n& quelli del 3.° Battaglione Cacciatori, n£ quelli dell’asilo, 
etc. Questo dato mi fu somministrato dal direttore del- 
l’officio de’Cimiteri della stessa Giunta E. Amministrativa 
il quale mi assicnrb non essere notata nel libro dei de* 
cessi neppure la data. 

Adesso si osservino le morti per malattie degli or- 
gani digestivi di tutte due le epoche e si vedr& che la 
mortality nel 1887 non fu straordinaria. 

Osservisi quella del Colera che somma a 451 e si 
vedr& anche che h molto limitata calcolando i 3 mesi 
che I' epidemia colerica dominb in questa capitale con 
diploma officiale o extra officialmente dal giorno 5 Di* 
cembre, in cui morirono due persone, e si fecero le prime 
autopsie constatandosi da queste i caratteri del cholera 
morbus. 

Siffatta ridotta mortality del colera in questa citt& 
diede pascolo a molte opinioni erronee e che meglio so* 
no a dirsi ridicole, cio6 che non vi era colera asiatico e 
che si trattava solamente di colerine piu o meno fatali 
prodotte da indigestioni, abuso di liquori, raffreddamenti, 
etc. Pero mi sia permesso un piccolo ragionamento per 
atterrare questa incredulity. 

L’esame necroscopico (autopsia) fece riscontrare nei 
cadaveri l’esistenza del colera come causa di morte (Dot- 
tori Leopold, Capdhourat, Tagle, etc.). 

L’esame microscopico dichiard l’esistenza bacil¬ 
lus virgula nelle evacuazioni di alcuni infermi e nelle 


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I 


RIVISTA OMIOPATICA. 367 

acque di parecchie locality, dove si ebbero infermi di 
colera (Sr. Arecbavaleta y Dres, Susvieta Guarch, Hor- 
noaeche, etc.). 

L’esame clinico degli infermi assistiti da vari medici 
di questa capitale mostrb tutti i sintomi di detta infer- 
mitci, e siccome non 6 possibile distruggere tali fatti e 
questi tre caratteri fondamentali, apparisce chiaro anche 
ai piii ignoranti che la negazione del colera b ingiusta 
e ridicola. 

Perd ammettendo anche la mancanza di questi tre 
caratteri, e supponendo equivoco da parte di quelli che 
1’osservarono, come spiegare la morte di due o tre per- 
sone in una famiglia e quasi tutti dello stesso male? 

Forse che si b vista alcuna volta la colerina con¬ 
tagiosa? 

Basterebbe dunque questo solo fatto per assicurare 
che qul regnb il colera Asiatico, lo stesso che ha fatto 
tanta strage nella provincia di Mendoza, come la sta fa- 
cendo nel Chill. 

La seguente statistica non sar& del tutto inutile per 
gli increduli. 

STATISTICA COMPARATA 
DEL COLERA ASIA TICO IN MONTEVIDEO 

1869-68 1886-89 

Sloggiamento ordinato, Proibizione di sloggiare, 

non guardie, non isolamento, non isolamento, guardie, spargimento 
spargimento di solfato di rame. di solfato di rame. 


Dicembre. 

1867 ] 


Dicembre 

1886 

67 

Germaio . 

1868 

2952 

Gennaio 

1887 

279 

Febbraio . 

1868 

Febbraio 

1887 

105 

Marzo 

1868 ) 

2952 

Marzo (supposto) 

20 

471 


Questa cifra di 2952 risulta dalla nota che trovasi 
in data 30 Aprile 1868 passata dall’ officio del Cimitero 




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368 


RIYISTA OMIOPATICA. 


alia Presidenza della I. E. A. che l’ba tenuta esposta al 
pubblico. 

Per6 bisogna osservare che in ragione della popo- 
lazione, la quale senza dubbio aumentd quasi di un terzo 
dal 1868 ad oggi, se si fossero comessi gli errori di 
quelPepoca, la mortality del colera sarebbe stata in que- 
sti 4 raesi del 1886-87 di 3936 individui, mentre non fu 
che di 471!! 

Nel solo ospedale della Carit& nel giorno 24 di Feb- 
braio 1868 morirono 33!! persone, mentre in questi 3 
mesi vi furono solo due o tre casi; dati questi che si 
possono verificare nei libri di I. E. A. (Officio dei Ci- 
miteri). 

Sard felice se Ella pubblicher& questa lettera nella 
Rivista. 

Montevideo •, 3 Marzo 1887. 

Dott. Wonner. 


CASI CLINICl 

Del Dott. W. J. Guernsey. 

I. Una signora che io trovai convalescente da un 
disordine che era stato segnalato come ascesso ovarico 
da uno dei nostri specialisti omiopalici, e che era stata 
curata per mesi nel solito modo meticcio o « regolare,» 
e che io avevo sollevata dal disturbo prontamente, la- 
sciando il folle metodo e facendo poche accurate prescri- 
zioni, disse che si sentiva perfettamente bene, eccetto una 
leggera stanchezza cagionata da perdita di sonno a mo- 
tivo di una bambina irrequieta. Ora b della bambina che 
ho da parlare. Essa era allegra e stava bene apparente- 
mente tutto il giorno, dormiva e mangiava benissimo, e 
non presentava assolutamente alcun sintomo da indicare 
qualche rimedio, eccetto che aveva alcune notti agitate. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


369 


Essa allora si contorceva, si voltava e si agitata ap- 
pena messa in letto fino al matlino, ed il giorno seguente 
era vispa come sempre. Jalap, e Psor. hanno entrambi 
questo sintomo, ed io diedi alia piccola marmocchia una 
dose di Psor. DCM (500,000) Fincke, a secco sulla lingua. 
Quella notte la bambina e la madre riposarono bene, ed 
essa non si lagnb di ritorno di quel dirturbo per parec- 
chi mesi; finchk, difatti, la bambina ebbe un attacco di 
croup. 

