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STORIA
CIVILE
DFXLA FEDELISSIMA CITTÀ DI CAFUA,
PARTITA IN TRE LIBRI:
Ne" quali fi fa memoria de' fuoi Principi , e de' fuoi Fafii dalla prima
antichiflìma fua fondazione fino all'anno 1750.
COL MINUTO RAPPORTO
Dtl Ducato Beneventano , de' Tr'inc'ipì barbari , con divcrfi tiìjjèrta^iom,
e colla notìzia de' vari , e principati Edifi^} , mi/ero
avanzo della fua amichiti .
OPERA
DELL'ARCIDIACONO DELLA METROPOLITANA CHIESA DI CAPUA
FRANCESCO GRANATA
LIBRO L E IL
IN NAPOLI MDCCLIL
NELLA STAMPERIA MUZIANA
COKLICEKZA DE' SUPERIORI.
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ALLA SANTITÀ DI N. S.
BENEDETTO
PAPA XIV.
GLORIOSAMENTE REGNANTE.
RESENTANDO a* voflrì
fantiflimi piedi la mia Sto-
ria Civile di Capua , che
non già per vaghezza di
mandarla alla luce 3 ma per
folo alleggiamenro da' ftu-
dj più Teveri del Foro Eccleflaflico > e per
gratitudine verfa Ja propria Patria , mi
a 2 fon
fon moflb a compilarla , e diflenderla-. ;
prendo divoto ardimento di farla compari-
re coireccclfo , fublime 5 ed immortai nome
della S;V. infroòte . La'grand'idea ? che for-
mai del compiuto voltro /carattere , pri-
ma ancor di comparire qual Viceddio in
Terra , come d'un Eroe per prudenza.^ ,
dottrma , e bontà tra tutti del nofìro fe-
colo il più ragguardevole 5 e venerato,
e la fpecial tenutezza , colla quale mi aftrin-
fe il voflro magnanimo cuore , nel folleva-
re , appena alTunto al Soglio di Piero,
a fervirvi in grado di Cameriere d'ono-
re, rumile? ed ollequiofo mio fratello Giam-
battifla , continuando in lui , ha già tre-
dici anni , la paterna amorofa protezione;
mi han dato (limoli troppo acuti di giu-
fìizia non meno , che di gratitudine , iru
dedicarvi quelle mie , qualunque fienfi ,
mefchine5e male acconce fatiche. In ve-
rità fin dalla mia giovanezza provai nel-
l'animo non picciol contento nel fentir
fovente crefcere il grido della fama^ ,
che nel Foro della Chiefa, e del Regno
efaltava a miracolo la dottrina, e la giu-
rifnru-
riPprudenza del gran PROSPERO L AM-
BERTINI : altri encomiando l'acutezza
della voftra niente, altri ammirando Ja_.
fecondità della vofira fapienza? ed ognu-
no nella Curia Romana, di tutte le altre,
madre Tempre, e maedra, contemplava^,
attonito, ed iflupito il penfar voftro lu-
niinofo 5 e grande , il culto ragionare , ora
avvocando , ora in diverfi gradi di Pre-
latura giudicando le caufe . Ma oh quan-
to fopravvanzaron la comune idea ! oh
quanto foprafFecero Tuniverfale afpettati-
va le belle Opere , ed i pieni , ed eru-
diti volumi , che a pubblico vantaggio
della Chicfaje delle facre lettere caccia-
ile fuora alla luce ! Sono elleno / Fa/ti
de' Scìnti , / Dogmi del Sacrofanto Mijìero
cfeirAuare , la V. ria Difciplina de' Cano^
ìli 5 la Diritta gè lofi norma della heata^
canonizzazione , la Riforma della voflra^
Bologna in quel Smodo , che nella Santi-
tà , nella prudenza delle Tue leggi fece^
chiaro ,_e palefe al mondo, che farefte^
in breve tempo , come già avvenne , al-
la Cattedra di Piero , al governo della^
CJbie-
Chìefa aflunto amorofiflimo Paflore.Ora
qui fedendo al timone della combattuta,
ma fempre falva navicella j quaPè la cal-
ma , che gode ? la greggia de' Fedeli da
voi co' pafcoli di facre iilruzioni , e di
fantiffimi efempj guidata , e mantenuta..,
qual'ubbidienza , qual'ofltquio non vi ren-
de Pfotto la vodra paterna condotta qual
armonia non fiorifce in tutti i Principi
dell'Orbe Cnttolico ? qual fortunato go-
verno non ifperimenta l'ampio vof Ito ita-
lo ? quali felicità non guiìano i popoli ,
e le nazioni per quella paterna irtanche-
voi cura , per cui notte , e dì travaglia-
te a mandar fuori Bolle fanti/lime , che
fono , e faranno ne' fecoli avvenire nor-
ma alla Prelatura 5 fortunato dettaglio al
Foro del Sacerdozio, e dell'Imperio?
Voi in fomma, PADRE SANTO, da
grandi Eroi di nobilillimo fangue , da^
tronco in rami > e da Padri in figliuoli ,
fempre illuflre , gloriofo , e chiaro nella
fantith , nella dottrina , e in tutti gli al-
tri pregi degno perfetto germe , e ram-
pollo , follevalle le fafce de' maggiori al
Tri-
Triregno ; talché Voi il maflimo acco-
gliere, e ne portafle il loro merito iru
Voi efprelTo , e derivato ad effer immor-
tale , e prefente al giro di tutti i fecoli.
E laddove i farti dell'antica vermiglia.,
fempre rinomata Lambertim Cafa modrsi^
rono fin oggi , dal tempo più rimoto ,
e barbaro , Prelati fantiiTimi , che la^
Chiefa , ed i fuoi diritti dotta , e co-
flantemente foflennero, e la loro nume-
rofa greggia a' bei pafcoli di vita , e di
falute fanta , e felicemente conduflero,
come Balduino , Vefcovo di Brefcia , Ber^
naldo di Piacenza, ed y^/^^r^t?, Arcivefco-
vo di Milano, Eccellenti Senatori, G^/-
ào j Leandro , Alberto Confoli della Patria
più fiate , Guido Antonio tra i Riformatori
di quella Città nelle antiche memorie^
annoverato, Giambattijìa Sommo Preto-
re nelle Città di Sralla , ed Anverfa nel-
le Fiandre ; Capitani forti/limi , come..
Gherardo^ che nel fecolo XI. fiorita fcel-
tiffima truppa di tremila Bolognefi all'ac-
quiilo di Terra Santa col fenno, e colla
mano gloriofamente condufie j quel valo-
rofo
rofo Guido , che prefa a favor della Chie-
fa la Croce , ben diecimila fotto la fagra-
ta bandiera reclutando , ufcì dalla Par ia
a difender la Santa Sede , e ne ritornò
di trofei 5 e di trionfi onufto; e quell'al-
tro Guido y che alla tefta dAV e(ercito
Modanefe dalla Capitale di Regio sul-
le frontiere del Parmeggiano altre Piazze
occupò , altre diflrufle : a tanti Eroi ag-
giunterò altri fa/li Egam y che dando la^
rotta a Vifconti , meritò dall'I mperadore
rinfegna dell'Aquila ; ed AJdragbetto, ch^^
dopo aver ridotta Valenza a divozioneL>
dell'Aragonefe , ed occupate Tlfole Balea-
ri in faccia a Catalogna , forti in premio
di quel grato benefica Regnante l'ufar nel-
la fua divjfa Lamhertiui le armi medefi-
me della Real Cafa di Aragona . Ma do-
vrei eller troppo proliflb,e formare in-
teri volumi 5 fé tutti volefli qui nume-
rare gli Eroi , e far catalogo degl'innu-
merabili fingolari/fimi pregi di voflr' an-
tica f.^mpre gloriofa famiglia ; e perciò
itimo tacere i Fondatori degli ordini ca-
valereichi ^ come di Ugolino , iftitutore^
de'
de' Frati Gioviofi di S. Maria Gloriola^,
patto fotto filenzio i tanti Ambalciadon,
e Legati a' Re , ed a' Principi Sovrani,
come i mentovati Guidone .(^à Efram-Ao-
]o rifletto, che Dio, per vie più rende-
re illuiìre il voflro Cafato, ed immorta-
le , fé concorrere la fìefla Santità nella-
perfona della B. Giovanna , compagna.^ ,
e fedele imitatrice di S. Caterina di Bo-
logna , e nella perfona della B. Imeldcu >
per cui d' eflTere fiata loro alunna fin og-
-^gi contendono gli Ordini ragguardevoli
di Agollino , e di Domenico . Or tante , e sì
diverfe prerogative ravvilàte nella Profa-
pia Lambert Ì7ii , tutte in se fleflo deri-
vate , e raccolte mollra BENEDET-
TO XIV. Pontefice Ma/fimo. E (ebbene
di quefla mia candida , e fedel dichiara-
zione fembra venirne tocca la vo/ìra im-
pareggiabil modeitia , ed umiltà profon-
difi^ima ; pure fiavi accetta, e vi ferva di
folletico a render grazie airAltiflimo , che
vi fofliene in grado di poter reggere- ,
e benedire tutto quant'è l'Orbe Cattoli-
co , continuando lo zelo j e l'impegno,
b che
che i voflri maggiori per la fanta no-
(Ira Religione, e per la Chiefa ebbero,
e piamente mantennero .
Or quantunque , BEATISSIMO PA-
DRE , portiate nella mente un Mondo,
a guifà di colui , le cui veci qui giù (o-
(tenete , non ifdegnate , di grazia , fer-
mar brievemente lo (guardo benigno
sulla mia Capua , fcorrendone con occhio
illuminato gli antichi fuoi monumenti ,
e quei faili , che conferva da fecoli mol-
to più vetufli della Romana Repubblica:
vi piaccia di leggere tante vicende iru
una ilefla Città , e vederla Signora dar
leggi a tante nazioni $ poi gemere fotto
il dominio de' Romani ; ora rifiorata da-
gllmperadori , colla deduzione di vigo-
rofe , e ricche Colonie , innalzare altiera
il capo ; ed ora chinarlo, abbattuta da'
Vandali , incenerita da' Saraceni , impo-
verita da' Goti , inquietata da' Longo-
bardi, dominata da' Normanni infino fot-
to il Principe Rugiero , che fu primo
Re di Napoh,e di Siciha; ed è appun-
to tutto ciò ; che comprende quefb mio
pri-
primo difadorno volume . Degnatevi in-
tanto di gradirlo , e fargli godere l'al-
ta protezione , di cui già per fuo pro-
pizio defilino il voflro adorato nome lo
adombra , e lo ricuopre ; mentre io gra-
to Tempre alla magnanima voflra condi-
fcendenza , altro far non poflo , che por-
gere inceffantemente al Signore calde^,
fervorofe preghiere , affinchè faccia alla—
S. V. intiero confumar quello fecolo con
perfetta falute , e con fomma continua-,
tranquillità d'animo a prò della Chiefa,
e di tutti i fuoi Fedeli . E già col più
umile divoto rifpetto vi bacio il fantilTl-
ino piede , dicendovi con animo oflèquio-»
fo , e fmcero :
PROSPER PROCEDE, ET REGNA,BENEDICTE,PER ORBEM
AUREA SAECLA REDUC . VOX PATRIS INTONUIT . W
Capua I. Ottobre 175*.
Umìlìjlfimo , dìvotljjtmo , MUìentlJJlmo fervo , e figlie
Francefco Arcidiacono Granata .
U) Tfaìm. 44i
FRANCESCO MARIA PRATILLO
ALL' AUTORE,
SE fu fempre degna , e laudevol cofa riputata il fer»
ifìre la propria Patria , quanto maggior mente dovranjì
dalla Patria efiimare quc cittadini , i quali per ejfa
incejjantemente faticano a raccoglierne i monumenti^
f confegnarli alla memoria de' pojìeri , per renderne im*
mortale fempre più appo di ejjt la ricordanza ? Se cotale
jìimolo di gloria per eJJt , e per le loro Patrie , Nazioni ,
e Provincie non avejje animato le penne di tanti Scritto^
ri I dov è , cl?e Jì Japrebhono a' nojiri tempi le Jiorie de*
Greci , de' Romani , e di tanti altri popoli , o dagli Uf7Ì ,
0 dagli altri dome y e foggetteì Con quejia quanto giujìa^
altrettanto Z'era , e ragionevole majjima , io mi ricordo
azere a Voi con altra mia nello jcorfo anno animato a^
dijìendere la Storia della nojira pur troppo celebre Città
di Capua , della quale pojjìamo con onore vantarci comuni
allievi , e cittadini . Godei infatti udire da buoni amici ,
the Voi faticavate inceffantemence a lì nobile , e ghriofo
lavoro 9 al quale per no/ira fatale fciagura non potè dar
intero foddisfacimento il nojìro Scipione ò annulli ( che fu
il primo a imprender quejt' Opera J di cui ne abbiur/70 gli
Annali MM,SS,\ ma perciocché in quei tempii ne qua^
li fcrijfe , cioè poco dopo la metà del XVI. fecolo , nciL^
erano ancora ufcite fi4ori degli ArchiV) tante recondite^
Cronache , membrane , e fpeciojt man ufcr itti 3 tn^^'lte cofe^,
da quello per altro valente Storico furono tra/andate , ed
oltre fenza ver un gìufio criterio aff^.iliellatc ^ e confuft^j
^.nne quejV Opera da nojiri valentuomini condannata o-*
rimaner jepolta ne' fcrigni de fuoi eredi. Tra i revifori di
total Opera furono i due famojt luminari della nojira^
Città , Camillo Pellegrino ti vecchio , e Giambattista zit-
tendolo , /■ quali y per foddisfare al dovere di buoni citta-
dini , e per aderire d gtujii dejidir] degf lllujìri òenatoriy
che
che avrehbono voluto "vedere una piena Storia della loro
Città , Jì pojero a tal impiego . Ma o che altre cure ulì
aveffero dijlolti , 0 che o'juto a^Deffe loro mancato , nulla
da' me dejìmi Jì profitto , e dal Pellegrino folamente pochi
fogli fi dìjìejero , come fondamento di total nobile > e glO"
riofo edifizio , de' quali forfè a miglior tempo col refi unte
delle opere , non ancora ufcite in luce di quefio Autore ,
ne fari un dono al Pubblico , ed al nojiro Senato , col man"
darle alle fiampe unitamente colle fue Poe/le , e con tut-
te le fue lettere , e rifpnjìe , fatte alla lllujìre Accademica
della Crujca , per la fumo fa difefa , cu^ egli intraprefe a^
prò dell' afììico Torquato TaJJo . Si offerì poco dopo a que-
Ji' onoreZfol impiego il noftro 'Dahntifftmo Letterato di que*
tempi il Primicerio della Chiefa Metropolitana , Frante fco
Antonio d' ha , // quale perchè mandato in Roma due Zfol'
te dal Juo Capitolo , ed Arcivefcovo per gelofi affari , in-'
termejfo il lavoro^ e diftolto da quefii fiudj y nuli' altra^
co fa t eJÌQ in morte a* fuoi eredi , che poche co fé di nota-
menti per la fua grand' Op^ra . Difgrazia , che poco dopa
avjenne al nofìro rinomato Canonico Francefco Antonio
Tofhmafiy Patrizio di Capua ^ dal quale y mentre fi anda«
vano raccogliendo e libri , e tìsemorie per lo fuo lavoro »
pajfato in i<o?/?a , e qi^i^t checo 1"^ icario Generale di Co--
<mo y fegnalandofi in quella Diocefi il fuo zelo , e dottri-
na , dopo alquanti anni eletto Ve [covo di Tiano , lafciò di
vivere , Jenza poter vedere la fua Spofa , né tampoco la~*
cara Patria . Il degnijfimo noftro Canonico Michele Mona-
co alle infinuazioni del Card. Gaetano , allora ArcivefcO'
vo di Capua , compofe la fua Storia Sacra di quella Chie-
da lul modello , difiefo dal Ven, Card. Bellarmino , predecef-
/ore del Gaetano , nella Cronologia de' Vefcovi della mede-
ma Chiefa 3 e raccolfe con gran fatica , quanto potè , pey
illufirame la finria j dando egli luogo al fuo caro amico ,
Camillo Pellegrino il giovine , di comporne la Stona profana^
per la quale pubblicò egli in alcuni opufroU della Storia^
de' Principi Longobardi , e l' Apparato alle antichità di Ca^
pua y jiampate in Napoli verfo la mesa drillo fcorfo f ecolo j
e rie compi perfettamente la compilazione i ma per noitra
fatah
fatale [clagura a cQgton dì una forte geìojìa , che V /«-
ccrhhro , di doZ'er forfè altri frofittarjì di fue fatiche^ y
hella fua , eh' egli credette ultima infermità , fé quelV
- efera , ed altre molte condatìnare miferametìte alle Jìam"
nie , Molte cofe rima fero prcjfo il fido jìmanuenfe ^ e com*
tagno y Fabio Vecchioni ( delle girali molto appo mejt con^
ferva tr aferi tto dal proprio originale y che ora è prejfochè
interamente perduto , benché foffero To. XXVL , e altri
Codici MM, SS, ) ma quefte memorie fono in sì fattoi
maniera confufe , e mal digerite , che poco tuo puh far fe-
rie , faho che di quelle , eh' egli o intefe , o trafcritte^
ave a dal fuo maefìro , t direttore .
Vi confeffo con amiche'Dole confidenza over anch' io
fenfato a quejìo così degno lavoro y e già molti materiali
apparecchiato avea per la Jìruttura di qnefì' edifizio 3 m(è
r effermi di cojìì allontanato , e /' aver conofciuto tra' nO'
Jìri un certo fpirito d' invidia , e di emulazione , pur trop*
pò indegna all' onor della Patria , mi fece da ciò aliena»
re y e mi fon contentato di lavorare sulle Vefìigia del Pel*
legrino alla Storia de' Principi Longob- , e forfè ancor dO'
pò quejìa , ne II' /apparato , 0 fian Difcorfi della Campania.
Mancava adunque chi imprendere quejia fatica 5 e perciò
io quanto mi confo/ai nel fendre di axjerla zjoì comincia-
ta j altrettanto V animai con ijìimoli di gloria a profeguire
ì ' impvefa , quando vi degnajìe farmi ajfaggiare porzione
di ejfa y in trafmettendomela qui . Sta quid meminiflo
juvabit , fé fono fiato da buoni amici ofjtcurato , che Voi
ciò facefìe unicamente , per divertirvi dalle ferie applica»
zioni del Foro, e del proprio if/.piego y fenza però aver af»
fatto idea di voler dare alla pubblica luce un* Opera , che
da due fecoli fi afpetta dalla no/ira Patria non folamentey
ma da tutta la Repubblica Letteraria ? Ma perché ciò $
Jìimatifimo Amico , e Signor mio , perché perdere i f udo-
ri y ficcome credo , di più anni ì per qual cagione defrau-
dare al pubblico bene , e vantaggio della nofìra Patria^
una Storia , che renderà voi , ejja , e tutti i fuoi citta-
dini immortale , e famofa ne' fecoli avvenire ? Se pofcia^
fojfe quefla una trìfia fatalità di Capua di non poter ve^
dere
dere giammai di lìe fa una Storia compiata da* tempi pur trop*
pò vetujìi di fua fondazione finora , io non so vìù , ch^^
dirmi . Deplorerò la fua fciagura , e porro cogli altri la^
mia mente in quiete , col dire , che o non merita ella dal
Cielo total favore y o che porti da II* infegna delle fue £//-
pere il feral dejìino di ejfer fempre attojjìcata da* proprj fi-
gliuoli , ed alliezfi . Stimo perà , a mio credere , che tanto
l* uno y guanto l* altro in quejla congiuntura fieno mie f al-
fe immaginazioni , e fantajhche idee 3 e che vogliate ren^
dervi una volta perfuafo a compiacere la vofìra Patria ^
che afpetta con quefla voflra Storia maggior lufìro , c_*
fplendore .
Io mi vado ben figurando il motivo della vofìra ripU'»
gnanza , in voler tenere in abf condito qusfìo t eforo 5 e farà
forfè quello del timore , che v ingombra , di non dar inte»
ra foddisfiizione al buon gufìo de* Letterati moderni , / qua-
li richiedono da ogni Storico efattezza , criterio , fiile , chia-
rezza , e che so io ì Io vi dò per manchevole in qualche^
condizione di effe la vofìra Storia j farà perciò ella 0 difu-
tile ^ 0 fvantaggiofa y 0 biafimevoleì Dicano gì* invidiofi ^
€ gli emoU ciò , che vogliano : faranno le memorie di Ca-
fua affat più glorio fé di ciò , che furono prima , col ren-
derfiatutti pubbliche y e e tiare i farà il vojìro nome fem-
pre più gloriofo col farfene riconofcere per Autore : e ve
ne avrà grado la Repubblica delle lettere y coli* ottenere un
dono y che da fi gran tempo afpettava con impazienza^ •
Qual farà ( dico io ) maggior male tener ne* fcrigni ripo»
Jìa quefi' Opera , 0 darle quella luce , la quale fé non avrà
l* ecceffo del pia ufo da* più fini y e intendenti Letterati y ri-
porterà almeno quella gloria , che merita un'Opera anco-
ra glorio fa y e defiderata ? Potrete negarmi , che ne farà
fiima y e conto la Patria ? Per chi di grazia voi impiega-
jìe la vofìra fatica > per quella certamente dovrete rifpon"
dermi , fé non Vogliate mentire , Or fé per lo Vantaggia
di lei voi facrificafìe i vofìri f udori , td ella quefio affet»
ta , per coronarla con quelle laudi di che merita , perchè
frafìornarne l* edizione , e nafcofìa celarla ali* altrui pu-
pille ì Aggiungafi a quanto Vi ho fuggerito ancor quefV al-
tro
tra rìfejfo , che ìion 'Dì la oggidì letterato per dotto , t
Z'alente che Jia , // quale non abbia riportato qualche bla*
fm.o , 0 critica da altri . Si faran perciò ejjì trattenuti
dal mandar juori le cofe loro , perchè poteVan ejjere d<L^
quakheduno attaccate ? Io mi rido di coloro , che per tema
di non incontrare gualche perìcolo ^ Jì ftan chiù fi ^ e Jug"
celiati in e afa : quello è un volontario ejìlio dal mondo ,
è un perdere a hello Jìudio il pregio della libertà , e uiu»
farjì Jìmile alle irragionevoli creature , quibus non eft in-
telleólus . Bi fogna qualche cofa confidare alla forte ^ e fa^
rìt finalmente un bel piacere ejjftr noi invidiati , o temuti
dagli emoli , che anzi temere , ed afcondtrci da loro ten^
fativi coir impedire l' immortalità del nofiro nome ^ e deU
le nofire Patrie . /agrippina ( Voi btn lo fapete meglio di me )
ìa quale a nuli* altro pofe penjìero , che a portare il fuo
figliuolo Nerone al fommo Imperio del Mondo , tuttoché
prefagita glie ne fojj'e la morte per le fue mani : occicat
{coraggìojamente rifpofe') modo imperar . L u-mo amante
della gloria propria , o della Città , in cui forti il no/ci'
mento y il foto impegno aver debbe di tali vantaggi^ e il di
più , che n avvenga , con forte coraggio dìfpr egiare , e de^
ridere .
CarìJJtmo Amico , io non ho più che dirvi . A un uom
faggio , come Voi fiete , foce ara il determinare , dapp/icchè
avrete nella bilancia della ragione pefati i miei motivi , c-*
confidsr azioni , con quelle difficoltà , che attr aver far vi po^
trebbono , e diflogliere il penfiero dal donarci la vojira de^
cna Opera . Ancor quefìo farà di pregio allo fpeciofo ca^
ratiere di degno , e nobil Patrizio , che voi nella vojira
famiglia godete antichifflmo nella nofira Città j onde fperoy
che quejia volta vi farete convincere . lo per anim^arvi mag'
gior mente , vi trafm-.tto il To, HI, della mia Opera de .
Principi Longob, , nel quale molto troverete da poter dilu^
cidare gli ojcuri fatti delle guerre tra' no/hi Longobardi
tielle vicine Città , e popoli ccrfinantt . Amutem/t Jempre-^
fili y e comandatemi , e refio col dichiararmi .
Napoli 20. Giugno i75i«
EMINENTISSI^IO SIGNORE
GEnnaro , e Vincenzo Muzio , pubblici Padroni di Stampa Ir
quefta fedelidìma Città di Napoli , fupplicando cfpongono
alTEm. V. come deiìderano dare alJe (^ampc un* Opera in due
Tomi in 4. , intitolata ; Storia Civile diU-i Città di Capua , ccmpo-
fia dall'Arcidiacono di quella Cattedrale , Z>. Francefco Granata . Per-
tanto fupplicano l'Em.V. dafne il permcffo , con commetterne la
revi/iune , e l'avranno a grazia ut Deus &:c. U
Dominus D.JìIcoIjhs Martorellus in Lycaco Neapolitano Lingttae
Grcecae Profelfor , & S. Tb. revideat , C referat . DatMn NeapoU
hoc die 16, Fcbruarii 1751.
C. EPIS. CAJACENSIS VIC. GEN.
Julius Nicolaus Epifc. Arcadiop. Can. Dt^*
SI sa , che la Storia di Capua è Hata affai bene iiluOrara da uo-:
mini difìinti per fapere , e mi avanzo a dire , che fra tue-
te le Città Gel Ktgno tfla conta più bcrirtori , che hanno avu-
to piacere di renderla iuminola 5 fot fé qualche nuova notizia-»
e ragguardevole era nmafa o oftura , o tralcurata , onde fi é in-
dotto l'Arcidiacono Granata a racct^ria , e a dciìderare éì porla
in jiiampa 5 td ho /ìcura lufinga , che /ì accetterà con plaufo
l'opera lua , e fé ne farà quell'onorato conto , the merita . Intan-
to^ non vi è ccfa , che per la ragione tcclcfialtica ne poflìu
impedire la pubblicazione. Nap. 7. Luglio 1752.
Giacomo Martoreili Rea) Profvflbrc ;
Attenta relatìone Domini Rcviforis , imprimatur , Datum NeAa
fifli hac die 20. OSobris 1752.
C. EPISC. CAJACENSIS VlC. GEN.
Julius Kicolaus Epifc. Aircadiop. Can. Ocp.
S. R. M.
SIGNORE
GEanaro , e Vincenzo Muzio , pubblici Padroni di Stampa In
qucfta fcdcliflìma Città di Napoli , fupplicando cfpangouo al-
la M. V. come desiderano dare alle (tampc un* Opera in Uue To-
mi in 4. » intitolata : Storia Civile della Città di Capua , compojU
dall'Arcidiacono dì quella Cattedrale , D.Francefco Granata . Pertanto
fuppiicano ia M. V. darne il permeilo , con commetterne la rcvi«
/ione , 0 l'avranno a grazia ut Deus &c.
Admodum Rct/er, D. Jacobus Martorelli in hac Regia Studiar um
Univerfttate Profeffor in Cathedra Linguae Graecae revidcat , & in
fcriptis referat . Neap. die 25. menfis Ma\i IJ")!»
CGalianus Archiep. The/Tai. Capell. Major .
LA Storia di Capua, che ha adornata l'Arcidiacono, tranccfco Gra-
nata , uomo conofciuto alla Repubblica letteraria per la Tua lìn^
golare dottrina, ed erudizione, è (tata da me letta con gran piace-
re , e non piccola utilità , avendo glTervato la fatica durata a rac-
corre da ogni Torta di Scrittori le notizie più proprie per illullra-
re sì rinomata Città ^ e comechè non pochi hanno intraprefo il me-
de/imo arduo Toggetto, e vi fìeno riufciri , egli ha faputo tuttavol*
ta , dopo tanti Scrittori , rinvenire e metodo , e cofe , che fcmbrano
non di poco aver fuperato il loro gloriofo travaglio . Qucfte fati-
che Tempre Tono accettevoli , perchè s'aggirano a renU^^re illuitri
agli ftranicri le Città noftrc , ed in ifpcciaiità quella , che fu gi-a
Capitale della Campagna 3 e ridondano in gloria del Principe , che
n'è il Signore y onde Te ne deve agevolare pretto la Itampa , mag-
giormente che l'Autore ha oifervato tutto il dovuto riipeito a* di-
ritti della Sovranità . Kap. 14. Nov, 175 1.
Giacomo Martorelli Reai Profcflbre .
Die ip. menfts Novembris lyji.
Fifo Refcripto Suae Regine Miijejiatis j'ub die 24. currentis menfts ^
& anni , ac juprafcrìpta reLuione fatìa per Rev. D.Jacobum Martorcllnm
de conmiiffione Rcv. Regìi Capellani Afajoris , praevio ordine praefatae
Regiae M.ije/iutis .
Rcgalis Camera San6$ae Clarae provìdet , dceernit , atque man*
dntt quod imprimatur cum inferta forma praefentis fupplicis libelli, ac ap"
probatìone diCiì Rcviforis ^ verum in pablicatione Jervetur Regia Pra^m
natica , ffoc Jham &c.
CASTAGNOLA. ANDREASSI .
Illuft. Marchio Danza PraeTcs S.R.C. tempore lubTcriptionis impcditus.
Ccicri Auiarum Praefccìi S. R. C. non imcrfuerunt .
Kes. fol.^i. a ter, Maftellonus .
Larocca .
I N D I e
DK CAPITOLI DE' DUE LIBRI , CHE Sì CONTEN-
CONO NEL PRIMO VOLUME.
L 1 B R O L
Capitolo L
DElla prima fondazione dell* antica Città di Ca-
f^a pag. t
Capitolo IL
Delia Religione , e Culto degli antichi Capuani \%
Capiroio IIL
Dello Stato , e Governo della Città di Capua , della [uà
Repubblica , e del fuo dominio 34
Capitolo IV.
Della eomplejjtone , e naturalezza degli antichi Caperà'^
ni y del loro lujfo , e delle arti , e mejìieri , che nel^
V antica Capua fi e fer citavano 55
Topografia dell'antica Città di Capua y e f piega di e f-
fa 76. 77 Capitolo V.
Della Situazione , forma , edìfizj , fi rade , infegne y ed
altro più notabile deir antica Città di Capua ' 79
Dìjfertjzìone intorno a' Gladiatori 90
■ DiJJertazione dell" infegne , 0 Jìano armi della Città
di Capua 124 Capitolo VI.
Della Città di Roma y e del fuo dominio 129
Capitolo VII.
Si profiegue la Storia della Repubblica Capuano , e delle
fue guerre 137 Capitolo VIII.
Capua renduta Prefettura de Romani 1^4
Dìjfertazione della Sacerdotejfa Paculla Minia , c^
del nefando facrifizio de' Baccanali 191
Capitolo IX.
Capua renduta Colonia de' Remani 204
Capitolo X.
La Città di Capua [otto gì' Impera dori di Roma 219
DL I B R O IL
Elio Stato di Capua ne' tempi barbari
Capi-
ìndice^de' Capìtoli • ^ *'; T
Capito 'O h - -^
Di Va fidali f e loro venuta in Capua- . t/i ,s/,: 23^
Capitolo H. t:'-
De Coti , e loro domimo fopra ,la Qttà di Capua 242
Capitolo III. "
De' due Imper adori Greti , Gìuflìniano , e Giujìino , dO'
pò la dijÌTUòibne de' Goti ,. ^^-^ , ' 2SÌ
Capitolo ly. V ^^ \ , %,
Capua fitto l * impero de ' Lon^ohardiy e della loro origine 257
^ ■ -' Capitolo V.' ' ' < a
Di Sicone Conte d\ Acerenza ^ poi Principe di Bene-
vento y t- della Città di Capua edijìcata^fopra ilmon^ /^
\-te Triflìfcoy detta Sicopoìi ^ ^ c-x^ Vib ^ < v--.V4U)-'4f*
Serie de' Conti f e Principi Longobardi ^ e Kormannit
che de tv antichij]ìma Città di Capita , e di quella 'l
edificata nel mente Triflìfco , e della préfente nuo»
'^"^va Città di Capua tennero il' dominio ^ e la Jìgnoria^
dati' arino 606, , Jino all' anno via, di nojira fa^
lute> Z97 Capitolo VI.
Siegue la faccejfione de' Prìncipi di Benevento , e de'^*\
^"^ Conti di Capua LcKgoburdi 303
''■'■\ Capitolo VIL
Della pr e finte Città di Capua '- ^ 315
Defirìzìone topografica , ed efattijfima delle Chiefit^ ,
<-Cafi Y elìgio fi , trdìfizj pubblici , Strade , è de' Palagi- ^'^\
più (ojpicui della prefinte Città di Capua 344
■/\':V. i ,».:,.• . Capholo Vili.
Ritorna l'impero de' Longobardi , e Capua Jì rende Prin-
cipato ^ -. .-."^r. v^ V o>- , 381
D^'ert azione intorno alla dignità \ e titolo di Patrizio 389
Capitolo IX.
De' Principi Normanni 424
't -* Capitolo X. ■^" ^
Seguitano i Princìpi Longobardi 428
' Poi dì nuo^o i Norrì:^ anni fino a Rugìero ^ che fu pri-
mo Re di Napoli i e dì Sicilia y con cui termina qticjioje'
tondo libro . . 447
PRE-
PREFAZIONE*
HA recato femore maraviglia a non pochi eruditi ^
come mai di tante Città non ^fìeno mancati 'baien-
ti uoìnini , che 72' abbiano fcritto i Fajii j e fokan"
to deirantichijfima , nobile , e per ogni ver fa cofpicua
Città di Capua non vi Jìa Jìato finora veruno ^ che n'avejf e
delle coje più gkrioje j'crnto la Storia , ed a pojìeri una
degna memoria tramandato . In leggendo 1 che da Livio Ca-
pua urbs pulcherriaia, urbs maxima ^^ dica i Che da Ci'
cerone -i Superborum antiqua Domus, Caput non Campa-
niae modo, feci torius Italiae , che da Floro: Ipfa caput
iirbiuiTi Capua , che da Cojìantino Porfirogenito : Prima_
urbs antiqua , & magna, che lodata finalmente da tutti
gli Scrittori con encomj di eterna applaufo , quando è lo-
ro convenuto di no^ninarla ^fi offervi 5 e poi non fapertle af"
fatto i fuoi Fajìiye 'l fondamento di tanta lode ^ non fuori
di ragione faceali vie pik nella maraviglia durare , Egli è ve^
ro , che difperfi in ?nille Autori fé ne leggono dì rimbalzo
molte co fé , avendo Livio di pajf aggio parlato di ejfa itL^
tempo della fua Repubblica y Cicerone in occafione della fua
Colonia , Floro per gli Fafii di Roma , Vakrio Majpmo , ed
altri Autori antichi in occafion di aver trattato delle Guer-
re , e degl^Imper] deC Mondo . Hi' altresì vera , cJje ne' [e-
coli a noi 'micini Camillo Pellegrino , eterno pregio e deco-
ro della nojìra Patria , non meno nella fua Campagna Fe^
lice , che nella Storia de' Longobardi molte cofe di Capua
avejfe notato : dopo di lui il dotto Canonico della nofìra Cat-
tedrale yfuo coetaneo , ed amico , Michele Monaco ne raccolfe
il Santuario : indi il gran Letterato d'Europa , un tempo De^
cano della nofìra Cattedrale Alejfto Simmaco Mazzochi fcriffe
jopra di una tronca Ifcrizione , ed in effa parlo dell'antico
Anfiteatro di Capua ^ ed ultimamente il nojìro eruditìjfimo
Canonico Francefco Maria Prati Ili nell'impegno della tan-
io rinomata Via Appia v'ha fituate alcune Differì azioni^
e Memorie di Capua , fecondo gli fon cadute in acconcio
nell'Opera da lui jiamputa ,Kiuno pero fi ha prefoilpen'
fiero di teffere di propofito un libro dellif fola Città di Ca-
A pua^
pua , 0 Jìa r antica , o la moderna , fcrìz^erne i faoì Annali
pili memorandi , Jìccome di Roma fcriffero Livio , Polibio ,
Floro , ilnojìro concittadino Vellejo Pater colo, Vittore, FefìOy
ed altri .Di Napoli fcriffero il Suìnmonte , il Forejìi , ilCa-
paccio y e prima di loro il Cojìanzo y l'Ammirato , ed altri»
Di Aver fa il Cojla , di Benevento r Arcidiacono Kicajìro j
e Mario della Vipera 3 tal che , a breve dire , ogn' altra Cit-
tà del Regno , e 7nen nobile , e pregevole , e meno antica del-
la Otta di Capua , un fuo cittadino ha ritrovato , che abbia
il patrio ft/olo dijlint amente defcritto ed illujìrato .
Tale fatica ifebbene molto grave, e oltra le mie forze,
anzi della mia profejfìone in ftiore , ho voluto abbracciar iOy
per ifgombrare non meno la meraviglia di tanti Letterati,
che per un debole fegno di gratitudine alla mia Patria la^
fciare , cui , comechè ogni qualunque Cittadino grato mo-
Jìrarjtjta tenuto , e lo debbo io fpecialmente , che fìie le protefìo
per mille benejìzj ricevuti pur troppo afìretto . Laonde mi fon
propojìo di fcrivere dopo tanti e tanti fé coli , e cominciar la
mia fatica dalla Fondazione dell'antica Capua finadora , e per-
ciò è convenuto mettermi innanzi gli occhi quegli Autori tut-
ti , e antichi , e moderni, che fparfamente chi ad un prO'
poflto ,e chi ad un'altro hanno di Capua parlato , e fvolgere
diverjì Archivj, ove molte feriti ur e rinvenir ho potuta ^fìcuri
attefiati di quanto mi ho prejijjo dì fcrivere , e cosi , come ad
un fa [ciò di divtrfì fiori in varie ajuole racco Iti , teff ere
di quejìa gran Città la vera minuta , e chiara Ijìoria .
Or per procedere con ordine in una materia si vafìa , e
rilevante , opportuno ho fìimavo di dividerla in due Tomi ,
nel primo de' quali defcrivero la Storia Civile della Città di
Capua , parlando della Città , de fuoi Principi , e de* fuoi
Fajii dalla prima fua Fondazione Jìno a tutto il corre»»
te anno millefettecento cinquantuno .
Nel fecondo Tomo poi faro menzione del Santuario Ca»
puano , de' Superiori Ecclejìafììci , che lo governarono nello
fpìrituale , delle Chiefe , de Concilj , de' Benejìzj , delClero,
e di ogn' altra cofa appartenente al Santuario , comincian-
do dal gloriofo S.Prifco , primo Vefcovo di Capua , fino al
prefente zelantijflmo Arcivelcovo D.Giufeppe Maria Ruffo.
•* ^ LIBRO
^^7^^.^a/cii ac/ zfiu . c^e/*n ■ etfcu^^
LIBRO PRIMO
Della prima Fondazione della Città
di Capua.
C A P I T O L O L
A Città di Capua , i cui antichiUìmi
principi per lunga ferie d'anni quel-
lo ancóra di Roma avanzando , ven-
ne folo ad efìer uguagliata a Cartagi-
.ne , e Corinto , Città !e più antiche ,
le più dovìziole 5 e le più magnifiche
del Mondo , fecondo fcrifie Cicerone
contra Rullo : Majores vejìri trei rati'
tum urhei in terrh omnibus Cariba^
givem 'iCorìnthum ^Capuam Jìatuerunt imperli gravitaùemi
C^ ncmen pojfe fujììnere .
L'antichità della fua origine ha refo grifìprici , così
infra di loro difcordi , che non fi è mai tra di. e (fi potu-
to determinare o l'anno certo della fua Fondazione , o '1
certo nome à^X fuo Fondatore .-imperciocché chi con Dio-
nigi vuol Capua fondata dal Tiojanp Capi (^), compa-
A 2 gno
(a) Dionif* Uh, i.
m
2 Storia Civile di Capua
gno di Enea, qui venuto dopo il diftruggimento di Tio-
ja 5 chi da' Capi Silvio , fefto Re d'Alba , figliuolo, o
fratello di Ato , e padre di Capeto . Livio la vuol fon-
data da Capie (^) , famofo Capitano de'Sanniti , da'qua-
ì'i fu foggiogata l'anno di Roma 333. > così chiamata-»
dalle fertili fpaziofe campagne , ov' è fìtuata . Vultur-
ntim Etrufcorum urbem , quae nufic Capua ejì ab Samni^
tihui captam , Capuamque ah ànce eorum Capye , Z'el quod
pr.opìui vero eJì a campejìr.ì agro appellatum , Altri dagli
Ofci (^), antichi/limi Popoli dell'Italia,! quali dall'augu-
rio di un Serpente , che in lingua Ofca Capys diceaii ,
e nel luogo, ove lo ritrovarono, ivi fu la nuova Città
edificata , e datole il nome di Capua . Altri finalraento
le diedero tal nome, per efièr capo di più C tra , Signo-
la di pili Popoli , e Metropoli di tutta la Campagna , co-
me, oltre a tanti Autori antichi, Livio , Vellejo , Diaco-
no , Servio, Dionifio d'Alicarnailb , può leggerfi prelfo de*
moderni Iltoriografi , che n'han raccolto le antiche me-
morie , di Errico Bacco , di Encenio , e di altri Scrit-
tori , rapportati da Camillo Pellegrino nella fua Campa-
gna Feìjce , e da Scipione Mazzella celle loro Defcrizioni
della Città di Capua .
Tra gli Autori più antichi inforfe altra contefa circa
la Fondazione , e '1 Fondatore di Capua , imperciocché al-
cuni edificata la voleano da Remo , figliuolo di Enea ,
e datole il nome del fuo bifavolo Capys , padre di An-
chife , il cui fepolcro fu Tempre glorificato da' Capuani ,
e credono che fofie ftato fcoverto fotto i'Lmperador G'ulio
Cefare. Altri poi con Catone, e Sempronio più fondata-
mente la vollero edificata da Ofco, Capitan de'Tofcani,
anzi dagli Ofci ifiefli o fieno Opici , antichiflimi Popoli
della Campania .
E in verità a quefto fentìmento fi fono appiglia-
ti i più aflennati Autori , ed è veramente quello , cho
deefi con maggior ragione credere , e a me più perfua-
de , che Capua , nell'anno dd Mondo 3200. fofl^e ftata.
fon-
(a) Lizfì» Uh, 4. cap, 37. (b) Ser^j» in 7. Asnsid,
%è
Libro Primo. 3
fondata dagli Ofci od Opici , i quali cogli Aufonj , det-
ti anche Aurunci , furono i primi , e i più antichi abi-
tatori del Lazio, e della noftra Campagna , fecondo fcrif-
fe Antioco, Polibio , Eliano , ed alrri^ tal che, al dir di
Catone, e di Seoibronio , Ofca fu prima chiamata , e poi
Ca pua : A Vulturm amne ad S Harem Etrufcorum ^etu-
Jiìjpmum ager fuìt , in quo prìmum Ofcam dì^am , pofìea
Capuam condìderunt . Il che poco più oltre vien confer-
mato dallo fteflb Catone ; Oj'cì , qui nunc Capuani ; e
poi da Capis riftaurata , ed ampliata . Così ci accerta,
coir autorità di varj Scrittori Ottavio Melchiore nella.*
fua erudita Storia della Città di Cajazzo , e lo conteftano
molti Autori , che andrò bel bella in feguito di quefto
capitolo rapportando .
Anzi fi rende più incontraftabile quefto mio fcntiracnto
dairoflervarfi in mezzo della Città di Capua nella Piazza
de* Giudici, fotto l'Atrio di S.Eligio de' PP.Teatini un mar-
mo ritrovato nelTantico Teatro Capuano , firuatc^ nella
Torre di Faenza , oggi di D.Gaetano Serfale Patrizio di
Sorrento, ove leggefi ; GENIUS THE ATRI , t dietro la
Figura d^ì Genio ben'efligiata fi vede un gran Serpente,
airantichillima ìnfegna alludendo de* Capuani nella prima
loro Fondazione , i quali come Oici od Opici dì origine,
faceano per lor divifa il Serpente , imperocché gli Opici
furono detti quafi Ophici , per teftimonianza di Servio
TìcWEneid. VII. , e di StefFano in oynKot^t oggigiorno la
noltra prefente Capua fa per imprefa una tazza o
dentro fette ftrpenti , la tazza , che ben fi fpiega in fe-
gno di eifer ella fiata capo , e fignora di quefta Provin-
cia , che Cratere da Strabene ù appella , e i ferpenri in
fegno degli Oici, da' quali (i fu ella edificata.
Niente dillìmile però al d/fparere di varj Autori in-
torno alla Fondazione di Capua fi è T altro intorno ai
tempo di tal Fondazione, non dubitandofi però di ^^^i^
ella la più antica Città delle più nobili , e principali del
noftro Regno , come fcriffe Coftantino Porfirogenito {a)i
Prm»
(a) Lìh» de admin» Impef, cappio.
4 Storia Civile di Capila
Prima vero^ r^rbs antiqua Capua , fecunda Keapolh , tertla
BeneVentum <, quarta Cajeta ^ qttìnta Amalpbia *E febbene
varie fodero su di ciò le opinioni de' Scrittori , io mi re-
ftringerò in narrarne loie due di due famofì Iftoriografi,
una di Vellejo Patercolo , l'altra di Marco Catone , rife-
rita dallo fìeflb Vellejo, e con efia la mia opinione di ef-
fere (lata Capua fondata digli Ofci viene con maggior
fodezza confermata, e /labilità o
Vuole Vellejo PatercoJo , appoggiato però al fenti-
mento di antichi, e gravi Autori, eh: Capua fofle ftata
edificata dagli Ofci 830. anni prima d^ì tempo , in cui
egli fcrivea la fua Storia. Marco Catone vuole, che Ca-
pua folle fiata già edificata 360. anni prima di cllèro
ftata foggiogata da* Romani , ed elTèndo (fata foggiogara
da 240. anni £no al tempo, che fcriflè Vellejo, venne
ad eflTere edificata la Città di Capua soo. anni prima,
ch'egli fcrivefTe . Or egli fcrillè fotto iiConfolato di Mar»
co Vicinio Quartino, e di Cajo Ca(lio Longino, il qua-
le fu di Roma il 782. , ed in confeguenza Vellejo , c-»
coloro , che furono della prima opinione , fecero Capua
50. anni piiì antica di Roma . Onde elfendo fiata Ro-
ma edificata fecondo il BofTuet , ed altri favj Scrittori ,
nell'anno del Mondo 3250., venne ad effer Capua edi-
ficata l'anno dQÌ Mondo 3200. Catone poi fece Capua
pofteriore alla Fondazione di Roma circa anni 282. Co-
si Vellejo ragiona: Dum in externii moror , incidi in rem
domefìicam , maximique erroris , «f5* multum dijcrepantem
AuBorurd opiniomhui 5 nam quidam hu']us temporii traBu
ajunt a Tufcis Capuam , Ko/amque conditam ante annos
fere 830. , quibus equidem ajfenferim ; fed Mar cut Cato
quantum differt \ qui dicit , Capuam ah eìfdem Tufcis con-
ditam , & Juhinde Nolam i Jietijfe autem Capuam , ante-
quam a Romanis caperetur annos , cìrciter 260 , quodjìita
eji , quum Jìnt a Capua capta anni 240. , ut condita eji ,
anni funt fere 500. Dionigio d* Alicarnaflb la riduce all'
antichità d^ì noltro Patercolo. Diodoro Siciliano poi con
Tito Livio più nuova di quello , che fcrive 1' ifteffo Ca-
tone,
Libro Primo. 5
tonc , ma con indefinito tempo la fanno .
Oico dunque , Cap'tano de' Tofcani , co* fuoi com-
pagni Ofci o fiano AufonJ , edificarono Capua V anno
del Mondo 3200. ^ prima deir edificazione di Roma so. ,
che che ne fieno le opinioni , e le fentenze di tanti Scrit-
tori. La ch'amò Ofca non meno da' ferpenti , ritrovati
nel luogo delia fiia fondazione , che dall' infegna dello
ftefib ferpente , volgarmente Ofcorzone , che portava il
Capitano nel fuo cimiero . Onde difiè Manetone Iftori-
co ; Caeculuì Cognomento Saturnui junior regnat apud
jihorìgines , & tertìo anno poji apraci T hyrrenos regnai
Ofcui , cujris inflgne fuìt ferpens ; ed Annio icrive , che
quefto nome Ofco fia vocabolo Etrufco , e fignifichi un
velenofb ferpente , dal volgo detto Scorzone • Laonde»
furon chiamati quefti Popoli Ofci dal loro Principe , che
portava per infegna la figura dello Scorzone , o fia nel-
la fpada , o nei fuo feudo , ficcome Aventino difcefo da
Ercole portava Tidra nel fuo feudo {a)
Vi&oreique oftentat equos fatui Hercuk pulchro
Vulcher Aventìnus , clypeoque injìgne paternum
Centum angues , cìndiamque gerii jerpentìhui bydram»
Or non baftaudo tutto ciò, whc fi è detto di fopra , per
iftabilire la Fondazione , e '1 certo Fondatore della Citt^
di Capua i e non efiendo ancor fazj gli Autori di difpu-
tare 5 tal che han refo quefta materia troppo dubbia ^
ed ofcura per la varietà dtìÌQ opinioni , che in tanti li-
bri {i leggono, conviene trattenermi un po' foverchio in
quefto punto , e colia maggior poflibile brevità met-
tere in chiaro, chi fu quefto Fondatore, quali i Popoli,
di qual Nazione gli Ofci H furono , quante mutazioni,
e quante volte fu la Città di Capua di nuovo edificata *
Dopo tante opinioni , ed autorità di Scrittori già det-
te di lopra vogliono alcuni Autori , che dalla Nazione
di Belo , primo Re delTAfiliia , e degli altri Beli, eh'
ebbero diverfi Imperj nel Mondo , 200. anni dopo 1'
univerfai Diluvio fofie calato in quefte noftre parti dal-
ia
(a) Vìrg, Aeneid. 7.
6 Storia Civile di Capua
h Regione della induftrioià Fenicia , o da quella di
Tripoli un certo Belo , col feguito di moltiflìme per-
Ibne , portare anche dall' Etiopia colle Joro mogli , o
figliuoli , ricercando nuove ledi , e nuove abitazioni , o
già edificarono dalla parte deftra , e dalla parte flniitra
dtl noftro Fiume Volturno in que(i^e noftre contrade di-
verfe cafucce di legno , ùtte ad ufo di barracche , o di
tabernacoli , divifì in piiì luoghi, come tanti villaggi ,
poco difcofii l'uno dall'altro, chiamando quefti loro abi-
turi col nome di Volturno . Né vi è fiata mai difficolta,
che la noftra Città di Capua nell'antico Tuo nafcere fu chia-
mata col nome di Volturno , ficconie fcriffe Livio ^ e Servioj
e fu qufifto il priino nome , eh* ella ebbe (a) ; Peregrina re:
ejì , fed memoria àìgna traditur eo anno faBiam Vulturrnim
Etrufcorum idrhem ^ quae nunc Capua eJì , E Mariano Val-
guarnara ni Comento dell' Antichità di Palermo di quel luo
Sempronio dice : Vuhurnùm quoque dìBu eJì Capua 3 e ben-
ché Camillo Pellegrino nel fuo Apparato ù^ìi Antichità ài
Capua dicefle bene , che la Città di Capua non fu mai
chiamata col nome di Volturno , con tutio ciò non può
negarfi , che nel fuo principio , non efiendo Capua Città,
ma una vera divisone di tanti villaggi , fofle ftata da-
gli abitanti , e compagni di Belo chiamata Volturno*
Erano quefti primi Fondatori dell' antich ffima Capua».
di brutto, e defForme afpetto, aveiido il Capo acumina-
to , e calvo , gli occhi incavati a guifa di lucerta , ro-
chi nel parlare , contorcendo le labbra , e la lingua , quan-
do profferivano parole, delle quali le più frequenti era-
no ofcene , ed infulfe . E in fatti prefentemente quei , che
fbggiornano nella Cofla Occidentale in faccia al max di
Et opia , quando parlano, ftridono , come le Gallinacee
d' India ne' noftri Paefì , fecondo fcrive Antonio Chiufo-
le (i») . Alcuni di loro aveano il capo di cane, e titto il
redo iìmile all' uomo > chiamaci Cinocefali , de' quali
pariO
(a) Lìh. 4.
(b) Cap. 17. della Carta de ir Affirìca .
Libro Primo. -j
parlò S. Agodino (<?) ; Cynocephali homi fi es , Vel ferae in^
jdethiopia canina habentsi capita , celerà homini Jìmìks ;
e ne parlò anche Piinio {h), quando difTe ; qi^id dicami
de cyfiocepbalis , quorum canina capita , atqtie ipfe /atra-
tui magii bejìias , quam hominei confitentur . T>\ quefti fcrif-
fc Gelilo (e) ; Gem , quam cynocephala 'vocamni , laHe vi-
vimt . Quella figura dti Cinocefalo per quello , che ho
di Icarfa conofcenza ^nW^ naedaglie antiche , non mi è
arrivata ancor di oflèrvarla ^ tua s'incontra bene in al-
tra forte d'antichità . ^à Iddoro narra , che così figu-
ravafi Mercurio Trimegiilo, perefìer quelti (tato di gran
fagacità , come cofa iodata ne* cani . E fi dice , cho
quelto Mercurio Trimegiilo , che fu dopo Mosè, dal Ci-
nocefalo avefiè apprefo la diviflone delle ore , comò
quello animale , che con pari intervalio di tempo dodi-
ci volte il giorno urinava . I>t\ rcfto gli Egjzj l'adora-
no loro Nume .
Or quefti primi abitatori à^X nof!ro Volfurno tal
Fiume per loro Dio finanche adorarono : iJ culto della
qi'alc Deità infino a' tempi de«li antichi Romani fi vide
in p.edi . Onde Tanno 1667. fu fcsvata nella Villa di
S. JOi'o rion molto Jungi dal Fiume Voiturno lafeeuen-
te licrizlcnc , riportata da Fabio Vecchioni ne*fuoi Ma-
nofcritti . {d) VOLTVRNO
SANCTO
SAC
L. VETTIVS L. F.
GN. NOVIVS Cì_ F.
L. 01 PIVS L. F.
Q^MAEVIVS M. F.
C. CAESELLIVS C. F.
A. PLOTIVS A. F.
DE SVO FACIVNDO
CVR.
B Verfo
(a) DeCìvit.Deììih 16. (e) Lib. r. Cap. 5.
(b) Z/A 7. (ci) Tof^, XIV. foL 97.
8 Storia Civile di Capua
Verfo Tanno poi 3200. Ofco , capitano Etrufco ,
venne in quefta regione d* Italia col feguito di molta-
gente Efufca e Tufca , per andarfi dilatando fulia-
terra , efiendo incapaci le loro fedi di piiji abitatori ,
concioflìachè moltiplicata era a maraviglia Ja loro genera-
zione , e già colle proprie Famiglie andavano cercando
nuovi ricettacoli , e nuove abitazioni . Vide il Capita-
no un luogo bofcofo uqI (ito appunto , ove ora è il Vil-
laggio di S. Maria Maggiore , che non era nel dominio
di alcuno, oflervando efler il luogo ameno, l'aria falu-
bre , e perfetta , onde qui defignava ferma ftabilire e a
se , e a' fuoi la fede : quando ecco sul punto che riflet-
tendo ftava all'opportuna (Ituazione del luogo , vide con
volo foave un falcone su del qua! luogo portarfi .
Tanto bailo per lui ( uomini , che erano dediti tutti al-
le cofe fa ere , e all' offervanza foprammodo degli au-
gurj o finiftri , o felici , che dagli augelli fi rilevavano)
tanto, diifi , baftò a far, che quivi , e non altrove mol-
te cafe , e comodiifime abitazioni innalzar fi faceflero.
Sì r tirò anche Belo dal Fiume Volturno , dove abita-
va feparatamente co' fuoi in tanti Villaggi , e unito
con Ofco edificarona in quel Bofco molte abitazioni ,
cincendole di foilì , e riduceodo gli edifizj a forma d*
una Città bsn grande , detta Oica dal nome dei Capita-
no Oico , fuo Fondatore . Ofca {a) cwitas , iejìe Falco y
Vukurnui caput Campanìae nemini cìvìtatum fecunda :
e cantò il Poeta ;
Tufcorum hanc urlem dux prìmum condìdit Ofcus .
Giovan Carlo Morello Capuano nel fuo eruditiUimo
Trattato fopra i Tumuli antichi di Capua aflìcura , che
quefto Ofco , Capitano de' Tofcani , chiamato anche Tu-
fco, ed Etrufco fu il primo, che aveflè edificata quefta
Città , e le avelie pofto il nome di Ofca dal fuo pro-
prio nome 5 il qual nome vuol Servio , che noiij
fia già proprio , ma deli' ufìzio , e dell' efier di capita-
no > fpjegando Je parole OlcoYUmque manui , con dire,
che
(a) Mariti, Frecc. de Subfsud.
Libro Primo . 9
che i Capitani prima fi chiamavano Ofci , e dopo molti
anni furono chiamati Cap.tani, coficchè l'ifteflb vale in lin-
gua Etrufca dir Ofco , che Capitano nell'Italiano linguaggio.
Altri furono di parere, che qu-fta Città Olca fi di-
cefTe dal gran numero de' Serpenti , che in si folto bo-
fco, ove fu edificata , il trovarono , e '1 Serpente Ofco
in quei linguaggio vien chiamato . Altri finalmente dif-
fero , che tanto il fondatore , quanto i Tuoi compagni
furono detti Ofci dal rozzo, ed ofceno parlare, che fa-
ceano ; e perciò detti anche Opici , parola , che fignifica
lordi , fozzi , ofceni , immondi, come difiè Giovenale:
»^rle , <S? mores Opicoram dìfcìt , ìdejì , impuro^ , ^ pu^
tridos , tra&nm a morihui Opkorum , qui Italiae popuU
fuerunt iidem cum Ofcis . Fefto dille , efiir quefti uomini
effe m minati , e dediri alla libidine , praepojìerae lihìdinh
nomine ìnfames 5 e Verrio ftimò , che le parole dette im-
pudicamente fofTero parole degli Opici , ritenendo ^no^^
gì la voce di ofcene 5 Verrini exìfììmaoit vsrba ìmpudi^
^a opica di&a foiffe , ed in confeguenza follerò anche-»
parole degli Ofci , efièndo gli fiedì che quei nei loro
parlare , e coftume , di maniera che il parlar Ofco , ov-
vero Volfco è r ifteflfb , che un parlar corrotto , e impu»
ro ; ufide Ofce , fsu Vòlfce loqui eft itjquinalo , (3 impit^
ro fermane uti ,
Quefti Ofci, detti anche Opici, come dice Servio, e
Stefano, furono Popoli dell'Italia , tra' quali fi include-
vano anche quei di Baja, di Cuma , di Pozzuoli, e di
Napoli . Fuerunt autem Opici ( fono parole dell* Auto-^
re medefimo ) Campani ae popoli , in quibui Bij-ini , Cu'
mani , Puteolanì , a ìsieapolUani numerahuntrir , Altri dif-
fero con Strabone {a) , che quclti Ofci fofiero chiamati
Tirreni j Thyrrenì à Romanis E trofei , & Tu [ci nomina-
ìjantur ^ che nell'Iralia quella parte di Terra ferma fof-
fé anche da' Greci della Tirrenia , che gli Etrufci , e Tu-
fci fofiero così detti dall'invenzione , da elfi ritrovata
di edificar le torri , e che follerò detti Ofci ; Volfci , e
B 2 ^ Yolfi.
(a) Uhi.
IO Storivi Civile di Cnpua
Volfì . Volfci populì in Latìo ukra Cireeos , quorum me"
mìnìù Pllnius lib, 3. cap. 5. & V irgli* ifi Georg, 2»
Ajjuetumqne malo lìgiireyn , Vokofque z^erutoi i
horum arbes Terracìna , Privernutn , & Setta ; e dille Fe-
Ito , che fono gli ftelH Opici i Voifci , ed Ofci per Jo C-
mile parlare rozzo , ed ofceno : qui funt iidem cum Ofcis :
i quali nell'antico Lazio aveano per loro fede dalla par-
te di fopra Monte CirceJlo , Terraeina > Piperno , e Sezia>
nondimeno comechè foir^ro confufamcnte appellati Ofci,
Etiufci , Tufci , Opici , Volfci , Volci , Lidi , Umbrj , Tir-
reni , e Peiafgijcon tutto ciò il vero ior nome fu Etru-
fci,e Tufci, i quali ebbero per loro prima fede TEtruria.
L'Etruria fu quella r^ione , che bagnata dal maro
inferiore perveniva alia Liguria , e cominciava dal Fiume
Macra iluo al Tevere, dalla quale non è molto lontana
la Città di Ceri , in cui l'Etrufco Mezzenzio , ultimo Re
de* Latini mefTo a morte da Enea , regnava j donde gli Etru-
fci difcaccìati da* Galli, f- ne vennero in quelJe parti, le quali
ora è lo ftato di Firenze nel Lazio antico , dove tra le
altre Sedi , ebbero quattro famofillìmi Luoghi , cioè Fi-
renze , Lucca , Fifa , e Siena . Etruvia , fenile Plinio [ci) ,
eji ab ainne Macra 5 ìpfa mutatìi fu epe nominihui , ilin-^
Vvioi , inde exegere antiquitm Pelafgi , hoi Lydi , a quorum
Ke<ye Tbyrrem cognominati , rmy: a f acri fido , ritu , lingua^
Graecorum , Tufci funt appellati . E Dionigi d'Aiicajrnaflb
afleguA un'altra ragione , per la quale gli Ofci fon chia-
mati Etrufci : quos 0 regione , in qua olim habitaruns 9
quae Etruria vocatur , Etrufcos appellato^ : indi calando
alia Tofcana , ed occupando que' luoghi nel Lazio anti-
co , furono chiamati Tufci : Tufciae oppida celeberrima^
Floreniia , Luca , Pifa , & Sena , populi ipjz Tufci , ^
Etrufci appellahantur ,
Scrivono però diverii Autori , che dopo termina-
ta la guerra Trojana ( ed ecco i principi molto piti
antichi della Città di Capua ) arrivato foUè il gran
Capitano Capys , con altn Trojaai , nella noltra Cam-
pania,
(a) Cap, 5. Uh 3.
Libro Primo . ii
pania , e prima di tutto prefe a forza d'anni la Cit-
tà d' Ófca ) fignoreggianda , e dominando in ella co-
llie Duce e Signore de'Be]i,e degli Ofci . Allora ingran-
di fubito la Città , ampliò Je ftrade , accrebbe i palagi ,
le cafe , i templi , ed altri pubblici , e privati edifizj ,
fortificò la Città di mura , e folli, riducendola al mo-
do ed ufo Trojano , ovvero come altri didèro, ad ufo
di Atene , chiamata poi noa più Dica , ma Capua , fe-
condo Virgilio:
j4s Capys h'mc nomen Campanae ducìtur urbi,
E febbene vi fia difcrepanza tra gli Autori , qual
Capys avefle fondata, ed ingrandita la Città di Capua,
cflcndovene iì:ati tre , o quattro 5 tuttavia fi vuole, che
queiio Capys fofle ftato il Trojano , fratello cuggino ,
e compagno d'Enea , fecondo concordemente ferivono
Sa 11 ulti o , Virgilio , e Gellio , dicendo Sallustio. Troja^
num Capyfi condidijfe Capuam , eumqtis Aeneae f^'tffe fa-^
hrinum ; e Lucano nel libro 2. , parlando di Pompeo,
il quale nel principio della guerra civile con Gelare fi
riduUè da Roma in Capua, lo chiamò Colono Dardano^
o- fia Trojano abitatore delle mura Capuane:
InSerea trepido dìfcedem agemine Magntis
Moenia Dardanii tenuit Campana coloni
Meme pia cult belli [e dei
E Stazio feguì la IteflPa opinione , parlando della Città
riftabilita , e compita dal Trojano Capys;
Afl hìc magna traBui ìmitantìa Homae
Quae Capyi adduBii comple2}ìt moenia Teucrh •
II che confermò Silio Italico nel II. parlando à^W^ Citta
di Capua:
Tum Capys ut prìmui dedtrit fua nomina maris.
Ma SaHuitio , ed altri Autori vogliono , che Capys ave(»
fé dalle fondamenta edificata Capua. Quello Capys pe-
rò vi è chi foftiene , che fia ftato non già il Troja**
no , durando ancora predo gli Autori il dubbio , fé ve-
ramente (lata vi foife , o nò la guerra Trojana , ed in-,
quella Capys , £nea , Anchife , ed altri i anzi Dione Cri-
ibftomo
12 Storia Civile di Capila
foftomo nella famofa Tua Orazione niega affatto la di-
ftruzione di Troja , ma quello , che francamente afleri-
fce Ifidoro (a) nelle fiie JÈrimologie, cflere flato Re d'Al-
ba , con quefte parole ; Cupuam Capys Sihìui Rex Alba^
7ìorum conjiruxìt , appellatam a nomine condìtorii , lìcet
£5" Jìnt , qtn dìcunt a capacitate eatn Capuam dì&am^ ,
qf4od ejf<ii terra omnem vitae fru&um capìat . AUì a lo-
eh campejlrìbtn , in quihui Jìta ejì . EJì autem caput ur-
hìum Campaniae , Inter tres maxi?nas Romam , Corintbum,
Carthaginemqtie numerata 5 ex qua & pro^Dìncia Italtae ,
Campania dìBa eJì . Tanto che fé quefto Capvs fi fodè
il Trojano , Compagno di £nea , renderebbe Ja fondazio-
ne di Capua non già 50. anni prima della fondaziono
di Roma , come vuole Vellejo Patercolo Scrittore di quelli
antichiilimi tempi , ma molto più antica , e circa 430.
anni prima , poiché Capys , Compagno , e Cuggino di
Enea, ebbe a venire in 'quefte parti fubito , dopo la di-
Itruzione di Troja, quefta , fecondo Monfignor Boffuer,
ed altri graviflìngii Autori , accadde nell'anno del Mondo
2820. , dunque in quefto tempo venne ad edere edifica-
ta la noftra Città di Capua, ed in confeguenza 430. an-
ni , e non già 50. anni prima , che Roma edifìcata^
fofle l'anno del Mondo circa 3250.
C A P I T O L O IL
Della Religione , e Culto degli antichi Capuani .
IBeli primi abitatori di quefte noftre contrade , già
diffi , che adoravano per loro fpecial Nume il Vol-
turno , preflb cui aveano fituate le loro cafe , e i lo-
ro abituri ; a quefto faceano i loro facrifiz; , que/to
Nume invocavano ne* loro bifogni , eflendo durato il
culto di tal Fiume fino a' tempi degli antichi Romani j
onde in chiara teftimonianza fé ne ritrovo la lapide di
marmo
(a) Lih 15. cap*i.
Libro Primo. 13
marmo coli* ifcrlzione portata dal Vecchioni di fopra^
già detta .
Ne è maraviglia , che tali Popoli aveflero ^abilito loro
Deità il Fiume j poiché ficcome dottamente fcrive il Pra-
tilli nella Tua Via Appia , è indubitato , che gli antichi
adoraflero i Fiumi ,e difFufamente ne tratta il Voflio (^)j
onde Plinio {b) narra , che nell'Umbria foUè (lato uà-
Tempio al Fiume Clitunno dedicato , così ne* Sabini al
Fonte Blandufjo predo Regille , al dir di Orazio {e) . Ma
per qua! motivo adoraflero i Fiumi , varie cagioni n'ad-
duce Mallìmo Tirio {d) , EJì & fnus Fluvii^honoi yuut
oh utìlìtatem , quomodo Aegyptiì Nìlum colunt , aut oh'
fulchriiudìnem , ut Paenaeum T beffali , aut oh magnìtu^
dìnem^ut Ifirum ScythacyQUt ex fabula^ ut Aetoli Acheo»
lum y aut ex lege, ut Spartiatae ^ aut ex facto injìitutOj
ut lììjjum Atbenienfes 5 ficcome eiler dovette de* Beli,
Popoli già fifuari prefìTo il Volturno . Di qui avvenne,
che avefleio i Fiumi le loro proprie immagini , e i (i-
molacri . Onde fovente fi moltrano con lunga chioma.;,
col capo circondato di canne, che prcilb di elfi allignar
fogliono , perciò difie Ovidio ;
Tybris arundìferum medio caput extulìt aheo .
Siccome può vederfi nelle medaglie di Velpafiano
il Fiume Tevere , in quelle di Acriano il Nilo , comc^
in altre il T]g»e, il Danubio, e '1 Meandro . E nei Giar-
dino òit\ Palazzo Apoltolico fono due Statue grandi di
marmo di due Fiumi molto principali , che fono li Te-
vere , e '1 Nilo.
Scolpi vanfi intanto, come refta a vederfi, in foggia
di un'uomo vecchio, qua! egli conta i fuoi natali fin dai
principio del Mondo 5 fi pone coricato con un'urna , o
vafo ftretto di collo 5 onde dinota il Tuo nafcimentoj e
la canna, che tiene in mano, e le altre , delle quali va-
gli incoronata la fronte, lon fcgni di acque abbondanti,
ficcome il cornucopia , che firigne , dimoftra l'abbon-
danza ,
(a) Le Idei lib,y, cap.^s, (e) Lìh.^.od.i^*
(b) Lib.d. cap.S, (d) l/JJerh^^* \
14 Storia Civile di Capua
danza , e la fertilità delie biade , ed altri frutti , che fo-
no irrigati dalle Tue acque.
Ofco poi co' fuoi Etriifci adoravano per loro fpe-
cial Nume il Dio (a) Priapo , e viveano fpecialmcnto
Cotto Ja protezione e tutela di lui . Erano gli Oici per-
fone molto religiofe , dedicate alle cofe facre , dedito
fempre alle indovinazioni ed augur; degli uccelli , co*
quali regolavano con efattezza ogni loro umana azione.
Tre forti d'augurj ofTerva'vano gli Etrufci negli uc-
celli , il canto , il volo , e '1 mangiare . Quanto al pri-
mo fé a udiva un canto funefto , melanconico , e fpaven-
tofo ,il quale fofle fembrato lamento piuttofto ,<:he canto,
era ftimato allora di cattivo , anzi peffimo augurio , fi
abborrìva da elli quel luogo , ed in abbandono lafcia-
vafi ; ma fé per contrario il canto udito li foflè dolce j
fbave , e dilettevole in guifa , che allettando chi lo afcol-
tava , giubilo recato gii aveilè ed allegria , era flimato
di fauftilfimo augurio , ed efeguivano volentieri quanto
aveano difegnato di fare .
Per lo fecondo augurio, fé volar fi vedea un falco-
ne veloce e precipitolò , fi avea un tal volo in conto
41 augurio finiflro 5 onde ebbe a dir Marziale :
Si tam praecip'itì fuerant 'Ventura ^olatu ^
Dehuerant alia fata lenire 'Dia .
Ma fé fi ofTervava volare all'infretta non già , ma foa-
vemente , e pofato , credevafi allora di ottimo augurio .
Quindi fé mai raroffervazione faceafi per gli edifìzj , vi
edificavano di buon'animo le loro abitazioni , efiendo fi-
curi , che le cofe poi farebbero riulcite loro tutte a fecon-
da e profperofc ,
Toccante finalmente al terzo augurio, fé fi olìèrva-
va Tuccello mangiar mediocremente , e quafi svogliato 9
l'augurio fi dicea infelice, ma fé vedeafl mangiar'afFama-
to , airinfretta , a bocca piena , di modo che tanto cm*-
piva il roftro , che bene fpeffo il cibo di bocca cade va-
gli a terra, allora laugurio eia propizio > ed avventurofo»
(a) Ifi. Inehf.
Libro Primo. ly
Erafit autem , tefte Fejìo , trìa Dwinatìont^ genera itu»
avihui , ììam alìae volatu , aliac cantu futura pr a sdice*
lant , & ilke qaidem praepetes hae ofcines dicebantur ,
ìlke ^elociier z^o landò , hae moejìè e a vendo . Eraf & ter-
tìum genus ex illarum pajìu cum pullis galltnaceis e ca-
vea depromptìi , efca porrigehantur , Jì enm ita a'^ide^
edehant , /// cìhui ex ore excìdens ie>ram pavìret , tunc
Qufpicanti trìpudìum folìjìimum nunciabatur , felici ter eva»
furum , quidquid ille animo conciptjfet j cantra , omnia^
infaujìa protendebatur y Jì efcam non caperent . Sumitur
etiam latius augurii nomen prò quavis Dfùinationt^ ,
Cic. 4. , e Plinio fcriflfe , 0 mea frujìra verijjìma augurio^
rerum futurarum \
Nacquero gli antichi Capuani a tempo del Gentile-
fimo , e in confegueiiza dopo il Volturno , adorarono
que'Dei, che la nazione Ofca , e poi Trojana avea in.»
maggior cejito, e perciò non tanto fu edificata la Città,
che di mano in mano fi cominciò da' Capuani l'edificio
de' Sacri Templi ad onore de' Numi Joro Tutelari , cu
quefti così dentro , come fuori il recinto della Città , e
in que' luoghi , che ad efli fembravano più atti per il
loro maggior culto , e venerazione , vollero edificare il
primo Tempio al Dio Priapo primo Padrone , e fpecial
Protettore degli Ofci , e Jo htuarono in mezzo delia-i
Città .
Io non faprei dire , fé Ja figura di quefto Nume (la-
ta fofìè , come quella y che poi fi vide nel Tempio di
Roma , e che Apollonide ebbe efprefla . Pofuìt Anaxau*
ras me non erehlum pedibus Priapum , atroque genu in»
clinantem , o più tolto , e come piij facilmente me 'l
perluado,a mira della rozzezza di quel Popolo alla ma-
niera , che i'efprime in un Tronco Pomponio Fortunato,
interpretando Columella : Ergo opem Phradmcnii , & A(T'
geledae i & PoUcleti^ & Daedali ( tutti e quattro anti-
chi infigni Scultori ) non quaerunt rujìici ; fed fohnt in
medio torti ìn.aginem Priapi in Trunco exprejfum . Così
Orazio ia dire a Priapo nelle Satire,
G Olim
i6 Storia Civile di Capua
Olìm Truncui eram ficulnui , inutile lìgnum
Cum Faber adduhìtanifcamnumfaceret ne Priapum .
Maluìt effe Deum
Si vuole , che Ifide aveffe ella prima a quello Idolo
cretto un Tempio predo del Nilo, fìccome ci fbggiugne
di più il fudetto Pomponio Fortunato : hic Deus puta-
tur [acratui ah Ifide , quae quum interemfti Mariti Ofy^
ridis membra omnia colkgìjfet , ntinquam reperit Zfiri/e^
membrum j ideoque Templum buie frope Kilum Jìatuit cum
Sacerdotibus , In una da più memorie di antichità riefce
di olTervar preflb di queft'Erme anche una Tefta di Ali-
no , che chiaro addita , che fia quefto Animale a lui de-
dicato i Onde diflè Salvador Rofa nelle fue Satire .
Habbia il vero , o Priapo , il luogo fuo >
Che fé gì' AJinì a te fon dedicati',
Bifozna dir che V Mondo d'oz^i è tuo .
Dopo poi all'accennato Tempio , li vide eretto l'al-
tro al Dio Giano , fulla cima di un monte , dalla parte
di Settentrione della Città , in un monte più alto degli
altri convicini , per dimoftrare la fuperiorità di quefto
Dio 9 riguardo agli altri Dei . E oggi ancora H veggono
di tal Tempio diverfe veftigia , verfo ia faida dei mon-
te , eflèndovjfi in elfo edificato poi un villaggio , al qua-
le e rimafto l'antico nome di Giano j ia cui giurisdizio-
ne temporale fi appartiene oggi al Governo politico di
Capua , lo Ipirituale poi per una parte fi appartiene al-
la Dioccfi Capuana , per l'altra a quella di Calvi.
Edificarono di più , dalla parte ftefla fettcntrionale
della Città , un Tempio alla Dea Bellona , preflb alle-»
fponde dei fiume Triflifco , dietro óq\ quale fu edificato
un villaggio, che ha ritenuto, e tuttavia ritiene il nome
di Bellona , per la iituazione t\^\\t rovine di detto an-
tichilfimo Tempio.
Dalla parte di Oriente della Città, troppo magnifi-
ci , e fontuoii edificarono tre altri Tempj , uno di va-
fta mole , e meravigliofa ftruttura , dedicato a Giovo ,
sul confine finiftro del monte Tifata , nel Cafale di Pic-
dimonte,
Libro Primo. 17
dimontc, poco fopra deiraltro chiamato CafcIIa, in un
erto poggio della collina su di cui (ìede l'antica Città di
Cafèrta , la quale avea al di fopra , e al dì Torto mol-
to vafta eftenzion di terreno propria di detto Tempio,
tanto che fin oggi fopra di eflb vi è un Fonte , cho
chiamali la Fontana di Giove, fotto poi, ed alle radici
del monte , vi fono due campi , uno detto oggi alla.»
Jovara , l'altro al campo di Giove.
Poco diftante da tal Tempio , vi è un Pago , cho
a lui fi appartiene, chiamato fino all' XI. , e al XII. Se-
colo Cafa 'Joz'e , poi corrotto dicefi oggi Cafanova , Ca-
fale delia Città di Capua , per la Giuridizione tempora-
le, ma per la fpintuale , nella maggior parte , fi attie-
ne alla Chiefa Capuana , ncH' altra minore a quella di
Caferta . Di tal Tempio di Giove ora veggonfi grandi
e magnifiche reliquie , elTèndofi anche in piedi ben tro
Navate arricchite di moltilfime Colonne , e diverfe Fab-
briche a Mofaico , con varj intagli di meravigliofo rilie-
vo . In elio fu poi edificato il Moniftero di S. Pietro de*
Monaci Cafiìnefi , ed eflèndo fl:ato indi fopprefib , Ci re-
fe Badia Conciftoriale , pofleduca oggi dal Signor Cardi-
nal Tommafo Ruffo, Decano del Sacro Collegio, il qua-
le nutrendo fempre fenfi di ottimo Principe Ecclefiaftico,
e fomentando dì continuo il fuo zelo per la Chiefa di
Gesù Crifto , di già per profitto de' Contadini , che abi-
tano quel Monte , vi mantiene a fuz fpefe i Padri della
Dottrina Criftiana , che portano il pefo di infegnarla a_»
tutti que* Terrieri , e gli apporta di rendita l'Abbadia^
fuddetra annui ducati circa 1500. Tra quefto Tempio y
e la Porta di Giove , dovette efier fituato l'antico Vil-
laggio , Jovio chiamato i e la Venere Giovia, della qua-
le fi parla in un marmo in Capua , rapportata dal Gru-
tero , non altra eflèr dovette , che una Venere , con.»
ifpezialirà di culto adorata da que' Giornalieri , che e '1
Pago Giovio itbitavano .
L' altro poco difcofto dal Tempio di Giove fu edi-
ficato ad otìoxc ÓQÌ Dio Ercole, in una Pianura , dovo
C z a' dì
i8 Storia Civile di Gapua
a* dì noftrì , oltre alle diverfe veftigia , che dell* antico
Tempio fi oflèrvano, fi vede edificato un Pago, al qua-
le fi è fatto ritenere la denominazione di Ercole , cre-
duto Protettore di quella Spiaggia . Pago , che per la-
Giuridizione temporale fi appartiene alla Città di Cafer-
ta , per la fpirituale alla Chiefa di Capua , refo famofo,
per efière fiata Patria del dottifiìmo , e per ogni verfo
ragguardevole Cardinale , fiotto il Titolo di S. Severina ,
Giulio Antonio Santoro di Francefco Antonio Santoro
fijo fratello parimente Arcivefcovo di S. Severina , e di
Paolo Emilio Santoro lor nipote Arcivefcovo di Cofen-
za , perfone per zelo , per dottrina , per fantità merite-
volifiime, fpecialmente il Signor Cardinale Giulio Anto-
nio , il quale fu antecedentemente Parroco della Chiefa.»
di S. Vito di detto Cafale di Ercole , tanto che in fegno
di fua divozione , e a fua memoria vi mandò ( fatto
Cardinale ) alcuni candelieri > e fiori di argento , colle
fue divife , che tuttavia in quella Parocchiale Chiefa ii
confcrvano . Quivi la (uà propria cafa , ed è quella ,
dove ora abita il Dottor Gennaro , Carlo , Fran-
cefco , e Giufeppe Picozzi > nipoti di Anna Santoro ,
che fu vera difcendente del Porporato 5 onde cflì in of-
fequio di un tal degniffimo lor congionto han ridotto
la ftanza , dove nacque il Cardinale , ad una Cappella
fotto il titolo della Vergine dell* Arco , e vi fan cele-
brare ogni giorno la Santa Mefia . Di quefto Cardinal
Santoro è molto fpeciofa la vita , fcritta da lui ftefio ^
e ù conferva originalmente dal Canonico D.Girolamo,
Giufeppe , Antonio , e Stefano Santoro di Cafano-
va , che fono della vera famiglia del detto gran Por-
porato , come difcendenti da Prifco Santoro , nipote del
Signor Cardinale, così dichiarati Tanno 1717. a 25. Giu-
gno dal Sacro Regio Configlio , in Banca di Martino ,
colle parole , per hanc nojìram definitìvam fententiam dì-
ctmui , pronr4r2Ciamui , fententiamui , decernimui ^ & de-
claramus ^ Alarcum Antonium ^ Francìjcum ^ Alphonfum ^
M»tthìam , 6? Araonium Santoro qu, Prifci , & iano»
nicum
Libro Primo. 19
nìcum Prifcum , & Kìcolar^m filìoi d0i Antonìì ejfe de
Fami Ha ex linea collaterali quondam KeverendiJJjmì J uHi
Antonìi Santoro Cardinalis SanCiae Romanae Ecclefìae ,
^rout ipfos hac nojìra definitiva fententia declaramui , ds-
clarari z^olamui , ^ mandumui .
Circa un miglio diitante dal Tempio di Ercole , c>
da Cafa-Jove fu edificato l'altro Tempio, dedicato ad
Apollo, in una spiaggia ameniiììma , verfo mezzogior-
no , pochi palli dii'colto dalle pianure dei Tifata , oggi
vi fta edificato il più bel Paefe , che rrovafi in quefto
contrade , al quale ^\ ì^qq, ritenere il nome di Cafa- Apol-
lo , poi corrotto Caiapulla . l^x quello Tempio vi fono,
e fi oflfervano tutt' ora molti , e gran monumenti , mol-
tiiilmi marmi di fmifurata grandezza , ed antiche fab-
briche, nel luogo, ove ora trovafi fituata la Chiefa Pa-
locchiale , fotto il Titolo di S. EipidiO , machine , cho
non potevano affatto condurvifi ne' fecoli a noi o vici-
ni , o più lontani dalla povertà de' Paefani , ma necef^
fariamente dovettero eflervi fituati da' Nobili doviziofi
Fondatori di tal Tempio. Dei Do Apollo, cui talluo-
go era dedicato , non folo fi fece ritenere il nome , ma
le divife benanche 3 poiché 'isi , per antichifiimo ftemma ,
un Tempio , e (opra di eflb il So\t , che nafce , e diffon-
de i fuoi raggi , qual Sole per Apollo vien fimboleggia-
to , e comunemente tenuto . Anzi cosi fòpra della prin-
cipai lepolrura delia Chiefa Madre , come fuori di ella-
in un certo marmo terminale trovanfl da più fecoli fcol»
pire quefte due parole , Cafa - Apollo , e tivì" u^gi ocular-
mente £\ ofiervano.
Quefto Pago ^\ è refo molto celebre, per l'amenità
del clima, affai temperato , per la valta , e facile pianu-
ra , per la fquifitezza dell* acque , per la fertilità conti-
nua de' campi , per la vaghezza de' giardini, che vi ab-
bondano , e finalmente pel tratiico , che vi è , per ic->
molte, e migliori pa. ti del R^gno , dove in ogni m^f^
corrono ben cento e più Mulartieri colli loro muli cari-
chi di ogu; torta di merci > ed \i\ o^oi FiCra a ve.idere,
e com-
2 0 Storia Civile di Capila
e comperare 5 onde fi è refo affai doviziofo , ed abbon-
dante .
Famofo ancora ed illuftre è divenuto , per avervi
dimorato tanti, e tanti anni il primo, e '1 fecondo Ca-
millo Pellegrino , pofledendovi oltre a molti terreni , un
nobii CaHno, che ai primo mettervi del piede fi cono-
[ce efler cafa de* Letterati , efièndo tutto ripieno di anti-
chifflmi Epitaffj , di molte Tefte di marmo , di diverfc
effigie di Confoìi , e Senatori , fituato in un bello ame-
niHìmo luogo, ove per ogni fineftra fi fpira aura foavc,
dove il fecondo Camillo Pellegrino fcrifle la ftoria delia
Campagna Felice , poi quella de' Principi Longobardi,
ultimamente con altre opere degli Autori Italiani , fatta
riftampare dal dotto Muratori , ed in quello Cafino l.i^
fua ferva, vedendolo già difperato da* Medici , in una_*
gran malattia, efeguì il crudel comando di lui, avendo
bruggiato in un forno tutte quelle eruditiflime opero,
che da tanti anni fi avea faticato intorno alle Yitc degli
Uomini Illuftri , intorno alla Storia Civile del Regno ,
intorno a' Fafti , più memorandi di Capua , ed altre mol-
te , che fi avea propofto di dare alle ftampe .
Famofo finalmente fi rende ancor quefto luogo dal
trovarvifi oggi un fuo Concittadino , infigne Medico »
Giufeppe Crirtoforo , che alla fua buona fperienza di me-
dicare ave aggiunto una piena feienza delle cole anti-
che, che illuftre non poco lo ha refo , per quefte con-
trade , e rinomato , avendogli perciò piaciuto di formar-
.fi in quefto villaggio un' ottimo Mufeo , ben' adorno di
monete, vafi , Idoli, ed altre cofe antiche , e fituarle ,
fecondo la ftretta lor. Cronologia , che reca gran diletto
a* Letterati , che vengono fovente ad oftervarlo.
In quello villaggio di Cafapulla piacque a' miei An-
tenati di comperarvi molti terreni , e con cllì un com-
petente Cafino , il quale da me è ftato poi abbellito, e
ben' ampliato j onde negli ameniffimi tempi di Primave-
ra, e di Autunno ho in coftume , con tutti i miei , 0
con gli amici di buona fede foggiornarvi a fpirarequei-
i'ana»
Libro Primo . 21
l'aria, aliai falubre , e dove prefentcinente al godimeuto
dell'aere aggiungo quello ancora , che dallo (crivere Io
iiluftri memorie della dolce mia Patria ritraggo . Al fron-
tefpizio di quefto Cafino io poli anni ibno la feguentc
Ifcrizione .
SVBVRBANVM
A SEVERIORIBVS MVSIS SECESSVM
FRANCISCVS ARCHIDIACONVS GRANATA
ELEGANTI VS* SIBI , ET SVIS EXTRVXIT ,
AMICISQVE PATERE VOLVIT
INGENVIS. AN. i734-
Su la Porta del primo appartamento inferiare , ove
foglio far io il mio foggiorno , vi polì quefto Diltico .
Concede intro bofpes , mecumque his utere , Jì meni
Fura tibi ejì fcekrh , nec mstuenda fides .
Fuori della Città, dalla parte di mezzogiorno, due
miglia dittante dal Tempio di Apollo, oggi Cafapulla^ ,
vi edificarono gli antichi Capuani un Tempio magnifi-
co , dedicato al Dio Marte , nella pianura del quale fu
edificato poi un gran Cafale , chiamato Marcianefi , inj
latino Marthaniilum , avendo ritenuto il nome dal Dio
Tutelare di tal luogo.
Or dalle notizie , e fcritture , mandatemi da* dotti,
ed eruditi Canonici di quella Collegiata , D. Carlo Tar-
taglione Primicerio , D.Lelio , D. Aleflandro , D.Pietro
Tartaglione , dal maggior Sacrifta D. Filippo , e dal Pa-
roco D. Carlo Pellegrino uomini di ben foda letteratura
ho ricavato, di credere alcuni, che folle così detto , per-
chè il fuo Campo , dopo la deduzione delle Romano
Colonie, folle ftato di un certo Marciano, Cittadino Ro-
mano 3 onde i Coloni , che per parte fua , lo coltivava-
no , Marc'ancll chiamati 11 folTero , e poi da i Coloni
folle rimafto a tal Pago il nome di Marciane!! . Ma e
più lìcura r opinione , che in tal pianura il Tempio di
Marte edificato fi folTe , per molte chiariUìme conghiet-
ture . La prima fi è di tanti pezzi di marmo finilfimo ,
molti eilindri di gran colunne di Gj:anito , e di Africa-
no»
2 2 Storia Civile di Capua
no, pietre di fmifurata grandezza, di travertino lavora-
te, ad ufo di tempio, più colonne di verde, e di gial-
lo antico , ed altri fimili monumenti , che ivi fono , e.;
tuttavia fi trovano , fegni evidenti di un Tempio , ivi
fabbricato . La feconda nafce dall' antichiflimo ftemma./
di tal Pago , che fa un Cartello , con un Soldato , beru
veftito da Guerriero, con Elmo , Corazza» e Spada, che
eli fta vicino , il qual Soldato così ben veftito alla mi-
litare , per Marte vien rapprefentato . Ed il Primicerio ,
Paolo de* Paoli di Marcianefì confermando 1' antichiffima
tradizione , che in tal pianura flato vi fofìTe il Tempio
di Marte , che fu poi da' Criftiani dedicato a Santo Mar-
tino Turonefè , primo Titolo della Chiefa Parocchialo
di quefto luogo , prima che paflafle in Collegiata , l'an-
no iszi* » a tempo dell* Arcivefcovo di Capua Niccolò
Scomberg , pofe una lapida , colla feguente Ifcrizionc-/ ,
nella Chiefa Madre , ed ora fi conferva dietro il Coro
della niedefima , ed è la feguente .
P. O. M.
HOSPES
QVOD VIDBS TEMPLVM
ANTESIGNANO TENTORIVM MICHAELI
CONTVBERNALIQ. CATALDO
E DELVBRO MARTIS INSIGNIBVSQ^ RVDERIBVS.
FANI
QVOD xMOX EXCVSSO MARTE MARTINVS
TRIVMPHATA VELVT SVPERSTITIONE LVSRA-
RAT
NE' MARTIALES OPPIDO LARES, GENIIQ. DEESSENT
OPES AVXIT, AEDESQVE FOEDERATA IVNGENS IN-
SIGNIA
HOC TVM PRIMVM AEDICVLA
PIA DEIN ANNONA , VTI CERNIS , EXTRVCTVM
Non fi dubita però , ch^ quefto Tempio , colle fue
abitazioni , era già in piedi , in tempo dell' antichiftlma
Capua, vedcndofi in efic fin' oggi mille Ipezzoni di an-
tichità , e tra di efTe, una Lapida terminale, fituata fot-
to
Libro Primo. 23
to r antica porta di Marcianefi , moflrrando , che fin a.,
tal luogo veniva a terminare la pertica Capuana , nella-
deduzzione della Colonia , in tempo di Augufto , rappor-
tata anche dal noltro Camillo Pellegrino , che dice.
JUSSU JMPERATORIS CAESARiS
QUA AKATRUM DllCTUM
EST
Un altra Sepolcrale avanti Ja cafa del Dottor Nicolò
Farina del tenor feguente .
NYMPHAE GN. U
APHRODISIAE
FELICVLAE O. H. S. S.
GN. LIVINIVS GN. L.
ARIA COLOBERTVS
FECIT.
E un altra fituata nella porta di Francefco Giuliano con
rimagne della defonra , i>u\ cui capo è fcritto
HERIA L. L. SECVNDA O. H.
Ed al fianco di detta imagine ita fcritto .
VIXIT AN. XXIX. VIR FECIT PAMPHILVS .
Vi iono ancora molte antiche are , altre ipezzate ,
altre intiere col Dìs Manìbus , e con altre monche ifcriz-
zioni .
E oggi uno delli àxKt Cafali più belli , più ricchi,
e ben et ti tra li 36. che abbia la noftra Città di Ca-
pua , ( attefo V altro è Santa Maria Maggiore , ) popo-
lato di ben cinque mila perlone , e p^ù centinuja^ ,
buona parte di natali alTai civili , di molti Dottori di
Legge, di più Medici, e No^aj , di un Clero affai dotto,
e ben coftì mato ; le ftrade fono ben laflricate di pietra
viva , ed è fi;tto il Paele adorno di molti , e vaghi pa-
laggi . Per mezzo di efib pafìava Pantichifììma fìrada Atei-
lana , che da Capua nell' antica Atelia conduceva 3 ed
ila tal pago il bel pregio di farfi in efib ogni Venerdì
un pingue mercato, col concorfo di gente di tutti i paefi
con v. Cini.
Finalaiente Marcianefi fi e refo famofo per le bel-
D iifH-
24 Storia Civile di Capua
Jifnme Chiefe , che vi fono , e per le rare pitture della
celebre feola del Marchefe Francefco Solimena , di cui è
principal difccpolo Paolo di Majo, naturale di tal luo-
go , che ave adornato le Chiefe fuddette , fpecial mento
quella dell'Arcangelo San Michele , dove è la Collegia-
ta , e l'altra della Santiffima Annunciata , delle pili fine ,
e maravigl'ole pitture. Quefto Villaggio per lo tempora-
le alla Città di Capua , per lo fpirituale poi nella mag-
gior parte alla Cluefa di Capua , in un altra a quella-*
di Caferta fi appartiene .
A dcftra del Monte Tifata dalla parte d'Oriente , e pro-
priamente nelle Tue radici fuora la Città, fu edificato un gran-
de , fpaziofo , e magnifico Tempio ad onore dei-a Deo^
Diana, detto di Diaria Tifat'wai dallo iklfo Monte, che
dalla gran copia delle fue Elei ebbe a prender il nome di T;-
fata , perchè i Latini , a volerci defcriverc quefti luoghi ab-
bondanti di tali piante , fi fon ferviti dei nome Tifala,
Si chiamò ella anche col nome di Trhla. Sì racconta che que-
i\^ Dea, ficcome fcrific Cicerone de natura Deortan y nata
fi fuffe nello ftefìo parto col Dio Apollo, figliuola della
Luna , e di Cove , Oltre al nome già detto di quelta..
Dea , fu ella ancor riconofciuta coli' altro di Caila Diana,
D.a de' bofchi , poiché amanrifiìma ch'era di Tua ver-
ginal purezza, fuggiva mai fempre la. coaverfazione de-
gl' Uoinini , e ritirata ne* bofchi , vi menava i luoi gior-
ni , ed ivi armata di arco , e di faretra , fuccinta nelle vcfii ,
con appiedi i coturni, in compagnia di poche altre ver-
gi! elle , nel piacer de!la caccia ^\ occupava • Venne al-
tiesì detta Dea Fafcìale da un fafcio di legna , ove na-
fcofto era un di lei Simulacro , il quale , uccifo che fu Toin-
te Re di Ta urica da Ifigenia figliuola di Agamenno-
ne , fu trafportato in Italia , dove ricevuto con fegni
di llima non ordinaria da* Capuani , punto non fi riflette*
ro dall' innalzar a fuo onore un famofifiìmo Tempio
appiè del Tifata , confacrarle altari , e averla in conto
di loro potenti (fi ma Tutelare , e Dea . Sed iUi nominii-
tìjjìma ejì , quae sodem par (a cum Apollinea ey:Jove<, &^
LatQ-^
Libro Primo. 25
Laiona nata ejì. Haec oh 'Z}ìrgìnìtatìì amorem fertnr ho^
miniim confortium ff^gìjje , Cè ^t a le Hbìdinis pruritum
amovsret , "penando Jylvas ìncoluiffe , pa^^carum V irginum^
comitatu contenta . Arcu7n ferebat , & pharetram , juc~
cinBa femper ìncedeni , <S? cothurnìi induta : oh hanc
caufam fyharum , ^ nemorum Dea putahatur . Di&a e/i
Fafcelis , a fa [ce Ugnortim , ubi ejr^s Jìmulacrum ahdìtum
erat , qtwd occifo Thoante Tauricae Regionis Rege ab iphi-
g€:'ììa AgamennoKìi Fìlìa , in Italiani delatum eji , ahi lau-
datiffimum Tempkifn hahaìt , €^ hoc Simuìacrtimfaìt opud
Capuam Z'cterem collocatum [a) .
Fu quefto Tempio rinomato per tutta l' Italia nonj
folo per ie Caccie , alle quali precedeva queftaDea, ma
ben anche per Je tante , e diverfe acque minerali , ter-
me medicinali , e acquedotti , che ftavano preflb di lui ,
onde teftò fino a' tempi noftri il nome di S. Angelo in
Formìs , & ad formai alla Chiefa fabbricata sulle di lui
rovine.
Di quefte tenne parla Veilejo {b) , e di qucfte fa-
cean fovente ufo nommeno i Capuani , che x\mì\ Ji Po-
poli della Campania , anzi di tutta i' Italia , che colà a
tal oggetto porravanfi. Di quefte terme medicinali , fa-
mofe dappertutto , intefe ijcuramente parlare Faultina
in una lettera a M. Aurelio , riferita da Volcazio nella
vita di Avidio Gallio . Ssd Jì te Fcrmiis invenire noti^
poterò , ajjeqtdar Capuam , quae Civitas meam , & fiìiorurn
nojìrorum negritz/dinem poter it adjuz>are . Avevano quefte
terme un UAziale, che aflegnava ii luoghi agl'infermi, che
ad elle accorrevano , chiamato Locator "Thermarum , o
Jbermariui : ce lo additò ia lapide trovata da Camillo
Pellegrino P anno 1Ó33. preflb la ma ffaria degli Spiriti nel
decorfo della ftrada, che mena in detto Tempio, cho
cosi dice
D z DM.S.
(a) Ci e. di natura Deor* lìb, ultim.
(b) Lik 2.
2 6 Stona Civile di Capua
D. M. s.
e. CORNELIO C. L.
EVHODO
' LOCATOR. THERMAR.
DIANAE
L. CORNELIVS ....
THERMARIVS
PATRI. B. M. POS.
Era quedo Tempio di Diana Tifatina affai magnifi-
co, appoggiato a più navi di colonne di finilìimo mar-
mo , tutto adorno a maraviglia , e dipinto di fcelt.ffime
pitture , come pur oggi fé ne veggono ie veiligia . Vi
era ancora prefTo 1' anzidetto Tempio un magnifico
Circo , ove a Tuo onore li giuochi Circeafi fi cele-
bravano , il facro bofco , la ftanza per le Saceidoteflè
cuftodi del Tempio , l'altra del Locatore, o fia colui ,
che alTegnava il luogo nelle terme , ne' giuochi, ne* ba-
gni, le ftanze de' dodici Maeftri 3 ovvero deputati, che
rifedevano a governarlo .
Le ricchezze , i tefori di queflo Tempio , che da
ogni parte del Mondo da Perfonaggi più ricchi , e più
potenti gli venivano ogni giorno donati , ftentariafi a.»
crederle , ove fé ne volefle fare minuto dettaglio . Fran-
ceCco Antonio de Tornali nobile Capuano nella reJazione,che
fa del monte Tifata , prefTo il Beatillo , nella vita dei glo-
liofo S. Nicola (a), a cui fi darà quella fede, che ftima-
rà l'accorto Leggitore j allèrifce degli antichi monomen-
ti in Capua raccolti , che quefto Tempio aveva le colon-
ne di porfido, e di alabafiro , le porre di argento, e dì
oro finifiìmo , il pavimento con varj zatìiri , e fmeral-
di, le fineftre con doppio crillallo vagamente fmaldato,
ed effiggiato , e finalmente 1' altare lavorato di rubbini,
di diamanti, di perle, e di altre pietre preziofe j ondo
facevano a gara diverfe Nazioni dd Mondo di portarvi
doni ricchifiimi , e di ibmmo valore.
Dei refto , egli è giufto il penfarc , che fenza meno
flato
(a) Lii^. 5. Cap»
Libro Primo. 27
(lato fufCc qiiefto Teirpio d ogn'altro qui eretto , e piti
doviziofo , e più nobile, ficcome olrra queirargomento
che pei anche ne fanno le Tue fmezzate rovine , ce ne-»
convince tutto il Gentilefìmo , per dove ne' {boi paefi
l'ebbe adorata. Cosi dal Tempio, che dalla fìoria lan_>
tutti , di Diana Ejejìfja , può foronarli con una qualche
proporzione un'idea di quello nell'antica Capua di Diana
Tifatina . E qui giugne proprio il citare alcune medaglie
greche di Fauftina , e di Antonino Pio , donde fi rileva,
quale ftata folle la figura della Diana Efejfìa . In elle fi
vede codefta Dea , che non tiene punto ne tefta , né
braccia di donna , ma in forma d' un boccale , che fi
profila con un fol piede , moftrando per lo corpo iiij
frattanto molte mammelle , ficcome S.Girolamo la de-
fcrive ancor egli ad Epbejìos . Quindi ben (ì raccoglie,
che i più antichi non aveano ne' loro Tempj l3eità
alcuna in figura di uomini , o di donne . Ed io leggo
nel Numa di Plutarco , chQ a' Romani ne' principj del-
la loro Città fiate fufi^ro interdette dall'accennato Re le
immagini , e fimulacri degli Dei , o dipinti , o di pietra,
o di legno 3 avvifandofi il faggio Principe efier ella una
cofa difladatta , e aflurda fomigliare le cofe grandi , cj
nobili alle- bafie , e vili , e in poco legno comprender la
figura di ciò che s'era incomprenfibile . Hic auiem ( cioè
Numa ) Komanos prohihuìt exijìimare imagitiem Deì^aut
homìnii fpeciem , au^ anima Ih h ah ere formam 5 non fuH
apud eoi neque pìBa , neq^e fiUa Dei priui fpecìes 5 fed
in priorihcis csntum , (3 [eptuaginta annìi Temiììa quidem
aedijìcabant y facraque tuguria erigehant yjìmuhcrum e^f-
ri) nullum corporeum faciei>ant , perinde atque nefas ejjet
deteriorìbus meliora affimilare , neq^ie aliter quam intellì*
gentia percipi Deus poj/j^ , Tanto ben anche fi legge pref^
io Clemente, come riferifce Eufebio Ceiarienfe,e altret-
tanto rapporta Dionigi di Aiicarnaflb 3 efiendo un tempo
quefta religione sì grande , che il vendere le pitture de-
gli Dei riputavafi una moftruofa fceleratezza .
£gli poi , al riferir d'\ Tertulliano , Tarquinio Prifco
fu
2 8 Storia Civile di Capua
fu quello, che ifirutto a cafa della vanita , e foltezza
celle Religioni e Greche, ed Etrufche , imparò a Roma^
ergere agli Dei i fìmuìacrì : Nokì^^m ^«;>^ ( lino a Tarqui-
nio Prifco ) t/^^c wgefììa Graecorum , atque Tufcorum^
fingendìi fimtilacr'n Urhem ìnvaferant , La cofa arrivò
tutt'aJtrimenti nella noftra antica Città di Capua , cho
per le nazioni che vennero ad abitarla , ebbe da* Tuoi
principi ^^' Templi Tuoi gentilefchi , e flmulacri , e figu-
re di quei Numi , che con feco quelle portarono da* loro
refpcttivi paefi,e ne' quali , come in quelli già delTErru-
ria , n'era non meno Tufo , che la forza fuperltiziofa del-
ia religione. Ma ripigliamo la noftra ftoria .
A Diana Tifatina era confecrata tutta la parte fupe-
riore , e inferiore del monte Tifata , ch'era d'una noa^
difpregevole eftenfìone , giacché pigliava dalle collino
avanti , ed a man dritta del Tempio , e tirava per tut-
te le montagne di S.Nicola , di S.Prifco , Montanino,
Menfa Arcivefcovile , o fia demanio, S. Eufemia , Cocca-
gna , fino al Tempio di Giove , fotto l'antica Caferta^/ .
Tutta quefta lunga, e vafta fpiaggia del Tifata, a Dia-
na confacrata , è la pili bella , la piiì vaga di quante ve
ne fono in Regno, così per l'amenità del clima, come
per la bellezza de' profpetti , per la falubrità dell'aere ,
per la fecondità , e virtiì fingoiare dell'erbe , e delle ac-
que , e fopratutto per le vene de' marmi figurati , che
già in più luoghi di ella potrebbonfi rinvenire , feazachè
io faccia altra parola di quell'alabaftro nobile , e vago ,
e d'un luftro impareggiabile , che il noltro Re ne cava tut-
tavia da piìj anni , prendendone a se tutto il piacerò
ne* fuoi lavori, e recandone a' Foraftieri le maraviglie.
In quefta fpiaggia fi trattenevano a villeggiare gli
antichi Capuani , e poi anche moltillimi Cav^aberi , o
Senatori Romani , ofiervandovifi per ora mille avanzi di
calini, e diantichillìme fabbriche. E fra di quefte vi era l'abi-
tazione ancora di M.Tullio Cicerone , ritira tofi ivi in tem-
po del fatale Triumvirato , donde , temendo poi l'odio di
M. Antonio I che ne andava in buica per ammazzarlo ,
fé
Libro Primo . 29
fé ne partì, per imbarcar/] alia volta della Grecia : ma
per irtrada vi rcH-ò miferamente uccifo , come fcrivono
gli Autori dal Pratilli citati , e raccolti .
Preflb qucfio monte Tifata alloggiò col Tuo eferciro
L. Siila, vergendo dall' oriente per la ftrada di Brindifi ,
ed ebbe il famofo combattimento , col quale in quello
pianure vinfe il Confolo Norbano.Onde in atto di gra-
ta riconofcenza a Diana di tal vittoria y le donò moitif-
fìmi poderi , ch'erano al profpetto , intorno , e alle pia-
nure del Tifata, fpezialmente le acque medicinali , e i fa-
mofì bagni, de' quali ancor oggi le ne veggono groUc,
e chiare veftigia , e molti altri vaftiilimi campi , comò
fcrifle Vellejo .. Poji z^i^orìam , qua defcendeni mofUem-»
Tifata cum C Korbano concurrerat ^ulla , gratti Dia^
nae , cui Kumìni Regio illa jacrata e fi , fo/Z'it ......
E poi fìegue : Aquus fuluhritate , meder/difque corporihus ,
ogyofque otnnei addixit Deae i cujus gratas relìgiomt me-
moria , ^ irjjcriptio Templi ajjìxa pojii , hodieque tejìatur
cerea tabula intra aede7h,K tali campi da lui donati fece
llabilire i confini , e porre le lapidi terminali, le quali fu-
rono poi 9; tempo d'Augufio rinovate,e rif^abiiite : tan-
toché eflendo Itate dalla lunghezza del tempo confuma-
te , e diiperfe , furono poi dalì'Impcrador Cefare Vefpa-
iìano Augufto l'anno dei Signore LXXVII. reftir uite , confer-
mate , e r melTe nello ftato antico prefiflb da ^\\\z. , zj
poi da Auguftoi così ben intendendoli l'ifcrizione ivi tro-
vatale rapportata dal Muratori nella fua nuova collez-
zione.
IMP. CAESAR
VESPASIANVS
AVG. COS. Vili-
FINES LOCORVxM DICATOR
DIANAE TIFATINAE
A CORNELIO SVELA EX
FORMA DIVI AVGVSTI
RESTITVIT.
In quelto fleflb Monte , là dove la pianura fi ffende , che
diceil
'30 Storia Civile di Capua
dìcefl di Montanino, fu lungamente accampato Annibale
col fuo poderofilìTmo efercito , la prima volta tornato
dalla vittoria di Canne, e la feconda volta dalla conqui-
ita di Taranto , per foccorfo de* Capuani allediati da' Ro-
mani i effèndovi un'oggi alia cofta di Montanino un cer-
to fpiazzo , che fin d'allora ritiene il nome di Padiglio-
ne , come oggi al Padiglione vi fi dice , per i* antica^
tradizione d' eifere ftara in quel luogo fìtuata la ten-
da, e '1 padiglione d'Annibale . Lo fcrifle Livio {a) coti-,
le parole ; Cajìra Annibalii , quae in Tifatìs erant . E più
chiaramente Silio Italico à.<i\ Colle Montanino nel Tifata:
Tifata ìnvadit , propior qua moenihui infìat
Collis , & e tumulis obfeffam defpicit Urbem .
pinaimente in quefte ameniflìme fpiagge del Tifata il Se-
natore Romano Mecio Probo , Prefetto dell'annona ricupe-
rò la falute , travagliata da diverfi malori con pericolo
di Tua Vita , tanto che ne Itabilì mi voto a Giove , che
oggi fi oflerva in un groflb marmo fituato nel Cafal di
S.Prifco , pochi paflì lontano dal Tifata , avanti il cafino di
diporto dei famofo Giureconfulto, Avvocato della noflra
Città, e noftro Compatrizio D.Marc* Antonio Bocc^rdi.
L O. M.
SVMMO EXCELLEN.
MAECIVS PROBVS V. C. PRAES.
ALIM. QVOD HOC IN LOCO
ANCEPS PERICVLVM
SVSTINVERIT ,
ET BONAM VALETVDINEM
RECIPERAVERIT
V. S.
Una tal delizia degli antichi Capuani , e di tutta la gcn-
te eftera , che fovente vi accorreva , per divozione alla.
Dea Diana , confìfteva fpecialmente nella magnificenza^ ,
e ne' divertimenti , che fi ofTervavano , e^ nel tempo ideilo lì
davano nel tempio di Diana , poiché da quefto fino a-
quello di Giove, oggi Badia di S.Pietro , vi era una puo-
^ baca
(a) Deci. lìh,i, cap.zo»
Libro Primo. 31
blica amenifììma fìrada , che in Capua dalJa porta di
Giove Llciva , e menava ai tempio fuddetto per fotto il
Monte Tifata , a linea retta : a man flniftra deiJa quale,
e propiamente per l'intiera falda del monte vi erano i già det-
ti cafini , e moltiflime abitazioni , i bagni falutari dell'ac-
que , le terme, gli acquidorti dell'acqua Giulia, donata
da Giulio Cefare alla Colonia Campana , paflando quella
per mezzo dd vago , e ben culto villaggio di S. Prifco ,
ove per fopra , e fotto di efìb Ci veggono oggi le vefìi-
gia di tal acquidotto , come p^ù apprelTo ne fcriverò dif-
fufamente j onde anche per quefti bagni veniva in ogni
tempo dell'anno in quelle fpiagge dei Tifata una graiu
moltitudine di gente flraniera di diverfì malori afflitta ,
e vi ricuperava la falute •
Continovi erano i voti , i facrifìzj , e continove le ado-
razioni, che non meno dagl'i antichi Capuani, che dal-
ia gente (iraniera con profullffimi doni fi facevano a que-
fl-a Dea in tal funtuofo magnifico tempio . In elfo fi ado-
ravano anche due altri Numi, Caftore , e Polluce, cre-
duti dalla (tolta gentilità figliuoli di Giove , e di Leda ,
ficcome Diana, ed Apolline creduti anch'eilì figlidi Gio-
ve. Quefti due Numi Caflore , e Polluce in due grandi,
e ben lavorate ftatue di marmo fi rapprefentavano , fi-
tuate in due nicchie, da quefta , e quella parte de' Por-
tici dd tempio di Diana .
Sotto quello gran tempio dalla parte appunto , ove
ora dicefi a Pìfciurello , fu un Pago ben grande , o fia
Cafale molto popolato, appartenente a Diana , e alla giu-
risdizion dd iuo tempio nel luogo , ove ora dicefi Ad^
diana , e prima ad arcum Dianae . In quello vi era Cajo
Terenzio Carno Giudice , o fia Prefetto juridicundo , the
amminiftrava gìufiizia , non folo agli abitanti di tal va-
fio Pago , ma a luno W numerofo popolo dd monte Ti-
fata , che , come difli , molti cafamenti , molti edifizj , c-»
molta gente accoglieva . l^t\ qual Prefetto parla l'ifcri-
zione , pubblicata dal dfgnilìimo Signor Mazzocchi, nel-
la quale fi legge;
E D.M.S.
32 Stona Civile di Capua
D. M. S.
e. TERENTIO
C. FIL. PAL.
CARINO
PR. L D. MONTIS
DIANA E TIR
C. TERENTIVS
HYPERCOMPVS
FILIO BONO
CONTRA VOTVM.
Finalmente da ciò , che fappiamo del tempio di Diana Efe-
iìna , fi può fare una proporzionata idea di quello , nell'an-
tica Capua a Diana Tifatina eretto, e confagrato . Ave-
va quel Tempio di Diana in Efefo 425. piedi di longi-
tudine , ^hri 200. di latitudine. Sì alzava su di 120. co-
lonne, alta cadauna 60. piedi; altrettanti Re, ogn' uno
glien' ebbe mandata la Tua , ricca dì belle fcoiture . II Tuo
coverto era di cedro, legno di più lunga durata . In fine
egli era una ddìo maraviglie del Mondo , al cui edifi-
zio a vide per 400» anni contribuir tutta T Afia . Era V
oggetto de' viaggi delle Nazioni del Mondo , che veniva-
no di lontano ad ammirarlo , e a riportarne con fuper-
ftiziofa divozione le copie, e i modelli. Vi travagliava^
un Argentiere per nome Demetrio > come fi ha negli Atti
degli Apposoli 5 ma dopo l'arrivo , che vi kce i' Appo-
ftolo S. Paolo, non troppo riufcendogli lo imalto , e traf-
fico della fi.ia mercanzia, portò con tal tumulto la gente
a gridar tutta , Cr^^z/f à Dia^a d' Efefo , Grande è Dìa^
na d" Efefo y che congiurata contra la vita delT Appofto-
Jo, di Cajo , e di Anftarco di Macedonia, che gli tene-
van d'appreffo , avrebbon fenza meno tutti pericolato , fé
gli Aiiarchi > amici de.'i' Apposolo, non ^\ fofTero a favor
fuo adoperati .
Per quello poi , che fcrifle Michele Monaco nel Tuo San-
tuario Capuano, non fu la fuddetta follevazione più forre
di quella , che d vide qui contra il Martire San Prifco ,
e in cui meriiò egli morir per Gesiì Crifto . I Sacerdoti
di
Libro Primo. 35
di Diana Tifatlna , vedendo ammutolito il loroldoio, o
che i frequenti miracoli del Santo tiravanfi tutto il Po-
polo alla confeilione della nol^ra fede , e che così rima-
nendo cilì quali abbandonati , p rdevan molto del loro
furbo guadagno 3 fatta mofìa de' loro partigiani Idola-
tri , n* andarono dal Proconlole , querelandofi che a ca-
gion di Prifco , che tirava Ja gente ad una fetta fuper-
ftiziofa , vedevafi abbandonato ormai il Tempio della.»
ior Dea Tifatina . A queft'avvifo (trinfe tofto il Procon-
fole il noftro Santo in prigione , donde poi Jo mandò
a raccorre fotto i pugnali ia palma dd gloriofo Mar-
tirio .
Gli avanzi di quefto Tempio paflàrono poi a Monaci Be-
nedettini Caffinefi , che li abitarono molti anni, avendoli
ridotti in forma di buon Monaftero . Ma poi eflendo
flato fopprefib, divenne Badia Conciftoria/e fotto il tito-
ìo di S. Angelo in Formis , pofTeduta fempre da' Signori
Cardinali , efìendo di rendita circa docati 3000 ; ed og-
gi fi pofHede da Monfignor Niccolò Perrelli Prelaro de-
gniilìmo, noftro Napoletano, Chierico di Camera , e Pre-
fetto ddi' Annona in Roma .
Di là dal Monte Tifata verfo occidente fu edificato
il Tempio della Dea Cerere 3 e fin oggi quella fpiag-
gia ne ritiene il nome , dicendofi a Cafa - Cerere i così
chiamata in mille fcritture antiche , e moderne , corrot-
to poi dal volgo a Cafa - Ceìlole ; e vi fi fono trovati
di tempo in tempo varj antichillìmi monumenti 5 tra»,
i quàii un marmo con tal Dea , che aveva in mano un
fafcio di fpighe , ed altre frutta , in eflb ben intagliate , o
fcolpite .
Altri Dei adorarono ancora gli antichi Capuani, ed altri
Templi furono da tG\ eretti dentro , e fuori d^W^ Città ,
i quali, fecondo moltifiimi Autori , crebbero a fegno , che
giunlero al numero di mille , e fettecento tra i piccio-
Ji , e i magnifici ; ed alcuni di efiì han dato il nome a
paiecchi Calali delia prefente Capua .
E a CA-
34 Storia Civile di Capua
CAPITOLO IIL
Dello flato , e governo iklla Citta di Capua , della [uà
Repubblica, e del [ito dominio .
REnduta la Città di Capua da Capi più liiilta , e più
raccolta , & geris Campanore^m in tdnum locum CGÌjfy
popolata di maggior novero di perfone più atte , e più
abili al maneggio deli* armi , divenne indi a poco la..
Città più formidabile , e più bellicofa di quante in quel
tempo erano al Mondo . Fu governata sulla bella pri-
ma da un fol capo col nome di Duce , o ila Guida , il
qual fi fu Belo , poi Ofco . Quefto eleggeva il medefìmo
Popolo, il quale volontariamente alla dilui ubbidienza Ci
fottòmetteva . Indi venne in Capua il gran Capitano
Capi , dagli Ofci eletto , e deftinato lor Capo , il quale
diede loro le leggi : e fotto quelle i Capuani vivevano ,.
EHb gli afiìfteva con fomma vigilanza, gli regolava , e prov-
vedeva di tutte le cole neveiìarie alia Città in tempo di
guerra , e di pace .
Quanta 'Diro f^eris prndentìay qaantaque virtus ,
Dijce 'Dirum a dìgnii civibus exìmium .
Era di gran marav.giia il vedere 1' oflequio , e l'ubbi-
dienza , che (è gli dava dal Popolo Capuano : era un bel
vedere iwxxz la gente intenta nel tempo di pace ad
accumolar tefori e ricchezze , per mantener la Citta , o
i. Tuoi Cittadini con decoro , e con culto , fenza appar-
tarfì in ogni azione, e fcnza la menoma refìftenza , o per
propria ambizione , o per pailìon privata , o per avidi-
tà di danaro da quello, che dal Capitano veniva loro
prefcritto , ed ordinato . E iebbene vi Ila chi abbia fcrit-
to » che in quei tempi non correlTe moneta di verunn»
fbrta di metallo , ma una certa di doppio cuojo , col fe-
gno ed impronto iìt\ lor governo, e del lor Duce, eoa
tutto ciò conlervavano efli T oro , e l'argento per ufo
di
Libro Primo. 35
di adornare i facrl Templi , e i Simulacri de* loro ùìCi
Dei , per gli quali dentro , e fuori della Città eretti fo
n'eran ben 150., che poi nel decorfo del tempo , ed ef-
{endo crefciuta Ja grandezza Capuana, come già diffi ,
giunfero fino a 1700.
Durò quelto flato di' Capua per tutto il tempo , che
vifle il valent' uomo , e provvido fuo Capitano Capi- 5
imperciocché , morto eh* egli fi fu , il Popolo di quefta-
Città ben illultre fi pofe nella piena libertà , e Jo (tata
fuo governò in condizione di Repubblica . Viveva Ca-
pua con fomma macftà , ed impero fotto il regolamento di
fettanta Senatori, eletti dal medefimo fuo concilio , per-
fone le più nobili, le più ricche , e le più fagge di que*
tempi . Quefti col titolo di Senato governavano non
meno il Popolo Capuano , che le altre Città fottopofte
al diluì impero. Quefti formavano Je leggi , difpenfava-
no gli ufticj , davano i Magiftrati , e le Prefetture . An-
davano tutti fettanta i Senatori rogati in fegno della lor
fuprema maeftà , dipendenti da' loro proprj ftabilimenti^
trattati alla grande, come tanti Regoli, collo fteffo fa-
fto , collo {ielTo ofìequio , colla fìefla fervitù : ed elfi fi»
nalmente nella fpedizion degli affari fi fottofcrivevano
SEKATFS , POPVLVSQVE CAMPAHVS .
Ma quali fofiero le precife leggi di quefto Senato ,
quale il numero, e la varietà degli Ufiiciali, egli è fin ora
ignoto . Quel che cofta dalle antiche Storie fi è 5 che ,
iìccome in Capua, così anche poi in Roma, quei Capi-
tani , o fian Duci, detti di fopra, che fi eliggevano dal
Popola, e dal Senato iftefTo, erano affatto indipendenti
dalle leggi ftranieie, ma ciò che ad elfi Popoli piaceva,
quello fiefib era lor legge; ne vi {i ricercava conferma^
de' Confoli , o di altri Principi , né anche de* Sacer-
doti , e de* Sommi Pon efici . Non erano 1 Popoli fog-
gerti a legge alcuna , eccetto folo alla legge dei propio
volere. Era però l'ordine Senatorio ben diftinto da quel-
lo della plebe 5 lo fctifle Marino Freccia {a) ; Anteq^am
(a) Lìh^ 26. ì, 7, de fubfeud^
36 Storia Civile di Capua
Ecr/^apii rertim potirentur imperio , & regìor^es ejfent a^
varìis accolli , ^ audioribui hahìtatae , ui: ex hijiorìii li-
quet , ipjì eoriim riti bus conjiituebant , c3 adminìjìratìo^
nem a nemine obtìnebant , legei , & Kegei ipJì Fopali con-
jìituebant , (3 a Senatit eorum obtinebant jura , conjììtu-
tionei , Plebi [cica , & quid quid ipJì piaci tum erat , lev:
erat , nec ccnfirmationem fi Komatài Confulibui , Frinci^
pibus , aut Sacerdctlbui , zel maximii Vontificibui requie
rebant . Tito Livio, che molte memorie, febbene con in-
vidia , e perciò con Ibverchia fcarfezza , de' fatti Capuani ci
ha confcrvate , lafciò fcritto che 'J Supremo Magiftraro
della Capuana Repubblica veniva efercitato da \xw foi Se-
natore, che fi creava da tutto il Senato, e fi chiamava
jMediflutico j e durava per un anno . Mediajìuticus , qui
Jummuì Magijtratui apud Campanoi eji , eo anno Seppius
Lejìus erat [a) , Nel citato Autore abbiamo ancor menzio-
ne del Pretore , ove parlando de* rimproveri fatti da De-
ciò Magio alla plebe Capuana , per le cattive maniere
da lei ufate co' Romani , nelle fìufe fatti crudelmente-;
morire , e raccontandoci ie refiftenze dal medefimo fat-
te , perchè da Capuani non folTero mandati gli Amba-
fciadori ad Annibale 5 conchiude in fine , che il Cartagi-
nefe di tutto ciò informato , fé fentire a Mario B.'cfio
Pretore , eh' egli il giorno feguente farebbe venuto a Ca-
pua . V>^\ Medìjìutico dunque , e aiti Pretore abbamo
efpreflà menzione in Livio . Ma da quanto Jo fteflo fcrjt-
tore ci riferifce , e da tutto ciò, che da altri Autori ab-
biamo , {\ può ben afferire , che la Repubblica Capua-
na tutti quei Magiftrati avelTe , che feppero non fofte-
nere foltanto iJ reggimento dei fuo dominio , ma deco-
rarlo ben anche, ed ampliarlo j e che tali Magiftrati per
autorità , e per onori difuguali non toflero da quei , eh*
ebbe poi Roma , ad imitazione , ed efempio di Capua .
Che fé poi efaminar vogliamo, qual forma avuto avef-
fc la Repubblica Capuana , egli è ficurifiimo 1' afierirla Ari-
ftocratica coli* incomparabik Camiiio Pellegrino (^) , che
da
(a) Lib* 3. dee, 3. pag. 59. (b) Kella Camp, FeLpag.s^s*
Libro Primo . 3 7
da Livio Io raccolfe, quando fcrifle, che Ja plebe di Ca-
pua , allorché meditava darfi al partito d'Annibale , con-
erà il fentimento de* nobili minacciò ; Per caedem Sena-
tus vacuam Rempuhlicam (radere Annibali , (fff Poenis :
non efTendovi diiiicoità alcuna , che 1* ordine Senatorio
era affatto diftinto da quello doìì^ plebe , e dei popolo,
tantoché , eflendod poi riconciliata la plebe colla nobil-
tà , dille a i Senatori , che niuna cofa farebbe fiata fatta
di contrario al Senato , non altrimenti che fé ivi foflè fiato
prefente il concilio della plebe : Hihil in Senatu abiura
aliter , quam Jì plebis ibi adejfer concilium «
E' ben vero che in fi florido ftato non fi mantenne
Capua lungo tempo , come Roma j poiché non folamen-
re pregiudicò la fua grandezza con la prima dedizione
fatca a i Romani , allorché per dar foccorfo a'Sidicini
opprefli da' Sanniti , tirò ibpra di se itelTa una guerra
troppo cruda , e fanguinofa , ma ben anche perde iii^
tutto quel picgio di libertà, allorché ribellatafi dall'ami-
cizia de' Romani , s' attaccò al partito di Annibale ; per
Io qual fatio caduti indi a poco i Capuani fotto ii domi-
nio di quelli, non più come confederati di Roma, ma
colla dura condizione di Prefettura prima , e poi colla
più benigna di Colonia, furon trattati y come in fegue-
la di qi.efla fioria andrò chiaramente divifando .
In decorfo dunque di ben pochi anni la Repubblica
Capuana fi rendè già molto potente , anzi^troppo formi-
dabile per Io terribile poderofo efercito , che ella^
manteneva di 26„ mila Soldati per terra , e per mare ,
gente {ctXtz , e ben agguerrita . A i quali in tratto di
tempo aggiunfe 15. mila pedoni , cernila cavalli , c->
1000. carri : foldati cosi valorofl , che Pirro Re d'Epi-
ro in quei tempi il più rinomato combattitore del
Mondo , disfidò a fpada ignuda un foldato Capua-
no nelle Calabrie , ed effendofì battuti a fìngolar tenzo-
ne , reftò il Re gravemente ferito in una colia . Ed Aga-
tocle Re di Siracufa guadagnò molte battaglie così nel-
la Sicilia , come ne' Bruzj per mezzo de' foidati Capua-
ni,
38 Storia Civile di Capua
ni , gente Ja più Cecità, , che teneva Ja Capuana Repubbli-
ca, per fervirfene in occaflonc di Tuo vantaggio.
Per mire poi aveva trentacinque grolle navi ferapie
cariche di gente ben iftrutta alla guerra , e piene icmpre
dì provifióni belliche , le quali andò ampliando di t nipo
in tempo , finché le ridufTe al numero di 300. Di querta
iua gran potenza , e del numero , e valore de' fuoi cit-
tadini per terra , e per mare non fono pochi gli Auto-
ri , che ce ne han lafciata orrevole teftimonianza . Au-
fbnio fra gli altri , che la fua gran potenza marittima-
volle defcrivere , così dìffh :
Nec Capuam pelago , cultu , peraique potentem
Deliciis , opìbui , famaque priore Jìleho .
E Camillo Pellegrino (tf), parlando delia potenza marit-
tima della Repubblica Capuana , dopo i fuddetti à\xc ver-
fl di Aufonio foggiunfe ; ,, Ma non ritenendone poi quel
,, primo vigore , nulla fappiamo che fuflèro ftatì tributai j
„ a' Romani di alcun nun^ero di vafcelli.
Fu ella la Capuana Repubblica ricca , e doviziofa di
ogni genere di cofe : onde fi xti^ oltremodo potente , e
rinomata da per tutto , come lo fteflb Pellegrino , volen-
do defcrivere la gran ricchezza di Capua , colla teftimo-
Jìianza di gravi Autori chiaramente lo attefta {h) . Delle
ticchezze di Capua , e de i Capuani de* primi tempi in-
ttit parlar Livio \c) , da cui fu ella chiamata ; Urbi tr.axìmay
potentijfvfna Italìae j e apprelfo : Ule praepotens opihui Po-
pului ; il che confermò poco dopo con Aufonio , che
fcriffe di Capua :
Illa potem , opìhufque valens , Roma oliera quondam.
Che maraviglia C\ fu dunque , le teneva per l'occorrenze
di guerra, e per l'annona dentro le fue mura 125. fpa-
ziofi, e valli granai, ed altri 100. fuori di effe , (empre
carichi , ed abbondanti di grano ? fé formò anche per
se una fpaventofa armeria , ove collocò ogni forta.
d*armi, e d'iltrumenti bellici in numero eforbitaiue , af-
Énchc nelle continue guerre , che faceva , e di far medita-
va
(a) Camp, Fel pag, 72.6, (b) Pag, 76B, (e) Lib. 7.
Libro Primo. 39
va', per ampliare il fuo impero, non foflè cofa alcuna»»
mancata , e tutto il bilogiievole lèmpre all'ordine trova-
to fi fofìè .
Diltefe perciò ella pur troppo ie Tue braccia , e al-
tre colia guerra , altre colle minacce , altie coi favori
al fuo dominio molte Città , e molte nazioni riduile .
Fu ella capo di Teano , o fia dellanrico Sidicino , di
Cahi t di Cajazzo j di CafUìno ^ é\ Carinola y di Sttejfa <^
di Atella^ di Nola ^ di Acerra ^ di Cttma , di Pozzuoli ^
di Mifeno i di Napoli , e di altre Città illuftri , potenti,
e rinomate. Capua dava loro le leggi , Capua le fofte-
reva , e le difendeva nelle occafioni di guerra , efia quel-
le Città riconofcevano per afìbiuta protettrice : le chia-
mava in ajuto , e dovevano eflèr pronte centra chi ar-
diva con Capua pigiiarfela . Effa la Città di Capua da-
va loro aflidenza in ogni qualunque difaftro.
De' Soldati Capuani poi , i Pedoni ersn valorofì ,
ma gli Equiti eran infupeiabiii ; di queftj fcrifie con molta
lode il Pellegrino , riflettendo sui tefto di Ariftotele , che
diffe , eflTer ordinariamente agguerrita la nobiltà ne*
paci! piani > come quella che può comodamente nudrir
cavalli , ed efercitarfi in quefìo modo di guerreggiare :
tantoché de' Soldati Capuani fcriflè Livio {a) : In mal-
tis certamìnìhus equejìria praelia ferme profpera facìebanty
peditei fuperabantur . E in altro luogo riferito dallo ftef-
fo Pellegrino {h) cosi fcrifìè ; Sex mtllìa armatorum eque^
Jìrihus praelih lactjfehant hoftem . Mille Cavalieri Capua-
ni , al dir di Livio , nella guerra Gallica uniti all'efercito Ro-
mano combattevano . Trecento à^W^ famiglie più nobili,
e diftinte di Capua, tutti coraggiosi, e di fommo valo-
re fcelti da* Romani , come già diflì di fopra , ftavano
in guardia é^W^ Città di Sicilia (f). Trecenti equitei^nO"
bìlìjjìmuì quifque Campanvrum , in praejìdia Sicalaram ur^
hinm a Romanii dekdh , ^ mijjì , Di qucfta foldatefca a ca-
vallo in ogni tempo , anche in quei più baili ha fat-
F to
(a) Lih,26, (b) Pag, $46,
(e) Zit/, dee, 3. //^» 3. cap, 2.
40 Storia Civile di Gapiia
to Tempre pompa la Città di Capua ; tantoché il gran
Capitano Tancredi fotto la fua Icorta fi pigliò 800. Ca-
valieri delia nolira Campania , e li portò feco a libera-
re col fuo eferciro la Città di Gerulalemme; onde can-
tò Torquato Taflo :
G/i ottocento a cavallo , cui fan [corta ,
Lafciar le piagge di Campania amena ,
Pompa maggior della natura , e i colli ,
Che Z'agbeggia il Tirren fertili , e molli .
Tra quelli Soo. , Icrive un Autore , che vi fu un nobile
Capuano , il quale mortalmente ferito in tal battaglia-,
da un dardo avvelenato, fece voto alla Madre di Dio , fé
gli faceva grazia di tornar fano in Capua fua padria, di
edificarle una Cappella con una fua immagine, limile a
quella, chetava in Gerufalemme. In fatti elTendo flato dalla
SS. Vergine guarito , edificò fopra al monte di Bellona
la piccjola Chiefetta col titolo S. Maria di Gerufalemme;
febbene poi col fondo dQÌ Capitolo Capuano, e coli'aju-
to degl'illultri Principi della Baronia di Formicola fu di-
latata , ampliata , e ridotta ad un Convento de* PP. Servi-
ti : il cui Moniftero , e la Chiefa Ita fituata in Diocefi
Capuana j la Sacieitia poi , e l'altra porzione del Conven-
to in Diocefi di Cajazzo , come nzì terreno dcila Baro-
nia di Formicola fi trova .
Molti efempj 11 potrebbono qui addurre , e mill^
vittorie ottenute per mare , e per terra della porentilii-
nia Capuana Repubblica, per foggiogare molti popoli , e
tener fubordinate al fuo dominio tante , e ben popolate
nazioni . Ma per ncn telTer troppo lunga iltoria , dirò
quelle, che fono piiJ palefi , e lenza verun dubbio ed efi-
tazione fi trovano fcritte da Iftorici ben approvati . Men-
tie un g'orno le navi Capuane facean vela verfo la Cit-
tà di Baja , incontrarono molta refiltenza da' foldati di
detta Città , che anche diverie navi da guerra nel feno
di ella teneano , e già vennero ad un forre fanguinofo
attacco , nel quale refiò vinta l'armata navale di Baja ,
e j Capuani entrarono vincitori nel porto di efia , la pre-
fero,
Libro Primo. 41
fero , la faccheggiarono , s'impadronirono di molte rie-*
chezze ; ed acciò non potefie più ricaìcinare , o alzar
fuperba la telta , vi Jafciarono i Capuani un grofìb pre-
fìdio della lor foldatefca , bruciarono moire navi nemi-
che , altre fé ne portarono colla loro armata ai proprio
Jor lido, dove entrarono molto faftofi , e fuperbi , per
efière i^ata quefia la prima vittoria ,che per mare otten-
nero . Di quefta nella defcrizion generale delie guerro
tra i Siracufani , Meffiiìcfi , Reggiani , ed Ateniefi fi fa di-
ftinta , e chiara memoria.
Ma fentendo i Cumani , popoli non molto lontani
da Baja , che di continovo accadevano profperi fucceflì al-
l'armi del Senato Capuano , e che quefto andava alla.
giornata dilatando il luo dominio , temendo di non ef-
ière anche elìì foggiogati , rifolfero di opporfi a lui, e far-
gli guerra . Ma perchè le armi de* Cumani eran molto
fcarfe , ed inferiori a quelle de' Capuani , febbene l'ardi-
re o lo ftelTo , o maggiore fi fofle , ftabilrono portarfi
di notte tempo a faccheggiare , e rovinare le campagne
di Capua , acciò con tal devaftamento almeno ad una
penuria di viveri fi vcnilTè, come già fecero. Ma in un
lubito faputofi ciò dal Senato , fi mandò gran quantità
di fcelta foldatefca armata ad abbattere i Cumani cosi
arditi.. Or quefli datifi tutù alla fuga , fi riftrinfero den-
tro la propria Città 5 onde obbligarono i Capuani ad
alTediarla : ed eficndovi accorfo altro maggior nume-
ro di foldati Capuani , già cinfero le mura , e fi diipo-
fero ad aflalir la Città . Intanto fopravvenne un forte ma-
lore a diverfi di efli , e fi andava fra di loro mifchiando,
con paffare dall'uno all'altro 3 il che impedi, che i Capua-
ni tiralTero innanzi TafTedio , e fece che lo fofpendeffero per
breve tempo . Prefero da ciò occafione i Cuman: di manda-
re i loro Ambafciadori a* piedi del Senato Capuano, cer-
candogli dell'ardire avuto d'invadere i fuoi campi p età
non meno, che perdono, promettendogli pace, e fubordi-
nazione perpetua , e le loro armi fempre pronte in fua
difcfa efibendo . Accettollì dal clemente Senato qucda
F 2 umile
42 Storia Civile di Capua
umile efibizione , e fece , che Ci Icioglieilc dille mura Cuma-
ne l'afìTedio , avendo con eflfoloro una perpetua alleanza
Itretta , e giurata ,
Ma poi rotta da*Cumani la lega , e mal Soffrendo efli
il giogo della Capuana Repubblica, mo/Iero viva guerra
a* Capuani 5 onde l'impegnarono ad efercitar contro a loro
ogni rigore : ed unite le truppe fi fpedì contra di e(fi un
erercito poderofo , e ben agguerrito , dai quale furono i
Cumani acremente battuti , rotti , e foggiogati 5 la Cit-
tà fu pofta a faccomanno , con averne i Capuani di-
fcacciata la gente paefana , per abolire in tutto pur anche
il nome de* Cumani j ed in loro vece vi pofero tanti Co-
loni Capuani , quanti fembrarono ad abitare la Città di
Cuma fuiiìcienti . Avvenne ciò l'anno di Roma 333. j co-
me fcriflè Livio: Eodem anno a Campania Cumae , quam
Graeci tum Urbem tenehant capiuntur ; benché Diodo-
ro [a) dica efler accaduto nell'anno di Roma 327, fotto
il Tribunato di Tito Quinzio Cincinnato , A. Cornelio Gof-
fo , Cajo Furio Pacilo , e Marco Poftumio Albo Reg-
gi len fé : Per idem tempus in Italia Camp ani magno exer^
citu contra Cumai duBo , crehrii expugnatìonihui adorti ,
tandem per vim potiuntur ; Urbe qtta dìrepta , incolijque^
guos ibi dsprehenderant , in praedam , (^ fer^ittdtim addu^
Bii , eodem tranfcripfere colonos ex gente fua , qui fati:
^idebantur ad replendum locfdm (b) . £ allora la Capua-
na Repubblica non folamente Miièno , ma altre Città,
che volean farle fronte, abbattè valorofomente , e fot-
toitììfc.
Indi confederata la Capuana Repubblica colla Ro-
mana , quali guerre non fece ? quali attacchi rifparmiò ,
e in quali arringhi non moftrò la fua potenza , e '1 fuo
valore in di lei foccorfo , e difcfa ? Sì videro rifplcndero
le armi fempre vincitrici di lei non folo nella guer-
ra fociale , e civile, ma ben anche in diverfe guerre efte-
re e lontane, in quella fpecialmente contra di Filippo il
Ma.
(a) Lib. 12.
(b) Li^, Alb, nel cap, di Terra dì Lawro .
Libro Prima. 43
Macedone , di Antioco Re di Siria , di Ariflonico , di
tra Mitridate , ed altri , ove il valore de* Capuani a prò
delia Romana Repubblica campeggiò mirabilmente , e fi
aprì vafto campo alla gloria .
Dilatori oltre mifura 1* impero Capuano , con aver
foggiogate tante Città , e nazioni , delle quali la Repub-
blica ne fu affoluta Signora . Ella fi rendè capo di tutta
la Campania Opica, e Aufona , e non foltanto capo di
dodici principali Cj ttà j eo quod ejjet caput duodecìm Ci^
'Vìtatum ita Capii a dìBa ejì j e Lucio Floro {a) numera^
quelle vicine al mare ; Urbes ad mare Formìae , Cumue^ ,
P^aeolì , Heapolii , Herculanum , Powpeji ,
Ma le dodici Città principali che ii:avan foggette al-
Ja Capuana Repubblica , erano Formìa Città diltrutta^ ,
e fituata , dove oggi è Mola di Gaeta , Cuma , PoZ"
zuoli i Napoli y £rco/a»o y oggi ia Torre del Greco y Pom-
pei Città , che ftava vicino l'imboccatura del Fiume Sar-
no , preÓb le radici del Vefuvio , poco difcolto dalla-,
diruta C.ttà di Stabbia 3 Cajazzo , Kola , Nocera de' Pa^
gani , Calvi , Stabbia , su le cui rovine ia Città di Caftci-
Jammare oggi edificata fi vede .
La già nominata Città di Cajazzo fu più anticameii*
te Colonia degli Ofci , di poi pafsò alla foggezionc de*
Romani , e f u ornata dt\ titolo di Municipio , entrando
a parte de' loro diritti . Indi fu fatta Coionia de' Ro-
mani nell'imperio di Auguito . Si pregia ancora di eflèr
patria di molti illuliri perfonaggi , tra quali è memora-
bile Attilio Calatino i e di coniervare fino a* noftri tem-
pi monumenti antichi aitai ragguardevoli , molte aro ,
e lapidi fcritte , delle quali alcune fono riportate dai Dot-
tor Niccolò di Simone nel ino eruditiiììmo libro degli
Statuti della Città di Cajazzo. Rendefi ben eulta , non me-
no per tai)ti Cittadini d'illuftri antiche famigl.e , che l'abi-
tano , che per un Clero ben intero , ed efemplaro ,
pianta feconda del zelante , ed affai dotto Tuo Prela-
to Coftantino Vigilante, il quale tutto dedito all'amoro
vcrfo
(a) Lib.u capAC.
44 Storia Civile di Capua
veiTo la dia. Ch'efa , che nel principio dd Tuo governo
trovò molto afflitta, e debilitata , l'arricchì di facre lup-
pelletrili , di argenti preziofi , di fabbriche magnifiche,
Tacerebbe di facri Minifiri , riformò il Clero , f^abiii fon-
di , e rendite , non meno pel mantenimento di quelli ,
che per la Sacriftia , e per la Chiefa j onde ja fiia di-
letta Spofa avei]e a durare in avvenire in quel pre-
gio , e fommo decoro , in cui egli la collocò , e la man-
tiene .
Oltre alle già dette Città principali erano ancora.*
fuddite a Capua moltiflìme altre j alcune delle quali erano
allora Caftelli , poi ingranditi ,e ridotti a forma di Città;
quai appunto fi era la fuddetta Ca/es diiirutta , poi riedifica-
ta da Atenolfo Longobardo Conte di Capua; la quale Ca/es
oggi è detta Ca/oì , creduta l'antica Città di Aufona , e Au-
foni ftimati fi furono i (uoi abitatori , come fcriHè Livio;
Àufonajn magli novo quam magno hello fuìt ìnfìgnìs , Ea
gens Ca/es urbem Inco/ebat . Si collegò coi S;dicini con-
tro agli Auruncii onde {w da' Romani fottomefTa . Diven-
ne Colonia de' Romani, al dir di Vellejo Patercolo i ma
poi fu da Saraceni diftrutta , ed annientata .
Ate//a Città iltuata vicino Averfa nel luogo , ovcj
ora (la la Terra di S. Elpidio , volgarmente S. Arpino ,
Feudo polTeduto dall'illuftre famiglia Sanges di Seggio di
Montagna , di cui era in Capua la ben laggia D.Berian-
na , moglie del fu D.Antonio di Capua , II. Duca di S.Ci-
priano . Fu Atella Città Opica di origine , donde i Ro-
mani introduflèro gT Iftrioni ne' loro pubblici giuochi ;
fìccome dagli Etrufci piefero quei , che coi gefti foltan-
to a rifo movevano, così da Atella prcfcelfero gli alrr?,
i quali colle parole facete , a fomiglianza de' Polcinelli
d'oggidì, l'allegria al Popolo cagionavano, fecondo fcrif-
fe Livio {a)i Juventi^s hijìrìonihus fahel/arum ad/ure/ìBoy
ipfa Inter fé more antiquo rìdicu/a intexta 'verjìhus ja&i-
tare coepit j quae ìrJe exordia pojìea appel/ata , conferta^
t^ue fabe/lis , potìjjimum Ate//anis funt , quod genus lado-
rum
(a) Lrj, lìh»7* cap.z.
Libro Primo . 45
rum ah Ofcìs acceptum teKUit ]U\:;etìtin , nec ah hìprionì'
hui pollui pajfci eji . Eo i^Jìituti^m ntcnet , ut À^iorei
Jltelhfiarum y tiec tribù fnoz^eanttjr ^ (3 Jìipendìa tanquam
ex^ertcs artis Itidìcrae facìant . Avea quella Città liietta
dipendenza dalia Città di Capua , per ia quale fi conf;;-
derò con Annibale, e iix poi condannata alle fteffe pene
da' Romani , che Capua ; onde gli Atellani luperfliti ,
fen'andarono ad abitare in Cajazzo , e vennero in Atel-
Ja i Nocerini , cacciati dalla lor lede da Annibale ; T^^/f-
cere autem ad Poetaci hi populi yìtel/ar/i , Cakti?2Ì ^ Hirpi-
ni ; Acerrariis pern:ijftim ut aedìjìcaref7t , (juae incenfa erant y
ISLticerifii Atellam , quia id mal^nrunt , Atellanìi Calatiam
migrare jujjìi , traduBi . Indi 'ìi\ Colonia de' Soldati , e
poj Municipio . Fu diftrutta da Buono Duca di Napoli
l'anno di Grillo 834. , e dalle di lei ceneri Ibrle Averla ,
che le luccedette anche nella dignità Vefcovile,
Caferta riedificata da' Longobardi dopo la diflruzio-
ne dell'antica Capua, fu Coionia de' Romani, ed una di
quelle, che pronte moftraronli in foccorrerc ia Repubblica
di Roma in tempo di Annibale . Vi è Autore , che vuo-
le , efìcrc Hata quefta l'antica Città di Saticoia nella Cam-
pania , pofta tra Cajazzo , e Noia 3 ma tale opinione in*
contra groHì difpareri preflb i più antichi Scrittori . Luo-
go di ottimo aere , e di perfettilfimo clima . Si è oggi
rendufa Città deliz/ofa , ed amena villeggiatura dell'invittii-
ilmo noftro Monarca Carlo Borbone , che l'ha compera-
ta da D.Michelangelo Gaetano, che n'era luo padrono,
e Principe 3 e vi ha fpefo finora , e (i^^uc a Ipendervi
gran fomma di danaro, per fabbriche magnifiche, per ac-
quidotti , per iftrade,per abbellimenti, per giardini , e per
mettere in fublime maeliofa figura una villa veramen-
te Reale.
Vi era anche la Città di Suejfula , di cui fi veggo-
no oggi le velligia in territorio Capuano prefib il bo-
fco dell'Olmo Cupo, e più innanzi nelle Ahjfarie vicino
S.Niccolò delia Strada , e per tutto il tratto di miglia./
fei, che fi contano da S.NaJiafo fito fuori Cafapu 1 la *i po-
co
4^ Storia Civile di Capua
co dopo lì Ompo d^f/e Lertze fino a Suejjula , € più
oltre pi'cfib Cancello , e su 'i territorio deIJa Città di Acer-
ra j fino all'antico fonte del fiume Clanio , Fu un Muni-
cipio Romano sul principio, al dir di Livio; poi it) tem-
po di Sulla , fu Colonia de' Soldati , al dir di Frontino.
Prefib a quella il Confolo M. Varrone disfece i'efercito
Sannitico , e Fabio Ma/lìmo ivi formò il fuo campo ,
mentre alla villa di Annibale l'aiTedio di Capua me-
ditava ,
^ìfìti^Jfa fondata da* Greci , e forfè dagli antichi Pe-
lafgi , che di Teflaglia qui approdarono , e come fcriffe ii
Pellegrini ne' fuoi difcorfi delia Campania , molte Città vi
fondarono. Fu chiamata anche Sinope, differente da un'altra
dello ftefio nome , che trovali in Ponto. Fu Colonia d-e'
Romani fotto il Confolato di Fabio Malììmo la V. volta,
e di P.Decio Mure ja IV. negli anni di Roma 458. famo-
fa per Je rinomatiUìme acque , e hcgni Sinueffani , fperi-
mentati per ia fecondità delie donne , e pel rinforzo
de' fenfi umani alTài giovevoli 3 onde fcrifìe Plinio ; /«_*
Campaniae Regione SinueJJanae aquae Jìerilìtatem faemU
narum , & vìrorum infaniam aholere produntur ; il cho
avea apprefo ben anche il famofo Agollino Nifo , che
fcrilTe di queft' acque ; Sanant melancholìcoi , mania-
cos , /v/ ohferva^ione z^ìdìmu: 3 furjt ^ foec^wdae , fanan-
tes Jìeriles y ut tejìantur cives tiojìri . Sebbene però della
fperienza di tal virtù vi è molto dubbio , ellèndofi in ve-
rità ollèrvate quell'acque foltanco a' morbi cotanei , e al
rrftoro de* nervi proficue , e faiutari . Di quelle acquo
medicinali ferviUi J'Imperador Claudio , al riferir di Ta-
cito : Claudius valetudine adverfa , refovendijque virihai
f^ìollitie Caeli , & faluhritate aquarum , Sinuejfam pergit.
Si veggono oggi verfo la parte Orientale dd monte Maf-
ilco, che guarda la Campania, ed in poca diUanza da.;
MXì Calino di diporto dell'alTai nobile , e cofpicua Fami-
glia di Tranfo, che gode gli onori àtì Seggio di Mon-
tagna di Napoli, le lorgive di detti bagni 3 e poco lun«
gi. una toxx^ per guardia di quella fpiaggia , Torre d^
Bagni
Libro Priìno . 47
Bagni appellata . Ella ha una copiofa miniera di lòlfo ,
in maniera chz anche fopra le zolle ne compaiiicono i'iin-
prerfìoni j onde il Sannazaro fcrillè a Lucio CralTo :
Te fscii>2da tenent faxoji rura Petrìnì
Rara olm proavìs fuBa fuperhct 77ish ,
E( Sìnvejjanai fpedias mea guudia lymphat ,
Quìqae novo fumat fulphnre femper aer .
Quelta Città per l'amenità della llia (piaggia , per Ja fa-
Jubrirà dell'aria , e de' Tuoi celebri bagni fu aflai da* Ro-
mani frequentata i i quali molte fontuofè Ville vi edifi-
carono . Per mszzo di elTa la tanto rinomata Via Ap«
pia paOavai e fino a queftc acque di Sinvefla fece ìt(u(i
fcorrerie , ed \xvì gran devafìaraento Alaarbale Capitana
di Annibale colla fua cavalleria , rovinando il campo
Falerno , come fcrifìc Livio ; Hannìhal Maharhakm cum^
equìtihus in agrum Fakrnum praedatum dimijìt . Ufqut^
ad aquas Sìnvejfanas popiilutìo ìUa per'Denìt . In quelta vi
fu tenuto il famofo Concilio fotto il Papa Marcellino l'an-
no di Criilo ioi,ytzx\X.Q controverfo tra gli Scrittore, del
quale in altro luogo farò diftinta menzione . Finalmente
incendiata da' barbari, e diftrutta , sulle rovine di lei fur-
fe quella , ch'ora è Terra di Mondragone , fignoria della^
Famiglia Grilli Genovefe, che la gode, e la polHede .
Acerra , Kola , Carinola , Aquino , CaJJìno , Fondi ,
Gaeta , Città tutte efiftenti , e che (è non in tutta l'an-
tica loro grandezza y almeno nella maggior parte f] veg-
gono in piedi .
Volcurno , Città predo il fiume di fìmil nome , e 'i
mare , dove quello sbocca , e precipita , dalla prefente Ca-
pua 12. miglia lontana fituata , e poffa . Fu ella {a) sul
bel principio picelo! Caflello per ricetto de' mercatanti ,
i quali venivano dal mare, e poi per lo fiume Volturno
tratlicar doveano . Forfè a tal fine fondata fu la Città
diOflia dal Re di Roma Anco Marzio sulla foce del Te-
vere , e Minturna sulla foce à^\ Liri , e Pompei su quel-
la del Sarno . Fu probabilmente quelto CafteJJo edificato
G da^
(a) Pellegr, in Camp, difcz» c.is*
48 Storia Civile di Capua
da* Capuani , allorché erano opulenti , e ricchi Signori
della Campania , per facilitare il gran commercio, che alla
loro popolariffima Città facea di meftieri : riconofcendofi
fino al prefcnte prcflb il fuddetto ponte di Cafilino un^
picciol porto ( pofleduto un tempo dai Capitolo Aletro-
pol'tano di Capua ) in cui le picciole barche ligavanfì 9
e fi fcaricavano , e caricavano le robe per comodo o
vantaggio della Provincia . In tempo della feconda guer-
ra Carraginefe fu quefto Caftello da' Romani riftorato, e
di nuove , e più forti mura , e ripari munito , acciocché
giugnendo quivi dalla Sardegna , e dall'fitruria le vittua-
glie per T efercito , che afTediava Capua , poteflèro per
nume fino a Cafilino ( già venuto ancora in lor potere )
efler ficura mente trafportate ; Cajilìnum frumtntum con'De*
cium . Ad Vuhurni ojìla , uhi nunc urbi ejì , Cajìellum
communìtum , praejìdium ìmpojìtum , ut & mare proxì^
mum , ^ficimen in potejìate effet Appìui ClaU'
dìni Confiti DJUf2Ìo ad ofìium VuUurni praepojìto , qui ut
qu aeque na'Deì accejjìjjent , ex tempio in cajìra mitteret fru-
mentum {a) . Munito ch'ebbero in tal maniera i Romani
il Caftello , e la Citta di Volturno , e fottomelTa già Ca-
pua , e tutte le altre vicine Città , ftabilirono elfi nell'an-
no di Roma 5 ss. mandar colà una Colonia fotto il Con-
folato di Gn. Cornelio Cetego , e Quinto Minuzio Rufo.
