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V 


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WEBBIA 


RACCOLTA  DI  SCRITTI  BOTANICI 


LIBRARY 
NEW  YORK 
BOTANICAL 
GARDEN 


EDITA  DA 

UGOLINO  MARTELLI 


Professore  nella  R.  Università  di  PDa 


Volume  Terzo. 


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FIRENZE 

TIPOGRAFIA  DI  M.  RICCI 
Via  San  Gallo,  N.  31 


1910 


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WEBBIA 


RACCOLTA  DI  SCRITTI  BOTANICI 


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WEBBIA 


RACCOLTA  DI  SCRITTI  BOTANICI 

EDITA  DA 

UGOLINO  MARTELLI 

Professore  nella  R.  Università  di  Pisa 


Volume  Terzo. 


FIRENZE 

tipografia  di  m.  ricci 

Via  san  Gallo,  N.  31 


1910 


PROPRIETÀ  LETTERARIA 


LE  “ FREYCINETIA  „ DELLE  ISOLE  FILIPPINE 

PER 

UGOLINO  MARTELLI 


La  storia  delle  Freycinetia  crescenti  nell’Arcipelago  delle 
Filippine  può  essere  riassunta  nel  modo  seguente  : 

1.  Nelle  due  prime  edizioni  della  « Flora  de  Filipinas  » 
del  Padre  Bianco,  1837  e 1845,  non  venne  menzionata  al- 
cuna specie  di  detto  genere.  Il  Padre  Naves  nella  « No- 
vissima appendix  in  Bianco  FI.  de  Filipinas,  3a  ediz.  1880, 
IV,  p.  286  n.°  3 »,  crede  poter  ricondurre  ad  una  Frey- 
cinetia, e precisamente  alla  F.  insignis  Bl.,  la  Tillandsia 
pseudoananas  Bianco,  FI.  de  Filip.  la  ed.  p.  853;  2'*  ed.  p.  162, 
che  a me  però  sembra  non  appartenere  nemmeno  alla  fa- 
miglia delle  Pandanacee. 

2.  Nel  1843,  il  Gaudichaud  « Voyage  de  la  Bollite  » 
figurò  due  Freycinetia  raccolte  nell’Arcipelago  filippino,  la 
F.  sphaerocephala  (tab.  52)  e la  F.  Cumingiana  (tab.  37  e 
60),  delle  quali  non  venne  mai  pubblicata  la  descrizione. 

3.  Nel  1849,  il  Presi  nell’  « Epimeliae  botanicae  » de- 
scrisse col  nome  di  Freycinetia  luzonensis , sopra  esemplari 
riportati  dal  Cuming  dalle  Filippine,  la  stessa  specie  che 
il  Gaudichaud  aveva  figurato  col  nome  di  F.  Cumingiana. 
Il  Presi  aggiunse  alla  forma  tipica  della  F.  luzonensis  una 
varietà,  che  chiamò  heterophylla,  e che  è riportata  anche  dal 
Miquel  (FI.  Ind.  Bat.,  1855,  III,  p.  172)  (1). 

4.  Dopo  quell’epoca  seguì  un  lungo  periodo  di  sosta 
nell’  investigazioni  della  Flora  delle  Filippine,  periodo  che 


(1)  Questa  varietà  ha  le  foglie  molto  strette,  tanto  che  il  Miquel,  1.  c.,  si 
domanda  se  non  possa  essere  la  Freycinetia  yraminea  Bl.  A me  parrebbe 
invece  che  nella  varietà  a cui  volle  accennare  il  Presi  (non  alior.)  possa 
riconoscersi  o la  F.  Williamsii  Merr.,  o la  F.  ensifolia  Merr. 


1 


U 


— G — 


durò  sino  alla  pubblicazione  della  3a  edizione  del  « Bianco  » 
1880  (1),  con  l’aggiunta  da  parte  del  P.  Naves  della  « No- 
vissima Appendix  ».  In  questa  (voi.  IV,  p.  285)  vengono 
enumerate  quattro  specie  di  Freycinetia , cioè  le:  F.  strobi- 
Iacea  Bl.,  F.  luzonensis  Presi,  F.  insigni s Bl.,  F.  graminea 
Bl.,  più  la  F.  luzonensis  var.  heterophylla,  che  viene  anche 
illustrata  nella  tab.  437  (2).  Della  Freycinetia  strobilacea 
Bl.  e della  F.  insignis  Bl.  posso  dire  che  nelle  moltissime 
collezioni  da  me  vedute  e studiate  non  si  trovano  esem- 
plari provenienti  dalle  Isole  Filippine,  e quindi  ritengo  as- 
solutamente erronea  la  indicazione  del  Naves. 

Riguardo  alla  pianta  della  quale  intende  parlare  il  Naves 
sotto  il  nome  di  Freycinetia  luzonensis  potrebbe  darsi  che 
realmente  corrispondesse  alla  pianta  descritta  con  tale  nome 
dal  Presi,  ma  ne  ho  gravi  dubbi  ; infatti  : spadici  3-5,  ci- 
lindrici, lunghi  7-9  cent , non  sono  caratteri  che  si  riscon- 
trano nella  Freycinetia  luzonensis  di  Presi.  Per  questo 
motivo  mi  parrebbe  piuttosto  di  riconoscere  nella  pianta 
del  Naves  la  Freycinetia  multiflora,  descritta  vari  anni  dopo 
dal  Sig.  Merrill. 

La  F.  graminea  Bl.,  la  quarta  specie  citata  dal  Naves 
è una  forma  giavanese  non  stata  trovata  da  alcuno  nelle 
Filippine. 

5.  Vidal  nelle  sue  opere  « Phaner.  Cuming.  Philip.  » 
1885,  e « Revis.  pi.  vase.  Filip.  » 1886,  non  descrive  al- 
cuna nuova  specie  di  Freycinetia  ; solo  rammenta  di  nome 
ed  anche  dubitativamente  le  seguenti  : F.  hizonensis  Presi, 
F.  strobilacea  Bl.  ? ; F.  sp.  (aff.  insignis  Bl.)  ? (3). 


(1)  Il  Solms  Laubach  nella  sua  « Monograpliia  Pandanacearum  » in  Lin- 
naea,  1878,  non  descrisse  alcuna  specie  nuova  delle  Isole  Filippine. 

(2)  Questa  figura  non  sta  punto  in  rapporto  con  la  descrizione  del  Presi. 
Dall’  Hemsley  fu  creduto  che  la  tavola  in  parola  potesse  riferirsi  alla 
Freycinetia  philippinensis.  Il  Merrill  invece  vi  riconoscerebbe  la  sua  F.  di- 
latata. Io  vi  vedrei  piuttosto  una  forma  della  F.  multiflora  Merr. 

(3)  Non  conosco  i dati  sui  quali  il  Sig.  Merrill  nel  suo  lavoro  « Philip. 
Freycinetia  » riferisce  la  F.  strobilacea  Vidal  (non  Bl.)  alla  F.  sphaeroce- 
phala  Gaud.,  dato  che  nello  opere  del  Vidal  il  nomo  di  quella  specie  è ri- 
portato dubitativamente  o senza  alcuna  descrizione. 


— 7 — 


6.  Altre  due  nuove  specie  di  Freycinetia  furono  de- 
scritte dal  Sig.  Hemsley  nel  1896  nel  « Kew  Bulletin,  » vale 
a dire  la  F.  philippinensis  e la  F.  Vidalii. 

7.  Il  Dott.  Warburg,  nel  1900,  nella  sua  monografia 
delle  Pandanaceae , riconosce  7 specie  di  Freycinetia  cre- 
scenti nelle  Isole  delle  Filippine,  comprese  le  tre:  F.  ferox, 
F.  Jagori , F.  scabripes,  dal  medesimo  ivi  descritte  per  la 
prima  volta. 

8.  Da  quell’epoca  (1900),  i Sigg.  A.  D.  E.  Elmer  ed  El- 
mer D.  Merrill  hanno  di  tanto  in  tanto  pubblicato  non  po- 
che nuove  forme  di  Freycinetia , raccolte  durante  le  escur- 
sioni loro  e quelle  di  vari  altri  botanici,  che  hanno  in  que- 
sti ultimi  anni  contribuito  alla  conoscenza  della  Flora  delle 
Filippine.  Così  il  Sig.  Elmer  nel  1907,  nella  sua  pubblica- 
zione « Leaflets  of  Philippine  Botany  » voi.  1,  descrive  11 
specie  da  lui  stesso  raccolte  in  Lucban  ; ma  avendo  Egli 
inavvertitamente  adoprato,  per  alcune  di  dette  specie,  nomi 
già  riconosciuti  validi  per  altre  affatto  differenti  dalle  sue, 
fu  costretto  ad  una  rettifica,  che  leggesi  nella  rammentata 
opera  a p.  362,  Voi.  1. 

9.  Nell’anno  appresso  (1908)  il  Sig.  Merrill,  pubblicò 
una  « Revisione  » del  genere  per  quello  che  riguarda  le 
specie  Filippine  (Philip.  Freycinetia,  in  Philip.  Journ.  of 
Science,  1908,  p.  308)  (1). 

Da  quest’ultima  recensione  risulta  che  il  numero  delle 
Freycinetia  filippine,  comprese  varie  specie  ivi  per  la  prima 
volta  descritte,  ascende  a 24. 

* 

* * 

Per  l’estrema  cortesia  del  Sig.  Merrill,  potei  avere  in 
mia  mano,  per  lo  studio,  tutti  i campioni,  anche  i tipici, 
esistenti  nell’erbario  di  Manilla.  A questo  ricco  materiale 


(1)  Nello  stesso  anno,  nel  « Bulletin  of  the  Torrey  Bot.  Club  » p.  64,  il 
Sig.  C.  B.  Robinson  pubblicò  un  lavoro  intitolato  « Alabastra  philippi- 
nensia  »,  ove  è tenuto  parola  delle  F.  Cuminyiana  Gaud. 


— 8 — 


debbono  aggiungersi  tutti  i campioni  delle  specie  pubblicate 
dall’  Elmer  nelle  « Philippine  plants  »,  collezione  numerata, 
edita  dallo  stesso  Sig.  Elmer  e che  possiedo  nel  mio  er- 
bario. Ho  inoltre  potuto  esaminare,  per  la  liberalità  del 
Colonnello  D.  Prain,  Direttore  dei  Giardini  Reali  di  Kew, 
il  materiale  ricevuto  dal  Sig.  Loher,  conservato  in  quell’er- 
bario. Altri  pochi  campioni  di  Freycinetia  filippine  esistenti 
nell’erbario  di  Parigi,  mi  sono  stati  gentilmente  trasmessi 
dal  Prof.  Direttore  M.  Le  Comte.  A tutti  questi  signori, 
oltremodo  cortesi,  mi  sia  permesso  rivolgere  i miei  più  vivi 
ringraziamenti. 

In  possesso  quindi  di  quasi  tutto  il  materiale  relativo 
alle  Freycinetia  esistente  sin  ad  ora  negli  erbari,  ed  occu- 
pato nella  monografia  generale  delle  Pandanaceae,  ho  cre- 
duto potere  essere  il  caso,  sebbene  a tanta  poca  distanza 
dalla  pubblicazione  dell’  importante  lavoro  del  Sig.  Merrill, 
di  render  pubblico  il  risultato  finale  delle  mie  ricerche  sulle 
Freycinetia  delle  filippine,  come  un  estratto  dell’Enumera- 
zione generale  delle  specie  di  questo  genere,  che  farà  seguito 
a questo  studio. 

Come  conclusione  risulta  che  presentemente  le  specie 
filippine  di  Freycinetia  ammontano  a 37.  Ma  quante  ne  ri- 
mangono ancora  ignote  al  Botanico  nelle  immense  foreste 
che  rivestono  le  isole  di  quell’Arcipelago  ? 


— 9 — 


FREYCINETIA  GAUD. 


Sectio  I.  Oligostigma. 

Stigmata  1-3,  vulgo  bina. 


A.  Syncarpia  cylindracea. 

1.  Folia  circiter  1 m.  longa,  5-8  cent.  lata. 

Folia  abrupte  et  breviter  acuminata,  auriculis  latis  et 
elongatis,  violacois.  Syncarpia  5-7  cent.  diam. 

maxima. 

Folia  superne  longe  et  sensim  attenuato-acuminata, 


basi  dilatata;  auriculis  incoloris  ....  ferox. 
Folia  superne  sensim  longe  attenuata  et  flagello  lon- 
giusculo  terminata  lucbanensis. 


2.  Folia  non  plus  quam  70  cent,  longa  vel  multo  breviora. 
o Folia  40-70  cent,  longa,  superne  sensim  attenuato- 

acuminata. 

X Auriculae  per  totam  earum  longitudinem  laminae 
adnatae. 

Folia  2 ‘/s  cent,  lata,  ensiformia,  attenuato-acumi- 
nata, non  plus  quam  60  cent,  longa.  Syn- 
carpia 4 */2— 5 cent,  longa.  Baccae  in  parte  api- 
cali  prismaticae Currani. 

Folia  2-3  cent,  lata,  60-70  cent,  longa,  superne 
longe  sensim  attenuato-acuminata.  Syncarpia 
8-9  cent,  longa.  Baccae  in  parte  apicali  py- 
ramidato-acutae polystachya. 

XX  Auriculae  lanceolato  acutae,  in  earum  parte  su- 
periori liberae. 

Folia  ensiformia,  superne  attenuato-acuminata,  1 '/3 
cent,  lata;  auriculis  latis,  in  earum  tertia  su- 
periori parte  liberis auriculata. 


— 10  — 


Folia  loriformia-linearia,  apicem  versus  sensim  at- 
tenuata, vulgo  7,  interdum  10  mill,  lata;  auri- 
culis  angustis  et  in  parte  apicali  breviter  li- 

beris Loheri. 

oo  Folia  20-30  cent,  longa. 

X Folia  oblonga,  8-5  cent,  lata,  abrupte  et  breviter 
acuminata  (in  F.  angulata  folia  superiora  1 ‘/2 
cent.  lata). 

Baccae  apice  rotundatae,  abrupte  in  papillam  ter- 


minatae oblongifolia. 

Baccae  pars  libera  apicalis  4 mil.  longa,  acute  py- 
ramidata  et  acutissime  costata  . . angulata. 

XX  Folia  lanceolata  vel  ensiformia. 


1.  Folia  lanceolata,  superne  sensim  longe  attenuata, 

2-2  ‘/s  cent.  lata.  Syncarpia  4-6  ; 6-9  cent, 
longa;  pedicellis  apice  crebre  squamuloso-sca- 
bridis  et  inferno  squamulis  biseriatis  praeditis 
multiflora. 

2.  Folia  anguste  lanceolata,  superne  sensim  atte- 

nuato-acuminata,  1 */*  cent.  lata.  Syncarpia 
2-4;  4-5  cent,  longa;  pedicellis  undique  squa- 
muloso-scabridis Robinsonii. 

3.  Folia  anguste  ensiformia,  7 mill.  lata.  Syncar- 

pia trina  2 '/2  cent,  longa,  pedicellis  apice  tan- 
tum squamuloso-scabridis  . . montalbanica. 


B.  Syncarpia  globosa. 

1.  Folia  10-18  cent,  longa. 

Folia  lanceolata,  non  minus  quam  1 cent,  lata  . 

Cumingiana. 

Folia  anguste  lineari-lanceolata,  3-4  mill,  lata  . . . 

leptophylla. 

2.  Folia  linearia,  40-50  cent,  longa,  7-10  mill.  lata.  Vidalii. 


— 11 


Sectio  II.  PleiostkxMa 
Stigmata  3-10. 


A.  Syncarpia  cylindracea. 

1.  Folia  non  plus  quam  2 cent,  lata,  linearia  et  superne 

sensim  attenuata,  vel  lanceolata. 

Folia  linearia,  superne  sensim  attenuato-acuminata, 
35-40  cent,  longa.  Syncarpia  trina,  5 6 cent,  longa, 
2 cent,  crassa Elmeri. 

Folia  lineari-lanceolata,  superne  sensim  attenuato-acu- 
minata, 20  cent,  longa.  Syncarpia  trina,  2 ‘/2— B ‘/2 
cent,  longa,  1 cent,  crassa  . . . palawanensis. 

Folia  lanceolata,  10-18  cent,  longa.  Syncarpia  4-6  in 
racemo  laxo  disposita Jagori. 

2.  Folia  2-4  cent,  lata,  lanceolato-elliptica  vel  obovata, 

15-40  cent,  longa,  abrupte  et  breviter  acuminata  . 

philippinensis. 

3.  Folia  5-7  cent,  vel  ultra  lata,  70-100  cent,  longa. 

X Folia  breviter  et  abrupte  acuminata. 

Folia  late  linearia,  crasse  coriacea,  acumine  brevi,  ro- 
busto terminata rigida. 

Folia  late  linearia,  submembranacea,  acumine  subu- 
lato,  tenui  terminata cuernosensis. 

XX  Folia  ensiformia,  superne  sensim  longe  attenuato- 
acuminata,  1 l/ì-3  7,  cent,  lata,  50-100  cent,  longa. 

§ Auriculae  apice  liberae. 

Folia  valde  coriacea,  non  tessellata.  Pedicella  sca- 
brida.  Baccae  (immaturae)  prismaticae,  apice 
libero,  capitato,  brevi,  anguioso,  conico-trun- 

cato scabripes. 

Folia  subcoriacea,  tessellata.  Pedicella  impresso- 
punctata,  apice  et  secus  costulas  verrucosa. 
Baccae  (immaturae)  prismaticae,  apice  truu- 
catae atocensis. 

§§  Auriculae  omnino  adnatae. 


— 12  — 


Pedicella  scabrida.  Syncarpia  trina,  1 */,  cent, 
crassa.  Baccae  prismaticae;  stigmata  4-6.  Folia 
2 cent,  lata,  usque  ad  medium  et  ultra  profunde 

canaliculata negrosensis. 

Pedicella  scabrida.  Syncarpia  17  mill,  crassa.  Bac- 
cae subcompresso-prismaticae;  stigmata  4-5 
vel  plura.  Folia  3-3  */*  cent,  lata,  basi  brevi- 
ter  amplectentia  ; auriculis  3-5  cent,  longis  . 

banahaensis. 

Pedicella  minutissime  furfuraceo-scabrida.  Syn- 
carpia quator,  2 ‘/,  cent,  crassa.  Baccae  pri- 
smaticae; stigmata  5 vel  plura.  Folia  3 cent, 
lata,  basi  breviter  canaliculata  . batanensis. 
XXX  Folia  4 cent,  lata,  ensiformia,  superne  sensim 
attenuato-acuminata;  auriculis  8 cent,  longis.  Pe- 
dicella triseriatim  squamulosa.  Baccae  compressae, 
multo  elongatae.  Stigmata  6-12  . peripiezocarpa. 

B.  Syncarpia  globosa  vel  subglobosa. 

1.  Folia  4-5  cent,  lata,  abrupte  et  breviter  acuminata. 

Baccae  validae,  ovatae  vel  obovatae  . . megacarpa. 

Baccae ( elongatae,  prismaticae Merrillii. 

2.  FoliaVplus  quam  ultra  2 cent.  lata. 

0 Baccae  lageniformes. 

4 Folia  anguste-linearia,  non  plus  quam  2-10  mill, 
lata. 

o Folia  linearia,  2-3  mill,  lata  . . monocepala. 

oo  Folia  5-10  mill.  lata. 

Folia  non  plus  quam  10  cent,  longa  ensifolia. 

Folia  15-25  cent,  longa Williamsii. 

44  Folia  lanceolata,  ovata,  vel  obovata,  7-20  mill.  lata. 
Folia  ovata  vel  obovata,  2-6  cent,  longa,  7-16 

mill,  lata sphaerocephala. 

Folia  lanceolata,  9-13  cent,  longa  . rostrata 
00  Baccae  prismaticae  ; folia  lanceolata,  25-30  cent, 
longa,  1 7,-2  cent,  lata Warburgii. 


— IB  — 


Sectio  I.  Oligostigma. 

1.  Freycinetia  maxima  Merrill,  in  Philip.  Journ.  of 
Science,  1908,  p.  310  (1). 

Inflorescentiae  masculae  spathis  numerosis  valide  coria- 
ceis,  decrescentibus,  indutae;  exterioribus  majoribus,  14  cent, 
longis,  ovato-lanceolatis,  sub-abrupte  subulato-cuspidatis  ; 
interioribus  7 cent,  longis,  late  ovatis,  acutis  ; pedicella 
3 cent,  longa,  glabra  ; parte  staminifera  cylindracea,  4-5 
cent,  longa,  10-12  mill,  crassa;  stamina  numerosissima; 
congesta,  kyalina;  filamenta  5 mill,  longa;  antherae  oblongae. 

Habitat.  Arambi,  Provincia  di  Morong,  Luzon  ; Marzo. 
(Loher  n.  1569  ) ; — Monte  Maquiling,  provincia  di 

Laguna,  Luzon,  a 1200  metri.  (Loher,  n.  5459  $);  — Aqui- 
log,  Provincia  di  Rizal,  Luzon.  (Loher,  n.  5465,  in  herb. 
Kew).  — Maagnas,  Provincia  di  Camarines,  Luzon.  (Robin- 
son, n.  6345  herb.  Manila). 


2.  Freycinetia  ferox  Warb.  in  Engl.  Pflanzenreich,  p.  33; 
Merrill,  Philip.  Freycinetia,  in  Philip.  Journ.  of 
Science,  1908,  p.  310. 


Habitat.  Luzon  centrale.  (Warb.  herb.  Berol.).  — Duma- 
guete  (Cuernos  mounts),  Provincia  di  Negros  orientale,  isola 
Negros.  (Elmer,  Philip,  pi.  n.  10321,  herb.  Martelli). 

Mr.  Merrill  riporta  a questa  specie  la  pianta  che  1’  El- 
mer descrisse  col  nome  di  F.  lucbanensis.  Non  ho  sotto 


(1)  Per  regola  generale,  non  vengono  riportate  le  località  già  citate  nel 
lavoro  di  Merrill  : « Philippine  Freycinetia 
Oltre  alle  diagnosi  delle  specie  nuove,  aggiungo,  a quelle  già  noto, 
quei  caratteri  dei  quali  non  è stato  fatto  menzione  nei  lavori  degli  autori 
che  mi  hanno  preceduto. 


— 14  — 


gli  occhi  gli  esemplari  autentici  di  F.  ferox  esistenti  nel- 
l’erbario di  Berlino  per  rimanere  persuaso  di  tale  identifi- 
cazione, non  riscontrando  negli  esemplari  della  F.  Iticba- 
nensis  Elm.  che  possiedo,  il  carattere  delle  foglie  « margine 
distante  ferociter  spiuulosa  »,  come  si  osserva  nella  F.  ferox 
Warb.  In  tale  dubbio  preferisco  mantenere  le  due  specie 
distinte. 

Il  sincarpio  della  F.  ferox  Warb.  dovrebbe  essere  secondo 
il  Merrill,  1.  c.  p.  309,  di  circa  3 cent,  di  diametro.  Ma  la 
pianta  che  a me  sembra  doversi  veramente  riportare  alla 
F.  ferox  Warb.,  e che  come  tale  considero  quella  dell’Isola 
Negros  (Elmer  n.  1032),  ha  dei  sincarpi  di  solo  1 '/*  cent,  di 
diametro. 

3.  Freycinetia  lucbanensis  Elmer,  Leaflets  Philip.  Bo- 

tany. I,  p.  212. 

Habitat.  Lucban,  Provincia  di  Tayabas,  Luzon.  Maggio. 
(Elmer,  Philip,  pi.  n.  8230,  herb.  Martelli). 

4.  Freycinetia  Curranii  Merrill,  in  Philip.  Journ.  ot 

Science,  1908,  p.  312. 

Habitat.  A 1000  m.  sul  Monte  Isarog,  Provincia  di  Ca- 
marines,  Luzon.  (Curran,  n.  11359,  herb.  Manila). 

5.  Freycinetia  polystachya  n.  sp. 

Caulis  1 '/,  cent,  crassus,  internodis  2-2  '/,  cent,  longis. 
Folia  imbricata,  congesta,  rigida,  pergamenacea,  70  cent, 
longa,  2-3  cent,  lata,  ensiformia,  subulato-acuminata,  sub- 
tus  longitudinaliter  crebre  et  conspicue  venosa,  basin  ver- 
sus concavo-convexa,  amplectentia;  auriculis  5-6  cent,  lon- 
gis, 1 cent,  latis,  lanceolato-acutis,  submenbranaceis;  lamina 
basin  versus,  brevi  tractu,  perpaucis  dentibus  brevibus,  acu- 


— 15  — 


tis,  horizontalibus  armata,  in  fere  tertiam  superiorem  par- 
tem subclistantibus;  costa  media  subtus  acuta,  prominula, 
e medio  usque  ad  apicem  tenuis,  remotiuscule  spinulosa. 
Inflorescentia  $ quina,  pedicellis  3-4  cent,  longis,  3-5  mill, 
crassis,  apice  undique  scabrido-squamulosis,  ceterum,  et 
secus  costulas  nonnullas,  squamuloso-scabridis,  dorso  gla- 
bris.  Syncarpia  cylindracea,  6-10  cent,  longa,  12-17  mill, 
crassa.  Baccae  confertae,  prismaticae,  acute  pentagonae, 
7 mill,  longae,  3 mill,  crassae,  in  earum  tertiam  superiorem 
partem  liberae,  incrassato-pyramidatae,  acute  angulosae, 
vertice  angusto,  plano,  bistigmatifero  ; semina  1 mill,  longa, 
apice  rostrata,  a raphe  et  strophiolo  (subaequalibus  et  suban- 
gustis)  cincta. 

Habitat.  Montalban,  Luzon  ; aprile.  (Loher,  n.  5454, 
herb.  Kew). 

Per  il  numero  e per  la  forma  dei  sincarpi  apparirebbe 
affine  alla  F.  multiftora  Merrill,  ma  in  causa  del  numero 
degli  stigmi  deve  rientrare  in  una  sezione  diversa.  E spe- 
cie distinta  per  forma,  grandezza  e disposizione  delle  foglie. 


6.  Freycinetia  auriculata  Merrill,  in  Philip.  Journ.  of 

Science,  1908,  p.  312. 

Habitat.  Presso  Puerto  Princesa  nell’  isola  Palawan 
(Paragua).  (Foxworthy,  n.  876,  herb.  Manila  et  Kew). 

7.  Freycinetia  Loherii  n.  sp. 

Caulis  8 mill,  crassus.  Folia  imbricata,  subconferta,  ere- 
cta,  leviter  arcuata,  coriacea,  anguste  linearia,  50-70  cent, 
longa,  8-10  mill,  lata,  apicem  versus  sensim  attenuata,  in 
fere  dimidiam  inferiorem  partem  plicato-canaliculata,  basi 
sensim  dilatata  et  longe  vaginantia,  subtus  glaucescentia, 
minute  et  crebrerrime  longitudinaliter  venosa;  auriculis  4 */s 


— 16  — 


cent,  longis,  angustis,  apice  acutis,  liberis,  fimbriatis;  lami- 
nae margines  dentibus,  acutis,  brevibus,  apicem  versus  mi- 
nutis,  crebre  et  patule-serrati  ; costa  media  acuta,  e medio 
usque  ad  apicem  minute  et  crebriuscule  spinuloso-ser- 
rata.  Inflorescentia  $ (immatura)  terna  vel  quaterna;  pe- 
dicellis  3 cent,  longis,  3 mill,  crassis,  squamularum  seriebus 
nonnullis  longitudiualiter  praeditis.  Syncarpia  cylindracea, 
3 Vs  4 cent,  longa,  1 cent,  crassa;  baccae  numerosissimae; 
stigmata  tria. 

Habitat.  Data,  Provincia  di  Benguet,  Luzon.  (Loker, 
u.  1577,  1578,  herb.  Kew).  — Montalban,  Luzon,  Giugno. 
(Loker,  n.  5469,  herb.  Martelli).  — Monte  Batay,  Provincia 
di  Rizal,  Luzon,  Aprile.  (Loker,  n.  5469,  mixta  cum  Pan- 
dano  gracili  Blanco,  kerb.  Kew). 


8.  Freycinetia  oblongifolia  Merrill,  Philip,  in  Journ. 
of  Science,  1908,  pag.  310. 

Habitat.  Nelle  foreste  a Cousuraud,  Surigao,  Provincia 
di  Surigao,  Isola  Mindanao,  all’  altezza  da  100-150  m. 
(Bolster,  n.  249  </,  kerb.  Manila;  n.  342  $,  kerb.  Manila 
e Kew. 


9.  Freycinetia  angulata  C.  B.  Robinson  (ms.  in  kerb.). 

Caulis  5 mill,  crassus,  internodis,  13-16  mill,  longis.  Fo- 
lia erecto-patentia,  submembranacea,  utrinque,  vel  in  pagina 
superiori  paullo  manifeste,  longitudinaliter  a venis  minutis 
dissitis  percursa,  subtus  tessellata  ; costa  media  in  laminae 
tertiam  inferiorem  partem  levis,  caetero  spinulis  tenuibus 
longiusculis  praedita;  marginibus  in  parte  intermedia  nudis, 
ceterum  acute  serrato-denticulatis;  auriculis  cito  destructis, 
latis,  rotundatis,  margine  longe  ciliato-fimbriatis.  Folia  infe- 
riora  majora,  16-19  cent,  longa,  3 cent,  lata,  lanceolato-ellip- 


— 17  — 


tica,  apice  falcata,  acuta  vel  breviter  acuminata,  basi  angu- 
stata,  breviter  caudice  adpressa  et  semiamplectentia;  folia 
superiora  minora,  12-13  cent,  longa,  15-18  mill,  lata,  oblan- 
ceolato-subspathulata,  apice  falcata  et  breviter  acuminata. 
Inflorescentia  quaterna;  pedicellis  3 */a  cent,  longis,  3 mill, 
crassis,  in  dorso  seriebus  longitudinalibus  nonnullis  scabrido- 
squamulosis  praeditis.  Syncarpia  $ 5-7  cent,  longa,  2 cent, 
crassa,  conica  vel  subconica.  Baccae  nutnerosae,  7 mill,  lon- 
gae,  in  earum  fere  dimidiam  inferiorem  partem  prismati- 
cae  et  appropinquatae,  superne  liberae,  ibique  elongato- 
pyramidatae,  et  acutissime  pentagonae.  Stigmata  bina.  Se- 
mina parva,  fere  1 mill,  longa,  linearia,  oblonga,  a raphe  et 
strophiolo  (latiusculis  et  subalbidis)  cincta. 

Habitat.  A Batan  nell’  isola  di  Batan.  Provincia  di  Ai- 
bay,  Agosto.  (C.  B.  Robinson,  n.  6221,  herb.  Manila). 


10.  rreycinetia  multiflora  Merrill,  in  Philip.  Journ. 

of  Science,  2,  1907,  pag.  259. 

Habitat.  Montalban,  Provincia  di  Rizal,  Luzon,  Marzo. 
(Loher,  n.  5462  et  n.  5457  $ , herb.  Kew).  — Makiling, 
(Maquiling),  Provincia  Laguna.  (Loher,  n.  5456,  5447  (/, 
herb.  Kew).  — Lamao  River  sul  Monte  Mariveles,  Provincia 
di  Bataan,  Luzon,  Marzo.  (Meyer,  n.  2700  ^ et  2827,  in 
herb.  Kew  et  Manila). 

11.  rreycinetia  Robinsonii  Merrill,  in  Philip.  Journ. 

of  Science,  1908,  p.  311. 

Folia  lineari-lanceolata,  10-13  mill,  lata,  superne  sensim 
acuminata,  basi  angustata  et  vaginantia. 

Habitat.  Monte  Mariveles,  Lamao  River,  Luzon,  da  130 
a 200  m.  di  altitudine,  Marzo,  Maggio.  (Borden  n.  3037, 
n.  1311,  n.  752,  n.  2466;  Copeland,  Gennaio  n.  252;  Mer- 


— 18  — 


rill,  n.  3791  ; Meyer  n.  264,  n.  2194;  Williams,  n.  338,  in 
herb.  Manila).  — Monte  Abu,  River  Canon,  Provincia  di 
Pampanga,  Luzon,  Decembre.  (Foxworthy,  n.  2006).  — Leyte 
centrale,  altitudine  1150  m.  (Rosembluth,  n.  16888).  Questi 
esemplari  sono  tutti  nell’erbario  di  Manila  i nn.  3791,  752, 
2466,  3037,  252  si  trovano  anche  nell’erbario  di  Kew. 


Freycinetia  Robinsonii  var.  latifolia  u.  v. 

Folia  brevioria,  lanceolata,  acuminata,  vaginantia,  17-25 
mill,  lata,  basi  angustata. 

Habitat.  Sablan,  Provincia  di  Beuguet,  Luzon.  (Elmer, 
n.  6196  <?)  — Los  Banos,  Provincia  di  Laguna,  Luzon, 
Decembre.  (Hallier  s.  n.  ; Elmer,  n.  8242  $ , herb.  Manila 
e Kew).  — Syabandoc?  a circa  1000  metri  : Giugno.  (Lolier, 
n.  5443).  — Montalban,  Provincia  di  Rizal,  Luzon.  (Loher, 
n.  544S).  — Monte  Mattalia,  Provincia  di  Rizal,  Luzon.  (Lo- 
her n.  5444,  herb.  Kew).  — Isola  Negros,  Damaguete  (Cuer- 
nos  Mts.)  Provincia  di  Negros  orientale.  (Elmer,  Phil.  pi. 
n.  9620,  herb.  Martelli). 


12.  Freycinetia  montalbanica  u.  sp. 

Caulis  5 mill,  crassus,  intemodis  6 mill,  longis.  Folia 
imbricata,  ascendentia,  recta;  rigida,  pergamenacea,  linearia, 
superne  sensim  attenuata  et  acuminato-subulata,  25-30 
centim.  longa,  6-7  mill,  lata,  parte  basilari  vaginanti 
2 ‘/s  cent,  longa  ; auriculis  membranaceis,  e basi  5 mill, 
lata  attenuato-acutis  ; laminae  margines  crebre  minute  et 
saepe  fei'e  inconspicue  dentati,  dentibus  superioribus  ad- 
pressis,  iuferioribus  patentissimis,  inaequalibus  ; costa  me- 
dia subtus  acuta,  in  tertiam  inferiorem  partem  levis,  ce- 
terum  crebi’e  et  minute  spinulosa.  Iuflorescentia  $ terna; 
pedicellis  2 ijì  cent,  longis,  2 mill,  crassis,  in  apice  tantum 


— 19  — 


scabrido-squamulosis.  Syncarpia  (immatura)  oblonga,  2 */ 
cent,  longa,  12  mill,  crassa.  Baccae  (immaturae)  apice  li- 
berae,  acute  pyramidatae,  angulosae,  vertice  angusto.  Stig- 
mata vulgo  4,  interdum  3,  raro  numerosiora. 

Habitat.  Montalban,  Provincia  di  Rizal,  Luzon  a Butay., 
a 1380  metri  : Aprile.  (Loher,  s.  n.,  herb.  Kew). 


13.  Treycinetia  Cumingiana  Gaud.  Bonite,  tab.  37,  fig. 
12-14  et  tab.  60;  C.  B.  Robinson,  Alabastra  Philip, 
in  Bull.  Torrey  Bot.  Club,  1908,  p.  64.  — Freycinetia 
luzonensia  Presi.  Epim.  bot.  p.  238  (excl.  var.  hete- 
rophylla );  Miq.  FI.  Ind.  Bat.  Ill,  p.  172;  Warb.  in 
Engl.  Pflanzenreich,  p.  35;  Merrill,  in  Philip.  Journ. 
of  Science,  1908  (non  1906),  p.  311. 

Folia  herbacea,  patentia,  lineari -lanceolata  vel  lanceolato- 
acuminata,  10-14  (18  cent.  Warb.)  longa,  7-20  mill,  lata, 
basin  versus  attenuata,  semiamplectentia,  subtus  longitudi- 
naliter  venis  subdistantibus  percursa,  transverse  tessellata; 
auriculis  scariosis,  latis,  apice  rotundatis  et  cibato  -fimbria- 
ti ; laminae  marginibus  in  parte  intermedia  levibus,  in 
parte  basilari,  brevi  tractu,  et  a medio  usque  ad  apicem 
minute  spinulosis;  costa  media  in  tertiam  superiorem  par- 
tem nuda,  ceterum  usque  ad  apicem,  remote  et  acute  spinu- 
losa.  Spathae  decrescentes,  late  ovatae,  in  acumen  elongatum, 
cuspidatum,  triquetrum,  subulatum  productae.  Inflorescentia 
terna,  pedicellis  2 4/3  cent,  longis,  1 */>  mill,  crassis,  in  dimi- 
diam  superiorem  partem  scabrido-squamosis,  infra  medium 
squamulis  per  series  longitudinales  ordinatis,  praeditis.  Syn- 
carpia oblonga,  15-18  mill,  longa,  9-10  mill,  crassa.  Bac- 
cae (immaturae)  in  dimidiam  superiorem  partem  liberae, 
pyramidatae  et  acute  costnlatae,  vertice  angusto,  plano  ; 
stigmata  bina,  interdum  terna. 

Habitat.  Luzon,  Provincia  di  Camarines  australe.  (Cu- 
ming, pi.  philip.  n.  1455,  herb.  Praga,  Pietroburgo,  Kew, 


— 20  — 


Berlino,  Monaco,  Boissier,  British  Mus.)  ; — M.te  Isarog 
Prov.  Camarines,  lungo  le  sponde  del  fiume.  (Curran,  n. 
11361,  $.  herb.  Manila). 

Nella  descrizione  della  Freycinetin.  luzonensis,  esclusa  la 
var.  heterophylla  (1),  io  non  vedo  che  il  Presi  abbia  confuso 
più  di  una  specie,  come  sembra  evidente  al  sig.  C.  B.  Robin- 
son (Torrey  Bot.  Club.,  1908,  p.  64).  Infatti  in  tutte  le  colle- 
zioni delle  piante  di  Cuming  che  ho  esaminato,  compresa 
quella  dell’erbario  Presi  nel  Museo  di  Praga,  il  numero  1455, 
sul  quale  Presi  ha  fondato  la  sua  specie,  è rappresentato 
solo  da  esemplari  riferibili  alla  tipica  F.  luzonensis. 

Recentemente  il  nome  di  F.  luzonejisis  venne  da  taluni 
autori  attribuito  a specie  affini  ma  distinte  da  essa;  e Mer- 
rill nel  suo  ultimo  lavoro  (Philippine  Freycinetia  p.  311) 
riconosce  e rettifica  l’errore  in  cui  egli  pure  era  caduto. 

Il  Warburg  (in  Engler’s  Pflanzenreich)  volle  completare 
la  descrizione  del  Presi  (redatta  solo  su  esemplari  maschili) 
aggiungendovi  la  descrizione  del  sincarpio;  ma  l’esemplare 
femmineo  che  ha  servito  al  Warburg  per  tale  aggiunta,  e 
che  trovasi  nell’erbario  di  Berlino,  ha  un  sincarpio  giova- 
nissimo, quasi  in  stato  incipiente  ; quindi  i caratteri  e le 
dimensioni  attribuite  dal  Warburg  al  sincarpio  della 
F.  luzonensis  hanno  un  valore  molto  relativo. 

Il  nome  di  F.  Cumingiana  ha  il  diritto  di  precedenza 
su  quello  di  luzotiensis,  essendo  stato  adoperato  da  Gaudi- 
chaud  sino  dal  1843,  mentre  quello  di  Presi  porta  la  data 
del  1S47,  come  giustamente  rileva  il  sig.  C.  B.  Robinson. 


14.  Freycinetia  leptophylla  n.  sp. 

Oaulis  gracilis,  3 mill,  crassus,  internodis  brevissimis,  5 
mill,  longis  ; folia  numerosa,  approximata,  erecto-patentia, 
chartacea,  anguste  lineari-ensiformia,  sursum  sensim  acu- 


ii Nella  varietà  heterophylla  a me  parrebbe  doversi  riconoscere  \s.~  Frey- 
cinetia Willianuii  Merr,  oppure  la  F.  ensi/olia  Merr. 


21  — 


minato-subulata,  3-4  mill,  lata,  10-18  cent,  longa,  interdum 
basi  panilo  angustata,  subtus  crebre  longitudinaliter  \enosa, 
parte  vaginanti  1 ‘/2  cent,  longa  ; auriculis  subscariosis,  la- 
tiusculis,  apice,  brevi  tractu,  liberis,  rotundatis,  marginibus 
subfimbriatis  ; laminae  marginibus  in  parte  media  levibus, 
in  parte  basilari  et  apicali  minute  vel  minutissime  spinu- 
loso-serratis  ; costa  media  subtus,  et  infra  medium  usque 
ad  apicem,  spinulis  raris  munita  ; spathae  exteriores  foliis 
simillimae,  sed  basin  versus  aliquanto  dilatatae,  interiores 
submembranaceae,  late  ovato  - lanceolatae,  plus  minusve 
in  acumen  trigonum,  foliaceum  productae,  in  costa  media 
et  ad  margines,  in  parte  foliacea  tantum,  spinulosae  vel 
subtilissime  spinuloso-ciliatae.  Inflorescentia  termina- 
ls, quaterna  vel  terna  ; pedicellis  tenuibus,  1 2 l/8  cent, 

longis  ; spicis  staminiferis  cylindraceis,  5-8  mill,  longis, 
fere  2 mill,  crassis.  Spadices  $ terni,  pedicellis  2 i/i  cent, 
longis,  2 ‘/s  mill,  crassis,  clavatis,  apice  squamuloso-scabris. 
Syncarpia  globosa,  10-12  mill.  diam.  (immatura).  Drupae 
luteo-coccineae  (Loher),  in  earum  dimidiam  superiorem 
partem  liberae,  pyramidatae,  costulatae.  Stigmata  4 vel  5, 
interdum  3. 

Habitat.  Montalban,  Provincia  di  Rizal,  Luzon,  Marzo. 
(Loher,  s.  n.  et  n.  5452,  5453,  mixta  cum  F.  Williamsii  Merr. 
herb.  Kew  ; (n.  5453  etiam  in  herb.  Martelli). 


15.  Preycinetia  Vidalii  Hemsl.  in  Kew  Bull.,  1896, 
p.  166  ; Warb.  in  Engl.  Pflanzenreicli,  36  ; Merrill, 
Philip.  Freycinetia,  in  Philip.  Journ.  of  Science, 
1908,  p.  311.  — Freycinetia  Villarii  Elmer,  Leaflets 
Philip.  Bot.  p.  I p.  362.  — F.  confusa  Elmer  (non 
Ridley)  1.  c.  p.  213. 

Habitat.  Bayombon,  Provincia  Nueva  Vizcaya,  Luzon. 

(Vidal  n.  3964,  herb.  Kew.).  — Lucban,  Provincia  di  Taya- 


2 


— 22  — 


bas,  Luzon.  (Elmer,  Pliil.  pi.  n.  7381,  herb.  Martelli  e Manila; 
n.  9007,  herb.  Martelli)  (1). 

Il  sig.  Elmer  diede  il  nome  di  F.  confusa  ad  una  cre- 
duta specie  nuova,  essendo  stato  indotto  in  errore  dalla 
non  giusta  posizione  di  sezione  nella  quale  il  Warburg 
aveva  collocato  la  F.  Vidalii.  Avvertito  che  tale  nome 
specifico  di  confusa  era  stato  usato  dal  sig.  Ridley  per 
una  specie  della  Penisola  Malese  affatto  diversa,  1’ Elmer 
nella  « Errata  » 1.  c.  p.  362,  cambiò  il  nome  di  F.  confusa 
in  quello  di  F.  Villarii,  ma  non  mi  pare  dubbio  che  la  spe- 
cie Elmeriana  altro  non  sia,  come  pensò  anche  il  Merrill, 
che  la  Freycinetia  Vidalii  Hemsley.  (2). 


Sectio  II.  Pleiostioma. 

16.  Freycinetia  Elmerii  Martelli.  — F.  palawanensis 
Elmer  (p.  p.),  Leaflets  Philip.  Bot.  I,  p.  216,  non 
Merrill. 

Caulis  7 mill,  crassus,  submollis,  internodis  1-1  */s  cent, 
longis.  Folia  30-35,  interdum  40  cent,  longa,  linearia,  8-12 
cent,  lata,  superne  seusim  attenuata,  apice  acuminato-subu- 
lata,  utrinque,  in  sicco,  longitudinaliter  rugoso-venosa,  basin 
versus  longe  seusim  attenuata,  in  ima  basi  breviter  cana- 
liculata,  semi-amplectentia  nec  vaginantia  ; auriculis  albo 
membranaceis,  elongatis,  apice  acutis,  cito  in  fibras  solutis; 
laminae  marginibus  et  costa  media  subtus,  in  parte  apicali 
tantum,  spinulosis.  Inflorescentia  terna,  spathis  crasse  co- 


(1)  L’esemplare  distribuito  dal  sig.  Elmer  col  nome  di  F.  Vidalii  Hemsl. 
Phil.  pi.  n."  8711.  (herb.  Martelli)  è da  riferirsi  alla  Freycinetia  Williamsii 
Merrill. 

(2)  Ridley,  pubblicò  i « Materials  for  a Flora  of  the  Malayan  peninsula  » 
nel  luglio  del  1807  ; mentre  il  fascicolo  dell’  Elmer  « Leaflets  of  Philip. 
Botany  »,  ove  è descritta  la  F.  confusa,  comparve  il  14  ottobre  dello  stesso 


anno. 


— 23  — 


riaceis,  lanceolati  vel  ovato-lanceolatis,  involuta  ; spatha 
exterior  ceteris  major,  7-12  cent,  longa,  17  mill,  lata, 
apicem  versus  attenuata,  longe  acuminato-subulata,  mar- 
ginibus  et  costa  media  acute  denticulatis  ; spathae  inte- 
riors minores  et  acutae.  Tnflorescentia  terna,  pedicellis 
1 ‘/s  cent,  longis,  2 mill,  crassis  ; parte  antherifera  2 ‘/2  cent, 
longa,  cylindracea,  albo-lutea.  Inflorescentia  $ terna,  pe- 
dicellis 12  mill,  longis,  4 mill,  crassis,  glabris.  Syncarpia 
cylindraeeo-conica,  2 */2  — 5 cent,  longa,  1 cent,  crassa. 
Baccae  fere  5 mill,  longae,  prismaticae,  papilla  prominula 
terminatae  ; stigmata  latiuscula,  5-7,  interdum  3,  in  circulo 
disposi ta;  semina  linearia,  raphe  et  strophiolo  angustis, 
albo-membranaceis,  cincta. 

Habitat.  Lucban,  Provincia  di  Tayabas,  Luzon.  (Elmer, 
Philip,  pi.  n.  7810  , 9383  $ );  — Dumaguete  (Cuernos  Mts.), 

Provincia  Negros  orientale,  Isola  Negros.  (Elmer,  Philip,  pi. 
n.  10,070  cf , herb.  Martelli).  — - Malabang,  Provincia  di  Cota- 
bato,  Mindanao.  (Mrs.  Strong  Clemens,  n.  796.  $ , herb. 
Manila). 

Oltre  i numeri  citati,  il  sig.  Elmer  riporta  alla  sua 
F.  palawatiensis  i nn.  9009  e 8226  delle  sue  « Philip, 
plants  »,  numeri  che  non  ho  visto,  ma  che  ho  ragioni 
per  ritenere  che  appartengano  alla  mia  F.  Elmer ii,  prove- 
nendo dalla  stessa  località. 

La  mia  F.  Elmerii  è specie  senza  dubbio  molto  affine 
alla  F.  palawanensis  Merr.;  ma  con  il  materiale  sin  ad  ora 
disponibile,  a me  appariscono  due  specie  distinte  ; potrebbe 
anche  darsi  però  che  possedendo  una  più  numerosa  serie  di 
esemplari  resultasse  che  l’una  è solo  una  varietà  dell’altra. 

17.  Freycinetia  palawanensis  Merrill  in  herb.  ; El- 
mer, Leaflets  Philip.  Bot.  I,  pag.  216  (pro  parte). 

Caulis  4-5  mill,  crassus,  internodis  6-12  mill,  longis.  Fo- 
lia submembranaceo-coriacea,  lanceolata,  20  cent,  longa, 
7-10  mill,  lata,  utrinque,  in  sicco,  longitudinaliter  crebre 


24  — 


et  minute  rugoso-venosa,  superne  acuminata,  apice  longiu- 
scule  subulata,  basin  versus  longe  angustata,  supra  cana- 
liculata,  basi  vaginantia  nec  semiamplectentia;  auriculis 
albo-membranaceis,  cito  marcescentibus,  circiter  3 cent,  lon- 
gis,  basi  6 mill,  latis,  apice  acutis  ; laminae  marginibus  in- 
teo-ris,  in  extremo  acumine  dentibus  nonnullis  minutis  cal- 
losis  instructis  ; costa  media  subtus  apicem  versus  acute 
prominula,  remote  et  irregulariter  spinulosa.  Spathae  par- 
vae,  lanceolatae,  breviter  subulato-acuminatae,  vel  acutae, 
naviculares,  omnes  valide  coriaceae,  externae  4 */a  cent,  lon- 
gae,  1 cent,  latae  ; spatha  interior  minima,  tantum  in  acu- 
mine ad  margines  calloso-denticnlata.  Inflorescentia  $ 
brevis,  terna;  pedicellis  1 cent,  longis,  3 mill,  crassis,  gla- 
bris.  Syncarpia  cylindraceo-subconica,  2-3  cent,  longa,  1 
cent,  crassa.  Baccae  prismaticae,  fere  5 mill,  longae,  angu- 
losae,  basi  latae,  in  fere  tertiam  superiorem  partem  liberae, 
ibique  aliquantum  anguloso-pyramidatae,  vertice  plano- 
truncato,  discoideo,  2 mill.  lato.  Stigmata  4,  interdum  3, 
raro  6,  lata,  dissita  ed  a sulcis  separata. 

t 

Habitat.  Nell’  Isola  Palawan  sul  Victoria  Peak,  Kunao, 
all’altezza  di  900  metri  sul  mare  (steep  rochy  slope,  above 
water  fall).  Marzo  1906.  (Foxworthy,  n.  706,  in  herb. 
Manila). 

Nell’erbario  di  Manila,  Merrill  assegnava  il  nome  di 
Freycinetia  palatcanensis  alla  pianta  di  Foxworthy  por- 
tante il  n.  706  sopra  indicato,  senza  però  darne  una  descri- 
zione. Elmer  in  seguito  pubblicò  una  descrizione  della 
F.  palawonensis  Merrill,  redatta  sopra  esemplari  dallo  stesso 
Elmer  raccolti  a Lucban  nella  provincia  di  Tayabas,  Lu- 
zon (Elmer,  Philip,  plants  n.  8226  et  9009). 

Da  quanto  però  io  ho  potuto  riconoscere,  dietro  un  at- 
tento esame,  mi  risulterebbe  che  nella  F.  palawanensis , 
come  è intesa  da  Elmer,  si  comprendono  due  specie  distinte, 
vale  a dire:  la  vera  F.  palawanensis  Merrill  sopra  descritta, 
di  Palawan,  ed  un’altra,  che  sarebbe  la  pianta  di  Lucban  e 
della  quale  ho  fatto  la  F.  Elmerii. 


— 25  — 


18.  Freycinetia  Jagorii  Warb.  in  Engl.  Pflanzenreich, 
p.  39;  Merrill,  Philip.  Freycinetia,  in  Philip.  Journ.  of 
Science,  1908,  pag.  313. 

Caulis  tenuis,  3 mill,  crassus,  internodis  11-13  mill,  lon- 
gis.  Folia  dissita,  coriaceo-membranacea,  7-10  (Warb.  18) 
cent,  longa,  12  usque  20  mill,  lata,  lanceolata,  acuminato- 
cuspidata,  basi  angustata  et  non  vaginantia;  auriculis  cito 
evanidis,  angustis,  ambitu  leviter  rotundatis  ; laminae  mar- 
ginibus,  in  cuspide  tantum,  subcalloso-denticulatis  ; costa 
media  subtus  acuta  et  in  dimidiam  superiorem  partem 
raris  dentibus,  minutis,  spinescentibus,  munita.  Inflorescen- 
tia  cf  terminalis  breviter  racemosa;  spathae  non  confertae, 
decrescentes,  inferiores  1 lj  — 2 cent,  latae,  naviculares,  ovato- 
lanceolatae  vel  obovatae,  acutae  ; spatha  exterior  acumi- 
nata. Spadices  4-6,  racemosi,  pedicellis  levibus,  12  mill, 
lougis,  gracilibus,  2 mill,  crassis,  subclavatis;  parte  stami- 
nifera cylindracea,  15  mill,  longa,  2 mill.  diam.  Antherae 
subsessiles,  late-ovatae.  Inflorescentia  $ racemosa,  quaterna 
vel  quina;  spathis  caducis;  pedicellis  fere  1 cent,  longis,  2 
mill,  crassis,  gracilibus,  glabris.  Syncarpia  (immatura)  cy- 
lindracea, 2 cent,  longa,  5 mill,  crassa.  Drupae  omnes  ap- 
proximatae,  in  vertice  convexiusculae;  stigmata  4,  parva  et 
anulo  prominulo  circumdata. 

Habitat.  Samar.  (Jagor  n.  954,  herb.  Berol.  tf).  — Min- 
danao, Camp  Keithley,  Lake  Lamao.  Sett.  Ott.  (Mrs.  Strong 
Clemens,  s.  n.  cf,  $,  herb.  Manila  e Martelli). 

19.  Freycinetia  philippinensis  Hemsl.  in  Kew  Bull. 

1896,  p.  165;  Warb.  in  Engl.  Pflanzenreich,  p.  40; 

Merrill,  Philip.  Freycinetia,  in  Philip.  Journ.  of 

Science,  1908,  p.  313. 

Habitat.  Isole  Filippine  senza  altra  indicazione  di  loca- 
lità. (Cuming,  n.  1898);  — Montalban,  Provincia  di  Rizal, 


— 26  — 


Luzon.  (Loher,  n.  5446)  ; — Monte  Matulid,  Luzon,  a 
1200  m.  Marzo.  (Loher,  n.  5464,  herb.  Kew.). 

20.  Freycinetia  rigida  Elmer,  Leaflets  Philip.  Bot.  1 

p.  362.  — F.  Hemsleyi  Elm.,  non  Warb.,  1.  c.  p.  214. 

Habitat.  Lucban,  Provincia  di  Tayabas,  Luzon.  (Elmer, 
Philip,  pi.  n.  7847,  herb.  Martelli  e Manila). 

II  Sig.  Elmer  distribuì  pure  col  nome  di  Freycinetia  ri- 
gida Hemsl.  degli  esemplari  raccolti  nell’isola  Negros  (Elmer, 
Philip,  plants  n.  9677).  Considero  però  tali  esemplari  come 
appartenenti  ad  una  specie  diversa,  che  ho  chiamato  F. 
cuernosensis. 

21.  Freycinetia  cuernosensis  n.  sp. 

Folia  70  cent,  longa,  subherbacea,  5 cent,  lata,  lorifor- 
mia,  utrinque  longitudinaliter  manifeste  venosa,  subabrupte 
in  apicem  trigonum,  acuminatum,  attenuata,  basi,  brevi 
tractu,  sensim  angustata  et  superne  canalieulata  ; auricu- 
lis  4 cent,  longis,  latis,  apice  rotundatis,  deciduis;  margini- 
bus  in  eorum  tertiam  inferiorem  partem  serratis  ; laminae 
marginibus  dentibus  brevibus  et  teuuibus  praeditis,  in  parte 
media  levibus,  prope  apicem  et  in  acumino  brevissime  den- 
ticulatis;  costa  media  acute  prominenti  et  in  fere  quartam 
superiorem  partem  dentibus  minutis,  subdistantibus  munita. 
Inflorescentia  2....  (integra  non  vidi).  Syncarpia  valida,  cy 
lindracea;  baccae  validae,  confertae,  acute  prismatico-pen- 
tagonae,  15  mill,  longae,  5 mill,  crassae,  in  earum  quintana 
superiorem  partem  liberae,  ibique  pyramidatae  et  subirre- 
gulariter  pentacostulatae,  vertice  plano,  circulari,  2 mill, 
diam.;  stigmata  5.  Semina  linearia,  1 */,  mill,  longa;  raphe 
crassa,  prominula,  longitudinaliter  percursa. 

Habitat.  Dumaguete  (Cuernos  Mounts),  Provincia  di  Ne- 
gros orientale,  Isola  Negros.  Marzo.  (Elmer,  Philip,  pi. 
n.  9677,  sub  Freycinetia  rigida , herb.  Martelli). 


— 27  — 


22.  Freycinetia  scabripes  Warb.  in  Engl.  Pflanzenreich, 
p.  41;  Merrill,  Philip.  Freycinetia  in  Philip.  Journ. 
of  Science  1908,  p.  318.  — F.  dilatata  Merrill,  ex 
Elmer,  in  Leaflets  Philip,  bot.  I,  p.  214,  362;  Mer- 
rill, Philip.  Freycinetia,  in  Philip.  Journ.  of  Science, 
1908,  p.  313. 

Habitat.  Luzon,  Provincia  di  Bataan.  (Warb.  s.  u.  herb. 
Berlino).  — Lamao  River,  Provincia  di  Bataan,  Luzon, 
Maggio.  (Maule,  n.  4529).  — Panay,  Provincia  di  Rizal, 
Luzon.  (Merrill,  n.  2301).  — San  Isidro,  Provincia  di  Rizal, 
Luzon,  al  limitare  della  foresta  dal  lato  del  monte,  Gen- 
naio. (Foxworthy,  n.  99).  — Monte  Abadoc,  Provincia  di 
Cagayan,  Luzon.  (Curran,  n.  17219,  herb.  Manila).  — Lucban, 
Provincia  di  Tayabas,  Luzon,  negli  scoscesi  burroni  del 
monte  Banahao,  a 700  m.,  rara.  (Elmer,  Philip,  plants 
n.  9008  (1),  herb  Martelli  e Manila). 

Non  tutti  i numeri  citati  dal  Sig.  Merrill  come  riferibili 
alla  F.  scabripes , sono  stati  da  me  riportati  a questa  spe- 
cie. Il  n.  2301,  un  esemplare  maschile,  è secondo  me,  in- 
dubbiamente riferibile  alla  stessa  specie  alla  quale  appar- 
tiene l’esemplare  femmineo  n.  4529,  mentre  il  Sig.  Merrill 
ritenne  essere  detto  n.  2301  di  F.  dilatata  Merrill.  Anche 
l’esemplare  n.  99  (herb.  Manilla)  che  il  Merrill  considera 
come  appartenente  a specie  distinta  dalla  F.  ferox  ed  è ri- 
condotto alla  F.  dilatata , a me  invece  non  parrebbe  diffe- 
rire dalla  F.  scabripes.  Sempre  a mia  opinione,  non  mi  sento 
troppo  disposto  a considerare  come  di  F.  scabripes  gli  esem- 
plari : n.  7902,  Elmer,  Philip,  plants,  ed  il  n.  3806,  Fenix 
(herb.  Manila  e Martelli);  invece  rispettivamente  io  ricon- 
durrei il  n.  7902  alla  F..  banahaensis,  ed  il  n.  3806  alla 
F.  batanensis. 


(1)  Agli  esemplari  portanti  questo  numero  sono  unite  delle  spate  che  io 
ritengo  appartenenti  ad  una  specie  di  Pandanus. 


— 28  — 


23.  Freycinetia  atocensis  n.  sp. 

Caulis  7 mill,  crassus,  internodis  2 cent,  longis  ; folia 
subcoriacea,  50-60  cent,  longa,  linearia,  17-19  mill,  lata, 
apice  attenuato-acuminata,  subalata,  subtus  crebre  venosa 
et  tessellata,  basi  late  dilatata,  amplectentia  ; auriculis  sub- 
angustis,  apice  breviter  liberis,  ibique  dentatis  ; laminae 
marginibus  in  parte  media  nudis,  et  e basi  usque  fere  ad 
medium  dentibus  brevissimis  subliorizontalibus,  crassiuscu- 
lis,  irregularibus,  plus  minusve  distantibus  armatis,  apice 
minutissime  subdistanter  serratis.  Inflorescentia  mascula 
plurimis  spatkis  induta  ; spathae  exteriores  foliis  subcon- 
formes  sed  breviores,  coriaceae,  basi  sensim  expansae  ; inte- 
riores  carnosae.  Spadices  terni,  pedicellis  3 cent,  longis, 

3 mill,  crassis,  glabris,  in  parte  staminifera,  5 cent,  longa, 
8 mill,  crassa,  cylindracei;  fìlamentis  2 mill,  longis;  an- 
theris  brevibus,  oblongis.  Inflorescentia  $ terna,  pedicellis 

4 cent,  longis,  8 mill,  crassis,  sub  vitro  minute  impresso- 
punctulatis,  apice  et  secus  costulas  longitudinales  nonnullas 
verrucosis.  Syncarpia  (immatura)  cjdindracea,  8 cent,  longa, 
2 y cent,  crassa.  Baccae  numerosissimae,  confertae  (imma- 
turae),  prismaticae,  apice  truncatae,  plus-minusve  compres* 
sae  et  costulatae.  Stigmata  vulgo  6,  raro  5. 

Habitat.  Atoc,  Provincia  di  Benguet,  Luzon  (Loker, 
n.  1570,  herb.  Kew.). 


24.  Freycinetia  negrosensis  Merrill,  Philip.  Freyci- 
netia, in  Philip.  Journ.  of  Science,  1908,  p.  313. 

Habitat.  Frequente  sulle  creste  del  Monte  Silay  a 1000- 
1100  m.,  nella  Provincia  di  Negros  occidentale,  Isola  Negros, 
(Whitford,  n.  1541,  herb.  Manila  e Kew). 


— 29  — 


25.  Freycinetia  banaliaensis  Elmer,  Leaflets  Philip. 

Bot.  I,  p.  215. 

Habitat.  Lucban,  Provincia  di  Tayabas,  Luzon.  (Elmer, 
Philip,  pi.  n.  7902,  herb.  Martelli). 

Il  Merrill  (Philip.  Freycinetia,  in  Philip.  Journ.  of  Science, 
1908,  pag.  313)  considera  questa  specie  come  eguale  alla 
F.  ferox  Warb.  A me  pare  che  fra  gli  altri  caratteri  il  nu- 
mero degli  stimmi  e la  disposizione  loro,  non  che  la  forma 
dell’apice  della  bacca,  facciano  differenziare  assai  la  Frey- 
cinetia ferox  dalla  F.  banahaensis. 


20.  Freycinetia  batanensis  n.  sp. 

Caulis  fere  2 cent,  crassus,  internodis  brevissimis.  Folia 
conferta,  imbricata,  coriacea,  80  et  ultra  cent,  longa,  2 '/, 
cent,  lata,  linearia,  e medio  usque  ad  apicem  sensim  atte- 
nuato-acuminata,  supra  nitida,  subtus  pallida,  crebrerrime 
et  minute  longitudinaliter  venosa,  in  ima  basi  paullo  sen- 
sim dilatata,  amplectentia,  ibique,  in  pagina  superiore,  ve- 
nuloso-crispata,  levi  (nec  impresso-punctulata)  ; auriculis 
submembranaceis,  5 cent,  longis,  5 mill,  latis,  superne  atte- 
nuati, apice  acutis;  laminae  marginibus  basi  et  in  extremo 
apice,  brevissimo  tractu,  nonnullis  dentibus  brevibus  vel 
minutis  praeditis.  Inflorescentia  $ quaterna,  valida;  pedi- 
celli 7 l/s  cent,  longis,  6-8  mill,  crassis,  scabris,  dorso 
nudis.  Syncarpia  cylindracea,  7 7,-11  cent,  longa,  17-20  cent, 
crassa  ; baccae  confertae,  prismaticae,  penta-exagonae,  9 
mill,  longae,  4 mill,  crassae,  parte  apicali  libera,  brevis- 
sima (2  mill.),  subpyramidata,  penta-exagona  ; vertice  sub- 
irregulari  truncato,  plano,  2 mill,  lato,  anulo  levi  cincto. 
Stigmata  persaepe  5,  vel  numerosiora,  in  circulo  disposita. 

Habitat.  San  Domingo  de  Basco,  Isola  Batan,  presso  la 


— 30 


sommità  del  Monte  Fraya,  Giugno.  (Fenix,  n.  3806,  herb. 
Manila).  — Luzon  Central.  (Loher,  n.  156,  herb.  Kew). 

Il  sopra  rammentato  esemplare  dell’  Isola  Batau,  era  stato 
dal  sig.  Merrill,  « Philip.  Freycinetia  »,  riferito  alla  F. 
scabripes  Warb.  L’altro  campione  raccolto  dal  Sig.  Loher 
si  compone  di  sincarpi  $ > i quali  però  sono  affatto  iden- 
tici a quelli  della  pianta  di  Batan. 


27.  Freycinetia  peripiezocarpa  n.  sp. 

Caulis  1 cent,  crassus,  internodis  brevissimi,  5 mill, 
longis.  Folia  imbricata,  congesta,  valde  coriacea,  elongata, 
sensim  apicem  versus  attenuato-acuminata,  3 cent,  lata,  60 
cent,  (et  ultra  ?)  longa,  supra  nitida,  subtus  glaucescentia, 
crebrerrime  et  minutissime  longitudinaliter  venosa,  basi 
canaliculata,  amplectentia  ; auriculis  8 cent,  longis,  subcar- 
tilagineis,  basi  7 mill,  latis,  lanceolati,  apice  acuti  ; la- 
minae marginibus  basi  breviter  denticulato-serratis,  apice 
remotiuscule  et  brevissime  denticulatis  ; costa  media  sub- 
tus acutissima,  apicem  versus  brevissime  spinuloso-denti- 
culata.  Iuflorescentia  $ spathis  plurimi  cincta  ; spathae 
exteriores  foliis  simillimae  sed  breviores,  60  cent,  lon- 
gae,  decrescentes,  basin  versus  aliquantum  dilatatae  ; spa- 
thae interiores  numerosae,  foliis  dissimiles  et  multo  bre- 
viores, crassae,  albidae.  Iuflorescentia  terna  (vel  syncarpis 
numerosioribus  constans?);  pedicellis  6 cent,  longis,  6-8  mill, 
crassis,  angulosis,  furfuraceo-scabridis,  secus  angulos  vix 
squamulosis.  Syncarpia  cylindracea,  8-10  cent,  longa,  10-17 
mill,  crassa  (immatura)  ; baccae  immaturae  confertae,  com- 
pressae,  1 mill,  spissae,  2-3,  interdum  5 mill,  longae, 
rectaugulares,  longitudinaliter  dispositae.  Stigmata  6-12, 
interdum  numerosiora,  biseriata. 

Habitat.  Benguet,  Provincia  di  Luzon,  a 1600  metri, 
ove  è comune.  Decembre.  (Merrill,  n.  18020);  — Caopian, 
Benguet,  nelle  foreste  a 1600  m.  (Curran,  n.  10858,  10908  ; 
herb.  Manila). 


— 31  — 


28.  Treycinetia  megacarpa  Merrill,  in  Philip.  Journ. 
of  Science,  1908  p.  314. 

Habitat.  Mindanao,  Camp  Keithley,  Lake  Lamao,  (Mrs. 
Strong  Clemens,  s.  n.,  herb.  Manila). 


29.  Freycinetia  Merrillii  Elmer,  Leaflets  Philip.  Bot.,  1, 
p.  216;  Merrill,  Philip.  Freycinetia,  in  Philip.  Journ. 
of  Science,  1908,  p.  314. 

Habitat.  Lucban,  Provincia  di  Tayabas.  (Elmer,  Philip, 
pi.  n.  9010,  herb.  Manila  e Martelli).  — Vulcano  Banahao, 
Provincia  di  Laguna,  Luzon.  (Loher  n.  5458,  herb.  Kew). 


30.  Freycinetia  monocephala  Elmer,  Leaflets  Philip. 
Bot.,  1,  p.  78,  218  ; Merrill,  Philip.  Freycinetia,  in 
Philip.  Journ.  of  Science,  1908,  p.  314. 

Inflorescentia  parva,  terminalis,  terna;  spathae  parvae, 
2 cent,  longae,  8-5  mill,  latae,  naviculares,  ovato-lanceo- 
latae,  acuminato-cuspidatae  vel  acutae,  venis  robustis  Ion- 
gitudinaliter  percursae  ; spatha  exterior  omnium  brevior  et 
multo  angustior,  cibata.  Pedicella  levia,  fere  1 cent,  longa, 
gracilia,  1 mill,  crassa,  parte  antherifera  brevissima,  oblonga; 
antheris  subrotundatis,  filamentis  longiusculis. 

Habitat.  Lucban,  Provincia  di  Tayabas,  Luzon.  (Elmer, 
Philip,  pi.  n.  7380,  herb.  Martelli  e Manila).  — Monte  Ba- 
nahao, Provincia  di  Tayabas,  Luzon,  sul  limitare  della  fo- 
resta a 7500  m.  (Whitford,  n.  971,  herb.  Manila).  — Monte 
Aquilog,  Provincia  di  Rizal,  Luzon;  Marzo.  (Loher,  n.  5450). 
— Montalban,  Provincia  di  Batay,  Luzon,  Aprile.  (Loher, 
n.  1995  et  n.  5445  herb.  Kew  e Martelli). 


— 32  — 


31.  Freycinetia  ensifolia  Merrill,  in  Govern.  Labor, 
pubi.  Philip.,  n.  XVII,  1904,  p.  5,  et  Philip.  Freyci- 
netia, in  Philip.  Journ.  of  Science,  1906,  p.  25  et 
1908,  p.  316. 

Inllorescentia  terminalis  terna.  Spathae  albo-vires- 
centes,  exteriores  minores  aliquanto  dilatatae,  sursurn  in 
acumen  longum  cuspidatum  productae  ; interiores  majores, 
usque  25  mill,  longae,  late  ovatae,  fere  1 cent,  latae,  con- 
vexae,  subabrupte  acuminato-cuspidatae,  marginibus,  fim- 
briato-denticulato-ciliatis.  Pedicella  1 cent,  louga,  gracil- 
lima,  1 mill,  crassa,  levia;  parte  staminifera  globosa,  parva  ; 
antheris  albis,  parvis,  rotundatis. 

Habitat.  Baguio,  Provincia  di  Benguet,  Luzon  setten- 
trionale. (Williams,  n.  1013);  — Lamao  River,  Monte  Ha- 
riveles,  Provincia  di  Bataan,  Luzon,  (Borden,  n.  1347,  herb. 
Manila).  — Montalban,  Provincia  di  Rizal,  Luzon.  (Loher, 
n.  5449);  — Vaguiliang,  Luzon  centrale.  (Loher,  n.  1503,  et 
1420).  — Sablan,  Provincia  di  Benguet,  Luzon.  (Loher, 
n.  1530,  , herb.  Kew).  — Monte  Banajo.  Ottobre.  (Lau- 

glasse  n.  83,  herb.  Paris). 


32.  Freycinetia  Williamsii  Merrill,  Philip.  Freycinetia, 
in  Philip.  Journ.  of  Science,  1908,  p.  315. 

Caulis  triangularis,  ramis  longe  foliosis,  internodis  1 
cent,  longis.  Folia  dissita,  rigida,  erecto-patentia,  lineari- 
lauceolata,  sursurn  sensim  acuminata,  15-25  cent,  longa, 
7-10  mill,  lata,  utrinque  longitudinaliter  venosa,  basi  an- 
gustata  et  longe  (2-3  cent.)  vaginantia,  subito  supra  basin 
abrupte  patula;  auriculis  membranaceo-scariosis,  hyalinis, 
cito  evanescentibus,  2 ‘/,-3  mill,  longis,  5 mill,  latis,  apice 
rotundatis,  in  parte  apicali  ciliato-fimbriatis  ; laminae  mar- 


33  — 


ginibus  in  parte  basilari,  dentibus  crassiusculis,  brevissimis, 
patentissimi  praeditis,  apice  remote  et  brevissime  denticu- 
lato-serratis  ; costa  media,  subtus,  in  dimidiam  superiorem 
partem  et  ultra,  serrulata.  Inflorescentia  mascula  terna. 
Spathae  exteriores  foliaceae,  basi  dilatatae;  spathae  interio- 
res  exterioribus  breviores,  late  ovatae,  fere  2 cent,  latae,  in 
acumen  elongatura,  filiforme,  productae.  Pedicella  brevia, 
2 cent,  longa,  gracilia,  2 mill,  crassa,  levia,  parte  stamini- 
fera oblonga  ; antheris  globosi.  Inflorescentia  $ spathis 
cito  cadimi  induta,  terna  vel  bina,  interdum  monocephala; 
pedicelli  brevibus,  1 i/2  cent,  longis,  et  2 mill,  crassis, 
glabris.  Syncarpia  globosa,  vel  ellipsoidea,  dum  matura 
2-3  cent.  diam.  Baccae,  maturae,  pallide  rubrae,  lagenae- 
formes,  pentagonae,  rostratae,  9 mill,  longae,  4 mill,  latae, 
in  earum  dimidiam  superiorem  partem  liberae;  stigmata  4-6. 
Serniua  linearia,  3 mill,  longa,  a raphe  lata,  tantum  latera- 
liter,  cincta. 

Habitat.  Monte  Makiling,  Provincia  di  Laguna,  Luzon, 
Aprile.  (Loher,  n.  5455);  — Castilla,  Provincia  di  Bizal, 
Luzon,  Marzo.  (Loher,  n.  5460);  — Montalban,  Luzon.  (Lo- 
her, n.  5453,  mixta  cum  F.  leptophylla).  — Siya-bundok, 
Provincia  di  Rizal,  Luzon.  (Loher,  n.  5461,  herb.  Kew).  — 
Baguio,  Provincia  di  Benguet.  Luzon.  (Elmer,  Philip,  pi. 
n.  8711,  sub  F.  Vidalii,  herb.  Martelli). 


33.  Freycinetia  sphaerocephala  Gaud.  Voy.  de  la 
Bonite,  tab.  52;  Warb.  in  Engl.  Pflanzenreich,  p.  35; 
Merrill,  Philip.  Freycinetia,  in  Philip.  Journ.  of 
Science,  1908,  p.  314  ; — F.  globosa  Merrill,  in 
Philip.  Journ.  of  Science,  1907,  p.  260;  Elmer,  Lea- 
flets of  Philip,  bot.,  1,  p.  217. 

Habitat.  Provincia  di  Albay,  Luzon.  (Cuming,  n.  839, 
herb.  Kew.)  — Monte  Halcon,  Mindoro,  a 1000  metri,  sul 
limitare  della  foresta.  (Merrill,  n.  5791,  herb.  Manila). 


— 34  — 


Merrill  riporta  alla  F.  sphaerocephala  la  F.  strobilacea 
Vidal  (non  Bl.),  Phaner.  Cuming.  Philip.,  1885,  p.  154  e 
Revis.  PI.  vas.  Filip.,  1886,  p.  280)  ; ma  io  non  ho  dati  per 
adottare  simile  maniera  di  vedere,  non  avendo  Vidal  ac- 
compagnata la  sua  citazione  con  una  diagnosi  o descri- 
zione qualsiasi.  Forse  il  sig.  Merrill  ha  potuto  vedere 
qualche  campione  dell’erbario  Vidal  ? E da  escludersi  in 
ogni  caso  che  la  specie  a cui  accenna  il  Vidal,  col  nome 
di  F.  strobilacea,  sia  la  stessa  di  quella  descritta  dal  Blume. 

34.  Freycinetia  rostrata  Merrill,  in  Philip.  Journ.  of 

Science,  1906,  Supp.,  p.  177. 

Habitat.  Mindanao,  Lago  Lamao,  Camp  Keithley.  (Mrs. 
Strong  Clemens,  n.  475,  herb.  Manila,  e Martelli).  — Samar 
Laraag.  (Merrill,  n.  5235,  herb.  Manila). 

35.  Frecynetia  Warburgii  Elmer,  Leaflets  Philip.  Bot.,  1, 

p.  218;  Merrill,  Philip.  Freycinetia,  in  Philip.  Journ. 
of  Science,  1908,  p.  315. 

Habitat.  Lucban,  Provincia  di  Tayabas,  Luzon.  (Elmer, 
Philip,  plants,  n.  8229,  herb.  Martelli).  — Montalbau,  Luzon, 
Marzo.  (Loher,  n.  5463,  herb.  Kew). 


Specie  imperfettamente  conosciute. 

Alla  precedente  rassegna  debbo  aggiungere  due  specie 
di  cui  ho  studiato  solo  esemplari  incompleti  e delle  quali 
quindi  non  posso  indicare  le  precise  affinità. 

Freycinetia  sp.  ? 

Habitat.  Sablan,  Provincia  di  Benguet,  Luzon.  Aprile. 
(Elmer,  n.  6217,  herb.  Manila  et  Kew). 