II. G. M., maschio/di sette anni. Dispnea pronun- 
ziata, ed ogni respiro accompagnato da tosse secca. Agi- 
tazione. Sete. Delirio di quando in quando. Forti dolori 
nelle eslremitd. Ogni volta che fa un sonnellino (sempre 
assai breve) egli si sveglia motto peggiorato. Lach. C. 
M. (Fincke). II giorno seguente il miglioramento era cosi 
grande da permettermi di licenziarmi. Il giorno dopo sep- 
pi da uno della famiglia ch’ egli stava « quasi bene ». 
Qul ho da far osservare che oltre 1’ aggravamento dopo 
il sonno, credo che i dolori nelle membra siano una buona 
indicazione per Lachesis. Essi erano forti, e per tutte le 
coscie e le gambe. Ogni volta che io mi trovo dinanzi 
ad un « caso della gola » con questi dolori, mi dico con 
fiducia, che o il lato sinistro della gola 6 piil aflfetto, 
oppure il male ha cojninciato a manifestarsi da quel lato; 
e non ho mai sbagliato in cid. Oltre di che, sono stato 
chiamato molte volte presso una persona sofferente e do- 
lentesi principalmente di quei dolori, con febbre, che era 
stata preceduta da brividi, e lieve raucedine o « durezza » 
della voce, che non si lagnava punto della gola, ed an- 
che forse asseriva che non aveva lk alcun malessere o 
poco. Guardando, trovavo rimarchevole ulcerazione o de- 
posito, e sempre pift dal lato sinistro. 

III. W. P., maschio, di 40 anni, aveva avuto nevral- 
gia alia faccia per un mese, e non aveva dormito affatto 

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370 RIVISTA OMIOPATICA. 

neir ultima settimana. II dolore invariabilmente 1’ obbli- 
gava ad alzarsi e camminare. 

Ordinai Mag. carb. 50111 (Swan) cominciando a prenderla 
verso le due P. M. Egli si ritirb quella sera alle nove e 
non si sveglib fino al mattino. 

IV. J. W. mi chiamb la settimana scorsa chieden- 
domi rimedio per emorroidi, accompagnate da un forte 
dolore nel dorso, e constatai che egli aveva bisogno dello 
stesso rimedio che gli avevo dato per quel disturbo quat- 
tro anni prima, avendogli quello sollevato il dolore nel 
dorso prima che lasctasse il mio studio. Egli aveva ri- 
cevuto Aescul. 45m (Fincke). 

V. E. H., femmina, di undid anni. Gola completa- 
mente coperta con membrana difterica, naso otturato con 
uno scolo acre. Emorragia dal naso e dalla gola. Il caso 
era stato trascurato fino ad un tale triste stato sotto la 
illusione che la fanciulla « aveva cattivi umori e guari- 
rebbe da se ». I genitori non avevano guardato la sua 
gola e si allarmarono. solo al cattivo odore. Un sintomo 
che non ho ancora menzionato, decise la mia prescrizione, e 
quello era un forte torcicollo. La sua testa non era soltanto 
messa fuori di posizione, ma la deformity era cost grande 
che non poteva essere trascurata. Io le diedi Lachnautes 
5°m (Swan), cinque cartine; ed era cj,o che le abbisognava. 
In poche ore la sua testa era molto pih dritta, e la gola 
era notevolmente migliorata il giomo dopo. Essa fu gua- 
rita bene in tre giorni. ( The Horn. Phys.). ^ 


LA TEORIA PSORICA 


Nessuna delle opinioni di Hahnemann, scrive ottima* 
mente il Dott. A Me Neil, b stata piu acremente assalita 
dalla teoria psorica. Gli argomenti sono stati omessi, ma 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


371 


il ridicolo, le false relazioni, e le sfacciate menzogne sono 
state loro prodigate non solamente dagli allopatici, bensi 
anche da quelli che si chiamano omiopatici. Ma le opi- 
nioni del saggio vecchio sono state ad una ad una adot- 
tate da essi dopo di esser passate sotto la sferza dei suoi 
antagonisti. Cosl ora un’ autoritoi allopatica d’illustre nome 
esprime vedute che cangiando psora in diatesi potreb- 
bero quasi essere state scritte da Hahnemann. Noi tra- 
dnrremo quindi la sua lettura non solo per essere di 
provenienza Hahnemaniana, ma anche perchb h la mi- 
gLior diagnosi e descrizione differenziale di due fra le 
pi.il importanti malattie della pelle. II professore Guibert, 
dell’ ospedale Saint Louis, dice dell’ 

Eczema e Psoriasi: 

« Signori: — II viaggiatore dopo il cammino di un 
giorno guarda indietro la strada e tutta l’abbraccia colla 
vista nelle sue particolarity. Cosl noi abbiamo percorso 
assieme lunga via ed abbiamo appreso che cosa siano le 
dermatosi, ed io vi ho insegnato che nella maggioranza 
dei casi le malattie della pelle sono non altro che il 
trasporto effettivo ad essa di una moltitudine di affezioni 
interne (dalle piil lievi alle piu inesorabili). Considerate 
da questo punto di vista, esse gettano luce sulla diagnosi 
e sulla patologia. 