Ciò fu mandato ad effetto tre anni dopo con trecento
Coloni fotto il Confolato II. di P.Cornelio Scipione, e di
T.Sempronio Longo : Colonìae Civìum eo anno deduBae^
funt Puteolos , Vuhurnum , Lìternum ; trecenti bomìnes in
Jtngulas {b) . Fuvvi pofcia di nuovo mandata Colonia da
Augufto : Vulturnum muro duBum , Colonia jujfu Impera--
torti Caefarii eJì dedu&a . Per la Città di Volturno paf-
fava la famofa Via Domiziana , fatta dalllmperador Do-
miziano , in onor di chi sul fiume dello flefìb già det-
to nome fu eretto un» magnifico ponte coli' iicrizio-
ne ;
Jam
(a) Z/^. llb.is»
(b) Z/S'. Uh, 34.
Libro Primo . 49
Jam pontsm fero , p:rxjì^fqus calcar ,
Q^i terrai rapere , (3 rodare jyhai
Ajjueram {pudeC) aìnnh effe coepi , {a)
Fu quella Citrà pofieduta da* Principi Longobardi di Be-
nevento , e da edì donata alla Chiefa Arcivefcovile di
Capua , come fi ha neli' antica ifcrizione , che leggeafi
sulla porta dell'antica Cattedrale;
CASRTVM Mx^RIS DE
VVLTVRNO QVOD EST D^
MAIOR, ECC/ CAPVANA
E quindi dal Duca Grimoaldo fu donato il porto di Vol-
turno , e 'i Minturnefe all'Abate Teodomaro Callinefeidi
poi pafsò a' Principi di Capua , e da eliì fu aflegnata in
appanaggio , o donata ad altri della loro ftirpe , tro-
vandofi de' Signori di Volturno col titolo di Conti me-
moria in una notizia di Giudicato nella Cronaca di S.Vin-
cenzo in Volturno del mefe di Gennajo dell'anno 987. >
in cfTa fi ^^%%'^ • Cum psrDenìJfet qtdadam die Domina^
Aloara glorio fa' Principiffa ( fu coftei moglie di Pandolfo)
.... "jenertint Dominui Landenolfus gloriofui Princeps ,
(3 Dor/ììntn Adenolfui ( era quelti Arcivefcovo di Capua,
e fratello del Principe ) . . . . Pando Cornea , Landolfu^fi'
liuì Landolfi , & Landò frater ejuì , & Landcnolfui CO'
mei Cafiro Callìnulo , (3 Da u feri , & Dauferio fratre:
Vulttirnenfei Comltes , C3 Pando €^c, Pafsò poi porzio-
ne di Caftello Volturno in potere dei Moniftero Caifine-
fé , leggendofi in Pietro Diacono (^) , che Roberto II. Prin-
cipe ai Capua confermò a quel Àloniftero ; Pifcationem^
in mari , ^ jìumine in omni territorio Ca fi e Ili ad mare.^»
Sotto Ruggieri Re di Sicilia fu tolto queito Caftello ad
Ugone Conte di Bojano , che occupato i'avea . Indi di
tutti quei cafamenti , che sulle rovine dell' antica Città ,
e dell'antico Calvello furfero , fé ne formò un Villaggio,
che ha ritenuto l'antico nome di Cailiello a mare del
Volturno, dal Re Ferdinando I. di Aragona al comune
delia Città di Capua venduto nell'anno 1461. , e nel fe-
G 2 guente
U) Stazio ... (b) Lìb,^. cap»9S*
50 Storia Civile di Capua
gucnre anno Ja verdita il Re volle ratificare , e confer-
mare , fìcccme oggi la. Città fuddcita di Capua n'c ia.
BaronefTa , e Padrona .
Ebbe anricaii:ente i fuoi propij Vefcovi , come oflèr-
vò Luca Oifìenio (a) , perocché di quefla Chieia già del
fuo Velcovo defìiruta fece menzione S.Gregorio Magno^
e prima di lui il Pontefice Pelagio fa memoria delJa^
Chiefa Volturnina (^) , che dicevafi ancora Fki Foenìcu-
lenjii , forfè lo flefìb ch'ora dicefi Vùo di Pantano nel
tratto della felva della Paneta o fia Pineta , così det-
ta per la moltitudine de' pini , che contiene . Prefìb il
mare di CslÌìqì Volturno dovette efiere quell'arena bian-
chiccia mentovata da Plinio {e) , laddove ei tratta de^
Orìgine Vitri , dicendo : Jam fero & in Vulturno ma ri
Italìae arena alba nafcens fex mìUia paffaum Utore Inter
Cumai , atque Lucrinum , quae moUìJJìma ejì , fila , tno-
laque terittrr .
Cajìlìno Città dagli Etrufci Capuani fondata , Era ove
ora quefta nuova prefente Capua fituata fi vede , duo
miglia , e circa 400. paflì dall'antica lontana . Venne dal
fiume Volturno per mezzo partita , come fcrifi^ Livio:
Fnhìui Cajtlìnuin occupat modicìs praejìdìit , quae Cìrhs
Vulcurno jìumìne dìremta ^ Falernum a Campano agro di'>
'ìuìdit , Era fotto il dominio de' Capuani , febbene per
certo tempo poi fu Colonia de' Romani, dedottavi da-
Giulio Celare nel fuo Confolato l'anno 694. , e n'abbia-
mo autentica teftimonianza in un'antica medaglia preflb
il Golzio , nella quale da un lato \t^^t{\ QKS. DICT.
PERP. , nell'altra parte T. SEMPRCNIVS GRACCHVS,
Q>a DESIGN. ITER COL. CASILIN. Nell'anno di Ro-
ma 707» M. Antonio vi dedufiè una nuova Coionia , ef-
fendo egli Confolo in Italia , e *i fuo Collega Giulio Ce-
fare in Alefsandr'a , e con tal deduzione venne a refirin-
gerc il territorio Capuano , e cag onò non poco danno
al picciol terreno di CafiJino ; onde Cicerone glielo rin-
facciò
(a) in annot. ad Carol a S, Paulo,
(b) Lib. 7. tnd. 2. cap. 30. O* 31. (e) Lìb, 36. cap. z6.
Libro Primo. 51
faccio DQÌ S^nztQ i Ca/ìlsKi^m Colonìam deduyiifìi ^ qno erat
pauch annìì ante deduBa , ut vexìllam rìderei , ^ ara"
trum circumdr4cerei^ cujtii quìdem vomere portam Captéae
( cioè Ja Cafiiineie ) pae7/e perjìrlnxìjìì ^ ut fior enti i Colo-
niae terrìtorium mlnuerettir . Dopo ia feconda guerra^
Cartaginefe andò Tempre più fcemandolì ia Cirrà di Ca-
fìlino , che prima per la navigazione del noftio iiumo
Volturno , e per lo commercio del porto di Pozzuoli ,
era ella come una Dogana de' Capuani ( veggendofi fin
oggi preflb il Ponte di Capua un antichiffiroa fabbrica in
figura di femiciicolo, che lerviva , come di picciol por-
to,© almeno per caricare, e fcaricare le barche, che dal
mare fcendevano , come fi è praticato fino a* principj
del paflato fecolo ) onde col mancar Capua venne anche
poi a mancar Cafilino . Avea lantichiflìmo fuo Ponto ,
ora già diruto, e dilhutto,e di fotro la Chiefa oggi det-
ta della Santella buone veltigia fé ne fono fino a' tempi
noftri oflèfvare . Circa cento anni dopo le deduzioni già
dette venne Cafiiino quafì àt\ tutto a mancare ,• e ciò
fu neir età di Plinio II. il quale nel luogo , ove va no-
verando le Città della prima regione d'Italia, fcrifi^eche
Cafilino era già quafi defolata morìentìi Cajìlìni reliquìae^
tantoché tra viva e morta non dovette molti anni foprav-
vivere , ma le fue reliquie nella vicina Città di Capua^,
al/a quale la ifefla Città di Cafilino ^\x poi aggiudicata ,
rimafero, come appunto , al riferir dello fte/To Plinio («),
alla già detta Città di Capua fu la Colonia di Urbana^
aggregcita. Rimale però il nome di Cafilino fino al XIV.
fecolo di Crifto ad un'antico Borgo del/a nuova Capua^
di là At\ ponte vcrfo Roma 3 appellato pofcia di S.An-
tonio Abate , e di S.Terenziano , a cagion di éxxz Chie-
fe , che vi erano a tali Santi dedicate 3 e poi demolito
infieme col Borgo per le nuove fortificazioni ordinato
dairimperiidor Cario V. l'anno 1536. nel pafiaggio,che
vi fece .
MìKturno Città , che flava tre miglia difcofta dal
naare ,
(a) Lih. 14. cap,6.
Si Scoria Civile di Capua
mare, e dalle foci dtì Garigliano, della quale ancor og-
gi fé ne veggono le vestigia .
Stabìa Cirtà , che ftava iìtuata tra *1 monte di Som-
ma, e la Città di Sorrento .
L'interno Città già diftrutta,ed era, dove ora è Pa-
tria, compofta d^i tiunie Clanio, o Savone, tra Voltur-
no , e Cuaia , le cui acque anche i legni , al dir di
gravi Autori, impietrifcono non meno, che le acque del
fiume Scio ; chiamata Patria dal fepolcro di Scipiono
Affficano , che vi è 5 dove parlando di Roma , dicea in»
grata patria : onde , non intendendone la forza la gen-
te plebea , la chiamavano Parria . Fu però Coionia della
Campagna. Lintsrnum ohm urbi ^ (3 Colonia Carnpaniaey
(fcrifle Filippo Ferraro j /-^/^r Vuhurntim<t & Cumai ^ Pu-
teolofque ex ci fa , ibi tiivri cum caupone extante , z^rdlgo
Patria , a l^ultctvno 9. , <? PuteoHi 7. m, p. ibi Lìntern<L^
Palai , per quam Ciani ui jìutt , vulgarmente lago di Patria,
dove la Maeflà del noltro Re Tuoi fare la famofa caccia
delle folaghe . In quefta Città era la ben rinomata fon-
tana d'acqua acetofa , della quale parla Plinio, che e(^
fendo bevuta a fazietà , ubbriacava le perfone , che la-
beveano , ed era di tal virtù , che bevendola un uomo
infermo di mal di tefta , restava fubito guarito, fìccome
atteftarono tutti gli abitatori del paefe j febbene fcrivo-
no il Bionno , e 'i Razzano , che fu contraria in efìì i*
efperienzaj poiché avendola bevuta non fentirono meno-
ma alterazione ; foggiungono però d'averla bevuta con
molta temperanza. jDì quefta fontana anche a' tempi no-
ftri tra le rovine degli edifizj antichi di Linterno fé ne
fon vedute da vicino ben chiare le veftigia .
Quefta ftefTa Città fu eletta dal Pubblio Scipione AfFri-
cano per fua perpetua abitazione, come notano Strabone,
Livio, Plutarco , e molti altri Scrittori : ivi formò per
fuo volontario efilio il fuo foggiorno , per fuggir T in-
vidia , l'odio, e le cattive lingue de* Romani fuoi emuli,
e detrattori . Avea egli non folamente liberata la Repub-
blica , e tutta l'Italia dal furore, e dalle crudehifi me ar-
mi
Libro Primo. 53
mi de' Carraginefij ma eziandio T avea efaltata, e bcru
troppo magnificata, ampliandole l'imperio, e forromet-
tendole tanti Regni, e tante Città: onde in ricompenza
di bQLcfiZJ sì grandi fu talmente da' Romani guiderdo-
nato, che tornato egli trionfante in Roma da Cartagine
da lui foggiogara , dopo un anno i Tribuni delia ple-
be , o per invidia , o per zelo indifcreto lo citarono a-,
render conto di tutto quel danaro, che in Cartagine ri-
trovato avea . Era .ftato Pubblio Scipione accufato al
Senato da Petellio Tribuno della plebe , di non aver ri-
portato in Roma tutte quelle fomme , che in Cartagine
raccolto fi avea 3 ed egli per non foggiacere all'invidia ,
e alla condanna de' Romani , fenza portar altra ragione
in fua difefa , ma pieno di fofferenza rifpofe , che ìoj
quel giorno appunto compivafi l'anno, da che combat-
tendo con Annibale lo vinfe , e fotromife Cartagine 3 in-
di con volontario efilìo da Roma partiffi , e in Linter-
no fi ritirò , fecondo fcrilTc Seneca ; Lìnternì hone[ììtit
Scipio , quam Baiis exulahat ; e Paolo Orofio foggiunfe
piìji chiaramente ; M* Claudio Marcello , Q^ Fulvio Sa-
iione Confulìhui , Scipio Africanus ah ingrata Jìhi urbe
dìu epulani apud Linternum oppidum morbo periit . Pri-
ma però di partirfi da Roma portofli in Campidoglio,
per ringraziare i Dei delle riportate vittorie , ed efpofe
in una brieve ben concepita orazione a* Romani le fuo
fatiche , i fuoi perigli , gli acquifti fatti per la Repubbli-
ca , ed i fudori infino a quel giorno per efia fparfi , o
confumati . Allora tutto il popolo , lafciando foli nel
Campidoglio i Tribuni, portofli in feguito di Scipione , ac-
compagnandolo , quafi che andafle in trionfo , non in^
efilio . In quefià Città edificò egli un gran palsgio per
la fua abitazione , e vi foggiornò con fomma pace , o
quiete. Quefta ebbe la gloria di vederlo con quella fief-
fa mano adoperar T aratro , e coltivare i campi , colla
quale avea impugnata la fpada , per difender la patria da
mille invaficni nemiche, per foggiogar Ca tagine , e tan-
te altre potenze terreftri, emantrime. Qui egiin\ori,o
iafciò
54 Storia Civile di Capua
lafciò le Tue ceneri : ma poco prima di morire , ferivo
Valerio MalUmo , che gli venne un gran turbamento ,
e malinconia deli' ingratirudine ufatagli da Roma : onde
s'intefe più volte efciamarc : Ingrana Patria fiec offa quì^
dem mea babes . E queda epigrafe voile , che fi ttabilifle
nel fuo fepolcro ; Africani^ fuperìor ?2on foliim corìtufam^
c3 coììfraÙam belli Punici armii Rempuhlicam , [ed paenc
jam exangnem , €^ morientem Africae dominam reddidìt ,
ciij'Ji clarijjlma opera ìn)urììi penfandOy ùvei vici eum ignohi^
lis , ac dirutae paludi^ accohm fecerunt , ejufque voltintarìì
exilii acerhitatem non tacitai ad inferos tu Ut , fepulcro
fuo infcrlbi jubendo: Ingrata Patria nec offa quidam mea
hubei .
Mi dopo la morte di lui la Città di Roma io com-
pianfe molto , e moltrò fegni troppo chiari della gran-
diifima (lima, che n'aveai onde gli fece ergere un gran
maufoleo con una orrevole ifcrizione riferita da Plutar-
co [a) ;
DsviBo Hannihale , Capua , Carthagine , ^ au&o
Imperio , boc cineres marmore te&os hahes ;
Cui non Europa , non objìitìt Africa quondam .
Refpice res homìnum quatn hrevis urna premat .
Quella Città di Linterno , che nel feno di Cumada'pri-
ini Calcidell fi crede fondata , fu poi nell'anno 455. di
noftra falute da Genferico Re de' Vandali incenerita , quan-
do , tornando egli da Roma in Cartagine , al paflar che
fece per la Campania, Capua, Nola, Linterno, ed altre
Città disfece , fecondo Icrifie il Summonie con quelle-»
parole: Genferico pafsl in Campagna , e con fu a crude l-
tà rovini^ e disfece Capua ^ e Nola y e da fondamenti di»
Jiruffe L'interno , or detta Patria .
Finalmente fra le conquide , e vittorie , che la Ca-
puana Repubblica da giorno in giorno riportava , flimò
bene di attendere alla magnificenza della Città, ali* edi-
ficazione di altri templi , all'ingrandimento de' pubbli-
ci edifizj , a renderla vaga , e maeflofa . Ed cflendo cre-
fciuto
(a) In vit> Scìpion,
Libro Primo • 55
fciuto ad eforbitanza il novero de' Capuani , e delle fami-
giie edere , non meno per lo gran traffico in Capua intro-
dotto , che per le delizie della Campagna , pel diver-
timento de' giuochi , per le tante amene applicazioni ,
che ad ognuno di qualdda flato fi davano , convenne
dilatare ed ampliare molto la Città , accrefcer le cafe ,
moltiplicar gii ediiizj ', abbellirla , e nobilitarla per ogni
parte , anche per renderla d' ammirazione a' foreftieri ,
de' quali Capua continuamente da ogni parte del mon-
do abbondar fi vedca .
C A P I T O L O IV.
Della compleljlone j e naturalezza degli amichi
Capuani , Del loro luffo , e delle arti ,
e fuejlteri , che nelP antica Capua
fi efcrcìtavano ,
§. I.
Del/a compkjjtone , e naturalezza degli antichi Capuani .
E'}' troppo celebre tra gli antichi Scrittori, che'l natu-
A rale de' Capuani era altiero, fuperbo , Éiftofo.Il ve-
derfi nati in una Città libera, fpirare aura troppo loave,
e benigna, difefi da una Repubblica potentiiimìa , vive-
re tra ag;i , e tra delizie di giuochi , di fefìe , di teatri,
in mezzo alla magnificenza di pubblici , e privati edifi-
zj , cofe erano tutte, che ifpiravano brio , fa Ito , el'uptr-
bia nel petto di ognuno di efib loro : onde ebbe a di-
re Marco Tullio {a)i Campani femper fuperhi honttatt^
agrorum , ac frudluum magnitudine , urbii jaluhritatt^
deJcYiptione y & pulcbritudine '^ ex hac omnium rerum af-
Jiueniiuy & copia primumilla natafunt arroganza &c. Que-
fl' alterigia, e rubiimità di vivere non era già vìzìo o di-
H fetto,
(a) C/V. z.Agr*
S6 Storia Civile di Capua
fetto , ma era uno Ipirito ben connaturale a* Capuani ,
in eifi daJJa felicità delio fiato , in cui , come notai , fi
vedeano partorita; onde lo fteflb Cicerone, defcrivendo
Confidio , uno de* due Pretori delia Colonia condotta^
in Capua di Bruto , lo dimoftrò cosi altiero , così acci-
gliato , che pareva efièr raccolta in eflb folo tutta la no-
biltà, la maeftà , e*l brio dell* antichiflìme , e nobili fami-
glie Capuane de' Magj , de' Blofsj , e de'Giubelij (a) : Hunc
Cap^as Campano [apercìlìo , ^ regio [pirìtu ctim viderem^is,
Magio s y BìoJJi)s mihi 'Dìdehar illos Zfidere y (3 Juhellioi .
Di que(to naturai fafto degli antichi Capuani molti
efempj ne abbiamo da diverfi Scrittori ; ma quello è il
più me'iiorabilc , che ornarono preg:udicarfi noX comu-
nicare in qualfìfia cofa colia plebe j onde vollero, cho
in Capua fi faceflèro due fori , 1* uno dall'altro iepara-
to , e indipendente , uno per gli foli nob li , i' altro per
la plebe 3 non volendo la nobiltà palleggiare , converfa-
re , e trattare nello ftedb luogo, dove trattava , e conver-
sava la plebe j come appunto la Repubblica di Atene fe-
ce due diverfi bagni, uno per gli nobili, l'altro pel po-
polo : Infolentlae ( fcrilTè Valerio Mallìmo ) Inter Athe*
nienfem y Ci? Campanum fenatum quajì aemulatio fuìt \ ille
enim [eparaco a pkhe balneo la'Dahatur , hic Vero diverfi
foro utehatur ,
Non è però, che non concorrere a fomentare sì fat-
ta ftima di loro medefimi ne* Capuani il fapere non me-
diocre, che fin d'allora in efli riluceva, come in un Gne-
jo Nevio, uomo dottifiìmo , poeta comico: il quale do-
po Livio Andronico fende in Roma commedie , ipecial-
mente le feguenti : A?nathìa , Agidone , Claflidiut , Co-
rollarla , Cofr/tatrìa , Demetriui , Dulorejìei , Tretus y
Hem^phaerius , Lampadonius , Romului , Stigmatia ,
Therimui i étWo, quali fanno menzione ne* loro ferit-
ti Varrone [h) , Elio Donato , Eufrafio , Aulo Gelilo,
Calcidio , Macrobio , Probo, ed altri moiri j fcriflè anche
\^ prima guerra Cartaginefe , in cui avea fervito da./
fol-
(a) Cu. de kg. Agr, contra KulL (b) De lìngua latina .
Libro Primo. 57
foldaro nell' efercito Romano, e Ja compofe continuata-
mente fenza alcuna divisone , febbene Giovanni Ottavio
Lampadione Gramatico la divife poi in (ette libri . Fu
egli fcrittore sì rinomato di que* tempi , che moiri haiij
fatto a gara di mandare alla luce que' frammenti , cho
di quefto grand'uomo han potuto avere, come Roberto
St effa no , ed Errico fuo figliuolo, avendo raccolte alcune
dclk fue opere le ftamparono in Parigi (a) 3 e 'J dotto,
ed aliai erudito Michele Tafuri fece altra raccolta de*
Poeti Latini nel 1713., tra quefti v'inferì ancora ie ope-
re di Gnejo Nevio (/*) 5 e Jeggonfì verfi di quefto Poeta-»
così nella raccolta Campata in Genevra nei i6ii, divi-
fa in due volumi, intitolata Corpi/s omnium "Zìe ter um Po e^
tfìrum Latinorum ^ come nell'altra raccolta Campata in^
Amfterdam nel 1686. intitolata Fragmenta Z'eterum Poe-
tarum , Quefto valentuomo mantenne fino alia mortcL»
il carattere di baldanzofo , ed altiero Capuano : poiché
non contentandofi , che da altri gii fofie data quella lo-
de, ch'era dovuta alla fua virtù, e a' fuoi componimen-
ti , gonfio di se fteffo , e malcontento , che moriva in-»
Utca , dove dal Senato fu mandato in efilio, per eflerfi
voluto inconfideraramentc ingerire nelle civili fazioni de*
Nobili, ficcome avvertì S.Girolamo (e): ti che fu Tanno
di Roma 549., eflèndo Confoli Marco Cornelio Cerego ,
e P. Sempronio Tuditano i volle lafciarfi un epirafiio da
lui fteflb compoflo, ove fi vanta maeftro di lingua lati-
na a' Romani , e neceflàrio a* medcfinìi per tal n.eftierc^.
L'epitaffio leggefi prefìo Gellio (d) , il quale lo trafti;fie
dallo ftellb marmo , che oggi originalmente confervafi nel-
la Cafa de' Signori Orfini nel Campo Fiore di Roma^ ,
donde fu trafcritto da Giacomo Mazzocchio , e flampato
nella fua raccolta delle antiche ilcrizioni :
H 2 Jm-
(a) Nel $64, in Fragmenia veterum Poetar um Latìncrttm.
(b) Voi, 2. pag, 473.
(e) Nel Crome, d" Eufeh.
(d) Lib. K cap, 24.
58 Storia Civile di Capua
IrmKortaki Mortaìei Jt foret fai fiere ,
Fìererit Diva e Cumoenae Islaeviujn Voetam .
Itaque poftquatn ejì orcìno tradìtui thefauro y
Obliti Junt Romae lingua latina loquier .
Or fé i Capuani erano così altieri di fpirito , qual ma-
raviglia è , fé fi portaiTero fuperbamente, e con albagia
contra chi loro fi opponeva ? E' a (lai noraToftilità fra i
Sanniti, e 'J Popolo Capuano per la famofa guerra fra.-
loro accaduta . OfFefo quefto per lo gran torto da quelli
ricevuto , non potè rattcnere ia fua naturai baldanza» 3
onde armò una buona parte de' fuoi gladiatori a foggia
de' Sanniti , e impofè loro il nome di quefri , credendo
di avvilir con sì gr.in difpregio i fuoi nemici , e ren-
dergli infami prefib f altre nazioni , come attefia Livio {b)x
Carrspani ab fcuperhia , (3 odio Samnitiam gladiatore^ eo
cr?'jatti armarunt , SG7r;rìitiut?ique nomine appelìarunt . Ne
reliarono punto falliti nel diiègnoj poiché non fu Città,
che in avvenire non avefìe Icuola di gladiatori Sanniti
in fommo difpregio di quella nazione.
Lo fpirito altiero, e '1 naturale boreofo degli antichi
Capuani lo provò più volte Roma , fpecialmente quando
trovavafi molto mal ridotta per le fanguinofe fconfittc>^
ricevute da Annibale 5 poiché i Capuani in vece di pi-
gliar liberamente le armi a prò di un Popolo , da cui
nella guerra coi Sanniti aveano riconofciuto Ja loro
falvezza , baldanzofa mente mandarono Legati ad offerir-
gli foccorfo colla condizione , che in avvenire de' due
Confoli di Roma uno dovefìTc eflfer Capuano {e) , preten-
fìone ftimata da M. Tullio Cicerone molto arrogante (^} ,
e luperba 3 onde al luogo citato foggiunfe ; Illa arrogati-
tia , quae a fnajorìhm nojìris alter um Capuae Confnlem-»
poftula'Dit . Mal foffrì tanto ardita dimanda de' Capuani
il Senato Romano 3 e non folamente ricusò di ciò accor-
dar loro, ma licenziò i Legati Capuani con un tratto af-
fai
(a) Vag, 4P. (b) £/e'. B. IX* Cdp, XXXX
(e) Liz'. lìh. 13. cop, 12,
(d) Or a t. e entra liulL
Libro Primo . 59
fai incivile > avendo ordinato ad un Littore, che toilo li
caccìaiìe via di Roma , imponendo loro nel tempo Itef-
lo , che il giorno medeilmo fi trovallero fuori delle te-
nute Romane. Un sì crudo e villano trattamento fatto
dalla Romana alla Capuana Repubblica, ed a' fuoi Le-
gati , molle oltremodo a quefta la bile : onde non fola-
mente fi confederò ella con. Annibale capirai nemico di
Roma , e gli giurò affiftenza in tutte le guerre contra
quella Repubblica , ma ancora trovandofi moltilhmi Ro-
mani in Capua parte occupati ne* militari efèrcizj , c^
parte nelle loro private faccende , la plebe , per non fug-
gire taloccafiore di vendetta , che prontamente fé gli
offeriva, li rinchiufe tutt, nelle fiufe,ove tra per lo cal-
do j e per lo vapore affogati fé ne morirono (a) .
Oltre a che il feguire i Capuani le armi di Anniba-
le non fu foltanto per vendetta di Roma , ma per fo-
mento ben anche delia loro altiera e luperba grandezza>
giacché fecondo la promefià di quel gran Capitano
operavano ellì di reftar padroni di tutta l'Italia. , avendo-
gli Annibale ailìcurari , che dopo le univerfali conquide
d'Italia , fc ne farebbe tornato egli in Cartagine , ed
avrebbe alla Capuana Repubblica lafciati tutti i frutti del-
la fua vittoria i febbene poi, avendo mutato afpetto la.^
fortuna di Annibale ( come piìj a baflo dirò ) molto
male andarono le cofe de* Capuani , come di efiì can*
tò Silio Italico :
Inftifer exìtìo truculenta faperhìa agehaf .
§. IL
Del lujfo degli antichi Capuani ,
A Lia fuperbia loro innata aggiugnevano i Capuani
un gran lufTo, ficcome di accordo fcrivono gl'Ifto-
rici . Quefto lufTo ifteffo abbattè e fpogliò del fuo valo-
re Ani>ibale il Caitaginefe , ficcome , parlando di Capua,
dilfe
(a) Liv, Uh, II, cap, 3.
6o Storia Civile di Capua
diffe Cicerone: HanKÌhakm fatigatum^i^ori'n y luxUyat'
que otìo perdìdìt .
Le cagioni di tal luflb Siiio Italico , che con accu-
ratezza deìcriffe i coftumi de* Capuani , Je riduce a trC-^i
cioè alla copia à^Wt, ricchezze , all'ozio , e al difpregio
boreofo delle leggi :
unìfque relìBui
D hit ih prohrofus honoi : lacerabat hiantetn
Dejtdìa fopulum ; G? refalutam legibus urhsm .
Eccedeano eflì nel culto efterno à^\ corpo , e ne* ricchi
abbigliamenti , vertendo molto polito , e le porpore più
fine , come avvisò lo ftefìb Silio :
madefaBa Veneno
j^ffyrio ^ejìis
Si profumavano ìutù d'unguenti odoriferi 3 tantocchè vi
erano allora in Capua degli artigiani occupati unicamen-
te nel comporre unguenti odorofi , e belletti , tenendo
tutti inlìeme le botteghe in una tìrada detta Sepìejla 5
che però il nome di Seplajìarìo pa fsò poi in titolo de-
gli effeminati e molli : così Lampridio fcriffe di ErCgaba-
Jo : Finxit se tit cupidìnarium j ^ feplajìarium : portava-
no i capelli fempre ben accomodati , ed innanellati , la^
camminata era grave , feria , autorevole , altiera , ap-
punto come lo fpefìfo iodato Marco Tullio Cicerone de-
fcriife A.Gabinio Capuano : Erant UH compii captili , &
madentes cincinnorum fimbria e y & fluenus y cerujfataequs
huccae , dignae Capua , [ed illa ^vetere .
Ma non fi fermava il loro luflb nell'ornamento del
corpcT , maggiore compariva nell'alimentario . Chi potrà
mai fpiegare abbaftanza la lautezza delle loro menfe , la
varietà , la fquifitezza de* loro e bi ? Chi potrà dire ab-
baftanza il luffo nel bere , Teccellenza de* vini , o fia.*
ùt\ lor Falerno , o fia <ì^\ Maflìco , o di altri più fpiri-
tofi , che da lontaniflimi Paefi , e per mare , per dove
continuo era in Capua il traffico , e per terra fi face-
van venire ienza alcuno rifpaimio ? Onde diffe Silio di
quefie menfe de* Capuani Regales epulae . Cominciavano
a de-
Libro Primo, 6i
a definare al mezzo di , e terminavano al Jevarfì del
Sole .
medìoque dìerum
Regaks eputae , atque ortu convìvia Solis
Deprehenfa
Coficchè tra i proverò) delle cene laute diceafi Coena Ca-
fitolifia , Perjtca , Medica , Sybar'uica , Italica , ed ella-r
più dell'altre veniva citata Coena Campana .
L'ufo poi, ch'ebbero gli antichi, e più degli altri i
nofìri Capuani intorno a quefte laute cene , imperciocché
ciocché noi diciamo Prandium , preflb loro dicevafi ante^
coeniam , e quefta era ben tenue e parca , ed in un fu»
bito fi approntava , come Tinllnua Afran o;
Equidem prandere Jìantem incinBa toga .
E Plutarco Symp. Prandia ohfonìi expertia , tenuìa , ac fa^
ìubrìa tanqrjam medicamentum [unt ^quibui ad tam fpìen-
didat , & copiofas dijientas coenai utìmur ► L'ufo , dico, del-
le antiche laute cene incominciava dalla prima portata-
delie lattughe, <ìq\\z uova, de* ghiozzi , e dì varie erbet-
te , come la ruta , a premunirli così contro a' veleni . In-
di l'altra portata ò.€\\^ carni , e de' pefci , e fin qui diceva-
fi la prima menfa . Contenea poi la feconda cibi foavi,
come latte , cacio , mele , tordi , lepri , pefci di ogni
forta , varie pafte dolci , e fpecialmente le compofte di
mele, ed altre delicate vivande, che dicevanfì Jovìt ce^-
rehrum i dipoi le rape , le fave , le mela , le pera , ne-
fpole , e noci , ed ogni altro frutto , accompagnanda
quefte cene vini foavi , iftrumenti di inufica,e fimil pia-
cevoli allettamenti.
Nelle lautezze delle flefle cene dovettero ancor t^
cibarfi della famofa Enula Campana , radici di erba , che
nafce fpecialmente in quefte noltre campagne , ottima,
ft fcilopparfi; e *1 mio dotto , e ben iftrutto Medico Lo-
renzo Zona mi alHcura di ellèr quefta pianta molto fto-
matica, e pettorale . L'ufo di efTà durò nelle menfe, o
fuori fino a* tempi degl'Imperadori , leggendofi nella vi-
ta di Livia Moglie di Augufto, che quefta Imperadrico
attri-
62 Storia Civile di Capm
attribuiva la lunghezza delia fua vita , e Ja Tua buona-*
falute al vino di Pezzino , che moderatamente bevea.» ,
ed a certi canditi comporti di una radice , da Piinio (a)
eh la mata Enula Campana .
I vini , che principahnente dagh' antichi noftri Capua-
ni fi beveano, fi eran quelli per appunto ottimi , e fqui-
fiti , che dalla noftra Campani-i ftefla fi producevano .
Tali erano i Falerni , che nel noftro campo Falerno » i
MaJJìci , che nel monte Mafilco , il Fau filano , che nel
villaggio di Falciano vicino ai monte Maifico in Diocefi
di Carinola fi facevano , Vini oltremodo fpiritofi , Ioda-
ti da Orazio in diverfi luoghi, e fpecialmente da Plinio,
il quale facendo catalogo de' famofi vini della Campa-
nia così fcriflè : Seconda nobilitai Falerno aoro erat , ^
ey^ eo maxime Faujììano .... Hinc jelix ìlla Campania ejt .
Ah hoc Jìtu ìncipiunt "Diti ferì colles bine l^efcinì , &.
Caeditii ohtenduntitr agri . His ji^nguntur Falerni , ^ Ca-
leni . Vi erano ben anche i vini Cecuhì fquifitiffimi , che
fi facevano nel monte Cecubo , il quale daiia faida dei Ca-
ftelio d'Itfi diftendevafi verfo il mare di Sperlonga fili*
predo Gaeta , ed in quelle pianure . Di effo d;{lè Stra-
bene : Continuum Cajetano Jtnui eft caecuhum , cui adìa»
cet urbi Fundi in 'oia Appia . Tota haec ora praecipua
Ziina generat . E poco prima detto egli avea ; Caecubuìn
quidem li e et paludibui adjaceat , "pineta tamen vini fera*
cijjìma praecipuis enutrit arborìbus , Dì effo fcrifle molto
bene Marziale :
Caecuba Fundanìs genero fa coquatur AmycTn
Vitis €3 in media nata palude ^iret .
Spiritofo parimenti fi era il vino Amineo , che beveano
i noftri antichi Capuani , e raccoglievano preflb il cam-
po Falerno , ove i popoli Aminei àiiW^ Teffaglia vi por-
tarono le loro nob iifiime viri , per ie quali e da Polibio,
e da altri fu tanto lodato tal vino . Beveano anche il
vino pur troppo eccellente di Caulo, villa ali' antica Ca-
pua Vicinjfixiiia , n.oiio ccmn^endata da Pijnio [b)-, ed il
Pela-
(a) Z/J. 14. cop. 6, {b) Lìh. I. 4. cap,i6.
Libro Primo. 63
Dekcampio (a) a ragion traduce d&ÌGtcco Cauli fj 1^9^ Fa-
Urno Jìmik 'i ac generofum efì . Qyefti ed altri erano i vi-
DÌ ipiritofi , de* quaii dalia Campania la gente più cults
dell' antichiflima Città di Capiia fra gli altri per Je pro-
prie menfe fi provvedea . Come appunto i Capuani de'
tempi noftri delie lacrime di Somma , de' mof catelli di^
Jrani , 0 di PofiUpo , del cent or e di Aver] a , del greco dì
Maddaloni , del pallagrello di Fiedemonte nelle loro
menfe di ordinario fi lervono : non parlando io de' vini
foreftieri, che, come diill , per mare , e per terra da lon-
taniflimi paefì dagli antichi nobili Capuani condurre fi fa-
ceano per loro falto , e per \\x^o <X€i\(^ loro nienfe re-
gali : e così anche i Capuani d' oggidì de* vini fore-
fìieri o fia di Canaria , o di Siracufa , o di altri fimili luo-
ghi in Napoli , ove per mare vengono condotti , fi prov-
vedono.
Vi erano poi altri vini, zhs. nella noftra Campania
^\ faceano , ma di minor pregio, e di mediocre conto i
onde ne' conviti privati , e di confidenza fi ufavano. Sì
era appunto il vino , che neli' antichiflimo , or già
diftrutto villaggio, detto Petrìno , in vicinanza àó mare di
Sinvella , fotto la collina , ov' era il caf^elio di Mpudra-
gone , fi facea j onde fcriflè Orazio , proponendo una-
mediocre , e competente cena :
Vina bihes iterum diffufa pahflreis
Inter Minturuai , Sinveffanumque Vetrintim .
fecondochè farebbero i vini Afprinj , de' quali il ter-
ritorio Capuano abbonda , ed i paefani bevono ordina-
riamente , e a difmifura .
In fine dico di paffaggio ancor qualche cofa riguar-
do all' antico Capuano cofì-urae nel bere . Benché \^u
quantità del vino , che fi bevea, fofie fiata varia , la-
comune era di tre maniere , o del Sejìante , o del Trien^
te , o del Deuncio . Il Sejìante era de' temperati la coti-
diana mifura j come degl'intemperanti al contrario WDeun*
ciò , Onde Marziale i^b) ;
I JfA?-
(a) Uh. I. cap, 24. (b) Lil. iz*pag. 28.
64 Storia Civile di Capua
Sextafctem poto , tu potai , Cinr.a , deuncem >
Et quererii , quod non , Cinna , hihamu: idem .
II Sefla^ue yOììihra. de' temperati , era quello , che correva
più in ufo, e cinque, e fei v^ke bevendolo j così Au-
gufto , lebbene molto fobrio , come dice Cornelio Nepo-
te, cinque e lei volte il bevea ne' pubblici conviti . Nelle
fefte poi , e in quelle fpecialmente di Bacco beveano alle
volte tanti bicchieri, quanti erano gli anni , che altrui au-
gura vano j onde 0/idio(^) ;
So/e tamen , vìnoque caknt , annofque precantur ,
Q^ot fumunt Cyathoi , ad numsrnmque bihunt .
Ancor di più 3 ed ora per la falure deli' Imperadoro,
poiché, fecondo di file Dione, tra gli altri onori ancor que-
flo fu decretato ad onor di Augufto, che ne* conviti per
Ja falute di lui {\ bevefle 5 ed ora per gli altri felici fuc-
cefli degli amici , come Orazio [b) :
Da , puer , augurh Murenae ,
ed ora in fine in grazia degli amici , che erano lontani.
Scrifìe Tibullo (r) :
Ad bene Mejfalhm tua quìj'que ad poetila dicaf
Homen , (3 abfentìi Jlngula verba fonent .
In quefto la formola , e la cerimonia in bevendo era ,
fìccome defcrive Plauto Srich. così; Be^e «^i ( cioè a dire
vakre precor ) Bene me , Bene nojìram etìam Stephanium^
donde, fecondo fi fcorge , contenendo i nomi degli aman-
ti , psr efempio Stephanium , dieci lettere , altrettanti bic-
chieri caduno era tenuto di bere, e così didè Marziale;
. . . . . . . Septem Jujììna bìbatur
Qualunque poi ftata fi folte la quantica à^\ vino , chcu
fi bevea , i vifi , eh' erano a tal ferviggio addetti , Po-
ca lum , Calì'X , Kafai , Curhepum , Crater sì diflfèro 5 feb-
benc alle volte ancora i bevitori più tofto , che fer-
virli de' vafì fuddetti , avvalevanfi de più groflì , alla«»
maniera, che corre il proverbio tra noi; BERE ALL'ORI-
GINALE, cioè a dire in q uè' va fi maggiori , donde va il
vino
(a) Lìb, 3. de Fa/Ì. (b) Od. 19. //^. 3.
(e) Lib» 2. E/eg*
Libro Primo. 65
vino a rifonderfi ne* bicchieri , e quelli erano Armìllum^
Jlmpulla y Cantharui ^ e fimili , cosi Plinio {à)iCajui Ma-
riui pojì Z'ìBoriam Cmhrìca?n Canthar'n potajj^e Liberi Pa-
tria exemplo tradìtnr . E dalla ftoria fi fa , che Tiberio
creò Queftore un uomo idiota , da che quefti in fua pre-
lenza beyette un' anfora di vino , eh' era un vafo , iiij
cui il vino fi confervava , e che valeva a contenere di
vino 80. libre, cioè 40. caraffe, mifura ^q\\q nofire .
A quefto JufTo de* conviri , de' pranzi , e àt\ ben
iTiangiare furono molto fuperf^iziofi , e attenti gli antichi
Capuani , e ficcome era fra di loro frequentifllino queli'
ufo , così andarono fenipre trovando , e inventando cofe
da far riufcire i loro banchetti maggionnente gufiofi , e
piacevoli 3 onde non paghi efii di pafcere il Joro palato
de* cibi diluatiflmii , intrccuflero il barbaro , ma ad eflì
dilettevole coflume di accoppiare alle loro menfe lo fpet-
tacolo degli attacchi fanguinofi de' Gladiatori : onde nel
tempo fteffo , c\ìq nutrivano il corpo di cibi fquifiti, de-
liziavano anche T animo , e fi divertivano nelle veduto
di tali combattimenti , che rendevano di maggior lufTo le
loro menfe j onde difTe Niccolò di Damafco , fecondo fcri-
ve Ateneo de' Gladiatori Capuani ; Campanorurn quidam
inter conVìZ'ia Jìngnlarl certamine ptégnant 3 e fecondo il
maggior pregio, e dignità de' convitati crefceva il nume-
ro à^W^ coppie de* Gladiatori, come diflè Strabene (/'); £*(?
luxu Campavi pro'ùedii junt , ut conz^ì'Dio vacarent ^
pcrìa gladiatorum , quorum Kumerum prò dìgnìtate cujuf-
que C0K2/iz>iì augehaf?t , miriuehantque .
Non parlo delie Sertoh o fìan ghirlande di erbe ,
e di fiori sbruffati d' unguenrj cdcriferi , formate di ma-
ravigliofa , e vaga f^rutrura , che fi apparecchiavano per
coronare il capo de' convitati nell'atto, che fi metteva-
no a ledere ir quefti lautiffìmi definari, ed in ifpezie deWe
S ertole propriamente Canipane ée\ famofo Meliioto ben
intrecciate, e compofle . Né fo parola deJl* accompagna-
mento necelTario di tanti Ichiavi nelJe proprie ior calo
I 2 con
(a) Lìh, 33. cap. II. (b) Lìh, s*
66 Storia Civile di Capua
colle lanterne accefe , e con diverfi altri lumi , per nio«
flrare Ja magnificenza della funzione, donde elli veniva-
no, mentre ove fi tratta di difcorrere del fafto , pulizia,
e grandezza degli antichi Capuani in fimili contingenze,
farebbe non finirla giammai. Tantoché Livio, parlando del
ludo , e de i piaceri de* Capuani , in poche parole ridu-
ce , quanto fi può dire su di tal materia : Profja femper
c'wiias ifì luxuriam , non ingenìorum modo ^ìtìo , fed af-
fiuenti copia 'Dohptatrdm , G? ilkcebrìs omnis amosnìtat'n
marìtimae , terrejirifque , lum vero ita ohfequio Princi^
pum :, G? licentla Pkbis lafcivire , ut ne e libìdini , nec
jamtìbuì ejfet finii . Erano effi ricchi , e di complelilo-
ne fcìolta , e prodiga , non già tenace , e perciò avendo
genio di fpendere , e non perdonando a denaro , o ad
intereflè , andava ficuramente il lufTo in continuo trion-
fo per Capua , ed ogni cofa con pulizia , con gufto, o
con proprietà fi vedea .
Il lufTo nelle donne Capuane , il buon genio degli
uomini , la lautezza nelle menfe , la pompa nelle fefte , o
ne i tripudi ammollì la durezza , e domò il valore de
Cartaginefi , come a fuo luogo dirò diftefamente j tanto-
ché il Tonno, il vino, le vivande dilicate , le meretrici,
il bagno , i' ozio , che in Capua godettero , indeboliro-
no , e refero effcmminati i loidati d' Annibale , che da-,
quel tempo innanzi fi difefero molto più colla fama , cl»
colla riputazione delle già riporrate vittorie, che colla-
prefente fortezza , e valore de' loro corpi {a) : òomnus ^
& 'Dtnum , & epulae , (3 fcorta , balneaque , & otìum
conftisttidine in dies blandius ita enervaz:erunt corpora-. ,
animo fq ne Pcenorum , ut inagis deinde praeteritae z^idÌG^
riae eoi , quam praefentei tutarentur vires .
Queflo lufTo però , col quale reltò ammollito il va-
lore , e la fortezza de' Cartaginefi , fu alla Città di Ca-
pua di fommo giovamento , come fcrillè il Moreri nel
fuo Dizionario 5 poiché a quefto riflellb i Romani nelle
vittorie Importate da' Capuani i' anno 543, della fonda-
zione
(a) Liv. lib* 13.
Libro Primo. 67
zione dì Roma, non rovinarono, né fpianarono da* fon-
damenti Ja Città , tutto, che 4a' Confoii vincitori effi-
cacemente fi pretendere.
Dd reito in quelli due § della Tuperbìa , e del luflTo
degli antichi Capuani non è fìato mio penfìere recar lo-
ro veruna ofFefa , o di macchiare il loro decorofo carat-
tere, ma dcfcrivere foltanto il lor coftume , e gli anda-
menri per maggior erudizione di chi legge la prelente
Iflciia : poiché qualunque fi foilè neo di colpa , che da*
già diviiati coftumi avefle potuto mai in ei5 ridondare,
altrettanto maggiore fu la loro gloria , una volta che
poco dopo j riforma^UQuafi dd tutto, ad altro poi non
badarono, che a procaèciarfi vantaggi non ordinarj nel-
le Icienze più eulte n^n meno , che nell' armi , e ne* go-
verni , al dir di Cicerone : Nam ea Capua , quae nunc eft^
[phnùìàijjìmorum ho^fìinam , forttjjtmorum virorum , opti^
morum cì'ZjUìm ^nihi amìciffimorum multìtudlne redundat^
§. III.
Beile Arti , e T^ejììeri degli amichi Capuani .
S Ebbene CafHodoro {a) , fcrivendo pel fuo tempo , dia
loda d'induftriofa alla Provincia della Campania, a
ragione però più ftretta debbonfi tali encomj agli abita-
tori di Capua di lei Città principale j poiché efla fu ,
dove maggiormente fiorirono le arti fopraliine, e queftc
fi videro in ogni tempo , e quando da Repubblica do-
minava , e quando nello flato di Prefettura, e fotto la-
Signoria d^^V Imperadori ubbidiva , in ogni ftato , io dif-
fi , maeftra in ogni arte i\ d moftrava , e cogli artefici
più rinomati , e foreftieri gareggiava .
La Creta Capuana era rinomatifiima ne* tempi deì-
r antica Repubblica, fpecialmente quella, che lavora vafi
in Calvi , onde derivarono \t Obbe Cakne , mentovate da
yanone preflb Nonio Marcello . Quelta creta miftuiata^
con
W Ep. 33. //^. 8» .
68 Storia Civile di Capua
con rodi di uova ben qilcinati , e riderti in minuta £oI-
ve , fi lavorava a maraviglia in Capua, e i Tuoi finlUimì
vafi erano in gran pregio pel mondo tutto , prima che
s' introducefièro le fquifite porceilame , che defcrive Gui-
do Pancirolo (a) , e che prima lafciò regiftrato ancho
Scaligero ; Superiorìbus faeculis , feri ve Guido , nunquam
fuern^it vifae Forcellamae . Sunt autem majfa quaedam^
ex <^ypfo y OZ'O ^rUo , putam'me locujìae marinae , ^3 alìh
fpecìehui compojìtae ^ quae fi probe Jììpata & denfata fus'
rie Juh terra in locum alìqMem fecretiorem recondit^dr ,
quem pater lìberis fuis dejìgnet , atque ibi o&nginta an'
noi manet recondita , qr40 tempore elapfo , fil'i 'Del nepO'
tei eam eritunt , eaqus furjum fu'jìata , ^ ad elaboran-
dum idonea reddita , pretiofa fila vafa conficiunt afpeBu
-pulcherrima .
Or di quefta Capuana creta fi componevano , e €\
lavoravano in Capua gli antichi vafellamenti , che tutta-
via fi fono eftratti da' fepo'cri degli antichi Gentili , o
nella noftra Campagna certamente a gran copia fé ne fo-
no ^vi oggi trovati , e tuttavia fi trovano . TerruUiano
chiama generalmente Obbe i vafi già detti , cioè quei
vafi , che fervito aveano nel SHicernio in quella fune-
bre cena de* morti il giorno ftefib del funerale , o ìoj
queir altra de* vivi in altra data di tempo prefib il fe-
polcro (^) j oltre a quegli altri diverfi vafi, in cui anda-
van ripolte le ceneri à^\ cadavere (r), e le lagrime delle
Prefiche , e i lumi comunemente chiamati eterni .
Oltre a i vafi di detta forta , lavoravano ben anche
gli antichi Capuani , e componevano colla detta crera^
altri vafi per le menfe molto puliti , e delicati ; Orazio,
uomo in Roma di molta diftinzione , fi pregiava molto
di bere nella fua tavola in quefti vafi della creta Capua-
na, chiamandoli fuppellcttile Capuana (<^):
adjìat echinui
Villi cum patera gutttti , Campana fupellex.
Or
(a) Rer, defccrd. tit, 2. (b) Jt/g, lib, 3. cap* S9*
(e) jittJc: exeq.pag,^s7» (d) Satir» 6. lib* i.
Libro Primo. 69
Or qudlo aggettivo di e-zV/x è per rapporto delia Tua ma-
teria , come un fervizio non di metallo , ma tutto ài
creta cotta . Egli fteflb Orazio in altro luogo parla dei
ricco avaro Opimio , che tenendo chiufi i vafi d' ar-
gento per timore di chi dovea fuccedergli erede , bevea
nella Trulla Campana , che , fecondo Varrone , era.
un vafoJato, e profondo, che veniva polio in men fa pie-
no di vino ♦ per indi riempirne i piccoli vafi da bere , ac-
certando Cujacio: TruU'n non fumi vinum y [ed fundi in
focula , ed Opimio forfè il bevea , come il relto de* gran
bevitori , ma dì un vino affai cattivo , quale era quello
della Città di Vejento ancora nella Campania {a) :
Qui Vejentanum fejìis potare diehus
Campana folitus trulla
Queft* ufo di bere ne' vafi di creta fu molto antico , o
nell'antica Capua fé ne lavoravano a maraviglia {b)i
Figlila antiquui primum Jìbi fedi Agrejìis
Pocula^ de facili compofuitque luto»
Ma nell'età fulTeguente anche i Sovrani fé ne avvalfero,
così MailìnifTa , al riferir d'Ateneo , n' ebbe il coltume
introdotto nel fiio domìnio nella Libia, in cui fempre in
vafi di creta {\ beve dalle perfone anche principali
del paefej ne venne a^difmetterfi , fé non dopo l'età de*
Macedoni .
Quefta Trulla di creta finiflìma , che in Capua così
ben fi lavorava , era talora temperata di gemme , e in
quefta maniera fi ufava nelle menfe à^W^ perfone nobili,
come fi dilfe da Cicerone in Verrem : Erat autem vas
^ir/arium una gemma praegrandi trulla exca^ata j talora
dì metallo dì Corinto , odiaittv fimili materie di valore.
Della creta Capuana fi formavano certi vafi grandi,
fatti per confervarci il vino , per riporci l'olive , da fer-
virfi per ufo d'acqua , come appunto i Dolj , cioè quei,
ziri, che nel lavorarfi de' empi £\ trovano alla giornata
fotterra,e fi confervano i pù forti e roborati in àii'^^^'
fa . In Capua voleva Catone , che ^\ comperailero tutti
quei
(a) Sat. 3. (b) SlL 5.
70 Storia Civile di Capua
quei vali grandi , come di miglior comodo , e di ftruttu-
ra migliore , che nell'altre parti : flccome erano ancora.,
le Urf7e , VUrcei , o fìano Gìlli , ia Cr^ppa , VAr/fora , al cui
collo fofpendevano gli antichi ie ifcrizioni degli anlni àQÌ
vino , fecondo Petronio {a) 5 e quefti vafi erano a pari
rinomati, o di creta, o di metallo , o di Sparto.
Dalla perfezione di quefti vafI antichi fi vedo,
quanto in Capua andava fiorita in quei primi tempi la
maeftria del pennello . Noi non abbiamo quafì altri te-
ftimonj delle pitture de' primi tempi , fé non se quei ,
che ci prefentano gli antichi vafi di creta , che tuttavia
fi fono eftratti da' fepolcri di quei Gentili, e che nel te-
nimento Capuano , Ipecialmente nelle p anure di Calvi ,
fé ne fono in gran copia cavati fuori . Da quefti vafi Ci
conòfce a maraviglia , che l'antica pittura , eccetto la va-
rietà de* colori, che trovodi da mano in mano ne' po-
fleriori fecoli , per tutto il refto non ha , che cedere all'idea
delle prefenti più affinate, e più naturali j e febbene go-
dette la Grecia di ottenere il primato d'una tal arte , o
da' Greci, come parlano tutte le Storie, pafsò ella a* Ro-
mani , molto prima de' Romani però n'^ra in Capua per-
fettifiìmo l'ufo ; tantoché Suetonio {b) riferifce , che quei
Coloni della \^gg^ Giulia mandati in Capua, nel demo-
lire , che facevano alcuni antichi Capuani fepolcri , per
erger nuovi edifizj , ebbero in quelli la forte di trovare
diverfi vafi d'opera antica , che certamente erano vafi
Etrufci , cioè di quei Popoli , che molto prima di Roma,
dalle Regioni dei Pò pailàrono nella noftra Campagna ;
vafi , che nel tempo fiefìo di Giulio Cefare erano in gran-
diifimo pregiò prelTo i Romani: Paucot. ante menfei cum
in Colonia Capua dedudii Lege Julia coloni ad extruendai
pillai fepulchra vetujìijjìym disjicerent , idq'^e eo Jìudìojìus
facerent , quod aliquantum vafcalorum operis antiqui fcru-
tantei reperiebant .
Le figure poi , e i colori di detti vafi erano ordina-
riamente di color lofTo abbondanti in tutto d^\ famofo
minio
(a) Sat. u6, (b) Pelleir. pag* 642.
Libro Primo. 71
minio con una doppia vernice , una. al di fuori , e pel
campo di color ferreo paonazzo, l'altra ai di dentro per
i'incroftatura , ed a guifa di un ferro lucente. Le loro fi-
gure a maraviglia dipinte fono de' Baccanali , e van to-
gate y poiché le palliate , e con airi calzari fono itimate
pitture Etruiche , come già dilfi di (opra .
Sì lavorava anche nell'antica Capua di finidlmo Z^e-
tro y ed era il vetro Capuano così celebre tra i Scrittori,
che non aveva a cedere a qualfifia altra materia pila no-
bile delle altre Città rinomate 3 e ciò per la fua bian-
c'arena , che a tempo di Plinio era una porzione delle tre
altre , atte a com.porlo . Ecco le fue parole (a) : Jam^
Vero & in Vt^lturno mari Itaììae arena alba nafcenì iti'
ter C^-tmai , atque Lncrìnum , qfdae mollijjtwa ejì , terittiVy
de in njijcetCiT tribù s partibus vitri , pendere y 2jel menfu-
ra , & lìquata in aliai fornacei tranijundìtur ; ibi fi t maf-
fa , qnae vocatar ammonitrum 3 atque haec recoquitur , ©
fic 2;itrum pnrtim .
E paflaudo agli altri lavori, ne* quali ^\ cfercitavano
pili d'ogn'altro gli antichi Capuani j febbene proporziona-
ti ad altri tempi , eh* ella la Città antica correva , come
in quello della fua Prefettura, in cui, fecondo fcriffe Livio {b\
ad inertifjìmum , (^ defdiojìjjimum otium fi v.de ridct.
ta ; parole , che ficcome ci ricordano le inz fciaguro
per quel tempo, così ci dimoftrano , quanto era ftata fe-
lice per l'occupazione , per l'efercizio , e per l'induitria.*
de'^iuoi abitatori . Si difie efiere la Città allora {e) receptacu-
lum aratorum , nundinai ruficorum , ce/lam , otqide hor^
reum Campani agri ,^ fervendo ella come un mercato di
tutte le faccende ruiticali à^\ Paefe , ad avvifo Gel Pelle-
grino (^J, adattò tutta ia fua induftria ad inventare, o
lavorare iftiumenti confacevoli per quella condizione, dove
fi ritrovava .
Qujudj fi facevano in Capua Je/j/tr/, Jequali Jafciato
poi il nome comune fahei , perchè prefero altra for-
K ma,
(a) Cap, 3<5. Uh. 36. (b) Lib.16,
(e) Lic, prò L^^gr. (d) Pag,$s2,
72 Storia Civile di Cipua
ma, fi diflero feculae a fé e andò ^ come nota Varrone (^);
e quantunque di quell'altre deducano il novdt a Farro ^\\
loro ulo nienredimeno era ben anche comune per altre
recilìoni , e non già come le noftrc def^inate a quel fo-
Jo delia mieti; ura : onde di quelle diffe Virgilio :
Kon rajiroi patìettir burnus , non vìnea falcem .
In altre luogo :
Atque mala vìtei incìdere falce novellai . ih)
ILd altrove ancora :
£5* rtivU opaci
Falce premei umhrai . {e)
Diverfi erano ancora i leggieri aratri di Capua , che qui
fi componevano , ficcome diverfo era il noftro terreno
da quello men facile , e duro di Roma j e Virgilio pre-
pone quello di Capua , come ricco di quelle doti tutte ne-
ceflarie per l'abbondanza delle viti, dell'olive , de* beftia-
mi , e delle biade :
Taler/j dives arat Capua , & vicina Ve fa evo
Terra jugo (d) .
Diverfo l'ufo del pefo,come la cotanto rinomata Sfate'
ra Campana , che delcrive Ifidoro [e) , altra da quella^,
che Trutina e Staterà pa^-imenre {\ difle , ed ufarono i
Romani , detta comunemei ^ Bilancia dalle due lanco ,
che da un filo , che Ita nel mezzo , e donde quelle fo-
no lofpefe , vanno ad efier ugualmente librate , benché
era la noftra Campuana più lontana da quegl'inganni , che
nell'altra di facile pofiono avvenire dall'avarizia de* ven-
ditori j e in fatti fovente i Romani vi trovarono altera-
ti i loro pefi , che , fecondo fcriHè Ammiano, fu ftabiliro,
ad ovviarne le frodi , un Pi eferto pretcftato , il quale /?(?«-
dera per regiones injìituerìt univerfas , ofìervandofi a tal
riguardo molti pcfi antichi , e quafi tutti di pietra negra,
come più forte a r|filt£re a qualche diminuimenro nella
durata del tempo ,Bc su de' quali Icggonfi fegnati varj
nomi di fimili Prefetti .
In
(a) Lih, 4. de ling. latin, (b) EcL 4. (e) Georg. Uh, i.
(d) Georg* 2. (e) Cap, 34.
Libro Primo. 73
In Cdpua fi desinava in quel tempo la compra del-
le fr»i , delle Jjfci^e dì varie fogge, ddV anfore di Spar-
to , e delio Sparto Iteflb , che , come rifcontra il Pellegri-
no {a) sull'autorità , che allega , altro non era , che ìzj
noftre gineftre , cioè quelle , che vi venivan condotte da*
luoghi vicini , e colle quali potevafì venire a capo di
tutti i fopraddetti lavori , e intrecciarne ognuno all'idea
dell' ufo , che il volea j e ciò anche per quei vafi da.^
coufervar liquori , per gli quali aveano una maniera fo-
prafHna d'incroftarli da fuori con pece , con geflfo , con.,
reflna , ficcome fcrifTe Marcello Donato nell' annotazio-
ni fopra Livio {b)i ed allora tal Ibrta di anfore chiama-
vano Vafa picata'^^nzì fi coftumava con tali mifture li-
gar i coverchi fopra di detti vafi , e riufcivano molto
pulitamente al comodo de' compratori .
Ma dappoiché arrivò Capua , al decader della Ro-
mana Repubblica, a miglior forte , e vifìfe fotto la Signo-
ria degi 'Imperadori , gitrò via gli ftracci di quelTant ca*
miferabil tunica , e ripigliò fra i fuoi Tantica toga , e lo
fpiiito indun-riofo , che non mai ebbe perduro : poiché
non ritrovolìl mai punto alterato il fuo clima j onde ri-
prelero i Capuani ie antiche invenzioni , altre ne miglio-
rarono ) e molte nuove diedero fuora di tutta perfe-
zione .
E qiiì cade a propoflto cominciar dalla famofa z^//-
ca Capuana yche ferviva prefTo le antiche menfe de' No-
bili per amecena al par , che il mulfo , compofìo di me-
le , e vino, era il preludio di quella de' ricchi, coti^nto
fìimata da* Greci, cotanto da* Romani , che lenza della
era riputata per vile e dappoco qualunque cena j e con
nuovo ritrovato fi rendè cosi perfetta , e riufci di un ce-
lebre nome dà per turto ronde obbligò i forcilieri a traf-
ficarne da CapL'a grofle quantità di Val Àlìca^beu com-
pofta ; cosi Orazio (r) :
Speme cìbum vikffiy nìjl Hymettìa niella Falerno,
K 2' Jt Mar-
ca) Pag, sss» (b) Lib,22. (e) Lih.2.Sar.2.
74 Storia Civile dì Capua
E Marziale allo fteflb propoflto {a) :
Nos Alicam , mulfum poterli tibì mìttsre d'wei ,
Si tihi tìoluerìt mietere dives , eme .
Non fu poi , come argomenta il Pellegrino , uguale il ludo,
e la delicatezza di quefto tempo a quella grande del-
J'ccà Tua più antica, ma niente meno di quanta ne cor-
reva in Roma. Sì vedevano allora in Capua a gran fol-
Ja gli Artieri d'ogni lavoro , per IbddJsfare qualunque vo-
glia più boreofa de* Capuani , e de' ftranieri ; teltimonj
ne (ouo le tante gemme d anelli, che fi fono trovato,
e tutto giorno s'incontrano nel lavoro de' campi , e eia-
fcuno di maefiofo , e nobile intaglio ; il gran numero
delle Fibule di tante fogge , e di varie rapprefentanzo,
d^lÌQ quali altre erano a fervigio degli uomini , ed altre,
come dice Ifidoro {h) , per adorno , e vaghezza sul petto
delle donne j quello degli orecchini , che fi fcovrano per
lo più ne* farcofagi , d^ìVarmil/e , à^gìi aghi cr i fiati y altri
detti difcerniciila dagli Autori , e da Servio chiamati
Cala^ijira ySid ufo d'jntrecciare in anella i crini , ed altri
più piccioli , detti propriamente crinales ^cht intrecciati ai
di mezzo della chiozna ne foftenevano le varie mode j
lavori più onefti al certo , ed eleganti , che non furono
quei lifci , quei fuchi , quelle cernile , onde tinti i Capua-
ni più antichi poteanfi tacciar tutto al contrario di quel-
la loda , che die poi Cicerone , in parlando di Gabinio,
agli altri del fuo tempo .
I Vafellai ritornarono al lavoro più nobile de* loro
vafi , che pel tempo della fua Prefettura Capua noii->
vide , che rozzi , e ruftichi . La pittura ritornò al fuo
primo decoro , e al pari de' Greci vi Ci lavorò anche su
molaico , ficcome nella no/ira Città fpecialmente di Ca-
pua ce n'avanzano molte reliquie , ed in cafa del Dottor
Simio de' Renzi di S. Maria Maggiore puolli vedere una Pai'
lade pur troppo bella di tal lavoro, ficcome un fimula-
cro ben anche di Anfione su d'un delfino ; arte, che poi fi
per-
(a) Epìg. 6, Uh. 13. (b) Lib. 19. cdp, 31.
Libro Primo . 75
perde in tutto ncìV Italia (a) dopo 1' inondazione de'
Barbari j tantoché pel nono iecolo fu forza di un Mae-
fìro Greco tirar queii effigie dclìi Vergine , che ila va bul-
la tribuna del Coro della vecchia Chiefa Carredrale .
Taccio l'arre giudizio fa , e fopratiina de* Falegnami,
che mo.'ro era in Capua avanzata , chiamati , gìu^a^
il Pejlegrino (jè>) , fotro il nome d' Inleflinarìi , flccomo
Intejìinae fi diÓèro tutti i lavori di legno , che furon per
J'arre uguagliati a quei de* Paefi , ove , come fcrifse Pli-
nio fecondo {e) , ^riva più celebre , e fpcciofa .
Mi difpenfo àì riferire aila lunga gli altri Artieri , che
più nobilmente nellantica Città d^i Capua fiorivano , fpe-
cialinenre quei , che nell' efercizio di comporre odori , e
profumi 11 trattenevano , e quei, che oltre a profumare le
pelli , come in Babilonia , attendevano a renderle tanto
morbide , e tinte di color rodò vivace, che Corippo AfFri-
cano , citato dil Pellegrino [d) , pofè a' piedi dell'Im-
perador Giuftino3 credo però, che tali fcarpe fi fodero a
modo della Crepìda , che arrivò in Roma molto tardi
dall'ufo, che n'era in Ciccia, mentre i Romani ufarono
pel contrario la Solea per le donne , che difendea loro
foltanto le piante de' piedi, ed il Cakeo per gli uomini,
che ne guardava di più il calcagno , amendue foltenute
da su con volte di piccioli lacciuoli , che talora intrica-
vanfi tra le dita del piede ifteflb: laddove la Crepida era
a guìia dtlìt noftre pantoffale 3 ed in Roma coloro , che per
qualche tempo la calzarono, detti ^ctò crepidasì y iilma-
vanfi molli, ed effemminati {e).
Finalmente erano tanto rinomati per l'Italia i Cap&a-^
ni Angulatì sì al riguardo delle loro rofe , e di quelie fé-
minate , e chiufe fra tutte le più tempeftive (/) , o di
quelle, che la natura da se fiefià cacciava fuori ne' cam-
pi , ipecialmente nel noftro Mazzone , che per la graiij
copia di effe , Mazzone delle rofe fu da* primi tempi iits
oggi
(a) Mìch. Monaco in fanc, cap. pag, 226,
(b) Pag,zz9- (e) Cap,^z, ltb,i6. (d) Pag, 164.
(e) Cic. in Ver, (f ) P/m-. 2. cap, 42. Uh, 16.
76 Storia Civile di Canna
foggi chiamato, come anche al rifieflb del Tuo olio per-
fettiflimo , e (Ingoiare.
Molte altre arti , molti meftieri nell' antica Capua (ì
cfercitavano , e molte altre cofe particolari vi fi aveano,
delle quali diffufamente Camillo Pellegrino (a) nella (ua^
Campagna Felice fa menzione 5 onde al medefimo rimetten-
domi, pafJb più oltre.
(a) PeIleg.pag.SS9*
SPIE-
1» -Se**
--'^-^" 1
c
Libro Primo. 77
SPIEGA
DELLA PRESENTE
TOPOGRAFIA.
1 "PJ Orta , che conduce al Volturno j e perciò detta la Por^
X ta del Fiume .
2 Porta di Cioz^e , cosi' detta dal Tempio di Gio'De , che
riguardava ,
3 Porta Albana , che conduceva a Suejfola , ed a Be*
nez eneo ,
4 Porta C umana , coiì detta da Cama , ov'era rivolta •
5 11 Campidoglio cinto di mura con due porte .
6 Tempo di Giove dentro la Città .
7 Tempio della Fortuna .
8 Tempio di Marte dentro la Città prejfo il Foro del
Popolo , detto volgarmente il Mercato , e proprìameU"
te ov' è oggi la Chi e fa di S.Lorenzo .
9 Foro de' Nobili y dijìinto dal Fero del Popolo*
0 Scuola de Gladiatori di Lentolo .
1 Cuna de' Senatori .
2 Ca\a dì Pacuvio Calavio ,
3 Cafa di Decio Maggio .
4 Cafa di Giubellio Taùrea .
5 Cafa di T^dario BloJJto .
6 Cafa di Vibio Virio .
7 Tempio , ^i ^/// fa menzione Livio d, 4. //^. 2. /^<7 /^;'
<^f//i? Aedes alba , che dinominava la Porta Albana .
8 Via Seplafia degli Unguentieri .
9 V/a Albana.
20 Pc'rrtf ^i Diana y coii detta dalfejfer rivolta al famofo
Tem^
78 Storia Civile di Capua
Tevipìo di Diana Tifatina .
21 Vorta Atellana -i coli detta dall'ejfer rivolta ad Atella ,
22 Vìa Attllarja,
23 Via Cumana .
24 Via Aquaria , coli detta dall'ejfer '^icifia all'acquìdotto .
2 s Acquidotto .
26 Vejìigio di Fonte ^
ZI Pifcina ,
z% Tempio,
29 Tempio .
30 Tempio dì Diana in mezzo ad un Bofco .
31 Tempio famofo di Diana Tifatina*
32 Terme 0 Pijcina»
33 Circo ^
S4- Jl Monte Tifata .
35 // Crittoportico .
36 Foro del Popolo, detto oggi il Mercato .
37 Bugni del Popolo .
38 Terme de' Nobili,
29 II Teatro .
40 11 Circo .
41 Ippodromo , os^? efercitavanjl i cavalli .
42 J^/(2 ^/;/?/^ .
43 Via di Diana .
44 Fiume Volturno ,
45 Tempfo di Priapo .
46 vfrfd) Trionfale,
47 L* Anfiteatro ,
48 Acquidotto di acqua faìutevole .
49 ó>/?^ ^ picciolo porto per l'imbarco delle Vettovaglie *
50 Antico Cajìltno , j^v//^ r^i r»/«^ /« /'</^«(? del Signo»
re 856. edificata la prefente Città di Capua *
CA-
Libro Primo. 79
CAPITOLO V.
Della Situazione , Forma , Edifìz] , Strade , ìnfegne ,
ed altro più notabile dell'antica
Città di Capua.
IA forma , e minutifllma pianta dell'antica Citta di
_^ Capua , de* fuoi edifizj più rinomati , e com' era..
nella Tua florida , e primiera grandezza , fu formata dal-
l'eruditiflìnio Monfignor Cefare Cofta , Aicivefcovo di
Capua , ii quale la fé dipingere nella Sala dei fuo Pala-
gio Arcivefcovile, dove anche al prelènte fi ofièrva , o
donde un efattiflìma copia ho voluto anche io deduire ,
e ftamparla in quefto libro per maggior foddisfaziono
de' curjofi Letterati .
Allora la Città pigliava di eftenflone , e di circuito
circa lei miglia , quant'ora occupano i Cafali di S.Maria
Maggiore , di S.Pietro in Corpo , àtlÌQ Curti , di Mace-
rata , di S.Andrea de' Lagni , e quanto fi comprende in-
torno a* detti Cafali , fino di là dell'Arco Trionfale , di
là dell'Anfiteatro , fino al quadrivio del Cafale di San-
to Prifco j tantoché ii Foro dei Popolo , ch'era appun-
to , dove ora e il Mercato di Santa Maria , in mezzo del-
la Città fituato veniva .
Cicerone però cantra Ruìlum la deferire in una ma-
niera afìfai pili maefiofa , e grande j e credo , che parli
del tempo, quando avea maggior eftenfione , e giugne-
Va molto più oltre , come vogliono alcuni Autori . Scri-
ve quefto grande Oratore , che l'antica Capua era udr.»
Città troppo nobile , e troppo beila , le {\xt muraglie-»
erano di larghezza palmi dieci , era circondata da' folli
fpaziofi , che arrivavano alia larghezza di 50. pafiì , il
circuito delle fuc mura giugneva a 32. fiadj : Lofuo Z^C'
tui cìvìtai defcriptione ^ & p u le hrit tedine injìgr/ìs 5 fr^ri
latitudine palmorum decem , fo£ae latituaine paJJ'uum quin'-
L qua*
So Storia Civile di Capua
quagìnta , amhìtui murovum Jìadìorum trìginta duoram .
Città la più felice , la più amena , la più deliziofa di
quante mai erano allora nel Mondo , gareggiando in-*
niaeftà , e grandezza con Roma , e Corinto ; (ìtuata , o
pofta in mezzo di ferriliifimi canrìpi , come fcrifl'e Poli-
bio : /v medili autem camph Capua /ita eji , cmmunt^
olim felìcìjjtma cwlias : edificata nel feno dtW Italia , ì^-*
più bella Regione dell' Univerfo, due miglia diftante dal
fiume, in clima molto dolce, ed ameno . Da Capua pre-
fero i Romani il modello , e la norma di vivere , e di
governare , da Capua appararono il decoro delia maeiìà,
e dell' impero 3 e quando Capua era Città grande, e ma-
gnifica ) Roma era un vii ricetto di paftori , tantoché
Veliejo Patercolo , guardando la grandezza di lei , ii va-
llo dominio, e la fignoria , che fopra di dette Città ,o
fopra tutta la Campania avea , riflettendo all' abbondan-
za de* viveri, alle ricchezze, alla magnificenza degli edi-
fizj , difle pieno di (ìupore; Vix crediderim tam mature
Capuam tant im urhem crevìlje .
Avea \3, Città di Capua fette Porte : la prima ^\ chia-
mava Porta Fluviale 5 perche conduceva al Fiume Vol-
turno , fin dove in diflefa la prima volta la via Appio,
che cominciava da Roma fino al Ponte dtW antico Ca-
filino , fatta da Appio Claudio Romano 1* anno 44S. di
Roma , e dopo 300. anni fu diftela da Capua a Brin-
difi : e quefta via palTava su deJ Ponte già detto , e fpor-
geva poi 'in un luogo della prefente Capua, e poi nella
firada , che dicefi di Santa Caterina i elTendo rimalto fin
oggi , al dir di Camillo Pellegrino , la {n^ denominazio-
ne nel luogo chiamato la Selice , per cflèr quefta via-
formata tutta intera di una medefima fehce negra, e pe-
rò ben nota al fuo colore.
La feconda fi chiamava "Porta Tifatila, o Porta di
Diana 5 perchè era rivolta al famofo Tempio di Diana
Titatina . Da quetta Porta la Città dì Capua diftefe la
Via Latina , di cui poi una gran parte rifece a fue fpe-
fe Gabinio nobile , e ricco cittadino Capuano : e da.
que-
Libro Primo. 8t
que{!a VÌA prefe Appio T efempìo di laflricar la fua , ef-
icndo molto pjù antica la Via Latina deli' Appia .
La terza fi chiamava Por^a di Gio^e , la quale me-
nava al famofo già detto Tempio , cicciicato a Gjove , per
una via ampia , e piana . QL^efla fi a va fitua fa nel luogo,
ora canapo , prima di entrare nel Cafale di Santo Pri-
ico , e propriamente , ove trovafi la Chiefa diruta di S.Mar-
tino , per la quale Porta a finifìra ufciva la via di Gio-
ve, chiamata anche Aquaria , come poco appreso dirò.
La quarta fi chiamava Porta Albana {a) , la qualo
conduceva a Sueffola , Città antica fituata nel luogo , ove
ora fi dice alle Alajjarie j e dopo il Cafale di San Nìc-
colò la Strada^ fi dilatava verfo Cancello y come già dilli
di fopra , e di là poi per le Montagne di Arpaja o fian
Forche Caudine , conduceva a Benevento , per dove ap-
punto faceva il fuo corfo la tanto rinomata Vja Appia ,
Era que{ia Porta fituata nei luogo , ove ora è il Qua-
drivio tra i Calali di Cafapulla , S. Prifco y e le O/rti ,
pochi pafij di là delie Carceri z^eccòie , venendofi da San-
ta Maria Maggiore , come or ora dirò più. diffufamente.
La quinta fi chiamava Porta Atellana , così detta,
per efier rivolta alla diftrutta Città di Atella , che allor
era fituata vicino la Città di Averfa , laddove oggi è
Ja Terra di S, Elpìdio , volgarmente Sant* Arpino . Il
Pratilli adduce ottime congetture , che tal Porta fia fia-
ta fituata nel mezzo deWe cinque vie , vicino la Cappel-
la di Santa Maria delle Grazie dei Cafale di Macerata :
il qual luogo diftintamente guarda l'antica AteW^y evi
fono chiarirmi vefligj della via Atellana.
La fefta era chiamata Porta Litertjina , o Marittima,
ch'era volta verfo :1 mare, e conduceva a Patria, e di
là al mare più lontano .
La fettima era ia Porta Ctimana {h) , per dove ufci-
va la Via C onfolare o fia Campana , che a Cuma , ed
a Pozzuoli menava.
Diverfe erano Je firade , che fi battevano per mez-
L 2 zo
(a) Liv. dee, 3. Uh, 2. (b) Ziv, dee. i. //^. 4.
82 Storia Civile di Capua
70 la Città , e che dalle Porte di efla ufcendo , a diverfl
rinomatiflimi luoghi conducevano. Dalla Porta Atellana
fìtuata , come difli, in mezzo alle cinque vie, ufciva la
Itrada , che ad Atella per diritto fentiero menava , in-
di a Napoli. Dalla Porta Liternina , o (ìa Marittima ufci-
va la ftrada , la quale per inezzo de* due Cafaii di S.Tam-
maro, e di Sa vignano , e per mezzo del Feudo di Car-
dite conduceva a Vico di Pantano, a Patr'a, e ad altri
luoghi marittimi. La yia Aquarìa ^ odi Cove, Ja qua*
le , ufcendo dalla già detta Porta di Giove , fituata nel
Campo oggi di S. Martino , a man finiftra , equafipref-
fo 1* antico acquidotto , ov* era ia gran Pifcina a* noftri
tempi fco verta , fi (tendeva per mezzo del Cafale di S.Pri-
fco , e propria nente per fianco della fua Chiefa Parroc-
chiale, e tirava al Tempio di Giove. Vicino a tal via (I
vede ai prefente fuori di S. Pnfco un monumento nobi-
lifil.no , che 'I fito di detta firada chiaramente addita .
La ViaConfolare ^ o Campani ufciva dalla Porta Curaa-
na , fituata ove ora è il Cafale di S. Andrea de' Lagni ,
e tirava avanti pel Ponte del fiume Cianio , oggi detto
Fonte a S elìce , pafTava per lo Borgo di S. Lorenzo dì
Averfa 5 ed indi a Cuma , ed a Pozzuoli menava .
Ma di tutte le ftrade , ch'erano dentro 1* antica Ca-
pua , due erano le principali ; la Seplajìa , e i* Albana . la
quelle due il valore di Annibale , e l'orgoglio de' Carta-
g'nefi fi vide fcofib ed abbattuto : At tunc demum fra^
dltty & concujf(ì Punica ferìtai ejì ^ cum Seplajìa ,& Al-
bana cajìra effe coeperunt (a) . Era ia Seplafia una ben.»
lunga, e larga ftrada , ripiena da quefta , e quella parte
di botteghe di unguenti odorofi , che in efiè fi compo-
nevano , e diverfe fpezie di fuchi , altri da bellettarc; ,
altri per ramaiorbidir le pelli , altri per rendere odorofe
le vcftim-nta . Di quefti unguenti a marav glia fi dilet-
tavano i Capuani , e fé ne fé: vivano non meno gli uo-
mini , che le donne , come già dilli di fopra . Perciò ita-
van quelli in fommo pregio , e ftima , anche apprefib
i'al-
(a) Falen Maff, lib. 9. cap. i.
Libro Primo. 83
r altre Città , dove fi andavano a vendere : fpecialmente
de' fuchi per le donne fé ne facea grande fmaltiraento a' Na-
poJetani . Quefta ftrada era ben frequentata da ogni ge-
nere di perione , sì pel foave continuo odore , che da-
va , sì anche pel naturai coftudie de* Capuanni , che-»
troppo fi dilettavano di tali fuchi , e belletti : inipercioc-
chè molti attendevano alla coltura de' capelli , alia puli«
zia del volto , alia venultà della faccia , ed alla morbi-
dezza della pelle , gonfj nel camminare , nelT afpetto ,
nel veftire , come notò Cicerone di Gabinio ; Gahinium^
àenìqne Jì vidiffent , duumvirum Vsftri ilU unguentar] cì^
tius agno'Diffent .
Sopra la (Irada Seplafla vi erano molte abitazioni
di donne libere , ed impure j luogo , che anche Seplajta
veniva chiamato , ove andavano tutti gli uomini dilb-
nefti , e molli a sfogare le loro voglie laide , e lafcive.
Era perciò luogo tanto infame, ch'era delitto {a) ad un
Romano , e ad un onefto Capuano il comparirci foltan-
to . E può dirfi intorno a corcfte ree donne , quanto per
quel tempo almeno , che la noftra antica Capua fiorì
fotto gl'Imperadori , correa in Roma di coltume , e di
legge . Andarano elle fenza ffola , fenza la fafcia , detta^
inJìUa da* Latini , e fenza infine altra benda , onde an-
davan ligati i crini de'Ia gente onelta , e delle Matrone^
iHccome T accenna Ovidio (^):
Scrìpjtmuì haec illìi y quorr^m nec 'z;ìFia pudicos
Attìngtt crine! , nec fiola longa pedes .
Trovavanfi tali donne cosi fequeltrate dalT altre , accioc-
ché il loro contagio non paffàfle oltra in Città ad infet-
tar l'altrui pudicizia, ficcome di prefente n* è la legger
in molti luoghi . E qualora ftato foffe , che alcune di
loro abitafTcro difperfe in C ttà , nientedimeno le lor
cafe ravvifavanfi alle tabelle , che vi (tavano appiccate j
onde Marziale , parlando di tal coftume , dille lepida-
mente ad un Tuo amico.
Infcrìptae quotiti intrajìì Umìna Cellae .
(a) Stor. Inglef. (b) De Font. Eleg^ 4»
84 Storia Civile di Cnpiia
Di pili fé mai taluna promefio a vede aìtrui un tempo
^abilito o di notte , o di giorno , ferviva a licenziar^ij
ogni altro Ja breve epigrafe, che vedeafi attaccata aldi-
fuori deJla iua ftanza ; occupala ejì i onde Plauto nell'Afi-
naria :
In forìhi^s Jcrìlat occupatam effe .
Eran quelle tenute a pagar un dazio per Pinfame loro
meftiere a proporzione de] guadagno, che faceano ; ga-
bella, che eccome nota Suetonio(^), iw Caligola il pri-
mo ad introdurla . Ma lafciando di già quefìe laidezze^,
vengo alla Via Albana .
La Vìa Albana era anche una òitWt principali ftrade,
anzi la più bella ftrada di quante ve n'erano in Capua,
chiamata da Cicerone, e da Valerio Maflìmo Vìa Alba-
na pulcberrma .SzQonào il parere delI'Arcivefcovo Cofta,
e del Padre Pafquale Goduta dirittamente menava dalia
Porta Cafilinefe alla Porta Albana, ed al parer dell* Ifa ,
e del Vecchioni farebbe preflb il Convento di S. Marco
de* PP. Alcanterini , nel quadrivio dopo le carceri vecchie,
tra i Cafali dtW^ Curti , di Cafapulla , e di S.Priko , ov'
era fituata la Porta Albana . Anzi il Vecchioni riferifco
un antico iftrumento dQÌ Moniftero de* Monaci Gugiielmi-
ti in Capua dell'anno 1213., ove parlandofi del campo
vicino le carceri vecchie , fi dice ; In Caf/^po Albano , qui
àicitur *iiulgo ad carcere! in pertinentVn Cafalìi S,Prìfci»
Dalia Porta Albana ufciva la famofa Via Appia , coOj
tanta erudizione defcritta , ed illuftrata dal noftro Pratil-
]i , e conduceva da Capua a Benevento , e di là a Brin-
difi . A deftra , e (ìnidra di quefta via fuori la Porta Al-
bana vi erano due fepolcri nobiliilìmi , che anche oggi
fufliftono , uno fotto il nome d^W^:. Carceri Vecchie , l'altro
della Conocchia 3 l'uno , e l'altro con diverfe nicchie cine-
rarie , formati di due , e tre piani , di belliflìmi marmi ,
e di pietre ben compofte fregiati , ed adorni 5 della gran-
dezza Capuana antichi monumenti , e gloriofi ,
Vicino a quefta Porta era il Foro Albano ^ dove iru
tem-
(a) 7/5? eo cap.XL
Libro Primo . Bj
tempo di ftate fi faceva una rinomatidima fiera coi con-
corlo dì gran niirDero di mercatanti , anche forelHeri . Di
questo Mercato iì parla nel frammento dell'antico Calen-
dario riportato dai Crucerò (a) .
AESTAS EX XI. K. MAI. IN X. K. AVO. DIES LXXXXIIII.
NVNDINAE AQViNL IN VICO INTERAMN. MIN rVR.N.
P.OMAE. CAPVAE. CASINI. FRABaATER.
Il Pellegrini nell' allegar quello frammento parla molto
dottamente fecondo il fuo coftume della Via, e Foro
Albano , e della Fiera ; onde non occorre , che io abbia-
qui a diffondermi . In quefto Foro vi era ben anche it
pubblico granajo per l'annona della Cifra . Di un fitta-
juolo di quefto granajo fi fa memoria in una ifcrizione ,
fcavata nel i66i. eh' è la feguente ;
AVR. ASCLEPIODO
RVS L. AVR. CaES. LIB.
TABLAR. IN HORR.
ALBANO CAPVAE
H. S. E.
Ed intorno alia Fiera , che fi faceva nel Foro Albano , non
è da tralafciarfi , che '1 gran concorfo della gente deri-
vava fpecialmente da molte merci particolari , che iru
Capua liefla fi formavano . Erano gli antichi Capuani
oltremodo induftriofi j e perciò da Varrone , da Plinio ,
da Nonio Marcello, e da altri antichi Autori fon men»
tovati , e lodati i ^qjt dì creta y e di bronzo Campamele
fecole 0 Jìan falci , le opere di Sparto , i Perìjiomì o jìan
tapezzerie , di cui parla Plauto (^J , ugualmente ftimati,
che le famofe di Alexandria , le pelli profumate , e por^
parine t delle quali calzavano gl'ImperaJori , ed altre fi-
tuli cofe , delle quali con un paragrafo feparato ne ho
fatto più diftinta menzione.
Verfo la Via Latina dalla Città di Capua pafiavaG
il Volturno per un magnifico Ponte al Settentrione del
Tifata, andandofi a Cales , detta oggi Calz'i * all'antica..
Calazia , TrebulayO. ad altri luoghi; del qua! Ponte le ne
veUe
(a) FoL 135. (b) In Pfeud.
86 Storia Civile di Capna
vede fin oggi un gran veftigio.Fu anche taie ftrada chia-
mata Via Diana j polche da detti luoghi al Tempio di
Diana per efla fi veniva .
Due miglia lungi dall'antica Capua veniva ftuato il
già detto fiume Volturno baltantementc navigabile . Or
ficcotn* era in ufo navigarfi il Tevere di Roma , pel
quale le navi , benché lunghe , e quanto €\ voglia gran-
di , cariche fino a 3000. tomola di frumento giugnevano
fino a Roma, non di altro modo, che a forza di remi,
tirati anche con corde, e funi; così appunto £i efei cita-
va il traffico à^\ noftro Volturno con barche a forza-
di remi contro al corfo delle fue acque , in efle condu-
cendofi in Capua molte forte di merci , che per induftria
de* negozianti ^\ tragittavano fino al mare di Caltel
Volturno , donde poi piglavan vela p' r qualfifia parto
del Mondo . Di quefto modo di tragittare le navi per
lo fiume Tevere fcrifle Dionigi {a) dì Alicarnaflo : Lori'
gae navei , quantum'Dii magnae , ^3 e% OKerar'tìSy atquc^
ufque ad tria milita modiorum ferentei per ejuì os irjtranfy
(^ R'^^mam ufque rewigio , (3 funihuì traBae feruntur •
Anzi Bartolomeo di Ariano , Cittadino di Pozzuoli , per
aver rinnovellato queft'ufo in Capiia di far correre per le
acque del Volturno le navi con remi , e funi , fu Tan-
no 1393. creaio Confolo d^l mare del Re Ladislao j ca-
rica e per onore , e per lucro molto grande e pre-
gevole,
A quefto efFetto nella Città di Cafilino , che veniva./
bagnata da quefto fiume, due miglia lungi dall'antica.^
Capua , vi fi era fatto un picciol porto di fortillìma fab-
brica in forma di mezza luna , come ho detto di fopra,
dove potevano ben entrare le navi , e caricarfi di vetto-
vaglie , o fcaricare ciò, che portavano per comodo, o
vantaggio della Provincia . Per difeià di eflb vi fi era-»
edificato da vicino , e propriamente sul fiume un Ca-
flello i tantoché il luogo anche oggi ritiene il nome di
Caflelluccio . Or in tempo della feconda guerra Cartagi-
nefe
(a) Lib, 3.
\
Libro Primo; 87
nefc fu quefto Caftello da* Romani riftorato , e di nuo-
ve, e più forti mura, e ripari munito, acciocché giu-
gnendo quivi dalla Sardegna , e daJl'Etruria , o da altro
parti le vettovaglie per l'efercito , che afiediava Capua,
poteifero per fiume fino a Cafilino , che già era perve-
nuto in ior potere , e(Tèr fìcuramente trafportate ; Cajì-
lìnum frnmentum conveBum ad Vuìturni ofìia , tthì tiunc
urhi eji , & Cajtsllum yìppius Claudìui
Cori fui y D. Jnnìo ad ojìium Valturni praepojtto > qui , uf
naves accejfijjent , extemph ìh cajira mittsret Jrumeft'
tum .
Quefto fiume Volturno nafce nel Sannio circa otto
miglia fopra la Città di Vcnafro j e propriamente fcorre
dal Monte della Rocchetta , Feudo della nobile Famiglia
Valdetaro di Genova , predo la Badia di S. Vincenzo , det-
ta perciò ad Fontei Vulturnt , e per giri tortuofi giugno
in Capua. In tempo di pioggia riceve egli tutte le acque
da' monti, e laghi d'attorno, onde s'ingroffai e gonfio,
e torvo non folo cammina con fommo impeto, e rumo-
re , ma efce ancora dal Tuo letto , ed allaga le cam-
pagne , e molte volte , eflendo abbondanti , e continove
ic acque povane , occupa molti luoghi della Città di
Capua , ad elfo più vicini . Tantoché afièdiato Cafilino
da'Carraginefi Tanno 537. di Roma non poiè effer loc-
corfo dal Confolo Marcello , impedito àA fiume Voltur-
no , che trovavafi m«)lto gonfiato dall' acque piovane .
Onde Livio così fcrifle : Marcellum ipfum cupientem [erre
auxìlium obfejjìs Vulturnui amnìt injìatui aquis . . . Di-
verfe forte di pefci quefto Volturno è folito dare a* Ca-
puani : gli ordinar) lono fquami , cefali , fpinole , ed an-
guille di pefo notabile . Nel mefe di Marzo , e di Aprile»
foleva dare le lamprede , pefce molto Iquifito , e fenza.
occhi : nel mefe poi di Maggio fino a x mefi caldi ha-
fejnpre dato gran quantità di alofe . Di quando in quan-
do fi pigliano in quelto fiume de' gicflì ftorioni di tren-
ta , e cjuaranta rotoli l'uno 3 anzi alle volte le ne fono
piefi fino al pefo d' un cantaro.
M So
88 Storia Civile di Capua
Sa di quefto fiume Volturno più ponti vi erano ia
tempo dell* antichillima Capua. Uno si fu il Ponse di Ca-
Jtiino y da me ^là riferito di fopra , il quale facea parto
della frequentala via Appia nel mezzo della Città , per
dove da CafiJino fi paflava fopra del fiume , e {\ andava
al Borgo di S. Antonio Abbate, che oggi fi dice fuori la
Porta di Roma , e di là in diverfè parti del Mondo . Di
quefto Ponte fcrifle AlefTandro Telefino ; Pom quoque^
mìrae magnitudini^ , miroque opere corijiru^ni , in ipfo li^
mine exfìdt fundatut , qui intrantibuì , ^ exeuntihui
fncatum praebens ab una parte urbis , aì^ alia vero Bur^
gui fatis prolixus objicitur * Cominciava quefto Ponte di
Cafiiino appunto nel luogo là , ove oggi è fituata \su
Chieia della Santella , e s'innalzava per lopra del Voltur-
no . Vicino al molino de' Signori Capua dalla parte di
fotto , ove Ci dice Ebboli , fin oggi vi è rimafto, e fi ve-
de un gran pezzo del fuo antico pilaftro , o fia piede-
ftallo . Sporgeva il già detto Ponte, e fermava ibpra di
quel luogo , cht trovafi a man delira nel primo ufcirc_^
delia Porta di Roma , che fu giardino del famofo Speziale
N:CColò Scodes ; indi per la via Appia fi andava in Roma.
L'altro Ponte grande , e magnifico , che anche ora
intieramente fufiifie , e dalla Città alla Porta delle Torri ,
oggi di Roma , Ci ftende , fu edificato dagli antichi Ca~
puani in tempo della loro fublimità , e ricchezza i rovi-
nato poi dal tempo fu più volte rifatto , ed accomo-
dato da' Romani in tempo , che Capua giaceva fotto il
mifero (tato di Prefettura . Ma poi diruto dopo altri fc-
coli fu dall' Imperador Federico II. rifatto più maeftofa-
mente , ed ornato .
Vi era finalmente un altro Ponte sul Volturno tra
Capua, eia contrada di Triflfco , circa due miglia dinan-
te dalla medema Città di Capua , del quale feci fopra.
piccola menzione , e n' è reltata in piedi fino ad oggi
una gran porzione, che dicefi Ponte Rotto» Qiiefto Pon-
te , fotto del quale fcorre il Volturno , dalla fua Itrurtu-
ra diraoilra efièr antithifiìmo , e fin dal tempo di An-
niba-
Libro Primo. 89
nibale : onde fi può dir con ficurczza , che fu edificato
dagli antichidìmi Capuani per i* ufo di congiuni^ere Ja.,
Via Latina j e fervir dovette per comodo di a 'cune Cit-
tà , come di Cales , Calazia , Trebola , Compt^lteria , Ali-
fef e di altri luoghi , donde all'antica Capua la gento
veniva , non molto difcofto dal Tempio di Diana Ti-
fa ti na . Scrifle J'Ariofto, che vicino a quefto Ponte Rot-
to il Conte Orlando mife a morte il Gigante Morante , Si-
gnor delia Baronia ; onde per tal ragione fi può dedur-
re , che tal Ponte fia molto antico . Anzi Antonino fcrif-
f e , che quando Marcello pafsò coli* efercito a Nola cen-
tra di Annibale, e de' Capuani medefimi , gli andarono in-
contro gli Ambaiciadori di Nola , e prefero Ja via , pie-
gando a fìniftra alle faide deJ Monte Collicola : delli^
quale via rimangono fin oggi chiari fegni per gli no-
Itri Cafali di Bellona 9 Pìgnataro , Patii uliarso , e per al-
tri di quel tratto , finche non fi giugne al fiun;e Vol-
turno nel iuogo , dove ora è detto a Ponte ^ nella contra-
da di Trifiirco3 e per quella va fi conduce in Cajazzo,
e nel Tuo territorio, paflando pel Ponte ; Iti Vulturno am^
ne tranfìe&o , perq. agrum Saticulanum , Irebulanumque
fuper Suejfulam per poniem Nolaw per^enit . Il qual Pon-
te confumato , e corrofo dai tempo , e dali* acqua del
Volturno, fu poi dall' Imperador Giuiiiniano rifatto, in-
di o nuovamente dal tempo , o dal fiume , o da' Ca-
puani medefimi , per non dare più aditi a' nemici dentro
la Ctrà , fu rotto, e nella maggior parte d sfatto.
Nel pafiTato anno 1750. tre fatti degni di mcn cria
fonofi clTèrvati sui noftro fiume Volturno . Il primo de'
quali accadde verfo ia fine di Luglio , e ne' principi di
Àgoito , nel qual tempo ic gran quantità di acque dai
ciclo cadute 1' ingroilarono in modo , che h fua ef(rc-
fctnza agguagliava le piij ftrepitolè, che fucle il fiume-»
fare nell'Autunno, e nell'Inverno, quando le acque Jo-
rio dirotte . Poco mancò , eh' egh lìfcifTè dai fuo ietto,
ed allagale le campagne tutte . Nei iuoghi piiì bafiì egli
fece flragc , minando ogni cofa , e tralportando neiJa^
M a fua
pò Storia Civile di Capua
Tua corrente degli armenti , e buona parte àcUe ricolte.
Quelio però , che fu più maravigliofo , fi è , che dopo
celiato tanto allagamento, il fiume cacciò tutti i pelei a.-
galla su dell' acque, Ja maggior parte morti, e *1 reftante.
moribondi . Fra ie varie congetture , che (ì formarono ,
per dar ragione di un tale accidente , fi diflè , che qual-
che terremuoto nel fondo del fiume più baflb, e i' mon-
damento ave fle i pefci talmente fconvoiri ne' loro nafcoii-
digli , che ii sbalordirono, e 1* uccfero . Que/fi pelei fu-
rono in gran copia in modo , che i Pefcatori fé ne prov-
videro ognuno di cantari ; ma ii noftro Magiltrato con
tutto il provvido configlio ne proibì Ja vendita , tra per
elTer cominciati a morire, come per efferfi ofier varo, che
taluno , che di qtxi cibolfi , foggiacque a putride in-
fermità .
Il fecondo fatto aflai piiì del primo maravigliofo
si fu cagionato dall'acque dirotte, e continue, che cad-
dero ncii' Ottobre , Novenìbie, e Dicembre. Qtiefte por-
tarono replicate cfcrelcenze nel fiume , il quale in una di
cfle verlb ia fine di Ottobre , e principio di Novembre
andò cosi alto , e furiofo , che urtando lemprc con vio-
lenza un Iftmo di territorio , che da Oriente , ed Occi-
dente battuto dallo Itefib fiume conduceva in un graa^
campo , detto Se»o o Sino , e da* pacfani con voce cor-
rotta Sier,a > perchè circondato quefto territorio dal fiu-
me , e folo al continente attaccato dall' Iftmo lòpraccen-
nato formava un feno di figura quafi sferica . QueTt*
Iftmo adunque battuto dalla corrente da più anni mi-
nacciava , che farebbe foggiaciuto alia totale rottura , che
infatti forti nel già detto tempo , ed il fiume , abbaa-
donato il fuo letto, e '1 corfo antico, per dove bagna-
va air intorno il feno divifato , andofii a congiungerc-»
a se ftellb , ed abbreviò da due in tre miglia Italiane il
fuo cammino, rovinando, e ftrafcinando feco gran quanti-
tà dell' una , e dell' altra rjpa con danno notabiiillìmo
de' Compadroni ,
Gravi furono le fatiche, che foflFrironfi da* coloni,
pei
Libro Primo. 91
per pafTàre In feno con barche, c^ liberare dall' eccelli va
aiiiivione de! fiume cciti paftori , che ivi trovaronfi co*
loro armenti , e portar loro de' viveri 5 e per coltivare-»
poi il terreno , e leminarvi dei frumerito , ed altre bia-
de necellarie al iblientamento .
lì terzo fatto sì fu V ultima ecce/Iìva inondazione
del già detto anno 1750. dei nollro fiume, accaduta la
Pomenjca 6, Dicembre . Una pioggia dirottiliima dail'ore
venti del dì cin.jue fino al mezzo di dei gorno lei y
le nevi liquefatte ne' monti, le frondi cadute dagli albe-
ri, e i venti auihaii , i quali goiitia;jdo il mare , non-»
Jalciavano, che l'acque dei fiume nel mare fi fcaricalle-
ro, la cag onarono . Verfo le oie venti del dì fel il fiu-
me così crsiciuto ufci totalmente dei Tuo Ietto , e coprì
tutte le camp.ìgne. Tutro era acqua, la fola Capuarcn-
duta fi era ììoìa in mezzo al mare. L* acqise crebbero a le-
gno , che appena le cime degli arbori fi ve Jeano , e '1
tetro di qualche caia di camp.gna . Pochi armenti co* lo-
ro paftori pottroviiì falvare cod ajuto delle barche, nfug-
gìtifi prima qiielti nelle cime degi: arbori . L' efprelìio-
ni di Orazio, e di Virgilio non lembraoo punto ip^rbo-
Jìche j deicrivcndo il pr^mv) li diluv.o di Deucalione , e di
Pirra , ed il fecondo le Ilble Cicladi , che fcmbravano
nuotalìcrò per l'Egeo; fimil veduta rapprefenrandoi] agli
occhi di tutti per le cafe dicaìnpigna, armenti , ed ogn'
altra cofa , che dall'impeto dell'acque fj rrafpor-ava . E
iiìolrì oeglì ucceil! , non avendo dove pofare , furon ve-
duti poiaifi su de' tronchi , che V acqua portava , per
aver qualche ficuro appoggio. Il quartiere più ballo del-
la Città fu inondato parte d^i fiume debordato , e parte
dalle chiaviche, le quali , non potendo fcaricarfi nel fiu-
me, retrocedendo empivano le ftrade. Da cafa in cala,
e per le contrade pafi^vafi o con barche , o con cavalli^
e quelto col timore di fommergerfi . Durò il creder del
fiume fino alle quattro della notte, dopo la qua! ora co-
minciò ad abbalTarfi . Sì falvò la Città da un rotale al-
lagamento dalle Tipe , che fi alzarono dalle ultime fbr-
92 Storia Civile di Capua
tifìcazioni , fatte dagli Alemanni nel 1730., com? altrove
dirò . Le relazioni delle orribili ruir^e , cagionate in tal an-
lìo da quefta efcrefccnza , furono univeriali , e tali , che
piangevano tutti i Popoli , per lo paefe de' quali palTa./
il Volturno , fenza fperanza di molta raccolta . Kc Ja.
fola Capua l'ctìiì travaglio in sì orribile frangente i poi-
ché lo ioffrì Roma dall'inondazione delTevere, Fioien-
2^ delPArno, Parma ócì Po, e Venezia de' fuoi Canali,
futti debordati, e che inondarono le abitazioni de' Citta-
dini 3 e Bologna , e Ferrara pianfero per consìmili fven-
ture. Napoli oltre all' aver patite piìj Itofìe de' tremuo-
ti , cagionate dall' eruzioni del VefiiVio , vide il maro
ufcito dal lido, e che portò le Tue acque fino alla piaz-
7a di S. Pietro Martire . In fi fatta fciagura fi ricorfe al
Cielo con pubbliche penitenze , dopo le quali fi videro
ì tempi ralfettati , e calmate in piena tranquillità le paf^
fate fciagure.
I Cittadini dell'antica Capua erano in gran nume-
ro ; ma dappoiché da Giulio Cefare vi fu condotta la
famofa Colonia , faceva Capua circa trecento mila per-
ione : imperciocché i Cittadini erano cento mila , a que-
lli aggiunti ventimila Coloni , ognuno di efii colla mo-
glie , e figliuoli, fìccome Cicerone, Appiano (tf) , e Sue-
tonio fono di comune avv.fo : Qtéihs^s ( parlando de*
^ventimila Coloni ) terì7Ì phrefq^e lìberi ejjent 5 ed uiij
numero notabile di Schiavi , fi arrivava a dugencin-
quanta mila abitanti, a'quali aggiunti quarantamila Gla-
diatori, {\ può conchiuderc , che Capua avea dentro di
se circa trecento mila abitanti : ma di quefti fcrivono gli
Autori, che vi erano ottocento famiglie di NobJi, tra^
le quali erano leciti in tempo di fìia libertà quei tre-
cento Cavalieri , che tenea lempre pronti la Repubbli-
ca nella fua cavalleria in tutte Je occafìoni di guerra- ;
trecenti eqaites nobilijjìmus quifqtie . Vi erano mille fa-
miglie di Cittadini più culti , e che viveano con decoro:
diigciito ungucnticri , e profumieri nella Seplafia ; 300.
artie-
(«) Lib, 14.
Libro Primo. 93
artieri , lavoratori di f^ih nuove , detti Sedentarìi , e Sei*
Isncarii y 4800. famigiie di artieri di vaij eleicizj , e 6370.
aratori , ed agricoltori , un grandiiììmo nuuiero di popo-
Jo , e di perlone vili, intente al traffico , per tutte ie par-
ti del Mondo , di tante diverfe forte di merci , di aro-
mi, di bionzi, e di pelli, e di altre cole , che non me-
no in Capua fi lavoravano , che nelle iiere , e ne' mer-
cati Capuani fi vendevano a* foreftieri ; benché il noltro
Mazzocchi nella Tua eruditiliìma opera dell'Anfiteatro Ca-
puano alTenlce , che dopo la deduzione delia Colonia
Giulia gii abitatori Capuani afcendevano ad un milione,
e più; gente, a cui per nobiltà, per fortezza, e per in-
dullna non v' avea in quei tempi la fimile ; ii che con-
fermò C cerone , perorando a prò di A. Gabinio : Nam^
baec qutdtm ( Capua ) qt^ae nunc eji , fplendidijjtmorum
homìnum , foYttjfirnorum vìrorum , optimorum cìvìum , mi"
hi amìc'tjjnnorurn multìtudine redundat , Da' Capuani del-
l'antica Capua, ed in tempo della fua Repubblica difce-
fero , e fiorirono nelle lettere i tanto rinoma i Calhicio
Fireno , ottimo Filolofo , amico di Plotino, Gn» Nevio,
celebre nella Comica , Vellejo Parercelo nella Storia , Fla-
vio Sofiparro , e Tito Claudio Licaone in Grammatica,
Cajo Artejo Pacuvio , C. Numitore , Callifirato , Gn. Mar-
cello, ed altri in altre diverfe fcienze . Fra di quegli an-
Celeri, de' Munj Stcnei , le famighe di GiubeliO T«4ure.
d' A. Gabinio, ed altre.
Contribuivano alla magnificenza della C;trà molti
cdifizj pubblici j fpecialmente V Anfiteatro , il Circo , il
Campidoglio , la Curia ^ il Crittoportico , il Foro ^ f Arco
Trionfale , il Catabolo per le beftie dell' Anfiteatro , la
Scuola de' Gladiatori , il famofo Acquedotto y il Gmnajìoy
i Fonti , le Terme , ed altri fimiìi .
Dell* Anfiteatro Capuano , uno de* tre magnifici nobf-
lilfimi Anfiteatri d^i Mondo, al dir del Mafie], gàl'Ar.
ove-
94 Storia Civile di Capua
civeTcovo CcCare Co/ia, ed il famofo Architetto Ambro-
gio Attcndoio ce ne diedero la figura , e l'ordine; ulfia>a-
mente però con maggior chiarezza il piìj volte lodaro
Mazzocchi ci ha data V altra ben intagliata in rame , o
ci ha minutamente dcfcritto, e fpiegato quefto grand'edi-
fizio in un inriero libro, commendato a marav;g!ió non
meno da'noftri Regnicoli , che dagli Oirramontjnic On-
de non fa meftieri , che io abbia su di ciò a di^on-
dermi troppo , Ne dirò folamentc poche cole per pregio,
ed ornamento della m.ia opera . Queft' AuMteatro 11 cre-
de efìere (laro edificato dalla Colonia dedotta in Capua
da Giulio Celare , chiamata J////V/ Fe/ix Augujìa '^ rifer
poi ftato rifatto dall' Impcrador Adriano ,, il quale l'ador-
nò mirabilmente , e gii die una gran magiiitìcenza , ac-
crefcendolo di colonne, di fiatue, e di beliiumii iavori j
ed effeje (tato finalmente dedicato da AntOfiino Pjo . Dà
giufto fondamento alia nofira credenza l'ifciizione, che
trovoili in un tronco mciniio nelle :ue vicinanze , Scava-
to verlo la metà di Settembre dell'anno 1726. , e fu fup-
plita dal dottiflimo Mazzocchi , la quale addurrò qui
lòtto diftefamente , e con chiarezza .
Non mancano Autori però , che afierifcono eflferc^
flato quefto Anfiteatro edificato fin à^W^ prima fonda-
zione di Capua. Imperciocché molto prima di Giù o Ce-
fare , e molto prima , che folle Capua ioggiogata da' Ro-
mani, vi erano in quefta Citta i giuochi gladiaror; j tan-
toché , come fcrifle il Pellegrini (^) , gli Etrufci o fieiij
Tirreni , venuti in Capua ad edificarla molti anni pri-
ma , che fofie edificata Rema, erano afiai dediti a* ludi,
a* quali ancor diedero il lor nome , e fé ne fervivano
nelle menfc , e neli' atto del mangiare , come fcriffe Ero-
doto : Lydi Ipjl ajunt , fé ludos inventffe , qui etiam apud
Graecos cum ìllii ccmmunei Junt i Jìmul atstem baec in-
Vcnìjfe , ^3 in Tyrrheniam colonos deduxijje ; onde è da
credere, che éz%\\ antichi Etrufci Campani folle il noftro
Anfiteatro fondato, ma con molta mediocrità di pietre,
oai-
(a) In Camp, dìfc* 4.
Libro Primo; 95-
o almeno dì legno , come vuole il Mazzocchi 5 fi foflt/
poi renduto magnifico dalla Colonia di SiJJa , e di Giu-
lio , e ben adorno da Adriano 5 e foflè poi ftaro dedica-
to da Antonino Pio fuo fuccefTore , come fi fcorge dal
titolo di elfo Anfiteatro , fupplito , e cementato dal Signor
Mazzocchi . Quefto titolo fu fcavato mancante dall'uno,
e V altro lato in tal forma :
lA FELIX AV ..... .
FECIT
lANVS AV
T COLVMNAS AD
IVS HADRìANV
.... PIVS DEDICAVI .....
Quefta ifcrizione fu poi dottillimamente fupplita dalPan-
zidetro noiiro Mazzocchi nella feguente maniera:
COLONIA IVLIA FELIX AVGVSTA CAPVA
FECIT
DIVVS HADRIANVS AVO. RESTITVIT
IMAGINES ET COLVMNAS ADDI CVRAVIT
IMP. CAES. T. AELiVS HADRIANVS ANTONINVS
AVG. PIVS DEDICA VIT
Or queft' Anfiteatro era fituato dentro al ricinto dell'an-
tica Capua , e non già al di fuori , come ha ftimato il
Corta . Era di figura ovata , ed avca quattro ordini di
colonne 5 il primo, cominciando dal fuolo , era Tofcano,
il fecondo Dorico , il terzo Jonico , il quarto Corintio.
Avea fettantaotto archi : la fua circonferenza , al dir del
Pellegrini, era di palmi 1780. Il folajo era a fio dato con
calce , ed arena battuta , su di cui era folito fpar-
gerfi altr* arena fciolta , acciocché nel combattimento
né i Gladiatori , né le beftie vi fdrucciolaflero . Così nel-
I le medaglie antiche abbiamo quella di Regolo , che ci
rappxefenra diverfe beftie feroci, che combattono con al-
cuni uomini ignudi ^ ed a guardar quella lembra appun-
to come efìere a federe nel Coliieo , e veder nel!' arena
i defcritti antichi combattimenti . La parte citeriore-»
avea intorno un gran pavimento di marmi quadrati . Era
N com-
9^ Storia Civile di Capiia
comporto r Anfiteatro di quartr* ordini , ciafcuno di ot-
tanta gtandi arcate di marmo al di fuori , e tiitte ugua-
Ji . Nella chiave d'ogn'arco fi vedea un mezzo bullo di
qualche Nume, o Semideo . L'arcata fuperiore era ador-
na di Simulacri forlè intieri , come anche di molti inta-
gli di Trofei, di frumenti bellici, di corone di fiori , ed
altre cofe di mezzo rilievo . Vi era il Podio , ove fede-
vano i Senatori , i Decurioni , i Magiftrati , e i' Impera-
dore , al quale fi apparecchiava il Stiggejio o fia Tro-
no Imperiale . Dopo d Podio vi erano le varie precìn^
zioni de* gradi , de' quali i quattordici primi erano afle-
gnati a' Cavalieri , e vi fi faliva per alcune fcale interio-
ri j la figura , o divifione delie quali ha data il Signor
Mazzocchi. Si ufciva a i gradi per alcune aperture, che
dagli antchi furon dette '^omìtoriax e quegli fpazj , per
dove palfavafi nel!' andarfi a federe, Itìnera appellati ve-
nivano .
Fu quefto grand' Edifizio ne* tempi antichiffimi chia-
mato coi fuo nome di Anfiteatro . Ne* fecoli pofteriori
fu chiamato col nome di Coiofièo , o di Colileo daiia^
fua fmifurat' altezza , e gran magnificenza j poiché lo
magnifiche fabbriche , ed altidìme ftatue CoioJJì veniva-
no allora chiamate , come fctifiero Efichio , e Vitruvio .
Fu detto anche Arena , poiché di qucfta , come già dif-
{ì , fi copriva il pavimento pel comodo de' Gladiatori ,
affinchè nelle loro zuffe non ifdrucciolafiero . Ma negli
ultimi tempi dopo elfere (lata i' anno S41. nel monto
Tnfiifco da' Longobardi edificata la nuova Capua , enei
856. riedificata sulle rovine di Cafilino , che è appunto
la prefentc Cifra , fu tal edifizio chiamato col nome di
Berealìs , Berelajis , e BeroluJJì , e piiì frequentemento
B-relais , come fovente da Erchemberto vien chiamato ,
e dura fin a' tempi no(l:ri tal denominazione corrotta di
Vorlafci . Il Canonico Mazzocchi piti volte lodato nel
fuo Comentario all' ifcrizione di queft' Anfiteatro vuo-
le , che Bernhfts in lingua Settentnonale fia lo fteffo, che
TTixhauTroXév , Ox;i((i5 lìetui i avendone prefo anche un lu-
me
Libro Primo. 97
ine Ja D. Taddeo Oinurlian Co/oneilo Au^rìaco , uomo
aflai dotto, e ben intelo delie Jingue Settentrionali , e ne
deduceva tal etimologia da due voci Ungare , che Ciuà
Vecchia venivano a fignifìcare .
Ciò è tanto vero , che eflendo fiata nel nono feco-
Jo Ja Città di Capua diftnitta da' Saraceni, fu l'Anfitea-
tro da' Longobardi ridotto in Fortezza , e fi diede allo-
ra nome di Berolajì a tutti gli avanzi di Capua rovina-
ta , che l'antica Città componevano . Onde in una epi-
ftola di Giovanni VJII. fi ha : Qmrsibas Epifcopis C'aje-
tam , Heapoiim , Capuamq, Bcrolajìm , djf Amalfim , Be*
Ke'Dentum , ^ Salcrnum incoìentibui . ^à in altra piftola
ad Atanagi Vefeovo di Napoli diretta , così dicea ; "Rul^
lam fedìtìonem , ^ commotionem , nulla dìfcrìmìna , z^el
laejìonem cum bis, qui in Berolajì commorantur ^ aut fa'-
ciai , aut facìtntibui omnino confentìai . Dove ben fi ve-
de , cheque! Berolajìm non altro , che l'antica Città di Ca-
pua , efiendofi Ja nuova già in quei tempo edificata , ^x»
gnifichi , e dinoti. Quelto fuperbo cdifizio renduto For-
tezza ibffri molti alledj, ma poi da Atanagi , Vefeovo dì
Napoli , e da Atenolfo fu manomefìò , e deW^ Tue pietre
fu edificato i\ Duomo della nuova Capua , il fuo gran-»
Campanile , Ja Torre de' Signori Marzani , poi de' Prin-
cipi di Conca , e Duchi di Mgnano , che Cajìello delle
pietre fu detta 5 ed altri nobili edifizj . Oggi 11 e alla.,
peggio deteriorato, e nella maggior parte di flru 1103 tan-
toché le Ite pietre fervono ogni giorno per le feliciato
delle Jtrade delia Città, e de'Cafali .
Qi_;eft' Anfiteatro fu tanto commendato da Bernar-
do Monifaucon , che venne appofla in Cspta a vederlo,
e poi fenile ; Capuanum Amphitheatrum , quod explcraz>i^
C^ z^Jdi , n.ùghijicefnìjjimuìi'j erat {^u) , uno /»nphitheatro RO'
mano inferiui 3 quoà etiur/t quoad ornamenta txìerwra^
Jtiperahat . In eflo fi rappi»ej[èntavano molti f].etracoii ,
molti combattimenti de' Gladiatori fi facevaiìo co' mi feri
condannati 3 e Ipecialmtnte ia pugna ira un coudanna-
K 2 to,
(a) In Ihefaur, antiq. A, M, lib. 2. cap» S.
5^8 Storia Civile di Capua
to , ed lina , o più fiere fpeflb fi vedea praticare, ed
eiporre alla veduta di tutti i ipettatori .
Poco difcofto dall'Anfiteatro vi er^ il Carabo /o , luo-
go da nutrirvi , e mantenervi le fiere per gli fpettacoli .
Queito ftava fituato vicino il luogo , che poi V antico
Bpifcopio o fia S. Steffano in Capua 'Veteri fu edificato ,
oggi dicefi la Madonna delle Grazie , donde per fotter-
ranco cammino , largo palmi dodici , ed alto circa Tedici ,
erano le beltie condotte ali* Anfiteatro. Stava incroftato
di marmi tutto il Catabolo , e di pietre vive il pavimen"
to col fuo acquidotto , per abbeverare le beltie .
Qnefto cammino è itato a noftri tempi fcovertoj ma
il Signor Canonico Teologo della Collegiata di S. Ma-
ria Maggiore D. Francefco Avellino , uomo verfato iii^
ogni genere di perfetta letteratura , avendo allìftito ad
un certo fcavamento , che vi fi fece in ricerca di cofo
antiche a piacere del noftro Re , così mi fcrifie intor-
no alle oflervazioni da eflb lui fattevi.
„ Il piano del Catabolo cade giufto con quello del
5, Colifeo 5 egli gira d' intorno a quel mifero avanzo ,
5, che fé ne vede quaii da venti palli tutto quanto è , va
„ diftinto in più ftanze , e eaduna di una mediocre gran-
„ dezza . Vi fi ofièrvano d^ìÌQ pifcine a difletare le ^t^
5, re , e le fuddette piicine ne' loro ricinti incroftate de'
„ marmi a colore , e fopratcutto del perfichino , e verde
„ antico , che molto , e in grolfi pezzi Ci è mandato
„ alla Corte . Io dall' oiTervar queito luogo cosi ricco,
,, e pulito , e deftinato per vii tana alle fiere , mi fono
„ avvitato creder fcmpre di più di ciò, che mai di opu-
„ lenza , e fplendore di Capua antica han riferito gli Au-
„ tori . Quanto poi al fotterraneo cammino, per dovo
5, fi menaoero le beftie al Colifeo , non ne ho potuto
„ rinvenire menomo indizio , ancorché tutto d' intorno
„ il fuo ricinto , e ntì mezzo ne abbia tocco piiì luoghi^
„ così che m fine mi fon lafciaro credere, che amendue
„ i piani , e del Colifeo , e del Catabolo andando pari ,
„ un tal uagcttp per le fiere era più propio di un qual-
„ eh'
Libro Primo. 99
„ eh* altro modo , che di tenerlo per un cammino fotter-
„ ra . Così egli .
Ma perchè le maggiori funzioni dell* Anfiteatro fi fa-
ceano da* Gladiatori , ho ftimato ben fatto d'inferir qui
una difièrtazione intorno ad elll per degno pabulo degli
Eruditi •
DISSERTAZIONE
Intorno a* Gladiatori .
TRa gli fpettacoli , a' quali follerò più intenti gli Anti-
chi , egli è fuori di dubbio , che uno de' principali
fu quello de' Gladiatori . Sul principio fi fecero coltorò
combattere , affine di placar le anime de' defunti , e di
render così loro un diftinco onore. 11 che fu anche pra-
ticato in Roma {a) da* Bruti fratelli ne* funerali del loro
genitore : il qual cofiume , oflervato prima ne* funerali
degli uomini illuftri {h) , pafsò poi a quelli delle perfo»
ne private , e fin anche dtlÌQ donne .
Ancora nelle fpedizioni di guerra dal ComandantO
dell* elercito fu prima rapprefentato quello fpetracolo ^
affinchè quei, che doveano andare alia guerra , veggen-
do gli attacchi furiofi {e) , il balenar delle armi , il (an-
gue , e le uccifioni de' Gladiatori , d faccfiero così un ani-
mo intrepido , per refiftere in battaglia al nemico irato j
per foitener la veduta delle armi , e de* morti . Ma poi
fi cominciarono a dare i Gladiatori unicamente, per dilet-
tare {d) il popolo , e per guadagnarne la grazia : il per-
chè Marco Tullio proibì a' concorrenti a* Magiftrati di
dar quefto divertimento alla Città , ben argomentando
il faviflìmo Confolo , che il popolo {e) prefo dal diletto
di
(a) Va/,Max./ih,z.c.4. (b) Horat.Serm» lih,2*SaL'^,v,S$,
(e) Sueton,JuL cap. zf>.J hL CapitoL
(d) Idem, prò Sext, €t in Vat,
(e) Ulpian, ap. Pitboecan Coli, LL, Mofalc.^ & RomOCit, 2.
loo Storia Civile di Capua
di qtefti giuochi , coiDe da un gran benefizio , fi fareb-
be lentito in obbligo di corrifpondere , e a dare il voto
a' Cand dati , e cesi 1' aderenza , non già iJ meriro avreb-
be regolato 1* elezione de' Magiftrati .
Sul principio i Gladiatori fi prendevano dal nume-
ro de' fervi (a) y e dertinandofi al meftiere , ven.van con-
dannati o ad ludum , ovvero ad gladium . I fecondi do-
veano fra in anno morire j per gli primi vi era fperanza
di poter iii qualche tempo iiberarfi . S'impiegavano al-
trefi a si fatto ufizio i prigionieri o per piacere del Co-
mandante vittoriofo , o comperati dal Lanifta , il qualo
ancora prendeva a tal fine i fanciulli efpolli . Gli uomi-
ni liberi ben anche o per guadagno , o per far moftra
di valore fi videro far da Gladiatori nell'Anfiteatro {h) ,
Anzi le perfone nobili non fi arroflirono di dare in que-
ft* infamia , per cattarfi cosi J' affetto de' Principi : e lo
femmine ifieife fi lafciarono portare suil* arena dal rab-
biofo infito defiderio di kntiifi lodare per valorofe . Si
leg^Q ancora , che alcuni lafciavano in teflamento (r) ,
chi; vaghe donzelle, e graziofi garzoni imitaflèro i Gla-
diatori : il qual coftume ferino non potendo più foppor-
tare il popolo , finalmente T abolì . E quelche reca piti
maraviglia , ali' iflefi^o Imperador Commodo (d) venne-»
ancora il prurito di fare il Gladiatore 5 tal che in pieno
Anfiteatro combattè coi Gladiatori dei fuo palagio , ma
con armi di legno. Egli però per diftinguerfi dagli altri,
ordinò , che fofìe ritratto in fembianza di Ercole , ch'era
il Dio di quefta razza d' uomini.
I Gladiatori fi nutrivano , e fi addottrinavano nel
loro meliiere in un edifizio , chiamato da* Latini /^dus Gla^
àiatorìus ^dz Suida Mofo^ap^'^'P^'P^^*' » ^^ Erodiano nelle vi-
te di Commodo > e di Miiilimino MokOfAap(^tKÓif xotTctycóyioi^f
e da
{^) Ja^e^a^, Sat* 8. v» ipr.
(b) Liv» Uh, 28. e, ZI, Ju':jenaL Sat* 2. v» 43. Suet^ JuL
59. Idem Domìt,^,
(e) Vìds Rhodìg. LeBfion, ontiq, ììb, 11, e, io.
(d) Lamprid* Commod, e» 8. ^ & feq.
Libro Primo. loi
e da Pcanlo traduttor Greco di Eutropio ne' fatti del mc-
defJiiio Coni modo Moyoftotxftóy ^aStou , e da noi Italiani
Scuola de Gladiatori , Roma ebbe molte di quefte fcuo-
]e Gladiatore, come n^olti Anfiteatri. Dì pochi ve n* è
rinialto il nome (a) : e fono Ludui Magnui , Dacicui , Gal'
licus i AEtnilius y Matutinui >, & Alamertinui , Acialisu-
na di quefte kijole fopraintendeva un Curatore (^)j la-»
qual carica era tenuta in conto di onore . I Gladiatori
di ogni fcuola imparavano il meftiere da un maeftro ,
chiamato Laniftaj e queft' iniegnamenti non folo egli da-
va praticamente (e) , efercitando ciafcuno in battaglie-»
ombratili con alcune fpade di iegno, ma ancora Ji facea
fcrivere , e medtaie.
Quanto al vitto de' Gladiatori , fi dava loro larga-
mente mangiare, e beie; onde Tacito d flè Sagtna gla^
diatoria » Nondimeno cfiì dipendevano in ciò da' Medici,
i quali prefcrivevano loro ia qualità de' cibi 5 che però
cialcuna fcuola avea il fuo Medico. Cosi legg;efi nellc-i
ifcrizioni ; MEDICVS.LVDI.GALLICI.MEDICVòX VDI.M A-
TVTINI . E perchè i Glad atori ben digerifiero il foverchio
cibo, e quindi s'impinguaflero , aveafi riguardo a pian-
tare le loro fcuole in luoghi di aere purgato , e falubrej
tantoché i Romani Ji mandarono anche a foggiornare in
luoghi lontani dalia lor Cirrà , per la falubrità dell'acre,
che quivi fi reipirava , come in Capua , fecondochè vedre-
mo apprelfo , ed in Ravenna. Di quella fcrive Strabe-
ne {d) ; Salither kcui , ut ìllic gladiatore: ali , atque^_
exercerì viri princìpes Tjoluerint ,
I Gladiatori fi diliinguevano [e) e dalle armi , e dal
modo di combattere. Alcuni chiamav^nfi ^S'^ff^^i^r^j , i qua-
li andavano armati di elmo, di feudo, e di Ipada . Con
queftì di ordinario combattevano i Retiarii . Portavano
que-
(a) Grutero pag.^76.
(b) Tacit. Annal. lìh. 11. e, 15.
(e) Sueton, Cajo 32. , «^51. J uve mi. Sat. 1 1. C'. S.
(d) Lìb. 5.
(e) Oc, Att, Uh, 7. ep. 15.
102 Storia Civile di Capua
queft'altri un forcone di ferro (a) , ed una rete, con cut
fi fludiavaiio d'inviluppare 1 avverfario , il che fé veniva.*
loro fatto, gli davan to(fo coii'an2Ìdetro forcone . Ma fé
per Ventura diftendevano a vuoto la rete, mentre anda-
vano a raccorla , i Secutori gl'incaizavano 5 ond* è ve-
nuto a coftoro il nome. Dd refto i Reziarj , eflèndo del
tutto intenti a distendere la rete , poco attendevano a di-
fenderfi (h) j e così erano piìì degli altri foggetti alle fe-
rite . Per quefta cagione, affine di afciugarle, eran prov-
veduti di alcune fpugne , Or si fatto modo di combat-
tere colla rete ha origine da Pittaco (e) , uno de* fette
Sapienti : imperocché , paflando una gran difcordia fra-i»
gii Ateniefi , ed i Mitelenei intorno a* confini de' lor ter-
reni , e dovendoli quella decider colle armi , Pittaco da-i
Miti'ene , affine di rilparmidre il fangue de' fuoi concit-
tadini, sfidò a duello Frinooc , Capitano degli Ateniefi,
ed incontratofi già coli' avverfario , come glien venno
il deftro , gli fpiegò fopra una rere , che fegretamentc»
avea portata 5 onde refo Frinone impotente a più difen-
derfi, reflò morto da Pittaco.
1 Gladiatori chiamati Thraces (d) , ovvero Tbreces y
fortiron quefto nome per le armi fimili a quelle de' Tra-
ci. Eran queile una targa , ed 4ina Ipada curva . Con que-
fti per lo pili fi attaccavano ì Alir milione s y così ch'i^xm"
ti dal Greco fjiopfjiópog yip(r7 e d'pelce,cij eui fa menzione
Ovidio preflo Plino 3 perchè tai pefce vedcafi figuratola
cima de* loro elmi. Andavan poi armati a foggia de i
Galli : fé non che co' MirmUoni fpefl'e volte combatte-
vano anche i Rcziarj (e): nel tempo del qual combatti-
niento fi dicevano le fcguenti parole: AV« te pelo y pifcem
feto 5 quid me fugis , Calle ? l\ fenlo di quefto motto fi
rac-
(a) Sueton, Cajo cap, 30. Idtm Clat^d, cap, 34. J alenai.
fat. 2.2'. 143.
(b) Tei tuli de fpe6f,cap. 25. (e) Diog. Laert, in Pìttac.
(d) Horat, jerm. lib. 2. fat. 6. Juze^al. fat, 8. V. 200.
jiaJoK. lecbnopaegn. Salmaf. exercit, in So Un. Plin, lik»
32. cap.z» \q) FeJì.^Jietiarii •
Libro Primo. 103
raccoglie da ciò, che poco anzi fi è detro.
Vi erano ancora Gladiatori per nome SafnKÌtes (^a) ,
perchè comparivano adorni deile armi fpeciofe , che por-
tava l'eferciro de' Sanniti, al riferir di Livio. Adunque-;
codefti Giadiarori andavan cogli feudi inargentati , o
dorati. La forma di quefti feudi era nella parte di fopra,
che difendea il petto , e le fpalle piìj larga , colla fom-
niità uguale; e da balTo poi veniva aiibtrigliandofl come
un cono , acciocché poteffero più facilmente maneggiar-
{\ . Una fpugna era la difefa de\ loro petto , e la gamba
fìniftra veniva armata di un gambale. Gli elmi poi era-
no abbelliti di fpennacchi ; Ja qual cofa parca, che li fa-
ccflc di maggiore ftatura . Dopo la morte di Augufto
quefti Gladiatori cambiarono il nome di Sanniti in quel-
lo di Oplomachi , giulla l'opinione , che porta T erudi-
tiflìmo Lipfio .
1 Gladiatori appellati Effedarj (b) combattevano da*
carri fecondo la coftumanza de' Galli , e de' Britanni .
Ifidoio h njcnzione di un'altra fpczie di Gladiatori , chia-
mati Laqueariì , che fi sforzavano di fermar gli avver-
farj coi laccio (r)j ma egli non allega in pruova di ciò
alcuno Scrittore Latino .
Alcuni ftabilifccno un* altra fpezie di Gladiatori, che
vengon da effi denominati Andahatae j e vogliono , che
combattcdero cavalcando, e ad occhi chiufi , e dal caval-
care fan venire il loro nome, perchè àttufiàtvìc; vale uiij
che monta . Ma Eralmo {d) in quefto pLnto cosi fpiega
il ino ientimento : Andahatae fùsrint f7e populi claujìi
oculii Jcliti pugnare , an Gladlatorum genus , qui ciaujlt
cculii tttìùereht in adverforit/m , an potìus lufui ger^iéS^
ut prcpemoùum ex Sericea licet ccn]tcere , fwn cium , ut in*
gtnue jateor , comperiuw jatii haheo .
E quella è ia diltinzìone de'Giadiatori . Orinìcdefi-
O mi
(a) Z/&. hh. 9. cap* 40.
(b) Tacit, Agì icoi, cap. 3 1 .feqq, Cdefar B.C, Uh, 4, cap,lh
(e) IJìd, Orig, 18, cap. s 2,
(d) Lrajm» ChiL
I04 Storia Civile di Capua
mi ebbero varj cognomi . Alcuni furon (a) foprannomi-
nati Meridiani , i quali di mezzogiorno fi attaccavano ,
mal fomiti dell' arte , mezzo nudi , fenza regolamento ,
e fenz' armi . Da coftoro non molto differivano {b) i Ca-
ier^jarii y\ quali combattevano a frotte . Di quei , cho
aveano il foprannome Suppojìtitii y di qui a poco fé no
parlerà più acconciamente . Vi erano finalmente Gladia-
tori , che gT Imperadori folcano nudrire nel loro pala-
gio, come proprj , e piij valorofi degli ordinarj , e comu-
ni, i quali eran chiamati Poflulatitii y perchè venivan di-
mandati dal popolo {e) y trovando eflb uno Ipezial pia-
cere nel vedere le loro zuffe .
La cura de' giuochi de' Gladiatori {d) fi apparteneva
agli Edili; tuttavia li troviamo rapprefentati ancora da*
Confoli , e da' Pretori, come altresì da' Quefiori d'ordi-
ne dell' Imperador Claudio {e) . Anzi ancora le perfo-
ne private divertirono cosi il popolo per guadagnar-
fène r affetto ; le quali in tal tempo comparivano iiij
abito di Magiitrati .
Il giorno innanzi a quefti giuochi (/) V Autore di
cffi li bandiva in un manifcfto appiccato in luogo pub-
blico . Quivi ftava ancora regiftrato il numero delle cop-
pie de* Gladiatori deftinati allo fpettacolo (^) , ed anche
i nomi de' piiì rinomati ; anzi folcano efporrc figurato
a color rofib , o nero le fteffe zuffe {h) . Or qucfte zuf-
fe fé fi faceano in onor di qualche defunto , il ior luo-
go era predo il rogo. Fuor di quefto cafo qualche vol-
ta fi facevano in mezzo al Foro , ma d* ordinario negli
Anficeacri •
Venuto
(a) Suet, Claud, cap, 34. Senec* Epijì. 7.
(b) Sueton. Aug, cap, 45.
(e) Sueton^ Domitian, cap, 4. Seme* Epift* 7.
(d) Suetm.JuLcap, IO, Idem Ner, cap. ^.
(e) JtivenaL Saf. 8. v. 143. Suei» Claud, cap, z^. ] uvenah
Sat, 3. ©. 34» 59. Oc, de LL» Uh, 2.
(f ) Senec, epijì' 1 17. (g) Cic, FamìL Uh, 2. ep, 8,
(h) Hora(, lil;, 2. Serm* Sat, i*v, 9S-fsq*
Libro Primo. 105
Venufo il dì dell' azione , i Gladiatori » che dovcà-
ro combattere (a), eran divifi in coppie, di maniera pe-
rò , che fi avea riguardo ad accoppiare infieme quei di
ugual valore, affinchè, attaccandofi poi ciafcL'iia coppia,
J' uno fofteneflè per qualche tempo gli afialti delT alrro.
Avendo poi V Autore dello ipettacoJo ofl'ervaro fé le
fpade erano di buona tempera e ben affilate, i Gladiato-
ri cominciavano a giuocare (h) con una mirabil deprez-
za alcune verghe di legno, rapprefenrando (e) così una^
battaglia finta , anziché nò . Di poi al fcnrire il fegno
della tromba , lafciavano via le armi finte , dando di-
piglio alle vere (d) , Ma allora fj atteggiavano di modo,
che veniflero a nafcondere il fianco ali' avverfario. Feri-
to alcun Gladiatore , il popolo gridava : ^oc babei , ed il
ferito abbafl^ate le armi slIzslv^ un dito , dandofi così
per vinto {e) . Contuttociò egli non rimaneva libero da
nuovi colpi del vincitore , fé non ne pregava il popolo.
Onde Orazio (/) , parlando di un certo Gladiatore , per
nome Vejanio , così fcrive ;
* . Vejafìiidi arms
Berculis ad pqjìem fixis latet ahdìtui agro »
'He populum ex trema tot tei ex or et arena .
Or quando il popolo volea donar la vita al ferito , ab-
baflava il pollice, effendo J' abballamento di quefto dito
fegno di favore predo gli antichi . Di qui è venuto il
proverbio Latino: poUìcem premere -i in fenfo di favoreg-
giare , come atrefta Plinio {g) : Pollicem , cti7n favemui ,
premere etiam proverbio juhemur . Al contrario , fé il po-
polo volea molto il ferirò , alzava il medefimo dito : del
qual coftume parla ih) Giovenale ;
o 2 e?
(a) Vlìn. N. N. ììb. 8. cap. 12.
(b) Vide Lipjl ex ere: ad Tacit. Ann. Ub. 3. cap, 17.
(e) Oz'id. Art, Am. iib. 3, (d) Senec, de Pro'DÌd, cap, 3.
(e) Senec, Agam. 2^.695. Vìrg, AEneid, Uh, iz, Zf, 296»
EraJm.Chil, (f j Horat^ lib.i» epiji,v, 6,
(g) Plin. N. K. ììb. 28. cap, 3.
(h) Juvenal, Sat. i,v. 16*
io6 Storia Civile di Capua
& verfo pollice vulgi
Qusfnl'ìhet occidunt populariter
Caduto il Gladiatore , e privato di vita , tuttavia il vin-
citore replicava i colpi , ed alle volte metteva la luano
entro la ferita , per vedere , s' era morto daddovero [a) ,
potendo avvenire , che alcuno , facendo fembiante di mor-
to , fi faivalìe la vita . L' uccifo era tofto dall' arena per
Ja Porta Libitinenfe dell' Anfiteatro ftrafcinato con uoj
uncino di ferro nello Spoliario , luogo vicino , dove li
era fpogliato. Ai morto fubito fé ne foftituiva un altro,
per continovare Ja pugna : il che folca praticarfi anco«
ra , quando alcuno fi era difefo fino a ftancarfi ; ed il
foftituito chi ama va fi StdppqfldnusAÌ perchè da Marziale {b)y
per dare una rara lode ad un bravo Gladiatore d^ì fuo
tempo per nome Ermete, fu chiamato Suppofaitìui Jìbi
ipjt j fignificando con sì fatto titolo , che Ermete noiu
avea mai avuto fucceflbre nell'arena, né meno a cagioa
di ftanchezza .
I Gladiatori vincitori venivano premiati con corone
di palma, e con danaro (r); coloro poi, che Ci erano in-
vecchiati nel meftiere , riceveano in dono una vczga roz-
za , detta Rudis 5 onde venivano difobbligati dal combat-
tere j anzi con efla acquiftavano ancora la libertà com*
piuta , fé effcndo liberi, con prender paga, fi erano ob-
bligati a queft* impiego {d) . Ma i fervi , per rimancro
del tutto liberi , doveano ricevere infieme colla verga
un cappello ,infegna di libertà prefib i Romani. Egli uni,
e gii altri già emeriti confagravano ad Ercole le armi lo-
ro , come a quel Nume, che prefedeva a queite pugne,
ed a cui flava innalzato nell'Anfiteatro un Aitare; on-
de Orazio nel luogo fòpraccitato :
Vejanìtii armh
ììercttìiì ad pojiem fixh . . • . •
Qiie-
(a) Lamprìd, Comrnod, cap. 16. (b) MartìaLlih. 5. ep. 24.
(e) OV. prò Rofc, Amer. Sueton, Claud. cap. 21. JuvenaL
Sat. 7. V. tilt. Horat. Ep. lìb. i. ep. i. &. 2.
(d) UlpMp.Pith.ColLLLRojn. & MofT^i i.Perf.Sat,s.v.Sz.
Libro Primo . loy
Quefto faaguinofo ed inumano fpettacolo de* Gladia-
tori fu proibito da Coftantino il Grande inlìenie con tan-
te altre ufanze Genrilefche , come Scrive Eulebio {a) nel-
la vita di quefto Principe ; nei qual luogo ieggiamo , che
i più premurofi penlìeri di Coftanrino ^ già convertito y
furono ; Iwaginum cuU^s legivui ìdentidsm repetitìs abro-
gare ; elez'cire Vatìctnia ; jìatuas , atqsie myjìeria fitrtim^
obeunda collere : ne Gladiuiorum compojìtìonìbiti urhei in"
Jìcereraidr , agere » Ma l'ordine ragionevoiiiiimo (X\ que-
ilo gran Celare non baftò ad abolire per tutto 1' Impe-
rio uno fpettacolo , cotanto antico e frequentato . Accad-
de ciò final meni e moiri anni dopo di lui lòtto Onorio,
il quale con nuove leggi tolfe via gli avanzi di tal bar-
bane »
Rimane ora a dire alcuna cofà intorno a* Gladiatori
della noftra Capua . I Capuani n* ebbero a0ai prima de*
Romani 3 anzi quei ne diedero 1' efeinpio a quefti. Eciò
volle dire Niccolò di Damafco con quelle parole , pro-
dotte da Ateneo {h)i Gludiatorum fpedìacnla non per fe^
rias tantum populìque frequentiam , ^ in tbeatris lio-
mani exhibebant , a TTRUtìEHlS IKVECTO MOKE
&c. Imperocché , fìccome oiTerva il Signor Mazzocchi
nel Tuo dottiflimo (e) Coment© fopra il Titolo dell' An-
fiteatro di Capua , la voce Tyrrheriit fi dee incenderò
de* Capuani , che furono Tirreni ed Etrufci di origino^
come afferma Vellejo ♦ Tanto piu,percdè degli Etrufci
di là dal Tevere non {\ legge cofa y che appartenga a*
Gladiatori . Alia quale interpetrazione à^\ detto Canoni-
co Mazzocchi par , che fuffraghi lo ftefib Ateneo , il qua-
le dopo d'avere fcritto ; Campanorum quidam inter con^ .
'^jì'Dia Jìngulari certamine pugnant , £oo^\\x>^\\z il fopraile-
gato Damafceno *
Ma ficcome Capua i\x la prima ad avere i Gladiato-
ri , così invenzione dì lei fu congiugnere alla lautezza-»
delle menfe lo fpettacolo fanguinofo di eiìl j di modo , che,
fie-
(a) Lib, 4. (b) Athen, Uh, 4. cap, 13»
(e) Mazocb, in tit. Camp* Amph. pag. 116*
io8 Storia Civile di Capua
flccome diilì altra volta ,f>reflb i noftri anrjchi Capuani,
aftinché alcuna menfa pafTaflè per magnificamenre im-
bandita , bifognava , che accanto ad eflà fi aitaccaflero
alcune coppie di Gladiatori 5 anzi fé ne accrefceva , o (ce-
niava il numero fecondo la dignità de' convitati , atte-
itandoio così Strabone ; Eo ìtty^ui proveBi funt , ( i Capua-
ni , de* quali parla in quefto luogo ut convivai voca-
rent ad parìa Gladtatorum , quorum numerum prò d igni-
Saie cujufque con2JÌVii augebant , mìnuehantve . Il cpal
coftume Livio lo riconolce (a), come antichilimo a* gior-
ni iuoi , dicendo , quefto Ipettacolo in Capua inter
spulai erat ; come altrefi Silio Italico {h) , che , defcri-
vendo la medefima ufanza , fi ferve della parola oUm y
la quale fignifica molto tempo prima della guerra Car-
taginefe. E quefto coftume pafsò anche a Roma da Ca«
pua , non da altro luogo , come il Lipfio raccoglie da' paf^
il citati .
Né qui è da tralafciare , che la (pezie de' Gladiato-
ri , chiamati Sanniti fu eziandio un trovato de' Capuani.
Poiché coftoro pofTeduti da un odio implacabile contra il
Popolo de' Sanniti , ed infieme da una fuperba ambizio-
ne di fignorcggiare , armarono una buona parte di Gla-
diatori a foggia di Sanniti , e li chiamarono col nomo
de' medefimi , come lafciò fcritto Livio (jc) : Campani <l^
fupsrbia , G? odio Samnìtium gladiatorei co ornatu arma^
runt i Samnitiumque nomine appellarunt ,
Or compiacendofi i Capuani cotanto in quefti giuo-
chi de' Gladiatori, che ne diedero altrui l'efempio, o
vollero goderli fin anche nelle proprie cafe in atto di
definare 3 egli è da credere , che efli avelTcro una gratL-
moltitudine d'uomini di tal condizione .
Ma quefti crebbero aftài di numero , quando Lento-
lo cominciò a nudrire in Capua ancora i fuoi.Si dubita,
chi mpi ftato fofte quefto Lenrolo . Plutarco nella vita«
di Craftò lo chiama AfVxAoj B«t/« , che l'a v veduti ilx-
mo
(a) Lih, 9. cap, 40. (b) SiL lib* ii*v»si»
(e) LiZf, Uh* 9» C(ip* 40.
Libro Primo. 109
mo noftro Mazzocchi penfa cfler quel medfefimo , cho
da (a) Cicerone viene appellato O?. Lentulm Faccia , o
Vada , come Itg^Q io ftefib Mazzocchi {b) .
Che che fia di ciò, è aliai notabile il follevamento ^
che alcuni di quelli Gladiatori dì Lentolo , nudriri in Ca-
pua, fecero nell'anno 680. della fondazione dì Roma^ •
Trovandoli ì mefchini obbligati a forza al meftiere , du-
gento di loro {e) , non potendo più fofFrirc quella fer-
vitù , prefero la rifoluzione dì fuggirli via . E mentre-»
s'ingegnavano di venire a capo dei difegno , fettanraotto
de' loro compagni , {coverte le loro macch'ne , preftan-
temente efeguirono ciò ^ che quegli andavan tentando , e
fcapparono armati dì (piedi , e coltelli , tolti da una cer-
ta Olteria . Or per iftrada incontrandoli in alcuni carri ,
dove eran portate le armi gladiatorie in non so qual Cit-
tà , depofti quegli ftrumcnti da cucina, lì provvidero a-
lor piacere (ìqW^ armi proprie (^d) . Conrinovando poi il
cammino , giunterò finalmente ai Monte Vefuvio . Quivi
fortiticatifi di ripari , lì fcelfero delia ftella loro mafnada
tre ipiritoH condottieri , de' quali uno , chiamato Spar-
taco (e) , era Trace di nazione, e quanto robufto,c co-
raggiclo , altretanto prudente , e culto 5 tal che non me-
ritava eriere ne Trace , ne Gladiatore . Ellendofi cosi mu-
niti, ed ordinati , furono allahti da un drappello di gen-
te lecita , fpedita da Capua contro a loro . Ma i fuggi-
tivi polero in volta gli allalitori , g'ungendo fino a gua-
dagnare le loro armi , delle quali ben volentieri li cinfe-
10 , lalciando le gladiatorie , come obbrobriofe . Per co-
detta vittoria preTèro maggiore ipirito j e per ingrollàrc-»
il loro numero , cominciarono a ragunar gente di 03"^
condizione , fpezialmente fervi di campagna , ch^ tfa va-
gliavano legati negli ergaltoli. Crefcendo «^«^i alla gior-
nata , fi diedero ad infettare l'Italia con gravi danneggia-
menti 3
(a) Cic, adQ, Frat lìh. 2. cap* 3«
(b) Mazoch, in additam.ad Lommìn Tìt^Camp.Amph. p.iyi»
(e) Plutarco. ÌK Graffo . ^d) Ve Ile j, lib. i.cap» 3 o.
(e) P lutar eh, in Graffo .
lio Storia Civile di Capua
menti 5 flccliè fu necelTario , che da Roma (^) foHc fp-2'
dito un poderofo efercito per ifconfiggerli . Nell'ultimo
fatto d'armi, che qiiefti mafnadicri ebbero colle truppa
Romane, guidate da M. Crafìo, furono efli quarantami-
la , fecondo (b) Vellcjo , cento venti mila , fecondo Ap-
piano. Con tutto ciò furono disfatti da* Romani, aven-
do il fopraddetro Graffo, peritii^mo delmeflieiC di guer-
ra, regolato con grand'arte e prudenza la fua foldate-
fca (0 3 e ^^i J^iJa "^ reflarono prigionieri dell' efercito
Romano ; i quali pagarono la giiifta pena de' loro misfat-
ti 3 imperciocché per tutto quel tratto di via , che porta
da Capua a Roma , fi videro appefi a* patiboli , difpo-
fti di diftanza in diftanza.
Cefare ancora mantenne in Capua una sì numcrofa^
molttudine di <jlad atori , che prima , e dopo di lui non
ve n'era fiata una maggiore . Furon coftoro almeno qua-
ranta mila , come fi fcorge dalle parole di Cicerone (^/) :
Gladìatores Cae farti , gcn Capuae funt _, fané commode Pcm^
fejus dijìrìbuit hìnoi Jìngu/is patrihuifamiliarum, Secuto-
rum in ludo J77. fcderurjt i poiché , fé i Coloni , de-
dotti in Capua , furono venti mila padri di fam glia , dan-
dofi a ciafcuno di cffi i^uz Gladiatori , già coftoro dovet-
tero cifere quaranta mila .
Sotto gli Augufti vi ebbe altresì in Capua un gran-
numero di Gladiatori ; àt\ che ci ailicura Sparziano , il
quale nella vita di Giuliano così feri ve di coftui; SedpO"
Jiea [ponte [uà Gladìatorei Capuae jtdjjìt armari per Lol-
lìanunt Titianum ,
Né è diUìcile indovinare, perche i Romani alimen-
tAffero in Capua tanti Gladiatori , quando fi ha riguardo
a ciò, che fopra fi è detto, cioè , che dandofi ad eliì il
vitto fuor «Il oiifura , fi fccgiievano per loro dimora luo-
ghi di aere puro > e faiutevole , come appunto fi era la.,
noftra Città ai Capua.
Ma prima di terminare, foggiungo, che ficcome in
Ro-
(a) Li?;, Epifom. 95- (b) Ve Ile j. Uh, i. cap, 30.
(e) yifp. /iki.TàpifJtfuX, {a) Lib,7,ad An,ef, i^.
* Libro Primo . in
Roma , così nelle Colonie , e per conseguenza ancora In
Capua fu cura degli Edili di rapprefentare al popolo i
$.n*uochi de' Gladiatori . Si ha una evidente pruova di ciò
da una ifcrizione pubblicata dal Signor Mazzocchi (^),ia
quale mancante in un lato è del tenor , che fic2nc :
L. VBTTIVS TRIBVNVS
AID.Ci^fiERAVIT.
M VNVS. GLADIATO
IDEM. POPVLO. CA
MODIOS. BINOS. DED
Quefto Vezio dunque, che itera-^ìf rnuKus GladlatoruifLj^
era Edile . Imperocché la voce TRIBVKFS , che leggefi
nella fine della prima linea , è cognome , ficcome oflerva il
fuddetto Mazzocchi ; fé pure non vogliam dire , che vi fu
aggiunta dal Vecchioni , da* cui manofcritti è ftata trat-
ta i'ilcrizione colla giunta della parola , della quale par-
liamo ; poiché il Padre Pafquale Gefuita , che vide origi-
nalmenre l'addotta ifcrizione , e ne mifurò fin anche lo
lettere , la trafcriflè fenza tal voce , come ci dà per ficu-
ro il Mazzocchi , a cui e venuta in mano si fatta copia.
Si fono fcavati ne' contorni di Capua due epitaffj ,
pofti a' Gladiatori , in uno de' quali iì vede Icolpita la-,
verga, detta Rudis y infegna Gladiatoria, e le copie
iì (onfervano predo il fuddetto Mazzocchi ^
com' egli medefìmo attelta .
