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HARVARD ^^^^ COLLEGE
LIBRARY
+
FBOM THE LIBRARY OF
COMTE ALFRED BOULAY DE LA MEURTHE
+
PURCHA5ED APRIL, 1927
^
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S L L L A
MILIZIA CISALPIINO- ITALIANA
DAL 1796 AL 181i.
VOLUME n.
1 I
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I
Qucsf 0|>era , cortesemcDte donala dulP autore ai tipograG-cditori ,
vicDc posta sotto la tutela delle veglianli leggi , risguardanli le pro-
prietà letterarie.
l
SULLA
MILIZIA CISALPINO-ITALIMA
CENNI
STORICO-STATISTICI DAL 1796 AL 1814
DEL BAKONB
ALESSANDRO ZANOLI
GIÀ* COMMISSARIO ORDINATORE DELL* ESERCITO
SEGRETARIO GENERALE DEL MINISTERO DI GUERRA E MARINA
DEL CESSATO REGNO D* ITALIA
CAVALIERE DELL* ORDINE ITALIANO DELLA CORONA DI FERRO
VOLUME II.
MILANO
PER BORBONI E SCOTTI SUCCESSOBI A V. FEBBARIO
TlPOGRAFl-LlBUAl E FONDITORI DI CARATTERI
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HARVARD COLLEGE UBRARY
FROM THE LIBRARY QF
QMTEALFREO BOUUkY DE Uk MEURTHE
APRimt27
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-
AVVERTIMENTO.
Nel leslo si è fallo uso delle abbreviature Doc. per Documento, NoL per Nola,
TVio. per Tavula, Patj, per Pa;;ina.
SUNTO ANALITICO
DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO SECONDO VOLUME.
CAPITOLO SETTIMO.
FAZIO!!! DI GUBRRA IM ITALIA DAL 4796 FINO ALLA PACI DI LUMETILLB.
I Reggiani a Montechiarugolo. Prigionieri austriaci. Lombardi ad
Arcole Paq, I
La cooite di Modena alla Concoi*dia. Insurrezione della Garfagna-
na. Capitolazione di Mantova. Combattimento al Senio. Sconfitta dei
Pontificii • » 2
La cooite di Pino batte i involtosi ed occupa Urbino; quella di
Fontanelli prende Sant' Elpidio. Teulid a San Leo. Il direttorio fran-
cese encomia il valore dei soldati italiani » h
I Lombardi battono i montanari bergamaschi. Prendono Salò. Com-
battono sotto Verona. Sessa prende una bandiera agli Scliiavoni. Le
legioni si riuniscono sul Tagliamento. La tci*za va a Coriù. Pino oc-
cupa il paese piacentino sulla sinistra del Po » 5
Contestazioni colla corte di Roma. I Cisalpini al Rubicone , a Pe-
saro e San Leo. Il papa riconosce la repubblica cisalpina. Ledii a
Città di Castello. Sollevazione in Ancona. Guerra ti*a la repubblica
ligure ed il re sardo » 0
Guerra contro il ve di Napoli. Pino conquista Ascolano ed Iscrnia.
I Cisalpini pi*oclamati benemeriti. Pensioni accordate. Guerra coll'Au-
stria. Corpo franco bresciano-bergamasco. Guardia nazionale di Mi-
lano. Comitato militai straordinario. Teulié al ponte di Legnago . . » 7
Lechi colla seconda legione nella Valtellina. Concorre alla conqui-
sta del Munster-Thal » 8
Risultati della vittoria. Ritirata dell' esercito francese dalla Lom-
bardia. Lecbi sulla dritta del Ticino » 0
Invasione della Toscana. La f .* mezza brfgata cisalpina con Severoli
va a Livorno. Insurrezione della Toscana. Importanza del posto di
Massa Carrara » ivi
— VI —
InsuiTezìoni nei paesi cisalpini. Gonzaga. Bi'escia. Salò. Mirandola.
Camposanto. Cento Pag. 40
La-Hoz riunisce i Cisalpini nella Romagna. Abbandona le bandiere.
Pino e Fontanelli vanno in Ancona, e Teulié con Beitoletti a Peru-
gia. Milossewitz di presidio in Alessandria. Sue vicende. Morte di Gui-
detti. Cisalpini sbandati riuniti a Nizza » Il
La prima mezza brigata leggera di presidio in Mantova. Sue fazio-
ni. Fiorella nella cittadella di Torino. Scuola del genio. Combatti-
mento nel Modenese. Il nemico occupa Fen*ara. Prende le fortezze
cisalpine. Presidii fatti prigionien. Bella carica del i.^ reggimento di
usseri. La prima mezza brigata alla battaglia di Novi » 151
Fantuzzi allo stato maggiore generale. Suoi aggiunti. Muore sul
campo a Rivarolo. Ottavi lo suiToga. Giorni si distingue. Genova
bloccata. Franceschi. Sua azione coraggiosa » 15
Battaglione di Tonduti alla vanguardia. Passa il San Bernardo.
Giunge a Milano. La legione italica cala dal San Bernardo. Com-
batte a Varallo. Batte il nemico. Prende Arona. Occupa Lecco. Per-
dite del nemico. Il battaglione degli ufBziali al blocco del castello di
Milano. Battaglia di Marengo. Spedizione ad Iseo. La legione italica
va nel Tirolo » 1^
La soldatesca di Lechi prima di partire si ammutina in Milano per
ritardo degli stipendi. Teulié reprime la sedizione. Brigata di Seve-
ixAì al Mincio. Fazioni di guerra nel Tirolo. Italiani che si segnala-
no. L' inimico abbandona Trento. Gl'Italiani a Bassano. Perdite sof-
ferte. Encomi del governo fram^se » t5
Bel tratto di Jagniere e di Degli Angeli. Promozioni di grado. Or-
dini del giorno del ministro della guerra che encomiano la divisione
Lechi » 15
La consulta legislativa proclama benemerita della patiia la divi-
sione italiana. Questa va al blocco di Mantova, indi nella Romagna.
Movimenti della divisione Pino. Guardia nazionale di Bologna. To-
glie al nemico una bandiera. Corpi d' insorti nella Toscana. Dupont
va per combatterli » 17
La divisione Pino in Toscana. Fontanelli prigioniero. La brigata
Julhien attaccata a Bondeno, a Cento ed a Malalbergo. Sue perdite.
Pino air assalto di Arezzo. Va a Siena. I Napolitani lo obbligano a
ritirarsi. Bel tratto di Mattei » 18
Pino riprende Siena. Batte i Napolitani. Trivulzio ciixx>nda la città.
Perdite. Nomi di quelli che più si distinsero » 19
MioUis encomia il valore dei Cisalpini. La consulta legislativa li
proclama benemeriti della patria. I Polacchi sotto Peschiera. Bersa-
glieri bresciani con Serras. Guardie nazionali di Bologna sotto Fer-
rai*a. Loro bella condotta encomiata dal generale Oudinot. Dondini.
Armistizio di Treviso. Ancona abbandonata dagli Austrìaci. Esercito
condotto in Italia da Murat. Cisalpini che vi si riuniscono. Minaccia
— YII —
d' invadere il regno di Napoli. Bonaparte ordina ai Cisalpini di retro-
cedere neir interno Pag. W
Biondini premiato per aver salvato un convoglio di munizioni
dall'incendio » Iti
CAPITOLO OTTAVO.
FAZIONI DI GUERRA DAL 4801 AL 1805 FINO ALLA PACB DI PRBSBURGO.
Italia,
Italiani inviati nella Svizzera. Divisione Lechi sulle coste della Pu-
glia, l'altra di Pino su quelle della Manica. Pino si rompe una
gamba. Teulie lo surroga » n
La divisione italiana giunge a Parigi. Il primo console la rasse-
gna. La encomia. E festeggiata. Va a Valenciennes. Soult ne loda la
disciplina. Fiorella comanda nell' interno. I granatieri della guardia
a Parigi. Fontanelli li comanda. Elgli accompagna Napoleone a Hou-
logne. Ivi ha luogo la distribuzione delle decorazioni della legione
d' onore. Trivulzio comanda la divisione alle coste della Manica. Ri-
unione di corpi staccati. Cordone sanitario. Febbre gialla a Livorno.
Fazione al capo di Gravelines. Encomi » 23
Tentativi degl'Inglesi respinti. Gl'Italiani difendono ti'e penicheg.
Molte di Trivulzio. Guardie imperiali e reali da Parigi vengono a Mi-
lano. Fanno il servizio promiscuamente. Ripartono per Parigi dopo
l' incoronazione. Grande rassegna a Montechiaro. Napoleone visita le
piazze forti italiane » ^X
Napoleone visita la scuola del genio. Sua soddisfazione. UfHziali del
genio italiani ammessi a visitare le piazze forti francesi. Trattati
colla massima ospitalità. Gratificati di un dono dall'imperatore. Ap-
provigionamento delie piazze fotti del regno. Apparecchi di guerra.
Guardie nazionali attivate. Amnistia ai disertori. Foi*za dell' esercito . » 35
Prede rilevanti fatte dai legni annati in corso. Guerra coll'Austrìa.
Napoleone ad Ulroa. Massena all'Adige. Passa il fiume. Battaglia di
Caldiero » 35
Ritirata degli Austriaci. G>i*pi italiani a Gildicro. Lechi parte dal
regno di Napoli. Combatte a Castelfranco veneziano. Italiani e Polac-
chi che si segnalirono. Conseguenze della vittoria » 37
Riunione di 3V,000 guardie nazionali a Bologna. Nuclei dei batta-
glioni colà raccolti. Oixlinamento di questo corpo d' esercito coman-
dato dal viceré per opporsi agli Anglo-Russo-Napolitani. Precauzioni
inutili. Il nemico non si avanza. Il viceré va all'Adige ' . » 38
Elogi di Napoleone all'artiglieria ed ai granatieri della guardia
reale. Gouvion Saint-Cyrsi avvia a Napoli. Il viceré a. Padova. Blocco
di Venezia. Pace di Presburgo. Guardie nazionali rimandate alle loro
case. Perdite della campagna . » 39
.X.
— \II1 —
CAPITOLO NONO.
FAZn.^l DI GURIIRA DAL 4806 AL i808.
Regno di Napoli. Coste della Blanica. Dalmazia, Pruttia, Pumerania.
Catalogna ed Adriatico.
U viceré a Monaco. Ritorna coita sua sposa. Guardia reale riunita.
Massena va nel Napolitano Pag. 50
Caccia data ai capobanda napolitani. Peyri nelle Calabrie. Fazione
di Sani' Eufemia. Neri a Tremiti. Fazioni dei dragoni italiani. Fa-
zione di Fondi. La divisione Lechi rientra nell'interno » 51
Lia divisione Teulié rimasta sulle coste della Manica. Viene disse-
minata sopra diversi punti. Fazioni marittime nelFAdriatico e Medi-
terraneo. Prede rilevanti fatte da Bavastro. GV Inglesi occupano V i-
sola di Tremiti. Neri si ritira nella rócca » 53
L' armatoi*e Passano invia un convoglio di provigioni a Tremiti.
Non giunge. Carli riesce a sbarcare viveri e munizioni. In seguito
manda a picco i( suo legno e prende terra. Battaglioni della guardia
reale inviati in Dalmazia. Fazioni coi Russi e Montenegrini » 55
La divisione Teulié diretta a Colberg. Sua composizione » 54
Fazioni di Stargard e di Neugartcn. Encomi di Napoleone m 55
Fazioni di Greissenberg e della Spie. Sortita da Colberg dei Prus^
siani. Gl'Italiani prendono il fortino di Alt-Borck e quelli di Selnow.
Espressioni di lode di Napoleone 9 55
Italiani die si segnalarono in queste fazioni. Soipresa del posto di
Stepnit£ » 37
Lettera dell'imperatore a Teulic. 11 primo reggimento d'infanteria
italiano contro gli Svedesi. Scveroli conduce rinforzi a Teulié. Lettera
di Berthier per ricompense d'onore agl'Italiani '» 58
Presa del ridotto Verde. Sortita del presidio di Colberg. Fazione
vivissima. Perdite. Moile gloriosa di AudilTred, Angelot e Pallavicini.
1 ridotti presi |K)itano i nomi di questi ufQziali. Sollecitato 1' invio
delle grosse ailiglìerie » 39
Attacco del Wolkesl^erg. Equivoco fatale, l Pi*ussiani riprendono il
Wolkesberg, e poi lo cedono. Tregua. Rinnovato il fuoco. Teulié fe-
rito a morte. Muore. Azioni di valore » HO
Diserzione di Vailati. Porta al nemico la [)arola d' ordine. Il Wol-
kesberg è sorpreso. GÌ' Italiani lo riprendono dopo venti assalti.
Strage dei combattenti. Gli assedianti aprono il fuoco contro Col-
berg. Attacco delle saline. Morte di Baccarini. Giunge T annunzio
dell'armistizio. Ostilità sospese. Il primo cacciatori a Lemitten .... » 41
Morte di Zianetti e SoiTietti. Perdite enormi. Visconti Francesco de-
corato. Il reggimento va colla guardia imperiale. GÌ' Italiani sotto
Stralsunda comandati da Pino, che riunisce tutti i corpi italiani . . » A^
-T*
— IX —
Un soldato ìtiiliano prende di mira il re Gustavo. Il colpo fulli^oe.
Il re regala questo bcrsagliei-c. StraUunda capitola. Presa delle isole
di Denbolm e di Hiigen. GÌ' Italiani a llostoch. Pailoiio per l'Italia.
Giungono a Milano. Feste celebrate. Promozioni e ricompense d' o-
norc. Forza della divisione Pay, 43
Destinazione dei corpi che formavano la divisione Lechi nel Na-
|)olitano. Peiry nelle Gilabrie. Pi-esa di Maratca. Italiani segnalatisi.
Encomi di Lamanjue. Fiorella comandante delle truppe in Toscana.
Divisione dei Pirenei orientali » 44
Fazioni in Dalmazia. La guaixlia reale balte i Russi ed i Monte-
negrini. Guerra terribile. Alti di barbarie. Cafarelli va a Parigi.
Parole rimai*chevoli di Napoleone sul conto degl'Italiani. Invio a
Costantinopoli di c-annonieri iudiani e francesi » 4S
Enumerazione dei luoghi ove sono soldatesche italiane. La divi-
sione Lechi a Barcellona. Occmpa per sorpresa la cittadella , indi il
Monijoui. Alterco ti*a gh Spaglinoli e gl'Italiani alla porta di mare.
G>lonna inviata a Miutorell » 45
I veliti a Molinos de Bey. Evoluzioni di Lechi. Marcia sopra
Malarò. Prende Mongat , Duhesme va ad assaltare Gerona , Leclii
fa osservazioni in contrario. Non se ne tien conto. G}asidci*azioni
sull'attiicco di Gerona » fi7
Fallisce l'attacco di Gerona. L'esercito è obbligato a ritornare a
BiU'cellona. Fazioni lungo il LIobregat Presa di Molinos de Rey.
Rotta degli Spagnoli. Duhesme ritorna di nuovo sotto Gerona. Gli
Spagnuoli tentano di sorprendere le porte di B;n*cellona. Lechi li
respinge. Prende d' assalto il convento di San Geronimo. Duhesme
abbandona nuovamente 1' attacco di Gerona. l^iechi si colloca sulle
alture di Mongat \yev proteggere la ritiraUi. Bella azione degli Spa-
i gnuoli vei'so il velile Grossi » 4H
Duliesme promove rìcompense d'onore per gl'Italiani. Decorazione
della Legione d' onore a Manzotti. Attacco di San Boy. Vittoria ot-
tenuta con grandi sagrifici » 4'J
Fazioni di Moncada, Soma e Valvidrera. Sconfìtta del capobanda
Milans. I veliti respingono con valore gì' Inglesi e \ì obbligano a
rimbai*carsi » ttO
Fazione di Grannoleres. Attacco di San Giga t Perdite patite. Nuova
divisione italiana avviata nella Catalogna » 51
Entra in Ispagna. B.itte gì' inimici a Lampmany. Va sotto Rosus.
Fazioni giornaliere » ttS
Presa del campo tiìncerato. Attacco del Bottone. Atto coraggioso
di Marlin e Petronio. Operazioni d'assedio. La piazza capitola. Per-
dite durante l'assedio. Pino si avvia a Barcellona. Ostiicoii della mai-cia. » 53
Il generale spagnuolo Vives tenta invano di corrompere la lède
di Lechi. Battaglia di Cardedeu » 54
Le due divisioni italiane si incontrano a Ripollet. Traspoi*ti di
T. //.
■"r-
— X —
i*ecipiXKsa allegi*ezza. Marcia a Barcellona ed al Llobi*egaL Ottoni lo
passa da solo. Gli Spagnuoli si ritirano ad Ordal. Perdono cannoni
e pngionieri. Belle lodi di Napoleone agi' Italiani Pag. B5
Pevrì nelle Calabrie. Le compagnie del 2.^ reggimento d'infan-
teria si segnalano alla presa dell' isola di Cipri. Bi torno a Milano
dalla Dalmazia dei due battaglioni della guardia reale. Milizie stan-
ziate a Corfu ' » 50
Flottiglie di Dandalo e Bolognini nell'Adriatico. Gli armatori Pas*
sano e Bavastro aumentano i legni armati in corso. Paolucci è preso
prigioniera dagli Inglesi col brik il Friedland. Pi^de considerevoli
di Passano. L'Oilensia respinge un vivo attacco » K7
Approvigionamento delle piazze foiti, e loro armamento » 58
CAPITOLO DECIMO.
FAZIONI DI GUBRHA NIL i809 NELLA CATALOGNA, IN ITALIA, IN aBRMA.XlA.
Nomi dei titolati d'onore » 59
Composizione ed ubicazione dell'esercito. Ricordo onorevole degli
Italiani fatto dall'imperatore Napoleone b 00
Testimonianze di valore di alcuni uflTiziali presentate da Lechi . . » 61
Scontri sanguinosi nei contorni di Bai'cellona. Gli Spagnuoli in-
citano gì' Italiani alla diserzione. Loro risposta. Raddoppiano di vi-
gore nei combattimenti » (jj
Pino a Ingualada. Imboscata. I generali franco-itali si salvano.
Mazzucchelli minaccia lo spagnuoloDe-Castro. Scambio di prigionieri.
Atrocità degli abitanti d'ambo i sessi contro i prigionieri. I soldati
spagnuoli si oppongono. Fazioni di San Magi. Milossewitz a Villanova. » A3
Battaglia di Valss. Equivoco spiacevole negli ordini spediti a Maz-
zucchelli. Fi*utti della vittoria. Mazzucchelli si avvia a Momblanch.
Fontane a Villafranca b 6l|
Un battaglione del 5.^ d' infanteria comandato da Mascheroni
giunge al Llobregat. Attacca il nemico superiore in forze. Prende il
ponte. Si copre di gloria Grande ammirazione degli uffiziali fran-
cesi per questa brillante azione. Perdite dolorose. Nuove fazioni. L'e-
sereito.si avvia vei*so l'alta Catalogna. Fazioni continue. Svizzeri pri-
gionien. Alcuni prendono servizio nei reggimenti italiani » 05
Mazzucchelli sostiene 1' urto di vari corpi Spagnuoli. Gl'Italiani si
battono all'arma bianca. Sconfitta del nemico. Moite di Visconti Dis-
iando. Fontane ferito. Pino occupa Moya » 06
Fazioni sanguinose e giornaliere. Mazzucchelli nelle vallate di Vi-
que. Lechi si porta a Salt. Coadiuva all' assedio di Gerona. Pino
verso Moya fa prigionieri » 07
Fontane prende il castello di Sant' Elmo. Incominciano le fazioni
sotto Gerona » 08
U
— XI —
Attacco del foite Moiijoui. I veliti alla testa della colonua. L'assalto
fullisce. Perdite dolorose. Fontane pi-ende Palamos Pag. G9
Pino fa prigioniero il tenente colonnello Marshall con tutto il suo
corpo. Fazione a Tosa » 70
Perdite sofferte dalla divisione Lechi. Lechi va in Francia per cu-
rare la sua salute. Sua condotta. Calunniosa assenione smentita. In-
tegrità di Lechi Teodoro. Milossewitz resta solo al comando della di-
visione. Fazione a Biigur » 71
Lo spagnuolo Blake attaccai sopra vaii punti. Mira ad introduiTe
in Gerona un convoglio. Gaixia-Gondé attacca Milossewitz. Il pi^esidio
della piazza sortendo mette a mal paitito gl'Italiani. Ritirata sui i
colli di Palau. Il convoglio entra nella piazza. Accorrono gP Ita-
liani di Pino. Arrivano tardi » 7i
Garcia-G)ndé sorte da Gerona. É inseguito e battuto. La divisione
Pino sotto Gerona. Presa del ridotto degli Angeli. Assalto di Gerona.
Fallisce. Foi^sti è ucciso. L'assedio si conveite in blocco » 73
Pino riunisce i pochi resti della divisione Lechi. Foi*za effettiva
degl' Italiani. Pei^dtte sofferte nell'anno. Blake tenta d' introdun*e in
Gerona un altro convoglio » 7J|
Mazzucchelli attacca e scompiglia i corpi di Blake. Palombi ni lo
attacca all'arma bianca coi dragoni Napoleone. Il nemico è intiera-
mente sbaragliato. Frutti di questa brillante vittoria » 75
Blake si salva a Hostalrich. I veliti rientrano in Francia. Si avviano
a Milano, ove sono ricevuti con dimostrazioni di gioia. Augereau
surroga Gouviou-Saint-Cyr nel comando. Fontane assale Blake a Sunta
Colonia. Gli Spagnuoli perdono 1,000 uomini. Parlamentari diratti
a Gerona » 75
Pino va a Hostalrich. Si prande la città. £ battuta in braccia la
torre e respinto il presidio nel castello. Si intima la resa, ma inu-
tilmente. Pino si ritira sotto Gerona. Lodi compailitc agi' Italiani
da Augereau » 77
Attacchi del ridotto della marina e dell'altro delh città • 78
Pi*csa del foite Contestabile e del ridotto del Gipitolo. Bianchini
e Roncaglia. Encomi compartiti dal comandante supremo » 79
Gerona si arrende per capitolazione. Palombi ni conduce il presidio
prigioniero in Francia. Fazioni di Palombini colle guerillas spa-
gnuole. Pino poita a Parigi le bandiere prese a Gerona, e cedute da
Augereau agi' Ibiliani colla fascia di san Narciso. Napoleone onora
Pino. Mazzucchelli comanda la divisione * ^0
Attacco di Gran fallito. Ritirata a Olot. Palombini sbaraglia a
Llagostera un corpo di K,000 giovani spagnuoli. Termine della cam-
pagna. Rossi in Barcellona * ^1
In Italia incomincia la guerra coirAuslria. Foi'ze dell' esercito ila-
tiano. La divisione Fontanelli marcia nel Tirolo meridionale. Fazioni. » 8^
La guai^dia reale a Ri vóli. GifQenga e Guillaume respingono il ne-
mico. Rusca com:mdanto la divisione italiana » 83
-• —
'■ ♦
— XII —
Battaglia di Sacile Pag. 81
Attacco di Malglicra i*espiiito dagl' Italiani. Prigionieri fatti a Pa-
dova » HS
Combattimento d' Illasi . . . . • » 8fl
Fontanelli surroga Severoli. Composizione della sua divisione . . » 87
Ritirata degli Austriaci. Passaggio della Brenta. Sblocco delle piazze
investite dal nemico. Busca a Feltre. Passaggio della Piave. Penuria
di viveri. Presa di convogli di pane » 89
Sospeso il passaggio della Piave percJiè gonfiata a dismisura. Lo
scudiero Alemagna lo valica incontrando gravi ostacoli. Tutto l'eser-
cito varca questo fiume. Fazione ad Oderzo. Combattimento di San
Daniele. Fazione di Gemona. Busca con Bertoletti battono Zuccari. . » 80
Fontanelli da Dogna si avvia a Tarvis. Diflìcoltà delhi marcia.
Combattimento di Tarvis. Valore degl* Italiani. Prendono i ridotti
nemici » 90
Il viceré encomia gì' Italiani » 91
Ruscii a Spital. L'esercito nella Stiria. L'avanguardo al Sémering.
Encomi di Napoleone agl'Italiani. Nemici presi prigionieri a Dorl-
im-Walde. GÌ' Italiani a Ncustadt. Loro forzii » dì
Fazione al ponte di Gian. Bertoletti a Villach. L'esercJto peneti*a
in Ungheria. Fazione dì Knrako. Combattimento di Papa. L' ai*ti«
glieria della guardia rcale ed i dragoni Regina soccorrono un corpo
fraiicese vei*so Raab • 01
Battaglia di Raab » Q\
Severoli sotto Raab » 03
CaHarclli ritorna in ludia. Dirige una colonna nel Tiit>lo. Parti-
giani nemici a Bussano e Belluno. Severoli a Kittsee. Fazioni dell'isola
in faccia a Prcòburgo. Impoitiinzti della posizione altidata agl'Italiani. » 03
Occupazione di Gogiiy. Batterie nemiche a Nama. Tentativo fal-
lito. Resa di Raab. Passaggio del Danubio a Lobau. Ponti. Guardia
itìule divisa. Uragano. Bersaglieri córsi e del Po. Battaglia di Wa*
grara. Corpi iUiliani che vi |>iniecipano » 07
Artiglieria tlclla guardia reale. Morte di Mudisi. Bella Ciuicii dei
dnigoni Regina. Decorazioni della Legion d'onoi*e concesse a «pieslo
reggimento. Allarme nel campo imperiale » 08
Cicogna inviato nunzio della vittoria di Wagram. Severoli in faccia
a Prcsbui'go. Sue operazioni. Fanteria della guardia reale a Zuaym.
Armistizio. Severoli va in Carinzia. Beiloletti a Tarvis. Busca al
ponte di Leolx^n. Posizioni dei corpi italiani » V-O
Movimenti contro il Tirolo. Fazioni avvenute. Trattative coi capi » 100
Fazioni nel Tirolo meridionale » tot
Fazioni nella Pu»tertlial. Zucchi nei monti della Croazia. Insurrezioni » lOi
Pace di Vienna. Spedizione contro il Tirola 11 viceré a Villach.
Peyri da Belluno va a Bolzano. Fazioni nella marcia » 105
Bolla difesa degl' Italiani con sassi in mancanza di munizioni. Se
ì
— XIII —
vcroli a Prunecken. Pi^esa del fotte di Mulilbacb. Riisca forilo. Va-
lore di Peruldi -. . • . Pag. iOX
Il vicci'è riceve la sommissione dei capi tirolesi. Severoli riunisce
solto il suo comando tutte le milizie italiane nel Tirolo. Si rinno-
vano le ostilità nel Tirolo. Fazioni diverse. I rivoltosi sono repressi.
La guardia reale ritorna a Milano. Festeggiato il suo ritorno » 103
Relazione di un anonimo della campagna del 1809. Sua soppres-
sione. Zara dichiarata in istillo d'assedio. Psalidi nominatovi com-
missario si i*aoixii Dario militiu^e. Blocco di Venezia. Giudizio del te-
nente Stalimini » 105
CAPITOLO UNDECIMO.
FAZIONI DI GUSaRA DEL 1810 NRLLA SPAGNA, NELLA SVIZZERA B NELL^AnillATlCO.
Attacco di Gran. Occupazione di Vique » 107
Fazioni di G^nlellas e di Mova. Marcia di un convoglio diletto a
Barcellona. Investimento del forte di Hostalrich. Presa della città . . » lOS
Presa della toiTe. Sortita del pi^sidio del fotte respinta. Il convo-
glio arriva a Barcellona. Fazione di Moncada » 109
Scontro dei dragoni Napoleone col nemico a Vique. Si api-c il
fuoco delle batterie conti'o il foite di Ilostalridi. Gli Spagnuoli so-
pravvengono e frastornano V attacco. Soilita del presìdio del foiie.
Perdite dcgl' Italiani » HO
Si respinge il nemico nel forte e sulle altui*e di Orsavina. Encomi
di Augereau agi' Italiani. Marcia sopra Vique. Gli Spagnuoli intro-
ducono un convoglio nel castello di Hostalrich. Mai'cia sopra Moliuos
de Rcy. Augereau stabilisce il quartier generale a Barcellona . ... » Iti
Severoli pi*ende il comando della divisione italiana. Si dirige a
Valss. Forza della divisione. Sorpresa di Villafranca. Perdita di un m
battaglione italiano. Villata va all' Ebro. DilTlcoltà della marcia. Fa-
zioni. Si mette in comunicazione coli' esercito di Sucliet. La divi-
sione italiana ritorna sotto Hostalnch nlli
Fazione al Monte verde. Si guastano le fonti. Il presidio difetta
d'accjue. Gli Spagnuoli tentano di introdun-e nel forte un convoglio
di vittovaglie. Opposizione degli Italiani » ItS
Fazione sanguinosa del ^.^ leggero. Bella resistenza di Cotti. Sua
molle » Il %
Gli Spanguoli fanno retrocedere il convoglio. Perdite del nemico.
Fazione di Monegre. Sortite del presidio respinte » (H
Il presidio si evade dal forte. Oli ni pel primo lo insegne. Altri
lo seguono. Gli Spagnuoli vengono scompigliali. Tratto di valore di
Ceracela. Il presidio vinto depone le armi. Occupazione del forte di
llostcdricli. La divisione italiana va a Gerona. Augereau è sunogato
da ALicdonald. Va a Barcellona. Forza degl' Itabani » 110
i^
— XIV —
Marcia disagevole. Congiunzione a Moncada degl' Italiani col pre-
sidio di Barcellona. Ritorno nei contorni di Gerona. O-Donnel n-
compaiv nell'Ampourdan. Nuovo convoglio avviato a Bai\)ellona Pag. 1 1 7
Fazione di GranoUers. 11 convoglio giunge a Barcelloua. GF Ita-
liani ritornano sotto Gerona. Le fatidie sostenute lasciano tracce
di languore febbrile. Rinforzi giunti dall' Italia. La divisione italiana
si rivolge al campo di Tarragona » 118
Villata rimane nella valle di F'iuvia. Severoli occupa Reus. Macdo-
nald si avvia a Lerida. Intrepidezza degl'Italiani a Villalunga. Bel
contegno di Ronchi. Gl'Italiani si arrampicano sui monti. Vincono
un nemico le quattro volte più forte. Tutto l'esercito applaude a
tanto valore » 119
Arrivo a Lerida. Scorreria a Tremp. Fazioni. Successi ottenuti.
Si raccolgono derrate a Agramunt e si consegnano a benefizio del-
l'esercito intero. Successi di O-Donnel nell'Ampourdan. Fazione sotto
Gardena. Condotta temeraria di Eugène Oi'satelli. Perdita dcgl'Ita^
liani. Macdonald giunge a Salsona » 120
Pino ritorna in Catalogna. Lo spagnuolo Campoveixle sunx)ga O-
Donnel. Severoli a Gerona cede il comando a Pino. Presidio di
Figueras. Forza della divisione italiana. Convoglio avviato a Bar-
cellona. Dinicoltà della marcia » 12 1
Attacco di Mombuy. Macdonald ricliiama Pino per proseguire la
marcia. Arrivo a Baixsellona. Fontane surroga Pino che resta a Bar-
cellona. Marcia sul Llobregat. Indi ali' Ebro » 122
GÌ' Italiani compattiti fra i due eserciti d'Aragona e di Catalogna.
La cavallciia italiana nei contorni di Ibrida è messa a dura prova
da Ilcnriot. Sconti*i a Boriasblancas e Tai*ega. Bella canea di Schiaz-
zetti. Scompiglia l' inimico » 123
Prodigiosa azione di Morandi. Motivo supposto dello sparpiglia-
■lento degl'Italiani. Mucdouald li riunisce. Sono inviati ai campi di
Tarragona. Passano all'esercito di Suchet. Una divisione italiana co*
mandata da Fontanelli occupa nella Svizzera il Canton Ticino ed il
Vallese. Viene surrogata nel Vallcse dai Francesi » 124
Bonfanti comanda nel Tirolo meridionale. Legni francesi venuti
a rinfoi*zare la squadra dell'Adriatico. Qucita s'impadi\)nisce di Lissa,
emporio di merci inglesi » 125
Prede fatte in Lissa. Impossibilità di conservare l' isola. Ritorno
ad Ancona. Legni inglesi in panna in faccia ad Ancona. La flotta
franco-itala soite, li nemico si allontana » 125
CAPITOLO DUODECIMO.
FAZIONI DI GUKailA DSL 1811 NELLA SPAGNA K NKLL' ADRIATICO.
Eugène Orsatelli occupa Reus. Il nemico si colloca allo stretto di
Cabra » 127
— XT ■—
Eugène Oi^satelll s'innoltra vei-so Pia. È circondato. Attacca il ne-
mico. £ ferìto a motte. Peixlite degritaliani L'esercito giunge a
VaUs. Palombini accorre in soccorso della brigata Orsatelli. Trova
Rougier che dirige la ritirata con somma bravura. Lo sostiene. I
dragoni del U.^ reggimento ed altri corpi francesi, chiedono con
calore di andare in soccorso degl' Italiani. Vi volano i dragoni. Il
prode loro colonnello Deloit è ferito. Si eseguisce la ritirata. Perdite
patite Pag. 1 28
Fazioni sotto VaUs. Partenza dell'esercito per Lerida. Movimenti
nei contorni di Balaguer » 130
La divisione italiana alFesei'cito di Aragona. Macdonald si mosti*a
dispiacente della separazione. Vuol essere scortato anche dagl'Italiani
nell'andata a Bai^cellpna. Difficoltà della mai'cia. Manresa incendiata.
On'ori commessi dagli abitanti. Fazione di Vilamara » 130
Morte del granatiere Cavallari. Bella prova di pietà. Pensione ac-
cordata al padre » i5l
Si raccolgono gli sbandati intorno a Barcellona. Partenza degl'Ita-
lìjni per Lerida. Rovira sorprende il forte di Figueras. GÌ' Italiani
si difendono. Sono vinti i pochi superstiti. Peyri capitato acciden-
talmente riunisce il presidio della città » 132
Baraguey-d' Hiliers compie il blocco del forte. Respinge Campo-
verde. Peyri parte. Paini comanda i depositi italiani. Guyot condan-
nato a molle. La sentenza non è eseguita. Paini giudicato è assolto. » 133
Fazione di Montanana. La divisione italiana a Lerìda. Suchet lo en-
comia. Forza degl'Italiani. Sono collocati a Loreto sotto Tarragona. » i34
Peyri assume il comando della divisione. Lavori compiti a Loreto.
Fazioni diverse. Attacco del forte Olivo f55
Vacani si distingue. Vicende dell'assalto » 130
Gl'Italiani giungono alla cima del cavaliere del forte. Lo pren-
dono d'assalto. Frutti della vittoria. Bel tratto di singolare valore di
Bianchini. Sua risposta eroica a Suchet Encomi di Saint-Cyr Nugues
e di Rogniat agi' Italiani » i57
Lettera di Suchet a Peyri sul valore de' suoi soldati. Ricompense
richieste. Perdite dei due eserciti combattenti. Nome dei più valorosi. » 138
Vacani cambia la faccia del forte Olivo per chiuderne gli accessi
al nemico. Sortila degli Spagnuoli respinta. Si affrettano i lavori d'as-
sedio. Gl'Italiani stabiliscono una batteria. Sortite respinte » 139
La batteria italiana apre una breccia accessibile al forte Principe.
Lo attaccano, lo prendono. Morte di Salimbeni. Befia e Spinetti fanno
costruire due batterie. Il nemico le batte. Incendia il magazzino delle
polveri. Morte di Spinelli. Befia ristabilisce la batteria. Apre la brec-
cia. Palombini conduce i Francesi all' assalto del forte della Marina.
Gli Spagnuoli fanno una vigorosa sortita e sono respinti » 140
Suchet oixiina l' assalto. Tutti domandano di concorrervi. GÌ' Ita-
liani sono destinati a coprire il posto di Loreto. I Francesi prescelti
— XVI —
per l'assalto distribuiti in tre colonne comandate tutte da ufficiali
italiani. I dragoni Napoleone montano la breccia. Frangipane e De*
Asarta partecipano all'assalto come ufTìziali di stato maggiore. Bian-
chini ricoixla al mai*esciallo la promessa avuta. Suchet gliela man-
tiene. Bianchini conduce trenta granatieri francesi vei^so la breccia.
Tutto l'esemto lo ammira e gli fa plauso Pag, ìhì
Sì dà il segnale dell' assalto. Bianchini salta il parapetto. Grande
ansietà. Bianchini s' inoltra sotto una grandine di sassi. Monta la brec-
cia il primo. £ ferito. Àlb testa dei Francesi s' inoltra fra le file ne-
miche , lordo del sangue che esce da sette ferite. Muore. Bella escla-
mazione di Suchet I dragoni Napoleone montano la breccia » ìhT,
Il pi^esidio tenta salvarsi. GÌ' Italiani da Loreto discendono per in-
contrarli. Fanno prigionieri tutti i SpagnuoK superstiti. La cavallerìa
francese vola in sussidio degl'Italiani. Perdile cagionate dall'assedio
di Tarragona. Ricompense. Nomi dei benemerìti » 143
Movimenti della divisione italiana. Distribuita in varie posizioni.
Attacco di Monserat. Macdonald chiede a Suchet il rinvio della di-
visione italiana. Napoleone dice che accoi'da a Suchet di con8ei*varla.
Espressioni lusinghiera » I4i
La divisione italiana è riunita per avviarsi a Valenza. Fazione di
Cervera. Arrivo di rinforzL^oi*za della divisione. Bilancio delle perdite » 14 i
Severoli conduce nella Navarra una nuova divisione venuta dall'I-
talia. Pei*seguita la banda di Espoz-y-Mina. Fazioni diverse. Si reca
in Aragona e si unisce all'eseraito di Suchet. Palombini (che co-
manda la divisione di Peyri) sotto Sagunto. Vacani ne riconosce il
circuito » 140
Attacco di Sagunto. Accidente che fa fallire l'assalto. Si rinnova ,
ed è respinto per la tet*za volta. Valore di Andreani (italiano) coman-
dante degli Spagnuoli. Blake accorre per liberai*e Sagunto. Palombini
va a combatterlo » 147
Schiazzetti assale gli avamposti nemici e li rompe. Bella fazione
di Scneza. Suchet ne rande conto in modo molto onorifico per gl'I-
taliani. Palombini ritorna sotto Sagunto. Attacco di Oropesa che si
arrende. Si apre la breccia nelle mura di Sagunto. Assalto respinto. » 148
Fazioni diverse nell'Aragona. Oi*dine del giorno dell' esercito che
le riassume » 140
Attacco di Oilatayud. Gì* Italiani si ritirano in un convento for-
tificato. Sono assediati. Si praticano mine. Favalelli oppone resistenza
eroica. Mette in opera le contromine. Grolla un fianco della chiesa.
Il fuoco appiccato dagli Spagnuoli a nuove mine fa cadere la vòlta
del tempio La caduta di essa spalanca i sepolcri, e ne esala puzzo ri-
buttante » 1 50
L' inimico pratica due brecce. Non vi è più mezzo di prolungare
la resistenza. Lo scoppio di una nuova mina rende accessibile il luogo
per ogni lato. Mancano vitto e munizioni ai nostri. Capitolano. Il
— XYII —
presidio è prigioniero. Gli ufllìiiali lasciati liberi per aver separata la
loro sorte da quella dei soldati. Sono biasimati Pag, 151
Sevei*oli accorre a Calatayud quando la capitolazione è già consu-
mata. L' Empiei nado l'ende i prigionieri a Daroca. Ceccopieri con
un battaglione va a Ayerbe. Incontra Elspoz-y-Mina, si api-c il passo.
Prende [losizione nei contorni. Invia Pro vana a Ayerbe per ricbia*
marn» il pi^esidio. Quel comandante non vuol aderire all'invito. Cec-
copieri si mette in movimento. Il nemico lo attacca » \}^i
Bella difesa di Ceccopieri. Rimane ferito. Perdite dolorose. Gì' Ita*
liani soccombono. Parole onorevoli ai vinti pronunziate da Suchet.
Belotti si avvia ad Ayerbe » 153
£spoz-y-Mina si ritira. Conduce seco i prigionieri. Severoli desti-
nato a difendere l'Aragona. Sudiet fa proseguire i lavori conti*o Sa-
gunto. Movimenti di Palorabini sopi*a Segorbe. Il nemico si ritira.
Palombi ni ritorna a Sagunto. Battaglia » {'41^
Palle gloriosa degl' Italiani a questa vittoria. Impresa delle più
luminose degl'Italiani in Ispagna. Prodigi di valore dei dragoni
M.ipoleone » 13:$
Sagunto si arrende. Elogi di Suchet al valoro degl' Italiani .... » i tt6
Palombini nei suburbani di Valenza. Occupa Moncada. A Sagunto
si raccoglie il parco per l'assedio di Valenza. Fazione di Albalat Spe-
dizione di Mazzucdielli contro TEm pici nado. Libera il forte di Mo-
lina. Retrocede a Darocif. Sconta sanguinosi nella marcia. Belle evo-
luzioni di Mazzucchelli. Valoi*e del I." d'infanterìa, e degli altri
corpi italiani. Perdite gravi » 157
Durand occupa Almunia. Investe Gdatayud. Mazzuixshelli va a
combatterlo col t." reggimento d' infanteria. Il nemico è sconfitto
ed incalzcito «... « » HJ
Movimenti di Bertoletti. Scontro con Monco. Severoli in marcia
per rìunire la sua divisione sotto Valenza » 1(11
Passa il Guadalaviar. Palombini attacca il nemico. Varca il ca-
nale di Favara. Sale al piano di Misulta. Ostinata l'esistenza degli
Spagnuoli. S. Paul avviato in soccorso di Balathier è respinto. Ac-
corre PalombinL Riordina le sue schiere, batte il nemico ed assicura
la vittoria j»13S
Palombini occupa Mislatii. Relazioni di Such^'t cuore voli agl'Italiani. » 1€?$
Le due divisioni italiane riunite sul medesimo campo di battaglia.
Blache tenta di evadersi. Gl'Italiani si oppongono » 107
La vanguardia spagnola riesce nel suo disegno. Fazioni vivissime.
Blache respinto nel campo trincerato. Valore spiegato da un batta-
glione del 4." reggimento d'infanterìa » 10^
Suchet encomia la c^nùotta valorosa degl' Italiani. Deposito gene-
i^c a Tolosa » 169
Scioglimento della divisione che era nel cantone Ticino. Ridotta
ad alcuni battaglioni » ivi
T. il.
I7i
175
Ì7S
i77
178
— XVIII —
Dìvibioiie navale franco-itala comandata da Dubourdieu difetta a
Lissa. Combattimento navale contro gf Inglesi. Pei*dite sofibrte. Va-
loiie di Pasqualigo Pag. 170
CAPITOLO DECIMOTERZO.
FAZIONI DI GUmaA DSL 1812 NKLLA SPAGNA, RUSSIA, GBRIIANIA B NSLL'aDRIATÌCO.
In Ispagna le divisioni Palombi ni e Seveix)Ii riunite sotto Valenza.
Blaclie abbandona il campo trincerato e si ritira nella città. Gl'Ita-
liani [)cnctrano (ino sotto le mura
Bombardamento di Valenza. Trattative per la resa. Gipitolazione.
Occupazione di Valenza. Petxlite del nemico. Ricompensa accoixlata
a Suchet ed all'esercito. Severoli a Pc5niscola
Investimento, attacco e resa di Peniscola. Severoli va a Lerida. Fa-
zione di Lasciiar
D*£roles scacciato dall'Aragona. Palombini nell'Aragona. Fazioni
a Rubierda, a Cam pi Ilo ed a Villa Felice
Sorpresa del porto di Atcca. BAla difesa di Bianchi. Perin prigio-
nicro col suo battaglione. Resistenza di Scotti
Fazioni di IVIontei*de e di Aliustante. Palombini raccoglie le sue
schiere a Iliised. G.ijiiii sorprende Calatayud. Attacca il convento
fortificato. Viic;ini dirige la difesa. Palombini invia soccorsi. Gajan
e scacciato. Il presidio liberato *.
Schiuzzetti a Mocliales. Rivolta degli abitanti. Puniti. Gli Spa-
gnuoli per rappresagUa moschettano Favalelli ed Albnci. Marcia di
Palombini sopra Siguenza > • • >
Palombini ratroccdc a Tudcla. È chiamato a Madrid. Vi giunge.
Severoli a Lerida i*cspingc D'EU'oles
Severoli nell'Aragona. Scontro col nemico a Arguis. Bertoletti soite
da Taivagona. Batte gli Spagimoli al ponte sul Francoli
Scoppio di un magazzino di polven a Lerida. Danni cagionati.
Fazione di Giiadarama. Sconti*o degl' Italiani cogli Anglo-Portoghesi
a Rozas
Carica de'dragoni Napoleone. Perdite degl'Anglo-Portoghesi. Sgom-
brata Madrid dai Francesi. Palombini va a Valenza
Severoli difende l'Aragona. I Francesi ripigliano Madrid. Palom-
bini a Aranjucz. Drappello sorpreso verso Tarancona. S' insegue TEm-
picinado
Palombini nei dintorni di Madrid. Severoli percorre 1' Aragona
per proteggerla contro le inciu^sioni delle bande. Diverse fazioni . .
Gli Spagnuoli attiiccano Daroca. Severoli accoiTe per liberarla.
Scontri colle bande. Ritorno di Severoli a Saragozza. Combattimento
d'Almuniu
Sortite da Tarragona di Beitoletti. Attacco del forte di Baiaguer
respinto. Lodi compartite a Beilolelti ,
179
161
189
185
18i
189
187
t8tl
491
— XIX —
Pi^pai-aiivi per la spedizione di Russia. Rasseguu. Par(cn7Ai. Arrivo
al Niemen. Perdite di cavalli pei intemperie* Bciraspctto delle schiere. Fa(j. 1 9SI
Passaggio del Niemen. Fazione a Botsclieiskvo. Ponte gettato sulla
Dwina. Combattimento d' OstrpWno. Bella parte che vi prendono gli
Iraliani. Parole onorifiche del viceré. Altari scudiei*e » 109
Presa di due convogli a Soui*ei. Fazioni di Viliz. Tei*zo reggi-
mento dei cacciatoli a cavallo. Fratelli Giovio » i9\
Pino inviato a Vitepsk. Respinto V inimico. Bella carica oltre Lou-
zon. Giulini » IU5
Apparecchi a giornata campale. Alture di Boradiiio. Guardia reale.
Giociatori di Villata. Del Fante attacca un ridotto » 409
L'esercito si dispone a combattere. Entusiasmo eccitato dall'ordine
del giorno dell* imperatore. Il cannone dà il segnale del movimento.
Battiglia della Moskowa. Pino arriva sul campo cessata la pugna. Il
viceré l'ammeota a Napoleone i servigi segnalati ix^si dagl* Italiani. In-
gresso in Mosca. Incendio. Forza della divisione Pino » (97
Compagnia di FeiTetti. Vives. Franchini. Osservazione di rilievo.
Paitenza da Mosca. Battaglia di Malo-Jaroslawetz. Entusiasmo degli
Italiani » 408
Coscritti della guardia reale. Loro valorc. Peraldi. Nomi dei prodi
che si distinsero. Perdite degl' Italiani » 499
Gemelli Radoani. Elogi del viceré. Incominciano i disas'ri dt^Ua ri-
tirata. Mortalità dei cavalli. Mancanza di vittovaglie. Il fix;ddo si fa
intenso. I Cosacchi attaccano gP Italiani. La fanteria li tiene in h*eno » 100
Molte di Banco. Doroghoboui. L'esercito perde ogni ordine. Pas-
saggio del Vop ^ » iOl
Abbandono dell' aitiglieria e degli eqni|>«iggi. Notte orribile. L'e-
sci*cito si scioglie. Tratto d'eroismo del velite Giierrinì. Arrivo a
Smolensk. Speranze deluse. I magazzini saccheggiati. Il 3.^ leggero
protegge il passiiggio di Napoleone » ^01
Scontro coi Russi. Uomini gelati. Il freddo a 18 gradi. Cosacchi
respinti. Partenza da Smoicnsk. Rrasnoi». Il nemico intima al viceré
di ari-endersi prigioniero. Stratagemmi per salvarsi. Dei-Fante ucciso.
Bella evoluzione del viceré. Riesce a sottrarsi coi pochi che lo seguitano » 205
Arrivo alla Bercsina. Ufìiziali del genio italiano. Ad alcuni vien fatto
di passare il fiume. Il ponte si romjìc. Estermi ilio. Sforzi jìer respiii-
gcix; i Russi. Ciavaldini inchioda l'ultimo cannone e vi muore accan-
to. Pino attaccato in una bicocca. Si difende. Si salva » *0^
Napoleone parte per la Francia. I^iscia il romando a Marat. Scoin-
piiiono le insegne. Arrivo a Vilna. Widiman. Arici. Battaglia Gaeta-
no. Enumerazione delle |)crdile » 201
Oggetti di vestiario perduti. Partenza della brigata Zucchi. Il /?/-
voli si ari'ende agl'Inglesi dopo ostinalo combattimento nell'acque
di Trieste » 207
Assassinio del Ciiposquadrone Bignami » W^
— xx —
CAPITOLO DECIMOQUARTO.
FAZIONI DI GUERRA KEL iSÌZ NELLA SPAGNA, GERMANIA, ILLIRfA E ITALIA.
■
Palombi ni parte da Madrid per la BiscagTIa. Freddo insolito in
c|iìel clima Pag. 9 10
Fazione di Posa » 9 1 1
or Italiani sotto Castro. Fazione di Otanes »1I2
Fazione di Guernica e Navarnis. Bel tratto del granatiei*e Torri per
salvare il suo capitano s^n
Feveroli nell'Aragona. Poi a^ Valenza '.•.»Si4
Si assedia Castro. Lodi compartite agi' Italiani dal generale Foix.
Assalto di Castro »915
Si prende il castello. Ostinata difesa. Palombini forma una brigata
della sua divisione. S. Paul la comanda. Palombini patte per TltaKa.
Gl'Inglesi attaccano Tarragona. Valorosa difesa di BeiloletU » 9 19
S. Paul si ritira a Tolosa (Spagna). Fazioni cogl' Inglesi » 34H
Movimenti della divisione Severoli nell'Aragona e Catalogna. Den-
ti nck attacca Tarragoiia. Bertolclti lo respinge. Fazioni in Gitilogna.
Beiloletti abbandona Tarragona smantellando la piazza. Ceroni a La-
ì^da e Suntonna. La divisione Severoli abbandona la Spagna. Sua
forza. Peitlite fatte nella guerra di Spagna dagl'Italiani » il 9
Germania. Il viceré raccoglie a Marienwerder i podii Italiani i^e-
duci da Mosca. I Cosaocbi attaccano 1' alloggiamento del viceré. Gli
Italiani lo dilendotio. Nuove forze allestite in Italia per inviarle in
Prussia » iit
La brigata Zucchi a Berlino. Il k,^ reggimento dei caccia! ori a Cii-
vallo sorpreso dai Russi. Viene quasi distnitto. Cecco[)icri a Mochc-
ren. Sua brillante difesa » %VÌ
Encomi del viceré. Pi*esa di Hall. Il viceré ordina la formazione di
nuQvi coi*pi in Italia. Secondo reggimento dei cacciatori italiani sul-
r Elba. UtFiziali d' ordinanza » 9Ì3
Battaglia di Lutzen. La brigata Zuccbi vi prende paite. Sorpresa
dei Cosacchi. Respinti. Marcia sopra Dresda. La divisione Peyri in ri-
serva. Combattimento di Zucchi a SafTersdorf. Ceccopieri osta all'urto
del nemico, e lo respinge » 'ì'ì^
Fazione di Lienbacb e di Priesznitz Passaggio deli' Elba. Il viceré
parte per T Italia. Napoleone dà la rassegna alla cavalleria italiana.
Encomia Fontanelli » 2^5
Fazione di Gòedau. Sorpresa a Kònigswaiiha. Perdite. Soccorso
dei Francesi • » Tld
Gl'Italiani a Bautzen e Wurtsclien. Zucchi passa il Bober. Glogau
sbloccato. Duirieu. Olivazzi. Armistizio di Pleissewitz » ^'27
Linea dal Baltico .all' Adriatico. Posizione e forza degli eserciti
belligeranti. Ripresa delle ostilità. Zucchi al Bolxìr » 'ii8
4*
Pi«sa di Laha. Langeix>n battuto. Morte del colonnero Pisa. Vit-
toria riportata Pag. ftSO
Ni4K)leonc encomia Zucclii. Fazione di Leinbeneichen. L' inipcra-
iore va in Ulcsia Bliicher si lìtira » 950
Napoleone ritorna a Drestin. Brillante combattimento di Nieder-Au.
Riittaglia della Katzbach. Sconfitta dei Franco- Itali » 93 1
]Sai>oleone accorre in soccorso .dell'esercito della Slesia. Attacca
Blucher che si ritira. Dragoni Napoleone. Olivierì. L' im|)eratore ri-
torna a Dresda » 939
Fontanelli surroga Peji'i. Va cx)! 4.® corj)o verso Berlino. Pi-ende
di viva foi*za lo stretto di lulmdorf » 953
Battaglia di Gross-Beern perduta da Oudinot Ritirata a Witteni-
berg. Valore e |.)crdite degl' Italiani. Battaglia di Dennewitz perduta
da Ney. Vani sforzi di valoi'e degF Italiani » 931.
Ritirata a Dalinie. Importanza di questa battaglia. Arrivo a Torgui. » 93K
Individui clic pili si distinsero » 930
Relazione dell i battaglia di Dennewitz fatta dagli avvei^sari » 938
Secondo reggimento cacciatori alla battaglia di Dresda, il t." >i
quella di Kuhn. Vi è distrutto » 943
Fazioni a Pirna e Hochkirch. Napoleone ritorna in Islesia. Bluch;!.*
si ritira. Lu brigala Zucchi a Wcisig. Fontanelli a Bariembaisn).
Napoleone pai»sa in rassegna gf Italiani di Zucchi. Promozioni id
encomi » ^^\
Napoleone a Torgau encomia gl'Italiani della divisione Fonta-
nelli. Marcia a Varieniburg. Combattimento di Stolpen. Tutti gli
eserciti degli alleati incomin-iano i loro movimenti. Imbarazzo di
Napoleone. Sua posizione » 9415
Cerca supplire col suo genio. Va ad Eilemburg. Blucher si allontana.
Linee d'operazione. Mezzi di difesa sui lati. Egli si dispone ad agire
al centro » 9l(J
Combinazioni che contrariano i progetti di Napoleone. Dimostra-
zioni i^ev sbloccai'e Wittenberg. L' esercito francese si raccoglie a
Lipsia. Gl'Italiani vi si riuniscono. Battaglia di Lipsia. Parte che vi
prendono gì' Italiani. Razzi alla Congrève » 948
Gl'Italiani si fermano a Lutzen. Difesa degli stretti di Naumburg.
Battaglia di Hanau * 949
GÌ' Italiani vi si fermano. Combattono contilo i Bavarasi. Ponte di
Kentzig. Ritirata a Francfoit » 930
Italiani in Torgau. Pavoni vittima del suo entusiasmo per l'onor
nazionale. Cacciatori italiani in Dresda. Capitolazione. Non tenuta. Il
presidio dichiaralo prigioniei*o. Inutili proteste. Fontanelli riceve
l'ordine di ritornare co'suoi in Italia. Napoleone gli fa conoscera la
bUiì soddisfazione per gì' Italiani, e gli dà degli ordini per riunire
nuove forze. Perdite della campagna » 931
Presidi! lasciati nelle piazze forti sulla dritta del Reno. Forza dell'c-
sercilo francci;e » 939
i
— IXII —
Corpi desìi nati alla difesa della linea del Reno. Foiosa rispettiva
degli eserciti. Il viceré viene in Italia per ordinatasi e comandare
l'esei-cito Pag. 1S3
Motivi che indussero Napoleone a pi'eferire^il principe Eugenio ad j
altri generali per il comando in Italia » ?5%
Sforzi coronati da buon successo per riunire prontamente un
nuovo esci*cito . » 5tB5
Luogotenenza delle milizie italiane inviate neiriUiria. Guerra col-
TAiistna. La guardia reale a Villach. Guardia d'onore in linea. Pa-
lonibini a Laybacb. Bonfunti nel Tirolo. Fazione di Scliiapane. At-
tacco del monte Leobel » tM
Il nemico attacca Ki*ainburg ed è respinto. Pino riunisce la sua
luogotenenza a Laybacb » 9!)7
Attacco di Lobistch. Fazione di Kuplavass. Bellotti ferìto e prigio-
niero. Biancbi assume il comando » t58
Fazione di Lanisze. Presenza di spirito di Laugicr. Valore dimo-
strato dai veliti • 939
Sorpresa del nemico a Weickselburg. Perdite sofìeile dagf Ita-
liani. PeralcU. Ritirata. Attacco di Mannitz. Bella difcsii di Ferretti . » S<SI
Combattimento di IJppa, glorio^o per d'Italiani. Occupazione di
Fiume. Federigo ferito. Pino abbandona il comando della tci*za luo-
gotenenza. Viene soppressa. Riflessioni sui molivi della condotta di
Pino * » 5K1
Scaramuccia di Crinilz. Fc<lerigo. Ronfanii e Mazzuocbelli nel Ti-
rolo. Sessa e Tasca. L'ìnimicc attacca Gros-Lascbitz. Palombini si
ritira. Fontane ai [)oiUe di Teclicnutz » 905
Ritirata da Zìrknitz. Gravi [Perdile. /»." reggimento leggero. Valore
del 5." leggero. Fazione di Mannitz. Bella ritirata. Defezione della
Baviera. Il viceré ali* Isonzo » irtii
Il quailier generale a Gorizia. Divisione riunita a Verona. Rinforzi
dalla Francia. I/}va di coscritti. Disposizioni preparatorie per traspor-
tiu'e la sede del governo a l^logna. Corrispondenza con Melzi. Tirolo » ^r>5
La guardia reale a Bassano. Presidio di Venezia. 11 viceré all'Adige.
Riordina resernito » 2<50
Nuova corris[)ondcnza con Melzi per traslocare la sede del governo
non più a Bologna, ma a Torino » 507
Provvigionamenti di riserva.' Serraglio di Mantova. Comunicazione
colli Francia |)er V Ap()cnnino e Genova. Dispaccio telegrafico di
Napoleone. Incursione nel Tirolo *i 68
Ritorno degli avanzi delle milizie italiane dalla Germania. Com-
Ixittimento di Caldiero. Reggimento Jellacbicb. Messaggio del re di
Biiviera al viceré. Proposte degli alleati. Nobile rifiuto. Domanda di
un armistizio. Non assentita » tifivi
Palazzo di Monza, punto neutrale. Parto della vic^'regina. Sue be-
neficenze » 270
L.
— XXIII —
Fotìtanclli pixsddeote del consiglio dei ministri. Spirito pubblico
eccitato. Sbarcbi dei nemici a Primai^o. Pino ripi'ende Ferrara. Il
vicei^ ferito leggermente. Invio di Znnzi al campo napolitano . . Pag. ^71
Missioni di Severoli Pietro. Gifilenga e Mejean Maurizio a Napoli,
Armandi a ForFi. Ancona occupata dai Napolitani. I Franco-Itali nella
cittadella. Combattimento di Rovcrdicra » ^7)
Invasione del nemico nella Romagna. Misure di difesa. Comando
di Mazzucclielli a Bologna. Primo indizio della defezione di Mui*at.
Gilllenga a Salò. Neri al Tonale. Corrispondenza con Augusta. Se-
gnali in ci ira portali da pedoni. Rezia prefetto a Sondrio. Fonta*
nclli al campo di Rivoli » ^73
Scotti respinto dalla Romagna. Perdite patite. Partenza da Bologna
delle milizie italiane. Blocco di Venezia. Resa di Zara. Riordinamento
dellesercito italiano. Sue forze » 171
Fazioni di mare. Aumento di foi'ze inglesi nell'Adriatico ...... 375
CAPITOLO DECIMOQUINTO.
FAZIONB DI GUERRA NRL 18 li IN ITALIA.
Movimenti del nemico nel Tirolo. Borgoforle. Pizzighettone. Pia-
cenza. Posizioni occupate dagl'Italiani. I^ro forze )* 175
Piazze forti afBdate agl'Italiani. Misure di difesa. Rougier a Le-
gnago. Ritirata spontanea dall'Adige. Motivi dell'occupazio ne della
linea del Mincio » )77
Forza dell'esercito nemico. Bertoletti a Peschiera. Zucclii a Mantova.
Resa di Cattare e Ragusi. Blocco di Venezia. I^ flottiglia d'Ancona
rientra in Venezia » 278
-Battaglia del Mincio » Ì7W
Fazioni a Borghetto ed a Ponte Sarcno. 11 viceré va colla guardia
rc;il(! a Salò. Micidiale combattimento. Valorc dei cacciatori della
guardia » 581
Fazione di Gavardo. Provvidenze \yev assicumi*e la ritirata dal Mincio » 383
Fazione di Castellare. Napoleone ordina un fìnto attacco sul Sem-
pione. Il colonnello Ponti. Sue disposizioni. Perdita totale di questo
piccolo corpo » 18t
Il generale S. Paul a Domodossola. La cittadella di Ancona resa
ai Napolitani. Questi costmiscono un ponte sul Po alla Sacca. I
nostri lo demoliscono. Respingono il nemico. Augeivau a Lione.
Biibna a Ginevra. Napoleone scrive al viceré che quando Mumt si
dichiari nemico, sembra importante di ritirarsi alle Alpi » 580
Il viceré espone i motivi che si opporrebbero a questa ritirata
quando ne venisse dato V ordine positivo. Abbandona la linea deU
l'Adige. Si stiibilisce sul Mincio. Corrispondenza dell'imperatore col
viceré sulle operazioni dell' esercito » 5B7
*>
■ ■ ■ ■ ■ , . I .Ahi. •■ ■ . - ,
— XXIT —
Napoleone approva le osservazioni del principe EugeMow Presun-
zione fondata che riinpei'utoi^e abbia ordinato di attaccagli nemico, Pag, 988
Osservazioni suH' insussistenza dell* ordine positivo dì condurre
r esercito alle Alpi. Lettera dì Glarke a AUgerean. Prova che questo
maresciallo non doveva essere rinforzato dall' esercito fi^ancese che
era in Italia ;>^ » 1^9
Murat fa la formale dichiarazione di guerra ^ » ^9t
Piano d'operazioni degli alleati. Murat passa il Taro. Il viceré gli
invia un uSizialedi reciproca confidenza. Supposizione che sia riescito
n fermare le mosse di Murat. Grenier va a Piacenza con un còrpo
d' esercito. li viceré a Guastalla. I Napolitani ristanno dal combattere
contro gl'Italiani. Il loro comandante giudicato viene assolto . ...» f 951
Fazione di Brescello. Grenier passa il Taro. Assale Parma. Combat-
timento. Perdite del nemico » ttt5
Severoli si inoltra a Reggio. Colloca la sua vanguaixlia a Rubiera.
Fazione di Sustinente » tf %
Dissensione fra Murat e Bentinck. Pretese del principe ereditario
di Sicilia sbai*cato a Livorno » 293
Glorioso e terribile combattimento degl' Italiani a Rubiera, ed
al ponte di San Maurizio. Severoli ferito. Perdite gravi degritaliani.
Ritirata al Taro » %*)6
Gl'Italiani a Castel-Guelfo. Gli alleati al Taro. Esplorazione gene-
mie sulla sinistra dei Mincio. Il nemico si stabilisce sopra due linee.
Ritira gli equipaggi sulla sinistra dell'Adige . : » %Q7
Scontro delle flottiglie sul lago di Garda. Villata alla scoperta sopra
Guastalla » SK9S
Blocco di Venezia. Sortite del presidio. Successi. Flotta inglese rin-
forzata. Gli Anglo-Siciliani sortono dalla Toscana. Murat passa fi Taro
Gì Italiani alla Nura » 599
Foi^ze navali comandate da Duperre ."...» 500
L'ammiraglio Gover fa proposizioni a Serras per la cessione di
Venezia. Cause del rifiuto. Gli equipaggi inglesi condividono le prede. » 601
Impossibilità di difendere ulteriormente la linea del Mincio. Inva«
sionc della Francia. Convenzione di Castel Scbiarino-Rizzino. Le
M'iiierc francesi sortono dall' Italia. Il principe Eugenio conserva il
romando degl'Italiani. Resta alla linea del Mincio. Rouger conduce
il presidio di Legnago a Mantova » 501
Venezia occupata dagl'Austriaci. Convenzione addizionale per la
cessione della marina. Agitazione fra le schiere italiane. Emissari giunti
a Mantova per .'sovvertirle. Mezzi impiegati dai generali per isventare
<]ueste trame » 303
Titoli del principe Eugenio alla riconoscenza dei soldati italiani.
Sua considerazione per il loro valore. Detti e fatti che la compro-
vano. Francesi impiegati come aiutanti di campo. Contraposizione di
un maggior numero d' Italiani » 50%
— XXV —
Scudierì all' esercito. Cavalletti. Dauthoiìard. Mejean. Strigcili.
Darnay Pag. 505
Ordinamento delle milìiie italiane poste sulla linea del Mincio.
Genei*ali italiani destinati a far parte della deputazione che dovea
recarsi a Parigi presso i sovrani coalizzati » 307
SoDimossa del 30 aprile. Disposizioni militari per reprimerla. Riu-
scite vane. Conseguenze » 508
Offerte degli ufTiziali italiani al viceré. Nobile rifiuto » 510
Agitazione fra le schiere italiane. Partenza del principe Eugenio.
Addio commovente 511
Gli alleati occupano Mantova ed il resto del regno d' Italia. Con-
sideit|zioni sugli avvenimenti di Milano , e sulla posizione politica
che conservava il regno d'Italia come potenza già riconosciuta ...» 519
I Grigioni minacciano di occupare la Valtellina. Ne sono impediti.
Giudizio di Napoleone sulte schiere italiane. Contrassegni di stima
delle notabilità militari francesi. B'asti dell'esercito francese che com-
prendono alcuni Italiani. Arco dell' Etoile a Parigi. Nomi degl* Ita-
liani in esso scolpiti. Gran monumento che doveva erigersi sul monte
Cenisio. Disegno dell' italiano Gagnola »51^
Insegne d'onore compaitite da Napoleone ai militari i tulliani che
più si segnalarono. Gradi conferiti. Nomi degli ufliziali. Notabilità*
letterarie dell'esercito italiano » 315
vConclusione. Primo ed ultimo ufBziali cisalpino-italiano. Tculié.
Benedetti ' » 515
DOCUMENTI.
l Estratto della relazione del capo di coorte Ferrand sul combatti-
mento del Senio » 517
À. idem del capo dello stato maggiore Berthier » ivi
B, idem del generale Bonaparte al direttorio esecutivo francese » 518
C. idem del messaggio del direttorio esecutivo suddetto al con-
siglio dei Cinquecento . . , » ivi
n. Dispaccio del generale Bonaparte al duca di Parma per la rettifica
del trattato di pace » ivi
m. Quadro di composizione della divisione italiana destinata a far
parte dell' esercito comandato da Gouvion Saint-Cyr » 519
IV. idem di quella inviata alle coste della Manica » ivi
V. idem di quella dei prcsidii » 5i0
VI. Ordine di servizio della guardia reale » 591
VII. Dispaccio dell' imperatore Napoleone al comandante la guardia
reale, per un nuovo ordinamento della fanteria e cavalleria, e per
la partenza per Parigi » ivi
Vili. Quadro di composizione della divisione inviata nel regno di
Napoli 9 329
T. IL *♦**
. V
— XXVI —
IX. Strada militare per le comunicazioni dell'Italia colla Dalmazia Pag, ZU
X. Riordinamento della divisione Teulié » ivi
XI. Composizione della divisione nella Pomerania svedese » 933
XII. Lettera del generale Lasalle al comandante il 1.^ reggimento cac-
ciatori reali -italiani
XIII. idem del capo dello stato maggiore dell* esercito di Napoli al
colonnello Foresti
XIV. Quadro di composizione della divisione all' esercito dei Pirenei
orientali
XV. idem della divisione inviata in Catalogna
XVI. idem nel Tirolo
XVII. idem air Isonzo
XVIII. idem della guardia reale
XIX. idem del corpo distaccato
XX. idem della divisione di risei*va
XXI. Riduzione dei battaglioni della divisione Fontanelli
XXII. Quadro di composizione della divisione nella Carinzia
XXIII. idem nell'Aragona
XXIV. Dispaccio del viceré per far ritirare le milizie italiane dal
cantone dei Grigioni
XXV. Quadro di composizione del corpo d'esercito italiano desti-
nato per la spedizione di Russia
XXVI. Dispaccio del viceré portante 1' avviso della partenza da Mo-
sca dei quadri di diversi battaglioni diretti in Italia
XXVII. idem sulla battaglia di Maloyaroslawitz
XXVIII. Quadro dei corpi componenti il grande esercito andato in
Russia .
jé. Dispaccio del viceré indicante il numero degl' Italiani riuniti
ad Heilsberg dopo la ritirata da Mosca
XXIX. Stato degli effetti di vestiario e di bardatura inviati in Russia
XXXf Quadro di composizione della brigata inviata in Prussia . . .
XXXI. idem della divisione idem
XXXII. Dispaccio del viceré al ministro della guerra pel riordina-
mento dei corpi
XXXIII. idem per nomina di ufllziali
XXXI V. idem sullo stato dei corpi riuniti in Prussia
XXXV. idem sulla nomina di ufTìziali d'ordinanza » 345
j4. Relazione del ministro della guerra per ricompense d'onore. » ivi
XXXVI. Ordine del maggior generale Berthier per lo scioglimento
della divisione italiana al Reno » 344
À, idem per l'ordine agi' Italiani di rientrare in Italia » 345
XXXVII. Relazione del ministro della guerra all' imperatore sulle
foi-ze inglesi nell'Adriatico » ivi
XXXVIII. Quadro di composizione dell'esercito di terra » 346
À, idem della marineria » 354
B. idem delle forze navali in crociera e dei legni in armamento » 357
IVI
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• •
IVI
341
• •
IVI
343
■■f
— XXVII —
XXXlX.~Quadro di cx)mposizione della luogotenenza italiana nell'Il-
Kria Pag. ZjO
XL. Dispaccio del viceré a Melzi , presidente del consiglio dei mini-
stri, relativo alle disposizioni da prendersi nel caso d' invasione
nemica » 30i
J, idem per la traslocazione della sede del governo » 364
B. idem per ischiarimenti sul luogo ove deve i-ecarsi la casa reale » 365
XLI. Dispaccio del viceré a Melzi sul suddetto soggetto » ivi
A. idem jìer far ritirare da Monza la corona di ferro » 366
XLn. Relazione del principe Eugenio all' imperatore Napoleone delle
proposizioni delle potenze coalizzate a lui fatte col mezzo del prin-
cipe Augusto Taxis » 367
jé. Lettera del suddetto alla tnoglie » 368
B. idem alla sorella Ortensia » 3ff9
C. idem alla moglie » 370
XLIII. Dispaccio del viceré aFontanelli riguaixlante misure diverse . . * ivi
XLIV. idem per la formazione di una divisione di riserva m 379
XLV. Relazione di Pino sui movimenti dei nemico nel Ferrarese
ed altri oggetti » ivi
XLVI. idem di Fontanelli per il riordinamento di nuovi battaglioni » 375
XLVIt. Dispaccio del viceré al ministro della guerra per ]' invio di
un aiutante di campo pi-esso il comandante i Napolitani arrivati
nel dipartimento del Tronto onde esplorare i suoi movimenti . . » 374-
XLVlll. idem sul combattimento di Boara » 37B
XUX. idem sulla destinazione da darsi ad alcuni generali italiani . . » ivi
L. idem sull' armamento di barche sui laghi e sui movimenti del
nemico in Isvizzera » 376
LI. Nota particolare del suddetto sulle intenzioni dimostrate da Murat. » 377
Lll. Quadro di composizione dell* esercito italiano all'Adige e al Taro » ivi
Lin. Dispaccio del viceré al ministro della guerra sulle misure da
prendersi per la difesa della Valtellina e sui movimenti del ne-
mico nel Tirolo m 37D
LIV. idem sull'armamento della piazza di Pizzighettone » 380
LV. idem sulle misure da prendersi per la difesa degli sbocchi del
San Gottardo e Sempione » ivi
LVI. Proclama del viceré alle milizie italiane all' atto di afTìdar loro
la difesa delle piazze foiti. Impresa dichiarata (hiore^e Fedeltà . . » 381
LVII. Dispaccio del viceré al ministro della guerra , riguardante le
disposizioni preventive in caso di ritirata* Invio di un ufTiziale di
conGdenza per conoscere le vere intenzioni di Murai » ivi
LVIU. idem per l'invio di un corpo di milizia sul Sempione onde
far diversivo alle operazioni di Augereau sotto Ginevra » ivi
LIX. idem sull' invio del maggiore San Fermo per distruggcit; il
ponte che l'inimico stava costruendo vicino a Casalmaggiore .... » 38^
LX. idem sulla rassegna di seimila Italiani, e loro bel contegno ...» 385
— XXVIll —
LXl. Dispaccio del viceré al ministro della guerra sul riordinamento
del battaglione del 7.° d' infanteria Pog. 585
LXH. idem al generale Rougier per encomiare la bella difesa da lui
fatta a Legnago 58*
LXUI. Ordine del giorno del comandante la guaidia reale, indicante
i sentimenti di questo corpo per il viceré » 'Vi
LXlV. Quadro degF individui che ottennero dall' imperatore e re Na-
poleone titoli di nobiltà, dotazioni, maggioraschi , classi superiori
negli ordini della Corona di feiTO e della Legion d'onore , o che
furono nominati cavalieri dei due ordini • 585
LXV. idem dei nominati cavalieri dell' ordine della Corona di feno. » 591
LXVI. idem dei nominati cavalieri della Legion d' onore di Francia » 599
LXVII. idem degli uffiziali non indicati coll'ultimo loro grado militare. » *00
NOTE.
1. San Leo, prigione di Stato del governo pontifìcio » IM
2. Conto in cui deve tenersi un'espressione non onorìfica ai Cisalpini » kìO
. 5. Rivoluzione operatasi nelle province venete e nel governo^di quella
repubblica » ivi
4. Sunto del giornale dell'assedio di Ancona » 418
li. idem di quello che fecero i Cisalpini in Genova ....i i»4l9
0. Viani a Treviso » 4*21
7. Sommariva nella Toscana » ivi
8. Fontanelli prigioniero di guerra » 4^3
9. Gran festa militare seguita a Boulogne-sur-mer » ivi
10. Morte di Trivulzio » 424-
i4. Malaspina » ivi
13. Campo di Montechiaro » 425
13. Specchio dell'esercito nel 1805 » 430
14. idem della guardia reale » 451
15. Nozze del principe Eugenio " » ivi
16. Sulla divisione Teulié » 4 32
17. Gendarmeria d'ordinanza francese » ivi
18. Pallavicini » 433
19. Morte di Teulié » ivi
20. Itinerario delle milizie italiane inviate nelle Spagne » ivi
21. Presa dell' isolA di Capri » 4.14-
22. Paolucci prigioniero di guerra * » ivi
23. Morte di Medici di Melegnano » ivi
24. Passaggio del Danubio » 435
25. Pino in Ispagna » 43($
26. Ordine del giorno di Maillot » 437
27. Lista civile della corona m ivi
28. Addio di Fontaiiiebleau » 440
■^"
— XXIX —
99. Il principe Eugenio contemplato nel trattato di Pontainebleau. Pog. hhi
SO. Pino al 20 aprile » ivi
5i. Battaglia di Waterloo » ftAB
32. Ricompense al valore » ivi
33. Notabilità scientifico-letterarie dell'esercito italiano » A46
TAVOLE.
À, Vista e piano del circo formato dall' esercito al campo di Boulogne-
sur-mer.
J?. Tipo della linea dal Baltico all'Adriatico.
C. idem delle posizioni in cui fu data la battaglia di Dennewitz.
D. Fac^imili delle sottoscrizioni e caratteri di Napoleone Bonaparte.
1. t3onapaile generale supremo in Italia li 28 maggio 4790.
2. » primo console e presidente della i-epubblica italiana,
li 4 dicembre 1803.
3. Napoleone ly imperatore, li 23 maggio 480A.
4. Autografo dì Napoleone imperatore e re d'Italia al mai'esciallo
Massena, comandante supremo in Italia, li 4 8 settembre 1X03.
3. Sottoscrizione di Napoleone imperatore e re, li 26 ottobre 1803.
3. idem li 29 idem.
7. idem li 27 gennaio 1807.
8k idem li 7 dicembre 1808.
9. idem li 8 gennaio 1809.
40. idem li 1 ottobre 48 i 3.
11. idem li 23 idem.
12. idem ^ li il aprile 4814.
FaC'simili delle sottoscrizioni ed abbreviature di Eugenio Beauhamais,
1, 2, 3. Sottoscrizioni: Eugenio. — Principe Eugenio. — Eugenio Na-
poleone.
4. Autografo del principe Eugenio.
JS, Fac-simili delle sottoscrizioni di diversi personaggi indicati nel libro:
del maresciallo e maggior generale Berthier , del vicepresidente
della repubblica italiana Meizi d'Eril, del ministi^o segretario di
Stato Aldini, dei consiglieri segretari di Stato Vacari e Strigelli ,
del ministro degli afìari esteri Marescalchi , dei ministri della
guerm Birago, Vignolle, Bianchi D'Adda, Polfranceschi , Teulié,
Trivulzio, Pino; dei ministri della guerra e marina CafTarelii e
Fontanclli ; deg l'incaricati del portafoglio Tordorò e Danna; dei
segretari centrale e generale del ministero della guerra Lancetti
e Paolucci ; dei segretari generali del ministro della guerra e ma-
— xtìlt —
rìna G)rtese e Zanoli j del capo della divisione del personale del-
r esercito Arese ; dei generali di divisione Lechi Giuseppe e Seve»
roli; del presidente della commissione sostituita al ministero della
guerra Sommariva.
F» Tipo della pianura di Montechiaro.
G, Pianta del campo di MontecfaiarOé
■TT"
RETTIFICAZIONI.
A malgrado della pììi grar\dc attenzione avutasi dagli editoiì per ischivare
gli QiTori di stampa, pure, per le medesime cause di già indicate nel primo
volume, se ne sono verificati alcuni anche n«l secondo, per cui si vese neces-
sario questo foglio di rettificazioni ed aggiunte.
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— Nella notte del li ,
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d' infanteria italiana
presero la città d* as-
salto. Moline de Saint-
Yon(ora ministro del-
la guerra in Francia)
dirigeva la colonna
ov'era il 7.® reggim.
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CAPITOLO VII.
FAZIONI DI GUERRA IN ITALIA
DAL i796 AL dSOl FINO ALLA PACE DI HJNEVILLE.
La scienza del gran capitano sta nello scegliere il punto
decisivo dell* attacco, e raggiungerlo prima del nemi-
co ; obbligarlo poi a combattere con forze inferiori alle
sue : ciò è riservato all' uomo di genio.
Ì79G
Sottrattasi la popolazione di Reggio alla soggezione dei ingenti
estensi (a5 agosto), lo nfiilizie aJà riunitesi (condotte da Ferrarini,
Scaruflì ed altri ) &nno prigioniero a M ontecliiarugolo un drappello
nemico di circa i5o uomini uscito da Mantova.
Parte della legione lombarda si ti*ova alla battaglia di Arcole,
ed il capo dello stato maggiore Bertliier così si espresse nelle sue
relazioni del i6 novembre: u Vari coraggiosi della legione lom-
u barda furono al fuoco, benché non avessero ricevuto T ordine
it di marciare, e riportarono gloriose ferite. 99
Indi r intera legione è riunita a Ferrara.
T. II. I
#
*
— 2 —
La coorte di Modena congiunta alle guardie nazionali di quella
città e della Mirandola reprime ( 8 dicembre ) il sommovimento
scoppiato alla Concordia nel Modonese, alle s^palle del corpo die
bloccava Mantova, cui poteva recar disturbo. La repressione fu &-
cile , e si limitò a prendere come statici due notabili del paese ,
Crema Federico e Bonomi Alfonso.
La legione lombarda colla coorte di Modena , sotto gli ordini
di Rusca ( 1 2 dicembre), mai-cia nella Garfagnana sopm Castelnuovo
e Carrara. Ivi questo generale spegne V insurrezione suscitatavi
da un partito, e contiene inoltre gli abitanti dei feudi imperiali
insorti fino dall^estate precedente e non del tutto sottomessi in al*
lora dal generale Lannes. Occupato il paese , si sottopongono a
giudizio di una commissione militare Angelo Masotti ed Andrea
Ruggi, principali istigatori della sommossa, e vengono sentenziati
di morte.
Ad egual pena furono condannati altri contumaci, segnatamente
Pietro Paolo , Giuseppe e Saverio Maggesi. Rusca , compiuta la
sua missione, si reca a San Quirico nel Lucchese per tener d^ oc*
chio un corpo d^ Inglesi sbarcato su quelle coste. Intanto le altre
coorti della legione cispadana coprono i paesi sulla dritta del Po.
1797
Mantova ridotta agli estremi dalla fame , capitola ( a febbraio )
dopo quasi sei mesi di resistenza ostinata , che torna ad onore
delle truppe austrìache. Il presidio ottiene patti che aggiungono
nuovo lustro alla difesa. Bonaparte rende omaggio alla prodezza
sventurata del maresciallo Wurraser col lasciare libera a lui , al
suo stato maggiore , a 5oo individui ad arbitrio con aoo cavalli,
ed a 6 pezzi d^ artiglierìa *V uscita daUa piazza.
Bonaparte chiama (2 febbraio) le due legioni nostre ad una spe-
dizione nella Romagna. Queste, collegate ai Francesi, combattono
al Senio sotto Faenza i Pontificii (guidati dal generale Colli). Pi-
gliano la citta e s' impossessano dei cannoni nemici. La-Hoz, co-
mandante la legione lombarda, cosi si e^>resse nella sua relazione :
u I granatieri della legione furono destinati a formare la vanguar-
<* dia, e 200 esploratori furono trascelti nella legione per lo stesso
" oggetto. Il nemico jH^tendeva impedirci il passaggio del fiu-
« me, distante cinque miglia da Faenza, al luogo chiamato Castel
1 1 II
•*1
--• 5 —
« Bolognese. Egli aveva una posizione per se stessa vantaggiosa,
<( perchè difesa dalla natura^ le regole delParte non erano state
u da lui trascurate : numerosa artiglieria faceva ivi un fuoco con«
u tinuo ^ ad onta però di tutte queste disposizioni le sue precau-
u zioni furono inutili. Il generale Lanoes mi diede T ordine, al
u comparire dei nemico , di rimanere dove mi fossi trovato. Il
u nemico, vedendiKi immobili, si fece coraggio e si slanciò sopr«
u di noi in modo da poter ferire alcuno de^ nostri. I legionari
u lombardi fremevano di non potere avanzarsi. Trattavasi di cir-
u condare il nemico e bisognava guadagnar tempo, perchè la
u colonna di dritta comandata dal generale Lasalcette potesse ar-
<( rivare al suo destino. Intanto passava il tempo, ed il nemico, ac*
u corgeodosi die andava ad essere attorniato , faceva^i più au-
<€ dace. Allora il generale Lannes mi ordina di spedire csplo-
u ratori sulla sponda del fiume. Fanno questi una sola scarica ,
u quindi passando il fiume a nuoto vanno a situarsi dalFaltra parte
u del medesimo. I nemici si fanno arditi , collocano un cannone
€t in mezzo del ponte, e cercano in tal modo d^ impedirci di colà
u giungere. Si diede allora il sanale della battaglia. Lannes fa
« sfilai'e un battaglione francese sulla nostra sinistra per poter
« passare il fiume e prendere il nemico alla dritta del suo fianco,
u Si batte la generale , i nostrì granatieri si avanzano , ed il can-
u none rimane in nostro potere. Ma il ponte era strettissimo, il
u cannone ci impedisce un libero passaggio, ed il fuoco dei for-
u tini non ci permetteva di portar via il cannone. La fucilata s^ im-
u pegna molto e con forza. I battaglioni francesi trovano qualche
<( ostacolo , ma il comandante degli esploratori lombardi , che ,
^ come il dissi, aveva di già passato il fiume sulla nostra dritta,
<^ vedendo il cannone preso a forza e collocato ivi il nostro sten-
u dardo , marcia arditamente co^ suoi alla sinistra del ridotto : i
u granatieri sotto il mio comando slanciansi di nuovo, spingono
^ oltre il cannone che impediva il passaggio, e gettansi nei n-
<( dotti ove massacrano tutti quelli che fanno resistenza. L^arti-
« glieria, i cassoni , i cavalli , ed ogni altra cosa resta a noi. La
u marcia dopo ciò si fa direttamente sopra Faenza^ la guarnigione
« di questa città pretende opporci nuova resistenza. Il generale
u mi ordina di attorniarla e di collocarmi sulla strada di Roma^
« giunto però ad un canale , che mi impedisce di proseguire la
u marcia , veggo molta gente sul bastione con un pezzo di can-
V
-. 4 -
t( none. Distacco subito degli esploratori/ die vanno tosto a met-
u tersi sotto i bastioni e trovano il mezzo di ascendervi. U nemico
a ritira il cannone in una casa , quindi si pone a fare un fuoco
it vivissimo dalle finestre. I legionari aprono in quel momento la
u porta Pia, io entro con quelli sotto il mio comando, faccio ab-
it battere le porte delle case , e parte di quelli che colà trovansi
a rimangono uccisi , e gli altri prigionieri. Le truppe francesi
u erano di già entrate in città : noi ci incontrammo gridando a
a vicenda : — Vivano i Francesi I — Vivano i Lombardi ! — .
u Dobbiamo compiangere in questa giornata yS uomini feriti o
(« morti, fra i quali trovasi un capitano spento, e sei uffiziali fe-
u riti di cui farò conoscere i nomi alla prima occasione. Ogni
u Lombardo si distinse da vero soldato. I volontari ed ufBziali
u piemontesi che trovansi fra noi, si sono pure segnalati con bra-
ci vura. 9J
Dopo questa brillante fazione, V esercito si spinge sino ad An-
cona, la sottomette e & 1200 prigionieri.
La quarta coorte lombarda, comandata da Pino e sussidiata da
due drappelli francesi di vanguardia , V uno di dragoni e V altro
di 5o fanti , riceve ordine dal generale Sahuguet (7 febbraio) di
marciare contro un corpo di rivoltosi. A quattro miglia da Pe-
saro , in una gola strettissima , paesani imboscati oppongono un
fuoco di moschetteria assai vivo. Ma Pino a passo di carica re-
spinge i sollevati , e qoo ne sono morti. La perdita nostra è di
venti granatieri e parecchi cacciatori riputati i piti valorosi. La
presa d' Urbino corona il trionfo dei legionari.
La coorte di Fontanelli s^mpadronisce di Sant^ Eipidio , posi-
zione riputata inespugnabile dai rivoltosi che la difendevano. Ivi
rimane ferito 1' uffiziale d' artiglieria Raspi Marco, che ebbe a se-
gnalarsi.
Teuli^, surrogato a La-Hoz (ferito al Senio), prende il forte di
San Leo (Ifot. i).
Il direttorio francese ed il supremo generale Bonaparte fanno
esprimere (per atto pubblico) alle legioni i sentimenti della loro
soddisfazione (Doc. I e Not. 2).
Conchiuso da papa Pio VII (19 febbraio) trattato di pace colla
repubblica francese in Tolentino , la legione lombarda passa alla
sinistra del Po. Parte di essa combatte un corj)0 di 7 ad 8000
montanari nelle valli Cavallina e Seriana (io aprile), e in questo
scontro sanguinoso 60 dei Bergamasdii giacciono estinti e io
dei Lombardi , ma la quantità dei feriti riuscì grande da ambe
le parti. Molti prigionieri caddero in potere dei nostri (Noi. 3).
Successivamente Là-Hoz, con altra parte della legione lombarda,
disperde un assembramento di paesani a Chiari, va a Brescia, indi
a Salò a soccorso dei Bresciani alle prese colle milizie venete sus-
sidiate da terrazzani e da montanari della Valsabbia, tutti sotto il
comando di Fioravanti. Questi, scacciato da Sui*ezzo e da Salò, è
messo in fuga, perde 100 uomini morti, aoo prigionieri e 3 can-
noni.
La-Hoz, battute le schiere veneziane, vola a sussidio de' Francesi
che investono Verona, varca l'Adige di viva forza, supera Pescan-
tina, prende parte ad una fazione assai animata contro i Veneti sor-
titi da Verona, distende i suoi legionari sopra le alture che domi-
nano il forte San Felice , si pone in comunicazione col generale
Balland (aa aprile) riparatosi in quel castello. L'aiutante gene-
rale Teulié nel retrocedere a San Michele dopo un abboccamento
con Balland al Castel San Felice, si abbatte in un corpo di Schia-
voni che lo accerchiano. Si accende mischia sanguinosa tra essi e
il drappello di scorta. Ivi il valoroso cacciatore a cavallo Sessa
Francesco è morto. Giacomo, fratello delFucciso, fatto furioso da
tanta perdita, lo vendica facendo man bassa sulP inimico al quale
strappa anche una bandiera. Per quest'azione Giacomo Sessa
è creato uffiziale sul campo.
Cade la repubblica veneta. Le legioni lombarda e cispadana ,
nonché due battaglioni della bresciana, recansi sul Tagliamento a
Latisana ( 1 3 giugno). La lombarda viene divisa in due ^ V una è
subordinata a Peyri , l' altra a Pino ^ la cispadana assume allora
la denominazione di terza legione. Fontanelli , in assenza di Spi-
nola, ne piglia il comando, e s' imbarca a Malamocco per le Isole
Ionie. Il battaglione di fanti leggeri bresciani sta di presidio in
Fort' Urbano, ed un altro battaglione della loro legione occupa le
piazze forti di Peschiera , Orzinovi, castello di Brescia ed Asola.
Le milizie che sono sul Tagliamento vi rimangono fino alla con-
clusione del trattato di pace di Campo-Formio (17 ottobre), indi
rientrano in Lombardia.
I legionari comandati da Pino prendono possesso dei paesi sog-
getti al duca di Parma sulla sinistra del Po (5 novembre), i
quali si suppone èssere stati ceduti per articolo segreto, non facen-
— 6 —
clone cenno il trattato ostensibile del 5 novembre 1796, ne la
lettera di Bonaparte colla quale comunica la ratifica di esso traU
tato (Doc. II).
Insorte (^5 novembre) contestazioni tra la repubblica cisalpina
e la corte di Roma che esitava a riconoscere questa nuova potenza,
sono riunite a Rimini una brigata cisalpina comandata da Leclii
(avente Teulié capo delio stato maggioi^e) con un^ altra di ausi-
liari polacchi retta da Dombrowski Giovanni Enrico. Le schiere
sono in linea ^ e intanto monsignor Saluzzo (napoletano), delegato
pontifìcio in Pesaro, essendo minacciato dagli abitanti costituitisi
in aperta rivoluzione, richiede il generale Dombrowski di pronto
soccorso per mettere in salvo la sua vita (novembre).
Le schiere colà mandate ristabiliscono T ordine, e così penetrano
nel territorio pontifìcio senza rompere la pace, indi occupano an-
che il forte San Leo. In questo mentre V ussero di requisizione
Andreoli (milanese) reca a Roma un^ intimazione perentoria per
la ricognizione della repubblica cisalpina. La corte di Roma vi
aderisce ( 1 2 dicembre ) dichiarandosi pronta a ricevere V amba*
sciatore Birago, e ad inviare qual suo legato a Milano il cava-
liere Bussi.
1798
Un po^ più tardi, dopo che in Roma sommossa era stato ucciso il
generale Dupliot (ai fìanchi di Eugenio Beauharnais allora aiutante
di campo del generale Bonaparte) , Lechi riunisce alla sua brigata
la terza legione reduce da Corfù con Fontanelli , e si inoltra
nelle terre pontifìcie; occupa Urbino e Gubbio spingendosi sino
a Città di Castello, ma di costà è richiamato nelP interno. Le sole
schiere francesi governate da Berthicr hanno missione di occupare
Roma. Ancona allora sollevasi contro il governo pontifìcio, e si
erige in repubblica democratica, reggendosi a comune.
La violazione del tenitorio della repubblica di Genova (com-
postasi a forme democratiche) per parte del re sardo nello scopo
di inseguire i rivoltosi piemontesi rifuggitisi in Carosio , diede
luogo ad una dichiarazione di guerra. Il popolo genovese si mise
in armi per combattere il nemico. Da principio i Liguri riporta-
rono qualche vantaggio verso Serravalle ed altri luoghi limitrofi,
ma a malgrado del loro ardore, privi di esperienza ed insuflìcieiiti
— 7 —
di forze, non resistettero alla disciplina ed al maggior numero dei
Piemontesi. Questi invasero pertanto alcuni paesi della riviera di
ponente. Udite dal direttorio cisalpino queste ostilità spedi 6000
uomini a custodia delle sue iÌHjntiere, lasciando travedere di voler
soccorrere i Liguri nella lusinga di estendere i suoi confini colla
concpiista almeno del Novarese : ma il governo francese , che fin
d^ allora mirava ad impadronirsi da solo del Piemonte ( come poi
fece nel successivo dicembre), non voDe eh' altri vi ponessero pie-
de ^ impose silenzio alF armi , e disapprovò il contegno di Sottin,
suo ministro a Genova, sospettato di aver promossa questa guerra.
1799
v
Ai primi di gennaio Remigio Teuli^ (fratello delF aiutante ge-
nerale Pietro) uQiziale di stato maggiore, assieme ad altro uffiziale
Yiviand Antonio, vengono assaliti dai rivoltosi nelle vicinanze di
Capua ', il primo è ucciso, e V altro, quantunque ferito alla testa,
riesce a ritirarsi a Roma.
Al cominciare delF anno un esercito francese , capitanato da
Cbampionet, è in marcia per Napoli dopo di aver respinto da
Roma i Napoletani , che momentaneamente la invasero (gennaio).
Pino da Massa di Carrara colla seconda legione lo seguita. Giunto
ad Ascolano prende d'assalto la cittadella, fa prigioniero il pre-
sidio , combatte vittoriosamente ad Isernia (3 1 gennaio) , quindi
rientra nella Cisalpina nominato genei'ale di brigata. In questa spe-
dizione la seconda legione ha 1 4 uccisi, fra i quali Bassi e Boscas
capitani, Thorrent, Pestavy, Fuissac e Operti, sottotenenti , ed 87
feriti, oltre il luogotenente Renaud. Il sottotenente Pozzi pel va-
lore che spiegò a San Severo è fatto tenente sul campo di batta-
glia, e due mesi dopo per altra azione generosa consumata air isola
di Sera è promosso a capitano. Il corpo legislativo proclama que-
sta legione benemerita della patria, e & assegnamento di pensioni
da distribuirsi alle famiglie dei difensori della patria spenti sul
campo (i5 febbraio).
UAustria rompe la pace, si lega col re delle Sicilie, colla Rus-
sia, colla Turchia, ed i loro eserciti invadono la penisola italiana.
Il governo cisalpino ricorre a tutti i mezzi di difesa die sono iu
suo potere*, ordina la formazione (a5 marzo) di un corpo franco
di 900 uomini con chiamata spontanea a Brescia ed a Bergamo ,
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— 8 —
ma non riesce a riunirlo^ cerca di valersi delle guardie nazionali
di Milano cui assegna per comandante superiore De-Meester Filip-
po, ma non ne ritrae altro profitto, tranne quello della conserva-
zione dell'ordine nella capitale ^ invia tutte le sue milizie a sussi-
diare r esercito francese che sta a fronte del nemico, e nomina an
comitato militare straordinario composto da Qiccianino Antonio ,
Paroletti e Pajni Giulio capo di battaglione nella prima mezza bri-
gata d^ infanteria leggera (4 aprile).
11 generale Dombrowski cogli ausiliari polacchi (in parte co-
mandati da Tculié) combatte sulP Adige ^ Teulié nelP attacco del
ponte di Lcgnago dato co' granatieri del terzo battaglione della
prima mezza brigata d' infanteria (dicliiarato benemerito della pa-
tria con legge 1 8 aprile ) e colla compagnia delle guide coman-
date da Gcrardi Carlo, combatte vigorosamente ed ha il cavallo
morto sotto di sé.
Nel piano generale della campagna stabilito dal direttorio fran-
cese era accennato dover agire nella Valtellina un corpo distac-
cato deir esercito di Schdrer appostato verso Santa Maria ali^ og-
getto di assecondare i movimenti di Massena nei Grìgioni. Per tal
modo sarebbesi penetrato fino alle sorgenti dell' Inn e dell'Adige,
posizione riguardata come cliiave della Germania e dell^ Italia , e
punto di congiunzione degli eserciti guerreggianti in quelle due
regioni. Lechi , generale cisalpino , alla testa della sua brigata
(composta dalla seconda mezza brigata d' infanteria retta da Milosse-
witz e rinforzata da alcuni drappelli di differenti corpi), ed il gene-
rale francese Dessolles con altra brigata della sua nazione, ebbero
incarico di cooperare nella Valtellina ai successi del generale Le-
courbe, comandante parte dell'esercito detto dell'Elvezia subordi-
nato a Massena. Il i5 marzo pertanto la colonna franco-cisalpina
fu diretta sopra il Munster-Thal , tenuto con cinquemila de^ suoi
dal generale austriaco Laudon. Per pigliare quella posizione i no-
stri ebbero ad affrontare gravi ostacoli e pericoli da intimorire i
più arditi. Imperoccliè era loro forza salire arrampicandosi attra-
verso i ghiacci sul Wormser-Joch, cresta delle più alte delle Alpi
Giube, là dove la sorgente dell'Adda si diparte da quella dell'A-
dige. I passi praticabili vi sono sì angusti che appena due uomini vi
})onno camminar di fronte. I Franco-Cisalpini cionnondimeno gua-
dagnano la sommiti, e vi collocano due pezzi di cannone da 3.
L' inimico teneva al piede della montagna formidabili fortini
— 9 —
muniti da diciotto pezzi di caimouc. I nostri soldati si precipitano^
sdrucciolando sul ghiaccio, al basso, ed incominciano l'attacco. La
12/ mezza brigata dMnfanteria francese rovescia gli avamposti ne-
mici senza spaiar colpo , arriva a passo di carica fino al ridotto
di Glurns, e lo circonda, mentre la 39.' mezza brigata, pure fran-
cese, marciando di frante, vi corre sopra e se ne impadronisce.
I Cisalpini intanto, condotti dal loro generale, assecondato dalla
colonna retta da Teodoro suo fratello capobattaglione , investono
il ridotto di Taufers. Il nemico oppone vigorosa ed ostinata resi-
stenza, ma cinto da tutte le parti è costretto ritirarsi ed abban-
donare artiglieria , cavalli , cassoni e carriaggi. Questa giornata
diede in mano ai vincitori assai prigioni. London si ritirò nella
valle di Venosta , ripiegandosi sopra la divisione di Bellegarde.
Nella brillante fazione di Taufers si segnalarono fra i nostri, ol-
tre il generale Lecbi che la diresse , il capobattaglione Teodoro ,
i capitani Chizzola Enrico, Carrara Giovanni Battista e Ventura
Giuseppe*, gli aiutanti maggiori Faur e Bastide Giuseppe^ F aiu-
tante di campo Lanfranchi e V aggiunto allo stato maggiore Bru-
netti Ugo. I Cisalpini ebl^ero a deplorare venti uccisi e settanta fe-
riti, e tra questi ultimi un uffiziale. Dopo la sconfìtta di Schdrer a
Magnano e la ritirata de^ suoi alPAdda , il corpo franco-cisalpino
venne richiamato, e per la via di Como, Varese e Soma, rag-
giunse Moreau al di là del Ticino.
Gauthier, comandante una divisione di 7000 uomini composta
dalle due brigate VignoUe e Miollis, con Ottavi Giacomo Filippo
aiutante generale cisalpino per capo dello stato maggiore, invade la
Toscana (29 marzo). La i.* mezza brigata dMnfanteria cisalpina,
retta da Severoli, ne Ùl parte, e va a Livorno, distaccando il batta-
glione comandato da Rougier Gillo a Massa di Carrara. U 5 mag-
gio gli abitanti di Viareggio e Pietrasanta, seguendo V impulso dei
loro connazionali di Empoli, Samminiato ed altri luoghi, si rivol-
tarono e presero prigioniero il debole presidio di Pietrasanta, co-
mandato dal capitano Ferrari Luigi ( modenese), che lasciarono ben
tosto libero di raggiungere il suo battaglione. Alcuni giorni dopo
questi rivoltosi si avanzarono fin sotto Massa, ma respinti da Rou-
gier, sostarono in Monte tignoso , e di qui pure furono respinti
finoltre Pietrasanta, che rimase occulta dai nostri. Rougier cono-
scendo r importanza del posto di Massa per le comunicazioni tra
i due eserciti di Moreau, che era a Genova, e quello di Macdo-
T. il. 2
— IO —
nald, che proveniente da Napoli penetrava nella Toscana, stimò
savio consiglio di restare in posizione.
Al cominciare di giugno gli Austriaci inviarono la divisione
Ott neirApenuino, presero campo a Foinovo, ed occuparono Pon-
tremoli. All'annunzio di questo movimento Rougier invia due
compagnie cisalpine con alcuni drappelli francesi e liguri, coman-
dali da Margucry Paolo (più tardi colonnello italiano), in allora al
servizio di Genova, a custodire il passo di Seravezza. Intanto Moreau
mise in moto le divisioni Victor e Dombrowski, che ripigliarono
la posizione di Pontremoli, indi discesero nella pianura del Par-
migiano e si riunirono a Macdonald, per combattere sulla Trebbia.
Rougier raggiunse Severoli a Livorno , e la perdita che ebbe a
patire in queste s[)edizioui ammontò a circa trenta uomini fra morti
e feriti.
Nei paesi della repubblica cisalpina fino dal mese di febbraio
ebbero a manifestarsi sommosse popolari. Il prete Filippi spingeva
i montanari delle vallate bresciane alla rivolta, e quando i Frarico-
Cisalpiiii furono espulsi da Brescia (20 aprile), costoro irruppero
nella citta, e saccheggiarono varie case, e fra le altre in un modo
inaudito quella dei Lechi. Nel restante poi del territorio della re*
pubblica si può dire che era in aperta insurrezione tutta la campa-
gna cispadana (escluse però le citta). Nel Mantovano e basso Mo-
denese si disponeva una levata d'armi ai primi sintomi della quale
fu inviata la compagnia delle guide a Gonzaga, ove ristabilì l'ordi-
ne, ma poco stante, quando l'esercito francese lasciò la linea del
Mincio , r insurrezione si manifestò in tutti gli altri paesi lungo
la destra del Po. Roberti (avvocato) di Quistello e Comi Giovanni
Battista della Concordia erano fra i capi. Essi condussero le loro
torme sotto la Mirandola, la investirono, e dopo vigorosa resistenza
quel presidio di guardie nazionali dovette arrendersi per capitola-
zione ^ i prigionieri vennero inviati in Germania ^ e si trovarono
fra essi Slecchini Pietro di Bassano (emigrato veneto), commissario
governativo^ Fratacchia, capitano d'artiglieria, e Cavallini Ercole,
uffiziale della guardia nazionale di Modena. Nei contorni di Campo
Santo e Bonporto ebbe luogo un' azione animatissima contro quei
villici. A Cento la rivolta venne repressa dalla guardia nazionale
di Bologna, che fu dichiarata anche per questo benemerita della
patria dal corpo legislativo con legge del 22 aprile.
11 generale La Hoz custodisce la destra del Po, mentre Fonia-
— li _-.
nclli colla 3.' mezza brigala marcia sopra Ferrara e coraballc nelle
vicinanze del Finale di Modena. Il generale Fiorella coi depositi
dei coi-pi cisalpini e polacchi, sta lungo la sinistra del Po. Teulid
colle compagnie delle guide (che poi si sciolgono), Fontanelli colla
sua mezza brigata e Pino con alcuni drappelli raccolti nel Mode-
nese e Reggiano, si uniscono a La Hoz nella Romagna, ove questi
assume il governo di tutti i corpi cisalpini che vi si trovano su-
liordinatamente al generale divisionario Montrichard , comandante
superiore sulla destra del Po. La Hoz ha col generale francese
gravissime contestazioni, abbandona le bandiere, raggiunge a Fano
Donato de' Donati, capo dei ribelli colà in armi, ed a lui si unisce.
Teulie assieme a Bertoletti Antonio ripara in Perugia presso il gene-
rale Garnier, comandante nella repubblica romana, e con esso cori-c
poi a combattere i Napoletani presso a Roma. Si chiude nel castello
di Sant'Angelo, vi sostiene un assedio, ne esce per capitolazione ,
ed è trasportalo in Francia. Pino e Fontanelli raggiungono Mon-
nier in Ancona. Questa viene bloccata, poi assediata dalle bande di
La Hoz, che in una sortita dei Franco-Itali è morto. La piazza, stretta
d^ assedio da Mussulmani, Albanesi, Schiavoni, Romagnoli, Russi
ed Austriaci, resiste sei mesi pel valore di Mounier, di Lucotto,
Gazan, Girard, e di parecchi altri uffiziali francesi , nonchci degli
italiani Pino , Palombini e Fontanelli. Ridotta agli estremi si ar-
rende (i3 novembre) al generale austriaco Froelich, col quale sol-
tanto dichiara Mounier di voler trattare. Ottenuti palli onorevo-
lissimi, i Cisalpini si ritirano in Francia (Not. 4).
Il generale Lechi e Milossewilz Andrea capobrigala, colle loro for-
se raggiungono in Piemonte le milizie che si ritirano da Milano.
Milossewilz , dapprima avviato in Savoia , retrocede e ferma
presidio in Alessa^ndria subordinato a Gardanne. Perde nella di-
fesa i*]0 uomini (e fra essi il capobatlaglione Guidetti Ippolito ,
ferrarese, uffiziale di grande merito). Anche il capitano Sant'Andrea
Paolo eblx; a segnalarsi. Venuta a dedizione la piazza (22 luglio),
il presidio va prigioniero in Germania.
I Cisalpini, sbandali nella ritirata, si accozzano a Nizza in un nu-
cleo, il quale sotto il comando del capo di brigala Mazzucchelli
Luigi in progresso di tempo costituisce il battaglione destinato
alla difesa di parte delle Alpi Marittime , accentralo in Lavenzo.
I soli' uffiziali e soldati di questo battaglione, che indossavano ve-
sti menta lacere ed indecenti, ricevono , a cura del generale Pou-
- I
— 12 —
gct ( in addietro comandante di piazza a Milano, ed ora in Niz-
za), divise francesi in difetto di panno verde.
La I .' mezza brigata d' infanteria leggera (comandata da Eu-
gcne Orsatelli, facendo parte del presidio di Mantova) ben meritò
nella difesa di questa piazza. Imperocciic nella notte del a4 al aS
luglio avendo un corpo russo preso V opera a corno di Porta Cc-
resa, T Orsatelli con un battaglione la ripigliò, battè F inimico,
e gli fece lao prigionieri.
Il generale Fiorella , che teneva la cittadella di Torino , si ar-
rese {ai giugno) per capitolazione , ed i pochi Cisalpini che face-
vano parte del presidio volsero prigioni in Germania assieme al
ca]X)battaglione d'artiglieria Bonfanti Antonio, che aveva parte-
cipato con gloria alla difesa.
L' artiglieria cisalpina, gli zappitori e molti distaccamenti isolati
erano di presidio nelle fortezze nostre e del Piemonte.
Ija scuola del genio e delP artiglieria assieme alla colonna co-
mandata dal generale francese Liebault, partecipò alle fazioni con-
tro i rivoltosi del Modenese.
Gli Austriaci occupano il ponte di Lago Scuro presso Ferrara,
e s' impadroniscono di 3 ti barche cariche di 200 cannoni di ferro
destinati a munire batterie sulle due rive del Po. A Borgofortc,
presso Mantova, pigliano pure un equipaggio di ponti (aprile).
In Ravenna pose piede V inimico il 26 maggio.
Il primo reggimento d' usseri , che trovavasi con Macdonald
alla battaglia della Trebbia, diretto nella ritirata dal caposquadrone
Lcchi Angelo, caricando vigorosamente Y inimico al ponte di Ru-
biera , respinse la vanguardia del generale Kleuau , e protesse il
passaggio del ti-eno del? esercito sul fiume Secchia.
Tutte le fortezze cisalpine in meno di tre mesi vennero nelle
mani dell' inimico per espugnazione , ed i loro presidii cadden
prigioni. Essi costituivano la fòrza numerica che qui si accenna.
Ad Orzinovi 5oo, a Peschiera 1000, a Rocca d'Anfo 3oo, a I*iz-
zighettone 600, a Ferrara (cittadella) i5oo, a Milano (castello)
i5oo , a Fort' Urbano 600, ed a Mantova 3ooo. Per tal modo
9000 Cisalpini erano avviati prigioni parte in Germania e parte
in Francia oulla fede di non riprendere le armi prima del cambio.
La r .• mezza brigata d'infanteria ritiratasi nella Liguria fece parte
della divisione Dombrowski, ed assistè alla battaglia di Novi (i5
agosto) bloccando Scrravallc. Ivi ebbe alcuni feriti , fra i quali il
I
dis-
capitano Vandoni Carlo da una palla in l)occa. Sostenne questo
corpo altre fazioni onorevoli a Voltaggio , Rossiglione e Campo-
fredde.
^aiutante generale Giuseppe Fantuzzi, cui eransi aggiunti il ca-
posquadrone Liechi Angelo ed io stesso (distaccato dalla scuola del
genio ed ailiglieria), venne collocato allo stato maggiore del gene-
rale supremo Joubert, e si trovò in questa qualità alla battaglia di
Novi^ e dappoi assunse il comando dei Cisalpini riparati a Genova.
Dopo la metà d^ agosto tutte le milizie nostre ebbero abban-
donata r Italia assoggettata dalle armi austro-russe , traime parte
della Liguria, e quelle che tuttavia erano riunite in corpo consi-
stevano nella i.' mezza brigata d^nfanteria e nel i.*^ reggimento
d'usseri.
1800
Fantuzzi in una sortita sopra la coronata ( i maggio) sgraziata-
mente fu morto sul campo a fianco di Ugo Foscolo presso Riva-
rolo. U aiutante generale Ottavi (che nel giorno precedente aveva
virilmente cooperato col generale D'Arnaud a battere il nemico a
San Martino d'Albaro), surrogò Fantuzzi nel comando dei pochi
nostri che stanziavano tuttora in Genova. L'udìziale cisalpino Gior-
ni, che seguitava Suchet nella riviera di ponente, ben meritò nel
fetto d' armi di Malere (Noi. 5).
Ormai V inimico ha rinserrata di stretto assedio la piazza di
Genova dal lato di teri*a e da quello di mare. L' inflessibile Mas-
sena tenta V ardire di molti uffiziali per trovarne uno che assumer
voglia la difficile impresa di andare per mare nunzio a Bona-
parte della critica situazione della piazza.
Tra gli ardimentosi si offre a trionfar dei pericoli e riesce nella
prova anche un Italiano. È Franceschi (cavallerizzo nel 1796 in
Milano), ed in allora caposquadrone, aiutante di campo del gene-
rale Soult. Questo intrepido ha raggiunto Bona^Kirte, e ne ha rice-
vuto dispacci da recare a Massena. Si abbandona di nuovo al
mare sopra picciolo navicello guidato da tre remiganti. Favorito
dall'oscurità della notte perviene sino alla crociera inglese non
lontana più di una lega dalla spiaggia, quando V aurora lo palesa
air occhio vigile dell' inimico , il quale a colpi di cannone batte
il fragile navilio e uccide uno dei rematori. Franceschi, cui pure
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sovraslava imminenti* ]a prigionia e la morte , aveva già legato
sulla testa i dispacci , e si era slanciato in mare ;^ ma avvedutosi
dì aver dimenticata la spada nella barchetta, la raggiunge, afferra
la spada tra i denti, raccoglie le forate, nuota vigorosamente, ber-
saglio al cannone nemico , e raggiunge il molo quasi spossato.
Seca a Massena i dispacci e la notizia di aver lasciato Bonaparte
al San Bernardo (Matliieu Dumas, Précis des és^hnemens mili"
taires^ campagne de 1800, page 254).
U battaglione cisalpino comandato dal capobattaglione Tonduti
Giovanni e subordinato a Mazzuccliclli , discende dal Gran San
Bernardo , facendo parte dell' avanguardia francese condotta da
Lanncs, giunge a Vercelli (3o maggio), vi sostiene alcune fazioni,
indi va a custodire la linea del Ticino, e dappoi entra in Milano.
La legione italica comandata da Lechi e dalF aiutante generale
Teulié cala , dal Gran San Bernardo , in Italia (28 maggio )
assieme all' esercito consolare , esplorando il suo fianco sinistro ;
combatte a Varallo, toglie al nemico le posizioni e le artiglierie,
gli fa 35o prigionieri. Espugna il castello d' Arona, occupa Lecco,
forzando la testa del ponte dell' Adda, s' impadronisce di 4 pezzi
di artiglieria e di due barche cannoniere, e fa una ventina di pri-
gionieri. Corre ad imposséssai*si di Bergamo , pianta gli alloggia-
menti a Brescia. Il generale comandante la legione loda il valore
dimostrato in rpieste fazioni dagli uffiziali Lechi Angelo , Monte-
bruno Andrea, Trossi , Brunetti e Omodco Vincenzo.
Il battaglione degli uffiziali si reca al blocco del castello di Mi-
lano. Intanto ha luogo la battaglia di Marengo, cui non assistet-
tero dei nostri die alcuni uffiziali del genio e dell' artiglieria, fra
i quali il tenente Brugi (perugino), che vi fu ucciso. La legione
italica inviò , solto la condotta del capitano Ventura e dell' ag-
giunto allo stato maggiore tenente Jacopotti, un distaccamento so-
pra Iseo, per combattervi la insurrezione diretta dal prete Filippi.
Questo distaccamento disperse, sulle rive del lago d'Iseo, gli am-
mutinamenti , e rientrò in Brescia. Dopo la convenzione di Ma-
rengo (i5 giugno) la legione stanziò nella Lombardia: poi nella
Valtellina, indi in Milano. Parti di qui assumendo il nome di di-
visione italica, allorché Macdoiiald, discendendo dalla wSpliiga, si
diresse verso il Tirolo per riempiere Y intervallo che separava
r esercito francese di Germania (capitanalo da Moreau) da ([nello
d' Italia diretto da Brune.
\
— 15 —
Il ritardo de{jli stipendi e degli oggetti di vestiario fece tu-
multuare (il ai novembre) le soldatesche di Leclii sulla spia-
nata del castello di Milano ; ma la fermezza e popolarità di clic
godeva Teulié calmò e represse la sedizione, ed ottenne dal go-
verno provvedimenti. Leclii colla sua divisione ( tranne le com-
pagnie scelte de' granatieri e carabinieri riunite in battaglioni , e
inoltre due squadroni del primo d' usseri inviati sulla linea del
Mincio sotto il comando di Severoli per far parte della divisione
Dombrowski e della brigata Mainoni ), si avvia per la vai Camo-
nica seguitato dalla brigata Teulié , attraverso le nevi e i ghiacci
e per strade riputate inaccesse, agli alti monti del ZuQo e di
San Zeno. Lechi ( 2 gennaio 1801 ) per Bagolino e pel ponte di
Caflàro , penetra a Storo e mette piede sul territorio nemico , re-
spingendo gli Austriaci sino a Condino e ( il giorno dopo) attacca
le loro trincerc a Pieve di Bono e ne rovescia i difensori. Il ser-
gente Pro vana Giacinto, sebbene ferito, passa pel primo il ponte sul
Chiese, inviluppa con un drappello degli usseri di Viani ( prece-
duti dal maresciallo d'alloggio Bertuccini Antonio), la retroguardia
avversaria. Bertoletti assalta i trinceramenti al Buco di Sant'Al-
berto, espugna i ridotti di Cime, e dopo parecchi giorni di caccia
data air inimico, lo costringe a ritirarsi. I nostri lo inseguono, e lo
obbligano a ripassare FAdige a Trento. La divisione manca d'ar-'
tiglieria; gli Austriaci alzano il ponte levatoio sull'Adige. I Cisal-
pini »ne difendono la testa dal lato opposto. I Croati , i cacciatori
tirolesi, e 1' artiglieria di Rohan, scagliano un fuoco micidiale so-
pra i battaglioni di Lechi Teodoro, Rougier e Robillard Francesco.
Il fuoco si protrae sino alla notte. AH' indomani, con grande sor-
presa degli assalitori, vien calato il ponte levatoio ed aperto ai no-
stri Taccesso alla citta che V inimico, dui-ante la notte, aveva sgom-
berata. La divisione vittoriosa insegue i nemici per Pergine e Le-
vico sino alle sorgenti della Brenta, sotto Bassano ( 1 7 gennaio). La
perdita loro è grave e proporzionata alla resistenza ostinata. Noi
contiamo, fra i morti sotto Trento, il capitano Ebcrard , 5 altri
uffiziali , 7 sottuffiziali e una trentina di soldati. Fra i feriti 100
di questi ultimi , 5 sottuffiziali e 9 uffiziali. Bonaparte fa perve-
nire, col mezzo di Bcrthicr, replicati encomi alla divisione ita-
lica; ed il ministro della guerra coi suoi ordini del giorno n.** 22
e aS, designò i nomi di coloro che si erano segnalati, non che di
quelli ciie ottennero promozioni di grado. Ecco la lettera scritta
I
I
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^ »
*■*-
— lo-
dai generale Bertliicr , ministro della guerra francese, al generale
Lechi.
ii Signor generale !
u Parigi, i8 gennaio i8o!.
' u Sono stato informato dal generale Macdonald del valore di-
ce mostrato dalle truppe italiche sotto Trento, e dei successi che
ic hanno coronato i loro sforzi. Mentre mi compiaccio di dovervi
u testificare la soddisfazione del primo console, io sento vivamente
u il rammarico da voi provato per la perdita di tanti bravi che
t( hanno col loro sangue pagato questi gloriosi successi. La Ioni
ic morte rende altrettanto più cari alla repubblica coloro che ad
u essi sopravvissero, e che furono più felici senza essere meno
u coraggiosi. Essa ammira soprattutto i tratti di eroismo per cui
a molti si sono segnalati, come il sargente DegF Angeli, i capitani
it Bertoletti e lagniere , il tenente Jacopetti, il sottotenente Gualdi
u Francesco e molti altri che mi furono citati. Fra questi tratti ve
a ne ha alcuno degno di essere posto a fianco di quelli di cui
a maggiormente si onora il valore francese. Assicurate tutti i vo-
ce stri bravi che il governo non dimenticherà mai i diritti che in
a questa circostanza hanno essi acquistati alla gratitudine nazio-
« naie. Vi saluto.
Sottoscritto a Alessandro Berthier. ^>
I tratti d^ eroismo cui allude il ministro appartengono al capi-
tano lagniere che, morente per ferita riportata, respinge un soldato
che lo vuol soccorrere, dicendo : a Va a batterti, non disonorarti : n
l'altro al sargente Degl'Angeli, che riceve due colpi micidiali di
baionetta ed uno di moschetto, ne vuol cessare dal combattimento.
II governo promosse Peyri Luigi al grado di generale di brigata,
Lechi (Teodoro) a quello di capo di brigata , Bertoletti a capo di
battaglione, Jacopetti a capitano, Gualdi e Teulie' (Giuseppe) a te-
nenti, Gros e Degl'Angeli a sottotenenti. Giovanetti a sergente.
Ecco gli ordini del giorno num. aa e aS del ministro della
guerra :
u II capo di brigata Viani si distinse caricando il nemico alla
u testa de' suoi usseri a piedi (Noi. 6).
%
— 17 -
« U maresciallo d'alloggio Bcrtuccini Antonio del i.* usseri
« combattè con coraggio esemplare, ed ebbe un braccio fracassato
M da ])alle nemiche.
u II capobattaglioue Girard Claudio, sempre alla testa dei ber-
« saglieri, emulò il virtuoso capo di brigata Viani, che formando
a co' suoi usserì a piedi la vanguardia della colonna, fece fare a
i( loro in tutte quelle azioni il servizio di Oipabinieri.
u Al generale Teuli^, che lia particolarmiente contribuito cot va-
u lore e colla intelligenza di un intrepido ed istruito soldato alfe
u azioni luminose della divisione italica , si deve ogni elogio an-
«< che in questa occasione per il suo sanguefreddb e per le intet'
u ligenti disposizioni da lui date, n
La consulta legislativa per legge sancita i8 gennaio proclama
benemerita della patria la divisione Lechi.
Dopo l'armistizio di Treviso (i6 gennaio i8oi) la divisione
' italica, ridotta ad una sola brigata sotto gli ordini di Teulié , e
inviata al blocco di Mantova, indi nella Romagna.
La brigata Severoli ( che vedemmo unita alla divisione Dom-
brov^ski ), concorse eoi Polacchi all' assedio di Peschiera , ai fatti*
d' armi dell' isola di Sermione, ed in modo decisivo all'attacco del'
posto di Casabianca (17 gennaio), indi raggiunse la divisione at
blocco di Mantova.
La divisione Pino , denominata Cisalpina^ che al principio di
settembre 1 800 si era riunita nel Rubicone facendo parte dell' ala
destra dell'esercito di Brune, fu richiamata a Bologna {tki set-
tembre). Una mano di militi irregolari, raccolti nella Toscana
e nel Ferrarese , penetra allora nella Romagna ^ Pino procede
contro Faenza •, il nemico non lo aspetta e si ritira in parte a Ra-
venna, in parte a Ferrara, e finalmente sopra Arezzo. Lugo e
Ravenna sono presi di viva forza; la guardia nazionale di Bolo-
gna , che ha formata una compagnia di gendarmi nazionali a
cavallo , prende parte al combattimento e toglie al nemico una
bandiera.
I corpi irregolari riuniti in Toscana da Inglierami sotto il co-
mando del generale Sommariva ascendevano a 25,ooo uomini
circa, e minacciavano di voler occupare lo Stato di Lucca ed il
Bolognese. Il generale Dupont protestò a Sommariva che entre-
rebbe in Toscana se non erano licenziati questi corpi. L' intima-
zione restò senza effetto. Ne conseguitò che Dupont entrò in To-
T. II. 5
f
È
•
■ ■*
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scana , batlè conipletaineute a Barberino le genti comandate da
Spanocclìi , ed occupò Firenze ( 1 5 ottobre 1 800).
Sommariva ripiegò intanto sopra Ancona (Noi. 7). Pino si diresse
per la via di Vergalo verso Prato e Pistoia colla brigata Trivul-
zio^ lasciando Julhien colla sua a Bologna e nella Romagna per
osservare il corpo austriaco che teneva Ancona e Ferrara.
Fontanelli, sotf ispettore alle rassegne , avviato da Bologna a
Firenze per raggiungere la divisione Pino, è fatto prigioniero da-
gli Austriaci di Sommariva che lo sorprendono alle Filicaie (Noi. 8).
La brigata Julhien ebbe disgraziati incontri. Sussidiata dalla
guardia nazionale di Bologna che difendeva la città (comandata
dal general francese Petitot), teneva la linea di Cento, Finale, Mal-
albergo e Bondeno, occupando Fort^ Urbano messo in istato di di-
fesa, ed aveva in faccia i generali nemici Mylius e Schustech con
forze soprammodo preponderanti. Attaccarono essi Bondeno, e lo
presero, uccidendo il capitano Minotto e trenta soldati che lo di-
ibndcvano. Fecero prigionieri gli uffiziali Manerba, Falcon, Boni e
Bonetti, e i)arecchi sott^ ufllziali e soldati. U aiutante Valeri, il ca-
pitano Julhien, il tenente Destre, i sottotenenti Foynod e Pianta-
nida tentarono invano di ripigliare Bondeno, e rimasero feriti con
alcuni sott' ufTiziali e soldati. L^ inimico assalì in massa Makl-
bcrgo, custodito dal capobattaglione Lange Giovanni, e riusd ad
impadronirsene. Scabozzi , sottotenente , e dicci soldati vi furono
morti , e il capitano Cobert ed il sottotenente Serafini con ottanta
soldati vi rimasero prigioni. Gli Austriaci (assai numerosi) attac-
carono G;nto, difeso dal capobattaglione Roussier Romano, che fu
costretto a ritirarsi nella rócca dopo quattro ore di resistenza.
Dalla parte della Romagna il generale Jablonowski con tre bat-
taglioni ed un reggimento di cavalleria francesi stava in faccia a
Sommariva.
Pino colla brigata Trivulzio ed il battaglione degli ufKziali uni-
tosi alla divisione Mounier, prende parte air attacco di Arezzo.
DoiK) la partenza di Dupont dalla Toscana vi rimase MioUis qual
comandante superiore, e Pino colla brigata Trivulzio, per opporsi a
Roger de Damas, che comandava un corpo di circa 1 2,000 Napoli-
tani. Questi si avanza , assale Pino con forze talmente superiori ,
che lo obbliga a ritirarsi da Siena per appoggiarsi alla riserva di
Miollis. Damas era a Monte Rcggione ed occupò Siena con 4ooo
uomini. La marcia retrograda di Pino diede luogo ad un tratto di
— VJ —
coraggio e fermezza che menta di essere ricordato, come è narrato
dagli storici francesi.
Il capitano Mattei, comandante una compagnia del battaglione
degli ufliziali che forma la retroguardia, viene separato dal resto
della divisione da una colonna uapolitana. Invece di arrendersi
prigioniero, come gli viene intimato, volta strada , e penetra con
trenta soldati nel castello di Siena, che i Napolitani non avevano
ancora occupato. Egli fa operare al suo piccolo drappello dimo-
strazioni che accennano a virile difesa, e per quattro giorni intieri
tiene a bada il nemico. Da questo ottiene capitolazione onorevole
in viitù della quale fa sfilare il suo drappello di valorosi avanti il
corpo d^ esercito napolitano attonito nelF accorgersi che sì scarso
numero di uomini fosse riuscito a trattenerlo nella sua marcia.
Pino parte da San Donato all^ alba del 1 4 gennaio, attacca a setto
miglia da Siena i Napoletani, li respinge e si avvicina alla cittì. Da-
mas fa avanzare un corpo di cinque a seimila de^ suoi formati in co-
lonna serrata, i quali in una posizione vantaggiosa si prej)arano a re-
spingere r urto del nemico. I Cisalpini investono con vigore i Napo-
litani e li rovesciano. Miollis giunge sul terreno col grosso de' suoi
soldati, e limitandosi a4 appoggiare il movimento, lascia ai nostri
intatto r onore della giornata. Sensibili a questo tratto di riguardo,
raddoppiano di lena, e volgono IMnimico rotto e disordinato in aperta
fuga verso Siena. Pino, fatte abbattere a colpi di cannone le porte
della città, vi penetrò cogli usseri, mentre il capitano Mattei con una
porzione del battaglione degli ufliziali s' impadronisce di nuovo del
castello, che poco prima aveva così gloriosamente difeso. Trivulzio
circonda la città ^ Balabio cogli usseri carica V inimico, che perde
molta gente, un cannone, e lascia gran numero di prigionieri. I fug-
genti sono inseguiti per diciotto miglia dalle nove del mattino sino
a notte. La divisione Pino ebbe diciannove morti. Gli uffiziali Oli-
vieri Alessandro, Vigno n Vincenzo e Chalembert Giovanni Battista
rimasero feriti : Ghelthof Pietro, Carabbia Felice e Cima Giuseppe,
sottotenenti, ebbero i cavalli morti sotto di essi, l sott' ufliziali Lu-
cini. Cima Luigi, Feverrier, l'ussero Barberini, i soldati Banfi
Casimiro, Mestre, Fuste, Mantr^, Bentivoglio (ferito) e Chimposki
si segnalarono. Meritarono elogi gli ufliziali Narboni Giovanni Ma-
ria, Celli Francesco, Babbi, Pellisson, Majan, Guixlberguer, Vas-
salger, Lconer. Navara, e gli aiutanti di campo di Pino, Banco e
Rivaira.
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li generale Miollis commendò altamente la bravura della divi-
sione Pino. La consulta legislativa per legge sancita (29 gennaio
idoi) la proclamò benemerita della patria.
U ausiliaria polacca comandata da Dombrowski che era sulla linea
del Mincio, fu incaricata di bloccare Peschiera, e compartecipò al-
l^aasedio di questa piazza (come si disse). Il battaglione de^ bersaglieri
bresciani fece la campagna colla brigata francese Serras, fii alla van-
guardia, ed entrò per il primo in Verona. La divisione Fiorella si
mantenne di servizio nelP interno coi nuclei di tutti i corpi cisal-
pini e polacchi, e le guardie nazionali che erano state chiamate in
azione. Duemila della città di Bologna concorsero al blocco di
Ferrara sotto gli ordini del generale Vignolle, e queste (come si
esprimeva il capo dello stato maggiore generale Oudinot nel raj)-
porto istorico, 17 gennaio 1801) ^c dans leur expédition se com-
(^ portèreut comme de vieilles troupes. y^ Ed in altro paragrafo
dice : u Le general Petitot avait 4000 hommes de la brave gardc
<f nationale de Bologne qui ne s^est pas ^branlée et (ìt bonne con-
<< tenance^ sa conduite mérite les plus grands éloges. n Questa
guardia era comandata da Dondini (col grado di generale di bri-
gata), che poi prese servizio qual semplice soldato nella guardia
del presidente : fu uno dei migliori uftlziali superiori delP eser-
cito. Egli apparteneva a cospicua famiglia di Bologna.
Dopo la conclusione dell'armistizio di Treviso, susseguito dalla
pace sottoscritta a Luneville (9 febbraio 1801), cessano adatto le
ostilità. Sommariva si ritira da Ancona.
Murat alla testa di 10,000 uomini riuniti a Dijon scende dalle
Alpi, giungea Milano ai primi di gennaio (i8oi), si avanza verso
la Toscana e minaccia di invadere il regno di Napoli , rafforzato
dalle squadre cisalpine appartenenti alle divisioni Lechi e Pino, riu-
nite nella Toscana, nella Romagna (febbraio), nonché da altri corpi
francesi, e così il suo esercito e forte di 3o,ooo uomini. La Corte
di Napoli, spaventata da queste dimostrazioni , si procura , colla
mediazione della Russia, un armistizio di trenta giorni (9 febbraio
1801). 11 primo console intanto (5 aprile) scriveva al ministro
della guerra : u Murat farà rientrare ncU' interno della repub-
« blica tutte le milizie cisalpine , non dovendo entrare nel rc-
« gno di Napoli alcuna forza straniera, ma soltanto i Francesi. «
Ne conseguitò che il generale Lechi, colle brigate Teulid e Seve-
roli postate nelle vicinanze di Piombino, poco dopo rientrò nel-
I*
— 21 -^
r interno sulla sinistra del Po per la via delF Abetone. La divi-
sione Pino si riunì tra Forlì e Rimini , e tutta questa soldatesca
Tenne poi posta sul piede di pace.
Biondini Giacinto, capitano d^ artiglieria, comandava un convo-
glio di aa cannoni, seguitato da 80 carra di munizioni da guerra
diretto a Pavia. Via facendo, appunto allorché attraversava il b»org^)
-dì Corte Olona, una delle carrette da cannone ( per caso impreve-
duto) piglia fuoco. L^ ufidzìale ha la presenza di spirito di gettar-
visi sopra, estinguere il fuoco, e così impedire la comunicazione
dell' incendio che , propagandosi, avrebbe fatto saltare in aria il
convoglio assieme al paese. Il governo , avuta notizia di questo
tratto di presenza di spirito, gratifica il capitano Biondini di una
sciabola d' onore, sulla quaJe iiai incidere un motto allusivo all' a-
^ii'
CAPITOLO Vili,
FAZIONI DI GUERRA DAL d801 AL 4805 FINO ALLA PACE DI PRESBURGO.
ITALIA.
1802
Bonapartc scrive (i5 ottobre) al ministro della guerra, di man-
dare un battaglione di 600 Italiani alFesercito di Ney nella Sviz-
zera per accostumarli alla guerra di montagna.
1803
Al 1 5 aprile, Bonaparte, prevedendo la rottura del trattato d'A-
miens, scrive al ministro della guerra di riunire una divisione
italiana a Faenza (Doc. III). È comandata da Lcclii, e s'incam-
mina per la Puglia sotto gli ordini di Gouvion-Saint-Cyr. Ordina
pure la formazione (aS novembre) di una divisione sotto il co-
mando di Pino, destinata a recarsi ai grandi accampamenti distesi
lungo le coste della Manica (Doc. IV). Pino a Cerdon, oltic Gi-
nevra, cade, e si rompe una gamba. Teulic prende il comando
della divisione.
■•^
— 23 —
1804
Il 4 gennaio la divisione diretta da Teulirf g^^"g^ ^ Parigi ^
Bonaparte la passa in rassegna, ne fa elogi per il contegno mar-
ziale, se ne congratula con Teulié, e si palesa contento di lui. La
divisione soggiornò alcun tempo a Parigi, vi è festeggiata, quindi
parte per Valenciennes. Con ordine del giorno Soult ne loda la
disciplina e V istruzione al paro dei corpi francesi.
Si dà il governo a Fiorella di tutti i corpi rimasti nella repub-
blica dopo r ordinamento delle due altre divisioni attive (Doc. V).
Il battaglione dei granatieri deUa guardia del presidente, dianzi for-
mato, è avviato a Parigi. Quivi alterna il servizio colla guardia con-
solare. Fontanelli, nominato generale di brigata, ne assume il co-
mando superiore , conservando sempre il suo posto di aiutante di
campo presso fionaparte. In questa qualità lo accompagna dapprima
al campo di Boulogne, poi nel Belgio e nei dipartimenti renani. A
Boulogne-sur-mer (i6 agosto) la divisione italiana prende parte
alla grande rassegna neUa qnale Napoleone distribuisce all'esercito
le decorazioni della Legion d'onore (Tav. A e Not. 9).
Al generale Trivulzio ( che cessa dal ministero della guerra ) è
conferito il comando della divisione aUe coste della Manica
(Not. iO).
Si richiamano dalla divisione Lechi ( stanziata a Bari, Barletta e
Lecce ) i battaglioni e squadroni italiani eh' erano segregati dai
loro reggimenti, e s^nviano colà a surrogarli il 5.** reggimento di
infanteria ed i Polacchi sì a piedi che a cavallo.
Sono spediti alcuni corpi della milizia nell'Apcnnino dalla parte
del Frignano e della Garfagnana per formarvi un cordone sanitario
subordinato a Malaspina Alessandro , nello scopo d' impedire la
propagazione della febbre gialla manifestatasi a Livorno (Not. li).
Ha luogo al capo di Gravelines presso Calais (i3 ottobre) un'a-
zione vivissima tra la flottiglia alleata olandese, comandata dall'am-
miraglio Werull, e composta di 37 cannoniere, nell'atto ch'essa na-
viga nella Manica per andarsi a congiungere al naviUo francese
raccolto nella rada di Boulogne. Attaccata da tre fregate inglesi, si
difende energicamente, ed i soldati italiani, che dalle coste prendono
parte al combattimento , gareggiano di coraggio coi francesi. La
relazione ufficiale francese vx)sì esprimevasi : <« Quest' avvenimento
_-*-*.
— 24 —
u ci è sicuro presagio di quell^alto grado di gloria cui, emulando
« gli antichi, sono i moderni Italiani per pervenire. «
Gli Inglesi fanno un tentativo contro il Forte Rosso, ma vengono
respinti dal i .° reggimento d' infanteria leggera, V uffìziale Robert
ne ha lode. Commendossi pure un distaccamento di zapi)atori ita-
liani, condotto dal tenente Lacarte Alfredo, che estingue un incen-
dio scoppiato a Calais.
1803
Il a.^ reggimento d' usseri lascia le coste della Manica per en-
trare in Italia^ ed esservi trasmutato in dragoni.
Due distaccamenti del i.° leggero trovandosi a bordo di tre
penicfies spettanti alla flottiglia imperiale, nel tragitto da Calais
a Boulogne si segnalano in un combattimento che si protrae per
tre ore contro i legni inglesi. Il tenente Vittori ed il sergente Ja-
({uet sono ricordati onorevolmente nella relazione del capo dello
stato maggiore francese , che dice : « Devesi alla bravura dell' e-
u quipaggio italiano che i legni nostri non sieno caduti in poter
« del nemico. >?
Muore Trivulzio a Parigi^ e Teuli^ prende il comando tempora-
neo della divisione sulle coste deir Oceano.
La guardia imperiale, comandata dal principe Eugenio Bcauhamais
(assieme al battaglione dei granatieri della reale italiana, dianzi stan-
ziato a Parigi), arriva a Milano. La guardia francese è subordinata
al principe, V italiana a Fontanelli. Esse fanno servizio promiscuo
( Doc. VI ). Napoleone, dopo la incoronazione, fa partire dall' Ita-
lia per Parigi tutta la guardia reale italiana (Doc. VII).
Da Milano il monarca si reca ( io giugno) al campo di Mon-
techiaro , ove sono riuniti 4^ battaglioni e /\à. squadrom assieme a
numerosa artiglieria. Fra questi contansi 8 battaglioni del 2.°, 3.°
e 4-° reggimenti di fanteria, 12. squadroni dei tre reggimenti dra-
goni Napoleone, 1.° cacciatori e i.*' d'usseri, con due batterie
d'artiglieria, comandati da Dombrowski del quale Lechi Angelo,
aiutante comandante , è capo di stato maggiore. Terminate le
grande evoluzioni , Napoleone gratifica di un mezzo mese di sti-
pendi gli ufilziali e soldati (Tav. C, tomo I, e Noi. i2).
Egli visita le piazze forti del regno , cioè Peschiera, il Castel
Vecchio di Verona e Mantova accompagnato dai generali Marescot,
■^f"
— 2:1 —
Cliasseloup-Laubtt, Clarke e Bianchi D^Adda, ed ordina molti la-
vori per ampliarne le difese. A Modena dà la mostra alla scuola
del genio e delF artiglieria, ed oltre gli encomi che fa di viva voce
ai professori ed allievi, attesta anche per iscritto al ministro della
guerra italiano Falta sua soddisfazione pel progresso di questo insi*^
gne istituto. Trattenendosi a lungo coi professori della scuola, ri-
pete loro le nobili espressioni che fin dal 1 796 aveva manifestate al
celebre astronomo Oriani: « Faccio maggior conto di un dotto nia-
u tematico e di un uomo distinto ^ qualunque arte egli professi ,
« che dell' acquisto di una popolosa e ricca citta. ^
Un ordiiic del giorno del ministro della guerra, comunica la
lettera indirizzata dal capo del genio a Boulogne-sur-mer al co*-
mandante gli uffiziali del genio della divisione italiana, colla quale
partecipa che l'ispettore generale di quest'arnia, Marcscot , aveva
ad essi acccn'data una gratificazione straordinaria facendo i maggiori
elogi del loro zelo, intelligenza e buona volontà. Il ministro della
guerra francese maresciallo Berthier (26 gennajo), a domanda del
generale Marescot, aveva abilitato tre fra questi ufilziali, G)stanzQ
capo di battaglione, Bianchi d' Adda Carlo , e Lanzetta tenente , a
fare un viaggio d'istruzione per visitare tutte le piazze forti del<-
V impero. Il ministro francese incaricò i suoi uffiziali del genio
ad assistere i nostri nella visita accurata di tutte le fortezze e loro
attenenze. Difatti essi vennero accolti ovunque e trattati colla
massima ospitalità, ed ebbero agio di acquistare bel corredo di co-
gnizioni. Dopo, r imperatore a saggio di sua munificenza, gratificò
questi nostri uffiziali di un dono di sedicimila franchi.
Napoleone, prevedendo ( agosto ) non lontana nna nuova guer-
ra coll'Austria, fe approvigionare le piazze forti del regno ed alle-
stire nell'arsenale di Pavia un equipaggio di campagna di oltre 1 00
pezzi ed un doppio eguipaggio di ponti ; ordina che per il mese di
ottobre siano chiamate alle armi tutte le guardie nazionali del re-
gno ; che il viceré ne assuma il comando, e che l'esercito sia raflbr-
zato da Sooo coscritti^ concede amnistia generale ai disertori con-
dannati o refrattari. Per tal modo, alla line di settembre tutto eia
in pronto, e la milizia nostra numerava sulla linea ^4^000 uomini.
4'aoo cavalli, lao pezzi d'artiglieria, da camjx), più 4^^^ Polacchi
con 800 cavalli^ e nell'interno 34oo uomini con 1200 cavalli:
quindi complessivamente 3i,4oo nomini e 6200 cavalli con 120
pezzi da campo. Il generale Ottavi condusse a Pescara 4 balla-
r. //. ^
ili 11*
— 26 —
glioiìi del 3/ e 4-* reggimento d' infanteria ed il i.* cacciaton a
cavallo, seguitati da una batteria di 6 pezzi ^ forza totale 4ooo uo-
mini e goo cavalli (Not. i3).
I corsali armati in Ancona percorrono P Adriatico. H Córso
prende nel canale di Malta due bombarde coperte da bandiera in-
glese. Il Pino preda un legno carico di vittovaglie nelle acque di
Rimini, ed altro in quelle del Quarnero. Bavastro colla sua flot-
tiglia , assieme allo sciabecco il Massena , attacca cinque legni
inglesi alPaltura di Lissa, li piglia e li conduce ad Ancona, ucci-
sone un capitano e fattine due prigionieri.
II viceré con proclama primo ottobre, annunzia che V Austria ci
rompe guerra ed ha già invasa la Baviera. Le guardie nazionali or-
dinate in battaglioni e compagnie, si riuniscono per addestrarsi alle
evoluzioni militari.
Napoleone espugna Ulma, e fa prigione l'esercito di Mack. La
guardia reale italiana di linea ( 1 7 ottobre) è ai suoi fianchi (Not. 44) ,
e partecipa per si luminosa vittoria alle ricompense nazionali accor-
date all'esercito francese.
Massena in Italia surrogò Jourdan ed è opposto alFarciduca Carlo
(Tav. P, num. 4); Napoleone, giudicando dell'alta capacità e dei
sommi talenti di questo principe dalle sue precedenti campagne ,
gli oppose fra i suoi marescialli queUo in cui più fidava. Le osti-
lità cominciano : Massena passa di viva forza V Adige ( 1 9 otto-
bre), prende Veronetta il 28, il 3o ha luogo la battaglia di Cal-
diero. L'arciduca, preparato a vigorosa resistenza, fortifica le ai-
ture di Colognola, mettendo di tal guisa la sua dritta al sicuro
dagli attacchi dell' avversario, contro il quale è pronto a sostenere
l'urto nella pianura, avendo riunito in avanti di Caldiero il nerbo
maggiore delle sue forze. Quivi lo scontro è terribile: l'arciduca
affronta egli stesso il nemico alla testa della sua riserva ; ma mentre
col valore e con sagaci movimenti tende a frenarlo nel centro ,
Massena fa un ultime sforzo per assicurarsi della vittoria tentando
di prendere la posizione di Colognola ; se non che il principe vi
accorre , e lo ributta con grave perdita. Il susseguente giorno
(3 1 ) il maresciallo francese rinfresca l' attacco, ma è di nuovo re-
spinto.
L'arciduca nonostante , contrariato dai progressi che Napoleone
faceva in Germania , h costretto ad abbandonare spontaneamente
quei posti di che Massena non aveva potuto impadronirsi. Egli
— 27 —
prepara la ritirata , porta V intero esercito in linea , colloca con-
venientemente r artiglieria a protezione del suo movimento retro-
grado, non a foggia di ritirata, ma di una evoluzione che tiene il
nemico in forse , e sfila senza essere attaccato. E se il generale
Hillinger (oltrepassando senza dubbio gli ordini del generale
supremo ) non si fosse avventurato e poscia arreso al di là di
Pojano, gli Austriaci non avrebbero soffèrta alcuna grave perdita
dopo la gloriosa^ benché cruenta giornata di Caldiero. Le schiere
italiane che vi ebbero mano furono i due reggimenti di dragoni
ed i granatieri del a.° d' infanteria ^ fra questi furono feriti il capi-
tano ed il tenente Camurri Giovanni e Luigi, ed ucciso il sergente
Ferrarini^ il tenente d'artiglieria Camozzi Luigi ebbe pure ad
essere rammemorato con lode. H generale Partonneaux , coman-
dante i granatieri dell'esercito francese, nella sua relazione (5 di-
cembre ) diceva al ministro della guerra : <« Ho il piacere d' in-
u formarvi deUa briUante condotta tenuta dalle compagnie dei
a granatieri del 2.* d'infanteria italiano^ i bravi che le compongono
« hanno in tutti gli affari gareggiato di coraggio coi granatieri
a francesi, e si sono ovunque mostrati degni di far parte di quanto
a avvi di più scelto nell'esercito^ e ne ho felicitato il loro co-
M lonnello. »
Il capitano Antonini Angelo del a."" d'infanteria, inviato sul basso
Adige a Rovigo , vi incalzò il nemico a Cavarzcre. Il maresciallo
Massena scrive al viceré ( 4 novembre ), rendendo le testimonianze
più lusinghiere della intelligenza e bravura degli ufHziali italiani
addetti al suo stato maggiore, cioè Banco Antonio caposquadrone,
Macdonald capitano e Lange Giovanni capobattaglione.
La guardia reale di linea entrò con Napoleone il 1 3 novembre
a Vienna.
La divisione Lechi , partita dal regno di Napoli, lasciando Ot-
tavi con un battaglione ad Ancona, si era recata ne' paesi veneti,
e nel giorno 25 novembre agiva coli' esercito di Gouvion-Sainb-
Cyr alla battaglia combattuta a Castelfranco contro 10,000 Au-
striaci condotti dal principe Rohan, che cercava di rifuggirsi in
Venezia dopo di essere stato scacciato dal Tirolo. In questa glo-
riosa giornata, nella quale la colonna nemica fu presa e distrutta,
ebbero merito il generale Peyri, il capobattaglione Millo Gaetano
(che comandava 4 P^^^i d'artiglieria), ed ilS."* d'infanteria. Il i.**
reggimento polacco, retto da Grabinski Giuseppe, fece prodigi di
valore e prese da solo 8700 prigionieri.
■ a.
t il*-
Hf-
— 28 —
I •
Il a." reggimento d' iufanteria, partito da Mantova per raggiane
gere la divisione Leclii, era giunto a Padova.
Il ao novembre una squadra anglo-russa sbarcò in Napoli la a
iSfiil^ uomini sotto gli ordini del generale russo Lascy. Avvi*
sato di ciò il viceré , ordinò subito la formazione , nei paesi sulla
destra del Po, di un campo di riserva composto dalie guardie na-
zionali del regno dltalia e da quelle degli Stati di Parma, Piacenza,
Guastalla. A questo campo ogni dipartimento del regno doveva
inviare un corpo di 5oo a looo uomini, ed i dipartimenti del Reno,
Mella, Crostolo, Panaro , le loro mUizie nazionali già formate. Il
campo fu stabilito tra Modena e Bologna sotto il comando del gene-
ìale Pino, ministro della guerra ^ i consiglieri di Stato Cioognara
Leopoldo, Guastavillani Giovanni Battista, Fé Marc^ Antonio e Gio-
vio Lodovico ebbero missione di sorvegliare air allestimento delle
guardie nazionali. Il viceré , resosi a Bologna il 6 dicembre, riunì
nello spazio di nove giorni a5,ooo guardie nazionali del regno
d^ Italia e del Pannigiano, ed un corpo di 10,000 soldati composto
di guardie d' onore, Veliti e depositi degli altri corpi della guar-
dia e dell^ esercito. Distribuì questa massa di guardie nazionali in
due divisioni comandate da Dombrowski e Fontanelli ^ Partono
neaux ebbe il governo della divisione delle truppe di linea franco-
itale. L^ esercito aveva 3o pezzi d' artiglieria.
Napoleone, con lettera (del io dicembre), istruì il viceré che
qualora i Russi ed i Napoletani si avanzassero, egli stesso cale-
rebbe in Italia nel momento in cui fosse meno aspettato e per con-
seguenza ordinò di fargli preparare alloggiamenti e cavalli.
Il i5 dicembre, giunta la notizia della vittoria di Austerlìtz, co-
nosciuti i progressi fatti da Massena, che era pervenuto a Laybach,
e saputosi che V esercito anglo-russo-siciliano non pensava ad
avanzarsi verso il Po , il viceré rimandò alle loro case le guar-
die nazionali , conservando solo i celibi , il cui ritorno in seno
delle loro famiglie poteva essere differito senza inconvenienti. Il ao
dicembre il principe si recò sull'Adige colle sue schiere e colle
guardie nazionali, indi il a5 aveva stabilito il suo quartier generale
a Padova qual comandante supremo di tutte le forze che occupa-
vano il Veneto ed il regno dltalia. Il generale Pino, ministro della
guerra, faceva veci di capo dello stato maggiore generale di que-
sto esercito franco-italo.
Berlhier scrisse al viceré il ui dicembre, che se le ostilità aves-
«ero a ricominciare, Napoleone invierebbe in Italia la guardia reale,
così esprimendosi : w Accostumata alle evoluzioni del grand' eser-
ic cito , questa scelta milizia si batterà bene. >» E nel 37.^ bollet-
tino era detto: <« I cannonieri italiani della guardia reale (coraan-
« dati da Fortis Giuseppe, subentrato a Raspi Marco ed a Pecchio
« Luigi) si sono coperti di gloria alla battaglia d'Austerlitz, ed
u hanno meritata la stima di tutti i vecchi cannonieri francesi. La
M guardia reale ( che era comandata da Lechi Teodoro ) ha mar^-
u ciato sempre colla guardia imperiale, e si è mostrata costante-
u mente degna di tale compagnia. ?>
L'esercito di Gouvion-Saint-Cyr essendosi avviato verso la fron-
tiera del regno di Napoli, tutte le milizie e guardie nazionali rima-
»te sull'Adige andarono a Padova per coadiuvare il blocco di Ve-
nezia. Fontanelli con una divisione che era composta dalle guardie
d'onore, dai Veliti, da diversi battaglioni e squadroni di deposilo
di vari corpi, dai due reggimenti dragoni Napoleone e dragoni
Regina, e da alcuni battaglioni di guardie nazionali , pose il suo
quartier generale a Piove di Sacco; Fontanelli Giulio (della guar-
dia nazionale di Modena) ne era capo dello stato maggiore, ed
il capitano Jacopetti &ceva veci di aiutante di campo. Dombrow-
ski e Partonneaux compirono l' investimento di Venezia dalla parte
di Mestre.
Sottoscritta la pace a Presburgo (il 27 dicembre), si sciolsero
le divisioni delle guardie nazionali , ma molte tra esse avendo
preso amore per il servizio militare, si arruolarono nelle file del-
l'esercito per cui ebbe questo (oltre i 7000 coscritti della leva),
r aumento di circa 5ooo uomini fra volontari ed amnistiati. Si può
quindi ragionevolmente giudicare che le perdite cagionate dallo
stato di guerra fossero compensate, giacché alla fine del i8o5 la
forza nazionale effettiva era di 3o,ooo uomini e 4^00 cavalli; alla
quale uniti 3ooo Polacchi con 5oo cavalli , numerava a 33,ooo
uomini e 5ooo cavalli. Unendovi poi gli ausUiari francesi di a5,ooo
uomini e aSoo cavalli, si avevano in totale 58,ooo uomini e 7500
cavalli.
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CAPITOLO IX.
FAZIONI DI GUERRA DAL 4806 AL i808.
REGNO DI NAPOLI, COSTE DELLA MANICA, ADRIATICO, DALMAZIA,
PRUSSIA , POMERANIA £ CATALOGNA.
1806
Il principe Eugenio parte per Monaco (6 gennaio), e nelPas*
senza delega a Pino il comando. Reduce ( i a febbraio ) colla sua
sposa, la principessa Augusta Amalia di Baviera, fa ingresso so-
lenne in Milano ( Noi. i 5 ).
La guardia reale di linea, coperta d'allori cólti in Germania, ri-
torna a Milano (in febbraio), e vi è festeggiata come lo era stata nel
suo passaggio per le città principali del regno. Convengono pure
da Bologna e da Padova nella capitale altri corpi della milizia.
REGNO DI NAPOLI.
Sottoscritta la pace a Presburgo, V imperatore Napoleone mandò
Massena a comandare le schiere, che Gouvion-Saint-Cyr reggeva
nella Romagna, neìV intento di scacciare i Russi e gli Inglesi, sbar-
cati a Napoli, e di occupare quel regno (gennaio). Lechi, associato
a quest'esercito colla sua divisione (Doc. Vili), penetrò in Pe-
.^
— 31-
scara ( 1 9 febbraio ) dopo debole resistenza , e bloccò Civitella
del Tronto.
II tenente Streccili prese nelle montagne di Pomarico il fami-
gerato Rodio, capo di numerosa banda di faziosi. U nuovo re
Giuseppe Bonaparte fece tanto caso della caduta di questo parti-
giano, che ne rimeritò Strocclii promovendolo al grado di capi-
tano, e lo gratificò di un dono di cinquemila ducati.
II tenente Sercognani Giuseppe del 2.'' di fanteria, alla testa di
una colonna mobile , s^ impadronì di molti briganti , appartenenti
air altra banda di Sciabolone , il quale , pressoché circondato dai
nostri, ebbe ad arrendersi.
Peyri colla fanteria e cavalleria polacca va nelle Calabrie ; si
unisce alla divisione Reynier, prende parte al disgraziato affare di
Sant"* Eufemia contro gli Anglo-Siciliani, comandati da lord Stuart
( ora Londonderry ) , il quale sconfisse Reynier. Lechi fece occu-
pare dall' intrepido Neri Francesco l' isola di Tremiti, indi si recò
a Taranto. Il reggimento dragoni Regina aObrzò la divisione Du-
hesme nelle Calabrie, ove si segnalò durant» la campagna ; pigliò
al nemico un cannone e tre bandiere , che furono presentate al
re dal caposquadrone italiano Charpentier Luigi. I dragoni Na-
poleone , trattenuti dappoi al quartier generale di Massena , di-
simpegnarono presso di lui il servizio di guide. In uno scontro
avuto col nemico verso Barletta, ebbero alcuni feriti, ed ucciso il
sott' uflfiziale. Cima Francesco, giovine soldato di belle speranze ,
che marciava sulle tracce degli altri due suoi (rateili , uffiziali di-
stinti nell'esercito.
Allorché sbarcarono ( 1 9 settembre) 100 Inglesi, protetti da una fre-
gata, nella direzione di Fondi, un distaccamento del 3.** d'infanteria
li pose in fuga , incalzandoli in mare , coli' acqua sino al mento.
Inoltre prese loro una barca , e fece prigioni un tenente e cinque
marinai.
La divisione Lechi, ed altri corpi italiani ebbero fazioni di poco
numero, ed alla fine dell'anno si posero in marcia per rientrare
neir intemo, d'onde alcuni passarono nella Pomerania prussiana.
COSTE DELLA MANICA.
La divisione italiana (levato il gran campo francese lungo la
Manica ) era rimasta pressoché sola alla difesa del littorale. Que-
— 52 —
sto incarìco riusciva difficile , dacbè gV Inglesi minacciavano in*
cessanti sopra tutti i punti le coste, nelF intendimento di distrug-
gere la selva di bastimenti leggeri , che Napokóne aveva dap-
prima raccolti, allorché meditava T impresa di assalire nel suo
nido la potenza della Gran Brettagna. Teulié , vigilantissimo ,
protesse il ricovero delle flottiglie negli arsenali, ed i nostri si
acquistarono nuove lodi in questo servizio ; terminato il quale
la divisione italiana venne disseminata sopra differenti puntL Teu-
li^, colla brigata Bonfanti composta dal a.*" leggero, comandato
da Castaldini Paolo , e dell' artiglieria , si recò a Bajona ; il i .**
leggero, sotto gli ordini di Rougier, entrò in Bretagna ^ il i .° d' in-
fanteria, condotto da Fontane,» marciò in Olanda ; gli zappatori ,
con parte dell' artiglieria, rimasero a Boulogne-sur-mer.
ADRIATICO E MEDITERRANEO.
Il tenente di vascello Stalimini, (5 maggio) nel canal di Brazza,
con una divisione, composta dallo sciabecco Enrico e dsL tre canno-
niere, attaccò un brik, una goletta, uno sciabecco, un trabac-
colo, tutti assai ben armati , della flottiglia russa di Corfu. Mira*
va ad impadronirsi di questi legni, quando furono soccorsi a tempo
d'un loro vascello di linea da 74? ^^^^ ^^ protezione del quale si
ricovrarono.
Il corsaro italiano Principe Eugenio^ armato di i4 cannoni,
avente i5o uomini d'equipaggio, comandati dal celebre capitano
Bavastro , condusse a Barcellona una nave inglese, il carico della
quale fu giudicato del valore di un milione e mezzo di franchi.
Pochi giorni appresso attaccò nelle acque di Orano una corvetta
inglese, armata da i4 canonni^ con 5o uomini d'equipaggio e 16
passeggeri, e dopo ostinatissima zutlà se ne impadronì, e la scortò
a Tal ragona. Fra i passeggeri fatti prigioni v' erano il colonnello
e due capitani del 35.*^ reggimento inglese.
Il capitano Carli, comandante il corsaro italiano Zrt Sans-peur^ at-
taccò neir isola di Lagosta uno sciabecco russo, protetto da batterie
munite di 20 pezzi di cannone, gli prese la barcaccia equipaggiata
da i3 uomini, 4 dei quali furono morti e 9 prigionieri , e liberò
un legno che era stato predato.
Gli Inglesi occuparono V isola napoletana di Tremiti, nell'Adria-
tico, e si trincerarono nella citta. Neri Francesco, che vi comandava.
— 53 —
ebbe a ritirarsi nella rócca. L' isola era circondata da 1 7 legni da
guerra britannici, che impedivano a Neri ogni soccorso , cosicché
speravano avesse ad arrendersi per fame. La rócca era da quelFin-
trepido validamente difesa con pochi suoi artiglieri. U nemico fece
pareccbie intimazioni , ma ebbe sempre per risposta : a Io non
cedo , attaccatemi. 99 II presidio penuriando di vitto e di muni-
zioni di guerra , Neri , che conosceva Passano, comandante molti
corsari nelP Adriatico , trovò modo di scrivergli ( luglio ) , invo-
cando soccorso di vittovaglie. L^ aiuto fu preparato e mandato
da Ancona. Era una nave carica di provigioni d^ogni genere^
ma avvicinatasi a Tremiti , non riusci a sottrarsi alla vigilanza
de' legni inglesi , e rientrò dopo sedici giorni in Ancona. Pas-
sano, mal pago della spedizione, congedò l'equipaggio, e ne
formò un nuovo , comandato da Carli Giacomo , ordinandogli di
farsi colare a fondo , anziché lasciarsi prendere dagP Inglesi. Carli
arriva a vista dell' isola, è cannonato da una fregata nemica. Ripo-
sta, e non si smarrisce. Durante la notte riesce ad approdare sotto
la rócca , a dare i segnali , ed a sbarcare tra gli scogli le provi-
gioni da guerra e da bocca. La mattina susseguente , col mezzo
di cordaggi e con pena infinita, il presidio le ritira nella for-
tezza ^ Carli ripiglia il mare , e perseguitato tra la terraferma e
r isola da una fregata e da tre navicelli , si determina a costeg-
giare, prende terra e manda a picco il suo legno.
DALMAZIA.
Due battaglioni, uno di Veliti, l' altro di granatieri della guar-
dia reale, sotto gli ordini del generale Lechi Teodoro , sono in-
viati in Dalmazia per far parte dell' esercito colà comandato da
Marmont: essi giungono alla loro destinazione attraversando il
territorio austriaco per una linea convenuta ( Doc. IX ).
Il generale Lauriston , attaccato dai Russi, si rinchiude in Ragusi
(luglio); fa valida resistenza, secondato da artiglieri italiani, coman-
dati da Triquenot Gio. Battista. Quando Marmont va per attaccare
i Russi verso Cattaro (29 settembre), conduce seco i due battaglioni
di cacciatori della guardia reale italiana *, assale i Russi ed i Monte-
negrini, che nunierano a 1 0,000, li batte a Castelnovo, ove i Ve-
liti rompono e fanno prigioniero un battaglione russo, ed incendiano
vari villaggi per isnidare il nemico. I Russi fanno fuoco dalle scia-
— Vi-
luppo , caimoiiicre , ina si oppoiigoao loro i canaoni serviti dagli
artiglieri italiani (comandati da Camozzi Luigi), e contempoia-
neamente sono investiti dalla flottiglia di Stalimini. Le cannoniere
nemiche si ritirano malconce. I Montenegrini battuti a Casteluo-
vo , riparano sulle alture , e vi si stabiliscono. I cacciatori della
guardia reale italiana chiedono di andar soli a scacciameli^ Sfar-
mont lo accorda , e Rossi Floriano attacca il nemico col suo
battaglione e lo disperde. Maimont dice nel suo rapporto: u I
u Montenegrini tenevano fermo, ma Fattacco non poteva essere più
ic impetuoso, y^ I Francesi ripetevano : u I nostri vecchi granatieri
u della guardia imperiale non avrebbero potuto far di più. ^ li
campo di battaglia fu conquistato ^ 3oo morti ed assai più feriti
ebbe il nemico. Il comandante Rossi e Porro Luigi, aiutante mag«
giore, furono feriti. Si distinsero in questi incontri Lechi generale,
e gli ufliziali Molinari Giuseppe, Rossi Carlo, Schedoni Domenico,
Olivazzi Francesco, Jacopetti Giuseppe, Airoldi Francesco, Beret-
tini Antonio, MaRèi Tommaso, Casolari Giuseppe, Cometti Ales-
sandro, Bosisio Giuseppe , Viscardi Giovanni , ed i sott' uiBziali
Burzio, Mengaldo Angelo, Badini, Vittoni Giovanni Battista, Reina,
Zucchi Vincenzo, DelF Agata, Cerri, Bazzi, Danesi, Zambelli, Ma-
gelli, Fedrezzoni, Valncgri Giovanni, Prina, Sarti, Foglia Gio-
vanni^ ec.
PRUSSIA.
1807
Teulié si volge a Napoleone per ottenere di rannodare la sua di-
visione (Not. i6), per prender parte alle azioni del grande esercito ;
ed esaudito, riunisce a Magdcburgo ed a Berlino le disseminate sue
schiere, indi si dirige sopra Colberg, raccogliendo sotto i di lui or-
dini due corpi scelti francesi, cioè tre compagnie di fucilieri della
guardia imperiale comandati dal colonnello Boyer, e la compagnia
de' gendarmi d'ordinanza (composta dal fiore delle famiglie notabili
dell'impero, diretta dal generale Montmorency-Laval ) (Not. i7).
In pendenza di questa riunione , il i / d' infanteria che sotto
gli ordini del maresciallo Morticr concorse prima a sedare i moti
insurrezionali dell' Hannover , contribuì dappoi all' investimento
di Haniclcn, ed andò a presidiare Lubecca, ove sostenne gloriosa-
^
— 35 —
mente non pochi combattiinenti contro gli Anglo-Svedesi venuti
più volte inutilmente a molestarlo. Questo reggimento aveva com-
battuto ad Artzen una fazione brillantissima contro i dragoni di
Brunswick. Si unì finalmente alla divisione Teulie soltanto a
Berlino.