— 35  — 


Merrill  riporta  il  citato  esemplare  alla  F.  rigida  Elmer. 
A me  però  sembra  che  possa  appartenere  ad  una  specie 
non  ancora  descritta;  ma  trattandosi  di  un  unico  esemplare 
e per  di  più  maschile,  non  credo  opportuno,  per  ora,  di 
stabilire  una  nuova  specie  sopra  un  materiale  così  scarso 
ed  incompleto. 


Freycinetia  sp. 

Habitat.  Isola  di  Paragua,  E-vi-ig  River.  (Merrill,  n.  779, 
herb.  Manila). 

Caulis  tenuissimus,  2 mill,  crassus,  internodis  8-10  mill, 
longis.  Folia  remota,  parva,  subreclinata,  anguste  lanceo- 
lata, persaepe  falcata,  apice  subulato,  7-10  cent,  longa,  5-7 
mill,  lata,  longitudinaliter  paucis  venis  utrinque  prominu- 
lis,  subdistantibus,  percursa,  basi  paullo  angustata,  in  ima 
basi  abrupte  dilatata  et  amplectentia  ; auriculis  7 mill, 
longis,  latissimis,  membranaceis,  in  apice  rotundatis,  ibi- 
que  paullo  fimbriatis  ; laminae  marginibus  in  parte  media, 
brevi  tractu,  levibus,  ceterum  dentato-ciliatis,  sive  denti- 
bus  parvis,  gracilibus  praeditis.  Costa  media  subtilissima,  e 
medio  usque  ad  apicem  remote  spinulosa. 

L’esemplare  è sterile,  ma  dai  caratteri  che  presentano 
le  foglie  ritengo,  per  certo,  che  appartenga  ad  una  specie 
ancora  indescritta. 


Studio  monografico  del  genere  “ Raphia  „ 

PER 

ODOARDO  BECCARI 


(Tavola  I) 


Raphia,  Palisot  de  Beauvais. 

Nel  voi.  IV  del  giornale  « L’Agricoltura  coloniale  » di 
Firenze,  ho  di  già  fatto  conoscere  le  generalità  relative 
alle  Raphia,  ed  ho  anche  trattato  dei  prodotti  che  da  que- 
ste si  ottengono,  non  che  dei  vari  usi  ai  quali  si  prestano, 
accompagnando  lo  scritto  con  la  rappresentazione  foto- 
grafica dei  frutti  di  quasi  tutte  le  specie  conosciute.  La 
presente  rivista  del  genere  Raphia  è quindi  un  comple- 
mento del  lavoro  pubblicato  nel  rammentato  periodico. 

Le  specie  di  Raphia  sono  state  sino  a qui  molto  som- 
mariamente studiate,  principalmente  in  causa  dello  scarso 
materiale  esistente  nelle  collezioni,  e che  bene  spesso  si 
riduceva  a solo  qualche  frutto  staccato.  Per  questo  motivo 
i caratteri  principali  sui  quali,  per  lo  più,  sono  state  fon- 
date le  specie,  sono  stati  desunti  dai  frutti.  In  seguito 
però  al  presente  studio  ho  potuto  riconoscere  che  tali  ca- 
ratteri sono  spesso  molto  fallaci,  essendo  la  forma  e gran- 
dezza dei  frutti  delle  Raphia  variabilissimi  nella  medesima 
specie.  Forse  le  foglie  potrebbero  anche  servire  per  la  dia- 
gnostica delle  specie,  se  di  tutte  si  possedessero  saggi 
completi  e fra  loro  comparabili  ; di  fatto  però  di  varie  spe- 
cie non  si  conosce  tale  parte  della  pianta  ; di  alcune  si  hanno 
saggi  tolti  da  foglie  di  piante  giovani,  di  altre  si  hanno 
quelli  di  piante  adulte,  ma  di  queste  ora  si  hanno  i segmenti 
della  sola  parte  apicale,  ed  altre  volte  quelli  della  parte  cen- 
trale o della  basilare  ; di  modo  che,  siccome  i segmenti  va- 


3 


riano  moltissimo  per  la  grandezza,  per  la  forma,  e per  varie 
particolarità,  a seconda  dell’età  della  pianta  ed  a seconda 
della  posizione  che  detti  segmenti  occupano  lungo  il  ra- 
chide, così  non  è prudente  servirsi  dei  caratteri  diagnostici 
desunti  soltanto  da  questi. 

I fiori,  maschili  e femminili,  ma  più  specialmente  que- 
sti secondi,  offrono  invece  differenze  notevoli  facilmente 
apprezzabili,  ed  assai  costanti  nelle  varie  specie  ; e questi 
organi,  a me  sembra,  forse  meglio  dei  frutti  e delle  foglie 
possono  essere  utilizzati  per  la  distinzione  ed  il  ricono- 
scimento delle  specie,  tanto  più  che  una  parte  di  loro 
essendo  coriacei  e quindi  di  natura  serbevolissima,  rimane 
quasi  sempre  inalterata  lungo  le  spighette,  anche  quando 
queste  portano  i frutti  maturi.  E quindi  principalmente 
dai  caratteri  desunti  dai  fiori  che  mi  son  basato  per  di- 
stinguere le  specie  da  me  riconosciute. 

Per  quanto  certamente  incompleta,  la  presente  mono- 
grafia viene  ad  estendere  assai  la  conoscenza  di  queste 
nobili  Palme,  e ciò  principalmente  per  merito  del  be- 
nevolo aiuto  che  ho  ricevuto  dai  Direttori  de’  principali 
Musei  botanici,  che  liberalmente  hanno  messo  a mia  di- 
sposizione il  prezioso  materiale  in  questi  conservato.  Mi 
sento  quindi  in  obbligo  di  pubblicamente  ringraziare  il 
Colonnello  D.  Prain,  Direttore  dei  Giardini  reali  di  Kew, 
il  Prof.  Engler  ed  il  Prof.  U.  Darnmer  del  Museo  e Giar- 
dino botanico  di  Berlino,  il  Prof.  Lecomte  ed  il  signor 
Jules  Poisson  del  Museo  e Giardino  botanico  di  Parigi; 
i signori  Prof.  Dybowski  ed  Ing.  Prudhomme  del  Giardino 
Coloniale  di  Nogent  sur  Marne,  il  Dott.  Treub,  l’emerito 
Direttore  del  Giardino  botanico  di  Buitenzorg,  il  Dottor 
E.  de  Wildeman  del  Museo  botanico  di  Bruxelles,  il  Dot- 
tor Herring  del  Museo  botanico  di  Hamburg,  il  Prof.  Zahl- 
brunner  del  Naturhistorischen  Hofmuseum  di  Vienna,  il 
Dott.  Rendle,  Direttore  del  Botanical  Departement  al  Bri- 
tish Museum,  il  Prof.  Henriques  di  Coimbra,  il  sig.  C.  de 
Candolle,  nell’  Erbario  del  quale  ho  potuto  studiare  l’esem- 
plare tipico  di  R.  vinifera,  il  Prof.  Radlkofer,  che  mi  ha 


— 39  — 


comunicato  l’esemplare  tipico  di  R.  taedigera,  conservato 
nell’  Erbario  di  Martius  a Monaco,  ed  infine  il  Prof.  Ugolino 
Martelli,  che  è riuscito  ad  ottenere  dai  suoi  corrispondenti 
importanti  materiali,  che  mi  hanno  servito  a risolvere  al- 
cune delle  questioni  relative  alle  prime  specie  di  Rapitici 
descritte. 


RAFHIA. 


Conspectus  specierum. 

A.  Spadices  recurvi,  cylindracei  vel  vix  lobati,  in  inflore- 
scentias  partiales  numerosas  dense  congestas  divisi. 
Flores  masculi  sub  anthesi  arcuato-patuli,  foemineis 
valde  longiores. 

I.  Floris  foeminei  corolla  rudimentaria,  in  carcero  ur- 
ceolatum  omnino  inclusa. 

d»  Spicae  floriferae  valde  compressae,  floribus  mascu- 
lis  et  foemineis  exacte  bifariis.  Flores  masculi 
parvi,  staminibus  6-9.  Fructus  brevissime  acute- 
que  mucronati,  squamis  valde  convexis,  profunde 
longitudinaliter  sulcatis.  Seminis  integumentum 
crassiusculum,  spongiosum  a nucleo  facile  sepa- 
rabile; albuminis  ruminationes  vulgo  paucae 
attamen  latae. 

a.  Fructus  turbinati  vel  subglobosi,  vix  vel  non 
longiores  quam  lati,  basi  symmetrici. 

1.  R.  Ruffin. 

Fructus  4.5-6. 5 cm.  longi,  3. 5-4.5  cm.  lati,  basi 
paullo  angustati  vel  subrotundi.  Involucellum 
floris  foemini  cupulare. 


R.  Ruffa  ( typica ). 


— 40  - 


Fructus  minores,  distincte  turbinati,  basi  atte- 
nuati, ibique  acuti.  Involucellum  saepe  rudi- 
mentarium  vel  nullum. 

R.  Ruffia  ( pedunculate i). 
b.  Fructus  ± elongati,  duplo  vel  etiam  triplo  longio- 
res  quam  lati,  basi  asymmetrici. 

Fructus  subirregulariter  oblongi,  subduplo  vel 
paullo  ultra  longiores  quam  lati  (8-10  cm. 
longi,  3-4.8  cm.  lati).  2.  R.  Kirkii. 

Fructus  valde  elongati,  angusti,  triplo  et  ultra 
longiores  quam  lati  (11-13  cm.  longi,  3-5.5  cm. 
lati).  R.  Kirkii  v.  longicarpa. 

Fructus  magni,  ovato-elliptici,  utrinque  aequaliter 
nonnihil  attenuati,  8-12  cm.  longi,  4-4.5  cm. 
lati,  squamis  majoribus  circiter  25  mm.  latis. 

R.  Kirkii  v.  grandis. 

4»  4*  Spicae  floriferae  ± compressae,  floribus  sub-4-se- 
riatis,  vel  raro  fere  exacte  biseriatis. 
a.  Flores  masculi  inter  majores  (25-26  mm.  longi), 
staminibus  15.  FI.  foeminei  ovati,  16-18  mm. 
longi,  6-7  mm.  lati,  calyce  exacte  truncato  in- 
tegro; staminodiis  basi  in  cupulam  membrana- 
ceam  cum  corolla  connatam  unitis  ; filamentis 
brevibus  triangularibus  ; antheris  conspicuis 
deltoideo-sagittatis.  Fructus  majusculi,  ovato- 
oblongi,  76-82  mm.  longi,  37-39  rnm.  lati,  con- 
spicue  mucronati,  squamis  levissime  sulcatis. 

3.  R.  longiflora. 

h.  Flores  masculi  17  mm.  longi,  staminibus  vulgo  12. 
Flores  5 late  ovati,  10-12  mm.  longi,  5-5.5  mm. 
lati,  calyce  exacte  truncato,  integro;  staminodiis 
parvis,  basi  breviter  unitis,  filamentis  triangula- 
ribus, antheris  inconspicuis.  Fructus  parvi,  ovati 
vel  subobovati,  conspicue  mucronati,  5.5  mm. 
longi,  3.3  mm.  lati  ; squamis  profundiuscule  sul- 
catis. 4.  R.  Laurentii ■ 


— 41  — 


IL  Floris  foetninei  corolla  calycem  plus  minusve  supe- 
rans. 

4*  Fructus  squamae  postice  conspicue  convexae  et  bi- 
gibbosae,  autice  planiusculae  vel  concaviusculae. 

a.  Fructus  obovati,  superne  rotundati  et  breviter 

couice  rostrati,  basi  asymmetrici  (semper  ?), 
7 cm.  longi,  4-4.2  cm.  latijsquamis  profunde 
lateque  sulcatis,  antico  concavis.  Semen  cre- 
bre, profunde  et  anguste  ruminatum.  Floris 
foetninei  spathellula  calycem  et  corollam  supe- 
rans,  acuminata  ; calyce  latiuscule  3-dentato; 
staminodiis  in  urceolum  membranaceum  alte 
connatum,  filamentis  brevissimis,  triangulari- 
bus  ; antkeris  sagittato-deltoideis. 

5.  R.  Mannii. 

b.  Fructus  late  obovato -turbinati,  basi  symmetrici 

ibique  acutiusculi,  7.5  cm.  longi,  4.5  cm.  lati; 
squamis  antico  planiusculis,  superficialiter  an- 
gusteque  sulcatis.  Seminis  ruminationes  per- 
paucae,  intus  ampliatae.  Floris  foeminei  spa- 
thellula calycis  brevior,  apice  rotundata  ; ca- 
lyx exacte  truncatus,  integerrimus.  Staminodia 
in  un  urceolum  brevem  connata,  filamentis 
elongato-triangularibus;  antlieris  minutissime. 

6.  R.  textilis. 

Fructus  squamae  a basi  usque  ad  apicem  regu- 
lariter  convexae,  plus  minusve  longitudinaliter 
sulcatae. 

1.  Fructus  ovato-elliptici,  utrinque  subequaliter  ro- 
tundati vel  plus  minusve  attenuati, 
f Floris  foeminei  calyx  in  ore  truncatus,  vel  vix 
superficialissime  obtuseque  3-denticulatus. 
a.  Spicarum  spatellae  in  margine  glabrae.  Flo- 
ris foeminei  involucellum  rudimentarium, 
squamaeforme.  Staminodia  in  urceolum 
membranaceum  alte  connata  ; filamentis 
brevibus,  triangularibus  ; antheris  sagit- 


tato-deltoideis.  Fructus  ovato-elliptici, 
utrinque  rotundati,  brevissime  mucronati, 
5-5.5  cm.  longi,  3.3-3.5  cm.  lati  ; squa- 
mis  superficialiter  lateque  sulcatis.  Semen 
crebre  et  obsolete  vermiculato-sculptum. 

7.  R.  taedigera. 

b.  Spicarum  spathellae  in  margine  demum  gla- 
brae. Floris  foeminei  involucellum  com- 
pletum,  cupulare.  Staminodia  alte  connata, 
filamentis  brevibus,  triangularibus  ; antke- 
ris  deltoideo-sagittatis.  Fructus  anguste 
elliptici,  longiuscule  acuminato-rostrati  ; 
squamis  superficialiter  lateque  sulcatis. 

8.  R.  Wendlandi. 
ft  Floris  foeminei  calyx  plus  minusve  profunde 
3-dentatus,  vel  3-lobus. 

a.  Spicarum  spathellae  in  margine  dense  ciliato- 

barbatae.  Floris  masculi  et  foeminei  calyx 
distincte  3-lobus,  lobis  latiusculis.  Floris 
foeminei  corolla  calyce  conspicue  longior. 
Involucellum  cupulare,  conspicuum.  Sta- 
minodia alte  connata,  in  parte  libera 
elongato-triangularia  ; antheris  anguste 
sagittatis,  acuminatis.  Fructus  elongato- 
ellipsoidei,  7.5-8  cm.  longi,  3-3.5  cm.  lati, 
apice  in  mucronem  longiusculum  acumi- 
natum attenuati  ; squamis  profunde  late- 
que sulcatis,  subcordatis,  basi  conspicue 
emarginatis.  9.  B.  Gaertneri. 

b.  Spicarum  spathellae  in  margine  conspicue  den- 

seque  ciliato-paleaceae.  Floris  foeminei 
involucellum  completum,  irregulariter  cu- 
pulare; calyx  trilobus,  lobis  latis  obtusis; 
corolla  calycem  conspicue  superans  ; sta- 
minodia basi  connata,  in  dimidiam  supe- 
riorem  partem  libera,  ibique  elongata  et 
subulata;  antheris  anguste  sagittatis,  acu- 


— 43 


minatis.  Fructus  ovato-elliptici,  utrinque 
rotundati,  6-6.5  cm.  longi,  3. 3-8. 5 cm. 
lati,  breviter  abrupteque  mucronati.  Se- 
men laxiuscule,  anguste,  nitideque  ver- 
miculato-sculptum.  10.  R.  vinifera, 

c.  Spicarum  spathellae  in  margine  demum  gla- 
brae. Floris  masculi  et  foeminei  calyx 
profunde  3-dentatus,  dentibus  acutis.  Flo- 
ris foeminei  corolla  calyce  subaequilonga; 
involucellum  completum,  majusculum, 
inacquale  ; staminodia  alte  connata,  in 
parte  libera  triangularia,  antkeris  conspi- 
cuis  deltoideo-sagittatis.  Fructus  parvi, 
5.5-6  cm.  longi,  2.5-2. 7 cm.  lati,  oblongo- 
ellipsoidei,  utrinque  paulo  attenuati,  brevi- 
ter minuteque  mucronati  ; squamis  pro- 
funde lateque  sulcatis,  basi  emarginatis. 
Semen  ellipsoideum,  utrinque  acutiuscu- 
lum.  11.  R.  gracilis. 

2.  Fructus  turbinati,  vel  ± basi  attenuati. 

f Fructus  mediocres,  mucrone  crasso  cylindraceo 
obtusissimo  terminati.  Fructus  8-8.5  cm. 
longi,  4-4.5  cm.  lati,  anguste  obovati,  vel 
obovato-turbinati,  basi  attenuati,  squamis 
rubentibus  ; semen  obovoideum,  basi  atte- 
nuatimi, integumento  spisse  crustaceo  a nu- 
cleo facile  secedeuti  induto,  parce  ruminato, 
ruminationibus  angustis,  cylindricis,  minime 
clavatis.  12.  R.  heberostris. 

ft  Fructus  mucrone  brevi  gracili  acuto  terminati, 
parvi. 

a.  Floris  masculi  calyx  profunde  3-dentatus  ; 
stamina  6-7.  Floris  foeminei  calyx  su- 
perficialissime 3-denticulatus;  staminodia 
basi  brevissime  connata,  elongata,  inae- 
qualia;  antheris  parvis,  deltoideis.  Fructus 
45  mm.  longi,  18  mm.  lati;  squamis,  prae- 


— 44  — 


cipue  ad  basin,  profundissime  lateque 
sulcatis.  13.  B.  Monbuttorum. 

b.  Fructus  5-6.5  cm.  longi,  3-3.5  cm.  lati,  in 

vertice  rotundati,  basi  valde  attenuati  et 
acuti  ; squamis  basi  bigibbosis,  profun- 
dissime lateque  sulcatis.  Floris  masculi 
et  foeminei  calyx  truncatus,  stamina  6. 
Floris  foeminei  stamiuodia  6,  linearia, 
subulata,  omnino  libera  ; antheris  incon- 
spicuis.  14.  B.  Gentiliana. 

c.  Fructus  parvi,  obovati,  basi  acutati,  4-4.5  cm. 

longi,  21-22  mm.  lati  ; squamis  regulari- 
ter  a basi  usque  ad  apicem  convexis, 
latiuscule  non  valde  profunde  sulcatis. 
Floris  masculi  et  foeminei  calyx  truncatus. 
Floris  foeminei  staminodia  elongata,  basi 
plus  minusve  unita;  antheris  inconspicuis. 

15.  B.  Gilletii. 

ft  Fructus  vulgo  inter  majores,  rostro  valido 
acuto  vel  acuminato  terminati.  (In  B.  ango- 
lensi  rostrum  non  bene  notum). 

O Rostrum  anguste  conicum,  superne  sensim 
acuminatum.  Fructus  clavato-oblongi, 
basi  acuti  et  ± asymmetrici,  una  cimi  mu- 
crone (15-17  mm.  longo)  10-11  cm.  longi, 
superne  3. 5-4.3  cm.  lati  ; squamis  regu- 
lariter  convexis,  anguste  et  superficialiter 
sulcatis  ; semen  6-6.5  cm.  longum,  cla- 
vato-oblongum,  in  vertice  rotundatum, 
basi  acutiusculum  ; embryone  circiter  ad 
tertiam  inferiorem  partem  locato. 

16.  B.  longirostris. 

GO  Rostrum  validum,  crassum,  apice  obliquo, 
trigono-pyramidato. 

Xi  Floris  masculi  stamina  vulgo  18-20,  fila- 
mentis  in  corpum  carnosum  pro  maxima 
parte  unitis.  (In  B.  angolensi  flores  ma- 
sculi ignoti). 


— 45 


1.  Flores  masculi  majusculi,  20-22  mm.  longi; 
calice  truncato,  obsolete  3- denticolato. 
Flores  foeminei  majusculi,  ovato-elou- 
gati,  2 crn.  longi,  8 mm.  lati  ; calyce 
truncato  tubuloso-urceolato  ; stamino- 
diis  numerosis  (15-16),  alte  connatis, 
in  parte  libera  elongatis,  subulatis;  au- 
theris  angustissime  sagittatis,  subulatis. 
Fructus  ± basi  attenuati  ; squamis  con- 
vexis,  superficialissime  et  anguste  sulca- 
tis.  Seminis  integumentum  tenuissimum, 
nucleo  arcte  connexum  ; albumine  an- 
guste ruminato. 

a.  Fructus  majusculi  late  oblongi,  8-10  cm. 

longi,  4-4.5  cm.  lati,  rostro  14-15  mm. 
longo;  squamis  majoribus  2 cm.  latis; 
semen  oblongum,  5.5-7  cm.  longum, 
2.8-3  cm.  latum. 

17.  R.  Hookeri  (forma  typica). 

b.  Fructus  breviores,  obovati,  rostro  cras- 

so, 12  mm.  longo  terminati,  6-7  cm. 
longi,  3.2-3. 5 cm.  crassi. 

R.  Hookeri  v.  brachile  arpa. 

c.  Fructus  angustiores,  oblongo-clavati, 

8 cm.  longi,  3 cm.  crassi,  rostro  1 cm. 
longo;  squamis  quam  informa  typica 
angustioribus  (majoribus  15  mm.  la- 
tis) vix  angustissime  sulcatis;  semen 
basi  angustatum,  4.5  cm.  longum, 
19-20  mm.  crassum. 

R.  Hookeri  v.  mancipiorum. 

d.  Fructus  anguste  clavati,  basi  longe  at- 

tenuati, 7.5  cm.  longi,  superne  2.5  cm. 
crassi,  mucrone  11  mm.  longo  termi- 
nati ; squamis  angustioribus,  valde 
convexis,  levissime  vel  non  sulcatis. 

R Hookeri  v.  angustata. 


— 46  — 


2.  Fructus  elongati,  clavato-oblongi,  12  cm. 
longi,  38  mm.  lati,  superne  rotundati 
et  in  mucronum  validum  abruptissime 
continuati,  basi  attenuati  ; squamis 
rkombeis,  majoribus  2 cm.  latis  et  lon- 
gis,  basi  obtusis  (non  emarginatis),  an- 
guste et  obsolete  in  medio  sulcatis  ; 
semen  clavato-oblongum,  7 cm.  longum, 
2.5  cm.  spissum,  superne  rotundatum 
basi  attenuatum;  embryone  circiter  ad 
tertiam  superiorem  partem  locatum. 

18.  R.  angolensis. 

&&  Floris  masculi  stamina  numerosissima, 
30  et  ultra,  biseriata. 

Flores  masculi  22-25  mm.  longi,  stami- 
nibus  30  et  ultra.  Flores  $ majusculi, 
3 cm.  longi;  calyx  brevis  cupulari-cya- 
tkiformis,  truncatus;  corolla  calycem  du- 
plo et  ultra  superans;  staminodiis  alte 
connatis,  in  parte  libera  brevissime  den- 
tiformibus  ; antheris  anguste  sagittatis, 
acuminatis.  Fructus  majusculi,  subobo- 
vati,  mucrone  crassissimo,  12-15  mm. 
longo,  apice  trigono-pyramidato,  termi- 
nati, 8-9  cm.  longi,  3.8-4  cm.  crassi  ; 
squamis  anguste  et  superficialiter  sul- 
catis. Semen  ovoideo-ellipticum,  utrin- 
que  acutiusculum,  5. 2-5. 7 cm.  longum, 
26-27  mm.  crassum  ; ruminationibus 
intus  ampliatis  ; embryone  paullo  sopra 
medium  locato.  19.  R.  Sese. 

B.  Spadix  terminalis,  ramis  in  paniculam  amplissimam, 
erectam,  elongato-ellipticam,  approximatis. 

Inflorescentiae  partiales  valde  complanatae,  spicis, 
14-16  cm.  longis,  disticis  ; floribus  exacte  bifariis, 
masculis  et  foemineis  subconformibus,  lanceolatis.  le- 


— 47  — 


vifcer  falcatis,  acuminatis,  il  mm.  longis  ; calyce  pro- 
funde  3-dentato,  dentibus  acutis.  Floris  masculi 
stamina  6.  Floris  foeminei  involucellum  conspicuum, 
subspathaceum,  unilateraliter  evolutum;  staminodia  6, 
ad  faucem  corallae  inserta,  filamentis  linearibus,  ri- 
gidis;  antheris  parvis.  ‘20.  R.  regalis. 


1.  Rapina  Ruffia  Mart.  H.  nat.  Palm.,  Ill,  217  ; Kunth, 
Euum.  pi.  Ill,  217  ; Wright  in  Th.  Dyer,  FI.  trop. 
Afr.  VIII,  104  (pro  parte);  Drude  in  Engler,  Nat.  Pflan- 
zenf.  I,  46,  f.  36,  ic.  e Le  Mout  et  Decaisne  repetita; 
Becc.  in  Agricolt,  colon.  IV  (1910),  t.  I.  — R.  pedun- 
culata  P.  Beauv.  in  Desv.  Journ.  Bot.,  II,  87,  et  in 
FI.  d’Oware  et  de  Benin,  I,  78,  t.  44,  f.  2,  et  t.  46, 
f.  2.  R.  lyciosa  et  R.  polymita  Comm.  ex  Kunth, 
Enum.  pi.,  Ill,  217.  — R.  tamatavensis  Sadebeck  in 
Engl.  Bot.  Jakrbiicher,  XXXVI  (1905),  p.  354.  — R. 
oinifera  Drude  (non  Palis,  de  Beauv.)  in  Mart.  FI. 
Bras.  v.  Ill,  p.  II,  tantum  in  tab.  62,  f.  I,  D.  — R. 
nicaraguensis  Oersted  in  Vidensk.  Meddel.  naturhist. 
Forening,  Kjòbenh.  1858  (1859),  p.  52.  — R.  vinifera 
v.  nicaraguensis  Drude  in  FI.  Bras.  1.  c.  — Sagus  fari- 
nifera  Gaertn.  Fruct.  et  Sem.  II,  t.  120,  f.  3.  — Sagus 
Ruffia  Jacq.,  Fragm.  7,  no.  27,  t.  4,  f.  2.  — Sagus  pedun- 
culata  Lam.  Encycl.  Suppl.  V,  13,  et  Illustr.  Ill,  357, 
t.  771,  f.  2,  a-g.  — Sagus  laevis  Griff.  Palms  Br.  Ind., 
tantum  in  tab.  CLXXXII.  — Metroxylon  Ruffa  Spreng. 
Syst.,  II,  139.  — (Fig.  1-2). 

Descrizione.  — E una  delle  più  grandi  specie  del  ge- 
nere, con  tronco  che  può  raggiungere  l’altezza  di  sino  8 me- 
tri e talvolta,  in  robustissimi  esemplari,  sino  1 metro  di 
diametro  ; esso  è coronato  da  una  immensa  chioma  di  fo- 
glie ed  è segnato  tutto  in  giro  dalle  cicatrici  annulari  cor- 
rispondenti al  punto  d’attacco  di  quelle  cadute. 


— 48  - 


Le  foglie  s’  innalzano  dritte  e raggiungono  sino  la  lun- 
ghezza di  15  m.  Il  picciolo  è robustissimo,  e,  nelle  piante 
adulte,  è della  grossezza  di  braccio,  relativamente  corto 
ed  assai  bruscamente  dilatato  in  basso  in  una  breve  e larga 
guaina  abbracciante  il  tronco  ; è profondamente  scavato  a 
doccia  di  sopra,  specialmente  in  basso,  ed  è convesso  di  sotto; 
ha  i margini  molto  acuti  ed  armati  di  corte  spinule  pallide 
ascendenti,  simili  a quelle  che  si  trovano  alla  base  dei 
segmenti.  Il  rachide  nel  primo  tratto  è pure  scavato  a 
doccia  ; nella  porzione  intermedia  il  solco  gradatamente  si 
ristringe  framezzo  a due  rilievi  longitudinali,  armati  di 
spine  come  i margini  del  picciolo,  dei  quali  rappresentano 
la  continuazione  ; verso  l’alto  il  rachide  diventa  bifaciale 
e con  spigolo  acuto  di  sopra  ; nell’esti’emità  è a sezione 
transversa  romboidale,  presentando  un  angolo  piuttosto 
prominente  anche  nella  faccia  inferiore. 

I segmenti  sono  numerosissimi  e certamente  ammontano 
ad  alcune  centinaia,  sono  alquanto  arruffati,  biseriati  e più 
o meno  distintamente  geminati  sopra  ognuno  dei  lati  del 
rachide;  sono  latamente  lineari,  molto  leggermente  ristretti 
verso  la  base,  lungamente  acuminati,  di  consistenza  sottil- 
mente coriacei,  rigidi  nella  maggior  parte  della  loro  lun- 
ghezza, ma  con  la  punta  ricascante,  verdi  e nitidi  di  sopra, 
biancastro-pulverulenti  di  sotto,  hanno  8-5  nervi  sottili  per 
parte  della  costa  mediana  ; le  venature  transverse  sono 
molto  ravvicinate  e sottili.  I segmenti  variano  per  lun- 
ghezza e larghezza  in  una  medesima  foglia  a seconda  della 
posizione  che  occupano  sul  rachide  ; i più  bassi  sono  acu- 
minatissimi, lunghi  quanto  i mediani,  ma  assai  più  stretti 
(larghi  circa  2 cm.)  e sodo  anche  più  fortemente  spinosi 
di  questi  ; essi  infatti  hanno  presso  la  base  forti  spinule 
inequidistanti  sulla  costa  mediana  nella  pagina  superiore 
e sopra  ambedue  i margini  ; nel  rimanente  la  costa  me- 
diana è inerme  di  sopra,  come  inerme  è dappertutto  di 
sotto  ; quivi  però  porta  delle  pagliette  brune  assai  ravvi- 
cinate ; i margini,  al  di  là  della  parte  basilare  sono  molto 
irregolarmente  e radamente  spinosi  ed  anche  per  lunghis- 


— 49 


simi  tratti  inermi.  I segmenti  centrali,  dove  il  rachide  ha 
ancora  la  grossezza  del  polso,  sono  distintamente  geminati, 
nelle  singole  coppie  sono  discosti  3-5  cm.  l’uno  dall’altro; 
le  coppie  sono  separate  da  spazi  lunghi  8-10  cm.  ; i seg- 
menti maggiori  sono  lunghi  1.2-1. 4 m.  negli  esemplari  da 
me  studiati  (sino  1.8  m.  secondo  Deslandes)  e larghi  3-4 
cm.,  spinulosi  ai  margini,  e pure  ± spinulosi  sulla  costa 
mediana  od  anche  del  tutto  inermi.  I segmenti  presso  l’a- 
pice sono  gradatamente  decrescenti  tanto  in  lungo  quanto 
in  largo,  sono  più  ravvicinati  fra  di  loro,  meno  distinta- 
mente  geminati  degli  altri  e del  tutto  inermi.  Nelle  fronde 
di  pianta  giovane  i segmenti  sono  più  erbacei,  ossia  meno 
rigidi  che  in  quelle  di  pianta  adulta,  sono  più  corti,  allun- 
gato-lanceolati  e più  distintamente  attenuati  verso  la  base, 
irrregolarmente  spinulosi  lungo  tutta  la  costa  mediana  ed 
al  solito  pure  irregolarmente  spinulosi  sui  margini. 

Spadici  grandissimi,  uscenti  successivamente  dall’ascella 
delle  foglie  più  alte,  da  prima  eretti,  presto  ricurvi  e vólti 
in  basso;  la  medesima  pianta  porta  diversi  spadici  contem- 
poraneamente ed  a vario  grado  di  sviluppo  (sino  6,  secondo 
Deslandes);  essi  variano  da  2.15  m.  a 3.25  m.  di  lunghezza, 
ed  allorché  carichi  di  frutti  pesano  da  35-98  e sino  125  kil. 
(Deslandes).  Geli  spadici  sono  cilindrici,  al  momento  della 
fioritura  hanno  circa  20  cm.  di  diametro,  ma  rimangono  di 
tal  forma  anche  a maturità  dei  frutti,  perchè  le  numerose 
infiorazioni  parziali  di  cui  si  compongono  sono  ravvicinatis- 
sime  fra  di  loro  e strettamente  applicate  alla  parte  assile 
dell’  intiero  spadice  ; la  parte  basilare  o pedunculare  degli 
spadici  è robusta,  ricurva,  leggermente  compressa,  larga 
(in  un  esemplare)  12  cm.,  e guainata  in  basso  , da  due  spate 
principali,  coriacee,  lunghe  circa  80  cm.;  di  queste  l’esterna 
è acutamente  bicarinata  ; subito  dopo  vengono  altre  spate 
vacue  abbraccianti  la  parte  pedunculare  ; e dopo  queste  si 
succedono,  senza  interruzione  e tutto  in  giro  all’asse,  mol- 
tissime altre,  ognuna  delle  quali  porta  alla  sua  ascella  una 
infiorazione  parziale. 

Le  infiorazioni  parziali  sono  compresse,  corte  e larghe, 


— 50  — 


lunghe  15-20  cm.,  cuneate  alla  base  vanno  gradatamente 
slargandosi  verso  l’alto,  sono  divise  in  vari  rami  o spighette 
fiorifere  e queste  sono  disposte  quasi  a ventaglio,  ma  stret- 
tamente applicate  le  une  alle  altre,  di  lunghezza  ineguale, 
ma  tutte  raggiungenti  quasi  l’apice  dell’  infiorazione,  quelle 
situate  poco  al  di  sopra  della  base  essendo  le  più  lunghe. 
Ogni  infiorazione  parziale  nasce  dall’ascella  di  una  ampia 
spata  primaria  quasi  più  larga  che  lunga,  che  brusca- 
mente si  termina  in  una  punta  acuminata,  e che,  nell’  in- 
sieme, è più  lunga  della  respettiva  infiorazione.  Le  spate 
primarie  sono  sottilmente  coriacee,  lucide  e di  color  ca- 
stagno internamente,  opache  e color  nocciola  all’  esterno. 
Ogni  infiorazione  ha  una  brevissima  parte  pedunculare 
fortemente  compressa,  lunga  2-4  cm.,  larga  15-20  mm.  e 
vaginata,  alla  sua  volta,  da  una  breve  spata  secondaria  ; 
questa  è strettamente  guainante,  angustamente  bialata,  col- 
l’apice prolungato  a destra  ed  a sinistra  in  una  punta  acu- 
minatissima subfalcata  e molto  acutamente  carenata  ; le 
spate  (terziarie)  all’ascella  delle  quali  nascono  le  spighette, 
sono  molto  ravvicinate  fra  di  loro,  molto  brevemente  in- 
fundibulari,  troncate  alla  bocca  a margine  sottile,  intiero 
e nudo  (non  cibato).  Le  spighette  portano  fiori  perfetta- 
mente bifarii,  sono  vermiformi,  fortemente  compresse,  leg- 
germente sinuose,  larghe  circa  1 cm.  alla  base,  e vanno 
molto  leggermente  ristringendosi  verso  l’apice;  le  maggiori 
son  le  più  basse  e misurano  8 a 15  cm.  di  lunghezza  ; le 
superiori  sono  gradatamente  più  corte.  Le  spatelle,  ossia  le 
spate  delle  spighette,  sono  compresso-infundibulari,  molto 
ravvinate,  troncate,  intiere,  a margine  nudo  (non  cibato), 
leggermente  prolungate,  dal  lato  del  fiore,  in  una  punta 
triangolare  ottusiuscula.  I fiori  maschi  e feminei  sono  per- 
fettamente bifarii,  ossia  sono  disposti  lungo  una  sola  serie 
sopra  ognuno  dei  lati  delle  spighette  ; nelle  spighette  mag- 
giori vi  sono  d’ordinario  8-12  fiori  feminei  per  parte,  ed  in 
esemplari  robusti  sino  18-20,  che  occupano  circa  la  metà  od 
i */*  inferiori  delle  spighette  stesse  ; le  spighette  superiori 
non  hanno  che  3-4  fiori  feminei  per  parte. 


— 51  — 


I fiori  feminei  durante  l’antesi  sporgono  circa  per  la 
metà  dalla  respettiva  spatella  ; sono  ovati,  acuti,  lunghi 
8 mm.,  strettamente  avvolti  dalla  spatellula  ; questa  è 
molto  acutamente  bicarenata,  con  carene  liscie  (non  cibate), 
rotondata  o leggermente  smarginata  all’apice  dal  lato  assile, 
e quivi  lunga  quanto  il  calice  : è più  o meno  ajrnrta  da- 
vanti. L’ involucello  (nella  tipica  R.  Ruffia)  è membranaceo- 
jalino,  e forma  una  cupola  quasi  completa  o più  o meno 
fessa  od  interrotta  posteriormente,  strettamente  abbrac- 
ciale il  calice,  e di  circa  della  metà  più  corta  di  questo. 
Calice  tubuloso-urceolato,  troncato,  intiero,  e leggermente 
ristretto  alla  bocca,  da  dove  sporgono  fuori  l’apice  conico 
leggermente  inspessito  dell’ovario  e gli  stigmi,  che  formano 
una  punta  piramidale  trigona  acuta.  La  corolla  è invisibile 
all’esterno,  essendo  intieramente  inclusa  nel  calice  ed  un 
poco  più  corta  di  questo  ; essa  è divisa  in  3 grandi  lobi, 
latamente  triangolari,  acuminati,  con  i seni  fra  un  lobo  e 
l’altro  profondi  e rotondati  ; gli  stami  abortivi  formano 
una  cupola  membranosa  che  fascia  la  base  dell’ovario  ed 
è in  parte  connessa  con  la  corolla,  irregolarmente  sinuoso- 
6-dentata,  con  denti  pure  ± triangolari,  non  terminati  da 
rudimento  d’antera  ben  distinto,  e più  corti  di  quelli  della 
corolla.  L’ovario  è ovato  e si  termina  in  un  ringrosso  co- 
nico calloso,  sul  quale  riposano  i 3 stigmi,  triangolari, 
acuti,  conniventi. 

I fiori  maschi  sono  pure  perfettamente  distici  e unise- 
riati,  molto  ravvicinati  e patenti  sui  lati  delle  spighette, 
lunghi  9 mm.  e larghi  2.5  mm.  ; al  momento  dell’  antesi 
sporgono  assai  dalle  respettive  spatelle  ; le  spighette  hanno 
allora  circa  15  mm.  di  larghezza  fra  le  punte  dei  fiori.  La 
spatellula  del  fiore  maschio  è di  poco  più  lunga  del  calice 
del  suo  proprio  fiore,  è acutamente  bicarinata,  bidentata 
brevemente  all’apice,  e di  dietro  ha  il  margine  superiore 
troncato  o leggermente  scavato.  Calice  tubuloso-ciatiforme, 
molto  superficialmente  ed  ottusamente  3-denticolato,  di  poco 
più  corto  della  respettiva  spatellula.  Stami  normalmente  6, 
talvolta  7-8,  eguali  fra  di  loro  ; filamenti  crassi,  clavato- 


— 52 


fusiformi,  bruscamente  contratti  nel  connettivo,  connati  in 
basso  ; antere  lineari,  sagittato-auricolate  in  basso,  ottuse. 
La  corolla  è circa  due  volte  più  lunga  del  calice,  è spa- 
dicea,  levigatissima,  subterete,  leggermente  curvulo-sig- 
moidea,  bruscamente  attenuata  all’apice  in  punta  acutissima 
e pungente,  divisa  sino  al  suo  quarto  inferiore  in  3 seg- 
menti lineari-lanceolati,  sottilmente  coriacei. 

I frutti  sono  assai  variabili  di  forma  e grandezza,  sono 
più  o meno  turbinati,  o globoso-obovati  e di  poco  più  lun- 
ghi che  larghi,  od  anche  subglobosi,  sempre  tondeggianti  o 
leggermente  depressi  in  alto  e terminati  da  un  brevissimo 
apicolo  conico  (lungo  3-4  rum.);  sono  di  solito  db  attenuati 
in  basso  in  una  base  acuta  e simmetrica,  più  raramente 
rotondati  anche  in  basso.  Squame  disposte  sopra  12-13  or- 
tostiche,  di  color  castagno  o anche  rosso  mohogano,  niti- 
dissime, assai  fortemente  convesse,  profondamente  solcate 
per  il  lungo,  a margine  molto  angusto,  scarioso,  nerastro, 
fimbriato-ciliato,  prolungate  in  punta  ottusa,  pure  nerastra, 
fimbriato-ciliata  e fortemente  depressa  ed  applicata  nel 
solco  della  squama  sottostante  ; le  squame  aderiscono  assai 
fortemente  fra  di  loro,  di  modo  che  il  frutto  maturo  rimane 
sempre  intiero  e le  squame  non  si  distaccano  con  facilità 
l’una  dall’altra  ; nell’  insieme  le  squame  maggiori  od  in- 
termedie sono  quasi  esattamente  romboidali,  o quasi  tanto 
lunghe  quanto  larghe  (13-16  mm.),  leggermente  e stretta- 
mente  emarginate  dal  lato  posteriore  ; nel  senso  longitudi- 
nale vi  sono  5-6  squame  ben  formate  in  ogni  serie.  Peri- 
carpio nell’insieme  spesso  5—6  mm.  sul  secco.  Seme  obovato, 
rotondato  in  alto,  ± attenuato  ed  acuto  in  basso,  con  inte- 
gumento spugnoso-crostaceo,  talvolta  di  1-2  mm.  di  spes- 
sore ed  alla  base  anche  più;  nei  semi  ben  maturi  l’integu- 
mento si  stacca  dal  nucleo  del  seme,  ha  la  superficie  esterna 
pallido-straminea,  nitida,  macchiettata,  superficialmente  se- 
gnata dalle  impressioni  vascolari,  e più  distintamente  dal- 
l’impressione biforcata  lasciata  dalle  traccie  dei  dissepimenti 
delle  loggie  sterili  e che  si  trova  al  di  sotto  della  metà 
della  lunghezza  totale  del  seme.  Nel  seme  dei  frutti  maturi, 


53  — 


e sul  secco,  l’integumento  si  stacca  più  o meno  compieta- 
mente  dal  seme  ; questo  allora  presenta  una  superficie  ine- 
guale, nerastra,  opaca.  L’albume  è durissimo,  osseo,  bianco 
avorio  e compenetrato  da  intrusioni  del  tegumento  che  lo 
rendono  ± parzialmente  ruminato  ; le  intrusioni  sono  assai 
profonde,  anguste  presso  la  periferia,  slargate  e di  forma 
clavata  e larghe  sino  4-5  mm.  di  larghezza  nell’interno. 
Embrione  situato  sopra  un  lato,  poco  al  di  sotto  della  metà. 
I frutti  variano  da  4. 5-6. 5 cm.  di  lunghezza,  e da  3. 5-4.5  cm. 
di  larghezza.  I semi  più  grossi  da  me  misurati  giungevano 
a 4.5  cm.  di  lunghezza  e 32  mm.  di  larghezza. 

Habitat.  — È la  specie  indigena  del  Madagascar,  dove  pre- 
dilige le  vicinanze  del  mare  e dove  forma  intieri  boschi 
nei  luoghi  paludosi,  specialmente  sulla  costa  orientale;  si 
estende  anche  sulle  colline,  ma  non  ama  innalzarsi  al  di 
sopra  di  400-500  m.  sul  livello  del  mare.  È poi  assai  este- 
samente coltivata  nelle  Isole  Mascarine.  E adesso,  a quanto 
sembra,  naturalizzata  in  America  sulle  rive  del  Mare  Ca- 
ribeo.  Sembra  anche  piuttosto  frequentemente  coltivata 
nell’America  tropicale.  Appartengono  infatti  alla  R.  Ruffia 
gli  esemplari  del  Brasile  distribuiti  da  Glaziou  col  n.  9021 
(Erb.  Kew,  Beco.,  Berlino,  ecc.). 

Un  frutto  di  una  Rap/iia,  che  io  indubbiamente  riferisco 
alla  R.  Ruffia , mi  è stato  donato  dal  Dr.  Hùber  del  Museo 
Goeldi  al  Para,  al  quale  era  stato  inviato  da  un  amico  re- 
sidente a Santarem  nello  Stato  di  Bahia,  presso  la  costa. 
Questo  frutto  è,  fra  i provenienti  dal  Brasile,  il  più  grande 
fra  tutti  quelli  da  me  visti;  esso  misura  7.5  cm.  di  lun- 
ghezza e 6 cm.  di  larghezza,  ha  le  squame  durissime,  molto 
convesse,  profondamente  solcate  e di  un  bel  rosso  moho- 
gano.  Il  seme  è lungo  6,7  cm.  e largo  3 cm.,  del  resto  iden- 
tico a quelli  del  Madagascar  e col  seme  egualmente  av- 
volto da  uno  spesso  integumento  spugnoso.  Un  altro  frutto, 
proveniente  da  Panama,  è un  poco  più  piccolo  del  prece- 
dente, ed  è egualmente  rotondato  alle  2 estremità,  ha  le  so- 
lite squame  molto  convesse  e profondamente  solcate,  niti- 


4 


— 54  — 


dissime  e color  moliogano;  ad  esso  aderisce  ancora  una 
porzione  di  spighetta  con  fiori  cT  6 ? > e uorL  lascia  quindi 
alcun  dubbio  sulla  sua  identificazione.  Ritengo  quindi  che 
siano  questi  i frutti  della  2.a  specie  di  Raphia  ritenuta  come 
indigena  in  America,  vale  a dire  della  R.  nicaraguensis. 


Eig.  1.  — Raphia.  R tifila  (forma  tipica);  1,  fiore  femineo  avvolto  dalla  sua 
spatella,  visto  dal  lato  assile;  2,  fiore  fem.  visto  dal  lato  esterno;  3,  fiore 
lem.  al  quale  è stata  tolta  la  spatellula;  4,  fiore  fem.  con  l’ involncello  (c) 
ed  il  calice  <i),  sezionati  per  mostrare  la  corolla  (e)  inclusa  dentro  il  ca- 
lice; 5,  altro  fiore  fem.  sezionato  nel  mezzo  per  il  lungo  ed  al  quale  è stato 
tolto  l’ovario,  le  lettere  indicano:  b,  spatellula;  c,  involucello  ; d,  calice 
e,  corolla;  f,  staminodi:  6,  ovario  in  via  di  sviluppo;  7,  fiore  maschio; 
8,  fiore  maschio  sezionato  nel  mezzo.  — Tutto  le  figure  sono  ingrandite 
5 diametri. 


Osservazioni.  — Io  riferisco  la  R.  nicaraguensis  di  Oersted 
alla  R.  Ruffìa  dietro  il  minuzioso  esame  che  ho  eseguito  so- 
pra l’esemplare  autentico  della  prima,  esistente  nell’Erbario 
di  Kopenhague  e cortesemente  trasmessomi  dal  Prof.  Osten- 


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feld.  Tutto  quanto  presentemente  rimane  dell’esemplare  di 
R.  nicaraguensis  consiste  in  una  porzione  di  fronda  con  un 
pezzo  di  rachide  lungo  14  cm.,  portante  vari  segmenti  ; il 
frammento  sembra  abbia  appartenuto  a pianta  compieta- 
mente  adulta  e che  sia  stato  tolto  dalla  parte  intermedia 
superiore  della  fronda,  dove  il  rachide  ha  18  mm,  di  spes- 
sore ; il  confronto  di  tale  porzione  di  fronda  con  altra  di 
eguale  età  della  tipica  R.  Ruffa,  mi  ha  dimostrato  la  per- 
fetta identità  delle  fronde  della  R.  nicaraguensis  con  quelle 
della  R.  Ruffìa. 

Oersted  scrive  che  la  sua  R.  nicaraguensis  si  chiama  nel 
Nicaragua  « Holillo  »,  e che  è limitata  al  delta  superiore  ed 
inferiore  del  fiume  San  Juan,  dove  mescolandosi  con  altri 
alberi  forma  grandi  boschi  continui.  All’epoca  delle  piogge 
il  piano  paludoso  dove  crescon  le  Raphia  è inondato  e di 
esse  si  vede  emergere  dall’acqua  solo  la  sommità.  Oersted 
le  ha  trovate  in  fiore  solo  al  principio  di  Marzo. 

Saggi  dei  fiori  della  R.  nicaraguensis  non  ne  ho  visti  e 
sembra  che  non  ne  esistano  nell’Erb.  di  Copenhague.  Dei 
frutti  Oersted  non  ne  parla. 

Il  Prof.  Drude  nella  « Flora  Brasiliensis  » (tav.  62  f.  I.  C) 
figura  un  frutto  di  R.  nicaraguensis  (sotto  il  nome  di  R.  vi- 
nifera — vedi  1.  c.  pag.  288)  e riguardo  a questo,  nella 
spiegazione  della  tav.  62  a pag.  555,  di  detta  figura  sta 
scritto  semplicemente  : « Fructus  v.  nicaraguensis  ex  Ame- 
rica centrali  ». 

Nella  medesima  tavola  62  della  « Flora  brasiliensis  » 
(f.  I.  D)  si  figura  una  spighetta  di  R.  Ruffa  come  se  fosse 
quella  della  R.  vinifera  var.  taedigera  Dr.  ; ivi  pure,  nelle 
analisi  del  fiore  femineo,  è indicato  come  calice  ciò  che  è 
l’ involucello,  e come  corolla  il  calice. 

Secondo  Sadebeck  esisterebbero  al  Madagascar  due  spe- 
cie di  Raphia , delle  quali  quella  della  costa  occidentale 
è,  secondo  lui,  la  R.  pedunculata  Pai.  de  Beauv.,  mentre 
quella  così  abbondante  sulla  costa  orientale  vien  conside- 
rata come  una  specie  non  ancora  descritta  e chiamata  R. 
tamatavensis. 


— 56  — 


È pero  forse  in  parte  vero  che  al  Madagascar  esistono 
due  forme  di  Rapina,  anche  astrazion  fatta  dalla  forma  e 
dalla  grandezza  dei  frutti  ; sembra  infatti  che  la  Rapina 
del  Madagascar  descritta  e figurata  da  Palisot  de  Beau- 
vais sotto  il  nome  di  R.  peduncolata,  e sotto  altri  nomi 
figurata  pure  da  Gaertner  e da  Lamarck,  non  sia  perfetta- 
mente identica  a quella  che  generalmente  si  trova  nelle 
collezioni  sotto  il  nome  di  R.  Ruffia. 


Fig.  2.—  Ftaph-ia  FlufYla.  Cped.vincu.lata);  1.  fiore  feminco  avvolto  dalla 
spatellula  visto  dal  lato  essile;  2,  fiore  fem.  visto  dal  lato  esterno,  man- 
cante d’ involucello;  3,  fiore  fem.  visto  dal  lato  esterno  con  involucello  (c) 
incompleto;  4.  fiore  fem.  visto  dal  lato  esterno  con  l’ involucello  completo 
cupolare  ; 5,  fiore  fem.  liberato  dalla  spatellula  con  rudimento  di  involu- 
cello (c)  scaglielorme  ; 6.  fiore  femineo  con  l' involucello  scaglieforme  (c)  ed 
il  calice  sezionato  per  mostrare  la  corolla  inclusa  dentro  questo;  7,  corolla 
(di  tolta  dal  calice,  con  l’anello  dentato  (e)  formato  dagli  starninoci  nel  suo 
interno.  — Tutte  le  figuro  sono  ingrandite  5 diametri. 


Esiste  infatti  nelle  antiche  collezioni  botaniche  del  Mu- 
seo di  Parigi,  al  Jardin  des  Plantes,  un  intiero  spadice  di 
Rapina,  proveniente  dal  Madagascar,  ma  senza  indicazione 
riguardo  al  luogo  preciso  di  provenienza  ; questo  spadice 


— 57  — 


porta  dei  frutti  più  piccoli  di  quelli  usuali,  molto  distin- 
tamente turbinati  ed  assai  assottigliati  verso  una  base 
assai  acuta  e che  corrispondono  così  esattamente  per  forma 
e dimensioni  a quelli  figurati  da  Palisot  de  Beauvais,  da 
Gaertner  e da  Lamarck,  da  poter  ritenere,  quasi  con  cer- 
tezza, che  siano  precisamente  quelli  i frutti  che  hanno  ser- 
vito ai  prelodati  autori  per  modello  delle  figure  pubblicate 
nelle  loro  opere. 

Per  la  cortesia  del  Prof.  Lecomte  io  ho  potuto  accu- 
ratamente studiare  di  detto  spadice  una  infiorazione  parziale 
portante  alcuni  frutti.  L’infiorazione  è alquanto  più  piccola 
delle  usuali  ed  ha  spighette  più  corte  ed  in  minor  numero 
del  solito.  I frutti  sono  pure  più  piccoli  dell’  ordinario, 
molto  marcatamente  turbinati  ed  assottigliati  in  basso  in 
una  base  assai  acuta,  sono  lunghi  4.5-5  cm.  e larghi 
35—38  mm.;  l’intiero  pericarpio  non  ha  che  2—2.5  mm.  di 
spessore.  Il  seme  è lungo  3 cm.  e largo  23-24  mm.  ; l’in- 
tegumento si  stacca  facilmente  dal  nucleo,  è color  paglia 
pallido,  crostaceo,  ma  più  sottile  che  nei  campioni  di  altre 
provenienze.  In  un  frutto  ho  trovato  due  semi  piani  e com- 
bacianti  per  la  faccia  interna. 

I fiori  maschili  sono  un  poco  più  piccoli  dell’  ordinario, 
sono  lunghi  8 mm.,  hanno  6 stami  e nulla  offrono  di  par- 
ticolare. 

Le  differenze  maggiora  si  trovano  nei  fiori  feminei;  questi 
sono  lunghi  7 mm.  e larghi  4 mm.,  sono  quindi  più  angusti 
di  quelli  sopra  descritti,  dai  quali  si  distinguono  inoltre 
per  la  spatellula,  che  è aperta  sino  in  basso  dal  lato  ven- 
trale, ma  specialmente  per  l’involucello,  il  quale  molto  spesso 
manca  completamente  e nemmeno  è rappresentato  da  un 
rudimento;  altre  volte  però  l’involucello  esiste,  ma  incom- 
pleto e squameforme;  qualche  volta  infine  forma  una  com- 
pleta cupola,  fasciante  la  base  della  corolla,  come  in  tutti 
gli  esemplari  di  altre  provenienze  che  ho  esaminato.  Debbo 
inoltre  avvertire  che  la  forma  dell’involuoello  nel  fiore  fe- 
mineo  (nella  infiorazione  parziale  in  parola)  è variabilissima 
sulla  medesima  spighetta.  Di  fatti  in  una  spighetta,  che 


— 58  — 


aveva  6 fiori  feminei  per  parte,  fio  trovato  cfie  da  un  lato 
il  l.°  fiore,  il  più  basso,  aveva  un  involucello  incompleto, 
ma  molto  sviluppato  dal  lato  convesso  del  fiore  ; nel  2.°,  3.°, 
4.°  e 5.°  fiore  mancava  completamente  l’ involucello  ; il 
6.°  aveva  un  involucello  assai  sviluppato,  ma  solo  da  un 
lato. 

Dalla  parte  opposta  in  4 fiori  l’involucello  mancava  af- 
fatto, in  uno  era  molto  incompleto,  ed  in  uno  era  svilup- 
pato quasi  come  nei  fiori  della  forma  tipica  ; la  spatellula 
però  era  aperta  sul  lato  ventrale  sino  in  basso. 

In  conclusione  mi  sembra  cfie  non  si  possa  assegnar  gran 
valore  ai  caratteri  desunti  dall'  involucello  dei  fiori  $ , vi- 
sta la  variabilità  cfie  si  riscontra  a tale  riguardo  nei  fiori 
di  una  medesima  spighetta.  Cumulando  però  i caratteri  del 
frutto  a quelli  tratti  del  fiore,  si  potrebbe  forse  ritenere 
che  la  pianta  la  quale  offre  i sopra  rammentati  caratteri,  sia 
la  tipica  R.  pedunculata  Pai.  de  Bauv.  (di  cui  non  è nota 
la  precisa  località),  e cfie  la  Rophia  così  abbondante  sulle 
coste  orientali  del  Madagascar  debba  considerarsi  come  la 
R.  Ruffia,  generalmente  conosciuta  con  tal  nome  dai  bota- 
nici più  recenti,  e corrispondente  alla  R.  tamatavensis  di 
Sadebeck. 

Per  mia  parte  però,  dallo  studio  cfie  io  fio  potuto  eseguire 
sul  materiale  assai  esteso  cfie  ho  avuto  fra  mano,  mi  sem- 
bra poter  concludere  cfie  al  Madagascar  vive  una  sola  spe- 
cie di  Raphia,  variabile  alquanto  per  la  forma  del  frutto 
e per  qualche  particolarità  dei  fiori,  ma  cfie  nell’  insieme 
non  offre  forme  così  dissimili,  da  poter  distinguere  di  essa, 
nonché  più  di  una  specie,  nemmeno  delle  varietà  ricono- 
scibili per  caratteri  costanti. 


2.  Rapina  Kirkii  Engl.  Pflanzew.  Ost-Afr.,  A,  (1895)  10; 
Becc.  in  Agricolt.  Col.  IV  (1910),  t.  II,  f.  1-2.  — R.  exi- 
mia  Dammer  in  Herb.  Berol.  et  in  Sadebeck  in  Engl- 
Bot.  Jahrbùcfier,  XXXVI  (1905),  370,  f.  12  A (epidern.) 
— R.  Ruffia  (non  Mart.)  Wright,  in  Tfi.  Dyer,  FI.  Trop. 


— 59  — 


Afr.,  Vili,  104.  — R.  vinifera  (non  P.  de  B.)  Kirk,  in 
Journ.  Linn.  Soc  , IX  (1867),  234. 

Descrizione.  — Non  ho  notizie  esatte  sulle  dimensioni 
della  pianta,  ma,  tenendo  conto  della  grande  rassomiglianza 
nelle  parti  dello  spadice  con  la  R.  Ruffa,  è molto  proba- 
bile che  abbia  il  portamento  di  questa  ed  anche  le  grandi 
dimensioni.  Alcune  porzioni  apicali  di  fronda  che  vanno 
unite  agli  esemplari  in  fiore  di  R.  eximia  Dammer,  con- 
servati nell'  Erbario  di  Berlino,  e che  io  attribuisco  alla 
R.  Kirkii,  non  differiscono  da  quelle  della  parte  corri- 
spondente della  R.  Ruffa.  Il  rachide,  in  dette  porzioni, 
è bifaciale  di  sopra,  con  angolo  molto  acuto  ed  inerme. 
I segmenti  sono  subequidistanti,  sottilmente  cartacei,  non 
molto  rigidi,  verdi  e nitidi  di  sopra,  più  pallidi  ed  opachi 
di  sotto,  ma  privi  di  un  indumento  qualsiasi,  per  quanto 
tenue  ; sono  lanceolato-ensiformi,  alquanto  attenuati  verso 
la  base  e regolarmente  acuminati  verso  l’apice,  che  è nudo 
od  ha  solo  qualche  rada  spinula  sui  margini  ; i segmenti 
che  rimangono  a circa  50  cm.  dall’apice  sono  lunghi  45  cm. 
e larghi  circa  3 cm.,  hanno  sulla  pagina  superiore  la  costola 
mediana  sparsa  interrottamente  di  spinule  molto  acute  ; 
di  sotto  la  costola  è nuda  ed  inerme  ; ambedue  i margini 
sono  più  o meno  spinulosi;  vi  sono  3-4  nervi  secondari 
molto  sottili  ai  due  lati  della  costola  mediana,  più  qualche 
altro  nervo,  ancora  più  sottile,  framezzo  a questi;  le  venule 
transverse  sono  tenui  ma  distinte. 

Le  infiorazioni  parziali  sono  similissime  a quelle  della 
R.  Ruffa , ma  alquanto  più  grandi  ; quelle  da  me  viste 
sono  lunghe  26-28  cm.,  fortemente  complanate,  palmate, 
e larghe  18-20  cm.  ; hanno  le  spighe  sinuose  ravvicinatis- 
sime  e fortemente  applicate  l’una  all’altra,  ascendenti  : le 
più  lunghe  sono  quelle  che  si  partono  un  poco  al  di  sopra 
della  base  e che  col  loro  apice  giungono  quasi  al  livello 
di  quelle  terminali.  La  parte  pediceìlare  delle  infiorazioni 
parziali  è lunga  circa  4 cm.,  e larga  3-5  cm.  ; le  spighette 
maggiori  sono  lunghe  18-20  cm.  e portano  fiori  perfetta- 


— 60  — 


mente  distici  ; quelli  feminei  sono  molto  più  numerosi  dei 
maschi  (sino  circa  30  per  lato),  mentre  vi  sono  solo  8-10 
fiori  maschi,  pure  per  lato,  nella  parte  apicale;  nella  parte 
bassa  le  spighette  sono  larghe  11-13  mm.  e si  ristringono 
alquanto  verso  l’estremità;  spatelle  nitide  a margine  tron- 
cato, integerrimo,  glabro. 

Fiori  maschi  (bene  sviluppati)  lunghi  12  mm.,  legger- 
mente falcati,  similissimi  a quelli  della  li.  Ruffia , ma 
un  poco  più  grandi;  la  loro  spatellula  è troncata  all’apice  di 
dietro,  e quivi  è acutamente  bicarinata,  a carene  liscio  e gla- 
bre. Calice  urceolato,  perfettamente  troncato  e glabro  sul 
margine,  nitido,  quasi  della  metà  più  corto  della  ispet- 
tiva spatellula.  Corolla  circa  3 volte  più  lunga  del  calice, 
a divisioni  nitidissime,  bruno-spadicee,  acuminate,  pungenti, 
Stami  normalmente  6 ; filamenti  ± connati  fra  di  loro 
in  basso,  clavati,  più  o meno  angolosi  in  alto,  e brusca- 
mente contratti  nel  connettivo  che  è subulato  ; antere  li- 
neari biauriculate  in  basso. 

Fiori  feminei  sporgenti  pochissimo  dalla  relativa  spatella, 
ovati,  lunghi  9 mm.  e larghi  5 mm.  Spatellula  acutamente 
bicarenata,  a carene  liscie  (non  ciliate),  un  poco  più  corta 
del  calice,  ottusamente  bidentata  all’apice  e quivi  più  o 
meno  emarginata  o fessa  dal  lato  assile,  aperta  sino  in  basso 
davanti  ; involucello  cuoprente  circa  la  metà  o solo  la  terza 
parte  inferiore  del  calice  e formante  una  cupola  troncata 
più  o meno  aperta  dal  lato  posteriore.  Calice  tubuloso- 
urceolato,  troncato,  intiero,  un  poco  ristretto  alla  bocca, 
da  dove  sporge  fuori  l’apice  inspessito  e calloso  dell’ovario. 
La  corolla  è invisibile  all’esterno,  essendo  intieramente 
inclusa  nel  calice,  di  cui  è un  poco  più  corta;  essa  è divisa 
quasi  sino  in  basso  in  3 lobi  latamente  3-angolari  e molto 
acuminati,  con  i seni  fra  un  lobo  e l’altro  profondi.  Grli 
stami  sterili  formano  una  bassissima  corona  con  6 denti 
triangolari,  spesso  assai  irregolari,  lunghi  circa  quanto  la 
parte  indivisa  della  corolla  o poco  più,  e terminati  da  un 
rudimento  d’antera  poco  ben  formato,  od  anche  mancante. 

I frutti  sono  molto  polimorfi  e spesso  irregolari  ed  asim- 


— 61 


metrici  per  la  mutua  pressione,  ma  sono  sempre  almeno  2 
volte,  e talvolta  anche  3,  più  lunghi  che  larghi,  hanno  la 
base  un  poco  obliqua  od  eccentrica  od  incurvo-ascendente; 
all’apice  sono  rotondati  e terminati  da  un  piccolo  mucrone 
conico,  acuto,  lungo  circa  4 mm.  ; hanno  le  squame  lucide, 
spadicee  o di  color  castagno  od  anche  rosso  mohogano  e 
più  scure  sulla  punta,  che  è ottusa  ; sono  strettamente  smar- 
ginate di  dietro,  fortemente  convesse  e profondamente 
solcate  lungo  il  centro,  disposte  sopra  12  ortostiche  e con 
7-10  squame  ben  conformate  sopra  ogni  ortostica.  Il  seme 
è più  o meno  attenuato  in  basso,  ed  è avvolto  da  un  integu- 
mento proprio  crostaceo-spongioso,  assai  spesso,  a superficie 
esterna  nitida,  stramineo-pallida  (esattamente  come  nella  R. 
Ruffia)  e segnato  verso  il  terzo  inferiore  dalla  traccia  bi- 
forcata lasciata  dai  dissepimenti  delle  loggie  sterili  ; le  di- 
ramazioni del  rafe  sono  superficialissime  e poco  distinte. 
Nell’  insieme  i frutti  della  R.  Kirkii  sono  similissimi  a 
quelli  della  R.  Ruffia,  eccetto  che  sono  più  allungati.  Non 
ho  esaminato  semi  sezionati  ; ma  ritengo  per  certo  che 
anche  nella  ruminazione  non  si  debbano  riscontrare  diffe- 
renze notevoli  con  quelli  della  R.  Ruffia. 

Habitat.  — La  R.  Kirkii  è la  forma  sostituente  sul  con- 
tinente africano  la  R.  Ruffa  del  Madagascar.  Kirk  scrive 
che  si  trova  al  sud  dello  Zambesi,  sulla  montagna  di  Zo- 
rongozo,  e lungo  i ruscelli  sulle  colline  al  sud  di  Nyassa, 
e che  è sconosciuta  nelle  vicinanze  di  Victoria  Falls.  Essa 
sembra  diffusa  dall'  Ukamba,  presso  l’equatore,  nell’Affrica 
orientale  inglese,  sino  nel  Nyassa  Land  ed  attraverso  tutta 
l’Affrica  tedesca  orientale.  Grli  esemplari  dei  quali  ho  de- 
scritto le  fronde  ed  i fiori  sono  stati  raccolti  il  16  settem- 
bre 1900  dal  dott.  W.  Busse  sul  monte  Talagwe  (Gfedja),  a 
circa  600  m.  sul  livello  del  mare  (Herb,  di  Berlino,  col 
nome  di  R.  eximia  Dammer;  nome  volg.  « Mudle  »).  Spet- 
tano molto  probabilmente  alla  R.  Kirkii  le  seguenti  loca- 
lità riportate  da  Wright  (1.  c.)  : British  East  Africa  : Ta- 
weta  presso  Kilimangiaro,  ex  Engler.  — Mozamb.  Distr. 


— 62  — 


Pemba  Island  and  Zanzibar,  ex  Engler.  — German  East 
Africa,  sulla  costa,  Usagara  ed  Usambara  regions,  ex  En- 
gler. — Kilimanjaro  region  ; lago  Yipe  e Kahe,  ex  Engler. 

Degli  esemplari  da  me  visti  riferisco  alla  R.  Kirkii: 
1°  Alcuni  frutti  del  Zanzibar  (Sir  J.  Kirk  in  Herb.  Kew)  ; 
2°  Frutti  del  Zanzibar  del  Museo  di  Parigi;  3°  Frutti  rac- 
colti in  Ukamba  dal  Misionario  Sauberlick  ; 4°  Frutti  del 
Zanzibar  (Playfair  in  Herb.  Kew)  ; 5"  Un  frutto  del  Pan- 
gani  River  (Sir  J.  Kirk  in  Herb.  Kew).  Questi  frutti  però 
li  considero  come  appartenenti  a 3 forme,  più  o meno  di- 
stinte che  vengono  qui  appresso  descritte. 

Osservazioni.  — La  R.  Kirkii  deve  considerarsi  come  il 
rappresentante  della  R.  Ruffia  sul  continente  affricano. 
Per  quel  che  riguarda  le  fronde  non  ho  potuto  fare  con- 
fronti precisi  non  avendo  visto  della  R.  Kirkii  fronde 
di  pianta  adulta.  Per  quel  che  riguarda  gli  spadici  ho  tro- 
vato nella  R.  Kirkii  le  infiorazioni  parziali  più  grandi  e 
con  maggior  numero  di  fiori  feminei  che  non  nella  R.  Ruf- 
fia, e solo  lievissime  differenze  nei  fiori  maschi  e feminei; 
differenze  che  non  sembrano  nemmeno  troppo  costanti.  I 
fiori  maschi  della  R.  Kirkii  sono  un  poco  più  grandi  di  quelli 
della  R.  Ruffia , e nei  fiori  $ gli  staminodì  formano  una 
corona  con  denti  triangolari  più  corti  che  nella  R.  Ruffia 
e provvisti  di  un  rudimento  d’antera,  che  non  ho  riscon- 
trato negli  staminodì  di  questa.  I frutti  della  R.  Kirkii  sono 
variabilissimi,  ma  sono  sempre  notevolmente  differenti  da 
quelli  della  R.  Ruffia,  essendo  sempre  almeno  due  volte  più 
lunghi  che  larghi,  anzi  spesso  sino  tre  volte,  e con  la  base 
più  o meno  eccentrica  ed  asimmetrica  ed  incurva,  poiché  a 
quanto  sembra  i frutti  sono  ascendenti.  Riguardo  alla  forma 
dei  frutti  si  possono  distinguere  3 varietà  di  R.  Kirkii;  una 
con  frutti  molto  allungati  (var.  longicarpa),  3 volte  più  lun- 
ghi che  larghi;  una  con  frutti  meno  allungati  (che  può  rite- 
nersi per  la  forma  tipica),  ma  sempre  2 volte  più  lunghi  che 
larghi;  ed  una  con  grosso  frutto  ovale  (var.  grandis ).  Fra 
le  3 forme  però  ne  esistono  di  intermedie  che  dimostrano 


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la  loro  unità  specifica.  La  variabilità  e la  irregolarità  dei 
frutti  di  R.  Kirkii  spesso  può  dipendere  dal  numero  con- 
siderevole di  frutti  che  si  sviluppano  sopra  una  medesima 
infiorazione  ; mi  è parso  infatti  che  quanto  più  frutti  ab- 
boniscono sopra  una  medesima  spighetta,  tanto  più  questi 
risultano  allungati  e deformati  a causa  della  mutua  pres- 
sione. 

Possono  considerarsi  come  appartenenti  alla  forma  tipica 
i frutti  del  Museo  di  Kew  raccolti  a Zanzibar  da  Sir  John 
Kirk  (n.  1),  che  sono  alquanto  irregolari,  hanno  la  base  as- 
sai eccentrica,  incurvo-ascendente,  il  mucrone  brevissimo, 
acuto,  con  7-8  squame  ben  conformate  in  ogni  ortostica  e 
sono  lunghi  10  cm.  e larghi  30-32  mm.  In  una  spighetta 
tutt’ora  unita  ai  frutti  in  parola,  la  spatellula  nel  fiore  fe- 
mineo  è un  poco  più  corta  del  calice,  e nel  fiore  maschio 
è alquanto  più  lunga  di  questo,  esattamente  come  negli  esem- 
plari di  Busse  del  monte  Talagwe.  Altri  frutti  di  Zanzibar, 
del  Museo  di  Parigi  (n.  2),  non  molto  maturi,  sono  un 
poco  più  corti  di  quelli  di  Kew  (n.  1)  ed  al  tempo  stesso 
sono  più  larghi,  hanno  la  base  asimmetrica,  sono  di  forma 
alquanto  irregolare,  ovato-oblunghi,  misurano  8-9  cm.  di 
lunghezza,  e 45-48  mm.  di  larghezza;  sono  al  solito  modo 
mucronati,  hanno  la  solita  forma  di  squame,  fortemente 
convesse  e fortemente  solcate,  di  cui  le  maggiori  sono  lar- 
ghe 18  mm.;  nei  fiori  feminei  la  spatellula  è leggermente 
più  lunga  del  calice  e nei  fiori  maschi  è più  lunga  di  questo. 


Raphia  Kirkii  v.  longicarpa  Becc.  in  Agricolt.  Colon., 
IV  (1910),  t.  II,  f.  3,  4. 

Se  non  fossero  le  forme  intermedie  difficilmente  si  cre- 
derebbe che  questa  forma  non  costituisse  una  specie  ben 
distinta  e peculiarissima  per  la  straordinaria  lunghezza,  ed 
al  tempo  stesso  sottigliezza,  dei  suoi  frutti. 

Inferisco  a questa  varietà  i frutti  dell’  Ukamba  (n.  3)  che 
sono  leggermente  clavati,  lunghi  11-12  cm.  e larghi  solo 


— 64  — 


3-3.5  cm.  al  loro  terzo  superiore,  assottigliandosi  un  poco 
da  quel  punto  verso  la  estremità  ; le  squame  sono  molto 
convesse,  molto  spesse,  e souo  in  numero  di  8-10  sopra 
ogni  serie,  però  una  o due  nelle  estremità  sono  assai  più 
piccole  delle  centrali. 

Il  frutto  di  Zanzibar  raccolto  da  Playfair  (4)  è ancora 
più  grande  di  quello  di  Ukamba,  misura  13  cm.  di  lun- 
ghezza e 5 cm.  di  larghezza,  ma  del  resto  è simile  al 
numero  3. 

Il  frutto  del  Pangani  River  (5)  è della  lunghezza  di  11.5 
ctn.  e quasi  della  larghezza  uniforme  di  3 cm.  Questo  frutto 
è accompagnato  da  una  spighetta,  nella  quale  i fiori  fem- 
minei hanno  la  spatellula  alquanto  più  corta  del  calice, 
mentre  nel  fiore  maschio  è presso  a poco  eguale  a questo. 


Raphia  Kirkii  var.  grandis  Becc.  in  Agricolt.  Colon., 
IV  (1910),  t.  II,  f.  .5,  6. 

Considero  come  appartenente  ad  una  varietà  della  R.  Kir- 
kii un  frutto  conservato  nel  Museo  di  Kew  e raccolto  nel 
1896  da  Sir  H.  H.  Johnston  nel  Nyassa  Land.  Detto  frutto 
è di  forma  ovato-ellittica,  è leggermente  ed  egualmente 
ristretto  verso  le  due  estremità,  rotondato  all’apice  ed  ivi 
terminato  da  brevissimo  mucrone  ; la  sua  base  è un  poco 
obliqua  od  eccentrica  ; i’  intiero  frutto  è lungo  11  cm.,  e 
lai'go  5.5  nella  parte  centrale  ; il  pericarpio  ha  nell’  in- 
sieme uno  spessore  di  8-10  mm.  ; le  squame  sono  quasi  re- 
golarmente romboidali,  le  centrali  larghe  sino  25  mm.  e di 
poco  più  corte,  sono  leggermente  emarginate  di  dietro,  for- 
temente convesse  e profondamente  solcate  lungo  il  centro, 
nitide,  di  color  rosso  mohogano,  con  punta  e margini  ne- 
rastri; vi  sono  da  7-8  squame  ben  conformate  sopra  ognuna 
delle  12  ortostiche.  Il  seme  è più  grosso  che  in  qualunque 
altra  Raphia  sino  a qui  conosciuta  ; è lungo  82  mm.  e 
largo  verso  il  mezzo  44  mm.,  è di  forma  obovata,  un  poco 
attenuato  verso  l’apice  che  è ottuso,  ed  è assottigliato  assai 


— 65  — 


lungamente  verso  la  base  in  punta  obconica  ; del  resto  è 
similissimo  a quello  della  R.  Ruffìa,  e come  questo  ha  l’in- 
tegumento assai  spesso,  con  superficie  straminea  e lucida, 
segnata  un  poco  al  di  sotto  del  terzo  inferiore  dall’  im- 
pressione biforcata,  marcatissima,  lasciata  dai  dissepimenti 
delle  loggie  sterili  ; ha  le  traccio  delle  diramazioni  del  rafe 
poco  visibili. 

Quasi  identico  al  frutto  precedente,  ma  anche  più  grosso, 
è un  altro  raccolto  da  Sir  J.  Kirk  (Museo  di  Kew)  a Zan- 
zibar ; esso  è regolarmente  ovato-ellittico,  leggermente  ri- 
stretto alle  2 estremità,  rotondato  e con  minuto  mucrone 
in  alto,  ha  la  base  leggermente  eccentrica,  è lungo  12  cm. 
e largo  5.5  cm.,  ha  le  squame  centrali  larghe  22  mm.  e 
quasi  tanto  lunghe. 