0^ W^ ^p ^P W^ 0^ ^fr
~ i -k -k -k -k ii -k
W^ ^^ ^p w^ ^fc
•ic k k k
fr *r ^
k k
Profieguo ora a defcriverc i pubblici cdifìzj delPan-
tichiflìma Città di Capua . Vi era il Can:pìdoglio , luogo
grande, magnifico, di cui parlò Cornelio TaCito , e Sue-
tonio , che fu tocco da un fulmine nel mefe di Marzo;
P il
(a) In Tu, Camp. Amph. p. 1 1 6.
112 . Storia Civile di Capua
il che fervi di prefagio alla morte di C. Caligola Impc-
radore . Era quello un luogo, ove trionfavano i Capuani
nel lieto ritorno alla Patria vincitori , e carichi di pal-
me , dopo qualunque vittoria riportata da* nemici • Lo
adornavano belliilìiiii marmi intagliati , e fregiati per
ogni parte : comprendeva quel luogo , ove la gran Tor-
"■• "^' S. Erafmo oggi trovafi fituata . In e(Ta ognun ve-
K' ^' ' - gran pezzi di antichità (ì confèrvano, che voi-
^-^'^ * archi , e diverfc anrichiUìme ftruttu-
te mira ^^^> .. -^ eagliardia 5 fervita più volte per
re di una itraordinar.- e* ^ ^- ^> ^ ^ » • • ^
\r jT-r r-iu oitta, a tenerne iunei 1 ne-
fortezza , e per uhcia aci.w :..J„^ ^^^ ^ . -t /•
mici , che di fafli , e di dardi veniv««iiv> ^-.. car catj aa lopra
di qucfta Torre in occafìoae di qualche riprefaglia, o in-
curfione alla Città 5 ficcome per difela ben valida , e per
fortificazione ficura fervi poi agli Aragonesi , da* quali a*
gentiluomini della famiglia Gentile fu donata 5 e leggefi
una ifcrizione ivi ritrovata :
AELIVS LORSII GENTILIS CAMPANI
FILIVS TVRRIM HANC ANTIQVITATE
COLLAPSAxM ORNAMENTO RESTITVIT
ANTRAQ. CVM HORTO APOLLINI MVSIS GENIGC^
DICAVIT.
Quefto Campìdogiio fu dedicato dall' Imperador Tiberio ,
figliaftro , e fucceflore di Ottavio Augufto . L'Imperado-
re fi partì a poita da Roma, per venire a dedicare qus-
fto Campidoglio in Capua , come fcridè Suetonio , ed il
Tempio di Augufto in Nola : poi fi ritirò nell* Ilola di
Capri , ove a foddisfare il fuo fenfo con ogni forta di
libidine fu folamcnte intento , ed occupato .
Egli ci giova credere, che Ottaviano Augufi:o, in de-
dicando il Campidoglio Capuano , l' avefle arricchito delle
ftefle leggi, ed onori , de' quali godeva il Campidoglio di
Roma 5 ciocché ben fovente era in ufo , qualora confa-
gravanfi o templi , o altari j e a tal propofito citò una
ifcrizione , che da Padova raccolfc Barnaba BrilTonio {a),
IV-
(a) Pag. 426.
Libro Prima. 113
IVPITER OPTIME MAX. QVANDOQVE
TIBI HODIE ARAM DABO DEDICABOQ:.
OLLIS LEGIBVS OLLISQ^
REGIONIBVS DABO DEDICABOQ^ QVAS HIC KODIE
PALAM DIXERO
CETER AE LEGES H VIC ARAE EAEDEM S VNTO QVAE
ARAE DIANAE SVNT IN AVENTINO MONTE DI
CTAE HISCE LEGIBVS HISCE REGIONIBVS SICV
TI DlXI HANC TIBI ARAM IVPITER OPTIME
MAX. DICO DEDICOQVE VTI SIES VOLENS PRO
PITIVS MIHI COLLEGISQVE MEIS DECVRIONIBVS
COLONIS INCOLIS COLONI AE MARTIAE IVLIAE
SALONAE CONIVGIBVS LIBERISQVE NOSTRIS .
In quefto Juogo dei Campidoglio portavanfi , come dif-
fi , i vincitori colle vive acclamazioni del popolo i onde
Orazio in Roma nel trionfo di Augufto (a) ,
Tuq, dum procedìs , io trìumphe .
'Hon femel dicemui , io triumphs .
Livitai omnii , dahìmufq, Dtvii
Tura benignii .
Così egli Annibale , al riferir di Livio , efifendo introdot-
to da rutto il popolo nelT antica noftra Città , montò
su di quefto Campidoglio, quafi che a trionfare colie vive
acclamazioni di tutti . E dalia parte fuperiore , ed emi-
nente di eflb i Capuani fi pigliarono il bel piacere di
mollargli la magnificenza de' loro edifizj , il fito , la-
vaftjtà , e la vaghezza della loro campagna , i terreni più
feraci, i campi Stellati , e ciocché di vago, e di nobile,
eflì aveano nella felice loro Patria, e neil'ameniflìmo fuo-
lo di si bella Regione {h) :
é . . . . Aiotijìrafit Capitoìia celfa ^
Stellatefque docsra caf/^pos y Lneret/.qcis hetiìgtiam ,
Che anzi alle volte in fìmiii trionfi tra le accia mazio-
ni de' loidati ai Principe trionfante udivanfi intramifchia-
P 2 ti
(a) Lih, 4. cartn. (b) SìL ItaL Lih. 12.
114 Storia Civile di Capua
ti alcuni detti pungenti , e pur nondimeno prendevanfi di
buon grado . Così Suetonio di Giulio Cefare; Gallico de-
nique trìumfho mìlites ejin inter cetera carmina , qaalìa
currum profequentei jocularìtsr canunt , etiam vulgatìjp-
muìn ìllud pronuntìaverunt :
Callìaì Caefar fuhegìt , Nicomedes Caefarem .
Ecce Caefar nunc triumphat , qui [uhegìt GalUai^
Nicomedes non triumpbat , qui [ubegic Caefar etn .
Io lafcio qui poi di riferire il di più intorno a i fud-
detti trionfi , come le diverfe immagini di Provincie , dì
Città , di Dei, che tutri venivano entro queii'apparatoj
i Re prigionieri, Je immagini di alcuni nemici morti, co-
me ne' trionfi di Cefare , e di Augufto furon portato
quelle di Cleopatra , di Catone , di Scipione , e Metello ,
le molte ifcrizioni , ch'eglino chiamarano titoli ,e ne' qua-
li veniva dichiarato ciò , che fi foflc caduna di quello
cofe, ed in fine le tante altre tavole, nelle quali elptjme-
vanfi le azioni vaiorofe del vincitore , eia vittoria . Son
quefte cofe dalla Storia Ronana ben note > ed i marmi
antichi ancora oggi ce ne confervano la memoria.
Era vicino ai Campidoglio la Curia Maggiore , ove
^\ tenea fpeiro il configlio, e l'adunanza dzX Senato per
utile à.é. pubblico. Tal Curia era grande , ricca, fuper-
ba , capace di ben trecenro Senatori , de* quali era il fom-
mo Magiftrato, c\\Q Mediajìuticus veniva chiamato. Qui-
vi Pacuvio Calavio, nobile Capuano , liberò (^} con mira-
bile artifizio il Senato dalla morte, e lo conciliò colla ple-
be , la quale per gelofia di flato , e per ambizion di gover-
no era già unita , e rifoiuta a trucidar quanti piii Sena-
tori vi ftavan raccolti .
Vi erano le Curie minori , cioè quella de' Sacerdoti ,
e degli Auguri , per le cofe fpettanti alla Religione , o
culto facro . La Curia Bellica per le cofe appartenenti al-
la guerra , ed altre fimili .
// Foro de* Nobili da una parte avea il Circo , ovo
j famofi giuochi Circenfi fi faceano , dall' altra parte avea
il Cric topor tic 0 , / Giuo^
(a) lÀv.lih, 13. cap. !•
Libro Primo. 1 15
/ Giuochi Circetjjl confìftevano in far correre i ca-
valli anticamente per fette giri j poi fi reftrinfero a cin-
que, e fi dava il pren^io promelìb a chi più velocemen-
te , e prima degli altri arrivava al fegno . Egli il Circo^
come ben fi raccoglie da alcune antiche medaglie di Ca-
racalla, e di Aleifandro , era di forma ovata, e non ton-
da , e nel mezzo Ita va un'Aguglia con un muro , come
una tela te fa 5 dalf uno, e l'altio capo le tre mete con
un uovo per una in ci-na . Vi erano s\x\ muro molte-»
altre figure , come la Statua della Dea Cibele , madre de*
Dei , colle {\.\^ torri in tefta , ed a lèaere fopra di un leo-
ne, e così altre diverfe figure d* uomini, di delfini, di
cavalli. Vi fi era deltinato dal Senato un Prefetto , il qua-
le in certo tempo fu Lucio Vezio Sereno , e quelto te-
neva a se fubordinari dis^t^i Minillri , ed Uriziali , tutti
dertinati a varj impieghi di tal giuoco ; imperciocché
un© avea la cura di defignar pel corfo le bighe , eh*
eran dedicate alla Luna , o le quadrighe , eh' eran dedi-
cate al Sole 5 un altro avea la cura di aifiiicie a 1 com-
battimenti , ed al corfo , e dare i premj al vincitore j al-
tri a decider le liti, e le controverfie, che in tali giuo-
chi accadevano , chi aveva il penfiero di fpruzzar l'ac-
qua frefca su i cavalli nel bollore à^\ corfo g à riicalda-
ti i altri eran declinati a dar la voce, ed an mare i ca-
valli al corloj ed altri finalmente a far si , che gli Aurighi,
o fiano agitatori venifie o tra loro dirtinti nelle fafco ,
nella fopravvefte , nelle infegne, e negli altri ufuali co-
lori di quelli giuochi , ch'erano il bianco , il rollo, il
verde , e '1 torchino , ed indi conofceafi chi di quei coc-
chi avefle le cinque volte , o meno di già girato da^
alcune uova dì pietre , fegnate concolori già detti, eh*
aveano quefti Giudici alla mano , e su di cui marcava-
no le volte, che quegli aveano corfo : riufcendo intra-
ranto agli fpettaton da' gradini del Circo di un compiu-
to piacere il vedere ora la gara, ora f avanti , ora l'ind e-
tro 5 e poi al contrario di quei cocchi nel corfo . La-
Prefettura del Circo^ eia un ufizio molto nobile , e deco-
rofo,
ii6 Storia Civile di Capila
rofo, che non ifdegnó efercitarlo l' ifiefìb Auguro, e poi
Caligola, edindi anche l' Iinperador Ciaudio , Antonino,
Eleogabalo , ed altri infigni Perfonaggi . Si facevano que-
ùì giuochi in occafione di una gran folennità , di una-
vittoria riportata , deJia venuta di un Principe , ed anche
in occafione de'facrihzj, e di pregare i Numi per qual-
che grazia fegnalata . Vicino al Tempio di Diana Tifa-
tina vi era anche un altro Circo , in cui fi celebravano
giuochi in onor di quelta Dea.
Il Crìttoporiico poi era un luogo fotterraneo , ftabi-
lito per palleggiare , e divertirli al frefco in tempo de'
caldi eftivi , à^no ambe^latio hypogaen , In quefto vi erano
due piani , de' quali all' uno i\ Icendeva per qualche pic-
cola fcala , ali* altro fi faliva per àwQ. fcale ben alte . Tut-
te le volte , e fofhtte erano dipinte a frefco con eccel-
lenti dipinture di fiori, uccelli, quadrupedi, ed altri or-
namenti , con efiervi anche fcolpite vane figure d* uomi-
ni , e donne in diverfi abiti , ed atteggiamenti . Il pavi-
mento era tutto lavorato , come volgarmente dicefi ,a«
niofaico . Riceveva il lume da So. fineftre , ed avea al di
dentro trenta nicchie , come fi fcorge anche ora , fullì-
fiendo eflb quafi intieramente . Quefto Cntroportico era-*
appunto fotto il Convento di S. Francete© di Paula inj
S. Maria Maggiore , ridotto oggi in Iftalle per la Regia Ca-
valleria j e chi vi entra , fi compiace molto di vedcro
antichità si bella, e riguardevole.
Vicino al Crittoportico era il famofo Teatro , forma-
to di quattordici ordini , fenza che T uno impedifTe al-
l' altro la veduta , e fé ne veggono oggi le reliquie vici-
no alla Torre di S. Erafmo.-ie quali reliquie confìHonoin
alcune piccole volte di mattoni , follenute da due ordini
di pilaftri . Fu que(i:o Teatro fabbricato dalle fondamen-
ta , o a tempo d* Auguf^o , ovvero ( il che è piià proba-
bile ) dopo la morte di quefio Principe . Poiché Q^An-
nio Gianuario , eh* ebbe cura di tal fabbrica , come per
gli altri meriti, coòì ancora per quefio, venne onorato
coli' Auguftaiità , come fi fcorge dall' ikrizione , che or
ora
Libro Primo . 117
ora allegherò . Ma dell' anzidetto onore dell* AuguftalitJ
di rado fi parla nell* età d' Augufto j fpellb però ne* tem-
pi d* apprcilb , fecondo V olfervazione del Signor Mazzoc-
ciii . L* ilcrizione accennata , che (i conferva in Capua,
è del tenore fegucnte ;
D. M. S.
CL ANNIO lANVARIO
EXACTORI OPERVM PVBL.
ET TEATRI A FVNDAMENTIS
HVIC ORDO DECVRIOÌnVM
OB MERITA EIVS HONOREM
AVGVSTALITATIS
GRATVITVM DECREVIT
VIXIT ANN. LXXI. YIYVS
SIBI FECIT , POSTERISQVE
SVORVM .
Non vi è dubbio però, che prima di quefto Teatro do-
vette efière in Capua altro Teatro nella prima fua fon-
dazione 5 poiché gli antichi Capuani , o (iano gh Ofci,
furono ftudiofiiiìmi di ogni forca di giuochi , di teatri ,
di commedie, e di amene rapprelentanze : tantoché eili
in Italia furono gì' inventori di adombrare i teatri, per
difenderli dal calore del Sole , e di ricoprirli contra il ge-
lo , le piogge , ed i venti . Anzi i Capuani antichi furono
i primi a fabbricare Teatri in Italia per le fceniche rap-
prefenranze molto tempo^ prima , che Roma fi edificaf-
fe, giuocando in elfi le favole degli Atellani, intrecciate
di pungenti fcherzi a dipingere V antica Italica dilcipiina,
tenendo lungi dalle loro fcene con ogni rigore gii Iltrio-
ni , ficcome ne usò poi Roma , che gli ebbe per uoaiini
di così pravi , e rotti coltumi , che non volle affatto ri-
fonofcerli per fuoi cittadini 5 tantoché li rimollc da
ogni tr bù , ed interdilTe loro ogni guadagno , fecon-
do atteftò Livio , e Valerio j onde SaatAgoltino (a)
fcr fle : C^m autem ludìcram fcenam tot^m prohro dU'
cerent genui id homìnum 9 non modo honore cìvit^t^ re*
(a) De CivUaSe Dei Lìb» 2. cap, 13»
ii8 Storia Civile di Capua
lìquor um , fed etìam tribù movtrì , notatione cenforìa Zfo-
luerunt .
Ma per ritornare al Teatro , di cui , come diffì , ^\
veggono anche oggi le veftigia , era in forma di un mez-
zo cerchio, aveailiioi fcahni per gli fpetrarori nella par-
te anteriore , come fi diflc nelT Anfireacro j e nella parte
citeriore avea doppio ordine di Portici nel piano , ma-,
quattro al àÀ fopra , foltenuti da grodì pilaftri di matto-
ni. Era tutto ornato di marmi , ftatue , fogliami, ed al-
tri fìmili abbellimenti . In ciìb fu trovata T ifcnzione ad
un certo Lucejo , che ne fabbricò il profccnio.
LVCEIVS PECVLIARIS REDEMPTQR
PROSCENIIEX BISO FECIT.
Quefto Teatro nel tempo di Cajo iu tocco da' fulmini \
onde dair Imperador Tiberio fu poi conlegrato pei Tem-
pio a Giove, lècondo fcrifle Suetonio.
Stava ben anche vicino al Crittoportico il famofb
Ginr/ajìo , o ila Coloflb , ove varie fcienze , molte arti li-
berali a' giovani dal pubblico infegnar fi faceano con-»
niolta comodità, ed efattezza . Egli era arricchirò di va-
rie ftatue , e ipeciaimente di quei Dei , che tti va vanii
preiedervi , come proprj di tal luogo , i quali appunto era-
no Mercurio, Minerva , ed altri ; onde gii ant'chi Filo-
fofi tenevano dalle loro (cuole lontani gì' iliiterati , co-
me profani j non altrimenti , che negavafi V ingreflo ne*
tempii a coloro , che non erano iniziati . Quindi ftava^
fcritto alla fcuola di Pittagora :
Cantaho doblis , age , 2jafìis claudìte portai .
£d a quella di Pbtone:
Lxpers Geometrias ne ìngredìtor .
Godevano da prima i maeftri dell* antico noftro Ginna-
fìo un convenevole onorario , che fi pagava loro a ca-
dun mefe , benché in un altro rempo più avanti , ne' gior-
ni feftlvi di Minerva . Poi come iotto ^V Impcradori a' Fi-
loiofi di qualDnqi e fetta fu quello determinato » e fta-
bilito , al riferir di Luciano; Sch , Pamphììe <^ falaritim ^
idque neutiquam exìguum ab Imperatore fuijje corjjìirùtum
Jin-
Libro Primo. 119
Jtn(f^ìU Philofophornm genertbus Jìnguht in annoi
decem milita nummum , quoi accipiant , uti doceant jw^en^
tiétem ; cosi fi videro nella noftra Capua antica e que-
fii Iplendidi falarj per tali maeftri , ed a proporzione an-
cora liberali per gli altri deli' altre fcicnze .
Dalla parte della Città v' era una gran pianura di
circa due miglia, ailègnata dal Senato per comodo dei Pub-
blico , per ivi provare , ed avvezzare i cavalli nella loro
velocità, a farli ben girare a delrra , edafiniltra , e ren-
derli agili, ed ubbidienti agli ciercizj à\ guerra. In que-
fta pianura di ànt miglia , chiamata Ippcdrcmo , folevano
i Cavalieri a gara correre infieme , ma il corfo doveva-
efìere per un folo miglio , già con termini di pietre fta-
bilito . Per vincere poi al corfo bisognava oltrepafTar \xn
poco più àt\ miglio, fino ai ^termine afiègnato, e circo-
fcritto .
Poco difcofto V* era un grande , e fi.?perbo edifizio
in forma ovata, e quafi rotonda , cliiamato volgarmente
Tumolo y à\v\{o in quattro parti eguali , e di maravigliofa
fimmetria , luogo deftinato a confervar le ceneri di quei
cittadini Capuani , che aveano militato nelle battaglie,
ed erano morti in Capua . Era quefto Sacello dedicato al
Dio Marte , ed in mezzo di eflb era la Ifatua di lui be-
ne adorna di molte cofe prcziofe , che da' congionti del
defunto militare fé gli donavano quafi in fuffiagio , e ad
onore del morto . Gli antichi , e tra di efli i noftri Ca-
puani ponevano tutte le ceneri di ogni loro nobil guer-
riero in un' urna , o fia nicchia d' oro , e le fituava-
no dentro quefto tumulo ; In urnh fervahantur cineres
mortuorum ,
L'ufo, che aveano gli antichi Capuani, come anche
altre nazioni intorro a' cadaveri de'perfonaggi , che per U
Patria aveano combattuto , e fi eran legnalati nelle armi,
di riporli in tante cafle, d'intoriiO ben chiufe y tó ivi le
tenevano per qualche tempo . Dopo di che V aprivano,
re raccoglievano le ceneri , e le ponevano dentro le pic-
ciole urne, intorno, o fopra delle quali fi metteva l'ifcri-
Q^ Zjone ,
I20 Storia Civile di Capua
zione , e '1 nome del defunto giierrieroi e poi erano que-
ste urne condotte dentro il già detto grand* edifizio , o
ila tumulo i ivi erano collocate in tante picciolc apeitu*
re , o fian nicchie . Simili privati tumuli fi oHervano fi-
no a* tempi noftri colie dette nicchiette , fpecialmento
quei due aliai fpeciofi , che intieramente fuififtono tra_>
i due Ga fa li di CafapuUa , e delie Curri, de'quali uno col
nome della Conocchia , 1* altro àtX\^ Carceri l^scchic ap-
pellati vengono .
Tutti quefti pubblici edifizj erano fituati per quella
ampiezza di terreno , che oggi comincia dalla Croce di
S. Erafmo , e tira d' intorno da quefta , e quella parte ,
quanto porta dalla Torre di S. Erafmo, oggi de' Signori
Serfali , fuoi giardini , e cafamenti , grotti di S. f rancelco
di Paula , e fuo Moniftero 3 dove ad evidenza compari-
fcono infiniti pezzi di antichità , e (I conofcono le anti-
che Itrutture di tali edifizj , oltre a* diverfi epicatfj, ivi ri-
trovati , che chiaramente l'additano.
Molti altri Tempj vi furoao col crefcere della Re-
pubblica accrefciuti , ed ampliati in Capua . In fatti vici-
no al Campidoglio v'era il Tempio di Mercurio , V &hro
di Giove Terminale . Verfo la Porta Fluviale , o fia Li-
ternina v* era il Tempio di Hettuno , e nella ftrada , che
conduceva al Monte Tifata , v'erano i due Tempj di Mar-
te , e della Fortuna . Finalmente dentro ia Città erano
cretti i Tempj di Miner-va , di Bacco , della Madre de^
Dei y di Neme/ty ed alrri , de'quali ve n'ha finora lame-
moria in varie ifcrizioni , che in diverfi luoghi della Cit-
tà a fon ritrovate; i quali tempj, come dilli di fopra, ar-
rivavano dentro , e fuori della Città al numero di 1700. co-
me da' buoni antichidimi Autori additato ci viene ; Iìl^
territorio Capuano nedum Diana { fcriflè Michele Monaco)
fed illa Deorum omnium antiqua turba coìebatur \ legi-
mu% enim tempia Jo^is , Marti: , & Fortunae , (^ audi-
vimui in agro Campano retenta , etjì corrupta nomina^
Sacello rum Apollinii , Her culti , Cereris , & Bellonae , cer^
t2imus Jtmulacrttm Jovis Montani , Mere urti j Solis , &
Cybelis • E qui
Libro Primo. 121
E qui non è da tralafciarc , che badavano molto be-
ne gli antichi Capuani alla confervazione àdh loro fa^
iute , e della loro vita : onde per ufo di confervar fani
i loro corpi , e riftabilirli da qualche indifpofizione , fece-
ro in Capua con gravidìnia fpefa diverfe Tervte , luoghi
grandi , e fpazioG , fabbricati per ufo di lavarfi , e di
pigliare diverfe forte di bagni. Alcune di efì'e erano pref-
ÌQ r Anfiteatro fìtuate , come fcrifìTe Erchemperto ; /«-.
thermts prope arenam j altre preflb il Campidoglio . Avea-
no quefte gran Portici, i pavimenti di marmo, le mura
commeflè di pietre vive , e ben inbiancate 3 aveano di-
verfe colonnate, pofte in bell'ordine, per foilenerc su ar-
chi di fmifurata grandezza 5 altre vicino al Tempio di
Diana Tifatìna ^ ed altre in altri luoghi della Città, ne*
quali fi taceva una ingegnofa diftinzione per le donne,
e per gli uomini , per le perfonc pubbliche , e per le pri-
vate in tal forma , che ne* bagni V una non avelie potu-
to recare all' altra menoma foggezione .
In eflì fi numeravano cinque parti j la prima era.
detta il Conclave , dove {\ refpirava un'aria alquanto
calda , ed in quefto luogo fi deponean Je velli j onde fu
detto Apodyterium , cioè a dire Spoìiatorìum , ed in Ca-
fapulla predo del Dottor Fifico Giufeppe di Criftofaro di
fopra lodato confervafi un' antica ifcrizione in marmo
bianco , ben intagliato , e fallì memoria in elTa di yna.*
certa donna, detta Satellìa ^ ch'ebbe una volta quefto
luogo rifatto , e nobilmente abbell to .
SATELLIA M. F. ANVS
APODYTERIVM AD NOVITATEM R. . .
EPLSTILIS CETERISCL MARMORIBVS D. . .
La feconda parte era 1' Bypocaujìon , cioè Caldararitim ,
& Sudaiorium y la Stufa t^ e quell'era \xn luogo coftrut-
to a forma di una teftuggine , ed in cui il fuoco accc-
fo fenza fumo rendeaci l'aria in tutto calda. La terza-»
parte era Ja cella Caldana , e diceafi La^jacrum j e qui
lavavanfi gli uomini , ftando a federe . La quarta era la
cella Frìgtdaria , dove ftava ripofta l' acqua iieéà^ nella
Q. 2 pifcir
122 Storia Civile di Capua
pifcina . E finalmente Ja quinta era 1' Alepterhon , cioè
Deterforium > Unbluarìum , in cui il corpo {\ rafciugava
dal fudore , e fi ungeva dell* olio .
Quefte Terme sì fplendide erano elle ad ufo àz\ po-
polo 5 tal che i più ricchi , i più potenti , i patrizj avea-
no in cafa preflb loro i proprj bagni j così, che ancho
Balnea prelTo i Latini fi additano quefti luoghi privati ,
come Thermae , i luoghi pubblici di queft' ufo . Quelia-
diitinzione però non da tale , che ancora nelle pubbli-
che Terme indifferentemente non accorreflero ed i pa-
trizj , ed i ricchi, ed ogn' altra Torta d* uomini lettera-
ti, tenendo ivi varj diverfi difcorfi , ora di lettere , ora di
ftorie , ora di componimenti, ora degli altrui codumi , pro-
vando, o riprovando ciocché più , o meno fotto deiliu
loro rigorofa cenfura , e *1 vario genio fi propone-
va 5 prendendo in quefta guifa :iài ingannare quel!'
ore , ed a riconciliarfi gli animi del popolo , che loro
accorreva : onde Marziale ad un Poeta , che gli voleva^
da per tutto in; ogni luogo leggere le fiie poefie , così
diffe {a) i
Et Jìanti leorii , <^ kgì^ fedenti ;
In thermai fugio , fonai ad aurem ,
Queft' ufo de' Bagni nella noftra antica Città certamen-
te può ritrovarfi più antico di quello di Roma , e tale
fin da' fuoi principi , il quale {\ avanzò poi preffo a Ro-
ma , quando il luHb de' Romani fi vide al fommo cre-
fciuto. Così prima della cena gli antichi Capuani ricor-
revano al bagno , e £\ lavavano in tutto ; coftume trat-
to da un tempo ancora più antico, e riferito da Ome-
ro , da Ateneo , da Apulejo , e da aliri . Eflì lavavanfi anco-
ra dopo varj efercizj, odopo quello à^Wo Xijìo •, cioè di
alcuni fpafleggi allo fcoverco , o del Gradìo , o dello
Sferìjìerio y ch'era ben anche un Juogo preflb l'Apodita-
xio , in cui in varie guife gli antichi fi efercitavano ,
Finalmente benché nelle Terme le donne tenuto avef-
fero il loro proprio conveniente luogo , ciò non arrivò
prima
(a) Z/^. 3. Epigr, 44.
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Scala di un miaìio , e mezzo
spìicazìone
P. Pana
1 Tei -in io
e Ca/cile
^J
JPaa. 7 :ì-'5-
Libro Primo. 125
prima dell* ordine dell' Imperador Adriaao , che vollo
efprefTà mente una tale diftinzione j luentre in prima con-
venivano ancora efle alla nnfufa cogli uomini j e fu egli
poi Gjuftiniano , che chiufe ic Terme , e n* interdille l'ufo:
ciocche arrivò intorno all'anno 521. della noftra falute.
Queft' era i* antichiiììaia Città di Capua 3 e quefti
i Tuoi edifizj più rinomati; i quali a ben diftinguere con
tutta la maggior pollìbile chiarezza ho ftimato a vantag-
gio de' Letterari far qui ben intagliare una Pianta , o (la
Topografia di eill , e dell' ant'ca Città di Capua , forma-
ta dal più volte lodato Pratilìi per la fua Via Appia ,
e ben fondata sulle tanre oculari irpczioni , antiche fcrir-
ture , coltantj tradizioni, e su di altre moke diligenzo,
dal già detto Autore non meno , che da me benanche,
per accollarci al vero , o al maggior verifimile , prati-
cate . Dovrei ora t«r parola deile Armi , o iìan Divifo
delia fudaetta Città di Capua , e poi (eguitare il filo del-
ia ma Storia intorno ai falli della Repubblica Capuana:
ma poiché quefti hanno una gran connedìone con quei
della Repubblica Romana , colia qua 'e Capua fu prima-
confederata , poi emula , e vi contraftò tante volte 5 per-
ciò prima di profeguire la Storia di Capua , mi convie-
ne far aito per poco tempo, e parlar brevemente prima
dell'Armi , o fiano Stemmi della Città di Capua j ed in-
di dare una chiara idea , e trattar brevemente delia^
Città di Roma, e de' Tuoi fafti fuperbi, per far compren-
dere a' Leggitori, di chi Capua fu emula, con chi con-
trailo dominio , e fìgnoria , a chi fu deditizia , e coii-»
chi flrinfe jpcr tanti anni itretta confederazione , e pa-
lentela .
DIS-
124 Storia Civile di Capua
DISSERTAZIONE
Delle Jnfegne , o Jiano Armi della Citta di Capua •
LA Città di Capua , che ne' primi tempi del Aio na-
fcere coi ferpente degli Ofci 5 indi in tempo di Tua
Repubblica coJJe quattro Lettere S. P. Qi C. Senatui , Po»
■puluique Canjpaf?ii5 y per ogni parte dei Mondo diftinguc-
re , e ravvilar fi vedea , molfrò poi ne'fecoli non mol-
to a noi lofitani per fua divifa una Croce d'oro in cam-
po
Libro Primo. 125
pò rolTb colla corona ancora d'oro al di fopra , ed in al-
tra infegna una tazza con fette ferpenti , o {ìan vipere
al di dentro. li noflro Michele Monaco entra a difcute-
re , quale di quefìe due fia la più antica , e dopo aver
difàminate Je ragioni per i'una , e per l'altra , finalmen-
te conchiude , che l'infegna della Croce abbia un'origine
aflài più alta di quella del/e ferpi 9 che fecondo lui non
fi sa di efière ftata in ufo prima dell'anno 1488. , quan-
do fu ftabilito , che *1 governo della Città foflè predò
fette peifone , cioè fei Eletti , ed un Sindaco , il qual
numero a dinotare fu inventato lo flemma delle fette vi-
pere ; laddove quello della Croce, o avefle avuto la fua
origine in tempo delia guerra di Terra Santa, dove Ro-
berto , Principe di Capua , ultimo de' Normanni, militò
di Crocefignato , o da che PandolfoC^po di ferro , Prin-
cipe Longobardo , rimile nella fua fede'Giovanni XIII. Pon-
tefice Maliìmo ricoveratofi in Capua , per eflère (iato cac-
ciato da' Romani 5 fempre vanta un'antichità più lontana,
e maggiore . Ed egli è di opinione , che l'iniègna della^
Croce fu abbracciata dalla noltra Capua infieme colla.*
Criftiana Religione fin dal tempo degli Apposoli , e di
San Prj4co , fuo pnmo Vefcovo.
Or febbene un tal lentimento abbia incontrato delle diffi-
coltà, e ddk critiche j perchè le armi e le imprefe, fecondo il
Vallemont , non hanno avuto la loro origine prima del duo-
decimo , o dell'undecimo fecolo , quando furono introdotte
Je GJoftre , e i Tornei , in cui comparivano i Cavalieri
con var j fegni e geroglifici , che poi rimaicro nelle loro
famiglie per proprio diftintivo : o fecondo altri , non pri-
ma dell'ottavo fecolo , e de* tempi di Carlo Magno ; nul-
Jadimeno , con buona pace di tanti e tali critici , bifogna
dire , che il noftro Michele Monaco non meriti su di ciò
il menomo difprezzo , dappoicchè è certo , che fin da*
tempi della Romana Repubblica erano in ufo si fatte infe-
gne , ed in quelle quattro lettere , onde dinota vafi il Stnatus^
Popuìuique Ror,.anus , S. P. (^ R. , e nelle loro Aquile-- ,
che fi vedevano fventoiare sulle bandiere , e $u i iiendar-
120 Storia Civile di Capua
di . An7Ì chi ben legge le antiche iftorie , troverà , che .
tali infegne o fìano armi erano in ufo molto prima della |
Romana Repubblica , come mille efempj più abbaflò ne
addurrò . Onde il grande riftoratore dcbe antiche memorie
Pierio Valeriano , riprendendo coloro , che credeano le im-
magini, le divife o fiano llemmi inventati ed introdotti
nel tempo di Federico , o di altro pm frefco Principo ,
così efclamò : Gentìltm fcutorum ufum , varìaique in eis
macrÌKes , aut pì^'lurai , qtéae famìliarum indìcant ftef^ma-
ta , cognationeique , tameijì 'Diri haudquaquam contemnen-
dì effe haec recentiorii ae tatti in'Zjenta exijìimarint y noi
antiquìjjìmì n>orìi effe hic , & alibi toto opere differuimui,
E quanto fi dice dal Vallemont , e da altri, intender il
deve propriamente del Bla(one,che fon q uè' fregi di ban-
diere , di armi , di artiglierie , di mitre, di cappelli , di baffo-
ni, ed altri , che lecondo la diverfità de' perfonaggi , co-
sì diverfamente al di fuori del campo le infegne , e le im-
prcfe di ciafcuno adornano , e diftinguono .
Qucfto ho detto in difcfa di ciò , che fcrive Miche-
le Monaco sulle divife della Città di Capua . Ma , coiij
buona pace di un tanto dotto e grave Autore , io per
via di altri principj la fento molto al contrario \ e fon
perfuafo , che la tazza coi ierpenti fia l'imprefa di Ca-
pua antica, ch'era fituata , come diffi , ove ora è il gran-
de e ben culto Cafale di S. Maria Maggiore , e che la_/
Croce fia l'infegna della Città di Capua prcfcnte j onde
affatto non polTa aver luogo il fentimenro del Monaco.
E che fia così, non vi ha verun dubbio, come nar-
rai di fopra , che l'antica Città di Capua , donde ha tut-
ta la dipendenza la prefente , foffe fiata fondata dagli
Ofci , i quali faceano per loro divifa , o fia infegna uiij
Serpente, e perciò fi chiamavano anche cw/xo/ , o dal fer-
pcnte , che in Greco oV^ dicefi , e ciò molti fecoli pri-
ora della venuta di Gesù Crifto i\~ Mondo ; anzi Olco Laer-
te . lor Capitano , portava al fuo cimiero per infegna Olca
un lerpente; lo icrific Manetone Iftorico ben commenda-
to da Annio in quelle parole allegate dal famofo Otta-
vio
Libro Primo. 127
vio MeJchiorrì nella Tua Defcrizione della Città di Cajaz-
zo ; Caeculus , cognomento Saturnui Junior , regnat apud
Jhorìgines > & tertìo anno pofì apud Tyrrbenoi regnai
Ofcus , cujus injtgne futi ferpens .
Né è cofa nuova , che Ofco porraffe per fua impre-
fa al cimiero un ferpente , leggendofi fimili infegne nc^*
primi antichiffimi fecoJi in molti perfonaggl . Cosi nelle
antiche Iftorie leggiamo , che Ercole portale rinfegna dì
un leone, di Anubi , fcrive Diodoro Siculo, che portaf-
fe per infegna un cane j e Macedone, Tuo fratello , un lu-
po jOfiri ufava l'aquila , ed alle volte anche il Sole 3 Ifide
la luna 5 Semiramide una colomba > Cadmo un dra-
go ; Tefeo un bue j Agamennone un capo di leone , Clear-
co tiranno d'Eraclea un'aquila d*oro j Antioco un leone
col caduceo 5 Seleuco un toro 5 Pirro Epirota una sfin»
gè 5 Lucio Papirio Curforc il Pega(b 5 Pompeo Magno il
leone colla fpada impugnata, la quale inlègna portava^
anche fcolpira neiranelio , che dopo la fua morte fu pre-
fcntato a Cefare 5 Augnilo la stinge j Mecenate la rana j
Vefpafiano la Gorgona ; e nella guerra di Tebe Stazio
racconta le infegne di quegli antichi foldati 3 e Plutarco
fcrive, che Uliflè un delfino nello feudo portato fi a vefle.
E* altresì vero, che nel marmo , cavato fra le rovi-
ne deirantich.flimo Teatro Capuano, il qua! marmo fi ve-
de ora fotte l'Atrio di Sant'Eligio in Capua,fra le figu-
re, che vi flanno fcolpite , vi è in ultimo luogo un gran
ferpente , fegno evidentidimo , e flemma troppo chiaro
della Città di Capua . E finalmente non vi ha vcrun dub-
bio , come anche diffi di fopra , che Strabone , parlando
della noltra Campagna Felice , la chiama Cratere , per-
chè la fua parte marittima è curva in forma d'una tazza.
Ciò così prefuppofto , io diceva , che fia cofa mol-
to verifimile , che i ferpenti in quelto cratere fiano vera
divifa dell' antichiffima Città di Capua 3 rapprefentando
tale tazza la Città capitale della Campagna Felice 3 ed i
ferpenti gli Ofci , che la fondarono , Onde fia quefta la
prima, e piiì antica imprefa , che Capua svefiè alzata do-
R pò
12 8 Storia Civile di Capua
pò il fuo flato miferevole di Prefettura , quando in iftato
di Colonia fi vide nuovamente fiorire quafi nell' antico
fuo eflere : Ja Croce poi fia ftata della nuova Capua-
Timprefa , della quale furono autori i Cattolici ,c divoti Lon-
gobardi, Landone, ed il Vefcovo fratello di lui . Ondo
vantando la noftra Città mille pregi dalle rovine dell'an-
tica Capua, fia piaciuto a*noftri maggiori efporre per Di-
vifa della Città due Infegne , una di Capua vecchia col
Cratere , pieno di ferpenti , T altra di Capua nuova col-
la fan ti 111 ma Croce .
E tanto più mi fermo in tal fentimento , quanto che
non ha affatto dd verifimile ciò , che il noftro dottiilìmo
Michele Monaco fcrive su di tal particolare j poiché in pri«
ma il governo della Città di Capua per fci Eietti , ed
un Sindaco è molto più antico del 1488., tantoché nel-
l'anno 1467* erano gli Eletti di Capua il Signor Giaco-
mo d'Azzia , il Signor Giovanni d*Argenzio , il Norajo Giu-
liano Saracino , il Notajo Giacomo d'Arpezio , Tommafo
Marchefe , Giacomo Sarzuto , Sindaco Melchiorre della-/
Noce ; e prima di tal tempo anche per tal numero fi
truova la Città governata . E quando anche nel 1488. fi
folle in Capua introdotto il governo di Tei Eletti , ed un
Sindaco , che Stemma glorìolò e pregevole farebbe (lato
per la Città , e fuoi Governanti il darle lette animali ve-
lenofi per infegna ? Se gli Eletti fono padri della Patria ,
e debbono elTere fempre pronti a fovvenire e foccorrere
al bilogno de' loro concittadini , che bel fi.nbolo , cho
bella loro infegna fono i ferpenti , animali velenofi , o
mortiferi ?
Non manca , chi ci lafciò fcrltto d* efièr un' infegna
antichillìma della vecchia Città di Capua la tazza col-
le fette vipere , per dinotare e rammentare a* pofteri i Se-
natori , che vollero piuttofto avvelenarfi' , che veder la-»
, loro Città , la loro gran Repubblica opprelTa, e fuddita di
Roma. Il qual fentimento è molto più verifirnils di quel-
lo del noftro Michele Monaco ,
Ma quando poi fi voleffe dare ali* infegna della taz-
za»
Libro Primo. 129
23 , e de* ferpenti uo'età più frefca , ne G volefle ricono-
{cere più antica di quella della Croee , né meno le il po-
trebbe dare V interpetra2Ìone de* fette Eletti governanti
Ja Città , come penfa il Monaco , ma un'altra più fo-
da , e da me approvata meglio di qualfìda altra . Sorge
dalla tazza un idra , le cui tefte recife , dicell , che ri-
puliulalTero i e che quanto più quelle reftano abbattute,
e recife , tanto più vegeta , e vigorofa 1* idra riforga :
fìmbolo tròppo chiaro, e ^icmma ben proprio della no-
ftra fedeliflima Città di Capua , Ja quale efpugnata da*
Romani , come in feguho di qucfta Storia diviferò, ro-
vinata da* Vandali , annichilita da' Goti , incenerita da*
Longobardi , defolata da* Normanni , diiirutta da' Sara-
ceni , combattuta finalmente da altre Potenze , è Tempre
dalle Tue rovine riforta : interpetrazione, che fi rende più
fondata , e plaufìbile, inveggendofi quefla Città
fempre col capo alzato a conribartere, e
Spargere il Tuo fa ngue in conferm«^
della fua fedeltà verfo quel
Sovrano , che n' ha te-
nuto il dominio .
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CAPITOLO VI.
Della Citta dì Roma , e del fuo Domimo •
PAr , che non abbia in confo alcuno, che fare il Capi-
tolo prefente colla Storia di Capta , che vado de-
bolmente teffendo . Onde potrei con giuflizia efìer rim-
proverato , che x)on dovea affatto qui fiiuario , corno
R 2 ali*
130 Storia Civile di Capua
air intutto iinpcrtincnte , e non confacevole al mio pro-
posto : ma perchè debbo a lungo difcorrere de' fafti di
Capua colla Repubblica di Roma , delle guerre , cho
i Capuani ebbero co* Romani, dello flato, in cui Capua
fu prima Prefettura , poi Colonia di Roma , e di al-
tri tempi , onde fpefib foggiacque a quella ftefla-
Roma , di cui la Capuana Repubblica fu emula , e con
chi fovente contraftò maggioranza , ed impero j perciò
mi e paruto convenevole dar qui di paffaggio un pic-
ciolo faggio deli' antica Città di Roma , ed elporre alia-»
veduta di tutti , qual mai queita Città Hata fi fof-
fe , acciocché poteflè da ognuno vie più chiaramente^
conofcerfi la grandezza Capuana , il valore , il brio ,
la fuperbia de' fuoi cittadini in gareggiare con una Cit-
tà così potente , con una Repubblica , eh' ebbe il bel pia-
cere di vederi! adorata Padrona , e Principerà di tutto
il Mondo. Laonde per quefta tal conneffione farò fcufato
da qualfifia critico , fé colla Storia di Capua venga altesì
a delcnvere , ed entrare ne' fafti dell* aatichiflìma Città
di Roma j avendofi maggiormente riguardo al giufto mio
fine di dar nuovo pabolo d'erudizione a' miei dotti leg-
gitori .
Or nel terzo anno della fefta Olimpiade , cioè 34<5«
anni dopo la diftruzione di Troja , e 748. anni prima.*
dell* Era Criftiana , il giorno 21. d'Aprile cominciò a fab-
bricarfi da Romolo nel monte Palatino Ja Città di Ro-
ma , dappoiché per la briga delia fua fituazione , fé nel-
r Aventino , ove ia voleva Remo , o nel monte Palati-
no , ove la voleva Romolo , e per la contefa de* dodici
avoltoj veduti da Romolo , dopo i fei oflcrvati pri mo-
da Remo, cadde nel contrafto tra' partigiani dell'uno ,
e deiraltro fratello ammazzato da incognita mano. Fau-
ftoIo,capo maeftro de'paftori del Re, il quale anni ad-
dietro avea trovati tutti e due i fudderti Gemelli dentro
una celta di giunchi sulle fponde del Tevere, e li feco
allevare da Acca Laurenzia , fua moglie, la quale per là
lea e difonefta vita, che menava, era chiamata colcoa-
tranijgmc di Lupa. Ter-
Libra Primo . 151
Terminò Romolo ia fondazione della Città in quel-
la maniera piiì itretta e rozza , che potè editicariì da.,
un povero e vii Fondatore . Comprendeva Roma prelfo
a mii^e cafe ^ anzi tugurj j e a dir vero , era pluttotto
un miléro villaggio , i cui principali abitatori feguivano
i'aratio, ed eran colircrti a eolcjvare colie proprie ma-
ni il povero e parco terreno , che alcendeva a cinque*
in fci miglia di ftendioienro , quanto fi era la giundi-
zione della nuova Citta . Le pareti del palagio di Ro-
molo erano fatte di giunchi , e ricoperte di ttoppia . E
perchè ogni conradino ij avea fceiro il fuolo , per poter-
vi edificare a fuo talento , non fi ebbe verun riguardo
air ordinamento, ed alla bellezza del tutto^ perciò le iìra-
de erano diftorte ed angulie j e la capanna di Romolo,
giufta r avvifo di Virruvio , di Macrobio , e di Seneca j»
fu molto tempo ferbata nel Campidoglio , come un ve-
nerando monumento di antichità, per far ricordare a' po«
Iteri il mifero e fpregevoie cominciamento , ch'ebbe quel-
la Città , divenuta poi altiera Regina e potentiilìma Si-
gnora di tutto il Mondo ►
Or eflendo la Città fcarfa di abitatori , Roraolo,per
trarvi gente dal vicino Contado , apri un afilo per gii
fchiavi fuggiafchi , per gli omicidi , per gli banditi , e per
le perfone indebitate, che aveflero voluto ritirarli in Ro-
ma .* alla qual razza d' uomini alfegnò per abitazione il
Colle Saturnio , poi detto Capitolino , od una porzione di
elfo j avendo anche coverto quefta fua politica con una ma-
fchera di religione , avendo innalzato un Tempio , al
dir di Plutarco,. ad un nuovo Nume, detto da im il Dia
AJìko 5 il quale , fecondo Dionigi d' Aiicamafìb , era // Dio
Giove , poi li ridulTe dentro le mura di Roma , e li di-
chiarò cittadini Romani: onde Giovenale ripigliò un Ro-
mano , che gonfio e fuperbo di se fteilo fi millantava»
oltremodo del fuo chiaro ed illu/lre nafcimento {a) ;
Attamsn ut longe repet&s ^ longeque r evolva^
No-
(a) Satyr, $, ^erf. 272, '
132 Storia Civile di Capiia
"RofKen , ah infami gctitem dsducìs afylo .
Tylajorum (jfàfqais prir/jits fuit ilk tuormn ,
yìut latro f^it y aea ìliud ^ quod dicere nolo*
Da qi:efii neiJa folenne Fefta di Nettuno Equcftre , che
Romolo intimò a tutte le Cittì convicine coi eonfiglio di
Numitore , fece rapire 683. figliuole Sabine, e de' popoli
vicini, accorfe a vedere i fpettacoli , e Ja nuova Città j e le
diede loro in moglie , Onde Roma reftò poi popolata^
per Ja numerofa prole , che da quefte donne ebbero i cit-
tadini Romani.
Fu la Città governata da Romolo , a viva voce elet-
to Re da tutto iJ popolo , che i^ì poi da lui divifoiti^
Patrizj , e Plebei ; a* primi , che eran di fangue più no-
bile , diede la cura de' riti religiofì , e delle fagre cerimo-
nie , fece loro efcrcitar le cariche civili , e militari , e di
eflì formò il Senato , compofìo di cento più ragguarde-
voli perfofìe , che (i eleggevano dalie trenta Curie , tro
Patrizj per ciafcuna Curia , e dalle tre Tribù , facendo il
numero di novantanove Senatori , detti anche Padri , a'
quali il Re Oi^^wxvìit un altro per capo e principe del Se-
nato , e lo coftituì fovrano reggitore delia Città per
quel tempo , che il Re ufciva da Roma j fjcchè con que-
llo fi veniva a chiudere il numero de' iuddetti cento Se-
natori.
I Plebei poi attendevano a coltivare i campi, a pa«
fcolaie il beftiame, ad efercitare il traffico, e non avea-
no veruna parte nel governo . Ciafcuno però avea dal
corpo de' Patrizj un Tuo difenfore , il quale avelie dovu-
to afliflerlo anche con Tuo interefle, e colle proprie foltan-
ze , e difenderlo dalla foperchieria , e dalla forza de' più
potenti ; e tali proteggitori ^\ chiamavano PATRONI,
ficcome i protetti fi chiamavano CLIENTES .
E* vero bensì , che anche i Senatori coltivavano i lo-
ro campi, e cuftodivano i loro armenti j e ciò anche in
tempo (iz\\9, Romana Repubblica j tantoché Sejfto Rofcio
Amcrino arceffebatur ex aratro ad Senatum >
Fajcehatqtte ftdai ipfe Senator o'Oes .
Ma
Libro Primo • 133
Ma ciò fj era per lor piacere, e per fpecial loro diverti-
mento , non già di profellione fodero tali j onde tra il
ceto degli agricoltori aveflTe avuto a formarfi il Senato ,
e fceglierij tra di elli i Senatori,
Morto Romolo fuccedette al Reame di Roma Nu-
ma Pompilio, poi Tulio Oiiiiio, indi Anco Marzio, poi
Prifco Tarquinio , dopo di quefto Servio Tullio , e final-
mente Lucio Tarquinio Superbo , che furono i fette Re ,
eh* ebbe la Città di Roma .
Ma fattofl Sefto Tarquinio , figliuolo di Lucio Tar-
quinio , ofpite della bella Lucrezia , che abitava in Colla-
zia in allènza del fuo marito Collatino , che iì trattener
nel campo , militando in compagnia di Lucrezio , padre
di lei , fotto lo fìelTo Tarquinio per 1' aflèdio di Ardea ,
ed accolto dalla medefìma con ogni gentilezza e garbo ,
credendolo vero fuo ofpite , egli , perchè fé n'era ante*
cedentemente invaghito , ed era rimafto erettamente pre-
(b dalla (ingoiar vaghezza di lei , accompagnata da una
grazia aflai modefta e fincera, già ver(b la mezzanotte
leppe trovar maniera di penetrar nella ftanza , ove Lucre-
zia dormiva j ed apprellatofi al letto , e datole di ma-
no , le minacciò i'indifpenfabJe morte, fé ofava o di re-
lìftergH , o di gridare . Sì amarri , fi confufe Lucrezia »
ma fempre con forte viril coftanza sfuggì gli empiti amo-
rofì 5 e le violenze di Sefto , ai quale non giovò qualun-
que promefìa ,o minaccia , che per indurla a' fuoi piaceri
avefle adoperata . Finalmente avendo egli conofciuto ef-
fer vano ogni fuo tentativo , e che neppure 1* orroro
della (icura vicina morte potea piegare la pudicillmia^
donna , pensò forprenderla col timore della vergogna j
poiché minacciolle , che ove ritrofa a' iuoì voleri dì-
moftrata ella fi fo(!e , oltre all' ucciderla , coricato io
avrebbe ben anche a* fianchi un morto fuo fchiavo j o
propalato indi avrebbe , che vendicato egli avea colla-
morte di amendue T onore ofFefo di Collatino . L* orror
dell* infamia vinfe la coftanza di Lucrezia j onde già con-
difcefe ; e Sefto , già pienametue foddisfatto e pago , fc ri-
torco
134 Storia Civile di C^
torno a buon* ora il vegnente martino al campo • So*
prafFatta così Lucrezia , e addolorata , fi portò fubito in
Roma , e quivi giunta fpiccò al marito un' epiftola , in.»
cui lo richiedeva a calde ì{ìa.nzQ dì affrettato ritorno in
Roma , dov' ella in eafa di Tuo Padre (oliecita l'atten-
deva . Alia prcmurofa iftanza di Tua moglie prontamen-
te fi portò in Roma Collatino, e con effe in feguito Lu-
crezio, padre di lui, Publio Valerio, detto poi Publicofa,
uomo faggio e fcnfato , Lucio Giunio Bruto con altri
molti Romani , valentuomini e prodi . Avanti a quefti
cacciatafi la dolente Lucrezia racconta V infoiente atten-
tato del fiiperbo Tarquinio 5 indi alle voci profufe la-
grime ancora aggiugnendo , f^jore currenda aquue , co-
me narra la Stona , dichiarò ia ferma e n folata Tua vo-
lontà di non voler fopravvivere al perdimento deli'onor
fuo , e (congiurò tutti a non voler lafciare invendicato
tal ecceflo , da Tarquinio in lei commeflb . S'ingegnaro-
no quei deli* aflcmblea all' udir tal racconto di rimuover-
la dal proponimento, infinuandole, che non poteva rav-
vifarfi colpa, ove lo fpirito foflè netto, ed innocente ; ma
Ja gran donna , Itringendofi al {èno ed il fuo Marito , e '1
Padie, in lagrime vie più difciolca , s'immerfe nel petto
un pugnale , che ferbava fotto ia velte , e cadde tolto
morta a' loro piedi.
Per SI terribile fucceflb tanto feppe operar Lucio Bru-
to , tanto operò Lucrezio, tanto fé Collatino co* loro fe-
guaci in Roma , finché fu cacciato dal luo Reame Tar-
quinio ; e poi uccifi in battaglia due fuoi figliuoli,, ed egli
Tarquinio, dopo 14. anni di efiiio da Roma , morì in-
Cuma , Città della Campania , preflb il Tiianno Arilto-
demo . Fu affatto abolito il governo Monarchico , anzi
anche il nome de' Re , eh* era durato in Roaia 243. an-
ni, e fi era dlftefa ia giuridizione per l'ampiezza di ben
quindici miglia , e già ad imitazione di Capua ft» Itabi-
lita la Repubblica, della qua^e furono i primi Confoli il
fuddetto Giuno Bruto , e Tarquinio Collarino , marito
della defunta Lucrezia. Quello ^d!^^ Bruto, che ficcomc
Libro Primo. 135
fu impegna tiilìmo per la Jibertà di Roma y così fu rrop*
pò icvcio e rigorofo in mantenerla , avendo fin ancho
condannato a morte, e fatto morire per mano del Litto-
re, Tito, e Tiberio, fuoi fìgliuoJi , perchè fi fcovrirono
partigiani di Tarquinio, e congiurati con altri giovanet-
ti nobili a rimettere i Re in Roma .
Porta già in libertà la Città di Roma , e ifabilita.*
ivi la Repubblica neli* anno della Tua fondazione 243* >
dopo il Diluvio 2494 , e prima della venuta di Crifto
505., quella fi alzò tanto alto, che in progrelTo di tem-
po mode guerra a tutte le nazioni del Mondo , abbattè
dopo 40. anni , e più con una continua fanguinofiilì-
ma pugna 1* ardire de'beilicofi Sanniti, vinfe i Cartagi-
nefi , debellò 1' Afia , l'Africa, l'Europa, i' Armenia, o
tutte le nazioni flianiere j onde fu dich-arata Capo di
tutto lì Mondo , diede le leggi , e regolò 1* Impero del-
1' Univerfo . Ccrfe però fatai deftino in una ftrcpitofiiiì-
ma giierra coi Galli , nella quale fu vinto il fuo eier-
cito da Brenno , loro Generalifiìm.o , e per ino comando
appiccarono fuoco alla Città , alle cafe , fmanieliarono i
Tempi , i pubblici edifizj , e fpiantarono dalle fondamenta
le mura j onde la Città di Roma fu prima faccheggiata,
e poi interamente diftrutta nell'anno della fìja fondazio-
ne 363. dopo il Diluvio 2618. prima di Crifto 385. Gof-
fri divcrfe guerre civili ed inteftine tra' fuoi concittadini,
tollerò njojti alti baffi col popolo j onde bifognò allo
volte innalzare la plebe all' ufìzio de'ParriZJ, alle volte
fìtuare i Patrizj nelle cariche popolari ; ma tutto foffrì
la Repubblica , ed a tutto le convenne foggiacere per la
pulizia di mantenere a Roma quella gran libertà , colla
quale vifle tanti fecoli , e durò Signora di tutto il Mondo,
Finché poi dopo le guerre tra Cajo Giulio Cefare ,
e Pompeo, avendo già Cefare uccifo Pompeo, evintoli
ilio cfercito, finì in Roma il governo de' Confoli delia.»
Repubblica , e cominciò quello degi* Imperadori , ef^èndo
flato acclamato il primo di efli il fuddetto Cajo Giuho
Cefare , ma col titolo di Dittatore perpetuo i poi pìaiu
5 piano
136 Storia Civile dì Capua
piano d'Imperadore. Ma abufandofi Cefare del favor del
Senato , e troppo gonfio di se fteflb per le tante vitro*
rie riportate, e pel dominio allbluto, che avea su di Ro-
ma, s'era renduto così infoiente , fupe rbo , ed audace, che in-
traprefe molte cofe contra la Repubblica , e fpecialmen-
te contra la gelofiilìma Romana libertà , difpenfando egli
indipendentemente onori , cariche , e dignità a chi gli pa-
rca e piaceva , i quali prima fi difpenlavano dal popo-
lo , ed era arrivato a tale alterigia , che quando il Sena-
to in corpo fi portava da lui per affari della Repubbli-
ca , egli affatto non iì alzava, e lo ricevea fedutoj onde
faceva cole da Re non già, aia da Tiranno, opprimen-
do, e foverchiando con indifcreta fuperbia il Senato , e'I
popolo •. Perlochc il congiurarono contra di lui ben CcC-
ianta Senatori , e Cavalieri Romani , cfiendo capi della.»
congiura Cajo Caiilo , e Marco Bruto , dìfcendente da^
quei Bruto, che fece eftinguere i Re , e'I nome Reale ìa^
Roma , e la pofe in libertà . Or mentre Cefare dava in
Senato , fu con ventitre colpi di pugnalate miferamentc
uccifò (a) .
Succedette all'Impero di lui Ottaviano Augufto , do-
po Tiberio i indi Cajo Caligula, Tiberio Claudio, Clau-
dio Domizio Nerone , Sergio Galba , ed altri , de' quali
il dottiilimo Lorenzo Pataroli ne fa diftinra ferie , ed in
fuccinto la minutiliima lor vita fino a Carlo VI. Impe-
rador de* Romani , fratello di Giufeppe , che compifce il
numero da Giulio Cefare in 125. Imperadori , a' qusli deb-
bono aggiungerfi altri due , il Duca di Baviera, e Fran-
cefco di Lorena, oggi felicemente Regnante, marito del-
la Reina d' Ungheria, Maria Terefa d' Auftria , e così
compifce fin oggi il numero di ben 127. Imperadori. Quei
primi già detti Imperadori confervarono al ior tempo il
decoro , la dignità , e la grandezza di Roma . Quei fino
al tempo , che n' ebbero il dominio , la fecero ben compa-
rire in pace , ed in guerra , e la foftennero Signora allb-
luta del Mondo , Principefla , e Padrona deli' Univerfo .
E que-
(a) Euirop, Rijì. Rom. Uh* 6,
Libro Prima. 137
E quefta fi fu V antichiìlima Citta di Rotr-a , cho
tanto e tanto fioriva in tempo della Capuana Repubbli-
ca . Ripiglio ora la mia Storia , e ritorno ai fatti più me-
morandi della Città di Capua .
CAPITOLO VII.
5/ pro/tegtie la Storta della Repubblica Capuana ,
e delle fue Guerre .
DElJa Repubblica Romana , come già diflì , fu emu-
la lungamente la Città di Capua 5 con Roma per
gelofìa deli' Impero contraitò, e vi ebbe crudeli langui-
nofìllime guerre; e febbene per 1* antichità , e nobiltà de*
principi fi folle ftimata Capua a Roma fuperiore , pur
nondimeno , attefa \si gran fortuna di quefta Città , il
vafto dominio, che Roma in picciol tempo acquiltato fi
avea su di tanti popoli , e di tante nazioni , convenne-»
a Capua formar con quelia una perpetua lega offenfiva,
e difer.fìva, e flringervi una pace tranquilla. Non fi reca-
va a' Romani torto , che non foflè fubito da' Capuani ven-
dicato: le nazioni , che prendevano guerra con Roma, la
fperimenravano ben snche ccn Capua, ed i popoli, che
con Capua voieano efler in pace , godevano tutta la tran-
quillità colla Città di Roma . Era appena cominciata sì
beila armonia tra quefte due princpali potenriiììme Re-
pubbliche , che prcfentirono i Romani , che i Galli eran-
f] tra di loro uniti, e volcano venire in Italia . Or temen-
do elH i Romani di qualche fl^rprcfa , apparecchiarono
un grand' elerciro , al quale il Senato Capuano , comò
fcrive Polibio , contribuì trentamila foldati a piedi, c-»
due mila a cavallo , tutti ben in ordine , e ben correda-
ti , e furon tali , che aiionranarono i nemici à^Wc vici-
nanze di Roma, ove fi erano con animo d'cfpugnarla^
di già accoftat] . Profegui Cspua a darle aiuto in diver-
fe altre contingenze; e 'i princìpal foccorio fu, quando
S 2 con
138 Storia Civile di Capua
con un dirpendio gravjllìmo de* Capuani fi ricuperò da
Roma la C tra di Siracufa j fenza far qui minuto cata-
logo delie alfre contineie finezze , che la Capuana Re-
pubblica verfo la Romana ufava, in legno delia Tua con-
federazione , ed in corrifpondenza di quelle molte , cho
dalia Romana giornalmente riceveva .
Durò lungo tempo quella ftrerta confederazione; ma
fempre T una Città emulando l'altra 5 febbene in maggior
ampiezza avea Roma diftefe ie, fue braccia , e maggior
acquilto di Regni la Repubblica Romana avea fatto iiij
J>rogrefro di tempo . Trovavafi però Capua effer padro-
na afìToIuta di tante e tante Città , e Capo della Cam-
pania : il qua] primato fi mantenne , e confervò Tempre
colle armi in mano contra quaififia Città , e contra qua-
lunque nazione, che gliel* avelie potuto contendere.
Or l'anno dopo il Diluvio 2661. prim.a della venu-
ta di Cri ito 334. i Sidicini popoli ( oggi di Tjano ) fi-
nitimi , e dipendenti dalla Repubblica Capuana, efièudo
troppo travagliati da' Sanniti , e da efiì fpefTb afièdiati ,
e malitsenati , ricorfero per ajuro a* Capuani. Coftoro vo-
lendoli difendere non meno per ragione di dipendenza ,
che per allontanar dalle mura di Capua un nemico sì
forte , fpedirono le loro truppe in dife/a degli opprellì
Sidicini ; Samnites ( fcrifle Livio ) Sidicln'n ifìjujìa arma^
quìa vì^ihui plus poter ani , cum intuliffenù i coa&i inopei
ad opukntiorum auxìUum confugere , Cufnpiirm fé fé con-
jungunC : ma tal moda de' Capuani battè a tirarfi con-
tro"^ una crudelillìma guerra coi Sanniti , i quali non->
contenti dì efTere ttati disfatti in due ben ordinate bat-
taglie , unirono buona, anzi la maggior parte delle loro
armi , e le voltarono contra la Città di Capua , che afle-
diarono per ogni parte , colla prava determinazione di
incendiarla , ed abolire anche il nome d'i una Città , co-
sì potente , e di tanto dominio ; Samrjìtes {(ìt^uelSwìo)
vmiJlfts Sidlcinis , ipfam arcem finitìmorum Campanorum^
adortì . Laonde avendo eflì formato un perfettillimo qua-
drato della gente più fcelta,ed agguerrita nel piano tra
il inoa-
Libro Primo. 139
il monte Tifata , e Ja Città di Capua , già (lavano per
venire alle mani, e dar la battaglia . Era in anni ia iol-
datcicn Capuana , difpolta e pronta era la Repubblica./
ad una buona di fé fa ; ma in vericà le forze de'Sanniri era-
no di gran lunga fuperiori , come quelle , che aveaao
a se adunati uumeroiì , ed agguerriti foluati ai tutti ipo-
poli convicini, e con elìi formati più eferciti di diverle,
e fortillìme nazioni 5 e perciò andava molto maJe , e cor-
reva evidente pericolo di perderli la Città di Capua . In
£atti, venuti già alle mani gli eferciti nemici , anuaronj
molto di forto le armi Capuane 3 onde T efcrcito di Ca-
pua fu obbligato di reftringerfì , e ritirarli dentro la pro-
pria Città , avendo perduta in quefta battaglia la piiì bel-
la foldatefca , e la gioventù più florida, che avea : Samni»
tei Tifata , imminente^ Capuae colles , cum praejtdio fir-
mo ( feguita Tuo Livio ) {a) occupaffent , defcendarunt
inde qidudrato agn/ine in ptanitìem , qua e Cap^um , Tifa-
taque ìnteriacet . Ihirurfus ade dimtcatum , ad'Dsrfoqr^s
proelio Campani intra maenia compuljì j cum rohore ju--
'Ventt4tiì juae occìfo , nulla propinqua [pei effet ^coa^i funt
a Rof/.anis petere auxìUum ,
Convenne per tanto a'Capuani in quefte graviflimcj
angufìiC cercar ajuto a' Romani . Inviarono alla Repub-
blica due Ambafciadori , per implorar iòccorfo , ciiendo
in quei tempo Confoli di Roma Marco Valerio Corvo
la terza volta , e Cornelio Coffo foprannomifiaro Arvi-
na . Ma eflendo iJ Senato Romano amico de* Sanniti ,
rilpofe cosi a' Deputati Capuani ; „ \\ Senato di Roma*
„ vi ftima degni deli' ombra della (uà protezione ; ma.»
), egli è d'uopo, che noi riguardiamo l'antica auiiciz. a de*
„ Romani co' Sanniti. Noi dunque non poiiiam prender
j, le armi a voftro favore 5 tutta volta però pregheremo
), i Sanniti , nofiri amici , a metter fine alle loro inuiiiche-
„ voli operazioni [b) ; Auy.ìlio Z'os , Campani , dignoi
ce h jet S eh' ut US : Jed ita amìcitiam Z)obiJcum infìitui j^ar
eji , ne qua vetufìior amicitìa , ac focietas violetur ; òainni-
tei
(a) Liv. Uh. 7, (b) Liv. lìh, 2.
140 Storia Civile di Cnpua
tes rjohifcf^m foedsre jun&i funt j ìtaque arma Deos pò»
ftf/s , oi^iifri ho9}?irse5 i^ìolatura adzerftn Samnitet negamui*
Lega t OS , Jìcut fas , j^fg^^s ejì , ad focios , atque amico:
precatt^m mittemm , ne qua vohìs 'dìs fiat . Non furoiij
paghi i Depurati di Capua dì quefta rifpofta del Senato
Romano , e confiderando la forza , e T oftinazion natu-
rale de* Sanniti, {limarono bene di far di Capua una ne-
ceflaria dedizione alla Repubblica Romana , per così ob-
bligarla maggiormente al foccorfo , ed ajuto de' Capuani.
Replicarono mranto al Senato le loro premure gli Am-
bafciadori Capuani » e nuovamente gii rapprefentarono
con molta eloquenza , ed efficacia le anguftie di Capua^
per la giiCrra , colla quale 1' aveano da per tutto idee-
rà ,e crcondata i Sanniti 5 offerirono \di Città, i loro be-
ni , e quanto vi era , alla Repubblica Romana 5 ondo
cercarono , che '1 Senato difcndefTe Capua , come Città
fua propria , pretefa da altri ufurparfi . „ Poiché , o Ro-
„ mani ( così ripigliarono gli Ambalciadori Capuani ) »
„ voi incontrate tutta la diflicoltà di attaccare apjrta-
„ mente i Sanniti, per non v:olar la {^<ìq de' voftn trat-
„ tati , almeno prendete a difendere i voftri proprj ave-
,, ri dall' ing'ufta lifurpazione de* voftri nemici. II popò-
„ lo della Campania , la Città di Capua , le noftre Ter-
„ re, i noltri Ttmpj , ed ogn* altra noftra cofa così di-
„ vina , come umana da noi aiTblutamente fi fottomet-
„ te al voftro dominio . Da quefto tempo in poi le no-
„ fìre perdite faranno voflre . Itaque (conchiude T ora-
zione de' Capuani Tito Livio ) Populum Cawpanum , //r-
hemqt/e Capuam , agroi , deluhra Deum , divina , humatm'
que omnia ^in "Defìram , P. C. , popfdlìque Romani ditionem
àedìmm i quid quid deinde patiemur , dedititii Vejiri paf-
furi {a),
Qi efta donazione o fia dedizione , fatta colla dovuta,
e legittima forma dagli Ambakiadori , eh' eiano forni-
ti di tutta la necefiaria autorità, fu di grande incitamen-
to e Iprone a* Padri Coicritti j e perciò non giudicaronoi
che
(a) Llv, iib, 7«
Libro Primo. 141
che la loro àllcnza co' Sanniti li dovefle obbligare a.
rifiutar ciò , che fi era loro offerto . Laonde ipedirono
fubito Ambafciadori a pregare i Sanniti , loro amici , che
fi rimanellero da ufare veruna oftilità contra di una Pio-
vincia , la quale a' Romani fi apparteneva , e nel tempo
ftefTo avvertirono gli Ambafciadori , che quando i San-
niti non fi lafciaflèro da quefte gentili maniere guadagna-
re , tofto in nome del Popolo , e del Senato Romano im-
poneflèro loro di abbandonare incontinente la Provincia
Capuana , e Ja Città di Capua, fua Capitale . Soddisfe-
cero alia loro incombenza gli Ambafciadori della Repub-
blica . Ma i Sanniti, popolo altero , ed oftinato , fi mo-
ftraroro sì franchi , e liberi da ogni timore delia maeltà
dd popolo Romano, che fecero venir tofto i condottie-
ri ddìc loro truppe , ed avanti agli Ambafciadori Ro-
mani comandarono loro , che fenza dimora andaflèro a
Taccheggiare la Campania , e tirafleio avanti le imprefo
già cominciate.
Qiiefti fuperbi, ed ingiuriofi procedimenti de' Sanniti
molTero il Senato , e *1 Popolo Romano ad un acerbiifi-
mo fdegno j onde pofero da banaa ogn' altro penfiero ,
acciocché avclTero interamente potuto dar opera a' do-
vuti apparecchi per la guerra , la quale fu dichiarata con
ogni ioiennirà , e con tutte le cerimonie iftituite da Nu-
ma Pompilio in fimili occafioni , cflendo entrato il Se-
nato neir impegno non folo di foccorrere la Città di Ca-
pua , fua deditizia , ma ben anche di vendicare il torto,
fatto da' Sanniti a'fuoi Ambafciadori, e '1 difprezzo mo-
fìrato della maeftà della Romana Repubblica .
Efièndofi per tanto pofte in piedi due armate , cad-
de in forte a Valerio di marciar con una di quelle nella
Campania 5 mentre Cornelio coli' altra dovea portar Ja^
guerra nel Sannio , Tutto il più forte della guerra era ri-
poso in prima fopra il prode Valerio, il quale fermò le
fue truppe sul monte Gauro nella Campania , e fi trat-
tenne su quel vanraggiofo fito , finché la fua gente dal-
k frequenti fcaramucce co* Sanniti apparaHc il modo, eh*
eilì
142 Storia Civile di Capm
efl] teneano nel maneggiar le loro armi . Alla fine rac-
colfe le Tue truppe, ed avendole incoraggiare con uo /un-
go , ed accefo ailcorfo a non paventare il novello nemi-
co , a ricordarfl deil' antico lor valore , ed a guadagnar
l'onore dj un gloriofo trionfo per se, Jor Capitano, di^
fccfo dal nobii Icgnaggio del gran Poplicola y uki fuori
del campo, e pofe in ordine di battaglia i fuoi ibldati.
Fu già da' Sanniti tolto ralTedio alia Città di Capua,
e tutti que'foldati, che la cingeano , furono uniti al grof-
fo efercito , e pofti in campagna a fronte de' Romani.
Erano le due armate predo che pari di numero , fi acce-
fero d'ira, fi attaccarono , e combatterono con fommo va-
lore y ma per tutto il giorno la vittoria fu per lunga-»
pezza dubbia e fofpefa fenza veruno confiderabil vantag-
gio dell* una , o dell* altra parte . La cavalleria Romana
fi ftudiò indarno di rompere i battaglioni nem ci j onde
Valerio mettendofi alla tefta della fanteria , ed ifpirando
alìc legioni coraggio e ardire di feguir le i\ie orjic , (ì
cacciò nel mezzo delie Coorti Sannitiche , e feguiro da*
fuoi legionari , ne fece un* orrenda ftrage . I cadaveri
g^aceano ammucchiati d' intorno agli llendardi nemici,
pur tuttavia le Coorti nemiche tenean fo te il iorpoftoj
conciofliachè fi erano rilblute di difendei fi fino ali" ulti-
mo fpirito . Alla fine Valerio comandò alia cavalleria-^
Romana , che attaccafie 1* oli;: nem ca per fianco i ma-»
quella foftenne V urto , finché la fopravv«gnente notte-»
pofe fine al combattimento , tutto vantdggiofo per gli
Romani . Terminata la battaglia , confefiàrono i Romani,
che non aveano giammai combattuto con nemico più ofti-
nato ed intrepido di quello 3 né fi farebbero accertati
mai di aver guadagnata la vittoria , fé i Sanniti noii..
avefi^ro notte tempo abbandonato il Jor campo in ma-
no de* vincitori .
Ma elìendo flati la feconda volta i Sanniti rotti O
fconfitti da' Romani fotro il Confolo Lucio Emilio , fi ren-
dettero così alìievolitj e IpoiTàti da quelle ultime due fcon-
fitte , che aon oiando comparir più in campagna , cer-
caroa
Libro Primo. 143
careno pace, e leganza con Roma j e già vennero efll a
capo delie ]oro richiede. Non così tofto però fi videro in
amicizia colla Romana Repubblica , che già tornò loro
fubito il coraggio y ed un'altra volta addirizarono le armi
centra de'Sidicini . Coftoro chiamarono la feconda volta
in ajuto i Capuani, ed i Latini, e già fattafi una Itret-
tillima alleanza tra quefte tre nazioni , formarono uii*
ben groflb cfercito , il quale predo entrò nei Sannio , e
pofe a guafto quanto gli fi parava dinanzi; ma non po-
tendo trarre i Sanniti ad una battaglia , fi ritirarono dat
Sannio per mancanza de' viveri . Quefta loro ritirata la-
fciò campo a' Sanniti di mandare Ambàfciadori in Roma
a lagnarfi , come mai ella, foffrifie , che i Latini , e i Ca-
puani , fuoi alleati, e fudditi commettefiero dcìÌQ oltilità
contra il Sannio , che pur anche ftava in buona amicizia
e leganza con Roma. II Senato riipofe , che i Capuani»
efTcndo deditizj di Roma , farebbero forzati e coftretti a
non molertare i Sanniti j ma quanto a* Latini , non ci
avea autorità tale, che in ogni occafione, ed in ogni guer-
ra , che volefièro eifi imprendere, vi fofie bi fogno del coa-
fenfo del Senato.
Intanto tutti e tre gli Alleati , efièndo poco conten-
ti , e niente foddisfatti del Senato Romano , concertaro-
no d'inveftire i Romani 5 ancorché in apparenza i loro ap-
parecchi s'indirizzavano contra i Sanniti. Ma, fcoverto-
fi il dileguo , furono dal Senato prefi tutti i dovuti fpe-
dienti 5 tantoché febbene i Sanniti non pugnarono affat-
to , ma fi (tetterò fchieratì in qualche diltanza dall' ar-
mata Romana appiè del monte Vefuvio, feguì non però
crudeliifima la pugna tra V esercito Latino, Capuano, e
Sidicino da un canto, e '1 Romano dall'altro: e furono
$i miferamente fconfitti e vinti i Sidicini , i Capuani , ed
i Latini , che appena la quarta parte di elfi campò dal-
la morte , attribuendofi tale vittoria al Confolo Mallio
Torquato, detto T Imperiofo, nel terzo fuo Confoiato,
l'anno di Roma 413», come fi legge nelle Tavole Capi-
toline;
T T.MAN-
144 Stona Civile di Capua
T. MANLIVS L. F. A. N. IMPERIOSVS TOR.QyAT.
A. CDXIir.
COS. III. DE LATINEIS CAMPANEIS SIDICINEIS
AVRVNCEIS XV. K. IVNIAS
Tutta la Campania intanto infieme con Capua , Tua Ca-
pitale, fu rimefià di bel nuovo fotto il dominio de'fuoì
primi Padroni, e 'i Confolo cacciò via i Capuani, i La-
tini, e que* di Priverno dal poflèdimento deMoro terreni,*
e divi/e quefti al popolo di Roma . Allora fu a' Capua-
ni, in pena di quefta loro unione , tolto da* Romani il
campo Falerno ì e feguì l'intera dedizione, della quale-»
parlò Livio (a) , e la confermò Diodoro ; Meo accìfae^
res [unt , ut Con fu li vidi or e m exercitum ad populandoi
agroì eorum ducenti dederunt fé omnei Latini , deditio^
nemque eam Campani fequerentur . Latini , Campanique^
agro multati : Latin ut ager , Privernati adaito agro , &
Falernui , qui populi Campani fuerat y ufque ad l^ultur*
num fiume n plebi Romana e dimditur .
TaX^ infedeltà però alla Repubblica Romana , e tal
unione co* Latini, e Sidicini fu praticata unicamente dal»
la plebe Capuana , non avendovi avuta menoma mano
ia nobiltà, anzi elTendovifì pofìtivamenteoppofìa . Ilche
edèndod dal Senato ben conofciuto , diede di buon ani-
mo a*Cavalieri Capuani la cittadinanza Romana (^) : £;c-
tra poenam fuere Latinorum Laurentes ^ Campanorumque^
tquitei , quia non defciverant j e perciò Campa ni s equi"
tibuì ( nello ftefTo anno ) honoris caufa ^ quia cum Lati-
nii rebellare noluijfent , civitas data . Ma per la mancan-
za fatta dal popolo Capuano, il Senato di Roma multò
ia Città di Capua, e l'obbligò a pagar ogn'anno a mil-
le e feicento Cavalieri Capuani quattrocento cinquanta
denari per ciafcheduno , in premio della loro prudenza ^
e fedeltà 5 perchè non aveano alla congiura acconfentito,
e ne fece fare a perpetua memoria un monumento di
bronzo , con affiggerlo nel Tempio di Caftore {c)i Mo-
numenioqus ut eJJ^ety aeneam tahulam in aede Cajioris Ro^
mas
(a) jLib, 6* (b) Liv.lib, Z.cap.o* (0 Liz/Jib,Z,cap.9*
Libro Primo. 145
ìT.aeJixertiììt . Ve^ìgal qucfjue eh ( cioè a' Cavalieri Capua-
ni ) Campanui popului jtiffui pendere in Jlnguloi quotan'-
nìi 5 fuere autem mille ^3 fexcsntì , denarioi m^mtnos qua-
dringenos quinquagenoì ,
Fu quefta Ja feconda volta , che i Cipuìnì furono
deditizj alia Repubblica Romana ; ma di poi feppeio così
ben obbligarfi i Romani , e tanto merito fi fecero pref-
fo la Repubblica , che fempre focj , fcmpie confederati
Je furono j tantoché per più fecoli refpirò Capua aura^
foavc , vifle in una ftretta confederazione colla Repub-
blica, godè l'onore della Romana cittadinanza , accor-
data di poi anche alla plebe, al dir di Vellejo Parerco-
io ; Campanis data ejì civitas . Godè la qualità di Muni-
cipio , onde vide Je nobili fue famiglie imparentate collei
Senatorie, colle Patrizie, e colle Principali di Roma(<2):
Connuhium vetujìum multai famìlias claras ac potente^
Romani! mìjcaerat , fcriflè Livio parlando àt\\Q famiglie
Capuane. In fatti Pacuvio Calavio, nobile Capuano (^)f
prefe in moglie ia figliuola di Claudio Appio Romano,
Patrizio il più facultofo , che a fue fpefe fece la famofa
Via Àppia , tutta laflricata di felici , da Roma fino a^
Capua , ed introduflTe Je acque dentro Roma per corno*
do de* cittadini ; Qui ^ìam munivit ( dille Livio (r) ) ^
aquam in urhem duxit . Furono i Capuani con fom-
ma indifferenza ammefll alla Romana milizia : Jaondo
in tempo , che Capua alla divozione di Annibale fi dic««
de, trecento de*fuOi Cavalieri a militare nella Sicilia per
ia Romana Repubblica rrovavanfi ; Id modo trat in mo*
ra , ne id esemplo e^cerent , quod connuhium ^etujìum^
multai familiai darai , & potente: Komanti rmjcuerat\
& quod cum militarent aliquot apud Romano: , maxi*
mum vinculum erant trecenti equitei , nobilijfmui quifque
Campanorum in praejìdia Sicularum urbium deledi i ah Ro^
mani: , & mijjt (,d) .
In tutte le ioicnnità , in tutti i giuochi , in ogni fe-
T a fta,
(a) Z/&. /ih, 23. cap. 2. (b) Z/a Uh. 23. cap, i.
(e) Liv. Uh, 9. cap, 20. (d} Liz;* Uh, 23. caj?, i.
146 Storia Civile di Capua
fla , che in Roma fi celebrava y la migliore , e principal
parte v' aveano i Capuani. NeiJa Città poi di Capua il
continuo foggiorno era de* Romani, e nelle amenilfirao
fpiagge dejia Campania , e del Tjfata erano Je più fpef-
fe loro villeggiature. Di queft' amicizia, e confederazio-
ne della Capuana Repubblica col Senato di Roma , della
grandezza , e felicità de' Capuani fino a' tempi noftri ne
fece memoria il dottifiìmo , ed aliai erudito Marino Frec-
cia (fl) , quando diffe ; Campa?2Ì tjulli i^rbis fertìlita(e ^ aut
àìgnìtate fecundì , [celi , & Romanorum cmicijjìmi , fan»
guìne jurj^i , foederati , urbìum arrìplitudine pratpotentèiy
longae^a fcrtunae felicitate gaudente^ .
Tal buona corrilpondenza de' Capuani ben ^\ dimo-
ftrò alla Repubblica di Roma , quando vinto , e fconfic-
to r efercito Romano da* Sanniti nelle forche Caudine,
e palTati per fotco il giogo i dw^ Confoli T. Vecurio , e
Sp. Poflumio , fi accoftarono verfo Capua vergognofi , e
cofternati d* animo i Romani, non folo fenz'armi, ma^
Spogliati ben anche de' proprj veftimenti , e buona parte
totalmente ignudi . Arroffiti effi della propria difawcn-
tura , e dubitando delia lealtà de' Capuani , loro confede-
rati , fi diftefero miferamente a terra non lungi da Ca-
pua . Ma il Senato Capuano non prima ne rifeppe il fu-
neftifiimo evento , che tofto ufcì loro incontro , li accol-
fe benignamente , li riitorò , li provvide di armi , di ve-
lli , di cavalli , e di tutto quanto bifognato mai fofTe ,
onde a buon agio ritornar poteflèro in Roma , e con-,
-decoro . lDt\ che fcriflè Livio : Itaque cum ante no^em
Capuam pervenire poffent , incerti de fide fociorum , ^
quod pttdor praepediebat , circa viam haud procul Capua^
emnium egeni , corpora humi pvofiraverunt . Quod uhi ejì
Captdam nuntiattdm , evicit miferatio jtijìa fociorum fuper'-^
'hiam ingenitatn Campami : confgjìim injìgnia fua Con fu li-
il US , fafces , lidi or es , arma , equos , Vejìimenta , com»
$fteatus militibus benigne mittunt 5 f3 venientibui Capuam
CunBui Senatus , Populufque Q(fZ^f(im egrejfus , jujiis omni»
bus
(a) Le Suhfee^d. pag, i^
Libro Primo . 147
Iséì hofpttalihtti , frrjatifque , & puhììcU funguur ojp'
ciis {a),
E' vero , che di poi , mentre duravano i contrari
tra' Sanniti , e i Romani circa Ja validità de' trattati dì
pace, fatti da* Confoli Romani co'Sanniti, per evjtar la
iìcura minacciata morte a tiitio W Joio efercito nelle for-
che Caudine , fi ribeiiarono dall' 'alleanza , ed amicizia-;
de' Romani molte Città , e molte nazioni , che ne ^àws.-
no mai contente . Neil' ifteilo tempo alcuni cittadini di
Capua ambiziofi di gloria , ed impegnati a reflituirfi nel-
la priftina loro hbertà , fecero un* occulta congiura di ri-
beliarfi da Roma, e di fcuotere in tutto il giogo Roma-
no . Quefti movimenti indulsero il Senato di Roma a^
ricorrere all' u(ato riparo , di cui fi foleva valere , quan-
do correva qualche perigliofo frangente. Fu creato Ditta-
tore Cajo Menio , il quale fece lùo General di cavalle-
ria M. Foflio, loprannominato Flaccinatore ; la carica del
Dittatore contra il coftume ufato fi reftrinfe allora ili-*
andar tracciando i delitti commeilì contra lo (tato , o
punirh. Coftò la congiura, e furon convinti i congiura-
ti ; ma il terror d* un Giudice , da cui ad altri non fi po-
tea appellare in conto alcuno, fpaventò in maniera i ca-
pi della congiura, ordita in Capua , eh' elfi fi uccifero da
se , per campare da una morte più cruda , e difpìetata.
Ma è altresì vero , che nelle fierilliime guerre de' Ro-
mani contra de' Cartaginefi in Taranto i Capuani die-
dero alla Repubblica di Roma il maggior ajuto , e le-»
armi Capuane furon quelle , che più fi (ègnalarono nella
fortezza , e nel valore contra sì fieri nemici de' Roma-
ni , come avvisò Paufania : Campanorum maxime aurMììì
Romani in bello Tartniino adjaii . Che nella guerra So*
ciale degli Etrufci , Umbri, Sanniti, e Galli contra i Ro-
mani nella Tofcana impegnati qiKi popoli con quattro
poderofiflìmi efercjti a fterminar Roma, ed abolir anche
il nome della Repubblica Romana , fi fpiccò dal Sena-
to Romano un grand' efercito de' fuoi alleati ^ e dipea-
denti a
(a) Z/sf. fik, % cap. ^,
148 Storia Civile di Capua
denti , e fra di c(ìì fu un gran uumero de' Capuani , man-
dati dal Senato Capuano in foccorfo de' Romani fino a
trecento (]uarantotto mila dugento pedoni , e feimila.»
feicento cavalli i tantoché dalla cavalleria Capuana (i
fcclièro mille foìdati di più alta Itatura , e di più fperi-
menraro valore , i quali fi portarono in campagna con
infinita bravura, ed elTcndo nel calor della pugna la ca-
valleria Romana per ordine di Fabio ad un tratto mof-
fa , e rivolta ad afl^àlire J* e/ercito nemico per fianco »
giacché egli alla tcfta delle Legioni lo aflaliva per fron-
te , diedero i cavalli un urto così violento a' Sanniti ^
che , non potendo efTì fiaftener l'impeto del nemico , ù,
pofero in una difordinata fuga verfo il lor campo , la-
iciando i Galli a combattere. Quelli bravi uomini , nien-
te avviliti per Ja rotta de' lor collegati , tennero ancora il
Jor terreno , e covrendofi le tefte co' loro feudi , forma-
rono una tefluggine. Fabio intanto, a fine di romperò
ie loro impenetrabili truppe , fi fervi della fortezza, o
del valor de' Capuani . Djftaccò un corpo di cinquecen-
to cavalli Capuani , ed ordinò a* Cavalieri , che fi gittaf-
fero fopra la retroguardia del nemico j impofe nel tem-
po ftefl^o a* Principi , che feguifièro il diftaccamento , o
penctrailèro ne* battaglioni , quando erano una volta rot-
ti , e fpezzati . Quefto fpcdientc riufci così bene , cho
i Galli furono alla fine obbligati a ritirarfi in dietro , o
lafciarono i Romani padroni del campo ; Fabio non gì*
infegui , ma menò le lue truppe nel campo de* Sanniti y
ove fece di loro una grandifiìma ftrage . In queft* azio-
ne furono ammazzati venticinque mila tra'Sai^niti , o
Galli, ed ottomila ne furon fatti prigionieri. Dalla par-
te de' Romani ne morirono ottomila , e dugento ; ma.
i Capuani in queft* azione fi fegnalarono a maraviglia.»
nel valore , e neli* intrepidezza , e furono buona cagione
dell'afiTcurata vittoria . Ciò accadde forto i Confoli Lu-
cio Emilio Papo , e Cajo Attilio Regolo, Tanno di Ro»
tnz 528. al dir di Polibio (a) , e di Paolo Ore fio (^) ,fe-
guiti
(a) £/^. I. O 2* (b) Z/^, 4. cap, 13,
Libro Primo. 149
gultì àalV Autore delia Storia Mifcella : I» atrìufque Con-;^
fulìi exercitu od^ingenta miUìa armatorum fuijfe referitn-
tur , Jtcuti Fahius Pi&or Hifìoricas , qui eodem bello in^
terfuìt , fcripjìty ex quìhui Campanorum fucrunt trecenti
quadragìnta o&o mìlUa ducenti '-i equìtum vero vìginti fev:
mìllìa fexcenti . Dal che folo fi può argii re la gran pò-
tenza , e '1 vafto impero della Capuana Repubblica , fo
per femplice ajuto ad una Città confederata pofe in cam-
po un numero sì eforbitanre di ben agguerrita foldatc-
ica fino a circa trecento fettanra cinque mila combat-
tenti . Anzi il Senato , e '1 Popolo Capuano diedero tale,
e tanto ajuro a' Romaniin quefte loro rilevantiflìme guer-
re , che Polibio ftelTo afièri di non aver potuto in qucl-
r efercito dilcernere , né diftinguere il novero degli equi-
ti , e de* pedoni Capuani 5 perchè con uguale impegno
Fkhi Campana^ & Romana deder e nomina miliiiaey egli
uni , e gli altri , Capuani , e Romani combatterono , e fi
avvanzarono valorofamente alla guerra. Si compiacquo
oltremodo la Repubblica Romana del valore , e del co-
raggio de' Capuani , e ne moftrò fpecial gradimento ,
avendo avuto in quefie occafioni un atteltato molto chia-
ro della loro fedeltà , eflendofi mofirati ben pronti a {par-
gerc con fiamma allegria il fangue in fua difefa , per
mantener con lei ia buona ieganza , ed una liretta con-
federazione «
Del Gran Capitano Annibale,
DOpo la prima guerra Cartaginefe reftò Amiicaro
Duca di Cartagine , nemiciflimo de* Romani j onde
veggendofi in età troppo avanzata, chiamoili il figliuolo
Annibale, ed infinuò neli' animo dei giovanetto in età
molto tenera rutto Iodio , ed oftilità contro a' Romani,
anzi per maggior Tua ficurezza volle , che Annibale su
l'altare gliene facefie folenne giuramento , come quefii
già fece : su di che il Marchefe Alefiandro Vanni Paler-
mitano compofe un nobiiiflimo S^inctto , tanto commen-
dato
lyo Storia Civile dì Capila
dato dal Muratori , ftampato nella Scelta del P. Ceva^ ,
che per piacere de* leggitori ho voluto qui trafcrivercj;
febbene par , che venghi a pregiudicare la ferietà del-
la Storia :
Padre , iegìì è pur ^er , ch'è tuo cofj/ìgUo
Là portar tttoi vejjìlli , t;' fpazia il fero
Dell' Aqn ila Romana iniquo artiglio
Nel fuolo afflitto , infaufio fuolo Ibero \
Deh fia , che teco ad affrontar Valter o
Romano orgoglio ancor ne z^enga il figlio^
Anch'io nacqui alVi?}ìprefe . Ab teco io fpero.
Incontrar gloria uguale , o e guai periglio \
Sì ad Amilcare diffe il Figlio , a cui
Rifpofe : pur folto al nemico muro
Verrai , ma afcolti Giove i ooti tuì .
Odio immortai giura a* Romani , e doma
Giura di vender Roma 5 ed egli , io giuro »
Giura Annibale , ed ancor non cedi 0 Roma ?
Iti fatti arrivato che fu Annibale all'età ferina , ed al bel
fior degli anra fuoi , efeguì la promelTa fatta al morto
Genitore . Egli radunate numerore,e ben agguerrite trup-
pe , cominciò la guerra coli allèdio fi^W^ Città di Sagun-
to nella Spagna, Città confederata colla Romana Repub-
blica ; mentre {tava già per battere la Città , gli giunfe-
ro Ambafciadori da Roma, indnuandogli a toglier via.»
r afledio a quella Città , per eflere (tara la pace di que-
fta efprelfamentfi convenuta negli articoli AzW^ Cap.'tola-
zione , colla quale fu terminata ia priraa guerra Carta-
ginefc.Ma perchè il ^a^ di Annibale era di romper l'ac-
cordo co* Romani j e tenerli agitati in continua guerra_>,
fecondo la promefla fatta ai Padre prima della morte di
lui , non prcftò affatto udienza , né volle confenrire al-
le richiefte de' Romani j onde avendo fatto alcuni pro-
getti di pace troppo gravi, che non poterono in conto
alcuno da' Saguntini accettare, ii ftrjnfe tanto, e tauro
li anguftiò , che finalm-cnre efpugnò la Città , ed obbli-
gò i Cittadini ad ucciderli fra di loro ftelii dentro Ici
|?roprie mura . An-
Libro Primo. 15*1
Annibale dopo aver efpugnato Sagunto , giudicò aver
poco fodciisfatto a se (kflb , ed all'obbligo, che aveva-
contro a' Romani; onde centra di qiiefli a dirittura fi
prefiflè dirizzar le iuc armi in Italia. Pafsò con grando
indultria ie Alpi Appennine , che la dividono, e giunto
tra '1 Pò , e '1 Teflno fu incontrato da Publio Scipione,
padre dei famofo Scipione Affricano , il quale col Tuo
efercito Romano gli fece fronte, e non voleva farlo piC-
fare innanzi , onde artaccatifi gli eferciti , reftò Publio Sci-
pione già debellato 5 e farebbe anche morto , fé ii gran-»
valore di Scipione, fuo figliuolo, non J'avelTe meflo iii^
la Ivo.
Dopo queft'altra vittoria tirò innanzi Annibale il fuo
cammino, ed accampolfi preflb il fiume Tiebia nella.
Gallia Cifalpina , vicino Ja Città di Piacenza , dove Ti-
to Sempronio , Confolo Romano , con un groflb efercito
gli fu fopra , ed attaccandolo con fanguinofa battaglila,
reftò r efercito Romano vinto > e disfatto colla perdita-
delie migliori {uc truppe .
Paisò poi Annibale al Iago Traflmeno nel campo Pe-
rugino , ed ivi gli fi oppofe il Confolo Flaminio ,' Capo
di un ben numerofo, e forte efercito di Romani. Ma ar-
taccatifi i due elerciti , reftò vinto quello di Roma, mor-
to Flaminio, ed uccifi ben ventitre mila foldari Romani.
Tra gli altri prigionieri, che in quefta battaglia ebbe An-
nibale in fua balia, furono tre Cavalieri Capuani , i qua-
li egli non folamente non anguftiò , fecondo il coftume,
ma usò loro molte finezze, e li mandò liberi alla Cutà
di Capua , loro Patria , acciocché allettaflèro i loro Con-
cittadini alla fua divozione . I fuddetti Cavalieri dimoftran-
dofigli molto tenuti , lo pregarono , che alla vicinanza di
Capua fi portafle, mentre quel Comune facilmente le por-
te della Città fpalancate gli avrebbe . Annibale , benché
molta fede a quefto lor franco parlare non preftafle , fem-
brandogli cofa troppo ardua Ja refa volontaria di Capuaj
nondimeno con bel modo iicenziandofi, diffe, che efeguif-
(cro con fatti quel tanto , che in parole gli contcftava-
y no
152 Storia Civile di Capila
no [a) : h^er multìtudinem focìorum Italici generis j qui
ad Trafymenum caffi ah Hannibale , dimijpqtie fuerant , trei
Campani equites erant , muUìs jam tum ille&i donis j prò-
fnìjjìfque Hannibaln ad conciliando: popularium animai . Hi
tìuntiantei , Jl in Campaniam exercitum admoviffenù , Ca^
puae potiendae copiam [ore ; cum res major , quam Au&o»
res , effeC , dtthimn Hannihakm , alter nifque fidentem , ac
dijffìdentem , tamen ut Campanum agrum ex Samnio pete^
ret ^ moz'crunt , Monitos ut etiam atque etiam promijfa^
rebus confirmarent , jujfofque cum popularibus , & aliqui*
bus principum redire ad se diwijtt . E già i fuddetti tro
Cavalieri molto ben contenti , e fbddisfatti di Annibale
fé n* andarono in Capua . Cofa poi avellerò ivi operato
per Annibale, Io (leilò Storico non ce ne fa menoiiiiu
parola.
Indi l'anno di Roma S37. fotto i Confoli Terenzio
Varrone , e Paolo Emilio , infèguito Annibale daJi'efercito
Romano , piantò il campo prellb a Canne , territorio di
Bari, nella Puglia Peucezia , Città diftrutta l'anno prima
di quetta battaglia, e le ne vedevano i veftigj ai tempo
di Polibio, e di Silio Italico:
Ut ventum ad Cannas , urbis vejììgia prìfcae .
Ivi ^\ fermò col fuo efercito di quaranta mila fanti , o
dieci mila cavalli in una vada pianura , cinque miglia di-
ftante da Canofa, e fei dal mare Adriatico. Qui fu rag-
giunto dall'armata Romana , confiftente in ottanta fetto
niila uomini, guidata da à.\x^ Con foli, Terenzio Varrone,
e Paolo Emilio, già detti, e da' due Proconfoli Servilio,
ed Attilio. Qui li attaccarono le truppe, qui combatte-
lono i Romani coi Cartaginefi , e qui feguì una fanqui-
nofìlfima battaglia . Fu disfatto T efercito Romano , vi
morì il Confolo Emilio , e tutti i due Proconfoli , Servi-
li© , ed Attilio , due Queftori militari, ventinovc Tribu-
ni Legionari , ed ottanta Senatori . De* foldati Romani
poi uccifi , e prefi in tale battaglia, vi è difparere tra gli
Autori 5 poiché Livio vuole , che la Repubblica in quefl'
incon-
(a) Liv* Uh. 11.
Libro Primo. 153
incontro rofTri la perdita di cinquanta mila uomini , com-
prell gli auliiiarj . Polibio dice, che di feimila cavalli Ro-
mani appena fé ne falvarono fcttanta in Venofa con Te-
renaio Varrone , e con altri trecento cavalli aufiiiarj , e
che morirono fettanta mila fanti iiel caaipo di battaglia,
e tredici mila furono menati prigionieri . Dionifio d'Ali-
carnaifo vuole , che di feimila cavalli trecento fefTànta^
folamente camparono dalla ftrage univerfale , e di ottan-
tamila fanti folamente tremila . Plutarco poi vuole , che
morirono nel campo cinquanta mila foldati Romani , e
quattro mila furon menati prigionieri , fenza mettervi su •
conto dieci mila , che *i giorno dopo Ja battaglia furonj
prefi ne* due campi . De' CartaginefI poi Livio ailjcura_ ,
che ne morirono foli otto mila , e qucfti delle truppo
migliori . Sì riduflero allora i Romani in tanta cofterna-
zione , che non piti di difendere , e foftenere ia Roma-
na Repubblica , ma di abbandonarla concordemente fta-
biiirono j tantoché , fé Annibale, flccome da' fuoi Capi-
tani fu confìgliato , foffe allora corfo ad aflediar Roma,
l'avrebbe Scuramente piefa , e foggiogata .
Varie difcordie erano in quefto tempo tra il Senato
Capuano , e la plebe , ed odj molto interini fi eran da
qui^fta contra di quello concepiti per ragion degli ufizj,
e dell'impero, onde rifoluta fi era di darfi tutta ad An-
nibale , e chiamare dentro la Città di Capta le armi di
sì prode Carraginefe. Or verfo qucfto tempo accadde in
Capua, che Pacuvio Caiavio , Cavaliere Capuano , quanto
nobile di natali , tanto popolare di genio , trovandofì
Mediajìudco della Città , afìine di pacificare la plebe col
Senato , e così impedire , che quefta , uccifi i Senatori,
come di già rifoluiilfima era , delle la Città a' Cartagi»
nefi j ferviHì di quefto ben ingegnofoftratagemma . Chiu-
fe egli tutti i Senatori nella Curia , indi chiamò la ple-
be a parlamento , e le djflè efièrfi già a lei prefentata-r
r occafione di uccidere i Senatori . Soggiunfe poi a* me-
deflmi plebei ; „ Voi avete a fare due cofe aó. un tratto:
j, levar via U Senato vecchio , e parimente eleggere il
y z 5, nuo-
154 Storia Civile di Capua
„ nuovo. Io comanderò , che fìano citati ad uno ad uno
„ tutti i Senatori , e dimanderovvi dd parer voftro fo-
„ pra la vita di ciafcuno j e quello, che di ciafcuno i'a-
„ rà flato giudicato , farà meffo nella pronta efecuzione.
„ Ma prima che fi tolga via il reo , eleggete voi in Tua
„ vece qualche valente , e miglior Senatore . Dopo ciò fi
pofe a federe , ed avendo polio in un boffolo j nomi di
tutti i Senatori , comandò , che fofle chiamato fuori del-
ia Curia colui , il cui nome foile cavato a forte . Ma-,
ficcome la plebe vedea chiaramente i difetti di ciafcun-»
Senatore , così non fapea affatto ritrovare chi fceglier
poteflfè in fua vece . E così Ja plebe fi contentò , che
reftaflero nella Jor dignità i vecchi Senatori . Coftoro pa-
cificati colla plebe per un'arte così fina,ufata da Pacu-
vio , e da effo riconofcendo Ja vita, gii rellarono oltre-
modo tenuti j tantoché e per V obbligo , che contratto
gli avea il Senato , e per l'amore, che Ja plebe gli porta-
va , era egli divenuto , come un Signore afibluto della-
Città di Capua . I medefimi Senatori veggendo Ja plebo
con eflì loro placata , proccurarono di mantenerfela af-
fezionata , coltivando Ja loro amicizia con faluti , con^
inviti , con laute menfe , e con accordarle , quanto a lei
piaceva j di maniera , che ^ièl/ in Senatu aBum aliter ,
quam Jt ibi plehis adejjtt concilium y come fcriife Livio (^).
Per tal condifcendenza del Senato , e per tale unione già
ftretta colla plebe, crebc aflai più in Capua il Jufib , ^\
avvanzò il fafio , crebbero la sfrontatezza , e '1 difordi-
nc , ed allora le alte colle balle cole confufe fi videro.
In quefta difpofizione, ed in quello tempo appunto
giunfe in Capua favvifo della rotta de' Romani a Cannes
onde fi cominciò non folo da' Capuani a difpregiare l'im-
pero di Roma, ma molti nuove molTe meditavano , per
darfi ad Annibale . Nondimeno i parenti di quei nobili
giovani Capuani, che guardavano Ja Città di Sicilia, ot-
tennero , benché a ftento , che in nome della Capuano-
Repubblica {i fpedifieio Ambafciadori con ufìzj di con-
doglicn-
(a) Liv* 2.3,
Libro Primo. iss
doglienza , e di olììciofa efibizione al Confolo Romano ,
Terenzio Varrone , il quale lì trovava in Venofa . Fu già
fìabiiita r aaibafceria in perfona di due famod Oratori,
i quali portatili già in Venofa , con una ben compofta
orazione in nome del Senato, con elfo iui fi condolfero
della fofferta Iciagura; pronta Ja lor Città di Capua ino-
ftrandofi di volerlo aflìftere in tutto ciò , che gì't facea-
bifogno 5 e in tanto quelli gli offerirono Tefercito Capua-
no , eh' era allora all'ordine in ben trenta mila pedo-
ni, e quattro mila cavalli, con tutte ic proviile da boc-
ca , e da guerra in Tuo ajuto centra le armi di Antiiba-
k. Il che gradì molto il Confolo, e godendo di quelle
cotteli , gentiliilìme efpreifioni , con elfo loro fpiegoiiì ia
deicriver lo Itato compafiionevole, in cui la Repubblica
Romana per quella gran perdita trovavafì , ed infinuò lo-
ro quei tanto , che far doveano , per metter riparo ad un
tanto incomparabil danno , così conchiudendo V orazio-
ne , e la rifpofta agli Ambafciatori di Capua : 'Piilchrum
erìt {a), Campani ^ prolapfuw dacie Komanutn Imperium^
'Vejìra Jìde , vejìr'n ^irìbus retentum , atqns recuperatum
ej]e . Triginta milita pedìtum , quatuor eqtiìtuin arhìcror
ex Campania Z'os fcripjìffe ; jam pecttniae affatìm effe , ac
frumenti : qui Jì pare?n fortunae vejìraejìdem bah et il , nec
Hannìhal fé viciffe fentiet , nec Romani [e 'dìBoi ejje ,
Da Canne palsò Annibale a Taranto , ove con po-
derofo efercito de* Romani (lava Fabio il Grande delia-»
valorofa , e fortunata liirpe de' Fabj . Si combattè tra'
Cartaginelì , e Romani , feguirono zuffe molte fanguino-
fe , molti foldati morirono -dell'uno, e dell'altro eferci-
to . Era il Romano ben accampato in luogo molto van-
taggìofo : ma la notte fi pofe Annibale di nafcollo den-
tro la Città di Taranto col fuo prelldio , ed egli per mez-
zo di due valorofi foldati Nico, e Filomeno finle molte
cofe , ed ordì moire frodi , £nchè 1* efercito Cartaginefe
reftò in tutto vittoriofo , eflendolì impadronito di Taran-
to, e dei campo nemico , fecondo eruditaaiente fcrilfq^
pian-
(a) Lro* Uh, 23,
156 Storia Civile di Capua
Francefco Petrarca colla tcftimonianza di Livio nel trat-
taro , che fa al Trionfo della fama .
Deilderava Annibale avere una Città flcura per Ja.
ritirata del fiio efercito , e per un fermo acquartieramen-
to de' Tuoi foldari 5 onde fi fermò in Puglia in una anti-
chiilima , e vafia Città , la qudle , per efler molto diruta,
ne atta a poter refiftere agl'infulti de' nemici , fu prefto
da' Carraginefì abbandonata , e vennero finalmente nella
Campania . Ma perchè avea egli Annibale pofitivo im-
pegno di vederi! in fuo potere le Cirrà marittime , accioc-
ché le navi, che gli venivano dall'Affrica, avellerò por-
to ficuro, tentò di aver Napoli, Pozzuoli, e Cuma , e
e ne* terreni di amendue quefte Città fece gravjlìi ma ftra-
ge , fino a dare il total guafto al territorio di Cuma^ ,
non avendo altrimenti potuto di eflè Città vendicarfi ,
per la renitenza moftratagli in non voler efier del Tuo
dominio, non che della fua leganza . Anzi in Cuma fece
anche i facrifizj nel lago Averno , e vi efercito la nefan-
da negromanzia , folita da efercitarfi ivi , prima che i Ro-
mani l'abolillero, non potendofi fofFrire, che vivi i cor-
pi umani facrificati (ì foilero .
Indi a poco fi accoftò Annibale alle vicinanze di Ca-
pua troppo altiero , e baldanzofo per le vittorie de' Ro-
mani riportate , e per aver già pofio in foggez one , o
timore tanti e tanti popoli, che ai fuo partito alla gior-
nata dar fi vedeano .
Intanto tornarono da Veno(a i Legati Capuani , ed
cfpofero al popolo non già il gradimento dell* offerto
foccorfo , e tutto quello, che gli aveva infinuato Teren-
zio Varrone , ma parlò per tutti Vibio Virio , uno de*
primi nobili Capuani 3 e diffe , eh* efiendo già difperate
ìe cofe de* Romani , poteanfi dar francamente alla divo-
zione di Annibale, il quale portandofi poi in Cartagine,
avrebbe lafciata Capua per Metropoh d'Italia : IJac ora'
tìone Confulii , difrjijjìs , redeuntìbufqut domam legath ,
unuì ex iis Vihti4S Virìus , tempui VenìJJet , ait , quo Cam^
pani non agrum folum ab Romanis quondam per wj uri anta
adem'
Libro Primo. 157
ademt^m recuperare ^ [ed imperio etiam Italìae potiri pof^
Jìnt j foedus enim cum Hannibale qitihui velint legibut fa^
Buroi , neque controverfiam fore , quin ipfe , confetlo bel-
lo , Hannibal znclor in Africam bine decedat , exercitumqus
deportet y Italiae imperium Campania relinqttatur {a) . A
tali perfuafìve di Vjbio Virio , il popolo Capuano , che
ftava già antecedentemente ben difpofto a favore d'An-
nibale, anche per vendicare diverfi affronti, avuti dalla»
Romana RepubbJica , fpecialmente quello di avergli tol-
to il vaftilfimo Tuo campo Falerno, e dirtribuitolo a'fuoi
Coloni di Roma, luflngato dalla fperanza Tuddetra , da-
tagli da Vibio Virio di poter una volta la Città di
Capua ottenere l'impero d'Italia, e fotromettere la ftef-
fa Roma, già ftabili di rompere l'amicizia col Senato,
e '1 Popolo Romano , e confederare col Cartaginefe An-
nibale .
Ma prima di venlrfi a tal confederazione , e prima
di darfi un paflb sì grave, ed irretrattabile, flimò bene
Ja Repubblica Capuana di mandar nuovi Legati a' Ro-
mani, ofFerendofi di voler eller a parte con elli alla ven-
detta contra i Carraginefi , e di fomminilirar loro quan-
te truppe, e quanti maggiori ajuti bifognavanoj ma di-
mandavano di volere in avvenire ellèr ben anche a par-
te del loro governo 5 onde de* due Confoii , deftinati ai
governo di Roma , uno aveflè dovuto efler cittadino Ca-
puano , l'altro Romano. Sentì malamente una sì iàtt^i^
richieda la Romana Repubblica, come nel Capitolo VI.
di quefta Storia di pafTaggio accennai. E fu tale Terro-
re , che quefta pretenfione cagionò al Senato , che mon-
tato in collera , non foia mente rigettonne la propolta , co-
me audace, e temeraria j ma impofe ben anche ad un-»
Littore , che fenza indugio cacciaflè via da Roma-
gli Ambafciadori Capuani : Quo priufquam {b) iretur
certumque defeBionìi confìlium effet , Romam legatoi mif^
fos a Campa fi is in quibufdam annalibui invenio , pojìulan"
U: y ut alter Confai Campantds fieret , Jì rem Romanam^
adju^
(a) Lìv. Uh* 23, (b) Liv* Uh, 23.
158 Storia Civile di Capua
cdjti^ayt Vellent . Indignai ione orta , fu7tìmo'Derl a Carla
jiijfoi effe y mijfumqtte lìdiorem , qui ex urbe educer et eos,
atque eo die n:anere extra fine^ Komanoi juheret . Una tal
dimanda fu antecedentemenre i^xx^ alio ftefìo Senato da'
popoli Latini, ma in efporla il Legato Latino fu fubito
fatto gittar giù dal Campidoglio per ordine dei Senato;
Latini {a) cum Campania defecerttnt , ES trjìjps legati: ad
Senatum conditìonem tuJerunt , ut Jì pacem hahere Cf/-
lent y alter um ex Latinis Confulem facerent , Qua legatio-
Kc prolata , Praetor eorum Anniui de Capitolo ita prola^
ffui , ut exanimaretur .
Tal villano trattamento dalla Repubblica Romana-»
a quella di Capua praticato cagionò gran ferita nellani-
mo altiero , e fublime de* Capuani 5 onde affrontati cer-
carono occafione di vendicarli , e fenza la menoma efi-
razione rifolvette il popolo di darfi ad Annibale, confe-
derarfi colle armi di lui , e giurar perpetua nimicizia a*
Romani. Varj difpareri intorno a tal confederazione nac-
quero tra la nobiltà, e 'J popolo Capuano, efièndo una
cofa di grave, e confiderabile confeguenza, onde gli ani-
mi tra di loro fi divifero , ed i pareri 5 e cosi altri dal
timore di Annibale , altri dalla paura delle flcure ven-
dette de' Romani, altri dallo sfrenato defiderio di vendi-
care i già detti affronti , ed altri da varj h^u fondati mo-
tivi erano rimafti confufi in tal graviiUma rifbluzione . Ma
Decio Magio nobile, e valorofo cittadino Capuano, uno
d£*più antichi , e faggi Senatori , che la Capuana Repub-
blica renelle , parlò pubblicamente al Popolo di Capua ,
ed al Senato , e con eloquente orazione proccurò d* im-
pedire tal confederazione con Annibale j aUicurandoli ,
che quefto Capitano avrebbe col tempo oppreUà , e mal-
menata la Città j e rapprefentando loro 1' efempio de' Ta-
rantini , i quali chiamarono Pirro dalia Grecia contra de*
Romani , e poi da coftui maltrattati , ed abbandonati >
vennero ad ellèr berfaglio dello fdegno Romano ; dille ,
che Roma veggendofi con tanta ingratitudine corrifpofta
da'
(a) Lìv> Uh. 23, eod, cap.
Libro Primo. 159
da'Càpuani, violati, e rotti da* medeflmi i giuramenti del-
Ja focietà, fi farebbe un giorno vendicata > ed avrebbcj
Capua perduta colla Tua pace quella gran Signoria , che
allora fopra le Città finitime avea . Ma quantunque il Se-
nato fofìe inclinato a condifcendere alle perluafive di De-
cio Magio , perchè nondimeno il popolo in un iftantcj
nioitrò gran premura, e genio di un.rfi alle armi d* An-
nibale , anche per (eguire il fentimenro di Vibio Virio i
che molto a favor d* Annibale perorò centra ciò , cho
Decjo Magio avea detto 3 il Senato per evitare qualche^
vicina follevazione popolare , ftabili tale confederazione. E
già fi fpedirono ad Annibale gli fìedì Ambafciadori , eh'
erano prima andati in Venofa da Terenzio Varrone; Haec
P'tbio yirio {a) loqueìUi ajj'enjl omnei , ita retiutitiant
Jegatìoncm , utì deletum omnibus videretur Romanum ko-
9/.ef2 , Ext empio Pkbs ad dcjt^ViOììtm ^ a e pan maxima Se-
Katui fpediare : extrava tamen art&oritatìbuì Senìorum^
per paucn diei eli res . Pcjìremo vicit fentenila plurium >
ut iidem legati , qui ad Conjuhm Komanum ]erant , ai
Harìnibakm mìtterefJttdr .
Coftoro in nome del Senato , e del Popolo Capuano
di già fi portarono ad Annibale, dichiarandolo Icr con-
federato , giurandogli pace , e focietà perpetua , e poi
vennero con efib a' feguenti p;:tti , e giurate Capitola-
zioni {b) , i.Che niuno Comandante Cartaginefe , o chic-
cheflìa di quella nazione aveile autorità , o giuridiziono
alcuna fopra de* cittadini Capuani. 2. Che niun cittadino
Capuano foffe tenuto a militare fotto le infegne Carta-
ginefì , né forzato a predar fervig-o alcuno a'Minif^ridi
quella Repubblica . 3. Che i medefìmi Capuani fi dovef-
fero lervire delle proprie leggi , e proprj magiflrati . 4.
Che Annibale dovefie dare al Comune di Capua trecen-
to prigionieri Romani ad elezione della flefla Capuana-,
Repubblica , per frrne poi il cambio co' trecento cava-
lieri Capuani , the in Sicilia per la Repubblica di Roma,
militavano: Legati ad Hanr^ihalem venertint y pacemqtit^
X ctim
(a) Liv, lib, 23, (b) Liz\ Uh. 23.
i6o Storia Civile di Capua
cum eo hts condìtìonìbui fecerunt . A''^ quii Imperator , «7<f-
gijiratufve Foenorum jus ullutn in ciZfem Campanum ha-
heret , ne^e civis Campa fju: invìtui militar et , munufqtte
faceret . Ut fuae legei , fui magijìratus Campani: ejfent ,
Ut trecentoi ex Romani s captimi Pp^nus dar et Campanile
quoì ipfì ekgijfent , cum quihui equitum Campanorum ,
qui in Sicilia Jìipendia facerent y permutatio fieret * Haec
pad^a \
Gradì oltremodo Annibale T offerta amicizia, e con-
federazione colia Capuana Repubblica , promife oflèrvarc
i patti fuddetti , aflifterle , e Tempre difenderla in ogni
bifogno y anzi innalzarla alla maggior fublimità colla for-
za delle fue armi. Il che obbligò tanto i Capuani, che
per dargli chiara caparra della lor fede , prefera tutti
que* cittadini Romani, che o per impiego militare, o per
negozj privati in Capua trovavanfi , e dentro alle ftufe,
come in un orrida prigione racchiudendoli , dal lezzo >
e dal calore li fecero ivi miferamente morire : Alia (a)
ìnfuper , quam quae pacia erant , facinora Campani edìdc'
rufit . Nam Praefe&os focium , civefque Romano: , aliai
partìm aliquo militiae munere occupato: , partim privati:
neg''*ii: implicito: y Pleb: repente omne: comprebenfo: ^ ^c
lut cujìodiae caufa , halnei: includi jujjtt : ubi foetore^ y
atque aejìu anima ìnterclufa > foedum in modum expi^
rarent ,
Ixì quefto ftato di cofè, eflendofì ben compita l'in-
combenza degli Ambafciadori , egli il gran Capitano vol-
le entrare in Capua , dove dal Senato , e dal Popolo fu
accolto con infinito piacere . Tutti i Capuani gli ufci-
rono incontro con grida di gioja , e di applaufo , da-.
Decio Magio infuori , e fi moftrò uà general contento ,
c godimento della fua venuta, e della fua amicizia .-co-
fa che obbligò oltremodo Annibale j tantoché afiìcurò il
Senato con fenfi , e con promefle di gratitudine di ren-
der Capua di breve capo dell' Italia tutta {b) ; Pojìero
die Senatu: frequen: datu: Hannibali , ubi prima eju:
oratio
(a} Liv, he* cit, (b) Liv* loc. cit.
Libro Primo. i6i
ora fio perllanda , ac benigna fuit , qua grattai egìt Cafn»
fami , quod amìcìtìarn fuam Romanae focietatì praepofutf-^
jent j inter estera r/iagnifica fromifia pollicitui , brevi
caput It alias omnìi Capuam fore . Di (Tè di aver già or-
dinato il cambio de' trecento Cavalieri Capuani , che in
Sicilia per la Repubblica Romana aiilitavano . Qiiefti pe-
rò non vollero affatto efière nel numero degli altri Ca-
puani, che ad Annibale fi diedero, ma portatifl in Ro-
ma , le loro giufìe rapprefentanze a quel Pubblico fece-
ro , ch'efTì niuna mano cogli altri cittadini Capuani avu-
to aveanoi e perciò slWa Patria, a* pareiiti , alla loro ro-
ba rinunzia vano, dichiarandofì Tempre fudditi della Ro-
irana Repubblica : il che piacque tanto a quel Senato,
che dopo averli dichiarati cittadini Romani , li defì^inò
Municipi della Città di Cuma : {a) De trecentìi equitihui
Campami , qui in Sicilia cum fide fiipendiii emeritii Ro-
w^am z^encrarjt ^ ìatum ad pcpuìuwy ut civei Romani efienS^
item ut ntunicìpei Ctw.ani e fieni ,
Reflò Annibale alloggiato in cafa de Minio Stenio ,
e di Minio Pacuvio Celeri {b) , dove ebbe var j divertimenti ,
ed un lauriflìmo defìnare , al quale intervenne ben anche
Pacuvio Calavio , il di lui figliuolo Peroila , e Giubelli
Taurea, nobili àó\t principali Capuane famiglie . Ma il
Peroila giovanetto molto zelante , e fpiritofo , avendo
ben intela l'orazione di Decio Magio, ed avendo riflet-
tuto , di quanta rovina farebbe ftara alla Città di Cspua
tal confederazione con Annibale, già rifolvette d'ammaz-
zarlo j onde chiamatcfì in difparte fuo padre , gli Ivelò
il dilegno , che avea , e gli n^cflrò (otto la toga una-i
daghetta fguainata , che a tal £ne vi portava. Ma il pa-
dre , che non avea fatto poco , per aggraziar Peroila^
con Annibale , efiendo f^ato uno de i più forti oppofl-
tori alla confederazione con lui , non folamente non con-
fentì a quefla rifoluzione , ira in tutto ne lo diftornòj
dicendo , che ciò non conveniva , per efler contra le fan-
te leggi dell' ofjpitalità , che il popolo parzialiflimo di
X 2 que-
(a) LiVn Uh 23' cap, s. (b) Liv, ìih, 23, cap. 4.
102 Storia Civile di Capua
quefto gran Capitano fi farebbe adizzato contra di lui ,
e 1' avrebbe opprelTb , e che finalmente Ci farebbe tirato
fopra lo fdegno di tutti i Cartaginefi , e de' popoli con-
federati : Per ego te y 7f2quic ^ fili [a] , quaecumque jura
ìiberos jungunt pareutibus , precor , quaefoqcte , ne antt-»
oculos patris facere y & pati omnia infarda velis, Paucae
horae funt , Inter quas jurantei per quidquid Deorum ejì^
denterai dexSerii jungentei , fidem ohjìrinxìmiii , ut facra^
tis de menfii effemui , digrejjì a colloquio ex tempio in eum
armamur ? Surgii ah bofpitali menfa , ad qtiam tertiui
Campanorum adhìhitui ah Hannihale es , eam ipfam menfam
cruentare vis hofpìtiì fangaìne ì Hannihalem modo pater fi^
Ho meo placare potui , fiìium Hannihali non pofium ? Il gio-
vane vinto dalle preghiere <ìz\ padre , mutò propofitoj
e gittò la daghetta nella pubblica (trada di ià del muro
del giardino , luogo di tal fegreto abboccamento 3 aven-
do prima dette quefte parole : 0 Patria , ferrum , quo
prò te armatui hanc arcem defendere voleham , hojìì mi^
nime parcens , quando parens extorquet , accipe .
Annibale entrò la mattina feguente nel Senato Ca-
puano a ringraziar la Repubblica , e '1 Popolo de' favo-
ri , che con con tanta generofità gli avea compartito,
dell' amicizia con efib lui Itretta , di avergli foctomefid-»
la Citta tutta , e di averlo a' Romani antepolto . Molto
promife , e molto offerì a vantaggio di Capua j e colle
tante gentili, e cortefi efpreflioni feppe molto obbligarfi
tutta la Città , e *1 popolo Capuano . Or efiendofi egli
accorto, che colla fua molto etiicace orazione s'era bea
infinuato negli animi de' Capuani , dimandò loro di pOf
tcre a fuo talento difporre del Senatore Deci© Magio ,
eflcndofi quelli oppofto alla pace , ed amicizia tra la^
Repubblica , ed i Cartaginefi . Condifcefe a tal prima di-
manda d' Annibale il Senato , e tofto gli fi fece venir
davanti Decio Magio . Ma Annibale in vederlo , s' acce-
fe oltremodo d' ira , ricordevoje di quanto avea contra
di lui perorato 5 e gli ordinò , che deflè le fuc difefo .
Ma
(a) Lìv. /ih, 23.
Libro Primo. 163
Ma r onorato coftantifllmo Senatore , avendo rifpofto )
che fecondo Je capitolazioni fatte non poteva eflère su
ciò obbligato , comandò Annibale , che ìtretto in catene
foffe da un Littore menato nel campo . Egli il Magio »
£nchè andò col capo fcoverto, parlò in tal tenore al
grande, ed immenfo ftuolo de'Capuani , che lo accompagna^
va : „ Ed ecco già , o Capuani , quella libertà , che dell-
5, dcravate : ecco già cominciano da me i voftri trionfi:
„ ecco di mezzo giorno fon legato , e ftrafcinato alla^
j, morte con una catena al cofpetro del Senato , e del
5, popolo Capuano io, che per nobiltà , per zelo , per fa-
5, viezza , per tanti e tanti meriti verfo della noftra Re-
j, pubblica non ho, che cedere ad alcuno de' miei con-
„ cittadini. Quelle sì, quefte fono le prime finezze, che
„ vi fa Annibale 3 e qual violenza maggiore vi farebbe,
5, fé avefle prefa Capua a forza d'armi? Andategli dun-
„ que con fcfta all' incontro , confagrate con pompa il
„ giorno della fua venuta , ornate de' più vaghi adobbi
j, la Città , affinchè fiate fedeli fpettatori di quefto trion-
,, fo , riportato da un voflro concirradino : Hahetis {a) eam
iibertatetn , Campam , qaam petìlì'n ; foro medio , luce cla^
ra , 'Didentibus z>obis , Kid//i CawpaKoyam fecundus '^ìn^uì
ad mortem rapìor , Quìdvìoletìtiui , Capita capta tfieret ì Ite
chviam Hannihali , exornate urhem , dìemque ad'^jentui ejtds
confecrate ^ ut hunc triumpbum de che Vfjìro fpeSIetìs , A
tal parlare di Decio Mag:0 fi era già cominciato il po-
polo a commuovere, e già cominciava a tumultuare; on-
de gli fu prelto da* foldari coverto il capo , e così iu me-
nato nel campo 3 indi fenza indugio fu imbarcato , cj
mandato in Cartagine . Ma trovandofi il navilio in alto
mare , fu da un' orrida tempefla trafportato in Cirene^ ,
Città àt\ Re Tolommeo : ed appena sbarcato Magio in
detta Città , fi rifuggiò , ed abbracciò la ftatua d^\ fud-
detto Regnante , la quale flava (ituata in mezzo della.»
piazza j onde toflo accorfero i foldati òqì Re , e lo me-
narono in AlefTandria , dove Toiomoieo facca il fuo log-
gior-
(a) Lh. lìh. 23. cap, s.
164 Storia Civile di Capua
giorno . Quefto Principe avendo intefa Ja cagione della»»
carcerazione di lui , fi mode a pietà deli' innocenza di
Magio , compaflionò il mifercvoJe flato d' un cosi degno
Senatore , e gli donò Ja Jibertà . Egli abborrendo Capua,
fua patria, per efTergli fi:ata troppo ingrata, e fdegnan-
do di andare a Roma , dove fi farebbe trattenuto piut-
to(\o in qualità di fuggitivo, che d'ofpite, fiinaò benc^
Itarfene in quel Regno , dove avea ricevuto là libertà ,
ed ivi finì Ja Aia difgraziatifnma vita ; Nufqtiam malica
quam in Regno ejui Z'iz^ere , qiiem 'ùìndicsm , atque au^h*
rem haheat lìher tatti {a") .
Dopo di quefle cofe Annibale fpedì i! Tuo fratello
Magone a dar ragguaglio aJ Senato Carragineie de' fuoi
felicifllmi fuccefli .• Magore difle ai Confjgiio , che Anni-
bale in fei ordinate battaglie avea uccifo più di dugen-
to mila nemici, avea prefi cinquanta mila prigionieri, e
che i Pugliefi , i Bruzj , una parte de' Sannjti , e de' Lu-
cani, e i Capuani fi erano ibttomeili alla Signoria di Car-
tagine. Or fembrando quelle conquifte incredibili al Sena-
to , Magone gliene diede ia chiara pruova , recando in
mezzo aJ Senato un moggio di anelli d* oro , fecondo
alcuni Autori , e fecondo altri, tre moggi , tolti a' Ca-
valieri Romani, acciocché dal numero di quelli argomen-
tafle il Senato, quanti flati fofìTero gli uccifì in battaglia.
Intorno a quefti anelli d'oro vi è gran difcrepanza
tra gli antichi Scrittori 5 imperciocché Plinio afièrifcc {h)^
che Magone porrò in Senato tre moggi d' zrìtìW , e per
farfi preflare maggior ìq.(Ì^ , fcrive , che a tempi delia
feconda guerra Cartaginefe tutti i cittadini Romani fen-
za eccezione alcuna godeano il diritto di portar 1' anel-
lo d'oro. Floro (e) poi ci racconta, che Annibale man-
cò foltanto in Cartagine due moggi d'anelli d'oroi o
che il Senato Cartaginefe da quelli giudicò <ìz\ numero
de' Cavalieri Romani, che in varie battaglie, guadagna-
te da Annibale , avean perduto ia vita . Ma il fenrimen-
to
(a) Z/c'. loc, cit, (b) Lih, 33. cap* i.
(e) Li^, 2. cap, 16,
Libro Primo. 165
to più probabile fecondo Livio (a) fi e , che un fol mog-
gio d' anelli fu mandato a Cartagine , cioè quattro mi-
fure delie noftre , e fedici fefter2J de* Romani , aggiugnen-
do , che Magone , per moftrare quanto era ftata confi-
derabiie la perdita de' Romani > averti iJ Senato Cartagi-
nefe , che in Roma i foli Cavaiieri, e i piiì ragguardevo-
Ji fra effi aveano il privilegio di portar 1* anello d' oro.
Fu dunque la notizia molto gradita dal Senato Cartagi-
nefe , il quale decretò, che fofTe mandato ad Annibale-»
un rinforzo di quaranta mila Numidi , quaranta elefan-
ti, e nolti talenti d* argento, come già indi a poco fu
pontualmente cl'cguìto .
Or Annibale attendeva fempre a renderfi obbligati
i Capuani, e fi moftrava fempre pronto alla difefa , ed
al (bftegno della Città. Onde i Capuani con ugual beni-
voglienza gli corrifpondevano , e gli moftravano molta
gratitudine . Dipoi cominciò da Capua a muovere , per
lòggiogare il refto de'Paefi Campaci. Fece un tentativo
fopra Napoli , ma affatto non gli riufcì , poi fece l'al-
tro in Nola , dove fu prevenuto dal Confolo Marcello
con un groflb efercito, del quale parte ne teneva in Ca-
fìlino a pofta , per (occorrere quella Piazza , chen'avea bi-
fogno : ma in Nola fegui una gran battaglia, dove ci an*
darono di fotro i Cartagine/i colla perdita di duemila.*
trecento foldati . Poi ailediò Nocera , la quale anguftia-
fa dalla mancanza de' viveri, fu cofirctta a capitolare.
Indi afìediò Acerra , ma gli abitatori di efla fubito fo
n'ufcirono della Città, lafciarono le Joro abitazioni , e fi
ritirarono colle loro co/c più preziofe in quella Cittadel-
la Campania , che moftrava più fedeltà alla Repubblica
Romana .
Elfendofi Annibale impadronito della vuota Città f
fiimò poi efpedientc alla fua riputazione d'intraprendere
l'afiedio di Cafilino , picciola Città , fubordinata alla Ro-
mana Repubblica. Di quella ne feci fopra menzione . Era
fituata , e comprendeva quei fito , cbe oggi contiene tut-
to
(a) Lib. 9. cap. i.
i66 Storia Civile di Capua
to il recìnto di quella parte di Capua , ove dìcQfi a C/-
Jìelluccto , del Largo de' Giudici , e quanto fi conticno
dalla Porta di Roma , pazza de comejìibili , per .dritto
fentiere , Jìrada della Maddalena , deir ArcÌTje[covado ,
Monte Vergine fino ad Ehboli . Nella cala de Signori Rat-
ta , poi comperata da i Signori Tabbafii , fi trovò un an-
tico folidiflìmo muro della Città fuddctta . Ad Ebboli era
il fiume, che divideva qucfia parte della Città , dall'altra
parte di efia di là del fiume , dove ora fi dice fuori la Porta
<ii Roma , e dove per lo pili volte citato ponte fi andava .
S'immaginò Annibale, e fu mal fondata la fila idea,
che la Città folle guarnita del prefidio Capuano , onde
faciliflìma riufcirgli potea la conquifta , per la leganza
poco fa da lui Itretta colla Capuana Repubblica . Ma-
andò di gran lunga ingannato i poiché un corpo de' Pre-
neftini nel pafiaggio , eh* elfi fecero per la Città , aven-
do trovati gli abitatori poco collanti nella fedeltà verfo
i Romani, avea loro tagliata la gola di notte, e fi era-
no delie mura impadroniti \ e poi erano fiati rinforzati
da' Romani con circa quattrocento Perugini della Tofcana,
e di un piccioi numero di Latini , e di Romani. Or ef-
fendo quelli uomini molto bravi, e valorofi , in vederfi
aflèdiati da'Cartaginefi , fecero sì vigorofa di fé fa , cho
Annibale fu obbligato dopo diverfi vani tentativi di cam-
biare r afledip in blocco , efièndo g<ià profiìmo l'inver-
no 5 e credendo , che mancandogli così i viveri , facil-
mente la Città render fé gli potrebbe . Egli lafciò pane
delle Tue truppe nel campo , e pofe il refto a quartiere
ne' villaggi , e ne' luoghi aperti de' Capuani , e ^\ ritirò
di nuovo nella voluttuofilfima Citrà di Capua. Qiiivi ^
diede tutto ad ogni (brta di piacere , e di morbidezze j
in guifa , che quello fpirito guerriero di lui, e quell'ani-
mo malchio divenne molle, e lafcivoj e fé prima pare-
va di non fisntire affatto 1' appetito della lulTuria , qui
era tutto immerfo nell'ozio , e nella concupifcenza , at-
tendendo a divcrtirfi , e foHazzarfi le notti intere collo
donne Capuane libere , e dilonefte 3 e ^\ vedea più fre-
quente
Libra Primo. 167
quante unirfi colla gioventù Capuana piti sfrenata nelfaj
Sep la fla , che nel Tuo campo avanti Calilino; onde Ca-
pua fu più fatale ad Annibale , che Canne a* Romani j
di maniera , che tutti gli antichi Scrittori tacciano , c_>
mordono più della vita , che menò egli in Capua , che
dell* aver traicurato di allèdiar Roma dopo ia battaglia
di Canne • Il fuo efèmpio fu feguito da* told^tì , comc#
fuole avvenire j in maniera , che quando egli nella prima-
vera li menò ali* adèdio di Cafilino , li trovò alieni , ed
impacienti a/le fatiche militari , come fé riufciflero loro
àìCuCàtc t e nuove , e come fé fo/Ièro eflì affatto novizj
in guerra . Eglino eran feguiti da un numerolb ftuolo di
donne diflblute, e ree j e provando duro, e malagevole
il vivere nelle tende , difèrtavano a folla , e tornavano
in Capua , ove V inverno alle dilTòlutezzc confumato (i
aveano ; Capnam (a) Har2f2ÌhaH Cannat fiàjfe : ibi Zfirtu»
tem hellicam , ihi militar em difciplinam , ibi prae Uriti
temporis famam , ibi fpem futuri cxtinBam .
Intanto ia guarnigione di Cafilino cHèndo affìitta-r
dalla fame pel lungo Itrettidlmo blocco , e per non-
capitare in poter di Annibale, fi contentò piuttofto buo-
na parte di elTa darfi da se coraggiofa mente là morte.
PcrJocchè Tito Sempronio, Confolo Romano, che il go-
verno à,ó.V efercito Romano in quelle vicinanze teneva,
avendo compaffione doiì^ ftrettezze di quefta brava gen-
te , proccurò di darle qualche foccorfo col gittar botti àX
farina nel Volturno , che correva per mezzo della Città.
Ma queft* artifizio fu poi fcoverto , e disfatto j onde gli
reftò affatto chiufa la flrada di poterla foccorrere . Da
ciò prende cagione Annibale di far fentire a coloro, ch*^
erano di guarnigione, che fi rendeffero à ma eflì , antepo-
nendo la morte alla fchiavirù , rigettarono la ftia propo-
ila . Nel medcfjmo tempo , per riparare alla fame , fi ci-
barono di qualunque fpezie d*aoimah , ed anche de' to-
pi j anzi in mancanza di quefti cibavanfl àtW^ pelli , ckc
toglievano via da i loro feudi, ammollendole nell' acqua,
Y e ciò
(«) LìVt^ Uh, £4.
i68 Storia Civile di Capila
e ciò anche con grandilllina economia. Finalmente, per
dare al nemico una pruova della loro coftanza , e rilo-
luzione , ararono la terra preffo le loro mura , eia femi-
narono di legumi , fecondo la Storia univerfale Inglefe ,
vi feminarono rapi , fecondo Livio . Or quando Annibale
ne fu ragguagliato , dille ; dunque gli aflèdiati han dife-
gno di tenermi qui , finattantochè il lor feminato verrà
a dar frutto , e '1 frutto giugnerà al fuo punto ? perloc-
che comiuciò a moftrarfi inchinevole ad una moderata.^
capitolazione , la quale fu abbracciata dall'una, e dal-
l' altra parte fotto condizione , che folle permeflb agli uo-
mini di ufcir liberi dalla Città , col pagare fette onco
d* oro per teda 5 e cosi Annibale f^ rendè padrone della
Città di Cafilino , dopo un ben lungo blocco : O^m ho^
Jìes aharajjent quìcquìd herhìdi terreni extra mtdrtim eraty
raporum femen injscerunt , ut Hannihaì , eone ufque dum
ea nafcantt^r , ad CafìUnum feffuri fumui ? exclamaret . Et
qui nullam. ante paBionem aurìbui admìferat , tt^m de*
mum agi Jecum ejì pajpis de redemtione Uberormn capitum,
Septuncei aurl in Jìnguloi pretìam convenìt [a) .
Poco dopo la reià di Cafilino , i Capuani per se me-
defimi » e colie fole loro forze portaron guerra a' Cuma-
ni 3 perchè i tentativi , che avevano ufati , affine di tirar-
li alla fazione d'Annibale, erano tutti iti a vuoto. Ma-,
la guerra cominciò cogl' inganni . ScrilTero al popolo Cu-
mano, che , dovendo cfli fecondo il folito venire a ce-
leLrare T annua fclta in Ama ( ìao^o tre miglia diftante
da Cuma ) aiandallè quivi il fuo Senato a confultare co*
Senatori di Capua intorno alle ^Tizctnà^'^ e cofe comuni.
I Cuaiani , bejichè fofpettaiTero dell'inganno , non con-
traddillèro alla domanda . Ma fpedirono tofto Ambafcia-
dori a Tito Sempronio Gracco , il qua/e col fuo efercito
paffava quella (iate acquartierato a Linterno . Avendo Grac-
co fenrito dagli Ambafciadori Cumani la venuta degli
Oratori Capuani a Cuma, e la rifpofta , che loro s'era-»
data , e come dopo tre giorni fi farebbe celebrata quel-
la
(a) Liv, Uh, 23.
Libro Primo. 169
la fefta folenne dai Senato Capuano coli* intervento di
tutto i' efeicjto di Capua j egli commife a'Cumanijche
portaflero nella Citrà quanto mai fi trovava nel conta-
do , e fi chiudcfièro poi entro le mura , fenza che alcu-
no ne ufciilè . Il medefimo Confoìo Romano il giorno,
innanzi a quello della fefta , andò ad accamparfi colio
truppe vicino a Clima . Era quivi già venuto biton nu-
mero di Capuani, efiendo non molto Jungi nafcoflàmen-
te sccampari quattordici mila foldati Capuani fotto il co-
mando di Mario Alfio , il quale era allora Mediaflurico
dì Capua . Coflui più attefe all' apparecchio óqì facnfi-
zio , ed air orditura dell' inganno , che a fortificare il
campo , o ad altro affare di guerra . Tre giorni conti-
nui fi celebrò Ja felia , facnfieandofi però di notte, di-
modo,.che il facrifizio era compiuto avanti rre7za not-
te . Gracco ftìmando aver di qui una bella oecafione d*
ingannare i Capuani , dtdc ordine a' fijoi foldati , cho
dalla feda alla decima ora dei dì atrendeflero a ripolare,
aihnchè al far delia notte fofièro pronti a* fuoi coman-
di . In fatti sulla prima vigilia (ì pofe in marcia , facen-
do camm.nare T efercito con un profondo filenzio . Giun-
to che fu ad Ama sulla mezza notte , afialìò ad uii-*
tratto da tutte ie porte ii campo de' Capuani, negligen-
temente guardato, ed uccife moitifiimi di loro , che non
er.uio in ifiato di difenderfi, o perchè dormivano , o per-
chè fi trovavano difarmati, per efièr poco anzi tornati
dal facrifizio , tantoché il numero degli uc^ ifi psfsò i due-
mila 5 fra' quali mori ancora il Capitano Mai io Alfio . L'
elercito Capuano perdette in tal grave tumulto trenta-
quattro bandiere. Gracco, oltre alla fconfirta data a* Ca-
puani , prende le loro tende , avendo perduro in quefl;'
azione meno di cento de' fuoi . E poi fenza indugio fi
tornò a Cuma , temendo Annibale , che fiava accampa-
to in una vallata dd Tifata , dietro a quel Colle , cho
ora dicefi Montanino* Il timore dt\ Confoìo iw ben fon-
dato 5 perchè , come agli orecchi d* Ann;bale giunfe il
fuueftp avvifo delia rotta, data a' Tuoi amici , parti di
Y a fretta
170 Storia Civile di Capua
fretta col Tuo cfercito , avvifandofi di forprendcre d*im-
provifo i Romani , occupati a fpogliare i morti , ed a^
raecorre la preda * Ma il Capitano Cartaginefe reftò in-
gannato j perchè i Romani al Tuo arrivo erano già fgom-
brati dal luogo, dov' egli altro non vide , che i corpi
morti de' Tuoi confederati . Annibale fi farebbe avanzato
a batter Cuma , fé avefle con se portato macchine da.,
guerra : ma perchè la gran fretta non glielo avea per-
mealo , ie ne tornò al Tifata . Nondimeno per le conti-
nue , e premurofe preghiere de* Capuani il dì Ct^uenttj
andò a combatter la Città con tutto 1' apparecchio di
guerra . Molto egli fece , per efpugnare la Piazza ; ma.,
analmente fu obbligato a lafciare i* imprefa , fenza aver
ne punto , né poco profittato j anzi ci an<iò molto di fot-
te , per efiergli ftati ivi ammazzati mille quattrocento foI«
dati , ed altri trentanove fatti prigionieri (a) .
Il Senato Romano, provando gravifiimo rammarico
della venuta d* Annibale in Capaa , della confederazione
fatta co' Capuani , del benigno accoglimento , e degli
onori , con cui quefti lo trattò , de i trapazzi dati dal
Cartaginefè a Decio Magio, per aver fatte le fue parti,
della perdita di Cafilino , e del gran difprcgio moftrato
da' Capuani della Romana Repubblica 5 montato in arra
bile rifolvè vendicar quedi torti, e la fede della leganzs
violata da' Capuani , contro acquali tanto più fi accelè ,
quanto più frefca era la memoria d'infiniti bencfizj,che
a Capua avea la Romana Repubblica in diverfe con-
tingenze compartito . Ed attefo il contrattempo dell* ai^
fenza di Annibale dalla Campania , eflendo andato nel-
la Puglia Peucezia , di già fpedi un groflb ben fornito
cfercito alla volta di Capua, e fece allèdiar Cafilino (^),
ove ftavano ben duemila foldati Capuani di prefidio , o
fettecento Cartaginefi , fotto il comando di un valorofo
Capuano , e di molra didinzione , chiamato Stazio Mi-
nio . Non così tofio il Confolo Fabio avea polto l'afie-
dio , che Magio Pretore di Capua , il quale era diftan-
te
(a) LIv. lìk, 23' cap. 2S. (b) Lw. Hb, 24,
Libro Primo. 171
te clrra diit miglia da Cafllino , radunò un grodò cor-
po di truppe , ed armò ancora gli fchiavi , con dilegno d*
attaccar i Romani nelle loro trincee . All' avvifo di que-
llo apparecchio, Fabio fcriffe ai fuo collega Marcellojche
o venilfe in perfona , o mandalfe il Proconlolo Gracco
con due Legioni a coprir J'afledio. Marcello, che (lava
in Nola , Jafciò ivi duemila uomini, corfe col refto deli*
eferciro, e s'unì con Fabio, ed in quefta occailone fi vi-
dero quei due gran Generali, che avelie mai Roma pro-
dotci , e nudriti alla gloria , operare infieme Ja prima vol-
ta , uno in continuar i'alledio, e l'altro in coprirlo con
un* armata pronta a combattere co* Cartagine!! , e coi
Capuani , fé per avventura avellerò tentato di foccorrere
]a Piazza. Pertanto i Capuani, che erano di guarnigio-
ne , lì difefero con tanto vigore , che Fabio difanimato
dalJa continua ftrage de'fuoi foidati , avrebbe tolto via^
1' aficdio , le Marcello non fé gli foUe oppofto a tutto
potere . Ma finalmente i Capuani, avendo perduta ogni fpe»
lanza d' cflere ioccotCì oda Annibale, o dal Pretore Ma-
gio, Tpeairono i loro Deputati a Fabio, chiedendoli per-
nieflb d' ulcir dalla piazza , e di ritornare a Capua . Il
Conlolo condilcefe a quanto effi dimandarono , conolcen-
dc , che non avrebbe tardato molto a renderfi la Città ,
alia cui difela reitava un picciol numero di Cartagine!]»
Ma Marcello s'impadronì deiJa Porta di Cafil.no , ellen-
done appena ufciti cinquanta ; ed entrando neìla piazza,
palsò a til di ipada tutti coloro, clic le gli oppofero len-
za diftinzione. 11 re(lo de'Cartaginefi , e de' Capuana, che
polero giù le armi , furon fatti prigionieri di guerra , cj
mandati in Roma y (cufandofi Marcello , che non era-i
obbiigaro di Itare all'accordo, fatto col fuo Collega lon-
za fua faputa , e confenfo . Eilèndo dunque Fabio rima-
ilo padrone di Cafilino , diede il guafto ad una gran par-
se dei terr torio Campano, e '1 numero di coloro , ch'egii
utcife , e fece prigionieri , montò a venticinque mila (a) .
Dalla vittoria de' Romani contra CaChoo , e dall'al-
tre
(a) JJlor. hìgtef, pag, ^664.
172 Storia Civile di Cnpua
tre antecedenti pigliarono ellì maggior animo j e duran-
do loro oltremodo Jo fdegno , di già fpedirono un po-
deroflflimo efercito contro a Capua , con determinato di-
fegno di fpiantarla dalle Tue fondamenta , e toglierne
anche Je veftigia ; e già la chiufero d' ogn' intorno col pen-
fìerw di ridurla prima più colto colla fame , che colla-
forza (a) . Fu pofto 1' aflèdio , e fu cinta la Città di co-
piofa foldatefca . I Capuani con ifpirito fommo , e vaio-
re facevano diverfe fortite , e tutte con iftrage crudeliifi-
ma de* Romani. La difgrazia de* Capuani voile, che An-
nibale coli' efercito Cartaginefe fofie allora lontano da-
Capua , ed avendo conqiiiftate diverfe Città della Puglia,
e poi Taranto, iì^va indi aflediando la Cittadella . Era-
no (lati pronti però i Capuani nell* atto, che T efercito
Romano flava in Benevento , prima di arrivare in Ca-
pua , di fpiccare Ambafciadori in Taranto a chiamare di
fretta in ajuto Annibale (^) : Campagli legato^ ad HannU
hakm m'iferunt , qui nuntìarent duos Conjulei ad Beneveri"
tum effe dìei iter a Capua \ tantum non ad portai ^ & mu»
ros htlluiìì effe . Ki propere jubveniat , cekrius Capuam^
quam Arpoi , in potejiatem hoJìiU7n 2)enturam . Ke Taren^
turn quidem , non modo arcem , tanti debere effe , ut Cd-
fu am , quam Carthagini aequare Jìt foUtui , deferiamo 9
indefenfamque Populo Romano tradat , Anche un Cavaiier
Numida , avendo traveriato il campo Romano di notte
tempo, fenza lafciaili ftovrire, diede avvifo ad Annibale
deli'eftremità , in cui Capua s'era ridotta. Ciò finalmen-
te obbligò il Cartaginele a torre l'afledio della Città di
Taranto , ed a marciare in loccorfo delia Città di Ca-
pua colia fua cavalleria, colla fanteria armata alia leg-
giera , e con trentatre elefanti . Sj portò a dirittura ne*
noiiri monti dei Tifata, e propro neli' ameniifimo colie
di Montanino , accorto i due famofi villaggi di Cafapui-
la , e di S. Prisco , ove in una valta pianura, che fin og-
gi fi oflerva , accanipò il fuo efercito (f) : Cajìra Han*
Kiù>a-
(a) I/?or, Ingh he, àt. pag. 4.692. & pgcf,
(b) Liz'Jih» 25. cap» IO» (cj Liv, dee* 3. ìib» 6, cap, 1 1.
Libro Primo. 173
fiìhaìis i qeme in Ttfath erant -^ ed indi da certe alture fi
pofe ad oflervare ia Città di Capua , allèdiata da' Roma-
ni , i luoghi , le fituazioni, deiJ'alTèdio , e quanto per
Tuo buon regolamento fcorger potea {a) :
Tifala mvadit , propior qua moenihuì injlat
Collis , £5? e tumtil'n obfejfam defpicìc urhem .
Vide il gran Capitano Io fiato alTai deplorabile , in cui
Ja Città di Capua per ia Tua afiènza ridotta fi era . Vi-
de il numero eforbitante de* nemici, che circondata Tavea-
no , per abbatterla , e rovinarla , Le notizie à^W^ deter»
minazioni nemiche, che appena giunto nel Tifata gli ve-
nivano da Capua , eran troppo funeiie \ onde i Tuoi ufi-
ziali , quafì che dubbj , e ritrofi al foccorfo dell' adedia-
ta Città li mofiravano . Ma Annibale pieno di fpirito >
e di zelo fi pofe ad incoraggiarli , dicendo loro , che mal fi
conveniva al Tuo decoro , alla riputazione di Cartagine,
ed al valore di sì brava roldatefca il non correr veloce-
mente al foccorfo della Città di Capua , loro amica , C»
confederata, e che ogn'atto di più fina gratitudine vole-
va , che a difefa di lei i Cartaginefi moftrafièro tutto il
loro fpirito , e valore,
Capii^que 'bidente {b)
Terga daho ì an rejideni vicini vertice monti:
Excindi ante oculos pattar focialia tedia ì
Egli Annibale trovò fubiro il mezzo di avvifare gli af-
fediati , avvicinatofi alla Città di Capua , che avea rifo-
luto di attaccare i Romani 5 ordinando a* Capuani di fa-
re una vigorofa fortita nello ftefib tempo , acciocché in
mezzo li coglielTcro , e così a difeiorre quello ftrettiili-
mo afiedio li obbliga (fero . I Proconfoli avendo ricevu-
to la novella , che già s* appre(Fava il nemico , divifero
le loro truppe . Appio alla i^^ìl della fua armata s' ad-
dofsò la carica di rifpingers la guarnigione di Capua >
e Fulvio di difendere le trincee contra Annibale, il qua-
le nel tempo convenuto innanzi tratto coi Capuani co-
minciò i' attacco con gran furia , mentre dall' altra ban-
da
(a) Sii ItaL Hi;. 12. (b) Sii. hai ìib. 12.