Il I.* ed il a.* leggeri traversarono il Reno il i3 novembre, ed
il i8 giunsero a Cassel. Ivi coadiuvaromo a ristabilirvi l'ordine al-
terato da una nuova rivolta in quella capitale contro i Francesi.
Il a.° leggero passò nell' Hannover , ove rimase circa due mesi
(principio di marzo 1807) e ne compresse i tumulti.
Ai primi di febbraio , quando Teulid mosse da Berlino verso
Stettino e Colberg , non aveva con se de' reggimenti italiani che
il i.° d'infanteria ed il i.' leggero. Egli con queste forze, fian-
cheggiato a sinistra dal 1 ." leggero , prende Stargard e vi stabi-
lisce un avamposto. I Prussiani, con 800 uomini sortiti da Col-
berg, lo attaccano (16 febbraio); Bonfanti, con alcune compagnie
del I .• d' infanteria li respinge, ed il capo partigiano Schili viene
ferito.
La divisione si avanza sopra Neugarten -, il nemico vi è trince-
rato e difende la porta con un cannone. Mentre il sergente Bo-
nacati ed il granatiere BaUotta Antonio se ne impossessano, il i.**
d' infanteria scala le mura della città, prende tre altri cannoni, due
bandiere, fa aSo prigionieri, e mette 100 Prussiani fuori di com-
battimento. Teulid, dopo questo brillante successo, assale il castello
custodito da 400 nemici. Praticato dagli zappatori italiani un passag-
gio, sotto ad un diluvio di fuoco, e provviste le colonne d'attacco
degli utensili necessari, appoggiano le scale alle mura, e prendono
il forte, risparmiando ai vinti la vita.
Napoleone nel 63.° bollettino così si esprime :
w Un avant-poste de la division italienne a éìé attaqué le 16 a Star-
ci gard par un parti de 800 hommes de la garnison de Colberg. Le
« generai Bonfanti n'avait avec lui que quelques compagnies du prc-
« mier régiment d'infanterie italienne, qui ont pris les armes avec
u résolution, ont marche sur l'cnnemi et Tont mis cn ddroute. Le
u generai Teulie' de son coté, avec le gros de la division italienne ,
ti s'est portd pour investir Colberg. Arrivé à Neugarten , il a
it trouvi i'ennemi retranche' occupant un fort hdrissé de pièces de
u canon. Le fort a éìé pris, 3oo hommes faits prisonniers , et 6
t( pièces de canon enleve'es. L'ennemi a iaisse 100 hommes sur le
w cliamp de balaillc. ^>
— oG —
Teulié prosegue sopra Greissenberg, ove tuttora si mantengono
i Prussiani^ rompe le porte a colpi di cannone , respinge il ne-
mico^ a Treptow e & la sua congiunzione colla brigata comandata
temporaneamente dal colonnello Rougier ^ dopo breve combatti-
mento la città viene forzata. U nemico si prepara a disputare agli
Italiani il passaggio della Persante, rompendone i ponti e trince-
randosi; Teulié arriva (214 febbraio) al ponte di Girlin, attacca il
nemico a Spie co^ volteggiatori del i.° d^ infanteria. Intanto che
il colonnello Rougier, seguendo il suo movimento, scende la riva
sinistra nella direzione di Scinovi, Teuli^ si stabUisce sulla dritta
del fiume. I Pi*ussiani ripiegano e riparano in G>lberg. Gli Ita-
liani traversano il ponte a Còrlin, e si appostano sulle alture di
Cliarlottenhof.
I Prussiani con 700 &nti, 5o cavalli ed un cannone escono da Col-
berg (3 marzo). Le compagnie scelte del 1 .'' leggero marciano al loro
incontro, e sostenute da due compagnie di fucilieri francesi li sba-
ragliano e respingono sino a Pretenin , facendo ao prigionieri ed
uccidendone un maggior numero. Il 7 marzo due compagnie ita-
liane s* impadroniscono del fortino Àlt-Borck al di là della Spie.
Inchiodati i due piccoli cannoni che lo guarnivano , lo spianano
e fanno alcuni prigionieri. La divisione marcia nello stesso giorno
da Còrlin in avanti, respinge i Prussiani fino a Zernin, da dove li
scaccia prendendone le alture, e parte della divisione occupa le emi-
nenze di Tramm.
Rougier (19 marzo) marcia sopra Selnow e stabilisce, mediante
una diga ed un ponte , la comunicazione colla destra del campo
assediante. Con alcune compagnie del suo reggimento (profittando
del gelo fattosi consistente sulle paludi ) egli attacca e s^ impossessa
dei fortini che i Prussiani tenevano in avanti di Selnow. Ma l'inimico
fa una sortita dalla piazza con numerosa massa di fanti e cavalli, e
ripiglia i ridotti perduti ; allora le compagnie leggere, assistite
da 100 dragoni francesi comandati dal capitano De-la-Vcrgne, uf-
fizìale al servizio italiano, caricano i Prussiani, riacquistano i for-
tini, voltano le artiglierie contro la piazza, incalzano la colonna
nemica, le fanno aoo prigioni, prendono tre cannoni ed obbligano
i rimanenti a rientrare in Colbcrg.
Napoleone nel 69." bollettino disse : « Le general Tculid, qui
w jusqu'à présent a conduit le blocus de Colberg , a fait preuve
« de Ix^aucoup d'activitd et de talent. Le 19 mars les redoutes de
— 37 —
u Selnow oiit élé attaqudcs et emportécs par le premier régimeiit
u d^in&Dterie légère italienne. La gamison a fait une sortie. La
a compagnie des carabinicrs du i .«"^ r^giment l^ger, et une compa-
u gnie de dragons Font repoussée. L'ennemi a perdu dans ces af-
M faires 3 piòces de canon et aoo hommes faits prisonniers. n
Berthier poi scriveva in nome di Napoleone ai marescialli Le-
fèbvre e Brune : a Gli Italiani sono appena arrivati, e già si di-
K stinguono. 11 19 Teulié con tre reggimenti italiani ha attaccato
u il nemico in prossimità di Colberg, gli ha preso 6 cannoni e 3oo
u prigionieri; il ao o aa al più tardi gli Italiani saranno sotto Col-
u berg. M Poi sc^giungeva : <( Teuli^ co^ suoi Italiani va a passo
u raddoppiato ; egli ha completamente battuto il presidio di Col-
u berg, e lo ha costretto a rinchiudersi nella piazza , della quale
M già forma P investimento, n
In tal modo in venti giorni di fazioni continue la divisione ita-
liana riusci a compiere V investimento della jiiazza, obbligando il
nemico a rinchiudervisi.
Teulié accennò quelli che meglio operarono in questi conti-
nui combattimenti, cioè: il colonnello Rougier, Tajutante coman-
dante Mazzucchelli , gli ufiìziali di stato maggiore Nava, Teulié
Giuseppe , Federigo Ermolao ( che ebbe un cavallo ucciso sotto
di lui ), Biahclii D^Àdda Marziale , Mattutinovick, De-la-Vergne ,
MafTei (ferito), e gli ufTiziali di fanteria Tavera, Grotti, Picoletti,
Beckly, Barbavara , Golombani , Bianconi e Chaonet ( tutti feriti ,
e Barbavara due volte ) ; Dubois, Benelli , Bianchi, Leblanc , Du-
prez, Gragner, Filippini, Fen-ari, Baccarini , Jaques , Braida , Fer-
rini, Cardinali, Potier, Ambrogio, Sauge; i capobattaglioni Moroni,
Valeri, Audiffred ; V uffìziale di salute Ragazzoni, che medicò i fe-
riti sotto il più vivo fuoco del nemico ; i sott' uffiziali e soldati
Dupré, Rosselli, Romoletti, Bonacati, Ballotta e Vanotti (che salvò
il capitano Barbavara) -, il i ."* d' infanteria ed il i .» leggero, che so-
stennero queste ostinate £izioni , diedero prove del loro valore e
fecero evoluzioni con quella imperturbabilità per essi praticata al
campo di Boulogne-sur*mer, d'onde procedevano.
In prossimità del Baltico, nella linea tenuta dal colonnello Rou-
gicr, sta il borgo di Stepnitz. Esso era occupato ( 1 1 aprile ) da
una colonna di fanti leggeri nostri , comandata dal capitano Be-
roaldi Luigi. Seicento Svedesi, profittando di una notte tempestosa
e buia, vi sbarcarono improvvisi sorprendendo il villaggio, e cir-
*
— se-
condarono gli Italiani. Si ritrassero questi lungo un terreno pa-
ludoso, nel quale invischiati, vennero circuiti, imbarcati dagli Sve-
desi, e condotti in prigionia.
Napoleone il 19 aprile scriveva a Teuli^: ^ Io vi dirigo qiic-
u sta lettera per attestarvi la mia soddisfazione della buona
i( condotta che avete tenuta nelP investimento di G)lbergl dm
i( sensibile piacere vengo informato del buon contegno delle mie
(^ truppe italiane, e del coraggio ch^esse dimostrano in tutte le
i4 circostanze ^ presa che sarà Colbei^, chiamerò la vostra divisione
u al grande esercito per porla in grado di spiegare tutto il
u suo valore, e di acquistai^ nuovi titoli alla mia stima e nuovi
w diritti a' mici benefizi. ?»
Al principio d'aprile gli Svedesi respinsero i Francesi dalle vici-
nanze di Sti*alsunda, ed il i .^ reggimento d' infanteria italiana, chia-
mato in loro soccorso , non tardò ad incontrare il nemico che di-
fendeva il passaggio dello Zurou, che fu superato a nuoto da un
battaglione di questo reggimento. Ristabilito il ponte, anche un al-
tro battaglione lo passò rovesciando la colonna nemica, che di
nuovo venne sgominata ad Anclam. Dopo i quali fatti fu sotto-
scritto un armistizio cogli Svedesi.
Severoli parte da Milano (aprile) per il grande esercito col 4-*
reggimento d' infanteria, col i.** dei cacciatori a cavallo. I due reg-
gimenti dragoni Napoleone e Regina erano pure in marcia con com-
pagnie d'artiglieria a piedi ed a cavallo^ i dragoni Regina ed i
cacciatori ricevettero 1' ordine di andare al gran quartiere generale
deir esercito , mentre gli altri corpi furono diretti a Ck)lberg. Ivi
vennero inviati 900 uomini per rafforzare i reggimenti della divi-
sione Teulié, che per tal modo numerò 8000 combattenti, looo ca-
valli e 12 cannoni (Doc. X).
Il reggimento cacciatori reali del colonnello Zanetti Alberto fece
parte della divisione Lassalle (corpo d'armata di Soult), ed i dra-
goni Regina del colonnello Jacquct giunsero all' esercito quando
l'armistizio coi Russi e Prussiani era già conchiuso.
Colberg era perfettamente investita , ma non si poteva pro-
cedere nelle operazioni per difetto d'artiglieria d'assedio^ gli
Italiani avevano avuto cura di respingere tutte le sortite de' Prus-
siani co' quali erano sempre alle mani.
Scriveva Berthier d' ordine di Napoleone a Loison (il 19 aprile):
« Ho posto sotto gli occhi dell'impera lorc le vostre lettere. Sua Mae-
— 39-
M sti v^ incarica di testificai*e alle brave truppe italiane tutta la sua
ti soddisfazione per la condotta gloriosa da esse tenuta negli ultimi
a affari. Informatevi del grado che Teulié lia nella Corona di ferro,
tf essendo sua intenzione di dai^li una promozione in queir or-
u dine. Sua Maestà accorda a ciascheduno dei reggimenti italiani sci
u Corone di ferro, tre per ufHziali e tre per sott^utfizìali e soldati ^
« trasmettetemi i processi verbali di quelli che se ne resero più
« degni. "
A questi fatti d^armi altri ne tenner dietro di minor importanza,
ma nella notte del 17 al 1 8 maggio il i.® reggimento dMnfan-
tcria ebbe ordine d' investire il fortino avanzato nemico , chia«
niato Ridotto Verde, protetto dal forte di Wolkcsberg. Il capo-
battaglione AudiHred, preceduto dalle quattro compagnie deWol-
teggiatori del i .^ d* infanteria , non che da altri corpi , s* inol-
tra fino appiedi del ridotto senza tirar un colpo di fucile ; di lì
comanda F assalto. Lo difendono con vigore i Prussiani, ma i no-
stri vi penetrano , ne inchiodano i cannoni, demoliscono le opere,
facendo prigionieri 80 de' difensori superstiti.
In questo mezzo il presidio di Colberg opera una sortita sugli
Italiani che vanno loro incontro. Allora s' impegna vivissimo com-
battimento, dacché il nemico è protetto dalle batterie della piazza
ed i nostri sono senza cannone. Cionnonostante imperturbabili so-
stengono r urto nemico , e costringono i contrari a ritirarsi nella
piazza. Perdettero gli Italiani in queste azioni 33 uomini uccisi ,
e 78 furono feriti. Fra i primi ebbero a compiangere il capobat-
taglione AudiflTred , il capitano Angelot , i sottotenenti Pallavicini
Adalberto e Rivier del i .<> d' infanteria , spenti nel ridotto , e del
a.* leggero il capitano Ferrante Giuseppe ed Alberici sottotenente,
e tra i feriti Valeri capobattaglione ^ Poise, Rusconi, Ferante Al-
berico e Sacchini capitani ^ Neri tenente, e Ragazzoni chirurgo.
Per rendere un meritato tributo alla memoria de' prodi che a
prezzo della loro vita conquistarono i ridotti , Teulié diede a
questi i nomi di Audif&ed, Angelot, Pallavicini ed Alberici
(Noi. 18).
Napoleone sollecitò F invio delle grosse artiglierie e munizioni
necessarie. Teulié, adoperandosi a farne armare tutti i ridotti , si
affrettò con ardore all'espugnazione della piazza. Incominciò il
fuoco il 16 maggio. Disposto l'assalto del Wolkesberg, la co-
lonna de' volteggiatori italiani vi si accinse nella notte. Grande
i
^-
— 40 —
fu la strage , ma il fitirte fu preso , se non che per fatale equi*
VOGO i Wùrtembergliesi, che facevano parte degli assedianti, igno-
rando che il hhkhaus era già in possesso degli Italiani, fecer fuoco
sopra di essi, credendoli Prussiani, e questi ripostando, ebbero per
alcun tempo ad uccidersi fra di k»t). I Prussiani allora, profittando
della confusione, ripigliarono il Wolkesberg. U 1 3 giugno, portati
a termine i preparativi per un nuovo assalto al Wolkesbei^ ,
rinimico, spaventato dalle fazioni antecedenti, si determinò a
cederlo. In questo giorno fu consentita una tregua di ventiquattro
ore, ma scorgendo i Prussiani continuarsi dai nostri gli scavi del
cammino coperto, le batterie di G)lberg sul far dell^ alba del 1 4
rincominciarono il fuoco. Loison inviò tosto agP avamposti per co-
noscere la causa della rottura della tregua. Teulié, che era volato
là dove lavoravano i suoi soldati , colpito in una coscia da palla
di cannone uscita dalla piazza , cadde, e fu trasportato a Tramm,
e sebbene ridotto agli estremi , continuò per tre giorni ad ema-
nare i suoi ordini al campo, ed il sesto spirò. Il lutto dell^ eser-
cito, non die della Pomerania prussiana, di cui avea avuto per quat-
tro mesi il governo, fu pari alla grave perdita fatta. U generale ne-
mico istesso , quando si seppellivano i resti del prode guerriero ,
concorse ad onorarlo con replicate salve d^ artiglieria (Not. 19). li
generale Severoli, per diritto d^ anzianità, assunse il comando della
divisione italiana.
Molti furono i fatti d^ armi accaduti in questi giorni , e ba-
sterà indicare i nomi di quelli che vi si distinsero , da che si
tratta di semplici azioni di valore. Il capitano Bonelli con 3o
volteggiatori resistè ad uno squadrone di cavalli prussiani , e
lo obbligò a ritirarsi con perdita. Il tenente Araldi Gaetano ed
il sottotenente Cosraacendi con 86 uomini del a." leggero de-
stinati alla difesa del Wolkesberg, attaccati da un corpo di Prus-
siani , resistettero valorosamente intanto che il capitano Pianta-
nida del 4« ' ^ infanteria vola in loro soccorso con due compagnie ^
allora V azione si fa più viva, e succede un vero macello dei nemici,
j)oichè rimasero quasi intieramente distrutti. Un battaglione prus-
siano ed un corpo di partigiani di Sellili entrano in Selnow, sor-
prendono e tagliano a pezzi la guaidia comandata dal capitano Ga-
sparini del i.* leggero. I soldati di questo reggimento, svegliati,
accorrono guidati dal generale Bonfanti , dal colonnello Rougier,
dai capobattaglioni Scotti e Pcraldi , dal tenente Soave ed alcuni
i ì
— il —
altri utiìziali. Essi diedero belle prove di Vidore, attaccando il Qe-
mico, che in breve venne rotto e fìigato, lasciando non pochi morti
sul terreno. Indi sopraggiunsero anche due compagnie del a."*
leggero, che incalzarono vivamente F infanteria prussiana, e la fe-
cero quasi tutta prigioniera. La sola cavalleria si salvò colla fuga.
Oltre i soprannominati ufiiziali si distinsero in questo fatto anche
il capitano Bassi, i sergenti Sassi e Cairati ed il caporale Tozzi, e
molti altri.
Disertato nella notte del 26 giugno dal ridotto Angelot il ser-
gente Vailati, portò al nemico la parola d^ordine del campo asse-
diante ( che era in quel giorno Das^id^ Danzig^ Ductorow). Que^
sto se ne giovò tosto per sorprendere il Wolkesberg e far prigio-
niero il presidio composto di uffìziali e soldati del 4*'* d^ infanteria*^
ma accorsi Severoli, Bonfanti e Mazzucchelli, seguitati dalle loro
schiere , per ben venti volte assalgono il forte , e finalmente al-
r alba vi piantano la bandiera italiana. Questo fatto riuscì oltre
ogni credere micidiale ai due partiti f dacché non rimase pal-
mo di terreno scoperto da cadavere prussiano od italiane. Fu
il combattimento più ostinato di tutto V assedio ; costò agli Ita-
liani 37 ufHziali morti e feriti^ e fra i primi il capitano Salomoni
del 4-*' d'infanteria e Cardinali del i.** leggero. In tale fazione
furono rammentati come prodi i capitani Perrin e Rossi , i
tenenti Bonelli , Corona , Garelli e Cesati , del i ^ (T infanteria ^
Piella , Fioravanti e Dalstain del 4-** h Papazzoni , Marinetti , Cu-
gnato , De-Michelis ed il sergente Tozzi de' reggimenti leggeri.
Gli uffìziali di salute Ragazzoni e De-Filippi ebbero pur troppo
ad impiegare V abilità e la fdantropia loro nel soccorrere tanti
feriti.
Air alba del primo luglio gli assedianti aprirono il fuoco ^
il I." leggero attaccò le saline di Colberg', il combattimento fu
lungo, ostinato e sanguinoso. Vi perì Baccarini Francesco , capi-
tano del i.° leggero che non aveva in tutta la divisione chi lo
superasse in valore ; vi perì pure il tenente Belluzzi. La piazza
era ridotta a mal partito, quando il 2 luglio giunse la notizia del-
l' armistizio di Tilsitt, ed il fuoco cessò tosto da ambe le parti.
Il reggimento cacciatori italiani (colonnello Zanetti Alberto),
che era nella divisione Lasalle , si disthise all' afiàre di Lemitten
(il 5 giugno). Il giorno 8, essendo stata inviluppata la brigata del
generale (jruyot, di cui questo corpo faceva parte, dovette per re-
T, IL 6
1
— 42 —
trocedere , aprirsi la strada con cariche reiterate ; Zauetti , ten-
tando di raggiungere la divisione francese comandata da Legrand,
neir impeto della carica incontrò co^ suoi ^cciatori una palude,
la quale peggiorò anche di pia la condizione dei nostri. Libe-
raronsi coloro che poterono da quel nuovo impaccio , e guidati
dal comandante Arici e dal capitano Smorzi retrocessero sul
grosso della brigata ^ grave fu la perdita degli Italiani, poiché ol«
tre il colonnello Zanetti, il caposquadrone Soffìetti Michele e molti
uffiziali subalterni , rimasero uccisi 60 soldati , 1 00 air incirca fe-
riti, ed altrettanti caddero prigionieri. Napoleone informato di que-
sta sventura, per ricompensare il coraggioso e Cermo contegno dèi
cacciatori italiani oltre aver prodigate ricompense ai valorosi supera
siiti (fra i quali il tenente Visconti Francesco di Lodi, che fregiò
della Legion d^ onore, indi della Corona di ferro), chiamò quei cac-
ciatori al quartiere imperiale, ed associatili alla sua guardia, ordinò
che facessero con essa il rimanente della campagna, e vi restarono
ùiì dopo Parmistizio \ onorificenza dal monarca non mai accordata
ad alcun coi*po di linea francese. I cacciatori ritcnmarono poi (par-
tita la guardia ) alla divisione Lasalle.
POìIEKANIA SVEDESE.
Le schiere italiane, cessate le ostilità, stettero due giorni an-
cora sotto Colberg. Il 10 luglio furou passate in rassegna dal ma-
resciallo Brune, qual comandante V esercito della Pomerania sve-
dese. Ivi la divisione ebbe la soddisOaLzione di ricevere gli encomi
del nuovo suo capo, e mosse col resto dclF esercito alla volta di
Dammin. Collocata al centro passò la Pecne, e giunse a Grimm
il 1 4. Il giorno appresso fu investita Stralsunda, e la divisione ita-
liana venne collocata alla destra di tutta la linea. Sopravvenne frat-
tanto a Milzou il general Pino col reggimento dragoni Napoleone
forte di 5oo uomini, comandato dal colonnello Palombini e dal ca-
posquadrone Schiazzetti Fortunato. Il 25 Pino assunse il comando
delle schiere italiane :^ Berlhicr ne passò la rassegna, e rivoltosi alle
squadre disse loro che proseguissero a mostrare lo stesso zelo, la
bravura medesima fin allora adoperata, essendo questi i veri mezzi
di far conoscere di quanto fosse capace la brava nazione italiana.
Tutti i corpi italiani, che eran distaccati dal grande esercito, vennero
a poco a poco a connettcì-si alla divisione Pino (Doc. XT), e fra quc-
— 43 —
Sii il rimanente delF artiglieria, degli zappatori, il reggimento dra-
goni Regina e quello dei cacciatori a cavallo, il quale, quando
parti poi dalla divisione Lasalle , fu da quel generale accommia-
tato con lettera che faceva grandi encomi della sua bravura. L' e-
logio di uno de' più distinti generali di cavalleria dell' Europa
fu certo beli' attestato del merito singolare di questo reggimento
(Doc. xn).
La divisione italiana, colla riunione di tutti questi corpi, ebbe
una forza efiettiva di circa ia,ooo uomini e aooo cavalli gl'aiutante
comandante Balabio fu destinato al quartier generale dell' esercito
della Pomerania. I lavori d' assedio sotto Stralsunda furono spinti
con grande attività, e l'apertura della trincera venne stabilita per
il i5 agosto, festa dell'imperatore.
Il i6, mentre Gustavo, re di Svezia, alla testa del suo stato
maggiore visitava i posti, un giovane soldato del 4-** d' infante-
ria italiana , prendendolo di mira , gli scaricò un colpo di mo-
schetto, cosicché la palla gli fischiò alle orecchie. Il re pregò il
maresciallo Brune , per mezzo di un suo aiutante , di far conse-
gnare a questo bravo bersagliere quattro federici d'oro. Era ' già
intrapreso il bombardamento, quando Gustavo si ritirò alP isola
di Riigen con una gran parte del presidio, ed il generale sve-
dese Peyron capitolò il 20 agosto consegnando la piazza. Tra gli
Italiani il solo tenente Tressini ebbe a perirvi.
Per assicurare la sua conquista. Brune doveva impadronirsi delle
isole di Danholm e di Rùgen, le cui batterie vennero smontate dai
nostri artiglieri. I granatieri e volteggiatori italiani furono fra i
primi a penetrare nell' isola di Danholm, e fra quelli che si no-
tarono come distinti furono il capobattaglione Cotti ed il sottote-
nente Marinetti del 2.° leggero, nonché Rivaira Luigi, aiutante di
campo del general Pino.
L'isola di Rùgen capitola (8 settembre). Dipoi la divisione ita-
liana venne ripartita a Rostock e luoghi adiacenti, ove rimase fino
al principio di dicembre, ed indi partì per l' Italia. Il a8 febbraio
1808 fece il suo ingresso in Milano, ove se ne celebrò il ritorno
con pubbliche feste, ciò che si era fatto anche in tutte le centrali
de' dipartimenti da lei attraversati. Furono accordate molte ricom-
pense ai militari italiani. Severoli fu creato generale di divisione.
Viani, Mazzuchelli e Fontane, generali di brigata; Zucchi, colon-
nello, e moltissime decorazioni vennero assegnate a questi bravi.
v>-
— 44 —
Chiusa la campagna, la divisione era anccr forte di ii,ooo uo-
mini e 1800 cavalli.
REGNO DI NAPOLI.
La divisione Lechi nel regno di Napoli , dalla quale al princi-
pio delFanno erano stati distaccati il 4*° <li linea, i dragoni Na-
poleone e Regina, ed i cacciatori reali che abbiamo veduti in Po-
merania, venne disciolta (ottobre), ed i corpi che la componevano,
in prte rientrarono nel regno , in parte furono disseminati. Il
5.^ reggimento d' infanteria s' imbarca ad Otranto per Corfù ;
le compagnie scelte del a.° d^ infanteria passano a Napoli \ un
battaglione del 3.** si trasferisce a Civita-Vecchia 5 uno del a.**
d'infanteria è nelle Calabrie*^ uno rientra nelF interno: uno del
S.^'d^ infanteria occupa la costa dell'Adriatico ad Ancona, Pescara
e Bari , ed un altro di questo reggimento passa a Livorno. Pcyri
era nelle Calabrie , ove ebbe merito nella presa di Maratea alla
lesta del battaglione del a.® d' infanteria e dell' artiglieria ita-
liana. Ei fu creato commendatore dell'ordine delle Due Sicilie.
Il capo dello stato maggiore generale encomia (Doc. XIII) la
condotta degV Italiani. Nelle fazioni di Maratea ed altre nelle Cala-
brie, l' artiglieria italiana rese importanti servizi, e si segnalarono
prlicolarmcnte gli uffìziall Donegana, 01o(', Magri, Ceracchi, Li-
relli, non che i sott' ufllziali e soldati Borei,, Piastri, Nussani, Pa-
nusca, Padovani, Novi, Turetto, Sposigo, Gambi, Berturioni, Bravo,
Magnacavalli. Beflani, Fieri, Fiamberti, Carli, Tampieri, Delfini ,
Ajasso, Ciadelli, Tibaldi, Bonfatti, Cemaschi, Strada, Borgnio, Barli,
Sinifaldi, Paselinì, Avalaschi, Mantovani, Bonfanti, Ravisa, Atc-
nesi , Cliiani.
Il generale francese Lamarquc (grande oratore nella camera dei
deputati in Francia dopo il i83o) rese piena giustizia agi' Italiani
da lui comandati nel rinomato assalto di Maratea.
Fiorella ( dicembre ) è inviato in Toscana a reggervi le squa-
dre italiane e franccsL
Napoleone da Milano ordina la formazione di una divisione ita-
liana che Lechi deve condurre ai Pirenei Orientali (Doc. XIV).
— 45 —
DALMAZIA.
I Russi ed i Montenegrini sbarcano sulle coste di Polgizze (giu-
gno). Lechi Teodoro coi due battaglioni della guardia reale li
attacca, e dopo ostinata e feroce i*esistenza li sconfigge. Unito ad
un corpo francese, batte i nemici a Clobac ( i4 giugno), 4oo ne
restano uccisi, 55 prigionieri e 3 cannoni in poter nostro. A Gro-
cov (i6 giugno) si rinnova la pugna e ad Almissa, e qui pure
Russi, Montenegrini e Bocchesi sono sbaragliati.
U commissario aggiunto Giambelli, inviato in missione ad An-
tivari , vi è trucidato dagli abitanti.
Guerra terribile fu questa. I Montenegrini uccidevano i pri-
gionieri e gettavano le loro teste fra le file de' compagni inor-
riditi. I Franco-Itali li inseguivano sui monti e nelle loro tane,
e quando non li potevano pigliare, per essersi in queste troppo
addentrati , ve li facevano morire soffocati a guisa di éerc, met-
tendovi il fuoco. La notizia della pace di Tilsitt (luglio) e la
cessazione delle ostilità coi Russi fecero rientrare i Montenegrini
ed i Bocchesi nell'ordine.
II ministro della guerra Cafarelli andò a Parigi deputato del re-
gno per felicitare Napoleone sulla pace di Tilsitt. Accolto in pub-
Mica udienza, il monarca gli disse :
u Io ho provato un' esultanza particolare nel corso dell' ulti-
« ma campagna , osservando la condotta con cui si distinsero
u Je mie truppe italiane. Per la prima volta dopo molti secoli gli
Ci Italiani si sono mostrati con onore sul gran teatro del mondo.
« Spero che un sì felice principio ecciterà l'emulazione nazionale.
« Fate conoscere queste mie parole all'esercito ed alla nazione, w
Il gran sultano chiede a Napoleone d' inviargli a Costantinopoli
Goo cannonieri. Se ne trascelgono 200 dall'artiglieria italiana fra i
più robusti e di bella presenza. S' inviano pure a Costantinopoli ufli-
ziali del genio, comandati dal colonnello d'artiglieria Foy (poi cele-
bre oratore nella camera dei deputati in Francia), da Sorbier co-
lonnello del genio (morto all'afiare d'Illasi nel 1809), ed a loro si
uniscono pure alcuni uffiziali italiani d'ambe le armi.
ij"
— 4(5 —
In qucst^ anno vi erano soldatcsclie italiane alle coste del Baltico,
nella Palmazia, in Turchia, nelle Isole Jonie, nel regno di Na-
poli, in Toscana, negli Stali Pontificii ed ai Pirenei Orientali, oltre
i presidii neìV interno del regno.
1808
CATALOGNA.
La divisione Lechi associata alF esercito francese comandato da
Duhesme nei Pirenei Orientali, si riunisce al principio di febbraio
sul colle di Pertus. Precedendo di un giorno il corpo principale
per la via di Bellegarde, discende nella Catalogna e giunge a Bar-
cellona (19).
Lechi occupa per sorpresa (129) col battaglione di Veliti reali la
cittadella. Milossewitz, designato ad entrare nel M ontjotii, dapprima
non vi riesce, opponendovisi il comandante Alvarez; ma il capitano
generale spagnuolo D^Ezpeleta, dopo lunghi dibattimenti, ordina ad
Alvarez di cedere il forte al generale italiano.
AUa porta di mare in Barcellona era un corpo di guardia oc-
cupato dagli Spagnuoli e dagli Italiani promiscuamente. Il capi-
tano spagnuolo Tivallar ricusa di rendere gli onori militari al
generale italiano. L^ufGziale Provana de' Veliti reali alla sua volta
usa di rappresaglia verso il generale spagnuolo (9 aprile). Le due
guardie si motteggiano e vengono alle prese: il popolo vi accorri»,
e s'impegna un istantaneo combattimento, nel quale parecchi ri-
mangono feriti ed uccisi. I generali italiani e spagnuoli riescono a
far cessare la mischia*^ i due uffiziali sono feriti;^ i veliti Maistrini,
Giulianini, Montanari e Seressa, meritarono onorevole ricordanza
per la loro imperturbabilità. In altra zufià (27 maggio) e morto
dagli Spagnuoli Gclmi, caporale degli zappatori dei velili, ed il fra-
tello dell' estinto con alcuni compagni menarono le mani per modo
che dileguata in un baleno la calca, tirarono aspra vendetta del-
l' uccisione.
Ai 4 di giugno Duhesme commise alle sue schiere di marciare
contro le città che erano insorte. Una colonna d' infanteria con
due compagnie , comandata da ScrbcUoni Ferdinando e Rossi, fa-
cente parte della brigata Schwarz, si avviò al Bruck, ove fu attac-
cata, e dovette retrocedere a Barcellona essendo stata battuta ad
— 47 —
Esparaguere ed a Martorell -, i scittotcnenti Calamini ed il maresciallo
d^ alloggio Romiti si distinsero. Prendendo piede F insurrezione ,
Duhesme richiamò in Barcellona le sue genti e fece dapprima di-
rigere i Veliti alle rive del , Llobregat per allontanare i rivoltosi
dal ponte di Molinos de Bey , ma bisognò poi clie ' lo stesso
Lechi marciasse con tutta la sua divisione per riprendere le al-
ture della città. Egli , nella notte deir 1 1 al 12 giugno , coi
Veliti comandati dal capobattaglione Cotti Vincenzo , un batta-
glione del 2.'' dMnfanteria, uno squadrone di cacciatori coman-
dato da Lorenzi Celso e 4 P^^^i d^ artiglieria, attaccò il nemico,
lo snidò dalle sue posizioni, lo forzò a ripassare il Llobregat, ed
occupò coi Veliti San Vincente. Il valoroso colonnello Foresti
Pietro, varcato il^ villaggio di Pallejo attraverso grandissimi osta-
coli y sbaragliò il nemico , e per tal modo liberò le alture e le
campagne che circondano Barcellona^ furono 100 i feriti italiani^
questo era il primo fatto d^ armi nel quale si versava sangue ita-
liano sul suolo spagnuolo. I Veliti ebbero feriti il caporale Al-
bini ed il soldato Ceresa. Si distinsero , nel 2.° d^ infanteria , gli
uffiziali Piccioli , Magistrclli , Maranesi , Dondini , e fra i Veliti
gli uffiziali Bolognini e Busi.
Gli Spagnuoli avendo intercettata la linea di operazione colla
Francia, Lechi nel giorno 16 si avvia a Matarò, respinge il nemico
fino a Mongat, che vien preso d'assalto colla perdita di 3 morti
e 6 feriti. Indi retrocede a Matarò, rioccupato dagli Spagnuoli, e lo
piglia. Vi periscono a uffiziali e 18 soldati. La città è saccheg-
giata. Sono particolarmente encomiati il generale Milossewitz, il
colonnello Foresti, i capitani Bianchi, Vincenzi, Grassi, Crovi, Busi
e Bolognini ed il tenente Germain. Anche Colella è presa e Du-
hesme si decide ad assaltare Gerona. Lechi gli fa osservazioni
sensate per distornarlo dall^ impresa ^ nonostante il colpo è tentato
il giorno ao, e fallisce con grave danno dell' esercito. Gli Italiani,
condotti dal capobattaglione Rossi Carlo, perdono 3oo uomini -, tra
i feriti è il velite Laugier.
U tentativo di prender questa piazza con un colpo di mano per
non dar tempo di ristorarne le fortificazioni, può essere stato con-
sigliato a Duhesme dall' esperienza di quanto era ivi avvenuto in
altri tempi. Nel ia85, Filippo III di Francia penetrò nella Ca-
talogna con un esercito che oltrepassava i 100,000 uomini, segui-
tati da 80,000 carri (come asserisce lo storico D' Escolt, testimonio
— 48 —
oculare), ed assistito da una flottiglia composta da 1 5o galee, ciie
portavano gli approvigionamcnti, ma fu arrestato nella sua mar-
cia durante V estate sotto le mura di Gerona. Dopo inutili assalti,
rinnovati giornalmente, i Francesi vennero scompigliati, e consunti
dai disagi e dallWia malsana al punto, che levatisi poi i Catalani
in armi dalla parte di Besalù e Ilostalrich, recarono ai Francesi
gravi molestie e costrinsero il re Filippo a ritornarsene in Francia,
perdendo in Catalogna 60,000 uomini nella fuga e la stessa sua
vita per malattia , smentendo anciic ( come disse un riputato sto-
rico dei nostri giorni ) il nome di Ardito colF esito miserando
della sua impresa, e fu di lui che Dante scrisse :
tt Morì fuggendo e disfiorando il giglio. «
Il 21 r esercito si dii*ige verso Barcellona. Lechi vi arriva il 25
dopo di esser stato in posizione a Matarò ^ il 3o i cacciatori a cavallo,
comandati da Bambourgt, custodiscono il Llobragat, fanno una ses-
santina di prigionieri e fugano più di 5oo paesani. Lechi sbocca sulla
strada di San Feliu, prende il ponte e le batterie di Molinos de Rcy
coi Veliti , comandati dal generale Milossewitz. La rotta divien
completa, periscono i tre Veliti De-Montalvi, Vecchi e Bossi. Le-
chi si rivolge a Martorell, che piglia e maltratta^ indi ritorna a
Barcellona, di cui Duhesme gli lascia il comando, intanto che ( 1 3
luglio) egli si avvia di nuovo verso Gerona , conducendo con se
j>arte degli Italiani. Si hanno piccoli scontri cogli Spagnuoli che
cii'condano Barcellona, ma quello del 1 2 agosto è degno di ricordo.
Mentre la 5.* compagnia de' Veliti rendeva gli ultimi onori al
suo capitano Collini , gli insorti, indotti in erroi-e dallo strepito
delle salve, immaginandosi scoppiala una sommossa in città , cor-
rono verso le portc^ Lechi interrompe la cerimonia funebre, accorre
con 100 Veliti dalla cittadella, investe gli Spagnuoli, li scompi-
glia, li incalza, prende d'assalto il convento di San Geronimo,
ove si erano ricoverati, e ben pochi si salvano.
Informato il generale italiano che Duhesme abbandona l'assedio
di Gerona, e che nel retrocedere verso Barcellona gli Spagrmoli
gli contendono con risolutezza il passo, si spinge coi Veliti e po-
chi cacciatori a cavallo sulle alture di Mongat, ove opera la sua
riunione colP esercito.
Se gli storici , per non tradire la loro missione, hanno dovuto
I
I
— 49 —
registrare parecchi atti di barbarie che appongono taccia indelebile
alla riputazione di molti partigiani spagnuoli durante la guerra na-
poleonica, equità vuole che non si passino sotto silenzio le azioni
dei generosi che onorano il carattere di questa nazione. U soldato
Grossi della 3.' compagnia dei Veliti, comandata dal capitano Busi,
essendosi addormentato in una casa che i suoi compagni avevano
salvata dal saccheggio, scoperto, dopo la partenza de^ nostri , dai
padroni di quella abitazione, lo svegliarono e condussero in salvo
dicendogli : w Voi appartenete ad un corpo valoroso che si è ben
«< condotto, ed al quale abbiamo particolari obbligazioni ^ godiamo
« ora di darvene prova salvando voi che ne fate parte. »
Duhesme, soddisfatto della divisione Lec)ii, nel suo ordine del
giorno si espresse nei seguenti termini : u Io adempierò ad un
u ben grato dovere nel far conoscere all'imperatore quanto avete
u operato a favor delF esercito, e per V onore delle sue bandiere.
M Io garantisco delle ricompense che da lui si accorderanno a
u que' soldati italiani che più si mostrarono degni discendenti
u de' soldati di Roma, yy
Questo generale, scrivendo al viceré il io agosto, fra le altre
cose diceva : w II capobatlaglione Viviand si è sempre distinto^ Vau-
u trin, aiutante dei cacciatori, si ò segnalato nella bellissima carica
u che uno squadrone di questo corpo fece sul Llobregat, ove scia-
u bolo 5oo briganti e fece loo prigionieri. Non posso dispen-
« sarmi dal domandare la Corona di ferro \)er il capitano Ponsl ,
a che non ha mai cessato di dare prove di bravura, di attività
u e talenti militari in più di venti combattimenti sostenuti dal
u suo battaglione. Il capitano Bonfdi de'granatieri, è altresì estre-
u mamente commendabile ! y>
Il capobattaglione Cotti, incaricato di assegnare una decorazione
della Legion d' onore a quello dei sott' uffiziali e soldati del reggi-
mento di Veliti che più V avesse meritata, raccoltisi intorno i suoi
bravi, disse : w Io non so chi preferire-, tutti la meritaste: la sorte
« decida ! ^> Gettati nelF urna i nomi ne uscì Manzotti , foriere alla
3.' compagnia.
Rinchiuso il presidio in Barcellona, ebl)ero luogo [Kirecchie sor-
tite per procacciare vittovaglie. Nella notte del primo al a set-
tembre gli Italiani si diressero a San Boy 5 giunti alle falde delle
montagne attaccarono l'inimico -, questi si ripiegò mentre una
numerosa colonna de' suoi s' imboscava. Quando gì' Italiani , in-
T. II. 7
— 50 —
seguendo gli altri Spagnuoli, giunsero a loro portata^ gV imboscati
fecero una scarica violenta e micidiale : 1 3 uffiziali de^ nostri, molti
sott^ uffiziali e soldati toccaron ferite più o meno gravi. Il capi-
tano Milanesi, i tenenti Nobili, Dcpetris e Bruyére caddero morti.
Foresti , Cotti , Rossi , precedendo i soldati , gridarono : — Viva
Italia ! avanti ! — A questo grido gf Italiani si slanciarono a baio-
netta spianata. Bianchi Gaetano , die era distaccato con tre com-
pagnie , veduto il pericolo , opera un cangiamento di fronte , e
corre minaccioso contro il lato sinistro degli avversari. I due as-
salti procedendo contemporanei, urtano V inimico e lo rovesciano.
GÌ' Italiani superano i trinceramenti, entrano nel campo, e 3 can-
noni e molti prigionieri restano in loro potere. Costò cara la vit-
toria, ma V Italia rammenterà con orgoglio i nomi degli uffiziali
Foresti, Cotti, Bossi, Bianchi, Bolognini, Busi, Romani , Albini,
Moscati, Piccioli, Magistrelli, Benciolini, Pavesi Carlo, Ceroni,
Brugnani, Brunetti, Nogarina, Clerici Paolo, Brescia e Vitaliani.
In questo mezzo Lechi con due battaglioni italiani , confina il
nemico sulle alture di Moncada. Il 1 3 settembre, coi Veliti ed il
5.° d'infanteria (che prima era il a.**), si dirige a San Boy, 'e vi
libera il generale Schwarz ivi circuito. Il 9 ottobre gì' Italiani,
attaccati nel ridotto cretto sulla vetta del monte che sovrasta al
villaggio di Sorria, respinsero gli Spagnuoli e li sbaragliarono^
Chabran coi Napoletani scacciò il nemico dai colli di Valvi-
drera. Il lO i Veliti con altri corpi, assalirono il campo di Mi-
lans al passo di carica e lo presero , obbligando il partigiano a
salvarsi nella valle di Congart : 4oo uomini fra morti e prigionieri,
numerosa quantità d'armi e di munizioni, 6 cannoni da montagna,
molti effetti, la cassa militare, ec, furono i trofei di questa spe-
dizione consumata con altrettanta sagacità che ardire.
Mentre succedeva tale fazione, la squadra inglese, comandata da
lord Cochrane, volle tentare una diversione sbarcando alcune cen-
tinaia d' uomini. Cotti inviò loro incontro la 1 .* compagnia dei
Veliti comandata da Tinti , che si uni ai corazzieri francesi, retti
dal colonnello Guercy. Il desiderio e la gara di misurarsi cogli
Inglesi, pose le ali ai piedi degl'Italiani; essi, malgrado il fuoco
delle navi, precipitaronsi con tale impeto contro i Britanni, che
mal potendo sostenerlo , si rimbarcarono. Per altro non tutti ,
dacché rimase prigioniero il loro capitano con parecclii soldati. I
Veliti in questa ardita fazione avanzarono nel mare coli' acqua fino
al petto.
— 51 -~
Intanto Milans aveva raccozzato i suoi a Grannolercs, ma il
giorno 1 1 i nostri assieme ai Francesi presero la città e la sac-
cheggiarono, perchè gli abitanti avevano fatto resistenza. U 12 i
Veliti si riunirono a Milossewitz , e marciarono sopra San Cugat,
deserto paese, che fu traversato dalla vanguardia italiana comandata
dal caposquadrone Lorenzi Celso con 80 cacciatori Principe Reale.
A pochi passi dal borgo si scopre il nemico 5 Lorenzi si mette in
posizione, e chiede ordini a Milossevritz, che gP ingiunge d' avan-
zarsi per esplorare , mentre invia alla sinistra del villaggio alcune
compagnie. Lorenzi s' inoltra, ma perde molti uomini ; giunge co^
suoi sconnessi sotto la posizione, vi è ricevuto da una salva d^ arti-
glieria a mitraglia, e caricato dalla cavalleria nemica. È ferito e
preso con due uffiziali ed alcuni soldati ; gli avanzi sono incalzati
dai cavalieri spagnuoli. Milossewitz manda a rinforzo le compagnie
centrali del battaglione del 5.^ d^ infanteria, ma anche queste sono
scompigliate ^ ne fa inoltrare due altre di Veliti guidate da Busi e
Bolognini, colla scelta di cacciatori a cavallo e coi granatieri del 5.°
condotti da Magistrelli per attaccare le batterie ; un' altra dei Veliti
con Tinti, assieme a quella dei volteggiatori del .5.° comandata da
Dondini marciano sul lato sinistro. Cotti, Bianchi e Gahizzi col re-
stante del battaglione sostengono il movimento; gli Spagnuoli sma-
scherano due batterie: la fazione si anima, ma intanto un corpo di
cavalleria nemica si precipita contro gP Italiani. La mischia si
converte in duello corpo a corpo , i nostri piegano, poi di imovo
si avanzano, e dopo un'ostinata resistenza si raccolgono tutti nella
spianata di San Cugat^ e Milossewitz retrocede a Barcellona. Noi
avemmo 65 morti, 5 ufjGziali e 180 soldati feriti e prigionieri.
Tutti diedero saggio di costanza, ma particolarmente Foresti (por-
tando alla testa della colonna V aquila del battaglione), Magistrelli,
Dondini, Cotti, Bianchi, Bolognini, Tinti, Busi, Pavesi, BencioHui,
Galuzzi, Crovi, Contri, Carnevali, Araldi, Rambosio, Lanzani, Per-
sonali \ i marescialli d' alloggio Romiti e Tomba -, i sergenti Reina,
Dell'Agata, Cervi, Manzotti foriere; il caporale Giulianini, ed i
Veliti Bargigli e Carotti. L'ordine del giorno dell'esercito an-
nunziava: i( I Veliti hanno manovrato ne' giorni io, 1 1 e 12 ot-
u tobre, sotto il fuoco del nemico come se fossero alla parata. >»
Alla metà di settembre si riunisce a Perpignago un' altra divi-
sione comandata da Pino, numerosa di 10,000 uomini, i5oo ca-
valli e 16 cannoni, compresi i due battaglioni del 6.° di linea prò-
— 152 —
cedenti dalF isola d'Elba (Doc. XV e Noi. 20). E per tal modo
colla divisione Leciii di 3ooo uomini e 5oo cavalli le milizie ila-
liane nella Catalogna ascendevano alla fine del 1808 a !3,ooo uo-
mini e aooo cavalli con due batterie d' artiglieria da campo. Il
ai settembre Mazzuchelli, colla sua brigala com{)Osta dal a.** leg-
gero e 4-** d' infanteria , per la Junqucra entrò in Lspagna ^ di-
rigendosi a Figueras^ il resto della divisione gli tenne dieti-o. Il
a5 , al ponte di Campmany 400^ Spagnuoli sono rotti da Maz-
zucchelli. Il la ottobre tutla la divisione Pino si raccolse nel-
l'alto Ampourdan ed eblje a scortare grande treno di carriaggi
pel trasporto sotto Rosas degli oggetti necessari per espugnare
quella piazza prima d' inoltrarsi nella Catalogna. Il 6 novembre
furono espulsi gli avamposti spagnuoli da Palau, ed all' indomani
si compi l' investimento della piazza. In quel giorno vennero da
quattro sole compagnie del 2.^ leggero comandate dal capitano
Pianlanida occupati i villaggi di Selva di Mar e Llansa. Ivi (gli 8 )
attaccate da forze superiori, furono costrette ad arrendersi ; ma il
general Fontane, accorso col i .^ leggero e con un battaglione del 7.°
d'infanteria, riprese subito quell'importante posizione disperdendo
gli Spagnuoli ed obbligando gl'Inglesi a rimbarcarsi. Intanto il pre-
sidio di Rosas volle trar partito da questa diversione. Mazzucclielli
bravamente respinse le sortite, e approfittò del disordine che Fon-
tane aveva messo nelle file nemiche avanzandosi nel terreno frap-
posto alla città e al Bottone, onde molestare le comunicazioni del ne-
mico, aprire la strada all'acquisto della città e tracciare cosila via
più giusta all'attacco decisivo della piazza. Il capobattaglione Pelis-
sier fu ferito. 11 i5 il generale Fontane colle compagnie scelte del
2.** leggero e quelle del 6 ® d' infanteria assieme al capobattaglione
Casella , prese le prime case della città sul rovescio del camjx)
trincerato , mentre il ca])()l)attaglione I^nge assaliva il forte del
Bottone, ma 1' attacco (nel quale perì il tenente Imbert) andò fal-
lito '^ molli furono altresì feriti , fra i quali i tenenti Giorgi e
Mainoni. Il generale Pino , nella sua relazione al ministro della
guerra, fa i più grandi elogi dei generali di brigata Fontane e
Mazzucclielli, dei colonnelli Castaldini e Renard, dei capobattaglioni
Pelissier, Santandrea Vetter, Perseval , Lange, Peraldi e Casella^
dei capitani Della Torre, Fioroni, Ferriroli, Trolli, Sannazzari,
Ferrante Punsert e Wasart; dei tenenti Migliori, Robert e Le-
Gros: dei sottotenenti Mainoni, Giorgi, Garganico, e dall'aiutante
soli' uffiziale Rubini.
-53 —
Dal 20 al 26 gP Italiani presero di viva forza la città ed il cam-
po trincerato : TroUi, capitano del a.® leggero rese nulle le sortite
dal Bottone ^ il capobattaglione Cornetti (con alcune compagnie del
I.® leggero) s"* impadronì del ridotto^ i granatieri e volteggiatori
del I ." leggero e 6,^ d'infanteria, comandati dal capobattaglione Per-
ccval, respinsero gli Spagnuolie ne uccisero 5oo-, questa ardimen-
tosa e decisiva spedizione fece cambiare il punto d'attacco^ il ne-
mico cercò di riprendere la città, ma il colonnello Rougier col i."
leggero lo rigettò con sommo vigore. Il 3o fu tentato un secondo
assalto del Bottone dal capobattaglione Cometti colle compagnie
scelte del i.** leggero e 6.° d'infanteria, ma fu respinto. Il capi-
tano Sabatier venne ucciso, il tenente Piccolotti ed il sottotenente
De Breme Filiberto feriti; i tenenti Baccarini Sebastiano ed Hazesi
distinsero. Il a dicembre V ufficiale d' artiglieria Lirelli fu ferito,
il tenente Bagutti ucciso. Il cannoniere a cavallo Martin ed il
trombettiere dello stesso corpo Petronio, trovandosi al posto della
batteria contro il forte, ebbero il coi'aggìo di gettarsi sopra una
bomba e di strascinarla lontana dal magazzino della batteria presso
cui andava a scoppiare. Il capitano d' artiglieria a cavallo Neri
Francesco, difendendo la sua batteria, ha di propria mano ucciso
tre soldati nemici. Gauvin, capitano del i.** leggero, e Clement,
caposquadrone d'artiglieria a cavallo, rimasero feriti. Il 5 una
breccia capace per più uomini di fronte era aperta , i fuochi
della piazza spenti; il governatore 0-Daly chiese di arrendersi, e la
capitolazione fu sottoscritta dall'aiutante comandante Dombrowski,
capo dello stato maggiore della divisione italiana. Mentre le osti-
lità stavano sospese, il presidio del forte della Trinità proseguì il suo
fuoco, poi si rifugiò sulla flotta inglese. Quest'assedio costò agli
Italiani 3o uffiziali e 4^0 soldati tra morti e feriti. Il i.® leggero
si segnalò fra tutti.
Non appena presa Rosas, Pino assieme all' esercito di Gouvion-
Saint-Cyr si avviò per sbloccare Barcellona; la brigata Mazzucchelli
era alla vanguardia; il io dicembre la divisione si mise in marcia
e riuscì intorno ad Hostalrich , ma il nemico potè portarsi alla di-
fesa del ponte di San Selony. Quivi però nella mattina del i5 la
divisione Pino lo raggiunse e lo attaccò; il capitano TroUi coi ca-
rabinieri del 2.° leggero, superato il guado della Tordcra, obbligò
r ala destra degli Spagnuoli a ritirarsi ; Mazzucchelli, fatto sbaraz-
zare il cammino dagli zappatori del capitano Ronzelli , ruppe il
— 54 —
il centro nemico, che fu incalzato di fronte e di fianco da Pino^
la rapida marcia e Fazione risoluta degFItaliani , disperdendo
la vanguardia degli Spagnuoli , aprì il passaggio alla colonna , e
contribuì assaissimo aU^ esito della battaglia data alF indomani (ra
Cardedeu e Llinas. Il generale spagnuolo Vives che bloccava Bar-
cellona, veduta F impossibilità d^ impadronirsene coUa forza, tentò
il generale Lechi colla promessa di ricchissimo premio, ma F of-
ferta fu ributtata. Allora Vives raccolse (il i6) a Cardedeu i suoi
corpi principali per presentare battaglia a Gouvion-Saint-Cyr. Pino,
che era al colle Trentapassos, ne fece discendere all^alba il i." bat-
taglione del a.° leggero ed alcuni cacciatori sotto gli ordini del ca-
pobattaglione Lange, il quale si scontrò subito col nemico appena
fuori di Llinas. Per soccorrerlo, s' inviarono alla sua destra il gene-
rale Fontane, e sopra il punto più vicino sulla sinistra il generale
Mazzucchelli col a.** leggero e 4-** d' infanteria. Gli Spagnuoli assali-
rono all'improvviso le due prime colorine italiane, e F ebbero poste
senza pili in iscompiglio. Il capobattaglione Bozzolini rimase prigio-
niero e pochi de' suoi si salvarono sotto la protezione del 4*° d' in-
fanteria sopravvenuto. Il capobattaglione Cometti, diretto da Fontane
sulla destra , si sottrasse ad un' egual sorte collocandosi dietro il
battaglione del 7.^ d'infanteria comandato da Sausse. I capitani Trolli
ed Olini, penetrati audacemente col 1 .^ battaglione del a.° leggero
nel bosco di Cardedeu, avrebbero soggiaciuto allo stesso destino,
se il centro e la sinistra non avessero con isforzi di valore ripa-
rato alla precipitazione delle prime mosse.
Sopraggiunse Gouvion-Saint-Cyr con rinforzi francesi. Intanto
Pino spinse il 1.** leggero, diretto dal colonnello Rougier, all'at-
tacco della sinistra, ed ordinò a Fontane di urtare quel fianco coi
due battaglioni del 7." d' infanteria e del 2.** leggero, mentre Maz-
zucchelli colle riserve rompeva il centro e sgominava la sinistra del
nemico, aprendo ai dragoni Napoleone ed ai cacciatori reali F adito
ad una carica. A tanto impeto gli Spagnuoli non resistettero e si
sconnessero. Balabio fece dai dragoni assalire le batterie centrali, ed
i cacciatori avvilupparono quelle di fianco. Gli uffiziali Lonati Gia-
cinto, Erculei Ercolano, Barberi Scipione, Litta (Pompeo duca), Col-
leoni Vincenzo e Bonesi vennero annoverati fra i valenti che ope-
rarono le cariche. Bovio e Scanagatti Giovanni furono i primi a
slanciarsi sopra due pezzi d' artiglieria. Il tutto in un solo istante lu
preso agli Spagnuoli, che turono completamente disfatti. Questa
-58 —
è la battaglia principale die si combattè nella Catalogna dalle
squadre regolari spagnuole. L'ardore trasportò gli squadroni di
Scliiazzetti e Gagliardi ben oltre sulle tracce del nemico^ che la-
sciò molti morti e feriti, e 1 4oo uomini prigioni , fra i quali 4o
ufHziali ed il generale brigadiere Gamboa. Due bandiere, io can-
noni , at obizzi e più cassoni caddero in mano degP Italiani , che
numerarono in questa giornata 700 combattenti feriti, uccisi o
prigionieri.
Le genti di Pino seguitarono la marcia (17 dicembre) sopra
RìpoUet. Quivi fra i trasporti di una verace reciproca allegrezza
accadde V unione delle due divisioni italiane Lechi e Pino, V una
delle quali per la difesa, l'altra per lo sblocco di Barcellona, ave-
vano a più riprese (non senza molti sacrifizi) battuto l'inimico.
Tosto che Gouvion-Saint-Cyr ebbe provveduto il suo esercito in
Barcellona di munizioni, andò ad attaccare gli Spagnuoli oltre il
Llobregat, e fu il 19 a Molinos de Bey. La divisione Pino, che an-
noverava sotto le armi 8000 fanti, 1 200 cavalli e 6 pezzi d' arti-
glieria, accampò nel centro a San Feliu e San Giovanni d'Espi^
quella di Lechi , forte di 3ooo uomini e 5oo cavalli , fu lasciata
parte di presidio a Barcellona, parte alla custodia de' posti esteriori,
ed anche a sussidio dell' attacco del Llobregat^ così l' esercito di
Gouvion-Saint-Cyr trova vasi a fronte di 16,000 soldati regolari e
di 7000 micheletti comandati da Vives in bella posizione fra Pel-
leja e Santa Coloma.
U 21, il dragone Ottoni varcò da solo il fiume per esplorare.
Pino, fatto certo delle posizioni del nemico, passò il Llobregat, oc-
cupò le alture colla brigata Fontane , non che la strada di San
Vincente con quella di Mazzucchelli. Lechi, coi Veliti ed il 5.*^
d'infanteria (superato il fiume) salì il monte di Santa Coloma.
La brigata Mazzucchelli cominciò F attacco contemporaneamente
alla divisione Souham, ma gli Spagnuoli, vedendosi a mal partito,
s'abbandonarono celeremente alla fuga. Gouvion-Saint-Cyr li in-
calzò fino ad Ordal, pigliando loro 1' artiglieria, cioè aS pezzi di
assedio e i aoo prigionieri, assieme al generale Caldagues, a 4 co-
lonnelli ed una bandiera.
Napoleone, nell' 8.® bollettino del grand' esercito, diceva : w II 6
u novembre la piazza di Bosas è stata investita dai generali Beille
i€ e Pino. Le alture di San Pedro sono state prese dagl' Italiani
u con quell'impeto valoroso di cui le milizie del regno d' Italia
f-
— 50 —
u hanno date tante prove ncirultinia campagna di Germania. Un
i< gran numero di miclielctti e di Inglesi sbarcati occupavano il
u posto di Selva. U generale Fontane alla testa di 3 battaglioni
» dUnfanteria leggera italiana e dei granatieri e volt«^ggiatorì del
M y° Sì portò sopra Selva ingombra di michclctti ed Inglesi, e si
M impadronì di lO pezzi da 24. Agli 8 il presidio di Rosas fece
u sortire tre colonne protette dall^artiglieriade^ vascelli inglesi. Il
u general Mazzucchelli le ricevette di pie fermo, ed uccise loro più
u di 600 uomini. Ai 12 i nemici tentarono ancora una sortita, ma
ic trovarono i medesimi valorosi, ed il generale Mazzucchelli ne
u coperse le trincerei dopo questo momento il presidio parve
a costernato e non si attentò più di sortire. In Barcellona il ge-
u nerale Duhesme fa i più grandi elogi dei Veliti e delle milizie
it d'Italia sotto i suoi ordini! »
E con successivo ordine del giorno del a6 novembre , inca-
ricò il generale in capo di testificare alle schiere italiane della di-
visione Pino la sua soddisfazione per la loro buona condotta a Rosas.
I soldati delle divisioni Lechi e Pino in Catalogna, associate
all'esercito di Gouvion-Saint-Cyr , si stabiliscono nei contorni di
Barcellona, Villafranca, Villanova (dicembre).
Peyri occupa le Calabrie coti una brigata francese e con un bat-
taglione del 2.® d'infanteria.
II 17 ottobre le compagnie scelte del 2.° reggimento d'infanteria
partecipano e si segnalano all' espugnazione dell' isola di Capri ,
sotto gli ordini del generale Lamarf[ue , ed il capitano Tesini ri-
ceve la decorazione dell'ordine delle Due Sicilie in premio del
suo valore (Noi. 21).
I due battaglioni della guardia reale, che erano nella Dalma-
zia, rientrano a Milano, ed i loro commilitoni ivi di presidio ne
onorano con feste il ritorno a congratulazione de' brillanti successi
per essi ottenuti nelle fazioni di guerra contro i Russi e Monte-
negrini.
La milizia italiana in Corfù si componeva di due battaglioni
del a."" d'infanteria comandati da Cappi, e di uno del 7.**-, della 4-'
compagnia d'artiglieria comandata da Donegani; di una compagnia
di zappatori comandata dall' ullìziale del genio Bianchi D' Adda
— 57 —
Carlo ; di un distaccamento d^ operai e d^ artiglieria, ed in totale
di 3ooo uomini.
ADRIATICO.
Stava neir Adriatico una flottiglia comandata da Dandolo.
Piccole (azioni ebbero i nostri nelle Isole Jonie per difenderle
dagli approdi nemici.
Il tenente di vascello Matteo Bolognini Attendolo parte da Ve-
nezia diretto a Zara (4 aprile) con 4 cannoniere air effetto di rin-
forzare la flottiglia, colà comandata dal capitano di fregata Costan-
zi \ Bolognini montava il trabaccolo Napoleone^ di 6 cannoni del
calibro da 6.
Il capitano Passano (quello che si segnalò nel 1799 durante
r assedio d' Ancona) , ed il capitano Bavastro ( che concorse nel
i83o alla spedizione francese d^ Algeri), aumentarono i loro legni
armati in corso nell'Adriatico e nel Mediterraneo, e fecero tuttodì
prede considerevoli.
Dandolo, capitano di fregata, conduce a Corfu una flottiglia, com-
}K)sta della corvetta la Carolina^ di 18 cannoni, con i3o uomini
d'equipggio, comandata da Rosio; di 8 grandi cannoniere go-
vernate da Pelotti, armate di un cannone da 24 ; di 4 spingarde
da '2, con 4o uomini d' equipggio per ciascuna , e di a corriere
munite di un cannone da 3, con 3o uomini d' equipaggio.
Il capitano di vascello Paolucci Amilcare era a Corfù, ove aveva
scortato un convoglio di provvigionamenti partito da Ancona
(fino dall'ottobre 1807); egli comandava la divisione destinata a
tener il mare, composta dei brik il Jena^ la Principessa Augusta
ed il Friedland, Uscito da Corfii (i aprile) h sopraffatto da forte
burrasca 5 la Principessa Augusta ed il Jena retrocessero nel
porto. Non così il F'riedland^ che vicn preso dagP Inglesi col ca-
pitano, e condotto prigioniero in Inghilterra (Noi. 22),
L' armatore capitano Passano con 4 legni in corso, la Carlotta^
la Fortunata^ il Traiano e V Italia, condusse undici prede ad
Ancona. I legni in corso resero importanti servigi , e ben a ra-
gione si riguardano come forza ausiliaria della marma di guerra.
Alla goletta italiana V Ortensia^ comandata dal tenente di va-
scello Stalimini, è data la caccia da una fregata inglese. Si ripara
r Italiano nel piccolo porto di Cittanova. Il nemico lo attacca -^
T. II. 8
-k«
— 58 —
ma dojK) quattro ore d' ostinato combattimento è costretto a riti-
rarsi. I nostri ebbero un morto e due feriti '^ i capitani Pacis ,
comandante di Cittanova, Toreda del battaglione d'Istria, Do-
milos, d' artiglieria, ed il sergente Taroni fecero onorata resistenza.
Alla fine del 1 808 vennero armate le piazze forti, ed approvi-
gionate di viveri e munizioni per lo stato d'assedio.
!
CAPITOLO X.
FAZIONI DI GUERRA NEL 4809 NELLA CATALOGNA, IN ITALIA
ED IN GERMANIA.
1809
Altrove accennai i personaggi francesi, ai nomi dei quali furono
nel regno dMtalia aggiunti titoli di onoranza. Ora trovo oppor-»
tuno di ricordare anco coloro che ne furono rimunerati in altre
parti d^ Europa, dachè avendoli io in questi cenni esclusivamente
designati coi cognomi originari, mentre altri scrittori li denomina-
rono soltanto coi titoli onorevoli loro conferiti, potrebbe accadere
equivoco.
Principe di Pontecorvo — Bernadotte.
« di Benevento — Talleyrand.
yy di Venezia — Beauliarnais Eugenio.
» di Neufchàtel e Wagram — Berthier Alessandro.
» di Essiing e duca di Rivoli — Massena.
n della Moskowa e duca di Elcbingen — Ney.
99 di Elckmulk e duca di Averstaedt — Davoust.
Duca di Lodi — Melzi D' Eril Francesco.
99 di Parma — Cambacères.
Duca di Piacenza — Lebrun.
di Valmy — Kellermann.
di Massa — Rcgnier.
di Gaeta — Gaudin.
d'Otranto — Fouch^.
di Danzica — Lcfebvre.
d' Abranlès — Junot.
d'Albufcra —- Suchet.
di Montebello — Lannes.
di Roggio — Oudinot.
di Ragusi — Marmont.
di Taranto — Macdonald.
Duca senza predicato — Dècres.
Conte M d' Erlon — Drouvet.
di Lobeau — Mouton.
di Cessac — Lacuée.
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In quest' anno Tesercito italiano della forza dianzi accennata, si
trovò scompartito in cinque divisioni attive in campagna, in un
corpo sotto gli ordini di Cappi distaccato a Coriu, ed in depositi
rimasti nei prcsidii.
Le cinque divisioni erano comandate: due nella Catalogna da
Lechi e Pino , tre nelP esercito d' Italia da Fontanelli, Severoli e
Leclìi Teodoro (la guardia reale). I depositi poi stavano nell' inter-
no, e li reggeva il divisionario Fiorella.
CATALOGNA.
Napoleone, nel 26.** bollettino dell' esercito di Spagna, fece an-
nunziare : « Le milizie del regno d' Italia si sono coperte di glo-
u ria : la loro eccellente condotta ha sensibilmente commosso il
« mio cuore. Elleno sono composte per la maggior parte di
« corpi formati da me, durante la camjìagna dell' anno V. I Ve-
u liti italiani sono disciplinati quanto prodi , non hanno dato
M motivo ad alcuna lagnanza, ed hanno mostrato il più grande
w coraggio. Dopo i Romani , i popoli d' Italia non avevano mai
M fatto la guerra in Ispgna^ dopo i Romani nessun' epoca è mai
«< stata SI gloriosa [)er le armi italiane. L'esercito del regno d'I-
<tf talia avrà 80,000 soldati, e buoni soldati. Ecco i mallevadori
— Gì —
u che ha questa bella contrada, per non esser più il teatro della
u guerra ! >>
Lechi , riassumendo le azioni alle quali gli uffiziali , sott' uffi-
ziali e soldati della sua divisione eransi trovati, dava al ministro
della guerra le seguenti note onorevoli sul conto degli individui
che riputava più particolarmente meritevoli deir attenzione so-
vrana per i loro servigi:
Il generale Milossewitz per talenti e fermezza.
L'aiutante comandante Lechi, per coraggio ed esattezza.
Il caposquadrone Lanfranchi, primo aiutante, per attività e co-
raggio.
Il capitano Boully, aiutante, per aver preso 3 cannoni al nemico.
Il capitano del genio Grassi , per talenti dimostrati in tutta la
campagna e per grave ferita.
Il capitano dWtiglieria Yitaliani, ufifìziale distintissimo.
Infanteria.
Il capoLattaglione Cotti, dei Veliti, militare pieno di talenti e
bravura.
I capitani Crovi , Bolognini , Busi e Tinti , ed i sottotenenti
Rossi Carlo e De-Micheli Pietro, dei Veliti, in ogni circostanza
si sono distinti particolarmente.
II colonnello Foresti, del 5.**, ufllziale intrepido, esempio del
suo reggimento che ha formato egli stesso.
Distinti per bravura ed intelligenza : I capobattaglioni Pousset e
Rossi, del 5.^^ i capitani Romani, mortalmente ferito. Albini,
Chiatti , Nogarina , Soffietti e Clerici Paolo ; i tenenti Moscati ,
Brescia, Foresti, Massonnieri, Ghillini^ il sergente Molossi^ i gra-
natieri Balazzo e Biscardi ^ il volteggiatore Lodi secondo, tutti del
5.^ di linea.
Cai^alleria.
Il maggiore Rambourgt, distintissimo per bravura e talenti.
Il capitano Serbelloni Ferdinando, uffiziale bravo ed intelligente.
I tenenti Cavalletti, Ramini, Calamini , Zuccoli , tutti del reg-
gimento cacciatori a cavallo Principe Reale , uffiziali della mag-
gior bravura.
— ca-
li soldato del treno d^ artiglieria della guardia reale, Giuseppe
Rosselli secondo , rimasto con un solo cavallo del treno , stra-
scinò a salvamento un cannone sotto il fuoco del nemico.
Air esercito di Catalogna, le divisioni Leclii e Pino erano riu-
nite nei contorni di Barcellona ai Francesi di Gouvion-Saint-Gyr.
Il a gennaio, il 7.° dMnfanteria era a Rodona, sulla strada di Valls,
il G.^ alla Bisbal, e respinti dagli Spagnuoli ripiegarono a Brancras.
MazzucchcUi colla sua brigata si avviò il 3 a Slacuna, incalzò (il 4)
r inimico a San Quinto, ma dovette retrocedere, essendo mancato
r attacco del generale Cliabot. Nella ritirata ebbe vari sanguino-
sissimi scontri, in cui fra i molli ebbe lode il capobattaglione San«
tandrea. Mazzucchelli si ridusse al suo campo di Torella. Quivi,
per sostenersi, ebbe ogni giorno a combattere.
La brigata Fontane era a Braneras ; Pino lungo il mare e sulla
strada di Molinos de Rey^ Lechi occupava Matarò^ dal 9 al i3
il 4-** d'infanteria, accampato tra Torella e Pontons, ebbe istan-
tanei vantaggi, assieme a perdite continue^ il 7." prese il i3 il
campo nemico alla Bisbal, fu poi costretto ad abbandonarlo. Il a.°
leggero salvò un convoglio. Il i .° leggero custodi la costa fino al
Llobregat. Il giorno 20 il nemico attaccò Sitias difeso da due
compagnie italiane , e s* impossessò di una deUe due batterie.
Riavutisi gF Italiani dalla sorpresa , assalirono gli Spagnuoli, e
condotti alla carica dal bravo capitano Chauvin , li sl^ragliarono
e posero in fuga. A Fontrubi il capitano Benedettini, uscito con
due sole compagnie del 4-** ? venne vigorosamente investito da
600 Spagnuoli, ma dopo lunga pugna furono battuti e fugati. Il
4.^', animato dalP esito di questa difesa, molestò il nemico fino nei
suoi campi. E fu soprattutto dopo questi fatti d'armi che gli Spa-
gnuoli , disperando di superare gV Italiani in ardore, tentarono di
indurli ad abbandonare le proprie bandiere, facendo loix) sedu-
contissime promesse anche in nome della Giunta suprema di go-
verno, che inviò loro proclamazioni.
Sordi gl'Italiani a queste seduzioni, lacerarono i proclami, e si
mostrarono impazienti di battersi contro un nemico che li offen-
deva nel loro onore , giudicandoli capaci di discendere al tradi-
mento.
Il 9 di febbraio Pino attaccò di fronte le schiei-e di Reding
verso Santa Fé e lo obbligò a ritii-arsi. Il 4*' d'infanteria ed i dra-
goni Napoleone (condotti da Mazzucchelli) impedirono ai contrari
— 63 —
di portarsi alle spalle dciresercito di Gouvion-Sainl-Cyr. Il 1 7 Pino
si avviò alla volta di Igualada. Peraldi con un battaglione del
i.^ leggero, e Vcttcr con uno del 4•^ fiancheggiarono il movi-
mento. Nella marcia Pino e lo stesso Gouvion-Saint-Cyr essendosi
avanzati di troppo, caddero in un' imboscata , né sì sottrassero a
perdita imminente che esponendosi a vivissimo fuoco, dal quale
fu colpito il capitano Visconti (ufGziale di stato maggiore rino-
matissimo nella guerra di Spagna). Raggiunsero però i generali a
gran carriera la testa delle colonne che avevano lasciate indietro ,
le quali, accelerando la marcia, arrivarono in tempo di snidare gli
Spagnuoli dal loro agguato e farli prigioni.
Intanto Mazzucchelli , che giungeva ad Oi-pi col primo batta-
glione del I .** leggero ed uno del 4-* d' infanteria, fece vacillare
il corpo di battaglia nemico comandato da De Castro, e V esercito
nostro, inoltrandosi a Pobla, vi respinse i difensori, fece vari pri-
gionieri, fra i quali un colonnello, indi volse ad Igualada.
Propostosi e consentito, ebbe luogo in quei giorni il cambio dei
prigionieri ^ quadro lugubre , inaudito fra nemici e spaventevole
anche ai barbari. I prigionieri italiani lo tratteggiavano dipingendo
r inumano trattamento stato loro usato dagli abitanti spagnuoli ,
uomini,' donne, ragazzi, preti, frati, insomma da tutti tranne i sol*
dati, che per quanto era in loro cercavano opporvisi. Avventavansi
gli abitanti spagnuoli contro i poveri nostri prigioni, colmandoli
d' improperi ed oltraggi, gettando loro colpi di pietre, atterrendoli
cogli stili alla mano, baionette, forbici, rasoi, e ruggendo a guisa di
tigri. Le donne, più crudeli ancora, in mancanza d' arme ghermi-
vano a quegP inermi le basette, strappandole rabbiose dal labbro
degli sciagurati.
11 18 r intiera divisione italiana volse a San Magi: apriva la
marcia il 4-** d' infanteria, che era condotto dall' intrepido Santan-
drea di passo franco all'attacco^ raggiunto dal 1." leggero e dal
6." d' infanteria , assalì il nemico con piglio sì risoluto e de-
cisivo, che fu rovesciato e completamente distrutto :, il campo di
battaglia era coperto di Spagnuoli estinti ^ gì' Italiani ebl^ero a
compiangere la perdita dòl bravo capitano La Mothe del 4-'* d' in-
iaDtcria«
Milossewitz era suUa costa a Villanova. Pino diresse la brigata
Mazzucchelli sopra Sarreal, ed il a3 il i.** leggero ebbe uno 3C011-
Iro colla retroguardia spagnuola, che fu messa in disordine ed iii-
« ^
— 64 —
calzata da Villata, nel qual fatto ebbe parte gloriosa Zuccoli. Pino
era a Pia e le sue schiere disseminate nei contorni (a5). Elgli aveva
spediti a Mazzuccbelli due ordini : nel primo dicevagli di rima-
nere nella sua posizione ^ nel secondo di partire immediatamente
a soccorso di lui. Ricevette il secondo pel primo, e marciò^ ma
giuntogli in appresso il primo, torna alla posizione. Pino spedì in-
tanto a Valls il reggimento dragoni Napoleone , e vedendo che
Mazzuccbelli non arrivava, gli inviò un uffiziale per sollecitarlo.
Intanto egli colla brigata Fontane si mise in marcia. I dragoni
Napoleone con quelli del ^^^ francese contennero gli Spagnuoli,
che s^ inoltravano nelle pianure. La brigata Fontane giunse in
tempo per fermare il nemico nclPatto che Mazzuccbelli, raddop-
piando di celerità, da Combra giunse a Valls abbastanza oppor-
tunamente per appiccare zuffa impetuosa. Raccoltisi i corpi ita-
liani sopra il campo di battaglia, furono diretti al ponte della Gaya*
Il I .° leggero^ comandato da Rougier, ed il 4-* ^ 6.® d' infanteria
al passo di corsa avventaronsi con successo sul centro nemico,
lo ruppero e sbaragliarono. La cavalleria di Balabio , V artiglie-
ria ed il 2.° leggero appoggiarono Y attacco. La sconfitta fu com-
pleta. La cavalleria fece i8oo prigionieri, tra i quali ii5 uffiziali
ed un generale. Molti furono feriti, e fra questi il generale in capo
spagnuolo Reding, il quale con pochi de^ suoi si salvò nella notte
in Tarragona. L' energia con che gì' Italiani assalirono risparmiò
loro molte perdite. Oltre i generali si distinsero particolarmente
r aiutante comandante Dombowski :^ i capitani Del Fante, Lonati,
Ceccopieri ; il tenente Cavalletti ^ i colonnelli Eugène Orsatelli ,
Palombini, Villata, Rougier^ i capobattaglioni Casella, Santandrea,
Cometti : il caposquadrone Schiazzetti ^ i capitani Gagliardi, Sala,
Baio, Ambrogio, Felici, Boccalari, Bonfanti , Litta (duca Pompeo),
Palombini Luigi, Pellisson^ i tenenti Piccoletti, Lissoni , Mala-
crida, Scanagatti ^ i marescialli d' alloggio Bertarelli, Morandi, Ales-
sandri, Porro.
Pino collocatosi F indomani a Valls, inviò Mazzucchelli a Mom-
blanch per vedere se fosse possibile mettersi in comunicazione col-
Fesercito d'Aragona. Contemporaneamente incaricò Fontane di tener
aperto dalla parte della Gaya il passo con Villafranca. Il a marzo
Mazzucchelli ritornò alla divisione avendo riconosciuto impossibile
raggiungere lo scopo della spedizione. Pino raccoglieva a Valls
r artiglieria, la quale ebbe a sostenere ( il 3 marzo) a Santa Cri-
— 65 —
stina una fazione contro il nemico , che sebbene supcrioi*e di
forze fa respinto. Egli sarebbcsi (se riusciva) impadronito di
un convoglio prezioso di munizioni destinato per l'esercito. Gli
Spagnuoli investiti di fronte e di fianco, si ritraggono a Molinos
de Rcy.
Intanto il capitano Mascheroni, che comandava il quarto batta->
glione del 5.® d'infanteria (di 390 uomini), giunto al Llobregat,
non curando la superiorità del nemico, corre alia pugna, prende il
ponte, raa circondato da un numero immenso di Spagnuoli, è ob-
bligato di formarsi in quadrato per ritirarsi, e dopo ostinata re-
sistenza sboccò e giunse al colle di Ordal. La perdita nostra fu di
4a morti e a8 prigionieri, di un pezzo di cannone e 8a feriti, fra
i quali i tenenti Ghilini e Leduc. Testimoni di un'azione sì vi-
vace , Noaillcs e Gouvion, uffìziali d' ordinanza di Najìoleone, al-
zarono al cielo la disciplina e la bravura, l' avvedutezza e l' imper-
turbabile costanza dei capitani Mascheroni, Piccoli, Provana, e del
tenente Ghilini. Il i3 Milossewitz viene al colle d' Ordal, e con
quello stesso battaglione per antiguardia affronta il nemico al Llo-
bregat 5 i capitani Chiatti e Manerba ed il sergente RufHni per
questo intrepido attacco dell' inimico meritano onorata ricordanza :
il ponte fu preso e gli Spagnuoli messi in fuga. Si fece ima per-
lustrazione sopra Albiol da 200 soldati del i ° leggero, che sopraf-
fatti^ da massa maggiore d' avversari , operarono prodigi di valore
riguadagnando le loro posizioni.
Il 18 marzo Gouvion-Saint-Cyr ordinò la ritirata dell'esercito
dal Llobregat, e lo diresse verso l' alta Catalogna. Il ao Pino at-,
traversò la Gaya ; il 2 3 volgendosi a Tarraxa , si scontrò colle
schiere di Wimpffen sulle alture di Rubi, che fece caricare dai
cacciatori di Villata, sostenuti dal i.® leggero, 4-^ ^ 6." d'infan-
teria comandati da Mazzucclielli. GÌ' Italiani formanti l' antiguardia,
divisi sotto gli ordini di Lechi a GranoUeres, e di Pino a Taraxa,
si sostennero in questi villaggi sino al a8 vivamente attaccati da-
gli Spagnuoli, che pur vennero sempre respinti. Rafforzato l' ini-
mico, rinnovò i suoi attacchi il 3o, e nei due giorni successivi con fu-
Tore raddoppiato, ma fu di bel nuovo ributtato oltre Villa di Cavals
con tali perdite, che rinunciò ad ulteriori tentativi su quelle alture.
L' esercito italiano ebbe a soffrire gravemente da questi giornalieri
combattimenti. Assai furono i prigionieri nemici fra i quali non
pochi Svizzeri ^ f u a -quest' ultimi proposto di militare nelle
T. IL 9
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— 66 —
scluere ilalìaiie , e vcntic accettata T oiTerta da pai*ecclùe centinaia
di loro.
Mazzuccbelli fu il 3 aprile spedito a Senimanat ed a Caldas, ove
fu attaccato ^ . il i.° leggero accorse in soccorso degli avamposti, e
s^ impanò una caldissima fazione, ma nella susseguente notte Maz-
zucdieUi (avvedutosi di non poter contendere con forze tanto
superiori ) , ordinò la ritirata a Semmanat. Il 9 Pino era a San
Feliu , da dove partì il i .^ leggero comandato da Rougier, il quale
battè il nemico, e passò a Cantellas per riconoscere il terreno e
le strade di Viquc.
L^ 1 1 la brigala Mazzuccbelli ebbe a sostenere V urto di tutti i
corpi spagnuoli. Accumulati questi in massa sulle alture di San
Feliu, scesero ad aggredire un battaglione del 1.^ leggero ed uno
del 4*° ^^ infanteria, comandati dai capobattaglioni Peraldi e San-
tandrea. GV Italiani si lanciarono nelle file del nemico, e colà rin-
novando in risoluta maniera il vci*o combattere degli antichi, deci-
sero air arma bianca il vantaggio della giornata. Questo attacco fu
rinnovato il dì seguente. Anche i corpi di WimpfTen , raccoltisi
a Moya in numero di 6000 uomini, parteciparono al rinnovato ten-
tativo di scacciare la brigata di Mazzuccbelli di soli aSoo uomini
dair infelice posizione di San Feliu. Pure F attitudine ferma nella
quale gP Italiani si mostrarono, serrando le masse, facendo fronte
da ogni lato ed irrompendo colF arma bianca contro V inimico ,
valse a ridurlo nuovamente in piena ritirata in direzione delle al-
ture vicine a Uxol e San Quircc. La perdita dei nostri salì a 4^0
tra soldati ed uffiziali. Del numero di questi era caduto a terra
gravemente ferito e in arbitrio degli Spagnuoli P onorevole capi-
tano Visconti Orlando, milanese, comandante una compagnia del
I .** leggero (del quale V esercito ebbe pochi giorni dopo a lagri-
mare la morte). Rilevante fu la perdita dei vinti , che desistet-
tero per qualche giorno dagli insulti.
Il restante della divisione Pino si riunì al campo di San Feliu.
II 14 Mazzuccbelli andò a sfidare il nemico di fronte, secondato
da Fontane sul fianco sinistro. 11 6.^ d' infanteria raggiunse au-
dacemente r altezza del monte ove stavano immobili gli Spagnuoli.
Fontane toccò leggera ferita. Il nemico fu costretto alla ritirata ,
ed il dì dopo venne incalzato sopra San Quirce.
Mentre T avanguardia di Gouvion-Saint-Cyr (comandata da Le-
chi) si era indirizzala verso Vique, Pino occupava Moya.
• .»
— 07 —
11 17 Leclii co' suoi 3ooo combattenli (di cui a5o a cavallo)
entrò in Centellas, indi a Viquc. Il 1 8 gli Italiani marciarono a
Roda ed a Monleu, indi a Figueras.
II ^4 incontratosi a Rupit il nemico, venne investito dai Veliti,
dai cacciatori a cavallo del colonnello Banco e dal 5.® reggimento
d'infanteria di Foresti. La marcia non fu discontimiata, e la divi-
sione giunse il 'k6 al forte di Figueras. Pino co' suoi era accam-
pato a Tona e adiacenze.
Il a6 gli Spagnuoli attaccarono il 4-*^ d'infanteria a Callespina,
ma furono ributtati con qualche sacrifìcio, ed ebbero ferite i capi-
tani Maranesi e Ronccdi.
Il 3o aprile 6ooo Spagnuoli sulle alture di Callespina e Montan-
nola, appiccarono zuffa col 4-^ e 7." d'infanteria e la sostennero con
valore ^ e quando giunsero Mazzucchelli e Fontane , la difesa dei
nostri era già stata coronata da buon successo. L'esercito ebbe a
deplorare la perdita del capitano Ponti e del tenente Bernard, en-
trambi riputatissimi uffiziali del 4-^ d' infanteria. Le molestie che
davano ai nostri gli Spagnuoli erano incessanti, e tale era il destino
della divisione Pino da essere costantemente da loro presa di mira,
e travagliata ovunque si presentasse. Il 7 maggio, ritornata la di-
visione Lechi da Figueras , ebbe ad occupare tutti i posti tenuti
prima dal genei*ale Chabot , partito per Barcellona.
Il la il 4*** d'infanteria fu sopraffatto a Callespina. Giunsero
opportunamente a suo soccoi*so il 7.^ d'infanteria ed il 2.^ leg-
gero, ed allora il nemico si ritirò.
Il* 19 Mazzucchelli fu assalito al suo campo di Santa Eukria,
ma il I.® leggero tenne in rispetto gli assalitori, che abbandona-
rono l' implosa.
Gli Spagnuoli, occupando in forza il monte di San Bartolomeo
del Gran, dominavano la pianura di Vique.
Nei successivi giorni la divisione Pino fu attaccata sopra diversi
punti, ma ovunque il nemico fu respinto.
Mazzucchelli con una colonna di 1 aoo uomini percorse le mon-
tagne adiacenti alla vallata di Vique per raccogliere vittovaglie,
ma n'ebbe poco frutto, e nella marcia si dispersero circa atoo
uomini. Il capitano Oli ni si diede cura di raccogliere i soldati
smarriti.
La divisione Lechi era avviata a Salt per coadiuvare all' assedio
di Gerona. II 2 giugno Pino , uscito da' suoi accampamenti di
i^
— 68 —
Tona e Callcspiiia alla volta di Moya, vi fece prigionieri 3 ufliziali
ed alcuni soldati, fugando il restante del corpo di Wimpflen e rac-
cogliendo vittovaglic. Agli 1 1 r inimico si portò a Callespina, ma
prevenuto da Palombini, potè appena salvarsi colla fuga. Il i4 rin-
novò r attacco, ma il generale Pino, portatosi sul luogo, animò le
sue schiere , e il nemico fu scacciato ^ Fontane venne inviato a
GranoUeres.
U 17 avendo Gouvion-Saiut-Cyr deciso di sortire dalla pianura
di Vique, l'intera divisione si riunì a Tona. Il 18 egli era a
Santa Julia : gF Italiani formavano il centro e la retroguardia
deir esercito ^ i| ao giunsero a Sils de Vidimerà e davano mano
alla divisione Leclii. Il a i Pino entrò in Llagostcra, divise le sue
genti in ti-e brigate : Mazzucckelli col i.° leggero, col 7.^ dMn-
fànteria e con a squadroni di cacciatori occupava Sils e dintorni ^
Fontane col a.^ leggero , col 6.** d' in£ainteria , coi dragoni Napo-
leone e coli un drappello d' artiglieria, era a San Feliu de Guixols;
Palombini (fatto generale di brigata) col 4«** d' infanteria, coir ar-
tiglieria e col treno, era a Llagostcra ove veime stabilito il quar-
tier generale di Pino.
Fontane incontra il nemico sulle difese a San Fcliu trincerato
nel piccolo fortino di Sant^Elmo e nella città bassa. Lo attaccò
in colonna serrata, prese il castello e mise in rotta il nemico verso
Tosa. Si trovarono sette pezzi di cannone, che i capitani d' arti-
glieria Henry e Neri fecero schiodare per giovarsene a tener lon-
tani gl'Inglesi dalla spiaggia.
L'esercito di Gouvion-Saint-Cyr prese la posizione di Gel uà nella
parte meridionale di Gerona e verso il mare, per proteggere V inve-
stimento e r assedio di questa piazza. La divisione Lcchi colla bri-
gata Milossewitz (composta com' era a Barcellona , meno j)erò un
battaglione del 5.® d' infanteria rimasto in quella città col capobafta-
glione Rossi Carlo), incominciò le sue fazioni sotto Gerona il 29
maggio, occupando di viva foraa il villaggio di Sant' Eugenia, il
cui possesso fu assicurato con lavori fatti dagli zap{)atori italiani dei
capitano Ronzelli, diretti dal capitano del genio Vincenzi. Il i4 giu-
gno il capitano Bonfili sulle alture di Bascara con alcune compa-
gnie italiane respinse un attacco in cui rimasero uccisi piii sol-
dati, come pure il tenente Lotti, e feriti molti altri, tra i quali il
tenente Floris.
Verdier, generale francese, comandante superiore l'assedio di
— 69 —
Gerona , fece erigere in punti diversi batterie o d^ infilata, o di
rovescio , o di mortai , o di breccia contro i l>astioiii del forte
San Luigi , ed il aS giugno incominciò il bombardamento. Que-
sto fuoco ben nudrito produsse il suo effetto. La grossa artiglieria
del forte Montjoui fu smontata innanzi sera-, continuato il fuoco
dai nostri, il 4 luglio si fece una perlustrazione per assicurarsi se
la breccia fosse praticabile, ma giudicata non esserlo, si protrasse
per tre giorni il fuoco, ed il dì 8 luglio prima delF alba fu dato
il segnale delF assalto.
I Veliti italiani precedevano : seguitavano i granatieri ed i vol-
teggiatori del 5.^ d' infanteria , giustificando col loro contegno
esser ben fondata V opinione che si aveva del sorprendente loro co-
raggio, ma il numero era piccolo, alcuni furono feriti alFarma
bianca, e P assalto respinto. I capitani Tinti, Magistrelli, Cliiatti,
Bonfìli, Bougier ^ i tenenti Bcnciolini, Pedrotti animavano la colon-
na, ed alla loro voce, a dispetto di un fuoco infernale, gV Italiani
superavano lo spalto e si affannarono a scalare la breccia: gli osta-
coli erano insormontabili, ed ogni loro sforzo riuscì inutile. L^ im-
plosa ei*a fallita ad onta del massimo valore degli aggressori. Solo
alcuni riuscirono ad arrampicarsi, e fra questi Corner di Bergamo,
ma cadde egli pure sotto i colpi del nemico:^ pochi aggressori
ti^ovansi a fronte dei difensori, e vedendosi abbandonati, riescono
a discendere. Il capitano del genio Grassi viene ferito , e per
colmo di sciagura lo sono quasi tutti gli ufliziali, . ed i pochi sot-
t^ ufGziali e soldati (già decimati) fanno inutili tentativi. Fra i
Veliti morì il sergente Collini ; furono feriti i tenenti Benciolini
e Pedrotti^ i sergenti Fraudi (che morì in seguito delle sue ferite)
e Guidotti Alessandro \ i caporali De Andreis, De Laugier, Bandi,
Sabatlini, Biglietti, Fumagalli, Giulianini ^ i Veliti Canoti, Fossati,
Lodi, Grassi, ecc., ecc. Del 5.^ d^ infanteria furono feriti i capitani
Magistrelli, Bonfili, Piccioli, Dondini^ i tenenti Vittoni, Fassi e
Tonelli.
II capitano del genio Vincenzi Antonio, che guidava P attacco
della mezzaluna, era già pervenuto coir opera degli zappatori ita-
liani, comandati da Bonzelli , a fare applicar le scale ed a salirvi
co^ suoi, quando dovette aver luogo la ritirata.
Il 5 luglio la brigata Fontane uscì da San Feliu avviandosi a Pa-
lamos ; di là questo generale, assecondato dalla sagacità del suo aiu*
tante di campo Ccccopieri , dispose tutto saviamente per V attacco
<'t
1«.
— 70 —
in modo di non temer disastro^ invesà V inimico protetto dal can-
none delle navi inglesi, lo sconfisse e respinse *, molti Spagnuoli
perirono tentando di raggiungere le navi inglesi ; 4oo furono gli
uccisi, fra i quali il comandante Cabrerà ; pochi riuscirono a fug-
gire^'^gs eran prigionieri e molti feriti. Conquistata Palamos, si ri*
pararono le batterie di mare. Più di tutti si segnalarono Cotti,
Trolli, Feriroli, Fasoli, Badini, Carcanico e Serra del a.^ leggero.
Sclìiazzetti, Solerà , Leggi , Baldassari , dei dragoni Napoleone ^
Clemcnt Ossengo e Pavoni dell^ artiglieria \ Balabio e V aiutante
Ceccopicri, dello stato maggiore.
Il IO una colonna spagnuola di i5oo uomini, comandata dal co-
lonnello irlandese Marshall, partita dalla valle di Hostalrich, tentò
di gettarsi in Geroua : Pino, col 6.** d^ infanteria e con uno squar
drone di cacciatori comandato da Serron, fecendosi coadiuvare da
Fontane , che era a Palamos , e dal 4-'* ^^ infanteria stanziato a
Llagostera, le diede la caccia. Raggiuntala sulla sommità del
monte di Romana, Marshall si diede alla fuga abbandonando le
sue schiere , le quali si arresero prigioniere. Si encomiarono Re-
nard, colonnello del 4-^ d^ infanteria ^ Casella ed Eugène Orsatelli
del 6.° ^ Del Fante, aiutante di campo, De-Azarta , ufHciale dello
stato maggiore. Quindi è che senza alcuna perdita e solo colla ce-
lerità della marcia, Y intelligenza e V arditezza Pino fece sì che un
corpo di scelte truppe regolari forte di 870 uomini e 4o uffiziali
deponesse le armi in campo aperto.
Il 1 a luglio il I ."* leggero condotto dal colonnello Rougier as-
sali e sgominò al posto di Tosa il nemico, che schivò di venire
air arma bianca. Il capitano Guidetti e con esso pochi Italiani ri"
rimasero feriti : i nostri presero un ufflzialc, inchiodarono i cannoni
dei contrari e li rovesciarono in mare. Indi il 1 .° leggero andò a
Yidreras , dove Mazzucchelli aveva pure espulso un corpo di
Spagnuoli. Questi diressero le offese (sulla strada di Figueras alle
alture di Bascara ) contro un battaglione comandato da Manerba,
il quale , aiutato da Magistrclli , li respinse.
Il a6 luglio Cotti, col 'aJ^ leggero, partì da Palamos assieme ad
alcuni battaglioni italiani, andò a Palaforgell nell^atto che il capo-
battaglione Santandrea (partito da Llagostera) scorreva i monti di
Romana, ed il capobattaglionc Casella con una parte del 6." d' in-
fanteria toglievasi da Casa de la Selva, e campeggiava intorno alIaBi-
sbal. Tornò assai grave il danno cagionato dalle fatiche dell" assedio
— 71 —
e dalle malattie ne^ vari campi di Gei*ona. La già debole divisione
comandata da Lecbi era ridotta alla metà d^agosto a meno di looo
combattenti, non computato il battaglione del 5.^ distaccato a Bar-
cellona, cbe anch^esso ogni giorno diminuiva, cosicché la forza
era appena bastevole a custodire i campi intorno a Salt e Santa
Eugenia. Lo stesso Lechi, conturbato dalla falsa direzione im-
pressa alle opere d^ assedio, non meno che dalle irriparabili per-
dite, e in forse di potersi degnamente sostenere per lo stato
cagionevole della sua salute, potè finalmente recarsi in Francia,
nello scopo di riaversi più presto. Lecbi, come si è altrove accen-
nato, aveva rigettate con indegnazione le proposizioni fattegli dal
generale spagnuolo Yives, di consegnargli il forte di Montjoui
a Barcellona contro considerevoli somme, ma io altre occasioni poi
abusò del suo posto per viste d^ interesse, in modo cbe Napoleone
in appresso lo fece arrestare. L^onor militare può dunque associarsi
nel cuore dell^uomo con basse passioni 1 È doloroso vedere cosi
macchiata la memoria di un guerriero, che si è coperto di tanta
gloriai Se i biografi palesarono esattamente questi fatti, non fu-
rono però veritieri quando (alcuni di loro) attribuirono vagamente
al di lui fratello Teodoro di as^ere acquistato militarmente in
gran parte la magnìfica galleria di quadri che possedeva. Tale
calunniosa asserzione oQende questo bravo generale e la guardia
reale italiana di cui era uno dei comandanti. Teodoro Lecbi, ben
conosciuto dai suoi compagni d^ arme, fu sempre incapace di com-
mettere azioni meno cbe delicate. I dipinti da lui posseduti pro-
venivano in parte dalla propria famiglia, cbe fin dal secolo pas-
sato aveva una delle primarie gallerie dcU^ Italia settentrionale ,
ed in parte li acquistò e pagò regolarmente come ogn^ altro ricco
privato amatore di belle arti.
n divisionario Lecbi cesse al generale Milossewitz il comando
delle sue genti, riunite a Salt. Questo punto tanto debole fu quello
che il nemico prese poi di mira.
Il 3 agosto un battaglione del 6.° ed un altro del 7.^ d^ infan-
teria si rivolsero alla BisbaI per combattere un corpo spagnuolo
sbarcato a Bagur. Fecero diversi prigionieri, ma il battaglione
del 6.^ poco dopo corse rischio di essere circondato, e si salvò
a grande stento; allora gli avversari vennero alle mani col a.^
leggero a Santa Cristina de Aro. Mazzuccbelli intanto, investito
verso Yidreras dal nemico, lo incalza sopra Tosa col i .^ leggero
.JJ^
— 72 —
e coi cacciatori, indi rafforzato da un battaglione del 6.° si dirige
a Blanes. Cotti col 2.° leggero il a5 agosto occupò Bagur. U ca-
pitano Ceroni fece un tratto ai*dito , gettandosi a nuoto coUa sua
compagnia , prese un corsaro armato di due cannoni , ed alcune
barche cariche di merci colle quali veleggiò sino a Palamos. Si
distrussero a8 legni che non potevano conservarsi. Casella , col
battaglione del 6.^, venne affrontato dagli Spagnuoli alla Bisbal, e
patì grave danno. Fontane fu pure assalito, ma represse il nemico.
Il a8 agosto Mazzucchelli occupò le alture di Caldas, e Fontane
marciò lungo la costa di San Feliu.
Blake, generale degli Spagnuoli, volendo introdurre un convo-
glio in Gerona , molestò sopra vari punti l' esercito di Gouvion-
Saìnt-Cyr. U 3o agosto Fontane e Mazzucchelli furono inquietati
nelle loro posizioni. Il 1 J' settembre Pino raccolse la sua divisione
a Ilostalnov. Il generale Garcia-Conde (mentre Blake teneva altrove
in faccende Gouvion-Saint-Cyr e Verdicr) piombò improvviso so-
pra il debole corpo di Milossewitz a Salt^ Grarcia-Conde con-
duceva un corpo di 4^70 fanti e 875 cavalli divisi in tre colon-
ne, e scortava un convoglio di salmeric destinate a vettovagliare
la piazza. Frattanto le artiglierie di Gerona infuriavano, il presidio
sortiva, e i pochi Italiani rimasti in quel lembo della pianura a cur
stodia del campo e del ponte si trovarono esposti a quattro con-
temporanei attacchi. In questo stato di cose Milossewitz con soli
i3oo uomini, vedutesi a fronte le squadre di Garcia-Conde che di-
scendevano dai colli di Bascano alP imperversare di un turbine, pi-
gliò in gran fretta le armi per opporsi al quadruplice attacco. Con-
temporaneamente circondato il campo de' Westfaliani, cadde que-
sti in mano dell' inimico. Come meglio poterono le diradate nostre
schiere sostcìmcro il primo urto , ripararono a Salt, né qui osa-
rono tener testa ai contrari trovandosi minacciate da tutti i lati.
Milossewitz stava irresoluto, allorché Banco, Foresti ed altri lo
determinarono a ritirarsi verso i colli di Palau. Intanto, non senza
perdita sfilò il convoglio nella piazza , e quando Gouvion-Saint-
Cyr ne conobbe T apparizione , mandò il 6.^ d'infanteria italiana
per impedirne l'entrata in Gerona, ma non giunse in tempo.
Per altro questo corpo ricuperò Salt e Sant'Eugenia, accamjx)
sulle alture di Palau , e Milossewitz ripigliò allora le sue po-
sizioni. Mazzucchelli, il 4 settembre, col i.** leggero, il 6.^ d'infan-
teria ed i cacciatori reali riempì l'intervallo tra il Montelivio e Salt,
— 73 —
ove si unì alle genti di Milossewilz. Pino colla brigata Palombini
si stabilì a Casa della Selva col 4-*' dMnfanterìa ed i dragoni Napo-
leone, mentre Fontane si era inoltrato fino a Caldas colla sua bri-
gata per coadiuvare il 7.^ d' infanteria disteso sulle alture di Castellar.
La retroguardia di Garcia-Conde , uscita di nuovo da Gerona dopo
la consegna del convoglio, fu perseguitata dagli Italiani che presero
alcuni Spagnuoli, altri si dispersero, ed il rimanente guadagnò il
suo campo dietro Hostalrich. Da quest^ epoca Pino prese parte al-
r investimento di Gerona. Il 6.^ d^ infanteria sfidò il 5 alla Bisbal
gli Spagnuoli , prese loro il posto e a5 prigionieri , fra i quali
il colonnello Fitz-Gerald. Mazzucclielli ( il 6) assaltò col 6.° d' in-
finteria il ridotto degli Angeli coadiuvato dalla diversione sui lati
operata dalle compagnie scelte del 4*^ ^ 6.^ d^ infanteria (coman-
date dal capitano Bocchet e dal capobattaglione Favalelli , e di-
rette dagli aiutanti di campo Re e Ijoubers ). Il ridotto fu preso, ed
i difensori passati a fil di spada. Gli ufTiziali De-Lorenzi, Catafava,
Ceroni s^introdussero i primi co^ soldati Cilloni , Gaspari , Garba-
gnati. Conti e GenaGni nel ridotto, ed in un baleno furono segui*
tati dal restante del corpo assalitore. Tre uffiziali rimasero uccisi:
Tirzoni capitano, Battaglini e Montmouton , altri quattro feriti e
tra questi il capitano Conti ^ a5 soldati furono morti e 43 feriti. Il
capitano aiutante di campo Re Giovanni ebbe in quest^ incontro a
dar prova di singolare bravura e di talenti militari^ che fin d^ al-
lora presagirono sarebbe pervenuto ai primi gradi della milizia.
Deciso r assalto generale di Gerona il 1 g settembre il colon-
neUo MoufT comandava la prima colonna ov' erano gli zappatori
italiani condotti dal valente capitano del genio Vincenzi Antonio \
il colonnello Foresti guidava la seconda composta di Veliti e di gra-
natieri del 5." dMnfanteria^ le altre erano francesi e napoletane.
Vincenzi fu ferito. Foresti, affacciatosi alla parte superiore della
breccia per misurarne coir occhio V altezza, toccò mortale ferita.
Verdier, scorgendo impossibile la riuscita, ordinò la ritirata. Rile-
vante fu la perdita ; soggiacquero alcuni Veliti, g ufliziali e go sol-
dati del corpo degli zappatori e del 5.^ d^ infanteria, il quale ebbe
coll^ esercito tutto a deplorare la morte del valoroso colonnello
Foresti, rapito nel fior delP età e nel più bel momento della sua
brillante carriera militare.
L' assedio di Gerona fu allora convertito in blocco. U ao set-
tembre vennero trasferiti agli accampamenti di Pino a Casa della
T. il.
10
%
I
I
--74 —
Selva i pochi resti della divisione Lccki comandati da Milosse-
witz , e menomati a a4 Veliti con un solo ufHziale, 1 58 soldati
del 5.* d'infanteria compresi 6 uffiziali, e i35 cacciatori del r^-
gimento Principe Reale con 5 udiziali, e così in tutto 317 uo-
mini. Da questo momento la linea del blocco di Gerona com-
ponevasi delle sole divisioni Pino e Suham. Era a quest'epoca
la forza efièttiva della divisione Pino di 9765 uomini e 1184
cavalli, ma sotto le armi soltanto 7000. Il primo reggimento leg-
gero, forte di 40 uffiziali e 1 145 soldati, copriva la Casa Quadrata: il
a.i leggero, forte di i^g uiliziali e i544 combattenti, era sui colli
di Domeny e Sarria*^ il reggimento cacciatori reali, di a8 ufiiciali
e 4^3 cavalieri, era tra Sant'Eugenia e Salt. Gli zappatori avevano
3 uffiziali e 60 soldati, ed i cannonieri sì a piedi che a cavallo 7
uffiziali e 203 soldati a Casa della Selva.
Il 6.^ forte di 3a uffiziali e 1259 soldati, era sui monti d^An-
geles; il 7.** (entrambi d'infanteria), forte di io uffiziali e 392
soldati, era a Castellar^ il 4-^ d'infanteria, forte di 4^ uffiziali e
i554 soldati^ il reggimento dragoni Napoleone, composto di aa
uffiziali e 38a soldati; i cacciatori Principe reale, i Veliti ed il
5."^. d' infanteria, iu tutto di la uffiziali e 3o5 soldati, erano a Casa
della Selva, ove Pino teneva il suo quartier generale.
Come si è indicato, alla fine del 180B la forza effettiva delle
due divisioni Lechi e Pino in Catalogna ascendeva a i3,ooo uo-
mini e 2000 cavalli , ed al principio di ottobre si riduceva a
9765 uomini e 816 cavalli. Quindi nello spazio di nove mesi
questa disastrosissima guerra aveva divorato 3235 uomini e 1 184
cavalli. Neil' effettivo sono compresi 5g prigionieri all' inimico, e
questo pìccolo numero servirà a provare con qual valore si bat-
tessero i soldati italiani anche in Ispagna.
Blake aveva al 25 settembre radunato al forte di Hostalrich un
ricco convoglio di viveri trasportato da i5oo muli, oltre 3ooo
buoi e montoni , confidato alla scorta di 4^>oo scelti combattenti
retti daWimpffèn, e preceduti da altri 2000 comandati dal gene-
rale O-DoncU. Il convoglio era diretto alla Bisbal ; di qui , ma-
scherando egli stesso la marcia notturna con altri 10,000 uo-
mini appostati ai monti di Monegére , doveva poi entrare in
Gerona. Nella notte 0-Donell affionta il 7.** e gli avamposti del
()." d' infanteria che sgominò, prendendo prigioniero il capobatta-
glione Casella con diversi uffiziali e soldati. Quest'improvviso ac-
— 75 —
cidente fece muovere Mazzucclielli alla testa del i."" leggero da
Montelivio^ egli riascì a separare 0-Donell dal suo convoglio.
Pino intanto colla brigata Paloinbini (composta dal 4*^ d' infante-
ria e dai dragoni Napoleone) raccolse i dispersi ed assalì audace-
mente il corpo principale comandato da Blake collocato sopra i
monti sovrastanti a Castellar.
II 26 incominciava la testa del convoglio a scendere dai monti
ed a presentarsi alla vista della piazza, dalla quale il presidio inco-
raggiava facendo agire le batterie contro gli Italiani , allorquando
Mazzucclielli preceduto dai carabinieri di Sala, salendo a ])asso ac-
celerato col I .* leggero all'incontro di 0-Donell, raggiunse il colmo
del monte tenuto dagli Spagnuoli. Fatte formare dal cok)nnello
Rougier le colonne in masse, proruppe sulla linea nemica. 0-Do-
Tìell è costretto a scostarsi da WimpDèn , addossandosi ai forti
della piazza. Le schiere di Wimpflèn si sciolgono in drappelli ,
volgendo parte al grosso deir esercito di Blake e parte cercando
salvamento in Cerone. Il 4-** <^d il 6.^ d^ infanteria coi dragoni
sopravvengono in questo da Casa della Selva a Castellar, e
Pino, raccolte le sue genti , slancia sulla destra del nemico il
battaglione di Santandrea ( preceduto dai granatieri del capitano
Bonfanti), dirige sul centro il battaglione di Pclissier (col capi-
tano Benedettini alla vanguardia), e fa appoggiare gli attacchi
dalle compagnie scelte del 'j^ Òl infanteria e da uno squadrone
de^ di'agoni Napoleone. Questa prudente operazione, consumala
senza lentezza contro una forza per tal modo soverchiante, viene
condotta a compimento dalFenergia del generale Palombini, il qua-
le, avvezzo a reggere imperturbato i suoi intrepidi dragoni, postosi
a capo di loro ( assecondato dal colonnello Scliiazzetti ), precede
per sassoso ed angustissimo terreno le masse di fanteria, ed assalta
air arma bianca le genti di Blake, che stavano schierate sulFerta.
Le quali, dopo ripetute scariche di moschetteria, quasi maravigliate
della temerità degF Italiani, non serbano più gli ordini, si sban-
dano ed isolate del tutto dal convoglio, lo lasciano in balia di Pino
e di Mazzucclielli. Alcuni degli Spagnuoli, discendendo disordina-
tamente nella valle del Gallegan, cercarono salvezza o in Gerona o
verso il mare o fra le montagne. Gli Italiani Oainno prigionieri 3 a
ufiiziali, ebrea 1000 soldati, oltre 1000 altri feriti. 0-Douell fu co-
stretto a rinserrarsi nella piazza co^ suoi battaglioni. Questi brillanti
successi costarono alla divisione Pino 200 uomini feriti od uccisi.
— Te-
lici qual numero diversi uflìziali. La brigala Fontane era in posi-
zione sulle alture di Domeny col a.** leggero e con uno squadrone
dragoni Napoleone per tenere in freno il presidio, unitamente ai
corpi francesi che formavano il blocco di Gerona. Blake, dopo essere
stato sconfitto, si pose in salvo dietro Hostalricli. Villata co' cac-
ciatori reali perseguita Wimpffen e gli fa molti prigioni. La divi-
sione Pino si raccoglie intorno a Fornells e Gerona il giorno 6 ot-
tobre.
Il a8 settembre partirono dalla Catalogna i Veliti per trasfe-
rirsi in Francia. Il capitano Galuzzi , il sei^ente Laugier , i
caporali Randi , Sabatini , Basilio \ i veliti Garetti , Bozzola ,
Biglietti , e dieci altri , erano il residuo di cpiel battaglione non
ha guari terribile e florido. Giunti a Narbonne , il capobatta-
glione Bianchi Gaetano riunì i pochi uiYiziali e soldati che erano
negli ospedali, e così il numero totale, all'atto della partenza per
Milano, fu di ii5. Il prefetto dell'Olona ed una deputazione del
presidio incontrano quei nobili avanzi alle parte della capitale, che
festeggiò il loro ritorno.
Il 1 3 ottobre Gouvion-Saint-Cyr cesse il comando al maresciallo
Augereau. Nella notte dello stesso giorno 0-Donell riusd ad uscire
da Gerona sorprendendo ed uccidendo le prime vedette italiane e
francesi. Incamminato a Brunola, raggiunse ivi Y esercito di Blake.
Il i4 Mazzucchelli ultimò Tallcstimento delle sue batterie^ una
mano di Spagnuoli fu agli avamposti malmenata e dispersa. Il
presidio, sussidiato dalla guardia civica di Gerona, mandò a vuoto
un attacco degli Italiani.
Blake ricomparve il 17, si azzuffò col 6.^ e 7.° d'infanteria sulle
alture d'Angeles , indi si ritirò. H a i la brigata Mazzucchelli era
al Montelivio, quella di Fontane a Fornells, e l'altra di Palombinia
Castellar. Furono inviati 3ooo uomini verso la Bisbal per raccogliere
vittovaglie. Spogliarono i magazzini nemici e ritornarono nelU
giornata ai rispettivi campi.
Il 26 il a.** leggero ebbe una piccola scaramuccia co' posti avan-
zati di Blake, il quale al a8 si presentò sul fronte della linea di
Fontane minacciando di romperla , ma impedito dalle dimo-
strazioni fatte da Augereau , si ritrasse. Il i .** novembre la bri-
gata Fontane , unita alla divisione Souham , assalì Blake a Santa
Coloma, che fu presa colla perdita di looo Spagnuoli fra feriti,
uccisi e prigionieri. Il a novembre l'aiutante comandante Dom-
— 77 —
bowskì ed il capitano Dc-Azarta furono inviali parlamentari a
Gerona, ma nel mentre clie si avanzavano , i cannonieri francesi,
ignoì*ando questa missione, continuarono a gettar bombe sui ba-
stioni della fortezza, ciò che irritò gli Spagnuoli in modo che ri-
postarono colla mitraglia contro gV inviati a parlamento, sospet^
taodo un^ insidia.
U 7 la divisione Pino colle sue tre brigate provvedute di
buon numero di artiglierie (dirette dal capobattaglione Clement)
lasciò a guardia de' suoi campi due soli battaglioni e due squa-
droni comandati dall' aiutante comandante Balabio, e si diresse
per Mallorquinas a Hostalrich, posizione protetta da torri e ca-
stello. Sulla spianata stavano aooo Spagnuoli in colonna^ questi
vennero attaccati con ardore da Mazzucchelli (alla testa del i.**
leggero, di uno squadrone di cacciatori e delle artiglierie). Mentre
erano qui battuti gli Spagnuoli, il resto della divisione procedeva
per la strada principale onde dare V assalto alla città , e Pino
faceva avanzare la propria artiglieria per ripostare a quella delle
torri nemiche ed abbatterne le porte. Tutto fu inutile: la pertinacia
della difesa uguagliava V ardire e la costanza degli assalitori ^ in
]X)cbi minuti oltre a 34 soldati, il tenente Anelli del G."" ed il ca-
pitano Moysan del 7.° caddero uccisi, altri 5o combattenti furono
feriti. Durava troppo lungamente questa lotta quando Mazzucchelli
( dopo di aver fìigato il generale Quadrado verso Grions ) ac-
crorse col 1.*^ leggero in aiuto di quelli che assalivano la città. Ivi
il granatiere Bianchini Domenico e il capitano Roncaglia, arram-
picandosi ai muri ed alle inferriate de^ balconi sovrastanti alla porta,
])ervennero a saltare al di dentro della città, atterrirvi i difensori e
dar b mano ai commilitoni che stavano fuori aprendo loro la porta.
Spalancata questa, penetrarono neir intemo tutti assieme i batta-
glioni del 4•^ 6.**, 7.** d'infanteria, e del 1.* e a.* leggero, ed a tanto
impeto nessuno potendo resistere, in breve la città fu manomessa.
Pino volle tentare la fermezza del comandante del castello di Ho-
stalrich don Giuliano de Elstrado , dandogli avviso die non aveva
col resistere più via di salvezza perchè Gerona era presa e Blake
battuto^ ma quello, che ben sapeva essere inesatta la notizia della
resa di questa piazza, non rispose che raddoppiando il suo fuoco.
Riconosciuta da Pino P impossibilità di prendere il forte per as-
salto, il giorno dopo ritornò ne' suoi campi sotto Gerona. Il ma-
resciallo Augcrcau, con suo ordine del giorno 9 novembre , ren-
dendo giustizia al valore italiano, così si espresse :
— 78 —
u Italiani! io sono contento di voi^ prendeste d^ assalto una citta
u murata, difesa da oltre duemila uomini, da un castello e una
u torre^ da voi furono distrutti gli adunamenti nemici e spogliati
u i magazzini con tanto sudore da loro raccolti : voi adempiste
M adunque Fardua e pericolosa meta assegnatavi. Possa il castigo
u intlitto a questa citta ribelle avvertire tutte le altre della pro-
u vincia, che niun ostacolo può opporsi al vostro valore e che
i€ asprissima vendetta attender devono da voi coloro i quali ose-
ic ranno disputarvi il passaggio e persistere nello stato di ribellione
a al potere della Francia, n Nel rapporto ufficiale egli poi dice :
« Gr Italiani attaccarono con un vigore, un sanguefreddo supe-
a riori ad ogni elogio, n
Mazzucchelli colla sua brigata fu stabilito a Palau. Palonibini
il 1 2 novembre va alla Bisbal, e non molto stante richiamato, viene
spedito nuovamente verso Hostalrich , poi (il 214 ) a Casa della
Selva, ed il 28 di nuovo alla Bisbal per raccogliere viveri, nonché
vegliare agli andamenti del nemico. Mazzucchelli sorprese il ^6 il
posto delle polveriere prèsso Gerona. Il capitano del genio Rougier
costruì una batteria a fianco di Montelivio per agevolare V attacco
del sobborgo della Marina , mentre il caposquadrone Clement ergeva
batterie di rimbalzo. Riesciti inutili i tentativi &tti col mezzo del-
r aiutante comandante Balabio di aprire accordi col governatore Al-
varez, nella notte del 2 al 3 dicembre fu formata una colonna di
600 uomini delle sei scelte compagnie del i.® e a.® leggero ita-
liano sotto gli ordini di Balabio, e dalle alture della Casa Quadrata,
avendo alla testa il capobattaglione Perceval , si diresse alla pi*esa
del sobborgo della Marina. Le guardie spagnuole furono fugate, ma
il fuoco dei forti fu si terribile, che poco mancò non si desistesse
dall'impresa. U tenente Curti ed il capitano D'Oldcr furono feriti,
e con essi ao combattenti ^ il .H i fuochi furono raddoppiati e
meglio diretti e le sortite che tentò il presidio furono respinte. Nella
notte del 6 al 7 dicembre gli Italiani attaccarono il ridotto della
Città, alcuni zappatori e fucilieri con scuri e scale precedettero i
carabinieri del i.® leggero e granatieri del 6.° d'infanteria^ quindi un
drappello di cannonieri guidato dal capitano d' artiglieria Befia si
condusse alla porta per applicarvi petardi ed aprire V ingresso
principale alla colonna assalitrice. Questa , sotto il comando di
Mazzucchelli, fu divisa in tre parti: la prima, composta de' carabi-
nieri del a.° leggero comandali da Trolli, si volse a destra; la se-
-.79 —
conda, consLslcnlc nelle compagnie de' carabinieri del i.* leggero,
de' granatieri del 6.** d'infanteria guidate dai capitano di stato mag-
giore Olini, andò a dritta (ino al ridotto della Citta e lo scalò-, la
terza, aimposta de* granatieri del 4-** e 7-° d'infanteria sotto gli or-
dini del capobattaglione Sausse, prese a sinistra verso la città, e si
volse di poi sopra il ridotto dal lato della porta.
I difensori, attaccati colla baionetta spianata, non poterono soste-
nersi. 1 vincitori assicuraronsi il possesso del ridotto col far man
bassa sul nemico. Un generale allarme si desiò a questo assalto inaspet-
tato nella città e nei forti ^ dopo breve silenzio tutte le batterie
di Geroua volsero il loro fuoco contro il sobborgo , e gì' Italiani
vi risposero essi pure colla mosclietteria. Intanto i soldati francesi
attaccarono sopra altri punti per richiamarvi l'attenzione del nemico.
Pino affidò a due compagnie del 6." d'infanteria il presidio del ri-
dotto, e richiamò tutte le altre al sobborgo della Marina. Il 7 gli
Spagoooli tentarono riprendere il ridotto della Città :; i difensori fu-
rono sussidiati dalle riserve italiane condotte dai capitani Ambrogio
eXroUi (amenduc valorosi fra quanti altri uffiziali delFesercito ) ed
impegnarono vivissima la znflfk cogli Spagnuoli all'arma bianca a
piedi del ridotto stesso, tra la città ed il forte Contestabile. Ivi il
tenente Pisner trovò una morte onorata^ i capitani Giorgi e Testa
rimasero feriti , come pure i tenenti M azzucchelli e Spinola, e 1 5o
carabinieri del i.'' e a.° leggero. Ma gli Spagnuoli per le perdite
soHèrte essendo diradati, il tenente Giustiniani Pasquale penetrò per
gli intervalli nel ridotto, ove alla testa di tutti i granatieri Bianchini
Doiiieuico da lungo tempo combatteva per impedire al nemico d'in-
trodurvisi. La lotta non fu si tosto terminata e riuscì accanita. In-
tanto il 6."* d' infanteria sotto gli ordini di Favalclli si presentò al
piede del ridotto del Calvario , e vi penetrò per la breccia. Tra i
primi il capitano Roncaglia si diresse al ridotto del Capitolo e lo
occupò. Così con una audacissima operosità gì' Italiani sotto gli oc-
chi di tutto r esercito e dello stesso maresciallo Augereau soc-
correvano un ridotto da ambo i lati, prendevano gli altri due e
toglievano ai presidii la speranza di più oltre ricongiungersi.
II maresciallo Augereau fece conoscere agli Italiani quanto si
pregiassero i loro servizi col seguente ordine del giorno : it I piìi
« grandi elogi sono resi ai granatieri del 6.** reggimento d'infanteria
« e del I." e %.^ leggero italiani che difesero e soccorsero il ridotto
u della Città contro gli attacchi ripetuti del nemico, il quale per
1
— 80 — \^
u alquanto tempo lo ha investito per ogni lato dopo di aver tentato
u di distruggerlo con molte ore di fuoco della sua artiglieria.
u Questo contegno è proprio di sì prodi granatieri, ed il generale
c( Pino è particolarmente incaricato di felicitarli, e mostrar loro^
u come pure al colonnello Eugène Orsatelli, tutta la soddis&zione
u del generale comandante in capo delPesercito per la buona di-
te sposizione e pel vigore con che inoltre attaccarono e presero ad
u un tempo stesso gli altri due ridotti, il Calvario ed il Capi-
te tolo. »
Finalmente il giorno io dicembre Gerona capitolò, ed il pre-
sidio, prigioniero di guerra, andò in Francia scortato da Palombini.
Dopo la presa di Gerona il i4 dicembre, la divisione Pino era in
parte accampata a Fornells ed alla Bisbal sotto Mazzucclielli, ed in
parte con Fontane diretta a Caldas verso Hostalrich. Tutti però que-
sti corpi o si scontrarono con milizie risolute di combattere o si av-
vennero in paesi abbandonati, oppure abitati da gente indignata
ed inferocita, sempre pronta a trar profitto dalla debolezza dei no-
stri per nuocer loro.
Il 18 dicembre ritornando Palombini da Perpignano con un
convoglio , incontrò a Montagnancra il rinomato colonnello delle
guerilla Rovira, clie tentò d^ impedirgli il passo; questi, affrontato
dall' intrepido capitano Bonfanti e da Falcon, dovette ripiegare ab-
benciiè fosse alla testa di 2000 uomini. Intanto la colonna passò,
e Bonfauti , rimasto alla retroguardia , impedì sempre il nemico
di avvicinare il convoglio.
U uo Palombini fu inviato contro i corpi spagnuoli che ra-
dunavansi al di là di Gerona.
Il general Pino andò a Parigi per deporre ai piedi del sovrano
i trofei della vittoria, dei quali il maresciallo Augereau aveva fatto
dono agP Italiani onde testificare F ammirazione ispiratagli dal
loro valore, e fra questi figurava la fascia di san Narciso, patrono
di Gerona.
Pino fu da Napoleone onorevolmente ed affettuosamente accolto,
accordandogli tutto quello eh' ei domandò per la sua divisione.
Quindi lo spedì in Italia per ristabilire la danneggiala sua salute,
e concorrere al sollecito invio de' rinforai in Catalogna. Il gene-
rale Mazzucclielli, più anziano fra i generali di brigata della divi-
sione, ne assunse il comando. Fontane andò verso Besala, restando
Mazzucchelli con pochissime genti a Fornells ^Villata co' cacciatori
reali alla Bisbal ; Palombini colla sua brigata a Casa della Selva.
— 81 —
Fontane scacciò da Besala lo spagnuolo Claros col corpo da
lui comandato, allontanò il nemico dalla valle della Pluvia, rac-
colse bottino, prigionieri e viveri, e schiudendosi quindi la via a
viva forza per quegli asprissimi gioghi, pervenne il a8 dicembre
sotto il monte di Gran, da dove era incaricato di procedere nella
direzione della vallata di Vique. L^ acquisto di Gran , validamente
difeso, non riuscì per F opposizione dei numerosi abitanti in armi,
sostenuti da molte truppe d' infanteria. I nostri dovettero riti*
i*arsi, e giunsero a notte in buon ordine sino a Olot, protetti dal
a.* leggero condotto da Cotti. Fra le molte e gravi perdite di que-
sto giorno annoveraronsi quelle del capitano Vozan e chirurgo
Moretti ^ il capitano Fioroni fu gravemente ferito.
Raccoltasi una banda di giovani volontari spagnuoli risoluti di
penetrare in Gerona , Palombini vi si oppose colla sua brigata
sulla via per cui si erano diretti. E^i osarono intimare agli Ita*
liani di arrendersi, e questi andarono subito ad incontrarli a Lla-
gostera. Esaminata la loro posizione , Palombini divise le sue
genti in tre colonne, il capitano Bonfanti alla sinistra, il capobat-
taglione Favalelli alla destra, riserbandosi esso il centro. Non av-
vedutisi del movimento che accadeva sui loro fianchi , orgogliosi
levaronsi i giovani audaci e si scagliarono contro Palombini. Ma
operato da questi una finta ritirata , li lasciò avanzare , finche le
due ale li presero in mezzo, e trovandosi da ogni lato avviluppati
furono in un momento distrutti da uno squadrone di dragoni Na-
poleone ; 5oo morti o feriti, 4o prigionieri , fra i quali il tenente
colonnello che li comandava, una bandiera, molti carri , bagagli ,
vesti ed equipaggi caddero in potere del vincitore. La lunghezza
e la velocita della marcia avendo spossato i nostri, poterono
soltanto lasciare scampo ai disseminati resti di 5ooo Spagnuoli ,
e nondimeno la vittoria non costò tampoco un ferito ai vincitori.
Di tal maniera nel medesimo giorno compensava Palombini a
Llagostera Y infelice successo di Fontane a Gran.
Con questi fatti si chiuse la campagna del 1809 degli Italiani
in Catalogna. U battaglione del 5.° d' infanteria , comandato da
Rossi, restò di presidio a Barcellona, ove ebbe fazioni di poco ri-
lievo.
T, II.
il
-^i-ir
— 82 —
ITÀUA.
All^ aurora del dì 1 1 aprile, un parlamentario austriaco conse-
gnò agli avamposti francesi alF Isonzo la dicliiarazione u che T e-
u sercito austriaco aveva ordine d^ avanzarsi e di trattare come
ic nemici tutti quelli che farebbero resistenza. ^ E mezz^ora dopo
questo annunzio i posti francesi furono attaccati.
L^ esercito italiano non fu colto alla sprovvista « dacché erano
in pronto tre divisioni attive comandate da Fontanelli , Severoli ,
Lechi Teodoro, oltre un corpo distaccato ed anche un altro di ri-
serva comandato da Fiorella.
La divisione Fontanelli , destinata ad agire nel Tirolo, contava
63oo uomini, 600 cavalli e 8 pezzi d^ artiglieria (Doc. XVI).
La divisione Severoli, inviata nel Friuli, aveva 9000 uomini, 700
cavalli ed 8 pezzi d^ artiglieria (Doc. XVII).
Ija divisione Lechi, composta, della guardia reale raccolta in-
torno al quartier generale del viceré ascendeva a a6oo uomini ,
900 cavalli ed aveva 8 pezzi d' artiglieria (Doc. XVIII),
Il corpo distaccato era di 3 1 00 uomini e 900 cavalli (Doc. XEX).
Una divisione di riserva, comandata da Fiorella, formava i pre-
sidii deir interno sulla dritta deir Adige , e contava coi depositi
dei corpi che erano in linea 3ooo uomini, 5oo cavalli con 8 pezzi
d'artiglieria (Doc. XX).
In tal modo V esercito nazionale aveva in Italia al principio
della campagna 34)OOo uomini , 36oo cavalli e 3 2 cannoni da
campo.
Il i3 aprile la divisione Fontanelli lasciò il campo di Monte-
chiaro e si diresse a marce forzate a Trento ^ in passando pose
3oo uomini di presidio nella Rocca d'Anfb.
Bertolctti era il 17 innanzi Lavis, e Julhien verso Malveno e
Zambano; in quel giorno e nel successivo Bertoletti provocato
dai Tirolesi della valle di Avisio (sostenuti da un battaglione
austriaco) accettò il combattimento, li malmenò e disperse. Julhien
investito dai Tirolesi della valle di Non e di Passeyer (rafforzati
da due battaglioni regolari ) , dopo vana resistenza fu astretto a
ritirarsi sopra Vela e Cadino. Ivi nuovamente investito nel giorno
successivo e dopo sanguinosissima zuffa dovette ripiegarsi sui su-
burbani di Trento e fortificare l'entrata della città. Il 19 Julhien ne
— 83 —
lisci, si portò con maravigliosa celerità contro i Tìi-olesi, li assaU,
li ruppe e riprese loro Cadino. Guillaume con 3 battaglioni e a
squadroni si recò a Ravazzone, e vi gettò un ponte al fine di occu-
pare Mori e Torbole. Prima della sera del 2'i Cliasteler aOrontò
i corpi francesi, e la divisione Fontanelli, non tenendosi sicura
nella posizione in cui era contro forze tanto superiori, si ritirò
sopra Roveredo. Julhien, posto in retroguardia, dovette aprirsi il
passo attraverso la colonna austriaca del generale Erte].
Il battaglione d^ Istria e quello del 1 .^ leggero furono assaliti a
Noviglio, ma fugarono il nemico , ed i cacciatori à cavallo asse-
condati dairartiglieria lo caricarono con sommo vantaggio. I Tiro-
lesi rovesciati abbandonano i loro feriti e i36 prigionieri^ il
combattimento costò agli Austriaci ano morti, 3oo feriti e i5a
prigionieri. La perdita de^ Franco-Itali fu di 55 morti e a5o fe-
riti. Questo fatto onorò sommamente il generale FontancUi ed
anche gli ufKiziali Salvatori, Maifei, Millo, Tita, Yiani, Buccina ,
Agazzini, De-Simoni, Serron e Carrara.
Il aa la fanteria della guardia reale vemie (come riserva) ad
occupare il posto di Rivoli. Nella notte del 23 al 24 un mezzo
battaglione del 2.^ leggero fu sorpreso a Nago e Torbole, e
sgominato vicino a Mori. All^ alba sooo Tirolesi assalirono que-
sto villaggio^ Guillaume ve li lasciò penetrare, quindi li fece at-
taccare colla baionetta, e ne li discacciò, cagionando loro la per-
dita di 80 morti: Julhien, ferito al ponte di Ravazzone, fu sur-
rogato nel comando dal maggiore Peri. FontancUi si ripiegò a
Rivoli , ed occupò questa posizione rimandando la fant^ia della
guardia reale a raggiungere Y esercito a Caldiero.
Il colonnello Giflenga, aiutante di campo del viceré, rimase sulla
destra delP Adige con 3 battaglioni, 26 cavalieri ed un cannone.
La mattina del 26 , tr^ battaglioni austriaci e 200 cavalli con 6
pezzi d^artiglioria si schierarono dinanzi a Pilcante^ Guillaume ac-
cettò di pie fermo il combattimento, che durò due ore, e li mise in
fuga facendo loro un centinaio di prigionieri. I volteggiatori si
rivolsero contro la destra degli Austriaci, che incalzati contempora-
neamente di fronte, furono rotti e costretti a percorrere un miglio
in ritirata. Consumate queste fazioni, le schiere italiane die erano
nel Tirolo si appostarono a Rivoli : Fontanelli con Guillaume rag-
giunsero il viceré a Caldiero. Il generale Rusca (al servizio fraii-
cese) prese il comando della divisione italiana, della quale V aiu-
*
— Si-
tante comandante Payni continuò ad essere capo di sialo mag-
giore.
Il 12 aprile Severoli arrivò a Conegliano per unirsi al viceré;
aSoo uomini di questa divisione, cioè un battaglione del 2.*^, e tre
del 3.^ d^ infanteria, più un altro del 3.^ leggero di 700 uomini,
fecero parte del presidio di Palmanova,comandato dal generale fran-
cese Scliilt.
La fortezza possedeva i3a bocdie da fuoco con analogo appro-
vigionamento per tre mesi. Il 1 3 Severoli avanzò a Bilbano, fece de^
distaccamenti alla Motta e Porto Bufole, clie rientrarono il i5.
Il 16 ebbe luogo la battaglia detta di Sacile o della Livenza;
Severoli era alPala destra e marciò da Brugnera a Tamai in
prima linea. L^ attacco cominciò per iscaglioni alla destra , alle
nove della mattina. Sevei*oli alla sinistra di Serras con uno squa-
drone di cacciatori nelP intervallo, procede verso Palu ; vi penetra
di viva forza dopo un fiero combattimento. Gli Austriaci attac-
cano di fronte Severoli, e lo minacciano sul destro lato colla ca-
valleria. GV Italiani sostengono dapprima V urto con fermezza, poi
sono obbligati a ceder terreno ; sopraggiunto Serras , il nemico e
contenuto : Barbou manda 3 de^ suoi battaglioni in sussidio di Se-
veroli e Serras, che riescono a rovesciare i 6 battaglioni austriaci
fino al di là di Porzia. Severoli, formando la vanguardia di Serras, si
spinge in avanti verso Pordenone. Gli Austriaci, riunita una massa
considerevole di combattenti, vogliono riprendere Porzia. U impeto
della colonna si fa terribile ; Severoli ferito è surrogato da Bon-
fanti', Porzia è presa e ripresa 5 il i.° reggimento d' infanteria vi
opera prodigi di valore ; la battaglia sembra concentrarsi in quel
punto ; il nemico ripiglia per la terza volta Porzia. Il viceré or-
dina la ritirata , e la riserva della divisione Barbou la prolegge,
operando questo movimento a scacchiere. I cacciatori a cavallo
Rcal Italiano, comandati da Gasparinetti , ed il 4-'' squadrone dei
dragoni Napoleone, condotto da Gisbert, fecero brillantissime ca-
riche, e respinsero i reiterati attacchi del nemico.
Bonfanti in retroguardo alla destra copre la marcia delle divisioni
Serras e Barbou. Gli Italiani , pervenuti la sera sulla Livenza,
contengono il nemico con un fuoco di fila vivissimo , e compiuto
il passaggio di tutti i corpi e del bagaglio dell' esercito, rompono
il ponte di Bugnera, fino a questo istante conservato da Bonfanti
malgrado gli ordini contrari di Barbou. Gli Italiani alle due del
- 8S —
mattino (17) s' avviarono per Conegliano, ed accamparono la sera
ad un miglio a destra della Piave. Le perdite furono gravissi-
me: il 1/ d'infanteria ebbe 87 morti, e tra essi i capitani Du-
plessis e Rivet , 200 feriti , e del loro numero i capobattaglioni
Barbieri e Ferrù , V aiutante Zampa , i capitani Bertolio e La-
grange , i tenenti Bonservi ed Orlandi 5 yS bersaglieri intercisi
caddero prigioni. L' aiutante comandante Martel, capo dello stato
maggiore, fu pure ferito. Il 18, la divisione italiana s^ incamminò
per Treviso.
La cavalleria della guardia reale raggiunse il quartier gene-
rale. Tre battaglioni del 7.** d' infanteria , e tre del reggimento
dalmato andarono di presidio a Venezia*, la piazza era in istato
di difesa, e posta sotto la protezione di otto forti distaccati 0
novantasette ridotti. La marina aveva molti legni armati per vi-
gilare la laguna. Il generale francese Vial fu designato governa-
tore della città. Al 19 la divisione italiana, assai mutilata, sia pei
distaccamenti lasciati a presidio di Palmanova e di Venezia , sia
per le perdite sofferte nella giornata campale di Sacile, non meno
che pei disagi della ritirata, fu riordinata in una sola brigata sotto
gli ordini di Bonfanti, che per la via di Padova arrivò il 2 1 a Vi-
cenza. Egli al 22 col i."" d'infanteria prese posizione a cavaliere
delle strade di Marostica e di Bassauo \ il 24 si diresse a Ta-
vernelle.
Fin dal 23 aprile gli Austriaci avevano assalito il forte di Mal-
ghera , a capo della laguna di Venezia , e quantunque non fos-
sero ultimati in essa i lavori di difesa , e che il rivestimento
in terra fosse accessibile da varie parti , pure il 7.^ d' infanteria
italiano salvò valorosamente il forte, e ne allontanò il nemico dopo
sanguinosa lotta da ambe le parti.
Il 24 9 due squadroni di dragoni del 28.'* reggimento fran-
cese con un drappello di gendarmi italiani, comandati quest' ultimi
da Angelini Luigi, capitano della compagnia del dipartimento della
Brenta, rientrarono di notte in Padova nel mentre istesso che per
la porta opposta vi giungeva pure scortato da usseri tedeschi, V in-
tendente generale dell'esercito austriaco conte di Goess; circon-
dato, cadde in potere dei nostri insieme a' suoi impiegati e can-
celleria. I prigionieri vennero inviati a Mantova, e più tardi resti-
tuiti.
Il 25 Bonfanti s'appostò a due miglia in avanti di Vicenza.
— 86 —
Nella mattina del si6 i posti avanzati italiani , assaliti dai con-
trari si ritrassero coml)attendo e disputando il terreno palmo a
palmo fino a Montebello. El)beit) 6 uomini morti e i5 (enti; la
sera si raccolsero a Villanova, ed il battaglione del i .^ d' infanteria
comandato da Porro fu distaccato a Monteforte.
L' esercito del viceré ^i riduce (a6 aprile) a Caldiero ed a Verona.
Il a8 Bonfanti col i .^ d^ in&nteria ad lUasi, manda nella notte i
volteggiatori di questo reggimento ad attaccar Cassano, ma il
colpo fallisce. Il 29, il 4-^ battaglione comandato da Tardieu, oc-
cupa Calieri; un battaglione di Veliti e due della guardia reale
d^ infanteria sono inviati ad Illasi , sotto la direzione di Lecbi, e
danno la mano al i .^ d^ infanteria. Il viceré pone il suo aiutante di
campo Sorbier , generale di brigata, a capo superiore di queste
squadre. Le posizioni di Cassano e Monte Bastia sono assalite dalla
guardia reale, e Castel Cerino dal 1 ." d^ infanteria. Il 3o V inimico
investe con forze superiori Bonfanti a Castel Cerino, e il 1 .° d^ in-
fanteria ribatte V attacco incalzando gli aggressori sino a Montefo-
scarino facendo loro parecchi prigioni. Se non che ringrossati
gli Austriaci da compatte colonne sul monte, questi è preso e ri-
preso. Sopraggiunto per altro Porro col suo battaglione, il posto
rimane agli Italiani. Qui s^ impegna ostinata difesa e ne conseguita
la conquista della posizione per parte degli avversari. Bon&nti si
ripiega allora sopra Illasi colla perdita di 60 prigioni. Intanto Sor-
bier, visto il movimento del nemico, si avviò coi due battaglioni
della guardia reale d' infanteria per ripigliare Castel Cerino , la-
sciando Lechi in riserva col battaglione dei Veliti reali. Sorbier
spinge i due battaglioni in salita al passo di corsa; pervengono
spossati, ansanti sopra alti piani già in possesso de' contrari. Ten-
tano di unirsi e schierarsi, ma si trovano esposti a tre fuochi, dac-
ché il generale nemico dal suo posto distacca dei battaglioni nei
boschi che lo fiancheggiano. Tempestati i nostri dalle palle , ca-
dono morti in gran numero, e molti uffiziali rimangono feriti; lo
stesso general Sorbier mortalmente, e leggermente il capobatta-
glione Dubois. Dopo un' ora di lotta acerrima e terribile per
tanta sproporzione di forze , Lechi fa avanzare i Veliti. U batta-
glione, costretto a salire lungo angusto sentiero, che dà adito a|v
pena ad un uomo, arriva alla spicciolata in faccia al nemico. E
accolto da fuoco micidiale: ogni colpo dei contrari fa una vittima:
Schedoni Domenico, capobattaglione , è ferito a morte. Sono pure
— 87--
feriti molti ufficiali: Olivazzi, Guillemet, Schedoni (fratello), Mengal-
do, Lanciai, Raffaglia, Piacentini (mortalmente), Garelli, Burzio, e
fra i sott' uffizialic soldati Zucciii, Germani, Danesi, Prina, Magellì,
Sarti, Zambelli, Foglia, Valnegri. Dopo infiniti sforai, i Veliti colla
baionetta spianata si fanno strada e si uniscono agli altri due batta-
glioni della guardia^ raddoppia la furia del combattimento, ma il
nemico soverchiante di forza, li incalza sino ad lUasi. Allora Porro,
(ufficiale meritevolissimo ed operoso per tutta questa calamitosa
giornata) vedendo dalla sua posizione le masse austriache incalzanti
la guardia , cala nella valle col suo battaglione , le affronta con
piglio risoluto, le contiene , poi le stringe a ripiegarsi lasciando-
gli a5o prigionieri con 3 ufficiali.il i.^d^ infanteria, aggiuntosi alla
guardia reale, teneva la posizione d^ lilasi , quando alle sette della
sera gli Austriaci ritentavano di ripigliare le offensive, ma trovando
i nostri pronti a riceverli, desistettero.
Gli Italiani ebbero in questo fatto morti, feriti e prigionieri più
di 4^>o individui, de' quali -268 della guardia reale. Il 5^.^ l'aggi*
mento d^ infanteria francese, inviato a soccorso, giunse a dramma
finito. Sorbier e Schedoni, tratti dal campo di battaglia e traspor-
tati a Verona, vi morirono pochi giorni dopo. Oltre gli uffiziali
indicati vi furono feriti il capobattaglione Ferrù, il capitano Ron-
zier ed il sottotenente Kabbu. Il generale Pelet , giudice compe-
tente nelle cose di guerra , così si esprime nella sua Storia della
campagna del 1809: «« U azione fu viva*, ciascuno de^ molti corpi
u nemici quivi inviati , furono successivamente impiegati , ma
a accorgendosi finalmente che essi avevano che fare con tre soli
u battaglioni, li attaccarono di fronte e sui due fianchi. Questi Ita-
tf liani opposero una resistenza degna dell^ immortale guardia im-
tf periale, alla quale Napoleone li aveva associati. Schiacciati dal
u numero disputarono con un ordine ed una costanza ammirabile
u il poggio ^ vedendosi finalmente circondati, cominciarono la loro
« ritirata sopra Cassano. >^
Il 3o aprile Fontanelli prende il comando della divisione Severoli
(rientrato nell^ interno per curare le sue ferite). Guillaume è sosti-
tuito come capo dello stato maggiore a Martel, che già accennammo
ferito a Sacile.
U reggimento dragoni Regina si collega alla brigata francese del
generale Guerin d' Etocquigny.
Fanno parte della divisione Fontanelli il 1 .^ d^ infanteria italiano
— 88 —
ed il i la.** reggimento francese composto di Famminglii e Toscani,
subordinato al bravo colonnello Penne ( morto poi generale a Wa-
terloo).
Le vittorie di Napoleone in Germania obbligarono V arciduca
Giovanni a fermare la sua marcia . vittoriosa ed a ritirarsi dietro
le Alpi Giulie . per difendere gli stati ereditari. Cominciò questo
movimento sopra tre colonne, il i.** di maggio.
Gifflenga, con due squadroni de^ dragoni Regina, fu il primo a
varcare la Brenta la sera del 4» ^ guado della Nave. Attacca im-
provvisamente il nemico, e gli prende circa looo uomini. Vene-
zia, Palmanova, Osopo, sbloccate, ne escono le schiere italiane che
vi slavano di presidio^ il 2.^, 3.^ e 7.^ d^ infanteria, i Dalmati rag-
giungono la divisione Fontanelli^ il 3.^ leggero vi rimane. U i."*
reggimento d^ infanteria h ridotto a 3 battaglioni. Fontanelli co-
inanda 9 battaglioni italiani, compresi i Dalmati (Doc. XXI).
La guardia reale e la divisione Fontanelli sono il 6 maggio a
Sanf Artiano nei sobborghi di Treviso.
Rusca marcia nella valle deir Adige per ispingere il nemico
verso r alto Tirolo , quindi si dirige a Feltre , risale la Piave ,
minacciando di passare nella valle del Gail, ma è contenuto^ co-
sicché sostando forma T estremità della sinistra delP esercito del
viceré.
Il giorno 8 maggio, V esercito franco-italo passa la Piave al di
là di Lovadina. I dragoni Regina incalzano con successo il nemico:
lo squadrone de' dragoni Napoleone fa una brillantissima carica ^
e prende 3oo prigionieri. Si sorprende dai dragoni italiani un
convoglio di viveri eh' erano stati preparati per 6000 Austriaci.
Grande aiuto fu questa preda nelP istante che tante genti tra-
versavano un paese già vessato dal quinto passaggio dei due
eserciti e dalle richieste forzose fattevi per gU approvigionamenti
d' assedio di Venezia, Palmanova ed Osopo ^ imperocché a mal-
grado de' zelanti servigi resi dal consigliere di Stato Scopoli ,
commissario generale dell' esercito, e dal suo aggiunto assistente
al consiglio di Stato Re Antonio , per ammassar vittovaglie ,
se ne penuriava estremamente :, e fu ancora ventura che mentre
si perlustrava su tutti i lati il paese per raccoglierle, io, qual
commissario di guerra della guardia reale , scortato dal 6.° reg-
gimento usseri francesi, comandato (in assenza del colonnello Val-
lin ferito) dal caposquadrone Frain, riuscissi nel giorno 10 mag-
— 89 —
gio a prendere al di là di Cordoato sul Tagiiamento altro convoglio
di 100 carri, con 60,000 razioni di pane e biscotto, col quale si
potè sopperire ai bisogni delF esercito, finché avanzandosi si giovò
degli approvigionamenti di Palmanova ed Osopo.
Mentre dalla sponda destra della Piave il viceré asservava i
movimenti die Macdonald dirigeva sulla sinistra, occorse al prin-
cipe di spedire ordini, ma tutti i suoi aiutanti erano in, missione
al di là del fiume, ne potevano ripassarlo, perchè gonfiato a dismi-
sura. Chiama quindi lo scudiero Alemagna Carlo, e propostogli
di tentare il passaggio , lo incarica de^ suoi ordini. Egli parte ri-
solutamente , e sebbene il suo cavallo fosse dall^ impetuosa cor-
rente strascinato per ben lungo tratto , pure , dopo molto trava-
glio, approda alla sponda sinistra con grande soddisfazione del
viceré e degli astanti, che bui plauso al coraggio di quesf ufiiziale
della casa reale , il quale per un momento si temette perduto.
Battuto da Macdonald il nemico verso Conegliano, il resto delF e-
sercito, condotto dal viceré, varcò la Piave il 9 maggio. La divi-
sione Fontanelli piegò verso Odezzo, ove ebbe piccola fazione con
una retroguardia avversaria, la quale perdette una ventina di morti
e lasciò lao prigionieri.
L^nimico era in posizione a San Daniele (11 maggio)^ il gene-
rale Dessaix, comandante la vanguardia dell^ esercito, composta di
volteggiatori de^ diversi reggimenti, lo attacca alla testa di un bat-
taglione di volteggiatori italiani sostenuto dallo squadrone deMra-
goni Napoleone, nonché da altri corpi francesi, supera la posizione,
rintuzzando i contrari, ed obbligandoli ad una precipitosa ritirata,
nella quale perdono i960 prigioni, e fra essi 34 uffiziali, e la-
sciano 800 uomini fra morti e feriti sul campo.
Gifflcnga coi dragoni Regina^ sbloccato Osopo, prende a Gemona
( la) 700 prigionieri, tra i quali un colonnello, 11 uffiziali, una
bandiera, rovesciando la retroguardia dell* esercito contrario. Fon-
tanelli, venuto a Sacilc, passò il Tagiiamento, ed andò a Dignano
il 1 a : intanto la guardia era a San Daniele ^ questi due corpi, il
i3, giunsero a Venzone.
Rusca, passato da Cardevole , occupò il 10 Pararolo, ove trovò
in posizione 1 5oo nemici comandati da Zuccari , che occupava le
alture fortificate di Zucco. Egli fece attaccare dalla brigata Bertoletti
audacemente il nemico, e dopo una vivissima pugna, ove Zuccari
rimase gravemente ferito^ lo costrinse a ritirarsi, ma non potendo in
T. ir. t2
— 90 —
maacanza di ponti dirigersi a Villach per Monteale, come porta-
vano le sue istruzioni , discese invece a Pordenone, ove giunse il
giorno i4«
La divisione Fontanelli lasciò a Venzone il 7." d' in&nterìa a
custodia deir artiglieria, e riunitasi il 14 a Dogna, ebbe ordine di
marciare in due colonne sopra Tarvis; la brigata Bonfanti, col 1/
e a.*" d^ infanteria e Dalmati, si diresse alla volta di Maul e Hit-
schei, mentre Fontanelli, col resto della sua divisione, il 3.** d' in-
fanteria italiana ed il ira." francese, si avviò per la valle di De-
gna sopra Wolfsbacli e sboccò a Saffritz. La brigata Bon&nti ,
giunta il 16 a Raibil, due ore dopo si diresse a Tarvis.
Fontanelli incontrò massime difficoltà nel suo viaggio, dovendo
percorrere un sentiero che i soli pastori avevano osato finora tra-
versare, ed obbligato di £aire delle fermate per riunire le sue
schiere, giunse la sera del 1 5 a due miglia dal colle di Soma Do-
gna *, di là inviò distaccamenti che raccolsero i due battaglioni del
aa.** leggero. Il 16 prese posizione a Saffi'itz. Il generale Dessaix,
comandante la vanguardia delF esercito , precedeva la divisione
Fontanelli, ma si trovò arrestato nella sua marcia dai trinceramenti
ciie il nemico aveva sugli alti gioghi di Tarvis, per cui dopo al-
cuni inutili tentativi per girarne la destra, fece prender posizione
alle sue squadre alla sinistra di Tarvis ^ Fontanelli, arrivato poco
dopo, spiegò le sue schiere alla destra e si riunì a Bonfanti. In-
cominciò il fuoco, ciie si estese su tutta la linea: Bonfanti fece at-
taccare il ridotto della sinistra e lo prese, ma sopravvenuta la notte
furono rimesse all' indomani le ulteriori fazioni.
Il 17 la divisione Fontanelli si dispose all'attacco de' ridotti;
il i."* e S.** reggimento d' infanteria sotto la mitraglia di due pezzi
Sì spiegano in faccia al ridotto, che forma la sinistra del nemico :
il a.** d' infanteria ed i Dalmati più a destra. Il segnale dell' at-
tacco è dato: il 1.° e il 3.** dMnfanteria si avanzano a passo di ca-
rica ; arrivati ad un breve tiro di moschetto dal ridotto, due bat-
taglioni dei due reggimenti si slanciano e lo prendono. L' at-
tacco fu così rapido che non costò che 6 uomini; un battaglione
croato fu abbattuto ; tutti gli altri, assaliti al rovescio, caddero in
poter nostro; il generale nemico, temendo di essere interciso al
{X)nte di Maglern, abbandonò i trinceramenti posti alla sua dritta,
ma un corpo francese , avvicinandosi a Weissenbach , le schiere
nemiche furono messe in piena rotta e fuggirono sbandate verso
— Ul —
Weissenfels ^ esse ebbero 4^o uomini morti e lasciarono 2000
prigionieri, fra cui un colonnello, un tenente colonnello, due
maggiori, 56 uffiziali, 12 cannoni, dei. quali 6 in batteria, e 40
cassoni. Lt nostra perdita ne^ giorni 16 e 17 fu di a 8 morti e
pressoché 89 feriti^ gli Italiani si batterono con tanto ardore,
che non pensarono nemmeno a raccogliere i cannoni presi al ne-
mico. Fontanelli era alla testa della divisione : il suo aspetto im-
ponente animava i soldati ^ egli si coprì di gloria in questa bril-
lante giornata, dirigendo con valore un attacco che aveva sì ben
ideato. Bon&nti rese importanti servigi conducendo le colonne
air assalto^ Gifflenga vi prese valida parte, e si distinsero parti-
colarmente i colonnelli Zucchi e Moroni, i maggiori Boretti e Og-
geri, i capobattaglioni Porro, Ferrù, Barbieri , Ventura , Lonati ,
Tracol \ i capitani San Giorgio, Rebioglio, Fedrigo, Sessa, Saluzzo
La Manta ^ l' aiutante maggiore Testi, i tenenti Le-Blanc, Grandi
di Forlì, Gaspari, CoUiva e Marsilio i sergenti Brandi e Struc-
chi ; i caporali Taffi, Sardo e Longo. Il viceré, nella sua relazione
da Tarvis (17 maggio), così si esprimeva:
tf Questo giorno terminò con ima seconda vittoria. L^ inimico
u occupava al di là di Tarvis, chiave de^ due passaggi dal Friuli
u in Carinzia, una vantaggiosa posizione fortifìcata già da gran
M tempo ^ egli aveva più di sei reggimenti d^nfanteria ed un^ arti-
ci glieria numerosa. Il viceré, accortosi che il nemico voleva at-
u taccarlo, lo prevenne. La divisione Fontanelli , situata al fianco
tf sinistro degli Austriaci, si avanzò contro di essi ^ ciò non per-
u tanto Fartiglieria nemica non la arrestò: essa non vi rispose che
u battendo la carica, e pose in disordine con tanta prontezza le
u file de^ nemici, che gli altri corpi, i quali dovevano attaccare
u neir istesso momento, non giunsero a tempo che per inseguire
u il nemico, che era già in piena rotta. I risultati di questa bella
u azione sono la presa di i «j pezzi d^ artiglieria e di 3ooo uomini,
u tra i quali trovavasi un gran numero d^ uffiziali. La perdita
M degli Austriaci in morti e feriti è considerabilissima. La rapi-
ci dita della divisione Fontanelli, il sanguefreddo ed il valore
Ci che ha spiegato in questa giornata, e superiore ad ogni elogio^
c( i generali Fontanelli e Bonfanti si sono distinti ; il colonnello
tt Zucchi si e pure segnalato. >9
Fu in quest' occasione che il viceré, circondato dallo stato mag-
giore generale francese, esclamò, vedendo lo slancio degF Italiani :
— 92 —
u Voycz mes Italiens ! si je n^avais cu qu'cux a Sacile, je n^
tx aurais pas essuyé riiumiliation d^unc d^faitc. n
Il 1 8 la divisione italiaha arrivò al fiume Gail, ove prese posi-
zione avendo trovato il ponte tagliato ^ il 1 9 fu a Villach , il ao
a Klagenfurt ed il aa a San Ycit. Qui Fòntanelli fìi surrogato
da Sevcroli (sanato della sua ferita), e prese il comando della di-
visione della guardia reale.
Rusca colla brigata Bertoletti era a Spital osservando la strada
del Tirolo e di Salzburg. L^artiglieria e gli equipaggi che non
avevano potuto seguire V esercito alla Ponteba, la raggiunsero per
la strada di Canale e Pletz. Le divisioni della guardia reale e di
Severoli seguitarono il movimento dell'esercito; il 27 erano a
Brucli e si fermarono in quei contorni fino al 3 1 . Fin dal giorno
26 la vanguardia del viceré si era messa al Semering in comunica-
zione col grand' esercito, e le divisioni italiane ebbero la consola-
zione di sentirsi leggere gli elogi che Napoleone lor dirigeva il
giorno a8 col suo bollettino così concepito : u I reggimenti del re-
u gno d' Italia che si erano distinti in Polonia, e clic avevano ri va-
te lizzato d' intrepidezza nella campagna di Catalogna coi veterani
it francesi, si sono coperti di gloria in tutti gli scontri. I popoli d'I-
M talia marciano a gran passi verso l'ultimo termine di un felice
M cangiamento. Questa bella parte del continente, alla quale sono
u unite tante grandi ed illustri memorie, ricomparirà con gloria
a sulla gran scena del mondo. "
Il a8 l'aiutante comandante Guillaume, assieme all' aggiunto allo
stato maggiore francese Mathieu, si recò a Dorf-ini-Walde con 40
dragoni ed una compagnia di granatieri del 3.** d' infanteria con-
tro un battaglione di soldati irregolari colà stabilito. Egli invi-
luppò la vanguardia, slanciossi nel villaggio, s'impadronì dell'ar-
tiglieria, fece prigioniero Y intiero battaglione comandato da Fitz-
Gcrald, indi si diresse a Rotcnmann , ove fece pur prigionieri il
comandante e gli uRlziali di lui, disperdendo un corpo di Landwer
di i5oo uomini, che ritornarono alle loro case, deponendo le armi.
Per tal modo condusse a Leobcn 60 uf Pizia li, fra i quali 2 mag-
giori, 235o fucili, 2 cannoni e 2 cassoni.
Vennero dalla Dalmazia (col maresciallo Marmont) vari drappelli
di cannonieri italiani che erano colà distaccati.
Il 4 giugno la divisione della guardia reale, quella di Severoli
— 93 —
ed il reggimento dragoni Regina erano a Neustadt, sommando a
12,000 uomini e i5oo caValli.
Il generale Rusca si trova a Lienz da dove viene respinto verso
Villach dagli Austriaci e Tirolesi che assalgono il battaglione d'I-
stria, comandato da Salvatori, e lo scacciano dal ponte della Moli.
Rusca ebbe varie fazioni nei primi di giugno. La brigata Berto-
letti , investita a Klagenfurt alP alba del 6, fa una vigorosa sortita
con 3 battaglioni italiani, sorprende il nemico, lo res*pinge dai sob-
borghi, e gli prende 5oo prigionieri, fra i quali ao ufHziali. Maflfei
col battaglione del 1 ." leggero, Peri maggiore ed Agazzini capo-
battaglione coi a battaglioni del 4•^ ed il maggiore Arese col bat-
taglione del 1 .^ si segnalarono. Dopo questa fazione Bertoletti corre
per occupare il ponte di Gian, ma il nemico, che era sulla sponda
opposta, lo aveva già bruciato ritirandosi con grande celerità. Gli
Italiani guadano il fiume ed affrontano il nemico, che era in po-
sizione sul Calvario, lo battono e lo obbligano a fuggire sulla
strada di Villach. La ritirata riesce talmente precipitosa , che si
raccolgono 3ooo fucili e i3oo prigionieri, fra i quali 34 uffiziali.
Ferretti e Millo' anche in quest' incontro ebbero a segnalarsi per
non comune bravura. La rottura dei ponti sulla Drava impedisce a
Rusca d' inseguire il nemico oltre Vòlkermarkt.
Rusca retrocede a Klageniurt, lascia Bertoletti con a battaglioni a
Villach. Quivi il generale, riputatissimo per valore, con poca gente
si mantiene fino alla fine di giugno, combattendo giornalmente i
Tirolesi, che assai maggiori di numero lo molestano incessante-
mente. In tutti questi fatti d^ arme ebbero lode Bertoletti, i mag-
giori Peri del 4-** ^^ Arese del 1 .** d' infanteria , il comandante
Millo, i capobattaglioni Mafièi ed Agazzini, il capitano Ferretti,
ed altri uffiziali e soldati.
Il 5 l'esercito del viceré partì da Neustadt diretto all'Ungheria;
a Karako, sulla Marczal, accade un breve combattimento nel quale
pi'endono parte i dragoni Regina.
n 1 2 r esercito ha un affare a Papa piuttosto vivo ; la guardia
vi arriva, ma il nemico è già stato fugato. Il 1 3 un corpo di ca-
valleria francese, inoltrato verso il campo trincerato di Raab, si
^ trova in grave pericolo. È soccorso dall'artiglieria a cavallo delle
regie guardie, la quale con fuoco incessante arresta l' inimico e
lo obbliga a retrocedere. I dragoni Regina caddero sopra un bat-
taglione dell' insurrezione ungarica, e fecero 5oo soldati prigioni
v^
— 94-
e 3 uffiziali. Il i4 giugno il viceré txovossi a fronte dell'esercito
nemico raccolto e trincerato presso Raab.
Severoli era alla sinistra. La divisione della guardia stava in ri-
serva sulle alture di Csanak. Severoli ^i spiegò di faccia al ponte
fortificato sulla strada di Veszprim, contro il quale lanciò il 3.^ d^ in-
fanteria in colonna serrata^ gli Austriaci postati dietro gli argini
del fiumiciattolo (munito di cannoni reggimentari e di una batte-
ria di 1 2 pezzi) lasciarono accostare gli assalitori, e quando furono
prossimi aUa testa del ponte , trassero sopra di loro a mitraglia.
Tenaci i soldati nel proposito di seguitare V impresa, a malgrado
delle morti avanzano audacemente divergendo dal ponte, e tentano
traversare il padule, il quale, cedendo sotto i loro piedi, ne invi-
schia non pochi sino alla cintura.
Finalmente il 3.^ reggimento, condotto dal maggiore Oggero ,
s** inoltra verso il ponte ^ nuova improvvisa scarica a mitraglia ,
accompagnata da fuoco di battaglione, distende la terza parte dei
combattenti a terra morti o feriti. La sola compagnia de^ grana-
tieri del I." battaglione perde 6o uomini e i suoi uffiziali: oltre
200 uomini per battaglione furono abbattuti. I superstiti ripara-
rono dietro alla loro divisione ^ allora Severoli e Bon&nti si po-
sero alla testa del i.° d'in&nteria (guidato da Zucchi), e col ri-
manente della divisione assaltarono il ponte. U nemico resiste
valorosamente e fece uso tenibile de^ suoi cannoni. Bonfanti coi
granatieri di Zucchi si precipita sul ponte a cavallo. Il destriero,
rovesciato ed ucciso, ingombra il passaggio^ i soldati si tolgono
dinanzi quest' inciampo ; il generale , balzato in piedi , e segui-
tato dal suo aiutante Sessa, da Zucchi, da Destre capobattaglione,
dal capitano Bonservi, dai lenenti Bonelli e Lacat, e dai granatieri,
si slanciano nel terribile stretto, lo superano e giungono alla per-
fine a porre il piede suU' opposta sponda ;; senonchè appena s' af-
faccendano per distendersi quivi in battaglia, molti di quegli uf-
fiziali e soldati sono colpiti da una violente scarica.
I capobattaglioni Porro, Barbieri; i capitani Zampa, Panigo,
Rossi, Vittori, Albanesi, Bcrtolio ; i tenenti Camossi, Zampieri, Riz-
zoli e tant' altri, s' afFrcttano a prendere il posto degli estinti e si
inoltrano alla destra della Pancza, assalgono il villaggio di Szta-
badhegy e se ne impossessano; gli Austriaci lo ripigliano, ma
dopo micidialissimo combattimento ne sono espulsi : per la terza
volta ritornano i nostri alla carica, e ricuperano nuovamente il
— 95 -
contrastato villaggio. Porro col suo batlagUone appostato alle pri-
me case, si fortifica e ticn fermo.
Bonfanti, che ha già avuto tre cavalli uccisi sotto di sé, e Severoli,
incurante delle ferite riportate in questo combattimento, rimangono
sempre alla testa della divisione ^ Zucchi . Moroni , Boretti , Bei-
lotti, Oggeio, Lonati e Ventura incitano i loro soldati ad, ultimo
sforzo. Dessi vi si apprestano con tale un ardore, che alla fine gli
Austriaci perdono ciò che avevano acquistato a costo di enormi
sagrifizi.
Porro, che dalle case adiacenti aveva fatto un fuoco infernale, si
rannoda alle divisioni Durutte e Pachtod ivi sopraggiunte.