Questi  due  frutti  sembrerebbero  così  differenti  per  le 
dimensioni  e la  forma  dagli  altri,  che  si  sarebbe  tentati  a 
considerarli  come  appartenenti  ad  una  specie  distinta  ; ma 
dal  Museo  botanico  di  Hamburg  ho  ricevuti  altri  frutti  di 
Raphia,  provenienti  pure  dall’ Affrica  orientale  tedesca,  che 
formano  il  passaggio  fra  i due  rammentati  e quelli  che  io 
considero  come  appartenenti  alla  forma  tipica.  Uno  è molto 
simile  per  la  forma  a quello  del  Nyassa  Land,  ma  è un  poco 
più  piccolo,  essendo  lungo  9 cm.  e largo  5 cm.  ; un  altro  è 
ancora  più  piccolo  del  precedente,  è più  di  questo  attenuato 
alla  base,  e misura  8 cm.  di  lunghezza  e 4 cm.  di  larghezza. 

Infine  dal  medesimo  Museo  di  Hamburg  ho  pure  ricevuti 
altri  frutti  di  una  Raphia  raccolti  da  Dinklage,  in  Liberia 
(dove  probabilmente  è coltivata),  i quali  essendo  accompa- 
gnati da  spighette  ho  potuto  riconoscere  con  tutta  certezza 
che  appartengono  essi  pure  ad  una  forma  di  Raphia  Kirkii , 
ma  con  frutti  ancora  più  piccoli  di  quelli  di  tutte  le  forme 
precedentemente  indicate  ; essi  misurano  infatti  6-7  cm.  di 
lunghezza  e 30-38  mm.  di  larghezza. 

Ho  creduto  di  dovere  adottare  per  la  Raphia  assai  dif- 
fusa nell’Affrica  tropicale  orientale  il  nome  di  R.  Kirkii , 
essendoché  è certamente  di  questa  che  ha  inteso  parlare 
Engler  (Pflanzenwelt,  1.  c.)  ed  anche  sir  J.  Kirk  (Journ. 


— 66  — 


Linn.  Soc.,  1.  c.).  Alla  E.  Kirkii  ritengo  che  corrisponda  an- 
che quella  menzionata  da  Sadebeck  col  nome  di  R.  eximia 
Dammer,  di  cui,  come  ho  detto,  l’esemplare  tipico  è quello 
raccolto  da  Busse  sul  Monte  Talagwe. 


3.  Rapina  longiflora  Mann  et  Wendl.  in  Trans.  Linn. 
Soc.  XXIV,  438,  t.  39,  f.  A,  et  t.  42,  f.  E ; Drude  in 
Engl.  Jahrb.  XXf,  111  ; Wright  in  Th.  Dyer,  FI. 
Trop.  Af'r.  Vili,  106.  — (Fig.  7,  II,  a,  b). 

Descrizione.  — Palma  nell’insieme  alta  12-15  m.  Tron- 
chi mediocri,  3-4  uscenti  dalla  medesima  ceppaia,  di  circa 
30  cm.  di  diam.  ed  alti  4-5  m.,  ricoperti  da  fibre  rigi- 
dissime, erette  e dritte,  risultanti  dalla  disgregazione  del 
tessuto  delle  vagine  e delle  basi  del  picciolo  delle  foglie. 
Foglie  grandissime,  lunghe  10  m.,  con  picciolo  lungo  3.3- 
3.5  m.  (Mann  et  Wendl.),  ma  nella  figura  d’assieme,  t.  39 
dell’opera  citata,  nelle  piante  adulte,  il  picciolo  è relati- 
vamente breve.  Segmenti  circa  150  per  parte,  grandi,  rigidi, 
coriacei,  molto  latamente  lineari,  gradatamente  acuminati 
all’apice,  lunghi  1.5-1.65  m.,  larghi  55-64  mm.,  quasi  nitidi 
di  sopra  e più  o meno  pruinoso-pulverolenti  di  sotto  nei 
segmenti  delle  fronde  da  poco  svolte,  più  pallidi,  ma  non 
pruinosi  nei  segmenti  vecchi  ; costa  media  robustissima, 
spinulosa  di  sopra  solo  verso  la  base,  nel  rimanente  inerme, 
coperta  di  sotto  da  varie  squamule  lineari,  strettissime,  lun- 
ghe sino  1 cm.,  ed  accompagnata  da  un  lato  e dall’altro  da 
una  linea  di  fittissimi  e minutissimi  tubercoletti  ; un  nervo 
secondario  per  parte  alla  costa  mediana  forma  una  piega  ± 
accentuata  a 6-7  mm.  da  ognuno  dei  margini  ; di  nervi 
terziari  ve  ne  sono  7-10  per  parte,  sottili  ed  a distanze  ine- 
guali; venule  transverse  immerse  nel  parenchima  e quindi 
poco  distinte,  fittissime  e molto  ramose  ; margini  acuti,  sub- 
inermi, ossia  con  solo  qualche  radissima  spintila  di  tanto 
in  tanto. 

Spadici  penduli,  crassi,  lobati  (nella  figura).  Spighette 


— 67  — 


crasse,  leggermente  compresse;  spatelle  a margine  da  prima 
finamente  ciliolato,  poi  nudo. 

Fiori  maschi  assai  distintamente  biseriati  sopra  ogni 
lato  delle  spighette,  molto  grandi,  falcati,  lunghi  25-26  mm. 
Calice  tubuloso-campanulato,  troncato.  Corolla  3 volte  più 
lunga  del  calice;  petali  lineari,  larghi  4 mm.  ; stami  15 
(Mann  e Wendl.). 

Fiori  feminei  4-5  per  parte  alla  base  delle  spighe  più 
basse,  ovati,  lunghi  16-18  mm.,  larghi  6-7  mm.;  spatellula 
lunga  quanto  il  calice  o poco  più,  acutamente  bicarinata,  più 
o meno  rotondata  all’apice  di  dietro,  scavata  davanti.  Invo- 
lucello  cupulare,  troncato,  ricuoprente  circa  il  terzo  inferiore 
del  calice.  Calice  campanulato,  perfettamente  troncato.  Co- 
rolla completamente  inclusa  nel  calice  ed  alquanto  più 
corta  di  questo,  con  tre  denti  larghi  e corti  e più  o meno 
profondamente  fessa.  Staminodì  formanti  un  urceolo  cu- 
poleforme  connesso  con  la  corolla  nel  terzo  inferiore  di 
questa,  troncato  e terminato  da  brevissimi  denti  triango- 
lari che  portano  una  antera  sterile  ; questa  è triangolare 
o deltoideo-sagittata,  quasi  più  larga  che  lunga;  in  gene- 
rale vi  sono  3 staminodì  opposti  ai  denti  della  corolla  ed 
uno  nei  seni. 

Non  ho  visti  i frutti.  Questi  vengono  descritti  dagli 
autori  della  specie  di  forma  ovale-allungata,  lunghi  76-82 
mm.,  larghi  37-39  mm.,  terminati  da  un  mucrone  assai 
grosso  e lungo;  le  squame  sono  dette  spadicee,  disposte  so- 
pra 12  ortostiche,  larghe  ed  alte  2 cm.,  molto  convesse, 
leggermente  solcate,  a margine  quasi  integerrimo,  con  la 
base  ottusa  o raramente  leggermente  smarginata.  Seme  al- 
lungato-ellissoideo,  lungo  56  mm.  e largo  23  mm.;  albume 
angustamente  ruminato. 

Habitat.  — L’ isola  di  Corisco  nel  Golfo  di  Guinea.  Rac- 
colta da  G.  Mann  in  Luglio  1862.  N.°  1910  nell’  Erbario 
di  Kew. 

Osservazioni.  — Ho  visto  un  esemplare  autentico,  con 
porzioni  di  segmenti  ed  una  spighetta  con  fiori  maschi  e 
feminei.  Non  ho  visto  i frutti. 


— 68  — 


È una  specie  molto  caratteristica  per  i segmenti  larghi 
e molto  rigidi,  e per  i suoi  grandi  fiori  maschi,  ma  spe- 
cialmente per  i fiori  feminei  a corolla  completamente  in- 
clusa dentro  il  calice  e con  gli  staminodì  ad  antere  sagit- 
tate, quasi  più  larghe  che  lunghe.  Per  i caratteri  del  fiore 
femineo  si  raggruppa  con  la  R.  Laurentii. 

La  specie  sembra  localizzata  nell’  isola  di  Corisco.  La 
Raphia  del  River  Volta,  che  da  Wright  nella  FI.  of  trop. 
Afr.  è stata  riferita  alla  R.  longiflora,  appartiene  secondo 
me  alla  R.  Hookeri,  o ad  una  forma  di  questa,  avendo  i 
fiori  feminei  con  corolla  distintamente  sporgente  dal  calice. 

Nella  figura  d’assieme,  nella  tav.  39  della  Memoria  ci- 
tata di  Mann  e Wendland,  i segmenti  della  fronda  vengono 
rappresentati  come  concinni,  tutti  disposti  sopra  un  piano 
ed  orizzontali  ; però  in  una  piccola  porzione  di  rachide 
che  accompagna  l’esemplare  tipico  nell’Erb.  di  Kew,  i seg- 
menti non  sono  perfettamente  equidistanti,  ma  sembra  che 
debbano  essere  inseriti  ad  un  angolo  di  circa  45°  e dispo- 
sti più  o meno  palesemente  a coppie  assai  ravvicinate 
fra  di  loro  ; nelle  coppie  un  segmento  ha  il  suo  punto 
d’ inserzione  inclinato  verso  il  basso,  mentre  l’altro  è incli- 
nato nel  senso  opposto  ; ciò  che  indicherebbe  che  anche 
in  questa,  come  forse  in  tutte  le  altre  Raphia,  i segmenti 
non  sono  mai  perfettamente  in  un  piano. 

4.  Raphia  Laurentii  De  Wild.,  Miss.  É.  Laurent,  fase.  1, 
p.  26,  tab.  VII,  Vili,  IX  et  X,  et  fìg.  6.  — (Fig.  6, 
V,  a,  b). 


Descrizione.  — La  pianta  nelle  fotografie  ha  un  aspetto 
gracile  con  tronco  breve.  De  Wildeman  descrive  il  tronco 
alto  al  più  2 m.,  rivestito  da  rozze  fibre  rigide  e termi- 
nato da  un  ciuffo  di  poche  (6-8)  grandi  foglie,  di  sino  14 
m.  di  lunghezza.  Le  foglie  hanno  numerosi  segmenti  inequi- 
distanti e sparpagliati,  lunghi  sino  1.75  m.  e larghi  5 cm.; 
non  si  dice  se  i segmenti  sono  concolori  sulle  due  faccie 
o verdi  di  sopra  e biancastri  o pruinosi  di  sotto. 


— 69  - 


Infiorazioni  parziali  allungate  (lunghe  sino  60  cm.)  con 
parte  assile  più  o meno  appiattita,  o subterete,  larga  alla 
base  circa  3 cm.,  gradatamente  assottigliata  verso  l’apice, 
con  spate  a margine  glabro  (in  origine  barbatò-ciliato  ?). 
Le  spighette  sono  numerose  e disposte  in  due  serie  ravvici- 
nate sopra  ogni  lato  ; sono  patenti,  fortemente  arcuate, 
lunghe  18-20  cm.  (sino  26-27,  De  Wild.),  alquanto  com- 
presse, larghe  alla  base  (da  un  fiore  femineo  all’altro) 
12-15  mm.,  assottigliate  leggermente  in  alto.  Spatelle  molto 
ravvicinate,  molto  fittamente  ciliato-barbate,  con  i fiori 
distintamente  disposti  in  2 serie  ravvicinate  sopra  ognuno 
dei  lati. 

Fiori  maschi  fortemente  falcati,  lunghi,  quando  bene 
sviluppati,  17  mm.,  brevemente  capitellati  all’apice,  acuti 
e pungenti.  Calice  lungo  circa  5 mm.  e largo  4 mm.,  cia- 
tiforme-campanulato,  superficialmente  ed  ottusamente  3— 
dentato.  Spatella  breve,  molto  acutamente  bicarinato-sub- 
bialata,  ottusamente  2-bidentata  all’apice,  lunga  quanto 
il  calice.  Corolla  con  filli  lineari,  larghi  3 mm.  Stami 
normalmente  12  ; filamenti  lunghi  7 mm.,  clavati  ed  ango- 
losi in  alto,  saldati  in  un  sol  corpo  e connati  con  la  co- 
rolla nella  metà  inferiore  ; antere  lineari,  lunghe  ± 5 mm., 
ottuse  all’apice  biauriculate  in  basso. 

Fiori  feminei  3-4  per  parte  alla  base  delle  spighette, 
molto  meno  sporgenti  dei  fiori  maschi,  lunghi  10-12  mm., 
alquanto  compressi,  larghi  5-5.5  mm.,  ovati,  assai  ristretti 
ed  alquanto  attenuati  in  alto,  dove  gli  stigmi  conniventi 
formano  un  corpo  duro,  piramidato,  acuminato  ; spatella 
lunga  circa  quanto  il  calice  od  anche  un  poco  più  corta, 
bicarinata,  perfettamente  rotondata  all’apice  di  dietro,  lunga 
quanto  il  calice  o poco  più,  alquanto  aperta  davanti.  In- 
volucello  cupolare-ciatiforme,  fasciante  completamente  circa 
la  metà  inferiore  del  calice,  intiero  e troncato,  sottilmente 
coriaceo  come  il  calice;  questo  tubuloso-campanulato,  tron- 
cato. Corolla  rudimentaria,  completamente  inclusa  nel  calice 
e della  metà  più  corta  di  questo,  consistente  in  un  cortissimo 
anello  con  3 denti  deltoidi,  acuti,  sottilmente  coriacei.  Sta- 


miaodì  molto  piccoli,  circa  */s  della  corolla,  triangolari  con 
un  accenno  di  corta  antera  sagittata. 

Frutto  (da  me  non  visto)  dalla  figura  e dalla  descrizione 
di  De  Wildeman  risulta  ovoide  o largamente  ellittico,  molto 
leggermente  più  largo  in  alto  che  in  basso,  dove  è bru- 
scamente ristretto  alla  base  in  una  brevissima  parte  pedun- 
colare  (1)  : è rotondato  in  alto  e sormontato  da  un  assai 
grosso  mucrone,  lungo  sino  8 mm.,  non  pungente.  Il  frutto 
(maturo)  è lungo  5.5  (o  poco  più)  cm.,  compreso  il  mucrone 
ed  il  pedicello,  ed  è largo  33  mm.  (nella  figura);  scaglie  sopra 
12  ortostiehe,  assai  profondamente  solcate.  Seme  ovoideo 
brevemente  ed  ottusamente  apiculato  in  alto. 

Habitat.  — Congo  Belga.  La  località  precisa  non  è indi- 
cata, ma  sembra  una  palma  assai  diffusa  in  certe  regioni. 
Nell’opuscolo  del  dott.  De  Wildeman  intitolato:  « Tuiles 
végétales  » vi  è la  riproduzione  di  una  fotografia  presa 
nella  foresta  delle  vicinanze  di  Eala,  rappresentante  la 
B.  Laurentii. 

Osservazioni.  — È specie  ben  caratterizzata  per  varie  par- 
ticolarità, ma  specialmente  per  i fiori  feminei  con  la  corolla 
rudimentaria,  inclusa  dentro  il  calice  come  nella  B.  lon- 
giflora.  È caratterizzata  ancora  per  i suoi  frutti  ovati,  rela- 
tivamente piccoli,  ma  con  assai  grosso  mucrone,  e per  i fiori 
fortemente  falcati,  con  15  stami,  ecc. 


5.  Rapina  Mannii  Becc.  in  Agricolt.  Colon.,  IV  (1910), 
tav.  VI,  f.  8,  9.  — B.  vinifera  (non  P.  de  Beauv.)  Mann 
et  Wendl.  in  Trans.  Linn.  Soc.  v.  XXIV,  p.  437,  t.  42, 
f.  C.  — (Fig.  8,  II,  a,  b , c). 

Descrizione.  — Tronco  mediocre  (M.  et  W.).  Foglie  non 
ne  ho  viste.  Dello  spadice  ho  potuto  esaminare  soltanto 
alcune  spighette  ed  un  frutto  maturo.  Le  spighette  sono 
compresse,  sinuose,  lunghe  14-16  cm.,  larghe  alla  base  13-14 


(1)  Rappresentata  dal  perianzio  fruttifero  ? — O.  B. 


71  — 


mm.  e gradatamente  assottigliate  verso  l’estremità  ; le  spa- 
telle sono  opache,  da  prima  hanno  il  margine  finamente 
ciliolato-squamuloso,  poi  nudo.  Fiori  biseriati  sopra  ogni 
lato  della  spighetta,  5-7  per  parte  in  basso  sono  feminei, 
ed  i rimanenti,  assai  numerosi,  maschi.  Fiori  maschi  (visti 
solo  giovanissimi)  con  spatellula  acutamente  bicarenata  o 
subbialata,  con  le  carene  convergenti  di  dietro  in  una  sola 
punta  molto  breve.  Calice  assai  più  corto  della  spatellula, 
superficialmente  3-dentato,  minutamente  ciliolato  sul  mar- 
gine. Stami  10.  Fiori  feminei , oblanceolati,  acuminati,  lun- 
ghi 15  mm.,  larghi  6 mm.  ; spatellula,  fessa  dal  lato  ante- 
riore molto  acutamente  bicarinata  dal  lato  assile,  con  le 
carene  minutamente  ciliato-denticulate  in  alto,  e conver- 
genti in  una  sola  punta  acuta  più  lunga  della  corolla.  In- 
volucello  molto  sviluppato,  tubuloso,  cuoprente  più  della 
metà  o quasi  i due  terzi  del  calice.  Calice  tubuloso-urceo- 
lato,  terminato  da  3 denti  larghi,  acutiusculi,  ciliolati.  Co- 
rolla assai  più  luuga  del  calice,  molto  brevemente  3-den- 
tata,  ma  poi  fessa  in  3 parti  sino  circa  alla  metà . Sta- 
ro inodì  formanti  un  tubo  connesso  con  la  corolla  per  oltre 
la  metà,  e terminato  da  9-10  brevissimi  denti  triangolari, 
subeguali,  portanti  una  antera  sagittata,  quasi  più  larga  che 
luuga.  Fratto  obovato,  un  poco  attenuato  alla  base,  lungo 
7 cm.,  largo  40-42  mm.  ; l’unico  frutto  da  me  visto  ha  la 
base  assai  asimmetrica,  è rotondato  in  alto  e terminato  da 
un  breve  mucrone  conico,  acuto  ; squame  disposte  sopra 
9 ortostiche,  cinnamomee,  nitide,  con  fascia  intramarginale 
più  scura,  e con  uno  strettissimo  margine  scarioso  più  chiaro, 
eroso-denticolato,  e probabilmente  in  gioventù  fimbriato- 
ciliato;  inoltre  le  squame  sono  profondamente  e largamente 
solcate  lungo  il  centro,  e fortemente  bigibbose  nella  parte 
basilare,  mentre  sono  assai  depresse  nella  parte  anteriore 
ed  hanno  la  punta  leggermente  prolungata,  strettamente 
scariosa,  chiara,  ottusa,  o nelle  squame  più  basse  acutiu- 
scula.  Seme  oblungo—  -bovato,  alquanto  attenuato  in  basso, 
lungo  53  mm.  e largo  33  mm.  Integumento  del  seme  sot- 
tile, fortemente  aderente  al  nucleo  ; diramazioni  del  rafe 


molto  distinte,  fortemente  vermicolato-impresse,  tutte,  an- 
che le  posteriori,  molto  ramose  sin  dalla  base.  Embrione 
centrale.  Traccie  delle  loggie  sterili  molto  prossime  alla 
base  del  seme.  Albume  con  ruminazioni  anguste  profonde 
e numerose. 

Habitat.  — Il  campione  che  io  ho  studiato,  consistente  in 
un  sol  frutto  accompagnato  da  alcune  spighette  fiorifere, 
porta  nel  Museo  di  Kew  la  sola  indicazione  : West  tropi- 
cal Africa.  G.  Mann.  I signori  Mann  e Wendland  però,  nella 
memoria  citata,  indicano  come  località  della  loro  R.  vinifera 
le  sponde  dell’  Old  Calabar  River. 

Osservazioni.  — Senza  alcun  dubbio  il  frutto  da  me  stu- 
diato è uno  di  quelli  che  Mann  e Wendland  hanno  riferito 
alla  R.  vinifera , corrispondendo  alla  figura  che  di  questa  è 
stata  dai  chiarissimi  autori  pubblicata  nelle  Trans.  Linn. 
Soc.  v.  XXIV,  t.  42,  C. 

Io  considero  però  la  R.  Mannii  come  distintissima  tanto 
dalla  R.  vinifera  quanto  da  qualunque  altra  specie  sin  qui 
nota,  per  i suoi  frutti  con  squame  fortemente  bigibbose 
alla  base,  latamente  solcate  e depresse  nella  parte  ante- 
riore, presso  a poco  come  nella  R.  textilis.  Il  frutto  da 
me  visto  ha  la  base  ascendente,  fortemente  asimmetrica, 
ma  non  conosco  se  ciò  è una  accidentalità  od  un  carattere 
costante  ; è poi  particolare  la  vermicolatura  della  superficie 
del  seme,  molto  ramosa  sin  dalla  base,  e tanto  sul  lato  del 
rafe  quanto  su  quello  dell’embrione.  I fiori  feminei  poi  sono 
particolari  per  la  spatellula  acuminata  di  dietro  e che  sor- 
passa i lobi  della  corolla:  per  lo  sviluppatissimo  involu- 
cello;  per  il  calibe  intiero  assai  distintamente,  ma  non 
profondamente,  S-dentato  ; per  la  corolla  assai  più  lunga 
del  calice  ; ed  infine  per  il  tubo  formato  dagli  staminodì 
che  si  termina  in  9-10  dentini  brevi,  triangolari,  subeguali, 
con  antera  sagittata  deltoidea.  Il  fiore  femineo  della  R.  Man- 
nii è quindi  assai  diverso  da  quello  della  R.  vinifera,  dove 
la  spatellula  è fortemente  bidentata  di  dietro,  il  calice  è 


profondamente  3-lobo  e l’urceolo  staminale  ha  denti  allun 
gati  con  autere  molto  strettamente  sagittate  e subulate. 


6.  Raphia  textilis  Welw.  Apont.  584  (1858),  et  Synopse 
expl.  etc.  (1862),  p.  ?»9  ; Rendle  in  Cat.  Afr.  PI.  Welw., 
II,  83  ; Wright  in  Th.  Dyer,  FI.  Trop.  Afr.  VIII,  105  ; 
Becc.  in  Agricolt.  Colon.  IV  (1910),  t.  Ill,  f.  1,  2,  3. 
— R.  Welwitschii  Wendl.  in  Trans.  Linn.  Soc.  XXIV 
(1863),  439,  t.  42,  f.  B;  Drude  in  Engl.  Jahrb.  XXI,  111. 
— (Fig.  8,  III,  a,  b). 

Descrizione.  — Nulla  trovo  indicato  riguardo  alle  di- 
mensioni che  acquista  questa  Palma  ed  al  suo  tronco,  e 
nemmeno  ho  visto  campioni  delle  foglie.  E però  una  specie 
molto  caratteristica  e distinta  per  il  suo  frutto.  Io  ne  ho 
visto  uno  attaccato  ancora  ad  una  porzione  di  spighetta  ; 
questa  è alquant  > compressa  ed  ha  i fiori  poco  distintamente 
biseriati  sopra  ognuno  dei  lati.  I fiori  maschi  hanno  la  spa- 
tellula  cupulare,  intiera,  troncata  davanti  e di  dietro,  acuta- 
mente bicarinata.  Calice  quasi  il  doppio  più  lungo  della  sua 
spatellula,  tubuloso-cupolare,  troncato  e subtridenticulato 
alla  bocca.  Stami  pochi  (6  o 9?)  ma  non  ho  visti  fiori  maschi 
in  buono  stato.  I fiori  ferninei  sono  lanceolati,  lunghi  1 cm., 
larghi  4-5  mm.  Spatellula  obliquamente  dipolare,  troncata 
di  dietro,  leggermente  scavata  davanti.  L’ involucello  è 
completo,  ciatiforme,  troncato,  cuoprente  la  metà  del  calice, 
sottilmente  coriaceo-scarioso.  Calice  tubuloso-campanulato, 
assai  più  lungo  (di  circa  l/3)  della  respettiva  spatellula, 
perfettamente  troncato.  Corolla  assai  più  lunga  del  calice, 
divisa  in  3 larghi  lobi  triangolari,  acuti.  Ovario  con  stigmi 
conniventi,  riposanti  sopra  una  base  conica,  callosa.  Gli 
staminodì  sono  6,  riuniti  in  anello  membranoso  in  basso  ; 
nella  parte  libera  sono,  da  una  base  larga,  assai  lungamente 
acuminati  ; quelli  alternipetali  sono  terminati  da  una  sola 
piccolissima  antera  deltoidea;  quelli  oppositipetali  sono  più 
larghi  degli  altri,  molto  brevemente  fessi  all’apice  e ter- 


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minati  da  2 antere  rudimentarie.  Frutto  lungo  7.5  cm.  e 
largo  4.5  cm.,  obovato,  od  obovato-turbinato,  leggermente 
attenuato  in  basso,  rotondato  in  alto  e terminato  da  un 
piccolo,  gracile  e corto  mucrone,  che  è lungo  4 mm.;  squame 
disposte  sopra  12  ort.  (11-14  Mann  e Wendl.),  quelle  del- 
l’apice del  frutto  assai  latamente  scariose  sul  contorno,  le 
alti’e  molto  nitide,  color  rosso  mohogano,  con  stretta  fascia 
marginante  nerastra,  fortemente  gibbose  nella  parte  poste- 
riore o basilare,  più  o meno  depresse  o pianeggianti  nella 
parte  centrale  ed  anteriore,  con  appena  una  traccia  di  an- 
gusto solco  lungo  il  centro  ; sono  gradatamente  prolun- 
gate in  punta  triangolare  piuttosto  acuta,  specialmente 
in  quelle  più  basse;  margine  eroso-denticolato  ; squame 
maggiori  larghe  20-22  mm.  e circa  tanto  lunghe  o poco 
più.  Seme  ovoideo-ellissoideo,  o sub-obovato,  ottusamente 
apicolato,  lungo  55  mm.,  largo  32  mm.,  segnato  da  alcune 
vermicolature  sul  lato  posteriore  percorrenti  tutta  la  lun- 
ghezza del  seme  e quasi  indivise,  le  altre  assai  ramose. 
Integumento  del  seme  fortemente  aderente  al  nucleo,  sot- 
tile (da  */,  ad  ] mm.  di  spessore).  Embrione  situato  verso  la 
metà,  fracco  dei  dissepimenti  delle  loggie  sterili  biforcantesi 
dall’altezza  dell’embrione.  Albume  con  poche  ma  assai  lar- 
ghe ruminazioni  simili  a quelle  della  R.  Rujffia. 

Habitat.  — Nella  bassa  Guinea  portoghese  in  Angola,  a 
Golungo  alto,  in  vicinanza  dei  ruscelli,  a 550-600  m.  sul 
livello  del  mare,  circa  120  miglia  dentro  terra.  Welwitsch 
n.  6666  e 6671;  frutto  n.  1054.  Parimente  a Barro  do  Dande, 
gregaria  sul  fiume  Dande,  Welwitsch  n.  6663  ex  Wright,  1.  c. 

Osservazioni.  — Di  questa  distintissima  specie  ho  visto 
solo  un  frutto  comunicatomi  da  Kew,  al  quale  era  ancora 
unita  una  porzione  di  spighetta,  ciò  che  mi  ha  permesso 
di  studiarne  i fiori.  Questi  si  distinguono  facilmente  da 
quelli  delle  altre  specie  : per  i fiori  maschi  con  la  spatel- 
lula  cupolare  troncata,  assai  più  corta  del  calice,  e con 
pochi  stami;  per  i fiori  feminei  con  la  spatellula  pure  cupo- 


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lare,  troncata,  assai  più  corta  del  calice;  e che  hanno  l’in- 
volucro completo,  ciatiforme,  di  consistenza  coriaceo-sca- 
riosa  ; il  calice  perfettamente  troncato  ; la  corolla  assai  più 
lunga  del  calice;  ed  infine  gli  staminodì  in  n.  di  6,  allungati 
nella  parte  libera.  Il  frutto  è pure  caratteristico  per  le 
sue  squame  gibbose  alla  base  e pianeggiauti  o depresse 
sul  rimanente.  Il  mesocarpio  sembra  debba  essere  molto 
floscio,  giacché  allo  stato  di  maturità  del  frutto  lascia  fra 
le  squame  e l’endocarpio  un  assai  grande  spazio  vuoto. 
Il  seme  è fra  quelli  che  appariscono  meno  ruminati. 


7.  Rapina  taedigera  Mart.  Hist.  nat.  Palm.  Ili,  216; 
Wallace,  Palm-trees  Amaz.,  p.  43,  t.  II,  f.  1,  et  tav. 
XYI  ; Becc.  in  Agricolt.  Colon,  v.  IV  (1910),  t.  VI, 
f.  2.  3.  R.  vinifera  v.  taedigera  Drude  in  Bot.  Zeit. 
1876,  p.  804,  et  in  Martius  FI.  Bras.  Ill,  p.  II.  287, 
t.  LXI,  f.  1,  et  t.  LXII,  fig.  1,  B.  C.  D.  — Sagus 
taedigera  Mart.  Hist.  nat.  Palm.  Il,  54,  t.  45,  48.  — 
(Fig.  3). 

Descrizione.  — Il  tronco  in  generale  non  sorpassa  la 
lunghezza  di  2-2.5  m.,  ha  circa  30  cm.  di  diam.,  ed  è rive- 
stito sino  ad  una  certa  altezza  dalle  basi  guainanti  dei 
piccioli  delle  foglie  e da  numerosi  processi  spiùiformi  de- 
rivati da  questi. 

Le  foglie  si  innalzano  quasi  verticalmente  dall’apice  del 
tronco  e si  piegano  da  ogni  lato  in  curve  graziose,  for- 
mando una  magnifica  chioma  alta  20  metri  e del  diametro 
di  12.  Le  sole  foglie  sono  lunghe  14-15  ed  anche  più  me- 
tri, ed  hanno  i segmenti  lunghi  1.20  m.,  sparsi  alquanto  irre- 
golarmente e non  molto  approssimati  fra  di  loro  e con  la 
punta  pendente  (Wallace).  Martius  descrive  le  foglie  « ha- 
bitu  subcrispo  »;  i piccioli  lunghi  sino  20-24  spanne  e 
crassi  due  pollici  ; i segmenti  dice  sono  80-90  sopra  ogni 
lato  del  rachide,  lineari-lanceolati,  acuti  crassiusculi,  lunghi 
5-6  spanne  e larghi  un  pollice  e mezzo.  I segmenti  che 


io  ho  studiato  e che  probabilmente  appai'tengono  a pianta 
non  perfettamente  adulta,  sono  poco  distintamente  geminati, 
e discosti  3—6  cm.  sopra  ogni  lato  del  rachide:  sono  lineari- 
ensiformi,  rigidulo-cartacei,  lunghi  75  cm.  e larghi  38  mm., 
attenuati  in  basso  verso  il  punto  d’attacco  che  è largo  6-8 
mm.  e dove  molto  bruscamente  il  loro  margine  si  retro- 
flette  dando  origine  ivi  ad  una  piccola  cavità  dal  lato  in- 
feriore : si  terminano  in  punta  acuminata,  ma  non  molto 
gradatamente:  sono  assai  distintamente  più  pallidi  di  sotto 
che  di  sopra,  spinulosi  sulla  costa  mediana,  specialmente 
verso  l’alto,  nella  pagina  superiore;  i margini  loro  sono 
pure  assai  fittamente  spinulosi,  quello  inferiore  è alquanto 
inspessito  ; di  sotto  la  costa  mediana  porta  numerose  pic- 
cole e corte  pagliette  rubiginose  ; vi  è un  nervo  210  supe- 
riore assai  sottile  per  parte  della  costa  mediana,  ed  uno 
inferiore  pure  per  parte,  sottile  pure,  ma  più  o meno  distin- 
tamente rubiginoso  ; i nervi  3‘  sono  molto  sottili,  in  numero 
di  2-4,  negli  interstizi  fra  la  costola  mediana  ed  i nervi 
secondari  ; venule  transverse  molto  sottili,  ma  distinte. 

Spadici  grandi,  lunghi  1.20-1.50  m.  recurvi,  leggermente 
lobati  in  basso  (secondo  le  figure),  composti  di  numerose 
infiorazioni  parziali  molto  allungate,  portati  da  una  parte 
peduncolare  lunga  30  cm.  e della  grossezza  di  un  braccio. 
Spate  coriacee  infundibuliformi,  troncate  alla  bocca  e 
bruscamente  contratte  in  un  apice  acuto,  poi  irregolar- 
mente fesse.  Infiorazioni  parziali  compresse,  le  inferiori 
lunghe  sino  45  cm.,  le  superiori  gradatamente  più  corte  ; 
una  che  io  ho  visto  ha  la  parte  assile  della  grossezza  di  un 
dito,  questa  è compressa  in  basso  nella  parte  che  può  dirsi 
peduncolare,  subterete  dove  porta  le  spighette,  vaginata  da 
spate  secondarie  ciatiformi-infundibulari,  molto  ravvicinate, 
troncate  ed  alternativamente  apiculate  da  un  lato.  Le  spi- 
ghette sono  disposte  lungo  due  serie,  fra  loro  prossime,  da 
un  lato  e dall’altro  della  parte  assile  : sono  rigide,  alquanto 
compresse  specialmente  in  basso  ; le  più  basse  sono  lunghe 
8-10  cm.  e larghe  alla  base  circa  15  mm.,  compreso  i fiori, 
assottigliate  verso  l’alto  e quivi  più  o meno  torulose,  por- 


— 77  — 


tano  5-7  fiori  per  parte  nella  loro  metà  inferiore,  e nel 
rimanente  soli  fiori  maschi,  che,  come  i feminei,  sono  di- 
sposti lungo  due  serie  sopra  ogni  lato.  Le  spatelle  sono 
ravvicinatissime  fra  di  loro  e nel  solito  modo  brevemente 
ed  asimmetricamente  infundibulari,  troncate,  intiere  ed  in- 
conspicuamente  e fugacemente  ciliolato  paleacee  alla  bocca, 
acute  da  un  lato. 

Fiori  maschi,  piccoli,  lunghi  9 e spessi  2 mm.,  alquanto 
curvato-falciformi,  abbracciati  dalla  spatellula,  che  è pro- 
fondamente incavata  dal  lato  esterno,  pianeggiante  ed  acu- 
tamente bicarenato-bialata  dal  lato  assile.  Calice  di  poco 
più  corto  della  respettiva  spatellula,  tubuloso-ciatiforme, 
ciliolato  alla  bocca  e molto  superficialmente  3-denticolato. 
Corolla  circa  3 volte  più  lunga  del  calice,  con  i segmenti 
lineari,  acuti,  subnitenti  all’esterno.  Stami  9,  con  filamenti 
crassi,  clavato-fusiformi,  liberi  fra  di  loro  ; antere  lineari, 
sagittato-biauriculate  in  basso. 

Fiori  feminei  ovato-allungati,  acuminati,  lunghi  circa 
1 cm.  Spatellula  tubulosa  in  basso,  aperta  davanti,  pianeg- 
giante ed  acutamente  bicarenata  dal  lato  assile,  giungente 
sino  all’altezza  della  bocca  del  calice  od  anche  alquanto 
più  corta  di  questo.  Involucello  rudimentario,  rappresentato 
da  una  breve  e piccola  scaglia  che  abbraccia  la  base  del 
calice.  Calice  tubuloso-ciatiforme,  molto  superficialmente  ed 
ottusamente  3-denticolato,  del  resto  troncato  alla  bocca. 
Corolla  campanulata  in  basso,  divisa  sino  circa  alla  metà 
in  3 segmenti  triangolari  acuti,  che  sporgono  al  di  fuori 
del  calice  di  circa  la  terza  parte  della  lunghezza  di  questo; 
staminodì  formanti  un  tubo  membranaceo  connato  con  la 
corolla  e coronato  da  6-9  denti  deltoidei,  spesso  ineguali 
o confluenti,  tutti  terminati  da  antere  abortive  sagittato- 
triangolari,  che  giungono  sino  a circa  la  metà  dei  segmenti; 
di  solito  i due  staminodì  oppositipetali  sono  più  o meno 
confluenti  fra  di  loro,  e quello  alternipetalo  comparisce 
fra  i lobi  della  corolla  fuori  della  bocca  del  calice.  Ovario 
ovato-allungato,  terminato  da  3 stigmi  riuniti  in  un  sol 
corpo  duro,  piramidato -trigono,  acuminato. 


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Frutti  lunghi  5-5.5  cm.  e di  33-35  mm.  di  spessore, 
oblungo-ellittici,  quasi  egualmente  rotondati  alle  due  estre- 
mità, con  il  vertice  anzi  un  poco  pianeggiante  od  anche 
leggermente  depresso  nel  centro,  dove  si  trova  un  piccolo 
mucrone  lungo  circa  3 mm.  ; il  pericarpio  nell’  insieme 
ha  lo  spessore  di  3 mm.  ; il  mesocarpio  non  è oleoso 
ed  a questo  aderiscono  fortemente  le  squame  ; queste  sono 
disposte  lungo  9 ortostiche,  ognuna  delle  quali  si  compone 
di  5-6  squame  ben  conformate  e di  altre  3-4  apicali  assai 
minori  ; le  squame  maggiori  sono  romboidali,  leggermente 
più  larghe  che  lunghe  (larghe  18  e lunghe  16  mm.),  forte- 
mente smarginate  nella  base  e solcate  assai  profondamente 
lungo  il  centro  quasi  tanto  all’alta  base  quanto  all’apice, 
di  guisa  che  l’ intiero  frutto  apparisce  assai  distintamente 
9-solcato  per  il  lungo  ; le  squame  sono  nitide  di  color 
uniforme  bruno-nocciola,  con  una  fascia  più  scura  di  lar- 
ghezza uniforme  tntto  in  giro  : sono  terminate  in  punta 
triangolare  che  quando  è intatta  è acuta,  eroso -denticolata 
come  il  margine,  subscariosa,  più  chiara  del  margine  e for- 
temente applicata  nel  solco  della  squama  sottostante.  Seme 
oblungo-ellittico,  esattamente  della  forma  di  un  bozzolo  di 
Baco  da  seta,  terete,  egualmente  rotondato  alle  due  estre- 
mità e molto  ottusamente  apicolato,  lungo  4 cm.  e spesso 
24  mm.  ; è segnato  da  numerose  e fitte  rugosità  impresse, 
formanti  un  reticolo  molto  anastomosato,  e che  si  diramano 
da  vari  solchi  longitudinali  poco  profondi  ; la  biforcazione 
del  così  detto  fascio  rafeale,  ossia  le  traccie  dei  dissepi- 
menti  delle  loggie  vacue,  è situata  un  poco  al  di  sotto  della 
metà.  L’integumento  del  seme  è sottilissimo,  e fortemente 
aderente  al  nucleo.  L’embrione  è situato  verso  la  metà  o 
poco  sopra.  Le  ruminazioni  del  seme  sono  molto  numerose, 
lineari,  anguste,  poco  o punto  più  dilatate  nella  parte  in- 
terna che  alia  periferia. 

Habitat.  — Nei  luoghi  paludosi  ed  inondati  alle  foci 
dei  fiumi  Tocantin  e Rio  delle  Amazoni  e nelle  isole  del- 
l’Arcipelago Tagipuri,  Marajo  e Cairana,  più  raramente 


— 79  — 


s’ incontra  nell’interno  (Martius).  Io  ne  ho  ricevuto  esem- 
plari dal  Dott.  Hiiber  (n.°  2201)  dalle  Regioni  dei  Breves 
(Amazonia).  Nome  volgare  al  Para  « Jupaty  ». 


Fig.  3.  — Ra.ph.ia  taedigera  : 1,  fiore  femineo  avvolto  dalla  sua  spatella 
visto  dal  lato  assile;  2,  fiore  fem.  avvolto  dalla  sua  spatellula  visto  dal 
lato  esterno;  3,  fiore  fem.  spogliato  della  spatellula  con  il  rudimento  sca- 
glieforme  d’ involucello;  4,  fiore  fem.  spogliato  degli  invogli  e del  calice; 
5,  porzione  della  corolla  del  fiore  femineo,  con  porzione  dell’urceolo  stami- 
nale; 6,  fiore  maschio  visto  di  fianco;  7,  fiore  maschio  ancor  giovane  visto 
dal  lato  esterno  ed  avvolto  dalla  sua  spatellula;  8,  fiore  maschio  visto  di 
fianco;  9,  corolla  del  fiore  maschio  alla  quale  è stato  tolto  un  petalo  e 
3 stami.  — Ingrandim.  5 diametri. 


Osservazioni.  — Della  R.  taedigera  ho  studiato  una  por- 
zione dell’esemplare  tipico  di  Martius  conservato  nell’Erb.  di 
Monaco  e comunicatomi  dal  prof.  Radlkofer.  Ho  riscontrato 
la  descrizione  di  Martius  esattissima  in  tutto  meno  che  nel 
fiore  femineo,  nel  quale  non  si  fa  cenno  del  rudimento  del- 
l’ involucello. 


80  — 


La  porzione  di  fronda  da  me  studiata  fa  parte  del  n.°  2201 
del  Dott.  Hiiber  ed  apparentemente  appartiene  a pianta 
giovane. 

Il  prof.  0.  Drude  (1.  c.)  considera  la  R.  taedigera  come 
una  varietà  della  R.  vinifera , opinione  dalla  quale  io  dis- 
sento completamente. 

La  R.  taedigera  è in  realtà  assai  affine  alla  R.  vinifera, 
ma  non  si  può  considerare  conspecifica,  sebbene  sia  vero 
che  queste  2 specie  siano  più  affini  fra  di  loro,  di  quello 
che  non  siano  la  Rapina  della  Affrica  occidentale  con  quelle 
dell’Affrica  orientale  e del  Madagascar. 

La  R.  taedigera  differisce  dalla  R.  vinifera: 

1°  Perchè  la  prima  ha  le  spighette  più  larghe  in  basso 
che  presso  l’apice,  verso  il  quale  si  assottigliano  alquanto: 
esse  sono  meno  compresse,  subtorulose  e con  i fiori  assai 
più  distintamente  4-farii  ; 

2°  Per  i fiori  feminei  che  hanno  la  spatellula  roton- 
data in  alto  più  corta  del  calice;  la  corolla  divisa  in  tre 
segmenti  solo  sino  verso  la  metà;  il  tubo  staminale  termi- 
nato da  denti  corti  deltoide;  le  antere  corte,  sagittato- 
triangolari;  il  caliculo  molto  rudimentario  ; 

8°  Per  il  frutto  in  apparenza  simile  all’esterno  a quello 
della  R.  vinifera , ma  con  il  seme  perfettamente  ed  egual- 
mente rotondato  alle  2 estremità  e fittamente  e poco  pro- 
fondamente reticolato-vermicolato-solcato  all’esterno,  e per 
i canali  che  formano  la  ruminazione  angusti  e non  clavati, 
allorché  visti  in  sezione  transversa. 

Nella  R.  vinifera,  le  spighette  sono  fortemente  com  pla- 
nate, quasi  egualmente  larghe  in  basso  come  in  alto;  i fiori 
sono  quasi  perfettamente  bifarii  e solo  con  attento  esame 
si  vede  che  ogni  serie  è doppia.  I fiori  feminei  della  R.  vi- 
nifera hanno  la  spatellula  un  poco  più  lunga  del  calice  e 
terminata  posteriormente  in  2 punte  molto  acute  ; hanno 
la  corolla  divisa  molto  profondamente  in  8 segmenti  (sino 
al  di  sotto  della  metà);  il  tubo  staminale  diviso  in  6 denti 
triangolari  acuminatissimi  con  le  antere  angustissimamente 
sagittate. 


— si- 


ll seme  della  R.  vinifera  è più  allungato  di  quello  della 
R.  taedigera,  più  largo  in  alto  che  in  basso  ed  è più  acuto 
alla  2 estremità;  le  diramazioni  delle  impressioni  vascolari 
sono  molto  meno  fitte,  e più  profonde  ed  i canali  della 
ruminazione  sono  alquanto  claviformi  in  sezione  transversa. 

Delle  figure  rappresentanti  la  R.  taedigera,  nella  « Flora 
Brasiliensis  »,  t.  62  la  figura  I.  A.  riproduce,  poco  esatta- 
mente, un  frutto  della  tipica  R.  taedigera  ; ma  la  figura  I.  D. 
di  detta  tavola  62  non  rappresenta  le  analisi,  nè  della 
R.  vinifera,  nè  della  R.  taedigera,  bensì  quelle  della  R.  Ruf- 
fa. In  dette  figure  nel  fiore  femineo  (che  per  sbaglio 
è segnato  maschio)  è indicato  per  calice  l’ involucello,  e 
per  corolla  il  calice,  giacché  nella  R.  Ruffa  la  corolla 
rimane  intieramente  nascosta  dentro  il  calice  e non  è visi- 
bile all’  esterno. 


8.  Rapina  Wendlandi  Beco,  in  Agricolt.  colon.  IV  (1910), 
t.  VI,  f.  10,  11.  — R.  Gaertneri  Mann  et  Wendl.  in 
Trans.  Linn.  Soc.  XXIV,  437,  t.  42,  f.  D.  (excl.  allig. 
Gaertn.);  Drude  in  Engl.  Jahrb.  XXI,  111  (pro  parte); 
Wright  in  Th.  Dyer,  FI.  Trop.  Afr.  Vili.  106  (pro 
parte).  — (Big.  8,  I,  a,  b,  c). 

Descrizione.  — Non  si  conoscono  le  dimensioni  della 
pianta  e del  tronco.  Nemmeno  ho  trovato  campioni  di  fo- 
glie negli  Erbarii.  Spadice  con  infiorazioni  parziali  assai 
lasse,  portanti  spighette  inserite  quasi  spiralmente  o sparse 
(non  bifarie);  parte  assile  che  portale  spighette  subterete. 
Spate  secondarie  infundibuliformi,  prolungate  in  brevis- 
sima punta  da  un  lato,  a margine  da  prima  finissimamente 
ciliolato,  poi  nudo,  a superficie  opaca  e sparsa  di  scagliette 
peltate,  orbicolari,  scariose  molto  appresso  e più  o meno 
caduche.  Spighette  piuttosto  gracili,  le  inferiori  lunghe 
13-20  cm.,  flessuose,  alquanto  compresse,  larghe  alla  base 
12-13  cm.,  molto  gradatamente  assottigliate  verso  l’estre- 
mità ; spatelle  opache,  da  prima  molto  minutamente  cibo- 


— 82  — 


late,  poi  nude  sul  margine  ; fiori  nelle  spighette  inferiori 
più  o meno  distintamente  biseriati  sopra  ogni  lato  delle 
spighette;  queste  portano  5-8  fiori  feminei  per  lato  in  basso 
e numerosi  fiori  maschi  nel  rimanente;  le  spighette  su- 
periori portano  solo  fiori  maschi  e questi  sono  subunise- 
riati. 

Fiori  maschi  lunghi  15  mm.  e spessi  2.5-3  mm.  ; spatel- 
lula  acutamente  bicarinato-subbialata,  con  carene  minuta- 
mente ciliolate,  convergenti  all’  apice  di  dietro  in  una 
breve  punta  molto  ottusa  o rotondata;  calice  intieramente 
incluso  nella  spatellula,  ciatiforme-campanulato,  subtron- 
cato o molto  oscuramente  3-dentato,  e col  margine  poco 
distintamente  ciliolato  ; corolla  fortemente  falcata,  con  di- 
visioni lineari;  stami  normalmente  9;  filamenti  uniti  in 
basso  al  tubo  della  corolla  ma  per  buona  parte  liberi,  cla- 
vati,  più  o meno  angolosi,  attenuati  piuttosto  bruscamente 
all’apice  in  un  assai  spesso  connettivo;  antere  lineari  a loggie 
angustissime,  parallele. 

Fiori  feminei  lunghi  12-13  mm.  (al  momento  dell’antesi), 
ovati  ; spatellula  come  nel  fiore  maschio  di  poco  più  lunga 
del  calice  ; involucello  dipolare  ricuoprente  circa  la  metà 
del  calice.  Calice  troncato,  molto  superficialmente  3-den- 
tato, a margine  molto  minutamente  e poco  distintamente 
ciliolato.  Corolla  un  poco  più  lunga  del  calice,  campanu- 
lato-urceolata,  fessa  sino  presso  la  metà,  terminata  da  3 
denti  deltoidei  acuti,  sporgenti  dal  calice  ; staminodi  for- 
manti un  anello  membranoso  connato  sino  a circa  la  metà 
con  la  coi’olla,  terminato  da  9 denti  corti  triangolari  con 
antere  ben  formate,  deltoideo-sagittate.  Stigmi  triango- 
lari, conniventi,  formanti  una  punta  piramidata,  acumi- 
nata, obliqua,  all’  apice  dell’  ovario. 

Frutti  angustamente  ellittici,  egualmente  attenuati  alle 
due  estremità,  con  base  acuta,  simmetrica,  terminati  da  un 
mucrone  conico-acutissimo;  squame  disposte  sopra  9-11  or- 
tostiche,  leggermente  convesse,  romboidali,  distintamente, 
ma  strettamente,  smarginate  alla  base,  latamente  e poco 
profondamente  depresso-solcate  lungo  il  centro,  special- 


— 83  — 


mente  verso  la  base,  subsquarrose  in  punta,  di  color  bruno 
nocciola,  nitide,  con  fascia  intramarginale  scura  ed  assai 
larga  tutto  in  giro  e margine  strettamente  scarioso  e molto 
distintamente  fimbriato-ciliato;  punta  alquanto  prolungata, 
più  o meno  scariosa,  rotondata  ed  anche  piuttosto  acuta  e 
fessa  nelle  squame  più  basse.  I frutti  da  me  visti  sono  an- 
cora giovani  e non  hanno  il  seme  maturo.  Sono  lunghi 
48  inni.,  compreso  il  rostro  che  è lungo  7 mm.,  e lar- 
ghi 22  mm. 

Mann  e Wendland  descrivono  il  frutto  maturo,  che  io 
non  ho  visto,  allungato  od  ovale-ellissoideo,  obliquamente 
mucronato,  lungo  62-70  mm.  e di  31  mm.  di  spessore.  Il 
seme  è descritto  allungato-ellissoideo,  acutiusculo  ad  ambe- 
due le  estremità,  lungo  5-5.7  cm.  e spesso  22-28  mm.  Al- 
bume strettamente  ruminato. 

Habitat.  — Isola  di  Fernando  Po  nel  Golfo  di  Guinea; 
dal  livello  del  mare  sino  a 500  m.  di  altezza. 

Osservazioni.  — Il  tipo  della  R.  Wendlandi  è rappre- 
sentato dagli  esemplari  del  Museo  di  Kew  che  Mann  e 
Wendland  hanno  riferito  al  Sagus  Palma  Pinus  di  Gaertner, 
consistenti  in  spighette  portanti  frutti  non  completamente 
maturi  e sui  quali  hanno  stabilito  la  loro  R.  Gaertneri. 

La  R.  Wendlandi  di  Fernando  Po  è una  specie  ben  ca 
ratteri  zzata  per  le  spighette  lassamente  sparse  ; per  i frutti 
assai  piccoli,  ellittici,  leggermente  ed  egualmente  ristretti 
alle  due  estremità  e terminati  da  un  assai  lungo  mucrone 
acuminato  pungente,  coperti  da  squame  latamente  e poco  pro- 
fondamente solcate  subsquarrose  e marginate  di  scuro;  per  i 
fiori  maschi  con  9 stami  ; per  i fiori  feminei  con  gli  apici 
dei  segmenti  della  corolla  deltoidei  e sporgenti  dal  calice  ; 
per  gli  staminodì  formanti  un  anello  membranoso  terminato 
da  denti  corti  triangolari  e con  antere  deltoideo-sagittate. 

La  R.  Wendlandi  è specie  affine  alla  R.  vinifera  ; ma 
in  questa  il  frutto  è più  grande  e più  brevemente  rostrato, 
le  spighette  sono  approssimate  e biseriate  nelle  infiorazioni 


— 84  - 


parziali  (e  non  lassamente  sparse);  i fiori  feminei  hanno  la 
corolla  più  allungata  con  l’apice  dei  segmenti  triangolari 
allungati  (non  deltoidei),  e l’anello  formato  dagli  stami- 
nodi  ha  i denti  e l’antere  allungate,  e non  deltoidee. 

La  Raphia  di  Sierra  Leone  (Scott  Elliot  n.  5002)  che 
Wright  (F.  trop.  Afr.  1.  c.)  ha  riportato  alla  R.  Gaertneri 
io  la  considero  come  appartenente  ad  una  specie  distinta 
(R.  gracilis  Becc.),  mentre  quella  della  Gold  coast  raccolta  da 
Cameron,  egualmente  riportata  da  Wright  alla  R.  Gaertneri , 
corrisponde  alla  mia  var.  brachycarpa  della  R.  Hookeri. 


9.  Rapina  Gaertneri  Mann  et  Wendl.  in  Trans.  Linn. 
Soc.  v.  XXIV,  p.  437  (pro  parte)  — Sagus  Palma 
Pinus  Gaertn.  Fruct.  et  Sem.  I,  p.  27,  t.  10,  f.  1 ! 
— Sagus  vinifera  Lam.  Illustr.  t.  771,  f.  1,  a-f  (e  Gaer- 
tner).  — (Fig.  4). 

Descrizione.  — Tronco....  Fronde....  Spadici....  ; spighette 
piuttosto  grosse  e robuste,  poco  compresse,  subtorulose,  con 
fiori  maschili  e feminei  quadriseriati.  ossia  molto  distinta- 
mente  disposti  lungo  due  serie  sopra  ognuno  dei  lati,  assai 
larghe  in  basso,  misurando  quivi  fra  l’apice  di  un  fiore 
femineo  e l’altro,  circa  18  mm.  Spatelle  cimbiformi,  molto 
ravvicinate,  molto  densamente  barbato-ciliate  sul  margine. 
Fiori  maschi  con  spatellula  lunga  quanto  il  calice,  forte- 
mente bicarenata  o subbialata,  con  un  dente  ottuso  alla 
terminazione  delle  carene,  scavata  davanti.  Calice  ciatiforme- 
campanulato,  attenuato  in  basso,  assai  profondamente  3-lobo, 
lobi  ottusi.  Stami....  (Il  fiore  che  ho  esaminato  era  guasto  da 
insetti). 

Fiori  feminei  8-10  per  parte,  relativamente  molto  grandi 
ed  allungati  (22  mm.  di  lunghezza  e 7.5  mm.  di  larghezza), 
molto  acuminati,  attenuati  in  basso  ; spatellula  fortemente 
compressa,  assai  attenuata  in  basso,  acutamente  bicarinato- 
subbialata,  terminata  all’apice  da  un  dente  piuttosto  acuto, 
scavata  a mezzaluna  davanti.  Involucello  fasciante  la  metà 


— 85  — 


inferiore  del  calice,  evoluto  alquanto  asimmetricamente  ; 
venule  transverse  sottili  poco  apparenti.  Calice  più  lungo 
della  spatellula,  assai  lungamente  attenuato  in  basso,  molto 
distintamente  3-dentato-lobato,  poi  fesso  profondamente 
in  3 parti  ; lobi  ovati  acuti.  Corolla  alquanto  più  lunga  del 
calice,  profondamente  divisa  in  3 lobi  allungato-triangolari, 
acuminati.  Staminodii  formanti  un  anello  membranoso  che 
giunge  sino  alla  metà  della  corolla,  terminato  da  vari  denti 
ineguali,  alcuni  angusti  triangolari-allungati  e subulati, 
altri  più  larghi  e 2-3-fidi,  tutti  terminati  da  antere  assai 
ben  conformate,  molto  strettamente  sagittate  ed  acuminate. 
Ovario  gradatamente  acuminato. 

Frutti  maturi  ovato-allungati,  od  allungato-ellissoidei, 
egualmente  ristretti  verso  le  due  estremità,  non  molto 
bruscamente  terminati  all’apice  in  un  mucrone  conico, 
gracile,  subulato,  rotondati  e simmetrici  alla  base,  lun- 
ghi 7.5-8  cm.,  e larghi  3-3.3  cm.  ; squame  largamente 
e profondamente  smarginate  alla  base,  e quindi  nell’  in- 
sieme di  forma  subcordata,  disposte  lungo  9 ortostiche,  ed 
in  numero  di  6-7  sopra  ogni  ortostica,  di  color  nocciola 
con  una  ben  netta  ed  assai  larga  fascia  molto  scura  uni- 
forme tutto  in  giro,  convesse  e bigibbose,  essendo  profon- 
damente percorse  lungo  il  centro  da  un  largo  solco  dalla 
base  sino  all’apice  ; la  loro  punta  è leggermente  depressa, 
assai  prolungata,  con  l’estremità  scariosa  e decolorata  e 
col  margine  finamente  fimbriato-ciliato.  Seme  strettamente 
ellittico,  attenuato  alle  due  estremità,  acuto  all’  apice  ; ru- 
minazioni numerose,  profonde,  anguste.  Embrione  centrale. 

Habitat.  — Questa  specie,  di  cui  sino  ad  ora  non  si  co- 
nosceva la  patria  precisa,  è stata  ritrovata  in  Liberia  dal 
sig.  D.  M.  Dinklage,  secondo  alcuni  saggi  di  porzioni  di 
spadice  con  frutti  maturi,  conservati  nel  museo  del  « Bo- 
taniche Staatsinstitute  » di  Hamburg. 

Osservazioni.  — Io  ho  potuto  identificare,  con  tutta 
certezza,  la  Rapina  che  Gaertner  ha  descritto  e figurato 


6 


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sotto  il  nome  di  Sagus  Palma  Pinus,  mercè  alcune  por- 
zioni di  spadici  con  frutti  maturi  facenti  parte  degli  esem- 
plari raccolti  dal  sig.  Dinklage  in  Liberia  a che  mi  sono 
stati  cortesemente  trasmessi  dal  Dott.  Heering. 

Detti  frutti  corrispondono  perfettamente  nella  forma  e 
nelle  dimensioni  alla  figura  citata  di  G-aertner  ; di  più  in 
nessun’altra  Raphia  le  squame  sono  così  profondamente 
smarginate  alla  base,  da  poter  esser  dette  « subcordatae  » 
come  Gaertner  scrive  che  sono  quelle  del  suo  Sagus  Palma 
Pinus.  La  profonda  smarginatura  basilare  delle  squame  è 
quindi  un  carattere  che  permette  di  riconoscere  facilmente 
la  R.  Gaertneri  dalle  altre  specie. 

Mann  e Wendland  hanno  assegnato  il  nome  di  R.  Gaer- 
tneri alla  Rapina  che  cresce  a Fernando  Po,  la  quale  è, 
senza  dubbio,  una  pianta  ben  differente  dal  Sagus  Palma 
Pinus  di  Gfaertner.  Siccome  però  i prelodati  autori  hanno 
assegnato  il  nome  di  R.  Gaertneri  alla  specie  indigena  in 
Fernando  Po  perchè  hanno  creduto  di  riconoscere  in  essa 
il  Sagus  Pahna-Pinus  di  G-aertner,  così  io  ritengo  che  con- 
venga di  attribuire  a questa  il  nome  di  R.  Gaertneri.  Ri- 
manendo quindi  la  Rapina  di  Fernando  Po  senza  nome 
specifico,  propongo  per  questa  quello  di  R.  Wendlandi. 

Più  che  alla  R.  Wendlandi  (di  Fernando  Po)  la  vera 
R.  Gaertneri  (di  Liberia)  si  avvicina  alla  R.  gracilis  spe- 
cialmente per  i fiori  maschili  e feminei  con  calice  profon- 
damente ti'ilobo  ; è però  anche  da  questa  benissimo  di- 
stinta per  i fiori  feminei  molto  più  lungamente  attenuati 
in  basso,  per  la  corolla  assai  più  lunga  del  calice,  e per 
gli  staminodì  con  antere  molto  angustamente  sagittate.  Il 
frutto  poi  differisce  per  le  squame  che  hanno  la  smargina- 
tura basilare  molto  più  profonda  e per  la  punta,  che  è 
molto  più  prolungata  nella  R.  Gaertneri  che  non  nella 
R.  gracilis. 

Dalla  R.  Wendlandi , la  R.  Gaertneri  differisce  per  le 
dimensioni  e per  la  forma  dei  fiori,  per  il  calice  profon- 
damente 3-lobo  in  questa,  troncato  ed  appena  3-dentico- 
lato  nella  R.  Wendlandi , e parimente  per  gli  staminodì 


— 87  — 


con  antere  sagittato-deltoidee  in  questa  e molto  stretta- 
mente  sagittate  e subulate  nella  prima.  I frutti  si  rasso- 
migliano, ma  io  non  ho  visto  quelli  della  R.  Wendlandi 
completamente  maturi  ; in  questi  però  le  squame  non  sono 
subcordate,  ma  solo  leggermente  smarginate. 


Fig.  4.  — Rapili»  Gaertneri  ; 1,  fiore  femineo  intiero  avvolto  dalla  spa- 
tellnla,  visto  dal  lato  esterno  ; 2,  fioro  fem.  liberato  dalla  spatellula  ; 
3,  porzione  della  corolla  aperta,  del  fiore  femineo;  4,  fiore  maschio  ancor 
giovane,  visto  dal  lato  esterno.  — Ingrandim.  3 diametri. 

È possibile  che  appartenga  alla  R.  Gaertneri  il  n.  1947 
di  Dinklage,  rappresentato  solo  da  porzioni  di  fronda  nel- 
l’Erbario di  Berlino,  e che  è stato  raccolto  il  30  Mag- 
gio 1898  sul  River  Cestos,  a Grand  Bassa  nello  Stato  di 
Liberia.  Dette  porzioni  di  fronda  sembra  abbiano  appar- 
tenuto a pianta  giovane  ; hanno  i segmenti  strettamente 
lanceolati,  o meglio  oblanceolati,  la  parte  più  larga  rima- 
nendo di  solito  un  poco  al  di  sopra  della  metà,  dove  mi- 
surano 3.5-4  cm.  di  larghezza  sopra  40-45  cm.  di  lun- 
ghezza ; sono  alquanto  attenuati  in  basso  in  una  base  assai 
angusta  e gradatamente  acuminati  all’apice,  sono  opachi 


— 88 


e concolori  sulle  2 facce  (non  biancastri  di  sotto).  La  co- 
stola  mediana  di  sopra  è molto  acuta  e spinulosa  quasi 
sin  dalla  base,  e di  sotto  porta  assai  numerose  pagliette  ; 
i nervi  secondari  sono  molto  sottili  e se  ne  distinguono  2 
per  parte  alla  costa  mediana  (uno  superiore  ed  uno  infe- 
riore); nella  pagina  inferiore  si  trovano  alcune  minute  pa- 
gliette suborbiculari-peltate  su  qualche  nervo  terziario  ; i 
margini  sono  assai  fittamente  spinulosi  sin  quasi  dalla  base. 


10.  Rapina  vinifera  Palis,  de  Beauv.  in  Desvaux,  Journ. 
de  Bot.  II  (1809),  87,  et  PI.  d’Oware  et  de  Benin,  I, 
77,  tab.  44,  f.  1,  45  (excl.  syn.  Gaertn.)  et  tab.  46,  f.  1 . 
a.  b.  c.  d.  ; Martius  Hist.  nat.  Palm.  Ili,  pag.  217 
(ed.  l.a).  — Sagus  vinifera  Lam.  Encycl.,  Suppl.  Y, 
pag.  13.  (?)  — Sagus  Ruffa  v.  (3  Willd.  sp.  pi.  IY,  404. 
— Metroxylon  viniferum  Spreng.  Syst.  veg.  II,  139, 
n.  2.  — (Fig.  3). 

Descrizione.  — Non  ho  dati  precisi  riguardo  all’aspetto  ge- 
nerale della  pianta,  alle  dimensioni  che  acquista  ed  al 
tronco.  Delle  fronde  non  ne  ho  viste  che  si  possano  con 
tutta  certezza  riferire  a questa  specie.  Ho  però  studiato  un 
esemplare  tipico  raccolto  dallo  stesso  Palisot  de  Beauvais, 
conservato  nell’Erbario  De  Candolle,  e consistente  in  una 
infiorazione  parziale.  Questa  nell’insieme  è ovata,  fortemente 
complanata,  con  spighette  molto  addensate,  distiche,  ma  rav- 
vicinate due  a due  sopra  ogni  lato;  sono  quindi  biseriate  so- 
pra ognuno  dei  due  lati  ; tale  infiorazione  parziale  è nel- 
l’insieme lunga  25  cm.,  compresa  una  parte  peduncolare, 
che  da  se  sola  è lunga  8 cm.  e larga  circa  15  mm.  ed 
è strettamente  vaginata  da  alcune  spate  tubulose,  di  cui 
la  più  esterna  è bialata  e prolungata  da  un  lato  e dall’altro 
in  una  punta  falciforme  acuminata.  La  spata  generale  di 
detta  infiorazione  parziale  è molto  dilatata  in  basso  e si 
termina  in  una  larga  ed  assai  lunga  punta  acuminata  ; è 
opaca  e color  nocciola  all’esterno  ed  è nitida  e color  ca- 


— 89  — 


stagno  internamente.  Le  spighette  sono  leggermente  arcuate, 
molto  compresse  e di  apparenza  pettiniforme  a causa  della 
disposizione  regolare  dei  fiori  ; le  maggiori,  quelle  situate 
verso  il  terzo  inferiore,  sono  lunghe  8-9  cm.;  le  superiori 
sono  gradatamente  più.  corte,  sono  larghe  12-13  mm.  com- 
presi i fiori  ; le  loro  spatelle  sono  ravvicinatissime,  molto  di- 
stintamente e fittamente  ciliolato-paleacee  sul  margine. 

1 fiori  sembrano  perfettamente  distici,  ma  hanno  la  ten- 
denza ad  apparir  disposti  lungo  due  serie  sopra  ognuno 
dei  lati. 

I fiori  maschi  sono  piccoli,  allorché  in  boccio  subtereti  e 
leggermente  rigonfi  o subcallosi  all’apice,  con  l’estrema  punta 
acuta  e pungente  ; sono  lunghi,  allorché  bene  sviluppati, 
8 mm.  ed  arcuati  ; la  spatellula  è acutamente  bicarinata  di 
dietro,  e quivi  è emarginata  all'apice,  e questo  pure  è ci- 
liolato-paleaceo.  Calice  ciatiforme,  superficialissimamente 
3-denticolato  e pure  ciliolato-paleaceo  sul  margine.  Corolla 
due  volte  e mezzo  e talvolta  vantaggio,  più  lunga  del 
calice,  opaca  all’esterno,  divisa  sin  quasi  in  basso  in  3 se- 
gmenti lineari.  Stami  9,  coi  filamenti  crassi,  subfusiformi, 
liberi  fra  di  loro,  od  anche  più  o meno  aderenti  alla  base 
della  corolla.  L’infiorazione  parziale  ora  descritta  portava 
quasi  tutti  fiori  maschili,  e solo  qualche  raro  fiore  femineo 
nella  parte  più  bassa  delle  spighette  inferiori. 

Fiori  feminei  lunghi  circa  1 cm.  e larghi  4 mm.,  acumi- 
nati, un  poco  attenuati  in  basso.  Spatella  un  poco  più  lunga 
del  calice,  scavata  e fessa  quasi  sino  in  basso  dal  lato  esterno, 
pianeggiante  e scavata  a mezza  luna  in  alto  dal  lato  assile, 
e molto  acutamente  bicarinata  sui  lati,  con  le  carene  con- 
spicuamente  squamuloso-paleacee,  e che  si  terminano  in 

2 punte  acutissime  e convergenti  come  2 corna.  Involucello 
giungente  sino  a circa  la  metà  del  calice  (nel  solo  fiore  che 
ho  studiato),  ineguale  e fesso  dal  lato  assile.  Calice  non 
molto  profondamente  3-lobo,  con  lobi  ottusi,  ciliato-paleacei 
sul  margine,  specialmente  in  punta.  Corolla  di  circa  */s  più 
lunga  del  calice,  divisa  e fessa  sino  circa  alla  metà  in  3 
segmenti  triangolari  allungati,  ed  assai  lungamente  acumi- 


— 90  — 


nati.  Starninoci!  uniti  in  anello  e connati  col  tubo  della 
corolla  per  tutto  il  terzo  inferiore  di  questa,  e nella  parte 
libera  divisi  in  6 grandi  denti  triangolari  allungati  e su- 
bulati  ; i denti  alternipetali  sono  più  stretti  di  quelli,  op- 
positipetali  e portano  all’apice  una  sola  antera  sterile,  che 
comparisce  anche  all’esterno  fra  un  segmento  e l’altro  della 
corolla  ; i denti  oppositipetali  sono  brevemente  bifidi  o tal- 
volta 3— fidi  all’apice,  e portano  2-3  antere  ; queste  sono 
angustissimamente  sagittate.  Ovario  terminato  in  punta 
piramidale-trigona,  con  stigmi  convergenti,  che  apparente- 
mente non  si  discostano  mai  e che  sembra  abbiano  la  su- 
perficie stigmatica  papillosa  lungo  i 3 angoli  della  piramide; 
almeno  così  appariscono  allo  stato  secco. 

Non  ho  visto  i frutti  degli  esemplari  autentici  della  R.  vi- 
nifera di  Palisot  de  Beauvais;  ma  quelli  figurati  nella  « Flore 
d’Oware  et  de  Benin  »,  t.  46,  f.  1,  sono  cilindrico-ellissoi- 
dali,  egualmente  larghi  in  alto  quanto  in  basso  e misurano 
7 cm.  di  lunghezza  (senza  il  rostro)  e sono  larghi  4 cm.  Il 
seme  è lungo  62  mm.  e largo  28. 

Numerosi  frutti  di  una  Rapida  inviati  dal  Sig.  W.  Ha- 
rold Unwin  al  Prof.  U.  Martelli,  còlti  nella  medesima  regione 
dalla  quale  venne  descritta  da  Palisot  de  Beauvais  la  sua 
R.  vinifera , e che  indubbiamente  ritengo  appartenere  a que- 
sta specie,  corrispondono  esattamente  a quelli  della  figura 
della  « Flore  d’Oware  et  de  Benin  »,  ma  sono  leggermente  più 
piccoli,  misurano  6-6,5  cm.  di  lunghezza  (senza  il  rostro)  e 
33-35  mm.  di  larghezza,  sono  cilindrico-ellissoidali,  egual- 
mente larghi  in  alto  come  in  basso,  od  al  più  molto  legger- 
mente più  larghi  in  alto  che  in  basso;  alla  base  sono  acuti; 
in  alto  bruscamente  si  ristringono  in  un  piccolo  mucrone 
acuto,  assai  breve,  lungo  al  più  4-5  mm.  ; le  squame  sono 
normalmente  lungo  9 ortostiche  ; in  ogni  ortostica  vi  sono 
5 squame  ben  conformate  oltre  le  minori  delle  estremità  ; le 
squame  sono  nitenti,  di  color  paglia  sporco,  o bruno  noc- 
ciola, col  margine  più  scuro,  non  fortemente  convesse,  sono 
percorse  nel  mezzo  da  un  solco  molto  largo,  specialmente 
nella  parte  posteriore,  ma  non  molto  profondo  ; sono  rom- 


91  — 


boidali,  distintamente  emarginate  posteriormente,  coi  mar- 
gini anteriori  denticolato-fimbriati  ; sono  prolungate  in 
punta  triangolare  acuta  (allorché  intatta),  subcariosa  e più 
chiara  del  rimanente,  non  fortemente  applicata  nel  solco 


Fig.  5.  — Raphia  vinifera  ; 1,  fiore  femineo  avvolto  dalla  sua  spatellula, 
visto  dal  lato  esterno;  2,  fiore  fem.  liberato  dalla  spatellula,  visto  di  fianco; 
3,  fiore  fem.  al  quale  sono  stati  tolti  l’ involucello  ed  il  calice;  4,  corolla 
del  fiore  femineo  aperta;  5,  fiore  maschio  visto  di  fianco;  6,  un  petalo  del 
fiore  maschio  con  i 3 stami  che  gli  sono  opposti.  — Ingrandim.  5 diametri. 

della  squama  sottostante.  Tutto  il  pericarpio  ha  nell’  in- 
sieme lo  spessore  di  5 mm.  ; il  mesocarpio  è crostaceo-le- 
gnoso,  di  1 mm.  di  spessore,  non  oleoso.  Seme  oblungo-el- 
lipsoideo,  molto  leggermente  attenuato  alle  due  estremità, 
ma  un  poco  più  in  basso  che  in  alto,  acutiusculo  in  basso, 
apiculato  all’apice,  lungo  5.5  cm.  e largo  24-25  mm.  ; il  suo 
integumento  è sottilissimo,  fortemente  aderente  al  nucleo, 


— 92  - 


di  colore  stramineo-pallido,  nitido.  Le  traccie  dei  disse- 
pimenti  delle  loggie  sterili  si  biforcano  un  poco  al  di  sopra 
della  metà.  Le  diramazioni  vascolari  del  rafe  sono  assai 
fortemente  impresse  ed  anastomosate,  a maglie  allungate. 
Albume  con  ruminazioni  anguste,  di  figura  leggermente 
clavata  in  sezione  transversa.  Embrione  situato  un  poco  al 
di  sopra  della  metà. 

Habitat.  — - Con  certezza  la  vera  R.  vinifera  è stata  trovata 
solo  nella  Nigeria  inferiore. 

Osservazioni.  — La  Raphia  dell’Old  Calabar,  che  i signori 
Mann  e Wendland  (1.  c.)  hanno  considerato  come  apparte- 
nente alla  R.  vinifera , è stata  da  me  ritenuta  per  il  tipo 
di  una  nuova  specie  (R.  Mannii).  Parimente  lo  studio  della 
R.  vinifera  eseguito  dal  Prof.  Drude  (in  « Engler’s  bot. 
Jahrb.  »,  v.  XXI,  pag.  130)  non  ha  avuto  per  base  cam- 
pioni appartenenti  a detta  specie,  ma  il  n.  5002  di  Scott 
Elliot,  che  io  considero  come  riferibile  alla  mia  R.  gracili s. 


11.  Raphia  gracilis  llecc.  in  Agricolt.  Colon.  IV  (1910), 
t.  V,  f.  7,  8 — R.  Gaertneri  (pro  parte)  Wright  in  Th. 
Dyer,  F.  trop.  Afr.  Vili,  106.  — R.  vinifera  (non 
P.  B.)  Drude  in  Engl.  Bot.  Jahrb.  XXVI  (1895), 
p.  111.  — (Fig.  6,  I,  a). 

Descrizione.  — E forse  la  più  piccola  specie  del  Genere. 
E cespitosa  formando  dei  macchioni  che  non  sorpassano 
3-4  m.  di  altezza.  Giudicando  dalla  base  o guaina  di  una 
fronda  il  tronco  non  sarebbe  più  di  5-6  cm.  di  diam.  ; la 
guaina  è liscia  e legnosa  sul  dorso,  ed  è marcescente  dal 
lato  ventrale,  dove  si  riduce  poi  in  fibre  sottili  nerastre  : 
in  alto  si  prolunga  in  una  assai  larga  ligula  lanceolato- 
acuminata  ; il  picciolo  è profondamente  scavato  a doccia 
di  sopra  e rotondato  di  sotto  ; il  rachide  nella  parte  in- 
termedia è rotondato  di  sotto  ed  ha  un  angolo  acuto  sa- 


— 93  — 


liente  di  sopi*a,  inerme  questo  nella  piccola  porzione  clie  ho 
visto  e solo  verso  l’ estremità  leggermente  spinuloso  ; i seg- 
menti sono  inequidistanti  e più  o meno  distintamente  gemi- 
nati sopra  ognuno  dei  lati:  sono  rigidi,  sottilmente  coria- 
cei, strettamente  ensiformi,  verdi  e non  lucidi  di  sopra 
(sul  secco),  più  pallidi  e decisamente  opachi  ma  non  prui- 
nosi di  sotto,  leggermente  attenuati  verso  la  base,  attenuati 
gradatamente  in  alto  in  lunga  punta  acuminata,  assai 
fittamente  e finamente  spiuulosi  ai  margini  ; costa  mediana 
molto  acuta  ed  assai  fittamente  spinuloso-seghettata  di 
sopra  ; vi  è un  nervo  2io  per  parte  assai  distinto  ; di  nervi 
3U  ve  ne  sono  2-3  per  parte  poco  apparenti  ; venule  tran- 
sverse piuttosto  rade,  pochissimo  visibili  ; margini  assai 
fittamente  spiuulosi.  Segmenti  intermedii  lunghi  circa  80 
cm.  e larghi  18-20  mm.  ; quelli  della  parte  estrema  gra- 
datamente più  corti,  ma  non  più  stretti,  più  fortemente 
spinosi,  specialmente  sulla  costa  mediana. 