« Noi abbiamo studiato i different disordini anato- 
mici che costituiscono le malattie della pelle. Noi vedemmo 
che cotesti disordini coi loro cangiamenti di varie specie 
formano i differenti generi di dermatosi e quindi servono 
a differenziare 1’ una dall’ altra nella loro individuality e 
distinzione. 

« Dopo questa considerazione fondamentale noi ab¬ 
biamo intrapreso lo studio delle individuali malattie della 
pelle e cominciammo coll’eczema e colla psoriasi. L’istoria 
di queste affezioni ci ha indotto a numerose particolarity, 
e ci ha guidati a molte descrizioni dei differenti dati pa- 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


tologici. Guardiamo ora indietro, come il viaggiatore, e 
raccogliamo nella nostra memoria le differenti osserva- 
zioni. Poniamo insieme le immagini dell’ eczema e della 
psoriasi e consideriamole separatamente ed unite. Si ve- 
dranno notevoli rassomiglianze, ma molto pifl grandi e 
sorprendenti differenze. 

« L’ eczema e la psoriosi sono le pin frequenti di 
tutte le malattie della pelle. Esse sono pib importanti 
delle altre, non solo per la loro frequenza ma anche per 
la loro ostinatezza e per la loro tendenza, ad estendersi; 
pei disordini funzionali ch’ esse producono; per le trasfi- 
gurazioni cui danno origine; per la lentezza del loro pro- 
cesso continuativo; per la loro tenacity per la loro ten¬ 
denza alle ricadute; e finalmente, riguardo alle spaven- 
tevoli possibili combinazioni cui esse possono condurre. 
Esse sono ambedue la pib generale, la piil stretta atti- 
nenza, e la espressione pib chiaramente determinata di 
quella diatesi che non pub negarsi la quale b detta er- 
petismo (Herpetismus). Ambedue sono ereditarie ma non 
contagiose; ambedue appartengono a quella grande classe 
di affezioni escretorie della pelle; ma qui cessano i loro 
punti di somiglianza e noi d’ ora innanzi c’ incontriamo 
soltanto in differenze essenziali. 

« LT eczema e la psoriasi sono malattie d’escrezione, 
ma 1’ eczema b il tipo delle escrezioni umide. La secre- 
zione caratteristica incomincia sotto Y epidermide e la 
solleva in forma di vesciche. Se queste si aprono la se- 
crezione trasuda nella pelle ulcerata. Dali’ altro lato la 
psoriasi b il tipo delle affezioni secretorie secche della 
pelle. Con queste non havvi umiditb; tutto b secco. La 
secrezione b puramente epidermica; essa b semplicemente 
T epidermide alterata. Ecco tutto. 

« L’ eczema b un infiammazione. Esso ha tutti i se- 
gni ed i caratteri di una malattia inflammatoria — la 
congestions, il rossore, la tensions, la gonfiezza e la 
temperatura accresciuta della pelle. L’ infiammazione si 
manifesta nelle secrezioni umide, viscose — sintomo prin¬ 
cipals. Questa secrezione pub essere tanto profusa da di- 


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RIVTSTA OMIOPATICA. 


373 


venire un vero catarro delle pelle. II catarro infiamma- 
torio si manifesta, cl’ altronde, con fenomeni soggettivi, 
ciofe con disordini nella salute; attacchi morbosi, come 
sensazioni di tensione, di calore, di prudore e bruciore. 
In vero F eczema deve il suo nome alia sensazione di 
bruciore, dappoichb esso deriva dalla parola greca « ek- 
sem, » Io brucio. 

« Nella psoriasi tutto b differente. Non appena noi 
lasciamo 1’ eczema per rivolgerci alia psoriasi, lasciamo, 
per cosl dire, il clima piu tropicale per recarci ai campi 
ghiacciati del Nord. L’ eczema b la serpiggine vivente — 
lo sfogo umido, caldo; la psoriasi b la secca morta ser¬ 
piggine, la sua fisonomia rimane sempre invariata. Resta 
immobile nello stesso stadio. Noi abbiamo una pelle arida, 
petrificata, simile a pergamena, mummidcata, secca, cbe 
la traspirazione non amette, che le glandule sebacee non 
piu lubricano, e che per conseguenza ha perduto la sua 
molezza, la flessibilitk, F elasticity e la vita. Attorno alle 
giunture ed alle aperture naturali essa non b atta alia 
mobility di quelle locality ed aperture, siccome una 
membrana resistente ed indolente; essa b soltanto un gu- 
scio (conchiglia), una specie di veste scagliosa di maglia 
senza sentimento, che voi potete grattare, consumare o 
distruggere senza cagionare il pih leggiero dolore. 

« Le locality dell’ eczema e delle psoriasi sono dif— 
ferenti. Il primo b un’ affezione infiammatoria con piil 
copiose secrezioni; cosl richiede un luogo caldo che sia 
umido ed esteso e rilasciato, e munito di una ricca va- 
scolare parte carnosa, come 6 il caso nelle vicinanze degli 
organi sessuali e delle ascelle. La psoriasi dall’altro canto 
richiede soltanto molta epidermide e quindi sviluppasi 
su quelle parti che ne sono riccamente fornite. Se voi 
considererete le differenti situazioni, guardate alle estre- 
mity. Nella piegatura del ginocchio voi troverete Feczema, 
sopra il ginocchio la psoriasi. Guardando alle estremity 
superiori, voi vedete F eczema, nella piegatura del gomito 
e sttl gomito la psoriasi. Pur non ostante, vi sono certe 
locality nelle quali fioriscono ambedue, precisamente come 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


374 

piante le quali sebbene preferiscano terreno umido, pure 
possono crescere anche in uno piil o meno secco. Cost 
1’ eczema e la psoriasi possono incontrarsi in tutte le 
parti del corpo. Ma il carattere di ciascuna b pih o meno 
modificato, precisamente come avviene nelle piante sun- 
nominate quando sono trasportate in un terreno meno 
adattato. 