174 Storia Civile di C^pua
da h guarnigione di Capua , compofta 41 Capuani, o
Cartaginefi , fi fcagliava fopra ì Romani n^llo ftcflb ìRan"
te . Appio non incontrò aicuno intoppo nel rifpingere la
guarnigione > e (arebbe entrato certamente nella Città,
s'egli non fofJè ftato ferito nella medcfima Porta, e per
la Tua ferita renduto inabile a recare ad effetto il fuo di-
fegno. Quanto poi a Fulvio , egli trovò p;ù dura , e ma-
Jagevo'e imprefa in refiftcre slUc truppe d* Annibale , Jcj
quali fi portarono con tal coraggio , e rifolucezza , chc-^
niuno fé l'avrebbe immaginato. Anzi un corpo di Spa*
gnuoli , aggregati alle truppe Cartaginefi , ebbe fin anche
ardire di pafTare infino agli fteccati de' Romani j tanto-
ché recarono a coftoro non poco timore ; ma perchè non
ebbero altro fcguito, finalmente furono tutti tagliati 3^
pezzi, ciocche Icoraggiò di maniera il comandante*Car-
taginefe , eh' egli fuonò a ritirata ; e quefta fi fec^ in buon
ordine (a) • Scrivono alcuni predo Livio (/') , che ottomila
dell' armata di Annibale , tremila della guarnigione Ca-
puana rima fero morti , e che ad Annibale furon tolto
quindici bandiere, ed alla guarnigione diciotto. Ma feb-
bene gli Autori intorno al numero de* morti fian divifij
egli è ben certo , che Annibale allora fi trovò molto fo-
fpefo, e dubbiofo d'animo di quel , che fi dov«fle opera-
re per l'avvenire, dimando impoffibile poter più lunga-
niente vivere in un Paefè , eh' era guaftato quafi , e di-
Urutto. Finalmente fi appigliò ad un partito ben degno
di lui , e molto proprio , e confacevole a ferbar falva.
la fua gloria , e la fua riputazione , e fi fu di marciare
a dirittura vcrfo Roma , e forprendere quella Capitale ,
mentre gli abitatori il meno , che fofpettavano , era di
vedere Annibale avanti le loro porte. Un fol certo van-
taggio alla fine egli penlàva di riportare, fcavefie man-
dato ad ciFetto un tal tentativo , cioè che avrebbe al-
meno diltolto i Romani dall' aflcdio di Capua, col qual
mezzo più agevolmente fi farebbono potute condurre-»
provifioni nella Città . Ed acciocché i Capuani non rima-
nelicrg
(a) Iftor» Ingl eh. pag. 4^94. (b) Loc* r/V.
Libro Primo, 175
neflcro difanlmati per la Tua lontananza y flcchè venifTc-
ro ad airenderfì da difperati » egli trovò maniera di far
loro palefe un tal difegno j poiché colia forza de* doni
fece sì , che uno fpir ro(b Numida fotte ièmbiantc di dì-
fertore paflaflè nel campo Romano , e di ià entrafT^ in
Capua colia fua ietterà .
II Senato Romano ùtto confapevolc di tal rifoiiizio-
ne d'Annbaie, radunò le maggiori folditcCchcy che po-
tè , per averle al prefidio , ed al foccorfo di Roma i o
fattofi generai parlamento su di un tal aflèdio tra i prin-
cipali Capitani di quella Repubblica , alcuni furono d'opi-
nione , che il togliere i'ailèdio da Capua, e tutta la mi-
lizia Romana, che flava impiegata a quella Città, venif-
fe alla difefa di Roma , acciocché unite tutte le maggio*
ri forze , poteilè alla fine vincerfi Annibale , e diffrug-
gerfi tutto il fuo efercito . Altri limarono doverfi conti-
nuare i' aflèdio di Capua , poiché togliendoli da cfla , (ì
farebbero i Capuani co' Cartaginefi uniti contro a Ro-
ma , e *i nemico avrebbe avuto maggior vigore j ondo
farebbe flato incerto Tefito delia guerra. Altri finalmen-
te furono di fentimento , che fi odervaflè bene ii nume-
ro de'foldati d'Annibale , ed altrettanti, o poco più fi
iìtuaflero per prcfidio di Roma , e queft' ultimo parerò
fu efeguito . Allora flabilirono anche i Romani , che Ap-
pio avelie contmovato 1' alledio di Capua , e che Fulvio
in tanto fenza perder tempo con mille Cavalieri , e quin-
dicimila pedoni , {echi da tre eferciti , per allora folle mar-
ciato per la via Appia , come già fu efeguito .
I Capuani , vcggendo già partito Annibale col fuo
efercito per la via Latina , veggendo defraudato il loro di-
fegno , poiché i Romani in vece di togliere ralTèdio,lo
continuavano , e veggendo , che i viveri erano già per
finire , né fecondo la fituazione dei loro blocco vi era
fperanza di poterne ricevere dal di fuori , cominciarono
a colternarfi d'animo , e affliggerli oltremodo , fpeciai-
mente la plebe, che tumultuariamente ricorfe al Magiftra-
to , cercando qualche elpediente nelle prefeiiti fciagure.
Z era
176 Storia Civile di Capua
Era allora Mediitutico della Capuana Repubblica Lepplo
Ledo, uomo plebeo, ma di flngolar prudenza, alla cui
madre {a) un Arufpice avea rifpofto , ch'egli un giorno
avrebbe goduto il fommo impero della Città . Il Lefio
come plebeo , perchè vide il popolo entrato nel mag-
giore sbigottimento, e che gli replicava le iftanze a con-
vocare il Senato , per trovare i mezzi più acconci , ed
opportuni a camparlo da' difaftri , che già già gli fovra-
ftavano , chiamò Senato. L* adunanza fu numerofa , e pie-
na , perchè il popolo fi era proteltato, che fé i Senatori,
e la gente nobile non fodero allora venuti alla Curia , fa-
rebbe elfo andato nelle loro cafe a cacciarli via a forza:
Concurfus (b) popuH ad Curìam fadìui coegit Lejium Se^
natum Zfocare , c^* primorihui , qui jam diu puhììcìi con-
Jllih aberanf > propalam minahantur , nijt venirent in Se-
natum > circa domoi eorum ituroi fé y ^ in puhlicum om-
nei vi extra&uros ejfe . h timor frequentem Senatum Ma^
gijìratui praehuit .
Il popolo intimorito dall* immenfo ftuolo de'foldati
nemici, dal terribile apparecchio, che v'era, di mette-
re a fangue, e fuoco la Città, gridò pubblicamente nel
Senato , e conchiufe a voce alta , che la mattina feguen-
te ^\ chiamaflèro i Romani dentro le mura di Capua , e
fi confegnaflè loro la Città 5 tanto più perchè fi cono-
fceva eflfer quefta T univerfale inclinazione della plebe-»
a favor de* Romani, anche delle donne Capuane, tra-»
le quali Valerio Maffimo ne racconta due , Veftia Oppia,
madre di famiglia , e Faucula Cluvia , pubblica meretrice^
la prima ogni dì facrificava per la falute dellefercito Ro-
mano , la feconda fomminiftrava gli alimenti a' Romani
prigionieri , tutte e due di genio Romano , impegnate-»
oltremodo alla venuta de* Romani in Capua. Alcuni Se^
natoti furono di contrario fentimento 3 anzi £\ rifentiro-
no di sì infame rifoluzione del popolo j onde proccura-
vano perfuadere la plebe di defiftere da quello ftabili-
mento , ad elfi , ed a' fuoi pofteri troppo pregiudiziale; ma
in
(a) Z/s'. Uh 2(5, cap. 5, (b) Liv, Uh 26* cap- ^«
Libro Primo. 177
In vano, durando il popolo nella forte oftinazione di vo-
lere Ja mattina feguente introdurre in Città i Romani :
gli altri Senatori furon di parere , che Ja Città di già fi
lendefTe. Ma Vibio Virio , arringando con fommo 7eIo ,
ed eloquenza , fconfigliò tal refa , dicendo che con queita
non avrebbero fatto si , che i Romani trattalTero Capua
con clemenza , eflèndofi efià con eftrema perfìdia , e cru-
deltà ribellata da loro . In conferma di ciò aggiun(è 1'
odio implacabile, che quefti nemici portavano a Capua j
giacché da due anni la tenevano (erettamente afiediata-
con grandidimo loro pericolo , incomodo , ed inquie-
tudine j tantoché la mofla fatta d'Annibale , con acco-
ftarfi fino alle mura di Roma con un numerofo eferci-
to , non era itata valevole a divertirli da un allèdio sì fie-
ro , ed oftinato . Di qui conchiufe , che un odio cotan-
to accefo non potea fmorzarfi , che col fangue de' mife-
li Capuani . Saggìunfe poi che , non potendo i Senatori
di Capua ev rar la morte , era miglior partito , ch'efli
ftefii fé la defiero onorata , e fenza tormenti , che la fof-
frifìero da* Romani fvergognata , e crudele . Terminò fi-
nalmcnte Ja fua arringa con dire : „ Fo apparecchiato
„ un beJ pafìTatempo in mia cafa , dove dopo aver man-
j, giato , e bevuto a crepa corpo, una tazza di veleno
„ terminerà infieme e i noftri giorni , e le noftre fven-
„ tire. Coloro, che hanno in non calcia vita, mi ven-
» gan dietro pur efli arditamente . Una gloriofa morto
„ ne acquifera rifpetto predo il nemico, e '1 disleaJe An*^
j, nibale piangerà non poco Ja perdita degli alleati , che
9, non fi meritavano di efièr in cotal fatta abbandonati,
,, e traditi . Piacque a molti Senatori il fentimento di
Virio, ma ventifette folamente lo ieguirono, avendogli
altri mandati Ambafciadori a* Romani a dar loro Capua
in potere. I feguaci di Virio , dopo aver banchettato con
Jui in fua cafa , tutti bevettero i' un dopo, l'altro il ve-
leno , già ben apparecchiato j indi abbracciandofi 1' uiu
l'alno, dirottamente piangendo , fi diedero tra ci loro
alia Repubblica, alla Patria, ai Mondo l'ultimo addioi
Z 2 e di
178 Storia Civile dì Capua
e di là a poco moriron tutti, e i cadaveri furono da' lo-
ro fervi per lor ordine immediatamente bruciati : Vi-
hìum Vìrìum feptem , (3 vìgìntt ferme Senatore^ domum
ficutì funt : epulatìque cum eo , ^ quantum facere pò-
tuerant , alìenath mentibus ^'mo ah immineniis Jenju ma^
lì , venenum omnes fumferunt {a) ,
E già non tanto fpuntò Taiba della mattina vegnen-
te, che fu aperta la porta di Giove, la quale riguardava
il campo Romano , e fu per effa introdotta nella Città
una legione , e due fquadre di cavalli con Gneo Fulvio
Legato . Quefti fece fubito ftringere, e ben legare i fol-
dati d' Annibale , che ftavano a quel prefìdio j indi inti-
mò la generale raflègna di tutte le truppe Capuane , o
confederate , le quali nella Città fqtiadronate, in un fu-
bito delle armi , e itrumenti bellici private furono . Di
poi furono da' Romani carcerati i Senatori , che fi tro-
varono viventi , e non ebbero lo fpirito di beverfi il ve-
ieno , e tutti ben legati furono condotti avanti i Procon-
foli , che ftavano fuori della Città • Appena giunti elfi
innanzi a* Generali Romani , che furon tofto incatenati , e
fu loro ordinato, che deflero a'Queftori tutto Poro, zj
l'argento, eh' aveano. L* oro fu fettanta libbre, e l'ar-
gento tremila libbre, edugento. Quei Senatori, che piCk
degli altri fi erano adoperati contro a* Romani , furono
da' Proconfoli mandati ventotto in Teano , venticinque
in Calvi, ove, come or ora dirò, difgraziatamente mo-
rirono : Senatore! quinque (3 viginii Caks in cujìodiam >
éuodemgtnft Theanum mijji {h) .
Or eflendo Appio naturalmente inclinato alla piace-
volezza, e Fulvio per oppoftoalla feverità , nacque gran
contefa fra di loro intorno a' Senatori carcerati in Tea-
no , ed in Calvi ; onde per finirla , fu rimelfa {e) la forte
di quefti al Senato Romano j ma dopo alcuni giorni ia-
forfe voce , che il Senato non voleva affatto permettere,
ed avea rifoluto , che non £\ ammazzaflero i Senatori di
Capua , carctrati in Calvi, ed in Teano j e che n'avreb-
be
(&)LhMa6* (b) Liz^Joccìt. (e) VaLMaJfMh.^^ccipS.nA.
Libro Primo . 179
be mandati gli ordini a Quinto Fulvio Fiacco . Ma que.
fi' empio , crudeiidìmo comandante non tanto inrefe una
tal notizia , che ufcendo dal campo di mezza notte , s'in-
viò fretrolofamente con dueaiila cavalli verfo le Città
fuddettej e fubiro, che fu giunto in Calvi, fece prima^
battere con verghe , e poi fece prefto trucidare quei Se-
natori, che ivi fìrrovavan prigionieri; indi pafsò in Tea-
no , per dar morte agli altri , che ivi erano j e mentro
ftavan legati al palo , ricevè lettere dal Senato Roma-
no . Ma credendo egli , come già era , che tali lettere con-
teneflèro V inibizione della morte de' Senatori Capuani ,
non l'aprì (a) , ma fé le pofe alla fìniflra mano , e col-
ia deftra comandò T efecuzione della fentenza, e già fu-
rono ancora quelli trucidati. Di poi apri le lettere, che
Ja morte de* Senatori gli vietavano. Or mentre Fulvio fi
levava da federe , Giubeilio Taurea , uno de' primi più an-
tichi Patrizi Capuani, correndo a traverfo della moltitu-
dine , fi fece avanti a Fulvio Fiacco, e così gli parlò ;
„ Giacché , o Fulvio , hai tanta ictQ dei noftro fanguc-»
„ Capuano j perchè deflfti di beverti anche il mio , c->
„ darmi la gloria anche di morire per tuo comando, ma
9, con fortezza, e fublrmirà di cuore ? Quello fteflTo fon
„ io, il quale, affinchè la mia famglia non fofFriflè al-
ff cuti oltraggio da' vincitori colla propria mano, e con
ry quefta fpada ho trucidato mia moglie , e tutti i miei
p figli. Tal farebbe il mio defiderio, rifpofe Fiacco, ma
il Senato Romano io proibifce : Lihenter id effe faBi^^
rum {h) , ntjì Senatu^ au&oritate impedir etur . Ed in \xn
iubito ripigliò il Taurea : „ guarda , o Fiacco , e guar-
^ dami bene, e vedi, che farò per fare azione grata per
,„ altro agli occhi tuoi, ma maggiore de\ tuo animo. Ed
ecco con fomma intrepidezza di fpirito , veramente Ca-
puano , ammazzò avanti gli occhi di Fiacco se fleflb ,
caricando il fuo petto sulla punta deila fua fpada iftef^
fa > e fé ne morì. La Storia conchiude così, lodando Giu-
beilio
(a) Z/e». epìt, lìK 26, cap, 12. 13.
(b) Vah Maff. lìb, 3. c(i{* 2. s^crj, n. z.
i8o Storia Civile di Capua
belilo Taurea : Q^tf/;^ ìllum virum putemui fuìffe ,quì [no*
rum , ac fua caede tefìarì ifoluit fé Fuhiì crudcUtatem^
fugì/lare , quat^ Senatui mìfsricordia uti maluìffe . E pu-
re per moftrar Fiacco vie pù Ja fua crudeltà , e i' odio
inreftino centra i Capuani, in atto, che il Taurea gene-
rofamente moriva , ordinò al Littore, che avefle carica-
to di baronate il corpo di lui già fpirante , come fcrif-
fe Livio ; Hi e pojìea capta Capua a Fulvio , manu propria
conyjge ^ G? liberi: interfe&is , fé pojìremo ante pedes Im*
peratoris gladio tramfixit , cui morienti Flaccus virgat
addi jujft .
I Romani ammazzarono in quefta contingenza , co-
me già diflì di fopra , circa fettanta Senatori , oltre ad
altri vcntifette , che morirono da loro ftelfì avvelenati
nel convito di Vibio , carcerarono trecento della loro
nobiltà , altri diedero in cultodia , e li diftribuirono per le
Città focie del nome Latino, i quali per varj cafi poi (1
confumarono . Il popolo baflo fu venduto , e cosi furoa
vinti , ed opprefli tutti i difgraziati Capuani j così ter-
minò la gloria della famofa , e tanto rinomata Città , e
Repubblica Capuana j e con tal lagrimevole , fanguino-
fa tragedia terminarono i fafti più fublimi d' una graiij
Città, la quale confidata nel valore, e nelle prò me (Te di
Ann'bale di doverla render Metropoli d'Italia, e poi da
elfo abbandonata , divenne preda de' Romani , perde il
luftro del fuo antico magiftrato , vide i cavalieri più no-
bili della Patria girne carichi di catene per varj luoghi
della Romana Repubblica , ed il fuo popolo parte ven-
duto , e parte bandito , fenza fperanza di potervi un'al-
tra volta ritornare 3 non avendo la crudeltà , e tirannia^
Romana altro lafciato in piedi in Capua , che le folo
mura , e con elle il folo fuo nome : onde Cicerone mil-
lantando la braura de* Romani in abba^erc quefta no-
bile , e maeftofa Città , così dilTe al Senato ; Majores
Z'ejìri Capuani , Magiftratus , Setiatum , ConftUum com^
mut2e y omnia denique infìgnia Reìpublicae fujiulerunt : nc-
que aliud quidquam , nijl inane nomen Capuae reliquerunt.
Gru-
Libro Primo. iSi
Crudeltà così grande , e trattamento sì fpietato , diu
ì Romani coiitra la Città di Capua praticato , non fola-
mente riufci di eftremo cordoglio a quei miferi cittadini,
e di fomma afflizione alle Città convicine, ma recò an-
che un fommo rammarico , e flupore alle Città eftere .
Onde , avendo poi i Romani mandato in Grecia i loro
legati , per contrarre amicizia , e leganza con quei popoli,
in Etolia un pubblico congrellb a tal effetto fi adunò .
I legati di Macedonia biafimarono pubblicamente la tiran-
nia della Romana Repubblica , e^la fuperbia , con cui op-
prefli teneva i fuoi popoli , e tra le altre molte cofe efa-
gerarono la barbarie inumana, praticata colla Città di Ca-
pua ; onde affrontatofi il legato Romano , fcaricò tutta
la colpa fopra la fteifa Città di Capua , e fuoi cittadini,
che fi alienarono da Roma, e fi diedero ad Annibale, e
così rifpofe : Cof7tra hoc {a) & z>os , & omfies gentei fci^
re 'nolumus prò merito cuìque erga noi fortunam ejfe'y an
Carnpatjor^m poenae , de qua neque ipjt quidem queri pof"
funi , KOS poenìteat ? Hi è orni n e s cum prò iis belimn ad^
verjuì Sawnitei per annoi prope feptaaginta cum magnit
tìojìris cladihiii gejfìffemtiì ; ipfoi foedere primum , deinde
connubio , otque inde cognationibm , pò [iremo Civita te nO"
bis conjunxijfemui ; tempore noflro adverfo primi omnium
Italiae populorum ^ praejldìo nojìro foe de Inter feBo^ ad Han^
nihalem defecerunt . Ma 1' accorto legato Romano parlò
folo , e dilfe il fuo foltanto 5 appunto come fogliono
nelle contingenze far quei , che il popolo innocente a-«
far loro ragione in afiènza delie parti interellàte , s* in-
duftriano , ove la ragione , e la giuftizia loro non aflì-
fte . Tacque egli i* ofìequio continuo, le dedizioni, f af-
(iftenza della Capuana Repubblica in ogni congiuntura-*
- - - Legai
nato fatti cacciare da Roma per mano d* un littore gli
Ambafciadori delia Capuana Repubblica . Non diffe il
carn-
ea) Liv^ toc, ciP^
\Si Storia Civile di Capua
campo Falerno toltole a forza : tacque finalmente mille
oppreifioni , e mille alture , che i Capuani da Roma in
varj fcontri (offrirono, volendo Tempre quella RepubWi-
ca far loro da Vincitrice , da Principerà , da Tirann«_j :
motivo tra i molti , per cui fi molTero i Capuani a fcuo-
terne il giogo , e confederarfi con Annibale .
Finalmente fi tenne configlio, fé Ci dovefic Capua-»
in tutto rovinare , e sbarbicar dalle fondamenta , con.»
abolirne anche il nome ; e dopo lunga confulta fu de-
terminato , che la fola Città reftafle in piedi , per non-»
perdere r utilità , che fi ricavava da i fertilifiimi fijoi ter-
reni, e ferviffe, per potervi abitare 1 lavoratori de' cam-
pì , gli artefici , ed altri uomini , fecondo il bifogno : De
urbe , agroque reliqua confukano fuis : quihufdam dekn-
dam cenfentibus urbem praevalidam , ^icinam , inìmìcam .
Ceterum praefeni utilità^ vicit : nam propter agrum , quem
omni fertilìtate terrae fatìi conjlabat primum in Italia^
effe , urbi fermata ejì y uC effet alì^fua aratorum fé dei {a) .
Non vollero però , che vi fofie Senato , o Magifirato 9
né Configlio alcuno , ma che di anno in anno da un.*
Prefetto Romano governata fi fofi^, e così fu ella ridot-
ta al miferab.lifiimo flato di Prefettura ,
Non mancò però i\^\ petto de' Cavalieri Capuani
fpirito nobile , e fangue troppo brillante nelle loro vene
da poter vendicare pontra i Romani uno fcempio così
crudele fatto de* loro concittadini , e della Capuana Re-
pubblica : imperciocché alcuni giovani Capuani , figli di
quc' Senatori , che da Fulvio Fiacco in Teano , ed in Cal-
vi decapitati furono , con altri nobili della famiglia Ca-
lavia , di foppiatto in Roma con molta loro gente por-
taronfi , ed attaccaron fuoco per più parti a quella cru-
delifiima Città , per ridurla totalmente in cenere . ArfcL/
la fiamma , e molti luoghi , e molti palagi fi bruciaro-
no i ma traditi da un loro fervo ,furon carcerati , e poi
condannati a morte. E febbene non ebbero il piacere di
vedere il lor dcfiderio fi^\ tutto adempiuto , alme-
no
(a) Lì^* locn cit.
Libro Prima. 183
no morirono ben contenti sul rifleflb di quella cataftio-
fe , che a Roma avevano cagionata , e per aver moftra-
to alla Patria , ed al Mondo il loro fpirito fublime di
vendicare i torti , inferiti alla loro Città, ed a' loro Geni-
tori ; Nod^e (a) , qi^e prìdie quinquatrui fuit , plurìhén
Jìmul locìt circa forum hcendìum ortum . Eodem tempore
feptem tabernas , quae pojìsa quinque , & argentariae ,
' quae nunc noz'ue appellantur , arjere» Cori'tprthenja pojìea
privata aedìfìcìa ; comprehenfae latumiae , forumque pi^
fcaj^orìum i & atrìtim Regium . AEdes Vejìae mx defen-
fa ejì , tredecim maxims fervorum opera , qaì in publicum
redempti , ac 'manumijjì funi . 'HoBe , ac die continuatunLa
incendium fuit Campanorum Calaviorum fervui
( Manliui nomen eierat) iridicazfit dowìnoi , (3 quinque
pr aeterea juvenei noli lei Campanos , quorum parentei <u>
Q^ Fulvio fecuri percujjì erant , id incendiuìnfeciffe , vul-
goque fa&uros alia , ni comprehendavtur . E quei della fa-
miglia Blofìa (^) nelle Ca ferme , da' Soldati Romani fatto
in Capua , attaccarono fuoco con fommo fpirito nell'at-
to, che il Confolo Fulvio Fiacco vi fi tratteneva a ven-^
tiere le robe degli efiliati cittadini .
Da ciò prende motivo Q^ Fulvio Fiacco di maggior-
mente incrudelire contra que' miferi cittadini , che den-
tro Capua rimafii il erano , onde li teneva così riftretti,
che né meno permetteva loro ufcir le porte della Città
per qualfiiìa neceffario affare. Ma palTando per Capua il
Confolo Levino , gii fu efpoflo da' Capuani io flato mi-
ferevole , in cui i' aveva riftretti, e ridotti Quinto Fulvio,
e gli cercarono con molta fommiflìone , e preghiera uii-»
qualche ajuto in tante graviiìimc fciagure. li Confolo ac-
cordò loro, che avellerò mandata una legazione in Ro-
ma al Senato, cercandogli follievo m tali tìnguftie.Così
fu fubito efeguito da' Capuani . Ma W Senato Romano
coir affcnfo tìel popolo fece una decretazione aliai cru-
dele . Confermò 1' antecedente ftabiiimento , ed ordinò y
che alla riferba ^^\\^ due già dette donne , alle quali la
A a robd;
(a) Lìv* Uh. 26. cap. 21. (b) Lìv, Uh. 27,
184 Storia Civile di Capua
roba , e la libertà (i concedefle , tutti gli altri Capuani
fodero fpogliati de* loro averi , e da Capua foflèro pre-
tto prefto difcacciati 3 fottomettendo alla ftefla pena gli
Atellani, i Calatini , ed i Sabbatinì, che da Capua dipen-
deano . E così (ì eftinfe in tutto la gloria , ed il nomo
ancora della tanto nobile , antica , e rinomata Città di
Capua. Qiiindi fcr i Ile Livio (<^); Capi/a quidem fepulcrunjy
(3 monumentum Campani populì , elato , d^ extorri eje&o
ipfo popolo , ftiperejì r/rhs trunca y Jtne femtu ^ Jlne plebe ^
Jìne magijìratibu: ^ prodigium reliBay crudeliuìhahitanda^
quam fi deista foret .
CAPITOLO VIIL
Capua r elìciuta Prefettura de'' Romani.
IO ben so , che fieno troppo noti agli eruditi miei leg-
gitori i termini j ed i vocaboli delle antiche Romano
iìtuazioni, e degli ftati, e condizioni loro; onde bafterà,
che per chiarezza de'fegucnti capitoli mi pigli il penfìe-
ro di femplicemente loro ricordare , eh' era il Municipio
una Città collegata eoi popolo Romano y la quale vi-
vendo fecondo le leggi , ed ufanze proprie , fi godea de*
diritti, onori , e prerogative de' cittadini di Roma .
La Colonia fi era una parte di qualche Città condot-
ta ad abitare in altro luogo , e quivi governata fecondo
Je leggi, e ftabilimenti della fua Città propria - Le Co*
Ionie erano o civili , o militari . Le prime {i componea-
no di cittadini poveri , che altrove a coltivare il terre-
no, ed a vivere de' frutti di edb mandati fi erano . Lo
feconde eran compofte de' foldati veterani , collocati al-
trove ad abitare , per menar quivi pacificamente , ed in
ripofo il refto de' giorni loro . E quefto nome di Colonia
lì trafporta a fignificare ben anche il mcdcfimo luogo,
dove i Coloni venivano dedotti.
Sotto
(a) Liv* lib. 31,
Libro Primo. 185
Sotto n nome di Trefettura s* intendea una CittS
dell' ItaJia coi Tuo Conrado , il popolo àtWz quale , per
aver mancato di it^^ a' Romani , come veniva lotto il
dominio loro , tolto era fpogliara étWo. Tue proprie leg-
gi , de* magiftrati , e ài^\ fuo pubblico confìglio , e vi era
da Roma ogn*anno mandato un Ufiziaie dol titolo di
Prefetto, il quale a fuo fenno formava gli editti , ed a
tenor di efli rendea ragione . Dal che ^\ fcorge , che la
Prefettura , e la Provincia non punto differivano dalla.*
ragione del governo , ma in quelto foltanto , che quan-
do i Romani foggetravano alla loro giuridÌ7Ìone una Cit*
tà d' Italia , la chiamavan Prefettr^ra : quando poi que-
lla forte toccava ad un Paefe fuor d' Itaha , quefto fi ad-
dimandava Proz'incia,
La Città di Capua dunque , Repubblica la piiì an-
tica , e la più formidabile di Roma , ricca , altiera , po-
tente , da ogni parte temuta , e rinomata , Cirtà , che-
nel fuo fiorito flato di Repubblica giunfe ad edèr Muni-
cipio di Roma , avendone prima goduto il diritto i Ca-
valieri Capuani, e quattro anni dopo tutti quanti erano
i cittad ni di Capua (^) , V anno di Roma 419. cfiendo
Confoli Sp, Poflumio , e Veturio Calvinio , dopo eflcifl
in sì feliciflìmo fiato per lo fpazio di ben cento venti-
tre anni mantenuta , toftochè fu vinta , e foggiogata da*
Romani, in pena della Tua confederazione con Annibale,
chinò umiliata il capo , e 1* anno 542. di Roma fu ren-
duta V]l Prefettura della Romana Repubblica , priva , co-
me già dilli , di nobiltà , € di magiflrato , abitata da^
viliffima plebe , e da* poveri agricoltori ; Urhem Capuani
( fcrifle Cicerone ) ex Italia -pulcherrimam non fùjiule»
runt ^ (3 9nultumin pojìerum viderunt y quod nervii urbii
omnibus exje&is , utbem ipfam jolutam , ac debilitatam
reliquerunt , unde aratorum receptaculum , nundtnai ru»
Jticorum , cellam , atque horreum Campani agri effe ^olU"
erunt . Anzi alla coltura de' campi Capuani accoriero
molti, e divcrfl Liberti, mandati a pofta in gran nume-
A a 2 IO
(a) Liv, loc. cit.
i86 Storia Civile di Capua
ro dalia Repubblica , la quale avevaf] per se riferbata-»
la proprietà de' fertiliflimi terreni , e delle cafe de* vinci
Capuani. E perchè folca il Senato Romano da anno in
anno crear quattro Prefetti, e mandarli al gov^erno del-
ia Campania in quattro parti di efia , c3 quatuor ^ qui in
Campania mittehatitur , fcriflè Dione [a] , uno di elfi era
deftinato ogn' anno al governo della Città di Capua. .
Quelli governava la Città , quefl"] le prefcriveva le leg-
gi , quefti caftìgava i delinguenti , ed a quello erano te-
nuti i Capuani , come ad un aflbluto padrone ^ di ubbi-
dire,
\3n sì Jagrimevole flato di Prefettura fu oh quanto
diverfo da quello dell'antica volontaria loro dedizione 5
imperocché in quefto rimafero i Capuani {ignori delle^
loro cafe , rimafero alla Città i magiltrati , gli ordini,
e Ja piena libertà di ioro ftefli , fé non che fi poferoiii
una fubordinazione , e dipendenza della Romana Repub-
blica j ma nello ftato di Prefettura rimafe tutto tutto,
quanto vi era in Capua , ad arbitrio de* vincitori , né al-
tro avanzò a' Capuani , che le fole loro abitazioni. Ed
in quello infeliciflxmo flato vifle la fciagurata Città per
lo fpazio di più di un fecolo i tantocchè da tempo in_>
tempo andò in coilafTo il famofo acquidotto , fi vedeva-
no rovinare i pubblici , e privati edifìzj 5 ed eflendo la.*
Città abbandonata dalla gente nobile , e eulta , fi vide-
ro da anno, in anno deturparfì le piazze , e cadere iiij
tutto la Città dall' antica fua bellezza , e magnificenza»
Tal decadenza della Capuana Repubblica , e Jo flato mi-
ferevole di Prefettura deferi ve a maraviglia Marino Frec-
cia De Suhjsudii nel fuo eruditiUimo libro , le cui paro-
le , che fanno a tal propofìto , mi piace qui minutamen-
te trafcrivere ; Campani longa ^ ac dura ohfejpons adJìriBi
ah Appio Claudio , (3 Quinto Fuhio Confulibui , in Roma*
norum de'Denere potejìatem : a Fuhio Fiacco 'Zfirgis caejì ^
eapite puniti , honis omnibus auro , <S* argento denudati
[ani 5 agev eotum puhlìcatus e(i , ^ militibai ajjtgnatus j
Sena-
(a) Lih, 54.
Libro Primo . 187
Senatore^ , atque eorum Senatui deletus eft , in feruitn-
rem redaBi funi j ita ut eorum civìias fede^ ejjet arato-
ru7n , & domus ferz'atae [unt , ut ejfent horrea [rnmev-
torum^ eis Praetore ajjìgnato ^ ut fcrihìt Livius dec>3.^
6. Itb, 5. ejcifdem gladio ifiteremtìs Senatorihui circi ter
Jeptuaginta , nohilibui irecentum carceri traditi^ , civti
venumdati funt , ut nulìu7n cjfet in Campana urhe ci^ili^
tatii nrrmen , [ed utiìitatis gratia accoìae ejfent , CS hahì^
tatores artifices y agricultores ^ injìitutorei y uc liberti, His
rerum Campanarum finii .
Non ialciarono però que' pochi cittadini , ri meflì den-
tro Capua , o ne' Itioghi vicini, ancorché ridotti in jf^a-
to sì compaiilonevoie , di moltrariì Tempre oflequiofi a*
Romani , fervirli in ogni contingenza , affifter Joro ne.*
difaflri , pigliar anche , al meglio che potevano , le armi a lo-
10 difcfa nelle guerre , albergarli , e far loro in ogni
fcontro tutte le maggiori finezze 5 onde fi andavano cat-
tivando a poco a poco la benivoglienza di Roma , co-
me fcrilfe Cicerone ; Quìbuì omnibus dotnejìich , externi fqus
lellis Capua non modo Kon obfuit , fed opportunijjìmam fé
nobis praebuit , & ad bellum inftruendum , C^ ad exerci*
tus ornandos y& te&is y ac fedibus fuis recipiendos . Tan-
tocchè efii a capo di ventidue anni y efièndo Confoli No-
biiiorc , ed Ulfone , racquiltarono ii diritto Municipale ,
che per Ja dura condizion di Prefettura di già perduto (i
aveano 3 imperocché in tal tempo avendo i Capuani di-
mandato al Senato di Roma , ove dovelTero elfer radè-
gnati , e defcritti , non efièndovene allora veruna ficurez-
za , ufcì il decreto , che fodero defcritti in Roma ; Cum
Campani [a) , ubi cenferentur , Senatum confuluifj^ent ( nam
antea incertum hoc fuerat ) decretum eji , ut Komae cenfe'
rentur . Quello decreto mofle i Capuani T anno dopo ,
cioè Tanno 565. a dimandare al medefimo Senato , che
fode loro lecito di maritarfi colle cittadine Romane, o
che quei , eh' avedero di già contratto maritaggi cooj
ede , potedero tenerfele , ed i figliuoli oati avanti a quei
gior-
{ii) Lh. loc* dì*
i88 Storia Civile di Capua
giorno, per legittimamente nati da efli , e per loro ere-
di riconofciuti fi foflero : Campani ( profiegue io fteffo Sco-
tico ) ct/m eos ex S. C, q^od priore anno faBum evat ^
Cenfores Rowae cenferi coegiffent ( nam antea incertum^
fuerat , tihi cenferentur ) petierunC , ut Jìbi cives Romana ^
ducere uxorei liceret , & Jt qui priui duxìffent , ut ha-
Vere eas , & ante diem nati uti jujìi Jlhì liberi , heredefq.
tjfent . Utraque rei impetrata . Or V efiere all;brato iii->
Roma, il maritarfi colle donne Romane , refìereammef-
fl a militare nelle Romane Legioni , e '1 refto , che nar-
ra Livio , fono cofe proprie de' cittadini Romani j e per-
ciò toccante a quefto , racquiftarono i Capuani , come già
diflì , il diritto di Municipio j ma non nfcirono dallo fia-
to compaiiionevole di Prefettura 5 durando la Città ad
cfler priva di nobiltà , e di magiftrato , abitata dalla-*
gente vile, e da una gran parte di liberti.
Di quefti Liberti , mandati dalla Repubblica di Ro-
ma a coltivare i terreni Capuani , fé ne trovano oggi in
Capua molti , e diverfi monumenti , noti già a tutf , e
lenduti ufuali ad ogni genere diperlbne. Ma perchè Tan-
no 1749. da un'aratore del territorio di Giufeppe Pirolo,
verfo Santa Maria Maggiore , e proprio vicino 1' antichif-
lìmo Arco Trionfale , nell'atto di arar quel terreno, fu
fcoverto un bel fepolcro di pietre vive molto grandi 1 ed
in efib un'ep'grafe , che con chiarezza fi leggeva, con-
fervata oggi dal dotto Canonico D. Francefco Ciccareliii
mi è paruto bene trafcriverla qui, come ijna cofa nuova,
inedita , ed a pochifiìmi nota .
et CANIO CLL ZETHO
Q^CANIVS Q_L PROTVS
TRATER ZETHO PATRON^
et CANIO Q^L AMPHION
FRATRI
Per intelligenza di quefta Ilcrizionc, mi piace di fempli-
cemente ricordare all'erudito Leggitore, che Patronui^ e
Lihertus fiano termini correlativi j ed ognuno fa , che Pa^
tronus è quello , che dà la libertà al luo ichiavo ; Li-^er-
tUi
Libro Primo. 189
tui è Io fchiavo manomeflo , cioè pofto in libertà . Iiu
quefta ifcrizione Q^ Canio Zstone > Q^ Canio Proto , o
Q^ Canio Anfìone Ibno tre fratelli , tutti liberti di Q^ Ca-
nio ( dal quale prendono il pronome ) nel tempo , che
Qi Canio Proto pone l'ifcrizione al fepolcro de' due fra-
telli fuoi , (^ Canio Zetone , e Q^ Canio Aniìone .
Altresì li rileva da detta ifcrizione > che Q^ Canio
Proto, che allora infienie co* fuoi due fratelli era Liber-
to di Q^ Canio , prima era ftato liberto del fuo fratello
Zetone, chiamandolo Patrono, non edèndo nuovo, co-
me abbiamo in quella , ed in altre ifcrizioni , che un fra-
tello folle fchiavo deli' altro ; ilche vien anche conferma-
to nelle Sagre Storie , che fra le altre nazioni appo gli
Ifraeliti fpeflb tali fervitù tra* fratelli ^\ davano, e l'uno
fpelìb air altro diveniva fchiavo <
In quelta ifcrizione fi fa menzione della doppia fchia-
vitìj di Proto, e dell' efière flato due volte manomcHb,
e con eleganza la feconda volta fi efprime col Q^ L.
( cioè Liberto di (^ Canio ) la prima volta coli' altro
termine correlativo di Pafronus . Dice dunque l'ifcrizio-
ne, che'l fratello Quinto Canio Proto, Liberto di (^Ca-
nio ( ci s'intende monumentum pofuìt , M. P. ) a Quin-
to Canio Zetone , Liberto di Q;, Canio , il quale Zetone
fratello gli iw un tempo Patronus , e a Q^ Canio Anfìo-
ne, altro fratello, fimilmente Liberto di Q^ Canio. Ma^
bifogna lafciar Capua piena di Liberti, e nello flato de-
plorabile di Prefettura , e conchiuder quefto capitolo con
tornare ad Annibale , e terminar il corfo della Storia^
di lui .
Profieguo dunque con ciò , che fcrivc Monfignor
BolTuet . L' anno 552. della fondazione di Roma , 250. an-
ni in circa dopo la fondazione dcWt Monarchie de'Per-
fiani , e 202. anni innanzi a Gtsii Crifto , Cartagine reflò
fottomefTa a* Romani . Annibale non lafciava fottomano
di eccitare de' nemici contro di efii da per tutto , ovo
poteva ; ma non fece , che flrafcinare tutti i fuoi amici
antichi, e novelli nella rovina fua , e della fua Patria.
Palle
ipo Storia Civile di Capua
Dalle vittorie del Confolo Flaminio , Filjppo, Re di Ma-
cedonia, alleato de' Carraginefi, reftò disfatto.* i Re di
Macedonia ridotti aH'eftremità^ e ia Grecia libera dal lo-
ro giogo. I Romani imprefero di far morire Annibale,
che ancora dopo la Tua fconfitta fenibrava lor formida-
bile . Quefto gran Capitano , ridotto a fuggir dal Tuo Pae-
fe, follevò l'Oriente contra di effi , e trafTe le armi lo-
ro neir Ada. Co' Tuoi validi ragionamenti Antioco, fo-
pranncminsto il Grande , Re di Siria , divenne gelofo
della lor poffanza , e mofie loro la guerra; ma facendo-
la , non fcguì i configli di Annibale, che io avea impe-
gnato . Sconfìtto per mare, e per t^erra , accetr^ la leg-
ge , che ^V impofe il Confolo Lucio Scipione , fratello
di Scipione Affricano, e furinchiufo fta le balze del mon-
te Tauro. Annibale fi ricoverò nella corte di Prufia,Re
della iBitinia , a ciii fu con premura , e con minacce^
richieda iftantemente ia di lui tefta dalla Repubblica di
PvOma . Or veggendo quefto gran Capitano V impegno gran-
de de* Romani contra di lui , conobbe di .eiler mai fica-
io nei iuogo , ove fi trovava ., temè con giufto funda-
niento di cita: iìcuramente tradito 3 e conolcendofi vecchio
di ben 75. e più anni , fianco di aver vivuro femprcj
colle armi alia mano in continue guerre , volle ivi fi-
nir la fua vita j onde con una bevanda di potentilfimo
veleno fi die tra poche ore da se ftefib la motte , e fu
Sepolto nella Città , detta Libijfa , dove ne' fecoli a noi vi-
cini {\ vide il fepolcro di lui . Accadde la fua morte-?
l'anno di Roma 572. innanzi Ja venuta di Gebiì Crifto
182. , fecondo fcrive lo ftefib iBofiuet con tutra la mi-
gliore appuratezza; Ja fua vita fu fcritta da Polibio j con-
fermata da Livio, e da Plutarco, ccnch udendola coli«i^
Seguenti parole ; S^d Antìocho quog'^e debellato Romani
tiannibalsm Jtbì captìvf/m pstìerunt , quod Poenui [entient^
od Prujìafn Bitinìae iìegem confugit , a quo cum iterum
depofceretur , foenui Frufìae ìevìtatem fuj\(:Bam bahens^^
Z'eneiiO volanturia 9r,orte ohi^it , & in ea eji Liiyi£<^ , ^bi
M(inmbul Je^uìtui ejì ,
Ltlh
Libro Primo- 191
DISSERTAZIONE.
Della Sacerdotejfa Paciilla Minia Capuana ,
e del nefando facrifizio de* Baccanali .
Eflò Tempre odiofo a' Romani anche il nome de' cit-
tadini Capuani, ed in ogni occaflone, che fi dava al
Senato di Roma di poter efercitare la loro sferza contra
di quefti , non fi iafciava di t'farla con rutta ia maggior
feveiità , e col pollibii rigore, fenza Ja Speranza di me-
noma indulgenza . Ed era ia Città di Capua in tanta ma-
la fede prefio i Romani, che qualunque azione, che da*
Capuani fi faceva, fempre dava loro all'occhio , « riiifci-
va loro oggetto di mille fofpetti , e diffidenze. Il che tra
molti fatti , che indi accaddero , fi porrà ravvjfare iii^
quello della Sacerdotefia Paculla Minia delia Città è.\ Ca-
pua , e dei fuo figliuolo Minio Gerrinio, parimente Capua-
no^ piacendom.i per maggior pabolo degli eruditi Leggi-
tori colia prefente DilTèrtazione diftintamenre defcriverio.
Su i primi tempi di Roma era per \t<s^%^ Regia proi-
bito d'introdurre in Città Dii, e Religioni liraniere. Quin-
di Servio su quel palio <^\ Virgilio {2) ;
. . . « . Hanc tanti numinh aram
Vana ftipsr/ìitìo , veterumque ignara Dsorum
Impopàt . . ,
Così comentando , cotifcrma il noftro fentimento : Cj^-
tum fuerat apud Athtnienfss , ^ Romanos , ne qttii mvas
religiones ìntroduceret j o ideo Socrate^ damnattn eji
Atbenii , & Chalaaei , ^ Judaei urbe expuljl funt . Col-
l' andare però é^\ tempo, crefcendo tratto tratto la Re-
pLbbl.ca Romana , ed allargando vie più Tempre i fuoi
confini , andò di mano in mano amaKttcndo in Città
quafi tutti gii Dei delie nazioni foreftiere co* loro riti ,
e cerimonie 5 e ciò per doppia ragione , giufta il favio
^b accor-
(a) AEneìd.S,
192 Storia Civile di Capua
accorgimento dell' eruditiflìmo Boxhorn nelle fuQ Queftlonl
Romane . Primieramente per conciliarfì la protezione de-
gli Dii ftranieri , acciocché non venilTero da elfi impedi-
ti nella conquilta de' Regni , e Paefi , cui prefedevano^ ed
in vero a chi mai può eflere ignoto il famofo coftume,
che aveano i Romani negli afledj delle Città ? non mai
fi facevano efiì ad aflalirne alcuna , prima che '1 Sacer-
dote Romano colla folenne formola di evocazione, rap-
portata da Macrobio , non pregafìTe gli Dii tutelari ad
abbandonare la di lei protezione , ad ufcirne fuori , c_>
trafportarfi a Roma , dove promettea loro templi più
magnifici , e più folenni facrifizj . Quindi avveniva , che
foggiogando elH di giorno in giorno nuove Città, di nuo-
ve , e foreftiere Deità ancora di giorno in giorno intro-
duceflèro in Roma il culto . Secondo, perche effendo Ro-
ma , come Signora quafi di tutta la Terra , ripiena di ogni
forte dì nazioni , che da ogni parte del Mondo da va-
TJ , e diverfi m.otivi indotti colà a folla correvano j o
coltivando ciafcuna privatamente 2 patr; Dii co'proprj ,
e patrj riti, e cerimonie, importava ai buon regolamen-
to del/a Repubblica , per mantenere la comune ficurez-
za , e quiete, di ammettere con pubblica autorità la ve-
nerazione degli ftelH , e proporli al pubblico oflequio ,
ed alla divozione di tutto il popolo.
Non perciò doveafì riputare annullata affatto in Ro-
ma la legge, che vietava d* intromettere Iddj , facrifizj,
e cerimonie foreftiere ; anzi in varj tempi ne fu dal Se-
nato, e da* magiftrati premuta r ofiervanza , e feveramen-
te castigati i violatori, £ in fatti nell'anno 326. di Ro-
ma , fotto il Confolato di A. Cornelio Coflb, e di Tito
Quinzio Penna , trovandofi la Città afflitta dalla pefti-
lenza , da varie perfone, a vii guadagno in tefe , per ri-
medio dei malore , veniva propofto al popolo di facri-
fìcare a certe pellegrine Deità con novello , ed eftraneo
rito . Ma non andò guari , che giunto il rumore alle-»
orecchie dei Senato , fu commelfo agli Edili di badare,
che non fi adoraiTero In Roma altri Dii , che i Romani
(òli,
Libro Primo. 193
foli , ne con altro rito , che col paterno .
NelJ'anno poi 537., durante Ja guerra Cartagincfo
con una vicendevole fortuna, ora prolpera , ed ora ay-
verfa a' Romani, s'introdufTe in Città tanta varietà di ri-
ti, e cermonie efterne, che, fecondo i* efpieflìone di Li-
vio , o gli uomini , o gi'Iddj fembravano efière a uii-
tratto diventati diverfi da' primi. Tentarono incontinen-
te gl'Edili, e i Triumviri Capitali di porvi riparo, con
rin^uoveie dal Foro Ja moltitudine ivi affollata, e disfa-
re tutti gli apparecchi de' facrifìzj foref^jeri , ma con in-
felice riul'cita ; perciocché poco mancò, che la loro po-
teflà non foffe dalia moltitudine , intefa tutta agli ef^erni
facrifizj , violata , che perciò fu d' uopo , che dal Sena-
to fi commerteffe l'affare ad un magifhato maggiore j fìc-
come in fatti ne fu incaricato M. Atilio Pretore Urba-
no , il quale colla poterà Pretoria , avvalorata dal de-
creto dei Senato , calmò ii tumulto, e liberò la Patria-»
dall' efterne Religioni . lì decreto del Senato , in pubbli-
ca adunanza del popolo da Marco Atilio recitato in ta-
le occafìone , fu concepito nelle feguenti parole : U/^ qui^
cumQue libros 'Oatìcìnos , precatìovcfz^e , aut artem facrifi'
candì confcriptam haberet , eoi libros omnei , lìtterajqut^
ad fé ante KaL Aprii, de ferrei , ne e quìi in pub lieo , [a-
crove loco no'DO , aut externo ritu facrificaret . Morirono
nel medellmo anno parecchi pubblici facerdoti in Roma,
e ne fu attribuita la cagione allo fdegno degli Iddj Ro-
mani, per elTerfì loro facrificato con rJto efterno^ o fìa,
perchè così gli Ottimati, come la Plebe realmente cre-
deffero , che gì' Iddj non (òfFrj/Ièio di buon animo l'efier-
ne Religioni j o fìa , perchè avefTro i magnati a bella
pofta infinuata una tal' opinione negli animi del volgo
fciocco , ed ignorante, qual'otn'mo rimedio alla conler-
vazione della pace , e tranquillità delia Repubblica .
Potrei qui aggiugnere mille e mille altri efempli >
tratti dagli Scrittori delia Storia Romana in conferma-»
dó^ divieto dell' efterne religioni tra' Romani; benvolen-
tieri però , per non efTere a* Leggitori nojofo , h trala-
B b 2 fcio >
194 Storia Civile di Cnpua
fcio, riferbandomi fohanto di apportarne uno de' più ce-
lebri , che vjen riferito da Livio (^) , accaduto ne]]' anno
di Pvoma S64. Cotto il Confolato di Spurio Pofiumio Al-
bino , e Q^ Marzio Filippo , come quello, che ha qual-
che relazione alia Storia Capuana y che £to deboimento
tefièndo .
Giunfe nella To(cana la prima voha un certo Gre-
co vile, e fconofciuto , sfornito di ritte le bucne arti,
che fiorivano nella Grecia, facrifìeatore , e indovino , {ec-
come vantava , di profeflìone » Coftui per trarre qualche
guadagno della Tua induftria , cominciò sul principio
privatamente , ed a pochi ad infegnare una novella Re-
ligione, cioè ad ammaeftrargli ne' mifterj di Bacco, chia-
mati B'jccanali . Sì contenne sul principio tra' pochi i?w
novella P^eligione .' ma , concioilìacchè a queita erano ag-
giunti i piaceri di banchettare , e gozzovigliare, di ftar
miTchiati uomini con donne in tempo di notte , allettò
gli animi di molti , ed in poco tempo fi diltefe per tutta
ia Tofcana ; indi in Capua , e qui fi refero ancor più.
celebri i Baccanali . I ReligiofI efercizj di quefta novella
Religione erano gli ftupri promilcui di garzoni , e don-
zelle , falfl teftamenti, teftimonianze falfe , falfi fuggelh*^
veleni , e itragi .
Molte di quefte cofe fi facevano con Inganno : la.
maggior parte con violenza , Ja quale veniva occultata
e dagli urli della moltitudine, e dai rimbombi de' tim-
pani , fìftule , crotili, e cembali j di maniera , che affatto
lìon potefiero efière afcolrati i lamenti di coloro , che vio-
Jentamente erano o fluprati , o trucidati . Dalla Tofca-
na tratto tratto penetrò a Roma una tal Religione, do-
ve ricevuta , flette Jungo tempo nafcofta per la va (la.*
larghezza della Città . Nell'anno 564. di Roma finalmen-
te fcoverta dal Confolo Poflumio , fu non meno dalla det-
ta Città , che da tutta l' Italia bandita ► Era fiato Publia
Ebuzio da fuo Padre lafciato pupillo fotto la direziono-
de* tutori ; morti cofloro , era ifato allevato fotto la-.
tutc-_
(a) Llk* 19,
Libro Primo. 195
tutela di Dufonia , Tua Madre , e Tito Sembronio Rùtolo,
fuo Patrigna . Avendo Tito Sembronio malamente am-
niiniiltato il patrimonio di Ebuzio 3 reniiendo perciò d'
eflere afiretto ai rendimento de' conti, ricorfe per confi-
glio, ed ajuto a Duronia , Ja quale altro opportuno rime-
dio non leppe ritrovare , che far iniziare il tiglio Ehuzjo
ne' Sacri di Bacco» Adunque chiamando a se il giovinetto,
gli fece intendere, come, ellèndo egli infermo, efià avea
fatto voto, che fé fofìe guarito, lo avrebbe tofto fatto
iniziare , e confagrare a' Baccanali 5 che per tanto per
previo apparecchio gli conveniva viver caflo per dieci
giórni 3 che n^l decimo giorno poi dopo cena , e dopo
efifeifi puramente J-avato , l'avrebbe menato nel facrofan-
to luGgo de' lacrifizj. Vicino alia cafa di Ebuzio abita-
va Ifpala Fecenia j libertina di condizione, e famofa baga»
fcia di profeilìone : coftei a cagion delia vicinanza erafi
talmente Uretra in amicizia con Ebuzio , che amandolo'
teneramente, foleva a Jarga mano fomminifhargli quan-
to mai faecevagli di bilogno ; anzi fé V era tanto inol-
trata la paiìjone per Ebuzio , che morto il patrono di
lei , efiendo rimafta J}^/ ji^ris , richiello il tutore dal Pre-
tore , e da' Tribuni , facendo teftamenro , iftituì Ebuzio (o^
lo erede di tutti i fuoi beni. A coilei il gio^vinecto Ebu-
zio appalefa il difcgno di (uz,' madre , e la priega a noa
maravigliarfi, fc per alcune notti dormirebbe da lei fepa-
rato . A tal novella Fecema turbata tutta , e commolfa
prorompe in gravi eiecraz'oni centra la madre , e patri-
gno di lui, s'impegna a fraflornarlo d^l propofìro, di-
cendo cilcr meglio per lui morire , che arrolla.fi a tal [Re-
ligione. Maravigliandofi il giovane, ^ chieacndone la ra-
gione, foggiunfe la donna , che anch' efia , efìTendo fer-
va , in compagnia della fua padrona era entrata in quel
(àcrario , ma fatta libera, non mai più erav,fi accoiiataf
che fapca bene t^tt quel luogo una fucina 0.) o^ni iur-
ta di corruttela 3 che , come vi era introdotto alcuno y
era qual vittima confegnato a* facerdoti ; ch'era ccnaor-
ta imìMuntineine in iuoga riaìbomb^mc da per tutto d'
ii]fh j
ig6 Storia Civile di Capiia
urli 5 canti , e Tuoni di cembali , e timpani , acciocché
non poteflè afcoltarfi il lamento di colui , che per forza
veniva (luprato . Cominciò finalmente a pregarlo , e for-
te fcongiurarlo a mutar fcntimento , ed aftenerfi di anda-
re in un luogo , dove avrebbe dovuto foffrire prima ogni
forta di fcelleraggine nella propria perfona , e poi com-
metterle nelle perfone altrui i né giammai fece partirlo,
fino a tanto che non ottenne dal giovine ficura promef-
fa , che fé ne farebbe aftenuto . Ritornato a cafa il gio-
vine Ebuzio , facendofi Ja madre ad ammaeftrarlodi ciò,
che dovefle fare in ciafcuno giorno precedente ia inizia-
zione, egli niega di volerne fare alcuna, e dice di aver
mutato parere. Si pofe la madre a forte riprenderlo, c->
a ritnproverargli , che non potea per dieci notti aftener-
fì dal giacere con Ifpalai, ed unitam.ente col patrigno,
caricandolo dì villanie, con quattro fervi infieme il cac-
ciano dì cafa . II giovinetto portafi incontanente in ca-
fa di Ebuzia , fua zia paterna, ed avendole raccontata la^
cagione di eflere ftaro cacciato di cafa dalla madre, per
configlio di lei ne va al Confolo Poftumio , e fecretamen-
te fil filo gli racconta il htto . Il Confolo gli impone,
che ritorni da lui dopo tre giorni . Frattanto egli fi por-
ta in cafa di Sulpizia , ragguardevole matrona , fua luo-
cera , e la chiede , fé mai conofcefiè una certa vecchia.,
nominata Ebuzia, abitante sull'Aventino? E faputo da^
Jei di conofceria per proba , e ben cofi;umata donna ,
Je foggiugne , che Ja mandafiè a chiamare , dovendo eoa
elTa trattare un prcmurofo affare . Venuta Ebuzia , chia-
mata di Sulpizia, ed interrogata dal Confolo su del gio-
vine Ebuzio , cornine ò a piangere dirottamente , com-
paffionando il m^ferabile cafo del giovine , eh* era fiato
cacciato dalla madre , e fpogliato de'proprj beni , per-
chè, qual uomo dabbene , non avea voluto arrollarfi ad
un'ofceno, ed impuro ceto . Lxenziata Ebuzia , il Confo-
lo infinua alla fuocera di chiamare Ifpala libertina, abi-
tante all'Aventino , donna conofciuta in quel vicinato.
Venuta Ifpala , e richieita dal Confolo a manifeftaigli
ciò ,
Libro Primo. 197
ciò, che fjeì Bofco di Simila foleva fard ne* notturni y^-
crifizj de' Baccanali , fu quella forprefa da tal timore^ ,
che per lungo tempo non potè profferir parola ; riftora-
ta , finalmente dilTe , che efièndo efla fanciulla ancora ,
e ferva, era entrata in que' facri£zj colla padrona 5 ma
che manomella poi affatto non vi fi era più accodata '-,
e che perciò non ne fapea affatto nulla. 11 Confolo la»*
lodò , per avere ingenuamente confeflàta la fua inizia-
zione, efortolla poi a manifeflare le altre cofè tutte col-
ia medeflma ingenuità. La donna dopo varj raggiri, o
ripugnanze, veggendo finalmente il confolo montato in
collera, dopo aver detto, ch'ella temea forte lo fdegno
àz^' Iddj , i cui occulti mifterj veniva coflretta a pale-
fare , ed aliai più lo fdegno di tutti gli altri iniziati , che
l'avrebbero per certo trucidata j e dopo aver pregato e
Sulpizia , e'I Confolo , che i*aveflèro mandata in qual-
che fìcuro luogo fuori d* Italia , e dopo aver ricevuta»^
iìcura 'ì^dt, dai Confolo, che l'avrebbe fatta abitare ficu-
riflìma in Roma , fecefì finalmente in sì fatta maniera
ad efporre l'origine degli occulti mifterj,
DilTc , che sul principio quefto facrario era fi:ato di
femmine fole, fenza che vi foffe ammelTc uomo alcuno:
che in tre ftabiliri gicrni ogn*anno fi faceva T iniziazio-
ne delle baccanti j e che le facerdotefle fi creavano fcam-
bievolmente tra le matrone • Ma che poi creata una vol-
ta facerdotefia PacuUa Minia Capuana , aveffe quefla.^ ,
fingendo cosi efière ftata avvertita dagi' Idd; , mutato
tutto l'ordine primiero : che quefta la prima avea am-
nieilb a' facrifizj colle donne anche gli uomini , e prima
di ogn* altro avea iniziato due fuoi figliuoli Capuani Mi-
nio , ed Erennio Cerrinj > che quella Capuana avea fta-
bilito , che i facrifiz) fi faceffero di notte , laddove pri-
ma li facevano di giorno, che in vece di tre volte Tan*
no , come prima , fi celebrallei o cinque volte il mefo .
Che fatti quelli facrifizj notturni , e mifchiati uomini in-
fieme con donne , non li era ommella veruna forta di
misfatto , e fcelkraggine ; eflejfc oxdiuaj:) i ftupri più fr«-
queuti
ipS Storia Civile di Capui
qiicnti di mafchi ifìe/il , che di donne ; che gJ* intoIJe-
tanti del misfatto venivano come vittime facr'fìcati . In
Ibmma , che tutta Ja Religione in ciò conlì/lrnè , cho
gl'uomini, come forfennati , dimenando variamente, e->
itorcendo le membra dei corpo , vaticina fiero : che lo
Dìatrone venite a foggia di Baccanti , colie chiome fcar-
niigliate, e con fiaccole hì mano accefe andaflcio corren-
do verfo il Tevere , e tuffando ie fiaccole neiT acqua_ y
V eftraeflero fuori di bel nuovo accefe j perchè erano for-
mate di vivo Coìfo mifchiato con la calcina ; che coloro,
i quali ripugnavano di acconfentireo a congiure , o a' ftu-
pri , o ad altra forte dì misfatto, legati su certe macchi-
ne , veniflero trafportati in alcune iccrete , ed orride fpe^
lonche, dove erano ucci fi , fpargeijdofi poi di efi^ re (la-
ti dn'^V Iddj rapiti : che gli aggregati a tal Religioni
erano così numerofì , che formavano quafi un'altro po-
polo : fra qmà'i eilervi parecchi così uomini , come don-
ne di nobile legnaggio ; e finaimente che ne' due proiil-
mi padati anni erafi ilabiliro , che niuno folTè ammef-
fo all'iniziazione di tali fàcrifizj , fé non fofle minore di
venti anni , età adatta a tollerar 1' erroie , e lo (tupro .
Ragguagliato In sì fatta, maniera il Confolo de' no-
velli facrifizj , così per mantenere la fede data ad Ifpala
della ficurezza di lei , come principalmente per tenerla^
iti fuo potere , e difpofizione , infinua alla fuocera di
tenerla ben cuilodita in cafa Tua , dove furono inconta-
nente trasportate tutte le cofe domefliche , e tutta la fa-
miglia di lei ; e manda il giovine Ebuzio in cafa di un
iuo cliente. Ciò fatto raduna il Senato , ed ordinatamentc-i
gli riferifce il tutto . Quefto dopo averlo ringraziato del-
ia vigilanza a prò della Repubblica , e delia Religione
degl'Iddj, con decreto commette a' Confbli T eilraordi-
naria queftione intorno a* Baccanali, e facrifizj notturn::
impone loro badare, che ne Ebuzio, né Fecenia ì^ntiC'
fero danno alcuno del loro rivelamento , e che con premj fi
allettaflero altri ancora a palefare lo ftefìo: che non lo-
lo ìq I^onaa , ma per tutta V Italia fi ccicafièro i Licer-
cioti
Libro Primo . 199
doti di tSLÌì facrifizj , così uomini , come donne , per aver-
Ji in loro potere : che fi promulgafle in Roma un edit-
to, e per tutta l'Italia fi mandaflero ordini, che chiun-
que fi trovafiè iniziato ne' facri Baccanali , non ofalTc-i
per r innanzi di adunarli in aicun Juogo per cagione de-
gli ftcfli facrifizj , o ardifle di farli ; alla per £ne , chz-f
iì prendefTe diligente , e rigorofa informazione di co/o-
ro , che (I erano con giuramento obbligati, o a flupra-
re , o ad efière fluprati . In vigore di un tal decreto i
Confoli comandarono agli Edili Curuli , che facefTèro di-
ligente ricerca de'Sacerdori de' Baccanali, ed avuti in ma»
no , li ferbaflero cuf^oditi alla queftione ; agli Edili della
plebe impofero di badare , che non fi facefle fecretamen-
tc alcun facrifìzio: a' Triumviri Capitali, che difponeflè-
To le guardie per tutta la Città , e badaflero , che nonj
fi faccflèro in Roma notturne adunanze , o che non fi
appiccaflè qualche incendio alla Città. A' Triumviri Ca-
pitali furono in qucda occafioae aggiunti cinque altri
tjomini, acciocché pili attentamente vigilafTè ciaicuno al-
la fua Regione di qua dal Tevere , Dappoiché ebbero i
Confoli incaricati i magiflrati minori de' già defcritti im-
pieghi , adiiuarono il popolo , e montato Poftumio sa
de' roftri , con lunga aringa gli manifeAò tutto il già de-
Icritto fatto , e con vigorofa eloquenza gii dìcdQ a dive-
dere il danno notabile , che queftc notturne adunanze^,
coir andar dei tempo, recato avrebbero alla Repubblica,
e formato con faciltà dclìs congiure con tra la medefima*
Erpofe poi i rimedi , prefi da lui coi ftio collega per fen-
timento , e decreto del Senato ; e finalmente coman-
dò , che pubblicamente fi ìeggcCfe il decreto del Senatoy
c'ì premio promeflb a' rivelatori e de' facrifizj , e de'fa-
crificatori . Licenziata i' adunanza , fi vide tutta la Città
ingombrata da forte timore, e fpavento, il quale fi fpar-
fe incontanente per tutta 1* Italia , dove giunfero tofio
lettere , che davano ragguaglio del decreto del Senato,
della concione, e dell'editto de' Confbli . Moiti in quel-
la notte iflefla , tentando di fuggire di Roma , furono prefi
Ce da!
2 00 Storia Civile di Capua
da' Triumviri , che davano guardando Je Porte : molti fu-
rono accufari , molti altri così donne , come uomini fi
uccifero di propria mano . In fomma li diceva , che gli
addetti con giuramento alia novella Religione tra uomi-
ni , e donne ibrmontaffero il numero di fettemila . Sì fco-
vrì ancora , che i q^pi dell' adunanza fofTcro M. , e L.
Catinj , plebei Romani, Talifco , L. Opiternio , e Minio
Cerrinio Capuani; che da coftoro aveano avuta origino
tutti i misfatti , e le fcelleraggini 3 che quefti erano i maf-
lìmi facerdoti , e regolatori della nuova Religione ; fu-
ron coftoro ancora prefi , e condotti al Confolo, e len-
za indugio confeflTarono il fatto .
Si venne finalmente al galligo , e fi procedette nella
feguente maniera . Coloro , i quali erano foltanto inizia-
ti a queda Religione, ed aveano fatta la folenne preghie-
ra , giufta la facra formola , pronunziata dietro il lacer-
dote , nella quale lì conteneva T enorme orrendo giura-
mento di commettere ogni forta di fcelleraggine , e libi-
dinofa azione , né mai poi aveano commello alcuno di
que' misfatti , a* quali con giuramenro lì erano obbliga-
ti, furono caftigati colle carceri. Gli altri all'incontro,
che furono trovati rei o di ftupro , o di Itrage , o di
falfo tedimonio, o di {uggeììi adulterati, o di teftamen-
ti falfificati , o di qualunque altra frode , furono con-
dannati a morire . Furono però all'ai più i condannati a
morte , che gli riltretri in carcere . Fu ancora ofiervata
una diftinzione tra gli uomini , e le donne ; poiché con-
tra gli uomini fu pubblicamente efeguita la pena capita-
le ; laddove le donne furono confegnate a' loro congiun-
ti , o a coloro , nelle cui poteftà fi trovavano , accioc-
ché efiì efeguilfero privatamente la pena contra di quel-
le , Se però non li trovava tra le {uddcttc perfone , chi
così privatamente volellè farlo, venivano anche efle pub-
blicamente punite. Fu commclTo di poi a* ConfoH diroc-
care tatti i facri luoghi per ufo de' Baccanali , prima in
Roma, e poi in tutta l'Italia, e finalmente con decreto
dei Senato fu ^abilito, che ne in Roma> né per tutta^
rita-
Libro Primo. 201
i* Italia fi celebralTero per V avvenire Baccanali alcuni ;
che , fé mai taluno ftimafie neceflario faie un tale facri-
fìzio, e non poterlo intralafciare , lenza coramettcie un
gravillìmo delitto, palefafTe la ncceflìrà al Pretore : che'l
Pretore ne confìgliafle il Senato, e che fé dal Cenatogli
veniflè permeilo, ritrovandofi in Senato non meno di cen-
to Senatori , in tal cafo potefiè fare un tal ùcrìEzio 5
purché non vi adìfteflero più di cinque perfone , né vi
s' impiegalTe danaro pubblico , né v' intervenifle alcuna
maeftro de' facrifizj , o facerdote. A quefto decreto ne fu
aggiunto un altro , a relazione di Q^ Marzio Confolo ,
perchè Spurio Poflumio , collega di lui , ritrovavafi fuori:
che rifpetto al premio da ftabilirfi a coloro, che aveva-
no rivelati i deferirti Baccanali , fi riferbafle a deciderli
óiìì medeiìmo Senato al ritorno di Poftumio ; che Minio
Cerrinio Capuano folTe mandato carcerato in Ardea , o
che s' incaricane a' magiftrati di Ardea di tenerlo ben cu-
ftodito in una delie piij interiori carceri, non folameute
acciocché non potefTe fuggire , ma eziandio non aveflè
campo da ucciderfj di propria mano. In si fatta maniera
reftarono aboliti totalmente i Baccanali .
Da quelli abominevoli làcrifizj a me fèmbra d' aver
prefa in buona parte l'origine, la noi ma , e 'i fuo rego-
lamento J'efecranda fetta de' Liberi Muratori , dei quali
nella Biblioteca Scientifica , e curiofa àcì Mondo , com-
porta da un Autor Francefe, e tradotta in dodici tomi
in foglio dal Signor Pittari Veneziano , ed in Venezia^
l'anno i747. Campata , e proprio nella lettera M fé ne
fa dipinta , e chiara menzione . Introdotta dal famofo
Oliviero Cromuel , che nel palTato fecolo ribellatoli dal
fuo Re Carlo I. Stuardo , fece ribellargli ancora tutta.»
P Inchilterra , e poi neHa pubblica piazza di Londra lo
fece miferamente morir decapitato . Aveva così qiella fetta
de* liberi Muratori, come quel'a de'Baccanali, per anima
il fecieto , e per elTenzial Cofìituzione d* obiigarfi coiu
giuramento , e fotto gravi pene corporali , le quali già ir-
lemillibilmcnte fi efeguivano, di non palefar cofa delie
Ce 2 not-
2 02 Storia Civile di Capua
notturne operazioni , che nelle loro iogge , o din luo-
ghi di loro adunanze in cinque cialli djvife fi faceano fe-
cretamente . Aveva così quefta , come quella , Ja iniziazio-
ne de' fuoi afTociati , e tendeva J' una, e. 1* altra al liber-
tinaggio , alle congiure centra della Repubblica , e de'
Principi , e ad ogni altro atto di fcellcraggine , che ìiu
clandeftinirà Iteflà può influire > ^^^^^ ^^/ tp^a/e ugit >
odio {a)hc^bet lucem'r meritamente perciò profcritta., e vie-
tata dalle leggi Eccieflaftiche , e Civili tal Setta de' Liberi
Muratori , la quale , appena che fé ne Tenti un fumo
di Tua prima introduzione ultimamente in Napoli , feppe-
ro così bene il dotto, e zelante nodro Sommo Pontchce
Benedetto Papa XIV. colla £ua Bolla , emanata a Maggio
J7SI. , che comincia ProZfiJas Rcmanorum Fontificum^
Itge: i e *i pio , e divoto noitro Re Cario Borbone con
mille faggi , ed economici efpedienti , con incredibii zelo ,
e vigilanza , e colla prammatica , che comincia In qua-
lunque ben regolato gcz'erno ^ nell'anno 1751. a 10. Luglio
da ini emanata , diroccare y ed abbattere in tutto ►
Per conchiudere finalmente la prefente Dillèrtazione^
xeftami foltanto di avvertire, per qual ragione mai tutti
gH altri addetti alla Religione de* Baccanali furono con
pubblica morte puniti , eccetto che Mìnio Cerrinio Ca-
puano , figliuolo della già detta Saccrdoteffa Paculla Mi-
nia delia Città di Capua , il quale , febbene foflè uno de'
capi , e de* maffimi Sacerdoti , fu mandato prigione iiij
iArdea , raccomandato tanto dal Senato a* magilìrati Ar-
deatini , che badaflèro bene a cuftodirlo j di maniera , che
né potelTe fcappare , né da se fteUo ucciderfì . Ne Livio,
lìè altro Storico Romano fanno di ciò menzione alcuna:
onde intorno ai loro fiienzio altro io non faprei con-
getturare , che 'j Senato Romano foffe entrato in fofpet-
to , che Torto '1 velo della Religione giaceffe afcofta qual-
che congiura centra la Repubblica 5 e ciò principalmen-
te , perchè avea (coverto , che una matrona Capuana ,
creata facerdotefTa , avea mutato tutto l'ordine primiero
de'
(a) Cap, confi kU de off, delegai, cap, perle ulofum 23. quA.
Libro Primo. 203
deTacrfej-, e v'avea anche ammelH gli uomini, e che
poi i niaiiimi facerdoti erano ftati i óue figliuoli di co-
itei , anclie Capuani , e coiioro aveano accreiciuro tutto
il numero de'Baccanti a iettemiia ; era ben coniapevole
il Senato dell'odio, che i Capuani aveano Tempre nudri-
to contra i Romani , per vendicare Je lor paflare ingÌLi-
rie ; fi ricordava egli delia loro alienazione dalla Repubbli-
ca ne' tempi piià biiognofi , cioè dopo la famofa rotta-
di Canne, e la loro alleanza con Annibale ; fi ricordava
del modo troppo fevero , praticato contra tutti i citta-
dini Romani , che o per cagionje di maeftratura , o per
iifizio di guerra, o per privati affari fi trovavano in Ca-
pua , con averli racchìuli tutti ne* bagni , ove barbara-
mente morirono foffocati dal fetore, e dal caldo 3 avea
su gli occhi l'ardita 5, e pronta rifoluzicne ,. fatta da cento-
fettanta Capuani, per incendiare tutte ìc abitazioni di ta-
vole de' foldati Romani, fabbricate intorno le porte , o
le muraglie della Città di Capua, flava atterrito ancora
dell'incendio app;ccato in un n.ìedefimo tempo a diverfi
luoghi di Roma per opera de' Calavj Capuani , come già
difli 3 e dì cinque altri giovani, nobili Capuani, i quali
aveano giurato d'incendiale Remai sra finalmente beiij
perfuafo il Senato, che in tutte le occafioni ,. che mai lo-
10 fi erano prefentate , da poter m^ofìrare il lor valore^
e da poterfi vendicare della Romana Repubblica , che*
fempie ebbero per emula , e Tempre ne fdegnarono l'au-
lorità , e la foggezione , i Capuani non aveano mai
lafciaro di sfogare il loro animo altiero , e fupetbo *
Mofi!b dunque da tutto ciò , potè beniffimo Iti-
mare il Senato , che fotto il colore di tal
Religione, fi tramalTe da' Capuani qual-
che congiura contra la Repubblicaj
e perciò ordinò , che con taa-
ta diligenza fi cuilodiilè
in carcere Minio Cet»
yinio , per ifco-
vriye forfe
2 04 Storia Civile di Capua
tutta la trama , e prendere gli opportuni ripari, riufcèn-
do dì forte dubbio , e di foinma agitazione a*
Romani ogni qualunque azione , che
da' Capuani in que* tempi , e
fotto il miferevole flato
di Prefettura (ì
commettefle.
'p ^ ^ ^ H' ^ ^
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CAPITOLO IX.
Capua fenduta Colouia de' RoinauL
Dopo le già divifate cofe, fu d^ Marco Bruto , padre
di quel M, Bruto Cepione , uccifor di Giulio Cefare,
dedotta in Capua una Colonia di cittadini Romani , i
cui due Ufìziali , che la governavano , eran montati ia
tanta fuperbia , che Pietori appellar fi fa cea no , edavan-
ti di elfi portavano i littori co'fafcij come avanti a'Pre-
tori Romani coftumar (1 folca ^ laddove nelle altre Co-
ionie i due eletti al reggimento di efiè eran chiamati
Duumviri , e loro facean treno i Littori fenza fafci , co-
me r atteftò Cicerone ; Commemoraho ìd , quod egcmet d/-
dì , cum 'Devìjjem Capuam Cokniam dedaBam Z. Co?iJìdiOy
f3 Sex. Sa /no , que7nadmod!{m ipfì loquehar.tur , Praeto-
rìhfis j <v/ ÌKtcìUgat'n quaritam locui ipfe afferai fuperhiamy
quae paucU dìehtdi , quihui ìlio Colonia deduBa ejì , per-
Jpici , atqae intslligi pojpt . Kam primum id , quod dixìy
cum ceieris in Coloniìi Dtiun.viri oppellentur , hi Je Prae-
tores appellati 'ookhant .... deinde anteihant Lidlores
non cz^m hacilUi , fed ui hi e Praetorihui ante eunt , cum
fajci'
Libro Primo. 205
fafcìhus duóhui . Per quelta Colonia di Bruto fu liberata
Ja Città di Capua dali* odiofa condizion di Prefettura ,
furon difpofte le cofe di lei a fomiglianza della Roma-
na Repubblica {a) , Quelli Coloni pofero la Città in mi-
glior fiftema , quefti comihciarono a riftorare i pubblici
edifìzj , a render ben eulte , e trafficate le ftrade , e lo
piazze , e cominciò per mezzo di efli a rifplendere ia^
Capua un raggio della fua antichiffima luce.
Ma quefta Colonia di Bruto ebbe infelice riufcimen-
te , eflèndo ftata di molto corta durata , ed efièndo ca-
pitati male i magiftrati di efTa , e coloro , che ne maneg-
giarono la deduzione infieme con Bruto , Tuo principale-»
autore , de* quali affermò Cicerone , che om^es acerbìjjì-
mas ìmpiorum poenas )per*!ikrunt {h) ; onde Capua ritor-
nò fubito allo flato lagrimevole di Prefettura .
Indi Lucio Cornelio Siila, avendo condotto a fine le
guerre co* popoli ftranieri , ed avendo cominciato ad efer-
citar la tirannide, renduto già fuperiore all'autorità del
Senato Romano, prefe il gaftigo diqueile Città, ch'avean
dato foccorfo a' fuoi nemici, o d'altro modo gli fi eran
oppofìe 5 onde mandò quivi ad abitare i fuoi foidati ,
e divife a cofloro il terreno di efiè . A fimili pene fog-
giacque ancora Capua , eh* era fiata della parte de' nemi-
ci di Siila , ed in Capua egli vi deduffe una colonia mi-
litare, della quale parla Frontino (f ) : agtr e]Hi ( di Ca-
pua ) le gè Sy liana f uè rat ajfignatuì .
Quella Colonia Siilana non tolfe a Capua la quali-
tà di Prefettura , come avea fatto quella di Bruto . Con-
ciofìacofachè M. Tullio nella feconda Agraria afierifce,
che à\Àt perfone fi erano oppofte alle difpofìzioni de* mag-
giori , i quali avean fatto di Capua una Prefettura , cioè
Bruto, e Rullo, avendo il primo renduto quella di molto
iìmile alla Repubblica Romana , col condurvi una colo-
ria civile , ed il fecondo fludiandofì già di fare il mede-
lìmo . Per lo che fé Siila aveife imitato quefti due difprc-
giatori de* configli de* maggiori , portando i cittadini Ro-
mani
(a) GV. /Igrar. n.iAt. (b) Q'ic, [oi, àf, (e) h lìberi* de Colpff»
2o6 Storia Civile di Capua
mani ad abitar.c in Capua , ed a vivervi in forma di
Repubblica , Cicerone avrebbe fuor di dubbio a' primi
due aggiunto anche Siila.
Fu una tal Colonia di lunghifllma durata in Capua.
Prefcindendo io, fé gli atti di Siila foifero itaci r^lciliì
dopo la fua morte , con Sigonio , feguito dal noftro Pel-
legrino , ed in confeguenza anche la deduzione delia co-
Ionia mandata in Capua , o che non fodero ftari mai re-
fcifli dopo la fua morte col fentimcnfo del Mazzacchi,
ed in confeguenza folTe durata in Capua la già detta.»
Colonia. La verità fi è, che l'unico impegno di refcin-
dere gli atti di 5illa , e di rivocare le fue colonie mili-
tari era del fole Lepido j e perciò avea guerra centra
Catulo fuo collega y fecondo fcrifie Giulio Efubsranzio .
Ma non fi fa , che quefto sforzo foilè ftato efeguito , an-
zi non pocea efeguirfij poiché efièndo ftato Lepido po-
co dopo vinto da Catulo, fuggì in Sardegna, ove finì
miferamente i Juoi giorni . Certamente però fi fa , c-bc-»
tal Colouia durò lungo t^mpo dopo la morte di Siila- 5
poiché Rullo macchinando una nuova deduzione nella-.
ftefla Città di Capua i' anno di Roma 690. , fra i capi-
toli della l^gg^ } ch'egli avea intorno a queft affare efpo-
flo al pubblico, vi era anche quefto: che fi aftègnaftero
4* fuoi coloni i poderi di Capua , comprati da' pofielTori
Sillani, fecondo ci avvifa lo ftefio Cicerone ((?); i/t agros
a Sylìan'n pojfejfortbus tmtos y quanti velkth y populo Ro-
wano inducsrstii , Cefare ben anche quattro anni dopo
nella nuova divifione de' campi Capuani , appartenenti aJ
pubblico di Roma , non po(è mano alle poffelfioni de'
Sillani 5 come altrefi Augufto fi aftenne dalle medefime,
quando in quefti contorni andava cercando terreni da-*
dividerfi a' luoi foldati veterani .
Kon fono qui da paifar fi fotto filenzio le macchine
di Rullo, Tribuno delia plebe , per fiflare in Capua una-»
nuova Colonia. Quefti nel Dicembre^ che proifimamente
precorfc al Gennajo , in cui Cicerone entrò m poileftb
dei
(a) Cict 2, Jgrar' n. 3^.
Libro Primo. 207
dei Confola to, promulgò una legge di molti capitoli. In
L'HO di ellì veniva ordinato , che in Capua fi niandaflo
una colonia di cinquemila cittadini Romani ; che a cia-
fcuno di quefti fonerò afTègnati dieci jugeri d^ì terreno
Capuano , e dodici dello Stellate: che a ciafcuno di mo-
do fo0è appropriata la fua porzione, che queita venifTe-r
ereditata daTuoi figliuoli . Il capitolo ieggefj in ultimo
Jnogo nella collezione de* capitoli della ìcgge di Rullo,
fatta dal Goefio : Capuam tamen quìnque cìvì^m Roma-
norum mìUìa tranfcrihantur : JìnguUfqtie agri Can^panì de^
na , Stellai il duodena jigger a dividutitur : qua e heredenu,
fequantur . Ma il nuovo Confolo Tullio , zelando per la
dif-efa delle coftituzioni de' maggiori , fìccome colui, eh*
era capital nemico àù\t novità , ftimò che la prima fun-
zione à^i fuo Confolato dovefle eflere lo iconfigliare sì
fatta difpofizjone di Rullo, Il perchè Io fteflb giorno del
fuo poffefTo , cioè il primo di Gennajo pofe fotto gli oc-
chi de' Senatori Ja fconcezza della \^%%^', ed indi a pochi
giorni , chiamato a parlamento il popolo , arringò coti-»
tal fuoco , ed energia contra il Tribuno , eh' ei non ar-
dì affatto di venir a capo di quanto avea difpofto . Onde
Cicerone venne con ciò a fare un diftinto benefìzio a' Ca-
puani , i quali conofcendofi erettamente tenuti a lui [a)
per tal favore, come anche, perchè poi li falvò dal fu-
rore di Catilina , che tentava infìdiofamente occupare la
Città di Capua per gli fuoi difegni di guerra , inalzaro-
no a sì grande lor benefattore una ftatua dorata , e lo
dichiararono lor protettore , e tutelare .
Ma fé a Rullo non venne fatto di effettuare il fuo
difegno intorno alla colonia Capuana , molto facilmente
riufcì quefla imprefa a Giulio Cefare nel fuo primo Con-
folato. E fi rendè tanto illufire quefta colonia , dedottavi
da Cefare , che allora Capua acquiftò il titolo di Colo-
nia Romana . E' ben vero, che sul principio v'incontro
Giulio Cefare degl' intoppi ih) 3 imperciocché , avendo
Dd que-
(a) Oc. in Vìfofi» Plutarco, in Cic, Mazoch. in tit. Cdf^p*
Anph, pag, iz, not, 3, (b) Jppian. Uh. 2. ciKjih
2o8 Storia Civile di Capua
quello Confolo propofto in Senato il fuofentimento Intor-
no a tal deduzione , non pochi fé gli oppofero , sì per
Ja ragione fteda , onde M. Tullio avea fconfigliata effica-
cemente Ja già detta ìcg^e di Rullo ', sì ancora perchè
Cefare in quefto modo obbligandofi la plebe , s'avrebbe
aperta la iirada ad un perpetuo impero . Il perchè Ce-
fare rotto ad ira , ufcì dalla Curia, rifoluto di non più
far parola in Senato , né di quefta legge , né di quàl fi
fofTe altro affare , appartenente al fuo ufizio , ma di trat-
tare d' ogni cofa col popolo . In fatti egli in apprellb
montando in ringhiera nel Foro , dimandava a Pompeo,
ed a CralTo, di lui deputati a configliar le hggì , qual
mai intorno ad elTa il lor fenti.nento sì folle ? Davaiij
coftoro approvazione , e confentimento alla medefirna ,
rapprefenrando alla plebe , quanto ben vanraggiofa fi fof-
Ic 5 e tofto la plebe avendo fotto le vefti le armi nafco-
fte , era chiamata a dare il fuo voto . L'altro Confolo
Bibolo , difapprovando il penfìero del collega „ e mal fof-
frendo il di lui andamento , ufcì una volta in piazza ad
impedire il trattato. Ma ia plebe al vederlo, non punto
ritenuta dal rifpetto del venerando magiftrato , fenza in-
dugio s'avventò fopra i Littori di coflui , e fracafsò lo-
ro i fafci . Veggendof] iJ difgraziaro Confolo così oltrag-
giato , efpofe la gola fco verta al furore degli avverfarj,
aitine di rendere almeno colla fua morte odiofo il col-
lega . Ma gli amici, per fai vario , fuo malgrado, in un
tempio ivi proflimo lo ritirarono . Catone ancora oppo-
nendofi a Cefare , due volte corfe in piazza a fconfiglia-
re la hgge , ma ne fu fempre vergognofamente cacciatoi
di maniera , che la logge di tal deduzione venne final-
mente (labilità dal confenfo infleme , e dal giuramento
de plebei , e de' Senatori , i quali , febbenc nell'interno non
confentiOero , nondimeno giurarono , per isfuggire la^
pena d* una ficuriilima morte . Si querelò Bibolo in Se-
nato del torto, fattogli da Cefare; ma i Senatori non ar-
d.rono di prendere alcuno efpediente a prò del Confolo
offefoj tanta era i' autorità , tanto il dominio, che fopra
di
Libro Primo. 209
di tutto il Senato Cefare arrogata fi avea . Perciò Bibo-
3o, vinto dalia vergogna , fi ritirò a csfa , Tenza più com-
parire in pubblico per tutto il reito dei fuo Confolato {a)j
fé non che con qualciie editto fi opponeva talora , ed in
vano al fiio Collega . Ma Cefare dai fuo canto facea,
quanto mai gli tornava in piacere , per cattarfi la grazia
delia plebe > e ftabilire maggiormente il Tuo dominio ;
tal che in R orna volendo alcuni fcherzare su di qualcu-
no degli ftabiiimenti di Cefare, affermava, efferfi quello
fatto fotto il Confolato di Giulio , e di Cefare , volen-
do così additare, che la podeftà propria di due erafi ri-
ftretta in un folo . E la medefima cofa diede luogo a^
quefti due verfi , che corrcano allora per le bocche di
tutti (^) :
Nofi Bìhijlo quìcquam nuper , fed Caejare fa&um efl^
Nam Bìbulo fieri Conjuìe nil memìnì ,
lì tenore della l^ggQ di Cefare intorno alla Colonia Ca-
puana fi era , che fonerò menati in Capua ad abitare-»
ventimila cittadini bifognofi , che avelTero tre, o pù fi-
gliuoli per ciafcuno , a* quali fi divideflè il Contado Ca-
puano. Lo atreftò Suetonio (e) con tali par ole : Campi^f^
Stellatem majorìhui confecratum ^ agruwque Can.pat.um ad
fubjldìa Reip, relMum dìvìfit extra fortem ad viginti
mi Illa civium , quibu^ terni , plurefque liberi ejjent .
La medefima legge conrenea \x^ capitolo intorno a*
divifori dei terreno di Capua , ed ordinava , che fodero
venti, o per comunicar tal onore a molte perfone , ov-
vero affinchè il numero di coftoro al numero delle mi-
gliaja de' coioni avefle a corrifpondere . I nom di quefti
divifori non fi fan tutti . Stne folamente ne fono fiati
fcoverti dal Mazzocchi , e fono Trem ellio Scrofa , M,
Varrone , Gn. Pompeo, Pifone , Crailo , Miico Azio Bal-
bo , avo materno d' Augufto , e L. Corneljo Balbo mag-
giore. Ed egli il Mazzocchi porta opinione, che Tanzi-
detta d:vifione Ad terreno di Capua fu effettuata di mo-
Dd 2 do,
(a) Suetcn, in Jul cap, 20. (b) Sueton> ibìd»
(e) Sueton, ibid. Appìan* Uh» 2. cìxiih» \ .
2 IO Storia Civile di Canna
JL
do, che clafcuno de' coioni rimafe incaricato dell* obbli-
go di pagare ogn' anno alia pubblica Camera di Roma
le decime delia Tua porzione 5 credendo , che quelto vo-
lefle fìgnificarc Appiano (a) , quando fcrifle: Kxt wV a'ee-
7o7^ ^fi TTotTpcieri ttsùScùv r£/,cóvi ie quaH parole fono da lui
tradotte così in latino : E( agrum Campanum ìonge om^
nìum fertìltjftmi^w trìum ptierorum pairibus , ita ut pu-
ì)lico tener entur , eloca'Dlt . In verità il verbo ^lòlyLOLi , a^
cui fta aggiunta la particella Sui ^m Tegno di diftribuzio-
ne , fi fcambia qui per (ai^óco '^ poiché daflì ai primo ii
lignificato del latino elocare ^ proprio del fecondo 3 aven*
do ia voce /!4/iS-»^ot< , propiamente parlando, la forza del
latino cofìdttco . Or non avrebbe potuto Appiano valerli
di tal voce , fé i coloni di Giulio non avellerò ricevuta,
il terreno di Capua col pefo dell' annue deciiae , da do-
yerfi a Roma contribuire.
E* vero , che Marco Tullio Cicerone fi lagnò acremen-
te , che Cefare con tal fua divifione facea si , che il con-
tado di Capua £\ rogliefiè dal numero di quei, che i loro
frutti alla Repubblica contribuivano 5 ma ciò egli intefe
deir intiera contribuzione , che Roma poi non aveva di
tutti i frutti , i quali eran larghiifimi , del terreno Capua^
noj ed avendone foiamente ie decime , parca , che reltafie
di elfi del tutto privata , Ciò è tanto vero , che Dione at-
teilò , che quefta legge di Cefare circa la divifione de'
terreni Capuani fta va di tal modo ben conceputa , cho
non v' era cofa da riprendere . Il che conterò io fteflb
Cicerone ad Attico, quando gli fcriife ; Primum itam^^
fupugit y Ut fomnum mlhi ademerìt . , . quod fcripferas .
. . prolattim tri aliquid , quoà nemo ìmproharet . Ma co-
me farebbe ftata irreprenfibiie ia legge %\^ detta , fé fi
fofle in quefta ordinato , che i poderi Capuani fi dividef-
fero, fenza che per l'avvenire ne tornafie a Roma parte
de' frutti ? Certamente niuno di que' tempi , che avefic^
avuto fior di fecno, fi farebbe ritenuto ds ripreoder que-
lla
(a) Apphw» fhi^.
Libro Primo . 2 1 1
fia Ie<>»e 3 perchè il terreno Capuano , a cagione della,,
niirabil fua fertilità , la Repubbiica ie lo avea riferbato
per gli Tuoi bilogni, come nel fopraccitaro pallb fcriflo
Suetonio ; Jgrum Campanum ad ffibjìdia Rsipsiblìcae z/f-
B io a lem relìBum diz^ìjìt .
Stcibiiiti in Capila i Coloni di Celare d' abitazione ,
e d' averi , refpirò ella ia gran Città aura troppo foave,
ed amena 5 poiché iVanì iubito , e fu immediatamente^
abolito il nijferevole Itato di fua Prefettura ^ e fi diede
al pubblico di Capua una fpezie di reggimento , fimile a.,
quello di Roma. Tolto via il Prefetto, furono creati due
IJiìziali col titolo di Duumviri per io governo della Cit-
tà. I primi , che foiteneflcro tal carica , furono Lucio Pifo-
ne [a) , e Qv\, Pompeo (/^) , 1' uno fuocero , e 1' altro ge-
nero di Giulio Celare. E' da crederfì, che quefti due ma-
giitrati almeno ne' primi tempi della Colonia furon chia-
niati Confoli 5 poiché Cicerone dà cotal titolo al fopran-
no minato Pifone {e) ; Capuaene ie p ut ah ai , in qua urhe^
àomìcilìwm quondam fuperbìae futi , Co^fu/em effe , Jìcuf
eras eo tempore 5 an Romae , in qua ciZfitate omnes ante
Zfos Confu/es Saiatui paruerunt ì
Ma quanto tempo duraile il governo di ciafcuna cop-
pia de' Duumviri ^ o Confoli della Colonia Capuana , non
e agevole indovinarlo. Quello è certo , che i primi Duum-
viri, Pifone, e Pompeo, non lafciarono il governo di Ca-
pua prima di ano, anni compiti . Conciollacofachè neJ«
r anno , che Pifone fu creato Confolo in Roma infleme
con Gabinio, era ancora Duumviro in Capua, e Pompeo
fi trovava nel fommo magifìrato di Capua, quando qui-
vi decretò di ricorrere a Roma pel ritorno di Cicerone^
dall' cfilio , ellèndo Conloli in Roma Lentolo , e Metello.
Da qui però non fi può dedurre con certezza, che il tem-
po ordinario ^é. raagiftrato de* Duumviri Capuani folle
almeno di-due anni, potendo penfarfi , che i primi Duum^
viri furono confermati nel governo per due , e forfè per
tre
(a) C/V. prò Sext. & in Vìfon,
(b) Cic/pojì red.in Senut.n* i«. (e) C/V. iVid.
2 12 Storia Civile di Capua
tre anni , per dar compitamente alia Città di Capua un
nuovo fìftcìua di governo, avendo mutata faccia per la-
nuova deduzione di quefta gran Colonia . Sia però , come
li voglia , almeno fotto Augufìo fu incerta ia durata del
Duumvirato , o Confolato Capuano 3 poiché allora quc-
iV ufìzio lo efercitò chi per fei meli , chi per meno , o
chi per più tempo j il che da un lungo frammento de*
Falti Capuani preflb il Grutcro (a) colla ad evidenza .
Quefta Itena Colonia fu poi ben ampliata , e tro
volte accrelciuta dall' Imperadore Ottaviano Augufto , fuc-
ceflore di Giulio Cefare 3 onde non folamenre conlervò ,
0ia accrebbe ben anche alla Città di Capua lo splendo-
re , il fafto , e la grandezza. Di quefta ampliazione , ed
accrefcimento parla i'Ifcrizione già detta, fupplita dal Maz-
zocchi "
COLONIA IVLIA FELIX AVGVSTA CAPVA
FECIT.
E fpiegò egli afiai bene , che l' ifcrizione volle compren-
dere tutte e tre le Colonie , la prima dedotta in Capua
da Siila, la feconda da Giulio Cefare, la terza da Orta-
viano Augufto : e per ciò difìe IVLIA , perchè ji/Jfu Im'
pratorìs Caefarìs deduca 3 FELIX , perchè iege Sulluna^
ager fuìt ajpgnatui 3 AVGVSTA , perchè Caefar Aliga-
Jìui militi prò merito dividi jajjlt , Lafciando io all'eru-
dizione degli Accademici , (e fi dille Colonia Felix, noiij
perchè folle ftata dedotta da Giulio Cefare, ma da Sila,
li quale fu foprannominato Felice 3 e fé fcrivendo Velie-
jo del Confolato di Giulio Cefare, dovea fa pere la Colo-
nia , dedotta in Capua da Siila , quando diffe (^) : i» mc^
confulatu Caefar legem tulìt , ut ager Campami^ plebi^
divideretur , fuafore legis Pompejo . Ita circiter 'Digititi
millia ci'Ditim eo deduBa , & jtis ah bis rejìitutum poft
annoi circiter centum quinqtiaginta dtios , quam bello Pu-
fiico a Romanis Capua in formam PraefeBurae redaBa^
eji 3 e non fece affatto menzione della Coionia , dedotta
da Siila .
Ma
(a) Pag, 299. (b) Veli, Pater Jib*z. cap,S^.
Libro Primo. 213
Ma su di quel cognome Felice , dato a Siila , mi fer-
mo a profFerire qui un mio deboJiflìmo fentimento , ed
afferire, che in quefta Ifcrizionequei i^£'Z/^difègni anzi
meglio ia qualità di quefta Coionia , dedotta da Giulio
Cefare , che non SiJia , fbprannominato Felice , ai par , che
fi difle Anrialn di C. Giulio per la legge annale , Patro--
ntii Senatui di Drufo, per Tinflgne opera a prò de' Grac-
chi, Dìves a Craflb, per l'abbondanza delle Tue ricchez-
ze , e così di tanti altri, ed indi mi fo avvifato di tanto,
veggendo fimiii aggiunti in altre Colonie, che arrivavano
unicamcnre a dinotarle, quali erano, come in una Ifcri-
zione , riportata da Monfìgnor Antonio {a) Agoftini nel-
la fua Opera delle medaglie .
inni VIR. AVG. COL. I. V. T. TAR-
RACON .
Che vale a dire SeZ'ìr Augfijìalii Coloniae JuUae VìBrì^.
tU Tyrrbicae f o Toga^ae Tarraconii , E tanto ancora ^\
legge in una m-edagha di Giulio Celare , battuta in Tar-
ragona , dopo la fua morte, da Ottaviano Augufto, in
cui àzX rovefcio , dove fta la fua efHgie y fi iegge CAS-
SAR C. V. T.
Anzi dico molto di più , zh.^ *J fuddctto cognome di
Felice a Siila vada molto a conofcerfi rifparmiato nel-
la Storia , e quafi taciuto in tutto nelle Ifcrizioni, co-
me ai contrario quellt> di Magno a Pompeo, che da per
tutto e nelle Ifcrizioni , e nella Storia , e nelle mtàsi^yi^
fempre s'incontra 5 coficchè non fi faprebbe dire , com'
egli qui per la fua Colonia , ben molto tempo avanti
dedotta , abbia ad intenderfi col fuddetto cognome di Fr-
ììce . Che anzi febbene non faprei dire , quando ia no-
ftra Campania prefo avelfe il proprio cognome vantag-
giofo dì Felice i mentre nella Storia Romana aflblutamen-
te va detta ia Campania 5 con tutto ciò il mio fenti-
mento non farebbe da rigettarfi del tutto , fé m'avanzaf-
fi a dire , che ciò arrivaflc da un tempo beo alto i o
elle
(a) Pag. 202.
2 14 Storia Civile di Capua
che forfè a* noiiri antichi Capuani rifcrizione di COLONIA
IVLIA FELIX QLVtiiQ. dato l'argomento d'indi chiamarla,
e col redo delie fcie approvate ragioni , la Campagna^
Felice 5 ciocché arriverebbe <i\ pruova , che non mai gii
antichi noftri dottidlmi Capuani fotto quello aggiunto FÈ-
LìX intefo ebbero Siila Felice . Qijefto però fia detto fot-
ro la cenfura de' miei niaeftri, che hanno altrimente quel
FELIX in Siila interpetrato .
Dopo la morte fventurata di Giulio Cefare negli an-
ni di Roma 709. efièndo fcorfi ben quindici anni dopo
la già detta rinomata deduzione di Cefare , t^uxo Mar-
cantonio, il quale fu poi Triumviro, mandare una nuo-
va Colonia in Capua , ma poco mancò , che non foffc*
da* Capuani trucidato {a)x onde, per non tornarfene con
vergogna in Roma , la pofe nella vicina Città di Cafiii-
no , credendo così danneggiare almeno i contraddittori
Capuani 5 a qual proposto fé gli inveì contra M.Tullio
Cicerone : Deduxìjìi Coloniaìn Cafllìnum , quo Caefar an-
te deduxerat poJJ'etne uhi Colonia ejjet , eo Colo-
nìam no'^din jidre deducere '^ Non poteafi per \^%%^ ^ dov*
era già (labilità una Colonia , dedurvi un' altra 5 ma al piCì
poteafi benifilmo fupplire il numero de* coloni mancan-
ti , od accrefcerio : Cafilinmn ( fiegue Cicerone ) Coloniam
deduxìftl , quo erat paucis ante annii deduBa , ut vexìl^
lum vlderei , ut aratrum cìrc^mduceres , cujus quìdem 'dO'
mere portam Capuae pene perjirìnxìfii , ut fiorenti Colo»
niae territorium minueretur {b).
Seguita però la rovina di Marcantonio 9 ilpartico-
lar territorio Capuano tornò alla fua antica ampiezza j
imperocché , avendo ben tre volte accrefciuto Augufto,
come già difìf , la Colonia Capuana , ebbe neceffità , non
che di rendere a lei V intero fuo territorio , ma di più
dilatarlo , ed accrefcerio . Ed è cofa ben chiara , che tre
fofTero (lari gii accrefcimenti di quefta Colonia in tre-»
tempi, tra di loro affai differenti. Il primo di elfi fu per
kgge dt\ famofo Triumvirato* Il fecondo per legge par-
tito-
(a) OV. Pbil 2. H, Z9> & PMl 1 2. n. 3. (fe) Cic. toc. ut.
Libro Primo. 215
tkolare di Ottavio, dopo debeilaro Pompeo, e Lepido;
li terzo dopo Ja celebre battaglia di Azio . Dei primo
parlali in Appiano (^), dove narrando ie diciotto Colo-
nie Italiche , promefìe in preaiio a' fòldatJ, {e vincitori
tornacelo , dice ; If^fer ^as emnehant Capaa , Regìttm y
Vsfìujìa , Bt^neTjentum , Nr^cerla : e oei J,bro V. , dopo
aver riferite le vittorie , da iiii riportate di Bruto , e di
Csfiìo, fog giunge ,* Afox^ae a4 perjoheKda pratnm prò*
ji:dhis eji ( paria di Ottavio ) i^ Itaiiam ^ ut agros mì/i'-
iìbui divìderei > giufta ie prometèi loro fatte , cinque aa-
lìi prima , nel primo anno del Triumvirato .
1>^\ fecondo accrefcimento paria apertamente il no«
flro Vellejo , ramai^ntando ancora la munificenza di Au-
guro nel donare a* Capuani una gran rendita neirilola
di Creta, e l'acqua Giulia ; e Dione Caflio difle : Atque
Uà mìlìtei ( che fatto aveano tumulto per queft* affare)
compojidìt , ut argentum lìutìm , agrum non multo pojì ih
d-edic j e perchè i pubblici campi baftar non poteano a'
nuovi Coloni , etism aìios fatti multos emit a Campanh
Hill , qui Captdam incolt*ni , iifq^e tum aquarn Juliam ,
tùm terrai Gnojjiam , qua etiam nunc fr^umur ^ eorum
k<o dedit [ù) *
Su di queft' Acqua Giulia tanto famofa , e rinomata
per tutto li Mondo , da Auguro donata alla Città di Ca-
pua , ed a \uc immenfe Ipefe fattavi condurre dalie vici-
nanze elei monte Tabi rno , mi conviene for picciolo tra t«
tenimenro, e {piegarne l'origine, il corfo , e tutri gli an-
tichi veitigj , porzione de' quali fin oggi fi ©(fervano. A
pie dei cclebie monte T^^buino , verlo Oriente, vi è un
Calàie , ceto Guizzo , nelle cui vicinanze nafce un fin*
macello, eh amato da Leandro Alberti , Facciolati , ed al-
tri ljckrm\ da' Geografi Oldtidefì Ijclaru ^ da altri detto
JfercGla y con e eh *ram.entc fi legge nell' Italia Sacra del-
l'Ughclii (f),rie;la Bjila di all.gnazionc della Diocefi del
Veicovo di Sanr' Agata de' Goti , nella quale dalli per
confine alle DiOcefi di Cafeita , e Sane* Agata i\ fiumo
Ee Ifèr-
(a) Ciz;il, /.4. (bj Lib,^^. VtlL Patere, ed altri . (e) Torji,9*
2i6 Storia Civile di Capiia
Ifercla , oggi chiamato Bi fere òia , propriamente nel luo-
go detto i^on^e de' Quaccheri . Ufciro quello fimiìicel-
jo dalla parte di Settcxicrione , va correndo all'Occidente
fra il Taburno , e i monti, detti degl'Irpinij mdi per io
territorio di Sant'Agata de* Goti, finché fi perde nei tìu-
nie Volturno preflb ia Terra di Limatola.
Da detto fiume Kèrcla , perchè è di un'acqua aiTai
falubre , e leggiera , £\ pensò far venire 1' acqua in Capua,
e fra Mojano , e Sane* Agata {\ apri un canale \ ma per
l'ineguaglianza del terreno, e de' monti, non avendo T
acqua il luo declivio , fu di meftieri in certi luoghi fora-
re i monti , ed altrove fabbricare gli acquidotti . Quefto
canale non lungi dai fuo principio palTa per un lato del
tnonie Caftroni ( cosi forfè detto da Comio Caftrono ,
Capitano de* Sanniti, da* quali fu ammazzato nelT ingref-
fo , che fecero nel Sannio , fecondo l'opinione di Paolo
Diacono }. Indi 1' acquidotto £\ avanza verfo Sant'Aga-
ta, poi nel luogo , detto Santìjìy e profèguendo il cam-
mino per le cofte de' monti Irpini , giugnc a Bagnuolo ,
luogo non molto lontano dal monts Garzano > il quale
è uno de'Tifatini.
Oggigiorno dett* acqua , camminando verfo mezzo-
giorno dalla parte di Bagnuolo, palTa per dierro \\ Ca-
Itello di Matalone, e fino alle vicinanze di Sicignano va
per aperto canale 5 indi per fotterraneo giugne in Napo-
li per ufo de* fuoi formali, e vien detta i' acqua de' Car-
mignani . Ma i\^\ tempo , che veniva in Capua , dovea.
da Bagnuolo portarfi al vicino monte Garzano, il quale
dovette effer perforato : e febbene oggidì non fi ofier-
vafiero veil.gj di detti acquidotti, non pofiìamo in altro
modo giudicare il cammino , che dai frequenti veftigj ,
i quali di qua de' monti Tifatini, e propriamente di quei
di Caferta oflerviamo : ficchè dovea dcrt* acqua palfa-
re pel monte Garzano, cofieggiare per qualche tratto il
monte della Città di Caferta 5 indi calare per le vicinan-
ze di Cafolla .
Ne' vcftigj di detti acquidotti, nel luogo, detto Io
Grotti .
Libro Primo . 217
Grotti dì Cafolh , vi è cofa degna da notarfi . Prima_ ,
chQ Ce gii altri acquidotti iìanfi di fabbrica, o fcavari in
pietra viva , o nei tufo , fono di larghezza circa cinque
palmi, e di altezza circa fette , e terminano al di lopra
in angolo acuto j quefti ddlc Grotti già dette fono di
fabbrica tafiellata , larghi più di otto , 1* altezza non fi
può fapere j perchè a prima vifta vi manca il forn ce ,
né fi può andare dentro per ie cafcate di altre pietro ,
che vi fono. Secondo, vi fi oflèrva un muro a traverfo,
e poco follevato dal fuoio 5 e flimo , ch'eflèndo i vefti-
gj defcritti in fìto molto pendevole , fervide quello fca-
glione di muro traverfo , per frenare J' impeto della ca-
duta dell' acqua 5 tanto piiì , che al lato deftro vi fi ve-
de uno fpiraglio , per dare sfogo alle acque, di figura trian-
golare , di diametro di due palmi, e mezzo , di fabbri-
ca ancor tafiellata .
Kella Cupa del Ca fa le del Mezzano, dietro al mon-
te , ove è il Convento de' Padri Capuccini , è forato nel
tufo un ben lungo acquidotto ; altri veftigj fé ne ofìTer-
vano nelle vicinanze del Calale di Pulcianello 3 altri fot-
to il Ponte della Porta piccola della villa Santoria j altri
nel tufo del monte, detto Mofìtec^/po ; altri di fabbrica-»
fé ne olTervano nella (ira da di Coccagna j frequenti vici-
no il Pago di Santo Prifco : e quefii erano fltuati propria-
mente nella Via Aquaria dell'antica Città di Capua , la quai
via pafiava per mezzo la ftrada principale di Santo Prifco ,
dove nel fabbricarfi fi fono fcoverti per 1* addietro varj vefti-
gj di acquidotti j indi ufcendo da tal Pago, nel luogo , detto
SafU'Ai^g^^Jìo , ( che fu prima uno de'magnihci fepolcri degli
antichi Capuani ) per lungo tratto f] vede una fabbrica anti-
ca,sulla quale era rantichiflìmo Capuano acquidortored ecco
portata T acqua dal fiume Iler eia nell' antica Città di Capua,
Del terzo fupplemento , isitto alla Colonia Capua-
na da Ottavio già Augufio , oltre alla verifimiglianza-
de' titoli , detti di fopra , Coloma luìia Felix Augujìa , ne
fece chiara teltimonianza Plinio (a), il quale parlando del-
£e 2 ia
(a) Lìh, i8, cap, 11.
2i8 Storia Civile di Capua
la famafa creta , o fìa Alica Capuana , cosi difTc : h2Ve^
nìtur base in Colle Leucogaso , extatque Divi Augujii de^
cretum , quo anntt-a zigena fnilHa Heapolitanii prò eo nu-
merari jujìt e fifco fuo , cohniam deducenì Capuani . E
febbene il noflro Camillo Pellegrini ftjttii un Ibio accre-
fcìmeato eilere (lato fatto alla Colonia Capuana da Au-
gusto, certo fi è però, che un folo fu T accrefcitore Ot-
tavio Augufto > ma gli accreicimenti furon varj ^ e la
divcffi tempi .
L* ultima volta poi ^ dall' Imperador Nerone accre»
fciuta di foldati veterani negli anni di Roma 809. nel Te»
condo Confolato di que(t* Imperadore , e di Lucio Pifo-
ne come acceanafi da Cornelio Tacito (^^)i Ceterum Ca*-
pua , aique Kuceria addi&is Vfieranii firmata funi ; e->
dice molto bene il Mazzocchi , che allora fofle alla Co->
Ionia Capuana unita la Colonia di Urbana , di cui par-
Io- Plinio; Urbana?^ Coloniam Syllartam ntiper Capuaecon-
trihutam , cioè che la C.ttà di Urbana , dedotta Colonia^
da Lucio Cornelio Siila , fu dall' Imperador Nerone noa
molto prima àdiV età di Plinio y per verificar quel »^-
f^r 5 fecondo poi il Pellegrini, nell' iftefTa età di Plinio^
unita alla Colonia Capu^ina y acciocché avefleroi fuoi niio-
vi Coloni più ampio terreno da coltivare r
In tempo di q.uefla Colonia iì vide ia Città di Ca-
pila in tutta riforgere al fuo antico efiere : ^\ vide altra
volta maeftofa , fuperba , ricca , abitata ^ e frequentata da
perfone nobili : allora riebbe vie più gli ordini , rifece le
fue mura , innalzò nobili , e fuperbe tabbriehe , magnifi-
cò le già fatte , così pubbliche , come private ; allora^
tornarono a vederfi (pefiò i giuochi , e gW Spettacoli Del-
l' Anfiteatro : fi videro nuovamente tante commedie iiij
ifcena: fi videro \n pompa molto maefiofa , e fuperba-
i già più volte di fopra nominati pubblici edifizj , \\ Tea-
tro , il Circo,, il Campidoglio , la Curia , il Crittoportico>
il Foro, l'Arco Trionfale prcfio la Porta Cafiiinenfe, ilCa-
tabolo per le beltie dell' Anfiteatro > la Scuola de' Gladia-
tori 3,
(a) Annui, 13. ars, 31»
Libro Primo. 219
tori, il famofo Acquidotro , i Fonti , le Terme ^ ed ogni
altro, che aJIa magnificenza delia Qua potè contribui-
re; aJiora fu, che ia Città tornò a numerare circa 300,
m'ìU abitanti , o , fecondo il Mazzocchi , fino ad uh milio-
ne. L'oro> l'argento, le ricchezze ben rilplendeano per
rutra ia Città , ove il rratHco era conriiìiio , li danaro
per la moltitudine delie perlbne, e non meno pelgraii-i
genio di fuperbamente fabbricare , che per la f^rte in-
cìiuazioiie , che aveano i Capuani a' giuochi, ed &' fpct'
tacoli, correva fenza rifparmio. Ed in tal dovizia , faftoj,
e fplendore fi mantenne per lungo tempo ia noflra ri-
uomatiilìma Città dì Capua »
C x^ P I T O L O X-
la Citta di Capua [otto gl^ Imperadori
di Roma ^
Sotto diveifi domini fu la Città di Canoa , e a di ver fi
Imperj ella Ibggiacque . Il primo , eh- la dominò^
fu Ofco , fuo fondatore 3 poi la Capuana Repubblica 5 iri-
di il Senato Romano ^ poi agi' Imperadori di Roma chi-
nò olTèquiofa il capo , e fotto li cùiloro dominio durò'
molti fscolr, e (ì vide con molta, e lunga felicita gode-
re ne' Tuoi fafli più gloriofi . Tanto fu 1' amore , tanta^
la ben voglienza , colla quale tutti gì' Imperridori di Ro-
ma fino all'anno 455. dei comune nfcatro , e finoaGen-
ferico , Re de' Vandali , che l' incendiò , e la r dulie in-
cenere , la profeguirono , e la diliinfeio. Coii Cap Giu-
lio Ce fare , Ottaviano, Tiberio, Cajo Caligola , Tiberio
Claudio, Nerone, Sergio Ga^ba ^ Marco Salvio Gitone,
Aulo Vitello, Flavio, e poi Tito Velpafiano , Domizia-
no, Nerva ^ Coccejo , Trajano , Adriano,. AntonnoPio^
Marco Aurelio Antonino , Lucio Vero , Commodo , El-
vio Pertinace , Severo , Gifiiano , Settimio Severo , ed
altri , fecondo ia ben diftinca ferie , ed ordine , cho
220 Storia Civile di Capua
ne fa Loren20 Patcro/j [a) colle loro vite , e ritratti , fiarr-
no Tempre diftinta , e mirata con fomma affezione Ja no-
flra Città di Capua , avendola caricata di privilegj , o
fegnalata tra tutte le altre Città delTIralia.
L' Imperador Giulio Cefare vi deduflè una Colonia-.
numerofa , ricca , e ben fornita , che baftò a pienamen-
te foilevare la Città , e i fuoi cittadini ; donò molto ter-
reno a Capua , e 1* arricchì di altri donativi .
Sueronio Tranquillo fcrivc {b) , che i nuovi abitato-
ri di quefta Colonia disfecero alcuni antichiflìmi fepolcri
nelle ville di Capua , per edificar cafamenti , volendo
fervirfi di quelle pietre j ed ufando in ciò molta diligen-
za , per avere nell' andare indietro fcoverti molti vafi di
antico maglftero , ritrovarono una tavoletta di bronzo,
nella quale fi prediceva la morte di quefto Cefare, e vi
era fcritto, Capi , edificatore di Capua , effe re quivi fepol-
to con lettere Greche in quefta fentenza ; Che ogni vol-
ta , che fofTèro difcoverte le ofià di Capi , allora uno na-
to dalia ftirpe di Giulio dovea efièr ammazzato con fer-
ro per mano de' fuoi amici , e parenti, e di poi vendi-
cato con grandiilìma ftrage , e rovina d* Italia ; Qua»'
doque offa Capyi deteBa effent , fore , ut Julo prognatus
manu confanguìnecrum mcaretur^ magni fque mox ìcaliae^
cladihr^s ^indicar etur ,
Ottaviano Augufto , fuccelTore di Giulio Cefare, che
non fece, che non operò a favore della G^ttà di Capua?
Egli i' accrebbe la colonia , le donò più terreni , e più
rendite , e le donò ben anche la famofa acqua Giulia .
Egli adornò in una difpendiofa , e mirabil maniera l'An-
fiteatro , ed efiendo egli un Imperadore pio , aflai gen-
tile , e faggio , reftitui la pace a tutto il Mondo , chia-
mato univerfalmente Pater Patriae .
Sotto quefto Imperadore fiorì in Capua il famofp
Poeta Gnco Nevio, ottimo compofitore di commedie, e
tra-
(a) Pag, i* a r, & f^qq.
(b) De Jul, cap. Si,
Libro Primo. 221
tragedie 9 ài cui già feci di fopra più diftinta memoria ,
e vi è J* effigie di lui dipinta neli* Atrio dcìV Udienza-,
delia nuova Capua . Era egli così mordace , e fatirico ,
che per ordine dell' Imperadore fu miferamente imprigio-
nato, avendo compofto molti verfì , che toccavano al vl«
vo , e dicevano molto male di diverfl Senatori , e Per-
fonaggi, fpecialniente di Metello , e di Publio Scipiono
Afflicano, cenfurando anche molte principali cofe , toc-
canti al governo di Roma: ma, ficcome i Tuoi verfì fu-
rono cagione della fua carcerazione , così le fue tragedie
lo reflituirono ali* antica Jibertà , mentre dentro le iieffe
carceri compofe una tragedia tanto propria , che fu ne*
cellario all' Imperadore fcarcerarlo ad idanza del popolo
Romano , che volea onninamente vederla pretlo rappre-
fentata , avendola ietta in privato molti cittadini Roma-
ni , fuoi amici, i quali con altri virtuofì faftidivano ogni
momento P Imperadore, finche ottennero la fcarcerazio-
lìe di lui .
A tempo di queft* Imperadore Ottaviano Augufto
accadde, che nel ventre di Maria fempre Vergine fi fofle
conceputo, per opera dello Spirito Santo, Gesù noftro
Redentore , e dopo cffere flato nove mefì nel di lei ven»
tre puriilimo, ufcì alia luce verfo P anno del Mondo
4000. (e/) a 25. Dicembre di mezza notte nella Grotta
di Bettelemmej e qui fi diede fine agli anni dei Mondo,
e fi cominciò a pigliare P età della venuta dd noflro Re-
dentore Gesù CrilTo . Al primo di Gennajo fu circoncifo
fecondo la legge di Mosè , e fi cominciò il primo annoAn.r.
della noilra lalute , cagionataci da quefto Gran Mifteio .
Ma a js. Agoflo ddV anno 15. del Signore quefì'An.iS
Imperadore fé ne morì in Nola , dopo aver fatto cofo
aliai fuperl^ , e magnifiche nel Mondo , e dopo aver ben
regolato il fuo Impero. La Città di Capua fé gii prote-
tto molto tenuta per gli tanti berefizj, che ne avea rice-
vuti ; onde tra' molti fi trovò in Capua innalzato utu
marmo colia feguente ifcrizione ;
P.AV-
(a) Gamhard, nel fuo Mf hcar*
222 Stona Civile di Canna
D. AVGVSTl NVMINl
SACRVM
CAPVAN. VRBS RESTIT.
L. D. D. D.
Dopo Ottaviano Augufto , ebbero l' impero del Mondo,
ed in eflo quello di Capua Tibtrio 5 poi Caligola 5 poi
Claiid'.oi indi Nerone, Gdiba, Ottone 3 poi a ViteJ)io5 do-
po di eifo r ottenne Vefpafìano Augufto , il quale fu un
Impera dorè fortiflìmo in guerra , ed ottenne innumera-
bili vittorie ,^ tra ie quali coatta i Giudei in Geruialem-
nie , e di ciìì trionfò in Roma . Dopo quefta guerra , vi
è , chi Icrive , che Vefpaiìano venne a ftarfene in Capua 9
e fi trattenne ben fèi mefi nelle ftanze dd Tempio di
Diana Tifatina , ed avendolo trovato molto diftrutto da
un fulmine , lo rifece a Tue fpefe , e lo reilituì in forma
An.80. affai più magnifica ; ma a 23, Giugno dell'anno 80. le
ne mori ,
Succedette ali* impero Tito j indi Domiziano , poi
Nerva 3 di poi Trajano 5 e dopo di lui vi fuccedettcj
Adriano Augufto , il quale regge lungo tempo felicemen-
te 1* Imperio , ed in occafione de* continui, e lunghi tuoi
viaggi, fi dilettò di beneficare molte Provincie , fpecial-
mente la Cictà di Capua , avendole accreic^uto il terre-
no , avanzate le rendite pubbliche . QuelH accomodò
molti edifizj , riftorò , ed abbellì V Anfiteatro , e fi ob-
bligò oltremodo tutti i Capuani, de'quali egli era aman-
tifiimo ; tantoché dal/a gratitudine di efii gli fu alza-
to un Arco Trionfale , d^l quale un gran veftigio ora.
VQdcfì nella firada, per andar dalla nuova Capua al Ca-
lale di Santa Maria, e poco di là, dov' e la Chjefa di
Sant' Agollino , per fotto al qual arco pafiava la famo-
ia Via Appia . Era quefto comporto , e formato di tro
Arcate, fabbricato di mattoni , ed incroltato di marmi,
alto palmi 48., tutto ripieno di diverfe ftatue , edoina-
nientj marmorei. Dì quclio oggi vi e rimaita , e fé ne»
vede una loia Arcata intera , e V altra è rotta in tutto,
vi Ci ofleivano le nicchie delle Itatue , e i marmi , cho
fono.
Libro Primo. 225
fono fotto \ piediftalli delle Arcate. Era grande , magni-
fico , degno di un Imperadore così benemerito della Cit-
tà di Capua . Ad onor di quello Celare fu innalzato da*
Capuani il marmo coli* ilcrizione , trovata dall' I(à , o
portata dal Pratilli (a) , del tenor , che fiegue ;
IMP. CAES. T. AELIO
HADRIANO AVG,
PATRI PATRIAE
SVBLEVATORI ORBIS.
RESTÌTVTORI OPE
RVM PVBLICORVM
INDVLGENTISSIMO
OPTIMO(Ì PRINCIPI
CAMPANI
GB INSIGNEM ERGA EOS BE
JMGNITATEM D. D.
Dopo Adriano Augufto fuccedette alP imperlo Antonino
Pio . Ma a queit" Imperadore furono i Capuani aflài te-
nuti j poiché ccncepi per la Città tanta affezione, che*
non Jafciò occaflone , né tempo di beneficarla . Era egl
uno de* quattro Giudici Confolari d' Italia , e proprio*,
della noftra Campania , capo della quale era la Città
di Capua , ove podèdeva molte ville , ed in efTe mena- Pti^ii/*
va felici i fuo:. giorni, al dir di Capitolino : h omni 2JÌ-
ta if2 agris frequentìjfme viriti onde gli diedero occafio-
ne di venirvi fovenre , e di arricchirla colla Tua genero-
fuà , e munificenza . In fatti molti terreni le donò , a«
fue proprie fpe/è accomodò , e rinnovò il Ponte di Cafi-
iino, riduffe a perfezione le opcce , lafciate imperfette da
Adriano , Tuo padre , e finalmente dedicò V Anfiteatro
Capuano , fecondo ia più volte citata Ifcrizione , accor-
data dal Mazzocchi . Egli fi trattenne lungo tempo in-i
Capua , e Ipeflb vi fi portò a foUievo de* paefani ,
che ardentemente l'amavano, anche come Giudice Con-
fblare della Campania . Ma a 7. Marzo deli* anno i7i»
Ff ^e
(a) Vìa App, lìb, 3. cap. i.
2 24 Storia Civile di Capua
fc ne morì , dopo aver imperato 23. anni .
Succedette ali' Impero di Roma Marco Aurelio j poi
Lucio Vero? indi Lucio Commodo, Elio Pertinace , Giu-
liano > e poi Settimio Severo . Ma a queft' Imperadore,
non è da crederfi , quanto fofTe tenuta la Colonia Ca-
puana , quanti favori, e quanti privilegi egli le compartì,
e quant'afliftenza le diede non meno pel fuo ricco man-
tenimento , che per la Tua ampliazione j onde ragione-
An.197. volmentc prclfo 1* anno dei Signore 197. gli fu alzato
il marmo, portato dal Pratilli (a) , in cui fi dice;
IMP. CAES. DIVI M. ANTONINI
GERM. SARM. FIL. DIVI COMMODI
FRATRI DIVI ANTONINI PII NEPOTI
DIVI HADRIANI PRONEPOTI DIVI
TRAIANI PARTHICI ABNEPOTI DIVI
NERVAE ADNEPOTI
SEPTIMIO SEVERO PIO PERTINACI
ARABICO ADIABENICO P. P. PONT. MAX
TRIB. POT. IIII. IMP. vili. COS. IL PROC.
COLONIA CAPVA
Dopo imperò Caracalla j indi Macrino 5 poi Eiiogabalo ,
Aledàndro , Malfimino . Morto però M^flimino 1' anno
An.238» 2.3S. uomo di fmifurata altezza, molte difcordie , egran-
dillìme difficoltà inforfero circa 1' elezione del nuovo Im-
peradore , che non poterono in conto alcuno componi:
onde dovette il Senato pigliar le redini dd governo in
nome del futuro Imperadore, le guidò per un anno,c>
rcftò il Senato padrone anche della Città di Capua .
Dopo un anno fu fatto Imperadore Gordiano j poi
Filippo 5 indi Decioi e dopo Gallo. Ma regnando queft*
An.253, Imperadore nelP anno di noftra falute 253. fu afflitto
tutto il Regno , e con cflb la Città di Capua da una-»
crudcliifima pefte , che durò molto tempo , e fece un'or-
rida ftrage de* poveri Capuani , che ne morirono in nu-
mero cforbitantci altri al principio cbberp modo di fcap-
par
(a) F/a Afp, lib. 3. c(^i* «• ,
Libro Primo, 225
par via , e fi ritirarono in Roma , ed in altre Città Jon-
tare da Capua , e tra per Ja partenza di quefti , tra per
ja morte di quelli, refìò neIJa Città si poca gente, che
Jc abitazioni fi videro neJla maggior parte delòlate , c_»
a poco a poco fé ne cadeano gii ediiizj in una gravif.
(ima rovina .
Meri queft* Inipcradore dopo tre anni del fuo Im-
pero , e vi fiiccedette Valeriano , ed a quefto GaJiieno ,
il quale fu troppo amante delia Città di Capua , e be-
Dcnierito affai de' Capuani . Non è mancato Scrittoro f
che fibbia detto , ciie quefti , confederando 1' infortunio
di Capua per ìs pefie , che l afflidè a tempo di Gallo ,
compalìior:ò molto i cittadini , e Ji fgravò di tutti i pa-
gan enti , che alia fua Camera contribuivano. Indi man-
dò gran numero di relegati colle loro mogli in Capua >
acc GCLhè avefTero popolata la Città . Molti di cili in-
namniorati della fertiiità del terreno , vi reftarono per
fempre . Rifece molti edifìzj , rovinati dalla fofFerta de-
folazione , ed in pochi anni rellitui ia Città in buonifiì-
mo flato; ma molto più avrebbe fatto, fé non fofle fla-
to piclto ammazzato a 21. Marzo dell'anno 269. , dopo An.25p.
otto anni dei fuo impero.
Succedette a lui Claudio II., poi Qi?'ntillo i poi Au-
reliano 5 indi Tacito, Floriano, Probo, Ciro . (^;efl* Im-
peradore però mofirofli parziale affai de' Capuani , e fé
loro conofcere una lomma affezione j imperocché in pri-
nia confermò loro tutti i privilegi , ottenuti già dai fuoi
predecefìori in occafion delia pcfte j indi fece infinito
grazie a' paefani , che ne lo rich. clero , e fovvenne ab-
bondantemente tutti i poveri ceìia Città . Era egli così
ben voluto da' Capuani , eh* cflendo morto ad Agofto
283. fu dirottamente compianto da tutta ia Città. An.^Sj.
Dopo di lui fu facto Imperadore Carino, ed indi Nu-
meriano j poi Diocienziano . Ma qucAi fu un tiranno
fpietatiflìmo contia i Cnfìiani. Ad altro non attefe,chc
a una continua perfecuzione di que* Crifliani, che quivi
il ritrovavano, e nelle vicinariZCj onde molti, perifcam-
Ff z pare
2 26 Storia Civile di Capua
pirz la fevlzia di lui , fuggirono nelle grotti , e fi na-
Icofero in diverfi luoghi (otterranei. Non fece veruno uti«
le alla Città , ma la tenne fempre afflitta collo fcempio,
che faceva di tanti Capuani -, fpecialmente per la morte,
che diede a Rufo Diacono , nobile Capuano, edaCarpo-
nio, ottimo medico. Finalmente dopo venti anni di cru-
AD.304. deliflimo impero vi rinunziò 1* anno del Signore 304. , tra-
lafciando io i più tiranni Imperadori, MaiHmiano , Maf-
fenzio , Dunza , Martiniano , e Licinio .
Eu fatto poi Imperadore Goftanzio , il quale molto
volte venne in Capua , fi portò con molto amore coi
Capuani , riparò , ed accomodò molti ediiizj , rifece gli
aequidotti , e molti anche ne fece nuovi. Quefti confer-
mò a' Capuani tutti i privilegi , dati loro dagf Imperado-
ri , Gallieno , e Probo , in tempo della pefte , e fé ne mori
A11.305. Tanno 306,
Gii fuccedette il figliuolo Coftantlno , detto il Ma-
gno , il quale , efTendo Gentile , fi £ccq Criftiano , e fu
battezzato in Roma . Fu un Principe pio , figliuolo di
Sant' Elena , e diede non picciole ripruove della fua rc-
Jigiofità verfo la Chiefa , avendola colmata di generofi
donativi . Egli donò la Città di Roma alla Chiefa coiij
altri moltifiìmi Feudi attorno fotto il Pontificato di San
ÀD.320. Siiveftro. Venne nell' amica Capua l'anno 320., e vi edi-
ficò la prima Chiefa , V arricchì non folamente di bel-
lidime colonne, e dì marmi fopraftini , le donò ben an-
che molte preziofe fuppellettiii , e vafi d* 00 j la dotò
di certi averi, che pofièdeva in Gaeta, e SefTa , ficcome
diffufamente affermano San Damafo Papa , feri vendo la
grandezza di quefto Principe , il Platina nella vita di San
Silveftro Papa, e '1 Capaccio , ragionando di Capua.
Qyefto grande Imperadore (a) , dubitando per II
cfempio de' Inoi predecefibri del troppo potere del Pre-
fetto Pretorio , che fovente fi aveva ufìirparo 1* Impero ,
divife il fuo ufizio in quattro parti, facendo quattro Ret-
tori , che Prefetti al Pretorio chiamò 3 e divife tutto V
orbe
(a) G/V/;. /;p, 2. cap. i. & feq. Tom, i.
i:nq: Libro Primo. 227
orbe Romano in quattro Climi , ovvero Tratti , e furo-
no r Oriente, T Illirico , Ja Gailia , e l'Italia. A ciafcuna
un Rettore o (la Prefetto al Pretorio dettino per am-
miniftrarore", e capo .
L' Italia , ( prefcindendo dalle altre tre , che non_»
fanno al propoflto della mia Storia ) fu diviia in diciaf-
fette Provincie ^ ficcome furon diftinte fotto Adriano , e
tal divilìone durò dall'età più baffa fino a tempo di Lon-
gino 3 r ordine delle quali è quefto , che fìegue . I. Ve-
nezia : li. Emilia : III. Liguria ; IV. Flaminia , e Piceno
Annonario ; V. Tufcia , ed Umbria : VI. Piceno Suburbi-
caiio: VII. Campania : VIII. Sicilia ; IX. Puglia , e Ca-
labria: X. Lucania, ed i Bruzj : XI. le Alpi Cozzie ; XII,
R^zia prima: Xlil. Rezia feconda: XIV. Sannio; XV. Va-
leria : XVI. Sard-gna : XVIL Corfica .
Ebbero quefte Province altri piiì immediati Ufiziali,
a ciafcuno de' quali era particolarmente il governo dì
una Provincia commeflo , ma non era di utì medefìmo
grado, e condizione. Alcune erano dette Con fo /ari , ^p^i'
che per loro moderatore fortirono un Confolare , come
furono Venez'a, Emilia , Liguria, Flaminia, e Piceno An-
nonario , la Tofcana , e P Umbria ,.il Piceno Suburbica-
rio , e la noitra Campania ; altre sì differo Correttoriali^
perchè da* Correttori , non già da' Confolari erano ammi-
niftrate , le quali furono, la Sicilia , la Puglia , la Calabria,
Ja Lucania, ed i Bruzj; e per ultimo altre fi chiamarono
VreJìdìaU , perchè a' Prefidi fottopofte , e quefìe furono,
le Alpi Coz2Ìe , la Rezia prima , e feconda , il noftro
Sannio, Valeria , Sardegna, e Corfica . Così i primi mo-
deratori di quefte Provincie erano i Prefetti Pretorj , i fe-
condi i Vicarj , gli ultimi , e più immediati erano i Con-
folari , i Correttori , e i Prefidi .
I Prefetti al Pretorio erano quei, ne' quali dopo i Ce-
fari fi univano i primi onori , e le prime dignità deli'
Imperio . A coftoro fi dava la fpada deli* Imperadoro
per infegna della loro grandiifima autorità , focto la cui
amminiftrazione , e governo cuno più Diocefi, e collo
2 28 Storia Civile di Capua
Dìocefì le tante Provincie, che le componevano. Avcan
lòtto di Joro i Vicarj , i Rettori Mk Province, i Coa-
folari , i Correttori , i Prrfìdi , e tutti i Magiflrati di quel-
le Diocefj , alla cui a mminiftr azione fovraltavano .
Dopo di eflì venivano i Proconfoli , dignità pur il-
luftre , ed ornata àclic infegne , delle fcuri , e de'fafci.
Meli' Oriente ve ne furon due , cioè nelJ*Acaja , e nell*
Afia , ed alcune volte vi fu il terzo in Palcftina. NeirOc-
cidente folanaente uno, e quefti neli* Africa.
Or parlando della Campagna ( la quale , fecondo
fcrive Paolo Varnefrido (5) , per gli ubertoll, e piani cam-
pi , che intorno la Città di Capua fono , Campania fu
detta ) ebbe in varj tempi ora più riftretti , ora p;ù fpa-
ziofi confini di quel, che oggi non fono. Si dift^fe in al-
cun tempo dal territorio Romano fino al Silare, fiume
della Lucania, abbracciava Benevento , e dilatò per al-
tra parte i fuoi termini fino ad Equo Tutico , oggi chia-
mato Ariano . Fu npbtara perciò una delie piÌ4 celebri,
ed iliuftri Provincie d'Italia per 1* c-mpiezza , e valìità de*
fuoi confini , e per le molte , e preclari Città , che l*
adornavano : ma foprattutco per Capua , che n' era-
Metropoli cotanto chiara , ed illuftre , come la chiamò
Atranafio , il quale favellando nell'epiftola ad Solitario^
del Concilio di Sardica , e de' Legati da lui fpediti , fra*
quali fu Vincenzo , Vefcovo di C^pua , acciocché l' Ira-
perador Coftanzo facefie tornare alle Juro fedi que' Ve-
fcovi, che avea d^fcacciati , dice; n/?JJìs a SanBo Conci'-
ììo in /fgatìonem Epifcopis Vincenzio Capuae , quac Ms'
tropoln eji totìui L ar/jpaniae 5 perciò al governo , ed am-
miniftrazione d: quefta Provincia non furono mandati
Corretto. i, o Prefidi, ma Confoiari ; Magiltrato , ficco-
me fi è detto , febbenc inferiore al Preferto PiCtoro, e
al Vicario di Roma, fotro la cui difpofìzione reggevafi,
era nondimeno ornato di pù grandi prerogative di
quelle de' Correttori , e de' Prefidi. La loro (tòt era ìhj
Capua , e fu tanta la ftima , e *i lor grado apprefifo gl'Im-
pera-
(a) Paul, Diac, Uh, 2. cap. 2.
Libro Primo . 229
peradori, che fbvcnte venivan loro indirizzate moire co-
ftituzioni , e mandati imperiali j ed era cura del Confò-
lare pubblicarle , e farle fpargere per tutta la Provincia.
Molti i Confolari della Campania si furono ; il pri-
mo di elfi fu i'Imperadore /^^?/(?«//?j? P/^, creato da Adria-
no circa gli anni del Signore 125. » o 126. come altri
vogliono . E var) altri dopo le ne leggono , come Da-
ciano , Lucio Celio, Rufo Leonzio, o da altri chiamato
Draconzio , Cajo Giunio , Donato Giuliano , Tito Fla-
vio PoftumJo Tiziano, Tiro Avonio, o Ila Antonio Mar-
cellino , Timoteo Severiano, e fotto l'impero di Coftan-
tino Magno , data la pace alla Chiefa di Gesù Cri (lo ,
furono Confolari della Campania Cajo Celio Cenforino ,
indi Cajo Vezio , Colfinio Rufino , Rufio Volefiano , ed
altri, che fino all'anno circa 330. in diverfe parti della An.330.
Campania ebbeto il lor tribunale , e la loro relidenza ,
Ma de' Co.jfolari Capuani , che in queiio terzo Ic-
coIq aveano in Capua fiilata Ja loro fede, amminidrata
ia giuftizia , e veduti fi erano ben pr -federe a tutta la^
Campagna lotto Co/Cantino Magno, uno si fu Barbarlo
Pompejano . A quefto , che fiava in Capua , dirizzò Co-
ftantino nelì' anno 333. j mentre rcfideva nella Tracia.- , Aa.333.
e propriamente in Apri , luogo non molto diftante da.»
Collantinopoli , quella coranto celebre, e famofa Coflitu-
zione , per Ja quale s' impone a* magiftrati , che debbano
inchiedere della verità delle preci ne* refcritti , ottenuti
dal Principe j in guila , che non polTano efeguirli , fcj
r efpoito dalie parti non fia conforme al vero : della.*
quale fi compiacque tanto Giuftiniano , che voile infe-
rirla anche nel Tuo Codice : il che fecero anche i Ro-
mani Pontefici , inferendola nelle Joro Decretali .
L'altro Confolare, che in Capua governò la Cam-
pania fotto quello ^e^o Principe , fu Flavio Medio
Egnazio , Marzio Lolliano per la teftimonianza , che ce
ne dà Giulio Firmico . A coftui dedicò Fimiicio (otto
l'imperio di Coftantino i fuoi libri Aftronomici. Fu que-
lli un uomo di gran mento > ondci dopo aver depofle
le
230 Storia Civile di Capua
le iiifegne di Confolarc delia Campagna , fu da Cofian-
tino innaJ7ato a' più ectelfi onori , dandogli il governo
di tutto r Oriente, e 1' infegne poi di ordinario Confò-
lo . Morto Coflantino, ^u egli nell'anno 342. fotto Co-
ftante fatto Ja feconda volta Prefetto della Città di Ro-
ma , e fotto Coftanzio , fratello di lui, fu anche Prefetto
Pretorio d'Italia .
Finalmente Coftantino Magno, dopo eflerfi fegnala-
to in molte opere illuftri, e gravi per la Chicfa univer-
fale , per tutti i Regni del fuo vaftillìmo Impero, e per
An,337. la Città di Capua , fé ne morì a 21. Maggio 337.
Gli fuccedette neli' impero Coltante , fìg/lo di lui , de-
gniflimo imitator di fuo padre , a cui toccò la fìcrno-
ria d'Italia. Sotto queft* Impcradore, febbene non li fap-
pia , quali fofTero nari i Confolari della noftia Campa-
gna 5 fi veggono però diverfe fue leggi , per le quali ap-
pare averfi prefa di ellì parricolar cura , e penderò. In
Capua , metropoli , e capo di tal Provincia , fu ietta , ed
accertata la legge , promulgata da quefto Principe l'an-
An.340. ilo 340- > regiftrata nel Codice di Teodofio , fotto il tito-
lo di Salgamo , per reprimere V infòlenza de* foldati , che
in occafìone della guerra , che allora faceva in Italia.*
con Coftantino , fuo fratello, ii quale in quefto fteffo an-
no , prefa Aquileja , fu vinto, e morto , inquietavano la^
Campagna , e per gli fafiidiofi lor trattamenti, e licenza
militare, l'onore, e le folianze de' Provinciali malmenava-
no . In queft' anno V Imperador Coftante fi trattenne-»
qualche tempo in Capua, che tanto gli piaceva, e fti-
mava (a) .
An,3so. Ma , morto Coftante nell* anno 350., rimafe Impe-
radore l'altro fuo fratello Coftanzo. Sorto quefto Prin-
cipe fono ignoti i Confolari della- Campagna, né fi fan-
no i loro nomi , non trovandofi editti indirizzati a co-
loro da Coftanzo . Vi fono però molte coftituzioni di
lui , dirette a' Prefetti Prerorj d' Italia , per le quali d
An,35S. prende cura di quefta Provincia. In fatti nell'anno 35S«
diriz-
(a) Aiban. in ApoL adCoJ2jìant,pag. sz6.
Libro Primo. 231
dirr22Ò una Tua Coftituzione, a Maurizio LoJliano , allo-
ra Prefetto Pretorio d'Italia ; Ja quale, perchè toccava.»
i bifogni dì quefìa Provincia , fu letta , e pubblicata inj
Capua , come porta la fua ifcrizione (a) .
Furono poi fucceffivamente Iniperadori , Valerio, Dal-
niazio , Coftanzio, Gallio, fino a Giuliano Apoftata . Que-
lli fu Chierico , ma poi , per compiacere a' Tuoi fudditi,
depofe r abito, e divenne anche Gentile.
Sotto Giuliano fu Confolare della Campagna Lupo,
che fempre in Capua fermò Ja fua refìdenza . Di tal Con-
folare fé ne ferba fin oggi memoria prellb di noi , e fc
ne legge un tronco Epitaiììo , attaccato alJaChjl^ià de'F.F.
del Carmelo:
...... RIVS LVPVS
• •••••• Y« v^»
...... CONS. CAMP.
CVRAVIT
A Lupo fuccedette Campano, come fi raccoglie dalPepi-
itola di Simmaco . Coftui , quafi per naturai propenflo-
ne , giovò oltremodo alla Città di Capua , e fu affai be-
nemerito de* fuoi Capuani .
Fu anche Confolare delia Campagna in quef!a Citta
di Capua , fotto tale Imperadore , Pofiumio Lampadio , di
cui in Napoli , come Città al Confolare delia Campa»
gna fottopofla , ben anche ferbafì memoria in un mar-
mo , prottrato a terra avanti la Chjefa della Rotonda,
ove fi legge ;
POSTVMIVS LAMPADIVS V. C COKS. CAMP.
iLe obbligazioni , che la Città di Capua profeflava iiu
que' tempi a quefto gran Confolare , io non ho termini
fufHcienti a poter efprimere . Baflerà folo fapere , cho
non tanto arrivò egli in Capua , eh' ebbe la bella idea^
nella maggior parte di riftorarJa , e di abbellirla . Fc
chiamar perfone da diverfe parti , e per lettere , e per
armi molto provette, e da quefie fece iftruir la gioven-
tù Capuana i rifece gli acqiììdotti in iungo tratto, rifto-
Gg là
(a) 25. Cod. Th, de appell.
232 Storia Civile di Capua
rò i pubblici edifizj j e tanto Ci adoperò , che reftituì la
Città in buona porzione nella Aia antica bellezza , quan-
tunque non avelie potuto rinnovarle V antica maeftà , e
r antico dominio . Onde il popolo di C^pua dopo qual-
che tempo in memoria di quefti benefizj gii alzò una-*
ftatua di marmo , e la fituò in mezzo alla principale-»
piazza della Città colla feguente ifcrizione;
POSTHVMIO LAMPADIO V. C.
ET ILLVSTRI CONS. CAMP.
RESTA VRATORI PATRIAE
ET REDINTEGRATORI OPERVM
PVBLICORVM , ORDINIS PROVISORI
POPVLI SVBVENTORI OB INSIGNIA
EIVS VNIVERSA PATRONO LONGE
A MAIORIBVS ORIGINATO ORDO
CAPVENSIS VOTI , ET OBSEQVII SVI
PIGNVS LOCAVIT .
A Gìuh'ano fuccedctre Gioviano j poi Va/enriniano . Or
fotto queft* Imperadore furono, e fi leggono diverfi Con-
folari della Campagna , che in Capua facevano il lof
domicilio, e vi tenevano eretto il Jor Tribunale. Ad efII
Ao,3(J4» yarie leggi furono dirizzate, ficcome nell'anno 364. era
Confolare della Campagna Bolefaro , a cui , rifedendo
Valentiniano in Aitino , Città di Venezia , furono diriz-
zate due Coftituzioni , che fi leggono nel Codice di Tco-
dofio y una fotto il titolo Q^ìbus equorum ufus ^ Taltra
fotto il titolo Quorum ufui intera. . per le quali , affin-
chè da Capua , e fua Provincia fi cftirpafiero i ladronec-
ci , e molti altri difordini , fu proibita feveramente V
afportazione de* cavalli , e delle armi, comandando , che
niuno fenza fua licenza potefle quelle muovere. A quefto
ftefib Bolefaro , mentre ftava in Capua Confolare della-»
An.35s. Campagna , dirizzò nel)' anno feguente 365. l'altra Co-
itituzione , che C\ legge fofto il titolo Ds curfu puhUcOi
rifedendo egli T jlmperadore in Milano .
A Bolefaro fuccedc nello ftefs' anno 365. per Confola-
re Felice , di cui ci fa certi la legge 5 • elei Codice Teodo-
£ano
Libro Primo • 233
fiano ad S*C. Cìaiidianum ^ emanata a Luglio 365. A qu'e-
flo {vLCCtàh Anfiiochio ; a coftui nell'anno 370., ftando An.370.
Vaientiniano in Treveri , i\x dirizzata in Capua quella^
\t^%^ 9 che fotto il titolo De Dectérhmbus ancor fi vede
nel Codice di Teodofio {a).
Morto Vaientiniano Tanno 392., toccò J* Imperio di An.392.
Occidente ad Onorio . Sotto di quefto Principe fu in Ca-
pua Confolare della Campagna Gracco. A quefto, men-
tre rifedeva Onorio in MiUno , fu dirizzata nelT anno
397' quella Coftituzione , che leggiamo nel Codice di Tco- An.397.
dofio fotto il titolo De Colhgiath ,
Furono poi fucceflìvamente Imperadori Valente , Gra-
ziano , Vaientiniano II. > che molto poco regnò 5 indi
.Teodofio .
Qucfti due Imperadori però , Graziano , e Teodoflo,
furono amantiflìmi della Città di Capua , la benifìcaro-
no oltremodo , e ia dittinfero dalle altre Città con infi-
niti beneiìzj i onde in fegno di gratitudine fu loro da* Ca-
puani, e da Anicio Baflo , Confolare della Campania , eret-
to il marmo colla fèguente ifcrizione , trovata Tanno 16 io,
nel Cafale delie Curti , uno de' Villaggi ricchi, e culti del-
ia Diocefi Capuana , e proprio vicino la Cafa del dotto f
e faggio Dottore Domenico Parente :
PRO SALVTE
ET VICTORIA
DD. NN. GRATIANI
ET FL. THEODOSII PP. FF. AA;
ANICIVS AVCHENIVS BASSVS
V. C. CONS. CAMP.
LVDIS POP. DATI5 ATQVE
VECTIGAL. ABSOLVTIS
POS.
SYAGRIO ET EVCHERIO
coss.
A Teodoflo furcederre Arcadio , e tra cfll due regno
Onorio . A queflo fuccedetre Teodoflo II. Or nclT anno
Gg a 4i0'>
(a; /j, 71, Cod, de Decario fi.
2 34 Storia Civile di Capua
An.410, 410. , eflendo Iniperadore i' iftelTo Teodoflo II. Cotto
il Pontificato di Innocenzo I., i Goti , g^ntQ barbara, e
molto bellicofa , entrarono nell' Italia , e con un grolTo
efercito afìTediarono Roma 1 e poi la faccheggiarono. In-
di paflarono in Capua , e con grand' impeto aflalirono
la Città : onde intimoriti i poveri Capuani , proccuraro-
no di fcappar via nelle campagne , e ne' monti vici-
ni : ma i Goti li raggiunfero , e gli alficurarono , cho
non aveano eflì nell' animo di far loro verun male , ne
d' inquietar la Città , folamente volevano i loro teibri ,
e la loro roba. Laonde convenne a' Capuani ritirarfi iiiu
Città , ed aprir tutti i nafcondigli , dove aveano cilì ri-
pollo il loro danaro , le gioje , Je cofe più preziofe , o
tutte furono prefe da que* barbari , i quali depredarono,
quanto vi era di ricco , e di preziofo in Capua 5 e poi
jfe ne partirono arricchiti , e carichi de* tefori Capuani .
I cittadini reftarono molto impoveriti, e la Città priva-
ta delle cofe piiì preziofe ; ci volle un pezzo , per poterli
rifare , avendo foffcrta querta gran rovina non molto do-
po la fua riedificazione .
An>4S0»^ Morto Teodofio II. a 28. Luglio 450., fuccedettc al
fuo impero Coftanzio^ poi Valentinianoi indi Marciano,
li quale fw un Imperadore molto pigro , e per la fua pi-
grizia meritò, che i vaflàlli foffero maltrattati da* popo-
li Itranieri 5 ed era così tardo a rifolvere , e al foccorfo
delle cofe , che non mai gli riufcì a tempo qualunque fua
determinazione . Sotto qued* Imperadore accadde {a) ,
An.4ss. c^^^ 2 ^7. di Marzo 4SS-> come vuole il Panvinio , feb-
bene altri nel 452., Valentiniano , Imperadore dell'Occi-
dente , fu da' fuoi fteflt uccifo per ordine di Maflimo Se-
natore tiranno , H quale non folo fi ufurpò 1' impero ,
ma per forza tolfe EudofTa Imperadrice per fua moglie ,
dottidìma figliuola di Lorenzo Ateniefe, maeftro di ar-
te Oratoria {b) . Coftei , per vendicarfi della morte del
marito , chiamò dall'Affrica Genferico , Re de' Vandali,
con promeflfa di farlo Imperadore: e già ii Tiranno , in*.
tefo
(a) Samm IJior. di Kap, Uh, i. (b) FaoL Diac.
Libro Primo. 235
ufo il partito, con grolla armata di 300. mila combat-
tenti nei medefimo anno , come 1* ifteflb Pan vini o atte-
ra , pafsò in Roma 3 mettendola in preda , e rovina , ed
avendo uccifo, e lacerato Madìmo, lo fé buttare nei Te-
vere . E qui conviene , che io faccia alto , e termini il
primo libro della prefente Iftoria , aprendomifi già
campo di far parola de' fecoli barbari, comin-
ciando appunto dalla venuta de* detti Van-
dali in Italia 3 quando efll la Città di
Capua malmenarono , e crudel-
mente diftruilèro .
DEL LIBRO PRIMO.
WBB.Q
LIBRO SECONDO
DELLO STATO DI CAPUA
NE' TEMPI BARBARI.
CAPITOLO L
Dé^ Vandali , e loro venuta in Capita .
ISSI fopra , che varie mutazioni , fecon-
do la varietà de* tempi , ebbe la noftra
rinomatiflima Città di Capua , Fu el-
la fotto il comando di Ofco , poi di
Capi , fuoi fondatori 5 indi Repub-
blica dominò da se itefia , e tenno
foggette tante Città , e tante nazio-
ni 5 poi fi confederò con Roma 3 do-
po la rotta di Canne fi ribellò da' Ro-
mani, e a diede ad Annibale . Quei neli* anno 544. di
Roma con due eferciti Confolari , uno guidato da Appio
Claudio , l'altro da L. Fujvio Fiacco, la cinfero d' alfe-
dio, e la prefero: il che fu 206. anni prima delia nafcita
di Gesù Crifto , al dir di Coccejo Sabellico {a). In que.
ilo modo reftò fempre foggetta a' Romani , e fu confi-
derà-
(a) Tom. prìm, AEneìd, 5, iib, 4. pag, 340.
238 Storia Civile di Capua
derata , come Joro Provincia infine a' tempi di Coftan-
tino Magno laiperadoie , che fondò in Capua un Tem-
pio, dedicato a S.Pietro, e fu poi detto San Pietro iiij
Corpo , come attera Camillo Pellegrino nella Tua Cam-
pagna Felice (a) . Colia traslazione deli* Impero in Orien-
te , reftò foggctta a' Greci i e Simmaco fuo Vefcovo nel-
r anno di Cii(lo 340. vi fondò un altro Tempio , dedi-
cato alla Vergine Maria , tanto iodato da Giacomanto-
nio Ferrari nella fua Apologia , ove aHerifce non efìervi
fìmile in Napoli.
Ed ellèndo venuti dal Settentrione i Vandali a deva-
fìar l'Italia, Genlèrico , loro Re , nell' anno 450. fecon-
Ant455. do il Ferrari, o 455. fecondo il Pellegrino, diftrufie Ca-
pua 5 di maniera , clic febbene era sì grande , e contene-
va tanti tempi , e tante fabbriche , poche ne rimafero
in piedi . Una Città così famofa appena reliò divifa io*
più borghi : uno il fu quello , ove flava il Tempio di
S. Pietro in Corpo , ì' altro , ove ftava ia Chiefa , dedi-
cata alla SS. Vergine ; e perchè queft' era pili grando
degli altri borghi , fu detto il Borgo di S. Maria Mag-
giore . Tali borghi per 400. anni fuHeguenti ritennero
il nome di Capua , finattantochc la nuova Capua edifi-
cata fi foilc .