La lotta durò quattr^ore, ed il campo di battaglia era coperto di
cadaveri, di feriti e di armi. Il capobattaglione Destre fu ucciso
con aoo altri Italiani, e si numerarono 800 feriti, fra i quali i capo-
battaglioni Lonati e Dei*oi del i.** d^nfanteria. Sessa, capitano aiu^
tante di campo, e 40 altri uffiziali. Le guardie reali stettero in riserva:
quelle d' onore ed i dragoni della linea, condotti da Fontanelli, agi-
rono sul campo di battaglia ^ F infanteria rimase in posizione a Kis-
Barati ^ i drappelli delle guardie d'onore e de^ dragoni, che forma-
vano in quel giorno la scorta del viceré, vessarono , perseguitan-
dolo, un distaccamento d^ usseri uscito in esplorazione da Raab, e
Io obbligarono a ripiegarsi. GV Italiani della casa reale, che il vi-
ceré aveva presso di lui , tesero servizi rilevanti , come uffiziali
d^ ordinanza i ciambellani Cicogna Carlo e De-Breme , Sartirana
Filippo (che fu ferito), ed il tenente delle cacce Rota Gerolamo ^
e come scudieri Cavalletti Giuseppe, Alemagna Carlo, Ciani Gae-
tano e Bellisomi Carlo. E^i lasciarono nelF esercito ben meritata
riputazione di bravura. Fra le morti fu deplorata quella del te-
nente Carlo Medici di Marignano (Not. 23), di Fontana (milanese,
nipote del generale Pino) e di Roberti. Bonfanti fu promosso a
generale di divisione, Zucchi a generale di brigata, e molte furono
le ricompense che Napoleone accordò agP Italiani segnalatisi in
questa battaglia.
La divisione Severoli ( cui erano affidati i lavori d' assedio verso
la strada di Papa), concorse alla presa di Raab, che il 24 si arrese
per capitolazione.
Intanto Paravicini e Juvalta (4 maggio), coi partigiani inimici
sparsi nelle montagne della Valtellina, del Bresciano , del Vicen-
tino, del Bassancse e di Cadore, si rianimarono dachè videro i Ti-
— 96 —
rolesi discendere in Valtellina, a Caflro, a Bassano, a Belluno e
nelle vicinanze di Verona. L^ intemo del regno d^ Italia era pres-
soché sprovveduto di combattenti^ Fiorella, generale di divisione,
fu collocato a Verona ^ ed i generali di brigata Polfranceschi nella
Valtellina , e Peyri sulla sinistra delF Adige. ELssi raccolsero gen-
darmeria, volontari, veterani, invalidi, guardie nazionali, e persino
guardaboschi, e così poterono opporsi agli incessanti tentativi dei
Tirolesi e partigiani. Gli attacchi simultanei diretti (il 3 giugno)
sopra Belluno, Bassano, Ponte di Cafiro, e fin sotto le mura di
Vicenza furono respinti.
Il generale Caffarelli , ministro della" guerra ,^ che ti'ovavasi
air esercito col viceré, informato di questi tentativi, retrocesse in
Italia a porvi riparo. Formò una colonna, che diresse verso Ro-
veredo sotto gli ordini del colonnello italiano Levié, il quale riu-
sci a sbandar gli avversari ed attaccò il castello di Trento. Si so-
stenne in questa posizione sino a che rafforzato il nemico da due
battaglioni, uno squadrone e 6000 bersaglieri tirolesi, fu il Levié
alla sua volta incalzato (9 giugno) fino a Dolce. Il tenente colon-
nello avversario De-Linanges (a giugno) si recò dal Tirolo sopra
Bassano, ma vedendosi minacciato ripiegò sopra Trento. U capo-
squadrone austriaco Benizza ( 1 3 giugno) occupò Belluno per soli
due giorni. Macchi, maresciallo d^alloggio della gendarmeria, me-
ritò elogi per aver fatto prigioni degli* esploratori contrari.
La divisione Severoli, accampatasi intorno a Raab, vi rimase fino
al primo luglio, poi si avviò a Kittsee e all' isola in faccia a Pres-
burgo sulla dritta del Danubio per occupare le posizioni tenute pri-
ma dal corpo del maresciallo Davoust, partito per V isola di Lobau.
Guillaume, con due battaglioni del 3.^ italiano, restò di presidio
a Raab. Severoli, forte di sei battaglioni italiani ed uno francese,
giunse il 2 a Kittsee , collocò il battaglione di Ferrò nelF isola
di Altenau, interpose quello di Barbieri tra Y isola ed il campo ,
spedì r altro di Porro ad Haimburg con tre compagnie distac-
cate per tener d'occhio V isola di Thcben. Gli altri, quattro batta-
glioni di questa divisione restarono accampati a Kittsee. Il posto
affidato a Severoli era di grande rilievo per rafTrenare da quel
punto le escursioni del presidio di Presburgo (forte di 1 8,000 uo-
mini) e per coprire il lato destn) del grand' esercito, che operava
evoluzioni nelle pianure di Wagram. Aveva inoltre per iscopo
d' impedire all' arciduca Giovanni il passo sulla sponda destra del
— 97 —
Danubio per dar la mano a Giulay, che essendo allora a Leobeu,
avrebbe potuto collegarsi ai Tirolesi , cui tentava poi di riunirsi
r altro corpo die trovavasi a Berajuth, nel qual caso Napoleone
sarebbe stato interciso e circondato nel suo campo di Wagram.
La guardia reale andò a Gogny (i6 giugno) posto sul Danubio
d^onde operò scorrerìe ad Acs e fino in faccia a Comorn. Il cannone
di questa fortezza fece fuoco sulla scorta del viceré ito a perlustrai
le vicinanze della piazza. Il 19 e ai giugno il nemico con due
batterie fece da Nema, sulla sinistra del Danubio, scariche continue
sopra Gogny e sopra i battelli a mulini. L^ artiglieria della guardia
reale riposto con assoluta superiorità, in guisa che fece tacere il
fuoco del nemico. Dapprima si era tentato da^ nostri di pigliare
i mulini che erano sul Danubio, e 600 uomini di buona volontà,
fra i quali alcuni della guardia reale , si erano gettati a nuoto ,
ma impediti dal cannone nemico, fallì F impresa.
Il a4, Raab si diede a noi per capitolazione. L' austriaco Pechy
ne era comandante^ la guardia reale venne a quartiere ne"* sob-
borghi sulla strada di Vienna, e il primo luglio partì per V isola
Lobau. Il 5 traversò i grandi ponti risarciti sul Danubio (Not. 24).
La sua infanteria fu riunita nelP isola alla guardia imperiale, cosic-
ché Fontanelli conservò alla propria divisione la sola cavalleria ed
artiglieria. Nella notte del 4 al 5 9 mentre un fiero uragano rove-
sciava suir esercito torrenti di pioggia e folgori , al rimbombo di
aoo pezzi d^ artiglieria di grosso calibro e de^ tuoni, fu gettato un
ponte lungo ottanta tese, e sopra di esso passarono primi i ber-
saglieri corsi e del Po (che precedevano sempre V esercito allorché
le imprese erano arrischiose, e venivano denominati le chiavi del-
r esercito j i Córsi poi anche les cotisins de Fen^ereur). Alla sera
del 5 dopo Taccanita fazione avvenuta sul poggio di Wagram, la
guardia reale d^ infanteria (congiunta alla imperiale) occupò parte
di un lato del quadrato entro cui sorgeva la tenda di Napoleone.
La cavalleria col viceré era al centix> delU esercito.
U 6, nella pianura tra il Danubio e Markgrafen-Ncusidel, fu
combattuta la celebre battaglia di Wagram. Tra i corpi italiani
che vi presero parte sono da nominarsi il reggimento cacciatori
Reale Italiano, congiunto alla divisione Sahuc^ il reggimento dra-
goni Regina, annesso alla divisione Grouchy, e Tartiglieria a cavallo
della guardia reale comandata dal capitano Mussi Antonio. L^ in-
fanteria e la cavalleria della guardia reale stettero in riserva. Nel
T. Il, 13
I.MJk.
— 98 —
momento che Napoleone, per determinare la vittoria, avviò Lau-
riston con 80 pezzi di cannone contro il centro della linea con-
traria, r artiglieria della guardia italiana ebbe essa pure a co-
gliere un alloro. Costò per altro caro al comandante Mussi, che
ferito gravemente spirò pochi giorni dopo. Era fra gli uffiziali di
quest^ arma Litta-Biumi Pompeo, che assieme a^ suoi commilitoni
benemerito dall^ esercito. Il reggimento dragoni Regina, sostenuto
dal 7.° francese, caricò i due reggimenti di cavalli di HohenzoUem
e Riesch. Comandato dal colonnelloJacquet, dal maggiore Galim-
berti e dal caposquadrone Olivieri, fece tate impeto nell' inimico,
che rovesciato al primo urlo perde aoo morti e lasciò oltre 400
prigionieri. Grouchy, provetto generale di cavalleria, applaudi al
merito degF Italiani , e riferì u che non gli uscirebbe mai di
« mente l' impressione cagionatagli dalla gloriosa carica de'^ dra-
u goni Regina a Wagram. » Questi ebbero à5 morti. Napo-
leone concesse diciassette decorazioni della Legion d^ onore al
reggimento italiano in ricompensa di tanto valore. I cacciatori
Reale Italiano caricarono pure con successo, ma cadde ferito il
tenente Giuli e prigioniero il caposquadrone Gasparinetti clie lo
comandava.
Vinta la battaglia, furono piantate le tende di Napoleone tra
Aderkiau e Roschdorf ; la guardia reale assieme all' imperiale vi
stavano accampate all' intorno , quando ad un tratto battè la
generale e si udirono repentinamente alcune grida d' allarme 5
erano circa le otto ore della sera. La fanteria si forma tosto per
battaglioni in quadrati ^ tutti chiedono la cagione del trambusto ^
nessuno la conosce^ Napoleone stesso, maraviglialo, slanciasi sul
suo cavallo , e questa volta senza cappello. Regna in sommo
grado la confusione; gli equipaggi e quello sciame di parassiti che
seguono pur troppo gli eserciti , corre in direzione dei ponti
dell' isola di Lobau , e tale è la calca che parecchi annegano nel
Danubio. Intanto gli uffiziali , che Napoleone aveva mandato in
esplorazione, ritornano e riferiscono che un' avanguaixlia dell'eser-
cito austriaco, proveniente da Prcsburgo, si è mostrata verso Obcrs-
ùbcnbrun , ove Francesi inermi foraggiavano. Costoro , spaven-
tati, si erano dati alla fuga, e giunti al campo vi avevano levato
l'allarme. Ma verificato che questa mano di nemici era retroce-
duta a Marcheck ( apjKìna istruita eh' era slata perduta da' suoi la
battaglia di Wagram) il cami>o francese rientrò nell'ordine. Il
— 99 —
viceré spedi a MiJano, nunzio della vittoria , il ciambellano Cico-
gna Carlo, suo uftiziale d' ordinanza, per dargli un attestato della
sua soddisfazione.
Durante la battaglia di Wagrani la divisione Severoli, che la-
sciammo appostata rimpetto a Presburgo, con un battaglione
del 7.** d' infanteria , si era impadronita dell' isola di Theben, ed
aveva più tardi respinto rinimico, fattogli cinquanta prigionieri
( tra i quali un colonnello), ed inchiodati e gettati nel Danubio i
cannoni. Un battaglione di Dalmati , condotto da Morani , prese
un ridotto principale e fece una ventina di prigionieri. Il nemico
sgomberò le opere dell' isola di Engerau , che gì' Italiani occupa-
rono applicandosi alla ricostruzione del ponte.
L' infanteria della guardia reale seguitò Napoleone a Znaym. La
cavalleria, comandata da Fontanelli, andò a Wolkersdorf, indi re-
trocedette ad Obersubenbrìin. I dragoni Regina restarono uniti alla
divisione Grouchy. Il 1 4 pervenne la notizia dell' armistizio con-
chiuso a Znaym.
Severoli entrò in Presburgo , indi il 17 si diresse a Klagenfurt
per unirsi alla divisione Busca. Bertoletti, appartenente a questa
ultima, marciò ai primi di luglio con tre l)attaglioni a Tarvis per
aprirvi le comunicazioni. Egli obbligò il nemico a ritirarsi in Ti-
rolo y poi prese posizione a Klagenfurt. Rusca , assieme al capo
dello stato maggiore Payni ed al resto della divisione, si mise in
marcia verso la Stiria ^ il 5 era a Judenburg , e la sei^a del 6 a
dieci ore an-ivò in faccia al ponte di Leoben ; ivi sorprese gì' ini-
mici nel momento che gli ufficiali erano ad un ballo, fece loro
alquanti prigionieri , mise un contributo sulla città, ed avvistosi
della sproporzione delle forze che aveva a fronte , si gettò tra le
montagne, dirigendosi verso Salzburg, ove giunse il i3, molestato
nella marcia dai paesani armati, che però non riuscirono a togliergli
i prigionieri che conduceva.
Dopo l'armistizio, la fanteria della guardia reale andò colla im-
periale a Schònbrunn e dintorni, e la cavalleria a Presburgo, indi
ad Eisenstadt in Ungheria \ i dragoni Regina ad Altenburg , ove
si riunirono dapprima i plenipotenziari per trattar della jiace.
Nel ag.® bollettino in data di Schònbrunn , Napoleone diceva :
u I Veliti ed i granatieri a piedi della guardia reale italiana si
a fanno rimarcare pel loro eccellente aspetto. ?>
La vanguardia di Severoli arrivò a Klagenfurt il 29 luglio: il
— 100 —
suo quarticr generale era in quel giorno a Laybach. Sebbene Vsit*
nsistizio di Znaym ingiungesse ai belligeranti la cessazione delle
ostilità, pure i Tirolesi non vi aderivano. Mentre Napoleone ed-
mandava P attacco di questo paese dalla parte della Baviera, com*
metteva alle schiere italiane di penetrarvi dalla valle della Ora-
va , da Verona e dalla Valtellina. Pertanto le divisioni SevcnJi
e Rusca ( quest^ ultima rinforzata dal i .^ reggimento d^ infante-
ria ) partirono da Villach •, Fiorella da Verona , ed il generala
Polfranceschi in Valtellina doveva coprire il paese dalle incùrsiorfi,
e confìnare V insurrezione sulla cima delle montagne. Rusca , il
primo agosto, ricevette dai generali austriaci il forte Sachsen-
burg, che i Tirolesi tentarono invano di ripigliare. U 3 entrò id
Lienz, ove in un primo fatto ributtò gli aggressori ^ ma più tardi^
ingrossatisi oltremodo, dovette far uscir contro di loro due bat-
taglioni del 1.° dMnfanteria comandati dal maggiore Arese, clié
li incalzò per quattro miglia. Stabilitisi dappòi i due battaglioni
a Leisach, vennero nelle ore pomeridiane assaliti da sempre cre^
scenti turbe d^ armati. Nello spazio di tre ore d^ intenso ftioco es-
sendosi consumati tutti i cartocci dagP Italiarii , furono dessi
a vicenda costretti a ripiegate sopra Lienz, lasciando sul campo
4 morti e la feriti. Rusca tenne fermo a Lienz sino al giorno
1 1 , nel quale , avuto ordine di concentrare la sua divisione
fra Villach e Sachsenburg, partì immediatamente , giunse a Kla-
genfurt il i4, ed inviò il i.® d' infanteria a Laybach, ove arrivò il
19 per raggiungere la divisione Sevcroli.
Mentre gli Austriaci uscivano dal Tirolo meridionale , vi en-
trava Fiorella dalla parte di Rovercdo il primo agosto. La ritirata
del maresciallo Lefebvrc dal Vorarlberg e quella di Rusca dalF aitar
Drava, lasciò solo nel Tirolo italiano il debole corpo di Fiorella ^
che avviluppato da foi-ze sovcrchianti , ebbe egli pure a ritirarsi,
incalzato fino alle porte di Verona.
I vantaggi ottenuti dai Tirolesi e la ritirata di tutte le squadi-c
nostre, rialzarono l'animo loro in modo che riputaronsi invin-<
cibili. Napoleone allora diede incarico a Rusca di aprire pratiche
coi capi, onde conoscere se vi fosse mezzo d'intendersi a rispar-
mio d'ulteriore spargimento di sangue, soggiungendo di non porre
nulla in iscritto per non ledere la dignità della Baviera e della
Francia. I Tirolesi tennero a bada 1' ufficiale inviato da Rusca, e
misero a guadagno il tempo delle conferenze per aflforzarsi.
— 101 —
Quando la tìicnte di Napoleone era concentrata nelle ti*attatiVe
di pace coli' Austria, che incontravano ({ualche difficoltà, non {iensaVa
per certo a tentare la sorte delP armi in Tirolo, persuaso che una
volta racconciatosi con quella potenza, tutto sarebbe rientrato nel-
l' ordine senza sacrifizi ^ ma sul finire di settembre, allorché vide che
gli accordi erano pressoché terminati, ordinò a Lefebvre di mettersi
m cammino^ e contemporaneamente fece partire da Verona il ge->
nerale Peyri con quattro battaglioni, un distaccamento di cacciatori
a cavallo del reggimento Principe Reale e g bocche da fuoco (circa
3ooo Italiani) , seguitati da iiooo Francesi. Questo corpo battè il
nemico e penetrò ad Avio. Alla Fersina gì' insorti si prepararono a
difesa^ il 3.^ d' infanteria italiano uccise loro 3oo uomini, e il re-
sto si salvò in fretta sopra Tretìto , oVe entrarono promiscui fug-»
gitivi ed incalzanti. Questi non perdettero che a sergenti uccisi e
7 soldati, al Buco di Velo ed a Vezzano. Pochi Tedeschi rimasti
m Tirolo all'atto della partenza dei loro reggimenti, dopo l'ar^
mistizio di Znaym, tentarono resistere, ma il maggior numero fu
sconfitto, e quelli che restarono vennero passati a fil di spada.
Peyri prese posizione alla Pietra, ove raggiunto da un rinforzo
di ^00 uomini provenienti da Bassano , il a attaccò il nemico
ilei formidabile posto di Latis. Il combattimento si protrasse tre
ore senza posa, finché i nemici , minacciati alle spalle, si misero
in ritirata abbandonando nèo morti, 4o prigionieri ed un cannone
tolto loro dai graiìatieri. I cacciatori Principe Reale, comandati dal
caposquadrone Buccina, pei^seguitarono i fuggenti sino a San Mi-
chele.
U 6, i Tirolesi^ rannodatisi a freschi rinforzi, provocarono Peyri
circuendolo da Buco di Velo fino a Lavis, ma vennero ribut-
tati. Raccozzatisi , tornarono alle ofièse suU' albeggiare del 6. Il
enerale italiano , misurato coli' occhio il numero considerevole
i nemici che aveva a combattere, ripiegò sopra Trento. Ivi
fu bloccato , ma avendo nella notte ricevuto il soccorso di due
battaglioni e due squadroni napoletani , il i o fece uscire &oo uò-
mini scelti^ i quali alla baionetta s' impadronirono del posto (ove
il nemico aveva deviato le acque di un mulino) , e fatta assalire
contemporaneamente la posizione di Gardolo, questa fu presa, ed
il nemico forzato a ripassare il Lavis. Il 1 3 il general Vial assunse
il comando della divisione col generale di brigata Digonet. Peyrt
m trasferì a Belluno per riunirvi un corpo di milizie ed entrare*
— 102 —
nel Tirolo da quel lato. Vial non fece alcun movimento in aspet-
tazione di nuovo rinforzo.
I Tirolesi si fortificarono a Lavis, Cembra e Salurno. Il ai,
Vial , potendo giovarsi di circa 8000 uomini , anrix)ntò il n?-
mico dalla parte delP Adige , ma Digonet non essendo riuscito
a varcare la Nos, tornò a Trento il aii ove ebbe ordine dal vi-
ceré di fermarsi e far occupare con ti-e battaglioni la Valsugana.
Il 4 ottobre due colonne tirolesi si diressero sopra Lienz e Sacli-
senburg, che investirono, ma venuto da Villach il generale Berto-
letti, coadiuvò a fugarli. Elgli poi retrocedendo a Villach per non la-
sciare sco{)erto quel posto, collocò a Spital due battaglioni dalmati
comandati da Moroni ed un battaglione del i J* leggero da Peraldi.
Frattanto Sachsenburg, presidiato da un l)attaglione del 2«^ leg«
gero italiano, era assediato da alcune migliaia di Tirolesi, che ave-
vano già. dato due assalti al forte, e quantunque respinti con vigo-
ria, si preparavano al terzo.
Peraldi stava sulle alture vicine a Spital con un mezzo batta-
glione, quando venne investito da una forte colonna tirolese prov-
veduta di artiglieria. Egli ricliiama da Spital V altro mezzo batta-
glione, e senza inquietarsi della maggioranza delle forze contrarie,
le piomba addosso , la sgomina e le prende due pezzi da campa-
gna ; questo tratto d^ ardire , tentato con sole quattro compagnie
balestrate da tanta moschetteria e dal cannone nemico , mise in
pensiero i Tirolesi, i quali, scorgendo due battaglioni dalmati, che
sopravvenivano di rinforzo a Peraldi , si ritirano velocemente ,
ed i nostri loro stanno alle spalle sino a Sachsenburg, ove enti'a
Peraldi ad ingrossarne il presidio. Si trattiene quivi alcuni giorni
secondo le sue istruzioni, poi, comandato di uscirne e trasferirsi
a Laybach , si avvede d' essere circondato dai Tirolesi. Inteso a
farsi largo , sebbene fosse disagevole, dovendo anche scortare fe-
riti e prigionieri, egli si spinge contro il nemico, che lo tempesta
di palle, ma riesce ad aprirsi la via e raggiungere la meta.
Le escursioni nemiche, che tuttodì accadevano lungo le strade
che dal Tirolo sboccano nelle valli attinenti , costrinsero la bri-
gata Zucchi ad uscire da Laybach. Questa poi ebbe ordine di re-
trocedere e (lenctrare tra i monti della Croazia , nei quali le
masse armate avevano preso 5o uomini del 2.° d'infanteria ed uc-
ciso il tenente Gurlani. Zucchi, lasciati a Ncustadt circa aoo uo-
mini ( sotto il comando del capitano Tarducci) , s' inoltra nelle
— 103 —
montagne, ma appena allontanato, una torma di armati (forse 3ooo)
Sì riunisce alP intorno della città, e colF aiuto dei terrazzani sor-
prende nella notte del 16 ottobre la guardia d^ una porta e vi pe-
netra. La prima sorpresa è fatale agF Italiani, che perdono 5o uo-
mini, ma r aiutante maggiore Sercognani ed il capitano Tarducci,
alla testa dei loro soldati, piombano con tanto furore addosso agli
insorti, che ne uccidono oltre i5o, scacciando il resto dalla piazza,
che rimase bloccata ancora dai paesani sempre crescenti in numero
fino al ritorno di Zucchi dalla sua spedizione.
Sottoscritta il i4 ottobre la pace in Vienna, Napoleone onliuò
al viceré di sottomettere il Tirolo. Il generale Baraguey-d' Hilliers
andò a comandare il corpo d^ esercito destinato a questa impresa
dalla parte della Puslerthal. Le schiere italiane che vi dovevano
prender jxirte, appartenevano alla divisione Severoli composta dalle
brigate Julhien, Bertoletti e Zucchi, forte di 9000 uomini e 900
cavalli, e due batterie di 16 pezzi, più una reggimentaria di 4
pezzi. Paini era capo dello stato maggiore.
Peyrì fu distaccato a Belluno con circa 1000 uomini^ a5oo
fanti, oltre 100 cacciatori a cavallo e 9 pezzi d'artiglieria, erano
con Vial dalla parte di Trento^ la guardia reale con aooo pedoni
(disgiuntisi dalla guardia imperiale) ed 800 cavalli stava a Villach
in riserva; ivi erano pure il reggimento dragoni Regina di 600
uomini e 600 cavalli, ed il gran parco d'artiglieria in allora co-
mandato da Millo, di 800 uomini e 5oo cavalli.
U 29 ottobre, il viceré aveva il suo quartier generale a Villach.
Il general Peyri , il primo novembre , colle sue genti parte da
Belluno , il a disperde nu drappello di Tirolesi a Caprile , il
3 all'ingresso della valle di Gredner incontra un grosso corpo
nemico che gì' intima di arrendersi; divide le sue squadre in tre
colonne, simula di voler cedere, intanto lo circonda, rinvia i
prlamentari, lo attacca furiosamente e lo perseguita fino a Sant'Ul-
rich. Quivi ode suonar a stormo; sosta alquanto; poi ripiglia la
marcia. Il 4 giunge a jìoca distanza da Bruch, prende d' assalto il
villaggio, ma quivi è stretto ad arrestarsi per essere tagliato il
ponte sul tori'ente. Peyri finge timore e volontà di scendere ad
accordo ; allora i Tirolesi si ailrettano a gettar tavole sulle sponde
del torrente, ed i loro capi si avanzano per ricevere le armi dalle
mani di^P Italiani già riputati loro prigionieri. Quando ad un
tratto questi s^ inoltrano a passo di carica , afirontano T inimico
^ — 104 —
ed arrivano al ponte di Eysacli, che occupano militarmente. Pro-
grediscono e raggiungono Bolzano^ Peyri non vi ritrova Vial,
che ha ritardato il suo movimento di due giorni senza avver-
tirlo. Il 5 i Tirolesi tentano una sorpresa, che va loro fallita^ as*
Saigon di nuovo di viva forza, ma senza successo migliore, quan-
tunque i nostri , in penuria di munizioni ( per essersi smarriti
i loro carriaggi nella marcia), siano costretti a rispondere al fuoco
nemico coi sassi e colle baionette. Suonano le cinque della sera :
sopraggiunge a soccorso il generale Digonet (con due squadroni
e due cassoni di cartocci ) e fa cessare quella stranissima zuffa.
Appena distribuite le munizioni, gP Italiani si avventano sui ne-
mici, e li forzano alla ritirata.
Il 7 Vial arriva colla divisione a Bolzano.
Questa rapida spedizione di Peyri, che onora assai la sua pre*
senza di spirito ed intelligenza , non meno che la bravura delle
poche sue genti, costò 47 morti, 7 3 feriti e 9 prigionieri.
Il a8 Scveroli (Doc. XXII) si avanzò per la Pustertlul a Prune-
cken. Il 5 novembre un battaglione a Gais viene attaccato e re-
spinto a Prunecken \ il 6, due battaglioni sono inviati a questa
volta.
I Tirolesi vennero forzati e scacciati fino al castello di Taufers^
il 7 la vallata si sottomise, rendendo 700 prigionieri. Il giorno 8
si avanzarono a Miihlbach un battaglione del i.^ leggero ed uno
del 4" d'infanteria, comandati da Peraldi^ il 1.** d'infanteria co-
mandato da Rossi ed i Dalmati comandati da Moroni. Pigliata la
via dei monti , si abbatterono in una vanguardia nemica che fu
dispersa. Giunti alla sommità, vennero accolti da colpi di moschet-
tcria che partirono dal forte. I bersaglieri tirolesi (che s'incontrano
dappertutto) recarono gran daimo ai nostri, che appuntarono due
pezzi d'artiglieria contro il ponte levatoio.
Rusca toccò una ferita. I cannonieri, inabili a più combattere,
si surrogarono con soldati d' infanteria non ignari dell' uso del
cannone. La colonna do' nostri vacilla. Pcraldi , preceduto dagli
zapjMitori , che a colpi di scure abbattono ogni ostacolo sotto la
miu-aglia, si scaglia coi suoi due battaglioni nell' interno del for-
te , e quivi e ferito. Il combattimento continua : il forte si ar-
rende. Al sopravvenire di Moroni e Rossi si spaventano i Tirolesi,
si sbandano e fuggono gli uni verso Sterzhig , gli altri verso
Brixen, e Bertolclti dà loro la caccia. In questa giornata ebbero
grilaliani 3i morii e i34 rcrili, tra i quali i8 uffiziali. 11 pBcr-
toletti.si avanzò a Clauscii.
Il 6 il' viceré, acquartieralo a Villach, avendo ricevuto la som-
missione dei capi tirolesi, fece partire la guardia reale die era in
riserva per Milano , credendo finita la guerra. Alla divisione Se-
vcroli furono ajggregati gritaliarii che erano am Vial e quelli di
Peyri , e così venne ripartita nella valle di Meran , Bolzano e
Clausen, e nelle vallate di Non; di Sol e di Babbi.
Calmossi momentaneamente T eOèrvescenza nel Tìrolo, ma non
andò guari che si riaccese più violento T incendio. GV Italiani ven-
nero improwisaii^eilte as(saliti a Bolzano^ altri combattimenti ac-
caddero a Mpran ed altrove, ma sempre còlla peggio de' Tirolesi^
La divisione Severoli il 5 dicembre ripi^sc Clausen d^ assalto, ed
il 6 ]il)erò Brixen , già circuito, e respinse il nemico sino a Pru-
necken ove giunse in gran disordine. Verso la metà di dicembre
le ostilità terminarono, i capi rimasero abbandonati, ed alcuni cad-
dero nelle mani delle autorità militari.
I Bavaresi occuparono il Tirolo tedesco , gF Italiani il Tirolo
meridionale.
La guardia reale si era riunita il i8 ottobre a Neustadt in Au-
stria. La fanteria vi giunse da Scliònbrunn , e la cavalleria da-
Eisenstadt in Ungheria. Il 19 proseguì le màrce giornaliere a
Schottevein, Krihlag, Brugg, Leoben, Knittenfeld , Hundmarch,
Freisach, San Weit e Villach, passando per Feldkirchen, ed evitando
]ìer tal modo la via di Klagenfurt, accorciò della metà il cammino
da San Weit a Villach, ove giunse il 29 ottobre. Il 6 novembre si
i^ecò a Tai-vis, dove la cavalleria prese la strada di Pletz, Caporetto,
Gorizia, Pai mano va e Codroipo, e la fanteria quella della Ponteba,
Venzone e San Daniele, e così il 1 3 si riunì di nuovo a Pordenone.
Da c{ui mosse per Concgliano e Castelfranco , schivando Treviso
onde risparmiare una giornata di marcia. Arrivò a Vicenza il
17^ ivi cominciarono le dimostrazioni di giubilo per pnrte delle
autorità e delle popolazioni pei successi ed il ritorno di lei. Giun-
se a Verona il 18, il a5 a Brescia, ove rimase fino al a8 no-
vembre, ed il primo dicembre pervenne a Milano. Di tal guisa
la guardia reale dal 18 ottobre al primo dicembre percorse venti-
quattro marce di circa venti miglia geografiche Tuna per Tallra,
ebbe sei giorni di riposo, e ne rimase quattordici in posizione a Vil-
lach e Verona per aspettare la risoluzione degli affari del Tirolo. Fu
— 106 —
ricevuta alle porte dalie autorità pubbliche civili e militari. A
Milano il prefetto ed il podeslik arringarono il generale Fonta-
nelli, che loro rispose in nome de' suoi valorosi. Tutta la popo-
lazione era in moto ; la viceregina volle vedere a sfilare le
schiere. Pompose feste e spettacoli si celebrarono; il a fu illu-
minato il teatro della Scala ^ ed in questa fausta circostanza ogni
ordine di persone fé' manifesto che teneva in gran pregio i ser-
vìgi deir esercito , e che era grato ai suoi concittadini di avere
illustrato celle loro gesta il nome italiano.
Nel settembre era stata stampata in Milano una relazione della
campagna del 1809, intitolata: u Histoire de la campagne de
S. J.I. le prince Enghne da 1809, w Ma questo libro d'autore
anoniiio (clic si vociferò essere qualcuno addetto alla casa dei
paggi ), essendosi trovato esageratamente adulatorio , per ordine
dello stesso viceré fu soppresso.
In quest' anno, quando T esercito di Marmont uscì dalla Dalma-
zia, Zara fu dichiarata in islato d' assedio, e fu colà nominato dal
generale Maurillon un commissario straordinario militare, incari-
cato anche della polizia generale nella persona del commissario di
guerra italiano Psalidi Francesco, il quale eb1)e particolarmente a
distinguersi.
Dopo la battaglia di Sacile, Venezia fu bloccata anche dalla
parte délPAdriatico. La marina italiana armò molti piccoli legni
ed alcune barche cannoniere, ma dei provvedimenti di difesa ma-
rittima se ne parlò a suo luogo.
Pietro Stalimini, tenente di vascello, comandante la goletta VOr^
tensia^ e Simone Abeilla furono condannati alla pena di morte per
aver abbandonato il loro posto lasciando la goletta in potere del
nemico.
CAPITOI-0 \1.
FAZIONI DI GUERRA DFL 1810
NELLA SPAGNA, NELLA SVIZZERA E NELL'ADRIATICO.
SPAGNA.
Il maresciallo Augereau, dopo la pi'csa di Orrona , ordinò alla
divisicmc italiana, a)mandata intcriiialmente da Mazzucclielli, di ri-
pigliare le operazioni. Il io gennaio Fontane attaccò con 2000 uomini
Gran di fronte, Palombini con 3ooo a tergo, Mazzucchelli con altri
3ooo si rivolse ad Hostalrich. Palomhiiù fu il primo ad assalire, e
fece ritirare il nemico, occupando le alture sulle quali fu raggiunto
da Fontane. Gli Spagnuoli si raccolsero in una posizione centrale.
Palombini li investì con vigore e li costrinse a fuggire incalzati
dai dragoni Napoleone, che ne fecero scempio. Il dì vegnente si
mise sulle tracce dei resti rifuggiti nei dintoitii di Ronda, li dis-
sipò ed aprì la strada per Vique. Il generale Souliam, avendogli
ordinato di fermarsi por far passare innanzi ima vanguardia fran-
cese, esitò a dar retta ad un comando sì strano : nìa allorché il
generale gli assegnò il primo posto più a sinistra , sul quale vi
erano allori da cogliere, acconsentiva alla richiesta. Fontane intanto^
occupato Vique, proseguiva verso Centellas tenuta dal nemico, e
vi giunse opportuno p(»r salvare il 1." leggero francese, che era
malmenato da forze maggiori , avvalorate dal vantaggio di mia
— 108 —
buona ])Osizioiie. Avendo jicrò il 2.** leggero italiano minacciato
gli Spagnuoli e richiamata a se la loro attenzione, Cotti, arrivato
colle sue genti , venne con essi alle mani. II capitano Bcntivoglio
Domenico intromise i suoi volteggiatori alle (ile degli avversari ,
che abbandonarono il combattimento, cosicché il reggimento fran-
cese fu liberato, ma Bentivoglio rimase egli stesso con alcuni de'
suoi e ferito e prigioniero.
Palombini, chiamato a riunirsi alla colonna, chetamente levato
il campo, annunziò di lontano (al nemico che lo teneva d'oc-
chio) la sua marcia con allegra sinfonia, e giunse alP apparir
dcir alila (i3) a Tona. Preso breve riposo, si mosse contro gli
Spagnuoli di fianco ed a tergo , e li sloggiò dalle alture di Cen-
tellas. I contrari si ritrassero a Moya. Unitosi a Palombini an-
che Fontane , incalzarono il nemico , che andò a riordinarsi al
di là del Llobregat a difesa di Manresa. Gli Italiani uniti passa-
rono a Moya , e all' indomani non trovando ivi di che vivere ,
andarono nella valle di Vique ed accamparono^ a Tona , indi a
Centellas. Mazzuccheili (il i3) intanto colla sua brigata si era
recato sulle alture di JVlasanes, ove faceva praticare nuova strada
carreggiabile atta ad agevolare il passaggio del convoglio a Bar-
cellona , scortato dalla colonna centrale comandata dallo stesso
Augereau. Al presentarsi dei Aostri sulle alture che hanno vista
dal forte di Hostalrich , il cannone nemico tuonò per avvertire
le popolazioni vicine della marcia dei Franco-Itali. Mazzuccheili
fece accelerare dai soldati i lavori della strada, ed il 16, quando
giunsero le brigate Palombini e Fontane , potè compiere l' inve-
stimento del forte di Hostalrich , ma il generale O-Donnel so-
praggiunse a frastornarlo, obbligando Mazzuccheili a distrarre le
forze che vi erano destinate. Risoluto Augereau di prendere il forte
non più per assedio, ma bloccandolo, Mazzuccheili, riunita tutta la
divisione italiana, assalì la citta nella notte elei 18 al 19. I cara-
binieri del I.** e 2.** leggeri ed i granatieri del 6.*^ d'infanteria co-
mandati dai capobattaglioni Perceval, Ferriroli e Favalelli sotto gli j 1
ordini di Fontane , mossero all' attacco e pervennero inosservati
alla meta divisata , occupando il sobborgo. Furono abbattute le i ;
p)rle della citta, che trovarono vuota di abitanti e difensori, sali-
rono alle ultime case vicine al forte, e là solo furono trattenuti dal
fuoco nemico. I capitani del genio Vacani e Ronzelli con Alietto,
dogli zappatori, fecero sbairare inmiantinente ogni sbocco di via.
— 109 —
Furono allora feriti 9 zappatori, 27 soldati ed alenai minatori clic
lavoravano al fornello della mina clic doveva far saltare la torre. Il
ao, il presidio del forte fece una sortita clic riuscì vana non meno
per i solidi spalleggiamenti innalzati nelle contrade che per la
fermezza con cui furono difesi dai capitani Maranesi e Marogna
del 4-^ d^ infanteria. Intanto il presidio della toiTC si arrese. Fu
fatta un^ intimazione anche al comandante del forte, ma venne ri-
gettata. Ei fece altra sortita inefficace, benché violenta, che ca-
gionò la perdita di 28 individui ai nostri.
Palombini con due reggimenti d^ infanteria e coi dragoni Napo-
leone accompagnò il 23 Augereau a Barcellona, lasciando a Maz«
zucchelli distaccamenti di rinforzo ed i cacciatori reali per ri-
durre il forte, tirare viveri e munizioni da Gerona ed aprire le
comunicazioni con Yique per la via di Yiladrau, nonché costruire
spalleggiamenti ed un ponte sul fiume.
Il 20, il battaglione del 5."" d'infanteria italiana che faceva parte
del presidio di Barcellona, fu malmenato tra Granollers e Monca-
da, e si rifugiò nella città, lasciando in un convento trincerato il
capitano Deli vanì, il quale vi si sostenne fino alF arrivo di Souham.
che lo liberò dal blocco nel quale lo tenevano gli SpagnuoU. Pa-
lombini giunse a Barcellona la sera del 23 e ritornò poi il primo
fcbbi^io ad Ilostalrich, da dove i cacciatori reali andarono a Gerona.
Dal 22 al 26 il battaglione del 7.^ d' infanteria respinse le sor-
tite del nemico dal forte di Hostalrich, sMmpadronì della chiesa
a quello aderente, ed unitamente agli zappatori di Ronzelli gua-
dagnò terreno. Il 5.® ed il 6.* d' infanteria lo coadiuvarono.
Piogge a rovescio ingrossarono i torrenti, ed erano interrotte
le comunicazioni per la mancanza dei ponti ai quali non si poteva
lavorare tranne a quello di Santa Coloma, di cui aveva la direzione
il capitano Rougier. Il capobattaglione Favalelli rimase per que-
sta cagione isolato tre giorni, e dovette risalire il fiume colP in«
tiero battaglione, passare il ponte di San Siloni e raggiungere
|)ei monti i campi di Grions. Il 3 1 , cessate le piogge , ricomin-
ciarono i lavori. Mazzucchelli co' suoi 3ooo valorosi stringeva
dappresso il blocco ed allestiva una batteria di mortai. Fece
una nuova intimazione, che non venne ascoltata. Interrotte le co-
municazioni tra Gerona, Viquc e Hostalrich, si spedì la brigata
Palombini per riaprirle, ciò che ritardò le operazioni del blocco.
11 18 Mazzucchelli mandò a Viladrau un Ixitlaglione del 1.® log-
\
\
gero, comandati) da Pei-ceval, e con questo rinforzo potè scac-
ciarne il nemico, e recarsi colla sua brigata ad Àrbucias, come
ne aveva ricevuto l'ordine da Augereau. Il ao i dragoni Napo-
leone, che erano a Yique con Souham sostenuti da poca arti-
glieria, attaccarono la cavalleria spagnuola di 0-Donnel , la mi-
sero in iscompiglio e s' internarono nell' ala destra dell^ infan-
teria nemica facendola vacillare. I capitani Lonati e Palombini , i
tenenti Ck)lleoni, Pavesi, Boncsi e Solerà , ed i sott^ uffiziali Cam-
bielli , Leggi) Sensi, Giovanetti presero parte onorevole in un col
caposcpiadrone Bouchard (romano) a questo fatto che sgominò Inaili
destra di 0-Donnel, la quale ^ ripiegando disordinatamente, rese
pure ondeggiante il resto della linea.
La cavalleria spagnuola, riordinatasi sotto h protezione di un
numeroso corpo di Svizzeri , fu di nuovo attaccata dai dragoni
francesi del colonnello Delort assistito dai dragoni Napoleone. Il
dragone italiano Barateli i Francesco fu il primo a slanciarsi nel
mezzo della fanteria togliendole una bandiera. I dragoni persegui-
tarono il nemico e raccolsero un migliaio di prigionieri. Ebbero
i nostri 5 ufficiali, tra i quali il tenente Gheltof, e ai soldati
uccisi o feriti, e meritarono encomi il capitano Gualdi ed i dra-
goni De Micheli e Monetti ; questi per aver ricuperato un pezzo
d'artiglieria già preso dagli Spagnuoli, quegli per aver date ottime
direzioni agli squadroni nelle cariche impetuose fatte in un terre-
no difficile. Il ai febbraio Palombini andò nella valle di Viquc
per rinforzare Souham.
Il ao Mazzucchelli avendo affrettate le sue operazioni sotto Ho-
stalrich , potè far agire le batterie di mortai regolate dal capo-
squadrone Clement sotto la direzione di Vacani. Ma conosciuto
il pericolo della divisione Souham , Mazzucchelli avviò in soc-
corso di lei i due battaglioni del i.** leggero comandati da Co-
rnetti. Il ai gli Spagnuoli venendo da Matarò piombarono sugli
avamposti del 6.** d^ infanteria che si scompigliarono. Favalclli, ve-
dendo il disordine, raccolse le sue genti in una posizione inattac-
cabile, ma con ciò lasciò libero il passo al nemico. Questi dalle
mui-a della piazza osservando V intervallo vacuo , fece una sortita
per occuparlo 5 il tenente Tizzoni tentò di opporvisi, ma dovette
esso pure co' suoi abbandonare il posto e ritirarsi verso i campi di
Grions. Quivi trovavasi Y aiutante comandante Balabio , che non
potè por riparo a tanta confusione. Per un felicissimo accidente
■■■*
— 411 —
giunsero di passaggio i due battaglioni del i .^ leggero avviati poa>
prima deir attacco verso Yique. Tuttavia Balabio non osava prender
sopra di se raffrontar T inimico^ il fece pero quando il capo dello
slato maggiore Dorabowski gliene recò Tordinc per parte di Maz-
zucchelli. Casella del 6.^ si mise tosto in cammino per lo sbocco di
Arbucias, ed al suo apparire il presidio si ritirò nel forte , e gli
altri Spagnuoli sulle alture di Orsavina.
Il maresciallo Augereau nel suo rapporto al ministro della
guerra, dice che gV Italiani in quest^ occasione furono assaliti da
oltre 5ooo Spagnuoli, ì cui sforzi riuscir<3no inutili mercè le buone
disposizioni date dal generale Mazzucclielli secondate dal valore dei
soldati ^ soggiungendo che gli Spagnuoli furono dispersi con gran
perdita.
n a5 Mazzucclielli parti per Vique e lasciò Balabio con soli 800
uomini e coi cannonieri per bloccare Hostalrich ; il battaglione
Favalelli fu ri|iartito fi*a la destra e la sinistra riva della Tordera.
Mazzucchelli, precedendo Palombini di un giorno, giunse a Yique
nella notte del a6 al 27. Questa marcia si protrasse per ventisei
ore a special danno della cavalleria di Villata ^ quivi mancavasi
di tolto siccome in un deserto.
Il 4 marzo gli Spagonoli appiccarono zuffa con Favalelli, che
si ritirò dalla sua posizione ; tutti gli altri posti si sbandarono ^ nel
primo bollore della pugna gF Italiani ebbero alcuni uccisi , altri
feriti e pochi prigionieri, e gli Spagnuoli che intendevano a vitto-
vagliare il forte, y^ introdussero il convoglio e ne uscirono tosto.
11 IO marzo il battaglione del 7.° d^ infanteria nelle alture di
Viladrera surrogò quello del 1.^ leggero, che doveva riunirsi al
suo reggimento a Yique. Il i4 Palombini si recò innanzi Tona,
fece di 1^ piii spedizioni su Centellas ed intimorì il nemico. Il 1 5
Mazzucclielli, percorrendo ardui sentieri, arrivò ad Estan e discese
per Artes al ponte di Cabriana sul Llobregat, ed il 16 a Manresa
dopo ventidue ore di cammino. Il 1 7 si mosse sopra Martorell \
la marcia durò trent^ore per giungere a Molinos de Rey; per-
venne al piede della merlata rócca di Monserrat, dalla quale gli
Spagnuoli fecero ben ordinato fuoco sugP Italiani, e discendendone
li molestarono nella marcia (ino a Molinos de Bey.
Il 18 Augereau, trasferito da Gerona a Barcellona il suo quar-
tier generale, disseminò il suo esercito dai Pirenei air Ebro. Il ao
Mazzucclielli si trasportò a Yillafranca sulla Gaya e verso il Fran-
— Ma-
coli, e lasciati piccoli distaccamenti alle sue spalle, si diresse airEr-
bro per poter dar la mano alP esercito di Sucliet ^ il aa occupò
il ponte di Villarodona.
Severoli (proveniente d'Italia con un rinforzo) era riuscito a
farsi strada dai Pirenei a Figueras, di là a Gcrona, ad Hostairich
e Barcellona. Quivi Augereau gli ordinò di recarsi a Viiiafranca
e procedere verso V Ebro. 11 26 prese il comando della divisione
italiana a Saint-Creus. Gli Spagnuoli intanto avevano attaccato il
posto di Alio , ma furono respinti dal 6.° d^ infanteria e da uno
squadrone dei cacciatori reali comandati da Eugène Orsatelli. Il 27
Severoli si avanzò sopra Valls ^ in quel momento la sua divisione
componevasi di 6ga8 fanti e gSa cavalli sulParmi-, si battè per
impossessarsi di Valls, fece vari prigionieri , tra i quali tre uffi-
ziali ; il 2^ passò il Francoli, occupò Alcover, Mila e Selva^ ed il
3o si presentò nella pianura di Reus ed entrò nella città. Ma ri-
masta scoperta Viiiafranca, il nemico attaccò il capobattaglione Pc-
lissier che ivi comandava 900 uomini di corpi diversi , e vi pe-
netrò sorprendendone il presidio. Questi, riavutosi dalla sorpresa,
oppose resistenza, ma intimoritosi si arrese con faci i ita. incscìisa-
bile^ rimasero così prigionieri 65o Italiani, fra i quali la ufii-
zìali, e vi si perdettero molte provvigioni.
Intanto 0-Donnel da Tarragona teneva a bada il corpo di Se-
veroli. Villata fu inviato a Mora de Ebro, a quattordici ore di di-
stanza. Partito il 4 aprile con un battaglione del 5.° italiano, uno
francese del gS." ed uno squadrone di cacciatori reali italiani, il 5
scese fino a Masos, dirimpetto a Mora, ove incontrò gli avamposti
di Suchet, dai quali fu festosamente ricevuto. Ritornò la sera a Saint
le cui alture erano coperte da folta massa di montanari armati che
lo affrontarono ^ rintuzzò i loro attacchi secondato valorosamente
dai tenenti Vittoni del 5.*^ d' infanteria e (irimonville dei cacciatori,
nonché dal maresciallo d'alloggio Porro Giacomo. Si fece strada in
mezzo ai nemici, e quantunque egU ed alcuni de' suoi toccassero
ferite, seguitò placidamente il suo cammino e giunse a Reus -sulla
sera del 6. In questo giorno Severoli mosse con tutta la divisione
per Barcellona a Hostairich. Palombini precedeva, Mazzucchelli ve-
niva appresso, ed il 9 ebbe a Villafranc:a un affare di retroguardia,
nel quale prese un centinaio di uomini; ai 12 si trovò davanti a
Hostairich. Un battaglione del 5." d'infanteria fu lasciato di presi-
dio in Barcellona. Severoli pose il quartier generale a Masanes, e
w I-
— Ilo-
distese lungo la linea di blocco le sue genti. Cominciarono le sor-
tite sin dal a6 aprile, ma furono tutte di poco rilievo. Accortosi
per altro Severoli che i rinchiusi difettavano d' acqua e che per
provvedersene dovevano attingerla a certe fonti che scaturivano a
cento tese dal ciglio dello spalto, fece (per savio suggerimento
e cura del capitano Vacani) erigere nella notte un ampio spal-
leggiamento sul contrafforte che discende al Monteverde , ed ivi
collocò a custodia ao zappatori coi capitani Rougier e Guara-
gnoni , ed altri aoo uomini coi tenenti Canot e Traversari. Il
nemico, contrariato dalla costruzione di quelP opera , prese a bat-
terla col cannone,. ed uscì dalla piazza formato in tre colonne per
allontanare gli Italiani ; questi, quantunque inferiori di numero ,
lo ricevettero con risolutezza ; ma investiti cor» forore stavano per
ripiegarsi, quando accorso il capobattaglione Felici, colle riserve,
costrinse gli Spagnuoli a fuggire. Essi perdettero 3o uomini : gli
Italiani ebbero due morti e i5 feriti.
Nella notte del 3o il colonnello Cotti ed il capitano Vacani, con
una compgnia di volteggiatori comandati dal capitano Garcanico,
si recarono verso le fonti per distruggerle , del che avvedutosi
r inimico, fece vivissimo fuoco dal quale restarono feriti ed uc-
cisi non pochi Italiani, e tra quest^ ultimi F intrepido capitano Gar-
canico, deplorato dai 'nostri. Guastate le fonti. Cotti si ritirò. Ri-
dotto il presidio a mal partito per la privazione dell' acqua, 0-Don-
nel spedì il a maggio un corpo a provocare il 6.** d' infanteria
sulle allure di Grions, tenne a bada egli stesso Palombini, e pose
in movimento, sotto la scorta di 3ooo uomini, il convoglio di
vittovaglie radunato a Matarò per soccorrere il forte. Il 6." d' in-
fanteria fu attaccato nella valle di Arbuccas, ma Eugene Orsatelli
appiattò • nella foresta un corpo de' suoi e comandato dal capitano
Ceracchi, lasciò correre innanzi la vanguardia avversaria, poi uscì
improvviso dal bosco, la inviluppò e sconfisse. Il capitano Cerac-
chi ebbe salva la vita pel valore del sergente Bernardini, che ri-
mase egli stesso ferito da uno Spagnuolo, che fu poi da lui ucciso.
Il 3, il 6.** ribattuto un nuovo attacco sulla direzione di Vique,
Palombini col 4-'* d' infanteria ed i dragoni* Napoleone impedì il
nemico di avanzarsi *sulla strada di San Seloni. Quando la colonna
principale dei contrari scese dal monte di Orsavina, trovò un bat-
taglione italiano in |)osizione sulla strada della Tordera. Venne
con esso alle manlj, ed in mezzo a tumultuoso conflitto alcuni
T. il. " 4»
1
Hi
— ili-
dei nostri rimasero uccisi, altri feriti; condusse seco 3y prij^io-
nieri, fra i quali il capitano aiutante ma(j[giore Pinòn, e volgendo
in precipitosa ritirata il resto del battaglione, s^ inoltrò arditamente
nel fondo della valle. Si sperava che gli Spagnuoli fossero tratte-
nuti dalle nostre schiere colà appostate e sostenute in ischiena dal
a.** leggero, ma per avere chi le reggeva mal interpretato V or-
dine avuto, il terreno fu abbandonato da Percevat, che lasciò per
tal modo scof)erti tutti i posti che guarnivano la linea contro i
forti, ed il 2.^ leggero comandato da G)tti fu il più compromesso,
(^otti colla sua calma e freddo coraggio si pose in tripla linea ira
il molino ed il Montevcrde, e quivi ricevette il nemico; fu vio-
lenta la pugna. TI fuoco più vivo non ritenne gli assalitori dall' a-
vanzarsi, nh gli«assaliti dal sostenersi, cosicché la mischia si pro-
lungò accanita. Il presidio tentò una sortita che mancò di suc-
cesso. Il a.^ d^ infanteria conservò la sua posizione, e dopo un di-
sperato battagliare costrinse gli Spagnuoli a ritirarsi fra i monti
d' Orsavina, d'onde erano discesi. Il 2.** leggero perdette i5 uo-
mini ed ebl)e i46 feriti, nel cui numero 5 ufficiali. Lo stesso co-
lonnello G)tti (già ferito due volle) rimase tranquillamente a dar
ordini ed incoraggiamento a' suoi promovendo sul campo a ser-
genti e caporali parecchi soldati che avevano dimostrato maggior
ardire, finché cadde a terra trafitto da un terzo colpo, che lo con*
dusse di lì a non molto alla tomba. Questa perdita fu vivamente
compianta neìV esercito, nel quale nessuno poteva contendergli un
primo posto fra i valorosi.
Cotti Vincenzo perì nel fiore dell' età e nel più bello della sua
carriera militare. I talenti di lui, associati ad esimio valore , gli
avevano meritato il grado di colonnello : |K)ssedeva nei più gravi
pericoli inalterabile imperturbabilità d' animo e grande risolutezza
per far fronte a tutti gli ostacoli. Aveva il dono raro di elettrizzare
i soldati con laconiche sparlane parole. Soleva con flemma ammi-
rabile ripetere nel bollore delF azione : u Avanti , seguitemi 5 se
« m' arretro, uccidetemi ; se muoio, vendicatemi. >»
Napoleone, cui non erano ignoti i meriti di questo ufficiale, con
decreto del primo luglio 1810, assegnò una pensione di franchi
1200 annui alla madre di lui Teresa Riboli vedova Colli di Cre-
ma. Gli ufficiali italiani di presidio in Crema ove abitava questa
signora si fecero dovere di allcslajle il loro rammarico per la per-
dita di un uomo che si onoravano di avere a compagno. Le ce-
neri di questo illustre riposano in pace nella cattedrale di Gerona.
— US-
La resistenza di Coti! aveva dato tempo a Mazzucchclli di ar-
rivare per la via di Masanes sulle alture alla destra del nemico ,
ed a Palombini di {lercorrere un lungo circuito per minacciare
d' interciderlo da Orsavina. Gli S|)agiiu()Ii, veduto il pericolo, fe-
cero retrocedere il convoglio e si collocarono sulla cresta più alta
del monte.
Ferriroli, succeduto nel comando del 2.** leggero, inseguì al di
Id del fiume il nemico, si unì alla destra di Palombini ed alla si-
nistra di Mazzucclielli , e tutti assieme si alTacciarono alla nuova
posizione degli Spagnuoli per investirla, ma la stanchezza del sol-
dato e la notte che si avvicinava imposero di differire le 0|K»ra-
zioni. 11 nemico perdette i5oo uomini tra morti , feriti e prigio-
nieri. Oltre gli uffiziali che diressero le fazioni e che fun)no ram-
mentati nella i-elazione^ onorevolissima testimonianza ebbero il
capitano del genio Rougier ed il tenente Centenari.
11 4? Mazzucclielli col 1." leggero e })ochi cacciatori a cavallo
assalì il nemico sulla montagna di Monegre , la scaramuccia fu
animata e gli Italiani vi ebbero 7 uccisi e aa feriti, e nel numero
di qucsf ultimi il capitano Prini ed il tenente Bianconi^ l'agilità
con cui i carabinieri del tenente Piglietti si arrampicarono sul
monte al fianco destro , mentre una parte del 4-^ d' infanteria at-
taccava sul sinistro, fece sì che Furto di fronte }K)nesse in disordine
i contrari che si trovarono addossati al mare. Il convoglio era stato
messo in salvo dagli Spagnuoli. he genti italiane ripi-escro le loro
posizioni al blocco del forte.
Olini, capitano dello stato maggiore, comandava la città. Il giorno
8 uno straordinario incremento de^ fiumi, prodotto da piogge di-
rotte^ disgiunse i campi e mise in foi-se T esito del blocco. Gli Spa-
gnuoli approfittarono di questa circostanza correndo sopra gli ac-
campamenti italiani, ma la difesa che questi opposero, diede tempo
ai Francesi di accorrere ed obbligarli a ritirarsi. Il io Severoli
intimò la resa, ma non venne consentita. Intanto 0-Donnel faceva
dimostrazioni per distrarre dal presidio Tattenzione degli avversari:
da un lato il colonnello Villamil, dall'altro il colonnello Andrcani
(milanese al servizio spagnuolo), minacciavano il 6."* reggimento
d' infanteria a Grions , ma furono contenuti. Severoli, il i a, sul
dubbio che il presidio del forte potesse tentare di evadersi (per
consiglio del capitano Vacani), fece stabilire a San Giacinto un
battaglione del i."* leggero coperto dai piegamenti del terreno, ma
— iiC —
per isveutura , non essendo stato prescrìtto al battaglione di ap-
piattarsi, accese i suoi fuociii, e mandò fallita senza sua colpa di-
retta la sagace antiveggenza del generale.
Nella notte del i a al 1 3, il presidio sortì sopra tre colonne forti
di looo combattenti, lasciando gli ammalati nel forte ^ durante
la notte dovevansi fare le solile chiamate di alP erta ! come se il
presidio fosse tuttora presente , nelP intento d' illudere il nemico
e dar tempo alle colonne di allontanarsi. Lie sentinelle italiane del a.^
leggero e i.*" dMufauteria furono sopratiatte ad un tempo in tre
punti, quelle salvatesi portarono V allarme nei campi. Nacque al-
lora un subitaneo ed accelerato movimento de' nostri corpi sulle
ti*acce degli Spagnuoli fuggenti , nelF atto che alcune compagnie
avvicinandosi divisavano di saltare i fossi del castello ed impos-
sessarsene. Intanto però gli Spagnuoli si allontanavano^ il primo
che li raggiunse fu U capitano Olmi, il quale ne scompose la retro-
guardia, togliendole diversi prigionieri. Sopraggiuuto il battaglione
di Bianchi , attaccò il centro e lo separò dalla vanguardia , che
piegando a sinistra cadde inavvedutamente sopra il ti."* d'infan-
teria. Arrivarono anche sulla destra degli S|)agnuoli alcuni corpi
di riserva da Masanes. 11 capitano de' volteggiatori Ceracela con
soli 17 de' suoi fece prigioni 4 ufiiziali e 5o soldati. Lo scompi-
glio si mise allora nella colonna spagnuola^ il governatore Kstrado
fu preso con B uftiziali, 4^0 uomini ed uno stendardo ^ pochi fu-
lono uccisi, altri linalinente dispersi. Il i3, Mazzucclielli entrò
nel Torte e diede ordine a tutto. Le fazioni intorno a llostalrich
posero tra uffiziali e soldati 600 Italiani Inori di combattimento.
Il 6." d* infanteria fu lasciato solo a llostalrich.
Sevcroli andò il 16 a lilaiies, indi tutta la divisione, il aa, fu
j accolta intorno a Gcrona. In questo giorno il maresciallo Mac-
donald surrogò Augereau nel comando deirescrcito della Catalogna.
Jl 29, egli passò in mostra gl'Italiani sulla spianata di Fornells,
ed esternò la sua soddisfazione vedendone il marziale contegno.
Determinato il sn^.remo capitano di dirigere il suo movimento
sopra Barcellona, collocò il (i." d' infanteria che era a Uostalrich
sulle alture di Gasarans, perchè aprisse la strada in direzione dello
stretto di San Seloni e Granollers. La forza etl'ettiva delle due
brigate Mazzucclielli e Palombini era di 9681 uomini e ^yo ca-
valli (compreso il battaglione del 5.*' d' inlanteria distaccato a Bar-
cellona) ma sotto le armi non vi erano che 61 38 soldati e 189
— 117 —
ufTiziali, uè più di 4^9 cavalli \ per altro il brìo delle genti ag-
guen'ite in tanti gloriosi fatti, piacque al maresciallo e gli diede
speranza di riuscir vittorioso nelP impresa che meditava di com-
pire. 11 IO giugno, l'esercito si pose in marcia verso Barcellona
jx^r iscoitarvi un convoglio di vittovaglie , la divisione Severoli
stava alla vanguardia ed al centro. I coi*pi lasciarono i bagagli a
Gerona ove rimase comandante di piazza il capobattaglione del i .**
leggero Bozzolini. Coi nuclei poi dei corpi francesi ed italiani , e
le genti giunte allora dalF Italia o uscite dagli spedali formossi
sotto gli ordini del capobattaglione Viviand il presidio di Fi-
gueras.
Severoli, cogli altri corpi, era il io giugno a Ilostalricli. Palom-
bini lo pi'ecedette a Trentapassos ; il capitano Vacani si teneva
alla vanguardia cogli zappatori di Ronzelli, per vincere le diflìcoltà
del terreno, dirigendo i lavori a tal fine necessari \ proseguì lenta
la marcia contrariata dalle intemperie, e soltanto nella notte delFi i
la divisione giunse a Cardedeu e la sera del i a a Granollers. Quivi,
per le pioggie ablx)ndanti cadute in quei giorni, si ti'ovò disagevo-
lissimo il passaggio del fiume Congost, ma interessando di non ri-
tardare la marcia, fu superato e così il i3 si eflTettuò ne' contorni
di Moncada la congiunzione de' nostri colle schiere di Barcellona.
Fu consegnato il convoglio in citta e lasciato \\ 6.^ d'infanteria
per rinforzare il presidio, ed il i4 la divisione italiana si mise in
viaggio per ritornare a Gerona, avendo alla vanguardia Mazzuc-
chelli ed alla retroguardia Palombini. Giunse nella sera a Gra-
nollers, e il i6 rientrò ne' suoi campi di Fornells, Ruivellots,
Llambillas e Aquaviva , lasciando il 4*° ^' infanteria a Gasarans e
collocando alla JVIallorquina il 7.*' d' infanteria. In queste posizioni
le squadre italiane rimasero tranquille ben quattit) settimane.
Il i4 luglio, 0-Donnel, rianimando la guerra nell' Ampourdan
ed intorno alle frontiere della Francia, inviò un corpo a Santa Co-
loma ed a Brunola, ma gì' Italiani (comandati dal capobattaglione
Olini ) lo fecero sgombrare. Intanto il 4-" d' infanteria , condotto
da Renard, liberava Gasarans, in guisa che gli Spagnuoli non po-
terono propriamente raccogliersi che all' uscire dallo stretto di
Congost per aii doveva passare un nuovo convoglio destinato
per Barcellona. Partito irrfatti questo da Gerona sotto il comando
immediato di Macdonald, nella sera del 16 arrivò colla divisione
Severoli ed altre milizie al campo d'IIostalrich, e passò lo stretto
•
4a
— 118 —
di Trciitapassos il 17. Quando la mattina del 18, T esercito scen-
deva da Cardtdcu al piano di GranoIIers , sbucava appunto una
colonna di 3ooo SpagnuoK dallo stretto di Garriga su quel piano.
Ivi amvando i 2000 Italiani della brigata Fontane che formava la
vanguardia, si composero tosto in oitline di battaglia ^ il capitano
Giorgi con una compagnia di volteggiatori del a.** leggero costrinse
gli Spagnuoli a spiegare le loro forze, e smascherai^ il disegno clic
avevano di scagliarsi sulla destra del convoglio. Allora Macdonald
fece serrare le sue genti in massa intorno ai carri e proseguire il
cammino; Severoli soltanto distaccò dai corpi italiani il colonnello
Peri ed il capobaltaglione Rossi, perchè sostenessero il combatti-
mento di fianco. I primi ad avventurarsi contro il nerbo principale
degli Spagnuoli colle compagnie de^ granatieri furono i capitani
Bianchelli e Nogarina, ambidue uffiziali dei meglio riputati \ la zuflà
fecesi assai più calda che non avrebbesi voluto; in breve si eb-
bero So feriti ed uccisi del 5.^ reggimento d^nfanteria, ma la
colonna passò libera a Gngiollers; e giunse intatta sulla sera ai
campi di Moncada. U esito felice di una carica di cavalleria, fatta
opportunamente da Palornbini ^ ed altre circostanze tennero in
rispetto gli Spagnuoli e li fecero piegare sopra Caldas, ed il convo-
glio giunse a Barcellona ove l'esercito sostò tre giorni. Si ebbero
particolarmente a rammentare in queste fazioni i capobattaglioni
Casella e Rossi ; i capitani Alari , Badini e Testa ; i tenenti Col-
leoni, Baccarini e Alletto, ed i sott' uffiziali Morandi, Leggi e Bal-
dassari.
11 colonnello Engcnc Orsatelli , nominato generale di brigata ,
ebbe il comando delle genti italiane lasciate a Barcellona ; Fontane
posto alla vanguardia nel ritorno, giunse la sera del 12 a GranoI-
Iers seguitalo dal convoglio alleggerito, e fiancheggialo a sinistra
della strada da latta la brigata Palornbini. Il 24 Tesercito arrivò
a Gerona, e le schiere italiane, ripigliale le loro primitive posizioni,
vi rimasero per ristorarsi, dacché tante fatiche sostenute nella scorta
de' convogli avevano lasciato traccia funesta di languore febbrile
nella soldatesca. I nostri ricevettero prima della fine di luglio rin-
forai dall' Italia, e benché pochi fossero, bastarono a sopperire alle
perdite sofferte.
Macdonald , volendosi rivolgere al campo di Tarragona, lasciò
ncirAinjx)urdan , sotto gli ordini del generale Baraguey-d' Hil-
liers , oltre il reggimento de' cacciatori comandato da V^illala .
-"- ' - ^
-H9-
alcunc compagnie coslilucnti un battaglione italiano in Figueras e
Gerona ^ quindi condusse a Barcellona (ove era gii il 6."* d' infan-
teria) il resto della divisione Severoli, forte allora di 5ooo fanti e
3oo cavalli, scompartita in due brigate sotto gli ordini di Fontane
e Palombini. Il colonnello Villata fu postato contro il nemico nella
valle di Pluvia. Macdonald partito da Gerona il 9 agosto, con un terzo
convoglio di vittovaglie era giunto colla divisione Severoli a Bar-
cellona senza incontri. Il 1 4 si diresse verso Tarragona, preceduto
da Eugene, che ebbe il comando di una brigata italiana : giunse il
i5 a Villafranca, non avendo sostenuto che breve scaramuccia al
colle di Ordal contro soldati armati alla leggera. Il 16 i nostri
furono spediti sulle alture di Albinyana, il 17 giunsevo.a Valls e
r radomaoi a Reus.
Il a5 Macdonald j^r lo scabroso psso di Rilm e Momblanch
partì per andare a lìerìda ^ in questo giorno gV Italiani rimasti a
retroguardia a Villalunga ed Alcover furono inseguiti dagli Spa-
gnuoli, ma quando videro che erano pronti a respingerli essi y(rf«
tarono faccia. Il maresciallo Suchet , nel primo volume delle sue
memorie, parlando di questo movimento dice : a U infanteria ita-
M liana ebbe una brillante occasione in questo giorno di provare
u la sua rara intrepidezza. ^9
Il a6 r infanteria italiana safì il monte a desti*a. Palombini
continuò a contenere (con opportune cariche operate da^ suoi dra-
goni ) il nemico in retroguardia che lo incalzava dappresso. Il te-
nente Ronchi, clf era alla vanguardia, fu spesso attaccato, vinto non
mai. Assalire gli Spagnuoli sul fianco e sopra monti quasi inaccessi
fu veramente impresa difficile e micidiale quanto im|)ortante. I
granatieri del 7.** d' infanteria , i volteggiatori del i .** leggero e
mezzo l)attaglione del 5.°, in tutto 5oo combattenti, si tolsero dalla
strada sotto gli ordini del generale Eugène Orsatelli, e si arram-
picarono a gran stento facendosi sostegno V uno alPaltro per rag-
giungere la sommità , occupata da 2000 Spagnuoli. A vista delFe-
sercito intero fu operata dagf Italiani queir audace salita che co-
stò loro 100 combattenti, tra i quali 5 uffiziali feriti, oltre il capi-
tano Nogarina ed il tenente Simolini, parimenti feriti e prigio-
nieri, ma per essa il nemico fu costretto alla ritirata, e Macdonald
potè innanzi sera giungere a Momblanch.
Ben meritarono inoltre in quest^ occasione i capitani Dondini,
Albini, Bianchelli e Piccioli; i tenenti Bianchi, Lavignole, Galim-
. »
berli e Coltafava. Il 27 rcscrcito giunse a Viiubocli, il a8 a Bor-
jas e il 29 a Lcrida , ove M acdonald si trovò con Suchet comaa-
dante Tescrcito di Aragona.
Il 4 settembre, Severoli, che aveva il comando intemo di Ba-
laguer , eseguì una spedizione di là dal Segre sopra Tremp e
Talaran, nella valle della Noguem Pallarcsa. Lasciò pertanto
Palombini ad Agramunt, e preceduto da una vanguardia di ca-
valieri e fanti , comandata dal capitano Erculei dei dragoni , e
dai capitani Frangipane e Baccarini (ufHziali di stato maggio-
i*e ) , si avviò per Artesa al colle di Montcsecco , e scese a
Tremp con i^ooo combattenti. La scaramuccia che ebbe luogo
al passaggio del ponte ^ ove zappatori italiani spezzarono le bar-
riere mentre altri a nuoto attraversarono il torrente , tornò a
danno gravissimo degli Spagnuoli ^ molti di essi caddero uccisi, al-
tri furono presi, e ti-a questi il tenente Angel^ i villaggi di Tremp
.e Talarau furono subito occupati. L^ 1 1 settembre, Severoli ritornò
ad Agramunt, il i3 spedì colonne mobili per raccogliere vitto ^
il generale Eugène Orsatelli ed il capobattaglione Olini, ebbero
insperati successi^ Palombini ed il capitano Migliori perlustra-
rono pure le montagne per raccogliere derrate , le quali , come
tutte furono riunite da Severoli in Agramunt, vennero nel giorno
19 da lui consegnate esattamente nei magazzini di Balaguer e
Lerida a benefizio dclP esercito intero.
Intanto 0-Donnel recatosi nell'Ampourdan ebbe importanti suc-
cessi. U colonnello Villata co' suoi cacciatori, al principio di set-
tembre, salvò con grande industria un convoglio che da Perpi-
gnano dirigevasi a Gerona.
Il 1 8 ottobre, tutto Tesercito di Macdonald si raccolse a Sananja
preceduto dalla brigata del generale Eugcne Orsatelli. 11 19 s'in-
camminò al colle di Portella: gl'Italiani formarono la vanguardia
e giunsero la sera in Salsona, li 21 Severoli, recatosi sotto il forte
di Gardena, intorno al quale eran già riuniti gli altri corpi delTe-
sercito , ebbe ad accendcrvisi fiero combattimento. GFItaliani vi
sopportarono perdite non lievi a cagione delF imprudente ardire del
generale Eugène Orsatelli, il quale senz'ordine salì il colle e v'im-
pegnò un conflitto cui dovette prender parte lo stesso Macdonald al
solo fine di tirare Eugène d' imbarazzo. Gostò agi' Italiani Bo morti
0 feriti, tra i quali gravissimamente il tenente Ferrari, e legger-
mente il colonnello Renard ed il capitano Boye. Il a3 Macdonald
[K^rveune a Salsona avendo al retroguardo Palombini. Ne partì il a6.
>■
9-
— vii —
Il generale Piuo in tanto con rinforzi italiani era ginnto il ag
a Gerona-, Baraguey-d' Hilliers si avvantaggiò di questo aiuto.
Mentre Macdonald veniva nelPAmpourdan, Campoverde, surro-
gato a 0-Donnel ( ritiratosi per curare le sue ferite ), prese posi-
zione sulla strada da Lerida a Manrese , laddove doveva Spassare
l'esercito, ma quando poi si presentò, gli Spagnuoli non osarono
opporglisi. Il 4 ^^vembre la divisione Severoli era a Calaf, e
sempre di retroguardia giunse il lO a Gerona senza alcun ^contro
col nemico, che si teneva ognora in distanza. Fu accantonata a For-
nells, Aquaviva, Lambillas, Rindellots e Sant'Andres, e distaccò
600 uomini e 5o cavalli a Tordera. Lo stato di difesa rispettabile
in cui trovavasi Figueras e la fiducia che il nemico non tenterebbe
mai di sorprenderla, fecero sì che in luogo di un presidio con-
veniente, tutti i convalescenti dell' esercito ed alcuni deboli drap-
pelli italiani vi fossero collocati, quelli per custodire propriamente
la fortezza, sotto gli ordini del generale Guillot, questi per tener
piede anche nella sottoposta città , e percorrerne i dintorni sotto
gli ordini di Faina, aiutante comandante. Il «o novembre, Severoli
rassegnò a Pino il comando della divisione, ed egli, Mazzucchelli e
Dombowski ritornarono in Italia.
La forza effettiva della divisione in quell' epoca (compresi a36
uomini d' infanteria e 289 di cavalleria teste venuti d' Italia) era
di 10,060 uomini e 696 cavalli, dalla quale sono da dedursi SSg
prigionieri di gueira e 33 11 feriti, ammalati o convalescenti gia-
centi negli ospedali o nei depositi, non che i3o cavalli perduti;;
e perciò Pino, al suo ritorno in Catalogna, potè contare solo sopra
56^4 Èmti e 566 uomini a cavallo , compreso il 6." reggimento
dMnfanteria stanziato a Barcellona. A Gerona vi era un deposito
di 640 Italiani comandati dal capobattaglione Mazzoni.
Il ai novembre Macdonald, unito a Baraguey-d'Hilliers , partì
da Gerona per recarsi a Barcellona con un voluminoso convoglio.
La divisione Pino era seco. Giunto 1' esercito il atj a San Selony,
si trovò rotto V antico ponte di pietra sulla Tordera ed ingom-
brato lo stretto che conduce a Trcntapassos, cosicché non si po-
teva procfedere con carra, se non sbarazzando quella via o prati-
candone un' altra a lato ^ il capitano Vacani , incaricato di rico-
noscere sul sito quel che meglio convenisse, propose saviamente
di aprire un nuovo passo. Fu tosto messo mano all' opera dagli
zappatori italiani e francesi, e da 600 soldati tratti dai diversi reg-
T. ir. 46
4 .
•5r
— 422 —
{pimenti deir esercito, e nelle prime sei ore del ^3 fu compito il
lavoro ed il convoglio potè sfilare. Il 24, all' uscire di Cardedeu,
Balatliier , aiutante comandante italiano , essendosi portato molto
innanzi con un solo battaglione del 5.° d' infanteria ed uno squa-
drone di dragoni Napoleone, incontrò un drappello di aoo fucilieri
spagnuoli, sostenuto da 5o cavalieri: questi fece qualche scarica di
nioschetteria, ma respinto andò a raggiungere il corpo principale,
die fu poi caricato dal colonnello Scliiazzetti co' suoi dragoni. Pino,
nella sua relazione al ministro della guerra , dice che Balatliier,
Schiazzetti ed il suo aiutante di campo Ragani si erano condotti
con particolare bravura.
Pino, vedendo il nemico in posizione, si avanzò per attaccarlo
a Mombuy ed a San Feliu di Codinas, ma Macdonald, che mi-
rava unicamente a passare, lo rattenne autorevolmente. Il ^4 Mac-
donald col convoglio giunse a Barcellona e ripartì le sue forze in
quartieri di riposo.
Il ^7 r esercito ripigliò il cammino verso il Llobregat, e Fon-
tane assunse il comatido interinale della divisione italiana in luogo
di Pino , che rimase in Barcellona per motivi di alterata salute
ed anche disgustato dal vedersi contrariato ne^ suoi disegni dalla
prudenza misurata di Macdonald (Not. 25). Eugène Orsatelli e Pa-
lombini comandarono le due brigate della divisione italiana.
Il 26 era partito da Barcellona Baraguey-d'HilIiers col traino
vuoto per ritornare a Gerona , ove giunse il 28 senza scontri
ostili.
Nella marcia dell' esercito a Villafranca la divisione italiana era
di retroguardia, il 29 passò alla vanguardia e pernottò sul colle
di Masarbenes : all' indomani andò a Brafim sulla destra della
Gaya , piegò ])cr Aliò alla volta di Pia e di Cabra , ed il primo
dicembre si stabilì alla Conca di Barbera e Momblanch. Do[K)
dieci giorni Macdonald si avvicinò all'Ebro, trasportò una parte
delle schiere italiane sulla strada principale di Tarragona e pre-
stò mano a Suchet j)er Tassodio di Tortosa. L' 1 1 dicembre i ge-
nerali Fontane e Palomhini partirono per la via di Villano-
va a Granadolla , Kiigène Orsatelli per quella di Vinaxa a Ca-
gull , il capobattaglione Ferrari per T altra di Lerida a Borias-
blancas ; tre giorni gì' Italiani rimasero in queste adiacenze.
11 i3 Palonìbirii era a Granadella ed l'.ugène Orsatelli a Llarde-
cans, e l'indomani discesero fino all'Ebro e giunsero da una |>arte
— i23 —
alle falde del mónte Manco e dalF altra vicino aFlix; il j5 Palom-
bini, avendo radunato aoo muli e 400 tra pecore e buoi pel ser-
vizio della soldatesca, si pose di nuovo in cammino per Vinebre,
indi si posò il quartier generale della divisione a Garcia. Eugcne
Orsatelli andò al di li dello stretto di Vinebre, e Villata con tutta la
cavallerìa dragoni e caccialori si avviò per la via di Llardecans a
Lerida. 11 22 dicembre Palombini con due reggimenti dMnfanteria
si mosse in appoggio dell'esercito di Sucliet. Un battaglione del
4.*" d' infanteria fu posto a campo sulla cima del colle di Nostra
Signom d'Alba ; gli altri battaglioni di questo reggimento e del a/'
leggero furono collocati all' avamposto della Torre ^ le rive supe-
riori dell' Ebro erano occupate dalla brigata di Eugcnc Orsatelli.
Le schiere italiane per tal modo scompartite fra i due eserciti d'A-
i-agona e Catalogna, rendevano servigio di non poco momento ad
entrambi. Il capobat taglione Olini a Miravet custodiva Garcia ed il
ridotto ivi eretto dal capitano Guaragnoni allo sbocco della valle
di Giurano suU' Ebro. La cavalleria italiana distaccata a Lerida
era stata distribuita nella piaimradi Urgel verso i collidi Cervera,
e doveva coprire un ampio tratto di paese e far servizio anche di
fanteria. U generale Henriot, governatore di Lerida, che aveva av-
venturati gl'Italiani, non poneva confini alle strane sue esigenze
e richiedeva da essi cose impossibili.
Il 20 dicembre il caposquadrone Erculei ebbe col nemico, di
molto superiore in forze, uno scontro presso Boriasblancas, nel quale
si fecero onore tanto egli che il sottotenente Viali -, altro scontro
ebbe pur luogo tra Tarega e Momblanch, e là parimenti fé' valida
resistenza. Volle il colonnello Villata tentare un nuovo attacco, ma
sopraggiunto un corpo spagnuolo di i5oo uomini ed 800 cavalli,
i suoi avamposti furono maltrattati, per cui dovette ritirarsi \ que-
sto partito dispiacque all' audacissimo colonnello Schiazzetti , che
seppe ralfrenare F impeto dei nemici e dar tempo agli altri di riu-
nirsi. Il tenente Malacrida, 25 dragoni e 24 cacciatori andarono
perduti. Schiazzetti non potè piegarsi all' umiliazione di essere
cacciato dal nemico, e sulla strada che conduce a Tarega irruppe
furiosamente contro la vanguardia spagnuola. Questa ebbe api>ena
ravvisato l'ardore col quale gl'Italiani (che si supponevano in riti-
rata) tornavano all'assalto, fece contro essi una scarica di moschet-
teria e si disciolse , aprendo loro passaggio sulla strada , talché
giunti i nostri al centro della colonna spagntiola, in un momento
la scompigliarono. Per tal maniera Scliiazzotti, coadti)vato da Vii-
lata e dai cacciatori francesi, ricuperò il villaggio battendo un ne-
mico tanto superiore di. numero e facendogli 260 prigionieri. Eb-
bero gF Italiani 94 combattenti uccisi o feriti, tra quest'ultimi i te-
nenti Cecchetti, Rappi, Serrapica e Chini, ed il chirurgo Taroni,
ed inoltre 64 cavalli uccisi. Assieme ai summenzionati fu lodato
grandemente il maresciallo d' alloggio Morandi Francesco di Mila-
no, il quale gridando a' suoi compagni di seguirlo, si slanciò nelle
file nemiche, uccise tre Spagnuoli, liberò tre suoi compagni ed a
visiera calata menò colpi disperati.
Questa separazione e sparpagliamento delle forze italiane, men-
tre le francesi erano unite , sarà forse giudicato riprovevole in
Macdonald perchb apparentemente cagionato da dispetto provato per
r allontanamento di Pino che si era sottratto dalla dipendenza di
lui. Sarebbe una delle circostanze nelle quali pur troppo le gait;
personali dei capi riverberano sui dipendenti! Saputosi per altro
da Macdonald a qual dura prova il generale Henriot aveva posta
la cavalleria italiana , e dolente deìV accaduto, gli ordinò di tosto
appoggiarla coir infanteria , e poco dopo richiamò a se questo
corpo raccogliendolo sul Francoli, e così Fontane potè riunire le
brigate Palombini ed Eugène Orsalelli, nonché Olini col 5.° reg-
gimento d' infanteria, ed invadere assieme i campi di Tarragona e
j)iìi tardi trasferirsi all'esercì lo di Aragona e prender parte a quel
nieinorabilc assedio.
I !
SVIZZKRA.
Fu spedita in novembre ncJla Svizzera ad occupare il cantone
Ticino ed il Valiese una divisione sotto il governo del generale
r^ontancUi, forte di 5ooo uomini, composta di 7 battaglioni d^ in-
fanteria, di uno squadrone di dragoni, di 4 P^^'-^i d'artiglieria, di
3o gendarmi con un uffiziale, di un commissario di guerra, di un
soU' ispettco'e alle rassegne , d' impiegali d'amministrazione e di
guardie di finanza. Dombowski andò con una brigata ad occu-
pare il Valiese, ma fu tosto surrogalo da forze francesi, e ritornò
a raggiungere Fontanelli.
I
I
— i2S —
INTERNO.
Neir interno i corpi ed i loro nuclei erano ripartiti nelle sei di-
visioni territoriali del regno e nei Tirolo meridionale ove coman-
dava Bonfanti.
ADRIATICO.
Uscite dal porto di Tolone (marzo) le due fregate francesi la
Flora e la Danae^ sotto il comando del capitano di vascello Du-
bourdieu, vennero a rinforzare la squadra franco-itala dell'Adria-
tico.
GF Inglesi occu[)avano Lissa , emporio delle mercanzie che vo-
levano introdurre per contrabbando nelF Italia. Napoleone , ve-
dendo r importanza di ripigliare guest' isola , ordinò al viceré di
allestire una divisione navale con genti da sbarco per tentarne, ove
fosse possibile, con probabilità di successo, la riconquista e la con-
servazione.
La divisione navale era comandata dal capitano di vascello Du-
lx)urdieu, e si comjK)neva dalle fregate francesi la Favorita e l'C/-
rania (capitani di vascello Meillerie e Margollé), della fregata
italiana la Corona (capitano di fregata Pasqualigo), dalla corvetta
la Bellona e dai brik Mercurio e Iena (tenenti di vascello Duodo
e Rodriguez, coi tenenti di fregata Palicuccia e Baratovich), e come
genti da sbarco da un battaglione del 3.** reggimento di fanteria
sotto gli ordini del colonnello Gifflenga, aiutante di campo del vice-
re. Uscita la divisione da Ancona il ao ottobre incontrò un brik
inglese al quale diede inutilmente la caccia, ed il 21 avanti Lissa
scoprì un altro brik nemico, che si allontanò ; un battello al vento
prese un pescatore, dal quale si seppe che tre fregate inglesi erano
in crocerà, che si trovavano nel porto dodici corsari e più di ses-
santa bastimenti predati sotto la sorveglianza di un uffiziale, con
un aspirante e circa 200 uomini provenienti dalle prede.
Il 22 approdarono al porto di San Giorgio, nelF isola di Lissa,
le fregate la Favorita e la Corona colla corvetta la Bellona ,
restando gli altri legni in crocerà. La Favorita inalberò ban-
diera inglese: i bastimenti nemici fecero lo stesso, ed un corsale
che ora sotto vela rientrò insieme colla divisiono. Le genti snar-
i
f^*
carono con Gifflenga e Labedoyère (quello che fu moschettato a
Parigi nella seconda ristaurazione ) , altro aiutante di campo del
viceré. Meillerie comandò le navi da sbarco coli' ordine d' incen-
diare e colare a fondo tutti i bastimenti eccettuati quelli atti ad
essere amarinati e spediti senza ritardo. Si portarono via trenta
bastimenti, tra i quali dieci superbi corsari armati di loo can-
noni. La soldatesca s'impadronì dell'isola; furono incendiati 62
bastimenti carichi di merci inglesi, liberate 1 4 navi cariche , che
erano state predate a danno de' sudditi franco-itali ; si presero molte
armi e si fecero 100 prigionieri. Due ufficiali inglesi e 200 uomini
circa si salvarono nelle montagne dell'isola. Il colonnello Gifflenga
riconobbe Y impossibilità di potersi stabilire a Lissa coi soli mezzi
che aveva la divisione spedita in esplorazione, dachc sarebbero oc-
corsi modi di'difesa più considerevoli, e che perciò conveniva pen-
sare ad una seconda spedizione. La divisione rientrò in Ancona (il
26 ottobre), conducendo seco sette prede assai ricche e tre dei mi-
gliori corsali; si calcolò (forse con qualche esagerazione) a venti
milioni di franchi la perdita del commercio inglese in questa cir-
costanza.
Le flottiglie leggere nell'Adriatico conservarono le loro stazioni
di Dalmazia, Corfù ed Ancona.
Il comandante la divisione marittima d'Ancona (20 giugno)
fece uscire tre lance cannoniere assieme ad alcune barcacce per
cannoneggiare un vascello , una fregata ed un brik inglesi , che
erano in calma a due leghe dalla rada. I legni nemici presero
il largo. Il giorno susseguente essendo poi ricomparsi , si poseix)
in panna ad una sola lega dalla rada, ed in allora sortì dal porlo
d'/Vncona la divisione navale CDinposta della fregata francese la
Urania^ comandata da Margollé, la Carolina^ fregata italiana co-
mandata da Rodrigiic'/, ed il brik la Principessa Augusta pure
italiano, comandato da Stalamini Michele, con alcune cannoniere ,
e dopo varie bordate i nenìici furono forzali a prendere il largo.
L'ufficiale della marina Dinelli, comandante la Teti^ scortando
un convoglio nelle vicinanze di Arbe, preso un brik corsale di 16
cannoni e 100 uomini d'equipaggio, e liberò due prede.
Le due corriere italiane (3 settembre) che da Ancona salpavano
per Corfìi, presero all'abbordaggio un legno inglese armalo in corso
di sei cannoni e f\o uomini di equipaggio.
CAPITOLO XII.
FAZIONI DI GUERRA DLL 1811 NELLA SPAGNA E NELL'ADRIATICO.
1811
SPAGNA
Conquistata la piazza di Tortosa , Macdoaald doveva sc{)ararsi
da Suchct, e col suo esercito, in cui era la divisione italiana, rivol-
gersi verso Tarragona. Il io gennaio la brigata Palombini faceva
parte del F antiguardo , il 5.^ regginneuto d^ infanteria era alla
guardia del quartier generale^ la' brigata Eugène Orsatelli mar-
ciava di fianco; queste schiere giunsero da Garcia in veduta di
Tarragona attraversando il colle di Argenterà. Tutta la divisione
comandata da Fontane con Balathier, capo dello stato maggio-
re, ascendeva a 5ooo combattenti: la brigata Eugcne Orsatelli fece
una scorreria sopra Reus , ne avendo ti'ovato ostacoli , lo occu-
pò air indomani. Gli Spagnuoli avevano fatto di Tarragona una
fortezza formidabile : Campoverde ne era il comandante, e Saars-
field con forze considerevoli era accampato a Valss. Nella notte
del i4 al i5 Palombini mosse da Reus, e si diresse a Villalunga,
e colà postosi in linea di battaglia protesse la marcia di tutto F e-
sercito sopra Milo e il Francoli , mentre V altra brigata italiana
doveva aprire la via al posscvsso di Valss. Avvedutosi il nemico
di questo movimento, si ripiegò all'ingresso dello stretto di Cabra
e vi si collocò in imboscata. Eugène Orsatelli attraversò la citta ,
♦
— i28 —
fece correre innanzi 3o uomini di cavalleria, con tutta T infanteria si
inoltrò verso Pia, e a malgrado degli ordini precisi che aveva di
non avventurarsi , si spinse tant' oltre che riuscì lontano quasi tre
miglia dal restante dell' esercito e trovossi pressoché circondato
dal nemico. Riflettendo egli alla dura condizione in che si era
posto, ordinò uno spiegamento in battaglia, la dritta di pie fermo
sulla strada, e la sinistra sulle alture^ indi audacemente attaccò
nel centro quelle masse numerose di nemici con 2 battaglioni ,
uno del i .** leggero , e V altro del 6.® d' infanteria. Nel primo
urto fatto con somma gagliardia in colonna , cadde ucxriso il ca-
pobattaglione Bianchi (Giovanni?), e tra molti altri rimase ferito
mortalmente lo stesso generale. Perirono inoltre il capitano Ban-
chet ed il tenente Ramoletti ^ fu ferito da più colpi e preso il
capitano Bajo e furono feriti altri 5 udiziali. Balsami, Beccliio ,
Filippini, Pailet e Bertolotti, ed oltre a 80 soldati, dei quali io
morirono. Il 6." d'infanteria ebbe feriti il suo capobattaglione Grotti,
il capitano Roncaglia , i tenenti Romely , Malkoner , Sorniani e
Diedo, oltre 7 uccisi e 76 feriti.
Intanto tutto l' esercito era giunto a Valss. Palombini e Fon-
tane prendevano quartiere quando udirono il fuoco. Palombini
si mosse in soccorso dell'altra brigata italiana per la dritta strada
di Pia , sulla quale con ordine maraviglioso già ritiravasi il bravo
colonnello Rougier, che assunto aveva il comando, e presto pre-
ceduto dal capobattaglione Trolli del 2.° leggero e da un drap-
pello di cavalleria, lo raggiunse^ altri corpi francesi erano impa-
zienti di volare in aiuto degli Italiani, e soprattutto ila^" de' dra-
goni comandato dal colonnello Delort, alle di cui istanze Macdonald
non potè resistere, e gli accordò d'inviare i5o uomini unicamente
per proteggere la ritirata. Giunto Palombini ammirò il bell'ordine
con cui il colonnello Rougier scaglionava i battaglioni, movendosi
indietro ora a dritta sotto la prolezione della sinistra, ora a sini-
stra sotto la protezione della destra, piegando verso Valss, facendo
fronte a tre lati dell' infanteria spagnuola , sventando l' impeto
della cavalleria, si che si ridusse a salvamento la coloiuia , ed in
mezzo di essa i feriti, fra i quali il generale. In questa marcia retro-
grada si ebbe, come è naturale, a patire alcune perdite, dacché il
capo battaglione FerriroU ed il capitano Felici rimasero feriti as-
sieme a 47 sott'uflìziali e soldati, dei quali 4 morirono 5 i4 poi
(nel cui numero r intrepido Bianchini che era all'estrema retro-
— 1 4';) —
guardia), furono presi e malmenali dagli Spagnuoli. Trolli sì tosto
arrivato fu pure colpito da ferita che lo privò di una gamba ,
ma Tattitudine della sua gente in battaglia contribuì a rallentare
la marcia del nemico. Palombini, vedendo che la ritirata procedeva
così ordinata sotto la direzione di Rougier si astenne dal solle-
vargliene r incarico , bastandogli di appoggiarla colla sua brigata
alla sinistra mentre Delort stava alla destra. Saarsfield sdegnato di
vedersi sfuggire una preda quasi sicura , ardì per ultimo tentare
un nuovo sforzo con tre reggimenti di cavalleria, ed un batta-
glione d'infanteria, slanciandoli contro la cavalleria francese, ma
Rougier e Palombini lo contennero. U colonnello DcIort toccò una
ferita d'arma bianca; gli Spagnuoli desistettero dai loro attac-
chi, quando s'accorsero che si avvicinavano al grosso dell'eser-
cito di Macdonald. La perdita totale in queste fazioni fu di ao
uccisi, dei quali 3 uffiziali ai6 feriti, oltre il generale e i3 uffi-
ziali, e di ao prigionieri. Gli Spagnuoli perdettero 160 combattenti,
ed e fuor di dubbio che il nemico sarebbe slato esterminato in quel
punto, se Macdonald avesse permesso ad altri corpi del suo esercito
di prender parte a questi fazione.
Il 16 gli Spagnuoli rinforzati da 6000 uomini, condotti da
Campoverde , incominciarono a bersagliare i campi di Palom-
bini immediati alla città; questi, sortendone, si portò sull'ini-
mico e lo respinse dalle prese posizioni , ciò che gli costò a
uffiziali e 34 soldati feriti. Palombini e Balathier stettero in po-
sizione per tenere a bada Campoverde , intanto che Macdonald
deciso di sortire da Valls , per dirigersi per Momblanch a Le-
rida faceva i suoi preparativi, onde regolare la partenza in modo
che r inimico non se ne accorgesse. Egli, non potendo trasportare
i feriti , più gravi , senza esporre la loro vita , prese gli oppor-
tuni accordi coi pochi abitanti rimasti in Valls per essere sicuro
che verrebbero trattati umanamente. Stavangli a cuore il generale
Eugène Orsalelli, i capobattaglioni Trolli e Grotti; i tenenti Diedo
e Pailet, oltre a 5o sott'uffiziali e soldati affidati alle cure dclFaiutante
di campo Albinoni, del commissario di guerra Boissonet e del chirur-
go maggiore Muzzarelli. Quindi, come il buio della notte sopraggiun-
se, Macdonald radunò nel più grande silenzio gli Italiani ed i Fran-
cesi che erano appostati sulla strada di Tarragona e cominciò il
suo movimento per Momblanch , ponendo le brigate italiane al
rctroguardo, ed il ig giunse a Lerida. Dopo tre giorni di riposo
T. //.
47
— iso-
la divisione Italiana andò a Balaguer, e la cavalleria con Viliata a
Borjasblancas, e questi corpi fecero delle escursioni nei paesi vicini
onde raccogliere vitto e danaro per i bisogni dell^ esercito. Li 4
mai'zo Fontane era a Balaguer, e Palombini nei contorni di Lia-
nolas \ questi passò il i a a Cervera, poi a Balaguer , ove era Bala-
tliier ed il colonnello Ordioni coi 6.*^ d^ infanteria.
Cosi fra minuziose e spezzate operazioni trascorreva il tempo in-
torno a Lerida fino al a5 di marzo, quando Napoleone ordinò che Su-
chet dovesse da solo pensare air assedio di Tarragona, e che la di-
visione italiana passar dovesse a far parte deir esercito di lui. Mac-
donald, nel lasciar il coniando delle truppe italiane, così scriveva il
a6 marzo al generale Fontane : cf Io sono fortunato di poter ren-
if dere una piena testimonianza del bel contegno della divisione
i( italiana, segnatamente negli affari del i5 e i6 gennaio. Io non
tf lascerò certo di farlo valere presso il governo, sollecitando la
u conferma dei gradi e delle decorazioni che mi proponete, e che
ic si giustamente furono meritati. »> Macdonald dovendo rendersi a
Barcellona, mostrò brama di esservi scortato, non che da due bri-
gate fi*ancesi, dalle due italiane. Quindi il generale Harispc assunse
il comando della divisione italiana e di due brigate francesi. Inco-
minciata la marcia di questo corpo non pochi ostacoli ebbero a sor-
montarsi , quando V incendio di Monrcsa (appiccatovi dai nostri in
vendetta delle atrocità commesse dagli abitanti , che avevano rin-
chiusi dei prigionieri entro forni infuocati) indicò agli Spagnuoli il
punto in cui era il corpo di Macdonald. Vi si recarono con 8000
uomini di fanteria e 6i)o di cavalleria. Allo spuntar del giorno ,
allorché si raccoglievano i campi , e ponevasi in marcia la sol-
datesca, accadde sopra il ponte di Vilamara fierissimo scontro^
le schiere italiane in retroguardia , in numero non maggiore di
4000 uomini, si videro assalite ad un tratto da una forza pili nu-
merosa^ ma spiegarono una calma si dignitosa, ed un valore si de-
tcrminato, clic lo stesso maresciallo clic le comandava di persona le
dovette animi rare. Egli dispose diversi battaijlioni a scacchiere sul ri-
dosso del colle, ed ordinò a Palombini di liberare il fronte facendo
caricare impetuosamente il nemico dai dragoni Napoleone, appog-
giati dal 4" reggimento d' infanteria. Questa carica fu condotta
con vigore dal caposquadronc Ercidei , e coronata da pieno suc-
cesso. Gli Spagnuoli si sbandarono verso la città ^ intanto Palom-
bini fece suonare a raccolta, e lasciò a sostegno della ritirata i due
— 431 —
soli balUiglioni del 4-° d' infanteria. Discese coi dragoni in tutta
fretta al Llobregat, ciò che fu ben tosto eseguito, e così il 6." d' in-
fanteria che era seriamente impegnato col nemico potò scioglier-
sene : ma fu dura , difficile e micidiale questa impresa ^ perchè il
capitano Tiberio con molti altri valenti del 6.® erano già rimasti
uccisi, ed il 4-"i sostenendo la ritirata, ebbe a soffrire assai, avendo
avuto 3o soldati uccisi, 6 prigionieri e i53 feriti, fra i /|uali
i capitani Maranesi , Co! land e Oletta. Gli Spagnuoli occupa-
rono le alture dominanti il ponte , ed impedirono all' estrema
retroguardia di passarlo, cosicché dovette, nonostante T altezza delle
acque, attraversare il fiume a guado per giungere a grande stento a
San James. I feriti furono posti in salvo, e qui un granatiere del
4-* d' infanteria (Sebastiano Cavallari di Vicenza) diede sul fine di
sua vita prova di quella pietà che è naturale ne' soldati verso i loro
camerati. Colpito nella retroguardia prima di giungere al ponto
di Vilamara , alcuni de' suoi caricandolo alla meglio sulle loro
braccia volevano sottrarlo ai mali trattamenti del nemico, ma egli
sentendosi vicino a morte li pregò di deporlo uri solo istante sul
terreno, e là su quel declivio appoggiando una mano al fucile, com-
primendo con l'altra la ferita dolcemente , li eccitò a lasciarlo al
suo destino, salvar so stessi, ed essere utili a quelli per cui restava
speranza di vita. Scorgendolo in quell'atto Palombini sentì pietà
di lui, e il voleva ad ogni costo condurre a salvamento, ma qu(?l
prode, raccogliendo il proprio vigore e studiando nascondere i suoi
spasimi, ripeto con rara serenità : i( Mi lascino in pace, altri servigi
u clìiaman loro altrove, io non debbo qui trattenerli : pochi istanti
tf a me restano di vita, uh mi curo del genere di morte che dai ne-
u mici mi si serba, purché abbia io pure in questo giorno ben me-
cf ritato della patria. « Ciò detto posò il suo capo alla destra e in
quella solenne calma si moriva. Il granatiere Cavallari del 2.® bat-
glione del 4-* d' infanteria , giovò con questo nobilissimo tratto
di fermezza al proprio genitore, a cui la virtuosa generosità di Na-
poleone accordò una pensione vitalizia di 1000 franchi all'anno.
Ordioni colonnello del GJ" e Lissoni uffiziale dei dragoni Napoleone
furono applauditi per essere restati a porre in salvo i feriti ^ e gli
uffìziali Erculei e Sensi , il sergente Alessandri, ed il foriere Gio-
vanetti qjjbero lodi. L' esercito sfilò senza prendere ulteriore riposo
sopra angusto e scosceso sentiero , bersagliato da nemici nascosti
fra i boschi. Giunse a Sabadell verso la mezzanotte non più per
"T-
~ 132 —
reggimenti , battaglioni o compagnie , ma per drappelli e ad in-
tervalli , come gente sconfitta. AlF indomani furono confidati agii
Italiani in retroguardia i posti di Ripollet, Moncada e Sanf Andrea
per accampamenti. Tutta la giornata del primo aprile fu consu-
mata iiel raccogliere i dispersi, ed il 3 Palombini coi Francesi si
mosse per ritornare a Lerida unitamente al battaglione del 5.^ d^ in-
fanteria, ed alla compagnia d^ artiglieria italiana già di presidio a
Barcellona. Il 7 giunse senza scontri intorno a Balaguer.
In questo (alli g di aprile) Rovira (una yolta canonico teologo
della cattedrale di Gerona, trasmutato ora in generale delle masse
armate dei partigiani, feroce e crudele più d^ogni altro , noto per
le barbarie da esso esercitate sui prigionieri di guerra, ma in pari
tempo intraprendente ed avveduto) , riusci per tradimento ad in-
trodursi in Figueras nella notte del 9 per un acquedotto. £gli, con
oltre 3ooo uomini, sorprese il debole presidio, che fece onorevole
resistenza ed impegnò una zuSa breve si, ma altrettanto accanita,
nella quale gli Italiani, che non erano più di 1 5o , retti dal capo-
battaglione Mozzoni, ebbero 35 soldati tra uccisi e feriti. Parte di
essi si batterono in camicia dai balconi, parte da un bastione
viso a viso , molestando gli assalitori nella loro impresa. Senon-
chè, cinti da ogni lato, i superstiti furono bXìi prigionieri, li
colonnello Sant'Andrea del 4-"* d^ infanteria italiano, il capi-
tano Lornia del 5°^ ferito da molti colpi di baionetta, ed i
sergenti Porro, Sangalli , Reggiani ed il caporale Sarti, diedero
prove di coraggio inflessibile ^ i sergenti ed il caporale morirono
vittime di un valore disperato. Il generale Guyot, comandante del
forte, coi restante del presìdio essendo stati presi , furono rin-
chiusi nei sotterranei. Gli Spagnuoli dappoi occuparono tutti i
posti della fortezza. Il presidio della città di Figueras era ai suoi
quartieri sotto gli ordini del comandante francese Jan. Ivi per caso
si trovava in quella notte il generale di divisione italiano Peyri ,
che addestrato alla guerra di montagna nelle campagne da lui
fatte in Calabria e nel Tirolo, era stato spedito dall' Italia in Ca-
talogna ad assumervi il comando della divisione italiana. Egli aveva
ricevuto da MacdonalJ ordine di riunire i depositi italiani (circa
tìSo uomini) e trasferirsi con essi all' esercito di Suchet. Quest' or-
dine era così concepito : u La invito a recarsi subito a Sarragozza,
a traendo seco per la via di Jaca tutti gli uomini , cavalli , equi-
" Pgg' e nuclei appartenenti alla sua divisione , di cui mi duole
— 433 —
u rallontanamcnto non meno, che dei dragoni Napoleone, i quali
a non ha guari in faccia di ]!9auresa ebbero nuova occasione di so-
t€ gnalarsi. 99
Recato F allarme nella citta dai pochi soldati fuggili dalla for-
tezza, Peyri, assunta autorità di comando , raccolse in massa ciò
che potè di forza sulla strada di Gerona. Inviò il comandante Jean,
r aiutante comandante Paini con altri uffiziali verso il forte,
con missione di verificare lo stato delle cose , ma quando giun-
sero non lungi dal cammino coperto j videro che pur troppo la
piazza era stata sorpresa dal nemico, e dovettero retrocedere ac-
compagnati da alcuni colpi di mosclietteria spagnuola. Allora
Peyri si trasferì sulla Pluvia per avvicinarsi al corpo di Baraguey-
d^Hilliers, e verso il mezzogiorno del i o operò la sua ritirata so-
pra Bascara , ove pervenne senza essere molestato. Il giorno 1 1
Peyri rioccupò la città di Figueras, ma coi 1000 uomini che
aveva non giudicò possibile tener ciiiuso il nemico nel forte, tanto
più che alcune delle guardie nazionali francesi, che erano seco, non
sembravano rassegnate ad un pericolo die non era inerente al loro
dovere , ne comandato dal bisogno di difendere le frontiere della
Francia. Due giorni adunque stette concentrato in posizione per
aspettare rinforzi suQicieuti a intraprendere il blocco. Intanto gli
Spagnuoli , avendo intieramente liberi i due terzi del circuito
della piazza, poterono corrispondere al di fuori, e procurarsi vitto
ed approvvigionarsi di munizioni da guerra. Baraguey-d'Hil-
liers raccolse più schiere che potè, compì il blocco, rese nulli
gli sbarchi nemici nel golfo d^ Rosas , battè Rovira , e lo stesso
Gampoverde, che all'oggetto di distrarre Suchet da Tarragona cer-
cava di trasportare altrove il teatro della guerra. Peyri aveva dato il
comando dei 3oo Italiani die gli restavano all'aiutante comandante
Paini, ed egli si era diretto verso la sua destinazione. Ciò accadde
dal I a aprile al 4 'Jf^aggio, ed il forte di Figueras si trovò stret-
tamente bloccato, e Baraguey-d'Hilliers sicuro che nessun esercito
spagnuolo potesse offenderlo. Il generale Guyot fu da un consiglio
di guerra condannato a morte, ma la sentenza non venne mandata
ad etletto. Gli altri uffiziali poi vennero assolti.
L^aiutante comandante Paini cui erano subordinati i depositi
nei forte, fu pure messo in istato d'arresto a Perpignano. Cola ri-
mase molti mesi per non essersi trovato nella fortezza nella notte
in cui avvenne la sorpresa del nemico. Giudicato da un consi-
1 ■ IJ.
— 134 —
glio di guerra fu pieiiamcnlc assolto avendo egli comprovato di
essere stato legittimamente assente, producendo un ordine supremo
che lo aveva chiamato a servizio altrove. Quest'uffiziale superiore
ebbe a coglier lode più volte , e allorché fu ripreso il forte di
Figueras, fu inviato verso Lerida-, egli rese in Ispagna utili servigi
con assiduo zelo ed attività nelle moltiplici missioni che gli fu-
rono affidate.
La divisione italiana passata nelP esercito d^ Aragona sotto gli
ordini di Suchet, appostata intorno al Segre, agli ii d^ aprile era
forte di 53oo combattenti. Balathier, aiutante comandante, con una
colonna si recò a Fobia in traccia di vittovaglie. Il id si scontrò
col nemico, ma con belle evoluzioni seppe schivarlo per non
arrischiare il considerevole suo convoglio, e giunse il a4 a Bala-
guer e Lerida, avendo anche battuto gli Spagnuoli al ponte di
Montanana sul fine di questa scabrosa spedizione. Il a5 fu formato
colle diverse compagnie dei granatieri italiani un battaglione di
riserva sotto gli ordini del maggiore Felici, e l'intiera divisioae
italiana con Sucliet stesso si diresse a Tarragona. Il a6 essa era
raccolta a Lerida sotto il comando di Palombini , e Suchet la en-
comiò e le disse : ic che i sentimenti in lui destati dal valore mo-
i< strato da essa in diversi fatti d'arme egualmente onorevoli che
u difficili dal principio di questa guerra nelFesercito di Catalogna,
u gli erano un sicuro garante del suo coraggio , e della ferma
« sua disciplina per i successi avvenire, y^
In allora la divisione italiana aveva sotto Farmi i86 uffiztali,
5082 sott'uffiziali e soldati, e 472 cavalli, tutto che la sua foi-za
effettiva salisse a 8690 uomini e 666 cavalli.
I dragoni Napoleone seguitarono la divisione, i cacciatori a ca-
vallo restarono a Lerida ed i cannonieri a Mequiucnza. Il 28
aprile la divisione italiana formò la vanguardia nella marcia sopra
Hcus. 11 3 niasfijio s' inoltrò a Codon accanto al Francolì a sole
tre miglia da Tarragona (lasciando il battaglione di Felici a Reus in
riserva). Il 4 si recò sopra i monti di Loreto appoggiando la sini-
stra al mare, la dritta ai colli dclT Olivo, il di cui forte tormentò
coi fuochi delle sue batterie gF Italiani che vi scorrevano vicini
per prendere le posizioni loro assegnate, cosicché ebbero a patire
la perdita di 20 uomini , fra ì quali il tenente Dionisio. Il 5 la
divisione fu ripartita metà a I^orcto e l'altra metà sulle strade di
Valls ed alla Ga va , stabilendo sottil cordone lungo il mare, e
I
I
m«»
questi posti furono conservati per più giorni. Vacani e Guar-
nasconi riconoscevano il terreno della linea tra TOlivo ed il mare,
e compivano lo stato di difesa dei ridotti di Loreto. Mentre V e-
scrcito assediante stava sotto un fuoco di linea continuato giorno
e notte si dalla piazza che dalla flotta , respingendo sortite , ma-
turando disegni d' attacco , ed ultimando gli approcci per aprire
le trincere e stabilire batterie , Campoverde sbarcava in Tarragona
con 4ooo combattenti il giorno la. Peyri comandava la divisione,
con S. Paul, aiutante comandante capo dello stato maggiore ^ Oggero
sottMspettore alle riviste, Favini commissario di guerra, Sanvito pa-
gatore. Questa divisione, esposta come era alle oifèse della piazza
ugualmente che agli attacchi del nemico esteriore, ancorché quivi
la sua forza non eccedesse i 4 1 70 combattenti, dei quali a5o di ca-
valleria (il restante agli 8690 trovavasi di presidio lungo FEbro
ed ai depositi) compiva co^ suoi lavoratori lo stato di difesa dei
ridotti di Loreto. Gli zappatori tagliavano la via che costeggia il
mare, ad onta che fossero bene spesso obbligati dai corpi spagnuoli
che battevano la campagna, a fare scorrerie sulle strade di Valls e
di Vendrell, per sorvegliarli e tenerli lontani. Nella notte dal i3 al
i4 furono prese le opere esteriori del forte Olivo da 800 uomini,
dei quali 4^^ Italiani. Il ao sortì dalla città una forte colonna, che
fu respinta dai nostri sotto gli ordini dei tenenti Torlomliani e Lear-
di, appoggiati dal capitano Collaud da una parte, e dalPaltra dal ca-
pitano Curioni. Intanto Palombini sosteneva con brio un attacco este-
riore sulla strada di Valls coi dragoni Napoleone. Il 2 1 ei ricacciò
al di là della Gaya un corpo di Spagnuoli comandato da Manso.
Il 24 il ridotto di Loreto fu assalito da 3oo Spagnuoli, ma
40 granatieri del 4*'' d^ infanteria, comandati dal tenente Pavesi Carlo
da un lato, ed un drappello coi tenenti Ademur e Modena diretti
dal capitano Oletta dalP altro, li respinsero vigorosamente. Il 26
uscirono 200 uomini contro gli accampamenti del capitano Olini
lungo il mare , e nelP istesso punto altri 3oo assalirono gF Italiani
suir altura della Casaquadrata (ove comandavano i capitani Bcntivo-
glio e Gattinara)ma in tutti i punti gli Spagnuoli ebbero la peggio.
Altrove il capitano del i .° leggero Zugni, assieme ad un drappello
di dragoni Napoleone, liberava la strada di Falsct. Nella notte del 29 al
3o maggio Suchet (ultimate le batterie contro il forte Olivo) ne ordinò
Tassalto. Il colonnello italiano Rossi Carlo era alla guardia di trincea^
i Francesi formarono le colonne d^attacco \ Peyri inquietò con falsi
¥
l>
aliarmi (durante Tassalto dalle alture di Loreto) il presidio della
piazza. Il capitano Vacani che guidava la seconda colonna al punto
di fronte, uscì cogli zappatori italiani divisi in doppia squadra (di
cui erano capi i sergenti Gandolfi e Grattaroli ) e seguitato dai
granatieri e volteggiatori del 7.** francese (comandati da Miocque),
arrivò di gran passo avanti alla controscarpa del saliente, intomo
al quale V acquedotto faceva ponte al passaggio del fossato. Ma
gli Spagnuoli eransi qui accumulati e fecero un fuoco terribile
Dei zappatori che tagliavano le sbarre 7 furono feriti (e tra essi
il sergente Gandolfi) ma i loro compagni non rallentarono il lavoro, e
sopra ogn'altri meritava encomio il caporale Dei-Prato. Vacani, frat-
tanto che si ultimava l'adito all'acquedotto, scelse un punto con-
venevole alla discesa, si lasciò sdrucciolare (imitato dai zappatori
De-Paoli e Bacchelli , persuaso che gli altri lo avrebbero segui-
tato) per poter col mezzo delle scale facilmente risalire la scarpa
e guadagnare il parapetto, facendo così diversione al passaggio
dell'acquedotto. Non però tutti giudicarono questo il migliore spe-
diente per riuscire prontamente vittoriosi; e Vacani con quelli
che lo avevano seguitato fu per più minuti balestrato nel fosso
senza che alcuno lo raggiungesse, ma alla voce di avanti^ avanti^
parecchi soldati gettarono le scale nel fossato e vi si precipitarono.
Un volteggiatore francese disceso, volle il primo montare il pa-
rapetto, Vacani e i suoi zappatori gli teimero dietro per la scala
medesima e riuscirono sul parapetto dell'angolo rientrante , ap-
punto nel momento in cui i difensori dell' acquedotto, intimoriti
dal doppio attacco , abbandonarono quel saliente , nel quale più
non credcvansi sicuri. Per tal modo fu libera tutta la colonna di
penetrare per esso di sopra l'acquedotto dentro al forte. Allorché
Vacani colle sue genti giunse in quest' angolo saliente, incalzò
per lungo tratto gli Spagnuoli fuggitivi, e guidò i suoi per la si-
nistra nel ridotto, approfittando del primo disordine dei difensori
a fine di toglier loro il centro di difesa. Salita la scarpa del ri-
dotto , ove una breccia ( ancorché angusta ) agevolava 1' attacco ,
senza scala ne fu toccata la cima^ il nemico spaventato per l'attacco
di fronte, non che della gola, erasi ripiegato tra questa ed il ca-
valiere. Non senza ostacolo discesi allora ncU' interno del ridotto
4o combattenti si ebbe a riconoscere che la prima colonna era
in dietro, e che gli Spagnuoli erano in gran forza. Vedendo essi
però di non essere inseguiti nella parte inferiore del forte, volge-
•s
— 137 —
yaQsi nuovamente aU'acx[ucdotto per impedire il passaggio dei rin-
forzi alla colonna, e si affollarono per ricuperare il ridotto. Ma
Faiutante comandante Melscop, alla testa di 5oo granatieri italiani,
s" avanzò, passò di sopra alFacquedotto, e sotto il fuoco della mi-
traglia raggiunse Yacani al piede del cavaliere, e sventò le minacce
del nemico. Il capitano Crebassan , del 4*^ ^^ infanteria italiano
(diretto da Yacani al cavaliere), vi condusse cosi rapido V assalto
di fronte e di fianco, clic in un momento i suoi granatieri, col Fai u-
to delle scale, giunsero alla cima e fecero strage degli Spagnuoli.
In questo 200 carabinieri italiani (guidati dalF aiutante maggiore
Salvini) rompevano gli steccati ed esicr mina vano i più ostinati tra
i difensori. Così non rimaneva agli Spagnuoli clic la parte infe-
riore. Ivi il capobattaglione Marogna ed il colonnello Rossi si
volsero furiosamente nel mezzo delle masse nemiche , che sosten-
nero il primo urto con grande accanimento , e vendettero a caro
prezzo la vita. Suchet avendo mandato quanti soldati si trovavano
nelle trincee a rinforzo, questi appena giunti, gli Spagnuoli soccom-
bettero air assalto generale, simultaneo ed imiietuoso. Si fecero salire
a laoo le vittime sacrifìcate alFarma bianca^ altri 1000 (dei quali
%o uHiziali) furono con gran pena salvati e condotti prigionieri.
Molli Spagnuoli avendo nelFestremo pericolo saltate le mura della
gola del fortc^ eransi ritij-ali verso la città, ed avvenne tra la
fuga di molti che il granatiere Bianchini Domenico ( di pa-
tria bolognese, ferito sette volte in questa guerra, e pur sem-
pre il primo negli assalti, V ultimo sempre nella ritirala ), cor-
rendo ai*ditamente sui fuggitivi, inspirò loro tale sjiavento, che
alla sola sua voce 4 uffiziali e 5 soldati, gettate le armi, lo segui-
tarono prigionieri. Palombini avendo udito dagli Spagnuoli stessi
che Bianchini solo , e non lontano dalla città , li aveva ridotti a
deporre le armi facendosi credere secondato da numerose forze, lo
presentò assieme ai prigioni al maresciallo, il quale, di lui soddisfat-
to, gli chiese qual ricompensa egli bramasse, al che subito rispose:
M L'onore, generale, di montare il primo alFassalto di Tarragona. >>
Ciò parve ai molti che l'udirono, qual era infatti, franchezza eroi-
ca. N' ebbe per tanto i meritati elogi, ed il chiesto privilegio gli
venne al cospetto di tutti assicurato. Il generale Rogniat, coman-
dante in capo del genio, percorrendo il conquistato forte delFOlivo,
ripeteva al capitano Yacani : u Non si possono avere migliori sol-
u dati di questi. » Etl il capo dello stato maggiore generale Sainl-
T. il. i»
— !38 —
Cyr Nugues, così esprimevasi col generale Peyri: u È impossibile
u trovare soldati più bravi dei vostri; essi sono degni discendenti
u dei padroni del .mondo, n E lo stesso maresciallo Sucliet scriveva
al loro generale: u Io fui testimonio della bella condotta delle truppe
M italiane al forte Olivo; questa aggiunge certamente un nuovo
M lustro al valore italiano, ed accresce per esse la mia stima. Io
u la porrò a cognizione delP imperatore e re , e soUedterò con
M impegno e con vera soddisfazione le ricompense di cui la vo-
M stra brava divisione si è resa meritevole, n
La perdita degli Spagnuoli in questa notte di battaglia fu di
aoo cannonieri , 6 battaglioni di vecchia infanteria , tre bandiere
(una delle quali presa da Merial volteggiatore del a.'' leggero ) ,
47 bocche da fuoco, io migliaia di libbre di polvere, i3o,ooo
cartocci d^ infanteria ed artiglieria, 4o?<>oo porzioni di biscotto ed
altrettante di legumi. La perdita degli assedianti si fece salire a
3^5 combattenti , compresi 70 feriti od uccisi Italiani , di cui 8
zappatori, tra i quali gli intrepidi Morzani, Villa e Franchini col-
piti a morte.
Quelli che più si segnalarono furono il capitano Vacani ed il
sergente Gandolfi del genio ; i capitani Sacchini e Fagioli , i
tenenti Tresoldi , Seroni e Lucini , i sergenti Grippa , Nicolini e
Puppi , e il volteggiatore Marial sopraccitato del 2.'' leggero ; il
colonnello Rossi, il capobattaglione Marogna, i capitani Boccalari e
Caprini, il tenente Pavesi , il sergente maggiore Zanetti , il ser-
gente Tamburini ed il caporale Fabri del 4-" d'infanteria; il capi-
tano Bianchelli , i tenenti Derla , Galimberti e Pczzana , il ser-
gente Sansoni , il tamburo Bosio ed il caporale Camigio , del
5.® d' infanteria. Tutti questi furono proposti per avanzamento
di grado e per decorazioni. Per alcuni soldati poi che pur si erano
segnalati, non istimando il generale Peyri per privati riguardi che
si dì'sse loro decorazione , ne promozioni , li gratificò di 200
franchi per cadauno , onde mostrar loro che non se ne scorda-
vano i buoni servigi.
Come furonolc ore due dopo la mezzanotte del 3o maggio incomin-
ciò un vivo bombardamento dalla piazza sopra il forte: eran molte le
bombe die lanciavansi ad una volta da più mortai, ma le perdite furo-
no assai minori di quello che sarcbbesi pensato, e dopo che il capobat-
taglione Chelliot ebbe fatto praticare due ponti sul fossato (anche
ammassandovi sopra i cadaveri in esso giacenti si agevolò il
I I
— ìoO —
passaggio dei rinforai ), la soldatesca si pose possibilmente al co-
perto, cosicché si lasciarono poi 5oo granatieri con 3oo uomini
di riserva al di fuori nei primi trinceramenti. Il capitano Spinelli
rimase per comandare rartiglieria, Gnaragnoni capitano del genio
con Vacani si era adoperato per cambiare nel corso della notte?
(alla testa di looo lavoratori) la faccia del forte, ed allorquan-
do gli Spagnuoli alle ore 9 del mattino dopo un vivissimo can-
noneggiamento, fecero un tentativo per riprenderlo, trovarono
cliiuso ogni accesso. Sortirono allora 2000 uomini dalla piaz-
za, ma sì tosto furono visti sì raccolsero i lavoratori , comandati
dal capitano Rouzelli, si rinforzarono i posti minacciati e vennero
mosse le riserve italiane, ^attacco degli Spagnuoli fu lento in
sulla prima , si animò quando si avvicinarono alla gola del forte,
ma avendo dovuto cessare il fuoco delle batterie della piazza, i di-
fensori deirOlivo ( rimasti fino a quel punto appiattati ) si scopri-
rono. Si scagliarono contro gli Spagnuoli, i quali in |)ari tem|K)
furono investiti da sinistra dalle riserve italiane ed obbligati a
precipitare con loro grave danno la ritirata nella piazza , e tutte
le volte che itentarono di riprendere questo forte si ebbero sem-
pre la peggio.
Intanto i lavori d^ assedio proseguivano con grande attività, e
gFItaliani erano ovunque impiegati^ gli artiglieri (al 10 giugno)
ebbero T incarico di stabilire la l)atteria XVI, ed i loro lavori fu-
rono lodati dal maresciallo.
Il la gli Spagnuoli tentarono una sortita sopra il forte opp')-
sto di Loreto ^ più soldati italiani in queste alture rimasero vit^
lima nelPopporvisi: i tenenti Franciosini e Petrignani, ed il capi-
tano Gattinara ( uHiziali distinti ) rimasero feriti gravemente alla
Casaquadrata. Dupont e Bonvicini oltre a vari granatieri riporta-
rono gravi ferite nel sostenere i ridotti di Loreto. Il 1 3 si fece
una violenta sortita dalla piazza contro i corpi italiani lungo il
mare e sopra i colli di Loreto , allorché Palombini da una prtc
e Balathier dalP altra con pronte provvidenze pervennero ad allon-
tanare il nemico ; fu vivo e ripetuto Tattacco degli Spagnuoli, ma
il capobattaglione Olini, i capitani Romani e Curioni, ed i tenenti
Derla ed Avesanì li respinsero e li batterono. Il i5 Ronzelli coi
suoi zappatori fece eseguire uno spalleggiamento e tagliate d^ al-
beri nel sito detto Sepolcro dei Scipioni, per togliere al nemico la
faciliti di aprirsi lungo il mare la strada delle sue comunicazioni
di terra colla piazza.
■. »
— HO —
]J i6 giugno incominciò il fuoco delle nove batterie erette da-
gli assedianti, gli Spagnuoli risposero con pari ardore ^ il capitano
italiano d^ artiglieria Lirelli fu ferito^ gravi furono le perdite de-
gli assedianti, ma sul finire del giorno la ])atteria XVI detta del
re di Roma, che era quella che avevano costruito gli artiglieri ita-
liani e da loro servita, pervenne ad aprire una breccia accessibile
nel Forte Principe. Nella notte del i6 al 17, ebbe luogo rattacco
e la presa di questo forte ; ivi venne ucciso il capitano del ge-
nio Salimbeni Giovanni^ egli sostituiva nel comando F ufHzialc
del genio francese die dirigeva i lavori per stabilirsi in quel forte,
e mentre incoraggiava gli zappatori venne mortalmente ferito da
un colpo di fucile. U maresciallo Sucbet nelle sue memorie ono-
rò, come ben lo meritava, la memoria di un prode, esprimendosi
nei seguenti termini : u Interessante uffiziale , avido di seguire
<< le tracce del padre, distinto generale del genio, n
In questo forte fu costrutta la batteria XX. GV italiani capi-
tani Beffa e Spinelli ne ebbero P incarico, e nel giorno a 1 inco-
minciò a far fuoco , ma il nemico accortosi del grave danno che
poteva cagionargli , prese a fulminarla colla sua artiglieria e mo-
schctteria. Avvenne che un obizzo scoppiato accanto al magaz-
zino'della polvere, che giaceva nel fosso, lo incendiò con guasto
spaventevole che produsse gravi perdite, perchè gli Spagnuoli
imperversarono maggiormente col loi-o fuoco contro le guardie e
caiuionicri che tentavano riparare i danni, e qui perirono 5o can-
nouicri e soldati italiani, ed il bravo capitano Spinelli. In allom
ritornato al comando della batteria il capitano Beffa, si adoperò
con sì grande attività , coraggio ed intelligenza, che in due oix;
sotto un fuoco dei ])iii nudriti fu rifatto il rivestimento della
batteria . che era crollato , e rimessa la batteria in istato di far
fuoco, controbattere le difese del bastione San Carlo, e riuscire ad
aprire innanzi sera nella faccia destra una breccia larga ed acces-
sibile a 20 uomini di fronte. Impresa veramente importante, che
decise dcirassalto immediato del sobborgo, e rese facile l'acquisto
di altri bastioni dello stesso Forte R(»ale, essendosi per questa
parte operata una diversione sì efficace, che nel fatto divenne l'at-
tacco principale. 11 21 ebbe luogo per parte di soli Fiancesi Tas-
sai to generale del forte della iMarina e del sobborgo di Tarragona
sotto r immediato comando di Palombini ed ebbe esito felice, dac-
ché le posizioni furono prese. 11 36 gli Spagnuoli fecero una vi-
-h
— HI —
gorosa sortita contro gritaliani comandati da Balatliier, ma furono
con pari yigore respinti , e maltrattati dai cannoni di campagna
che i tenenti Sana e Avesani seppero destramente maneggiare su
(fuelle alture; come pure avvennero altre scaramucce tra la caval-
leria spagnuola e gfltaliani sulla strada di Valls, a cui i capitani Del
Finto e • Bcntivoglio parteciparono valorosamcnte.il a8 allo spun-
tar del mattino venne aperto il fuoco di più batterie; Sucliet
avendo osservato la breccia egli stesso da un' altra torre del sol)-
lx)rgo la giudicò praticabile; riunì allora le sue schiere per dar Fassal-
to, celandone con cautela i movimenti al nemico onde non avesse
a penetrare le sue intenzioni. Ravvisò quindi non solo inutile, ma
nd suo caso perniciosa qualunque intimazione di resa, e se ne
astenne. E tale era l'entusiasmo degli asscdianti di segnalarsi nel-
Fassalto, che tutti i reggimenti domandavano di concorrervi; gli
stessi dragoni Napoleone per voce del loro colonnello Schiazzetti
si othrirono di montare alla breccia, ma il maresciallo moderando
r anlore degli uni, accogliendo i voti degli altri , prepose alcuni
all'attacco di fronte, altri destinò a operare diversioni di fianco,
molti costituì 4n colonna di riserva, finalmente rinnovò l'incarico
alla fanteria italiana di far barriera al presidio qualora tentasse
lo scampo pei colli di Loreto, mentre l'infanteria fi^ancese, asse-
condata per la breccia dai dragoni Napoleone a cavallo si sarebbe
•lanciata nella piazza. Furono laoo i granatieri e volteggiatori de-
stinati per l'assalto, vennero divisi in tre colonne di egual forza
tutte comandate da ufTiziali italiani sotto gli ordini del generale
francese Habert , la prima dall' aiutante comandante italiano S.
Paul, la seconda dal maggiore Felici e la terza dal coloimello Or-
dioni ; vi si aggiunsero due uiTiziali di stato maggiore italiani
Frangipane e De-Azarta.
EIrano le due ore innanzi notte ( del !i8 ). Gli Spagnuoli, che
contavano ancora 83oo aggueriti soldati, speravano di poter respin-
gere l'assalto. Bianchini Domenico di cui si è riferita la generosa
inchiesta fatta a Suchet, se gli presentò ricoi*daudogli in tuono di-
gnitoso la promessa da lui avuta « di essei-e il primo all'assalto
u della città, n Ebbe tosto il comando di 3o granatieri francesi
incaricati di precedere gli altri sulla breccia. Ammirato da tanti va-
lorosi o testimoni, o parte nell'azione, quel granatiere italiano, il
solo in veste bianca tra le turchino, segnava intrepido a tutti il
sentiero della vittoria.
Non appena si dà il seguo deirassalto con quattro colpi simul-
tanei di mortai, che Biancliini salta il parapetto, si slancia dall^ul-
tima trincea alla testa del suo drappello, e seguito con eguale ar-
dore da ufQziali e soldati francesi della prima colonna, oltrepassa
rapidamente 80 tese di cammino discoperto , e giunge al piede
della breccia, la di cui sommità era custodita dagli Spagnuoli riso-
luti alla difesa. Grande era Fansietà sulPesito delFassalto, mentre
il nemico non essendo sorpreso aveva tutto in suo favore. Ai primi
fuochi alcuni assalitori caddero feriti, altri uccisi. Non si perde
d^ animo il Bianchini, e con quella sicurezza che è propria di chi
sente Tonor nazionale s^ inoltra in mezzo alle spade sotto una graiH
dine di sassi , il primo sulla breccia, seguitato a pochi passi dai
granatieri , cui tien dietro il resto della prima colonna. Gli Spa-
gnuoli lo feriscono nel petto , nel volto e nella gola sopra quel
terreno arrendevole , nel quale isolato e ritto si i*egge , mentre
gli altri sdrucciolano alP indietro lungo la faccia del bastione.
Tutti guardavano queir Italiano rimasto solo sulla breccia , e da
esso facevasi dipendere la sorte delF assalto , giacché gli altri lo
avrebbero seguitato,- se guadagnava terreno. Quando tatto ad un
ti-atto si vide Bianchini sollevarsi alFalto, gettarsi nelle file nemi-
che, e V intera colonna imitare il suo esempio. Gli Spagnuoli si
sbandano, alcuni sono uccisi, Bianchini li insegue avido di nuova
gloria, e lordo del sangue che esce da sette ferite, ma è tratto di 11
a poco a dura morte a malgrado le cure che gli sono prodigate.
Suchet nella sua relazione disse : « Invocare il primo posto nel-
« l'assalto, lanciarsi innanzi piii volte, ferito, sulla breccia, ascen-
u dere con calma invitando gli altri a seguirlo , è tratto degno
u di figurare fra le più eroiche rimembranze. «
Il generale Habcrt penetrato per la breccia riuscì a metter ordine
airattacco, ma furono vani i tentativi di aprire prontamente le
porte della città, essendo state murate, ed il grosso della solda-
tesca aspettava con impazienza che fossero atterrati i ripari per
prender parte all'attacco. I di-agoni Napoleone, guidati dal loro
colonnello Schiazzetti, intolleranti di ritardo salirono per la breccia,
e formando neir interno uno squadrone, il quale rianimò il corag-
gio degli altri assalitori, sgominò il nemico, che credette atterrate
le porte, ed entrato nella città tutto V esercito assediarne. Inutili
furono gli sforzi degli uffiziali spagnuoli per indurre i loro sol-
dati a tener testa: un solo pensiero li dominava, quello di salvarsi
— Ii3 —
colia fuga ; molti vi si abbandonarono per la porta di Sanf An-
tonio , e lo stesso governatore Contreras usd alla volta di San
Giorgio , ma fu raggiunto , ferito e preso prigioniero. Restavano
Gol grosso del presidio gli altri generali, i quali andavan racco-
gliendo i fuggenti sullo spalto di Sanf Antonio; allorché V infante-
ria italiana (che era stata da Suchet messa in posizione a Loreto,
precisamente allo scopo d^ impedire al presidio di salvarsi), di-
scese in buon ordine dalle alture , e li affrontò impetuosamente ;
Balathier incominciò ad inviare contro di essi Olini con un batta-
glione che assalì la vanguardia nemica e la fermò *^ discese egli poi
col 4-^ ^^ infanteria, comandato da Rossi, e col S."* da Peri , accer-
chiò la divisione del generale Courten, la disordinò. In quest^ in-
contro gareggiarono di ardire i capitani Romani , Bianchelli e
Durand, prendendo prigionieri i generali Courten, Cabrer e Mccina.
La cavalleria francese giunse opportuna per decidere la rotta degli
Spagnuoli; 7800 soldati e 4oo uffiziali furono obbligati ad arren-
dersi. Tarragona venne condannata al più terribile saccheggio. Gli
Italiani perdettero in quesf assedio 600 fra morti e feriti , e fra
i primi gli ufHziali Oletta, Salimbeni e Spinelli, aa zappatori e 27
cannonieri -, e fra feriti vi eranq il maggiore Felici, i capitani Fran-»
gipane , De-Azarta e Ceroni. La perdita degli Spagnuoli fu valu-
tata a 210,000 fra morti, feriti e prigionieri, e quella dei Francesi
a oltre 5ooo.
Si accordarono promozioni per rimunei-are i servigi resi, e ven-
nero nominati fra gli altri Palombini , generale di divisione, Ba-
lathier, S. Paul e Martel, generali di brigata , Galimberti , Cave-
doni, Montebruno , aiutanti comandanti , Erculei colonnello , Mo-
rogna maggiore. Ebbero la Corona di ferro Vacani capitano, Cec-
chetti tenente , Benesi sottotenente , Cappelli e Alissa marescialli
d^alloggio e Bianchini caporale.
Si proclamarono benemeriti gli ufRziali Rodella, Scotti, Moli-
nari, Saluzzo la Manta, Lotti, De-Azarta, Frangipane, Felici,
S. Paul, Potier, Beix)aldi, Filippini, Brambilla , Sana , Ferrari,
Barbieri, Ferriroli, Guagliumi, Osio, De Marini, Crebassen, Billon,
Avesami, Bevilacqua, Vagnon, Romani, Pierleoni, Rossi , Albini ,
Georget, Bianchelli, Tornello, Bianchi , Viltoni, Morelli e Gussoni,
Lorenzi, Matteucci, Puglieri, Roncaglia, Sterzel, Faletti, Mantegazza,
Schiazzetti, Erculei, Palombini Luigi, Pellison, Cecchetti,Bonesi,
Pavesi, Rocchi, Rappi , Morandi 5 fra i sott'uffiziali Vandoni , Al-
r
m
— 144 -
bcrlirii, Giovanetti, Scusi, Ualilassari , Leggi e Caiubielli, e ika i
soldati Galvani, Rovetta, Oggeit), Neri, Dolci, Carlini e Marco Tel.
Appena conquistata Tarragona la divisione Peyri si recò a Vii-
lauova il 29 giugno , indi a Villafranca e poi a Barcellona. Il 4
luglio la divisione italiana fu rijiartita: Tarliglieria a Tarngona,
i dragoni Napoleone e le compagnie scelte del 1.^ leggero a Mon-
blancli, il i."" leggero a Lcrida, e la brigata Palombini distribuita
tra Villanova e Valls, col a.** reggimento leggero e col 4-* J' in-
fanteria, ed il resto delle squadre italiane, S!* e 6.° rcggimeuto d^u-
fanteria sotto gli ordini immediati dello stesso Peyri teneva aperta
p(*r la via di Mora la comunicazione con Saragozza e per Jaca fino
in Francia. Laonde divise per tal modo le truppe italiane in aita
linea estesissima , non poterono per qualche tempo operare fiitti
di qualche rilievo, sibbene deboli fazioni che non si potrebbero
({ui riassumere.
11 a4 luglio Palombini occupò i colli della Guardia , concorse
colle schiere francesi all'attacco di Monserat , presa la quale po«
sizione il 3o luglio , \tìA^ di nuovo ad Ingualada. Intanto Peyri
dal 6 al 1 4 luglio aveva marciato per rendersi nelFAragona scor-
tando 3ooo prigionieri spagnuoli. Questuerà la prima volta, du-
rante la guerra, che gU Italiani comparivano in quel regno. Sucliet
frattanto erasi egli pure recato a Saragozza. 11 6 agosto Peyri asci
da questa città ( per incontrare gli Spagnuoli comandati da Vii-
lacamjK)) con il 5." e 6." d' infanteria comandati da Baiathier , e
con altri due battaglioni condotti dall' Italia dal capobattaglione
Ferri , con 70 dragoni italiani e ^'jo fra dragoni e corazzieri
francesi, guidali dal caposquadronc San Giorgc, e pervenne ad Al-
valatc. Il 7 andò a Calanda, e T 8 a Calpe per riunirsi alle genti
italiane in Catalogna^ ma per i movimenti fatti da Villacampo
coi suoi Spagnuoli dovette risalire a Calandre il giorno 10. Riem-
piuto lo sco|K) della sua sj)cdizione in Aragona, Peyri il uà si ri-
congiungeva in Lcrida alFartiglicria italiana ed al 1.® leggero colà
rimasti, mentre Palombini e Villa ta col restante guarnivano gli altri
punti di Cervera e Monserat. 11 27 Palombini ebl>e al Monserat
una fazione vigorosa (assai più delle precedenti) presso Monistrol,
alla quale partecipi) con quattro compagnie il capobattaglione Re.
Quivi rimase ferito il capitano lìcntivoglio, e dopo di quest^affki'e
Palombini si concentrò sui monti presso Guardia.
Macdonald chiede a Suclict che gli sia rimandata la divisione ita-
f •
♦ -«
lUna distaccata dal suo esercito temporariamente per Fassedio di
Tarragona, e Suchet domanda a Napoleone di conservarla : fu allora
che il monarca disse al ministro Aldini, presenti gli altri ministri
francesi : u Due miei marescialli gareggiano per ritenere sotto i
M propri oi*dini la divisione italiana ^ io la lascio a Suchet che lia
ti molto più grandi cose a fare che Macdonald. GF Italiani tor-
ci neranno un giorno a divenire i primi soldati delP Europa. Dite
« al viceré che sono molto contento del mio bi-avo esercito ita-
u liano. n
Balathier surr(^ò Palombuii nelle sue posizioni, e questi av-
viato a Barcellona, vi giunse il 3o agosto.
Al principio di settembre Suchet, volendo efieltuare la spedi-
zione nel regno di Valenza , riunì di nuovo la divisione italiana ,
e sebbene Macdonald ripetesse la domanda che questi Italiani do-
vessero ritornare al suo esercito , pure Suchet rispondeva a che
« soddis&tto del valore e delP emulazione che trovò in essi, aveva
M desiderato di conservarli, e che il governo aveva assecondato il
« suo voto, sino alla presa di Valenza. »
La concorrenza di due marescialli di tanta rinomanza, per con-
lervare gli Italiani nel loro esercito, era onorevole tributo di sti-
ma, e premio ai loro servigi.
U IO settembre , un battaglione del 5.^ d' infanteria , comandato
dal suo capo Olini , battè gli Spagimoli sui colli di Cervera , e il
capitano Romani rimase ferito in quest'incontro*^ sopraggiunti i
dragoni Napoleone, il nemico fu caricato bruscamente, e fece nuove
perdite.
I depositi italiani che erano a Gerona e dintorni, arrivarono per
la via di Jaca e Saragozza, forti di 4^0 uomini, di guisa che il 17
settembre, alFatto in cui Peyri, per salute cagionevole, cedeva
il comando della divisione italiana a Palombini , questa aveva in
armi 4)65o soldati e aa4 cavalli , tuttoché Teflèttivo fosse di 8,3oo
uomini e 63o cavalli. Il complemento però di questa forza era a
Saragozza o a Tarragona, e tranne a3a prigionieri, tutto il resto
stava negli spedali di Catalogna o d'Aragona. Oltremodo rilevante
riusciva la seguita diminuzione di forze ove si consideri, che dal
principio della guerra erano venuti dall'Italia colle due prime di-
visioni ai,!i88 ufTiziali e soldati, 1,905 cavalli, e non erano rien-
trati nel regno che i,a3i , in parte traslocati alla guardia reale, in
jNirto inabili al scTvizio di guerra , tuttavia la divisione Palom-
T. li. 19
— 140 —
}jiiti , riuiiita al iH settembre , \Kt la S|x:(lizione del regno di Va-
lenza non aveva che una forza attiva di 5,ooo uomini.
Formatasi nel mese dì luglio in Italia, una nuova divisione da
mandarsi in Ispagna , ne venne allìdato il comando a Severoli^
avente per capo dello stato maggiore, Montelw-uno ( Doc. XXIIl ).
Componcvasi essa di 8.g55 uomini, 733 cavalli, e 12 L^iinotit ^
ti tenne la via de! Cenisio , Grenoble , Valenza sul Rodano var-
candone il ponte a S. Esprit, Nisnies, Montpellier, Tolosa, Aucli,
Tarbes, Pau. Ripartila a Pau in tre colonne, entrò in Ispagna,
per lo stretto di Roucesvalles, mentre l'artiglieria, gli zappatori e
le grosse liagaglìc, collocate in scjiarata colonna, vennero di-
K-tti , sotto gli ordini dell' ajutante comandante Montebruno , a
Uajoiia, e per la via di Einauy a Pamplona. Quivi tutta la divi-
sione si trovò riunita il 16 settembre, meno i tre battaglìoai
del i." e a." leggero , e 4-" d'infanteria, Ì quali per Tudela sì
erano incamminati a Saragozza ed Alcanitz, per raggiungere t
loro reggimenti alla divisione Palombinì.
Ripartite le schiere di Sevcroli a Pamplona, allo stretto di Ron-
cesvallcs, alle falde del monte San Jean Pie di Porto, ed Elizon-
do , perseguitò il rinomato Es[K)z-y-Mina , il quale fu cuistretto
di ripassare sulla destra dell' Ebro , accostandosi alle falde del
Moncajo.
Cessato il bisogno di lasciare nella Navarra la divisione Se-
vcroli, fu spedita neir Aragona , per coadjuvare V altra di Pa-
lombinì nella spedizione di Valenza. Pochi, e non di rilievo, fu-
ron gli scontri ch'ebbe Severoli nella Navarra. II 3." battaglione
del 1." d'infanteria battè gli Spagnuuli a Ai-zuelo Ìl a(j settembre ,
libei'ò dalle mani del nemico alcuni dei nostri che teneva prigio-
nieri. Il a ottobre il capobattaglione Sercognani, a Iruzum, prese
un uffiziale e qualclie cavallo alla banda di Campoverde. Il 3
ottobre Severoli si diresse a Tudela per riuscire nell' Aragona.
Per tal modo, le due divisioni Palombinì e Severoli si trovarono
riunite sotto gli ordini di Suchet.
Il 19 settembre Palombìiii fu a Cabanes, il %i a Nielles sopra
Murviedro, il a/j a Petres, ed il a5 accampò sui colli di Gilel vicino
alla strada di Segorbe , concorrendo a circonvallare i l'orli di Sa-
gunto d'immortale celebrità. Il capitano Vacani, con alli'i ulEziali
del genio francese, ne riconosceva intanto il circuito, e trovò clic
essendo crollata un' antica muraglia, riusciva in qualche parte pra-
ticabilc la salita al forte, e che le pìoggie avevano ivi aperta una
breccia. Suchel, di ciò informato, ne commise Pasialto. Nella notte
del ^7 al a8, il capo liatt^glionc Ferrìroli condusse sei compagnie
ad un sito designatogli per far diversione alPattacco principale. I!
capitano del genio Guaragnoni con i5 zappatori italiani, muniti di
scala, lo accompagnarono. I! colonnello Peri lo seguitava con un
altro battaglione; sul vero punto d^ attacco agivano i Francesi , al-
lorquando un colpo di moschetto (sparato da uno di essi che stava
a guardia presso la breccia) motivato dall' appressarsi di alcuni
Spagnuoli, diede T allarme air inimico. Questo colpo fu segnale
alle nostre colonne, predisposte per l'assalto, e fece inoltre che il
generale Habert movesse prima dell'ora stabilita. Parte degli assa-
litori si portò sulla breccia poco innanzi che. l'altra parte intra-
pren.lesse il falso attacco, ed attirasse a sé l'attenzione del nemi-
co, cosicché l'impresa andò fallita. Gli Spagnuoli si schierarono
sulla breccia, e respinsero i granatieri francesi; frattanto gli Ita-
liani fecero il finto attacco , audacemente salirono sulT erta, nù si
arrestarono se non giunti al piede della mura , ove stava la batte-
ria di San Pietro. Colà , bcncliè troppo tardi , richiamarono eglino
la vigilanza del presidio, che si distese lungo i parapetti; la
resistenza allora, sul punto veramente minacciato, scemò, ed i
granatieri francesi ritornarono all'assalto, ma il governatore An-
dreani ( lasciata ad altri la cura del punto inaccessìbile dal quale
gli Italiani dirigevano il falso attacco ) si recò egli stesso a difen-
dere il punto principale e respinse i Francesi. Questi, per altro,
sul far del giorno furono ricondotti dallo stesso generale Habert a
nuovo assalto, ma vennero per la terza volta respiali. In tale fa-
zione i capitani Guidetti, Calaud, Cantoni, Tagliab(>, Lampo, Ì
tenenti Tresoldi , Bartoli e Gussoni, diedero prove di risolutezza
e dì ardimento. Il tentativo, riuscito infruttuoso , obbligò Sucliet
ad occuparsi dell' assedio di Sagunto.
I! generale spagnuolo Blake raccoglieva intanto un corpo di 20,000
uomini per liberare la piazza. 11 29, Palombini fece riconoscere da
uno squadrone dei dragoni Napoleone, comandato dal capitano Bar-
beri, un corpo spagnuolo che era in bella jx).sizione a Seneza, e veri-
ficò essere la divisione Ohispo, forte di ^noo uomini e 3oo cavalli.
Balattiier mosse il 3o ad attaccarla coi suoi Italiani, sostenuti dalla
brigata francese di Robert, e da tutto il reggimento dragoni Napo-
leone; oltrepassata un'orda di paesani armati , Scbiaizelli, (che Sucliet
t«
W
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clianjava brillante uffizialc di guerra) assalì gli avamposti nemici,
li ruppe , continuò la carica ed obbligò Obispo a ripiegare la sua
linea a Massana Monterà. Airarrivo dell' infanteria, seguitata da due
pezzi d' artiglieria , Schiazzetli incominciò subito la lotta , ì Fran-
cesi ia coadiuvavano di lìanco ed agevolarono i' attacco al centro.
Quivi Palombini . formati in colonna serrala per compagnie il 2.*
Icggen» od il 6° d'infanteria, senza attendere le colonne clic mar-
ciavano ai tati, investì e sconfisse il nemico; questi, incalzato a
Si'gorl>c dai dragoni Napoleone lungo le vie dtlla città, fu tal-
mente maltrattato che andò intieramente disperso nei monti dì Ly-
ria. 11 maresciallo Sucbet scrisse al ministra della guerra : » I
« generali Palombini, Robert e Balalhier , ed il colonnello Scbiaz-
u zetti lianno messa la divisione spagnuola di Obispo in piena
« mtta a Scneza , hanno uccisi 3oo uomini e 90 cavalli, presa una
« bandiera e fatti molti prigionieri. I dragoni Najxilcon'! penelra-
•( rono in Segorbe alla rinfusa col nemico , mettendo a fil di
" .sciabola tutto ciò che si parava loro dinanzi , ed inseguendo il
» nemico a due leghe fuori della città. » Oltre Srliiazzelti si ten-
nero in pregio, per la parie che vi presero, il capo sijnadionf
Bouchard , i capitani Pcllison, Liberati, Barberi, il tenente Vor-
nelli , i sottotenenti Sensi, Morandi, Bartoll ed Alari, Y aiutante
Martelli, i sntt' uffiiiali Giovanetti , Ciambdli, Baldassari , Fer-
rari, Pellizzari e Scabrini, ed i dragoni Pasti e Cantoni.
Palombini . trovando sconvenevole dividere i suoi corpi per
molestare i fuggenti, accampò, Ìl 3o settembre, intorno a .Segorbe,
ed assicuratosi che Tinimico era da ogni parte allontanato ritornò,
il 2 ottobre, sotto Sagunto conduccndo i prigionieri, fra ì quali
tre uffiiiali, e vigilò la piazza intanto che Suchct andò ad attac-
care il generale Villacampa.
Il 5 ottobre , si po.se mano agli attacchi regolari di Oropesa e
Sagunto, ed i capitani Vacani, Bella ed Alessandri, cogli zappatori
e cannonieri italiani, parteciparono aì lavori contro quella prima
piazza, che fu presa per capitolazione il 1 a. 11 16 ottobre, giunta
r artiglieria d'as.sedio, furono spinti i lavori con indicibile alacrilì,
per l'assedio di Sagunto armate tosto le haltcrie I, Il e IV, e
nella notte del 17 al 18, fu aperta la breccia, non senza me-
rito del capitano BelTa. Il 18, fu tentato l'assedio dei forti da
una colonna di 600 scelti granatieri, 4<^ ^I^' quali Italiani, co-
mandali da Oliiii , ma tulli gli sforzi degli as.scdianti riuscimno
u
a nulla , ilactlit la breccia min era praticabili; ed i soldati spa-
finnoli . comandali dall" intrepido Andrcani , op|>osero ostinata di-
fesa. Gli Italiani ebbero tra uccisi e feriti 60 uomini. I tenenti
Turno, Cotanceau e Giardin furono uccisi sulla breccia, i capitani
Lamezan e Gallinara, ed il lenente Adliemar vi furono feriti.
Intanto accadevano nell'Arragona fazioni che obbligarono il ge-
nerale Musnicr a trattenere i tre battaglioni venuti colla divisione
Severoli, per rinforzare quella di Palombini, Il battaglione del a."
leggero, comandato dal maggiore Pasqualis, era ad Alcanilze Mo-
rella, e quello del 6.°, retto dal cipobatlaglione Favalelli , col
colonnello Pisa a Calatayud. Pasqualrs iKittè Ìl nemico, e Suchct
neir ordine del giorno dell' esercito del l'i ottobre, ne rese conto
in questo modo: «Il generale spagnuolo Canipillo, con 1000 fanti
u e 170 cavalli, osò appressarsi a Samper de Calenda e intimare la
« resa del trinceramento al suo comandante. Il capitano Roveroni
" del 3." battaglione del a. ° leggero italiano, rispose da bravo qual
" egli era, a colpi di fucile, facendo eziandio una sortita die obbli-
u gò il nemico a ritirarsi. Il 17 , vi accorse Campillo con tutta la
u sua banda, e circondò la piazza per attaccarla, i volteggialnri
Il fecero cosi a proposito una vigorosa sortita , che pose Io scom-
« piglio fra gli Spagnuoli ; i quali dopo aver sofferto una grave
«perdita, furono eo,stretli a ritirarsi vergognosamente verso La-
ti reca. Noi non abbiamo avuto clie due uomini feriti. La con-
u dotta degli uflìziali e soldati del a," reggimento italiano, in que-
u st' occasione fa loro grandissimo onore, e prova che una nobile
« risoluzione è sempre compensala dalla vittoria. L' attività del
« maggiore Fasqualis merita degli elogi. Nello stesso giorno il
•> capobattaglione Marin assaliva 3oo Spagnuoli , li scacciava ad
« Abvalata , e si impadroniva della città e del forte. "
Il battaglione del 6." d'infanteria italiano, comandato dal co-
lonnello Pisa a Calatayud , venne assalito dai corpi di Durand ed
I^mpicinado, che aveva riuniti nell' .dragona ben 8,000 uomi-
ni , 800 dei quali , di cavalleria. Attaccarono essi gli avamposti
italiani ad Ateca e li re.spinsem a Calatavud. Penetrarono nella
città , il 26 settembre , vi fecero prigionieri parecchi del presidio
nostro, altri ne ferirono, tra i quali il tenente Barnschi e Sa-
grcda, nel mentre che Ìl resto de' soldati, assieme al capitano Ce-
racclii ed ai tenenti Boniotti, Romei e Donadeo dopo quatlr'ore
di fuoco continuo .si ritiravano nel convento della Mercede {.wello
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a ridotto di diicsa per il presidio). GII Spagnuoli accercbiarono
il convento, aprirono trio cere , rovesciarono i tetti, lanciarono
travi e materie combustibili nelle sottojioste opere scoperte,
e praticarono una galleria di mina al disotto della contrada,
lusirjgandosi di far scoscendere una parte delle mura, e conse-
guire dal suo crollo la resa del presidio. I loro campi sì esten-
devano sino ad Epila, dal qual puntoli tenente GiovancUi dopo
lunga resistenza era stato costi-etto a ritirarsi a Saragozza. Il capo
l>attaglione FavalelH , aveva il comando degli Italiani destinati
alla difesa del tempio , cbe fece sgombrare da tutte le materie
accensibili ed approvigionare di munizioni. Vi apri una coatro-
galleria di mina, per isventare quella del nemico, ma non ebbe
esito felice ; tentò anche di ricuperare le opere esteriori , ma 3o
Italiani , tra i quali il tenente RoscÌo , vi rimasero feriti seoza
riuscirvi. Gli .Spagnuoli, ultimati i Inro pre[>aratLvi d'attacco,
intimarono al comandante italiano la resa; ma questi, loro ri-
spose « che facessero pur eglino ciò cbe meglio loro sembrava ,
ti poiché altrettanto fatto avrebbe d presidio. " Gli Spagnuoli al-
lora misero tosto mano all'attacco, appiccarono il fuoco ad una
mina e fecero crollare, se non tutta, una parte del tianco della
chiesa. In tal guisa , si aperse un foro , più proprio ad intro-
durvi materie incendiarie che genti. Non appena la mina nemica fu
scoppiata, che vedutosene il debole ellètto dai soldati nostri » bef-
faronsi dello sforzo infruttuoso degli avversari , acquistarono leua
alla difesa, otturarono con sacchi ripieni di terra l'apertura e si
apprestarono a più vigorosa resistenza. Fa valelli fece innalzare intorno
all'altare principale un parapetto, seguitando l'arco dell'ampia
balaustra, capace di servire di ridotto in caso di bi.sogno , vi
pose il presidio in atto di resistere sinché gli giuguesse soccorso.
Gli Spagnuoli procedevano all'aprimento di due nuove gallerie
non lungi dalla prima, e la mattina del 3 ottobre appiccarono il
fuoco alle mine. Lo scoppio pressoché simultaneo di esse fu spaven-
tevole; si sollevò la parete di slancio squarciandosi in rottami,
e basse seco i sostegni della vòlta , die con orribile scroscio in
parte precipitò essa pure nell" interno del tempio, spalancandone
i sepolcri, dai quali esalò nauseoso fetore. Gli Italiani superstiti
al disastro non si smarrirono, ma accorsero ad otturare i passaggi
più accessibili e si ristrinsero alla difesa dell'interna balaustra,
là , ove il danno era stato men grande che altrove, li^st da quel-
- 131 —
r artifiziale riparo gridavano alP iairnico : m Fate pure scoppiare le
M vostre mine, ma non ci vincerete, perchè vogliamo difenderci
« fino alla morte, n Tentarono invano gli SpagDUoli d^ intimorire
^iiei prodi con nuovi tentativi d' assalto , col far battere ai tam-
burini il passo di carica, e raddoppiare i fuochi ili moschetteria.'
Ma Favalclli vedeva ancor lontano il momento di ritirarsi nella
parte meno guasta del convento^ pure il rovinar dei muri, Pes-
sersi fatte praticabili due brecce, il puzzo insopportabile de^ cadave-
ri, che emanava dai sepolcri spalancati e dalle materie che arde-
vano in quel recinto , e la turba , ognor ci'escente , degli assa-
litori, avevano ridotto a- mal partite^ gli Italiani, senza scemarne
il coraggio. Nel mattino del 4 9 ^^^ scoppio di una nuova
mina, si a^randirono le spaccature dei muri, rovesciossi un
an^o, e sprofondossi la restante volta. Allora Favaklli volle
teotare una sortita con una mano de' suoi prodi, ma verso il sito
pifa aperto venne ferito gravemente, ed i pochi che erano con
fui si ripiegarono. Visto lo stato delle cose, la perdita di a3o
combattenti ( fra i quali parecchi uffiziali ) , lo sfinimento dei su-
perstiti in armi, e l'assoluta mancanza di vettovaglie (essendo
da nove giorni scarsissimo il cibo ) , malgrado la ripugnanza ad
arrendersi di Favalelli, dei capitani Totti , Ceracchi , Baroschi ed
Albini , e del sargente De-Giuli , e sulla certezza che il batta-
glione, inviato in soccorso da Saragozza , era stato battuto a Fra-
ano, i capi proposero al nemico una tregua e ne discussero i
patti.
Fatalmente fu disgiunta dalla loro la sorte dei sott' uffiziali e
soldati , e stipulata la libertà dei soli ufflziali. Uscivano prigio-
nieri di guerra 566 soldati, dei quali 335 Italiani, e deponevano le
armi ai piedi di 6000 Spagnuoli. Mentre i loro uffiziali andavano
liberi , con armi e bagagli a Saragozza , in cammino incontrarono
un battaglione del 4*° d^ infanteria italiano, destinato a soccorrerli
a Calatayud , ma che ne fu impedito da forza ragguardevole del
nemico. Il maresciallo Suchet nominò un consiglio di uffiziali
per esaminare P adàre di Calatuyud, e fu posto all' ordine del
giorno deir esercito : u Essersi la truppa guidata con valore, es-
u sere stata brillante e vigorosa la difesa , perchè durante un at-
w tacco di nove giorni, essa aveva con dispetto rigettato tre inti-
M mazioni di resa, sostenuto quattro esplosioni di mine, sofferto
^ &tiche, privazioni, incendi e perdite continue , e doversi sol-
ii tanto citare con biasimo la capitolazione, siccome un griTe
u fallo dei capi , i quali in onta delle leggi di guerra , avevano
u separato gli interessi loro propri da quelli dei soldati, n
Il 1 a ottobre , Severoli era partito da Saragozza , riunitosi a
'lui il battaglione del 4*'\ entrò colla brigata Bertoletti in Calatu-
yud, ove non iscontrò che pochi abitanti^ il i3 andò in Aieca.
In questo giorno FEmpicinado fece restituire a Daroca gli iufli-
ziali presi a Calatayud. Intanto Mazzucchelli a sinistra disoendeva
a Daroca.
Mentre si facevano queste spedizioni , £spoz-y-Mina, eoa 4^100
fanti e 700 cavalli, invadeva T Aragona superiore per dirigersi
ad Ayerbe , e minacciare Gurrea e Jaca. Una parte del 7.^ r^-
gimeiito d' infanteria, comandato dal colonnello Bellotti, era rima-
sta a Saragozza. U primo battaglione , con una compagnia del
a.** di questo reggimento, e con 5o cacciatori a cavallo, ebbe
ordine di battere la campagna per appoggiare i drappelli in-
caricati di proteggere le comunicazioni colla Francia. 11 capo di
battaglione Ceccopieri, ufGziale non meno prode, che sagace,
ebbe il comando della gente destinata a sì difficile e scabrosa
missione. La sua piccola colonna contava 817 combattenti, com-
presi 20 uffiziali e 5o uomini a cavallo. Si diresse , il 1 4» ^ ^<^
per sottrarvi il presidio a prigionia , ma scontratolo in via , lo
raccolse , ed il 1 5 andò a Zuera. Il 1 6 ebbe ordine di risalire il
( iallcgo, soccorrere Ayerbe e Jaca, e render libera la strada di Fi-an-
cia. Egli si aprì il passo dopo lieve scaramuccia, attraverso la
linea spagnuola , e pervenuto a congiuugersi col presidio di
Ayerbe , voleva associarselo , convinto che correva grave peri-
colo di essere preso. Egli pigliò posizione nei dintorni, proteg-
gendo così i granatieri di vanguardia, comandati dal capitano Pni-
vana , che furono inviati in quel villaggio ^ ma il caposquadrone
Luce ed il tenente Cotez, che avevano sino a quel punto ricu-
sate le proposizioni di arrendersi a Espoz-y-Mina , rifiutarono del
pari di porsi in aperta campagna , ed accrescere per tal modo
le forze di Ceccopieri, onde mettersi in salvo con esse sopra Hue-
sca e Saragozza: fu dunque costretta la colonna italiana (il 17)
ad allontanarsi sola da quel punto , ove era minacciata la sua di-
mora, deporre il pensiero di giungere sino a Jaca, nonché quello
di rivolgersi direttamente a Saragozza. Intanto Elspoz-y-Mina co-
noscendo la tenuità della forze nostro, fece disegno di avvolgerle,
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cosa die a lui doveva riuscire non difTicile , avendo una forza
quintupla d^ infanterìa , e tredici volte maggiore di cavalleria,
oltre r appoggio degli abitanti.
Sì tosto die il capitano Pro vana fu di ritorno co' suoi da Ayerbe
e si riunì alla colonna italiana sopra il vicino colle, Ceccopieri si
mise in movimento alla volta di lluesca. Egli di fronte si aprivala
via fra le truppe di Espoz-y-Mina, la sua retroguardia era avvolta
e l)crstgltata, e vi perivano molti granatieri, fra i quali l'intrepido
Provana. In breve istante rimasero uccisi il prode capitano Spineda
Marco ed il tenente Bregoli. 11 comandante italiano, imperturbabile
in sì tcrribil frangente, formò un quadrato, vi pose i feriti nel mez-
zo, animò le sue truppe, e non desistendo mai dal combattere su
tutti i lati, frenò il nemico, e si fece strada fino a tre miglia di là
da Ayerbe. In questa marcia arditissima, eseguita colla più grande
imperturbabilità fra tanti pericoli, si ebbero dopo dieci ore di fuo-
co 2108 uccisi , dei quali 4 uffiziali e 3o4 feriti , del cui numero
i capitani Ruggeri e Contri, ed i tenenti Gallino e Pidiiotini. Pure
i superstiti 3o5 tra ufilziali e soldati , rinserrandosi in massa ,
proponevansi di giungere alla meta contrastala, quando i colpi
di fucile, indirizzati nel centro del quadrato, ferirono 4^ com-
battenti, fra i quali lo stc^sso Ceccopieri nella testa , uccidendogli
il cavallo , sì clic i soldati lo credettero perito. Allora questa
schiera, esaurite le munizioni ed estenuata, non potè più oltre re-
sistere agli incessanti sforzi del nemico. Sostò , ed avendo pietà
dei feriti, dopo il sacrifìcio di 11 uffiziali e 549 soldati, pose
tregua alla pugna e si arrese conservando illeso V onore della
milizia italiana, e meritossi la stima del nemico, il quale alla sua
volta , enumerando le gravi perdite sofFerle in un combattimento
in cui era tanto superiore di forze , dovette pur convincersi che
ritaliano non gli era punto inferiore ne in coraggio, ne in valore.
Suchet j parlando di questa fazione , dichiarò che a mai nessun
M corjx) nella guerra attuale aveva con più gloria combattuto del
u battaglione italiano sotto gli ordini di Ceccopieri. sy Volle che
questo distinto uffiziale fosse subito riscattato, e biasimò la con-
dotta dcgP altri capi francesi che non si unirono a lui.
Conosciutosi il disastro in Saragozza, fu spedito Bellotti con 5
compagnie del suo reggimento , assieme ad una colonna coman-
data dal colonnello Clinski ^ incontrarono essi il tenente Lotti ,
proveniente da Gurrea , il quale annunziò loro V avvenuto , ma
T. 11.
iO
— 154 —
Kspoz-y-Miaa tiou aspctlc) gli avversari, e dopo aver diretti i suoi
prigionieri alla Coruna, si restituì nella Navarra.
Il maresciallo Suchet accorato per gli eventi d'Aragona si de-
terminò a lasciarvi T intiera divisione Severoli, addossando alla bri-
irata Mazzucchelli la difesa della destra delFEbro, ed alF altra di
Bertoletti quella della sinistra, onde coprire la capitale dell Aragona
da qualunque insulto nemico. Severoli aveva il suo quartier géberale
a Saragozza, ove stava il i ." battaglione del a.^ leggero , mentre altre
genti francesi tenevano aperte le comunicazioni colla Francia da
una parte, e dall'altra col maresciallo a Sagunto. Mazzucciicllì
aveva una compagnia di zappatori, 3 battaglioni del i.^ di (ante-
ria , ed uno squadrone di cacciatori a cavallo , ed era accampato
fra Calatayud e Daroca. Bertoletti, che aveva 3 battaglioni del i.*
leggero e 3 altri del 7." d'infanteria, occupò le Cinco-Villas.