Spadici  intieri....  Infiorazioni  parziali  allungate,  arcuate, 
lunghe  30-50  cm.,  portanti  numerose  spighette  alquanto  spar- 
pagliate ma  aventi  una  tendenza  generale  più  o meno  di- 
stintamente bifaria  ; talvolta  le  spighette  appariscono  an- 
che inserite  quasi  spiralmente,  ma  con  poca  regolarità, 
intorno  all’asse  centrale;  le  spate  primarie  delle  infiorazioni 
parziali  sono  coriacee,  color  paglia  chiaro  e liscio  all’esterno, 
cinnamomee  internamente,  in  forma  d’orecchio  d’asino,  molto 
strette;  acuminatissime;  le  spate  della  parte  assile  sono  stra- 
mineo-pallide  più  o meno,  prolungate  in  punta  da  un  lato, 
ed  hanno  il  margine  glabro.  Spighette  fortemente  arcuato- 
patenti,  le  più  basse  sono  lunghe  10-14  cm.,  tutte  sono  al- 
quanto compresse,  portanti  nel  terzo  o quarto  inferiore  5-6 
fiori  feminei  per  parte,  e nel  rimanente  fiori  maschi  dispo- 
sti lungo  due  serie  sopra  ognuno  dei  lati,  di  modo  che  i fiori 
maschi  spesso  sembrano  inseriti  quasi  spiralmente  ; le  spi- 
ghette superiori  sono  gradatamente  un  poco  più  corte  delle 
altre  e con  meno  fiori  feminei. 

Fiori  maschi  piccoli,  quando  ancor  giovani  poco  distin- 
guibili dai  fiori  feminei,  poi  molto  sporgenti  dalle  spatelle, 


— 94 


fortemente  arcuati,  lunghi  12  mm.,  larghi  2.5  mm.;  spatella 
pianeggiante  dal  lato  dorsale  od  assi! e ed  ivi  ottusamente 
bideutata  all’apice,  ed  acutamente  bicarenata  o stretta- 
mente  bialata,  obliquamente  decrescente,  più  bassa  dal 
lato  ventrale,  e più  corta  del  calice  ; questo  è tubuloso- 
urceloato,  con  3 larghi  lobi  subdeltoidei  acuti.  Corolla  il 
doppio  più  lunga  del  calice  (od  anche  più),  i suoi  segmenti 
sono  acutissimi.  Stami  9-10,  con  filamenti  corti,  crassi,  cla- 
vati,  liberi;  antere  lineari-sagittate,  biauriculate  alla  base, 
ottuse  o ± smarginate  all’apice. 

Fiori  feminei  lanceolati,  acuminati,  lunghi  circa  1 cm. 
e larghi  3 mm.;  spatella  acutamente  bicarinata  e pianeg- 
giante sul  dorso,  brevemente  bidentata  all’apice,  acutamente 
bicarenata,  convessa  e profondamente  scavata  a mezza  luna 
davanti  ; involucello  molto  sviluppato,  alquanto  più  corto 
della  sua  spatella  ed  avvolgente  tutta  la  base  del  calice, 
ma  in  modo  assai  ineguale  ; esso  si  mostra  dell’apparenza 
ili  una  ligula  rotondata  sporgente  nella  incavatura  esistente 
sulla  faccia  esteriore  della  spatella.  Calice  tubuloso,  con- 
siderevolmente più  lungo  della  spatella,  assai  profonda- 
mente diviso  all’apice  in  3 lobi  semiovati,  acuti.  Corolla 
di  poco  più  lunga  del  calice,  divisa  assai  profondamente 
in  3 segmenti  lanceolati,  acuminati,  nitidi  di  fuori  e fit- 
tamente striato-venosi.  Staminodi  9 formanti  un  anello 
membranoso  più  o meno  libero  dalla  corolla,  coronato  da 
altrettanti  denti  triangolari,  ineguali,  sormontati  da  antere 
sterili,  deltoideo-sagittate,  acute.  Ovario  con  stigmi  for- 
mati da  3 lamelle  conniventi  e nell’  insieme  3-gono-acu- 
minato. 

Fratti  piccoli,  oblungo-ellissoidei,  eguali  alle  due  estre- 
mità ; in  alto  sono  rotondati  e molto  bruscamente  contratti 
in  un  piccolo  mucrone  subulato,  la  loro  base  è simmetrica 
ed  acutiuscula:  sono  lunghi  5.5-6  cm.,  e larghi  25-27  mm. 
Squame  disposte  soqra  9 ortostiche,  fortemente  convesse  e 
con  profondo  e largo  solco  lungo  il  centro,  nitide,  spadi- 
cee,  con  fascia  marginale  molto  scura  e con  l’estremo  mar- 
gine strettamente  scarioso  e finamente  fìmbriato-ciliato,  pro- 


- 95  — 


lungate  in  punta  triangolare,  ottusiuscula,  fortemente  ap- 
plicata nel  solco  della  scaglia  sottostante;  la  base  delle 
scaglie  è assai  distintamente  smarginata.  Seme  ellissoideo, 
attenuato  ed  acuto  alle  due  estremità,  ma  più  leggermente 
in  basso  che  in  alto  ; integumento  del  seme  sottilissimo, 
nitido,  chiaro,  pellicolare,  molto  aderente  ; diramazioni  del 
rafe  lascianti  assai  profondi  solchi  alquanto  anastomosati  ; 
traccio  delle  loggie  sterili,  lascianti  1’  impressione  biforcata 
verso  il  quarto  o quinto  inferiore.  Embrione  situato  al  di 
sotto  della  metà.  Albume  assai  fittamente  ruminato  con  in- 
trusioni anguste,  leggermente  dilatate  nell’  interno. 

Habitat.  — Gli  esemplari  sui  quali  è fondata  la  specie, 
e che  io  ho  studiato,  provengono  dalla  Guinea  francese  e 
da  Sierra  Leone.  Quelli  della  Guinea  francese  sono  stati 
raccolti  da  Dybowski  (n.  12  nell’Erb.  di  Parigi)  nelle  vi- 
cinanze di  Dubreka,  nel  1895,  dove  questa  Palma  cresceva 
in  luoghi  paludosi,  indifferentemente  in  acqua  dolce  o sal- 
mastra; essa  è gregaria  e forma  sempre  delle  macchie  es- 
sendo a quanto  sembra  sobolifera  e con  coppaie  che  emet- 
tono molti  polloni.  Provenienti  da  Sierra  Leone  ho  studiato 
gli  esemplari  raccolti  da  Scott  Elliot  a Berria  nel  1892 
(n.  5002  negli  Erbarii  di  Berlino  e di  Kew)  e che  sono 
stati  riferiti  da  Wright  (FI.  trop.  Afr.  1.  c.)  alla  R.  Gaertneri. 

Osservazioni.  — La  R.  gracilis  è più  affine  alla  tipica 
R.  Gaertneri  che  non  a qualunque  altra  specie,  principal- 
mente per  il  calice,  il  quale  tanto  nei  fiori  maschi  quanto 
nei  feminei  è profondamente  trilobo.  E del  resto  una  spe- 
cie molto  ben  caratterizzata  : per  le  sue  infiorazioni  par- 
ziali arcuate  con  spighette  gracili,  sparpagliate,  portanti 
fiori  maschili  e feminei  assai  simili  fra  di  loro  all’esterno  ; 
per  i fiori  maschi  con  calice  profondamente  3-lobo  e nor- 
malmente con  10  stami  ; per  i fiori  feminei  piccoli  ed  an- 
gusti, pure  con  calice  3-lobo,  e con  corolla  più  lunga  del 
calice;  per  gli  staminodì  aventi  antere  deltoideo-sagittate ; 
per  il  piccolo  frutto  ellissoideo-oblungo,  egualmente  largo 


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alle  due  estremità,  bruscamente  terminato  da  un  sottile 
mucrone  sabulato,  con  squame  fortemente  scanalate  e bi- 
gibbose  e smarginate  alla  base,  ma  assai  meno  che  nella 
R.  Gaertneri. 

Gli  esemplari  di  Dybowski  hanno  i fiori  maschi  ancora 
poco  evoluti  ; questi  sono  più  sviluppati  nel  n.  5002  di  Scott 
Elliot,  ma  non  sono  ancora  giunti  a perfezione  e misu- 
rano solo  7-8  mm.,  giudico  però  che  possono  raggiungere 
la  lunghezza  di  1 cm.  ; le  spighette,  in  detto  esemplare, 
non  sono  lunghe  che  5-6  cm.,  ma  identiche  per  quel  che 
riguarda  i fiori  a quelle  degli  esemplari  di  Dybowski. 

12.  Raphia  heberostris  Beco,  in  Agricolt.  colon.  IV 
(1910),  t.  V,  fìgg.  3-6. 

Descrizione.  — Dai  retti  del  perianzio  che  rimangono 
alla  base  di  un  frutto  si  riconosce  che  il  fiore  femineo  è 
molto  piccolo  (lungo  8 mm.  ?)  e che  deve  somigliare  a 
quello  della  R.  gracilis.  Il  calice  sembra  debba  essere  tri- 
lobo  all’apice,  con  lobi  corti  e deltoidei.  La  corolla  è di 
ben  poco  più  lunga  del  calice,  indivisa  nei  2/s  (circa)  in- 
feriori e terminata  da  3 lobi  triangolari,  acuti.  Staminodii 
riuniti  alla  base  in  anello  membranoso  molto  ineguale, 
terminato  da  denti  triangolari,  corti  e che  portano  piccolis- 
sime antere  rudimentarie  deltoideo-sagittate. 

Il  frutto  è lungo  8-8.5  cm.  e largo  4-4.5  cm.,  è molto 
distintamente  turbinato,  attenuato  verso  la  base  che  è acuta 
e più  o meno  simmetrica,  rotondato  in  alto  e sormontato 
quivi  molto  bruscamente  da  un  mucrone  subterete  ottusis- 
simo, (lungo  7 mm.  e spesso  4.5  mm.  in  2 frutti).  Squame 
disposte  sopra  9-10  ortostiche,  non  molto  profondamente, 
ma  assai  largamente,  solcate  lungo  il  mezzo  ; le  centrali 
quasi  più  larghe  che  lunghe  leggermente  smarginate  di 
dietro,  prolungate  alquanto  in  punta  ottusa,  non  o molto 
leggermente  impressa,  lucenti,  di  color  rosso-mohogano 
chiaro,  con  linea  intramarginale  quasi  nera,  estesa  princi- 
palmente verso  la  punta  ; il  margine  è angusto,  jalino,  fina- 


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mente  ciliato-frangiato  ; endocarpio  sottilmente  legnoso  non 
oleoso.  Il  seme  è obovato-oblungo,  rotondato  e leggermente 
apicolato  all’  apice,  attenuato  alquanto  verso  la  base  che  è 
piuttosto  acuta,  lungo  62  mm.  e largo  30  mm.  (in  un  esem- 
plare) ; l’integumento  del  seme  è spesso  1-1.5  mm.,  e si 
stacca  facilmente  dal  nucleo  nel  frutto  ben  maturo  ; ha  la  su- 
perficie vernicosa  ed  al  solito  modo  solcato-rugosa  ; bifor- 
cazione causata  dai  dissepimenti  delle  loggie  sterili  situate 
al  di  sopra  della  metà,  dove  pure  si  trova  l’embrione. 

Habitat.  — Ho  ricevuto  due  frutti  di  questa  specie  dal 
G-iardino  coloniale  di  Nogent  sur  Marne.  Uno  con  1’  indi- 
cazione di  essere  stato  raccolto  nell’alto  Senegai,  l’altro  di 
provenire  dal  Dahomey;  ritengo  però  cho  tutti  e due  deb- 
bano avere  la  medesima  origine. 

Osservazioni.  — I due  frutti  in  parola  offrono  fra  loro 
qualche  differenza,  ma  sono  identici  per  forma  e colore 
delle  squame  e specialmente  per  il  mucrone,  che  in  nessun 
altra  specie  come  in  questa  è così  ottuso  o rotondato  al- 
1’  apice  e che  subito  diventa  subterete  e non  si  assottiglia 
gradatamente  in  punta.  Uno  dei  frutti,  quello  che  porta 
l’ indicazione  di  provenire  dal  Senegai,  è meno  distinta- 
mente  turbinato  dell’altro,  ossia  è meno  gradatamente  at- 
tenuato in  basso.  Il  seme  descritto  appartiene  a questo 
frutto.  L’altro,  che  porta  la  località  del  Dahomey,  è più 
distintamente  turbinato,  e sin  dal  terzo  superiore  si  re- 
stringe verso  una  base  acuta  ; è a questo  frutto  che  è ri- 
masto aderente  il  perianzio  fruttifero  che  ho  descritto. 

Oltre  il  carattere  indicato  del  mucrone  cilindraceo  e ro- 
tondato sull’apice  è particolarmente  notevole  l’ integumento 
del  seme  molto  spesso,  grumoso-suberoso,  che  si  distacca 
facilmente  dal  nucleo,  come  nella  R.  Ruffia,  e la  scarsa 
ruminazione  dell’albume  dovuta  a canali  angusti  e cilin- 
drici (non  dilatati  verso  il  centro  del  seme).  Anche  le 
squame  di  un  rosso  assai  più  acceso  del  solito  caratteriz- 
zano assai  bene  questa  specie. 


13.  Rapllia  Monbuttorum  Drude  in  Eng.  Jahrb.  XXI 
(1895),  111,  130;  Engl.  Pfl.  Ost-Afr.  C.  131;  Wright 
in  T.  Dyer,  FI.  trop.  Afr.  v.  VIII,  105  ; Becc.  in 
Agric.  Col.  IV  (1910),  t.  VI,  f.  1.  — (Fig.  6,  II,  a,  b). 

Descrizione.  — Tronco  breve  o subnullo.  Le  foglie  di 
pianta  adulta  hanno  il  rachide  (in  una  porzione  che  sem- 
bra appartenere  alla  metà  superiore)  acutamente  bifaciale 
di  sopra  e con  l’angolo  spinuloso.  I segmenti  (in  detta  por- 
zione) sono  lunghi  1.10  m.  e larghi  3.5-4  cm.,  attenuati, 
non  molto  gradatamente,  verso  l’apice  in  punta  breve  acuta  ; 
sono  rigidamente  cartacei,  biancastri  o coperti  da  un  te- 
nuissimo strato  calceo  di  sotto,  verdi  ed  opachi  (sempre?) 
di  sopra  ; la  costola  mediana  è molto  prominente  ed  acuta 
di  sopra,  ed  è assai  fittamente  armata  di  spinule  ascendenti 
a punta  bruna  dalla  base  sino  all’apice  ; margini  pure 
egualmente  armati  di  spinule  dalla  base  sino  all’apice,  ma 
molto  inegualmente  ; di  sotto  la  costola  mediana  è quasi 
del  tutto  coperta  da  sottili  pagliette  chiare,  jaline,  lineari; 
da  una  parte  e dall’altra  della  costola  mediana  vi  sono 
5-6  nervi  secondari  sottili  ; venule  transverse  molto  nume- 
rose e ravvicinate.  In  una  porzione  di  fronda  di  pianta 
giovane  (Sclrweinfurth  n.  1738),  il  rachide  non  è spinuloso 
di  sopra,  i segmenti  sono  poco  distintamente  geminati 
sopra  ogni  lato  del  rachide,  sono  assai  gradamente  acumi- 
nati e leggermente  pruinosi  di  sotto  o solo  un  poco  più 
pallidi  che  di  sopra,  sono  meno  rigidi  di  quelli  delle  fronde 
adulte,  lunghi  circa  60  cm.,  larghi  35-38  mm.,  hanno  la  costa 
mediana  spinulosa  nella  parte  più  bassa  nella  pagina  su- 
periore, e di  sotto  con  solo  qualche  rada  paglietta  ; i mar- 
gini sono  pure  molto  meno  spinulosi  che  negli  altri  seg- 
menti. 

Spadici...  ; una  infiorazione  parziale  forma  una  pannoc- 
chia ovale  allungata,  che  nell’  insieme  misura  circa  40  cm. 
di  lunghezza,  compresa  una  parte  pedunculare  ; questa  è 
lunga  circa  10  cm.  e larga  2 cm.;  la  pannocchia  è compressa, 
larga  alla  base  circa  18  cm.  e gradatamente  si  ristringe 


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verso  l’estremità  ; è composta  da  numerose  spighette  com- 
presse, arcuato-patenti,  gradatamente  decrescenti  e bifarie, 
ossia  disposte  disticamente  da  un  lato  e dall’altro  della  parte 
assile  : sopra  ogni  lato  però  appariscono  lungo  due  serie. 
La  parte  assile  dell’  infiorazione  parziale  è leggermente 
compressa,  e da  una  base  larga  circa  2 cm.  gradamente 
si  ristringe  verso  l’apice,  dove  termina  con  un  caudicolo 
senza  spighette.  Le  spate  secondarie  sono  ciliolate  sul  mar- 
gine, pallide,  opache  e consperse  di  squamule  peltate.  Le 
spighette  inferiori  sono  lunghe  10-12  cm.  ed  hanno  5-6 
fiori  feminei  per  lato  nella  parte  basilare,  e 18-20  fiori 
maschi  nel  rimanente  : in  basso,  le  spighette,  fra  un  fiore 
femineo  e l’altro  sono  larghe  circa  1 cm.,  in  alto  la  loro 
parte  assile  si  assottiglia  ; nell’  insieme  però  dal  punto  da 
dove  cominciano  a comparire  i fiori  maschi,  fra  la  punta 
di  un  fiore  e l’altro,  misurano  2 cm.  di  larghezza  ; spatelle 
ciliolate  sul  margine. 

Fiori  maschi  molto  sporgenti  dalle  respettive  spatelle, 
angusti,  fortemente  incurvo-falcati,  acuminati  e pungenti, 
non  ispessiti  presso  la  punta,  nitidi  all’esterno,  lunghi  12- 
14  mm.,  spessi  circa  2 mm.;  spatella  lunga  ± quanto  il 
calice  o di  poco  più  corta,  rotondata  od  oscuramente  bi- 
dentata  di  dietro  e quivi  acutamente  bicarenata,  con  le  ca- 
rene strettamente  subulato-membranose  e denticolate.  Ca- 
lice tubuloso,  leggermente  compresso,  rotondato  in  basso, 
assai  profondamente  3-lobo,  a lobi  triangolari  acuti.  Co 
rolla  almeno  2 volte  più  lunga  del  calice,  attenuata  alla 
base.  Stami  6-7,  inseriti  verso  il  terzo  inferiore  della  co- 
rolla, clavati,  angolosi,  bruscamente  contratti  nel  connet- 
tivo, che  è molto  stretto  ; antere  lunghe  circa  quanto  la 
parte  incrassata  del  filamento,  lineari,  brevemente  sagittate 
alle  base,  a loggie  molto  anguste. 

Fiori  feminei  lunghi  9-10  mm.,  lanceolati,  di  poco  spor- 
genti dalle  spate  secondarie,  terminati  in  punta  trigona, 
acuminata,  formata  dagli  stigmi  ; la  spatella  è nella  sua 
parte  posteriore  più  corta  del  calice,  bicarenata,  con  carene 
strettamente  bialato-membranose  e denticolate,  ed  è roton- 


100 


data  ed  oscuramente  bidentata  in  alto  ; davanti  è breve- 
mente aperta.  Involucro  cupuleforme,  più  o meno  incom- 
pleto, assai  sviluppato,  di  poco  più  corto  della  spatella  : ha 
il  margine  ciliolato,  è finamente  striato-venoso  come  la  spa- 
tellsf,  e di  questa  ne  ha  anche  la  consistenza.  Calice  cilio- 
lato sul  margine,  oscuramente  3-dentato,  ma  poi  più  o meno 
profondamente  ed  irregolarmente  fesso-3-lobo.  La  corolla 
ha  una  breve  parte  tubolosa,  essendo  profondamente  3-loba, 
i suoi  lobi  sono  triangolari,  acuti,  e sporgono  alquanto  al  di 
fuori  del  calice.  Staminodì  7-9,  sottilmente  membranosi, 
uniti  insieme  brevemente  alla  base,  molto  ineguali,  taluni 
lunghi  quanto  la  metà  della  corolla,  lanceolati,  spesso  2-3 
sono  concrescenti,  o se  considerati  nell’  insieme,  2-3-fidi  : 
sono  terminati  da  antere  abortive,  di  cui  talvolta  qualcuna 
comparisce  nei  seni  interposti  fra  i lobi  della  corolla.  Ovario 
con  stigmi  conniventi,  formanti  sul  suo  apice  una  punta 
dura  3-gona  acuminata. 

I frutti  giovani  (ben  maturi  non  ne  ho  visti)  hanno  le 
squame  di  già  molto  profondamente  solcate  lungo  il  centro, 
disposte  sopra  12  ortostiche;  hanno  i margini  molto  distin- 
tamente fimbriato-ciliati. 

Habitat.  — Scoperta  dal  Dott.  Schweinfurt  nell’  Africa 
equatoriale  centrale,  nello  spartiacque  fra  il  bacino  del 
Congo  e quello  del  Nilo.  A Monbuttu  presso  Munsa  nei 
luoghi  paludosi  (Marzo  1870  n.  3357)  e ad  Okel  nel  Djur 
(Maggio  1869,  n.  1738). 

Ossee vazioni.  — È certamente  una  specie  ben  caratte- 
rizzata, che  si  avvicina  per  i fiori  alla  R.  vinifera , della 
quale  però,  come  ha  di  già  dimostrato  Drude,  è ben  di- 
stinta. Non  è però  vero  che  differisca  dalla  R.  vinifera 
anche  per  la  mancanza  di  staminodì  nel  fiore  femineo,  che 
sono  invece,  anche  nella  R.  Monbuttorum,  assai  ben  con- 
formati. 

Un  frutto  del  Museo  di  Kew,  raccolto  dal  Dott.  Schwein 
furth  nel  Bongo  Land,  sembra  riferibile  alla  R.  Monbut - 


— 101  — 


toruin,  ma  ha  le  squame  disposte  lungo  9 ortostiche.  Detto 
frutto,  che  sembra  giunto  a maturità  è molto  piccolo,  anzi 


Fig.  6.  — I,  Rapili»  gracilis;  a,  fiore  femineo  avvolto  dalla  sua  spatel- 
lula,  visto  dal  lato  esterno;  b,  corolla  aperta  del  fiore  femineo.  — II,  R. 
Monbuttorum;  a,  fiore  femineo  avvolto  dalla  sua  spatellula,  visto 
dal  lato  esterno;  b,  corolla  del  fiore  fem.,  aperta.  — III,  R.  Genti- 
liana;  a.  fiore  fem.  avvolto  dalla  sua  spatellula,  visto  dal  lato  esterno; 
b,  ovario  portante  alla  base  gli  staminodi  liberi;  c,  fiore  fem.  liberato  dalla 
spatellula.  — IV,  R.  Gilletii  ; a,  fiore  femineo  liberato  dalla  spatellula; 
6,  corolla  del  fiore  femineo,  aperta.  — V,  R.  Lau.ren.tii;  a,  fiore  fem. 
avvolto  dalla  sua  spatellula;  b,  fiore  fem.  sezionato  per  il  lungo,  al  quale 
è stato  tolto  l’ovario.  — Tutte  le  figure  sono  ingrandite  5 diametri. 


7 


— 102  — 


è il  più  piccolo  fra  tutte  le  Raphia  conosciute  ; è lungo 
45  rum.,  e largo  18  mm.,  è oblungo-clavato,  attenuato  verso 
una  base  acuta,  rotondato  in  alto  e bruscamente  contratto 
in  breve  mucrone  acuto  ; le  squame  sono  cinnamomee,  con 
punta  e fascia  marginante  scura  ; esse  sono  particolari  per 
avere  un  solco  molto  profondo  e largo  alla  base,  ma  che 
si  ristringe  e diventa  superficiale  verso  la  punta  ; questa  è 
ottusa  ; il  margine  apparisce  essere  stato  ciliato-frangiato. 

Non  ho  aperto  l’unico  frutto  che  ho  potuto  studiare. 


14.  Raphia  Gentiliana  De  Wild.,  Miss.  Laurent,  p.  28, 
t.  XIII,  XIV.  — (Fig.  5,  III,  a,  b,  c ). 

Desckizioxe.  — Sembra  una  specie  relativamente  pic- 
cola. Le  foglie  sono  sconosciute. 

Lo  spadice  è ricurvo,  allungato,  compatto,  lungo  80  cm. 
(De  Wild.),  con  parte  pedunculare  di  circa  7 cm.  di  diam. 
e portante  varie  infiorazioni  parziali  molto  ravvicinate  fra 
di  loro,  ognuna  uscente  da  una  spata  sottilmente  coriacea, 
glabra,  e terminata  da  una  punta  triangolare.  Infiorazioni 
parziali  leggermente  arcuato-patenti,  con  parte  assile  leg- 
germente compressa,  di  10-12  mm.  di  larghezza  in  basso, 
assottigliantesi  verso  l’alto,  composta  di  numerosissime  spi- 
ghette disposte  disticamente,  ma  con  poca  regolarità,  ed  as- 
sai addensate  l’una  sull’altra.  Spate  secondarie  molto  bre- 
vemente infundibulari  e quasi  annulari,  prolungate  da  un 
lato  in  punta  triangolare  acuta  od  acuminata.  Spighette 
gracili,  complanate,  più  o meno  sinuose  e spesso  un  poco  con- 
torte spiralmente,  quasi  di  egual  larghezza  dalla  base  sino  al- 
l’apice ; le  più  basse,  in  ogni  infiorazione  parziale,  sono 
lunghe  10-13  cm.  ed  hanno  i fiori  distici  ma  con  un  ac- 
cenno ad  essere  disposti  lungo  due  serie  sopra  ognuno  dei 
due  lati,  essendo  essi  alternativamente  vólti  uno  iu  un  senso 
ed  uno  in  un  altro  ; nella  parte  bassa  le  spighette  hanno  5-6 
fiori  feminei,  e nel  rimanente  20-25  fiori  maschili  per  parte; 
le  spighette  superiori  sono  più  corte,  ed  hanno  naturalmente 


103  - 


un  minor  numero  di  fiori,  e questi  tutti  maschi.  Ogni  spi- 
ghetta ha  in  basso  una  brevissima  parte  pedicellare,  rive- 
stita da  una  spatella  fortemente  compresso-ancipite  ed 
acutamente  bidentata  all’apice  ; tutte  le  altre  spatelle  sono 
brevemente  e latamente  ciatiformi-infundibulari,  troncate, 
larghe  5 rum.,  ciliolate  alla  bocca,  alternativamente  pro- 
lungate da  un  lato  in  breve  punta  triangolare,  acuta  ; spa- 
tellula  obliquamente  cupulare,  ossia  tagliata  in  sbieco  dal 
lato  esterno  e quivi  scavata  a mezzaluna,  acutamente  bica- 
renata  o subbialata  dal  lato  assile,  dove  il  suo  margine 
superiore  è rotondato  o quasi  troncato  o talora  smarginato, 
con  l’accenno  di  due  denti  dove  si  terminano  le  due  carene. 

Fiori  manchi  piccoli,  lunghi  8-9  mm.  e spessi  2 mm.,  leg- 
germente falcati,  angusti,  acuminati,  con  l’apice  legger- 
mente inspessito,  conico,  calloso,  acuto  o quasi  pungente. 
Calice  tubuloso-campanulato,  venoso-striato,  molto  superfi- 
cialmente e poco  distintamente  3-denticolato,  lungo  più  o 
meno  quanto  la  spatellula  od  anche  alquanto  sporgente  da 
questa.  Corolla  circa  2 volte  più  lunga  del  calice,  divisa 
quasi  sino  in  basso  in  3 angustissimi  segmenti  (larghi 
1.5  mm.),  leggermente  falcati,  acuminati.  Stami  6,  uniti 
insieme  in  un  sol  corpo  carnoso,  con  parte  libera  breve  e 
molto  inspessita,  bruscamente  contratti  all’apice  nel  con- 
nettivo ; antere  molto  angustamente  sagittate. 

Fiori  feminei  occupanti  circa  il  quarto  inferiore  delle 
spighette  basilari,  lunghi  circa  1 cm.,  larghi  3 mm.,  lanceo- 
lati, molto  acuminati,  attenuati  in  basso.  Spatellula  iden- 
tica a quella  dei  fiori  maschi.  Involucello  ciatiforme-cam- 
panulato,  completo,  di  circa  la  metà  più  corto  del  calice, 
troncato  orizzontalmente.  Calice  tubuloso-campanulato,  fina- 
mente striato-venoso,  troncato  alla  bocca.  Corolla  di  un 
terzo  più  lunga  del  calice,  scarioso-pergamenacea,  divisa 
sino  circa  alla  metà  in  3 lobi  triangolari,  terminati  in 
punta  callosa,  acuminato-subulata,  e separati  fra  di  loro  da 
seni  rotondati.  Staminodì  6,  ridotti  ai  soli  filamenti  lami- 
nari, lineari -lanceolati,  subulati,  del  tutto  liberi,  anzi  disco- 
sti fra  di  loro  alla  base,  giungenti  sino  a circa  la  metà  o 


104  — 


poco  al  di  sopra,  della  corolla,  mancanti  di  antera  ben  di- 
stinta. Ovario  molto  angusto,  terminato  in  punta  conico- 
acuminata  che  è callosa,  tumescente,  sporgente  dalla  co- 
rolla e facente  da  base  agli  stigmi;  questi  sono  gracili, 
lineari  ed  allungati. 

Frutti  molto  distintamente  turbinati,  spesso  alquanto  asim- 
metrici, col  vertice  rotondato  o pianeggiante  e sormontato 
da  un  piccolo  mucrone  pungente,  lungo  3-4  mm.  ; sono 
molto  attenuati  in  una  base  acuta,  lunghi  5-6.5  cm.  (com- 
preso il  mucrone)  e larghi  3-3.5  cm.  Squame  molto  nitide, 
disposte  sopra  9 ortostiche,  subrombee,  le  maggiori  lunghe 
e larghe  circa  15  mm.,  molto  largamente  solcate  in  alto 
lungo  il  centro,  e quivi  assai  distintamente  bigibbose,  pro- 
lungate in  breve  punta  ottusa  e rientrante,  ossia  fortemente 
applicata  nel  solco  della  squama  sottostante  : sono  di  co- 
lore uniformemente  castagno,  con  i margini  leggermente 
più  scuri,  spesse  circa  1 mm..  Lo  strato  interno  del  peri- 
carpio sul  secco  è legnoso  ed  apparentemente  non  oleoso  ; 
lo  strato  intermedio  (mesocarpio)  è formato  da  un  tessuto 
molto  floscio,  che  sul  secco,  ritirandosi,  lascia  una  cavità 
al  di  sotto  di  ogni  squama.  Il  seme  non  l’ho  visto  ben 
maturo,  ma  giudicando  dalla  cavità  del  frutto,  che  ha  acqui- 
stato le  dimensioni  definitive,  apparirebbe  distintamente 
turbinato,  attenuato  in  basso  verso  una  base  acuta,  di  circa 
4 cm.  di  lunghezza  e 2 cm.  di  larghezza,  con  le  traccio 
della  biforcazione  dei  dissepimenti  delle  loggie  sterili  si- 
tuate verso  il  quarto  superiore. 

Habitat.  — Basso  Congo  Belga.  Vicinanze  di  Eala.  Lau- 
rent n.  1903.  Erb.  di  Bruxelles. 

Osservazioni.  — E una  specie  molto  ben  caratterizzata 
per  il  suo  frutto  tipicamente  turbinato  ; per  i suoi  fiori 
feminei  molto  piccoli,  presentanti  i peculiari  caratteri  sopra 
indicati,  e sopratutto  per  i 6 staminodì  perfettamente  li- 
beri fra  di  loro,  e nemmeno  per  piccolo  tratto  uniti  alla 
corolla. 


105  — 


15.  Raphia  Grilletti  Becc.  — R.  Gentiliana  var.  Gilletii 
De  Wild.,  Mission  Laurent,  p.  30,  t.  XV.  — (Fig.  6, 
IV,  a,  b ). 


Descrizione.  — Spadici  pendenti,  assai  densi,  compatti 
(De  Wild.)  Infiorescenze  parziali  lunghe  circa  30  cm.,  com- 
planate, con  parte  assile  leggermente  compressa  ; larga  in 
basso  12  mm.,  gradatamente  assottigliantesi  verso  1’  alto, 
con  numerose  ed  assai  ravvicinate  spighette,  quasi  rego- 
larmente distiche.  Spate  secondarie  molto  brevemente  in- 
fundibulari,  troncate  ed  intiere  alla  bocca  e prolungate  da 
un  lato  in  punta  triangolare,  acuta  od  acuminata.  Spi- 
ghette gracili,  complanate,  rigidule,  leggermente  sinuose,  e 
meno  che  nell’estremo  apice  quasi  di  eguale  larghezza  in  basso 
come  in  alto  ; le  più  basse  di  ogni  infiorazione  parziale 
sono  lunghe  16-18  cm.,  ed  hanno  i fiori  nettamente  distici; 
di  questi,  6-8  in  basso  (per  ogni  lato)  occupanti  circa  il 
terzo  inferiore  della  spighetta  sono  feminei,  ed  il  rimanente 
(sino  25-30  pure  per  parte)  sono  maschili  ; le  spighette 
superiori  sono  gradatamente  più  brevi  e con  minor  numero 
di  fiori.  Ogni  spighetta  ha  in  basso  una  breve  parte  pedi- 
cellare,  strettamente  guainata  da  una  spatella  fortemente 
compresso-ancipite,  prolungata  a destra  ed  a sinistra  in 
una  punta  acuminata;  le  altre  spatelle  sono  brevemente  e 
latamente  ciatiformi  infundibulari,  troncate  intiere  e cilio- 
late  alla  bocca,  molto  brevemente  prolungate  alternativa- 
mente  da  un  lato  e dall’  altro  in  breve  punta  triangolare 
acuta  od  ottusiuscula  : sono  larghe  alla  bocca  5-6  mm.  ; 
spatellula  dei  fiori  maschi  obliquamente  cupulare,  ossia 
tagliata  in  sbieco  dal  lato  anteriore  e quivi  scavata  a mez- 
zaluna, acutamente  bicarenata  e quasi  bialata  dalla  parte 
assile,  dove  il  suo  margine  superiore  è rotondato,  troncato 
od  appena  scavato,  con  accenno  di  un  dente  alla  termina- 
zione delle  carene. 

Fiori  maschili  più  o meno  distintamente  falcati,  angusti, 
acuminati,  con  apicolo  conico  leggermente  inspessito  e 


106  — 


quasi  pungente;  sono  lunghi  11-12  mm.  e spessi  2 mm.  Ca- 
lice tubuloso-urceolato,  venoso-striato,  molto  superficial- 
mente e poco  distintamente  3-denticolato,  a mala  pena  più 
lungo  della  respettiva  spatellula  dal  lato  assile.  Corolla 
circa  3 volte  più  lunga  del  calice,  divisa  quasi  sino  in  basso 
in  3 angustissimi  segmenti,  larghi  circa  2 mm.,  leggermente 
falcati,  acuminati.  Stami  6;  filamenti  uniti  in  basso  in  un 
sol  corpo  carnoso,  fortemente  inspessiti,  angolosi  e clavati 
nella  parte  libera,  bruscamente  subulati  all’apice  ; antere 
molto  angustamente  sagittate,  subulato-aristate. 

Fiori  feminei  notevolmente  meno  sporgenti  dei  maschili, 
lunghi  circa  L cm.,  compreso  gli  stigmi,  larghi  3 mm.,  stret- 
tameli ovati,  acuminati.  Spatellula  simile  a quella  dei  fiori 
maschili;  involucello  ciatiforme-campanulato  troncato  oriz- 
zontalmente un  poco  più  corto  della  metà  del  calice.  Ca- 
lice sorpassante  di  poco  la  spatellula,  tubuloso-urceolato 
od  un  poco  ristretto  alla  bocca,  troncato,  poco  distintamente 
3-ondulato-dentato.  Corolla  di  circa  1/3  più  lunga  del  ca- 
lice, divisa  sino  quasi  alla  metà  in  3 lobi  triangolari, 
subulati,  acutissimi,  separati  da  seni  ottusi.  Staminodì  più 
o meno  uniti  fra  di  loro,  ma  variabilissimi,  alle  volte  for- 
manti una  cupola  membranosa  irregolare  più  o meno  fessa 
o cuoprente  circa  il  terzo  inferiore  dell’ovario,  alle  volte  più 
o meno  disgiunti  ed  anche  con  alcuni  dei  filamenti  quasi 
liberi,  ma  sempre  con  antere  abortive  pochissimo  distinte; 
di  solito  gli  staminodì  oppositipetali  sono  bifidi  e più  larghi 
degli  aiternipetali,  che  sono  lineari  e stretti.  Ovario  an- 
gustamente ovato,  terminato  in  punta  conica  callosa;  stigmi 
lineari,  patenti  durante  l’antesi. 

Frutti  piccoli,  obovati,  od  ellittico-obovati,  più  attenuati 
verso  la  base  che  in  alto;  quivi  sono  più  o meno  roton- 
dati e sormontati  bruscamente  da  un  mucrone  acuto,  lungo 
5 mm.;  sono  lunghi  4-4.5  cm.  compreso  il  mucrone,  e lar- 
ghi 21-22  mm.;  squame  molto  nitide,  disposte  sopra  10-11 
ortostiche,  di  color  nocciola,  col  margine  e la  punta  ni- 
grescenti,  romboidali,  un  poco  più  lunghe  che  larghe  ; le 
centrali  lunghe  11-1*2  mm.  e larghe  10  mm.,  quasi  rego- 


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larmente  convesse  nella  parte  centrale,  con  solco  mediano 
assai  superficiale,  assai  largo  in  basso,  restringentesi  ed 
evanescente  verso  la  punta;  questa  triangolare,  acutiuscula, 
non  molto  rientrante;  le  squame  apicali  sono  quasi  pianeg- 
gianti, non  solcate,  a contorno  rotondato  e più  o meno 
crenulato-fesso.  Pericarpio  nell’  insieme  spesso  2.5-3  mm., 
apparentemente  non  oleoso.  Seme,  allorché  non  perfetta- 
mente maturo,  obovato,  attenuato  in  basso,  coll’apice  acuto, 
segnato  da  varie  piccole  cavità  circolari  e profonde  (non 
da  solchi  tortuosi  e longitudinali)  corrispondenti  alle  rumi- 
nazioni. Embrione  situato  verso  la  metà. 

Due  segmenti  di  fronda,  che  sembrano  avere  apparte- 
nuto a pianta  adulta,  accompagnano,  nell’  Erbario  di  Bru- 
xelles, gli  esemplari  dei  fiori  e dei  frutti  sopra  descritti. 
Detti  segmenti  sono  latamente  lineari,  lunghi  1.20  m.,  lar- 
ghi 45-46  mm.,  sono  ristretti  solo  un  poco  verso  l’estremità 
dove  si  terminano  in  punta  lanceolata  acuta  ; sono  atte- 
nuati verso  la  base  per  un  tratto  non  molto  lungo,  hanno 
una  costola  robustissima,  molto  rilevata  (sino  3 mm.)  nella 
pagina  superiore,  spessa  2 mm.,  col  dorso  piano  ed  armata 
di  qualche  spinula,  specialmente  presso  la  base;  di  sotto  la 
costola  mediana  è coperta  da  minutissime  pagliette  brune, 
assai  fitte.  I segmenti  hanno  le  due  metà  che  si  riflettono 
e quasi  si  combaciano  presso  il  punto  d’attacco  ; questo  è 
largo  circa  10  mm.  ; di  consistenza  sono  cartacei;  sono  opachi 
e concolori  sulle  due  faccie,  hanno  4 nervi  sottili  ma  di- 
stinti, per  parte  alla  costa  mediana  ed  egualmente  visi- 
bili sulle  due  faccie;  le  venule  transverse  sono  sinuose, 
sottili  ma  distinte  ; i margini  sono  provvisti  a distanze 
molto  ineguali  (da  1-4  cm.)  di  piccole  spine  appresso,  corte 
e crassiuscule. 

Habitat.  — Basso  Congo  Belga  (J.  Grillet  n.  1851  nel- 
l’Erb.  di  Bruxelles).  Nome  volgare  « Ma  Wusa  »;  « Pal- 
mier bambou  » di  Grillet. 

Osservazioni.  — De  Wildeman  ha  considerato  questa 
Palma  come  una  varietà  della  R.  Gentiliana,  dalla  quale 


— 108  - 


bene  si  distingue  : per  le  spighette  più  lunghe  e più  di- 
stintamente distiche  ; per  i fiori  maschi  più  lunghi  ; per  i 
fiori  feminei  più  corti  e più  crassi  con  gli  staminodi  più 
o meno  uniti  insieme  in  un  urceolo  e non  del  tutto  liberi; 
per  i frutti  assai  più  piccoli,  non  distintamente  turbinati, 
ma  obovati  od  ellittici  : per  le  squame  del  frutto  non  bi- 
gibbe  in  basso  ma  quasi  regolarmente  convesso  nel  centro, 
ed  infine  per  il  seme  non  segnato  da  solchi  sinuosi  o lon- 
gitudinali, ma  con  profondi  buchi  circolari  sulla  sua  super- 
ficie ; così  almeno  apparisce  nei  frutti  ancora  non  ben  ma- 
turi che  ho  visto. 


16.  Raphia  longirostris  Becc.  in  Agricolt.  Colon.  IV 
(1910),  t.  Y,  f.  3-6. 

Descrizione.  — Frutto  clavato-oblungo,  gradatamente 
attenuato  dal  mezzo  in  giù  in  una  base  più  o meno  acuta, 
curvula  od  un  poco  asimmetrica,  molto  bruscamente  con- 
tratto all’apice  in  un  conspicuo  mucrone  dritto,  allungato- 
conico,  gradatamente  e regolarmente  acuminato  (non  con 
la  punta  obliqua),  lungo  15  mm.;  l’intiero  frutto  compreso 
il  mucrone  è lungo  10-12  cm.  e largo,  dalla  metà  sino  a 
poco  sotto  1’  apice,  3. 5-4.3  cm.  Squame  nitide,  non  molto 
ma  regolarmente  convesse  sin  dalla  base,  bruno-spadicee,  sfu- 
mate di  castagno  scuro  verso  l’apice;  anche  i margini  sono 
sfumati  di  scuro  e finamente  fimbriato-ciliati  ; le  ortostiche 
sono  11,  e sopra  ogni  ortostica  vi  sono  5-6  squame  bene 
sviluppate,  queste  sono  romboidali,  le  maggiori  e centrali,  un 
poco  più  lunghe  che  larghe  (larghe  18-20  mm.,  lunghe  sino 
22  mm.),  prolungate  alquanto  in  punta  ottusa  con  base 
non  smarginata,  anzi  piuttosto  apiculata,  intieramente  per- 
corse lungo  il  mezzo  da  un  solco  superficiale  augusto,  di 
eguale  profondità  e larghezza  dalla  base  sino  all’apice; 
i margini  anteriori  sono  alquanto  incavati.  Seme  (ne  ho 
studiato  uno  solo  ben  maturo)  oblungo-ellittico,  lungo 
7.5  cm.  e largo  27  mm.,  un  poco  attenuato  alle  2 estremità; 


— 109 


integumento  del  seme  tenuissimo,  giallastro,  molto  aderente 
al  nucleo  ; vermicolature  della  superficie  del  seme  anguste. 
Embrione  situato  un  poco  al  di  sotto  della  metà.  Biforca- 
zione risultante  dai  resti  dei  dissepimenti  delle  loggie  ste- 
rili situata  al  di  sotto  dell’  embrione.  Albume  fortemente 
ruminato  con  intrusioni  anguste  e leggermente  davate. 

Habitat.  — Liberia,  race,  da  Dinklage.  Museo  botanico 
di  Berlino  e di  Amburgo. 

Osservazioni.  — Per  quel  che  riguarda  il  frutto  sembra 
affine  alla  R.  Roókerì,  dalla  quale  differisce  principalmente 
per  il  mucrone  assai  più  lungo  e gradatamente  attenuato 
in  punta  dritta,  subulata,  mentre  nella  R.  Hookeri,  il  mu- 
crone si  ristringe  piuttosto  bruscamente  in  una  punta  più 
o meno  obliqua. 

Da  un  perianzio  persistente  alla  base  di  un  frutto  si 
riconosce  che  il  calice  e la  corolla  nell’  insieme  sono  lunghi 
12  mm. 

Il  calice  è molto  superficialmente  ondulato  con  accenno 
di  3 denti  ottusi.  La  corolla  sorpassa  alquanto  il  calice  ed 
è divisa  in  3 larghi  lobi  triangolari,  ottusissimi,  più  larghi 
che  lunghi  ; 1’  urceolo  staminale  è tu  buioso  ed  arriva  alla 
metà  della  corolla,  ma  come  siano  i filamenti  e le  antere 
non  è possibile  riconoscere. 

Il  fiore  della  R.  longirostris  differisce  quindi  assai  da 
quello  della  R.  Hookeri , principalmente  per  i lobi  della 
corolla  che  non  sono  acuti  e pungenti,  ma  corti  ed  ottusi. 

Per  le  dimensioni  e la  forma  del  frutto  la  R.  longirostris 
sembra  similissima  alla  R.  angolensis,  ma  in  questa  il  seme 
è decisamente  rotondato  in  alto,  1’  embrione  rimane  al  di 
sopra  della  metà  e la  biforcazione  dei  dissepimenti  delle 
loggie  sterili  è situata  al  di  sopra  dell’embrione. 


17.  Haphia  Hookeri  Mann  et  "Wendl.  in  Trans.  Linn.  Soc. 
XXX  (18t>3),  438,  t.  39,  fig.  B,  et  t.  42,  f.  A;  Drude 


- 110  — 


in  Engl.  Jahrb.  XXI,  111;  "Wright  in  Th.  Dyer,  FI. 
trop.  Afr.  VIII,  107;  Becc.  in  Agricolt.  Colon.  TV  (1910), 
t.  Ill,  f.  5,  6,  et  t.  IV,  f.  1-4.  — 7?.  maxima  Pechuel- 
Loesche,  Loango-Expedition,  111,164  — (Fig.  7,  III,  a,  b). 

Descrizione.  — Secondo  le  note  di  Gr.  Mann  questa  è una 
palma  alta  nell’  insieme  20  e più  metri,  con  tronco  di  circa 
30  cm.  di  diam.,  con  foglie  lunghe  12  m.,  di  cui  il  picciolo 
misura  3-4  m.  ; hanno  la  vagina  che  si  dissolve  ai  margini 
in  un  fibrillizio  recurvo  e circmnato,  che  riveste  la  parte 
alta  del  tronco,  dove  le  basi  delle  fronde  non  sono  ancora 
cadute.  Segmenti  subequidistanti  concinni  (o  quasi  ?)  e non 
vólti  in  due  direzioni  differenti  sopra  ognuno  dei  lati  del 
rachide  e quindi  non  arruffati,  rigiduli,  distintamente 
discolori,  parcamente  spinulosi  di  sopra  sulla  costa  me 
diana,  specialmente  verso  l’apice  e sui  margini,  nelle  fronde 
di  piante  adulte  quasi  del  tutto  inermi. 

Spadici  gemini  o raramente  solitari,  penduli  dall’  alto  del 
tronco,  compresso-cilindracei,  con  50-60  infiorazioni  parziali 
moltissimo  approssimate  (Mann).  Infiorazioni  parziali  assai 
grandi,  lunghe  25-50  cm.,  compresa  una  parte  pedicellare 
più  o meno  allungata:  nell’insieme  ovali,  compresse,  con 
vane  spighe  inserite  quasi  con  regolarità  disticamente  a 
destra  ed  a sinistra;  spesso  la  parte  assile  dell’infiorazione 
parziale  si  continua  in  una  spighetta  caudiforme  più  lunga 
delle  altre  e portante  fiori  più  grandi  di  quelli  delle  spi- 
ghette laterali.  Le  spighette  basilari  sono  lunghe  15-20  cm.; 
le  superiori  sono  gradatamente  più  corte,  sono  tutte  assai 
spesse,  leggermente  compresse  o subtereti  ed  assai  assotti- 
gliate verso  l’apice,  portano  pochi  fiori  feminei  nella  parte 
basilare,  di  solito  1-3  od  al  più  4-5  per  parte,  e numerosi 
fiori  maschi  nel  rimanente,  più  c meno  distintamente  inse- 
riti sopra  4 serie;  talvolta,  sono  anche  più  o meno  palese- 
mente bifarì,  ma  d’  ordinario  hanno  così  poco  questa  di- 
sposizione, che  sembrano  quasi  inseriti  spiralmente.  Nella 
parte  basilare  di  qualche  spighetta  ho  trovato  nella  mede- 
sima spatella  il  fiore  femineo  accompagnato  da  un  fiore 


Ill  - 


maschio  collaterale.  Le  spatelle  sono  prolungate  da  un  lato 
in  punta  triangolare  ascendente  : sono  opache,  finamente 
striato-venose  ed  hanno  il  margine  minutissimamente  e fu- 
gacemente ciliolato. 

I fiori  maschi  variano  assai  di  dimensioni,  i maggiori 
sono  lunghi  sino  25-30  rum.,  ma  d’ordinario  non  sorpas- 
sano i 20-22  mm.  e sono  larghi  alla  bocca  del  calice  5-6 
mm.  : sono  assai  distintamente  inspessiti  nella  loro  parte 
superiore  e si  terminano  in  punta  conica  pungente  ; la 
spatellula  è bicarinata  e strettamente  bialata,  brevemente 
bidentata  e scavata  a mezza  luna  di  dietro  all’apice,  è 
pochissimo  aperta  davanti  e ricuopre  quasi  intieramente 
il  calice,  di  cui  è presso  a poco  eguale  o di  poco  più  lunga. 
Calice  tuboloso-ciatiforme,  attenuato  in  basso,  molto  super- 
ficialmente 3-denticolato.  Corolla  circa  2 volte  più  lunga 
del  calice,  attenuata  (sul  secco)  nella  parte  inclusa  dentro 
il  calice,  la  qual  parte  sul  fresco  sembra  debba  esser  stata 
carnosa  ; divisoni  della  corolla  lanceolate,  coriacee,  subni- 
tide di  fuori,  lunghe  4-5  mm.,  sublanceolato-lineari,  ossia 
a margini  assai  lungamente  sub-paralleli,  e piuttosto  bru- 
scamente ristretti  in  punta  triangolare,  acuta,  pungente. 
Stami  assai  numerosi  (18-23),  coi  filamenti  molto  crassi  e 
quasi  interamente  connati  in’  un  sol  corpo  e quindi  assai 
corti;  le  antere  sono  lunghe  4-6  mm.:  durante  l’ antesi  la 
base  loro  si  trova  a circa  la  metà  della  corolla  : sono  assai 
ineguali,  lineari,  angustissime,  biauriculato-sagittate  in 
basso,  ossia  quivi  a loggie  assai  profondamente  disgiunte, 
apiculato-aristate  all’  apice. 

Fiori  feminei  relativamente  grandi,  qualcuno  in  vicinanza 
dell’asse  centrale  lungo  sino  2-2.5  cm.,  di  solito  misurano 
15-18  mm.  di  lunghezza  e 7-8  mm.  di  spessore,  sono  ovati, 
alquanto  compressi  ed  egualmente  biconvessi  sulle  due 
faccie,  acuti.  Spatellula  tubuloso-urceolata,  da  prima  ri- 
cuoprente  intieramente  il  calice,  ma  poi  più  corta  di  que- 
sto, scavata  a mezza  luna  all’  apice  posteriormente,  per- 
corsa ai  lati  da  due  carene  acute,  ognuna  delle  quali  ter- 
mina in  una  piccola  punta.  Involucello  irregolarmente  cu- 


— 112  — 


pulare,  molto  sviluppato,  giungente  sino  a circa  la  metà  del 
calice  od  anche  più  in  alto,  molto  sottilmente  membrana- 
ceo ed  jalino.  Calice  elongato-urceolato,  essendo  legger- 
mente panciuto,  un  poco  attenuato  in  basso  e leggermente 
ristretto  alla  bocca:  quivi  è superficialmente  3-denticolato 
e glabro  sui  margini.  Corolla  più  o meno  sporgente  dal  ca- 
lice, divisa  sino  a circa  la  metà  in  3 lobi,  che  si  toccano 
per  i margini  (che  sono  spesso  più  o meno  denticolati),  e 
rimangono  liberi  solo  nell’estremità,  ogni  lobo  terminando 
in  un  apice  triangolare  acuto.  Staminodì  15-16,  molto  co- 
spicui, formanti  un  anello  membranoso  connato  con  la  co- 
rolla sino  verso  la  metà  di  questa:  nella  parte  libera  hanno 
i filamenti  allungati  dentiformi,  spesso  2-3-par.titi,  tutti 
sono  terminati  da  antere  sterili  conspicue,  allungate,  sa- 
gittato-lineari,  subulate,  delle  quali  taluna  rimane  visibile 
fra  i lobi  della  corolla,  quando  è tolto  il  calice  ; per  lo 
più  i 3 filamenti  in  opposizione  ai  lobi  sono  approssimati 
fra  di  loro  ed  i due  in  alternanza  con  questi  sono  liberi. 
Ovario  con  stigmi  lineari,  eretti,  a pennacchio,  papillosi, 
lunghi  2.5  mm. 

Frutti  oblunghi,  più  o meno  attenuati  verso  la  base, 
rotondati  in  alto  e quivi  molto  bruscamente  contratti  in 
un  mucrone  lungo  12-15  mm.  e di  6 mm.  di  spessore  in 
basso,  ristretto,  spesso  bruscamente,  in  punta  trigono-pira- 
midata  e più  o meno  obliqua  ; nell’insieme  il  frutto  è lungo 
9-10.5  cm.  e largo  42-45  mm.  ; squame  disposte  sopra  12 
ortostiche  ; le  centrali  larghe  2 cm.  e quasi  egualmente 
lunghe,  leggermente  prolungate  in  punta  ottusa,  a margini 
molto  acuti,  erosulo-denticolati  ; sono  giallastro-fuscescenti, 
molto  più  scure  verso  la  punta,  leggermente  e strettamente 
smarginate  alla  base,  uniformemente  convesse,  leggermente 
solcate  lungo  il  centro,  specialmente  verso  la  base,  col  solco 
che  si  ristringe  e svanisce  presso  la  punta.  Endocarpio  as- 
sai fortemente  oleifero.  Seme  oblungo  od  ellipsoideo,  lungo 
5-7  cm.,  e largo  25-30  mm.,  quasi  egualmente  attenuato 
alle  due  estremità,  od  un  poco  più  attenuato  in  basso  che 
all’apice,  quivi  rotondato  od  anche  ottusamente  apicolato. 


— 113  — 


Integumento  del  seme  molto  sottile,  stramineo,  fortemente 
aderente  al  nucleo,  ruguloso.  Impressioni  delle  dirama- 
zioni del  rafe  sulciformi,  assai  profonde,  quelle  dei  lati 
alquanto  anastomosate,  dal  lato  opposto  all’  embrione  4 sol- 
clii  percorrono  indivisi  tutta  la  lunghezza  del  seme.  Em- 
brione quasi  centrale.  Traccio  dei  dissepimenti  delle  log- 
gie,  sterili  situate  al  di  sopra  della  metà.  Seme  ruminato, 
con  intrusioni  molto  anguste  presso  la  periferia  e legger- 
mente allargate  nell’interno,  ossia  strettamente  davate. 

Habitat.  — Sembra  specie  assai  diffusa  nei  Cameroons 
(Guinea  inglese)  e nel  Congo  francese,  e secondo  Mann  e 
Wendland  anche  nell’  Isola  di  Corisco  e nell’  Old  Calabar, 
dove  è anche  coltivata  ed  è conosciuta  col  nome  indigeno 
di  « Ukot  ».  (G.  Mann,  N°  1911  nell’  Erb.  di  Kew).  Sin 
dal  1880  il  compianto  amico  prof.  M.  Cornu  mi  aveva  in- 
viato dei  frutti  di  questa  specie,  provenienti  dal  Gaboon. 
ÌS’el  Congo  francese  a Libreville  è stata  raccolta  dal  sig.  M. 
Dybowski  nel  1895  (N°  55,  Herb.  Paris.)  e recentissimamente 
dal  sig.  Giinter-Tessmann  (N°  11,  Herb.  Berci).  Ho  anche 
ricevuto  dal  Museo  di  Hamburg  dei  frutti  di  questa  specie 
colti  in  Liberia  da  Dinklage,  dove  però  forse  è coltivata. 
Secondo  nota  di  Dybowski  il  tronco  di  questa  Palma  è 
alto  5-7  m.  e gli  spadici  sono  lunghi  2-3  m.  ed  è da  essa 
che  si  ottiene  la  fibra  di  Piassava  che  si  esporta  dal  Congo 
francese.  He  ho  infine  ricevuti  completi  esemplari  in  fiore 
ed  in  frutto  da  individui  coltivati  dal  Giardino  di  Bui- 
tenzorg. 

Osservazioni.  — Della  E.  Hookevi  ho  esaminato  porzioni 
dell’  esemplare  tipico,  di  modo  che  ho  potuto  con  tutta  cer- 
tezza riconoscerla  nei  numerosi  esemplari,  di  varie  prove- 
nienze, che  ho  avuto  a mia  disposizione.  Sembra  specie 
assai  diffusa,  molto  variabile  riguardo  alla  forma  e gran- 
dezza dei  frutti  a seconda  delle  località  dove  cresce.  Un 
frutto  dell’  esemplare  tipico  del  Museo  di  Kew  ha  esatta- 
mente le  dimensioni  assegnate  dagli  autori  della  specie 


nella  memoria  citata  ; dimensioni  però  che  sono  alquanto 
minori  di  quelle  che  appariscono  nella  figura  relativa. 

Anche  i fiori  maschi  e feminei  variano  assai  per  la  gran- 
dezza, ed  i feminei  variano  oltre  che  per  le  dimensioni, 


Fig.  7.  — I,  Raphia  Sese  ; a,  fiore  femineo,  avvolto  dalla  spatellula,  visto 
dal  lato  esterno  (gr.  nat..);  6,  segmento  della  corolla  del  fiore  femineo  con 
gli  staminodi  corrispondenti.  — II,  R.  longiflora  ; a,  fioie  fem.  libe- 
rato dalla  spatellula;  6,  fiore  fem.  al  quale  è stato  tolto  l’ovario,  sezionato 
longitudinalmente.  — III,  R.  Hookeri , a,  fiore  fem.  liberato  dalla 
spatellula;  b,  corolla  del  fiore  fem.  aperta.  — La  fig.  la  è di  grand,  nat.; 
tutte  le  altre  sono  ingrandite  3 diametri. 


anche  per  la  maggiore  o minore  sporgenza  della  corolla  al 
di  fuori  del  calice. 

Degli  esemplari  tipici  non  ho  visto  le  fronde. 

Nell’  esemplare  di  Dybowski,  di  Libreville,  i segmenti 


— 115  — 


sono  rigiduli,  fortemente  discolori,  bianco-calcei  di  sotto, 
quasi  del  tutto  inermi  tanto  sulla  costola  quanto  sui  mar- 
gini, sono  lunghi  92  cm.  e larghi  38-40  mm. 

Negli  esemplari  di  Buitenzorg,  i segmenti  sono  assai  ri- 
gidi, fortemente  discolori,  essendo  di  sotto,  sul  secco,  pal- 
lido-ocracei : sono  del  butto  inermi,  lunghi  90  cm.,  larghi 
al  più  3 cm. 

Nell’esemplare  N’  11  di  Gùnter-Tessmann,  i segmenti 
sono  pure  bianco-calcei  di  sotto,  lunghi  circa  90  cm.  e 
larghi  3.5  cm.  Apparentemente  però  appartengono,  come  i 
precedenti,  a fronda  di  pianta  giovane. 


Rapina  Hookeri  v.  toracliycarpa  Beco,  in  Agricolt. 

Colon.  IV  (1910),  tav.  IV,  f.  5. 

Descrizione.  — Fiori  feminei  e maschili  esattamente 
come  nella  forma  tipica.  Corolla  del  fiore  femineo  con  lobi 
subaristati,  ciliato-dentati  nella  parte  sporgente  dal  calice. 
Calice  superficialmente  3-dentato.  Staminodì  con  antere  an- 
gustissimamente sagittate.  Frutti  obovati,  assai  più  piccoli 
e meno  allungati  che  nella  forma  tipica,  ma  con  rostro 
egualmente  sviluppato,  ossia  grosso  e tozzo,  lungo  12  mm. 
e terminato  in  punta  piramidata  più  o meno  obliqua.  Nel- 
l’ insieme  un  frutto  è lungo  7 cm.  e largo  3-5  cm.  ed  un 
altro  è lungo  6 cm.  e largo  32  mm.;  le  squame  sono  uni- 
formemente convesse  e molto  superficialmente  solcate,  bruno 
giallastre,  sfumate  di  castagno  scuro  in  punta,  un  poco  più 
piccole  che  nel  tipo.  Spighe  assai  spesse,  larghe  alla  base 
2 cm. 


Habitat.  — Gli  esemplari  tipici  di  questa  specie  si  con- 
servano nel  Museo  di  Kew  e sono  stati  raccolti  nel  1882 
da  Cameron  nella  Gold  coast. 

Osservazioni.  — Differisce  dalla  forma  tipica  solo  per  i 
frutti  più  piccoli  e spiccatamente  ovati.  I fiori,  tanto  ma- 


— 116  — 


schili  quanto  feminei,  sono  similissimi  a quelli  delle  altre 
varietà  di  R.  Hookeri. 


Raphia  Hookeri  var.  angustata  Becc.  in  Agricolt. 

Colon.  IV  (1910),  tav.  Ili,  f.  7. 

Descrizione.  — Frutto  molto  piccolo  e molto  più  che 
nella  tipica  R.  Hookeri  angustamente  clavato,  assai  lunga- 
mente attenuato  in  basso,  terminato  da  un  grosso  e tozzo 
mucrone  a punta  trigono-piramidata,  obliqua.  Nell’  insieme 
il  frutto  è lungo  7.5  cm.  e largo  2.5  cm.  ; il  mucrone  è 
lungo  11  mm.  Le  squame  sono  sopra  12  ortostiche,  nella 
parte  esposta  apparentemente  alquanto  più  lunghe  che 
larghe  ed  attenuate  gradatamente  in  punta  ottusa,  rego- 
larmente ed  assai  fortemente  convesse  dalla  base  sino  alla 
punta,  con  appena  una  traccia  superficiale  di  solco  longi- 
tudinale, nitenti,  spadicee,  sfumate  di  castagno  scuro  sui 
margini  e più  specialmente  in  punta;  margini  poco  distin- 
tamente ciliolati. 

Habitat.  — L’esemplare  tipico  di  questa  varietà  si  trova 
nel  Museo  di  Kew,  con  l’ indicazione  : — « Edom.  Raphia 
sp.  Interior  W.  Africa.  Rev.  M.  Hanson.  ». 

Osservazioni.  — Ho  visto  un  solo  frutto  di  questa  Raphia, 
che  io  per  ora  considero  come  una  delle  forme  della  tanto 
polimorfa  R.  Hookeri , specialmente  in  causa  del  suo  carat- 
teristico mucrone,  che  è identico  a quello  dei  frutti  delle 
varie  forme  di  detta  specie.  Il  frutto  tipo  della  presente 
varietà,  è,  a parte  le  dimensioni  minori,  anche  molto  più 
distintamente  clavato  e più  lungamente  e gradatamente 
attenuato  verso  una  base  acuta  di  quello  della  var.  manci- 
piorum,  a cui  si  avvicina,  ed  ha  le  squame  più  allungate  e 
più  convesse  che  in  tutte  le  altre  forme. 


— 117  — 


Raphia  Hookeri  v.  mancipiorum  Becc.  in  Agricolt. 

Colon,  v.  IV  (1910),  t.  IV,  f.  6. 

Descrizione.  — Si  distingue  dalla  forma  tipica  per  i 
frutti  più  piccoli  e più  angusti  e con  squame  più  allun- 
gate e più  convesse  ; ha  inoltre  le  spighette  con  i fiori  più 
marcatamente  bifari  ; ma  forse  questo  non  è un  carattere 
costante. 

Habitat.  — E apparentemente  la  forma  della  R.  Hookeri 
che  cresce  sulla  costa  degli  Schiavi  in  Guinea.  L’esemplare 
tipico  è quello  che  nell’  Erbario  di  Kew  porta  l’etichetta 
« River  Volta,  Gold  Coast,  Rumsey,  6 ; 1882  » e che  da 
Wright  (FI.  trop.  Afr.  Vili,  106)  è stato  riferito  alla  R. 
lougiflora.  Considero  pure  come  appartenenti  a detta  va- 
rietà alcuni  esemplari  di  una  Raphia  della  Nigeria  infe- 
riore raccolti  ad  Asaba  dal  sig.  W.  Harold  Unwin,  ed  in- 
viati al  prof.  U.  Martelli,  col  nome  indigeno  di  « Ogor  » 
e che  sono  accompagnati  da  campioni  di  Piassava. 

Osservazioni.  — Nell’esemplare  di  Kew  i fiori  maschili 
e femminili  non  differiscono  da  quelli  della  forma  tipica. 
L’unica  spighetta  presente  portante  un  frutto,  è alquanto 
compressa  e larga  alla  base  circa  2 cm.  Fiori  maschi  lunghi 
2 cm.  ; spatellula  più  lunga  del  calice,  profondamente  sca- 
vata a mezza  luna  di  dietro,  acutamente  bicarenata,  con 
carene  terminate  in  un  dente  acuto  ; calice  troncato,  molto 
superficialmente  3-dentato.  Fiori  feminei  ovati,  acuminati, 
lunghi  18  mm.  ; spatellula  involucello  e calice  esattamente 
come  nella  tipica  R.  Hookeri.  Corolla  con  3 larghi  denti 
sporgenti  dal  calice  ; staminodì  con  lunghe  antere  sagittate 
subulate,  pure  esattamente  come  nella  forma  tipica.  Il  frutto 
è latamente  clavato,  attenuato  in  basso,  lungo  8 cm.  com- 
preso il  rostro,  e largo  3 cm.  ; il  rostro  è lungo  1 cm.,  ha 
la  punta  subtrigona-piramidata,  obliqua  ; squame  nitide, 
bruno-straminee,  sfumate  di  rossastro  verso  la  punta  ; questa 
è alquanto  prolungata  e di  color  castagno-scuro  ; le  squame 


8 


— 118 


maggiori  sono  larghe  15  mm.  e di  poco  più  lunghe,  uni- 
formemente convesse  con  angusto  e superficialissimo  solco 
longitudinale,  i margini  sono  sfumati  di  castagno-scuro  ed 
eroso-fimbriatuli.  La  porzione  di  fronda,  che  accompagna 
la  spighetta  portante  il  frutto,  sembra  avere  appartenuto 
a pianta  giovane  ed  ha  i segmenti  cartacei,  sottili  e molto 
leggermente  più  pallidi  di  sotto  che  di  sopra. 

Nell’esemplare  di  Unwin  le  fibre  delle  guaine  sono  lunghe 
sino  90  cm.,  gracili  ed  arcuate  nell’estremità,  come  vengono 
descritte  quelle  della  f?.  Hookeri.  La  porzione  di  fronda 
esistente,  che  sembra  avere  appartenuto  a pianta  giovane, 
ha  i segmenti  subequidistanti  con  l’attacco  sopra  ogni  lato 
del  rachide  alternativamente  vólto  in  su  e in  giù  ; essi 
sono  allungato-ensiformi,  molto  lungamente  e gradatamente 
acuminati,  alquanto  ristretti  anche  verso  la  base;  i mag- 
giori da  me  visti,  appartenenti  ad  un  punto  dove  il  ra- 
chide ha  16  mm.  di  diam.,  sono  lunghi  90  cm.  e larghi 
4-4.5  cm.,  non  molto  rigidi,  completamente  inermi,  verdi 
di  sopra , leggermente  pulverulento-biancastri  di  sotto, 
hanno  5-6  nervi  sottili  da  un  lato  e dall’altro  della  costa 
mediana  ; i segmenti  dell’estremità  sono  molto  più  piccoli, 
sono  spinulosi  lungo  la  costa  mediana,  ed  hanno  i margini 
nudi  o solo  con  qualche  rada  spinula. 

I frutti  corrispondono  esattamente  a quelli  dell’esemplare 
di  Rumsev;  hanno  un  grosso  mucrone  a punta  obliqua 
subpiramidata  ; sono  latamente  eia  vati,  larghi  3 cent.  ; 
squame  maggiori  larghe  15-16  mm.,  lunghe  16-17  mm., 
regolarmente  convesse  dalla  base  sino  alla  punta,  smargi- 
nate alla  base  e con  un  superficialissimo  e stretto  solco 
longitudinale.  Seme  allungato,  leggermente  attenuato  verso 
una  base  acuta,  ottusiuscolo  in  alto,  lungo  4.5  cm.,  largo 
19  mm. , assai  fortemente  vermicolato-solcato,  con  3-4 
solchi  percorrenti  tutta  la  lunghezza  del  seme.  Integumento 
sottile,  aderentissimo  al  nucleo  ; ruminazioni  anguste  e pro- 
fonde. Embrione  situato  un  poco  al  di  sopra  della  metà. 


119 


18.  Raphia  angolensis  Rendle  in  Hiern  et  Rendi.  Cat. 

Afr.  PI.  Welw.  II,  83;  Wright  in  Th.  Dyer.  FI.  Trop. 

Afr.  VIII.  107  ; Beco,  in  Agricolt.  Colon.  IV  (1910), 
t.  Ill,  f.  4. 

Descrizione.  — • Il  frutto  è lungo  e stretto,  quasi  3 volte 
più  lungo  che  largo,  nell’  insieme  clavato-oblungo.  cilin- 
draceo  nella  parte  intermedia,  attenuato  alquanto  in  basso 
verso  una  base  piuttosto  acuta,  bruscamente  rotondato  in 
alto  e quivi  ad  un  tratto  ristretto  nel  mucrone,  che  sem- 
bra debba  essere  robusto  ed  assai  lungo,  ma  che  è privo 
della  punta  nell’  esemplare  tipico.  Nell’  insieme  il  frutto  in- 
tiero, compreso  il  mucrone,  sembra  debba  essere  lungo  12  cm., 
è largo  38  mm.  ; le  squame  sono  romboidali,  bruno-gialla- 
stre, diventanti  quasi  nere  verso  la  punta,  che  è legger- 
mente prolungata  ed  ottusa  : alla  base  sono  ottuse  (non 
smarginate):  hanno  i margini  anteriori,  leggermente  arcuato- 
incavati,  molto  acuti,  erosulo-denticolate,  sono  alquanto  ed 
uniformemente  convesse,  non  sono  solcate  lungo  il  centro 
od  hanno  quivi  solo  un  leggiero  accenno  di  una  angusta 
linea  depressa  ; le  squame  maggiori  sono  larghe  2 cm.  ed 
egualmente  lunghe.  Seme  lungo  7 cm.  e largo  25  mm.  ; 
clavato-oblungo,  rotondato  e quasi  pianeggiante  sul  vertice, 
gradatamente  attenuato  dal  mezzo  in  giù  in  una  punta 
piuttosto  augusta  ma  ottusa  ; integumento  del  seme  tenuis- 
simo, fortemente  aderente  e non  separabile  dal  nucleo,  fina- 
mente corrugato  e giallastro-ocraceo,  nitidulo;  diramazioni 
del  rate  formanti  solchi  o vermieolature  assai  profonde  e 
distinte,  assai  anastomosate  nella  parte  superiore  dal  lato 
dell’embrione,  nel  rimanente  percorrenti  tutta  la  lunghezza 
del  seme  e quasi  indivise  ; traccio  dei  dissepimenti  delle 
loggie  sterili  aventi  due  rami  molto  divaricati  verso  il  quarto 
superiore  del  seme.  Embrione  situato  verso  il  terzo  supe- 
riore. Albume  ruminato  con  intrusioni  molto  anguste,  da- 
vate, larghe  al  più  1.5-2  mm.  nella  parte  più  interna. 


— 120  — 


Habitat.  — Nella  Guinea  inferiore  portoghese,  Provin- 
cia di  Angola,  senza  precisa  località.  Welwitsch.  (Brit. 
Mus.). 

Osservazioni.  — Specie  molto  incompletamente  conosciuta. 
La  mia  descrizione  è stata  redatta  sopra  un  seme  ed  al- 
cune scaglie  che  mi  sono  state  comunicate  dal  D.  Rendle, 
insieme  ad  un  disegno  del  frutto,  mancante  però  dell’apice 
del  rostro. 

Si  distingue  dalla  R.  Hookeri,  di  cui  forse  potrebbe  rap- 
presentare solo  una  varietà,  per  il  suo  frutto  assai  più 
lungo,  e per  il  seme  pure  molto  allungato,  rotondato  in 
alto,  anzi  quivi  quasi  pianeggiante. 


19.  Rapina  Sese  De  Wild.  Miss.  Laurent,  p.  28,  t.  XI- 
XII.  — (Fig.  7,  I,  a,  b). 


Descrizione.  — La  foglia  che  ho  visto,  e che  non  sem- 
bra appartenere  ad  una  pianta  adulta,  è lunga  oltre  due 
metri,  ed  ha  una  assai  lunga  parte  peduncolare  ; questa  è 
rotondata  di  sotto,  larga  12  mm.  ed  è spessa  10  mm.  da  cima 
a fondo  : nella  superfìcie  superiore  ha  3 faccio  fra  loro  quasi 
eguali;  il  rachide  (nella  parte  pinnifera)  è rotondato  di 
sotto,  bi  faciale  di  sopra  con  un  angolo  sporgente  molto 
acuto,  provvisto  questo  di  qualche  spinula  ascendente  nella 
parte  più  bassa,  e nel  resto  nudo.  I segmenti  sono  nume- 
rosissimi, subequidistanti,  concinni,  inseriti  ad  un  angolo 
piuttosto  acuto,  di  questi  5-6  per  lato  presso  la  base  sono 
assai  più  fitti  dei  seguenti,  che  sono  quasi  equidistanti 
e discosti  2-3  cm.  l’uno  dall’altro:  sono  piani,  lineari-en- 
siformi,  molto  gradatamente  attenuati  all’apice  in  punta 
acuminata,  brevemente  ristretti  in  basso,  cartaceo-rigiduli, 
distintamente  discolori,  verdi  nitidi  di  sopra,  biancastri 
o grisei  ed  opachi  di  sotto,  con  la  costola  mediana  acuta  e 
rilevata  di  sopra  e quivi  provvista  di  alcune  corte  ed  assai 
robuste  spine  presso  la  base  e di  altre  più  gracili  e più 


— 121  — 


lunghe  dal  mezzo  in  su  ; di  sotto  la  costa  mediana  porta 
delle  pagliette  lineari  appresse.  Nervi  secondari  poco  di- 
stinti ; nervi  terziari  tenui  in  numero  di  3-4  per  parte 
della  costa  mediana  ; venule  transverse  brevi  e molto  poco 
distinte.  Sui  margini  vi  sono  delle  remotissime  spinole  più 
ravvicinate  verso  l’apice.  1 segmenti  intermedi  sono  lun- 
ghi 55  cm.  e larghi  18-23  min.;  i segmenti  della  parte 
apicale  vanno  gradatamente  decrescendo  di  lunghezza  e 
sono  meno  lungamente  acuminati  ; i due  terminali  sono 
i più  piccoli  di  tutti,  liberi  fra  di  loro  alla  base,  e molto 
stretti. 