Ma chi mai foflèro ftati quefti Vandali , ed a qual
fine foflero in Capua venuti , andrò didintamente divi-
fando , per foddisfacimento degli eruditi leggitori . Riferi-
{ce Giulio Cefare Capaccio nella fua Storia dei Foreftie-
ro (^) , che certi popoli barbari , Itaccati dalle parti Set-
tentrionali , furono detti Vandali da Vanola , Regina di
Polonia, e di Boemia 5 o come vogliono altri dal fiume
Vandalo in Europa , dove eiR poi ebbero lungo foggior.
no 3 e congiunti cogli Alani , Svevi , e Franchi di là del
Reno, rovinarono Ja Francia, e paflarono di là de' mon-
ti Pirenei , per impadronirfi delia Spagna , ove avendo
prefa Afturga , predata Toledo, occupata Lisbona , fi fer-
marono nei Paefe , oggi Regno di Granata , la cui Pro-
vincia
(a) J9/y?//. 2. (b) Gìornat, 2.
Libro Secondo. 259
vincla da* Vandali fu detta Vandaiusla, e dì là fcacciati
da* Goti , che fen eran prima impadroniti, paflarono In
Affrica, faccndofi fìrada col ferro , e col fuoco , rovinan-
do più dannofamente coi coftumi> perchè infettarono il
tutto coi dogmi deli' erefìa di Ario . Or mentre nelia^
fìefìa Provincia fi era fatto poderofo Genferico , accad-
de, che Eudoflìa, rimafta vedova dell' Imperador Valen-
tiniano , come diilì nel fine del primo Libro, fu per for-
za data in moglie a Mallìmo Patrizio , il quale Cucce^
de all'Impero del marito di ki . Ella per vendicarfi del
torto, che le fu fatto in quella violenza , chiamò Gen-
ferico , che venifle in Roma , promettendogli il dominio
d' Italia . Senza veruna dimora qucflo barbaro Principe ,
unendo il fuo efercito di ben 300. mila Mori, e Vanda-
li, navigando per la volta di Roma, alJ' improvifo Taf-
faltò , e furon corretti i Romani di abbandonar la Cir«
tà , per porfi in falvo . Di già V ifteiTb Maflimo , che-»
molto badava alla fua falute, fu uccifo da Orfo, folda-
to Romano 5 ne potè il Pontefice Leone adoperarfi , che
il barbaro efercito non cntrafie , e per 15. giorni noru
perdonaflè a quante ingiurie da' nemici infedeli efercitar
il poteflero, ne mandò poi Eudoflia in Affrica, e diriz-
zò il fuo efercito alla volta di Capua .
li naturale di queft' uomini era molto ferino , ed
inumano : aveano i capelli biondi , roffi , e frolli, cho
ìafciavano crefcere , quanto p ù fi poteva , né mai fé li to-
favano, e con certo arrifizio li contorcevano; erano ftima-
ti per gente aftuta , e callida , come fcriffe Strabene : atter-
rivano però chiunque li guardava , e di efII ne precorreva
fama molto crudele . Ebbero tempo i Capuani di adu-
narfi il meglio , che poterono , e fuggire nei loro monti
di Paloiiibari , e Tifata , lafciando la Città fenza una.»
gran parte di abitatori, ma ricca di tutti quei beni > che
non aveano potuto trafportar fuori .
Or quefti barbari inumani Vandali in numero pref-
fo che infinito entrarono Panno 455. nella Città di Ca-An.45i^»
pua intrepidamente, €ome già diffi di fopra , econfom-
Hh mo
i^o Storia Civile di Capm
mo impeto uccidendo , depredando , e fpianando , diedero
air infelice Città un general facce > che durò più giorni 5
avendo perforate le Itanze dei palagi ^ cavato fotterra ,
e fatte tutte le maggiori diligenze , per trovare i nafcon-
digli , ed ogni qualunque cofa ^ ch'avellerò potuto occul-
tare i difperati Capuani . Finalmente non iazj del facco
dato > col quale fi erano già arricchiti , vollero moftra-
re la loro fierezza centra le Chiefe , e contra gli edifìzjs
onde diroccarono , e deturparono diverfi facri tempj y
molti pubblici , e privati cdifi?) fvelfero da' fondamenti,
diftrufìfèro gli acqudotti , pofero in ruina le fabbriche-»
più magnifiche f tantoché la maggior parte della Città
menarono a terra j ed avendola crudelmente devaftata $
la riduflero in tanti vichi, fra loro difparati, e difuniri,
che poi in più Borghi > come già diffi , furono ridotti »
Pofero fuoco a molti magazini di comeftibJi , carceraro-
no diverfi cittadini^ conducendoli con elfo loro perifchia-
vi , e dopo aver rovinata la Città coir armi, e col fuo-
co, alla fine fé ne partirono » Ed ecco i mileri Capuani
fbggiacquero alla feconda rovina dopo la riedificazione-»
della loro antica Città j ed appena eran paflati (a) 40»
anni , da che furono {ìcchegguti dai Goti , che dovet-
tero foccumbere a quelt* altro (ccmpio j ed a quefto du-
rifiimo flagello ♦ Onde fcrifie Ferdinando Vghcllio nella
fua Italia Sacra : Floruit Capua fuì> populi Romani pote^
fiate , donec a Genserico Vandalorum Rege capta , fahver-^
faque ejì anno 455, E Coftantino Porfirogenito (^) fcrillès
Capua e>'at arbs ingens ^ captaque eJì a Vandalit , JI'^^-j»
A[rii , ^ vajìata . o
Indi Genfeiico fi portò in Nola , che (accheggiò , e
dcvaftò ,con aver renduti fchiavi molti di quei cittadini >
buona parte de* quali furon poi rifcatrati dal gloriofo
S, Paolino, eh* era in quel tempo loro Vefcovo. Di poi
fi portò col fuo grand* efercito ad aflediar Napoli , ma^
atterrito dall' altezza di quelle mura , e reggendo , chej>
iNa-
(a) Summ, ìjìor. dì Nap, Uh, r.
De admìnìjirjit* Impsr. capo a7»
Libro Secondo. 241
i Napoletani, di nulla temendo, fi erano ben fortifica-
ti , e ftavano rifoluti di opporre i loro corpi in vece di
niura , quando non vi foffero 3 prefe il miglior partito
di non tentar più oltre , e partirli coH'onor fuo , e di
già fé ritorno in Affrica .
Non tanto furono allìcurati gì' infelici Capuani del-
l' ufcita de' Vandali da quefto Regno , che tornarono al-
la diftrutta loro Patria , trovata oh quanto difforme , e dif-
famile da quella, che lafciato aveano in abbandono: quan-
te lagrime , quanti fchiamazzi , quanti urli da ogni gene-
re di perfone furono alzati al Cielo, non meno per l'in-
felice fpettacolo della loro diftrutta Città , che per la per-
dita de' loro edifìzj , e della Joro roba l Ma già a poco
a poco fattifì animo , cominciarono ad accomodare lo
Chiefe , le cafe , gli edifìzj , gli acquidotti , finché do-
po qualche tempo tornò a metterfì in qualche iìflema-i
la Città , divifa però in pochi Borghi , come diffi di fopra.
Era già morto Marciano a 25. Gennajo 453. , ed era*
fucceduto all'Impero Leone Imperadore , di nazione Gre-
co , che fu il primo di tal nome, e primo anche del fan-
gue Greco, come dice il Platina nella vita d' Ilario. Que-
fìo nuovo Imperadore ordinò , che i corpi morti fi do-
veffero fepellire nelle Chiefe , cflèndo fiati foliti fin qui
per IcggQ de* Gentili fepellirfi nei cimiterj fuori della^
Città ; perlochc molti corpi di Santi furono dopo di tal
Cof^ituzione fcavati da' cimiterj , e trasferiti nelle Chiefe
dentro la Città . Ed effendo morto Leone a 11. Genna-
jo 474* » avendo imperato anni 17. , gli fuccedè Leo- An.474.
ne , fuo nipote , il quale imperò un anno , e morto nel
475. gli fuccedette Zenone Ifauro, fuo padre, il qualo
tolto ne fu cacciato da JBafìIifco , fratello di Arianna» 9
moglie di efio Zenone , e perciò nel medeflmo tempo tu
coltietto di render 1* impero allo flefTo Zenone nell'an-
no 476. , dopo aver imperato un anno, e lei mefì (a). An,47(J.
Hh z CAPI-
(a) Summont. ìoc. cìf.
2^1 Storia Civile di Capua
CAPITOLO IL
Dei Goti , e loro domìnio /opra la Citta di Capua
M
A non meno per le difcordle di Zenone, e di Ball-
Jifco , che per gli peccati di iwm 1* Italia , volici
Iddio benedetto, che ì Goti ^ i quali nell'anno 410. Tac-
cheggiarono Capua , tornafJero con poderofidimo eferci-
to in Italia , fé ne innpadroniflero aflblutamente , e la li-
gnorcggiallero , e confegucntemente foffero anche padro»
ni di Capua , Fu certamente Ja rovina ^^\ Romano Im-
pero il trafportarlo in Costantinopoli, o per meglio di-
re , il dividerlo in Orientale , ed Occidentale: onde rima-
(la quefta noftra parte molto debole , riufci facilmente»
preda de* Barbari, de' quali i già detti Goti furono i pri-
mi, che non già il reiio delle Provincie dell'Occidenta-
le Imperio , ma 1' ifieffa izà^ , e capo di effo Imperio >
Italia , e Roma, occuparono; il che avvenne 1' anno di
Aa47<5» Criito 476. [a] .
Il primo Re Goto fu Odoacre Re de' Turglligni , o
d'Eruli , i cui principali foldati erano nelle reljq^uie dell*
efcrcito d'Attila, fecondo il Pigna j e venuto con grand""
efercito daireilreme parti d'Ungheria 5 fecondo il Gorioy,
il fé Re d' Italia , poiché giunto in Pavia , come feri ve
il Platina y combattè con Orelte Patrizio, e lo vinfe: on-
de fattolo prigione nella Città di Piacenza > al cofpetta
di tutto r efercito lo fé morire 5 ed indi a* 28. Agolto
dello ftedb anno , fecondo il Panvinio , entrò in Roma ,
e riduilè Aguftolo , figliuolo di Oreite , a rinunciar l' impe-
ro. Allora per 325. anni, fecondo lo ftefTo Autore , flet-
te r Occidente fenza Imperadore . Odoacre » foggiogata-*
tutta r Italia , fé ne chiamò Re , e come foggiugne il
Coliennuccio , tutta la polTedectc : tal che Napoli , e Icj
Città intorno fi trovarono fotte il dominio dc'Gotil'an»
(a) Ammìrat. ds' Duch, dì Benrj€\
Libro Seconda. 243
no 4S2. , e vi regnò fedici anni , e mezzo . A qucfto fuc-
cedc Teodorico , che vi regnò 33. anni , e mezzo ,
fecondo l'Ammirato , anni 50. , fecondo il Summonre:
ma poco men > che anni 38. fecondo il Giannone , aven-
do ottenuta T Italia a forza d'armi , chiamato dall' Im-
perador Zenone , per reprimere la tirannide di Odoacre,
che già poi in Ravenna uccife Tanno 493'5 perciò s' in- AD.4P3,
fignorì deir impero d' Italia ^ fenza aver chi glielo con-
traftafTe « .
A quefto Principe Teodorico (a) , non vi è fcrittore , '
che non tefTa maravigliofi encomj di gloria, e di loda.
ScrifTe il Giannoiìc , che fa egli adorno di quelle rare,
e nobili virtù , che folTe mai per avere qualunque altro
più eccellente Principe , che vantadero rutti i iecoli . La
di lui pietà nelle cofe fpirituali , febbenc foilè dclV creila,
d' Ario forpreio , la clemenza co' fudditi , la giuftizia.- y
r umanità , la fede lo rendevano amabile , e caro a-
tutta r Italia j la fua temperanza fu da Ennodio chiama*
ta Modejìia Sacerdotale j fu , fecondo V ufanza della fua
nazione, parchillimo ne' cibi , e ben anche fobrio nello
vedi . Nel fuo Regno i Goti fj mantennero continenti >
e cafti , né fu mai inlìdiata la pudicizia delle donne ;
Qj^ae Romani pollati [unt fornìcatìone ( dilTe Salviano )
mundara Barbari cajiiiate ^ ed altrove : Jmpudicitiam nos
dilìgimui , Gothì execrantur y puritatem ms fugimui , ìllì
amant . Vivean di cibi fempliciUìmi di pane , di latte ,
di cacio , di buriro ^ di carne , e fovente cruda , macera-
ta folamente nel fale . Del corfo de' fuoi fatti egrcg; è
troppo noto il fuo valore , la fortezza , la fua magnani-
mità , il fublimc fpirito , il fuo genio fempre a grandi ,
e difficili imprefe prontilfimo : Principe nella guerra , o
nella pace molto efperto j donde neli' una fu fempre vin-
citore , e nell'altra beneficò fempre le Città, e i popoli
fuoi,. e la virtù fua giunfe a tanto, che feppc contenere
dentro ai termini loro, fenza tumulto di guerre, ma fo-
io colla fua autorità , twiù i Re barbari , occupatori del-'
rim-
(a) CaJJiod, lib, 3. var. capn %,
2 44 Storia Civile di Capila
r Imperio . Egli per reftituire l'Italia neirantica pace, e
tranquillità , occupò molte terre , e fortezze fra la pun-
ta dd mar Adriatico , e l'Alpi, per impedire piìj facil-
mente il paffo a' nuovi Barbari , che volelfero aflalirla-. :
tantoché ella è coftante opinione di tutti gli Scrittori ,
che mediante la virtià , e la bontà Tua, non folamento
Roma, e l'Italia, ma tutte i' altre parti dell'Occidenta-
le imperio, libere dalle continue battiture, che per tan-
ti anni da tante inondazioni di Barbari avevan foppor-
tate , fi folkvarono , e in buon ordine , ed affai felico
ftato fi riduflero , Molti Autori pretendono ofcurarc-»
quefte virtù di Teodorico colla morte , che fece dare su
'; Simmaco , ed a Boezio ; ma molti altri la fcufano colla ra-
gion di ftato, e colla polizia del Regno. £' vero bensì,
ch'egli la pianfe amaramente, e per quedo gran dolo-
re , che n' ebbe , poco dopo (e ne mori , come narra.
Procopio ; //? Symmachum y ac Boethium quod peccaverat y
àefievit ; po^nìtentiae , ac dolori^ magmtudine non muUo
pqfi ohiif , Sebbene Giornando io fé morto di vecchiez-
za , narrando , che Teodorico , pojìquam ad fenìum per-
'Zjemffet ^ & fé in brevi ab hac iuce egreffurum cognofce»
ret y fece avanti di lui convocare i Goti , ed i principali Si-
gnori Ad Regno , a* quali difegnò per fuo fucceflore Ata-
larico 5 raccomandò a' mededmi la fedeltà al detto Re»
fuo nipote , r amore , q riverenza verfo il Senato , e'I
Popolo Romano , e foprattutto incaricò , che doveflero
mantenerfi amico , e propizio V Imperador d' Oriente, col
quale proccuraflero aver fempre ferma pace 9 e confede-
razione .
Aa.S2<J. A 2. Settembre 526. mori il Re Teodorico, e come
diflì , reftò un nipote , natogli da Amalafunta 9 fua fi-
gliuola, chiamato Atalarico , il quale fuccedette all'Im-
pero 5 vi regnò per otto anni , e fé ne mori giovanetto
An.S34. l'anno 534. Succedette poi Ttodato^ ma veggendo Ama-
lafunta, che Teodato , nato da una forella di fuo padre,
cercava di ribellarle la Tofcana , fé lo fece compagno
del Regno i e pure egli l' ingrato la fé miferamente mo-
rire •
Libro Secondo • 245*
lire , Ma non per quefto godè lungo tempo il frutto
della fua fcelJeratczza , anzi fu cagione di affrettar Giu-
ftiniano , allora Imperador di Coftantinopoli , a proccu-
rar con queft* occalìone di ricuperar T Italia . Incomin-
ciò dunque la guerra l'anno 535» in tempo, che viveva An.SJS»
ancor Teodato, e durò iS. anni, efièndo Itati frattanto
cinque altri Re de* Goti , Vitige , Ildovanno, Atarico ,
Totila , e Tea . Di tal giisrra contri i Goti ne fu capo
Belifario , il quale ricuperò Roma j e dopo aver dato l*
ordine di rifare le rovinate mura verfo l'anno 5Si«) i^
ne ritornò in Coftantinopoli «
Or nell'anno di Grillo 552» <^i Vigilio Papa 15. , e di An.ss^.
Giuftiniano Imperador 26. , fu fpedito in Icalia dallo ftef-
fo Giuftiniano , Narfete , Eunuco Perdano , Capitan Ge-
nerale deir armi deli' impero Orientale con un rinforzo
di s. mila pedoni, e 2. mila Eruli^ perchè , dopo una^
diligenza avuta degli affari d'Italia, il preparaftè tutto,
per ivi diftruggere il Regno de' Goti . Giunto quefti iii->
Roma , prele il titolo di Duca di tutta l' Italia , reggen-
do a iuo modo le Provincie per mezzo de' Prefetti , co-
me riferifce il Sigonio . Venne già al primo fatto d* ar-
mi , e gli riufcì di pigliar Pavia , rompere i Goti , e di
ammazzar Totila (a) j ioro Re, dopo aver quefti regna-
to dieci anni , come gli predifle S. Benedetto. Nell'an-
no poi 553, Narfete aftediò Ravenna , fede Reale de' Go- An. 5 5 3;
ti , del tutto la fpenfe , ammazzò Tea , ultimo loro
Re {h), e riduife Ro:na , e Napoli nell'anno 555- foito An.ssS»
l'impero Greco, eflèndone ftato privo circa anni 72.
Ma non è qui da tralalciarii una famofa battaglia ,
data da Narfere all' efèrcito Goo , accampato nella noitra
Città di Cafilmo , sulle fponde del noftro Volturno , rap-
portata da Agazia (e) , facendo a propolìto per la pro-
pria Storia della Città di Capua . Neil' anno di Cr.fto
5S4. > di Vigi'io Papa 17,, di Giuftiniano Imperador 2S.,
vennero in Italia a richiefta de' Gjti due vai orofilli mi
Ca pi-
ca) Pacrgi, Oiiìc. Baron. (b) Procop, de Bell* Goth.
(e) Agasi, lib. z. de Bell. Goth.
246 Storia Civile di Capua
Capitani degli Alamanni, e Franchi , con eflb loro con-
federati, Baccellino (^) , e Lenta ri 3 e veggendo , che a-,
petto del loro poderofiflìmo efercito tutto di gcntfL*
barbara , e crudele fornito , erano troppo deboli le forze
Imperiali , che nell* Italia fi ritrovavano , a man falva.»
dalla Liguria fin dentro Roma fi avanzarono , Jafcian-
do per ogni luogo funeftiffimi fcgni della loro barbarie.
OltrepafTarGriu «ncnc RCillS , e giunti al Sannio^ dlvifero
la loro ben numerofa armata in due , Buccellino colla
maggior parte tirò a man deftra , ccn devaftare a facco,
ed a fuoco la Campania , la Lucania, i Bruz; j e giun-
fe fino allo stretto di Sicilia • Leuraii coli' altra porzio-
ne dell' efercito marciò alla finifka , Itingo il mare Adria-
tico , mettendo a facco tutto quel tratto di mondo . Era-
no già i caldi eflivi ben avanzati, quando Leutari , e 'I
flio efercito pieni di prede penfarono di tornarfene allcj
loro cafe, e fattolo fapere a Buccellino, non i^ollc <:oftui
feguirlo y perchè i Goti gli davano ad intendere di vo-
lerlo per loro Re j permife bensì , che Leutari partiflo
colla promeflà di mandargli foccorfo in ogni contingenza.
Poftofi in cammino Leutari , e giunto a Fano , man-
dò inanzi 3000. de'fuoi , per ofièrvare , fé ficure erano
le firade , a poterfi (ènza inciampo di gente nemica ti-
rarfi avanti il cammino. Ma Artabane , Ufiziale Cefareo,
feguace di Narfete , che avea radunata molta gente iru
Pefaro , e fi era ivi pofto in agguato, fi fece loro adof-
fo, li fcompigliò tutti, ne uccife molti , e molti nella-
gran confufione ne recarono feriti . Finalmente Leutari p
paflato a gran forza il Pò , condufie la fua gente a Ce-
fena , terra di Vinegia . Qliìvì così egli , come tutti i fuoi
furono da crudelifiìma peite fcrprefi , che per difperazio-
ne coi denti fi ftrappavano a brane la carne propria , e
quafi tutti di quefto malore finirono di vivere , Giufto
giudizio , e gafiigo di Dio a gente sì folle vaca , e per-
verfa , per l'enormità commelTa nel;e Chiefe , e ne* luo-
ghi {acri, attefo in ogni faccheggio, nella Campania fpe-
ziaU
(a) Paf^/. D/ac, de Gejì» Lor^gohard, ìib. 1, cap, 2,
Libro Secondo. 247
ziaimcnte , diedero di mano alle veftl , e vafi facri, ed a.,
rpogliare d' ogni loro ornamento i tempi , ammazza a-
do , € Jafciando infepoJti per le ftrade lucti quei , che
Joro fi facevano innanzi.
Ne permife Ja Divina giuftizia , che aveflc migh'or
fortuna V altr* armata di Buccellino , poiché quefti do-
po aver dato il ùcqo , e devaftato quante terre , tem-
pj , ed altari trovò fino a Regio di Calabria , tornoflè-
re indietro, commettendo fimiii fcelleratezze , e giunto
vicino la Città di Capua , jfì accampò col fuo eicrcito al-
Ja riva del fiume Volturno sulle rovine delia diftrutta^
Città di CafiJino . Qui lo (cellerato Duce , fidato al fito,
che gli pareva molto opportuno per gli fuoi crudeliffi-
mi difegni , avendo aJ fianco deftro il fiiume , fornì il
Jato finiflro con un forte baloardo , che formò , ficcan-
do in terra le ruote di non pochi fuoi cocchi fino al cen-
tro delle medefijne j ed a quefle fopraggiugnendo altri
fortifilmi legni , refiò appena un picciolo fpazio aperto,
per dove i luoi foldati farfi poteano innanzi al nemico,
ed a Tuo tempo arretrarfi ; così le barbare mafnade ben
difefe (tavano accampate al difetto del Volturno , preffb
la riva, che riguarda l'Oriente. E perchè vi era un Pon-
te fopra deJ fiume di Cafilino , ii quale univa il detto Ca-
ftello edificato al difopra , col fiume al difetto , temet-
te Buccellino , che per quefto Ponte i nemici avanzati
non fi foffero ; onde 1' occupò , fabbricandovi fopra una
ben forte torre di legno , fornendola infieme di uomini
affai valorofi, e ben armati, i quali aveflero di fefo il luo-
go , ed avefisro impedito , che ì Romani avanzati fi fof-
fcro : coficchc elTendofi ben fortificato Buccellino , altro
non afpettava , che la mofJà del nemico i fi maraviglia-
va bensì, come da Vinegia il promefTo foccorfo da fuo
fratello fpedito non gli veniva i erano però le fue trup-
pe al numero di So. mila foldati j laddove in Capua, e
nella fpiaggia di Cafilino vi erano 30. mila Imperiah a-
fargli fronte ,
E veggendo Buccellino la debolezza delle truppe ne-
li miche,
248 Storia Civile di Capua
miche , tutto follecito voiea intraprender ia battaglia 5
tantoché così animò un giorno i Tuoi foldati a combat-
tere: jf Miei fidi , e valorofi feguaci miei, non è vitto-
„ ria di poco momento quella , che colia vicina barta-
,, glia abbiamo ad acquiftare , La noftra forre è in qual-
„ che maniera dubbia , ed incerta , e fiamo a tai fegno
„ ridotti , che o noi vincendo e' impadroniremo di tut-
„ ta ritalia.j o perdendo , incontreremo una morte vi-
,, le, e vergognofa . Avendo loro il gran Capitano così
parlato, fubito diedero di piglio air armi, e pieni di fpi-
rito, e di bravura , quaf] iìcuri di vincere , lì apparec-
chiarono alla vicina battaglia. Erano coftoro quali tutti
fanti , e Je loro armi non erano di gran lavorio , noru
ufavano archi, frecce, dardi, o fionde f ma al iato de-
tìro portavano lo feudo , e ai fìniftro la fpada ; prellb
di loro non era in ufo la corazza , pochjlumi portava-
no la celata in tella , andavano nudi fino alla cintura ,
donde poi fcendeano fino ai piedi i calzoni di tela di
Jino , o pure di cuojo : portavano anche accette con fer-
ro da due parti aguzzo , e certi angoni , fpezie d' ala-
barde, coli' afta di legno , ma quafi tutta veftita di fer-
ro , la cui punta era acutilfima , con varie altre punte ,
o fiano uncini , che guardavano al bafib , fimili agii ami.
Si fervivano di quefti angoni , per lanciarli contro al ne-
mico, quando gii erano d' apprellb : fé colpivano, an-
corché lì colpo non folle mortale , non fé ne poteva.»
sbrigare 1' uomo ferito , per cagion degli uncini j fé li
ficcavano nei feudi , non ci era modo di liaccarli , né
più di elli fervirfi 5 ed intanto trovandofi difarmato , o
fcovcrto il corpo del nemico , o colla fcure , o con al-
tr* afta il finivano. Tali erano le armi, colie quali alia
pugna quei Barbari apparecchiati fi erano ,
Intanto Narfete , condottiere delle armi Grecoroma-
ne , tofto eh' ebbe ciò intefo , ufcì di Roma , ove per ca-
gion dell' inverno ritirato fi era , e venne di tutta fretta
in Capua . Fermolfi egli non molto lungi dal campo
Barbaro j imperciocché , ficcome narra io ftefib Agazia j
ne
Libro Secondo. 249
ne o/Icrvava le fortezze , e ne fentlva Io ftrepiro , vai
tanto dire dali* altra parte del fiume di Cafìiino , queila ap-
punto , che riguarda J' Occidente. Quivi fermato, comin-
ciarono a reciprocamente rimirarfi i due nemici efcrciti :
Narfete attefe a formare il Tuo campo , mettendo a' fian-
chi i ca vah'cri , armati di afte, di ìcudì , e dì archi leg-
gieri, alla fronte ddV efercito i piiì forti foldati, forniti
di corazze , e di cimieri ben fermi , talmente ordinati,
che i feudi par che formaflèro uniti una muraglia , ]a_.
quale veniva a difendere buona parte del loro corpo . In
mezzo vi fituò i fanti , ed i foldati piij periti nello fcoc-
car faette . Narfete fi fermò nella parte deftra infìemo
con Zannala, uno de' Prefetti dell' efercito , e nella lìni-
ftra Valeriane, ed Artabane , altri due Prefetti , coi loro
foldati , a' quali poi ordinò Narfete , che tra le ombro
di un vicino bofco nafcofti fi fofiero , ove dalle falto
dei monti di Callicola fi avanzava nel piano, acciocché
poi , incominciandofi la 7uffa , aveiJèro cosi potuto circon-
dar i nemici , racchiuderli ali* improvifo , e del tutto fcon-
f:ggerli.
Stava la Città di Capua in fomma agitazione, e con
effa i paefl vicini dubbj della lor forte , non fapendo il
loro fine , ne a chi darfì in potere . Intanto i Barbari
fcorrendo i luoghi aperti della Città , ed i vicini Paefi ,
non lafciavano di rubbare , di uccidere, d'inquietare reo-
fa , che difpiacque oltremodo a Narfete , attribuendola.
a un difpregio , anzi a uno fmoderato ardire de' Goti,
che nulla par che curallero avere a fronte un nemico
sì forte , e potente , qual egli fi era . Proccurò dunque*
impedir tali fcorrerie , ed ordinò a Canarange , uno de*
Prefetti Grecoromani , uomo forte , prudente , ed in mez-
zo a* pericoli animofo, ed intrepido, che avefìe affalito
i cocchi de' Goti , acciocché non aveflero potuto più di
efìi fervirfi , per ifcorrere la Campania , e rubbare . Cosi
efeguì Canarange, e fattofi avanti colla fua gente ad una
gran quantità di Goti , li forprefe , tolfe loro i cocchi,
e li mandò a fìl di fpada . Or ritrovando*] egli vicino
li 2 alla
2 50 Storia Civile di Capua
alla Torre, che quei Barbari edificata aveano sul Ponte
di Cafìlino , fece a quella avvicinare uno dei cocchi pre-
fi, il quale ritrovava^ pieno dì fecco fieno , vi fece at-
taccar fuoco, ed eilèndo ia Torre di legno, foggiacquc
immantinente aiT incendio . I Goti , eh* erano in culto-
dia di quella , non potendo affatto riparare il gran dan-
no, fi pofero tutti a fuggire, e nel lor campo fi ruua-
rono : onde reftò libero ai Grecoromani il Ponte, e di-
flrutta la Torre . Arfe , fremè di fdegno la barbara ma-
snada , e foltamente audace volea in queir ilteflb g or-
no azzuflfariì , non trattenendola affatto 1' efTerle fiata-
predetta da'fuoi indovini una farai rovina , s'ella in quel
giorno pugnato avefle . Non potendo intanto i Go-
ti contenere il loro fdegno , di già , come tanti ma-
ftini arrabbiati, diedero fopra all' efercito Romano ; que*
fto , che li flava afpettando , li ricevette con tal bra-
vura , e con tal valore, che li tagliò nella maggior par-
te a pezzi, avendoli in tutto circondati di maniera, che
non poteron affatto dalle loro armi campare. Sì vide in
queffa contingenza una manofpeciale di Dio a favor del-
l'armi Grecoromane 3 poicliè , non oflante che P eferci-
to de' Goti foflè di gran lunga fuperiore di forze airefer-
cito Romano , pure refrò quello fconfìtto, ed arrivaro-
no i Barbari fino ad ammazzarfì tra di loro , ed a vo-
lontariamente precipitarfì nel vicino fiume Volturno.
I Romani allegri per una si fegnalata vittoria , do-
po aver prefìati gli ultimi ufìzj ai loro pochi defunti ,
che appena afcendevano al numero di 80. , caricarono
molti cocchi di fpoglie , e di arme nemiche , e così ric-
chi di prede , col capo coronato di allori , ordinatamente
il lor Duce Narfete fino a Roma accompagnarono. Al-
lora fi videro intorno a Capua molti campi bagnati di
(inguc j il Volturno par, che inondar volea, tanto an«
dava de' cadaveri di quella barbara gente colmo , e ri-
pieno . 1 Romani prima di ritornare alla loro Patria^ ,
vollero lafciar una memoria di sì fanguinofa battaglia^ ,
ed alzarono SLÌh riva del noftro Volturno , ov' era fuc-.
cedu-
Libro Secondo , 251
ceduta , la feguente ifcrizione :
linda Cajilini Tyrrbem ad iìttorìi oram
Flttxit barbark^s piena cadaz^erihui 5
Buccìlìnì Jìgna Dei^ in^ifa fequentei
Occìdit ttancoi hajìa latina vìros .
Felix amnii eris tu prò fulgente trophaeo
Hojìili longr^m fanguitie tinBui aquai ,
Queft* ifcrizione vien porrata da Agazia nel fine della^
guerra Cafiiiiicie, e come corona della medefima . Ma per
la dolcezza dei luetro , e fcelta delie parole , vera-
niente latine, fa dubitare , che (ìa compofizione di quei
tempi. Più toilo mi dò a credere, che lo ile fio Agazia,
dopo aver narrata In guerra de' Goti in Caiilino , iìafi
divertito a coinporvi la già detta ifcrizione > giacché
fcrilTe Ludovico Muratori nella prefazione ali* opera di
Agazia , che queft' Autore fi legnalo molto ncìì' arto
Poetica , e nell'arre Oratoria, Laonde non è fuor di pro-
pofito , che {crivendo egli si luttuofa battaglia , moiib
dal Tuo naturai eftro , avelie una fimile ifcrizione in ver-
fi data fuori > tanto più , che nella fua opera non ce la
dà per ficuraiTiente compofta da' Romani : Miei vero
( fcrive egli ) & ir/dìgenarum quidam retulìt Carmen lapì-
deae tahulae , quae ad rìpam CaJìlìni jìumìnii pofita erat^
injcrìptum ^ qrjod Jtc babet i Jìve autem re ipfa incijì faxa
fuere hi Verfas , Jìve fama celebrante vulgati ad me ufq.
pervenerunt 5 non alienum cenfuì ab operi: inJUtuto , eot
hi e inferere j monumentum , ut credo , non infuavs proe--
fii illiui y eventuumque ,
Indi circa dieci mila altri Goti, 7000. de' quali non
fi trovarono alia battaglia medefiaia , e 3000. che erano
da eifa campati , fi ritirarono in una fortezza di Gon-
za nelle Calabrie , dove aflaiiti da Nar(ete , che di nuo-
vo Tanno 555. tornò da Roma , furono coltreiti a ca-An.555«
pitolar la reia , falva la lor vita. Tutto fi accordò da^
Nanete , e fattili imbarcare , li mandò a Coftantinopo-
li . E qui finì Agaz d di parlare de' Goti 5 perchè con-i
queft* ultima azione ebbe fine la guerra , e 'i Regno lo-
2 52 Storia Civile di Capua
ro 3 onde in tutra l'Italia s' eftinfe il loro nome , e q lic-
ito fu il fine della feconda venuta de'Gori in Italia 3 im-
perocché i primi l'anno 421, nella Spagna terminarono
il loro dominio .
CAPITOLO III.
Dei due Imperatori Greci , Gìiiflìniano , e Giujlino ,
dopo la dijlruziojte de^ Goti ,
REftò Capua fotto V imperio de' Greci , la dominò
con tutta l'Italia Giuftiniano Impcradore, che la«»
ricuperò col totale efterminio , e disfacimento de' Goti ,
chiamato per fuo collega , come fcrifle Giannone (j) ,
Giuftino , fuo zio, Tanno di noftra falute 527., e morto
Giuftino quattro mef] dopo , cominciò eiTo folo a reg-
gere 1' imperio d' Oriente . Quefti fece un gran governo
col fenno , e colla mano : quefìi iu quel Giuftiniano, cui
i fuoi fatti egregi acquiftarono il foprannome di Grande,
fotto cui T imperio ripigliò vigore , e forza non meno in
tempo di pace, che di guerra, a cagion de'famofi Giu-
reconfulti , che fiorirono nella fua età , e tra di efli Gio-
vanni , Leonzio , Foca , ^M'idQ , Tommafo , Tribonia-
ro , Coftantino , Teofilo , Diofcoro , Prefentino j ed 3u
cagione dt\ valore di Belifario , e di Na r fete , fuoi illu-
fori Capitani . Le (hq prime grandi imprefe furon quelle
adoperate in tempo di pace. Egli ne' primi anni del fuo
impero fi accinfe a voler dare una più nobil forma alla
Giurifprudenza Romana , ed invidiando non meno a Teo-
dofio il giovane , che a Valentiniano III. quella gloria ,
che acquiftaronfi , l'uno per la compilazione del famo-
fo Codice Teodofiano , e T altro per la provvidenza , da-
ta fopra i libri de' Giureconfulti , volle non pur imitar-
li , ma emularli j in guifa , che al paragone la fama-»
di coloro rimaneflè ofcura , e fpenta, e nell'Oriente non-
nieno,
(a) Sicr. Ciz>. Uh. 3. cap, 3.
Libro Secondo. 255
meno, che nelT Occidente non più fi rammenta ilero i lo-
ro egregj fatti . Formò ottime leggi per lo viver civile,
flette Tempre alla difefa de Tuoi vaflalli 5 ond' era da.
tutti amatillìmo : la fua letteratura era angolare . Egli
correflè con brevità mirabile le leggi Romane , le quali
erano molto lunghe , e confufe ,° perocché reflrinfè in do-
dici libri tutte le Coftituzionj de' Principi, le quali fi tro-
vavano difperfe in molti volumi , e volle , die quefto
fofle chiamato il Codice di Giuftiniano. Ridufle al nume-
ro di 50. libri le leggi di tutti i Magiftrati , o Giudici ,
o Giureconfijlti , le quali erano diltefe in due mila libri,
Compofe anche un' opera nuova in quattro libri dello
IftJtu2Ìoni Civili , nelle quali brevemente comprefe il te-
fto di tutte le leggi j e finalmente ridufie in un volume
le leggi nuove , eh' egli avea ordinate , e voile , che fof-
fero chiamate Novelle . Fu qucft* Imperadore d' intiero
perfettiffimo coftume , legale nelT opere , e retto nei giu-
dizj i e perciò tutte le cofe gli fuccedeano bene . Egli fe-
ce rifare , e bene accomodare in Capua il gran Ponto »
per dove la via Latina fi univa all' antico Calvi, diftc-
fa per la Calazia , Trebole $ ed altri Paefi f chiamato
ora Pofi^e roUo , del quale gran veftigio fin oggi d of-
ferva , come già diflì di fopra . Ebbe la gloria di vedere
fconfitti i Goti per mezzo di Nariete , luo Capitano, e
ritolta l'Italia dalle loro mani; onde afTetrari, e riftora-
ti , che fuicno dallo ftcfiToNarfete gli affari de'Greci, e debel-
lati affatto i Goti, veggendo 1* Imperadore renduta di tut-
ti i fuoi Regni coli' Italia un^ flefia Repubblica , ema-
nò ad iftanza di Vigilio, Pontefice Romano, (a) una Pram-
matica , dirizzata ad Antioco, Prefettod' Italia , e data.»
in Coltantinopoli nel 370 anno del fuo imperio , nella.»
quale a' difordini fin allora patiti in Italia per la dimo-
ra de' Goti, e nelT altre patti Occidentali, pensò dar ri-
paro 3 e volle, che non folamente le Pandette, il Codi-
ce, e le fue Coft]tuzioni Novelle , ma ben anche la ^ud'
detta Prammatica in tutta Italia fi o&tvaiTQ: J^^ra wfa-
per s>
(a) Pragm. pjì Kovell,
2 54 Storia Civile di Capua
per, z^elhges Codicihui Koftris in feri ai , qi/as javì fab edi-
■ Bali programmate in Itallatn df-iduìn mifimui , oblinere__s
fanc'muì 3 jed & eai , qi/as pofiea promulga^imui , Confii-
tutionei jubemu: fub ediHali propojìtione '^julgari ex eo
tempore , gt^o [uh edidìaìi programmate evulgatae fuerint ,
etiam per partei Italìae 5 obtinentei , ut una ^ Deo juben-
te , fadta Republica , iegutj^i etìam nojìrarum ibi pro^
ìatetur auBoritas . Ma appena Giuftiniano ebbe Ja '^loria
di aver iiberara l'Italia da* Goti, che diftratto per la fe-
conda guerra delia Per fla , e per l' invasene degli Unni,
An.s(j5. fu dalla morte, feguira dipoi nell'anno 565. , fopraggiun-
to in era già matura d' anni 82, , dopo aver imperato
anni 3S., e mefi otto; Principe , che fé non avelie nel-
V ultimo di fua vita ofcurata la Tua fama per V erefia-
Eutichiana (a), che volle abbracciare , né mai abbiurar-
ìz f avrebbe fuperata la gloria di molti , e de* più rinomati
Imperadori.
Lafciò egli V Imperio a Giurino IL fuo nipote , fi-
gliuolo di Vigilanzio . Fu quefto Principe molto diflìmi-
ìc al zio, eflendofi fcorto per uomo troppo avaro, bar-
baro , e rapace j e perciò ebbe molte guerre con diverfc
nazioni , e dette femprc inqu-Cto . £ra difprexzator di
Dio, e de'facri tempj j onde per fuo caftigo Dio gli tol-
i£ il cervello, e bifbgnò , che Sofia, fiia moglie , gover-
caffè r impero : ma quefta flefià donna fu la fua rovina,
e dell' Italia 5 poiché ad iftigazione di alcuni malevoli di
Narfete , Capitan Generale dell' esèrcito Imperiale, s* in-
dufìe non fola mente a licenziarlo dal comando , e ban-
An.556. dirlo dall' Italia 1* anno 566., con avergli mandato per
fucceflbre Longino , ma ben an<;lie la Imperatrice lo caricò
di parole ingiuriofe , fino a dirgli d'elfer tempo , che Nar-
fete ritornafie al fufo , ed alla conocchia in Coftantino-
poli cogli altri eunuchi, e femmine del fuo Palagio, che
fanno fimile arte 5 e che meglio gli flava il teflere , e '1
filare, che l'arte della guerra: Cui illa {b){ feri He Pao-
lo Diacono ) i?2ter cetera , quod eunuchui erat , hoc fer-
tt4r ,
(a) Marquard. Freher. in ChrQnolog, (b) Lib, \ 8.
Libro Secondo. 255
,ar mandaffe ^ ut cum fuellh in Gynaeelo lanarum face»
rst penfa . Al che rifpofe Idegnato iJ Capitan Generale,
che col fufo , e colla conocchia le avrebbe fabbricata..,
ed ordita una tela , che farebbe ftara ineftrigabile da* fuoi
emuli ; Ad qua e ver ha Narfes dicìttir haec refponfa dedijfe ,
takm fé telam orditurum , quakm ipfa , dum Z'iZf^ret , de»
por/ere non pojfet . E già nel 566. Narlete, licenziato il fuo An.5S5.
elercJco , fé ne ritornò da Roma in Napoli 3 ed imaiediata-
mente moflrò , che gli uomini grandi affatto non fi deb-
bono offendere leggiermente . Scrifle lettere , e man-
dò corrieri appofta a chiamare in Italia Alboino , Re de*
Longobardi , promettendo di dargli qui fede piiì vafta ,
e più ficura di quella, che aveva egli occupata nella Pan-
nonia j anzi ebbe T ingegno , e l' induftria di mandargli
diverfe frutta d' Italia , per fargli aflaggiare , e fargli
comprendere la vaghezza, e fertilità à^i terreno, e la^
dolcezza del clima: Legaios mìfìt ad Longobardorum gen-'
tem y ut rudtrata Fannoniorum rura defererent^ & ad Ita»
lìam cundiìi repktam divìtih pojjìdendam venir ent ^Jimul-
que multimoda pomorum genera , aliar umque rerum fpe*
cies , quarum Italia ferax ejì , mittit , quatenui eorum^
ad Veniendum animos allìcere pojft (a) ,
Il medefìmo Longino fu quegli , che giunto In Ita-
lia con alToluto potere, ed imperio , datogli dallo fte (fa
Giuftino , e da Sofia , tentò nuove cofe , e trasformò Io
flato di quella . Egli fu il primo , che deffe all' Italia-»
nuova forma , e nuova difpoflzione , e che nuovo go-
verno v* introducete , il quale agevolò a render più fa-
cile la rovina di lei . Egli fermò la fua fede in Raven-
na , come aveano fatto gì' Imperadori Occidentali , o
Teodorico co'fuoi Goti j volle però dare all' Italia nuo-
va forma (b) . Tolfe via dalle Provincie i Confolflri , i
Correttori , ed i Prefìdi , centra ciò, che aveano fatto i
Romani , e i Goti fkffi j e fece in tutte le Città , e Ter-
re di qualche momento i Capi , i quali chiamò Duchi ,
afiègnando alcuni Giudici in ciafcheduna di effe per l'am-
K k mini-
(a) Pao/, Diac. lib. i8. (b) Sigof2, de reh, Ital lib. i.
2S^ Storia Civile di Capua
miniftrazione della giuftizia . Né in tal diftribuzione ono-
rò più Roma , che J* altre Città j perchè tofri via i Con-
foli , ed il Senato , i quali nomi infino a quefto tempo vi
fi eran mantenuti, Ja ridufle fbtto un Duca , checiafcun
anno da Ravenna vi fi mandava (a) . Onde furfe il no-
me del Ducato Romano j ed a colui, che per J'Impera-
dore rifedeva in Ravenna , e governava tutta V Italia^ ,
non Duca , ma Eiarca pofe nome , ad imitazione dell'
Efarca dell' Affrica. VreÙb a' Greci Efarca diceafi colui,
che prefide va ad una Diocefi , cioè a piiì Provincie, del-
le quali la Diocefi fi componeva , Così l'Italia patì mag-
giori trasformazioni fotto 1* imperio di Giuftino , Impera-
dor dell'Occidente, che fotto i Goti fteifi , i quali avea-
no proccurato di mantenerla neiriiieflà forma , ed appa-
renza , con cui dagli antichi Imperadori d' Occidente fu
retta, ed amminiftrata . Le Provincie, in quanto fi appar-
tiene al governo , furono ailblutamente divife , e ficco-
me prima avea ciafcuna il fuo Confolare, o Correttore,
o Prefide, a quali ne itava raccomandata T amminiftra-
zione, e 'i governo j per quefta nuova divifione poi , dan-
dofi a ciafcuna Città , o Cartello il fuo Duca , ed un Giu-
dice , ciafcuno di efiì s'impacciava nel governo di quelle
partitamente , e foltanto air Efarca ftavano fottopolti.
Quindi nelle noftre Provincie trafTèro origine quei tanti Du-
cati , che ravviferò nel Regno de' Longobardi , partcj
fotto il dominio de' Greci , come fu il Ducato di Napo-
li , di Sorrento , di Amalfi , il Ducato di Gaeta , e di Ba-
ri , e parte fotto i Longobardi , i quali , avendo ritolta^
a' Greci quafi tutta T Italia , e gran parte di quefte noftre
Provincie , quefti medefimi nomi di Ducati , e fopra tutti
gii altri , quello di Benevento > di Spoleti , e di Eriuoli
ritennero , e confervarono .
CA-
(a) Bhfid, Iflon Uh, 8. Decad. uìt.
Libro Secondo- 257
CAPITOLO IV.
Capua fitto /' Impero de* Longobardi ,
e della loro origine .
LA nazione Longobarda , che poi regnò felicemento
in Italia, trae la Tua origine, al dir di Paolo Diaco-
no, dai popoli di Germania, ufciti da Scandia , o Scan-
dinavia , come fcriflè il Capaccio , Penifola del mar Bal-
tico , della quale fa menzione Plinio , che fu ben anche
madre de' Goti j a ciò moffi , affine di trovar i^dty per
ricettar la loro gran moltitudine troppo avanzata , Era-
no i popoli, che quivi abitavano, in sì gran numero cre-
fciuti , che più non potevano ftar infieme : onde di tutti
elfi fi fecero tre porzioni , e fi gittò la forte , qual del-
le tre dovefle abbandonar la Patria , e cercar nuove abi-
tazioni. Cadde in una di efie , e già Ci difpofe ufcir dal
Paefe natio , e cercar terreno ftraniero , avendo perciò
creato fuo capo Ajone, giovane fortiffimo j e dc\ mag-
g'or valore , che era tra elfi , che quefta porzione for-
mavano , figliuolo infieme con Tatone, o Ibone, corno
altri chiamano, di Gammara , donna famofa per l'inge-
gno , e per la prudenza, alla quale il figliuolo molto fi-
dava . Ufciti dall' Hbla di Scandia in numero eforbitan-
tiffimo fi fermarono per alcuni anni nella Rullìa , Ifola
della Germania . In quefto tempo Ambri , ed Alfi , capi-
tani de' Vandali , fecero guerra alle Provincie vicine, c>
già le foggiogarono : onde infuperbiti per tali vittorie-»
fecero dire a' Longobardi , o che pagafi!èro loro il tribu-
to , per elfer tal Ifola ad tffi foggetta , o che (i apparec-
chiaflèro ai pericoli della guerra , eh' efiì fenza fallo mof^
fa loro avrebbero . Allora Ajone col configlio di Gamma-
ra deliberò, che fofiè meglio difendere la libertà coli' ar-
mi, che dar tributo , e farfifudditi de' Vandali , e già
loro rifpofe per Ambafciatori , eh' egli era più tofto per
Kk 2 com-
258 Storia Civile di Capua
combattere, e che i Longobardi volevano meglio per(.=v.
la vita , che la libertà : il che intefo da' Vandali , ne fof-
frirono gran difturbo , e poco dopo diedero fopra a i
Longobardi , i quali , tra perchè erano flati buona pezza
5n ripofo, e quiete , pugnarono con tanto furore, cho
già fuperarono , e vinfero i Vandali, Indi fé ne pafTaio-
no in Mauritania > dove fu loro impedito il palTo , ma.
proccurando effi averlo a forza d'armi 5 cominciò buona
mortalità di gente da quefta , e quella parte : onde coni-
mifero il deftino di tal palio al combattimento di duc-i
foldati ; per gli Longobardi pugnò un fervo con tanto
valore , che fuperò i' inimico j e già il pafTo defiderato
il guadagnò, e fi ottenne.
In tanto venuto a morte Ajone, capitano de' Lon-
gobardi neir anno 393. , non vollero più quefti vivero
fotto il comando de' Capitani , ma fi eieflero, fecondo il
coftumc della lor nazione , un Re , qual fi fu Agelmcn-
do , figliuolo di Ajone 3 e quefti tenne il Regno de* Lon-
gobardi per ben 33. anni. Vi è Autore, che feri ve , che
ne* primi tempi di quefto Re una meretrice partorì fet-
te figli in un parto , e li fece fubito gittate in una pe-
fchiera . Capitò ivi cafualmente il Re cavalcando, e veg-
gendo lo fpettacolo , n'ebbe gran tenerezza . Abbalsò
egli un'afta nella pefchiera , che fu prefa da un de' fan-
ciulli colle piccole , e tenere fue mani , fcnza volerla-
affatto lafciare ; onde il Re lo fece di là alzare , riflet-
tendo , che tal figliuolo prefagiva di poter eflTere col
tempo un ottimo guerriero ; lo die a nudrire , ed educa-
re con molta diligenza , e Io fece chiamare Lamifllono
o Lamifco dalla parola Lama , che in lingua Longobar-
da fignifica Cuna . Crebbe il figliuolo , fi applicò alio
cofe belliche y e riufcì un valorofo foldato , dotato fpecial-
mente d* una fopraffitia prudenza i tantoché in progref-
fo di tempo, effendo ftati i Longobardi ali* improvifo af-
faltati una notte dai Bulgari , ed uccifo in quelta pugna
il regnante Agelmondo , fubito crearono per loro Ro
Lamifilone o Lamilco , il quale ripigliò i* armi contra-r
ìBuU
Libro Secondo. 259
1 Bulgari, li vinfe, li diicacciò dalie contrade , dov' eflì
erano , e ne riportò una compita vittoria .
Morto Lamiflione nell' anno 429. , che fu fecondo
Re , il terzo , che regnò fu Leto , il quale avendo regna-
to da 40. anni , lafciò fuo fucceflbre al Regno Heldeoc,
fuo figliuolo , neir anno 469. 3 dopo di efib fu Re de' Lon-
gobardi Goldcoch , di poi ClafFone, indi Todone , il qual-
le vivendo in difcordia con Radulfo , Re degli Ercoli >
perchè una figliuola di Todone {cce m feramente morire
il fratello di Radulfo , vennero eili a fingular tenzone,
e già reftò vinto Radulfo . Indi fu fatio Re Uvaltario ,
al quale nel 525. luccedè Antoino , che nel 530. occupò
la Pannonia , ed cfìendo morto nel 543. , gli fuccedè
Alboino , fuo figliuolo , che fu Re de' Longobardi . Or
Alboino , lentendo efier allora in Roma , Ravenna , ed
altri luoghi una pefte crudele , t/i^ae Romam principcm <,
ctim oh eamdenì , Pelagio extìriBo ^ Gregorjus J edere coepìt ^
inde Italiam , Galliaì , Htfpaniai funerihui late implevity
prefè maggior animo di occupar J' Italia ; quando il Pa-
trizio , e Capitan Generale Narfete , trovandofi in Napoli,
che con Cuma , Baja , Pozzuoli , ed altre Città erano
iiate foggiogatc da' Greci, e fi ritrovavano fotto il loro
dominio, replicò le premure i^d Alboino, acciocché fo{^
fé venuto col fuo eferciro in Italia , piena d' altre ric-
chezze , e di altri tefori , che non erano in quei paefi
fecchi d' Ungheria . Aiiicurò , che avrebbe egli un:ta mol-
ta gente, e T'avrebbe qui garantito, e ciò per vendica-
re il torto fattogli, e T ingiurie ricevute dall' Imperadri-
ce Greca Sofia . Si riiòlvettero già i Longobardi di veni-
re, e con animo aliegro intraprefero il viaggio d'Italia,
avendo per tal imprefa dimandato ajuto al SafTone , da
chi ebbero 20. mila foldati . E già Alboino colluoefer-
cito de' Longobardi nel primo di Aprile 568. entrò nel An. 5 68,
confine del Fr voli , Provincia fertililiima predo Vinegia j
e fenzachè alcuno ie gli opponefi!e , la foggiogò . La-
fciandovi Prcfidef>te Clulfo, fuo nipote, tirò avanti coi
fuo efercito, e pxefe Vicenza , Verona, Monfciicc, e Man-
tova:
i6o Storia Civile di Capila
tova ; poi a' 5. Settembre 570. entrò in Milano, e tro-
vandofi padrone di tutta, ia Liguria , affediò Pavia , la-,
quale anche dopo qualche tempo fé gii rendè 3 tantoché
An.571. Tanno 571. fi trovò aver foggiogata tutta la Gailia To-
gata , ora detta Lombardia , così chiamata , oper la bar-
ba lunga , che quei popoli portavano , o per la ftatura
Junga , che aveano , quafi longbi barbari 5 e furono elfi
inventori dell' afte , chiamate da noi alabarde . Alboino
dunque , parte col valor de' Longobardi , parte coH'aju-
to di Narfete dillipò gV Imperiali , e i Greci j occupò tut-
ta r Italia , da Napoli , e Pozzuoli in fuori , che valorofa-
mente fi difefero , al dir del Tarcagnotai e fuX. Re de*
Longobarbi, e I. Re d' Italia.
Credendo egli per gli tanti , e sì veloci acquifti dì
aver già ridotta V Italia fotto la fua fignoria , portatofi
a Verona , volle celebrarvi un folenne convito . Teneva
quefto Principe in moglie Rofmonda , figliuola di Co-
mundo , Re de* Gepidi , al quale in una battaglia colla
vita avea tolta anche la Pannonia j e fpinto dalla fua-»
fiera natura , fece dèi tefchio di Comundo fare una taz-
za , nella quale in memoria di quella vittoria folca be-
re {a) , Eflendo dunque in quefto convito Alboino dive-
nuto allegro , avendo il tefchio di Comundo pieno di vi-
no, lo fece prefentare alia Regina Rofmonda, la quale
dirimpetto a lui fedevai dicendo ad alta voce , che vole-
va in tanta allegrezza avefle efl!a bevuto con fuo padre.
Quefto fcherzo indifcreto fu come una ferita nel petto della
donna ; onde deliberò di vendicarfi. Sapeva, che Amalchide ,
nobile Longobardo, e giovane feroce, amava una fua da-
micella, trattò con coftei, a celatamente dar opera , che
Amalchide in fua vece dormifl!e con lei ; ed efl^endo
quefti , fecondo 1' ordine della damieella , venuto a ritro-
varla in luogo ofcuro , giacque , non fapendoio , con-»
Rofmonda , la quale , dopo il fatto , fé gli fcovrì , o
diflegli , eh' era in fuo arbitrio o di ammazzar Alboino , e di
goderfi fempre di lei , e del Regno j od efter meftb a mor-
te
(a) Pao/. Varnefrid» lìb, i. cop. 34.
Libro Secondo . 261
te dal Re , come ftupratore della moglie . Conferiti A-
maichide di ammazzar Alboino, e giàJ'uccife. Ma veg-
gendo edl , che non riufciva di occupare il Regno , anzi
dubitando di non ellèr ammazzati da' Longobardi , per
l'amore , che ad Alboino portavano 3 con tutto li tefo-
ro regio fé ne fuggirono in Ravenna a Longino , dal
quale furono onorevolmente ricevuti . Ma Longino ripu-
tando ellèr il tempo opportuno a poter diventare , me-
diante Rofmonda , e '1 Tuo teforo , Re de* Longobardi ,
e di tutta. Italia , conferi con lei quefto fuo difegno , e
la perfuafe ad uccidere Amalchide , e pigliar lui per ma-
rito : il che da lei accettato, ordinò una coppa di vino
avvelenato , e di fua mano Ja porge ad Almachide , che
afietato ufciva dal bagno 5 il quale, come l'ebbe bevuta-
mezza , fentendofì commuovere ie vifcere , ed accorgen-
dofi di quel , eh' era , forzò Rofmonda di bere il refto . E
cosi in poche ore T uno , e V altra morirono , e Longi-
no reftò privo della fperanza d'elTer Re de' Longobardi.
Dopo Alboino , che regnò tre anni , e fei meli, ra-
gunatifi i Longobardi in Pavia , principal fede del loro
Regno , fecero Re ClefFo . Ma per la fua avarizia , vio-
lenza , e libidine renduto odiofo anche a' fuoi Longobar-
di , dopo 18. mefi di tirannico impero , da un fuo pag-
gio fu tolto di vita nell'anno di Crifto 576., fecondo il An.5 7 <j.
Forefti , e '1 Tarcagnota ,
Dopo la morte di ClefìFo , il Regno de'Longobardi
mutò forma 5 lafciò d' efler Monarchico , e fu retto dagli
Ottimati. Era dal principio flato divifo in 30. Provincie;
a ciafcuna era aflegnato un Nobile , che la governava-
con titolo di Duca ,* fempre però fubordinato al fuo Re.
Ma in quefto tempo, abbominando la dignità Regia , in-
famata da ClefFo , in luogo di riconofcere Andarlo , figliuo-
lo di lui , per Monarca , vollero quei Barbari fottoporii
più tofto a 30, Duchi , ed invece di un Re fi formaro-
no 30. Regoli, indipendenti, e forfè piiì velenofl . Paflati
che furono dieci anni , conobbero , che il rimedio era-.
Itato peggiore dei-male ; diedero l'aita in ricognizione
della
262 Storia Civile di Capua
della Monarchia al rredefimo Andarlo. Ma i 30. Duchi,
febbene fi dichiara fiero Feudatsrj del Re , fi rimafero non-
dimeno con una cert* ombra d'indipendenza.
Or volendo eflì i Longobardi rifectere in Italia , ove
per l'odio, che moltrarono contra della maefià de/ Ro-
mano imperio, v'introdiiffero nuovi coltumi , nuovi no-
mi, e nuovi caratteri di lettere, ftimarono bene difiribui-
re le folite loro cariche, e ftabilirfi i loro Ufiziali per lo
governo delle Città , e degli Stati , che aveano acquifta-
ti. Crearono intanto, oltre al loro Re , che rifedeva in
Pavia , 36. Duchi , i quali V acquiftato impero reggefiè-
lOj benché le Provincie d' Italia (a) non fofièro più che
18. La prima Venezia , dopo Liguria^ poi Rezìa prima ^
e Rezìa feconda , le Alpi Co zi e , la To peana , la Campai
aT?a , la ^ L^/ canta i la Brìi zi a y V Emilia , Ja Flaminia^ il
^Piceno , la Valeria ^ il Sannio ^ V Apugìia\y la Sicilia ^ la
Corjìca , e la Sardegna . \\ Sigonio nel principio della Tua
opera feriva , che tal divifione fi fofi^ i^m da Coftan-
tino Magno, o poco prima j e che tali provincie eran^
governate da tre forte d' Ufiziali , Confolari , Corretto-
ri , e Prefidi \ e perciò i Longobardi cofiituirono i Duchi
a 36. Città principali, come a Pavia pofero ZabanoyZ.
Milano pofero Alboino , a Bergamo Vallaro , a Brefcia^
Aìachì , a Trento Como , a' Frivoli Gifulfo , e ad altri luo-
ghi , e Città altri Duchi , che T Autore non nomina. I
Duchi erano padroni di molte Provincie , e il Joro ufi-
zio, e dominio durava , finché viveiTèro . Crearono an-
che i Marchefi , e quefii eran padroni d' una foia Pro-
vincia 3 e potevano farfi il fuccefi[ore nel refi-amento , co-
me fcrive Alberto nella terza Regione d'Italia. I Duchi
aveano poterà di creare i Conti per ogni provincia , a»/
Joro foggettai e qucfti duravano per tre anni , od anche
più a beneplacito de' Duchi. Quefìi Conti erano a fomi-
glian2a dei Viceré ne' Regni , o dei Legati Apoftolici .
Tal forma di governo con sì inni LJfiziali , e Mì-
niftri ftimarono i Longobardi propria , anzi efpediento
per
(a) Summont. Uh, 2. Diac, cap. ir. Uh. 2.
Libro Secondo • 263
per !o regolamento di tanti popoli , che fi avcano con-
quidati, e ftavano tuttavia conquiflando . Or l'anno del
Signore 568. entrari già elìi in Italia , correva da per tut-
to ia fama del loro naturale ferino 1 e terribile , e del
modo , che tenevano nel Taccheggio , e nelle ruine delle
Città, ove fi accodavano: tantoché, avendo moire Cit-
tà ciò intefo , fi diedero volontariamente al loro impero.
Ond' ebbe il piacere Alboino di vederfl {oggetti tutti i
luoghi d'Italia, da Napoli, e Pozzuoli in fuori, corno
già diffi , che , al riferir del Tarcagnota , valorofamento
fi difefero , anzi morto Alboino nel 571. e fuccedutogli
Cleffo , profeguì Napoli, Pozzuoli, Sorrento, la Puglia,
e la Calabria ad ubbidire ali* Imperador Greco; ma Ca-
pua 5 Abruzzo, e Salerno fi fottomifero a' Longobardi 5
e fu la noftra Città dominata per molti , e molti anni
da quefìa nazione.
Scrivono il Baronio (a)^ e '1 Sigonio {b)y che nell'an-
no ÓQÌ Signore 585. fu creato Pve de' Longobardi ^/y/^^- An.5 85.
jvV, il quale, dopo aver foggiogato Benevento, ejtutta
la Provincia del Sannio , e dopo aver anche debellato
Regio , e molte Città marittime della Calabria , fé nc-»
tornò in Benevento, e la flabilì fua Metropoli , con fog-
gettarle, e ridurle tutto il rerritorio de' Sanniti, oggi di-
vìfo in due Provincie, Abruzzo citta, e Contado di Mo-
life, il territorio del Vafio fino a Pefcara , e tutto, Ca-
pua , ed Alife colla fola Provincia di Campagna , ridu-
cendolc in forma di Ducato , eccetto Napoli, allora pof-
feduta da' Greci . Il Duca reggeva tutti i popoli , e na-
zioni già dette , come ailbluto Padrone, e manteneva al
governo di Capua un Gafialdo o Conte , come un fuo
Viceré , da lui dipendente . Il primo , che in qualità dì
Conte aveflè Capua governato , fu Andoalro, e fé ne leg-
ge oggi una chiara , ed antichiflima ifcrizione in un gran
marmo fepolcrale , fituato sulla porta delia Parrocchia di
S, Marcello , che dice ;
LI ROGO
(a) De Regn, Longohard.
(b) De R,gn. Itah
264 Stona Civile di Capiia
ROGO VOS QVI LEGITE TVxMVLVM ISTVxVI RO-
GATE DHVM PRO ANIMA ADVALT ILL VSTRIS ,
QVI F VIT NAT VS EX GENERE ADVALT PRIMVS
COMES CAPVAE .
Ma prima di paflar innanzi, bifogna qui far picciola po-
la , e fpiegir con chiarezza, quali mai il follerò i Conti ,
quali i Gaf^aldi , che Ipcfle voice , e per certo tem-
po la nollra Città di Capua governarono . Egli è dtjn-
que da faperfì con molti Autori , portati dal Giannone
nella fua Storia Civile (a) , che effendofi data da' Lon-
gobardi nuova polizia circa i" amminiftrazione di tanti,
e tanti luoghi, e Città , ad elfi foggette , fu divifo il Du-
cato in Provincie minori , che Ducati o Gafialdati fi dif-
fero j con legge , che di ciafcuna partitamenre dovelTo
prenderfi il governo , e che le Città del Ducato fi com-
metteflèro alla cura di più Ufiziali , non potendo im-
mediatamente edere dal folo Duca amminiftrate 5 e per-
ciò furon molte di elle concedute in ufizio , ed ammini-
ftrazionc a' primi Magnati, e Signori Longobardi, cho
nelle armi fegnalati , e diftinti fi erano , chiamati Confi
o Gaftaldi 5 inferiori però a' Duchi , da' quali eran dipen-
denti j e quindi in quefte noftre contrade furfero i Conti.
Così fin dai tempi di Grimoaldo , Mitola efiendofi bcnj
portato nella guerra conerà Coftanzo , fu in premio del
fuo valore fatto Conte di Capua dal Re Grimoaldo j e
così da tempo in tempo moire Città di queiti Ducati fu-
rono a* Conti concedute, perchè le reggellèro con piena,
ma dipendente autorità . Né dal governo , ed amminiftra*
zione delle medefime eran limoìli , fé non per fellonia,
o per morte : e poi coi correr degli anni venne a con-
fermarfi , che fé non rimaneva cftinta la mafchile lor
prole , non fi trasferiva la Contea ad altra famiglia .
In tal maniera cominciarono predo noi ad introdur-
fl le Contee , e i Feudi . Prima la Contea non dinotava
Signoria, ma Ufizio: Ci chiamavano Conti , perchè il lor
particolare ufizio era di prejTederc alle comitive , ovve-
ro
(a) Z/^. (5. ^om, I.
Libro Secondo. 265
rO ceto d* uomini , che fi mandavano in qualche fpedì-
2,ione . Rendevano ancor ragione , e prefcdevano a' pu-
biici giudizj j e nelle liti tra popoli , a loro (ottopofìi , ani-
miniftravan giuftizia , ficcoine è chiaro nelle leggi Lon-
gobarde . Si dava a cofìoro il governo dcllt Citrà, o
ddìe Regioni convicine in ufìzio , non in fignoria . Alle
volte fi concedeva la Contea , durante il corfo della ior
vita , alle volte s certo determinato tempo . Ma contut-
tocciò i Principi Longobardi folevano in ogn* anno con-
fermarli , per tenerli Tempre dubbj, ed incerti j ed affin-
chè non poreffero , per la certezza di non poter ellèr
rimofli , macchinar cofa in pregiudizio dello Stato. M.^
quando per lunga efperienza eranli alficurati della Ior fe-
deltà , e che la Contea , Ior commella , era Itata da elfi
amminiftrata con fomma rettitudine , e giuftizia , s'intro-
dulle, che ciocché prima era ftato ior conceduto in ufi-
zio , il Principe , a cui fi eran renduti tanto benemeriti,
loro il concedefiè in feudo , e in dominio 5 non trapaf-
fando però la ioroperfona ; e quindi, come ben notò il
noftro Marino Freccia (a) , Ja Contea non pafTava agli
credi. Da che avviene, che fovente nelle antiche cartcj
leggiamo appellarfi alcuno Comes , (3 Domìnus , deno-
tandofi con ciò , che la Contea , che prima eragli ftata
conceduta in ufizio , aveala poi per gli Tuoi fegnalati fer-
vigj , e fedeltà ottenuta anche in feudo , ed in fignoria.
Indi in proccflb d'anni fu introdotto , che pafiafie il Feu-
do a proprj figliuoli, non però giammai agli eredi, com-
pallionando lo ftato di coloro , i quali , morto il Padre,
togliendofi loro il Feudo , fi farebbero veduti in un trat-
to cadere in eftrema miferia, e povertà, la quale non-,
ben fi un Tee colla nobiltà del fangue , anzi quella de-
turpa , ed eftingue . Ecco come prima à^Wt altre pio-
vincie , che ubbidivano a' Greci , cominciarono in quefte,
fottopofte a' Principi Longobardi Beneventani, i Feudi , e
le Contee, Si moltiplicarono perciò in apprellb in buoa
numero nel Ducato Beneventano le Contee , ond' era-»
L 1 2 quello
(a) De Suhfcud, pag, 71.
2 66 Storia Civile di Capua
quello divifo . La prima fu la Contea di Capua , che di-
venne poi un ben ampio, e nobil Principato. S' intefero
k Contee di Marjì ^ di Sora^ di Moìije , di Abruzzo , àx
Confa ^ e molte altre, che poi diedero il nome alle pro-
vincie, nelle quali ora il Regno è divifo. Si videro per-
ciò i Principi di Benevento per lo numero de' fuoi Conti in
maggior decoro , e Iplendorc . Vi erano i Conti à' Aquino , di
Tìano , di Ftnna , d' Acerenza , di S, Agata , d' Alì[e , d*
Albi , di Bojano , di Cajazzo , di Cahì , di Capua , di G--
ìano , di Chiedi , di Confa , di Carinola , di Fondi , d'Jfer-
T2Ìa, dì Larino , di Lejìna , di Marjì , di Mignano ^ di
Molife y di Murono , di Penna , di Pietrahhendante , di
V onte e or 'DO t di Prefenzano , di Sangra^ del 5f//^ , di 5cj-
r J , di Tif/iry^ , di Termoli , di Trajetto , e di Venafro- .
I Gaftaldi eran inferiori a' Conti 3 e ficcome notò ac-
curatamente r incomparabjl Cujacio , non eran propria-
mente Fcudatarj, erano come eultodi, e che ricevevano
le Città , e y\\\Q in Gaftaldine , non già jure Feudi j
quafi che perpetuamente doveflèro godere Az\ bene£zio j
ma loro fé ne dava il governo , e T amminiftrazione a
tempo , colla claufola yfinattantochè ci piacerà. Ed era in
arbitrio à!d concedente toglierla? quando gli piaceva j e
coloro, che di una Città eran fatti Gaftaldi , ambivano
poi fard Conti, come io pretefe Atenulfo , che di Gallai-
do, ch'era di Capua , coli' ajuto d' Atanagio Vefcovo y
e Duca di Napoli , fi fece Conte della medefima Città ,
Vuole Camillo Pellegrino , che la ^:iio\zGaftaldo deriva
dalle due dizioni Gajì , e Halden , che neii' idioma Te-
defco , del quale Ibvente i Longobardi fervironfi, ligni-
ficano , hofpitium tenere 5 e i' o(pizio non dinota Io
cafe private , ma le pubbliche , e Pretorie à^\ Ivlagiitra-
toi perciò egli ftimò , che i' ufizio di Gaftaido fofle del-
le cofe pubbliche , e non delle private , e familiari: a-,
qual iìne (i diftingueflè dai Conte , efTendo il Conte no-
me di dignità , il Ga (laido nome d' ufizio , dignitatt^
Cornei , munert Gafìaldus .
Nell'anno 851., corus apprefTo dirò, fu fatta la di-
viCone
Libro Secondo, 267
vlflone delle Città, e de' luoghi, appartenenti al Princi-
pato di Benevento, e di Salerno, tra Radelchifio , q Si'
condolfo , nella quale intervennero anche quafi tutti i
Conti, e Gaitaldi del Principato di Benevento, e moltif-
iìini di loro interne con quefti due Principi vollero iet-
to ieri verìa . Sorto il PRINCIPATO DI SALERNO futono Com-
pie fj molti Ga(ialdati , e Cornee di Taranto y Latìnìano ^
C affano ^ C-yfenza ^ Turino t Lucania y da altri detta Pf/?i7,
Confa , Montella , Rota , Salerno , Sarno , Cimiteri ti nL. ^
Turcufo , Capita , Teano , Sora , \z metà del Gaftaldato
à! Acerenza. E tra Benevento, e Capua fu afìegnato per
confine S. Angelo ad Cervos , chQ (ì eflende per la Serra
di MonteZ/ergme fino al luogo, detto Fenejìella ,
Ciò premeilo, vengo ora alla ferie de' Duchi di Be-
nevento, fecondo dall' Ammirato , dal Pellegrino, e da_»
altri Autori vien ordinatamente rapportata . Crearono i
Longobardi , come fcriile Giannone , neli' anno del Signo-
re $71. 9 febbene Leone Oltiefe voglia nell' anno 585. , An.$Ss-
primo Duca di Benevento Zotone, uomo avaro, e Jonta-
niHimo dalla religione , il quale avendo intefo i' eccelli-
ve ricchezze àt\ Moniflero di Montecafino , all'improvi-
fo l'aiTaltò di notte, e poltolo a fa eco , lo rovinò tutto,
quant'era, fino al fuolo : Autharit {Ìqvìq parole dell'Au-
tore Oftiefe , citato nella Cronaca ) fuit creatiti Rcx ù
Longobardis anno Domini quingentéjìmo odìogejmo quin^
io , qui pojiea Beneventttm cum tota Samnil pro'Dincia^
debellavit , atque in juam redegit potejìatem . De inde Khc'
gìum u'ique Calabriae urbem maritimam , univerfa qtiac'
que obvia vajìando , ac depopulando •, pervenit . Tandem re^
^erfus , Bene'Ventum caput totités provincìae effe decreznt 3
ac Ducattiì titulo de cor avi t 5 prìmumque illiui Ducerne
Zotcnem cor/jìitutt y quo Duce CaJJìnenfe Menali erium de'
jÌYuHum eji : ed efiendo il Monjftcro rimafto cosi defolato
per lo fpazio di 141. anni , fecero la loro dimora i Mo-
naci in Roma, ficcome è d'avvifo la Cronaca ; J/^a:/<2~»
Lateranenfem Patriarchìam Monajìerium confiruxernnt ,
ihique per centum quadraginta untim annoi y quìhui Caff
Jinenfe
2 68 Storia Civile di Capua
Jlnenfe monajìerìum diJìridBu^n -permanjit , hahìta'DertifJt,
Queft' empio Duca Zotoiie , dopo aver regnato venti an-
ni, morì nell'anno 591. iecondo 1' Ammirato .
Fu il fecondo Duca di Benevento Arechi , mandato
AnspS. dal Re Gifuifo i' anno 598. Sorto quefto Duca feguì la
pace tra i Longobardi, e i Romani ; onde J* anno ieguen-
te ^\ vide l'Italia con grandiffima tranquillità, e quiete.
An.643. Dopo Arechi 1' anno 643. fu creato per terzo Duca
di Benevento Ajone , figliuolo di lui , al quale Rodoaldo,
e Grimoaldo , come a loro maggior fratello , e fignore
ubbidivano . Coftui pofledette il Ducato un anno , e cin-
que mefì , al dir dell'Ammirato, o à\xz anni, al dir di
Erchenberto ; fu di poco retto fenfo , come fcrive il Si-
gonio . Or venendo gli fchiavi dalle loro Città barbare
con una moltitudine di navi , fi accamparono verfo la-.
Città di Siponto , con animo d' infettare quefti noftri pae-
{\ ^ ed intorbidare barbaramente tutto il Regno de' Lon-
gobardi. E(fi fi trincerarono con tanta ilretezza , e tan-
ta cautela , che fecero anche moltiflsme folle afcofe in-
torno a i loro alloggiamenti . Andò Ajone 1' anno 644.
col fuo efercito ad invaderli in aflenza di Roraoaldo , e
Grimoaldo , e nell'atto, che faceva ogni sforzo , per vincerli,
col fuo cavallo , cadde in una fofla , dove fopraggiunto
dagli fchiavi , rimafe miferamente eftinto .
Morto il Duca Ajone fu creato quarto Duca di Be-
nevento Rodoaldo , figliuolo (^^\ Duca di Foroli . Quefti
intefa la morte d' Ajone, £\ portò parimente ad invade-
re gli fchiavi , che già x\xn^ quefte parti infettavano , e
parlando con uno di quei nella loro propria lingua , pen-
sò di mitigarli % ma veggendoli per quefto piCi incrude-
liti alla battaglia, egli VJgorofamente col fuo efercito ben
poderofo gli aflaltò j e dando loro una gran rotta , in-,
un medefimo tempo vendicò la morte d* Ajone , e coftr n-
fe i nemici a fuggire da quei Paefi . Onde polfedè paci-
ficamente il Ducato di Benevento ben cinque anni , finat-
An.(549. tantoché 1* anno 649, trapafsò da quefta vita.
A quefto fuccedè Grimoaldo ^ fratello di lui, che fu
quinto
Libro Secondo, 269
quinfo Duca di Benevento, e fu anche Re d'Italia , uo-
mo valorofo , e di grande fperienza nel meftiere deilrw
guerra . Si portò col fuo efercico nel monte Gargano 3 uc-
cife , e disfece tutti quei Saraceni , che vi erano arriva-
ti a faccheggiar Ja Chiefa di S. Michele Arcangelo .
Grande , e folenne feda fi fece in Capua per V ele-
2Ìone di quefto Duca , elTendo egli amiciflìmo di Trafi-
mondo , Conte di Capua , avendolo trattato nella Corte
di Pavia con molta Grettezza , e familiarirà. Non man-
cò guari il Conte di portarfi in Benevento , a railegrarfi
col fuo Duca , e gli chiede in grazia la licenza di poter
murare la Città di Capua , e fortificarla , acciocché avel^
fé potuto viver ficura , e quieta da ogni incurfione ne-
mica . Ma Grimoaldo glie la negò colla mafficna 1 ch'egli
avea , che le Città forti fpefìb fogliono cfìer foggGxte ai
tumulti popolari , ed alle ribellioni de* cittadini . Ondo
il Conte fc ne tornò mal contento in Capua , afpettan-
do per queft' intento migliore fortuna *
Era trattanto morto il Re Rotare Tanno 651., C->
Rodoaldo , fuo fuccefibre , era ftaro uccifo Tanno 656.,
dopo il quale eletto Re de'LongobardiAriberto de' Con-
ti d'Afti, che regnò nove anni in Pavia , Jafciò Tanno
665. il governo del Regno a Partarito , ed aQuadelberto , An.eJds.
fuoi figliuoli^ avendo quefti in Pavia, e quegli in Mila-
no la fede del ior Reame collocata . Erano quefti duz^
fratelli oltremodo odiati , e niente tollerati da' vaflalii »
non meno per le continue , e gravi diffenfioni , che tut-
to giorno tra effi due accadevano , che per renderfi im-
ponìbile , e moftruofo il governo da un corpo di duc-i
Capi j e perciò ftava il Regno de* Longobardi foflbpra ,
anche per la moltitudine de' Principi emuli, divifiinduc
fazioni , che maggiormente difturbavano il vaflfal-
laggio .
In quefto flato di coCc , Grimoaldo, Duca di Bene-
vento, prefc giufta occafione di tirar innanzi U fua for-
tuna j ed avendo unito un poderofiffimo efercito , me-
nando feco Trgfimondo, Conte di Capua, uomo nell'ar-
te
270 Storia Civile di Capua
te della guerra afìai fperimentato , e forre , il portò jiij
Lombardia, avendo lafciato in i'uo Juogo in Benevento
Romoaldo , Tuo figliuolo naturale. Non tanto Grimoal-
do arrivò in Lombardia , che fu a maraviglia acclamato
àa que' Popoli , quanto badò a cacciare Partarito , uno
dc'due Re, da Pavia 5 e poco dopo gli riufci di caccia-
re da Milano Guadilberto , fuo fratello , che ivi rifede-
va al governo di quei vaflallij e così Grimoaldo da di-
ciottefìmo Duca di Benevento venne ad elfeie 1' anno
Aiì.666, C66. Re de* Longobardi in Italia.
Or fenteado quefie turbolenze, eh' erano in Italia.,
Coftante Imperador Greco, ed avendo cdb da lungo tem-
po fifTo neir animo di ufcir da Coftantinopoli , per tras-
ferir r impero a Roma , difguftato dall' erefìa Greca^ ,
che in quelle parti avea prefo molto vigore , e per di-
fcacciare queiti Longobardi , che in Benevento fi erano fatti
potenti, ed arditi, col favore particolarmente di Romoaldo,
e così difendere , e liberare V Italia, dalle loro mani , ufcì
da Coftantinopoli (a) i e navigando lungo la riviera de-
lira d' Europa , fen venne in Atene , di là in Taranto ,
poi faccheggiò Nocera di Puglia. , la diftrufie , e la bru-
ciò . Indi fi portò in Acerenza collo f^eiTo difegno i ma
r.on potè farvi cofa alcuna, per lo gran valore , e forza
de' paefani , che maravigliofamente fi difefèro . Finalmen-
te giunfe in Benevento, e predo afTediò la Città. Si po-
fe in fomma cofiernazione Romoaldo, giovanetto inefper-
to neir armi , lontano dai padre : onde fubito mandò
due efpreUì , cioè Gefualdo, fuo Balio , al Re Grimoaldo,
fuo padre , eh', era in Padova , ed un altro a Mitola , efper-
tifiìmo guerriero delia Città di Capua , richiedendo ali*
uno , e all'altro un forte fòccorfo, per liberarfi dall'in-
curfìone de' Greci. Non mancò però di mctterfj in una.»
gran difefa , avendo pofto un forte prefldio alle mura_^,
dalle quali cagionava da momento in momento danno
graviflimo a' nemici , ed affiftè a i cittadini , ed a' fuoi
foldati con tanto fervore , che nella difefa della Città,
pareva
(a) Capace. Ghr»at. 2.
Libro Secondo . 271
pareva un vecchio, e prode guerriero. Non fé paflare un
momento Mitola di prefto foccorrere RomoaJdo in Bene-
vento 3 e febbene flava egli agitato da due fortiflime paf-
fìoni , r una in considerare il giovanetto Principe aflè-
diato con pericolo di perderli , non meno per Ja poca»,
gente , che in Benevento aveva , che per la poca fperien-
za delia guerra j e l'altra , per lo timore, che i Greci
da Benevento non correderò all' aflèdio di Capua 3 e fa-
rebbe loro riufcito faciiififmo di foggiogarla , trovandofi
Ja Citta fenza muro , e fenza fortezza ; per tutto ciò Mi-
tola , raccogliendo quei Capuani , che gli fembrava-
no piiì atti alla guerra , uniti con altri fuoi (bldati , com-
pofe un elercito di ventimila uomini a piedi, e 1500. a
cavallo , e con effi (i portò in Benevento . Avvicinatofì
air efercito Imperiale , non volle affatto con eflò azziif-
farfl , né far giornata 3 ma fi accampò in un luogo mol-
to forte, e poco difcofl^o dal nemico, d'onde or da un
lato , or da un altro fi pofe a travagliarlo , e dargli non
picciolo incomodo . Cosi V efercito Greco cominciò a di-
fìaccarfl dall' aflèdio di Benevento , poiché non faceano
poco i Greci , fé refiftevano al gran travaglio , che loro
davano i Beneventani da dentro la Città , renduti più
aniniofi per io foccorfo , ricevuto da' Capuani dal di fuori,
che per due lati 1' anguftiavano . Fu queito foccorfo di
Capui il principio della falvezza di Benevento , e di tut-
to il Regno de' Longobardi j giacché l' Imperador Greco
con tanta fretta avea poflo T aflèdio a Benevento , ed an-
dava con tanta furia all' acqu'flo di quei Stati, che, fé il
Capitano Mitola non era velociilTmo al foccorfo, anda-
va flcuramenre a fuceumbere Romoaldoj e con efTo lo
altre Città del Regno erano per perderfi abbattute , e vinte .
In tanto il Re Grimoaldo , avuta la. notizia , che il
fuo figliuolo ftava affediato da' Greci in Benevento , po-
ftofl a cavallo imjnediatamente alia tefla di 20. mila fcel-
tì foldati , lì inviò verfo Benevento; ma per iflrada, o
proprio nel Foro Pompilio, fu affalito dagli Imperiali in
Ravenna i e pafsò pericolo di perdere T efeci to , e la prò*
Mm pria
272 Storia Civile di Capua
pria vita . Campò da tal incontro , e proi'egui velocemen-
te il Tuo Cam in no ; il che laputofi dall' laip-rador Co-
ftante, (1 coliernò d'animo, vcggcìulo il Tuo efercito tra-
vagliato dalle mura de' Beneventani , afflitto da' Capuani
ne' lati, e che già da dietro gli farebbe venuto un altro
travaglio da' Longobardi : laonde avvilito, mutò pende-
rò, accertò la tregua, alia quale fino a quell'ora fi era
nioftrato ben Tordo , rifoluto di togliere i' ailedio, e por-
tare in Napoli, Città Tua; il che avendo fatto intende-
re a Romoaldo , a chi fece cercar anche hbero il palio
per se, e per lo fuo elcrcito fino a Napoli, fen2a poter
cflèrc offefo da' fuoi foldati , né da quei di Mitola , vo-
lentieri vi condifcefe Romoaldo, e s' induffe a dargli in
omaggio Gifa fua forelJa , ed in tal maniera , e con tali
patti fi partì 1* efercito Imperiale da Benevento . Ma il
Duca , perchè giovanetto , come diiil , e poco pratico
nelle cofe militari, fi pofe in pericolo di perdere li fuo
onore , e la fua forella ; imperocché non fece comunica-
re a Mitola tali patti, e la tregua, da lui fatta coir Im-
perador Greco . Onde mentre Mitola col fuo efercito de'
Capuani fé ne ftava fortificato vicino al Ponte del fiu-
me Calore , poco difcofto da Benevento , come da Pao-
lo Diacono ; Cuj^s tamen exercìtum Mitola Capuanui
Cornei juxta jìuenta Calorh fiumìn'n , in loco , qui ufque^
hodie pugna dicitur ^ vehementer attrivit'^ e veggendo par-
tir 1' efercito Greco , l' infeguì alla coda fino al già det-
to fiume Calore , facendo continua ftrage della retroguar-
dia 5 febbene tal battaglia , vuole il Pellegrino , che nei fiu-
me Sabbato di Benevento , non già nel fiume Calore fe-
guita folle. Giunti al fiume, celiarono di fiancheggiarlo,
e fingendo di tornartene in dietro , con aftuzia Mitola fi
nafcofe col fuo efercito. Gl'Imperiali fatti più ficuri , co-
minciarono a palTare il fiume , ed appena pafiato 1' Im-
peradore con Gifa , ed una porzione dell' elercito , il Ca-
pitano Mitola, ufcendo dall' imbofcata , fé gli fece fopra,
ed aflaltò tutto il refto dell* efercito , che non ancora-
era panato dall' dlti:a paiu del £ume . Laonde i foldati Gre-
ci,
Libro Seconda. 273
ci, non potendo in modo alcuno fugg're , furcn coli retri
d'attaccar Ja battaglia ; ma poco giovò loro ii difenderli j
poiché vinti dal valore de' Capuani , in breve fpazio di
tempo furon tutti tagliati a pezzi j e V Imperadore ab-
battuto d'animo, per la confusone , lafciò Gifa , abban-
donò l'efercito, e fi pofe a fuggire da disperato in Na-
poli , dove il faivò da quel gran pericolo . Quando Mi-
tola vide di là dal fiume Gifa , figliuola de] Re Grimoal-
do , già entrò in cognizione della tregua , da Romoaldo
fatta col Imperador Colante 3 onde 1' avefie data quefla
per omaggio . Corfe nel fiume , e pafsò a pigliarla 3 ed
avendo intefo da lei i trattati paflàti tra Tuo fratello, e
Coftante , ficcome s' affliffè della poca fpsrienza di Ro-
moaldo in non averglieli comunicati, e d' aver così efpo-
fto r onor Tuo 5 e la vita di Gifa in graviflimopericolo^
così rendè grazie a Dio di averla falvata . In tanro i Ca-
puani Il prefero quanto di buono portava T cfercito Gre-
co , e traiporrarono ogni cofa in Benevento , dove ar-
rivò Mirola con gran trionfo, portando con feco Gifa,
e tutto l'efercito col fuo nobile equipaggio, e carriaggi
Greci. Se gli fecero avanti Romoaldo con gran numero
di nobili Beneventani , fi fonarono tutte le campane a.
fefta , e fi Tenti un applaufo generale con voci feft ve di
tutto il popolo , che gridava ; v^t^a Mito la , vìva Capua^
onor deir Italia , e rìcuperatrìce del Kezno de Lon^obar'
dì 3 brillando ognuno dell' accidente occorfo in non fape-
re il Capitano il trattato tra Romoaldo, e Colante 3 poi-
ché fé r avelTc faputo, non avrebbe potuto dare una fi-
jniie rotta ; laonde giugnendo 1' Imperador in Napoli
colle fue truppe Greche , poteva unirvi i Napoletani , c-r
altra gente alleata , formare un grofib efercito , e poi
ritornare in Benevento a rovinarlo.
Dopo efler giunto Mirola vincitore in Benevento , ar-
rivò anche il Re Grirnoaldo da Pavia , ed avendo que-
fti intefo il felice fuccefib della guerra , la fuga à:\V I'H-
peradore , la lalvezza di Gifa , e 'i valore de' Capuani,
diede in una fomma allegrezza , veggendofi in un tem-
Mm 2 pò
2 74 Storia Civile di Capua
pò fteffo Re , e Principe felice ne* Tuoi Stati j e per met-
tere animo ad altri Conti , e Duchi di ben fervirlo , iìi-
mò bene di dar un' altra Tua figliuola , ibrella di Romoai-
do, in moglie a Trafimondo , che fu già Conte di Ca-
pua, congiunto in iftretta parentela con Mitola , creato
Conte di Capua , in premio di tal vittoria , corno
fcrille il Giannone; poiché Gifa, data per ortaggio a Collante,
morì poco dopo in Sicilia {a)y e 1* aileguò in dote il Du-
cato di Spoleti , difpenfando alla legge Longobarda , che
i Duchi non potefìTero aver fuccefìTori ne' Stati loro . Die-
de anche in moglie Teodorata , figliuola di Luzio , Du-
ca del FrivoH , a Romoaldo.
Per quella vittoria, per tali matrimonj , e per l'arri-
vo del Re Grinaoaldo in Benevento , fi fecero da' Bene-
ventani fede non mai intefe 5 non d rifparmiò a fpefe ,
non a fatica , non a pompa , per dare tutti i maggiori
divertimenti , e per folennizzare rincontri così fubliaii ,
che in breve tempo fi eran dati nella già detta Città .
Quando pafiato non lungo tempo , ecco un Legato al
Re Grimoaldo , dandogli avvifo , che effendofi molto ri-
fentito 1' Imperador Collante d' avergli Romoaldo man-
cato della parola di farlo andar ficuro in Napoli , avea^
formato un grolTo efercito della più fcelta foldatefca-»
Greca, e Napoletana , 'avendovi fatto capo Saburro {k)^
nobile Napoletano, il quale fi era fatto proporre ali'Im-
peradore , ed avea promeflb di voler vincere Romoaldo,
e portare le fpoglie di lui alTofFeib Collante: a qual fi-
ne avea già condotto V efercito ad un certo luogo , al-
lora chiamato Formia > oggi Forino, non molto lontano
dalla Città di Sarno , e Nocera , e propriamente fra Sa-
lerno, ed Avellino , acciocché da ogni parte, dove bifo-
gfialTe , potefie egli dar foccorfo all' Imperadore , che an-
che dall'altra parte ulciva in campagna, ed eflèr prello,
o a correre verlb Roma , o ritornarfene in Napoli , in oc-
cafione di qualche grand' efercito , che poreagii ufcir con-
tro da Benevento. Il Re Grimoaldo, avendo intefe tali
molTe
(a) Ammirai. dsDuc^l di Bens2;* (b) SummJJlordiKap*
Libro Secondo. 2 75*
moiTè dell* Imperadore , e Je anticipazioni di Saburro , che
,da se fi era offerto a quella vendetta, ed a quella guer-
ra , deliberò andargli appreflb , e pigliarfì elio il carico
di battere i' eiercito GiCco. Al che fi oppole Romoaldo,
fuo figliuolo , dicendo , che fimil imprefa a lui fi appar-
teneva j e perchè piiì giovane , e perche contro di lui
tendevano le anni di Coftante, credendolo mancator di
parola . Non piacque a Grimoaldo la rifoluzion del fi-
gliuolo , né volle conlcntirvi, per non arriichiarlo ad un
evidente pericolo di vira , atteTa la fija giovanile età , €
la poca fperienza delle cofe militari .
A quefle contele accorfe il Conte Mitola , e propo-
fe , che rell-afle in Benevento il Re, ofFerendofi dipartir
lui contra i' eferciro Greco , e portar feco Romoaldo , fi-
dando molto al valor de' Capuani, che poco prima con
tanto fpirito aveano fconfitti , e battuti i Greci. Condi-
fcefe il Re , raccomandò il (no figliuolo al Conte, gli die-
de la metà del tuo efercito , il quaie unito ai foldati di
Benevento , ed alle valorofe truppe di Capua , (i formò
un formidabile, e ben numerofo efercito, col quale Mi-
tola già s'inviò verfo Forino, dove giunto col Duca Ro-
moaldo , fituò il fuo efercito in forma di battaglia iru
faccia al nemico . Fece fonar le trombe , intimando guer-
ra a Saburro. Otiedi non ricusò darfi in quel puntola.*
battaglia , e fubito vennero alÌQ mani , (ì azzuffarono ame-
due gli eferciti con grandilfima ferocia , combatterono
con valore , e con fomma fortezza . Molti fegni d' eccef-
fivo valore, e di coraggio, non mai prima intefo , diede-
ro a* Greci in quel conflitto fopra tutto i Longobardi .
Quando nel calor della pugna un giovane Longobardo,
chiamato Amdongo , ufo a portar la lancia àe\ Re , tra-
filTe il petto da parte a parte ad un foldato di Saburro,
e lo fece cader da cavallo , ed immantinente con graiij
fortezza l* alzò in aria colla fleffa picca , e poi M but-
tò a terra innanzi al maggior corpo dell* eferciro Greco.
Veggendo quello , ed aitri maggiori fpettacoli i foldati
Imperiali, e venendo htn incalzati, e battuti da' Capua-
ni,
276 Storia Civile di Capua
ni , cominciarono pian piano a mancare . li Conte Mi-
toia or da una parte, or da un'altra andava animando
i fiioi foldati , e combatteva da prode , e già gii riufcì
ingolfarfi nella cavalleria Greca, dove flava Saburro, a
cui diede più colpi di afta 3 e febbene quelli refiftè , o
pugnò con lornmo valore , pure alla fine reftò vinto , e
cadde miferatnente uccifo . L* efercito Imperiale , veduto a
terra il cadavere dei lor Comandante Saburro , finì di
perdere il coraggio , e il pofe in fuga . Fu fubito infe-
guito da* Longobardi , e da' Capuani, facendo de' foldati
nemici crudcliffìma flrage . IL Conte Mitola fece fonaro
a raccolta , ed unite le fue truppe , che fece celiare d'in-
feguire le fchiere nemiche , fc ne tornò vittoriofo in Be-
nevento , portando feco vincitore il Duca Romoaldo , che
fi era portato da valorofo , ed invitto foldaro 5 e feco
i loro efcrciti colle fpoglie di Saburro portaron gloriofl,
e trionfanti.
Godè oltremodo il Re Grimoaldo di quefta nuova-»
vittoria , riportata dai Conte Mitola : e perchè gli pare-
va , che il tempo gli era molto propizio , e la forre mol-
to felicitava le fue armi, rifolvectc di portarli in Puglia,
per ricuperare quelle Città , che gli erano fiate tolte dal-
i'Imperador Collante i e menando feco un grolTo eferci-
to di Longobardi , e di Capuani , con Romoaldo , fuo fi-
gl'uolo , già prefe il cammino, lafeiando il Conte Mito-
Ja per Luogotenente generale , non folo nel Ducato di
Benevento, ma di tutto il Regno de' Longobardi . Allu-
me tal carica il Conte Mitola , e fece in Capua la fua.
Real refldenza , dove da tutta l'Italia veniva continua.,
gente per gli affari rimarchevoli della Corte , e de' Statii
e flccome prima i Capuani doveano portarli in Beneven-
to per gli loro negozj , che in quella Refldenza aveanoj
ora i Beneventani prefenrar di continuo fi doveano alla
Corte di Capua per le loro occorrenze. Ed era un bel ve-
dere Capua f;-eqm ntata ds tanti Duchi , da tanti Signo-
ri , e da tanta gente flraniera , che rendevano la Città
più ilìultre e decorofa.
^ Poco
Libro Secondo. 277
Poco dopo ritornò il Re Grimoaldo dalla conquifla>
o fìa riacquifto , fatto delle Tue antiche Città , che gli
riufcì felicemente. Volle, che Trafimondo fi ritirafle fu-
bito con fua moglie in Ifpoleti , e fi guardaife , e difen-
defle quella Città col fuo Ducato , ficcome già pieni di
gjoja prontamente efegut rono gli fpofi 5 ed il R.c fi ri-
tirò in Pavia , luogo di fua rcfidenza . Ma Tanno 678. An.<578.
fé ne morì in Capua il Conte Mitola con gravilfimo
difpiacere de' Capuani , che tanto l'amavano, e gli fu-
rono celebrati in Capua folenni funerali .
Avea il Conte Mitola aitio foprannome , per quan-
to Icgg^fi in altri Autori ; ma perchè fi era fempre trat-
tenuto nella Corte de' Re, e de' Principi Longobardi , ove
non erano altri Capuani , fu chiamato col foprannome
MiTCLA DI CAPUA , auzi ricevea molte lettere da diverfi
luoghi , nelJe quali da ciafcuno col titolo di mitola di
CAPUA veniva nominato . Onde foppreflo il foprannome
di lui , gli reftò quello di capua , del quale (ì fervirono
i fuoi figliuoli, e i fuoi nipoti, per dinotare eilèr effi di-
fcendenti da quello gran padre ; cofa per altro ufuale
in quei tempi j poiché , al dir di Camillo Pellegrino , al-
legato in tal propofito dal Giannone , in queiti ultimi
Longobardi per lo più le famiglie prefero il lor eogno*
me dalle Città, e Cailelli , che o pofledeano i loro an-
tenati , od effi aveano in loro abitazione : ed a quefto pro-
pofito fcrifiè Pietro Giannone, fpezialmente de' noftri cit-
tadini , lefeguenti parole (a): Quindi Ji fece ^ che alcuni
YÌtenejJero anche dopo il cognome di Capuani , 0 di Capua.
Avverti un dottilìimo Autor Capuano coli* autorità di va-
r j Scrittori , e promifc di dimoftrarc , z\\t da quello Con-
te Mitola dilcenda la nobililfima Famiglia di Capua, che
ha data cotanta nobiltà , e pregio non meno alia noftra
Città , che alle Piazze di Napoli , e del Regno ; fami-
glia ricca di Principati , di onori fupremi , e di preroga-
tive, che febbene ora fia divifa in più rami, ed abbia-»
dilFufa la fua luce in più raggi , pur nondiineno ognuno
di
(a) Giann, lìb. 8, tom. i.
278 Storia Civile di Capila
di loro tramanda un fommo chiarore , ovunque fi trova.
Camillo Pellegrino però in una Tua Lettera , che in Capua
fi conferva , narra , che tal famiglia trae molto più an-
tichi i fuoi principi , e da un fonte molto più chiaro de-
riva la fua fcaturigine , come avrebbe dimofìrato ad evi-
denza nell'Opere, che doveva dare alla Juce ; ma nelT
incendio di tutte Je altre Tue fcritture , feguito in Cafa-
pulla nel fuo proprio Cailno , vi andò ancor qudìi deU*
origifie , e progrejjo della Famìglia dì Capila .
Per la morte di Grimoaido I. , fu Grimoaido IT. , fuo
primogenito , VII. Duca di Benevento , ed avendo re-
gnato tre anni , fé ne morì 1* anno 694., lafci^^ra la Si-
gnoria a Gifulfo , fuo fratello , effendo I* anno innanzi
morto anche il Re Partarito.
Fu Gifuifo Vili. Duca di Benevento , uomo affai bel-
Jicofo , e prefe in battaglia Orfura , Città de* Romani ,
Irpino, ed Or/Ino . Contrago con Giovanni VI. Pontefi-
ce ; ma poi fi fé placare da alcuni Sacerdoti , e da var)
donativi , molto efficaci , mandatigli d2\ Papa . Verfo il
fine del fuo regnare Paldone , Tafone , e Tatone , Cava-
lieri Beneventani ricchi , e potenti, fi moffero dalla lo-
ro gran divozione a fondare il Moniftero di S. Vincen-
zo Martire ad fontei Vulturnì : luogo , che crefcendo
poi in virtù , ed ofìervanza di religione , diede a' futuri tem-
pi molti venerandi Padri , che furono veri efempj di fan-
An.731. tità , e dottrina: Anno Domìni 731. ires nohìkì z^ìri Be^
tie'ventanae urbis Valdo , (3 1(^fo , atque Tato gerr/^ani
fratres , gui 15. e ir e iter annoi Monojierium ^a^^&i Mar^
tyrìi Cbrifìi Vincentiì juxta ortum Vulturnì fluminii de
proprìis fumptìhui conjìruere coeperunt , cum ejfent poten-
tei , G? dìvitei , ufque ad rejìaur ai toner?? loci illius più-
rimum adjuvarunt , fcriflè ia Cronaca Cabline fé . E' d av-
vifo Paolo Diacono , che a tempo di quefto Gifulfo fu-
rono involati alla Chiefa di Montecafino da alcuni Fran-
cefi i corpi di S. Benedetto , e di Santa Scolaftica , fua
forclla , e le offa di amenduc condotte in Francia, ove-;
ad onore dell'uno, e dell'altra furon edificati (ì\x^ no-
biiif.
Libro Secondo* 2*70
bUìi£nn Monafterj : ma perchè Zaccaria Papa aftèni.ci ,
di aver veduto co' proprj occhi amendue i corpi di que-
lli Santi in Montecaiìno , molti anni dopo , dobbiamo
piuttofto credere all'oculata teftiflionian'za di un Ponte-
fice, che all'opinione di Paolo Diacono (a) j tanto più,
che oggi è coftantiflima la tradizione , che fiano in Mon-
tecafìno . Ed in verità fi tengono in quel grande fpccio-
fìiììiKo Tempio, come io ^ciTo ben ofiervai, in fommo
culto, e venerazione . Gifulfo, dopo aver regnato, fic-
come dice Erchemberto , 13. anni , morì V anno 707,
avendo lafciato da Vuinibcrga , ("uà moglie, Romoaldo,
fuo figliuolo , lucccflcre, ed erede del Ducato di Benevento.
Vi è chi Icrive , che per morte di Trafimondo era focce»
duto al Contado di Capua Idelbrando figliuolo di Mitola, e
anche nel Ducato di Spoleto^e che quefto folle (lato un Con-
te molto fortunato, il quale regnò per lofpazio di ben 31.
anno con fomma pace , e quiete ; e che a lui fofTe focceduto
Trafimondo li. , nipote di Trafimondo I. Ma di quefto Idel-
brando dubitano molto gli Autori di quei tempi 3 e perciò
affatto non Itimo dovermi qui fermare.
Or nell'anno 734. > fecondo Paolo Diacono, o nel
735. fecondo il Summonte , il Regno de' Longobardi fi
pollèdcva da Luitprando, difcendente del Re Partarito ,
il quale da Grimoaldo fu cacciato dal fuo Reame , men-
tre fé ne ftava in Pavia , fua refidenza , come diifi di
fopra . Laonde volle vendicare gli oltraggi , fatti alla fua
famiglia, e difcendenza da Grimoaldo, innalzato Re sul-
le ruinc di Partarito; e già cominciò una forte peilecu-
zione centra i figliuoli, e tutta la famiglia di Grimoaldo.
Era allora Duca di Benevento Godefcalco, fuccefib-
re di Gregorio, creato Duca dal medefimo Re Luitpran-
do, il quale ebbe in moglie Gifemberga 5 e dopo aver re-
gnato lette anni , fé ne morì , e fu creato Duca di Be-
nevento Gifulfo , altro nipote dei già detto Re Luitpran-
do , come fcrifie la Cronaca Caflinefe (l;) : Gìfi/fri prò-
pierea junior nepos Luitprandì Regh Longobardorum , qui
N n poji
(a) Seìp, Ammirai, nsìla Stor. deLongoh. (b) C&p*i^
iSo Storia Civile di Capila
poji Godefcalcum Beneventanorum Dux ey:tìtit &c» Ma^'
Ildebrando, fentendo, che Gifulfo IL, Duca X. di Bene-
vento , altro Tuo nipote , per la tenera età non poteva^
governare a dovere i Tuoi popoli , onde varj rumuiti nac-
quero in Benevento , venne a pigliarfelo , e fultituì il già
detto Gregorio per Duca .
Non è qui da tralafcìarfi, che Gifulfo II. fu figliuo-
lo di RofTioaldo IL , Duca IX. di Benevento , il quale-»
Romoaldo ebbe due mogli j la prima fu Giamberga , na-
ta da Aurora , figliuola del Re Afprando , fucceflbre d*
Ariberto , il quale vilTe tre mefì nel Regno , e forella-.
del Re Luitprando , con cui generò Gifulfo , che gli fu
fuccefìfbre nel Ducato. L'altra sì fu Ragiiiiunda , fig/iuo-
la di Gaidoaldo , Duca di Brefcia , chiamato però dalla
Cronaca Caifinefe Petronax civis Brixianae urbis . Que-
fto Duca riparò molto il Moniltero Calfiuefe, prima ro-
vinato da* Longobardi r anno $63, y elisndo ftaro così di-
fltutto per lo fpazio di 152. anni : Caf^ Petronax cì^h
Brixianae ^^rb'n ,vir valde religiofas [a) Monafte-
rìum SanBi Benedici , quod per tot annoi deJìruBum^
manfsrat , omni jìudio reconciliare fatageret ....
Par, che il filo della Storia di Lutprando, e degli al-
tri abbia fatto pervertire almeno in apparenza 1' Oidine,
e la ferie de' Duchi di Benevento ; onde per maggior
chiarezza ripeto , che
Gifuifo fu VIIL Duca di Benevento.
Romoaldo IL, di lui figliuolo, fu IX. Duca.
Gifuifo IL ,di lui figliuolo , fu X. Duca.
Gregorio fu Duca XL , febbene Ercheftiberto tra il Duc^
Romoaldo , e queflo Gregorio ripone un altro Duca. ,
chiamato Adelajo , cAndoaldo, e moftra , averqueftore^
guato due anni . Crede nondimeno l'Ammirato, che Adelajo,
ed Andoaldo furon pofti Duchi dai Beneventani, finché ven-
ne Luitprando a riparare i danni dell* inefperto Romoaldo .
Godefcalco fu XIL Duca di Benevento, fuccefìTor di
Gregorio, come già diffi di fopraj il quale intendendo,
che
(a) Lih, I. cap. 4.
Libro Seconda • 281
che il Re Luirprando mal contento di lui veniva verfo
Benevento , per difcacciarnelo , deliberò nìctterfi in bar-
ca , e fuggirfene nella Grecia all' Imperador Leone. Non-
dimeno, dappoiché imbarcata Anna, Tua moglie, e tut-
te ie Tue foftan2e , non rimanea d'imbarcar altro, cbo
la Tua perfona , afiàlito da' Beneventani , partigiani , ed af-
fezionati, di GìCuìfo, crudelmente fu meflo a morte, eC-
fendo (lato Duca tre anni y. e fu fubito refìituito jI Du-
cato a Gifulfo » fatto già grande, di cui parlò la Crona-
ca nel luogo fopraccitato.
GiunTe in Benevento , e fi divolgò da per tutto Ja.
notizia delia morte del Re Luirprando 5 e portò un gran
foiiievo non foiamente a i Beneventani , ma ben ancho
a i Romani . Onde fu creato Rachi Re de'Longobardij
il quale avendo rinunciato il Regno ad EftoJfo ,"ruo fra-
tello , fi fece Monaco di Montecafino , dove vifie fanta-
ir.enre, e fé ne morì, avendo fatto monacare nel tempo
ilefio in altra CJaulura Benedettina Tufia , fua moglie^ y
e Betruda , fua figliuola . Vicino al Moniftero di Monte-
cafino fino a' giorni e oggi vi è una vigna chiama-
ta Rachifi , piantata, e coltivata dallo fiefio Re in tem-
po , ch'era Monaco, ficcome la Cronaca chiaramente lo
conferma (a) : Extai in hodìernum ditm ^ìnea fatts AfO'
Tiajierio z>iclKa , gz/ae z^ulgo vìnca liachìft vocatur , quam
eundem Rachh & pìantavijfi , «S* incoluìjfe- nonnuÙi nO'
fìrorum exijìmant .
Accadde intanto la morte di Godefcalco , e fu crea-
to Duca XIIL di Benevento Q\(u\fo ^ il quale ebbe in mo-
glie una fanciulla, detta Ganiberga , ed erano i fpofi cosi
pii , e divoti , che ficcano a gara , chi di loro avelie mag-
gior culto, e religione. Quello Duca donò alMonifteio
di Montecafino quanto vi era d'intorno, di piaiìo, e di
montuofo, con tutte le Ca/lella , Chiefe , Terre, Ville-;,
Molini , ed Acque, ch'erano allora in tutto quel circui-
to . Intraprefe iin Benevento i* edifi2Ìo della Chiefa di Santa
Sofia col fuo Moniltero 3 e fé ne morì nell'anno 750. ,
N n 2 fecon-
(a) Lih. I. cap. 8.
282 Storia Civile di Ca pua
fecondo fcrìflè la Cronaca Cailìnefe (a) : Gifulfus prae^
terea junior y nefoì Luìtprandì Regh Longohardorum^ qui
poft Godefcalcum Bene'ventanorum Duìc extìtit ^ d'wino fa-
Bus injììndiu cun&a in circuitu campefirìa , quam mon-
tana eidem Patri BsnedìBo contuUt in fcriptii , firjnifque-
dvnariis in perpetuum eadem pojìeris hahenda concejjtt .
Era morto anche Leone Imperadore di Coftantinopoli
Tanno 741. > e nell'Imperio jl figliuolo Coftantino fuc-
ceduto gli era ,
Dopo Gifulfo, dicono alcuni Autori , che fu Duca
di Benevento XIV. Luitprando > non già i* Imperadore ,
che da gran pezza era morto ^ ma altro di fimil nome3,
An.7s8, vi regnò otto anni, e tre mefi , e fé ne moill'anno 758.^
clfendogli fucceduto W Duca Arechi ; nel qual tempo , ef-
fcndo morto due anni avanti il Re Adolfo, avea lafcia-
to il Regno a Defiderio , XX. Re de' Longobardi . Ma-
la Cronaca CaiUnefe affatto non fa menzione d' un tale
Luitprando , e vuole efpreffamente , che dopo Gifulfo ,
fuccedette , e fu il XIV. Duca di Benevento Arechi 5 tan-
toché? avendo Gifulfo cominciato T edifizio del Moiiifte^
ro di Sanca Sofia in Benevento, e non avendolo potuto
compire per T immatura fua morte , fu ben tofto per-
fezionata la fabbrica, e'i Moniftero da Arechi, fucceflo-
re di lui : llle Gi fui fui coepit aedificare Ecclefiam San-
Bae Sophiae in Benevento , quam cum morte prae'Dentut
expkre non poffet , Arie bis , qui ei fuccejjtt , mirifice il-^
lam per feci f,
A quefta Principe Arechr, cflendo di fublime , ed altif-
fìma idea , parve , che al valor della fua perfona , o
alla grandezza del fuo ftaro maggior titolo di quello
di Duca gli convenifìe; onde volle farfi intitolar Princi-
pe , e fu il primo di tutti i Duchi di Benevento , cho
con tal titolo fi facete chiamare 3 per avventura di cia-
fcun altro fignore , che infino a queir ora riccveflTe que:-
fto nome univerfale per titolo particolare di Signoria-- .
Onde è , che nel Reame infia da oggi vada inaansd
il
(a) Cap, 5. /^'^. I*
Libro Seconda. 283
il titolo dì Principe a quello di Duca •
In verirà , caduto che fu dalla Tua grandezza Tlnv
pero Romano , e venuti i Barbari in Italia , i quali s^
guifa dell'inondazione di un fiume ben grande , clic por-
ta feco danni infiniti , lafciarono per lunghiflìmo fpazio
di tempo piena V Italia della Jor lordura , e venne a ca-
dere mirerà mente a terra, non che la bellezza della Ro-
inana lingua , e la Tua proprietà , ma tutta quella graa
fembianza , e vaga immagine degli antichi coftumi 3 o
furono nuove uCanzc y nuovi titoli , e nuove leggi intro-
dotte . Allora fu , eht U voce dd Principe fu prefa per
una nuova fpecie di dignità , la quale elTèndo inferiore
alla Reale, ed Imperiai preminenza , a quella de' Conti,
de'Marchefi , e de' Duchi precedette; laddove a tempo,
che ai Senato Romano fuccedetre V autorità Imperiale,
Principe aiToluramente fi cominciò a chiamare V Impera-
dore , e fotro quefto nome Augufto refTe T Imperio , co-
me nel principio della Tua opera moftrò Tacito ; Q^i cufì*
Ba dìfcordiii ci^ilihui feffa nomine Princìpu fab impe^
rio accepìt. Cosi Tiberio , così Claudio, così Nerone, e
così tutti gli altri Imperadari furon chiamati »
li primo dunque , che metteife in ufo il nome di
Principe , fu ( per quel , che lafciò fcritto nella fua Sto-
ria Calììnefe Leone Cardinale , e Vefcovo d' Oììiz verfo
i' anno 758. ) Arechi II. quindicefìmo Duca di Beneven- An.758,
to r le CHI parole fono le feguenti (j) : Hic Arichis pri-
mus Benez'efìti Prineipem fs appallar ì jujpt ^ cum ufque ad
ìfìmn , qui Benez<ef7to praefiierttnt , Duces appellarentur j
nam €^ ah Epìfcopii ungi se fecit y & coronam Jìhì ìmpo--
fuit i atque in Imi chartii- in facratìjjimo nojiro Palacio in
finem jcrìbi praecapit ^
Quello Principato indi a poi fi divifc , e furfe il
principato diSalerno 90.. anni dopo, e di mano in ma-
no icguirono i Principi di Capua. Quefto (^) titolo per
an^tichità è polteriore a quello di Duca, di Conte, e di -
Maichefe 3 per dignità poi , e per prerogativa, è fupCi-
rioce
(a) Cap. 9. lih, I. (b) Gìann. tom, i. ìih 6.
284 Storia Civile di Capua
ride a tutti gli altri. Venuti, che furono i P^e , fidava-
no a' loro figliuoli sì fatti titoli, né altri dalla cafa Rea-
le in fuori, di quefti participava: onde de'£glivoli di Ru-
giero I. Re dell'una, e dell'altra Sicilia, Ai^fufo fu pri-
mo Principe di Capua , e Guglielmo , che poi fuccedct-
te al Regno , fu Principe di Taranto .
Fu Arechi ne* primi tempi Principe molto Catrolicoj
molte opere pie di lui , e generofe fi leggono , tra le->
quali l'aver egli perfezionata la Chiefa , e i Moniftero di
S. Sofia dentro la Città di Benevento , ed arricchita di
varie rendite . Ornò la Chiefa di Monrecafino , e la fan-
tifico maggiormente con molti corpi di Santi , che rac-
coife in diverfe parti del Mondo, fpecialmence dei dodi-
ci fratelli Martiri, che ottenne in Puglia. Il male di quei
tempi sì fu , eh* era Re de' Longobardi Defiderio , iie-
riiiìmo perfecurore de' Crifiiani j in guifa , che Adriano ,
che allora reggeva la Sede Apoftolica , fu coltretto di
ricorrere per ajuto a'Francefi, ed a Carlo , loro Re, co-
me appunto Steffano II. , fuo predecelTbre, fu afi:t etto per
gii travagli, co' quali lo moleftava il Re Aftolfo , a vol-
ger 1* animo , e ricorrere alla potenza del Re ripino , pa-
dre di quefto Carlo , il quale per la grandezza delle fue
gefta fu poi cognominato Magno . Mal TofFriva dunque
il Pontefice Adriano , che da una parte il Re Defiderio
perfeguitafie la Chiefa , e da un altra parte il Principe/
Arechi, di lui genero , gli cagionafle altre inquietudini j
e reflò gravemente afflitto in vedere , che ad altro non
fi attendea dal Re Defiderio , che a trucidare i Cattoli-
ci , profanare le Chiefe , ed occupare i beni di efia i tan-
toché quefto tiranno, vero figliuolo, ed erede della cru-
deltà di Aftolfo, fuo padre , avea minacciato di volerfi
di breve render padrone di tutti i Stati della Chiefa , vo-
lerla fogg'ogare al fuo dominio, ed abolirne anche il no-
me . Mandò egli il Papa Adriano legati in Francia a Car-
lo Magno , facendogli efporre il da/; no cforbitante , che
quefti Longobardi cagionavano all'Italia, ed alla Chiefa,
la quale veniva così profanata da Defiderio , e da Are-
chi ,
Libro Secondo . 2 85
chi , che flava già per crollare , e perdere co* Tuoi flati
anche il fiio antico fAntìiìimo decoro . Laonde io fece efor-
tare a pigliar l'armi , e venir torto con un grofTo efer-
ciro air acquilo d'Italia , afìicurandolo , che oltre al gran
profitto, che avrebbe ricavato, con farfì padrone di si bel-
la Regione, gli farebbe ftato il Papa molto tenuto, ed
egli in tale imprela un nome gloriofo > ed iaimortaie ac-
quirtato (1 avrebbe .
Cario Magno , mofirandod figliuolo ubbidiente di
S. Chiefa , e di cuore tutto Cattolico , accoife con fom-
nia grazia i legati del Papa, li fenti con piacere , e loro
promife tutto il fuo favore . In fatti fpedi prontamente
un inviato al Re Desiderio, efortandolo a non piumo-
Jertare la Chiefa , ed a celiare da tante perfecuzioni contra
ì Ciiftiani . Ma il barbaro Re Longobardo non foiamen-
te non ammife t^ì efortazione , ma fé ne burlò al fom-
mo ) e per mostrare all'inviato il fuo maggior dispregio,
innanzi a lui ordinò, che fi afiediafle Ravenna, pofiedu-
ta allora dalia Chiefa . R( ftò iorprelo da graviflirr^o do-
lore Carlo Magno non meno per l'incomodo , che con-
tinuavano a (offr re i Criitiani, che per J' affronto , a lui
fatto da DefiJerio . Oi)de ordinò un oroiTo formidabilo
elt^rcito , alia tcfta d^l quale venne egli in Italia . Cc-
jDinciò ad attaccare in diverfe parti i Longobardi , vi
combattè più volte, finattantochè nell'anno 774. li vin- An.774.
fé, li cacciò da tutta l'Italia , che per io fpazio di ben
206. anni avean poileduta 5 e neli' afiedio , che ilrerta men-
te pofe a Pavia vi carcerò il Re Defiderio, e io mandò
prigione in Francia . Ed ecco, che già fi vide in calma
i' Italia , e fi vide la Chiefa monda da gente , così bar-
bara, ed infedele; Carohi Magnut {a) yfilìui Pìfìnìyinzn^
tatu^ ab Adriano Papa cmn valido Francomm , Aleman"
nornm , atq, Saxonum exsrcìiu 'Denìt fuper cìvìtatem Pa~
fiam propter [atvijpmum Kegem Longobardorum , q^^l ci*
vìtatei SanBì Petri invaferat , eamque per jeptem conti-
nuoi men[si objìdere coeplt , cunbìumque Jlbì Longobardo-
rum
(a) Cron. Cajf, Hb, i. cap, 2.
2 86 Storia Civile di Capua
ftim regnum ^ìBorioJìJJìme fuhdcni , Pipino filio fuo con^
tradìdit . Praedi^um 'vero Dejìderwm jecum in Francìam
a[portai>it ar,rja Domìni feptincentcfimojeptuagejìmo quarto.
Ma non parca a Cario Magno di aver interamente
vinto, fé non vincea anche il Principe Arechi , maflìma-
mente perchè avrebbe potuto tin giorno daJla perfona-
di fba moglie pretendere il Regno d' Itaha j e già gli
jmofle guerra , ed afièdiò Benevento . Ma Arechi , veggen-
dofi molto inferiore , anzi fcarfìflìmo di forze , accettò
tutti i progetti fatti da Carlo Magno, fpeziaJjnenre di ri-
conofcere per lua principal Signora la Corona di Francia,*
di efiergli tributario di grofTo cenfb in riconoscimento di
fupremo dominio ; a qual effetto gli diede per oflaggio
Gìimoaldo, e Aidechifìa , Tuoi figliuoli , oltre alla Tua-
corona preziofa , e gran quantità di moneta pagata: ma
poi a richiefla della madre fu liberata Aldechifìa daU*
oflaggio , e gli reflò \\ folo Grimoaldo . Or prevedendo
Arechi i danni , che potea ri<:evere non meno dai Re Fran-
c^{\ ^ la cui potenza, per lo Stato acqui/fato, già fi co-
minciava a fentir vicina, che anche dagl' Imperadori Co-
{iantiiK>politani , i quali abbracciavano , e cingevano lo
Srato fuo dall'altra parte, lì pofe con molta diligenza-»
a fortificar Salerno , per avere una fortezza flcura nel
mar Tirreno . Edificò diic gran palagi a guifa di duo
nuove Cittadelle , uno in Benevento , T altro in Salerno:
Pojìwodam l'ero prue fatui Rex una cum Pipino fiUo Bs-
neventum perrexit cum magno exercitu fuper Arichiì , qui
€rat gener Dejìderiì Regii , cum quo idem Carolus dìZ/er-
Jìs , ac Z'ariis e^entibus dimicavit : demum arBatut Ari^
chis , & coronam fuam , & maximam partem thefauri ,
9iec non (3 geminai foholei yGrimoaldum fcilìcet ^ CE Adel-
chfjìam eidem Carolo ohjldei pacis gratta tradìdit . Uic
Francorum metu perterrttus ci^itatem noz^am Benevento
addidìt , Salernum quoque ìnter Lucaniam , C^ Huceriam
antiquitui conditati! mirif.ce rejìauravit {a). Finalmente.*
An.787. efiendo Aiechi d'anni 53., fé ne mori a 26, Agof^o 7S7.
aventìo
(a) Cron» CaJJìn, loc. cit.
Libro Seconda- 2S7
avendo regnato Principe 29. anni, e cinque mefi .
Vi è , chi Jafciò fcritro , che in queft* occafìone Car-
io Magno fi trattenne qualche tempo in Capua ; il che
non fi dubita, edèndone tcftimonj gravi Autori 5 fpecial-
mente afficura iJ Giannone , che Cario Magno in Capua
col Tuo efercito arrivò l'anno 787., in Capua fi tratten- An,787.
ne i e poi da Capua fi ritirò in Francia . Aggiugnc il San-
nelli , che in tempo di tal fua dimora fi portò un gior-
no alla caccia fuori della Città j ma appena arrivato ai
Ponte di Cafilino, fu afialito da un gravifiìmo dolor di
fianco : onde fu cofiretto fmontar da cavallo , ed entra-
re in una picciola ca fetta di pafiori : mentre ivi ita va-.
affìiggendofi di tal dolore , fi raccomandò caldamento
al gloriofo Precurfore S. Gio.Battifla , fuo Avvocato, o
già n' ottenne immantinente la grazia . Il Re in memo-
ria , e per gratitudine al Santo di tal favore , ordinò ,
che quel luogo non più albergo di paltori , ma luogo fa-
cro fi avefiei ed avendone pagato il prezzo a* padroni,
fece , che ivi fi erigeffe un Tempio in onore dd glo-
riofo S. Gio.Battifta ; e io dotò di buone rendite ; i'og-
giugnendo lo ftefib Autore , che fino al paflato fecolo
fiafi letto in Capua dal fuo avo un Iftrumento in car-
ta pergamena , ove fi conteneva tal fonda7Ìone , e do-
tazione , fottofcritta di propria mano del Re j e fra.,
gli altri teftimonj v' era Rolando de Quarteriis , di lui
nipote .
DiìV altra parte abbiamo in Capua nell* Archivio
della menfa Arci vefcoviie un' antichiflìma fcrittura della
ileffa Chiefa , fcritta di carattere Longobardo dell'anno
991., che vuol dire ne' principj delia fondazione di que-
fla nuova Capua j ove fi ha foda eoncettura , chequefta
Chiefa fofie (lata nel principio dd nono fecolo fondata
dal Conte Landolpaldoi detta perciò da piìj {qcoìì S, Ciò»
z^anfii di Landolpaldo i ed in confeguenza fia una dd\^
Chiefe più antiche , che in quefta nuova Capua edificata
fi fofie> facendofi in molte altre fcritture delio ftefiò Ar-
chivio più volte menzione di quefto Landone Paldo col-
Oo le
2 88 Storia Civile di Capua
le parole Landon'n Paldi Capuani . Truovafi fituata inJ
mezzo alla preferire nuova Capua fotto l' invocazione di
5. Giovanni de* Nobili Uomini ^ titolo ritenuto, ©perchè
fondata dai Re Carlo Magno , o dal Conte Landolpal-
do , perfone nobili , o per gli molti Principi Longobar-
di ) Conti di Capua , e loro congiunti , che vi fono fe-
pcliiti , e fé ne fono veduti da me fino al corrente fe-
colo fepolcri di marmo affai fuperbi , poi ferviti ad or-
nare la noftra Cattedrale , rinnovata , ed abbellita dalla
gran munificenza , e dali* ardentiflìmo zelo del Cardina-
le Niccolò Caracciolo de' Principi della Villa, chefuno-
ftro Arcivefcovo di fanta gloriofa memoria , e noftro
amorofiffimo Padre, e Paitore^ o perchè in quefta Chie-
fa da i gran Maeftri di S. Lazaro della ben chiara , e no-
bile famiglia d* Azzia fi creavano i Cavalieri di S.Laza-
ro , ed in quefta Chiefa ricevevano il folenne giuramen-
to j o finalmente per la contrada, ov'ella è fituata , in
quei antichi tempi abitata da famiglie per nobiltà le più
ragguardevoli , e principali della noftra Città . Ed in ve-
ro , ficcome dottamente ha raccolto Giufeppe di Capua.
Capece nella fua erudita DifTertazione sulle Campane di
quefta Chiefa , trovanfi avere in quella contrada pofte-
duti palagi quei deli' antica nobililfima fam glia di Sor-
rento , imparentata eoi noftii Principi Normanni , gli
antichi Pellegrini, quei d'Amato , ^\ì Aquini , i Panno-
ni , che in tempo, a noi meno remoto , ottennero il Con-
tado di Venafro, i Ferramofca , indi Conti di Mignano,
gli Azzia , Conti di Noja , e Gran Maeftri dell'ordino
di S. Lazaro , quei della famiglia Capua , che appreftb
furon Conti d'Altavilla , e di Palena , quei d'Elia , al-
cuni del Real {^ngwo. diDurazzo,i Guevari Confidi Po-
tenza, i Cantelmi di Capua , ed altri , che per brevità
fi tralafciano . Ora è Parrocchia , Grancia d^\ Capitolo
Capuano 3 ha due Cappellani curati j ma prima n'avea.*
tre, che portano la cura di ben 88o. anime. In efta vi
fono due antichiffime campane colla feguente ifcrizione
nel ior g'ro :
Kos
Libro Secondo. 2S9
Nos fecit Vetrui Capt^ae , quem dico Prwrem
Ad jummi Putrii , (3 Hofptalii honorem .
Avrei a fermanti qui un poco , per riflettere feriamente,
chi mai fìa fiato quefio Pietro di Capua , che fece tali
à\x^ campane, e per ufo di quai Ch.efà , edjqualOfpe-
dale efle fervirono. Ma su di ciò f] è aperto va fio cam-
po di poterne dottamente fcrivere al già detto Q'm^
leppe di Capua Capece , eruditiflìmo , e faggio Cavalie-
re , che , come diffi , n* ha dato alla luce una htvu
dotta Differtazione . Per me dico folo , che à\x^ Pietri ,
noftri concittadini, ritrovo, che abbia ^\\xù la famiglia
di Capua, tutti e àw^ Cardinali, Il primo sì fu Arcive-
fcovo d'Amalfi, creato da Papa Innocenzo III. nell'an-
no 1206. : il fecondo ivi fuo nipote , ed era Monaco Caf-
finefe , eletto Cardinale da Papa Onorio III. nell'anno
1220. Di amendue parlano il Ciacconi , V Oldoino , ed
altri : ma quefti affatto non han , che fare col/* Autor
delle campane 3 imperocché il Pietre, Priore dello Speda-
le di Capua , dovette eflerc un Cavaliere, o Templario,
o Gerofolimitano , o di S. Spirito , o di S. Giacomo : \
quali ordini eran tutti in Capua j e credo bene , che que-
Ite due campane eran prima dello Spedale , detto de' Pel-
legrini, governato un tempo da* Cavalieri Templarj,po-
fcia da* Cavalieri Gerofolimitani , e dopo il 1300. gover-
nato da' Preti , annefli alla Cappella de' Principi , oggi
Parrocchia di S, Gio°janni de Nobili Uomini ; il qual Ospe-
dale , e Chiefa era predo la medefìma Parrocchia ; poi
fu eflinto , e foppreffo , come furono molti altri , che»
in Capua fi trovavano.
Ma perchè nelle campane febbene non vi fìa veru-
na data di tempo , il carattere tuttavia , e la frafe de*
verfi par , che fieno dtì fine dd XII. fecolo , o verfo il
principio dt\ XIII. 5 mi fo a credere , e difficilmente mi co-
nofco in ciò ingannato , che abbiano tali campane po-
tuto effer fatte da un tal Pietro dì Mafono Capuano >
che verfo quel tempo era Priore ds'Pc/Iegrini della Cit-
tà di Capua 1 Jeggencio^ ^0 i^" Iflrumenio 1 confervato nel
Oo 2 Teforo
290 Storia Civile di C^pua
Teforo del noftro Duomo dell'anno izii. PeSru: de Ma-
fono de Capua Vrior , G? Re&or Hofpitalit Veregrinorum
hujus Capuanae cwìtatii , Potrebbe eflère ancora , chetali
campane fodero ftate fatte da Pietro Cerronc, Diacono,
e Rettore di i*. Giovanni de' KohiU Uomini^ come vuole
GiuTeppe di Capua Capace ; al che io non folamen-
te non contraddico , ma volentieri anche mi uniformo :
torno a dire però , che lafcio di tal materia un vafto cam-
po all'altrui erudizione, e perciò paflTo innanzi a pro(e-
guir la mia S4:oria . U è qui da notarli , che nel Rio-
ne di quefta Parrocchia vi era T antica famofa ftrada-
della Vitrara , fituata tra le cafe del Conte di Potenza ,
eh* erano prima di Bartolomeo di Capua, e quelle d'al-
tri Signori Capuani •
Carlo Magno concedè anche a i Beneventani, eho
per la morte d' Arechi folTe ior Principe Grimoaldo II. ,
di lui figlio . In farti il Re , chiamatofi Grimoaldo , Io
confolò della morte del padre , i' accordò il Principato
di Benevento , e gì' impofe a gittar fubito Je mura di Sa-
lerno , e fmantellare anche Acerenza , mettere il nomo
dei Re Carlo innanzi le fcritture pubbliche , nelle mo-
nete facefìe imprimere il Tuo ritratto, e iàc^^^ tofare la
barba a tutti quei Longobardi, ch'eran rimafti in Italia:
Sequentì etìam tempore Grìmoaldui ^ filici Arìchh , queni^
ohjìdem Carolo datnm praetnijìmus , ejufdem Regis concef-
Jione pojì patrh ohitum Bene^entum remìjftti , ^ Princept
effe&ui ...... fcrifle la Cronaca Caffinele .
Fu Grimoaldo ricevuto con particolar applaufb da'
Beneventani , e da i\:iit\ i fuoi fudditi : ma perchè non
gli piacque di offervarei patti , Itabiiiti da Carlo Magno,
nacque 1' occafione di romper la pace coi Francefì. On-
de Pipino, figliuolo di Carlo Magno, continuaraento,
fioche vifle , lo tenne in fomma agitazione , e travaglio.
L' inquietarono anche i Greci , eflèndo aggiunta alle an-
tiche gare la nuova ingiuria^ fatta all' Imperador Coftan-
tino 5 poiché, avendofi prefa in moglie una fua nipote,
chiamata Uvaozia , la ripudiò barbaramente , fenza fa-
perle-
Libra Seconda . 291
per{ene fa cagione, e h mandò niente foddisfatta a fua
cafa ; ranrochè da quella Greca nazione ebbe molte guer-
re , ed in cfle Tiano, Nocera , ed altre buone Città , o
Caftclli dai fuo dominio furon tolte. In mezzo a tali dì-
flurbi coi Francelì, e coi Greci, fé ne pafsò all'altra vi-
ta Grimoaldo V anno del Signore 807. , avendo regnato An.807,
anni diciannove , e mefi fei . In tempo di quefto Princi-
pe fu reftituito r Impero all' Occidente , efJendo per gli
benefizia fatti a 5. Chiefa , il Re Carlo ftato legittima-
mente creato Imperadore dal Papa , e dal popolo Ro-
mano Tanno 801,
Era Teforiero di Benevento Grimoaldo IV. e quefti
da tal ufiz o fu affunto ^ì Principato , e divenne XVI.
Duca , e terzo Principe di Benevento . Fu fubiro , cho
prefe la fignoria , Qffaììto da* Francefì intorno alla fua re-
fìdenza : acquali dicendo Majone Gaftaldo , che poteva^
pagarfi il tributo y per liberare da una continua briga-- >
gli fu da B.44:ifrone , confidente del Principe , con molto
ardire contraddetto j fpiegandofi, che fé i Francefi vole-
vano il cenfo , fé r andaSero a pigliare sulla punta del-
la lancia . Onde Grimoaldo feguì ìì parere di Ranfronej
ed ufcito a comb.ìttere , vinfe i nemici , e fu uccifo an-
che Ranfrone . Fece condurre fopra un vile aflnello , o
frullare per tutte le piazze , e luoghi pubblici della Cit-
tà Majone, fuo Capitano, come viliilimo uomo, per ef-
fer ufcito dalla battaglia, e ricoverato dentro un molino •
Fu quefto Principe molto fcandalofo , e tiranno , odia-
to dal comune . Eravi in Benevento un gentiluomo di
grand' autorità , chiamato Dauferio , padre di due giova-
ni, pronti di mano, ed audaci 5 l'uno de' quali Rofrir,
e l'altro Petelfrit ebbe nome. Or avvenne, che pacan-
do un giorno alcuni parenti del Principe fotto la cafa di
coftoro , vennero a cafo le groppe de' loro cavalli bagnate
dal di fopra d'una delie loro fineftre ; la qua! cofa recatafl ad
onta, e narrata a Grimoaldo, egli ch'era feminator de'
fcandali , dille loro , che fé ne vendicaflèro : ma venuto
UQ giorno Dauferio nei palazzo , per corteggiare il Si-
gnore
2^1 Storia Civile di Capua
gnore su d'un giannette bello, e bianco, come la neve,
i parenti di Gri'moaldo, che ftavano alia pofta , gli fe-
cero tagliar la coda , e poi tutto fporcamente imbrattar
di lordure , e d' immondezze ; il quaJ affronto mal fof-
ferto da i figliuoli di Dauferio , proccurarono , col coni-
glio del padre , vendicarlo colla morte del Principe . In
fatti in compagnia d* un giovane affai feroce , e fpirito-
fo , chiamato Agelmondo , colfero il tempo , in cui il
principe era in cafa folo , e condottifi avanti a lui , con
pretelto di volergli parlare , a guifa di tante fiere gli fi
An.820, lanciarono addoflb , e 1' uccifcro 1' anno 820. , avendo re-
gnato anni 11., e mefì fette ; nel guai anno fu ancho
meffo a morte Leone , Imperador di Cofìantinopoli.
CAPITOLO V.
Di Sìcone ^ Conte d^ Acerenza ^poi Prìncipe di Bene-
vento . E della Citta di Capua , edificata
/opra il Alonte Triflifco , detta
Sicopoli .
IN quel tempo Slcone (<?) , uomo molto illudre di Spo-
leto , effendo fiato eflliato dalia fua Patria per la-»
morte ,di Pipino , e confinato colla moglie , e figliuoli
nella Città di Taranto ^ finalmente fé n' andò in Bene-
vento , ove con grand' onore fu ricevuto dal Principe Ro-
niualto , e fu decorato della carica di Conte di Aceienza
in Abruzzo. Or poco dopo, eflèndo flato uccifo il Prin-
cipe di Benevento Grimoaldo 1* anno dt\ Signore 820. fu
da tutti I Beneventani concordemente falutato Sicone per
loro Principe . Gradì oltremodo Sicone tal finezza , e sì
fegnalato onore, datogli da' Beneventani ; onde andò a-»
riledere in Benevento > e fi moftrò loro con larga muni-
ficenza m.olto grato , ficcomc fi ha dall' Iftorico Ere beai-
berto
(a) TarcagKot, Uh, 4. tow, 2.
Libro Secondo . 293
Berto (a) : Sìco Spoktinui , vìr ìlluiìrh , a patria exul
òb metum Vipìnì una cum uxore , ^ fiUis a KomuaU Be^
neventanorurn Prìncipe cum magno honore receptus ejì ,
Acerentìae Cornei ab eo ordinatiti ejì pofi mortem Grimo ai-
dì ab Arecbì Compfae Comìte interferi auxìlio Rofrìd ^(3
alìorum Bsneventanorum Prìnceps erìgi tur , conciliato Po^
pulorum favore plurima largìtus dona . . . , E dalia Cro-
naca Calfinere; Porro Rade Ichii Compfae Comes ^ qui Inter-
fe&o Grìmualdo , prasdidlum Siconem Princìpem conjìitue-
rat ib).
Sotto quefto Principe fi vide chiaramente , quanto
poco tempo godano per Jo piti delia ioro malvagità gli
nomini fceilerati , e come Tpeffo Iddio trae i^^ un malo
un* opera afJai buona Agelmondo , che ^\x ucci-
for k\ Grimoaido, trova ndofì a caccia in un bofco , gii
parve effer aflalito , e gravemente percoflb dall' uccifo
Duca; onde agitato, non so Te dal iuo rimorfo, o do-
lina forte apprenfione , gii fopravvenne un moto di lan-
gue , e fé ne morì. Deuterio pentito d'aver confortati!
tuoi figliuoli alla morte dei Tuo Signore , fece il viaggio
d'oltremare al fanto Sepolcro, e per emenda del fuo pec-
cato portò nelle fpaìle un gran fallo , il quale egli allo-
ra a terra riponeva , quando o mangiava , o dormiva .
Quello Sicone , Principe IV. di Benevento , era cor-
tefifiìmo con ognuno 5 e perciò era amato da tutti. Sot-
to il fuo Pricipato tornarono i Greci ad aflalir i' Italia,
non contenti d' averla per lungo tempo inquietata i o
già fi fermarono nei confini di Benevento, e delia Cam-
pania. Non perde tempo Sicone , e chiamato un gran.*
numero de' Capuani , bene agguerriti , gli unì coi foidati
di Benevento , e formò un elercito ben grande , col quale
fi portò egli proprio ad efpugnar i Greci nel piano di Atel-
Ja . Quivi feguì una forte battaglia , nella quale furono i
Greci acremente battuti , e disfatti dall' efercito Capua-
no, e Beneventano; ma perchè buona parte de' vinti fi
andò a fortificare dentro Napoli, convenne metter l'af-
fedio
(a) Lib. 5. (b) Uh. I. cop. ip.
294 Storia Civile di Capila
{cdio a quella Città j e già pofè in fomma agitazione-*
i Greci , fpecialfrjente i Napoletani , coi quali luoffrava^
Sjcone (iav molto fdegnaro, non meno per aver cacciato
clU Teodoro , ior Duca , Tuo amico , che per V oiior dei
Confolato dato a Steffano , con chi niente propenlb fi
moftrava Sicone . Ebbero gli afTediati ricorfo 2Ì Papa^ ,
e lo pregarono delia fua protezione in quefto loro
gran travaglio . Il Papa mandò due Legati al Prin-
cipe, impegnandolo a togliere i'afledio da Napoli a Tuo
riguardo. Quefti , ch'era Criftianifflìmo , e molto aff^^zio-
nato alla S^nta Chiefa , fnbito ubbidì. I Napoletani (i
convennero al meglio di pagargli un certo annuo cenfo,
e gli diedero il corpo dei glorioso S. Gennaro , il quale
egli portò in Benevento cogli altri deS.S. Fefto, e De fi-
de rio y feceli collocare nel maggior Tempio di detta Cit-
tà , e queflo ftimò eficre flato non picciol frutto della.^
fua vittoria . Il corpo poi di S. Gennaro fa prefo da una
Chjefetta fuori delie mura di Napoli , e dato a Sicone , da
queiìo portato al Duomo di Benevento; indi fu trafpor»
tato alla Chiefa fopra Montevergine j e di là poi aila^
Chiefa Arcivefcovile di Napoli , ove con tanto culto, e
venerazione ben dovuta ad un principal Protettore di
quella Città , e di tutto il Regno decentemente fi con-
ferva ; SI co cum diu Neapolim ohjediffet , & afflìxijfet^ tan^
àem SanBi Martyrh Januarii corpus aufereni , BeneVen^
tum detiilit y & cum SanBii FeJìOf & Dejìderìo in ìpfo
E pi f copio boncrahìliter rscofìdidit y Jìcuti in Hìjloria Er^
chcr/iberti refertur (a) .
Yeggendo quefto gran Principe (^) , che V antica Ca-
pua , diiìriitta. tante volte da i Barbari , s'era renduta-
inabitabile , e fenza veruna forma di Città , ma di vilif-
fimo Villaggio, ordinò al Conte di Capua Landolfo , che
facefJe fvellcre dalle fondamenta tutti quei rovinati cdi*
fìzj , e tutti quei avanzi dell'antica Città j e fenza per-
der tempo, aveflè edificata la nuova Capua sul monto
di
(a) Cronac, CaJJifj. cap. 19. lib, r.
(b) Ammirai . ds Principe Longoh.
Libro Secondo. 29 s
di Palonobara , o fìa di Triflifco , come già fu dal Con-
te Landulfo , e dal fuo fratello prontamente efeguito j
avendo nell'anno 841. edificata , e formata nel medefl- 411.841,
ino Monte una mediocre Città , buona parte di cflTa di
tavole , e di denfiflimo legno . Subito che 1' ebbe termi-
nata , fi portò in Benevento, e pregò il Principe, accioc-
ché venifle a vederla , e gli defle un fìncero fenfo del
iuo piacimento. Di già vi fi portò Sicone , la vide, o
fé ne compiacque molto . Indi domandò , con qual nome
volelTero i fondatori chiamarla i e non avendo voluto que-
fii darle verun nome , Rimarono bene quei più faggi cit-
tadini , che v' intervennero, doverfi chiamare col nome
di SicoPOLi , in oflequio del Principe Sicone , che V ave-
va ordinata : Landolfo Capttas Corniti praecepis ( feguita
Erchemberto ) i/t eam cinìtatem apìanitie in moniem traife-
rat . Idem Landolfui una cum germano fuo , aliifque Ca-
fuanis per jt/JJìonem praedìBi Princìpis civitatem imnott'
te y qui Trifiifcui dicìtur , conjìruxìt y eaque adfinemper*
àuBa cum non paucìs Capuanis BeneZ'entum Z'enit , Z'ehe^
fremer efflagìtans , ut idem Princeps cum fuis prccerihus
Capuam pr operar et : qua no^a e imitate conjìrudla recogni'
ta y interrogat fuos , quo nomine votar et ur , recufantibus
illis , Sìccpoiim appellat .
Or dopo aver Sicone ben ofìervata la nuova Città,
clTendofi informc^ro da* fuoi medefimi , che per mantener
Capua nella fua itàt\ì2. , era neccflàrio , ch'egli renelle con-
giunti in parentato i Beneventani coi Capuani 5 fece tra
r un popolo , e T altro far molti matrimonj , e ne diede
egli il primo efempio , avendo maritata Sichelenda , fua
figliuola 5 al figliuolo di Azone , ed un' altra a Redelmon-
dOjUno de'primi giovani della nobiltà Beneventana. Usò del-
le cortefie , cosi a Landone , Conte di Capua , come a-.
Landuifo , Vefcovo della medefima Città , fuo fratello.
Ma fu poi (crprefo da grave infermità , ed avendo duo
figliuoli , Sicardo fuo primogenito , e Sicondolfo , no-
minò Principe di Benevento Sicardo , a cui diede-»
ottimi configli > e fc ne morì , avendo regnato 12.
Pp anni,
296 Storia Civile di Capua
anni, e tre mefi. II rimanente del Regno era ftato fn^
quefto tempo governato da Michele Balbo , e Terfilo,
fuoi figliuoli, Imperadori di Coftantinopoli , a cui T an-
no prima era ftata tutta la Sicilia occupata da* Saraceni.
Or trovandoci a parlare di Landulfo, Conte di Ca-
pua , il quale edificò ia nuova Città di Sicopoli nel mon-
te di Triflifco , ove prima un femplice Calkllo edificato
vi era 3 ed avendo io letto , che molti Cronici rapporta-
ti , e gloflati dal Pellegrino , ed uniti dal Pratilli nel III.
tomo della Storia de' Longobardi , da quefto Landulfo
cominciano la ferie degli ultimi Conti , e Principi Lon-
gobardi , ho ftimato bene formare qui , ed efporre an-
ch' io alla pubblica veduta una ferie cronologica , non già
de' foli ultimi Conti , e Principi Longobardi , che la no-
ftra Città di Capua dominarono , come altri Autori han
fatto i ma ho voluto compilare , ed efporre la ferie di
tutti i Conti , e Principi Longobardi , e di tutti i Prin-
cipi Normanni , che tennero la fignoria così ài^W antica
Capua , come di Sicopoli , ed anche della premènte nuova
Citrà , da circa 1' anno 600. 5 tempo , in cui poco pri-
ma da' Longobardi venuti in Italia tal figura , e polizia
di governo , compofto di Conti , di Gaftaldi , e di Du-
chi , introdotta {\ era j e poco dopo , che nella fede di
Benevento , eletta loro Metropoli , Arechi per fecondo Du-
ca r anno 598. coftituito vi avellerò [a) , fino all' anno
1133., in cui terminò di regnare la feconda linea de' Prin-
cipi Normanni nella perfona di Roberto II. : e V efpor-
rò in quel miglior modo, che ho potuto ricavarla da i
Cronici ftelli , che nel terzo libro della Storia già det-
ta de' Longobardi ,ftampati ^\ truovano , e da varj altri
Autori, che con fomma ofcurità , e diilenfione tra di lo-
ro ftelli n'han parlato; piacendomi di mettere avanti gli
occhi de' miei dotti, e cortefi Leggitori in accorcio la ferie
di tutti quei Magnati, de' quali nel proprio lor luogo di
quefto fecondo libro della mia Storia fi farà chiara , e di-
pinta menzione .
Serie
(a) Leon, ojìienf.
Libro Secondo. 297
Serie de^ Conti ? e Principi Longobardi^ e Nor-
manni , che così de IP antichi Jjftma Città di
Capua j come di quella edificata nelMon-
teTriflifco , come anche dellaprefente
nuova Città di Capua tennero il
dominio ì e la fignorìa dalP an-
no 600. fino all'anno 1133.
di nofira [alme .
I. A D o A L D o T]^ Pigrafe nella porta di S. Marcello
Jìno airan, cir- \2j nella preferite Capua già detta di
ca dio, fopra . Adoalt, qui ftàt primti^ Cornei
Capnae : verfo T anno 600. di noftra fa-
Iute , ed alcuni Autori lo dicono fino
air anno 610.
II. Trasimondo Era Conte di Capuà X anno <56o. Fu
arì,66o» V anno 666, dal Duca Grimoaldo , nel
quinto anno del fuo Reame , fatto Du-
ca di Spoleto 5 e gli fu data in moglie
la di lui £gliuola .
III. M I T o L A NobiiiHimo Guerriero , e Conte della
Jìno aU'an*67^, Città di Capua antica , congiunto di
Trafimondo , morto Tanno 678.
IV. Vuole il Sannelli , che dopo Mitola-i
fofle ftato Conte di Capua Ideìbrando,
di lui figliuolo 3 ma non è ficuro pref-
fo i Scrittori di quei tempi .
V. L E V I z z o N E Nipote di Mitola : fu creato Conto
dall' an.76^, di Capua V anno 764. fotto Arechi IL
VI. Vi fono Autori , che portano due altri
Gaflaldi dopo di Levnzzone , cicè Radel-
gario , ed Agenardo: ma non è fjcuro,
le fieno flati Gaflaldi Civili, o Milita-
PP 2. XJy
298 Storia Civile di Capua
ri 5 credendoli più tofto Gaftaldi
Militari ; quantunque ia Cronaca Caf-
flnefe voglia Agenardo Gaftaldo Givi*
Je di Capua l'anno 839.
VII. P ALDO Pratili, in dillert. pag, loi.
fino air an.Zoo»
VIII.L ANDULFo Fu Conte dell' antichiflìma Capua ,
dairan.%\s*Ji' ^ la fignoreggiò anni 25., e mefitf. ed
fioair^^o» avendo egli edificata la nuova Città nel
monte di Triflifco , detta Sicopoli , la
dominò un anno, ed otto mefi; onde
durò la di lui (ìgnoria dal mefe di Ago-
fìo 815. fino a tutto Dicembre 840.
IX. L A N D o N E Ebbe Ja fignoria di Sicopoli per 1 3,
anno 842. Jìno anni , e 9. mefi , cioè dal mefe di Ago-
all'anno ^6i* fto 842. fino al mefe di Maggio 856.5
ed effendo {lata la Città da' Saraceni
bruciata , edificò co' fiioi fratelli sui Pon-
te di Cafilino la prelente nuova ^Città
di Capua 1' anno del Signore 85 (5. , e
ia dominò per altri quattro anni , cj
mefi 9. j cioè da Maggio 856. fino a-
Febbraio 861.
X. Landone Fu Conte della prefente Capua per
annoS6i, mefi fei , cioè da Marzo 801. , fino a
porzione del mefe d' Agofto dello ftef-
fo anno .
XI. P A L D o N E Tenne il dominio di Capua per un
anno S6i, anno, e 4. mefi, cioè da Agofto S6i.
fino a porzione del Dicembre 862,
XII. Landulfo Fu Vefcovo delia prefente Capua , e
annoBóz» Conte di ella. La dominò 3. anni,o
9. mefi, cioè da una porzione del Di-
cemb.862. fiilo al mefe di Sette rnb. 8 65.
XIII. In queft* anno 866. venne da Fran-
cia r Imperador Ludovico > afièdiò Ca-
pua per tre mefi ^ V cfpugnò , e neir
ifteffo
Libro Secondo. 299
ifteffo raefe di Settembre B66. depofcj
il già detto Conte , e Vefcovo Lan-
dulfb j lafciando la Città a governarfì
da diverfl Giudici da inefe in mefe : ma
dopo certo tempo ^eflèndofi trattenuto
un anno in Capua , fi rendè benevolo
il Conte, e Vefcovo Landulfoj ondo
gli reftituì il dominio di Capua , e Io
dichiarò III. Magnate del Tuo Regno
Tanno 870., ed egli Landuifo la fìgno-
reggiò per altri anni nove , cioè da»»
Gennajo 871. fino al mefe di Marzo
non compito dell'anno 879. ; così veri-
ficandofi gli anni dodici , che voglio-
no gli Autori , che avelie queito Lan-
duifo fignoreggiata la Città di Capua .
XIV. Paldonulfo Fu Nipote del Conte , e Vefcovo
aj^^a 87^, Landuifo ; tenne la fignoria di Capua
per tre anni , ed otto mefi , cioè da-
Marzo Syg, fino al Novembre non-*
compito del 88z.
XV. L A N D o N E Chiamato il Pigro : fu Padre del Ve-
a^^o 882. fcovo Landuifo ( il quale nello fcifma
col Vefcovo Landonulfo fu dal Papa-i
Giovanni VIIL fituato nella Chiefa di
Capua antica col nome di BerO'
/a ) Q tu Conte di Capua per dat an-
ni , e mefi dieci , cioè dal mefe di No-
vembre 882. fino al mefe di Settembre
non compito dell'anno 8S5.