Intanto il maresciallo Suchet faceva proseguire i lavori contro
i forti di Sagunto , e la divisione Palombini , che aveva rioccu-
pate le sue posizioni , partì il ao ottobi*e salendo il Murviedro per
respingere nuovamente Obispo da Segorbe. Schiazzetti riconobbe
la linea spgnuola a Torrestorres ^ Palombini comandava due reg-
gimenti ed i dragoni Napoleone italiani, uno polacco, ed il 114.*
con uno squadrone di corazzieri francesi, ed aveva a pezzi d'arti-
glieria. L* inimico non lo attese a TonestoiTes , ed andò ad ac-
camparsi sulle alture di Segorbe , ove venne incalzato. Il aa i
dragoni Napoleone incontrarono due battaglioni spagnuoli sulle
alture di Xerica, contro i quali i nostri disposer l'attacco. La
cavalleria si spiegò sulla sinistra , un battaglione del a."" leggero
preceduto dalla compagnia dei volteggiatori del capitano Scotti ,
s' innoltrò francamente sul ponte contro il centro, e pose in fu-
ga il nemico assalito conteniporanoamente all' ala destra dai dra-
goni, che ebbero ferito il loro capitano Pellison. Gli Spagnuoli si
ritirarono fra le strette di Las Baracas. Palombini stette a campo
quella notte sul Murviedro. Il 2 3 salì a Las Baracas, e vi si tenne
in posizione, e quando seppe clic Obispo si era ritirato sopra
Lyra, gli fece tener dietro a non molta distanza dal colonnello
Barbieri. Quivi , avvisato che Temei era stato soccorso da .Maz-
zucchelli, retrocesse a Sao[unto, ove giunse il 24 ottobre. 11 a5
111 1 . .0 ^
ebbe luogo la battaglia di Sagunto : i dragoni Napoleone corsero
sull'inimico, gli zappatori a cavallo di questo reggimento, quando
videro allo stretto del colle di Santo Spirito l'avanguardia spagnuola
(seguitata dair.inliero corpo di Villacampa), se le lanciarono
contro scomponendola, le presero un uffìziale, e io soldati, de-
stando grande allarme nella colonna^ Schiazzetti, lasciato libero di
agire co' suoi dragoni (sussidiati dalla brigata francese Robert
sopra le colline fino a Herminell) non istette lungo tempo ino-
peroso, raccolse i suoi squadroni, rammentò loro quanta fede
riponesse in essi e caricò il centro delle schiere nemiche, tal
che in un baleno le mise in. disordinata fuga. Quando la mischia
più ferveva , Palombini sbucò colle sue fanterie , spiegate per
battaglione V uno dietro alF altro , dai boschi a passo grave , e
quando la cavalleria spagnuola gli passava avanti di carriera, fece
eseguire dalle sue genti scariche di moschetteria sopra di essa,
a più riprese. Questa, credutasi vincitrice, mentre al contrario era
intercisa, presa da subito terrore, gridò: « Ognuno si salvi! « e
di fatto , cessando essa di caricare gli ussari francesi , si gettò a
guazzo per entro il torrente, raggiunse l'opposta sponda e si ap-
poggiò alla propria fanteria , la quale, compresa essa pure da spa-
vento, ruppe gli ordini e sbandata, fuggì in direzione della Cer-
tosa. Lo scompiglio avvenuto al centro si propagò lungo tutta
la linea ^ molti Spagnuoli vi perdettero la vita, altri gettarono le
armi, molti furon presi, e da quell'istante la vittoria dei nostri
fu completa. Il maresciallo trionfava contemporaneamente del ne-
mico sopra due lati , colla cavalleria e coi dragoni Napoleone
( che dapprima avevano battuta la vanguardia e dipoi sconfissero
anche la retroguardia), cosicché ò dimostrato essere stata la bat-
taglia di Sagunto una delle più luminose imprese di guerra con-
sumate dagli Italiani in Ispagtia.
Il maresciallo Suchet nella sua relazione al ministero della guerra,
disse : w Palombini, alla testa di quattro battaglioni, riceve il ne-
t mico colla niassima calma; il a.° leggero ed il 4." d'infanteria ita-
c# iiani con un fuoco dei più sostenuti , respinsero la carica e co-
« persero il campo di battaglia di morti; i dragoni Napoleone pre-
ti sero gloriosa parte ai prosperi successi del centi'o , il colon-
u nello dei dragoni , Schiazzetti , alla testa del suo prode reggi-
u mento, rompe tre battaglioni nemici e fa 800 prigionieri, da que-
u sto momento gli usseri, coi corazzieri francesi ed i dragoni Napo-
w leone trovansi sul medesimo campo di battaglia, sbaragliano tutti i
« corpi di cavalleria, che si presentano , rompono tutti i quadrati,
« che il nemico cercava di formare , e pel tratto di due leghe
a coprono il terreno cibarmi, e di morti e raccolgono 21,000 pri-
u gionieri , tra i quali 1 5o uffizìali. >>
Dopo qualche riposo, Palombini coi suoi Italiani sopravanzava
nella pianura il villaggio e le alture di el Peucli, difese da Blake
medesimo. Furono accennati per essersi segnalati oltre Schiazzetti
anche gli uffiziali Bouchard, Raul, Sensi, Barberi, Pavesi, Benesi,
Araldi, Galli , Marchetti ; i sott' uffizioli Corovani, Riccbinì, Ccc-
clietti, Vailati:, ed i dragoni Parrà, Barra, Leida, Treccioni, Gam-
bcroni, Angiolini e Salis. Giovanetti, maresciallo d^ alloggio, alla
testa del suo drappello , fece prigioniera un^ intera compagnia ne-
mica.
Battuto Blake al centro ed alla sinistra , cercò di sostenersi
sulla dritta in Puzol , ma dopo una ostinata resistenza , fu co*
stretto a ceder terreno e ritirarsi sulla spiaggia. I Fi*anco*Itali oc-
cupano la Certosa \ i battaglioni italiani ed i dragoni francesi rag*
giungono le alture di el Peuch. Quivi stavano schierati tuttora 3ooo
Spagnuoli , vengono assaliti di fronte dai Francesi , ed alle spalle
verso il colle di Castello dal colonnello Bossi con due battaglioni
del 4*^dMufanteria italiano. Rossi penetra nel villaggio di el Peuch,
rende vana la difesa, prendendo assieme ai Francesi quasi tutto il
retroguardo e 5 pezzi d' artiglieria. La perdita degli Spagnuoli
fu valutata di 5,6oo uomini tra uccisi e feriti, nel qual nume*
ro a 20 ufiiziali e a generali. Caddero in poter dei nostri ao pez-
zi d' artiglieria , più cassoni e 3 bandiere. I Francesi ebbero 800
uomini, di cui 4^ ulfiziali , tra morti e feriti, e tra questi ultimi
i generali Paris e Montmarie , non che lo stesso maresciallo Su-
chet^ gr Italiani non ebbero più di 60 uomini tra uccisi e feriti.
Il 26, giorno successivo alla battaglia, il generale Andreani
rese la piazza per capitolazione e il presidio uscì prigioniero di
guerra per la breccia cogli onori militari. Suchet palesò la sua
soddisfazione agli Italiani , scrivendo in questi termini al generalo
Palombini: « Desidero che per lei si promuovano domande di
Ci compensi in favore della brava divisione italiana. Io fui assai
« soddisfatto della brigata che ebbe parte alla battaglia di Sa-
« gunto. I dragoni Napoleone hanno fatti prodigi , e desidero
« che i favori sovrani ricompensino nel coloimcllo Schiazzetti un
u degno capo, che alla testa del suo prode reggimento ha preso
M una parte gloriosa ai prosperi successi dell'armata, sfondò tre
« battaglioni , e fece 800 prigionieri. Si segnalarono inoltre i ca-
-157 —
« posquadroni Bouchard e Barberi, i capitani Raul, Pavesi
« ( Gaspare ) e Liberati , ed alla vanguardia il tenente Sensi. >>
11 3 novembre , Tesercito si avviò a Valeiiza, Palombini s'in-
noltrò nel borgo di Serranos scacciandone, con lieve scaramuccia,
i posti nemici ; poi occupale Moncada e Taberna sulla destra del
Carruychet in seconda hnea, mandò presidio sulla sinistra di quel
torrente ad Albalat, alla Venta Puig, alla Certosa ed el Puzol, pvv
mantenere libere le comunicazioni con Morviedro, ove raccoglic-
vansi il quartier generale, le artiglierie, i magazzini e le ambu-
lanze. Nelle posizioni sopra descritte i corpi rimasero due mesi ,
sinché tutto fosse preparato per por mano alPinvestimento di Va-
lenza.
Mentre gli eserciti stavano a fronte nel regno di Valenza, la di- *
visione Severoli, che era rimasta nell'Aragona, vi combatteva le
forze di Durand, di l'Empicinado e di Espoz-y-Mina. Gli Spagnuoli,
il a3 ottobre, vennero alle mani in Albalat, colle compagnie ita-
liane di riserva, comandate da Marìn e Rovcroni, ma furono ribut-
tati. Il a4? Mazzucchelli sortì da Daroca per scacciare il corpo
deir Empicinado dalla spianata di Hused ed aprirsi la via fino al
forte di Molina, conducendo seco i6oo fanti del i.® reggimento
dMnfanteria (retto dal colonnello Arese) una compagnia di zappatori,
ed una d'artiglieria reggimentaria con due pezzi montati alla leg-
gera, e soli 70 cacciatori a cavallo comandati da Gagliardi. Al suo
comparire, gli Spagnuoli indietreggiavano verso Hused, accostan-
dosi al grosso della loro fanteria, e là si mostrarono determi-
nati a difesa. L' Empicinado nascose in parte le sue genti ( che
ascendevano a 4000 uomini ) , lasciò arrivare sul piano gì' Ita-
liani, non più forti di 1,900 combattenti, e collocò la sua caval-
leria non lungi dalla strada, in modo che se i nostri si fossero
sconsidei-atamente innollrati non avrebbero trovato scampo. Maz-
zucchelli , passando in buon ordine lo stretto di Daroca , rico-
nobbe i vantaggi della posizione dei contrari , e sventò le insidie
che gli si tendevano dividendo le sue schiere in due colonne.
Nell'atto che l'una scendeva a Molina, l'altra sloggiava la caval-
leria spagnuola imboscata a destra. Vietò che s' incalzasse su que-
st' ultimo punto l' inimico , che era però tenuto d' occhio dai vol-
teggiatori e dalla retroguardia , composta di sceltissimi fanti ,
non che da un drappello di cacciatori a cavallo. Mediante que-
ste precauzioni , arrivò senza scontro alla Yunta , dalla quale
■>^
— 158 —
scacciò una mano di Spaguuoli che vegliavano la strada di Ma-
drid.
Il 25, Mazzucchelli sconipartì le sue schiere in tre colonne
ed irruppe, egli medesimo, contro le file nemiche , che stavangli
a petto sulle alture di CiviUajo della Sierra, protette da cinque
battaglioni di 800 uomini cadauno, assistiti da 4^^ cavalli. Il 1.^
d'infanteria attaccò il nemico nel fianco sinistro , e contemporanea-
mente di fronte , circondandolo sulla dritta, rafforzato dai cacciatori
a cavallo. Si tenne in riserva un mezzo battaglione, e la i .* com-
pagnia dei granatieri , per appoggiare V artiglieria che seguitava
il movimento. Il capo battaglione D'Older (militare abituato a prove
ardite ) guidò, pel primo, un battaglione contro V ala destra degli
Spagnuoli. Quivi cominciò un fuoco di moschetteria da ambo le
parli vivissimo. Gagliardo fu V urto degli Italiani , ma essendo
insufficiente il loro numero furono respinti. Si raccolsero alPi-
stante e ritornarono alP assalto. In questo nuovo tentativo ven-
nero feriti, in })ocbi minuti, 8 uffiziali, cioè l'aiutante maggiore
Baynaud , il capitano Moreau, i tenenti Brugnoli, Ferrari (ri-
masto prigioniero ) , PoUidoro , ed i sottotenenti Poch e Trois y
e la soldati morti, 61 feriti, lì bravo D^Older rimase avanti tutti
ucciso. Vennero ricordati con onore il colonnello Arese , i capo
battaglioni Sala e Sercognani, gli aiutanti maggiori Baynaud ed
Amelin , il capitano Deba , i tenenti Benedetti , Mattei e PoUi-
doro, ed il sottotenente Martinelli. Sopraggiunto poi a soccorso di
quel battaglione altro diretto da Sala , furono equilibrate le forze
dei combattenti, e le masse nemiche oscillarono. Frattanto Maz-
zucchelli operava sul centro ed alla destra lo spezzamento della
linea nemica , e costringeva lo stesso Empicinado a rapida riti-
rata sopra Torlucra. Allora V ala destra , rimasta isolata , cesse
terreno. Mazzucchelli raccolse, senza porre dimora, le sue tre co-
lonne, risoluto di aprirsi il passo, assalì T inimico nella nuova
sua posizione sul vcrsaiiLe del Tago, e dopo lungo combattere di
fronte , di fianco ed a tergo , pervenne a liberare dalF assedio il
presidio di Molina , ove erano 70 conibaltenli col capitano Bro-
chet, ed accampò Ì!i quei dintorni. Intanto che i zappatori atten-
devano alla demolizione di questo torte , i soldati nostri percor-
revano le adiacenze al fine di raccogliere carri pel trasporlo dei
feriti, e provvigioni trovate nel forte. Il 27 il capitano Panico,
uscito a perlustrare le attinenze di Molina con 100 uomini, venne
I
1 I
circondato da diic squadroni tioinicì. Non si sconfortò^ srclst.' una
tmona posizione , e si fc' giuoco delle loro minafcc i iii'lln spazio
di mezz'ora ki\ 3 uomini e g cavalli, indi veiinu socooiso l-
sblocca to.
Il 98, Mazz'uccliclli comjiiuta la demolizione del forte di Molina,
ne l'inni alla sua brigata il presidio ed un pezzo da 4» l'^v'alo da
(juelle forlificazioni , ed alle ore 1 1 antiniendiane inaiminciò il
movimento retrogrado verso Daroca. L' PJnpiciiiado (tocco sul
vivo per la sconfìtta ricevuta dagli Italiani, iiiferiori di tre quarti
ai suoi Spagnuoli ) si allbrcendava intanto per riordinarli e collo-
carli ai passi più difllcili tra Molina e Daroca, e col sussidio della
banda di Durand, aveva a" suoi ordini 6,noo uomini d'infanteria
e 900 cavalli. Accortosi Mazzucclielli degli ostacoli che V inimico
gli preparava pel suo ritorno, abliandotiò il ]>ensìero di condurre
am si i carri, e riprtì le provvigioni alle sue schiere, collocò
ne! mozzo di esse i feriti, e tenne il cammino che aveva percorso
venendo , e colla celerilà del suo arrivo sulla cresta principale del
monte, confidò di poter prevenire l'inimico al punto della disce-
sa verso l'Eltro. L' Rmpicinado crasi accamplo accanto alla Yunta,
lungo lo stretto di (^ivillajo ; MazzuccliclH Io i-aggiiinsc , e lo
fece attaccare dalla sua vanguardia , la quale, sotto gli ordini
del ca polla Itagl ione Sala , si era scostata dal cammino all' entrare
nello stretto per cui eblw a sostenere sola tutto 1' urto dfgli Spa-
gnuoli. li i." d'infanteria ebbe ffriti 4 nflliiali , il capitano Ca-
sati, il tenente Poirre, ed i sottotenenti Mai-cliiiiiii e Martinelli,
con 4^ soldati, a prigionieri e 7 uccisi, di cui Ìl capohatCaglione
Sala, ma salvò il resto della colonna italiana, perchè mentre Sala
era alle piTSC potè essa attraversare lo strétto , facendo del cen-
tro lesta, della retroguaitlia centro, e della vanguardia coda,
sì clic il disegno dell' Kinpiciuado andò fallilo. Questo passaggio
costò inoltre 3 zappatori morti e 17 feriti, e tra gli idtiini i te-
nenti Bonalumi e Bastasini. Uscita la colonna da quel terribile passo,
sostò per pigliar lena e darsi cura dei feriti. Mazzuccliclli formava
(piindi un quadrato dei battaglioni di Arcsc, ed in mezzo a quelli
procedeva coi suoi due pezzi d' artiglieria sino a Hused e discen-
deva a Daroca, schermendosi dall' inimico di fronte, di fianco e
difendendosi alle s|>alle. Il colonnello Aresc apriva il cammino
fra un nembo di Spagnuoii che lo bersagliavano: il caposqua*
drone Gagliardi proteggeva la retroguardia coi suoi cacciatori, e
^»i
conteneva la cavalleria degli avversari. Dopo due oi-e di riposo,
Mazzucclielli rimise in cammino le schiere ed attraversò, senza
danno di rilievo, in ordinanza serrata, colF artiglieria, i feriti e le
bagaglie nel mezzo , la piatiura di Jlused. Tra le tenebre della
notte giunse a Sated, poi allo spuntar del mattino, ag ottobre, in
Daroca.
Aveva percorso, con soli 1,860 uomini, 60 miglia di paese
sconosciuto , marciando senza guide per ben venti ore , circuito
da 6,900 nemici , dei quali 900 di cavalleria. Aveva però perdu-
to a i morti , tra i quali , 3 capi di battaglione , e 1 20 feriti , di
cui 1 3 ufQziali , non che 3 prigionieri compreso un udGziale. Bre-
ve e gloriosa spedizione, che pose in evidenza i talenti, Tardire
e la costanza del generale Mazzucclielli , e che tanto onora il co-
lonnello Arese e la soldatesca da lui comandata.
Mentre succedevano questi fatti , Durand avpva rioccupata Gi-
latayud, ed investita con 4)Ooo Spagnuoli Almunia. Perciò fu
subito spedito il capobatlaglìone Busot alla volta di quella piai^
za. Non fu poco che quel battaglione schivasse la trista sorte
incontrata poco prima dalla compagnia del capitano Siron , im-
perciocché Busot , soltanto in una imboscata tesagli dagli Spa-
gnuoli, perdette 170 uomini, ed ebbe a piegare sopra Saragozza.
Mazzucclielli si trasferì a Carincna, e diede oomljattimen-
to a Durand e alP Empicinado che avevano congiunte le loro
genti nei dintorni di Almunia. Nel giorno 7 novembre avan-
zatosi verso quella piazza non udì alcuno sparo , che indicasse
essere tuttavia presidiata, S' ignorava anche ove fosse ito il ne-
mico , dopo che il presidio era uscito dalla piazza, quando i ber-
saglieri italiani, perlustrando i boschi, smascherarono ivi gli Spa-
gnuoli appiattati. Sulle prime ebbe luogo una scaramuccia tra
le due vanguardie , poi dalT uno e dalF altro corpo di battaglia
si spedirono rinforzi. Allora la mischia s'impegnò seriamente. Due
battaglioni , condotti dal colonnello Arcsc assieme a Sercognani ,
penetrarono nel bosco di San Cristoforo , e con egual vigore vi
furono ricevuti da quattro battaglioni spagnuoli. Il colonnello
Aresc si spinse contro il centro , il capo di battaglione Serco-
gnani sulla sinistra, ed il capitano Conche sulla destra. La mar-
cia contro il nemico fu contraddistinta dal miglior ordine, e l'im-
peto dei nostri lo pose in piena rotta. Abbattuto T Empicinado,
si presentò, sulla diritta della nostra prima linea, la divisione di
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Durand , che Mazzucclielli fece tosto investire. Scrcogoani si di-
resse sulla destra del nemico, Guelfucci sulla sinistra , ed il ge-
nerale assieqfie al colonnello Arese contro il centro , seguitato da
un battaglione in quadrato, che minacciava di oltrepassare T ini-
mico per contendergli la ritirata sopra i fianchi. La sconfìtta di
lui fu compiuta, forzato consecutivamente in sette posizioni, quasi
inespugnabili , si diede a precipitosa e disordinata fuga. Furono
presi dai nostri o spezzati più di 3oo moschetti. Si segnalarono par-
ticolarmente in questa giornata (7 novembre) il colonnello Aresc,
il capo di battaglione Sercognani, i capitani Piccioli Gio. Battista,
Panico , Micheli , Perrini e Camussi , i tenenti Petrucci , Bene-
detti, Polidoro ed i sottotenenti Trois e Ferro.. Rimasero feriti il
colonnello Arese ed i capitani Rossi, Neri e Trentini, i tenenti
Dc-Gerra, Trois, Grandi ed il chirurgo Ragazzoni; fra i sott' uf-
fiziali si distinsero, ])er somma bravura, i sargenti G)atti, Boschetti,
Bergonzi e Motti. 11 i.° reggimento d' infanteria ebbe 3o morti e
ii3 feriti. Il combattimento petto a petto e air arma bianca era
accanito , nessuno voleva cedere terreno ^ fu duopo che Mazzuc-
clielli , con una parte della riserva , minacciasse di fianco V ini-
mico e lo facesse piegare, ma il vantaggio non fu di lunga du-
rata, essendo sopraggiunti agli Spagnuoli 3 altri battaglioni, e
tre squadroni di cavalli, i quali, collocatisi in buon posto, op|K)-
sero una linea quasi inespugnabile ai ' pochi Italiani che quivi
combattevano. Mazzucchelli fece allora appuntare contro di essa
tre pezzi d' artiglieria che la fulminò , e contemporaneamente si
spinse con una colonna di fanti contro il centro degli Spagnuoli
che, a malgrado del numero soverchiante , si disordinarono, e
fuggendo , guadagnarono le alture. Gli Italiani li seguitarono
senza por mente né al vantaggio della posizione , né ai nu-
mero dei difensori, e li assalirono con tanta veemenza che si
sconnessero le file , confusero gli ordini , e rifuggironsi sban*
datamente sopra il Frasno vicino a Calatayud. 11 colonnello
Arese , quantunque ferito , continuò a reggere le sue schiere , né
volle abbandonare il campo di battaglia. Non fu possibile in-
calzare più lungi d' Almunia i pedoni spagnuoli , né tampoco
colla cavalleria , giacché raggiunti in un punto volgevansi ad un
altro , e d' altronde penuriavano i nostri di munizioni. In guisa
che Mazzucchelli passò la notte del 7 al 8 novembre sul campo,
ed all^ indomani si portò verso Romera e Muel. (ili Spagnuoli
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sgomentati dalla vigoria colla quale erano stati più volte battuti
da Mazzucclielli, non osavano uscire dalle loro posizioni, ed egli si
contentò di stare sul loro fianco, occupando le alture di Longares.
Informato il maresciallo Sucliet delle belle evoluzioni di Mazzuc-
clielli , e della fermezza de^ cacciatori a cavallo , nonché dei fanti
del I .** reggimento di linea italiano, che aveva già avuti 4oo uomi-
ni compitesi ao uffiziali, tra morti e feriti; nelP ordine del giorno
diceva all' esercito : « Che al valore dei prodi di questo primo
u re£r<rimcnto d' infanteria e dei cacciatori reali italiani , nessuna
u forza nemica aveva saputo resistere nelle molte azioni gloriose
c« per essi sostenuti in Aragona, w
Gli Spagnuoli malmenati in ogni scontro nelPAragona, non si
opposero agli Italiani che condussero a Jaca i 7000 prigionieri
di Sagunto , ne ostarono alla loro marcia sopra Valenza. Berto-
letti , che aveva fin allora tenuto a bada il corpo di Espox-y-
Miua sulle frontiere della Navarm ( piuttosto colla celerità dei mo-
vimenti ben combinati che usando ofiese ) continuò a mantener
libera la strada dei Pirenei. Si tolse poi dalla riva sinistra delPElbro
alla metà di novembre e per la via di Saragozza si portò a Carinéna
col resto della divisione italiana, e di là si trasferì nella valle del
Guadala viar. Un piccolo corpo di avventurieri comandato da Mon-
co osò frapporsi nello spazio che divideva gli Italiani a Carinéna
dalla brigata Bruck, ma fu battuto e perdette a8 uomini e più cavalli,
e si inleriiò nei monti di Monlalvan. La marcia dei convogli tra
Daroca e Saragozza fu meglio assicurata, e quando tutte le provvi-
gioni da bocca e da guerra furono pronte, Severoli si fece pi-cce-
dere a Valenza dalla brigata Mazzucchelli , lasciò a Saragozza gli
inabili al servizio di campagna, ed intorno ad Alcaniz il maggiore
Pasqualis coi nuclei dei reggimenti italiani. Egli medesimo, Seve-
roli , partì il 26 di novembi-e dai campi di Longares colla bri-
gata Bertoletti, e riunì tutta la sua divisione il i.° dicembre a
Terrucl per far parte del corpo d'esercito comandato dal gene-
rale Rcille , il quale aveva altre volte comandato agi' Italiani e
dimostrò sempre per loro un'affettuosa stima. Il a5 dicembre
sotto Valenza si riunirono le due divisioni Severoli e Palombini,la
prima si diresse fra Benimamet ed il Guadalaviar, e la seconda in
faccia a Ribarroya : e stettero la notte in queste posizioni , finché
spuntato il giorno fecero agire i loro cannoni posti in batteria
sulle guardie e sui campi di là dal fiume, e riunirono i mezzi per
,
r istantanea costruzione dei ponti. Il a6 le divisioni francesi pas-
sarono il fiume assieme aSeveroli, ed investirono Valenza. La di-
visione Musnier doveva urtar di fronte il campo trincerato di
Manisès, e Palombini aveva ricevuto l'ordine di operare il suo
passaggio alle ore 9 del mattino , ma quando si accorse che gli
Spagnuoli appostati a Quarte, e nel campo trincerato di Manises,
prendevano le armi senz'altro indugio, appiccò battaglia colla
divisione nemica di Zayas , e quindi , come disse nella sua rela-
zione il maresciallo Sucliet , u è avvenuto che l' attacco di Palom-
u bini , di secondario qual doveva essei'e divenne il principa-
u le , sì che sembrava stabilito doversi il buon successo di quc-
« sta giornata specialmente agli intrepidi soldati dell'esercito
u italiano. 99 Poco innanzi V attacco , Palombini aveva ripar-
tita la sua truppa accanto il fiume fra il canale di Tormos e Ra-
scana in colonna per battaglioni. Aveva fatto occupare sulla sua
destra i passi di Favara e di Rascana , e alla sinistra le case di
Povet e di Campanas da 4 compagnie del 5.^ reggimento d' in-
fanteria; aveva collocato alle spalle un battaglione di riserva,
ed al suo fronte più compagnie di volteggiatori per controbat-
tere co' fuochi di moschctteria e di artiglieria quelli delle li-
nee spagnuole lungo il fiume. Allorché decise di eseguire il
passaggio spedi la prima delle sue brigate sotto gli ordini del
generale Balathier alla destra , la seconda comandata dal gene-
rale S. Paul alla sinistra. Agevolava il passaggio alla prima
quel sostegno delle acque , che si estende obliquamente dall' una
all'altra riva , e dà origine al canale di Rascana ; di fatto fu so-
vt' esso prestamente guazzato il fiume dal 2.° leggero. Il capi-
tano Matteucci guidò i primi all'opposta riva , e vi fu ferito : lo
seguitava fra i volteggiatori di vanguardia lo stesso generale Bala-
thier, indi il colonnello Barbieri con tutto il reggimento per file
di tre uomini di fronte ; un drappello spedito di là dal canale di
Favara mise in fuga le guardie avanzate, e vi protesse la costru-
zione di un piccolo ponte a cavalletto eh' ergevano gì' Italiani
(diretti dal tenente Giustiniani Pasquale in mezzo al fuoco vivo
della mitraglia). Il capitano Vacani e gì' ingegneri francesi in-
tanto spingevano il lavoro degli zappatori ( governati dai capitani
Ronzelli e Guaragnoni) per la erezione di un gran ponte desti-
nato al passaggio dell' intiera colonna. Il 2.** reggimento leggero
in seguito valicato anche il canale di Favara in parte sopra il ponte
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costruito da Vacani, in parte entro le acque, saB al piano di Mi-
data e si spiegò in battaglia. Il 4-** à^ in&nteria oontemporaneameate
scendeva la riva sinistra in oÀònna serrata per divisioDi. Sotto
uno spaventevole fuoco attraversò il fiume colle acque fino «1 fian-
co^ scese nel canale di Fa vara, s^arrampicò suU^ altra riva, e pie-
sentavasi in atteggiamento imponente in faccia alla linea nemioa
app(^giando la destra alla sinistra del %,^ le^|ero. Gli Spagnnoli
riunirono su tjuesto punto forze considerevoli e fecero grande resi-
stenzav il 5.** e 6.** reggimento d^infiinteria si tolsero dai dintamt
del mulino de los Frayles, discesero al fiume» lo guadarono, e pie-
sentaronsi al canale di Favara per salire alla spianata difesa dagli Spa«
gnuoli ; però la furia con che gP Italiani correvano per aflSnonturli 11
rese meno capaci di uno sfogo decisivo , oosiccU una gran parte
di quella brigata fu veduta spandersi di nuovo dentro al finnie e
traversarìo a nuoto per retrocedere , abbandonando in meno a
quella confusione i feriti. Accorse Fàlombmi su qud'^nto, ed
assecondato dal generale S. P&ul , dal odonoello Peri, e da . moki
altri ufficiali , e particolarmente dal capitano dello stalo maggiore
fiaccarini, arrestò la marcia retrograda dell* ala sinistra ddla
propria divisione, e riordinandola rinnovò il tentativo di ptssag^
gio, varcò il canale nonostante la sua proftindità ed a malgrado
che fracassasse il ponte costrutto dal capitano del genio Ordi-
nari, che vi perdette la vita assieme a molti 'zappatori e fucilieri
italiani . Salita allom la brigata sul piano di Mislata, preceduta dai
volteggiatori di Bernardini, si distese in battagh'a accanto alle altre
schiere italiane, e da quel punto assicurò il trionfo della giornata. Al
rassodarsi di questa linea sulla destia del Guadalaviar gli Spagnnoli
credettero impossibile di poter resistette di fronte, e pensarono di
ritirarsi verso Alicante, ma ne furono impediti da Palombini, il che
rese sì bello Tesito della battaglia e luminosa la presa di Valenza:
difatti coir aver egli ordinate le sue genti in colonne a grosse
masse ridusse gli Spaguuoli , dopo replicati sanguinosi attacchi ^
alla dura necessità di dovei*si rijiarare nel campo trincerato sotto
Valenza. In uno scontro 5o dragoni Napoleone, retti da Vemetti,
si segnalarono , e come lo diceva Io stesso maresciallo , u non
« ascoltando che il coraggio, e sprezzando gli ostacoli del terreno
M operarono una carica maravigliosa. fi
Gravi furono le perdite in questa giornata ^ rimasero uccisi 8
ufìfiziaU e 4^ soldati , e furono feriti si6 uffiziali e 333 soldati.
Il colonnello Barbini del a.** reggimento leggero toccò colpo
mortale e spirò poco dopo la vittoria. Vi perirono pure il ca-
pobattaglione Lorenzi del 6.° , i capitani Marianinì del 4-" d' in-
fanteria ed Ordinari del genio , ed il tenente Gussoni del 5.*'
d^ infanteria , e furono feriti gravemente i colonnelli Santandrea
e Peri, i capobattaglioni Re Domenico e Ferriroli, non che altri
distinti ufTìziali , fra i quali l' aiutante maggiore del 2." leggero
capitano Guidotti. In mezzo però a tante perdite gli Italiani
non delusero V aspettazione delP esercito , dacché tutti rinserrati
di fianco verso il fiume, si tennero preparati a ripigliare le of-
fese. Per tal modo Valenza era investita alla distanza di laoo
tese circa, e Blake ristretto nel campo trincerato, tenuto in freno
dalla intera divisione Palombini, che occupc) Mìslata, facendo pri-
gionieri 3 uffiziali e 5o soldati spagnuoli , col sagrificio di altri
3 uffiziali e 70 soldati nostri. Il maresciallo Suchet informò il
ministro della guerra del regno d' Italia della parte gloriosa avula
dai nostri in questa giornata nei seguenti termini :
« La seconda brigata italiana di S. Paul, impaziente di giungere
u sul campo di battaglia , si slanciò nel fiume , avendo acqua
« fino alla cintura , e marciò rapida ai trinceramenti di Mislata ^
« essa fu arrestata dal canale , la cui profondità e malagevolezza
« delle sponde erano considerevoli. Ivi il capitano Ordinari intra-
u prese pure la costruzione di un jM)nte, ma il nemico diresse
u un fuoco sì vivo sulla colonna, prima che essa potesse spiegarsi,
u che il disordine vi si introdusse per un momento, e la fé' retro-
i< cedere sino al Guadalaviar. Il generale Palombini rannodò la
u truppa, e pervenne a ricondurla nel momento in cui Zayas por-
M tava tutti i suoi sfoi*zi contro la brigata di Balatliier. Il 5.° ed
«il 6.* d'infanteria italiani, animati dalF esempio dei loro capi,
« e dal pericolo dei loro camerati, superano il canale con prodi -
u giosa intrepidità, e si schierano in battaglia alla sinistra del 4*''
M d' infanteria e del 2." leggero, y^
Nel rapporto poi diretto a Napoleone il 29 dicembre, soggiun-
geva il maresciallo:
. tf Era stabilito, che il buon successo di questa giornata sarebbe
« dovuto specialmente agli Italiani. Questi intrepidi soldati attra-
« versarono il fiume immersi nell'acqua sino alla cintura, e cari-
ti carono il nemico fra le grida continuate di viva il re ! viva
« Italia ! Il generale Balalhier alla testa del 2." leggero e del 4-" di
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tf in&Dteria- italiani, superò parecchi trìnccramenli, varoò molti ci-
u nali, si sostenne coatro forze triplicate, e diede tempo alla 9/ bri-
M gata^composta del 5.^ e 6.** d^infiinteria italiani di venire a rag-
u ginngeiio. Il coraggio italiano non si è mai mostrato con mag^
a giore intrepidezza* Duolmi assaissimo di aver perduto il bnvo
a colonnello Barbieri Angelo del a.** leggero italiano ed il capitano del
M genio Ordinari. Peri è pure malamente ferito, io domanderò ri-
u compense per i' bravi che si distinsero. Adempb pure im do-
tf vere facendo conoscere a Vostra Maestà i servigi resi dai sol-
u dati italiani , i quali mostransr degni di datare V epoca delk
u loro formazione dalle immortali campagne della prima armala
tfd^ Italia. »
Lo stesso maresciallo Sucliet mise pai alFordine del giorno del*
r esercito :
u La divisione Palombini ha spiato un valore eroico ed una 000»
«tf revole perseveranza^ Essa nel suo attacco ha dovttto piangete la
M perdita di molti bravi. Fra i feriti si annovera il ooloiinello Sant-
« andrea , non che i capobattagUoni Lorenzi e Feniroli che si se-
a gnalarono. Fra quelli che si sono fiitti rimarcare, il maresciallo ai
u compiace di citare particolarmente, fra gFItaliani, il capobattagtio-
u ne Visconti addetto allo stato maggiore generateci capitani Vacani,
tf Ronzelli, ed i tenenti Lirelli, F^ierotti e Seroognani, il capo*
u squadrone Palombini Luigi capo dello stato maggiore, i capitani
u Mattoucci, Saluzzo la Manta, Baccarini, i tenenti Bernardini, Ver-
u netti, il sotto tenente Moscati, il volteggiatore Tosi, i chirui^hi
u Agliati , Cajmi , Casabianca e Toscani. ^
Questo maresciallo, che non trascurava alcuna circostanza per pro-
clamare il valore degl'Italiani, così si espresse anche il 29 dicem-
bre 1 8 1 1 nella sua relazione storica sul passaggio dal Guadalaviar
diretta ai maggior generale Berlhier: « Les insurgés faisaient ce-
u ]ìendant bonne contenance dans les camps retranchés de Mani-
«sès et de Quarte. Le general Musnier marcila droit sur le camp
w de Manisès. J^avais ordonné à la division Palombini de se por-
« ter sur le flanc droit de Tennemi entre Valence et le camp re-
u trancile : cette attaque était secondaire \ elle devint principale,
a II était dit que le succès de cette journec serait diì spécialement
u aux soldats dTtalie. Les intrépides Italiens traversèrent la riviere
^ ayant de Teau juscfu'à la ceinture, et chargèrent Tenncmi avcc l?s
u cris de — viva \ imperatore e re ! — Le general Balathier a la
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u lète du a.* léger et du 4«' de ligne italiens forga plusieurs retran-
t( chements, franchit plusieurs canaux, se soutint conlre des forces
atriples, et donna le temps a la 2.* brigadc compose'e des 5/
a et 6.' de ligne de venir le joindre. Jamais le courage italien
u ne s'est raontró avec plus d'intre'piditó ! 5o dragons Napoléon,
u nVcoulant que leur courage , bravant les difGcuUés du terrain,
«firent une cliarge exlrémement brillante. Pendant ce temps le
u colonel du genie Henry fai^it (^tablir un pont et tracer des ou-
« vrages pour Tappuyer. Le combat se soutenait lorsque le g^né-
ural Robert, dont j^ai déyd eu tant à me loucr, arriva a la lete du
« 1 17.* et du I." régimcnt dela Vistule. Les camps retranchés de
a Manisès et de Quarte furent forcés : canons , }>agages , caissons,
« tout fut pris. Dans ce moment le ge'n^ral Reille arrivant sur Al-
u dayay tournait enticrement Tennemi. Le 9/ liussards coupa la
«^route de Murcie: Blakc fut rcjeté dans Valencc. Notre perte a
u porte principalement sur la division Palombini. Je regrette bcau-
ucoup le colonel Barbieri du 2/ l^ger, et le capitaine du gduie
uOrdinari.il y a eu tioofficicrs et 200 soldats iués ou bless(fs. Le
creste du corps d'arm^e n'a j>erdu que i5o liommes. Pai deman-
a de des récompenses pour les braves qui se sont distinguds. Je
« remplis mon devoir en faisant valoir les services rendus par les
u soldats d^Italie, qui se montrent dignes de dater Tépoque de leur
u formation, des campagnes immortclles de la première ai'méc d'I-
« talie. w
In tal modo rinserravansi in Valenza 20,000 Spagnuoli, toglien-
dosi loro molti carri, 1 2 pezzi d'artiglieria, 2 bandiere, e ponevasi
Fesercito di Suchet in istato di intraprendere V assedio della piaz-
za. Nel giorno successivo, 27, Taccampamento fu meglio stabilito;
i 10,000 Italiani delle divisioni Palombini e Severoli eransi con
iscambievole giubilo congiunti sullo stesso campo di battaglia. Il
28 alle tre ore della sera Blake, che aveva deciso di evadersi dalla
piazza coir esercito (lasciandovi un sufficiente presidio) spedì un
drappello a riconoscere il terreno e l'attitudine nemica; il capo
battaglione Ceroni fece uscire contro di lui l' intiera compagnia
dei granatieri (comandata dal capitano Piccioli) che rioccupò i po-
sti jK)Co prima perduti, vide gli Spagnuoli retrocedere nel campo
trincerato, e stette sulle guardie onde impedire il rinnovamento
delPattacco. Il capitano Vacani scorgendo l'accaduto ne rese con-
to a Palombi[ii a Mislata^ soggiungendogli che la mossa del ncmi-
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CO dava fondamento di credere ad iiu disegno di evasione dal lato
fra il convento la Speranza ed il piccolo villaggio di Campanar.
Non si credette il pericolo sì imminente da non potersi differire fino
air indomani il ravvicinamento delle divisioni MiiÉnier e Palom-
bini. Frattanto Blake, inchiodate le artiglierie del campo trincera-
to, raccolti i ia,ooo uomini destinati ad evadere^ poco dopo la
mezzanotte intraprese il movimento. La vanguardia fra Tendetas
e Campanar, schivando i posti italiani , avvenutasi al mulino di
Mestalla in una guardia avanzata , le fu chiesto chi va là ! e fu ri-
sposto in idioma francese: usseri del ^.^ reggimento, q passò innanzi
arditamente, ferendo di punta, e menando prigionieri quei pochi
che dispersi sulla strada de^ Beniferri si opponevano alla sua mar-
cia \ in questo villaggio, alcuni soldati dell^artiglieria italiana, avve-
dutisi che era forza spagnuola ^ si chiusero nelle case e fatto fuo-
co dai tetti e dalle finestre , risvegliarono Tallarme nei campi ^ frat-
tanto le compagnie italiane stabilite a Campanar, tropi>o deboli
per uscire alF aperto , mandarono grida d^ allarme , e si avanzaro-
no fra i vicini oliveti sparando colpi di moschetto alla ventura. In
(|uella che i Polacchi uscirono dal sobborgo di Serranos assieme
con gli Italiani , scontratisi con una divisione spagnuola condotta
da Lardi'zabal , la bersagliar(»no a sinistra e di fronte per guisa ,
che si perdette d' animo , si divise , e si riparò dietro alle ca-
se di Tcudetas. Blake allora pensò di ritornare nel campo trince-
rato ])cr tentare piìi tardi la sortita in altro punto; intanto la van-
guardia spagnuola era riuscita a sottrarsi.
Solamente dopo questo tentativo il 4° reggimento d' infanteria
italiano fu collocato sulla sinistra del Guadalaviar ncirintcrvallo delle
divisioni Musnier e Palombini; quest'ultima, separata in due parti dal
lluine ebbe deboli i punti di contatto colla divisione Scveroli. Il dì
oppressogli Sj)agnuoli fecero un imovo tentativo di sortita nelF in-
tervallo delle due divisioni italiane, ma queste in armi fecero unione
della destra dell'una colla sinistra dell'altra, e respinsero con perdita
la testa dell'esercito nemico. Andata a vuoto anche quest'altra uscita,
si volle per ultimo ritentarla il domani 3i dicembre in ora im-
preveduta. Un battaglione del i.° reggimento (guidato contro gli
Spagnuoli dal caposquadrone Provasi, aiutante di campo del mi-
nistro Fontanelli) prontamente intervenne su quel punto*, Mazzuc-
clielli, per la via di Patraix, minacciò di tagliare al nemico la ritirata.
Palombini intanto operò una efficace diversione sulla parte del cam-
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pò triacerato die copriva il sobborgo di Quarte. Questi movimenti
ebbero per iscopo di contrariare il disegno che Blake aveva di far
sortire a piccoli drappelli il suo esercito che non era riuscito a far
passare in massa. Blake allora attaccò i nostri vivamente sopra va*
ri punti , ma fu respinto. Gli Italiani numerarono in questi fatti
70 tra uffìziali e soldati uccisi o feriti, fra i quali gravemente il capo
squadrone^Bouilly, che fra poco spirò.
U maresciallo Suchet nella sua relazione accennò con distinzione
i capobattaglioni Ponti, Sercognani, Busi e Provasi, ed il capitano
Be Giovanni aiutante di camix) di Mazzucchelli, e soggiunse: u H 1 ."
tf battaglione del 1.^ reggimento italiano dUn fanteria sostenne so-
u lo gli sforzi della colonna principale, e sotto la mitraglia Fab-
u bordò francamente, la rovesciò e la costrinse a rientrare^ Fintre-
u pidità degli uffìziali e dei soldati in quesf occasione merita i
u maggiori elogi. » Oltre i succitati furono pure nominati con lode
gli ufficiali Bernard Omero, Guelfucci, Ronzier, iMassari, Polidoro,
Pistoni, Francioli e Germani, e f ra i sott^ uffìziali gli aiutanti Fieri e
Basville, i sergenti Sigaud, Riatti, Canella e Sabbioni tutti del i."
reggimento d' infanteria , il quale ebl^e in questa fazione 9 morti
e 5^ feriti, e fra quest^ultimi il tenente CoujoUe, ed il sottotenente
Rizzoli.
Fu stanziato un deposito generale dei corpi italiani , che erano
in Ispagna prima a Perpignano, indi a Tolosa, e vi erano addetti il
sott^ ispettore alle rassegne Ravizza Giuseppe ed il pagatore Come-
rio Giuseppe. Giunse all'esercito il colonnello Odier Claudio per
comandare i cacciatori a cavallo invece di Villata Giovanni nomi-
pato generale di brigata e ritornato in Italia.
K SVIZZERA.
La divisione Fontanelli che era nel cantone del Ticino e che
aveva già ritirati i suoi posti dai Grigioni ( Doc. XXIV ) fu di-
sciolta, e rimasero in Isvizzera alcuni battaglioni, la di cui missio-
ne fu limitata ad impedire il contrabbando e che vi si rifugias-
sero coscritti refrattari del regno.
T, II, a 5
• .
l*
-p^
— 170~
ADRUTIGO.
. Agli 1 1 di marso una diTisione naTale oompoiW -di kgni ibK
liani e frtnoesi mise tlla vela da Ancona sotto gli ordini del oqpi^
tano di vascèllo Dabourdieu (allora comandante le ione hunoBà
ed italiane neir Adriatico) nello scopo d' impossessarsi dell* ink A
lissa, emporio delle mercancie inglesi, e staaione di deposito per
la loro marina. Questa divisione aveva a bordo nn battaglione
del 3.** reggimento di infiinteria italiano , grande quantità di nm»
iiixioni da guerra, d*armi e di attreiu militari nella vista di met^
tere Pisola in istato di difesa. Il colonnello GiflElenga, aiutante di
campo del viceré, governava le genti da amico e vdeggiavm soDai
fregata la Fawriia , che portava bandiera di OMiMUido. La dhri-^
sione navale si componeva :
Bandiera francese: Nnm. 3 fregate di 44 cannoni cadauna, ciok:.
la Favorita ca]Htano di vascello Dubourdieu \ la Flora cajpilBiio
Peridier , e la Danae capitano Yillon.
Bandiera italiana: Num. 8 vele, doè: la Corona^ ^^t^ ^ 44
cannoni , capitano di fregata Pasquatigo'; due corvette di 3« can-
noni cadauna, la Bellona^ capitano di fregata Duodo, e la Caro^
linaj tenente di vascello Buratovich , un brich di i8 cannoni la
Principessa Augusta ^ tenente di vascello Bolognini, due gidette
da I a cannoni cadauno la Principessa di Bologna e V Aurora ,
uno sciabecco di i8 cannoni il Principe Eugenio^ T avviso da 8
cannoni la Lodala , in tutto cannoni 398.
All^alba del 1 3 questa divisione si trovò sotto il porto di Lissa,
e scoprì il nemico, la di cui forza consisteva nelle tre fregate di
44 cannoni VAmphion^ il Cerberus^ VActive ed una da 3 a la ^o-
lage^ totale cannoni numero 164 sotto gli ordini del comodoro
Host. Gli Inglesi, accortisi della inferiorità delle loro forze, si mi-
sero in ritirata, ed in allora Dubourdieu diede un primo se-
gnale d^ inseguirli ^ il secondo, fatto dicci minuti dopo, era di for-
zare di vele, e ciò contribuì a rompere affatto 1^ ordinanza franco-
itala, giacché i bastimenti più velieri si separarono sempre più
dagli altri, che non potevano raggiungere il nemico con cgual pron-
tezza. Il comodoro inglese, avvedutosi di questo inconveniente, so-
spese la ritirata che stava operando nel massimo ordine, e ad un
tratto virando di bordo presentò una linea di battaglia serrata ai
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bistimenti franco-itali che si accostavano in pieno disordine e sepa-
rati in ragione delle rispettive celerità. Prime a giuguere a tiro di
cannone furono le due fregate francesi la Favorita e la Flora^ più
veloci delle altre ; ma non risposero alle quattro bordate dei legni
inglesi avanti di essere a tiro di pistola. Dubourdieu^ strascinato
da audace e sconsigliato ardimento, non tenne conto della spropor-
zione delle sue forze in confronto di quelle del nemico che erano
il doppio, attaccò alFabbordaggio la fregata che portava bandiera di
comando^ credendo che le soldatesche da sbarco potessero impa-
dronirsene combattendo air arma bianca. Sennonché tali e tanti
erano i guasti recati alla Favorita dal primo fuoco dei contrari,
che ebbe, oltre Falberatura rovinata , il timone perduto, il ponte
ingombro di morti e feriti per cui dovette salvarsi prima di aver
fatto un sol tiro. Fu in questo primo fuoco, che rimase ucciso
Dubourdieu. La Flora^ meno danneggiata della Favorita^ si battè
con vigore contro i legni inglesi , intanto che sopraggiungevano
la Danae e la Bellona^ poi la Corona e per ultimo la Carolina. I
bastimenti minori non potendo tenersi in linea si allontanarono.
Riunite le forze della divisione ogni legno franco-italo ne attac-
cò uno inglese, e la Bellona in meno di un' ora obbligò la /^o-
lage ad arrendersi : ma la Flora alla sua volta veniva presa dagli
avversari , e la Favorita ( sopra la quale , quasi tutto lo stato
maggiore fu ucciso ) priva del timone , venne portata dal mare
sopra una punta dell'isola, ove T inimico tentò d'investirla. Al-
lora il colonnello Gifflenga ordinò lo sbarco delle schiere , s' im-
padronì di parecclii bastimenti, sui quali collocò i marinai della fre-
gata, e la fece saltare in aria^ indi esci dal porto. Bentosto la Bel"
Iona e la Danae abbandonarono il combattimento: la Carolina si
salvò nella vicina rada di Lesina , e la sola Corona rimase cir-
cuita fra tre fregate inglesi. Qui fu che l'italiano capitano Pasqualigo
diede prova di sommo valore (non fiducioso di rivendicare l'onore
della giornata, ma ncU' intendimento di salvare il decoro della ban-
diera), affrontò egli solo colla Corona per due ore il fuoco di tutti
i legni nemici, e soltanto quando il suo equipaggio fu diminuito
di due terzi e la sua artiglieria ridotta a due soli pezzi, si arrese
prigioniero agli Inglesi , i quali resero omaggio al valore disgra-
ziato e lo trattarono da vincitore. La difesa del capitano Pasqualigo
suggerì a lord Byron l'idea di chiamarlo l'ultimo figlio della re-
pubblica. Non vi volle difatti meno del coraggio di quel prode per-
•**•
r
— I7S —
cbè gli logleai fimnassèro un giudtsio adegiuto Mk BMMwih
italiana, manime dopo i &cili ancoesK^ por mìì olleimtt in al*
tra fxreciBdrate Imone: JMentre le tra fregale inimicai uìmlt&mm
colla CoroiM^ ai eiuo arreae hJBaUoim ift kilKm^t^^ «in-
vano ooodotte a lian^ e la Fòlàge^ che aveva cablo buadiBn»,
ai aottnaae a fiiria di ré^^ e ai rifiagiè eaaa jinn »
^aell^ iatanle che la JFUrd, lìmaata aema «iflBbnIi e^ooà
Ini loariiiàl, imitando la FòU^^ acampò in Leaioa. A
giorno tatto era finito. Qneita fagUagUa non atrdribe rnsitAù
cosi diaaMroio, ae il comandante, Dàbounlien non nvcaae i
di temerlA, e ae dc^ i dne. {Mriott regnali at fesaeto dati aliai
ordini durante «il conJiattinìento} ma, morto Dnbowdiea, mBaaoim
calò la bandiera dd comando, e perciò il capitano di TaaoeHoFe-
ridier, cui era desolato, non jiolè aaaniuiicwi la àismòm deUa bat-
taglia; ognnno'agi a aeccNida ddla pvoprVvokmtà e aenn^aocor*
.do. Gli CNpiipaggi franco-itali moatiwoiio gran valore.
I legni ingled, dopo la haUaglia , lenimmo nel porto di San
Giorgio a linìa in cattiviamo atatp, ed appiccarono il fooóò alla
Canna e anclie ad una delle loro fregale. Altro dei legni in|^eai
diede in aecbo angli aoogli dell^iaola. La. perdita ed baatimenti fii
ugnale, due fregato da ognmm ddle^nrti combattenti. Le fre§rte
la Danae e la fibra, e k corvetta la CaroUmàj entrarono in L^
Sina nella notte; il brik la Principessa Augusta (comandato dal
tenente di vascello Bolognini ) , P avviso la Lodala , lo sciabecco
V Eugenio , si riunirono a Zara , e GifHenga colle soldatesche da
sbarco rientrò nel porto di Ancona.
Nel corso delP anno seguirono nelF Adriatico le seguenti fazioni :
La goletta V Intrepida ( comandata dal tenente Goard ) prese
nelle vicinanze di Melida una lancia inglese con molti uomini di
equipaggio.
Lo sciabecco V Eugenio (comandato dal tenente di vascello Ro-
senquest) e la paranza N.** i , ebbero, il 19 maggio, un combat-
timento nel canale di Zara , e fecero fuggire uno sciabecco ed una
paranza inglese, alla vista di una loro fregata e di tre armatori.
Due bastimenti inglesi armati in corso , tentarono d' impadro-
nirsi a Grottamare di tre bastimenti mercantili, ma il capo della
batteria, Romano, li respinse, recando loro gran danno, e la per-
dita di parecchi marinai.
La goletta italiana la Gloria e la felucca la Proserpina , con-
s.
— 173 —
dusscro, il la dicembre, a JRovigno un corsale da esse catturato
con due prede , che gli ritolsero.
Nel mese di novembre il tenente di vascello Bolognini da Zara
condusse a Venezia il brik la Principessa Augusta^ di i8 can-
noni da i'2 , e i3o uomini di equipggio, e fu disarmato.
Continuarono a tener stazione nelFAdriatico , nelle acque della
Dalmazia, d^Ancona e Corfii, le tre divisioni preesistenti di legni
leggeri.
A Venezia fu lanciato in acqua il vascello il Rigeneratore di
74 cannoni.
CAPITOLO XIII.
FAZIONI DI GUERRA DEL 4813
NELLA SPAGNA, RUSSIA, GERMANIA E NELL'ADRIATICO.
L'esercito italiano aveva, al principio di quest'anno, a Corfu
il a." reggimento d' infanteria di linea , con alcuni distaccamenti
e compagnie d' artiglieria , zappatori ed operai , sotto gli ordini
dei capitani Donegani e Bianchi d' Adda.
SPAGNA.
In Ispagna le due divisioni Palombini e Severoli erano sotto Va*
lenza. 11 primo gcimaio, al cader del giorno, si raccolsero intor-
no al qiiarticr generale di Severoli, per F attacco principale di
([uella piazza, i,3oo lavoratori tratti dai vari reggimenti, e nella
notte (sebbene un triste incidente cagionasse la perdita del colon-
nello del genio francese Heury, direttore dei lavori) questi continua-
rono con tanta rapidità, che allo spuntar dell' alba le guardie pote-
rono ricovrarsi sicure. Il 5, Blake abbandonò il campo trincerato e
ritirò tutte le sue schiere nella città. Avvedutosi di ciò ircolonnello
Beloni si spinse col 7.° d' infanteria alF Olivetto; quivi il i.° leg-
gero, condotto dal suo colonnello Rougier, ed il i.** d^nfanteria,
— 173 —
dal colonnello Arcse , ' penetrarono sino alle ultime case a po-
che tese dalla muraglia della città e misero solido piede nel cam-
po trincerato ^ Palombini occupò le case del sobborgo di Quarte
paralellamente a poche tese della muraglia di Valenza. Sopra que-
sti punti il nemico diresse un fuoco vivacissimo , dal quale il ca-
pitano del genio Psalidi restò ferito. Il generale Rogniat fece tra-
forare tutte le case per trasmutarle in gallerie coperte, ed il ma-
resciallo ebbe ad ammirare il freddo coraggio dc^ soldati italiani,
i quali, sdegnando porsi al coperto in quelle gallerie, rimasero alla
serena a schiodare i cannoni abbandonati dal nemico, e li rivolsero
e spararono contro la città. U giorno 5 gennaio cominciò il bom-
bardamento; Suchet propose a Blake di rendere la piazza, questi
ributtò la proposta. Il bombardamento ricominciò il giorno 8 ,
Blake propose alla sua volta di sgomberare Valenza, qualora il
presidio fosse lasciato libero di andare ove volesse: non fu ac-
cettata r offerta. U 7 f u morto, agli avamposti, il capitano RaflTetti
del i.^ d^ infanteria.
Il 9 però fu convenuta la resa della piazza , il disarmamento
del presidio, ed il cambio di parte dei prigionieri francesi e
loro alleati.
Il giorno IO Suchet prese possesso di Valenza, ed inviò pri-
gionieri in Francia 16,14 1 soldati spagnuoli^ 8g3 uffiziali, e aa
capi e generali, mentre 200 uffiziali e a,ooo soldati, furono trat-
tenuti per il cambio convenuto ; ma non avendo voluto la Giunta
di Majorica annuire , anche questi andarono a raggiungere gli al-
tri prigionieri a Perpignano. L'esercito francese trovò in Valenza
a,ooo cavalli e i3o pezzi di cannone da campo, oltre P artiglie-
ria d'assedio, magazzini e provvigioni.
Suchet fu elevato alla dignità titolare di duca d'Albufera e do-
tato d'una rendita assicurata sopra terre. Duecento milioni sui
beni del regno di Valenza furono assegnati agli eserciti di Spagna
e specialmente a quello d' Aragona.
La divisione Severoli ebbe missione di concorrere all' assedio
di Peniscola. Palombini restò a Valenza e nei dintorni.
Giunse all' esercito F aiutante comandante Mazzucchelli Giovan-
ni , come capo dello stato maggiore della divisione Palombini. I
dragoni Napoleone, assieme ad un drappello d'artiglieri a cavallo
italiani (sotto gli ordini del tenente Cazzotti) con due cannoni,
andarono col generale Musnier ad assalire (il 27 gennaio) gli
Spagnuoli nelle vicinanze di Tortosa.
— 17(i —
Uu decreto ordinò che il 5." d^ infaDlcria fosse amalgamato
nel 4-° ^ ^■"i ^ 5' rimandassero i quadri degli uffiziali e soU' uf-
fiziali soprannumerari in Italia. I soldati incorporati nel 4° fu-
rono aao , e nei 6." Sgg- li colonnello Peri rientrò quintU
con 1-] uffìziali e 3og solt' ufiìziali e soldati, più 71 soldati
di altri corpi, da distribuirsi nella gendarmeria e nella guardia
Reale.
Severoli, investita Peniscola col 1." reggimento d' infanteria (co-
mandato dal colonnello Arese) fece aprire la trincera (sotto la di-
rezione dei capitani Vacani e Guaragnoni), costruire batterie e
bombardare la piazza. A malgrado della valorosa difesa fatta da
mille Spagnuoli comandati da Garcia-Navano . cbe la fortezza
fosse sopra uno scoglio circondalo per ogni prte dal mare con
una sola lingua di terra die la unisse al continente , che G6
pezzi dì artiglieria ne guarnissero le batterie , che le fortÌfì(.a-
zioni fossero in buono stato , e che una squadra dal mare bersa-
gliasse gli assediantì, pure gP Italiani in soli otto giorni ne com-
pirono l' assedio, la bombardarono, respinsero molte sortite , ed
erano al momento di correre all'assalto. Ridotto il presidio a
mal partito, questa piazza si arrese per capitolazione il 4 ^'^^•
braio agFItalianì. L^ assedio costò loro 14 uccisi e 58 feriti. Su-
ctiel , encomiando il valore dei nostri , scriveva a Severoli : « Io
« con voi mi rallegro per la resa di Peniscoia, e v'incarica di
•I attfslarc l'intiera mia soddisfazione alle vostre truppe, por
u la costanza da esse spiegala nei lavori e pel loro valore negli
H attacchi che ebbero luogo; affidate il forte a soldati scelti, e
u ditemi il nome dei prodi che più contribuirono ad accelerare
u un sì importante avvenimento. »
Severoli , lasciato il capobattaglione Rcnaud con 3oo Italiani a
l'eniscola, parti per Valenza, e di là a Lerida, ove giunse il 4
marzo ; il 7." d' infanteria italiano attaccò ( il giorno 8) il corpo
nemico retto da Ejoles a Lascuar, collocato dietro precipitosi
torrenti. Molti prodi furono sagrificati nel solo tentativo di var-
carli; 57 furono feriti, tra i quali i capitani Varese e Racchi ed
il capo battaglione Busi, e i5 uccìsi, fra i quali il capitano Te-
stoni ed il tenente Bianchi d'Adda Luigi, cosicché essendo loro
mancato T appoggio del 6." d' inranteria francese , gì' Italiani eb-
bero a retrocedci'e e furono assai molestati al relroguardo, che vi
patì nuove perdite. Senonchè Severoli sopravvenne sul cammino
l
— 177 —
d' Estadilla , ed iacoatrata la colonna dei nostri , che si ritirava ,
fece avanzare gli usseri francesi , non che i cacciatori italiani di
Gagliardi, i quali, sostenuti ancjie dair infanterie nostre, ratten-
nero D^ Eroles dalP incalzare la colonna. Indi Severoli al di là di
(Castro, ripigliò Poflènsiva. Salì poi, il i6 marzo, a Benavarre, e
dopo molte faticosissime marce , scacciò D'^rolcs dall'Aragona, e
lo costrinse a gettarsi in Catalogna.
La divisione Palombini sorti da Valenza il i5 febbraio, fu
il 16 a Segorbc , ed il 19 a Terruel; ivi lasciò un corpo (sotto
il comando di Pasqualis), proseguì a Daroca, ove giunse il %i
febbraio, ed il a5 era sulle alture di Torralva, nei cui dint(H*m
gli Spagnuoli avevano 2,000 fanti e 3oo cavalli. Palombini mar*
ciò verso di loro, ma non avendolo aspettato spinse una perlu-
strazione sopra Molina, che si trovò sgomberata^ retrocedette e
giunse a Calatayud il 29 febbraio. U incarico di Palombini era di
raccogliere grani per la sussistenza delle sue genti non solo , ma
anche di provvederne i magazzini dell' esercito , e perciò dovette
ripartire la sua divisione in piccoli drappelli per iscorrere il paese
e conservare le communicazioni con Valenza e Saragozza. Questo
generale trovò conveniente di fortificarsi in Calatayud, e Vacani
designò il convento di Nostra Signora della Pina, e colFopera dei
zappatori di Honzelli , non che degli abitanti accelerò il lavoro.
Intanto Palombini , affidato il comando della posizione a Favalelli
(che aveva fatto così bella resistenza in questo luogo), il 4 niarzo
spqdì il colonnello Mazzucchelli a Torijo, ciò che determinò Vil-
lacampa a ritirarsi verso Deza , indi verso Hused. Il 5 , spedì alla
volta di Campi Ilo il capitano Masi.
Il 7 marzo Villacampa attaccò a Rubierda il colonnello Ordionr,
che vi comandava un drappello del 6.^ d' infanteria e di dragoni
Napoleone, ma fu vigorosamente respinto. Il io il capitano Masi,
comandante due compagnie del 4-^ reggimento d' infanteria, venne
attaccato a Campillo, ma quest' uffiziale, avendo trascurato le pre-
cauzioni indicate nelle istruzioni dategli dal suo generale , si ab-
bandonò imprudentemente alla fede degli abitanti, e venne sor-
preso senza che i suoi soldati avessero neppur tempo di prendere
le armi, e Villacampa li condusse tutti prigionieri.
Il 17, il terzo battaglione del 2.*^ leggero, comandato da Sva-
nini Domenico, venne assalito nelle vicinanze di Villa Felice dalla
numerosa banda di Gajen. GV Italiani lottarono tre ore intere a
r. //. 23
.♦
^: ?
pie fermo contro V esuberante forza nemica. Ma stAochi i soldati
dì un combattimento così micidiale, ottennero dì pugnare all'ar-
ma bianca, e così si fecero strada por giungere a Cabtayud. Que-
sta zufTa costò 33 morti, fra Ì quali il tenente Frigcrìo, e a3 fe-
riti, nel cui numero i capitani Valerio, Peclus, Seiclcr e Guidoli ,
ed i tenenti Visconti e Vismara.
Il ai il colonnello Pisa, postato ad Ateca con cinque compa-
gnie del 6." d' infanteria, venne sorpreso dall' intera banda di Vii-
]ac3m[)a, e gP Italiani perdettero lao uomini con 3 ufHziati. Pisa
(morto gloriosamente nell'anno successivo alla battaglia della Katz-
liacb) si salvò con alcuni poclii , 170 circa, mentre ìt capitano
Bianchi Giorgio (di Milano) colla sua compagnia si ritirò in buon
ordine, e prese posizione sulle alture, facendo fronte al nemico e
prendendo prigionieri sei Spagnuoli con un uOìziaJe.
Palorabini aveva intanto il qiiartier generale a Villaroya , e le
sue schiere erano riprtite sulla riva sinistra dello Xalon alla falda
meridionale dei Moncajo, a Torijo, a Beza, a Villaliinga ed a Ca-
nnena, scorrendo le adiacenze con colonne mobili dirette dal ge-
nerale Schiazzetti che era a Villalunga, e del colonnello Mazzuc-
chclli Giovanili postalo a Deza. Quando Palombini ebbe notim del
disastro di Ateca , si mise tosto in movimento sopra Moros onde
raggiungere Villacainpa , ma questi seppe schivare ogni incontro
portandosi velocemente a Poshondón (a8) , ove sorprese il batta-
gliune di Marin senza che i soldati avessero tampoco il tempo di
sciogliere i fasci d' armi sulla piazza. Per questa fatale sorpresa il
bravo a.* leggero ebbe 5oo uomini prigioni , fra i quali gli uflì-
zìali seguenti-, il capo di battaglione Marin; aiutante maggiore
IVIaglioli ; chirurgo Cajmi ^ capitani Faggiuli , Brandi , Scolli ,
Cosmeccndi, Chalet, Sereni; tenenti Trouvant, Molinari , Gap-
poli , Dalla Balla , Mantovani , Grippa , Franceschi , Giuliani , e
Ferrari aiutante di campo. Palombini, nella sua relazione al mini-
stero della guerra, deplorò qucst' avvenimento , e ^tarlando della
bravura dei soldati caduti prigionieri , disse che erano il fiore
della milizia , e che se fossero stati posti sotto le anni erano
in caso d' incutere timore e di sbaragliare due divisioni di Vil-
lacampa , e soggiunge: u Si dice che il capobattagUone Marin
<■! si è fatto saltar le cervella. Egli si è punito come meritava. »
Il solo capitano Scotìi Amato aveva fatto una vigorosa resistenza,
ma soverchiato da forze superiori dovette pure airendersi. Inor-
— i79 —
gogliix) il condottiero spagnuolo da questo trionfo, si volse rapi-
damente contro il battaglione postato a Monterdc ( comandato da
Svanini) ma quivi trovò soldatesca ben ordinata, la quale, non
ignara dell'avvenuto altrove, si concentrò ad Albarracin. Indi
col battaglione ivi trovato andò a Teruel, perdendo soltanto
un ulHziale e 1 7 soldati \ questa ritirata non avrebbe potuto ope-
rarsi con così pìccolo sagrificio , se Palombini non fosse giunto
ad AUustante, e non vi avesse disfatto un corpo spagnuolo (spe-
ditovi da Villacampa) che incalzò, sperando di riprendergli i pri-
gionieri diretti sopra Cuenca. I dragoni Napoleone ebbero in queste
marce forzate a3 cavalli morti di Jatica. Convinto il generale italiano
della necessità di riunire la sua gente per evitare le perdite a cui
andavano soggetti i corpi distaccati, le raccolse in massa sul piano
di Hused al confine della Castiglia.
Il 23 aprile i tre squadroni del reggimento dragoni Napoleone
furono ridotti a due, e rinviato in Francia il quadro del terzo ^
anche il 4*° ^^ infanteria fu riordinato in due battaglioni.
I disastri accaduti in questa parte dell'Aragona avevan richia-
mata r attenzione di Suchet, che volle stabilire un movimento
simultaneo per accerchiare Villacampa. Perciò Palombini venne
a Tordesilo , indi unito ai dragoni ed all' artiglieria per la via
di Origuela , salì alla sorgente del Guadalaviar , mentre M illiet,
con due battaglioni , ascendeva da Taruel ad Albarracin \ Villa-
campa però, non si lasciò rinchiudere tra due nemici » use) dalla
valle, e si pose sulla falda meridionale dell' Albarracin , ma le no-
stre colonne, difettando di vittovaglie , non poterono incalzarlo, e
ritornarono alle loro posizioni. Palombini si recò per Ojos Negros
a Hused e Milliet ad Alventosa.
Per decreto imperiale , Palombini colla sua divisione , ebbe or-
dine di lasciare l'esercito d'Aragona e trasferirsi a quello del Nord
della Spagna , ma il maresciallo Suchet, nel parteciparglielo, sog-
giungeva , che era tanto dolente di un tal cambiamento , che
inviava un suo aiutante di campo all' imperatore per sollecitare la
revoca di un tale ordine, e che non dimenticherebbe mai i fatti
d^arme gloriosi di questa divisione.
Nel ng di aprile, il capo banda Gajan, comparve alla porta
di Soria a Calatayud, e contemporaneamente uscirono, dagli antri
più oscuri della città , molti uomini armati , che piombarono sui
dispersi , e sorpresero le guardie , mentre una parte degli uffiziali
^
Jt
del presìdio era stata raccolta a lauta mensa dal pimo tnigtstr^
del paese. I disseminati per la citlA erano stati presi oà uccisi.
11 comandante Favalelli , il capitano Albrizzi, 60 soldati e i«
zappatori, trovavansi fra i prigionieri. La gran guardia delta
piazza (ridotta a soli 9 uomini) crasi chiusa in una vicina casa,
sotto il comando dell' intrepido sergente Magintelli, e si difese fin-
cliè ebbe consumate le munizioni. Vacani si trovò nella necessità
di dover difendere il forte^ Gajan incominciò lo .scavo di uti
fornello di mina sotterraneo. Il presidio uscì , ma non riuscì ad
allontanare quelli che erano disotto, né si potè ottenere di (arli
desistere dai bvori , neppui-e gettando dalt^ atto obizzi , gra-
nate , grosse pietre e materie invischiate di catrame. Gli Sps-
gtiuoli stettero saldi; fu mestieri di opporre un attacco di contro*
mina ; se non che sopravveniva il giorno e conveniva aspettare la
notte |jer mettere in opera questo modo di difesa. Gajan ricorse al
tentativo degli accordi, ma Vacani ( in cui il valore non la cesse
mai ai talenti) decise, col consenso degli altri ulTiziali , di non
ascoltare qualunque fosse la proposta del nemico. lu allora si ri-
pigliarono con operosità i lavori dell" attacco , e soprattutto co!
fiivor della notte. Gf Italiani, giunti a contatto del luogo nii-
□ato , perforavano la roccia per mandare a vuoto la mina^ il ne-
mico mise il fuoco alle polveri, comunque non fosse compiuto Ìl
necessario intassamento: lo scoppio così accelerato non produsse al-
cun effetto. Ne conseguitò lo scherno ]>er parte de' soldati nostri, i
quali ridus.sero il nemico a depone il pensiero di ripigliare un simile
lavoro, e limitarsi al solo investimento. PalomLini , che era ao-
campto nel piano di Huscd, avvisato dell'evento da uno zap-
patore sfuggito dalla città, spedì il generale S. Pani con io com-
pagnie del 6" dMnfanteria, altra d'artiglieria ed il primo squa-
drone di dragoni , mentre il generale Schiazzetti moveva del
pari per la via di Daroca con altre 10 compagnie del 2." reg-
gimento leggero; queste masse marciarono rapidamente, ed al
loro avvicinarsi gli Spgnuoli levarono (sulla sera del primo
maggio) i loro campi, e si diressero pei colli di Viliaroya;
Schiazzetti voleva inseguirli, punire i magistrali complici dell'av-
nuta sorpresa; S. Paul invece si mostrò alieno dall' aderirvi , e
vinse fra Ì due partiti la lentezza. 11 4 '^^ggi'^) queste squadre
unite s' incamminarono ad Aranda e Villaroya , quando già gU
Spagnuoli erano di ti-e marce lontani. Schiazzetti venne anzi ri-
— 181 —
chiamato da Paloinbini presso Hused e spedito a Mociiales per
disperdervi la Giunta d^ Aragona, e quando il dì 7 non ne fu più
lungi di un tiro di moschetto , spedì un drappello di dra-
goni ( comandato dal brigadiere G)lonna ) per riconoscere il vil-
laggio. Quivi interpellato il primo magistrato sullo stato del
paese e sulla vicinanza del nemico , ne fu assicurato esser
quello tranquillo, questo lontano. U drappello si pose allora
giù delle guardie , ma poco stante un branco d^ armati lo as-
salì, ferì 5 uomini, altri ne prese, e mandò tutti in fuga di-
sordinata. Schiazzetti sopraggiunse in questo istante , e si lanciò
di carriera sopra coloro che avevano operato la sorpresa , e non
potendoli raggiungere, si tolse immediata vendetta delP insulto
ricevuto mettendo a morte V alcade , ed a scompiglio e fuoco
la sua casa.
Gli Spagnuoli perciò irritati , vollero vendicare V uccisione
dell' alcade, moschettando due uffìziali che avevano presi nel-
Tattacco di Célatayud, così gli sfortunati Favalelli Lorenzo,
rapo di battaglione , ed Albrici Alessandro , capitano , ebbero a
soccombere miseramente , dopo di avere le tante volte sfidata
la morte sul campo dell' onore. Schiazzetti fece incalzare i fug-
gitivi da Mochales sino al colle di Maranchon , prese un uiHziale
e a3 soldati, coi quali ritornò ai suoi campi di Torralva. S. Paul
si recò alla falda del Moncajo ( il 1 o maggio ), ed il 1 5 fu richia-
mato da Palombini a Tarralva.
Tra Used e Daroca si raggruppò tutta la divisione italiana ,
non lasciando più isolato alcun drappello, ne fece ulteriori spedi-
zioni se non con colonne guidate dai generali.
n a6 maggio, Palombini tenne dietro a Durand e Villacampa, e
li scacciò, con marce ardimentose, dal suolo aragonese verso Soria
o verso Albarracin , né di ciò soddisfatto, attraversò il confine per
far man bassa sul corpo delF Empicinado, acquartierato sui monti
di Siguenza e Medina-Geli. Difatti, assecondato per la via di Al-
munia, Calatayud e Gampillo, dal i .° leggero italiano, raccolse 4000
combattenti, VS giugno arrivò a Maranchon, il 10 a Medina-Geli, ed
il i3 a Siguenza, togliendo alFEmpicinado un uffiziale, i3 soldati
ed un convoglio di oltre 200 buoi, aSoo pecore e molte munizioni.
L' arrivo imprevedulo di Palombini fece sciogliere il corpo del-
r Empicinado, il quale non potè ricomporsi se non versò Palta
Somosierra.
— 182 —
Divulgatasi la bnia della discesa in Castìglìa di alcuni corpi
italiaai , il re Giuseppe dispose di richiamarli alT <.>sercito del
centro^ ma Palombini , ignaro di ciò, ubbcdiva al comaiida-
mento avuto da Sudici, e dopo di avere allontanato dall' A ra<ro(i.i
le truppe dell' Empicinado, rcstituivasi da Siguenza a M(?diria-C«'li,
e per le alpestri vie di Deza, VÌIlaroya e Brea, sulla falda meri-
dionale del Moncajo ; ed al finire di giugno dirigevasi all'eserciti!
di Navana dopo d' aver raccolto i presidii italiani dell' Aragona.
Arrivò ( Ì1 primo luglio ) a Tudela. lu quest' incontro Suclict
scrisse a Palombini: « Dite, vi prego, alla prode vostra divisione,
w che io provo un vero dolore di vederla allontanarsi dall' esci^
« cito , clw il mio Interesse la seguirà dovunque , clie io sono si*
M curo eh' ella servirà con distinzione in tutti I luoglii ove il
u bene del servigio la dirìga; ditele finalmente clic io non iscor-
M derò' giammai la gloriosa manici-a colla quale ha essa servilo
M sotto I miei occbi a Tarragona, a Sagunto e nella giornata me-
M morabile per essa del a6 dicembre, sotto le mura di Valenza. «
Gl'Italiani diiatti non stettero inoperosi al loro giungere nella Na-
varra , perche avendo saputo essere accaduto un disastro al pre-
sidio di Tudela , non proseguirono per Lt^rono prima di averlo
riparato. Palombini inseguì Durand , riprese ì 6 pezzi di canoone
portati via da Tudela, e ciie erano stati Interrati nei diatomi di
Agrida, e li riconsegnò al presidio francese.
Ma r ordine del re Giuseppe alla divisione Palombini di volgere
a grandi marce sopra Madrid, fu finalmente da un segreto messag-
gero recato al generale italiano (il la luglio); cosicché partì im-
mediatamente, rimandando i carri e gli ammalati a Tudela. Pernottò
il i3 a Trebago, il i4 a Soria ( ove lasciò gli artiglieri a piedi ) si
approvigionò e scese il i5 a Almazan; salì il i6i colli di Villaroyas,
ed accampti a Paradrs, poi il 19 fu a Guadalaxara ed il ai a Ma-
drid , dopo una marcia dì i5o miglia senza alcuno scontro col ne-
mico. Il a3 luglio si trovava col re a Guadarama cGalampagar, e
riceveva da esso elogi per l'aspetto suo marziale, per la bella fa-
ma che lo precedeva, e la diligenza impiegata nella marcia da«Tu-
dela , mantenendo severa disciplina nei suoi soldati. Il 94 andò a
Blasco Sancio, e di là poi sì recò nuovamente a Madrid il 3
agosto.
La divisione Sevci-oli, postala nc'contorni di Barbastro e di Le-
rida , al primo aprile avea respinto D' Eralcs da quelle alture, bat-
J
i
- 183-^
tendo le sue schiere sulla Noguera , a Tremp , a Talaran ed a
Pobla; essa era ordinata in due brigate; una formata da tre bat-
taglioni del 60.* e del ao.^ d^ infanteria francese, e dai cacciatori a
cavallo italiani , comandata da Esnard colonnello del ao.*" reggi-
mento. L^ altra composta da 3^ battaglioni del i .* , e da 3 com-
pagnie 7.° d^ infanteria italiani , assieme ad un drappello del 4.^
reggimento di usseri francesi era sotto il comando del colon-
nello Arese. La divisione Severoli , costretta dalla penuria dei
viveri e per ordine di Napoleone, dovette lasciare le rive del
Segre, e suddividersi in parti eguali fra i due eserciti d'Aragona e
Catalogna.
Questa divisione era (PS aprile ) a Fobia. Andò a stanziare
nella capitale delP Aragona e dintorni per conservare le comuni-
cazioni colla Francia, e tenere in freno £spoz-y-Mina. A Huesca
il -} luglio, una compagnia del i.° battaglione del i.^ d'infanteria,
fu attaccata da 200 fanti e 40 cavalli spagnuoli. Vi fu ferito il tenente
Marcbioni mentre incalzava l'inimico nella sua ritirata. 11 3.° batta-
glione dello stesso reggimento, il 9 agosto, dii*igendosi da Anzanigo
sopra Nuens, per riunirsi alla brigata Rougier, fu assalito dal ne-
mico nelle strette di Arguis e Nuens. A malgrado però del fuoco
assai vivo, e delle difficoltà del terreno, gli Italiani riuscirono a
.sorpassare le gole ed a raggiungere il generale Rougier, il quale,
avendo fatto occupare tutte le alture , rivarcò lo stretto al passo
di carica ed andò a stabilirsi a Arguis. Il i .^ d' infanteria ebbe in
questa fazione 6 morti, 1 1 feriti e aa dispersi o prigionieri. Fra
i feriti si annoverarono il capitano Petrucci ed il tenente Belen-
tauì. Ben meritarono gli uffìziali Sercognani , Ponti , Petrucci ,
(Jouche , Belcntani , ed i sargenti G)ati , Biancaski e Motti.
11 generale Bertoletti in Tarragona (ridotta all'ultimo recinto dopo
che si erano smantellate le opere esteriori ) venne attaccato il % 1
aprile da un corpo spagnuolo di 4000 fanti e 3oo cavalli, secondato
per mare dagli Inglesi ^ il generale italiano comandava una schiera
poco[numerosa composta in parte di Francesi. Un ficrissimo scon-
tro ebbe a sostenere alla testa del ponte sul Francoli', il tenente
Cottafava vi rimase vittima con allri Italiani. Bertoletti vi fu leg-
germente ferito , e gli Spagnuoli, malmenati quivi e sulle alture
deir Olivo , dovettero scostarsi dalla piazza, lasciando 1 00 prigioni
e 35 morti. Il 29 il generale De-Caen, comandante in capo l'e-
sercito francese di Catalogna, accorse da Barcellona con dei ria-
-184-
fom sulle alture di Tan-agona , ma il prode generale Bertolèti^'
aveva resi vani ì tentativi del nemico da s& e senza soccorsi.
Il giorno 1 1 giugno , Berlolelli attaccò a Valss il capobanda
Vigli, cli'ebbe parecclii morti, o feriti, e tg prigionieri.
BellotU, colonnello del 7.° d'infanteria italiano, che era di pre&idio
a Barcellona, sortì da quella piazza ed inseguì Ìl nemico Un olire
Martorel,
All' 1 1 luglio gli Spagnuolt ordirono tradimento |>cr procurare
nel castello di I^erida lo scoppio di un intiero magazzino di put-
Tcrc , coli' o[)era di uno dei loro che aveva la confidenza del
comandante dcir artiglieria francese.
Nella notte la miccia applicata produsse Y ciletto divisato ; lo
scoppio fu spaventevole : m'jlte case vennero rovesciate, e lo sco-
scendimento del bastione e di una parte del recinto della città fu
ottenuto. Il presidio comandato dal generale llenriol, tuttoché di-
sordinato per la gravezza dei caso e la perdila di oltre i5o uo-
mini, si raccolse pronlamcntt: sulle brecce a[ierte, e soccorsa la
prima volta ia questa guerra dalla stessa popolazione (irritata per
r incendio che aveva solfocati fra le rovine oltre a aoo cittadini )
jKitì: render nullo qualunque attacco ed inviare a Meqaincuza un
battaglione italiano per provvedere munizioni. Spedì pure il capi-
tano Eoutai- col tenente Pallavicini a riconoscere Ìl nemico sulla
strada di Balaguar, ove Ìl raggiunsero e gli presero un ufilziale
e a5 soldati.
Paiombiai era il 3 di agosto a Rozas nei contorni di Madrid.
Maranesi ( colonnello dei dragoni Napoleone) stava con 100 ca-
valli e 5oo fanti agli avamposti deircsei-cito , il y agosto, intorno
al piccolo vdlaggio di Guadarama. Quivi, attaccato vivamente op-
pose breve resistenza , ma ravvicinatosi a Galanpagar e sostenuto
dall' intiera divisione Palombini schierata .iu buon ordine di bat-
taglia, avanzò, raccolse alcuni prigionieri inglesi, e respinse quelli
die poco fa lo inseguivano.
Questa perlustrazione diede d primo indizio che Wcllingtóu
marciava sopra Madrid. Il giorno 8 Palotnhiiii era a Majahonda ,
Maraticsi a Torrclodones , Beroaldi al Pardillo, e Barberi a Ro-
zas. Iti quel giorno si scontiaruno le vanguardie inglesi , unite
ai Portoghesi loro alleati , colle truppe italiane non lungi da Ro-
zas. L' esercito francese si ripiegò, lasciando la vanguardia italiana
a Bondilla ed al ponte di Hctamar, ma il giorno 1 1 fu costretta
4
— 185 —
i ritirarsi a Majahonda. Quivi ii j^jeneralc Schiazzctti coi dragoni
Napoleone ed altra cavalloria, recò soccorso a quelli che si riti-
ravano, ricuperò più prigionieri e reintegrò il combattimento.
Palombini lasciò Bondilla . ed andò a Alcoi-on. TI generale Trei-
lliard, comandante la cavalleria francese, dopo di aver malmenala
quella dei portoghesi , prendendole 3 cannoni , venne alla sua
volta assalito da forze maggiori, e fu costretto a ritrarsi; ma
Schiazzetti , ponendosi alla testa dei dragoni Napoleone e dei lan-
ceri di Bcrg, e spronando il loro coraggio, caricò i nemici, fece
strage di 3oo , ne prese 5o , fra i quali alcuni ufficiali , nel cui
noven) i tenenti colonnelli In<juieres e Barbacena.
Si lodarono Maranesi colonnello, Bouchard capo squadrone; Raul
e Liberati, capitani; Mosti, Araldi, Giovanetti, Morandi, Zaf-
fanelli, Gionet, Ciambelli, Marchetti, tenenti; Reale e Coraucci,
marescialli d'alloggio; i capitani dei lanceri di Berg , il tenente
Erba ed il sott'uffiziale Cavicchi delF artiglieria italiana.
La perdita dei dragoni Napoleone fu dì 5 uomini morti e 5
feriti , fra i quali il tenente Araldi , ed 8 cavalli feriti ed uno
morto.
La vanguardia inglese fu costretta di ritornare alla destra del
Guadai*ama , e Wellington rallentò la sua marcia per attendere
nuove divisioni da Segovia. Il la agosto, sgombrata dai Francesi
Madrid ed entrativi gì' Inglesi , Palombini si diresse verso Va-
lenza: il i3 egli andò a Ypes, e Schiazzetti coi dragoni Napoleone
a Villàmayor. 11 17 Palombini era a Corral-de-Almaguer, il iB a
Pcdroneras, il 21 a Fernando \lonso, il aa a Fuente Santa, il a3
a Albacete.
Intanto che l'esercito del re Giuseppe si avvicinava a Valen-
za, Suchet, lasciato al comando di questa piazza il generale
Mazzucchelli , riuniva il i.** reggimento d'infanteria leggero ita-
liano da Carinena, non che il i.® dei cacciatori a cavallo italiani
da Lerida, per opporsi agli sbarchi degriiiglesi ad AKcanle,
come pure alle mosse di Villacampa. Il 27 agosto l'esercito del
centro si trovò unito a quello d'Aragona. Palombini venne sta-
bilito sui colli di San Filippo, ed ebbe il piacere di leggei-c
sul volto del maresciallo Suclict l'esultanza sincera che provava
per il ritorno della sua divisione alP esercito d* Aragona. Kra
però- ridotta a 2797 fanti e 200 cavalieri ; pure questi avanzi di
un coqx) che nel giro di pochi mesi aveva percorso tanto s[>a-
T. II. »24
«M
4
^
zio (li teircno, e supcraU; tante conlrairctà , ottcfiiili taiilì sue-
eessì, erano a quest'epoca rguaimciile ricercati dal re. da Sudici
e da CalTarcllì.
Tn questo frattempo V Aragona rimase aperta alle scorrerie di
Es|»oz-3'-Mina e Lasry, Severoli raccolse 3ooo uomini , 4*"' cavalli
e due [lezzi di campagna, ed usc\ da Saragozza, ed il a5 settembre
si portò in soccorso di Calalaynd, ma jx-r difendei e Saragozza fu
obbligato di retrocedere, il i5 ottobre, dopo di aver ritirato i
prrsidii da Santa Fc, Palomar e Calatavud , e smanU-Ilatc le fori!-
fìcazioni ivi erette.
II fi ottobre, compiuta l'unione dei tre eserciti francesi del
'f»<Alro dell' Andalusia e dell' Aragona , Ì marescialli Jourdan ,
Soult e Sncliet combinarono che rannodato il cor|)0 di Soubam
a quello di Soult , T esercito del centro dovesse dirigersi a Ma-
drid. La divisione Palombini , il la otUibre, fu avviata alle Ca-
brilla.<i ed il i4 a Rcquena . formando la vanguardia dell' esercito
del centro. II ai era ad Almodovar. od il 24 a Cuenca , ove il
genei-ale Orouet (conte d'Erlon) venne nominato comandante in
capo dell'esercito del centro. Il 3i ottobre Sniilt e Drouet si av-
vicinarono a Madrid , clic fu sgombrata dagl'Inglesi. Il a novem-
bre vi entrarono le armi frane4»<i. II 3 , Palombini lasciato ìn re-
troguardia , doveva coprire Tarancon e Aranfuez stilla sinistra
del Tagn : questa posizione era difficile a difendersi colle poclie
genti che vi erano destinate. Il 4 1 si inviò un piccol drappello
in perlustrazione ; ^afanelli . che lo comandava, s' innoltro ardi-
tamente in uno stretto: gli Spagnuoli lo videro e si nascosero,
ma quando egli fu giunto in mezzo a loro , lo assalirono e
scompigliarono. Pem quest'uffiziale non si lasciò sgomentare
dal neniico. fece man bassa sopra quelli che abbarravano le strade,
0 sacrificando 38 nomini ed altrettanti cavalli, traversò col rima-
nente valorosamente le file dell' inimico e si restituì a Tarancon.
Il 6 novembre gli Italiani .si riunirono a Retamar. Il gior-
no Il Palombini era ad Alba, ed il i4 a Galisancbo. I dra-
goni Napoleone stavano colla cavalleria francese di Soult. II 19
novembre l' esercito inglese di Wellington erasi ridotto alte
frontiere del Portogallo, ed Ìl francese non s' innnllm per in-
calzarlo;, invece una parli? di esso retrocedette per ricondurre Ìl
re a Madrid, ove lo seguitò la divisione Palombini il 'A dirom-
bre. Il 6 Palombini fu mandato sulle tracce dell' EJnpicinado td
]
•;
- 1
— 187 —
Àlcala, ove dovette ti*incerarsi. Ebbero qui luogo aiciint scontri
di poco momento e di lievi conseguenze, in uno dei quali fu fe-
rito il brigadiere De-Micheli. Palonibini, al io dicembre, domandò
al re Giuseppe di poter raggiungere a Saragozza, sulFEbro, i
drappelli di rinforzo destinali alla sua divisione, e ne ebbe questa
risposta : m Io so bene , e stimo assai i moltiplici servigi ren-
u duti dalla divisione italiana dopo il suo ingresso nelle Spagne,
u e conosco quanto abbisogni di sollievo. Per aderire adunque ai
u desiderii di lei^ ella si recherà a Guadalaxara, e di* là a Sara-
u gozza. n
Palombini fece varie spedi^oni per procurarsi viveri, scortar
convogli pecMadrid, ed allontanare le scoirerie dell' Empicinado.
Quindi raccolse la sua divisione a Guadalaxara, il 3o dicembre, e
cambiando strada non più per Seguenza, ma per Burgos e Bilbao
si dii'csse verso V Aragona.
Frattanto Severoli con una divisione non più numerosa di 6700
Italiani, di cui 229 uffiziali, presidiava sulle due rive dell' EKro
in iVi'agona le piazze di Ayerbe, Barbastro, Sai*agozza, Alagon,
Almuuia ed Alcanilz, somministrava battaglioni di rinforzo al-
r esercito di Sucliet a Valenza , ed a' presidii di Lerida , Tarra-
gona e Barcellona. Ai a4 settembre, per ordine del generale Reille,
comandante superiore nell'Aragona, Severoli si dirigeva ad Almu-
nia col i.*" reggimento d'infanteria, lasciando tre compagnie di
presidio a Saragozza. AlF indomani il nemico *il ritrasse precipi-
tosamente dal blocco del forte. Il generale Rougier con un bat-
taglione di questo reggimento e due compagnie scelte del u^ leg-
gero, con mi battaglione dell' 8.^ d'infanteria ed uno s([uadrone
del 4-'' reggimento d'usseri francesi, si condusse a Cariìiena, indi il
I.* ottobre a Calatayud, per proteggere lo sgombramento del forte
e salvare le artiglierie, munizioni e viveri. Raggiunse Almunia il 3,
e vi rinforzò il presidio nel!' atto che ^veroli colF intera sua co-
lonna perveniva il 5 a Saragozza. Il 1 3 seguitato da 3 battaglioni
(due italiani ed uno francese assieme ad UOQ squadrone del 4**^
reggimento d' usseri pure francese ) si portò contro Durand , che
aveva recinto di blocco Almunia, e lo obbligò a ritirarsi. Si di-
stinsero ivi con intrepidezza i capitani Petrucci e Coudie del 1."
d' iafismteria.
Il 16 Severoli, con due battaglioni del 1.^ d' infanteria, uno del
i."* leggeix) italiani, due battaglioni dell' 81.'' e due squadroni del
'^
— t8S —
/|," roggiiiicnlo ct'usscri iraiK^csi e dui; (K7.zì frarlìglicria. aii<!<i sopra
Alagoii fI{or}3, itp (.-.spulsc Duranti, clic di le! nuovo si pose frcl-
udusaint'uLi; in salvo. Kiguadagnù Saragozza il ai, e da «pii sortito
pLT coQiljatlcrc Gajanc Villucaiapa fra il Xaloo e Uaroca, impedì
la perdita di t)U(.-s[.u po^sto, favorì la ricostruzione di un Torte in
Almuilia e pruLciise i prciiidii francesi di Santa Fu , Muela , (^rì-
ituiia , Mediana, Baldiìta , Casueada , Agaarron e Longs ns , da
du\<; Stanza»! scacciò millo Spagnunli.
A qucsl' epura infatti gli Spagnuolt , provveduti d' artiglierie ,
aprivano un attacco regolare contro il forte di Darora (difeso
dal teucnte l'crrot ) e ne battevano in lirecnia it recinto; So-
veruli uscì da Aliuunia col i.° d'tnfanlcria e con soldati fran-
cesi, ricuperò colle baionette il colle di (Jariuena , protetto dal
colonnello Torres , cagionandogli una jjcrdila di aoo uotnioì
fatti prigionieri, Ira i quali un ulliiiale ( 17 dicembre J; la nostra
perdita l'u di 2 inortì e (i feriti. Meritarono elogio gli uflìziali
Siahiani, Sercognani, Jìrunelli, l'intJrd, Allaid, Louclie e J^otrlic,
tutti del I." reggimento d' infaulerìa: iuninlrò a l'uerto lutto le
forze riunite di Villacainpa, Durami e Gagati che gli di.sputavaiio
il {lasso, ma seppe sujK>rarlo a 111 intanando i tre partigiani tra le
aspi^zzc del canmiino e ir. itiulcstic di lianco^ «gli un sortì il-
leso pel coraggio inuslralo dalle scliicre di Slaiiisaui , Brngricdli e
'rerrico.
Severoli il 18 dicembre giuiisea Mayar. Soccorse Daroca , e da
quivi attraverso a non minori ostacoli recossi a Ratascon, il ao,
(.■on due battagUoui del 1." d'infanteria, fiaucUeggiati sulle mon-
tagne da un altro fiancese dell' 8 1 ." Alla V eiita di San Martino si
imbatterono gl'Italiani in un corpo di 4000 SpagEiuoli, e dovel-
ripiegare sopra
, che raggiunsero quantunque im
! calcati
dappreijso dal nemico , clic ributtarono valorosamente. Le nostre
perdite furono di 4 morti e aj feriti, e tra quest'ultimi grave-
mente il bravo sottotenente Irancioli , e leggermente il capitano
Camozzi. Dopo alti-e coulrarietii per la via di Longaris , Mucla,
Carifiena, Alucì ed Epila, fu astietU» ravvicinarsi a Saragozza ,
sia |»r'lrariic viveri die jier procurarsi niunizioEii da guerra. Ivi
giunto il Ja, amalgamò il terzo battaglione del 1." d'infanteria
ui primi altri due , sceiaati. molto di forza ili causa dei giornalieri
cumliattimenti sostenuti^ '
Atrallonlanarsi di lui, gli Spgnuolt riattaccarono llaroca ed il
i i
♦ '
— ^89 -
nuovo forlc (l^Almunia. li 25 dicembre Severoli da Saragozza si
portò a Mucla e Epila, dando a credere di volervisi trincerare
e di temere di scontrarsi cogli Spagnnoli comandati da Villacam-
pa, che conduceva 9 battaglioni di fanti e 6 squadrom di mista
cavalleria.
Credendo V inimico al simulato timore di Severoli , cadde nel
laccio. Il a5 dicembre, solennità del Natale, mentre si fa correr voce
che gli Italiani assistono alle sacre funzioni della chiesa, rinforzali
essi dai corpi francesi escono in buon ordine da Epila, ed avendo
alla testa il pi-ode cajK) di battaglione Sercoguani, risalgono a passo
celere la riva destra dello Xalon. Giungono inaspettati sui colli di
Alinunia, vi sorprendono una parte dei nemici, e colla baionetta
in canna astringono T altra a combattere in malagevole {)osizione
prima che possa riordinarsi. Severoli, che quivi aveva riunite tutte
le sue soldatesciie , fece appuntare 3 pezzi di cannone, formò in
colonna un battaglione del 1." d'infanteria, preceduto dai bers|^
glieri, e Ibigendo di voler attaccare a destra, si spinse invece in-
nanzi a manca, si fece largo sino ad Almuuia, sbaragliò e mise il
nemico iu fuga. La resistenza fu vìva, ed un recinto in cui erano
praticate delle feritoie servi ad arrestare lungamente gli sforzi de-
gr Italiani. Ma il comandante Sercoguani, sempre ardito e risoluto,
vi condusse il suo battaglione ad attaccarlo a malgrado d^un vivis-
simo fuoco. I tenenti Pistoni e Trois, il caporale cl^i graìiatieri Con-
tini, il sargente dei fucilieri Picardi furono i primi a penetrare d'as-
salto nel recinto d^l giardino murato, ove uccisero una parte dei
difensori, Taltra presero prigioniera. Questo successo mise in disor-
dine tutta la linea avversaria, e la rotta divenne generale. Il nemico
sino a notte venne perseguitato e disperso in più direzioni. Torna
conveniente iar conoscete i particolari di questo brillante fatto,
narrato nella relazione che couobbi (juand' era al ministero della
guerra, dacché ridonda a inerito principale degF Italiani.
La colonna partì da Epila il 26 dicembre alle ore 9 antimeri-
diane dirigendosi verso Almiinia. Dopo un'ora di marcia, gli us-
seri del 4'*' reggimento francese di vanguardia s' inconlraioop con
un avamposto di cavalleria spagnuola. Questo, assistito da tre
di-appelli , che lo seguitavano , cominciò a far fuoco rijpiegando
sopra Calatrao. Quivi passò il ponte sullo Xalou inoltiandosi verso
Kiela. Giunto Severoli sopra le alture di Calatrao, scoprì il ne-
mico, in ordine di battaglia, davanti Almunia. \isso appoggiava la
**
sua (Iiilta alla [Mirta di Saragozza, e coi>riia f[iiclla di liitla e
Taltra di Calalaymt. Aveva la sua sinisli-a accanto al Ixjscn degli
ulivi. Occupava inoltre un giardino, con due battaglioni numan-
liiii e con due altri di Tavucnca Carifiena ( subonlinali alla divi-
sione Durand ) in una sola linea. Il general»; Villacaiupa culla
sua divisione, un nuovo ]»tIagtÌone , detto della riutiionc , e
la cavalleria di Amor era in riserva sul poggio dietro il bosco
degli ulivi. La cavalleria di Villacampa , ripassato il ponte di tj-
ktrao , ci era già alle spalle, vjgiIaU [jerà da uno stpiadi-oiic
del 4-" d'usseri francesi. Arrivati- i nostri iu presenza di (|ui?sla
linea, distesavi l'artiglieria, Ìl capo di battaglione Avit fece nn
fuoco ben diretto. Il coloiiiieil'» Terriere con un battaglione
dell' 8 1,° francese ed ìl cajwballaglione Sercognaiii con un altro
del 1." italiano incominciarono il movimento. Il primo, che luar-
cijiva in testa , sì ferma un istante , poi cambiando fallaccineulc
direzione a sinistra , si abbatte in ccrle paludi nelle t|iiali il sol-
dato immergendosi sino alla cintura, riesce iiiopero.so. 11 nemico,
cbc so II' è avveduto, sorte dal bosco e si avanza. S;-rcogiiani ,
impazientato, si slancia col suo battaglione, fa Ijattcrc la carica.
e a baionetta spiegata, s' impadronisce del giardino , uccìde
molta gente, fa loo e più prigionieri, e inette in rotta la dritta
del nemico, obbligandola a ripiegare con dìsordiue nel bosco degli
ulivi. L^ artiglieria, continuando il suo fuoco, faceva gran daunn
al nemico. Seicento e più Spagruicdi, sortendo dal paese, si erano
stabiliti fi-a le rovine del veccliio castello. Sercogiiaui li scaccia
aoclie da questa jtosizionc , e raggiunto opptjrtunaiiientu dal bat-
taglione deli'Bi." ti-ancese, marciano (juesti due corpi sopra Ìl
bosco degl'ulivi, ne scacciano gli avversari, salgono il l»oggio e
se uè fanno pdroni. Gli Spagnuoli , intanto, andavano a raccoz-
zarsi alla meglio sopm la montagna che copre (Jalatayud , ove si
ritirano nella notte. Il a." iNittaglione del i." d' inlauleria rimase
iu riserva durante l'azione. La nostra pepita fu di io morti (ira
i quali il bravo tenente Trots) e di 44 leriti. Si distinsero parti-
colarmente gli utìiziaii Sercognani, FeiTarì Giuseppe, Pistoni,
Kizzuli (ferito), Massari (che ebbe due palle clic gli attravei'sarono
il sliakos), Amelin (ferito), Cazenova e Polidoro, e Ira ì sott' ulUztali
Walvanga (ferito), Miller, Coatti (ferito), Ganella (ferito). Molli, Pi-
card, Vicclii, Miloui (ferito); il caporale Coutini ed U granatiere
Ciocchi (feriti). La {xrdila del nemico fra morti, feriti e prigionieri
— 101 —
(u computata a Goo combattenti. Per tal guisa 2000 uomini ne
batterono 7000 compiutamente, e Iihei*arono il castello, la difesa
del quale era stata affidata al capitano Piccioli, che si comportò va*
lorasamente anche in questa difficile ciitx)stanza ^ la sera tutta la
colopna entrò in Almunia.
I capobattaglioni Pelici e Staiti , eoo corpi francesi , ripiglia-
vano r otFensiva intorno a Zuera, e liberavano Huesca, Barbastra
e la strada di Francia dalla presenza dei corpi guidati da Espoz-
y-Mina. ^
In novembre Bertoletti più volte uscì da Tarragopa, disperse
gli Spagnuoli che lo serravano d^ appresso, ed inseguendoli , per-
corse il paese circostante andando fino a Reus per raccogliere
provvigioni.
II colonnello YiUamil (d^ accordo col capitano Codrington in-
glese) tentò sorprendere il forte di Balaguer, fece prima ves^rc
abiti bianchi a^ suoi soldati onde fossero creduti italiani, e lo ^as-
salì a notte oscura , ma Bertoletti da . un lato , ed i Francesi
dair altro , apprestando soccorso agF intrepidi difensori , sventa-
rono i disegni del nemico. Il geneitile Maurice Mathieu , gover-
natore di Barcellona ^ iece la seguente relazione al ministro della
gueiTa:
u II generale Bertoletti, comandante di Tarragona, ha aumcn-
tt tato le opere della piazza ; que^t^ uRiziale gimerale serve otti-
ca mamente , e merita grandi elogi pel suo zelo , pel suo inge-
tt gno e per la sua attività. 9>
Il generale in capò deir esercito di Catalogna , fece , il 3o di-
cembre, il seguente ordine del giorno: u II generale Bertoletti,
(«governatore di Tarragona, è sortito il ai con 600 uomini ed
u -un distaccamento dei cacciatori reali italiani , a Reus ha assa-
tf liti, disfatti e dispersi 1000 e più Spagnuoli, comandati da Fa-
ce bregas che lasciò sul campo 60 morti, con 4 ufQziali, perdette
u 5o prigionieri , fra i quali un uffiziale, ed il resto si disperse ;
u Mauro sottotenente , il capobattaglione Soldati del 7.^ d'infante-
u ria, ed il capitano Vassalli, aiutante di campo, si segnalarono, m
Il maresciallo Suchet nella sua relazione del 27 dicembre, dice:
«( Questa sortita è una prova novella del vigore con cui ti ge-
u nerale Bertoletti sa ognora ed opportuosmente allontanare il
i( nemico dalla sua piazza, ed assicurarne la difesa e le provvi-
if gioni colle sue buone dis{X)sizoni. 99
Nei primi giorni di fjucst'aano, Naj)riIeo[ic, appi-eccliiandosi alla
guerra colla Hussìa, ordinò a Fonlanclli, minislrn della guerra
del reno d'Italia, di riiinirc un coqMi d'esercito di aS.ooo po-
mini e 7700 cavalli, un parco di 5B cannoni, la alTusti di ri-
cambio, Sgt cassoni con trono pfir muni/.iotii di guerra ed uten-
sili , e 7oa carriaggi per tr; iiiìlilari.
Queste milizie , non elio 11 1 riale di guerra, furono ncceille
prima della fine di gennaio, i-il 18 di l'cbbraio ( Tav. E, Io-
nio T.); il vicert ( accompagr
passò a rassegna sulla pi.ix/.a
accantonati nella diirannc del '1
e primo capitano della j^iiardi;
delle schiere italiano . destinai a
d'esercito, sotto gli ordini dei ■
dal ministro della guerra) le
rrni di Milano, tranne i corpi
ilo. Pino , generalo di divisione
ale , l'u designalo al comaodo
ar parie del 4-° corpo del gnn-
■er^. e vennero dislrihuitc in una
divisione d'infanteria denominata i5.': forte di iS,i(J.l uomini.
1076 cavalli, in nna brigala cavalleria leggera di i((8i( >«>-
mini e di i56o cavalli, in divistone della guardia mie
di 5a5a uomini e \6Sy cavalli, nel reggimento dragoni Regina
di 66G uomini e 7^4 cavalli, in un gran («reo d'arlif;liei'ia com-
jmsto di un corpo d' artiglieria del genio e treno , io rltie lutla-
glioni di trasporti militari, in compagnie di zappatori, ed operai
della marina, della forza completiva di ^^55 uomini e dì 1873
cavalli. A qnesto corpo d' esercito furono uniti i cannoni, ossoni
e carriaggi disopra indicati. Nel corso di aprile ed agosto furono
inviati altri ^'Ì07 "omini, 7^0 buoi da tiro e 600 cavalli. Totale
delle forze spedite in Russia, uomini 27.397 e cavalli 9040 com-
presi i 74" '"'"' •''' ''■■" ( l^oc. XXV V
Questo corpo d'esercito si diresse pelTiroIo e la Baviera in Russia.
giunse aSoldau ( il 6 giugno), indi a Raltemburg (aa), ed a Kal-
wary (il 29), e dopo di essere rimasto in osstTvazionc dietro il Nic-
men».firrivò a Pìlony, luogo destinato per il passaggio del fìumc. La
scarsezza delle vittovaglie ( rimaste indietro) pregiudicò di molto
la salute dei soldati, e recò grave danno ai cavalli, ) quali inoltre
passando lo notti alla serena riuscirono abbattuti di forze a segno
— IJ5 —
clic molti ebbero a soccoinl)cre iiclie prime marce disastrose per
b malagevolezza delle strade. Era la fìnc di giugno , ed il freddo
incomodava digià per F efTetto della pioggia incessante. GP Italiani
(il primo luglio) avevano di già passato il Niemen, ed il viceré
provò grande soddisfazione vedendo questa schiera da Ini creata
entrare sul territorio nemico a 600 leghe dal proprio paese , os*
servando il medesimo ordine e la medesima disciplina come se
operasse evoluzioni sulla piazza davanti al regio psdazzo della ca-
pitale. Il 'j , Pino restò colla sua divisione a Zismori e 1^ guardia
ivale a Melangani. Il 7 fu occupato Ruduiki \ la stracia era in
così cattivo stato, che la cavalleria della guardia i*eale fu obbli-
gata di cercarne una meno rovinata. Seguitarono ad avanzarsi per
sorprendere i Cosacchi, ma riconosciuta F impossibilità di riescir-
vi, fu abbandonato il pensiero, ed il giorno 1 2 andarono a Smor-
ghogni. Il 17 gli Italiani erano a Dolghinow, il ao a Bercsino,
il 22 a Kamen ed al ponte di Botscheiskvo.
Duecento cacciatori italiani a cavallo , comandati da Lorenzi ,
caposquadrone. affrontarono due squadroni russi, li l^atterono ,
uccisero loro e presero 12 uomini, fra i quali un ufliziale. In que-
sto fatto si procacciarono lode i capitani Rossi e Ferrari.
Il 24 i marinai della guardia reale , comandati da Tempii ,
gettarono un ponte, sul quale Napoleone passò la Dwina. Un
]XMX) al di là di Karpowieze a due leghe e mezza da Ostrowno
si incontrò il nemico forte di 20,000 fanti e G^xhì cavalli. Il bat-
taglione del i."* leggero italiano con un corpo francese, era schie-
rato di fronte alla linea nemica^ la guardia reale si trovava alla
destra della strada in riserva , per formare colle truppe francesi la
seconda linea. L'artiglieria della guardia reale fu la prima a fulmi*
Ilare quella del nemico. Questo combattimento, a cui prese parte Murat
con corpi francesi , oltre quelli comandati dal viceré, cominciò con
grandmi m peto. 11 liattaglione del i."* leggero italiano comandato da
Delia-Torre Scipione dovendo penetrare nella foresta trovò da prima
grande opposizione, alla fine fu superata. Nella sua relazione il viceré
diceva: u Ci voleva il valor delle truppe e l'ostinazione del capo
M per riuscire in un attacco così difficile. ^ 1 Russi, tempestando
i corpi francesi colla loro artiglieria, obbligarono i corazzieri a
indietreggiare^ allora si risvegliò un'inquietudine generale. Fu in
quel momento che s' intese il viceré esclamare : a Ora confido nella
u mia brava gnanlia. « Queste prole furono accolte con grida di
T. II. 25
plauso e di gioia, l'tr sostenere il battaglimi^ del i.* leggero, si
inantlù il coluniicllo Peraldi coi due battaglioni dei roRcrìtti
dL'Ila guardia reale, i «juali scacciarono dal bosco quei Russi clic
ci-ano nella loro dii-czioiic; i Francesi incalzai-rino il nemico e lo
(jbbligai-ono a rì|)ararsi non senza disordine a Komarki , ove si
unirono ad altro cori». G'""'" Napoleoni; sul campo di battaglia,
ordinò di spinger T attacco , ma i Kussi piagarono, e fiimnn in-
seguiti fino in vista di Witepsk. 1 nostri cannonieri si co[irin>DO
di gloria egnatnicnte clic la brigata di cavalleria leggera it^iliana,
comandata ds Villata. SÌ segnalarono anclie gli uftiziali italiani
Iknco, Lorenzi, Buccbia, Chizzola , Giulìni ( Antonio), Itossi,
Malici, Giovio (ll<!ncdctto), Millo, Conti, Marcastell , ForUs;
Allari, soiulicre del viceré. Questo hi tenne sempre ai fianchi del
l'rincipc durante il combat linicnto.
Di |ioi il 4.° corjH) andò colla truppa italiana ad Ostrowuo, U
99 a Sourai ove Guillaume si impadronì dì un convoglio : ivi
iiinaw sino al 9 agosto.
I dragoni della guanlia presero un ufJGzialc , ,^0 uomini e aoo
Da Sourai , il colonnello Banco ( comandante il a." '"cggi-
mento de^ cacciatori ) ain un distaccameuto di 300 uomtiù scelti
inseguì un convoglio riuso bene scartato, e dopo di aver latto una
marcia di nove leghe arrivò a Viliz nel mumenlo iu ciii Ìl con-
voglio usciva dalla città per passare il [lontc della Dwina^ i cac-
ciatori italiani caricarono la scoria, jKr cinque volte, e ne furono
respinti dall'infaittcria 0 dalla cavalleria russa , ma infine il valore
dei nostri trionlu della resistenza del nemico, SÌ presero tutti i baga-
gli e si fecero 5ou Russi prigionieri. La vittoria costò qualclic ferito,
fra i quali uno morì. Questo fatto determinò il viceré a mandai-ea
Vilix la brigata di cavalleria leggera di Villala col a." reggimento
d' infanteria italiana^ ì\ i Cosacchi lo attaccarono: il generale che lo
prevedeva aveva messo rinfanlcria in imboscata, e quando il nemico
si presentò, fu ricevuto a colpi di masclietto, ed obbligato a sal-
varsi colla fuga. Si fecero onore gli uffiziali Ebdinger, Brambilla,
Grassini, Ramini, Montesi, Rossi, Tomba, Bernai-di, Tila Viaai,
Giovio, chij fu ferito da tre colpi di baionetta ed ebbe il cavallo
morto sotto di .sé. Questi due falli d'arme della cavalleria leggera
italiana , furono encomiati da Napoleone in un ordine del gi(»uo
airesemto-, ed il principe Eugenio in una lettera del 9 agosto iSia
(diretta alla viceregina, che ebbe la bontà Ài comunicarla al
padre di Giovio), si esprimeva in questi termini: « Fra i mili-
t€ tari che si sono distinti, i due fidateli! Giovio (Benedetto te-
M nente nei cacciatori italiani, e Paolo militante nel 9.** reggimento
*€ dMnfanteria francese) hanno un diritto particolare alla mia consi-
<c derazione. Ho nominato il primo capitano sul campo di battaglia,
a ed ho proposto l'altro a cavaliere della Legion d' onore, n Be-
nedetto poi morì di stenti a Gubingen jLiy dicembre nella riti-
rata.
Napoleone faceva conoscere a Schwarzenberg con dispaccio del
3 agosto , essere sua intenzione che attaccasse TomasotF^ e sog-
giungeva che 200 cacciatori a cavallo italiani, avendo incontrato
quattro battaglioni di questo corpo, li avevano rotti e scompigliati
con una sola carica.
U g agosto Pino prese la strada di Janovitschi, e fu il i3 a
Liouvavitschi. Il i4 & Rosasna, ove erano preparati ponti per il
passaggio del Dniept-r, il i5 a Siniaki, il 16, alle sci ore della
sera , partì la divisione italiana por andare a Krasnoe , passando il
piccolo fìume vicino a Katova. Il 17 andò al di là di Korouituia,
il 18 a Novoidewor. Presa Smolensk, gl'Italiani vi arrivarono il
19 e varcato il Dnieper, s'accamparono sulle alture che domi-
nano la città. Pino, colla divisione d' infanteria (lasciata la guar-
dia reale col viceré) fu diretto a Visepsk (il ai) per opporsi a
Platow e Vinzingerode che intercettavano la strada.
Il 4*° corpo arrivò a Dorogobui il 'i5^ il 26 il reggimento dragoni
Regina lasciò un picchetto in vedetta sul cammino percorso dal viceré
per dare una direzione ai soldati rimasti indietro. 11 a8, il 3.° reg-
gimento cacciatori italiani, sostenuto dall' artiglieria leggera di
Millo , scacciò di posizione in posizione i nemici. Proseguì , ed
il primo settembre colle guardie d'onore e coi dragoni reali italiani
nella marcia da De-Pokrowa a Paulova, scacciò una divisione con-
siderevole che voleva ritardare la marcia del 4** corpo , col quale
giunse a Paulova nello stesso giorno , prendendo posizione ad
una mezza lega da Ghiat, ove era Napoleone. Quivi restò il a e 3
settembre. Il 4 vicinoaLouzos, presentatosi un corpo di Cosacchi,
il viceré si pose in ordine di battaglia , collocò 1' infanteria
della guardia reale italiana in riserva , e mettendosi egli stesso
alla t(ìsta della cavalleria, andò contro il nemico, il quale veden-
dolo risoluto, non credette di doverlo aspettare e battè in riti-
• rata. Più avanti i Cuiìacclii ri-ano in pisìzioiic, ed il vJcrrò prr
rpspingfrii lì fece attaccare dal 3," reggimento dei c»ccÌalori ita-
liani ( comaiKlati dal culnnnrltu Rambonrgt ) \ i Cosacclit non si
mossero, ma quando videro che i cacciatori orano a tiro dì
moscliclto , fecero uscire dai Imsclii un corjK) che vi era ap-
piattato, e colle grida di '< lionrra, liourra! >< si slanciarono con-
tro gF Italiani, Ì quali li ricevettero senza scomporsi. La mlscliia
fu vivissima, ma di l>reve durata, e si fecero alcuni prigionieri. Il
colonnello Rainltourgt, comandante il 3." reggimento de' caccia-
tori, ed i caposqnadroni Cliizzola e Giulini, furono applauditi
per aver regolate maestrevolmente le cariche contro i Cosacchi
comandati dallo stesso Platow. Questi, ricevuti soccorsi , rinnovò
egli stesso l'attacco, ma rinforzati anche i nostri dal a." reggi-
mento cacciatori italiani, dai dragoni della guardia reale e dai drago-
ni Regina, il 3." reggimento ritornò alla carica da solo, e rimase
padrone del ciimpn di liattaglia fugando i ucmìci. Molti si segua-
larono. ma Giulini fece prodigi di valore.
Il 4-" corpo o])ei-ù la sua unione col resto del grand'csercito, e pas-
sò la notte a Lou7.ns, villaggio miserabile e devastato. Il campo era
sen7a viveri, esei Russi avessero potuto trattenere in questa posizione
l'esercito fiancese, è certo che lo avrebbero vinto colla faine senza
bisogno di dar liattaglia. 11 5 settembre la guardia reale era in
riserva sulle altm-e di Bcnmlino, ove rimase anche il 6, non poco
molestala dall'artiglieria russa. La guardia chiese ed ottenne di
andar la prima all'attacco, ed era giù in movimento, quando il
viceré accortosi che i Russi minacciavano la sua ala sinistra or-
dinò alla guardia di retrocedere e di seguitarlo alla corsa. Arrivala
nel punto ove era la divisione Delzons, l'inimico fu attaccato,
respinto ed incalzato dalla cavalleria leggera di ViUata, da quella
della guardia reale e dragoni Regina. Lasciata questa cavalleria sulla
Woiua,ìl viceré colla fanteria della guardia reale tornò rapidamente
sul campo di battaglia testé abbandonato. Nell'assalto dei ridotti, il
colonnello De! Fante italiano, uffiziale d'ordinanza del viceré, con-
dusse una colonna france.se, girò il gi-an ridotto per la sinistra e
VI penetrò pel primo. Sulle alture dì Borodìno fu assiso il quartier
generale dei viceré ; la cavalleria italiana passò il torrente, ma Boro-
dino, posto sopra luogo eminente, era difeso da un corpo con-
siderevole di Russi , che coli' artiglieria dei loro ridotti domina-
vano la pianura sottoposta.
.,-8.
— 197 —
Alla seri del 6, Napoleone diramò ai capi elei corpi un ordine
del giorno, cbe doveva esser letto Pindomani mattina, nella suppo-
sizione che il nemico accettasse la battaglia. Prima delFalba del
giorno 7, i tamburi Iiatterono alFarmi, e gli ufllziali e soldati le
impugnavano, e non si aspettava che il segnale della battaglia*,
allora i colonnelli, in mezzo ai loro reggimenti, lessero il proclama
deir imperatore, che fu accolto con vivaci ed energici applausi^ fi-
nalmente alle sei ore del mattino un colpo di cannone diede il so-
spirato segnale della battaglia. Intanto che il viceré attaccava Bo-
rodino, la guardia reale italiana era in riserva. Lo scudiere Bel-
lisomi, che accompagnava il viceré, ebbe un cavallo ucciso sotto
di lui. Della gran battaglia della Moskwa non è da parlarne diffusa-
mente , essendo stata di poco momento la parte che vi presero le
schiere italiane , stante la prolungata assenza della divisione Pino.
Il giorno 8 il viceré col quarto corpo (al quale solo in
quel giorno si riunì la divisione Pino ) , si diresse a Mosca. Egli
presentò a Napoleone il rapporto delle operazioni del quarto
corpo e della parte gloriosa che aveva preso alla battaglia della
Moskwa. Non ommise di far presente u che la divisione ita-
« liana non era meno meritevole delle altre de^ suoi riguardi e
u delle sue ricompense, per gV importanti servigi resi nella spe-
u dizione di Witepsk , mentre se era stata privata delP onore di
a combattere alla Moskv?a , aveva ben meritato tenendo in freno
u il nemico , nel punto importante che le era stato affidato , ed
u aveva sofferto nella sua spedizione privazioni grandissime, mar-
ie ciando per venti giorni in teiTeni paludosi , in paesi deserti o
u saccheggiati dai corpi che T avevano preceduta^ che era sempre
tf stata accampata, facendo marce penosissime, senza viveri, per
it incalzare il nemico, che si era sempre ritirato al suo apparire,
u e che i disagi , la fame , le malattie e gli sforzi fatti per rag-
u giungere al più presto V esercito onde prender parte alle sue
u grandi azioni, erano cose da valutarsi come se avesse combat-
tf tuto cogli altri alla Moskwa. m
Il 4-" corpo giunse a Mosca il 1 5 settembre. L^ incendio di que-
sta città r obbligò ad uscirne, e le squadre italiane andarono,
il 17, ad accamparsi vicino a Peterskov, e la divisione Pino, che
al principio della campagna oltrepassava i 14^000 fanti e 1000
cavalli , era in quel punto ridotta a 4^00 combattenti. I corpi
poi della guardia reale, dragoni Regina e il parco delF artiglieria
A t
— 108 —
avevano soggiaciulo a jx^rdito sì vistose , erano peW» ili
r lodelinlìli. Solo la compagnia Avi veliti nniiandata tUl ca-
ro Ferretti Crisloloro era quasi al suo compk'to. Il ai settem-
.-, cstiaU) l'incendio di Mosca, più dalla dirolla pioggia clic per
gli sforzi usali dai soldati, TesPicito livulrù nella città. Il 4-'' cor-
po stan7,tó nel sobborgo di Pietroburgo.
Fra Mo)aìsck e Mosca ì Cosacchi attaccarono e presero un con-
voglio d^ artiglieria italiana, comandato dal maggiore Vìves, ma
informatone il generale Ornano, caricò personalmente i Cosacchi,
e glielo riprese. Vives fece quant'era in luì |K'r difendci-si; i suoi
artiglieri mostrarono coraggio ammirabile, fra gli altri il capo-
rale Franchini, ed i cannonieri dì scorta, ch'erano con lui.
piuttosto che arrendersi ai Cosacchi , diedero il fuoco ad un cas-
sone di polvere , e con loro fecero perire la maggior parte degli
aggressori.
E da rilevarsi che al io di ottobre partirono da Mosca i de-
positi di alcuni corpi italiani (Doc. XJCVI ), e con osi il capitaun
Berizzi , assieme agi' inabili della guardia reale. Giunse egli al
Nicmen senza soffrire i rigori del fi-oddo e senza ostacoli di veruna
sorte. So tutto l'esercito fosse partito in quel tempo, è evidente,
che non sarebbe perito vittima del gelo; dieci giorni di ritardo
alla partenza decisero della sua esistenza....
11 19 le schiere italiane si misera in movimento, il as erano a
Fominkfii'. Passala la Nara, si diressero il a3 a Borowk, e la di-
visione francese Delzons del 4-'' coi"po coi cacciatori a cavallo di
Villata occupò Malo^aroslawelz^ all'indomani i Russi vennero ad
attaccarla, il viceré accorse ai rumore del cannone con tutti gl'Ita-
liani che erano secoliii, e trovò che i nemici avevano pre^o le al-
ture respingendone i Francesi. Ei vide l'importanza di questa jwr-
dita, e voleva subito ripai-arla, ma Dclznns fu ucciso e le sue ti'iippc
ribntlate. Allora si fece avanzare la divisione Pino , impaziente
di adrontarsi col nemico. Essa, che aveva sempre cercalo 1' occa-
sione di dimostrare l'ardore clic l'animava, colse con entusiasmo
questa circostanza ; diretta da un uffiziale di sialo maggiore, si av-
viò a passo di arica sulle alture, e mettendo grida di gioia, per-
venne a rioccupare tulle le posizioni che erano stale superate dai
Russi. Questo brillante successo costò caro agi' Italiani , perciiè
molti furono vittime dell' ardente desiderio di gareggiare di va-
lore coi Francesi. 1 coscritti della guardia reale, comandali dal
i»;'
— 199 —
a)lonnello Pcraldi, tennero dietro a questo movimento. 11 resto
della guardia stette in riserva. I coscritti presero posizione vicino
ad una chiesa dietro un sobborgo, ove furono raggiunti dalla a.*
brigata della divisione Pino. Peraldi s'avanzò col i." battaglione
dei coscritti contro i Russi, che s' innoltravano verso il ponte sulla
Louja^ il viceré, approvando questo movimento , gl'invio anche
il suo a.** battaglione ^ con tale rinforzo egli attaccò subito i Russi,
e li cacciò fino al fiume , ma il fuoco della loro artiglieria e la
superiorità delle forze gli impedirono di mantenervisi , e do-
vette ripiegarsi sulla sua posizione. Un secondo attacco ebbe mi-
glior esito, e Peraldi potè arrivare ad un piccolo bosco ove si ap-
poggiò e sostenne. Napoleone intanto inviò sopra Malo-Jaroslawetz
il corpo del maresciallo Davoust, il quale costrinse il generale in
capo Kutusow, che comandava in persona l'esercito nemico, a
retrogradare per dieci leghe sino a Gonezarovo, ove giunse il a6.
La perdita degl'Italiani fu rilevante. Vennero feriti i generali Pino
e Fontane-, i colonnelli Varese, Casella, Lorot, Lachaise, Dubois,
Omodeo; i capobattaglioni Perrin, Goulet, fioretti, Zampa, Bolo-
gnini: gli ufiìziali Fontana, aiutante di campo, e Croci, Contri, Bena-
go. Grotta, Prampolini, Contini, Gianorini, Casanova, Zanoni ed
altri. Restarono uccisi il generale Levié, il caposquadi-^ne Pino (Gia-
como); i capobattaglioni Ncgrisoli e Maffei ; gli uffiziali Radoani ,
Giorgio e suo fratello, Gio vannini ed altri. Furono particolarmente
additati per valore gli uffiziali Peraldi, Olivieri , Raibau, Lucchi,
Brusati , Ponti , Tibaldi , Palanque , Colonna , Ferni , Serafini ,
Bogand, Catalinich , Zampa, Omodeo , fioretti, Poize , Montalle-
gri, Leonardi, Varese , Bekly , Albini , Casella, Tracol , Molinari,
Majana, Bajo, Ferrerò, Donati, Caturitz, Piccoletti, Rossi, Bevilacqua,
Tadini, Faraboli, Forcioli , Airoldi , Pulliani, Paper, Grassi,
Mantegazza, Resich , Goulet, Renassi, Manzieri, Millo, Fortis ,
Alberganti , Miscrocchi , Ferrari , Gorio , Caprioli , Nobili , Piro-
vani , Ricci , Gubernatis , Della Tela , Colombani , Agazzini ,
Piombini , Guerra , Grandi , Bottignani, Dragoni , Gaspari, Zap-
pa, Conti, Ubaldini, Baldi, Pindelli , Tavola, Giraldi, Marchesi,
Maggi, Ceneri, Sabaini, Jacoli , Luraschi: gli aiutanti di campo
Fontana , Zanellato e Bossi-Lampugnani Carlo , ed i sott' uffiziali
e soldati Elli , Capitani e Moravi.
11 corpo dei coscritti, in ricompensa del valore spiegato in que^
st' occasione, ottenne la denominazione di cacciatori della guardia.
— 5'>0 —
È riinarclicvolc la combinazione clic , fra gli utBztati periti ìa
così terribile giornata, vi fumno i due IrateUi Radoani di An-
cona, die erano gemelli, entrati nello stesso giorno nella guardia
d' onore , passati ulTiziali , ed assieme spenti con pari gloria «ili
medesimo «ampo di battaglia.
In questa giornata il ^.° corpo ( ovVraiio gF Italiani, clic fo-
llino i più impegnali), ebbe il vanto di battere, con 17,000 no-
mini, sci divisioni nemiche, della forza di 90,000, dei quali
6n,ooo in azione, al detto del generale russo Jomìnì. Il vicei-fc rese
giustizia al valore dei nostri , e con suo dis|>accio de! a» otto-
bre scrisse al ministro della gueri-a :
Il Che il a4 i Russi lo avevano assalito , che erano stati re-
" spinti otto attacclii, che la divisione Pino aveva mostrata molto
u coraggio ed intrepidezza , la guardia molto sangue freddo •, cbc
li i due battaglioni dei cacciatori della guardia si erano molto distinti,
t< che erano slati feriti tre generali italiani, ed uccisi tre uflÌKiali supc-
t( riori, e clic facesse annunziare dal foglio ufficiale che gl'Italiani ave-
» vano avuto, il a4 ottobre, un atlàre molto brillanlc contro i Russi,
<i clic si erano molto he» condotti , che la guardia reale xi era
11 fatta rimarcare , e che tosto giunto il rapporto del capo dello
« stalo maggioro, si sarebbero fatti conoscere ì particolari dì quc-
i< sta battaglia (Doc. XXVIT ). n
Il a5 il 4 " corjv) soggioinò sul campo di battaglia : il a6 si
mise in movimento verso Smolensk.
Il) questo giorno incominciarono le infmitc sciagure eirebbe a
soUì-ire fcscrcito. I cavalli spossati ed inabili ( per difetto assoluto
di foraggio) a sostenersi e vincere le diffìcnttà delle strade |>alu-
dose, cadevano morti successivamente per via ^ fu d' uopo abbru-
ciare i furgoni ed i cassoni, abbandonare le artiglierie. La penu-
ria di vittovaglie in quei deserti devastati obbligando i saldati
a sbandarsi , erano presi tuttogiorno dai (xjsacchi. La sera del
a-, che il 4" corpo bivaccò in Alfereva, il termometro scese a
quattro gradi sotto zero , e continuò sempre a discendere. Il a
novembre il quartier generale era a Foedémvskoéi la divistone
l*ino a Viasma. 11 3 Platow con venti reggimenti di Cosacchi «
quattro battaglioni di cacciatori incalzava V esercito. Kutiisow
era una marcia indietro. .\l villaggio distrutto di Gzarevo-Sai-
miclii i Cosacchi attaccarono e misero in iscompiglio la colonna
degli equipiggi del 4-° corpo, ma sopraggiunta P infanteria, que-
— SKM —
^sta li respinse a Viasma. Il»vicère riunì tutte le sue forze-, la guar-
dia reale e la divisione Pino stettero in riserva •, V inimico s'avanzò
t P azione si fece calda. Fu in quest' incontro che una palla di
• V^NlhGne porlo via la testa al colonnello Banco, comandante il ^.^
- reggimento dei cacciatori a cavallo, uno dei più distinti ufGziali della
ilOpfra cavalleria. Il 4* corpo, a malgrado la sua inferiorità di forze,
* ^Idsteiine la posizione per tutto il tempo necessario a lasciar sfilare
i- Bagagli, indi attraversò Viasma , e prese posizione in un bosco.
La guardia reale custodiva il bivacco del viceré 5 la divisione Pino,
' (Toantunque di molto diminuita, formava la retroguardia. I dragoni
della guardia reale e quei della regina ebbero il merito principale
di quest'azione, in cui si segnalarono il colonnello Narboni, e gli
uQiziali Laurent, Brasa, i due fratelli Cima, Merilld, Bernieri, Bac-
celieri, Rebaulin, Lanzani, Beceni, Chiesi, ed i sott' uffiziali e sol-
dati Obis, Francesconi, Girardi, Lanci ed il sargcnte degli zappatori
Ratta (che prese prigioniero il generale russo Sweczin). Furono de-
gni d'elogio nei cacciatori a cavallo i caposquadroni Bucchia e Lo-
renzi. Il 4? col favor delle tenebre, il viceré effettuò la ritirata, ed
ottenne così qualche ora d'avanzo sopra i RussrrEra appena giorno,
quando giunse avanti al villaggio di Polianovo , vicino al quale
scorre il fiumicello d'Osma. Il ponte era molto angusto ed in cattivo
stato, e come tutti volevano porsi in salvo ad un tratto, furono de-
signati uffiziali di stato maggiore per mantenere P ordine durante
questo difficile passaggio e fare sfilare l'artiglieria nello stretto. Na-
poleone che precedeva di una giornata, avendo inteso che la sua
retroguardia era attaccata , si fermò a Doroghoboui, ma istruito
poi che il passaggio era slato superato, continuò il viaggio. La divi-
sione italiana seguitò la marcia, sempre disturbata dai Cosacchi che
la fiancheggiavano, e giunse lo stesso giorno a Rouibki, il 6 a Doro-
glìoboui. Qui l'esercito perdette ogni ordine e la sua attitudine mi-
litare^ la fame, il freddo e la stanchezza sciolsero i reggimenti: il
soldato non obbediva più all' uffiziale , e questi si allontanava dal
suo generale 5 gli uomini sbandatasi sparsero sulla pianura per cer-
care vitto , ed i paesani armati col sussidio dei Oisacchi ne face-
vano strage. 11 4.** corpo fu il 7 a Zazelé, l'S a Sloboda, ma le strade
erano rovinate , i cavalli indeboliti , per cui i carriaggi rimasero
io ritardo, e nella notte vennerb" saccheggiati. Il 9, di buon mat-
tino , arriva alla sponda del fiume Vop , ove era stato rotto il
ponte daU' escrescenza dell'acque, nb vi era mezzo di ripararlo
r. //.
20
(ad onta (Irgli sforzi fatti dal culonnillo Zaiiar.Iiiti ): i Cnsactlii
sovrastavano in gran uihiktq : il pcmolo era iintnìiiciiU: : si
collocarono sui fianclii alcuni soldati. Jl colonnello Dt^l-panlc SÌ tuisc
alla testa dtlla guardia ifale, e passò il Vnp a piiado, facen-
dosi largo Ira i giiiacci, colTacqua fino al petto; doj») st^fjuì il
passaggio dogli altri ed iiìcoiliinciarono a sliinrc gli ccjuipaggi
ed i cannoni. A malgrado degli sforai inauditi del Itravo colon-
nello Millo e del capitano degli zappatori Ferrarin , n'>n si riii-
sd a lras|>ortarIi sulla riva oppnsta e bisognò aliltandoiiarli , per-
dendo ino cannoni, che seguitavano questo corpo, LWi si ab-
liandnnarono lutti gli equipaggi , che. furono in »n inoiiiroto
sa echeggia ti dalla soldatesca; in fine verso sera si parli da que-
sto campo di dnsola/.ione , e gP iLiliani si formarono in un vil-
laggio, mezza lega al di tjua del Vop. Fu notte d'oirorc ! Accam-
pati i soldati Sidla ncvi^, mal vestiti, senza vitto, incalzali da un
avversario salito ìn orgoglio , senza che formassero un corpo
ordinato per contenerlo, privi di cavallerìa f di artiglieria, non
erano più un esercito, ma avanzi estenuali dalla miseria, jiei'-
segnitati dagli uomini e dagli elementi.
Il tenente Tei7,i, iif.l/.ialc dello sLato maggiore. |)arlila dal Vop
per recare un dispaccio a IVapoleonc a Stnolensk, fu preso dai f.'o-
saeclii. A Ducliowszeyna, il caporale dei velili reali (ìticTrini di Fori*,
sorpreso nel suo posto, eliltc tempo di gridare all'armi ! prima di
radi r vittima dei ccdpi del nemico , il quale gli aveva piomcsaa
salva lavila, se si arrendeva tacendo.
Dopo inauditi stenti, fmalmenlc gP Italiani poterono strascinarsi,
il i3, a Smolensk. Qui si sperava di ritrovare sollievo a laiilc
privazioni, ma lo concepite speranze svanii-ono. Allora tutti si al>-
handonarono alla disjierazione, e ciascuno pensò alla propria con-
servazione, ol)b1ian<lo il dovere. I magazzini destinali [ter le di-
slrilinzioni dei biscotto furono mossi a ruba.
Passando Napoleone a Juvocva il i3, ed avendo udito un fuoco
ben nudrilo di mosclielteiia, diresse a quella volta la divisione Cla-
parede, che arrivò in soccorso di un battaglione del 3." reggimento
leggero italiano, il quale battcvasi fm dall'alba del giorno con-
tea Ozarowski , coli venuto allo scopo d" impedir il passaggio allo
stesso Napoleone. Anche in quest' occasione egli encomiò il valore
degl'Italiani che contribuirono ad assicurargli la ritirata in così
dillìcile momento.
— 203 —
Il i4i J^ divisione francese comandata dal generale Brouscicr
era alle prese coi Russi; il viceré si mise alla tesla della guardia
reale italiana: trentadue granatieri caddero gelati nel mettersi in
linea ( il freddo era giunto a 1 8 gradi sotto zero) ; dopo di aver
conti'apposto al nemico due cannoni ed un obice , spedì 5o sol-
dati, rappresentanti due compagnie, ad attaccarlo, e in egual tem-
po pochi cavalieri condotti da Narboni^ Brusa, Buccbia, Lorenzi,
Cliizzola , Giulini ed altri uffìziali assaltarono i Cosacchi e li re-
spinsero.
Il i5 novembre, dopo aver preso i pochi viveri che erano ri-
masti dal saccheggio, gF Italiani lasciarono Smolensk e bivac-
carono a tre leghe più in qua : il 16 continuarono a mai-ciare
abbandonando il resto dei cannoni ( meno due ) che fino allora
avevano potuto salvare, non potendo più essere strascinati per la
perdita cpiasi totale dei cavalli. Due ore prima di arrivare a Krasnoè
fu condotto un parlamentario nemico, che intimava al 4-*' corpo di
arrendersi prigioniero, essendo circondato da 20,000 Russi; il par-
lamentario fu rimandato con rifiuto di risentimento per roltraggianle
proposta; allora il viceré conoscendo la gravita della triste sua posi-
zione , pensò ai mezzi di uscirne , deciso piuttosto a soccombere
Con onore, che arrendersi. Tosto fé'/ puntare i soli due cannoni
che gli rimanevano, e meditò di forare la linea nemica e di por-
tarsi avanti. I Russi si ripiegarono, facendo fuoco, e si fermarono
in una posizione favorevole , ove furono attaccati dal colonnello
Dei-Fante, che con un pugno di gente (erano 200 uomini circa)
si slanciò sul nemico , ma colpito da due gravi ferite , dovette
sortire dalle file,. e mentre era ricondotto sul di dietro, una
palla di cannone gli fracassò la spalla e lo uccise. La perdita
di questo valoroso fu generalmente compianta : Napoleone fece
assegnamento ai genitori di Del-Fanle di una generosa pensione.
I soldati eh' egli aveva guidati vennero cai icati dalla cavalleria
russa e distrutti. 11 viceré, vedendo la persistenza dei Mosco-
vili a volergli impedire il passo , finse con movimento abile di
voler continuare il combattimento sulla sinistra , ed intanto che
i Russi concentravano sopra questo punto la maggior parte delle
loro forze per inviluppare i pochi avanzi che avevano a fronte ,
ordinò alla guai-dia reale , ed a tutti quelli che erano rimasti , di
stilare per la destra , e così riuscì a salvarsi ed a raggiungere il
quartiere generale di Napoleone. Il 17 il viceré si avviò a Lb-
i
me. È inutile paibrc dd cavalli: qtipsli orano pelili, mono ben
potili spettanti agli ullìziali, e pochissimi ai scildati.
Le penlili' patita dalf e-si-rctto ilattano [H>r la spedixione di
Rus:>ia possono riiissiinici-si come segue:-
Uomini, partiti «7,397
Ritornati circa 1,000
Periti o rimagli prigioiiicri 26,3j)7
(divalli parlili (con ;^n l)-,ioi ) 9,'^-fo
Tutti periti.
Caiinriiii cundotli in Itilssia 58
Cussiitji (la iiiiinizioiii 'it)i
Carriaggi tla Irasjjorto 704
Tutti jierduli.
Scbiii'ric In (jiicsli cenni si disegni {vtrtitaniciUe la fnru tifile
uiilizii- italiane inviate in Itu^sia, pure stini» non fuor di pro-
posito di fjr conoscere ancoia la tjiiota d'ogni iiaxioiK', che Torinti
(pteslo iinpoiitnte esercita ( Dot". \X.VI1I ). Si riicveri clic In
(jui sto quadro e ipielii pubblicati da altri scrittori, erni'rgc lina dillè-
renza di {grande rilievo intorno alla sua fori,!. La mia opinione prò-
[>e[ide a riguardare atteiidibde più d'ogn'allro ciò che scrissi; La-
banine, nonostante eh' v^Vi acceiiiiaNse ail uua forza molto supe-
riore a (pieila rilerita dagli altri, da che mi consta aver egli miinUi
i snoi lujui alili stato maggiore generale ; oltiechfc conosco quan-
to ;jia ciiscicMzioso ed esatto "quelito distinto uriizialu , che fece
parte per lungo tetr.|io delPesei-cilo italiano ( autoR' anche H' una
storia [iregevole di Venezia). Ma nessuno poi vorri impugiiai-e
il giudizio che Napoleone diede del libro di lui , allorché disse:
K Un histoj'ien y pix-ndra des Lonnrs choses. » ( Mi-'moriai de
Sainte-llélìne, 19 jum iSitì.)
Per chiudere la narrazione di tanta catastrofe credo dover qui
rilerii-e le significanti parole del rinomato canonico Contruccì,
s'criUe a gloria delle nostre schiere:
— 207 -
A lUCORDAKt: NEI POSTERI
IL VALOR SOVRUMANO
CON CHE I GUERRIERI DEL RECANO D^ ITALIA
UNICI
fra quanti collegati e sogcietti
si:gijitarono l\ Russia nafoleqni:
a confortare il duolo e i;orgoglto della patria
riportarono intatte li: aquile nazionali.
Il ministro della gnoira vd i reggimenti avevano inviali in
Rnssia sotto la custodia dei guardamagazzini Francesco Crespi e
Francesco Giambelli (il ^4 g*"o'^^ ^^' *' '^ ^g^^sto), convogli
considerevoli d' oggetti di vestiario del valore di circa mezzo
mil'onc , per sopperire ai bisogni delF esercito in quel rigido cli-
ma, ma questi giunsero verso il Niemen al momento della riti-
rata, ed andarono in gran parte dispersi. Però gli oggetti spedili
dai corpi, confidati alle lispettivc scorte, furono deposti in Glo-
gau ( Doc. XXIX ).
Anche prima che avvenissero i disastri della ritirata dell'* eser-
cito da M(vsca , il ministro della guerra era slato incaricato di
spedire riuforzi alla divisione Pino , ed infatti alla fìne di novem-
bre mosse da Verona una brigata comandata dal generale Zucchi,
forte in totale di yy^i uomini, di i8{i cavalli, i8 cannoni, 69
cassoni da munizione e 86 carriaggi di trasporto ( Doc. XXX ).
In questa campagna servirono in qualità di uftlziali d^ ordinanza
presso il vicerè gli ufllzìali italiani Fei retti , Corner, Dcl-Fante ,
come pure gli scudieri Bellisomi ed Allari, ed ebbero tutti a ri-
portare meritati encomi.
ADRlATiCO.
Dopo l'infelice tentativo fatto nell'anno scorso per ripigliare
l'isola di Lissa agl'Inglesi, se ne ordinò un altro. 11 vascello
di 74 cannoni il Rivoli , costrutto per conto della Francia nel-
r arsenale di Venezia, salpò da quel porlo il aa febbraio, mon-
tato dal capitano di vascello Barre , surrogato a Dubourdieu nel
comando delle foi-ze navali nell'Adriatico. Aveva 808 uomini di
equipaggi Illirici e Dalmati, e sei mesi di viveri; erano con que-
sto legno tre brick , uno con bandiera francese , il Mammalucco
ì'
— 208-
da 8 cannoni, comandalo dal lenente di vasct-Ilo AIlM-rt, due
italiai)i, il Mercurio di ìS cannoni, rclto dal tciiciittr di vasrelln
Palicuccliia , e l'altro Y Eridano di i6 cannoni, governato dal
tcQcnle di vascello Coconij>ergI)cr. Queste divisione doveva racco-
elitTc a Trieste le foi-ze ivi preparate dalla marina fraiux-sc, pur
ritentare mia ttrza spedizione sopra Lissa.
Nel giorno a3, alle 2 antcìneridiane, lo velo inglesi il P^eisel,
brick di aa cannoni, attaccò il Mercurio, ed il vascello il f^tt-
torioso, comandato da lord Talliol, seguitò il Rivoli. Barra inco-
minciò il fuoco , e la Itordata jmssando fra gli alltcri del Vit-
torioso., gli tagliò solo qualche cordaggio , ina questo rispose con
una bordata dirella al coii» del Rivoli, clic per essere cosi vi-
cino, peixìì: molta gente. Barrì: tentò di rimettersi, e léce dimi-
nuire le vele , ma il f^ittorioao, che camminava più veloce, passii
da prua scaricando una seconda bordata d' infilata , che pi-odusse
un grandissimo danno al Rivoli , e poi si ritirò per riparare
i guasti avuti nella sua allicratura , e non ricomprve die tre
quaiti d' ora dopo. Allora il Rivoli accoslandolosl dappi'esso che le
anteuue maggiori sì toccavano , incominciò uno dei più sangui-
nosi combattimenti che siano mai accaduti. I cannoni da 36 sca-
ricavano palle e mitraglia sopra gente distante qualche volta meno
di dicci passi. Intanto faceva giorno , ed il Mercurio cbe si b«I-
leva valorosamente contro il f^eisel, ad un tratto saltò in aria, nh
si sa come si accendessero le sue polveri. Per tal modo il brick
inglese liberato dall'inimico si rivolse verso i brick VEridano ed il
Mammalucco che rifiutarono il combattimento, fuggendo verso
Trieste, perseguitati dal f^eisel. Il Rivoli perdette l'albero di
mezzana ed il pennouc di gabbia , ma grandi erano anche i danni
del Fittorioso e tali , che vedendo la resistenza del Rivoli e la
poca probabilità di vincerlo , chiamò con un segnale il f^eisel, il
quale retrocedette senza essere investito dai due brick T Eridano
ed il Mammalucco, che , riuniti, avrebbero vinto sicuramente
il brick inglese, e decisa la sorte della giornata a danno dei contrari.
11 Feisel, giunto sotto alla prua del Rivoli gii ridotto agli esli-emi,
batteva, senza essere oRèso, la parte sempre vulnerabile di ogni le-
gno ed allora affatto inerme del Rivoli per la mancanza di gente
e per la rovina dell'artiglieria, il f^ìttorioso, quantunque ridotto
a poter appena rispondere ai vari colpi nemici, pure non cedeva,
confidando nell'aiuto del brick. Fu allora che Barre, chiamati intorno
— 29 —
a se gli ufTizialì superstiti .^ domandò loto qtial fosse lo slato del
vascello , e risultò che di 808 persone , 5o2 erano inabili al com-
liattimento , die non vi erano che sei pezzi di cannone montati ,
che r acqua saliva a sei piedi nella stiva, che erano stati aperti nel
corpo del vascello 4^ fori più vicini di un piede al mare, che Tar-
boratura era divenuta inutile per le grosse avarie^ che il corfiolo
Caccompergher, ed il francese Albert eran fuggiti coi loro due brik,
e che il Mercurio col bravo Palincucchia era saltato in aria. Esau-
riti pertanto tutti i mezzi di difesa, e nella convinzione di aver so-
stenuto con onore la bandiera, fu determinato arrendersi, ed alle 9
ore mattina cessò il fuoco e si ritirò la bandiera. La storia impar*
ziale assegnerà ai tenenti Caccompergher ed Albert quel grado di
responsabilità die pesa sopra di loro per la perdita del Rivoli^ es-
sendo certo che se avessero almeno trattenuto il Plsìsel^ non solo
non si sarebbe arreso il Rivoli^ ma avrebbe invece preso il fritto-
rioso. Il Rivoli fu poi condotto a Lissa , e porta lo stesso nome
anche attualmente nella flotta inglese.
INTKINO.
Nell'interno del regno ebbe nell'autunno di quest'anno a suc-
cedere fanesto avvenimento, che privò l'esercito di uno de' suoi
più dUilìiìti ufllziali superiori della gendarmeria , il capo di squa-
drone tiuigi Bignami. Faceva egli il consueto giro semestrale di
perlustrazione nel dipartimento del Mctauro. Partiva da Fabriano
avviato a Iesi , seguilo da un solo gendarme d' ordinanza a ca-
vallo, quando a tre miglia dalla città s'imbattè nella banda di bri-
ganti che numerava a venti uomini, e che avfeva a capo il fami-
gerato Trovarello, e ne venne circondato. Era nuli' ostante riuscito
a sottrarsele ed a campare dalla scarica di moschelteria che gli
fu fatta alle spalle , quando tre individui appartenenti alla stessa,
uscenti da una cascina, gli fecero fuoco addosso e lo stesero morto
al suolo. Abbandonato cadavere, fu raccolto da' suoi commilitoni
di Iesi, avvisati dall'ordinanza di quest'assassinio, e fu sepolto
nella cattedrale di quella città, coi più grandi onori militari. Il
capo di squadrone Cazzola fu destinato surrogarlo nel comando.
L'infelice Bignami doveva, rientrato ad Ancona sua residenza,
recarsi in quei giorni a Forlì , ove aveva ad incontrare un' av-
venente giovine bresciana a lui fidanzata. Il destino volle che que-
sta infelice restasse vedova prima d'essere maritata.
T. IL 27
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r»...:. li A. ■■;•■■ CAPITOLO XIV.
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i; ''. ' - .'• < r Vlit. .■l.l.il'lr-'-il"
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-'^ ^"^VéHidni DI GOERRA NEIiil^SIS REU.A«PAGNA, aEnMANIA,
'J- 1.^' - ILUniA E ITALIA.
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".•i ■' I
Al principio dell'anno le schiere iblìanc erano riprlitc come
segue:
La divisione SevcroH nell'Aragona, quella di Paluriibini a
marcia da Madrid alla Biscaglia: la hiigata Zucclii attravcnan
la SaNsonia ptr raggiungere il viixi'è a Ma lieti wei-der ove si rac-
coglievano gli avanzi della spedizione di Mosca. Erano sempre a
Corfù due battaglioni del a.°ed uno del j." l'infaiiti-ria coli' arti-
glierìa e zap^ialuri come nell'anno precedente.
La divisIoDc l'aloniLitii parli il giorno 8 gennaio «la Madrid
per recarsi nella Discaglia. 11 freddo era casi intenso, che non
lungi da Madrid iuconlrù sul cammino oltre i5o soldati fran-
cesi assiderali^ via facendo raccolse gran numero d'aroieali che
servirono alla sussistenza dell' escicilo di Marmout e della pro-
pria divisione. Senza scutilri giunse il 3 febbnio a Posa nella
%^
— 211 —
Bureba, ove prese |ìOsizìone ^ il 9 Palombini fece sortire dal cani[)o
il generale S. Paul col 4*'^ reggimento d^ iurauteria ed il i.° squa-
drone di dragoni Napoleone alla volta di Roxas, per procurarsi
viveri^ indi avviò pure il a.^ leggero, comandato dal colonnello
Salvatori, e T artiglieria a cavallo a Hermosilla. In Posa non erano
rimasti più di iioo uomini zappatori , artiglieri e bersaglieri del
6.** d^ infanteria ^ ed alcuni drappelli collocati ai posti avanzati
a custodia dei principali accessi. I corpi usciti eransi già allonta-
nati più di 5 e 7 miglia, quando i partigiani Mendizabal e Longa
attaccarono le squadre poste sulle alture di Posa con 4000 Spa-
gnnoli, ed obbligavanle a ripiegarsi. Allo strepilo dei cannone Pa-
lombini fece battere la generale , raccolse le sue schiere e vi ac-
corse, nella direzione in che stavano i soldati di S. Paul e Sal-
vatori. IL nemico penetrò nel villaggio quando gP Italiani ne usci-
vano alla rinfusa, approfittò del disordine per sorprendere al-
cuni uomini, ed impadionirsi di qualche cavallo, di un cannoiie e
di piccolo bagaglio. Palombini, che si era collocato in mezzo alla
pianura, vi stette immobile aspettando il giorno, per potere sco-
prire V attitudine e la forza del nemico ^ e frattanto, assistito dai
capitani Ronzelli e Del-Pinto, diede opera a raccogliere i soldati
sparsi nel paese. Fattosi giorno , vedendo egli concentrarsi gli
Spagnuoli, ed assicurato delFimminente arrivo di Salvatoli, de-
liberò di attacourli , sopravanzarli da un lato , e costringerli a
ritirarsi. Animati i suoi a non contare i nemici , ma ad avanzar-
si, ed a visiera calata dar loro addosso , guidò egli stesso il bat-
taglione Mateucci all'attacco, secondato da jBerchet, Baccarini, Ron-
zelli e Boccalari con altre minori forze. In quel punto fu an-
che raggiunto dalla colonna di Salvatori. Assalito il nemico sulle
alture, questi fece un fuoco assai nudrito, cagionò gravi per-
dite soprattutto negli utfìziali, tra i quali restò morto Aftrici e ven-
nero feriti Mateucci, Abati, Del-Pinto , Bernardini e Ferrari , ma
nulla potè contro la fermezza dei superstiti , i quali batterono il
nemico e lo obbligarono a fuggire abbandonando il cannone che
aveva preso , il convoglio , più soldati e tre uffiziali \ la fazioue
non era finita e già tornava S. Paul , il quale concorse ad in-
calzarlo. Si segnalarono, oltre i nominati, gli uffiziali Boccalari,
Ronzelli , Berchet , Baccaiìni e Rasi.
Palombini di poi, raccolte le sue genti, si diresse, il 1 3 febbraio,
a San Domingo, senza che gli Spagnuoli osassero seguitarlo ^ il 1 7
>
fece ritirare da Noiara un corpo nemico, il i8 prese cani[Ki
intorno a Haro, il 19 giunse a Vittoria, da dove, il giorno »(►-
presso, si recò sulle coste dell'Oceano, ed 11 ai giunse a Bilbao,
ove erette alcune rortidcazinni coli'opcra degli zappatori italiani,
covcmati da Vacani, ottenne l' intento di sostenersi con poche forze.
11 10 marzo Palombini mosse verso Portiigalftte e di li .sotto
("astro, iuviando Vacani, colla brigata S. Paul , a Santnllmi e
dintorni per riconoscere il forte ; distaccò il capitana Pavesi colle
comiMgnie scelte sopra i monti di sinistra al colle S. Pelava, re-
spinse alcuni posti esteriori e potè pienamente elletttiarc la voluta
esplorazione. 11 aa Vacani i'u incaricato, con poclii zappatori ita-
liani e 20 scelti granatieri francesi, di avvicinarsi a Castro per
impaurire il nemico; tutto intanto veniva premuralo per l'as-
salto , <jnando la sera del a3 arrivò di sorpresa lo spagnuolo
Campilln, che rovesciò i jxisti principali del a,° leggero italiano.
Palombini rigettò il nemico esterno, e all' indomani 24 si opjKKic
pure ad una sortita de! presidio del forte, sali sul colle di S. l'c-
tsya , e colà guidò di fronte il 4° e 6." dMnfanteria italiani, coi
dragoni Napoleone, per la cresta più alta ad irrompere sulla linea
di battaglia del nemico.
Palombini quantunque inferiore di forze, e a malgrado degli osta-
coli del terreno, giunse ad alì'rontarc alla baionetta la massa prin-
cipale comandata dallo stesso Mendizabal i, allora il battaglione Ma-
gistrelli, fatta a pochi passi di distanza una scarica , si slanciò al-
l'attacco, ruppe la prima e la seconda linea di nemici ed impedi
la loro unione col presidio, costringendoli a fuggire vei-so Tni-
cios. In quest'incontro si ebbe la perdila di 110 Italiani, tra i
quali rimase ucciso il tenente Ponti, e furono feriti il caposqua-
drone lìarheri e gli uflìziali Mosti, Pavesi, Ceracclii, Ferrari, San-
girolami, Bassi, Bentivoglio e lìaroschi.
Menti-e Palombini incalzava Mendizabal, il 2.° leggei-o vigoro-
samente attaccato da Campillo , fu castreltn alla ritiraLa. Paloni-
bini i-etrocesse per soccorrerlo ; il 26 egli tentò di sorprendere
Mendizabal sulle alture di Olanes; gli SpagnuoH riuscirono a
riunirsi ed op|)orre resistenza all'attacco degl'Italiani, rinforzati
da due liattaglioni francesi condotti dai generale Itoget. Lo scon-
tro fu livo, e si protrasse lino a notte, allorché gli Spagnuoli
piegarono nei colli di Bareina ed i Fi'anco-Italiaui sulle alture di
Oj.lKl.
•^
~
■^r
— 213 —
II 21 aprile , Palombini assalì il nemico nelle vicinanze di
Guemica col 4-° ^ 6.° d^ infanteria, formati in colonna serrata per
divisioni , e forzò V ingresso del villaggio , secondato a destra da
due compagnie del 2.° leggero , ed a sinistra dai dragoni Napo-
leone. La maggior forza degli Spagnuoli era sui monti di Na-
varnis; essi, accortisi della loro preponderanza, attaccarono i no-
stri vigorosamente , occuparono Gucrnica e lo forzarono a ri-
piegarsi. Palombini, giunto in opportuna posizione, si fermò, e
trasmutando I4 ritirata in attacco, si rivolse contro il nemico , lo
attraversò , e si mise a cavallo delle strade di Navarnis e Guer-
nicaf. La perdita degF Italiani fu di 80 uccisi e feriti , e fra
<{uest' ultimi il capitano Cabrini, uffìziale distinto, il capitano
Bonzi , i tenenti Lana e Bettinelli ^ ed il granatiere Torri del 4***
d' in&nteria , il quale caricatosi sulle spalle il capitano Cabrini
ferito, lo portò alP ambulanza ^ in cammino , serrato da vicino
dal nemico, lo pose in terra, urtò di punta, ferì di fuoco, e
pose in fuga quelli che ,lo minacciavano , indi ferito egli pure
e barcollante , riprese il carico e lo pose tra le (Ile dc^ suoi a sal-
vamento. I combattenti restarono nelle loro posizioni^ il 4 aprile
gP Italiani, per bisogno di provvigioni di guerra, piegarono a
Mendata. Ivi riunironsi al ^0° d* infanteria francese.
Palombini, il 5, affrontò gli Spagnuoli nella forte loro posizione di
Navarnis, attaccando egli da un lato, mentre il capobat taglione Bocca-
lari entrava nel villaggio e faceva man bassa ^ in questo fatto rimase
ucciso il capitano Gonfalonieri. Il 6 gP Italiani erano a Laqueysio
e Motrico , ed il 9 verso Azcoytia , assalirono gli Spagnuoli e li
cacciarono dalle loro posizioni ^ discesi essi al piano, e rannoda-
tisi, assalirono Palombini in maniera cli^ egli stesso dovette lottare
di persona coir arma bianca e sciogliersi dai nemici , riuscendo
con isforzi vigorosi a riordinare le sue squadre e vincere gli as-
salitori.
Il 10 Palombini fu a Villareal e Bergara, ove avvisato che gli
Spagnuoli erano andati ad attaccare Bilbao, vi si avvicinò^ P in-
domani era a Mondragon, ed il i4 a Guemica, ove trovò ac-
campati due battaglioni spagnuoli comandanti da Quintana, che fu-
rono dispersi colla perdita dei bagagli *, Baccarini si distinse ed
il 16 Palombini rientrò in Bilbao.
Severoli era sempre nelF Aragona ^ il capobattaglione Seit:o-
gnani occupava la posizione di Riela, sulla sponda sinistra dello
^i^TT^^^
— 314 —
Xainn con inoo Italiani e lan ussari francesL Lo spagnuolo Du-
rane si presontò in gennaio sopra la Sierra di Almonajol, ciò clic
obbligò Scvci-oli a tenerlo d' occhio a Carióena n Inoliti vicini,
ma tidn riuscì mai ad indurre il nemico a giornata.
In febbraio furono ultimati i lavori del Torte à' AlmuiiÌB e vi si
posero i5o uomini del i." d'iuranlcrta, comambli eia) capitana Pic-
cinli , ctl otto zappatori sotto gli oi-dini del tenente Bonalumì; l' 1 1
fclibraio 3oo fanti e ^n cacciatori a cavallo vennero spedili a Puerio.
1 cacciatori s' imliatteroiio in una landa spagnuola di loo vava-
lieri clic furono subilo caricati, 5 uomini e ly cavalli rimasero
in potere degl'Italiani. Il 13 questa colonna si diresse a Villa-
franca i allo shocco dello stretto scopei-se la lauda di Fraylcs, di
circa 5oo uomini . che riprarono in un Imìsco. 1 4° caccìalori
italiani li inseguirono e le uccìsero ^o uomini e fecero lOO pri-
gionieri, -fra i ([uali il maggiore Tliein ed il teticiite (^ml)o, an»
lieo frate. Frayles fuggì a stento scavalcando un muro e si pre-
servò dalla prigionia. Alla Hne di mai*») Montcbruno co' suoi Ita-
liani, marciando da Alcaniz sopra Mora d'Ebro, obbligò D'Epo-
Jcs a levare l'assedio di quel castello.
Impegnato seriamente Suclict nel regno di Valenza a tenere in
freno e SpagnuoH ed Inglesi, richiamò presso di lui la divisione
di Severoli dall' Aragona. Questa jartì immediatamente , ed il a
maggia era di già a Moncada , ove fu ricevuta dallo stesso ma-
resciallo con soddislazione , vedendo accorrere alla difesa del re-
gno di Valenza una delle due divisioni italiane che avevauo in
gran parte contribuito all'acquisto di quel regno, li i." reggi-
nierrlo d' infanteria ed i cacciatori italiani furunti acquartierati in
Valenza, sotto gli ordini di Mazzucchelli, clic ne era il governa-
tole; il I." leggero fu posto a Lvra, .sotto Q comando di Monte-
bnjLio, capo dello stato maggiore, e ciò accadeva il 4 "isgg'O-
Il 17 aprile era giunto l'ordine all'esercito di Discaglia d' io-
corporare la divisione Palombini in quella comandata da Scveroli ,
per non formare più che una sola divisione italiana all'eser-
cito d'Aragona, sotto gii ordini dil maresciallo Sucbet, e che Pa-
lombini col suo stato maggiore dovesse trasferirsi in Italia^ l'ese-
cuzione di quest' ordine fu diìlcrita, ad istanza del generale ita-
liano e delle sue genti, fino a che fosse preso Castro ed alloala-
iiato il nemico.
Il 37 aprile i Francesi , comandati da Foix , di notte si arni-
— 215 —
zaronodai campi di Colindi*cs verso Ampucro, ma sia che la guida
perdesse la traccia del cammino per combinazione fortuita o a di-
segno, fatto è elle invece di giungere alla sua meta avanti Talba
dò non avvenne che a pieno giorno •, fu così celere allora il ftio-
rimento del nemico che la mischia venne subito impegnata, e gli
Spagnuoli respinti.
Intanto si aflfrettaron i preparativi delF assedio di Castro, e il 4
maggio era intieramente -investila la piazza^ Peruzzo, Erba e
Pacchierotti coi loro cannonieri eseguivano i lavori delle batterie
sulle tracce date da Vacani. Il generale Foix ( uno dei più distinti
uffiziali d'artiglieria) rendeva all'esimio Vacani quei tributi di stima
die seppe sempre da tutti meritare , dicendo nel suo rapporto : << I
tf lavori deir assedio non che le principali idee della direzione che
u lianno prodotto i migliori risultati, furono fatti e stabiliti dal bravo
u signor capitano del genio italiano Vacani, perfettamente secon-
ti dato dall'altro capitano del genio Guaragnoni. Gli zappatori ita-
u liani, formati dall'esperienza degli assedi di Catalogna, si mo-
*t strarono non meno abili, che intrepidi, n
Si riferisce da riputato storico che il generale Foix , in una rela-
zione esistente negli archivi del ministero della guerra francese ,
adoprasse le seguenti espressioni: ulo non ho mai veduto soldati
u coisi avidi di battersi come gì' Italiani della divisione Palombini;
u questi non sono uomini in mezzo al fuoco, ma leoni che rug-
a giscono. La parola r/£/rato li irrita^ essi non sanno che vincere
« e non contano mai il numero dei loro nemici; con simili
a truppe si può intraprendere tutto, e si è sicuri di riuscire. '9
Era S. Paul colla sua brigata a Samano il 5 maggio , e Pa-
lombini a Portugalctte per coprire T assedio , e gli zappatori ita-
liani, diretti da Vacani, aprivano una strada fra la Casa Quadrata
e il piede della breccia.