Spadici  intieri Infiorazioni  parziali  complanate,  lunghe 

circa  40  cm.,  od  anche  più,  dense,  crassissime  e molto 
larghe  in  basso  (sino  5 cm.  non  compresi  i fiori)  alquanto 
depresse,  gradatamente  ristrette  verso  l’alto,  portanti  disti- 
camente varie  spighe  molto  approssimate  1’  una  all’  altra. 
Spate  secondarie  brevemente  e latamente  infundibulari, 
troncate  ed  intiere  alla  bocca,  prolungate  da  un  lato  in 
una  assai  lunga  punta  triangolare,  acuminata,  ascendente,  la 
quale  subtende  quasi  la  metà  dei  respettivi  fiori  maschi, 
anche  allorché  questi  sono  completamente  evoluti.  Le  spate 
(secondarie)  più  basse,  che  sono  le  maggiori,  misurano  sino 
5.5  cm.  di  larghezza  alla  bocca.  Spighette  con  fiori  distici 
sino  all’  apice,  di  cui  2-3  per  parte,  in  basso,  feminei,  e 
5-6,  pure  per  parte  maschili  : sono  crassissime  e robustis- 
sime, brevi  e rigide,  le  più  basse,  le  più  grandi,  lunghe 
13-14  cm.,  tutte  leggermente  compresse,  applicate  l’ una 
all’  altra,  arcuato-ascendenti,  larghe  in  basso  2-2.5  cm.  e 
rapidamente  assottigliate  in  punta  caudiforme  acuta  dove, 
a quanto  sembra,  non  portano  fiori  o questi  sono  rudi- 
mentarì.  S patelle  profondamente  concave  e quasi  naviculari, 
molto  ravvicinate,  con  la  punta  alternativamente  rialzata 
e sporgente  e sorreggente  la  base  dei  fiori,  finamente  striato- 
venose,  gradatamente  decrescenti  di  grandezza.  Spatellule 
dei  fiori  maschi  majuscule,  caliciformi,  tubuloso-compresse, 
coi  margini  acuti,  lunghe  18  mm.  e larghe  1 cm.,  terminate 
all’apice  in  due  punte  o denti  sporgenti  dalle  spatelle. 


— 122  — 


Fiori  maschi  lunghi  sino  22-25  mm.,  leggermente  asim- 
metrici. Calice  cupolare-campanulato,  molto  più  corto  della 
corolla,  lungo  e largo  circa  7 mm.,  diviso  sino  a circa  il 
terzo  inferiore  in  3 segmenti  asimmetrico-lanceolati,  acutis- 
simi e pungenti  all’apice,  larghi  6 mm.,  lisci  o poco  distin- 
tamente striato-venosi  all’esterno.  Stami  numerosi  (sino  ol- 
tre 30),  biseriati,  riuniti  in.  basso  in  un  corpo  carnoso,  con 
la  parte  libera  bulbosa  in  basso  e nel  rimanente  subulata  ; 
antere  angustissime,  lineari-sagittate,  lunghe  5-6  mm., 
subaristate. 

Fiori  feminei  molto  grandi  relativamente  alle  altre  spe- 
cie, lunghi  sino  a 3 cm.,  molto  angustamente  ovati,  a punta 
conica,  immersi  in  gran  parte  nella  respettiva  spatella  ed 
avvolti  dalla  spatellula,  che  è un  poco  più  grande  che  nel 
fiore  maschio,  si  fende  per  il  lungo,  in  due  parti  eguali 
(nel  solo  fiore  che  ho  esaminato)  e rimane  un  poco  più 
corta  della  corolla.  Involucello  ciatiforme,  troncato,  giun- 
gente sino  poco  sopra  la  metà  del  calice.  Calice  campanu- 
lato, molto  oscuramente  e superficialmente  3-denticolato  alla 
bocca.  Corolla  tubulosa,  nitida,  oltre  il  doppio  più  lunga 
del  calice,  terminata  da  tre  denti  deltoideo-acuti.  Staminodì 
formanti  una  cupola  membranosa  ineguale  giungente  sino 
a circa  la  metà  della  corolla  e connata  con  questa,  coro- 
nata da  vari  (±  12)  piccoli  denti  corti,  deltoidei,  terminati 
da  antere  allungato-sagittate,  subulate.  Ovario  conico-allun- 
gato,  terminato  in  punta  ottusamente  piramidato-trigona  e 
che  si  termina  con  3 stigmi  lineari  conniventi,  lunghi  4 mm. 

Fruiti  lunghi  8-9  cm.  e di  38-40  mm.  di  diam.,  subobo- 
vati  o subovato-ellittici,  leggermente  attenuati  in  basso, 
rotondati  in  alto  e sormontati  da  un  grosso  e cospicuo  mu- 
crone ; questo  è angustamente  piramidato-trigono,  lungo 
12-15  mm.  e largo  alla  base  circa  8 mm.  Le  squame  sono 
disposte  sopra  12  ortostiche,  ed  in  ogni  ortostica  ve  ne 
sono  6-7  ben  conformate;  quelle  mediane  sono  lunghe  17-18 
mm.  e quasi  egualmente  larghe,  sono  leggermente  ed  uni- 
formemente convesse  (non  gibbose),  percorse  nel  mezzo  da 
un  solco  piuttosto  angusto,  e quasi  di  egual  larghezza  dalla 


— 123  — 


base  sino  all’apice,  di  color  stramineo  alla  base  divengono 
bruno-rossastre  verso  la  punta  che  è alquanto  prolungata  e 
ottusa  ed  in  egual  modo  dei  margini  molto  più  scura  del 
rimanente.  Mesocarpio  di  circa  2 mm.  di  spessore  sul  secco, 
fortemente  oleoso.  Le  squame  si  staccano  facilmente  dal 
mesocarpio.  Semi  angustamente  ovoideo-ellittici,  con  le  due 
estremità  quasi  eguali  e piuttosto  acute,  lunghi  6.2-5. 7 cm., 
spessi  26-27  mm.,  solcati  da  varie  vermicolature  assai  pro- 
fonde, di  cui  alcune  irradiano  dal  punto  dove  si  trova 
l’embrione  ed  altre  percorrono  tutta  la  lunghezza  del  seme 
specialmente  dal  lato  opposto  all’embrione,  anastomosandosi 
fra  di  loro.  Integumento  del  seme  tenuissimo,  pellicolare,  ni- 
tido, fortemente  aderente  al  nucleo.  Ruminazioni  dell’al- 
bume assai  larghe  ed  alquanto  più  dilatate  nell’  interno 
che  verso  la  periferia.  Embrione  situato  poco  al  di  sopra 
della  metà. 

Habitat.  — Basso  Congo  Belga  ad  Irebu  ('Em.  et  M>  Lau- 
rent). De  Wildeman  scrive  che  questa  specie  è molto  dif- 
fusa in  tutto  il  dominio  del  Congo  e che  riceve  dagli  in- 
digeni della  regione  di  Eala  il  nome  di  « Sese  » ; la  polpa 
(mesocarpio)  dei  frutti  vien  mangiata  dai  neri,  i quali 
estraggono  da  essa  anche  un  olio.  Sembra  invero  che  il 
mesocarpio  di  varie  specie  di  Raphia  sia  più  o meno  ricco 
di  materia  grassa  ; in  nessun’altra  specie  però  ho  trovato 
l’olio  così  abbondante  come  in  questa,  tanto  che  anche  i 
frutti  conservati  in  erbario  ungono  i fogli  di  carta  fra  i 
quali  vengono  conservati. 

Osservazioni.  — E una  specie  distintissima  per  le  sue 
spighette  larghissime  in  basso  e che  vanno  rapidamente 
restringendosi  in  punta  acuta  ; per  i fiori  feminei,  in  con- 
fronto alle  altre  specie,  molto  grandi,  comparabili  a quelli 
della  R.  Hookeri  e della  R.  longiflora  ; per  i suoi  grandi 
fiori  maschi  almeno  per  metà  sorretti  dalla  punta  della  re- 
spettiva  spatella  e con  numerosi  stami  biseriati  ; per  il  frutto 
con  grosso  mucrone  e col  mesocarpio  fortemente  oleoso. 


— 124  — 


Il  Wildeman  scrive  che  è una  pianta  di  più  piccole  di- 
mensioni della  Baphia  Laurentii.  Dubito  però  assai  che  le 


Fig.  8.  — I,  Raphia  Wend.lan.cli;  a.  fiore  femineo,  avvolto  dalla  spa- 
tellula,  visto  da  un  lato;  6,  fiore  fem.  liberato  dalla  spatellnla  (manca 
l’ovario);  — II.  FI.  Mannii;  a,  fiore  temineo  avvolto  dalla  spatellula, 
visto  dal  lato  esterno;  6,  fiore  fem.  liberato  dalla  spatellula;  c,  corolla  del 
fiore  fem.,  aperta.  — III,  FI.  textilis;  a,  fiore  femineo  avvolto  dalla 
spatellula,  visto  da  un  lato  ; 6,  corolla  aperta.  — IV,  FI.  regalis  ; a,  fiore 
fem.  avvolto  dalla  sua  spatellula;  b,  fiore  fem.  aperto;  c,  fiore  maschio  av- 
volto dalla  sua  spatellula.  — Tutte  le  figure  sono  ingrandite  3 diametri. 

froude  che  accompagnano  nell’Erb.  di  Bruxelles  i campioni 
con  fiori  e frutti  appartengano  a pianta  adulta,  ed  è pos- 


— 125  — 


sibile  che  in  questa  i segmenti  siano  molto  più  grandi  di 
quelli  sopra  descritti. 


20.  Raphia  regalis  Beco.  sp.  n.  — Tav.  I. 

Descrizione.  — Grande  Palma.  In  una  fotografia  appa- 
risce con  tronco  breve  rivestito  dalle  basi  delle  foglie  ed 
apparentemente  di  70-80  cm.  di  diam. 

Foglie  grandissime,  portanti  moltissimi  segmenti,  di  cui 
i più  bassi  rigidi  e molto  acuminati  assai  più  corti  dei 
superiori  ; questi  sono  assai  ravvicinati  fra  di  loro;  sono 
inseriti  ad  un  angolo  molto  aperto  quasi  regolarmente  bi- 
farì,  ma  spesso  anche  geminati  e vólti  in  direzioni  diffe- 
renti. 

Spadici  immensi  apparentemente  lunghi  circa  3 m., 
eretti  framezzo  alla  base  delle  foglie,  molto  densi  e composti 
di  numerosissime  infiorazioni  parziali  ; queste  sono  pen- 
dule,  fortemente  complanate,  lunghe  50  e forse  anche  più 
centimetri,  larghe  in  basso  circa  20  cm.  ; hanno  numerose 
spighette  disposte  molto  regolarmente  a destra  ed  a sinistra 
(circa  25  per  parte)  gradatamente  decrescenti  di  lunghezza, 
molto  ravvicinate,  anzi  a contatto  fra  di  loro;  parte  assile 
dell’  infiorazione  parziale  alquanto  compressa,  larga  in  basso 
circa  15  mm.,  decrescente  verso  l’apice.  Spate  secondarie 
infundibulari,  leggermente  prolungate  da  un  lato  in  punta 
triangolare  acuta.  Spighette  regolarissime,  le  maggiori  (le  più 
basse)  lunghe  14-16  cm.  ; esse  portano  20-22  fiori  per  lato, 
ed  hanno  l’apparenza  pettiniforme,  sono  complanate,  dritte, 
inserite  ad  un  angolo  di  circa  45  gradi,  come  le  barbe  di 
una  penna  da  un  lato  e dall’altro  dell’asse,  di  eguale  lar- 
ghezza in  basso  come  presso  all’apice.  Spatelle  infundibu- 
liformi  con  margine  caducamente  ciliato-paleaceo.  Fiori 
maschi  e feminei  conformi,  inseriti  regolarissimamente  ad 
un  angolo  di  circa  40  gradi,  discosti  8 mm.  l’uno  dall’altro, 
leggermente  falcati. 

Fiori  maschi  lunghi  11  mm.,  lanceolato-falcati,  acumi- 


— 126  — 


nati,  pungenti,  nitidi;  spatellula  smussata  obliquamente,  bi- 
dentata  di  dietro,  acutamente  bicarinato-subbialata.  Calice 
più  lungo  della  spatellula,  diviso  sino  circa  al  terzo  supe- 
riore in  3 denti  triangolari,  acuti.  Corolla  almeno  il  doppio 
più  lunga  del  calice.  Stami  6.  con  filamenti  tereti  che  si 
prolungano  in  un  assai  grosso  connettivo  ; antere  lineari, 
ottusiuscule  od  apiculate,  a loggie  assai  profondamente 
separate  in  basso. 

Fiori  feminei  similissimi  ai  fiori  maschi  e di  poco  più 
grandi,  in  numero  di  3-4  per  parte  alla  base  delle  spighette. 
Spatellula  come  nel  fiore  maschio.  Involucello  evoluto  sol- 
tanto da  un  lato,  conspicuo,  bratteiforme  o subspataceo,  più 
lungo  della  spatellula,  acuto,  lungo  quasi  quanto  il  calice. 
Calice  tubuloso-campanulato,  diviso  sino  circa  al  terzo  su- 
periore in  larghi  denti  triangolari,  acuti.  Corolla  circa  il 
doppio  più  lunga  del  calice,  divisa  sino  circa  alla  metà 
in  3 lobi  triangolari-allungati,  apiculato-pungenti.  Stami- 
nodi  6,  conspicui,  inseriti  verso  la  metà  della  corolla:  hanno 
i filamenti  molto  rigidi,  lineari,  complanati,  terminati  da  pic- 
cole antere  abortive.  Ovario  allangato-ovoideo,  terminato 
da  3 lunghi  stigmi  conniventi  che  lo  rendono  acuminato. 
Frutti  mancano. 

Habitat.  — Nel  Congo  Francese  presso  Nschaggebod 
(Ojek).  Gunter-Tessmann,  nov.  1909;  Palma  n.°  14  nell’  Erb. 
di  Berlino. 

Osservazioni.  — Superba  e singolarissima  Palma,  dif- 
ferente da  tutte  le  altre  Eaphia  per  i suoi  grandissimi 
spadici  eretti  e formati  da  un  immenso  numero  di  infiora- 
zioni parziali  complanato-pettiniformi  ricascanti.  Singolare 
poi  per  le  sue  regolarissime  spighette  con  fiori  perfetta- 
mente bifarii  come  nelle  spighe  di  certi  Calamus  e per 
i fiori  feminei  al  momento  dell’antesi  quasi  non  distingui- 
bili dai  fiori  maschi. 

Ho  visto  solo  una  infiorazione  parziale  e la  fotografia 
eseguita  dal  suo  scuopritore  e da  me  riprodotta. 


— 127  — 


È probabile  che  appartenga  alla  R.  regalis  la  porzione  di 
fronda  di  una  Raphia,  raccolta  pure  da  Giinter  Tesmann 
e che  accompagna  nell’  Erbario  di  Berlino  il  campione 
fiorifero  di  detta  specie,  ma  non  porta  indicazione  speciale 
di  località  e manca  di  numero.  Detto  campione  di  foglia 
consiste  in  una  porzione  di  rachide,  dello  spessore  di  12  mm., 
portante  alcuni  segmenti  della  parte  prossima  all’apice  e 
che  sembra  abbia  appartenuto  ad  una  pianta  giovane.  Sup- 
pongo che  detta  porzione  di  foglia  possa  appartenere  alla 
R.  regalis,  perchè  in  essa  si  riscontrano  caratteri  notevol- 
mente differenti  da  quelli  presenti  nelle  foglie  di  tutte  le 
altre  specie,  come  notevolmente  differenti  da  tutte  le  altre 
Raphia  sono  i suoi  spadici  ed  i suoi  fiori. 

Il  rachide  della  supposta  fronda  di  R.  regalis  ha  in  se- 
zione trasversa  una  forma  decisamente  romboidale,  con 
tutti  e quattro  gli  angoli  molto  acuti,  presentando  un  an- 
golo molto  prominente  lungo  il  dorso,  ossia  nella  pagina 
inferiore,  ed  un  altro  egualmente  prominente  nella  supe- 
riore, ed  acuti  pure  essendo  i lati.  I segmenti  sono  inequi- 
distanti, molto  rigidi,  lineari,  lunghi  50  cm.  e larghi  solo 
15  mm.  ; essi  sono  poco  attenuati  verso  le  due  estremità, 
verdi  sulle  due  faccie  o leggerissimamente  più  pallidi  di 
sotto,  hanno  la  costa  media  completamente  inerme  dalla 
base  sino  all’apice  nella  pagina  superiore,  e nuda,  ossia 
senza  pagliette,  nell’  inferiore  ; sui  margini  vi  sono  rade 
ma  robuste  spinule  ; hanno  l’apice  rincalcagnato,  perchè 
sono  di  quelli  che  si  trovano  presso  l’apice  della  foglia.  Le 
venule  trans  verse  sono  assai  distinte.  Vi  sono  solo  2-8 
nervi,  fra  secondari  e terziari,  per  parte  della  costa  mediana. 

SPECIE  DUBBIA. 

Raphia  maxima  Pechuel  Loesche,  Loango-Expedition,  III,, 
164  (ex  Drude  Palmenti,  trop.  Afr.  p.  127). 

Di  questa  Palma  si  dice  solo  : « Foglie  gigantesche  ; pic- 
ciolo delle  medesime  giallo  o verde-giallastro  e legger- 
mente fendibile.  Frutto  grande,  oblungo.  Fibre  buone  ». 


— 128  — 


Il  prof.  Drude  crede  di  potere  identificare  la  R.  maxima 
Peschuel  Loesche  con  la  R.  Hookeri,  cosa  che  a me  pure 
sembra  molto  probabile,  considerato  che  anche  essa  è pro- 
duttrice di  fibre  di  Piassava,  e che  la  regione  nella  quale 
è stata  incontrata  la  prima,  è pure  quella  nella  quale  cresce 
la  seconda. 


INDICE 


N.  B.  — I sinonimi  sono  in  corsivo.  Il  numero  in  carattere  grasso  in- 
dica la  pagina  dove  la  specie  è descritta. 


Metroxylon  Buffia  Spreng.,  47  = R.  Ruffia  Mart. 

» viniferum  Spreng.,  88  = R.  vinifera  Palis,  de  Beauv. 
Raphia  angolensis  Rendle,  41,  46,  109,  119. 

» eximia  Damm.,  58,  69,  61  = R.  Kirkii  Engl. 

» Gaertnehi  Mann  et  Wendl.  (Beco.),  42,  84,  86,  87,  95,  96. 

» Gaertneri  Mann  et  Wendl.,  8L  = R.  Wendlandi  Becc. 

» Gaertneri  Wright,  84,  92  = R gracilis  Bece. 

» Gentiliana  De  Wild.,  44,  101,  102.  107. 

» Gentiliana  v.  Gilletii  De  Wild.,  105  = R.  Gilletii  Bece. 

» Gilletii  Becc.,  44,  101,  105. 

» gracilis  Becc.,  43,  84,  86,  92,  95,  96,  101. 

» hebe r ostris  Becc.,  43,  98. 

» Hookeri  Mann  et  Wendl.,  45,  68,  109,  113,  114,  116,  117, 
118,  120,  123,  128. 

» Hookeri  v.  angustata  Becc.,  46,  116. 

» Hookeri  v.  brachycarpa  Becc.,  45,  84,  115. 

» Hookeri  v.  mancipiorum  Becc.,  45,  116,  117. 

» Kirkii  Engl.,  40,  58,  59,  61,  62,  63,  65,  66. 

» Kirkii  v.  grandis  Becc.,  40,  62,  64. 

» Kirkii  v.  longicarpa  Becc  , 40,  62,  63. 

» Laurentu  De  Wild.,  40,  68,  101,  124. 

» longiflora  Mann  et  Wendl.,  40,  63,  68,  70,  114,  117,  123. 

» longirostris  Becc.,  44,  108,  109. 

» lyciosa  Comm.,  47  = R.  Ruffia  Mart. 

» Mannii  Becc.,  41,  70,  72,  92,  124. 

» maxima  Pechuel-Loesche,  110,  127,  128  = R.  Hookeri  Mann 
et  Wendl.? 

» Monbuttoruìi  Drude,  44,  98,  100,  101. 

» nicaraguensis  Oersted,  47,  54,  55  = R.  Ruffia  Mart. 

» pedunculata  Pai.  de  Beauv.,  47,  55.  56,  58  = R.  Ruffia  Mart. 
» polymita  Comm.,  47  = R.  Ruffia  Mart. 


130 


Raphia  Ruffia  Mart.,  39,  47,  53,  54,  55,  56,  59,  60,  61,  62,  65,  81,  97. 
» Ruffia  Wright,  58  = R.  Kirkii  Engl. 

» Ruffia  Mart.  ( tgpica ),  39,  47,  54. 

» Ruffia  Mart  ( pedunculata ),  40,  47,  56,  68. 

» reg  a Lis  Becc.,  47,  124,  125,  127. 

» Sese  De  Wild.,  46,  114,  120. 

» taedigera  Mart.,  39,  42,  75,  79,  80,  81. 

» tamatavensis  Sadebeck,  47,  58  = R.  Ruffia  Mart. 

» textilis  Welw.,  41,  72,  73,  124. 

» Wendlandi  B cc.,  42,  81,  83,  86,  124. 

» Welwitschu  Wendl.  73  = R.  textilis  Welw. 

» vinifera  Palis.  Beauv.,  43,  72,  80,  81,  83,  88,  90,  91,  92,  100. 
» vinifera  Drude,  92  = R.  gracilis  Beco. 

» vinifera  Mann  et  Wendl.,  70,  72  — R.  Manxii  Beec. 

» vinifera  Kirk,  59  = R.  Kirkii  Engl. 

» vinifera  var.  nicaraguensis  Drude,  47  = R.  Ruffia  Mart. 

» vinifera  var.  taedigera  Drude,  55,  75  = R.  Kuffia  Mart. 

Sagus  farinifera  Gaert'i.,  47  = R.  Ruffia  Mart. 

» laevis  Griff.,  47  — R.  Ruffta  Mart. 

» Palma  Pinus  Gaertn.,  83,  84,  86  = R.  Gaertneri  Mann  et 
AVendl. 

» pedunculata  Lara.,  47  = R.  Ruffia  Mart.  ( pedunculata ). 

» Ruffia  Jacq.  47  = R.  Ruffia  Mart. 

» Ruffia  v.  /3  Wild.,  88  = R.  vinifera  Pal.  Beauv. 

» taedigera  Mart.,  75  = R.  taedigera  Mart. 

» vinifera  Lam.,  84,  88  = R Gaertneri  Mann  et  Wendl. 


Webbia,  Voi.  III. 


Tav.  I. 


RAPHIA  REGALI»,  Bete. 


PALME  AUSTRALASICHE  NUOVE  0 POCO  NOTE 


PER 

ODOARDO  BECCAR] 


FRITCHARDIOPSIS  Beco.  gen.  nov. 

Flores  liermaphroditi  secus  ramulos  glomerulato-terni, 
sessiles,  non  vel  minutissime  bracteolati.  Calyx  cyathiformis 
basi  carnosus,  limbo  brevi  et  superficialiter  3-dentato.  Co- 
rolla profunde  3-partita,  tubo  brevissimo,  lobis  crassis  in- 
tus  scrobiculato-cavernosis,  persistentibus.  Stamina  6,  ob- 
solete biseriata,  filamentis  brevi  bus,  subulatis,  basi  dilatatis 
et  crassis,  ad  faucem  corollae  insertis  ibique  inter  se  et 
cum  corolla  breviter  connatis;  antherae  erectae,  subgloboso- 
didymae,  loculis  introrse  dehiscentibus.  Carpella  3 in  ova- 
rium globosum  trilobum,  apice  superficialiter  sculptum,  tri- 
loculare, 3-ovulatum  connata  ; stylo  subulato  ; stigmate 
punctiformi  ; ovulis  basilaribus  erectis.  Fructus  pomaceus, 
globosus,  unispermus,  stylo  terminali,  pericarpio  carnoso 
et  parcissime  fibroso  ; endocarpio  tenuiter  lignoso.  Semen 
globosum,  erectum,  hilo  basilari  ; raphe  hilo  proxima  et 
suborbiculari  ; albumine  aequabili  a processu  rapheos  pro- 
funde verticaliter  compenetrato.  Palma  arborea.  Folia  fla- 
bellata, plicato-multifida,  basi  acuta  vel  cuneata,  segmen- 
tis  brevibus,  apice  bitidis  ; vagina  brevi  ; petiolo  inermi, 
apice  breviter  ligulato.  Spadices  paniculati,  interfoliacei, 
iteratim  ramosi.  Spathae  numerosae,  membranaceae,  basi  tu- 
bulosae,  limbo  auriculaeformi,  superiores  sensim  minores. 

Genere  di  Palme  molto  distinto  per  le  foglie  similissime 
a quelle  delle  Pritchardia  e che,  come  queste,  ha  un  ovario 


— ] 32  — 


nel  quale  le  carpello  sono  fra  loro  connate,  ma  dove  un  solo 
ovulo  si  trasforma  in  seme. 

Dalle  Pritchardia  però  differisce  per  i lobi  della  corolla 
persistenti  e per  la  profonda  intrusione  del  processo  del 
rafe  dentro  l’albume.  Alle  Limala  si  avvicina  per  la  strut- 
tura del  fiore,  ma  ne  differisce  per  il  seme  con  l’ intrusione 
del  processo  del  rafe  verticale,  ossia  nel  senso  dell’asse  del 
frutto,  e specialmente  poi  per  la  diversa  natura  delle  foglie, 
le  quali  hanno  un  picciolo  non  armato  di  spine  ai  margini. 


Pritchardiopsis  Jennencyi  Becc.  (Fig.  1). 

Descrizione.  — Palma  dell’aspetto  di  una  piccola  Pri- 
tchardia, raggiungente  l’altezza  di  circa  5 metri.  Foglie 
di  pianta  giovane  cuneato-flabellate  con  base  acuta,  mul- 
tifide  ; quelle  della  pianta  adulta  sono  '/3  orbicolari,  con 
base  piuttosto  acuta,  ossia  sono  latamente  cuneate  in  basso; 
la  foglia  che  ho  studiato  misurava  48  cm.  dalla  ligula  alla 
estremità  dei  segmenti  centrali.  Il  lembo  è sottilmente  car- 
taceo, concolore  ed  affatto  privo  di  squamule  o di  punteg- 
giature sulle  due  faccie,  fesso  sul  contorno  in  circa  30 
segmenti,  ma  con  parte  indivisa  molto  estesa,  misurando  la 
parte  libera  di  detti  segmenti,  nella  parte  centrale,  soltanto 
10-12  cm.;  i segmenti  però  diventano  gradatamente  tanto  più 
lunghi  quanto  più  si  procede  verso  i lati,  dove  i seni  sono 
per  conseguenza  sempre  più  profondi,  rimanendo  però  questi, 
anche  nella  parte  più  esterna,  a 12-15  cent,  dall’apice  del 
picciolo  ; nei  seni  non  vi  è filamento,  o soltanto  in  alcuni 
se  ne  trova  un  rudimento  ; all’altezza  dei  seni  i segmenti 
sono  larghi  20-22  mm.,  e da  detto  punto  vanno  gradata- 
mente  ristringendosi  sino  all’apice,  acquistando  così  la  forma 
di  un  allungatissimo  triangolo  ; l’apice  è diviso  solo  per  il 
tratto  di  10-12  mm.  in  due  punte  eguali  anguste  acute  ; 
le  costole  primarie  superiori  sono  molto  acute  e sottili,  le 
inferiori  sono  un  poco  meno  acute  e più  robuste  ; vi  sono 
4-5  nervi  secondari  tenuissimi  per  parte  alla  costola  me- 


IBB  — 


diana  ; le  venule  transverse  sono  assai  nitide,  egualmente 
visibili  sulle  2 faccie,  assai  numerose,  alquanto  sinuose  e 


Fig.  1.  — Fritcliardiopsis  Jennencyi  Becc.  ; a,  parte  apicale  di  un 
ramoscello  fiorifero,  ingr.  3 diam.  ; b,  fiore  in  boccio  ; c,  fiore  intiero  aperto  ; 
d,  fiore  sezionato  per  il  luDgo  ; e,  sezione  longitudinale  del  frutto  di  grand, 
nat.  Le  figg.  b,  c,  d ingr.  7 diam. 


molto  continue,  ossia  poco  interrotte,  attraversando  anche 
3-4  nervi  2.‘‘  e non  molto  ramose.  Il  picciolo  è del  tutto 


9 


— 134  — 


inerme,  in  una  fronda  è largo  in  alto  8 mm.,  largamente 
scavato  a doccia  di  sopra,  rotondato  di  sotto,  ha  i margini 
acutissimi,  davanti  si  termina  in  alto  in  una  ligula  breve 
a contorno  ineguale,  e di  dietro  si  continua  senza  in- 
terruzione nel  rachide  che  si  prolunga  per  12-15  cm.  nel 
lembo,  di  modo  che  la  costola  di  vari  dei  segmenti  centrali 
s’ inserisce  lungo  il  rachide.  La  vagina  è breve,  glaberrima, 
reticolato-fibrosa  nella  estremità,  ossia  nella  parte  ligulare. 

Gli  Spadici  sembra  debbano  essere  interfrondali  e molto 
simili  a quelli  di  una  Pritchardia  ; uno  da  me  visto,  ma 
che  non  sembra  intiero,  è lungo  circa  60  cm.  e forma  una 
pannocchia  unilaterale  alquanto  allungata  piuttosto  densa, 
glabrerrima  in  ogni  parte,  provvista  di  varie  spate  primarie 
auriculeformi,  assai  ravvicinate  e gradatamente  decrescenti  ; 
dal  fondo  della  parte  tubulosa  di  ogni  spata  nasce  una  in- 
fiorazione parziale,  che  sporge  poi  dalla  bocca  del  suo  lembo. 
Le  spate  primarie  sono  molto  sottilmente  coriacee,  ma 
molto  rigide,  assai  lungamente  tubulose  in  basso  e grada- 
tamente dilatate  in  alto,  dove  sono  aperte  da  un  lato  e 
terminate  in  un  lembo  auriculeforme  acuminato,  rfc  fesso;  la 
spata  maggiore,  la  più  bassa,  è lunga  38  cm.,  subterete  in 
basso  ed  ivi  di  11  mm.  di  spessore  e leggermente  bicari- 
nata dal  lato  assile,  aperta  in  alto  per  il  tratto  di  11  cm. 
Le  infiorazioni  parziali  sono  duplicato-ramose,  e nella  parte 
bassa  anche  3-plicato-ramose,  sono  arcuato-nutanti,  con 
una  parte  peduncolare  assai  allungata,  tutta  inclusa  nella 
respettiva  spata,  fortemente  angolosa,  spessa,  sul  secco, 
5-6  mm.  e che  si  ramifica  subito  alla  bocca  delle  spate  ; i 
rami  secondari  sono  pure  fortemente  ed  acutamente  angolosi, 
vanno  gradatamente  decrescendo  di  spessore  e si  dividono 
senza  regolarità  in  ramoscelli  fioriferi;  questi  sono  assai  corti 
(lunghi  2-4  cm.),  fortemente  angoloso-corrugati  (sul  secco), 
con  la  parte  assile  intieramente  nascosta  dai  fiori  ; allorché 
questa  è priva  di  fiori  ha  gli  attacchi  di  questi  alquanto 
sporgenti  e tubercoliformi,  alternato-spirali  e molto  rav- 
vicinati. 

I fiori  sono  glabrerrimi  in  ogni  parte,  3-ni,  sessili  sopra 


— 135  — 


gli  indicati  tubercoletti,  privi  di  brattee  florali  ben  di- 
stinte, eretto-patenti,  molto  addensati  fra  di  loro,  ossia 
a contatto  l’uno  dell’altro;  in  boccio  bene  sviluppato  i fiori 
sono  di  forma  lanceolata,  lunghi  5 mm.  e spessi  2 mm., 
terminati  in  punta  dr  piramidato-trigona,  acuta,  ma  spesso 
alquanto  irregolare  per  la  mutua  pressione.  Calice  nell’  in- 
sieme ciatiforme-allungato,  ottusamente  trigono  con  tutta 
la  parte  inferiore  piena  e carnosa,  distintamente  contratto 
(sul  secco)  al  disopra  della  base;  questa  è incavata  di  sotto; 
il  suo  lembo  è breve,  superficialmente  3-dentato,  con  i denti 
a base  larga  e dr  acuti  separati  da  seni  poco  profondi.  Co- 
rolla circa  il  doppio  più  lunga  del  calice  e con  una  brevis- 
sima parte  tubulare:  è divisa  in  3 lobi  persistenti,  patenti 
nell’antesi,  di  forma  triangolare,  acuti  con  punta  trigono- 
piramidata,  crassissima,  acutamente  carinati  all’apice  dal 
lato  interno  e molto  profondamente  alveolato-cavernosi  al 
di  sotto  della  punta.  Stami  subiseriati  con  filamenti  molto 
brevemente  connati  fra  di  loro,  inseriti  alla  fauce  della  corolla 
e pure  brevemente  connati  con  questa,  tutti  crassissimi,  su- 
bulati  all’apice;  quelli  opposti  ai  filli  sono  i maggiori,  e sono 
fortemente  ed  acutamente  carenati  internamente,  la  carena 
corrispondendo  alla  insenatura  fra  le  carpello  e quindi  a 
sezione  transversa  trigona;  gli  alternipetali  hanno  la  super- 
ficie interna  concaviuscula  ; antere  piccole,  subglobose.  Car- 
pello scolpite  in  alto,  a dorso  rotondato,  formanti  un  ovario 
globoso,  3-lobo,  molto  bruscamente  contratto  in  uno  stilo 
sottile,  subulato,  lungo  quanto  i filamenti  ; stigma  punti- 
forme ; ovulo  esattamente  basilare,  inserito  nell’angolo  in- 
terno della  loggia. 

Frutto  sferico,  assai  grosso,  pomiforme,  quasi  sessile,  por- 
tato dai  soli  resti  del  perianzio  indurito,  ma  non  accresciuto. 
Sul  secco  il  fratto  è di  3 ijt  cm.  di  diametro,  ha  la  super- 
ficie unita  con  epicarpio  sottile  non  separabile  dall’abbon- 
dantissimo mesocarpio,  che  è di  circa  8 mm.  di  spessore 
(sul  secco)  ed  è intieramente  parenchimatoso,  con  pochissimi 
e poco  distinti  fasci  fibro-vascolari  ; endocarpio  formante 
un  guscio  legnoso  al  seme  dello  spessore  uniforme  di  */2  mm. 


— 136  — 


o poco  più,  meno  che  nella  parte  basilare  dove  acquista 
tutto  lo  spessore  del  mesocarpio,  che  quivi  viene  a mancare  ; 
il  nocciolo  quindi  resulta  sferico  con  la  parte  basilare  pro- 
lungata in  punta  e quindi  nell’  insieme  è piriforme. 

Seme  sferico,  occupante  esattamente  tutta  la  parte  cen- 
trale del  frutto,  a superficie  opaca,  unita,  color  nocciola, 
non  segnata  da  traccio  di  diramazioni  del  rafe  ; l’ ilo  è 
esattamente  basilare,  e quindi  il  seme  è eretto  dentro  il 
nocciolo  ; il  rafe  è basilare,  limitato  alle  vicinanze  dell’  ilo; 
la  sua  espansione  produce  una  profonda  e larga  intrusione  di 
tessuto  spongioso  bruno,  che  partendosi  dalla  base  penetra 
verticalmente,  e quindi  nel  senso  dell’asse,  sino  nel  centro 
deH’albume.  dove  si  dilata  alquanto  e diventa  più  o meno 
lobato.  Albume  osseo,  durissimo,  eburneo,  cavo  nel  centro, 
di  circa  5 mm.  di  spessore  tutto  in  giro.  Embrione  situato 
al  di  sopra  della  metà,  ossia  in  alto,  ma  eccentricamente. 

Habitat.  — Nuova  Caledonia.  Gli  esemplari  tipici  di 
questa  Palma  si  trovano  nell’Erbario  di  Kew,  e vennero 
inviati  da  Mr.  Charles  Moore  di  Sidney,  che  li  aveva  ri- 
cevuti da  un  tal  Mr.  Jennency,  il  quale  aveva  trovato 
questa  Palma  alla  Nuova  Caledonia  in  un  luogo  chiamato 
« Prony  » dentro  un’area  molto  limitata,  e dove  da  quanto 
egli  scriveva,  è da  temersi  che  in  breve  tempo  verrà  intiera- 
mente distrutta  dai  deportati,  che  abbattono  la  pianta  per 
mangiarne  il  germoglio  terminale  o Cavolo. 

Qualche  cosa  di  incerto  rimane  tutt’ora  riguardo  all’ori- 
gine di  questa  pianta,  che  si  credeva  introdotta  nelle  serre 
di  Kew,  ma  dove  sembra  che  in  sua  vece  sia  comparsa 
una  specie  di  Licuala.  Sta  di  fatto  che  si  trova  in  cultura 
una  specie  tipica  di  questo  genere,  sotto  il  nome  di  L.  Jen- 
nencyi , che  si  ritiene  originaria  della  Nuova  Caledonia. 

Sussiste  quindi  il  dubbio  se  nella  Nuova  Caledonia  oltre 
alla  Pritchardiopsis  Jennencyi  si  trovi  anche  una  Licuala. 
E rimane  pure  il  dubbio  se  la  Licuala  Jennencyi  dell’Hor- 
tus  Sanderianus,  quale  è figurata  nel  Supplemento  al  « Di- 
ctionnaire  d’Horticulture  » di  Nicholson  e Mottet  (il  nome 


specifico  è scritto  : Jeanneceyi),  e che  è una  vera  Licuala , 
rappresenta  una  specie  distinta  proveniente  veramente  dalla 
Nuova  Caledonia,  o se  è piuttosto  la  grandemente  diffusa 
Licuala  Muellerii. 


PRITCHARDIA  Seem,  et  H.  Wendl. 

Fritchardia  minor  Becc.,  sp.  n. 

Caudice  ciré.  5 m.  longo,  laevi,  15  cm.  diana.,  foliorum 
petiolo  brevi,  circiter  30  cm.  longo,  lamina  parva,  subor- 
biculari,  latiori  quam  longiori,  45  cm.  lata  ; spadice  circ. 
30  cm.  longo;  floribus  parvis,  calyce  campanulato,  3-3.5  mm. 
longo  ; urceoli  staminalis  dentibus  (staminum  filamentis) 
brevissimis  et  etiam  sub  fructu  erectis  ; fructibus  elliptico- 
ovatis  vel  subobovatis,  basi  plus-minusve  conspicue  atte- 
nuati, minute  et  saepius  oblique  apiculatis,  18-20  mm. 
longis,  12-13  mm.  crassis. 

Habitat.  --  I frutti  di  questa  piccola  specie  di  Pritchar- 
dia  mi  sono  stati  inviati  in  maggio  1909  dal  D.  France- 
schi di  California;  essi  provenivano  dall’Isola  di  Kauai,  la 
più  settentrionale  del  gruppo  delle  Hawaii,  crescendo  ad 
una  altezza  di  poco  più  di  4000  piedi  sull’  altipiano  di 
Wainea. 

A questa  stessa  specie  mi  sembra  si  debbano  riportare 
i fiori  di  una  Pritchardia  raccolta  nelle  Hawai  da  Hille- 
brand  e dei  quali  è fatta  menzione  nella  « Malesia  »,  v.  Ili, 
p.  294,  e che  sono  ivi  contradistinti  con  la  lettera  (A). 


CYPHOSFERMA  Wendl. 

Cyphosperma?  Tete  Becc.  sp.  n.  (Fig.  2). 

Caudice  gracili,  subelato,  6-7  cm.  diam.  Frondium  seg- 
menta intermedia  subsigmoideo-lanceolata,  apice  oblique 


— 138.  — 


truncata  et  praemorso-denticulata,  margine  inferiori  pro- 
ducto  acuminato,  ciré.  60  cm.  longa,  5.5-6  cm.  lata,  pluri- 
nervia,  marginibus  incrassatis.  Spadices  duplicato-ramosi  ; 
spathis  completis  2 (?),  membranaceis  ; ramulis  floriferis 

a b 


c d 

Fig.  2.  — Cyphosperma  ? Tete  Bere.  : a,  frutto  maturo,  al  quale  è stata 
asportata  una  metà  dell’epicarpio  e mostra  il  nocciolo  u in  situ  »;  b,  noc- 
ciolo al  quale  è stata  asportata  una  metà  e mostra  il  seme  u in  situ  » di 
fianco  ; c,  seme  visto  dal  lato  del  rafe  ; d,  seme  sezionato  longitudinalmente 
lungo  la  linea  del  rafe.  Tutte  le  figure  sono  di  grand,  nat. 


10-15  cm.  longis,  crassiusculis,  subtrigonis,  apice  subulatis, 
fructiferis  divaricatis.  Flores  in  ramulorum  parte  inferiori 
terni,  intermedio  foemineo,  lateralibus  masculis,  superne  bini 
et  tantum  masculi.  Flores  foeminei  ovati.  Flores  masculi 
foemineis  simillimi,  attamen  minores,  subpyramidato-trigoni, 
5-5.5  mm.  longi,  3 mm.  crassi;  sepalis  in  dorso  carinatis  et 
basi  subcalcaratis;  petalis  duplo  vel  triplo  calyce  longiori- 
bus  ; staminibus  6,  fìlamentis  brevibus,  apice  abrupte  in- 
flexis;  antheris  inajusculis,  late  linearibus,  loculis  paralle- 
libus.  Fructus  etiam  in  sicco  exacte  sphaerici  et  nitidi, 
25-26  mm.  diametro,  perianthio  fructifero  12-13  mm.  diam., 
orbiculari,  explanato,  suffulti;  stigmatum  vestigiis  minutis 
paulo  excentricis;  epicarpio  tenui,  fragili,  extus  laevi,  (mi- 
nime granulato);  mesocarpio  laxo,  lacunoso;  putamine  te- 


— 139 


uui,  pergamenaceo,  asymmetrico,  aoguloso,  carinato,  extus 
rugoso-venoso,  intus  laevi.  Semen  obsolete  angulosum, 
asymmetricum,  rapheos  ramis  laxe  anastomosatis,  albu- 
mine aequabili,  embryone  basilari. 

Descrizione.  — Palma  a quanto  sembra  mediocre;  dalla 
base  dello  spadice  che  abbraccia  il  tronco,  questo  si  giu- 
dica di  6-7  cm.  di  diametro.  Delle  fronde  non  ho  visto 
che  due  segmenti  ; questi  sono  lanceolato-subsigmoidei,  quasi 
egualmente  ristretti  verso  le  due  estremità,  con  l’ apice 
troncato  molto  obliquamente  e premorso-denticolato,  col 
lato  più  lungo  terminato  in  punta  acuta;  detti  segmenti 
sono  lunghi  60  cm.  e larghi  nella  parte  mediana  5.5-6  cm.; 
si  attaccano  al  rachide  per  una  base  obliqua  larga  15-20  mm.; 
sono  di  consistenza  sottilmente  coriacea,  quasi  nitidi  di 
sopra,  opachi  e più  pallidi  di  sotto,  assai  fortemente  ner- 
voso-costulati,  ossia  con  la  costola  mediana  assai  robusta 
e rilevata  sulle  due  faccie,  e con  3-4  nervi  secondari, 
alquanto  ineguali,  da  un  lato  e dall’  altro  di  questo,  e che 
alle  volte  poco  si  distinguono  dai  nervi  terziari;  di  venule 
transverse  non  si  vede  traccia  ; ambedue  i margini  sono 
fortemente  inspessiti. 

Spadici  assai  brevi,  prima  della  deiscenza  delle  spate  sono 
ellittici,  crassi,  lunghi  circa  25  cm.  Le  spate  generali  com- 
plete, giudicando  dalle  cicatrici  sulla  base  dello  spadice 
fruttifero,  sembrerebbero  due,  ma  nell’  unico  esemplare 
esaminato  ne  esiste  una  sola  (apparentemente  l’ interna)  ; 
questa  è membranacea,  molto  sottile,  sul  secco  fragile, 
glabra,  liscia,  brevemente  apiculata  senza  carene  meno  che 
all’  estremo  apice,  dove  se  ne  vede  una  traccia  : è segnata 
inoltre  da  varie  venature  sottili  longitudinali,.  Lo  spadice 
ha  una  breve  parte  pedunculare  compressa,  lunga  6 cm.  e 
larga  15  mm.  ; nello  spadice  fruttifero  questa  parte  è tu- 
mescente,  dilatata  in  basso  a mezza  luna  ed  abbracciante 
il  tronco  ; i rami  sono  due  volte  dicotomi  e divaricati, 
quelli  principali  hanno  le  parti  assili  molto  corte  ed  an- 
golose ; i rami  fruttiferi  sono  lunghi  10-15  cm.,  assai 


— 140  — 


spessi  ed  acutamente  3-goni  in  basso,  molto  assottigliati 
verso  1’  apice  e subulati  in  punta,  fortemente  sinuosi  fra 
fiore  e fiore. 

Fiori  3-ni,  con  l’intermedio  femineo  nei  s/3  inferiori  dei 
rami  o dell’  asse  fiorifera,  gemini  e soltanto  maschili  nel 
rimanente,  dove  l’asse  è più  sottile  che  in  basso. 

I fiori  feminei  sono  accolti  in  una  intaccatura  dell’asse 
che  forma  ivi  un  cuscinetto  quasi  orizzontale,  in  modo 
che  i fiori  rimangono  quasi  eretti  ed  hanno  un  labbro  o 
brattea  sorreggente  il  fiore,  breve,  latamente  triangolare, 
acuta  ; non  esiste  traccia  di  brattee  speciali  del  fiore  fe- 
mineo ; le  cicatrici  lasciate  dall’  attacco  dei  fiori  maschili 
sono  lineari  od  ellittiche,  superficiali  o molto  leggermente 
callose  e rilevate,  situate  sui  lati,  verso  1’  alto  della  intac- 
catura o scrobicolo. 

I fiori  feminei  sono  ovati,  molto  oscuramente  angolosi, 
attenuati  un  poco  verso  l’alto  con  l’ apice  ottuso.  Calice  a 
sepali  imbricati,  sottilmente  coriacei  ad  apice  ottusissimo, 
a margini  distintamente  cibati.  Corolla  il  doppio  più  lunga 
del  calice;  petali  suborbicolari,  imbricati  con  brevissimo 
ed  ottuso  apicolo  valvato.  Staminodì  3,  dentiformi,  disgiunti 
l’uno  dall’altro.  Ovario  turbinato,  molto  attenuato  in  basso; 
stigmi  triangolari  conniventi  nel  fiore  in  boccio;  ovulo  si- 
tuato nella  parte  più  bassa  ed  assottigliata  dell’ovario,  at- 
taccato lateralmente  in  alto  della  loggia  (?). 

Fiori  maschi  molto  simili  ai  feminei,  ma  un  poco  più 
piccoli,  oscuramente  subpiramidato-3-goni,  ± attenuati  in 
punta  ottusa  od  anche  acuti  uscula,  spesso  un  poco  asim- 
metrici, lunghi  5-5.5  mm.  e larghi  3 mm.  alla  base;  sepali 
concavi,  larghi,  brevemente  apicolati,  leggermente  imbri- 
cati in  basso,  fortemente  carenati  sul  dorso,  e ± calcarati 
in  basso,  con  il  margine  jalino  e densamente  ciliato-bar- 
bato.  Petali  2-3  volte  più  lunghi  del  calice,  valvati,  opa- 
chi ed  oscuramente  striato-venosi  all’  esterno,  concavo-sub 
cimbiformi,  allungato-triangolari,  coriacei,  fortemente  striati 
internamente  in  causa  della  pressione  esercitata  dalle  an- 
tere. Stami  6 ; filamenti  corti,  molto  brevemente  inflessi 


— 141  — 


all’apice;  antere  grandi  occupanti  tutta  la  cavità  del  fiore 
in  boccio,  latamente  lineari,  inserite  sul  filamento  al  di 
sotto  della  metà,  a loggie  parallele,  deiscenti  sui  lati,  bre- 
vemente disgiunte  in  basso,  a connettivo  largo  e lineare. 
Rudimento  d’ovario  colonnare,  lungo  quanto  le  antere,  in- 
diviso e capitellato  all’apice. 

Spadice  fruttifero  breve,  ma  con  rami  molto  patenti  e 
divaricati,  crassi,  3-quetri,  spessi  nella  pai’te  che  porta  i 
frutti  circa  5 mm.  (sul  secco),  nell’  insieme  formanti  una 
pannocchia  con  pochi  rami  divaricati  più  larga  che  lunga 
(lunga  ±25  cm.  e larga  ± 35  cm.). 

Frutti  perfettamente  sferici,  della  grossezza  di  una  bella 
ciliegia,  di  25-26  mm.  di  diam.,  con  i resti  degli  stigmi 
leggermente  eccentrici  e formanti  un  piccolo  apicolo  mam- 
milleforme  : hanno  la  superficie  unita  quasi  nitida,  senza 
punti  o prominenze  causate  da  sclerosomi  ; pericarpio  sot- 
tilissimo, fragilissimo,  formante  uno  strato  uniforme  crosta- 
ceo ; mesocarpio  assai  spesso,  ma  a quanto  sembra  molto 
acquoso,  e quindi  ridotto  quasi  a nulla  o lacunoso  allo 
stato  secco;  endocarpio  formante  un  guscio  al  seme,  sottile 
ma  resistente,  quasi  pergamenaceo,  con  una  acuta  e pro- 
minente carena  dal  lato  lungo  il  quale  è attaccato  il  seme 
e che  si  termina  in  un  dente  molto  acuto,  gibboso  in  alto 
dal  lato  opposto  alla  carena,  del  resto  oscuramente  ango- 
loso e rugoso-venoso  ; in  basso  nel  punto  corrispondente 
all’embrione  si  nota  una  piccola  area,  che  si  distacca  come 
un  opercolo  dal  rimanente,  come  in  grado  maggiore  ac- 
cade nel  guscio  del  seme  dei  Clinostig ma.  Il  seme  è lungo 
17  mm.  e largo  14-15  mm.,  angoloso,  gibboso  in  alto,  assai 
acutamente  carenato  lungo  il  lato  del  rafe  e che  corrisponde 
alla  carena  del  nocciolo  ; le  diramazioni  del  rafe  sono  leg- 
germente anastomosate,  alcune  si  dipartono  a destra  e 
sinistra  del  rafe,  ma  le  più  discendono  dall’apice  di  questo 
dove  si  trova  la  calaza,  e da  dove  si  partono  altri  rami 
che  scavalcano  l’apice  gibboso  del  seme  e discendono  lungo 
il  dorso  sino  alla  base.  Albume  osseo,  omogeneo,  con  una 
piccola  cavità  centrale  (sempre  ?).  Embrione  perfettamente 


basilare  ; la  sua  posizione  all’esterno  è marcata  da  una 
ben  distinta  fossetta  circolare.  Il  seme  fresco  certamente 
riempie  tutta  la  cavità  dell’endocarpio  ed  in  tale  stato 
sarebbe  alquanto  più  voluminoso  di  quello  descritto,  ossia 
sarebbe  lungo  24  mm.  e largo  19  mm. 

Perianzio  fruttifero  alquanto  accresciuto,  orbicolare,  spia- 
nato, di  12-13  mm.  di  diam. 

Habitat.  — Nell’Isola  Vanua  Lava,  una  delle  più  set- 
tentrionali del  gruppo  delle  Nuove  Ebridi,  dove  venne  sco- 
perta a circa  1000  m.  di  altezza  da  Mr.  A.  E.  Harland, 
che  ne  spedì  gli  esemplari  da  me  descritti  al  prof.  U.  Mar- 
telli. I nativi  chiamano  questa  Palma  « Tòte  »,  e,  secondo 
quanto  scrive  il  sig.  Harland,  ne  mangiano  il  frutto  che 
essi  chiamano  Cocco  selvatico,  probabilmente  perchè  il  suo 
sapore  rammenta  quello  del  Cocco  domestico.  Ritengo  che 
la  parte  del  frutto  che  vien  mangiato  sia  il  seme,  che  è 
assai  voluminoso,  e che  quando  è immaturo  avrà  forse  come 
il  Cocco  un  albume  tenero. 

Osservazioni.  — Io  ho  riportato  dubitativamente  questa 
curiosa  Palma  al  genere  Cyphosperma,  perchè  in  realtà  mo- 
stra evidenti  affinità  con  le  altre  2 Palme  che  sono  state 
incluse  in  detto  Genere:  la  C.  Vieillardi  e la  C.  Balansae; 
ma  che,  come  è di  già  stato  fatto  notare  nel  « Genera 
Plantarum  » da  Bentham  ed  Hooker,  possiedono  caratteri- 
stiche proprie  assai  importanti. 

Il  genere  Cyphosperma  sarebbe  quindi  composto  di  3 
entità  specifiche  così  poco  affini  fra  di  loro,  da  giustificare 
forse  per  ognuna  di  esse  la  creazione  di  un  genere  distinto. 
Però  le  Palme  della  Nuova  Caledonia  sono  ancora  cono- 
sciute così  superficialmente,  che  solo  dopo  uno  studio  ana- 
litico di  ognuna  di  essa  sarà  possibile  una  sistemazione 
generica  più  precisa  dell’attuale. 

Intanto  un  nuovo  fatto  viene  ad  intralciare  la  nomen- 
clatura di  già  non  semplice  delle  Palme  caledoniane,  ed  è la 
scoperta  di  uno  scritto  di  Vieillard.  rimasto  dimenticato, 


— 143  — 


pubblicato  nel  « Bullettin  de  la  Société  Linnéenne  de  Nor- 
mandie »,  2e  Sèrie,  6e  voi.  Années  1870-72.  Caeu,  1873  (1); 
scritto  che  sembrerebbe  anteriore  alla  memoria  di  Bron- 
gniart  comparsa  nei  « Comptes  Rendus  ». 

Nella  memoria  di  Vieillard  le  Palme  caledoniane  sono 
raggruppate  nei  generi  Kentia,  Chambeyronia  e Basselinia  ; 
questi  due  ultimi  proposti  per  la  prima  volta,  e che  quindi 
dovrebbero  avere  la  precedenza  su  quelli  proposti  da  Wen- 
dland  e comparsi  nel  voi.  Ili  del  Genera  Plantarum , se 
sarà  possibile  stabilire  a quali  entità  specifiche  sono  stati 
attribuiti  dal  loro  autore. 

Così  il  genere  Microkentia  mi  sembra  che  debba  cedere 
il  posto  a Basselinia , fra  le  quali  Vieillard  cita  la  B.  Pan- 
cheri , la  B.  gracilis  e la  B.  Deplanchei.  Formano  quindi 
parte  del  genere  Basselinia  anche  le  Microkentia  eriosta- 
chys,  Billardierii  e surculosa.  Vieillard  rammenta  pure  una 
Basselinia  Kanalensis  ed  una  B.  Lenormandii,  che  probabil- 
mente corrispondono  a qualcuna  delle  specie  di  Microkentia 
rammentate,  ma  delle  quali  non  si  può  tener  conto,  non 
esistendo  di  esse  alcuna  descrizione. 

Il  genere  Chambeyronia  Vieillard  certamente  corrisponde 
alle  Kentiopsis  di  Brongniart,  ed  a questo  sono  attribuite  8 
specie  ; cioè  : la  Oh.  macrocarpa,  che  corrisponde  alla  Ken- 
tiopsis macrocarpa  Brong.,  la  Ch.  Brebissonii  Vieill.,  e la 
Ch.  Movieri  Vieill.,  queste  due  ultime  non  identificabili  e 
da  ritenersi  come  nomi  nudi. 


(1)  lo  debbo  ringraziare  il  Prof.  Lignier  della  Università  di  Caen  per 
avermi  procurato  il  volume  nel  quale  si  trova  la  memoria  di  Vieillard,  e 
per  aver  fatto  delle  ricerche,  disgraziatamente  del  tutto  negative,  per  rin- 
tracciare i 13  disegni  delle  Palme  caledoniane  che  l’autore  enumera  nella 
citata  memoria,  e che  vennero  presentati  ad  una  adunanza  della  « Société 
Linnéenne  de  Normandie  ». 


— 144  — 


CLINOSTIG-MA  Wendl. 

Clinostigma  samoense  Wendl.  in  Bonplandia,  1862, 
p.  196.  — Cyphokentia  samoensis  Warb.  in  Reinecke, 
FI.  Samoa-Iuseln,  in  Engl.  bot.  Jahrb.  v.  XXV  (1898), 
p.  583,  cum  icon.  ; Rechinger,  Bot.  und  Zool.  Ergeb- 
nisse  etc.  1908,  p.  123. 

II  Clinostigma  samoense  deve  considerarsi  come  il  tipo 
del  genere.  Di  questa  Palma  non  ho  visto  l’esemplare  sul 
quale  è stata  fondata  la  specie,  ma  mi  sembra  che  non 
possa  mettersi  in  dubbio  che  a questa  corrisponda  esatta- 
mente la  Cyphokentia  samoeìisis,  descritta  e figurata  da 
Warburg  (1.  c.)  e raccolta  dal  Dott.  F.  Reinecke  in  Upolu, 
una  delle  Isole  del  gruppo  delle  Samoa,  e della  quale  ho 
visto  gli  esemplari  autentici,  che  mi  sono  stati  gentilmente 
comunicati  dal  Prof.  F.  Pax,  Direttore  del  Museo  e Giar- 
dino botanico  di  Breslavia.  Nella  medesima  Isola  di  Upolu 
vennero  pure  raccolti  da  Pickering  gli  esemplari  tipici  di 
Clinostigma  samoense. 

L’esemplare  di  Cyphokentia  samoensis  dell’Erbario  di  Bre- 
slavia consiste  in  porzioni  di  spadici  in  fiore  ed  in  frutto, 
accompagnate  da  una  fronda  flabelliforme  biforcata,  evi- 
dentemente appartenente  ad  una  pianta  giovane  di  tutt’al- 
tra  specie  di  Palma  e della  quale  in  ogni  caso  non  con- 
viene tener  conto.  Delle  due  porzioni  di  spadici  una  sembra 
che  abbia  appartenuto  ad  una  pianta  in  fiore,  ma  adesso  è 
ridotta  ai  soli  nudi  ramoscelli  fioriferi  ; l’altra  porta  dei 
frutti  quasi  maturi  ; la  rammentata  porzione  di  spadice 
fiorifero  ha  i ramoscelli  patenti,  provvisti  di  un  callo  ascel- 
lare molto  sviluppato  con  una  ben  distinta  rima  trasver- 
sale ; i ramoscelli  fruttiferi  invece  sono  ravvicinati  fra  di 
loro,  esattamente  come  sono  rappresentati  nella  figura  che 
accompagna  lo  scritto  di  Warburg.  Ho  potuto  esaminare 
un  solo  fiore  maschile,  il  quale  (per  anomalia)  aveva  4 pe- 


— 145  — 


tali  ; i sepali  sono  di  circa  un  terzo  più  corti  della  co- 
rolla, strettissimamente  lanceolati  con  punta  subuiata  come 
nella  figura  D di  Warburg,  ma  son  distintamente  imbricati 
nella  estrema  base.  Gli  stami  sono  6.  Esiste  un  rudimento 
d’ovario  assai  sviluppato,  simile  a quello  che  io  ho  riscon- 
trato nei  fiori  del  Clinostigma  Thurstonii. 

I frutti  secchi  apparentemente  bene  sviluppati  e della 
dimensione  definitiva,  ma  nei  quali  il  seme  è immaturo, 
sono  globoso-ovati  e molto  gobbi,  avendo  i resti  degli  stigmi 
fortemente  spostati  quasi  sin  verso  la  metà  di  un  lato  ; 
sono  lunghi,  compreso  il  perianzio,  7 mm.  e larghi  55  mm., 
ed  hanno  la  superficie  allo  stato  secco  minutamente  gra- 
nulosa, essendo  i sottostanti  sclerosomi  puntiformi. 

II  perianzio  fruttifero  è nell’insieme  cupolare  ; ha  i se- 
pali latamente  triangolari,  acuti,  non  levigati,  striolato- 
venosi,  nerastri  o nero-violescenti  nella  metà  superiore, 
circa  della  metà  più  corti  dei  petali  ; questi  sono  pure  non 
levigati  ma  striato-venosi,  molto  brevemente  apicolati  e 
nerastri  verso  l’apice.  Il  frutto  si  termina  in  una  piccola 
areola  circolare  sulla  quale  rimangono  applicati  i resti,  poco 
sporgenti,  di  3 stigmi  deltoidei,  crassi,  acuti. 


Clinostigma  Thurstonii  Becc.  sp.  n.  (Fig.  3). 

Elata,  caudice  10-15  m.  longo,  crebre  cicatricoso.  Folia 
4.5-5. 5 m.  longa  ; segmentis  numerosis,  aequidistantibus, 
lineari-ensiformibus,  majoribus  ciré.  80  cm.  longis,  prope 
basin  4 cm.  latis,  longe  et  subtilissime  acuminatis,  tri-co- 
stulatis,  utrinque  viridibus.  Spadices  scupaeformes,  70  cm. 
longi,  parte  pedicellari  brevissima  ; ramulis  floriferis  gra- 
cilibus,  fastigiatis,  rigidis,  30-40  cm.  longis,  basi  2 mm. 
crassis,  apice  subulatis.  Flores  masculi  obscure  et  irregula- 
riter  3-goni,  2. 5-3. 5 mm.  longi  ; corolla  calyce  duplo-vel 
triplo  longiori;  staminibus  6,  valde  inaequalibus  ; ovarii 
rudimento  conspicuo,  tripartito.  Flores  foeminei  globosi  ; 
staminodiis  6,  liberis,  dentiformibus.  Fructus  minimi,  glo- 


— 146  — 


boso-gibbosi,  3.5  mm.  diam.,  valde  excentrice  apiculato- 
rostrati,  in  eorum  tertiam  vel  quartana  inferiorem  partem 


f e 0 /!■ 


Fig.  3.  — Glinostigma  Thurstonii  Beco.  ; a,  b,  fiori  maschili;  c,  un 
petalo  di  fiore  maschile  con  stami  e rudimento  d’ovario  ; d,  frutto  ; e,  ova- 
rio con  staminodì  alla  base;./-,  sezione  longitudinale  dell’ovario;  g,  seme 
visto  di  fianco  ; h,  sezione  longitudinale  del  seme.  Be  figg.  a,  b,  c,  e,  f ingr. 
10  diam.  ; le  figg.  d,  g,  h ingr.  4.5  diam. 


periantbio  induti  ; epicarpio  tenui  extus  in  sicco  sublaevi 
vel  vix  rnguloso  (minime  granuloso)  ; semine  globoso,  3 mm. 
diametro. 

Descrizione.  — Palma  elata  con  tronco  alto  10-15  m., 
piuttosto  liscio,  assai  fittamente  annulato  dalle  cicatrici 
delle  foglie  cadute,  apparentemente  di  12-15  cm.  di  diam., 
slargato  alquanto  alla  base  dove  spesso  produce  una  co- 
rona di  forti  radici  che  sporge  un  poco  al  di  sopra  del  ter- 
reno. Le  foglie  formano  una  chioma  non  molto  densa  : sono 
grandi  ed  arcuate,  lunghe  4.5-5. 5 m.,  di  cui  circa  1 m.  ne 
misura  la  parte  picciolare.  La  guaina  è cilindrica,  coriacea 
e lunga  oltre  1 m.  Il  rachide  è molto  robusto,  nella  parte 
basilare  è quasi  rettangolare  in  sezione  transversa  e di 
16-18  mm.  di  spessore,  pianeggiante  di  sotto.  Segmenti 
numerosi,  molto  fitti,  circa  60  per  parte,  meno  gli  apicali 
gli  altri  fra  loro  presso  a poco  tutti  eguali,  equidistanti, 


— 147  — 


inseriti  sul  rachide  per  una  base  larga  circa  3 cm.  e che 
forma  un  triangolo  molto  aperto  sui  lati  del  rachide 
stesso  : sono  lineari-ensiformi,  lunghi  circa  80  cm.,  rica- 
scanti ai  lati  del  rachide,  rigidamente  papiracei,  nel  punto 
più  largo  che  rimane  a pochi  cent,  al  di  sopra  della  base 
misurano  oltre  4 cm.  di  larghezza,  vanno  poi  molto  gra- 
datamente attenuandosi  verso  1’  alto  in  una  punta  lunga- 
mente acuminata  e molto  sottile:  sono  di  consistenza  fragile 
e facilmente  fendibili  per  il  lungo  (allo  stato  secco),  sono 
molto  distintamente  3-costulati,  subconcolori  sulle  due  fac- 
cio; la  costa  mediana  è acuta  di  sopra,  tondeggiante  di  sotto 
e quivi  provvista  di  qualche  paglietta  lineare  attaccata  per 
il  centro  ; le  coste  laterali  non  sono  molto  discoste  dai 
margini,  piuttosto  acute  e di  poco  meno  forti  della  costa 
mediana  nella  pagina  superiore  ; nell’  inferiore,  le  coste 
sono  assai  meno  distinte  ; nervi  secondari  sottili,  più  di- 
stinti nella  pagina  inferiore  che  nella  superiore;  margini 
acuti,  =tr  distintamente  rinforzati  da  un  nervo  che  sopra 
vi  scorre. 

Spadici  infrafrondali,  dell’apparenza  di  una  pannocchia 
di  saggina  da  granate,  lunghi  70  cm.,  3 volte  ramosi,  con 
tutti  i rami  e ramoscelli  eretti,  fastigiati  e che  vanno'  a 
terminare  quasi  ad  un  medesimo  livello  ; essi  rimangono 
quasi  eretti  e non  sparpagliati  nemmeno  quando  sono  carichi 
di  frutti  ; la  base  dello  spadice  è larga,  tumescente,  semilu- 
nare ed  abbracciante  il  tronco,  ha  una  parte  peduncolare 
indivisa,  segnata  dalle  cicatrici  di  2 spate  primarie,  è bre- 
vissima, compresso-conica,  lunga  4 cm.  e quasi  tanto  larga; 
subito  sopra  la  base  lo  spadice  si  divide  in  assai  numerosi 
rami  alterni,  approssimati,  eretti,  appressi  all’asse  centrale; 
questi  alla  lor  volta  si  suddividono  in  pochi  rami  secon- 
dari, i quali  nella  parte  bassa  portano  dei  rami  terziari 
pochissimo  ramosi  e nel  rimanente  solo  ramoscelli  fioriferi 
semplici  ; alla  base  di  ogni  diramazione  non  si  trova  una 
brattea  ben  distinta,  ma  solo  uno  strettissimo  orlo  scaglie- 
forme.  Lo  spadice  inaperto  ha  una  forma  spatolato-allun- 
gata.  Le  spate  sono  2,  complete,  sottilmente  coriacee  ; l’e- 


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sterna  è lunga  circa  70  cm.  e larga  16,  appiattita,  rasso- 
migliante ad  una  scarpa  da  neve,  coi  due  margini  alati, 
terminata  da  una  punta  lingueforme  legnosa  ; l’ interna  non 
è alata  ai  margini  ed  è intieramente  inclusa  nell’esterna,  è 
bruscamente  ristretta  all’apice  in  una  punta  rigida,  lunga 
circa  2 cm.  ; ambedue  sono  intieramente  glabre,  opache,  e 
pallide  di  fuori,  cinnamomee  e fortemente  striate  interna- 
mente. I ramoscelli  fioriferi  sono  dritti,  rigidi,  lunghi  30- 
40  cm.,  gracili,  filiformi,  spessi  alla  base  2 mm.,  hanno 
l’apice  subulato-setiforme,  sono  molto  ottusamente  angolosi 
o subtereti  e corrugati,  leggermente  sinuosi  fra  un  glomerulo 
e l’altro,  specialmente  nella  parte  apicale.  I glomeruli  dei 
fiori  sono  formati  da  due  maschili  precoci  e da  uno  fe- 
mineo  più  tardivo  ; i glomeruli  sono  inseriti  spiralmente 
sopra  3-4  serie  ed  accolti  in  un  piccolo  incavo  o scrobicolo, 
il  quale  ha  in  basso  un  labbro  in  forma  di  nido  di  rondine, 
intero  e rotondato  sul  contorno. 

I fiori  maschili  sono  alquanto  irregolari  od  asimmetrici, 
ottusamente  trigono-ovati,  ineguali,  lunghi  2. 5-3.5  mm., 
attenuati  in  punta  acutiuscula  ; sepali  3,  triangolari,  acuti, 
acutamente  carinati  sul  dorso,  imbricati  alla  base  ; petali 
2-3  volte  più  lunghi  del  calice,  pergamenacei,  valvati,  for- 
temente striati  all’  esterno.  Stami  6 con  filamenti  lunghi, 
filiformi,  molto  ineguali,  rb  inflessi  o piegati  all’apice,  più 
lunghi  delle  antere  e che  rimangono  a varie  altezze  ; antere 
oblungo-sagittate,  ottuse,  con  assai  largo  connettivo  scuro, 
versatili,  inserite  verso  il  loro  mezzo,  e sino  a tal  punto 
disgiunte,  ma  con  le  loggie  facilmente  separabili  per  in- 
tiero. Rudimento  d’ovario  assai  conspicuo,  formato  da  una 
corta  base  colonnare  terminata  da  3 corpi  carnosi,  allun- 
gati, nell’  insieme  giungente  un  poco  al  di  sotto  della  metà 
dei  petali  ; le  bratteole  dei  fiori  maschili  nello  scrobicolo 
sono  molto  piccole;  le  2 dei  fiori  feminei  sono  sepaloidee, 
glumacee,  concavo  semilunari,  rotondate,  intiere  e rima- 
nenti al  livello  del  labbro  dello  scrobicolo. 

Fiori  feminei  in  boccio,  al  momento  dell’antesi  dei  fiori 
maschili,  globosi,  di  poco  più  di  1 mm.  di  diam.  ; sepali 


149  — 


e petali  scariosi,  pergamenacei,  larghi,  imbricati;  staminodii 
6,  piccoli,  liberi  fra  di  loro,  triangolari,  dentiformi.  Ovario 
latamente  obovato,  attenuato  in  basso  con  gli  stigmi  obli- 
quamente apicali,  e 3 loggie,  delle  quali  una  sola  fertile  ; 
ovulo  pendente  da  un  lato  della  piccola  loggia  basilare. 
I fiori  feminei  giovani  sono  completamente  avvolti  nell’al- 
veolo dalle  due  bratteole. 

Frutti  molto  piccoli,  di  3.5  mm.  di  diam.,  globoso-gib- 
bosi,  molto  eccentricamente  apiculato-rostrati,  coperti  per 
oltre  il  terzo,  o quasi  il  quarto  della  loro  lunghezza  dal 
perianzio  fruttifero.  Pericarpio  nell’  insieme  sottile,  a su- 
perficie un  poco  corrugata  sul  secco,  ma  senza  conspicue 
scabrosità  prodotte  da  sottostanti  sclerosomi;  mesocarpio 
tenue,  grumoso  con  strato  fibroso  indistinto  ; endocarpio 
relativamente  assai  spesso,  legnoso-vetrino,  fragile,  lucido 
internamente.  Seme  globoso,  di  3 mm.  di  diam.  con  rafe 
conspicuo,  lineare,  percorrente  tutto  un  lato,  con  due  sole 
diramazioni  per  lato  discendenti  dall’alto  ed  una  sola  volta 
ramose.  Albume  omogeneo.  Embrione  basilare.  Il  perianzio 
fruttifero  ha  i pezzi  scarioso-coriacei,  sottili  ; i sepali  sono 
lucidi  esternamente,  latamente  imbricati  ; i petali  sono  fi- 
namente striato-nervosi,  di  poco  più  lunghi  dei  sepali  con 
punta  brevissima,  ottusiuscula. 

Habitat.  — Lo  scuopritore  di  questa  Palma,  il  defunto 
Sir  J.  B.  Thurston,  già  Governatore  delle  Isole  Fiji,  scri- 
veva a Kew,  in  data  del  18  settembre  1889,  che  essa  cre- 
sceva soltanto  in  una  piccola  striscia  di  terra  di  meno  di 
mezzo  miglio  d’estensione,  in  un  sol  punto  delle  Fiji,  nel- 
l’estremità N.  E.  dell’  Isola  Vanua  Levu,  nella  foresta,  a 
circa  230  m.  sul  livello  del  mare. 

Gli  indigeni  che  si  trovano  in  vicinanza  del  luogo  dove 
cresce  questa  Palma  adoprano  le  guaine  delle  fronde  « per 
rinvoltarvi  il  loro  cibo  o per  cuoprire  oggetti  che  debbono 
rimanere  asciutti  allorché  sono  in  viaggio  ». 

Ossehv azioni.  — E assai  affine  al  C.  samoense  ed  al  C. 
Harlandi , dai  quali  differisce  per  i suoi  piccolissimi  frutti. 


io 


150  — 


Clinostig’ma  Harlandi  Becc.  sp.  n.  (Fig.  4). 

Elata,  gracilis.  Folia  ampia,  segmentis  numerosissimis 
aequidistantibus,  2-3  cm.  inter  se  dissitis,  rectis,  lineari-ensi- 
formibus,  longissime  acuminatis,  apice  in  lacinias  2,  an- 

c b a 


frutto  liberato  dal  perianzio  con  staminodi  alla  base;  c,  sezione  lorgitu- 
dinale  del  frutto,  seguendo  la  linea  del  rate;  d , il  nocciolo  visto  dal  lato 
assile;  e,  seme  dal  lato  del  rafe  ; seme  dal  lato  opposto  al  rafe.  Tutte 
le  fieure  sono  ingrandite  4.5  diametri. 


gustissimas  fissis,  rigide  chartaceis,  tricostulatis,  utrinque 
viridibus,  subtus  pallidioribus,  intermediis  65  cm.  longis, 
23-24  mm.  latis.  Fructus  asymmetrice  ovati,  apice  non- 
nihil  attenuati  et  excentrice  apiculato-rostrati,  7-8  mm. 
longi,  5-5.5  mm.  lati,  in  eorum  tertiam  inferiorem  par- 
tem perianthio  cupulaeformi  indnti  ; epicarpio  extus  in  sicco 
sublevi  ; mesocarpii  sclerosomis  lineari-fusiformibus;  semine 
globoso-ovoideo,  5 mm.  longo,  4-4.5  m.  diametro. 


Descrizione.  — Palma  alta  e gracile.  Foglie  pinnate  : 
dai  frammenti  giudicabili  lunghe  alcuni  metri  ; vagina....  ; 
rachide  nella  parte  apicale  della  foglia  a sezione  triango- 
lare, pianeggiante  e striato  di  sotto,  con  spigolo  non  molto 
acuto  di  sopra.  Segmenti  numerosissimi,  equidistanti  e molto 
ravvicinati,  inseriti  ad  un  angolo  assai  acuto,  discosti  circa  2 
cent,  l’uno  dall’altro,  tutti  diritti,  lineari-ensiformi,  molto 
gradatamente  e lunghissimamente  acuminati,  fessi  all’apice 
più  o meno  profondamente  in  due  punte  angustissime  ed 
acuminatissime,  fortemente  plicati  e coi  margini  vólti  in 
giù  al  punto  d’attacco,  dove  la  base  loro  occupa  obliqua- 
mente tutta  la  larghezza  delle  faccie  laterali  del  rachide  ; 
di  consistenza  sono  rigidamente  cartacei,  tricostulati  di 
sopra,  e quivi  quasi  nitidi  e percorsi  da  vari  nervi  secon- 
dari ineguali,  che  ne  rendono  la  superficie  più  o meno 
striata  ; sono  più  pallidi  di  sotto,  dove  le  costole  non  sono 
affatto  prominenti,  ma  i nervi  secondari  sono  più  distinti 
che  di  sopra  e dove  sono  segnati  da  puntolini  lineari  scuri 
assai  fitti  e conspicui  ; non  vi  sono  pagliette,  almeno  nello 
stadio  della  fronda  che  io  ho  studiato  ; i margini  non  o 
molto  leggermente  inspessiti.  I segmenti  maggiori  fra  quelli 
da  me  visti  e che  apparentemente  appartengono  al  terzo 
apicale  della  intiera  parte  pinnifera,  sono  lunghi  circa 
65  cm.  e larghi  23-24  mm.  in  tutta  la  metà  inferiore,  es- 
sendo poco  e brevemente  attenuati  alla  base.  I segmenti 
dell’estremità  della  fronda  non  differiscono  dagli  altri  che 
per  esser  più  brevi  e più  stretti. 

Spadici  e fiori  mancano. 

Frutti  piccoli,  lunghi  7-8  mm.,  larghi  5-5.5  mm.,  asim- 
metricamente ovati,  essendo  attenuati  alquanto  all’apice 
in  un  breve  mucrone  alquanto  eccentrico,  formato  dai  resti 
di  3 stigmi  crassi,  brevemente  trigoni,  ottusiusculi,  eretti; 
la  superficie  esterna  del  frutto  secco  è quasi  liscia,  e su  di 
essa  appena  si  intravedono  i piccoli  sottostanti  sclerosomi 
lineari-spoliformi;  l’epicarpio  è sottile  e crostaceo;  il  me- 
socarpio è nella  parte  più  esterna  grumoso  e provvisto 
dei  rammentati  sclerosomi,  ed  internamente  è traversato 


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da  fibre  non  molto  numerose  e non  molte  robuste,  ana- 
stomosato-reticolate  in  alto,  parallele  in  basso  e disposte 
in  uno  od  al  più  due  strati;  l’endocarpio  facilmente  si 
stacca  dalle  altre  parti  del  pericarpio,  formando  un  noc- 
ciolo sottile,  legnoso  ma  fragile  o vetrino,  inspessito  solo 
lungo  tutto  il  lato  corrispondente  al  lato  più  corto  del 
frutto  ; tale  inspessimento  si  termina  in  alto  in  un  dente 
acuto  ; esternamente  ed  in  basso,  nel  punto  corrispondente 
all’embrione,  la  parete  dell’endocarpio  si  assottiglia  e forma 
un  leggiero  incavo  circolare,  in  giro  al  quale  detta  parete 
sembra  più  fragile  che  altrove,  in  modo  che  ivi,  dietro  una 
leggiera  pressione,  l’endocarpio  cede  e si  apre  una  specie 
di  finestra  quasi  circolare,  mentre  l’inscritta  porzione  di 
endocarpio  si  distacca  in  forma  di  opercolo. 