XVL Lakdonulfo Fratello del già detto Landone . Fu
arìm88S* Conte di Capua un anno, e mefi quat-
tro , cioè da Settembre 885. fino a Gen-
najo non compito d^l 887» Vogliono
gli Autori , che quefto folle fiato Vi-
ceconte , avendo efercitata tal fignoria
in luogo , ed in nome dd già detto
di lui fratello. Fu
300 Storia Civile di Capua
XVII. A DENULFO Fu Conte di Capua per anni 13.,
anno 887. cioè da Gennajo ^^7. fino a tutto l'an-
no 899. Nell'anno 900. acquiftò egli il
Principato di Benevento , e lo godette
anni dieci , e mefi fei , cioè dal mefe
di Gennajo 900. fino a Luglio 910. Da
lui nacquero , e difcefero tanti Princi-
pi , e tanti Conti , che tutto il Princi-
pato Capuano , Beneventano , e Saler-
nitano compofero , ed illuftrarono .
XVIII.Landulfo , e Principi figliuoli di Adenulfo . Lan-
Adenulfo. dulfo regnò anni 44.
XIX. Landuuo. Fu^ figlio del già detto Landulfo j e
regnò anni 22.
XK. Pandulfo Regnò anni 38.
Capo dì ferro,
XXI. La N D u L F o. Regnò anni 14. , e morì tra i Saraceni.
XXIL Landonulfo Fu fratello di lui , e fu Conte di Ca-
dall'an*9%z* pua anni dieci , e vù^^i otto : fu am-
mazzato da' Capuani nella feria v. di
Pafca dentro la Chiefa di S.Marcello,
ch'era allora Capella de* Principi l'an-
no 99Z* , e '1 di lui cadavere fu rimafto
nudo nella pubblica piazza .
XXni.L A I DU L F o Era Conte di Tiano : fu chiamato al
anno 1000. Principato di Capua , e vi fu Principe
per anni fette, e propriamente nell'an-
no 1000. di noftra falute . Ma nell'an-
no loor. avvifato Ottone IIL eh' ave-
va quefto Principe cofpirato alla mor-
te deli' uccifo fratello, venne in Capua^
e dopo qualche tempo lo depofe dal
Principato , lo mandò prigione in Ger-
mania , ed efiliò di là dell' Alpi la Prin-
cipefTa Maria , Tua moglie , e Landone
Conte di Cajazzo , di lui congiunto ,
con aver privato di vita molti altri Ca-
puani,
XXIV. Ademario
anno looi.
dairan,\ooi,
Jìno a/ 104,3,
XXV. Landulfo
dì S. Àgata .
XXVI. Pandulfo
Coni e di Tia^
no , 0
La N D u L F o
dì S. Aerata la
fecrda volta,
XXVII. Pandulfo.
ibro Secondo . 301
puani, ch'ebbero mano a tal crudelif-
flmo misfatto .
Fu Principe di Capua 4. mefi , cioè
dal di ZI, Marzo looi. fino a 21. Lu-
glio dello ftellb anno : ma i Capuani
prefto prefto Io cacciarono via dal lor
Principato .
Figliuolo di Landulfo di Benevento,
Principe di Capua per anni {^nc .
Fratello di lui : fu Principe di Ca-
pua , ed ammife al Principato Pandul-
fo il Negro , fuo nipote , figliuolo di
di Landulfo.
XXVIII.Landuifo
dair anno
104S.
XXIX. Riccardo
dall'anno
ICS».
Figlio di Pandulfo , uomo malvag-
gio , e dolofo : più volte fu cacciato
via da' Capuani per io fuo mal coftu-
me , e per la fua iniquità . Dopo di lui
vi fu Principe Pandulfo , fuo figliuolo,
detto il Giralo 5 e Pandulfo di Tiano
con Giovanni, di lui figliuolo, per tre
anni ; ma furono poi vergogaofamen-
te efiliati nella Romagna .
Fu figliuolo di Pandulfo Guaio '^ re-
gnò circa dieci anni 3 per la malva-
gità fua perde il Principato Capuano ,
elfendone fìato cacciato da Riccardo
Normanno, Conte d' Averfa nell'anno
di noftra falute 1058. In quefto Pandul-
fo terminò il Principato Capuano ne*
Longobardi»
Cominciò la fignoria di Capua iii^
perfona de* Normanni. Queflo Riccar-
do fu il primo fuo Principe Norman-
no , cflèndo già Conte di Averfa . Nel-
ranno 1056. combattè la Città di Ca-
pua j
302 Storia Civile di Cnpua
pua j nel 1058. i* efpugnò 5 nel 1059.
gli fu confermato- il Principato da Nic-
colò II., nel 1062. divenne affol uro Si-
gnore di quefto Principato, e Io tenne
fino al 1078. , nel qual tempo fé no
morì.
XXX. Giordano Figliuolo di Riccardo . Fu Conte d*
dair anno Averfa , e Principe di Capua , uomo
1078. aflai zelante, e pio per la Chiefa 5 ac-
quiftò tutta la Campania . Regnò dal
1078. fino all'anno 1093., che fé no
morì in Piperno .
XXXI. Riccardo II. Conte d* Averfa , e Principe di Ca-
àair anno pua ; ^o^tnt quefta fignoria dall'anno
1093. 1093. fino all'anno no6 , in cui morì.
XXXII. Roberto Fu anche Conte d' Averfa, e Princi-
dalP anno pe di Capua ; godette il Principato dal-
iio5. Tanno 1106. fino all'anno 1120. , in
cui fé ne morì .
XXXIII.RiccARDo Fu Conte di Averfa , e Principe di
III. <^^//'<3»- Capua : godette il Principato dal 1120.
no 1 120. fino all'anno 1 121., in cui finì di vivere .
XXXIV.GiORDANO Fu Conte d' Averfa , e Principe di
II. dall'an, Capua , figlio dei già detto Riccardo
no 1121 > III. Durò nel fuo Principato dall' an-
no 1121. fino al II 27.) Jn cui fé ne morì.
XXXV. Roberto II. Ultimo della feconda linea de' Nor-
dair anno manni . Ebbe diverfe guerre , fpecial-
1127» mente con Rugiero , Duca di Sicilia , il
quale fu fatto poi Re di Napoli , e di
Sicilia \ e da cui verfo T anno 11 33.
eflb Roberto fu privato à^\ Principa-
to , e ne fu invertito Anfufo , figliuo-
lo àoX già detto Rugiero , da chi co-
mincerà il terzo libro di quefta mia.»
Storia .
CA-
Libro Secondo. 305
CAPITOLO VI.
Siegtic la fttccejfione de* Prìncipi di Benevento ,
e de* Conti dì Capna Longobardi .
Eir iftefs'anno , due mefi dopo Ja morte di Siconc,
fuccedè Sicardo alla fìgnoria di Benevento , e fu il
ilio XVIII. Duca , e *1 V. ilio Principe. Niente ubbidì ai
configli, lafciatigii dal padre, e fi diede tutto alla libidi-
ne , ed air avarizia: Morino Sìcone (a) y Sicardus filius
ejus faBidì ejì Princeps , 2;ir omnibus ^iiiis carnalibus
cìrcumfeffm , ac [uper omnia avarìjjìmui . Fece guer-
ra co' Napoletani , che ricufavano pagargli 1' annuo
cenfo , promcflb a Sicone , fuo padre 5 rovinò tutta ia^
Città di Napoli al difuori, pe'l lungo alledio di tre me-
fi , che vi tenne j e minacciò di volervi mettere fuoco, ed
incendiarla tutta . Laonde atterriti i Napoletani , gli cer-
caron perdono , e fi obbligarono di nuovo pagargli il cen-
fo promefiò . Celiate le moleftie di guerra, tornò Sicar-
do agli ufati delitti j tantoché mandò Muningone per
Ambafciatore al Re de' Saraceni in Affrica , per goderli
intanto la à\ lui moglie , che per forza fé condurre al
fuo letto . Si fervi per Segretario , e primo Miniflro di
Rofrid , odiofo a tutto il popolo 3 e fi prefe in moglie
una cognata di lui ; il che fervi , per accrefcere 1' auda-
cia , e la tirannia di Rofrid per l'aura di tal parentado,
e renderfi così il Principe piÌ4 odiofo al popolo . Fu aflài
molefto ali* Abate di S. Sofia Alfano j e poi fattoci pa-
ce , ruppe il giuramento deli' amicizia , e io fé morirò
appiccato fuori di Benevento 5 carcerò Dioldede , Abate di
Montecaiuio , uomo di gran fantità , di cui è fama , che
per la fua efemplariffima vita avefle Iddio fatto apparire
molti miracoli dopo la fua morte .
In queflo tempo accadde, che i Saraceni, vaghi di
Q_q ampliar
(a) Cron* Cajf, Uh. i. cap. zi.
304 Storia Civile di Capua
ampliar Ja loro flgnoria in terra ferma ( poiché già Ci
eran fituati nella Sicilia ) afialirono Ja terra di Otranto,
ove prefero Brindifi . Sicardo fi inviò colle Tue genti in
foccorfb verfo quelle parti , e furono tutte ie iue folda-
tefche trucidate da quei Barbari. Se ne ritornò afflitto in
Benevento, ove fece moJtiffimi preparativi, peraflaitar-
ii ; aia avendo ciò intefo i Saraceni, non Itimandofì va-
levoli di refiftere , gli pofero fuoco alla Città , e s' im-
barcarono per ia Sicilia . Finalmente Sicardo fu poi da.
An.839. Muningone, e da altri ofFefi cittadini uccifo l'anno 839.,
avendo regnato fei anni , e dieci me(ì .
Aveva il defunto Principe Sicone un figliuolo fecon-
dogenito , chiamato Sicondolfo , fratello del morto Sicar-
do, giovane di gran talento, di fingolar virtìì, di buo-
na , e bella corporatura , atto alia guerra , molto garba-
to , e amato oltremodo da' Capuani per le rare doti, che
adornavano il Tuo animo i ed egli veggendofi cosi ama-
to , favoriva in ogni occafione i Capuani nella Corte del
fuo padre. Radelchi , intimo familiare di Sicone, aveva
una Ipecie di fopraintendenza generale in tutte le Città,
e luoghi, foggetti a Capua, e Benevento, e fu poi Te-
foriere di Sicardo; quelti afpirava di foppiatto, e dentro
al fuo ambiziofo penflero alla flgnoria di Capua-* ,
ed anche al Principato di Benevento nella prima vacan-
za , che farebbe accaduta dopo la morte di Sicone i o
perciò fentiva gran dolore , che il popolo di Capua , e
di Benevento acclamallèro tanto Sicondolfo , e Tavcffe-
ro dichiarato lor Principe • Onde ricorfo a' tradimenti , ed
alle fallita contra di quello innocente , per fomentare la
fua ambizione, da Capua fi portò in Benevento, e fece
relazione al Principe , fecondo il folito , degli affari delia-
Città, e di altri luoghi, a lui {oggetti : dì poi diman-
dò a Sicone , qual era il maggior male , e la maggior
infermità, che poteflè avere un uomo? il Principe rifpo-
fe efièr quella , che foffè intrinfeca , ed cffendo ai di den-
tro , non fi vedefle , né fi fentilTè . Tal è , foggiunfo
Tempio Radelchi, la voflra indifpofizione , che vi ha ri-
dotto
Libro Secondo. 305'
dotto in un vicino pericolo di morte . Si agitò il Prin-
cipe di quefto modo di parlare così ofcuro ; onde diflL»
a Radelchi , che aveffe pure con libertà , e con chiarez-
za parlato ', coftui affettando paflìone per lo Principe ,
e compatimento verfo il figliuolo di lui, gli diflè; 1* in-
trinfeca mortai" piaga , che vi farà tra breve finir di vi-
vere , è Sicondolfo , voftro figliuolo , il quale (ì è renduto
così benemerito de' Capuani , e de' Beneventani , che già
ha congiurato con elfo loro di prefto uccidervi , per trion-
fare suL'e voflre ceneri , e farli egli Principe degli Stati ,
volendo goderli in gioventiì , non nella vecchiezza, quan-
do ne gli refìerà il folo pefo . Sicone ebbe tutto il cre-
dito a quello fcellerato Miniftro , e ftimò vero il fuo par-
lare : onde Tubito accefo d' ira , fé carcerare il figliuolo
dentro la Città di Capua , e lo tenne ivi rinchiufo in-»
orrida prigione , per non farlo parlare , né trattaro
con verun Capuano; ma la notte, come a llìcura la Cro-
naca Cafiineiè , e quella di S. Vincenzo in Volturno , fu
trafportato prigione in Taranto . Molte lettere fcriveva»/
r innocente giovanetto al Tuo padre , cercandogli in gra-
zia di fargli fapere almeno il motivo del fuo gaftigo , e
mille protefte d' ofiequio , e di ubbidienza faceva 3 m^^
il padre né gli rifpofe , né volle mai agraziarlo , finche
fé ne morì .
Morto Sicone , e fucceduto Sicardo , come già dilli,
alla fignoria di Benevento , proccurò il fraudolento Ra-
delchi diverfe maniere , per efeguire almeno dopo la mor-
te di quell'altro Principe il fuo difegno 5 e già così ac-
cadde; poiché , ellendo flato uccifo Sicardo da' fuoi , e
ritrovandofi egli , come di lui Miniftro , e Teforiere nel
palagio del Principe di Benevento , con moltifiimi fuoi
aderenti , fi fece da e/fi falutare Principe di Benevento:
Cum (a) fupra memoratui Sìchardus Princepi Jìequiter
^ f"^^ P^iÌP^^ occifus , praefatus Radelchh Thefaurarìui
ipjtus illì in Prìncipatum faccejfit . Egli fi fece metter?!-»
in tefta la corona , e fi pofe a governare gli uni > e gVx
Qq 2 altri
(a) Crome. CaJJìn, Uh. i. cap. Z4t,
3o6 Storia Civile di Capua
altri popoli con tanta altura , e fi gran rigore , che chiun-
que ofava dirgli centra una parola , era iicuramente ca-
lligato 5 e perciò pofe una buona guarnigione alla For-
tezza di Benevento j aggiunfe in Capua molta foldate-
fca , e moire guardie di leciti foldati j governandofi in^
qael tempo la Città di Capua per mezzo di un Gaftal-
do , chiamato Agenardo ; His diehns. (paria la Cronaca
An,839. dell'anno 839. ) Agenarduì Gaftaldui Capuanui (a).
Dopo certo tempo Landulfo fu fatto Gaftaldo , o
Vefcovo di Capua , quando accaddero alcune novità in
Benevento j poiché Adelchifi , figliuolo di Rofrid , aven-
do tentato di farfi Principe, era fiato per ordine di Ra-
delchi sbalzato dalle fineftre del palagio, e Landulfo ve-
nuto in fofpetto di Radelchi di aver favorito Aldechifi,
fuo cognato , fu coftretto di fuggirfene in Capua non_>
fenza grave pericolo della vita . Pervenute quefte cofc/
a notizia di Sicondolfo in Taranto , e parendo al fuo in-
tento opportune , fece intendere a Landulfo , eh' egli era
per favorirlo col fangue proprio , e che queft' era una
buona occafione dì vendicare la morte dei fuo cognato;,
accoftandofi a lui .
Landulfo Gaftaldo , e Vefcovo di Capua , uomo di
gran mente , e di fingolar virtù , fapendo benifiìmo il
tradimento fatto da Radelchi a Sicondolfo , e confideran-
do , che non pofledeva legittimamente gli Stati , ma n*
era un manifefio ufurpatore 5 e non potendo foffrire 1*
enorme tirannia , colla quale affliggeva i poveri Capua-
ni, rifolvette darci rimedio , anche per giovare ali' op-
prefib Sicondolfo . Onde chiamati a se moltiflimi citta-
dini Capuani i più onelti , e faggi , a i quali poteva egli
fidare il fcgreto, comunicò il tradimento fatto da Radel-
chi al legittimo fuccefibre del Principato di Benevento,
ed in confeguenza della fignoria di Capua , e T ufurpa-
zione da quello fattane, ed infinuòloro a chiamar da Ta-
ranto Sicondolfo , e cacciar Radelchi dal governo , an-
che pel motivo y che fapendo ciò il Re di Francia , ci
avreb-
(a) Cronac* CaJJin, hi?, i. cap* 24»
Libro Secondo. 307
avrebbe pofta mano 5 e forfè Capua perderebbe il privi-
legio di crearfi ella il Conte a fuo beneplacito . Piac-
que a tutti il parere del Vefcovo , e già fi difpofero dì
metterlo in efecuzione •
Alche s'aggiunfe, che Dauferio , mandato in efìlio
dal Principe in Nocera con tutti i fuoi figliuoli , e fami-
glia , cominciò con Guniferio , e con Majonc , fuoi fi-
gliuoli , a tenere occulte pratiche co' Salernitani di tor-
re la fignoria di mano a Radelchi , e darla a Sicondol-
fo , fratello dell* uccifo Sicardo , molirando loro eiler vi-
tuperevole cofa dover fempre flar foggetti a' Beneventa-
ni y ma quando prendeflèro i Salernitani partito di libe-
rar Sicondolfo dal carcere , eilèr cofa agevole di torro
il Principato di mano a Radelchi , e per confeguenza-»
in guiderdone di tal benefìzio poteva farfi per l'avveni-
re Salerno fede di tal Principato . Furono afcoltati vo-
lentieri quefii configli da i Salernitani , i quali pacifìca-
tifì , ed unitifi cogli Amalfitani , da' quali erano flati
poco prima invafi, e faccheggiati , andarono in una bar-
ca in Taranto , e con diverfi finti prete/li , e Cuncrfagì
già loro riufcì di liberare Sicondolfo dal carcere , coi
quale lietamente in barca montati, vennero in Salerno ,
ove alzato da' fautori , e partegiani il nome di Sicondol-
fo , cacciati , ed uccifi gli Ufiziali di Radelchi , quello
Principe , e Signore chiamarono» Accorfero prontamen»
te gli Ambafciatori di Capua , e per loro Signore , o
Principe lo faUitarono , offerendogli tutta la fubordina-
zione della Città di Capua , e de' loro concittadini.
In favor di Sicondolfo erano fimilmente Orlo , e->
Radelmondo , fuoi cognati , il primo Signor di Gonza ,
il fecondo di Acerenza . Radelchi avvifato di sì perico-
iofa congiura, con incredibile ardire fi diede a far gen-
te 5 e già mefiò in piedi un fiorito efercito , fi caricò fo-
pra Salerno , contra dd quale non dubitò ufcire Sicon-
dolfo , avendo formato un poderofo efercito di Salerni-
tani , Capuani , Amalfitani , Acerentini , e Gonzani . Già
vennero alle mani, e reftò vincitore Sicondolfo , avendo
meflo
3o8 Storia Civile di Capua
nieffo in fuga i Beneventani , e molti di ioro tagliati a
pezzi , guadagnati gli alloggiamenti , e tolte loro molte
bandiere ; onde co' fuoi, ripieni di prede, e di gloria , ^u
giiifa di trionfante entrò in Salerno j e parendogli poi
di aver forze baftevoli a poter affalire 1* inimico in cafa
fua , di già con sì forte efercito andò fopra Benevento.
Ma non potendo fcffrire i Beneventani , che alla infelici-
tà della prima rotta fi aggiugnellè nuova ignominia , di-
venuti fieri dall' ira di vederfi così difpregiare , ufcirono
centra di Sicondolfo , e facendo V ultimo loro sforzo , co-
firinfero i nemici a piegare, ed a. volger le fpalle , aven-
do pofto a fii di fpada non pochi di coloro , che noli-»
furon pronti a porfi in falvo . In quefto modo fi diede
principio alla guerra domeftica , la quale , non ceffando
per un momento da niuna delle parti , ogni cofa avea-
ripiena di fangue , e d' incendio .
Sentendo quefti movimenti , e quefti difturbi i Sara-
ceni di Sicilia , fenza perder tempo , e sì bella occafio-
ne , incontinente pongon piede in Calabria 3 indi efpu-
gnano Taranto, padano in Puglia, e le Città di quella
Provincia a ferro , e fuoco mettono , non ad età , non.»
a feffo perdonano , e le cofe fagre con le profane con-
fondono : gente fiera , e crudele , la quale avendo per fi-
ne della guerra più la crudeltà , che ia gloria , folo pren-
dono diletto del fangue , e delle mine delle Città , o
delle Provincie .
Difperato intanto Radelchì in veder congiurati a fuo
danno i Salernitani, i Capuani, gli Amalfitani, gli Ace-
rentini, i Conzani , ed altri molti popoli, a quelli fog-
getti 3 e veggendoli bene impegnati a privarlo della ìì'
gnoria di Benevento , ed inveftirne Sicondolfo , avendo
penfato bene a' cafi fuoi , e conofcendo difperato ogni
mezzo di poter più regnare, tentò in queft' eftremo ma-
le r ultimo precipitofo rimedio ; di notte tempo trave-
fiito , ed incognito fen* andò nella Città di Bari a,,
trovare un certo Pandcne, che da Prefetto quella Città
governava, molto fuo amico, e confidente; fi pofe nel-
le
Libro Secondo. 309
Jc mani di coftui , aprendogli tutte Je fue fciagure 5 e lo
pregò vivamente a chiamare i Saraceni , che poco da.
Bari difcofti fi trovavano , e farli pretto venire in Tuo
ajuto i poiché egli non folamente gii avrebbe fatti Pa-
droni di Benevento , Salerno, eCapua, ma di tutte l'altre
Città, e luoghi , a quelle Città foggetri^ e fi fidava farli
di tutta r Italia ben anche impadronire . Si compromife dì
molto Pandone , e molto operò j imperocché fece venire
Calfore, Re de* Saraceni , a Bari con un grandifiìmo cfer-
cito di foldati i pili forti , e i più crudeli , eh' erano tra
quei Barbari , e gli alloggiò fuori della Città tra il mu-
ro , e il lido del mare. Eglino, fecondo l'antico cofiu-
me deli' AfFricana perfidia , entrati nel profondo deila^
notte per luoghi fecreti delia Città , mifero Bari a facco,
ed uccifero molti cittadini , facendone crudelilifma ftra-
ge , e portandone altri prigioni : Hls quoqiie dkhui ( fcrif^
fé la Cronaca Caffinefe ) Vando quidam Barìm regebat ,
qui jujjìì ohtemperani Roàelghìjti , Saracenorum phalan^
ces in adjtitorittm accitaì juy:ta murum urbis , (^ orante
maris locavìt commor andai . Hi autem cum Jìnt natura^
callìdi y & prudentìoreì aliis , in malum fubtilìui contem^
plantes , munìtionem intempejla noHe crijiicolis exoniibus
per abdita loca urbis penetrane , populumque ìnfontem par-
tìrn gladiis trucidar uni , partìm captivos fecerut . In mez-
zo ai fervor della firagc Pandone fi pofe pubblicamente
a gridare , che non era quefio il modo con Calfore con-
cercato di metterlo nella fignoria della Puglia , e poi
deiriraìias né quefta crudeltà era fi;ata pofta trai parti,
da cdo fatti, quando T invirò a venire . Ma Iddio, che
non vuole mai impuniti i traditori , fece , che fdegnati
quei Barbari dallo fparlar di Pandone , abborrendo an-
ch' efii il tradimento fatto alla Città , commefia alla di
lui cura , Io prefero , ed avendolo ben legato , lo con-
duflero alla cima d'una Torre, e di là lo precipitaro-
no nel mare , ove mil'eramente il traditore fé ne morì.
Fu queft* accidente molto grave a Radelchì i ma non
veggendo il tempo atto a farne rifentimento , flimò bene
rico»
3 1 o Storia Civile di Qpua
ricoprire il fuo fdegno , e farfi benevoli i Saraceni , nien-
te curando la calamità de' vicini , e de* fudditi , per l'im-
pegno di avvalerfene ne* fuoi bifogni .
Intanto l'empio Radelchi , tirati a sei Saraceni, o
fatto infieme colla Tua foldatefca un grolTb efercito , co-
minciò a rovinare tutte le terre , le quali erano a divo-
zione di Sicondolfo. Or quando i Capuani feppero eflTer
già i Barbari arrivati in Nola, il facco , elaftrage,chc
così in quella Città , come in ogni altro luogo avean.»
fatta , s* intimorirono foprammodo , e tofto radunatoli
tutto quello , che più di preziofo aveano , fi ritirarono
difperfi nei foliti monti di Palombara , e dd Tifata , ed
in altri luoghi piiì lontani . Ma nell' anno del Signore-»
An.841. 841. Calfore , Re de'Saraceni, con infinito ftuolo de' Tuoi
Barbari foldati , condotti , e guidati dal crudele Radel-
chi , che confervava V acerba odiofa memoria della giu-
fia ribellione de' Capuani a favor di Sicondolfo , venne-
ro a guifa di tempefta fopra Capua , al dir di Erchem-
berto , e di Ammirato , riferiti dal Summonte , e con tan-
to furore , q tanta oftilità , che non fi può in verunj
modo efprimere : le diedero prima il facco 3 indi brucia-
rono tutti gli edifizj pubblici , e privati j pofero fuoco
alle Chiefe , alle mura , anche ai beltiami , e ridulTero
tutta la Città in cenere i di maniera, che appena da un
Capuano poteva conofcerfi, dov'era Itata la Città di Ca-
pua , veggendofi renduta affatto ignota anche ad ogni
paflaggiero. E fu quefta l'ultima rovina, e T ultima de-
Iblazionc dell' antichiffima Città di Capua , tante volte
rinnovata . E rittorata , tante volte ampliata , e rifatta ,
e che foffrì tanti alti baflì , e tante vicende in tempo del-
la Romana Repubblica 3 poi in tempo de' Vandali , e de'
Goti, fino ad efTer ridotta da' Saraceni all' ultimo efter-
minio , ed in minutiamo cenere . Di quefla gran rovi-
na della Città di Capua cantò il Primicerio delia nofi:ra
Cattedrale, Camillo Pellegrino , dolcillìtno Poeta , i fe-
guenti ver fi ;
A' hei
Libro Secondo. 311
A' bei tetti lucenti ,
Cangiati in muti orror Tempii , e Teatri i
Infunano gli armenti ^
Cu opre j afe onde l'erica Capua fuperha »
E chi per quegli orror volge gli aratri i
Dice : qui Jìè
La gran Città , che per rio foco arde .
Sicondolfo però non difprezzò in quefto 1' avvifodcl Tuo
nemico 3 poiché a fua imitazione chiamò egli altri Sara-
ceni in fuo ajuro, e propriamente quei, che tenevano il
Regno di Granata , capo de' quali era Apolaftane , ed
unitamente con Sicondolfo occuparono tutta la Città , e
tutti i luoghi , che fi pollèdevano prima da Radelchi .
Quefti in vederfi aflediaro in Benevento, dall' efercito Sa-
raceno , e da quello di Sicondolfo , chiamò fubito io^
ajuto i fuoi primi Saraceni, che (lavano in Bari, i qua-
li già velocemente accorfero , e feguirono moiri fatti d*
armi in Benevento con difcapito dell' una , e deli' altra
parte .
Il fatto vien efprelTo dalla Cronaca Cafìlnefc {a) :
Cum fupra memoratus Sichardui Princeps nequiter fuif-
fet a Juis occifus , praefatus Radelcbis Tbefaurarìus ipjtus
UH in Principatu fuccejjtt , Inter ea Capuani ^ quibus tunc
Landulfus Gajìaldus praeerat , propter multai nequitias
fuas praedi&um Radelchii 'valde infejìum habebant . Qua
de caufa illam nimium formidantei , ineuntes conjìlium , ad
Sìcondolfum filìum fupradiBi Principi! Siconis , qui apud
Tarentum exul morabatur , fé conferunt , eumque Jìbi in^
Principem elìgunt . Qui Sicondolfus tam cum eifdem^
Capuani^ , quam & cum maxima BeneVentanorum manu,
qui praedìdlum Radelchii exofum hahsbant , Sakrnum in^
grejfus contra eumdem Radelchii modii omnibui infurrexiti
coepeYunt ad in'^jicem totii znribui litigare .... vicijjim
"Saracenorum exercitui , ex diverjis partibui orbìs alter
adxjerfus alter um evocatui , totum non modo Prìncipatum^
Z'erum ttiam Regnum Italica?» fua diffenjìone ferro , &
R r igne
(a) Lib, I. cap. %4f.
312 Storia Civile di Capua
tgfie per annoi ferme trìgìnta demolìti funù . Prìmui ita-
que Rade le bis i^j auxili^nn fui Saraceno! infilai per P an-
dò nem quemdam fuum fide lem , qui tunc Barium re<yebaCy
quo: cura idem Pando )uxta murum urbis , & oram maris
hcajfet impromdus 5 /'//; , ut funt ingenìi callidi , noc2t^
intempejìa urbem per loca ab dita penetrant , multifque^
aliis interemptis , prae dicium Patriae prodi torem warinis
fiuclibus donant . Horum Re)o fuit vocabulo Calphor , quos
praefatus Radelchis ^ quia propellere urbe non poterai ^ eoe»
pit quafi in familiares excolere , & ad fui auxilium pro^
Z'ocare , cumque illis totam Regione m Sicondolfi deva-
Jìans , Capuaw quoque unrjerfam redegìt in cinerem . Si^
condolfus quoque e contra ex Hifpania Saracenos adfci-
fcens y frequentibus praslìis omnes fere in circuita ^praeter
Sipontura , a Radslchìs jure auferens urbes , Beneventum
nìhilomìnus expugnabai . Intanto per mantenere ia guerra,
e per l'eforbitanti fpefe , che vi volevano, facevano 2^
gara quefti due Principi a sfornir d' oro , e d' argento
tutte le Chiefe de i loro dominj . E Sicondolfo, non con-
tento di aver ia prima volta tolto al ricco Mooiftero di
Montecafìno , tra Croci, Calici, e Patene, ed altri vafel-
lamenti fagri , 13. libbre d'oro puriHìmo , la fecondagli
levò quel, Q.h.z valeva più di 265. libbre d' argento , e 14. mi-
la foldi Siciliani d'oro fegnato, pafsò anche alla terza,
e tolfegli di corone, e dì vafi 500. libbre d' argento, e
14. mila foldi mazziati j in tre altre volte poi gli toJfe
più di 7. mila foldi predulati . Il che moife i Monaci
Caflìnefì a mandare un eforeffo in Francia al Re Ludovico,
pregandolo à\ venire in Italia , a comporre quefte gravi
difieniìoni tra Sicondolfo , e Radelchi , e di liberare l'Ita-
lia dalia barbarie ò\ tanti Saraceni .
An,8so. Accoife Ludovico in Italia (tf) 1' anno S50. , e abboc-
catofi per iftrada con Landone , Conte di Capua, figliuo-
lo del Conte Landulfo , da cui era ftato anche pregato
a venire per quefti .frangenti in Italia , fi pofe alla te-
Ita A<t\ fuo poderofo efercico , diede fopra a i Saraceni,
i qua-
(a) Cronac, Caff. Ub. 1. (ap,zs.
Libro Secondo. 313
i quali nella maggior parte gli furono dati in mano da'
Beneventani , e nella vigilia di Pentecofte li fé tutti mo-
rire , tagliata eziandio la tefia a Maflare , lor Capitano.
Jndi divife il Principato tra Sicondolfo , e Radelchi , re-
cando quefto Principe di Benevento colla metà delio Sta-
to , e a Sicondolfo toccando il rimanente , col titolo di
Principe di Salerno ; Moxq, idem Imperator ( feguita la^
Cronaca ) corrjocatìi omnìhut Lorjgohard'n totam BeneZ'en-
tanaìn Vrovincìam Inter Radekhis , ac Sìcondolphtnn aequo
dìjcrmine eft partittéi anno Domini 851. Sicq. pojì dies ^n,Ssi*
■paucos profpere eji ad fua reZ'crfas . Quefla divifìone , di-
cono alcuni Autori, che folTe ftata fatta da Guido , Duca
di Spoleto, cognato di Sicondolfo 5 ma la piiì (ìcura opi-
nione è , che {a) fi hco. da Ludovico , Re di Francia. .
Comunque però h fia , chiara cofa è , che in quello tem-
po fu fatta la divisone d^ì Principato Beneventano tra
quefti Signori , e fin da quelli tempi cominciò il titolo
del Principato di Salerno . Non molto dopo fé ne morì
Sicondolfo , e lafciò da Itta , fua moglie , un figliuolo
chiamato Sicone, che per eilère di tenera età , lafciò ad
educare a Pietro , fuo compare . Se ne mori con fama.»
di valorofo , e liberale , avendofì per più di dieci anni
il fuo Regno goduto .
Scrive Pietro Giannone , che in quefta divifione del
Principato di Benevento, e di Salerno , iu fottopofto il
Gaflaldato di Capua al Principe di Salerno. Ma poco do-
po la Città di Capua volle ftaccarfi da tal Principato ,
e Landulfo , eh* era il Gaftaido Capuano , non più al
Principe di Salerno volle ubbidire 5 ma dichiarofll Signo-
re indipendente, ed afibluto , ben contento dello Stato di
Capua, che non picciola eftenflone avea. Ed ecco già di
un Principato fen vennero a far tre 3 quello di Benevento,
i' altro di Salerno, e l'altro di Capua . Landulfo non vol-
le affumere il titolo di Principe , ma gli piacque ritener quel-
lo di Conte , onde da lui cominciò la ferie degli ultimi Con-
ci di Capua .• efercitava però la fua Contea con afibluto ar-
R r 2 bitrio 3
(a) Ammirai, de" Princ, Longoì?.
314 Storia Civile di Opua
bitrio j ed eflèndo egli morto , Landone fuo figliuolo , che
gli fucccdè , foftenne anche la Contea di Gapua undici anni,
e nove nìcfi , con affoluro , e independente imperio .
L'altro Landone, Tuo figliuolo , fu terzo Conte di
Capua , umilmente con tutta V independenza dal Princi-
pato di Salerno 5 e così per l'avvenire per lunga ferie-»
di Conti , amminiftrandofi quefta Contea di Capua con
aflbluto arbitrio 9 rimafe diftaccata da i due Principati
di Benevento , e di Salerno . Anzi fi ìcs,gQ , che LanduU
fo quando fi vide nell' ultimo di fua vita , chia-
mò a se i fuoi figliuoli , e lafciò loro quefto precetto ,
che aveflcro proccurato femprc di nudrir difcordie , o
riffe tra il Principe di Benevento , e quello di Salerno ^
perchè altrimenti facendo , effi non potevano fperare di
lungamente confervarfi lo Stato , da lui fopra le fpoglie
di quefti due Principi acquiftato , fé fra quefti medefi-
mi due Principi foflevi fiata concordia, e pace. In fatti
i figliuoli oflerrarono efattamente il precetto paterno 5 tut-
toché contraria foile a quello, che Gesù Crifto diede a'
fuoi Difcepolij poiché in niun conto vollero ubbidire a».
Sicondolfo , Principe di Salerno 3 e foprattutto Landenul-
fo , uno de* figliuoli già detti , gii fu fempre contrario ,
ed ingrato 3 e quefto precetto non folamente effi 1' ofTer-
varono , ma lo tramandarono anche alla loro pofterità,
come un perpetuo fedecommeffo , lafciandolo per retag-
gio a' loro fuccelfori ; yl^que fuis heredibui in perpetunmy
ficuti a patrs acceperant , relìquer^nt ^ conchiude Erchena-
berto .
Cattiva fu la polizia, ch« per tal divifione di Prins-
cipato fi andò tratto tratto introducendo 3 poiché > feb-
bene prima il Principato di Benevento era diflinto in più
Contee , e Gaftaldati , ciafcuno però £\ governava coli'
ifteffo fpirito, e da un fol Principe dipe-ndeva . Ma dopo,
i Piincipi di Benevento, e quei di Salerno, e foprattut-
to i Conti di Capua fra i loro figliuola divifero i Gaftal-
dati , e le Contee : onde d' ogni Principato fi fecero più
Contee^ ed i Cjonti , ancorché fottopolti, cominciarono
ago
Libro Secondo; 315
a governare da loro fleflì. Sicché fi videro in tante gui-
fé moltiplicati i Feudi nel noftro Regno . Così (a) Lan--
dulfo , Conte infieme , e Vefcovo di Capua , divife la-
Contea di Capua tra i figliuoli di tre Tuoi fratelli 5 e per-
ciò in ogni tempo tra di loro arfcro rillè , e guerre ine-
ftinguibili.
Dopo Radelchf venne Rodelgario, e fu XX. Duca,
e fettui/o Principe di Benevento. Sotto di quefto i Sara-
ceni , i quali fin dalla prima volta , che vennero coii-»
Calfore a Bari, aveano fatta di quella Città come una-»
lor munizione , e capo di ogni loro sforzo , cominciaro-
no, dopo efferfi partito Ludovico, a ftenderfi per la Pu-
glia j e poi allargandofi pel mar Tirreno , ad occupare
]a Calabria , e fcorrere per tutto il Principato di Bene-
vento . Onde i Longobardi la feconda volta impotenti a
refiftere ali* innumerabile accanito ftuolo di tanti Sarace-
ni , coir autorità , e valore di Rodelgario mandarono T
Abate Bertario , e Giacomo, Abate di S. Vincenzo a ri-
chiamare Ludovico in Italia , il quale non tardò a veni-
re , e fi pofe fopra Bari 3 e già con non molta fatica.*
avrebbe condotto i Saraceni a peffimo fiato , fé attraver-
fato dalle arti de' Capuani , non gli fofiero fiate tolto
le occafioni di mano , avendo egli trovato , che molti
Capuani , ed alcuni di Salerno aveano ftretta amicizia ,
e fomma familiarità coi Saraceni 5 e loro davano anche
de* fecreti ajuti , ed una forte protezione , fervendofi di
elfi , come di truppe aufiliarie in diverfi bifogni , ed im-
pegni della Città . Per la qual cofa efiendofi oltremodo
fdegnato il Re Ludovico, condannò a morte il capo di
quefia protezione r ma alle tante fuppliche deli' Abato
di Montecafino, gli perdonò la vita 5 lo bandì però da-
Salerno , e lo mandò efule in Francia , avendo cofiituito
Andrea Ademario , nobile Salernitano , per Principe di
Salerno . Rodelgario fé ne morì V anno 853. , e lafciò An.853.
fuccefiore Rodelchi , fuo fratello, il quak fu XXL Duca,
e VHI. Principe di Benevento .
I Ca-
ca) Erchmh, num" ^t^
3i6 Storia Civile di Capua
I Capuani , de* quali era capo il Conte Landone col
Vefcovo Landolfo, di lui fratelio , accorrifì, che Capua
ioro patria , da effi edificata poco prima di quindici an-
ni addietro nel monte di Triflifco per ordine del Principe
Sicone , perciò detta anche SicopoU , piiì volte per malva-
gità de* vicini , o de' paefani fleflì , che mal foffrivano ftar-
l'cne su i monti, avea patito molti incomodi , edera fia-
ta più volte anche da* Saraceni incendiata i ebbero sudi
ciò maturo configlio , e ftabiiirono di edificare una nuo-
va, e più perfetta Città vicino al Ponte di Cafilino , o
già fopra le ruine Itefiè di Cafilino , come or ora divi-
lerò, la cominciarono a edificare l'anno di noitra falu-
An.856. te 856. H'n quoq, uwporìhus cum oh facìfìora co??2n2oran'
tìum Capua , quae ejì Sìcopolis , quae ejì in monte Trifli-
fco , paulo ante qmndecìm annìs aedificata , ab igne fae^
pini cremahatur 5 confiUo hahito , Landò Corrasi , €3 Lan-
dulfui Fpifcopus cum ceteris propinqui^ fuis apud Pontem
Cafilini , ficut hodie cernitur , conjìruxerunt , anno oB in-
gente fimo qtùnquagejìmo fexto , fcrifi^ Ja (a) Cronaca Cai-
iinefe .
CAPITOLO VIL
Della prefente Citta di Capua .
IL vecchio Conte Landulfo fignoreggiò 1' antica Città
di Capua per lo fpazio di ben 25. anni , e quattro
mefi 3 poi edificò , come diifi di fopra , per ordine di Si-
cone , Ja nuova Città sul monte di Triflifco, e n'ebbe-»
il dominio per un anno, e mefi otto : ntì qual tempo
finì di vivere . Gli fuccedè poi nel governo , e nella H-
gnoria di Sicopoli Landone , di lui figliuolo , che vi re-
gnò ben 13. anni, e nove mefi j ficcome ci lafciò fcritto
Giovanni Abate Cafiinefe , che ^u Arcidiacono della^
Maggior Chicfa di Capua ; Landulfus fenior tenuit Ca-
puam
(a) Cronac. Caff. lìb, r. cap, 30.
Libro Secondo. 317
puam veUrer/7 annii 25. menf. 4. , (3 fecU cìvìtatem no-
vam in monte Trìflìfco , q^am dominaius ejì arino uno ,
& menf, 8. Q^o dsfundio fuccejjìt Landò Jìlìui ejus y C^
dominavi^ ìllaìn cìvìtatetn annoi tredeclm menf, 9.
Correva l'anno del Signore 8515., quando era Con-
te di Capua Landone , fratello ììq\ Veicovo Landulfo >
di Pandone, e Landonulfo, Quefti a cagion dei frequen-
ti già detti incendj vollero intraprendere la grand' opera
di edificare una nuova Città di Capua per miglior ufo,
e miglior comodo de' Capuani , e toglierli affatto da i
monti, con abolire, e lafciar del tutto in abbandono la
Città di Sicopoli . Non tanto fu a' cittadini comunicata,
una SI nobile idea , che febbene di poco piacimento ad
alcuni riufcifle , per dover paliate dal fu bli me , ameno,
e dolciflìmo clima di Sicopoli al balTo , e padulofo della
nuova Capua , pur nondimeno fu dalla maggior parto
non meno applaudita , che (limata efpediente a metter-
iì nella pronta efecuzione, feguendo Je fagge , ed eleva-
te infinuazioni dei già detti fratelli , che così fi fpiega-
rono con effo loro ; {a) Non pimui caprarum o^ile , uS
in faxomm cavernìi tiitemnr ; ad hufmlìa denìque defcen»
damUì , ut altos noi , & inhumiks cìrcamfpicientihm prae^
beamus .
Ci iafciò Cenno il Sannelli , che dalle riferite me-
morie manofcritte , confervate dal Tuo bifavolo , rac-
colfe , che il Conte Landone fi portò un giorno alla-.
caccia nelle cofte del monte Tjfata , ed ivi i fuoi cani
levarono una belliifima cervetta , la quale fpinra dal ri-
more , a tutto corfo verfo il luogo , ove ora fi elice Cu-
fa-Cerere i H pofe a fuggire. Il Conte ad alta voce dava
animo a i cani , acciocché la fermaffero 5 ma quefta fian-
ca alia fine 5 verfo la parte deftra del Ponte di Cafilino
arrivò, e dentro una fpelonca fi afcofei nel qual luogo
oggi è la Chiefa di San Vincenzo in Volturno , detto per-
ciò San Vincenzo della Cerva , portato da Michele Mo-
naco nel fuo Santuario Capuano. I cani erano cesi fian-
chi,
(a) Erchemhert. loc cit^
3i8 Storia Civile di Capua
chi , che non poteano ne meno aprir Ja bocca , ed offèn-
derla : onde giunto il Conte , gli riufci prenderla con-
molta faciltà , e fenza veruna ripugnanza condurla^
così viva in Tua cafa . Da ciò prefe Landone feli-
ciflimo augurio , e interpetrò quefto fuccellb , come-»
un fegno del divino volere , che in quefto luogo ìa^
Città fi edincafìTe . In fatti il giorno feguente , fatto ratifi-
care dal popolo il confenfo di^ fermarfi in quel fito , ove
il Conte , e 'i Vefcovo aveflèro ^{labilità la fondazio-
ne della nuova Città , aprì loro il fentimento di edificar-
la sulle rovine dell'antico Cafilinoj e loro manifeftò an-
che il buon augurio , che n'avea prefo . Piacque a' Ca-
puani una tal rifoluzione , e ne diedero nuovamente tut-
ta i' incumbenza al lor Conte Landone , infieme col lor
Vefcovo Landulfo , Pandone , e Landonulfo . Scrivono
però accurati Autori , che i fratelli di Lanione comincia-
rono l'edifizio della nuova Città di Capua 3 ma poi Lan-
done , che prima in niun conto l'ebbe , io perfezionò,
e gli diede leggi , e norma da poterfi reggere , e man-
tenere ; Landò ^filìui (a) Landaljì ^ munere ^ & astate fe^
fiìor no^am urbem a fratrihus aedi fic ari coeptatn irride t f
fed mox mirìjìce perficit , qt^am legihui injìrult 3 e lo
fcriflè anche 1* ignoto Cailinefe , rapportato da Camillo
Pellegrino .
Fu già ella , ed ora è quefta ftefla noflra Capua^,
fabbricata nel cuore di quei fertiiiffimi campi , che una.^
volta chiamati furono Lehorìni , e al prefente Terra di
Lavoro fi appellano 3 e propriamente nella parte , ove.?
principia quel campo Stellate , che ora Mazzon delle Ro-
fe vien detto , cui fanno vaga deliziofa corona alcuni vi-
cini colli , chiamati da Livio (/') Colli di Caliicola , &
jiigUM CaUiculae Juperandum : ed il Volturno , sulle cui
fponde fu edificata , co' fuoi tortuofi giri non ha fatto,
eh' ella cambialTe la fua antica figura triangolare . Non
potè cdificarfi con molta ampiezza , né con molta ma-
gnifi-
(a) Erchemhert. num. 24.
(b) Liv. lih.zz. cap.ìz, PeregAnchart, Topograph.Camp*Fel,
Libro Secondo. 319
gnifìcenza : onde il Aio circuito , e V intiero giro dclla^
Città non pafsò , né ora palla due miglia Italiane . La^
Tua Diocefi , o fìa giuridizione è di circa miglia iS. di
lunghezza > ed è quella , che il eflende da* Tuoi monti ,
che fono dalla parte di Oriente (Ino alla parte Occiden-
tale , eh' è bagnata dal mare , e di circa fette miglia dì
larghezza , quante appunto fon quelle , che (i mifu-
rano da'fuoi monti, che ha a fettentrione infìnoalfìu-
micello Chìsia , detto oggi da*Paefani alli lagni y che la
dividono dalla Diocefi , e tenimento di Averfa . Fu però
la nuova Città edificata molto più al di fotto , ed era
il fuoio molto più bailo di quello y che col rinnovar del-
le ftrade , e degli acquidotti , fi vede oggi molto più in
alto . E' vero, che per la vicenda de' tempi ha ella foffer-
tc molte , e grandiffime mutazioni , non meno al di fuo-
ri , che al di dentro ; il che per meglio oflervare , fa.»
d* uopo dcfcrivere lo ftato primiero , e antico della no-
flra Città di Capua , acciocché pofto in paragone col
prefente, polla meglio conofcerll il divario, che ora paf-
fa tra l' una , e 1' altra .
Era la prefente Città di Capua ne* fuoi primi tem-
pi circondata da più , e diverfi Borghi , uno detto di
S. Antonio Abate , eh' era fuori la porta delle Torri , det-
ta oggi M Roma , dall'altra parte del fiume sulla flra-
da Regia , che conduce a Roma , ove V antica Fiera di
Cafìlino ogn'anno fi aveva , e dove l'altra rinomatiffi-
ma di S. StelFano è oggi riniafta, nella quale, oltre ali' al-
tre cofe , che vengono a venderli , fi fa fpezialmento
negozio di porci, impinguati in groUczza fmifurata . In
quefto luogo vi era la famofa Chiefa di S, Terenziano,
e con ella il f^mofo Cenobio de' Cavalieri Templarj , de*
quali , al dir di Michele Monaco , fi truova eficre ftato
l'anno 1283. Gran Macftro Fra Matteo d* Ifernia : oggi
v' è una piccioia Cappella con dentro una immagine^,
che ntknt V antico mm\c dì S, Ter enziarw. L'altro Borgo
era fijori ia Pcrta , detia oggi di Napoliy fopra di quella ftra-
da, che cohduceverfo l'antico Feudo, ora femplice Ofte-
Ss ria
3 20 Storia Civile di Capua
ria dell' Ordichelia , che fi chiamava allora il Borgo dì
S» Giovanni Gero[oUmitano ; ma di quefto non vi è oggi
veftigio alcuno , né fé ne conferva il nome . li terzo Bor-
go era quello di S* Vittore , fconofciuto per altro al dì
d* oggi l'otto quefto nome , ma abitato in quella parto
della Città , che è più in là dell'Arco di S. Eligio, chia-
mato anche Borgo di S. Erafmo , e di Porta Capuana ,
Per quattro magnifiche Porte fi entrava nella Città y
una eròi delle Torri , che oggi dicefi Porta di Roma iV^U
tra di S. V-ttore , che in appreflb fu detta Porta di S,E/i'
già , chiamata prima col nome di Porta Capuana : ì^^
te 71 era la Porta F/uoia/e, fituata nel luogo, detto /a
LifJ^ata , fopra del fiume vicino la Parrocchia di S. An-
drea , che dicevafi aJ Portam Fluvialem : i' altra final-
menfc era la Porta di S\ Angelo y t<\ era pofta dietro il
Monifiero di Santa Maria di donne Monache in quel luo-
go , e in quella parte , che per diritto fentiero fi anda-
va a! Monderò de' CalIInefi , allora fotto il titolo di S. An^
velo in Formis , porto sulle falde dei Tifata , o Cu monte di
S. Niccolò . Oggi ve ne fon due fole, quella di Roma, e l'al-
tra di KapoU^ per dove Ci va alle già dette due Capitali .
Vi erano in Capua molti Ghetti di Ebrei 5 per-
chè , ficcome raccogliefi dalie fcritture del Teforo Ar-
civefcovile, lette , e rapportate dal Vecchioni , fu loro
neir an-io 1449. conceduto dal Magiftrato di Capua un
luogo con una vigna nel Borgo di S. Vittore . E' anche
indubitato aver elfi molto tempo prima occupato in Capua
quel luogo della Città , che oggi forma il diftretto della Par-
rocchia di S. Martino , che fin d* allora n' ha ritenuto il no-
me di S. Mar tino adjudaicam'^ e ciò fin dall'anno 1375- > Ic-
condo chiaramente Ci legge nella Tafia antica delle De-
cime , portata da Michele Monaco nel fuo Santuario Ca*
fuana , dove facendofi menzione di un'altra Parrocchia
forto il titolo di S, Kiccoli ad Judaicam , mi dò a credere
edere fiato in quel difirerro un altro Ghetto di Ebrsi >
i quali poi tutti con altri di fimil razza d fgraziatamen-
te dovettero ufcire non meno da Capua , che dal Regno
l'an-
Libro Secondo. 321
r^inno 1540., in virtù delJa Regia Prammatica, emana*
ca i'annp antecedeote .
Avverti il dotto Parroco D.Niccolò Bartolomeo , che
queda talla di deciaie porgeva un gran lume , per cono-
fcere quella mutazione , che anche al di dentro ha fof-
ferta la noftra Capua j poiché in elTa (ì vede non eflervi
itato ne* tempi (coi fi né piazza, né vico 5 anzi non cf-
fervi ftata caia, che non foflè ftata Chiefa , né Chiefa.!*
che non folle Itata Parrocchia : argomento troppo chia-
ro delia gran pietà degli antichi ncfiri Capuani Longo-
bardi . In fatti tra di efìe comparivano n olto ricche; ,:
e magnifiche le cinque Chicfe co' loro Conventi , chc->
quattro dentro la Città , ed una al di fuori poficdevano
i PP. Benedettini Caffinefi , cioè quella di S. Benedetto ^
polìeduta oggi da' PP. Gefuiti, che la Città noftra col-
le fcuoie , coile prediche, e coirefempìo iIJuftrano , e fan-
tificano ; quella di S. Lorenzo , ridetta in una picciola Chic-
fetta , anncflà al Moniftero di S.Lorenzo di Averfa. :
quella della Sant'tjpma Trinità , dalle Regie fortificazio-
ni diftrutta ; ed un'altra fotto il titolo di S.Vincenzo in
Volturno y oggi Prepofitura del Signor Cardinal Pier Lui-
gi Caraffa , pregio , e decoro del Sacro Romano Colle-
gio 3 giacché così in eila , come nell'altra Tua Chiefa di
S^Leucio non lafcJa di far comparire ardentiilìmo il fuo
zelo, fenza rifparmiar danaro, e fpefa qualunque per le
fabbriche , e per gli ornamenti di cfie 5 invigilando egli
proprio l'ottimo Porporato a' fuoi Miniftri , acciocché i pcfi
de' fuoi benefizj s'adempiano a dovere , e le iuQ Chiefo
de' (acri ar;edi, a feconda del fuo gran zelo , fieno ben
tenute , e provvedute .Quella poi fuori la Città , Ì\ era S,An^
gelo in Forniti t oggi Commenda di Monfignor Perrelli,
Prelato degnifilìmo , di fopra lodato .
Per ora ballava dire , che la prefente Capua nonj
ha mancato colla magnificenza delie fabbriche , e col
pregio delle facre fuppelietrili non folamente d'imitarci.
ma forfè anche di fuperare la pietà , e *1 culto de', fuoi
amichi Cittadini ippiche , toccando di pafiaggio i luoghi
Ss a (à-
3 2 2 Storia Civile di Capna
facri , fi vede oggi nella Città eflcrvi la Chicfa Arclvc-
fcovile , fotto il titolo deW Ajfunta , ufiziata , e ben fervi^
ta da quaranta dotti , ed eiemplaii Canonici , incluiovi
l'Arcivcfcovo , ch'è parimente Canonico , da venti Do»
medarj , e da circa ottanta Seaiinarifti , e Chierici , che
al Coro aliìftono : ha diciotto Parrocchie , e otto Cap-
pcllanie Curate di certi Preti , che in alcuni tempi dcITan-
no fon tenuti di coadiuvare i Parrochi nella lor cura^ h
febbene quefte erano al numero di quindici , delle quali
furono per grazia di Benedetto XIII. fopprefle fette , fei
per gli Cappellani Manfionarj del Duomo > ed una pel
Maeftro di cerimonie; ha la Chiefa ricettizia della ìsLun-
zìata , ove ogni giorno fi ufizia da' Sacerdoti , fotto il
regolamento d*un Capo , che col titolo di Rettore vieii.»
chiamato , e dal Magiftrato Capuano è a tal incomben-
za deftinato , Vi fono quattro Claufure di Dame Reli-
giofe , tre Benedettine , «S". Maria , S.Gio^anni , S.Gìrok'
r»o 5 una Francefcana fotto il titolo del Geih Grande i
quattro Confervatorj per Ja gente civile , la Nunziata^ ,
la Concezione , la Carità , il Gesù Piccolo : uno per la
gente piiì bafla , fotto il titolo di S.Terefa , oltre ali'efcm-
plarillìmo Ritiro dell* Arcangelo Gabriello per le gentil-
donne, che vogliono ivi menar vita ritirata , e la cafa
di Santa Maria Maddalena per le pericolanti , e perico-
late . "Vi fono dieci Conventi di Frati , nove dentro la
Città , S.Caterina de* PP. Francefcani, S. Antonio de'
PP. Conventuali , S. Pietro a Majella de' PP. Celerini,
Mónte Vergine , S, Domenico , il Carmine , la Maddalena
de* PP. Agostiniani di Carbonara, il Collegio de' PP. Ge-
fuiri , l'altro de* PP. Teatini , ed uno fuori la Città de'
PP. Cappuccini .
Tutta l'antica Città da tre larghe , lun^e , e ma-
gnifiche ftrade era , ed è al prefente divifa . La prima»»
do^mincia dalla Porta delle Torri , detta oggi di kowa^y
dove a man finiiira , quando s'entra, ila in alto fituata
ìk ftatua di marmo dell'Imperador Federigo II. , molto
beojemerito della Città di Capua • Quella fi (lende per
•t; fo-
Libro Secondo. 523
fopra l'antico Ponte , e arriva p^r retta linea al largo
avanti Ja Porta di Napoli . Nel decorfo di qucfta ftrada
a man finiftra fi trova un grand' arco, per dove li en-
tra nella piazza de' commeftibili , fondo della menia Ar-
civefcovile , ove in ogni Lunedì fi fa mercato , e vi con-
corre non folamente dalla Diocefì Capuana , ma anche
dall'altre convicine Città, e loro Cafali gran moltitudi-
ne di popolo , per vedere , per comperare , e per prov-
vederfi di tutto il bifognevole all' umana foftentazione ,
a riferba folo di quel Lunedì , che potrebbe occorrere tra
gli 8. , e 15. di Giugno 3 tempo , in cui fi trasferifce il
mercato al Largo della Nunziata per antico fpecial pri-
vilegio di Alfonfo , conceduto alla Città , rendendo ìoj
cfTo le perfone , che vi concorrono , efenti da qualfifia
gabella . Quefto mercato è quello fteffo , che per altro
antico privilegio era folito farfi nel Borgo di S> Gìovan*
92i Gerofo limitano , fuori- la Porta di Napoli , a 30» Apri-
le , ed a' 22. Maggio per otto giorni la volta .
Poco piii innanzi poi fi truova un' altra gran piaz-
za , chiamata de Giudici^ detta così, perchè quivi fono
i due Tribunali , a i quali prefiedono due Giudici , quel-
lo delia Re«^ia Cort: , ove prefiede un Regio Configiie*
re di S. Chiara di Napoli j e quello delle caufe cìvih ,
detto della Bagliva , ove è Giudice un Dottor di ^^%Z^
della Città di Capua . Vi fono anche moltiflìme Curie,
ove rifiedono i Notai, e i Giudici a contratto. In que-
fto luogo è fituato il Palagio della Città, ove fi radu-
nano i Signori del Governo , per iflabilire gli affari dei
Pubblico, detto perciò il Palagio dell'Udienza. Vi è an-
che quello del Governatore Colitico , ove ^\ tiene corte ,
e fi amminiftra giuftizia , colle fuc carceri al di fotto ;
l'uno, e l'altro di magnifica, e fuperba ftrurtura .
In quefto fito de' Gi tedici è l'antichKfimo Largo, nel-
l'anno 1748. ben accomodato, e laftricato tutto di pie
tre vive , con molta proporzione tra di loro conneiTo ,
ove di ordinario vi è gran concorfo di Ufiziaii miiitari,
di Cavalieri, d' Ecclcfiaftici , di Nobilj, viventi , e della-,
gente
3 24 Storia Civile di Capua
gente più eulta , e più decorofa della Circa ', ed ove fo-^
vente pafTeggiano , e fi trattengono a dilcorrere , e trat-
tare i loro affari . Quivi trovafi una delle tre principali
fontane della Città , che fcaturifce queir acqua molrtì'
leggiera , e pregevole , della qual Capua tanto fi loda ,
fatta venire circa due fecoli addietro dal Magiftrato Ca-
puano per lunghe ftrade di buoni acquidotti da* noftri
monti Tifatini , non fènza un groffo eccefllvo difpendio.
Quefta fontana , (ebbene dia abbeilimcnro alla piazza^ ,
contribuifce però al comodo, e all'utile de' paefani , che
in effa fi provvedono di acqua, buttandone da i quattro
Tuoi iati in molta abbondanza , e zampillando con mol-
ta limpidezza dalle fette bocche dell'Idra , eh' è in ci-
ma di eflfa , rappreicntante una dtìÌQ duQ imprefe della
Citrà , attefo 1' altra e una croce in campo rofio , come
già dilli.
Rende anche maeftofa , e ben eulta quefta piazza il
B'wacb , che vi è fituato dalla parte di Oriente , conte-
nendo di giorno, e di notte una buona guardia di Gra-
natieri col loro Ufiziale , per cufiodia , e quiete delia Cit-
tà . Su di quefto ù vede eretta in alto dalla Citrà , c-»
dal fuo Magidrato una ila tua di finifiimo marmo a) Re
Carlo II. con di fotto la feguente ìfcrizione ai iato defiro;
KARO.
Libro Secondo . 32$'
KAROLO II. REGI CATHOL.
PHIL. IV. FIL. PHILIP. III. N£R PHIL. II. PRONE?.
KAROLI V. CAES. ABN£P.
AVITAE GENEROSITATIS HAEREDI PROPAGATO-
RI GLORIAE
ANNO REGIMINIS SVI PRLMO IMPLETO
lAM VOTA I MPLENDI OMNIA , MONaRCHIAE
SIMVL, ET SPEM AVREI SAECVLI REVOCANDI
ORDO POPVLVSQ^ CAPVANVS
DEVOTVS NV^vlINI MAIESTATICA EIVS
STATVAM IN FORO MaRMOREAM
ADORABVNDVS POS.
MANSVRAM PR.ISCAE FIDELITATISSVAE TESTIMO-
NIVM
AVSTRIACI SCEPTRI PERENNATVRI AVSPICIVM
VII. ID. NOVEMBR. AN. SAL. MDCLXXVI.
Al Iato finiftro poi in un altro marmo vi fi legge que-
ft* altra Ifcr zione :
D. FERDINANDO IOACHIMO FAXARDO
REQVESSENS ET ZVNICA
MriRCHIONE VELEZIVM
PROREGE NEAPOL.
D. lOSEPHO DE LEDESMA
REGIO
AD D. CLAR. NEAPOL. CONSILIARIO
ET
CAPVANAE CIVITATIS
REGIO GVBERNATORE
AVRORAM OPTATO FACIVNT
HAEC LVMINA
SAECLO
In qr^f^a piazza a mandeftra , quando fi va alla Porta di
Nipnli , vi è la nobJiiIima , ed antxa Chiefa di 5. Gaetano
de' PP. Teatini , riedificata dalle fon iam's^nta 5 poi ben abbel-
Iita,e reraiinata di turto punto nell'anno 1 74.8.)Cbe fi è la pri-
ma voita, doppo alcuni anni di fabbriga,aperta, econfeciata.
Acco-
326 Storia Civile di Capua
Accofto ad ciVa. vi è il Siipportico , o fia Ai rio , per do-
ve al Borgo di S. Virtorc fi andava . Setto qjieft' Atrio dal
Magillratu di Capua fu collocata rifcrizione édV antico Ca-
puano Anfiteatro, che in un pezzo mutilo di marmo fu anni
ibno trovata, e poi lupplita dal Canonico Mazzocchi, come
già diflì più volte . Sopra della già detta Ifcrizione fi kcge;
MVTiLVM CAMPANI.AMPHITHEATRI TITVLVM
NVPER AD EIVSDErvI PORTAM
QVAE MERIDIEM SPECTAT EFFOSSVM
SEVIRI CAMPANI SVPPLENDVM
ET CONSPECTISSIMO VRBIS LOCO
COLLOCANDVM CVRARVNT
ANNO DOMINI M. D. C, C XXVI
L. D. D. D.
Nello fteflb Atrio , dirimpetto alle fijddette Ifcrizioni , vi
è un altro gran pezzo dì fainofa antichità in certo mar-
mo, trovato neir anticliifllmo Capuano Teatro, del qua-
le nel primo libro ne feci anche menzione , con alcune
figure di mezzo rilievo , rapprefentanti da una parte Lue*
cejo , che rifece il Profcenio del già detto Teatro con^
diverfi iftrumenti di fabbrica , e architettura ben effigia-
ta , e coir Ifcrizione , già dì fopra riferita .
LVCCEIVS PEGVUARIS PROSCENII REDEMPTOR
EX BISO FECIT .
Dall'altra parte, e proprio nel fine del marmo, e delle
figure, un gran ferpente , fpecie di picciol Drago , coro-
nato con una criiia , antica infègna d* Ofco , fondatoro
di Capua, ci/jus ìnjìgne fecìt ferpens ^ e vi fi legge : Gè-
nicis Theatri : dall' altra parte fono finalmente ben fcolpi-
te due altre figure , l'una di Pallade , l'altra di Mercurio. So-
pra di queft' antichifi^ìmo marmo vi fi pofe dal Magiftrato
Capuano la feguente Ifcrizione , che chiaramente vìTiìeg^ei
CAPVAE THEATRI RVINIS
MODO ERVTVS LAPIS
VETVS PRAECLARI FACTI MEMORIA
HIC S. C. REP. MDCLV.
Sì tira innanzi quefla prima itrada , ed arriva al L:;rgo
della
Libro Secondo. 327
della Porta di Napoli j dove per dinotare, che la Città
di Capua antieamente da femplici cadenti mura era cir-
condata fino a' tempi di Filippo , che Ja fece ben forti-
iicare , vi è fbpra la medefima Porta al di fuori la fe-
guente Ifcrizione :
^Y'^ MVRO QVONDAM TRIPEDALI , ET PENE LA-
BANTI
CAMPANI ASSVETI REGVM BENE IVRA TVERI
VT MELIVS SIT RES OLIM DEFENSA PHILIPPI
MVNIRI FIRMIS GVRARVNT ARCIBVS VRBEM
La feconda antica ftrada , che divide la Città di Ca-
pua , fi è quella , che comincia dal Palazzo Arcivefco-
vile , e va a terminare per retta linea al Moniftero di
Santa Maria di Donne Monache. In quefta ftrada i ador-
nata di nobili , e magnifici palagi , vi era a man diritta
r antico Seggio de' Cavalieri della Città di Capua , do-
ve elfi foleano raunarfi, per trattar gli affari , riguardan-
ti la lor nobiltà , chiamato allora il Seggio dell' Olivo ^
dal tempo poi rovinato, e disfatto j in man.era che niun
vefligio oggi n'è rimafto . Avanti al luogo , ov' era fltua-
to tal Seggio , vi è la feconda g<an fontana della itefla
preziofìflim' acqua , pofta dalla Città non meno ad or-
namento , che a comodo del pubblico . Più innanzi poi
a man finiftra di detta ftrada , dopo il Collegio de' PP.
Gesuiti , vi è il gran vafo di buona fabbrica , mantenu-
to con mirabile architettura , ove fi conferva pel pubbli-
co r acqua da bere , acciocché fia pronta , e non man-
chi in qualche neceilìtà di guerra, o altra finiile 5 capa-
ce tal vafe di circa fioco, botti d* acqua , della quale è
fempre pieno , e '1 pubblico ne porta il pefo di mutarla
di tempo in tempo , perchè fempre limpida , e puri*
abbia ivi a confervarfi , e tenerfi pronta ne' bifogni 9 che
potranno occorrere .
La terza Itrada finalmente , che nella fondazione.»
dal^ Conte Landone fu fatta , e divide la Città di Capua,
^\ è quella, che comincia dal Largo del Convento de' PP.
Franccfeani , detti di S. Caterina , e tira per retta linea.*
Te fino
3 2 8 Storia Civile di Capua
fino alla meno antica Vitriera, ftrada lunga, molto più deira/-
tre àuc di fopra , ornata di molti , e beili palagi , col-
Ja terza gran fontana delia iìcCs' acqua . Quefta ftrada.*
fìccomc anticamente era la più frequentata , ed avea li
maggior concorfo di popolo , cosi paefano , come ftra-
niero , per le due porte , che a i due eftremi di effa erano
aperte, e v'entrava, ed ufciva gente d'ogni nazione, cioè
da Oriente ia porta di ^S*. Angelo^ e da Occidente la Flu^
"Viale i così poi cfTendofi tolte dette due porte , e ridot-
ta a nuova foggia ia fltuazione delle mura , e delie ufci-
te della Città , venne a ceflare il concorfo in detta ftra-
da , che per ragione di tali due porte era trequentiiiiino.
Oltre alle fuddette tre magnifiche ftrade, che divi-
dono per mezzo ia Città di Capua , moitiftime altre ve
ne fono , che alle medefime conducono , e da elle ger-
iKOgliano , e così guidano per tutta Ja Città . E comin*
dando dalia prima fuddetta ftrada 3 grande è quella , che
nafce dalla facciata à^\ Palazzo à^W Udienza , corre per
ietta linea avanti al Duomo , fotto il Seggio di Antignano,
oggi del Duca di S. Cipriano Capua , arriva alla fontana
della già detta teiz' antica ftrada, e pallandole per avan-
ti, tira innanzi fino al fiume, coi nome di Strada del"
r Arcivefcovado , Grande è quella , che nafce dai Bivacb
per linea retta avanti la Parocchia di S, Giovanni de' Ko'
bili Uomini , giugne alla Chiefa de* V^. Domenicani , che
truovafi a man finiftra della già detta feconda ftrada, chia-
mata la Strada del Generale , perchè ivi il General Coman-
dante della Piazza è foliro abitare. Grande e quella , che
dal Largo della SantilUma Annunziata tira innanzi fino
fopra 1' antica principale ftrada , e propriamente dirim-
petto al picciolo, o fecondo giardino de' Signori Azzia,
col nome di Strada della Carità , per la Chiefa , e Con-
fervatorio di fimil nome , ivi fituaro . Siccome è anche
grande quella ftrada , che dalla Chiefa del Purgatorio
conduce per retta linea avanti la Chiefa de* PP. Agofti-
niani di Carbonara alla cafa , e Parrochia di S. Rufo ,
fituata a man finiftra della feconda mcdeSina principa-
. le
Libro Secondo. 329
Je flrada , detta la Strada della Maddalena , per Jo Mo-
niftero già detto de' PP. Agoltiniani fotto li titoJo della
Maddalena, ivi efìftenre.
Quefto è per le ftradc , che germogliano dalla prì-
jna antica principale firada . Vi lono ben anche altro
quattro ftrade , che dalla fteffa verfo il Camello con-
ducono . Seguitando poi la feconda antica ftrada , è be^
ne fpaziofa quella , che da fuori V Arco di S. Bartolo-
meo ad ^rchilcyjtoi y dalla parte di S.Domenico, tira a«
retta linea per avanti la Parrocchia di S. Sai va dorè Mag-
giore fino al cadno ^^\ Duca di S. Cipriano , fitua-
to a man fìniftra della terz' antica ftrada , chiama-
ta la Strada del Seminarlo , per ritrovarfi in efla il Semi-
nario de' Chierici fituato .
Ed è qui da faperfì, che quando da Benevento per-
venne poi ]1 Principato in quefta Città , la Chiefa , o
Moniftero , oggi di S, Loftìenico , era V antico Palagio
de* Principi di Capua , e fi ftendeva d* ampiezza, e lun-
ghezza , quanto contiene il diftrerto della Parrocchia di
S. M^heie a Corte , di S. Giovanni a Corte , e di S. Sal-
vadoie a Corte , dette quefte tre Parrocchie coli' aggiun-
to a Corte j poiché fi contenevano nella Corte , o fìa^
Largo àQ.\ Palagio ét\ Principe j anz^ dicono alcuni Au-
tori , che cosi la Chiefa di S, Michele a Corte , corno
quella à\ 5. Giovanni a Corte erano le due Cappelle pro-
prie àt\ Palagio ìì^ì Pnncipe , e dentro di effo contenu-
te . Prima à\ efli i Conti di Capua abitavano , e face-
vano la lor refidenza nel Palagio , ove ora è la Clau-
ibra dei Gem Grande , che pafsò poi per ab razione de*
gran Conti di Altavilla , e da q^ì al Comune , che vi
fondò tal Moniftero .
Or feguitando la già detta antica feconda ftrada ^
grande certamente, e fpaziofa fi è quella , che dal Giar-
dino di S. Giovanni Gerofclimitano tira per retra linea-,
su delJa terz* antica lirada , terminando fotto la balco-
nata dtì Palagio de' Sgnori Cpuilo, e paflando per fo-
pra ia medefima terza principale ftrada , propriamento
Tt % vici-
3 30 Storia Civile di Capua
vicino al Moniftero de* PP. Conventuali di S. Antonio ,
giugne fino al Fiume , che 1' è pm innanzi > chiamata^
Ja Strada de Rinaldi , per la nobile famiglia Rinaldi , che
v' abita . E' anche una bella ftrada quella , che dal L^rgo
d* Eboli , come al vertice d' un angolo a retta linea giu-
gne da una parte alla cafa de' Signori Mazziocta , chia-
mata ia Strada di MonteVirgint , per lo Moniftero , o
Chiefa di tal nome, in ella efiftenre. Per l'altra retra^
iinea , ed avanti la Parrocchia di S. Cofma a Quadrapa-
ne pafla per mezzo la terza ftrada antica , e giugne fi-
no al fiume , chiamata la Strada di VentrìgUa y per la ca-
fa della già detta famiglia , che vi è fituata : ficcomcj
ottima ftrada è quella, che dal frontefpizio del Monifte-
ro di Montevcrgine per retta linea giugne alla terz' an-
tica ftrada 3 e paftandoia per mezzo , arriva parimente.»
al fiume , che 1' è più innan7Ì , detta ia Strada de Pari"
gi y per due loro cafe, che vi fono.
Finalmente e grande , e ipaziofa quella ftrada^»
che dalla facciata della Chiefa di S. Marcello , e propria-
mente dalla fua porta fi ftende per retta iinea alla Vi-
triera , termine , e confine della terz* antica ftrada già
detta , comunemente chiamata Strada de' Gestìiti , perchè
buona parte del loro Collegio , e Chiefa comprende ^
Molti altri vichi vi fono, che intrecciano quefte ftra-
de, e fanno con faciltà girare, e poftèdere da' cittadini
r intiera Città : ficcome molte altre fontane vi fono in-»
diverfe altre ftrade per comodo degli abitanti piiì vicini.
Ma quanto piiì quefta nuova Città compariva gran-
de nelle Chiefe , e nelle ftrade , altrettanto magnifica fi ve-
dea ne' Tuoi palagi , abitazioni ben degne di quei perfb-
naggi^ parte de' quali eftinta vien compianta da* prefen-
tì cittadini j alcuni di efiì trasferitifi nella Capitale del Re-
gno, formalo ivi nella ior difcendenza le cale de' prin-
cipali Magnati 3 e parte in qualche gloriofo rampollo è
rimafta in Capua a formare la maggior gloria della .più
che iliuftre loro Patria. Tali erano i Palagi de' Marzani ,
Duchi di Sefia , congiunti ia iftretta affinità cogli ftcfli
Re
Libro Secondo. 331
Re di Napoli , de' Pannoni, Conti dì Venafro , de'Fcr-
ramofca , degli Antignani , de' Caraccioii , fei de* molti
Palagi della Famiglia Capua , o fian i due de igcan Con-
ti d'Altavilla, poi Principi delJa Riccia, de' quali fé ne
vede formata la cUufura dei Gesù Grande , e buona par-
te del Collegio de* PP. Gesuiti , o (la quello del gran Pro-
tonotar^o , e Locoteta dei Regno , Bartolomeo di Capua,
ove oggi fé ne fta il Comandante Generale dcila Piaz-
za j o ila quello di Luigi di Capua , ove ora abitano i
Signori d* Azzia , e vi abitò pur anche l'Imperador Car-
lo V. neJla venuta, e trattenimento, che fece in Capua>
o fìa quello del Conte di Falena, dal quale fé n' è fatto
un comptenforio di tante cafe , ab tato da moltiiiimo
perfone , dirimperto al Palagio del medefimo Luigi , pof-
feduto oggi ancora quefto da* Signori Azzia j o Ha final-
mente il gran Palagio del Principe di Morcone , poi di
Cafpoli , e di Conca , oggi de* Duchi di Mignano Ca*
pua , detto anticamente Cajhum Lapìdum , per la gran
Torre , buona parte di pietre vive , che vi fi vede ; Fami-
glia , dilli dì Capua ^ divifa allora in tanti palagi, quan-
ti erano i rami , che da uno ftelTb arbore germogliar fi
vedevano j ora però a d\.\e Ioli riftrerta , l'uno in Napo»
li in perfona di Bartohmeo di Capua , Gran Conte d* Al-
tavilla, e P incipe deli' Ariccia , l'altro in Capua in per-
fona di Gtambattijìa dì Capua , Duca di S.Cipriano j I' uno,
e l'altro nobniflimo germoglio , niente degenere nei i^^Oy
e nella grandezza dall'antico , e fublime lor tronco. Il Pa-
lagio del gran Sinifcólco del Regno, Giberto d* Azzia ,
e del Marchelè della Terza , fuo nipote , lo ftedb , chcj
ora da* Signori Friozzi ^\ poflìede . Il Palagio de' Signo-
ri Eboli , che ha lafciato il nome ad un Quartiere del-
la Città , ficcome fi fon tramandate in uno de' loro
poderi , Franceióo d' Eboli , Duca di Caftropignano ,
tutte le maggiori glorie , che poflono adornare un vero
foftegno delia co ona de) noitro invittillìmo Re Carlo
Borbone, feiicemcnre , e gloriofamente regnante. Quelli
4cilc tse iiobiiiilime famiglie Guindazzo, Raimo, e Ca-
jazza^
33 i Storia Civile di Capua
ja72a . II palagio della ben chiara Capuana famiglia Aìot^
pa y che lafciò il nome all'intiero diftretro della Parroc-
chia di S. Bartolomeo 5 detto perciò San Bartolcmeo ad
Jrchiloyjìos : ficcome l'altro della nobile famiglia Diadi-
fco , diede il nome alla Parrocchia di S, Angelo a Dia^
difco » V altro dtW illuftre famiglia d' Apolita , (jtuato
d rimpetto la Chiefa di S.Andrea, perciò detto de ApO"
lìta ; fenza far io parola di tanti , e tanti altri palagi
degli antichi nobili Capuani, come de'Capeci, Marchefi,
Capuani , Minutoli , Sconniti , Rodi , Leonella , ed altri ,
che di poi trasferitifi in Napoli , ficcome illuftrarono , e
tuttavia iiluftrano quelle Piazze, e quei Seggi j cosi han
lafciato alla Città di Capua fublime , e pregevole la lo-
ro memoria .
Avea 1' antica Città di Capua per comodo àt\ pub-
blico molti , e di verfl Spedali , come quello dell'Annun-
ziata, di S.Antonio di Vienna, di S.Caterina, diS. Eli-
gio, e di S.Giacomo d' Altopajfo ^ di S. Giacomo ^tf* Pf/-
k orini t di S.GiowAntìi de* Nobili uomini y di S. Lazzaro,
di S. Maria de' Confrati , lo Spedale di S. Maria , di S. Spiri-
to , del Moniftero di S.Giovanni, di S. Teienziano , de*
quali ne fa diftinta , ed accurata memoria con tutta ia.
maggior erudizione Giufeppe di Capua Capece nella fua
già iodata DiflTertazione intorno alle due campane di S»
Giovanni de' ìsLohili uomini » Di quefti appena quattro og-
gi fono in piedi , cioè quello <ìi^\V Annunziata , di S. ^\ì^
gio , di S.Antonio, e di S. Lazzaro.
Questi antichi Spedali , quefti palagi , e queftì pub-
blici edifizj , che o han cangiato faccia , e forma , o fo-
no ftati à^\ tutto diftrutti , fono trofei di quel tempo,
che con forza infupcrabile fuol dare il guaito a le cofe
tutte , omnia fert aetai , animum quoque , cantò il Poe-
ta. Per ia qual cofa punto di maraviglia recar non dee,
fé oltre a qualche mutazione nel materiale degli edjfizj,
fi fcorge ancora nella noftr' antichiflima Capua qualche
cangiamento nel politico eziandio , e ncll' economico,
dappoiché altra , e divella si era la maniera , di cui pri-
ma
Libro Secondo. 333
ma di noi fi governavano i Capuani. Nei primi tempi,
in cui la prefenre Capua fu edificata, e finattantochèin
efla regnarono i Longobardi, e poi i Normanni, fi vide,
che un Gattaldo, e poi un Conte , indi un Principe Ia«
fignoreggiò nello fteflb tempo , ed un particoiar Giudi-
ce, ed anche due tennero le redini del (uo governo. Ma
nei tempi più vicini, quando la Città di Capua fu fotto il
domnio de i Re , allora da un gentiluomo letterato, vol-
garmente Spada e Cappa , col titolo di Capitanio , venne
nel fuo politico governata . Poi per grazia fpeciale de*
Regnanti fu a* Signori Configlieri di S. Chiara dato il
governo della Città, il quale ancor dura con pieno fod-
disfacimento di tutto il pubblico j anzi ficcome per leg-
ge deve efercitarfi per un anno, cosi poi, quello termi-
nato , fuole la Città pregare il Re , ed ottenere la con-
ferma per un altr'anno, come a Tuo luogo dirò con tut-
ta la maggior distinzione .
In quanto al governo economico , ^\ è anticamen»
te la Cirtà governata da fettantadue perfone , poi da.»
cinquanta 3 venticinque del ceto de' nobili , ed altri ven-
ticinque eran comporti parte di coloro, che nati da one-
fti , e decorofi progenitori nobilmente viveano , e parte
di perfone civili, come erano i Notai, Mercanti, ed al-
tri fimili 5* poi da quaranta, cioè 20. nobili, e 20. citta-
dini, o fieno nobili viventi. Nell'anno poi i737» fu am-
pliato a fellanta perfone , à^Wz quali 30. nobili , cioè 20,
nobili ex genere , e dieci dottori , 20. nobili viventi , e
dieci civili , come a fuo luogo , e tempo minutamente
rapporterò .
Defcritta già T antica Città di Capua, che fu dal no-
ftro Conte Landone , dal Vefcovo Landulfo, e dagli al-
tri due loro fratelli, Pandone , e Landonulfo , edificata 5
e delcrltto il divario in molte cofe murate nella prefen-
te Città , è dimeflieri , che per ordine di queda Storia,
io feriva un poco intorno alia Fcriezzi , e fua firuazio-
V,Z , ce!!- qua!: poiè r-rite volte a' fuoi nemici refiftere.
Egli è indubitato I che sul bel principio della fua foada-
asionc
3 34 Storia Civile di Capua
zione Don ebbe la Città di Capua vermi recinto dì mu-
ra , né menomo Forte , che avelie potuto difenderla . Do-
po più , e più anni fu la Città da per tutto il fuo gi-
ro murata , ma di una muraglia , non già ad ufo di For-
tezza , ma molto debole , e fiacca j tantoché piuttoflo
terra murata , che Città appellar fi poteva ì e ciò ben fi
deduce dalla fopraccirata licrizione , pofta nel frontefpi-
zio delia Porta di Napoii , ove fi dice :
SVB MYRO QVONDAM TRIPEDALI , ET PENE LA-
BANTI .
Vi erano bensì due fortiffime Torri al capo del Ponte,
ed all'ingreflb della Porta , oggi di Roma : queltc po-
tevano difendere da una fola parte la Città , reftando
tutto il dippiù alla difcrezione del nemico . Ciò però non
oftante, e non ©(tante la mancanza di forti muraglie,
di baftioni , di rivellini , fcarpc , contrafcarpe , rocche ,
cìtta,dà\t , flefcie , camelli , e di tutto ciò , che può con-
tribuire a rendere ben munita una Piazza 5 nondimeno
la noftra Città di Capua per l' addietro ha fatto argine
alle incurfioni nemiche col folo petto forte , e vaioro-
fo de' fuoi cittadini , che con invitto coraggio in ogni
occafione fi fon confcrvati fedeli a' loro Sovrani; moti-
vo , per cui la noftra Capua per ifpecial privilegio por-
ta il titolo di FedelìJJìma,
Nei tempi poi d^W Imperador Carlo V. Ci diede prin-
cipio a fortificar la Città, e durò il lavoro fino a i rem-
pi , e sul fine dtì governo di Filippo II. fuo figliuolo,
nella maniera , come da noi fi è oflervata fino all' an-
no 1730. , in cui il governo Alemanno forro 1* Impe-
rador Carlo VI. , colla direzione di erperriilìmi Inge-
gneri , la riduflè a tutta maggior perfez one , fecondo
la minuta , e ben diftinta pianta , form^ira dal famofo
dottilfimo Ingegnere Monfieur d* Herbohrt Francefo ,
che in giro alla Cirtà ho ft mato ftampare nel prefente
Libro per maggior gufto degli eruditi leggitori .
In quefta pianta , oltre alla n.- turai fortificazioni ,
che la Città riceve dal fiume in quelle parti 9 dov'è da
elfo
Libro Secondo. 335*
efìSb bagnata, fi vede munita di terrapieni, palizzate , ri-
vellini , e piazze coverte, dall'altra parte, oltre al Ca-
itello ben guarnito di fpaventofa artiglieria , e di ogn'al-
tro militare attrezzo , fi veggono da pado in paflb più
baftioni , uno de' quali può refiftere contra qualunque-»
potentiffima batteria , e tra eflì i due piiì grandi , Sapone ,
e lo Sperone , avanti al Ponte , e propriamente fuori la
Porta di Roma , una fpaventofa batteria , foffi ben pro-
fondi , e forti muraglie . Si aggiugne T efteriore riparo di
alcuni forti , che per efler ognuno a forma di freccia ,
con quefto nome di Flefcie fono a noi reftate , non iru
quel numero , in cui da principio furon coftrutti , ma-»
molto diminuiti , a cagion della molta guarnigione di
truppe , che per difefa de' medefimi forti nella Piazza bi-
fognata farebbe . Vi fi ofTervano anche due gran magaz-
zini intcriori , uno vicino alla nobii Claufura dellcj
Monache di Santa Maria , T altro prellb il Convento di
Santa Caterina , nel luogo detto ia Limata 3 1' uno , o
l'altro di maravigliofa ftruttura , chiamati tutti e due
col nome di Poheriere j perchè desinati a queft' ufo di
confervarvi ia polvere in più raigliaja di cantaja , efifen-
done ben capaci .
Vi fono final mente più quartieri , e fieno alloggia-
menti per gli foldati 3 non baftando il Camello, e l'an-
tico quartiere grande dietro 5. Elìgio pel foiito prefidio
delle truppe j poiché fogliono elTere in Città tre, edal-
le volte quattro battaglioni, che formano il numero di
circa 3000. uomini d' armi , oltre a quei , che fono per
fervizio dell' artiglieria , e agli Ufiziali , aggregati alla Piaz-
za . Onde per ordine del Re fi fono deftinate più cafc
de' paefani per comoda abitazione de' Signori Ufiziali, i
quali però portano il pefo di pagarne il pigione 5 e fi fo-
no anche defiinari alcuni gran comprenforj di cale par-
ticolari , per ufo de' foldati comuni.
Ma non meno per gli ftefli foldati di fanteria, che
per quei di cavalleria, foliti a ftare nel Cafale di 5. i^^-
ria y e Cafali vicini, {i è dal Re N.S. fatto edificare per
3^6 Storia Civile di Capua
gì* infermi dentro la Cicrà , e propriamente nel gran Pa-
lagio de' Duchi di Mignano della famiglia Capua un am-
pio aiagnifìco Spedale, capace di 300. infermi , fornito
di tutti i maggiori comodi , non folo per gli ammala-
ti, ma per gli molti miniftri , deftinati ad affifter ioroj
ed è una delle cofe , quanto curìofa a vederfi , tanto de,
gna di fomma lode , ed encomio alla Maeltà Sua , che
amando teneramente , e con amor veramente paterno i
fuoi foldati , non gli lafcia in abbandono 3 ma penfa, e
provvede alla loro falute fino all'ultimo momento della
lor vita .
Mi refta ora far parola de' cittadini , che formano
la Città di Capua i e 'già di^fi di fopra , che tra per le
guerre, e per V incurfioni de' Barbari , per gl'incendi,
e fimiii funeftillime cagioni molte famiglie Capuane fli-
maron bene mutar cielo , e fare in Napoli , o in altro
Città d'Italia il lor continuo foggiorno ; onde non mol-
to ampia, e fpaziofa , ma alquanto riftretta piuttofto ,
e breve fu dal Conte Landone edificata quefta Città di
Capua j e perciò non è maraviglia , fé Tempre in nume-
ro molto piccolo , e molto pochi fieno fempre ftati i fuoi
cittadini. Errico Bacco colle note d'Encenio nella fua Sto-
ria àtX Regno aflerifce , che Capua anticamente nume-
rava per la foia Città 1816. fuochi. Scipione Mazzella-
nella fua Storia del Regno feri ve , che Capua con tutti i
fuoi 36. Cafali numerava 5795. fuochi j ed io ^t^o ^ ef-
fendo (tato Vicario Capitolare della Città, e Diocefi Ca-
puana i' anno 1744. feci fare da tutti i Parrochi della.*
Città lo fiato delle anime , e trovai , che la fola Città
più di feimila anime non faceva. Tra il numero di que-
iti cittadini molte famiglie nobili vi erano nei tempi di
Landone, e nei fecoli fufieguenti fin oggii moltifiìme an-
che nobilitate furono fino a i tempi a noi più vicini .
Tali fi furono le Famiglie Marzano , Aquino , Ebboli ,
Prsfenzano , Cajazza , Capua , della Leoneffa , Ferrari ,
Azzìa , Balzo , d ' Argenzìo , Monti , Lanza , Ferramofca^
Minuto li y de Arcbiepifcopis , AbbeKuvoli , Ratta , Ama»
to ,
Libro Secondo. 337
to , Vigne , Frappieri , d ' Andrea , dì Landò , Mazziotta^
'Hovellone , jp5/<ro , Franchii , Rinaldi , Vitelli , Antìgna-
no , </<? Curtiì , Pellegrino , Fandonì , Maratta , Olimpio ,
F^nicelli y Tommafl^ Rojfiy Sinìfcolchi ^ Giugnano ^ Mag^
gio , Marchejì , ^^//^ Riccio , Argenzio , Borneba , ^<2r^-
;?(? , Granata , Boccardi , Lattila , Pepe , i?^^?^:/ , to^^ ,
Friozzi y Sanzò , Cip u Ilo , Pellegrino , Danza , Gianfrotta,
Tabajft y Pratillo y Imbrianì y d' Ambrojio y Rogieri , ed slU
tre molte.
Della Capuana cittadinanza , anche in numero ben-*
grande , molti applicati a diverfì meftieri fecero riu-
fcita tale , che celebre il lor nome , e della lor Patria./
rendettero per tutto il Mondo . Tra le famiglie nobili
molto fi fegnalarono nel!' armi , e decorofiifimi podi ot-
tennero nelle loro milizie P/V/r^ d' Ebboli y Guglielmo del-
la Lioneffa , Tommafo , e Gio. Antonio Mar zana , Ade-
nolfo y e Francefco d' Aquino , Simone d* Argenzio y Ga^
f parrò Ferrara , Antonio , Giacomo , e Silvio d' Azzia^ y
Niccolò di Franco i i due gran Campioni rinomati nel-
le Storie , Ettore Ferramofca , e Ludovico Abbenavolo ,
de' quali a Tuo luogo farò più degna memoria 5 Giovan-
ni Amato y Francefco , ed altri di Pannane , Aleff andrò
de Monti , Tommafo Marchefe , Flavio dell' Uva y Gio-
vanni y e Matteo di Caputi 3 e nei tempi , a noi piiì vici-
ni , Ce far e di Capua , Ottavio degli Onofrj , Vincenzo
Frappieri , Rinaldo , e Carlo di Rinaldo , Vincenzo , cl*
Francefco Friozzi y anzi nel corrente fecolo fi fanno ono-
re ben grande nella milizia Giufeppe Friozzi , Ignazio
Lanza , Francefco , e Pompeo Cipulli , Giufeppe Evange-
lijìa , e Pafquale Gìanfrotta , i quali fi trovan fervendo
da Ufiziali il noftro invittifllo Monarca , Carlo Borbo-
ne . Alcuni di effi in diverfe campagne , e in diver-
fe contingenze , che fi fon date centra i Tedefchi ,
han moftrato pel lor Sovrano un fommo coraggio >
elTendofi ben diftinti , e fegnalatj nel valore , e nella-»
gloria .
Nelle lettere ancora fiorirono oltremodo i noftri con-
Vu z citta-
338 Storia Civile di Ciìpua
cittadini j ed altri colle Lauree Dottorali , e colle To-
ghe , unico mezzo dopo quello dell' armi , illuitrarono
Ja noftra Città ; tra clìì fu il famofo Fabio y Girolamo y
e Paolo Alar che fé , Pietro , Lr^dovico , Gìacorno Afìto-
nìo , e Niccolò de' Monti 3 i due Andrea , Giovanni di
Landò , Andrea di Capua , Ce far e Vitelli , Francefco An-
tignano i i tre gran luminari della noltra Patria , Bar^
tolomeo di Captda , Pietro delle Vigne , e Gio'oanni Ca-
rufo , tutti tre gran Protonotarj dei Regno, i due Pre-
fidenti del Sacro Coniglio , Vincenzo de Franchia , e GiO"
vanni Andrea de C^^rtis , il Configiiere Giacomo de Fran-
cois , Lorenzo Tuo fratello , Prefideiitc della Camera del-
la Summaria , ed altri molti, de' quali nei corpo di que-
fta Storia, e dove caderà Ja loro epoca , fé ne farà più
dipinta memoria .
Molti r ilJuftrarono con altre fcienze, ^alle quali fi
appigliarono , e diedero più chiari raggi della Jor luce
in tanti Libri , che tramandarono alle ftampe . Tale sì
fu Giovanni Antonio Campano , Fra Tormnafo di Captia^
dell' ordine de' Predicatori , che fcrille fopra i dodici Li-
bri della Metafìfica di Ariftotele , e (lampo àoW^ buone
cofe contra Crifoftomo Giannelli j compofe altre opero
fopra la Sacra Scrittura 5 Giamhattijìa Attendolo , famo-
fo Oratore, intefo di molti linguaggi, le cui opere fo-
no notiiìime appo tutti i Giacorm de Graffili y che ila m-
pò opere molto utili in materia di Teologia Moralo ,^
Benedetto dell' Uva , Vincenzo Zito , il Primicerio Ca-
Tnillo Pellegrino , dolcitlimi Poeti , 1* ultimo de' quali
diede alla luce ia gran Difefa della Gerufalemme di Tor-
quato Tado contra gli Accademici della Crufca 5 molti
della ben chiara , famiglia Mazziotta , che per quat-
tro continui fecoii è Hata fempre di foggetti di nobil-
tà , di dottrina , e di faviezza adorna 5 tra cilì Mon-
fjgnor Angelo Mazziotta , che fu Vefcovo di Calvi , o
fiorì neir anno 1401. , effendo flato prima Primicerio
deila Cattedrale di Capua , Antonio Mazziotta , che fu
Decano dei noftro Capitolo i il Padie Bsrardina Maz-
ziotta y
Libro Secondo . 339
z'totfa , Gesuita, che diede zWq ftampe un aureo Libro di
Quiftioni Scolartiche, Filofofìche, e Teologiche , il quale
fiorì l'anno 1600.5 Pompeo Mazziotia y che fiorì in Na-
poli nella profellìone Legale Tanno 1589.. Hd a' tempi
noftri fiorirono oltremodo nel!' arte Oratoria il Padre
Andrea j e Giulio MazzioUa -^ il primo eccellente Orato-
re della Compagnia di Gqsìx , il fecondo famofo Avvo-
cato nel Foro di Napoli 3 nella virtù, e nel fapere nien-
te da eilì degenere il degniflìmo odierno Decano della.^
noflra Cattedrale , P^s^/'f^ Mazziotia--^ Giulio Ce fare Ini'
hriano ^ verfatillìmo nella Giuriiprudenza , che vi ftampò
pili Opere 5 V altro Camillo Pellegrino , nipote òqì primo,
ma molto piiì dotto , e verfato in ogni genere di cofe,
che diede alle flampe Ja Campagna Felice , e la Storia^
de* Longobardi , riiUmpata anni fono dal Signor Mura-
tori colle opere degli altri Scrittori Italiani j il Canonico
della Cattedrale di Capua , Marco Antonio Granata , mio
prozio , uomo di molta (a) d^ottrina , e di moltifiìma pru-
denza ; ci lafciò molte opere dogmatiche , e canoniche di
xmiQ^ punto accomodate , per mandarle alla luce j ma per
divcrfe contingenze non £\ potè efeguire tal Tuo difegno.
Diede chiaro ùggio della fua dottrina , e della fua gran
prudenza nel lungo tempo , che governò la Città , o
Diocefi Capuana da Vicario {b) Generale àoX Cardinal Ro-
berto Bellarmino di Tanta gloriofa memoria , e poi di
Monfigor G.O.Antonio Melza (r) -, V uno , e V altro Arci-
velcovo di Capua 3 ma vie piìì sfolgorò la di lui faviez-
za , e la gran mente , che aveva a ben penfare, nella
Corre di Madrid , ove flette più anni , portato per fuo
Configliere da Giambattijìa dì Capua , Marcheie di Campo-
lattaro , Principe di Cafpoli , e di Conca , eletto Geoeralif-
fimo nella guerra delle Fiandre ; lo flclTo Principe di Ca»
fpoli ,
(a) Pratili in proluf. tom, i. Hijì, Princ, Longob,
(b) P, Bartol in Z'ita Card, Bellarm.
(e) tpitaf, in LccL Arcbiep, Cap.
340 Storia Civile di Qpua
fpoli , che col fenno , e coJ valore fi fc tanto merito pref^
fo Ja Corona del Re Filippo IV. , che oltre al tofon d'oro,
riportò per se , e per gli fuoi congiunti molti pofti Tublimi,
e molti infìgni privilegj . Egli però il Canonico Marcan-
tonio , dopo aver goduta felice la Tua condotta preflb la
Maeftà del Re, le ne volle tornare in Regno l'anno 1633.,
ove fu raccomandato con diftinzione dalla Maeftà Sua_*
al Viceré di Napoli , Conte di Monterey , da chi fu poi
nominato alla Chiefa di Otranto 3 ma per la età fua trop-
po avanzata, e per gli fuoi mali cagionevoli convenne-»
rinunciarla , e ftarfeRc in Capua nella Tua propria cafa ,
donde l'anno 1663. fé ne pafsò a miglior vita . Monfi-
gnor Kìccolu Incentrigli a , Vefcovo di Acerno , e Monfi-
gnor Giatnhattijìa di lui nipote Vefcovo di Caferta non
poco decorarono la lor famiglia , e con elTa la loro Pa-
tria 5 il primo colla famofa gloilà ftampata al Sinodo
Eucubino , e col dottiflìmo libro de omntgeria Immunità-
te : il fecondo colle opere Canoniche , e Pratica Eccle-
fiaftica,data alla luce di fommo utile al Regno , ed al-
la Chiefa . Quefta famiglia fi rendè da lungo tempo il-
Jultre per gli tanti uomini letterati, che s' ebbe 3 poiché
oltre ai detti due Vefcovi , ebbe nel pallato fècolo que*
Aw^ gran filofofi , Pompeo y e Francefco y tanto ben com-
mendati dal Summonte , e i due famofi Avvocati , Akf-
f andrò , e Flavio Ven triglia , e 'l P. Andrea , predicatore
inHgne , e Vicario Generale della Religione de' Frati Mi-
nimi in tutta la Spagna , il quale dalla Maeftà àó Rc-»
Filippo IV. fu nominato al Vefcovado di Pozzuoli , che
non fi volle da lui accettare : tutti e tre lodati a mara-
viglia dal P. Francefco di Guevara Gesuita nella famofa
fua Opera . Senza tralafciare Gio.Vincenzo , uomo molto
valorofo , di chi fa memoria il P. Agoftino Pafquaie , e di
chi al fuo luogo mi converrà far parola ; tutti alcenden-
ti del prode Avvocato de' tempi noftri , Fr ance] co Ven-
triglia , del quale è figlio l'odierno Avvocato, Pirr. Antonia
Ven triglia. Il Canonico Michele Monaco , che ftampò il San-
tuario Capuano '•) il Canonico A lejjìo Simmaco Mazzocchi ^
che
Libro Secondo. 341
cne oltre al Comcnto sul titolo dell' Anfiteatro Capuano,
ha dato alla luce molte altre eruditiilìnie opere, comò
le Note air antico Calendario Napoletano , una lunga-
Lettera il dottiilìnio , ed integerrimo Marchefe Bernardo
Tanucci , Segretario del Re noftro Signore, intorno alla
formola fepolcrale , dedicare [uh Afcia, la Glofla ali ope-
ra di Monfìgaor Mufcettola intorno ai matrimonj , contrat-
ti da' figliuoli di famiglia if2^itis Parentìhui : e final-
mente il Canonico Francefco Maria Pratillo , che ha da-
to alla luce la defcrizione della tanto rinomata Via Ap-
pia , molte glo/Iè agli Scrittori de' tempi barbari , pubbli-
cati da Camillo Pellegrino y e mille altre diflertazioni con
fommo univerfale applaufo , ed ammirazione j Giufeppe
di Ca^ua Capece , fiudiofo , ed erudito Cavaliere , cho
alla dotta diflertazione (Campata sulTIfcrizione , trovata.»
alle campane di S.Giovanni de' Nobili Uomif2i , ove fu
fatta gjufta pompa della Tua mirabil erudizione , e fcien-
za delie antiche cofe , (ta ora aggiuftando a vantaggio
de' Letterati la faticofa iltoria delie Ghiefe Capuane an-
tiche , e moderne , che (I Ita dal noftro Pubblico con-i
fommo defiderio attendendo. Senza pafiar fotto fi/enzio
molti valentuomini dtì noftro Metropolitano Capitolo ,
molti à^ì ceto de'Parrochi in ogni fcienza ben culti, ed
iftrutti 3 e tra moltiliìmi del Clero mi fia lecito dopo Tin-
feiice lagrimcvol perdita del dotto» e ben codumaro Sa-
cerdote Giufeppe Pafcale y fatta due anni fono dalla Pa-
tria non meno , che da tutta la Repubblica letteraria^ ,
nominar due foggetti aliai intefi , e molto illuminari del-
ie buone cofe , Gennaro Penza , e Steffano Gaeta , cho
niente degeneri da' primi già iodati valentuomini, la Pa-
tria colle lettere , e col buon coftume trovanfi tutta-
via illultrando, ottimi Ecclcfiaflici , giovani ftudiofi .
Dovrei in quefta minuta defcrizione della prefento
Città di Capua , e degli uomini, che la componevano,
far anche parola di quelle perfone , che o per fanrità ,
o nei gradi piiì alti della Chiefa fiorirono , e fecero pili
illultre la loro Patria : ma eflendo ciò cofa , che al fe-
condo
54^ Storia Civile di Capui
condo tomo delia mia Opera sì appartiene , per non-*
preterire 1* ordine prefillb in quefta materia , Itimo me-
glio pafTar qui fotto fjienzio tanti Santi , tanti Pontefi-
ci , molti Cardinali , il gran numero de' Vefcovi , che da
quefta Città ufcirono , e i cinque ordini de' Cavalieri ,
che in Capua fi mantennero per più fecoli in p'edi ; Tem-
plarj, Gerofolimitani , di S. Spirito , di S. Lazzaro , e di
S. Giacomo , per farne più diftinta memoria , quando del
Santuario Capuano dovrò debolmente trattare .
Io ben conofco , che in quefta mia defcrlzione del-
la Città di Capua dall'anno 8s<5. , che iw edificata , fino
al corrente 1751 > ^^^ io ferivo , par, che vi fia della^
confufione nell' ordine , e fimmetria delle cofe , e vi fia
1* errore di ripeterle qui, quando fé n' è fatto , e fé ne
farà iungo difcorfo nel corpo della mia Storia i e quafi
che abbia confufo le cofe di quefta Qtz^s' antica colla-»
prefente Capua . Ma bifogna , che il cortefe , e faggio
leggitore ufi in ciò il fuo benigno compatimento 3 im-
perciocché efiendo una la Città , che contiene le fteftc
iliade , i ftefli fiti , e le cofe più foftanziali , formate dai
Conte Landone nella fua prima fondazione , di quefte
poi col decorrer di tanti fecoli , chi ha mutato un fifte-
ma , chi una figura , e chi ftava in alto , ora fi trova.^
al bado 5 e così al contrario ; in certi luoghi fi fon diroc-
cate le cafe , e dove ne' primi fecoli di tal fondazione
erano tanti Palagi, ora fono fpaziofiftìmi Larghi 5 ed ove
furono edificate tante , e diverfe Chiefe , ora fi truova-
no piccioli abituri , e bafii terragni . Onde il tempo ftef-
fo ha portato , e prodotto una tal confufione , e lecon-
do queìta mi è convenuto di fare un brieve compendio
delia prefente Città , per dare tutto infieme a i vicini, e
lontani curiofi leggitori una mediocre idea di quello ,
che fi era la Città di Capua in tempo , che la fondò il
Conte Landone, e di quello, che al prefente ^\ ritrova.
L' ifteffa natura di tal defcrlzione ha portato feco , che
io in breve compendio, e di paftaggio avefii toccato rut-
to il più notabile della Città 3 febbene poi nel corpo del-
la
Libro Seconda. 545
la Storia di moke cofe avelìì doruto parlare più diftefa-
mente, e di propofìto con maggior diftinzione, e fotte
la propria epoca , altrimenti nella prefente defcrizionc
avrei compoflo un corpo fenza le membra , e le più ne-
ceflàrie . Del refio chi con attenzione fi prenderà il pia*
cere di fifìarfì alla pianta , e alla vera minuta topogra-
fia , che qui dopo ho ben fltuata , troverà minutamen-
te le ftrade , i vichi , i larghi , i palagi , le Cb:efe , e quan-
to compone la noftra Città di Capua , circondata da tut-
te le fue fortificazioni , avendola io per via di numeri
poft4 in tutta la maggior rapprefeatanza , e chiarezza ,
?2C
DE.
344 Storia Civile di Cipiia
DESCRIZIONE
TOPOGRAFICA,
ED ESATTISSIMA
Delle Chiefe , Cafe religiofe , Edifizj pub-
blici j Palagi più cofpicui della Città di
Capila, fecondo l'ordine delle flnideL,, ,
fattone nel corpo della mia Storia al
Cap. VII., e fecondo la già detta Pian-
ta , in queda maniera ben ordinata dal
dotto Sacerdote D. Giovanni di Gen-
naro , Cappellano Curato di CapusL, ,
uomo di molta erudizione , e ben avan*
zato nella buona letteratura.
PRIMA Strada da Occidente ad Oriente , la quale co-
mincia dalla porta AtXXz Torri , o Jja ò\ Roma , e va
p:r diritto fino alla Porta di Napoli .
1. Porta delle Torri con batterie , e avanzata j // Ponte
antico , e magnifico colla Statua di marmo di S, GiO'
'vanni Kepomìceno , erettavi dagli Alemanni .
2. Chic fa , e Monijìero de' Celejiini , a Jìa di S, Pietro
a Ma] sita .
3. Arco y e Piazza de' comefiihili y che è fondo della Men»
za Arcìvefcovile , colla Chlefetta , e Con^^rezazione di
Santa Maria a Pia-zza per gli venditori de' comejiwili .
àf.La
Libro Secondo. 345
4. La gran Piazza de' Gìtidìci,
5-, Fontana magnìfica , cU è la prima nella nqjìra Storia^
6. Palagio di pubblico Magi [irato , detto l ' Udienza , e la
Città coli' orologio a mojìra *
7. Arco di S. Eljgio , e zna , che conduce al Cafìello , dO'
'd' era l' antico Borgo di S. Vittore , e do^' è la Chic-
fetta di S. Loren20 , e cafe appartenenti a Benedettini
di S. Lorenzo d' Azjerfa .
5. Chic fa , e Cafa de' RR,
8. C/jie/a , e Cafa de' RR» Chierici Regolari , e Teatini
di S. Gaetano .
Al dirimpetto di quejìa Chiefa v' è il Palagio de' Signori
Tabbajp,
9. Palagio , e Tribunale del Regio Governador Politico
colle Carceri .
10. Bivach , luogo per la gran Guardia , detto il Corpo
di Guardia, colla Statua di Carlo IL al di fopra ,
11. Curie de' Hotdj ^ e Tribunale del Giudice delle caufc
cÌDÌli , 0 fia Bagliva .
12. 0 [pedale de' Pellegrini , o fìa di S. E ligio,
13. Largo y Cbiefa y Ofpedale , e cafa per le Monache y ed
Orfanelle di A. G. P.
14. Chiefa dì S. Marta del Suffragio , detta del Purgato^
rio , in cui erano /' antiche Chic fette di Santa Maria
della Mifericordia , di S» Niccolò , di S, Spirito , e di
S. Antonio Abate .
15. Largo i e Porta di Napoli,
16. Luogo del Pubblico , detto l'Apparato > do':;" era un
Teatro da rapprefentar commedie .
$. II.
SECONDA Strada da Occidente ad Oriente ^ la quale^
comincia dal Palagio Arcivefcovile , e va per diritto
Jlno al Monifìero di Santa Maria di Donne Monache .
17. Palagio Ar civ e [covile ^ dov'è la Curia y e l'Archivio,
18. Arco y e Parrocchia di S.Bartolomeo de Archiloyfioi ,
19. Largo ^ Chi. fa , e Cafa de* PP, Domenicani , ove un
tempo era ti Palagio ^ e la Corte de' Principi d'i L.iipu^*
20. Palagio degli antichi Conti di Polena , nel quale alber-
Xx 2 go
34^ Storia Civile di Capua !
gò r Imperador Cario V,, ora corrtprenforio dì più ahisa-
zior/i , pojfeduto da Signori di Azzia .
21. Arco , e Seggio dell'Olivo , cd' era /' antico Seggio
de Cavalieri Capuani .
52. Fon tari a magnifica , cìj è la feconda nella mia Storia^ \
colla fiat uà di Nettuno fedente , - j^j
23. Parrocchia di S, Rufo , e Carponio .
24. Chiefa 5 e Cafa del gran Priorato di Malta in Capt/d
coir Ofpedale y detto S.Giovanni de' Cavalieri . "
25. Parrocchia di S. Marcello Maggiore col fuo cafamen»
to^ nel quale ne' tempi di Sifio V, abitarono le Mona^
che Dame dì Santa Maria .
26. Collegio de PP. Gesuiti , che fu Palagio de' Principi
della Riccia Gap uà .
27. Conferva f^agnifica d' acqua per gli hìfogni del Puh"
blico .
28. Chiefa , e Monìfiero di S, Maria di Dame Benedet-
tine : qui era l'antica Parrocchia di S* Croce ^ e Chie^
fetta di S. Simmaco vicina .
Lungo quefìa Strada vi fono i fontuofi Palagi de' Signo»
ri Azzia , Lanza , e delle due Famiglie di Giugnano»
%. IIL
TERZA Strada da Occidente ad Oriente > la qualc3
comincia dal luogo , dov'era l'antica Porta Fluvia-
le y e va a dirittura fino al luogo , detto la Vitriera ,
e dov' era la Porta di S. Angelo .
2j>. Batteria , e Bafiione , rinnovato nel luogo , detto Li-
mata , dov' era la Porta Fluviale , colla Parrocchia dì
S. Andrea ad Ponam Fluvialem, o de Poira Fluviali.
30. Maga zi no di Polvere .
31. Largo y Chiefa^ e Convento de' PP. Offervanti di S.Fran'
cejcoy detto Santa Caterina , dov'era l' antica Chiefa di
S. Silvefiro .
32. Chiefa di S» Lionardo colla Congregazione de' Molina»
ri,
Lìhro Secondo. 345
ri y do'D* era la Parrocchia di S. Maria in Ahate .
S3. Chiefa di S, Vincenz") a Volturno , nella quale fu dal
Card, Bellarmino trafportaca la già detta Parrocchia ^
e dcv' era un Monjìero di Cujfmejì .
34. Piccola Fontana per comodo del Pubblico .
35. Parrocchia di S* Martino ad Judaicam ^ né" cui con-
torni era la Chi e fetta di S. Niccolò de' Principi , detta
ancora ad Juaaicam .
36. Chiefa, e Con^jento de' PP, Carmelitani ,
37. Arco , detto <ÌQÌ Carmine , folto la cafa de' Signori Ven-
triglia , e Salerno .
38. Parrocchia di tutti i Santi , alla quale Jì a unito S,
Marcello minore .
39. Chiefa , e Confervatorio della Concezione per le Don-
ne civili .
40. Fontana magnifica , eh' è la terza della mia Storia .
41. Palagio de' Signori Cipua, Duchi di S.Cipriano , do-
&' è folito albergare il Re , z>enendo in Capua 5 e Seggio^
0 Arco t detto di Antignano , ov' era l'altro antico Seg"
gio de Cavalieri Capuani ,
42. Chiefa ora di S. Girolamo , cbe fu Parrocchia de SS.
Celfo , e Kazzario , e oggi Monifiero di Dame Benedettine .
43. Chiefa , e Convento de' PP, Conventuali di S, France-
fco , conceffa a S. Francefco di Afftfì vivente dal Capi*
toh della Cattedrale , dov' era /* antica Parrocchia di
S' Pietro in Monterone , ov' è un Ofpedale colla Cangre^^
gazione d' Artigiani , detta di S, Antonio , e piccola^
Fontana pel Pubblico .
44. Parrocchia de' SS, Apofìoli , Filippo , e Giacomo 3 €^
luogo detto la Vitriera .
Lungo quefìa firada , eh' era la più frequentata di Ca»
pua j abitano i Signori Tufo, Feula , Salerno, Ventri-
glia , Gianfrotta , di Domenico , Ceceri, Salziili , Pa-
rigi , Vitale, Imbriani , Ptatilli, Sanzò , Uvz di Fabio,
Maretta , Lanza diTommafoy Ceppulli , e gli altri Gian-
frotta di Carlo .
Sie^ue
348 Storia Civile di Capua
Sicgue la deferizione per le ftrnde5che portano
la Citta da niezogiorno a fcttcntrione.
45. 7/ Cajìello .
46. Vorta della Città , detta del CafteJio , 0 Portanova .
47. '^lA dal Cajìello a S. F tetro a Maiella , o'd' è la ParroC'
chìa di S. Pietro ad Pontem col Confervatorio di Tere-
fiane , dette le Trenta tré .
48. Via , che va fifw al Monijlero de' Verginìam .
49. Luogo , in cui Jì tengono , e Jì uccidono le hejììe da
macello .
50. Giardino del Palagio Arcivefcovìle •
5 1 . Chìefa colla Congregazione della Morte , e di S» Ma^
'* ria deJIa Santella .
52. Quartiere della Città , detto Caftelluccio , do2;' eraJ
r antico Borgo dì S, Vittore , e che un tempo formava
l' antico CaJìUno.
53. Quartiere grande per le truppe di guarnigione ,
54. Strada magnìfica ^ che dalla Piazza de^ Giudici "v a fi-
no al Fiume , e Bajiione Saponi , detta dell' Arci vefco vado.
55. Largo aitanti la Cattedrale con magnìfica fontana^ $
e con obelifco , eretta dall' Arcivefcovo Cardinal Carac»
dolo , dov' è la Chie fetta di S. Germano ,
56. La Cattedrale col prof petto ad Oriente , rinnovata qua^
Jì da fondamenti dal Cardinal Caracciolo ,
57. Chìefa , e Monìfiero di Dame Francefcane , detto il
Gtsxx Grande . Qui un tempo abitarono i Pìncipi di Ca-
pua , e poi i gran Conti dì Altavilla Capua ; quz era^
la Chie fetta di S, Benedetto .
58. Chìefa , e Collegio de' Parrochì , detta Santa Maria^
de* Confrati .
59. Chìefa del Ritiro di S. Gabriele,
Lungo guefìa firada abitano ì Signori M.^2'zìottQ. , Stocchi,
Tommafi di AleffandrOy e V Paroco , e Canonico Renzi .
60. Via , che dal Bivach va alla feconda firada , dettai
del Generale.
61. Palagio de' Signori Pellegrino, dove fia il General Co'
man'
Libro Secondo . 349
mandante della Piazza , detta il Palagio àt\ Generale.
62. Parrocchia dì S. Giovanni , detta de* Nobili uomini,
dov'era un 0 [pedale ^
Lun(fo quejìa Jìrada abitano ì Signori Uva di Pompeo , Gra-
nata , e Friozzi 3 ed anticamente vi era lo Spedale col-
la Cbiefa di S, Giacomo de Pellegrini .
6y Via, che dal largo della Nunziata va Jlno ali* arco
dell Olivo .
64. Monte pubblico di Pietà , governato da perfone nohi'
li , che formano la Congregazione de' Confortatori de' con'
dannati a morte , detta delia Carità .
65. Con ferva torio , e Chi e fa di donne > detto Isk Carità .
66. Chie fetta di S» Niccolò , detto a Luogoteta .
Zungo guefa flrada abitano i Signori Onofrj , // Signor
Canonico Rinaldi , Granita , e i Canonici Cuccato .
57. Via, che dalla Chiefa di S, Maria del Suffr aggio y det-
ta del Purgatorio , va alla Parrocchia di S, Rufo | chia-
mata la ftrada delia Maddalena .
€8. Chiefetta di S. Maria Ma ter Domini ,
6p. Chiefa , e Convento degli Agofìiniani dì Carbonara^ j
detta la Maddalena .
70. Largo , Chiefa , e Confervatorìo di donne Francefca-
ne y detto il Gesù Gonf Alone , o Gesù Pìccolo per leggìi e
de* Falegnami , Sartori , Barbieri , e Calzolai colle Con-
gregazioni di tali mefìieri , anche per qrt alche per fona civile.
Lungo quejìa via abitano i Signori Errico , e un tempo
i Blasj .
71» Via, che dal Palagio de' Duchi di Mignano , Princì^
pi di Conca , va fino al Collegio de' Gesuiti , detta dì
S.Giovanni.
72. Palagio de' Duchi fuddetti Capua colla gran Torre ,
detta Caftruni lapidum , 0 Caftello delle pietre , (/^&Cj
ora è r O/pedale per gli Militari»
73. Piccola Fontana par comodo del pubblico •
74. Parrocchia di S» Angelo adDiadifcos.
75. Chiefa , e Monijìero di Dame Benedettine , detto S.Gio-
vanni •
7(5. Chie»
350 Storia Civile di Gipua
76. Chiesetta dì S, Sahadore Minore .
77. j^Ura piccola Fon taf? a per lo pubblico ,
78. Via , che dal Giardino de Die eòi di Mignano efce al"
la feconda Jìrada .
79. parrocchia di S, Tommafo Jpnfìolo ,
Lungo quejìa Via abitano i Signori Vetta , Boccardi , t^
Orlando .
80. YiA y che dal largo di S, Domenico efce alla terza^
Jìrada, detta del Seminario .
81. Parrocchia di S. Salvador e Maggiore , detto anche^
a Corte .
82. Largo , e Seminario Arcivefcovile con ottima libreria^
pubblica .
83. Parrocchia di S. Giovanni a Corre.
Lungo quejìa jìrada abitano i Signori Tommz fi del Mar*
che/e di Montanara , Pellegrini di Gafparo , e Gitt^
gnano di Fabrizio,
84. Via , che da dietro S. Domenico efce alla terza Jìrada
di S. Michele a Corte.
85. Parrocchia di S. Michele a Corte, in cui fu trafpor^
tata dair Arcivefcovo Giovannantonio Melzi la Parroc^
chia di S, Nazzario , e Celfo dalla Chiefa di S. Girola^
mo delle Monache . In quejìa Jìrada vi è l'abitazione
di Alejfandro Pellegrino , e della famiglia Siciliano .
t6. Via , che va dalle mura della Parrocchia di S, Rufo
fino al Fiume , attraverfando la terza jìrada , detta di
Brelio , 0 Rinaldi :
87. Parapetto dì fa [cine , e luogo de' Molini , detti deli*
Acqua longa , demolìti nel 1730.
Lungo quejìa via abitano ì Signori Capua Capece , Rofà,
Milani , Brelio , Rinaldi , Sanzò, de Francifcis , ed un
tempo vi era la Parrocchia di S. Ambrogio , unita pò»
fcìa a quella dì S, Filippo , e Giacomo .
%2, Via , che dal Collegio de* Gesuiti va Jìno al Fiume!
Set. Largo , Facciata , e Chieja de' Gesuiti , che prima fu
de' Cojfnejt , detta S. Benedetto in Capua , nella quale
era un Collegio di Canonici numero 12, con un Mate,
lor
Libro Secondo . 551
ior capo , detti Benedettini , / quali dai Cardimi Bel-
larmino furono trafponati nella Cattedrale , e Jì formò
il Collegio degli Ed domo dar j Preti .
90. Via , c^e dal largo , detto d' Eboli , per la nobile fa-
?mglla Eboli , che quivi abitava , corre da Occidente ad
Oriente fino al palagio de Signori Mazziotta .
91. Largo ^' Eboli, Parapetto con batteria di cannoni fo^
pra del Fiume , molini de Signori Capua , e pefca depefci .
92. Cbiefa di S. Andrea in Majjìmìliana , ora Congre^a-^
zionede' Giardinieri , fotta il titolo di S. Maria del7a^
Sanità .
93. Chiefa, e Cafa de' Benedettini bianchi , delti di Mon,
tevergine ,
94. Parrocchia di S, Leucio ,
95. Ritiro di S. Gabriele di Carmelitane fcahe yin cui R
ZTje Vita comune efejnplarijjima ,
96. YiAy che dal corpo ^' Eboli va attraverfando la ter^
za Jirada fino al Fiume .
97. Parrocchia di S. Cofi^o , e Damiano de' Qi^adrapani,
nella quale e unita /' antica Parrocchia diS, Loren^
zo sa Crucem .
Lungo quella via abitano i Signori Sinifcalco , Tudone ,
Stellati , P^ftore Salerno , ^Sapio , . Ventrigiia . '
PS. yiAy che dal Monifiero de' Verginiani va fino alfiu.
?ne y attraverfando la terza (ìrada .
99. Une fa delle Convertite di S. Maria Maddalena , ^
e a] a per le pencolate , e pericolanti,
loo.Bafiwne .Saponi , dov' erano i molini , detti di Sapo-
TìQ, demoliti nel 1730. ^
101.5//. della Chìefa , , Monifiero di Cafiìnefi , detto la
Trinità, demolita nel 1730. *^ ^ *
\QZ,Magazzino grafide di Polvere
trfZne7dfr!"'^^^^ '^''Ì7' '^^'-ffo^^ chiamate per nt^.
^eri , tenendo chiamate nella Pianta per lettere &c.
y Quefta
55^ Storia Civile di Capua
Quefta sì fu dunque in breve , ed in accorcio ìa^
An.8s(j» Città di Capua, fondata l'anno 856. dal Conte Lando-
ne , e da' Tuoi fratelli 3 febbene poi dal tempo , e dalla
fortuna nel decorrer de' fecoli fi foflè in diverfe cofc»
mutata, diminuita, ed accrefciuta 3 anzi ridotta oggi in
quello flato già minutamente defcritto . Non piacquo
però tal nuova edificazione al Principe di Salerno Ade-
mario , e cercò ogni maniera di non farla perfezionare;
an2i di farla fvellere dalle fue fondamenta, per gli gravi
pregiudizi , che s'era propofio di poter quefta nuova^
Città apportare al fuoStato^ e non ellèndogli riufcito veru-
TiO amichevole tentativo per fargli frafiornare dal pro-
feguimento della nuova Città i finalmente fi portò di per-
fona col fuo efercito in Capua ad inferirle molte mole-
ftie ; occupò anche una Torre , detta di S» Angeh , fi-
tuata forfè nella gran Piazza, ove fi era la porta di ccn-
fìmii nome, per dove ai Moniflero de' PP. Benedettini ,
poi detto 5. Angelo , fotto il monte Tifati s' ufciva 3 cj
le fece altri danni ; ma perchè troppo bene i Capuani
gli reliftetrero , conobbe il Principe non potere in Capua
far menomo profitto 3 onde fé ne ritornò mal contento
in Salerno .
Cominciò il primo nafcere di quef^a nuova Città di
Capua con infortunj, e travagli , e furon troppo dolo-
rofi i fuoi principj . Non tanto fu terminato il fuo edi-
fìzio , e cominciò la Città ad elfere abitata , che durando
le guerre tra il Principe di Benevento , e di Salerno , o
tra i Napoletani, e'Tofcani contra de' Capuani, e noiu
volendo quciti dal Principe di Salerno dipendere, tutto-
ché nella già detta divifione a queflo Principato il Ga-
ftaldato di Capua afìegnato fi fofle , venne Guidone, Du-
ca di Spoleto , col fuo efercito di Tofcani a vendicaro
P ingiuria , fatta al Principe di Salerno 3 affediò Capua-
con tutto il maggior rigore , e gravemente la lirinfe 5
onde già alla forza , e violenza di Guidone , confedera-
to di Ademario , fu fottomeffa , ed elfendofene impadro-
nito , la reilitui ai dominio del Principe di Salerno : Ut
autcm
i
e
Libro Secondo, 353
autem munita ejì ( fcrifle Erchemberto ) ^ hàhìtari eoe-
pa^ fuper'ijenit Guido cum nnì'verju Tufcis , & obfedìt
eam hìnc , (3 inde , graviterque angtijìiavit , quia nolehat
fubiici jam fato ^iro dum enim valide intuì
ajjììgerentur quotidiana pugna , G* foris fata dekrentur ,
tandem r oh or e , ^ violentia de^DiBi , fua colla [uhdìds'
runt ejus famulatui . Landonulfo , uno de' Tuoi Fondacorì,
veggendofi tolto T aflbluto dominio di Capua , entrò in
tal cofternazione d' animo, che poco dopo fé ne mori,
r anno àó. Signore 859. In tantam animi trijìitiam cor» An.8s9.
ruit praefatus 2/ ir , ut in proximo fpìritum exbalaz'crit ♦
Seguitarono le fciagure della Città di Capua appe-
na nata , e ufcita appena alia luce d(iì Mondo 3 poiché
era poco prima pafìato a migh'or vita Landonulfo , e Ci
trovava il vecchio Landone a letto gravemente infermo
da una forte pviralifla , quando nelT anno S60. Sergio , An.86o.
maeftro de' foldati , e Duca di Napoli, confederato an-
che con Ademario , e £dato tutto alle di lui truppe Na-
poletane , e Amalfitane , che credea ferociflìme , e all'in-
rutto infuperabih', non oltante il giuramento , cheavea
dato a Landone , mandò due fuoi figliuoli , Gregorio ,
parimente maeftro de* foldati, e Cefa'rio, mandò anche
Landulfo , Conte di Seflbla , fuo genero , alla telta di
ferremila uomini, parte a piedi, e parte a cavallo , con
ordine efprcflò di allèdiar la Città di Capua , troppo e^^li
fdegnato conrra de' noftri Conti , e contra di tutti i Ca-
puani . Già fi avviò r efercito verfo Capua , quando aven-
done avuto l'avvifo il giovane Landone, di lei Conte,
come un Jeone rabbiofo , V ufci incontro colle fue valo-
rofifìime truppe; trovò aver l' efercito nemico già pafla-
to il Fonte fopra il fiume Clan io , o fia il Ponte rotto ,
chiamato di Cafapozzana y o fia il Ponte, che fi dice og-
gi a Carbonara --i e di già avventandofegli fopra , ammaz-
zò la maggior parte de' foldati , rendè prigione Ccfario
con ottocento fuoi Napoletani, e pofe in fuga il rima-
nente dit\ fuo efercjto ; Q.!^ /te (conchiude Erchem berrò )
audaBer occurrit ^ ceu leo ferz'idus , Landò ^ reperìtqae^
Yy 2 eos
35*4 Storia Civile di Capua
eo: tranfvallatoi pontem Theudemundi , [i40i acrìter expu»
grjanses , qui totìs 'Viribus fuper eoi ìrruit , atque cuneum
eorum fcindeni , gladiis Ventilavit , captutnque Caefareum,
& frrme oBingentos alios , reliquos in fugam vertit ^ Jìt-^
que triuwpbans rel^erfus ejì •
Catti ve,e troppo afprc comparvero le procedure di Ade-
Hiario , ddìc quali erano molto (dQ^n^tì i noftri Capua-
ni, e molto più i Salernitani 3 alla fine queftj fomenta-
ti dal Vefcovo di Capua Landulfo , corfero unitamente
col popolo, e la nobiltà al fuo palagio , fecero prigio»
niero Ademario , e lo privarono dd Principato . In fua ve-
ce , e per parte de' giovani fu creato Principe Dauferio
IV. ; ma perche tal elezione non fu con general confen-
timcnto di tutti , molti fé ne rifentirono , e tra di elfi
Guiferio , fuo zio , il quale avendo uccifo la prima mo-
glie per falfa imputazione, avea prefa per feconda mo-
glie Landelaica , figliuola di Landone, Conte di Capua,
ed ebbe per opera del fuoccro la grazia di poter egli far
ritorno in Salerno , dond' era ftaro dal Principe Sicon-
dolfo efìliato . Guiferio parlò molto nel coniglio , per
non far mantenere i' elezione in quel modo fatta *a fa-
vore di Dauferio 3 ed efièndo andato al palagio , fegm-
to da i\n gran numero di gente , ivi trovò Dauferio a.
federe in forma di Principe . Egli cominciò a perfuader-
lo, che di libera volontà rinunciale quello , che non gli
era ftato legittimamente dato: ma trovandolo in ciò for»
do, e molto oftinato, il traile a forza giù dalla fedia ^
e fattolo mettere in prigione coi fuoi fratelli , lafciò li-
bera al confjglio la poteftà di deliberare 3 fìccome già
fenza verun contraito fu egli Guiferio legittimamente^
An.SiJj. dal Configlio eletto Principe di Salerno , Tanno ^61, y e
fubito poie in libertà Dauferio , e i fuoi fratelli 3 ma li ban-
dì da Salerno , ed eflì fé ne ritornaiono in Napoli .
Ma non tanto fi vide il vecchio Landone nell'ulti-
mo di fua vita, che chiamatofi il Vefcovo Landulfo,©
Pandone , fuoi fratelli , raccomandò loro con fomm^-
erprciiiorie ^ e tenerezza il fuo figliuolo Landone , già
Conte
Libro Seconda. 355
Conte dì Capua e poi le ne morì j V anno del Signoro
86 1. Paffato a migjior vita Landone , i Tuoi fratelli per
la grande incordigia , ed avidità del Gafteldato di Capua,
rotto ogni giuramento , e mancando da ogni promefla,
data al moribonuo Landone, cacciarono da Capua il gio-
vane Conte Lanaone con tutti i di lui fratelli , e fi ri-
belisroro dal Prji.cipe di Salerno Guiferio , a chi il Ga-
ftaldato dì Capua loggeito già era. Scrive Eichemberto , che
il Veicovo di Capua Landulfo , il quale sì fatti fdegnì , e tali
fceleraggini promovea , fi era un uomo di pefiimo coftu-
me , e"di forte ambizione , dedito tutto al fecolo , nien»
te alla Chiefa , nemicifijmo de' Regolari 5 tantoché dice-
va , che quando vedeva un Monaco, ficuramente il gior-
no dopo era per accadergli cofa di cattivo ; Quoties Mo-
nachum ^ìfu cerno , femper mihi futura dies aufpìcìa tri'
Jììa fubminiflrat , Coftui airimprovifo allaltò quella, che
oggi è la Città di Cajazzo , vi carcerò Ajoaldo , che in
nome de' Tuoi nipoti a governarla , e difenderla ivi fi
tratteneva . Subito Landulfo , fratello del giovane Lando-
ne , afiediò Caferta , e la prefe . Non mancò guari Pan-
done , di lui zio, ad accorrervi 3 gli fu fopra colla fua
gente , ben agguerrita , e numerofa , e lo fé fuo prigio-
ne con quaranta principali Patrizj , e Magnati, che gli
eran congiunti di langue 5 onde fi ritirarono i fuoi nipo-
ti aJrri :n Cajazzo , altri in SuelTola . Ma non per tan-
to fi (zàh l'atra bile de' zìi centra i nipoti, e di quefti
contra i zìi j tantoché il Vefcovo Landulfo , e Pandone
intrpprefero 1' afi'edio di Suefiola , non citante il rinfor-
zo, e rajuro, cheaigiovani perfeguitati dava con ogni
maggior calore , e prontezza il Principe di Salerno .
Ma perchè era troppo grave lo fdegno , che nudri-
va Landulfo contra il già detto Principe di Salerno , che
tanto garantiva i Tuoi nipoti, perchè fedeli al fuo Prin-
cipato , dal quale volle egli ellerne affatto ribelle , e in-
dipendente i chiamò in fuo ajuto Radelchi , Principe di
Betjevcnto , Io volle a parte di quefta crudeliffima guer-
ra , e quafi miniftro della fua iniquità . Spinfe anche , o
con
356 Storia Civile di Capila
con violenza Pandone, Tuo fratello, Pandonuifo , ed aU
tri fuoi figliuoli a macchinar centra il Principe dì Saler-
no, e contra i fuoi nipoti, figliuoli del morto Landone,
Ed ecco già in campo Radelchi col fuo efercito de' Be-
neventani , e l'altro de' Capuani : capo di quefti era Pan-
done con Pandonuifo , ed altri Tuoi iigliaoli 3 e già die-
dero fopra air efercito de' Salernitani , ov' erano i figliuo-
li di Landone , combattendo fortemente ; e fi videro i fra-
telli contra i fratelli infanguinarfì , il zio proccurar la./
iirage de* nipoti, i nipoti la morte del zio. Ma nel ca-
ler della pugna refiò uccifo Pandone , e furon pofti in
fuga i foldati di Cipua , e di Benevento, e cosi t-;rmi-
nò combattimento si fiero ; Sed Landulfui Praeful vi
fu um germanum pugnare cogehat y ^ eum aiverfui Prin-
cipe m fuum mijtù . Sed jujìa Dei judicio ipfe protinm oc-
cuhuìt , nonnuirn ex eis captis , reliqui autem fugati funtj
fcrilTe Erchemberto {a) .
An.862. L'anno dunque S52. fé ne morì Pandone, e de' vec-
chi fratelli , che la prefente Capua edificarono , rimane
in vita il folo Vefcovo Landulfo , il quale in tà\ tempo
creò Conte di Capua Pandonuifo, fuo nipote, quello ftef-
fo , che trovatoli a combattere nella ftelTa già detta bat-
taglia , ove il padre fu uccifo , vi riraafe gravemento
ferito: Q*/ ( feguita Erchemberto (^) ) vulnerai tu ex prae»
Ho , quo genitor occuhuerat , femivivui evaferat . Avea^
quefti per fuo intimo familiare un certo Dauferio , co-
gnato di Majone , uomo molto fcaltro , edaftuto, e ne*
Tuoi affari più rilevanti moftrava aver da quefto una to-
tal dipendenza. Ciò niente piacque al Vefcovo Landulfo,
fuo zio 5 onde premendogli molto, che Dauferio dal ni-
pote fi alienafle, già glie lo infinuò , configiiandolo, che
gli delle un buono ajuto , e ne lo mandafie altrove. Ma
non ellèndo piaciuta al Conte la già detta infinuazione,
nacque una forte briga tra il zio , e i nipoti . Ed ecco
una uuova guerra tra* congiunti . Pandonuifo all' impro-
vifo afTedia , e s' impadronifce di Sueffola 3 Landulfo cor-
re
Ca) Cap. 30. (b) Cap. 30.
Libro Secondo. 357
re ad inquietar Caferta y Landonulfo forprende la Città
di Cajazzo, tuttoché disfatta dal lor padre , e facchcg*
giano quanto vi era nelle medefime Città , e ne' luoghi
convicini . Si framirchiarono i Principi di Benevento, e
di Salerno , per comporre una briga si fanguinofa , e fe-
cero diverfe moflè , per fedarla , ina tutto in vano . Fi-
nalmente il Vcfcovo Landolfo colia Tua niente , quanto
grande , e vafta , tanto barbara , e inquieta , pigliò refpe-
diente di burlare i Principi già detti , d* ingannare i fi-
gliuoli di Landone , e tutti i Tuoi nipoti, e di non cef-
fare di far correre la piena del loro izngue per tutto il
Contado di Capua . Fece egli metter fuoco per ogni par-
te ai confini del già detto Contado 5 onde coftrinfe tut-
ti i Tuoi nipoti a lafciar quella briga , e correre alia di-
fefa delle loro pofTèlTioni . Ma fubito , che gli vide ivi
accori], fingendo zelo per la comune quiete, con ingan-
no fi pofe egli in mezzo 3 e proccurò di ftringere una^
perpetua pace tra di lui , e tutti i Tuoi nipoti , così quei,
eh' eran figliuoli di Landone , come gli altri , eh' eran
figliuoli di Pandone . Tutto feguì , e fu ftabilita la pace
con giuramento, e con oftaggi fcambievoli. Non tanto
però entrarono eHì così pacificati nella Città di Capua,
che il buon Vefcovo cominciò a fcovrire il Tuo inganno,
e andò bei beilo feminando tra di loro dilfìdie tali , che
già vennero nuovamente alle mani , e fi ebbero prelto
prefto ad uccidere: onde eflendofi dì bei nuovo gli uni
dagli altri divifi , s'aprì un vafio campo a nuove difcor-
die , e a nuove crudeiiiiìme guerre . Pandonulfo , e i fuoi
fratelli , non potendo piià foifrire tanta ftrage , tanto
fangue , e tanti difaftri , che nel lor Contado cagiona-
va loro il zio , Vefcovo Landulfo , fpedirono ambafcia-
dori air Impcrador Lodovico, pregandolo, acciocché fi
compiacefl^ portarfi nuovamente in quefti luoghi , per
metter freno a tante guerre , e difcordie , e provvedere
alla vi^cina defolazione del Contado di Capua : Vandonul-
fus y & fratres auxìlium Ludovici Pii Impera^oris imp^o-
rant contra Landulfum Praejukm fuum patruum , uti Co-
mìtam
358 Storia Civile di Capua
An.S65. mtatui ufarpatorem anno 86$, , fcriflè Camillo Pellegri-
no fopra Erchemberto (a),
An.S65. Di già J'anno del Signore S66, venne il grande , e
pio Imperator Lodovico in Italia , giunfe in quefte no-
ftre contrade , trovò con Tuo fpecial rammarico tanto
guerre civili, e inreftine , tante difcordie , e tanto fan-
gue de* poveri Crifl-iani , fparfo tra congiunti nel Conta-
do di Capua . Vide i Capuani rendati troppo altieri , e
rifTofi per tante diflenzioni de* noftri Principi ^ anzi trop-
po gravemente infoienti per la diverfità de* partiti , che
chi da una parte, chi da un'altra feguiva . Gli crebbe
il dolore in aver trovato rimoffo dai Principato di Sa-
lerno Ademario , che da lui fteflb vi era flato innalzato
neli' altra fua venuta in Italia J'anno 852. Quando ecco
prontamente a pie dell* Imperador Lodovico il Vefcovo
Landulfoi dall'altra parte vi fi prefentarono anche i Tuoi
nipoti , e r afficurarono di tutta Ja mala condotta del
Jor zio, per Ja forte ambizion di regnare, delle guerre,
e del fangue , che faceva loro fpietatamente fpargerc-» .
Landulfo prefentò a Cefare molti Magnati Capuani , Tuoi
congiunti, e confederati j e poi col folito inganno proc-
curò, che tutti allontanati fi fodero , per reftar folo , e
aver campo fenza oppofitore di fincerar Ja mente di Lo-
dovico delle Cue operazioni , contrarie a quelle cattive,
che da'fuoi nipoti, e da altri zelanti Magnati gli erano
ftate rapprefentate . Ma V Imperadore , non facendo ve-
run conto di Landulfo , ne credendo affatto a quanto
egli l'efpofe , per edere delle dì luì malvagge procedu-
re ben perfuafo, dopo tre mefi di maturo efame (^), en-
trò nella Città di Capua col fuo efercito , ed avendola
da quefta , e da quella parte del fiume circondata , l'af-
fediò , l'inquietò , e Ja berfagliò per tre mefi continui.
I Capuani, eh' avean feguito il Vefcovo Landulfo, non
trovando veruna pietà verfo 1* Imperadore , in vederfi così
berfagliati , fecero di loro fteflì una ftretta volontaria-»
dedizione a Lamperto , Duca di Spoleto 5 ma il rimedio
fu
(a) Cap. 30. (b) Prati!, p^p, ìgnot, CaJJìn. n, iS.
Libro Secondo. 359
fu aflTaì peggiore del male, mentre quefto gran Magna-
te, per niofirarfi zelante, e ubbidiente a i cenni di Lo-
dovico , tenne vie più riftrette , e fotto una sferza a(^
fai pili rigorofa i Capuani j e in ogni mele mandava-
particolari Giudici, o flan Gaitaldi, e Prefetti in Capua
ad informarfi della vira , e del coftume d' ogni cittadi-
no, e a punir rigorofamente fenza la menoma indulgen-
za ogni neo di delitto, che vi fi trovava commeflb . Do-
po aver così acchetato le turbolenze di Capua , fé no
pafsò r Imperadore in Salerno , per dar afletto al-
l' altre pendenze , che mantenevano foflbpra quel Prin-
cipato .
Indi affettato , eh' ebbe tutte le più gravi difcordi^
di Salerno, il fanto , e pio Imperador Lodovico, fi riti-
rò in Benevento , dove dal Principe Radelchi fu ben ri-
cevuto 3 e vi fi trattenne , mettendo in buon ordine mol-
te , e diverfe cofe , che tenevano il Principato in fom-
nia agitazione, e diftuibo. L'anno dopo, avendo unite
diverfe altre truppe , fé ne andò in Bari , dove Seodoa-
no , Re de' Saraceni , inquietava la Città , e tutti quei
luoghi vicini i onde 1* Imperadore in fiera guerra lo vin-
fe , e lo fc fuo prigioniere con molti altri Saraceni , c-»
disfece in tutto il fuo cfercito . Dopo cfierfi trattenuto
in Cano(a , poi in Oria , finalmente ad Agofto 867. fi An,S(57.
ritirò in Benevento, già da lui liberato dall' incurfiono
frequente de' Saraceni, che tenevano in continua coftcr-
nazjone , e travaglio quel gran Principato .
Vide il demonio, che colla venuta di quefi^o gran-
de Imperadore di già andati fi erano a terminare gli ec-
cidi, e le ftragi, che i Saraceni commettevano, e tan-
ti fconvolgimenti d'animo, che tra' Principi congiunti fi
erano intefi j e già fi era da Cefare riparato alla piena»»
del gran fangue , che per fua malvaggia infinuaziono
dalle vene di tanti afflitti fedeli roiferamente fcorreva. ;
infinuò nell'animo di Radelchi fentimenti crudeli centra
r lajperador Lodovico , acciocché terminata una guer-
ra , avefie egli il demonio vallo campo di approfitrarfi
Zz in
360 Storia Civile di Capua
in un* altra , e nuova , che già gli tramava » Onde pre-
fa r occafione 9 che i Francefi dentro la Città di Bene-
vento molte ride , e diverfi atti troppo crudeli cen-
tra i Beneventani in varie contingenze efercitaflèro , gli
animi loro ancora contra Lodovico proccurò di aliena-
re , minacciando al Tanto Imperadore anguftie , e trava-
gli . E già vedendo V Imperadore , che ftavano in piena
calma i Principati di Benevento , e di Salerno , in pla-
cido ripofo il Contado di Capua 5 ftimò bene, anche a*
configli di Radelchi > di licenziare il fuo efercito, e man-
darlo via in Francia j tanto più che i Saraceni erano (la-
ti poco prima abbattuti di forze, e niun danno poteva-
no cagionare allo flato , ov* egli fi tratteneva . Ma non
tanto fu r efercito Francefe allontanato da Benevento ,
An.871^ che Lodovico Tanno 87/. divenne preda del fuo vafìal-
ìo Radeichi , il quale Io arreftò , lo fpogliò di quanto
di ricco, e di preziofo avea 5 e lo ridude in termine o
di perdere miferamente Ja vita , o di promettergli con-»
folenne giuramento, come già fece, di non tornare mai
più ne' COI) fini di Benevento ; Coeperaf2t Galli crraz'i^er
Benez^entafios perfequi , C£ crudsììCev vexare , qua de rcS
& Adelgblfut Frincepi adverfui Ludovìcum Aug'jjìum^
ereBlui , c^tm fuìt Befie^jefìti intra moenia degentem , ac
fecure quiefcentem aejìu dolofo fanUiJJìmtim virum Salva»
torem fcilicet Beneventana^ Provinciae cepit , <^ cujiodiii
mancipavìt , bonaque ejut diripiens , ditatuì eji (a) .
Òr avendo i Saraceni intefa quelta granmofta, fat-
ta da! Principe di Benevento , e che già cominciavano
nuove turbolenze per quelli Principati, eccoli nuovamen-
te pullulare da diverfe parti , dove ftavano difperfi, o
divifi 5 e al numero di ben ventimila diedero fopra Saler-
no, che incontinente afìfèdiarooo, e lo mandarono a fac-
comanno . Indi fu da qìÌì la foiita tirannia praticata , o
Je ufàte rapine , e fpoglie contra h Città di Napoli , dì
Benevento, e di Capua, Ma Radeichi coli' ajuro de' due
Conti Lamperti > che temendo V imperador Ludovico , (I
era»
(a) Ercbemhert,,
Libro Secondo. 361
eran rifugiati in Benevento , diede col fuo cfercito fopra
le truppe Saracene , e combattendo valorofamente , n am-
mazzò tremila, altri mille n'ammazzarono i Capuani vi-
cino Suefibla 5 onde cominciò ad andar molto male l'af-
fare di quei Barbari.
Ufcì finalmente di carcere 1* Imperadore colla pro-
mefìa giurata di non aver mai a vendicare il fuo arredo
contra Radelchi , e contra i Beneventani j ma elTen do fla-
to già dal Papa affoluto da quelto giuramento , fece ve-
nire il fuo efercito da Francia , e unito a quello di mol-
ti Magnati , e Principe , fuoi confederati , di già aflediò
Benevento. I Beneventani fi feppero così ben fortificare,
e fecero difeia tale, che affatto aon riufcì a'Francefi far
loro veriin danno , con efier anzi convenuto al nemico
di predo ritirarfi V anno di nofira falute S73, Allora, Atì.Sts,
accadde, che il più volte citato nofiro Vcfcovo Landul-
fo, avendo prefo il contrattempo della carceraziondi Lo*
dovico , proc^rurò diftinguerfi prelTo di ini con mille par-
ticolari finezze, e mille continue attenzioni, non aven-
do mai lafciato di predargli tutta la maggior afiiftenzaj
onde r Imperadore fé gli dichiarò non poco tenuto . Egli
per fargli poi vie più conciliare 1' affetto de* fudditi , io
configiiò dì mandar il fuo efercito contra i Saraceni , co-
me già fece , e n' ammazzò novetnila ; e fu quedo con-
figlio Tunica cofa buona, che il Vefcovo Landulfo ìoj
tutto il tempo di fua vita fatta fi a vede : Cuwque in
hac ohjìaìone pope tenmvaretur annus 872. tì^ìJJo exerci-
tu ^ jam dìBui Augtéjìus per ftdggejìionem Lar^dulfipraefu^
ÌU ( hoc enìm folummodo memorahile honum geffit a die^
ortus fui ) perdidit ex profanis in Capua ferme Koi;em mil-
Ho . Anzi il pio , e fanto Imperadore , moffo dal zelo dì
veder purgata queda parte d* Italia di gente così barba-
ra, e crudele, venne di perfona in Capua V anno 873.
alla teda dei fuo efercito , per tirare innanzi il fuo cammi-
no ^ e portarfi contra quei Saraceni , che davano in Sa-
lerno , e fconfigerli . 11 che efiendofi da quedi preinte-
fo , abbandonarono in un lubito Salerno , e corfero nel-
Zz 2 la
302 Storia Civile di Capua
la Calabria , centra la quale efercitarono il loro folitOj,
e crudelifliaio rigore : Poji haec femefìpfnm dìgnatui efl
anno 873: exsunse advenire Capuam ; cu]uì adventu
cognito , Saraceni Salernum relinquentei , Caluhriam ad-
eunt , earnque intra se dì^Difam reperientei , funditus depo-
pnìarnnt , TcrilTe Ercheoiberto .
In quefto ftelTo tempo Landulfo , per far cofa gra-
ta all' Iinperadore, carcerò miferamente Guaiferio , Prin-
cipe di Salerno, Tuo nemico, e protettore de* Tuoi nipoti?
ma confederato di Radelchi , e mal veduto da Lodovico,
Poco dopo fu poflo in libertà , avendo dati per omag-
gio Landone , e Landonulfo , nipoti di eflb Veicovo Lan-
dulfo , e cognati di Guaimarioy avendo quefti per mo-
glie Landelaica , loro forclla . Tali oftaggj però furono
da Augufta , moglie di Lodovico , menati feco in Fran-
cia , e poi lafciati in efilio nella Città di Ravenna . Vo-
leva Lodovico premiare il merito , che prelTo di lui il no-
itro Vefcovo Landulfo fatto (ì avea 5 io dichiarò uno
de' Tuoi più ftretti familiari , il terzo Magnate àt\ Tuo
Regno , e volle che Capua folle dichiarata Metropoli ài
tutto il Principato Beneventano >^ e che di quelto Ipecìa-
Jiilìmo onore di Metropolitano fi fofle Landulfo glorio-
famente fregiato . Il Signore Iddio però non fi compiac-
que , che tal vantaggio avefle allora dai Papa la pron-
ta condifccndenza , febbene 1* ebbe poi nel fecolo feguen-
te , quando prima di Napoli, di Benevento , e di tutte
ie altre Città , fu dichiarata Metropoli , come a fuo luo-
go moftrerò con chiarezza . Finalmente efièndofi partito da
Italia rimperador Lodovico, poco dopo arrivato in Francia
An.875. Tanno 875. > fé ne pafsò a miglior vita . Seguita la di
lui morte , fé ne tornarono in Capua gli oftaggj ^ figliuo-
li di Landone, e reftò afìfoluto, e libero Guaiferio.
Morto anche Rodelchi , fu Principe di Benevento Gau»
dierl, figliuolo di Rodelgario, e tenne tal Principato due
anni , e mezzo . Ma T anno 876. fu creato Principe di
Benevento Rodelchi , cugino di Gauderi , figliuolo del già
detto Principe Rodelchi j e tenne il Principato tre anni^
e pò-
Libro Secondo, 563
e poco meno di nove mefi . In quefto tempo i Saraceni,
che ftavano in Taranto , aveano cominciato a pigliar
forza , e di nuovo fi pofero a 'noieftar Bari , e i luoghi
vicini. I Saiernirani , gli Amaitìrani , quei di Napoli, e
di Gaeta , avendo fatta lega con elli , attendevano a.
predarei lidi di Roma > onde fu coltretto Gregorio Vili.
ai ricorrere all' Imperador Cario , fratello di Lodovico
per ajuto , da chi gii furon mandati in foccorfo il Du-
ca Lamberto , e Guidone fuo fratello con un forte efer-
cito , e con elfi il Pontefice venne in Napoli, e Salerno.
Ma non fapendo Guaiferio , Principe di Salerno , oppor-
li alle voghe dei Papa , fubito ruppe la lega , fatta co*
Saraceni, e datogli adofib, molti ne uccife . Non voFie
però far lo ftefib Sergio, Duca di Napoli j onde fu dal
Papa fcomunicato, e come fé Dio fofie ftato vendicator
de* luoi filli , Sergio fu fatto prigioniere dal Vefcovo Ata-
nagio , fuo fratello , e toltogli il lume dagli occhi , co-
sì cieco ne fu mandato a Roma . Antanagio poi , fucce-
duto al Ducato Napoletano, non fu meno amico de' Sa-
raceni , che Sergio fuo fratello . Egli diede loro un ot-
timo, e ben comodo alloggiamento non lungi da Napo-
li , e Benevento 5 e per dlverfo tempo tenne in fommo
travaglio Capua , Salerno, e Roma i e molte Città, mol-
te Ville , molte Chiefe , e diverfi Monafterj furono da-
quella gente barbara , inumana , fenza veruna pietà in-
cendiari , e disfatti .