« L’ eczema e la psoriasi differiscono pel carattere 
delle loro malattie corcomitanti. Le complicazioni del- 
1’ eczema sono di un carattere inflammatorio come esso 
stesso b inflammatorio di sua natura. Sia o no conside- 
revole cotesta infiammazione, essa tuttavia manifesta sem- 
pre la sua relazione eczematosa. Puo estendersi a tutta 
la spessezza della pelle, nel tessuto cellulare, nel tessuto 
sottocutaneo, nelle glandole linfatiche; pub anche assu- 
mere un carattere resipolaceo o flemmonoso, ovvero di¬ 
venire una linfangioite colie sue ramificazioni e coi suoi 
cordoni color di rosa e foggiati a pallottoline da rosario. 
Coteste complicazioni sono talvolta profondamente pene- 
tranti ed estendentisi persino ai visceri; possono attac- 
care i grandi apparati del sistema, i centri nervosi, gli 
organi digestivi e respiratori. Ne derivano altresi me- 
ningite, acuta infiammazione del cervello e catarri bron¬ 
chia li e gastro-intestinali. Ma queste complicazioni sono 
sempre di un carattere acuto, intenso, corrispondente all’a- 
cutezza ed intensity del eczema, cui devono la loro origine. 

« La psoriasi, al contrario, col suo tipo cronico, pre- 
senta soltanto complicazioni di carattere cronico. Quelle 
dei polmoni sono ordinariamente catarro cronico non in- 
frequentemente degenerante in tubercolosi; quelle degli 
organi digestivi in dispessia, differenti varieta di canoro, 
carcinoma degli intestini ed anche, pifit spesso dello stomaco. 

« L’ eczema e la psoriasi sono anche differenti nel 
loro corso e sviluppo. II primo viene in modo acuto, l’ul- 
timo in modo cronico. Esso b un tipo torpido; ha un corso 
lento, o piuttosto non procede affatto, esso rimane cib che 
e. IS oggi quello che era jeri, e domani continuera ad 
esser lo stesso. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


375 


« L’ eczema nel suo quarto stadio e scaglioso, come 
la psoriasi, ma queste scaglie eczematose sono essenzial* 
mente differenti. Esse sono delicate, laminate, non sono 
trasparenti e contengono nello stato dell’epidermide qual- 
che umiditk; esse si staccano in piu grandi o piti pic* 
cole lamine, e sono coila massima facility rimosse dal di 
sotto della pelle. Le squame della psoriasi sono dense e 
cosl strettamente intrecciate nelle loro parti che esse 
possono soltanto staccarsi in forma di polvere. Non vi ha 
mai la minima traccia di umiditk. 

« E frattanto, o signori, queste malattie cosl contra- 
rie, questi due poli opposti di dermatologia possono in 
qualche caso coalizzarsi ed unirsi in modo da costituire 
una forma bastarda che partecipa delle quality di ambe- 
due senza essere n§ 1’ una n& 1’ altra. Precisamente come 
vi ha un eczema lichenoide che b una coalizione dell’ec- 
zema col lichene; cosl, non ostante quello che disse il 
dotto Hardy, puo esistere una psoriasi eczematosa con- 
sistente di eczema e psoriasi. Voi vedrete, per esempio, 
le forti e spesse scaglie della psoriasi, ma nel loro in- 
terno vi ha un elemento di crosta; esse si staccano da 
una pelle alquanto umida. Vi ha qualche cosa della na- 
tura dell’ eczema; e realmente una psoriasi eczematosa. 

« 1/ eczema e la psoriasi sono due affezioni generali 
aventi sede di preferenza, sulla superficie; esse possono 
produrre le pih violente complicazioni dal semplice catarro 
dei bronchi alia menengite, alia pneumonite tubercolosa 
ed anche al cancro gastrico ed intestinale. » 


COME STUDIARE IL REPERTORY? 

del Professors I. T. Kent. 


Dopo che sono stati registrati tutti i sintomi dell’in- 
fermo si deve prendere il Repertorio. Il principiante non 
deve tentare di abbreviare l’anamnesi, ma deve registrare 
tutta la rubrica generate per esercizio, se non altro. Se 




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RIVISTA OMIOPATICA. 


la parola b melanconia^ i rimedi corrispondenti alia pa- 
rola debbono essere registrati con tutte le gradazioni. Se 
la melanconia apparisce solamente prima delle regole 
mettete una sotto-rubrica in modo da mostrare a colpo 
d’ occhio il numero di rimedi della classe generate aventi 
il periodo speciale di aggravamento. Molte delle piil bril- 
lanti guarigioni sono fatte dalla rubrica generate quando 
la speciale non ajuta, e con diligenti note di dieci anni, 
si abbasserebbero molti sintomi della rubrica generate e 
fornirebbero le migliori verifiche cliniche. Piil a lungo 
cib vien fatto, e piil 1’ occupato dottore pub abbreviare 
le sue note dei casi. 