Si adoperarono in questo lavoro, altrettanto didicile che impor-
tante, i sargenti Oreglia, Bresciani e Albarelli. Il la maggio,
destinato alla presa della città , il capol)attaglione Magistrelli ,
colle coippagnie scelte del a." leggero, 4-° ^ 6.** d'infanteria co-
mandava una delle colonne destinate all'assalto; i capobattaglioni
Svanini e Mateucci avevano sotto i loro ordini le altre genti di
riserva. GÌ' Italiani hirono i primi ad applicare le scale, e quando
batteva l' ora dell' assalto , 3oo erano già sulle mura e condotti
dal tenente Toiiombani , volgevansi a ridosso della breccia, men-
— aie —
Ire MaeislrclU s' inoltrava verso il xnv/.zn AvWa jicnzxa ; Oiiara-
cnoiii intanto cogli zappatori ed altri pigliava la fcoiilc della br-ec-
cia. Ma se ottcniiesi con lievo perdila l'acquisto della città , così
non accadde nel forte; valida ne fu la dìTcsa contro gli attacchi
ripetuti dai capitani Berard , Georgi, Caprini, Ceroni, Leardi e
dal lenente Villaia; perù venne alla fitte foi-ialo l'ingresso del ca-
stello dai volteggiatori italiani guidati dagli nffiziali (ìuingrct e
Cestari; i rinchiusi preferendo alla pi-igioiiia la morte geltaron'»Ì
sulle spade degli assalitori , e i superstiti raggiunsero a nuoto la
flottiglia, cosiccliÈ non fu dato di prenderne neppur uno prigio-
niere. Il generale Foix cosi si espresse nel suo rapporto : « Io
" non posso lodare baste voi niente la costanza spiegata dagf Ita-
ti liani in (piest' assedio , e l'allegrezza e l'entusiasmo con cui si
H sono piTcipilati all'assalto. Gli artiglieri erano insuFficenìi, ma
« hanno supplito al numero colla loro abilità u coraggio. Deblxi
a particolari elugi ai signori tenenti Pacchiamlti, Erlia e Pcruzzo,
« ai capitani de! genio Vacani e Guaraguoni , al generale S. Paul .
« al capobattaglionc Magistrelli , ed al tenente Ce-*tari del fi." dì
« infanteria. »
Palombini , conquistato che fu Castro , lasciò il coraaado della
sua divisione riordinata in una brigata sotto gli ordini del gene-
rale S. Paul, e si diresse all'Italia prendendo congedo dalle sue
scliicrc con un ordine del giorno nel quale risaltava ralFczione che
provava per esse. Egli giunse a Milano il 3o giugno.
Il 3 giugno una flotta coinandaLi dall' ammiraglio inglese
llallowcl con 18,000 uomini di truppe da sbarco, comandate dal
generale Murray, gettò l'incora a aooo tese dal porto di Tarra-
gona e vi sbarcò con tutti gli apparecchi per l'assedio. Le genti
sliarcatc si recarono al Francoli per chiudere Tarragona; ivi era
governatore il generale Bertolelti civn 700 Francesi ed altrettanti
Italiani di presidio. Egli, che era uomo da non sgomentarsi, non
solo decise di difeudei'si nella piazm , ma pensò di occnjiarc le
informi mura del Forte Reale, e quelle del bastione San Carlo,
sole opere altre volte capaci d'interdire al nemico l'accesso al
porlo , al sobborgo ed alla parto di recinto reputata la più debole.
Bcrtoletti seppe ridestare nel picsidio quello spirilo e quell' entu-
siasmo che rendono V uomo capace di tutti gli sforai che il peri-
colo della posizione può mai esigere, I tenenti Diego, Mattia e
Buontempi del 7." d' infanteria proseguirono in mezzo a mille pe-
— 917 —
riooli a dirigere i differenti lavori del genio, e diedero prova del
massimo zelo. U presidio fece delle sortite per ritardare la marcia
degli assalitori otto volte più numerosi ^ i tre navigli corsari italiani
ancorati nel porto furono tirati a terra, disarmati, e gli equipaggi di
60 uomini sotto gli ordini dei capitani Caracciolo, Grauthier e Liberati
vennero a rinforzare il presidio ; si protesse la sortita degli abitanti,
e tre quarti della popolazione lasciò i suoi viveri ai difensori ,
tutti i magazzini furono posti in salvo dal pericolo delle bombe,
si riattarono alla meglio le opere di difesa, si turarono due porte,
ed il presidio sempre in moto si mostrava su tutti i punti riso-
luto di voler fere un^ostinata difesa. Tale era il procedere drì no-
stri, quando gUInglesi, ripartiti in quattro divisioni, cingevano
Tarragona.
Bertoletti fece una sortita nella notte del 3 al 4 giugno sui
colli che occupava il nemico per dargli Y allarme e scanda-
gliarne r attitudine. Il capitano Lavillion, il tenente Vidiella
con i5o &nti e 6 cacciatori a cavallo (condotti dal maresciallo
d^ alloggio Melzi ) si slanciarono in mezzo ai posti avanzati nemici ,
lì respinsero e presero la posizione dell' Olivo. Vidiella fii ferito,
e Melzi ebbe il cavallo ucciso ^ vi furono 5 morti e 1 a feriti dei
nostri, ed il nemico perdette 1 5o uomini. Air indomani altra sortita
con 20 cacciatori italiani, guidati verso 'A piano dal capitano Bevi-
lacqua, per dissipare i bersaglieri nemici.
Nella notte del i 9I S^ una parte della flotta inglese venne a
battere col cannone le opere esteriori , per proteggere la costru-
zione di una batteria alia foce del Francoli ^ nella notte successiva
rinnovatosi P attacco della flotta, fu pure armata un'altra batteria.
Sul far del giorno, la flotta cessò il fuoco , ma le batterie nemiche
cominciarono il loro e dei moschettieri inglesi furono mandati a
bersagliare i difensori, ma questi vennero dissipati dalle sortite del
presidio giacché il generale ne faceva frequentemente ora su un punto
ed ora su un altro per tribolare il nemico e turbare i suoi lavori. In
tal modo Bertoletti con un pugno di gente, rinchiuso in una fortezza
quasi smantellata, con pressoché tutte le opere esteriori distrutte , si
copriva di gloria ed illustrava il nome italiano. Suchet a Valenza
e Maurice Mathieu a Barcellona, radunarono truppe per accórrere
in soccorso di Tarragona^ ma T inglese Murray intanto prose-
guiva i suoi lavori d'assedio, sbarcava altre grosse artiglierie, ed
il 9 giugno la flotta e le batterie fecero un fuoco terribile lan-
T. II. ^8
— 218 —
ciaiido qualche migliaio di boiiibi- clic produssero guasto enorme
nelle case e nelle ojK-re di difesa. Il io Ìl geucraie iqglcse inriò a
Berlolclli il suo rapo dello stalo maggiore oii proposmoni di resa,
m* ci rls|)0se vhv lo sialo della piazza da lui comandata n'ni lo au-
torizzava a riceverne alcuna. Il la Sudici e Maurice Malbieus'»-
van7Jvano, e Murra)' sul dubbio d' esser rinserralo da corpi dciuì-
ci, doim un fuoco dei [nh vivi, ripetuto da tulle le Ijalterie di terra
e dalla flolla, sgonibi-ò i campi, nbliandonò quasi tutta la sua grossa
artiglieria e rapidamcalc si rimbarcò. II presidio di Tarragona rac-
colse 5 mortai, 5 obizzi, 8 pezzi da a4' ^3 piattef'orme , 6i4
bombe, 8^0 granai*! e molte altre munizioni. Si distinsero Ìl capo-
battaglione Soldati, r aiutarne di canapo Vassalli, Ì capìlaai Ituggi,
Mcneslon. il lenente Mai-otti, ed i chirnrglii Cerini e Meri i ni , e
si rammentò n)n lode il sott'ufGziale dei cacciatori a cavallo Mclzi.
Il maresciallo Sucliet così scriveva, il si giugno, al ministro della
guerra francese: « Con premura io imploro le grazie di S. M. I. R.
H sul r." battaglione del ao." di linea francese, e sul i.' battaglione
** del j." d'infanteria italiano, e più particolarmente sul generate lìcr-
» tfdetti, cbe si ì^ in quest'occasione coperto di gloria, do[K) di
m aver mostralo col suo vigore e colla sua perseveranza nel supc-
M rare tutti gli ostacoli , esser egli degno di tutta la benevolenza
« dcir impci-atorc. " E il a8 giugno aggiungeva: ^ La neccs-
« sita di tener dietro ai movimenti della flotta inglese mi lu
H sfoiTialo a sacrificare il piacere clic avrei avuto di rallegrarmi
« col governatore Bertoletti e colla brava guarnigione di Tar-
•■ lagona per la sua bella e vigorosa difesa. " Nelle sue memorie
Sucliet cliiama Bertoletti « Uomo fermo, di mente fredda ed
attivo. »
Il a5 giugno Sevcroli contribuiva coiFranccsi a rioccu|>arePedraIva,
S. Paul, richiamato il capitano Carli, che era distaccato sulla
costa, si avviò colla sua brigata da Bilbao e Ourango, ove
si riunì alle divisioni francesi e prese parte alla fazione che il
generale Foix ebbe cogP Inglesi alla sua sortila da Bergara,
indi formò la rclioguardia , ove i dragoni Napoleone contennero
lungamente la cavalleria nemica; ([uando il aG verso Seguera gli
Inglesi discesero per invUupparlo, S. Paul li ruppe, e li fugò
verso i monti , poi proseguì la sua marcia verso Tolosa colla
pei-dita di a6 uccìsi e 54 feriti. Si distinsero il capitano Carli, i
lenenti Guagliumi, Leardi, Fabris, Dooadeo e Baldassari. Il 26
— 219 —
giugno S. Paul , assieme ad una brigata francese , ebbe scontro
vivissimo cogF Inglesi.
L' 8 ottobre la divisione Maucune , colla quale allora si Ir^ii
la brigata S. Paul , fu sorpresa dagl' Inglesi ; gV Italiani '{(SSceati
una vigorosa resistenza. Il ao ottobre , si distinsero nuovamente
riprendendo al nemico il ridotto di Santa Barbara, ed il io no-
vembre penetrarono con Foix fino a Maya. U 1 1 , al ponte di
Gambo, attaccarono e respinsero Tinimico con perdita.
Montebruno nell' Aragona raccolse a Terruel i presidii staccati,
e raggiunse l'esercito nella valle del Francoli fra Valls e Tar-
ragona. Furono messi 1 5o Italiani sotto il comando del capitano
Mussi in Saragozza , e 1 1 5 soldati e zappatori in Almunia sotto
gli ordini del tenente Bonalumi.
Severoli e Montebruno avviaronsi, il i8 luglio, per Lerida, ove ,
restarono di presidio i5o Italiani, indi raggiunsero l'esercito a
Yillafranca con 3ooo uomini.
Il 22 luglio lord Bcntink si disponeva all'assalto di Tarragona,
ma (u respinto valorosamente per tre volte da Bertoletti e vedendo
rifiutata l'intimazione della resa della piazza, fatta il 3i luglio, si
limitò a lasciare un corpo ragguardevole per bloccarla.
U 7 agosto gì' Italiani perdettero alcuni uomini nella valle di
Noya ^ ed un battaglione poetato a Satf Sadurni riuscì a salvarsi
dalla prigionia col sagrifizio di 3€k:l ^tnbattenti , fra i quali il
prode capobattaglione Ferrante.
Il 19 agosto Bertoletti, approfittando dell'allargamento del
blocco, lasciò Tarragona conducendo con lui 600 Italiani dopo di
avere smantellata la piazza.
U capitano Ceroni Nicolò, rimasto con un distaccamento di aSo
uomini nella Biscaglia per concorrere alla difesa di Lareda, respinse
il 6 agosto il tentativo fatto dagli S|>agnuoli per occupare questa
posizione: il ai agosto i5o Italiani fecero una sortita e respinsero
aooo Spagnuoli. Nella notte del ai al aa febbraio 18 14? una co-
lonna di 4000 Spagnuoli fece un nuovo attacco, montò sette volte
all'assalto del forte e fu sempre respinta: rimasto prigioniero in
una sortita il comandante del forte con due uifiziali italiani. Ceroni
prese il comando, e proseguì a difendersi ed a combattere col mas-
simo eroismo. La difesa aveva durato sette mesi, quando jicr tradi-
mento furono aperte di notte tempo le porte al nemico che vi pe-
netrò numeroso 5 pochi, e con loro il capitano Ceroni , furono in
*^
tempo a dar di mano alle armi, e ad aprirsi la strada con doU-r-
minala ed intrepida risoluzione pcv dirigersi a Sanlonna, Quivi
giansero laceri, dolenti e malmenati, e vi rimasero fino alla resa
della fortezza seguita dopo il trattato di pace del 3o maggio i8i4-
II 14 settembre Severoli andò da San Sadurni a Villafranca, indi
fu destinato ad essere intermediario fra Gcrona e Barcellona. Egli
aveva un campo trincerato a San Selony, fatto preparare dall' inge-
gnere italiano Colella.
In dicembre Severoli e S. Paul partirono [ler l'Italia colla di-
visione che annoverava 5778 uomini.
Il maresciallo Sucliet accommiatò Severoli colla seguente lette-
ra : u Se Ilo finora ritardato e palesato dispiacere nel vedermi
« privare delle brave ed agguerrite truppe italiane, fin <pii rima-
M-stc nel mio esercito , fu meglio per un sentimento di stima di
u cui io era contento di dar loro la prova, che nella lusinga che mi
« fossero pili lungamente lasciate. » E nelle sue memorie : « H ma-
tt resciallo si separò con pena dalle brave truppe italiane che i pe-
li ricoli della loro patria richiamavano al dì là delle Alpi. »
Ebbero i pochi superstiti al loro ritorno in patria il compenso
degli elogi loro compartiti per via dai popoli, dalle autorità e dal-
l'amorevole accoglienza ricevuta dai concittadini, e soprattutto
nella capitale del regno. Iti il presidio, gli abitanti e le autoriti,
correndo in folla ad incontrarli, non saziavansi di manifestare la
gioia e l'orgoglio die ispirava alla patria la loro vista.
Ne! corso di sei anni, nei quali gl'Italiani combatterono nella
Spagna, vi furono spediti dal regno in totale, uomini di diverse
anni 3o, i83
ed essendone ritornati 8,c)58
la perdila in uomini fu di .
3a,aa5
I cavalli inviativi numerando a 2,6x7
e non essendone ritornati che 3oo
i perduti risultarono ^i^ay
Quanto alle bocche da fuoco non vi furono perdite di gran mo-
mento.
P
— 221 —
GERMANIA.
Ridottosi a Marienwerder, il viceré potè raccogliere, col tempo,
un migliaio d^ Italiani, che andarono successivamente riunendosi,
ma in qual miserabile stato si trovavano mai !
Il i6 gennaio i Cosacciii penetrarono a Marienwerder e giun-
sero inosservati sino alla porta dell' alloggio del viceré. Il velite
italiano Bettarini di sentinella, è il primo ad accorgersi del ne-
mico^ uccide sui gradini medesimi il più audace dei Cosacchi
e risveglia l'allarme; accorrono Ferretti, Mengaldo e Delstein. Le
guardie prendono le armi ed affrontano gli assalitori, e mentre
per altra parte escono a difesa i pochi avanzi dei corpi italiani ,
spaventati i Cosacchi fuggono lasciando i loro morti e feriti sul
terreno. Il viceré, postosi alla testa de' suoi bravi difensori, si av-
via seco loro a Neuburg, e quivi ricomparsi i Cosacchi, il prode
capobattaglione Bonfanti Filippo ( uno degli uffiziali di distinzione
dell'esercito italiano), tien testa con pochi della guardia reale al ne-
mico e lo respinge. Il viceré prosegue la sua ritirata per Schwetz
ed arriva a Posen ( 1 3 gennaio ).
Ivi egli (partito Murat) assume interinalmente il supremo co-
mando dell'esercito.
Napoleone ordina al ministro della guerra del regno d'Italia di
formare una divisione destinata per il grand'esercito in Germania.
Viene tosto riunita , e dopo ordina inoltre di rinforzarla , e di al-
lestirne una pure di cavalleria , riunendo così una forza totale di
i9,4^a uomini, 58aa cavalli con 28 cannoni, per portare il corpo
d' esercito italiano in Germania ( la brigata Zucchi compresa ) a
218,444 uomini, 8908 cavalli, 46 cannoni, i48 cassoni di muni-
zioni e 116 carriaggi (Doc. XXXI).
Il viceré rimanda in Italia gli avanzi dei corpi italiani reduci
dalla Russia, consei*vando presso di sé alcuni drappelli di uomini
ancora in istato di combattere, cioè venticinque guardie d' onore
comandate dal tenente Sommariva Carlo ; alcuni veliti retti dai te-
nenti Prina Giuseppe e Mengaldo Angelo ; pochi granatieri della
guardia dal capitano Vercellon Luigi ; i dragoni della guardia dal
capitano Cima Giuseppe , dai tenenti Speroni Luigi e Baistrocchi
Ferdinando ^ i dragoni Regina dal caposquadrone Laurent France-
sco, ed i cacciatori a cavallo del %.^ reggimento dal caposquadrone
Rossi Luigi. Pei' lai modo il principe riunì circa 5oo Italiani e aoo
cavalli coi eguali si ritrasse sull'Elba.
La brigata Zucclii giunse a Berlino il i3 gennaio. Il i4 feb-
braio il 4-° reggimento dei cacciatori a cavallo italiani (coman-
dalo da Erculei) fu sorpreso ed assalito da quattro reggimenti
russi, due dei quali di cavalleria comandati da lìcnkendorf, fra bo-
schi e paludi vicino a Stanbcrg, e fu quasi completamente scouQtto
dopo di aver fallo prodigi di valore. A stento il colonnello Erculei
potè salvarsi con poclii più risoluti, e 700 rimasero sul campo morti,
l'enti o prigionieri. Il caposquadroac Re Giovanni, fermatosi vicino
al campo di l)attaglia colla compagnia .scelta, protesse il libero pas-
saggio di 4o cani di feriti clic da Francforl andavano a Berlino,
dopo di cbe si ripiegò sulla brigata Zucclii che faceva parte
della divisione Gerard. Si distinsero particolarmente gli ufGziali
Beccaria Francesco, Bordogni Andi-ea, Pranzi Stefano. Il viccn\ a
testificare la sua soddisfazione al caposquadrone Re pei servigi se-
gnalati resi in questa disgraziata giornata, lo nominò coinandaule
le guardie d'onore,
li 6 marzo gli zappatori italiani, comandati dal capitano Alleilo,
furono impiegati a fortificare Witteinberg suU' Ella,
La Prussia, gettata la masciiera, si unisce alla Russia ed abban-
dona Napoleone , il quale esclama: « Non è la prima volta clte in
« politica la generosità fu pessimo consiglio! "
Il 5 aprile, nelle vicinanze di Magdehurg , allorché i Russi at-
taccarono i due batbglioni del 2.° leggero italiano che erano a
Mocheru, il cajKìbattaglione Ceccopien formò la sua gente in qua-
drato, ma investito da masse oltremodo soverchianti e fulminato
da una batteria di sei cannoni, si rìlirò passo passo ordinalameute,
resistendo alte carielic della cavalleria nemica e raggiunse Zuc-
chi. Questi fece formare i due battaglioni in tre piccoli quadrati,
e quando furono in marcia nella direzione di Nedlitz , il ne-
mico li circondò con venticinque squadroni di cavalleria ( circa
6000 uomini ) , e cagionò loro grave danno. Per due volte in-
timò al generale Zucclii di arrendersi, ed ci rispose " che gì' I-
« taliani erano assuefatti a capitolare a colpi di baionetta e cbe Io
'.- attendevano per discuterne i patti in tal guisa. » Intanto su-
perati gli ostacoli frapposti alla maicia da frequenti passaggi di
acque e dalla molestia continua di un nemico orgoglioso, Zuccln
si riunì la sera al resto della sua brigata a Nedlitz. Questo fatto
— 225 -.
costò la perdita di 53 morti , fra i quali il capitano Borroni ,
di stato maggiore, e di 1 6 feriti e di un cassone da munizioni ab-
bandonato per essere stati uccisi due carrettieri e tre cavalli.
La bella difesa degritaliani fu sommamente apprezzata dal vi-
ceré, il quale andando loro incontro , disse : u Voi siete bravis-
<* sima gente ; non potevasi più degnamente sostenere, di quel
M che faceste , V onore delle armi italiane. Renderò conto all' im-
u peratore della vostra distinta condotta , che mi rende vera-
u mente orgoglioso, n Ed in così dire strinse aOettuosamente la
mano a Zucchi, esternandogli la piena sua soddisfazione. Fra quelli
che meritarono plauso venne ricordato il capobattaglione Cecco-
pieri , che tenne sempre fronte al nemico e mandò vana la carica
di Uu reggimento \ i capitani Jacques, Visconti e Bassi ^ il tenente
Giardini ed il caporale Elsi 5 Taverna Gaetano, che per la prima
volta trovavasi alFcsercito in qualità di scudiere presso il viceré,
recò ordini sul campo di battaglia , ed ebbe per la sua alacrità e
destrezza a meritare gli elogi del principe.
Il 39 aprile la brigata Zucciii superò la testa del ponte di Hall
preceduta dagli zappatori (comandati da Alietto), abbattè le porte
della città , ne scacciò i Prussiani di York ( che aveva il primo
disertato pochi mesi addietro V esercito alleato francese ). Essi la-
sciarono in questa fazione un ufficiai maggiore e 200 prigionieri.
Intanto il viceré inviava al ministro della guerra istruzioni
incalzanti per riordinare nuovi corpi italiani (Doc. XXXII). Pre-
scrisse poi di dare ad un nuovo reggimento il numero ottavo
(Doc. XXXIII).
Il a." reggimento cacciatori italiani Principe Reale fu dopo la ri-
tirata di Russia ridotto ad un drappello comandato dal capo di squa-
drone Rossi Luigi, e durante V inverno rimase suir Elba ove rese
servigi ben meritamente encomiati dal viceré. Fu riordinato coi
rinfoi*zi condotti dal colonnello Lavai , che ne assunse il comando
al principio di maggio ^ venne ricordato con lode Sebastiano Ar-
vedi, addetto al reggimento, per aver di molto contribuito a far
ristabilire in salute tanti soldati rotti dai disagi mediante le sue co-
gnizioni e cure spontanee ed indefesse.
Il viceré in mezzo alle gravi occupazioni dell'esercito non di-
menticava gli affari dell' interno del regno, dava ordini al ministro
della guerra per la difesa marittima di Venezia (Doc. XXXIV).
Sceglieva il caposquadrone SerbcUoni per suo uffiziale d'or-
dinanza, chiedeva che gli si proponessero altri dal ministro, e si
occupava di ottenere dall' imperatore avanzanicnti di grado e
decorazioni per gl'individui proposti dal ministro della guerra
(Doc. XXXV).
Il a maggio si combatti: la battaglia di Lutzen , nella quale la
brigata Zuccbi ebbe pure a fronte le truppe prussiane di York
che respinse sino a Eisdorf, Verso le ore dicci della sera (vinta dai
nostri la giornata ) gli ulani di Prussia ed un coi-po di Cosacchi
tentano di sorprendere il campo di Napoleone. Le soldatesche si
formano per quadrali, e l'oscurità produce disgraziati equivoci;
accorre il distaccamento della guardia reale italiana a cavallo (com-
posta di guardie d'onore e dragoni reduci dalla Russia), e indignati
quei prodi dì tanta petulanza, si avventano sugli aggressori e li
fugano. Grande coraggio spiegarono in questo trambusto Cima
capitano dei dragoni, Ì tenenti Speroni e Baistrocchi, il brigadiere
Franceschini, ed i dragoni Girardi e Calcatcrra, l'ultimo dei quaU
rimase anche ferito. Il drappello dei dragoni Regina condotto da
Laurent ebbe pure a distìnguersi in qucst' incontro.
Al dì vegnente la brigata Zucchi incalza col resto dell'esercito
i Prusso-Russi sulla strada di Dresda.
La divisione Pcyri , associata al 4-'' coi-po , stette in riserra a
Lutzen. Gli zappatori italiani risarcirono il ponte sull'EJster.
Il 5 maggio la brigata Zucchi attaccò a Scffersdorf sei batta-
gUoni di granatieri russi, piotctti da numerosa artiglieria e caval-
leria. Ceccopieri si avanzò il primo con un battaglione de! a.'
leggero, e solo ostò all'urto di quelle masse. E quando poi si
vide appoggiato alla sinistra da due battaglioni del 5." d^inlan-
leria italiano, si slanciò con nuovo ai-dore sul nemico, pervenne
a scacciarlo ed incalzarlo colla baionetta alle reni molto avanti
sulla strada di Dresda. Questo fatto che onora il capobattaglionc
Ceccopieri e Peri , colonnello del 5.", costò 34o feriti, di cui 1 1
ufiìcìali, e i5o uccisi, compreso un nflìciale. Oltre i sopra nomi-
nati meritanosbella lode Pisa colonnello , Olini e Dondini capobat-
taglioni, Tonelli aiutante maggiore, Gattinara, Maralla, Brugnani,
Brunetti, Raffi e Dnpassi; il tenente Benvenuti, il sottotenente
Dericci Giuseppe ed il sargente Buselti. Il bollettino dell'esercito
diceva: « L'attacco fu vivo : i nostri valorosi si precipitarono sui
« Russi, li ruppem, e li ributtarono sopra Marta. La perdita del
u nemico fu di aooo uomini. »
— 925 —
n 7 maggio 1 due battaglioni del a.^ leggero (preceduti dal a.*
e 4-^ <l€Ì cacciatori a cavallo italiani) scontrarono i Russi nella for^
tissima posizione di Lienbach, li investirono e ributtarono, e dopo
tenace opposizione, riuscirono ad impedir loro di tagliare il ponte.
Sopravvenuto il S.^if^Unfanteria, il nemico progredì nella sua ritirata.
Gli Italiani presero *posizione nel bosco suir altura e nelle vici-
nanze di Dresda. Il a.^ l^gg<^ro ebbe in questa circostanza ao morti
ed 89 feriti, tra i quali tre ufficiali. Si segnalarono gli ufficiali Be-
senzi, Benvenuti, Ceracela, Roberti e Belotti, non meno che il
sargcnte Bfìisetti (ferito).
Il giorno 8 gli zappatori italiani costruirono per ordine imme-
diato di Napoleone un ponte al villaggio di Priesznitz. %
II 9 due battaglioni del a.° leggero italiano si trasferirono
alla sponda destra deW Elba come esploratori. Essi furono assaliti
da diversi battaglioni nemici, ma essendo stati collocati 80 can-
noni sulle alture di Priesznitz, i Russi si volsero in fuga.
Il 5.^ d^ inGmleria italiano passò sul ponte di Dresda il 10, in*
terponendo scale fra le due pile , e così superò V arco rotto dai
Russi. Ristabilito poi il ponte, lo attraversò pure la divisione Peyri.
Gli zappatori italiani per garantire il nuovo ponte eressero
presso Priesznitz opere di campagna a malgrado del fuoco di mo-
schettcria del nemico che ferì loro 7 uomini ed il capitano Alietto
nel petto.
Il giorno II il viceré lasciò il grande esercito e traversò Mo-
nade, ove riuscì a ritardare di alcuni mesi la defezione della Baviera.
Il la maggio r imperatore passò in rassegna il i.^ e a.° i*^ggi-
mento cacdaton italiani ed il reggimento dragoni. Napoleone ne
espresse la sua soddisfazione nel bollettino in questi termini:
tt U imperatore ha passato in rivista la divisione di cavalleria ita-
a liana del genei*alc Fresia composto di 3ooo camalli provenienti
ce dall^ Italia. S. M. è stata estremamente soddisfittU di questa ca«
« valleria, la cui bella tenuta debbesi alle cure ed dU' attività del
ce ministro della guerra d^ Italia Fontanelli , il quale nulla ha ri-
M sparmiato per metterla in buono stato. ^ '
Nello stesso giorno la divisione Peyri si avviò a Koenigsbruk.
La brigata Zucchi diretta a' Bischosfwerda col corpo di Macdonald
scontrò il nemico ed insieme agli altri corpi delPesercito lo at-
taccò e lo battè ^ e Macdonald ne rimeritò di elogi sul campo di
battaglia tutti i reggimenti,, ed in particolare la brigata Zucchi^ la
T. //. 29
>
— 226-
quale fonnava la vanguardia. Il i5 presso Goedau, questa brigata
trovò il nemico in posizione e ne fu espulso da un ballaglione del
5." d'infanteria. La compagnia che precedeva fu inviluppala tlalla
cavalleria e fu rolla: il nemico assalì pure il battaglione Olini che
aspettò la carica di piede l'ermo e la respinse energicamente , e
riuscì anclie a batterlo e sloggiarlo dalle colline. Prosegui dappoi
a destra la marcia sopra BautzeQ. La [lerdita degli Italiani fu di
97 feriti, 36 prigionieri e 35 morti, fra i (juali il capitano Bru-
netti , che fu ucciso dalla cavalleria per non aver voluto arren-
dersi.
La divisione Fresia, composta di 3 i-cggìmenti di cavalleria ita-
liani, era sulla strada di Bautzen. La divisione Peyri è staccala dal
campo di Biscliosfwerda e si dirige a Kòntgzwartlia ove perviene
il 19. Quivi si riposa, ed attesa Tannuncialalc vicinanza del corpo
di Ney si crede in piena sicurezza ed ommette di perlustrare i
boschi dei dintorni. I Rus^i che erano ivi appiattali si accorgono
della inconcepibile sicui'ezza nella eguale Peyri vive in mezzo ai
nemici. Il genei'ale Barklay non mette dimora, e ne approBtta,
sbocca improvviso dal lato dì Ratibor e piomba furiosamente
e di sorpresa sugli Italiani disarmati. Tentano (juesli di giun-
gere ai loro fasci d' armi, e impugnatele tumultuariamente sotto
grandine incessante di moschetteria , mitraglia e colpi di lan-
cia, ciascuno cerca difendersi. Intanto i Prussiani comandati da
York si collegano al corpo russo. I generali italiani Peyri, Sau-
f Andrea e Balatliicr, i colonnelli Rossi, Fenìi e Armandì , ed al-
cuni altri ufiìziali raccozzano alla meglio te schiere. Armandi
riesce a pone airapcrto 4 cjinnoni, e Guidetti ne colloca pure a
altri reggimenlari. I soldati sì battono spicciolatamente alla rin-
fusa. Varese, col battaglione della guardia di Milano che ritorna
da una spedizione colla sua gente in armi, di agio ai reggimenti
disarmati di rannodarsi, e intanto tien fronte al nemico. Balathier
ferito cade prigioncro con 600 soldati isolali ed inermi, molti ca-
valli e cannonieri sono uccisi, Peyri ordina la ritirala, die si fa col
minor disordine possibile. I cannoni italiani rispondono alla nume-
rosa artiglieria nemica: si formano i quadrati, non vieil fatto alla
cavalleria nemica di romperli. Gli Italiani alta pcrGne giungono
ad un bosco dal quale il generale Sant' Andrea si ostina a non
volerne uscire che morto; la zullà continua accanila due ore;
Kellerman si avanza , York gli va incontro , ma sopi-aggìunta
Lauiiston lo batte ^ Kellerman si mostra alla destra dei Bussi
e li fa vacillare , s^ innoltra , e gli Italiani a lui si uniscono , ed
assalgono i nemici che si ritirano ^ Kònigzwartha h ricuperata ^
ma il nemico avea di già posto in salvo una gran parte de^ suoi
trofei. Gli Italiani ebbero 6òo uomini morti o feriti, perdettero
3 cannoni e 5 cassdbi, oltre i prigionieri indicati.
11 1 o maggio la brigata Zneclii, di vanguardia al corpo di Mac-
donald superò il ponte della Sprce sulla strada di Bautzen , e si
impadronì dei monticelli posti fra questo villaggio ed i bosclii.
La divisione italiana prima comandata da Feysi chiese ed ot-
tenne di formare la vanguardia di Ney. Il ao e ai maggio ebbe
lupgo la gran battaglia di Bautzen e Wurtschen. La divisione ita-
liana condotta da San t^ Andrea rovesciò i trinceramenti dell'ala
destra russa. H aa maggio la reti'oguardia nemica fu raggiunta a
Reicbenbach, e battuta da un corpo di cui facevano parte i reggi-
menti di cavalleria italiana comandati da Fresia. La lotta fu san-
guinosa.
Il 2i6 la brigata Zucchi passò la prima la Quciss , e il giorno
appresso valicò il Bober, ove soprattutto gli zappatori di AUctto fe-
cero prove di coraggio.
Glogau fu liberata dal blocco dopo quattro mesi d'investimento.
Ivi era governatore Taiutante comandante Durrieu, sottocapo dello
slato maggiore delPesercito francese in Italia , ufficiale generale
reputatissimo e di cara memoria agli Italiani , riconoscenti ai ri-
guardi ed alla imparzialità colla quale seppe apprezzare i loro
servigi. Erano in Glogau parecchi Italiani, e Durrieu non trala-
sciò di rendere loro giustizia, e fra gli altri al capobattaglionc del
3.^ d^ in&nteria Olivazzi , del quale così parlò nella sua relazione
del ^9 maggio i8i3: « Neirattacco di una batterìa degli assedianti
u Olivazzi entrò il primo alla trincea. I bravi Italiani sono arri-
u vati alla corsa, e ne hanno scacciati 4^^ Prussiani. >»
Il 3 1 maggio partirono da Dresda per V Italia i distaccamenti
della guardia reale italiana (residui della spedizione di Mosca) che
raggiunsero poi la guardia in Verona.
U 4 giugno fu sottoscritto l'armistizio fra Napoleone, l'impe-
ratore delle Bussie ed il re di Prussia a Pleisswitz.
Durante T armistizio la divisione della cavalleria italiana, co-
mandata da Fresia, fu disciolta: i tre reggimenti che la compo-
nevano furono destinati a &r parte di brigate francesi.
— 298 —
All'atto (Iella rottura deirarmistizio l'Aiisli'ia si dichiarò nemica
di Napoleone. Questi col suo esercito occupava in quei momento
la linea che dal Baltico si dirìge all' Adriatico (da Amburgo a
Fiume ) lunga non mono di mille miglia gcografìche (di 6s al
grado) (Tav. B). 1 corpi degli eserciti alleati sommavano a circa
Soo.oiKt nomini con i5o,o(in cavalli, e quelli di Napoleone a
3oo,ono uomini con 60,000 cavalli , ed erano disposti come
segue :
SiilPF.Iha bassa ed a Magdeburg. Davoust conti-n Walmodeo.
A WittoniliOTg, Ondiuol contro Ìl principe di Svezia e Boii-
low.
Nella Slesia, lungo le frontiere della Prussia e della Sassonia
da Witlemhcrg sul!' Ellia a Muhlrose suIP Oder, il corso di que-
sto fmmo sino a Aiiflial ; dalla foce della Katzbach a Ncukirch ^ il
Bolwr da Lamm iìno a Berteldorf allo sbocco di un piccolo fiu-
me, e lunghesso per Rirnniz e Schreibersau al confine boemo
colla Slesia, Ney contro Blucher.
A Zittein Victor, a Pirna Gouvion Sainl-Cyr contro Schwwt-
zcnibcrg comandante gli Austro-Russi.
Agli shocchi della Boemia verso la Baviera fino al Danubio ,
Augcreau conlro Klenau.
Sulla dritta del Danubio Wredc contro Rcuss.
Itimonlando V Inn nel Tirolo e la Salza nel Salisburghesc fino
a Willacli, corpi slaccati bavaresi contro Anslriaci.
Neirilliria, il viceré contro HìIUt.
Dresda ei-a il punto rilevante di questa immensa linea, e qualora
si fosse vinta da Nnpolconc una gran battaglia campale, sarebbe
tornata facile l'occupazione di Praga distante sole scssantaqualli-o
miglia.
Wittomlierg poi a sole quarantotto miglia da Berlino era po-
sizione così favorevole da agevolarne la immediata occupazione in
caso di felici successi.
Durante l'armistizio gp Italiani furono accampali nella Slcsia-
Blnclicr, generale prussiano, anticipò co' suoi movimenti l'epoca
determinata per la ripresa delle ostilità. Egli il t4 agosto le inco-
minciò in Islesia contro Ney. La brigata Zucchì ruppe i ponti
sul Bober; un battaglione del a." leggero assieme a aoo Na-
politani respinse i corridori prussiani che tentai-ono di sorpren-
dere il posto napolitano. Questa brigata (il iB agosto) si mosse
— SH9 —
per occufare Laiia ; incontrò 4oo Cosacchi e li sgominò , indi si
trovò a fronte dei còrpo russo comandato da Langeron forte di
9000 fanti e i5oo cavalli con isi cannoni. Gli Italiani avevano 4
battaglioni e 4o cavalli napolitani , con a cannoni comandati da
Neri : Zucclii non conta i nemici, arringa i suoi soldati , e que-
sti al grido -^ Viva Italia ! — vanno avanti , e pieni d^ ardore
in mezzo ad una tempesta di fuoco giungono fino alP ingresso
della città che il nemico difende accanitamente. Pisa, colonnello, ò
ucciso. Pavoni, capobattaglione, è ferito. Peri, colonnello, e Cecco*
pieri capobattaglione rimangono alla testa dei soldati e incalzano
vivamente i Russi. Qui la mischia diviene terribilissima: muoiono
il capitano Georgesi, i tenenti Guagnini, Dominicotti e Galuzzi^
cadono feriti gli aiutanti maggiori Torelli e Citonio, il capitano
Sarti ed i tenenti Tadini, Siripoldi e Forciani. Si sceglie da Neri
ottima, quantunque pericolosa posizione, né tarda con due canno-
ni a scagliare grandine di mitraglia sulle loro colonne: finalmente
il valore intelligente e costante delP Italiano superò e vinse la re-
sistenza del Russo. La città fu invasa dalle differenti piccole nostre
colonne die incalzavano alla baionetta i nemici. I cacciatori na-
politani la percorsero in ogni senso; i Russi vennero di tal maniera
perseguitati fino al ponte del Bober , ove cercando passaggio al-
r opposta riva molti si annegarono. Otto cannoni e grossa massa
d^ infanteria, die non avea preso parte alPazione precedente, custo-
diva il ponte. Lasciò passare i fuggiaschi e li protesse con ben
diretto fuoco, poi cercò essa stessa di ripassare il fiume , e ri-
acquistare il perduto terreno. Invano Langeron si pone alla testa
de^suoi. Zucchi ha collocato le sue genti in modo che sfida ogni
assalto, e lo respinge; Langeron fa scagliare obizzi e incendia la
città, die in gran parte rimane distrutta. I Russi tentarono di so-
stenersi sul fiume, ma furono ributtati; gli Italiani conservarono
la loro conquista , ma V ebbero pagata ad alto prezzo dacché
numerarono log morti, fra i quali un capitano e a ufficiali; ^00
feriti, nel cui numero 8 ufGciali subalterai; il sottotenente De-Ricci
che comandava i bersaglieri (e fu creduto morto), si segnalò e
venne promosso a tenente. La perdita del nemico fu considerevole:
gli si fecero loo prigionieri; Langeron nella notte abbandonò la
sua posizione; Zucchi rimase il 19 a Laha. Il bollettino delFe-
serdto si espresse in questi termini:
<f II 18 il generale Zucchi ebbe ordine di prendere la pie-
— S30 —
» cola città di Lalla; egli visi portò con una brigata italiana, csc-
« guì bravamente l'ordine, e fece perdere al aemico più di 5oo
u uomini. Il generale Zucclii è tm ufficiale distinto, le truppe ita-
a liane hanno attaccato colla baionetta i Russi die erano in nu-
li mero assai superiore, »
Tre compagnie del 5." di infanteria rimaste in posizione a Lcitl-
benlieicben furono attaccate, ed assieme ai Francesi costrinsero il
nemico a ripassare il Bober; questo fatto glorioso per gli Ita-
liani fu contrassegnato dalla morte di due ufficiali, Dessi e Sai^
soni, e di otto sott^ ufficiali e soldati, oltre G8 feriti.
Intanto Napoleone si recò alT esercito della Slesia, comaodatn
da Ney , dopo di aver l'atta e.seguirc una forte scoperta nella Boe-
mia air oggetto di minacciare le comunicazioni fra l'esercito di
Blucher e quello di Scjiwartzenberg, e per procurarsi cognizioni
precise sulla forza e posizione dei nemici. Conobbe per tal modo clic
vi era in prima linea una divisione austriaca comandala da Bubna.
e clie i corpi russi di Barklay e di Wittgenstein , colle riserve
della guardia dell'imperatore Alessandro, erano a Praga, ove si
trovavano riuniti i tre sovrani alleati. Era facile supjiorre che
questo cortsidcrcvole concorso di forze a\'Csse per iscopo una irru-
zione sopra Dresda, al Tuie d'intercidere le comunicazioni dircUe del-
Tesercito francese col Keno^ ma simile operazione esigeva tale una
prontezza di movimenti, di cui Napoleone non riputava capaci i
suoi nemici , e j)erciò risolse di recarsi contro Bliiclicr prima
di ritornare a Dresda. Lasciato Victor a Zittau con un corpo
sufficiente per guardare gli sboccili della Boemia , Napoleone
andò nella Slesia , ove trovò che Noy si era ritirato al Bobcr.
11 ai l'esercito francese riprese le ofR-nsive; si costrussero ponti
sul Boiler a Lowenberg colla più grande attiviti^ , ed a mezzo
giorno passò 1' undecimo corpo alla di cui vanguardia si trovava
la brigata Zucchi. Il corpo prussiano di York venne vigorosamente
attaccato , e respinto sulla strada di Goldlierg. Il aa Bluclier ve-
dendosi incalzato sopra tutti i punti , si ritirò dietro la Katzbach,
lasciando un forte distaccamento russo-prussiano sulla riva sioisti-a
di questo fiume nei villaggi di Ober e di Nicdcr-Au.
Intanto il a." reggimento dei cacciatori a cavallo italiani prin-
cipe Beale, che faceva parte della divisione Pajol presso Marien-
licrg, fu circondalo da numerosa cavalleria prussiana, la quale
sboccò contro di lui per Sayda, e lo inseguì fino a Frcyl>ei^.
— J51 —
In quel meatre Napoleone, istruito dei movimenti dell^ eser-
cito di Schwartzenberg sopra Dresda, partì in tutta fretta colla
sua guardia ed altri corpi, conducendo con lui Ney, e destinando
Macdonald al comando delF esercito della Slesia.
11 a3 volendosi occupare la posizione di Goldberg, la brigata
Zocchi, sempre di vanguardia alF undicesimo corpo, appoggiata
dalle schiere francesi, attaccò il posto di Nieder-Au, difeso vigo*
rosameote dai Prussiani comandati dal principe di Mecklenbourg.
n nemico venne forzato a passare la Katzbacii dopo che i suoi
battaglioni furono battuti dal 5.^ d^ infanteria e dal 2.^ leggero»
e le sue batterie smontate dalla nostra artiglieria comandata da
Neri. Brillante ed eroico combattimento per gP Italiani, encomiato
dugli stessi nemici.
Blucher incoraggito dalla partenza di Napoleone , e conoscendo
il movimento di Schwartzenberg sopra Dresda, pensò a ripren-
dere le oflfese a seconda del piano combinato cogli altri alleati
di agire tutti simultaneamente , e nei giorni a4 e a5 ricompose
le sue schiere. Intanto Macdonald ( quantunque alcuni storici pre-
laMkno che avesse ordine di non prendere Tiniziativa delFattacco)
metteva i suoi corpi in movimento per respingere dalle loro posi-
zioni i Prusso-Ru5SÌ. Il 26 Blucher mise pure in marcia tutto' il
suo esercito per passare la Katz])ach tra Liegnitz e Goldberg ,
mentre Macdonald contemporaneamente si portava verso Jauer.
Le dirotte piogge cadute nei giorni precedenti avevano ingrossati
i ruscelli , formandone dei torrenti , e ciò impedì ai due generali
di conoscere i movimenti che si operavano. Appena che gli alleati
si accorsero che il nemico aveva passata la Katzbach , non tarda-
rono ad incontrarlo. Blucher fece tosto i suoi apparecchi d^at*
tacco. La divisione Gerard delP undicesimo corpo, di cui faceva
parte la brigata Zucchi, si spiegò in battaglia tra Weinberg e
Klein/Tintz. La attaccarono di fronte Wassilczikow , de Sacken e
d^York, mentre due reggimenti di cavalleria irrompendo fra Eicholz
e Hochkirch si portavano sul fianco , ed un corpo considerevole
di Cosacchi alle spalle oltrepassando Klein-Tintz.
Per tal modo la brigata Zucchi si trovò in un terribile fran-
gente, e per salvarsi non le restava che tentare una disperata
difesa opponendo valorosa barriera di baionette ai numerosi ne-
mici che la circondavano. Sebastiani accorre colla cavalleria ,
ma è ritardato dagU intoppi che frappone T artiglieria nello stretto
T
da Kroitscli a Nietler-Kraya, ed una brigata del 3." corpo in-
viata a soccorso vcHiie pure ruspìiita. L'inimico pivixle lutto
il parco deli' uudcciino corpo. Zucchi co' suoi due intrepidi r^-
gimenti 5." d' inranterìa e 2." leggero , ridotto a [KkIiì combal-
teutì , ma riuuìti, lenta di aprirsi la ritirata, protetta dairìntrc-
pidissimo Neri. Questi co' suoi cannoni fa prodigi di valore.
Serve pertìno egli stesso, assieme ai pochi soldati che restavano,
quei cannoni ciie Gno allora aveva potuto salvare, ma che fu poi
costretto a gettare nella Wuthende-Neis« assieme ai cassoni per
impedirne la conquista al nemico. La ritirata fu disastiosa; a gran-
de stento i fuggenti poterono scainpare all'inimico, e salvarsi
dal diluvio die cadeva dal cielo e dai torrenti ingrossati che ave-
vano rotti tulli i ponti. Momctilo terribile ! Macdonald mise in
retroguardia la brigata Zucchi, ridotta a ben piccola forza, e Del-
l'affidarle quest'incarico tanto onori fìco , quanto pericoloso per
la spi'opomione delle foi-ze , si esternò in modo lusiughicro di-
cendo , che aveva le tante volle conosciuto Ìl valore 0 la fermezza
degl' Italiani , e che per questo confidava in loro . ma che' tosto
cessalo il pericolo, li avrebbe collocati iu seconda linea. DuranU'
la notte Macdonald ripassò la Katzbach, e prese posizione a Buntz-
ku , da dove continuò lentamente la sua ritirata, ed il 4 settem-
bre si trovò a Hoclikirch , mentre Bluclicr occupava Laubau. Na-
poleone, tosto che fu informato dei tristi risultamenli della bat-
taglia delia Katzbach, [lensù ad allontanare il nemico clic Ja scon-
Htla di Macdonald attirava verso Dresda. Uccatosi egli culla sua
guardia, il 4 settembre, a Ilochkirch, fece attaccare dall'undice-
simo cor|>o , che aveva sempre la brigata Zucchi in prima linea ,
l'avanguardia di Bluchor, comandata dal generale Wassilczitow,
che fu respinta dietro la Leobaner-Wasscr. Il 6, l'esercito fran-
cese essendosi diretto verso Rclchcnbach , il generale Bluclier ri-
{lassò il Neiss ed il Queiss. All'indomani Napoleone, credendo di
avere così ripristinato Ìl morale abbattuto dell'esercito di Macdo-
nald, ritornò a Dresda.
In tulle queste fazioni la brigata Zucclii ebbe a sopportare per-
dite tali che i corpi rimasero di molto scemati , e troppo lungo
sarebbe l'enumerare le dolorose [wrdite nostre, e ricordare i
nomi tutti di quelli che si segnalarono , anche iu questo in-
(»ntro , bencliÈ sfortunato. L'onore italiano ebbe a risplcodere
di nuova gloria. Zucchi, Peri, Jabìu , Ceccopieri, Oboi, Dou-
diai sopra lutti si dislinsoro.
f
— 833 —
Intanto che si consumavano nella Slesia queste disgraziate fa-
zioni , gli altri Italiani, che formavano una divisione unita al 4-^
corpo comandato da Bertrand , ebbero pure ad acquistarsi gloria
di valorosi, ma pur troppo non quella di vincitori.
Fontanelli, generale di divisione e ministro della guerra e ma-
nna, partito da Milano il a4 ^^gg'^) aveva il 1 8 giugno preso il
comando della divisione prima retta da Peyri. E^li, durante
V armislizio di Pleiswitz , attese con grande solerzia a riordi-
naik, ricomponendola coi corpi venuti dalFItalia a riparare le
perdite sofferte. Assecondato dal generale Bertrand , chiese al-
r imperatore di poter riunire tutti i corpi italiani che erano in
Prussia , ma Macdonald rappresentò che teneva in sì alto pregio
gP Italiani , i quali seco lui avevano militato con tanto valore in
Italia , Spagna e Prussia , che gli sarebbe riuscito molto penoso
il doversene separare. Ottenne pertanto dal sovrano di conservare
presso di lui la brigata Zucchi.
Air atto della cessazióne deìV armistizio la divisione, Fontanelli
partì dai suoi accantonamenti di Sagan nella Slesia il 1 9 agosto ,
col 4*^ corpo , destinato a far parte delF esercito detto del Nord ,
di cui Oudinot era il generale supremo. Questi aveva ordine pre-
ciso di marciare verso Berlino, difeso dalf esercito prusso-russo-
svedese, dipendente dal principe reale di Svezia ( Bernadotte ).
Bagnara, alla vanguardia, con un battaglione del 4-° à^ infanteria,
occupò nello stesso giorno Pa|)etiz. Il a a Oudinot incominciò le
ostilità, respingendo gli avamposti nemici. Il giorno dopo , la di-
visione Fontanelli, di avanguardia al 4-* corpo, prese lo stretto di
luhndorf , protetto da un ridotto eretto nella gola di Tliyrow, di-
feso da 1 5,000 uomini, appostativi con trenta bocche da fuoco.
Il tenente del corpo topografico Muggiasca Venanzio, esaminò la
posizione, e Fontanelli ne ordinò 1^ assalto inviando sul luogo
Taiutante di campo Brusati per comunicare i suoi ordini. In me-
no di due ore consumate nel più ostinato combattimento il for-
tino fu preso e la gola superata. Il 4*^ reggimento d^infanteria
fece sforzi veramente eroici. In questa gloriosa giornata, in cui
tutta la divisione ebl^e tanto a segnalarsi ( riservandomi ad indi-
care in appresso i nomi degP individui che si distinsero ), gF Ita-
liani ebbero 19 uffiziali , e J95 sott^ uffiziali e soldati tra morti e
feriti.
Il a3 , poco in avanti del bosco di Glatovtr, la divisione italiana
T. II, 30
V
* ■
— 23* —
iiicmitrò i l'russiaiii comandati da Taueazìen, e quantunque forti di
più del doppio vennero subito attaccati. Bulow volò in soccorso
di Tauenzien verso Liclitenrade, e se i nostri non riuscirono ad
avanzarsi, non cedettero però uà sol palmo lU tcneno. La divi-
sione Fontanclli, in prima linea, sostenne j>er tutto il giorno la sua
posizione con forze di molto inferiori a quelle del nemico. Se-
noncbè essendo stato battuto il 7.° corpo presso Gross-Becru,
ebbe ordine di ritirai'si venendo destinata a formare la retroguar-
dia. Incarico molto scal)roso, percbè il nemico, numei-osissimo in
cavalleria , incalzava dawicino , rinnovando vigorose caiuche.
La divisione italiana riuscì nonostante ( dopo cinque giorni di
continui combattimenti nei quali dimostrò somma fermezza e co>
stanza) a giungere a Zuterbogk distante solo dieci leglie dal cam|>o
di battaglia di Gross-Bccrn , ed il 3 settembre perveone davaatì
la piazza forte di Wittcnbcrg, ove prese posizione.
Questi avvenimenti distruggevano le speranze concepite da
Napoleone, che il movimento di Oudinot dovesse procurargli Poc-
cui>azionc di Berlino, e mandare ad olTetto i suoi grandiosi di-
segni. Non riputando però disperato il caso di riuscire ad ot-
tenere questo intento con un secondo tentativo meglio diret-
to del primo, mandò subito Ney a comandare P e.sercito del
nord. Giunto questi il 4 a Wittenberg, vi trova riunito nei
contorni tutto l'esercito, lo passa in rassegna, ed all'indomani
lo inette iu movimento, il 4'' corpo fu Ìl 5 a Naundorf. Il 6 la
divisione italiana , ctie forma l' avanguardia , si |X)nc iu marcia
verso Dcnnewitz. Alle 9 del mattino si scontra in un corpo
di Tauenzien nei contorni di Nieder-Gersdorf, lo respinge sino
alla posizione occujiata da 30,000 Prussiani sulle alture dì Gcrs-
dorf, al mulino e a Nieder-Gersdorf, Alle ore undici Fonta-
nelli attacca queste posizioni, e supera qnella di Gersdorf, ma
allorché ferve più viva la lotta , compare improvvisamente verso
Nieder-Gersdorf un coi-po di 38,ooo Prussiani, condotti da lìulow,
che distendendosi sul fianco e quasi alle spalle del 4-" corpo,
costringono Bertrand ad arrestare il suo movimento.
Fontanclli, vedendosi pure minaccialo dal coi-jx) di Bulow, oc-
cupa repentinamente tutte le posizioni che coprono la sua sinistra.
Ivi incomincia un Hero combattimento , che è prolungato per
qualtr'ore consecutive con [lertinace fierezza e costanza da. lutti i
corpi della divisione contro un sovcrchìante numero di nemici
— 239 —
senza perdere uq palmo di terreno , ma con inaudito sagrifizio di
prodi.
Alle quattro pomeridiane Fanivo sul campo di battaglia della
brigata «prussiana di Borstel forte di 6,000 uomini, decise Tesito del-
Fostinatissima mischia odi contorni di Gersdorf. Alle cinque po-
meridiane, alF affacciarsi di altre colonne di Russo^vedesi che ve-
nivano in sussidio dei Prussiani contro il 1 a.^ corpo, la ritirata si fa
generale. Il 4-° corpo si rivolge sopra Dahme, e la divisione italiana
forma il retroguardo. In mezzo al suo quadrato vennero a rifugiarsi
i marescialli Ney ed Oudinot, coi generali Bertrand ed Ariglii.
E qui cade in acconcio di osservare , che ove questa battaglia
fosse stata vinta dai Franco-Itali, a la era finita per Berlino " (come
si espressero gli stessi Prussiani ). Tale vittoria, per la sua impor-
tanza più politica che militare , avrebbe potuto in quel momento
imprimere ben altra direzione ai destini delF Europa, ciò che spe-
rava Napoleone come lo si è altrove indicato. Per mero accidente la
giornata fu guadagnata dai Russo-Prusso-Svedesi. Difatti F arrivo
impreveduto del generale prussiano Borstel sul campo di battaglia
da Kroppstadt contrariamente agli ordini di Bernadotte, che gli
aveva espressamente ingiunto di restare in quella posizione , non
che F abbandono fatto dai Sassoni delF importante loro posto nel
bollore delibazione , contribuirono possentemente a fare di Bulow
invece di Ney F eroe di Dennewitz.
Nella ritirata gF Italiani sono circondati^ i due battaglioni del
I.* reggimento d^infanteria, condotti da Jacopctti e Ponti (Ferri-
roli essendo già stato ferito), si formano in quadrato , e resistono
a replicate cariche della numerosa cavalleria nemica , ma questi
due ufBziali superiori sono feriti , e il primo gravemente, e preso
prigioniero. U 4-° ed il 7.** reggimento dMn&nteria, ed il batta-
glione della guardia di Milano ( retto da Varese Pietro ), formansi
essi pure in quadrato per sostenere la ritirata^ il capobattaglionc
Bagnara del 4-^ d'infanteria (non ben sanato dalla ferita riportata
a Bautzen ) venne di nuovo gravemente ferito, e rimase prigionie-
ro. Il 7 la divisione italiana si trattiene a Dahme , ove ha uno
scontro colle truppe del generale Wobescr, che da Luliau si era
avanzato con 4<^oo uomini onde abbarrare la strada , ma fu re-
spinto. L' 8, proseguendo la sua ritirata, Fontanclli, sempre incal-
zato dalF inimico, giunse la sera a Torgau.
Dopo queste sanguinosissime fazioni, la divisione italiana si
iv^
•li
— 256 —
trovò sensibilmente diminuita , ed i corpi erano come decimati.
Non ^ possibile di enumerare le pcitlilc parzialmente soRèrle , e
d'altronde, come pur troppo lo si vedri dopo il combattimento
di Hanau , questa divisione rimase pressoctic distrutta dal i'erro
nemico. Per assegnare poi a ciascuno la {>arte di gloria die «
acquistò in queste giornate di lutto, ma gloriose per l'onore
italiano., bisognerebbe rammentare tutti gì' indivìdui che vi com*
batterono. Generali, uffiziali e soldati, ognuno rivalizzù di bn-
viii'8, ma se non m^ è dato di {loter entrare in più minuti par-
ticolari, non ommetterò |ieraltro di riportare i nomi di qucgl' in-
dividui, elle il generale Fontanclli designò come più particolar-
mente meritevoli o di avanzamento rii grado, o di decorazioni, o di
annotazioni onorevoli e meritorie.
Stato maggiore.
Generali: Moioni. Martcl e Sant'Andrea. UfTiziali: IVovasi, la-
valelte , Brusati , Dc-Azarta.', Muggiasca , Arrivatane Francesco,
Aiioldi, Rognoni e Steccliinì.
Primo reggimento ti infanteria.
Uffiziali superiori: Ferrirob , Ponti e Jacopclli (al quale fu
data la decorazione della Corona di ferro, che aveva digià ). Uffi-
ziali: Bianchi, Donadeo Francesco, Fedrazzoni, Menogio, Furcì,
Sourniiì , Besozzi , Paivid , Ballotta , Stanzani , Poletti , Cavaiooi ,
Menazzini, Bevilacqua, Parisot, Sironì e Prussia. Sott'ufllzìali C
soldati: Fontana, Carnevali, Scanlorii , (>asteIla7KÌ , Ampollini,
Brcva, Belgeri , Amici, IV1a.ssenga e Zai-zoli.
Quarto reggimento d' infanteria-
IJfHziali superiori: Ceccopieri , RondiI, Bagnara e liutlbn. TJfiì'
ziali : Chenut, Fournean, D'Autanne, Langlade, Cervi, Amendola,
ì\lolinari Andrea, Ganl)fiUli Angelo, Trezzini, Fossati, Monzanì,
Oldofiedi , Stampa, Pistocchi, Massini e Belloni. Sott^ uffìzìali e
soldati: Borghi, ScandelU, Lena, Della Porta, Rebisoui. Bellini,
(À'ilini , Bareggia e Piolenlo.
— 837-
Sesto reggimento d infanteria.
Ufikùdi superiori: Ferrù. UfBziali: Testa, Carafla, Bianchi
Giorgio , Long-pré , Guarnieri , M antegazza , Concori'eggio , Va-
cis , Contieri , Marini , Bonara , Cavalli , Bolterini , Grotta. Sot-
f uffiziali e soldati : Boccoli , Pellagelli , M iserazi , Adami , No-
vara, Ruscctti, Calvi e Griffon.
Settimo reggimento d' infanteria,
Uiliziali superiori : Rossi e Vittori. UfBziali : Vandoni , Civelli,
Cagnoni , Guadagnini , Provasi Guido. Sott^ uffiziali e soldati :
Crespi e Vilzen.
Primo reggimento leggero.
Uffiziali superiori: Moretti, Ambrogio e Sonza. Uffiziali: Ha-
yal , Guidetti , Pioselli , Badini , Parmegiani , Piccoletti , Ferrari ,
Franchi, De-Porzia, Meseoli, Salvatori, Fioravanti, Menossi,
Prandini , Ottani , Tempini , Venturin\^ Ferrari , Grisetti e Fio-
rentini. Sott^ uffiziali e soldati : Reggiani , Baldi , Muzzucatelli ,
Pirlo e Facchini.
Guardia di Milano.
Uffixiali superiori : Varese Pietro. Uffiziali : Solla , Tino , Pon-
feggìt , Azzanelli , Cicogna Marco , De Andrea , Gerii , Cairo e
IiMÌIii< Sott' uffiziali : Braglia, Monfrini e Brebilowich.
Artiglierìa.
. * *
T7£Gziali superiori: Armandi e Verna. Uffiziali: Giordano, Van-
ii, Migliorini Andrea e Zoboli. Sott^ uffiziali : Bensi, Massara e
Sabattini.
Treno d artiglieria.
Uffiziale: Annoui.
r '/ '
» '
i
Zappiitori.
SoU' uffiziali : Della Pazza e VUla.
Operai di marina.
Uffiziale : Gambillo. Sott'uflìziale : Lione.
L^ importanza delle battaglie comltaltutc a Juli-rbogk e Denne-
witz, la parte gloriosa presavi dagritaliani , ed il modo dìrerso
coìi cui la descrissero vincitori e vinti, m^ inducono a riportare
la relazione clic ne fecero degli storici tedcscUi. Così il lettore po-
trà essere meglio illuminato. Rilevcri per altro , non vi ha dub-
bio, la diversità die passa intorno alla condotta dei Sassoni (ai
(juali gli storici francesi attribuiscono in gran parte Ìl disastro
delta giornata di Dennewitz per avere abbandonato il loro posto),
mentre questa relazione dice solo » cbe due divisioni sassoni si
t< ritirarono in buon ordine. »
Battaglia data presAO Dennewitz e Julerbogk
il 6 settembre i8i3.
(Tradtuìone lolleralo dal tedesco.)
Dennewit?, h una borgata al sud-ovest di Julerbogk distante
un'ora da coli, e dodici ore circa da Berlino, sulla strada tra-
sversale che da Wiltcnhcrg sull'Elba mette alla detta capitale.
Dei tre principali corpi d'esercito organizzati dalle potenze al-
leate in Germania l'anno i8i3 per comtiatterc Napoleone, etav
— 859 —
appostare ao.ooo uomini contro Amburgo e Liibeck, radunare le
altre truppe presso Treuenbritzen, marciare verso F Eliba, varcare
il fiume fra Magdeburgo e Torgau, e quindi avviarsi diretta-
mente a Lipsia.
Si riuniva in pari tempo presso Dahme V esercito francese sotto
gli ordini del maresciallo Oudinot per quindi operare sopra Ber-
lino, e questo compone vasi: del 4-^ corpo (Francesi, Italiani,
Wurtenbergliesi ), comandato da Bertrand; del 7.** corpo (Fran-
cesi, Sassoni), comandati da Reynier; del ia.° corpo (Francesi ,
Bavaresi, Westfalesi ed Hessen-Dannstadt ) , sotto Oudinot; e del
3.* corpo di cavalleria del duca di Padova ; in totale 74,000 uo-
mini e 340 pezzi d^ artiglieria.
Il a3 agosto r esercito francese era stato battuto presso Gross-
Beeni, tre ore lontano da Berlino, sulla strada che mette a Ju-
terbogk, e costretto a ritirarsi sopra Wittenberg, ove giunse il 3
settembre , e vi prese posizione.
In tal modo egli trovavasi concentrato avanti quella fortezza,
con a fronte , in linea semicircolare (dell^ estensione di ore dieci
circa), quello degli alleati, disposto il 4 settembre come segue:
Sull' estremità dell^ ala dritta stavA il corpo del generale Hirscli-
feld a Gòritz , gli Svedesi a Babenstein ; il corpo russo (Winzinge-
rode) a Hohen Werbig, ed il corpo prussiano a Marzalme; e nel-
Testremo delPala manca il corpo di Tauenzien presso Sayda e Zabne.
In questo frattempo era giunto a Wittenberg il maresciallo Ney
per surrogare Oudinot nel supremo comando, giacché Napoleone
era stato assai malcontento delle di lui operazioni. Ney riprese to-
sto r offensiva per secondare le viste del suo sovrano; lasciò la
divisione Dombrowski avanti Wittenberg, ed alle ore dieci anti-
meridiane del 5 si diresse col resto dell^ esercito verso Zahne. Il
la.** corpo fu il primo a scontrarsi vicino a questa picciola città
colla brigata prussiana Dobschiitz, che a fronte di una vsjorosa
difesa dovette però indietreggiare mercè la superiorità delle forze
francesi, ed unita al corpo Tauenzien (incamminatosi da Seyda
a Zalmsdorf onde venirle in soccorso) , marciò F istessa notte sino
a Juterbogk.
Il 4*° corpo francese si diresse Tistesso giorno a Zalmsdorf,
il 7.^ fra Zalmsdorf e Letza, ed il la.** a Seyda.
Tosto che Bulow ebbe relazione dei suddetti movimenti dell' ini-
mico , prese la risoluzione di portare immediatamente ed ancora V i-
stessa sera, giorno 5, le sue truppe in una {losizioae d'onde poter
piombare sul fianco ed alle spalle dei Francesi, tosto che si avanzas-
sero verso Jutcrbogk. Giunsero in falli suU' incominciar della notte
la 3,', 4' e 'a 6.' brigate prussiane colla riserva della caralleria
e rispettiva artiglieria fra Kui-z Lipsdorf e Kaltenborn, dove bivac-
carono nel maggior silenzio senza neppur fuochi di campo. La 5.'
brigata ( Borstel ), che apparteneva pm-c allo stesso corpo , ebbe
frattanto l'ordine di guardare i passaggi tU KÒpeuik, Woltersdorf,
Wiirstermark e Wergzahnc, coliVspresso incaiico pem di seguirlo,
tostocitè venisse rilevata da altre truppe svedesi o russe, d' impedire
al nemico ogni operazione da tjucl lato, non che mantenere sempre
colle truppe svedesi , russe e prussiane la debita comunicazione.
In seguito all'avanzarsi dei Francesi, e forse pii!i probabilmente
in vista delle già prese determinazioni del generale Bulow, venne
dal supremo comando in Babenstein emanalo nella sera del giorno 5,
per le ore sei della mattina successiva, la seguente disposizione: die
ad esclusione degli avamposti russi, dovessero le truppe svedesi e
russe collegarsi col corpo di llirschfeld a Lobesen, e così pui-e che
il generale Bulow, tenendo guardalo il passaggio degli stretti di
Kroiistadt e Kòpenik, dovesse piombare nel fianco dei Francesi,
tosto clic ì medesimi si approssimassero a Julerbogk; infìno che
il generale Tauenzien si avesse ad avvicinare al genci'ate Bulow.
L'esercito francese, dalle giìi indicate j>osizÌoni , si pose aneli' esso
nuovamente in marcia nel giorno S alle ore otto del maltino. 11 4*
curpo, di ai,ooo uomini, diede principio al generale movimento
dirigendosi su DeiincwiU: una mezz'ora dopo seguiva alla dritla
verso Hotu'bek il 7.° corpo forle di a4,ooo combattenti^ ed infine
dopo un'altra ora II la." corpo con a4,ooo uomini, con in coda
alle suddette colonne la cavalleria del duca dì Padova, Il parco di
artiglieria ed altio Ircno marciava nel centro dei rispettivi loro
corpi..
Il generale Bulow avea fraltanto fallo spiare sempre ogni mo-
vimento dell' inimico, e supponendo da principio che l'allacco fosse
diretto sul cor|io comandato da lui, pensò ad occupare una più fa-
vorevole posizione dietro Ekmaunsdorf, ove restò poi in agguato
sintantoché l'esercito francese, co//a sua inconcepibile marcia di
fianco, gli ebbe aperto il campo alla sua prima gloriosa impresa.
Il 4-° corpo, che faceva testa dell' esercito, s'incontrò alle ore
undici nei contorni di Nieder-Gcrsdorf aelT avanguardia del corjHj
— 241 —
Tauenzien, appostato al sud-ovest delle alture presso Juterbogk.
Bertrand, dopo aver varcato il ruscello Abe yicino a Dennewitz,
attaccò Tauenzien forte di 1 4*000 uomini , tuttoché le posizioni
fossero assai favorevoli ai Prussiani. Nel mentre che ivi si svilup-
pava il combattimento, avea il 7.^ corpo continuata la sua marcia
sopra Rohrbek, mezz^ora a dritta di Dennewitz sullWhe, ed era ap-
pena un quarto d^ ora lontano da questo villaggio , quando ad un^
ora pomeridiana comparve improvvisamente verso Nieder Gòrsdorf
il corpo di Bulovr di 3o,ooo uomini, proveniente da Elkmannsdorf
e Kaltenborn, e portandosi al fianco e quasi alle spalle del 4-° corpo
francese, 'lo costrinse ad aiTetrare la sua ala sinistra.
Il generale Reynier per la via di Dennewitz fece tosto avanzare la
divisione Durutte per sostenere il 4-^ corpo sì fortemente incalzato,
dietro l'improvviso apparire di Bulow, ed in seguito fece venire
anche le due divisioni sassoni, prolungando a sinistra la lineai di
battaglia sulla destra riva del ruscello A he verso Gòrsdorf, subito
che si avvide che i Prussiani si avvidnavano al detto paese.
Queste due divisioni sassoni si avanzarono intrepidamente a
traverso la fuggente cavalleria e treno del 4-" corpo , e ripresero
^Gòrsdorf, già occupato dalle truppe prussiane , ed in tal modo
costrinsero in quel punto gli alleati a retrocedere ancora. Intanto
quella parte del corpo di Bulow clie progrediva sulla riva sinistra
del ruscello Ahe, collegata a quello di Tauenzien, assalì di bel
nuovo i francesi , e dopo un ostinato combattimento , cui presero
parte attiva quattro squadroni prussiani , li respinse dalle emi->
nenze nei villaggi di Dennewitz e Rohrbek; impedi * medUnte il
fortunato attacco di un reggimento di cavalleria Landwehr ed il
fuocGMdi una batteria diretta sopra i Wurtemberghesi (incaricati
del movimento) che fosse girata Tala manca degli alleati ^ distrusse
il progetto ad una massa di cavalleria francese di volersi fare
strada attraverso *, ed attaccò infine Rohrbek quindi Dennewitz ,
per modo tale che Y ala destra dei Francesi venne battuta. Dalla
parte di Wòlmsdorf e Nieder Gòrsdorf eransi pure inoltrate alcune
colonne prussiane (di Bulow) ed avevano costretti i Sassoni ad
abbandonare le alture di Gòrsdorf, ed anche il villaggio istesso,
alle ore quattro pomeridiane (abbenchè ripreso due volte dai va-
lorosi Sassoni), stante V inattesa apparizione della brigata prussiana
Borstel, forte di 6,000 combattenti.
La detta brigata Borstel, che alle ore undici antimeridiane aveva
T. II. 51
lasciata la sua posizione di Wergzaliiic, crasi sol lecitamente e senia
riposare diretta attraverso Kui-z Lijisdorf e Dalìcli sul campo ili
battaglia, ove col suo giungere decise T esito dell'ostinato com-
battimento presso Gòrsdorf in favore dei Prussiani- Il la." corpo
francese perdette in (jucll' incontro T unico decisivo momento,
poiché in vece di correre in sostegno del 7.° coqjo , battuto l-
girato da ambi i fianchi dopo la presa di Dennowitz, si portava
all'incoulro de! ^.'' corpo già in piena fuga, per ivi ristxibitirc ,
ma indarno, mi nuovo combattimento.
Gli attacchi della cavalleria francese su i|uella di riserva prus-
siana fallirono pienamente^ dcssa , respinta sulla propria fanterìa,
non potè coprire nemmeno la ritirala resa generale alle ore ciò-
(]ue pomeridiane dagli attacchi incessanti degli eserciti russo-sve-
desi.
Una piccola parte solunto del 13.° corpo francese, composto
dai Bavaresi e due divisioni sassoni , fu T unica che si ritirasse
ancora in buon ordine, e sebbene la cavalleria degli alleati incsl-
Kasse col maggior calore ed accanimento l'esercito francese fuggi-
tivo , ciò nullameno non le riuscì di rompere un r[uadrato cbe pro-
teggeva la ritirata.
Il 4-'' colpo, guidato dal maresciallo Ney, si ritirò sopra Dahme;
il j." e la.", condotti da Oudinot, marciarono per la via di Scliwei-
nitz alla volta della fortezza di Torgau , punto di riunione per
tutto l'esercito francese. La ritirata sino all' lilba dlveiine tanto più
lunga e perigliosa, in quanto che quasi del lutto tagliali fuori della
linea di operazione ( Wittenberg ) e di continuo incalzato resercito
francese dalla nemica cavalleria leggera russa , si era posta in quasi
totale fuga, nel qual incontro, compresa la battaglia, perdette 1 5,000
uomini, 80 pezzi d'artiglieria, 4 bandiere, 400 cassoni e quasi lutto
il bagaglio.
L'instancabile e distinto valore delle truppe prussiane, unito
alla fermezza e risolutezza tiei loro prodi generali (Bulmv e Tauen-
zien), lianno per tale vittoria brillato fra i più distinti fatti d'armi
accaduti in quella campagna. Se nella rimembranza di quella bat-
taglia, ci sentiamo destato m cuore perenne e gloriosa memoria
delle armi prussiane, non per questo però era meno il valore
delle armi fi-ancesi e de' suoi alleati, uè a quella truppa dcvesi
accagionare il rovescio della battaglia di Dennewitz, ma bensì alla
sola fallace direzione dei loro supremi comandanti Ney e Oudinot
— 243 —
Resterà sempre biasimata la marcia di fianco tenuta dalF eser-
cito francese in queir incontro , e maggiormente il modo con cui
venne eseguita. Quest'esercito, camminava con tutto il suo treno
e parchi d'artiglieria in una vasta pianura dove, circondato quasi
d'ogni lato dal nemico, non poteva a meno di farne l'incon-
tro da un istante all'altro^ ma invece lasciò la numerosa sua
cavalleria alla coda di tutta l'armata senza servirsene opportuna-
mente nelle indispensabili esplorazioni^ bivaccò soltanto due oro
lontano dal nemico, senza neppur presumerlo sì da presso, e nem-
meno ancora di averlo al fianco ^ ed errò infine imperdonabilmente
lasciandosi indurre ad un attacco di fianco, che lo separò dalla
propria linea di operazione in Wittenberg e lo rese soccombente.
A tali e tanti errori convien quindi senza dubbio attribuire la
perdita di quel memorando fatto d'armi, cui Napoleone istesso non
può andar esente dalla taccia di uno sbaglio commesso, coli' aver
surrogato Ney a Oudinot, lasciando a questi un comando su-
balterno in quello stesso esercito, dove giorni prima ne teneva il
supremo. Sotto tali circostanze era ben facile prevedere che non
spettava del certo al maresciallo Oudinot l'accrescere gli allori
della vittoria al maresciallo Ney ( Tav. C ).
Mentre Napoleone si era portato nella Slesia (ai) per affrontare
Blucber , aveva pure ordinato ad Oudinot di attaccare ( come si
è riferito ) i Russo-Prussi-Svedesi che difendevano Berlino , lu-
singandosi che ove egli fosse sortito vincitore in queste due fa-
zioni , avrebbe poi potuto venire ad assalire il grand' esercito
austro-russo comandato da Schwartzenberg in Boemia, prima che
fosse in misura di penetrare in Sassonia. Ma queste previsioni nou
si verificarono , e perchè Oudinot fu respinto nel suo attacco , e
perchè Schwartzenberg venne sotto Dresda più presto dì quello
ch'egli credeva, ciò che l'obbligò a ritornare indietro frettolo-
samente , senza aver avuto il tempo di tentare di battere Blu-
cber. Per tal modo , il 27, ebbe luogo la battaglia campale sotto
Dresda che fu coronata da una compiuta vittoria.
Degli italiani vi fu solo il reggimento cacciatori Principe Reale
unito alla divisione Pajol , ed era con M urat quando fece 1 5,ooo
prigionieri.
I (rutti di sì segnalata vittoria riuscirono per altro sterili ,
dacché in quel mentre Macdonald soccombeva in Islesia, ed il
— Sii —
corpo di Vamlatnine veniva ÌatÌL-raiiiciito distrutto poco dopo a
Kulm. Quivi si trovava ti i." reggimento cacciatori Reale Italia-
no, nella brigala di (xirhincau. Tonilo alP 8." e 9.° dei lanceri po-
lacclii , formanti la biigala del generale Montmaiie , si precipìlò
sulle pi-inic colonne nemiclie per farsi largo. Orribile confusione e
sommo scompiglio conseguitò a (\»cìV atto di furore disperato. Cia-
scuno coinliatlf; coi-po a corpo, non gii per vincere, ina per pxs-
saro avanti, slancili di menar colpi a destra ed a sinistra, gron-
danti dell' altrui e proprio sangue; jh)cIiì riuscirono a traforare il
corpo (n'UKsiano di Kleisl , e giunsero salvi a Pirna. Fra i primi
arrivati erano i capitani Galcazzi e Mocclietti , il tenente BuBuli ,
il brigadiere (^iori, i cacciatori Pastinari, Garzolini e Fanficclii. Il
colonnello Gasparinelii con motti altri uffiziali fu fatto prigioni<>ro.
Il i-eggimento venne così renasi intieramente distrutto.
Il a." cacciatori a cavallo (.sempre con Pajol) fece lì 8 setteraJire
una bella carica comandala dal maresciallo Saint-Cyr presso Pima.
In questo stesso giorno Jìlnclier tentò dì circondare e prendere
la brigata Zuccbi clic, |Jer salvarsi, sì ritirò a Reichenhack ed a
Hoclikirch penlendo 3 morti e 16 feriti, fra i quali ì tenenti Tam-
burini e Seripoldi.
11 aa settembre NajHtleonc si recò ai campì di Macdonald, ma a!
primo movimento ofiènsivo die svelò la presenza dell'imperalorv,
Bluclier sì ritirò, incalzato dai Francesi e dalla brigala Znccliisinoa
Rudiewiez. Indi Napoleone condusse l'esercito di Macdonald nella
posizione di Weisig due legiie da Dresda.
La divisione Fontanelli mo,sse verso Barieinbaum, e col 4-" corpo
e gli altri comandati da Ney impegnò un combattimento contro il
principe di Svezia che fu costretto a piegare.
Il aB settembre Na[)olcone passando in rivista sulle alture di
Weisig la brigata Zuccbi : disse a q kìsIo generale : " Zucclii, fui
« mollo contento di voi e della vostra bravi.ssima truppa, chiedetemi
« pure per essa ciò che volete, nulla posso rifiutarvi ; allontinati
" all'armi da tanto tempo sono veramente prodigiosi i rapidi progres-
« si clic gì' Italiani fecero ; hanno fatto conoscere V antico stipite da
« cui derivano. Costanza, unione, é disciplina, il resto ò conse-
" gucnza, Zucchi, vì nomino generale di divisione; al bravo Neri
u do il grado di colonnello come attestato intanto della stima ìn cui
" tengo questa brava brigata. Le vostre proposizioni, generale Zuc-
« chi , mi faranno rendere ugual giustizia agli alti-i prodi vostri
— 845 —
ti sottoposti. >> Questo discorso pronunciato ad alta voce in mezzo
ad un campo francese, fece innalzare agli Italiani grida assordanti
di giubilo.
Recatosi poi Napoleone al campo dì Torgau, passò in rassegna
la divisione italiana comandata da Fontanelli , al quale indirizzò
queste parole: a Con centomila uomini pari ai vostri, Eugenio
it sarebbe già sul Danubio. 99
Nella notte del i al a ottobre Bertrand va a Vartenburg col suo
corpo, attaccato dai prussiani di York li respinge valorosamente ,
ma i nemici rinnovano, e protraggono T attacco, finché circuita la
destra francese la obbligano a ritirarsi a Duben. La divisione ita-
liana nel sostenere questa ritirata perde 5oo uomini tra morti
e feriti , indi mosse ad occupare Kemberg , Duben e Delisten.
n 5, dopo un lungo combattimento Zucchi alla vanguardia di
Gerard occupa Stolpen, respingendo la divisione di Bubna.
Intanto Blucher ed il Principe di Svezia stabilironsi sulla riva
dritta delFEIba, ed il 6 ottobre il primo era a Duben, T altro a
Dessau, mentre Schwartzenberg, comandante supremo del grande
esercito austro-russo^ dalla Boemia si dirigeva a Marìcnberg in Sas-*
Sonia. Per tal modo gli alleati prendevano Tinizialiva dei movi-
menti con un apparecchio imponente, e Napoleone era assai imba-
razzato per farvi fronte, da che la vittoria di Dresda sopra gli Austro-
Russi era per lui riuscita vana. Diflatti aveva dovuto desistere dal-
r incalzare il nemico in Boemia onde opporsi a Blucher, il quale
battuto Macdonald sulla Katzbach si inoltrava in Sassonia^ il
corpo di Vandamme rimasto solo a Kulm vi venne intieramente
distrutto, ed Oudinot dapprima, indi Ney erano stati alla lor volta
malmenati dai Prusso-Svedesi a Gross-Beem , a luterborgk, e a
Dennewitz.
Gli alleati formavano in allora tre grossi eserciti, V austr*orusso
in Boemia, il prusso-russo in Slesia, ed il prusso-svedese-russo
nelle Marche. La Baviera mutava fede, e la riunione del suo eser-
cito alPaustriaco, che aveva a fronte, aumentava di oltre ottantamila
uomini la forza dei coalizzati, i quali senza contrasto potevano inter-
cidere a Napoleone le comun(Càzioni colla Francia. Il corpo russo
comandato in capo dal generale Walmoden sotto Amburgo faceva
testa a Davoust, conquistava Brema, ed otteneva altri rilevanti
successi sulla bassa Elba.
Nell^ lUiria Hiller , che non più incontrava ostacoli da parte
dei Bavaresi si trasferiva (i4 oltoltit') per la Pustcrlal tic! Titolo,
ed obbligava con abili evoluzioni il viceré ad una pronta ritinit&
sull'Adige.
Erano in questo stalo le cose , e Napoleone non illudendosi
sulla loro gravila^ si applicò a supplire col suo genio all' ìnsuffì»
ccnza dei mezzi niateiialt.
Si determinò pertanto ad attaccare separatamente gli eserciti
nemici, come unico espediente per rendere possibile la vittoria. Qualr
poi fosse la perplessità del monarca in questo critico momento, lo sì
puòargaire dalPavere egli inviato al maggior generale Berlbier ( i ." ot-
tobiT, al mezzo giorno) un ordine gravemente ponderato (coinè lo
rileva il generale Felet) nel quale la sottoscrizione fu cancellata
due volte, e rinnovata una terza (Tav. D, 6). Assorto in questi
pensieri si avviò per combattere Bluclier ed i Svedesi, lasciando a
Dresda Gouvion Saint-Cyr, a Fijlìcrg Murat, ed Augcrau in mar-
cia per accorrere a loro rinforzo, onde difendere gli sboccili della
fioemia. Il 9, egli trovossi a Eillemburg con ia5,ooo uomini (di
cui facevano parte la divisione FouEaiielli e la brigata Zuccbi), iiu
in questo stesso giorno Bluclier con una evoluzione altrettanto
pronta quanto ardita varcò la Mulda, e sì riunì al principe di
Svezia a Zorbig.
Il IO, Napoleone era a Duben; egli poteva scegliere due linee
d'operazione, o quella di Driisda^ o quella di Lipsia. Alloi'cliè vide
die i tre grandi eserciti coalizzati invece di dirigersi contro tìi lui si
avanzavano verso Lipsia per tagliai-e la sua prima linea d'operazioni,
concepì il disegno di una contro evoluzione, il di cui successo avrebbe
dovuto far perdere ai suoi nemici tutti i vantaggi della campagna,
e rimettere le cose nella condizione in che trovavansi avanti la
cessazione dell'armistizio. Magdeburg , Wittenberg, Torgau , e
Dresda difendevano la linea dell'Elba, die scoiTendo per mezzo
al paese nemico presentava e fletti varo ente una doppia fronte. L'e-
sercito francese aveva prima occupato la linea, die colla dritta si
appoggia a Dresda, e colla sinistra a Magdeburg. Ora doveva oc-
cuparne l'altra in direzione inversa. Oltre il vantaggio die la piazza
di Magdeburg, abbondantemente approvvigionata, olTriva all'esercito,
trovavasi essa poi anclie in contatto con provincie state precedeii-
tcmentc poco aggravale dalla guerra. In tal guisa , mentre Napo-
leone avrebbe operato sui centro della nuova linea prescelta, coiill-
dava ia Davoust per la difesa della bassa Elba, (unico punto clic
— 847 —
jgìì rimanesse per comuriicare colla Francia) , in Latnarois a Mag-
deburg , in Gouvion Saint-Cyr a Dresda ed in Marat e Augereau
opposti a Schwartzenberg. Per F esecuzione però di questo dise-
gno era indispensabile di passare tosto sulla dritta delFEUba
onde minacciare Berlino che restava scoperto , dacché per difen*
derlo i Prusso-Bussi-Svedesi avrebbero dovuto ripassare quel fiume
ed accettare battaglia. Se non che in tale ipotesi si avrebbe
dovuto combattere contro forze maggiori del doppio delle proprie,
a meno che non si avesse richiamato a marcia forzata parte delP eser-
cito di M urat. Per tal modo si avrebbe potuto attaccare F esercito
di Bernadotte con forze proporzionate, prima che Schwartzenberg
( lontano dieci giornate) lo avesse raggiunto. Così si sarebbe ripe-
tuta la evoluzione che erasi eseguita da Massena dopo la battaglia
di Rivoli nel 1797 quando andò a combattere Provera alla Favo-
rita^ ma mentre si operavano i movimenti per mandare ad effetto
im piano sì vasto, il grand' esercito austro-russo sorte dalla Boemia
respingendo M urat , e corre verso Lipsia. Contemporaneamente
il re di Wiirtemberg dà avviso che i Bavaresi riunitisi agli Au-
striaci marciavano verso il Reno, e che perciò egli cogli altri prin-
cipi della confederazione renana dovevano pure abbandonare la
causa della Francia.
Accumulandosi contrarietà tanto gravi, e di natura sì strana
sul capo deir imperatore , gli fu forza rinunciare al piano di ope-
razioni ideato sulla dritta delFElba per avvicinarsi rapidamente
a Lipsia primache il nemico soprafacesse colà i corpi di Marat
e di Augereau, non potendo inviare a loro soccorso i 3o,ooo uo-
mini che erano a Dresda perchè intercisi dal corpo di Kleneau.
Nei giorni 11, 1 a e 1 3 ottobre il 4-** corpo fece invano delle di-
mostrazioni sopra Wittenberg onde liberare questa piazza dalP as-
sedio. La divisione italiana che era di vanguardia bruciò i ponti
sull'Elba, che Bluclicr si era lasciati alle spalle.
Il a.^ reggimento cacciatori a cavallo restò a Dresda con Gouvion
Saint-Cyr ed ebbe frequenti scontri col nemico. I resti del 1.^
(annientato aKulm), il 4-** reggimento dei cacciatori a cavallo, e
quello dei dragoni Napoleone riuniti a Duben coi corpi di caval-
leria francese, seguitarono i suoi movimenti assieme alla brigata
Zucchi ed alla divisione Fontanelli, ed al i5 si recarono con Na-
poleone a Lipsia. Il 16 Zucchi assalì e prese il colle di Gross-
Possna, Fontanelli colla brigata Sant'Andrea si mantenne nel villag-
— 2*8 —
gio (li TsulioUer e T altra brigata difese Lindenu; attaccata ptìi
volte, respinse il nemico e conservò la posizione sulla strada ili LuIzcd
a Erfurt; il generale Sant'Andrea fu ferito, l'arlifjlieria ÌLaltana era
collocata al di là dell' Elster. La divisione Fontanclli couser-
rando libera la strada di Francia assicurò la ritii-ata all' ciierdln :
questa nuova fu sprsa tosto nel campo; il nome del 4.° corno e decli
Italiani andarono per ogni bocca. Il 17 i nostri stettero nelle loro
posizioni. Il iti, il 4-° corpo colla divisione Fontanclli, rimasto alla
sinistra detrRlstcra fine di tenere a|)erla la vìa di Naumliurg, rese
vani i tentativi fatti dal nemico durante tutta la giornata iter im-
padronirsi della posizione. II 19 Blucher mandò il corpo di York
sulla sti-ada di Halle onde precedere l'esercito francese sulla sini-
stra della Saaie, ma le divisioni Foutauelli e Gnitliminot lu pre-
vennero.
Il battaglione della guardia di Milano comandato da Varese Pietnt,
die occupava un posto sulla destra dell' lilsler, fu coli dimen-
ticato, ed ebbe il tg ad unirsi alla retmguardia comafidat^ dal
maresciallo Morticr, dopo di avere per tre giorni sostrnuli vari
allaccili, nei quali perdette 11 morti e 69 feriti, e fra gli ul-
timi 3 ufiìciali.
La brigata Zucclu nel sobborgo di Mark-Randstadt a Lipsia
formò Tcstrema retroguardia di Macdonald al momento cbe si fece
intendere il grido d^allarme: ì ponti son rotti, la brigata seguì
l'impulso dato dagli altri, e fu abbastanza fortunata di jiotcr at-
traversai'e TEIster. Frattanto quelli che si salvarono da tanto di-
sastro, si avviarono sparpigliati , dolenti ed allamati alla volta di
Erfurt, distante tre lunghi giorni, incalzati dagli alleati per ogni
lato. In una carica i dragoni Napoleone solFrirono gravi perdite,
e fra gli uccisi vi fu l'ufTiziale Fontana Zaccaria.
Il 4-° corpo, colla divisione Fontaiielli, è il solo ancora riunito
ed apre la strada, tutti gli altri ( meno la guardia imperiale),
sono sgominati. I soldati por camminar più lesti avevano in gran
parte gettati i raosclictli , e non vi erano meno di 60,000 sban-
dati.
Bertrand occupò l'importante posizione di Koesen a dispetto
degli sforai nemici; gì' Italiani vi ebl>ero singoiar merito.
11 Principe Reale di Svezia nel forte della miscliia a PauusdorfI
fece lanciare un nembo di razzi alla CuiigrJve dagli artificieri iu-
glesi cornaTidati dal capitano Bugne, Questi infernali proiettili ca-
«^>.
**»
— S49 —
* ^isfiarono nei qiiadratt grande scompiglio , aumentato ben anco
dallo stupore , Clie necessariamente doveva produrre un mezzo di
distrokiolie così terribile non conosciuto dai Francesi, da che era la
prima Tolta che veniva praticato in campo aperto.
Air alba del ao Napoleone {)assa la pianura di Lutzen; quivi la
divisione italiana di retroguardo fermasi due giorni per rannodare
i fuggiaschi che arrivano in folla e a malgrado la vicinanza del
nemico, il disordine diminuisce, dacché molti sbandati l'aggiun-
gono i loro corpi. La Saale che si frappone , ratticne gli av-
versari dair incalzare r esercito francese che per la via di Freyburg
prosegue la ritirata^ quando si ode improvvisonm vivissimo can-
nonamento a sinistra. Era il 4* corpo che mediante rapidissima
contromarcia si era recato agli stretti di Naumburg per impedire
al nemico di sbucare sui fianchi di Napoleone^ per quanto reite-
rassero essi gli attacchi, non riuscirono a guadagnare un palmo
di terreno, e le divisioni Fontanellì, Guilleminot e Morand si può
dire che salvarono T esercito da una compiuta mina. La notte se-
parò i combattenti, ed il 4-* corpo potè senza pericolo seguitare il
movimento generale di ritirata. Il 24, il 4-" corpo era a Erfurt.
Qui le cose presero una piega anche più spaventevole per l'an-
nunzio che De-Wrede con 60,000 Austro-Bavari si era recato verso
Hanau^ onde sbarrare ai nostri la strada. Si raccozzano i corpi fran-
cesi, vi si riunisce Zucchi con una colonna italiana rinforzata dai
resti dei i .** e 4-* reggimenti dei cacciatori a cavallo e dai dragoni
Napoleone. La guardia imperiale ed il 4*** corpo, sempre uniti, for-
mano il nerbo dell'esercito, che marciò rapidamente per^allonta-
narsi dalle grosse masse condotte dagli alleati, e per evitare il pe-
ricolo di trovarsi fra due fuochi quando fosse stato raggiunto da De-
Wrede. Il 29 Napoleone, proseguendo il suo viaggio da Schlutern
a Hanau, incontra dei soldati che lo assicurano essere i Bavaresi ad
Hanau, né si tardò molto ad incontrare la loro vanguardia, che venne
tosto respinta al villaggio di Ruchingen. Napoleone battè De-Wrede
e gli Austinaci che erano con lui, la strada di Francfort restò li-
bera, ed egli passò.
La colonna di Zucchi prese nobile parte all' azione, e con essa
i colonnelli Peri e Neri, il capobattaglione Ccccopieri, i capitani
Ceracchi, Tonelli, CStonio, Sarti j i tenenti Tadini, Siripoldi, Tar-
chini, ec.
Napoleone era in salvo ^ Marmont occupò Hanau, ed il 4-^ corpo,
T. IL 5Ì
— 250 —
spguilBDdo lentamente e con ordine il movimento, subeiilrù a Mar-'
moiit, e ivi si fermò fincliè tutti gli sbandati fossero [lassati.
Bertrand colloca Fontanelli nel sobborgo e nella ciui, e Mo-
raiid in riserva. De-Wrede, vedendo che l'esercito francese aveva
più fretta di arrivare al Keno clie di riattaccarlo, ripi'ese coraggio, o
bramoso di vendicare la precedente sconfitta, si jjose alla lesta di
una colonna di granatieri ed assalì furiosamente la porta di N'u-
remberg. De-Wrede entra in città, nella quale si trovano appiat-
tate soldatesche bavaresi salvatesi dall' assalta di Marmont \ cjue-
ste cominciano a sparare dalle fuiestre sopra gl'Italiani cbe oelle
contrade si battono ostinatamente, e che sov<?rchiati dal numero
sempre crescente, sono costretti a retrocedere dietro al ponte della
Kintzìg. Sopraggiiinto Fontanelli in questo sito, Io accolsero i suui
soldati con grida di giubilo, e gli promisero di larsi tagliare a
pezzi anziché cedere il passo al nemico. De-Wrede, poco curando
le loi-o gi'ida e minacce, esortò i suoi ad un ultimo sforzo, e
colla spada alla mano li condusse egli stesso: ma non è appena
a cinquanta passi dal ponte, che una palla di fucile traversan-
dogli il bassovenlre lo costringe a ritirarsi dal combattimento.
Scoraggiaronsi gli assalitori, e ripresero invece nuovo ai-dire gli
Italiani, e guidati da Fontanelli, Moroni', Rossi, Ferrù, Varese
ed altri capi, si precipitarono colla baionetta addosso ai granatieri
nemici: IÌ incalzarono, li respinsero, e scacciarono con grave
perdita dalla città. Si segnalarono i generali Martcl, Moi-oni; il
caposquadrone Provasi: i capitani Brusati e Lavallettc aiutanti di
campo, e gli altri qui sopra nominati. Il generale Sant'Andrea fe-
rito a Lindenau era stato fatto prigioniero dì guerra dai Bavaresi
al loro ingresso in Hanan; il bollettino dell' annata bavarese rese
giustizia at valore degli Italiani dicendo:
« Quest'attacco fu eseguito con istraordinario coraggio: la no-
« stra perdila è stata grande, rna quella del nemico più graodc
« del doppio. j>
Reso più circospetto da questi reiterati e disgraziati tentativi, il
generale austriaco Fresncl, che sostituì De-Wrede, sospese gli as-
salti rimettendoli air indomani. Bertrand, informato intanto che non
restava indietro più alcun corpo, e che .erano sfilati gli sbandati,
ritirossi tranquillamente senza essere molestato a Francfort. da dove
jN'ajMileone era partito il i.° novembre recandosi a Magonza, la-
sciato solo il 4.° corpo sulla destra del Reno per occupare Cassel ed
Hocheim.
In Torgau erano molti Italiani feriti ed ammalali; ivi ma-
nifestatosi il tifo petecchiale, quasi tutti perirono , e soli 1 5o fu-
rono in caso di prestar servigio col presidio; cpiesti stavano il
27 novembre nel ridotto di Zinna quando il nemico aprì una pa-
ralella; non èssendovi più probabilità di difenderlo , si pose al forte
una mina, che rovinò la metà d'un mezzo bastione. Tale operazione
diede luogo ad un tratto d'animo irritato che raccolse la storia. Pa-
voni (Giovanni Battista?) sargente delFartiglieria italiana, contristato
per i rimproveri diretti ai suoi compagni, che erano incaricati di
dare la mina, slanciasi solo come un fulmine, e con miccia accesa
alla mano. Cinque minuti dopo il bastione saltò in aria, ma Pa-
voni era rimasto vittima del suo entusiasmo per V onor nazionale.
In Dresda vi era il a.** reggimento cacciatori Principe Reale,
e qualche drappello di altri Italiani feriti ed ammalati negli spe-
dali. Il detto reggimento fece, V 8 novembre, una scorreria fino
a Wilsdrof , e condusse prigionieri ao cannonieri russi. In altra
sortita fatta dal presidio di Dresda fu applaudito il capo di squa-
drone d'artiglieria a cavallo Ferrari Francesco (poi colonnello al
servizio francese). Gouvion Saint-Cyr disse nel suo rapporto storico
che la diserzione era grande nei corpi stranieri da lui comandati,
eisdusi i soli Italiani. Dresda capitolò li 11 novembre, ed il pre-
sidio, posate le armi, doveva rendersi in Francia e non servire
fino ad un perfetto scambio , ma giunto ad Altembourg, fu signi-
ficato al maresciallo Gouvion Saint-Cyr, che il generalissimo degli
alleati rifiutavasi a ratificare la capitolazione. Non giovò l'osservare,
che dopo la consegna della piazza non vi era bisogno di ratifica
per l'esecuzione dei patti correspettivi, inerenti e conseguenti alla ces-
sione di già efièttuata, tutto però fu vano, e solo si rispose che se si
voleva si sarebbe ricondotto il presidio a Dresda, ove gli si sa-
rebbero rese le armi. Gouvion Saint-Cyr crollò il capo e protestò,
indi andò prigioniero <^bn tutti i suoi sul di dietro dell'esercito
degli alleati. Il caposquadrone Ferrari sopraccennato riuscì a sot-
trarsi colla fuga alla prigionia , e portò al ministro della guerra a
Milano la trista notizia dell'accaduto.
Bertbìer > ordina a Fontanelli di riunire gl'Italiani, di diri-
gerli a Milano e di consegnare i suoi cannoni al parco francese.
Napoleone restò sei giorni a Magonza, e frattanto chiamato a sé il
generale Fontanelli, gli testificò la sua soddisfazione per il valore
dimostrato dalle schiei*e italiane anche nell'ultima campagna, gli
— -rs'ì —
ordinò di partire siiijilo per Plulia oikIc riunirvi nuovi mezzi
di difesa, e gli partecipò clic aveva accordale tutte le promozioni e
ricompense richieste, persuaso come era , che erano ben meritate,
e clic liinandava in Italia tulli i corpi italiani clic erano al Beno
e nella Spagna per essere messi a numero. Infatti il 6 novembre
uarlirtjno i pochi resti del corpo d'esercito italiano che era entrato
in campagna con 28,444 uomini, e 8908 cavalli, 4^ ^annoili.
i48 cassoni da munizione, i 16 carri, e dpi quali non si numera-
vano allora che 3000 uomini e 5oo cavalli circa (Hoc. XXXVl).
Di tal guisa ebbe fine la mcmoral)Ìle campagna del 181 3 Ìti Ger-
mania.
Perchè il lettore abbia a formarsi un'idea adequata degli immemi
sacrifizi clic costò quesU sanguinosa campagna, indicherò le (Rrac ri-
spellive degli eserciti clic vi prcserri parie. I Francesi avevano in linea
a Lutzcn 166,000 uomini e 4000 cavalli. Alla ripresa delle oslilìlà,
dopo la cessazione dell'armistizio ( i4 agosto) questa forza si elevò
a a6o,ooo uomini e 4a,ooo cavalli. Alla battaglia di Lipùa ( iti ot-
tobre) si opposero i56,ooo combattenti con a3,0(io cavalli, agli
alleati che avevano 349^000 uomini e S4.ooo cavalli. .\! Reno
(a novembre) Napoleone aveva soltanto 5r,noo uomini dopo ilt
averne lasciali nelle piazze forti sulP Ella da Drestla a Amburgo
94.000, altri 6000 a Èrfurt e a Wiiraburg; ai quali sono da ag-
giungersi altri 61,000 lasciati nell'anno precedente a Danzica , Mo-
dlin, Zamos, Stellino , Cuslrino e Glogau (non com[»icsi i pre-
sidii di Tliorn, di Czcntoschau e Spandan già presi dal nemico).
Per tal modo restarono in Germania i6r,ooo*soldati che avreb-
bero potuto coprire la Hnea del Ueno, e tale circostanza agevolò
di molto i successi degli alleali per P invasione della Francia. Le
reliquie dell'esercito scompaginato a LÌ[)sia non jwtevano di certo
bastare alla difesa dell' Ì]ii|)oro, e ciò si manifesta tanto piìi evi-
dente, se si tenga conio delle dure fatiche , delle malattie con-
tagiose, del difetto di vitto e dello scoraggianienlo del soldato
divenuto quasi insensibile. Na|)otconc ben s'avvide che gli falli-
vano i mezzi per resistere in quell'istante a tanti disastri^ fidando
però nella neutralità (Iella Svizzera, restrinse la lincq del Reno
da Basilea alle foci di ijucl duine , e la guarnì con 80,000 uo-
mini e 10,000 cavalli, che distribuì nel modo seguente;
\
— 255 —
Comandanti Uomini Cavalli
Da Basilea a Strasburgo . . Victor maresciallo 8,5oo 36oo
A Magonza Marmont idem 10,000 1200
Dalla Mosella al confluente
della Lippa Sebastiani generale 5,ooo 1200
A Coblentz Morand idem i8,5oo
Da Crevent a Nimega ... Macdonald maresciallo 9,000 i5oo
M«i -a i«:^ S Mortier idem ) e»
^'^ ^'g'" \ De-Cacn generale ] *9'~» =»^°°
Totale 80,000 10,090
I coalizzati all'opposto avevano in prima linea lungo il Reno
ed in Olanda 283,000 uomini , oltre i corpi che bloccavano le for-
teiaé tra il Reno e la Vistola , e le riserve di tanti eserciti , che
BOB erano meno di 275,000 uomini.
U artiglieria francese da campo ammontò, durante la campagna,
1 laSo pezzi; quella degli alleati a numero anche maggiore.
À Wagram i due eserciti combattenti (6 luglio 1809) avevano
insieme tutto al più i5oo pezzi.
Nei cinque giorni dal 1 4 al 19 di ottobre, V artiglieria francese,
che a Lipsia numerava ancora 600 bocche a fuoco , consumò
s5o,ooo cariche di cannone, delle quali 95,000 nel solo giorno 18,
cosicché non restavano che 16.000 cariche circa, bastanti appena
per sostenere il fuoco durante due ore.
Napoleone aveva potuto ristorare l'artiglieria da campo coi can*
nonieri della marina, tutti vecchi soldati. Egli pensò che avendo
nn esercito di coscritti, e quasi mancante di cavalli, convenisse
sussidiarlo di molti cannoni, e bastargli che i soldati sapessero
comporsi in quadrati, e formare masse per bilanciare i successi
contro schiere vecchie e {aù humerose.
ILLIIUA.
Neir Adriatico gl'Inglesi spiegarono nuova attività (Doc. XXXVII).
L' Austria J^uni va soldatesche alle sue frontiere.
Arrivato Napoleone a Dresda V 8 maggio, dopo di aver vinto
i Russo-Prossiani nella giornata campale di Lutzen, si accingeva
ad attaccarli di nuovo ne' loro trinceramenti di Bautzen. L' Au-
stria rioflrendosi allora mediatrice, era agevole di prevedere, che
questa grande potenza, dopo di aver ritirato la sua (juola di forza
qual alleata della Francia, non sarchiasi limitata ad una mcdia-
zioDO puramente ofHciosa, ma potendo mettere in camjtagna oltre
3oo,ooo soldati, avrebbe fatto piegare le sorti della gueri-a a favore
di (juella parte a cui si fosse unita. Questa considerazione con-
dusse Napoleone a premimirsi contro le probabili eventualità. In-
fatti riconobbe bentosto il bisogno di coprire le frontiere dell'Italia
intieramente sguarnite di soldatesca, e perciò commise al viceré
di partir subito per Milano ( io maggio), e gli diede istruzione
di sventare, passando per Monaco, i disegni di De-Wrede, clic si
adoperava per insinuare al re Ma:>sÌmiliano di separare i suoi iah>
ressi da quelli della Francia.
I grandi talenti strategici ed amministrativi di che aveva dato
jmiva il principe Eugenio, gli avevano cattivata la piena confi-
denza del monarca, che gli deferì illimitato potere, sia pel go-
verno del regno d' Italia , sia pel comando dell' esercito die do-
veva creare. Napoleone, fondandosi sui fatti di clie l'Europa era
slata testimone, giustificava la scelta del viceré. É fuor di dubbio,
che la condotta di questo principe nella disastrosa ritirata dalla
Russia, bastava per sé sola a collocarlo fra i piiì chiari generali
dell'epoca, e lo stesso Napoleone glielo dldiiarò a Lutzcn al co-
spetto dei marescialli francesi dicendogli : w Durante la campagna
« di Mosca tutti abbiamo commessi dei falli. Non vi è che Eu-
« genio, il quale ne è immune, «
II priiici[)e di fatto alta testa dei misei-andi avanzi di un eser-
cito perseguitato dall' ira degli elementi, riesci a semiuare ostacoli
sul cammino del vìndtore, poderoso di oltre ioo,oou baionette ; egli
gettò presidii nelle piazze forti tra la Vistola e l'Elba ^ egli (enne
fronte con 9000 uomini, non solo al nemico, ma benanche a po-
jMjIazioni avverse ( gennaio) ; egli riordinò il suo piccolo esereito
portandolo a 26,000 fanti e tooo cavalli (febbraio)^ egli si recò e si
mantenne sull'Odcr dopo l'abbandono dei Prussiani^ egli s'avviò
all' Elba , e con soli 4O1OOO uomini e pressoché senza cavalli tenne
a bada aoo,ooo Russo-Prussiani (marzo). Quando poi gli tornò
impossibile di difendere con forze di tanto inferiori la linea da
Dresda a Magdebourg, andò a collocarsi sulla via che gli alleati
potevano percorrere per raggiimgere le sponde del Reno, e cosi
intercidergli il passo alla Francia, E^li con abiti ed incessanti
evoluzioni, seguitato da una mano di prodi, ottenne in diversi
^
— 256 —
iaoontri rilevaati successi , e segnatamente a Moekern (4 aprile).
Impedito per tal modo al nemico d^ avanzarsi , diede tempo a
Napoleone di arrivare sui campi di Lutzen , ove venne combat-
tuta quella battaglia coronata da splendido trionfo, cui il valoroso
principe ebbe a prender parte assai gloriosa ( 2 maggio ).
n viceré (18 maggio) arriva a Milano, e si dà sollecita cura
di riordinarvi V esercito. Dopo la partenza della divisione italiana
comandata da Peyri , e dopo V invio di un considerevole rinforzo
partito pochi giorni avanti, i depositi italiani non avevano un
solo sott^ uffiziale valido nei presidii deir interno. Tosto si riuni-
remo i coscritti della leva del 1814, quelli offerti dal patriotti-
smo, non che i refrattari riammessi con grazia, a cui si aggiunsero
uiBciali e soldati delle compagnie dipartimentali^ intanto giunsero
pure dalla Spagna gli avanzi , o quadri incompiuti di una delle
brigate di Palombini, non che ufBziali e sott^ ufliziali dal depo-
sito generale di Tolosa, e finalmente i scarsi resti dei reggimenti
italiani reduci dalla Russ'ia. Con questi clementi collettizi si pose
mano a comporre nuovi corpi, i quali pigliarono il numero bis
dei già esistenti in Ispagna ed in Germania. Il nuovo riordina-
mento della guardia reale era già stato intrapreso fino dal mese
di febbraio , e si erano aumentati due battaglioni al reggimento
dei cacciatori. Siccome nclF anno questa divisione non aveva in-
viato alcun corpo nella Germania, così si trovò di molto inoltrato
il suo assestamento. Allestiti prontamente e alla meglio i nuovi
reggimenti , furono vestiti ed armati , e per sopperire alla man-
canza di fucili se ne ricercarono parecchie migliaia agli arse-
nali francesi di Torino e Grenoble. Si esercitarono nei loro depo-
siti i coscritti con persever^jiza , si fecero acquisti di cavalli , che
si addestrai*ono con grande attività al deposito generale della ca-
valleria a Lodi, sotto gli ordini del zelantissimo generale Balabio^
si disposero nelF arsenale di Pavia le batterie di campagna, si
costruirono i cassoni delle munizioni da guerra, si allestirono i
carriaggi per gli equipaggi militari, si pi*epararono quelli dei
ponti, si diede opera a fare confezionare vestiti e bardature, e
per la fine di luglio si riuscì a riunire un corpo di nuove mi-
lizie italiane. Si pose cura altresì a rimettere la marina reale in
istato di poter difendere Venezia ( Doc. XXX Vili ).
Formata la terza luogotenenza dell^esercito delle province illiriche
(Doc. XXXIX), il viceré passò in rassegna la guardia reale a Brescia
il 1 7 liiglio, e si dichiarò pago e coutcnto del contegno e dell' islm-
lione dì essa, ed ordinò al generale Pino di attcstarlo con appo-
sito ordine del giorno. Visitò il princljic le fortezze del regno [ler
assicurarsi del loro compiuto armamento, e clic gli approvigiona-
menti d'assedio non mancassero*, riscontrò lutto in ordine, fece
pure una visita alla costa dell' Adriatico da Venezia a Trieste, e
riconolibe ess*vi le baitene in perfettissimo slato.
Le squadre italiane penetravano nei conGni dell' Uiiria, quando ÌI
viceré fece diramar il proclama (20 agosto) col quale annunziava al-
l'esercito elle incominciava una nuova guerra coll'Austria. Il ai la
guardia reale risali l'Isonzo per Plclz, avviala a Vitlacti. Quivi
il viceré trasferì il suo quartier generale, dopo alcuni scoiilri avuti
col nemico, die prese, riprese e poi alihandonò questa cittì il %g
agosto. Fu in queste fazioni clic la compagnia delle guardie d'onore,
recentemente riordinata, fu collocala in prima linea , sotto il co-
mando del caposqiiadrone Re suo capitano, ed ebbe a distin-
guersi.
La divisione Palombiiii si avanzò verso Laybach per unirsi alla
brigata Belloui ; i due reggimenti 3.° e 4 " ''e' cacciatori a cavallo
italiani presero quella direzione.
Il divisionario Bonfanli ed il generale di brigala Maxzucchclli
stavano nel Tirolo con una divisione di riserva , della quale però
facevano parte solo alcuni drappelli Ilaliani. Essa era forte dì ^'ii^
uomini con 16 cannoni, f^apo dello stato maggiore di essa tii
Baccarini. Aveva una compagnia d" artiglieria a cavallo, comandala
da Fortìs, ed un'altra del treno, della forza totale di 200; uomini
e 3oo cavalli.
Un Ijattaglione del 3.° leggero si era ritirato da Fiume a Lf|>pa,
ed ii 27 sì appostò a Scbiapane. Quivi il di vegnente fu altac-
calo dal nemico, e perdette circa 100 prigionieri. Anche que-
sto reggimento era ìnlieramentc composto dì gente di fresca leva,
dacché dei 4'"''' uomini, che numerava nell'anno precedente,
e che partirono per la Russia, non se ne enno salvali che i5o, e
non tuUi abili a nuova guerra.
Gli Austriaci avevano eretti alcuni fortini sulla cima det^Leo-
bcl, ed il possesso di questo monte dando loro agio dì varcare la
Drava in qualunque punto inferiormente , a Willach avrebl>ero
potuto minacciare Krainburg, compromettere la posizione di Tar-
vis, s|wzKire la nostra linea appoggiata alla Sava , e fors' anche
— 257 —
obbligarci ad iadietreggiare sino all' Isonzo. Il viceré , la perspi-
cacia del quale indovinò il disegno dellMnimico, ordinò, per man-
darlo fallito, al generale Bcllotti di attaccare il Leobel, e di espu-
gnarne i fortini. Pertanto Bellotti, con tre battaglioni del 3.* leg-
gero italiano , mosse il a6 da Laybacli , ed il 28 prese la via di
Leobel, ed incontrati ( oltrepassato Neumarck ) i posti nemici , si
fermò alla distanza di una lega dal villaggio di fimnt' Anna, indi,
cambiati alcuni colpi di moschetteria, retrocesse, e si collocò con
vantaggio sopra un'altura vicina a Na-Lusa, riputando imprudente
intraprendere un attacco notturno con soldati di nuova leva, che
avevano in quel giorno sopportata una marcia disastrosa di ventisei
miglia di montagna.
All'alba del ^9, Bellotti divise la sua gente in due colonne.^
Fece avanzare il colonnello Bianchi Gaetano e il capobattaglione
Rossi , con a5o combattenti , lungo la strada maestra verso la
vetta del monte ove erano i trinceramenti nemici. Colla seconda
colonna, di egual forza, il capobattaglione Albini si portò verso
la destra per vie trasversali nello scopo di andare alle spalle degli
avversari. Bellotti seguitava la prima colonna. La marcia del capo-
battaglione fu ritardata dalle difficoltà del terreno, ed il generale
senza attenderlo, fece attaccare l' inimico dalla sola colonna di Bian-
clti; ma dopo quattro ore di un combattimento micidiale ed
inutile , ordinòdi desistere , e si ritirò (ino al di là di Sant'Anna,
ove poi lo raggiunse Albini. Il malaugurato tentativo costò 3a
morti , fra i quali i tenenti Camazzoni e Casteldardo , e 54 feriti
compreso il capitano Fiori.
n 3 1 i contrari si inoltrarono per cacciare gV Italiani da Krain-
burg, ma questi, benché di forze inferiori, li affrontarono. Per tre
volte fu rinnovato con furia l'attacco , e per tre volte vigorosa-
mente respinto a malgrado che le forze nemiche raggiungessero
il doppio delle nostre. La notte pose fine alla lotta , e gì' Italiani
rientrarono nella città ^ 4^ furono i morti, 100 i feriti, e tra
questi il capitano Pallanque ed il tenente Bonaville. Ivi Bellotti,
ingannato dagli abitanti (che gli asserirono esservi nelle vicinanze
un grosso corpo di Austriaci), si determinò ad uscirne alle due
della notte ed abbruciato il ponte sulla Sa va si volse a Zwischen-
wasser. Per questa retrocessione di Bellotti, Pino credette troppo
avventurato il corpo che aveva presa posizione a Weiselburg, e
lo richiamò intorno a Laybach ove concentrò tutta la sua luogo-
r. //. 33
— 258 —
tenenza. Inviali a5 caccJalori a cavallo dv\ 3." reggimento a rag-
eiungcre ncllolU, gli ordinò di occupare ÌI ponte di TscliertiBtz
sulla Sava e ili internarsi sino a Salocli. Questi movimenti —
trariavano Ì disegni del vìccrì:.
Un Lallaglionc di'l 4-° leggero, cIh? nella notte del 3 settembre
marciava da Foia a Trieste, fu avviluppalo e preso.
II nrificipp, volendo riprendere Kraiuburg, incaricò Pino dì farlo
assalire da Bcllotli e in pari lemj>o occupai-c da tre Itóltaglìoni
Lohitscli all'ctTelto di perlustrare la via di Layliacli a Fiume. U
a.° l>atlaglione del 3." leggero assieme ai -aS cacciatori a cavallo
del 3.° reggimcuto, recatasi da Zwisclienwasser a Krainl>urg (s^
guilo |X)i dagli altri suoi due battaglioni), attaccò e scacciò vìltorioM-
mente il nemico da (jnest' ultima città; il giorno 4 t«ulò egli ili ri-
prenderla, ma fu vigorosamente rilmttato. In tale incontro si segnala*
rono il ca polla Itagl ione Olivieri, Ìl capitino Scici, Ì lenenti Cattalìnidi
e Fiori, e T aiutante sott'uHiciate (^nali:, il tenente Galli dei cacds-
tori cbl>e un cavallo ucciso sotto di lui caricando gli ulani.
Il 3 settembre l'inlanleria della guardia reale era a Wurlaen.
La brigata Rongier il giorno j ad Adelsbei^ caricò colla massima
iiitrcpidexza la cavalleria. Galimberti era verso S. Marcio. II gior-
Qu 8 Bctlotti, partilo col 3." reggimento leggero da Krainburg alle
ore dodici meridiane per rendersi al ponte di Tscliernutz, mal dt
retto dalle guide, prese la vìa clic lo conduceva verso le [losiziom
centrali del nemico, trascurando le precauzioni opportune per assi-
curare i (lancili della sua colonna. Imbattutosi a Kuplavass negli
avamposti degli avversari {clic erano a campo a Stein e Stol),
il loro corpo principale si mosse contro di lui. I poclti soldati
italiani tennero testa alla ibrza sovercliiantc inimica puntando due
cannoni rcggimenlari, distendendosi in battaglia per iscaglionì, e
aiudotti dall'ardilo colonnello Gaetano Bianclii si porlarano in
avanti combattendo con vigore, e ributtarono a più riprese gli at-
tacchi dei nemici. Rimasto ferito e prigioniero il generale BclloUi,
ed assuntosi dal colonnello BiancUi il comando della colonna, cott-
tinuò egli ad avan:iarsi piegando alquanto a dcsLi-a coli' intendi-
mento di occupare alcune colline , e così sottraisi alle cariche
della cavalleria ed avvicinarsi ad una strada laterale die coiidu-
ceva direttamente al ponte di Tsclicrniitz ; ma poi, ravvisando l' inu-
tilità di nuovi sforzi si volse in ritirata conservando l'ordine per
quanto le diflìcili circostanze lo conseutii-ono, e guadagnata la
strada di Dulie pervenne iL giorno 9 al ponte di Tschcrnutz. Ol-
tre la perdita del generale Bellotti e dei due cannoni reggimen-
tari, si ebbero a compiangere in questa spedizione 100 morti e 200
feriti, e fra quest^ ultimi lo stesso colonnello Bianchi ed il capobat*
taglione Albini.
U 3.^ leggero si uni alla divisione Palombini (che marciò
sopra Lippa ) lasciando un battaglione a S. Marcin. Il viceré colla
guardia reale venne a Laybach ^ i veliti che erano a Sisca il gior-
no la, si riunirono al battaglione del 3.^ leggero a S. Marcin, as-
sieme ai quattro dei cacciatori della guardia reale e ad una batteria
d^ artiglierìa a cavallo.
Il nemico aveva pestato jooo uomini sulle alture boschereccc
io faccia ai nostri. Un battaglione della brigata Galimberti , che
era andato al poggio di Lanìsze ad occupare il bosco, assalito da
forze superiori, fu rovesciato. Volò in suo soccorso un battaglione
dei cacciatori della guardia reale ( retto da Suberville) e riuscì a
toccare la sommità^ senonchè questi due battaglioni, non potendosi
sostenere da soli, fu inviato per la via postale altro mezzo batta-
glione dei cacciatori della guardia di rinforzo. L^ inimico tentò di
invilupparlo, e ad impedirlo si dovette spedire T artiglieria assieme
al battaglione dei granatieri della guardia di linea. Il combatti-
mento da queir istante si fece ostinato sulla sinistra ed al cen-
tro^ accortosi il generale avversario della scarsezza delle forze
italiane, fece avanzare da Smercia quattro battaglioni per inter-
cidere la via di Laybach alle schiere del viceré. Questi fece accor-
rere frettolosamente sul poggio di S. IVtarcin il battaglione dei
veliti; due compagnie eransi appena colà schierate sulla sinistra
quando vennero vivamente investite , ma le altre , divise in due
colonne , occuparono le posizioni alla destra ed al centro. Per
quanto fossero bersagliati questi pochi veliti da un fuoco vio-
lento, pure rimasero ferrai, e risposero con egual impetuosità al-
rinimico che tcnevasi riparato nella selva. Al capitano Cometti,
gravemente ferito, subentrò nel comando della colonna il capitano
Clermont, il quale, mal dirigendosi in così grave frangente, fii ca-
gione che i veliti incominciarono ad oscillare e rompere gli or-
dini. Accortosi il .generale Lechi dell' inconveniente , inviò colà
l'aiutante maggiore Laugier, il quale, riconosciuta la falsa dire-
zione presa dal capitano Clermont, lo consigliò di ripiegare alcun
poco onde mettersi al coperto del fuoco. Intanto Laugier con quei
pochi clic vollero spgiiitavlo. preceduto da un Uniburino che Ì>at-
teva la carica, si slaiicìù nel bosco. Altra compagtiia di veliti
(condotta dal ca|>itano Pesci) in questo frattempo Fa una diver-
sione elle inetti! in sos|x>ttu V inimico. L'ingresso del Iwscn i oc-
cupalo, ma Clorniont essendosi multo allontanalo , Ìl ueinico as-
sale I^^ngicr, e gli uccide n ferisce la pnc^ genie clic aveva seco.
Kgli «il sargente Battarini riesce a collocarsi dietro un muricddolo
ed al aìjicrio batte la cirica, dando air altro, die tirava sugli av-
versari, voci altissime di comando: il nemico, ingannato, non à
avanza e dà tcinjio al capitano Raflaglia di giungere (colla sua com-
pgnia ctl i velili di Cleimont) a sostegno della posizione, clic dif-
fatti vien conservata fino al giorno successivo. Anche alla destra il
nemico era slato arrestato dai pochi veliti e cacciatori ivi comandali
da Pesci e dai tenenti Rambosio, Lanzani e Banriii. Vcnlicìnquc ve-
liti pagarono rolla vita la conservazione dei posti tanto disputati,
99 vi l'imasi'ro feriti, fra questi gli ullìciali Contetti jUcssaodro,
Zambelli e Laugicr. Comctli fu amputato del braccio destro e poi
morì. Si segnalarono gli ulTìziali Cambini, Marabclli, Caprotti; i
sargenti Battarini e Care Iti; i caporali Dario, Orsi, Gazi, Mino, De
Lazzan ed i granatieii Rizzotto e Peroni. All'alba del i3 la guar-
dia reale si ritirò a Rudnich.
Il i4 i veliti ritornarono al campo di Scisa e tre compagnie a
Layhach^ non rimase a Rudnich die la metà del battaglione dei
gnnaticri . due battaglioni dd cacciatori, due compagnie di dra-
goni e due cannoni col generale Ledii , il colonnello Peraldì ed
il maggiore Clement. H viceré, oltre di aver largheggiato in ri-
compense , fece mettere all' ordine del giorno della guardia reale
che era compiuta la sua soddisfazione per la bella condotta dd
battaglione dei velili e delle due compgnie dei cacciatori e per
il loi-o valore , ed impari elogi al colonnello Cornetti , all' aiu-
tante maggiore Laugier, ed agli altri ufilciali tutti die si tro»
varoiio presenti in qiiest' aliare. Furono pure, oltre i già no-
minati , degni di ricordanza onorevole i capitani Pesci , Raf-
faglia e Germain ; i tenenti Burzio , Maifrini , Prina , Bazzi.
Oalciirio, Danesi, i sott' ufilciali Cremasco, Castellani, MaiTei,
Innocenti, Forni, Romagnoli, Farina, Fumagalli, Vallola , Fio-
retti, Garzadori, Destro, Fiorcstani, Cattaneo: i caporali Cartosio,
Beccali, Butti, Lombardi, Conventi, Agoslinetti, Mini, Caccia,
Lenzi, Pini, Zane, Carnevali, Faggiani, Bellardiui, De Capitani,
Perotto, Boninr, Sinìhaldi, Alliertari e Ticozzi.
.*
— 261 —
Il dì i5 Pcraldi con due battaglioni di cacciatori della guardia
fu collocato a Weickselburg. Il generale lacchi cogli altri due bat-
taglioni di questo reggimento, uno squadrone di dragoni ed una
' batteria a mezza lega indietro di Peraldi ; queste due linee, separate
da una catena di colline, non potevano vedersi, né comunicare fra
loro se non se per la strada postale che scorre in una gola. Il nemico
fece scendere il 16 sul fianco sinistro, ed alle spalle della seconda
linea, una brigata, e contemporaneamente altro corpo assalì di fronte
la prima linea; aflTatto sorpresa la seconda linea si disordinò la-
sciando in mano alP inimico due cannoni e diversi prigionieri, fra
i quali il comandante deir artiglieria Clement , che aveva presso
di sé il foriere delF artiglieria della guardia reale Minola Andrea,
il quale operò vani sforzi di valore per salvarlo. I dragoni della
guardia coprirono la ritirata dei cacciatori impedendo aÌF inimico
di progredire. In questa fazione gV Italiani perdettero aoo uomini.
Più vigilante la prima linea fu in tempo di correre allearmi, e
quando Peraldi s'accorse che i suoi i5oo uomini ne avevano a
fronte 5ooo, spedì a chiedere istruzioni al suo generale, e frattanto
prese posizione alla destra di Weickselburg , e tentò di gettarsi
sulla strada postale ppr mettersi in comunicazione colla seconda
linea ^ avvedutosi poi che la posizione era stata occupata dal ne-
mico, elesse un sentiero di traverso e si pose in movimento; via
facendo incontrò un drappello di i5o nemici, lo attaccò e lo prese,
indi giunse a S. Marcin ove incontrò Lechi coi dragoni intento a
rannodare i cacciatori dispersi che per la massima parte raggiunsero
col favore dei boschi.
Il nemico si era appostato a Gros-Luso. I dragoni Regina colla
divisione Quesnel fecero una perlustrazione. In questo mezzo. Pino
aveva compiuto il suo niovimento colla divisione Palombini; un
corpo avversario si era avanzato verso Adelsberg prendendo posi-
zione a Jelszane a qualche distanza dinanzi a Lippa.
U nemico tentò invano di prendere la posizione di Mannitz.
Il capobattaglione Cristoforo FeiTctti, ciie a buon diritto godeva
fama di intrepido nclP esercito italiano, respinse gagliardamente
Fattacco e conservò la posizione. L^ ordine del giorno del i a set-
tembre della terza luogotenenza così si espresse: u L'importante
M posizione di Mannitz fu sostenuta col più grande valore. 11 ca-
u pobattaglione del a.^ reggimento d'infanteria Ferretti, ributtò il
u primo r attacco del nemico gettandosi fra le sue file alla testa
•i.^
II di pochi granatieri: molti feriti i; morii, oltre preccUi attrezzi
u militari, sono il pegno della bella difesa fatta da questo capobat-
" taglione contro tre forti attacchi. In imo di questi il capolnt-
M taglione Ferretti fu ferito da parecchi colpi di baionetta, ed Ìl
>( capitano dei granatieri lìondrcaii riportò un colpo d'arma bianca
Il alla testa, ec. »
Il i4 Palonibini, trovato il nemico in posÌ£Ìoi)p dinanzi a Lippa, lo
attacc-ù ; dopo vivissimo combattimento, gì' Italiani lo rovesciarono
cagtoiiandogli la perdita, tra uccisi e feriti, di 3oo uomini e aon
prigionieri; la nostra fu di aoo tra morti e feriti, compresi negli
ultimi l'aiutante comandante Paolucci, e Dubois colonnello del
a.°d' infanteria. Il iSPalomhini, preceduto dalla brigata Hougier.
alla quale era unito il 3." reggimento d'infanteria leggera, e dal 3,'
cacciatoli a cavallo, discese le montagne^ Rougicr atlaca'i il nemico
e Io inseguì col 3." dei cacciatori fino a Fiume; quivi furinsa*
mente lo investì e lo costrinse a ritirarsi col sacrillcio di icw
uomini e di due cannoni. Federigo, alla testa di mi hatlaglionc
del 3." d'infanteria leggera, cbl>c particolarmente a distinguersi, e
vi riportò grave forila di moschetto al collo.
GÌ' Inglesi che trovavansi a Fiume si rifugiarono sul vascello
dell'ammiraglio Fremantlc. Pino, lasciato un piccolo presidio a
Fiume, ed inviato un battaglione del 3." d'infanteria a Tiicstc per
difendere quella città, si recò ad Adelslwrg, indi al)l>andonà il co-
mando della terza luogotenenza, die fu soppressa per debolezza nu-
merica cagionata dal disastro avvenuto a Bellotti, non die per la
continuata assenza di tre Ijattaglioni del 4 ■' l'^gg^ro, trattenuti in
Dalmazia. Pino palesò quivi il suo malumore come lo aveva fatto
a Barcellona quando era con Macdonald, ed esponendo cause dì sa-
lute, si ritirò: a malgrado de! posto distintissimo che aveva tenuto
nell'esercito italiano, sembravagli di non esser stato mai abbastanza
considerato: astrazione per altro fatta dalle cose dubbiose, riiwr-
tate da alcuni scrittori intorno al suo scontento col viceré, è di-
mostralo che questo principe tenne sempre in gmn conto il gene-
rale italiano per il suo personale coraggio e valore, sebbene non
manifestasse di avere uguale opinione sulla elevatezza de' suoi ta-
lenti militari. Chi era in contatto con questi due personaggi poti
convincersi , che 1' amor proprio oQcso fu la causa principale del
risentimento del generale verso ìl viceré.
L'ordine del giorno dell'esercito, emanato dal capo dello fAa.ìo
I
— 203 —
maggiore Yignolle rese conto dell^ affare di Lippa in questi ter-
mini:
u S. A. I. esterna la sua soddisfazione alle brave truppe che hanno
-u preso parte a quest^ affare battendo un nemico di loro assai più
u numeroso e collocato in vantaggiosa posizione. Il generale Pa-
u lombini in questo giorno, per la sua avvedutezza, sostenne Ja
(c riputazione che erasi fatta nella guerra di Spagna. Il colonnello
u Paolucci (meritò più tardi il grado di generale di brigata), il
t€ generale Rougier, e (sotto i suoi ordini) i capobattaglioni Berizzi
u e Federigo attaccarono la posizione di Lippa con wdl intrepi-
u dezza ed una intelligenza degna del maggiore elogio. >»
Palombini nel ritirarsi ad Adelsberg lasciò in posizione a Lippa
il a.^ dMnfanteria.
Un drappello del 3." reggimento d^ infanteria leggera ebbe a so-
stenere un vivo attacco degli usseri Radetzky presso il lago di
Crimitz. Il capobattaglione Federigo vi fu nuovamente ferito, e
rimase prigioniero.
11 generale Bonfanti trovavasi, come si disse, con M azzucchelli nel
Tirolo, ma siccome colà non vi erano soldati italiani, tranne Tar-
tiglieria, cosi ùon si riportano le loro operazioni come estranee
al mio assunto ^ non essendo d** altronde accadute in questo mo-
mento &zioni d'alta importanza che possano contribuire ad au-
mentare la rinomanza di quei due generali , dirò solo che ebbero
ad encomiarsi gli aiutanti di campo Sessa e Tasca Ottavio per la
loro bravura in vari incontri dimostrata.
n ^5 il nemico attaccò la piccola vanguardia di Palombini a
Gros-Laschitz^ questa sostenne lunga tenzone, ma il soverchio nu"
mero la costrinse a ripiegarsi colla perdita di aoo uomini del a.^
dMnfanteria sopra Zirknitz ove i nostri si concentrarono : in questa
(azione ben meritarono il generale Galimberti , il caposquadrone
Molinari ed i capobattaglioni Olivieri o Rossi del 3.*" leggero.
G)ntemporaneamcnte un battaglione del 3."* d^infanteria e loo cac-
ciatori della guardia, con un battaglione francese, comandati dal ge-
nerale Fontane, furono attaccati alla testa del ponte di Techcnutz,
e tennero fronte con gran valore a tre attacchi di forze esuberanta-
mente superiori*^ vi furono la uccisi e 76 feriti. Il viceré, udito il ru-
more, si recò sul luogo colla guardia reale L'ordine del giorno
dell'esercito testificò ai corpi che presero parte a questo scontro la
particolare sua soddisfazione. Fontane indicò meritevoli di lode i
— 204 —
capitani della, Gobbis e Stella, il tenente Valcsiai, i sottotenenti
Saccani, Cliinsoni, Reina, Brasile e Luigctti, od i volteggiatori Pa-
sciuti e Sella.
Il 97 il nemico attaccò le alture di Zirknitz a cui appoggiarasi
la sinistra della divisione Palombini; i battaglioni del 4" 't^ggc"»
(allora giunti all' esercito dalla Dalmazia) non opposero quella re-
sistenza che dovevano, e perdettero la posizione. Palombini, quantun-
que non contasse clie 5ooo uomini contro forze quadruple, volle
ostare, ma dopo sette ore di lotta dovette ritirarsi. II battaglione
del a." leggero, comandato dal colonnello Salvatori, rimasto alla
i-ctroguardia , fu caricato da un reggimento d'ussari e quasi totil-
meatc distrutto; Salvatori cadde prigioniero; il tenente Vicerfe co-
mandante un picchetto di cacciatori a cavallo , caricò vigorosa-
mente, e costantemente aRi-onlò il nemico con eroico valore^ il
i.° e 3." d'infanteria si segnalarono, il 4-" leggero meritò dei
rimproveri; il i." leggero pei-deltc 60 uomini, e fra essi t capi-
tani Tibaldi, Schelle e Grascenni; furono 4» i feriti e fra questi il
capobattaglione Rossi, il capitano Manara, ed i sottotenenti Fai-
ciaa e Bruni. Il generale Palombini, terminata l'azione, si congra-
tulò col colonnello Bianchi Gaetano dell' eccellente spìrito, del-
l'energia e del valore di cui il 3.° leggero aveva dato prova. Il
generale Galimberti, i capobattaglioni Olivieri e Rossi furono no-
minati vantaggiosamente.
Palombini si ritii-ò a Mannitz, ove prese posizione, e sostenne uu
vivo combattimento di artiglieria e gli attacchi del nemico; egli
disput(] il terreno in modo che in questa ritirata si fecero tutf al
pili tre leghe al giorno, ed Ìl iS prese posizione in avanti d'Adds-
berg. La perdita nostra riuscì di circa 3oo prigionieri-
La divisione Palombini, lasciato Adelsbcrg, si avviò a Pi-eswalt
Alla fine di settembre il viceré, informato di quello che acca-
deva in Baviera, e della riuscita dei piani del generale De-Wfede
clie erasi messo alla testa del partito nemico a Napoleone, vide
r impossibilità di più oltre conservarsi nelle provincie illiriche in
presenza di un esercito pressoché doppio in numeio e comandalo
da un generale di grido qiial era Killer , che condusse la csm-
pagna del i8i3 (senza dubbio diflìcile) da generale esperimcD-
tato e da abile strategico, e perciò Pesercito si ritirò verso l'I-
sonzo. Il 98 la guardia reale era a Obcr-Laybach ; Palombini
da Pre«valt si recò il primo ottobre a Sesanne, il a a Opschina,
^^••^ #
— 2C!t —
vd il 5 a Gradusca, irI qual giorno la guardia reale giunse pure
a Gorizia.
Ivi il vicfi-è portò pure il «[uartier generale e [tentìì} a ricom-
porre Tesercilo die aveva palilo danai considerevoli nei replicati
- com halli menti di questa campagna. Egli però non jioteva aspet-
tarsi l'inforzi dalla Francia tranne una piccola colonna di 3ooo uo-
mini avviati per Tltalia. Per sopperire ai pressanti bisogni di forze
ordinò dt riunire a Verona un corpo di riserva italiano di 6 bat-
taglioni di fanti e a squadroni di cavalli, tracndoli dalle compagnie
dipartimentali di riserva, dalla gendarmeria a piedi ed a cavallo,
ed in fme da tulli i depositi deirinterno, e di riunirvi una liat-
teria di 6 cannoni. Come pure questo coi-po riuscirebbe insuffi-
ciente, 1' Il ottobre ordinò clic sì levassero i5,ood coscritti nel
regno d'Italia sulle classi del i8o8 al itìiB inclusive, e prescrisse
che r estrazione si facesse entro i5 giorni.
11 viceré, prevedendo l'impressione che doveva fare la sua ri-
tirata sullo spirito pubblico, cercò di tnoderarne reliètto, scrivendo
a Melzi , presidente del consiglio dei ministri , clic le cose non
erano disperate ; che egli era tuttavia in caso di coprire la Lom-
bardia col suo esercito; e clic quindi non erano a temersi die
scorrerie inevitabili nello stato di guerra; soggiungeva per altro
che tutt'al più (quando peggioras-sera le circoslanze) si potrebbe,
per viste di prudenza, tiasportare tcmiioi-ariamente la sede del go-
verno da Milano a Bfdogna (Doc. \L).
la questo frattempo surrogalo nel Tipolo Gifflenga aBonfanti, e
rimasto Mazzucdielli con pocliissin^a gente ed in caspetto a nume-
roso esercito avversario, si difese nulladìmeno assai valorosamente,
e si acquistò grandissimo onore per avere ritardato i progressi
del nemico, il quale ove si fosse avanzato da quella parte, avrebbe
preso di fianco V esercito del viceré e sarebbe arrivato a Vemna
prima di lui. Gifflenga prese posizione a Volano il i6 ottobre,
ove ridiiamò anche MazzucclielU.
U vicerò, vedendo che non poteva differire più oltre la concen-
trazione delle sue mibzic sull' Adige, fece giungere il dì ao Palom-
bini colla brigata Galimberti a Conegliaiio, e la brigata Rougier
al di qua di Palmanova, lasciando colà un Laltaglione. Il prin-
cipe si recò il a3 colla guardia reale a Udine, la brigata Rou-
gìer fu il 24 a Godroipo, e la ritirala si fece con ordine e senza
scontri coll'inimico. Mazzucchclli ricevette a Volano rinforzo di
— atifi —
un liallaylione di coscritti italiani e d'un distaccamento di dragoni
Napoleone, il a8 ollobrc occupò la Chiusa e Rivoli, scinpi-e com-
battendo. L'inimico, assai più forte, gli prese oltre loo uomini e
disfece Ìl battaglione dei coscritti: si distinsero nei divci-si scoulrì
il capolxittaglionc dei Dalmati Rcsìcli , il capitano dell' artiglie-
ria Furtis , ed il tenente Giovanetti dei dragoni Napoleone ,
che operarono una carica brillantissima. Colla occupazione della
Chiusa e di Rivoli, difesa da un doppio trinceramento aiiticijtata-
mente costrutto, Verona veniva coperta, ma siccome le masse del
nemico quivi erano considerevoli, cosi bisognava assicurarsi ta con-
servazione di ([uesto punto, e fu a tal fine clic nello stesso gior-
no a8 vi giunse Palombini colla brigata Galimberti. Il ag il 4-'
caccialorì a cavallo ebbe uno sconti'o fra S. Zenone e Rossano, e
l'inimico fu respinto.
U 3i ottobre la guardia reale era in faccia a Bassaao in rtsem
durante l'attacco, ed in grande uniforme, come si praticava nei
giorni di liattaglia, e battuti gli avversari dalle schiere fraacesi,
entrò la sera nella città.
Intanto il generale di divisione Serras (governatore di Venezia)
vi riceveva una brigata destinata a rinfoi-zarne il presidio , ed Ìl
conlr' ammiraglio Duperéc veniva investito del comando superiore
della marina.
II 3i ottobre il castello di Trento si arrende con i3o uomùii
falli prigioniei'i.
Il 4 novembre il viceré era a Verona colla guardia reale, e
nessun corpo d' infanteria si trovava più sulla sinistra dell' Adige.
Quivi il generale Pino riuniva alla meglio la piccola divisione di
riserva già Indicata, e la aumentò coi gendarmi die ritiravansi
dai dipartimenti veneti, non che coi guardaboschi. Per tal modo
formò una colonna composta di circa 3ooo fanti , divisi in due
reggimenti (sotto la denominazione di i." e a." provvisori) e di
UDO squadrone di gendarmi con 200 cavalli e 6 cannoni. Con que-
ste forze si ]ìoterono rinforzare i posti della Corona e Rivoli a di-
fesa di Verona, e proteggere Broscia dalle scorrerie nemiche di-
scendenti dal Tirolo per Je vallate. Il corpo riunito a Verona ri-
mediò in parte al vuoto che tuttogiorno cagionava la diserzione ,
segnatamente dei nativi dei {Kiesi in allora occupati dal nemico.
11 6 novembre a Verona il viceré rìoi-dinò il corpo d' esercito
italiano come segue :
— 207r-
Divisione Palombini, brigata Rougicr: sci battaglioni, tre del 2."
(colonnello Dubois) e tre del 3." reggimenti d'infanteria (colon-
nello Rossi). Brigata Galimberti : Due battaglioni del 3.® reggi-
mento leggero ( colonnello Bianchi ) ; due battaglioni del i.^ e due
del a." reggimenti provvisorii d'infanteria. Uno squadrone di dra*
goni Napoleone.
Artiglieria: due compagnie, una a cavallo e P altra a piedi, e
due del treno, con la cannoni.
Totale della forza della divisione, combattenti 665g, con 600 ca-
valli.
Corpo distaccato. Un battaglione del 6.° reggimento d'infan-
teria , ed un altro di gendarmi a piedi , ed uno squadrone di gen-
darmi a cavallo, in totale uomini i3oo, con 100 cavalli.
Guardia reale. Leclii generale di brigata comandante, un bat-
taglione di veliti, uno di granatieri della linea, due di cacciatori,
una compagnia di guardie d'onore, comandante Re, uno squadrone
di dragoni, colonnello Maranesi, una compagnia d'artiglieria a ca-
vallo, una a piedi, e due del treno con la bocche a fuoco, in
totale, combattenti a6oo con 600 cavalli.
Cavalleria. Quattro squadroni del reggimento dragoni Regina.,
colonnello Narboni. Quattro del 3.° reggimento di cacciatori, co-
lonnello Provasi, due del 4-" suddetto, colonnello Erculei, una
compagnia d'artiglieria a cavallo, ed una del treno, colonnello
Millo, della forza complessiva di uomini i4oo e 1700 cavalli con
sei cannoni.
Il gran parco diretto dal maggiore Beroaldi, contava 600 uo-
mini e 1 000 cavalli . con cassoni da munizioni e ricambio.
Forza totale delle milizie combattenti 1 1,559, cavalli /^oqo^ boc-
che da fuoco 3o.
Due battaglioni del 4-** reggimento leggero, quello del i ." d' in-
fanterìa ed i Dalmati presidiavano Venezia, Palmanova ed Osopo^
quello del a.° leggero era stato amalgamato negli altri corpi.
Riordinato l'esercito, Palombini restò nelle sue posizioni di Ri-
voli e Corona; il corpo distaccato era a Desenzano ed a Salò.
Il 3.^ reggimento dei cacciatori a cavallo , e quello dei dragoni
Regina si stabilirono a Isola Porcarizza, il 4*° ^^^ cacciatori, a
Vago sulla sinistra dell'Adige, la guardia reale a Villa Franca,
ed il gran parco a Valcggio.
Ridotto il viceré alla difesa della linea dell'Adige, continuò a pre-
— 208 —
disporre le cose per una rilìrala nel caso clic il nemico ve lo ob-
bligassp. Scrisse di nuovo a Melzi, presidente del consiglio dei mi-
nistri, dandtigli le opportune istruzioni jier trasportare la sede del
governo (quando ]k.tò Ìl bisof^no Io esigesse in appresso) non già
a Bologna, ma a Torino, do[H) clic gli si era fatto presente essere
più conveiiienle dirigerlo in Piemonte, e che conobiw le inten-
zioni dcir imperatore a ipiesto rignardo. Melai doveva inolli-e com-
binare perchù si ritirasse da Monza la Corona di ferro, ma la cosa
riusciva assai difficile (Doc. XLI).
• Ritiratosi il viceré all'Adige , aveva prescritto di raccogliere
mediante ricliiesle fortose ( [«gallili con boni del tesoro a di-
verse non remote scadente), provvigionamcnti di vittovaglie a
titolo di riserva , clic non dovevano essere toccati se non alla
evidenza de! caso. Egli, non ben certo di poter tenere la linea del-
l'Adige per mollo tempo, nt- di riuscire a condurre al di là delle Alpi
un esercito in gran parte composto d' Italiani, pensò di ritirarsi in
ogni caso ne! Serraglio vicino a Mantova (come !o aveva fatto al prin-
cipio dello scorso secolo il principe Eugenio di Savoia). Per ul
modo egli conscrvavasi ii corso de! Po e la libera comunicazione
coi dipartimenti sulla dritta di quel (lume, e di là anche colla Fran-
cia per la riviera di Genova. I provvigìonamenti di riserva avreb-
bero supplito per il mantenimento delPcsercito riunito nel Serra-
glio. Questo piano pcm era in certo modo ineseguibile quando
Murat si fosse alleato coll'Auslrìa, e perciò Napolfone (che forse
fin d" allora ne prevedeva la probabilità) non lo approvò , e su-
bito col mezzo del leIegi"afo ordinò al ministro della guerra di
non cooperare alia sua esecuzione, avvertendolo che ne scriveva al
viceré per fargli conoscere le sue intenzioni.
Fallito lo scopo di questi approvvigionamenti di riserva, essi
servirono poi in prtc a far sussistere l'esercito sull'Adige e sul
Mincio, ed il restante venne conservato in Mantova.
Un' escursione del nemico fatta nella Val Trompia ininacdò
nuovamente Brescia. Gilllenga e Mazzucclielli , con poi-zione del
corpo distaccato, lo ricacciarono a! di là dei monti (g novembre).
In questo slesso giorno il viceré, formale coi Francesi e gl'Ita-
liani di Palombìni due colonne, marciò colla prima lungo la de-
stra dell'Adige per la via maestra dirigendosi a Brentino, e colla
seconda SL'guciido la cresta delle montagne per la Corona si
avanzò a Belluno ( veronese ) die fu attaccato e difeso con valore.
— 969 —
Il 3.** reggimento leggero condotto dal capobattaglione Albini, con
looo uomini, respinto la prima volta, ritornò più furioso al se-
condo assalto; quantunque il valente Albini fosse anche qui ferito
assieme al capitano Giussani , ai tenenti Faustini , Toschi e Casali ,
non che ^o dei loro , pure non vi fu ostacolo che non superassero,
ed il nemico fu ricacciato.
Palombini aveva similmente avuto uno scontro ad Avio cogli
avversari ( il dì innanzi ) che costrinse a ritirarsi. Si mostrarono
degnamente in questa fazione i volteggiatori del 3.** dMntanteria, e
in particolar modo lo squadrone dei dragoni Napoleone ; il tenente
Giovanotti, che conduceva la vanguardia, rimase ferito da un col-
po di fuoco. Ottenuto dal viceré lo scopo di richiamare T atten-
zione del nemico sopra Roveredo, e di obbligarlo così a ritirare
i scorridori da esso diretti su Brescia, ripigliò il giorno 1 1 le sue
posizioni.
Arrivava intanto dal Reno il generale Fontanelli ministro della
guerra e marina , e lo seguitavano gli avanzi delle truppe ita-
liane salvatesi dalla disastrosa campagna di Germania, e si atten-
devano anche quelle in cammino dalla Spagna, dacché Napoleone
aveva (come altrove si accennò) dato V ordine che tutti gì' Italiani
fossero riuniti, soggiungendo: « La condotta che hanno sempre
a tenute queste truppe, le rende degne di essere chiamate le prime
u alla difesa del loro paese, ^j
Il i4 novembre il viceré attaccò il nemico nelle sue posizioni
di Caldiero , cui prese parte onorevole anche la cavalleria e l' ar-
tiglieria italiana ; e singolarmente il maggiore Dubois , i capitani
Camberai e Richet, il tenente Sorelli, il sottotenente Mazza, il ma-
resciallo d' alloggi Menussi ed il brigadiere Lavini del 4»° cacciato-
ri, non che il colonnello Millo col tenente Bechi, dell' artiglieria.
Il reggimento ungherese num. 53, che portava il nome di Jel-
lachich, che fu poi Killer, indi Ridossevich de Rados, ed ora ar-
ciduca Leopoldo (figlio dell'arciduca Raineri) difese con gran va-
lore il poggio di Caldiero, e meritò fino dai nemici il nome di
bravo.
Il aa novembre il viceré ricevette l'avviso che un parlamen-
tario nemico si era presentato agli avamposti per fargli dirette
comunicazioni. Recatovisi, ritrovò il principe Augusto Taxis (aiu-
tante di campo del re di Baviera)*, la comunicazione che doveva
fare l' inviato al viceré consisteva nella consegna di una lettera
del monarc» , nella quale lo consigliava ad ascoltare ed accogliere
le proposizioni che il principe Taxis gli avrcLbe fallo per parli;
dei sovrani alleati. Taxis gli projjosc dì abbandonare la causa d(
Napoleone, die già riguardavasi dagli alleati inevilabilnienlc per-
duta. A questo palio gli si prometteva un Irono in Italia. \cl
consegnare la lettera , e nel ripetere la sua ambasciala, il priodpe
Taxis soggiunse tutte le considerazioni e promesse clic credette
alte a determinare il viceré, sia solleticandone T ambizione, sìa
movendone 1' airetto coniugale e paterno. Ma il principe Eugenio ,
che non seppe mai mettere in bilancio i suoi doveri ed il suo
onore coi vantaggi personali , rispose con rifiuto assoluto ., e la
sola cosa che domandò all'augusta suocero, fu di ottenere dai
suoi alleati un armistizio , persuaso che ciò non si sarebbe negalo
a tale intercessore, il quale in quel momento aveva reso loro s^ se-
gnalato servigio. Ma nh anche questo fu poi accordato (Doc.XLlI).
Quando il principe (fine di novembre) vide l' inijKissibilitì dì
combinare un armistizio, e la probabilità di esser foi-zaln nelle sue
linee dell' Adige e del Mincio , deve o aver preso degli accordi
col generale avversario, o aver -saputo che il re di Jtaviera li pren-
deva direttamente coi suoi alleali, per ottenere clic la viceregitia
( che era già nel quinto mese di gravidanza ) potesse restare nel
palazzo reìje di Monza fin dopo il suo puerperio, dicbìaraudolo
]K)sto neutrale, custodito da un cor|X) della guardia reale italiana.
Una tale siip|)0.sizione è fondata sulT avere il viccrì- dato segre-
tamente ordini in proposito per il servizio di Corte al colonnello
Corradini Ottavio, facente funzione di prefetto di palazzo, ed a me
slesso per la parte militare. La viccregina si recò difatti a Monza
colla si'a Corte, ma essendosi [loi prolungala la permanenza del-
Tcscrcilo suirAdige, ella si restituì a Milano, e vi rimase fmo alla
sua partenza per Mantova (marzo i8i4)-
Nè qui devo tacere clic quando poi seguì questa partenza , fu
cagione di grandissimo dispiacere ad ogni ordine di j)crsone che
avevano avuta la sorte di avvicinarla. Soprattutto poi i tanti in-
felici , che provavano i continui ciretti della sua Iiencficenza, ed in
ispecie i soldati uscenti dagli spedali , ai quali ella col mezzo
dell'abate Castiglion Giovanni Francesco, cappellano militare (uno
dei dispensieri delle sue beneficenze), sovveniva danaro per pro-
curar loro un migliore alimento ed abbreviarne la convalescenza.
Questa augusta principessa mi perdonerà se io qui paleso un se-
greto che ella aveva cura di nascondere con tanta gelosia.
• I *
— 271 —
Il viceré raccomanda al ministro FontancUi (che aveva assunto
la presidenza del consiglio dei ministri ) di eccitare lo spirito pub-
blico alla difesa del regno ( Doc. XLIU ).
Non cessa d^ inculcargli la riunione di nuove forze iu una di-
visione di riserva (Doc. XLIV).
n IO novembre un vascello inglese aveva sbarcato alF imbocca-
tura deUa Piave 5oo uomini, che presero il forte di Castellazzo,
ed il giorno dopo il ridotto di Cavallino. Il 1 5 del detto mese era
pure stato sbarcato dalla flotta inglese un corpo di 3ooo uomini
all' imboccatura del Po di Volano, ove una compagnia di veterani
italiani, che cercò d' opporsi, fu presa 5 il piccol forte di Primaro
sostenne tre assalti, che la bravura del comandante Galuzzi seppe
respingere. Sopraggiunto in suo soccorso il colonnello della gen-
darmeria Scotti con una piccola colonna italiana , gli Austriaci si
ritirarono. Il nemico si diresse verso Ferrara -, tutti i depositi che
ivi esistevano si ripiegarono sopra Bologna, ove era andato il ge-
nerile Pino.
II viceré per opporsi ai progressi degli avversari da questa parte, ,
vi inviò alcuni battaglioni francesi ed il 3.^ reggimento dei cac-
ciatori a cavallo italiani. Pino si avanzò verso Malalbergo con
pochi soldati raccolti a Bologna, e riunitisi gli altri corpi desti-
nati a questa spedizione egli entrò in Ferrara il 27 novembre
(Doc. XLV ).
Nel medesimo giorno il viceré , uscito da Legnago alla testa
di un drappello dei dragoni della guardia reale, comandato dal te-
nente Brambilla , rimase leggermente colpito in una coscia da
palla morta di fucile , ciò non ostante s' innoltrò fino a Be vii la-
equa facendosi dalla sua scorta 75 prigionieri, e poi rientrò a Le-
gnago.
II ministro della guerra propone di formare otto nuovi batta^
glioni ( Doc. XLVI ).
Alla fine di novembre informato il viceré che le soldatesche di
Murat incominciavano ad attraversare i dipartimenti romani , in-
caricò il ministro della guerra di mandar loro incontro un ufii-
ciale superiore per accompagnarle nella marcia e scandagliare
quelle mosse ^ fu destinato per una commissione così delicata il
caposquadrone Zanzi Giacomo, aiutante di campo del generale Ba-
labio, ufficiale tanto riputato pel suo valore, quanto stimato per
la sua sagacità e delicatezza. Egli difatti adempì V affidatogli inca-
rico , con piena soddisfazione del viceré (Doc. XLVII).
— 372 —
11 oiramtssarto di guerra Scveroli Pietro, fratello del generala di
questo nome, ebbe comniissìoQc di accompagnare sul territono dd
regno d' Italia 1' esercito napolitano, e regolare il servizio dclUi su>-
siÀenzti.
11 vicei-t aveva mandato pnnia il generale Gifllcnga , indi il «a-
posquadruiie Mojcaa, suoi aiutanti di campo, a Najioli, [wv iscru-
tinare l'animo di Murat, e quantunque vi fosse luogo a sos[)cllare
U prossimo suo mutamento di fede, pure non si osò ricusargli al-
cuna domanda, e [>erfìiio i{uella di somministrazioni d'armi, sul
timore di dar pretesti a discussioni e rotture. Per modo die
Murat, il quale crasi già segictameute alleato contro Napoleone,
levava dai magazzini di questo le provigioni die sarebbero stati:
tanto utili ai suoi. Primo a dar sentore delle trattative di Mu*
rat coi contrarli fu il colonnello Armandi (comandante a Forlì ),
il quale ebbe ad accorgersi che un corriere naiwlitano, sotto pretesto
di recarsi presso il viccit, era riuscito passare a Comaccbio, tacen-
dosi condm're da un pescatore a bordo di un legno inglese cbe
stava a vista sulla costa di G.'senatico.
Frattanto il generale francese Uarliou die comandava la divi*
sionc territoriale d'Ancona, diffidando dei Napolitani, sì rìndiiusc
nella cittadella con i5oo uomini, ma ommise di richiamare i de-
positi di egual forza clic ci-ano a Fermo e ' Macerata, clic poi sì
perdettero.
11 i dicembre a lìoveidicia, vicino a Rovigo, Il 3." cacciatori ita-
liani con due battaglioni francesi sorprese e battè II nemico, e gU
fece molti prigionieri. Questi, rinforzato, ritornò In posizione, ma dì
nuovo imjKtuosainentc incalzato dai cacciatori sino a Boara, lasciò
prigioniero un intiero battaglione. In appresso venne attaccata andie
la riserva avversaria. Il capitano Scanagalti rup|X! egli primo un
quadrato, e quantunque ferito da più colpi di baionetta, proseguì va-
lorosamente a combattere. Il colonnello Kambourgt, il c3[>osiiua*
drone Buttarel, i capitani Scanagalti, Batlaillc e Martini, i tenenti
Venturini, Polvcrani, Pini, Colli e Degl'Azzl, il tenente Castelli de-
gli zappatori, i marescialli d'alloggio Gnudi e Benctti, i brigadieri
lìoglietli e Badoski , il trombetta maggiore Giroldi ed ÌI caccia-
tore Aro, furono lodati per i successi ottenuti in questa giomatn,
nella quale colla sola perdita di ^o morti e i34 feriti, si presero
goo prigionieri, un maggiore e la ufficiali, oltie 4^0 uomini resi
inabili a coinbatlcre.
1
ifa ^
5<
— 273 —
15 8 dicembre il colonnello della gendarmerìa Scotìi, con un
drappello di 3oo uomini d'infanteria, dovette da Primaro ripiegarsi
sopra Ravenna, minacciato da forze superiori, che lo incalzarono
fino a Cervia. L'inimico raccolse a Ravenna circa 6ooo uomini,
oltre un corpo franco di malcontenti comandato da Finetti.
Il viceré sollecita il ministro della guerra ad inviare a Manto-
va i battaglioni che si formano (Doc. XLVIII), destina Maz-
zucchelli al comando di Bologna, dubitando seriamente delle inten-
zioili di Murat (Doc. XUX), provvede ai modi di difendere le
spalle dell' esercito , mediante V armamento di barche cannoniere
sui laghi, e V invio di sufficeuti forze per la custodia degli sbocchi
del San Gottardo e della Spinga ( Boc. L ).
L'esercito napolitano resta immobile, e lascia che gli Austriaci
occupino la Romagna ( Doc. LI ). Prima prova della defezione
cU Murat.
In questi giorni una mano di nemici infuriava nelle valli bre-
lidltrie; GifQenga inviò contro di loro un battaglione.
II colonnello Neri, comandante nella Valtellina, con 3oo uomini
raccolti alla rinfusa e postati al colle d'Aprica ( 7 dicembre )
non esitò ad attaccare i nemici , che ributtò di là del monte To-
nale: ne uccise molti e fece 100 prigionieri, prese bagagli e mu-
nizioni. Nella notte del 27 al a8 dicembre il nemico assaltò il
ponte di legno a piedi del Tonale, e fu battuto e costretto a riti-
rarsi. Neri rimase fento da palla in una coscia.
La persuasione in che era entrato il viceré di non poter conser-
vare la linea dell'Adige, procedeva dai movimenti che facevano i
contrari, dall' incertezza sui disegni di Murat, e dall' avere avuto
notizia da Augusta che due divisioni nemiche, comandate da Kle-
nau, si dirigevano per il Biii^er in Italia. Questo avviso era per-
venuto col mezzo di segnali a cifre , portati da pedoni collocati
per cura del ministro della guerra lungo lo stradale da Coirà a
quella città , e diretti dal prefetto Rezia Carlo , che risiedeva a
Sondrio.
D ai dicembre il ministro della guerra Fontanelli, essendo an-
dato a passare in mostra i diversi corpi italiani che erano all' e-
sercito, fece collocare il 3.** leggero a Caprino ed a Lumini per
coprire la posizione di Rivoli, non trovando sufficenti a difenderla
le poche forze che vi erano state destinate.
T, IL
5»
-274-
In questi giorni la divisione Paloiiihini eil il corpo distaccato
ebbero piccoli sconlri col nemico, die polpette 3j prigionieri-
Mentre gli Austriaci da Ravenna erano andati ad occupare Forlì
e Cervia, il colonnello Scotti, ripetutamente attaccato, perdette loo
uomini morti, 4oo prigionieri, % cannoni ed un cassone di muni-
zione. I residui di queste sconfìtte si riunirono il 3o dicembre a
Bologna, da dove i generali Pino, Fontane e Paolucci ebbero Por-
dine di partire essendovi giunti i Napolitani. 1 nostri .soldati, clic
in iscarso numero si erano colà raccolti, furono quasi tutti incor-
jwrali nei due battaglioni di volontari clie ivi si composero, e
vennero indirizzati a Milano.
Il generale napolitano Macdonald chiese in Ancona di occupare
la cittadella, ma il genei'ale Barbou vi si oppose, e seguitò a met-
terla in istato di difesa.
Davanti Venezia il nemico consumò il me^e di dicembre a re-
stringere il blocco dalla parte di terra, tentò sorprendere il ridotto
di Tn'porti, ma fu respinto;, da Cliioggia sortirono due compagnie
della guardia di Venezia con 4*1 doganieri e 6o marinai sotto
gli ordini del tenente italiano S. Pricst. I contrari furono ribut-
tati colia perdita di 6o uomini. H presìdio di Cavanella fece pure
una sortita, distrusse i trinceramenti nemici , e prese un ufiìciale
eoa 8 'uomini ; sussidiato in questo (atto ti* armi da due onno-
niere italiane.
Da questo momento il blocco di Venezia fu ristretto in'modo
da rendere difficilissima ogni comunicazione col continente.
In Dalmazia ì soldati italiani clic erano a Zara capitolarono e
furono scortali ai nostri avamposti.
L'esercito italiano combattente sulPAdige al finire del i8i3 Eii
ordinato in tre divisioni d' infanteria oltre una quarta dì guardie
reali, una quinta di cavaileria, ed in parecchi corpi distaccati- La
forza complessiva del medesimo giungeva a 19,438 comlìattenti.
4,100 cavalli e 5i cannoni.
Avevano concorso a comporlo; i." I nobili resti delle milizie
reduci dalla gneira della Germania: -ì." la leva di i5,ooo coscrìlli
In minima parte, dacché i venuti alle bandiere riuscirono pochissi-
mi dojMi la perdita del paese sulla sinistra dell'Adige e P invasione
nemica del territorio sulla destra del Po; 3," due reggimenti a due
battaglioni ciascuno di volontari di nuova formazione^ 4*'' "^t cor|»
di bersaglieri bresciani allestito dal colonnello Gamliara, e final-
ì
— 275 —
mente, per la cavalleria, gli acquisti di cavalli a titolo di nuova
rimonta (Doc. HI).
ADRIATICO.
Gli Inglesi rinforzano la loro crociera nell'Adriatico, la quale
numera oltre i tre vascelli a tre ponti altri piccoli legni. Aumen-
tano i presidii delF isole di Lissa e di Curzola , e fanno molte
prede.
Nell'aprile la parandola Superiore montata in gran parte dagli
aUievi del battaglione della flottiglia che per la prima volta affron-
tano il nemico, nella spiagga di Castellazzo si batte con molta in-
trepidezza, e l'alunno Colombo, quantunque rimasto tramortito da
un colpo, ripiglia tosto la sua energia e cogli altri obbliga il le-
gno nemico a prendere il largo.