Nell'anno 879- > fcrive il Giannone , che alle cala» An.S79.
mità di quefti Srati , invafi tutti da* Saraceni , che le Cit-
tà , e Terre pofte aveano in ifcompiglio , e defolazione,
s* aggiunfe ancora la difcordia de' noftri Principi itefiìj
poiché i Capuani , per la morte avvenuta del Vefcovo
Land ulfo , loro Conte (a) in detto anno, fi di vifero in fa-
zioni. Lafciò coftui più nipoti, i quali accelerarono mag-
giormente la rovina di quefto Contado di Capua 5 eflen-
dofeìo na di loro egualmente divifo, A Pandulfo, Con-
te di Capua, il quale, avendo diiTcacciato tandulfo , fi-
glio
(a) Erchmk. n. 42r
364 Storia Civile di Capua
glio del Conte Landone, gli fuccedè , e godette il Con-
tado Capuano dall'anno 879. fino all'anno 882. , toccò
Teano col Tuo Contado , che comprendeva tutto quan-
to era vailo , e Tpaziofo il Gaftaldato d' Aquino , e di
Venafro i gli toccò anche Cafamirta , o fia Caferta . A
Landone toccò Berolaflf , o fieno tutti i Paefi attorno V
antica Capua , e Suefia . All'altro Landone toccò Carinola,
e Cajazzo j e così vennero d' uno Stato a farne molti ,
divifi in più pezzi , che portò finalmente la rovina de'
Principi Longobardi i perchè infra di Joro divifi, le cofe
terminarono in fazioni , e guerre interine ; onde diede-
fi pronta occafione ali' altre nazioni di approfitxarfi del
Joro fconcerti , e difordini ; («) if/; qucq.dieh^s Landuìfuì
jam fatui Praeful ( che fu il primo Vefcovo , e Conte
di quefta nuova Città di Capua ) fercujjui ìnterìit art'
no 879, vìdentei autem nepotei ìUiui depojìtìonem ^ in unttm
coìlati diZ'iferunS Inter se fuh jure jurando Capuam ( cioè
tutto il Contado Capuano ) aequa dijìributhne . Panda-
nulfai urhem Teanenfem , C^ Cafamirtam Landò Bere-
lai^ , & Suejfam 5 alter Landò Calìnìum , & Cajactae i
Atetittlfui coepìt aedificare Caflrum in Calvo . . . Surfo
allora quella confuetudine , quantunque ben antica appref-
lo de' medefimi , di non preporre il primogenito nelle fuc-
ceifioni de* Feudi agli altri fratelli minori j ma (h) di am-
mettere tutti ugualmente contra 1* iftituto de' Francefi ,
che per non dividere i Feudi , al primogenito li deferi-
vano : e quindi in quefto noftro Regno s' introdufiè quel-
la diftinzionc , che nelle fuccellìoni alcuni Feudi £\ rego-
lavano fecondo il jus de' Longobardi , «.Itri fecondo il jus
de'Francefi , che prevalfe finalmente, come più provvi-
do , e faggio ,
Tutti i fuddetti fratelli cugini , e congiunti flabiliro-
no Vefcovo di Capua il giovanetto Landulfo , figliuolo
di Landone , che non in poi confacrato per la naturai
trafcuraggine di fuo padre. Ma poco dopo trai figliuoli
di
(a) Ekheìjerttii cap. 40.
(b) Mar in* Frec* de jhhfeu, parte 54.
Libro Secondo. 365
di Landone, e di Landonulfo per ambizioni private nac-
quero graviflìme contefe con Pandonuifo , Conte di Ca-
pua j onde i primi corfero per ajuto aGuaiferio, Princi-
pe di Salerno . Pandonuifo dall' altra parte ricorfe per
«juto a Guaidieri , eh' era ancor Principe di Benevento ,
e a Gregorio Straticò di Bafìlio Imperador de' Greci, che
governava ia Puglia, e le Calabrie, promettendo tutta.,
Ja fua total fubordinazione , o (la dedizione a chitmque
di elll folle (tato il primo a foccorrerlo . Ed ecco nuo-
ve guerre , e nuovi difaftri alla difgraziata Città di Ca-
pua . Di già tutti i Potentati già detti vennero fopra di
Capua : Guaidieri , e Gregorio , per Cajatìam , Sìcopolim*
que Jìne mora adventarunt : Guaiferio di buon mattino
od'venìt Berolaìi , hoc ejì Amphìtheatrum^ appUcuit cum fuiì^
& "vallata eJì civitas bojìibtu , fcrifle Erchemberto.
Conviene ora lafciare per brieve fpazjo l'antica no-
fìra Città di Capua tra le guerre, e tra' nemici 5 ed aven-
do io qui nominata Sìcopoliy pei dove Guaidieri, e Gre-
gorio corfero ad afiediare l'antica Capua , è di meftie-
ri,che co n fé (lì , ch'era appunto in quefto luogo giunta
la ftampa di quefta mia deboliilìma fatica , quando ho
dovuto fofpenderla un poco , per avervi a inferirò
la prefente pagina 3 imperciochc all' improvvifo mi è ca-
pitato in mano un dottiflìmo libro, comporto da Monfì-
gnor Giufcppe Simone AfTemani , ove raccoglie , ed il*
luftra tutti i Scrittori Italiani , efpecialmente il primo tomo
nel anno 175 I. Campato in Roma , che tratta delie cofe di
Napoii , e di Sicilia, ed in t^o con mio infinito piacere
ho goduto di oflèrvare , fin dove può giugnere l'erudi-
zione, e *1 fapere di un sì valentuomo, tutto impegnato
con dottiflìma critica ad appurare la verità di quanto
quei Scrittori han trattato . Ho avuto fpecialmente fom.
mo piacere nel vedere cosi h^tì iiluftrate , e pofte in-»
chiaro le cofe più anriclK delia pnma , feconda ', e ter-
za noftra Capua» colie autorità de' Scrittori più accredi-
tati, e più fìciiri 5 tanrochè, fé io avelli avuto la forrs
di aver pochi mefi prima nelle mani queft' aureo libro,
avrei
306 Storia Civile di Capua
avrei con più faciltà , e con maggior accuratezza difte-
fa la mia Storiai e non farei andato fudando Top ra tanti
Autori, per compilare mille cole tra le difcordie, e io
difpute di eli! ftefii . Or quanto al tempo , in cui l^
feconda Capua, àcm Sicopoii y fu edificata, egli nel ca-
pitolo XI r. con fodiUìme autorità appura , e con otti-
me ragioni ci ammaefìra , che foffe fiato l'anno 827. di
noftra falute , centra T aflertiva di molti Autori crono-
Jogifti , e di varj Scrittori- di quei tempi, che la voglio-
no edificata, altri nel 840. , ed altri nel 841., per ordi-
ne di Sicone , Principe di Benevento : la qual Città di
Sicopoli fi] l'ultima volta in tutto disfatta dal fuoco, ec-
cetto la fola S^d^ Vefcovile l'anno 856., con efiere fia-
ta in piedi tal Città per lo fpazio di anni 15. dal dera-
po delia fua prima fondazione. In verità in tal abbaglio
mi vidi ben anche incorfo , appoggiato alia già detta./
narrativa , che ce ne fa Erchemberto ; His quoque tem-
porihus cum oh facinora commorantium Capuae , quae ejl
Sicopoiis , quae efì in i^mnte Trìflifco paulo ante quìnde»
cnn annii aedìficata , ah igne faepiui cretnabatur , conJìHo
hahìto Landò Cornei , G? Landolfui Epìfcopus cum ceterii
propìnqui^ apud Poniem Cajìlìnì , Jìcut hodie cernìtur , con^
Jìruxerunt anno oB ingente pmo quinquagejtmo fexto : tan-
toché avuta per foda l'autorità di quefto grand' Autore,
il conto , ecco , era troppo chiaro . Sicopoli lìcite in pie-
di 15. anni prima d' elfer bruciata , fu bruciata i' anno
Ss (5. , dedotti 15. , che permane ; dunque fu edificata^
Tanno 841. : su la qual epoca io fermai V edifizjo di
quefta feconda noftra Città di Capua . xMa poi in vedere
nel libro di Monfignor Ademani , quafi in un terfifiì-
mo fpecchio , che Sicone , d'ordine di chi fu edificata^»
la Città di Sicopoli , e da chi , in portarfi di perfona ,
dopo efièr compito Tedifizio, a vifitarla , fu pofto il no-
me di Sicopoli , era già morto 1' anno 83 3. ; Sico enim^
Sicopokoi conditor ( fono iuc parole ) anno S^s, ja^n oh-
jerat '•, ed in confeguenza, fecondo l'opinione d' Erchem-
berto , e mia , veniva ad efièr edificata Sicopoli otto anni
dopo
Libro Secondo. 367
jo la morte di Sicone 5 il che è contrario a tutti i Scrit-
tori y perciò ho ftimato bene uniformarmi al fenrimenro
del medefimo Aflemani , e degli Autori da Jui addot-
ti , e ftabilire anch' io Ja fondazione di Sicopoli 1* anno
di noftra falute 827.
Proficguo ora ia mia Storia, e torno alle guerre de'
noilrj Conti , ed alle bravure di Pandonulfo , il qualo
avendo nel calor delle difcordie ricufato di fogget-
rar(ì in ogni cofa a Guaidieri , fecondo avea prò-
meflb con giuramento , fu fubìto cosi da qiiefìo , co-
me da Gregorio lafciato in abbandono 5 e fi pofero ellì
nel partito di Guaiferio , anche coiJa giulta idea di accor-
dare buonamente i congiunti tra di ioro 5 ed avendo co-
nofciuto la malvagità , e gì inganni di Pandonulfo , fo
ne tornarono ne* loro Principati , reftando Guaiferio ad
aifediar Capua con rtìolta tirannia , e crudeltà ; onde i
nobili, e '1 popolo divifo in fazioni, chi dalla parte de*
figliuoli di Landonc , chi da quella di Pandonulfo , in-,
una guerra così interina , unito il loro mobile , e cioc-
ché di preziofo portar fi potettero dalla Città di Capua,
ftimaron prefto ufcire , e ricoverarfi altrove j avendo rì-
mafta la Città ad efler battuta , e rovinata da* nemici z
jlgKofcerites (a) aùtem fupradìBi viri ( cioè Guaidieri ,
e Gregorio ) verpjtiai Pandonulfi , re'^jerjl ftint ad prò "
pria . Guaiferictì autem tane remanjlt in urbe Capuae (cioè
in Capua vecchia, attefo ia Capua nuova, poco fa fon-
data dal Conte Landone , trovavafi aflediata con Pan-
donulfo dentro di effa ) . ifjf quoque tempajìute omnei il-
ìujìreì , & orrìiìe vulgus cum uxoribus , & liberis , omni-
fìoque cum omni [upelkBiH Urbe egredief7tes , alii fiìiit
Landonii , nonnulli autem ex eis filiis Landonulfi adhae-
feruni , faBaque eji Inter eos Z'alida concertatio j & pejp'
fììa defolatio : f2am Guaiferiui hojiiliter juxta murum ur^
ì;is rejìdens ohjìdebat eam y ultra Jìuviuw x^sro cum Fran-
àt Lamberti Corniti^ Landonem conftituit .
Aaa In
(a) Erchemb, n, 42.
368 Storia Civile di Capua
An.879. In quefto (ledo anno 879. Pandonulfo , Conte di Ca-
pua , avendo difeacciato dal proprio Epifcopio Landuifo
Vefcovo d'efTa Città, canonicamente eletto , figliuolo di
Landone , afTunfe al Vefcovado Landonulfo , Tuo fratello,
Chierico già ammogliato , e lo mandò in Roma , cercan-
do con mille inganni indurre il Papa Giovanni Vili, a con-
facrarlo . Bertario , allora Abate di Montecafino , e Leo-
ne Vefcovo di Teano, che non fecero, che non opera-
rono col P^pa , affinchè non avcfle permeila una tal con-
facra2Ìone ? Troppo fi affaticarono a mofirargli di quan-
ti mali farebb' egli flato cagione alia Chicfa , fé ali' in-
giufte preghiere di Pandonulfo, e de* fuoi aderenti Capua-
ni confentifle . Ma il Papa fi vide in obbligo di permet-
tere , che Landonulfo fofle già confacraro Vefcovo di Ca-
pua 5 e cosi apri la porta ad una civile , e domeflica.*
difcordia . Queft' occafìone conofciuta da* Saraceni, feco
sì , che di nuovo ritornaffero efli ad inquietare Terra di
Lavoro colia foljra rabbia, e crudeltà natia. Onde fu ben due
volte coflretto il Papa di venire a Capua(cioè ran.879.,e l'an.
S8i.) per nicttere qualche affetto al forte fcifma cagionatoj
tardi accortofi quanti mali produca la faciltà 5 poiché quan-
do gli uomini non fanno negare quelle cofe , che negar
dovrebbero , a concedere poi molriflime di qi^elle fon co-
rretti, che a patto alcuno non avrebbon voluto. Si trat-
tenne egli neir antichiflìmo Villaggio, detto Anttgnano y
un miglio piCi in là della nuova Capua , pofleduto for-
fè dalia nobiliflìma Capuana famiglia Antìgr2anQ , dalla-,
quale rirenne il cognome j ed ivi fludiò di trovare alio
fovraftanti fciagurc qualche compenfo. Finalmente , dopo
molte , e divcrfe rifoluzioni , ftabilì , che'l vecchio Vefco-
vo Landuifo à^XV antica Capua fofle Preiato , e che Lan-
donulfo ref^aflè Vefcovo di Capua nuova , partendo tra
di t&\ con ugual porzione la Capuana Diocefl . In que-
f!o fieno tempo Guaiferio , Principe di Salerno, fi feco
Monaco Caflìncfe in un Moniftero di Teano , ove vol-
le gloriofamente terminar la fua vita .
In tanto non mancò mai il Vefcovo delP antica Ca-
pua
Libro Secondo. 369
pua Landiilfo di covare in feno od; , e rancori contrae
il Vefcovo della nuova Capua Landonulfo , sforzandofi
ben anche di ufurpargli quella maggior porzione , cho
poteva, de' frutti delia menfadiiui, aflegnatigli dal Pa-
pa nella già detta divifione . Onde fi vide in obbligo il
Pontefice Giovanni Vili, l'anno 880. fi;rivergii la feguen-
te lettera , portata con altre fiinili dal lodato Monfi-
gnor Afiamani , che fiamminiltra Tempre maggiori lu-
mi , e va da megho in meglio con mirabile erudizione
ifchiarando la prcfente iftoria : l'aera relatione comperi^
mui ^ quod qu'tdquid tempere confecratìonii tuas {^anno ^19*
pera&ae ) if2 nojìro confpe^u defrugibui iìUui Ecclejìae y
congrua delìberatione fuerat inter te ^ ^ Lande nulfum Cd-'
fuarium Epìfcopum dlffìnitum , tu , ingenti ufui temerìta-
te , ifìola^eris : & quod nos juxta tempori^ qualìtatem mo-
derari decrezjeramus , tu adimplere neglexeris . Quo audi^
to , 'Valde nofier animus eji commotui , quod tam auda&er
nojìra praeccpta parvi penderis ^ & terminos pjternos excef-
ferii . Qu^apropur hujus nojìri Pontificii au&oritate ah
kujufmodi te fa&ione compefcere "jokntei , praecipimus , G?
7}2odis omnibus tihi injungimus , ut omni objìinatione depo-
Jìta y quidquid nos illic pofiti , inter te , (3 eundem Epi^
fcopu7n , vel illius fratrem Pandonulfum , fidelem nofirumy
de divifione , 'Del frudiibus illius Ecclefiae deliberavimus ,
fine mora adimplere procures . Hoc fciens , quia fi alìter
agere praefumpferis , ficut invaforem rerum [aerar um , te
Canonicis jaculis feriemus , Quod fi aliquam querimoniamy
cut jujìam excufationem te habere confidis , tu ne cum eo»
dem Epifcopo caufam di^urus , jubemus , ut noftram pe-
tas praefentiam , Non oftantc però tali efficaciflmie infi-
nuazioni d^ì Papa , pure i' anno 882. tra il bollore delle
guerre domeftiche , fu con violenza difcacciato dalla fija
^Qdt il Veicovo Landonulfo j e reftò tutto i\ Vefcovado
dell' antica , e nuova Capua a favore dt\ Vefcovo Lan-
duifo per opera di Landone, padre di lui, il quale, co-
me or' ora dirò, avendo cacciato dal Contado di Capua
Taodonulfo , le n* inveiti , e lo godette dall' anno 882..
Aaa z fino
3 7^ Storia Civile di Capua
fino all'anno 8S7,: His tamen litterh Papa Je^ntieì ( fé-
guita Monfignor Aflfamani ) nìhil profecit . Kam anno
S82. expuho Landenulfo , Landulfa^ totmn Epifcopatum^
aàeptui ejì , ope Landò rjìt patrii , qui eje&o , Patìàonulfo ,
Comitatum Capuae ohtìnuìc una cum Landonulfo fratre a
Ko'Dembri anni 882. ad annum 887.
An.SSo. Ma iebbene l'anno 880. i già detti fratelli , e con-
giunti faceffero fra di loro Ja pace, e fofle tolto l'afle-
dio da Capua j pur nondimeno poco dopo Pandonulfo rup-
pe il giuraniento,e i patri tra di loro avuti;onde in detto an-
no 88o.fì unì con Atanagio, Duca, e Vcfcovo di Napoli, non
già queir Atanagio Vefcovo di Tanto , illibato co/l:ume>
e di iìngolar zelo > e prudenza j ma un altro Atanagio
ancor Vefcovo di Napoli , nipote di lui , che fu nel co-
ftume , e nello fpìrito ài^\ tutto contrario al zio, il qua-
le con grolTb efercico di Napoletani, e Saraceni l'anno
882. afiediò r Anfiteatro , o fìa Colofib di Capua , ove
(lavano fortificati i figliuoli di Landone j e tale afledio
fi flendè anche su di altre fabbriche, che fopra l'antico
Crittoportico efiì aveano fortificate , e fé ne fervivano
per difefa 3 ed ivi con dura guerra ii travagliò tanto ^
finché gi'indufle ad una ftretta capitulazione , aPandol-
fo molto utile , e vantaggiofa 5 facendofi da quei , chò
flavan difefi sul Crittoportico , pagare buona fomma di
danajo ; ma da quei , che ftavano nell' Anfiteatro , fi fc
giurare la ceffione della Liburia , eh' efli polTedevano , la
quale nella divifionc già detta venne inclufa nel Con-
tado di Capua , e conteneva il Territorio di Avellino ,
di Acerra , di Sueflx)ia , di Calazia , di Arienzo , fino al-
le forche Caudine j e dalla parte di mezzogiorno conte,
jieva tutto , quanto vi era di eftenfione fino a Patria ;
Muic ìgìtur ( cioè ad Atanagio ) focìatui eji PandonuU
fui , atque cum Keapoiitania , Cajetanii , & Saracenit
unì! US hiduo fuper Cajìrum Piìenfe irruem , expugnavìt^ ,
Secfuenti Ziero anno generaltter wotionem faciens eumfuiì
Saraceni^ , & Keapoiitibus fuper Coloffum , quo Jìlii Lan-^
donis degéunt ^ ìnfedit ; priui (amen illos , qui refidehant
in
Libro Seconda . 371
w Thermls juxté^renam , pecuniata depofuìt , & Capuam
remijìt ; ìllh ^ero , Z'ìdelìcet filili LiUidon'u , in Amphi-
theatro cìrcum feBis , pacern cejjit , acclpisni ab eis LibU'
rìam [uh facr amento , avendofi però egli il Duca , e Ve-
fcovo Atanagio occupato il noftro Apifireatro con vio-
lenza per io fpazio di ben anni fei , cioè dall' anno 882.
jBn all'anno 888. ; tempo , in cui fu ricuperato dal Conte
di Capua Arenulfo , come or* ora dirò; Teine omnci fra-
tres in unum adunati Capuam adjerunt , dato prius An-
fhitheatro eidc-m Athanofio , €3 ille Guaiferio ad coabitan-
dum ad perpetuum Capuanorum jurgium (a) . E quefto
Guaiferio sì fu quegli fieflb , che da Erchemberto col no-
I5ie di Coloffenle , di Prefetto dcW Anfiteatro , di Procon-
folo vien fovente chiamato , a differenza dclV altro Guai-
ferio , ch'edendo Principe di Salerno , fi fece Monaco , e due
anni prima di quefto accaduto fé n' era paiTaro a miglior
vita.
In quefto fteflb tempo , che Pandonulfo reggeva là
Città di Capua , perfeverava egli a mantenerfì lotto la
fede del Pontefice Giovanni Vili. , da chi dimandò iiij
grazia di poter fottoporre alla fua Signoria ia Città di
Gaeta , elTendo allora i Gaetani fudditi delia Sede Apo-
fìoJica 5 eflendogli ciò dal Papa già conceduto , comin»
ciò di maniera ad inquietare i Gaetani , che non eran»»
padroni di ufcire fino a Mola . Docibile , allora Duca di
Gaeta , fé ne rifentì afpramente 3 onde moffo dalia difpe-
razione , e dal defiderio di vendicarfi di Pandonulfo ,
chiamò in ajuto i Saraceni, e già con eflì gli fece guer-
ra , e Io tenne a dovere : e febbene poi fi ruppe per al-
tre cagioni con quei barbari j pur nondimeno itimò me-
glio pacificarvifi , e farvi nuova alleanza > avendogli fat-
ti alloggiare vicino al Garigliano , unicamente per tene-
re un forte feudo > e un argine ficuro centra le violenze
di P-ndonulfo.
Or tra tanti fconcerti , e fcon volgimenti , che V im-
prudente Pandonulfo a Capua , e Gaeta fovente cagio-
nava,
(a) Erchmherf. he. fupr. cit.
3 7^ Storia Civile di Capua
nava , di già dopo tre anni nefucaqiato via, e fu eie t-
An.8S2, jQ jj^ Tuo Juogo l'anno 882. il Conte Landonc . Ma que-
iìì y governando anche con poca polizia Ja Città di Ca-
pua , non durò più , che due anni a reggerla , poiché
datofi con ciò occaflone ad Adenuifo , fuo fratello , d'in-
vaderla, quefto valorofo , e prode Capitano fece sì, che
difcacciandolo l'anno S87. da Capua, riftabili in miglior
forma il di lei Contado , e portato dal corfo di fua for-
tuna , fu poi al Principato di Benevento innalzato, co-
me poco appreflò dirò, venendo così ad unirfi quefti due
Stati dopo il corfo di molti anni in una medefima per-
fona .
Fu poi fatto Principe di Benevento Radelchi , cho
vi durò tre anni, e fu cacciato via da' Beneventani 5 o
ciò anche per le guerre , fatte da lui incrudelire tra' Na-
poletani , e Amalfitani da una banda, e tra' Beneventa-
ni , e Capuani dall' altra 3 avendo creato lor Principe
An.884. Ajone l'anno del Signore 884.. Quefto Principe fenr n-
do , che Capua ftav* a (Tediata , ed inquietata da Atana-
gio , corfe alla di lei difefa col fuo poderofo , e ben aguer-
rito efercitoj onde i foldari Napoletani a tutta fuga vol-
tarono le fpalle , e fi ritirarono in Napoli. Ajone unito
con Adenuifo, Conte di Capua, fattifi tutti e due Capi
delle loro valorofe foldatefche , fi portarono a devafta-
re , e mettere a ferro , e fuoco tutta quella parte della
Liburia , che ad Atanagio fi apparteneva i indi tornò l'uno,
e r altro a battere 1* Anfiteatro Capuano , che per fua.»
fortezza tal Duca ben prefidiato ancor pollèdeva , e con
diverfe macchine , e dardi infocati per diverfi giorni Io
combatterono . Indi fattofi il campo di battaglia preflb
il fiume Clanìo y luogo detto oggi Ponte a Salice ^ edivi
ben fituate da quefta parte le truppe di Adenuifo , dal-
l' altra quelle di Atanagio , già cominciò tra di loro cru-
dcliffima zuffa , della quale fperava con gran fondamen-
to eflernc vincitore Adenuifo : ma in un fubito dal no-
flro Anfiteatro ufci all' improvi fo gran quantità di fol-
dati di Atanagio , i quali andando da quefta parte , tro-
. varo-
Libro Secondo. 373
varono , che dall'altra , che riguardava Napoli, vi era
ii refto dell'cfercito Napoletano, onde chiufero in mez-
zo Je truppe Capuane, e ne fecero crudeliiìinio fcempio:
Sed [upervenìem Se bar a Tbeatraiis a tergo , & in medio
circumfeftì ( Capriani ) deviai furi: , pariim capii , par-
tiinq. gladiis extinBi funt [a) .
Ma indi a poco ritornato Tefercito diAdenulfo, rin-
forzato dalle molte truppe del Principe di Benevento Ajo-
ne , poco più in là ^^\ rivo àit\ fiumicello Clanio , detto
oggi ri'DO del lanio , e propriamente vicino S. Carfio nel
tenime^ito della Città di Averfa , fi attaccarono di nuo-
vo i due eferciti, Capuano, e Napoletano; fu cosi valo-
rofo il primo, e dica* empito , ed aflalto tale al fecon-
do , che dopo cruda fanguinofa battaglia reltarono già
vincitrici le armi Capuane , trionfante Adenulfo , parte-»
uccifì , parte prigionieri , e parte poft' in fuga i Napo-
letani . 1 vincitori accorfero al noitro Anfiteatro , e {\ pre-
fero tutto , quanto di buono , e di pregevole le truppc-p
di Atanagio ripofto vi aveano ; il che accadde i' anno
di nofìra falute 888., che fu appunto il fefto anno, co- An.888,
me già dilli di fopra , che '1 medefimo Duca , e Vefcovo
tenne in fuo potere ii noitro Anfiteatro , àoX quale fo
ne impadroni V anno 882. ; Quare itjjìaurato praelio til*
tra rivulum Zaniì ( hoc eji Clatìiì ) juxta SanBctm Car-
Jìum Jltenuìfu^ fra&is primo impetu hojììhui pertrivit
eos ^fque ad uliimam perniciem , occijìs ex eis p/arimis ,
multifque captis , relifuos oppidofugtre cowpuUt . . . Hinc in-
choaTJit OìTtrìia fata eorumy qui in CohJfomonibaKturydiriperey
€un^aq,hona eorum vebiculis diverfìs trabere {h)io\iic agTin-
fìniti trapazzi , che diedero i Capuani a Guaiferio , Pre-
fetto di Atanagio nel già detto Anfiteatro 5 conchiuden-
do Erchemberto , che da tal giorno in poi Adenulfo di-
ventò potente, grande, e valorofoj ed Atanagio bafsò le
ali , e perdette in tutto le fue forze , e la fua grande-»
albagia.
£ qui mi cade in acconcio di notare , che In que-
lle
(a) Ercbmh. cap, 72. (b) Erchemì^erto cap. 73*
3 74 Storia Civile di Capua
fte guerre, ed in quefte contingenze fi Vide nel noftro i?<f-
rolajl verificata quella denominazione , che dottamente,
e con fomma erudizione gli diede il più volte iodato
Afièmani , il quale , efcludendo il fìgnificato di Capaa
antica , datogli per quei tempi dal Mazzocchi , e V altro
di Capua nuoz^a ^ datogli dal Pratilli , vuole che tal pa-
rola Berolajt da dut voci Arabiche , o Saraceniche coni-
polia ne venga, Bìr-Aìas y che in queir idioma Anfitea-
tro forte , Rocca rotonda , Cafiello munito vanno a fignifì-
care 3 efìèndofi ben offervato , che quefto gran monu-
mento , il quale ne* tempi più antichi , fpecialmente fot-
to gl'Imperadori , era col nome di Arena , di Colojfo ^
di Anfiteatro , rinomatiUìmo per gli fuoi fpetta coli i paf-
sò poi a tempo de' Longobardi ad elT^r Fortezza , pre-
sidiata da Atanagio , de* Napolitani, de'Greci , e di altra Tua
gente. Vi fi vide Dauferio per Comandante, e cuftode,
come in cgn* altra praticar fi fijole , e fi fentì combat-
tuto , ed efpugnato, come un forte, munitiflimoCaftel-
io . Or in quefti tempi s* intelè la prima volta tal voce
Berolasi , o Eirilusi , quando appunto i Saraceni dall'an-
no S40. fino air anno S8S, andarono infettando la no-
iba Campania, e da se foli, e fotto il comando di Are-
chi, che abbatte, e ridude in cenere la noftra Capua^/ ,
come Città a Siconolfo affezionata, e parziale. A quello
fteflTo Siconolfo, il quale, febbene io, ad alcuni Autori
appoggiato , avcfil fcritto nella pagina 34. , e 35. d'ede-
re Itato carcerato, e poi in Taranto efiliato per coman-
do di Sicone fuo padre, ad iftigazione di Rodelchi,che
il fuo Principato infidiava , trovai di poi in Erchember-
to {a) , riferito dal già detto Afièmani {b) , che tal tra-
vaglio dal fratello Sicardo , non dal padre Sicone, per
opera del empio Rofrid , non di Rodelchi inferito gli
venne : Sìcque ab eo ( Rofrido fcilicet , foggiugne Alle-
mani ) Sitar dui Princeps deceptus ? €^ illaqueatui efì ,
ut germanum fuum Siconulfum nomine , perpetuo davi'
navìt exiiio > e fi udì ben anche tal voce di B^rela-
(a) Nam. 22. (b) Hijìor. Il al. fcript, tom. i.cap. 12.
Libro Secondo. 375
7?, quantio ì Saraceni confederati col Duca , e Vc(covo
di Napoli Atanagio , uniti co* Napoletani , e Greci, da!
Conte dì Capua Pandonulfo tolsero il noftro Anfiteatro,
e per fei anni occupato lo tennero : onde ragionevol-
mente un nome del loro Arabico linguaggio ebbero effì
a dargli : Q^oJ vero ( fono ie parole di AflTemani ) alf
Saracenicofermone id vocahulam arcejpverimy nemo mireturi
nam tunc id nomen exortum , tunc inaudìri coeftum-j y
quum Rade le bis una cum Saracenii totam devajìavit Si"
CGnolfi regìonem , Capuamque prìmariam redeglt in cine"
rein i e piiì fotro : Itaque quum Saraceni Campunas re^
criones ab anno 840. infejìare coeperunt , quumque ah an*
no 882. ufque ad annum %^%, iidem una cum Neapolica^
f7is Athanajii copiìs Amphitheatvuni ipfum infederìnt , mìram
non eji Arabico illud nomine ah ìii Birolafim , fsu Berolaflm
appellatum 3 patrio fcilicet 'Docabuloy nonfecus atque iidem Sa*
r aceni univerjìs pene Sicilia^ oppìdii nomina Arabica indidere »
Scrive Giannone , die tutte le cofc di quefti tempi
andarono in confufo i molti danni , e gravi difturbi fi fen-
tirono in Italia cosi fotto il governo di quefto Principe
di Benevento Ajone , come di altri Signori , che vi era-
no . In quello tempo accadde , che i Saraceni fermati
al Garigliano per lo Tpazio di ben quarant'anni , Gom-
mifero danni infiniti, né, ancorché da' Principi Beneven-
tani fi fofle fatta loro molto gagliarda oppollzione , po-
tettero mai eflèrne per lo già detto tempo cacciati. Fra
le altre grandilfime rovine bruciarono il Monìftcro di
Montecafino l'anno 884., vi uccifero moiri buoni Padri,
e tra di efii fvenarono il venerabile Padre Abate Bertario .
In tanto neir anno %%6, era morto Bafillo Impera-
dor di Coftantinopoh* , e gli era fucccduto all'Impero Leo-
ne , (ìio figliuolo primogenito. In quel tempo il Duca,
e Principe di Benevento Ajoiie prefe V occafione delia-
morte dell' Imperadore , e gli itco, ribellare una graiij
parte del fuo Stato . Leone lofFerfe queft' ingiuria alcu-
ni anni, ma l'anno 891. gli mandò finalmente un gagliardo An.Spi,
cfercito fotto il comando di Simparizio Patrizio , il qual efl
B b b fendo
37<> Storia Civile di Capua
fèndo ftato tre mefi col campo inforno Benevento, felice-
mente fé ne impadronì , 320. anni dappoiché da' Longobar-
di era ftato podèduto , cominciando dall'anno 5 7i,(«),tem-
po delia prima iftituzione del Ducato Beneventano, fino al-
l'anno SSi,y in cui A Jone da' Greci fu vinto, ed a'medefimi fu
tal Principato fottomeffo j ed anni 323. dalla venuta de' Lon-
gobardi in Italia l'anno $6$, di noftra falute fino al già
detto anno 89 1. , 318. anni , dappoiché da' Longobardi era
ftato poiTeduto , cominciando da Zotone, primo Duca di
Benevento , fino al già detto Ajone .
Terminato il Ducato Beneventano a favore de* Lon-
gobardi, e poftofi forco l'impero de' Greci, efercitò l'au-
torità di Principe Simparizio Patrizio , il quale confir-
mò tutti i privilegi al Moniftero di Montecaflno , fatti-
gli da altri Principi , fuoi predeceflbri 5 non fece alcuna
mutazione d^l fiftema de' Conti , e de* Duchi , che rego-
lavano le Provincie j e quefti Stati con comune univer-
fale appiaufo governò, e ne tenne l'impero. Dietro di
Jui venne Gregorio Patrizio , da chi fu dominato Bene-
vento tre anni , e mefi nove. Sotto quefto Gregorio, ef-
fendo molto crefciuto il numero , e la barbane de' Sa-
raceni , Adenulfo Conte di Capua , figliuolo di Landulfo,
con Gregorio , Duca di Napoli , e cogli Amalfitani uni-
rono un grand», numerofo efercito di Capuani , Napo-
letani , e Amalfitani j gli diedero fopra , avendo forma-
to un Ponte di barconi apprefib Traetto , afifediarono i
Saraceni , e li pofero tutti in fuga .
Eflèndo già terminato quefto Capitolo , ed avendo
io gli Amalfitani fovcntQ di fopra nominato , e queiti più
volte in tempo de' Longobardi co* Capuani confederati,
ed uniti , non e fuor di propofito dir qualche^ cofa di
quefta nazione , e delJ' antichiffima Città di Amalfi , per
non dipartirmi dal metodo , tenuto dal più volte lodato
noftro Camillo Pellegrino , il quale nel fecondo tomo
della fua Storia de' Principi Longobardi inferifce tra di-
verfi Capitoli dell* Anonimo Salernitano la Storia de-
(a) Audtor, apuà AJfem,hc.cU.cap, 11,
Libro Secondo. 377
gli Amalfitani , delJa lor venuta , e del lor progreffo iti
quefto Regno. Egli dunque è da faperfi con tutti gii an-
tichi Autori , raccolti da Errico Bacco , comcnrato col-
le fue note dall' erudito gentiluomo Cefare di Encenìo ,
che l'anno del Signore 339. una Colonia di Cavalierj Ro-
mani eflcndos* imbarcata sulle navi colle proprie mogli,
e figliuoli , menando feco tutta la loro roba , per anda-
re ad abitare in Coltantinopoli , allora detta nuo'^a Ro'
fr.a y eflendovifi di già trasferito Coftantino Magno, Im-
perador de' Romani , colla Tua moglie, i Tuoi figliuoli, e
tutti i di lui Cavalieri, ed OctimatJ , pel viaggio le loro
navi dall'onde marittime inghiottite fi furono f da due
fole in fuori , le quali per Divin volere capitarono in
Ragufa , dove da' paefani , moflì a compallionc del-
la ior difgrazia , e per efler molto obbligati a' Romani,
furono amorevolmente accolte , e dato luogo particola-
re, comodo, e convenevole per la loro abitazione . Qui
molti anni dimorarono 3 ma venuti poi in odio a' Ragu-
fani , falirono sulle navi, facendo in Iialia di bel nuovo
ritorno , e nei viaggjo fi fermarono nel luogo , detto
Mslfeto i ove la Città di Melfi efli edificarono^ e d'al-
lora in poi non più Romani , ma Melfitani , e Ameiji'
tanì fi differo. Indi parendo loro il luogo incapace , e di-
fadatto , lo abbandonarono , e ad abitar Ehboli fi por-
tarono . Ma andando da Scala giti nella valle apprellb
il mare , ed avendo confiderato efler tal luogo ben ca-
pace , e molto comodo, con allegrezza alloro ritorna-
rono j riferito il tutto a* compagni , lafciarono EbboU-i
e corfero a fare il lor domicilio nella Città di Scalai y
che molto ampliarono, ed ivi allora buona parte de'Ro-
mani , correndo il tempo deli' invafione de' Goti , e di
Belifario, vi fi riduilè. Verfo quefto luogo diedero prin-
cipio a fabbricare la nuova Città , che Amalfi chiama-
rono . In breve tempo furfe una Città nobile , deliziofa,
niagnifica. Gli Aaiaìfitani fecero fubito parentela co' Na-
poletani, e co* Longogardi j di che gravemente dubitan-
do Sicooe , Priacipc di Salerno , e Duca di Benevento ,
Bbb a trattò
378 Storia Civile di Captivi
trattò con alcuni Amalfitani , a* quali gran copia di da-
naro dato avea , affinchè fcriveffero a* Joro parenti , ed
amici , che all' improvifo faccheggiaflero , e rovinaflero
Amalfi i ma ricufandofi da efii di commettere un fìmile
eccefib , rifolvè Siconc , pieno di gelofia , e di timore, di
afìah're all' improvifo quefta Città j ed unitofi con alcu-
ni pochi Amalfitani , e Longobardi , che nel Tuo Pala-
gio allevati fi erano, facendofi egli capo del Tuo efercì-
to , forprefe Amalfi y e la maggior parte de* cittadini con-
dullè feco prigionieri in Salerno . Dopo effere Itati gli
Amalfitani ben quattro anni riflretti in Salerno , né veg-
gendo '^^eruna fperanza di eller liberati da tal prigionia,
coir ajuta. de' loro paefani , e di molta gente ai di fuo-
ri , }àn giorno all' improvifo vcrfo i* anno 829. Ja Città
di Salerno aflaJirono y vi pofcro fuoco ^ molti edifizj , e
molte ville bruciarono , e con allegrezza a riabitare Ja«.
Joro Città di Amalfi ritornarono . Qui la nobiltà Roma*
na fi mantenne con fomma pietà , ed ammirabii luftro
di potenza, di ricchezze, e di fignoria , governata da se
fìeria coi Prefetti , e Duchi àzVC Amalfitana Repubblica ,
facendo battere la propria moneta in fomma abbondan-
za d'oro, e d' argento ; onde de'foldi Amalfitani leg-
giamo le offerte de* noftri Principi Capuani Longobardi
al Monidero Caffinefe , e di tareni Amalfitani impofli i
pagamenti ne* Riti della G. C. di qucfto Regno , compi-
Jati ne' tempi della Regina Giovanna IL , che cominciò
a regnare negli anni dei Signore 141 4. La Città fu ben
fortificata, e premunita di ogni attrezzo militare , accioc-
ché fieffe ben difefa , e ficura ^z ogni altro fuo nemi-
co . Tenne un cfercito fcmpre in piedi per tutela nonj
meno àt\ fuo Ducato, che per dare coneffo in ogni oc-
cafione alle nazioni fue federate ^ ed amiche, ajuto,^o
foliievo; onde ad ufo di xxw'^^c aufiiiarie fc ne ferviva,
ed erano quelle appunto , che coi noftri Capuani alic^
volte contra i Principi Longobardi , ed alle volte co*Napo»
letani,e Longobardi contra i Capuani combatter fi vedeano.
Gli Ajjialfirani j i Capuani, e quei di Napoli, e di
Saler-
Libro Secondo, 379
Salerno unltamenre predarono tutta 1' ubbidienza al Pa-
pa G.ovanni Vili. 5 tuttoché 1* iniquo Duce di Napoli
Sergio ripugnato io avefle , come già diffi di Ibpra ; per
la quai cola fu da efII con foiUmo fpirito , e coraggio fcac-
ciato da Napoli j ed il Pontefice Icriflè a Landulfo
Vefcovo di Capua , che ftefle unito per difefa della Chic-
fa Romana con Atanagio , Vefcovo di Napoli , e proc-
curallè r oflervanza de' patti cogli Amalfitani. Quefti fu-
rono i primi fondatori dell* inclita , nobile , e facrofanta
Religione Gerofolimirana j quelti i Confervatori delie lo-
ro patrie leggi Romane , che dal furor de' Barbari fot-
to gì' incendj , e rovine delia fteffa Roma, e delle altre
Città d'Italia givano irreparabilmenre in perdizione : on*
de fende (a) Sigonio de' Pifani : Q^o^J antem ad memO"
r'tam ejì in[{gne ex omnì praeda urbh ( cioè di Amalfi )
nihil , nìjt rem unam eximii loco beneficìi a Lotharìo pe^
tìemnt , Ha e e fitit jaris e ivi li s PandeBarum 'do lumen , oUm
a Jtdftiniano Imperatore conditum , (3 prifcii admodum Ut'
teris exaratum , quod in hunc ufq. diem Pijìs Floren»
tium tranilatum , ibi 7naz.na , ut ita dicam , religione feV"
^atur . E queiti lielh Amalfitani ebbero il vanto di efle-
re ilati i primi inventori delia mirabil bufTola da navi-
gare j ingegnofinìmo ritrovato, ed utile a tutto il Mon-
do , di Flavio Gioja Amalfitano ; quindi fcrifle il Panormita;
Prima dedit nautii tsfum magneti^ Amalphis .
Or tra le illuftri Criftiane famiglie Romane , confervate
prima nella già detta coftiera di Scala y poi di Amalfi -^
che ben diciorto , fra le altre , ne va numerando Fran-
cefco de' Pietri , vi è la famiglia degli Afflitti, cosi no-
minata dalie fiiigolari afflizioni d' animo , angofce , cj
patimenti i\e\ fuo corpo del gloriofo Martire di Criiio
S, Euftachio , e della gloriofa Vergine , e Martire S. Ste-
fania, di lui forella, della di lui moglie, e figliuoli , che
dopo tanti , e tanti itrazj , e tirannie per la noftra San-
ta Fede fofferre , finalmente dejitro un bue di bronzo fa-
jono bruciati vivi > e ftitti , Da quella famiglia diS.Eu-
ilachio
(a) Ann* iii§.
380 Storia Civile di Gap uà
flnchio Ja già nominata famiglia degli Afflitti difcendc,
detta anticamente dì Fri^o , come ne padano , e io con-
teltano tutti gli Autori, raccolti dai P. AtanagioKircher
della Compagnia di Gesù , e io moftrano tante lapidi >
e tanti anticliidlmi monumenti , che in Amalfi , in Ifca-
la , e Ravello efpofìi alla pubblica veduta fi leggono , rac,
coiti con fomma diftinzione , ed appuratezza da Carlo
de Lcllis {a) . Ed il celebre Giureconfuito , e famofo iflo-
riografo Marino Freccia , piiì volte lodato , così fcrillo
di quefta famiglia : Ctijf^s orìgo ex ^eterihui Rcmanorum
Colonih ad S calar em Cì'DÌtatem ^ quae prìui Camenfìs ^di-
eia ejì Vicentìm agri , deduca ejì ah t^Jìachìo Martyre,
Da Coluccio d' Afflitto poi nacque Lionardo , che nell'
anno 1408. dal Re' Ladislao fu creato gran Cancelliere,
e Vicario Generale del Regno > i due Zvlattei , o fìen Maz-
zei , il prim.o reintegrato a Seggio di Nido l'anno \%oz,y
l'altro reintegrato allo f^efTo Sedile 1* anno 1560. , da* qua-
li hanno l'origine i Baroni della Rocca Gloriofa , e An-
tonio, antico itipite de' Conti di Trivento , e di Loreto,
di Monteroroni , e di Mauria , Dalla linea di Antonio,
che fu molto caro, e troppo diftinto dal Re Aifonzo,
dal Re Ferdinando, e dal Re Federico , nacque quel Do-
menico , la cui linea in Amalfi fi div Te in tre rami , di
Celare , di Alfonfo , di Diomede. Da quelio nacque quel
Diomede , figlio di Franccfco , e di Eleonora Morra^
della Piazza Capuana, genitori dell' odierno ancor viven-
te Cavaliere di gran fenno , e valore Franccfco d'Afflit-
to , che fla oggi profeguendo nel S. R. C. il giudizio dì
fua reintegrazione al Seggio di Nido , introdotto dall'an-
no 1607. da Cefare di Afflitto , che fondò chiaramente
la fua difcendenza da Niccolò, detto lo Scotto ^ fino al-
la fua perfcna . Or qucdo Franccfco d* Afflitto è pa-
dre della Marchefa Maddalena d' Afflitto , che I* anno
1723. fi fposò il Marchefe di Rajano, dello Srato d'An-
verfa , e di Pacentro Donato Recupito mio zio , fra-
tello germano di Antonia Recupito , mJa madre , di
Agne-
(a) jD//r. I. àelk Fam» di Nap, part, 3.
Libro Secondo . 381
Agnefc Marchefa d* Arneto , e di Capriglìa , maritata
con Francefcantonio della nobile antica famiglia^
Amoretti , di Girolamo , di Gaetano , del dotto , o
faggio Gesuita P. Giambattifta , e del Marchefe Giu-
feppe , cafato colla Marchefa Terefa Afolefè , nobile-»
delia Città di Benevento , ov' effi Signori Reciipito go-
dono nobiltà di quel Sedile y ed hanno la parentela di
molte famiglie nobili della ftefla Piazza , tra le quali
quella del Marchefe del Tufo Pafquale Piatti , e quel-
la di Cofcia , e di Colle , che furono le due fuceeflivc-»
mogli del vecchio Marchefe Francefco , loro padre . Del-
la già detta Marchefa Maddalena d* Afflitto d* Amal-
fi iono figli Niccolò , già profe(Ic> Benedettino , Sal-
vadore , e '1 primogenito odierno Marchefe Pafquale,
che fé ne fta non ancora cafato ne' fuoi già detti Feudi
in Abruzzo 5 avendo l'anno paflato maritata la fua uni-
ca forella Marianna Recapito ad Ettore Capecelatro , Ca-
valiere di Seggio Capuano , e Prefide dcgnilfimo della,^
Città di Chieti .
CAPITOLO VIIL
Eitorna r Impero de* Longobardi , e Capua fi rende
Principato .
N Eiranno 895. venne con forte efercito di molta ben An.^PS»
agguerrita foldatefca a Benevento Guido, Duca,o
Marchefe Longobardo j e tanto combatte, finché gli riu-
fci di cacciar via il già detto Gregorio , da altri Autori
chiamato Giorgio , il quale fé ne ritornò nella Grecia,
e con efib finì il governo, e l'impero Greco in Beneven-
to 3 e fi vide nuovamente il comando Longobardo nel-
la perfona di Guido , che vi regnò tre anni , A Guido
fuccedette Radelchi IV. T anno 898.
Or nell'anno di noftra falutc 899. Adenulfo, Con-An.899.
te di Capua , mal foffrendo i' impero troppo grave di
Radelchi , Principe , come diffi , di Benerento j di quel-
io
382 Storia Civile di Capua
Io fteflb Radelchi , che lebbenc da moiri Autori ancora
fi dubita , che fi fofle , e dà chi folTe dilcelo 3 dichiarò
tuttavia Pietro Giannone, che fofl'c quel Radelchi mcdcfl-
mo , che nell* anno 898. fu reintegrato da' Beneventani a
quel Principato , dal qual era ftato dodici anni prima-»
da efli fteiìi cacciato ; entrò nella borea , che mal (ì
conveniva , che Capua , Circa tanto antica , e tanto no-
bile , averie ad efler pili Ibggetta a Benevento j e cho
avendo il Contado Capuano una gran vaftità di terreno,
e di giuridizione , abbracciando tutto ciò , che da Cafer-
ta , e SuefTola (a) in lungo (i diftende in fino ad Aqui-
no , e fi fiendè alle volte fino a Sora , e di larghezza
da Cajazzo infino a i lidi del mar Tirreno di qua ,
e di là dcUc bocche di Linterno ^ Volturno y e GarigHa-
no [b) , ben poteva Capua da se fola elfer la Signora ,
e la Metropoli dell' altre Città . E trovandofi aver egli
fcacciato Landulfo , e Landone dal fuo Contado di Ca-
pua , mifiirò bene le (u^ forze j uni un poderofo eferci-
to , e fi difpofe a mover guerra a Radelchi , per cacciar-
lo dall' impero di Benevento . Radelchi , non eficndo af-
fatto idrutto dQ,\V arte del regnare per la fua fempiicitl,
e dappocaggine , fi diede in braccio di Virialdo , uomo
crudele , € ch^. pefiimamente trattava i Beneventani . Egli
il Principe^ flimiilato da Virialdo, avca dato 1' efilio a.»
molti nobili Beneventani , i quali ricoveratifi in Capua ,
erano ftati a maraviglia ben trattati , ed accolti da Ade-
nulfo: onde cominciarono effi a penfare , come dlfcac-
ciar porelTero da Benevento Radelchi , ed innalzare a quel
Soglio Adenulfo 5 e febbene tra i conviti , e tra i giuo-
chi più volte i Beneventani gli avefiero infinuato quefto
loro penfiere 3 Adenulfo fingendo , eh' efiì lo diceflero per
ifcherzo , non mancò di vie più difporre la guerra , eh'
era per muovere a Radelchi . Ed affinchè non foffe di-
ftolto da queft* i[r?pr€fa da Guaimario, Principe di Saler»
no , pensò di unirfi con coftui in iltretra parentela , o
per
(a) H'tjìor. Cajjifi. apud Veìkgrw. num. 23. & 26,
(b) Velìegrw. Chron. pag, 142.
Libro Secondo. 385
per mezzo di un' imbafciara molto umile , e afettuofa,
con preghiere , e fcongiuri chiefegli per irpofa a Landul-
fo Tuo tìgJiuolo la figliuola del vecchio Principe Guai-
marioj proteftando dì volergli eder foggetro , come fu-
rono i Iboi predeceflori al Principe dj Salerno. Ma erano
ributtate tutte quelle preghiere per iftigazione di Landul-
fo, e Pandone, che fcacciati , come dilfi , da Capua da
Adenulfo lor fratello , in Salerno eranfi ricoverati . Qiic-
iìì fi opponevano, vantando tra breve di volerlo difcac-
ciare dalla (ode , che avea loro ufurparo 5 e perciò (i
proteftavano , che non fi dovefìTe con eflb lui aver pace.
Si univa ben anche a coftoro Tota , moglie del vecchio Prin-
cipe Guaimario , la quale , fdegnando di dare la Tua figliuo-
la a Landuifo ? folca dire , eh' ella nata di Regale ftirpe,
come figliuola di Guido II. Duca di Spoleto , non pote-
va in verun modo imparentarfi con un fuo fuddito ; di-
ceva ella così , attefo i Conti di Capua prima eran fog-
getti a i Principi di Salerno : imperocché nella divifione,
che fi fece di quefii due Principati , Capua andò com-
prefa con quello di Salerno , non di Benevento, corno
già di fopra narrai,
Veggendo Adenulfo , che non gli riufcì- tal difegno
col Principe di Salerno, tentò di unirfi con Atanagio , Ve-
fcovo infieme, e Duca di Napoli 3 ed avendogli fatta ri-
chiedere, come fcrifiè l'Anonimo Salernitano , una di lui
figliuola, Gemma chiamata, per moglie a Landuifo, fu-
bito il Duca vi condifcefe^ e per mezzo di quefto lega-
me ftrinfero tra di loro una ben ferma, e ftabil pace.
Seguitava intanto Radelchi ad opprimere , e malme-
nare i Beneventani 3 e crefcevano tuttavia i difordini ìtu
Benevento; onde molti cittadini, ancorché non cacciati,
volontariamente la propria lor Patria abbandonarono ,
ed in Capua ricoveraronfi . Così moltiplicati i Beneven-
tani in Capua, cominciarono co' loro parenti, ivi rima-
fti , a maneggiar la congiurai ed avendo comunicato il
tutto con Adenulfo , armati cflì con altri Capuani , eh*
cran già difpofti , vollero di nafcofto menar feco Ade-
Ccc nulfo,
384 Storia Civile di Capua
nulfo , e fi portarono unitamente in Benevento . Quindi
con intelligenza di coloro , ch'erano di dentro, entrati
di notte nella Città , la forprefero , e cinto il Palagio ,
ov* era Radelchi , lo fecero immantinente prigioniero ► In-
tanto i malcontenti , e gli efiliati , feorrendo per la Cit-
tà, uniti in uiì tratto cosi i nobili, come il popolo, tut-
ti ad una voce faiiitarono Adenulfo loro Principe . Que-
lli vedutofi con tanta conformità di voleri innalzato a
grado sì ecceifo , non mancò dal Tuo canto portarfì con
tutti con eftrema manfuetudine , ed umiltà j profonden-
do molti doni , perchè maggiormente ftringeflè con lui
gli animi de' Beneventani » Ed ecco Adenulfo da Gaftai-
do , ch'era , dopo aver tredici anni, come Conte, go-
An.900. vernata la Città di Capua, fu nell'anno 900. fatto Prin-
cipe di Benevento j unendoft con ciò nella fua pcrfona.»
la Contea di Capua , e 'ì Principato di Benevento , o
di due Ci vide fatto uno Stato in una medefima perfona»
Riflette ii G!annone(a), che non divife Adenulfo que-
lli Stati , ma fi ritenne la ftella polizia 5 né da qui co-
minciarono i Princjpi di Capua , come alcuni credertcroj,
o che perciò il Contado di Capua pafìTalTe in Principato^
poiché cosi Adenulfo, come i fuoi figliuoli, furono Prin-
cipi chiamati 3 perchè tennero il Principato di Beneven-
to ; e fé alcune volte nelle noftre antichità fon detti Prin-
cipi Capuani , fu perchè così Adenulfo, come i fuoi fi-
gliuoli, X^andulfo, e Adenulfo, che gli fuccederono , non
Jafciarono di tener la lor fede in Capua , dove continua-
rono la lor refidenza . Da qui accadde, che tratto trat-
to , fecondo l'ufo del volgo , fi cominciafTcro a chiama-
re Principi Capuani , perchè dimoravano in Capua j ma
non già perchè Adenulfo avefie iftituito in Capua un-
nuovo Principato, feparato da quel/o di Benevento, fic-
come fi vede chiaramente nel Concordato , fatto tra-
Gregorio, Duca di Napoli , eLanduIfo , e Adenulfo Prin-
cipi , rinnovato dopo nel 933, da Giovanni , nipote di
Gregorio , che al zio fucccdette ; ove tra P altre cofe fi
legge;
(a) I/ìor* CiviL tom. 1. Uh. 7.
Libro Secondo. 385
legge : In ioto Prìncipatu Z'ejìro Benevefìtano cum omnU
lui futi pertinentììì 3 ?ìec in toto Comìtatu Capuano , nec
in Teano cum pertinentiii juii ; il che ben pruova Ca-
ntillo Pellegrino {opra l'Anonimo Salernitano.
Adenulfo , per iihbiiir con maggior fermezza il Prin-
cipato nella fua mafclule difcendenza , alTociò torto a^
quello nell'anno por. Landolfo, fuo tìgliuolo, il quale An.901.
da queft* anno infieme col padre lo governò 5 e dopo
aver dimorato per qualche tempo in Benevento , feco
ritorno alla Città di Capua , ove continuar volle la fua
refidenza . Ed ecco il tempo , in cui Benevento cominciò
a declinare dal fuo fplendore j perchè la i^àt de* fuoi
Principi, trasferita in Capua, gli fece perder molto delU
fua maeftà . Ed ecco il tempo , in cui la Città di Capua
cominciò a vie piti riforgere , e mantenerfi più nobile,
e fublime . Queft* Adenulfo fu il primo , che , fecondo
raccolfe il Duca della Guardia , nell'anno 884., o neli'
anno 899., fecondo l'Ammirato, fdegnò il titolo di Ga-
ftaldo di Capua , e poi quello di Duca 3 ma volle eflè-
re intitolato Principe di Capua , e di Benevento , nella.*
cui famiglia tal Principato , e Signoria per lo fpazio di
ben 177. anni, fecondo Leone Ox^ienfe , riferito dal Gian-
none, fi conferve, e mantenne, poiché per lungo tem-
po nei Principati di Capua , e di Benevento molti Ba-
roni furono àó. fangue di Adenulfo , che Signori di varj
Feudi ftabiliroDo le loro particolari Famiglie , dandofi a
loio cong'untiiinveftitura di molti Feudi: e fui fero quin-
di in tutta l'Italia Ciftiberina molti Conti, e Baioni, e
altri Nobili della detta difcendenza . Onde diffe il loda-
to Giannone {a) , che dalia fchiatta di Adenulfo, come
dal cavallo Trojano , ne ufcirono tanti Conti, e Signo-
ri, che riempirono non meno Capua , che Benevento di
Contee , e Signoiie . Dal fangue di quefto Principe n'
ufcirono i Confidi Venafro, di St^SL y d'Ifernia , di Mar-
(ìco, di Sarno, di Aquino, di Cajazzo , di Teano, o
tanti altri . Fu egli un Principe molto pio , e molto ira-
Ccc a pcgna-
(a) ÌJìor, Civil. Uh s. ^um, i.
3 86 Storia Civile di Capiia
pegnato non meno per la quiete de' Tuoi Stari, che per
Ja pace de' fuoi popoli .
In queil'o tempo i Saraccni,avcndo fatta ftrettidima lega
coiGactani , ritornarono di nuovo ad infettare Terrai
di Lavoro . Laonde conobbe Adenulfo , che fenza for20
ftraniere non potevanfi quei cacciare dal Garigliano ,
dove nuovamente fi eran fermati 5 e perciò mandò ap-
poita Landulfo , uno de' fuoi figliuoli , all' Imperador Co-
f^antino , figliuolo di Leone Porfirogenito , facendogl'in-
tendere gl'infiniti mali, e calamità, che quella mifera.
Provincia da' Saraceni di continuo riceveva j onde io
fece pregare a mandargli un ben forte foccorfo . L' In>
peradorc accolfe gentilmente Landuifo, gli promife tut-
to il fuo ajuto y e già difpofe un grolTo efercito in foc-
corfo ài Adenulfo contra i Saraceni ; ma forprefo (a) que-
An.914* ih dalla, fua ora fatale, fé ne morì l'anno 914., eflèn-
dogli fuceeduti nei Principato Adenulfo, e Landulfo, fuoi
figliuoli . Fu il cadavere dd Principe fepolto nel Duo-
mo di Capua 5 e fino a' noflri tempi fi vede nel Chiollro
di ciio un' urna di antico marmo in quefta guifa , nella
fommità una Croce intagliata, a capo della quale que-
sta lettera A , nella def^ra N , nel mezzo O , nella fì-
fiiftra L, nei piede FVS , e fotto la Croce Prh/cepSj che
iinite infieme fi leggono A^enolfai Prìncepi .
U Imperador Leone , coaie fcrifle Giannone , invi-
tato airimprefa contra i Saraceni da Landuifo, da par-
te dz\ già defunto Adenulfo , fuo padre , fpedì wn pode-
Tofo efercito Greco fotto il comando di Ciclo Piccillo,
infignito della dignità d€i Patriziato, Queflo Patrizio era
un uomo quanto valorofo , tanto faggio , ed accorto, ma
confiderando, che in prima fi aveva a guadagnare l'ani-
mo degli amici , ed alienarli da i Saraceni , portò con.»
feco da parte dell' Imperadore la dignità dé\ Patriziato
a Girolamo , Duca di Napoli , e a Giovanni Duca di
Gaeta ,
Landulfo, che trovavafi in Coliantinopoli j intefa la
morte
(a) Cfonìc, Cajpn. cap, 55. lib, 5.
Libro Secondo. 387
morte del padre , tufto in Capua fece ritorno 3 ed onore-
volmente accoito dal frateiio Adenulfo , amendue con mi-
rabile concordia reflero uniti lo Srato 3 né vollero , fe-
guitando il configlio del padre , infra di loro partirlo,
o che 1' uno prefcdefìfè in Capua , e J' altro in Beneven-
to 3 ma amendue, fermata, come prima, ia refidenza^
in Capua, dalla medefima attefèro a reggerlo 3 e già con
edl , e con Guaimario , Principe di Salerno , e con mol-
ti Pugliefi, e Calabrefi , foggetti al fuo Signore , unì Pic-
cillo il Patrizio un grandiUimo formidabil efercito, e po-
fe il campo limgo il Garigliano contra i nemici .
E qui e da notarfi , che quefto Landulfo in tempo,
che con Pandulfo, altro fuo fratello , erano Principi Ca-
puani , pofledevano ben anche il Ducato di Spoleto , co-
me chiaramente fi vede nella Cronaca Cigllenfe, porta-
ta dal Pellegrini, in cui fi legge colla data in Ifpoleto:
Prmo die Septemhris anno CMLIV, Indi : Klll. anno
Berengarii Regis , eji^s filli Ade Ip erti V. P'rincipatas glo^
rioforum Landuìphi an, XV. , ^ VL Vandolpbì , Capua^
Korum Princìputn , (3 Ducum Spoletì felìcìter . E fi po-
trebbe anche dire , che quello fteffo Landulfo fofie fla-
to Conte di Caferta , eflendo egli figliuolo diAdenuIfoj
di lui antecefibre nel Principato di Capua 3 \tggzv\à^^\
nel principio di un'antica carta dell'anno 900.: Ideoque
ego Landulphui , Cornei Cafirtae , fiìiui ejufdem Aienol-
phi Com. dee/aro: potendofi ben conjetturare , che noiij
di altro Adenulfo dovè eilèr figliuolo il Conte di Ca-
ferta Landulfo, fé non di queir accennato Adenulfo , che
fu l'ultimo Conte di Capua , e il primo , eh' ebbe il ti-
tolo^ di Principe di Capua , e di Benevento : di quella,
ilefia Caferta , che già diffi fopra , effere fiata da* Lon-
gobardi riedificata, e poi renduta ior Gafi:aldato , e Con-
tea : pofledura oggi dai noftro in vittifiimo Re Carlo Bor-
bone , felicemente regnante , in nome di chi in alta gene-
ral fovrintendenza V amminiftra , e la governa con twtt^
integrità , e prudenza il Cavalier Lorenzo Maria Neroni ,
Colonello degli cf€|:citi di S. M. , e Capitano delle fuc-»
Regali
388 Storia Civile di Capua
Regali Guardie di fanterìa Italiana , il quale colle fuo
maniere gentili, e proprie fi ha tirato l'amore, e la be-
nivoglienza di quei fudditi, e di ogni genere di peifone,
che in quello Stato dimorano; T iltefla Caferta , la qua-
le, {ebbene io nella pag. 4S. di quefta mia Storia , ap-
poggiato ad un moderno Autore , che varie cofe di tal
Città ha dato alla luce , avelli con lui aflerito d'eflere
(lata Colonia de' Romani 5 quefto poi né in Livio , ne in
Frontino , ne in altri Autori , che le antiche Romano
Colonie numerano, e rapportano, potei affatto trovare:
perciò non vorrei , che a mio errore attribuito fofle , fé
Caferta Colonia de' Romani folTe ftata giammai .
Il Pontefice Giovanni X. anfiofo anch' egli di eftin-
guere i già detti Saraceni, mandò Alberico, Marchefe di
Tofcana , fuo fratello , con buono efercito 3 il quale ac-
^ campò dall'altra riva del Garigliano, ftringendo l'uno,
e r altro efercito il nemico con ogni diligenza per tro
mefi continui 3 facendo egli il capo della Tua ben ag-
guerrita foldatefca . Mancò a* Saraceni il vitto , e ogni
genere di vettovaglie 3 fi videro efii lontani da i due Duchi
di Napoli , e di Gaeta 5 anzi da quefti perfcguitati 5 fi
trovarono in mezzo a due terribilifiimi cfcrciti nemici •
Onde pieni di rabbia , e dati neli' ultima difperaziono ,
pofero fuoco ad ogni loro avere, e ftretti tutti infieme,
con maravigliofo impeto (l pofero a fuggire per le vi-
cine {eìve i ma fopraggiunti da* noftri , furon quafi tutti
An.pis, pofti a fil di fpacia . E cosi nell'anno del Signore 915.
fu cacciata via tal pefte dalla nobile , e bella Provincia
di Terra di Lavoro j cllèndofi veduto ben campeggiare
il valore del Patrizio Ciclo Piccillo, a chi molto giova-
ron le forze del Duca di Napoli , e di Gaeta , diftinti ,
ed infigniti ddìa dignità Patriziale.
DISSEK'
Libro Secondo . 3 89
DISSERTAZIONE
Intorno alla Dignità Patriziak , ed al titolo
di Patrizio .
SLf di quefta gran D'igniti Patrizia le , dall' Impera-
dor Greco al Tuo General Comandante Ciclo Piccillo,
e poi ai due Duchi di Napoii , e di A/naifì conferirai
e di quefto nome Patrizio conviene trattenermi bre-
ve fpazio di tempo a far parola, non meno per degno
pabolo degli eruditi , che per un chiaro lume , fpecial-
niente alla geote , piiì nobile del noftro Regno 3 trattan-
doli di evitare molti abbagli , che logliono poi dimoftrar
le Cìtià poco eulte , e gli uomini di poco , o niun di-
fcerniniento j e perciò di cofa non poco utile , e necel^
faria a ben faperfi da ognuno.
Egli dunque è da notarfi , che non Tempre la deno*
minaz.one di Patrizio ne' tempi antichi ebbe V ideUb fì-
gnificato 3 né ad una fola fpecie di perfona fi apparte-
neva , per avere fecondo le vicende ricevuto non folo di-
verfa intelligenza , e diverfa dignità 3 ma ancora da per-
fone di diffei ente gerarchia , e condizione fi conieguiva. L'
origine certamente delia dignità à^\ Patriziato non da«.
altro, che dallo fplendore de' Romani Patrizj deriva, e
neli* antica Repubblica Romana Patrizj appeiJavanfi i
figliuoli de* Sanatori , che ^\ opponevano a* plebei . La^
progenie, e difcendenza de' Senatori , fecondo fcrifle Li-
vio nel primo libro della iua Storia , per onore Patri'
zia £\ chiamava .
Nel principio creò Romolo cento Senatori , che dice-
vanfi majorum gentium : dopo , Tarquinio ne fupplì al-
tri cento, fecondo fcriffe io flcfTo Livio, Dionigi d'Aii-
carnafib , e Tacito , i quali fi dicevano minortém gcn^
tium , e per Y antichità delie famiglie erano agli altri
preferiti; pcrthc avean cura delie cole facre, efercitava-
no
39^ Storia Civile di Capua
no i magiftrati , dirpenfavano la g'ufl.zia , ed ammlnì-
ihavano Ja Repubblica, fìccome fcrific Jo H'efTo Dionigi,
Aleflandro ab Ale(]andro(^) , Tiraquelio , Pancirolo , ed
altri .
I Romani , che tennero J' Impero di tutto il Mondo,
tre ordini nella Città coftituirono , de' quali Romolo ftef-
{o ne fu autore, allo fcriverc del già detto Dionigi : de*
quali il primo chiamavano Patrizio , il fecondo Eque*
Jìre^ e '1 terzo Plebeo . Quei del piim* ordine aveano ia cu-
ra della Repubblica : A Romuh centum eonjìituti Jtint ,
fcrifle neiriftoria di Roma Tito Livio nel luogo foprac-
citato : Et ah aetate Senatore^ , ab honore , Cè digfiita-
te Patrei , progenie fque eorum deìnceps Patricii nuncupa'
ti funt , primumque dignitatis locum in Repuhltca tenue-
runt , QLiei dz\ fecond' ordine, cioè dclV Equejìre , eran
deftinati per la difefa della Città da' nemici , contra»*
de* quali dovevano Itar pronti a vendicare , dibbattere,
e riparare le pubbliche ingiurie j e queft' ordine traeva^
i* origine da quei 300. , che Romolo elegge per la custo-
dia della Città , i quali fi appellavano Celere! , o dalla.»
celerità di cfeguire il loro miniftero , o come fcrifle Va-
lerio Antias , dal loro Capitano , chiamato Ce/ere 3 e i
reftanri altri Romani cittadini Plebei eran chiamati , o
fodero mercatanti , o eflercitaflero le arti , o le agricol-
ture , o altri minifterj , ficcome da Francefco Patrizio {b)
vien dottamente rapportato.
Per effer in Roma taluno ammefTo all'ordine Sena-
torio , e al governo della Repubblica , ancorché fofle di
gente Patrizia , faceva d' vopo , che oltre a* buoni coftu-
mi , aveife di cenfo So. mila fefterzj , che dipoi per de-
creto di Augufto fu accrefciuto , come narra Suetonio , a
cento ventimila : e chiunque tal cenfo non avea , non
folo all'ordine Senatorio promofìb non era , ma eflen-
dov' in tal ordine , per comandamento de' Cenfori era-
rimoffo , e fi arrollava ncll' ordine Eqttejìre 3 allorché
nondimeno avefie avuto il cenfo necefiario, per mantene-
re
(a) Lib.s.GeniaLcapAZ. (b) De InJìitutioneRùpublicac.
Libro Seconda. 391
r« gueft* ordine, cioè di quarantamila fefterz; , de* quali
{e privo ancor quegli fi ritrovava, tra' plebei veniva an-
noverato : dì modo che per tal cagione più d' una fa-
miglia Patrizia ora neli' ordine Equeftre , ora nella Ple-
be per decreto de* Cenfori riponevafi , come dopo altri
feri ve iJ Gravina ; P/ures Patriciorum familìae , ahfum^
pia re familiari , modo ad Equitei , modo ad Plebe jos jiif-
fu devenere Cenforio , Onde Orazio venne a dire , che co-
loro, che non avevano i detti quarantamila felterzi , era-
no efiì tutti Plebei ; Si quadraginta , ^ fepSem millia^
de fune , plehs erìt . Ma ijon perchè non avean quei la
lor parte nel Senato , e nel governo della Repubblica ,
lafcìavano di cflcr Patrizj per ragion deli* origine j né mai
a rirpetto della lor nafcita fi dicevan elfer della plebe ,
come nota Samuele Pitifco nel fijo Lefiìco , nella parola
Patricii ; Palricius cum opponitur homini de plebe non re-
fpicitur or do cimum , fed nati'Dìtai pofì patrum a RomU'
lo confcriptorum tempf4i : Equiies omnes , qui non erant
Patricii , erant de plebe , aut plebei , quamvis in Equefìri
effent ordine . Patricii , licet non effent Equejìrii ordinii yjì-
ve propter cenfui tenuìtatem , ftve quod a Cenforibus non
effent in turmas relati , Patricii tamen erant , ۃ refpe&u
natalium nunqtiam dicehantur effe de plebe : ficcome l'av-
vertì ben anche Pietro Servio (a) nella Tua M.fcellania.
Italica : Ceterum Jì horum aliquii , vel pscuniarum carità^
te , 'Del ignominia aliqua , ^el aliqua quavis cauffa , aut
non leclus in Senatum , aut kdiui quìdem , in cenfu de-
mum a Cenforibus fuiffet praeteritni , quamvii ejfet Pa^
tricìus , a Senatorio tantum , Equefìrique ordine exula*
hoei ergo erat Patricius de plebe prò rei familiarìs inopia.
Quando poi la plebe, rotti i freni dtW^ fervitù,co-
xnmciò ad aver parte nel governo, e sfarsi, che i Ma-
giftrati foflero comuni j incominciaron anche i plebei, e
i loro difcendenri , che di tali magiftrari goduti avea-
no , a riputarfi anche per Patrizi , come abbaftanza lo
dimoerò Publio Decio, Senator Plebeo, nella fua famo-
Dàà fa
(a) Cap, 2,
39^ Storia Civile di Capua
fa orazione prefib Livio (j), dicendo ; Multa noVtfcum de»
cera offerimcés ; itrmo omnia eadem^ quae voi [uperboi fe^^
ctrunt y L, Sextiui primus de plebe Confai ejì fa&ui , Ca-
jus Licinìui Stolo primui magijìer Equitum , Cajui Mar--
tiui Rutìlìtii prìmui & Didlator , & Cenfor . Q^ Pu'
hlìus Fhilo primis Praetor ; Semper ijìa audita [unt ea»
dem penes vos a^/picia ej/e , vos Jolos gentem habere^ vos
Jolos jùjìam imperium , (^ aufpicium domi militiaequt^
ad bue profperum Plebe] um , a e Patricium fuit , porr oq uè
erit , En Romae unquam fando audijiis Patricios primo
ejfe fa&os , non de caelo dimiffos j fed qui patrem ciere j
avumque pojfent , idejì , nibil ultra , quam ingenuo! ; Con'
fulcm jam patrem ciere poffum y avumque jam poterit fi-
li ui meui . IsLibil eji aliud in re , Quirite! , nifi ut om»
nia negata adipifcamur . E Gio. Pirro nel Tuo Tratta-
to ih) Icriflè : Patritios etiam dici , qui patrem ^ avurn-
que ciere pojfent , idefi ^ ingenuoi , ut Patricii Plebeii
opponantur .
Il che txxno confiderandofi da Rofino {e) , vennc^
Jo ItefTo ad affermare, elTère ftati in Roma due ordini di
Patrizj , tra' quali ancora quei della Plebe Civei Roma^
ni Patricii , & Plebei de Plebe , feu de Pop u lo , ficco me
anche l'accennò Manuzio 5 perciò non avendofi in Roma
altri per nobili, le non che i difcendenti de' Con foli, Pre-
tori , Edili , Cenlbri , ed altri Curuli Magiftrati , onde na-
fceva la ragione delle immagini y quindi avvenne , cho
non tutti i Patrizj , ancorché fodero majorum gentium y
erano nobili , ficcome non tutti quei della Plebe eran->
ignobili 5 perchè quanto piiì taluno avca delle fumofe im-
magini de' Tuoi maggiori, ancorché foflè della Plebe, era
nondimeno egli nobiliflìmo ; ed all' incontro non po-
chi Patrizj fi annoveravano tra la gente ignobile, per ra-
gione , che non erano loro preceduti maggiori , che a* Cu-
ruli Magiftrati fodero afcefi , come ne rende piena tefti-
monianza , dopo altri , Samuele Pitifco {d) colle feguen-
ti
(a) Cap, 2. (b) De Magìfiratu Romano .
(e) Lib.ò.cap.ii.de Rom.Antiqu. (d) In Lexìc* antiqu, Rom*
Libro Secondo. 393
ri parole : Nam Romae Nobiks erant , quorum major ei
gejferant Curulti Magiflratui , five Patricìi ejfent , JtVe
Plebei , quo confequebantur jui imagìnem prodendi ad po-
Jìerorum memorìam . Quo quìi plures habebat in atrio fu-^
mofas ìmaginei , eo nobilior erat , Jìt licet ejus familia^
■plebe] a : multi fané Patricìi fuerunt , qui a Patrìciìi ma-
jor um gentìufn ducebant fanguìnem , qui non erant Nobi-
les 5 quia nemo ex horum majoribus ad Curulem dignità-
tem erat elatui , ut & multi Equites j Equejìris enim^
ardo apud Romanos non nobìlìtabat : 2jicij/ìm multi Plebei
erant nohilijjtmi . Ma perchè , prima che Ja Piebe fofle
ammelTa ad avere parte nel governo delia Repubblica , i
Parri2j furon i primi , e foli , che ottennero quefti cura-
li , e (upremi Magirtrati , e in confegiicnza anche la ra-
gione delie immagini 3 accadde, che i Patrizj furon i pri-
mi ad efler Nobili , e che il più delle volte la Nobiltà
per gli Patr'zj veniva ufurpata, come notò Sigonio (<?) :
Hai autem imagine^ primi Patricìi pofuerunt 5 quod iis
primis Curules Magijìrutus , ut Confulatui , Cenfura , Prae*
tura ^ AEdìlitasque y patuerunt \ unde jus imaginis fuit 5
itaque Patricìi etiam primi Nobile: bibiti funt ; unde ali-
quando Hobilitas prò Patricìorum fuBìone ejì ufurpata .
E che vi furono àzW^ famiglie nobili , e iilultri de'
Plebej , quei cioè , che dopo comunicati gli onori de'
Patrizj colla Plebe , il jus àtWt immaggini per onore de*
loro maggiori aveanoj dopo Liv o , e altri , l'averti an-
che il citato Franccfco Ramos {b) : Fuerunt enim ^
Plehejorum famìliae nobtìei , illujìrefque , quibus fcìlìcet
pofì communicatos Patriciorur/t cum Plebe honorei , perin-
de jus imaginum , G? majorum decora erant , ut notatum
alibi ex Livio lib, 22. : nam Plebejos nobiles iifdem ini-
tiatos jam effe facris , & contemnere PI bew y ex quo con-
temni dejterint a Patribus coeptffe , E Afconio Pediano (r);
Quatuor Plebejos ; ex quibus duo Kobiles . Ma perchè non
Ddd 2 tutti
(a) De antìq, jur. cìznl. Rom, lib, 2. cap, 20.
(b) Ad leg, Jul, & Pap, lib, 2. cap, i. n. 9» foL mìhì lii*
(e) /;; Orat, Cicer, in Tog. Cand, in argum.
594 Storia Civile di Capua
tutti i nobili di fangue Patrizj erano allora 3 ma foltan-
to coioto , ch'erano difcendenti da* Confoli , ed altri Cu-
rali Magiftrati , convenne a Q_ Muzio , allorché rinfac-
ciò a Servio Suipizio l'ignoranza della ìcggQ 9 ficcomo
fa fede Pomponio (a) , ài chiamarlo Nobile , e Patrizio :
Turpf effe Pa£rìcio , & Kohih viro caujfas oranti jui , in
quo verfaretur y ignorare}, dando con ciò a divedere, che
Servio , oltre all' efler Patrizio , era Nobile ancora , perchè
altrimenti , fé f] foflè contentato àoX fblo nome di Patrizio^
avrebbe dato a conofccre , z\ìq nobiltà di fangue egli non
avea.
E fé mai voleffe attenderli T etimologia di quefti-
voce Palrizio , vedefi apertamente , che cofa affai minore
dell' efler Nobile dinota , e quefto anche fé voglia deri-
varfi dal Greco TrarzitLtot; . Imperocché altro non flgnifi-
ca , che i'efler ingenuo , o nato da' buoni Parenti 9 co-
Hìe in effetto per ingenui furono avuti gli antichi Roma-
ni Patrizj da Cincio preflb Feflo , addotto da Samuele»
Pitifco nel già citato luogo: Et apud Fejìum Cinciui ait
aperte primis temporibus Patricios eofdem fuijfe cum in-
genuiix Verha ejus funt haec : Patricios Cincius ait ìtl^
lìb. de comitiis eos appellavi Jolìtos , qui nunc ingenui VO'
cantur j e l'avverti ancora Livio {b)i Patricios primo ef^
fé faBos , non de caelo dìmijfos , fed qui patrem ciert^
avurrique pojfunt , idejì 5 nibil ultra , quam ingenuo s . E
così anche fra' moderni fu intefo dal Gravina {e): Quod
effent ingenui , ac patrem ciere Jì^e demonjìrare pojfent .
Incominciando dopo a vacillare (otto i Princìpi più
giovani i' Impero , non folamente cominciò il nome del
Patriziato ad efier denominazione di Nobiltà, ma anco-
ra nome di dignità , o fìa ordine ; il quale, fecondo fcrif^
(e Pancirolo (^) , fu coftituiro da Augufto , quando già
vecchio divenuto , come fcriiTe anche Dione , elegge quin-
dici
(a) Kella L. z, §> Ser^^ìus ^ì. ff. de Origin. Juris .
(b) Lih. 3. de Imper. Rom. tap, i\ verffed ut de Patritlis,
(e) KovelL 26$. de or din. Senati
(d) Lib. 2. Z'ar, cap. 8. z^erf. bi primum ,
Libro Secondo. 395
dici Senatori , fuoìConfiglieri domeftìci j i quali poi confi-
gliando al Principe , dagli antichi Patrizj furon efli Pa-
txizj appellati . Però su di quefto andò ingannato Pan-
cirolo, come infegna Buieng. (a) , poiché quefti Patrizj,
così pofti in dignità, e ordine ipeciaie , furono creati da
Coltantino Magno, il quale fu il primo a coltituire co*
tal titolo in un luogo di fommo onore , e nobiltà , an-
tiponendolo a tutti gli altri Magiftratì, Confolati, e Pre-
fetture , come dimoerà Zenone Imperadorc nella Z. 3.
Cod»de confuL Nemìni ad ftthlimem PaSritìatui honorem ^
qui ceferis omnìbui atitepomtur , adfcendere liceat , nifi
■prius at4t Confulattii honore potìatar , aut FrefeBiurat:^
Prae torio , vel lllyrici , vel Urbis adminijìr ationem , attt
Magifiri miUtt^m , aut Magifiri Officiorum , in aBu &/-
ddicet pofitui gejfiffe no[ca£ur , ut htijufmodi tantum per-
finis , five ante adminijìrationem gerendo , Jlve poJìe<u» »
iì€eat , quando hoc nojìrae fsderit Majejìati , Patritìam^
confeqiii dignìtatem ; benché tsA dignità di Patriziato dal-
l' Imperador Giuftiniano £\ attribuì poi agli uomini
ijlultri , ancorché non fo fièro Confolari , o Prefetti i né
degli antichi Patrizj il nome più s'intefe.
La dignità di quefti noveJli Patrizj non folo era^
maggiore a i Prefetti al Pretorio, come fcriflè Zofimo ^
A Lonjìantlno Fatritii dignìtatem tonfecutus erat^ quiprì'
mus eam invenit , (3 federe jt^jfit Patritios ante Praefe^
Boi Praetorio : e lo fcrifle anche Ottomano , e 'I Baro-
nio {h) , quantunque non fi dubitai^ , che tal digni-
tà di Patriziato , che avea qualche origine da quel-
r ifìituto di Augufto 9 da Coftantìno poi con nuo-
vo genio di dignità forfè ftata amplificata {e) ; ma an-
che confifteva neircfièr a parte cogl* Imperadori nel go-
verno dell* Impero , mentre eran chiamati Tutori deir
Impero , come cofta da Suetonio (d) i Haec ex eo de-
Jìitit
(a) Lìb, 3. de Imper. Rom» ^erf.fed ut de Patritìis .
(b) In not, ad MartyroL die 27. Augujìi, Dem[ìer in Para^
lipom* ad Rofin, Guther, de ojfìc* dom. Augujì,
(e) Demjìer. loc, cit. (d) In Tito »
39^ Storia Civile di Capua
Jììt'U tutorem Imperli agere . E Giovenale;
Tutor haherì Prìnciph .
E dagl' ifteiìì Imperadori colle loro proprie mani a* detti
novelli Patrizj s imponevano T infcgne ^, le quali erano
il manto, l'anello, e '1 cerchio d* oro nel capo 3 concor- I
rendovi anche la folennirà di alcune parole , che Iblea- 1
no profiferirfi nel punto della collazione di sì fatti Patri-
ziati , che fi rapportano da Paolo Forojuliano , antico
fcrittore della gente Longobarda , prefTo Carlo Dufrefne {a)
nel modo feguente : Nobis nimìurn lahoriofum effe vide'
tur conceffum a Deo minijìerium folum nobis procurare :
quocirca te nobis adjutorem facimus , ^ hunc honorera
tibi concedimui , ut Ecclejus Dei , £5? pauperibus legem^
facidi ) & inde apud /^IttJJìmum rationem reddai .
Di (]ue(t' ampiiffima dignità di Patriziato molto
fono le cole , che a noi vengono dimoftrate per anti-
chità, colla fua folita eleganza , da Ca ilio doro (2?) , men-
tre tant' era la riverenza, che a quella davano le leggi,
eh' erano i Patrizj numerati tra le cofe facre , fi difcio-
glievano da' vincoli della Patria poteftà , affatto non-»
aveano la vjlifljma condizione coi fudditi , e precede ^-
no i Prefetti, i Pretori, e gli uomini di qualfivoglia al-
tra dignirà . Onde Sidon. ebbe a dire (£) ;
Hinc reduci datur omnìi honor , £5 utrìq. Magijìer
AliLtiae , confulq, mìcat conjundla potejiai
Putrita , celebriq* gradu prillata cucurrit
Culmina ^c,
E ficcome anticamente i Patrizj deduflèro il nome da i
Padri , così , allorché fu tal dignità creata , Patrizj fi
dicevano Patres Imperatori: 3 e perciò erano quelli
fciolti dalla patria poteftà 3 fecondo infegnò Giuftinia-
no (d) : Summa Patritiatus dignitas Jj/ios a patria potè-
jìate liberai , Qj4s enìm patiutur patrem poffe filium pò-
tejìatii fuae nexibus liberare ; Imperatoriam autem celjì-
ttddi'
(a) In Gloffar, med, , & infim, latinità in v. Patricii .
(b) Lib. I. formul, 2. (e) Cartn, 2. verf, 205.
(d) §.Jilitis faf/;,inJiit.Quibus modis jus patr.potejì^folvitur.
Libro Secondo. 397
tudìnem non valere eum , qtiem Jìbi patrem eìegis , ab
aliena exmere potejìate ì Le quali parole Ibno ulurpato
anche dalla L,Jin, ùe con[uL ed a riguardo di sì glo-
riofa dignità di Patrizio ebbe a dire Claudiano {a) :
Fraejìdium Ugum , genitorq. ^ocatur PrtKcipis
Patrititis {p) fenìo fulgem Callinìcui honore
Qui Pater ìmperìi meruìt jam fatui haheri.
Scrive Pietro Giannone , che dappoiché in Italia reftò
eftinto l'Efarcato {/) di Ravenna , ch'era il primo Magistra-
to , che in quefte parti occidentali ancor ritenevano gì*
Imperadori di Oriente , e al quale tutti gli altri Ducati
eran dipendenti i non eflendo a' Greci rimafto altro iii^
Occidente, che la S cilia , la Calabria, il Ducato di Na-
poli, e quello di Gaeta, e alcune altre Città marittime ,
iftiruirono per Tamminiltrazione , e governo di quefto
Regioni un nuovo Magiftrato , che chiamavano Patrìzio^
ovvero Straticoj ed a ciafcun tema lì mandava un Pa-
trizio per governarlo . Coftantino [d) Porfirogenito fcrif-
fé, che fin da che la (^àc dell' Imperio fu trasferita in^
Coftantinopoli , furono dagl' Imperadori Coftantinopoli-
tani mandati in Italia duQ Patrizj , de' quali uno fovra-
li-avaal governo della Sicilia, della Calabria, di Napo-
li , e di Amalfi , 1* altro al governo di Benevento, di
Capua , di Pavia , e degli altri luoghi di quefta Provin-
Nciai e che ciafcuno ogn'anno pagava i tributi al Fifco
i^ell Imperadore . Dice, che Napoli era l'antico Preto-
rio de' Patrizj , che H mandavano 3 e chi governava que-
fta Città, avea ancora fotto la fua poteftà la Sicilia, e
quando il Patrizio giugneva in Napoli , il Duca di Na-
poli fé n* andava in Sicilia . Riflette qui egli il Gianno-
ne , che quefto racconto di Coftantino , par che ripugna
a tutta la ftoria 3 poiché trasferita la fede fmperiale in
Cofiantinopoli, l'Italia non da' Patrizj, ma da' Confola-
ri , Correttori , e Prefidi , tutti fottopofìi al Prefetto d'Ita-
lia con quello di Roma , era governata 5 e non fé negli
ultimi
(a) Lih. 2. in Europ. (b) Lih, 2. de laudìhusjfjjìim. n, 5.
(e) Gian. ìib.6. cap,z, (d) Cojì.Porphir, de odmùmp,cap,27.
398 Storia Civile di Capuat
ultimi tempi da Giuftino Imperadorc fu mutata Ja fuz^
polizia , ellèndovi da Loncino introdotti i Duchi , e fta-
bilito in Ravenna l'Efarcatoj ne poi il Duca di Napoli
s* impacciò piiì nel governo della Sicilia , andando quc-
Ito Ducato comprefo coli' antica Calabria , col tema dd'
h Longobardia ; nulla di mena ciò, ch'egli dice, chel
Patrizio ? che fi deftinava per la Sicilia ^ aveva ancho
i* amminiftrazione , e '1 governo della Calabria, e di tut-
ti gli altri luoghi , che ancor fi tenevano per gi' Impe-
tadori di Oriente, è pur vero>riguardandofi però i tem*
pi di Carlo Magna.
Ma quefto Tentimento di Coftantino Poifirogeniro ,
che a fieri ; Neapo/ifx frUfe antiqtium Praetorium Patri ciò*
rum 5 qui ah Imperatore Byzantino mittehantur , quorum
alter Siciiiam , Calahriam , Keapolim , & Amalphim ad-
^ninìjhahat j alter 'Dero Ben eventi rejìdehat , impsrabatque
Vapìae , Capuae , & reliquis omnibus : & qui Keapolim
tenehat , cundem in potejìate Siciiiam quoq, hahuijje \ cum-
que Patricius Keapolim appellerei , Ducem Keapoleoi iu^
Siciiiam ah ir e confuevijfe , oh con quanto dotta critica^
?ien r'provato da Monfignor AfTemani {a) y il qua-
le dopo il citato teito di Coftantino foggiugne ^ Q^uo^
fjerha , tot menda % non meno per le ragioni dal già det-
to Giannone addotte", che anche perchè in Italia y dopo
iGoti, il folo Narfete in nome dd\' Imperadore gover»
nava , al quale il Pretor della Sicilia fogetto fi era , Nel-
la Campania poi , ficcome prima un Confolare in Capua
fotto gì' Imperadori , e l'otta l'Impero Gotico avea il tri-
bunale 5 e la noftra Città , e i luoghi ad efla foget-
ti , e la Campania tutta governava j così poi cacciati via
ì Goti , V ifìello Confolare della Campania , da Narfeto
eletto, e ^abilito , lo fteflb governo, e le ifte^e Città am-
miniiirava » Venuti poi i Longobardi in Italia , fu à^
quelli (tabilito il Re \n Pavia, il Duca in Benevento , ed
in Ilpoicro > ed allora Loncino , e tutti i fuoi fucceiTori
Efarchi fiUàron la lor izd^ in Ravenna. Quefti comincia»
rono
(a) Cap* II, tom, i. HiJìor^Scriptor^ UqL
Libro Seconda. 399
rono ad àmminiftrare quella parte d'Italia, che non an-
cora a* Longobardi fi era data , e ben anche Ja Sicilia»,
per mezzo de' loro Duchi , e Prefidi j avendo aflTcgnato
a uittA la, Sicilia uno fteflb Pretore . Dove dunque , c->
quando vi furono quefti due Patrizj ? Quando mai , ed
in qual tempo fu eretro in Napoli quello tribunal di Pa-
triziato ? Onde dottamente conchiude il lodato Aflèmani ;
ùaq. commetìiiti^m e/i , ac proyfis fabulofu^n quod a Por*
phyrogeniéo ajferisuy de duohui Fatrìciìt , ah Impsratore^j,
mìttì in Italiam foUtìt : quorum unui BeneZ'enti rejìderet^
alter Sicilìam , É3 Calahrìam regereC , dsqrie Neapolì an-
tìquo Fatrìciorum Fraetorìo , (3 Duce Heapoliiano , qui
in poteftate Sicilìam quoque haheret . Indi feguita egli a
riflettere con maggior dottrina , che crefce vie più Tal-
lucinamento del Porfirogenito nel volere Napoli , ed Amal-
fi infieme eolla Sicilia , e colla Calabria amminiftrate dà
uno ftcfTo Patrizio Greco 5 quando Napoli ebbe fcmpro
in que* tempi il proprio Duca, diverfo, ed indipendente
dal Pretore della Sicilia , e della Calabria 5 lo ftedò Du-
ca di Napoli, che aveva anche il dominio, e 1' ahimini-
ilrazione di diveifi altri luoghi marittimi, tra i quali vi era
la Città d'Aiiiiifij tutto che la feconda parte delTafier-
tiva ai Comincino Porfirogenito vera sì folfe, che Bene-
vento , e Capua , ma non già Pavia pel brieve fpazio di
tre ioli anni a' Greci avelTero obbedito , e da quefti un
Patrizio a governarle deftinato fi fofTe {a) .
Egli però non vi ha verun dubbio , che fu sì glorio-
fo ne* reiiipi non meno antichi, che moderni , T efièr di
patrizio, che anche a' Re per mailim* onore s' impartiva,
come tralafciando ciocché riferifce Capitol. (/?) , che Tlm-
pcradore fatto da* foldati , indi dai Senato era fra* Patri-
zj afcritt0 5 elegantemente vien provato da Cailiodoro (r),
trattando del Patriziato , con quefte parole : Hic ejl ho-
nor , qui {ff arwis con^venit , & in pace refpkndet . Hunc
illa di'uei Graecia , quae multo gloriojìjjìmo Domino Avo
fìojtro deh ut t ^gratificata perfohit -, Z'elavit fortes bumeros
E e e clamy-
(a) AJfeman^loc.cit* (b) InOpìLMa, (e) Lih,$.€p.^.
400 Storia Civile di Capua
clamyde 'Dejies pìtìx'U ftaas fatis , cakeui ìjìe Romanui
G? dignìtatem ififui ejì accìpere , qi^am fé cogKofcehat af-
Jumere per honorem . Teodorico , efìendo (iato adottato da
Zenone , fu anche creato Patrizio , e Confoio (tf) . Gl'lnn-
peradori ben anchs non fi eleggevano , finattantochè
i Patrizi prima al Patriziato non rinunciaflero (/>) ; /«^
I^a/ia Caroluì , Patritiaùu Romanorum arrepto , contro^
Othonem Imperatorem rehellat j e Adelmo fcrifle ; Leo Papa
coronam capici eju^ impofuit , popuh acclamante . Poji
quai laudes a Pontifice more antiguorum Princìpum adO'
rat US ejl y ac deinde , omìjjo Patritii nomine y Imperator -, f^
Augujìtis eJì appellatuiic) ; il che deve intenderli , per ave-
re il detto Re Carlo confcguito antecedentemente dal
Pontefice Adriano il nome di Patrizio , ivi ; Hadrianus au^
tem Papa cum uni^erja Synodo tradiderunt Carolo jcn ,
£ì? potejìatem eligendi Pontificem , dignitatemq, Patritia^
tfjs ei corìCejJeyjnt [d) . Siccome pure vien notato nel Te-
llo Canonico; in Synodo congregata Romae ad exemplunL.
B. Hadr. , qui Domino Carolo Kegi Francar um Patritia»
tus dignitatem conceljtmuì ^ ego quoq, Leo Epifcopui lar-
gìmur Domina Othoni , hujui Regni Ita Ha e óct ipfe Jlt
'Patritiui , 3 Rex .
Per lo che a queft' ordine dì Patriziato non fi am-
mettevano , le non che uomini di alto legnaggio , Re, e
Principi foreftieri s fpecial mente coloro , che fcaccia-
ti dalle proprie Sedi , agT Imperadori ricorrevano . Anzi
per la coftituzione di Zenone ad altri non era permelTo
di potere afpirare al Patriziato, che a' Confoli , Prefetti
al Pretorio , a' maeftri de' Cavalieri , e degli ufìzj : Ne-
'mini ad fuhlimem Patritìatm honorem , qui ceteris omnì*
bus anteponitur t accendere lìceat ^ nijt priui aut Confula^
tus honore potiatur , aut Praefe&urae Praetorio , aut
maoj'
{'à.)Jord. ann, Ep» de reh, Got, num. %6,
(b) Anajìaf, Blblioth. in Hadrian. & Sigiherl* Gemhlaun.
in chron, ann, 999»
(e) In ann al. Frane, de reb. CaroL Magn.
(d) Cap, Hadrianus zz, dijL 63.
Libro Secondo. 401
wagiflrì mìlìtum , aut magìjìri officiorgim^ in adiu Z'idc
licet pojìthi gejliffe nofcatur {a), Sicché grand.ifima ctsu
la. riputazione , con cui quefti Patriziati in deitì tempi
fi aveano 5 e ficcome fcrifle Annonio , efièndofi dali'Ini-
peradore Anaftalìo conferito tal Patriziato a CJodoveo,
Re de' Franchi, tutto che Re pcrenrfìimo egli il foffcy
in averne però la notizia, molti furono i fefteggiamcnri,
che fece , difpenfando in fegno di allegrezza de' doni al
Popolo ; Ubi autem aejìì'oarmn gratia aliquantisper mo-
raretur , kgationem fufcepit Anajiajìi Conjìaniìnopolìtani
Trincip'u , nmnsra , ^ epiftolai et mittentìs , in quìhus
^jìdelicet Ittterìs hoc contitisbatur : Quod placuerat Jìbi ,
£5 Senatorìhui eutn ejfe amlcum Imperatorum , Patrìtìum^
que Romanum j hìfce ptrkBìs Corifalari trahea injìgnìtui^
afcenfo equo in atrio , quod Inter Bafilìcam San&i Mar-
tini , & Ci'DÌtatem Jltum erat , largijjìtna populo coniuUt
fììunera 3 (3 ab ilio die Conful Jìmul , £5* Àugujìus me-
ruit nuncupari {h) . Laonde erfendo quefti Patrizj quafi
che Imperadori , quindi è , che non foio alle dignità fe-
colari , ma all'Ecciefìaftiche ancora precedevano; e Stra-
bone volendo dimoftrare , quanto grande foflè Ja digni-
tà de' Patriarchi , ad altri non feppe uguagliarli, che a*
Patri?) medefìmi ; Comparatur Papa Romanus Augujìis ,
& Caefarìbus: Patriarcòae vero Patritiis y qui primi pojl
Caefares fuijfe videntur [e) .
Ma c'ò,che reca a iwtù maraviglia , fi è , che mol-
t^ofcuro (la il volerfi fpiegare , quali furono que(}i Patri-
zi , di che cofa avean la cura , in che erano impiegati,
ed ove tanta dignità confifteva. In verità con qualcho
fpiraglio di luce , che dalle antiche cofe fi porge , vanno
a credere gli antichi Autori, che*] Patriziato non foflo
Eee a itato
(a) In l. 3. Cod. de Conful Uh, 12.
(b) De Gejì, Francar* lib, i. cap, 22.
^ (e) Valfrid. Strahon, de 9erh* Ecclef, cap, 31. Samuel PI-
fife* ^erk in Ecclef, quoque ,
%
402 Storia Civile di Capua
ftato nome di dignità , ma folamente di ordine 5 mentre
più erano i Patrizj , e niente di giurifdizione aveano^ era-
no effiquaii Principi del Senato, come dopo Ottomano,
e Calvino («), fcrillè Amaya {h): Sed mirum eji y quam.^
ohfcurum Jìù , velie esplicare , qui fusrìnt hi Patritii , quid
curaverint ^ quid egerint , in quo tanta dignità^ conjìjif
ret . Unum dumtaxat verbum apud CaJJìodor. [upra inve»
nio , quod luciufculae injìar nobis Jìt , ut Patritiatus non^
fuerit nomen dìgnitatìs , fed ordinis i cum plures effent Pa^
tritìi , nihìlque jurifdìBìiorm haberent , fed trant quafì Se^
fjatus Principes , C^ jam ceteros amplijjìmos Magijiratus
gejferant , quemadmodum , fiorente He public a , Con fu lare:
viri y ut exijiimant Hotoman, & Calo in. (e).
Vogliono però gli Autori , che tre sì furono i generi
de'Patrizj . Il primo di quei, che dagli itelli Patrizj di-
fcendevanoi il fecondo dì quei , che venivano in luogo
de' Padri del Conciftoro dagl' Imperadori eletti 3 ed il ter-
zo di quei , che amminiftravano Je materie belliche col
nome di Patr-zj ; e di queft' ultimo genere Beilifario ,
Narfète , ed altri Capitani di fopra già detti , allorché
la Sede deli' Impero fu trasferita in Coltantinopoli , erano,
durante la loro vita , i Patrizj dell'Italia, ilccome dotta-
mente fcrifle il Giannon^ ne* Juoghi di fopra citati.
Quefti furono i Patriziati, che dagP Imperadori Orien-
tali furono difpenfati per tutto il tempo , che quell'Im-
pero (ÌQUc nel l'uo pieno efiere . Ma quello divifo , e mag-
giormente in tempo degli Ottoni , nelT Imperio Occiden-
tale , perchè altra dignità in pregio non era , fuorché
quella de' Duchi , de* Conti , e di altre, che nafcevano
dalla poiTeflìone de' Feudi 5 tutte le altre dignità , onde
per addietro la nobiltà fi acquirtava , affatto fvanirono,
e fo-
(a) De verb. jur* verb. Patrìtil .
(b) In commenta lib, io. cap. de deeurìon, tit. \i*cap. i«
(e) Amaya. cap. i. de Confukt, & Patritiat* ordinar*
& honorar* dignit. n. 62.
Libro Secondo. 403
e fblo a aveano per nobili , come dice il Sigonio (a) y
quei , eh' ali , o i loro maggiori di fimiglianti titoli
Feudali fi trovavano decorati ; U^de nova nohilitatiì raf-
fio in lialia ejì induBa , ut iì demum foli nobiks judìca^
rentur , qr4Ì ipjt y aut eorum majorei hii > atqus ejufmO'
di aliis honejìati privilegìii ejjsnt .
Perlocchè , eflendoiì i^ia tolta di mezzo la dignità
Patrizia , reftò il (blo titolo , che nel noflro Regno a*
nobili di qualche Città vien comunemente dato , ecco-
me ne fa teftimonianza Gio. Giacomo Dongone , iJ qua-
le così favella; Accìdie mos inneteratui ^ juxta quem uhi*
que ferwe locortim ohtinet dìJìinBio , ut nohilsì urbani di'-
cantur Fatritìi ; campejires Z'sro , Jìzje ruri degente: equi-'
tum , Jìve /pedali nobilium nomine Zìetiiunt , qui mas prò
meritate habendus . Ed è dato ancora a coloro, i mag-
giori de* quali , elTendo già nobili , hanno fatto in qual-
che Città lungo 5 e nobil domicilio , come fcriflè Gio.
Ficca rdo {h) ; Rodi e ta7nen ìnultii in loci: , ^ illi nec im"
merito Fatritiiì connumerantur , quorum r/jujoreì ? nobili*
tate donati , in civitate alìqua injìgni larem diutius fece-
runt j imitando lo fìato di tal titolo ne' fecoli piiì anti-
chi , che fi concedeva , e fi afcrivevano al num.ero de'
Patrizj tutti quei , che i loro maggiori (ì erano nobil-
mente mantenuti {e) : lifdem diehus in numerum Patri*
tiorum adfci'Dit Caefar vetuftijjlrnum quemq. e Senatu ,
QUt quibus clari parentes fuerunt , riferito , e feguito da
Francefco Ramos {d) i in maniera che T iltefib allora era
dirfi Patrizio, che '1 dirfi nobile , ficcome fi deduce da
Francefco Patrizio {e) , con quelle parole : Senotorei Pa^
tritìi , ac nobiles appellati funt 3 relìqui autem omnei pie*
bei:
(a) De ortgìn, & jure Patrìtior. ììb, 3. cap. 3.
(b) Conjil. 77. num, 9. tom, i. nsl Secret ario Fiorentino de
Rep.lib, I. cap.6.
(e) Tacìt» lib. Il,
(d) Ad L,JuL & Papiam-, tom.i. Uh. 2. cap. i.num* 9.
(e) De iniiitut. Reip. lib. 3. tìt, 2, prop.fin.
404 Storia Civile di Capua
lei : plurimum tamen vakt conjuetuào , a qua drfficììe ejì
recedere : fìccome aucora Francefco de Perris il nome di
Patiizio lo fuppone Tempre per nobile {ci) ; A^orei no-
hilijjìmos VucrUios deh ere fedilis honorìhui gaudere : Ga^
briel Saraceniii nohìlìjjìmui Baro , & Patritiui KeapolU
tanni , haheni antìquai domos , & hahìtaticnem in quar-
terio fedilis , non fuerit illius honorihus ga'Dìfus .
Ed è oggi inconcuflb in rutto il prefente Regno ,
che '1 titolo di Patrizio comprenda tutti i nobili ,non me-
no quei di Pazza , che quei ancora, che fono fuori di
Piazza: il che , oltre air efler notorio pur troppo in Na-
poli nelle pubbliche fcritture , che giornalmente fi fan-
no da' nobili fuor di Piazza , afìèrcndofì Parrizj extra^
plateas '•, lo conferma, tra gli altri ottimi autori , Fran-
cefco de Perris {b) ^ dopo di aver fondato , che ciafcun
nobile debba godere delle prerogative della fua nobiltà
in quel luogo , dove ab;ta 5 e infieme che allora i no-
bili , e le famiglie illuftri debbano reftituirfi , e aggre-
garfi agli onori de* Seggi di Napoli, ancorché prima non
Je aveflero mai godute, quando fìano nobili, e per lun-
go tempo in Città abbiano fatto il ior domicilio j così
egli viene a fja velia re; Si ìgìtur Nobiks y & Patritii tX'
tra SedìUa pibfi^nt oneribus , cur non potiuntur honoris
bui ? e più chiaramente io fì-eilo de Petris nella Storia-»
di Napoli {e) , facendo parola della nobilrà Napoletana,
dice, che viene quefta diftinra in due ordini , l'uno de'
Patrizj di Seggio, l'altro de' Patrizj fuori di Seggio j,, chia-
„ riflima , die' egli, e pregiat^ilima adunque lopra ogn' al-
„ tra è \z nobiltà Napoletana , Ja quale vicn diftinta iiij
„ due ordini, 1* uno de' Nobili , e Patrizj d Seggio , ch^^
„ Piazze anche fon dette, e l'altro de'Nobjli, e Patrizj
„ fuori di Seggio , ficcome fcrive il Vitignano , feguito dal
„ Summonte. Per la qual cofa Giananronio Lanario, Gian-
vincenzo , e Fabio d'Anna, Paolo Stabano il vecchio,
e 'J giovane , il Configlier Altimari , ed altri , tutto che no-
bili
fa ) Conf, 1 4. nt4m. 2 3 . in fin, ccnf. s 3 . num, 11.
(b) Conf, 63, nunj, <5. (cj Cap* 3.
Libro Secondo . 405
bill di Piazza non foflero , pure tzdìc loro Opere ftam-
pate, e poi rillampate , Parrizj Napoletani fi ibno appel-
lati . E tutfo quetio per la ragione , che la voce Patri-
zio nei tempi d' oggidì dinota eder nobile , ma di una.,
nobiltà antica, e ben diftinta , come or ora dirò ^ e così
dopo eftinta la dignità Parriziaic , andò a fiffarfi il
titolo di Patrizio nel noftro Regno j ove però è d'av-
vertirfi , che fotto quel nonie di Kohile fuori Piazza rron
s* intende ogni Torta di nobltà , come alcuni credono
con ignoranza j ma dev' elTere una nobiltà adai diftin-
ta , e circoftanziata y che palli almeno la centenaria.. ,
adorna di Parentelchi illuliri , e cofpicui , accompagna-
ta da un mantenimento Tempre decorofo , ove fieno (la-
ti uomini , che da tempo in tempo la Patria , e '1 Pubblico
coir armi , o colle lettere rendettero chiara, ed illuftrej
e quando le famiglie , che fimili gradi di nobiltà vantar
polfano , e dello fpeciofo titolo di Patrizio ne* mar-
mi , o nelle pubbliche Scritture voglian godere ben anche,
debbano ad elfo aggiugnere le parole extra tamen Sedi-
le , per confervare al titolo di Patrizio il giufto fignifi-
cato, che a* foli nob.li di Piazza dal commune , e pro-
prio linguaggio delle più eulte nazioni oggidì vieii^
dato nel noftro Regno ,
Or attefe le già dtnt cofc , reca non piccio/a mara-
viglia in alcune ben cuke Città il vederli arrogare il ti*
tolo di Patrizia con fommo fpirito da alcune perfone ,
ie quali non polTono vantare nobiltà primaria di qual-
che Piazza , o Sedile antico , ed illuftre , non nobiltà
fuori Piazza con quelle neceflarie condizioni di famofe ,
e nobili immagini de' loro antenati , e di lunghi cofpi-
cui parentefchi , non azioni , e fafti magnanimi pel pub-
blico , o pel Principe , ma cominciando da elfi un* appa-
renza di coltura , appena novi hominem , come li chiamò
. il Senato di Roma , appellar fi potrebbero . Tal ardire
in verità dovrebbe dal Principe comprimerfi , e dal di
Jui Conciftoroi anzi da' fuoi fupremi Tr banali vegghiarfi
ad eltirparlo, come troppo pregiudiziale a quella digni-
tà.
4o6 Storia Civile di Capua
tà , alla quale da' Re , dalle Repubbliche , e dagrim-
peradori fu tal denominazione annefia 3 rendendola dete-
riorata della llia ben alta , e nobil natura , anzi del
tutto fpregevole . Non fu mai la dignità del Patriziato,
o il titolo di Patrizio addetto a coloro , che *i governo
del pubblico in qualfifia qualità amminiftraflèro 5 non
avendo mai in tutta la Romana Storia il Patriziato, co-
me fcrive Ottomano {a) , avuta menoma relazione ai
governo , o che fìafl a riguardo del/o ftelTo unquemai
conferito i tantoché tutti gli antichi Governanti del pub-
blico SeKatores , Patrei , Kobiles 5 ma non mai Patritii
furon chiamati . Anzi in tempo , che alla plebe di Ro-
ma furon comunicati gli ufìzj , ed onori Curuli , ed eb-
be efìa la miglior parte nelle principali cariche delia-
Repubblica , coloro , che quelle efercitavano , col titolo di
Nobiks , & nom hominem , ma non già di Padrini veni-
van decorati .
Quefto è , quanto ho potuto da varj , e dotti Au-
tori raccogliere intorno alla dignità , e titolo di Patri'
zìo 3 dignità , che non ebbe mai altra avanti di se 3 e per-
ciò a' Principi, a' Regnanti, agi' Imperadori Iteffi conce-
dura 3 titolo , che fopra tutte Te nazioni più eulte è fia-
to fempre mai attribuito a ì primi uomini della Repub-
blica , che la prima , e più ragguardevole nobiltà rappre-
fentavano, ed a quei , che per lo Iplendore , e nobiltà
della loro famiglia tutti gli altri avanzando , eran ripu-
tati padri della Patria , e del Principe . Nei tempi appre{^
io , fpecialmente in Italia , Pairizj fono ftati chiamati i
principali Signori di ciafcuna Città . Nei tempi noftri
così in Italia , come in Francia tutti quei fono ap-
pellati Patrìzj , che la prima nobiltà generofa
rappiefentano 3 e nel noftro Regno quefto
titolo è quello , con cui i nobili ex
genere dagli altri ceti , ancorché
nobili , ed illuftri , vengono
marchiati , e dillinti .
Ma
(a) Frar^cìfcui Ottoman, in Comm. 2;erh, Feti» v* Patrìtiì,
Libro Secondo. 407
Ma profeguiamo la noftra Sroria . Sotto il Principe
Adenulfo durarono in fornma tranquillità le cofc di que-
fti Paefi fino all'anno 933* ^^ in tal tempo furono tur- An.933.
bate da Gregorio, Duca di Napoli, e da i Capitani del-
l'Imperador Greco j tantoché convenne a' Principi di Be-
nevento, di Capua , e di Salerno chiamare in ajuto Tco»
baldo, Marchcfe di Spoleto, e altri Principi Italiani, coi
quali fi difefero egregiamente contra le continue incur-
fioni , e travagli de' Greci . Or non è qui da tralafciare un
cafo piacevole , riferito da Pier Francefco Giambcllari (a)
nella Tua Storia d' Europa . Quefto Teobaldo per felvatica ,
e dirp-etata maniera , che ufava verfo di quei , che face-
va prigioni , per innata Tua crudeltà , e per odio , cho
portava a' Greci , non permetteva ricatto alcuno 5 ma.
tutti li caflrava , e così caftrati li rimandava al loro Ca-
po , dicendo loro per difpregio ; Io so , che 'J voftro Im-
peradorc tiene fommamente cari gli eunuchi j però ora
ii mando quefii pochi , fperando di breve mandargli mag-
gior numero per fcrvizio di fiia Maeftà . In quella guer-
ra tra' Beneventani , Salernitani, e Greci furono prefi al-
cuni Terrezzani dei partito de' Greci 3 e mentre Teobai-
do faceva efeguire la fua crudel ufanza di farli caftrarc,
venne al campo una bellifiìma donna, moglie di uno di
qi:ei prigioni 3 gridando ad alta voce , bagnandcfi tut-
ta di lagrime, e ftracciandofi dolorofamente i capelli , fi
doleva della pefiTma ufanza di queir età , e della crude-
Je introduzione di far guerra alle donne, le quali noiij
ingerendofi in cofa alcuna di guerra , o di pace , falvo
che cuftodire le loro famiglie private 3 pur tuttavia ve-
nivano afiaflinate, e opprefle dagl' Italiani , i quali avreb-
bero dovuto più prefto pigliare le loro parti , e difen^
derle. Continuò quella il lamento, e le grida , finattan-
tocchè fu introdotta al padiglione di Teobaldo, ove al-
zando più Ja fìebil voce , e percotendofi più che mai ,
venne fuora il Marchefe , e veduta la giovare anguftia-
ta , le dimandò la cagione di cotanto duolo ; ella , in-
Fff termef-
(a) Z/^. s.
4o8 Storia Civile di Capua
ternieffo alquanto il gridare , ma non ie Jagrime , così
gli rifpofe : La cagione del mio dolore non è forfè altro-
ve udita, ed è la maniera introdotta di far guerra a i.oi
povere donne, che, fenza travagliarci nelle armi , atten-
diamo folamente al fufo , e all' ago ; quefta mi coltrin-
ge , generofo Signore . contra mia voglia a lamentarmi
de' danni noltri. Rifpofe Teobaldo : E' forfè alcun vile,
che faccia guerra alle donne ? Replicò ella ; voi (ìete , o
Signore, che non contento di torre l'entrate , i bcftiami,
le facoltà con tutte le altre cofe , che ci fono comode,
ci togliere ancora , ohimè! quelle ancora, che per noi
fole fono ordinate dalla natura j quelle che così cara-
mente ci compriamo 5 e quelle ftefle , che fopra tutto
r altre cofe guardar fi debbano, non volendo finir il Mon-
do , o lalciarlo fenza chi T abiti . E qual guerra più afpra
potete farci , o qual perdita , e danni maggiori pote-
te dare a noi niefchinelle, che lafciando agli uomini le
cofe loro , levate alle fole donne tutto ciò , che elle han-
no pili caro ? Le capre , le pecore , e tutte le altre fa-
coltà , che i giorni pafìTati ci avete tolte , non m.i hanno
mai levata di cafa, ma di quello, che privar mi vole-
re adelfo, caftrando mio marito, mi ha fofpinta fuori j
e facendomi intutto dimenticare di efier donna , e gio-
vane , mi ha condotta al voitro cofpetto > per impetrar,
fé non fiete di pietra, o di feiro, che mi ila fatta gra-
zia dd mio, e mi fìa rcnduto il mio marito cosi fa no,
ed intiero, come lo comperai. Si mode a gran rifo Teo-
baldo , e tutti i circodanti ridendo , pregarono il graru
Capitano di farle reftituire il marito , fenza castrarlo .
Così ordinò Teobaldo , che appena poteva profferir pa-
rola pel gran rifo 3 e ie fece dare ancora tanto beftiamt,
che rilloralfe tutto quello , eh' ella diceva di aver patito
in tutto il tempo di quella guerra . Mentr'ella rutta con-
tenta col marito , e coi doni ritornava verfo fua cafa ,
Teobaldo le mandò a dire appreffo , che cofa volevo,
cfla , che fi togliefle a fuo marito , fé ritornava piiì su
combattere? la giovane, che fi trovava allegra della gra-
zia
Libro Secondo. 409
2ia ricevuta , nTpofe ; Egli ha occhi , nafo , orecchie , ma-
ni , piedi , e tante altre cofe , che fono fue , Teobaldo
gli tolga quello, che vuole, e mi lafci quello, che mi
ha benignamente donato , elTendo mio , e non del mio
marito . La qua! rifpoffa raddoppiò al Capitano il ri(ò j
ma da allora mitigò la crudele ulanza di caftrare i pri-
gioni . Non molto dopo fi fece la pace tra l' Imperador
Greco, e i Beneventani j e fi vifTe molti anni in placida
quiete .
Il Principe Landulfo regnò infjeme col fuo fratello
Adenulfo II. ventidue anni in £no all' anno 932. Fu dipoi An. 932,
quefto Principe difcacciato j ed efiendofì ricoverato in^
Salerno, fu da Gunimario II. fuo genero , benignaa^en-
te accolto. Volle però Landulfo, che nei Diplomi fi ri-
tenelie , e fcrivefie ancora il nome del fuo fratello fcac-
ciato . In quefii tempi , eflèndo a Gregorio nel Ducato
di Napoli fucceduto Giovanni, fuo nipote, fu da coftui
rinnovato il Concordato fatto nell'anno 911. tra il gli
detto Gregorio con Adenulfo I. : nel qual Concordato
Giovanni Confolo , e Duca promette a Landulfo!., e ad
Adenulfo II. fuo fratello , ancorché quelli fi ritrovaffo
fuggiafco in Salerno, e ad Adenulfo III. figliuolo di Lan-
dulfo I. di non inquietare il Principato di JBene vento col-
le fue pertinenze , né il Contado di Capua , né Teano
colle fue pertinenze, né gli uomini di quefti Stati: ma
di continuare fra efli una concorde amicizia 3 e così al-
l'incontro promettevafi fra quefli una flabile , e ferma-
pace 5 e di giudicare nelle loro caufe giufla le leggi Ro-
mane , e molti altri parti fi accordarono fra loro , fe-
condo le difpoflzioni delle leggi Longobarde , Donde fi
nota , che fin da quefli tempi preffo tali popoli la leg-
ge de' Longobardi era la dominante, e indifferentemente
oflervata *
Nell'anno 933. , morto in Salerno Adenulfo IL, Lan- An.pjs.
dulfo affociò al Principato di Capua , e Benevento Ade-
nulfo in. , fuo £ghuolo , e un altro Lzndulfo , ancho
fuo fighuoio , che chiamare Landulfo IL Mori Landulfo
Fff 2 il
41 o Storia Civile di Capua
An.943. il vecchio verfo Tanno 943. , lafciando per fucceflbri que-
fti due fuoi figliuoli : ma nell'anno feguenre 944, reftò
folo Landulfo li. a regnare , né mai Benevento da Ca-
pua fu feparato intorno airamminiftrazione , e governoj
formando Tempre appo coltoro una fola Dinaltia , an-
corché per la lor (cdc , ch'era in Capua , foffero flati ap-
pellati Prifìcipes Benez^entanorum , G? Capuanoruf» ,
lì Principe Landulfo II. in fua vita afTociò altresì ai
Principato nell'anno 959- due figliuoli 3 Pandulfo , cho
roftienfe , e gli altri Scrittori chiamarono Capo di Ferro,
di cui appreflò C\ farà memoria per le (uo, famofe gefta,
e perchè nella fua perfona s* unì anche il Principato di
Salerno 5 ed un altro Landulfo , che io dirò III. , i qua-
li, morto Landulfo IL intorno all'anno 953.» gli fucce-
dettcro nel Principato . Ma Landulfo IH, eifendofi divifo
col fratello , e toccatogli in forte il Principato Beneven-
tano , fifsò la fua (^àt in Benevento {a) . Onde fi videro un*
altra volta divifi quefti due Stati 3 in Benevento prefeden-
do quello Landulfo, e in Capua Pandulfo Capo di Ferro,
Ma pofcia nell'anno 969. , elTendo morto Landulfo IH. , an-
corché avede lafciato un fuo figliuolo Pandulfo II. , nul-
la di meno Pandulfo Capo di Ferro , il quale da Aloara^
fua moglie, avea cinque figliuoli, Laadulfo , Adcnulfo ,
Landonulfo, Laidulfo , e Rainulfo , per Timpetuofa bra-
ma di dominare , aggiudicò ii Principato di Benevento a se,
ed al fuo figliuolo Landulfo IV. , efeludendone il fuo ni-
pote Pandulfo II. , il quale poi finalmente , avendone di-
fcacciato Landulfo IV. , lo ricuperò, e a' fuoi poitcrì lo
trafmife .
An.9S7. In quefti tempi, e propriamente nell'anno 957. fta-
vano le cofe d'Itaìia in molta tranquillità. Mariano An-
tiparo Imperiai Patrizio , e Straticò governava le parti in-
feriori del Regno per i'Imperador Greco 3 Gifulfo, figliuo-
lo di Guimarjo maggiore reggeva il Principato di Saler-
no, Pandulfo il Principato di Capua, e B'^nevento , co-
liic anche il Ducato di Spoleto , ficcome fi fa chiaro dal-
la
(a) Velìegrìn. in Stem,
Libro Secondo . 411
la citata Cronaca Cigiienfe M. S. , riportata dal Pellegri-
no nel luogo ibpraccitato . Qui però e da notare , che
lebbene la Cifra di Capua , e 'i fuo Contado fi domina-
va dal Conte , poi dal Principe j quefti teneva fotto di
se due , o tre Giudici , anche Gaftaldi , che la giuftizia
amminiftravano , e le leggi nella lor piena ofièrvanza-»
mantenevano. Così nell'anno 952. leggo nella Cronaca-i
Cailinefe convenuti in un Capitolo , fatto nel Monilte-
ro di S.Vincenzo in Capua , oltre a diverfe Perfone Ec-
clefiaftiche : Nec non & mhìììjjì-mi Judìcei praedìBae Ci'
VÌtatis Capuae ^ & ^Saldefrìd ^ <2? Adentdfui Gajìaldus .
In quefta ftefla età , e propriainenic in detto anno
957. fi Videro in {a) Cielo due Soli, e nel mefe di Lu-
glio per due giorni tutto il mare da Napoli fino a Cu-
ma divenne dolce , come fcrivono gli Autori di que' tem-
pi. Pandulfo impegnato , che le cofe Ecclefialìiche fof-
fcro ben trattate 5 e fenrendo , che '1 Conte di Alife ufa-
va violenza a* Monaci Gaflinefi , oltre alle pene ordina-
rie , ftabilì, che fotto pena di mille bizanzj d'orò jniu-
no , al fijo Impero foggetto , avefle ardito dì moieftar
luogo , abitatore , e perfona alcuna di quei , che coi
Monirtero di Monte Cafino aveano a fare.
Narra il Giannone,che nell'anno 961. Ottone figliuo* Anp^^»
lo di Errico , Re di Germania , chiamato in foccorfo
dagl'Italiani , che volevano iifcire dalla tirannide dell'ul-
timo Berengario, e di Adelberto, fuo figliuolo , che i'Ita«
Jia dominavano , di già vi giunfe , e con fomma pro-
fpetità nel medcfimo anno 961. acquiftò un tanto Re-
gno . L'Arcivefcovo Valperto convocò un Concilio di Ve-
scovi , e al cofpctto di tutta la Città , e in prefenza di
tutti fu Berengario con Adelberto privato del Regno,
e Ottone per Re d'Italia proclamato . Or reggeva in que-
fti tempi , come fi è detto , il Principato di Benevento,
e 'i Contado di Capua Pandulfo Capo di Ferro infiemo
con Laadulfo III. , fuo fratello 5 quand'Ottone s'incamminò
verfo Capua, per aificurarfi delia fedeltà de* noiiri Prin-
cipi ,
(a) Ammirai IJìor* de Brine, Longoh,^
412 Storia Civile di Capua
cipi , e de' convicini Magnati j portando feco Adelaida fua
moglie , Ibiella di Giluifo , Principe di Salerno , della-»
cui {cóehà molto temeva l'Imperadore 3 forpettando , che
dipendefle dai Greci , da* quali l'onor del Patriziato po-
co prima ottenuto avea . Pandulfo Capo di Ferro con-
ibmma pompa,. e apparecchio ufcigli incontro , e conduf-
fe il Re Tedefco, e la Reina in Capua , ove avea la fua
refidenza j furono da quello Principe fplendida mento ,
e con fommo onore trattati . Or correndo Tanno del Si-
gnore 963. , fpedirono efli una legazione in Salerno al
Principe Gifulfo, invitandolo con molti doni di veniro
in Capua a rivedere fua forella 5 e già vi arrivò ; onde
incontrato da Pandulfo , e Landulfo , fu prefentato al-
J'Imperador Ottone , il quale con molta allegrezza for-
te dal Trono , fcefe ad abbracciarlo 5 fi baciarono con»»
molti fegni d'allegrezza : l'ilkiTo fece l'Imperadrice Ade-
Jaida. Poco dopo tali, e sì cari abbracciamenti , e pochi
difcorfì , tra loro avuti , co i quali Ottone fi allìcurò della
fedeltà di Gifulfo , e molto più di quella del Principe di- Ca-
pua , fé ne ritornò Gifulfo nella fua rcfidenza di Salerno.
Allora fu , che Pandulfo Capo di Ferro , entrato iru
fomma grazia di Ottone, ottenne per Imperiai autorità,
che 'ì Contado di Capua foflè innalzato ad edèr Princi-
pato, e ad eflèr egli nominato Principe di Capua, fic-
come dipoi furono gli altri , che a lui vi fuccedettero ;
An.996. e da quello tempo, cioè verfo il 969. , e non da Adc-
nulfo cominciarono i Principi di Capua , come dimoerò
il tanto lodato Camillo Pellegrino ; al quale onore fuc-
ceflè , dappoicchè Capua nell'anno 968., (econdo il Gian-
none , o nell'anno 966., fecondo altri Autori , portati dal
Paggi , fu parimente innalzata ad effere Metropoli ; ono-
re , che ricevette affai prima di Napoli , di Benevento,
e di Salerno . E Giovanni , fratello di Pandulfo , da Vefco-
vo , ch'era di detta Città , ^u fublimato in Arcivefcovo,
e Metropolitano da Giovanni XIII. per giufta gratitudine
al Principe Pandulfo , da cui fu accolto con grandìflìmo
onore in Capua nel! anno 9'^5« • tempo, in cui da' Ro-
mani
Libro Secondo. 413
mani fu egli barbaramente cacciato da Roma 5 anche per
avere il Papa conofciuto , e fperiiiientato Pandulfo tan-
to benemerito , ed affezionato della S.Chiefa ,
Neil* anno 973. Te ne morì Ottone I. , e fuccedetto
all'Impero d'Italia Ortone II. fuo figliuolo , che vivente-»
il padre, era itato ailbciato all'Imperio. Accrebbefi vio
più la di lui fovranità su di quelli Stati', per efler vie
più crefciuta la discordia de' noftii Principi Longobardi j
poiché mentre Pandulfo Capo di Ferro y reftituito in Ca-
pua , Tua fede, infieme con Landuifo IV. fuo figliuolo >
che fede va in Benevento , reggeva qucdi due Principati,
accaddero in Salerno si ftrane rivoluzioni , e fconvolgi-
menti, che pofero fotlbpra tutto quel Principato. Origi-
ne di tanti mali fu la foverchia fidanza , ch'ebbe Giiuifo
a* fuoi congiunti , i quali da efuli , ch'erano , avendo volu-
to egli richiamarli , ed ingrandirli , portarono con inaudita
ingratitudine la rovina del fuo Stato : tantoché dopo l'an-
no 971. Landuifo , congiunto di Gifulfo , col favore de' An.pyr,
Duchi di Amalfi , e di Napoli , Manzone l^atrizio , e Ma-
rino Patrizio , e ajutato dalla forza de* fuoi figliuoli >
fpeciaimente di Landuifo , giovane accorto , e afhjto, con-
certò , e {labili il modo della congiura con alcuni fuoi
dipendenti 3 e già una notte avendo corrotti i Cuitodi,
ebbe campo di entrare nel Palazzo del Principe 3 ivi aven-
do prefo l'infelice Gifulfo infìeme colla difgraziata Prin-
cipefTa Gemma, fua moglie , figliuola di Alfano , e anna-
ta di Alberto, Duca di Spoleto, fé quello condurre irL-
iiirettjfìima prigionia ; ma prima fece fpargere per Salerno
efièr qui quelli già morti 3 poi , perchè fi andava fcovren-
do la loro carcerazione , e perciò crefceva il tumulto de*
Salernitani, li fece fubito levar da Sal'jrno, e condurrò
rillretti in Amalfi , indi difcacciati , che l'ebbe , fu elfo
Landuifo a forza giurato Jor Principe da' Salernitani , ed
egli affunfe per fuo collega al Principato l'altro Landui-
fo, fuo figliuolo, circa Tanno 972. in 973. An.972.
Ma fu un tal iniquo difegno ben toflo diUipato ; 973'
poiché non meno Indulfo , figliuolo del detto Landuifo,
che
414 Storia Civile di Capua
che molti Salernitani , e molti principali congiunti di
Gilulfo infiniiarono a' Salernitani , che ,dircacciati i Tiran-
ni , f] deflero aPanduifo Capo di Ferro ^ il quale faprebbe
colle {kìC forze reitituir loro Gifuifo . Cesi fu tutto efe-
guito 5 imperocché il Principe di Capua , e di Beneven-
to , Pandulfo Capo di Ferro , invitato da' congiunti del
Principe Gifuifo, e da' Salernitani, i quali in varj Caflel-
li fi erano fortificati, per ricevere il fuo ajutoj compaf-
lionando il cafo di quel!" infelice Principe , eh' e;a fuo
conlòbrino , prefe con incredibile piacere V impegno di
refìituiie Gifuifo nel fuo Principato 3 ed avendo unito
alquante fue truppe , s' incamminò verfo Salerno, ovo
unitofi già coi Salernitani , che (lavano ne' Caftelli ,
efpuc^nò tutti i luoghi del Principato di Salerno , depre-
dando il Pacfe intorno , e lo cinfe di eretto afledio . I
Landulfi , padre, e figliuolo, gli fecero molta refiftenzaj
e non fidandofi de' Salernitani , che già loro moftravan-
fì nemici , valevanfi di Manfone Patrizio , che tenevano
preflb di loro nel Palazzo co' fuoi Amalfitani , a' quali
diede la cudodia òtWt Torri, che circondavano Ja Cit- fll
tà . Ma non poterono lungo tempo refifiere alle forzo ^
An.974. di Pandulfo , il quale finalmente nell'anno 974. i'efpu- '
grò , e difcacciati i Tiranni , non per se cccupolla 3 ma
in qucfio (iefio anno la reftitui al legittimo Principo
Gifuifo, e a Gemma. Indi quefti, o perchè fodero così
tra loro convenuti, o pure per gratitudine di tanti be-
nefizi , non tenendo figliuoli , adottaronfi Pandulfo , fi-
gliuolo di Pandulfo Capo di Ferro , che vollero ancho
iQituirlo Principe di Salerno 3 e Gifuifo volle averlo per
An.978. compagno nel Principato , finché vide circa T anno 978.
Morì dunque Gifuifo in queir anno , e reftò Pandulfo
fuo fuccelTore in Salerno. Ma Pandulfo , fuo padre , vol-
le affumere il titolo di Principe infienie col figliuolo : onde
avvenne, che nella perfona di Pandulfo Capo di Ferro fi unif-
fero tre titoli , e foffe detto Principe infieme di Capua , di Be-
nevento,e di Salerno,come fcrifle l'Anonimo Salernitano ((?),
che
(a) Fellegr, in Auon, Salem» pag, 2.16,
Libro Secondo- 415
che fin qui continuò Ja fua Storia .
Nell'anno 981. Te ne morì Pandulfo Capo di Ferro y An.981.
avendo Jafciato Landulfo IV. , e V altro Pandulfo , Tuoi
figliuoli , a governare i loro Principati di Capua , Bene-
vento , e Salerno . Fu il medcfinio Capo di Ferro il più
ricco , e potente Principe di quelT età in quefte nolire
Piovìncie . Egli non folo fu Principe di Capua , di Bene-
vento , e di Salerno 5 ma era ancora Marchefe dì Spo-
leto , e di Camerino , poHèdendo perciò poco meno , che
la metà d' Italia . Di lui (ì leffero molte opere di pietà ,
di avere con fommo onore 1' anno 965. accolto in Ca-
pua il Pontefice Gio. XIII. , come fopra già dilli , di aver
di molti doni , e privilegj arricchito il Moniftero Caifi-
nefe in quel tempo , che vide . Ma la vifione di un So-
litario {a) y al quale , come narra Pier Damiano , parve
di aver veduta V anima di Pandulfo effer porrata-»
da' diavoli ali' inferno , fece perdere tutta la ftima..
a quei fatti 3 e fece credere di averli operati , non per
fincero animo di pietà ^ e dì religione , ma per monda-
ni rifpetti .
Morto Pandulfo , e rimafti , come difll , Landulfo IV.
al Principato di Capua , e di Benevento , Pandulfo al
Principato di Salerno , e altri Tuoi figliuoli ben fituati ,
cioè Adenulfo Conte, e Marchefe, Landcnulfo, Gifiilfo,
che fu Conte di Teano {b) , e Laidulfo : cominciarono
molti di effi a correre nemica fortuna , poiché Pandul-
fo fu fubito , dopo ia morte del Padre , privato dt\ Prin-
cipato di Salerno , e s' intrufe nel medefimo Manfone,
Duca di Amalfi , il quale infieme con Gio. I. , fuo figliuo-
lo , lo tenne due anni. Ottone II. fubiro , in quello ftef-
fo anno 981. nel mefe di Dicembre , non perendo fof-
trire T intrufione di Manfone , allediò Salerno, per difcac-
ciarnelo , come illegittimo Principe ; ma poi feppe Man-
fone ben placarlo ; onde levò V afiedio , e lo rimafe in
quel Principato 3 né Ottone ebbe penfiere , che folTe re-
flìtuito a Pandulfo, forfè perchè da lui era riputato pa-
Gg^ rinien-
(a) PelJegrÌK,parf.7*ad Afion.Salern. (h) Pelkgr*
41 5 Storia Civile di Capiia
rimente Principe illegittimo , eficndo fucceduto à quel
Principato per l'adozione , fatta da G.fulfo j e le con-
fuetudini Feudali , che tratco tratto eranfi introdotte in
quefti luoghi , vietavano a' figliuoli adottati , fuori del
diritto (uccedcre ne' Feudi dei padre adottivo.
L' altro figliuolo di Capo di Ferro Landuifo fi unì
con Ottone li. Imperadore di Occidente , che venne fi-
no aCapua , e con fortillimo eferciro andò con Adenulfo,
fratello dielTo Landuifo , a Taranto, a Metaponto , e poi in
Calabria , ove (èrbando mal animo contra i Greci , nacque
una gran battaglia tra queflo efercito, e quello di Co-
ftantino Porfirogenito , unito coi Saraceni 5 ed in efi'a fu
tutto r efercito di Ottone rotto , e fconfitto , e vi rima-
fero uccifi i due fratelli, Landuifo, e Adenulfo 1' anno
An.982. jgi Signore 982. fecondo fcrifie la Cronaca Caliìnefe (j).
Ritornò V Lmperadore in Capua da sì dolorofa fcon- ^
fitta , per confolare Aloara della morte del marito Pan-
dulfo , e de' figliuoli Landuifo , e Adenulfo , confermò il
Principato di Capua a Landonuifo , altro fuo figliuolo 3 in-
di fé ne pafsò a Roma , ove ftudiava di formare un^
nuovo efercito , per rinnovare la guerra contra i Greci j
ma foprafFatto dalle fatiche deli' animo , e del corpo , fé
ne morì . Aloara , efièndo fiata nel Principato infiemc->
col fuo figliuolo per ben otto anni , anch' eOa fé ne paf-
sò all'altra vira .
Non fi videro fcorfi quattro mefi , dopo la morte di
Aloara , che molti Capuani , mal contenti del governo
dei Principe Landonuifo , gli congiurarono contro nella-.
V. feria di Pafqua , giorno 20. di Aprile, V anno dd Signo-
An.p93. re 993. : e mentre in tal giorno egli ftava dentro la.»
Chicfa di S.Marcello , oggi ben eulta, e pingue Parroc-
chia della Città di Capua , dove in detta giornata era^
folito dalla Chiefa Arcivefcovile portarfi in folenne pro-
celìione il Clero, i Cavalieri, e '1 Principe di Capua, fu
ivi da' congiurati miferamente uccifo , e poi fepellito nel
Moniftero di S. Benedetto , dirimpetto la Chiefa di S.Mar-
cello 1
(a) Libt 2, cap» 9>
Libro Secondo . 417
cello , ove ora fono i PP. Gesuiti . Nello ftefTo tempo , ei-
fendofi l'Arci vefcovo di Capua Ajone ricoverato nel Mo-
niftero di S. Benedetto, infeguito anch' egli da' Capuani
mal contenti , ivi fu poi da' mcdeflmi avvelenato, e inor-
to , fecondo fcriffe Giovanni Abate Callinefe, che fu pri-
ma Arcidiacono di Capua , rapportato nella Storia de'
Principi Longobardi dal noftro Camillo Pellegrino , pref-
fo il Muratori (/x) ; Conciììum fecerunt Capuani ^ qualìter
interficerent Landenoìfum Pr'mcipem , filìum Pandolfi exi"
r/jìl Pri?2Cfpis , quod (^ fecerunt . Nam quinta feria in^
Jiihis Fafchae , di^m procederent ad S» Marcelìufn , pera^
tlis Mijfarum folkmniis a Praefu/e ejufdem Civitatis Ajo
nomine 't egrejjus praediBiuì Princeps foras Ecckjìam, in*
furrexerufit in eum ( prob dolor \ ) cum gladìis , {i? pifti"
bus , & interfecerunt eum , atque exutum ':^ejìibus , nu^
durn in platea eum reliquerunt . Quem rapientes Mona-
chi S» Benedite i y in eodem Monajìerio ante Secretariunu»
eum fepelierunt . Archiepifcopui 'vero [upradiBui fugit in
jam diBo Monajìerio , quem etium pojìea ibidem jam di&i
Capuanitei 'Deneno peremerunt , fepultafque eji ante Re-
già Secretar a , con ciò , che Ck^uc .
Due anni prima quafi volle h Terra dar fegnì di
quefta futura fcelleratezza 5 imperocché accadde fpecial-
mente in Capua (b) , e in Benevento un gran tretnuo-
to, e fece danno notabile all'una, e all'altra Citta . In
Capua gittò a terra molte cafe , e le campane delle Chie-
fe fonarono da per loro. In Benevento poi abbattè quin-
dici torri, fotte le quali reftaron morti 150. ubmini. In-
fornala fu un chiaro prefàgio , come fcrivono alcuni
Autori, della crudelillìma morte del Principe di Capua,
e di Benevento 3 e che avea a fuccedere omicidio così
barbaro di un Principe, di parentela, e di fangue tanto
cofpicuo , eh' empì di fìuporc non meno , ciie di pietà
tutta l' Italia .
Ma non reflò certamente invendicato j poiché Tra-
Ggg 2 fimon-
(a) Rer. liaL fcript, tom. 11* pag, 271*
(bj Sigon, de Regn, Itah
41 8 Storia Civile di Capuai
fìmondo > Conte di Chieti , ftretto parente di LandonuU
fo , chiamato in fua compagnia Rinaldo , e Odorifio ,
Conti di Marfi , l'uno, e l'altro della chiariffima (^) fa-
miglia di Sangro , fé ne venne a Capua con poderofo
efercito , due mefi dopo feguito l'infame delitto j e già
pofe r afledio alla Città , che lo tenne per 15. mefi, e
fecondo alcuni Autori , per 15. anni j e diedero efii il
guafto a tutto il Paefe , avendo faccheggiata la Città >
amraaz2ati , e malmenati moltilfimi Capuani , fpecial-
raente i congiunti anche larghi di parentela ai congiu-
rati , e fé ne tornarono alle loro Signorie » Ciò niente;
piacque ad Ottone IIL» allora Imperadore di Occidente,
non ftimando la vendetta propria , ma trafverfale , per
non edere ftati puniti tutti i congiurati > aveando potu-
to nel loro afledio facilmente aver danno gì' innocenti
per gli rei : onde loro ordinò , che foflèro di nuovo ve-
nuti a Capua fotto la guida di Ugonc Marchefe , come
già fecero 3 vi pofero ftrettiflimo afledio , e mai non il
levarono , né ceflarono d' inquietare , e trapazzare i Ca-
puani , finattantochè quefti , non potendo più fofFrire tan-
ti travagli , e ridotti in eflrema difperazione , diedero in
mano loro i congiurati , e gli uccifori dd Principe , de'
quali altri furono in Capua fl:efla impiccati , ed altri
dopo mille ilrazj furono ivi ucci fi ; Pojìmodum ( dice la
Cronaca Caflinefe {b) ) prò hac eadem Primipis nUìonc
Vstiìt Capuam una cum praedìBh comìtihni Ugo Marchio^
fnijj^i tf^ Imperatore , & ohfedit eam undiqus per muU
toi dies , qtioufque ei traditi funt UH , qui praediBum^
FriKcipem interfecerant , qtioi accipiem [ex de illis in^
furca fufpendìt , ceteros 2jero diverjìi , & "jariii postìii
mulBavìt .
Giacché però ho nominato Ugone Marchefe , è qui
di mettieri far picciola pofa , per poter ben rifletterò,
che febbene il titolo di Marchefe fia nome di dignità
Longobarda, poiché tal nazione dopo la morte di Clet-
fo
(a) Duca della Guard, della famìgl Marchefe pag^224,
(b) Cap. 18. pag, 195»
Libro Secondo. 419
£0 per r orrore, che aveva al nome Reale, creò l'anno
575. trenta fei Duchi, più Conti, e alcuni Marchefi^ pu-
re con tutto ciò vuole il Duca della Guardia Ferrante-»
della Marra nel Tuo eruditiiiimo Libro cfe' Difcorjì delk
Famiglie Nobili , che tal titolo palsò poi in cognome ,
o fìa cafato , alla famiglia Marche(e, molto prima del-
l'anno millefimo, che o per dignità, o per cognome (ì
trovi in perfonaggi grandi , ed illuftri j e che fin da' tem-
pi de' Longobardi , era in piedi tal famiglia nelle perfo-
ne di Ugone , Alberico , Adone , e Guidone , negli affari
di Napoli , e dtì Principato di Capua , e del contorno
fempre occupati . Cosi Guidone Marchefe Tanno 895. ,
difcacciando i Greci , s* impadroni d^ì Ducato di Bene-
vento, come fcriife Erchemberto: Guido Marchejiui oh"
ùnuit Vrincipatum ilhtm anno i. , ^ menfei oBo , Albe-
rico Marchefe V anno 995. fi trovò con buono cfcrcito
a dar ajuto al Papa Gio. X. contra i Saraceni , de i qua-
li fé n'ebbe prefTo il Garigliano una compiuta vittoria,
e fu liberata tutta la Terra di Lavoro da tal pefte . Afto-
ne , figliuolo di Trafimondo Marchefe , 1' anno 972. ef-
fendo Capitan Generale deli' Imperador Ottone , riportò
da' Saraceni di Pcglia una fegnalata vittoria j mettendo
quarantamila di loro in fuga , ed infino a Taranto per-
fequitandoli, come fcrifTe il Protofpata .* j^fino 972./?^-
gnavit AJìo , fiUui Trajìmundì Marchijìi . Ugone Mar-
chefe l'anno 991. fu anch' egli per l' Imperadore Otto-
ne in. Capitan Generale col fuo efTercito all' affedio di
Capua per la morte dell' uccifo Landonulfo , come già
diiiì di fopra .
Da efli difcefero i tre fratelli , Tancredi , Ugo-
ne il Grande , e Guglielmo Marchefe , che tutti e tro
pafTarono all' acquiflo di Gerufalemme , tra i quali Tan-
credi fu quel famofo , e gran Capitano , tanto celebra-
to da Torquato Taf^o nella fua dottiffima Gerufahm-
me diftrutta pel fuo gran valore j ed effendo egli fola
de i tre fratelli tornato vivo da quella guerra di Ter-
ra Santa j crede il jDuca della Guardia , che da lui deri-
va
42 o Storia Civile di Capiia
va tutta la famigl a Marcliefe .
Da' Longobardi dunque difcefe , e fi fermò in Ca-
pua quefta famiglia Marchefe del Conte di Moiifl , o
in Capua vilTe nobilmente . Fu aliai potente anche per
gli gran parentati , che fece 5 poiché Tancredi già detto
ebbe in moglie Cecilia , figliuola naturale del Re Filip-
po di Francia , e di Bertranda , Contefla di Angiò 5 per
amor di detta Bertranda il Re ripudiò la Regina Ber-
ta , fua moglie, da chi difcefe Ugone Marchefe, Conte
di Molifi . Altri parentadi ancora fece con perfonc di fan-
gue Reale, ma perchè fé ne ftava in Capua una tal fa-
miglia , e molti onori in Capua ottenne, apparentò fem-
pre colle prime, e piià antiche nobiliflìme famiglie della
Città . Onde imparentarono i Marchefi con Bartolomeo
di Capua , Gran Protonotario del Regno , con Camilla.
Pandone de* Conti di Venafro, con Maria di Aquino de*
Conti di Loreto , con Giulio Cefarc di Capua , Marefcial-
lo del Regno , con una Signora della famiglia Evoli ,
con altra delia famiglia della Ratta de' Conti di Cafer-
ta , con Ruenzia , poi con Dianora del Barone , nipote-»
di forella del Gran maeftro di S. Lazzaro della famiglia
d' Azzia , dalla qual Dianora nacque Fabio , e una fi-
gliuola , detta Camilla , maritata con uno della nobilo
faaiiglia Pellegrino di Capua , da tempo fu eftinta, che
fin dall' anno 1272. era congiunta in iftretta parentela-
col Papa Gregorio X. chiamato Diodato Vifconte da..
Piacenza , prima di elTèr Pontefice.
Di quefta famiglia Marchefe, nobile Capuana, fu il
famofo Fabio Marchefe Giureconfulto , che oltre alla no-
biltà del fangue , per 1' eminenza della dottrina , per ia
fublimità dell'ingegno, e della maravigliofa memoria.;,
anzi per V integrità fomma della fua vita, fu il primo,
che rimettcflè in fommo grado di riputazione Ja profef-
fion legale , fiimata da lui in un Cavaliere per fingolar
ornamento j come quella, egli diceva, eh' era fuccedu-
ta in luogo dell'arte oratoria, già tenuta in tanto pre-
gio preiTo gli antichi Romani; talché Elio Sparziano, vo-
lendo
Libro Secando. 421
lendo ingrandire la nobiltà di G.uliano Imperadore , d f-
fe , che S.iIvio,fuo bifavolo paterno , fu due volte Con-
fo] o , Prefetto di Roma , e quelche più io rendè nobi-
le, sì fu l'ellère ftato Giurcconfulto . Da Fabio Marche-
fé difcefe il fai-nofo Conligliere Andrea Marchefe , ne' tem-
pi noffri gran lume de'Rei^j Tribunali .
Nell'anno 1500. Berardino Marchefe , difcendento
da Fabio, e da Andrea, ebbci per moglie una dama di
cafa Azzia , dalla quale non ci ebbe tigliuol; ; Gio. Gia-
como Marchefe, Capitan de' cavalli , a ièrviggio dell'Im-
peradore l'anno 1523. fu uno de* principali Autori, che
Capua, morto Lotrecco all' ailldio di Napoli , pronta-
mente ritornaffe alla parte Imperiale : dal che nacquo
tutta la quiete , e la pace di Napoli j perchè V efercito
de' Francefi , fentendo Ja refa di Capua , perduta ogni fpe-
ranza , levòrafìedio, lafciando all' Imperadore una com-
piutiiUma vittoria . Quefta famiglia Marchefe, non fono
due fecoJi , che fé ne pafsò in Napoli , ed oggi rifplen-
de ne] Principe ài Crucoli , e di S. Vito Giufeppe Mar-
chefe, al prefente marito di Nicoletta dell'aflai nobile , e ri-
noicata famiglia dd Balzo della Città di Capua .
Del Principe di Capua Laìdulfo .
R profeguendo il filo delia prefente Storia , convicn
notare, che dopo i'uccifo Principe Landonulfo gli
fuccedette nel Principato il di iui fratello Laidulfo . Ma
avendo Ottone III. fcoverto , che quefto ancora ebbe-»
mano alla congiura contra il fuo fratello , mofìo dallo fpi-
rito di ambizione di poter prefto egli regnare 5 gli par-
ve cofa fcellerata , che un empio dovefle efièr Signoro
di Capua , e alzare il Trono sulle rovine di wn fuo fra-
tello, e nello fteflb luogo, dove avea fatto quello am-
mazzare 5 lo cacciò dal Principato , e lo trabalzò di là
de' monti . In tanto fece Principe di Capua un certo Ads-
mario Capuano, nato dal Chierico Bal'jamo , il quale,
crefciutofelo fanciullo , teneramente amava ; e per onorar-
io,
4^^ Storia Civile di Capua
lo, r avea dato poco prima il titolo di Marchefè . Indi
conofcendo i Capuani non eiTerc Ademario degno di tal
Signoria, lo cacciarono dal Principato, e crearono Prin-
cipe di Capua , e di Benevento Pandiilfo di S. Agata, fi-
gliuolo del già detto Principe Pandulfo , nominato Capo
di Ferro .
Dì Fanduìfo dì S, Agata ,
An.990. 13^^° prima dell' anno 99^* Pandulfo II. prefe il Prin-
X ciparo , queir ifteflb , che nella Cronaca Caflìnefo
vien chiamato una volta Landulfo . E fu IX. Principe di
Capua , e di Benevento T anno ài^ì Signore 995. , nel
qual anno fu coronato in Roma T Imperadore Ottono
III., regnando ancora in Coftantinopoli Coftantino Por-
fi rogcnito . Non mancarono le folite calamità in quefti
tempi > che apportarono i Saraceni al noftro Principato^
ppichè fcorfa , e devaftata la campagna da quefti fieri
nemici , nel miliefimo anno invasero Capua , e ia prefe-
ro . Di che avvifato Ottone, tofto calò in Italia, disfe-
ce i Saraceni , e li cacc.ò da Capua, e da' fuoi confini.
An.iooo. In queft' età dopo 1' anno milleflmo di noftra fa-
Iute vennero i Normanni in Salerno , e fi fentirono le
loro armi psr la Puglia 3 furono efll acclamati da tutte
quelle nazioni , che pretendevano efcludere i Greci . Il
Principe Pandulfo 0 moftrò con tutti i fuoi Capuani im-
pegnatiffimo , e fedele all'Imperio Greco. Onde in fegno
della iua fedeltà , mandò all' Imperador Bafiiio le chia-
vi d'oro della Città di Capua, facendogli intendere, che
ciò , eh' egli aveva , all' Imperio Greco farebbe fedelmen-
te foggetto . L' iftefìb Pandulfo , volendo moftrar fegni
più chiari ali' Imperadore della fua fìncerità , e ofTervan-
za , gli diede in mano Dato , Cavaliere di Bari , capo
congiurato de' Greci infìeme con Melo , fuo cognato 3 e
toltolo dalla Torre ^q\ Garigliano , ove flava fortifica-
to, Io mandò in Bari, ove fu cucito a guifa di parrici-
da in un otre , e gittate nel mare . Fu però quefto
Princi-
Libro Secondo. 423
Principe Pandulfo troppo difordinato nel fuo governo ,
e commife delle gravi fceJJcratezze j tantoché fu ftima-
to degno di morte dall' Imperadore Arrigo V. , che nel-
r anno 1022. con buono cfercito calò in Italia , per ven-An. 1022.
dicare la morte di Melo 3 e già farebbefì eleguita la con-
danna , fc Belagrimo , nelle cui mani il Principe fi era-,
pofio , non gli avelie itrpetiata la grazia . Fu nondime-
no da Cefare menato feco prigione in Germania T anno
1023.3 e '1 Principato Capuano fu da lui conferito a Pan-
dulfo , Conte di Teano »
DI Pandulfo Conce di Teano •
QUefto Principe governò Capua , e i fuoi Stati coiiJ
tutta la maggior pace , e quiete . Fu molto pio , e
tece utile notabile al Moni itero di Montecafino. Durò tal
quiete fino all'anno 1024.5 poiché, efiendo in tal tem-^n.1024.
pò morto Arrigo V, Imperadore, e fucceduto il fuo fi-
gliuolo Corrado, fu il vecchio Principe Pandulfo per ope-
ra diGuainiario, Principe di Salerno , fuo cognato, libe-
rato da tal prigionia , e i\x dalia Germania ricondotto
in Italia .