Gli aggravamenti speciali forniscono un grande ajuto, 
ma spesso tali osservazioni mancano, e la rubrica gene¬ 
rate deve prestar servizio. 

Altre volte noi dobbiamo lavorare per analogia. In 
questo metodo il Repertorio tascabile di Boenninghausen 
e della piu grande utility. 

Prendiamo la piil eccellente opera di Minton, e tro- 
viamo che le angoscie mestruali sono migliorate dal ca¬ 
lore, peculiare ad Ars. e Nux, e dal calore umido, pecu- 
liare a Nux-m. Ma i sintomi di un solo caso non sono 
simili ad alcuni di questi rimedi, e noi dobbiamo studiare 
maggiormente la materia medica. Noi possiamo allora 
formare l’anamnesi per analogia e per uso della rubrica 
generate , prendendo tutti i rimedi conosciuti per essere 
generalmente migliorati dal calore e da applicazioni calde. 

Per essere metodica, la rubrica generale deve appa- 
rire nelle note del prescrivente e la speciale sotto di essa. 
Se questo piano fosse eseguito con diligenza, un confronto 
di un lavoro di dieci anni sarebbe una lettura delle piil 
istruttive. Ci6 che e vero di un rimedio generalmente pub 
spesso essere vero in particolare, specialmente in assenza 
di una eccezione controindicativa bene stabilita. 

Se questo piano fosse seguito dai principianti leg- 




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RIVISTA OMIOPATICA 


377 


gendo sempre la Materia Medica coll’anamnesi, col tempo 
acquisterebbero molta pratica ed il loro lavoro diverrebbe 
facile e rapido. Un giovane pub prescrivere per pochi in- 
fermi al giorno, onde fare diligenti cure omiopatiche, ed 
egli pub acquistare speditezza bastante per prescrivere per 
venti o trenta al giorno dopo pochi anni. Chiunque de- 
sideri evitare questo accurato metodo non deve preten- 
dere di essere un medico omiopatico, non essendo egli 
sul retto sentiero; il desiderio dovendo precedere 1’ atto. 

L’ infermo non esprime sempre il sintomo nel lin- 
guaggio che indichi moglio la natura reale del sintomo. 
Quindi ci vuole giudizio, affinchb il medico possa acqui¬ 
stare un esatto appreszamento dei sintomi. Tanto spesso 
cib b vero che il medico giovane, e spesso anche il vec- 
chio b deviato dalle vere espressioni della natura, e fara 
una prescrizione impropria. Il compito di raccogliere i 
sintomi b spesso difficilissimo. Alcune volte b possibile 
abbreviare 1’ anamnesi scegliendo un sintomo che sia 
molto peculiare e contenga la chiave del caso. Un gio¬ 
vane spesso non pub scoprire questa peculiarity, e deve 
raramente tentare di scoprirla. E’ spesso conveniente di 
abbreviare prendendo un gruppo di tre o quattro sintomi 
essenziali in un dato caso, facendo un sommario di questi, 
ed eliminando tutti i rimedi che non si trovano in tutti i 
sintomi essenziali. Un uomo di considerevole esperienza 
pub tagliar corto*il lavoro in questo modo. Io ho frequen- 
temente conosciuto dei giovani che sbagliavano una mo¬ 
dality per un sintomo. Cib e fatale ad un buon risultato. 
Il sintomo b la sensazione o la condizione; e la modality 
b soltanto una modificazione. Il sintomo spesso diventa 
peculiare o caratteristico attraverso alia sua modality. 

Quando una sensazione b considerata nel Repertorio, 
tutti i rimedi appartenenti ad essa debbono essere tra- 
scritti, e 1’ individualizzazione va cominciata dalle mo¬ 
dality. 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


Mi si domanda frequentemente che cosa si intenda 
per peculiare applicato ad un caso. Per poco che cia- 
scuno ci pensi arriva alia soluzione. 

Un’ alta temperatura, una febbre senza sete b in 
certo modo peculiare. Un forte freddo con sete di acqua 
fredda b peculiare. Sete colla febbre, col calore, non b 
peculiare, perchb voi potete dire con sicurezza che comu- 
mente si _ trova calore con sete, e non comunemente si 
trova calore senza sete. Gi6 che b comune ad una data 
malattia fissa non b mai peculiare. Cib pub sembrare 
troppo semplice da richiedere una spiegazione, ma coloro 
che lo sanno possono passare alia pagina seguente. I 
sintomi patognomonici non sono adoperati ad individua- 
lizzare, e non sono mai peculiari nel senso voluto. 

Mi si domanda pure che cosa io intenda dire colle 
parole traitate f infermo e non la malattia. La mia ri- 
sposta b sernpre la seguente: II sintomo che raramente 
si trova in una data malattia non b un sintomo peculiare 
alia malattia, ma peculiare all’ infermo, percib le pecu¬ 
liarity dell’ infermo hanno fatto diversificare la malattia 
da tutti i membri della sua classe e da tutti gli altri nella 
classe, ed hanno resa questa malattia, come afficiente 
quest’ infermo, un’ individuality per se stessa, e pub so- 
lamente essere trattata come individual. Questa indivi¬ 
duality nell’ infermo si manifesta con sintomi peculiari 
quasi sempre prominenti, e sempre da aversi in conside- 
razione dal vero medico. Chi dy Aeon, per la febbre 
nulla sa dello spirito della legge o dei doveri del me¬ 
dico. Lo stesso b vero di Colouyuth per la colica, di Ar- 
senium per il freddo, etc. 