Negli ultimi giorni di maggio un brik inglese nel porto di
San Giorgio di Giupana in Dalmazia intimò la resa dell' isola dopo
un bombardamento di due ore , ma il presidio , composto di un
distaccamento del 4-** leggero italiano comandato dal tenente Ca-
sartelli (rimasto ferito), discacciò il nemico. Il generale Montri-
cbard lodò molto la condotta del capitano Bianchi d' Adda coman-
dante dell' isola, e di Casartelli comandante il presidio.
CMMTOLO XV.
FAZIOM DI GUEUltA ItF.l. I8U IN ITALIA.
It viceré eccita il ministro della guerra a veriQcare i movimenti
di tnipiie nemiclie dalla parie del Tìrolo (Doc. LIII ). Fa eo-
struire un ponte sul Po a Borgoforle, ordina dì tosto ristaurare
k forti ficazioni di Pizziglictlonc. e di armare il castello di Pia-
cenza per garantirsi da un colpo di mano ( Doc. LIV), e dispone
di difendere gli shocchi del San Gottardo e del Sempione (Doc. LV).
L'esercito franco-ilalo continuava ad essere collocato dietro
l'Adige. Le milizie italiane si trovavano ripartite come .segue: Ia
divisione Zucclii era a Mantova, Legnago e Peschiera \ quella di
Palomliini a Rivoli, Madonna della Corona, Caprino e Bussolengo;
la cavalleria a San Giovanni Lnpatolo ^ la guardia reale a Verona e
Villafranca; la divisione Sevcroli destinata a recarsi alla linea de!
Taro; il i." reggimento volontari a Domodossola, il jjattaglione dei
gendarmi nelle vallale hergamasclie , la gendarmeria a cavallo a
Brescia e dintorni, i bersaglieri hresciani a Brescia, il jiarco di ri-
serva a Valleggio, e Neri con vari distaccamenti in Valtellina:
queste posizioni erano tenute dalle forze già indicate di 19,4^^
comhallcnti, con ^'OO cavalli e 5a cannoni. Olire i soldati in li-
nea ve ne erano 10,000 nei depositi e .spedali neil' iateriio. Final*
— 277 —
mente si contavano come forza (perchè non cancellati dai ruoli) i
prigionieri di guerra, i rimasti nelle fortezze al di là dell'Adige, in
Ispagna, Russia e Germania, ed agli spedali esterni, valutati circa
3a,ooo uomini e 8,5oo cavalli. Così l'effettivo dell'esercito italiano,
al principio del 181 3, sommava 61, 438 uomini, ia,6oo cavalli e 5a
cannoni da campo (non compresi quelli esistenti negli arsenali ), ma
come si vide, appena un terzo di questa forza era in linea.
Il corpo di Bonfanti, distaccato nelle valli bresciane, sommini-
strava i presidii a Rocca d'Anto, i veterani ed i nuclei dei reggi-
menti tenevano guarnigione a Pizzighettone.
La guardia realc^ composta di quattro battaglioni, di due squa-
droni e dell' artiglieria, della forza complessiva di 2,900 uomini
e 450 cavalli, formò il corpo di riserva dell' esercito.
U viceré, nell' affidare agi' Italiani la difesa delle piazze forti, si
espresse in termini molto significanti per l'onor nazionale, e fu in
questa occasione che dichiarò il suo emblema — Honneur et Fi-
deli té — (Boc. LVI).
Il^icerè, inquieto pei movimenti di Murat,if* quale si avanzava
a Reggio, e temeva che arrivasse a Piacenza, prende le sue dispo-
sizioni onde potere da un momento all' altro ritirarsi dal Mincio.
Colloca uu presidio nel Castel Vecchio di Verona, invia Rougier a
Legnago con un corpo di 2000 combattenti, composto di due bat-
taglioni del 3." e 7." reggimenti d'infanteria, di cinque compa-
gnie, cioè due della guardia di Milano, due di veterani ed una di
zappatori italiani, oltre 200 artiglieri francesi, e destina al comando
dei corpi ed al servizio della piazza il colonnello Marguery, i ca-
pobattaglioni Barbieri e Ferrari Giuseppe Andrea, ed il commis-
sario di guerra Schor Federico,
Dopo queste provvidenze il viceré informò il generale nemico,
che soltanto le sopravvenute circostanze politiche lo obbligavano ad
evacuare Verona, pronto però sempre ad accettare battaglia se fosse
incalzato, e che gli proponeva di risparmiare la città. L' umanis-
simo avversario non esitò a corrispondere con altrettanta lealtà
conseotendo al pacifico sgombramento di quella piazza.
Eira iniatti impossibile al viceré di restare sull'Adige più a lungo
senzai esporsi a certa sconfitta. Imperocché egli avea di fronte 78
Ì)attMÌioPÌ d' infanteria secondati da 66 squadroni di cavalli. Sul
fiaii^siiiistro una divisione nemica verso Toscolano , sul destro
un òorpo volante a Badia, che comunicava colla divisione pene-
Irata di già nella Romagna. Nelle province venete alla siuistra
dell'Adige un grosso corpo nemico bloccava le piazze forti. Sulb
destra del Po erano diste.si ventotto batt^iglioni di fanti eoo ven-
tuno .squadroui di cavalli napolitani. Ih line un corpo conside-
revole anglo-siculo si teneva in anni tra Livorno e Genova. Al
cospetto di masse tanto imponenti non potevano i jwclii Franco-
Italiani custodire la linea alquanto estesa dell'Adige, e far fronte
alla difesa degli altri punti minacciati dal nemico. Quella de!
Mincio riusciva pertanto meglio appropriata alle circostanze, qua-
lora fosse prolungata lungo il Po fino al Taro, indi all'Appennino,
appoggiandosi a questo colla destra , e colla sinistra alle Alpi
Reticlie bresciane.
Il 4 febbraio la divisione Palombini ripassò il Mincio , ed ebbe
l' incarico della difesa di Peschiera e della testa del ponte di Mon-
zambano , ove fu collocato il 3.' reggimento leggero, Bcrtoletli
venne nominato comandante supcriore di Peschiera.
La fanteria deUs guardia reale si stabilì a Mantova assieme ad
una parte della cavalleria di cui altra pai-te a Goito. «
In Mantova era la divisione del generale Zucchi, che uè venne
nominato governatore con lettere patenti.
I 6oo Italiani del 4° leggero e del corpo d'artiglieria, che
erano rimasti di presidio a Uagusi ed a Cattaro, vennero consegnati
ai nostri avamposti in forza delle capitolazioni di quelle piazze.
La difesa di Venezia durante il mese dì gennaio offrì una se-
rie di combattimenti onorevoli al presidio. I trinceramenti nemici
di Treporti vennero a.ssalili, presi e distrutti; fu allargata per
opera del presidio di Cavanclla la linea del blocco : ebbe luogo
un infruttuoso attacco degli assedianti contro la torre di Bebbc.
Rientrarono in Venezia i difensori dì Grado, essendosi abbandonato
quel forte per mancanze di vittovaglie , e rientraronvi pure le
barche armate che erano su quel punto. Da Malghera gli assediati
assalirono i trinceramenti che si stavano costruendo dal nemico,
il quale fu respinto fino a Mestre, Altra sortita fatta da Cliioggia
procurò carni bovine al presidio. Ci' incrociatori condussero a
Venezia varie barche cariche di grani e di vittovaglie. La flottiglia
italiana, che era ad Ancona, rientrò a Venezia.
Palmanova ed Osopo continuarono a difendersi. L' esercito
nemico aveva allungata la sua fronte fino a Toscolano sulla ri-
viera del lago di Garda, ove aveva 6oo cacciatori, li generale Bon-
•
— 279 —
fanti ( 8 gennaio ) , comandante nel bresciano due battaglioni e
i5o gendarmi a cavallo, li affrontò, e li cacciò nell'alto della
valle. In quest' incontro venne particolarmente lodala 1' intelli-
genza delFaiutante comandante Rivaira, non che degli uQiziali Vi-
smara e Betti.
Nelk notte del i8 al 19 il battello armato in istazione a Tori
fu sorpreso da una compagnia di cacciatori tirolesi, e pigliato as-
sieme a due cannoni ed alPequipaggio.
Legnago viene investito dal nemico (5 febbraio).
Il viceré si occupa per quanto è in lui di premunirsi contro gli
attacchi degli Austriaci postati sul Sempione, e di difendere il passo
del San Gottardo.
Era appena stabilito l' esercito del viceré sulla linea del Mincio,
quando ivi ebbe luogo una battaglia, che è delle più singolari che
rammentano gli annali militari.
Il giorno 8 alPalba il viceré mise in movimento il suo esercito
nelle seguenti direzioni : Verdicr coUa divisione Freyssinet ed il
4.^ icggimento dei cacciatori a cavallo italiani da Monzambano a
Villafranca^ la vanguardia colla divisione Quesnel da Goito a
Roverbella, Grenicr colle divisioni Rouyer e Marcognet assieme
alla guardia reale ed alla divisione di cavalleria da Mantova a Ro-
verbella, Palombini colla sua divisione formando V estrema sini-
stra da Peschiera sulle alture di Salionze e Cavalcaselle, e Zucchi
colla sua divisione ed il 3.° reggimento dei cacciatori a cavallo da
Mantova ad Isola della Scala e sul Tartaro. Il punto di direzione
era Roverbella. Intanto che si eseguivano questi movimenti l' ini-
mico passò il Mincio a Borghctto (posizione non difesa) senza
alcun ostacolo. Per tal modo i due eserciti cambiavano simulta-
neamente le loro posizioni movendosi in senso opposto, senza che
V uno conoscesse le mosse dell' altro.
Accortosi Verdicr delle evoluzioni degli Austriaci , retrocesse
colla divisione Freyssinet, e la collocò sulla sponda dritta del-
l'Olsino per coprire così le sue spalle. Intanto il viceré dalle alture
di Mazinboua veduto il movimento del nemico, fece tosto un cambia-
mento di fronte, e variò le sue disposizioni d'attacco. Grenier coUa
sola divisione Marcognet seguitò a marciare sopra Roverbella , il
principe colle divisioni Quesnel e Rouyer, la cavalleria e la guardia
reale, si rivolse verso Valeggio. Inquieto sulla sicurezza del ponte
di Goito, vi inviò tosto la compagnia delle guardie d'onoi-e inca-
I
I
>
il comandante Re di spedire il tenente Bonacossi «>q un
P] -> alla scoperta verso Volta; Ile, giunto al ponte, 3pe<fi U
mares Ilo S alloggi Sebrcgondi Giuseppe ad informare Ìl priti-
cipe e il ponte di Goilo era senza difesa, die un cori»o dì ulaui .
era a -rtungo, e clic egli si era messo in posizione ad ^Vrco. H
viceré , conOpScendo l' importanza di <]uesto posto , segnatamcnlc
nel ( di una ritirata, vi inviò subito l'infanteria della guardia
per I irvi in riserva, e riciiiaraò presso di luì le guardie, d'onore
die lo aggiunsero a Mareiigliello, ove si unirono al restante della
cavalleria della guardia.
U
Allora '
sìzioni :
l
cav
di rViajL-i jreiiie.
il corpi ne -t
Rouycr
PozEolo e 1
net ed il ^." ca> i cav
bini addossalo a l'esci ra
guardia reale in riserva ad Arce
Per tal modo gì' Italiani er;
OTf seguiva la battaglia. Zucdii,
tutti i punti nelle seguenti pò*
;io!ie ed il 3." dei cacciatori a
contro due brigate del corpo
larcognct a Roverbella, contro
icei-E; colle divisioni Qucsnel ,
e la divisione di cavalleria tn
Vcrdier colla divisione Freyssi-
ontro lUdiwojcwilJidi, Pakim-
lYIastisdì, e T infiintem della
a Gutto,
distribuiti sopra tutti ì ponti
luto alle prese col nemico, lo
scacciò da (Pastiglio» Mantovano e da Due Castelli, lo fece inse-
guire sul Taitai-o da Hambourgt col 3." di cacciatori a cavallo, e
gli prese a6o prigionieri. Il colonnello d'artiglieria Millo, puntati
4 cannoni sopra di una collina, portò grave scompiglio nelle file
ncmicbc, ma ferito egli stesso questo prode da tre colpi di fuoco,
cade morto. Zucclii, udendo il cannonamcnto dalla parte di Ro-
verbella, si volge coli con una colonna, la [[uale decide il nemica
(già investito dalla divisione francese di Marcognet ) a ritirarsi a
Colmo Ferroni e più oltre fmo a Mozzacane.
Alla sinistra Palombini, uscito da Peschiera, rovesciò i po.sli av-
versari iiioltraudosi sino alle alture di Cavalcaselle e Salienze. In-
contrato il nemico in forze , sostò , e prese posizione. Assalito da
masse numerose si sostenne vigorosamente. 11 generalo Dcrtoletti
prende gli ordini di Palombini , ed il capo dello stato maggiore
Jìcccarinì, nonclie gli aiutanti di campo Molinari e Solerà, lì recano
ai posti in mezzo al fuoco il più vivo. Del Pmto, comandante del
! ,
— MI —
noni, Volpini, Gamorri sono i primi a slanciarsi, e sorprendono il
nemico colla loro celcrili. In questo mezzo Palombini riceve Tordinc
di retrocedere a Peschiera, e spedire il suo parco di riserva a Mon-
zambano. Ivi un corpo nemico occupi alcune case vicine al ponte.
Bianchi alla testa del 3.' reggimento leggero, è inviato ad attac-
carlo. Im])etuoso è V assalto , ma altrettanto è salda la difesa. Fi-
nalmente le case sono prese coi loro difensori. Erculei intanto aJ
4«' reggimento cacciatori difendeva i fianchi degli aggressori.
Allora V artiglieria nemica, postatasi sopra una'eminenza in faccia
al ponte di Monzambano, fa vivissimo fuoco contro il 3." leggero, e
contemporaneamente un corpo di cacciatori assale la testa del ponte.
Se non che tempestati quei cacciatori dalle batterie italiane, sond
forzati a ripiegarsi a Porto Piri. In questo mentre il capitano Bas-
signani del 3." leggero im|)edi la costruzione di un ponte tra Mon-
zambano e Salionze, vicino ad un' ìsoletta, fra Pozzolo e Valeggio.
Il reggimento dragoni Regina (condotto dal colonnello Narboni
assieme ai capi di squadrone Cima Giuseppe e Paguen) carica i
dragoni Hohenlohe, Savoia e gli ulani Mcerfeldt, li rovescia, e ripi-
glia cinque cannoni della batteria del capitano Camurri, slati presi
dal nemico in uno scontro col i.** reggimento d'ussari francesi. Ca-
murri pose di nuovo in batteria i pezzi riacquistati, né tardò a ven-
dicare r ingiuria ricevuta senza sua colpa. Fra Pozzolo e Ramelli, il
capitano dell' artiglieria a cavallo italiana Mussita, fece prodigi di
valore colla sua batteria addetta alla cavalleria , scompigliando i
dragoni nemici preparati all'attacco.
11 4-' dei cacciatori a cavallo fece una vigorosa carica che scom-
pose le file dei contrari^ il capo di squadrone Gingia Bassano, i ca-
{ pitani Migliorini, Zaffanelli, Bianchi e Gamberai; i tenenti Ceretti,
j Bonacina, Zambonelli, Bastidc e Ciciorini, i marescialli d'alloggio
Sacchi e Bonvari, e vari altri furono rimeritati di lode.
Quando venne respinta la prima carica dal 3i.* cacciatori a ca-
vallo francesi, le guardie d'onore protessero quattro bocche a
fuoco della brigata Bonnemaius contro gli attacchi del nemico. Esse,
assieme ai dragoni della guardia reale, accorsero sui punti minacciati.
La notte mise fine al comliattimento, e l'esercito franco-italo
bivacco sul campo di battaglia.
! ! T. IL 5«
L'ordine del giorno jiHV'Scrcilo, tcsùfìcando la soddisfazione dt'I
vicprì^ a luUi i cor|>i clic clìlH^ro ad agire, soggiunge: « La guardia
H reale ha preso parte in qtiest' affare sopra un altro punto del
« Mincio ove il nemico aveva gii compiuto Ìl passaggio, e fu rc-
« spinto alla sponda opposta. Olire questo successo noi abbiamo
« fatto al nemico a.Soo prigionieri, e posto fuori di comliatli-
M mento 7 in 8.000 uomini. Il suo movimento di ritirata i stalo
u tale, che incalzato dalla cavalleria ha lasciato in nostro [)otere
« gran parte de' suoi legagli , più gli equipaggi di parecchi ge-
« nerali. Io che ha procacciato iwllissimi cavalli ai nostri uffìziali.
« Abltencliè tutti i r
K alcun si I T:irin;olarni
i condotti col massimo valon-,
distinti. Tali sono il 4-" caccia-
ividui poi che pii!i si scgiiala-
i nominati) Erculei, Camurri,
li ( che perdette una gamba ),
rini, Solci-a, Caprini. Nardini
ale a Volta, raccogliendovi U
rghetto, la cavalleria italisu
ì perdita di ai morii e i5o
si recò a Mantova per far parte
rotjo luitino, fra {
Dubois, Richè , Bon i»ei
Audinot, Del-Pinlo, re
e De-Gi»li.
Il viceré poso il quartier
guardia reale.
Il giorno II, nei contorni
ebbe una fazione che le cag
feriti.
Il i4 il 3.* reggimento leggi
della brigata Galimberti,
Rocca d'Anfo venne bloccata il i4 febbraio.
Bonfanti, con un battaglione francese, uno del 6." d'infanteria
italiano e i5o gendarmi a cavallo, attaccò gli Austriaci a Ponte
Sareno, li batto, occupò il jMesc, indi si diresse a Gardone, incal-
zandoli fino a Vcstoiie. In questa fazione, nella quale si distinse ÌI
capobatlaglione Gillot , il nemico ebbe loo morti e 357 prigio-
nieri, e noi i5 uomini uccisi e io5 feriti.
Il 16 il viceré, colla fanteria della guardia reale comandata da
Leclii, attaccò il nemico a Salò ove si era trincerato. I cacciatori a
piedi della guardia reale, condoni da Peraldi, diedero Fassalto, Ìl
resto della guardia rimase in posizione nel rocolo dinanzi a Salò.
Il i." battaglione marciò in colonna, lo seguì a poca distanza il
■ì." I cacciatori, giunti a tiro di moschetto dalla porta, vi sono ac-
colti da un vivissimo fuoco. La strada è lunga e stretta , il ne-
mico al coperto, il fuoco micidiale, ed i corpi degli estinti e dei
— 28^ —
fcrìti ingombrano la via. In questo critico istante, Peraltli grida
— Viva Italia ! cacciatori della guardia , avanti 1 — Alacremente
si avanzano questi prodi. Gli uffiziali Prampolini, Guerra e Litta
slanciansi i primi verso la porta, e sono uccisi^ altri subentrano e
subiscono la medesima sorte. Cadaveri misti ai feriti si accata-
stano su quel passo angustissimo. Il nemico, tirando dalle finestre,
non perde neppure un soldato.
Finalmente, infiammati da nobile sdegno il capitano Gubematis,
il tenente Sabatini, i sottotenenti Alberti, Giordani, Filiberti, Lotti,
Luigetti, gli aiutanti Martelli e Budini , i sargenti Pallavicini e
(^astagnardi precedono gli zappatori e, disprezzando ogni periglio,
corrono fino alla porta. Quivi a colpi d^ascia rabbattono, sgombrano
gli impacci, e alla testa del battaglione procedono fino alla piazza,
assalgono il nemico, lo incalzano colle baionette e lo costringono
ad uscire precipitoso da Salò rivolgendosi a Toscolano. La flot*
tiglia italiana sul 4ago, comandata da Tempie^, fulmina contempo-
raneamente co' suoi cannoni i fuggenti, per modo che 5oo, gettate
le armi, si disperdono nelle montagne. Alcune guardie d' onore,
condotte dal tenente Prina, recano anch'esse assai danno al ne-
mico , il quale rifugiatosi a Maderno si abbattè nel resto della
guardia reale e nei cacciatori, da cui al passo di carica viene in-
vestito; accorse allora un battaglione per assicurare la ritirala. Ma
il foriere Fattori, il brigadiere Bartoli e le guardie d'onore Bel-
leguardi, Onofrio, Zerboni ed altii , slanciansi furiosi sopra quel
battaglione nemico, e lo rompono e disperdono. La perdita degli
avversari consiste, oltre i morti e feriti, in 36o prigionieri; la
guardia contò ^% morti, fra i quali 4 ufHziali ed 821 feriti. L'or-
dine del giorno dell'esercito accennò fra i più valorosi ( oltre i
sunnominati) i capitani Casali e Gubernatis, gli uffìziali Vitali,
Prina, Sabatini, Giordani, la guardia d'onore Foscari , il sargente
Gastagnardi ed il dragone Picinetti. La guardia ritornò il 18 a
Desenzano, e vi dimorò (ino al 26; di là andò a Volta, indi a
Mantova.
Bonfanti ebbe uno scontro il 24 col nemico a Gavardo.
Frattanto Murat si preparava ad agire in concorso de' nuovi suoi
alleati , ed il viceré dovette premunirsi contro di lui , e mentre
cercava colle trattative e coi movimenti delle sue squadre di gua-
dagnar tempo, pensò essere prudente inviare ad Alessandria le
carte ed oggetti importanti (Doc. LVII),
— 284 —
Il 36 Tcbbraio il 3.* leggero, coinarxlalo dal coIuaiii'Ho BUnclii,
uscito da Mantova dirigendosi vcrKO (^slcltaro, incontrò due bat-
taglioni proUitli da un ridotto eretto sulla strada. Il comandante
Rossi lo assalì (il capitano Giiissani rimase ucciso); i suoi lo pre-
sero e lo K|)Ì3narinio col sacrilicio di [incili feriti , mentre il i-csto
del reggimento diede la caccia al nemico.
Napoleone avvisò jicr lettera il viceré , avere ingiunto ad Aii-
gcreau (clic era a Lione) di avanzarsi verso Ginevra ed il can-
tone di Vand, per operare colle sue genti contro lìubna, daclit que-
.tti noti aveva più di dieciitiìla nomini da opporgli^ ma clic per
fare una diversione favorevole 0 s'onccrtai-e l'iiiimico, conveniva
a Hill ola ito contemporaneamente sul Sempìone, al (jualc clIi.ilo era
necessario di inviai^; suljito un dn>p])ello suflicieiite clic simu-
lasse r attacco.
fi vicei-ì- in conseguenza ordinò al ministro della guerra di
far passare il Scmpionc al piccolo corpo che età a Doniodossob
(Doc. LVIII ). Quindi il a» febbraio, niciitn: Augcrcau espugnava
il forte l'Ecìuse, dietro ordine del ministro della guerra, recato dal
capitano dei veliti Laugier, U colonnello Ponti, del a." reggimento
dì volontari, mosse da Domndassola per raggiungere la sommità del
monte coti due battaglioni, rlic non ollrepssavaiio la forza di 35o
volontari aj))ieiia istruiti al Pianeggio delle armi. Questi avevano
istruzione di annunziarsi per una vangnai-dia di 10,000 uomini.
Ponti, giunto a Goiido, mandò in peilnstrazionc duv- conipagnit- cui
capitano Kallànelli, die scontratesi col nemico e coi montanari in-
sorti, furono avviluppate e Irattutc; aa uomini caddero prigionieri,
il resto fu morto o ferito, e solo il capitano con quattro uomini
poterono salvarsi. Il i." marzo Ponti si avanzò j le valanghe fe-
cero perire alcuni uomini, cosicché i presenti non eccedevano aSo.
Arrivò la sera alla gallerìa situala al piede del piccolo Sempìone,
e vide due compagnie di cacciatori austriaci appostate sulle al-
ture presso il villaggio. Egli dispose il suo piccolo corpo iu tre
colonne, e marciò; la prima diretta da lui per la strada posUie,
i volteggiatori pel sentiero perpendicolare al villaggio, la terza col
capitano Salvatori i-estò alla guardia del ponte, e come riserva in
caso di rovescio. Il nemico, dopo una prima scarica, sì ritirò, e fu
mcalzato fino ali Ospizio veccliio, perdendo due prigionieri \ 3oo ne-
mici attaccarono la compagnia dei volteggiatori , ma accorsero gli
altri e vennero respinti. Ponti, colla sua colonna, prosi^ni il cani-
— 285 —
mino , ed erano le ore sei circa pomeridiane quando giunse al tei^o
rifugio, distante circa due ore da Brigai egli, dopo di aver guer-
nito due posti, uno sulla fronte, comandato dal tenente dei f^ra-
natieri Tamburini, e Paltro alle spalle, alloggiò assieme agli uffl-
ziali e a5 granatieri nella casa di rifugio , il resto dei soldati in
alcune capanne lungi circa aoo passi. Nella notte, alle quattro an-
timeridiane del a marzo, i colpi di moschetto, penetrati nelle stanze
degli uffiziali, indicarono una sorpresa. Ponti, col capitano Pavesi
Carlo, comandante i granatieri, per i primi si precipitano sul ne-
mico^ il sargente Massalunga stende al suolo con un colpo di baio-
netta il capitano Finkel, comandante i cacciatori austriaci^ in una
carica fatta dai granatieri italiani, ove ognuno dei corpi combat-
tenti ha 5 o 6 morti o feriti, questo pugno di gente contenne gli
assalitori, e li fece ripiegare; Ponti cercò di guadagnare Paltò della
strada, ma quivi s^ incontra con un'altra colonna nemica, che lo
fa prigioniero assieme a Laugier.
Pavesi, che era con essi, dojx) di aver ])erduti i pochi suoi gra-
natieri , cadde nel discendere un piccolo promontorio coperto di
ghiaccio , ed i nemici lo prendono , lo maltrattano , lo spogliano
e lo feriscono nella testa con un co1]k> di baionetta. In questo
mentre giunge il tenente Tamburini, che libera Pavesi, il quale
ritorna coi suoi al rifugio, e vi forma delle barricate; all'appa-
rire del giorno egli si vede circondato da uno stuolo di oltre 4^oo
Valesiani. Questi vengono all'attacco, e sono res|>inli colla perdita
di alcuni morti e feriti. Il nemico conduce il colonnello Ponti, che
era prigioniero, per persuadere Pavesi ad arrendersi: questi per-
siste nella difesa ; si rinnova V assalto^ si dà il fuoco al rifugio, che
va in fiamme , ed allora gli assediati si arrendono a discrezione.
U capobattaglione Colombani fu, con tutti gli altri, fatto prigio-
niero 5 la maggior parte dei soldati erano o morti o feriti ; otto
erano gli ufllziali feriti , fra i quali il capitano Pavesi ed i tenenti
Migliavacca e Laugier; tutti gli altri furono successivamente presi,
derubati e denudati dai paesani insorti. I^ barbarie commesse dai
Valesiani non sono da ripetersi ; gli uffiziali prigionieri furono poi
in gran parte inviati a Berna.
A Briga gli uffìziali e soldati furono con molta umanità curati
delle loro ferite, e ristorati di cibo dalle suore del monastero di
quel paese.
A Vcvay, quei buoni abitanti trattarono a laute mense i no-
— 28(5 —
stri , e fecero una generosa colk'lta ili danaro, rlir fu lom distri-
buito.
11 generale (li brigata S. Patii fu siibito invintn a DomoclossoU,
rnn altro piccolo corpn di soldati ilatiatii, [Hir custodire rjucllo
sIhkoj d'onde eia minacciata la capitale.
La cittadella dWncona, bomlnirdata dai Napolitani, fu costretta
a capitolare il i5 lirbbraio, ottenendo il presidio libero ritorno
airescrcilo, colla promessa di non servire contm gli alleali p<-r
un anno. Il generale Barbou segnalò al ministi-u della guerra. Ira
gli alU'i, il sott' ispettore alle rassegne Paribelli Cesare, ed il com*
missario di guerra, facente veci di ordinatore, Psalidi Francesco, per
ì loro distinti servigi durante il blocco.
Un coi'|io dì tao» Napolitani, con una compagnia di marinai,
fu inviato alla Sacta, dirimpetto a t^salinaggiore, ]ier costruirvi un
ponte^ soo cavalieri rnprivann la destra verso GuaslsUa^ il ^4 il
nemico, forte di 4"t> uomini, [ussò il Po, e fece prigionici-o il capo*
squadnine Frangi[iane ed alcuni gendarmi.
li vicei^ sjiedl una mano di soldati comandati dal maggiorr
Sa» Fermo Marco Antoaio, e la com]»agnia dell'artiglieria leggera
italiana del capitano Mussila, e successi vauiea te la brigata Bonne-
main, die batterono il nemico, io iTSpinsero, e demolirono il |iontc.
conduceado quasi tutti Ì battelli a Cosalmaggtnre. Il maggiore Sait
Fermo si distinse per la sua estrema bravura ed intelligenza, come
10 diceva il rapporto ullieiale (Doc. LIX).
Il maresciallo Augereau da Lione, coi a5,ooo uomirn posti sotto Ìl
suo comando, doveva, giusta il piano dell'impei-atore, minacciare l'ala
sinistra degli alleati^ ma essendosi limitato alla difensiva, <]iieslì
spinsero le loro forze ad occu|xtrc Ginevra, minacciando Besanc,-on
e Macon, e liinasero i[uindi intercise le coniunicazioni tra Francia
e Italia dalla parte del Monte Cenisio edel Scmpione, e soltanto
ldx;re le vie del Dellìnalo e della Provenza.
Tali erano le condizioni delle cose quando Napoleone, vedendo
imminente la defezione di Mui-at, scrisse al viceré da Parigi, il 17
gennaio, la seguente lettera :
i( Le (lue d'Otrante vous atira ìnstriiit que le roi de Xaples se
« met avcc iios ennemis. AussitiJt que vous en aurcz la nouvelle
« oflicielle, il me semble important que vous gagniez les Alpes
M avcc toutc Parint'c. Le cas arrivant, vous laisserez des Italìen^
11 pour la gartiisoii de Manlouc, et autrcs placcs , ayant soiii
*♦
-387 —
« d'amener rargeiiterie et autrcs cOèts de la maison, ci cais-
« ses^ etc. 99
' Il viceré misurò a prima giunta nel suo pensiero le gravi dif-
ficolti che avrebbe incontrate abbracciando questo consiglio nel
caso che venisse tradotto in comando. Si ad'retlò pertanto a far
conoscere air imperatore quali fossero le circostan?^ in die si tro-
vava, sottomettendogli le sefjuenti considerazioni con sua relazione
del a6 gennaio.
L' impossibilità di eseguire un movimento retrogrado cosi
esteso in faccia ad un nemico pressoché più forte del doppio, senza
compromettere l'esistenza dell'esercito a meno che non si otte-
nesse un armistizio.
La costanza messa dal generale avversario nel rifiutarsi alla
tregua, anche di soli quindici giorni , e contro la cessione delle
piazze forti di Osopo e Palmanova.
La quasi certezza che, gritàliani dei dipartimenti riuniti alla
Francia, e che costituivano il nerbo principale dell'esercito (non
restando di Francesi che i nuclei dei reggimenti, sommanti cir-
ca 6000 uomini), non essendo naturalmente inclinevoli ad uscire
di buona voglia dalla loro patria , si disperderebbero prima di ar-
rivare alle Alpi.
Spedita a Napoleone questa relazione, il viceré si concentrò sul
Mincio (4 febbraio) e sul Taro, occupando virilmente i posti in-
termedi tra le foci dei due (lumi, da Goveruolo a Casalmaggiore,
lungo la sinisti*a del Po , e formò per tal guisa una sola linea al-
quanto prolungata. Quando la relazione sopraccennata jierveniva
al suo destino, al momento delle battaglie della Rothiére e Brienne,
( I e a febbraio) quantunque Napoleone lottasse contro forze im-
mense ora mai col solo suo genio, giunto al tramonto nell'opinione
nazionale , pure deve aver pensato , come lo comprovano i fatti ,
alla possibilità di conservare una parte dell'Italia, quando riscon-
trò la relazione del viceré.
In fatti ne' sdoi comentari accenna ad una sua lettera ricevutasi
dal viceré il 7 febbraio. Essa non può essere sicuramente quella
di già accennata del 17 gennaio, giacché era giunta a Verona il
successivo giorno 2 3 colle altre venute da Parigi, Una tale cir-
costanza, a mio credere, concorre evidentemente a provare, che la
lettera suaccennata, di cui non si conobbe il contenuto, era poste-
riore. In mancanza di quest'atto bisogna dunque limitarsi ad in-
— ihH —
ferire ciò the essa coiileiieva, dai iatli avvenuti nel momento in
cut perveimc, non clic d.i quanti) espone lo storiografo del vici-rì-,
Guillaume Vaudoncouit, elle così si esprime:
« Naixddod approuva les r^llcxions dti priacc Eiigène , et dans
1 Si repoiisc, lui i-ecummarida de contcnir renncmi, et surtoul
« de iniJnagcr tant qu'il pourraìt Murai, dont la tItìectroD n'c'tait
H pas encorc oflìdclle, afìu de tdclier de sauver l'Italie. »•
A voce pii, Napolennc fece dire anelic dopa al principe Eugenio,
dall'aiutante di campo Tacher de la Pagcrìe (vivente) : u jt suis cnn-
u tent. Dites ù Kugì-ne de coiitinucr i diJfeudi'e l'Italie coinine il l'a
u fait. ■' Il viccrò eblie dunque il dispaccio iiulieato Dei comentart, Ìl
7 felilti-aio. Il di seguente atlaccò il nemico, ctie alla sua volta era
in movimento per passare egli stesso il Mincio, senza clie il prin-
cipe ne avesse avuto preventivo indizio.
Tulio ciò premesso, è naturale di suppori-e, clic Napoleone avesse
indicato al viceré di tener fermo all'Adige, ed in ogni caso, di ten-
tar la sorte dell'anni prima di operare una ritirata, per pur vcdcru
se vi fosse possibilità di contenere il nemico, e fors^auclie di rv-
spingcrlo. A corroborare tale iudiizioiie concorie anche V i:iipiY>-
liabilità che il viceré abbia agito di propria volontà attaccando U
nemico il giorno 8, imperocché non essendo avvenuto alcun cambia-
mento favorevole di circostanze, non era da aspettarsi buon sac-
cesso aflrontando un nemico troppo più forte. Per altra parie
non è da supporre, clic il principe spoiUan caini; n le tentasse di ri-
tornare air Adige per rij>igliarc quelle istesse ])Osizioni che, non
forzato, aveva abbandonalo quattro giorni prima. È fuori di dul>-
bio che una liattaglla guadagnata assicurava vie più la conservazione
della linea del Mincio, rimontava io spirito dell'esercito, e poteva
influire sulle risoluzioni di Murai, che si mostrava sempre per-
plesso, come puro ofTriva la facilità di poter disporre di un corp
da spedire al Taro per impedire ai Napolitani di avanzarsi. Fi-
nalmente il viceré, previdente qnal era, non doveva assumersi la
responsabilità di un attacco non necessario, che lo avrebbe ridotto
a mal partilo ove fosse slato soccnmlientc. Tutte queste considera-
zioni collimano a provare, che la battaglia dell'8 febbraio (unica
per la sua singolarità negli annali della guerra) fu data per ordine
espresso di iS'apolcone, il quale voleva sperimenlaix; se jHJleva o no
conservare questo resto d'Italia, e che la lettera citata oe^ suoi co-
mentavi era a ciò relativa. E qui vediamo ciò che narrano questi
comenlari a tale riguardo:
u lì principe Eugenio, contento dell^ esito della battaglia, rispose
u al dispaccio deir imperatore (ricevuto il giorno antecedente, 7 feb-
u braio), che gli sembrava non disperato il caso di conservare V I-
u talia, che la sua linea era forte perchè concentrata e difesa da due
u fortezze, e tale da permettergli di poter mandare un corpo alla
u destra del Po, onde opporsi a Murat, che non poteva esporre la
t€ viceregina al viaggio di Parigi essendo nelP ottavo mese di sua
ti gravidanza, e che i popoli della Lombardia erano attaccatissimi
« a Napoleone^ infine che T abbandonare T Italia avrebbe attirato in
M Francia 70,000 uomini di schiere nemiche, ec. f»
È vero che i comentari non fanno espressamente cenno del ri-
scontro dato alla prima relazione del viceré, ma il seguente estratto
del dispaccio scritto il 18 febbraio dopo la vittoria ottenuta in quel
giorno a Montei^au, nel quale è detto che era responsivo alla seoòfida
relazione del 9 febbraio, lascia apertamente travedere che in essa
punto non si deve aver parlato di abbandonare T Italia.
ti Pai refu votre lettre du 9 février. J'ai vu avec plaisir les
« avantagesque vóus avez obtenus. S^ils avaient été un peuplus
ti décisifs,,et que Tenncmi se fut plus compromis, nous aurions
ti pu garder Tltalie. Tacher vous fera connaltre la situation des
u choses.
M Pai détruit Tarmée de Silvie, etc.
M II est donc possiblc, si la fortune continue à nous sourire,
ti que Tennemi soit rejeté eu grand désordre hors de nos frontières,
« et que nous puLssions alors conserver l'Italie ^ dans cette suppo-
ti sition le roi de Naples changerait probablement de parti, etc.
ti A Nangis, le 18 fiévrier i8i4« »»
Queste espressioni fanno senza dubbio conoscere die il viceru
conservando le sue posizioni secondava le mire, e mandava ad e(*
fetto gli ordini dell' imperatore. 1 due dispacci ed il sunto dei co-
mentari qui sopra trascritti dissipano ogni incertezza. Io li ebbi
sott' occhio, e posso asseverare la loro veracità: d'altronde gli ori-
ginali dei dispacci esistono n^li archivi del duca di Leuchtenberg*
Che poi fosse mente di Napoleone che Àugereau dovesse da solo
e senza cooperazioue del viceré compiere la diversione da lui or-
dinata nella Svizzera, lo si riscontra palesemente nei due dispacci
diretti a questo maresciallo dal ministro della guerra Clarke, Fui-
timo dei quali è datato 23 febbraio, e dice:
ti Le comte Bubna n'a pas plus de dix mille hommes Ìl vous
T. II. 57
u op|]UM:r .... La Frunce c-t la Suisse oiit les yeux sur toos . . .
u Les Vauclois et les Argovtcns oiit scize lutailloos de milices
« tout jHt'ts à se ranger de votre còte; Ics cantoos de Saint-Gali,
u de Solcure, et riicme une parile de cclui de Zurich, n^attcndctit
« que volre prt^sence pour se ddctarer en faveur des Fj-an^ais . . .
w L'emiicreur vous somme d'ouljlivr vos cinquaiile-si\ ans, et
u de Tous souvenir des bcaus jom's de Castiglione .... L'cmpe*
n reurn'est {raìnt salislkit de vosdispositious^ eu poussant aitisi <tcs
u détaclieinetis daiis diifóreotes direclions, vous alien chcrclurr tnus
ir les tK>iats oùsont les forccs dìsséininées de IVnneini, au lieu de
« Trapper au coeur, seloii Tcxpression de Sa Majesl<;. EJk: m''or-
« donne, en consc'quence, de vous niiràrcr ce ijue je vous ai man-
.< àé tmis fois par ses ordrcs. Vous devcz, monsieur le martellai,
« rtfunir vos Iroupes en une seule colonne, vous mellrc à la téle,
« et marclier, soit sur le pajs de Vaud, soit sur le Jura, au cas
« que renncmi s'y trouve rassemblé .... Cesi pr h reunioa
u de» masscs qu^on obtient de grands succès. Jc puis d'ailleurs
u vous doniier l'assurance que Sa Majest^ a des motifs très-positib
11 de penser que renaeini est d'avance très-efiraj^ des mouvcmens
u qu'il suppose que vous devcz faii-c , et auxquels il doÌt en cflèl
u s'atlendre; il serali bienlól rassur^, si vous vous borniez ì (aire
u faire des courses à des detacliemeiis, en reslant tranquillemeot
u de votre personne i Lyon. C'est en vous mettant à la lète de vos
u troupes, comme rcnipercur le vcut, cu agissant vigoureuscmcnl,
H que vous parviendrez h. faire une grande et utile diversìon. L'em-
u pereur pcnse qu'il est tr^s-indifTérent que les l>alaiIlons de la ré'
u serve de Nimes soicnt mal liabill^s et équiptfs, dès qu'ils cut des
u fusils. Sa Majesté me cliarge de vous dire que le corps du general
u Gerard, qui a fait de si bcUes clioses sous ses yeux, n'est com-
« posrf <jue de conscriLs à demi-uus. Il a en ce moment une di-
u vision de quatre mille gaidcs nalionaux en cliapeaux ronds, ea
u habits et vestes de jaysans, et sans gilwrnes, vmés de toutes
u sortes de fusils, dont il fait le plus grand cas ^ et il voudrait
« en avoir trentc mille. «
Questo dispaccio basterebbe jier sé solo a provare, die Au-
gereau doveva agire senza la cooperazione del viceré , mentre
se fosse stato diversamente ne avrebbe fatto cenno. Ma come si
h detto altrove , Napoleone [lensava che questo maresciallo non
avesse bisogno di rinforzi per riuscire aeì suo intento, e il fatto
— «91 -.
dimostro poi che la supposizione era giusta. Augereau postosi in
moyimeoto ottenne rilevanti vantaggi a San Giuliano, occupò Ca*
rouge, il 5 marzo, penetrò a Saint Cei^ue nel cantone di Vaud,
ed era alle porte di Ginevia, quando ad un tratto, e senta hi-
sogno, corse sconsigliatamente contro un corpo nemico a Besànfon,
mancando così allo scopo che si era prefisso Napoleone. Questo
maresciallo, conducendosi a capriccio , ed ommettendo di formare
corpi franchi, non che di porre le armi in mano agli abitanti del
Jura, dell^Àin, della Saone-Loira e del Mont Blanc, come gli era
stato ingiunto, commise gravi falli die furono poi espiati dalla
Francia.
Ho trovato conveniente di tener conto di tutte queste circo-
stanze , che si riferiscono al supposto comandamento dato al viceré
di ritirarsi alle Alpi, dachè alcuni scrittori, cui erano ignoti i do-
cumenti da me posti sotto gli occhi del pubblico, ammettendo la
stt[^x)sizione come fatto positivo, ne trassero conseguenze contrarie
alla verità , ed opinarono persino che il viceré» continuando a fer-
marsi in Italia a malgrado degli ordini in contrario dell'impera*
dorè, avesse così potuto compromettere gr interessi della Francia.
Chiarìtò questo punto istorìco aggiungerò (attenendomi sempre
al mio proponimento di narrare, e non di giudicare) che quand'an-
che si dovesse riguardare la lettera del 1 7 gennaio qual ordine
imperativo (cui per altro non risponde la frase U me senMe im^
portoni) avrebbe esso dovuto recarsi ad efiètto soltanto quando
Murat avesse pfficialmente dichiarata la gueita. Ma ciò essendo av-
venuto il 1 5 febbraio, cioè quando le circostanze erano di molto
cambiate, ne conseguita che il viceré prima di moversi doveva ne-
cessariamente attendere il riscontro alla sua relazione del 9 feb-
bffiio, che esso ha la data del 18, e clie pervenne il 25 di detto me-
se. Ora quésto dispaccio, in luogo di parlare di ritirata, annunziava
speranze di conservare F Italia. Se dalle cose premesse toma evi-
dente che r inèsecuzione d^li ordini dati da Napoleone ad Auge-
reau agevolò i progressi degli alleati verso Parigi, è in pari tempo
dimostrato, che il viceré non vi ebbe parte, e le supposizioni in
contrario di alcuni scrittori rimangono del tutto distrutte dai do-
cumenti riportati, non che dal dispaccio di Clarke. Augereau solo
deve rispondere del suo operato, e la storia lo ha di già giudicato.
Murat al i5 febbraio fece conoscere al quartier generale del
viceré la sua dichiarazione di guerra. Sino a quel momento aveva
— asfa-
inostrala grande uidecisionc. Itigli cercava cvìdcnlemontc ili gaa-
daffiiar tempo. Diceva ai Francesi non avere per anco Nnpnlcoac
decìso se egli, od il principe Eugenio dovesse comandare gli eser-
citi riuniti napolitano e franco-italico, e clic per riupsto egli n-
stava inoperoso. Rispondeva in pari tempo ai coalÌMsti (dai quali
si riprometteva il possesso delle Marche) non essere peranco ìvu't-
ficaio dalle altre potenze il suo trattato coli' Au:*tria, e r|uiii{)i do-
vere necessariamente attcndei-c <|Hesta rettificazione. Ma pressalo dal
maresciallo Bcllegarde ad agire, ni potendo più oltre lernjujreg-
giare senza cadere in sospetto, tenne con esso conferenza a IJolo-
ena, ed ivi stabilirono il piano delle operazioni, in conseguenza
delle quali una divisione di Napolitani congiunta ad altra austriaci
si avanzerebbe lungo la dritta del Po a l*iacenza, e portandosi per tal
guisa alle spalle dell'esercito de! viceré lo obbligherebbero ad al»-
liandonarc la linea del Mincio. U i6 Ì Franco-luli furono obbli-
gati a ripiegare dal Taro airavanzarsi degli AHstrt>-Na|joIitani.
Severoli fu attaccato il 17 a Fiorenzuola. 11 viceré cercò di gua-
dagnar tem|K)pcr poter spedire un corpo a Piacenia. ed inviò iJ 18
a Murat un ufGtiale di reciproca confidenza per interessarlo a ri-
tardare la sua marcia, come lo comprova Ìl documento LVll già
citato. Convicn credere die Murat assentisse alta domanda, dacliÈ
non ispinsc le sue operazioni al puatodi inoltrarsi fino aPiaocDza.
In questo mentre il viceré spedì Greuier a Pbcenza con un corpo
al quale si riunirono le altre truppe die erano nel Parmigiano. Il 36
Severoli marciò in avanti verso San Paolo e San Giorgio facendosi
seguitare da aoo cacciatori a cavallo; la brigata Rambourgt andò
verso Poiitermia. Murat era coi Napolitani in seconda linea al
Taro , Severoli oecu|K) Borgo San Donnino.
Il 3 marzo Ìl generale Villata da lìorgnforte si portò nelh
direzione di Guastalla, ed il vicen\ per dare maggior valore a que-
sta diversione in favore di Greuier, vi si recò personalmente, fa-
cendo credere che vi fosse una massa considerevole da quella |»rte.
Villata conduceva un liattaglionc del 5." d'infanteria, lo scheletro
di un altro reggimento, aoo cavalli e 4 cannoni. Gon queste forze
si presentò avanti Guastalla, ed i 200 Napolitani ivi collocati, ve-
dendo che erano Italiani, rifiutarono di coniliattcì-c, e si ritrassero
a Reggio, ove il hu-o comandante fu sottoposto al giudizio d'un
consiglio di guerra che per altro Io assolvette. Il corpo franco di
Finetli tentò di fare resistenza, ma attaccato vigorosamente non
— J»5 —
tenne ferma e fu rovesciato in disordine gettando le armi per age-
votarsi la fuga. ViUata prese 90 prigionieri, fra i quali due utfì-
ziali subalterni, ed un maggiore. U colonnello Olini, i capitani
Rossi, Rondina e Yittoni, F aiutante di campo Scanagatti, ed il
tenente Viceré furono nominati con lode al pari dei volteggiatori
del 5." d^ infanteria. Il a marzo questi ultimi comandati dal capi-
tano Rossi, seguitati da iin drappello del 3.* di cacciatori, guidati
dal tenente Varese furono spinti in ricognizione sulla strada di Mo-
dena, e giunti a Brescello assalirono senza esitanza uno squadrone,
e lo rintuzzarono prendendogli 3o uomini.
. Intanto che si eseguivano questi movimenti dal viceré e dà Gre-
nier, il nemico non fece alcuna dimostrazione sulla linea del Mincio.
E da supporsi che il generale avversario, persuaso che non si avrebbe
potuto forzarla senza avventurarsi a gravi sacrifizi, rinunziasse ad
(Igni progetto d^ attacco, riputandolo inutile, dacliè la decisione
della grande contesa era per risolversi sotto le mura di Parigi,
e die non ne riguardasse molto dubbioso F esito, avendo in quel
momento Napoleone fidata la sua sorte ad un pugno di bravi, men-
tre la nazione si sottraeva al suo potere.
Grenier passò il Taro il a marzo ; Rambourgt era al centro sul
ponte, Sevcroli in marcia da Borgo San Donnino, ed i dragoni Na-
}M>leone in direzione di Parma, preceduti dal capitano Serapica con
un drappello del i.** cacciatori italiani destinato a percorrere gli
spolti della città. Le porte di Parma stavano cliiuse. ed il nemico at-
t^giato a resistenza. Serapica cavalcò rapido vei*so Porta Nuova, var-
cò la Parma, ed arrivò a quella di San Michele^ ove si accalcavano i
nemici; quando un abitante della città apre la porta adiacente al pa-
lazzo detto del Giardino, ed invita gF Italiani a penetrare da quel
lato. Sulla destra tre compagnie italiane (dirette dal capitano Boniotti,
aiutante di campo di Severoli) avevano già scalate le mura, quando
tutte le colonne sbucate per diiièrenti lati nella citta, attaccarono il
nemico. Alla porta San Micliele si fece piò ostinata la zufià : con-
temporaneamente la brigata Rambourgt si trovò a fronte di una
colonna^ che venne tosto assalita dal i .^ e 3.* cacciatori a cavallo^
sgominata e dispei-sa, lasciando ai nostri 5oo prigioni, due cannoni
col loro treno; al di là dl-Colorno la cavalleria italiana rovesciò
nelF Enza gli avversari che le si opponevano, traversò il fiume e li
inseguì fino a S. Ilario; la perdita totale dei contrari fu grave, cioò
di a^oo prigioni, due cannoni col loro treno, molti morti e fé-
— 201 —
riti. Fu in questo scontro fallo carico a Murat di avere Irata»
sciato d'appoggiare i suoi alleati, e fece senso clic t Napoiilani
presi prigionieri venissero rìinaodali. Furono proclamati neir or-
dine del giorno dal viceré i gloriosi successi ottenuti, e vconero oiio-
i-evolmente ricordati i colonnelli Provasi e Villata Francesco» i ca-
posquadroni Saluzzo-La-Manta e Spini; i capitani Corner^ Boniotli,
Serapica, Rogncrai, Grimonville, Scliafargt-s, Ituggi: i tenenti Bon-
veccbiato , Scolari, Sacelli, Bellini, Degli Azzi. il sottotenente
Sartorio e lo zappatore Seniontachi fecero deporre le anni a a5
uomini con un ufiiziale.
Il 3 marzo la brigata Rambourgt inseguì Ìl nemico, die erasi
ritirato dietro la Secchia, lasciando uno squadrone di cavalleria
dinanzi a Reggio. Dei contrari 60 circa furono feriti e presi dal 1 ."
cacciatori , il resto fugato.
Severoli entrò in Reggio e collocò a Rubicra in ivaaguardia
uno squadrone del 1.* cacciatori a cavallo italiani e due compa-
gnie di volteggiatori. Egli prese posizione colla sua infanteria, co-
mandata dal colonnello Porro, composta di tre battaglioni di pe-
doni nostri , di due altri di coscritli italiani incorporati nei corpi
francesi della brigata Soulier , die aveva gli altri tre suoi lat-
taglioni a Reggia. La brigata di cavalleria di Rambourgt era di-
nanzi alla cittik.
La mattina del 5 Ìl generale Paolucci con 600 uomini del •.'
reggimento leggero, comandali dal colonnello Varese Pietro, fece
una perlustrazione sulla sponda sinistra del Po: i posti avanzati degli
avversarii furono respinti sino in prossimità di Osliglia: ivi Ìl nemi-
co custodiva un ponte sul Po, per le comunicazioni coirosercìto na-
politano. Assaliti da Varese, i trinceramenti diSustinentc furono espu-
gnati e dcmoUti^ il nemico oltre i morti e i feriti perdette 5 1 prigio-
nieri, fra i quali un ufTiziale; gl'Italiani ebliero 8 soldati e 3 uf-
ziab feriti , e fra questi il sottotenente lìagolini. L' ordine del
giorno dell' esercito rese conto di t[uesto successo ed additò sic-
come benemeriti i tenenti Rizzardi, Malaspina e Bagotini, Ìl quale,
^antunquc ferito, non volle abbandonare Ìl suo posto durante
razione.
In questo mentre la guardia reale entrò in Mantova: i dragoni
Regina erano a Cereto; il maggiore San Fermo venne inviato a
Viadana per osservare la sponda del Po. Paolucci col a." leggero si
tenne sempre a Govcrnolo. Villala col 5." d' inlànteria ed un distac-
wé^^
■«■l
— MS--.
cimento di cacciatori a cavallo era a Borgoforte. Pklombini a Pe-
sduefi e Zucchi a Mantova.
Ài 4 marzo, Murat avendo ricevuto la rettifica del trattato dalle
potenze alleate , non che le tristi notizie sullo stato delP esercito
di Napoleone, deliberò di agire, e prevenne il viceré di non po-
tere ulteriormente temporeggiare , perchè ragioni politiche V ob-
bligavano a condursi senza riguardi. Egli aveva tenuto un con-
tegno eoa. misurato nel movimento operato verso Piacenza, il 1 7
fdblnraio, da non obbligare il viceré a lasciare la linea del Mincio,
e successivamente alle fazioni di Grenier si era appostato a Mo«
dena. Ivi ebbe serie discussioni con lord Bentinck. La prima di-
visione anglo-siciliana era sbarcata a Livorno, il a8 febbraio. Com-
parve in quell'occasione un manifesto del principe ereditario di
Sicilia, col quale rivendicava altamente i suoi diritti al trono di
Napoli. Ne conseguitò oltre un disaccordo tra i Siciliani ed i Na-
politani (occupanti la Toscana, sotto gli ordini di Lechi Giuseppe,
dianzi passato alle insegne di Murat), che Gioachimo pigliò mo-
tivo da questa manifestazione di concentrare il suo esercito a Mo-
dena , dichiarando di volervi restare immobile. Bentinck si lagnò
assai di una simile risoluzione , e minacciò di £ire attaccare Na-
poli per mare. Murat alla sua volta producendo V atto del prin-
cipe siciliano , rimproverava amaramente di essere stato tradito, e
protestò di non voler operare contro V esercito comandato dal vi*
ceiè. Tale dissidio avrebbe sicuramente cagionata una rottura, se
r Inglese, che voleva ad ogni costo evitarla, non si fosse affrettato
a dichiarare di aver ricevuto in quel mentre dal suo governo
r incarico di dichiarare che V Inghilterra accettava il trattato con-
chiuso coli' Austria , e che perciò egli faceva disapprovare la di-
chiarazione sopraccitata. Dopo di ciò , Murat , che non ebbe più
nulla a pretestare , si acchetò.
U 6 marzo gli alleati passavan la Secchia. La vanguardia ita-^
liana attaccata da forze esuberanti ( cui non ebbe che 3oo uomini
da (^pporre ) fece una resistenza eroica. Respinse le cariche della
cavalleria, soffrì imperturbabilmente il fuoco delle artiglierie e della
moschetterìa, e rigettò F intimazione di arrendersi. Murat istesso ,
ammirato di questo raro valore , corse per preservarla dall' estera
minio della cavalleria alleata che combatteva venti contro uno \ le
due compagnie, comandate dal capobattaglione Amelin, furono
distrutte, un solo uffiziale ed 11 soldati rimasero prigionieri ^ i
— 29C —
cacciatori a cavallo si salvarooo, nia solTerscro essi pure grave per-
dita. Il 7, Murai col grosso del suo esercito tratti-ncvasi a Modena, e
voleva pur dar teiin»o a Saveroli di ritirarsi; ina intanto gli Austriaci
i.on dei Na|>olitaiiÌ (18,000 uomini circa) si avanzarono vei-so Rcg'
^io^ SevLTuli !>l£tte in posizioae coi tre liatta^lìnni italiani e i due
francesi, seguitati in sccooda linea da («k-Iiì drappelli del i." e 3.°
cacciatori a cavallo ed uno squadrone di dragoni Napoleone ( in
tutto appena 3ix)o uomini, cioè un sesto della forra nemica ). Si
collocò a cavallo d<'lla strada postale , immediatamente dietro al
ponte Sa» Maurizio, sul piccolo ton-ente detto it Rodano, e mal-
grado r immensa sproporzione dello fonte, la pugna si appiccò con
estremo vigore. La rcsisttinza dei ti^j Ijattaglioni italiani contro
gli alleati fu superiore ad ogni elogio. Il colonnello Porro , co-
mandante la prima brigata , ebt>e due cavalli i>osti fucH-i ili com-
battimento, fu egli slesso gravemente ferito, e venne surrogalo
ne! cornando dui 1." reggimento dal capoballaglione Couclie. Ad
onta clic il generale Severoti , quasi al principio deir azione ,
avesse una coscia asportata da colpo di cannone, pure le sue scliicrr,
senza scomporsi, sostennero tnttt gli attacchi del nemico. I^li .
mutilato, fa chiamare il grnei-ale RamlMurgt, imjwrturbatu gli
disse : « La mia ferita è cosa di poca entità per un comlnttimento sì
glorioso, surrogatemi , tenete fermo, e continuate a fare cuore alle
armi italiane. » È singolare fatalitìk che Sevcrolt ogni volta die si
mostrava al nemico fosse forilo, e v enisse poi anclie cólto dall'ulumn
colpo di cannone italiano sparato in Italia! Il generale Kambourgt,
assunto il comando, ostò per lungo tempo al nemico, iìnalmente
.soprafl'atlo fu costretto a rientrare in Reggio, ed unirsi agli altri
Ire battaglioni francesi , colìk comandali dal generale Soulier. Gli
alleati attaccarono Reggio, ma 1' opposizione divenne sì viva , clic
Murat mandò a Rambourgt il suo aiutante (generale Livrou) per
proporgli che avesse a cessare il fuoco e sgoiiibrare la città ; que-
sti assentì, e si recò sull'Enza. 11 capo dello stato maggiore ge-
nerale VignoHe, dice nella sua relazione: « Quantunque costrette
" a questo movimento retrogrado , le squadre italiane che coni-
li batterono nella giornata del j si coprirono di gloria, opponen-
■ do (visto lo scarso lor numero) una cosi vigorosa resistenza
« a tutto l'e-sercito alleato, e facendogli provare gravi perdite. »
Segnatamente nelF istante in che Tinimìco sulla strada di Scan-
diano raddoppiava i suoi sfoi-zi , il generale Rambourgt lo fece
I
— 2U7 —
caricare alla baionetta da un battaglione d^ infanteria francese sor-
tito da Reggio, e da uno squadrone del ».^ reggimento di caccia-
tori a cavallo, ed in questa carica più di 60 granatieri nemici furono
uccisi. Si esaltarono nella relazione il colonnello Cavedoni , capo
dello stato maggiore, T aiutante di campo Brambilla, e nel 1.^ dMn-
fanteria il colonnello Porro, il capitano Massari, che ebbe una
gamba amputata , i tenenti Brugnelli e Franzioli , i sottotenenti
Canelli e Vandelli^ nel 7.* dMnfantoria il capobattaglionè Mene-
selon, i capitani Braco e MaroUi, e nella cavalleria il caposquadrone
Bottard. GV Italiani perdettero 4ao uomini, uccisi, feriti e prigio-
nieri. U generale Rambourgt si ritirò al Taro. Gli alleati rioccupa-
rono Parma, coprendo la dritta del Taro, prolungarono la linea verso
Bosco di sotto e verso Guastalla per tener d'occhio i nostri che
erano a Borgoforte ed a Viadana, e spinsero perlustrazioni al di là
del Po XBTSO Sacca. Murat limitò pel momento i suoi progressi
sino a Firma.
Le relazioni dei posti avanzati , portando che il nemico faceva
diversi movimenti sulla sinistra del Mincio, il viceré ordinò, il
IO marzo, delle esplorazioni lungo tutta la linea nella direzione
di Castelnovo , Valeggio, Boverbella, Castellaro ed Ostiglia ; Ber-
toletti uscito da Peschiera, incontrò il nemico, forte di diciotto
battaglioni con cavalleria sulle alture di Cavalcaselle^ ma veduta
la eccessiva sproporzione delle forze , scaramucciò e retrocesse
nella fortezza. Gli esploratori usciti da Monzambano e da Goito
corsero la stessa sorte ^ la colonna sortita da Mantova per la cit-
tadella di Porto, composta di due battaglioni del 3.*" leggero, co-
mandati dal colonnello Bianchi, incontrò il nemico, clie venne
affrontato con intrepidezza dal capobattaglionè Vassalli, e respinto
a) di là di Castiglione Mantovano, il di. cui castello ben munito
di artiglieria trattenne gì' Italiani. Perì in questa fazione il bravo
capobattaglionè Vassalli, giovine uffìziale di alte speranze, formato
alla scuola del generale Bertolctti , di cui era stato aiutante di
campo a Tarragona.
Il colonnello Ccccopieri , uscito pure da Mantova col 4-** reggi-
mento d'infanteria, si diresse a Castellaro cacciando arditamente da
tutti i posti il nemico, al quale sopraggiunta una brigata in aiuto,
s'appiccò una zufla micidialissima ad entrambi le {)arti ; Cecco-
pieri però tenne fermo ed ebbe due cavalli uccisi sotto di so , e
quantunque con forze inferiori mantenne la posizione acquistata.
T, ir. 58
Gli c.s|>ioralori siirlili da Goveniolo e rcUi dal geiieralc Plwv
lucci, incalaimiH) il nemico e lo adilossarono ad Osliglb prmdcn-
dogli loo prigionieri; gl'Italiani tbbero ao morii e 86 fiTÌti.
L\'silo di tulle (jucstc mosse fu d'imprimere timore nfl ne-
mico , facendogli credere die il viceré mirasse a riijassarc^il
Mincio ed obbligarlo a stare in forze su questo punto. L* iiiimio)
suppose, die si voU-sse dar battaglia, e die fosse non falso atLimi
(come lo era infalli), ma bensì un tentativo per correre sopra Lc-
gnago , e COSI st'[iararlo dall'esercito napolitano. Per ([ucslc eotj-
siderazioni si tenne .sulla difensiva e si concentni (lascrìata un'a-
vanguardia sul Mincio) a Salionze, Valcggio e Palazzuolo, e si sla-
hill in dietro sopra due lince, la prima a Castclnovo e la .sccronda
a Verona, facendovi passare gli equipaggi sulla sinistra dt-ll'Adigc.
Li prudente riserva del generale avversario anche in qn^f oc-
casione, siccome nella precedente, giii rilevala, movcv» al certo
dalla persua.sionc eli' era inutile fare sacrifizi , onde ottenere oggi
ciò clic non gli poteva mancare in appresso per li preveduta ca-
duta di Napoleone. In quesle posizioni del Mincio e de! Taro, va-
tidamentc stabilitosi il vtccrò polt contrastare il progresso ai cnn-
irari (assicurato d'altronde da nuovo recente avviso di Miirat, die
non sì sarcblx! avanzalo oltre Parma). Intanto mandò a Ptzzigbet-
louG (dì cui nominò comandante il colonnello Bozzotiiii ) gli no-
mini incapci di sostenere le faliclie della campagna, ordinandoli
ili liatlaglione , di cui diede il comando a Braschi.
Il i4 marzo le due nuLli^lio che gli eserciti l)ellìgeranti avevano
sul lago di Gartla sostennero un combattimento assai vivo; t'ita*
liana, composta di selle barche cannoniere (comandate dal capitano
Tempie) l)atlè la nemica, che ebbe tre legni afTondati, e fu co-
stretta ricoverarsi sotto la protezione ddta batteria di Torri. Tem-
pii fu gravemente ferito.
11 tenente ili fregata Alberti, sortito (il i." aprile) dall'isola di
Sermione, cannonò il nemico e lo obbligò a ritirarsi verso Garda:
l'oidiue del giorno dell'esercito attestò alla marina italiana l'alta
soddisfazione del viceré.
Nella notte del 3o a! 3 1 marzo il generale Vìllata partì da
Borgofortc con poiiionc del a,° leggero ed un distaccamento del
S." cacciatori a cavallo ed assali vivamente il nemico a Tolcìno;
altrettanto valorosa fu lu difesa , ma il nemico vi pcrdcllc 4^
prigionieri, fra ì quali un maggiore e due uilìzìali, e veunc spìnto
sopra Guastalla. Furouo proclamali degni di lode il capolKittaglionc
Ambrogio, i capitani Zaffiro e Scanagalti, aiutante di campo del ge-
nerale Yillata, a cui era stato affidato il comando della vanguardia.
Il blocco di Venezia progrediva attivamente \ il forte di Cava-
nella fu nel mese di marzo assalito per tre volte , ma sempre in-
vano. Però il generale Serras vedendo che ne costava troppo cara ,
la difesa, lo abbandonò ritirandone F artiglieria, e mentre il pre-
sidio si allontanava, si tentò d^ interciderlo, ma ei si aprì la via at-
traversando il nemico a colpi di baionetta. Una sortita del presidio
di Treporti fece allargare alquanto il blocco da questa parte. L'av-
versario s^ impadronì del forte di Sant^ Anna , uccidendo e facen-
done prigioniero il presidio. Le due fregate italiane la Principessa
di Bologna e la Piave^ che erano nella rada di Ghioggia, sfug-
gendo la crociera inglese rientrarono in Venezia. Gli Inglesi re-
strinsero il blocco marittimo coi tre vascelli Y Aquila^ il Lezard
ed il Terribile^ comandati dal contrammiraglio sir John Gover,
subordinato all'ammiraglio Frimenthel.
Palmanova, Osopo e Legnago inquietarono il nemico con fre-
quenti sortite durante il mese di marzo.
Il viceré passò in rassegna a Mantova 6000 Italiani, e fu soddi-
sfatto del loro contegno (Doc. LX).
Sulla linea del Taro , il generale Rambourgt aveva due l)atta-
glioni, uno del 1 .® d' infanteria , comandato da Sercognani , V al-
tro del 7.°, da Busi^ tre reggimenti di cacciatori^ cavallo, il 1.**
da Villata , il ì!" da Provasi, il 4." da Erculei , ed i dragoni Na-
poleone da Gualdi; in tutto della forza di 2600 uomini e 1600
cavalli, e faceva parte del corpo d'esercito francese, retto dal ge-
nerale di divisione Maucune. Il battaglione del 7.® d' infanteria
partì poi per Milano al fine di riordinarsi (Doc. LXI).
Il 7 aprile fu convenuto tra Murat, Bentinck ed il maresciallo
Bellegarde che gli Anglo-Siciliani uscirebbero dalla Toscana, men-
tre l'esercito napolitano passerebbe il Taro, si avanzerebbe a Pia-
cenza, e cercherebbe di portarsi sulla sinistra del Po j^er entrare
nella Lombardia. Giò non pertanto Murat indugiò ancora sei giorni
prima di moversi.
Il 1 3, il corpo del Taro fu attaccato da tutto V esercito di Mu-
rat , unito ad una divisione de' suoi alleati , e dopo lunga resi-
stenza retrocesse alla Nura, il i4, e l'indomani a Piacenza. Agli
Italiani fu resa testimonianza di valore nell'ordine del giorno del-
l'esercito die proclamò « avere questi corpi lirillaiitcmcnie so-
li stenuta la loro antica fama. «
Il contrammiraglio Diiperrc, cofnnndante la marina di Venezia,
aveva ordinatf le sue forze come segue:
I ^ iscello francese, Ì] Castiglione . ita j4= ofiiiipaggìo ySfi.
jperrti, bandiera di comando,
I iscelio. Moni Saint- Bernard ■ 'la 7^; iticiii ySo.
( pitaiio Marlincng.
I > iscello italiano, Rigeneratore . . di y/f : idem ySu.
Il J'a;
I A il . , . di j.j ; idem 7*5o.
(_: I Mvllius.
i \ , lo Slengel . . , . . di y/f; idem ySo.
5 Vascelli da 7^.
I Fregata italiana
Capitano
I Fregata, 'ave
Capitano
I ¥Tvgiì\a,hI^rincipessa di Bologna . di 44
Capitano ....
3 Fregale.
I Sciabecco italiano, V Eugenio . . . . di 12
Comandante Francesclii,
di 3fi; equipaggio a(K».
di 44 ì idem 3oo.
idem 3oo.
i equipaggio 70.
I Bricli , Y Eridano da 16
1 id, il Manialucco di 8
I id. il Lepanto di 8
I id. la Principessa Augusta . .di 16
equipaggio 100.
idem 60.
idem 6n.
idem 100.
4 Brich.
I Goletta, la Gloria di io; equipaggio 70.
— 301 —
I Prama , il fìucintoro di i a : equipaggio 80.
I id. r Idra di 6 : idem ^{).
a Pratile.
i3o Bastimcnli tra cannoniere, peniclic, piroghe e passi, ogni
uno dei quali con un grosso cannone, et! in totale i4oo
uomini d'equipaggio.
In tal modo vi erano 5a8 cannoni, e 5ooo uomini d'equipag-
gio sui soli legni italiani ; esclusi 1 58 cannoni e 1 5oo uomini
d' equipaggio sui vascelli francesi.
II contrammiraglio Du|ìerr(? comandava inoltre una divisione
di dodici mosclie , quattix) barche cannoniere , ed alcuni piccoli
legni distaccati nella Dalmazia.
Il 16 aprile il vicerò mandò i corpi della guardia reale nelle
seguenti posizioni: i veliti a Gazzoldo suU'Oglio, i granatieri a
Bozzolo, ed i cacciatori a Casal maggiore.
Nel suddetto giorno V ammiraglio inglese John Gover , inviò
col mezzo di parlamentario al generale Serras, governatore di Ve-
nezia la notizia dell' ingresso degli alleati in Parigi. Questo messo
era in pari tempo incaricalo di fargli proposizioni vantaggiose per
la consegna della piazza alla flotta inglese. I vascelli e l'arsenale
della marina gli stavano a cuore per l' interesse della sua nazione,
pel proprio, e per quello de' suoi equipaggi. Il corpo della mari-
na, in virtù delle leggi inglesi, condivide il valore delle prede, come
di fatto avvenne a Genova quando, il ai aprile, fu occupata da
lord Bentinck, a malgrado delle pompose promesse del proclama
del 16 marzo precedente, non che della ristaurazione effimera
del governo dell'antica repubblica. Per quanto potessero essere
onorifiche e vantaggiose lo proposizioni , il generale Serras non
poteva però darvi ascolto , avendo un ordine diretto dal viceré ,
non che dal ministro della guerra 'e marina italiana ( del quale
aveva accusata la ricevuta ) di non concludere mai trattato di ca-
pitolazione cogl' Inglesi senza la clausola imprescindibile della ra-
tifica del principe. Questa saggia previdenza aveva per iscopo di
giovarsi (all'evenienza del caso) dell'importanza che aver doveva
la cessione di Venezia in una trattativa col generale comandante
r esercito nemico, come corrispettivo delle condizioni che si aspi-
rava ad ottenere sul coutiuenle.
— 302 —
Dolio i successi Jcyli alkali in Francia, il virciv restando sul Min-
cio era scriuiiK-ntc iiiiiiactiato, Dacdiì- yli eserciti <!' Europa tutu
( varcato ì) Reno, non tenuto conto della ncnlralìli svi/Jtcra, e p-
rnliTj^ta l'eroica resistenza di Najwlfone, clic altcriiava i niovimctitì
delle scarse sue sdiierc, da un jmilto all' altro della rirconfereina
in cui era presso che rinserrato), approfittarono abilmente della
luntananxa di lui, quando crasi avvialo a Saint-Di/.ier, \tci' attac-
care Parigi, e costringere Marmont a stipularne la resa: dopo dir
Angereau cIiLe consegnalo Lione, il viceré era nell" imjK>ssÌl>iliti
d" inipedii-c più oltre a Murai d'inoltrarsi a Piacenza, e quindi air-
reva pericolo dì essere bloccato in MaiTtova. Infni-malo egli d' al-
ti-onde die il senato francese aveva ricliiainato i lìorboiii, e temendo
i-agioncvol mente die Napoleone potesse essere andie spigliato ^cl
trono d'Italia, vide clic il prolungare la resistenza gli avrcblK btto
|)erderc dì neccssi|.\ i vauU^gi della attuale sua pa^izionc It^alc di
viceré e di erede presutilivu, laddove un accorilo a palli onore-
voli cogli alleati lasciava intatti i suoi e gli altrui diritti. Pene-
trato da considerazioni di tanta rilevanza, il viceré apri delle trat-
tative, die fm-ono seguite dalla convenzione fatta al castello Sdna-
rino-Rixzino, il 16-Ì7 aprde, col generale in rapo degli eserciti
alleati in Italia.
Per tal modo venne stipulata la cessione agli alkati delle piaxSD
finti sulla sinistra dell'Adige; assentita' la conservazione della lì-
nea del Mincio pur parte delle sdiicre italiane^ convenuta la par-
tenza dall' Italia dei Francesi , e la continuazione del governo del
regno d'Italia, dal quale si sarebbe inviata a Parigi una deputa-
zione presso i sovrani alleati, sotto la condizione che, ove non ne
riportasse risposta soddisfacente per tutte le parti , le ostilità non
avessero a ricominciare che quindici giorni dopo le relative dìdiia-
razioni.
Il ig P esercito francese abbandonò la linea del Mincio e del
Po per nentrare in Francia.
In questo stesso giorno, il generale Rougicr, dopo di aver di-
fesa la piazza di Legnago col più distinto valore, ebbe a cousc-
gnarla agli Austriaci, conci ucendonc il presidio sulla linea del Min-
ciò per riunirsi airesercito italiano ivi di gii stabilito ( Doc. LXII ).
Lo stesso doveva pure accadere dei presidii italiani di Venezia,
Palnianova ed Osopo, e per tal modo 1' esercito coiiiaudato dal
vicerfc sarebbe stato grandemente rinforzato,' ma si vcdrì die
— 303 —
era nei destini delle cose future , clie ciò non avesse a verifi-
carsi.
11 ao aprile le truppe austriache entrarono nella laguna di Ve-
nezia ed occuparono i porli.
Il contr' ammiraglio inglese Gover, subordinato alPammiraglio
Fresmantele, comandante superiore delle forze inglesi nell' Adria-
lieo e Mediterraneo (nominato poi barone deir impero austriaco),
chiese nuovamente la consegna di Venezia. Questa stravagante
pretesa venne rifiutata. Però il contrammiraglio Duperre , osser-
vando che nella convenzione cogli Austriaci non era stato fatto di-
stintamente parola della marina, richiese schiarimenti, ed ebbe per
risposta, il aa, un articolo addizionale della convenzione che di-
chiarava doversi consegnare agli Austriaci anche tutto il materiale
della marina francese ed italiana (Noi. 26).
D generale S. Paul, attaccato sul Sempione , si ritirò al ponte
di Creola, e lo abbandonò senza minarlo , avendo il ministro
della guerra ordinato di risparmiare questa bell'opera, non con-
venendo di distruggerla nel!' unico scopo di ritardare per poco
tempo i progressi del nemico. S. Paul venne a Domodossola, indi
ad Arona.
Il 1 7 aprile, giorno in cui si conobbe il tenore della conclusa con-
venzione, si seppe pure a Mantova che Parigi era stato occu|)ato da-
gli alleati. Quivi erano di già accorsi emissari provenienti da Mi-
lano, ed altri inviati da Murat, da Bentinck, dal cardinale Albani,
per sovvertire le milizie italiane. Essi sparsero vociferazioni odiose
contro la convenzione , le quali acceselo il mal umore , e susci-
tarono sospetti che scoppiarono quasi in aperta rivolta. Quando
il i8 rientrarono dai contorni in città la guardia reale ed altri
corpi, essi tacciarono l'armistizio di vergognoso accordo, ed ac-
cusarono il viceré ed il generale Zucchi di averli venduti. Il buon
senso peraltro dei generali e degli ufilziali venne a capo di con-
vincere il presidio, facendolo accorto che i nemici tentavano di
farlo strumento di perfide insinuazioni, mirando a distruggere l'e-
sercito italiano, e lasciare il regno senza difesa, e preda del pri-
mo occupante. Soggiunsero inoltre, che la convenzione del 16-17
stipulava la continuazione del regno d'Italia come potenza, por-
tando air articolo 6."^ che le milizie italiane comandale dal vicerò
ne occuperebbero tutta la parte non ancora invasa dal nemico ,
assieme alle piazze forti che vi si trovavano, che gli Austoiaci
— 30* —
[lotrcbbcro tnusìLii'C por questi paesi (In Ìl Mincio e la Sesia)
accompagnati però dai commissari ilalianì, e per uno stradale- de-
signato , senza passare per la capitale. In tal guisa i soldati ita-
liaiii dovettero convincersi non essersi punto cangiata la posixionc
politica del loro paosc colla convenzioiic stipulata dal viccrù.
II ministro generale FontinelU (die era giunto da poco ia Maii-
t(jva), ed i generali PalomUtii , Bcrlolutti e Lcclii Teodoro, elle
erano di preferenta amali e considerati dali'est'rcilo, contribuirono
possente mento a ricondurre gli animi alla calma, a reintegrare
I' ordine, ed a ibr rinascere la primitiva confidenza ( Doc. LX.III).
Per (juanlo sì fossero adoperati gli avversi al pnnci()e Eugenio jier
alienargli l'animo dei soldati , pure la fede e la costanza non ven-
nero mai meno in un esmcito disciplinata ed agguerrito qual era
l'italiano. Esso onorava un duce clic lo avea condotto alla vittoria,
e che avea partecipalo alla gloria ed alle faticlie delle campagne,
ed un principe che rendeva giustìzia al merito. Dìfalto sarcbl>c
superfluo di annoverare le laute ricompense per esso dircltarnente
concedute o provocate dall'imperatore a favore degl' Italiani, come
cose notorie alla nazione, senza parlare delle graliflcazioni di som-
me generose largite anche ut questi ultimi momenti a pareedii
benemeriti, fra i quali una, clic si disse di cinquantamila traudii,
al generale Pino, da lui falla riscuotei-e appunto od memoraliilc
giorno 20 aprile. Alle vociferazioni poi del preteso disprezzo del
principe per gì' Italiani ripetuta mente divulgale da' suoi iietnio,
sono da contrapporre i fatti, perdio abbia a giudicarsi con impar-
zialili del valore di tali imputazioni.
Numerosi ordini del giorno in questi cenni riferiti encomiano
altamente il valore italiano. L'accoglienza significante ed adettuosa,
fatta alla brigata Zucchi sul campo di battaglia alPKIba, al co-
spetto ddl'esercito francese , attesta della fiducia clic egli aveva
nel valore dogi' Italiani. Le seguenti solenni parole , che il prin-
cipe diresse a Matborglictto ai generali fi-anccsi: " Voycz mcs Ila-
» licnsl si je n'avais cu qu'eux à Sacìie , je n'y aurais pas cs-
» sayé Thumiliation d'une defaite; » testificano dell' onore in clic
ei teneva gl'Italiani, e come fosse sollecito di proclamarlo in lenti
incontri.
Se nella sua qualità di comandante supremo dell' esercito fran-
cese in Italia, il viceré ebbe in varie riprese successi vamcate presso
di se nove aiutanti di campo di questa nazione, cioè Danthoiìard,
«
— 305 —
Triaii-Oi, De-Lx Croix, Battaille, Taclicr de la Pagcric, Labcdoyer,
l)e-Sayves, Derché e Sorbier^ ebbe poi neiristesso tempo dician-
nove Italiani tra aiutanti ed uflìziali d'ordinanza, e furono: Gifllenga
Alessandro, Banco Antonio, Villata Giovanni , Ferretti Cristoforo,
ScdbcUoni Ferdinando, Mejean Maurizio (nffìziale italiano). Mosti,
Trotti Eixiole, Del Fante Cosimo, Frangipane Bernardo, Cicogna
Carlo, Araldi Luigi, De-Breme Sartirana Filippo Arborio, San
^rmo Marco Antonio, Rota Gerolamo, Corner Andrea, Valvasone
Ei*asmo, Faglia Gioacliimo , e due suoi parenti (uffiziali italiani )
Siiuoi, e S. Rose Taclier de la Pagerie, oltre i sette scudieri ita-
liani che condusse con lui all'esercito, cioò: AUcmagna Carlo, Bel-
lisomi Carlo, Pino Giacomo, Alari Saule, Ciani Gaetano, Calini An-
tonio e Taverna Gaetano, non comprendendo FaltiK) scudiere Ca-
valletti Giuseppe percliè rimase molto tempo presso V imperatore,
il quale in vari incontri diede a divedere di avere per lui una
particolare predilezione, tenendo in gran pregio i distinti servigi
che gli rese, particolarmente nelle campagne di Spagna e di Ger-
mania.
Prendendo in considerazione le cose premesse, ognuno potrà
formarsi giudizio se sia verosimile, che un principe il quale avea
tanto interesse a farsi amare, abbia potuto trattare con dispregio
gente che si bene lo serviva, ed alla quale in pubblico e col fatUi
testimoniava in ogni occasione la propria stima.
E vero peraltro die, a malgrado di questi fatti positivi, i suoi
nemici avevano malignamente accreditato Topinione (forse non del
tutto sradicala ) che il generale Danthoiiard Carlo Nicolò, qual
primo aiutante di campo, e Mejean Stefano, qual segretario degli
ordini, esercitassero un grande ascendente presso il loro ca|K) , il
primo negli affari militari, ed il secondo in quelli delf ammini-
strazione generale del regno , come lo disse Corracini alle pa-
gine 64 e 82 :
tf Danthoiiard si mostrò spesse volte poco favorevole ai militari
(< italiani coi quali, per ragione della sua carica, si trovava in rela-
is zione, carica che consisteva in una specie di controministru
u della guerra e relativo spionaggio. Egli fu quindi cagione, che
« Todio ricadesse sul viceré, che aveva per lui la maggiore de-
u ferenza.
« Mejean, segretario degli ordini del viceré, ebbe una grande
u influenza nell'amministrazione del regno. Funzionario integer-
T. tr.
59
%
— 50fl —
» riiiio, uomo aFIaliilc- o pioti» di Ihihiic nitcnz,Ì<iiiì. Mancava dì
« aii-aggio pt'i' ascoltare la verili e [kv dirla. »
Ma nel mio jarticolan;, a i-cndcrc omaggi» alla vcrili. devo t[ui
(lirliiararo fnrmalraeiite, t; Milza tema di ossero stiionlito, die rispclh)
air influenza di Daiitlioiiard negli alhri militari, ogii non ne elilw
alcuna durante il niinisU'ro FoiilancDi, e che pur anelli', rapporto
a Mejc-an, si può per lo nioiin ritenere esai^crata l'asserzione. Difatti,
tutti (piolli che ebiiti-o l'oiioi-o di cMnoscerc da vicino come Ìl
principe Kiigc'iiio trattala ^W affari di Slato, |H)5sonn meco asvicn-
rare chi- egli, dotato conio er.i di uno spirito perspicace e di non
comuni cognizioni {H>litico>a'nniìnisLrativo-niilitan , ac(|ni.state alla
scuola del suo gran padre adottivo, era attii«siino a risolvere da sé
.sopra le relazioni do' suoi mititJitri, qualsiasi aliare della ptìi alta
importanza.
Può aver dato ninlivn nll'opiiosta opinione PiniKiativi assonb
dal viceré |>cr far nominare Dantlioiianl ministro della guerra, e
Mcjean consigliere, segretario di Slato. Proposte clic naturalmente
dovevano risvegliare delle suscettibilità nazionali. f|uantuni[uc sì
trattasse di personaggi ai ([iinli nessuno contendeva un merito di-
stìnto. Ma l'imperatore Najwdeone, alieno come era, dal rollncare
dei Francesi alla testa dolt'amniinistrationc italiana, non aj;gradi la
proposizione. K di fatti, cpiando nel 1809 era vacante la carica
di segretario di Stato, trovandomi io a Vienna presso rintoiidcntc
generale del grande esercito Dai'u, (pieslì, a richiesta de! ministro
Marct, mi incaricò d' informartni nel modo Ìl piii riservato del co-
gnome di un avvocato milanese, che nei comizi di Lione fu rela-
tore del comitato di costituzione, il dì cui cognome l'imperatore
si ricordava cominciare per S. Io oii rivolsi per avere i[uesta no-
tizia, al maggiore (ìalìmberlì, che era stato uno dei deputati mili-
tari a quella assemblea, 0 seppi che era StrigcUi. Diedi un tale
riscontro, e dopo pochi giorni conobbi che Slrigetli era stato no-
ininalf) consigliere, segretario di Stato, ad esclusione (come si di-
ceva) degli altri candidati del vicert.
Mejean fu eletto consigliere di Stato, ma dopo di avere ottenuta
la naturalizzazione italiana ed esser stalo scelto elettore nel colle-
gio dei dotti.
Il viceré aveva inoltre presso di sé, come segretario del [Kirtafo-
glio privato, Darnaj Antonio, francese, che nel succitato libro viene
qnalilìcato <.- uomo grave e freddo, clic area poca ìafluenza negli af-
I
^
— 507 —
u fari. >) Elgii era stato uno elei più clislinli impiegali (lilla direzione
generale delle poste francesi a Parigi. II viceré, riconosciuto il biso-
gno di riordinare il servizio postale del regno, ne lo nominò, negli
ultimi tempi, direttore generale. Si commentò malignamente questa
scelta, e si pretese che fosse motivata dal voler avere una persona
di confidenza alla testa del così detto gabinetto nero per Papnmento
delle lettere. Si declamò con esagerazione, particolarmente da alcuni
commercianti, come se una tale pratica, usata in tempi di guerra,
fosse stalo un esuberante ed inaudito abuso di potere senza pensar
d'altronde che avea luogo anche in tempo di pace, in un paese che
si vanta il più libero, come V Inghilterra. Ad ogni modo , risulta
che erano poi due soli i Francesi nel i8i3 ai quali il viceré aveva
procurato cariche amministrative superiori nel regno, cioò Mejean
in un corpo collegiale, e quando poi si rifletta che egli era natu-
ralizzato ed elettore italiano, resterà il solo Darnay , e per esser
giusto bisogna convenire, che non aveva fra noi chi lo superasse
nelle qualità richieste per coprire degnamente quest' ufficio.
Il ministro della guerra Fontanclli riordinò il 19 aprile in Man-
tova l'esercito italiano nel modo seguente:
Infanteria. Prima divisione Zucchi, seconda Bonfanti, terza Fon-
tane \ cavalleria , Palombini : guardia reale. I^chi Teodoro. (]apo
dello stato maggiore generale, Mazzucchel li Luigi , capi degli
Stati maggiori per il genio, Vacani Camillo, e per Tartiglieria
Beroaldi Natale. Ispettore in capo alle rassegne. Brunetti Ugo, e
commissario ordinatore in capo, Tordorò Giovanni.
La forza di queste divisioni sulla linea del Mincio può appros-
simativamente ragguagliarsi a 1 5,000 uomini, a.Soo cavalli, e 36
pezzi d' artiglieria da campo : jwleva però essere portata in breve
tempo a a5,ooo uomini, 4.000 cavalli e 4^ pezzi d'artiglieria da
campo coi presidii di Legnago, Venezia, Osopo e Palmanova, non
che cogli uomiui é cavalli esistenti nei depositi ed ospedali.
In conseguenza della convenzione del 16-17 aprile doveva es-
sere spedita a Parigi presso i sovrani alleati una deputazione del
regno d' Italia, come si accennò, e siccome in essa doveva pur es-
sere rappresentato 1' esercito, così furono scelti a farne parte i ge-
nerali Fontanelli e Bertoletti. Essi partirono il ao aprile da Man-
tova perla via di Inspruck e Monaco, e dovevano essere raggiunti
dagli altri deputati nominati del senato, Guicciardi Diego e Casti-
glioni Luigi. Ma al %o aprile accaddero in Milano eccessi popolari
I \
— 303 —
cIk' pur li-uppo la storia non può coprire di un vt'lo ablaslaiiza den-
so, (lacchè le conseguenze furono così gravi da b.tciai'ne Iraccia in-
dc-lebilo. In conseguenza ili ([ucsti disordini i due senatori, ciic
orano partiti piT Mantova , vennero ricliiainati, e i duo generali,
giunti a Parigi, HcevcHem una lettera del princijie Eugenio daUia
da Verona li 27 aprile, colla fjnalc contramandava la loro mis-
sione.
Io otnmctlcrei dì buon gi-ado di far parola di (juanlo accadde in
Milano nel deplorabile giorno 30 aprile, se non mi corresse
Toiililigo di riferire le provvideuM militari clic veimei-o adottate
iier reprimere quella sedizione.
Al primo annuncio delle tur)Hilen7.e suscitate nel palazzo del
senato da una massa di tutnnlluanti, e dietni Tawiso clic una [lat-
tuglia della guardia civica aveva bruscamente cacciati dai loro imis-Iì
i soldati d'infanteria che vi emnodi guardia sotto il comando del-
l'aiutante di piazza, capitano Marini Giuseppe (vivente), il prefetto
di jiolìzia (Villa Giovanni, vivente) si recò a! ministero della guf rra
|>er ottenere sussidio di forza militare, che dovesse impedire pi»
gravi disordini. In (piel momento fu da me ordinato preliminar-
mente di raccogliere all' istante due dìstaccaménti, uno di fanleiia
e l'altro di cavalleria, e dì metterli agli ordini del prefetto sud-
detto. Venne in pari tempo commesso al colonnello Patroai di cor-
rere con parte della guartli.i levala dal palazzo del ministero a
presidiare larmcria, per togliere ai faziosi Tadito dì impadronirsi
In (jualnnijue evento dei fucili e delle munizioni colà esìstenti.
Si rinforzò la guardia del palazzo reale per tutelarlo dall'invasione,
assieme alla caiìsa della corona, nella (piale stava d danaro della
lista civile (Hot. 27), e se ne diede il comando al cajmbat taglione
Berizzi. Scrìssi al generale Pino , qual comandante sui>crÌore dì
tulle le poche forze esìslenti in Milano , invitandolo a secondare
possentemente ì provvedimenti do! prefetto di polizia.
Per l'esecuzione dì tutto ciò avviai il capo dì battaglione dei
veliti reati, Verccllou Luigi , ed il maggiore De-Fclicì Giuseppe
alle diverse (Caserma e sale di convales(xnza, collordìne dì riunire
uomini e cavalli, (juanto mai si potesse, in istato dì operare. Vero
è pur troppo, che liuscìronu di numero assai scarso, dacché nella
stessa mattina, cedendo a gravi apprensioni (clic si trovarono poi
esagerate) manifestate dal direttore generale di polizia, Luiui Gia-
como, erano siali spedili due drappelli di soldali, Tuno a Vai-ese,
^
— ^03 —
ove dicevansi insorti movimenti sediziosi, e Tallro a Sesto Ca-
lende per difendere il passaggio del Ticino. A malgrado però di
cpiesta sottrazione di forze non si aveva allora inquietudine jx^r
la conservazione dell^ordine pubblico nella capitale, fidandosi sulla
guardia civica. Vercellon raccolse due drappelli, uno di 4^ gra-
natieri veliti e deir infanteria della guardia reale, e Talti'o di 38
dragoni a cavallo sotto il comando del capitano Bosisio Giuseppe
(vivente), e li condusse alla prefettura di polizia nella contrada di
Santa Margherita. Ivi giunto, si presentò poco dopo Cima Luigi,
aiutante di Pino, per ordinare a Bosisio in nome del di lui generale
di rienti*are nella caserma coi suoi soldati, e quest^ ordine venne
pure replicato dal maggiore Bastide, qual comandante i depositi della
guardia reale, e come tale, superiore immediato di Bosisio, il quale
dovette obbedire. Per tal guisa il prefetto Villa si trovò senza mezzi
onde impedire la luttuosa catastrofe che si compiva nella vicina
conti*ada del Marino. E indubitato che se in quel momento i gra-
natieri ed 1 dragoni, condotti da Bosisio, fossero giunti nel luogo
d<;l tumollo^ si sarebbero risparmiati, colla solo loro presenza,
gli orrori ed i misfatti che pur troppo ivi accaddero, senza op-
posizione. De-Felici condusse un drappello di rinfoi-zo al palazzo
reale, ed un altro alla prefettura di polizia, ma troppo tardi.
Ciò che avvenne dappoi e estraneo ai presenti cenni, puramente
militari , ed entra nel dominio della storia, cui solo compete di
giudicare quanto questa sedizione (alimentata da tante cause fra
di loro divergenti) abbia potuto influire in quel momento sulla
caduta di un regno, il quale figurava tuttora come potenza co-
stituita e riconosciuta. Imperocché sebbene vacante di sovrano per
effetto della abdicazione di Fontainebleau , e quantun([ue ridotto
dalle vicende delia guerra al solo possesso del ])aese tra il Mincio
e la Sesia , pure il regno d' Italia aVeva ìuìÌV ostante conservala
la sua .primitiva posizione politica, ed in tale qualità dianzi (16-17
aprile )avea stipulato cogli alleati un trattato, in virtù del quale
il suo esercito conservava la linea del Mincio , mentre una sua
deputazione di generali e membri del governo incavasi con pas-
saporti a Parigi per trattare degP intei-essi dello Slato , che essa
legalmente rappresentava.
È singolare la coincidenza, che nel momento istesso in che Na-
poleone partiva da Fontainebleau , accadevano questi tumulti in
Milano (Noi. 28).
1 vici'id ebbe il primo sentore del lunmllo <li Milano nclid
stesso giorno col iiicz/.o (Iti tflcgialo, ma poi questi cessò di agire,
ed il piirno ragguaglio in isciitto Io ricevette dal ministero delb
guerra, avendo io spedito in ixtsta la sera istessa de! ao il colon-
nello Gavazza Antonio solt' ispettore alle rassegne, die giunse a
Mantova nella mattina susseguente, avendo tenuta la via di Brescia
onde non esser preso di mira. Nella giornata del ai giunsero pure
a Mantova il ministro dell' interno \accari, ed il segretario degli
ordini Mejcan, e da essi ebbe il principe ad udire quali aiiìrnuj^ità
^'i erano succitate a Milano contro dì lui, e come gli si erano jia>
lesati avversi alcuni individui addetti alla stessa sua (xirte, ed allfi
impiegati dello Stato.
Accorato da queste dimostrazioni, egli si decìse allora a rìnun-
ziare ali^ idea di conseguire un dominio in Italia. Quantunque io
quel momento avesse cognizione del trattato di ranlaìncldpau
deir 1 1 aprile, che gli assicurava uno stabilimento fuori dì Fi-ancìa,
pure si determinò a ritirarsi in Baviera colla sua lainiglia.
Quando l'esercito italiano conobbe, nella mattina del si, i fallì
accaduti a Milano, tutti i capi dei torpidi conmiie accordo riunirò*
noi loro reggimenti per invitarli a giurar fedeltà al principe Kugc-
iiio, che nel giorno successivo divisavano proclamare sovrano. Gè-
neialc e sincera si mostrò l'adesiuue, e tal voto tu dai colonnelli
riuniti portato al principe. Egli non accettò, e rese grazie rispon-
dendo, clic non voleva esser soggetto di alcun dis:iÌdio per un paese
clie amava, e chi; compiangeva in quel momento per la falsa di-
rezione die prendeva. Hinnovò ai capi dei corpi dell' esercito le
più affettuose e lusinghiere proLestc di stima e di attaccamento
per loro, e per la prode milìzia italiana , assicurandoli che questi
sentimenti del di lui cuore non sarebbero mai venuti meno per tutta
la sua vita. Soggiunse veder con dolore, che la sedizione di Milano
annullasse ìl trattato del giorno 16-17, *-''^ ^ ^"' ^^'^ acconsentiva
il comando dell' esercito e la direzione del governo del rt-gno ,
ma che ora non era più in suo potere di contendere agli alleati
ìl diritto di occupare un paese, che aveva distrutto il governo col
quale essi avevano trattato. l'roinisc però che, prima dì cedere ìl
comando, avrebbe cercato dì assicurare, per quanto poteva, la sorlo
deHesercilo. Invano i generali e gli ulìiziali lo pregarono di de-
sistere da tale risoluzione, consigliandolo a guidarli a Milano onde
sedarvi il disordine e rovesciare l'anarchia.
""^
Fermo nel suo proposilo, vi si rifiutò formalmente, e continuò
le pratiche per una nuova convenzione , che venne sottoscritta
dal suo plenipotenziario Zucchi nel giorno a3, e ratificata il a4'
Fu regolata con essa l'occupazione per parte degli alleati di tutto
il resto del regno d'Italia, annullandosi così tutto quello che
ci-a stato assentito pi-ccedcntemente.
U rifiuto del viceré di aderire alle istanze degli ufYìziali, il ve-
dere un incessante entrare e sortire di generali e militari au-
striaci, recò nei soldati dapprima stupore, che poi si cambiò in
agitazione e sospetto^ fu vociferato essersi fatta colFopera di Zuc-
chi una nuova convenzione ; essersi vendute le piazze forti e Te*
sercito^ non doversi dunque tollerare tanto misfatto, ma in que-
sto mentre , sopraggiunto un proclama della reggenza di Milano
alFesei-cito , si calmò Y agitazione , e le furono spediti deputati
dei quali, con calma ammii*abile , si attese il ritorno. La nuova
convenzione non fu pubblicata in Mantova, che la sera del a6, ed
in allora la guardia reale era già partita per Milano, chiamatavi
dalla reggenza. Si fece entrare in Mantova un numeroso corpo
austriaco. In questo giorno il principe Eugenio , col mezzo del
custode del palazzo reale di Mantova, aveva fatto rimettere al
])refetto Vismara lo scettro e la corona , oggetti di rilevante va-
lore, che erano stati a lui consegnati dal ministro del tesoro pub-
blico.
Alle ore tre della mattina del 27 , il principe Eugenio scese dal
palazzo, dando braccio alla sua sposa (appena inoltrata di quindici
giorni nel puerperio), ne potè trattenere le lagrime ai commo-
venti addio, che gli ufllziali ed i soldati italiani le fecero. La dama
d'onore Litta Barbara, nata Belgioioso, ed altre di palazzo, accom-
ugnarono la principessa, il ciam]>ellano Friuli I^odo vico e Tuffiziale
d'ordinanza Corner Andrea, con altri pochi, furono i soli che po-
terono ottenere, fra i tanti che lo chiedevano, di accompagnarli.
Gli udìziali a cavallo erano al seguito^ oltrepassate le fortificazioni
si presentò uno squadrone di ussari ungaresi destinato per la scorta,
ed in allora il principe Eugenio chiamò i generali, gli uffiziali co-
mandanti le guardie d' onore ed i dragoni , li ringraziò , strinse
loro affettuosamente la mano , e visibilmente commosso , disse :
" Addio, mici bravi e buoni Italiani (Noi. 29). n
G)uosciutasi a Milano la convenzione del !à3-a4 aprile, si decla-
mò da alcuni ad alta voce contro F abuso di potere del principe
— 512 —
lìugeiiio [«r la consegna agli sUcati delle piazze forti di Mantova,
Peschiera, Hocca d'Anfo, e ilt'l i>aese tra il Mincio e la Sesia.
Per convalidare simili lagnanze, Ì suoi avversari pretendevano
sosleiiire, che cessati in lui gli atlributi di vicei-è ed i dii-ilti di
crede presuntivo della corona per efl'etto del trattato dì Fonlaiiic-
liclenti (i r aprile), iion avesse più facoltà di devenire a simili tran-
sazioiii, e che de fare lo dovesse surrogare la reggenza di Milano.
Altri poi (d'altronde irnjKir/ialì ) trovarono iiurfeltament*! h-galo
r ()pci'alo da lui, daccliì; col succitato trattato vcnivagli assicurata
una sovranità fuori di Francia, che prcsuniihiltnenle sarebbe slata
fissata in quel paese nel ([uale egli giil ne esercitava il potere,
cunseotitogii dagli stessi alleati colla convenzione testi sottoscritta.
Perciò asserivano che non doveva, nt poteva rimettere 1' autorità
suprema se non se nelle mani di quelli che gliela avevano con-
fermata , anche qnai cessionari del sovrano, che ne era investito.
Sostenevano inoltre, non essere in facoltà di lui di riconoscere
come primaria autorità del regno una magistratura eletta da una
nutorità iriunici[>ale in momenti d' anarchia, clic aveva distrutto un
potere costituito per sostituirgli un governo di fatto.
Giunse intanto a Milano (a6 aprile) il generale austriaco Som-
inariva Annibale, qual commissario imperiale, a prender [losscsso
del paese a nome delle alte potenze coalizzale , e si installava
nel palazzo del ministero della guerra. Io fui dalla reggenza de-
stinato a fargli la consegna degli atti risguardanti l'esercito ita-
liano. In questa guisa elibero a passare in sua mano tutti i ruoli
e gì' inventari già predisposti dei magazzini, casse e proprietà
militari.
11 a8 la vanguardia delf esercito austriaco, comandata dal ge-
nerale Neipcrg, (ipcrò il suo ingresso in Milano, facendogli ala tre
reggimenti di cacciatori a cavallo italiani, chiamati a quest'og-
getto da lyidi.
La guardia reale era in accantonamento a Bergamo e Vimer-
cale. Pino conservò veste di comandante in capo, autorità consen-
titagli anche dagli elettori che si erano riuniti in quc' giorni , ma
non aveva facoltà di ordinare movimenti di soldatesca ( Not, 30 ).
Venne pure da Genova il biogotencnte generale inglese Mac-Fer-
land, non essendosi allora dipartito da Verona, ove era il quartier
generale austriaco, il colonnello Wilson , die vi risiedeva qual
commissario inglese.
*•
»*
JH Hi#i
^x.
>«Ni^
— 313-.
Il colonnello Neri, comandante nella Valteilifln, dm poterà piìi
impedirne P occupazione per parte dei GrìgioBi, riunitisi in forza
sulla Spinga, onde riprendere aa {Mete che altra volta aveva loro ap-
jxirtcDuUx <]hie9e quindi soccorsi al ministero della guerra, che prò-
{X)sc al generale Sommariva dMnviarvi frettolosamente un battaglio-
ne austriaco, come avvenne, e cosi i Grigioni non si avanzarono.
Nel chiudere questi cenni, non sembra fuor di luogo annove-
rare i nomi delle notabilità militari francesi che ebbero comando
sugr Italiani , sia per gloriarci degli attestati di considerazione
che risultano dalle loro i*clazioni , sia inoltre per manifestare in
qual conto si tiene il loro giudizio. Farò precedere le ultime espres-
sioni (quasi estremo addio) uscite dal labbro di Napoleone,
sullo scoglio ove l' Inghilterra lo tenne prigioniero , ed ove fra i
ceppi si mostrò non men grande che su quel trono , che il genio
e il valore fecero primo in Europa (Nat. 51). « La bravoure des
u troupes italiennes ne peut élre mise en doute à aucune epoque.
«* 11 sufiit de nommcr Rome , et tous les condottieri du moyen
« àge; et de nos jours les troupes de la rc^publique Cisalpine^ et
« du royaume d'Italie, w (Mrfmorial de Sainte-TIélène , tom. VI,
pag. aaS). Troppo prolisso poi riuscirebbe il riassumere tutti i nomi
dei generali francesi commilitanti cogF Italiani, e che per iscritto
resero giustizia al loro valore^ basti indicai^e alcuni fra i più noti
per giudicare degli atlrì. Il principe Eugenio, i re Giuseppe e
Gioachino, i marescialli Berthier, Lannes, Brune, Oudinot, Mon-
c/»y, Massena , Augereau, Suchet, Gouvion Saiut*Cyr , Macdonald,
Ney, Mortier, Marmont,- Soult, Grouchy, e fra i generali, Loisson,
Maurice Mathieu, Lasallcs, Decaen, Bey, Reillc, CafTarelIi, Foy,Ctau-
scl, Lefevre-Desnouettes, Gi-enicr, Vignolle , Guilleminol, Miollis,
De-Lort, Durrieu, Colbert, Lamarque, Mermet, Lauriston, Verdier,
Souham, Gerard, Girai-d, ec.
Il maresciallo Suchet ( duca d' Albufera ) nette sue memorie
rende agP Italiani da lui comandati nella Spagna le più luminose
testimonianze di considerazione. Gouvion Saint-Cyr ( maresciallo)
nelle sue memorie , comparte agi' Italiani distinti encomi per il
valore da loro mostrato quando li comandò alla battaglia di Novi
nel 1799, nella Puglia nel i8o3, alla battaglia di Castel-Franco
nel i8o5, nella Catalogna nel 1808 e 1809, ed a Dresda nel 18 1 3.
I fasti militari francesi stampati in un quadro, comprendono pure
i nomi degl' Italiani, colle seguenti inscrizioni :
T. //. «0
i
i9o9-
— 3U —
i-gg, — ao Giugno. — Difesa della utUdcUa di Torino. —
Fiobella.
,800. — a; Maggio. — Varallo. — Comlatti mento. — Leghi.
1807. — 19 Febbraio. — Neugardt. — Combattirocnto. —
Teulié.
alaggio. — Tarvis. — ConibalU mento. — u. vi-
czkP. (il comaDilantc la dÌvÌ:jÌone era Fon-
tauclli ).
,Sog. — 9 Novembn'. — Hostalricli. — Presa. — Pmo.
,8,1, — 3o Settembre. — Scncza in Ispagna. — Comliatti-
incnto. — Paiombim.
,Si3. — /J Febbraio, — Pciiiscola. — Presa. — SErEROLi.
181 a. — 7 Aprile. — Noguera. — Combattimento. — SEVEnou.
i8i3. — 16 Settembre. — Fiume. — Combattimento. — • Piw.
( Uovreblje dii-e Pino a IJppa ed a Fiume Hougier).
Sull'arco dell' Étoile a Parigi vi sono inseriti i nomi dei gene-
rali italiani Tenliif, Fiorella, ScvcroH e Berloletti.
Fra i vari autori francesi ette commendarono nei loi-o scritti il
valore italiano, mi piace di ripetere il »egncnte succinto brano die
s'incontra nell'oliera di una società di uftizìali francesi intitolala:
yìctoires, conifuétci, désastrcs , eie.., des Francis , voi. IV,
]>ag. 1 4u j (fdiUon Panckouke.
u Par celle manine de confìancc qtfil teur dunnaìt, Bonaparte
« augmoiita l'ericrgif et l'cntlionsiasmc de cos Italiens qui dcvinreut
« bìentòt les émules de la valeur fran^aise, et (xirLagì'nrnt plus (ard
" la gioire et les daiigers des guerres qui avaicnt fonde' leur in-
ii dépcndancc. »
Doveva pure erigersi un gran monumento a testimonio anclic del
valore italiano, e della gi-atitudine die il loro sovrano le professa-
va, assieme ai fi-ancesi coi quali avevano divi.Na la gloria, se sì fosse
inalzato il colossale edificio .sid monte Cenisio, decretalo il giorno
susseguente alla battaglia d! Wurtsclicn (3? giugno i8i3), [>el quale
tiovevano essere allogali a5, 000, 000 di franchi. Un disegno pre-
sentato dall' insigne arcbitetlo Luigi Cagnola ( gii celebre per il
grand' arco di Milano) comprendeva i44 colonne del diametro
ili IO piedi parigini.
li conto in cui Napoleone tenne i servigi resi dall'esercito ita-
liano, h convalidato anche dalle molte decorazioni delFordine na-
zionale , della legione d' onore ( colla pensione annessavi per i
FraDcest, beneficio non esteso ad altrì stranieri), dalle insegne di
nobiltà italiana e francese , dai larghi assegnamenti di dotazioni,
sia sulFAnnover , non die di 900,000 franchi di reddito annuo in
Italia a favore unicamente dei benemeriti militari italiani , e dai
maggioraschi (Doc. LXIV, LXV, LXVI, e Noi. 32).
Nello scopo di far conoscere compiutamente le ricompense re-
tribuite al merito, mi sono studiato di riunire anche i nomi di
tutti gP individui che ebbero grado d^ uffiziale nel nostro esercito,
ma ben m^ avvidi che colle sole mie note sussidiate anche da ciò
che pubblicarono le stampe, non mi riusciva fatto di condurre a
compimento un lavoro così complicato e minuzioso. Diedi i qua-
dri nominativi degli udizialt alle epoche le più importanti, accen-
nai nel testo i loro nomi coi nuovi gradi di mano in mano che
so ne presentava F occasione, ed ora aggiungo (Doc. LXVII) un
elenco delle nomine e promoisioni che ebbero luogo negli ultimi
tempi. Per tal modo mi giova sperare che tutt^ al più riuscii*anno
ommessi pochissimi nomi di quei valorosi che ottennero onorifi-
cenze. Che se a malgrado di tutte le diligenze se ne palesasse per
avventura maggior numero , ragion vuole che il disci*eto lettore
attribuisca questa lacuna ad ostacoli e circostanze che a me non
fu dato superare.
Nel suddetto elenco ho lasciato correre le ripetizioni dei nomi
di coloro che nei breve periodo di pochi mesi percorsero vari
gl'adi, e lo feci perchè cosi abbia ad essere manifesta non solo la
rapidità colla quale si rendevano vacanti i posti di uffiziale , ma
ben %nco nclP intendimento di segnalare il merito dei promossi.
Ho creduto non inopportuno di ri})orlare i fac-simili delle sotto-
scrizioni di Napoleone nei diversi periodi della sua carriera , non
che di altri personaggi principali indicati in questo libro ( Tav.
De E).
L'esercito italiano ebbe pure le sue notabilità letterarie (Noi. 33),
e sarebbe sconoscere il loro merito se si passassero sotto silenzio.
Excomi giunto alla fine della mia narrazione , e mi riputerò
l)en felice, se col rammemorare i gloriosi fasti dei miei compagni
d' arme, sarò riuscito a soddisfare al desiderio vivissimo che ho di
offrire così a quelFcsercito, a cui ebbi Tonore e la fortuna di appar-
tenere, un omaggio di riconoscenza e di risjxjtto.
L' esposizione genuina e veritiera delle gesta degP Italiani nel
periodo di quasi diciotto anni, farà conoscere qual grado di ine-
1
rito ili'liliasi alliiinùrc, sia a (jiiflli clic ne elibfrn il comando, sia
a clii vi conciirsG col valcii- prsoriale. K iodulntato cUv. fra I j^o-
iicrali italiaui , la fitorln arrorfWà un postri luminoso a molli di
loro p<^i- taliMili militari, ed airosercito {ter bravura, e giudicando
dalle loro opere , ognuno potrà disccrncre qtial posto avrclibcro
|Hii occupato quando avcs^ifro rapprc-sentalo separatamente un csit-
citn naKÌcitialo vd iiidìpendcnlo.
Singolare cointiinazionc ! Kta gli uflizialì di questo esercito, il
j)rinio e 1' uiliino i-bl«Tn il nome di Pielro ; milanese 1' uno, Tculié,
e l'aititi Ijrt'sciano, Benedetti.
DOCUMENTI
\
I. — Pag. \.
Rtratto della relazione del capo della terza coorte lombarda Ferrand ,
al comitato militare di Milano, dell* 8 febbraio i797.
e Devo compiangere, fra quelli del baltaglione che comando, e che presero
parte alla fazione del Senio, il bravo capitano polacco ucciso, e 7 uffiziuli,
ed una ventina di feriti, tra i quali trovasi il luogotenente Vivan. Il nostro
bravo capo La-IIoz fu egli pure ferito, ma non abbandonò mai il suo posto.
Dopo r affare di Faenza ci siamo avanzati fino ad Ancona. Ieri, 9 febbraio^
il nemico fu raggiunto sotto a quella città sulle alture di Olmo, ma allorché
ci vide vicini spedi parlamentari; le disposizioni d'attacco erano di già fatte,
le cose andavano in lungo, la generale fu battuta, noi ci portammo in avanti^
ed al nostro avvicinarsi i200 uomini deposero le armi, e si resero prigio"
nieri con i2 cannoni ed il treno competente. Entrammo in seguito in An-
cona. 9
À.
Estratto del bollettino deli febbraio 1797, del capo dello stato maggiore
generale Berthier.
e 11 nemico, circondato dalle truppe che avevano passato il Senio al guado,
è assalito nello stesso tempo di fronte sopra il ponte. Il momento dell'at-
tacco fu quello dcU.9 rotta. I granatieri lombardi s' impadronirono alla baio-
T. IL 41
— 3i8 —
tiulln dei li peni di cannoDC cbc erano in batlcrìu, e si sodo caperli di
gloriu. La rotta fu completa, i
Eatrallo della relazione del ^entrale supremo Bonaparle , ai direltoriu
eneetitivo francese, del 3 febbraio 1797.
t L'armala pnpale aveva lugliutì i ponti, ed erasi diligentemente trince-
rala sul fiume Senio cui aveva cinto di cannoni. Il generale Lanucs, coiiiun-
dante la vanguardia, vide da lungi, die i nemici intraprendevano di caniiv-
ncggiarlo. Egli ordinò subila agli esploratori della legione lombarda dì att;ic-
carli. Il capo di brigata La-IIoz , comandante questa legione, riunì i suoi
granatieri, quali fece formare in colonna serrata per togliere n forza alla
baionetta le batterie nemicbc. Questa legione, che vede il fuoco per la prima
volta (essa contava soli tre mesi dalla sua formazione), sì è coperta di glo-
ria; essa s' impadronì di H pezzi di cannone sotto il fuoco scagliato da Ire
0 quattromila nemici trincerati. Durante il fuoco parecchi preti , con un
crocilisso in mano, predicavano a quelle truppe sgraziate. Noi abbiamo preso
al nemico 14 cannoni, 8 bandiere, mille prigionieri, ed uccìsi circa SOO uo-
mini. U capo di brigata La-lloz è stato leggermente ferito. ■
C.
Metsaga da dirxeloire exécttUf aa conietl dea cìnq-cetilx, du 23 pluviate^
an V (1 1 /?un'er 17D7}. — Journal miliiaire, VIIF annóc, 1." partie, pag.StO,
< L'avant-garilc de la division Victor, coinmandee par le gi'ni5rul de bri-
■ gadc Lannes, et dans laqucllc étoìcnt les grenadicrs du la Icgion lombarde,
■ attaqua l'armée du pape sur le Sènio, la lourna en passant la riviere aii
€ guc, et le moment du choc fut criui de la déroute de l'cnncnii^ les grena-
1 diers lombarJs enlcvcrcnt Ics batlcries k la baìonnetle, et se sont cuu-
« verls de gioire. »
II. — Pag. 6.
RÉPDBLIQL'E t-'IlANgAISE.
LiuEnifi, Égalité.
Au qiii«-lier general de Milan le 13 friniaire, an V
de la républiquc une et indivisilile.
Bonaparle, general ea chef de l'année d'Italie , à San Altesic Itoi/ate le
due de Panie, eie.
« J"ai regu la lettre quo V. A. R. m'a cerile pour m'annonccr la paìi,
« qui vient d'ctre concluc li Paris, Jc suis charme que cel lieureux évcncmeut
— 319 —
e me inette encore plus à méme de témoigner dans toutes les circonstanees k
e Voire Altessc Royale les seotimens d'eslimc et de considération avcc les-
e qiiels je suis
e De Voire Allesse Royale
Le general en chef
Sìgné t BONAPARTE, ■
HI. — Pag. 22.
Composizione della divistone destinata a far parte dell' esercito coman"
dato da Gouvion Saint-Cyr.
Generale di divisione , Leclii Giuseppe.
Generali di brigata: Severoli , Ottavi.
€apo dello stato maggiore, P aiutante comandante Lechi Angelo.
Aiutanti di campo, aggiunti allo stato maggiore : Lanfranclii , Gasparinettl,
Scotti, Rossi Carlo, Salvi, Tavera, Omodeo, Salvatori, Ferri.
Sott^ ispettore alle rasiegne , Balathicr.
Commissari di guerra: Guizzardi, Severoli Pietro.
Pagatore di guerra , Zanoli Alessandro. — Gìni Cesare, aggiunto.
Un battaglione della 2.' mezza brigata d'infanteria, capobaltagUone Belfort.
Uno idem della 4.* idem ; capobattaglione^ Levié.
Uno idem della 1/ mezsa brigata leggera; idem Palombini.
Due idem delia i.* mezza brigata polacca; capobrigata, Grabinscki.
Due squadroni del i.* reggimento d'ussari ; caposquadrone, Massou.
Due idem dei lanceri a cavallo polacchi ; idem , Zeyolitz.
Una compagnia d^ artiglieria a piedi p . „ ,
wT -A A i é ^^ A* •• il ' J capitano, Tela.
Una idem del treno d artiglieria ) ' '
Forza totale: 4500 uomini, 800 cavalli^ 6 cannoni.
IV. — Pag. 22.
Composizione della divisione destinata per le coste della Manica.
Generale di divisione. Pino.
Generali di brigata : Teulié , Bonfanti.
Capo dello stato maggiore, 1* aiutante comandante, Mazzucchelli Luigi.
Aiutanti di campo, aggiunti allo stato maggiore, ufGziali del genio: Pino
Giacomo, Banco, Rivaira, Jacopetti, Teulié Giuseppe , Bianchi D'Adda Mar-
ziale, Bonfanti Filippo, Federico Ermolao, De-la-Vcrgne , Nava, Pas, Mal-
tutinovich , Maffei SeraGno , Foscolo Ugo , altro Maffei , Costanzo , Bianchi
D* Adda* Carlo, Lanzetta e Beltrami.
Sott' ispettore alle rassegne , Rougicr.
_ 390 —
Commissari di guerra: Ferrari, Galbiali a(;glunto.
Pugalore rii guerra, Uarinelli Francesco.
Cliìnirgo [irincijiale, Solcnghi.
Due batliiglioni della i.' mt/za brigala Icggrra; capobri^nta , FcrranJ.
Capobaltnglioni ; Scotti, Palombini.
Due baitnglioni della 2/ idem ; capobrìgala, Bcrlolelti ì, cajiobaltagliu-
iii: Vureso Salvatore, Colli.
Due battaglioni della 1.* idem d'infanteria: capobrìgala, Fonlanc; capo*
battaglioni: Moroni, Audrifred.
Quattro squadroni del ì." reggimento d'ussari, capobrigala, Italubio; cajin*
squadroni : Plgnntelli, Narboni e Oivcrlei.
Un eorpo d'artiglieria a cavallo con treno; caposqoadrone, Dekofcel.
Una compagnia di zappatori.
Forza totale: 6975 uomini , U5ti eavalli, 6 cannoni.
V. — Pag. 23.
Compoiiziorie della dirisìone per t prettiUi.
Geacrnlc di divisione, Fiorella.
Generati di brigala : Jutliien, Campagnola, Peyri.
Capo dello stalo maggiore, aiutante comandante, Qertolosi.
Aiutanti di campo, aggiunli allo stalo maggiore: Odìer, Martel, Anioreut,
Soldati, Lotti, Viviand, Coecopicri, Gillot, Rigo, Vigado, Ponte.
Ispettore alle rasscgiM, Dc-Mccster.
Sott' ispellori : Panna, Cortese ; aggiunto. Regi*.
Commissario ordinatore , Tordorò.
Commissari di guerra : ncbuffi , Caldarìni, Dall'Oglio, Gherardt, Prnn-
dina, Localclli, Ricci.
Pagatori di gnerra ccnlrali: Cajmo Barnaba a Milano; Zanoli Carlo a Bo-
logna.
Un balliiglìonc della 2.° mezza brigata d'infanteria; capobrigata , Fo-
rasti , Pisa capobatlaglionc.
Due battaglioni della 5." idem ; capobrìgala, Sant'Andrea Paolo; opo-
ballaglioni: Itobiltard, Lorol.
Un ijalluglione della 4." idem; capobrìgala, Eugènc Orsatelli; capoliat-
tnglione, Ferrami.
Due bnllKglionj della S.' idem; capobnltnglia&i: Corte, Millcvilli'.
Due squadroni del i.° ussori ^ capobrigata, Viani ; coposquadroni, Mar-
ifhengo, Galimberij.
.Quattro squadroni del 1.° reggimento caccialori a cavallo; c^ipobrìgnla,
Caracciolo; caposqundronì: Jacquei, Cliarprnlier.
V ,
— 521 —
Due squadroni del reggimento lanceri polacchi ; capobrigata , RosnieAi ;
caposquadroui: Konopa^ Jablonowski.
Forza totale: 6200 uomini, 1500 cavalli.
VI. — Pag. 24.
Au general Fontanelli, qui en donnera connaissance au general Soulès.
ff A compter de mardi à midi il y aura au palais royal:
« Poste fran^is: un officici* > un sergente un caperai, quiiize soldats ,
e un tambour.
€ Poste ilalien^ móme force.
e Ghasseurs italiens; escorte: un ofGcier, un maréchal de logis, un bri*
e gadier, six chasseurs.
e Grenadiers italiens,' vedette : un maréchal de logis , un brigadier, sis
t grenadiers.
e 6 mai 1805.
Signé t Le prince Eugénb Bbauharnais. ■
VII. — Pag. 24.
e Monsienr Fontanelli ! Le bataillon de chasseurs royaux sera relevé de
son service domain lundi à huit heures du matin. Vous compléterez cinq
compagnies à 100 bommes, et vous donnercz Pordre au colonel de par-
tir avec ce bataillon mardi matin pour se rendre à Paris. Vous passerez
également la revue des chasseurs et grenadiers à clieval. Vous compléte-
rez trob compagnies à 120hommes de chaque corps, dont 60 à cheval et
60 à picd. Vous ics fercz partir mardi pour Paris , sous les ordres du
colonel ; les hommes à pied avec 1* infanterie; ics hoiiimcs ù cheval mar-
chcront derrière, et formcront des patrouilies pour cmpécher la première
disertion. La route sera tracée de manière à ce qu*ils mcltcnt quarante
jours a la faire. Le conseil d'adminislration cxpcdiera un officier a Paris
pour faire acheter du drap et confcclionner les habits, de manière que
Ics corps puissent élrc habillés aussilól aprcs Icur arrivée à Paris. Les trois
compagnies seront rccrutées conformémeat aux dispositions que je pren*
drai ultórieuremcnt. Vous passerez mardi le deuxième de grenadiers en
revue. Vous compléterez chaque bataillon à 100 hommes par compagnie,
et le fcrez diriger également sur Paris en tra^ant saroule de manière qu^il
y arrivo en quarante jours.
< Nilan, le 2 juin.
Signé e NiPOLÉoif > .
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vili. — Pag. 50.
Quadro di composizione della divisione inpiata net regno di Napoli.
Generale di divisione, leclii.
Geuerali di brignia: Scveroli, Oliavi, Peyri.
Capo dello stalo mugliare, aiiiianlc comandante, Dombowski Giovanni.
Aìulanli di campo, nggìuntì allo slato maggiore , uriìziaU del genio , gli
stessi della precedente divisione Lcclii.
Soli' ispettore alle rassegne. Cortese.
Commissari di guerra; Guizznrdi, Scveroli Pietro.
Pagatori di guerra: Giuì, Zanolì Carlo ; Varonì, aggiunto.
Tre batlaglioni del 2.° reggimento d^ iufanlcria , colonnello, Foresti.
Due idem 5.° idem idem Snnt'Aodrea Paolo.
Due idem 4." idem idem Eugène Orsatelli.
Quattro battaglioni del 1." reggimento polacco; colonnello, GrabinscLl.
Quattro squadroni del reggimento dragoni Napoleone; colonnello, Palombiai.
Quattro squadroni dei reg^cimento dragoni Regina ; colonnello, Jacquct.
Quattro squadroni del 1.° reggimento cacciatori a cavallo ; colonnella ,
Caracciolo.
Quattro squadroni del reggimento Unceri polaccbi; colonnella, Hosriieskì.
Due compagnie d'artiglieria a cavallo-, caposquadra ne, Millo.
Una compagnia d'artiglieria a piedi; capitana, Lirelli.
Due compagnie del treno d'artiglieria.
Due compagnie di zuppalori.
Totali: di'llu forza, 10,^00 uomini, 3000 cavalli, 16 cannoni.
La cavalleria passò in diverse divisioni francesi.
Pcyrì coi Polacchi andò alla divisione Itegnicr.
!X. - Pag.
ni ddV Italia eoUa
Strada militare nei paesi austriaci per le coti
Dalmazia.
Monralcone Opschina, Materia, Lì|)pa, Draga, liriLis, Segna , Complic,
Luschic, Perusiisch, Rìbuibich, Gratsschaz, Urcllo, Knin.
Distanza totale, il ij'ì miglia tedesche (170 comuni lombarde).
X. — Pag. 38.
Riordinamento delta divisione Teulié.
Lo stato maggiore, come precedentemente alle coste della Manica, meno
Fino Giacomo, Banco, Rivaira e Rougier soli' ispettore. Fu poi aumentata da
— 393 —
SeYcroli generale di brigata, da Saluzzo La-Manta, Boully, Pas, Re, Ceeco-
picri, Cestari^ Laubcrt e Rossi, aiutanti di campo ed aggiunti allo stato mag-
giore; da Parma e Fantuzzi, sott* ispettori alle rassegne.
Due battaglioni del 1/ reggimento dMnranteria *, colonnello, Fontane,
idem del 4.** idem idem Renard,
idem del i .** leggero ; colonnello, Rougier, capobattaglioni: Po-
midi e Scotti.
Due battaglioni del 2."* idem idem Gastaldini.
Quattro squadroni del reggimento dragoni Napoleone; colonnello, Palom-
bini.
Una compagnia zappatori.
idem d' artiglieria a cavallo
idem idem a piedi [ caposquadrone Montebruno
Due compagnie del treno d^
la a cavallo ^
a piedi >
r artiglieria ^
XI. — Pag. 42.
Composizione della divisione nella Pomerania svedese.
Generale di divisione, Pino.
Aiutante comandante, Balabio.
Aiutanti di campo : Pino Giacomo, Rivaira e Duplcssis.
Quattro squadroni dragoni Regina ; colonnello^ Jacquet.
idem i.** cacciatori a cavallo; colonnello, Zanetti.
Questi due reggimenti fecero per un tempo parte di divisioni di cavalleria
francese.
I corpi della divisione Teulié (Doc. X).
XII. — Pag. 43.
Traduzione,
Il generale di divisione Lasalle, al caposquadrone Arici , comandante il 1/
reggimento cacciatori Reali italiani.
e Li 14 settembre 1807. »
t Devo pregarvi, signor comandante, di essere presso il valoroso reggimento
e che comandate 1* interprete del rammarico che io provo di non avere più
e sotto i miei ordini un corpo cosi distinto come il vostro ; egli ha dispu-
€ tato la gloria ai vecchi reggimenti francesi di truppe leggeri. Fortunati
e saranno gli ufGziali generali che avranno 1* onore di comandarlo. Il suo
e attaccamento e la sua luminosa intrepidezza guarentiscono la vittoria. E
« voi, signor caposquadrone, compiacetevi di ricevere la testimonianza della
1
^\
ì
* ^
— 324 —
r mia soddisfazione pel modo con cui avclc condotto il vostro rcggimcnlo,
I manlenuia lu disciplina, e siale cerio della mia dislinta considerazione.
SoUOscrìllo * Làsillb. *
jVfl. QuRSla leltern vchii
i!il giorno di-lln divisioin".
iradoltn in italiaito per esser postii all'urdim-
Pag. U.
Il fapo dello slato maggiore generale iteircsercito franeeM nul restio diNupati,
comandato dal re Ginteppe, al mgnùr colonnello del 2,° reggimento d'in-
fanteria italiano, Foresti.
I Nnpnli, IC novembre 1800.
■ S. H. m' Incarica di attcstarvi lu sua soddisfazione per la condoli» del
* vostro rcggimcnlo all'attacco di Marntcn , ove ha soitrnuto con onore la
* ripulnxionc di cui gode. S. M. d)irù provu di suu benevolenza a (jiielN
> che si sono distinti; vogliale darne loro cognizione. Avrò 1* onore di r^o-
■ der conto a S. A. I. il viceré dello zHo col quale il vostro rcggimcnld
* continua a servire.
e Ho l'onore di salutarvi con distinta considerazione.
Sottoscritto « BEitTuien. i
JVB. È il fratello del maresciallo Berlliicr.
XIV. — Png. 44.
Quadro di composizione dulia dicisionc all' esercito dei Pirenei ori«i.'.i/i.
Generale di divisione, l-celii.
idem di brigata, Milossewitz.
Copo dello stato ma^iorc, aiutante comandante, Lcchi Angelo.
Aiutanti di campo, uggiunti allo s(;ito maggiore, uflizieli del genio: Lan-
franchi, Omodeo, Zorze'tlo, Grassi, Vincenzi, Guaragnoni.
Sott" ispettore alle rassegne, Caveiloni.
Commissario di guerra, Ginì.
Pagatore di guerra, Magrclti.
Unizialc di saluti' principale, Sunrdi.
Un battaglione di velili reali; comandarne, capitano Bolognini; indi il ci-
jiobatluglione Cotti.
Due baLlaglioni del 2.° d'infanteria; colonnello, Foresti.
Un baltaglioac del 4.° d' inranterìa; capobattuglionc, Viviund.
Due squadroni cacciatori reali italiani; maggiore, Rambonrgt.
idem idem Principe Reale; culonnello, Banco.
— 325 —
Una compagnia d'artiglieria a piedi; capitano. Forni.
Una compagnia del treno d^ artiglieria della guardia reale; caposquadro-
ne» Clement.
Forza: 3000 uomini, iOOO cavalli ed 8 cannoni.
A questa divisione fu unito un corpo di truppe napolitane.
XV. — Pag. 52.
f
Composizione della divisione in Calalogna,
Generale di divisione. Pino.
Generali di brigata: Mazzucchelli e Fontane.
Aiutante comandante per il comando della cavalleria, Balabio.
Capo dello stato maggiore, aiutante comandante, Dombowski.
Aiutanti di campo, aggiunti allo stato maggiore, ufGziali del genio: Pino
Giacomo, Lonati, Ragani^ Duplessis, Dei-Fante, Fontana, Re, Loubers, Cecco-
pieri. Rossi, Visconti, Olini, Pas, De-Asarta, Vacani, Salvaterra, Raggi Luigi,
Rougier Tito, Salimbeni Giovanni, Rcffa.
Sott* ispettore alle rassegna, Ravizza.
Commissario di guerra, Paribelli; aggiunto, Favini.
Pagatore di guerra, Barinedi Francesco. >s^
Due battaglioni del 4.*" d^ infanlena ; colonnello, Renard.
idem del G.*" idem idem Eugènc Orsatclli. ^
Uno idem del 7/ idem capobattaglione, Saussc.
Due idem del 1 .** leggero ; colonnello , Rougier.
idem del 2/ idem idem Castaldini.
Quattro squadroni dragoni Na|.oleone; colonnello, Palombini.
Tre idem cacciatori reali , idem Villala.
Una compagnia d' artiglieria a cavallo ; capitano, Neri.
Due compagnie idem a piedi ^ .^^^. . ^.^^^. ^^„^ ^^ „^„
idem treno d artiglieria ^
Una idem zappatori; capitano, Ronzelli.-
Distaccamento dei veliti, del k.* e 5.° d'inranteìla della divisione Lechi,
comandati dal capitano Ferri.
XVI. — Pag. 82.
Quadro di composizione della divisione del Titolo.
Generale di divisione , Fontanelli.
Generali di brigata: Bertoletli e Julhien.
Capo dello stato maggiore, aiutante comandante, Paini.
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T. il.
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Aiulsnti di campo, aggiunti allo slnlo mnggìot;;, u[[Ì£Ì-ili dui gcu
vasi. Dodici, Sangiorgio, CurvoUicr, Poldt, GanduUi, Borgnzzi.
Solt' Ispeltorc alle russcgnc, GlicrarJi i aggiunto, Ferraris.
Commissario di gucira, Giili.
Due baliai^ioiii del 1.* legjstrro; capobuttagligni : Jiibin u MafTci.
idem del 2." idem idem Marin e Varese Pietro.
Uno idem cni-cialori d' Istria, idem Sulvaturi.
Due idum del 3.° d'iuranlcria; maggiore, Oggc^ro; capobatlaglioni:
Ventura e Lonoli.
Due ballaghoni del 4." idem; maggiore, Perì; eapuhal taglione, Mitrogn*.
Due squadroni caceiniori Principe Reale ; caposijuadrunc, Siie^lija.
Due compagnie il'ariiglieria a piedi ; „ . .
.r . I . ì HiHo, maiiciore, e Zorzi, capitano.
Una idem del treno ' ' ce > i j
idem zappatori; lenente del genio, Colella ; nn distaccamenta
di cifuipaggì militari pei servigi riuniti, eon 6 cassoni e 37 cavalli; on tU-
■taccamcnto di 21 gendarmi a eavallo, ciiposqiiadrone Masi, comandanle.
Foru lolale: 6300 uomini, 600 eavallt ed 8 pezzi d' arlijjlieria.
Questa divisione, al 2'J aprile, passò sotto il eomanilo del generale Itusca,
e si coDcentrò nella brigala Bcrlolclti; l'ultra brigata venne composta da
curpi.irsncesi.
XVII. — Pag. 8J.
Quadro di compotUtone della divisione inviata alC t*onso.
Generale di divisione, Scvcroli.
Generali di brigata: Bonruiiti e Pcyri (elie non aggiunse la divisione}.
Capo dello stalo maggiore , biulanle comandante, Marlel.
Aiutanti dì campo, aggiunii allo stalo mujtgiore, ulliziali del genio: S. Paul,
Saluzzo La-Mania, Dc-Crisloforis , Rodellu, Federigo Almorù, Sessa, Casti-
glìonì Pompeo e Marieni.
Solt' ispettore alle rassegne, Parma.
Commissario dì guerra, Lampaio; aggiunto, Michel.
Pagatore di guerra, Bonraiili.
Quattro iialtaglionì del t." d' inraiilcria ; colonnello, Zuccbi; maggior^
Aresc; capobultaglioni : Porro, Dubois, Ferri, Barbieri.
Tre battaglioni del 7." d'infaDicria ; coluimcllo, UellottJ; capoballaglionì:
Tracol, Duparc e Soldati.
Tre battaglioni reggimento dalmata ; colonnello, Moronì ; capubattaglìoni:
Perrin e Xiseousieb.
Un ballaglione del 2." d'infantcriH ; maggiore, Borelli.
Uno squadrone cacciatori reali a cavallo; eaposquudrone, Gasparinettì.
idem dragoni Napoleone; maggiore, Odicr; capo»|uadroDC, Gisbrrt.
è
I 1 m I 1. 1 I TU
■«■*MaK^Bii_^>Mbi>a^KMa
— 527 —
Una compagnia d'artiglieria a cavallo \ , ^ .
idem del (reno d' artiglieria ^ «•?"»""' '^"•'*'»-
Fu riunito a questa divisione il 112." reggimento d'infanteria francese di
(re battaglioni, comandato dal colonnello PcnnCé
XVIII. — Pag. 82.
Quadro di composizione della divisione della guardia rmle.
Comandante V infanteria ; generale di brigata, Lechi Teodoro.
Idem la cavalleria; idem Viani.
Aiutanti di campo , aggiunti allo stato maggiore : Migliorini , Paquin e
Molinari»
Sott* ispettore alle rassegne, facente le veci } ^ .... ,
^ _ . . ,. " < Zanoli Alessandro.
Commissario di guerra ^
Due squadroni di guardie d* onore ; capitano comandante colonnello^ Ikit*
teglia; capitani colonnelli delle compagnie: Martinengo, Widiman Rezzo^
nico.
Un battaglione di veliti reali ; capobattaglione, Schedoni.
Due idem della fanteria della guardia reale; capobaltaglioni: Monetti
e Rossi Floriano.
Due, squadroni di dragoni della guardia reale ; caposquadrone, Narboni.
Una compagnia d'artiglieria a cavallo della guardia reale; capitano^ Mussic
Una compagnia del treno d'artiglieria; tenente, Champigny.
XIX. - Pag. 89.
Quadro di composizione del etrpo distaccalo.
Tre imttaglioni del 3.** leggero; colonnello, Varese Salvatore; miiggiorC)
Pasqualis; capobattaglione, Omodeo.
Quattro squadroni dragoni Regina; colonnello, Jacquet^ maggiore, Galim-
berti ; caposquadrone^ Charpcntier.
Commissario di guerra, SeverolL
Commissario aggiunto, Dei-Pino.
XX. — Pag. iì.
Quadrò di composisfione delia divisione di riserva.
Generale di divisione, Fiorella*
idem di brigata, Peyri*
Capo dello stato maggiore, aiutante comandante, Balathicr.
Aiutanti di campo, aggiunti allo stato ìnnggioret Bajo , Balathier Nicola e
Battaille.
-j
\
— 528 —
Solt' ìspL'IIorc alle rassp|;ne, Purìbelli.
Commissario di guerra, UeirOglio.
PagalorQ di guerra, Rancatti.
Tre buUaglioni del 5," il'infuincria; colonnello, Levii'.
Uno idem del 4." idem ^ I capoballaglioni suppliti daì due ca-
idem del 7." idem * pilani più anziani.
Uno squadrone cacciulori a cavallo Principe Reale; maggiore, Ilivaira.
Una compagnia d' arliglicria a piedi,
idem del treno d^ artiglieria.
XXL — Pag. 88.
Riduzioni dei ballaglioni della diviitone FonlanclU, in causa ittlle
perdite tofferlt.
Un lialtaglione del 1.° d'inrnnteria, residuato n (ro battaglioni.
Uno idem del 2." idem idem a due idem
Due idem del 7." ideili idem a uno idem
Uno idem dalmati Idem idem a due idem
XXIl. — Pag. 104.
Quadro di coviiàosizione dtlta diviuioiie nella Carinsia.
Generale di divistone, Severoli.
Gcnprali Ji brigala: Dertolt'lli, Zucchi, Julliìen.
Capo dello stalo maggiore, aiuianlt! comandante. Paini.
Il ri!slo dello sialo maggiore come nella precedente organizzazione, più
Morosi, Cavalletti, Vassalli e Pavoni.
Tre Laltuglioni del 1." d'infanieria; mQfgioie.Arcse; capohalingtioni: Itar-
bieri, Fenù e Porro.
Un battaglione dei 2." d'infanlerìa; maggiore. Borsiti.
idem del 4." idem eapoballaglionc, De-La-Vorgnc.
Due iriom del 7." idem colonnello, liellotd; capobaliaglione,
Cavedoni.
Due battaglioni del 1." leggero; capobai giglioni, Jabin e Biancbi.
idilli del 2." idem idem Marin e VaiTse Pietro.
idem dalmati; colonnello, Moroni; capobatlaglione , Crisliano-
poli.
Uno squadrone eaceialon a eavallo Principe Reale; maggiore, Arici.
idem idem Reali; capitano, MaQei.
Una compagnia d'artiglieria a piedi , colonnello, Bidasio; capitano, For-
Tre idem idem a cavallo > tis, ed nitri treiiriiziali coman-
Una idem idem del treno ' danti le compagnie.
— 3i9 —
Una compagnia di zappatori.
idem d'equipaggi militari; comandante, Castelli.
Forza totale: 9000 nomini, 900 cavalli, 26 cannoni, comprese due com-
pagnie d'artiglieria reggimentaria del i.^ d'infanteria e reggimento dal-
mata.
XXIII. — Pag. i4ri.
Quadro di composizione della divisione inviata nelV Aragona,
Generale di divisione, Severoli.
Generali di brigata: Bertoletti e Mazzucchelli.
Capo dello stato maggiore, aiutante comandante^ Montebruno.
Aiutanti di campo, aggiunti allo stato maggiore, uffiziali del genio: Rouly,
Saluzzo La-Manta , De-Cristoforis, Re, Loubers e Vassalli.
Sott' ispettore alle rassegne.
Commissario di guerra, Severoli.
Pagatore di guerra.
Tre battaglioni del 1.® d'infanteria; colopnello. Arese; capobaitnglioni :
D'Older, Sala e Scrcognani.
cnpoballaglione, Gillot.
colonnello, Pisa.
colonnello, Bellotti ; capobattiìgiioni:
Un battaglipne del 4." idem
idem del 5." idem
Tre idem del 7.° idem
Busi, Soldati e Ceccopieri.
Un battaglione del 1.^ lesgero.
idem del 2.^ idem ^
Una compagnia di zappatori.
Due idem d^ artiglieria a piedi.
idem del treno d^ artiglieria.
Uno squadrone cacciatori a cavallo reali italiani; caposquadrone. Gagliardi.
idem dragoni Napoleone; caposquadrone, Boucliard.
I battaglioni del i."" e S."" leggero del 4.° e 5."" d'infanteria^ ed i dragoni
Napoleone erano destinati alla divisione Parlombioi.
XXIV. - Pag. i69.
« D'après les nouvelles instructions quc j*ai re^ues , vous voudrez bien,
« monsieur le general Fonlanelli , retirer vos troupes des pays qu'elles oc-
< cupent appartenants au canton des Grisons. Vous les rapprocherez en coii-
« séquence de Bellinzona. Ce mouvement devra se faire comme s'il vcnail
« de vous-méme, et qu'il eùt seulement pour objet de concentrer vos trou-
« pes et de les retirer des lieux où elles pourraient étre mal pendant l'hi-
— 350 —
• ver. Vuus (ercz etisuìto occupcr por vos ilouBiiirrs la Hgne des rrontltn.^
( du canton du Tessiti avcc le cnnlon de» Giisons. Sur ce, }c. prie Dira, ne.
• Milan, le 2S novembre 1810.
Sigilo < El'GKHE NaPOLCON. ■
I Cu mouvemcnl aura lieti de suite ,
■ mais Eiins bruit. >
XXV. — png. laa.
Quadro di composizioni: del corpo d' csercilo ilatìano detlinalo per fa
spedizione di Hiiuia.
Gracralo di divisione comandante. Pino.
Divisione d' infanteria 1 5,* del grande escreilo, *." corpo.
Capo dello slato maggiore, aitilanle comandante, Galimberti.
Generali di brigata: Fonlnne, Guillaume e Deiiibowski.
Soli' ispettore alle rassegne, Faniuizi ; Viscardi. aggiunto.
Commissari di guerr» : Barss, Fontiina e Dei-Pino.
Pagalorc dì guerra, Magrelit.
Aiutanti di campo, aggiualì ullo stalo maggiore, ed udìziali del genio: Pina
tìincuiuo, Duplcssls, Ragani, Fontana, Bossi, Vie, Negri, Cavallelli , Testi,
De-lu-Vergne, Brentini, Nicolini, Bernard, Zanardini, Bcllrami, Bassani, Ha-
rieni, Araldi, Belcredi, Cavedoiii.
l'n bailiiglionc del 1,° leggero; Ciipoballaglio'nc, Dcllu-Torre.
Tre idem del reggimento dalmata; colonnello, Lorol ; colonnello in
secondo, Lacliaizc; e.ipobaltngltoni: Perrin, Catlurilz, Goidcl.
Quattro battaglioni del 2.° reggimento d' infanleria; colonnello, Dnbats;
colonnello in secondo, Omodeo^ capubaltaglìoni: Barelli, Bolognini, Zampa
e Poi re,
Quallro ballnglioni del 3." leggero; colonnello, Varese Salvatore; capo-
baiti>glioni: Bckly, Olivier, Lorini e Albini.
Quattro baliaglionidel 3.*d' inrunlerìa ; colonnello, Levié; colonnello ìn secon*
do, Casella; eapobuUaglioni : Roussier, Tracol, Negrisoli e Molinari Giuseppe-
Quattro compagnie ó' artiglieria reggìmentaria.
Una idem idem n piedi \ colonnello, Millo; capitano,
Un dislaccamenlo d' operai ì Ferrari.
l'na compagnia d' arliglìeria a cavallo ; capitano, Forlis.
Due idem del treno d'artiglieria; tenenti: Calori e Vaecari.
Una idem di zappatori; capitano, Belluni.
l'n battaglione d'equipaggi militari con cavalli; comandante, Caslclli.
Ambulanza, seruzi riuniti, poste.
— 351 —
Brigata di cavalleria leggera.
Generale di brigata comandante, Villata.
Aiutanti di campo : Frattini e Scanagatti.
Commissario di guerra, Mantegazza.
Quattro squadroni dei 2/ reggimento cacciatori a eavallo ; colonnello ,
Banco; caposquadroni : Bucchia, Lorenzi e Vaùtriu.
Quattro squadroni del Z.^ reggimento cacciatori a cavallo j colonnello ,
Rambourgt ; caposquadroni : Chizzola e Giulini.
Servizi riuniti.
Divisone della guardia reale.
Generale di brigata comandante , Lechi.
Capo dello stato maggiore , capitano^ Badalassi ; aggiunto, De-Marini ; ca-
pitano del genio, Rougier Tito.
Sott' ispettore alle rassegne, Belfort.
Commissari di guerra : Cini e Fortis.
Cinque compagnie di guardie d* onore; capitani colonnelli: Battaglia, Arici,
Widiman-Rezzonico.
Due battaglioni di veliti reali; colonnello, Moroni; capobattaglioni : MafTei
e Bastide.
Due battaglioni di Tanteria della guardia ; colonnello, Lechi , generale di
brigata ; maggiore, colonnello Crovi; capobattaglioni: Sacchiui e Bonfanti.
Due squadroni dragoni della guardia; colonnello, Jacquet; caposquadrone,
Charpentier.
Due compagnie d'artiglieria a piedi ^ caposquadrone, Clement; capitani.
Una idem idem a cavallo ^ Miscrocchi, Conti e Marcastcl.
Due idem del treno d' artiglieria ; capitano, Corbetta.
Tre idem d' artiglierìa reggimentaria.
Due battaglioqi del reggimento coscritti della guardia reale ; colonnello ,
Peraldi ; capobattaglioni : Dei-Fante e Suberville.
Una compagnia di marinai ; tenente di vascello, Tempie,
idem d'equipaggi militari con cavalli.
Ambulanza, servizi riuniti, poste.
Reggimento dragoni Regina.
Quattro squadroni; colonnello, Narboni^ caposquadroni: Brasa e Laurent.
Gran parco.
Comandante maggiore, Vives; capobattaglione, Colli.
Due compagnie d'artiglieria a piedi; capitani: Capriol e Pirovano.
Cinque idem del treno d' artiglieria ; tenenti : Brugere, Chepy, Noschi,
Moretti e Mariani.
— 332 —
Uaa compagnia di zappatori; capitano. Liberali.
Due idem dì ponlontcr!: idem Pirra e Bonifaix.
Un distiiccamcnto d' operai.
Tre compagnie d^ equipaggi militari con cavalli.
Sci idem idem cou buoi ; enpilant), HalTei.
Parco del genio.
Capoba tingi ione, Rolando.
Una compagnia del treno.
Biiltaglione di marcia partilo Ìl primo sprilo, uomini 9^A per ì diOcrcnti
corpi.
Partili IMI aprile col maggiore Gasparìnctli, copilaDO Liiadenma^-tr , e
soli' ingegnere Spadoni :
UrriEÌati di diversi corpi tS
Soti' unimlì, soldati ed opoinii dì marìita 5'JI
Cavalli di diverse armi , ZÌI
Partili il 10 maggia col sollulcnenic lierioll, oomini SI
Parlili il 2'^ grugno, uomini 79
Parliti il tS agosto sotto gli ordini del maggiore Pulombini e capìtanj
Piccioli:
tTlìziali di diversi gradi e corpi ti
Soli" ufliiiali e soldati 751
Cavalli 2911
XXVI. — p.i^. l'.ia.
• J'expédic cn Italie , mons leu r le ministre ie In guerre du royaume,
• votre aidc de camp le chur d'escadrun Provas\j'ai élè satisfait de un
■ service pendant toni le lemjjs (|u'il est rcsif! avcc moÌ , et je saisirai la
• première occasion de le Ini lémoigner.
I J'ai déjà parli: à l'empereur de Tarlicle qui vons concerne, le ne mels
I plus en doulc aiijourd'hui quc vous ne veniez nous rejaindrc pour la
• campagne projljainc.
< Ce mal in sont parlis, pour rclourner cn Italie, Ics cadrcs' des quatrièmes
■ baliiillons du 2.' et 5.' de ligne, et 3.' l(?ger, Sur ce, je prie Dieu, etc.
• Mojcou, le 10 oclobre 1812.
Signé • EtTGÉNF. Napoléok. >
XXVII. —Pag. 200.
• Jc m'cmpresse de vous annoncer , monsieur le miriislrc de In guerre,
• que le 24 du cuurant le qualrìèmc corps que je commande a soulena un
• brillaot combat conlre Penncml.
— 333 —
e II s'agissait d'enlevcr anc position, et de la conscrvcr toute la journéc.
C'cst ce qui a été fait par le scul quatrièine corps, malgré la difficulté du
terrain, et en dépit de liuit attaques succcssives, que Parmée canemic a di-
rige contre nous. Les forccs des Russes étaicnt plus que doubics des ndtres.
€ La division italicnnc a déployé beaucoup de courage et d*intrépidilé;
la garde royale a monlré beaucoup de sang-froid. Les deux bataillons de
chasseurs (ci-devant conscrìls) onl eu occasion de se distinguer.
€ Les cliers d*état-major \ous feront connailrc les délails de J'afTairc et
des perles que nous avons failes. En officiers supérieurs nous n'avons à
regrettcr que le chef d*escadron Pino et les chefs de bataillon Negrisoli
et Maflei. Dans la division» les trois généraux ont été blessés, ainsi que
deux colonels. Je vous autorise, si vous recevcz cette lettre avant les nou-
velles ofOcielles qui seront iinprimées dans les journaux fran^is, è faire
inettre une seule phrase dans le journal, rédigée è peu près de la manière
suivante : — Nous apprenons è l'instant que le quatrième corps de la
grande armée a eu le 24 octobre, à la position de Maloyaroslawitz, une af-
faire Irès-brillante. Nous annon^ns avec plaisirque les troupes italienncs
s*y soni bien conduites. La garde royale y a méme eu occasion de se faire
remarquer. Nous nous empresserons de pubiier les détails, dès qu*ils nous
seront parvenus. — Jc vous rcnouvelle, monsieur le ministre, l'assurance
de mes sentimens, et sur ce, je prie Dieu, eie.
« Du camp près Gborodok-Borisow, le 28 octobre Ì8I2.
Signé e EuGÉif E Napoléon. •
XXVIII. -- Pag. 206.
Quadro dei corpi componenti il grande esercito andato in Russia nel ÌB12.
Còrpi
Stalo
inagg.
1.*
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2
2
3
2
4
T. IL
Comandanti
Berthier, maggiore generale . . .
Davoust, maresciallo
Oudinot, idem
Ney idem
Principe Eugenio, viceré
Poniatowski, generale di divisione
Gouvion Saint-Cyr, maresciallo . .
Rcynier, generale di divisione . .
Jimot idem idem . . .
Victor, maresciallo
Macdonald, idem
Augcrcau, idem
Uomini
Cavalti
4,000
1,150
83,000
H,503
44,100
7,000
43,800
8,700
32,000
10,500
39.500
9,iOO
27,400
3,800
18,900
5,500
\ 8,700
4,300
52,500
4,lfOO
31,400
5,500
55,100
2,500
450,400 I 73,850
43
4
Somma relro . .
Corpo austrìaco. Prìncipe di Schwnrlzeiibens ■ ■
Giianlia imperiuk-. Horlicr, marcsciollo ■ ■ ■ ■
Grun parco. Luriboisaièrc , gciHTiitu fli tlivUionc
Prpsidii (li Magdebourg, Unnzita, Kociiigslierg ,
Aiiiliiirga
Divisione dei principi del Reno
Ndpolilani comanduti do D'Eslri'es, generale di
divisione •
Duncsi idem daEsw;ilil ....
Corpi in marcia
Deponilo gchcralu della cavallcriu, conni ndalo da
fiojrcier, geuerale di divisione
Cav.illerìa coniandntn dai gviier»!! di divisione:
1.* corpo di Ire divisioni, da Tfansouly
2.° corpo di Ire idem dii Monlelirun ....
3.' corpo di ire idem da Groucliy
4," corpo di dui; idem da Latour Mauliour); .
50,000
31.300
7S,8S0
G.OOO
I(;,:ìoo
22,t(H)
i5,oyo
U,fi00
7,300
1,20!»
500
8,000
If.ftOO
43,000
1,000
2,000
16,500
1,^00
600
15,400
tn,40U
lO.fiOO
T.won
13,800
lO.GOO
11,000
8,:ìo(i
«ao.iiou
17M50
specchio Homiiiariij dei l'fjyi"
i fonnanli le tUcixioui.
Mornnd,
Friunt,
Gudin,
Dciìiaix,
Compan,
Lcgrand,
Verdier,
Merle,
, Ledru,
nazout,
Marvliand,
Deljons,
Broussier,
Pino,
Zaionsliecli,
Otiubrowski,
Kaminii'cki,
Deroy,
Wrciie,
Inriinicriii.
reggimetUi 15." leggero, 17," e 50." d' inrantcria e Bad»!.
idem 55." idem 35." e 44," idctii e Spaguuoli.
idem 7." idem 13.% SI.", e 37." idem eeorpo di
Slrelitz.
idem ti'j." e ÌOè." idem ed As^iaiii.
— -rò.", S7.", ei.'e JU." idem,
idem l'J.",bG."e 12à.''idcmcPortogli*!si.
idem 2.", 37." e 124." idem,
— iiS." idem Svizzeri e Croali.
idem 40.°; 72." e 129.", e Portoghesi.
— 4.°, 18." e 95." ed Illirici e Porto-
iilem "ì.
ilici» —
idem 26.
idem 1 1 .
idem —
idem 24
i ile in —
idem
idem 11
llnliani (Doc.
Polacchi.
idem
idem
B&varcsi.
idem
— ^.", 1 $." e U3." e Wiirlemberghesi.
." idem Wl.", 92." e 10«." e Croali.
." idem y.", 5!i." e 33." idem e Siingniioli.
XXV, lom. 11.)
I
I
I
!
— 335 —
Lccoq, Sassoni.
Funck^ idem
Tharreau, Vcslfuliani.
Ochs, idem
Parlouneaux, reggimenti 10.", ao.** leggeri, 3C/', 44.^ 5l.% 55.", 125.*'
e 120." d'infanteria.
Daendels, fiadcsi, Assiani, Berg e Gleves.
Girard, Polacciii.
Grandjean, Vestfuliani.
D'Yorek, Prussiani.
Ueudelet, reggimenti 2.^ 4.", P.", 8.", 16.", 17.", 18.", 21.^ e 28." leg-
geri, 14." e 28." d* infanteria e Vestfaliani.
Lagrangc, reggimento 27." leggero, 27." e 03." d' infanteria.
Durutte, reggimento de Rhè, Walchcren, Belle-Isle e del Mediterraneo.
Morand, reggimenti 5." e 29." d* infanteria ed Assiani e Sassoni.
Carra Saint-Cyr, conlingentc dei piccoli principi della confederazione del
Reno.
D'^Estrées, Napolitani.
Claparcde, Polacchi.
Eswald, Danesi.
Siegental Austriaci.
Bianchi, idem.
Lefebvre^ maresciallo : guardia imperiale.
Mortier, idem idem
Lechi Teodoro, guardia reale italiana.
Cavalleria: diviaiom distaccale.
Gerardin, reggimenti 1.", 2.° e 3.° caccialori a cavallo, elanccrì po-
lacchi.
Caslex, idem 7.", 20.", 24." e 28." idem, ed 8." cavalli leggeri.
Woelwarlh, idem 4." e 28." idem, G." cavalli leggeri, 11.*" ussari e
Wiirtemberghesi.
Guyon, idem 9." e 19." idem, 2." e oO.*" caccialori italiani.
Kaminski, Polacchi.
De-Seydewilz, Bavaresi.
Polenz, Sassoni
Chaberl, Vestfaliani.
Fo * ' ^ reggimenti di Berg e Gleves, Assiani, Badcsi.
Massemback, Prussiani.
Cavaignac, dragoni e cacciatori francesi di diversi reggimenti.
nrggiiiienli formanti le ilicìsioni riunite in corpi di cavalleria.
BruyÌTCS, rvt;ijiinenli Ifi." ilfi rncciulori, 7.", 8." A' ussniì, e Pru5siAnt e
Polncclii.
Suini- Germain, rcgg™™'' 2.", 3.°, 9." corauieri, i.° cavalli leggrrì.
Volcncc idem 6.", 11.", i2." idem, b." idem,
Pojol idrm II.", 19." caccintoH, S.", 9." ussari.
Walhier Uhm S.", H.", 10." coruziirri, 2." cavnili It^gcri.
De Franco iiitiii 1.", 3." carabinieri, i.", i." idem,
Clinslrl iiicm C", 8",, 25." Mcciolitri, li,"' tituurì.
Dflumrn: iilcm 4.", 7.", 14." cornziicri, S." cavalli ti'ggeri.
LaliouiMayP iitcm ",'■, SS.", S6.", 50," dragoni.
Rosnicski, Polncciii.
Lorgc, Sassoni i> Wt-sirnllani,
Traukiiilierg, Austriaci.
Bfssi^rcs, maresciallo, guardia imperiale.
." "''.* ì ciiardia reale ilalisna.
Jacqnet $ "
Quota in uomini souiminÌ*lratn dalle rarie polenze d' Eiiroiin
all' etncilo di lìtMÌo.
Francia e diparlimcnci riunilivi . . . , 37(,000
Ktgno d' Italia S7,000
ConrederazioRO del Reno 120,001)
Grnmlucalo di Viirsnvia 70,0(Kl
Spngna 4,000
Portogallo 4,000
Province iiliriclic e Croati S.OIM»
Svizzera, reggimenti cnpilolnii 4.000
Danimarca 10,000
Napoli 8,000
Prussia 90,000
Austria 50,000
Totale . . . «80,000
Corpi che non soggiacquero alla calaslrofe della
rilirala da Moica, al passaggio della lìereginu
ed alla ritirala da Vilna.
PresidJi di Amburgo e Ma^dc-
bourg 6,600 >
Danesi 10,000 ( ^., ,.„
Prussiani -^^ »"" '" ^"'"''^
Austriaei
Restane
. , 613,400
— 557 —
Cadaveri e cavalli morti stati abbruciali per ordine del governo rtisso
nelle seguenti province:
Uomini Cavalli
Mosca 49,754 27,649
Kaluga 4,017 4,834
Smolensk 71,735 51,4r.O
Contorni della Bcrcsina 30,106 27,316
Minsk 18,797 2,746
Wilna 72,303 9,407
Totale . . . 243,712 123,382
£ da osservarsi che un gran numero di morti era stato abbruciato avanti
r arrivo deirordine del governo di Pietroburgo, senza tenor conto della quan-
tità, come lo dice un articolo datato di Wilna e reso pubblico colle stampe.
Riassunto.
Forze che presero parte alla spedizione di Mosca 615,400
Cadaveri abbruciati 243,712
Periti neir andata n Mosca ed uccisi in bat-
taglia (calcolo presuntivo) 139,688 ^ 519,400
Prigionieri di guerra ed annegati nella Be-
resina, compresi quasi 6000 tiffiziali . . 136,000
Restano uomini . . 94,000
Presidìi lasciati nelle seguenti fortezze:
Thorn uomini 5,000
Modlin « 3,000
Zaroosc « 4,000
Spandau < 3,000
Czentoschau t 1,000
Danzica t 36,000 ) 85,000
Torgau « 10,000
Stellino « 9,000
Wiltemberg « 5,000
Custrino « 3,000
Glogau « 6,000
Resti dell'esercito condotti dal viceré dietro la Saale . uomini 9,000
— 338 —
Du queste jinUilc sarebbero Ja deduisi i pn'ijionicn ili Riiorra ricRlmll
nei rispettivi paesi dopu \a conclusione della pace, nvii clic quelli che sono
rimnsii in Russia {ed è opinioni: che non siano pochi), ma per operare que-
sta deduzione non è possibile rinvenire alcun dato , neanche approssioiativo,
da tante diverse nazioni.
11 materiale di guerra luscìato in Russia consìsLcvu in OUO cannoni da
campo e :2S,UnO curri, cassoni e vetture.
Dei 170,830 cavalli che andarono in Russia si può ritenere cbe no sia ri-
tornalo un iqìkIìuo tutl^al più.
« Je vous ndresse conlìdenlieUement, monsicur le ministre de la guerre, un
I ctnt de reiiillc d'appel, (juc j'aì fiiil Taire a Ileiisberg, àes Iroupes ilalicn-
■ nes. Jc \aus Tenvoie direciement parceque la division ne sr iroiivi; ram-
I mandée en ce momenl qne par Galimberti, qui est lui-mi^me malade. J'ai
[ trouv<! ici, à raon arrivéc, une vingiuinc d'orficiers et de saldats qui m'y
1 Bvaient deviinré. Jc puis siipposcr quc IHO ou SOO au plus auroiil pris
■ une autrc roule, et m'arriveronlsuccessivcment. Vous pouvez juger, p.ir
■ cet npcr^u, qu'on sera hien tieureux tic fornier |uir régimcnt le cadre
I d'un bataitlon, et l'on aura bicn de la peine h te trouver en orficìers et
I soiis-otiìciers disponiblcs. ie ne couiptc i^nrder, de la gardc royale, qu*uDo
■ compagnie par baliiillon, et j'ai proposti à S. M. de rcnroyer le reste des
1 eadres il Hilan. Quanl au surplus des cadres de la j S.* division, j'^i prò-
I pose de ne les renvoyer qu'ù Gloguu, oii ils pourraieot Tacilcment recetoir
I dcs conscrils, aiusi que je >ous l'ai déjii écrit. Le colonel Moroui ii'iil
■ point mori, comme on l'avait annoncé, il est seulcnient Ircs-maladc.
e On vn s'occuper ces jours-ci à réformer les individua susceplibics de
■ l'i^tre , à réarmer ccu\ qui sont sans arrnes; cnOn Ics réparations suÌ-
; vronl, etc.
( Sur ce, je prie Dieu, eie.
« Le 28 déccmbre 1812.
Signé • EiT.ÈKE Napoléon, •
— 339 —
QUÀTRIÈME CORPS DE LA GRANDE.ARMÉE.
ExtraiU d'un appel fail à Heilsberg le 24 décembre 1812.
DÉSIGNATION DES CORPS
Carde royale
Quìnzìèmc
division
Grenadicrs
Cliasseurs
Vélites
2.' régiinciìt de ligne ....
3.* idem ....
1.*' léger
3.' idem
Règimcnt dalmate
Artillcrie & cbcval ........
idem ò pied
i /' balailloiì du Irain ....
Total gdnéral . . . .
KOMBRE
OfQcicrs
S ous-officicrs
fì|.,ct soidats
28
47
. M
2
27
i5
U
4
li
8
7
0
5
12
7
11
3
4
3
3
2
—
121
112
233
XXIX. — Pag. 1i07.
Slato itegli effetU di vestiario per uomini e bardatura per eavallt spedili
in Russia dopo la partenza del corpo d'* esercito.
Abili per diversi reggimenti .... num. 7,802
Giubbe € D,483
Calzoni di panno, daino e fustagno. paia 22,050
Cappotti e mantelli num. 5,700
Scbakos, berrettoni « 6,000
Giberne « 2,400
Camicie « 20,000
Scarpe paia 51,500
Stivali € 8,000
Stivaletti neri di panno « 6,400
Mociglie « 2,550
Calze di lana e refe « 2,000
Furono inoltre spediti molti altri efTetti di minor rilievo sì dal ministero
della guerra che dai reggimenti.
^^ fr
XXX. — Pag. 207.
Quadro di coiiiiwsizioiiv della brigata inviata in Gerutunia.
CcniTulc comandante, Ziicclii.
Ciipo ilello s<ulo m.iggiore, iMipulinttngltonc Pavoni.
Soli' ìsptìltoi-e lille nisscgni', Cumlolfi.
Commissario di guerra, Sevcroli i*ielPO.
Pagniorc di guerra, Cujina Carlo.
Due liallaglioni del 2." leggero ; maggiore, Jabiu; capobaltaglionc, Cecco-
jii.ri.
Qunltro idum dd a." iV infuntcria ; colonnello in primo, Peri; in sa-
condo, Pisa.