Il  seme  è globoso-ovoideo,  ossia  leggermente  più  lungo 
che  largo  (lungo  5 min.,  largo  4-4.5  mm.),  percorso  lungo 
una  buona  parte  di  tutto  un  lato  dal  rafe  largamente 
lineare,  dal  quale  si  partono  solo  pochissime  diramazioni 
semplici  o leggermente  anastomosate  ; 1’  albume  è omoge- 
neo; 1’  embrione  è basilare. 

Il  perianzio  fruttifero  nell’  insieme  è copolare,  e riveste 
il  terzo  inferiore  del  frutto;  i sepali  ed  i petali  sono  sottil- 
mente coriacei  e fra  loro  simili,  di  color  castagno,  lata- 
mente imbricati,  leggermente  striati  all’esterno  ma  levigati 
e quasi  nitenti,  a margini  acuti,  glabri,  intieri  od  appena 
fessi;  i sepali  sono  larghissimi  in  basso  ed  ottusamente 
apicolati;  i petali  sono  un  terzo  più  lunghi  dei  sepali  e ter- 
minati da  una  breve  punta.  Esternamente  al  calice  riman- 
gono spesso  aderenti  due  brattee  scaglieformi,  larghe,  se- 
milunari, ineguali,  della  medesima  apparenza  e struttura 
dei  pezzi  del  perigonio,  ma  molto  più  piccole  di  questi.  Gli 
staminodì  sono  6,  in  contatto  fra  di  loro  alla  base  ma  li- 
beri, piccoli,  dentiformi,  triangolari-allungati. 

Habitat.  — Nell’Isola  di  Vanua  Lava,  del  gruppo  delle 
Nuove  Ebridi  sul  Monte  Garigona. 

Il  sig.  A.  E.  Harland  che  ha  mandato  gli  esemplari  di 


— 153  — 


questa  Palma  al  prof.  U.  Martelli  scrive  che  dagli  indi- 
geni è chiamata  « Metiti  »,  e che  di  essa  adoprano  le 
fronde  per  cuoprire  le  capanne,  mentre  il  tronco  viene 
utilizzato  in  vario  modo  per  la  costruzione  delle  medesime. 
Aggiunge  inoltre  che  questa  Palma  cresce  sulle  montagne 
e non  scende  al  di  sotto  dei  mille  metri,  amando  di  rima- 
nere dove  le  nebbie  sono  quasi  perpetue  e le  pioggie  ab- 
bondantissime. 

E da  avvertirsi  che  col  nome  di  « Metiti  » il  sig.  Har- 
land  ha  però  spedito,  in  un  susseguente  invio,  anche  de- 
gli esemplari  fruttiferi  di  Exorrhiza  Wendlandiana  Becc., 
raccolti  puro  a Vanua  Lava  ad  un’  altezza,  di  circa  1000 
metri. 

Osservazioni.  — Il  Cl.  Harlandi  è molto  affine  alla  spe- 
cie tipica,  Cl.  samoense,  dalla  quale  differisce  per  i frutti 
più  oviformi  e coll’apice  solo  leggermente  inclinato,  e per 
la  superficie  del  frutto  secco  quasi  liscia  e non  resa  scabra 
dagli  sclerosomi  sottostanti,  che  sono  lineari  e non  punti- 
formi. 

Anche  i pezzi  del  perianzio  fruttifero  sono  più  nitidi  e 
con  il  calice  più  grande  che  nel  Cl.  samoense. 

HETEROSPATHA  Scheff. 

Heterospatha  salomonensis  Beco.  sp.  n. 

Mediocris,  frondium  segmentis  concinnis  aequidistantibus, 
ensiformibus,  rectis,  superne  tantum  levissime  falcatis,  longe 
acuminatis,  apice  breviter  et  inaequaliter  bifìdo-bidentatis, 
pluricostulato-plicatis,  majoribus  38  cm.  longis,  2 cm.  latis, 
superioribus  sensim  decrescentibus,  subtus  minutissime 
punctulatis;  spadicibus  3-pìicato  ramosis,  ramulis  floriferis 
gracilibus,  rigidis,  angulosis,  tenuiter  furfuraceis,  sinuosis, 
20-25  cm.  longis,  basi  1.5  mm.  crassis  ; fructibus  pisifor- 


— 154  — 


tnibus,  6 mm.  diam.,  extus  conspicue  scabrido-liueolatis  ; 
albumine  profunde  ruminato. 

Descrizione.  — Dai  frammenti  di  foglie  che  ho  visto 
sembrerebbe  una  palma  di  mediocri  dimensioni.  Le  foglie 
possono  forse  raggiungere  la  lunghezza  di  2 metri;  la  por- 
zione apicale  di  una  che  ho  esaminato,  lunga  80  cm.,  è 
molto  regolarmente  pinnata  ed  ha  in  questo  tratto  25  seg- 
menti per  parte.  Il  rachide  è coperto  da  un  indumento 
forforaceo-rubiginoso  più  o meno  fugace  ; caduto  questo 
la  sua  superficie  rimane  scabridula  ; nella  parte  più  bassa 
della  porzione  esistente  (che  sembra  corrispondere  a circa 
la  metà  della  intiera  foglia)  il  rachide  è in  sezione  tran- 
sversa quasi  romboidale,  ossia  ha  un  angolo  piuttosto  acuto 
nella  faccia  inferiore  ed  uno  un  poco  più  pronunziato,  ma 
nemmeno  molto  prominente  nella  superiore;  le  faccio  late- 
rali (superiori)  sono  piane  e sopra  di  esse  s’ inseriscono 
i segmenti  ; 1’  angolo  superiore  si  continua  sino  all’  apice, 
divenendo  sempre  più  acuto,  ma  segnato  nel  centro  per 
tutta  la  sua  lunghezza  da  un  angustissimo  solco;  di  sotto, 
invece,  verso  l’alto  il  rachide  diventa  pianeggiante.  I seg- 
menti sono  concinni,  equidistanti,  inseriti  ad  un  angolo  di 
circa  45",  sono  discosti  (sopra  ogni  lato)  2.5-3  cm.  nella 
porzione  più  bassa,  ma  diventano  gradatamente  più  rav- 
vicinati verso  1’  apice,  dove  anche  i segmenti  divengono 
gradatamente  più  piccoli  senza  cambiar  di  forma  ; essi  sono 
dritti  sin  dalla  base  (non  sigmoidei),  ensiformi,  con  il  loro 
punto  più  largo  circa  alla  metà  ; da  questo  punto  sono 
gradatamente  attenuati  verso  la  base,  che  non  è molto 
acuta;  l’apice  non  è perfettamente  simmetrico,  ossia  è leg- 
germente falcato,  è però  molto  acuminato  e molto  breve- 
mente ed  inegualmente  bidentato-bifido  ; i segmenti  sono 
cartacei,  rigiduli,  molto  fragili  sul  secco,  pluricostulato- 
plicati,  coi  margini  leggermente  inspessiti,  opachi  o subcon- 
colori sulle  due  faccie  ; in  generale  oltre  alla  costola  me- 
diana hanno  2-3  costole  secondarie  per  lato,  tutte  molto 
sottili;  nella  pagina  inferiore  la  costola  mediana  porta 


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presso  la  base  alcune  rade  pagliette  brune  decidue;  i seg- 
menti più  grandi  sono  i più  bassi  (nella  sopra  rammen- 
tata porzione  di  fronda),  sono  lunghi  38  cm.  e larghi  2 cm.; 
i nervi  terziari  sono  numerosi,  assai  distinti,  specialmente 
ne. la  pagina  inferiore,  che  è resa  quindi  distintamente 
e finamente  striata  ed  è leggermente  più  pallida  della  su- 
periore; questa  sotto  una  forte  lente  apparisce  molto  fina- 
mente e fittamente  cosparsa  da  puntolini  bruni.  Venule 
transverse  non  apparenti. 

Gli  spadici  sembrano  relativamente  assai  grandi  ; quelli 
fruttiferi  formano  una  pannocchia  molto  diffusa,  3-plicato- 
ramosa  ; tutte  le  parti  assili  primarie  sono  fortemente  an- 
golose, molto  distintamente  striate  ed  intieramente  coperte 
da  un  tenue  indumento  forforaceo  color  tabacco  ; i rami 
sono  alterni,  ± a spirale,  ascendenti-eretti,  ed  hanno  un 
conspicuo  callo  ascellare  ; i rami  secondari  si  suddividono 
in  pochi  ramoscelli  fioriferi  ; questi  hanno  pure  un  callo 
ascellare  e sono  inseriti  ad  un  angolo  molto  acuto  ; sono 
sottili,  ± angolosi  e rigidi,  ± finamente  forforacei  ; nella 
parte  basilare  sono  spessi  1.5  mm.  e si  assottigliano  ancora 
verso  l’apice,  che  si  riduce  filiforme  ; sono  fittamente  si- 
nuosi fra  un  frutto  e l’altro  e lunghi  20-25  cm.  Le  bratte 
del  fiere  femineo  sono  basse,  a contorno  rotondato  ed  in- 
tiero, si  sovrappongono  per  i margini  e formano  una  bas- 
sissima cupola  alla  base  del  frutto. 

Il  frutto  è piccolo,  sferico,  di  6 mm.  di  diametro  ; peri- 
carpio sottile  a superficie  scabrida  per  effetto  dei  sotto- 
stanti sclerosomi,  lineari,  conspicui,  molto  prominenti  e 
relativamente  grandi  ; l’albume  è molto  profondamente  ru- 
minato. Il  perianzio  fruttifero  è completamente  spianato, 
con  i pezzi  della  corolla  larghissimi,  rotondati,  molto  ottu- 
samente apicolati. 

Habitat.  — Raccolta  da  Hombron  all’  Isola  St.  Georges, 
nell’Arcipelago  delle  Isole  Salomone,  durante  il  viaggio 
dell’Astrolabe  e della  Zélée  (1838-1840).  Herb,  di  Parigi  ; 
esemplare  comunicato  dal  prof.  Lecomte. 


— 156 


Osservazioni.  — L’esemplare  tipico  di  questa  specie  è 
incompletissimo  e ad  esso  non  è rimasto  che  un  solo  frutto. 
Nessun  dubbio  però  mi  sembra  possa  esistere  sulla  posi- 
zione generica  di  questa  Palma,  che  per  le  fronde  e per 
la  forma  del  frutto  ben  poco  si  distingue  dalle  Heterospatha 
delle  Filippine  a frutto  sferico,  e specialmente  dalla  H.  eletta; 
ma  il  frutto  della  H.  salomonensis  è caratteristico  per  i 
pronunziatissimi  sclerosomi  lineari,  che  ne  rendono  la  sua 
superficie  esterna  molto  scabra  e segnata  da  piccoli  rilievi 
allungati  e non  puntiformi. 


GULUBIA  Becc. 

Gulubia  cylindrocarpa  Becc.  sp.  n.  (Fig.  5). 

Gracilis,  elata,  caudice  25-30  m.  alto.  Frondium  segmentis 
numerosissimis,  aequidistantibus,  longitudinaliter  plicatis, 

c b a 


d 


Fig.  5.  — Gulubia  cylindrocarpa  Becc.;  a,  frutto  intiero;  b,  sezione 
longitudiuale  del  frutto  e del  perianzio;  c,  seme  visto  dal  lato  del  rate;  d, 
petalo  del  perianzio  fruttifero  al  quale  è rimasto  aderente  uno  staminodio. 
Tutte  le  figg.  ingrandite  circa  3 diam. 


sub-3-costulatis  ; majoribus  75  cm.  longis,  24  rem.  latis, 
superne  longe  attenuatis,  apice  breviter  bifido-denticulatis; 


fructibus  extus  levibus,  symmetricis,  teretibus,  oblongo-cy- 
lindraceis,  13-14  mm.  longis,  5 mm.  crassis,  vertice  abrupte 
in  apiculum  troncatum,  fere  centrale,  planum  terminatis  ; 
semine  tereti,  oblougo-c}  lindraceo,  utrinque  aequaliter  ro- 
tundato,  9 mm.  longo,  4 mm.  lato;  rapheos  ramis  perpaucis, 
omnibus  ab  apice  seminis  descendentibus,  parcissime  ra- 
mosis;  perianthio  fructifero  oupulaeformi,  3.5-4  mm.  alto. 

Descrizione.  — Gracile  ed  alta  sino  25-30  metri.  Le 
foglie , a giudicare  dalla  porzione  esistente,  debbono  essere 
lunghe  qualche  metro  ; rachide  a superficie  opaca  molto 
minutamente  punteggiato-squamulosa,  nella  parte  inter- 
media convesso  e nell’estremità  pianeggiante  di  sotto  ; di 
sopra  quasi  pianeggiante  e carinato  lungo  la  linea  mediana. 
Segmenti  numerosissimi,  equidistanti,  inseriti  sul  rachide 
ad  un  angolo  assai  acuto,  discosti  20-25  mm.  l’uno  dall’al- 
tro, drittissimi,  largamente  lineari,  attenuati  alquanto  in 
basso  dove  i margini  si  ripiegano  assai  fortemente  in  basso, 
e dove  si  attaccano  obliquamente  sul  rachide  : di  consistenza 
sono  cartacei  : di  sopra  sono  verdi,  opachi,  hanno  la  costola 
mediana  assai  forte,  acuta  e rilevata  con  l’accenno  di  altre 
due  costole,  una  per  parte,  alla  costola  mediana  ; di  sotto 
la  superficie  è biancastra,  la  costola  mediana  è poco  pro- 
minente: quivi  pure  esistono  due  costole  secondarie  molto 
tenui,  alternanti  con  quelle  superiori  ; il  lembo  poi  appa- 
risce nr  distintamente  plicato  longitudinalmente  lungo  le 
coste  superiori  ed  inferiori,  e quindi  lungo  5 linee  ; i mar- 
gini sono  ± distintamente  inspessiti  ; i segmenti  maggiori, 
(i  più  bassi  fra  quelli  da  me  visti)  sono  lunghi  73  cm.  e 
larghi  24  mm.  e lungamente  ristretti  in  una  punta  angu- 
sta, non  molto  acuminata,  brevemente  bifido-denticolata  ; 
i segmenti  superiori  diventano  gradatamente  più  corti, 
meno  ristretti  verso  l’apice  che  è troncato,  largo  circa  1 cm. 
e premorso-bidentato  ; i segmenti  prossimi  all’apice  sono 
lunghi  30-35  cm.,  larghi  15-18  cm.  e,  più  distintamente 
degli  altri,  troncati  e premorso-bidentati. 

Spacliei....  Frutti  simmetrici,  oblungo-cilindracei,  lunghi 


13-14  min.,  larghi  5 mm.,  rotondati  alle  due  estremità  ; al- 
l’apice sono  molto  bruscamente  contratti  in  un  cortissimo 
apicolo  terminato  da  una  superficie  orbicolare,  pianeggiante, 
larga  circa  0.8  mm.,  con  traccia  degli  stigmi  in  forma  di  una 
fessura  3-angolare.  La  superficie  esterna  del  frutto  è liscia 
e senza  asperità  o prominenze  cagionate  da  sottostanti  scle- 
rosomi.  Pericarpio  nell’insieme  molto  sottile;  epicarpio  pel- 
licolare; mesocarpio  formato  da  una  parte  carnosa  grumosa, 
scarsissima  e da  un  solo  strato  di  fibre  laminari  parallele,  in- 
divise, Tuna  strettamente  a contatto  con  l’altra  ; endocarpio 
sottile,  fragile.  Seme  attaccato  in  alto  della  loggia  un  poco 
da  lato,  oblungo-cilindraceo,  lungo  9 mm.,  largo  4 mm., 
egualmente  rotondato  alle  due  estremità  : ha  il  rafe  lata- 
mente lineare,  corrente  lungo  tutto  un  lato,  con  poche  di- 
ramazioni tutte  discendenti  dall’  alto  verso  la  base  e che 
si  ramificano  pochissimo.  Albume  omogeneo.  Embrione  ba- 
silare. 

Perianzio  fruttifero  cupolare-ciatiforme,  troncato,  alto 
3.5-4  mm.,  con  base  pianeggiante  ; sepali  e petali  appressi, 
coriacei,  fra  loro  simili,  assai  più  larghi  che  alti  ; sepali 
callosi  ed  ottusamente  gibbosi  in  basso,  lisci  (non  venoso- 
stnati)  ; petali  il  doppio  più  lunghi  dei  sepali,  oscuramente 
striati,  a contorno  rotondato  o leggermente  incavato-smar- 
ginato  nel  centro.  Staminodì  6,  piccolissimi,  dentiformi, 
triangolari. 

Habitat.  — Cresce  insieme  al  Clinostigma  Harlandi  nelle 
Nuove  Ebridi,  sul  Monte  Garigona,  nell’  Isola  Vanua  Lava, 
fra  i 300  ed  i 500  m.  sopra  il  livello  del  mare.  Nome  in- 
digeno « Motovul  ». 

Il  sig.  A.  E.  Harland,  che  ha  inviati  al  Prof.  U.  Martelli 
gli  esempiaridi  questa  Palma  insieme  a quelli  del  Clinostigma 
Harlandi,  scrive  di  essa  che  abita  sulla  montagna  più  in 
basso  di  questa  e che  il  suo  tronco  s’ innalza  dritto  e sot- 
tile come  un  manico  di  frusta  (whip  handle)  raggiungendo 
l’altezza  di  70-100  piedi,  sino  a portare  il  suo  ciuffo  di 
foglie  al  di  sopra  degli  altri  alberi  della  foresta. 


— 159 


É una  palma  molto  adoprata  dagli  indigeni  nelle  costru- 
zioni domestiche,  perchè  il  suo  tronco  si  fende  facilmente 
in  lunghe  e dritte  stecche  di  grande  durata,  non  essendo 
attaccate  dalle  formiche  bianche  altro  che  quando  queste 
non  trovano  un  legno  meno  duro. 

Osservazioni.  — E molto  affine  alla  Gulubia  moluccana, 
dalla  quale  differisce  per  il  frutto  terete-cilindraceo  e non 
obovato-clavato. 


Gulubia  Ramsayi  Beco.  sp.  n.  (Fig.  6,  A). 


Fructibus  oblongis,  levibus,  minime  costulatis,  utrinque 
rotundatis,  15-17  mm.  longis,  8 mm.  crassis,  areola  disci- 
formi  latiuscula  leviter  excentrica  terminatis  ; semine  ova- 
to-oblongo,  utrique  aequaliter  rotundato,  11  mm.  longo, 


Fig.  6,.A.  Gulubia  Ramsayi  Becc.  Frutto  maturo  con  metà  del  perianzio 
asportato  ed  il  seme  intiero  al  suo  posto.  Ingr.  del  doppio. 

Fig.  6,  B.  Gvilu-toia  Hombronii  Beco.;  a,  frutto  di  gr.  nat.  ; 6,  frutto  in- 
tiero ; c,  sezione  longitudinale  del  frutto  e del  perianzio.  Fig.  6,  c poco  più 
del  doppio  del  vero. 


6-6.5  mm.  crasso  ; rapheos  ramis  cónspicuis,  3 dorsalibus 
et  in  utroque  latere  4-5  horizontalibus  parcissime  anasto- 
mosantibus. 


— 160 


Descrizione.  — Frutti  lunghi  (senza  il  perianzio)  15-17 
min.  e larghi  7-8  mm.,  oblunghi,  egualmente  rotondati  alle 
due  estremità,  a superficie  unita,  nitida,  nè  corrugata,  nè 
costulata,  terminati  un  poco  eccentricamente  da  un’  areola 
disciforme  circolare,  sulla  quale  si  trovano  i resti  degli 
stigmi  poco  prominenti  ; in  causa  dell’eccentricità  dell’  a- 
reola  stigmatifera  un  lato  del  frutto  è un  poco  più  dritto  di 
quello  opposto,  che  è leggermente  curvo.  Pericarpio  nell’in- 
sieme sottile,  di  1 2-2  3 di  mm.  di  spessore  sul  secco;  l’epicar- 
pio è nitido,  sottile,  pellicolare;  il  mesocarpio  è scarso,  gru- 
moso nella  parte  esterna,  ed  in  quella  più  interna  percorso 
da  uno  strato  di  assai  forti  fibre  longitudinali,  sottili  e com- 
planate; endocarpio  sottile,  legnoso,  fragile,  aderente  al  me- 
socarpio, lucido  internamente.  Seme  ovato-oblungo,  lungo 
11  mm.,  largo  7 mm..  egualmente  rotondato  alle  2 estre- 
mità, attaccato  lateralmente  alla  loggia  per  oltre  la  metà 
inferiore  della  sua  lunghezza,  con  4-5  diramazioni  del  rafe 
molto  distinte,  che  si  partono  quasi  orizzontalmente  da  una 
parte  e dall’altra  del  rafe  stesso  e si  inarcano  sui  lati  ; 
altre  2-3  diramazioni  scavalcano  l’apice  del  seme  e percor- 
rono tutto  il  dorso  di  questo  e leggermente  anastomosan- 
dosi  con  i rami  laterali  si  riuniscono  intorno  alla  fossetta 
dell’embrione  ; l’albume  è osseo,  radiante  lungo  una  linea 
centrale  ; l’embrione  è perfettamente  basilare.  Altre  parti 
mancano. 

Habitat.  — I frutti  maturi  di  questa  Palma  vennero 
raccolti  dal  sig.  Ramsay  a Port  Essington,  nella  parte  più 
settentrionale  dell’Australia,  nella  Penisola  di  Cobourg,  e 
vennero  inviati  al  Barone  Ferd.  v.  Mueller,  che  li  cre- 
dette appartenenti  ad  una  nuova  specie  di  Feritici,  che  però 
non  trovo  che  egli  abbia  mai  pubblicata.  A me  sono  stati 
comunicati  dal  sig.  A.  G.  Ewart,  Direttore  del  «National 
Herbarium  » di  Melbourne. 

Osservazioni.  — Per  i suoi  frutti  relativamente  grandi 
non  costulati  ed  egualmente  rotondati  alle  due  estremità 


— 161  — 


si  distingue  facilmente  dalle  altre  specie  del  genere.  È que- 
sta la  seconda  specie  di  Gulubia  crescente  in  Australia, 
dovendosi  riportare  a questo  genere  anche  la  Hydriastele 
costata  Bailey  (=  Gulubia  costata  Becc.)  (1). 

Gulubia  Hombronii  Becc.  sp.  n.  (Fig.  6,  B a,  b,  c ). 

Elata  (?),  caudice  12-14  cm.  diam.  (?).  Frondium  seg- 
menti superioribus  acute  3-costulato-plicatis,  ensifor- 
mibus,  rectissimis,  longe  acuminati,  45  cm.  longis,  2 cm. 
latis  ; spadicis  ramulis  non  numerosis,  circ.  45  cm.  longis, 
subteretibus  vel  obscure  tetragoni,  3.5-4  mm.  diam.;  flo- 
ribus  regulariter  4-seriatis;  fructibus  levibus,  clavato-oblon- 
gis,  levissime  gibbosis,  17  mm.  longis,  6.5  mm.  crassis,  apice 
excentrico  ; seminibus  teretibus,  ovato-oblongis,  1 1 mm. 
longis,  5 mm.  crassis  ; perianthio  fruttifero  cupulari.  trun- 
cato,  5 mm.  alto. 

Descrizione.  — A giudicare  dalla  base  abbracciante  di 
uno  spadice  fruttifero  sembra  una  palma  con  un  tronco  di 
12-14  cm.  di  diametro,  probabilmente  elato  come  le  con- 
generi. Una  porzione  di  foglia,  che  ritengo  appartenga  allo 
spadice  descritto  e che  consiste  in  una  parte  apicale  con 
pochi  segmenti,  ha  il  rachide  bifaciale  di  sopra,  pianeg- 
giante, nitido  e minutamente  puntulato-impresso  di  sotto, 
ed  ha  un  piccolo  solco  longitudinale  lungo  il  centro  ; i seg- 
menti sono  acutamente  3-costulato-plicati,  inseriti  ad  un 
angolo  molto  acuto,  sottilmente  coriacei,  rigidi,  ensiformi, 
drittissimi,  lungamente  acuminati,  opachi,  finamente  ma 
acutamente  striati  sulle  due  faccio  da  numerosi  nervi  ter- 
ziari e più  pallidi  di  sotto  che  di  sopra;  margini  fortemente 
inspessiti  ; venule  transverse  indistinte  ; nella  pagina  infe- 
riore la  costola  mediana,  per  il  tratto  di  3-4  cm.,  è prov- 
vista di  fitte  pagliette  lineari  ; i segmenti  maggiori  fra 


(1)  Vedi:  F.  Manson  Bailey  in  « The  Queensland  Agricultural  Journal 
voi.  XXIII,  Part  1,  July  1909,  p.  35. 


162  — 


quelli  esistenti,  che  come  è stato  detto  appartengono  alla 
parte  apicale  della  fronda,  sono  lunghi  45  cm.  e larghi 
2 cm.  ; i 2 segmenti  terminali  sono  completamente  liberi 
alla  base  ed  assai  più  stretti  e più  corti  degli  altri. 

Spadici  scopeformi,  con  brevissima  parte  pedicellare,  e 
con  pochissimi  rami  fioriferi  (7  nell’esemplare  esaminato), 
tutti  eguali  e che  si  partono  quasi  dalla  medesima  altezza  ; 
parte  pedicellare  dilatata  in  una  base  abbracciante,  semi- 
lunare, crasso-legnosa,  che  bruscamente  si  restringe  in  un 
collo  breve,  schiacciato,  sul  quale  si  vedono  le  cicatrici 
dell’attacco  di  due  spate  complete  ; i ramoscelli  fioriferi 
sono  lunghi  circa  45  cm.,  subtereti  o molto  oscuramente 
4-angolari,  di  3.5-4  mm.  di  diam.  dalla  base  sino  presso  al- 
l’apice, dove  solo  si  assottigliano:  sono  glabri  e rugulosi  (per 
il  disseccamento),  portano  i fiori  regolarissimamente  dispo- 
sti lungo  4 serie  ; hanno  i pulvinuli  dei  fiori  superficiali  e 
nella  parte  bassa  discosti  10-12  mm.,  verso  l’estremità  solo 
6-7,  orbiculari,  di  2 mm.  di  diam.,  contornati  da  angustis- 
sime bratte  semicircolari  scariose  ; anche  la  brattea  infe- 
riore è strettissima,  semicircolare  e con  appena  un  accenno 
di  punta;  le  cicatrici  dell’attacco  dei  fiori  maschili  sono 
lineari,  leggermente  rilevate  e situate  lateralmente  in  alto 
della  cicatrice  del  fiore  femineo. 

Frutti  molto  nettamente  4-seriati,  perfettamente  orizzon- 
tali, oblungo-subclavati,  17  mm.  lunghi  (compreso  il  pe- 
rianzio), spessi  6.5  mm.,  molto  ottusamente  apicolati,  leg- 
germente asimmetrici  o con  1’  apice  un  poco  obliquo  e 
leggermente  gibbosi,  a superficie  perfettamente  liscia  ; sul 
secco  sono  oscuramente  corrugati  per  il  lungo  ed  anche 
allorché  fatti  rinvenire  con  l’ebollizione  prolungata  riman- 
gono molto  superficialmente  costulato-angolosi  (forse  anche 
sul  fresco  ?).  Pericarpio  nell’  insieme  sottile  ; epicarpio  pel- 
licolare ; mesocarpio  formato  da  una  parte  carnoso-grumosa, 
scarsissima  e di  un  solo  strato  di  fibre  laminari  parallele; 
endocarpio  sottile.  Seme  ovato-oblungo,  terete,  rotondato 
alle  2 estremità,  lungo  11  mm.,  largo  6 mm.  Albume  omo- 
geneo. Embrione  basilare. 


— 163 


Perianzio  fruttifero  dipolare,  ciatiforme,  alto  5 mm.,  tron- 
cato, con  base  pianeggiante  larga  4 mm.;  sepali  più  larghi 
che  alti,  a contorno  rotondato,  ottusamente  carenati  sul 
dorso,  lisci,  callosi  e gibbosuli  in  basso,  a margine  sottile 
intiero  o quasi  e minutissimamente  ciliolato  ; petali  di  un 
terzo  più  lunghi  dei  sepali,  suborbiculari,  a contorno  pure 
minutissimamente  ciliolato,  rotondato,  inconspicuamente  api- 
culato  nel  centro,  verso  il  quale  convergono  alcuni  nervi 
non  molto  forti.  Staminodì  piccolissimi,  dentiformi,  a quanto 
sembra  in  numero  di  3 soltanto. 

Habitat.  — Polinesia  : nell’  Isola  St.  Georges  del  gruppo 
delle  Isole  Salomone,  raccolta  da  M.  Hombron  durante  il 
viaggio  dell’Astrolabe  e della  Zélée  (1838-1840).  (Herb,  di 
Parigi,  esemplare  comunicato  dal  prof.  Lecomte). 

Osservazioni.  — L’esemplare  su  cui  è fondata  questa 
specie  consiste  nella  sola  parte  apicale  di  una  fronda  ed 
in  uno  spadice  con  frutti  prossimi  a maturità.  Questi  allo 
stato  secco  sono  molto  raggrinziti  per  il  lungo,  ma  fatti 
lungamente  bollire  nell’  acqua  con  l’aggiunta  di  un  poco 
di  soda  hanno  preso  la  forma  sopra  descritta,  che  ritengo 
sia  quella  che  debbono  avere  allo  stato  fresco.  E affine 
alla  G.  moluccana,  ed  i frutti  per  la  forma  sono  similis- 
simi a quelli  di  questa  specie,  ma  sono  considerevolmente 
più  grandi. 


ARECA,  Limi. 

Areca  Rechingeriana  Beco.  sp.  n. 

Caudice  6-7  cm.  diam.  ; foliis....  ; spadice  fructifero  re- 
curvo, circ.  25  cm.  longo,  parte  pedicellari  brevi,  parte 
axili  crassiuscula  indivisa:  floribus  foemineis  solitariis,  usque 
ad  spadicis  apicem  spiraliter  et  remotiuscule  insertis  ; pe- 
rianzio fructifero  urceolato-campanulato,  13-14  mm.  longo. 
9-10  mm.  lato  ; sepalis  et  petalis  subconformibus,  usque 


164  — 


ad  apicem  virescentibus  (minime  exsuccis)  ; sepalis  acutis 
subpungentibus  ; corolla  calycem  paullo  superanti,  petali s 
brevissime  apiculatis;  fructibus  (immaturis)  anguste  oblcngo- 
ellipticis  vel  subclavato-ellipticis,  utrinque  rotundatis,  su- 
perne rotundatis  ed  in  vertice  areola  circulari  in  medio 
apiculata  notatis. 

Descrizione.  — Dalla  base  dello  spadice  il  tronco  si  giu- 
dica di  6-7  cm.  di  diam.  Lo  spadice  fruttifero  è nell’  in- 
sieme lungo  circa  25  cm.,  è reflesso,  ed  ha  una  parte  pe- 
duncolare  lunga  circa  3 cm.,  spessa  circa  1 cm.,  un  poco 
compressa  e dilatata  molto  bruscamente  in  una  base  crassa 
semilunare  ; la  parte  assile  è piuttosto  crassa,  spessa  in 
basso  7-8  mm.,  un  poco  assottigliata  verso  l’apice,  dove  è 
sempre  5-6  mm.  di  diam.:  è oscuramente  angolosa  e legger- 
mente sinuosa  fra  un  flore  femineo  e 1’  altro,  essendoché 
questi  fiori  non  sono  addensati  intorno  all’asse,  ma  lasciano 
degli  spazi  a nudo  di  sino  10-15  mm.,  fra  quelli  che  riman- 
gono sopra  una  medesima  linea.  I fiori  feminei  sono  inse- 
riti spiralmente,  ma  senza  una  grande  regolarità  e sono 
solitari,  i più  bassi  sono  un  poco  deflessi,  sono  portati  da 
un  pedicello  crasso  spesso  4-5  mm.,  lungo  5-8  mm.  e più  o 
meno  compresso  ed  angoloso.  I fiori  superiori  sono  orizzon- 
tali, sessili  o quasi,  e riposano  sopra  un  ringrosso  o fulcro 
tubercoliforme;  dall’apice  e da  un  lato  del  pedicello  o del 
ringrosso  tubercoliforme  nasce  un  gracile  ramoscello  fiori- 
fero che  porta  soli  fiori  maschi,  e che  forse  col  tempo  si 
disarticola  e cade,  nemmeno  uno  essendo  presente  nell’esem- 
plare che  io  ho  studiato;  alla  base  del  fiore  femineo  non  vi 
sono  che  bratteole  inconspicue,  ridotte  ad  un  semplice  orlo. 

Il  perianzio  fruttifero  è lungo  13-14  mm.,  è campanulato- 
urceolato,  ed  ha  9-10  mm.  di  diam.  ; i sepali  ed  i petali 
sono  subconformi,  verdi,  suberbaceo-scariosi  sino  all’apice  e 
mai  diventano  essucchi  o marcescenti  ; i sepali  sono  lar- 
gamente ovati  e si  terminano  in  una  punta  piuttosto  ri- 
gida, carinata  sul  dorso  ; petali  un  poco  più  lunghi  dei 
sepali,  molto  larghi,  molto  bruscamente  contratti  in  un  pie- 


— 165  — 


colo,  ma  ben  distinto  apicolo.  Staminodì  6,  piccoli  trian- 
golari, dentiformi,  discosti  1’  uno  dall’altro. 

Frutti  angustamente  ovato-ellittici,  egualmente  rotondati 
alle  due  estremità,  lunghi  3 cm.  compreso  il  perianzio,  e di 
13  mm.  di  diam.,  terminati  da  una  piccola  areola  circolare 
che  porta  nel  suo  centro  un  piccolissimo  apicolo  (resti  de- 
gli stigmi). 

Sono  forse  riferibili  alla  A.  Bechingeriana  alcuni  ramo- 
scelli con  soli  fiori  maschili,  raccolti  pure  da  Rechinger  a 
Kieta  (N.°  3992)  e che  indubbiamente  appartengono  ad  una 
Areca  della  sezione  Balanocarpus,  ma  che  differiscono  da 
quelli  della  forma  di  Areca  macrocaìyx  che  cresce  pure 
nelle  Isole  Bougainville.  Questi  ramoscelli  sono  lunghi 
13-17  cm.,  hanno  i fiori  gemini  in  basso  e solitari  in  alto. 
I fiori  sono  lunghi  5 mm.,  assai  più  acuminati  di  quelli 
della  A.  macrocaìyx;  gli  stami  sono  6 ; il  calice  è piccolis- 
simo ed  ha  3 denti  acuminati;  petali  lanceolati  acuminati 
fortemente  striati;  il  rudimento  d’ovario  od  è piccolissimo 

0 manca  affatto,  per  quanto  mi  è stato  possibile  di  verifi- 
care sui  fiori  di  già  aperti. 

Habitat.  — Scoperta  dal  dott.  Rechinger  nel  1905  a 
Kieta  nelle  Isole  Bougainville. 

Osservazioni.  — Specie  di  un  tipo  assai  differente  da 
tutte  quelle  sino  a qui  note,  ma  che  rientra  nel  gruppo 
Balanocarpus  per  lo  spadice  con  parte  assile  indivisa  e per 

1 suoi  ramoscelli  fioriferi  raccorciati,  crassi,  brevissimi  e 
portanti  un  sol  fiore  femineo  assai  voluminoso  in  basso  e 
subito  contratti  al  di  là  di  questo  in  un  ramoscello  sottile, 
sul  quale  sono  inseriti  numerosi  fiori  maschili,  del  resto 
esattamente  come  nell’  A.  macrocaìyx  ed  affini.  Soltanto 
nell’  A.  Bechingeriana  i fiori  feminei  non  sono  così  adden- 
sati da  nascondere  completamente  l’asse  dello  spadice;  ma 
sono  invece  alquanto  discosti  fra  di  loro,  tanto  che  anche 
allo  stato  fruttifero  l’ asse  dello  spadice  rimane  scoperta 
negli  interstizi  fra  un  frutto  e l’altro. 


li 


/ 


NUOVE  SPECIE  DI  “ FREYCINETIA  „ 

PER 

UGOLINO  MARTELLI 


Sectio  I.  - OLIGOSTIG-MA. 

Freycinetia  bornensis  n.  sp. 

Caulis  5 mill,  crassus,  internodis  circiter  2 cent,  longis. 
Folia  patentissima  inter  se  nonnihil  dissita,  submembra- 
naceo-chartacea,  utrinque  striata,  subtus  pallidiora,  longi- 
tudinaliter  remotiuscule  venosa  et  transverse  remotiuscule 
tessellata,  oblanceolata,  subabrupte  acuminato-cuspidata, 
apice  plicato  et  breviter  recurvo,  in  cuspidem  longiuscu- 
lam,  trigonam,  subulatam,  continuato  ; in  parte  basilari  sen- 
sim  attenuata,  basi  circiter  1 cent,  lata,  ibique  brevissime 
canaliculata  et  breviter  vaginantia  ; laminae  marginibus, 
in  parte  intermedia,  levibus,  in  quartana  inferiorem  par- 
tem subpatule  et  breviter  dentatis,  in  quartana  superiorem 
partem  serratis,  dentibus  longiusculis,  acutis  ; costa  media 
subtilis,  prominula,  in  tertiam  superiorem  partem  tantum 
spinulosa.  Inflorescentia  foeminea  ad  apicem  ramulorum, 
terna  (?)  ; pedicellis  brevibus,  16  mill,  longis,  8 mill,  crassis, 
scabriusoulis,  attamen  non  squamulosis.  Syncarpia  (imma- 
tura) subglobosa,  12  mill.  diam.  Baccae  (immaturae)  breves, 
5 mill,  longae,  3 mill,  latae,  obconicae,  parte  apicali  libera 
2 mill,  longa,  rotundata,  acute  anguiosa,  summo  vertice 
abrupte  elevato,  1 mill,  longo  et  crasso,  acute  prismatico- 
subpyramidato,  trimcato.  Stigmata  duo  vel  tres  latiuscula, 
confluentia. 

Habitat.  — Borneo  olandese.  (Jaheri,  1896-97  n.  925;  in 
herb.  Buitenzorg). 


— 168  — 


Freycinetia  lucida  n.  sp. 

Caulis  8 mill,  crassus.  Folia  conforta,  imbri cata,  coriacea, 
rigida,  recta,  ascendenza,  40-43  cent,  longa,  linearia,  11-12 
mill,  lata,  superne  sensim  attenuata  et  acuminato-subulata, 
supra  nitens  et  sulco  mediano  angusto  longitudinaliter 
percursa,  apicem  versus  limbo  convexo-subrevoluto,  et  se- 
riatim dentium  forma  impresso,  pagina  inferiori  glaucescenti, 
crebre  sed  superficialiter  longitudinaliter  nervoso-striata,  in- 
ferno breviter  canaliculata,  basi  (3  cent,  longa)  amplectentia- 
subvaginantia  ; auriculis  2 */„  cent,  longis,  6 mill,  latis,  mem- 
branaceis,  ad  margines  crebre  et  minute  fimbriato-denticu- 
latis,  apice  truncato  et  subintegro  ; laminae  marginibus 
acute  dentato-serratis,  dentibus  brevissimis  ; costa  media 
subtus  circiter  in  quartana  inferiorem  partem  inermi,  cae- 
tero  brevissime  subappresse  acute  spinuloso-serrata.  Spa- 
tkae  foliis  simillimae  sed  breviores,  inferne  dilatatae  et 
concavo-naviculares.  Inflorescentia  apicalis,  terna  ; pedi- 
cillis  2 cent,  longis,  3 mill,  crassis,  scabridis  nec  squamu- 
losis.  Syncarpia  (novella)  oblonga.  Stigmata  duo. 

Habitat.  — Borneo  olandese  ad  Amai-Ambit.  (Hallier, 
1893-94,  Borneo  expeditie,  assieme  al  n.  3188  ; in  kerb. 
Buitenzorg). 

Freycinetia  Winkleriana  n.  sp. 

Caulis  7 mill,  crassus,  internodis  brevibus,  fere  1 cent, 
longis  ; folia  imbricata,  conferta,  coriacea,  lineari-ensifor- 
mia,  sursum  sensim  attenuato-subulata,  45-55  cent,  longa, 
9 mill,  lata,  basin  versus,  brevi  tractu,  paullo  sensim  an- 
gustata,  in  pagina  inferiori  minute  longitudinaliter  crebre 
venosa,  in  superiori  anguste  canaliculata  et  in  dimidiam 
superiorem  partem  marginibus  revolutis,  ibique  utrinque 
dentium  impressionibus  notata;  parte  basilari  5 cent,  longa, 
dilatata  et  semiamplectenctia  ; auriculis  submembranaceis 


— 169  — 


angustiusculis,  superne  ambitu  leviter  rotundatis,  apice 
angusto,  obtuso  et  vix  fimbriato-dentato  ; laminae  margi- 
nibus  per  totam  longitudinem  crebrerrime  irregolariter 
dentato-serratis,  dentibus  crassiusculis,  brevissimis  ; costa 
media,  tertia  inferiori  parte  excepta,  crebrerrime  et  mi- 
nutissime spinuloso-serrata.  Spathae  rubrae,  latae,  lanceola- 
tae,  sensim  sursum  in  laminam  folii  simillimam  longe 
protractae.  Syncarpia  terna,  pedicel!  ata  ; pedicellis  1 ljt  cent, 
longis,  3 mill,  crassis  apicem  versus  tantum  paullo  pi- 
loso-squamulosis  ; parte  fructifera  (immatura)  cylindracea,  3 
cent,  longa,  6 mill,  crassa.  Baccae,  immaturae,  prismaticae? 
stigmata  duo. 

Habitat.  — S.  0.  Borneo,  nelle  foreste  vergini  di  Dj ili, 
22  Agosto  1908.  (H.  Winkler  n.  3313;  in  herb.  Berlino). 

E molto  affine  alla  F.  confusa  Ridi. 

Treycinetia  ceramensis  n.  sp. 

Caulis  7 mill,  crassus;  folia  dense-conferta,  imbricata,  rec- 
tiuscula,  divaricato-ascendentia,  chartacea,  lineari-lanceo- 
lata,  13-14  mill,  lata,  40-50  cent,  longa  sursum  sensim 
attenuata  et  longe  acuminato-subulata,  basin  versus  laevi- 
ter  angustata,  parte  basilari  3 cent,  longa  vaginantia  ; 
auriculis  chartaceis,  fere  in  toto  margine  spinuloso-ciliatis, 
apice  acutis,  plus  minusve  liberis  ; laminae  marginalibus, 
basi  et  apicem  versus  brevissime  et  minute  spinuloso-ser- 
rulatis  ; costa  media  subtus  fere  e medio  usque  ad  apicem 
remote  minuteque  spinulo-a.  Inflorescentia  foeminea  termi- 
nalis,  terna;  pedicellis  3 ‘/g  cent,  longis,  laevibus,  4 mill,  cras- 
sis. Syncarpia  (immatura)  5 cent,  longa,  12-18  mill,  crassa. 
Baccae  numerosissimae  confertae,  elongatae,  breviter  in  apice 
liberae,  ibique  anguloso-subpyramidatae,  vertice  truncato 
annulato.  Stigmata  duo  opposita. 

Habitat.  — Isola  di  Ceram.  (G-.  H.  de  Yriese,  1857-61; 
in  herb.  Leiden). 


Freycinetia  amboinensis  n.  sp. 


Caulis  circiter  1 */s  cent,  crassus,  internodis  brevissimis. 
Folia  conforta,  imbricata,  arcuato-patentia,  late  linearia, 
60  cent,  longa,  18-20  mill,  lata,  apicem  versus  tantum 
sensim  et  rigide  attenuato-acuminata,  coriacea,  utriuque 
crebre  et  manifeste  longitudinaliter  venoso-striata,  in  pa- 
gina inferiori  plus  minusve  incerte  tessellata  et  in  folia 
adulta,  subvitro,  punctis  minutissimi  fere  ferruginei  con- 
spersa,  basin  versus  arcuata  et  vix  attenuata,  longo  tractu 
plicata  et  supra  anguste  canaliculata,  basi  semiamplecten- 
tia  ; auriculis  submembranaceis,  supra  minutissime  punctu- 
lato-impressis,  5 ‘/2  cent-  longis,  12  mill,  latis,  lanceolatis, 
apice  breviter  libero,  subacuto  et  fimbriato  ; laminae  mar- 
ginibus  basin  versus,  brevi  tractu,  patule  dentato-serratis, 
dentibus  brevissimis;  costa  media  acuta,  prominula,  inermi 
vel  apicem  versus  minute  calloso-dentata.  Inflorescentia 
foeminea  solitaria  vel  duplex,  terminali,  etiam  terna  vel 
quaterna,  pedunculo  communi  anguioso,  in  parte  apicali 
piloso-scabrido  ; pedicellis  2 */4  cent,  longis,  5 mill,  crassis. 
Syncarpia  (immatura)  cylindracea,  3 1 2-5  cent,  longa,  1 
cent,  crassa.  Baccae  (immaturae)  prismaticae,  usque  ad 
apicem  appropinquatae,  in  summo  vertice  planae.  Stigmata 
duo  confluenti. 

Habitat.  — Amboina.  (Teysman;  in  berb.  Buitenzorg). 


Freycinetia  dubia  n.  sp. 

Caulis  6 mill,  crassus,  internodis  5-10  mill,  longis  ; folia 
late  patentia,  inferiora  reflexa,  subcoriacea,  levia,  lanceolata, 
11-13  cent,  longa,  2 4/a— 3 cent,  lata,  apicem  versus  plicato- 
canaliculata  et  acumino  brevi,  falcato  terminata,  basi  paullo 
angulata,  supra  in  medio  angustissime  sulcata,  subtus  re- 
mote et  obsolete  longitudinaliter  venosa,  in  ima  basi  semi- 


— 171  — 


amplectentia,  minime  vaginantia;  auriculis  submembrana- 
ceis  cito  evanescentibus,  lanceolati,  acutis,  2 cent,  longis;  la- 
minae marginibus  et  costa  media  inaermibus,  in  acumino 
tantum  minutissime  denticulatis.  Inflorescentia  foeminea 
terminalis,  terna,  pedicellis  brevibus,  1 1 , cent,  longis,  2 
mill  crassis,  apicem  versus  vix  squamulosis,  caeterum  levi- 
bus.  Syncarpia  (immatura)  oblonga,  1 cent,  longa,  5 mill, 
crassa.  Baccae  usque  ad  apicem  succulentae?  Stigmata  duo 
confluentia. 

Habitat.  — Amboina.  (Boerlage  et  Smith,  Luglio  1900, 
n.  458;  in  herb.  Buitenzorg). 

Freycinetia  koordersiana  n.  sp. 

Caulis  alte  foliosus,  7 mill,  crassus,  internodis  12-14 
mill,  longis  ; folia  subimbricata,  recta,  subito  supra  basin 
subabrupte  erecto-patentia,  anguste  lanceolata,  acuminata, 
20-23  cent,  longa,  10-14  mill,  lata,  basin  versus  sensim 
paullo  attenuata,  ibique,  tractu  3 cent,  longo,  semivagi- 
nantia,  subtus  longitudinaliter  crebrerrime  minute  striato- 
venosa  ; auriculis  cito  deciduis,  3 cent,  longitudine  pu- 
tantur  (non  vidi 4 ; laminae  marginibus,  in  parte  basilari, 
brevissimo  tractu,  perpaucis  dentibus  brevibus  rectis,  cras- 
siusculis,  patentibus  armatis,  caeterum  laevibus,  extremo 
apice  crenatis  vel  obscure  denticulatis  ; costa  media  in  ter- 
tiam  superiorem  partem  tantum  remote  et  acute  spinescenti. 
Inflorescentia  foeminea  terminalis,  terna  ; pedicellis  3 cent, 
longis,  4 mill,  crassis,  apice  squamuloso-scabridis,  caeterum 
quadricostulatis  et  secus  costulas  squamulosis.  Syncarpia 
(immatura)  cylindracea,  5-6  cent,  longa,  8 mill,  crassa  ; 
baccae  (immatur^e)  prismaticae,  earum  parte  apicali  libera 
longiuscula,  1 mill,  longa,  acute  costulata,  pyramidata, 
apice  angusto,  annulo  vix  prominulo  cincto.  Stigmata  duo, 
raro  tres,  confluentia. 

Habitat.  — Celebes  nella  Provincia  di  Minahassa  Me- 
nado  (Koorders  n.  18461  ; in  herb.  Buitenzorg). 


172 


Freycinetia  timorensis  n.  sp. 

Folia  superiora  mihi  tantum  nota,  conforta,  imbucata, 
adscendentia,  subpergamenacea,  loriformia,  2 1 , cent,  lata, 
sursum  sensim  attenuato-acuminata,  60  cent,  longa,  inferno 
longe  canaliculata,  basi  late  amplectentia,  utrinque  longi- 
tudinaliter  crebre  et  validiuscule  venoso-striata,  subtus 
leviter  tessellata  ; auriculis  rudimentariis  subbrevibus,  an- 
gustis,  tenuiter  membranaceis  ; laminae  marginibus  basi, 
brevi  tractu,  dentibus  brevissimis,  horizontalibus  munitis, 
caeterum  levibus  vel  apicem  versus  incerte  denticulatis  ; 
costa  media  subtus  prominula,  apicem  versus  tantum,  paullo 
vel  obsolete  spinuloso-denticulata  ; foliis  superioribus  spa- 
thaceis,  costa  media  basin  versus  minute  et  crebre  ser- 
rata. Inflorescentia  foeminea  terna,  spathis  plurimis  invo- 
luta ; spathae  foliis  similes  sed  multo  breviores  et  latiores; 
pedicellis  2 1 , cent,  longis,  5 mill,  crassis,  squamularum 
seriebus  nonnullis  longitudinalibus  praeditis.  Syncarpia  (im- 
matura) cylindracea,  8-3  1 2 cent,  longa,  1 cent,  crassa, 
Baccae  (immaturae)  prismaticae,  in  vertice  coronatae.  Stig- 
mata duo,  confluentia  ; staminodia  brevissima. 

Habitat.  — Isola  Timor.  (Forbes,  n.  3839  ; in  herb.  Bui- 
tenzorg). 


Freycinetia  andajensis  n.  sp. 

Caulis  robustus  (?).  Folia  ultra  metralia,  cartilagineo-sub- 
coriacea,  late  linearia,  apicem  versus  latiora,  ibique  6 cent, 
lata,  deinceps  sensim  usque  ad  basin  leviter  decrescentia,  ibi- 
que 3 */,  cent,  lata,  apice  acuta,  in  cuspidem  trigonam,  vali- 
dam,  terminata,  in  pagina  superiori  minute  striatula,  subtus 
glauca,  minutissime  et  crebre  venoso-striata,  in  parte  basi- 
lari 13  cent,  longa  et  amplectentia,  utrinque  obscure  tessel- 
lata; auriculis  15-17  cent,  longis,  1 */,  cent,  latis,  basin  versus 


— 173 


cartilagineis,  apicem  versus  membrauaceis,  ibique  falcato- 
rotundatis;  laminae  marginibus  ultra  medium,  brevi  tractu, 
inermibus,  caeterum  minute  et  brevissime  crebre  dentato- 
serratis,  basin  versus  dentibus  latis,  acutis,  patentibus,  flac- 
cidis;  costa  media  in  pagina  inferiori  subtili,  et  prominula 
in  parte  apicali  tantum  crebre  et  minute  spinulosa-serrata. 
Spathae  decrescentes,  exteriores  40  et  ultra  cent,  lon- 
gae,  8 cent,  latae,  lanceolato-acuminatae,  cuspidatae,  car- 
nosae,  in  sicco  utrinque  crebre  et  valde  venoso-striatae, 
apicem  versus  foliaceae  et  plicato-falcato-recurvae  ; mar- 
ginibus, parte  intermedia  excepta,  serratis  ; costa  media 
acute  prominenti,  e medio  usque  ad  apicem  spinulosa.  Spa- 
thae interiores  carnosae,  late  triangulari-lanceolatae,  con- 
cavo-naviculares,  acuminatae  et  trigono-cuspidatae  vel  acu- 
tae,  25-22  cent,  longae  7-9  cent,  (ad  basin)  latae,  utrin- 
que crebre  venosae  et  valide  striatae,  marginibus  apicem 
versus  et  costa  media,  tertia  inferiori  parte  excepta.  cre- 
bre irregulariter  serratis.  Inflorescentia  mascula  terna  vel 
quaterna,  elongata  ; pedicellis  5 cent,  longis,  5-7  mill, 
latis,  longitudinali  ter  minute  fibroso-striatis  nec  squamu- 
loso-scabridis  ; parte  staminifera  cylindracea,  valida,  densa, 
9-10  cent,  longa,  13-14  mill,  crassa  ; filamentis  tenuibus, 
4 mill,  longis  ; antheris  parvis,  oblongis.  Inflorescentia 
foeminea,  terna  vel  quaterna,  pedicellis  uti  in  inflorescentia 
mascula.  Syncarpia  (immatura)  cylindracea,  11-12  cent, 
longa,  15-20  mill.  lata.  Baccae  (immaturae)  prismaticae, 
columnares,  5 mill,  longae,  1 mill,  crassae,  apice  plano  ; 
stigmata  duo  opposita,  annido  elevato  cincta  ; staminodia 
tenuia,  elongata. 

Habitat.  — Nuova  Guinea  olandese  ad  Andai.  (Becc.  1872, 
n.°  72  P.  P.  n.°  604  ; in  herb.  Beccari). 

Treycinetia  arfakiana  n.  sp. 

Caulis  in  parte  superiori  foliaceus,  fere  1 cent,  crassus, 
internodis  1 ‘/»  cent,  longis.  Folia  conferta,  imbricata,  late 


— 174  — 


linearia,  apice  sursum  attenuato-acuminata,  coriacea,  40  cent, 
longa,  4 cent,  lata,  marginata,  supra  levia,  subtus  venoso- 
striata  et  reticulato-tessellata,  basin  versus  sensim  paullo 
attenuata,  plicato-canaliculata,  amplectentia  ; auriculis  sub- 
membranaceis,  8 mill,  latis  et  fere  6 cent,  longis,  arcuatis, 
apice  acutis  ; laminae  marginibus  levibus,  basi  tantum 
brevissimo  tractu,  remotiuscule  dentatis,  dentibus  brevi- 
bus,  caeterum  et  in  acumine  calloso-denticulatis  ; costa 
media  subtilis,  prominula,  acuta,  e medio  usque  ad  apicem 
spinis  raris,  minutis  praedita.  Inflorescentia  foeminea  ra- 
cemosa, conferta,  6-7  spicata,  terminalis.  Spathae  cito  de- 
ciduae (non  vidi);  pedunculus  communis  longiusculus,  tri- 
gonus,  1 cent,  crassus;  pedicellis  4-5  */,  cent,  longis,  2-4  mill, 
crassis,  sublevibus,  nec  squamuloso-scabridis.  Syncarpia 
cjdindracea  (immatura),  6-7  cent,  longa,  10-11  mill,  crassa. 
Baccae  (immaturae)  prismaticae,  4 mill,  longae,  apice 
sub-piano;  stigmata  duo,  raro  tres;  staminodia  subbrevia, 
filamentis  latiusculis,  antherarum  rudimentis  hastatis,  acutis. 

Habitat.  — Nuova  Guinea  olandese  sul  Monte  Arfak  a 
Putat  ; Decembre  1872.  (Becc.  P.  P.  n.°  821;  in  herb. 
Beccari). 


rreycinetia  Jaheriana  n.  sp. 

Caulis  5-6  mill,  crassus,  internodis  brevibus,  6 mill,  lon- 
gis; folia  approximate  imbricata,  adscendentia,  pergamena- 
cea, oblongo-lanceolata  vel  oblanceolata,  30-35  cent,  longa, 
4 1 s-5  cent,  lata,  utrinque  sensim  attenuata,  prope  apicem 
plicato-canaliculata  et  in  acumen  brevem,  trigonum,  falca- 
tum  sensim  abeuntia,  ad  basin  1 */,  cent,  lata,  ibique  supra 
brevissime  plicato-canaliculata  et  brevissimo  tractu,  1 \ ,cent. 
longo,  subamplectenctia  ; in  pagina  superiori  (in  sicco)  lon- 
gitudinaliter  valide  venoso-striata  ; in  pagina  inferiori  sub- 
tiliter  remotiuscule  venosa  et  crebre  tessellata;  auriculis 
submembranaceis,  brevibus,  12  mill,  longis  et  5 mill,  latis, 


apice  rotundatis  et  paullo  fimbriatis  ; laminae  marginibus 
ad  basin,  brevissimo  tractu,  dentibus  patenti  bus,  acutis, 
brevibus,  armatis,  ad  apicem  et  in  cuspidem  dentato-serratis, 
caeterum  levibus;  costa  media  subtus  acuta  et  prominula, 
in  tertiam  superiorem  partem  longiuscule  et  acutissime 
spinuloso-serrata.  Inflorescentia  foeminea  terminalis,  spathis 
perplurimis,  decrascentibus,  deciduis,  induta.  Spatha  exte- 
rior elongata,  12  cent,  longa,  angusta,  1 ljt  cent,  lata,  apice 
attenuato-acuminata,  marginibus  et  costa  media  longiu- 
scule subtiliter  dentatis;  spathae  interiores  breviores,  lan- 
ceolatae,  acuminatae,  longiuscule  rostratae  vel  lanceolatae  et 
acutae,  naviculares,  marginibus  membranaceis,  dorso  acute 
carinato,  carina  e medio  usque  ad  apicem  spinulosa  et 
marginibus  in  parte  apicali,  tantum  crebre  dentato-serratis. 
Inflorescentia  quaterna;  pedicellis  2 cent,  longis,  3-4  mill, 
crassis,  in  dimidiam  superiorem  partem  scabrido-squamu- 
losis,  infra  medium  squamularum  seriebus  duabus  ad  latera 
praeditis  Syncarpia  cylindracea,  immatura,  3*/s  cent,  longa, 
7 mill,  crassa.  Drupae  iramaturae  tantum  vidi,  prismati- 

cae ; stigmata  3,  interdum  2 vel  4 raro,  5,  anuulo  levi 

' cincta. 

Habitat.  — Nuova  Guinea  a Tiak-Tiak.  (Jaheri  ; in  kerb. 
Buitenzorg). 


Freycinetia  macrostachya  n.  sp. 

Folia  ultra  metralia,  recurva,  coriacea,  in  sicco  utrinque 
crebre  venoso-reticulato-tessellata,  late  linearla,  6 cent, 
lata,  apice  nonnihil  coarctata  et  breviter  acuminata,  basin 
versus  sensim  angustata,  ibique  in  parte  basilari  paullo  di- 
latata, canaliculata  et  late  amplectentia  nec  vaginantia  ; 
auriculis  coloratis,  membranaceis,  conspicuis,  13-18  cent, 
longis,  2 cent,  latis.  falcatis,  longitudinaliter  remoti  usculis, 
venosa.  Inflorescentia  foeminea  terna,  robusta,  valide  et 
longiuscule  pedunculata  ; spathis...  (ut  videtur  numerosis)  ; 


— 176  — 


pedicellis  robustis,  4 cent,  longis,  12  mill,  crassis,  basin 
versus  incrassatis,  in  sicco  scabriusculis  nec  squamulosis. 
Syncarpia  valida,  cylindracea,  10-13  cent,  longa,  25-35 
mill,  lata  ; baccae  numerosissimae,  confertae,  lineares,  an- 
gulosae,  1 mill,  crassae,  11  mill,  longae,  omnes  appropin- 
quatae,  in  earum  dimidiam  inferiorem  partem  seminiferae, 
et  in  parte  apicali  brevissima,  2 mill,  longa,  coriacea,  sub- 
liberae,  vertice  angusto,  plano,  annulo  vix  prominulo  cincto 
et  stigmatibùs  duobus  oppositis,  repleto.  Semina  subincurva, 
fere  1 mill,  longa,  linearia;  raphe  angusta,  alba  vix  mani- 
festa, instructa. 

Habitat.  — Nuova  Guinea,  lungo  il  Fly  River.  (De  Al- 
bertis, 1879  ; in  herb.  Beccari). 


Freycinetia  oblanceolata  n.  sp. 

Caulis  planus,  nec  nitens,  5—9  mill,  crassus,  foliis  alte 
vestitus;  internodis  2-2  */»  cent,  longis;  folia  dissita,  erecto- 
patula , chartacea,  oblanceolato-spathulata,  plana,  15-21 
cent,  longa,  3-4  cent,  lata,  utrinque  longitudinaliter  a ve- 
nis  remotiusculis,  suboscuris  percursa,  in  sicco  persaepe 
longitudinaliter  crispula,  apice  rotundata,  plioato-falcata, 
subabrupte  breviter  acuminato-subulata,  sensim  usque  ad 
basin  angustata,  ibique  5-10  mill,  lata,  ima  basi  subam- 
plectentia,  minime  vaginantia  ; auriculis  membranaceis, 
cito  in  fbras  solutis,  2 */g  cent,  longis,  latiusculis  (7  mill.); 
laminae  marginibus  basi  et  apice,  tantum  brevi  tractu, 
dentibus  brevissimis  (interdum  etiam  evanidis)  acutis,  cras- 
siusculis,  remotis,  patentibus  munitis  ; costa  media  promi- 
nula,  apicem  versus  remote  et  minute  spinulosa.  Inflore- 
scentiae  pedunculum  spathis  plurimis,  imbricatis,  vestitum. 
Spathae  parvae,  decrescentes,  membranaceae,  superiores  5 
cent,  longae  (inferiores  minores),  lanceolato-acutae  vel  obtu- 
siusculae,  basi  10-12  mill,  latae,  amplectentes,  plicato-na- 


viculares,  dorso  longitudinaliter  minute  striatae,  marginibus 
scariosis.  Inflorescentia  foeminea  terminalis,  terna  vel  qua- 
terna; pedicellis  brevibus,  13-17  mill,  longis,  1 */g- 2 */g  mill, 
crassis,  levibus.  Syncarpia  oblonga,  2 */g  cent,  longa,  2 cent, 
diam.  Baccae  polygonae,  usque  ad  apicem  succulentae, 
oblongae,  7 mill,  longae,  apice  rotundato-pyramidato  ; stig- 
mata 1 vel  2,  super  papillam  apicalem  sita.  Semina  leviter 
falcata;  raphe  et  strophiolo  albis,  crassiusculis,  cincta. 

Habitat.  — Nuova  Guinea  ad  Andai;  19  luglio  1872, 
(Beccari,  P.  P.  n.  545,  et  s.  n.,  De  Albertis  ; in  herb.  Bec- 
cari)  ; — a Dorei.  (Teysman,  n.  6762  ; in  herb.  Buiten- 
zorg). 

Freycinetia  erythrostigma  Solms  (ms.  in  herb.  Caen). 

Ramali  1 cent,  crassi.  Folia  ad  apicem  ramorum  conforta, 
imbricata,  coriacea,  recta,  linearia,  sensim  acuminata,  apice 
subuluta,  coriacea,  40-50  cent,  longa,  12-15  mill,  lata,  supra 
levia,  subtus  crebriuscule  et  minute  venoso-striata,  basi 
paullo  dilatata  et  canaliculata,  subamplectentia  ; auriculis 
submembranaceis,  3 7g— 4 7*  cenf-  longis,  angustis,  acutis  ; 
laminae  marginibus  et  costa  media  subtus  (ultima  basi 
excepta)  dentibus  brevissimis  e minutis  serratis.  Inflore- 
scentia foeminea  terna  (?)  ; pedunculo  5 mill,  crasso,  et 
4-5  cent,  longo  suffulta  ; pedicillis....  Syncarpia  valida,  cy- 
lindracea,  3 */g  cm.  crassa,  cent....  longa.  Baccae  nume- 
rosae,  15  mill,  longae,  5 mill,  crassae,  pentagonae,  in  di- 
midiam  inferiorem  partem  seminiferae,  ibique  ouneatae, 
acute  angulosae,  fere  in  dimidiam  superiorem  partem  liberae, 
subito  supra  partem  seminiferam  abrupte  strangulatae,  sub- 
lignosae,  deinsuper  pyramidatae  et  acute  angulosa-costu- 
latae,  vertice  annulo  angusto  cincto.  Stigmata  2-3  vel  4,  in 
sicco  rufescentia.  Semina  linearia  vel  crasse  linearia,  valde 
falcata,  circiter  1 */2  mill,  longa,  longitudinaliter  costulata 
et  subvitro  minutissime  transverse  crebrerrime  striata  ; ra- 


— 178  — 


phe  alba,  crassa,  seminis  latus  convexum  percurrenti,  stro- 
phiolo  angustiori,  sub-inconspicuo. 

Habitat.  — Nuova  Caledonia.  (Deplanche,  1867,  n.  1354  ; 
in  herb.  Caen,  ex  herb.  Vieillard). 


Sectio  IL  — PLEIOSTIGMA. 

Freycinetia  Kuchinensis  n.  sp. 

Caulis  3-5  mill,  crassus,  flexuosus,  in  sicco  flavus,  nitidns, 
interrupte  (Beco.)  foliosus  ; internodis  1 cent,  longis  ; folia 
membranacea,  patentia,  lineari -lanceolata,  et  acuminato-su- 
bulata,  20-22  cent,  longa,  7-10  cent,  lata,  supra  plana, 
viridia,  subtus  pallidiora,  utrinque  crebre  longitudinaliter 
venoso  striata,  supra  basin,  brevi  tractu,  panilo  angustata, 
ibique  arcuata,  in  parte  basilari  2 1 , cent,  longa,  vaginantia 
et  dilatata  ; auriculis  2 1 , cent,  longis,  membranaceo-sca- 
riosis,  subfalcatis,  5 mill,  latis.  apice  rotundatis,  paullo  fim- 
briatis  ; laminae  marginibus  laevibus,  basin  versus,  bre- 
vi tractu,  paucis  dentibus  brevibus,  acutis,  crassiusculis, 
irregularibus,  remotis,  subhorizontalibus  munitis,  in  parte 
apicali  tantum  minute  spinulosis;  costa  media,  subtus,  acuta 
et  prominula,  fere  e medio  usque  ad  apicem  remote  et  mi- 
nute spinulosa.  Inflorescentia  foeminea  bina  vel  terna,  api- 
cali  ; pedunculo  plurimis  spathis  confertis,  imbricatis,  de- 
crescentibus  membranaceis  induto  ; spathae  breves,  2 1 s-4 
cent,  longae,  8 mill,  latae,  lanceolato-acumiuatae,  vel  acutae, 
naviculares,  basi  amplectentes,  in  margines  latiuscule  sca- 
riosis  ; pedicellis  brevibus,  1 1 s cent,  longis,  2 mill,  crassis, 
laevibus  vel  antice  longitudinaliter  secus  costulas  piloso- 
scabridis.  Syncarpia  oblonga,  3-3  1 2 cent,  longa,  2 cent, 
diam.  ; drupae  confertae  usque  ad  apicem  succulentae,  8 
mill,  longae,  cuneatae,  exagonae,  4 mill,  crassae  ; parte 
apicali,  2 mill,  longa,  libera,  fere  rotundato-subpyrami- 
data,  anguiosa,  et  mammilla  parva  stigmatifera,  terminata. 


— 179  — 


Stigmata  3-4,  interdum  5,  conferta,  latiuscula.  Semina  ru- 
bra, linearia,  falcata,  11  1 2 mill,  longa  raphe  et  stropkiolo 
vix  conspicuis. 

Habitat.  — N.  0.  Borneo,  a Kuching  ; Ott.  1865.  (Becc. 
P.  B.  n.  782  bis).  — Sul  monte  Mattang.  (Beccari,  P.  B. 
n.  1897  ; in  herb.  Beccari).  — Borneo  olandese  a Sungei  Bloeoe 
(Blu-u).  (Jaheri,  1896-97  n.  528  ; in  herb.  Buitenzorg). 

Freycinetia  sarawakensis  n.  sp. 

Caulis  5 mill,  crassus,  flavus,  nitens,  internodis  1 cent, 
longis.  Folia  numerosa,  conferta,  imbricata,  adscendentia 
et  apicem  versus  curvula,  coriacea,  40-60  cent,  longa,  supra 
viridia,  subtus  glaucescentia,  longitudinaliter  crebrerrime 
et  minutissime  venoso-striata,  anguste  linearia,  5-7  mill, 
lata,  sursum  sensim  attenuata,  longe  acuminata  et  subulata, 
basin  versus  canaliculata,  ibique  panilo  angustata,  basi  lon- 
giuscule  (2-3  cent.)  vaginantia,  ibique  aliquantum  dilatata  ; 
auriculis  submembranaceis,  8 cent,  longis,  circiter  3 mill, 
latis,  apice  subrotundatis,  parce  fimbriatis  ; laminae  mar- 
ginalibus,  basin  versus,  dentibus  approximatis,  brevibus, 
crassiusculis,  rectis,  acutis,  subhorizontalibus  armatis,  infra 
medium  inermibus,  in  dimidiam  superiorem  partem  minute 
argute  remote  dentato-serratis  ; costa  media  subtus  acute 
prominula,  fere  e medio  usque  ad  apicem  minute  remote- 
que  spinulosa.  Inflorescentiae  masculae  et  foemineae  axil- 
lares  in  parte  apicali  caudicis  ; pedunculo  3 cent,  longo,  4 
mill,  crasso;  bracteis  brevibus,  imbricatis,  submembranaceis 
vestito;  bracteae  inferiores  breviores  patentes,  squamae  for- 
mes, rotundatae,  amplectentes  ; superiores  ovato-lanceola- 
tae,  acutae,  concavo-naviculares,  13-22  mill,  longae,  basi 
amplectentes,  in  margine  scariosae.  Inflorescentia  mascula 
parva,  spathis  decrescentibus,  brevibus  induta  ; spatha  exte- 
rior major,  2 */2  cent,  longa,  1 */,  cent,  lata,  ovato-acu- 
minata,  concava,  basin  versus  carnosa,  caeterum  subco- 
riacea ; spathae  interiores  minores,  subcarnosae.  Spadix 


— 180  — 


gracilis,  1 ‘/s  cent,  longus,  parte  staminifera  oblonga  ; fila- 
menta  crassiuscula,  1 'Jt  mill,  longa  anthaerae  pusillae, 
rotundatae.  Inflorescentia  foeminea  monocephala  vel  bice- 
fala, spathis....  (caducis?);  pedicellis  brevibus,  levibus.  Syn- 
carpium  globoso-ovoideum,  27  mill,  diam.,  33  mill.  Ion- 
gum.  Baccae  confertae,  11  mill,  longae,  2 mill,  crassae, 
prismaticae,  cuneatae,  in  parte  apicali  1 */  mill,  longa, 
liberae,  ibique  pyramidatae  et  acute  angulosae.  Stigmata 
3-4,  interdum  2,  raro  5.  Semina  linearia-suboblonga  et 
subfalcata,  1 mill,  longa,  raphe  hyalina,  latiuscula,  stro- 
phiolo  angustiori  instructa. 

Habitat.  — Borneo,  Ragiaro  di  Sarawak,  sul  Monte 
Mattang;  Giugno  1866.  (Becc.  P.  B.  n.  1829;  in  herb.  Bec- 
cari).  — Borneo  olandese  a Sungei  Bloeoe  (Blu-u).  (Jaheri, 
1890-97,  n.  1017);  — ad  Amai-Ambit.  (Hallier,  1893-94, 
n.  3188;  in  herb.  Buitenzorg). 

Freycinetia  aruensis  n.  sp. 

Folia  2 1 5-3  1 2 cent,  lata,  circiter  40  cent,  longa,  acuta  (?) 
basin  versus  angustata,  semi  amplectentia,  marginibus  apice 
tantum  denticulata.  Spathae  4 cent,  latae,  succulentae, 
basi  pallide  rubescentes,  superne  virescentes,  ovato-lan- 
ceolatae,  acuminatae,  crebre  venosae,  marginibus  scariosis. 
Sjmcarpia  terna,  pedicellis  2 */s  cent,  longis  3 mill,  crassis, 
sparse  verrucoso-squatnulosis;  parte  fructifera  immatura, 
cylindracea,  3 1 , cent,  longa,  6 mill,  crassa.  Baccae  immatu- 
rae  prismaticae,  vertice  plano,  lato  ; stigmata  6,  biseriata. 

Habitat.  — Isole  Aru  a Yokan.  (Moseley,  Challenger 
exped.  1894  ; in  herb.  British  Mus.). 

Freycinetia  novo  pomeranica  n.  sp. 

Scandens  ramosa.  Caulis  alte  foliosus,  gracilis,  6 mill, 
crassus,  in  sicco  nitens,  vernicosus,  internodis  6-13  mill. 


— 181 


longis.  Folia  dissita,  adscendentia,  recta,  submembranacea, 
18-24  cent,  longa,  anguste  lineari-lanceolata,  superne  sen- 
sim  longe  acuminato-subulata,  inferne  sensim  paullo  atte- 
nuata, basi  semiamplectentia  nec  vaginantia,  subtus  crebre 
et  minute  longitudinaliter  venoso-striata;  auriculis  2 ‘/ - 
3 */s  cent,  longis,  cito  in  fibras  solutis,  membranaceis  ; la- 
minae marginibus  supra  basin,  brevi  tractu,  et  in  extremo 
apice  tantum,  minute  denticulato-serratis;  costa  media  subtus 
in  dimidiam  superiorem  partem  remote  denticulato-spinu- 
losa.  Inflorescentia  foeminea  ad  apicem  ramorum  terna;  pedi- 
celli laevibus,  2 cent,  longis,  2-8  mill,  crassis.  Syncarpia 
oblonga  vel  subpyramidata,  3 7,-4  l/g  cent,  longa,  16-17 
mill.  diam.  ; baccae  confertae,  usque  ad  apicem  carnosae, 
polygonales,  7 mill,  longae,  4 mill,  crassae,  apice  convexae  ; 
stigmata  3-4,  interdum  2,  annulo  parvo,  apicali,  prominulo 
cincta.  Semina  2 mill,  longa,  incurva  a raphe  et  strophiolo 
latis,  cincta. 

Habitat.  — Isola  Nuova  Pomerania,  (Arcipelago  Bismark), 
nella  penisola  Gazelle,  a circa  300  m.  (Rechinger,  n.  3652; 
in  herb.  Rechinger). 


Preycinetia  longispica  n.  sp. 

Caulis  2 l/2-3  cent,  crassus;  folia  ad  apicem  ramorum 
valde  conforta,  imbricata,  80-100  mill,  longa,  late  linearia 
4-5  cent,  lata,  sursum  sensim  attenuata,  acuminato-subulata, 
chartacea,  utrinque  crebre  longitudinaliter  valde  venoso- 
striata,  basin  versus  subcanaliculata  et  late  ampleclentia 
nec  vaginantia  ; auriculis  acuminatis  in  laminam  transeun- 
tibus,  9 cent,  longis,  limbo  angustissimo  subscarioso  ; lami- 
nae marginibus  basi  dentibus  remotis,  minutissimis  saepius 
(non  semper)  munitis,  apicem  versus  minutissime,  sed  con- 
spicue,  remotiuscule  denticulatis  ; costa  media  subtus  pro- 
minenti, basin  versus  evanescenti  et  fere  e medio  usque 
ad  apicem  minutissime  et  remote  spinulosa.  Inflorescentia 


12 


— 182  — 


foeminea  terminalis,  terna;  pedicellis  5-6  cent,  longis, 
longitudinaliter  rugosis,  7 mill,  crassis.  Syncarpia  elon- 
gata,  cylindracea,  16-18  cent,  longa,  23-27  mill,  crassa  ; 
baccae  numerosissimae,  1 cent,  longae,  4 mill,  latae,  2 mill, 
crassae,  infra  medium  seminiferae,  carnosae,  compressae, 
pentagonae,  paullo  supra  medium  coartatae,  et  in  quar- 
tana superiorem  partem  coriaceae  truncato-pyramidatae , 
ibique  acute  costulato-pentagonae,  vertice  plano,  annulo 
prominulo,  lobulato,  cincto.  Stigmata  6-7,  interdum  5. 
Semina  minuta,  circiter  1 mill,  longa,  anguste  fusiformia, 
recta,  in  vertice  fuscescentia,  sub  rostro  minutissime  lon- 
gitudinaliter et  transverse  striata  ; raphe  et  strophiolo  in- 
cospicuis. 