« Cosa faremo noi quando troviamo parecchie pecu¬ 
liarity nello stesso infermo ed un solo rimedio non le co- 
pre tutte? » Qui b dove l’avveduto medico prendery il suo 
Repertorio e cominciery a ricercare un rimedio piit si¬ 
mile di tutti, e se egli b stato studioso per pochi anni 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


379 

non ha bisogno di andar facendo domande sciocche. LTuo- 
mo pigro ha speso il sno tempo nella folUa dei piaceri, 
e 1’ uomo di poca fede ha trascurato tante cose impor¬ 
tant che egli trovasi di continuo in bisogno di fare in 
pubblicho domande sciocche, e riferisce casi con sintomi 
cost malamente presi, da far manifesto dove ha passata 
la sua vita. Egli non ha fatto uso del Repertorio e mo- 
stra una completa ignoranza delle rubriche e della usuale 
formality d’ impadronirsi dei sintomi nel modo che ci fu 
insegnato da Hahnemann. £i una benedizione che essi non 
siano responsabili di tutta la loro ignoranza. Dove starct 
la responsabilith, e chi « scagliera la prima pietra ? » 

E cost facile di chiudere gli occhi sui peccati di cui 
noi siamo colpevoli che sembra impossibile trovare un 
giudice od un giuri, davanti al quale citare il primo 
infrangitore della legge. 

11 grido per la liberty 6 stato un grave errore, abu- 
sandosi ed essendosi abusato vergognosamente della li¬ 
berty. Essa significa permissione di violare la legge, ed 
occorre soltanto una modesta elasticity perchb il prodotto 
sia un pieno ecletticismo. 15 la liberty che ha messo fuori 
d’ uso, o limitato 1’ uso del Repertorio che tutti i vecchi 
medici hanno tanto consultato. Se Boenninghausen us5 un 
Repertorio coi rimedi limitati allora provati, quanto mag- 
gior bisogno abbiamo noi di consultarlo! (The Homoeopa¬ 
thic Physician). 


APPUNTI CLINICI 


Pochi sintomi clinici di Apis. — Il Dott. J. E. Winans scrive 
quanto segue: L’ ultima parte dell’ estate 1886, ed i mesi scorsi 
sono stati accompagnati, fino all’ ultimo, da scarsezza di pioggia. 
Noi abbiamo riscontrato che Bellad. 6 un rimedio molto prominonte 
per le affezioni che si manifestano durante una siccith od un tempo 
caldo opprimente. Quests stagione inoltre, noi 1’abbiamo osservato, 
richiede Apis sotto le seguenti condizioni. 


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RIVISTA OMIOPAT1CA. 


(1) Casi di cholera morbus, come segue: Vomito, cm diarrea; 
vomito di bile — il piu spesso gialla, come rosso di ovo; scaricbe 
o bianche (chiare) ed acquose, o altrimenti chiare e gialle, ma molto 
offensive in un caso e nell’altro; generalmente, pure, con molta sete 
— contrariamente alle abitudini delle affezioni di Apis, come noi 
abbiamo osservato. 

(2) Condizioni verminose , colie suddette scaricbe alvine (nei 
ragazzi), o di muco cbiaro, giallo, cbe accompagnano la dentizione 
o la febbre intermittente. Pocbi acini di uva secca provocarono un 
attacco in un bambino di sedici mesi, e fu seguito bene da Ipec. cm 
(evacuazioni verdi-erba), e poi da Bellad. cm . I casi di febbre inter¬ 
mittente sono quotidiani e generalmente nel pomeriggio] freddo breve 
mezz’ora), ma irregolare nel tempo della ricorrenza (fra le 11 ant. 
e le tre pom.); la febbre finisce col sonno (in un caso) e non spari - 
see fino alle sei pom,, od all’ incirca; alcune volte sudore nel lato , 
sul quale era coricato — altre volte no. Lycop. segul bene dopo 
Apis per un ritorno del freddo dopo le 11.Vi pom. nel caso suddetto 
pareccbi giorni dopo {The Horn. Physician), 


Lactic, acid, nella tisi laringea, — « II Dott. Teodoro Hering 
di Warsaw ba recentemente pubblicato una memoria col suesposto 
titolo nella quale riferisce le sue esperienze fatte con questo rime- 
dio. Egli euro trentadue casi di ulcerazioni tubercolari delle corde 
vocali coll’acido lattico; e di questi, quattro furono guariti com- 
pletamente, due quasi, quattro furono molto migliorati, ed in sei 
le ulcerazioni non furono guarite, ma il suono della voce fu rista- 
bilito, e fu alleviata la disfagia. Egli adopra da venti a trenta per 
cento della soluzione applicata col mezzo di un guancialino di co- 
tone assorbente, e preceduta in certi casi da un’applicazione di 
cocaina. Allorch& si stabilises una maggior tolleranza esso adopera 
un ottanta per cento di soluzione dell’ acido puro, e le applicazioni 
sono continuate finchd V escara cade. Tali buoni risultati in un’ af- 
fezione cosi intrattabile sembrerebbero autorizzare ulteriori sperimenti 
coll’ acido lattico. » Il Medical Record da cni b tolto questo referto 
b un giornale allopatico. Cosi V uso del Lactic . acid, fatto dagli 
omiopatici non sar& pib ridicolo, dopo tutto. 