Si moftrò egli tutto cortefe , e benigno , e colla ftef-
fa umanità , e gentilezza fi uni col fuo cognato , col
Catapano Bojano , ro'Normandi , e co' Conti di MarlÌ5
e formato un poderofo efercito , fi fermò attorno Capuaj
e già fi difponeva di darle un ben forre afialto , dopo
averla tenuta lungo tempo afl'ediata ; quando il Princi-
pe Pandulfo di Teano raccomandò se, e Giovanni, fuo
figliuolo , alla fede del Catapano , donde divenne falvo ,
e libero j e cosi fu lafciato andare in Napoli . L' anno
feguente il vecchio Principe Pandulfo girò le {wo, armi
fopra Napoli 3 e già prefè la Città , ne cacciò Sergio ,
maeftro de' foldati , e anguftiò molto i Napoletani . On*
de Pandulfo di Teano , veggendofi molto ffretro , fen-
za fperanza di verun ajuto , fé ne fuggì a Roma, do-
ve bandito , e povero non molti anni dopo fé ne morì,
Hhh avendo
424 Storia Civile di Capua
avendo tenuto il Principato di Capua circa tre anni, co-
me or ora dirò più difFufamente . Leggiamo di quefto
Principe un fegnalato rifcontro in un privilegio , che (i
conferva nella ftanza de/ Teforo delia maggior Chiefa-
di Capua colla data Pr'wcipatids Pandoìfi , (^ Joannìsfi^
lìì anno primo , tertìo Nonas O&o^rh Indiai* VI, , che fe-
condo il calcolo dell* indizione viene appunto T anno
1022. Il fegno di qucflo privilegio è una croce , orna-
ta da nove caratteri , i quali aggiunti infieme fi leggo-
no Fandolphuì ,
Ma prima di paflàre all' altro Principe ò\ Capua^ ,
conviene qui fermarci un poco , e far parola de' Nor-
manni, che verfo l'anno 1005. fino a quefto tempo , e
appreflb ancora vennero , e fì trattennero in quefte par-
ti j fpecialmente nella noftra Città di Capua , che poi
reflero , e dominarono.
C A P I T O L O IX.
Dò' Principi Normctffnì .
I Normanni per antica loro origine furono Goti i s'im-
padronirono dtW Ifola Dannia , volgarmente detta^
Dazia . Da Lutrecco Re de* Danj , popoli , che antica-
mente ufcirono da Gotia , fu Spedito , circa g/i anni del
Signore 860. ,un grolTo efercito di gente [cchz {otto la
condotta di Aftingo , uno de' primi Baroni del Regno,
ad acquiftar nuovo dominio , dovunque gli tornaflTe più
acconcio. Giunti pertanto ne* confini delia Francia, co-
minciarono ad inquietare in tal maniera coMoro aflàlti,
e bravura quel Regno , che per 50. , e più anni aven-
dolo travagliato col valore , e colle armi , per liberar-
fcne, fi rifolvette Carlo IH. Re di Francia, detto ì\ Sem-
■pUce , di dare GìWi , fua figliuola , nei!' anno 911. in
moglie a Rullone , Capitano di tutto V efercito Norman-
no i lo fc battezzare da Franco , Vefcovo di Roano , e
fu
Libro Secondo. 425
fu chiamato Ruberto , e gli diede in dote la Provincia
di Neuftria , Ja quale ha per Merropoli Rothoinago, e
volle , che quefta Provincia fi chiamalTe Nortemania.- ,
che vuol dire Gente Settentrionale , dalla parola Kort ,
che in lingua Daziana fignifìca Settentrione, eA/d;^,che
fìgnifica uomo ; onde tanto voi dire Kortman , quanto
uomo Settentrionale , e per corruzione di vocabolo fu
chiamata Kormannìa , della quale , Roberto, prima dì bat-
tezzarfi , chiamato Rullone , ne fu intitolato Duca , l'an-
no 900. j benché altri Autori vogliano circa l'anno 892.
E cosi terminò la guerra , e T irruzione de' Normanni
contra il Regno di Francia. Roberto ebbe da Gilli , fua
moglie , un figliuolo chiamato Guglielmo , che l' intito-
lò Conte di Altavilla , Caftello di quella provincia . Da
Guglielmo nacque Riccardo 5 da Riccardo nacque Ro-
berto, e Guglielmo fecondo 5 da Guglielmo II. , che fu
il V. Duca di Normannia , nacque fra gli altri Tancre-
di , Conte di Altavilla , il quale ebbe da due mogli do-
dici figliuoli i la prima, che fu Mariella, gli partorì Gu-
glielmo , che poi fu detto Ferroabach , che fignifica for--
te braccio , Dragone , Unfredo , Gaufredo , e Serlono .
Morta Mariella, efiendo egli ancor giovane, pigliò Ja fe-
conda , chiamata Frafenda, dalla quale n' ebbe Roberto,
che fu poi chiamato Guifcardo , che vuoi dire ajìuto y
Malgerio , Guglielmo II. , Alverando , Umberto , Tancre-
di , e Rugiero , che fu detto Bollb j e febbene molti Au-
tori differifcano nel nome di quefti figliuoli 3 quefti no-
mi però fono i più appurati, defcrivendofi dal Malater-
ra («) , Autore, che fcrifle in quei tempi.
Riferifce qui ia Cronaca Caflìnefe , che circa Tanno
di nollra falute 1005. fi cominciarono a fentire Je armi
di quefta beilicofà profapia nelle noftre Provincie 5 poi-
ché in Salerno capitarono da 40. Cavalieri Normanni, e
tra di eflì Roberto , fratello dì Riccardo , in abito da^
Pellegrini , i quali venivano dal Santo Sepolcro di Ter-
ra Santa , uomini bellicofi di volto , alti, e grandi di per-
ii hh a fona,
(a) Caj^. 38- Uh. z.
426 Storia Civile di Capua
fona , e come poi fi vide , nelle opere militari molto
efperimentati . Coftoro trovarono Ja Città di Salerno co
i luoghi convicini oppreflì dalle fcorreric de' Saraceni j
dimandarono a Guaimario , Principe di Salerno , di efièr
provveduti di cavalli , ed armi, perchè volevano andare
a provare il lor valore centra quei Barbari . Subito il
Principe li provide di tutto il bifognevole 5 ed cflèndo ef-
fl forniti di quanto dimandarono , ufcirono centra i ne-
mici , e ne fecero maravigiiofa flrage ; onde a Salerno
ritornati qua<] trionfanti , furono dal Principe , e dal Po-
polo con fommo onore ricevuti , e ringraziati . Furono
invitati a reftarfi in quella Corte , e furono loro offerti
fuperbi , e preziofi donativi y ma cffi rifpondendo , che-»
quel, che aveano operato, era flato unicamente per fer-
vizio di Dio benedetto , e che affatto niuna mercede qui
giù pretendevano 3 ricufarono l donativi, e i' invito , o
le ne ritornarono al lor Paefe.
II Principe Guaimario non lafciò di mandare conj
elfo loro Ambafciatori in Normannia , invitando quei po-
poli a venire in Italia 5 mandò Joro non folamente ric-
chi abbigliamenti di cavalli , e vefti regali , ma ancho
belliffimi pomi , cedri , aranci , mandorle , ed altri foa-
vifTimi frutti di zuccaro fciloppati , per mofl-rar Joro lai
felicità , e dolcezza del Paefe effer fenza paragone alcu-
no in tutto r Univerfo . Volle Ja contingenza , che due
Cavalieri della Normannia per una gara, nata fra di lo-
ro , fi attaccalTero fortemente , Gitilberto Bettarico , o
Guglielmo Ripoftello , de i quali GuglieJmo vi rimafo
morto . Difpiacque oltremodo a Roberto , Duca del Pae-
fe, quefi-a zuffa, e fpecialmente Ja marre di Guglielmo:
onde minacciò di volerla acremente vendicare. Gitilber-
to Bettarico prefe J' occafione degli Ambafciatori del
Principe di Salerno, e dell'invito, fatto loro, di venire
in Italia 3 e già menando feco quattro fuoi fratelli , va-
Jorofì guerrieri , Rainulfo , Afclittino , Ofmondo , e Ri-
dolfo con circa 300. altri del Paefe, ben provveduti di
armi , e cavalJi , verfo 1* anno 1006. vennero a tentar
la
Libro Secondo. 427
la lor fortuna (otto il bel clima d* Italia j e giunti nei
Regno di Napoli, fi portarono in Capua , ove dal Prin-
cipe Pandulfo furono ben accolti , e compIin:ientati 5 o
iì trattennero in quefta Corte, donde poi girarono mol-
ti luoghi di quefte noftre Provincie 5 e fé ne fervi il Prin-
cipe per lungo fpa2Ìo in diverfe occafioni di guerra . E
quefta fu la ftconda venuta de' Normanni in Italia.
Veniamo ora alla terza loro venuta . Siegue il Ma-
Jaterra , che i 12, figliuoli di Tancredi riufcirono belli-
cofillìmi 5 e reggendo nel Jor Paeie morti molti vecchi,
i figliuoli de' quali facevano gran quifh'one nel dividere
ia di loro eredità , e quefta divifa non baftava a tantii
venuti perciò in confiderazionc, che ad elfi ftelfi non fuc-
cedefle il medefimo , fatto configlio tra di loro , due,
i maggiori , Guglielmo , e Dragone con buona fequcla-
di amici , e compatrioti partirono da Altavilla di Nor-
mannia, per cercar guadagno, e onore nell'arte milita-
re, e dopo avere fcorfi molti luoghi , pervennero nella
Puglia, ove intendendo, che i due Principi, Pandulfo di
Teano, e Guaimario , il primo Principe di Capua, il fe-
condo di Salerno, ftavano in difcordia , per aver il Prin-
cipe di Capua occupati i Stati di Pandulfo di S. Agata,
vero Signore di Capua , e cognato di Guaimario 3 corfe-
ro i Normanni a Capua , fi offerii ono al Principe, c^
già fecero molte opere valorofe a fuo favore , e contra
il Principe di Salerno, che troppo inquietava i Capuani,
e lo Stato . Ma non avendo da quefto ricevuto veruna
ricompenfa , e veruna mercede , i Normanni difprezzan-
do la di lui avarizia , pafTarono in Salerno , e fecero lo
parti di Guaimario , da chi furono accolti , e contraddi-
ìtinti a maraviglia , non meno per le opere eroiche di
efii intefe , e provate ancora , come per efier partiti dal
fervizio del Principe di Capua , fuo nemico 3 ed avendo
fatti loro molti doni , rima(èro nella fua Corte , facen-
do fpeftb fcorrerie nel territorio Capuano , e inquietan-
do di continuo Pandulfo di Teano , e i Capuani , finat-
tantochè, come dilli di fopra , fu quel Principe afièdia-
to
428 Storia Civile di Capua
to da Pandulfo di S. Agata ; onde fé ne fuggì poi III.»
Roma .
CAPITOLO X.
Seguitano i Princìpi Longobardi.
NEir anno 1025. Corrado IL Imperadore a richiefta,/
di Guaimario , Principe di Salerno , fuo favorito ,
avendo liberato dal carcere Pandulfo di S. Agata , Prin-
cipe di Capua , come di fopra già dilli , finche giunfe
quelli in Terra di Lavoro , coli' ajuro di Rainulfo , di
Arnolino , Conti di Marfi , e di altri Normanni , ricupe-
rò non folo Capua dalle mani di Pandulfo , Conte di
Teano , a chi Errico V. V anno dopo la fua prigionia.»
V avea concefla j ma anche s' impolTefsò di Napoli l'anno
feguente, dopo averne cacciato il Duca Sergio , che ac-
colto avea il già detto Pandulfo, Conte di Teano. Ser-
gio fé ne fuggì in Puglia , e Pandulfo di Teano in Ro-
ma , ove fé ne mori , come dilli 5 e fu la Città di Na-
poli al Principe di Capua fottomefra,elIendo ftata già da no-
flri Longobardi dominata , e vinta , non oftante le gra-
viiììme forze Tedefche , che a foltenerne il dominio a Pan-
dulfo di Teano impegnate fi erano : San&agathenjli , ut
fé a tam vicini , potentifque bojìiì machìnationìbui , /?e-
rìcuììfque tandem erìperet , Keapolìtanam urhem agg^c-
diens , Salernitani Prìncipis Gaimarii , Horthmandorum y
Craecorumque auxiìio ( tn aemuln Theutonìcìi ohjìjìerent^
qui Teanenjls vires fuppeditabant ) vi , dolifque J'uhmijìty
Pandulfo Teanenjl Kotmm , uhi oh Ut , ac Duce Sergio in
yjpuliam clam fugae datis ^ ut eorum vitam ^ excidiumque
liberiate faìtem compenfarent {a) . E d* allora a i titoli di
Pandulfo Principe di Capua, e dell* altro Pandulfo , fuo
figliuolo , s* aggiunfe quello ancora d' effer Principi di
Napoli . Così nelle Cronache di S. Vincenzo in Volturno,
^ di
(a) Proluf, ad Chromc, Ducum Neap, apud Pratil.
Libro Secondo. 429
di S. Maria in Gingia, e nelle antiche fcritture dei Alo-
niftero delle Monache di S. Giovanni di Gapua fi trova
fcritto ; I^ Nowwe Domìni Nojìri Jetu Chrijii Dei Ae-
terni , KUL anno Principatus Domini Pandolfi. , (^ IX,
anno Princìpatus Domini Pandolfi ejus fi Ho glorìojìi Prin-
cìpibus , nec non C3 primo anno Principatut Neapoliiano-
rum ip forum glorio forum Principum menfe Apri li s iiAn^
diB, AUum Teani* E in una Carta del Monittero di S.
Giovanni di Gapua fi ^^gg^ una certa conferma , hono'
rum Ando aldi i Clerici in pertinentiis de Caferta anno i6, ^
Prìncipatui Dom. Pandolfi , & io. anno Principatus Pan*
dolfi ejus filli , G? I r. anno Ducatut Neapoìis eorumdem
gloriojìs Princìpihus menfe Junio 1 2. IndiB, A&um Nea*
poli . E V ifteflb a trova fcritto in una Carta óqì Moni-
fiero di S. Loren20 d* Averfa : Data menfe Martii, Adium
Capuae feliciter . E la Cronaca à^\ Moniftero Cigliefe co-
sì ne defirrive la Storia : An. MXXI^IL IndiH. X. men-
fe Novembri Pandolfus Princeps Neapoìis comprehendit ,
C3 eam funditus depopulatui eji . Sergius Dux , & Comes
Te ani in fugam [e commiferunt ^ & Capue Princeps fa&us
ejì Duic Nfapolitum annos duos , ^ tììenfes fex , cioè a.,
dire dal mefe di Novembre 1027. fino al mefe d'Aprile An.1027.
1030. .'qualunque fi fia 1' opinione di altri Autori circa^
il maggiore , o minor tempo , in cui il Ducato di Na-
poli al Principato Capuano fiato fofie foggerto.
Egli Pandulfo di S. Agata non prima fi vide libe-
rato dalle carceri dal detro Corrado Imperatore dell'Oc-
cidente , figliuolo di Errico , e fi vide Principe Vili, di
Capua , Duca di Napoli, e Padrone di tanti aiiri Stati,
che invece di rendeine continui ringraziamenti ai Sono-
re Iddio , tornò tolto empiamente alle antiche fceiiera-
tezze . Fu un continuo tormento de' Napoletani , oppref-
fe oltremodo i Capuani, fino a tenere in ofcura prigio-
ne i' Arcivefcovó di Capua Adenulfo . Frequentifiimi , e
afifai crudeli erano i ftrazj , che faceva a i Monaci Caf-
finefi : onde l'Abbate Teobaldo, fuggito da Capua, an-
dò a menare i fggi giorni nella Marca nel Monifiero di
S.Li-
43^ Storia Civile di Capua
S. Liberatore 3 e conturrociò di trattar raaJc 1 Monaci,
e di toglier loro i fagri , e ricchi vafi , al divin culto
dedicati , infino a voler metter mano aJle loro eleziooi
non fi riflette giammai .
An.1030. Ma pa flato appena il mefe d* Aprile dell'anno 1030.,
il Duca Sergio unitofi co* Normanni in groflb afìedio ,
ricuperò Napoli , ed apparentò con Rainuifo, uno de i
cinque fratelli , detti di fopra , valorofb Capirairo 3 fa-
cendolo perciò Conte di Averfa , che gli fu poi confer-
mato dair Imperador Corrado, acciocché, ivi fermando-
fi co'fuoi compagni , avverfafle del tutto , e travagliale
di continuo il Principe di Capua Pandulfo , e Sergio IV.
Duca di Napoli, fuoi nemici 5 e con tale occafìone accam-
pandovifl T efercito de* Normanni , ebbe principio Tanno
1029. come fcrive Guglielmo Pugliefe , Autor Normanno,
la nuova Ciuà dì Averfa , alla quale per tal effetto li
diede tal nome , edificata da i Normanni , dopo vinto
Gifilberto Normanno dal valore de* Greci nei quarto con-
flitto di Canne , non efièndo loro prima piaciuto il fìto
di Ponìe a Selice , loro offerto in altro tempo da Pan-
dulfo, Principe di Capua , per le gran paludi, e molti-
tudine di rane, che vi era ; onde la Citta fondarono più
in là , e propriamente otto miglia lungi da Capua , e
altrettante da Napoli {a) , E quefta Città di Averfa fu
Ja prima fede, ch'ebbero i Normanni in Italia, eflendo
prima un Cafiello di Napoli, al dir di Giovanni (^) Vil-
lani nella Cronaca della medefìma Città 3 e perciò il Du-
ca Sergio potè dare al fuo Signore il titolo di Conte .
An.1038. Calò in Italia i* Imperador Corrado 1* anno 1038.^
per nimii-fà , eh* egli avea coli' Arcivefcovo di Milano:
ma perchè in nome de' Religiofì CalTìnefi fino a Milano
gli furono mandati alcuni Monaci, per querelare, e la-
mentarfi del Principe di Capua Pandulfo de' continui
torti , che faceva loro , deliberò Corrado , che fi facefle
intendere al Principe, che s'egli voleva fchivare l'ira di
Cefare, fi fludiaffe in ogni modo di fubito rcftituire tut-
ti
(a) Cro/i, Caffi Cap. 66. (b) £/^. i. cap, 60.
Libro Secondo. 431
ti i beni , tolti a'Caffinefi, di rìlafciare tutti t pr;gioni ,
che fino a quel tempo teneva riftretti , e che fenza me-
nomo fcemamento a ciafcuno ogni cofa occupata refti-
tuifle . Ma gli Ambafciatori dopo lunghi trattati , avuti
col Principe di Capua , fenza cofa alcuna conchiudere
di buono, airimperadore Tene ritornarono .
Corrado , menando feco il Tuo efercito , fcne ven-
ne V anno 1038. in Montecafino , ove Tenti nuovamen- An.1038.
te le doglianze , e fu prcfente al dirottiamo pianto di
quei Monaci j onde incontinente pafsò a Capua. Scappò
via Pandulfo, di lui temendo, e fi ritirò nella Rocca di
S. Agata , la quale avea prima fatta ben fortificare , cj
da tal luogo non iafciò di mandare uomini a Cefare ,
chiedendogli perdono, e offerendogli tremila libbre d'oro,
fé ia fua grazia gli rendeife : de' quali per ora promet-
teva la metà, per T altra metà voleva un poco di tem-
po 3 e perciò la figliuola fua nipote in omaggio gli of-
feriva . Fu accettata dall' Imperadore una tale offerta j e
già furono mandati gli ofraggi , e 'l danaro : ma poi
Pandulfo fi penti di mandargli ilrefto, iufìngandofi col-
ia lontananza dell' Imperadore poter facilmente racquifta-
re anche le cofe perdute . Corrado montato in fomma col-
Jera , lo privò del Principato di Capua , e lo diede a
Guaimarìo , Principe di Salerno j confermò Rainulfo Con-
te di Averfa 5 liberò da prigione i' Arcivefcovo Adenul-
fo , e menò feco gli ortaggi in Benevento . Ma indi ri-
tiratofl in fua cafa , appena fopravviile un anno, e fé ne
mori , avendo lafciato l' impero ad Errigo , fuo figliuo-
lo . Guaima io col favore de'Normanni prefe Sorrento,
e vi i:reò Signore Guidone , fuo fratello 3 e aggiunfo
Amalfi al fuo impero . Il Principe Pandulfo poi , aven-
do lafc.ato il fuo fig'iuolo , che anche Pandulfo fi chia-
mava , nella Torre di S. Agata , ed avendo tutto l'ira-
pegno di ricupear Capua, fen'andò in Colianrinopoli a
cercar protezione, ed ajuto a Michele IV. Pafiagone , il
quale ben intefo tiej mai coftunie , e de' mali portamen-
ti di PanquUb, non foJamente non fece verun conto di
lii lui>
45 a Storia Civile di Cnpua
lui, ma lo difcacciò , e gli diede il confine.
Quefto Pandulfo fu un Principe moJto ricco , ma.,
empio, e rapace : di lui altresì , come del primo Pan-
dulfo , fé ne leggono cattive vifioni dopo la Tua morte.
Infatti Is. Cronaca Callìnefe («) aliìcura ( e fcn' abbia quel
conto, che meglio ftjmerà il dotto leggitore ) che men-
tre Pitagora, paggio del Duca Sergio, ftava in un bo-
fco , raccogliendo le reti , che *1 Duca avea fatto porre
per la caccia de' cignali, gli apparvero vifibilmente due
venerandi Monaci , i quali portandolo poco avanti in-,
detto bofco , gli dimoftrarono Panduifo, che non mol-
to prima era morto, giacente in un lago pieno di fi cr-
eo, legato con catena di ferro, ed avendogli il treman-
te paggio domandato , per qual delitto egJi fofle a tal
pena condannato , Panduifo piangendo, e lofpirando gli
rifpofe , che pativa tal pena per un calice d'oro, da lui
to'to alla Chiefa di S. Benedetto : Patid^^lfus zero jìem ,
(3 eìiilani ad Z)erba interrogatiti^ pt/eri , tnox tale refpori'
jtim protulit diceni : quanizm , o puer , ex innunierìì meis
fcekrìbus mihi plurima , £ff infinita poena praeparatajìty
tamen oh nullam aliam caufam hanc , quarn cernii , pa^
fior poenam , nifi propter auretim calicem , quem de :Àfi?-
nafierio Beati Benedi&i facrilega duBui cupiditate abfira-
xt , eiq, etiam moriens reddere neglexi . E poco appre(^
fo {h) fi legi^e un'altra vifione , avuta da un fanto uo-
mo Napoletano, di pene graviflìme, e ben degne, clic
pativa nell'altra vira quefto fcellerato Principe , dei qua-
Je fetide Defiderio IL nell'Annotazione alla Cronaca Caf^
ijncfe ; Pandulfui Capuana Pr ine e pi , c/> potentijpmui ,
QC ditifpmui fuit , qiH latrocinando , humanum fanguinein^
fundendo , ci'Ditates , & oppida crudeliter auferens fuo
juhdìdit dominatiù y qui frufira caedei ^ rapinasi diJìraBìo^
nei honorum Ecclefiarum multa per ter/jpora ahjque ulla
miferatione infatiabìliter exercuit .
Di quefto fteflb Panduifo V. , e del vecchio Pandui-
fo IV". ,di lui padre, Principi di Capua, fu la donazio-
ne,
(a) Cap, 62* lib, 2. (b) Cap, 82.
Libro Secondo. 435
ne , eh* eflì fecero della terza parte di Montemalcone ,
e delia terza parte del territorio di Calvi , e di molti
altri terreni in quefte noftre vicinanze ad Adelmodo , lor
congiunto j e circofcriflero i terreni con certi invariabili
confini , la denominazione de* quali dura fino a* tempi no-
f^ri , e ci dà un lume ailài chiaro dell' antichità di mol-
ti , e diverfi noftri luoghi , come appunto la Chiefa di
S. A il gè lo a G tétta , de i Mollni dì Triflìfco , di MercO"
runi y de* Cafali di Giano , di Casigliano , di MontemajO'
re , deli* acqua , che da Giano difcende , e fa il ri2;o ^
che cetre per Calvi , forma J' agnena 5 e fotto il ponte
di Calvi fcorrendo , divide la giurifdizione Capuana da«
quella di Calvi, Pakmhara ^ luogo dell'antica Sicopoli,
Campo Galiano , oggi detto Campo'D agli ano , e Prato tofloy
ed altri; donazione , che non meno per la memoria di
quefti noftri antichi luoghi, che per moftrare a* Leggito-
ri la latinità , e le formole , d^\l^ quali in que' tempi
(I fervivano i Longobardi , ho ftimato bene parola per
parola qui diftintamente trafcrivere :
In nomine Domini Sahatoris nojìri Jem Chriftì Dei
aeternl , Paldt-tlfus , & Paldulfui pater , è? fiUuì Di^ind
ja'^ente ckmentia gentil Langobardorum Principe^ . Cum^
principalii excellentia dikcti petenti clementer digne tri'
huuntur . Quapropter noverii omnium fide li um nojiroruntj
frejentium Jcilicet , ac futurorum fagacitas , quia Àgel-
Tnundui , (3 Aldemarius germani fi Hi cujusdam Manta-'
ri , & Agelmunduì fil'.uì cujufdam Agelmundi , ^Johìn^
nel filius cujusdam Landnlfi , qui dicitur Manco , diledlis
nojìris parentihus , obfecraverunt noftram excellentìam^ ,
quatenui concederesti^ Adelmundo diledlo parenti nofirofi-
lio cujusdam Adelmundi , qui fuit Judex , hoc ejì integra
ter, par. de ea omnia fubfcripta in ot/jni ratione , qttaliter
hic fupter kguntur . De qtdìhus petìerunt a nnjìris excel"
lentiis firmi tatis apìcei UH ex inde fieri jubersmui . Ll'^o»
rum petitiones benigne exaudientei , hot nofirae firmitatis
opicci UH exìnde fieri jujfimui , per quoi omnìno fancìmuiy
& perpitualUer ahendum nofìris , & futuris temporibus
Ili z per
434 Storia Civile dì C^pua
p€r hoc tìoflrum rohoreum Vraeceptum cotjcedin-tit tìhì jam
rjom'wato Adelmundo dileBo parenti nojìro , filio cMJtnaam
fupradìBi Adelmundi , ìd e/ì mtegram tertiam partem de
Mnte , qui nominattir Alakohi 3 quae effe z^ìdetur propìn-
gao Ecclefìa S. Angeli , quae dicitur ad GrHta j in quo
Monte clim Cajìello tnchoato fciìt factendi , Sim^^lq^^e &
concedimi (ibi integram tertiam purtem de omnìbui terri'
torìis exfundatis , & de omnibus rebus , quae , (3 quan"
tum facri nojìri Palatii , X)eì partì nojhi nojirae publìcae
pertineniei invenìtur infra hai finei . Id eji incipiente da
ipfa d'aitate '^etere , qui fuit de Trififco 3 & quomoda
Z'adit per vertice de ipjì monti , qui dici tur Palumbara^,
& Mercururu , (3 Afpaturu , Et quomodo revohit per
Vertice de ipJì monti , qui funt fuper Camìlianu , ^ fuper
Janu , & quomodo vadit usque ad ipfu Mon. Majore , uhi
aedìficata e fi Ecclejìa Sandli Ar eh angeli : & fu ut defcen^
dit usque ad ipjo Fonte, unde exit ipfa aqua^facit ipfu
Eivtj , qui dejcendit per Calvo . Et quomodo defendit ip^
fa aqua , ^ Rivo uique in Cantie ad ipfa Silva , qui di^
cìtur de Sadudli . Et quomodo revolbit , G? vadit uique
ad ecclefa SanBi Nazari , qui dicitur de Cantie , & vadit
dircele usque ad ipfu Ponte Vetere , qui fuit fahr ito fuper
ipfa Angle n a , & quomodo vadit per ipfa aqua de ipfa^
Anglena in furfum usque ad ipfa pratora , qui dicitur
Campu Caliani y & Pratu tojiu 5 C3 revolvet se per ipfa
aqua de furfum de ead^m Anglena , c^ vadit usque ad ip-
fu Ponte fabrito efì ipfa & Sala Dorninìca , é^
abinde vadit in furfu7n per ipfa aqua , £^ Palud, usque
in loco , tihi dicitur Aquitine . Et quomodo vadit in fur~
fum per ipfa aqua , & Palud. ufque ad Ecclefìa SanBi
Maximi , qui aedifìcata eft propinquo ipfa Molina de Tri*
fifcu . Et quomodo revobit , Ò? direte defcendit , £5? va^
dit usque in Pluvio , ^ quomodo vadit in furfum per ip-^
fa aqua de ipfu Fluviu , & conjun.^et fé cutn praedidla-»
civitate vetere . Sive de illis hominibus , qui fine eredei
decefferunt , aut decefferint in praediBas fines abìtantes .
i^ive de illis , qui de bac terra exierint j feu de illis , qui
takm
Libro Seconda . 435
ialem viaìum , aut culpam f^cerint , ufide rebus , a^^s per-
fonìbm eorum ad factum nojìrum Palatìttm , e?/ partì nO'
Jìre puh/ice evenire dehueritit : hidelicet homlnei , qaibus
modo ibidem rejìdentes fuerìnt j ut faciant UH , fuorum^
qtte eredum iibi , qi^i p^pra Adelmundo , tuitqz^e eredibus
omnem fervitìiim , ^ imperatìonem , ed dationem , //i9/^<? ,
C3 Data y quae ejì penjto public a pudica .... j, Ò' [cadi"
tionìbui , £ì? Y ti qua oninia fervitia , ^^y^<? ^^ retn public
Cam pertineat , faciendum inde omnia , ^^.'7/^ tibi -^ tuiique
eredibus placuerit . Et etìam concedìmui tìbi , qki fupra^
Adelmundo , tuisque eredibui , <?^ ^ mulìerei liberai femi-
fjas fornicationes fecerint cum liherii , 'Del cu^ìj fervis ho-
minibui qticquo tempore j 'vel Z>iris ominibus crjlpas , vel
malum fecerint , & exinde compojìtio expedlat , quae at
rem publicam pertinet , tam rejtdentibus quobis tempore />;-
tus Cajiró , qui dicitur Mon, Malconì , [eu de foris eodem
Cajìro y quibui abitante^ funt infra fuprafcriptas finei •
Injuper concedìmui tibi jam didlo Adelmundo omnes mu^
ììeres liberai fcminai , que Jìbì copulaverunt , Vel copula^
^erint tuoi ferDoi maritoi , una cum omnibui
..... illorum queniadmodutn nojìro pertinent Palatio ad
jaciendum inde omnia cuerit . Qu^am &
concedimus tìbi , qui fupra Adelmundo , ut licentiam > ^
potejìatem. abeai ii voi , & veflroi eredei una cum ipjti t
qui fupra Agelmundum , €^ Aldemarìum AgeU
mundum , ^ cum Andoaldum , ^ Landolfum 5 €3 Nan"
tari nepotibui ipforum , JUi cujuidam Landolfi , qui fuit
germanui eorum , & cum Johanne filio cujuidam Landol*
Ji , qui dicitur Manco 5 ^ cum Alfano filio cujuidarn^
Nantari Guìfand. . in jam dìdlum Mon, qui
dicitur Atakorjì , femper ibidem facere , & aedificare Cajiru
a prefentì , ^ in antea quando potueritii , ^ voluerìtit
2/01 , ^ illii , (3 eorum , atgue veflrorum eredtbui cum^
tìéUra , & tur rei , quali ter jiare pojjìt . Simulque conce»
dimui tibi y qui fupra Adelmundo^ tuiique hereiìbui ^bi»
delicet aquiiy& aecurfìbui aouarum ypadulii y& paCcuii^
fratìi i & Jihìs , montibtti , & collibus , terriloriii cultìt^
& in"
4? 6 Storia Civile dì Capua
& inculth , hìì^ , £^ anditi i , G? femilis , £^ /?«^^/^ , ^^/*
i^^^s cit rem prAìiram pertìnere ^i dentar tibi Adelmundo
ipfo y qnae , ut dixìmuì , cQnceJJìmfAi per hoc noflri/m Prae-
ceptt^m at pojfefjìonem tuam , (!§ de tuìi heredihuì ahef?dìf
fojjldendì , ac fatiendì inde omnia , quod tibi, tuitque he"
rtatbus placuerit ah^ane contrarietate Comitii , Cajialdì ,
Judicis , "Del Sc^ddahii , haut de cajuscumque perfora ho-
r/Jrjts contradiBtonem , vel inqtéietitdinem , nemine Z'obis
ex inde in alìqtfo molejìiam ingerent . Quotjl quispìam hanc
nojìram conceffi^vem ?2oJìri Praecepti in quomodocumque
'Dìolari prefumpferit , fciat fs effe compojlturum auri opti-
mi librai centum , medietate facro nojìro Palatio , ^ me-
die tate tibi , q!4i fnpra Adeimundo , taiique heredibas 3 «^
hacc nojìra concejjto y de quibui continet ^ firma permaneat
imper petti f^m , Quot ut ^eriui credatur , diltgentiuique ab
cmnibui obfervetur , hoc Praeceptum nojìre largitionii prò-'
pria mantd confirjnantes ^figlili nojìrì imprejjione inferita ìn^
fig'diri jajfimus .
Dove è da norarfi , che da quel tempo finora tal
confine ritiene la denominazione di Montemajore , c^
Montegore nella Rocchetta in Diocefi di Calvi , Feudo
app.irtenente a quella Menfa VefcovJle , fin dove giugnc
il confine del Calai di Giano , il Fonte , che trainan-
da acqua , e fa rivo , è il folo Fonte , e Rivo chia-
mato di Lavoreta , che paflTa per mezzo il Cafal di
Petrulo, corre per (otto il Ponte di Calvi, e tira innan-
2Ì fino al Feudo di Cancello . Su di querto Ponte giugne
fin oggi la giurisdizione di Capua , come già difiì , e fi
divide da quella di Calvi , donata da* due Principi Pan-
dulfi al lor congiunto Adelmondo : tantoché nel general
catafto della Città dì Calvi, fatto nell'anno 1617., che
fi confèrva nell'Archivio della Regia Camera della Som-
maria , fi defcrive il tcrrirorio di Gio. Giulio Migiiozzi
nel luogo detto a Carafiello , e tra gli altri di lui confi-
ni vi è il Rivo corrente , che divide la Città di Calvi
da Capua , fecondo la divifione fattane da i già detti
Principi Pandulfi .
Mg-
I
Libro Secondo . 437
Morì Pandulfb Tanno 1041., dopo aver regnato 9.
anni. xMa nell'anno 1047. Errico, fecondo ai tal nome , An. 1047.
Imperador Germano , palsò in Roma , dove depofe fuc-
celHvamentc tre Pontefici y e ne creò uno a Tuo modo ,
che fu Clemente II. 5 poi venne in Cipua , e ricevè la.»
rinun2:a del Principato di detta Città, e di Benevento,
e invertì della fola Sgnoria di Cipua Pandulfo, figliuo-
lo del vecchio Principe , che fu il quinto di tal nomo ,
e fé ne ritornò in Germania •
Di Pandulfo K
FU il giovane Pandulfo V. un Principe felici/Emo ,
viffe, e regnò con molta profper>tà in Capua . Sot-
to il fuo governo Riccardo III. , Conte di Averfa , fi-
gliuolo di Afclettino , non contento dei fuo Stato , voleva
dilatarlo , e ampliare 3 onde prefe di mira il Principato
di Capua: a qual effetto , unita una buona quantità di
foldati bene agguerriti , nel!' anno 1058. fi porrò ad a(^
fediar (^} Capua ; il giovane Pandulfo però con fete-
mila fiorini d'oro, che pagò al Conte Riccardo, fi li-
berò daifafìedio; Hic ìtaque ( fcriiTe la Cronaca Cadì-
refe ) Averfanorum Cornitatum ìndeptui ad Capuanae *r-
ìiii ey:pttgnationem anìmum coepit intendere , & ad Prin-
eìpaius dìgnìtatem toto nìju ambire . Supra quam cunué
trìa Cajìelh firmajfet , eamque acriter debellane affi'^eret^
fepSem millibus tandem aureh a Pandulfa juniore fufcs'
fiis , ohjldionem johit •
D; Landuìfo ^
A Pandulfo , Principe di Capua , {xxcctàcnt LandulF:^ ^
fuo figliuolo : ma prima di profeguire la vita , e i
fatti di quefto Principe, mi piace di fermarmi un poco,
per dare alcune notizie , che quanto fono iiecefTarie a fapsr-
« , altrettanto pregio , e decoro alla noftra Patria reca-
no,
(a) ììojimf ca^^ 85. L^fp. Protofp, Anon:^m, Barenf,
4^8 Storia Civile di Gapiia
no . Ho lungamente difcorfo di Adenulfo . di Landfulfo,
e dei Vàndu'.R j ma non mi fono giaru mai fermato a di-,
notare, chi mai quefti fi erano, e di quai tamigiia , C-»
di qual parentela . Bifogna dunque render prefente alla
piena erudizione de* miei Leggitori , come ria le fami-
glie , che han renduta vie più cofpicua Ja Città di Ca-
pua , ella è fiata la principale quella di /iquìno , anti-
chiflìma nobile Capuana, prefcindendo dall' opinione-»,
che vengano effi dagli Anicj , e Pierleoni , Francipani
Romani . Prefe efla la denominazione , e 'j cognome dal-
la Città di Aquino , che i fuoi Signori dominarono , ed
era nella lor Signoria antico , e gran Municipio , Citià
molto grande , e popolata , che godeva non folo la_/
cittadinanza di Roma j ma anche i Tuoi cittadini erano
abili ad ottenere i Magiftrati Romani 3 e però di alTai
maggior dignità , che non erano le Colonie . Onde Ci-
cerone parlando di Marcantonio , Luogotenente di Ce-
fare , dille , che dopo edere ftato lungamente follazzan-
dofi in molte difondìà nella villa di Marco Varrone in
Montecafinoj di là partendo per Roma, quando fu ad
Aquino, Città otto miglia diftante da tal Monte , ven-
ne ad incontrarlo una gran moltitudine dì gente, eflen-
do tal Città popolatiliìma 5 ma egli fi fece portare per
Aquino colla \Qt\g^ coverta , come fé fofle morto : Cum
ad Aquinum accederei , ohvìam eì procelpc , ut ejì fre^
qaem municìpìam , magna tunc mukitudo , €3 ipje aperta
letica latui efì per oppidum , ut mortuus •
Così tal famiglia fece rifplendere , e rinomare il
fuo cognome in tanti Principi Longobardi, che in Capua
ebbero il lor domicilio , e formarono la loro icd^ , le->
loro foftanze , e la lor fuccefllone j e non contenti co-
me Capuani di ripurarfi fempre in vita , vollero ancho
lafciare in Capua le Joro decorofe ceneri . Di effi fu il
famofo Adenulfo, del quale Alfano ,Arcivefcovo di Sa-
lerno , nel fuo Codice , che confervafi nella Libreria Caf-
finefe {a) , lafciò fcntto ;
DoYfnit j
(a) Nu^^. 280.
1
Libro Secondo. 439
Dormiti Jìquinetuu: Cc9r.es hìc ^ Cajsta tuca Dux
Magnai A:her2ol[ui , Capua quem genuìt .
Pietro Diacono nei Tuo gran Jibro (tf) , parlando de' due
Pandulfi, padre, e figliuolo, Principi di Capua , già dct*
ti di lopra , fcride , che nel XVJI. anno dei Principato di
PanduJfo, padre , e ncii' XI. XIII. di Pandulfo figlino-
Io , confermarono cdì la Badia ét\ Moniftero di Mon-
tecafino all' Abate Tcobaido , ad iftanza dei Conti di Aqui^
no, loro diletti Parefìti . E Gngiieiino di Tocco, il quale
non fblamente fcrifie di S. Tommafo di Aquino , mo^.
ben anche fi efaminò nel proceflb delia ilia canonizazio-
ne , concertò , che fra ie foreile di S. Tommalb uua^
sì fu Monaca , poi BadcfTa nei noftro Moniltero di
S. Maria in Capua. Anzi nella Chiefa vecchia delio ite f.
io 2vioniftero vi è un' antica fepoltura di Cubitofa , fi-
eliuola di Tommafo , Conte delia Cerra , e della forcl-
fa dei Re Manfredi , nella quale fon le feguenri parole,
compofte colla ro2zezza dello ftile di quei tempi;
Nobilis haec mulier Acerrarum Corniti! nata
Fieri facit opus Cubitofa Z'ocata
Thomas fecurìdi die , . , . de Aquino facundi
Anno Domini MCCLXXXXL
Kella Chiefa delio liclfo Moniltero di S. Maria delie Mo-
nache in Capua fono firn il mente kpeilicc Margarita , Con-
tcfla delia Cerra, Giovanna , figliuola dei Conte Rinaldo
di Aquino, e moire altre di quefta ^^n\\g\\2, ^ come rac-
colfe ii Duca della Guardia d.-lT anrichifiinio ìibro de*
morti in pergamene della medcfima Chiela .
E che la famiglia di Aquino fia antiCa liobiie deT'a
Città di Capua, tra le molte pruove , che reabbunio,
coita ad evidenza da un privilegio in carrs pergamena,
cciJcedufo da Alfonfo I. alla Città di Capua , ove \\
Re favoriice tre famiglie nobili di C^pua , la Mar<.uno
de' Duchi di Sofia, Y Aquino de* Duchi di Laurero , e ia
Tannor.e de* Conti di Venafro nell' infraicntro C-piroio
di luppiica, datagli in nome della Città di Ca^^ua : V/cj»
Kkk prò
(a) Cart, 159. a /.
44^ Storia Civile di Capua
prò eo quod excellentei , & potentei Domìni Dux SeJJae^
Comes Laureti , <G? Domìnui Francifcui Pandonui , tati-'
qitam antìquiorei major es cives , & henefa&ores prae^
diclae Crjìtatii ( Capuae ) , (3 montii praedidii . Digne'
tur Vejlra Maje/ìai grano fé concedere ^ & ajfentiri ^quod
fraenominati , quantum ad eorum perfonas tantum , G? le»
gitimos defcendentes ex eis t tion obflante , quod non habi^
tent in didta Civitate Cap'^ae , poffint gaudere , & fruì
omnibus gratìis concejpi , q3 concedendìi per ipfam Alaje-
Jiatem diSlae Civ itati , ^ ho minibus oriundìs , (3 habi»
tantìbus in ea : verum ipjì praenomìnatì Domini non pof"
Jìnt fu per Zf affa Ilo s , qtfos habent , ^ h ab ere contigerit in
territorio didlae Ciz^itatis , exercere , (3 habere me rum , ^
fnixtum ifnperiU'ìi j fed dìBli eorum vajjalli compellantur
in cri nìnalibui in Curia Capitanei creandi in di&a Civi*
tate , (3 in Cafalìbus in Curia Bajuli CiZfitatis ejufdem^
Placet Regi a e Majtjìati &c.
E'I noflro più volte lodato Camillo Pellegrino con-
fcfla tal verità , e dice , che gli Aquini fieno di origine
Longobardi, dikefi da' Principi di Capua , e godano la
nobiltà Capuana . Infatti la prima memoria , che di cfli
apparifce , è Adenulfo Longobardo , cognominato Som-
XDUcola , del quale Leone O/lienfe , fcrivendo nell'anno
996., djfle , che fu terzavolo di quei, che allora erano
Conti di Aquino ; Praeerat eo tempore in Aquinenjì Ga-
Jìaldatu Athenolfus y cognowento Sumucola y abaz'us Jcilicet
eorum , qui nunc dìcuntur Aquìfìenflum Comìtes , qui
ffwx-, ut Abbitem caocum agnovìt y hìlaris effe&usy Roccam
Vocabulo Sìccam , quaìn idem Abbas paulo ante conjiruxe»
rat , funditus evertìt .
Di quelii Signori di Aquino da^Gaftaldi , nome di
dignità in quei tempo ufara , fdegnando la bafle^za di
tal denominazione , Landò, o Landone , e Adenulfo fu-
ron i primi , che Conti di Aquino , fecondo la Crona-
ca Calìinefe, infieme col lor fratello Sichindolfo s* inti-
tolarono 1' anno 1038. , feguendo in ciò 1' efempio de*
Priucipi d'i Capua , loro progenitori j i quali Gaftaldi di
Capua
Libro Secondo. 441
Capua primleramerne fi chian-^arono , e poi Conti di Ca-
pua 3 e 'I primo , che (degnaile il titolo di Gaftaldo, fu
Adenulfo, il quale nel 884. ordinò con editto , che ognu-
no chiamar lo doveffe Conte di Capua j e fcrive f Am-
mirato , che Adenulfo , Principe di Capua , e di Bene-
vento, fofle ftato il primo, che fchivando il titolo di
Gaitaldo, Conte di Capua nell' anno 895. s'intitolaflè .
Da elfi poi difcelero i Signori della famiglia di Aqui-
no , che furono Conti di Acerra , delia Grotta Menar-
da , di Bonito , della Rocchetta , di Fiumari , di Afcoli,
di Loieto, Signori di Alvito , e della Grotta , Signori
del Monte S. Gio, , e Rocca Secca , Conti di Belcaftro i
ed ora la lor famiglia fi conferva negii Aquini Principi
di Cafliglione , la refidenza de' quali, e de' Conti di Tea-
no faflì da lungo tempo in Napoli , avendo più volte
apparentato colle famigL'c Sanleverino, Caraffa, Gueva-
ra , Caracciolo , della Marra , ed altre molte .
Dal Conte Landulfo di Aquino , e da Teodora de*
Conti di Teano, fua moglie, nacquero il fecondo Rinal-
do , Landulfo , il Gloriolò S. Tommafo di Aquino , zj
quattro femmine , Mara , Signora di Marano m Abruz-
zo , Teodora maritata con Rugiero Sanfeverino , Conte-»
di Marf co , la terza al Conte di Fondi , di cala dell'Aqui-
la 3 poiché Bartolomeo di Capua , efaminato nel procef-
fo della Canonizazione di S. Tommafo, fra l'altre cole
depone , che Fra Tommafo venne in Capua una volta
a trattare col Re Carlo I. per un negozio del Conte di
Fondi , fuo nipote 3 la quarta fu Badefla del tanto no-
bile , e ben culto Monifiero di S. Maria delle Monacho
in Capua , ove fin oggi fi legge nella Chiefa a man fi-
niflra , quando fi entra ^ il feguente antico jEpicajffio ;
Kkk 2 D.O.M.
44^ Stona Civile di Capua
D. o. M.
IPSE DE SE LOQVITVR INFERIOR. LAPIS
SVB QVO O^SA SOROa S D. THOMAE DE AQVINO
ABBATiSSAE HVIVS MONASTERll OLIM CONDITA
CREDIT APVD MONIALES NATA NO>3 RECENS
FAMA PRAECLARVM ADEO MONVMENTVM
NE IN DESVETO INTERIORI TEMPLO DIVTIVS
LATEllET HOC REPOMTVM EST LOCO
EXVVilS IN EO REPERTIS IN ERA EX LECE
SVBHVMATiS A. D. MDCXLIIL
ANNO TERTIO ABBATISSAE D.
IVLIAE STROZZIAE GENERE FLORENTINAE .
II gloriolo S. Tommalo di Aquino nacque a 7. Marzo
1424. in Rocca Secca j Feudo di fua cafa, fcbbene altri
buoni Autori lo vogliano nato in Belcafiro, e fé ne mo-
rì a 7. Marzo 1474. Fu egli terzogenito , educato per
cinque anni in Montecafino dall'Abate Landulfo Sinibal-
óo , fuo zio j ma ancora di 14. anni entrò nella Reli-
gione de' Predicatori , ove fé tanto profitto nella fanti-
tà , e nelle lettere , quanto lo decantano tanti (uoi mi- -
racoli , e tante dottilììme opere , da lui compofte. la^
quanto poi ai Signori di Aquino, per tutto quello, che riguar-
da la ior difcendcnza , parentadi, dom:nj , fignorie , ori-
gine , e patria , ne hanno con fomma erudizione, dot-
trina y. ed appuratezza parlato diverfi eccellenti , e faggi
Autori , così Calabrefi , come Napoletani 3 onde alla loro
dottrina , ed erudizione in ciò mi rimetro'.
Vengo ora al già detto Landulfo , ultimo Principe dì
Capua Longobardo , Quefti fu figliuolo del defunto Pan-
duifo , e tenne pochi anni il Principato di Capua 3 poi-
ché neiranno iOj8, di nollra falure , efiendo nuovamen-
te tornato nell'animo del Normanno Riccardo, Conto
di Averfa , l'ambzione àcl Principato di Capua, rinno-
vò con maggior furore 1' afJedio alla Città , e la ftrinfè
per ogni parte. I Capuani , per liberarfi da tal travaglio,
cfFerirono al Conte gran quantità di moneta 5 ma que-
ili ogni cofa rifiutò , cercando d* impadronirfi onnina-
meotc
i
1
Libro Secondo. 443
itiente di Capua 5 a tal fine raddoppiò la milizia , ftritv
fé maggiormente J'affedio, ne dava luogo di poter la-
Città ricevere menomo foccorfo , almeno di viveri . Oa-
de , eflendo lungo tempo durato J' allèdio , e veggendo-
H i Capuani fìrerti dalia fame, a viva forza riceverono
Riccardo dentro la Città. , e io chiamarono lor Piinci-
pe 5 gli promifero quanto egli dimandò, purché ie Por-
te, eie Torri della Città da cflì guardate f] fodero; Oi'^
poji mortem Pandulphi ( liegue ia Cronaca Caliinefe )
Landitlphui filtzis piccejjìjjet , mox & Riccardus accedsni
objtdhrìem Jirmavn . Prcjerrdni mulcam Capiéani pscctnìawy
Riccardus ^/V appetii , ^iiJì Terram . ArBati dsmum fami:
penuria ci2/es , cedente Landuìpbo , recìpìunt Rìccardum iti
Principem , portai Jìhi dutrìtaxat cum turrium fortitudine
retlnentss . Fmlè Riccardo di contentarfene , ed afpettd
tempo più opportuno 3 andò a vifitar Montecafino, o
poi tra lo fpazio di ttz mefj conquifiò tutta Terra di
Lavoro. Indi tornò in Capua, chiamò i cittadini pi ìi no-
bili, e con volto fcvero , e minaccevole diflè loro , eflèr
già tempo, che le Porte, e le Torri delia Città fi ren-
deflero : al che non rifpondendo, né couchiudendocofa
alcuna que* nobili Capuani , egli t\:iitQ cruccialo ufcito
dalla Città , fi pofe di nuovo all' aiiedio contro di Ca-
pua con ogni maggior rigore , e ftrettezza . 1 Capuani
mandarono i' Arcivefcovo ali' Imperadore per ajuro3ma
ron avendone ottenuto verun foccorfo , cacciati dalla fa-
me, e dalia neceifìrà , fanno 1062. fi diedero dQÌ tutto
a Riccardo, eficndo Itato difcacciato , e malmenato fin-
felice , ed ultimo lor Principe Landulfo ; Dijpmulat hoc
fìovtii Princeps i Campaniam deinde profeBui ^ totam ferme
intra tres menfei acqtéirit : inde Capuam redìeni , cougre-
gatti nobilihui , dìgnum jam afferit e(fe tttrrei Cìoitatii ,
& portai fibi contradi . Timentibui ho€ , ^ ommno refti'
tantibui agere Cop^ianìi ^ iratui Princepi urhem exit ^ eam-
que rurfui arBiJJlma ohjzdione undiqiie cif'git , Iterum ci-
t'Ci fame 'Valida prejì ultra montei ad hriperatorn juffra-
gium cKorandum Arcbiepifcopum fuum tranjuiittuht i fed
. qui
444 Storia Civile di Cdpiia
^ai ^erba detttlit , Z'erha recepì t Jif^e alìqua utìlìtate re»
ctejjas . TùtìC Captiatìi Jpe ur.diq. decìder t et , £^ J€ ipfos
omtìei cum JuU omnibui ziirtuti Principii trodìdcrunt ,
Jìn. Demi file ae lhcart2atìotìii mìllefaho Jtxagejìmo jecunuu.
Ma Leone Oltlenfè Ibkanto narra , che lielT anno ios<5.
era Capua {a) combattuta da Riccardo , che nel 1058,
fu preia con limitata figncria , e che Riccardo nel lo^g,
ebbe confermato da Niccolò II. ii Principato di Capua-.
An.io52, ««I Concilio (^) di Melfi 5 ma poi nel 1002. divenne pie-
namente Signore di queda Città 5 avendo con nuovo a(^
fedio conquiftafe le Torri , rilcrbatefi 1' altra volta da*
cittadini 3 ed allora fu , che venne acclarriato Principe-»
di Capua tanto egli , quanto Giordano, fuo figluolo •
L* Anonimo Caffinefe poi mette la prefa di Capua nel-
r anno 1061. XII. Kal. Jun. Così terminò nel ^'ù detto
ultimo Landuifo il Regno de* Longobardi in quefte nofìrc
contrade, cosi reftò del tutto abolito il Jor governo nel-
la nofìra Città di Capua , e nel fuo vafto Principato .
In verità i Longobardi nel primo loro arrivo nella Cam-
pania , di chi era Capo , e Metropoli la noftra Capua , die-
dero terrore , e fpa vento tale , che verfo l'anno $71. Totto
il primo Jor Duca di Benevento , Zorone, molte Capuane
famiglie la lor Patria lalciarono in perpetuo abbandono, ed
in diverfe Città piiì iìcure fi ritirarono j e tutto il Clero di
Capua con Bafilio , fuo Vefcovo , in Napoli Città forte , e
befl prefidiata fece per lungo tempo il fuo foggiorno,
avendogli Vincenzo, Vefcovo di Napoli , afìTcgnara , e do-
nata una particolar Chiefa , ove le fagre funzioni il Ve-
fcovo col fuo Clero Capuano avelie potuto a fuo beli*
agio efercitare; la qual Chiefa fu chiamata dal Pontefi-
ce S. Gregorio col nome di Presbuerh . Onde fcrillc*
Ughellio : Habehat tunc Capuanut Epìfcopui Neapolì Ec*
ckjlam Jìbi jubditam , quam Freibyterium nomi fiat Gre*
zprius
(a) Lìh. 3. cap. 8. dj? 12.
(b) Lib, 3. cap, 12.
Libro Secondo. 445
gorìas Eprjìóìa 26. //^. 50. {a), \n quefla Icftera , dara^
1' anno 595. , il Pontefice S. Gregorio feri ve a Gaudenzio,
Vefcovo di No/a, e gli indmia > Ut ClerìcìtCapuanae Ec^
clejiac , qui ìtj Chìtate Neapolaafia conjìjìunt , quartana
in Prgihyterium eorum de hoc , quod antedi^ae Ecclejìue
Jìngulis annii acceJJerU , yjxta anttquam confttetudìnem^
dijiribuere fscunìum per fonar um ftudsat qualitatem > qua"
tenui aliquod Jììpsridiorum bubentes folatiumy mìnijìerìum^
cfficìumq* fuuw circa eandem Ecckjìam devotiori mentt^
provoceniur injpendere . £ quella Chicfa infieme colle rea-
d.te delia già derta quarta , e colia piena giurifdiziono
feguirarono poi a pofledere i Vefcovi di Capua col lor
Clero , anche dopo eiler pa(?àro il primo barbaro furo-
re de' Longobardi > e dopo efierfi pofte in (ìcuro , e in-,
tranquillità le cole delia noftra Campania , e à^\ noftro
Capuano Principato : Id fortojjt faBtutn ( r. flette qui Af-
fé ma ni {h) ) ob primam Lnngobardorum iocurjtonem fub
Zotone anno 571. > nìmìrum Capuani Clerici una cum^
EpijCOpo , ut barbarorum gladio t evit areni , Neapolim mu^
nitam civitatem petìerunt , in qua ab ejus urbis EpifcO"
pò tcclejìurn ìmpetraV^rint : eamque pcjìeu tenuerint , etiam
dum tuft fub Longohardorum di tiene degerent . V inceri»
tiui Heapohtanam tunc temporis regebat Ecclejìam » Al
già detto Gaudenzio, Vefcovo di Nola, commife il fom-
mo Pontefice Gregorio la vifita della lua Chieia di Ca-
pua dopo Ja morte di Felto , altro fuo Vefcovo, e la^
prevenne prima con una letteia, Ja quale è la XIII» (r),
d retta Clero Ecckjìae Capuanae degenti Neapolt , Compo-
fte poi a dovere dagli fielii Longobardi, e da*^ noftri Con-
ti, nobili Capuani, da elli difcendenri >le loro fituazioni,
ed intraprefo il governo di quelli noftri St^tì con ben or-
dinato firtema , non fi fentirono , che per pochi anni, di-
fturbi , ed inquietudini ,* mentre il refto delia lunga loro
dimora fi ville in quelle nolire parti con pace? e con.»
tranquillità di animo. Onde d vide airingrollb sfolgora-
re
(a) Tom. I. cap. 19. (b) Tom. i. cap,. ip»
(e) Ali eh e l» Monac, pag. 332.
446 Storia Civile di Capm
re la Cndiana pietà degli uomini non meno, che dcl/ci
donne di tal nazione, verfo il Santuario; fi videro da*
roitri Principi , e Conti Longobardi , e da' nobili loio
congiunti fondate molte, e diverfc Chic/è, dalle loro mo-
gli arricchire, e dotate di lautiffimi averi i e fino all' ul-
timo loro difcacciamento dall' impero de- noftri Stati fi
fenti Tempre , e fi fperimentò grande la pietà , il culto,
e la divozione della gente Longobarda verfo Do , e la
fua Chiefa . Teiiimonj ne fono i Alonifterj di Monteca-
fìno , e de' due S. Vincenzo iv VolturKO ^ di S.Marcello,
di S. Gio. de* Nobili Uomini, deli'e(èmplariflima , e nobil
Claufura di S. Giovanni delie Monache , e di tante Chie-
fe Capuane , altre fondate , altre dotare dalla pietà de*
Longobardi ; onde non e di poco conto J' obbligo, che
la noiira Città dì Capua a tal nazione profelTa , e do-
vrà profefTarc . Specialmente di averla ii ino Con-
te Landone , il Vcfcovo Landuifo , Pandone , e Lando-
nulfo 1' anno S56. di nodra (zìntQ edificata, ed alia lu-
ce cfpoda : d' efiere ftata da tal nazione iiiuftra-
ta , e decorata più di tmtQ ie altre Città della noftra.
Italia> avendo Pandulfo Capo di /^^rr^ impetrato al/a fua
Chiefa da Giovanni XIII. verfo V anno 968, {a) \:i gran
dignità di Metropoli, prima di molte altre cofpicue Ch-e-
fé della noftra h^ìis. : di averla arricchita di tan-
te Chiefe, come già dilli, buona parte delle quali, per-
chè in numero molto ccceffìvo , fu da^ tempo in tempo
foppredà , e i titoli di cifc injfleme colle loro rendite , ad
altre Chiefe , che oggi fono in piedi, uniti fi furono; di aver-
ci gli Autori dì tal nazione , e tra di elfi Erchemberto, Paolo
Varnefrido , V Ignoto , e Anonimo CilHncfe , Leone Olticn-
fe , Pietro Diacono , Giovanni Abate , il Cronografo di
S.Vincenzo in VuK urno , della Cava, di Aiife, e d'altri
molti conlèrvàta , e tramandata a* pofteri la memoria-
pili chiara delle r.oiire antiche cofe , i falti piti mcmoran-r
di
(a) Leo. CJ!ie?if, lik 2. CrcK, Caffìfj, caj^,9, Baroìì* totn*
10. Anf2aL
Libro Secondo , 447
di de*noftri illuftri maggiori , de* quali non ad aJtri,che
alle loro fatithc , ed alle loro degniUìme opere dev' ef-
fer tenuta la nofira età, tanto ben iutefa , e da efli ill«-
niinaca abbaitanza •
CAPITOLO ULTIMO.
Dé^ Principi Norinannì , che dominarono la nojlra
Citta di Capita.
Di Riccardo L
FU R'ccardo Conte di A ver fa , e Principe XIII. di Ca-
pua , uno de' tre condottieri deirefercito Norman-
no, che fconfilTe Leone IX. : poco dopo aver egli ottenu-
ta la (ignoria di Capua , fi attaccò fuoco alla Città di
Teano, il Principe fu tofto a corrervi colia Tua gento,
ed eflèndofene fut^gito il Conte di Teano , egli tol con-
fcnt n^ento de' cittadini ne prefe il dominio.
Nell'anno 1063. avendo i Gaerani , per far difpiacerea An.xo53.
Riccardo, eletto ior Duca Adenulfo de' Conti di Aquino,
dirizzò egli le Tue armi a quella parte j ma fi frappofe
Dcfiderio , Abate di Montecafino , e fece si , che Ade-
nuifo ricuperafie Ja grazia del Principe Riccardo con cer-
ti patti (fl), tra' quali fi fu quello , al creder di buoni Au-
tori, ch'egli giurafiè omagg o siì Principe di Capua , co-
me Sovrano di Gaeta 5 imperocché , fecondo odervò Ca- "*
niillo Pellegrino nella fua Ser^e degli Abati Calfinefi , in
tutte le carte, e diplomi, che fi trovano, del Principe-»
Riccardo con Giordano fuo fig/iuo'o , dall'anno 1063. in-
nanzi fi vede egli intitolato eziandio Duca di Gaeta . Né
di ciò contento , cominciò egli il Principe di Capua Ric-
cardo ad allargcire il fuo impero, prendendo Cepperano,
ed accofìandofi a Ronia nell'anno io6C.(^),con inten- An. 10(^6".
dimento di farfi crear Patrizio dal Papa Aieilandro II. ;
LIl tanto-
(a) Bojìienf. Uh. 3. cap. 13, (b) Eofùerjf, /ih, 3. cap, 30.
448 Storia Civile di Capila
tantoché V Imperador Airi^o IV. feriolamentc cominciò
a penfare efler neceflaria ia Tua venuta in Italia, per re-
primere V audacia de' Normanni . Venuto nondimeno a
Roma Gotofredo Marchefe di Tofcana , e unite Je Tuo
genti con quelle ad Pontefice, coftrinfe Riccardo a tor-
narfene in Terra di Lavoro , ed a temer molto de* cafi
fuoi y e Gorofredo , per la refiftenza trovata in Aqui-
no da Giordano, figliuolo di Riccardo, e per l'interpo-
fizione di Guglielmo Fronte audace , Cavaliero Norman-
no , contentoHì di una fomma di denaro , e fenza dare
altra moleftia , in Tofcana fé ne ritornò , Si erano al-
lora molto infolentiti i Saraceni , e cagionarono molto
danno in Terra di Lavoro 3 onde Riccardo pacificatoli
con Gotofredo Marchefe , prima che quelì:i in Tofcana^
il ritirafle (a) con elio lui , con forte cfercito nel Ponte
di S. Angelo Gotofredo da una parte , e Riccardo dali*
altra già li vinfero , e li cacciarono via 5 e rimafe Ter-
ra di Lavoro in placida quiete.
Sotto quefro Principe Riccardo il già detto Defide-
rio , Abate di Monrecafino , accrebbe , riftabilì , e piena-
An.xo7i. mente ornò quel Moniiiero 5 onde V anno 1071. fu fo-
lennemente dedicato dal Pontefice Aleflandro , che vi ven-
ne apporta con molti Cardinali , e Prelati , e vi concor-
fcro anche molti Principi fecolari, tra' quali il Princ^po
di Capua Riccardo coi fi^o figliuolo GiordaDo , e col fuo
fratelJo (i^) Rainulfo , Gifulfo Principe di Salerno , Lan-
dulfo Principe di Benevento > Sergio Duca di Napoli ,
e S.-rgio Duca di Sorrento , da chi deriva la famiglia-.
Maitrogiudice.
Allora fu, che Roberto, Duca di Puglia , avendo
cacciato i Saraceni dalla Sicilia , e impadronitofi di Medi-
ca , di Taranto, della Terra di Otranto, e di Palermo,
venne col i'uo efercito a impadronirfi di Salerno , per dif-
ferenze nate fra lui, e '1 Principe Gifulfo, fuo cognato.
Ricorfe Roberto al favore , e all' ajuto del Principe di
Capua Riccardo , e di quefto fece capo , per fecondare
la
(a) ScJp. Amm* (b) Lup, Protofp, Anonym. CaJJìn*
Libro Secondo. 449
la Tua imprefa . Di già ne prefe volentieri la briga il
Principe Riccardo, ed unitofi col Duca, fi accamparono
centra di Salerno , cingendo ia Città di ftrettiflìmo bloc-
co, e quefto fi ftrinfe si fiero, che mancate a* Salernita-
ni le cole più nccefiàrie al vivere , convenne loro man-
giar le carni de' cavalli, degli afini, e de i topi. Né vi
fu dubbio , che un fegato di cane folTè comperato dicci
tari, un uovo di gallina nove, fette fichi due denari , e
un tomolo di grano 44. bizanzj . Indi una notte , nel più
profondo del lonno,il Duca Roberto col Principe di Ca-
pua aflàltarono la Città , ed in clfa entrati , fé ne feco
Signore il Duca, e vi fondò poi la Chiefa di S. Matteo.
Di là unitamente fi volfero all' acquifto del refto della
Campagna. Gregorio VII. fentendo tali cofe , efiendogli
oltremodo difpiaciuto Ja fciagura del Principe Gifulfo y
e forfè più la crelcente fortuna de* Normanni, fcomu-
nicò il Duca, e '1 Principe, e voltò contra di loro ancho
le armi temporali .
Il Duca Roberto , avendo intefb la fcomunica , ful-
minatagli da Gregorio , e le mode , che quelti faceva.^
contra di lui , e contra del Principe Riccardo , fé ne tor-
nò infieme con quello a Capua , ove fi divifero Pimpre-
fe , che far volevano , avendo tutti , e due gente fuffi-
cientiflima , ed eferciti ben forniti di tutto il neceflTario.
Il Duca fi pigliò la cura dell' afledio di Benevento , C->
Riccardo dell'aflèdio di Napoli . G'à fu tutto efeguito , e
con vantaggio. I Napoletani, vcggendofi così malamen-
te allèdiati nell'anno 1075. > fJon potendo contraftaro An.l075.
colla forza del Principe di Capua , fi voltarono a Dio ,
e a i Santi lor tutelari : ma nelT atto del combattimen-
to fi vide sulle mura (a) il gloriofo S. Gennaro con al-
tri Santi Protettori di Napoli , armati di feudo , e di ftru-
irsenti da combattere . Il Principe credendo , che quegli
foise 1' Arcivefcovo co' fuoi Prelati , fi dolfe di lui , che
contra quello, che affatto non conveniva a' Prelati, ufcif-
Lli 2 Te
(a) Gaufrìd. Maìaterr* lìh> 3. Pìeir* Dine, continuata
Mòjì^ lib, 5« cap^ 44.
45*0 Storia Civile di C:!pu3
fé conio feudo, e con ar.ni a combattere. L' Arc'vefco-
vo gli fece rilpondere , ch'erano nioiti gioriii , di chi-*
egli li ritrovava infermo a letto i ma che que.'io arma-
to altro elfer non potea , che 'i gloriofo S. Gennaro co'
fuoi compagni , lòtto ia cui protezione è ia Città di Na-
poli . Non pretto fede il Principe di Capua a quefìe lin-
ceriliime parole j onde attefe a Itringere tutto di ia Città
con forze maggiori j ma infermatoli gravemente , fé ne
mori verfo il detto anno 1075. > elfendo (tato prima^
fciolto da tutte ie pene , nelle quali per Vigor delia fco-
niunica , fulminatagli dal Papa , fi era Jafciato annoda-
re. Q^ielt* ailedio di Napoli è portato da Lupo Prorolpa-
ta ^ Scrittor di quei tempi , nell' anno 1078., dall' Anoni-
mo CaiHnei'e nel 1077. colla lolita anticipaz one di uà
anno: e Antonio Caracciolo nelle fue Annotazioni affer-
ma aver trovato in un* antica Cronaca manolcr^tta la-
morte di Riccardo notata nel 1080.3 ma Camillo Pelle-
grino nelle correzioni a Lupo Protolpata avvertifce , che
r afiTedio fu com nciato a Maggio 1077» 1 e Iciolto ad
Ao. 1078. Aprile 1078. colla morte di Riccardo,
Di Giordano L
Succedette alla Signoria di Capua Giordana, figliuo-
lo di Riccardo , nipote di Dragone , già Conte di
Puglia . Quelti fu del tutto dilibmigiiante &d[ padre ; im-
perocché lubito fatto Principe di Capua , fciolfe V ade-
dio di Napoli, divenne {a) amiciliimo dell Papa, e libe-
rò i Beneventani dall'altro ItrertiUìmo afìedio , pofto lo-
ro dal Duca Roberto 5 ond'ebbe di regaio 4500. bizanzj,
e fi dichiarò con tutti i Conti di Pugna nemico del già
detto Duca Roberto . Fu impegnatiiìimo per Ja Chie-
fa , e tanto egli , quanto il Duca Rugiero , e '1 Princi-
pc Gilulto di Salerno fi affatxarono a rutta ior polTa ,
dopo mille dilturbi del Santuaiio, e del Pontefice Gre-
gorio VIL , di mette. e in alletto ia Chiefa di Dio . Quc-
fto Principe di Capua , e Conte di Averla Giordano ac-
quiitò
(a) Ammirata ds Frìnc. dì Capua •
Libro Secondo, 451
quiftò tutta la Campagna , e poi fé ne morì a Piperno
Tanno 1093. , e 'J Tuo corpo fu portato in Montecafino, An.1093.
ove tu decentemente iepe]lito. Da queflo Giordano nac-
que Riccardo li., e propagoffi la linea de* Piincip; di Ca-
pua Normanni.
Dì Riccardo IL
NOn tanto pafsò all'altra vira il Principe Giordano,
che luccedet e al Principato Riccardo II. , Conto
dj Averla, e Principe XV. di Capua , di lui figliuolo, e
di Galrergrinia , nipore di Dragone , Conte di Puglia.. •
A/lora fu , che i Capuani , tediati del governo Norman-
no , e non potendo più v vere fotto il loro impero, con-
giurarono centra di lui j e prefi i luoghi più forti della
Città, dilcacciarono due volte tutti i Normanni , e fi po-
fcro in una laldiihma ditela. Ma R'ccardo , ritiratoli col-
la madre in Averla , mandò l'ubito per ajuto Rugiero ,
Duca di Calabria , figliuolo lecondogenito di Roberto
GuHcardo , il quale nella Itagion calda venne con un
poderolìiiimo efèrcito , e tmù i luoghi vicini a Capuau
pofe barbaramente a ferro , e fuoco . Ne mai quindi {\
partì , e lafciò di trapazzare i Capuani dentro la Città,
finattanrochè non li coftrinfe a rendergli le Fortezze^ >
e a ricevere con oflTequio , e con rifletto Riccardo , lor
Principe , coiie già fu efeguito .
In quefto tempo accadde , che 'i Pontefice Urbano
celebiò un Concilio in Chiaromonte, ove ad iftanza di
un certo Pietro Eremita conch>ufe V acquifto di T<:rra-.
Santa j onde moiìi gli animi de* Principi Occidentali , ire-
fero le ar:i»i conrra dt^V liìi^dtlì ^ per fottrarre dal e lo-
ro mani il Sepolcro di Gesucrilto . In un lubito fpinti
da Divina virtù, fi videro! Principi di Francia con 300»
mila combattenti andare allegr.Iiimi a tal imprc'a . il
l>uc-\ Raglerò con Roamundo, Tuo fratello, cht (1 tro-
varono anch' elìì all'afledio di MeL^ , lafciato qLet'.m-
pcgno, corfero ambizioli di glona a tal conquataj me-
oando
452 Storia Civile di Capua
nando con feco 12. mila loro foldati Italiani , e pof^ifi
infra gli altri Je croci vermiglie sulle Tpalle. E già l'eler-
cito Criftiano, dopo fiera guerra , riportò colla grazia del
Signore una gran vittoria , e gloriofi trionfi , elfendofi
An. 1099. r anno 1099- a 17. Luglio ricuperata da' Gridici ni Antio-
chia, e Gerufalemme, ed in eflè furono ricuperati tutti
i luoghi lacri , tra i quali il Sepolcro di noftro Signore
Gesucriflo . E vi fu eletto Re Gotofredo Boglione , il
quale fi era gloriofamenre adoperato in quell,* guerra .
Seguitava la nimicizia tra Riccardo IL , Conte di Aver-
fa, e Principe di Capua» con Rugiero , Conte di Sicilia,
quando quefti nel mele di Marzo 1098. f^n venne con
fortillìmo efercito ad alTcdiar Capua , avendo fatto Tuo
Capitan generale Sergio di nazione Greca . Già il nemi-
co ftrinfe da ogni parte la Città , e pofe in molt* an-
guftia i Capuani, quando Riccardo co* doni, e con pro-
nieflè induflè Sergio a tradire il Tuo Principe , e far sì,
che la notte i Capuani avellerò ad afTaltare i nemici , e
palTarli all'improvifo a fìl di fpada . Era già feguito un
tal concerto , e ne Itava già la notte a leguirne l effet-
to 3 quando la fera a primo fonno comparve Fra Bruno-
re , Padre del Moniflero di S. Maria dell' Eremo , e di
S. StefFano del Bofco , fondatore de' PP. Cartufiani , a Ru-
giero , che nel fuo padiglione fuori di Capua dormiva 5
io fvegliò , gli {velò il tradimento di Sergio , e lo fpin-
f fé a difendere tanti poveri Criftiani , fuoi foldati , eh*
erano già vicini, per lo riferito tradimento, ad e (Ter da'
Capuani mefiì a morte . Il Conte rifvegliato con grand'
ardire prefe le armi , gridando a* foldati , che montati
a cavallo, fi guardaflèro dal tradimento j onde Seigiofi
pofe a fuggire , e ricorfe , per falvarfi , dal Principe di Ca-
pua , ed ebbe la perdita di 162. (old^tì , ficcome nella-
vita di S. Brunone contefta la S. Chiefa ; O/m idem KO'
geriti Capii am ohjìdsre , e&mg* quidam Sergiui excuhìa'
rum magijier prodere Jìatuijfei , Bruno adhuc in a^dlo
Eremo zdvsm y in fomni^ omnia illi aperiens y ab imminen^
ti perle uh Comitem liberavi^ . L' efercito di Rugiero af-
fa Ito
Libro Secondo. 455
faltò Capua , la Soggiogò , e *J Conce fé ne impadronì j
ed avendovi iafciato un buon prefidio , fé ne tornò a^
SquiiJace, come il tutto fi legge in un privilegio del det-
to Conte Rugiero , che fi conferva nel Moniftero de'
Monaci Carcufiani di S. StefFano del Bofco in Calabria.,
tra Stilo , e Arona , che vien defcritto dal Summonto »
e difteiamente portato da Giandomenico TafTone (a)) ed
a me piace qui trafcriverio per degno ornamento della^
pvefente Iftoria .
/« Nomine Dei M ter ni , G? Salvatori^ Nojìri Jesu
Chrijìi anno ab Incarnatone ejufdem 1098. Indizione 7.
Glorìofus Rex David Spiritu ^an&o prce^entus , narraho
( inquii ) omnia mirabilia tua , Propter quod Ego Roge--
rius divina mifericordta Comes Calabrìae , CE Siciliae , »^-
tum effe volo omrjibui Fidelibus Cbrijìianis beneficia , quae
mihì peccatori concejjìt Deus orationibus Reverendi f^iri
Fratris Brunonis piijjìmi Patris Fratrum , qui habitant
in Ecclejiìi Sandlae Alariae de Baeremo y & San&i Pro*
tornar tiris Stepbani , quae Jltae funt in Terra mea inter
Oppidum , quod dici tur Siylum , (3 Arenam : cum ejfem^
in obfedione Capuae Kalendìs Ahrtii , £5* praefecijfem Ser»
gium natione Graecum Principem p^psr ducentum armi'
geroi nationis fuae , (3 exercìtus excubiarum tnagijìrum^
qui fatanica perfuajìone praeVentus , Principi Capuas prò»
mittenti auri non modicam quantitatem ai invadendunu»
9ìie , meumque exercitum noBu aditum eji pollicitus fe^
praebere , Nox proditionn advenit , C3 Princeps Capuae 1
ejufque exercìtus ^ juxta promijfum , eji paratus ad arma^*
Dumque me fopori dedijjem , interjeBo aliquanto noBis fpa^
fio , ajjìjiit cubiculo m?o quidam Senex reverendi' vuUuì
veftibus icijpi non valens lacrymas contìnere , cui cum in
vi fu dicerem , quae caufa ploratus , C£ lacrymarum ejjstì
vifus eJi mìhi durius lacrymari , iterato quaerenti mibi 1
quii effet ploratus ? Jlc ait , Jlso animai Chrijiianorum^ ,
tea, cum illìs , fed exurgens quam totìus arma fumé , Ji
liberare te Deus permifent , tuorumque animus pugnato'
rtim %
(a) Tajfon. de Antef, verf. 14. obf i»
454 Storia Civile di Cifiia
rum ^ hìc fer tctutn videhatùr r/.ihi ^ leltftfeffttpercfn'
tj'ja Venerahilìi Parer Bruno, txper^tjudiz^s Ji^n/ ci^f?-: ier^
rnre granai prò Z'ìjtone povefceni , tUico jut,.-Jl artna eia"
mani ^ & r/.ilitihu^ , tdt armati equa ufcefidere^t , Z'ijìO'
htm fi 'isera ejjet [atageni compr'bare , ad quemjirspitum^
c^ clangore m jfhgìens impìus Ssrg.us , ejufque f.qif.irci iub'
fecuti j'unt Principem Capuus , Jperantem in didlam Ci'
Z'itatem confttgium bah a urei . Caepeyunt autem fKiUtei y
Inter vulnerato: , C^ fanoi , centum fexuginta d.'ios , a qui'
Vus , & zjifìonem fore zeram prohavimus , & rei gefìae
fcivimui zjeritatcm* Re^erjus fum Deo zj'^hnte 2^>ì^,etjii
Juliì Squillacium , poji hahìtam Capuae tivitatem , ubi
fui fer quindenam continuam injìrmatus : zjenit ZJero ad
me jar/t didlus Venerabilis Pater Bruno cum quatuor de
Fratrihui fuis , qui me fandlis > devotìfque colloquila con*
Colati funt ; cui Rez^'erendo Viro vijìontm retuli , £5? hu^
mi lei egi grati ai , quod de nie etium abjente curaf/2 in fuis
oratiofìibus habuijfet i qui fé httmilians ùjjeruit ^ noti ipjum
fore , quem credi di : Jed Dei Angelum qui fac prò Prin»
cipibus tefyjpore belli 5 rogazjìque quoque ipfum humiliter ,
ut prò Dei amore in terra mea Squillacii jumere dìgna^
re tur largoi redditui , quoi donabafn , renuens ipfe recipe*
re , dicebat , quod ad hoc domurn Jui Patris , t^.eamque di-'
miferat , ut a Mundi rebus extraneus dejerviret liberta
Deo fuo . Hi e fuerat in tota domo mea , quajì primus ,
C^ magnui : tandem Z'ix cum eo impetrare potui , ut gra-
tis acquiefceret fury.ere modicum munus meum : Donavi
ùutem eidem Patri Brunoni , ejufque Succefjoribus ad ha-
bendum in ptrpeluum abfq. temporali fervitio (se. Defcri-
buntur muira bona , & vaflalli donati , & aiiqua Cafalia,
qtiae brevitaris caufa praetcrmittuntur , & inde icqu ■ tur.
Hoc prizjilegium jcriptum ejì 2. Augujti ab In carnai iene
Domini 1098. IndiBiOne "^^ (3 confirmante Venerciik ^ &
òun&ijfìmo Patre Joanne Squillacenfis Sedis Epifcopo re-
fidente ibi juxta fores Ecclefiae , & concedente Melaide
conjuge mea . Rogerius Comes 4* Adekys Comitifio + G^-
llelmus de Altavilla -i- Rodulphui Cortes de Io Roteilo i*
Odobo'
Libro Secondo. 45*5
OdohofJfds Marchijìus -^Josbertus de Liécìaco -f Rodul-
phus Faìneihe'vin -{- Kiellui de Ferite -}- Rogeriui filiui
Co7/2teis Rogerii + Riccardui de Treverit -f- Ego Fulco Do'
mwi Comids Rogerii Cappellanui de mandato ejus hoc pri-
^ilcgìum jcrlpjì , ^ me Jc^bfcripjì . Ma poco apprelib,
paciticaro Riccardo con Rugiero , gli fu reftituita la-i
Citta di Capua .
Il Principe Riccardo fu aflaì pio , e divoto di S. Be-
fiederro, ed unirofi con Rocca , figliuola di Dragono ,
già Conte di Puglia , da cui la Rocca di Monctragone fu
detta , iècero ampli donativi al Moniftero di Monrecafi-
no 3 e Riccardo mfieme con Roberto , Conte di Cajaz*
20, tra le altre cole gli donò il Calteilo di Ponte Cor-
vo : Riccarda^ ( fcrifle la Cronaca Giiììaefe ) quoque fé»
cunduì Priricepi , interventi Roberti Principia , deiit buie
loco Oppiium Pontii Curvi cum pertinentVn fuis . . . . •
fed C§ Robertus Cajacianorum , atq. aliorurn multorum Co»
vies , fi lì US Rainulfi Comitis fuperius nominati partim ao*
fio , partim pretto conce j]ìt , & confirmavit huic Coenobio
Oppidum de Ponte Curvo cum fuis pertinetitiìs ex concef-
Jione Riccardi Principis . Ma cllendofi quefto Principe»
gravemente inf<;rmato, fé ne mori Tanno iioó. , e gliAn.iiO(J.
iuccedetre nel Principato Roberto , fuo fratello , cflcncio
allora Pontefice Palquale II., e Impeiadore dell'Occiden-
te Arrigo V. , il quale in queft' iftefTo anno ad Arrigo IV. ,
fuo padie era lucceduto, come tonchiude Ja liclila Cro-
naca neli' anno noi, i Prwceps outem Rtccardus eo tefJi'
por e iiìprmita*e gravijjima laborabat .... ìk grave] e ente
infirrmtate , vita decejjìt , & Hubertus frater tjus UH if»
Frinctpatu juccejjìt . Per idem tempus aejutdlo 11^. Ir/jpe^
Tatare hemico , Benricus V, , JjI/us ejus , Rormjji Imperia
gubernacula jufcepit .
p
Dì Roberto /.
■^'^
Er dimoftrare Roberto, Principe di Capra, e Con-
te di Averfa > la fua piena oÓervanza veifo Ja Saa-.
M m m ta
456 Storia Civile di Capua
ta Chiefa , non tanto fu aflunto alla Signoria dì quella
Città, che fubito confermò tutti i pnviJegj , dati da' Tuoi
predeceflbri ai Monaci Caflinefì 3 confermando Joro , o
giurando di difender tutti i Joro beni , franghigie , ed
cfenzioni , che quei buoni Padri godevano . Fu amico
del Papa PafquaJe IL, e poi di Gelafio, fuo fuccefTore,
il quale venne fpeflb a Capua , e vi fi trattenne lunga-
mente nella cruda perfccuzione » eh* ebbero 1 Pontehci
da Arrigo IV. , Imperador ddV Occidente . Nei iecondo
anno dei Pontificato di Gelafio, cioè nei 1120. il Prin-
cipe Roberto fc ne morì , e da' Capuani gli fu foftituito
nei Principato Riccardo III. , non so di chj figliuolo , il
An. 1121. quale fé ne morì poco tempo dopo nell'anno iiai., e
gli fuccedette Giordano, fuo figliuolo.
Di Giordano IL
VUoIe Pietro Diacono , che quef!o Principe fi chia-
mafie Roberto 5 ma l'Ammirato è d' avvilo , che-»
fia guafto tal tefto, e debba efièr Giordano per la giu-
fta cronologia dell'anno 1122. , e per molte contraddi-
zioni , che T Ammirato addita eller nel tefio di Pietro Dia-
cono : tanto piiì , che prefTo lui vi e un privilegio del-
l'anno 1122. , ove e chiamato il fecondo anno del Prin-
cipato ; Praefaii Domini J or àani gloriojìjjìmi Prìncipii Cd»
ftiani^ Sotto il Principato di qucito venne Califto in Be-
nevento , e fotto quefto Principato la prefente Città di
Capua per un incendio , in efia accaduto , ebbe a girfe-
ue tutta in cenere . Ma fopra tutto il fingoJar avveni-
mento fu quello , come Icrivono gli Autori di que*
tempi , che una notte àoX mefe di Aprile V anno
An.il22. 1122. furono vedute infinite fieIJe cader dai cielo , c-»
quafi piovere per tutto l'Univerfo • Quefio Giordano fon-
dò la maggior Chiefa di Averfa , e la dedito ai SS. Ap-
posoli Pietro , e Paolo , (ebbene Riccardo , fuo padre 1
l'aveflè cominciata i e vi è nella porta piccola della me-
defima Cliicfa Vcfcovile ia feguentc ifcnzione ;
PRIN-
Libro Secondo. 457
PRINCEPS lORDANVS RICCARDO PRINCIPE NATVS
QV^ PATER INCEPIT PRI VS H^C IMPLENDA RECE-
PIT.
Sotto quefto Principe fiorì in Capua la nobile famiglia^
di Azzia , decorata di molti fupremi , e principali ufizj,
e dignità da i Principi di que' tempi di quefto Regno j
tantoché di tal famiglia , che ftava in Capua in tre ra-
mi , uno o vogliam dire lo fpecial tronco de' Conti di
Noja , e Marchefi della Terza , Taltro di Silvio valorofo Ca-
pitano , e l'altro di Roberto , alcuni fé ne ritornarono in
Kapoli , godendo ivi la nobiltà del Seggio di Nido , altri
fé ne rimafero decorofamente in Capua . Di queli^a fami-
glia parlando Scipione Mazzella nella Tua Defcrizlone del
Regno, così difle ; „ La famiglia di Azzia è nobile, c-i
3, antica nella Città di Napoli j la prima memoria di
qucfti fi trova nelle fcritturc della Santifiima Trinità dei-
la Cava neir anno 1122. , fotto il fecondo Giordano ,
Principe di Capua . Dicono alcuni , che queft' illuftro
famiglia dalla Provincia di Salfonia difcen defilé in Italia,
di là avefie la fua origine , dal quale antichifilmo fan-
gue vogliono , che venifièro i Marchefi di Monferrato ,
Dalle fcritture però cofta , che tal famiglia fia antica , e
nobile in Napoli , piena di onorati , ricchi , e poderofi
Cavalieri , chiarifljma pei gran SiniTcalcato , che diedcj
r Imperadore Federigo II. a Giberto di Azzia . Sempro
quefta famiglia è ftata in grado onorato , né per vec-
chiezza è mai marcita ; oggi fiorifce per lo Marchefo
della Terza, cioè ì' anno 1585, , in cui fcrifle il Mazzel-
la 3 fa per iroprefa una banda adentata da ambe le par-
ti di argento, pofta in campo nero: e Scipione Ammira-
to fcguitando a difcorrcre di quelle famiglie , che nato
in una Città , poi fé ne paffarono in Napoli , difle ; di
queiti fono quelli di Azzia, la prima memoria de' qua-
li fotto il fecondo Giordano , Principe di Capua , cho
apprefib di me fi ritrova, è nell* anno 1122., ne è per
vecchiezza la loro nobiltà marcita , la quale fiorifce per io
2dai(hefe delia Terza : con ccfioro credo io , che fi pof-
M m m z fono
458 Storia Civile di Capua
fono mettere i Pannoni, ed ancor eglino, come quei di
Azzia Capuani; di quelta faaiigiia furono fei gran Mae-
ftri dell* ordine di S. Lazzaro , e tanti magnati , che in
guerra > e in pace in diverfe fupreme cariche fiorirono ,
tra* quali il famofo Kaone di Azzia, che nell'anno 1200.
era marito di Maria , figliuola di Giovanni di Napoli,
pofìeiTore da tanti , e tanti anni d* un Feudo nella viiU
éì Parete, in pertinenze di Àverfa, per lo quale fi eran
ferapre coirifpolH , e tuttavia fi corrifpondevano i ier-
vigi feudali , gu(ia Tufanza dei Regno, a Pietro di Abi-
nabile , e di Abenevolo 9 nobile Patrizio della Città di
Capua , Signore in quei tempi della C.trà di Averfa . In
quefta famiglia rifplendette il Grandato di Spagna , dal-
l' 1 nperador Cario V. a Pierantonio di Azzia , Conte di
Noja , per se , fuoi eredi, e fuccellbri agg oziato 3 ma per
elTerfi poi eftinro sì Tpeciofo ramo in tutta la linea de*
mafchi , pafsò quetto grand' onore l'anno 1707. alla fa-
miglia di Niccolò Perez Navanetta , Conte di Noja , o
Marchefe della Terza , erede , e difcendeute per linea-,
femminile dal già detto Pierantonio. L altro ramo vie-
ne oggi confervato nella difccndenza di Carlo di Azzia,
e di Eugenia di Tranfo , Dama Napoletana di Seggio di
Montagna , e ne rapprefenta la primogenitura AJelfan-
dro di Azzia , che ha da Anna Lanza iua moglie , Da-
ma Capuana fertiiilfima propagazione.
Non fono qui da tralafciarfi due coCe, degne della
fomma erudizione de' miei leggitori , riguardanti i tem-
pi correliti . La prima , che nelT antichifiime fcntture in
pergameno, nell'Archivio del noftro Capitolo conlerva-
te , io notai in que(ti tempi, che Capua era dominata.,
da* Principi Normanni, che fra le altre leggi era in vi-
gore quella , che la donna , o vergine , o maritata , o
vedova che fofie , non potefie intervenire a qualfifia con»
tratto fenza i' intervento del Tuo Mondualdo , che in Ita-
Jiano , fecondo il Dufrefne , ed altri Autori , fignifica.*
frotettare y o fia tutore y o curatore; tantoché, volendo
la donna contròrie, fi meueva Vi^W^ tutela » e protezio*
OS
Libro Secondo, 459
ne del marito, e del figliuolo , o anche di un eitraiieo,
e così vaiidava iJ contratto : onde abbiamo miile fcrit-
ture del decimo , e undecimo fecoio , ove la donna con-
trae cam auBoritate Petrì filii , & Alontuaìti mei , ìtl^
cujus munto me effe cogrsofio , ch'era la formoJa , che fi
metteva neH'iftrumento. Quefto Mondiiaido non folamen-
te era volontario , e il eleggeva dalla donna , che con-
traeva , ma anche foiea cfler dativo, e fi dava dal G'U-
dice , qtundo non (i eleggeva dalia parte . Nello ftellb
Archivio poi ho letto molte fcritture del decimoquinto
fccolo , e propriamente del 1437., nelle quali fi vedo,
che la madre contrae fenza T intervento del MonduaU
do ì onde credo, che fino a tal tempo durò la protcz o-
ne , e la necelfiià d^ì Mondualdo ne' contratti ds.\i^:j
donne »
La feconda , che ne* pubblici iftrumenti molte volte
invece del nome del Re, o dei Principe, per l'epoca fi
poneva il nome del Governatore del luogo . Cosi nei
duodecimo fecoio V\ \t'^^e, in una fcrirtura , che confer-
vafi nel noitro Archivio Capitolare ; Gubernante Civita'
tem Capuanam Petro Cicala i ed in un'altra fi dice : Ke»
gente Civìtatem Capuae nobili ^iro Domino Jacobo Ulitla»
no de Keapoli potejiate Civitatìs ejidfdem i ov' è anche da
notarfi , che'l titolo, e '1 nome di Potejìà fi dava in quel
tempo anche al Governatore del luogo .
Di Roberto IL
NEir anno 1127. feguì la morte di Giordano , e fuc- An.1127.
cedette Roberto il. di tal nome, fuo figliuolo . Que-
fto Principe Roberto fu T ultimo della lècooda linea de'
Normanni, che dei Principato di Capua godefiè . Fu egli
un Principe quanto pio , tanro infelice , e difgraziato j
tantoché feppc t.rare non meno fopra di lui , che fopra
della Città di Capua 1' eltreme fue rovine, come nel ter-
zo libro delia prefence Opera; andcrò diltiocamente rag-
gua-
46 o Storia Civile di Capua
guagliando» Baita dire per ora, che fu egli fupcrato , e
vinto da Rugiero Normanno , che fu poi primo Re di,
Napoli, e di Sicilia, ii quale cacciatolo dal Principato di
Capua , come appiedo dirò , vi coftituì Principe Anfuloi
ilio figliuolo . Ed ecco cominciò la noftra Città di
Capua ad efler dominata dai Re di Napoli ,
da' quali, qual chiave del Regno, e Cit-
tà principale della Campania , fu Tem-
pre decorata , e diilinta •
Fifie del II. Libro di quejlo Volume .
INDICE
INDICE
DELLE COSE PIÙ' NOTABILI , CHE CONTENGONSI
IN QUESTO PRIMO VOLUME.
ACerra ajfediata da Annìhale 1^5
Acqua Giulia y e fuo cammini 31, 215
Acqua aceto fa in Linterno 5 a
Acqua del mare di Kapok addolcita 411
Acqua di Capua ajfai pregevole 324
Acque Sìnveffane ^ ^^
Acque di Linterno , 0 dì Patrie^ 5 a
Acquijìo di Ttrra Santa , e del S, Sepolcri 40* 419
Acca^ Liurenzia 230
Ade laida , moglie di Ottone 41S
Adelb erto yf gli uolo di Ber encarto ^ privato del Regno 411
Adelchi fìa , Ji^liuola d" Arechi ^ 285
Adelchijìo , figliuolo di Rafrid , sbalzata da unafinejlra 30(S
Ademario y Principe di Benevento 354
Ademario y Principe dì Salerno ; non gli piace ì(k nuoV(t
Capua i r ajfedia y e la danne ggict 35»
Ademario Principe di Capua 421
Adenulfo y fratello dì Landone y Conte di Capua 37Z
Vince in battaglia r efercito Napoletano 373
AJfedia Benevento , carcera Radelchi , e Jì
rende Principe di Benevento y e di Capua 383
Muore , ed è fepellito nel Duomo Arcivefco^
vile di Copua y ove fin oggi kggefi il fuo
nome 385
Adenulfo IL figliuolo del già detto Principe Adenulfo 409
Adenulfo iìL Principe di Capua 409
Adenulfo detto Sommucola y primo Conte d* Aquino 440
Adriano Augufìo izz
Adriano Papa manda i legati a Carlo Ma^no , e lo fé
VQniri
Indice
V lenire in ha Ha conerà il Re Dejtderio , e S
cantra Àree hi 2S4 V
agamìe , Re dì Siracufa 37 ^
Aq^elryìondo morto air impr ovvi fo 293
^}'^/?ff /).vrJ /// Benevento 2^8
7^j(?«^ Principe di Benevento 372.
y^;-5^^i7 de Capuani alla Repubblica Romana 137. i47
Aquino Città 44^
Alboino Re de" Longobardi 259
Alejfio Mazze" e e hi 93* 3 40
Aleff andrò d' Azzia 45 8
Aleffandro Tartaglione 21
u^//V« Capuana 73« 218
Altert(jia , ^ fuperbia degli antichi Capuani ss
Amalfi Città , f y//^ fondazione 37<5
Amalcbide ammazza Alboino per ordine di Rojìmunda ,
^ />()i </^ quejia avvelenato ^ muojono injte'
me collo jìejfo veleno 260
Ambafàadori Capuani alla Repubblica di Roma i39
^ Terenzio Garrone in Venofa iSS
Ambri , <?<^ /^ Capitani de' Vandali 2S7
Ame tango follato Longobardo 275
Anelli d oro mandati da Annibale in Cartagine 1 ^ ài'
fcrepanza àrea il numero di ejji i^4
Anfiteatro Capuano 93
Anfore di Sparto 73
Anfufo primo Principe di Capua 284
Angelo Mazzìotta FeJ'covo 338
A^igulati Capuani 75
j^n tignano luogo , detto dalla nobil famiglia di tal nome 3<^8
Antonia Recupito 3^*^
Antonio Muzziotta 338
Antonino Pio 95» ^^^
Antichi y che adoravano i fiumi ^ 5
Antico Epijcrpio 98
Annibale gran Cup'tano ^ e fua Zfita i49
AJJeaìa Cujllmo i<^5
Delle cofe più notabili.
Si accampa nel colie di Montanino 1 7a
Si dà ai -piaceri^ ed alla libidine 82, 106
Si rifolve d' ajfediar Roma ij^
Affalilo dalle di/grazie , e morte dì hi 189
'jipodtterìo 121
Apolajìane , Capitan Generale de' Saraceni 3 1 1
Appio ProconfolOf che affé dia Capua 173. 17 i
Aquino
Aratri Capuani iz
Arco Trionfale Zfsrfo S. Maria di Capt/u 221
Arnhi Duca XIV, di Benevento ; // primo , che Jtft^
ce intitolar Principe , ed introdujj'e tal ti»
toh tra i Duchi di Benevento zSz
Ar^chi Jì rende a Carlo Magno y e gli dà per ojìaggìo
Adelchijìa , # Grimoaldo yfuoi Jìgliuoii 2S6
Ar ih erto , Re de* Longobardi 269
Armata nu^jale della Repubblica Capuana 38
Armeria della Repubblica Capuana 38
Armonia tra le antiche Città , Capua , 9 Rom9 145
Armi y e di'Dife della Città di Capua 124
Arti I e mejìieri degli antichi Capuani 67
Afileo Dio 67
Ajtlo iff Alexandria 163
AJiuzia di Landulfo in metter fuoco ai poderi de'fuGi
nipoti 357
Atalarico Re de' Goti 244
Atanagw Duca , e Ve fiotto dì KapoU 370
Atella antica Città 44
Atellani riputati per uomini pra'Zti da* Romani 117
Audoalto , e Ando aldo Conte di Capua 2(53
A'ùerfa , e fua fondazione ^ 430
Auguri degli Ofci "" 14
Augujio accrejce la Colonia Capuana 214
Augujio Prefetto del Circo ii<J
AÙjonj > e Àurungi I
Auturit y Re de' Longobardi ,Jlabilifce Benevento per fua
Sede ^ e Metropoli 263
N n n Bagni
Indice
B
BAgni Capuani 121
Bagni preffo il Tifala 29
Bagni di Sinvejfa 4$
Bartolomeo d' Ariano 8(S
Bufili f co 24 f
Battaglia Navale de* Capuani con quei dì Baja 40
Battaglia de' Capuani ^ e Beneventani contra i Greci 293
Battaglia coi Cumanì 41
Battaglia de* Romani co' Cartaginejt in Canne isa
Battaglia de' Romani coi Goti prejfo Cafilino 245
Battaglia de Romani co" Sanniti 141
Battaglia tra Sic ondo Ijb , e Rade k hi 307
Be'i antichi popoli S
Beli far io Capitan Generale 245
Bellona adorata da Capuani 16
Benedettini Monaci •, e loro Chiefa 321
Benevento venduto Metropoli de Longobardi 263
Benevento , e Capua formano una fola dinajìia 410
Berianna Sangei 44
BerolaJJjy e Vorlafci $6. 37 S
Bernardo Tanucci 34 1
Borghi della Città di Capua 51. 3*9
Borgo di S» Ak tonto Abate 3 ' 9
jB^^^^ ^/ «5'. Giovanni GerofoUmìtano 3 » 9
Buccellino , f Leutari Capitani 245
fra Brunone comparifce in fi>gno a Rugiero | e glifa^'
la il tradimento di Sergio
C A] a zzo Città 43
Cajo Terenzio Carino Giudice del Tifata 3 1
Calfore Re de Saraceni ^ e fua i^arharic 309
Cai^i Città 44. 178. 364
Cambio
Delle cofe più notabili .
Camhio de' Cavalieri Capuani 159. 161
Camillo PeUegrino 20
Can.pane di S,Gio» de' fiohìH uomini 288
Campania 228
Cat/*pi Lehorìni 318
Lampi ocellati 113. 318
Campidoglio 1 1 1
Ca^upo takrno tolto a^ Capuani 144» i^a
Canonici di Capua 3^1
Canzona del Primicerio Camillo Pellegrino 3ii
Canne ^ e battaglia ì^i feguita iSt.
Capi fondatore di Capua IO
Capitolazione tra Capuani ^ e Cartaginejì IS9
Capitolazioni per la re fa di Cojìlino 168
Capua ugguagltuta a Cartagine , e Corinto 1. & feq»
Prima Città , e f J/tfS'*? del nojìro Regno 4
Chiamata prima Volturno 6
Fondata dagli Ofci 8
Copua Repubblica 35
Capo della Campania Opica^ ed Aufona 4S
Confederata alla Repubblica di Roma 137
Confederata con Annibale 1S9
AJJeaìata da Sanniti 138
V inta y ed abbattuta da^ Romani 178
Ridotta al mi fero {iato di Prefetturt^ 184
Colonia de' Romani 204
Spianata , f r ordinata da' Vandali 239
Saccheggiata , f^/ opprejfa da Coti 234
Incenerita da Saraceni 510
^Si?//^ gì' imper adori d'Occidente ^'9
•S^r/^ V impero de' Longobardi 25/
Nuovamente edificata mi monte di Palomba-
ra prejjb il fiiume Trijìijco , ^f//^ Sicopoli 294
'Edificata la terza 'ùolta da Landone sulle ro-
Z'ine di Cafilino 3 ni
A£alita da Trajlmondo , C?;?/^ ^/ Chieti y ìnnah
nata ad ejfer Metropoli prima di Napoli > ^
Knn 2 di
Indice
di Benevento^ e di Salem» 315» 4rt
Si dcfcrive minutamente la Città antichijji-
ma y e i faoi edifizy 11-1^
Si deferire minutamente la nuova prefente^
Città j e i fuoi edifizj 319
Si rende Gajìaldato , e Contea affala t a , e in»
dipendente da ogn altro Principato 313. 314
j^JJediata da Guidone , Duca di Spoleto 352
Si rende Principato 345
JJfediata > e battuta da Guniferio j Principe
di Salerno 367
JJfediata , e battuta dalV Imperador Lodovi-
co Pio 3S8
Dominata da* Principi Normanni 443
Ajfediata da Riccardo Kormannù 442
Dijhutta pili volte t e rovinata. 129
Capuani anticbi ^ e lor complejpont . ss
Di che Jì cibavano^ 60
hor cojìume nel bere 63
"Humero de* cittadini antichi Capuani 9z
Numero dt* cittadini Capuani moderni 336
Capuani antichi > che fiorirono nelle ktte^
re 93
Capuani della prefente Capaa^ che fiorirono^
t fiorifcono nelle lettere 33 S
Capuani , che fiorirono , e tutta via fiorifco-
no nelle armi 337
Capuani nohìli delV antica Capua 93
Ricorrono per ajuto a' Romani contra i San^
niti 139
Cavalieri Capuani di/cordi fieli* alleanza con
Annibale i6i
jijfedtati da* RoTxani chiamano Annibale in^
ajut[> 1 72
Si difperano per la contrarietà di tutte It^
cose 176
Rijolvono alcuni di chiamare i Romani dev-
$yo
Delle cofe più notabili.
tro Capua I7(j
OJfequioJi a Romani rìacquìjìano il diritto mu-
nicipale 187
Laf ciano la Città tra le guerre domejìiche ,
e friggono in altri luoghi lontani 367
Capuani f e Salernitani privano Ademario del Princi'
paio di Salerno 35^
Capuani congiurano contra il lor Principe LandonuU
foy e r ammazzano dentro la Chic fa di
S* Marcello " 416
i Avvelenano anche il lor Vefcovo 417
Privano l'altro Ademario del Principato Ca-
puano 42a
Carceri pecchie y antico monumenta S4. 120
Cardinal Giulio Antonio Santoro 18
Cardinal Niccolò Caracciolo 288
Cardinali della famiglia Capaa 289
Carica del Dittators^ 147
Carinola Città 364
Carlo Magno 284
Carlo IL > 325
Carlo Borbone 45
Carlo Cagliane Primicerio ai
Carlo Pellegrino dotto Parroci 2.1
Cartagine^ perdono la battaglia in H0I& l6S
Cafacellole Villa prejjo Capua 33
Casanova Cafale di Capua 17
Cafapuìla Cafale di Capaa 19
Caferta Città 45. 387
Cajtno di campagna di Camillo Pellegrini 2.0
Cajlno di campagna dell* Autore ^- 21
Capino jo, i^^, 170
E" affediato da" Cartagine]! i«5
E* ajfediato da* Romani " 160
Cafìellammare del Volturno 4?
Cajìello della prefente Capua 18
Ipqftello delle pietra 331
Cala*
Indice
Cat aiolo per le lejlìe 98
Cavalieri , che godono la Piazza 1 e Sedile nohile della
Città di Capa a 336
Cavalieri Capuani prigionieri d* Annibale , e ben trat-
tati da lui 151
Cavalieri Capuani appican fuoco a Roma i8a
Cavalìer Lorenzo Maria Ne croni 387
Caudo Villa preffo Capua 6 a
Cerimonia degli Antichi nel bere 64
Chiefa Arcìvefcovìle di Capua 321
Chiefa di 5. Gaetano de PP, Teatini 32S
Chiefa di S, Pietro in Corpo , detta la Coflantinia»
na 2.xfi, 238
Chiefa della Vergine Maria nel Cafale di S. Marion
Mao- ai or e 238
Chiefa di S, Terenziano 3i9
Chiefa di S. Gio. a Leopaldo , 0 Landolpaldo , oggi di
S. G o. de* nobili uomini 187
Chiefa^ e Monijìeri de" PP. Benedettini 32 r
Chiefa della nuova Capua 321
Ciclo Picei Ilo Generalijfmo Greca 38
Cinocefali 6
Circo 114
Città de IV antica Capua ft defcrive 19
Città della Campana , di cui V antica Capua era la
capitale 39. 43
Città concedute in ujìzio , e amminijlr azione a i Con-
ti ^ e Gajialdi Longobardi 2.66
Cittadini delV antica Capua 92
Cittadini della moderna Capua 33<5
Tornano alla loro Città , dijirutta da Vandali 241
Cleffo Re de' Longobardi 201
Clero Capuano col fuo Vofcovo ritirato in Napoli 444
Colle Saturnino 13*
Colonia , e fu a definizione 184
Complejpone degli antichi Capuani 5 5
Cornunào Re de' Gepidi 200
Conci'
Delle cofe più notabili .
Concilio Sin'Dejfano 47
Concordato tra Gio, Duca dì Napoli con Landolfo , e
Adenulfo 409
Congiure contra il Principe Radehhi 507
Congiura di Cajo CaJJìo contra Giulio Ce far e 135
Conocchia monumento antico di Capua 48. 120
Conferva d' acqua in Capua 327
Conjìdio Pretore S^
Conjìglio di guerra di sharhicar V antica Capua dalle
fue fondamenta i8a
Se dove a lafcìarjì V ajjedio di Capua , e cor^
rere a difender Roma , 0 difìribuir le trup-
pe per r uno ^ e l* altro impegno 175
Confohrì della Campania 229
Conjolari , Correttori , e Prejìdi 227
Contee , come incominciarono 26$
Contado di tapua divija ugualmente tv (t fratelli 3<53
tonti -Longobardi , e loro ufìzio 268
Corippo Affiicana i7S
Corpo del gloriofo nofìro Protettore S, Gennari 294
Corrado Imperadore viene in Capua a cajìigare Pan-
dui jo di S, Agata 43 K
Cojìante Imperador Greco viene in Italia , affedia Be*
nevento , combatte con Romoaldo , e con Mi-
to la y ed è vinto 270
Cofìanttno Magno Imperadore viene in Cafua 226
Cofìantino Vigilante Fiffcovo 43
Cojianzo Imperadore viene in Capua 226
Cojiituzione Longobarda circa la fuccefjìone ne* Fetidi 3^^
Cofiume de' Romani ne IV affé di are le Città 192.
Cojìume di Landulfo Ve f covo di Capua 35 S
Cojiume di Teobaldo in cajirare $ prigioni 4^7
Crepida , e Crepidato 75
Creta Capuana ^7
Crittoportico nell'antica Capua i«^
Cubito fa d' Aquino 439
Cuma j e Cumani 41
Curia
Indice
Ce^yJa f^taggìor^ "114
Curie minori 114
D
DAuferlo Vrìncìpi dì Salerno 354
Dauferio fa il viaggio di oltremare colla Croet^
addojfo 293
Dea Chele US
Vedo Magio Jj oppone all'alleanza con Annibale 158
E' carcerato y parla a' Capuani 163
Si rifugge alla fìat uà di Tolommeo 163
Sua morte 164
Decreto crudele del Senato Romano centra gli antichi
Capuani 187
Decreto y che fojfero i Capuani deferi tti in Roma iSj
Decreto a fasore degli antichi Capuani 188
Decreto del Sen* Rem, proibendo r introduzione detri-
ti forejiierì in Roma 193
Denaro lafciato da' Senatori Capuani in mano de VÌU"
ci tori Romani 178
Dedizione fatta da' Capuani a* Romani 37. i40« ^44
Defcrizione topografica della pefente Città ài Capua ,
delle fue Jìrade , e de* fuoi edifizj 344
pejlderìo Re perfecutore de' Crijìiani 284
Dijpreggia gli ordini di Carlo Magno a favo-
re della Chieja , ed è carcerato da Carlo
Magno 285
Diana Ti fa t ina , e fuo Tempio 24
Diana E fé fina 27
Di Viltà Patrizi ale 389
Diocleziano Imperadore 2.2$
Dioldene Abate di Montecajlno uomo fanto 303
Difcendenza della famiglia Capua 277
VtJJertazione [opra gli antichi Gladiatori 99
DÌJjert azione Jopra T armi , ed imprefe della Città di
Capua 123
Dljfer-'
Delle cofe più notabilL
jyijj'ert azione del t2efando facrìfizìo de facrihactatjali I9t
Differtazione /opra la dignità , e 'Doce di Patrizio 386
Divijtont fatta di tutto l' orbe Roncano , ^ del Pre-
fetto Pretorio da Co fi ansino Magno 225
Divìjìone del Principato di Benevento^ e di Salerno s^^* 213
Divi/ione del Contado dì Capua 314. 363
Di'Dìforì del terreno dell* antica Capua 209
Dot itile , Dtica di Gaeta ^Jì unifce co* S ar sceni ^ ed in-
quieta Pandonulfo y Conte di Capua n\
Domenico Parente Avvocato 23 i
Donazione fatta da i due Pandulfì^ Princìpi di Capua ^
ad Adelmondo de' ternni di Calvi 9 GìanOy
Cam'^gliano f ed altri 433
Donne pubbliche 8j
Ducato di Benevento follo i Greti 376
Ducici Longobardi z6z
Due Soli veduti in Ci4 lo l* anno 9S7 4i«
E
EBrei , e loro Ghetti in Capua i fono allontanati
da Capua , e dal Regno 320
Edificazione della Chìefa dì S, Maria in Gerufalemme 40
Edificazione della prim antìchìfpma Capua 5
Edificazione della feconda Capua , detta SìcopoU 294
Edificazione della terza prefente Capua sulle rovine^
di Cafilino 316
Elio Sparziano 420
Enula Campana ^radicf 60
Epifcopio dell' antica Capua 98
Ercole , Dìo adorato dagli antichi Capuani 1 7
Erefìa Euticbiana abbracciata da Gìufiiniano Imper ar-
dore 254
Efercìzio della nefanda necromanzia iS<5
Ejienfione , e circuito dell' antic ha Capua 79
Efienfione y e circuito del Principato Capuano 38a
Efienfione della Lihurìa 370
Ejienfione ^ e circuito della prefente Capti» 3ip
O o o Efien-
Indice
Efìenjìons dei terreni del Tempio di Lianst *8
Etruria io
Ettore Cape e e latro 3^1
Eudojpa Vedova delV Imperador VaUntìniano 234
FAbìo , e Marcello , Con/olì Romani^ aJfedianQ Capila 1 70
Falci Campane 71
Falegnami Capuani 7$
Fame ejìrema nel blocco di Cajilìna 167
Famìglia affato 379
Famiglia Aquino 438
Famìglia Azzia 457
Famiglia Balzo 421
Famiglia Capua z77
Famiglia EhboH 331
Famiglia Gentile lìz
Famiglia de Magi ^ Blofsj , ed altre deir antichijjima^
Capii a 93
Famìglia Mar za no ^ Aquino ^ e V annone 439
Famiglia Mar e he fé 419
Famìglia Alazzìotta 338
Famiglia Recapito 380
Famìglia de Tranfi 4(5
Famìglia Valdetaro 87
Famìglia Ve n triglia 340
Famìglie nobili della prefente Città di Capttd 33<J
Fatto pìacez^ole 407
Fatti ferj da ponderarjt 293
Fefla di Nettuno Equejìre ' 13»
Fiere di Ca/ilino y e di S,S teff ano 3»9
Fiera del Foro Albano 85
Figura de 11^ antica Città di Capùa 7*
Figure ne' ^afi antichi jo-
Fine del Libro primo 235
Eifcine Capuane 73
Fiume
Delle cofe più notabili.
Fiume Clamo 3i§
Fiume Volturno 86
Fiume Volturno navìgahile 86
Fatti memorandi del fiume Volturno 89
Fiumi y che fi adoravano da' Gentili 1 1
Flaminio Confilo di Roma iSi
Fondazione dell" antico Monifiero di 5*. Vincenzo in Voi'
turno 278
Fondazione della prima ^ficonda^ e terza Capua %, 294. 31(5
Fondazione de ir antico Monifiero di 5* Vincenzo itu»
Volturno 278
Forche Caudine
Foro de' Nobili ^f eparato da quello del Popolo $6, 112
Foro Albano y e fiera y che z*i fi faceta Ss
Fortezza , e fortificazioni della Città di Capua 333
Francefcantonio Santoro 18
Francefcan(onio de* Tommafi 25
Francejco Avellino Canonico 98
Francejco Ciccare IH Canonico 188
Francejco Ebboli Generalijpmo del nofiro Re Carlo Bor^
bone 331
Fr ance fio Maria Pro t UH Canonico 34 1
Frutta d Italia , mandate da Harfete ad Alboino , Re
de Longobardi jper allettarlo a Zfenire in^
Italia 25S
Fulvio Fiacco Confilo , e General Comandante ne ir a fi
jedio ai Capua i79
Gaetano Recuplto 381
Gaetano Serfile 3
Caidoalo , Duca di Ere fida ^80
Caniberga , moglie di Gifulfo jDuca di JBens^ento 281
Calli allontanati dalle vicihunze di Rema i37
Gallieno Imperadore 225
Gafialdo , e fua etimologia ^^^
Ooo a Gafial'
Indice
GaJìaUi , e Conti dì Capua a(S4
Cajialdata di Capua foggstto al Principati di Saler-
no 315
Gaudleri ^ figlinolo di Rodelgario , Principe di Salerno 36Z
Gemma /figliuola di Atanagio ^ Duca di Kapoli 363
S» Gennaro gloriojìjjìmo nojlro Protettore fi fa ^edert^
sul/e mura della Città di N/pnli in difefa
di lei contra il Principe di CapuA Riccar-
do , c^e /* ajfediava^ 449
Gennaro Penza 381
Gennaro Pìcozzi A^uvocato \%
Genferico Re de Vandali 234
Ghetti d* Ebrei in Capua 320
Giano Dio adorato dagli antichi Capuani 16
Giamhattìjìa di Capua y Mar che fé di Campolattsro 339
Giamhattijìa di Capua y Duca di Sancipriana 33 x
P,Giamhattìfia Recupito Gesuita 381
Ginnajio dell'antica Capua 11$
Giordano , figliuolo di Riccardo Kormanno , Principe di
CapMa 45 5
Giovanni di Gennaro 344
Giove Dio adorato dagli antichi Capuani »7
Girolamo Santoro Canonico 18
Gìfa^forella di Romoaldo y Duca di Benevento 27 a
Gifulfo /. Duca di Benevento 2.7 ^
Gifulfo IL Duca di Benevento 279
Gifulfo III. Duca di Benevento ^ fa ^an donativi alla
Chi e fa di Mnntecajìno 284
Gifulfo , Principe di Salerno > è cacciato dal fuo Princi-
pato da Landolfo Conte di Capua , e que-
^fii affume il Principato di Salerno 4^3
Gli è poi ricuperato da Pandulfo Capo di fer-
ro , e vi adotta Pandalfo y figliuolo di Capo di
ferro 4 1 4
GisihelUo T aurea- 161. \79
Giudici , che amminifìravano giufiizia nelV antica^
Capua A'^^
Che
Delle cofe più n^t'-.Mli,
Che amminifìrano giuftizia nella yre^ente Ca^
pua 323
Ciunic Bruto fa fyiorìre ì fropr] fìgliuon ^ per mante-
nere la libertà di Koma 1^5
Gtcéochi Circenft v 1 1 8
Giufeppe ai Capua Capece 288. 332. 341
Gtujeppe Cri Ih foro Medico 20
Giujeppe F afe a le 341
G ufeppe Simonìe Aff emani 365
Gitijìiniano ^ e Giujììno 252
Giujììniano fa accomodare il ponte rotto prejfo V an-
tica Capila . 2S3
Gladiatori Dijferiazione 99
Gladiatori nelle menfe degli antichi Capuani 65
Gn, Fulvio Legato Romano 178
Gn» Hevio Posta 55. 220
Godefcalco Duca di Benevento 56. 280
Gotffredo Boglione , Re di Gerufalemme
Goti 234' 242
Sono in tutto uccrjì ^ e disfatti 25^
Governo dell' antica Città di Capua 34
Governo politico , ed economico della prefente Città di
Capua 33»
Governo di Capua in tempo della Colonia di Ce far f 2 1 1
Governo dell' antica Roma 1 34
Graziano , e Teodojìo Im per adori 233
Gregorio Duca di Napoli 407
Gregorio Patrìzio Greco , Duca di Benevento 37^
Grimoaldo , Duca di Benevento , poi Re de' Longobardi 269
Crifnoaldo IV. Principe di Benevento ^ fa frujìare Ma-
Jone ^ juo Capitano 291
€uirra de* Capuani con Filippo il Masedone 24
Con Antioco Re di Siria 43
De' Sanniti co' Capuani il^
De' Romani co' Sanniti J4*
De* Romani contra Cajilino ^70
De' Romani co* Capuani 1 7 x
Tra*
Indice
Tra^ Capuani , eì Cumanì 1 68
Ira Grimoaldo Longobardo y e Cojiante Greco 271
Ira congiunti Conti di Capita 35$, 350. 357. 364
Ira Lapuani , e Kapolstani 272
Guidone Duca di Spoleto affé dia Capua 350
Cuiferio eletto Principe di Salerno 354.
Gunimario^ Principe di Salerno^ ricufa d* apparentare con
Adenuifo , e quejìo Jìrigne parentela coiu»
Atanagio , Duca di Napoh 385
IMpero de* Longobardi ritorna in Capua 381
Incarnazione di noftro Signore Gesucrijlo nel ven*
tre di Maria [empre Vergine 221
Introduzione de' Feudi , e delle Contee in Italia 264
Indulfo figliuolo di Landulfo 413
Infegne della Città di Capua 124
Injegne , che da* nobili perfonaggì anticamente Jì por-
tavano 127
Ippodromo luogo per farvi correre i camalli i39
Ifcrizione al fiume Volturno 7
Ifcrizione a Z. Cornelio , che Jìtuava gli nomini ne*
bagni 26
Ifcrizione a Ce fare Vefpafiano Augufto 29
Ifcrizione a Q^ Terenzio Carino , Giudice del Tifata 32
Ifcrizione nella Chìefa di ^Marc':anefi 22
Ifcrizione sulla porta de ir antico E pi f copio di Cajìel
Volturno 49
Ifcrizione a Scipione Africano 54
Ifcrizione a Gn. NeZ'io Poeta 58
ifcrizione ad un antico fittajuolo del pubblico granile
deir antica Capua nel foìo Albano S5
Ifcrizione monca dell' antico Capuano Anfiteatro , poi
fftpplita dal Canonico Mazzocchi 9$
Ifcrizione a L. Vezzio Edile , che azea cura di giù O'
chi gladiatori iii
ifpi-
Delle cofe piò notabili .
IfcrìzìoKe della famt^l'n^ Gentile 1I2
Ifcvizwn^ a Q. dnmo Gianuarìo ^ e fi fa menzìoncJ
dell' on re delV Augujìalttà H7
Ifcrizìone a L^^cejo , che rifece il nojiro antico Pro-
jcenio 1 1 8
Ifcrizìone lull " /^poditeria 121
Ifcriznrje d' alcu^^i Liberti morti in Capua 188
Ifcrìzione alla Colonia Capuar^a ziz
Ifcrizìone alìt Colonia di Ter.agona 213
Ifcrizìone ad Ottaviano Augttfto ìmper odore 223
Ifcrizìone all' Iy/2perador Settimio Sez;ero 224
IjCnzìone a Lupo Confolare della Campania 231
Ijcnzione a Pojiumio Lampadio , Conjolare della Cam^
pania 232
Ifcrizìone agi' Imper adori Graziano ^ e Teodo/la 233
ìjcrizione della littoria riportata da' Romani contra
i Coti 2SI
Ifcr'fz'wne ad Adoaldo , primo Conte di Capua 264
ìjcrizione al He Carlo IL 325
Ifcrizìone al Viceré , ed al Goz*ernadore di Capua 325
Ifcrizìone al m:nco marmo coli' Ifcrizìone dell* Anfi^
teatro al dì [otto 326
Ifcrizìone dell' antico Profcenio di Capua 326
Ifcrizìone fopra il già detto marmo 326
Ifcrizìone su I2 Porta , detta di Kapoli 327
Ifcrizìone nel Cu fino dell' Autore 21
Ifcrizìone alla forella di S, Tommafo d* Aquino 442
Ifcrizìone ad AJenulfo Conte di Aquino 439
Ifcrizìone su la norta piccola della Cattedrale di Aver fa- 4S 7
Ifcrizioni antiche nel Cafal di Marcianejt 23-
IJìrioni di Atella 44. 1x7
Italia tranquilla i* anno 957 410
L
LAidulfo Principe di Capua 42 1
Lamìfftone 258
Landonc , Paldo*je , e Landonulfo edificano U prefente
Città di Capua 3x7
• Landò-
Indice
Landò f2€ Conte dì Capa a 295. 355
ya incontro air eferc'ttoKapoìetano ^ e Io f con-
Landonulfo Conte di Capua 35 j
Landulfo edifica la Città di Capa a nei monte dì Pa-
ìombara prejfo il fiume Trìfiìfco y detta Si-
copoli 295
Landulfo Conte y e Ve [covo di Capua 205. 26 e
Sue qualità 3S5
E' creato da ir Imperador Lodowo terzo ma-
gnate del fuo Regno 36a
Landulfo IL Principe di Capua 409
Landulfo III. Principe di Capua 410
Landulfo IV. figliuolo di Capo di Ferro , Principe di
Benemerito y dì Salerno ^ e di Capua 4 15;
Landulfo , Gajìaldo di Capua , riduce la Città di Capua
in ajjoluta^ e indipendente Signoria 31 J
Landulfo ^ figliuolo d' Adenulfo , Principe di Capua , DU'
ca di Spoleto y e Conte di Caferta 387
Landulfo y figliuolo di Pandulfo Guaio , Principe di Ca-
pua e difcacciato dal Principato da Rie*
cardo Normanno , ed in lui terminò il Re-
gno de Longobardi in quefli nofiri Stati 442
Legato Latino gittato dal Campidoglio 158
Legati Capuani al Senato di Roma 139. 140
Leggi pubblicate in Capua aiS. 230. 232. 233
Leggi compilate da Giujìiniano Imperadore 252
Leggi de' Longobardi 409
Lelio Tartaglione Canonico 21
Leone , Imperador Greco , e^/^r^? l Longobardi , e s* ìmpa-
dronifce di Benevento , e di tutto lo Stato 37$
Leppìo Le fio y Medijìutico Capuano 176
Lettera del Papa Gio. VI IL al Vefcovo Latidulfo 369
Levinio Confilo Romano 183
Liberti mandati in Capua 370
Lìburia 370
Linterno 52
• Livia
Delle cofe più notabili,
Lma doglie di Augtéjìo ^ 6i
Loncìno Capitan generale ài Giujìimafjo Imperadove in-
troduce nuoXfa forma di governo in Italia 25 s
Longolardi in Italia 257
Cacciati da Carlo Ma^no dall' Italia 285
Dif cacciati dall' impero di Benevento , e juo
Stato 37<S
Lo ricuperano 381
Finiscono il lor dominio di quejìi nofri Stati 444
Si lodano dall' A tutore 444
Lacejo rifa il nofìro Profcenio antica 118
Lucrezia Romana " 133
Lucio Giunio Bruto 134
Lucio Siila nel Tifata 29
Lodovico Imperadore viene in Italia 315
Divide lo Stato tra Sicondolfo , e Radelchì 11 1
Vi ritorna , chiamato da Pandulfo , e fuoì
fratelli \ viene in Capua ^ e r ajfedia 35?
Affetta i dìjìurbi del Principato di Salerno :
Jl ritira in Benevento , ove è carcerato da
Rade le bi 359
Efce da carcere y ed ajfedia Benevento 361
Aggrazia il Conte , e Ve f covo Landulfo : lo
dichiara terzo magnate del fuo Recrno , e^
vuole che Capua Jìa Metropoli di tutto il
Principato Beneventano '^ e fuora^ 362
Luì tpr andò Re de' Longobardi 279
Lujfo degli antichi Capuani $9
Lujfo aelle donne Capuane , e la libidine ammollii*
Qnimo del gran Capitano Annibale 66
M
MAarbale Capitano d' Annibale 47
Maddalena d' Afflitto 380
Maejìri dell' antico Capuano Ginnajto 118
Ppp 'Magio
Indice
Magio Preiore dì Capua 170
AUgnati delta difcendenza dì Adenulfo 385
Malllo Torqi^Qto , Confilo Romano ìfcorìfigge i Capuani ,
i Latini y e i S idi e ini 143
Mamngpne , cittadino Beneventano , fredde il Principe
Si cardo 303
Man fané Duca d' Amalfi 413
Marciarlo Imper udore 234
Marcantonio tenta dì mandare in Captta una Colonia 214
Marcantonio Granata Canonico 339
Marco Catone 4
Marco Tullio Cicerone^ e fua villa nel Tifata 2S. 206
/ Capuani /' innalzano una Jìatua d' oro 207
Ma'''chejt Longobardi 262
Marcianejl Caj'ak di Capua 21
^S". Maria in Gerufalemme 40
S, Maria Maggiore Cafak dì Capua 23. 126
Mayi^^o Freccia Jl loda 146
Marcello Confilo Romano ajfiedia CaJlUno 171
Mario Alfio Aiediafiutico in Capua 169
M^Jpi*'^ Capitano de' Saraceni ^ col fuo efircito 313
Majfimo Patrizio uccifo da Or fi 239
Matrimoni de' Capuani co' Romani i4S
Matrtmrnj tra' Capuani ^ e Beneventani Z9S
Mozze ce òi Canonico 92.
Mazzone delle rofe 75
Afecio Proba 30
Medìjìutico 36
Menfi de' Capuani antichi <>x
Mercati de ir antica Capua ' *5
Mercati nella prefente Capua 3^3
Merci ^ che in Capua fi formavano ^5
Meriti de' Capuani ver fa la Repubblica di Roma , tacìa^
ti dal Legato Romano 1^4
Michele Monaco Canonico 340
Michele T afuri 5 7
Minio Pacuvio Celere 16 1
Mi?jio
Delle cofe più notabili.
Mhio Cerri NÌo antico Capuano 191
T^ìntttrno . S t
Mi feria de tarpa la nohìltà del f angue 20 s
Ma ola gran Guerriero , poi Come di Capua zio
Si fa Luogoteriente del Re de Longobardi ,
ej efercita in Capua la fua incumbenza 276
JDifcende da lui la famiglia Capua zìi
Mondragone Terra 47
Monìjìero de' PP.CaJJjneJt 321
Monìjìero di S, Pietro de' PP.CofJtneJt 17
Monijìero di S. Maria delle Monache '^11, 441
Monìjìero di S. Giovanni delle Monache 322. 446
Moni fi ero del Gesù Grande delle Monache $zz
Monìjìero di S. Girolamo 322
Monjìeur Erhort famofo Ingegniere 334
Monjìgnor Niccolò Perrelli Napoletano Prelato degnijjì^
mo in Roma t e Prefetto dell* Annona 33
Montanino Colle tra Cafapullay eS.PrìJco 30. 169. 172
MontecaJtno diftrutto da Zotone 267
Morte d' Adenulfo 385
Morte de' Senatori Capuani 179
Morte di Simmaco , e Boezio 244
Morte di Giubellio T aurea 179
Morte di Cefare predetta in tina ta':;ola di bronzo , irò-
vata in Capua 220
Mofaico lavoro in Capua 74
Motivi di vendetta del Senato Romano contra ì Ca-
puani 1 70
Municipio , e Jua dejìnizione 1 84
N
NApoli , una delie Città della Campania , delle quali
Capua era la Capitale 43
Napoli Città fogge tt a al Principato Capuano 42*
Narjete Eunuco Perjìano , Capitan generale di Giujìi-
mano contra i Goti 245
P p p 2 E'^nal'
Indice
E* maltrattato y e licenziato da Sojtaijtfdc'
gnay e chiama i Longobardi in It alisi 254
Nat Sdraie degli antichi Capuani 55
Nez^io Poeta Capuano 56
Niccolò di Bartolomeo Parroco 321
Niccolò Caracciolo Cardinale 288
Niccolò Simone Avvocato 43
Nobili deir antichijjìma Capua $6. 93. 16 1
Nobili Capuani della pr e/ente Capua 330» 33<5
Nobili Capuani vantaggiati nell'armi 337
Nobili Capuani vantaggiati colla laurea Dottorale 338
Nobili Capuane famiglie , abitanti prejfo la Parrocchia
di S. Giovanni de' Nobjli uomini , e Juo
Quartiere 288
Normanni loro origine , e progrejfo in Italia 424
Normanni Principi di Capua 447
Numa Pompilio 27
Numero degli antichi Capuani 92
Numero de' Capuani della predente Capua 337
Nuova forma di governo , data da Loncino 255
O
OBbe Calene ^ 67
Occidente fenza Imperadore per 325, anm 242
Odoacre Re de' Turgiligni , primo Re Goto 242
Opere grandi di GiujUniano 252
Orazione del Senato Remano ai Deputati Capuani I39
Orazione di Pacullo Calavio 161
Orazione di P erolla 162
Orazione di Decio Alajiia i<53
Orazione di Vibio Virìo I77
Orazione di Giube Ilio T aurea a Fulvio Fiacco i19
Orazione del Legato Romano in Etolia '^'
Orazione de* Legati Capuani al Senato di Romct j39« '4^
Orazione d' Annibale al Padre ^5°
Orazione ^e* Legati Capuani al Confalo Terenzio Var-
ronci
Delle cofe più notabili.
rorìe , e rifpoftct del medejìmo 155
Orazione del Capira&o Euccellmo a i fuot Goti 248
Ordine di Cavalieri in Capua 289
Origine , e progrefjo de' Longobardi 2$?
Origine , e progreffo de' Goti 24Z
Origine y e progrejjb della famìglia Capua 277
Oro y ed argento tolto da' Rovani a' Capuani nella pre"
fa dell'antica Capua 178
Oro , ed argento prefo a forza da' Longobardi al Moni"
jìero di Alontecajtno 312
Ofco Laerte , Fondatore di Capua antica 5
Ofci Opici 2. & (tq,
Ofpedali in Capua 332
Ottaviano Augujìo 220
Otta'Z)io Melchiori 3
Ottone ^proclamato Re d' Italia^ viene in Capua 411
Ottone IL col fuo efercito [confitto da Greci colla^
morte di Landulfo y ed Adenulfo de' Conti
di Capua 415
Viene in Capua a confolare Aloara per la mor^
te de i detti due fuoi figliuoli 4x6
P Aculla Minia y Sacerdotejfa Capuana 145. 153
P acullo Caladio , Capuano antico 131
Palagio di Romoh ' 131
Palagio de Principi della nuova Capua 229
Palagi , ed edifizj della prefente Capua 429
Pallade y e Anfione y Jìatue fatte a mofaico nelV anti-
ca Capua 7^
Paolo di Majo pittore 24
Pandone governadore di Bari , amico dì Radelchì è gìt-
tato giù da una torre da' Saraceni 309
Pandone , e Pandulfo combattono contra il Principe^
di Salerno y e contra i proprj nipoti 35^
Pandonulfoj Conte di Capua ^ nipote del Ve f covo Landulfo 355
Per
i^Z:.
Indice
Per reprìPiere le guerre dcmejììche , chiama in
ojuto LodoZ'ico Pio Imperadore 358
Picufa joggettarjì a Gaudìerìy Principe di Sa-
lerno 367
Difcaccia dal proprio Epifcopìo Landulfo , Ve-
fco'VO di Capt/a , e vi ajfume Landonalfo^
fuo fratello , chierico ammogliato 368
Paìto Duca di Gaeta inquieta ì Gaetanì , ed
anche i Capuani ; onde è di/cacciato dall'
una , e dall' altra Signoria 371
Panduljo Conte di Capua , e di Teano col Gajìaldato
di Aquino , di Caferta ^ e di Venafro 363,
Gode il Ducato di Spoleto con Landulfo yfuo
fratello 387
Pandulfo , Capo di ferro , Principe di Capua 4 1 o
Ottiene dall' Imperador Ottone , che il Con-
tado di Capua paffajfe in Principato ^iz
Principe di Capua ^ e di Benevento 413
S' impadronìfce in battaglia della Città di Sa-
lerno , e la refìituijce a Gifulfo , fuo primo
Principe 414
Diventa in t:no [ìeffo tempo Prìncipe di Ca-
pua ^ di Bene\jentOy e di Salerno 414
Rimette nella fua fede il Papa Gio» XllI, ,
cacciata da Romani 125. 412
Pandulfo IL nipote di Capo di ferro. Principe di Capua 410
Pandulfo III. fgUo di Capo di ferro , Principe dì Sa-
lerno injieme col padre : godono tutti , e tre
i Principati di Capua , Benevento , e Sa-
hrno 414
Morto il padre , è privato del Principato di
Salerno da Manfone y Duca d'Amalfi 415
Pandulfo dì S. Agata , detto anche Lanaulfo , Prìnci-
pe di Capua y fedele all'impero Greco /^zz
pandulfo di S, Agata la feconda volta Principe di Ca-
pua 428
Pandulfo , figliuolo dì Pandulfo , uomo malvagio , Prìn-
cipe
Delle cofe più notabili .
cip e di Cap^a 429
Papa Giovanni VUL z^ìene dae 'Doks in Capita 368
Papa Benedetto XIV, felicemente Regnante 202
P art avito Re de' Longobardi 269
Patria , 0 Linterno 5 a
Pavia [e de de Longobardi 261
Perdita dell ' efercito Capevano , e Cartagine fé in Ama
prejfo Cuma ^ battuto da Romani 168
P erolla Capuano X)Uok ammazzare Annibale i6t
Pejìe in Capua 224
Pejìe in Ce fé n a 246
Pejie in Roma 259
Pefci del fiume Volturno B7
Piazzi de* Giudici in Capua 323
Picciolo porto in Capua prejfo il ponte di Cafilino 48» 51, 86
Pietro di Capua Cardinale 289
Pietro Cerrone Diacono , e Rettore di S» Gio^ a Lan-
dolpaldo 290
Pietro Mafono Rettore , e Priore dello Spedale di Ca-
pua 289
Pietro Tartaglione Canonico 21
Pirro Re di Epiro disfida un faldato Capuano a fin-
golar tenzone , e Z'i refi a ferito 37
Pirro Antonio Ven triglia Avvocato 340
Pitagora vede in fogno Pandulfo morto giacere in tino
Jìerquilinio
Pitture antiche
Pitture Capuane
Polizia nella divijlone del Principato di Benevento
Salerno , e Capua
Pompeo Mazzìotta
Ponti di Capua
Porcellame
Porte dell' antica Capua
Porte della nuova Capua
Pojiumio Lampa dio Confo lare
Prefettura del Circo
432
10
70
ento y
313
339
6S
80
320
231
115
Prefet'
Indice
Prefettura , e fuo mìfere'vole Jìato 185
Vretenjìone degli antichi Capuani d* ejfere a parte al
governo di Roma i^j
Priapo Dio adorato dagli Ofci , e dagli antichi Capuani 1 5
Principato di Benevento 283
Principato di Salerno 31 j
Principato di Capua 384. 41 a
Principi intervenuti alla confecrazlone di Montecajìno 44S
S» Prifco gloriofo Ve [covo di Capua , 0 Martire sz
Profumi Capuani 75
Provincie 17. d* Italia 227
Provincie Confolari , Correttoriali , e Prejìdiali 227
Pulcinelli dell' antica Atella 44
a
QUadelberto Re de* Longobardi 269
Quartieri de' faldati 335
t^ Fulvio Fiacco ajfedia Capua 173
Fa ammazzare i Senatori Capuani 179
R
RAchl Re de* Longobardi rinuncia il Regno , e Jt
fa Monaco 218
Kadelchi chiama i Saraceni contra i Stati di Sicondolfo 308
Radelchi arrejla r Imperador Lodovico dentro Bene*
vento 359
Rainulfo creato dal Duca Sergio , Conte di Aver fa ,
acciocché avverfaffe fempre , e travagliaffe
ì Capuani 43 o
Re di Roma J3S
Regno de' Longobardi Tnuta forma 201
Repubblica di Roma i34
Repubblica dì Capua i37
Riccardo Normanno s' impadronifce di Capua y e poco
dopo di Teano 447,
Riccar'
Delle cofe più notabili.
Rkcardo lì» ^ Conte d' A^erfa y e Vrìncìpe di Capua 45 1
Kijhluzìone de Capuani di darjì ad Annibale 158
'Rifoluzione , e rifpojìa del Senato Romano contra i Le^
gati Capuani 157
Rivoluzione di Salerno 307
Rodelgario Principe di Benevento 315
Rodoaldo , Duca di Benevento , fuga i [chiavi dalle fue
pertinenze 26 S
Rofrid ^ prin20 Mtnijìro di Sic ardo , odìofo a tutti 303
Fa morire harhar amente l' Abate di S.SoJìa 303
Roma Città , fuo naf cimento , e fuoi progvejjt 129
Romani vinti nelle forche Cat/dins 146
Rìflorati da Capuani 145
Romoaldo Duca di Benevento 470
Romolo 130
Rofimonda ^ figliuola di Cornuti do yfa ammazzare AlhoìnOy
fuo marito 260
Roberto L Normanno Principe di Capua 455
Roberto IL figliuolo di Giordano Normanno , Principe
di Capua 459
Rugiero , Duca di Calabria , ajfedia Capua , e la cofirin*
gè a ricevere Riccardo IL per fuo Principe 451
Torna ad affé di ar Capua , e gli è f coverto da
S, Brunone un tradimento , che in quelt af-
fedio gif era fatto 45 Z
S Abine rapite da' Romani i%z
Saburro Generale dell' efercito Greco > e Napole^
tano , è vinto dal Conte Mito la , e dal Du'
e a Romoaldo in Benevento 27$
Socrifizj di Bacco y e Baccanali 191
Salernitani , Napoletani , Amalfitani , e quei di Gaeta
fi congiurano ce Saraceni 3^3
Sanniti difp regi uno le in fìnu azioni de' Romani a favore
Indice
de' Capuani 141
Saodoan Re de' Saraceni 359
Saraceni in Italia 303
Inquietano Capua , Salerno y e Napoli in huO'
na parte 360
Sono ucciji in ahra buona parte da Lodovi-
co Imperadore y e dal [uo efercito 351
Ripigliano forza collegati co' Napoletani , 5^-
lernitani , e Amalfitani , ma fono uccijì nel-
la miglior parte 362
Bruciano il Monìjìera di Montecajlno , e fan-
no molti eccidi 375
Frejfo Traetto fon tutti difcacciati $16
Sono del tutto uccijt ^ ed ejiinti in Italia 388
Scipione Ajfrican.7 5^
Scìfm^ tra' due V^efco^ji injìeme nelV antica Capua 368
Sedentari y e Sellentarj Capuani 83
Seggio de Cazjalieri della Città di Capua 327
Senato Capuano 35
Senatori Capuani 5* a'D^eienano y e muojono 177
Seplajìa Jirada principale de' Profumieri dell' antica^
Capua i8i
Sepolcri antichi nelle ville dì Capua 220
Sepoltura de' corpi morti nelle Chiefe- y quando intro-
dotta 241
Sergio y Duca di Napoli y manda il fuo efercito contro^
i Capuani y e rejia vinto 3S3
Sergio fatto prigione , e renduto cieco da Atanagio ,
fuo fratello
Serie de Duchi di Benevento 267
Serie de' Conti y e Principi di Capua, Longohardiy e^
Normanni 297
Serto le Campale 6$
Se fio Tarquinia 133
Setta de liberi Muratori 201
Settimio Severo 224
Sicardoy S icone , Sic ondo Ifo 303
Sicone
Delle cofc più notabili.
SI co ve Trìnci pe di Benevento 292
Fa edificare y poi vifita la feconda nuo'oa Co*
pua 294
Siconolfo ^figliuolo fecondogenìto dì Bicone , è career ai9^ 305
E' liberato da' Salernitani , e Capuani 307
Chiama in difefa de' fuoi Stati altri Saraceni 3 1 1
Sicopoìi edficata nel monte di Palcmbara prejfo iljìu-
me Triflifco 294
Vera età della fu a edificazione 305
Sì die ini ricorrono per ajiito a' Capuani , e fon difefi 1 3 8
S i licer n io 68
Siila 205. & feq.
Simmaco Vefco90 Ji Capua 238
Sir^jharizio Patrizio Greco 375
Simio de Henzi Dottore 74
Si^yiulacri de' Dei interdetti da' Romani 27
Sinveffa Città difirutta 45
Sofia y moglie di Giujìino , maltratta , e licenzia Nar*
fete Capitan Generale 254
Sole a f carpa delle antiche dotine 75
Soldati Capuani 38
Soldati d' Annibale effemminati 167
Sollevamento ^ e f confitta de' Gladiatori nel Vefuvio 109
Sonetto dei Mar chef e Alejfandro Vanni iSO
Sparto y che fi lavoraZ'a in Capua 73
Spedale di Capua per glifoldati 332
Spiaggia del Tifata 28
Spiega della topografia della nuo'Va Capua 77
S tabi a Città 43, 52
Staterà Campana 72
Stato dell' antica Capua 34
Stato di Prefettura t8(S
Stato di Capua ne' tempi barbari 237
Statua dell' Imperador Federigo 322
Statua dell* Imperador Carlo IL 324
Stazio Minio Copitano Capuano 170
S teff ano Gaeta 341
Qi] q 2 Strada
Indice
Strada amena dal tempio di Diana a quello di Giove 3 1
Strada delia Selice 80
Strade delT antica Capua 81
Strada della prefente Capua izz
Strade , e crudeltà ufata da' Romani contra ì Ca-
puani iSo
Stufa 59. 121. 160
Suejfola Città antica 4S
Supremo Magiftrato de ir antica Capua 36. 114
TAddeo Omurlean Co Ione Ilo Aujìriaco 97
Tancredi Mar che [e 40. 419
laflfa antica delle decime Capuane 320. 321
Teatro antico di Capua iió
Teobaldo cajirava tutti i foldati Greci fuoì prigioni 407
Teodato Re de Goti 244
Teodorico Re de' Goti y e fua virtù 343
Tempio d' Apollo 1 9
Tempio di Bellona 16
Tempio di Ce fare 33
Tempio di Diana Tifatine .24
Tempio d' Ercole i7
Tempio di Giano 1^
Tempio di Marte 21
Tempio dedicato a S, Marta 238
Tempio dedicato a S» Pietra 238
Tempio di Priapo ^5
Tempi dell'antica Capua IS* 33
Ter e fa Afcolefe 381. J^o
Terme Capuane zs» ^^^
Terra di Mondragone 47
Tifata ^ 24
Tito Livio per invidia ha fcemato i fa/il dì Capua 3<5
Titoli , e preminenze di Principe ^^3
Tito Semhronio , Conjolo Romano y [occorre Cajìlino i<^7
Tito
Delle cofe più notabili.
Tito Semhronio Gracco Confalo 168
Tolommeo difende Vedo Magio j^^.
Tommafo d' Aquino 441, 442
Tommafo Ruffo Cardinal Decano 17
Topografìa delV antichiffm'u Città dì Capua tj
Torre di S. Angelo 362
Jrajìmondo Conte di Capua , e Duca di Spoleto 277
Stretto congirjnto del Conte Mitolu 209
Spojo della figlia del He Griwoaldo 274
T rammendo , Conte di Chieti , ajfedia Lapua 26p. 274. 277
Trulla Campana 69
Turno lo Capuano 119
Tumoli privati in tenìmento dì Capua , detti la Conoc-
chia } e le Carceri vecchie 120
VAkrto gran Capitano Romano con tra i Sanniti 141
Valentiniano Imperadore i$x
Valtario Re de' Longobardi 259
Vandali , lor origine , e tenuta in Capua 237
Vanola Regina di Polonia 238
Vajì antichi 68
Vaft antichi addetti pel vino 64
Vujì Etrufci 70
Vaptà del territorio , e giurifdizion Captjam 380
Vellejo Patercolo 4
Venere Giovia 17
Vefpafìano Augujìo 22 z
Vejiia Oppia Capuana 176
Vetro Capuano 71
Ufìziali della Colonia Capuana 2H
Vfiziali del governo Longobardo %^2i
Ifgone Marche] e ajfedia Capua 44 S
Via Albana S4
Via Aquaria Sz
Via Appia So. 84»
Vìa Confo lare 82
Via
Indice delle cofe più notabili.
Vìa D egiziana 48
Via Seplafia 8 a
Vihìo Virio 156. 159. 177
S»Vwcetizo irj Volt arno \ e fuo Momjìero sfondato da
tre Cavalieri dì Bene'^jento 278
Vìnty che dagli antichi Capitani ft beve ano 60. 62
Vijìone d' un Solitario dell' anin^a dì Pandulfo 415
Vittoria de' Longobardi y e Capuani contra i Greci 271
Unione de' Capuani , Sicilia/ii , Latini , ed Auruncì
contra ì Romani 143
Unione della nobiltà colla plebe dell* antica Capua i S4
Ilio di Jìiuare le ceneri degli antichi Capuani , ch'avea*
no militato 119
Ilio delle cene Capuane 61
Volturno Città antica 4^1
Volturno fiume 8(5
CHi è pratico delle stampe ben sa , che per quanta diligenza si usi , pur sem*
pre inevitabili sono gli errori ; massimamente ove l'Autare presente ritrovar
nort si possi alla correzione de' medesimi . Perlocchò sarà parte della gentilezza
del mio sa'jio Leogitore d'usa^c^ il »uo cortese compatimento, leggendo questo Vo-
lume non Sfa con^occliio lìvido , e che vada in cerca degli errori per censurarli,
ma con auardo benigno t e colla giusta , e sola idea di esser ben istrutto della»,
cose di Gapua ; contentandosi del mio buon animo , e delie fatiche da me dura-
te nella compifazione della Storia Civile dell* Città di Capua » mia Patria, da
taoti secoli desiderata, e richiesta ,
Pag. 8.
Pag. 9.
Pag, ij.
Pag. ij.
Pag. 17.
Pag. 22.
Pag. 2J,
Pag- 43-
Pdg. 48.
Pag. 54.
Pag. 61.
Pag. 70.
Pag. 7Ó.
Pag. do.
Pag. 8j.
Pag. 83.
Pag. 85.
Pag, 88.
Pag. 100.
Pag. 102.
Pao.ioj.
Pag. 106.
Pag. 107.
Pag. loS.
Pag.i©9.
rag. 1 II.
Pag.ii2,
Pag.ixy.
Pa^. 122.
Pag. 1 io.
Pag 130.
Fag-i}2.
Pag. 14©.
Peg.2 4(J.
Pag.i4i^,
Pag.. 149.
Pag" I sa.
Pag. 15^.
Pag.iór.
Pag.177.
Pag. 195.
Pag.20/.
Pag 222.
Pag.22<5.
Pag 229.
Pag.2S5.
V.14.
V.34.
V. 9.
V.22.
V. I,
v.34.
v.27.
V. 1(5.
V. 2.
V. 4.
v 18.
V.3I.
V. 4.
V. 1.
v.27,
V. 4'
v.22.
V.26.
V.36.
V. 9.
V. 8.
v.ja.
V, 9.
V.21.
V 31.
V. I t.
V.Il.
V.13.
V.34.
V 3?.
V.3J.
V.32..
V i3.
V.36.
V.22.
V. 9.
V- 3.
V, 4.
V.II.
V.I7.
V.3Ò.
V.22.
V.I7.
V 17,
V.II.
V, 7^
V. 9.
V.I7.
V. I.
ERRORI
su del qual
della
Coìicipisset
vollero
Casella
che o '1
Lusrarar
testò
tra
suddetto
teilos
radici
anlni
foggf
e por
dopo fa parola Rom^
Andata no
quoru7n »ec vifla
or in tempo sino amittereS
frumentum
limine
ia anno
si dicevano
Cono
Vczca
, il Soprallegato
dopo la parola dìcenda
prestatamente
nella
Citò
manca dopo nelle armi la parr
Apoditario
dopo^ la parola èV/Kif
Critico
accessebantur
vostri
Urbis
348. pedoni
Campanorum
Combattenti
vender
venisset
Giubelli
sa «IO i unse
1 spalati
dividuntur
poi a ViteUlo
En
terzo
CUTH
CORREZIONI
su di quel
detta
Concepisset
Vollero
Casella
che il
Lustrarat
testò
non ci vuole
non ci vuole
radice
anni
ogg»
non CI vuole
manca la parola Cariatine
Andavano
quartini nec vitta
IJon ci vuole , essendosi ciò detto del-
la Città di Volturno sopra pag.48,
Ftumine
un anno
si cantavano
Conio
Verga
passo del Damasceno
ci vuole cbe
prt^stamentc
nel
Cita
ola sì erd
A podi te rio
non ci vuole o
Critica
arcessebantur
nostri
OrDis
ci vuole tya Romani , e Capuani
manca (è* Rotnunorum
manca unitamente e»' Komani
rendet
venisse
Giube Ilio
soggiunse
Ispala
dividuntor
p'-.i VitelUo
pu
quarto
eom
V.».
ERRORI
V. 1- dopo Ja parola feìiftt
V 18. rudertita
|?3g.2J9. peste
V.2Z. eh' erano state soggiogate
da' Greci
v.T,6. in Ravenna
amedue
V.24 dopo alcuni ni Salerno
V.20. dopo al Re Carlo II. ci vuole
Pag.271,
Pag.275.
Pag ,15,
Pag.324
Pag-339. v.i'^. Melza
Pag.381, V. j. Asolese
Pag. 301. sino al 1048. ci vuole
Landultb di S. Agata
Landulto di S.Agata la secon-
da volta
Pag.431. V.30. formarono
CORREZIONt
manca dividere
puuperrima
Questa fu al 57O. ,e J7t'
eh' erano proprie de' CirecJ
di Ravenna
amendue
manca col lor Principe
che trovavasi già formata fin da quaR*
do era
Melzi
Ascolese
furono i seguenti
Pandulfo
Pandulfo
fermarono
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