Quattro squadroni del K." re^imrnlo cacciatori a cavallo; colonnello, Er-
culei.
Due compagnie d' artiglieria e (reno, caposquadronc Neri.
Una compagnia zappalori, capitano Alictlo.
Una compagnia operai di marina.
Una iilem equipaggi niililnri.
Ambulanza e servizi riimiti.
Una compagnia ponlonìcri j
Una idem treno d'arliglie
per lu divisione (Irtnicr.
XXXI. — Pag. a-il.
Quadro di cotnpoiizioiie detta divisione parlila per la Vrtiuia
[compresi i rinforzi inviali posleriormenle).
Generali di divisione: PeyrJ, indi Fontanelli.
idem di brigala: Sant'Andrea Pietro, Balalhicr, Horoni.
Cnpo delio Stalo maggiore, generale di brìgotn, Mnrtcl.
Aiutanti di campo, aggiiinli allo stato maggiore, ufiiziali del genio: II»-
(li'lla. Lotti, Scotti, Provasi, Brusali, Lavalelte, Pas, Paletti, Stcccliini, Mu;;-
ginsca, Airoliti, Uè A5arla.
Ispettore alle rassegne, Localelli.
Soli' ispcllore idem Persi;mi.
Commissario di guerra, Colombnnì.
Pagatore di guerra, Mazz-j.
Due battaglioni del 1." rcjfgimcnlo il" infanteria; maggiore, Fcrriroli; cu-
]ioi)atlaglioni : Jacopciti, l'onli.
Quattro ballagliuni del 4." idem colonnello, Bozzolini, poi Cccco-
pieri.
**
'#f
1- '
*
— 341 —
Due battaglioni del 6.*^ reggimento d'infanteria; colonnello, Ferrù.
Quattro idem del 7.^ idem idem Rossi.
Uno idem guardia di Milano; capobattaglione^ Varese Pietro.
Tre idem del i.^ leggero; colonnello, Moretti.
Uno idem di diversi corpi ; capobattaglione^ Tordo.
Due compagnie d^ artiglieria a piedi ^ Armandì, maggiore; Gorio, capo-
Due idem del treno d* artiglieria 5 battaglione.
Una idem zappatori.
Una idem operai di marina.
Una idem marinai.
Una idem equipaggi militari.
Ambulanze, servizi riuniti, posta.
Cavalleria comandala dal generale Fresia, indi da La Bruyères.
Quattro squadroni del reggimento cacciatori reali i.*^ ; colonnello, Caspa-
rinelti.
Quattro idem dei cacciatori Principe Reale 2.^; colonnello^ Lavai.
Quattro idem del reggimento dragoni Napoleone; colonnello, Olivieri.
Una compagnia d^ artiglieria a cavallo.
Una idem del treno d'artiglieria.
XXXll. — Pag. 225.
e J^ai recu^ monsieur le ministre de la guerre, volre longue lettre du 16
janvier. Je vois avcc plaisir Tactivité que vous imprimez à la réorgani-
sation des corps. Je crois vous avoir déjà mandd qu*exccpté le cadre d^in
bataillon par régiment, tous Ics officiers et sous-officiers restants étaient
partis pour ritalie. Mais comme jc vois qu'exc^té quelques ofGciers su-
périeurs à peine reste-t-il assez d'ofOciers pour compléter le cadre d'un
bataillon, jc prends le parli de ne conserver que le cadre de deux coni-
pagnies par régiment, et j'enverrai tout le reste à leurs dépóts respec-
tifs. Vous aurez donc à rcformer tous Ics bataillons qui étaient à la grande
armée^ savoir^ trois dalmatcs, quatre du ^,^ léger, quatre du 5.' de ligne,
et quatre du 2.' de ligne. Vous aurez soin cependant de laisser un de
ces bataillons manquant d^autant de compagnics qu'il en sera reste è
Parmée. Sur ce, je prie Dieu, etc.
< Posen, ce 28 janvier 1813.
Signé < Ei'GÈNE Napoléon. »
XXXlll. — Pag. 223.
V
*<
< Monsieur le ministre de la guerre du royaume d'Italie ! Vous avez
€ sans doute recu le décret de Sa Majeslé du 10 fcvricr sur Ics avance-
T. IL hh
_:;V2_
■ mens. C'usi par crrciir qu'on a pone le culum-l Suint-Andrii coiiime
• éUnt tlu II.' puisqii'il est du 4.* Ainsi le mnjnr UuzkoIìdÌ, nomnMi colo-
• nel du K.*, se Irouvc reni^ilaccr li; culonel Saint -And ré au,4.*, ce dcrnier
1 (?loni nommé g(Snér«l.
< Tacile^ Ji' lirrr d'Espagne le general Sclii.iuelii, qai pourra nous ùlre
1 utile en urrivanl ù i'urméc, aussi qu'un iJcs deus gtincraux d'infanterie
I nouvellciiK'nt noinmcs.
€ L'empcieur a dii vous fairc dimander le nom d'un major pour nom-
I mcr cotoncl au nouveau ré[;iment que l'on runnerail, compose de touics
. lei compagnie* de réserve. Je pense que ce que vous avez de mcilteur è
1 préstnt cn Ualie doit élru le major Ferru, Si vous tormez ce n^imeni, il
■ seni bien de luì donner le N.° 8 de ligne, en le laissant toutcfoU, ]its-
I qu'à SDII rcnouvcllemeDl d'IiobillcineDl, user Ics liubits qu'il doit avoir.
• Sur ce, je prie Dicu, etc,
. 20 Kvrier 1815.
Sigtié » Elgéne NiPOLÉio. •
XXXIV. — Pag. 223.
< Di-puis quelqiK^ juurs que nous somnit's arrivcs ici, monsieur le mi-
4 nistre de la guerre, la IS.' division et In gordc ri>yalc ont un peu nu^-
• incnlé. La pntmière, dont le g<iaéral Fontane a pris le commandemi-nt ,
• uvnil déjù 390 liommes, doni 88 ollieiers, ci la garde cn avait 590, doni
• 11^ officicrs. J'ai prcscril bux généraux Fontane el Lrclii de rcjirendrc
< Icur correspondancc avcc vous. Ccs dciix divisiuns seroul bienldt rcnfur-
. tccs de 200 huiiimcs de lo garde et d'un botalllon de marcile de 10(J0
1 liommcs, que vous dvl'e fuil partir au inuis d'aoùl et qui vont arriver
I incessammcnl, Je vous rccommandc de jclcr beaucoup d'hommes daos Ics
• dcpóts de ce; quatrc régiuiens-ci, car Irés probablcnienl l'cmi>ereur vous
• demanderà bicntòl un balaillon de marche. Allendez cependanl de rece>
• VDÌr des ordres à cel cgard , ci quand vous serex dans rìinposstbililé
• d'e\éculer les ordres que vous rcccvrez, soii pour la force des bataillons,
> soit pour ic nombre, vous complélcrez avec les dépóts de Mantoue. Je re-
• commande à toule volre sollìeitude les poinls d'Aucóne et de Venisc. Ce
■ dernicr pori surlout , qui va biculùl conlcnir cinq vaisscaux de guerre
• urmé:«, allirera loule l'attcnliun des Augluis. Il faut que les dcux forts qui
• dércndcnl Malomocco soicnt cn bon élat, et qu'il y ait loujours une gar-
• nison sufGsanlc. Rccommandcz ù l'ainiral Duperré d'avoir toujours mouil-
' lés, hors des passcs, quclqucs avisos ou pénicbes bien nrmés, qtiì ne ile-
> vraicul rentrer dans le pori que lorsqu'iìi aeraienl dans l'impossibili le de
■ lenir la mcr, el alors celle impossibilìlé cxisternit aussi pour Ics leniaii-
• ves de l'cnn^nii. Ces avisos cmpócberaienl les Anglais de projclcr des coups
■ de main ni sur les foris, ni sur Ics viiisseaux, ni sur les passcs, comuie
1 on suppose qu'ils pcuvent en avoir le dcsscin.
%
e Je vous ai déjà écril pour vous auloriser à faire former an sixièmc
bataìlloQ au 4/ léger. Je vous autorise aussi à changer de régimenl Ics
deux colonels Rossi et Vandoni si vous le trouviez nécessaire. Peut-étrc ce
dernier sufflra-t-il pour la garde sédcniaire de Venise ^ et probablemcnt
Tautre sera nieilleur à la lète dcs balaillons de guerre en Dalmatie.
< Je vous préviens que j*ai déstitué le ... . Get officier s'est permis d'a-
bandonner son corps depuìs Vilna ; il n*y a point encore paru depuis que
nous sommes ici^ et Fon m'assure méme qu'il a gagnc jusqu^à Berlin,
e Je vais demander à Sa Majesté son remplacement^ et soit pour ce corps-
là, soit pour un autre, je n*oublierai pas le major des vélites Bianchi.
< Je ne presume pas que S. M. vous donne les ordres de faire partir de
la garde pour Tarmée. Mais si cela était, je vous autorise à garder tou-
jours au moins iOO hommes disponibles par corps, pour la garde de la
vice-reine et le service dcs'palais.
e Ne faites point non plus partir dans tous les cas des gardcs d'honneur ,
car j*ai soumis pour eux une nouvelle organisation à Sa Majesté.
< Je vous renouvelle, monsieur le ministre de la guerre , Tassurance de
mes sentimens, et sur ce je prie Dieu, etc.
e Marienwerder, 181 3,
Signé < EuGè?(B Napoléon. >
XXXV. -- Pag. 2^24.
e Monsieur le ministre de la guerre du royaume d*Italie ! Je désircrais
e employer auprès de moi, pendant la campagne qui va s'ouvrir^ quelques
e ofGciers italiens. Présentez-moi quelques capitaines qui seraient de bonncs
e familles du pays, et qui auraient des moyens et de Tactivité. Donnez Por-
e dre au chef dVscadron Serbelloni de se rendre en poste auprès de moi
€ pour étre employé à mon état-major. Sur ce, ]e prie Dieu, etc.
Fifc-simile. Signé e Eugène Napoléon. >
e P. S. Je vous annonce avec plaisir que dans une petite affaire d'avant-
e garde, qui a eu lieu les jours derniers , deux batailions du 2.' léger ita-
e lien , sous les ordres du general Zucchi, se sont tròs-bien conduits.
< Strasfurtte, le 9 avrii 1815.
A.
Rapporto del ministro della guerra e marina al viceré.
Vi sono Individui che per la loro posizione non possono meritarsi ricom»
pense agli eserciti, ma che però con distinti servigi acquistano titoli alla so-
vrana contemplazione. Qualche premio accordato ai servigi resi da alcuni
militari nell* interno, animerebbe lo zelo e 1* attività di ognuno.
*•
Egli è per lalì considerazioni che mi do l'onore di sullopurre a V. A. I.
le seguenti proposizioni di ricompense, supplicandola vivauienle a degoarM ili
prenderle in considerazione,
Polfrancesclii, gencrnle di brigala, e CaccianiDo, colonnello, commcndalori
della Corona dì Terrò.
Bnlnbin, generale di brigala, liiolo di barone con JolozioDe di duL-mili
franchi.
Dii|icrré, contrammiraglio, cavaliere della Corona di Terrò ( per poterlo jmiì
nominare commenda (orci,
Localclli, ispettore alle rassegne, lleroaldi, maggiore, Psalidi e Lampalo,
commissari di guerra, covalieri della Corona di Terre,
Zanoli, ordinalorc e segretario generale, cavaliere della Legioo d'onore.
Maillol, commissario generale della marina, cnvulìere della Corona di femi
e litolo di barone.
1 tiloli di merito di questi individui risultano dal mio rapporto umiliato
a V. A. 1. il primo di questo mese in cui sono riassunte le operuzioiii esegui-
tesi nel primo Irimeslre dell' anno corrente.
Milano, li U aprile 1813.
Solloscrìllo Fo^TA^El.l.l.
■ Je prolilerai de la première circonslance pour mcttrc ccs noms sous les
• yeux de Sa Majesld.
« Aschersleben, SSiivril ìaìTi.
Signé ■ EioÈNE. »
XXXVI. — Pag. 2H2.
« Maycnce, le 2 novembre 181^,
« A monsieur le general Fonlanelli !
■ 1,'empereur ordonne, monsicur le general Fontanclli, qnc vous rcunissiei
• à Kaiscrslaulcrn lous Ics llaliens qui soni à Tarmée, inTanLeric, cavatene
• et arlillerie, el qiie voua parlici avce eux pour vous rendre à Milan en pas-
• sani par le SJoiplon.
• L'intcnlion de Sa Majesté esl que vous Tussiez partir en poste ics gené-
1 raiiJt et ofliciers doni vous jngcrez la prompte arrivee plus ulile en Hallo,
■ ci que vous vous y rendiez vnus-mfinie en poste.
« Prenez, general, loutes les mesures les plus promptes pour la réuninn
• de lous k'S llaliens à Kaiserslautern ainsi que le prescrii S. M., et Tailcs-
« moi coiinaiire l'epoque de leur déparl pour Milaa. Jc préviens de ccs dis-
■ posilions S. A. I. le prince vice-roi d'Italie.
• Le prince vicc-coniitìlablc major general
Signé « Alexandhe. «
— 34» —
À.
€ Maycnce, le 5 novembre 1813.
e Monsicar le general Fonlanclli! Jc recois la lettre quc vous m'avez adres-
e «^e par M. radjutanl commandant Marion.
e Je donne Pordre que les Ilaliens qui peuvenl se trouver attachds aux
e autres corps de Tarmce, vous rejoignent.
e Faites remettro au general Sorbier, commandant rartillcrie de Parmce,
e les deux obusiers de 2i, et les deux canons de 6.
e J*écris à rintendant de Parmée pour les souliers doni vous avez besoin.
e Quant aux GOmille francs que vous demandez, je vais prendrc les or-
c dres de l'empereur.
« Les officiers seulement doivent ótre envoyés en poste en Italie.
e L'adjutant commandant Marion resterà ò l'état-major generai.
e Le prince vice-connétable major general
Fac-simile. Signé < Alexandre. >
XXXVn. — Pag. 253.
Rapporto del ministro della guerra e marina aW imperatore e re.
Ho Tonore di rassegnare a V. M. il riassunto delle notizie contenute negli
ultimi rapporti di mare. Il nemico ha spiegato in questi giorni un* attività
straordinaria a danno del cabotaggio. Tale è però il sistema ch^ egli segue
ogni anno ali* aprirsi della buona stagione, né si ha Cuora alcun dato, che
abbia progetti contro le coste del regno.
La crociera avanti Venezia è costantemente di due vascelli, una fregata ed
un brik.
Milano, 6 aprile Ì8i3. Sottoscritto Fontanelli.
Forze inglesi nell* Adriatico :
Vascelli 3: Il Milford, contrammiraglio, Fresmantele; capitano, Blailland.
V Aquila: capitano, Rouley.
VAchille idem Ilolle.
Fregale, 4; corvette, 1 ; brik, 3; corsari, 15.
Prede fatte dagV Inglesi nella seconda quindicina di marzo :
Trabaccoli, pieleghi e caicchi, num. 14.
Guarnigioni inglesi:
Lissa: soldati siciliani, 1000 ; lavoratori^ 1000.
Curzola idem 50.
Malta idem 1 500.
Vi sono altresì molli prigionieri di guerra, che hanno preso servizio
presso il nemico a condizione di non servire contro la Francia. Le truppe
sono comandate dal colonnello Rivarollo, córso.
XXXVIIl. — Pag. 253.
QUADAO DI COMPOSIZIUNE DELL" ESEllCITO DI TERRA.
NB, Si sono nminrssi i nomi di coloro per 1 i|auii fu allruvc iiiilical".
Generali dì divisione: Pino, Lechi, Seve-
roli, Fontantllij Bonfunti, Pcyri, Paloinbini,
Fiorella (scoalorti)
GL'nernlìdi brigala: Polfranceschi, Bianchi
D'Adda, Lechi, Balabio, Mazzucchelli, Fuma-
ne, Berlokllì, Zucchì, Villsla , Renard, Bala-
thier, Martel, Rougicr, Schinzzclti, Moroni,
Jacquet , Sant'Andrea, Bellolti, Julhien ,
Campagnola, Milossewitz , Bcrlolosi, Gii-
limberli, S. Paul Verbigier
Aiuiunlicomandanli: Lechi, Paini, Cave-
doni, Monlcbruno, Mazzucchelli , Rivaira ,
Casella
Aiutanti di campo, aggiunti allo stato mag-
giore
Divisioni territoriali.
Coniami jinii generali:!. 'Bcrlolosi, 2.' Bon-
fanti, 3.' Fonlane.
Dipartinifuti.
Comandanti generali: Renard, Balabio,
Villala.
Comandanti d'armi nelle piazze, ufGziali
superiori: Ruffìni, Benvenuti, Sala, Buon-
vicini. Vertalo, Piella, Cappi, Baltaille, Gui-
niel, Galiizzi Domenico, Bonelli, Langc, Ga-
vazzi, Curioni Filippo, Friess, Roussior Ho-
inano, Ferreml, Pllugbcil, Thomas, llaiiin-
ger, Straiaikowski, Robillard Francesco, Vi-
ves Giovanni, Sausse, Suuvagc, Cristianopoli,
Dr-Angeli, Tavera Paolo, Uuparc, ZorzeltOj
Wetler, Alliuzzi, Amorclli, Piacenza, Coii-
bcrt Giovanni Ballista
Aitilanli, segretari ed ordinanze di piazza.
— 547 —
Retro
COMPLETO
Uffi-
zi ali
238
Ispezione alle rassegne.
Ispettori: De-Meester, Cortese France-
sco, Brunetti, Locatelli.
Sott' ispettori: Belfort, Fantuzzi, Rebuf-
fi, Paribelli, Gavazza, Ravizza, Charles, Des-
forges, Gandolfi Emilio, Boissonin, Persiani,
Regis Carlo, Vesin Francesco, Pastori.
Aggiunti : Mauro, Desplaces, Gelmi, Manto-
vani^ Lion, Bianchi Federico, Calori, Bistcn-
ghi, Valentin i Gaetano, Dono Harry, Dejovi,
Gayon, Yiscardi, Ciotti, Veglezzi, Marchetti .
Commissarialo di guerra.
Ordinatori : Tordorò, Destrani , Ferreri,
Guizzardi, Zanoli, Tassoni Estense (onorario)
Commissari: DalPOglio, Gilli, Psalidi,
Barss, Gini, Caldarini , Severoli, Lampato,
Galbiati, Fontana, Radigo, Giunone, Manto-
vani, Roussilon, Schor, Biagi, Lironcurti, Na-
scivera. Castelli, Mantegazza, Sora, Imbert,
Colombani, Medici, Michel, Fortis^ Brocchi
Ferdinando, De Capitani Saverio.
Aggiunti : Testi, Agucchi, Collier, Dertal,
Delpino, Galbusera Antonio, Raybaud Giu-
seppe, Cuttoli , Pagès Francesco, Campora,
Maggioni, Favini, Reggìanini, Luce, Chiarie,
Coppa Febo, Cima Gaetano, Quadri Alessan-
dro, Voltolini Nicolò, Mancini Francesco, Ca-
valieri Francesco, Arnaud Giuseppe, Barnabé
Maturino, Panigadi Flaminio
GUARDIA REALE.
Sialo maggiore.
NB, GV individui ì cui corpi fanno parte dello
stato maggior generale dell' esercito, cioè Pino
primo capitano, gli amministratori Belfort, Gi-
ni, Ciotti e Maggioni, e gli aiutanti di campo,
non sono compresi.
Capobattaglione , Badalassi ; sottotenente
aggiunto. Bianchi ; chirurgo in capo, Solen-
gbi : cappellano, Nazzari
KFFKTTIVU
Truppa! Cavalli
50
412
Uomini
"288"
54
iOO
Cavalli
412
34
iOO
1)8
i20
58
120
334
G
50 l 058 ,1 584
Cajiilano comandante caposqiiadrone, Re
Giovanni; quartiermastro Iciii'iile, Ciivulli-
ni; aiulanle sotlolcncnte,Lampugnani; chi-
rurgo maggiore, Mantovani Vincenzo ; Ic-
iicnli in primo rango di ciipitano : Bonacossi
e Sommariva ; lenenti in secondo rango di
lenente: Prina Giuseppe e Durio Sigismondo
Talarrenieri
nEccmEnTO veliti ubali.
Stalo maggiore.
Colonnello, Cornetti, maggiore, Dnslidc;
copobuttoglinni: Lorìnì e Vereellon; quar-
tiermastro capitano, Rusca; aiutanti mag-
giori capittiDi: Delslain ed Erculei Ippolito;
soli' aiutanti maggiori: Mcngaldo, Laugicr ;
cliirurgo maggiore, Montebruni ; cliirurgu
soli' aiutante maggiore, Haronio.
BallaglionI duc^ compagnie dieci ; capi-
tani: Cornetti, Rossi, Blanc, Pesci, Clermonl,
RalTaglia, Gcrmain, Bosisio-, tenerli in pri-
mo: Miiii^rini, Buclilcr, Boiiazzi, Tonfisi, G.i-
relli, Rejna, Dell'Agata, Danesi, Bur/.io; te-
ìienlì in secondo: Prina Giuseppe, Foglia,
Zimbelli, Pedrezzoni, Bazzi , Cremonini ,
Mangelli, Lucini ; sollotenenli : Bonatclli ,
Lanzanì, Rogorinf Filippo, Ganibiiiì,Caprot-
li, Del Curio, Marabello Antonio, Sarti . .
REGG]HE^TO &n.iN.lTIEHI.
Slnlo maggiore.
Colonnello, Leclii, generile di brigala;
maggiore, Crovl (colonnello); rapobutlaglio-
nì: Slanzani, Ambrogio; quarlicrniastro ca-
pitano, Caslanedi; capitani aiulaiili maggio-
ri: Corona e Bajo Marco; soli' aiutante
maggiore sotlotenente, Arnaud ; portaquila
sottotenente, Ravajoli ; cliirurgo maggiore.
De Filippi; chirurgo aiutante maggiore, Mon-
donico.
• Carnlli
3'Jj iGìl I »»4
— 5i0 —
Reiro . . .
BaUaglioni due ; compagnie dieci ; capi-
tani: Piccioli Luigi, Papazzoni, Villa, Zac-
chieri, Ferraris Luigia Barbieri, Ajroldi, Bua
Basilio^ tenenti in primo: Pisani Giovanni
Battista, Garetti Angelo^ Boldrini, Viscardi^
Blajnoni, Mariani, Gazzotti, Casali; tenenti
in setondo : Tromboni, Vitali, Beluschi, Gi-
rando Grossi, Paladini ; sottotenenti : Rab-
boni, Pratesi, Barinetti
REGGIMENTO DEI CACCIATORI.
Sialo maggiore.
Colonnello, Peraldi ; maggiore ^ Margue-
ry; ca|)obattaglioni : Subervillc, Bolognini,
Della Torre, Tracol; capitani aiutanti mag-
giori : Prampolini , Marinetti , Zappa ; te-
nente aiutante maggiore , Berchet Ambro-
gio; quartiermastro tesoriere, Garroni; chi-
rurgo maggiore , Zambclli ; chirurghi aiu-
tanti maggiori : Casablanca, Ragazzoni.
BattaglioniquaUro;compagnieventi; capi-
tani: Gubernatis, Zucchi Vincenzo, Colomba-
ni, Majna,Venini,Della Tela, Maina, Gaspari
Paolo, Liberati Enrico, Dupré Giovanni, Fer-
rari, Vintani, Avisani, Guerra, Cacchi, Pele-
quia, Benciolini, Grandi, Reissich, Rossignoli.
Tenenti: Ceneri, Picchiini, Litta, Maggi,
Calza, Baldi Gaetano, Zennoni, Coiffìer, Ja-
cob', Vian J, Ponti, Gru, Parmcggiani^ Pasi*
ni, Ponzoni.
Sottotenenti: Pavesi, Alberti, Tarini, Sab-
batini, Muscita, Donati, Baronio, Tosi, Lutti
Gerolamo, Luigetti, Paggi, Buzzoni, Tarlari-
ni. Giordani, Farinella, Rambosio, Gorla, Ter-
zi, Gallerini, Conter, Sabaini Carlo, Fabri,
Scalamonti,Tignani,Rusconi, De Angeli, Ven-
dramini Giovanni, Ballanti, Fiori, Casanova.
conpo d'artiglieria.
Sialo maggiore.
Maggiore comandante, Clement ; capitano
quartiermastro tesoriere, Piazza; capitano
r. IL
CUMPLUTO
Uffi. U
. ,. Truppa
f» j» »•
53
1G!25
Cavalli
1397
884
88
EFFETTIVO
Uomini
ll)7G
53!
1)7
545
Cavalli
8i0
33
27C5
5785
81
1055
2489
459(3
8Gi
45
Retro . . .
comandanle il treno , Corbella ; aiutarne
maggiore tenente in primo. Alberganti; chi-
rurgo maggiore, Mantovaui Angelo.
Compsgniu a piedi. Capitoni: MÌsevoa:lii
FìlìpjH), Riviil; tenente in primo. Stampa;
tenenti in secondo: Vitaliani Antonio, Mon-
tanari.
Compognia a cavallo. Capitani in primo,
Itezta Alfredo, in secondo Rezìa Francesco;
lenenti in primo, Ca magna ; in secondo,
Camuzzi.
Compagnie del treno. Tenenti in secondo:
Harchi, Brivio; soltoicncnti : Zamonli, Acerbi
nBGGIHENTO DnAGONI.
Sialo maggiore.
Colonnello , Marancsi ; caposquadrone,
Cbarpentier; capitano quartiermastro, Rac-
caguì ; cnpitauD aiutante ma^iore, Smorzi ;
istruttore sottotenente, Pilion ; cbirurgu
maggiore. Cimba ; cbirui^o aiutante mag-
giore, Cervi.
Squadroni due ; compagnie qnaLIro: ca-
pitani: Corner Andren, LoniUi, Cima, Col-
leoni Vincenzo.
Tenenti: Piilludoro, Reboulìn, lìcrteux,
Speroni, Baistroccbi , Lanzoni , Brambilla
Isinaeie, Cari.
Sotlolcnenti : Mulatcsla, Nava, Scarsclii,
lleau.
Suddivisione di gendarmeria scelta. Te-
ndile comandanle, Frìgerio
CEKDikRMEHU REALE.
Sialo maggiore.
NB. Non compresi Pulfi'nncusrlii, is|iRlton;, cR[-
vflira, cupa dello sialo maggiore, percliÈ porLili
nllo stalo mnggiorc gcoerale dell' cscrcilo.
Aiutante di campo capitano, Zamara Pao-
lo; capitano aggiunto. Corbella Carlo.
Legioni tre, squadroni sei, compagnie
ventitré, ed una deposito.
51)2 (iU5U l'J4^ K2G'J 1531
3»! —
co MELETO
Uffi.
ziali
Retro • . . . 51)2
Colonnelli : Scotti Francesco, Rossi; ca- 1
posquadroni : Masi, Ruinctti, Borsotti, Caz-
zola, Seguini, Rivara.
Capitani: Barié« Casto, Longhena, Con-
falonieri. Benedetti, Marzani, Calatroni, Sac^
chi, Magnoni, Selleri, CrofB, Bramanì, Avi-
co, Guarnieri^ Mcllini, Angelini, Romani,
Dollara, Forghieri, Savj, Dc-Capitani.
Tenenti : Bravi, Agliati, Berrettini, Gu-
glielmi, Cilla,Marchioni, Campagnola, Chiap-
pa, Rapa, Carnovali, Mora, Fantina, Zam-
paiocca. Della Croce, Ammaglianì, Pereira,
Fabbri, Testi, Berta, Riccia Bulgarelli, Lu-
cidi, Rizzoli, Cavallotti, Nelli.
Sottotenenti: Lambertini, Cottomboni,
Mattioli, Lonati, Fracchia, Laboulaye, Grif-
fini, Filippini, Bonomi, Parfati, Arrigoni,
Busi, Rowi, Paganelli , Cremonini , Miglia-
▼aoea, Parmegiani, Majocchi^ Colla, Leo-
nardi, Covi, Caravà, Sampieri. Civati, Peru-
gini, Corradini, Lazzaroni, Perscgati, Zucchi .
AaTIGLIERIA.
Colonnelli direttori : Triquenot, Patroni,
Cuc ; maggiori : Beroaldi, Bianchini.
Capobattaglioni sottodirettori : Donegani
Giuseppe, Sassetti, Rancon, Henrion, Del-
fini Luigi.
Manifattura d^ armi in Brescia ed arme-
ria in Milano ; direttore capobattaglione ,
Blondel; sottodirettore, capitano Desmazis.
Reggimento d'artiglieria a piedi di tre
battaglioni; compagnie vcntotto.
Colonnello, Bidasio; maggiore, Gìacosa
Vincenzo ; capobattaglioni : Gorio, Grisetti
Ajazza, Avit, Verna, Riva Daniele.
Reggimento d'artiglieria a cavallo; com-
pagnie cinque.
Colonnello , Millo ; maggiore , Armandi ;
caposquadroni : Ferrari e Neri.
Treno d' artiglieria \ comandante capo-
battaglione, Santy ; capitani : Lanfrancliini
e Annoni.
Truppa
G959
Cavalli
4942
SFPETtlVO
Uomini ICavallI
52G9
91
1985
1147
1551
2074
793
685
8922 I 5089 {
7545
2123
i
CniinoniiTi giinriJacosU' : oìulitiilì
Kilt: LiKu-Uiumi PonijH-ii e l.iigo . .
Stalo maggiore.
NB. Ollrr l'ispottorc generale Biunrlii D'Adda.
porbilD ullo sialo maggior geucrnle dcHVsercilii.
AìulanU' di compo capitauo, Biunclii O'AU-
do Marrialc.
Colonnelli dircllori ; Coccianino, Gnlutuo :
copoliallniilioni soltodircltori: Mollu, Ber-
nardi, MatTei, Itodrigucz, Feroggio, Ro-
lando.
Ca)ii(Bn!: Deltronii, Gianclii D'Adda Car-
lo, Zuppellari, Mnslrsca, Artico, Viii»n2i,
Vaiani, Comi, Culcllu, Curondìiiì , Gras-
si, Stecchini, GUe-ui Paolo, Psalidi Du-
Dicniro, GuaniBiioni GiovauDi, Ferrari, Blu-
rari, Araldi, LcRoi; Miutti, Ferri.
Tenenti: Poirovtdi.Marlinolti, Mozzincl-
li, TuboDÌ, Palcooipn, Lorenzoni, Sereni,
Campitanzi Lodovico. Lorrnzoni, PeMoni, Po-
leliì, Milani Ciu\unrn, Cuiiipìluiizi Emilio,
Le Roi Domenico, >Iiutti Filippo, Della Noce.
Ragionieri di rurlilicazioni: cupo, Merli;
(li primo e seconda classe: Miizza, Vigtezzi,
Braniliilla, Orleri, nizzardi,
llallugliotie degli Kajipalori ; compagnie
Cupoballaglione comandarne , Tognolt ;
uìuiiinlo maggiore lenente, Albertini^ quar-
iieriiiu5lro teneule, Torriani.
Capitani: Negri, Gasson, Ronzetli, Bella-
ni, Bonulunii, Baglionì, Villani, Alìelto.
Tenenti; Spinelli, Gandolli, Liberali, Tnr-
coni, Brambilla, Salimbeni, De-Veecbi,
stasini. Castani Antonio, Gcntilii7.zi,Meri
tri, Giajipicont, Majocclii.
Ingegneri geografi; direltoredel deposito
della guerra, e^posquadroui! niinandanie
Canip:ii)a Anlotiìo.
— 555 —
Rclro . . .
Capitani: Dcnaix, Yisconlì, Pagani, La-
baumc, Riccio.
Tenenti : Strzcicki, Brenna^ Caniani, Pam-
paniyMarieniGiacomOyPrina Ignazio, Lilla-
Biumi Antonio, Soldani Pietro, Ciiiandi,
Audc, Muggiasca, Beupachcr, Brioschi, Rolla.
Sottotenenti : Ronzi Domenico, Litta Al-
berto
Fanteria,
Reggimenti dodici di cui quattro leggera
ed uno dalmata, ciascuno a cinque batta-
glioni, ed una compagnia d'artiglieria reg-
gimenlaria.
Colonnelli: Porro, Dubois, Bozzolini, Ros-
si Carlo, Peri, Pisa^ Chauvenet, Ordioni,
Ferrù, Rossi Floriano, Moretti, Salvatori,
Bianchi, Vandoni, Lorol.
Maggiori : Fcrriroli, Barbieri, Busi, Ma-
rogna, Sacchini, Collin, Felici, Jabin, Bon-
fanti, Viviand, Gheltof
Reggimento coloniale : battaglioni due ,
compagnie dodici.
Comandante maggiore. Ferri Giovanni;
capobaltaglioni : Lazzarini Giovanni, Paoli
Carlo
Cavalleria.
Deposito generale: colonnello, Grojean .
Cacciatori a cavallo : quattro reggimenti
a cinque squadroni e nove compagnie.
Colonnelli: Gasparinetti , Lavai, Ram-
bourgl, Erculei.
Maggiore , Sordiaux .
Dragoni : due reggimenti a cinque squa-
droni e nove compagnie.
Colonnelli : Narboiii, Olivieri; maggiore,
Seron
Veterani ed invalidi.
Battaglioni tre; compagnie diciannove^
con una di artiglieri : comandante. Rama*
roni
C0M1>L£T0
EFFETTIVO
UfG-
ziali
Truppa
Cavalli
Uomini
Cavalli
909
15507
5797 15015
4547
40
1009
248
942
10
15-20
4725-2
692
45054
eoo
1)2
1400
G
IGOO
6
Vò
100
150
115
150
164
421 G
5888
4149
5700
i
82
2108
1944
1 066
1050
78
1049
1600
:>GGO
7:>ìill
1-J705
'65541
•9823
I
Rflro . . .
Guanlie delle ciltù dì Milano e Veticsia.
Colonnello, Omodeo Vincenzo; mn^-
gion-, Tonduli Giovanni; cnpohallnglìono,
Varese.
Cùmpognic dipartinientali di rilerva.
Compagnie vcnlìdue. — Capitoni : Itu-
sconi, Lanfranciiini , lìarbuvura , Miillcr,
Craucicli Lasinio, Martinelli, Mnrelti, Pe-
Irobelli, Camolini, Orlandi, Bonsignori, Cn-
Imrdi, Serre, S. Maurin, Bernardi, Ca-
inuri, Bertucini, Caddi, Zcbaiidrngo, Sur-
mani, Pugncllo
Equipaggi militari : battaglioni duo, com-
pagnie dodici; comandante, Donca . . .
Sanità militarej infermieri, ambulanze.
Sfriigi riuniti d' ammiuistrazioix! , . ,
Com andi dì pìtizzc
Totale . . .
Totale completo .
Krfctli\o .
Manca al completo.
À.
QUADRO DI COMPOSIZIONE DELLA MARINERIA.
SB. Si sono ommcssi i nomi dì coloro pei quelli (u allrcvc indicata.
Coniplclo Errrltii-a
rfjìzkili della ,m,-me,-ù,.
Commissario generale, Mnillot 1 ì
Capitani di vn.scello: Paulucci, Pusqtialigo, Miiius . . . . C 5
Capitani di Trcgala: Coslanzi, Armeni, Rodrigucz, Bura-
tovich, Aycard, Dandolo, S. Pricsl.
- 355 —
Com- EfTct*
plcto Ilvo
Retro ... 7 4
Tenenti di vascello: Ulloa, Montanaro, Tipaldo, Corner,
Taromasi, Staliìnini, Rosenquest, Franceschi, Lachenais, Tem-
pie, Daboville, L'Espine, Carbone, Veronese, Marsicb, Pappa,
Dabadie, Dumanoiz, Scordili, Ragiot, Matlicola, Bronza, Estou-
pan, Zambclli ... - 50 25
Alfieri di vascello : Rensovicb, Fisscr, Collet, Bon, Fadinelll,
Boratovich, Bidauli du Margat, Tiozzo, Matticola, Basilisco,
Rossi, Goard, Alberti Giovanni, Rouxel Felice, Bandiera, So-
leillet, Schelìni, Niochc, Penon^ Gergoticb, Ghcga, Villeneuve,
De Crozc^ Bonncvie, Boccari , Buratovich, Landry^ Marsich,
Lissa^ Attajan^ Fugairon, Paita Andrea, Cottas^ Zczevich, Caf-
fiero, Violet, Cassani, RafTacli, Gnoato, Rocco, Rizzardi, Gra-
ziani, Turga, Chabert, Dona, Vecchietti, Cruvellier, Lombar-
do, MiegeviUe, Massagcot, Gelich , Scassi, Carlotta, Morandi,
Merari, Bordini, Aube, Bernard, Gelich Andrea, Foscolo Gio-
vanni Battista, Malgrani Davide 70 61
Artiglieria di marina : direttore colonnello, Trounchon . . 1 i
Costruzioni navali: direttore. Salvini; ingegneri: Coccon
Francesco, Biga, Moro , Paresi , Battistella ; sott' ingegneri :
Coocon, D'Alvise, Tadolini, Spadon Ottavio e Luigi, Filippini,
Gambillo, Bevilacqua, Parozzi^ Paresi, Novello, Coccon ; allievi
ingegneri : Petito Giuseppe, Paresi, Lazzarini. -— Per le co-
struzioni francesi : Tupinicr e Dunionteil Giovanni 23 23
Lavori idraulici e fabbriche : ingegnere in capo, De Lessan ;
ingegneri : Partioi, Dor Lazzaro, Borgnis ; sott' ingegneri ed
aspiranti : Laytheau, Capelli ^ ^
j4mminÌ8tr(isione della marina.
Commissari: Orsini, Ccccopieri, Zanetti, Pclissier; sottocom-
missari: Casalmaggiore, Costanzi, Calvi, Botto, De Heureux,
Daniel Giacinto, Cornelio, Martin, Esmenard, Marini, Cavatorta i5 15
Guardamagazzini, Gautier i ^
Ispezione della marina : ispettore, Cruvelier i ^
Cassa della marina : pagatore, Zanoli ; tesoriere degl' in-
validi, Violet 2 2
Manifatture delle tele per le vele : direttore, Dofosse ... i ^
Sanità; — medici : La Rouzic Giacomo Maria, Combcs-Bras-
sard, Stae; chirurghi: Gervasoni, Valcntini, Montcsanto, Cu-
157 140
— 33C —
|i1cU)
Retro ... la?
rumoln, nrìmi, Tonon, Lanl^cllotli, AIMnoni', Daixiran, lin-
lirico, Rossi, Tofrnnino, Murcliesi^ cliirurglii solC iiiut8otÌ inng-
j^iori: Aniii^ni, Zanclli, Corleila, Lucinl, CliincUi, Gallio, Zu-
liani, Longinn, Feltcr, Crainpcs, Frigo, Canclh, Donni!, Pi-
roDQ, Boiidini, Ilcn, Bianciii, Pastori, Donuli, Niculicb, Crr-
ralo. Visoria Luigi; rarmacislì : ltobt;ccli}, BiunclicUi, Sarlo-
rclH, Franc(^cliìni , Fracassa; soll'aUilonti maggiori: Dìan,
BcUromi, Parodi, Pisani, Udii Luigi 55
Sìniliiei mariltiiui : Trevisani, GroKamani, Sibille, in An-
cona -, Picciiliiga Giovanni in 5iniga);lia ; Oslojn in Pesaro ;
flelmonle in Riminl^Caltelani Piclro in Ferrara; BonarrJc in
Comaccbio; Balliclo in Cliiozzn; Pisani in Vcneiia; Cassclti
in Grado; Tosini in Padova^ Rossi in Gruaro ; Castellani se-
condo a Lago Scuro 15
Porlo di Venezia: capitano del porto , capitano di fregata
Giflxicb; tenente, Pelrina ì
Equipaggio (lei marinai della guardia reale : comandante,
eapilano di fregata Aycard; tenenti: Tcmpiù , Alfieri, Zam<
bi'lli, Alberti, Rouxd Felici; (già portati nel quadro degli iif-
limli di marina) 100
Cannonieri marinai: comandante capuballaglione. Delfini ;
quurlicrmastro lenente, Vut^nasco; capitani: Bondioli, Giorgi,
Nogareni, Jouy, Siron, Munii, Bevilacqua, Vanzì , Bos, Ba-
roni, Ronconi, Gìaiinu, Germani, M;in£ani, Bustini , Lancetta
Fraacesco, Longo, Lancetta Carlo, Carapotli, Lancetta Giro-
lamo, Tourneur, Sanlolini; tenenti: Giorgi Giovanni Battista,
Vilaliani, Barerà, BelTa, Foniaiiic, Barbarici!, Lauro, Podestà,
Arena, Camusio, Coeflicr, Favotli Fioravanti 1104
Ballaglionc di (lolliglia : comandante capitano di fregata ,
IJiindolo S35
Compagnie d'operai: comandanti ingegneri : Spadon , Fi-
lippini, Cambino 5H
Tribuniili marittimi : commissari relatori : Foscarini, Cam-
piiclli ; cancellieri: Pasqualigo, Cinti i
Collegio di marina: comandante capitano di vascello, Ful-
eonis; direttore capitano di fregala, Tiziani
Compagnia di ironibicri
InfiTmieri militari
Guardaciurmc
308
181
<0l
40
40
83
75
230
ISC,
118
28H
— 557 —
Cora- EfTct-
plcto livo
Retro ... 3118 2844
Zappatori pompieri 80 74
Corpo semaforico 1G2 16i2
Pensionati 498 497
Equipaggi dei legni armali e da armarsi 3886 3986
NB. Non compresi gli operai Totale . 7744 7563
alla giornata 1 700 EfTettiYO 7563
Ed i condannati al bagno 026
Manca al completo 1 8 1
Totale . . . 2626
B.
QUADRO DELLE FORZE NAVALI IN CROCIERA
SOTTO IL (COVANDO SUPBEVO DEL C0!ITRAM|I1RAGLI0 DUPERRÉ.
Stazione d* Ancona, — Prima divisione.
Unavfregata, P Urania; capitano di vascello, Harzolli. . .
Cinque mosche: la Gazzella, il Topazzo, la Creola, la
Stella ed il Vigilante, comi/ndate da capitani mercantili.
Una cannoniera, la Comacchiese
Una feluca, la Curiosa
Due peniche: la Tartara^ la Rionda
Due trabaccoli
Due peniche in crociera al Tronto : la Rianca> la Forte .
Un avviso> la Lodola
Stazione di Venezia e suo littorale, -^ Seconda divisione.
Un vascello^ il Rigeneratore ; capitano, Pasqualigo Nicolò
capitano di vascello
Una fregata, la Principessa di Rologna '
Due golette : la Gloria, la Fenice
Un brik, l' Iena
Uno sciabecco , V Eugenio
Tre cannoniere
Tre paranze : la Superiore, la Vendetta, la Bcllc-Poule .
Due cannoniere in crociera a Lido
T, IL
Cannoni
Ciurma
44
324
15
99
3
40
6
36
i3
76
6
80
la
81
1
20
74
644
44
324
20
151
16
106
8
91
9
99
9
96
6
76
285
2343
46
558-
Cannonì Cinnmt
Reno ... 283 93W
Due piroghe
Due feluche : la Principessa, la Volpe
Due cannoniere in crociera a Grado: 1' Egida e i' Eretica
Una mosca, la Tcr=icorc
1 penici);
la Fiamma
Va vascello, lo Slengel , clic serve di deposito (!VB. Sì
suppone essere il cognome del generale eomundanle la
cavalleria morto sul campo il 22 aprile 17'JG a Hondovì) 18 IS
Due vascelli francesi : il Castiglione, di 80 cannoni, ed il
San Bernardo, di 78^ il brik il Mammalucco, di 8; il
caicco l'Avventuriere, di I, monlatida ciurma francese.
Stazione di Corfù. — Terza divìàont.
Dieci cannoniere: la Coraggiosa, la Trevigiano, la Capric-
ciosa, la Diana, la Bolognese, la Bella Venezia, In Bre-
sciana, lo Veronese, V Olimpia, la Staffetta ; comandate
dal capitano di fregola Armeni 4i 290
Totale ... 305 8S8«
QUADRO DEI LEU!<II ITi ARMAHENTO.
Sette brik : il Phenix, l'Alessandro, il Kcrsnn, il Lepanto,
il Lwase, 1' Eridano, la Principessa Augusta 94 750
Due corvette: la Stella, la Carolina Mi 4liO
Due prame: il Bucìnloro, l'Idra 29 200
Due golette: l'Aurora, l'Aretusa l'J 120
Uno jaclit, il Volteggiatore 4 50
UuB polacche: il Giorgiano, la Leggera 4 SO
Cinque trabaccoli : 1' Ulisse, il Mentore, l' Intrepido ed i
numeri 3 e 4 15 100
Sei cannoniere: lu Francese, la Milanese, la Folgore, la
Prodigiosa, la Sovrana, la Mantovana 30 230
Due caicchi sotto i numeri \ e ì 10 100
Totale . ■ . tì'2-2 4S8b
— 550 —
QUADRO DEI PICCOLI LEGNI DI USO.
Undici bragozzi. Due pontoni.
Sessantaquattro battelli piatii. Uno chalon.
Venti passi. Trenta battelli di soccorso.
Due gabarre. Sei battelloni.
Nove pegoliere. Due barcacce.
Sei peote. Un burchio a polvere.
Sei burchielli. Uno chalon dn cassero.
Oltre quesii legni vi erano quelli in costruzione indicati a pag. 137 del
tomo primo.
Riassunto della forza dell* esercUo di lerra e di mare.
Uomini Cavalli
1,899
di mare 7,744
Completo \ ^^"'''^^ ^' ^^^^^ ^''^^^ ^^'^^^
89,643
Effettivo \ Esercito di terra .. 72,132 ^ -^ .^.o .-296
*'"^"*^^ i di mare . . 7,563 5 ' * '
Mancano al completo . . . 9,948 3,462
XXXIX. ^ Pag. 255.
QUADRO DI COMPOSIZIONE DELLA LUOGOTENENZA ITALIANA.
Slato maggiore generale.
Luogotenente generale. Pino, generale di divisione.
Generale di brigata. Fontane.
Capo dello stato maggiore, l' aiutante comandante Paolucci.
Aiutanti di campo, aggiunti allo stato maggiore : Pasqualis, Lonali, Cima,
Fontana, Sanfermo, Dodici, Caccia.
Ispettore alle rassegne, Brunetti ; sotl' ispettore aggiunto. Mauro.
Commissario ordinatore, Tordorò.
Commissari di guerra : DalP Olio, Boissonin, Fontana, Cavalieri.
Pagatore di guerra.
^ Prima divisione.
Generale di divisione, Palombini.
Generali di brigata : Rougier, Galimberti.
— 360 —
Capo dello sialo mog^iore, l' aiutante comandante Casella.
Aiutanti di cmnpo, aggiunti allo stalo maggiore: Molinurì, Crolli, Ferrari,
Frangipane, Maestro^ ich.
Un baUaglione de! 2.' rcggimcnlo leggero ; colonnello, Salvalori-
Uno idem del I." d' iuranlen'a.
Quattro idem del 2." idem colonnello, Dubois.
Quattro idem del 3.° idem idem Rossi.
Due idem reggimento dalmata idem Lorol.
Tre compagnie d' artiglieria e treno idem Millo.
Due idem equipaggi militari, ambulanze, servizi riuDÌti.
Forza totale : 9^65 uomini, GtiO cavalli e 16 cannoni, dei quali 2 reggi-
mtntari.
Divis
E delta guardia reale.
Generale comandante, Leciti, generale di brigata,
idem di brigata, Beilotlì.
Capo dello stato maggiore, capubattaglione Badalassi,
Alutanti di campo, aggiunti allo slato maggiore: Migliorini, Dogtioni, Dal-
mos. Bianchì.
Commissario di guerra, Cini ; aggiunto, Maggioni.
Aggiunto dell' ispezione alle rassegne. Ciotti.
Un balloglione velili reali ; colonnello, Comelti.
Uno idem granatieri d' infautcrìa ; colonnello, Crovì.
Quattro battaglioni eaccialori a piedi della guardia ; colonnello, PcraUIi.
Una compagnia d' arliglicria a cavallo ; capitano , Rczia Alfredo , Mise-
roccbi.
Una idem a piedi ; idem Rczia Francesco.
Due idem del treno d'artiglierìa; capitano, Corbella; lenenti: Mar-
chi, Bovio.
Quattro battaglioni del 3." reggimento leggero ; colonnello, Bianchi.
Tre idem del 4.° idem idem Vandoni.
Forza : 7891 uomini, 700 cavalli, IG cannoni.
Cavalleria.
Una compagnia di guardie d'onore: caposquadrone, Bc ; aiutanlc, Lam-
pugnanì ; lenenti : Bonacossa, Sommariva, Prini, Durio.
Due squadroni dragoni della guardia di linea : colonnello , Marancsi.
Quattro idtm del 3.° reggimento cacciatori a cavallo, idem Rambourgl.
Due idem del 4." idem idem Erculei,
Quattro idem del rcggimcnlo dragoni Regina idem Narboni.
Uno idem dragoni Napoleone.
— 561 —
Uno squadrone del i.* reggimento cacciatori reali.
Una compagnia d** artiglieria a cavallo : capitano, Mussila.
Una idem del treno.
Forea : 2i50 uomini^ 2000 cavalli^ 8 cannoni.
Riserva d* artiglieria e gran parco.
Bocche da fuoco i6.
Uomini .... 59G.
CavalU 000.
Batteria d* artiglieria a eavallo distaccata nel Tirolo sotto gli ordini
del generale Bonfanti.
Una compagnia d* artiglieria a cavallo.
Una idem del treno.
Otto cannoni.
Totale forza delle truppe italiane riunite ali* esercito francese d' Italia :
20,000 uomini, 4200 cavalli e 56 cannoni.
XL. — Pag. 265.
e Monsieur le due de Lodi ! Je suis informe de tonte part des alarmes qui
e sont répandues à Milan. Ces alarmes sont naturelles sous beaucoup de
e rapports^ mais elles sont aussi trés-exagérc^es, et nul doute que si on ne
e prend aucune mesure pour Ics calmer , elles nuiront essenliellement à la
e cause que nous avons à défendre, et nous raviront la plus grande parlie
e des ressources dont nous avons besoin.
e Je vais essayer de vous foire connaìtre notre situation tonte entière ; si
« vous trouvez dans notre exposé quelques metifs d'inquiétude, vous y trou-
« verez aussi, je l'espére, beaucoup de motifs diètro calmes et confians.
e La tigne que j^occupe sur Tlsonzo est bonne et forte : l'ennemi u*a pas
e encore tenté de la forcer, et il y a quelquos raisons de croire qu'il ne le
e tenterà pas, au moins tout de suite.
« Ces raisons les voici :
« i^ Il n'y a pas de doute que Tarmée qui est en face de moi n*cst pas
€ forte en nombre.
e 2" En supposant qu^elle pùt me forcer à abandonner l'Isonzo, je doute
e qu'elle ait autant de monde quMl lui en faudrail pour laisser successive-
< ment devant Osopo, Palma et enfin Venise toutes les forces qu'elle serait
« obligée d'y laisser.
e y L'ennemi ne veut pas se battre, au moins il ne Va pas voulu jus-
— 5G2 —
( t^tt'l^ prtfscnt. Il a pu cvìler lons Ics eoml>sls dsns un pays de tnonUgnK
• et sur une ligne si <Steni]ue, quii m'élait Ìaiiio»sible d*cn couvrJr 6 la (ni^ \
t tous Ics points. 11 n'ignorc pas quc s'il se présenlait en Act^ii Ac l'Isonzo
< il foudruit iiu'il se batllt, et jc croia que c'csl encore là un des molirs qui
« l'ont relcnu, et qui le rcliennenl encore imniobik- UD-d<-là de l'Isonzo.
1 Ainsi toulcs CC9 coa&iddralìons me purlenl à croirc que nuiis puurrons
• (>lrc Imnqnillcs au moins pour plusicurs jimrs sur lu posilion tics pays cx-
t vcniticns que couvrc nion brmée. Donc pour ce premier point Ics iniiaii--
< tudt's qnc l'on exprime ù Milan mxA à In fois prcmaturdes et exa^t^r^c^.
< Rpsle B cxaniiucr nolre sllualion dans le Tyrol, et k jiarli qoe l'cnni'-
• mi pourratt cti (irer dans louli-s les hypothùsca.
I Snns doutc aous sommes moìiis Torta da còle dit Tyrol, que nous ni- le '
• sonimes sur l'Isonzo; mais l'ennemi aussi n'y est pas Ifès-rorl. J'espcrr
« donc que les forces qui sont déjà it tu diiipositìon du general GiHIenga,
« ajics que r»!SPnd)le cu ce moineol le géuéral Pino, et un eorps soiis l^s
■ ordi'cs du general Palombìni, i^ue ju dirige aujourd'hui méme aur Bassann,
■ siidiront pour arrdtcr les tenUlJve^ de IVnneml, et pour le tixcr aa tnoins
• h. Trcnte oii l'obliger fi y retourner.
• Cette espéranue est d'aulant plus foD<t«Ìs: t" ipie le general Fponrr a
• bcaucouj) plus du pnysans que de soldpts; !2" qae j'ai la cerlitudi^ que U
• diifcclion de la Salière ne laissc disponìtile contro nous qu'unc lrès-)>elile
• parile dcs forces aulrìchiennrs qui se Irouvnicnt en face de l'amtée lu-
■ varoise.
« En supposant qoc ccltc petite partre de ['arméesulricliiennc se joìgne
• an corps da general Penoir, et que siasi nos forces en face do Tyrol de-
• vieiinenl insiiffisanles pour Ics nrrèler iong-lemps, nul òoule qu'eiirs le sp-
• ront loujours assez cependunt pour lenir l'cnncmì en éclier jusqu'n ce que
I moi-mdme je sois dcscendu avec toule mon armc'e sur le derrièrc de VtOr
t nnui,
• Dans cet étal de cliose^, qa'il mI imposéible ijiie t'ennemi ne préroie
t pas, il est certain que à mon approche Ics corps qui se scraicnt évacuéj
< en deca du Tyrol rcmonlcrnienl à la Ldlc vcrs Trenle, et y seraicnt ar-
I rtttiis au moins pendant plusieurs jaurs.
■ Donc jusquc là rien, absolumcnt rien à craJnJrc pour \es pays aa-delà
■ de l'Adige.
u Quand je dis rien à ciairidre, je n'enlenils pas dire que quelques par-
« tis enneniis ne pussent étre jelés par les monlagncs, et ménte arrjver jus-
• qiie dans lu Bressan. Mais des partis ne font pas des coaquétei. lls io-
li quiétent et puis c'est toul. Il suflil do quelques pnysens bien animés (et
■ c'est l'ouvrage des autorilés munìcipales) pour les repousser et l&i forcer
< à preniire la fuite. Ensuìlc il fuut observcr que ces partis , pour arrivar
• cn Lonibnrdie, seraicnt oblijjcj de passcr l'Adda. Unnii le cas où ils arrive-
< raJent jusque là il sufGra que vous doniiici ordrc au general Polfrance-
.I*
— 363 —
8chi de garder l'Adda poar que Milan soit encore, pendant long-temps, à
|!abri de voir lirriver chez lui les partis.
• Des bonnes disposilions sur le pont de Lodi el de Cassano sufBsenl pour
convrir Milan contro toos les partis possibles. Ainsi cncore jusque là rien,
absolument rien de sérieux à craindre pour Milau.
e Si donc ritalie mei ù profil le temps qui lui reste pour répondre à
l'appel qoe je loi ai fait, vous voyez que mes forces s'augmentant nous
arri?erons a nona troover en mesare de repousser des dangers plus scrieux.
Maintcnant supposons les événemens les plus facheux , car il est bon de
toul préroir.
e J*ai prouvé qu'il n'y avail rien à craindre aujonrd^hui pour les pays
vénitiens, et qu*il n*y aurait rien à craindre pour Milan , quand méme
des partis auraienl pcnétré jusqu^à PAdda.
« Voyons les mes^ures que nous aurions à prendre par des circonstances
que je ne redoute> ni ne prévois, je ^ota en donne ma parole d*lionncur ;
supposons, dis-je, que l'ennemi rasieAh|é non en partis , mais cn corps
d'armée, me for^t à m^appuyer sur Manioue ou Vcnise, et que dés lors
il pùt occuper un moment la Iiombardie.
« Qoe faudrait-il faire ? Ètra d^abord calmes, prudenls et Termos. Alors
le gouvemement, informe de l'approche de l'ennemi en corps d^armée ,
poblierait une proclaroation dans laquelle il annoncerait que la fidélité à
son sou^erain lui fait une loi de ne pas compromettre la dignilé des hom-
mes qu^il a honorés de sa confiancc, cn les laìssant exposés aux insuitcs
de Tcnnemi, que en conséquence il se relire un moment au*delà du Pò ,
mais qa'en se retirant il exhorte le peuplc à dcmeurer calme et ferme ,
et à ne jamais oubiier les sentiments de reconnaissancc ci de fldclìté qu*ii
doit à son souverain.
e Celle proclamation serait faite par vous, ci un peu avant ou toul de
suite après la publication Ics grands officicrs de la conronnc du royaumc
d'Italie, les ministres, le sénat et le conseil d'Élat passeraient le Pò , et
se dirigeraient vers Bologne, où ils attendraienl d*autres événemens pour
prendre un autre parti, si les circonstances devenaient plus fortes.
« Je dis de se retirer d'abord au-dela du Pò parce que dans mon opinion
le royaume d'Italie est sérieusement compromis le jour où il est enliére-
ment abandonné par les fonclionnaires, d'où il suit que ceux-ci ne doivent
en sortir qu'à la dernière extrémité , et je le répéte, celle dernière exlré-
mite est plus quUmpossibie.
« Que ferons nous en effet si à celle heure une victoire de i'empereur
n^a pas sufQ pour changer nos destinées?
< Dans le cas où le gouvemement passerail le Pò, jc n'ai pas bcsoin de
\ous dire que les aulorités judiciaires el municipales doivent étre invitécs
ù dcmeurer à leurs poslcs , et à s'y contenir pendant la durée de Toragc
avec fidélité, noblesse et dignilé.
— 3r.4 —
. Je me resumé. Il n'y a quanl à préicnl rien h craindre [loar la Lom-
• bnrdic. II n'y auru rien à craindre poiir Milan tant que des |iarlÌ3 n'au-
• raienl {las passe l'Adda, ou an corps d'artnée lo Mincio.
t Jusquc là que Taul-il fuire t Avoir canliance et cn inspirar aux aulres.
• Mellre le plus grand lèlc à raniiner l'esprit public ci la plus f^rundc acli-
< vite aux nouTelles Imes.
■ Toul cela ne vcul pas dire quc Ics ìndividits qui tìcnncnl (!c pliw prts
« au gouvcrnement ne puissenl fnire, s'ils le jugeiit convenabfc, ()uclquFS di*-
( positions pour mettrc k couvi^rl Icurs elTels Ics plirs précicux; mais, je
• le n-péle, je crois que ccs précauliona scront inuliles et j'sjoule quc dnns
• tous les cas elles doiveni £lre rulles dnns le plus grand silcnre. Si cWa
• étuient fuitcs avcc publiciti', elles scraient coupablos, carelk-s nous feraicnt
■ HD grand mal.
• J'ai tout dìt, nionsieiir le due de Lodi ; je yous ai pariti dans loulc la
« sincerile de nion coeur, jc in'tn rapporte donc it yous pour IVxi^utjan de
e toutcs Ics inesures qae jc vìens d'ìadiquer et que les rirconstances pour-
« raienl exiger,
• Jc diisìre qu'aprcs avoir lu la prdsenlc lettre vous rassemblicz Ics mi-
• nistrcii et le direcleur g<fni^ral de la policc, et que vous lenr en donnici
• Icclure. Je suis sur qii'il n'est aucun d'eiix qui dans celle circonsiance
• ne se montrtì digne de la confianre dont il a die bonoré par S. M. Sur
• ce, monsieuf le due, je vons renouvclle l'ussurance de mcs sentiinents par-
• liciillers, el jc prie I)icu, eie.
• Kcrit il notrc qunrlier general de Gradisca, le 13 oclobro 1813.
Signd ( EUSKKE Nll'OLtON. ■
• Monsicur le due de Lodi ! J'ai rcflucbi sur l'arlicle du 25 oii vous me
• paricz du llcu que dcvraicnt occuper, cn cas de translation du gourcrnc-
I mcnt. Ics difTércns corps de l'Étut. Je pense que lous Ics grands officiers
• de la maison royale doìvenl résider dans l'endroil méme où la vice-reine
■ aura lixt^ son si'jour, ou du moins, en cas de dilìGculté locale, dans le licu
■ qui cn serait le plus à proximilc. Ce que je défends surlout expresscmenl,
« parco que je connuis là-dessus l'inlenlion de S. M. , c'esl qu 'aucun di'S
• onicicrs de la maison royale, liamme ou femme, ne resm dans un des lieui
• occupés par l'ennemi. Je vous invile à Taire connailrc cettc décision à
< ceu\ qu'clle concerne.
1 Au moment de fcrmer celle lettre, je rc^flis volrc dernièrc , dans la-
• quelle vous in'exprimcz des crainlcs sur le st^jour de Rologne. Vous sup-
• posez que l'armée est sur le Mincio, mais alors dans ce cas Milan est cou-
■ veri, ci n'a rien à craindre. Sur ce, ctc.
I Sacilc, le 28 oclobre 1815.
Si^nc I EuGÈ.NB N*POLÉo^. •
— 365 —
/?.
« Monsiear le due de Lodi! En vous Scrivani ma lettre au sujet du dé-
placement éventuel des grands ofBciers de la maison royale, j*ai sealemeiU
entendu que les grands ofSciers établiraient leurs séjoars dans le liea cu
à portée du lieu où la vice-reine aurait le sien. Mon intcntion n^a puiut
éié d'ustreindre lès officfers et les dames à un aussi grand mouvement. Ne
pouvast pn^volr que le cas d'une invasion partielle du territoire, j'ai cx-
primé qu*ils ne devaient pas rester sur les points partiellemcnl et momcn-
tanément cnvahis, et il ne m'a point sembld qu*il fùt ni très-pdniblc, ni
irès-embarrassanl pour ces personnes d'aller se fixer momentan^ment dans
ces pays libres, les plus voisins des pays envahis et où il est probable que
chacun d*eux aurait ou des propriétés ou des amis. Àu surplus ce soni- là
de ces choscs qui se règleot plus par le sentiment des convenances que par
des ordres précis, et je suis sur d'avance quMI nVst pas un officicr de la
maison royale qui ne sache honorer la couronne, et s'honorcr aussi lui*
méme par sa conduite dans les circonstances où nous nous trouvons.
e Sur ce, etc.
e Vicence, le 2 novembre i815.
Signé « EuGèNE Napoléo^t. »
XLI. — Pag. 968.
« Monsieur lo due de Lodi ! Jc r(5ponds aux demières qucslions que vous
« m^avez soumises sur ce qui devrait élre fail dans le cas, toujours improba-
< ble,où le gouvernement serail obligé à s'cloigner un moment de la capitale.
« i* J'approuve que la route de Turin fut préférée à celle de Bologne.
« 2* Il serail inutile d'appeler les assistants au conseil d'É(at.
e S"* Il serail <^galemenl inutile de faire voyager les pages ; il serali tou-
« jours plus d<^cenl et plus convenable de laisscr dans le college ceux qui
« voudraient y rester, et de restituer pour un moment a leurs familles ceux
« qui scr&ient rdclanics par elles.
e 4* Et enfin mes ordres relalifs aux officicrs et dames de la maison royulc
« ont élé mal lus et mal interprétcs. Je desire sans doute pour la dignité
« du gouvernement et pour leur proprc dignité , que si les circonstances
• Texìgent, tous les offlciers de la maison puissent suivre la marche de la
« cour^ mais je sens que pour des raisons de sante ou d'autres raisons égale-
« meni puissantes quelques-uns pourraient sVlolgner du royaume , et voilà
« pourquoi je me suis bornc à ordonner que tous demeurassent éloignés des
« lieux où se trouverait l'ennemi. Il me scmble que ccl onlre est clair, pré-
« cis, qu*il indique à chacun son devoir , et n*e]^ige d^aucun aa-ddà de ce
« qu*il peut.
T. il. hi
— otìfi —
> Je (tésirc (lunt, M. le due, qtic vam Tussiez conaallre k loos Ics offi-
• cicn de la maison, par le moypn de la damo d'Iionoeur et des graadj t>t-
• ficiers, li'B cxplicolioiis qu'une Taussc inlerprt^lalioii de nos prcmiers or-
• drcs u\uit ri'ndu Décessaires, et que je me suis ^il un plaUir de vous doaocr.
• Quant aux sénaleurs et conseillers d'ElPl qui croiraicni aiissi avoìr dei
• iiitfUfs (luisMtits de ne pas s'éloigner du royaume, Je ne vois nitcun incon-
• i(.'nient n ce que Ics inierprt-'imiuns, qui Tunl le prÌRcijul oLJet de uelte
• lettre, Icur soìent appliquécs, et je voiLi auturisc cn Goas(!qucoce a fairc
• conualtTQ ces ioterpràaiioQS, et d'une muni^rc inofficitlte, au {)r0^>!ul du
• sénat et aux pn-sidcnts du conscii d'Élal. Sur ce, etc.
• Vi;rgne, le fi novembre I6i3.
^■
• Monsicur le due de Lodi I J^ai regii votrc dqx^clic du S coiir-iol. Elle nra
• fuit de la peinc Bous plus d'un rapport. Je vois que le public et vous-mómc
■ aussi vous exagérez voire silunlion. Jc suis par cxemplc autorisi- A cniire
• qu'il n'y a pus un mot de vrai dans la surprìse fuite il ce qu^on vous a
• dit sur Francfort par trois eorps d'armée cnocmic. Au T<*ste, ce qui est
« certain d'aprf'S les nouvelles que jc re^flis, c'esl que le 25 l'cmpcpcur l'taii
• encore fi la Iòle d'une arm(^c de 140,000 hommes: 140,000 homincs dans
• les mains de l'cmpcrcur ne pcuvenl pus étre inutiics ù la cuuse de U
• France, et mi^mc un peu ù la mitro. 11 faul danc atlendrc Ics nouvelles'
• du Rbìn, et tk^arler d'ìci-ià loutes les conjeclufes irop fàchtusM.
( Quant i!i nou3, je voqs le répùte, la ligni; que je liens est honne, et elle
I pcut lenir encore quclquc temps. Assez long-temps du uioins pour que je
< recoivc des nouvelles du Riiin. D'iei-lfi nona sitors bien pcul-élrc tour-
• incnK:^ par quclqucs purtis, mais si l'ou ne perd pas la téle à Milan, OQ
• n'en sera pas Irés-nlarmé, et on penserà bien que j'ai les ycux sur leurs
I mouvemenls, et que je suis ea mesurc de prevenir tous ceux qui pouf
• raienl avoir des résullats un peu svrieux.
1 Jc n'ai plus rien à répoiidre relalìvcment aux ofQciers do la maison ,
• sénaleurs et conseillers d'Élat qui, dans le cas d'une enlièrc invasion du
■ l'oyaume, se croiraieot oliligés ù ne pus sortir du pays. Sia lettre d'bier
• aura salisruit, je pcnsc, à loutes les réclumalions de ce genre.
• J'ai satiffail aussi à la demande relative à la direction que devronl sui-
■ vrc ceux qui parliront, mais, jc Tavoue, ce n'est pas sans regrct qiie j'ai
■ tonsenlì à ce que le chemin de Turin fùt prt^réré à cclui de Bologne.
■ Hcstc à m'oeciiper : 1° de la demande qui vous est pcrsonnclle; 'ì' de
> ridée que vous me sujigt rez puiir i'or^anisiition d'un gouverneincnt pro-
■ viso ire.
• Je commcncc par vous.
— 367 —
« ie con^is très^bien^ que dans le cas où (ous les individus qui compo"
sent le gouverneroent se porteraient hors du royaumc, il ne s*erisuivrail pas
de là qu^ii ne pùt subsisler un gouverncmc^t ilalien, méme dans le temps
que le territoire demeurerait occupé par l'ennemi. Je con^oìs d*aiUcurs
l*é(at de votrc sant<^, les soins et ies mcnagemenls qu'elle exìge; en con-
scquence j^approuve que vous choisìssiez ie lieu qui vous convìendra le
plus^ en ayant soin de me le faire connattre. Dans lous Ies cas vous vou*
drez bien conserver jiisqu'à Turin la direclion de lout ce qui s'y sera
renda avant ou après vous. Lorsque vous vous séparerez, vous vous ferez
remplacer par le ministre le plus ancien nommc. Quant ù Pid^^e du gouver*^
nement provisoire, je ne la rcjette pas, et je m'^cn occuperai en temps et lieu.
e II me reste à vous parler d*une chose bien importante, mais qui doft
demeurer trés-secréte jusqu'au moment de Tex^^cution.
e Dans le cas où Tévacualìon du territoire scrait définitivement arrétée ,
vous appellerez .auprès de vous le general Pino, et vous lui ordonnerez de
réclamér à Monza, et de faire emporter sous escorte et avec les insignes
de la couronne, la covronne de fer, Cet enièvement devra étre fait se-
crètement, avec les plus grands égards pour les prótros de Monza, et en
exprimant le désir que deux ou au moins un d'entr*eux marche avec la
couronne.
1 Si vous penslez qu'il y aurait quelques nc^gociations h faire pour arriver
à ce résultat sans aucun éclat, je m'en rapporte cntièromcnt à votre sa*
gesse pour le choix et Pemploi des moyens. Sur ce, etc.
t Vdrone, le 7 novembre 1815.
Signe e EUGèiHE NAPOLÉOIf. »
XLII. — Pag. 270.
A S. M, Vetìipereur Napoléon,
« Sire ! J*ai Thonneur de rendre compte à V. M. quii sVst pr^enld h
« nos avant 'postcs un major autrichien ayant des lettres à mon adresse ,
« qu*il demaridait à ne remettre qu*à moi.
« J'étais alors è cheval, visitant les postes de la Valpentana ; je me suis
« porte sur la grande route, et j'ai vu avec surprise que ce major autri-
< chien n^était autre que le prince Auguste Taxis, aide de camp dn roi de
e Bavière, lime rcmit une lettre de mon beau-père, purement d'amilié,
e dans laquelie il me priait d'entendre la personne qu'il m'envoyait. Je me
e suis promené environ une heure à hauleur de notre grand*garde, et s'il
e m'est difficile de rendre à V. M. tonte notre conversation , je vais du
« moins tàcher de lui en faire connattre la substance.
« i^ Assurance d*estime et d*amitié du roi de Bavière.
« 2° Assurance que les alliés consentiraient à tout arrangement que je
< pourrais faire avec le roi pour assurer à ma famille un sort avaotageux
« cn Italie.
— 308 —
• 3° Priére du roi de ne coDsidérer, dans cettc d^msrcbe, que le vìr ài-
• sir de voir assurcr dans ccs circonslances le sari de sa lille et de ses cn-
• fanls.
t V Enfin la proposition Je un; faii'e di'clarcr roi du |iajs qui serait con-
• venu.
4 Si V. M. connnit Ificn mon cocur, elle pcul d'avnnce savoir tout ce qar
( j'ai ri'pondii. Les phrases du tnument utuienL cortes plus tncrgiqueB, quc
• loiil ce que je paurrais aclucUcmcnt n:péif.r. Il ne m'a pas fullu grande
■ n'IlL'xJon pour faìre assurer au roi de Bavière que so» guiidre clail trup
• lionnétc homnie pour comnicllrc une ItkelieU'; quc je tiendrais jusqu'à mon
• demìer soupir le scrmenl quc j'avais fuil, el quc je répclais, de vous ser-
' vir fidèkment ; quc le sort de ma famillc est et serail loujoiirs enlre vos
• mains, et quVnIin, si le mallieui' pcsaii jamais sur nos tèies, j'estiniBn
. Icllcmcut le roi de Baiiére, que j'clais sur d'avance qu'il prcKrcrait re-
• (rouver son gendre pariiculicr, mais honaéle honime, que roi et iraiirr;
( qu'enlin la vicc-rciiic parlugeail eiilièremenl mcs scnlimens à cct égard.
■ Le jeunc prince de Taxis m'a demandé sì pourlant il n'y aurait pns inoyen
« d'allicr mes inlf^riils avcc ceus de V. M. A cela j'ai répondu que la scuk
« cliose que je ne trouvais point conlraire aux ìnti'r^ls de V. M. serait un
( armislicc de six scmaincs ou dcux mols, qui d^signerait la ligiie qae j'oc-
• cupe en ce moment, ne voulant paa perdre un pouce de (errain, el bien
t enlendu quc les placcs, métoe cclles de Dalmalie, scraient respeclées pcn-
• dant sa durt-c.
• V. M. comprcnd racilemenL qu^en faisanl une scmblablc proposition jc
( n'ai_eu en vae que son propre evantage, puisque le Lieti qui rcsulteruìi
I de ccs ilcQ\ moi,; gaifni's n'csL poinl à ilisculer.
• Le phncc Ta\is m'u quiui* en m'assunini quii ne doulail pas qu'avaol
■ liuit jours le gt'nérul Uiller ne re^ùl l'ordrc de trailer avec moi sur les
« bases ci-des£us.
« J'ai tcril à ccl effet à V. M, par le tólégraphe, afin de conuaitre d'avance
• sì cela ne d^rangcruìl aucun de scs projels.
< La situalion uctuclle des choses en lialic, la niauvaise direction (d'une
• pelile panie) de l'esprit public, et plus quc tout cela, le Icmps necessaire
• ù l'arrivL'e, comme è l'orgaiiisation des renforls pour l'arméc, me font vi-
• vemcnt dcsircr quc V.M. approuve mes proposilions.
( J'ai l'bonneur, eie.
« Vi'rone, 22 novembre 1813, à otiie licures du soir.
Sign^ * EuGÈNE Napoléon. ■
■ Je l'enìoie, ma benne Auguste, une lettre que j'ai rei;u hier du roi de
I Bavière par un oHicìer parie meni aire. Cet ofliciir n'i^tail autrc que le
— 309 —
e prince Auguste de Taxis. J*ai cause plus d*une licurc avcc lui^ et je Tas-
e sure que je n'ai dil que ce que je devais dire. En deux mols, il in*a ap-
c porte la proposition, de la part de tous les alliés , pour me faire quiller
e la cause de Tempercur, de me reconnailre roi dllalie.
« J'ai répondu tout ce que toi-méme aurais répondu, et il est parti ému
e et admirateur de ma manière de penser. Gomme il a vu que je ne voulais
e entendre à rien qu'à un armisiice , il m*a assuré que le roi de Bavière
e l'obtiendrait d*au(ant plus que les alliés admiraient mon caraclère et ma
e conduite. C'est déjà une bien belle récompensc que de commander ainsi
€ Testime de ses ennemis.
« Ne parie de rien de tout cela ; dans Tarmée on ne sait qu'il est \enu
« un parlementaire comme offlcier autrichien. Adieu^ etc.
• Verone, 23 novembre i813.
« Ton Gdèle époux
Signé « EuGàNE. »
• B.
e Ma benne soeur Ilortense !
« Dcpuis huil jours j'ai le projet de t*écrire, et chaque jour une nouvelle
occupation vieni me dérangcr. J'^avais pourlanl bcsoin de (e mander ce
qui m*cst arrivé la semaine dernière.
e Un parlementaire autrichien demanda avec instance, a nos avant-postes,
de pouvoir me remettre lui-méme des papiers très-importanls. J*étais jus-
tement à cbeval ; je m*y rends , et je trouve un aide de camp du roi de
Bavière, qui avait été sous mes ordrcs pendant la campagne dernière. 11
était chargé, de la part du roi, de me faire les plus belles propositions pour
moi et pour ma famille , et assurail d'avance que les souverains coalisés
approuvaient que je m*entendisse avec le roi, pour m'assurer la couronne
d'Italie. Il y avjait aussi un grand assaisonncment de protestations d'es-
lime, eie. Tout cela est bien séduisant, pour lout aulre que pour moi.
e J'ai répondu à toutes ces propositions comme je le devais, et le jeune
cnvoyc est parli rempli, m'a-t-il dil, d'admiralion pour mon caractère.
e J'ai CTu devoir rendre compie de lout à Tempereur, en omettant toule-
fois les complimens qui ne s'adressaicnt qu*à moi.
« J'aime a penser, ma benne soeur j que tu aurais approuvé tonte ma
conversation^ si tu avais pu Tenlendre. Ce qui pour moi est la plus bello
récompense, c'est de voir que si ceux que je sers ne peuvent me refuser
leur conGance et leur estime, ma conduite a pu gagner celle de mes en-
nemis.
e Adieu, ma bonne soeur ; ton frère sera dans tous les temps digne de
toi et de sa famille, et je ne saurais assez te dire combien je suis heu-
reux des scnlimens de ma femme en celle circonslance. Elle a tout-à-fait
— STO —
■ suspeixln tcs relalìnns dircctcs avec sa rainillc, ilcpuie la déclnralioa de
■ la Baviere conlrc la France, ol clic s'cst n'cllumnil conduilc dìvioemenl
t pour l'enipereurl Adieu, je remliras&c, niiisi qup Im ciirans, et sui» poiip
» loujours lori frére et raeilleiir nmi.
• He monlrc cello lettre qii"è Lavaletlo, car jo d^sire i*vilcr qii'on ne
• Tassi! des bavardugcs à mon sujct.
« Verone, le 2!^ novembre 1813.
Signé I Eocène. >
t II parali, ma botine Augu&lr, qu'il sera impossikle de s'enlendre ivec
« l'cnncmi pour une su^tpension d'armes. Ah ! Le croirais-lu? Ik ne
< consenlent ù trailer quc sur la mémc ijiieslion qui m'«\att déjà faite le
< princc Taxis; atjsd u-t-on de suite rotnpu le discours. Uans qticl lemp«
( virons-nous ! et comiiic on da iròne cn exigpnnt, pour y mon-
< ter ... . ingratitudc et Irahlson. Va, je ne semi JHmiiis roi.
• Ailieu, ma bonnc Auguste, ile.
« Verone, le 1 7 junvier 1 ^1 i.
• Ton lidL-te éponx
Signd e EroéSE. •
Ali. Nel tomo Xlll dei fasti e vicende di giicmi dt-i popoli il.iliani dal
1801 si 18iQ| pag. aHi (nppendìee) , Matnpalo a Firenze (1838), è ripor-
tala la risposla del principe Eugenio ad una lettera doli' Imperatore Alea^n-
dro relalivu alle |ii'0|)ostL- falle dai sovrnni alleali. Ma qiic^lu leTleiii. olire ni-
l'esser priva di dola, Dccenna all' asserzione seguente : < Allorché ho hvliIo
« l'onore di vederla, ce.; > circosianKa di fallo che si crede inesatta, da-
che consta che questi due personaggi non si sono mai trovali nel caso di
conoscersi pcrsonahnenlc prima della caduta di Napoleone. Per questo nio-
livo si reputa dì dover tralasciare la produzione di quest' atto come una
nuova prova.
XLlll. — Pag. 271.
■ Monsicur le gémerai comle Fonianelli! Je recois à l'inslant roftìcìrrqiie
« voua m'avez expcdié. Ne eonnaissunl pas encore Ics drsposilions quc vous
« aviez priscs, j"a\aÌ5 Cait écrire par le generai Vignolle au general Pino que
• je n'appruuvaìs point qu'il aliai à Bologne, mais qu'au eonlraire j'y cn-
• voyais le general Zucchi. Je vais faire rcvoqner cet ordre, et j'npproatc
■ loules les dispositions que vous avez prises. Je craìns fort que vos hatail-
I lons de volonlaircs ne vous fournisscut que des offìciers, et poinl de sol-
■ dals. Failcs du reste pour le mieux. Je m'en rapporle à vous parcc que
w
^
— 371 —
jc cònnais et votre zèlc et volre attachement. N'épargnez rien pour rele-
ver surtout l'opinion publique. Vous avez à cet cfTet une bonne occasion
dans la très-procbaine rentrée en Italie de toutes les troupes italiennes ,
qui étaient en Espagne et en Allemagne. Cela doit laisser entrevoir aux
\rais Italiens la très-prochaine epoque de Tindépendance de Tltalie. C^esl
un leifier qu'il faut faire mouvoir pour obtcnir de nouveaux sacrifices. Il
est urgenl surtout de réunir sur quelques points , et particulièreinent à
Mantoue, des bommes à pouvoir piacer dans Ics cadres précìeux qui nous
rentrent d'Espagne et d*Allemagne. Entendcz-vous avec le ministre de
fintérieur pour empécher les dilapidations et les dcsordres quc Ton me
dénonce dans la reception des denrées requises dans les départements. il
serait urgent de faire quelques exemples de ces fripons.
e Pour arriver au complément de la conscriplion que Fon a demandé,
ne pourriez-vous pas par décision speciale auloriser les conscrits à se Taire
remplacer, s'ils ne veulent marcber eux-mémes, par des conscrits de 1815?
« Quant à la question du lieu où pourrait se transporter le gouverne-
ment, je pense qu'il faut la laisser tomber : trop prévoir des semblables
évènements c*est peut-étre hàter leur arrivéc. Il est peut-^tre préférablc
qa*un ptfa de désordre s*ensuive, plutòt que de gàter d*avance l'opinion,
e D'ailleurs, sauf les petits partis qui pourraient pénétrer en Valteline,
nous sommes en mesure sur tous les autres points. Proposez-moi un pro-
jet de décret pour Torganisation d^un corpsde réserve à Milan. Ce corps
serait compose de toul ce qui nous revient d^Espagne et d'Allcmagne, et
de tous les conscrits qu*on pourrait amalgamer dans les régimens. Les
généraux Zucchi, fiertoletti, Mazzucchelli, S. Paul peuvent y étre em-
ployés soiis votre surveillance particulière. Chaque brigade pourrait étre
placéc et s*organiser sur les points principaux de l'Adda,
e Quant à la garde royale , tout ce qui est vélites et grcnadicrs devra
étre réservé pour le service particulicr de la vico-reine ainsi que les dra-
gons et gardes d'honneur. Pour les cbasseurs on pourra s*en servir au
besoin^ en ayant soin qu^ii n*y ait que de bons cadres. Les quatre com-
pagnies qui sont rcstées en dépót peuvent former le troisièmc balaillon quc
vous tàcherez de porler à 6 ou 700 hommes. Donncz des ordrcs très-sc-
vères à Manloue, Crémone, Brescia, ainsi qu^à Milan, pour que tous Ics
hommes isolés sortant des hópitaux, ctc, ne soicnt point retenus inutile-
ment , mais pour qu'au contraire formés en détachements ils rejoignent
leurs corps respectifs.
e J'aurais eu beaucoup de plaisir à vous voir près de moi ; mais je re-
garde votre prcsence à Milan comroe très-nécessaire en ce moment : il faut
donc attendre un instant plus favorable. Je vous renouvelle Tassurancc
de mes sentiments, et sur ce je prie Dieu, monsieur le general comte Fon-
tanelli, qu'il vous ait en sa sainte garde.
< Verone^ le ì^ novembre 1813.
Signé e EUGÉNE NàPOLÉON. »
XLIV. — Png. 271.
* Monsiciir le general comle Fonlunelli ! Se vous ai insndé de me propo-
• ^r une organìsolìon d'un corps oii division de reserve & Milan. Je vob
■ dutis TéUl des dótachcmcns parlis de Moycnce pour Milan qu'il y uura
■ enlrc oDicrcrs, sous-oriicicrs el aoldais près de dciix crnls hommes par
1 corps, exwpté le 5' de ligne_ qui aura presque SOO homincs. On potimil
■ donc rucìIcruKnt n-rornier un baiaìilon pour chucun des régimens 1" et 9*
1 Icgcr, 1'', 4', G' el 7' de lign«. Le 5* de ligne pourraìl fornier devx ba-
. laillons. Je pense que si vous passci dans ces cadrei 4000 conscrir*:, cela
■ fera unc^bonne diviaion de 6000 hommes. En ajouianl 3 ou 5000 coni-
I crils à ce qui revicnt d'Espagnc, cela Teniit une excellentc djvision de la
> móme force que la précédente. Comme il scrait bien que chaque régì-
I mcnt flit réiiui, on pourrail mellro ensemble le i"de lìgne, le i' de ligne,
■ ci le S' d'infanterie légère. Le i" d'infanlerie légère el lo fi' el 7* de
I tigne foniicraient la deunièmc divisìon. On làcherall, raoyennBnl le dé|)6t
> general des cbasscurs el lo dépòl des dragona Napoléon, de former un
■ cscailron de 200 cbevaax poiir chacun de ees régimens. Quant jr l'arlìlle-
■ rie il suflìrait d'svoj'r une balicric pour clincunc de ccs divisions. Toui
« ce qui excéderait en officiers el sous-officicrs le nombrc des bataillons
t qu'on pourruit former, serali envoyd au dépót general. Sur ce , je prie
• Dieu, monsleur le general comic Fontanili , qu'il vous sii cn sa sointc
. gnrde.
I Viirone, le 24 novembre 1813.
Sigile • EcuÈ.\E Napoi.éos. •
1 11 serali peul-élru encore mieux de mcllrc a la dtvision Palombini fon
1 des régimcnls venanl d'Espagne, et d'y fondre ces régimenis provisoìres
. qui stmt mal tomposés en officiers, et dont il n'alicnd aucun bon service. •
XLV. — Pag. 271,
I Monseiyneur!
« Ferrare, ce 50 novembre.
■ La marche sur Trcccnla que monsleur le general Decombe? a jugc à
■ propos de faire ayaril appris qiiu l'ennemi vennil d'enlrer cn force à Ho-
■ vigo, c'est le molif qui m^a fan ajourner mon niouvcmenl sur le còlè que
■ j'avais déjà combine avec le major Merdier.
. 11 m'esl lrès-p<?nible, monscìgneur, d'éire contrainl de parler souTcnl
■ de mei à V, A. 1., niais mcs cireonslances critiques du moment l'exìgenl.
' Mes tiiianccs élaìent obérées avanl la campagne de Russie qui m'a aussi
L entrain^ daus des dcpcn.<ie9 consid^rables.
I
I
— 373 —
« J'ignore si V. A. I. m^accordc toujoiirs le (raitemcnt cxlraordlnairc de
€ 3000 francs par mois ; Je dois cepcndunl avouor que In guerre me coiìlc
« ^iminens^^ment, el parliculiéremenl depuis mon s^jour à Verone, el aprcs
« mon arrivile à Bologne mes dépenses onl augmentées, ayanl fait cesscr
rinsurreclion du Rubicon sans le moyen des armes, et faisant continuellc-
« ment voyager des oflQciers en poste indépendaniment des estufelles extra-
« ordinaires que j'envoie presque journellement pour mon comptc.
< J^ai Thonneur d^étrc avec la plus profonde vénération
€ De V. A. 1.
e Le très-lìumble et très-obéissaiil scrvitcur
Signé e Le general Pino. >
< Renvoyé au ministre de la guerre^ qui fera connattre au general Pino
« que le traitement extraordinaire lui est conserve, ainsi que je l'ai déja
« écrit.^Quant aux d^penses dVstafetles elles ne doivent point étre à sa
« charge, et il peut faire un état de la dépense de ses ofGcìers en mission,
« et le présenler au ministero de la guerre. Voiià donc ses cnormes d^pen-
« ses reduites à pcu de chosc.
« T^rone, le i décembre 1813.
Sigm* e EuGÈXE Napoi.éon. »
NB. Il generale Pino aveva dal governo nel 1813 :
Competenze di primo capitano della guardia reale . frandii 48,126.00
Soldo di generale di divisione con supplimento di guerra < 18,750. 00
Trattamento straordinario « 36,000. 00
Dotazione sul Monte < 20,000. 00
Dotazione sulla Corona di Ferro « 17,624. 00
Totale franchi ... 1 40,500. m
Oltre franchi 5000 annui pagati dalla Francia come grand' ufGzialc della
Lcgion d^onorc.
XLVl. — Pag. 271 .
Altezza imperiale !
Non essendosi ancora messi in movimento da Ancona i 3000 coscritti die
orano là radunati, ho spedito, giorni sono, un aiutante di campo per farli
partire per Milano. Coi corpi che rientrano dalla grande armata , coi sud-
detti coscritti, e cogli nomini provenienti dai battaglioni coloniali penso di
organizzare, qualora V. A. L non abbia cosa in contrario, i seguenti corpi:
Due battaglioni al l."" leggero comandati dal colonnello Ambrogi.
Due al 2.* leggero comandati dal colonnello Varese.
T. //. ^^
— :;7V —
Uuc- al i.' tl'ìnCanlcrJa comaniJuti dai colonnello Ccecopìeri. Questo corpo
ricpverù gli uomini ilvl lì." e 7.°, ciie rientrano dalla grande armala.
Due al ìi.° d' inrunlcrìa comoiidiiti dal colonnello Olini.
li coloniielio Fcrrù spera di polcr dare due bultaglioni dì volonlari, nei
cjuaii colloclicrA gli ufGziuli esuberanti.
Quusli ItatlHglioni Torinfrcblicro una divisione: le ultioie colonne prove-
nienli dulia grande armata arriveranno entro il tO dicembre. Per il 18 o
SO riti'ngn dun<)ue dUponihili i suddetti lialta^ioni.
Vi saranno inullru due boltrrie d' artiglieria, una di otto pezzi, serrila
da una compagnia di cannonieri a piedi, ed una di sci, serbila duir arti-
glierìa leggera. Quelle compagnie, come quelle del rispettivo treno, saranno
composte metà dì vecdii e mela di nuovi soldati.
Quanto alla i-avalleria, di cui ncnlrano 4bO dragoni Napoleone ed allret-
l.mti eaccifllori a cavallo del 1.*, ora non posso ancora precisare a V. A. I.
quanti cavalli potranno essere in pronto, e lui riservo a farle su ciò un
altro rapporto.
I bullagliont, vista la prossimità delle linee d'operazione, potranno essere
di GOO nomini ciusclieduno. Se V. A. I. approva la proposta organizzazione
dei suddetti ballaglìonl, avrò 1' onore di presentarle il quadro completo di
orgauizzuzione di una divisione, giacché per ora non ho sperania di \odcro
rientrerò con solleciludine lu divisione <li Spagna.
Ho l'onore di dirmi con profondo rispetto
Di V. A. I.
Cmiliss.°, deTOtiss.", ubbid.** servo
SollOSCrillO FOMTAKBLLI.
Milano, li óO novembre 1813.
t Approuvé loutes les propositjons contcnues dans le présent rapport. Il
• siirilrn pourlant dnns le moment d'une batterie à cheval.
t VéronL-, 1" decembre 1813.
Signé . E. N. .
XLVJI. — Pag. 271.
■ Monsiciir le luinislrc de la guerre dii royaumc! ie désire que-vous co-
t voyicz un de vos aides de camp au-devant de la colonne destroupcs napo-
• iitaincs, qui déboucbe par le Tronto; cet oDicier se presenterà au general
• commandanl cette colonne : il lui Tera Ics olTi-cs de servier quo Ics ciri-ons-
• tances indiquent : il s'assurera que Ics Iroupes suieut conveoublement
■ iraitées sous le rapport des subsisiances et du logcment : il pourra niar-
• eher avec la colonne, ou la devancer d'un jour, et il se mcltrtt cn corres-
« pondance avec vous pour vous tenir au couront des nouvelles. Sur «', eie.
• Verone, 5 di'cembrc 1815.
Signé > Eegé.ne Napol^on. »
— 575 -
XLVIII. — Pag. 275.
« Monsìcur le general comte Fonlanelli ! Je vous annonce quc Tcnnemi
paraissant se renforcer sur sa gauclic, sans pourtanl d^garnir loulc la lignc
qu*il a devant moi, et sur le premier avis que le general De Coucliy avait
cru devoir quitter Rovigo, j'ai dirige de suite la divìsion Marcogncl avec
ordre de reprendre cette ville, et de détruire tous les moyens de passagc
que Fennemi pouvait avoir à la Bovara.
« Le 8, au matin, l'ennemi fut attaqué; nos troupes sVmparérent de Ro*
Vigo, repoussèrent Fennemi jusqu*à la Bovara : on avait fait bon nombrc
de prisonniers et pris deux pièces de canon , lorsque dans raprès-midi
l'ennemi déboucha en force par le pont et les ouvrages auxquels il tra-
vaillait depuis deux jours, et obligea nos troupes à se retircr. Il est dono
probable que d^ici è peu de jours il se passera qaelque évènemeat majeur.
Je dt'sirerais en conséquence, monsieur le ministre de la gnerre, que vous
pussiez diriger sur Mantoue , à mesure que les bataillons seront formrs,
ceux de ces bataillons qui doivent composer la division du gc-néral Zucchi.
Si j*avais ces jours-ci trois ou quatre mille hommes de plus à Mantoue ,
j^aurais de moins Tinqui^tude que Tennemi , se renfor^ant è Rovigo , ne
marche sur cette communication, et dans ce moment-ci j*ai à peine 2000
hommes pour Taire le service de cette place, encore le gviH^ral Peyri rend-il
compte qu*il en deserte beaucoup. Il est bicn entendu que vous gardiez
è Milan tous les conscrits qui seraicnt destinés à ótre versés dans les ba-
taillons revenants d'Espagne, et qui doivent former la division du g<^nóral
Severoli.
« Dites-moi ce qu*il vous sera possible da Taire au sujet de cette demandi*.
Sur ce, etc.
t Verone, 10 dicembre 1813.
Sigm^ • EcGÀNB Napoléon. »
XLIX. — Pag. 973.
« Monsieur le ministre de la guerre du royaume ! J'ai Tintention de Taire
venir auprès de moi ces jours-ei le general comte Pino. L^adjutant com-
mandant Paoiucci, qui vient d*étrc nommé general de brigade , doit re-
joindre la division du general Zucchi. Ainsi il ne va plus rester d^olTicier
general dans la quatricme divbion militaire, et cepcndant il est necessaire
qu*il s'y en trouve un bon dans ce moment, quelque satisTait que je sois
d^ailleurs du Colone! qui commande à Ferrare. Le gén<5ral Mazzucchelli
(5tant disponible, j^ai jeté ^es ycux sur lui pour Tenvoyer dans cette di-
vision ; je désire donc que vous lui donniez Tordre de s^y rendre. Il ré-
sidera selon les circonstances à Ferrare ou a Bologne. .4vant soii dópart
i
— 376 —
■ V0U9 l'Bppclcrcz aiiprès de vous, et vous lui dircz de ma part qae s'il
I rcmplit la mission importonlc et dt'lkatc qiie je lui coDlie cornine j'ai
■ litri! tle rallcndrc de lui, mon ìntcntion est de lui en procurer la récoio-
• pcnw en olilenant po«r lui le grnde de gt'ikTal de divUìon. Snr ce, eie,
« Verone, le 35 décembre 1813.
Si^né * Ei'GÉNE Nahjléor. >
l. — Pag. 275.
■ Monsicur le miiii^lrc de la guerre! Je veux toiu rappeler Icsordres qne
( je vous ai di^jà donn(< pour l'urnienient dqs lacs principaux du rayaume,
• et je destre que vous vous cn occupiez prouiptemenl. Ln violalìon de la
■ oeutralid^ de la Suisse par les alliés doit iious rcudrc moins scrupuleiix
■ sur la crnìnle que nous ations de lui porler onibroge par l'armeiDcnl du
■ lac de Lugano ; mon intention est cependant de monlrer le mème respeci
• pour celle neuiruliU', mais oii peut sana la lilesser t'iablir des dialuujtes
■ aiitit-^es sur la partii' de ce loc qui apparlieut au royaume, ali» au moins
I de ne pas étrc pri^enu en cela par rentienii dans le cas oii il s'avanceraìt
■ dL> ce cdti'. Il ne fiiut poinl ajnuter foi à lous les bruils qui se sont n'pau-
■ dus k Milun sur i'inducncc que l'ìRvasion du lerritoire suissv pourra avuir
> sur le sorl de l'Ilalie; ju^qu'à pn'wnt aueunc colonne ennemie ne sV^l
■ avancée dnns l'intiTieur de ce pays; le 32 11 n'L-tail encore enlró |tersannc
■ A Zuricli, et loulcs les iroupes qui avaicnt passio li; Rliìn psroi&sBionl se
I diriger sur la Prance. Il est (.'(^Icment hors de douie quo, surlout dans
I la saison actuolle, il ne pourrn y avoir que quelqoes parlis enncmts qui
■ iin'nacrni de pém'lror en Ilalie. Mnis on nVn doii piis moins prrndrc toutcs
> Ics prt'cautions possiblcs d'abord pour èlru instruit des mouvcincnls des
■ ennemis, et ensuile pour s'y opposer. Il sera donc convcnoble que pour
> nvoir des nouvcllcs promptes et sùres Ìndt!pendammcnt de celles que nous
> reccvons naturellcmcnt par le baron Tassoni, vous ayez des ngens intelli-
' gens et affìd<-'S à plusieurs jouriiées au-delà du Simplon, du Saint-Goibard
• et du Kplugen de manière à pouvoir étre inslriiit bicn à l'avance des
' niouvcmons qtic l'ennemì pourniit Taire vers ces divers dt'boucbt's. Il sc-
1 rait necessaire alors de porler du monde aux passages des déJìIt^s pour les
I diTendrs, et vous ne uianqiieriez pas de nioyens pour cela , car mon ìn-
' Icntion est de laìsser à Mflan In division Severolì, qui va s'y Turmer dans
■ le courunl du moìs proeljuìn, el le n-giment des dragons Napok'on.
« Sur ce, rie.
. ÉL-rit à V.-rtine le 37 iK'a'inbre \6\Ti
Siiini-' • Ei-GÉNE Sii
— 377 —
LI. — Pag. 273.
Note particulière,
« L'ennemi s*élan( porte de Ravenne sur Porli, a penetra avant-kier dans
celte ville. Le colonel Aroiandi a du replicr Ics forccs doni il pouvait dis-
poscr devant des forces qui se trouvaienl élrc supéricures. Ainsi , voilà
les Napolilaìns élablis depuis vingt-deux jours dans les déparlcmens voi-
sìns des lieux où se Irouve Tennemi, et qui n*ont pas mémc daigne Taire
avancer un bataillon pour sauver du pillage les villes de Porli, Ravenne,
Paenza et Cesena ! Le beau pays d^ la Romagne va étre envahi , et les
Napolitain.s ccs prétendus libérateui*s de l'Italie, voient cela d*un ocii in-
diflérent ! Car c'esl sous leurs yeux que tout cela se passe !
e Le premier sentiment que la prise de Porli doit nalurellement exciter,
peut-il étre autre ckosc qu'un sentiment d'indignation contro Tinactlon
de ces troupes qui discnt s*étre avancées pour délivrer la commune pa-
trie, et qui en attendant la laisscnt froidcment désoler? Ce sentiment ne
peut inauquer de diriger aujourd*hui Topinion generale. Chacun doit sen-
tir, aprcs ces perfides lentcurs , que plus que jamais il n'y a pour Ics
bons citoyens d'appui^ de ressources, d'honneur et de salut que dans leur
union entr'cux, que dans leur fidclité et leur attacbcment à leur souvc-
rain, dont le coeur se partage pour Ics aimer, comme la puissance pour
les défendre.
e 28 déccmbre. »
LII. — Pag. 271).
QUADRO DI COMPOSIZIONE DELL' ESERCITO ITALIANO
all'adige ed al taro.
Infima divisione.
Generale di divisione, Zucchi.
Generali di brigata : S. Paul> Paolucci.
Capo dello stato maggiore, capobattaglionc Pavoni.
Aiutanti di campo, aggiunti allo slato maggiore, ufdziali del genio:
cliet, Guicciardì, Vacani, Mastrovich.
Sott^ ispettore alle rassegne, Gandolfl.
Commissario di guerra, Rudigo.
Pagatore di guerra^ Cajmo Carlo.
Due battaglioni del L'aleggerò: colonnello, Moretti.
Due idem dei 2." irlem idem Varese.
Bor-
— 378 —
Due battnglioni del 4." d'infanteria: colonnello, Ceceopicri.
nac idem del S,° idem idem Olini.
Due idem del 2.° volontari.
Un. compnjma d' Drlinlieri» o «..Ilo ) „|„„„j||„_ „i|,„.
Loa idem del treno a Hrti^lieria '
Seconda dioiaionc.
Generale di divisione, PalombinL
Generali ài brigala: Rougier, Culimtterli. Berlolelti.
Cnpo dello filalo maggiore, eupobatlaglìotic Uucuirini.
Aiulunli di campo, aggiunti allo slato maggiore, urfìziali del genio : M«-
inari, Solerà, Ferrari, Vassalli.
Solt' ispullorc alle rassegne, Boissonin.
Commissario di guerra, Favini aggiunto.
Pagalore di guerra, San Vilo.
Tre battaglioni del 3," reggimenlo d'inranlerìa : euloTinello, Diibois.
Tre idem del 3." idem idem Ito&si.
Uno idem del 6." idem idem Femì.
Uno idem del 7.' idem cnpoballaglionc, l-Vrrarì.
Tre idem del 3.° leggero: eolonndlo, Biaiielii,
Uno idem della guardia di Milano.
tMoomp.eniaa'.rliglim.« mallo > i,.„„, f„,ì..
Una idem del treno ' '
Diiiaione dì cavalleria.
Generale di divisione . . .
Generali di brigata : Villala Giovanni, Rambcurgl.
Aiutante di campo, Scaeagatta.
Tre squadroni reggimento dragoni Regina : colonnello, Narboni.
Uno idem idem ffapoleone idem Gualdi.
Quattro squadroni 3.° cacciatori a cavalla : idem Provasi.
Ulte idem 4.° idem idem Erculei.
Una compagnia d' arliiilieria a cavallo j ., „
,..'",.*' < capitano. Mussila.
Lnu idem del treno ì
Dìvìsìiìiie iletla guardia reale.
Generale comandante, generale di brigala Lcctii.
Capo dello stalo maggiore, cnpoliatiaglione liadalassi.
Aiutami dì cam[)0 : Pulladiiii, Dianeijì.
Commi$.sario di guerra e faceiile riiniiuni di soli' ispettore, Gìni.
— 379 —
Utia compagnia guardie d'onore ; comandante caposqaadrone, Re.
Un battaglione velili reali : colonnello, Cornetti.
Uno idem granatieri della linea ; colonnello , Crovi.
Due idem cacciatori idem Peraldi.
Due squadroni dragoni della linea idem Maraneni.
Una compagnia d'artiglieria a cavallo; capitani : Rezia Alfredo e Francesco.
Una idem a piedi: capitano, Miserocclii.
Due idem del treno; tenenti: Marchi e Rrivio.
Dna sezione di gendarmeria scelta ; tenente, Frigerio.
Divisione distaccala al Taro.
Generale di divisione, Severoli.
Capo dello stato maggiore, aiutante comandante Cavedoni.
Aiutanti di campo: Brambilla, Boniotti, De Cristoforis.
Due battaglioni del i ."^ d' infanteria : colonnello. Porro.
Uno idem del 7.* i<lem maggiore, Collin.
Due squadroni del i.^ reggimento cacciatori a cavallo Reali Italiani; co-
lonnello^ Villala Francesco.
Una compagnia d' artiglieria a piedi.
Una idem del treno.
Corpi dislaccali.
Due battaglioni del i.^ reggimento volontari; colonnello. Ponti, a Do-
modossola.
Un battaglione collettizio in Valtellina : colonnello. Neri.
Uno idem bersaglieri bresciani a Brescia: colonnello, Gambara Fran-
cesco.
Due squadroni di gendarmeria a cavallo nelle valli bresciane.
Sei compagnie d'artiglieria a piedi 7 Gran parco: comandante maggio-
Tré idem del treno ^ re» Beroaidi.
Generali dislaccali.
Generale di divisione, Bonfanti, a Brescia.
idem di brigata, Mazzucchelli, allo sbocco del Sempione.
LUI. — Pag. 276.
e MoDsieur le ministre de la guerre I Je vois par votre rapport du 5
t janvier que vous avez des inquietudes sur la Valteliiie; je penso que le
ft bataillon de volontaires, que d'après mes ordres vous avez à Cliiavenna ,
— 380 —
• siiflirB |iour vous Ira mini lliscr de w crttd-Iù: cu aKcndunt l'arriviV J<s
> Iroiipcs qui ri'viciincnl d'Espagiic. Qunnl à ves Ironpcs jo suis bicu «ìse
• (le vous apprcndro que d'après 1^ rrpréseniatìons taties pur les oflìcien
« qui^les corrmandcnt sur rimporlance d'exi^culcr l'optlrc de l'einpeiTiir
• qui les cnvoie 6 la di^rense de leiir palrie, clles onl olitenu de conIJmier
e leur routc sur l'Ilalte. La noie du rhef d'escadroii Boltìer sur la rnarrbe
I des troupe;, qui par Ausbourg sont entrccs dans le Tyrol à la (in du inois
• deriiier, u'esl poiiil entièretnent d'uccord avecce que publienl les gaieliea
■ élrangèrcs à cet ^gard; ceB Iroupes apparttenneiit en effel it la divinai]
• Meyt-r; mais ìi piiruil qn'ìl n'y a qu'uiic pnrlie ()ui a pris la roiilc d*!'
• lalic, et que le reste s'est dirig<< vers le baut Rhin. Au resic, comme il
■ est inl^^rrssonl de aavoir à quoi s'en tcnJr là-dessus, je d<5sire (|uc vous
1 me iranamfUÌM lous les rcnscigtjcnicns quo vous pourriez recevoir à ce
I sujet. Sur vf, eie.
• Ècrìl ix Verune le 0 jiinvier (914.
Signé I EcGÉNE Nii'OLio». >
LIV. — Pag. 270.
• Mousieur le ministre du la guerre I II est necessaire que la ftlacc de
• Pizzighellone soit ò l'ubri d'un parli; cn cons('qu''nce vous y piacerci un
■ dépól de cotivnlcscencc avoc un officier sur pour y commander, ci tous
■ Terez melire quatre à cioq placca en ballerie pour arréler ce qui serail
• dans le cas de se pr^eutcr surtoul vcnunl de la rive droite. Il serail boa
1 d'y nvoir quelques mrlliers de ralions de biscuit en riserve. Sor ce, eie
. Vi-'roiic, m juiniic Itfl'i.
Signé t Eir.ÉSB Napoliìos. •
LV. — Pag. 270.
■ Monsicur le ministre de la guerre du royaumet D'après la nouvellc
s de la Suisse, il pnrnit que nous n'avons rien à craindrc du
■ cólti des monlognes. Vous pouvez m'anraoins emjiloyer les Tolontaircs à
1 gjider et observcr les di'bouebcs du Saint-Gotbard et du Simplan , aìnsi
I que cela a élé pi-écédemment convenu.
• Toutes les nuuvclles que je rccois du midi de l'Ilalie me porlent à
I pciiser qne c'est acluellement vers Plaisance qn'il faut tourner Ics ycux,
i I.a divisioti ilalieniic ne larderà |ias Ì\ urriver. Vous la réunircz à Milan,
' uii^elle se rcposcra et pourra ùlre cnsuilc <'irigi.'c selon les circonstaiiees.
L Sur ee, eie.
€ Verone, le 15 janvìer 1814.
Signé • Elcène N.vpot.ÉON. >
— 381 —
LVI. — Pag. 277.
< Ualiens !
e Je troave une occasion de vous convaincre que je vous connais òie»,
« et c'est avec einprcsscmcnt que je la saisis.
« Vous savez l*importaDce des placcs forlcs de votre patrie. Vous èlcs
« hommes d'honneur, vous ctes soldats.
e Je vous confie la garde de vos places, et j^ai U ccrtitude que je ne
e pouvais les confler h de meilleures maios. Vous attcndez toui du sort
e des armes de Tempereur ou du résultat des négociations dcjà ouvertes
< cntre lui et les puissauccs allides. Daas aucnn cas vous n^ouvrirez Ics
€ portes de vos places que sur les ordres de votre Icgitime souverain.
< Italiens^ je compte sur vous! Je réponds de vous à votre patrie et a
e l'empereur. Vous ne tromperez pas ma conGaDce. Honneur et Fidélité ,
< telle est ma devise et la votre ; vous ne Toublierez pas.
« Donne à notre quartier general à Verone, le 3 févricr 1814.
Signé e EuGà.NB Napoléo?!. »
LVII. — Pag. 283.
e Monsieur le ministre de la guerre du royaume I Malgru les avantagcs
que nous obtenons successivement depuis quclques jours, je dois prévoir
que je vais élre bientòt obligé de quilter la ligne du Mincio. Ce ne scront
poini Ics Autrichicns qui m*y forceront , mais les Napolitains, qui parais-
seni déGnitivement vouloir agir contro nous. lis se sont avancés sur Reg-
gio^ et je n'attendsque Tannonce de leur arrivéc à Parme pour me met-
tre moi-méme en route sur Plaisance. J'ai cnvoyé un officicr au roi pour
savoir déGnitivement ù quei m'en tenir ; j*attends son retour dcmain :
mais en attendant une posìtion positive il faut vous occuper de faire
évacuer sur Alexandrie ce qui doit y élre transporté , et principalemcnt
ainsi que je vous l'ai déjà mandé , les papiers et cartes du dépòt topo-
graphique de la guerre. Sur ce, etc.
« Écrit à VoUa, le 18 février 1814.
Signe < E(JGé?(G Napoléon. »
LVIII. — Pa«. 284.
e Monsieur le ministre de la guerre du royaume! J'apprcnds que le ma-
« róchal due de Castiglione a commencé avec succès ses opérations sur le
« flanc gauche des armées allices, et qu'il se dirige sur Genève que Tenne-
« mi n'a point Tintention de défendre , puisqu'il evacue déjà rarlillcrie ;
< mon intention est dono que paur secouder le mouvemcnt du due de Ca«
T. II. 49
- 3S3 —
• stiglioDL' et pour Ìnr)itiiiler l'cnncmi vous dunnerct l'ordre è la colonne qui
• est (111 e(>l6 (lu Simplon, de prcndrc des vivrcs pour qualre joiirs, de
• passcr ccUc monln^ne et de se porlcr à Brìgg, où elle prendra posìlrun;
• (le là cctle colontiu dtwra diri)(cr des parlis dans le Vullais m^mc jiisqu'à
• SiiiPi, pour ppdcipiUT la pctmite de l'enni'ini ci pour ovQÌr cics noiivdlcs.
• li.' coiiiiiirindiint de celle colonn(> Tcra publier qii'dle n'esl ijiie l'avant-
• prdc d'un corps de sìk btilai Iloti» i)ui doit h suivre promplcincnt.'On
■ peul (^tif san; suiuitc inquicludtt sur Ics mouvcniL'DS que devrail faire
I cclte colonne dans lo suppoeilion que l'ernK'e dùt qulltcr la liune du
■ Mincio et se pnrtcr sur Alenaiidrie, car dans ce cas lea Iroupos qui st-
I ruient b Brigg pourmirnl conliiiuer Iranquilleincnl Icur roulc par le
• Vnllais jiour rcjoindrc le man'chal Augercau, el dam celle sup|>osiiìon
• je d(^Ìr<Tai« qne ta colonne du colonel Neri passiU égnlement par le Sirn*
• plon , et se njoigttU atissi à Io colonne qui va se diriger sur Rrigg. Il
• n'en faut pas moins qiic vous Ta^iez conlìnuer les prtSparatifs qttc ji^ tuos
■ ui urdonni^ pour fairc saiiler, si besoin en ikait , plusicui-ti |)onLa de h
• route du Simplon, afìn qu'une fois quc Ics iroupes, que nons nurions cn-
■ voyi^ de ce cdié-là, y seraient pasiées, la route Sin aussìtòl rcndue altso-
■ lunient iiiipralicabic. I! csl necessaire que la colonne du Val d'Ossola, qui
■ va se portcr sur Brigg, soit au moins de sJx ccats hommes. Sur ce, eie.
. Écrit à Volla le 2b Tévricr I8U.
Signe' • EtcÉNE Niiroi-tOK. >
• Il csl, j'espère, probalite quc nous ne srrons point rcduits ik la duro
i fxtri^mité de faire d'nutres mouvcments rétrogrades.
Signu . Ei-cÈNE N. .
LIX.
- Pag. 28r..
• Monsieur le ministre de la guerre du royaume ! Je vous pr<!viens qu'ayanl
r itppris que l'enncroi avait jclii des pariis sur la rive gaucbc du Pò , qiiì
1 «vaient rcpandu l'alarme et inlcrrompu raomentanémcnt Ics coniniunica-
I lions (le Mimloiie l'i Creinone, el qu'il Iravaillail à l'élablissemcnt d'un
I [lont prés de Casal-Maggiore, j'ai dirige sur ce poinl le major San Fer-
• mo avec une compagnie d'inranteric ci cinquanle cbcvaux. Jc l'ai Tali ap-
■ puycr par la brigadc de cavalerie b'gére du gt'nérat Bonnemain, en voyunt
I surloul le general Grenier avancer Irop lenlemcnt sur Parme par la rive
1 tlroilc. L'expédilion du major San Fermo a parrailemenl n^us^i. I.c gi'né-
■ rnl Bonnemain me niandc que IVnncmi a totalemenl repassé sur la rive
• droitc, ci qn'après IVcliangc ile quelques coups de fusi! il a rompu ses
• ponis, On doil celle nuit mcmc cn uclievcr la deslruclion. Je présitine
» quc le general Grenier aura (-lu ce suir sur le Taro, et sii exécute bica
> mc^ ordrcs, il bullra demain Tennemi à Panne. Vous pourrcz donc
— 385 —
« trnnquilliscr tous ccq\ qai pourraient croire l*cnneini à Creinone. Sur
€ co, eie.
« Volta, le 27 révricr 1814, au soir.
Signé e EUGÀNE Napoléon. »
LX. — Pag. 299.
e Honsieur le ministre de la guerre du royaume! J*aì passe hier la revue
de toutes les troupes qui sont & Mantoue. II y avaii cnviron 6000 liom*
mes, et tous italiens. J*ai éte très-satisfait , et je n*ai fait que quelques
remarqucs sur lesquelles il est pourtant bon de pourvoir. Les corps
revenants d'Espagne et de la grande armée n*ont point encore d*ha<
bits, et je sais Teffet que fait panni les troupes la difTercnce qu'ìl y a
entr*elles et les corps nouvellement formés à qui il ne manque rien. Vous
vous occuperez donc de leur Taire avoir le drap pour les liabils. J'ai re-
marqué sur plusieurs officiers de cavalerie , et móme parnii les officiers
généraux, un nouvel usagc introduit de porter des portions d'Iinbillement
hors de leur uniforme, et particulièrcment dcs panlalons cramoisis. Vous
defeodrez^ par un nouvel ordre du jour, aux troupes italiennes tout chan-
gement dans Tuniforme qui ne sorait point autorisé par lo gouvernement,
on leur faìsaut sentir combien une nation doit tenir ò ses couleurs^ sur-
tout quand elles ont vie reconnues avontagcusement sur plusieurs thói\trcs
de la guerre. Il est aussi bien urgent quo vous vous occupiez de renforcer
les corps italiens qui s'affa ibi isscnt journcllement. Gomme je pense que Ics
circonstances actuolics ne nous pcrmettent pas d*employer la conscription,
je vous engagé à ne rien m^Kliger pour augmenter le nombre des volon-
laires , soit en donnant tacitoment une prime dVncouragomcnt « soit cu
laissant le cboix de Turme, etc. Sur co, etc.
« Mantoue, le 21 mars 4814.
Signó « EuGÈNE Napoléon. »
LXI. — Pag, 299.
e Monsieur le ministre de la guerre ! Je vous préviens que je fais donnor
« ordre an general Maucune, commandant sur la rive droite du Pò , dVn-
< \oyer de suite à Milan ce qui lui reste du 7.* régiment de ligne italicn.
< Vous en ferez le fond d'un bon balaillon dans lequel vous incorporerò/.
« tout ce que vous pourrez, commc par exemple les isolés, les détacbement^
« provenants d^Ancóne, quelques gardes départementales ou quelques enga-
< gemens qu'on pourra faire. Vous dirigerez ce balaillon sur Domodossola ,
« et vous ferez prendre les mesurcs pour qu'on chasse Tennomi de la vallee,
« qu'on le repousse jusqu'au-dela des galeries et qu'on rélablisse les postes
1 If plus avartageusei
I calion. Sur ce, eie
< Manloue, le 2i mnrs 18 ti.
— 584 —
possible, de maniÌTc ù Jrfcndre colte communi-
Signi: « EroÉNE Napoléob.
LXII. — Pug. 502.
• Moiisicur Iv gt'ut'r.nl fìougìcr '. J'ai rei;u votrc lettre de ce jour qni ma
■ l'té apporli^c par le eliofile balaillon Ferrari: lo nouvcau lémoignage quelle
■ conlient ite volrc St'vère allacLemcnl à vos devoirs ne m'a point étonné :
I je savais, cn tous cburgcartt du soÌn de di-retiitre la place de Legnago. que
> vDUS justìfierez parraitcìneiil ma cotifianGC. 11 est vrai quc Ics dernieri
• (^véncmcns qui se sont passés en France m^onl décide, au moment od Far-
• inéc francaise aliali rcnlrer duns scsfoyei-s, h rollier nutour de inoi luales
■ les ti'oupes iialienocs pour attcndre au milieu d'ellcs que les desiim'cs de
> ce beau pays, qui ne m'csi pas moìns clicr qu'à fous lous, soicnt lixóes.
• Elles le seront saiis doule d'une manière digne du caractèrc f^aércax ci
( Mèle que Ics peupics et l'aniiL'u du ruyauroe ont montré dans Ics circon^
• lances acluelles: allendons ed beurcux momenl cn m^ritant cbaqne jour
( davaiilage le bonlicur qu'il nous promcl : je uuinple sur votrc zà\ii éclairc
< et sur Ics seniimens qui vous animenl, et je me plais ii vous sssurcr quc
• je n'oublierai paini ce quc vous aurez fuit pour voire patrie et pour niuì.
« Sur ce, monsicur le general Hougier , jc prie Dieii qu'il vous ait cn sa
• salile gardc.
• Écril 6 Manlouc ce {fi avrii 1811, ù minuil.
Signé a Edgéke. •
I.XIII.
Pag. 504.
Ordine del giorno della guardia reale del 19 aprile 1814.
Soldali della guardia! Una sospensione d'armi e slata conclusa il 17 cor-
rente Ira S. A. 1. il prìncipe vicerò e le potenze atlualnicnlc in guerra con
noi. In conseguenza di siffalto ormislizio, quella parie del regno d' llalia che
non è invasa dal nemico, è nltresi sgombrala dalle troppe straniere. Il no-
stro suolo, il sacro suolo della patria, è adunque aHìdato alla nostra diTcsa.
Ecco periamo adempito il nostro volo e le promesse del noslro principe vi-
ceré. Questo invillo capitano, lincile saggio nmmìnìslratore , ci Iia per ben
dicci anni governali con clemenza, saviezza e rcltiludine. Egli ci ha pìii volle
condotti sul campo dell'onore, ove seguendo le di lui gloriose vestigia, ab-
biamo eòlie palme non vili, e die, malgrado l' invidia straniera, non appas-
siranno giammai. Ora vuol egli coronare un'opera sì bella, consumando lutti
i suoi giorni atlu nostra rclitilù. Egli rimane Ira noi , e ci affida sé stesso
— 385 —
e la di lui augusta famiglia, quella famiglia nata e cresciuta nel nostro seno,
e che è divenuta altrettanto nostra quanto le nostre spose, i nostri figli, i
nostri fratelli. Soldati della guardia! Quest*atto magnanimo di fiducia deve
risvegliare in voi tutta la confidenza che merita, tutta quella di cui possono
essere e sono capaci dei cuori italiani. Amici , solleviamo i nostri pensieri
alle più alte speranze. Noi indipendenti , noi guidati da Eugenio, saremo
grandi, onorati, felici, rispettati , ed all' ombra di un trono illustre e di
una pace sicura e durevole godrcmo di quei benefizi ai quali hanno dato
diritto quindici anni di non interrotte fatiche.
Il comandante la guardia reale
Sottoscritto Leghi.
LXIV. — Pag. 315.
Quadro degV individui che ottennero dalV imperatore e re Napoleone titoli
di nobiltày dotazioni, maggior aschi, gradi superiori negli ordini della
Corona di ferro e della Legion d'onore di Francia, o che furono nomi*
nati cavalieri di entrambi questi ordini.
NE. I gradi indicati sono quelli delPepoca della nomina. L'asterisco *
denota la qualità di solt* uffiziale o soldato : gli altri senza questo segno
sono uffiziali.
Nella Legion d' onore si retribuivano annualmente dalla Francia ai grandi
uffiziali franchi 5000. 00, ai comandanti franchi 2000. 00, agli uffiziali
franchi iOOO. 00 ed ai cavalieri franchi 250. 00.
Per la Corona di /erro erano assegnati annualmente ai grandi dignitari
franchi 2300. 00 , ai commendatori franchi 527. 00 ed ai cavalieri fran-
chi 230. 00.
Arici Vincenzo, cav. dei due ordini.
Armandi Domenico
Ambrogio Marco Maria
Arduini Luigi
Abati Angelo *
Ambrosini Luigi
Agricola Antonio
Albini Carlo
Assalini Paolo
Arese Francesco
barone del regno.
Boccalari Giuseppe id.
Bortolosi Giovanni Battista id.
Busi Giovanni id.
id.
id.
id
id.
id.
id.
id.
id.
id. titolo di
fioretti FrancescOy-cav. dei due ordini.
Bonfanti Filippo id.
Bcroaldi Luigi id.
Bucchia Tommaso id.
Bianchi D'Adda Carlo id.cava-
liere dell'ordine del Sole di Persia.
Berizzi Giuseppe, cav. dei due ordini.
Baccarini Sebastiano id.
Battaille Giovanni id.
Bouchard Tommaso id.
Bianchini Domenico (morto
a Tarragona) * id.
Bevilacqua Gerolamo id.
Beretta Pietro * id.
— 380
_
1
Beccnria Francesco, cav. dei due ordini.
d' onore, dolaidonc di franchi due- j
BorJogni Fninctsco ìd.
mila.
Uojo Marco ìd.
Banco Antonio, colonnello
coinincn>
Burhiori AngHo id.
dature della Corona di
ferro, cn-
Uuy CBtiiilb id.
valierc della Lcgìon il'
inore, li-
Baralelli Francesco * id.
tolo di barone e tlutozione dì Cran- [
Barl)iuri Maurizio id. dota-
chi duemila.
tìotie di annui franchi QUO. 00.
Ilurrun Cesare, capobottag
ione, cam-
Bernard Omero, cav. dei due oi'dini.
mendalorc dellu CoroDH di frnv>, 1
Buffon Cesare id.
cavaliere della Legion d
oDon-.
Barberi Scipione id.
Bianchi Guelaiio, coloiint.
Ilo, come
Eottard Giuseppa id.
sopra.
Ronelli Francesco id.
Bcllolli Gaspare, generale dì hrigni».
Brundoni Anloiiio Ìd.
come sopra.
BcrcliFl Ambri^io id.
UalUglia GacUno , colonnello drllr
Drcizi Antonio id.
guurdied'onorc, cavaliere lielluCo-
ElHIuiit Domenico id.
rona di ferro e delta Lcgìon d'ono-
I Borclli Orazio id.
re, titolo dì conte.
Bcrloiazzi Domenico id.
Colti Vincenzo, cav. dei due ordini. |
Bri'Mini ' di'! 3." reg^iinonlo cacciatori
Caalaldini Paolo
id.
a cavallo, cavaliere dei due ordini.
Chalambcrt Giovanni Ball.
ij.
Brusconi Domenico ' id.
Cima Uiuseppc
ij.
Bonaventura Francesco * id.
Cavalli Daniele Francesco
id.
Bonranti Antonio, eeaeralc di bri|{u(ti,
Cavcdoni Bariolnineo
id.
commendatore della Corona di ferro,
Ceccopicri Ferdinando
ili.
ciivnliere delibi I.cgion d'onore, dolii-
Ciiarpanlìer Luigi
id.
zronc di Trancili seimila annui, lilolo
Camussi Giovanni
id.
di linrone dell' impero.
Caluud Francesco
id.
Biauclii D'Adda Gioviiniii Ballisla, com-
Corner Giuseppe
id.
mendatore della Coruna dì ferro, ca-
Colombo Giosuè *
id.
valiere della Legiun d'onore, dotazio-
Crebassiin Giovanni
id.
ne di rruiiclii duemila.
Comi Gioachìmo
id.
Balabio Carlo, generale di brigala, come
Ceroni Giulio Giuseppe
id.
sopra.
Ceroni Nicola
id.
Berluletti Antonio, generale ili ljrii;ala,
Cirol Francesco
id.
commendatore della Corona di ferro,
Caprini Antonio
id.
urCziule della Legion d'onore, lilolo
Clement Cristoforo
id.
ili barone dell' impero.
Cattaneo Pietro *
id.
Balatbier Carlo, generale di bHgola,
Costa Giuseppe '
id.
commendatore della Corona di ferro,
Carino Giovanni '
id.
covaliere della Legion d' onore.
Castelli Francesco *
id.
liidasio Buggero, colonnello, cavaliere
Cappellina Giuseppe '
id.
della Corona dì ferro e deilu Legion
Cappelli '
id.
^387 —
Casazza Giuseppe, cav. dei due ordini.
Casse Giovanni id.
Cappi Nicola, colonnello, cavaliere della
Corona di ferro, dotazione di franchi
duemila.
Cicogna Carlo , ufOziale d' ordinanza,
cavaliere della Corona di ferro , ti-
tolo di barone.
Cornetti Giovanni, colonnello, commen-
datore della Corona di ferro , cava-
liere della Legion d*onore.
Crovi Clemente, colonnello, come sopra.
Corradini Ottavio , cavaliere della Co-
rona di ferro, ufSziale della Legion
d*onore, titolo di barone.
Cortese Francesco, cavaliere della Co^
rona di ferro, titolo di barone.
Diibois Pietro Luigi, cav. dei due ordini.
Diirand Renato id.
De La Vergne Francesco id.
Dei-Fante Cosimo id.
Dodici Vincenio id.
Dc-Asarta Giacomo id.
D* OIdcr Giovanni id.
Dogl'Azzi Cosimo id.
De-Meester Filippo, cavaliere della Co-
rona di ferro, titolo di barone.
Danna Giuseppe, generale di divisione,
consigliere di Stato uditore, cavaliere
della Corona di ferro, titolo di conte.
Dombrowski Giovanni Enrico, commen-
datore della Corona di ferro, coman-
dante della Legion d' onore.
Dembowski, generale di brigata, com-
mendatore della Corona di ferro, uf-
fiziale della Legion d'onore.
Erculei Ercolano, colonnello, commen-
datore della Corona di ferro, ufilxiale
della Legion d*onore , dotazione di
annui franchi duemila.
Fantuzzi Luigi, cav. dei due ordini.
Ferrari Giuseppe Andrea id.
Ferraris Luigi id.
Ferretti Cristoforo, cav.dei due ordini.
Felici Giuseppe id.
Ferriroli Giuseppe Antonio id.
Ferrù Antonio id.
Ferrante Alberto id.
Forestieri Francesco id.
Ferretti Giuseppe * id.
Fontanelli Achille, generale di divi-
sione , aiutante di campo del re,
consigliere di Stato uditore, gran
dignitario della Corona di^ferro^
grand' ufIBzìale della Legion d'ono-
re, dotazione di maggiorasco ere-
ditario di annui franchi diecimila
col titolo di conte del regno, e di
annui franchi quattromila col ti-
tolo di conte dell* impero francese.
Fontane Giacomo, generale di brigata,
commendatore della Corona di fer-
ro, ufGziale della Legion d'onore,
dotazione di annui franchi quat-
tromila, titolo di barone.
Faconda Luigi, dotazione di annui
franchi cinquecento.
Fiorella Pasquale, generale di divisio-
ne, commendatore della Corona di
ferro, comandante della Legion d'o-
nore, senatore del regno, titolo di
conte.
Frangipane Bernardo , cav. dei due
ordini, titolo di barone, scudiere.
Gagliardi Carlo, cav. dei due ordini.
Gaudin Carlo id.
Grabinski Giuseppe id.
Gattinara Arborio id.
Guaidì Francesco id.
Giacomelli Giuseppe id.
Gianini * (cavalleria) id.
Grolla Stefano id.
Gaietti Bartolomeo id.
Gazzoldo Francesco, titolo di barone,
ciambellano.
Galimberti Livio, generale di bri-
. ìl
gnlD, comm di datore della Corona di
ferro e cavaliere della Lcgioti d'onore.
llercolunì Aìiiorre, colonacllo, espilano
delle guardie d'onore, cavaliere della
Corona di Terrò, titolo di conte.
Jabin Claudio, cavaliere dei due ordini.
Jucqucl Giuseppe, generale dì brigala,
cavaliere della Corona di ferro e
della Legion d' onore, dotazione di
annui franctii duemila.
Lange{GiovaiinÌ, cavaliere deidue ordini.
Lccbi Angelo id. scudiere
Lorenzi Celso, cavaliere dei due ordini.
Lonali Cisciiilo id.
Laurent Francesco id.
Lerici Paolo Pietro id.
Lechi Teodoro , generale di briijala ,
commendatore della Corona di ferro,
comandante della Legion d'onore, ti-
tolo di barone dell' impero con quat-
tromila Trancili di dotazione ncU'An-
Lendenco Antonio, dotazione di annui
frnnclii cinquecento.
Locutelli Luigi Annibab^, cavaliert della
Corona di ferro, lilolu di l>:irone.
Lechi Giuseppe, generale di divisione,
commendatore della Corona di Terrò
comandante della Legion d'onore o
cavaliere dell'ordine delle Due Sicilie.
Magistrelli Giuseppe, cav, dei due ordini.
Mazzuccbelli Giovanni id,
Slonlebruno Andrea id.
Marin l'ielro id.
Miari Antonio id.
Manzoni * (vcl. reali) id.
McriUi Giovanni iii.
Mellini Gaetano id.
ALirtnetti Giovanni Battista id.
M:irogna Barlolonieo id.
Malte! Marco id.
Mincio Marco id.
Mosti Traili Ercole id.
Muuarelli Atberio, cav. dei due ordini.
Menegliini Giuseppe * id.
Monetti * id.
Menuzii Francesco * iJ.
Marcbetlì Francesco * ii).
Maranesi Francesco id.
Mazza Giovanni id.
Mogello * id.
Maztuccbelli Luigi, generale di bri-
gala, commendatore della Corona
di Terrò, uTliziu le della Legion d*o-
nore, duluztonc di annui franchi
qualtromila, lilolo dì barone del-
l' impero.
Miiossewilz Andrea, generale ili bri-
gala, cavaliere della Corona di fer-
ro 0 della Legion d'onore, dota-
zione di quattromila franchi, tì-
tolo di barone dell* impero.
Moroni Pietro, colunncllo, comiDcn-
dalorc della Corona dì ferro, uf-
Itziale della Legion d'onore , do-
tazione di annui franchi quattro'
mila, titolo di barone dell' impero.
Manara Luigi, * cavaliere della Co-
runa ili ferro, dotazione dì annui
franchi cinquecento.
Marlel Filippo Andrea, generale dì
brigata, commendatore della Co-
rona dì ferro, ufiizialc della Legion
d'onore, tìtolo di barone dell'im-
pero.
Martineugu Culeoni Giovanni Cslorc,
colonnello, cavaliere della Corona
di ferro, senatore, titolo di conte.
Haraneai Pietro, colon nello, cammeo-
datore della Corona di ferro, ca-
valiere della Legion d'onore.
Nardinì Antonio, cavaliere dei due
ordini.
Neri Francesco, colonnello, eommen-
dalorc della Corona dì ferro, uT-
fÌ2Ìalc della Legion d' onoro.
T3»
— 88» -
Narboni Giovaonì Maria , còloDDello ,
commendatore della Corona di ferro,
uffiziale della Legion d'onore.
Orsalelli Emanuele, cav. dei due ordini.
Olivieri Alessandro ìd.
Orsalelli Eugéne, colonnello , cavaliere
della Corona di ferro e della Legion
d' onore, dotazione di annui franchi
duemila, con maggiorasco trasmissi-
bile alla successione.
Ordioni Alessandro, colonnello, come
sopra.
Olini Paolo, commendatore della Co-
rona di ferro e cavaliere della Legion
d' onore.
Odier Claudio, colonnello, come sopra.
Paini Giulio, cavaliere dei due ordini.
Provasi Aurelio ìd.
Porro Luigi id.
Perrin Giovanni Battista id.
Perceval Vincenzo id.
Palombini Luigi id.
Pavoni Pietro id.
Pelisson Luigi id.
Piccoli Giacomo id.
Panciroli Carlo * id.
Pirovano Paolo id.'
Pozzi Giovanni * id.
Poldi Giuseppe id.
Pelissier Gerardo id.
Panico Pietro id.
Piccioli Giovanni Battista id.
Panzieri Giuseppe * id.
Pini Giovanni * id.
Peroni Carlo * id.
Passerini * (artiglieria) id.
Pino Domenico, generale di divisione,
primo capitano della guardia reale,
grand* uffiziale del regno, gran di-
gnitario della Corona di ferro, gran-
de uffiziale della Legion d'onore, do-
tazione con maggiorasco trasmissibile
di annui franchi ventimila, e dota-
T.IL
ilone di franchi annui diciassette-
mila e seicento sull'ordine della Co-
ronadi Terrò, tìtolo di conte del re-
gno e dell' impero francese»
Peyri Luigi, generale di brigata, com-
mendatore della Corona di ferro (e
dell' ordine delle Due Sicilie, no-
minalo dal re di Napoli), cavaliere
della Legion d'onore, dotazione di
annui franchi quattromila, titolo
di barone dell' impero.
Palombini Giuseppe, generale di dì-
visione, commendatore della Coro-
na di ferro, uffiziale della Legion
d'onore, dotazione di annui fran-
chi duemila, titolo di barone del-
l' impero.
Peri Bernardo, generale di brigata,
commendatore della Corona di fer-
ro, cavaliere della Legion d'onore,
dotazione di annui franchi duemila.
Peraldi Oliviero, colonnello, commen-
datore della Corona di ferro, ca-
valiere della Legion d'onore, dota-
zione di annui franchi duemila.
PolfrancesclU Pietro, generale di bri-
gata, consigliere di Stato legisla-
tivo, cavaliere della Corona di ferro
e della Legion d' onore, dotazione
di annui franchi quattromila, con
maggiorasco trasmissibile col titolo
di conte.
Pino Giacomo, caposquadrone , scu-
diere, cavaliere dei due ordini e
tìtolo di barone.
Pelissier Martino Gerardo, commen-
datore della Corona di ferro e ca-
valiere della Legion d'onore.
Pozzina Paolo, * dotazione di annui
franchi cinquecento.
Quadri Giovanni, cav. dei due ordini.
Be Domenico id.
Bougier Tito id-
SO
•».
Re Giovanni, cavaliere dei due ordini.
Rambourgt l'iclro Gabriele id.
Regnier Luigi fd,
Ronzelli Giuseppe id.
Rizzoli Francesco * id.
Rossi Fiorano id.
Rossi Luigi id.
Rcsjch Nicolò id.
Rossi * (cacciatori) id.
Rossi Giovanni Aurelio id.
Rossi Carlo, colonnello, commcndalore
della Corona di ferro e ruvalicre della
Legion d' onore, (tolazione di annui
franchi duemila.
Renard Brizio Giovanni Battista , co-
lonnello, come sopra.
Rougrer Gillo, generaledi brigata, coin-
niendalore della Corona di ferro, uf-
/izialc della Legion d'onore, dola-
zione di annui franchi duemila, tì-
tolo di barone.
Bcvcrdini Giovanni, dolazione di aii'
Diii franchi cinqurccnto.
Rotta Gerobmo, ufllzialc d'ordinanza,
cavaliere della Corona di ferro , ti-
tolo di liarunc.
Soicnglii Vineen/o, cav. dei due ordini.
Sant'Andrea Paolo iil.
Severoli Pietro id.
Soldati Gaetano id.
Serhelloni Ferdinando id.
S, Paul Verbigier id.
Sahizzo La-Man(a id.
Seron Luigi id.
Saussc Simone id.
Seroni Camillo id.
Songrn Antonio ' id.
Sensi Filippo id.
Smorzi Tommaso id.
Saechini-'Giuseppc id.
Severoli Filippo, generale di dÌNÌsionc,
commendatore della Corona di l'er-
ro, uHìziale della Legion d'onore.
Scotti Francesco, colonnello, cavaliere
della Corona di ferro, titolo di ba-
rone.
Sarlirana De Dreme Filippo Arbo-
rio, ufllziiile d'ordinanza, caTalicre
della Corona di ferro e della Le-
gion d'onore, (itolo di barone.
Sant'Andrea Pietro, gcneralrr di bri-
gala, coinmcniiuiurc della Corona
di ferro , «nixiale dcllu Legion
d^onore, titolo di barone dell' im-
pero.
Schiazzctli Foriimnlo , generale di
brigata, cavaliere dell» Corona di
ferro, nritzìulc della Lcgioo d^o-
II ore.
Sacco, cavaliere della Corona di fer-
ro, dotazione dì annui franchi cin-
quecento.
Tognoli Crislino,av. fleì due ordini.
Turdicu Luigi id.
Triquenol Giovanni Bau. id.
Teulié Giuseppe id.
Trolli Odoardo id.
Tarduccì Luigi
seppe
id.
To^zi ■ (fanteria) id.
Tarullìni Carlo id.
Taddei Francesco td.
Truffi Giovanni Pietro id.
Tabiolo Domenico id.
Tioli Giuseppe id.
Tordoró Giovanni, commissario ordi-
natore, cavaliere della Coroua di
ferro, lilob di barone.
Tassoni Estense Giulio Cesare, come
sopra.
Teulié Pietro, generale di divisione,
commondalore della Corona di fer-
ro e coniandunle della Legion do-
t'autriii Quirico , i
ordini.
valierc dei due
— 59i -
Villa Pietro, cavaliere dei due ordini.
Visconti Antonio id.
Visconti Francesco id.
Vittori Pietro id.
Ventura Giuseppe id.
Vassalli Benedetto id.
Vacani Camillo id.
Venturini Pietro * id.
Vinciguerra Giovanni Batt." id.
Varese Domenico id.
Verga Mauro, dotazione di annui fran-
chi cinquecento.
Varese Salvatore, colonnello, cavaliere
della Corona di fcrro^ dotazione di
annui franchi duemila.
Viani Pietro, generale di brigata, ca-
valiere della Corona di ferro e della
Legion d'onore, dotazione dì annui
franchi quattromila trasmissibile co-
me maggiorasco, col titolo di ba-
rone.
Villata Giovanni, generale di brigata,
aiutante di bampo del viceré, com-
mendatore della Corona di ferro ,
cavaliere della Legion d*onore, do-
tazione di annui franchi duemila,
(itolo di barone.
Valvasonc Erasmo, uffiziale d'ordi-
nanza, titolo di barone.
Wetter Luigi, cav. dei due ordini.
Widiman Rezzonico Lodovico, colon-
nello, capitano delle guardie d'o-
nore, cavaliere della Corona di fer-
ro e della Legion d'onore.
Zamboni Paolo, cav. dei due ordini.
Zucchi Cario, generale di brigata, ca*
valierc della Corona di ferro, uf-
fiziale della Legion d'onore, dota-
zione di annui franchi duemila,
(itolo di barone.
Zanini Daniele, colonnello, cavaliere
della Corona di ferro, titolo di ba-
rone.
Zanoli Alessandro, commissario or-
dinatore, segretario generale del
ministero della guerra e marina,
cavaliere della Corona di ferro, ti-
tolo di barone.
LXV. — Pag. 515.
Slato degV individui delC eserciio nominali cavalieri della Corona di ferro.
NB. L'asterisco * indica i sott' ufGziali e soldati; gli altri sono uffiziali.
Albini Francesco *
Assandri
Alievi Giuseppe *
Ajroldi Luigi
Alion Giuseppe *
Arure *
Albertinotti Giuseppe *
Allari Giovanni
Alietto Vincenzo
Albertini * (7.° regg. in-
fanteria)
Alessandri *
Albarelli * (zappatore)
Aj ioidi Francesco
Arceri Raimondo
Arno Francesco
Acerbi Francesco Anto-
nio *
Ambrosetti * (dragoni
guardia reale)
Agliati Antonio
Alberganti Giacomo
Agazzini Ignazio
Alberti Giovanni
Albiati *
Arrivabene Francesco
Avril (artiglieria legg.)
Amendola Salvatore
Amelin Celestino
Agnelli (sottoten. cac-
ciatori )
Ajassa Giuseppe
Abati Pietro
Armand Ilario
Araldi Luigi
Arnaud Ilario
Allicrii Giuvanni
Av^isoni Giuseppe
Audifred Giacomo, decora-
to (la))0 la mone onde
onorarne la memori».
Daccaritii Francesco, comr
sopra.
Deirorc Ferdinando
Brunelli Ugo
Ralolta Antonio *
ilarbnTarn Alfonso
Bach GioTonni
Bozzolini Enrico
Bonacali Amos
Bastide '
Bassi Luigi
Brusconi Domenico *
Balazzo Carlo '
Bicordi
Brugnani Francesco
Barbieri Domenico
Bolognini Halleo
Bnnvenuli Leopoldo
Bodo (ruciliefe) *
B ressa Mario
Bullura Giovanni Halli.sla
BoUacini Bortolo '
Balziirini Faustino '
Barbieri Vincenzo
BenediUinì Anlonio
Branzola Amudco
Darinclli Luigi '
Bossi Giovanni '
Borsani Francesco '
Bonvicìni Gaetano '
Beffa Antonio
Berliu Giuseppe
Biffi Giuseppe
Bìanclielli (9.° reggimenlo
fanteria)
BadJnì Francesco
Bonvicìni Michele
— 592 —
Barinelli Francesco
Baslide Giuseppe
Bolognini Vincenzo
Bigtiami Santo
Boncsi Luigi
Brianca * (fuc. 4.° fant.)
Bckly Francesco
Boissonin Luigi
Badiali * (drag. Napol.)
Bfgliinì
Brandi Giuseppe
Bonioiti Luigi
Briisuti Ercole
Bajo Antonio
Bcrualdi Natale
Bonalumi Francesco
iiriignoli Giuseppe
Buratowich Vincenzo
Brugnelli Giuseppe
Boccoli ' (6.° reggini.
fanteria)
Brebilowiub (guardia di
Milano)
Duosi * (artiglieria)
Bognalastra (5." rcgg.
Hinteria)
Boueliet (1 ."reggimento
fanteria leggera)
Bona Giovanni *
Bontimajo Felice
Baccuglini Egidio
Bìsanzi
Botta "
Bcrloglio
Botincinì
Barbieri * (2.* reggiin.
legfiero)
Bondi ' {•2° regg. legg.)
Barbieri Vincenzo (aiu-
tante)
Baldini Clemente Ant.
Brunelli Vincenzo
Boularel Antonio
Brivio Ferdinanda
Boccanera Giovanni
Baldi Gaetano
Benassi Ballista
Sossi Lsmpugnani Carlo
Brambilla Ismaele
Brambilla Giosuè
Baldassari Francesco *
Bozzi Anlonio *
Bcluscbi Battista
Baccellieri Domenico
Becceni Luigi
Badalossi Vincenzo
Berettini Antonio
Bovio Luigi "
Bertazzoni " («eliti)
Braglia Pietro *
Boccacia Pietro *
Beriola * (dragoni guar-
dia reale)
Berìola Giovanni *
Berelta * (granat. guar-
dia reale)
Borrì Giovanni Battista
Boldrini Cesare
Bassi Pietro
Bianchi
Bianchi
Bandinì Francesco
Brandolini Matteo
Bassìgnani Giovanili
Battista
Baila Pietro
Bottigella
Brunelli Vincenzo
fiouUy Agostino Dome-
nico
Bignanii Giuseppe Pietro
Bellucci Luigi
Bondi * {2.° regg. fanl.)
Benigni
Bellotti Ippolito
Bagni Giulio
Bareggia *
Bassetti Angelo '^
Borghi *
Boccoli * {hf.^ regg. fant.)
Bonfi Francesco *
Bevilacqua Lodovico
Bisi Antonio *
Brusa (artiglieria a cav.)
Belletti Francesco *
Barratowich *
Bagnara Giovanni
Billion Stefano
Brìanzi *
Bodi (5.^ regg. fanteria)
Bratti Lorenzo *
Brasa Paolo
Battacini Bortolo *
Borra
Belcredi Goffredo
Blanc Cipriano
Bonamico "
Bacler Luigi
Bassani *
Berner Antonio
Beccali *
Bogard Enrico
Brambilla Giovanni
Brambilla (soUoten. fant.)
Bianchi Giovanni
Bosisio Giuseppe
Bonacina Giovanni Battista
Baglioni
Baccini Luigi
Balsami Francesco
Benciolini Ignazio
Bentivoglio Domenico
Bianchi Giorgio.
Caccia Pietro Antonio *
(3.° regg. fanteria)
Calamini Fabio
Cambiotti Spiridione
Campagnola Luigi
Camuri Giovanni
— 393 —
Camuri Luigi
Camuri Sigismondo
Casolari Giuseppe
Cassani Antonio * (zap-
patori)
Casto Alessandro
Catalinich Spiridione
Cestarì Lorenzo
Cimba Michele
Chiatti Vincenzo
Chizzola Enrico
Chizzola Cesare
Clerici Paolo
Colleoni Vincenzo
Colonne Luigi
Contini Luigi
Corona Luigi
erotti Pietro Francesco
Cuc Alessio
Carbonari Luigi
Cavalca Francesco
Cardani Antonio *
Ciriani * (dragoni Na-
poleone)
Capetti Ugo ^
Curioni Filippo
Citterico Giuseppe
Cagnari Lorenzo *
Costanzo Giovanni Bat-
tista
Cecchetti Alessandro
Cavalero Vincenzo *
Caturitz Serafino
Corbetta Francesco An-
tonio
Colombani Giuseppe
Cima Luigi
Casella Giovanni Battista
Calori Giovanni Paolo
Covelli Filippo
Casali Giuseppe
Capitanovich * (reggi-
mento dalmata)
Cantoni Luigi
Cottafava Francesco
Caccianino Antonio
CaraccioloGiovanniBat-
tista
Colombo Gaetano *
Cecchini * (zappatori)
Colonne Luigi
Chenut Lorenzo
Caraffa Luigi
Citterico Giuseppe ^
Cardinali Giovanni, de-
corato dopo morte
per onorare la sua
memoria.
Cassani Antonio *
Casto
Cordicr
Calini Antonio
Chiesi Giuseppe
Cogo Antonio *
Cremona
Cometti Alessandro
Collin Giulio
Cerri Giacomo
Concorreggio Bartolo-
meo
Conca Giacomo
Castel Alessandro
Cremasco Antonio *
Carotti *
Castagnari *
Cozzi *
Cantoni Luigi
Corno *
Camosso *
Ceretti Angelo
Colmana
Corradini
Castelli Francesco *
Contini Federico
Corner Andrea
Gingia Bassano.
Dal Pinlo
D'Aulanne Carlo
Delenzi
Dii-Angeli Giovunni Ball.
Dc-AngolU Loreuzo '
De-Bremo Fìlìberlo
Do-Fillpiii Giuseppe
Della Torre Scipione
Doiubrowskì Giovanni
DoiiJiiii Giacomo
Dragoni Angelo
Duband Giovanni
DubuJsson Maurizio
Durcgolli Girolamo
Duvul Luigi
Diiponl Agostino
Dugoni Antonio '
De-Gremonville Felice
De Mnrìoi Giust^ppe
Del Prulo ' (aippulorì)
Della Noce Giovanni {guar-
tlìc nazionali )
De-Slefani ' (granalicri
guardia reale)
Della Tela Gcrolonio
Dupré Luigi Giovanni
Donali Francesco '
Duparc Leonardo
De-Antonii Vincistao
DuoJo Gaspare
Don a ileo Francesco
Della Marie
Dubois Lnìgi
Dilla Pazza '
Diiplessis Luigi
Dcrla Giuscpjie
DelsU'ìn Giovanni
De Lucca Pietro "
Deiinas
Durio Luigi
Del Curio
Dcvillu Giovanni
Dessi
— 594 —
Dechamps
Dunioni Domenico
Donali *.
Euilel Isidoro
Ebenilinger Micliele
Echli
Erculei Ippolito.
Forlls Giuseppe
Foresti Pietro
Ferroggio Angelo
Federigo Ermolao
Fioroni Giusi'ppe
Falzacappa Carlo
Fornari Lazaro
Ferne
Falavigna Luigi *
Foresti Giorgio
Filidoro Giovanni Bstt.*
Foglia Giovanni Pietro
Fabbri Giuseppe
Furaboli Paolo
FriessGìovanni Samuele
Forcioli Antonio
Falcon Giovanni Ball.
Foreiali
ruviilelli Lorenzo
Ferrari Costanzo
Filine Antonio
Ferrari Vincenzo
Ferrari Vincenzo
Ferrari Luigi
Ferri'ri Ottavio
Franciosiiii * (G." rcgg.
fanteria)
Fourneau Luigi
Flayol Federico
Franchini
Forni Fabio
Fontana Carlo
Ferrerò Filippo
Francesconi Antonio
Femi Giuseppe
Pedrazzoni Gio. Batl.
Ferrera
Furci Gnpon
Prezzi Geroltti
Fabbro
Fnustini Giat
Pornazzi Girolamo
Fcrnei *
Ferrari Fruncesco
Puntiigalli *
Fak-lli ■
Pecchi "
Fabbri Gio. Anlonio "
Franzoni Felice "
Pilìbertì
Franzinetti
Fabbri *
Faglia Gionrhtmo
Ferrari Giuseppe
Franzoni Domenico '.
Galateo Antonio
Gorganìco {2,° reggi-
mento fanteria Icgg.]
Gilloi AnloDÌo
Guarnicri Scipione
Guglielmi Lanfranco *
Galuzzì Domenico
Grassi Steruno
Gliìlini Emilio
Germani Cesare *
Grimelli Domenico '
Gibelli Antonio
Giorgi Btirtolomco
Giustiniani Pasquale
Gavazzi Giovanni Batl.
Gualtieri Francesco
Glierardini Giovanni *
Guidìcclli Luigi
Giorgi Paolo
Galimberti Giacomo
Gìblen Alessio '
(ihezzi Paolo
Gazzolu Giacomo
Galbiati Angelo
»'
Guidottì Benedetto
Gaussini * (cavalleria)
Girardi * (dragoni guardia
reale)
Guillon Nicola
Gubernalis Francesco
Guidotti Alessandro
Giorgi Ferdinando
Gualtieri Tommaso
Guibert Pietro
Grandi fialdassare
Guimet Francesco
Guerra Luigi
Gaspari Paolo *
Grossi Giacomo
Gussoni (tenente)
Giova * (sargente 4.° fant.)
Giovanetti Giuseppe *
Guelfucci Antonio
Gaspari * (dragone reale
amputato)
Gariboldi Angelo
Guaragnoni Giovanni
Guarnieri Francesco
Giraud Stefano
Guidetti Giovanni
Goulet Pietro
Gambiilo Giacomo
Giussani Gaetano
Guvcrani
Ghirlanda *
Giaccone Lorenzo *
Ghelli (sargente)
Girardi Antonio *
GarofTali *
Gambara Francesco
Guillaume de Vaudoncourt
Federico
Gibelli Francesco
Giusti Giovanni Battista
Giropoldi
Grossi Vincenzo
Gatti
— sor, —
Giordani
Germain
Gambini
Gini Cesare
Guagliumi
Ganassa
Germain
Giroldi.
Haitinger Antonio
Haze f
Henri Lorenzo.
Jacopetti Giuseppe
Jacoli Giovanni
Jacques Gio. Battista
Josserand Giuseppe
Julhien Gio. Francesco.
Karis Francesco.
Lanfranchi Giuseppe
Lanzoni Pietro *
Leonarduzzi Antonio
Litta Visconti Arese
Pompeo
Longo Antonio
Lirelli Giovanni
Leonardi Antonio
Larini Giuseppe *
Lazzarini Giovanni
Langlade Giovanni
Longré Antonio
Lotti Carlo
Lanci Domenico *
Lachaise Giovanni
Lucchi Bernardo
Lanzani Estore
Levié Giuseppe Maria
Lanfranchi Pietro *
Lamotte Pietro
Luigini * (drag. Begina)
Lutti Gerolamo
Lorini Nicola
Lasini *
Lorot Martino
Lenardini *
Lazari *
Lanci Domenico *
Lodi Giovanni *
Lacatte
Lavallette Gaspare
La Cart Alfredo
Laugier Cesare
Longiscbi
Lorenzi Giovanni Bat-
tista
Laurenziani
Lingctti Antonio *
Latini
Lampo Giuseppe
Letlis
Loubers Pietro
La Baume Eugenio
Leduc Francesco *.
Malagoli Gio. Andrea
Milzctti Francesco
Mazzoleni Francesco
Milanesio Giuseppe
Maffei Tommaso
Millo Gaetano
Mainoni Stefano
Moscati Carlo
Mazzoni Filippo
Mazzucchelli Antonio
Maillot Stefano
Michicli Pietro
Musi * (guardia reale
treno)
Montanari Luigi
Morosi Vincenzo
Moretti Spiridione *
Marovich * (reggimento
dalmata)
Migliorini Marco
Marzanì Antonio
Molinari Carlo
Migliori Giuseppe
Marabello Antonio *
Miari Antonio
t f
Migliorini Andrea
Mejean Mauri£i»
Molinari Andrea
Miissonierì (^.''rpgg, fanl,}
Hoìqbsì * idcMk
Noreuu Pietro Simone
Monti ' (dragoni Napo-
leone)
Morelli Silvio
Mantovani Angelo
Mantovani Vincenzo
Montarini Giovanni
Manzoni Giuseppe Anto-
nio '
Milani Giovanni "
Maineri Giovanni Battista*
Mazzoni FiiÌ|i)io Pietro
Marguery Paolo
Moiolini * (arliglioriu)
Masobrio Giovanni
Mateucci Paolo
Maggi Francesco
Hiserocclii Filippo
Mujaa Giovanni
Masi Angelo
ManziiTÌ Pietro
Mazzulini ' (velile)
Mangilli AnLoQÌo
Mantegazza Giovanni An-
tonio
Mareseolti Luigi
Mongardi Natale
Monlalk'gri Sebastiano
Mclgara Antonio '
Marabelli Antonio '
Montlonico Agostino
Mursìcli Giuseppe
Marnila Carlo
Molinari Giuseppe
Mangilli Antonio
Mcngaiilo Angelo
Maslrclclti Giuseppe
Menazio Miclielc
— 396 —
MantegazzB Giovanni
Montarini Giovanni
Massuga Lorenzo
Massara Giuseppe *
Maroni Francesco "
Maddalena Giuseppe *
Molta "
Muffei ■
Miguani '
Marzaro Giovanni *
Mariani
Marcili
Montanari * (3." regg.
leggero)
Majolini Giovanni *
Mussilo Giovanni Bat-
tisi a
Marinctti
Muceliini.
Noè Antonio
Nogarina Giovanni
Negri soli Bernardo
Nicolini Antonio
Noci Giovanni '
Nava Giovanai Baltiela *
Nardi Andrea
Nanelli Vincenzo '
Neri Angelo
Nieolelto
Noaillus Pietro
Nuschi.
Obis Luigi ■
Oletlu Costante
Olivazzi Francesco
Olivier Pietro
Ollicli Paolo *
Omodeo Vincenzo
Ottavi Giacomo Filippo
Ottini *
OiLoni ' (dragoni Nap.)
Puoi ucci Amilcare
Puniia Giacomo
Pjcllu Agostino
Piombini Orazio
Pedroui Giuseppe *
Pizzamiglio Giovanni
Battista *
Pctrobellt Luigi
Patroni Giuseppe
Ponti Ermenegildo
Pnnella Luigi *
Pissini Lodovico *
Pok Giovanni '
Pernetli Pietro
Papaizoni Leonida
Pacini Luigi
Pavio Luigi '
Preveraud (artiglierìa)
Pasoili Francesco
Pia Carla
Prielli Alessandro
Pari bel li Cesare
Pinon Enrico
Pò Francesco
Pierleoni Domenico
Perlo Giovanni Battista
Pasqualigo Nicolò
PalanquG Natale
Pclizzari ' (teliti)
Pavani Agostino '
Pelrowiteh Filippo '
Psalìdi Filippo
Psalìdi Giovanni
Polidoro detto Cablati
Giovanni
Pellequia Alessandro
Piccoletti Gio. Battista
Pinon Francesco
Ponzi ■ (zappatori)
Patini*
PJnlardì *
Piacentini (veliti)
Peridier
Ponti Giovanni
Pument (2." regg. faiii.
leggero)
Ponti Camillo
Pas Giovanili Battista
Pavia Giuseppe
PerbaI * (dragoni Nap.)
Pullfani Ferdinando
Pighetti Francesco
Pisani Giovanni Battista
Pflugbeil icario
Pavoni Giovanni Battista *
Picoletti Giuseppe
Paguin Stefano
Pasquali Luigi
Prina Giuseppe
Persico (guardia d^onore
veronese)
Papei Vincenzo
Pizzoni * (veliti)
Pajola Giovanni *
Pretesi (granatieri guardia
reale)
Prampolini Alessandro
Pavesi * (della marina)
Piazza Pietro
Provasi Guido
Pierleoni Domenico
Pioselli Francesco
Pontiggia Giuseppe
Piantanida Paolo
Palladini Giovanni
Pavan
Pisa Pietro
Prina Ignazio
Piccoletti Pietro
Piccioli Luigi *
Parodi
Peroni Carlo *
Pozzi Giovanni *
Pietragrillo Giovanni
Persiani Pietro
Pandini
Pavani *
Peretti Francesco *
Pasottl *
T.IL
— 397 —
Peccinetti *
Padovani *
Ponzoni Francesco
Pacerotti
Palladoro Valentino
Pottier
Prina Giuseppe
Pertml
Peluschi
Pelicucchia Giovanni
Pesci Francesco
Ponti *
Possuet
Porro Giacomo.
Ragnard
Ravenni
Rivaira Luigi
Ramponi Antonio *
Ragazzoni Giuseppe
Ravizza Giuseppe
Remolclti Gerolamo *
Rossi Bernardo
Rossi Giovanni Battista *
Rossi *
Rossi Gerolamo
Rossi Ferdinando
Rossi Carlo
Rossi Pietro
Rossi Ottavio
Ronzoni Luigi *
Rusi Domenico
Riva Rolando
Rezia Giacomo
Rezia Alfredo
Rezia Francesco
Raoul Francesco
Rovere Giuseppe *
Roncaglia Antonio
Redolati Francesco *
Reitzenstein Giovanni
Ragni Giulio
Rossini Gio. Battista*
Rovini Gio. Battista *
Romani Giovanni
Ramini Gerolamo
Ragani Cesare
Reghini Paolo *
Rondina Luigi
Rocchi Pompeo
Ronzier Roberto
Rodella Alberto
Rodrigiiez Francesco
Reboulin Matteo
Ridolfi Giacomo
RafTaglia Bartolomeo
Rampicini Florio *
Ratta * (dragoni Regina)
Rogorini Filippo *
Robbiati Antonio "
Roveroni
Raibeau Francesco
Rignoni Giacomo
Rubcrti
Reale Federico
Reggioni * (i.® reggi-
mento fant. leggera)
Rondelli "
Radich *
Riscordi *
Rizzetto *
Rusconi Francesco
Rocca
Rosniescki Alessandro
Roudil Francesco
Rossetti Giuseppe *
Richiadei Pietro
Rossi (sargente)
Rivais
Rivolli \
Sampieri Antonio
Sacchini Giuseppe *
Seguini Pietro
Savi Fedele
Saluces (aiutante di Pa-
lombìni?)
Souza (i .*" regg. leggero)
Sala (l.^regg. tatti. Icgg)
Soffìeiti Domenico
Sanazzari Giacomo
Sauvage Francesco
Sisli ' (caccialori a cavalla)
ScaglìarJni Paolo
Scotìi Bartolomeo
ScaDQgalIi Gio. Battista
SaTiolli Vincenzo '
Solerà Rinaldo
Safnrgcs Giovanni
Secchi ' (volteggia Io re)
Sola Giuseppe
Sana Giovanni
Sensi Camillo
Scolli Amato
Subcrvillc Constant
Schedo ni Domenico
Schcdoni Vincenzo
Sa pei Vincenzo
Spini Celestino
Sordieu Carlo Zaverio
Speroni Lnigi
Seraltni Luigi
Stella * {granatieri guar-
dia rcnir)
Sandri ' idem
Salvigni
Solerà Francesco
Stecchini Pietro
Salea '
Singarini Domenico
Sessi *
Sebregondi Giuseppe
Spngiari Francesco
Scaroni (tenente S.'legg.)
Scarabclli Pcdoca Angelo
Spangaro
Stampa
Sala
Scarsclli
Surdon
Sarti
Scappi
Svanini
Songra Antonio
Suina (volteggiatore)
Sorni Francesco
Scandclli * {4." reggi-
mento fanteria)
Scortalojo Luigi '
Stanzani Giuseppe
San Fermo Giuseppe
Stranieri.
Tinti Giacomo
laverà Paolo Gerolamo
Tommasi Gaetano
Testa Giuseppe
Toscani Camillo
Tattini (guardie nazio-
nali)
Taglia
Tolti Guido
Tadini Antonio
Tibaldi Carlo
Trezzini Giacomo
Tino GiovLinni
Tnruli Giovanni
Tobancili Domenico
Tiigliabò Giuseppe
Tonclli Antonio
Torrazzo Eugenio
Tiz/.iana Giovanni
Tempie Giacomo
Tailella
Tuncsi Giuseppe
Tosi *
Testi Uarino
Terne
Tarn pieci
Torchiani
Tulotnbanì
Tracol Marcello.
Vcrlalo Francesco
Vandoni Carlo
Valeri Giuseppe
Vanolli Pietro *
Vitali Domenico
Valnegri Giovanni '
Vannini Pietro *
Vedani Luigi
Vassalli Carlo
Vittoni Gio. Battista
Vautrìn Quirico
Vozard
Verccllon Luigi
Vagnoni Luigi
Varìslo Antonio '
Vuelfuci Antonio
Vernctti Ippolito
Viseardi Giovanni
Vignuli Giuseppe *
Visconti Orlando
Vercellesi Giuseppe *
ViloniGiovanni Battista
Vaudoni Carlo (tìglio)
Vagnoni Luigi
Vandoni Mureollo
Vii lata Francesco
Viircsi Pieiro
Vaccis ' (li.'' regg. fanl.)
Vandelli Eugenio
Vurnall
Verna Giuseppe
Verunich Multco
Veni ni Francesco
Viola ■
Vignali Giuseppe
Vilalianì Giuseppe
Valcntini
Villa " (zappatori)
Vitali " (lamburiiio)
Viutani
Viand.
Zucebieri Luigi
Zanardini Giovanni
Zanetti Alleno
Zugni Giuseppe
Zaffiro Andrea
Zambeili Gaetano
Zanetti * (artigl. a cav.)
Zuccari Marino *
— 399 —
Zanatta Giovanni
Zanelluto Giacomo
Zucciìi Vincenzo
Zuccoli Gaetano
Zamara
LXVI. — Pag. 3i 5.
Zoboli Gaetano Gius.
ZafTariui *
Zorzoia Pietro *
Zambeili Francesco
ZafTanelIi Luigi.