Lachesis nove-milionesima. — Il Dott. E. W. Berridge narra 
quanto appresso: « Sotto il giorno 2 Dicembre 1886, la signorina 
B. mi scrisse di aver avuto un cattivissimo raffreddore al petto per 
otto o nove settimane, cbe si lascib dietro un orribilissima sensa- 
zione nel petto, una sensazione dolorosa, ed una sensazione come 
se essa respirasse attraverso ad una fitta coperta di lana; non come 
se la coperta fosse alia sua bocca, ma come se essa fosse al fondo 


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RIVISTA OMIOPATICA. 


381 


della sua gola, precisamente nella piccola fossetta sopra 1* osso dello 
sterno. I sintomi sono molto aggravati se essa pone la sua mano 
sul petto o nella piccola fossetta del collo. Negli ultimi pochi giorni 
un po’ di sangue le uscl di quando in quando dal naso soffiandolo. 
II giorno appresso io le riraisi una dose della nove-milionesima 
potenza di Lachesis , che gentilmente mi aveva mandata il Dott. 
Fincke. Ed il 5 Gennajo 1887, essa mi scrisse che i sintomi spari- 
rono in una settimana e non erano ritornati. (The Homoeopathich 
Physician ). 


Conium. — Un cancro della mammella fu guarito con questo ri- 
medio, dato in due dosi della 1000 a potenza, ripetute una volta in 
quattro settimane. — Gostantino Bering . (The Medical Advance). 


Pulsatilla , quando la donna giace colle sue mani sopra l’addome. 

Sulphur . — Il Dott, Martin guari due casi nei quali il fanciullo 
lasciava cader la testa sulla spalla sinistra ogni giorno ulle 4 pom., 
la quale rimaneva in questa positura fino al mattino seguente. 

Lauro cerasus . — Il paziente prova la sensazione come se il 
cuore si voltasse, cagionandogli un respiro affannoso; miglioramento 
nel giacer giu. Sensazione come se un grave peso o fardello cadesse 
dalla bocca dello stomoco verso il dorso. — Dott H. N. Martin . ( The 
Medical Advance). 


Jndice 

DELLE MATERIE CONTENUTE 

ncll’ annata XXXII. 


i, 




Lnglio 

Society Hahnemanniana Italiana. — Anno III. 

Ripetizione della dose, del Dott. P. P. Wells . 

Riflessioni cliniche del Dott. Ad. Lippe . . . . 

Casi di malattie guarite dal Dott. T. Skinner: - Attacchi 
di convulsioni in un bambino di due anni e mezzo; 
— Cattivi effetti della vaccinazione; — Yertigini, 
duranti e dopo i pasti, di cinque anni di durata . 

Intorno a Pasteur, giudizi del Dott. Heermann 

Cenni terapeutici del Dott. C. Hering . 

Appunti clinici: — Una nota clinica di Apis ;— Mercu- 
rius corrosivus; — Hepar sulphuris . . . 

Note e notizie .. 


Pag. 5 
» 13 

» 22 




» 23 

» 28 
» 30 

» 31 

» 32 


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382 


RIVISTA OMIOPATICA. 


Agonto 

La filosofia della Materia medica, il suo studio e i suoi 

usi del Dott. P. P. Wells.Pag. 33 


Note da un discorso estemporaneo su Plumbum , del Prof. 

J. T. Kent ..» 44 

Riflessioni cliniche, del Dott. Ad. Lippe . ...» 53 

Belladonna e i suoi alleati nella cura delle malattie dei 

bambini, del Dott. Edward Cranch ...» 59 

Neuralgia delle Ovaje e dell’Utero, del Dott. E. P. Hussey » 62 

Yerificazioni di Apis ed un fatto notevole ...» 63 

Appunti clinici: — Dulcamara ; — Veeatrum . » 63 

Note e notizie .......... 64 

Settembre 

Guarigione di uno scirro della mammella per il Dott. At- 

tilio Mattoli.» 65 

La filosofia della Materia medica, il suo studio e i suoi 

usi, del Dott. P. P. Wells ....... 74 

Yi b qualche cosa in Sulphur (F. C.) ?, dei Dott. E. W. 

Berridge ..» 88 

Incontinenza notturna di orina.» 91 

Riflessioni del Dott. F. S. Davis . . . . . » 92 

Speriraentazione involontaria di Aralia racemosa, del Dott. 

G. M. Pease.» 94 

Appunti clinici: j- Coffea ; — Arnica; — Sulphur; — 

Psorinum ..» 95 

Note e noiizie.» 96 

Ottobre 

Quale b il miglior metodo di scegliere il rimedio? del 

Dott. P. P. Wells.» 97 

Apium virus ; Note da una lettera estemporanea del Prof. 

J. T. Kent.» 106 

Sudori ai piedi per il Dott. E. Farnias . . . . » 117 

Un breve studio di Xanthoxylum del Dott. Carleton Smith . » 120 

Due casi di neuralgia del Dott. Wm. Jefferson Guer- 

nesey.» 123 

Una nota sulla cancrena.» 125 

Appunti clinici: — Sulphur; — Sanguinaria . . » 126 

Yarieth.» 127 


rVovembre 

* 

Che cosa b l’Omiopatia? del Prof. J. T. Kent . . . » 129 

Il valore relativo dei sintomi per il Dott. Ad. Lippe . » 138 

Note da un discorso estemporaneo su Sepia fatto dal 

Prof. Dott. J. T. Kent.» 144 

Febbri intermittent! croniche nei bambini, del Dott. Wm. 