Habitat.  — Nuova  Caledonia.  (Vieillard  ; in  herb.  Caen). 
— Nelle  foreste  di  Mii.  (Perret,  1909;  in  herb.  Martelli). 


Freycinetia  lorifolia  n.  sp. 

Caulis  12  mill,  crassus,  internodis  brevissimis  ; folia  con- 
forta, basi  erecta,  superne  incurva,  loriformia,  2 cent,  lata, 
basi  sursum  attenuato-acuminata,  70  cent,  longa,  coriacea, 
utrinque  longitudinaliter  crebre  venoso-striata,  basi  non 
dilatata,  ibique  canaliculata,  semiamplectentia  nec  vagi- 
nantia  ; auriculis  submembranaceis,  lanceolatis,  acutis  ; la- 
minae marginibus  et  costa  media  inermibus.  Inflorescentia 
foeminea  valida,  quaterna  ; pedicellis  4 ‘/2-5  cent,  longis,  6 
mill,  crassis,  rugoso-scabris  et  in  parte  apicali  squamu- 
loso-scabridis.  Syncarpia  cylindracea,  7 1 g-8  cent,  longa, 
2 1 g cent,  crassa;  drupae  (dum  fere  maturae)  sublageni- 
formes,  pentagonae,  22  mill,  longae,  fere  4 mill,  crassae, 
in  fere  dimidiam  superiorem  partem  liberae,  sursum  py- 
ramidatae,  acute  pentagonae,  vertice  1 1 4 mill,  lato;  annulo 
prominulo  cincto,  subpiano  ; stigmata  parva,  5-6,  inter- 
dum 4,  raro  8,  in  circulo  disposita.  Semina  (non  plane  ma- 


— 183  — 


tura)  lineari-fusifoi'mia,  recta,  raphe  et  strophiolo  inco- 
spicuis. 

Habitat.  — Nuova  Caledonia.  (Vieillard,  n.  2367  ; in  herb. 
Paris). 


Preycinetia  microdonta  n.  sp. 

Scandens,  ramulis  8 mill,  crassis,  internodis  brevibus,  6 
mill,  longis.  Folia  ad  apicem  ramorum  conferta,  imbricata, 
anguste  linearia,  1 cent,  lata,  adscendentia,  apicem  versus 
incurva,  60  cent,  longa,  membranaceo-subcoriacea,  utrinque 
longitudinaliter  crebre  et  minutissime  venoso-striata,  sur- 
sum  longe  sensim  attenuato-acuminato-subulata,  inferno 
sensim  angustata  et  canaliculata,  basi  semiamplectentia  ; 
auriculis  membranaceis,  2 cent,  et  ultra  longis,  5 mill, 
latis,  lanceolati,  acutis,  evanescentibus.  Laminae  margini- 
bus  dentibus  rarissimi,  minutissimi,  quasi  puntiformibus, 
superne  crebrioribus  munitis.  Inflorescentia  foeminea  ter- 
minali, bina  ; pedicellis  fere  4 cent,  longis,  3 mill,  cras- 
sis, levibus.  Syncarpia  oblonga?  Baccae  prismaticae,  10  mill, 
longae,  3 mill,  crassae,  in  parte  apicali  4 mill,  longa,  co- 
riacea, liberae  ; parte  libera  basi  prismatica  et  acute  co- 
stolata, superne  pyramidata,  vertice  angusto,  mammillato, 
anguioso,  annulo  coronato  ; stigmata  3-4.  Semina  linearia, 
falcata,  circiter  2 mill,  longa,  transverse  minutissime  striata, 
raphe  et  strophiolo  albo-membranaceis,  latiusculis  subaequa- 
libus,  etiam  transverse  minutissime  striatis. 

Habitat.  — Nuova  Caledonia  a Wagap.  (Vieillard  1861- 
67  ; n.°  3267  ; in  herb.  Caen). 


Preycinetia  Vieillardii  n.  sp. 

Folia  subcoriacea,  conferta,  imbricata,  30-40  cent,  longa, 
linearia-sublanceolata,  1 ‘/2  cent,  lata,  sursum  sensim  at- 


— 184  - 


tenuato-acuminata,  basi  subamplectentia  nec  vaginantia, 
subtus  minute  crebreque  venoso-striata;  auriculis  mem- 
branaceis  in  fibras  cito  solutis  ; laminae  marginibus  et 
costa  media  usque  ad  apicem  remote  et  minute  dentatis. 
Inflorescentia  foeminea  terminalis,  terna;  pedicellis  31  , cent, 
longis,  6-7  mill,  crassis,  levibus.  Syncarpia  globoso-elliptica, 
3-3  ‘/a  cent,  longa,  25-27  mill.  diam.  Baccae  immaturae  li- 
neares,  prismatico-sublageniformes,  12  mill,  longae,  in  ter- 
tiam  superiorem  partem  liberae,  ibique  angustato-subpyra- 
midatae,  apice  capitato-lobato;  stigmata  3-6,  confluenza. 
Staminodia  elongata,  in  sicco  rufescentia. 

Habitat.  — Nuova  Caledonia,  nei  boschi  delle  montagne 
di  Balade.  (Vieillard,  n.°  1354  ; in  herb.  Caen). 


INCERTAE  SEDIS. 

Freycinetia  Xeyensis  n.  sp. 

Folia  crebre  imbricata  ad  apicem  ramorum  conferta, 
reclinata,  pergamenacea,  60-80  cent,  longa,  utrinque  lon- 
gitudinaliter  crebrerrime  venoso-striata,  in  pagina  supe- 
riori, praecipue  apicem  versus,  crebre  tessellata,  late  li- 
nearia, 3-5  cent,  lata,  e parte  apicali  usque  ad  basin 
sensim  paullo  angustata,  fere  in  dimidiam  inferiorem  par- 
tem plicato-canaliculata,  apice  minime  coarctata  sed  sensim 
acuminato-subulata,  in  parte  basilari  leviter  ampliata  et  in 
ambitu  sub  rotundata,  amplectentia  nec  vaginantia  ; auri- 
culis membranaceis,  10  cent,  longis,  1 cent,  latis,  integris, 
ambitu  leviter  rotundatis  ; laminae  marginibus  in  parte 
media  laevibus,  caeterum  minute  remotiuscule  dentato-ser- 
ratis;  costa  media,  subtus,  acute  prominenti,  apicem  tan- 
tum remotiuscule  spinulosa.  Spathae  exteriores  foliis  simil- 
limae  sed  multo  breviores,  25  cent,  longae,  lanceolato- 
elongatae,  acuminatae,  basin  versus  carnosulae,  sensim  di- 
latatae,  canaliculato-naviculares  ; interiores  in  toto  carno- 


— 185  — 


sulae,  16-10  cent,  longae,  4 cent,  latae,  ovato-lanceolatae, 
plus-minusve  longe  acuminato-subulatae,  acute  concavo- 
naviculares,  carinatae,  longitudinaliter  crebre  venoso-stria- 
tae.  Inflorescentia  mascula  tantum  nota,  terminalis,  terna, 
pedicellis  4 cent,  longis,  4 mill,  crassis  ; parte  staminifera 
cylindracea,  elongata,  5-6  cent,  longa,  7 mill,  crassa  ; sta- 
mina numerosa,  conforta,  5 mill,  longa,  filamentis  gracilli- 
mis  ; antheris  parvis,  oblongis. 

Habitat.  — Isole  Kei,  nella  G-rande  Kei.  (Raccoglitore 
ignoto,  n.°  246  ; in  herb.  Buitenzorg). 

Freycinetia  gladiifolia  n.  sp. 

Scandens,  caulis  7-8  mill,  crassus,  internodis  brevibus, 
8 mill,  longis  ; folia  conforta,  arcuato-ascendentia,  rigida, 
linearia,  ensiformia,  1 cent,  lata,  acuminato-subulata,  35-40 
cent,  longa,  subtus  crebre  et  minute  longitudinaliter  ve- 
noso-striata,  basi  non  angustata,  supra  canaliculata  et  bre- 
viter  vaginantia  ; auriculis  membranaceis,  lanceolatis,  acutis, 
fere  3 cent,  longis;  laminae  marginibus,  brevi  tractu  in 
parte  media,  levibus,  caeterum  dentibus  brevissimis  et  mi- 
nutis,  basilaribus  patentibus,  munitis.  Inflorescentia  mascula 
tantum  nota,  terminalis,  plurimis  spathis  subcarnosis,  coloratis 
involuta.  Spathae  exteriores,  vel  potius  folia  floralia,  foliis 
simillimae  sed  breviores,  et  basin  versus  sensim  dilatatae, 
carnosae  et  coloratae  ; spathae  interiores  etiam  carnosae  et 
coloratae,  2 72-3  i/i  cent,  latae,  7 cent,  longae,  ovato-lan- 
ceolatae, convexae,  acutae  vel  in  acumen  viridem  folia- 
ceurn  plus  minus  ve  elongatum  productae.  Spadices  ma- 
sculi  quaterni  ; pedicellis  tenuibus,  2 */s  mill,  latis,  2 
cent,  longis,  levibus,  longitudinaliter  striatulis  ; parte  sta- 
minifera 2 V2  cent,  longa,  cylindracea.  Stamina  perplurima, 
filamentis  2 mill,  longis;  anthaeris,  brevibus  oblongis. 

Habitat.  — Nuova  Guinea,  Rorido  Misori,  Baia  del  Geel- 
vinch;  Maggio  1872.  (0.  Beccari  s.  n.,  in  herb.  Beccari). 


— 186  — 


Freycinetia  brevifolia  n.  sp. 

Caulis  gracilis,  5 mill,  crassus,  internodis  fere  5 mill, 
longis.  Folia  non  valde  conforta,  submembranacea,  lineari- 
lanceolata,  ensiformia,  superne  sensim  attenuato-acuminata, 
10-14  cent,  longa,  7-8  mill,  lata,  ima  basi  angustata,  non 
vaginantia  ; auriculis  membranaceo-scariosis,  cito  deciduis; 
laminae  marginibus  apicem  versus  sed  interdum  etiam  in 
parte  basilari,  remotiuscule  spinuloso-dentatis  ; costa  media 
quoque  subtus  in  parte  apicali  tantum,  eodem  modo  spinu- 
losa.  Inflorescentia  mascula  terminalis.  Spathae  exteriores 
5 cent,  longae  ; interiores  paullo  minores,  omnes  anguste 
ovato-lanceolatae,  superne  sensim  attenuatae  et  breviter 
acuminatae,  concavo-com/exae,  marginibus  membranaceis, 
basin  versus  carnosulae.  Spadices  masculi  tantum  noti, 
bini  ; pedicellis  gracilibus  1 mill,  crassis,  3 cent,  longis, 
nudis  ; parte  antberifera  cylindracea,  10-12  mill,  longa; 
stamina  non  conforta,  nec  numerosa,  filamentis  breviusculis 
crassiusculis  ; antheris  parvis  suborbicularibus. 

Habitat.  — Nuova  Caledonia,  nei  Boschi  della  Montagna 
di  Balade.  (Vieillard,  1855-60,  n.  1351;  in  herb.  Caen). 


Descrizione  di  una  nuova  specie  di  “ Trachycarpus  „ 

PER 

ODOARDO  BECCARI 


Trachycarpus  nana  Becc. 

Subacaulis,  frondibus  profonde  multipartitis,  subtus  glau- 
cescentibus,  segmentis  apice  obtuse  breviterque  bidentatis; 
spadicibus  erectis,  strictis,  elongato-paniculatis;  floribus  foe- 
mineis  globoso-ovatis,  petalis  calyce  paullo  longioribus  ; fru- 
ctibus  reniformibus  umbilicatis  et  superficialiter  sulcatis,  em- 
bryone  in  facie  ventrali  excentrice  et  basin  versus  locato. 

Descrizione.  — Palma  che  a quanto  sembra  rimane  sem- 
pre dell’apparenza  di  un  cespuglio,  e non  forma  tronco. 

Foglie  flabellato-multifìde  a segmenti  rigidi,  glaucescenti 
di  sotto,  simili  a quelle  del  T.  excelsa , ma  più  profonda- 
mente divise,  i seni  trovandosi  a soli  5-10  cm.  al  di  sopra 
del  picciolo.  I segmenti  sono  molto  brevemente  bidentati, 
con  i denti  ottusi. 

Spadici  rigidi,  dritti,  con  poche  infiorazioni  parziali,  for- 
manti nell’insieme  una  pannocchia  racemoso-allungata,  du- 
plicato-ramosa, con  ramoscelli  fioriferi  piuttosto  brevi,  gla- 
berrimi;  quelli  dello  spadice  femineo  di  1.5-2  mm.  di  diam., 
rigidi.  Spadici  maschili  e feminei  poco  dissimili  fra  di  loro  ; 
quelli  maschili  con  ramoscelli  fioriferi  più  gracili  di  quelli 
feminei  ed  intieramente  coperti  dai  fiori,  che  sono  riuniti 
in  glomeruli  terni  molto  ravvicinati,  e sono  muniti  di  mi- 
nute bratteole  acuminate,  brune,  sottilmente  membranacee. 

Fiori  maschili  irregolarmente  globosi  per  la  mutua  pres- 
sione, di  circa  2.5  mm.  di  diametro  (sul  secco),  glaberrimi; 
sepali  sottili,  membranacei  (sul  secco),  quasi  intieramente 


188  — 


liberi,  un  poco  ineguali,  latamente  ovati,  ottusi  od  an- 
che rotondati  all’apice,  jalini  e glabri  al  margine  ; petali 
inegualmente  rotondati  coi  margini  glabri,  leggermente 
imbricati,  il  doppio  più  lunghi  dei  sepali  ; stami  6 con  fi- 
lamenti brevi  e non  sorpassanti  i petali  nell’antesi  (?)  ; an- 
tere oblunghe  ; carpellidì  3,  conico-allungati,  glabri,  della 
metà  più  corti  dei  petali. 

Fiori  feminei  pure  glomerulato-terni;  i glomeruli  sono 
assai  ravvicinati,  ma  non  pressati  l’uno  contro  l’altro;  brat- 
teole  florali  inconspicue  ; durante  l’ antesi  i fiori  sono  glo- 
boso-ovati,  larghi  2.5  mm.  e lunghi  3 mm.  ; sepali  molto 
largamente  ovati,  di  poco  più  corti  dei  petali,  carnosi,  ot- 
tusiusculi,  molto  brevemente  uniti  alla  base  e quivi  più 
crassi  che  altrove,  lisci,  non  striati,  rotondati  od  oscura- 
mente carenati  sul  dorso,  coi  margini  sottili,  acuti,  inte- 
gerrimi ; petali  di  solo  1 4 od  1 5 più  lunghi  dei  sepali  e si- 
milissimi a questi,  molto  largamente  ovati  ed  ottusiusculi 
o suborbicolari  e con  margini  glabri;  staminodì  6,  di  poco 
più  corti  dei  petali,  con  filamenti  compressi  ed  antere  sa- 
gittate ; carpello  3,  completamente  libere,  ovate  e finamente 
peloso-argentee  nella  metà  inferiore,  glabre  in  quella  supe- 
riore, dove  sono  gradatamente  attenuate  in  uno  stilo  crasso, 
conico-allungato,  dritto,  segnato  da  un  sottile  solco  dal  lato 
interno,  e terminate  in  uno  stigma  puntiforme  non  ispes- 
sito ; ovulo  basilare,  eretto,  anatropo. 

Frutti  similissimi  a quelli  del  Tr.  Takil,  molto  distin- 
tamente reniformi,  solcati  dal  lato  assile,  umbilicati  nel 
punto  corrispondente  allo  stigma,  larghi  10  mm.  e 7 mm. 
spessi  ; epicarpio  pellicolare,  liscio  ; mesocarpio  scarsissimo. 
Seme  conforme  al  frutto.  Embrione  come  nel  Tr.  Takil 
spostato  alquanto  verso  la  base  e non  situato  nel  centro 
della  faccia  convessa  come  apparisce  nel  T.  excelsa. 

Habitat.  — Scoperta  dal  Padre  Delavay  nel  1887,  nel- 
l’Yunnan,  dove  cresceva  nei  boschi  a Chonima-ouan  al  di 
sopra  di  Tapintzé,  a circa  1800  metri  sopra  il  livello  del 
mare.  (N.°  3046  nell'Erb.  di  Parigi). 


— 189  — 


Gli  esemplari  esistenti  nell’Erbario  di  Parigi  sono  a vario 
grado  di  sviluppo;  quelli  con  fiori  maschi  non  ancora  aperti 
vennero  raccolti  l’8  Aprile,  quelli  con  fiori  feminei  al  mo- 
mento preciso  della  fioritura,  il  27  Aprile  ; alcuni  con  ovari 
in  via  di  sviluppo,  e ricoperti  di  peli  argentei,  il  2 Giu- 
gno dell’anno  1887  ; infine  quelli  con  i frutti  mezzo  maturi 
nel  Luglio  1888. 

Osservazioni.  — Specie  affine  al  Tr.  excelsa  ed  al  Tr. 
Takil,  ma  assai  distinta  per  non  essere  caulescente,  ma  sem- 
pre cespitosa  ; per  le  fronde  molto  profondamente  divise  ; 
per  gli  spadici  formanti  delle  pannocchie  allungate  che 
sorgono  dritte  dal  terreno,  e per  i fiori  feminei  con  la  co- 
rolla di  poco  più  lunga  del  calice.  I frutti  che  io  ho  potuto 
studiare  non  sono  perfettamente  maturi,  ma  rassomigliano 
più  a quelli  del  Tr.  Takil  che  a quelli  del  Tr.  excelsa  ; 
sono  decisamente  reniformi,  assai  profondamente  umbilicati, 
e con  l’embrione  che  non  si  trova  situato  nel  centro  della 
faccia  convessa,  ossia  di  quella  opposta  al  rafe,  ma  che  ri- 
mane spostato  un  poco  verso  la  base,  di  modo  che,  come 
nel  Tr.  Takil,  quando  si  voglia  dividere  il  seme  in  due 
parti  eguali  nel  senso  della  lunghezza  e seguendo  la  sua 
convessità,  l’embrione  rimane  sopra  una  delle  parti  e non 
apparisce  nella  sezione. 

Dalle  note  di  Delavay  non  si  rileva  se  il  Trachycarpus 
che  egli  ha  scoperto  è realmente  una  pianta  cespitosa  che 
prolifica  dalla  base  come  il  Chamaerops  humilis,  o se  pure 
forma  solo  dei  « buissons  » risultanti  da  un  sol  tronco  (pro- 
babilmente strisciante)  che  non  si  solleva  dal  terreno  e non 
emette  germogli  intorno  a se. 

Riguardo  a questa  Palma  credo  interessante  di  riprodurre 
qui  sotto  una  lettera  dell’Abate  Delavay,  e della  quale  si 
trova  copia  nell’Erbario  di  Parigi,  e che  probabilmente  era 
stata  diretta  al  Prof.  Maxime  Cornu,  in  quell’epoca  Diret- 
tore del  Jardin  des  Plantes. 

« Le  Chamaerops  nain  dont  vous  avez  recu  quelques 
« échantillons  est  assez  commun  sur  les  montagnes  qui  do- 


— 190  — 


« minent  Tapin-tze  entre  1500  et  2000  m.  parmi  les  pier- 
« res  et  les  broussailles  ; il  pousse  en  buissons,  n’a  pas  de 
« tige,  les  bampes  des  fleurs  et  les  feuilles  sortent  de  terre. 
« La  culture  doit  en  etre  très  facile  et  je  tacherai  de  vous 
« en  envoyer  des  graines.  Je  crois  vous  avoir  envoyé  des 
« graines  de  l’espèce  cultivée  à Mo-So-yn.  J’avais  cru  que 
« c’était  le  Chamaerops  exceìsa  de  Kunth.  Cette  espèce  de 
« Palmier  est  très  élégante  et  je  crois  qu’elle  pourrait  ètre 
« cultivée  en  plein  air  sous  le  climat  de  Marseille  ». 

Da  questa  lettera  sembrerebbe  che  nell’Yunnan  si  coltivi 
anche  un  Trachycarpus  differente  dal  T.  nana,  dell’aspetto 
del  T.  exceìsa.  Ma  può  venire  il  sospetto  che  la  medesima 
pianta  che  sulle  montagne  a Chonima-ouan,  in  luoghi  ste- 
rili, rimane  nana,  prenda  maggiore  sviluppo  e diventi  cau- 
lescente nella  pianura  ed  in  luoghi  fertili. 

E forse  al  Trachycarpus  coltivato  a Mo-So-yn  che  ap- 
partengono i frutti  che  il  compianto  amico  Prof.  M.  Cornu 
mi  inviò  nell’Agosto  1887  e che  io  ho  creduto  poter  rife- 
rire al  T.  exceìsa,  e di  cui  ho  fatto  menzione  nella  « "Web- 
bia  »,  voi.  I,  p.  47,  ma  che  adesso,  dopo  un  più  attento 
esame,  ritengo  che  possano  appartenere  ad  una  specie  o 
forma  differente  da  questa,  se  non  forse  al  T.  nana.  A que- 
sta specie  pure,  forse,  piuttosto  che  al  T.  exceìsa  può  pari- 
mente appartenere  il  Trachycarpus  di  Momein,  nell’Yunnan, 
raccolto  da  Anderson  e di  cui  pure  ho  fatto  menzione,  1.  c. 

Rimane  in  ogni  caso  accertato  che  nell’Yunnan  si  trovano 
forme  di  Trachycarpus  certamente  affini  al  T.  exceìsa , ma 
che  meritano  di  essere  meglio  conosciute  e delle  quali  sa- 
rebbe molto  importante  ottenere  i frutti  per  coltivarle  nei 
nostri  giardini. 


PALME  DELL’ INDO-CHINA 


PER 

ODOARDO  BECCARI 


Avendo  accettato  l’ incarico  di  elaborare  le  Palme  per  la 
Flora  dell’  Indo-China  edita  dal  Prof.  Lecomte,  ed  avendo 
per  tale  oggetto  ricevuto  in  comunicazione  il  materiale 
relativo  esistente  negli  Erbari  del  « Muséum  d’ Histoire 
naturelle  » di  Parigi,  ho  creduto  intanto  opportuno  pub- 
blicare la  dettagliata  descrizione  di  quelle  forme  che  mi 
son  sembrate  nuove  per  la  Scienza.  A queste  faccio  se- 
guire una  enumerazione  di  tutte  le  Palme  che  sino  a qui 
mi  son  note  come  indigene  nell’  Indo-China,  nella  speranza 
che  ciò  possa  stimolare  la  raccolta  di  un  più  completo  ma- 
teriale di  studio,  essendo  che  molte  delle  Palme  di  detta 
regione  sono  rappresentate  da  esemplari  così  frammentari, 
da  riuscire  di  ben  dubbia  identificazione. 

Io  mi  auguro  quindi  che  con  sollecitudine  si  effettuino 
nuove  esplorazioni  e raccolte,  che  completino  quelle  attual- 
mente esistenti,  in  modo  da  render  meno  imperfetto  il  la- 
voro definitivo  e sintetico  sulle  Palme  Indo-Chinesi. 


Areca  laosensis  Becc.  sp.  n. 

G-racilis,  caudice  circiter  2.5  cm.  diam.  Folia  circiter 
metralia  ; petiolo  circ.  10  cm.  longo,  7-10  mm.  crasso,  su- 
perne profonde  canaliculate  ; segmentis  paucis  inter  se  ap- 
proximate, inaequalibus,  2-8-costulatis,  lateralibus  falcato- 
acuminatis,  summis  profonde  inciso-dentatis.  Spadices, 
circ. . 25  cm.  longi,  basi  densiuscule,  superne  laxiuscule 


— 192  — 


lateque  paniculati;  ramis  inferioris  =b  divisis,  superioribus 
simplicibus.  Flores  masculi  secundi,  gemini,  3 mm.  longi, 
trigoni,  ovato-lanceolati,  acuti  ; staminibus  6,  antheris  apice 
bidentatis;  ovari  rudimento  minutissimo.  Flores  foeminei 
6-7  mm.  longi,  4-4.5  mm.  crassi,  late  ovati,  obtusi.  Fructus... 

Descrizione.  — Sembra  una  Palma  un  poco  più  gracile 
dell’  Areca  triandra , con  un  tronco,  a giudicare  dalla  base 
di  uno  spadice,  di  circa,  2.5  cm.  di  diam.  Le  foglie , dalle 
porzioni  esistenti,  si  giudicano  di  circa  1 m.  di  lunghezza; 
il  picciolo,  in  un  esemplare,  è lungo  10  cm.  e spesso  7-10 
mm.,  convesso  di  sotto,  profondamente  solcato  o scavato  a 
doccia  di  sopra,  opaco  e,  sul  secco,  striato  per  il  lungo. 
Il  rachide  è subtriangolare,  convesso  di  sotto,  bifaciale  e 
con  angolo  acuto  di  sopra  ; i segmenti  sono  poco  numerosi 
ed  assai  ravvicinati  fra  di  loro  : quelli  presso  la  base  sono 
lunghi  40  cm.,  ì superiori  sono  gradatamente  più  corti: 
di  larghezza  sono  molto  ineguali,  alcuni  (falciformi  ed  acu- 
minati) hanno  due  sole  costole  primarie  superiori  ; altri  di 
dette  costole  ne  hanno  sino  ad  8 ; i segmenti  estremi  (ul- 
tima e penultima  coppia)  formano  un  largo  flabello  forcato 
con  tante  profonde  incisioni,  corrispondenti  a lobi  più  o 
meno  falcati,  quanti  sono  i nervi  primari  ; ogni  lobo  è alla 
sua  volta  più  o meno  profondamente  fesso  o bipartito. 

Spadice  similissimo  a quello  deW  Areca  triandra,  ma  più 
gracile,  lungo  25  cm.,  ramoso  sin  quasi  dalla  base,  a rami 
eretto-patenti;  i rami  inferiori  sono  un  poco  divisi,  gli 
altri  semplici;  ogni  ramo  di  solito  porta  alla  base  due  fiori 
feminei  ciascuno  dei  quali  è accompagnato  in  alto  da  2 fiori 
maschi,  uno  per  parte,  facilmente  decidui;  nel  rimanente 
i ramoscelli  sono  più  sottili  che  alia  base,  di  circa  1 mm. 
di  spessore,  e sono  assai  profondamente  e fittamente  sero- 
bicolati  da  un  sol  lato,  e portano  in  ogni  scrobicolo  2 fiori 
maschi. 

Fiori  maschi  lunghi  circa  3 mm.,  più  o meno  irregolar- 
mente trigoni,  ovato-lanceolati,  acuti.  Il  calice  è brevissimo 
ed  è formato  da  3 larghi  denti  triangolari  acuti.  Corolla 


193  — 


divisa  sino  alla  base  in  4 segmenti  lanceolati,  acuti,  rigidi, 
striati  fittamente  di  fuori.  Stami  6 con  filamenti  piuttosto 
brevi,  ed  antere  bicornute  o bidentate  all’apice,  a loggie 
profondamente  bilobe  in  basso.  Rudimento  d’ ovario  mi- 
nutissimo. 

Fiori  feminei  latamente  ovati,  ottusi,  lunghi  6-7  mm., 
larghi  4-4.5  mm.,  avvolti  alla  base  da  brattee  larghissime 
e bassissime.  Sepali  larghi,  ciliolati  al  margine.  Petali  di 
poco  più  lunghi  dei  sepali,  molto  larghi  ed  abbraccianti 
in  basso,  terminati  da  un  piccolo  apicolo  inspessito  che 
costituisce  la  sola  parte  nella  quale  i petali  sono  valvati. 

I Frutti  mancano. 

Habitat.  — Nel  Laos  meridionale  a Phulet  Phay  nella 
regione  ad  oriente  di  Attopeu.  Harmand,  aprile  1877,  n.°  1201 
nell’  Erb.  Pierre. 

Osservazioni.  — Specie  imperfettamente  conosciuta,  del- 
l’aspetto di  una  delle  piccole  forme  della  Areca  triandra, 
ma  decisamente  distinta  da  questa  per  i suoi  fiori  maschi 
con  6 stami.  Per  questo  motivo  si  avvicina  alla  A.  oxycarpa 
di  Celebes  ed  all’A.  mammillata  Beco,  delle  Filippine. 


Finanga  Ibaviensis  Beco.  sp.  n. 

Gracilis,  caudice  1-1.5  m.  alto,  13-15  cm.  diam.;  foliis 
in  segmenta  pauca,  late  falcata,  5-7-costulata,  acumina- 
tissima partitis,  et  flabello  profunde  furcato  terminatis  ; 
spadicibus  simplicibus  vel  bipartitis,  parte  axili  valde  com- 
pressa ; floribus  masculis  5-6  mm.  longis,  asymmetricis  ; 
calyce  brevi,  cupulari,  trigono,  truncato  ; petalis  oblongo- 
lanceolatis , obtusis , minime  falcatis;  fructibus  exacte  bifa- 
riis,  horizontalibus,  olivaeformibus,  18-20  mm.  longis,  1 cm. 
crassis,  utrinque  rotundatis  ; semine  oblongo,  tereti,  14  mm. 
longo,  8 mm.  crasso,  basi  truncato,  ibique  vix  caudiculato, 
in  vertice  rotundato  ; rapheos  ramis  subparallelis,  laxe  et 


parcissime  anastomosantibus,  albumine  in  sectione  tran- 
sversa fere  usque  ad  centrum  radiato-ruminato. 

Descrizione.  — Gracile.  Tronco  alto  1-1.5  m.,  di  13-15 
mm.  di  diam.,  con  internodi  lunghi  4-5  cm.  e leggermente 
clavati,  minutamente  marmorizzati  da  macchiette  bruuo- 
porporescenti  su  fondo  chiaro  e con  cicatrici  delle  foglie 
cadute  annulari,  larghe  2-4  mm.  Fronde  lunghe  80  cm. 
(vista  una  sola),  pinnatifide,  con  soli  3-4  segmenti  per  parte 
e terminate  da  un  largo  flabello,  bipartito  sino  circa  alla 
metà  ; le  divisioni  del  flabello  hanno  10-12  costole  primarie 
superiori  e sono  respettivamente  larghe  8-10  cm.,  sono 
quasi  orizzontalmente  troncate  all’apice  e si  terminano  in 
tanti  denti  primari  triangolari,  bidentati  alla  lor  volta, 
quante  sono  le  costole  primarie  ; i denti  primari  sono  ot- 
tusi ed  ottusamente  bidentati  ; di  questi  gli  intermedii 
sono  deltoidei  a denti  2“  acuti;  i più  esterni  sono  più  al- 
lungati degli  intermedi  ed  i loro  denti  2U  sono  acuminati  ; 
i segmenti  laterali  sono  5-7-costulati:  sono  falcati  sin 
dalla  base  (che  è molto  larga),  acuminatissimi,  membrana- 
cei, opachi  sulle  due  faccie,  di  sopra  verdi  e di  sotto  più 
pallidi,  con  le  costole  ± forforacee,  e sulle  quali  si  trovano 
delle  squamule  decidue:  i nervi  terziari  sono  numerosis- 
simi, molto  minutamente  e fittamente  papilloso-squamulosi. 
Picciolo  lungo  10-11  cm.,  spesso  7 mm.,  raggrinzato  sul 
secco,  probabilmente  crasso  e subterete  sul  fresco;  rachide 
pianeggante  e ± squamuloso-leproso  di  sotto,  con  angolo 
molto  acuto  di  sopra  ; vagina  cilindrica,  striata,  squamu- 
loso-macchiettata  cerne  il  tronco;  ligula  brevissima  (lunga 
5-6  mm.),  triangolare,  acuta,  opposta  al  picciolo. 

Spadici  reflessi  subito  dopo  la  fioritura,  semplici  od  al 
più  bipartiti,  con  parte  peduncolare  subterete  e più  o meno 
compressa';  lunga  2-4  cm.,  spessa  3-4  mm.;  spighette  lunghe 
11-14  cm.,  con  parte  assile  fortemente  compressa  e legger- 
mente sinuosa,  larga  4 mm.,  e portante  sopra  ognuno  dei  2 
lati  14-16  frutti,  orizzontali  e perfettamente  bifarì  ; i pul- 
vinuli  sui  quali  riposano  i frutti  sono  circolari,  contornati 


— 195 


da  brattee  angustissime  ; lo  spazio  interposto  fra  un  pul- 
vinulo  e l’altro  è di  4-5  mm. 

Fiori  maschi  asimmetrici,  piccoli,  lunghi  5-6  mm.  ; ca- 
lice breve,  cupolare,  trigono,  troncato  alla  bocca,  attenuato 
in  basso  ; petali  irregolarmente  oblunghi  od  oblungo-lan- 
ceolati  (non  falcati),  ottusi  e finamente  striati. 

Perianzio  fruttifero  cupolare,  troncato,  alto  2.5  mm.,  di 
5 mm.  di  diam.,  con  sepali  e petali  a contorno  rotondato 

0 molto  poco  distintamente  apiculato  nel  centro. 

Frutti  oliveformi  od  ellittici,  leggermente  attenuati  alle 
due  estremità,  molto  minutamente  mammillati  all’apice,  a 
base  acuta,  lunghi  18-20  mm.,  larghi  1 cm.  Seme  oblungo, 
terete,  lungo  14  mm.,  largo  8 mm.,  rotondato  in  alto,  con 
la  base  tronca,  pianeggiante  e provvista  di  un  brevissimo 
caudicolo;  la  superficie  è segnata  da  numerose  diramazioni 
del  rafe,  ascendenti  e parallele,  delle  quali  le  centrali  sca* 
valcano  indivise  l’apice  e le  altre  si  ripiegano  sui  lati  e 
si  anastomizzano  leggermente  sul  lato  opposto  ; albume 
compenetrato  da  18-20  lamelle  che  giungono  quasi  sino  al 
centro  e che  rendono  il  seme  radiato-ruminato  in  sezione 
transversa. 

Habitat.  — Tonkino.  Nelle  Foreste  del  Monte  Bavi,  rac- 
colta da  B.  Balansa  il  22  genn.  1886  (n.°  4372  nell’  Erb. 
di  Parigi). 

Osservazioni.  — Sembra  alquanto  affine  alla  Pinanga 
malayana , ma  si  distingue  per  le  sue  fronde  con  pochi  e 
larghi  segmenti  falcati  e largo  flabello  forcato  apicale  ; per 

1 suoi  spadici  semplici,  o con  due  sole  spighe,  ad  asse  for- 
temente compressa  e coi  fiori  perfettamente  biseriati;  per  i 
fiori  maschi  molto  piccoli,  relativamente  alla  maggioranza 
delle  altre  specie,  e non  falcati,  ed  infine  per  i frutti  oli- 
veformi ed  il  seme  oblungo,  troncato  in  basso  con  dira- 
mazioni del  rafe  quasi  parallele  e poco  anastomosate,  che 
corrispondono  ad  altrettante  lamelle  (circa  18)  che  pene- 
trano nell’albume  e lo  rendono  radiato-ruminato,  allorché 


— 196  — 


viene  osservato  in  sezione  transversa.  Appartiene  alla  se- 
zione Orthostichanthae. 

Dalle  altre  due  specie  note  della  Cocincina  (P.  Cochin- 
chinensis  Bl.  e P.  Duperreana  Pierre)  subito  si  distingue 
per  i suoi  spadici  semplici  od  al  più  biforcati,  e per  i fiori 
cf  non  falcati,  con  calice  a denti  corti;  nelle  due  ora  men- 
zionate specie,  gli  spadici  hanno  vari  rami,  ed  i fiori 
sono  faleato-acuminati. 


Caryota  monostachya  Beco.  sp.  n. 

Parva,  gracilis,  caudice  cir.  1 m.  alto,  2.5-3  cm.  diam.  ; 
frondibus  simpliciter  duplicato-pinnatis,pinnis  lateelongato- 
cuneatis,  12-18  cm.  longis,  6-8  cm.  latis,  apice  oblique 
truncatis  et  ondulato-praemorsis  ; spadicibus  simplicibus, 
recurvo-pendulis,  elongatis;  spica  crassa,  30-60  cm.  longa, 
parte  pedicellari  erecta  elongata,  digiti  minoris  crassitiae, 
suffulta;  spathis  vaginantibus,  superioribus  auriculato-elon- 
gatis;  floribus  masculis  ovato-oblongis,  apice  conico  obtu- 
siusculo,  majoribus  17  mm.  longis,  8 mm.  crassis  ; calyce 
cupulari  truncato  ; corolla  calyce  3-plo  longiori  ; stamini- 
bus  numerosissimis;  fructibus  majusculis,  sphaericis  vel 
paidlo  depressis:  majoribus  usque  ad  3 cm.  diam.,  di- 
spermis;  seminibus  dimidiato-sphaericis,  17-23  mm.  latis, 
18-21  mm.  longis;  10-12  mm.  crassis,  superficialissime  ru- 
minatis. 

Descrizione.  — Fra  tutte  le  sin  qui  note  è la  più  pic- 
cola specie  del  genere.  Il  tronco  ha  circa  l’altezza  di  1 m. 
(Balansa),  e sembra  che  non  abbia  più  di  2.5-3  cm.  di 
diam.  allorché  è inguainato  dalle  basi  delle  foglie.  Crii 
spadici  sono  indivisi  ; di  essi  da  prima  ne  comparisce 
uno  terminale  e poi  successivamente  vari  altri  laterali 
(Balansa). 

Foglie  semplicemente  duplicato-pinnate,  ossia  il  rachide 
principale  porta  a destra  ed  a sinistra  dei  rachidi  secondari 


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(o  pinne  primarie)  sui  quali  si  trovano  i segmenti  (in  tutte 
le  altre  specie  i rachidi  secondari  sono  divisi  in  rachidi 
terziari)  ; guaina  fessa  lungo  il  lato  ventrale,  con  i mar- 
gini guarniti  di  poche  fibre  nere  finissime  ; picciolo  assai 
lungo,  subterete,  di  12  mm.  di  diam.,  con  un  superficia- 
lissimo accenno  di  solco  sulla  faccia  superiore  ; il  rachide 
nella  parte  intermedia  è rotondato  di  sotto,  ed  ha  uno 
spigolo  prominente  ottuso  lungo  il  centro,  ed  un  solco  per 
parte,  dove  sono  inseriti  i rachidi  secondari  ; i margini 
sono  ottusi  ; le  pinne  primarie  sono  lunghe  50-70  cm.  (le 
inferiori  più  lunghe  delle  superiori),  inserite  ad  un  angolo 
assai  acuto;  quelle  più  basse  hanno  5-6  segmenti  per  parte 
oltre  quello  terminale  ; quelle  della  parte  intermedia  ne 
hanno  solo  2-4;  il  rachide  delle  pinne  è compresso  late- 
ralmente, con  spigolo  ottuso  di  sotto,  ed  è percorso  da 
uno  strettissimo  solco  di  sopra. 

I segmenti  sono  cartacei,  verdi  sopra  ambedue  le  faccie, 
ma  leggermente  più  pallidi  di  sotto  ; i basilari  di  ogni 
pinna  (quelli  almeno  delle  pinne  intermedie)  sono  più  grandi 
e più  larghi  dei  superiori,  ineguali,  latamente  cuneati,  col 
margine  superiore  ondulato-sinuoso,  dentato-premorso,  pro- 
lungato in  punta  lungo  il  margine  esterno;  sono  larghi  6-8 
cm.,  lunghi  12-18  cm.;  i segmenti  laterali  sono  inseriti  ad 
un  angolo  molto  acuto,  sono  assai  più  stretti  dei  basilari  e 
lungamente  cuneati  verso  la  base  che  è acuta,  e sono 
prolungati  superiormente  in  una  assai  lunga  coda  sottile 
lungo  il  margine  inferiore,  mentre  il  superiore  è molto  più 
corto,  di  guisa  che  il  margine  anteriore  od  apicale,  che  è 
ondulato  e premorso,  risulta  obliquissimo  ; i segmenti  ri- 
sultano perciò  lunghi  e stretti  (lunghi  18-20  cm.  e larghi 
3-4  cm.);  il  segmento  terminale  è il  più  grande  di  tutti, 
è allungato  ed  attenuato  verso  l’apice  ed  ha  il  contorno 
più  o meno  lobato. 

Sparitici  semplici,  consistenti  in  una  sola  e grande  spiga 
arcuata  in  basso  e poi  pendente,  lunga  in  media  nella 
parte  fiorifera  40-50  cm.,  ed  altre  volte  solo  30  od  anche 
sino  60  cm.,  essa  ha  circa  7 mm.  di  spessore,  è portata  da 


13 


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una  parte  pedunculare  eretta,  grossa  al  più,  quando  è va- 
ginata  dalle  spate,  quanto  il  dito  mignolo,  e lunga  quanto 
la  parte  fiorifera  od  anclie  assai  meno  ; questa  parte  pe- 
duncolare  è vaginata  da  3-4  spate  allungate,  forforacee 
esternamente,  glabre,  più  scure  e striate  di  dentro;  le  più 
basse  tubulari,  fesse  in  alto  da  un  lato  ; le  superiori  gra- 
datamente più  lunghe  con  breve  parte  tubolare  nella  parte 
più  bassa  e con  lembo  aperto  e strettamente  lanceolato- 
auriculare,  acuminato,  nel  rimanente  ; la  spata  superiore 
abbraccia  la  base  della  parte  fiorifera. 

Fiori  in  glomeruli  molto  ravvicinati,  al  solito  modo  terni, 
e con  i fiori  maschili  precoci;  quando  questi  sono  in  boccio 
completamente  sviluppato  i feminei  sono  latamente  conici, 
lunghi  circa  7 mm.,  prossimi  a raggiungere  il  loro  com- 
pleto sviluppo,  ed  hanno  la  corolla  di  già  sporgente  dal 
calice. 

Fiori  maschili  ovato-oblunghi,  leggermente  ristretti  verso 
l’apice  in  punta  conica  ottusa  ; sono  a quanto  sembra  assai 
variabili  di  dimensioni  indipendentemente  dal  loro  grado 
di  sviluppo;  al  momento  deli’antesi  sono  lunghi  sino  17  mm. 
e spessi  8;  alle  volte  però  non  raggiungono  queste  dimen- 
sioni. Calice  cupolare,  troncato;  sepali-reniformi,  a contorno 
spesso  crenulato,  lisci  all’esterno,  gibbosi  in  basso.  Corolla 
circa  3 volte  più  lunga  del  calice;  petali  coriacei,  naviculari- 
oblunghi,  acutiusculi,  finamente  striati  all’esterno  sul  secco. 
Stami  numerosissimi  (60  in  un  fiore)  ; antere  sessili  o quasi, 
strettamente  lineari,  lunghe  9-10  mm.,  acutiuscule  ; rudi- 
mento d’ovario  inconspicuo. 

Fiori  feminei  accolti  framezzo  a 2 conspicue  brattee  re- 
niformi a contorno  rotondato,  crenulato,  grandi  quanto  i 
sepali  del  fiore  femineo:  sono  conici,  larghi  alla  base  5 
mm.;  sepali  suborbicolari,  a contorno  rotondato  intiero  o 
più  o meno  crenulato  e minutissimamente  ciliolato,  roton- 
dati e lisci  sul  dorso,  finamente  striato-nervosi  interna- 
mente ; corolla  circa  il  doppio  più  lunga  del  calice,  divisa 
per  almeno  i due  terzi  in  3 segmenti  deltoidei  acuti;  ova- 
rio globoso,  ottusamente  3-lobo,  con  due  loggie;  talvolta 


oltre  l’ovario  biloculare  s’ incontra  una  carpella  rudimen- 
taria  staccata;  stigmi  due,  carnosi,  triangolari,  acuti,  poi 
patenti;  talvolta  esistono  3 staminodì  filiformi  sottilissimi, 
con  antera  rudimentaria  lineare  subulata,  inseriti  nei  seni  fra 
i segmenti  della  corolla  e lunghi  quanto  questi;  gli  stami- 
nodì possono  però  mancare  tutti  od  esser  presenti  solo  1-2. 

Frutti  fra  i più  grandi  nel  genere,  sferici,  molto  leg- 
germente depressi,  ma  non  incavati  in  alto,  con  i resti 
degli  stigmi  formanti  una  piccola  cicatrice  triangolare  a 
bocca  di  mignatta;  essi  sono  assai  variabili  di  grandezza 
(i  maggiori  misurano  sino  3 cm.  di  diam.),  hanno  la  super- 
ficie unita,  nera  sul  secco,  opaca,  non  perfettamente  liscia, 
ma  nemmeno  granulosa  ; di  solito  contengono  2 semi.  Pe- 
ricarpio molto  sottile  e fragile  sul  secco,  a quanto  sembra 
con  mesocarpio  non  carnoso  e scarsissimo.  Semi  piano-con- 
vessi o dimidiato-sferici,  spesso  più  larghi  che  lunghi,  a 
testa  opaca,  nerastra,  che  parzialmente  si  distacca  in  forma 
di  pellicole  fragili:  sono  larghi  17-23  mm.,  lunghi  18-21  mm., 
spessi  10-12  mm.;  diramazioni  del  rafe  numerose,  verticali, 
corrispondenti  alle  impressioni  esterne  della  superficie  del 
seme,  poco  anastomosate,  tutte  convergenti  in  un  sol  punto 
sul  lato  dorsale  presso  1’  apice.  L’  albume  è molto  superfi- 
cialmente ruminato  dalle  intrusioni  del  tegumento  esterno 
che  penetrano  solo  1-3  mm.  nel  suo  interno,  e che  cor- 
rispondono alle  impressioni  della  superficie  esterna  del 
seme. 

Habitat.  — Nel  Tonkino  occidentale  a Thien  Thòn  : 
Pére  Bon  (29  genn.  1892,  n.°  5046  nell’Erb.  di  Parigi).  — 
Pure  nel  Tonliino,  nelle  foreste  del  Monte  Bavi  (22  lu- 
glio 1886)  e nella  China  meridionale  nel  Kouy-Tcheou,  rac- 
colta da  Cavalerie  e Fortunat,  con  l’indicazione:  « Route 
Lo-fou-Lo-Kueus,  sur  pente  abrupte  » (n.°  2645,  Erb.  di 
Parigi). 

Osservazioni.  — Specie  distintissima  fra  tutte  le  cono- 
sciute per  le  sue  piccole  dimensioni,  per  le  fronde  solo 


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duplicato-pinnate,  ma  sopratutto  per  gli  spadici  con  una 
sola  spiga,  grossa  come  una  di  quelle  dello  spadice  ramoso 
della  Caryota  Rumphiana  e con  frutti  anche  più  grossi  che 
in  questa  specie. 

Forma  il  passaggio  fra  le  Caryota  ed  Didymosperma  ; si 
distingue  poi  da  tutte  le  altre  specie  di  Caryota  sino  a qui 
note,  per  i suoi  semi  molto  superficialmente  ruminati,  le 
anguste  intrusioni  dell’integumento  del  seme  non  penetrando 
nella  massa  dell’albume  che  per  il  tratto  di  1-3  mm. 


Didymosperma  caudata  Wendl.  et  Drude  in  Kerch. 
Les  Palm.  243  ; Beccari,  Malesia,  III,  96.  — Walli- 
chia  caudata  Mart.  Hist.  Nat.  Palm.  Ili,  315.  — Bo- 
rassus  caudata  Lour.  FI.  Coch.  II,  619  ; edit.  Willd. 
II,  760. 

Specie  estremamente  polimorfa,  della  quale  si  possono 
distinguere  almeno  3 forme  principali,  che  a prima  vista 
si  potrebbero  ritenere  quali  altrettante  specie  distinte,  ma 
che  in  causa  delle  forme  di  transizione  non  è possibile  de- 
finire con  caratteri  diagnostici  precisi.  Presa  nel  suo  in- 
sieme la  Didymosperma  caudata  sembra  una  palma  assai 
diffusa  in  tutta  l’ Indo-China.  La  forma  del  Tonkino  po- 
trebbe forse  considerarsi  come  specie  distinta  per  le  sue 
piccole  dimensioni  e per  qualche  particolarità  del  fiore. 

Tanto  nella  forma  tipica  della  Didymosperma  caudata, 
quanto  nelle  sue  varietà,  il  frutto  di  solito  contiene  3 semi 
bene  sviluppati,  sebbene  si  trovino  anche  frutti  con  due 
od  anche  con  un  sol  seme.  Non  è quindi  un  carattere  co- 
stante per  le  Didymosperma  quello  di  avere  un  frutto  con 
soli  due  semi  ; e mancando  questo  carattere  non  esiste 
alcun  mezzo  per  distinguere  questi  dalle  Arenga  ad  ecce- 
zione delle  piccole  dimensioni  dei  rappresentanti  del  primo 
genere.  Una  certa  differenza  sembrava  che  esistesse  nella 
forma  dei  segmenti  delle  foglie,  essendo  che  quelli  della 
Arenga  sono  sempre  più  o meno  lineari,  mentre  tutte  le 


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Didymosperma  finora  conosciute  avevano  segmenti  più  o 
meno  romboidali-cuneiformi,  ossia  larghi  in  alto  ed  atte- 
nuati più  o meno  lungamente  verso  una  base  acuta.  Ma 
adesso  si  presenta  una  singolarissima  varietà  della  D.  cau- 
data (stenophyl/a)  nella  quale  i segmenti  sono  lineari  con 
denti  scalati  esattamente  come  in  una  tipica  Arenga.  Che 
questa  ultima  natura  di  segmenti  rappresentino  una  forma 
di  transizione  da  quella  cuneata  è dimostrato  in  modo  in- 
discutibile dalle  forme  di  passaggio  che  collegano  la  va- 
rietà con  il  tipo. 

Dallo  studio  molto  accurato  che  ho  eseguito  sopra  un 
gran  numero  di  esemplari  si  possono  distinguere  le  3 se- 
guenti forme  principali  della  Didymosperma  caudata. 


Didymosperma  caudata  Wend.  et  Drude  (forma  typica). 

Palma  gracilis,  1-2  m.  alta,  caudice  vaginato  digiti  mi- 
noris  crassitie.  Folia  interdum  metralia  et  ultra,  vulgo  40-50 
cm.  longa,  simpliciter  pinnatisecta,  segmentis  utrinque  soli- 
tariis  vel  basilaribus  saepe  geminatis,  elongato-cuneatis 
vel  subrhombeo-cuneatis,  in  margine  anteriore  praemorso- 
dentatis  et  apice  in  medio  caudatis,  majoribus  15-25  cm. 
longis,  superne  7-8  cm.  latis,  segmento  terminali  usque 
ad  basin  tripartito  vel  3-costulato  et  plus  minusve  3-lobo. 
Spadices  simplices,  elongati,  nutantes  vel  plus  minusve 
cernui,  vulgo  30-60  cm.  longi,  in  eorum  dimidiam  supe- 
riorem  partem  fioriferi  ; parte  pedunculari  spathis  tubulo- 
sis  arcte  vaginantibus  induta.  Flores  glomerulato-terni, 
foeminei  serotini  ; flores  masculi  anguste  ovato-elliptici  vel 
subclavato-elliptici,  acuti,  5-7  mm.  longi,  2-5  mm.  lati. 
Flores  foeminei  globosi,  circiter  5 mm.  diam.  Fruetus  glo- 
boso-ovati,  10-13  mm.  longi,  9.5-10.5  mm.  diam.;  semini- 
bus  vulgo  3,  obtuse  trigonis. 

Descrizione.  — Gracilissima.  Fusto  alto  al  più  circa  1 m., 
allorché  vaginato  grosso  al  più  quanto  un  dito  mignolo, 


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ma  di  solito  di  soli  5-7  mm.  di  diam.  Foglie  molto  va- 
riabili anche  nella  pianta  adulta  e sul  medesimo  fusto  ; 
in  uno  esemplare  molto  robusto  una  è lunga  90  cm.,  di  cui 
circa  25  ne  misura  la  parte  picciolare,  altre  sono  solo  40-50 
cm.;  le  foglie  presso  l’apice  del  fusto  fertile  sono  più  corte 
di  quelle  più  basse;  tutte  hanno  pochissimi  segmenti  (da  2-3 
a 6-7  per  parte)  più  uno  terminale  ; guaina  cilindrica, 
dilacerato-fibrosa  lungo  il  lato  ventrale,  specialmente  in 
alto  e presso  la  bocca:  ligula  ocreiforme,  allungata  (lunga 
5-6  cm.)  sottilmente  membranacea,  marcescente  e presto 
risoluta  in  fibre  brune  sottilissime  ; picciolo  di  lunghezza 
molto  variabile  sulla  stessa  pianta  (nelle  fronde  basse  il 
picciolo  è più  lungo  che  nelle  alte),  subterete,  di  3-6  mm. 
di  spessore,  striato  per  il  lungo  : nelle  fronde  di  recente 
svolte  è più  o meno  corrugato-angoloso  (negli  esemplari  d’er- 
bario), opaco,  fugacemente  forforaceo-rubiginoso,  poi  minu- 
tamente punteggiato-scabridulo;  rachide  subtrigono.  Seg- 
menti di  solito  solitari  in  alto,  e geminati  sopra  ogni  lato 
nella  parte  bassa  del  rachide;  talvolta  quasi  tutti  geminati; 
le  coppie  od  i solitari  di  un  lato  spessissimo  (ma  non  sem- 
pre) opposti  a quelli  dell’altro  lato  ; essi  sono  ± elongato- 
cuneati,  o cuneato-subromboidali,  molto  variabili  riguardo 
alle  dimensioni  ; i maggiori  sono  lunghi  15-22  cm.,  e lar- 
ghi 7-8  cm.;  altri  però  sono  larghi  solo  2-3  cm.,  ma  non 
più  corti  ; nelle  forme  più  grandi  sono  cuneati  nei  due 
terzi  inferiori  e quasi  simmetricamente  trigono-cuspidati 
nel  terzo  apicale  ; più  raramente  sono  asimmetrici  e con 
il  margine  anteriore  obliquo,  ed  in  questo  caso  con  la  co- 
stola  mediana  eccentrica  ed  una  costola  più  gracile  da  una 
parte  ; in  generale  hanno  la  parte  centrale  prolungata  in 
una  assai  lunga  punta  caudiforme,  sono  ondulati  e denti- 
colato-premorsi  su  tutto  il  margine  anteriore.  Il  segmento 
apicale  è più  grande  dei  laterali,  è cuneato-flabelliforme, 
3-5-costulato,  a contorno  con  tanti  lobi  acuti  e caudati 
quante  sono  le  costole  ; essi  segmenti  sono  cartacei,  rigi- 
duli,  verdi  e quasi  nitenti  di  sopra,  più  pallidi  e nelle 
fronde  giovani  distintamente  albicanti  e molto  tenuamente 


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forforacei  di  sotto  ; alla  fine  rimangono  anche  glabri,  ma 
allora  appariscono  minutamente  e fittamente  punteggiati,  i 
puntini  risultando  dalle  basi  dei  tricomi  caduti:  hanno  la 
costola  mediana  sottile,  prominente  e rotondata  di  sotto, 
superficiale  di  sopra,  sono  striati  sulle  due  faccie  da  un 
numero  variabile  di  nervi  secondari  e da  numerosi  nervi 
terziari. 

Spadici  terminali  e laterali,  uscenti  solitari,  o talvolta 
in  numero  di  2-3,  dal  lato  ventrale  in  alto,  da  ognuna  delle 
guaine  delle  fronde  superiori;  essi  sono  glabri  in  ogni 
parte,  semplicissimi,  indivisi,  filiformi,  nutanti  e risultano 
costituiti  da  una  sola  spiga  fiorifera,  lunga  10-25  cm.,  por- 
tata da  una  parte  peduncolare  lunga  circa  quanto  la  spiga, 
od  anche  alquanto  più  corta,  ma  sempre  vaginata  per  in- 
tiero, o quasi,  da  varie  spate  più  o meno  distanziate,  di  cui 
le  primissime  o più  basse  brevi,  quasi  squameformi  e le 
seguenti  tubulari,  assai  strettamente  guainanti  in  basso, 
aperte  dal  lato  ventrale  verso  l’alto  ; le  spate  superiori,  e 
specialmente  l’ultima,  sono  prolungate  ± in  un  lembo  papi- 
raceo, strettissimamente  auriculeforme,  acuminato;  la  parte 
peduncolare  dello  spadice,  allorché  è inguainata  dalle  spate, 
è di  4-5  rum.  di  diam.,  il  nudo  asse  è di  1-3  mm.  di  diam.  ; 
l’asse  sembra  che  da  prima,  quando  porta  solo  fiori  <4",  sia 
più  sottile  e che  in  seguito  ingrossi  quando  porta  i fiori  5 
bene  sviluppati,  e più  specialmente  poi  al  momento  della 
maturità  dei  frutti  ; la  parte  fiorifera  non  è sensibilmente 
più  spessa  della  pedunculare,  è glabra,  corrugato-striata, 
e molto  leggermente  sinuosa  fra  i glomeruli  dei  fiori, 
quando  questi  non  sono  molto  ravvicinati.  Gli  spadici  sono 
tutti  monoici,  ma  al  momento  che  i fiori  maschi  sono  per- 
fettamente sviluppati,  i fiori  feminei  non  si  vedono  e ri- 
mangono ancora  allo  stato  primordiale,  accolti  fra  due 
brattee  strettamente  combacianti  fra  loro  e situate  fra- 
mezzo ai  fiori  maschili. 

I fiori  maschili  in  boccio  sono  molto  angustamente  ellit- 
tici, o subclavato-ellittici,  lunghi  5-7  mm.,  larghi  2.5  mm., 
acuti  ; calice  dipolare,  troncato;  sepali  suborbicolari,  poco 


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più  larghi  che  lunghi,  a contorno  rotondato,  intiero,  car- 
noso-gibbosi  o calcarati  alla  base  ; corolla  tre  volte,  od 
anche  un  poco  più,  più  lunga  del  calice,  divisa  sino  in  basso 
in  3 segmenti  naviculari,  lanceolato-oblunghi,  acuti,  fina- 
mente striati  all’esterno;  stami  circa  25  ; antere  lineari, 
angustissime,  attenuate  un  poco  alle  due  estremità,  quasi 
acute  alla  base  e più  o meno  anche  all’apice  od  anche 
ottuse,  erette  sopra  un  sottilissimo  filamento  assai  lungo, 
ma  più  corto  dell’antera  e che  si  inserisce  in  una  leggiera 
smangiatura  della  loro  base;  manca  qualunque  rudimento 
d’ovario. 

Fiori  feminei  sviluppatesi  assai  dopo  la  caduta  dei  fiori 
maschili,  orizzontali,  inseriti  spiralmente  ed  assai  regolar- 
mente intorno  l’asse,  che  ricuoprono  piuttosto  densamente  ; 
sono  globosi,  di  circa  5 mm.  di  diam.  ; brattee  florali  re- 
niformi, sepaloidee,  fortemente  striate  ; calice  spianato  con 
sepali  suborbicolari  ma  più  larghi  che  lunghi,  a contorno 
rotondato,  finamente  ciliolato,  fortemente  striato-nervosi  ; 
corolla  2 volte  più  lunga  del  calice,  divisa  sino  quasi  alla 
base  in  3 segmenti  concavi,  larghi,  subdeltoidei,  ottusiusculi 
ed  abbraccianti  l’ovario,  fortemente  striato-nervosi.  Stami- 
nodi  0.  Ovario  globoso,  leggermente  depresso,  triloculare, 
rotondato  in  alto,  ed  ivi  con  un  accenno  di  3 superficialis- 
sime carene  radianti  dagli  stigmi  ; questi  sono  sessili,  tri- 
goni, conniventi  e formano  con  la  loro  riunione  una  pic- 
cola areola  circolare  piana. 

Frutti  globosi  o globoso-ovati,  rotondati  alle  due  estre- 
mità, con  la  piccola  areola  stigmatica  apicale  rotonda,  piana 
ed  immutata,  senza  fessure  od  incavi  e con  appena  un  ac- 
cenno di  3 carene  radianti  dal  contorno  dell’areola  ; la 
superficie  è opaca  ed  unita;  la  forma  varia,  ma  è sempre 
più  o meno  globosa,  ed  il  diametro  oscilla  fra  i 9.5-10.5 
mm.  ; il  pericarpio  è sottile,  crostaceo,  essucco  (forse  a 
perfetta  maturità  è leggermente  carnoso).  Semi  di  so- 
lito 3,  talvolta  1-2  ; quando  sono  3 risultano  convessi  dal 
lato  esterno  e con  due  faccette  dal  lato  interno:  allorché 
ben  maturi  sono  quasi  neri  a superficie  nitida,  segnati 


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da  poche  diramazioni  del  rafe  ascendenti  dalla  base  dal 
lato  interno  e pochissimo  ramose;  albume  osseo,  omogeneo; 
embrione  situato  verso  la  metà  del  lato  convesso. 

Habitat.  — Assai  frequente  in  tutta  l’Indo-China.  Nella 
Cocincina  meridionale  a Baochiang,  prov.  di  Bien-hoa: 
Pierre  n.°  1877  (a  questo  numero  è unita  la  nota  : erecta 
vel  subscandens);  un  secondo  esemplare,  pure  col  n.°  1877,  è 
dei  Monti  Keerev  nel  Camboge.  Ad  un  altro  esemplare 
Pierre  assegna  il  nome  annamita  di  « Mà}  -roi  » (rotin 
fouet).  Il  Dott.  Thorel  ha  raccolta  questa  forma  durante 
la  spedizione  del  Me-kong  (1866-68)  a Bassac  (n.°  2375), 
a Kemarath  (n.°  2992)  ed  a Lawang-Prabang  (senza  nu- 
mero). Nel  Laos  a Phon  thane:  Spire  n.°  92  (Esemplari 
tutti  dell’  Erb.  di  Parigi). 

Osservazioni.  — I frutti  variano  assai  per  la  forma  e 
quindi  anche  la  forma  del  seme  varia.  Negli  esemplari  di 
Pierre  n.°  1877  di  Baochiang  i frutti  hanno  3 semi  (1-3 
secondo  nota  di  Pierre),  sono  di  10  mm.  di  diam.,  ma  un 
poco  più  larghi  che  lunghi.  Il  seme  perfettamente  maturo 
si  libera  facilmente  dagli  invogli  ed  ha  una  superficie  ni- 
tida color  castagno  scuro;  ha  le  faccie  ventrali  separate  da 
un  angolo  ottuso,  è rotondato  alle  due  estremità  ed  è 
lungo  6 mm.,  largo  5.5  mm.,  ed  ha  4 mm.  di  spessore. 

Nel  n.°  2375  di  Thorel  il  frutto  (pure  con  3 semi)  è ovato, 
lungo  13  mm.  e largo  9.5-10  mm.  ; il  seme  è piuttosto 
acuto  alle  due  estremità  ed  è lungo  9 mm.  ed  ha  la  super- 
ficie opaca,  ma  non  è perfettamente  maturo. 

Nel  n.°  92  di  Spire,  di  Phon  thane,  il  frutto  contiene  2-3 
semi  ed  è sferico,  di  9.5-10.5  mm.  di  diam.  ; il  seme  che  è 
bene  sviluppato  e sembra  completamente  maturo,  è lungo  8 
mm.,  largo  6 mm.  e spesso  4 mm. 

Per  quel  che  riguarda  la  forma  dei  segmenti  oltre  alla  va- 
rietà stenophylla , qui  appresso  descritta,  si  potrebbe  sta- 
bilire una  forma  intermedia.  Vi  è infatti  un  esemplare  fra 
quelli  del  Dott.  Thorel,  raccolto  a Lacòne  che  ha  alcuni 


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segmenti  lunghi  20-25  cm.  e larghi  al  di  sopra  della  metà 
o verso  il  terzo  superiore  solo  15  mm.,  e da  questo  punto 
cuneati  in  basso,  e nella  parte  superiore  ristretti  a scalini, 
e denticolati;  il  segmento  centrale  è 3-costulato  e con 
3 lobi  acuti.  Un  altro  esemplare  (di  Kemarath,  pure  del 
Dott.  Thorel),  ha  taluni  segmenti  un  poco  più  lai’ghi  e più 
distintamente  cuneiformi  del  precedente,  ma  sempre  più 
stretti  che  nella  forma  tipica  (lunghi  12-22  cm.  e larghi 
solo  2-3  cm.). 

Didymosperma  caudata  var.  stenophylla  Becc. 

Frondium  segmentis  linearibus,  20-28  cm.  longis,  6-7  mm. 
latis,  3 terminalibus  liberis,  lateralibus  simillibus,  margini- 
bus  remotissime  dentatis  et  per  gradus  decrescentibus,  apice 
obtuso  acute  denticulato  ; caetera  uti  in  forma  typica. 

Descrizione.  — Non  sono  conosciute  le  dimensioni  gene- 
rali, ma  dalle  porzioni  esistenti  apparisce  una  pianta  gra- 
cilissima e probabilmente  non  più  alta  di  1 metro,  essendo 
il  tronco  inguainato  di  soli  5-6  mm.  di  diam. 

Foglie  di  pianta  fertile  lunghe,  sullo  stesso  fusto,  da 
40-60  cm.,  con  pochissimi  segmenti,  ± 6 per  parte  ed  uno 
terminale  ; guaina  cilindrica,  finamente  striata  per  il  lungo, 
leggermente  dilacerato-fibrosa  in  alto  sul  lato  ventrale  e 
specialmente  presso  la  bocca  ; fibre  bruno  scure  ; ligula  al- 
lungata, acuminata,  guainante  in  basso,  molto  sottilmente 
membranacea,  marcescente  e presto  risoluta  in  fibre  brune 
sottilissime;  picciolo  di  lunghezza  molto  variabile  sulla  stessa 
pianta  ; nelle  fronde  basse  caulinari  è,  a quanto  sembra,  più 
allungato,  (17  cm.  in  un  esemplare)  che  nelle  superiori 
(4-6  cm.),  è subterete,  striato  per  il  lungo,  opaco,  fugace- 
mente forforaceo-rubiginoso  ; rachide  subtrigono.  Segmenti 
cartacei,  rigiduli,  nella  parte  bassa  del  rachide  geminati  so- 
pra ogni  lato  ; le  coppie  di  un  lato  opposte  a quelle  del- 
l’altro lato;  i segmenti  superiori  sono  solitari  ed  opposti; 


— 207  — 


tutti  sono  molto  strettamente  lineari  ; attenuati  verso  una 
base  acuta,  a margini  intieri  meno  che  presso  l’apice,  dove 
sono  ristretti  a scalini  in  punta  più  o meno  lunga  e per  lo 
più  ottusa,  e quivi  assai  acutamente  denticolati;  sono  lun- 
ghi 20-28  cm.,  larghi  6-7  mm.  La  foglia  si  termina  in  3 
segmenti  liberi,  di  cui  il  centrale  poco  differisce  dagli  altri  ; 
sono  verdi  e quasi  nitenti  di  sopra,  più  pallidi  o subalbi- 
canti e molto  tenuamente  forforacei  di  sotto,  hanno  la  co- 
stola  mediana  sottile,  prominula  e rotondata  di  sotto,  super- 
ficiale di  sopra,  striata  sulle  due  faccio  da  alcuni  nervi 
secondari  e da  numerosi  nervi  terziari. 

Spadici  terminali  e laterali,  uscenti  solitari  da  ognuna 
delle  fronde  superiori,  semplicissimi,  indivisi,  filiformi,  nu- 
tanti,  consistenti  in  una  sola  spiga  lunga  15-25  cm.  e por- 
tata da  una  parte  pedunculare  un  poco  più  corta  di  lei; 
del  resto  esattamente  come  nella  forma  tipica. 

Habitat.  — Indo-China.  Raccolta  a Vien-chang  dal 
Dott.  Thorel  durante  la  spedizione  del  Me-kong  (1866-68). 

Osseevazioni.  — Differisce  dalla  forma  tipica  solo  per  i 
segmenti  strettissimi,  lineari,  che  in  piccolo  hanno  esatta- 
mente la  forma  di  quelli  d q\V  Arenga  saccharifera.  Gli  spa- 
dici con  i fiori  feminei  sono  esattamente  come  nella  forma 
tipica  ; di  quelli  maschili  non  ne  ho  visti. 

L’unico  carattere  che  potrebbe  servire  a distinguere  i 
Didymosperma  dalle  Arenga , quello  della  forma  dei  seg- 
menti, manca  in  questa  varietà,  che  sembra  proprio  for- 
mare il  passaggio  fra  i due  rammentati  generi.  L’ovario 
triloculare  piuttosto  che  biloculare  sembra  abbia  poco  im- 
portanza come  carattere  generico  in  questo  gruppo  di 
Palme.  Il  curioso  di  questa  Palma  si  è quindi  che  la  forma 
tipica  sarebbe  un  Didymosperma  e la  varietà  una  Arenga. 


— 208  — 


Didymosperma  caudata  var.  tonkinensis  Becc. 

Caudice  gracili,  brevi  ; frondium  segmentis  rhombeo-cu- 
neatis;  spadicibus  brevibus  rigidis;  iloribus  masculis  obova- 
tis,  in  vertice  rotundatis. 

Descrizione.  — Palma  gracilissima,  stolonifera,  alta 
0.50-1  m.  Fusto,  allorché  coperto  dalle  guaine,  di  5-7  mm. 
di  diam.  ; il  fusto  nudo  solo  4-5  mm. 

Foglie  piccole,  variabili  di  lunghezza  da  25-45  cm.  anche 
sulla  medesima  pianta  ; tutte  hanno  pochissimi  segmenti, 
solo  1-8  per  parte,  più  uno  terminale  ; guaina  cilindrica, 
fortemente  striata,  dilacerato-fibrosa  in  alto  lungo  il  lato 
ventrale,  specialmente  in  alto  presso  la  bocca  ; ligula  ocrei- 
forme,  allungata,  molto  sottilmente  membranacea,  marce- 
scente e prestissimo  risoluta  in  fibre  brune  tenuissime  ; pic- 
ciolo di  lunghezza  molto  variabile,  lungo  da  2-3  a 15-20  cm. 
sulla  stessa  pianta,  fortemente  striato  (sul  secco),  subterete 
od  oscuramente  angoloso,  ± distintamente  canaliculato 
nella  faccia  superiore,  di  2-3  mm.  di  spessore,  leggermente 
forforaceo  da  principio,  poi  sparsamente  punteggiato-sca- 
bridulo  od  anche  quasi  liscio;  rachide  subtrigono.  Segmenti 
verdi  o subconcolori  sulle  due  faccie,  più  o meno  sparsi  in 
gioventù  di  pagliette  forforaceo-ferruginose  fugaci  nella  pa- 
gina inferiore,  quasi  sempre  solitari  sopra  ogni  lato,  alterni 
od  opposti  con  quelli  dell’altro  lato,  raramente  vi  sono  in 
basso,  sopra  ognuno  dei  lati,  due  segmenti  ravvicinati  per 
le  basi;  se  vi  è un  solo  segmento  questo  ha  l’apparenza 
di  esser  composto  di  due  ineguali  uniti  insieme  ; in  ge- 
nerale i segmenti  sono  romboidali  o trapezoidali,  lunghi 
10-12  cm.  e larghi  4-5  cm.  ; cuneati  in  basso,  e da  circa 
la  metà  in  su  triangolari  a contorno  ineguale,  acutamente 
denticolato-premorso  : sono  poi  bruscamente  contratti  nel 
mezzo  all’  apice  in  una  punta  acuminata,  angusta,  spesso 
caudiforme  e lunga  15-20  mm.  ; il  segmento  centrale  è più 
grande  dei  laterali,  ± cuneato-flabelliforme,  3-5-costulato, 


209 


spesso  asimmetrico,  a contorno  con  tanti  lobi  acuminati,  o 
più  o meno  caudati,  quante  sono  le  costole. 

Spadici  al  solito  modo  monoici  (coi  fiori  maschili  molto 
più  precoci  dei  feminei)  eretti  od  eretto-nutanti,  piuttosto 
brevi,  terminali  e laterali,  solitari,  indivisi,  consistenti  in  una 
sola  spiga  fiorifera  lunga  6-10  cm.,  portata  da  una  parte 
pedunculare  lunga  poco  più  o poco  meno  quanto  la  spiga, 
e vaginata  quasi  per  intero  da  varie  spate.  Le  spate  sono 
più  o meno  distanziate  fra  di  loro,  fortemente  striate  al- 
l’esterno, le  più  basse  brevi  e quasi  squamiformi,  le  se- 
guenti brevemente  tubulose  in  basso,  aperte  su  di  un  lato; 
esse  si  prolungano  in  un  lembo  non  strettamente  guai- 
nante, allungato-auriculare,  acuto  ; la  parte  dello  spadice 
rivestita  dalle  spate  è di  4-5  mm.  di  diam.  ed  il  nudo  asse 
di  1.5-3  mm. 

Fiori  maschili  al  solito  modo  molto  più  precoci  dei  fe- 
minei, obovati,  rotondati  in  alto,  attenuati  assai  in  basso, 
lunghi  5 mm.  e larghi  3;  calice  dipolare,  troncato;  sepali 
suborbicolari  poco  più  larghi  che  lunghi,  a contorno  roton- 
dato, intiero  e finamente  ciliolato,  carnoso-gibbosi  o subcal- 
carati  alla  base  ; corolla  3 volte  più  lunga  del  calice,  divisa 
sino  in  basso  in  3 filli  navicolari,  subspatolati,  coll’apice 
largo  ma  acuto,  attenuati  in  basso,  con  la  base  acuta,  for- 
temente striati  all’esterno  ; stami  circa  30  ; antere  lineari, 
angustissime,  ottusiuscule  alle  due  estremità,  a loggie  pa- 
rallele ; filamenti  riuniti  insieme  alla  base,  tenuissimi,  più 
corti  delle  antere.  Rudimento  d’ovario  0. 

Fiori  feminei  sviluppantesi  al  solito  modo  assai  dopo 
quelli  maschili,  orizzontali  ed  inseriti  spiralmente  ed  assai 
regolarmente  intorno  l’asse  che  ricuoprono  piuttosto  den- 
samente : sono  globosi,  di  circa  5 mm.  di  diam.  ; brattee 
florali  reniformi,  sepaloidee,  fortemente  striate  ; calice  spia- 
nato a sepali  suborbicolari  ma  un  poco  più  larghi  che  lun- 
ghi, a contorno  rotondato,  finamente  ciliolato,  fortemente 
striato-nervosi  ; corolla  due  volte  più  lunga  del  calice,  di- 
visa sino  quasi  alla  base  in  3 segmenti  concavi,  larghi,  sub- 
deltoidei,  ottusiusculi  ed  abbraccianti  l’ovario,  fortemente 


— 210  - 


striato-nervosi.  Staminodi  0.  Ovario  globoso,  leggermente 
depresso,  triloculare,  rotondato  in  alto  ed  ivi  con  l’accenno 
di  3 superficialissime  carene  radianti  dagli  stigmi  ; questi 
sessili,  trigoni,  conniventi,  formanti  colla  loro  riunione  una 
piccola  areola  circolare  nera,  piana. 

Frutti  sferici,  quando  perfettamente  maturi  di  circa 
12  mm.  di  diam.,  a pericarpio  leggermente  carnoso,  segnati 
dalla  piccola  areola  rotonda  piana  ed  immutata  sul  vertice 
e con  appena  un  accenno  di  3 carene  radianti  da  quella. 
Semi  2-3,  obovati,  rotondati  in  alto,  attenuati  alquanto 
verso  una  base  acuta,  a dorso  convesso  e con  due  faccette 
separate  da  un  angolo  ottuso  dal  lato  interno,  lunghi  8-9 
e larghi  7 min.,  quasi  neri,  opachi  ; embrione  situato  verso 
la  metà  del  lato  dorsale. 

Habitat.  — Hel  Tonkino  occidentale:  Pere  Bon,  n.°  2382 
e n.°  2528  a Kien-khè  e n.°  4646  a Yo-xa.  Presso  Thau- 
Mo'i  nelle  foreste  della  catena  calcare:  Balansa  n.°  518; 
e nelle  foreste  delle  vicinanze  di  Phuong-Lam,  Balansa 
n.°  4364.  Esemplari  tutti  nell’Erbario  di  Parigi. 

Osseev azioni.  — Sono  da  prima  stato  tentato  di  consi- 
derare come  specie  distinta  dalla  D.  caudata  questa  forma, 
che  si  distingue  dalla  tipica  per  le  sue  dimensioni  minori, 
per  i segmenti  delle  foglie  più  piccoli  ed  in  proporzione 
della  lunghezza  loro  più  larghi  ; per  gli  spadici  più  corti, 
e sopratutto  per  i fiori  maschili  clavati  e rotondati  in  alto. 
Ma  il  n.°  92  di  Spire  del  Laos,  che  ho  riportato  alla  forma 
tipica,  viene  a togliere  lo  stacco  fra  la  Didymosperma  del 
Tonkino  e quella  della  Cocincina  meridionale,  in  modo  che 
non  mi  è sembrata  opportuna  una  distinzione  specifica  fra 
le  due.  La  D.  caudata  v.  tonkinensis  si  avvicina  molto  alla 
D.  nana  Griff.  dell’Assam,  dalla  quale  differisce  principal- 
mente per  l’asse  dello  spadice  che  è assai  densamente  for- 
foraceo-rubiginosa  nella  D.  nana,  ed  è glabra  in  tutte  le 
forme  della  D.  caudata.  Le  spate  della  D.  nana  sono  an- 
che leggermente  inflate  e non  come  quelle  della  D.  caudata 


— 211 


strettamente  guainanti.  Nelle  dimensioni  però  e nella  forma 
delle  foglie  la  D.  caudata  tonkinensis  rassomiglia  moltis- 
simo alla  D.  nana. 