Stato degli individui dell' esercito nominati cavalieri della Legione d'onore
di Francia.
w
NB. V asterisco * indica i sott' uffiziali e soldati, quelli che ne man-
cano erano ufGziali all' atto della nomina.
Albanesi Luigi
Antonini Angelo
Ansaldi Guglielmo
Andreotti Giuseppe
Aldano * (artiglieria)
Ahiset Desiderio.
Bertoglio Angelo
Bongc (cacciatori)
BonJbi
Bonthard Giuseppe
Bernardi Ottavio
Beltrami Luigi Felice
Bernasconi Giuseppe
Borgazzi Francesco
Berteaux Gaspare
Bafo
Bini * (infanteria)
Bellarosa * idem
Bonella * idem
Bellot * (cavalleria)
Biscioni Carlo
Bussier
BufTarelli * (tamburino
maggiore)
Belati Faustino
Bratti Lorenzo *
Barbieri Luigi
Boudreau Silvio
Besenzi Cosimo
Bourjally Guglielmo
Bonacossi Alessandro
Bonacasa
Burnaich Gregorio *
Bajo Giacomo
Brati *
Bruner Gaetano
Bonsergent Giovanni
Battista.
Cotti Michele
Carbonari Luigi
Camagni Pietro Fran-
cesco
Centenari * .
Colombi Giulio
Colli Angelo
Casoretti Giuseppe
Caramentrent
Calzolari * (artiglicrid)
Campari *
Cocucemberger Antonio
Cambiotti Spiridione.
Delai Giuseppe *
Desimoni Carlo
Dabovich Gregorio
Delfini Luigi.
Ebendegen
Emiliani Giuseppe
Escande.
Filipponot *
Frangiulli
Fedeli Gaetano
Finestri *
Fospano
Feri*ari Andrea
Ferrini Federico
Ferrcnt Giacomo
Fredisch
Ferrante Scipione
Ferretti Giuseppe.
Giulini Antonio
Goden Curio
Gasparinetti Antonio
Giocosa Giovanni Vin-
cenzo
Garciu Cesare France-
sco.
Hubert Luigi
Ilaon Giovanni.
Jacquemin
Jaquin.
Knapitz Gio. Battista.
Laforegay Pietro Ant.
Lagrance Pietro
Lorenzi * (cavalleria)
Lecatte
Litta Biumi Pompeo
Liberati Enrico
— 400 —
Ufònd
Pavesi Gaspare
Sambuco Antonio
Lenoblc Francesco
Porchez Francesco
Saint-Vincent Slanislao
Lcrici Pietro.
Pecora Pielro
Spineda Marco
Mariaoi Angelo Domenico Peroni Pietro '
Salimbcni Leonardo
Mclii Giuseppe
Pasini •
Savini Giuseppe *
Mcrlandi '
Paradisi Giovanni
Salvigni Emilio
Mussi Al) Ionio
Poite Savino.
Sereognani Giuseppe.
Musei
Quadri •.
Tcstori Luigi
Masi Alessandro
Ilieci •
Tela Giuseppe
Ilouttsier Romano
Trevisani *
Micheli Giovanni Battìslii Wi-mud ^mneesco
Tordo Giuseppe
Ho li in Alesdo
Hossi •
Tumpieri Gerolamo
Moroni Francesco *
Rongiol Teodoro
Trezii Gerolamo
Milosscwitz Piclro
Itogcr Giacomo
Torras Ferdinando.
Marzarò Giovanni *
Riniildi Luigi
Viviand Antonio
MalTei Serafino Angelo
Raspai! Viiiorc
Verini Giacomo
Marinelli Giovanni Buttisi
Ruga Gaetano
Vati» Nicola
Neri Luigi
Ridici Antonio
Villeili Gius.-ppc*
Nourry Giovanni Pietro.
RcviBl
Valerio Giulio
Oggero Giovanni B^tli'sla
Roberti Carlo.
Vendiianiti
Oldini.
Sinistri Antonio
Viani Giovanni Balli-
Pisteili •
Somraariva Cario
sta (Tito).
Periolasi
Senanl '
Ziimpicri Camillo
Pintard Enrico *
Sessa Giacomo
Zampa Giovanni.
Pnrineggiani GiuAepiie
Salvatori Alessandro
,-. •
L.wii. — Pug. si:;.
QUADRO NOMINATIVO
degli uffiziali min iiul
co(r colV ultimo loro grado nei quadri precederli [ |
0 noniinati dopo.
NB. Si sono ommessi i nomi di coloro pei quo
i fu di giàjporlato pri-
ma. Possono raclhnentc esservi alcune ommissioni per le nomine e prò- |
mozioni seguile all'
esercito in campagna, non
sscndo stale comunicale
tutte regolarmente.
Generati di divisione
Zucchi, Fontane, Mazzucchclli. \ \
idem di brigata ;
Rambourgl, Paini, Paolucc
, Renard, Peri. (NB. U '
generale Serras, governatore di Venezia, durante
1 blocco nominò generali
di brigala Triqucnot e
Omodco.)
Casella.
— 404 —
Colonnelli : Ccccopieri Ferdinando, Gualdi, Villata Francesco, Varese Pie-
tro, Serbellonì Ferdinando, Jabin, Provasi, Ponti Giovanni, Ambrogio^ Neri>
Margaery, Olini Paolo, Cbarpentier, Tela.
Maggiori : Campana Antonio, Crotti, Olivier, Sorretti , Pinon , Soldati
Gaetano, Tarducci, Dondìni, San Fermo Marco Antonio, Sercognani Giù-
seppe> Magistrelli Giuseppe, Gagliardi Carlo, Ranson, Pavoni Pietro, Duboy,
Badalassi Vincenzo, Catturitz, Ferrari Francesco, Beckly Francesco, Lonati
Giacinto, Colli, Buccbia^ Visconti Antonio, Cima Giuseppe.
UflBziali passati nei corpi della guardia reale : — Capobattaglioni : Beret-
tini e Berizzi ; — capitani : Del Maino, Benciolini, Avvisani^ Rezia Alfredo
e Francesco, Miseroccbi, Rivais, Ronconi, Colombo, Camozzi, Bianchi, Do-
gliani, Delmas ; — tenenti : Liberati, Litta, Ponti, Pasini, CoifTer , Cama-
gna> Camozzi, Stampa, Montanari, Vitaliani, Calza, Viand, Rizzoli, Valne-
grì, Bernardi ; — sottotenenti : Gorla, Rusconi , Terzi Pietro, Vendramini,
Fiori Giacinto, Conti, Rambosio, Molinari, Sardor, Fabbri, Cotosk, Bonfico,
Falcina ; — marescialli d^ alloggio e brigadieri delle guardie d* onore col
rango di sottotenente : Piccinini, Pio, Fattori, Carini, Benedetti, Tunesi, Lo-
catelli, Tornielli, MabiI, Rugeri, MafTei, Sebregondi, Cauriani.
Ispezione alle rassegne : Gandolfi, sotl** ispettore di prima classe ; Canetti
Egidio, aggiunto di prima classe; Asti, di terza.
Commissari di guerra : Lampato, ordinatore ; Parca Paolo, commissario di
prima classe ; Maggioni, di seconda.
Uffiziali di salute : Casazza e Ferrini, chirurghi aiutanti maggiori.
Pagatori di guerra : Magretti, pagatore della marina.
Capobattaglioni o squadroni : Paguin, Ferreri, Boutarel, Berettini, Fer*
retti. Agazzini, Olivazzi, Zanzi, Chalembert, Buffon, Falcon, Damai, Pìnou,
Zonza, Fontana Galeazzo, Foscolo Ugo, Cima Luigi, Pavoni Pietro, Somma<*
riva Carlo, Gingia Bassano, Ruinetti, Piacenza, Cobert Giovanni, Donegani,
Verna, Riva Daniele, Santy, Vacani, Jannin Giuseppe, Visconti Ferdinando,
Speckberger, Saluzzo La-Manta, Bos, Molinari Carlo, Rossi Carlo , Reisich
Nicola, Casse, Albanesi, Karis, Durand, Derla Giuseppe, Vagnon, Pottier Ni-
cola, Frangipane Bernardo, Legros , Galeazzi Angelo , Gattinara Arborio ,
Scotti Bartolomeo, Creila, Barbieri Vincenzo, Delstaìn, Colombani Giu-
seppe, Niezabitowski, Piccioli, Berizzi, Fortis Giuseppe, Ansaldi, Cheneau,
Guidiceli!, Ferrari Giuseppe Andrea, Corner Andrea, Tarella Pietro, Sca-
nagatti , Bay , Brambilla , Lavalette , De-Asarta , Brusati Ercole, Stecchini
Pietro, RoudiI, Testa, Parmigiani, Piccoletti, Annoni, Menesclon Luigi, Vas-
salli Benedetto, Forcioli, Billard Carlo, Lafforguy Pietro Antonio , Ferrerò
Filippo, Pierleoni, Bressa, Manilla, AvriI, San-Giorgio Angelo, Beffa Antonio,
Conche Agostino, Micheli Giovanni Battista, Crebassan Giovanni , Regnier
Luigi, Del-Pinto Luigi, Mazzucchelli Antonio, Maina , Giorgi Paolo , Spini
Celestino, Bottard Giuseppe, Liberali Enrico, Migliorini, Mérillié, Zuppel-
lari, Salvigni Guido, Boniotti, Tempie, Camurri Luigi , Leonardi Antonio ,
Velasco Cesare, Billion, Donea.
— 402 —
Capilani: Vinnt tiiovanni, Grnndi, BL-nodetti, Rampindli, Musson, Bellen-
timi Giuseppe. Grimaiid , Cermasi, lìossi Marcello, Ocridictli, DevtUen,
S. Vineenl, Gariboldi Angelo, Curnevall Diedo, Pagliuechi, At'vezatii, Boa-
vicini, PiisoCli, ItodoluUi, Piccarelli, (Jnudia, Berlini, Ecuycr , Vrrluani,
TrcEzi, Salmi, Mnrtelli, Gulanlcra, Lacliize, Della Casn, Itcìiaudìn , ZaaoH
VinccnEO, Lnlìnì, Miinzoni, Gonfalonieri, De Paasn, Bobini, Gaiidois, Croufi-
sier, Zamboni Giovanni Ballista, Bonveccliialo, Brundsi-n Carlo Luigi , Vi-
sconti Bonifacio, Gainlicray, Muslrovicli, Sana, Perrelli Caio , Ferrari Co-
starne, Mattoni, Zoboli, Beccaria, Bort'lli, Calini Antonio, Tonelli AnIOHÌo,
Baìslrocchi, Barosclii Giuseppe, Pò Francesco, Dulot Pìelro, Bernez Candido.
Ruga Gaetano, Giustiniani Pasquale, Balsami Francesco, All>er(ì, Belucci
Luigi, Piazza Giuseppe, Giucosa, Araldi Luigi, Pacchiarotli, Gabrielli, Mul-
tei, Murconali Vincenzo, Scanagaltì, Colleoni, Marino, Gaspari , Miijnn,
Lanci, Poldi , Zaflìro, Sorelli, Foscolo Giulio, Cecchelii , Bonlìoli , Mosti-
Trotti, Zarfaiiellì, Traversar!, Caqueran, Gliilini Luigi, Itarfugliii, Zucchi
Vincenzo, Papuzzoui, Prampolinì, VenUmi, Ganassn, Campiglio, Baroni, Du-
ranti, Viindoui Carlo, Salvatori Pietro, Rocchi , Solerà Rinaldo, Rinncbi .
Grandi, Guerra, Venìnì, Amniiani, Burelini Lazuro, Ricci Domenico, Sacchi
Giovanni Battista, Paletti, Bivorosn, Ferrari L'Idrico, Arrivabeiic Frnnce«:o,
Cararfu, Zanoni Giuseppe, Terzaghi, Bassaglio Paolo, Guullìcri Tomaso,
Coppini Frunecsco, Rernardelli Francesco, Martini, Sambucco , Bevilaciiiia
Lodovica, Bonuldi Vincenzo, Pighelli, Cakpi Orazio, Elron, Forc&tii-rì,
BufToli, Hocchelli, Rubbini Carlo, Vitali Francesco, Bij^oti, Scusi, Urouzct,
Solerà Francesco, Frattini, Chiesi Giuseppe, Batalhier Nicola, Levìé Lni|;i.
Colellit, Carandifli, Ferrari Sigismondo, Murari, Araldi Antonio, Le Roi
Luigi, Morano, Miotto, Cavedoni , Ferri Alessandro, Lelissifr , Erba. Mau-
ri, Lampnrelli, Cuomo Domenico, Garjet , Churpanticr Stefano, Vecchi,
Rosa, Camurri Giovanni, Rossi, Vendeintali, Giorgie, Negri Sebastiano, Bo-
nalume, Rossìgnoli, Boncsi, Fontana, Zaccaria, Franzini Pietro Antonio,
Marti, Rocca, Delachnise, Garelli Giacomo, Viaud Giovanni, Alberganti Gia-
como, Bernardini Vitale, Monlin, Crassi Gaetano, Cicca Giovanni, Gelmi
Lorenzo, Andreani Paolo, Bon, Sargent. Nuschi Giuseppe , Pescina France-
sco, Grifini Carlo, Vinciguerra Giovanni, Parca Bernardo, Jouy Filippo,
Combali Francesco, Testi Ferdinando, Bulgarellì Giuseppe, Tliiebaud Alfonso,
Carbonori Luigi, Cavalli, Reina, Bachler, Fedrazzoni , Baldani , Moda, Ve-
lata, Monara, Donadeo Francesco, Gcnnillc, Trezini, Piccolino, Serra, Cervi,
Bazzi, Freddi, Mottone, Vimercaii, Riva, Farge, Gcllich, Pontiggia, Solla,
Tino, Saldato, Eudcl, MoreHi, Vercelli, Dessi, Valli, Canepari, Portbet,
Tontini, Mangili!, Petrovich, Serra, Cervi Filippo, Cavalli Gaetano, Catta-
neo Luigi, Concumpergher Giuseppe, Fracca Luigi, Grossi Giovanni , Monti
Antonio, Mantegazza Antonio, Cavallotti, Novarese, Groppi, Lcnoble, Mante-
gazza, Mestralelli) Grillini, Ceslart, Caltalinich, Fiori, Lanzani, Ranibosio ,
MagcUi, Maggi , Fabris, BoiligcUa, Toveschi, Terelfi, Ferrante , Vìgorelli,
— 403 —
Rognoni Nicola, Campagnola^ Capetti, Mattiazzi, Vcrgnasco, Paravicini, Nozza
Giuseppe, Montallegri, Manzìeri, Benossi, Boni, Canipioli, Lucini Luigi, Scar-
daoni, Morelli, Piccinini Luigi, Richiadei Pietro, Zunelato , Casali , Zanetti
Francesco, Zaccaria Domenico, Guagliumi, Romei, Taddei, Besenzi, Origo,
Bagnalastru, Blugiasca Venanzio» Airoldi , Bclozzi, Poirré, Ballota» To-
sato, Monzani, Oldofredi, Stampa, Pistocchi , Conticri» Marini, Lirelli,
Provasi Guido» Azanelli, Cicogna Marco, Ferrari, Reggiani» Giordano» Mat-
tia, Marotti, Palladoro, Mattei, Bassignani, Molinari, Biisidrio Antonio, Lo-
renzini Giovanni, Larsali Domenico, Duval Luigi» Bastellica Pietro, Viltoni,
Ridolfi, Baracchini» Degl'Azzi Casimiro» Berchet» Venchiaruti, Brioschi, Baratta
Lodovico, Mongardi Natale, Calvi, Mattei Lorenzo, Ferrara Antonio» Bompani»
Gilli Gaetano, Serapica, Colti Michele, Greraonville, Leardi» Berleux, Garron
Pietro.
Tenenti: Albinoni Luigi, Volpini Giovanni Battista» Mironneau Pietro,
Moda, Zacchia, Frontelli, Carrara, Brioschi Mauro, Amici, Valle, Malaspina,
Godei, Leitemberg, Dureau Luigi» Trentini Francesco , Recalcati Giuseppe»
Covicchi» Vallaperta» Lana Vincenzo, Clos, RidolO Santo, Carozzi, Toriceni,
Malatcsta, Sensi, Alberti» Lutti» Luigetti, Oslo» DalP Uomo Emidio, Sartori,
Pietra-Grua, Granata» Vespa, Fillion» Polel Dionigio, Germani Francesco,
Casali Luigi, Storari Giuseppe, Caponi Giovanni, Comola Francesco, Gotti
Antonio, Coatti Rinaldo» Roveri, Zerbini» Bonacati, Cavalli» Varisco» Scar-
selli, Dell'Ai, Minio, Belli, Pinzo, Leonelli» Lazzari, Pezzotta , Ribes, Tor-
naghi» Venini Giacomo, De-Porzia» Mescoli, Prandinì, Ottani, Zempini, Ven*
turini» Ferrari, Grisetti, Fiorentino» Sabatini, Sossai» Rebisoni, Bonora, Ca-
valli» Botlarini, Grotta, Pagnoni» Guadagnini, De-Andrea, Geoli, Cairo, Lu-
cini, Franchini, De-Cristoforis Tomaso, Stanzani, Polletli» Cavagoni, Menaz-
zini. Bevilacqua, Parisot» Pironi» Marini, Belloni, Bertolelli, Borsarelli» Mo»
nari, Donadeo, Bergamini, Galeazzi, Rizzardi, Franzoni, Zanoncini» Danlzer»
Prussia, Levraga, Dudreuil, Gennari Giovanni» Piovani Giuseppe, Marchi-
gnoli Vincenzo, Venturini, Salvarani, Ramponi» Grassi, Siro, Preatoni Gae-
tano, De-Marchi, Gìovanelli, Marcello, Dei-Giudice, Rocchi, Carini^ Bordo-
gni» Galimberti, Sormani, Lerici» Ronzo, Previdi, Ziani» Cavallari, Ventura,
Saccanì, Brasil, Menant» Craveri, Scolari» Piccinini Giuseppe, Bourjolly, Sar-
tori Giuseppe , Viglezzi Cesare, Cristofori, Sarti, Sellini, Destri, Torni,
Sainte-Rose, Tacher de la Pagerie, Bratti, Jok, Gandelli» Ferrari, Salani
Antonio, Rfarchioni , Colli, Francioli, Rizzoli» Ferrari Giuseppe, Ferrari
Giovanni Battista, Pintard, Maire, Graziani» Malagoli Giacomo, Ceccarini,
Novaresi , Bertelli » Sacchini Giuseppe , Saviotti , Pedrìnelli , San Fermo
Andrea, Monzano, Drìsaldi, Zunza, Finetli, Berteux, Reboulin, Micheli,
Ricchi» Bigotti, Pessina, Kugele, Marlin , Guidetti» Foglia » Bazzi, Maggi,
Mombelli Siro , Bonacina , Prina , Simonetti » Sartorio , Gaspari Paolo ,
Morandi, Bertarelli, Fontana Zaccaria, JofToli Ferdinando Andrea, Valle Se-
reno, Bastasini, Genliluzzi» Pozzolo, Dall* Agata» Monfrini, Temasi, Prina ,
r.
— 404 —
Lucini , Cremotiìni, Mungcili, Lntigier, Mcngaldo, Bajo, Mnrtani , Pisnni
Giovanni Battista , Tromboni , Pulndiiii , Rt'iii^i'Iii , Speroni , Brambilla ,
Cari, Chiesi. Pagani, Lavos(5e, Signorili, Pascucci, Borgazzi Gaetano,
Buccio Alberto, I.cgnani Carlo, Circlli Camillo, Lancellotli Vincenzo , Bembo
Giovanni, Finardi, Gcllich, Targa, Zenuni, Lavi, Ponsoni, Antuldi, Cercliì,
Curcano, Castoni, Meschini, Introvrni, Ballanti, Zuccbi Pietro, Fon^lie-
ri, A Trigoni , Lonali Anlonio , Parlali, Civali, FraccUia , Chiaro Luigi,
Sampieri, Paganelli, Macdonald Stefano, Vacis, Cinotti, Magctti, Maroccfai,
Provasi Guido, Baila Pietro, Pussinierì, Carnevali Antonio, Guiezardi, Giorgi,
Emilio, Pnvun, Villctli, Baculìeri, Gaietti, Sandrini, Magnani, Lataada, Bn-
gnoni, Leali, Vigorelli, Frassini, Maestri, Pasquali, Porta, Lorcnzonì Fran-
cesco, Peloni Giovanni Battista, Polctii Gcminìano, Milani Giovanni, Campi-
lanzi Emilio, Lc-Rol Domenica, Miotti Filippo, Delia-Noce Luigi, Pezzoh
Carlo, Campi Giuseppe, Roggia Giovanni Ballista, Malagoli Gaetano, Beccaria
Carlo, Uevìlocqua Antonio, Ricciardelli, FranKÌnclli, Puglioli , Crassi, Veo-
turclli, Tamburini, Zanetti, Galli Giovanni, Foico Bartolomeo, Borsani Pi-
squalo, Beriaccbi Nicolò, Cornalbii Giovanni, Band Giulio, Sala Antonio, An>
saloni Giovanui , Vencliiarulli Domenico , Salvatici Pietro, Muino Sforza.
Monltischi, Agricola Antonio, Escund, Bassani, Berciti Vincenzo, Timi Luigi,
Bargilì Vincenzo , Roberti Giuseppe , Spagnoli Giovanni Baltlsln , Gerani!
Andrea, Ricardi Paolo, Tomini Leonardo, Rallarini Domenico. Forti Gabrie-
le, Porta Filippo, Alti Camillo, Manganoni Cotlo, Boccolari Giovanni, Para-
vicini, Bonvcccblato, Guerrin, Stragessi Pietro, Botturi Paolo, Rossi Sperin-
dìo, Bruschini Francesco, Lodi Carlo, Agostini Antonio, Dclloro Andrea.
Soldan, Chiandì , Malocchi Giuseppe, Ferrarlo Clemente, Spinelli Cesare,
Devccclii Carlo. Lilicrnti CrUtoforo, Roggia Pietro, Gozzotli , Miinri Ales-
sandro , Bassolini , Vigo Gaclano , Della Morte , Fredazzoni , Zambeilì ,
Pnrmegiani, Garonl, Lanzani, Capetti Tgo , Vcrdesini , Silvestri, Brocca,
Grianla, Pollini, Descowich Giuseppe, Irico Vcnceslao, Pansieri Anlonio,
Brunetti Francesco, Porro Giacomo, Zanoli Santo, Finocchi, Bagnalaslra,
Bclluzzì, llofrman, Masirowìcb Nicola, Valor, Morcal , Bonalelll, Lanzani,
Barinelti Luigi, Arno Francesco, Ravaioli Giacomo, Terzi Pietro Luigi,
Loria Teodosio, Triiicr, San Gcrolnmi Giuseppe, Fiori Giacinto, Castel-
dardo Andrea, Cassio Michelangelo, Beretlini Sebastiano, Busicchio An-
tonio, Edi, BorL-lli Orazio, Garaberay, William Bourgalty, Viceré Costan-
tino, Lundrinni Ferdinando, Gnoli Giovanni Baltlsia , Fagendinì Benedetto .
Piumati Brambilla Stefano, Gatti Giovanni, Lindrì Carlo, Florio Vint^nzo,
Ferrari Ambrogio, Damani Uomenico, Brambilla Ezechiele, Cnbrini France-
sco, Coinbali Bernardo, Sommuriva Giacomo, Carisio, Coiman, Soncicli An-
tonio, Leonardi Gluscjipe, Cotloniboni Marco, Derìscl ScraGno, Gagliardi ,
Bontempì, Spargluri Giovanni Battista, Journci-, Menazzi, Ballclla, Besozzi,
Dotti, Canloni, Sironi, Minghini, Tolomosì, Cucchi, Chiarini, Murliani, Maz-
Eolcni, Marchclli, Pozzi, Belvedere, Alti, Tacconi, Borri , Bruni , Pasinclli,
— 405 —
De-Martines, Degatti, Becchelii, Corona , Stoppani , Gilli , De Francesciii ,
Grillo, Tassoni, Simeoni, Lcrosìé, Scarlatta , Angelini , Zugliani, Cicogna
Marco, Yielli» Bizzozero Giovanni Battista, Spini, Ghinelli, Farufini, Asnago,
Anibrosini,Bagnardi^Vacani,Poli, Camoletti, Giropoldi, Tudini^ Nicolctli, Ca-
ravaggi Gaetano, Vandoni, Torre, Osen ga,Bianciii, De-Ségur, Maffioli, Corra-
dini, Pichioni, Michelick, Balxi, Pasini, Venturi Giuseppe, Gagliardi Giovanni,
Censurini Vincenzo, Odovard Enrico, BonGglioli, Trezzi Giuseppe, Visconti
Giuseppe, Mascheroni Battista, Mincio Marco, Miavi Antonio, Belloni, Puerari,
Brandom, Francioli, Maffi, Beningher, Molin, Piccioli, Tavoni, Antonmarchi,
Eckii, Brocchi, Grumaldi Pietro, Tosati Pietro, Casoni, De-Ricci Giuseppe,
Piroyano, Giappiconi, Boni, Vismara Carlo, Musner, Casartelli, Cola, Giraud,
Binaghi, Sacchi, Deltorsa Carlo, Guinardi, Beghini, Fiore Vincenzo , Ponta
Ferdinando, Ghamar Domenico, Mosti Nicola, Laugier Andrea, Parodi, Licini
Carlo, Ricchini, Pasquali, Ferrandi, Sansoni, Valtellina, Villa Giovanni Bat-
tista, Boni, Campioli, Gallini, De-Martincz, Riva, Boretti, Mazotti, Tamber-
lìck, Leoni, Clair, Veglio, Ferrari Luigi, Nonetti, Muzzarelli, Rinaldi , Ter*
renghi, Besenzi.
Sottotenenti : Malatesta, Guini, Premoli, Spagnoli, Borar, Rogorini, Tosi,
Donati, Alberti, Rusconi, Puerari, Cristoforì, Miari, Vendramini, Belli Pie-
tro, Pellegrini Francesco, Zaccarì , Contcr, Cestari , Roth Tomaso , Mazza
Giovanni, Portelli Giuseppe, Polini Agostino, Sacchi Antonio, Salverani Gae-
tano, Grianta Felice, Zambonelli Giuseppe, Olivieri Stefano , Maestri Giu-
seppe, De-Simoni Francesco, Deltorao Antonio , Bovio Luigi , Bettoli Fran-
cesco, Albonieo Giacomo, Zuanni Domenico, Ricchini Stefano, Silvestri Gia-
«into, Giovanetti Giuseppe, Reale Federico, Cherubini Giacinto, Gatti Gae-
tano, Tibaldi Flavio, Villa Luigi, Silletti Giovanni , Spini Giovanni Battista,
Rriosehi Carlo, Lacroìx, Gallarini, Radichi, Borghi, Cavichini, Lagnon Oronte,
Bonatelli, Marabelli, Lanzani, Delverto, Sessai, Pratesi, Gaveri, Farinella,
Escande, Benvenuti, Frubni, Beau, Scarselli, Curti, Tromboni, Pini, Debry,
Merlini Rafaello, Bompani Angelo , Galli Cesare , Viglezzi Cesare , Scudier
Bernardo, Bonsignori Agostino, Stanzani Prospero, Prussia Antonio , Ca-
voiani Antonio, Sironi Desiderio, Hernandes Giovanni, Mazzucchclli Luigi,
Bciloni Gaudenzio, Castiglioni Carlo, Monti Luigi , Angelini Carlo , Festa
Pietro, Luciani Francesco, Costa Baldassare, Lenti Pietro, Rebisoni Fran-
cesco, Dasso Giovanni Battista, Signorini Ignazio, Bossi Remigio, Colom-
bani Giovanni Battista, Bambini Santo, Argine Angelo, Sarchi Pietro,
Mnsini Giovanni, Ruinetti Camillo, Zorzi Giovanni, Ferrari Giovanni, Ber-
toli Dionigio , Juliani Nicolò, Orgiazzi Gaspare , Soncini Francesco , Boc-
calari Pietro, Conti Giuseppe, Lissoni Giovanni Battista, Bolognini Gae-
tano, Malaspina Francesco, Verdi Giacx)mo, Barbou Agostino, Marglieritis
Giuseppe, Guarnieri Giovanni Battista, LeRousich Francesco, Jallovich Do-
menico, Ferri Cristoforo, Viesenegg Pietro, Salina Natale, Leonardi Giovan-
ni, Tampini Antonio, Ortcotti Antonio, Lucini Luigi, Bossi Giovanni Battista,
T. IL 5a
l
— 400 —
Gaiiicllì Slcruno, Deiiniireu Giuseppe, Spidi Gìu»n|ipn, Uni^nolì ^^ttTiino, Crot
l'erilitianda, Durgi Doracuico, liiccluiii Giovanni BiitlistH, Mundula Giuseppe,
ChiavcroUi Pieli-o, PetfoHiii, Bcvilacqiiu, Tasca, ScalamotUi, Paggi. Mu-
sciala, Buzzoni, Turlarinì, liaronìo, Baiami, Zomonli Pietro, Acerbi Fran-
cpsuo, Zanolfio, Sai (orlo, Cogrossi, Chlriaglia Luigi, Bossi Goelano , Deilìni
Giusciipe, Pni'oni FaiUlino, Botta-Bassont Francesco, nanzclU Giuseppe, Itu-
bini Giovunni, Martinelli Domenico , Concoenolli Luigi , Venlurinì Angelo ,
Sorgini Pielro, Lozary Fabrizio, Botti Ugo, Coilcliò Guglielmo, Destro Luì^i,
Galimberti Giuseppe, Valsccclii Giovanni Battista, Sormani Giovanni, Lanzi
Giuseppe, Maffei Enrico, Perseguiti Prospero, Kalten-Kaiisser Giuseppe, Gire
Casimiro, Bonlempelli Paolo, Delia-Vita Gaetano, Bongilio Luigi, Bussi Fc-
lice, Buggia Giuseppe, Spelzani Lorenzo, Guuilagnini Giorgio , Manducchi
Giovanni, Dc-Vecclii Paolo, Broglio Giuseppe , Costa Nicola, Charpanlier
Pietro, Havclini Pietro, Ferrari Quirino, Venturini Gioacbìmo, Pedrini Mi-
cbele. Merenda Antonio, Capra Giovanni, Fucini Francesco, Vigili Rodolb,
Grisetti Domenico, Bolognini Gian Giacomo, Marchi Antonio, Jouy GioTanni,
Rosselli Adolfo, Bonarelii Federico, Arrigoni Ferdinando, Massaglia Giovanni,
Malgrani Camillo, Zola Francosco, Merlotti Abramo, Berteli Marco, (ìondullì
Giuseppe, Binagbi Giuseppe, Lungo Giuseppe, Maroni Mckliiorre , Salvini
Giacomo, Mosca Giuseppe, Pcdroni Giovanni fialiisla, Andcrlonì Etja, An-
(Ireasi Luigi, Saibanti Giovanni, Sensi Filippo, Crespi Francesco, Fiorentini
Luigi, Bcmida Cipriano, Martinelli Giovanni, Verzini Domenico, Melloni Ni-
cola, Pola Giovanni, Ceriani Antonio , Bossi Carlo , Magnucuvallo Albf fio ,
Sloppani Giovanni, Orsoni Francesco, Rolla Enrico, BuKft Harcvllìno, Gui-
bal Giacomo, Marcseotti Domenico, Lancellottì Leopoldo, Casorelti, Merenda
Carlo, Giardini \MÌf.i, Zabbaroiii Antonio, Bhilleoni, Pappini Vincenzo. Ferri
Alessandro, Cortcllini Francesco, Pruigoni Carlo, Viviani Antonio, Calzolaio
Giuseppe, Lerici Giovanni, Zagbcn Giacomo, Cruccìani Domenico, Vitali
Carlo, Pinzo Giovanni, Biccordi Francesco, .Bedoili Angelo, Salamoili Giu-
seppe, Clinrrois Luigi, Bonafede Marco, Durio Cesare, Hennnt Pietro, Brii-
iiazi Giovanni, Pezzotta Luigi, Brasil Giuseppe, Ziaiù Gaetano, Previdi Luigi,
Zaccaria Emanuele, Cimadcro Angelo, Laccbani Giuseppe, Grassi Siro, Cbin-
scra Giacomo, Buina Giuseppe, Fcrrarin Antonio, Cavaglicri Basilio , Lanza
Giovanni, Bcuingbcr Giovanni, Scmolin Francesco, Asineli Carlo, Fonlini
SlernuD, Calcgaris Giovanni Battista, Squassi Carlo, Tornaghi Ferdinando,
Fausiiiii Giacomo, Grimaldi Pietro, Maret Giovanni, Talcina Pielro, Ta-
gliani Giacomo, Liberati Antonio, BulTani Giovanni, Bruni Luigi , Bernardi
Giovanni, Bosali Pielro, Casali Giuseppe, Paravicini Pielro, Caselli Antonio,
Porro Francesco, Zuccardi Quirino, Ralla Luigi, Berlini Pietro, Vacilli Gio-
vanni Ballista, Domenìcliini Francesco, Cambini, Caproni, Rabbonì, Fariui,
Sabatini, Giordani, Gulerini, Tìgnani, Dcangeli, Bava, CuccticUi Raraoilo ,
Franzini Luigi, Pìerazzoli Domenico, Poli Francesco, MarcotiìJAmadeo, Ta-
vasi Lorenzo, Bondiinay Felice, Galli Lorenzo, Lorcnzini Angelo , Bolzoni
— 407 —
Carlo, Bua Giorgio, Pizzamano Nicola, Gambillo Francesco, Pasqualigo Luigi,
Duodo Luigi, Favercti Luigi, Lodena Giacomo, Licudi Giorgio, Dadoer Ma-
rino, Mattiuzzi Giacomo, Massuti Giuseppe, Gatti Francesco, Cassini Alessan-
dro, Parma Faustino, Galauresi Giuseppe , Ordini Francesco , Four-Scron
Giovanni, Piccinini Francesco, Zanella Tomaso, Girardi Antonio, Donatoni,
Contucci Timoteo, Chinetti, Bognini , Bortolini , Boeri Augusto, Madalena
Pietro, Basilio Giovanni, Beltrami Giuseppe Antonio, Piatii Carlo, Bombich
Francesco, Sanguini Faustino, Genari Leonardo^ Bracich Antonio^ Valla Luca,
Mantelli Ippolito, Bastide Nicola^ Clerici Pietro^ Paramati Giovanni, Borto-
loni Bartolomeo, Rossi Antonio, Castelli Valentino, Perego Giuseppe, Ven-
tura Antonio^ Tondi Damiano^ Domeniziani (detto Gottaroll) Giacinto, Nani
Domenico, Virgili Pacifico, Seneca Gerolamo, Radecca Giacomo, Ramiach
Gregorio, Menegazzi Giovanni Antonio, Brigati Luigi, Polyente d'Heureux,
Bosslni Matteo, Zanardi Giacomo, Venini Giovanni Battista, Ruscheili , Ca-
nobbio Francesco, Penazzi Giovanni, Raduich Antonio, Gelmi Domenico, Va-
risco Giuseppe, Pontiggia, Cimbardi, Gerlis, Balossi, Cairo, Tagliani, Rovi-
gnati, Merighi, Piccinelli, Guagnini, Brighenti, Benvenuti, Raimondi , Lom-
bardi, Bertuccini, Mariani, Riva, Torchiani, Galino, Metelli Angelo, Menclozzi
Paolo, Cassani Giuseppe, San Giorgio Domenico, Tonolo, Borghi, Neri, Vc-
moni, Vaibré Giuseppe, Francia Carlo, Julhien, Bonflco, Montellini, Inver-
nizzi, Claura, Minarelli, Ginnasi, Benetti, Jouy, De-Antoni, Battìnich , Lo-
gotetti Pietro, Soardo Angelo, Canali Giovanni, Ferrari Giuseppe, Lucasetti,
Fogaccia, Zanoni, Moretti, Palmieri, Martini Angelo, Avoni Giovanni, Rizzi
Paolo, Toussaint, Lanfranchi, Bertolotti Giovanni Battista, Spagnoli Agostino,
BerluechI Giuseppe, Moretti Luigi, Berthold Teodoro, Berri Giovanni, Cot-
tini Quintiliano, Villa Luigi, Moroni, Broggi, Barbarigo Gaspare , 8. Rose
Tacher de la Pagerie, Raggi Francesco, De-Leytemburg Federico, Cardini
Spiridione, Maillard Daniele, Zauli Marco, Moroni Giovanni Battista, Zan-
noni Luigi, Fivizani Ignazio, Todeschini Paolo, Maffl Antonio, Tasana, Scot-
toni. Maggi, Alessandri Giovanni Battista, Zanetti Stefano, Ghidini Santo,
Romano Giovanni Battista , Figoni Giovanni , Capelli Antonio , Albalustro
Giuseppe, Bourgery Lodovico, Rossi Ferdinando, Bellentani Giuseppe, Bram-
billa Francesco, Frediani Stefano, Malocchi Lorenzo, Azzahni Antonio, Bram-
billa Giacomo, Praigoni Gaetano, Laudi Gkiseppe, Piazzoni Gaspare, Gattia
Domenico, Aporti Alberto, Canestrari Lorenzo, Pclegrini Giuseppe , Guerci
Giovanni Battista, Della Porta Benedetto, Papà Leone, Rivolta Eugenio, Ba-
gliacca Agostino, Somini Raimondo, Cornaro Francesco, Laudi Pietro, Lupi
Bondalmierc, Ficarelli Federico, Gherardini Giovanni, Rovelli Carlo, Bira-
ghi Carlo, Guidi Alessandro, Sighicelli Cesare, Torciti Francesco, Mascheroni
Lorenzo, Monticelli Gcrvaso, Zannini Giovanni, Becoulle Augusto , Castelli ,
Pini, Nicolini, Lanzoni, Pinaroli, Cordarlly, Piani , Gottardi, Dc-Giugli, Al-
bertini, Fontana, Carnevali, Scardovi, Caslellazzi, Amici, Ampollini, Boera,
Belgeri, Lena, Piolauti, Della Porla, Celini, Bareggia, Bellini,4\iagalli, Mi-
— 408 —
serali. Adami, No?ara, Ruscelli, Calvi, SoifTor, Crespi, Velicii , Broglia,
Manfrini, Baldi, MszzucolcUi, Pirlo, Franchini, Della Pazza, Leoni, Preteai
Antonio, Cogo, Chiari, Comucci, Moretti, Biaggioli, Torres, Rossi Antonio,
Rocchi Domenico, Fraoceschetli Antonio, Este, Menghini Francesco, Morini,
Nicolicz, Graziani, Ilonelli, Salvigni, Villa, Slochelli, Grotto, Fstli, Ram-
perti, Berger Enrico, Poinslri Nicola, Scrrachìolì Gaetano, Idrenoble Fran-
cesco, Vandelli Benedetto, Cancerìs Stefano, Toreaud Stefano, Tonaoi Ste-
fano, Garzta Francesco, Radelli Giuseppe, Cagnacci Luigi, Brusa Cassiana,
Camissecra Michele, Friggieri Giuseppe, Ponzini Ercolano, Horiggi Gerolamo,
Scarella Giacomo, Fontana Francesco, Ohedini Giovanni, Maffezonì Giuseppe,
Prcdieri Lon-nzo, Galvagni Matteo, Astori Giuseppe, Arduìni Giovanni, Bot-
tesini Giuseppe, Nolari Francesco, Rinaldi Anselmo, Ugololti Pietro, Da-
miani Gaetano, Bagniini Antonio, Vìglezzi Gaetano, Magnanini Emilio, Bian-
chini Federico, Anderlini Marco, Bodoni, Catzavara, Rosa, Martinelli, Cal-
zolari, Thiery Giovanni Giacomo, Berloktti, Guicciardi Gerolamo, Arnaboldi
Cristoforo, Nocetli, Martelli Giuseppe, Budini Innocente, Palavicinì Luigi,
Foscari Filippo, Ferrari Filippo, Gherini Carlo Ambrogio, Fattori Domenico,
Zaglio, Thiebeaut Giuseppe, Montanari Andrea , La-Riviere, Canali, Gaio,
Trabucco, Riva, Dellola Pietro, AJbnzio Federico , Benedetti Michele , Ca-
slrodardo Luigi, Coralba Pietro. Cavagnarì Federico, Boldrini Vincenzo, Ci<
cognara Francesco, Zoppiui Giuseppe, Visconti Alberto, Sala Lodovico, Pe-
regalli Gerolamo, Bldasio Antonio, Cavalieri Giovanni, Morana Giacoma,
Zorzi Francesco, Del-Maino, Sforza Luigi, Bozzi Ferdinando, Mezzabarha
Alberto, Anelli Alberto, Vigano Guido, Allodi Francesco, Ragazzi Gaetano,
Longhena Luigi, Fontana Antonio, Zuccoli Giuseppe, Gilard Giovanni Balli-
sta, Benedetti Pietro.
NOTE.
Not. 1. — Pag. 4.
A San Leo fu detenuto il famigerato Giuseppe Bakamo, detto Ga]io6ti*o, e
vi morì nell'agosto 1790.
Noi. 2. — Pag. 4.
Questo fu il primo documento ufficiale che testificò della bravura delle
nuove legioni lombarda e cispadana. Fondavasi sulle relazioni inoltrate al
dii^ttorio esecutivo dal generale supremo in Italia, Bonaparte. Non andò
guari (giugno) che questi affidò ad una legione cispadana l'incarico di im-
possessarsi dell'isola di G>rfìi, e ciò prova di certo il conto in cui il gran
capitano teneva i nuovi soldati italiani.
Il N. d4 del giornale, il Termometro Politico della Lombardia , riportò
il iS settembre 1707, come relazione di un testimonio oculare in data di
Udine Ì0 settembre quanto segue : « Abbiamo qui seimila Cisalpini, che si
e esercitano nelle evoluzioni militari. Era un bel vedere nei giorni addietro
e gli spettatori rimanere estatici alla loro vista, ec. » Quantunque questo
articolo non abbia apparentemente un carattei*e ufficiale, e che pei-ciò non
si possa comprovare essere sortito dal gabinetto del generale Bonapaite, pure
per chi conosce che egli fin d'allora si prevaleva di certi giornali , e fi*a gli
altri del succitato, per diffondere le notizie, e le idee che servivano alle sue
p
A
*
— 419 —
I Bi-csciani si accinsero di poi ad una spedizione sopi-a Salò, flii-etta da
Faiitum Giuseppe, seguito da circa 1000 uomini e <|uattro cannoni, all'og-
getto di soffocare r insurreiione controrivoluzionaria di quegli abitanti, se-
condati dai vicini montanari della Val Sabbia. Fantuui, giunto ohe fii a
Gavardo , prescelse invano i mezzi dtlla persuasione. Impadronitosi a \Ì¥a
fona della posizione dì Tormini, il 51 marzo giunse alle porle di Salò.
Arrigo venne a chiedere una sospensione d'armi. Si inviò Cavallini con
un ti'ombetticre a pailamentare, ma fu ricevuto con una scarica di funliite,
che ferii-ono il trombettiere e gli uccisero i! cavallo. Successivamente gli abi-
tanti deputarono parlamenlarì a Fantuzzi l'abate Bondi (Clemente poeta)
ed Arrigo ( fralello del soprannominato), quali npoitarouo gli «ilicoli della
resa, in forza della quale Gambara Francesco entrò nel paese, ma tutt'ad un
tratto la truppa, che in buona fede si ei-a abbandonata al riposo nel sob-
borgo, venne circondata da una massa sterminata di paesani, guidata dal
prete Filippi e da Arrigo (il primo citato, e t^i poco dopo rimase uc-
ciso), i quali, piombati improvvisamente loro addosso, ne tructdai-ono al-
cuni, presero i cannoni, e dispersero tutta la colonna, In quest'incontro
caddero prigionieri 291 Bresciani e Bergamaschi, e 987 Polacchi, e fra i
primi vi erano Fantuzzi ferito , Gambara , Lechì Bernardo , Mauucdtetli
Giovanni, Beltramelli, Arici, Caprioli , Ì quali
Cattaneo e Sant'Andina riuscirono a salvarsi.
11 senato veneto istruito di questi
non che soldatesche a Salò per appoggiare
e fu acclamato Fioravanti qual general
» inviati a Veneiio.
iimenti, invio emissan e comme
il movimento popolare nelle vai
idantc. Questi si diresse
Santa Eufemia, a due miglia da Bi-escia. I Bresciani misero la loro città in
istato di difesa. Il 4 aprile resistettero ad un fuoco vivissimo d'ailiglieria, e
i-espinsero il nemico. Il H i Bresciani fanno una vigorosa soitila , uccidono
iO paesani , e molti ne conducono con loro prigionieri nella città ; il fl
con una colonna d'infanteria francese sortono nuovamente,e battono i too-
trari a Rezzato, e quantunque Fioravanti fosse gagliardamente raffoi'sato da
nuove milizie inviategli dal brigadiere Mall'ei, che era postato sul Mincio,
lo inseguirono iin verso Lonato, disperdendo i suoi paesani.
Al primo annunzio della srx^nlitta patita dai Bresciani e Bergamascbì a
Salò, il generale La-Hoz, l'aiutante generale Teulìc, e Balabio , oomandaiite
la compagnia dei cacciatori a cavalla lombardi (montati a proprie spese),
riuniti dei soldati lombardi, fmncesi, polacchi e guardie nazionali, arrìva-
no a fii'escia dopo dì aver concorso a disperdere i rivoltosi delle valiale
bergamasche, ed un assembramento dei paesani □ (Chiari.
Il y I,a-lloz va a Bninina, ed i Bi'cscinni con Londrieus si recano a Cur-
sina.nvo raccolgono i resti della colonna disfatta a S<i)ò, e tutti riuDiii (9000
uomiui cii-ca), marciano contro Sarezzo, che prendono dopo lungo canno-
neggiamento, uccidendo e ferendo pili centinaia di nemici, e prendendo loro
iOO prigionicn, dei quali 70 di cavallerìa, tre cannoni con molle inuuÌMonL
Monti, utiìztale veneto d'artiglieria, vi fu fl-rìlo.
Li 11 aprile i Bresciani roi loro ausiliarì andando Terio Nave per portaru
•^#^
— 415 —
di ]a a Salò, trovano i contrari in posizione, i quali alla piima intimazione
fingendo di deporre le ormi, £inno invece un fuoco terribile. Allora il ri-
sentimento non ha più freno, si fa strage immensa dei traditori, ai dà il
lacco ed il fuoco al paese. Sopraggiunta la notte, i Bresciani coi loro ausi-
liari si rìlii'ano, non essendo <{uella strada opportuna per condurre 1' arti'
glieria verso Salù. All'indomani il, La-Ho« e Landrieuii, riunite le forie
composte di legionari lombardi, di Polacchi, di un drappello di cavalleria
francese , di circa 1000 volontari lombardi ed altrì bresciani, si dirigono
verso Salii. Il IB la flotlìglia francese comandata da Colombo, batte questo
borgo dal Iago. Ln-Hoz vi penetra dalla palle di terra, ma lo trova deserto
d'abitanti. 11 rappresentante veneto Cicogna si era ritirato ad Idro.
11 generale Kilmaine riunì nelle vicinanze di Crema un diuppello di ca-
valleria francese, il quale il 97 marzo si presentò alle porle della città, ed
aliati ì ponti gli viene negato l' ingresso, ma suH'assicuiaiione data che n
farebbe ohe transitare per rendersi a Soncino , venne poi inliodolla. Al-
l'indomani un'altra mano di FrAncesi condotti da Battenach, chiese pure
l' ingresso in città ; e venendogli negalo, scalfì le mura, indi occupò le ca-
serme, prendendo prigionieri i soldati veneti del presidio.
Intanlo gìunsei'Ei'VIa Bergamo, Asporti, Localelli, Luigi Annibale eToniini
Francese, ai quali si riunirono il loro compatriota Longaretti , arrivato
poco prima coi Francesi, e Lhermite. Essi, assieme ad alcuni pochi Creraa-
sclii, fra i quali Gambazzocca Foiiunato, eletto capo del municipio, indus-
sero il rapprese ntan (e veneto Contarini a partire per Cremona, e cambia-
Nel mentre che I^-Hoz occupava Salò (t» aprile), i pochi Francesi che
guarnivano Desenxano, venivano attaccati dai Veneti, i quali furono vigorosa-
mente respinti colla jierdita di 30 uomini prigionieri, e HO fra morti e feriti.
Dopo queste fazioni , La-Hoz e Landrieux si avviarono verso Verona
coi corpi assoldati da loro comandali, ed i volontari bresMani e lombardi
ritornarono alle loro case, dopo che furono dispersi gl'insorti, e puniti due
dei loro capi colla fucilazione, cioè il curato di Gordone Antonio Ussolì, e
Aniouio Albani ricco proprietario di Gavardo.
Gli avvenimenti di &tlò e le pei-dite dei nuovi repubblicani cagionaroi
grande fermento in Verona.
il generale Balland che vi comandava, aveva circ^ IBOO Francesi. Si rio-
chiuse con essi nel (ostello di San Felice, presidiando anche gh altri di San
Pietro e del Castel Vecchio. Fosse per un oblio inconciliabile con tanta
precauzione, fosse per assoluta impossibilità di operare altrimenti, egli lasciò
&00 cii'ca ammalali negli ospeduL , non che gli an
le donne nella città.
Il senato veneto, sulla notiiiaìche avanzavasi di
un corpo austriaco comandato dal generale Laudoo , credette opportuno
il momento di portare un colpo decisivo a danno dell' csere ilo fra
che aveva già scavalcale le Alpi Giulie. Fece quindi
quanti soldati e paesani armati mai poteva , ed ordinò una sollevazione
T. II. S3
ainisli'alorì militari e
1 Tirolo 1
1
fi
Pi.»
— '.14 —
^cn^rdle (che divisava partare a 30,000 pacsnni nei soli conlorni di Vt-
roiia), nellu lerra feima , e ciò uoit aperta ine nU*, ma colle pi'ccauzioiii di
un «egi'Pto complotto. Riunì □ Verona t suoi generali brigadieri Etcì-ettini ,
MafTci, Bevilacqua , Maniscalclii , Fioravanti e Montanari , e ccelsc il conle
Nogarola , veronese {>er oascita , ma in allora al servizio dfU' eletto l'è dì
Baviei-n qual generale, alìidandogli la direzioDC, appai'en temente coDiultivn.
delle opeiazioni inililari.
Venne a notizia di Biilland in quel mezeo avere i contadini nella mattina
<I7) arrestato alcuni Francesi provenienti da Ca&telnovo, tentato ili farne prì-
gioaiero un ilrtippello reduce da Pctcitiera, insultato e Teiito il capobatl»»
f;lione lombai'dn Pino, che fu costretto, assieme ad altii uEtiziali, u rìfufi-
girsi nel castello San Felice , e finalmente che un eccidio incorni nei a vati
nella città.
Erano le quattro ore del lunedì, 17 apiile, seconda festa di Pasqun, dopa
i vespri, quando Iklbnd , irritato da ciò die vedeva e udiva , fece speraiv
alcuni colpi di cannone. 1 Veronesi, scossi dnl rimbombo, coiniaciaroiio a
gridare vendetta coutro i Francesi , ed a suonare a stormo, la un iultcr
d'occiio l'eccidio si estendeva sopra quanti s'incontrarono i»er le vie,
sopra gì' infermi negli spedali, non che sulle donne e i loro (i^li spir^
uelle case. Le campane a stormo richiamavano a migliaia i paesani dei ron-
torni nella città, nella quale, oltre alla milizia urbana, s'erano introdolti
9000 Schlavani e (000 Veneti. Intanto un corpo dì 8,000 soldati e oouUi-
dini armati, interdiceva fuoii delle mura i soccorsi che da Peschiera e Man-
tova potessero arrivare ai Fi-ancesi.
Il provveditore Emili tentò invano d'impadronirsi dei castelli, le di cui
batterie e mortai appiccarono il fuoco al palazzo pubblico, non che ud altri
edilìzi della citl^.
Seicento Schi.ivuai e S.QOl) couUidini, con due cannoni, sì ptvcipìtarono
sopra la porta di San Zeno, attaccando ISD Francesi che la custodivano , e
costringe vanii a capitolai'e. In quelito mentre il capitano Coldogno con 40
dragoni pigliò la poi'ta del Vescovo, facendovi prigionieri 70 Francesi.
I cittadini insorti s' impossessano della porta di San Giorgio, col suici-
dio dei paesani al di fuori, il combattimento fu lungo, e molto il sangue
sparso prima che il drappello francese che la difendeva posasse le armi.
Se non che alle ore otto i Veronesi avendo innalzato bandiei-a bianca , i
forti pSan Pietro e San Felice sospesero il fuoco, mentre il Castel Vecchio
solo lo continuava. Si venne a pnrlamento col di lui comandante BeaupoiI, il
quale, incontrato dal popolo infuriato, fu assalilo alle scialle, pigliato pei c^ape-
gli, disarmato assieme a Carrer, comandante della piazza, ed ai suoi aiutanti,
ed a. stento salvalo da altri ulFiziali accoiTenti. I magistrati affrettandosi ad
entrare in trattative con esso, gli chiesero di far cessare il fuoco di tutti Ì ca-
stelli, proposta, cui il francese acconsentì, dacché ne lo determinavano le mi-
serande grida di HOO de' suoi, che cadevano vittima del furore popolare.
Gincordatu la sospensione del fuoco (ler parte dei Francesi, e dell' eccidio
per parte dei Verone:ii, si addomandò a Dalland di sancirla, e gli si inviò
— 415 —
Nogarola per trattai*e. ÌVIa volendosi aggiungere alle condizioni proposte an-
che il suraultaneo disarmamento degli abitanti ed il licenziamento dei con-
tadini, non vi assentirono i magistrati e furono ripigliate le ofTese da ambe
le parti. Balland ti*attcnne con lui Nogarola.
L'eccidio del giorno fu di pressoché tutti gli ammalati negli ospedali,
dei soldati isolati , delle donne e fanciulli francesi : in tutto circa 400 ; dei
Veronesi soltanto ^8 perdettero la vita, fi*a i quali il capitano veneto Rubbi.
Durante la notte, il popolo s'abbandonò al saccheggio delle proprietà J pub-
bliche e private, ed il ghetto ebbe molto a soffrire per parte degli Schiavoni.
Il 18, il proveditoi*e Giovanelli ed il podestà Contarini si ritirarono a Vi-
cenza. Laudon, che stava sulle allure di Verona, avendo ricevuta la notizia
officiale dell' armistizio di Leoben, ebbe a rimaner ti'anquillo spettatore di
quanto accadeva, indi i^trocesse nel Tirolo.
L' investimento e gli attacchi contro i castelli continuarono. Furono poi
sospesi, nella speranza che i Francesi assediati si an^ndessero per difètto di
vettovaglie, e che cessando gli assalti desistessero le difese.
Nella notte del 40 al 20 dagli assedianti fu impigliato il fuoco con vigore.
Costanti i Francesi nel riix)staro le loro bombe, appiccarono V incendio in
tre punti della città ; il palazzo pubblico, la gran tori-e, la casa dei mercanti,
e la gran guardia, furono i punti più bersagliati dal fuoco dei castelli. Il
senato veneto inviò, come provveditela sti*aoixlinario a Verona, il senatore
Erizzo, col sargenie generale Statico.
In questo intervallo, Kilmaine liunì intorno a Verona 5000 combattenti.
Il generale Chabran si pose a campo alla Croce Bianca. Il ii richiese di
entrai*e in Verona, e mentre riceveva rìsposte evasive, gli avamposti del-
l'ala destra francese vennero risolutamente assaliti dai Veneziani alle 0 del
mattino. Contemporaneamente Fioravanti operò una sortita da Verona , e
per tal modo Chabran viene preso in mezzo dai nemici. Gli Schiavoni, con
8 pezzi di cannone, incominciarono l'attacco e divennero padroni dell' in-
gresso del villaggio della Croce Bianca, ed ivi si stabilirono. Chabran colla
cavalleria di Landrieux, e La-Hoz coi Lombardi piombarono sopra il corpo
dei Veneziani usciti da Verona, e ve li ricacciarono dentro. Allora un com-
battimento s' impegnò fortemente contilo i Scliiavoni al di fuori della città.
Ma 500 cavalieri francesi avendo carìcata la sinistra del nemico, la separa-
rono dal suo corpo di l>attaglia. Quest'ala venne dispersa. I paesani alla lor
volta affrontarono i Francesi e ne furono respinti. L'aiutante generale De-
veaux, alla testa dei Polacchi, si avventò contro gli Schiavoni, prese loro 5
cannoni^ e li strinse a ritirata entro una casa merlata. Appuntalo un obizzo
contro di essti, ai primi colpi saltò in aria con fracasso spaventevole, dac-
ché le polveri che i Veneziani vi avevano appostate pigliarono fuoco. Cin-
quecento Schiavoni, cavalli, carriaggi^ tutto in somma fu manomesso e di-
sperso. Il terreno era seminato di moiti e feriti : 150 pngioni ed una ban-
diera vennero in mano dei Francesi, i pochi resti si ripararono con disor-
dine nella città. 11 colonnello polacco Librawski rimase feiito. Dai foiii
frattanto si lanciavano sulla città palle infuocate.
— 410 —
Il ìì, dall'alto del oaatdlo di San Felice si tcorgeva la maixùa una coloaiia
di 1200 Lombardi retti da La-lloi, che valicato l'Adigea X^escantinn, ai «a
futlo liiigo in mezzo ai paesani. Quella coloona veniva in soccoi-»o dei OB-
slolli, «M'onando le alture dominanti il folle, e si mise in comunicazione con
BaHand. Per tal guisa Verona era iuveslita lanlo sulla riva destra dell'Adige,
quanto sulla sinistra verso il Tirolo. Questi successi, e la noticia »o[tmggiunl3
d'essersi soltosisrilti tra la Francia e l'Austria i preliminari di pace a I^enben
scoraggiarono i Veronesi, i quali avendo ancora per Vicenza una slra<U
nperla onde ritirarsi a Veneria, preferirono nulladimeno di abbandonarsi alla
gcnernsilà del vincitore trattando una capitolazione. Il 45 aprile Kilniaine
pi'ese possesso di Vei-ona facendovi prigionieri Ì generali e 5000 Veiietiani,
il i-eslo si era sbandato. Sorvienc in questo la divisione Victor, e cost le forte
riunite de' Francesi sommarono a (B,000 combattenti. Ì*er piecauiionc sedici
statici si custodirono nei forti. Venne imposta una tassa di guerra uiicen-
dente a «0,000 ducati. Gli effetti esistenti nel monte di Pietà, quelli al di-
sotto del valore di 80 francbì, furano resi ai depositanti gi-atuitanienle, e git
altj-i di maggior valoi-c fui-ono confiscati. Veonei-o ricliicsti i cavalli ila Uro
e da sella, per servizio dell'esercito, non che molti oggetti di vestiario e bar-
da tu l'è.
Disarmata la popolasione e ritornali i contadini alle loro oa«e, tiitto ricu-
trò nell'ordine. Deplorando questi furari popolai! e ie luttuose conseguenze,
Ì! giusto dì acccnuai'c, che il vincitore si condusse con molta umanità verM
i vinti, e che non pochi abitanti di Verana ebbera la generosità e la for-
tuna di salvare, a risdiio della propria, la vita di un piccolo numero-di
Francesi. Alessandro Callotti e Mogarola , sono fra quelli cui la storia deve
pih partieolar mente questa onoi'evole testimoniamo. Soltanto tre deì prìn-
cipiili abitanti, dei i canti Emili Francesco, Verità Augusto e Malciua Gio-
vanni Battista, furono giudicati da una commissione militale e tiicilali, rome
autori della rivolta e dell'eccidio de'Fiancesi. Furono assolti il brigadieic
Antonio MalVei, Antonio Padovani, Vincenzo Aureggio e Giulio Giona, non
convinti di aver avuta parte alla sti-uge.
Augereau, subenli-dlo a Rilmalne nel comando, fece condurre sulla piazza
gli altri arrestati, e lì rimandò alle loro case. Dopo però vennero arrestati,
giudicali e fucilali un frate eippuccino per avere eccitato 1' eccidio dei
Francesi, ed un oste di Verona, chiamato Della Ross, per aver uccisa una
donna lìnincese che trovavasi incinta, ed il di cui cadavere fu da lui ti*»-
scinuto nell'Adige. Sommessa Verona, Victor passò (iH) a Vicenza, Padova
e Treviso. Il senato veneto attendeva con ansietà l'esito di queste vicende,
e paventava il risentimento del vincitore, in conseguenza delle minacce che
Bona|Kirte gli aveva latte col dispaccio presentatogli da Junot ( 9 aprile).
Intanto, ad istanza dell'ambasciatore francese Lallemeiit , lece rilasciare e
conduii-e al confine ferrarese tutti i prigionieri fatti a Salò, compresi i suoi
sudditi, qualificati come addetti all' esereilo francese dalle patenti dì cui
erano stali muniti da Laudrieui.
Soltoscritti i preliminari di Leoben,llonBparte si recò a Mestre (3 maggio^.
— 417 —
Intimò al senato veneto in via prcliminai-e, di dover fare arrestare gì* in-
quisitori ili Stato Barbarìgo Agostino, Gabrielli Angelo Maria e Corner Ca-
tarÌDO, assieme al comandante del lido , Pizzamano Domenico. Dovevano
pure arrestarsi il procuratore Pesaro Francesco, Erizzo e Morosini, ma que-
sti si salvarono colla fuga. Il senato veneto sperò in vano di scongiurai^ il
pericolo della sua caduta, aderendo alle domande di Bonapaite. Era fin d'al-
lora decisa, se non la caduta della repubblica Veneta, almeno il passaggio
del suo governo a forme democratiche, nonché lo smembramento delle sue
migliori province di terra ferma , e di quesii mutamenti faceva cenno una
relazione di' Bonapaite al direttorio francese (13 maggio 1797). In essa si
legge che il territorio di quella repubblica (ridotto a governo democratico),
poteva essere costituito, da Venezia popolata di 4K0,000 abitanti, Dogado
(100,000), Ti-evisano (200,000), Isole del Levante (200,000), Polesine di Ro-
vigo ed Adria (80,000), Legazioni di Bologna, Ferrara e Romagna (000,000),
e così avere una popolazione totale di 1,630,000 abitanti. L'altra repubblica,
detta Lombarda, doveva compoi*si dei paesi tra il Ticino, il Po e l'Olio, del
Modonese e del golfo della Spezia, della popolazione totale di due milioni
d'abitanti.
U senato veneto riuscì a conchiudere trattato con Bonaparte, ma a mal-
grado di questo, regnava confusione estrema in Venezia^ e indizi precursori
di un. rivolgimento politico si andavano tutto giorno manifestando. Li ti
maggio il senato rassegnò i suoi poteri ad un comitato di trenta senatori, il
quale decretò il ristabilimento della forma democratica sancita nel 1200. Bo-
napaite lasciava libero corso a questi mutamenti. 11 giorno 12 maggio si pale-
sarono moti sediziosi per parte degli Schiavoni,e manifestandosi perìcolo nelle
vite e proprietà, furono sollecitati i Francesi ad occupai^e Venezia, ciò che
seguì il IG maggio. La tranquillità venne tosto ristabilita; si consumò la
trasformazione democratica, cui Bonaparte si astenne dal prendere parte, e
non volle nemmeno entrare in Venezia, previdente com'era della instabi-
lita di quel cambiamento.
L'arsenale fu preda dei Francesi. La flotta veneta componevasi, compresi
i legni elle erano nelle isole di Levante , di 7 vascelli di linea* da 74 can-
noni, di Q da 64, di I da 58, di 6 fregate, di 4 bricks e 37 feluche o gal-
lere, e 168 barche cannonici^, con alcuni legni di traspoilo. Tra i legni da
guerra, quelli mimati poitavano 7B0 cannoni e 8B00 uomini di ciurma. Bo-
napaite diede a questi legni i nomi dei generali francesi morti nelle bat-
taglie vinte in Italia, e dei luoghi delle stesse battaglie , disponendo clic
fosse celebrata una festa al loro bordo, nei rispettivi giorni anniversari. La
flotta veneta si riunì a Gìrfii, ove condusse una divisione di soldatesche co-
mandata dai generali Gentili e Collaud-La-Salcelte, assieme alla terza legione
cisalpina, capitanata da Fontanelli. A Corfìi la flotta suddetta era coman-
data da Bourdé, e si riunì alla francese, testé uscita da Tolone coll'ammira-
glio BiHieys (morto poi alla battaglia d'Aboukir ).
11 trattato di pace di Campo-Formio (17 ottobre), stipulò la cessione al-
l'Austria dei paesi posti sulla sinistra dell'Adige, con un raggio olti*e Verona
— 418 —
e Porto Legnaia, il possesso delle isole del Levatile alla Fi-itnciu, a l'uniatiB
dei paesi sulla diilta tlcU'Adige alln Cisalpina. ' j
Ilo dovuto eiiti-ai^ io discorso sulle vicende che pi-ecesscio la (Riluta drilli
repubblica Veueta, daochè si collegana con operazioni mìlitnri, alle i|ualf
iKu'Icci parano i nustii saldati. Mi asltn^o per nitro dal parlare d'altre *oni-
tnossn, <li the tnoi)ui iii ijucsto libro, cioè dell'atlruppafnento di Milano, {ker
cui lu fnciluto Piicchievini ; sommosse di Binasco e Pavia (maggio tìOn\
Lugli (lufjlio 170<ì), Gasaltnaggiore (I agosto 17SU), diretta da Cui4>oni Alira-
nio di GuSMila, di Crispino (I80!t), del l'atte u tato del pi-ete Passevini selle vulli
Gitinasclie, a di ijuelle delle vallate bergamasche (1814) di disei-torì armati,
per essere esse dì naturu assai dìSei-eute dalla narrata disopra, vlie fu <:tiiiM
principale della caduta di un governo stabilito da i)uatt«itlici ^'coli , e die
eiu iu alloi'B il più aiiticu d' Europa.
Sol. 4.— Piig. H.
Girarti (morto alla battaglia dì Ligny id giugno IBIS), in allora capo
dello stalo maggiore di Mounier, fu reputatissimo genei'ale nell'c^i'cito fran*
ccse. Scrisse la l'ela^ione del memorabite assedio d'Ancona. Questo atto
ufficiale, ti-adolto ancora in itiliano da P. C nel 1800 colle stampe di San
Mattia alla Moneta, di^ risalto alla parie gloriosa che presero i Cisalpini , «
particolarmente il generale Pino nella difesa di Ancona, e chiarisce alcuni
fatti che la voce pubblica aveva svisati in i{uei tempi , per Ìl elle &i reputa
opportuno di qui riportarne alcuni estratti, •
Si nomina con lode il tamburo maggiore Castan, per essersi oondoUo n>
lorosamente ad Ascoli tiella fazione del K giugno 1799. '
11 jjf nc-iile Pino iill' atliiccn di Pc,aio nel glonin 0 suddetto mesi- W, pro-
digi di valpre, l:^li eei-ea la morte; ma il genio della gloria lo oonsorvò a
nuovi trionfi. Il suo cuore era lacei-oto , essendo stato il compagno d' armi
di I^-iln£, generale cisalpino, che aveva poc'anzi fa-adtta la causa della re-
pubblica riunendosi ai rivoltosi degli Abbi-uzd. Ma il generale Monnier, col-
r associarlo alle gloriose fatidie della divisione di Ancona, ben sapeva che
la sua anima virtuosa non aveva partecipati, né conosciuti i disegni del tra-
ditore ed ambizioso La-!Iuz. Pino, compagno a Mounier, non lasciò giam-
mai la prima linea dell'attacco, ebbe il cavallo uccìso sotto di lui. Il 19 giu-
gno Pino coi Cisalpini attaccò Loreto e Gas tel-Fì dardo, e si condusse audii-
ccmcote ; il capitano Hossier si segnalò tanto in questa giornata quanto in
quella del 37 di detto mese a Fabriano, ove slanciandosi sui bastioni fu (v-
l'iLo con un colpo di fuoco alla testi, e venne promosso sul cam|>o di bat-
taglia al grado di capo di battaglione. Fu in quest'incontro che il tamburo
maggiore Castan ebbe il grado di sottotenente, e che si distinse il capitano
Coste, aiutante di Pino.
Il 12 settembre Pino respinse il nemico a Moute-Gardetto, ed i suoi aiu-
tanti furono promossi, Coste a capo di battaglione, e Banco a quello di ca-
pitano, [<er la braviu'a da essi dimostrata. Banco, clie lu l(.'rìtu, viene qualiti-
cato nella i-cluzione col nome di prode.
— 419 —
Il i ottobre il pi*esidio d'Ancona fa una sortita. Pino guida la colonna di
sinistra, e senza sparare un colpo di fucile supera colla baionetta il primo
ridotto, marcia sopra un altro, che era difeso da La-Hoz. I bravi Cisalpini
vi si precipitano; le truppe nemiche si danno alla fuga. La-Hoz è abban-
donato, ma la sua anima non si avvilisce, e cerca una morte gloriosa. Dal
ridotto si slancia a cavallo , sorpassa le fosse , tira due colpi di pistola e si
scaglia sui nemici. Questo tratto di disperazione li sorprende dapprima, ma
si rianimano alla voce di Pino. Balbi, granatiere cisalpino, riconosce il tra-
ditore, gli spara contro, e lo ferisce moitalmente ; egli cade, sta per spirai^,
e travedendo Pino, lo chiama suo amico. L'anima nobile di Pino fu dap-
prima commossa : con difBcoltà si resiste al commovente spettacolo dell' u-
maiiità che soffre , massime di un uomo di cui si fu amico per sì lungo
tempo. Ma l' indignazione succede ben tosto alla sensibilità. Pino non vede
più che un traditore, l' assassino del suo paese, lo respinge ed ordina che si
finisca. La-Hoz termina nei rimorsi una vita disonorata dal tradimento. Balbi
è promosso al grado di sargente ; egli , dopo di avere ucciso La-Hoz , gli
tolse la sciabola ed il pennacchio. In questa fazione , una delle piìi impor-
tanti , Pino nel suo rapporto parla vantaggiosamente della bravura dimo-
strata dal capo di battaglione Fontanelli e dagli uffiziali cisalpini Bonelli ,
Bursony e Le Busson. Sì fecero sul campo di battaglia le seguenti promo-
zioni : a capitani Bonelli, Rivara e Loricelli 3 a tenenti Ghiacci e Baron ; a
sottotenente Ribi, caporale.
Ancona capitola. Il generale austriaco entratovi per prendere in consegna
le munizioni, non avendo trovato che mine o poca polvere y disse : « Voi
non avete conservato che la gloria, e le nostre ricevute nulla vi aggiunge-
rebbero. »
Girard chiude la sua relazione dicendo :
« Il tradimento di La-Hoz non avendo potuto sedurre il generale Pino ,
quest' uillziale, amico sincero della sua patria, venne a gettatasi in mezzo della
divisione di Ancona a partecipare alla sorte dei Francesi. Bravura accompa-
gnati da talenti e da patriottismo illustiato dalle più onorevoli virlìi, tutto-
ciò che fa amare e rispettare V uomo , tali sono i tratti ai quali si ricono-
scerà r abbozzo del general Pino. »
Net. 5. — Pag. i3.
Per non lasciare il lettore all' oscuro di quello che fecero i Cisalpini a
Genova, credo di dover riassumere in questa nota i fatti che riguardano i
nostri connazionali, se non altro in via sommaria e complessiva, o per me-
glio dire come un giornale.
Ritiratosi dalla Lombardia l' esercito francese (maggio 1799), parecchi mi-
litari cisalpini ripararono nella Liguria. A Genova si ridusse pure la scuola
del genio e dell' artiglieria da Modena, comandata dal capo di brigata Sa-
limbeni. Ivi era accreditato come inviato straordinario del direttorio cisal-
pino Bossi Luigi. Gli aiutanti generali cisalpini Fantuzzi , JuUiien , Ottavi e
■ •
— 420 —
Calori ebbero altiviUl dì servizio sia allo stato maggiore generale francra* .
sia presso le divisioni. La prima mezza brigata d' infaiiteiia, comandata da
Severoli. fece [«irte del presidio di Genova (otlobre). Venuto Champìciooct
a comandare l'esercito, ncoetta al suo stalo maggiore gli uflÌKiali cisalpini
Poiri-ancesclit, Cavcdoni, ed i due allievi uilìziali della scuoU del genio Bcl-
tiiimi e Biancbi D'Addit CmvÌo ; destina come aggiunti del comandante della
piazza di Genov» Balathicr, Rampini e Bucdiia. Lecfai Giuseppe, designato
quul generale a tbrmiire a Tolone una legione italica , viene a Genova per
raccogliere i militari isolati cisalpini e quelli fi'a i rifuggiti politici che aspi-
rano a servire lidia milixiu , e ne inocoglie circa duecento. I Polandiì co-
mandati da Dombi-owski, <]uantun<{ue essi stessi a mal partito, pei^bè ritar-
dato il pagamento dei loit> stipendi dalle cnsse francesi , pui-e mossi da no-
bile sentimento di attestare ni (Jisulpiui la loro liconoscenza per 1' ospitabU
avuta in Italia, aprirono uDa sotbwcrÌEione e raccolsero parecchie centinaia
di lire, che consegnarono iti mitiistvo Bossi {lerciiè k ripai tisse a quei rifug-
giti politici in aumento di ciò che loro contribuiva il governo francese. L»
scuola del genio andò a Savona. La prima mezza brigala d' infanterìa cisal-
pina si trovò in Genova quando le trup|)c francesi con bandiere e cannoni
«mmutiuarono e protestarono di partire se non veniva loro pagato u n acconto
sugli stipendi arretrali, ciò che venne ucoonsenlilo non solo ad e&sc, ma ben
anche ai Cisalpini, i quali per altro non avevano piesa parte alla sommossa.
Questa mena brigata paiti per la Francia {U dicembre) onde làr paitc della
legione italica,
11 presidio di Ancona giunse a Genova (6 gennaio 1800). e conlava SOO
Cisalpini, gloriosi avanu di una eroica difesa; essi si avviarono tosto in Fran-
cia. Si raccolsero i militari cisalpini esciti dagli gpedah , e se ne formò •
San Pier d'Arena un de|>ositn di circa duecento comiindali dagli uirìziali Ga-
gliaiJi e Eilloii, indi vi si riunirono akuni rifuggili politici, i quali poi fu-
rono agglomerati ad una legione ausiliaria polacca reclutata fra i prigionieri
di guerra ; Rossignolì ne fu il capo di brigata sotto gli oiylini dì Faotuui,
che ebbe a comandare tutti i corpi collettizi.
Calori diresse le batterie di ponente ; egli venne inviato parlamentario
presso gì' insorti di Fontanabona, e corse gravi pericoli. L' aiutante generale
Trivnizìo si recò da Nizza a Genova (marzo) per comandarvi le guardie na-
zionali 1 egli dilèse lu lanterna e la poita di San Tommaso. Dc-Mccsier (che
era prima comandante delle guaidie nazionali di Milano), noinìoato ufTizialc
superiore nelle milizie cisalpine dal direttorio sempre residente a Chambery,
eblte comando sotto a Trivulzio. ^iopraggiunto il generale Massena qual co-
mandante supremo dell' esercito, cbinmù qual suo aiutante di campo il capo
dì squadrone cisalpiiio Balabio C^rlo. Genova scarseggia di viveri, e manca
di mulini per macinare il grano e le altre derrate clie vi si surrogano, il
commissario di guerra Beccaria Annibale (fratello, come si disse altrove, del
rinomato autore del Trattato dei Delitti e delle Pene), professore di mecca-
nica pressa la nostra scuola del genio, sopperrsre alta insullìcenza dei mulini
a mano con macchinismi ingegnosissimi da lui inventati.
— 421 —
Balabio d distingue nella difesa del forte di Ratti; a Fantuzzi è dovuta
r occupazione di quello dei Due Fratelli ; egli condusse la sua colonna al-
l'assalto con intrepidezza singolare. Massena fa una sortita il primo mag-
gio , ed è in questo incontro eh' ebbe a perire Fantuzzi , come si è al-
trove indicato, ed i suoi aiutanti Gasparinetti Antonio e Foscolo Ugo sono
pure feriti in quell' incontro.
L'epidemia propagatasi da Nizza fa strage dei podii militari cisalpini
l'accolti a Genova ; fra questi fu attaccato il capitano Brugnoligo , aiutante
della scuola del genio; egli preso dal delirio si gettò da un balcone e perì. Il
^0 maggio un vigoroso attacco degli Anglo-Napolitani , sballati a Cone-
gliano, venne respinto dagli allievi della scuola del genio ritornati da Savo-
na; dessi, posti alla batteria della lanterna, vi resero pure importanti servizi. ^
Si osservò che tra i morti di fame vi erano pih giovani che vecchi.
Sottoscrìtta la capitolazione di Genova, i pochi Cisalpini superstiti passarono ad
Antibo, da dove vennero diretti a Milano dopo la battaglia di Marengo.
Net. 6. — Pag. 16.
4 '.
1 ■
n capo di brigata Viani, venendo col suo reggimento da Trento a Treviso,
passa per un viilaggio ove aveva poderi suoi, e vede che gli era stata incen-
diata la casa. Non si altera per questo accidente, non raro durante la guer-
ra. Brune, generale supremo dell'esercito, trovandosi in quel momento a
Ti^viso, crede doverlo compensare del danno sofferto , e gli rilascia sponta-
neamente il permesso di far tagliare nel bosco del Mantello tante piante
quante egli può riputar necessarie per equiparare il valore del danno patito.
Ma Viani, delicato di sentimenti e riguardando (come buon Veneziano) sa-
cri ed intangibili i boschi destinati per la marineria , ringrazia il generale
e ricusa 1' offerta, soggiungendo che la perdita delia sua casa era pur troppo
uno di quegli accidenti di guerra ai quali bisogna rassegnarsi.
Not.7. — Pag. 18.
Il generale Sommariva si trovò in posizione molto difficile , avendo un
picciolo corpo di truppe regolari sotto i suoi ordini. Spannocchi teneva due
battaglioni di soldati toscani uniti agli Aretini, che difendevano la loro città,
ove ebbe a segnalarsi anche una novella Amazzone (la Mari), oonducendo le
patrie schiere al combattimento. Sommariva, temporeggiando, tentò almeno
di ritardare il movimento di Dupont, diretto in Toscana con tre divisioni ;
non rispose per iscritto all' invito fattogli di disarmare gli abitanti, ed inviò
invece a Bologna il G ottobre 4 800 un uffiziale (il maggiore Saint-Ambroise)
per dare spiegazioni verbali, ma queste , a malgrado della sagadtà del mes-
saggero, non riuscirono soddisfacenti , e fu prescritto il termine a tutto il
giorno I i per il disarmamento. Sommariva, colle piccolissime sue forze, non
volle arrischiare una resistenza che, d'altra parte, avrebbe rotto l' armistizio
in vigore fra gli eserciti austriaci e francesi su tutti i punti del teatro della
T. IL »a
I
— W9 —
l^ici'i'ii. Egli saviamente avvìossi ad Ancona , e lasciù die S[Hinno«diì e gli
Anilìiii si conducessero come luegLo riputavano. Ssmmariva, durante il suo
comando nella Toscana, diedi^ pixiva di cspciienza miljtai'c, e si oondliò
Bolla savìexia della sua condolla lu stima universale, evilò, per quanto era
in lui, di (gravitare sul paese occupato, e trovaodoM in Listano di danaro
[ler tal- Tvonte alle spese di guerra, pifferi dì rivolgersi ad un riccliissimn
signore wo congiunto, dimorante allora in Firenze (C... S.... G....). il <juale
gli sovvenne circa quai-antamila fi-aiicesconi.
Noi.
- Pag. 18.
Fotilanelli era prigioniei'o di guerra sulla parola per la capitolazione d'An-
cona : il governo, per avvantaggiarsi de' suoi talenti, lo nomina sott' iapetlorc
alle rassegne, carica corrispondente al grado di capo di brigata e puramente
amministrativa, cosiccliè que(;li che la copriva non era consideralo cornimi-
tenie all' esercita. MV atto che fu preso allegò queste cii'costanze, ma uon fu
ascoltato, e venne spedito prigioniero dì gunra in Germania. Dopo la pace
di Lunevìlle, quando 'Footanelli stava per ricatrare, 1' uflìziale austriaco Du-
Mont, incaricato dei registri dei prigionieri a GorÌKÌa , lo ritenne, *uppo-
nendo die avesse mancato alla parola ; inutili furono le spiegazioni date a
perenaderlo che un sott' ispettore alle ras&cgne non era combattente , e elle
egli, l-'ontanelli , era stalo preso viaggiando per una missione e non sul
campo ; Du-Mont lo sottopose ad un csnsiglio di guerra , ed era per e»ere
condannato, quando il generale Bmnc, informalo dell' avvenuto (col mejuo
di un ullìiiale che corse le poste per giungere in tempo a Milano) , spedi
1' aiutante comandante Lecat pi'esso il generale Bcllegarde in Verona , ii
quale, iiniinL'ssc le spicgyziooi dille, fece Mibito mettere in libertà Fontiinclli.
Nol.'J. — l';ig. ?:>.
Tculié comandava, in assenza di Pino, la divisione al campo di lloulogne-
sur-Mer, e non la legione italiana; e fu per equivoco clic niella tavola del
Précis des éoènemens mifiIaiVei, il rinomato generale Malhieu Dumas in-
dicò Leclii qual ctimandanlc alle coste.
Il giorno 16 agosto fu scelto per questa solennità ; dcssa venne celebrata
con pompa imponente , e siccome le sehìei'c italiane vi presero parte, non
sarà fuor di luogo di darne succinta relazione.
Raccolgonsì a Terlinclhun presso Doulogne 40 reggimenti d'infanteria ri-
parlili in 14 brigate formanti 7 divisioni fi-incesì eil una italiana, e 20 reggi-
menti di cavalleria, iu totale della foi'^a di 10l>,000 uomini e 1»,000 cavalli,
sotto il comando di 30 generali. Al rimbombo delle batterie die annunnavano
la fèsta, Tinfanterìa si move in colonna serrala per brigate che presentano una
divisione di fronte composta di una compagniadi ciascun reggimento. La cii-
vallcria viene scliieraLi in colonne dietro f infanteria. In avanti del r.impo
della divisione Saint-liiluire, alla dritta del porto, al disotto della torre d'ordì-
ne, un'ondulazione del terreno formava vasto anfiteatro die s'innalzava sopra
un declivio dolce sino al poggio del campo. Quest' anfiteatro semicircolare
si apriva dal lato del mare fino alla estremità della spiaggia alla, ove il trono
imperiale, colla sedia antica del re Dagoberto, ergevasi nel centro sopra un
dado ornato di trofei d' armi colle bandierc prese nelle battaglie dì Monte-
notte, di Lodi, di Arcole, di Rivoli, di Castiglione, delle Piramidi, del Monte
Tabor, di Aboukir, di Marengo. In mezzo di questo gruppo vi era in piedi
l'armatura degli elettori d'Annover, il tutto sormontato da una immensa
corona d' alloro in oro, sopra la quale si agitavano le code porporine degli
stendardi dei bey d' Egitto. Ogni testa di colonna ti*ova il suo posto tracciato
in modo clie ciascuna di essa figura un raggio diretto verso il trono: la cìì-
valleria si mette in battaglia di dietro all'estremità dell' ai*co, formando esat-
tamente un mezzo circolo : la guardia imperiale sta dì dietro del trono ;
l'anfiteatro naturale, che s'innalza posteriormente a questa arena, era co-
perto di spettatori accorsi dalle città e campagne vicine. I membri della Le-
gion d'onoi*e di ogni brigata formavano un drappello in testa delle colonne
dalle quali erano divisi per gmppi ; ^000 tamburi, KOO trombe e ^0 musi-
che reggimentarie di tutto l'esercito erano collocati a dritta ed a sinistra del
trono sopra il diametro del semicircolo.
A mezzogiorno tutto essendo così predisposto, ed i generali alla testa della
loro brigate e divisioni , l' imperatore patte dalla torre d' ordine , e la sua
mossa è annunziata da una salva ; al suono delle trombe e delle acclamazioni
sale il ti'ono avendo alla sua dritta ed alla sua sinistra i suoi fratelli, divenuti
principi francesi. Il brillante corteggio dei ministri, marescialli dell'impero,
colonnelli generali, stato maggioi-e, senatori, consiglieri di Stato^ che si tro-
vavano a Boulogne, prende posto per gradazione sul palco inferioi'e ed in-
torno al trono.
Al segnale di una salva tirata dalla torre d'ordine si fa profondo silenzio,
ed il grdii cancelliere dell' ordine della Legion d' onore pronuncia un di-
scorso. Il battere contemporaneo di tutti i tamburi annuncia la prestazione
del giuramento dei legionari, che per drappelli, a bandiere spiegate, si {mr-
tano nel mezzo dell' arena. L' imperatore pronunzia egli stesso la formola
del giuramento, ed appena i legionari hanno risposto: « Noi lo giuriamo; »
egli, elevando fortemente la voce, soggiunse : « Voi duncjue, o soldati , giu-
rate di difendere a costo della vostra vita T onore del nome francese, la vo-
stra patria, il vostro imperatore. » Egli fa dopo di ciò la distribuzione delle
decorazioni riposte nell' elmo di Duguesclin, posto sopra lo scudo del cava-
liere De Bayard, portato da colonnelli dello stato maggiore. I grandi ufìiziali
sono condotti a piedi del trono dal ministro della guerra niarcsciallo Ber-
thier ; gli uffiziali e legionari sono presentati dal gran cancelliere Lacepede.
Sono decorati fra gf Italiani i generali Teulié, l'aiutante Fontanelli ed altri.
La festa termina a sera con una scarica di caitocci a stelle fatta da it$,OuO
uomini schierati in battaglia sull' alta spiaggia dell' Oceano.
Noi. IO.
- Pag. S3.
Il generalo Alessnndro Teodoro Trivuliìo apparlen(.*va od tina delle piìi il-
lustri Tainiglie di Milano, ed ei-a dello »li[iite del Magno Trìulzio. Egli co-
mandò nel Ivicnnio, dapprima la guai-dtii nazionale, che tanto contritiuì alln
conservazione dell' online in tempi diflicili ; poi prese cervino nelle militic
cisalpine in qualità di aiutante generale, e fu impiegato nella dilesa di Ca-
nova. Non molto stante salì al gnido di generale di brigata , e pi-psc parte
alla fazione di Siena contio i NapoliUini; fu il primo ispettore generale della
gendarmerìa nazionale, andò ai comizi di Lione come nolabilc del mio
paese, e là Bonaparte lo accolse con particolare rìguardo, indi Io scelse mi-
nistro della guerra. In questa cai-ica eminente diede per trenta mesi prove
di zelo. All' esercito delle coste della Manica si fece amare dal soldato. Non
ebbe incontri per dur m.iggi or saggio de' suoi talenti militari. Recatoci a Pa-
rigi per assistere all' incoronazione, Napoleone ve lo trattenne qualche nicfc,
ed ai 3 mai'zo (80H, dopo breve mulaitid, ctssò di vivei-e. L' imperatore ordinò
^li fossero resi i grandi onori, ciò che l'u Kitlo con quella maggior pompa
e decoro che ii poteva. Tutta la guarnigione di Parigi prese le ai-uii pe' luni
funerali ; quattio generati di divisione francesi sorreggevano i lembi dcllu
ttrato mortuario-. Miollis, Duplewis, Michsud e Morlot. Il cai'dioale Oprara,
legato pontiGcio ed arcivescovo di Milano, recitò le esequie. Benemerìtn
dello Slato pei servigi da lui resi, e caro a tutti per la dolcezza del suo cj-
rattere, fu compianto ]iel suo fine immaturo nel liore dell' etìk. Ld divisionn
che comandò ebbe a celebrare i suoi tìinenili nel campo. Foscolo Ugo , ad-
detto al suo stato maggiore qual capitano, facendosi interprete dei sentiaicilti
de' suoi coQimililoiii, dtltù qucst' epitalfLo :
ALEXA>DRO TRIVIÌI.TIO
AlIXILIORUn tTALICtm LECITO
GiLLie EXTinCTO i
nILITES
adouam freti nniTinnici
GiLLICA CnllORTE COWlTiTl
LKVEa TEIIKl»
.«TER^ilH PAGE»
gi£ST[S.-illll 1
Noi. H.
- Pog. 23.
Alessandra Malaspina di Fosdinovo era uffiziate distintissimo di marina.
Aveva militato in Ispiignn. Sono note le peripezie per esso avute coirutiicio
d' inquisizione di quel reame. iUcntrc eia nelle eatceri di essa , il vicepresi-
dente Melzi impegnò il primo console Bona|>arte ad ottenere che fosse libe-
rato questo individuo, nativo di un paese che faceva parte della repubblica
— 425 —
Noi. 1 2. — Pag. 24.
Sembrerà anacronismo il dare come già esìstente nell'anno 1805 il fab-
bricato del campo di Montechiaro, essendosene solo allora ordinata l'cdifi'
cazione. Ma si è mirato con ciò a riunire due cose in un punto solo.
Fu in occasione di questa rassegna, che Napoleone (richiamandosi alla me-
roorìa i prodigiosi successi ottenuti nel 1796 nella giornata campale di Casti-
glione) pensò alla costiiizione di un campo in questa vasta pianura. Forse egli
ideò di associala* le rimembranze del suo trionfo all'utilità del servizio pub-
blico con un edilìzio così gi'andioso, che era ben pi*efcribile ad un semplice
monumento architettonico.
Il campo era disposto secondo le regole militari degli accampamenti , se
non che doveva essei^ stabile ed edificato in pietre.
L' ordinanza militare in allora vigente per la composizione di un batta-
glione d'infanteria lo pollava a nove compagnie ognuna, divisa in quattix)
sezioni. Successivamente poi (97 giugno ì 808) il battaglione di guen^ venne
ridotto a sei compagnie con insignificante differenza nel numero degli uo-
mini.
Questo edilìzio venne stabilito nella così detta campagna dì Montechia-
ro (Tav. F), a destra della postale da Brescia a Mantova, in quasi contiguità
della postale suddetta, a miglia 8 1/9 geografiche da Brescia, a miglia 5 4/3
da Castenedolo, a miglia 3 51% da Montechiaix), ed a miglia 98 da Mantova.
La figura assegnata al campo (Tav. G) è i^ettangola, prossima al quadrato,
avente la lunghezza di metii 1055 nella direzione da levante a ponente ,
quasi paralella alla suindicata postale, e la larghezza di metri 1000 nella di-
i-ezione da tramontana a mezzodì , abbracciando così la superfice di metri
1,035,000, pari a 4035 pertiche nuove censuarie di mille metri cadauna.
Il perimetro era chiuso da muro foggiato a curva, e propriamente a quarto
di circolo nei quattro angoli in cui vennero lasciati otto ingressi euritmici
per comunicare al campo, quattro dei quali in precisa con*ispondenza della
mezzaria di ciascun lato, e gli altri quatti'o, uno per angolo, nella mezzaria
dei tratti in curva.
Le baracche in mui'atura, per l'alloggio dei militari, erano di egual forma
e misura^ cioè lunghe metri 40. 65, larghe 5. 50, alte in gronda 9. 60, co-
pciie da tetto e costituite di un sol piano precingevano il campo, rimanen-
dovi uno spazio libero tutto all' ingiro tra le baracche suddette ed il muro
di circuito della larghezza di metri 80, difeso da trinceramento con fossato
esterno.
Il campo dovendo servire per lo stazionamento di ventiquattro battaglioni
di sei compagnie cadauno, in ogni lato del rettangolo erano stabilite le ba-
racche per l'alloggio di. sei battaglioni.
Le baracche suddette in ciascun lato erano divise in quattro eguali ri-
partimenti euritmici , comprendendone ogni rìpartimeiito cinquanta tra
loro staccate e disposte in sei filari , i primi quattro costituiti da nove ba-
I
— 426 —
racfihc cadauno p«r l'alloggio dei soldati (tra il quailo eJ il quinto vi erann
le cucine}, il quinto da cloquc tid uso dei sott' uiliziali, ed il sesto da nove
|ict' l'allnggiodi-^li uffiuali.
Vi craDo iiioiti-e sei baracche di maggior capacità difitiibuile io corpi
avanzali vei'so l' interno del campo, luogo i tre lati di ponente , levante e
tramontana, in ragione di due per ogni lato , destinate per l'alloggio di
due generali di divisione e di qiinttro genemli di brigata.
£ nel quarto lato ver&o hiczukII vi erano pure due baracche in corrispon*
denza degli altrì avancorpi, destinate, una per il capo dello stato maggiore
generale, e l'altra per il seguito del re,
l'inaltDcntc al detto lato di inczKodi, e nella precisa mcuarin del medai-
mo, vi era come altro avancorpo la baracca piii grande ])er il i-e , situata
fra i suddetti due ultimi alloggi , dietro la quale erano stibilile le guardie
d'onore in dicci baracche, formanti iMta ai fdari di quelle destinate per l'al-
loggio della truppa.
A separazione del ennipo dagli ulloggiamcutl erano proposte delle {ù;iiit)i>
gioni di»trìbuite in tei lilari circondanti il campo stesso nello spauo inter-
posto tra l'alloggio degli uflìeiuli e quello dei generali, ed ultra pianljigione
doveva esservi nei quatti-o angoli tn testa ai bracci di fabbricato, divise in
cinque fdari foggiati a quadralo.
Ogni battaglione èva «ervito da due fotti di acqua potabile situati eurìtmi-
camente fra le baracche degli utKmli e quelle della tiuppu, e vi erano pure
le oi«orrevoli laU'ine praticate nel muro di circuito.
All'oggetto di fornire al campo l'acqua necessaria pel servizio del mede-
simo, non bastando all'uopo ì trentaduc designati pozzi , si combinò di de-
rivarla dal naviglio di Brescia, alimentato dal Gume Chiese, coli' estraùooe
che nevien falla a Gavardo col meizo del gran partitore l^cbi. E la deri-
vfl/-ioue :.i è in fatti praticata a .inibirà a cor^a d' acciua di e»o naviglio uclU
località detta dei Tre Ponti, in fregio della postale veneta, nello st!d>ililo
quantitativo di un quadretto bi'csciano (Tav. (1).
L' acqua derivala come sopra venne primieramente introdotta nella Se-
riola Lupa, di ragione privata, indi scorreva in altro canale privato detto il
Vaso Hasica, sino al sito denominato Albera, da dove, mediante condotto
appoaitamentc scavato, giungeva al campo in angolo di [mnente a ti-amoii-
tana. Suddivisa l'acqua in detto punto in due canali, uuo maggiore e l'altro
minore, il primo cingeva esternamente il campo in aderenza al muro di
circuito, e serviva per la polizia delle latrine, il secondo girava internamente
tra gli alloggiamenti e le piantagioni per servizio delLi tiuppa. Riunita poi
di nuovo in un canale unico in angolo di levante e me72ogiorno, tuttii l'ac-
qua convogliata dai detti due canali serviva ancora (x.-r l' irngazìone dei fondi.
L' aci{ua derivala dal naviglio giungeva al camjx) dopo un viaggio di me-
tri 9200, così divisi : per nietri 3100 scori'cva nel condotto della Seriola
Lupa, per altri metri 2M00 scorreva nel Vaso Rasici, e pei residui metri 3301)
scorreva nel canale appositamente scavalo per la condotta dell'acqua sud-
detta.
— 427 —
Lungo il canale interno erano stabilite le occorrevoli coperture in corri-
s^ìondenza degli accessi ai risi)ettivi alloggiamenti.
La gran piazza interna del campo per la manovra d'istruzione della truppa
riusciva lunga metrì 60S e larga metri K70, e quindi della superfice di me-
tri quadrati 34),8ttO.
Del suddetto campo vennero col fatto unicamente eseguiti, sotto il cessato
governo italiano, due bracci di alloggiamenti a levante e tramontana, oltre
una. piccola po^^ione del braccio di ponente in angolo verso tramontana ,
dove risiedeva V uffizialità in genere.
La capacità del campo dovendo orìginariamente essere per sedici batta-
glioni a nove compagnie (ossia per 1(4 compagnie), ne conseguitò che que-
ste formarono poi ventiquattro battaglioni a sei compagnie.
Ognuno dei quattro lati si divideva , come si disse , in egual numero di
ripailimenti, questi in altrettanti ordini, ognuno di nove baracche, e perciò
per nove compagnie cadauna a quattro sezioni, cioè una baracca per sezione.
Lo spazio assegnato dall'ordinanza ad una fila (uomo) era di mezzo metro.
Per r edificazione di quest' opera, che per il suo complesso merita di stare
a lato dogli edifici dell' antica Roma, era stata allogata la somma di fran-
chi i,^5Sl,000. 00, riparabile in dodici anni a datare dal 1807 , in modo
che per il IBIS tutto doveva essere ultimato.
Nei sei primi anni si erogarono franchi 576,000. 00 , ed i restanti fran-
chi 580,000. 00 a compimento, venivano accordati annualmente, e già nel
1813 se ne erano assegnati franchi 100,000. 00.
La perizia era dettagliata come segue :
Baracche 800 a franchi 1060. 00 per cadauna . franchi 848,000. 00
Pozzi 32 a franchi 1300. 00 » » 48,000. 00
Latrine 62 a franchi 14». 00 » » 8,990. 00
Trinceramento per chiudere il campo » 36,000. 00
Canale per condurre le acque (non compreso il va-
lore dell' acqua » 44,000. 00
Baracca reale » 72,000. 00
Baracche 12 per la guardia reale « 12,720. 00
idem 8 per il ministro della guerra, per il capo
dello stato maggiore, per due generali di divisione
e per quattro di brigata » 76,000. 00
Piantagioni d' alberi » 71,000. 00
Spese d' azienda ed imprevedute » 53,290. 00
ToUle fianchi 1,252,000. 00
Per i letti da campo, panche, tavoli, rastelliere d'ar-
mi, assi per i sacchi (mociglie) per i sott' ufBziali
e soldati, non che per i letti e mobilia degli uf-
fiziali,si riteneva poter essere la spesa . . . franchi 248,000. 00
Totale complessivo franchi 1,500,000. 00
— 428 —
Compiuta la deKriùone del campa di Montccliinro in modo, almeno ine
ne lusÌDgo, da lasciar poco più da dcsiderai'e a\ lettoi'e, ben mi avveggo dte
ù troverà essci'i? piuttosto laconiche che no le notizie da me dale sugli altri
principali ctobilimenti militari. Ma se si porWi mente, cbe Tui a ciò indotto
dalla circostaoM di non avcrc tutti i dati neci»sari per oiTrii-e un lavoro
perfetto, mi si avrà per iscusato. Ora però, meglio rillettcndo, vegga che
potrà riuscite non disaggradevole di conoscere quello che è a mia cognizione
e perciò mi accingerò a dire almeno tutto quello che io ne so.
A Cajonvico , poco al di fuori di Brescia, sulla strada checooduce a Ve-
rona, era in costruzione fino dal ltt07, un gi'andioso edificio pur la foo-
deiia e foreria dei cannoni di terrò (onde sottrarsi alla necessiià di com-
perarli dalia maniftittui'a francese di Ruct ], ed un laborarorio delle ancoiv.
L'edilìzio aveva forma rettangolare, ed il lato che prospettavasi dalla strada
postale, conteneva il corpo delle abilaiioni degli operai e direttori dello sta-
bilimento. Quello opposto, che formava la parte posteriore del detto retta»-
golo, conteneva la fooderia e foi'eiia dei cannoni, ed era l'opifìcio propria-
mente detto. Due portici a colonne doriche, fiancbcggiavano i lati del fab-
bricato, e tiervivano a congiungere fra loix) i due corpi meuxionatì. In meixa
cravi un vasto cortile, e fra la strada e l'edtGzio scorreva il naviglio, di cui
una {larte delle acijuc diveitivasi con apposito canale per animare le mac-
chine.
Nel 1814 la fabbrica era prossima al suo compimento. Non mancavano
che i serramenti, gì' intonachi e le macchine, ed ci-ansì spesi più di cinque
centomila franchi.
Per alimentare questo grande opifìcio, si avevano dì mira le possibili ri-
soi-se del combustibile fossile, alla di cui ricerca si làcevano le pratiche pi&
assidue ne' nostri monti. Il colonnello Trouchou dell'artiglierìa della mai-ina
italiana credette po^.iibile di rinveuirne nei dipartimenti dell'Adige e del llac-
cbiglione, ove si tacevano operare degli scavi, quando sopravvenne la guerra
n(]l t8l3. Ed altronde il governo del regno d'Italia aveva già raccolto, sulla
possibilità di rinvenire del carbone fossile, le seguenti indicazioni.
Adige. — Dolca, Giazza, Vestena nuova, Zago, Campotaiano ( ? )
Alto Àdiijii. — Bientnnico, presso e sotto &)ini alla Cambrac, Pergine, Susà,
frazione di Iloncagna, alla Ceiva, Borgo di Vdisugana , sul monte Civeron
alla desti-.i del Bjenta in faccia a Castelnovo, M.idrano al Pisson, Castel-Ti-
sino nella valle d'Arso a Tavesie, e nel monte Prapccù, Egna , frauone di
Aldein a Taiibenlech.
Bacchiglionc. — Arzignano, alla Cantra della Calvarina fondo Congari,
e Periae, Recoaro e Chiampo, alle Conti-j del Pugnello, e del Moto Rondi,
e Valdagno alla Centra Bevilacqua, San Giovanni Uarione nel monte di
Levati i.
Cros(o/o. — Monte Zibio, presso alla Salsa alle Vigne.
/jario. — Curando, distielto di Varese, nel bosro i'im[>ctto a Cliirla, Me-
scnzana presso al villaggio, Garmignago, sulla strada di Porto di Val-Tra-
vaglia, Gana, sulla via di Indono in vetta al colle, Moltrasio alle Pi ode , e
— 429 —
#
^ncl monte di Blevio, che gli sta dirìmpetto. Sotto Gastel-Baradello vi sono
delle ve n uzze.
Mella. — Vallio al fosso Fraino.
MeiatifO. — Poggio cupo, frazione di Maiolete, Pergola alle fontanelle,
Pesaro, nella collina verso la Gittolica.
Musane, — Fiorenzola , Urbino, Ancona, San Severino ai forni , fra-
zione di Palazzate.
Panaro, — Sassuolo al fosso della valle.
Rubicone, — Sogliano sotto il castello.
Meno. — Civitella alla Vallona, e Mortalizzo, Sette fonti.
Serio. — JefTe ( lignite ).
Tronto. — Scannello, Mon falcone, frazione di Santa Vittoria, Marano e
Sun Benedetto, Sant'Angelo.
I punti che a preferenza si volevano esplorai^ profondamente, erano Solca,
Pug nello. Monte dei Lovatti.
Fu destinata l'area del soppi^esso e demolito convento di San Francesco in
Milano, per edificarvi una grandiosa caserma per i veliti i^ali, e furono acqui-
state le case adiacenti, di proprietà Cominetti^ Pellegrini, Gemetti, Visconti
d'Aragona e Crivelli Olgiati.ll colonnello del genio. Rossi Gerolamo, ne fece il
disegno. Era un perfetto quadrato, e la sua gran corte dividevasi da un al-
tro braccio. Nel 1807 incominciarono i lavori, e nel 1815 erano ultimati
due lati, ed incominciatone un altro. La spesa incontrata fino al 4810, epoca
in cui i lavori cessarono d'essere eseguiti dall'appaltatore Giuseppe Ramelli,
fu di circa quattroccnt orni la franchi. 1 lavori dal i811 in avanti, furono fatti
per economia sotto lu direzione del suddetto colonnello, e devono aver im-
portato circa settecentomila franchi. Questo magnifico edifìzio, la cui spesa
venne calcolata in franchi 1,970,000. 00, doveva essere terminato nel 1817.
La fonderia e foreria dei cannoni di bronzo in Pavia, esisteva nel locale
detto il Salone. Nel 1805 (8 settembre) fu appaltata al fenditoio Bianchi,
che incominciò le sue fondite nel 180tt (maggio) e continuò fino al 1809,
indi, dal 1810 in avanti, fu retta per economia. In essa si fondevano ogni
specie di bocche a fuoco.
Non mi è dato di conoscere il numero di tutte le bocche a fuoco colate, ma
mi consta solo, che negli ultimi cinque anni furono trecento, né posso indi-
care ((uale sia poi quella degli altri quattro anni precedenti, dacché si può
ritenere, che la fonderia abbia esistito per nove anni; ma per mettere il let-
tore in grado di congetturare presso a poco l'entità delle fusioni fatte, reputo
opportuno di sottoporgli la seguente osservazione.
Il primo console Bonapartc, con decreto del 30 agosto 1802 , ordinò la
cessione alla repubblica italiana , delle artiglierie delle sue piazze forti
(vedasi Voi. I, pag. 119). In conseguenza di ciò, il capo di brigata dell'ar-
tiglieria francese Claudio Giuseppe Saint Vincent, consegnò il 2 aprile
1805 al capo di brigata dell'artiglieria italiana, Fedenco Guillaume, 957
T. IL h»
— 450 —
Ixkccfac a fuoco, ed nitri oggclli uttiiienti, |)er il viiloi-e peiiiiile tli
»,01 8,880. 00.
Fra le boccile a fuoco, ve ne erano 40i in ferro
Di calibri da ih, \ 6, lì e 0 3H3 io bronr/t
Di viiri calibri non d" ordinania 185 idem
357
, uiaicmc iid hIuì
[:'i]UiiH pure non i
Questi ullioii vennero colati nclU foiid
pervennero poi dalle piunie forti venete i
conosciuta la quantità.
Oltre questi considerevoli LtlifiEi lultiUirì, si efUllnaroito |Hii per la ina-
rinu lavori idraulici di inoltn cntiti^, a\ porto di Mtilauioccn a VcncAin, e l'n-
dattumento del porto di Aiicana per iiiettere al ucuiu mia flotlji, e di iiue-
iti si h già tenuto disoorao a suo luogo.
Se alcuni degli stabilimenti goprii menzionati sono ritnaslì iiicoiupìuti ,
vuoisi nttiibuii'c la causa alle gi-avou; t]Wiie che «ovrailavaiio al tcMvro, per
opera dipendenti da altri ministeri, come l'uieiia di Milano, la strada del
Seinpione, l'immissione elei Reno nel Po, lu balte della Borauu, il (filiale di
Pavia, il parco di Monza (pei'tidie 10,408, valuUte frandii 9,353,000. 00),
lo stradone da Monza a Sesto, la strada di ciix^avollaiionc di Milano colla
Porla Nuova, il ponte dì BofTalorn sul Ticino, la diga Chasseloup a Man-
tova, il fabbricato nella contrada Larga in Milano, per ampliare il palauo
reale ed altre ininoi'i, cbe assorbivano rilevantissime somme.
N0U4S.— Pag. 16.
L'esercito italiano occupava ne! IBOH le seguenti posizioni
Diviiioiie TeuUé alle coste deìta lUanìca.
artiglieii
1." reggimento d'infanteria, t." e 5." leggeri.
e zappatori
ììivisione Lechi nel regno di jV(q>o(i.
3." 4.° e S." reggimenti d' infanteria italiani, 1." d'in-
fanteria e di cavalleria polaccbi, artiglieri e zappatori
All'esercito dall' Jdige, e (ielle piasse /brfi.
9." reggimento d'infanteria, (."battaglione di bersa-
glieri bresciani, due reggimenti di di-agnui, 1," reggi-
mento di cacciatori a cavallo, ailìglieria e zappatori .
Cjvnlli
200
7000
Ì9,000
SUOI)
?i*00
— 431 —
Uomini Cavalli
Somma retro . . . 23,000 5100
Guardia reale a Pan'gi ed a Milano 3000 600
Divisione dell interno.
I depositi di 8 reggimenti d'infanteria, di h di caval-
leria ( i pohicchi compresi ), i veterani , invalidi , la
gendarmeria, ed i depositi dei corpi dell'artiglieria
e del genio 6400 IStOO
Totale 3U00 5200
JVB, La divisione Lechi si riunì poi all'esercito dell'Adige. Il reggimento
di cavallerìa polacco, passò alla divisione Elspague, surrogato dal 1.^ caccia-
tori italiani. I due rcggimenti dragoni furono riuniti alla divisione Mermet.
Due compagnie di volteggiatori del i,** reggimento d'infanteria, e due
squadroni di gendarmeria, fecero parte della divisione Gardanne , e due
compagnie di granatieri di questo reggimento della divisione Partonneaux.
I^ guardia reale andò coli' imperiale in Germania.
Nell'interno si formò coi depositi una divisione di quatti*o battaglioni di
infanteria, di un reggimento di cavalleria, ed una batteria d'artiglieria, e
si nunì per tal modo una divisione, che Fiorella condusse a Trento.
Le guardie d' onore , i veliti reali , ed i depositi degli alu*i corpi della
guardia, erano a Milano.
I cannonieri guardacoste restarono sulle coste dell'Adriatico nella Ro-
magna.
Not. i4. — Pag. 30.
La guardia reale che si ti'ovò sotto Ulma, si componeva di :
Un battaglione di granatieri: colonnello, Lechi; capobattaglione, Van-
doni.
Uno idem di cacciatori: colonnello, Contadini; capobattaglione,
Gistaldini.
Due squadroni di dragoni : colonnello, Viani ; caposquadrone ; Nar-
boni e Villata.
Una compagnia d'artiglieria a cavallo ; capitani : Raspi e Pecchio.
Una idem del treno d'artiglieria : comandante, Champigny.
Noi. 15.— Pag. 34.
II viceré andò a Monaco per unirsi in matrimonio colla principessa Au-
gusta Amalia di Baviera , Gglia del re Massimiliano , principessa dotata nel
grado più eminente di tutte le qualità che cai^atterìzzano l' elevatezza dei
— 452 —
centimcnti, la bontà e la beneficenza. La celebrazione del malrimonio cM»
luogo colli mnggior pompa il (4 gennaio 1800 in Monaco. Gli sposi fecero
il loi'o ingresso in Milano il giorno H febbraio , ed in qiiesl' occasione fu
eretto arliGcialmentf un arco di trionfò a Porta Oiienlnle sul disegno dì
Gagnola. In appresso il con&iglio comunale di Milano decretò dovciiì ese-
guire quello slesso disegno in marmo nella Piazza d'Armi per etcìnai-e la
memoria delle gloriose gesta di Napoleone.
Not. Ifi. — Pag. 34.
La composizione della divisione Teulic non soffrì cambiamento; il 5,"
reggimento leggero trovandosi a Qjjona , dovette i-aggiungerla a Berlino, e
coi due corpi francesi ad essa uniti sommava a l|700 i
Mot. 17. — Pag. 54.
Questo era un corpo di nuova fon
dello scopo delta sua creazione, si riporti
francese Emilc Mare de Sainl-Hilaire.
e per avei'e un' idea precisa
rtìcolo del nuontuto scrittore
fSoiwenirs itilintes dit tempt rie l'empirc.J
a Avant la campagne de Tilsitt (1807) l'empereur avuit rtfiiola dans sa
K pensée de rapprocber de son tròne les débrit de l'ancienne aristocratis ;
« les gendarmes d'ordonnance furent créés par un décret imperiai. Seton
• toutet les probabilité» ce corpi d'elite étnit dertioé à devcnir dans la suite
■ plus privili'gé fjiie ceni de la vieiile gardi-, On le cnit du moirts, cai- bcau-
■ coup de jcunes gens riibes apparlenaiit unx premièrts lainillea de IVance,
■ s'enrolèrent et aVquipSrent à leurs frais pour en faire partie.
a Cbaque simplc soldat uvait un doniestii|Uc pour panser ses chevaux. Ce
■ corps si lavorisi inspira natui-ellement une assez vive jaloutie h beaucoup
> d'olliclers distingue», qui soilis des rangs plébtitens, n'ambitionnaient rien
■ tant que d'entrcr dans la gaide , méme en abandonnant un grade ; ils
n crurent avoir devine les inteutìons de l'empereur dans le choiv qii'll lil
■ dn vieux géndi'al de Moni morency-La vai pour coloncl dcs gendarmes d'or-
■ dounancc. Dès que la grande armée cut commeucées ses opéi-.itions en
a Pru«se, les domestiqiies tlii-enl suppriniés dans ce corps dVlite. Il ei) lùsullti
« que bjen que compose d'iiommes très-bmvcs sans aurun doute, mais lia-
■ bitués à toutes Ics aisances de la vie opulente, il iùt assez mal tenu. Auire
a cbose est de marther courageusement a l'ennemi, ou d'clre le palafrenier
« de son cltcval, quaiid on n'en a pas riiabilude. Caix des mililaires que la
■ création des gendarmes d'ordonnance nvaient le plus oHusqui's , finìrcnt
■ par l'empoiter anprèa de Nnpoléon. G; corps fut liceiicié après la tamp.i-
■ gne , et la plnpaii de ceux ([ui en avaicnt fait partie i-egui'cnt leur brevet
■ dans des irgimens de cuvalerie. ■
- 433 -
Noi. i8. — Pag. 39.
II sottotenente Pallavicini Adalberto aveva appartenuto alle guardie d'o-
nore, nelle quali si era fatto nome chiaro per coltura di spirito e pei grandi
progressi fatti nella scienza militare ; è certo che egli avrebbe percoi'sa una
brillante carriera se avesse sopravvissuto alla campagna di Prussia, imperoc-
ché era giovine di grande speranza. L' esercito italiano pianse la morte di
lui. Egli apparteneva ad una delle più ragguardevoli famiglie di Milano e
dell'Italia (Pallavicini dello Stato), aveva un fratello (Giuseppe) prefetto di
uno dei dipartimenti del regno, e poi presidente del consiglio di Stato degli
uditori, ed a giusto titolo riputato come uno dei più distinti magistrati del-
l' epoca.
Not. ^9. — Pag. 40.
Il generale prussiano Gueissenau fece innalzare (intorno alla piramide
eretta dagl' Italiani sul sito ove i visceri di Teulie furono sotterrati ) un
muro, tuttora esistente , che dovesse far fede ai posteri, che un inimico ge-
neroso intendeva a preservare (|uel deposito da ogni insulto profano. Im-
balsamate e distese entro cassa di piombo (controdifesa da due altre) le spo-
glie mortali del valoroso Tculié, yyev cura dell'ufììziale di salute De-Filippi
e del commissario di guerra Ferreri, furono trasportate a Milano, e deposte
in San Luca nei sotterranei di quel collegio degli orfani militari, che pochi
anni prima il generale aveva fondato. Per rendere omaggio alla memorìa
di lui, un brick della marina reale italiana fu fregiato del suo nome, e l'im-
peratore Napoleone decretò (30 giugno 1809) a quelle spoglie mortali, gli
onori del Panteon, nella rotonda al Foppone, Mancata l'erezione di quel
monumento, per la caduta del regno d'Italia, fu qualche tempo dopo tras-
portato il deposito di Teulie nell'oratorio attiguo al tempio di S. Gelso, dal
quale finalmente (1838) Giuseppe Teulie, tenente colonnello agli stipendi
di Francia ( fratello del trapassato) e le sorelle, lo fecero trasferire al Gen-
tili no^ cimitero fuori di porta Lodovica, e vi eressero modesto monumento
con iscrizione dettata dall'epigrafista Labus, e che tralascio di riportare, dac-
ché non guari fu stampata nella biografia di Teulie, scritta da lacopetti.
Not. 20. — Pag. 52.
Le soldatesche italiane inviate nelle Spagne impiegavano , per giugncre
a Perpignano, 43 giorni (compresi IO di riposo, cioè uno sopra tre di mar-
cia), e per giugnere a Pau B7 (compresi 14 di riposo).
L'itinerario era il seguente, partendo da Milano:
Miigenta^ Novara, Vercelli, Cigliano, Chivasco, Torino, Avigliano, Susa,
Oulx, Brian^on, Mourlion, Embmn, Qiorges, Gap, Ventaron, Sisteron, Pey-
ruis, Manos(|ue, Perluis, Aix, Lambese, Cavillion, Avignon, Foux , Nismes,
Lanci, Montpellier, Mege, Pczenas, Rezier, Narbouue.
— *3i— I
Per Pcrpigiiaiio : Sigiiin, Fi'vpigiiono,
Per Pan; 1-esignaii, Cai-oaMoiine, Caste l-Noud ma, \'Ìlle-Frandic, Touloiuc,
Isle-eii-Joiiidiiii, Giuiont, Aiich, Miranda, Rabcuslciiit, Taibes e Pau,
Quando fu stella b oitlìi di Toulouse come punto cenliiilu pei' i dcpoàti
dei coriji italiani che erano in Catalogna e Hell'Ai-ai^ona, ìii tiliumM tenne
il tegueote stradale, impiegando 87 giorni con 11 di riposo:
Da Milano a Susa (come sopra), Lendcbourg, BrunmnI, Modunc. Suini-Mi-
clwl, Suini-Jean de Maurienne, Chamhie, Aiguelwlle, Moni mei Ila n, Touvet,
Gi-cnoble, Moiran, Sii int-Mu reciti n, Homan, Valance (imlmiro «iil RocUnu).
Pont Saiut-Espi-it, Uier, Kikiitcs, indi Touloiise pei- lo stradalu »iiin<ltcaln.
Not. 31. — Pag. S6.
Reggeva il pic&idio di C-ipii sii- Hudson Lowe, più tardi govenialoiv del-
l' isola di Sani* Elcnn, la rinomuiiw del .pialo si aswm al noioe dì Wuf<»-
leone, eoinc quella di Erostrnto al tempio di l'.iu.io.
Quando gl'Inglesi abbandonarono l'isola di Oiprì, pochi Itnliiini dtc erano
tt-ii le loi-o file, si appiattarono per non estere coltivili a seguirli. Essi emiio
prima stati ritenuti sopra Ì [tontoni nei poili britannici, ove in .quc* tcuipt
gl'Inglesi i-elegavano i nostià che facevano prigionieri di guerra. La rìispe-
r.i>ioiie aveva i-idotti cjucst' inrelici a pigliar servisio nelle loro scliiei«, solo
meiio di sotlravsi agli oiTorì di ìnsudlta miseria. Respiravano es«i un aciv
cui soldati di terra, non avveui ni mare, riusciva pestilenziale. Non avr.vmio
altro l'ipai-o oontra le iotcmperìc atinosfericbe, tranne uua Tela, cbe serviva
loro di tetto
Noi. 22. — Pag. 57.
Non constandomi, cbe sia siala sottoposta ad una commissione d'^nqitrtr
la cognizione di questo a tTare, mi limilo scmpliccmcnle ad indicarlo per non
ti'rtdii-e la missione d' islorico.
Pdoliirri, tenuto prigioniero di guerra sui pontoni a Londra, riuscì desli-a-
menle ad evadersi (1813). Venne a Milano, e rimase come uiTìziale d'oi-di-
naiiza presso il ministero di guerra e marina, Ìndi cambialo contro alcuni
niiirinai inglesi, entrò nell'esercito di terra, qual ctipo dello stato maggioi-e
della luogotenenza comandala da Pino (1013). Sì distinse a Lippa, e vi tu
ferito, come è riportato dal generale Vignolle, capo dello slato niaggioi-c
generale dell'eacrcito, nel suo Précit kystorique: ■ A l'oidre de Tarinée l'ut
m cité le uiloncl Pdolucx:i donila conduile dialinguéc lui merita le gi-ade de
« general de brigade ; il fui grièvement blessé. >
Not. 25.
Pag. 'J3.
i'ra le molte perdite t'.ilte dagl' Italiani in questa giornata, fu deploutla
c[uella del tenente Gnlo Mediai di Alek'gnano, giovine delle più belle spc-
rdOEe, commendevole per coraggio e cugnÌ£Ìoiii militari.
— 455 —
Usciva dalle guardie d'onore, ove si era fallo nome. Apparteneva ad una
distinta famiglia milanese, che ebbe personaggi rinomati nella storia d'Italia,
e fìimosi per valore e i>otenza nelle guerre della penisola e nel pontificato.
Mentre fervea la pugna al ponte della Paneza, un forte drappello di vol-
teggiatori del I." d'infanteria, riuscì sulla sinistra a passare il fiume, ma
colpito da una grandine di palle fu intieramente distrutto, essendosi salvato
solo il voheggiatorc Ripamonti Giuseppe, che però riportò grave ferita.
Il ciipobattaglione Porro, si rannodò , come si disse , a Sztabadhegy alle
divisioni Dumlte e Pachtod, dopo però di aver i^spinto im attacco del ne-
mico, e mentre lo inseguiva, si accorse che un corpo di ussari ungaresi si
avanzava pei attaccarlo. Allora forma il suo battaglione in quadrato , re-
spinge l'assalto, cagionando agli avversari la })erdita di un ufBzialc, di di-
versi soldati, e 13 cavalli, poi riprende l' inseguimento dell'infanteria, ha
il suo cavallo messo fuori di servizio da due colpi di fuoco, indi all'esterna
sortita attende di piò fermo l'arrivo delle due divisioni francesi. Per ricom-
pensare tanta bravura, l'imperatore ordinò a! principe Beilhier di testifì-
cai*c a Porro la sua soddisfazione, ed inviargli la decorazione della legion
d'onoi^, in attenzione del brevetto della cancelleria dell'ordine.
Dopo la battaglia di Raab, il viceré si portò da Gogni (il 48) a Acs,
avanzandosi fino a Szòny per esaminare la testa del ponte sul Danubio in
faccia a Coniora. Fu in questa scorreria, che un corpo nemico gli tese un'im-
boscata, ma il principe, coi generali Danthoiiard e Gifflenga suoi aiutanti,
e colla sua scortai mise in fuga il nemico. Meritarono somme lodi in questo
gravissimo scontro le guardie d'onore Giovio, Gani , Gioia , Bossi-Lampu-
gnani. Gingia, Bianchi, Balbiano, Clerici, Galderini, Grassi, Botta, Vidari e
Bianchetti ( Giovanni Antonio ) , il quale fu ferito assieme ad altre tre
guardie.
Net. 24. — Pag. 97.
L'isola di Lobau era congiunta alla sponda destra del Danubio da tre ponti,
ciascuno lungo BOO tese, costrutti sotto la dii*ezione del generale Beitrand
(quello che seguì Napoleone a Sant' Elena). I due ponti superiori erano so-
stenuti da palizzate ; il terzo, situato nella parte inferiore del 6ume, era di
battelli.
Raddoppiate linee di steccali e palizzate, opposte al corso superiore delle
acque, li difendevano dalle barche cariche di materie gravi, dai brulotti e
da altre macchine che il nemico lanciar poteva per distruggerli.
Vegliavano inoltre sul 6ume, barche aventi a bordo marinai della guar-
dia imperiale, muniti di lunghe pertiche armate all'estremità di forti uncini,
colle quali afferrare le barche che il nemico faceva discendere, e divergerne
il corso. Era stata tirata da una sponda alTaltra del Danubio, dalla parte del-
l' isola, la gran catena, detta turca, che custodivasi nell'arsenale di Vienna.
Il passaggio poi dall'isola Lobau alla sponda sinisU'a del Danubio, si fece
sopra un ponte lungo 80 tese, di un sol corpo, sostenuto da cinque gros-
faina di f|ui?sl(! ed ultie buone arit
a lode del gciienile ilaliiino e delle sue ^
gara di alti geaei'osi; ijuindi avendo il ea
dato in mare gli eijiiipagg' di Pino, sco
campo, e nipote, ['ontaiia GalcaLzo, noti :
guerra coi djvi;r>i uiriciali italiani feriti,
— infi-
dissime scaRe (il primo di que&ta specie, clic fino allora fosse stalo costrnlto).
e che venne meìK) in opeva in meno di cinque minuti dnl rapobuttnglìtAie
Dessalet, direttore degli ei]uipag(;i dcì ponti. Alti'i due pouli (jetluti diti ca-
pitani Barelle e I*iiyrÌntoi1', uno di battelli e l'altm di zallcre, lo fuiono il
priinoi nello spozio di un'ora e Tnexio, ed il secondo, di due. Il posuggio
dei ponti fu i-egnluto dal maggior geDeiiile dell'esercito, con un aixliuc, con i
tale uno pi-ecisione, olle nessun coi'po dell'esercito ebbe ad attendore oltre
il tempo a lui delcrmìnnto. GeneruU scortati dalla gendarmeria della guar-
dia imperiale dirigevuno il pas»Bggio. I ponti superiorì erano muuìti di tur-
nere Inleraltneute, ed illuminati nella notte ; il ponte baiMO delle enttere era
partinolarmente destinato per qtielli die rcli'occdcvano dall'isola di l^bau.
Diversi corpi dell'ettraito furono passati in mostra nell' isola dall' impe-
l'atoi'c, che fere speciale attenzione n che Ift armi fossci-o in buono stato, e i
sotdiiti portassero il numero delle ruzioni di pane l^he aveva ordinato. Vol-
gendosi [Wi ad un veodiio granatiere, cha gli pareva dovesse predilifSRre il
vino al pnnc, gli diocva : « Eb bien, comment trouvra-voos le vin t — Il ne
• nous grisera pas, Sire, r^pondit le grenadier, en moutrant le Danuhe,
a voilit nolre cnve. » L' impcratoi'e sorrise, e diede degli ordini perchè Ut
distri l>ur.ione del viuo tòlse fatta con i-^cd^ritiV.
Noi. 25. — Pug. IM.
Pino rienti-ò in Italia dalla Spagna. Vi lasciò rinomanza di pi-odcua.
Erano conosciuti molti tratti della sua onctlà, e tra i quali questi due.
Quando era a Villa Franca sul Gnire del IH08, rinvenne nel suo alloggio
càroB trenta bauli di oggetti preiìosi, appartenenti «1 padrone della •»», ul
quale, nellit freltn di fuggire, mancò ìl tempo di traspoitarli. Accortosi il
generali-" <IÌ quel Icsom, lo Tii.iiiilù snllo buouu scorta di un pirclielto di
dragoni agli avamposti nemici , percliè fosse consegnato al legittimo pro-
prietario.
Nell'aprile 1800, i famigliari di Pino rinvennero in un pano muralo
lulte le argenterie, gemme e paramenti della cattedrale di Vique, ed atti-
nenze, costituenti un tesoro di inestimabit valore.
Pino, regalati i fumigliari, ritirò questi oggetti, ne fece redigere esatto in-
ventario, ed inviò Ìl tutto al vescovo di Vique, accuinpdgnandolo du lettera
che spirava pace e
ni, si divulgò per tutta Catalogna,
enti, or Inglwi vollero allora far
filano deU'l^uriido, sir Dundus, pre-
lati dal jiregiato suo aiutante di
olo non ritenne esso prigioniero di
a bordo del legno pre-
ando ìl Fontana di riguardi, io auconipngnò nel porto di Geno-
, e Io lisciò libero in un co' suoi e cogli eifelti loro e del generale.
Anche il generali! Rougier Gillo ebbf, dur.-intc b guerra di Spugna, a
— 437 —
fiirsi apprezzare dagli stessi nemici per la sua leale ed onorata condotta.
Preso dagl* insorti Spagnuoli il capitano del genio, Tito Rougier, e ricono-
sciuto esser fratello del generale, lo trattarono con infiniti riguaixli, scortan-
dolo agli avamposti ; e consegnandolo al fratello, gli dichiararono esser essi
ben contenti di potergli in tal modo attestai'e la loro riconoscenza per il
jsuo nobile procedere.
Mi diffonderei di troppo, se volessi qui riferire i tratti tutti di delica-
tezza e di onestà, con che si distinsero anche Palombini , Severoli, Mazzuc-
chelli, altri generali italiani, e la nostra milizia in Ispagna;dai sopraccennati
potrà però il lettore giudicare degli altri.
Noi. 26. — Pag. 303.
Il commissario generale della marina, Maillot, diramò il seguente ordine del
giorno li 37 aprìle, all'atto della cessazione del suo uffizio:
« Grandi cambiamenti avvenuti nel vostro governo mi costringono ad ab-
bandonarvi.
« La Francia richiama i suoi difensori, ed impone loro nuovi doveri. Ma
prima di staccarmi da voi, non posso trascurare di attestarvi la mia palli-
colare soddisfazione^ per lo zelo che avete messo nel secondarmi nei penosi
kvori che abbiamo intrapresi, e nei quali eravamo già di molto avanzati.
« Il miglioramento del poilo, l'ingrandimento dell'arsenale, l'istituzione di
un collegio marittimo, lo stabilimento di un battaglione di giovani alunni,
tali sono i risultati di otto anni di sudori e di fatiche. Quante speranze
vi lascio ! . . . .
« Mi abbandono al pensiero di vedere un giorno la vostra marina ricu-
perare quella pi^ponderanza della quale godeva una volta. Quanto a me, io
m'onorerò in ogni tempo di aver concorso a procUrai^e con nuove istituzioni,
nuove sorgenti di felicità e di gloria per la nazione italiana. Ringrazio cia-
scheduno dei sentimenti di attaccamento che mi ha dimostrato. Io ne con-
serverò nel cuore un'eterna memoria.
Sottoscrìtto « Maillot. »
Noi. 27. — Pag. 308.
La lista civile del re era costituita da franchi 4,00tt,tll. ii annui, in con-
tante, pagabili per bimestre dal tesoro del regno. Le proprietà della corona
usufinittuate dal re (terzo statuto costituzionale del 0 giugno i80B), erano:
I palazzi di Milano, della villa Bonaparte, di Monza e sue dipendenze, di
Mantova con quello del The e di Modena. Era destinato un capitale di fran»
chi 7,675,185. 19 in beni nazionali per l'acquisto di due palazzi nei contorni
di Brescia e di Bologna^ per la formazione dei parchi di Monza e delle cacce
riservate nei boschi di Ticino. A Bologna fu comprato il palazzo Caprara.
L'appanaggio dell'erede presuntivo col titolo di principe di Venezia, era
formato dalla rendita netta di un milione di franchi annui in beni stabili,
T. IL 56
■il.^
• ■
e del pulatEO della villa Bonuparle in Milano ( ili staccato dalla lista civile
del re), U quarto statuto costituii oliale del IO Ibjjbiaio 180B, pollavo l'ado-
eìorc dui jii'indpe Eugenio, e lo disegnava successore alla corona d' Italia,
in muiicaiiui di lìgli moschi, legittiaii e naturali dell' impcraloiie. Il primo
statuto costitutionale del 17 mai-£0 1808 disponeva, clie i su'-cesson al d'ano
non potessero mai riunii^ le due corone, di Francia e d' Italia. Napoleone,
noH avendo che un figlio maschio, rimaneva wmpre vigente 1' adotione
del principe Eugenio per la iuocessione al trono d'Italia. Un decreto oiga-
nico del It dicembi-e 1807, accordava il titolo di piincipessa di Bologna
alla figlia primogenita ( Giuseppina, ora i-egina di Svezia) dei viceré, colb
dotazione del ducato della Galliera, comporto del palaz»> di Bologna (distaccalo
dalla lista civile del re) e di beni stabili, del valore di fi-anchi l.SVfi.SSO.TO,
stati venduti da Aldini Antonio, e pagati coi Iniidi della lista civile. Il pa-
dre era usufruttuario dei redditi lino all'utto del collocamento della lìglia.
La gestione della lista civile del re era affidata all' intendente dei beni
■Iella corona, Costabili Continui Gio. Battista (senatore), e fjuella dell'appa-
naggio, e del ducato della Gallici'ii, all' intendente Re Antonio ( consigliere
di Stato).
Erano pure assegnati annualmente iillu lista civile, lì'ancbi l,t(S!(,037. 0%
perii mantenimento della gunrdia rcule, ma questa somma non venne poi
inai pagata, dacché le spese della guardia erano compenetrate con quelle
dell'esercito, e poiialc nel budget del ministero della gucii-a.
Successi va ni ente alla promulgazione del terto statuto costituzionale, dianti
citato, essendosi ampliato il regno d'Italia, venne pure aumentata la lista
civile, portandone l'asucgnamento annuale n sei milioni di franchi in danaro,
ed a un oltro milione di rendita sopra beni slabili, assegnati in dote alla
U=omi
lutto il pri
pagjlo. in danaro alla li>ta civile dal tesoro del regno, dal IHOH a
cpiadriuiestre del IBlfl, ascesero cirRia franchi B5,75) ,'JOI. 33. (.
Si ritenne che alla fine del Iai3, la lista civile avesse fatti una econo-
mia di cii'ca sei milioni di franchi, e sopm quoto fondo Napoleone ne
prestò due al tesoro francese, per sopperire all' urgenia di veslii* i coscritti
raccolti in Alessandria, e per rinnovare a Piacenza il parco dell'artiglieria
dell'esercito. Il residuo era in gran parte depositalo nel tesoi'o pubblico, die
si trovava in angustie.
Dal fui qui detto conseguita evidentemente, che taulo l'assegnamento della
lista civile e della dote della corona, quanto quello deil'appanaggio del prin-
cipe reale e del duciito della Galliera, erano di esclusiva proprietà personale.e
die le economie fjtte sopra questi l'edditi, appaile ne va no di diritto alle per-
sone cui erano asseguali. Infitti l'azienda di tali rendite ei-a affidata a degli
intendenti, ad appositi amministratori, che non rendevano conto die ai loro
mittenti. Laddove Ìl danaro dello Stato era alFidato al ministro del tesoro,
il quale non ne poteva disporre che in forza di mandati, sottoscritti dai sin-
goli miniati'!, nel limite degli assegnamenti loro fatti col budget, approvato
dal re ; e la corte dei conti verificava successivamente la regolarità delle
spese fatte dai inÌL<istcri, e ne riferiva al senato.
<U«
— 439 —
Al princìpio d'aprile I8U, il viceré chiese al consiglio dei ministri (pre-
sieduto in nllorn da quello della guerra) il pagamento di un milione da im-
putarsi suir assegnamento della lista civile del secondo bimestre già inol-
trato^ e ciò all'oggetto di saldare i conti coiTenti, in caso di avvenimenti di
guerra. Ciò fu assentito, ed io era in c^so di saperlo, essendo al ministero
della guerra.
Il viceré incaricò Corradini Ottavio, facente le veci di prefetto di palazzo^
di pagare con parte di questa somma i conti della corte (più di ti'ecento*
mila franchi), ed il restante fu spedito a Mantova al principe, per le spese
colà occorrenti.
Napoleone ricordandosi, a Sant' E lena, delle rimanenze della lista civile
del regno d' Italia, e dei crediti che il suo demanio privato aveva verso il
tesoro (risultanti da boni), disse nel suo testamento e codicillo del 21 aprile
I82f, datato da Longevood (Histoire de ISapoléoiiy par Norvins) : « Sur la
« liquidation de ma liste civile d'Italie telle que argent, etc, la liquidation et
« compte en seront donnés par le prince Eugène et l'intendant de la cou-
« ronne Oompagnoni (qui dovrebbe dire Oostabili (x)ntaini). » Ciò non potè
per altro veriiìcarsi, dacché il principe Eugenio non aveva più alcuna inge-
renza sopra queste partite, non essendo più a sua disposizione né danait), né
alcuna altra cosa della lista civile.
Quando il principe Eugenio nel 4HO0 e 1844 comandò in capo l'eser-
cito d' Italia, il ministro del tesoro mise ai suoi ordini alcune centinaia di
mila fi-anchi in oro, destinati per le spese straoi'd inarie di guerra, come si
era sempre praticato verso i generali supremi francesi. Questo danaro fu, nel
4809, ailldato dal viceré alla cassa del demanio in Verona, sotto la dipen-
denza dell' in allora direttore Marchesini , il quale faceva pagare i relativi
mandati direttamente alle persone, a favore di cui erano rilasciali. Ed io
lo so di scienza certa, perché ebbi a riscuotere una somma accordata dalla
munificenza del principe a sollievo dei feriti della guardia reale. Nel 4814
è stato tenuto lo stesso metodo per i pagamenti, fatti dal pagatore di guerra
Sanvito Antonio ( vivente ). Inolti^, dai rappoiti di quell' epoca mi rìsultò,
che il viceré fece pure anticipare delle somme al direttore dei viveri Du-
morey, in alcuni momenti d' imbarazzo di sussistenze.
A Mantova, da dove paii:\ il principe Eugenio, essendo la piazza dichia»
rata in istato d'assedio, quel governatore Zucchi faceva versare nella cassa di
guerra, affidata al pagatore militare Caimi Carlo (vivente), tutti i fondi che
si riscuotevano ( dedotte le spese locali ), né il principe Eugenio ebbe mai a
dar ordini a quel pagatore, né a riscuotere da lui alcuna somma.
£ quindi evidente, che il principe Eugenio né poteva disporre, né dispose
di certo del danaro pubblico, limitandosi la facoltà di lui, ed il suo operato,
ad usare solo di paile della lista civile, qual rappresentante il sovrano, e
di quello dell'appanaggio e ducato della Gallicra, che erano assolutamente
proprietà sue personali.
i\nt. 28. — Pug. S09.
La sedìdone tli Miluno avvenne nello stci>m giorno in cui Napoleone partì
per l' iioln d'Elbn da Fontaineblenu. A<]iiel memorabile nddio non assistette
alcun Itiili/mo, tranne (eos\ «e corse la voce) certo Toili <non però del re-
gno d' Italia), portabandiera nella guin'dia imperiale. Vernut tèoe dì cjudl' ad-
dio &n dipinto, cbc Fain illustrò nel modo segitente:
« ÌjB 30 avrii, à midi, tous Ics pii* paratili ponr le dupart étant faits, let
■ voitiircs de vovage vieunent se ranger dans ki cour du Chevdl-Biaiic (c'ed
• le surnom de la cour ptinclpale). La garde impéi'iide prend les arines, et
a forme l;i baie. A une heuie Napolt'on sort de son apparlement, i) trouve
■ rangd sur son pas-iuge ce (|ui reste aulour de lui de la cour la plus nom-
■ breuse et la più» brillante de l'Europe: c'eU le due de Bastano, le gi'ru^ral
e Belliart, le colonel De nutsv, le colonel Anatole de Montesquieu, le comte
<■ de Turenne, le généinl Fouler, le baron Mesgrigny, le colonel Gourgiiud,
« le baron Fain, le lieutcnant colonel Athalin, le baion De la Place, le hn-
« iitn Lelorgne d'idcville, le cbevalier Jouanne, le gémerai Kosakwski, et le
B colonel Vonsowitcb (oes deui Polonais): le due de VJcence et le general
« cninte Flab»ul se trouvaient ulors eii mission.
« Na|)ol(!on tend la main a chacun, desoend vivement l'escalier, et dt^pns*
■ sant le rang des voituivs , s'avance vers la garde. 11 fait «igne qu'ìl veat
■ parler ; tout le monde se tait, et dans le silence le plus religieux on Jcoule
■ ses dei'uièi'es paroles:
■ — Soldats de ma vieille garde , \e vous fais roes edieux. Depuìs vingt
■ nns jc vous di trouv& oonstamment sur le cbemin de l'honneur et de la
s gioire. D.ms ces dernìcrs temps, commc dans ceux de noti-e prospi'iili-, voiij
■ n'avcE cesse d"i'tie des modèles de bravouro et de fidi-liti'. Avec dcs liora-
■ mes tels que vous notre cause n'était pas perdue; mais Li giicri-c viah in-
a terminable ; e eut été la guerre civile, et la France n'en Krail devenuc que
« plus mallieureuse. J'ai donc sacrifié tou( nos intéi-éts à ceux de la patrie:
a je pai's; vous, mes amis, continnet de servir la France. Son bonneur t'iuit
a mon unique pensée : il sera toujoui-s l'objet de mes voeu». Ne platgne*
( pas mon sorl j si j'ai conseuli ìi me survivrc, ce l'ut pour servir cncore à
■ votre gioire. Je veux l'crrrc les grandes choses que nous avotis (ìiiles eti-
■ semblcl... Adieu, mes cnfans t Je voudrais vous presser tous sur mon
a cocur ; que j'embrassc au moìos votre di'apcau '. —
a A ces mots le géue'ral Petit, saisissant l'aigle , s'avance. Napoléon rccoit
« le généifd dans fes bras, et baise le di'apcau. Le sileuec d'adiniratiun que
a cette grande scène inspìrc n'esl inteirompu que par Ics sanglots des soldati
■ Napoléon, dout l'éiuotioii e^t visible, Tait un eilbrt, et reprend d'une voìx
a ferme : — Adieu cueoie une fois, mes vieux eompagnous ! Que ce dernìer
a baiser passe dans vos cocurs I — 11 dil, et s'arracluint au groupe qui l'en-
a toiiir, il s'élanre dans sa vuitui'e , au lund de laquelle est diijìt le génci-.il
a Bertrand, Aussitòt les voiluies parlent ; des tioupcs fran^aises les escorte nt,
a et l'ou pieiid la roule de Lyon. >
— 441 —
Noi. 21). - Pag. 514.
Dopo la stipulazione del trattato di Fontainebicau li 4 \ aprile deve esser
stato incaricato il conte Luigi De Seibelsdorf, nflìzialc bavarese, di l'ecarsi
in Italia presso il viceré onde fargli conoscere quello che lo riguardava, cioè
die gli èva riservata una sovranità fuori di Francia. Quest' uffiziale non riu-
scì a compire la sua missione in causa di ostacoli incontrati nel suo viaggio.
La mattina del 27 aprile mi si presentò , al ministero della guerra , un
capo di battaglione francese, il quale mi disse di provenite da Parigi, e di
essere latore di una lettera dell'imperatrice Giuseppina a suo fìglio, e me
ne rese ostensibile Tindiiìzzo. Soggiunse di aver perinteso che il principe
[>otesse esM^r partito da Mantova, e mi chiedeva di dargli una dilazione per
poterlo raggiungere. Io gli risposi che infatti il principe Eugenio non do-
veva più essere a Mantova, ma in cammino per Monaco, e che, a mio cre-
dere, egli (ruiììziale francese) poteva colà recarsi \)ev la Svizzera, ove certo
non avrebbe incontrato diflìcoltà al suo passaggio. Non so poi cosa sia ac-
caduto: quello che mi ricordo si òche il generale Fontanelli, ritornando da
Parigi nel successivo mese di maggio, mi disse die il principe Eugenio, che
era colà, aveva aggradito il consiglio da me dato al suddetto ufTiziale.
Noi. 50. — Pag. 542.
Molte cose si sono ripetute sul conto del generale Pino , che era coman-
dante superiore delia capitale nel giorno 20 aprile, e che ebbe poi a far patte
della reggenza creata in Milano tra gli eccessi impuniti che precorseti) la
cessazione del regno d' Italia. Una relazione storica stampata (e che nel libit)
intitolato Milmw e suo territorìOj i844, voi. I, pag. 375, s'indica con data
supposta di Parigi, e si attiibuisce al fu senatore Diego Guicciardi , ma che
però io ho dati per credere che sia invece del di lui collega Leopoldo Àr-
maroli ) riferisce (|uale sia la patte che Pino ed altri presero nella sedizione.
Confalonieti Federico, in una sua lettera pubblicata nel 4815, e Foscolo Ugo
in altra apologetica, entrano in minuti paiticolari su questo proposito. Simili
scrìtti sono di pubblica ragione , e servirono di testo alla storia. Pino fere
stampare nel Ì8i7 alcune sue note giustificative, e fece pure dipingere in
quadt*i (die si videro nella sua casa di villeggiatura a Elio) le scene prin-
ci pali di quella infausta giornata. Per mettere il lettore in situazione di giu-
dicare con piena cognizione, riporterò le stesse paix)le colle quali egli espone
il suo operato.
Pagina 407. — Diclaraiion délivrée sur la demande du baron Pergami
(quello che fu scudiere della principessa dì Galles).
« Je dcclare quo le 20 avril I8t^ > jour mcmorable de la revolution d<!
« Milan, vous n'avez pas hésité un seul instant à me suivre, lorsque les pre-
u inici's jnagibtrats et Ics premiers notables de la ville de Milan m'ont en-
a gagé à soitir de ma solitude pour apaiser une populace mutince , apròs
« que fon avait déjà pillé le palais du sénat.
■ Le 30 nvi-il ISU \e. siiÌs tl-iIi' puisiblf il la mui^on jusqu'à deux heum
« nprès midi, igiioniiiL tntalemciit toul ce qui se puisait en ville. Mais a-wsi-
■ lòt iju(^ j'ai L-tc instriiil par le mìiiislL'i'i; de la gut^i'iv des mouvenients in-
« rani:otionntil*, et sur d'ualifs iavilHlìoiis, je «lis sorti ù jiied malgn' mon
<■ 6\Al |)hv«it|ue et une ptuic a«er»e , accompagni- dtt mes iiides de camp et
« de VOI», leu Kiils qui pndant troit hcures m'ont aidi; ìk i-epoiis»er une po-
■ piilace cfVnfniie, vt \e dois i la vérHé q»e vnu« m'avrà, suivi jusquc sur lex
■ eKulicra du minìtlre Prìua, oìi l'aurais été énrim^ pur la foule qui dcso^n-
s et rue» oides de r^inp ne m'eutsier. pas oiivcrt uà passagc.
■ Voui Hvex auui empéclic tgue des iigures patibulaii'es insultassenlà u
■ coi-ations. et si le doinestique du miniitie Prina u'avuil pas cache «jue *on
■ maitre étnit £11001% dans la maison, vous eu^sies sans dotile contiìbué à le
m suuvcr, commc vous avez fait aveo le general Peyii, lorsqu'avec ma aìóa
m de camp et le chef de balaillon Foscolo, vous ro'oven, precède pour òter
a des mains rles faclicux saiiguinaii'es le ministi'e Piina, la seconde Tois ijue
• de la wuiiioi puliti' je me buÌs a-iidu à là maison du dit niìnislre. Si on
■ n'nvait pus étoufl'é dans la nuissancr une ii^volution , dnnt le d(;but était
■ si ciTravant, <]tiel iM>i't devuienl-ili utieudi'e oe> proxu'its doiiton làUaitcìi'-
■ fìulcr le» listes le %U et 31 aviil! Je dMui'c doiic q uè vous avei aiusi ron-
« ti'ibué à me inettic eo ^fal de termiiier une K-volution que, j'ose etirore
■ l'avancer, aans moi aui-ait entiaìni! Icb suitcs les plus di'sasLreu&es pour la
« ville de Milau et pouf toule la Lombardie. >
Pagina lOt. — « Si ìa pn5ti!rité voudra rendic juitice au gén<5ral Pino,
<■ on sera foi'cé de convenir que les jours de la ivvolutioii de Milan sont le*
■ plus belles page» de soii histoire, et qu'à celte epoque la ville de Milan
« doit au general Pino le rétablissement de l'ordre, la sùi'Cté de »es couci-
L't de
i piopru'tt
fàii
■ dcs opinion» et le elio:: inéviluble d'un inleri'ègiie.
« L'étut doit au general Pino d'avoìr sniivi; [oiites Ics caisses et les établis.
Pagina 109. — > Dans la nuit du 30 au 31 avril le gèi
a transporter au palais rovai une mauvaise piÈce de t, la s
■ tèe à la citadelle. G;tte picce, qui devait étic placée dans Is rour du ci»'
« tcau, on l'a mise en batterìe sur la place devant la porte du palais.
« Le 91 , dès la pointe du jow , huil à dix-mille personnes étaicnt deji
« réunies sur la pince du palais rovai, et mena^aient d'enlcver la pièce, qu
■ élait défendue par cinquante hommcs du dépÓL de la garde. Le gì
■ Pino, qui s'était retiré du palais fort tard dnns la nuit, et qui veoait d'eli
■ pivveriu des mcnaces pogiulali'es , s'est rendu sur le rhamp au palais , i
a après avoir somme le pcuple à la retraite, et dissipò les attroupcmi
a i'ait retirer la pièce dans la cour du pali
H et pi-i*te a l'aire feu,
a Les insui'gés, api
« le pillagc.
■ Le general Pino avec sei aides de camp se rend
^ule qui était r
mjours mèdie e
r reti'aitc, se sont rendus à la donane, mena<
lédiatement s
•ili
— 4« —
« lieu, et par vie nt a sauver Tenti^epòt des rìchesses du coiniiiei*ce de Milan.
« A la suite de ces attaques renouvcllcs Ics propriétaires et les commercans
« bc levaient cn masse ; le general Pino leur fait distribuer des armes, et en*
« fin la garde nationale, comraandée par son chef le general Visconti , se
« multiplie et s'organise dans un instante ari*ete deux ou trois rents instiga-
« teurs de Tinsurrection, met un teitne aux vexations populaires, et Tordre
« se itltablit. »
Pagina 434. — Observation generale, — « On attribue au general Pino
« la revolution de Milan^ comme si on pouvait encore ìgnorer que les mo-
« biles des opérations humaines sont généralement l'or, Tambition et l'amour
« de la patrie.
a Le general Pino a donne des pi^uves non équivoques d'avoir toujours,
« méme trop, méprisé les richesses , et d'ailleurs qui aurait empecbe le gè-
« nevai Pino, le 20 et Sii avrii, de s'emparer des cai&ses de l'état et des ti^-
« sors de la couronne? Le voeu du peuple etait assez prononce à cette épo-
« que dans la capitale et.au dehors, et il ne tenait qu'au general Pino de
« s'emparer au.<(si du pouvoir suprème, quoique momentanément.
« Si le general Pino aurait éìé pousse par une ambition déréglée, dans ce-
« cas bien loin de faire tous ces eflbrts pour comprimer les esprìts, iiétablir
« l'ordre et combiner avec le maii-e et la municipalité de Milao pour la
« nomination des hommes les plus i-espectables pour régir l'état, le general
« Pino aurait donne une plus forte et differente impulsion aux mouvemens
« populaii'es, dont le résullat n'aurait pas éié douteux. Le maire et la muni*
« cipalité oiit nommé le généi*al Pino prósident de la i^gence, mais, lui con-
te naissant l'insufTlsance de ses moyens, propose a laii^genceet obtient d'étre
« rem place. Les coiléges électoraux l'ont nommé généitil en chef de l'armée
« italienne, et lui il demande à la rógence officiellement laquelle des deux
« places il doit occuper , ne pouvant pas rester membre du corps exécutif
« et commandant la force armée. Si l'égoisme et une ambition maleotendue
« auraient dii igé ses opérations, le general aurait, dans sa qualité de general
« en chef, liviti la ville de Milan, le %tt avril, à de nouveaux troubles, se
« rendant à Mantoue où il aurait sùrement obtenu des grands avantages
« personnels en exécutant la convention pour la reddition des places de Man-
« toue et Peschiera, ou en voulant encore les disputer. L'amour de la pati*ie
« et la ti*anquillité publique ont donc exclusivement sci*vi de guide au gé-
« néral Pino, n'ayant pas manqué d'instixiire jusqu'à une ceitaine epoque
« le vice-roi des mouvemens de la capitale, et ensuite les généraux en chef
« des armées alliées.
« A l'arrivée à Milan de S. E. le feld-maréchal Bellegarde , le general
« Pino avait déjà pourvu aux établissements des armées autrichienne et ita»
« lienne , et api'ès avoir rendu les honneui*s dùs à S. E. et avoir pris les
« mesui^s nécessaires pour le bien-eti^ des armées, le general Pino se i^tii-a
« à la campagne sans avoir obtenu le moindre avantage personnel, ni méme
« le remboursement des dépenses inséparables du gl'ade de general en chef
« et des circonstances du moment.
. U4-
\fe itiilicnne rcncantrant quelqne difTicult^, \e gr-
li-ais il Vienne poui- plaider pour scs compagnoni
o Lii i-odaetion de I':
a ni^i-ul Pino se i-end à
a (IVines.
m Tou& les olliciei's itnliens, depuis le general jusqii'au snus-liputenant, sont
« conserva» dan» leuis grades, el le gi^ntial Pino obticDt lu relraile tleman-
■ d^e. Il «erait plus (àcile ait general Pino d'individuer se^ déii'acteurs t-t
■ ceux qui les stipeodient, quc de pouvoir les titleindi'e.
Sign(5 « Le L, G, Pitto, ■
I)o[io di avpre Ielle lal mente e^iwsto quello che il generale Pino stxrssc per
giustilicai'e la &iia condolta , manchei'eL al doveiv di storico cosctenuoso *e
non soggiungessi poi anche quello che a me è parlicolarmente noto.
Quando Mantova era in istato d'assedio {inarco 1841) l'ispettore alle ras-
segne Brunetti Ugo ivi esercitava la polizia. Pervenne in sua mano un di-
spaccio di Maral diretto a Pino. Comunicatolo al governatore Zucchi, qnesti
differì d'informarne il viceré, senza perù ommetlere gli opportuni pi-ovve-
dimenti di precausione. Il prinrijie lu di oiù infarmalo soltanto dopo gli av-
venimenti del 90 aprile, ed allora egli rispose : ■ Se lo aversi saputo prima
avrei incaricato Pino di un'apparente missione importante presso l'impera-
tore, ed allontanandolo per lal modo dall' Italia, avrei sventalo ogni maneg-
gio. Pazienza, ora tutto è finito. Compiendo pei'ó che il rilai-do frapposto ad
istruirmene è proveniente solo da un nobile sentimento d'onore nazionale,
die devo encomiare. * Lo stesso Brunetti mi ba riferite queste idenliclie pa-
role al suo ritorno da Mantova.
Un' altra circostanEa non ripoitata dal generale Pino, e eli? a me consta
essere positiva, si è pure la sdente :
11 22 aprilo l'Ino .-oinnii^e in nome delia reggenza al generale Paini di
tar mettere in libi.'il?i gl'inilividui arrestili! (come è qni sopra indicalo) nel
giorno pi-ecedente. Questa misura era una conseguenza della massima adot-
tata dalla reggenza (coutc lo indica la lettera da essa diretta Yé maggio a (ìuic-
ciardi,e già stampata) o di non voler far rivivei-e animosità che vogliono es-
sere sopite, e sì urlei'ebbe col principio adottato e proclamato dalla reggenza,
di coprire di un velo le cose avvenute. ■ Paini si rivolse a me, per essei-e
i detenuti nelle prigioni della Rocchetta del castello, lo risposi che il mivii-
stei'o della guerra non poteva intervenire in un afTai'e eh' 0*3 dì speltan&'i
del prefetto di polizia, trattandosi in gran parte d'individui imputati di
gravi delitti estranei alla politica, e che la giustizia criminale già da gr-<in
tempo si adoperava per avere in sua mano queati delinquenti. Ciunnonper-
lanto se non tutti ben molti furono messi in ìilwrlà, ed il prefetto di jmlizia,
Villa Giovanni , che aveva sottoposto ad esame anche molti stipendiati si-
cari, venne bentosto destituito.
Il generale Pino con tutta ragione asserisce ch'egli ed i suoi aiutanti di
campo coutribuirono possentemente a far isventare i tentativi dei saccheg-
giatori che volevano imp.idroiiirsi della dogana nel giorno 21 , e cita la
bella condotta delb guardia civica di Mikno, alche è da aggiungersi che in
I
— 445 —
tale inconti'o ebbero onorevole menzione per aver ben met*itato anche i
capi di battaglione Alari Saule, Arrigoni Decio, Gistiglia Carlo e Qìvelli Me-
smer Giuseppe ; e fra gli ufBziali subalterni Ottolini Bernardo, Lugani An-
tonio, Incisa Leopoldo, Monticelli Giovanni, Ghirlanda Gerolamo, Longhi ed
altri. Olti% queste cii*oostanze ve ne fu inoltre un' altra che contribuì a far
{sciogliere l'assembramento del li. Il generale Polfranoeschi destramente si
avvisò di far correre la voce di un supposto avvenimento di gra\e rilievo, che
fece accorrere molti dei curiosi fuorì di Porta Romana, e coei diradatasi la
folla si rese pib agevole l' an^sto dei malfattori.
È pure da avveitirsi che quando il generale Peyri fu attaccato dai faziosi,
era in abito borghese, e non in uniforme, e che i suoi aggressori gli levarono
le fibbie d'oro ohe aveva alle scarpe. Peyri , che aveva un comando in Mi-
la uo 9 avrebbe dovuto essere in uniforme alla testa de' suoi soldati , e non
come privato in mezzo alla folla.
Not. SI. — Pag. 513.
Dachè r occasione mi ha condotto a parlare della prigionia dell' impera*
tore Napoleone a Sant' Elena, mi cadrebbe in acconcio di risalire all' avve-
nimento dal quale essa dipende. Riconoscendolo però estraneo a questi cenni,
mi limiterò a ripoitare sulla battaglia di Waterloo breve brano storico di
autore francese, che può meritare di essere conosciuto perla sua singolarità,
ed anche perehè rende la meritata giustizia al valore alemanno.
« Au commencement de la bataille de Waterloo le due de Wellington
« avait 95,000 combattans, Napoléon 05,000. A deux heures ks Anglais, les
« Belges et Ics autres confédérés étaient dans un état de demi-déroute. Bou-
« low arriva avec 50,000 hommes. A six heures Wellington avait de nouveau
« perdu la bataille^ et cette fois avec 125,000 oonti-e 65,000. Blucher débou-
« chant vers sept heures sur la ferme de la Belle-Alliance donna la victoire
« à Wellington. Ce n'est pas la moitié du pont de Waterloo de Londres
« qui devrait étre à Berlin , comme Fa dit quelqu'un , c'est le pont tout
« entier. »
Not. 33. — Pag. 315.
I tre quadri presentati per far conoscere gì' individui dell'esereito italiano
che ottennero ricompense d'onore per azioni segnalate, furono compilati
colle notizie che mi fu dato di raccogliere. L' impossibilità assoluta iu cui mi
sono trovato di confrontarli coi registri ufllciali^e la circostanza die le no-
mine il pili delle volte pollavano il solo cognome, m'impone il dovere di
avveitire che vi poti'cbisero essere ommissioni , come pur anche equivoco
neir applicazione di nomi ad alcuni cognomi. Ad ogni modo nutro lusinga
che questo intricato lavoro isia per essere riuscito possibilmente esatto.
Per le nomine duplicate, che furono vane, e fra le alti'e degli uifiziuli Bo-
nesi, Jacopetti, Ver netti ed altri, ho creduto di non farmene carico.
T. IL 57
K
— 446 —
Ver gì' insigniti di uidiuì sli-anieii poi )i bo ciUti all' oppoitun ita, e tooo
ila agKÌ"i)6c''^> < cai*itani Luigi Tesiiii, die eia cavaliere ddl'oidiitr delle
"" ". — . . „ ^ della Spada di Svciin.
OvB Sicilie, ctl Awiiiellì Pìeti-o, che lo fu ddl'oi
Noi. 33. — Piig. 313.
l'i'u i militai UQiionali die pubblicarono fosti del Doslro esercito pos-
tiamo gtoi'iarci di imnovcroi'e il gi;nci'ale Ciimillo Vacarli, aiitoi^ applaudilo
della Storili delle niim|»gne e degli auedi dcgl' lliiliaiii in Ispagna , e della
bingiitfìii del colonuellu Caocianino.
Al tenente colonnello Do Langicr (toicaiio) In pubblica voce atU-ibuisce le
ofteiv ben a lagione lìpulaCe : lìV Itiiliiiiii in Russia , non die i Fasti e vi-
cende dcgl'ltitliu ni dal IHO< al 18ID.
Lì.'iboni Antonio (imlico uffìxiale di i-uvallcri<j} scrisse fasti stori co- m ili turi
dell'età nostra, che godono del pubblico favoit. K sono pur (voule di lui
le Lettei-e sugl'Italiani in Caulogna. contvassegnnte A. L.
Due medici chimigbì mililjiri dì bella fama, i dottori De Filippi Gitueppe
e PalaEnini Giovanni, [Hibblicaroiio le molto encomiate orazioni ilmebii da
loro recitale sullo tombe, it primo di Foulanelli, ed il secondo di Saul'An-
Atea PieUO.
L' esimio maggioie Jucojwtli Giiisepiic pniiblicò le biografie di Fontanelli.
Teuli^ ed Aivse, etl i giornali letterari d' Italia resero conto con molta lode
di queirti pregevoli lavori.
Aiicbe cittadini esii-anei nll'eseieito, per lìvei-enza ben meritata da ]ii-udi
(wnoauonali spenti in guerra, concorsero ad ononre la loro memoria.
Il conte Faustino Sanseverino scrìsse applaudita necrologia del suo oompa-
Iriotln p''neriile Olili ml>ei lì Livio. Pucrliio Giuseppe fece un' orazione fiine-
bre per gli olinli nllu l^iUagli^i di bacilo il 1» aprili; 1S09. Giacomo l«iu-
, pubblici sotto titolo di Galliiia Militare le biografK
ventisene ìnilìvidiii cbe appartennero a
molto rirci-cate dal pubblico.
n
i nomato autore Adriano
Balbi
ilei
&|iinlo gent
le t eguaglialo dalLi
profoiidità del gapei-e, e che n
Oli tifi
scui-a
mai alcun' o
XMisione per r
vendi-
ciré
(Itoli die i suoi connaz
onnli
lannc
^>1la pubblica coniiidemzio
ne, si
espri
levii in ipie^li termini:
-L'È
ìro[,;i
ha uucora ni
olii uomini, i
quali.
dopo
essersi tli.ilinli come gue
rieri 1
etl'ev
n.iiioleonieo
lasciate le ar
ni (ler
deilic
UH ai piiclfieì studi . si
segna
.irono
nel novello
agone, accoppiando
eo^ì s
ul loro cullilo Cline un
coro
la d'
ulivo a .juell
1 d- alloro. Di
questi
y li j
. ,.e liu non pochi ; .p,i
aot, J
jjojuincj'ejjio. » io, nel (jojgcj^e
ah' il-
bi>ii(.
l'Olio»
ceiiza
sono ben cl
Ilo die i mie
cuni-
payi.
iiiicorii »uiier=titi ii^prail
die
li faceia pm
e pi.-^o di U,
fiu.
Ieri 11
te .lei loro senliiiii'iili.
Au
muto d.i eii;i ri.siwlt.ibi
e t;i<i
liiio ,
io mi nirò
aJ iiulii-are
ilcuif
iiuul
lit^i scieiilifi.o-lLUeiiirie
die
piMil
i^Li.icu. all'e=
uniLu ihilijiii)
e die
ercito del icgno d' Italia, e iiiixiuo
> dei loro scrini dati alle stauqie , di^iieu:
ti'
— 447 —
domi di ripetere i nomi di quegli individui che ebbi già occasione di com-
mentare nel corso di questi cenni.
Giccianino Antonio, Beroaldi Natale, Armandi Domenico, MafTei Giuseppe,
Zanardini Giovanni, Bidasio Ruggero, Nobili Leopoldo, Foscolo Ugo, Gaspa-
rinetti Antonio, Zanoli Cai*lo, Lampato Francesco, Tasca Ottavio, Mantovani
Vincenzo, De Filippi Giuseppe, Solenghi Vincenzo, Rasori Giovanni , Fede-
rigo Ermolao , Rezia Giacomo , Rima Tommaso , Ceroni Giulio Giuseppe ,
Litca Diurni Pompeo ed Antonio , Beaupacher Giuseppe , Malagoli , Vecchi
Marco, Barbieri Gaetano, Brioschi Carlo astronomo, ed alti'i.
FhiE DEL Secondo ed ultimo volume.
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ZMOL] nilliiidliiiitccViin;4ua. ^-'
ZANOLl mila nuln* ecc.vil.II.'pa(.2i4S
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Cca:i|;;»re Zsfirelaric i Siile
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Polpra\<:e.<ichi
Inurlcatì idpirUri^ dd ÌÉóitirc dfi (uora
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SefrcUrtc Icnrale diHAùiln-i ìeUiiwTt
A. ZA^iOLI
Se^[c-Ò ^eitrù uUfiBÙtcri ct'iiiuerri fdiìk
r.arcu.
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> tanti uutiniSi htiilab le]là tanauoia! mfitjt*
£ Moutert itili /wr& U nlm ì Iiùa
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