Steinrauf.. . . . » 153 

Un caso di eczema - Mezereum . . . . , » 155 


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RIVISTi OMIOPATICA. 


383 


Rimedj che agiscono sul tessuto cicatriziale del Dott. E. 

Fornias ..Pag. 157 

Verificazioni.. » 159 

Note e notizie.» 160 

Dicembre 

Gli obblighi del mondo verso Hanemann, del Dott. E- 

doardo Bayard.» 161 

Natrum sulphuricum e Sycosis ,• del Dott. J. T. Kent . » 167 

Riflessloni cliniche del Dott. Ad. Lippe . . . . » 179 

La caricatura della patogenesia dei medicamentl del Dott. 

Hughes per il Dott. E. W. Berridge . . . . » 184 

Osservazioni cliniche.» 188 

Sulphur nel panereccio.» 189 

Appunti clinici: — Thuya nella diarrea ; — Natrum 

muriaticum nelV epistassi . , . . . . » 191 

Note e Notizie, e necrologie.» 191 

Gennafo 

Idrofobia: preservazione e cura; del Dottt. P. P. Wells . » 193 

Peritonitis puerperalis , per il Dott. Ad. Lippe...» 205 

Note di una lettura sopra Staphysagria del Prof. J. T. 

Kent.» 212 

Scarlattina del Dott. J. M. Pease.» 218 

Ulcere della cornea; estratto da varie fonti cliniche dal 

Dottor E. W. Berridge.» 220 

Dodici regole per la cura degli oreochi » 221 

Appunti clinici: — Zachesis nel mal di gola ; — Ulcere 

indolenti; — Calcarea fluorica; — Natrum mur . . » 222 

Note e Notizie.» 223 

Febbralo 

Terapeutica della Difteria, del Dott. Julius Schmitt . » 225 
La base della cura, del fu Dott. Carroll Dunham . » 231 

Note da una lezione estemporanea sopra Ferrum, del 

Prof. Dott. J. T. Kent.» 236 

Omiopatia progressiva, del Dott. Ad. Lippe ...» 244 

Alcuni casi Clinici, del Dott. A. M. Cusing . ... » 251 

Febbre intermittente, Dott. C. B. Gilbert . . . » 254 

Appunti clinici: — Carbonchio o carboncello; — 11 Dot - 

tor Kent sulla Sicosi .» 255 

Note e Notizie.» 256 

Marzo 

Chirurgia pratica e medicina specifica del Dott. P. P. 


” WHO t 

Note da una lezione su Veratrum album del Prof. J. T. 

Kent ..» 267 

Rimedj che hanno il loro tempo del Dott. Carleton Smith » 275 

Note cliniche — Dismimorrea del Prof. J. T. Kent. . » 279 


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384 


RIVISTA OMIOPATICA. 




Alcuni casi clinici del Dott. W. S. Gee .... Pag. 281 
Sintomi peculiari del Dott. E. W. Berridge . . . » 285 

Orzuolo del Dott. Geo. H. Clark. » 286 

Appunti clinici: — Sanguinaria nel reumatismo; — Lappa 

major. Prolapsus .» 287 

Note e notizie.» 288 


Aprile 

Tellurium , del Dott. Ad. Lippe. ; 

Chirurgia pratica e medicina specifics del Dott. P. P 
Wells ........ 

Appunti di Materia medica nel Dott. C. Carleton Smith 
Casi clinici del Dott. J. D. Tyrrel .... 

Cimicifuga o Actea racemosa; lezione del Prof. J. T. Kent 
Casi guariti con Zac vaccinum defloratum dal Dott. S 

Swan .. 

Osservazioni sulPOmiopatia del Dott. Gross 
Appunti clinici: — Lac caninum; — Nitroglicerina; — 
Tarantula; — Cura delVasflssia del neonati; — La - 

chests .. 

Note e Notizie. 

llagglo 

Qual’fc la cura veramente omiopatica delle scottature e 


delle abbruciature, del Dott. Ad. Lippe ...» 321 
Note da una lezione su Cadmium sulphat del Professors 

J. T. Kent.» 325 

Casi clinici, del Dott. E. W. Berridge , . . . » 333 

Eczema capitis . ...» 341 

Sintomi costituzionali per il Dott. W. S. Gee ...» 342 
Metodo di Hahnemann per individualizzare ...» 348 

Caratteristiche, del Dott. C. Hering.» 350 

Appunti clinici: — Lac felinum ; — Sepia . . . » 351 

Un successo dell’Omiopatia in Inghilterra ...» 352 


Giugno 


» 289 

» 294 
» 304 
» 307 
» 309 

» 313 
» 315 


» 318 
» 320 


Breve repertorio di medicine che affettano le narici po¬ 
steriori con commenti e suggerimenti del Dottor E. 
A. Ferrington. 


% 


Cess6 il Cholera-Morbus. — Fine delle inoculazioni, del 

Dott. Wonner.. 

Casi clinici del Dott; W. J. Guernsey .... 

La Teoria psorica . . .. 

Come studiare il Repertorio, del Prof. J. T. Kent . 
■fcppunti clinici: — Pochi sintomi clinici di Apis ; — Lac- 
f tic acid, nelta tisi laringea; — Lachesis nove-milio- 
[ nesima; — Conium ; — Pulsatilla; Sulphur; Lauro 
) cerasus .. 




» 353 

» 362 
» 368 

» 370 
» 375 


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