Wallichia  gracilis  Beco.  sp.  n. 

Coespitosa,  caudicibus  fertilibus  ciré.  1.5  m.  altis,  dum 
vaginis  foliorum  (ndutis  2-2.5  cm.  crassis;  foliis  radicalibus 
longe,  superioribus  breviuscule,  petiolatis,  petiolo  tereti, 
8-10  mm.  diam.;  segmentis  elongato-cuneatis,  basilaribus 
80-40  cm.  longis,  superne  8-9  cm.  latis,  papyraceis,  viri- 
dibus,  subtus  pallidioribus  et  in  juventute  subalbicantibus, 
minute  fusco-punctulatis,  margine  anteriore  undulato  inac- 
quali et  denticulato-serrato.  Spadices  terminales  et  latera- 
les,  dioici,  30-35  cm.  longi,  recurvi,  spatis  auriculaefor- 
mibus,  numerosis,  furfuraceo-tabacinis,  indutis.  Spadicis 
masculi  panicula  anguste  oblonga,  ramulis  numerosis  gra- 
cilibus;  floribus  masculis  ovatis,  obtusis,  5 mm.  longis, 
sessilibus  ; calyce  brevissimo;  corollae  phyllis  oblongo-na- 
vicularibus.  Spadicis  foemiuei  panicula  fructifera  ovata, 
densa,  ramulis  brevibus,  5-6  mm.  longis;  fructibus  ovato- 
ellipticis,  utrinque  aequaliter  rotundatis,  13  mm.  longis, 
8 mm.  crassis,  apice  mammillato  ; perianthio  fructifero  de- 
presso-cupulari,  7 mm.  diametro. 

Descrizione.  — Cespitosa;  i germogli  non  ancora  fioriferi 
sono  acauli  ; quelli  fertili  sono  gracili  e fogliuti,  alti  1.5  m. 
e muojono  dopo  la  maturazione  dei  frutti  (Balansa).  Il  fusto 
rivestito  dalle  guaine  delle  foglie  è apparentemente  di  soli 
2-2.5  cm.  di  diam. 

Foglie  radicali  e della  parte  bassa  dei  fusti  molto  lunga- 
mente picciolate  (non  viste  intiere)  ; in  una  il  picciolo  è 
lungo  90  cm.,  terete,  di  8-10  mm.  di  diam.  ; nelle  fronde 
giovani  il  picciolo  è intieramente  coperto  da  un  indumento 
forforaceo-rubiginoso,  ma  poi  diventa  glabrescente  e molto 
finamente  scabridulo.  Segmenti  cartacei,  verdi  di  sopra,  più 


— 212  — 


pallidi  e nelle  fronde  giovani  subalbescenti  di  sotto  e quivi  di- 
stintamente sparsi  di  minutissimi  puntolini  scuri;  essi  hanno 
la  costola  mediana  sottile,  tondeggiante  di  sotto,  e quivi 
più  rilevata  che  di  sopra  ; i nervi  secondari  sono  numerosi, 
poco  più  forti  dei  terziarii  ; questi  sono  numerosissimi,  tutti 
molto  sottili  ma  rilevati,  e rendono  distintamente  radiato- 
striate  le  due  superficì  ; i segmenti  inferiori  delle  fronde 
giovani  sono  lungamente  cuneati  verso  una  base  molto  acuta, 
hanno  il  margine  apicale  od  anteriore  asimmetrico  ed  ondu- 
lato, e sono  ± prolungati  all’apice  in  punta  irregolarmente 
triangolare  acuta  od  ottusiuscula:  sono  lunghi  30-40  cm.  e 
larghi  8-9  cm.  verso  la  metà.  Le  foglie  della  parte  apicale 
e fiorifera  del  fusto  sono  assai  più  piccole  delle  radicali, 
hanno  il  picciolo  molto  più  corto,  la  parte  pinnifera  (in  un 
esemplare)  è lunga  50  cm.  ed  ha  6 segmenti  per  parte  ol- 
tre quello  terminale  ; tali  fronde  hanno  la  vagina  con  una 
spessa  costola  dorsale  e nel  rimanente  sfilaccicato-retico- 
lata  con  fibre  nere  molto  sottili  ; la  ligula  (nelle  fronde 
giovani)  è lunghissima  (20-30  cm.),  acuminata,  rubiginoso- 
forforacea  all’esterno,  presto  lacera  e ridotta  in  fibre  paral- 
lele, sottilissime,  nere  ; il  rachide  è rubiginoso-forforaceo 
ed  è bifaciale  con  angolo  non  molto  acuto  di  sopra  ; i se- 
gmenti della  parte  superiore  del  rachide  sono  orizzontali, 
cuneati  in  basso,  a margini  inferiori  o laterali  piuttosto 
corti,  la  punta  loro  è subtriangolare  ottusa,  sono  lunghi 
18-20  cm.,  larghi  5-6  cm.;  il  segmento  terminale  è flabel- 
liforme con  3-4  lobi  superficiali,  denticolati,  ottusi. 

Spadici  pochi,  spesso  solitarii  e terminali  od  accompagnati 
da  pochissimi  altri  laterali  ; apparentemente  dioici,  però  i 
maschi  ed  i feminei  sono  pochissimo  differenti  fra  di  loro 
e sono  costituiti  da  una  pannocchia  lunga  15-18  cm.,  por- 
tata da  una  parte  peduncolare  un  poco  più  lunga  della  parte 
fiorifera,  terete,  di  6-7  mm.  di  diametro  e che  subito  sin 
dal  momento  dell’antesi  è fortemente  arcuata,  e porta  la 
pannocchia  rivolta  in  basso  ; la  parte  peduncolare  è av- 
volta da  6-7  spate  relativamente  grandi,  imbricate,  molle- 
mente  forforaceo-rubiginoso-tabacine  all’esterno,  glabre  e 


— 213  — 


finamente  striate  internamente,  sottilmente  coriacee,  lanceo- 
lato-acuminate,  concave  ed  in  forma  d’orecchio  d’asino,  non 
tubolose  e non  abbraccianti  in  basso,  le  più  esterne  brevi,  le 
interne  gradatamente  più  grandi,  le  maggiori  lunghe  12- 
15  cm.  Pannocchia  dei  fiori  densa,  molto  strettamente 
oblunga,  un  poco  attenuata  all’apice,  composta  di  numerosis- 
simi ramoscelli  inseriti  spiralmente  intorno  all’asse,  paten- 
tissimi, arcuato-ascendenti,  sottili  (di  1 mm.  di  spessore), 
i più  bassi  lungh^  circa  2 cm. 

Fiori  maschili  ovati,  ottusi,  lunghi  5 mm.,  inseriti  spi- 
ralmente intorno  ai  ramoscelli,  sessili  all’ascella  di  una  mi- 
nutissima bratteola  membranacea,  concava,  acuta;  calice 
brevissimo  ; segmenti  della  corolla  oblungo-naviculari,  for- 
temente striati. 

Pannocchia  fruttifera  ovata,  molto  densa,  con  ramo- 
scelli irregolarmente  inseriti  a spirale,  ascendenti  (o  pen- 
duli  poiché  l’intiera  pannocchia  è reflessa),  glabri,  lunghi 
5-6  cm.,  spessi  2-3  mm.  ; fiori  5 inseriti  alquanto  irrego- 
larmente a spirale,  accolti  framezzo  a 2 piccole  brattee  for- 
manti un  culiculo,  concave,  semiorbicolari  a contorno  ro- 
tondato. 

Perianzio  fruttifero  apparentemente  non  accresciuto,  de- 
presso-cupolare,  accogliente  tutta  la  base  del  frutto,  di 
7 mm.  di  diam.  ; calice  spianato  a contorno  3-lobo,  lobi 
rotondati,  striati  ; corolla  2 volte  più  lunga  del  calice,  di- 
visa sino  circa  alla  metà  in  3 larghi  lobi  deltoidei,  crassi, 
ottusiusculi. 

Frutto  ovato-ellittico,  egualmente  rotondato  alle  due  estre- 
mità, mammillato  all’apice  o marcato  da  una  piccola  areola 
circolare  di  2 mm.  di  diametro.  I frutti  immaturi  sono  lun- 
ghi 13  mm.  e larghi  8.  Seme.... 

Habitat.  — Nel  Tonkino  a Dong-Dang,  nelle  foreste,  Ba- 
lansa  n.°  519  (Febbr.  1885)  e n.°  4369  (esemplare  con  frutti 
immaturi  (19  Genn.  1886),  nelle  foreste  del  Monte  Bavi 
a circa  800  m.  d’altezza,  e n.°  4362  (27  Decembre  1887) 
con  la  nota:  « Dioique  ? Trono  débile  de  m.  1,50  de  hau- 


ti 


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teur.  Vallèe  de  Banton,  dans  les  bois  »,  esemplare  con  fiori 
maschi.  (Erb.  di  Parigi). 

Osseev azioxi.  — Sembra  la  specie  più  piccola  del  genere. 
Distinta  fra  tutte  per  i suoi  gracili  fusti  portanti  in  alto 
o lateralmente  dei  relativamente  piccoli  spadici  ; per  la  pan- 
nocchia maschile  angusta  con  corti  ramoscelli  fioriferi  e 
piccoli  fiori  ; per  la  pannocchia  fruttifera  ovata  con  ramo- 
scelli corti  ; per  i segmenti  verdi  sulle  2 faccio  e fugace- 
mente albicanti  di  sotto,  similissimi  del  resto  a quelli  della 
TF.  caryotoides. 

Alla  TT.  gracilis  sembrano  riferibili  gli  esemplari  rac- 
colti nell’Yunnan  da  Henry,  n.°  12331  (sole  fronde),  delle 
montagne  Szemao.  ed  il  n.  10411  con  frutti  immaturi  rac- 
colti sulle  Montagne  Menghi  a 500  piedi  di  altezza.  (Vidi 
nell’Erb.  di  Calcutta). 


Licuala  (Licualella)  tonkinensis  Beco.  sp.  n. 

Gracilis.  Frondium  lamina  dimidiato-orbicularis,  radiato- 
partita  ; segmentis  6-8  inaequalibus,  omnibus  apice  obtuse 
dentatis  ; lateralibus  elongato-cuneatis.  5-6-costulatis,  exti- 
mis  oblique  truncatis,  segmento  centrali  lateralibus  conspi- 
cue  latiori,  basi  non  pedicellato,  in  medio  profunde  inciso, 
divisionibus  8-10-costulatis  ; petiolo  in  parte  basilari  tan- 
tum spinis  parvis  conicis  horizoutalibus  armato.  Spadix  (in 
specimine  uno  circiter  55  cm.  longus)  strictus,  rigidulus, 
undique  indumento  tenui  rubiginoso-furfuraceo  obtectus, 
indivisus,  parte  axili  spathis  duabus  completis  vaginata, 
crassiuscule  filiformi,  basi  compressiuscula,  4 mia.  lata, 
superne  subtereti  et  3 mm.  diametro,  sensim  in  partem  flo- 
rigenam  minime  incrassatam,  circ.  10  cm.  longam,  conti- 
nuata ; spathis  minute  rubiginose  furfuraceis,  membrana- 
ceis,  exsuccis,  basi  arcte  vaginantibus,  superne  nonnihil 
inflatis,  valde  compressis,  apice  tantum  perviis  et  lacero- 
marcescentibus.  Flores  ovati,  4.5  mm.  longi,  horizonthales, 


215  — 


sessiles,  circum  spicam  spiraliter  dispositi,  pulvinulo  super- 
ficiali insidentes  ; calyce  late-campanulato,  basi  planiuscula 
callosa,  limbo  membranaceo  extus  rubiginose  papilloso-fur- 
furaceo,  irregulariter  3-lobo  ; corolla  calyce  subduplo  lon- 
giori,  segmentis  elongato-triangularibus,  subtiliter  coriaceis, 
extus  glabris,  striato- venosis;  ovario  glabro;  carpellis  abor- 
ti vis  basilari  bus. 

Descrizione.  — Gracile.  Fronde  (due  sole  esaminate)  con 
picciolo  lungo  40-45  cent.,  della  uniforme  larghezza  di  4 mm., 
triangolare  da  cima  a fondo,  piano  di  sopra,  con  lo  spi- 
golo inferiore  ottuso,  ed  i margini  acuti  armati  solo  presso 
la  base  con  poche  spine,  piccole,  coniche,  orizzontali  ; li- 
gula apicale  cordata,  callosa;  lembo  nell’ insieme  semiorbi- 
colare,  palmato,  diviso  sino  alla  base  in  8 segmenti  ine- 
guali ; il  mediano  latamente  e sin  dall’apice  gradatamente 
cuneato,  non  pedicellato  alla  base  diviso  nel  mezzo  per  i 
s/3  della  sua  lunghezza  ; ogni  divisione  ha  8-10  nervi  pri- 
marii ; i segmenti  laterali  sono  più  stretti  ed  hanno  5-6 
nervi;  il  segmento  più  esterno  è il  più  angusto,  tutti  sono 
cuneati,  ma  i più  esterni  sono  leggermente  ristretti  in  alto, 
e troncati  obliquamente,  tutti  sono  terminati  da  denti  brevi, 
separati  da  seni  ottusi,  ogni  dente  è brevemente  bilobo 
all’apice  con  i lobi  ottusissimi. 

Spadici  dirittissimi,  indivisi,  minutamente  rubiginoso- 
forforacei  in  ogni  parte,  con  la  porzione  peduncolare  lunga 
45  cent.,  intieramente  guainata  da  due  spate,  compressa 
alquanto  e larga  dalla  base  sin  presso  l’apice  4 mm.:  quivi 
è cilindracea,  di  3 mm.  di  diametro,  e gradatamente  senza 
demarcazione  passa  nella  spiga  fiorifera.  Spate  due,  fina- 
mente rubiginoso-forforacee,  quasi  eguali  di  forma,  l’interna 
però  circa  di  1 .'3  più  lunga  dell’esterna,  membranacee,  essuc- 
che,  lungamente  tubulose,  strettamente  guainanti  in  basso, 
leggermente  inflate  nella  parte  superiore,  fortemente  com- 
presso-ancipiti,  coi  lati  molto  acuti,  aperte  solo  all’apice 
ed  ivi  bifide  e terminate  in  punta  acuta,  ± marcescente 
e sfilaccicata.  La  spiga  o parte  fiorifera  è terete  ed  allun- 


— 216  — 


gata  e porta  i fiori  a spirale  tutto  ingiro  sopra  pulvinuli 
superficiali,  non  sporgenti. 

Fiori  solitari,  sessili,  lunghi  4.5  mm.  ; calice  campanulato, 
calloso  in  basso,  a lembo  membranaceo  diviso  in  3 lobi 
triangolari  acuti,  densamente  forforaceo-papillosi,  rubigi- 
noso  di  fuori  ; corolla  un  poco  meno  del  doppio  più  lunga 
del  calice,  sottilmente  coriacea,  a lobi  triangolari  allungati 
striati  all’esterno.  Giovani  frutti  ovoidei-oblunghi,  glabri. 

Habitat.  — Scoperta  dal  Padre  Bon  nel  Tonkino  occi- 
dentale a Vo-xa  nelle  selve  rupestri  del  monte  Chuà  Hac, 
il  5 maggio  1835,  n.°  2901.  Nome  volgare  « Luà  Khua  ». 
(Erb.  De  Candolle  e di  Parigi). 

Osservazioni.  — E molto  ben  caratterizzata  per  lo  spa- 
dice  indiviso  con  parte  fiorifera  non  incrassata.  Si  avvicina 
alla  Licuala  ( Licualella ) mattanensis  Beco.,  dalla  quale  dif- 
ferisce per  i segmenti  larghi,  di  cui  il  mediano  profonda- 
mente bipartito  e per  i frutti  ovato-oblunghi.  Ho  visto 
solo  una  fronda  ed  uno  spadice  con  frutti  immaturi.  La 
specie  però  è ben  caratterizzata. 


Licuala  calciphila  Beco.  sp.  n. 

Parvula,  gracillima.  Frondes  inter  minores,  lamina  parva, 
3 -5-partita,  segmento  centrali  latissime  cuneiformi,  15-16 
cm.  longo,  usque  ad  medium  et  ultra  in  medio  fìsso,  basi 
non  pedicellato,  divisionibus  5-7-costulatis  apice  truncatis 
et  obtuse  dentatis  ; segmentis  lateralibus  linearibus  vel 
anguste  cuneatis  et  jam  ab  apice,  oblique  et  argute 
dentato,  basin  versus  sensim  attenuatis  ; petiolo  gracillimo, 
20-30  cm.  longo,  2 mm.  lato,  spinis  rectis  validiuscu- 
lis,  2-4  mm.  longis,  basi  subbulbosis,  ad  raargines  ar- 
mato. Spadices  graciles,  areuato-nutantes,  petiolis  bre- 
viores,  in  ramos  2-3  remotiuscule  superpositos  divisi  ; 
Spathis  primariis  tenuiter  membranaceis,  marcescentibus, 


217  — 


tubulosis,  basi  lassiuscule  vaginantibus,  superne  anguste 
auriculatis,  acuminatisi  ramis  in  2-8  ramulos  floriferos 
graciles,  4-5  cm.  longos,  vix  1 mm.  crassos,  divisis;  fiori  - 
bus  parvis  spiraliter  insertis,  plane  sessilibus,  ovatis,  acutis. 

Descrizione.  — Gracilissima,  stolonifera,  con  fusti  gra- 
cili di  60  cm.  di  altezza  (Balansa),  foliosi  all’apice,  di  7'mm. 
di  diam.  in  basso  nella  parte  nuda. 

Foglie  fra  le  più  piccole;  guaina  intiera,  sottilmente  co- 
riacea, carinata  sul  dorso  e quasi  intiera,  lunga  circa  5 cm., 
brevemente  tubulare  in  basso,  sottilmente  coriacea  e care- 
nata sul  dorso,  fibroso-reticolata  sul  lato  ventrale,  special- 
mente  in  alto,  dove  si  dilata  alquanto  e dove  si  prolunga 
anteriormente  in  una  ocrea  liguliforme,  lunga  5-6  cm., 
membranacea,  essucca,  presto  marcescente  e che  si  sfacela 
in  filamenti  sottili  e flaccidi  ; picciolo  gracilissimo,  lungo 
20-30  cm.,  largo  2 mm  , subtrigono,  piano  e striato  di  sopra, 
con  angolo  assai  prominente  di  sotto,  con  margini  acuti 
armati  di  spine  orizzontali  relativamente  assai  forti,  ma 
non  molto  fitte,  dritte,  lunghe  2-4  mm.,  con  base  inspessita 
e quasi  bulbiforme;  ligula  triangolare-allungata;  lembo 
assai  più  corto  del  picciolo,  sottile  cartaceo,  opaco  sopra 
ambedue  le  faccie,  leggermente  più  pallido  di  sotto,  diviso 
in  3-5  segmenti,  dei  quali  il  centrale  partito  in  due  sino 
alla  metà  o sino  al  terzo  inferiore,  nell’  insieme  molto  la- 
tamente cuneiforme  e largo  in  alto  8-10  cm.,  non  pedicel- 
late alla  base,  lungo  15-16  cm.  ; ogni  sua  divisione  ha  5-7 
costole  primarie  superiori  ed  all’apice  è troncata  con  i denti 
primarii  larghi  e bassi  ed  i secondarii  ottusi  ; se  i segmenti 
sono  cinque,  i 2 più  esterni  sono  molto  piccoli  e lineari  ; 
gli  intermedi  hanno  3-5  costole  primarie  : sono  gradata- 
mente  cuneati  sin  dall’apice  che  è obliquo  e più  profon- 
damente dentato  che  nel  segmento  centrale. 

Spedici  arcuato-nutanti  dalla  ascella  delle  foglie  e più 
corti  dei  piccioli  di  queste,  gracili,  con  2-3  palchi  di  rami 
sovrapposti  ; i rami  sono  divisi  in  2-3  ramoscelli  fioriferi; 
spate  primarie  sottili,  membranacee,  marcescenti,  guainanti 


— 218  — 


completamente  l’asse  dello  spadice,  tubulose,  lassamente 
guainanti  in  basso,  prolungate  in  lunga  punta  strettamente 
auriculare,  acuminata  ; ramoscelli  fioriferi  gracili,  lunghi 
4-5  cm.,  e di  appena  1 mm.  di  spessore,  portanti  i fiori 
non  molto  fitti  ed  a spirale. 

Fiori  piccoli,  affatto  sessili,  ovati,  acuti  (visti  solo  in 
cattivo  stato). 

Habitat.  — Tonkino  : sulle  rupi  calcaree  in  vicinanza 
della  sponda  sinistra  del  Fiume  nero  a 3 chilometri  a monte 
di  Phuong-Lam,  nella  foresta  d’alto  fusto,  raccolta  da  B. 
Balansa  il  2 maggio  1888.  (Erb.  di  Parigi). 

Osservazioni.  — È una  delle  più  piccole  specie,  e che 
per  le  foglie  rassomiglia  alla  L.  ternata.  E distinta  per  i 
suoi  piccoli  spadici  con  2 o 3 soli  palchi  di  rami,  pochis- 
simo divisi,  più  corti  dei  piccioli  e vaginati  completamente 
da  varie  spate  membranacee,  lassamente  guainanti,  marce- 
scenti, terminate  in  stretto  e lungo  lembo  acuminato  au- 
riculare, e per  i piccoli  fiori  sessili. 


Licuala  fatua  Becc.  sp.  n. 

Gracilis.  Folia....  Spadices  elongati,  graciles,  rigidi,  recti, 
in  3-4  ramos  primarios  remote  superpositos  divisi  ; parte 
axili  tenui,  circiter  2 mm.  diametro,  spathis  tubulosis, 
compressis,  exsucce  membranaceis,  omnino  vaginata  ; ramis 
in  4-5  ramulos  floriferos  irregulariter  partitis  ; ramulis 
floriferis  5-15  mm.  longis,  gracilibus,  sinuosis,  subulatis. 
Flores  spiraliter  secus  ramulos  inserti,  piane  sessiles,  ovati, 
basi  rotundati,  superne  paullo  attenuati,  3-3.5  mm.  longi, 
2 mm.  crassi  ; calyce  cyathiformi,  membranaceo,  profunde 
3-dentato,  puberulo  ; corolla  calyce  l/3  longiori,  usque  ad 
medium  in  3 segmenta  triangularia  pergamenacea  extus 
striato-venosa  partita  ; staminibus  infra  medium  corollae 
insertis,  filamentis  e basi  crassa  teretibus  subulatis,  antheris 


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suborbicularibus,  parvis,  filamentis  triplo  vel  quadruplo  bre- 
vioribus  ; carpellis  glabris,  subclavatis  et  in  stylum  conicum 
subulatum  superne  attenuatis. 

Descrizione.  — Pianta  apparentemente  assai  gracile.  Fo- 
glie.... Spadici  allungati,  gracili  ma  rigidi  e dritti,  con  3-4 
(o  forse  anche  più)  palchi  di  rami  sovrapposti  ; la  parte 
assile  è molto  sottile,  di  2 mm.  di  diametro  ed  é intiera- 
mente inguainata  dalle  spate  ; i rami  escono  eretti  dalla 
bocca  delle  respettive  spate  e si  dividono  irregolarmente  in 
pochi  (4-5)  ramoscelli  fioriferi  (non  sono  quindi  digitati); 
spate  primarie  allungate,  tubulari,  compresse,  molto  lassa- 
mente guainanti,  sottili,  membranacee,  essucche,  brune, 
parzialmente  squamuloso-forforacee,  lacero-fesse  in  alto  ; 
1’  inferiore  è ancipite  e lunga  circa  20  cm.  e larga  15  mm. 
in  alto,  ed  è ristretta  in  basso  ; ramoscelli  fioriferi  lunghi 
5-15  cm.,  gracili,  sinuosi,  spessi  1.5  mm.  alla  base,  subu- 
lati  all’apice,  forforacei  o rivestiti  assai  densamente  da  peli 
ramentacei  rubiginosi  ; i ramoscelli  portano  tutto  in  giro 
i fiori,  che  riposano  sopra  tubercoletti  superficialissimi;  brat- 
teole  florali  inconspicue. 

Fiori  affatto  sessili,  ovati,  spesso  alquanto  asimmetrici, 
rotondati  in  basso,  attenuati  verso  l’apice,  ma  ottusiusculi, 
lunghi  3-3.5  mm.,  larghi  circa  2 mm.  ; calice  ciatiforme, 
membranaceo,  fortemente  striato-nervoso,  assai  profonda- 
mente 3-dentato,  con  i denti  triangolari  ; questi  sono  cibati 
sul  margine,  e specialmente  all’  apice,  con  peli  ramentacei 
ferruginei  ; simili  peli  sono  sparsi  anche  sul  corpo  del  ca- 
lice, specialmente  alla  base  ; corolla  un  terzo  più  lunga 
del  calice,  attenuata  in  basso,  divisa  sino  circa  la  metà 
in  3 segmenti  triangolari,  allungati,  pergamenacei,  striati 
esternamente;  stami  inseriti  poco  al  di  sotto  della  metà  della 
corolla,  tutti  eguali,  con  filamenti  tereti,  allungati,  3-4 
volte  più  lunghi  delle  antere,  dilatati  e con  un  ringrosso 
bulbiforme  in  basso,  dove  con  le  loro  basi  a contatto  l’una 
con  l’altra  formano,  alla  fauce  della  corolla,  un  anello  car- 
noso 6-lobo  ; antere  piccole  suborbicolari  ; carpello  glabre, 


— 220  — 


allungate,  subclavate,  assai  attenuate  in  basso,  non  scolpite 
in  alto  ma  spesso  con  depressioni  sui  lati  causate  dalla 
pressione  della  base  dei  filamenti,  ristrette  nel  terzo  supe- 
riore in  uno  stilo  subulato  a base  conica  ; stigma  punti- 
forme. Frutti  mancano. 

Habitat.  — Nel  Tonkino  occidentale.  Pére  Bon,  n.°  3130 
nell’  Erbario  di  Parigi. 

Osservazioni.  — Di  questa  specie  ho  visto  un  solo  spa- 
dice  mutilato  dell’estremità  ; la  porzione  assile  esistente  è 
lunga  35  cm.  e porta  2 rami  lunghi  18-20  cm.  ; è guainata 
dalla  spata  basilare  e da  altre  2 spate,  una  per  ognuno 
dei  rami.  Lo  spadice  intiero  lo  giudico  di  circa  60  cm.  di 
lunghezza.  Mancano  le  foglie.  Ad  onta  dell’  incompleto 
materiale  apparisce  una  delle  specie  meglio  caratterizzate 
per  i suoi  piccoli  fiori  ovati,  sessili,  con  calice  peloso-ra- 
mentaceo,  ma  sopratutto  per  gli  stami  con  filamenti  rela- 
tivamente molto  allungati  e robusti , che  rassomigliano 
quelli  delle  specie  della  sezione  Dammera,  mentre  in  ge- 
nerale in  tutte  le  Eulicuala  i filamenti  degli  stami  sono 
minutissimi  e dentiformi. 


Rhapis  micrantha  Becc.  sp.  n. 

Gracilis,  1-2  m.  alta,  caudice  nudo  8 mm.,  dum  vaginis 
induto  15-20  mm.  diametro.  Frondium  vagina  et  ligula 
concinne  in  fibras  solutae,  fibris  exterioribus  complanatis, 
interioribus  tenuioribus,  criniformibus,  teretibus  ; segmenta 
6-10  usque  ad  basin  omnino  libera.  Flores  masculi  turbi- 
nati, 4-4.5  mm.  longi;  calyce  membranaceo  3-lobo,  lobis 
acutis;  corolla  calycem  triplo  superanti;  staminum  filamentis 
corollae  adnatis,  usque  ad  apicem  linearibus;  antheris  paullo 
latioribus  quam  longioribus.  Flores  foeminei  clavati,  dum 
bene  evoluti  4.5  mm.  longi  ; corolla  superne  subglobosa, 
basi  longe  angusteque  attenuata  ; calyce  basi  carnoso,  3- 


— 221 


dentato,  dentibus  triangularibus  acutis.  Fructus  albi,  sae- 
pius  3-ni,  globosi,  8-9  mm.  diam.,  semine  globoso,  6-6.5 
mm.  diametro. 

Descrizione.  — Dioica  (?),  molto  gracile,  alta  1-2  m. 
Tronco  vaginato  di  15-20  mm.  di  diametro  ; il  tronco  nudo 
di  soli  circa  8 mm.  Vagine  tubolose,  leggermente  dilatate 
in  alto,  lunghe  circa  20  cm.,  ottusamente  carenate  e coria- 
ceo-legnose  lungo  quasi  tutto  il  lato  dorsale,  risolute  sul 
lato  ventrale  in  un  reticolo  formato  da  2 strati  di  fibre  di 
color  bruno-castagno  ; nello  strato  esterno  le  fibre  sono 
ascendenti  obliquamente,  filiformi  ma  alquanto  schiacciate 
e larghe  spesso  sino  quasi  1 mm.,  disgregate  l’una  dall’al- 
tra e riapprossimate  lungo  la  linea  mediana  dal  lato  ven- 
trale, dove  quelle  della  parte  più  alta  concorrono  a formare 
una  ligula  triangolare,  lunga  sino  a 3 cm.,  opposta  al  pic- 
ciolo e non  sfacelata  ; le  fibre  dello  strato  interno  della 
vagina  incrociano  quelle  più  esterne  seguendo  una  dire- 
zione longitudinale  e sono  di  queste  molto  più  sottili  ; tanto 
le  une  quanto  le  altre  si  discostano  alquanto  l’una  dall’al- 
tra ma  rimangono  nella  posizione  loro  e nell’insieme  for- 
mano un  lasso  reticolo,  non  s’increspano  e non  si  arruffano 
come  più  o meno  accade  nella  Rh.  ftabellif'ormis.  Picciolo 
lungo  20-30  cm.,  gracile,  biconvesso  o piano-convesso,  al- 
meno in  basso,  con  i margini  scabriusculi  o quasi  lisci, 
piuttosto  acuti,  specialmente  verso  l'alto  ; nelle  fronde  gio- 
vani è barbato-lanoso  sul  contorno.  Lamina  delle  foglie 
radiato-digitata,  nell’insieme  con  circa  20  costole  prima- 
rie superiori,  divisa  in  6-10  segmenti  cartacei,  verdi  e 
non  nitenti  di  sopra  (sul  secco),  a mala  pena  più  pallidi  di 
sotto,  ineguali,  lunghi  20-25  cm.,  1-5-costulati,  larghi  0.5- 
4 cm.,  espansi  in  semicerchio,  tutti  liberi  sino  in  basso  ; i 
segmenti  centrali  sono  spesso  i più  larghi,  tutti  si  termi- 
nano all’apice  in  2-5  denti  triangolari,  acuminati  e breve- 
mente bifidi  ; i segmenti  laterali  hanno  i denti  più  stretti 
e più  acuminati  dei  centrali  ; le  costole  (o  nervi  primari) 
superiori  ed  inferiori  ed  i margini  sono  minutamente  e poco 


— 222  — 


argutamente  serrulato-scabriduli  ; venule  transverse  nume- 
rose, acute. 

Spartiti  =£r  densamente  coperti  nelle  parti  assili,  all’epoca 
della  fioritura,  da  un  indumento  forforaceo-ramentaceo,  fer- 
rugineo, poi  glabri.  La  parte  peduncolare  dello  spadice  è 
completamente  vaginata  da  due  spate  generali  ed  è quasi 
del  tutto  inclusa  nella  guaina  della  foglia  all’ascella  della 
quale  esce  ; essa  porta  solo  3-4  piccole  infiorazioni  parziali 
formanti  una  breve,  lassissima  e diffusa  pannocchia.  Le 
spate  primarie  sono  membranacee,  striate  per  il  lungo,  tu- 
bulose,  aperte  all’apice,  dove  si  terminano  in  una  punta 
lanceolata,  fibroso-lacera  e più  o meno  coperta  da  un  in- 
dumento ramentaceo-forforaceo  ; la  spata  più  bassa  è lunga 
circa  15  cm.,  acutamente  bicarinata  ; la  seconda  spata  sor- 
passa alquanto  l’esterna  ; la  parte  assile  eli  e rimane  fuori 
della  spata  è sinuosa  a zig-zag,  con  lo  spazio  fra  un  ramo 
e l’altro  dritto  e vaginato  da  una  spata  tubulosa  più  lunga 
del  ramo  stesso,  aperta  da  un  lato  dalla  metà  in  su,  e ter- 
minata in  punta  acuminata  che  abbraccia  la  base  dei  rami 
primarii  ; tutte  queste  spate  sono  membranacee  e ± forfo- 
raceo-ramentacee  all’esterno.  I rami  primari  sono  patentis- 
simi, e come  l’apice  dello  spadice  sono  composti  di  vari 
ramoscelli  fioriferi,  sparsi,  patenti,  gracilissimi,  filiformi, 
subulati,  lunghi  4-8  cm.  (i  più  corti  essendo  i più  alti)  ed 
aventi  i pulvinuli  dei  fiori  superficiali. 

Fiori  maschili  turbinati,  quando  completamente  svilup- 
pati, lunghi  4-4.5  mm.,  disposti,  senza  molta  regolarità  a 
spirale,  sessili,  solitari,  orizzontali,  muniti  in  basso  di  una 
minutissima  bratteola  jalina,  acuminata,  decidua.  Calice 
membranaceo,  cupolare-campanulato,  subjalino,  molto  mi- 
nutamente punteggiato-glanduloso,  profondamente  3-lobato, 
coi  lobi  triangolari  e non  di  rado  lobulati  alla  lor  volta, 
acuti  od  anche  apiculato-caudati.  Corolla  turbinata,  carno- 
sula,  attenuata  in  basso,  al  momento  dell’antesi  due  volte 
più  lunga  del  calice,  brevemente  3-loba  all’apice,  coi  lobi 
rotondati  a mala  pena  apicolati  e muniti  internamente,  in 
punta,  di  una  callosità  crestiforme  sulla  linea  mediana  che 


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separa  due  incavi  o nicchiette,  in  ognuna  delle  quali  si 
annida  la  metà  di  una  antera.  Stami  6,  subiseriati,  i tre 
corrispondenti  ai  seni  fra  un  lobo  e l’altro  essendo  un  poco 
più  lunghi  degli  altri  tre  ; i filamenti  sono  tereti  e si  par- 
tono quasi  dal  fondo  della  corolla,  ma  sono  connessi  a que- 
sta per  tutta  la  lunghezza  loro  ; antere  suborbicolari  con 
largo  connettivo,  a loggie  subreniformi  deiscenti  sui  lati. 
Rudimento  d’  ovario  inconspicuo  o piccolissimo,  oblungo, 
carnosulo. 

Spadici  feminei  simili  a quelli  maschili,  ma  con  minor 
numero  di  fiori,  e questi  più  radi  sui  ramoscelli.  I fiori  fe- 
minei sembrano  a prima  vista  di  due  qualità,  alcuni  es- 
sendo globosi  ed  altri  clavati  e più  lunghi  dei  maschili; 
ma  forse  al  momento  dell'antesi  anche  ai  feminei  si  allunga 
il  tubo  della  corolla.  I fiori  globosi  sono  di  circa  2 mm.  di 
diam.;  il  calice  è membranaceo,  cupolare,  irregolarmente 
trilobo,  a lobi  ottusamente  denticolati  ed  apicolati.  Corolla 
divisa  sino  alla  metà  in  3 lobi  quasi  valvati,  latamente 
ovati,  apicolati,  concavi,  molto  crassi.  Stami  sterili  6,  con 
filamento  quasi  nullo;  le  antere  sono  vacue,  ma  ben  con- 
formate e grandi,  cordato-ovate,  smarginate  all’apice  con 
largo  connettivo,  con  le  linee  della  deiscenza  laterali.  Ova- 
rio composto  di  3 carpelle  libere  fra  di  loro  e nell’insieme 
latamente  turbinato  ; carpelle  convesse  dal  lato  esterno,  bi- 
faciali  dal  lato  interno,  bruscamente  contratte  in  breve  stilo 
con  stigma  puntiforme  ; ovulo  inserito  in  basso  della  log- 
gia, eretto.  Alcuni  esemplari  hanno  fiori  che  differiscono 
esternamente  da  quelli  ora  descritti,  perchè,  a quanto  sem- 
bra, sono  completamente  sviluppati  e si  trovano  al  momento 
dell’antesi;  questi  fiori  sono  allora  clavato-capitellati  od  in 
forma  di  chiodo  di  garofano  ; la  corolla  loro  ha  una  capoc- 
chia quasi  globosa  di  1.7  mm.  di  diam.,  bruscamente  atte- 
nuata in  basso  in  una  parte  piuttosto  sottile,  piena.  Nell’in- 
sieme la  corolla  è allora  2 l/i  volte  più  lunga  del  calice  ; 
le  carpelle  rimangono  in  alto  nella  parte  dilatata  della  co- 
rolla, sorrette  da  una  specie  di  colonna  costituita  dalla  parte 
assottigliata  e piena  della  corolla  ; esse  sono  esattamente 


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come  di  già  state  descritte  e circondate  dagli  usuali  stami 
sterili. 

Frutti  globosi,  spesso  3-ni,  risultanti  dallo  sviluppo  indi- 
pendente  delle  3 carpello,  bianchi  sul  vivo  (Bon),  di  8-9  mm. 
di  diam.  sul  secco  : in  questo  stato  sono  opachi  e di  un 
color  scuro  all’esterno  ; epicarpio  sottile,  unito  ; mesocarpio 
allo  stato  secco  granuloso-spongioso,  ma  probabilmente  leg- 
germente carnoso  sul  fresco,  staccantesi  facilmente  a com- 
pleta maturità  dal  nocciolo  (endocarpio);  1’  endocarpio  è 
sottile,  fragile,  crostaceo-legnoso.  Il  seme  si  libera  con  dif- 
ficoltà dall’endocarpio,  è globoso,  di  6-6.5  mm.  di  diametro, 
un  poco  pianeggiante  dal  lato  dell’  intrusione  del  rate  ; 
il  rafe  è assai  largo,  leggermente  impresso,  gira  intorno 
alla  metà  inferiore  del  seme  e dall’altro  lato  termina  all’em- 
brione, che  si  trova  nel  centro  della  faccia  più  convessa; 
il  processo  del  rafe  forma  una  massa  spongiosa,  globosa, 
scura,  che  penetra  sino  alla  metà  del  seme;  l’albume  è os- 
seo ed  in  sezione  longitudinale  si  presenta  della  forma  di 
ferro  di  cavallo  ; la  testa  del  seme  è opaca,  bruna,  senza 
ramificazioni  del  rafe  distinte.  Il  perianzio  fruttifero  forma 
un  distinto  pedicello  slargato  in  alto  e che  accoglie  le  tre 
drupe. 

Habitat.  --  Nel  Tonkino  occidentale  sui  monti  Dong- 
Baù  a Kien  Khé.  Scoperta  dal  Padre  Bon,  19  Aprile  1884. 
Nome  volgare  « Kay  Lui  ».  N.°  2545,  esemplari  con  fiori 
cf  nell’Erb.  De  Candolle  e di  Parigi  e n.°  2546  nell’Erb. 
De  Cand.  ; n.°  2345  esemplare  in  frutto  e con  fiori  $ (cla- 
vati),  nell’Erb.  di  Parigi. 

Osservazioni.  — Ha  intieramente  l’abito  della  Eh.  flabel- 
liformis,  dalla  quale  si  distingue  principalmente  per  la 
guaina  delle  foglie,  la  quale  è composta  nella  sua  parte 
ventrale  di  fibre  che  si  discostano  l’una  dall’altra,  ma  che 
rimangono  al  loro  posto  e non  si  arruffano;  di  più  le  fibre 
esterne  sono  complanate  e più  grosse  delle  interne  che  per  di 
più  sono  tereti;  si  distingue  inoltre  per  la  ligula  non  sfa- 


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celata;  per  i segmenti  completamente  liberi  fra  di  loro  sino 
in  basso;  per  gli  spadici  più  allungati  e per  i fiori  maschili 
con  calice  a lobi  ineguali,  spesso  apicolati,  e per  i petali 
più  rotondati  in  alto  ; infine  per  i fiori  feminei  più  piccoli. 

E anche  affine  alla  Rh.  humilis  per  le  sue  guaine  a fibre 
non  arruffate,  ma  in  questa  i segmenti  non  sono  compieta- 
mente  liberi  sino  in  basso. 


Rhapis  laosensis  Becc.  sp.  n. 

Gracilis,  caudice  nudo  5-7  mm.,  dum  vagims  induto 
10-15  mm.  diam.  Frondium  vagina  et  ligula  in  fibras  te- 
nuissimas  molles,  concinnas,  solutae  ; segmenta  saepe  tan- 
tum 3 et  pluricostulata,  interdum  usque  ad  9 et  2-3-costu- 
lata,  omnia,  vel  saltern  centralia,  basi  plus  minusve  connata. 
Spadices  spathis  auriculiformibus  subduplo  longiores.  Flores 
masculi  4 mm.  longi;  corolla  clavata,  basi  valde  angustata, 
calyce  quadruplo  longiori  ; calyce  3-dentato,  dentibus  trian- 
gularibus  acutis;  staminibus  biseriatis,  antheris  suborbicu- 
laribus  ; flores  foeminei  obovati,  basi  attenuati,  4 mm.  longi, 
2.8  mm.  crassi. 

Descrizione.  — Gracile.  Il  tronco  allorché  coperto  dalle 
vagine  delle  foglie  è di  10-15  mm.  di  diam.  ; il  tronco 
nudo  solo  di  5-7  mm.,  con  internodi  discosti  20-25  mm. 
nella  parte  più  alta,  ed  in  basso  solo  6-7  mm.  Vagine  lun- 
ghe 7-10  cm.,  nell’  insieme  cilindraeeo-infundibuliformi,  ot- 
tusamente carenate  e coriaceo-sublegnose  lungo  il  lato  dor- 
sale, intiere  e tubulari  in  basso,  risolute  in  reticolo  fibroso 
sul  lato  ventrale  ; le  fibre  sono  tutte  molto  sottili,  capil- 
lari e morbide,  quelle  dello  strato  esterno  sono  leggermente 
più  forti  delle  sottostanti  e molto  regolarmente  parallele 
(non  arruffate),  concorrenti  a formare  una  assai  lunga 
ligula  acuminata,  risoluta  poi,  più  o meno,  in  un  reticolo 
molle.  Picciolo  gracilissimo,  lungo  20-35  od  anche  solo 
10-15  cm.,  largo  2-2.5  mm.,  più  o meno  compresso,  a mar- 


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gini  piuttosto  acuti,  lisci  od  anche  scabriduli.  La  ligula 
all’  apice  del  picciolo  è triangolare,  barbato-lanosa  nelle 
fronde  giovani.  Lamina  radiato-digitata,  nell’  insieme,  di 
solito,  con  16-17  costole  primarie  superiori,  ma  talora  sino 
a 23,  divisa  spesso  in  3 soli  segmenti  ineguali  con  5-7  co- 
stole  primarie  superiori,  larghi  sino  5-6  cm.  e lunghi 
20-25  cm.  ; talvolta  i segmenti  sono  sino  a nove  e più  o 
meno  ineguali,  1-5-costulati  e larghi  in  proporzione  del 
numero  delle  costole  : sono  uniti  in  basso  per  il  tratto  di 
1-3.5  cm.;  quando  sono  molto  larghi,  sono  distintamente 
concavo-convessi,  quasi  egualmente  attenuati  alle  due  estre- 
mità, con  i denti  apicali  acuti  e bifidi  ma  così  conniventi 
da  rendere  i segmenti  ± acuminati  ; di  consistenza,  i 
segmenti,  sono  cartacei,  alle  volte  sono  distintamente  in- 
tenti di  sopra,  più  pallidi  di  sotto;  le  costole  superiori  ed 
inferiori  sono  =t  serrulato-scabridule;  i margini  sono  molto 
finamente  ed  acutamente  serrulato-denticolati;  venule  tran- 
sverse approssimate,  sottili  e distinte. 

Spndici  con  pochi  rami  divaricati  e divisi  in  ramoscelli 
lunghi  pochi  centimetri  e portanti  pochi  fiori  ; nell’  insieme 
gli  spadici  sono  assai  brevi,  più  corti  dei  piccioli  ed  alle 
volte  di  poco  più  lunghi  delle  spate.  Le  spate  sono  assai 
variabili  di  grandezza,  assai  grandi,  le  due  inferiori  tubu- 
lose  e fortemente  compresse  in  basso,  auriculeformi  in  alto, 
acute  od  acuminate,  più  o meno  fugacemente  forforacee  ; 
di  solito  una  terza  spata  pure  assai  grande  ed  auricule- 
forme  si  trova  alla  base  delle  diramazioni  principali. 

Fiori  maschili  piccoli,  clavati,  angusti,  lunghi  4 mm.  ; 
calice  acutamente  3-dentato;  corolla  4 volte  più  lunga  del 
calice  con  i 3 lobi  deltoidei,  apiculati;  stami  biseriati;  an- 
tere suborbicolari  a loggie  reniformi  e largo  connettivo. 

Fiori  feminei  orizzontali,  provvisti  alla  base  di  una  brat- 
teola  membranacea,  subulata,  decidua,  obovati,  crassi,  at- 
tenuati un  poco  in  basso:  i più  sviluppati  da  me  visti  sono 
lunghi  4 e larghi  2.8  mm.,  con  la  base  della  corolla  crassa 
e che  non  sembra  si  allunghi  molto  al  momento  della  an- 
tesi, a giudicare  dal  perianzio  fruttifero;  calice  cupolare,  su- 


227  


perficialmente  3-dentato  ; carpello  fortemente  gibbose  in 
alto,  solcate  sul  dorso  in  causa  dell’impressione  lasciata  dal 
filamento  degli  stami  sterili  ; stilo  breve,  rimanente  più 
basso  della  gibbosità  della  respettiva  carpella.  Perianzio 
fruttifero  molto  brevemente  pedicelliforme.  Frutti 

Habitat.  — Indo-China,  nel  Laos  meridionale,  valle  del 
Mekong  a La-Khon,  race,  dal  D.  Thorel,  (senza  numero), 
ed  a Saraburg  (n.°  3154,  esemplari  con  fiori  rf  ).  Pure  nel 
Laos  a Xeng-Kouang.  (D.  Spire,  n.°  568).  Esemplari  tutti 
dell’Erb.  di  Parigi. 

Osservazioni.  — Si  distingue  dalla  Rh.  micrantha  spe- 
cialmente per  la  natura  delle  fibre  nelle  quali  si  risolve 
la  parte  anteriore  delle  guaine  delle  foglie;  tali  fibre  nella 
Rh.  micrantha  sono  rigide  ed  appiattite,  mentre  nella 
Rh.  laosensU  sono  finissime  e molli  ; tanto  nell’  una  quanto 
nell’  altra  dette  fibre  non  sono  arruffate  ed  in  questo  am- 
bedue differiscono  dalla  Rh.  flabelli  for  mis.  I fiori  feminei 
sono  tozzi  e crassi  e non  sembra  che  la  corolla  loro  si  al- 
lunghi molto  al  momento  dell’antesi;  tali  fiori  poi  sono  par- 
ticolari per  le  carpello  che,  nel  boccio,  sono  fortemente 
gibbose  ed  hanno  lo  stilo  molto  corto  e situato  più  basso 
della  gobba  della  respettiva  carpella. 

Dalla  Rh.  subtilis  differisce  per  le  dimensioni  assai  mag- 
giori e per  le  fronde  con  maggior  numero  di  segmenti. 


Rhapis  subtilis  Beco.  sp.  n. 

Pusilla,  gracillima,  0.50-1  m.  alta,  caudice  basi  nudo  et 
crebre  annulato,  tenuissimo,  3 mm.  diam.;  frondium  vagina 
in  fibras  uniformes  tenuissimas  molles  concinnas  soluta  ; 
segmenta  perpauca,  bi-3-costulata,  vulgo  3,  interdum  2-4, 
usque  ad  basin  omnino  libera,  9-10  cm.  longa,  apice  paullo 
angustata  et  irregulariter  dentata;  spadicis  parte  peduncu- 
lari  spatharum  subtriplo  longiori;  spathis  angustissimi. 


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Descrizione.  — Gracilissima,  alta  0.50-1  m.  con  tronco 
sottilissimo  di  soli  3 mm.  di  diam.,  folioso  solo  in  alto, 
nodoso  in  basso,  con  internodi  lucidi,  variabili  da  6-10 
a 20-25  mm.  di  lunghezza.  Vagine  brevi,  disintegrate  sul 
lato  ventrale  in  fibre  capillari  molto  sottili,  molli,  tutte 
uniformi;  ligula  ± parzialmente  disintegrata  in  fibre  sot- 
tili, molli  non  o poco  arruffate.  Picciolo  gracilissimo,  lungo 
7-12  cm.,  largo  1.5  mm.,  subbiconvesso,  ± scabridulo-striato. 
Lamina  molto  piccola,  lunga  8-10  cm.,  rigidula,  cartacea, 
divisa  sino  alla  base  in  soli  2-4  segmenti,  digitati,  2-3- 
plicato-costulati,  nell’  insieme  fra  tutti  con  sole  7-9  costole 
primarie  superiori,  acuti  in  basso,  leggermente  ristretti 
all’apice,  molto  inegualmente  inciso-dentati  a denti  acu- 
tiusculi,  di  sotto  più  pallidi  che  di  sopra,  senza  squamule 
brune  (sempre  ?)  ; margini  finamente  serrulati  ; costole  su- 
periori scabridule  ; venule  transverse  conspicue. 

Spadici  nascenti  eretti  framezzo  le  fronde,  presso  a poco 
lunghi  quanto  i piccioli  di  queste,  con  parte  pedunculare 
assai  allungata  compressa  e che  si  divide  all’apice  in  soli  2-4 
ramoscelli,  i quali  portano  pochissimi  fiori  sparsi  ; spate 
primarie  angustissime,  larghe  2-3  mm.,  terminate  in  lembo 
stretto,  acuminato,  giungente  sino  a circa  la  metà  della 
parte  peduncolare  dello  spadice.  Gli  esemplari  da  me  visti 
portano  solo  pochi  fiori  feminei  trapassati. 

Habitat.  — Vallata  del  Me-Kong  nel  Laos  inferiore  a 
Lakòn  (o  Lacòne),  Thorel  n.°  3099  nell’  Erb.  di  Parigi. 

Osservazioni.  — Affine  alla  Rh.  laosensis , ma  distinta 
per  le  sue  piccole  dimensioni,  per  le  piccolissime  fronde 
digitate,  che  nell’insieme  hanno  sole  7-9  costole  primarie 
superiori,  e si  dividono  in  soli  2-4  segmenti  ; per  gli  spa- 
dici con  assai  lunga  parte  pedunculare  sporgente  dalle  an- 
gustissime spate. 


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Calamus  acanthophyllus  Beco.  sp.  n. 

Parvus,  subacaulis,  caespitosus,  vaginis  non  flagelliferis  in 
ventre  apertis.  Folia  erecta,  rigida,  50-80  cm.  longa  (non 
cirrifera),  ; petiolo  longiusculo  ; segmentis  utrinque  12-14, 
inequidistantibus,  rigidis  et  spisse  papyraceis,  utrinque  pal- 
lide virentibus  vel  subglaucescentibus,  linearibus,  apice  =±= 
attenuatis,  acutis  et  subpungentibus  vel  interdum  obtusiu- 
sculis,  in  costa  media  et  ad  margines  saepius  conspicue 
spinulosis,  intermediis  15-25  cm.  longis,  6-10  mm.  latis, 
summis  radiato-digitatis  brevioribus,  duobus  terminalibus 
basi  plus  minusve  connatis.  Spadices  masculi  et  foeminei 
similes,  erecti,  simplicissimi  ; parte  asili  indivisa,  rigida, 
apice  4-8  spicas  floriferas  ferenti;  spathis  arctissime  va- 
ginantibus  ; spicis  rigidis,  2-8  cm.  longis;  floribus  disti- 
cis,  utrinque  8-10;  floribus  masculis  anguste  ovoideis,  4-5 
mm.  longis  ; floribus  foemineis  ovoideis,  3 mm.  longis, 
calyce  profunde  3-lobo  ; corolla  calyce  subtriplo  longiori; 
perianthio  fructifero  breviter  pedicelliformi.  Fructus  ovoi- 
dei  vel  subovoidei,  minute  acuteque  conice  rostrati,  12-15 
mm.  longi,  9-12  mm.  lati;  squamis  superficialiter  in  medio 
sulcatis,  stramineis  et  anguste  nigro-marginatis,  apice  acu- 
tis ; semine  elliptico,  paullisper  compresso,  7 mm.  longo,  5 
mm.  lato,  4 mm.  spisso  ; albumine  aequabili  ; embryone 
basilari. 

Habitat.  — Nella  Cocincina  sul  fiume  Ubon,  raccolto  dal 
Dott.  Thorel  durante  la  spedizione  del  Me-kong  (1866-68). 
Nel  Laos  (Massic,  Erb.  di  Parigi). 

Osservazioni.  — E una  specie  singolare  ed  aberrante, 
ma  che  nondimeno  si  può  raggruppare  col  C.  erectus  e col 
C.  dongnojensis. 

Non  sembra  mai  scandente  ; non  ha  flagelli  alle  vagine  ; 
ha  foglie  non  cirrifere  e spadici  semplicissimi  non  flagel- 
liferi, maschi  e feminei  fra  loro  similissimi.  In  alcuni 


15 


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esemplari  le  foglie  hanno  i segmenti  spinosissimi  sui  mar- 
gini e sulla  costa  mediana,  ma  alle  volte  questa  è quasi 
inerme  ed  i margini  portano  solo  qualche  spina  in  qua  e là. 


Calamus  Balansaeanus  Beco.  sp.  n. 

Gracillimus,  erectus  (vel  demum  scandens  ?),  caudice  vagi- 
nato  8 mm.  diam.,  circ.  1.5  m.  longo;  frondium  ecirrosarum 
(circ.  65  cm.  long.)  segmenta  inaequidistantia  vel  irregu- 
lariter  fasciculata,  anguste  lineari-lanceolata,  superne  sen- 
si m in  acumen  tenue  barbatum  attenuata,  costulis  3 te- 
nuibus  in  facie  superiori  spinulosis  percursa,  subtus  in 
costa  media  tantum  setulosa  vel  omnino  nuda  ; venulis 
transversis  conspicuis  discoloribus  ; marginibus  minutissime 
spinulosis;  segmenta  intermedia  15-17  cm.  longa,  10-13  mm. 
lata  ; superiora  sensim  minora,  duo  terminalia  basi  omnino 
libera.  Spadix  foemineus  gracilis,  elongatus,  filiformis,  apice 
flagello  tenui  aculeolato  terminatus  ; inflorescentiis  partiali- 
bus  paucis,  erectis,  remotis,  10-12  cm.  longis,  spiciformibus, 
angustis,  strictis,  in  earum  parte  basilari  spiculas  floriferas 
parvas,  superne  flores  ternos  geminatosve,  et  in  parte  api- 
cali  solitarios,  ferentibus  ; spathae  secundariae  et  spathellae 
leves,  oblique  infundibuliformes,  apice  marcescentes  ; invo- 
lucrophoro  oblique  cupulari-cyatiformi  ; involucro  subauricu- 
laeformi  ; floris  neutri  areola  concavo-aedi colaeformi.  Fru- 
ctus  globosus,  breviter  rostratus,  circ.  1 cm.  diam.  ; squamis 
per  orthostichas  21  ordinatis,  stramineis  et  anguste  ni- 
gro-marginatis,  in  medio  obsolete  sulcatis,  apice  obtu- 
siusculis  ; semine  irregulariter  globoso,  areolis  nonnullis 
coneaviusculis  notato,  7 mm.  diam.,  albumine  aequabili  ; 
embryone  basilari. 

Habitat.  — Nel  Tonkino  a Than  Mo'i,  nelle  macchie. 
Balansa,  3 Marzo  1886,  n.°  517  nell’Erb.  di  Parigi. 

Osservazioni.  — E certamente  affine  al  C.  Henryanus 
Becc.,  dal  quale  si  distingue  per  lo  spadice  con  infiorazioni 


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parziali  molto  semplici,  distintamente  spiciformi,  portanti 
piccole  spighette  nella  parte  bassa  e i fiori  terni,  geminati  o 
solitarii  in  quella  alta,  tutti  appressi  alla  parte  assile  in 
modo  da  formare  una  sola  spiga  densa  ed  angusta.  L’invo- 
lucro ha  poi  l’areola  che  porta  il  fiore  femineo  in  forma 
di  nicchia  o di  edicola  e manca  del  piccolo  pedicello  che 
sorregge  il  fiore  neutro  nel  C.  Henryanus. 

Come  il  C.  Henryanus  mostra  della  affinità  col  C.  lepto- 
spadix. 

Calamus  Bonianus  Beco.  sp.  n. 

Gracilis,  alte  scandens,  caudice  vaginato  digiti  crassitiae  ; 
folia  (non  cirrifera)  parva,  48-55  cm.  longa;  petiolo  brevi  ; 
segmentis  utrinque  10-14,  distincle  fasciculatis,  lanceolati, 
anguste  elliptico-lanceolatis  vel  oblanceolatis,  12-20  cm.  lon- 
gis.  2-3  cm.  latis,  basi  acutiusculis,  superne  breviter  et 
saepe  abrupte-acuminatis,  subtiliter  papyraceis,  tenuissime 
3-5-7-costulatis,  utrinque  nudis  vel  in  costa  media  tantum 
supra  parce  spinulosis;  venulis  transversis  numerosissimis 
tenuibus  sed  prominulis  ; marginibus  patule  spinuloso-ci- 
liatis;  segmentis  2 terminalibus  fere  usque  ad  medium  uni- 
tis.  Spadix  masculus  elongatus,  ultradecompositus,  spicis 
arcuato-subscorpioideis,  1-2  cm.  longis,  15-16  flores  (in  to- 
tum)  biseriatim  assurgentes  ferentibus  ; floribus  masculis 
3-5  mm.  longis,  ovoideo-ellipticis,  acutis.  Spadix  foemineus 
duplicato-ramosus,  1.5  m.  long.,  apice  flagellifer,  circiter  8 
intìorescentias  partiales  ferens  ; spathis  primiariis  tubulosis, 
superne  paullo  ampliatis,  ibique  laxiuscule  vaginantibus  ; 
spicis  arcuatis,  patentibus  vel  deflexis,  majoribus  6-8  cm. 
longis;  floribus  bifariis,  utrinque  numerosi  ; spathellis  basi 
tubulosis,  superne  ampliato-infundibuliformibus  ; involucro- 
phoro  sessili,  plano,  discoideo-orbiculari  ; involucro  involu- 
crophoro  simili  ; fiori  neutri  areola  punctiformi  ; perianthio 
fructifero  distincte  pedicelliformi.  Fructus  parvi,  sphaerici, 
4 mm.  diam.,  abrupte  rostrati  ; squamis  per  orthostichas  21 
ordinatis,  stramineis,  apice  rubellis,  in  medio  sulcatis. 


— 232  — 


Habitat.  — Nel  Tonkino  occidentale.  Scoperto  dal  Padre 
Bon  a -Jèn  Cu.  (N.°  1211,  esempi,  con  frutti)  ed  a Tai-Kéuh 
(n.°  3549,  spadice  maschio).  Negli  Erb.  di  Parigi  e De  Can- 
dolle. Nome  volgare  « Cày  Mai  ». 

Osservazioni.  — E molto  prossimo  al  C.  tetradactylus 
Hance,  dal  quale  si  distingue  per  le  infiorazioni  parziali 
più  dense,  con  maggior  numero  di  spighette  e queste  più 
fornite  di  fiori  ; per  1’  involucroforo  sessile  e non  pedicel- 
lato,  ed  a quanto  sembra  anche  per  il  frutto  più  piccolo. 

Calamus  cambojensis  Beco.  sp.  n. 

Gracillimus,  scandens,  caudice  vaginato  6-8  mm.  diam.; 
vaginis  nonnullis  flagelliferis  ; folia  (non  cirrifera)  brevia 
35  cm.  longa;  petiolo  brevi;  segmentis  paucis  (utrinque  6-7), 
inaequidistantibus,  remote  fasciculatis,  anguste  ellipticis, 
utrinque  aequaliter  attenuatis,  tenuiter  papyraceis,  costulis 
5 tenuibus,  utrinque  nudis,  percursis,  vel  in  costa  media  su- 
pra sparse  spinulosis  ; venulis  transversis  approximatis, 
praecipue  in  pagina  superiori  conspicuis;  marginibus  patule 
spinuloso-ciliatis  ; segmentis  intermediis  10-12  cm.  longis, 
2-3  cm.  latis,  duobus  terminalibus  basi  plus  minusve  con- 
natis.  Spadix  foemineus  flagelliformis,  tenuis,  0.8-1  m.  lon- 
gus,  flaccidus,  foliis  longior,  simpliciter  decompositus  ; inflo- 
rescentiis  partialibus  3-4,  remotis,  gracilibus,  utrinque  5-7 
spicas  ferentibus  ; spathis  primariis  tubulosis,  arcte  vagi- 
nantibus,  angustis,  elongatis;  spicis  arcuatis,  plus  minusve 
deflexis,  2-3.5  cm.  longis  ; floribus  disticis  utrinque  5-8  ; 
spathellis  late  infundibuliformibus  ; involucrophoro  sessili 
concavo  ; involucro  suborbiculari  depresse  cupulari  ; floris 
neutri  areola  semilunari;  floribus  foemineis  ovoideis  ; flori- 
bus neutris  conspicuis  foemineis  simillimis,  attamen  paullo 
minoribus.  Caetera  desunt. 

Habitat.  — Nel  Camboge.  Gli  esemplari  sui  quali  la 
specie  è stabilita  vennero  inviati  dal  sig.  Gourgaud  all’Espo- 


— 2B3 


sizione  coloniale  di  Marsiglia  del  1906  e presentemente  si 
trovano  nell’Erb.  del  Museo  di  Parigi;  non  è indicata  la  lo- 
calità precisa  dove  vennero  raccolti  e portano  il  nome  in- 
digeno « Phdau-San  ». 

Osservazioni.  — Si  avvicina  al  G.  tetradactylus  ed  al 
C.  Bonianus  per  le  foglie,  specialmente  per  la  disposizione 
dei  segmenti  ; ma  lo  spadice  femineo  è più  flaccido  e con 
le  spate  più  anguste  e più  strettamente  guainanti.  I se- 
gmenti hanno  le  venule  transverse  anche  più  fitte  che  nel 
C.  Bonianus. 

Per  le  foglie  rassomiglia  molto  al  C.  tetradactylus  Hance, 
di  Hong-Kong,  ma  in  questo  le  spate  primarie  sono  las- 
samente guainanti  ed  alquanto  dilatate  in  alto,  mentre 
quelle  del  C.  cambojensis  sono  angustissime  e molto  stret- 
tamente abbraccianti  l’asse  dello  spadice. 

Sembra  riferibile  al  C.  cambojensis  un  esemplare  portante 
uno  spadice  maschile,  raccolto  dal  Dott.  Thorel  (n.°  2974, 
Erb.  di  Parigi)  sulle  montagne  a Bassac  (Me-Kong). 
Il  tronco  e l’ armatura  delle  guaine  è come  negli  esem- 
plari tipici.  Le  foglie  sono  un  poco  più  grandi  che  negli 
esemplari  feminei,  sono  lunghe  45  cm.,  hanno  il  picciolo 
un  poco  più  lungo  (3-4  cm.)  e qualche  segmento  di  più,  8 
per  parte,  più  il  terminale  che  è bipartito,  i segmenti  sono 
un  poco  più  grandi,  gli  intermedii  lunghi  sino  15-20  cm. 
e larghi  27-30  mm.,  del  resto  esattamente  come  di  già  de- 
scritti. Lo  spadice  maschio  è molto  semplice,  gracillimo. 
flagelliforme,  sottilissimo,  con  pochissime  e piccole  infiora- 
zioni parziali  ; spate  angustissime,  molto  strettamente  guai- 
nanti; spighette  pettiniformi,  lunghe  15-25  mm.  e con  6-8 
fiori  orizzontali  per  parte;  fiori  lunghi  4 mm.,  angusti,  te- 
reti,  acuti;  calice  latamente  3-dentato,  fortemente  costulato- 
striato;  corolla  circa  3 volte  più  lunga  del  calice. 


— 234  — 


Calamus  scutellaris  Becc.  sp.  n. 

Ut  videtur  robustus,  caudice  et  foliis  ignotis.  Spadix  foe- 
mineus  amplus,  dense  duplicato-ramosus,  non  cirrifer;  in- 
florescentiis  partialibus  20-30  cm.  longis  (et  interdum  ul- 
tra ?),  in  ramulos  paucos  approximates  divisis  ; spathis  se- 
cundariis  brunneis,  inermibus,  basi  tubulosis,  membranaceis, 
superne  laceris,  laciniis  valde  elongatis  et  spicarum  apicem 
fere  attingentibus;  ramulis  brevi  bus  arcuatis,  spicas  floriferas 
4-6  approximatas  brachiatim  ferentibus  ; spathis  tertiariis 
brevissime  cyathiformibus,  truncatis,  integris,  levibus  ; spicis 
sinuosis,  vermiformibus,  7-9  cm.  longis,  parte  axili  tereti, 
3 mm.  diam.;  floribus  exacte  disticis,  utrinque  20-25;  spa- 
thellis  breviter  infundibuliformibus  ; involucrophoro  breviter 
cupulari,  subpedicellato;  involucro  conspicuo,  orbiculari,  in- 
tegro, concavo-pateriformi  ; floris  neutri  areola  conspicua, 
late  ovoidea,  concaviuscula.  Perianthium  fructiferum  expla- 
natum.  Fructus  parvi,  ovoidei,  breviter  acuteque  rostrati, 
12  mm.  longi,  8 mm.  lati,  squamis  per  orthostichas  21  ordi- 
natis,  brunneis,  subsquarrosis,  in  medio  non  sulcatis,  margine 
fimbriato  ferrugineo,  apice  acuto;  semine  late  ovoideo,  utrin- 
que rotondato;  albumine  aequabili;  embryone  subbasilari. 

Habitat.  — Le  porzioni  di  spadici  con  frutti  maturi,  che 
rappresentano  tutto  quanto  si  conosce  di  questa  specie,  ven- 
nero comprate  dal  Tt.  Padre  Bon  sul  mercato  di  Thanh- 
hoa  nel  Tonkino  orientale,  nell’Ottobre  1892  (n.°  5743  nel- 
l’Erb.  di  Parigi).  Probabilmente  i nativi  si  servono  dei 
frutti  di  questo  Calamus  come  condimento,  o per  masticare 
in  sostituzione  della  Noce  di  Areca. 

Osservazioni.  — Appartiene  al  gruppo  XV  (A)  della  mia 
Monografia,  ma  non  sembra  affine  ad  alcune  delle  specie 
conosciute,  eccettuato  forse  il  C.  Scipionum.  E particolar- 
mente notevole  per  l’involucro  del  fiore  femineo,  che  allor- 
ché sono  caduti  i frutti  è molto  conspicuo  ed  ha  la  forma 


— 235  — 


di  una  tazza  poco  profonda.  I suoi  piccoli  frutti  sono  pure 
notevoli  per  le  squame  brune  leggermente  squarrose,  non 
solcate  per  il  lungo,  e con  una  frangia  di  peli  ferruginosi 
sui  margini. 


Plectocomiopsis  floribundus  Becc.  sp.  n. 

Prondium  vaginis  spinis  gracilibus  basi  confìuentibus  et 
oblique  seriatis  vel  pectinatis,  armatis  ; petiolo  brevi;  se- 
gmentis  per  greges  remotiusculos  distincte  approximate, 
anguste  lanceolati,  apice  acuminato-subulatis,  utrinque  vi- 
rentibus,  subtus  punctulatis,  majoribus  20-30  cm.  longis, 
2.5-3  cm.  latis  ; spadice  masculo  ampio,  laxe  ramoso,  spicis 
scorpioideis,  8-10  mm.  longis  ; floribus  congestis  non  valde 
numerosi,  per  series  2 assurgentes  ordinatis,  ovoideis,  acu- 
ti, obsolete  trigonis,  3 mm.  longis  ; calyce  membranaceo- 
scarioso,  profondissime  trilobo  ; corolla  calyce  ‘/3  vel  */2  lon- 
giori,  in  segmenta  elliptico-navicularia,  tenuiter  coriaceo- 
scariosa  fere  usque  ad  basin  partita  ; staminum  filamenti 
basi  connatis,  superne  latiuscule  linearibus,  abrupte  intro- 
fìexis  ; antheris  erectis,  elongato-sagittatis  ; ovarii  rudimento 
parvo  papillaeformi.  Coetera  desunt. 

Habitat.  — Un  esemplare  con  fiori  maschi  è stato  rac- 
colto nel  Camboge  da  Gourgaud,  con  la  sola  indicazione 
« Pfdau-chno  » (probabilmente  il  suo  nome  indigeno).  Allo 
stato  sterile  è stato  pure  riportato  dalla  Cocincina  dal 
Dott.  Thorel,  ma  senza  indicazione  precisa  di  località. 

Ossekvazioni.  — Sembra  assai  affine  al  Plectocomiopsis 
paradoxus  Becc.  {Cal.  paradoxus  Kurz),  ma  in  questo,  seb- 
bene i segmenti  siano  inequidistanti  non  sono  così  distin- 
tamente riuniti  in  gruppi  come  sono  quelli  del  P.  floribun- 
dus ; anche  i fiori  maschili  di  questo  sono  di  un  terzo  più 
piccoli  di  quelli  del  P.  paradoxus , più  angusti  e più  acu- 
minati, e lo  spadice  è più  diffuso. 


— 236  — 


Plectoconica  Pierreana  Beco.  sp.  n. 

Inter  minores;  frondium  supremarum  segmentis  inaequi- 
distantibus,  lineari-lanceolatis,  utrinque  virentibus,  subtus 
vix  pallidioribus  ; fructibus  spbaericis,  abrupte  rostratis, 
circ.  2 cm.  diam.  ; squamis  per  42-44  orthostichas  ordinatis, 
squarrosis,  apice  valde  producto  acuto,  cibato,  recto,  minime 
recurvo  ; semine  globoso,  nonnibil  depresso,  14-15  mm.  lato, 
11-11.5  m.  alto  ; perianthio  fructifero  explanato,  sepalis 
delthoideis  acutis,  corollae  segmentis  lanceolati,  acuminatis, 
calyce  subtriplo  longioribus  ; antheris  sterilibus  sagittatis. 

Habitat.  — Nel  Camboge  sui  monti  Cam-cbày  nella  Pro- 
vincia di  Kampuh,  all’  altezza  di  900  m.  sul  livello  del 
mare  (Pierre  nell’Erb.  di  Parigi).  Un  altro  esemplare,  appa- 
rentemente della  medesima  provenienza,  si  trova  nell’Erb. 
del  « British  Museum  » e faceva  parte  dell’Erbario  di  Hance 
(n.°  19241). 

Osseev azioni.  — E una  delle  più  piccole  specie,  delle 
dimensioni  della  Plectocomia  Muellerii , alla  quale  rasso- 
miglia anche  per  i frutti;  ma  quelli  della  P.  Pierreana 
hanno  le  squame  che  si  terminano  in  una  punta  dritta  e 
non  come  nella  P.  Muellerii  ripiegata  in  dietro;  inoltre  la 
punta  non  si  prolunga  in  lunghe  setole.  Si  distingue 
dalla  P.  Muellerii  anche  per  i segmenti  delle  fronde  su- 
periori più  stretti  e per  le  antere  degli  stami  sterili  nel 
fiore  femineo  sagittate,  mentre  sono  lineari  nella  P.  Muel- 
lerii. 


— 287  — 


ENUMERAZIONE  delle  specie  di  Palme  sino  a qui  note 
come  crescenti  selvatiche  nell’  Indo-China  o che  vi 
sono  estesamente  coltivate. 

ARECEAE. 

Areca  Catechu  Linn. 

Coltivata. 

Areca  laosensis  Beco.  Vedi  sopra  a p.  191. 

Areca  triandra  Roxb.  Hort.  Beng.  68. 

Cocincina  merid.  sai  monte  Ponglu  a 150  m.  sul  livello  del 
mare  presso  Binh-Thuan  (Pierre  n.°  4849)  e sui  monti  Dinh 
presso  Baria  (Pierre  col  med.  n.°  4849). 

Finanga  cochinchinensis  Bl.  in  Bull.  Néerl.  1888,  65; 
Becc.  Malesia  III,  143.  — Areca  sylvestris  Lour.  FI. 
Coch.  568;  edit.  Willd.  696. 

Cocincina  meridionale  a Boo-chiang,  Prov.  di  Bien-hoa 
(Pierre  n.°  1876). 

Finanga  Duperreana  Pierre  mss.  ex  Becc.  Malesia 
III,  144. 

Camboge,  monti  Kuang-Repen,  Prov.  di  Jpong  (Pierre 
n.°  4851  e 4858). 

Finanga  baviensis  Becc.  Vedi  sopra  a p.  193. 

Oncosperma  filamentosa  Blume,  Rumphia  II,  97,  t.  82, 
103.  0.  cambodianum  Hance  in  Journ.  of  Bot.  1876, 

p.  261. 

Isola  Pku-Quoc  nel  Golfo  del  Siam  (Pierre  n.°  1859). 


— 238  — 


Wallichia  gracilis  Becc.  sp.  n.  Vedi  sopra  a p.  211. 

Arenga  saccharifera  Labili,  in  Mém.  Inst.  Fr.  IV,  209. 
Borassus  Gumutus  Lour.  FI.  Coch.  II,  619. 

Cocincina  merid.,  sui  monti  Dinh,  Prov.  di  Baria  (Pierre 
n.°  44)  subspontanea,  ed  assai  spesso  coltivata. 

Didymosperma  caudata  W.  et  Dr.  Vedi  sopra  a 

p.  200,  201. 

— — var.  stenophylla  Becc.  Vedi  sopra  a p.  206. 

— — var.  tonkinensis  Becc.  Vedi  sopra  a p.  208. 

Caryota  mitis  Lour.  FI.  Coch.  II,  569.  — C.  sobolifera 
Wall.  Cat.  8594;  Mart.  Hist.  Nat.  Palm.  Ili,  194,  t.  107, 
f.  2. 

Vicinanze  di  Saigon  (Pierre  n.°  1107)  ed  a Dinh,  Prov. 
di  Baria,  Cocincina  meridionale  (Pierre  n.°  105). 

(a. 

Caryota  monostaclya  Becc.  sp.  n.  Vedi  sopra  a pag.  196. 

Nipa  fruticans  Wurmb.  in  Verh.  Bat.  Genootsch.  1,  349. 

Non  ho  visto  esemplari  di  questa  Palma  provenienti  dal- 
l’ Indo-China,  dove  certamente  cresce  nei  luoghi  inondati 
delle  coste  meridionali. 

PHOENICEAE. 

Phoenix  Roebelinii  O’Brien  in  Gard.  Chr.  26  Oct.  1889, 
p.  475,  f.  68,  et  28  Dee.  1889,  p.  750.  — Ph.  pusilla 
Lour,  (non  Gaertn.)  FI.  Coch.  II,  614?  — Ph.  Lourerii 
Kunth,  Emum.  pi.  Ili,  257  ? 

Questa  Palma,  che  è ora  estesamente  coltivata  in  Europa 
nelle  serre  ed  in  pien’  aria  in  molte  parti  della  Regione 
mediterranea,  è stata  scoperta  sulle  sponde  rocciose  del 


— 239  — 


Mekong  nel  Laos.  A questa  specie  indubbiamente  appar- 
tengono gli  esemplari  delle  Piante  del  Tonkino  di  Balansa 
portanti  i numeri  4471  (esemplare  fruttifero)  e 4877  (sole 
fronde),  ma  senza  indicazione  di  località  precisa.  Nella 
« Malesia  » (v.  Ili,  p.  382),  io  ho  creduto  di  potere  identi- 
ficare la  Ph.  pusilla  di  Loureiro  con  una  Phoenix  raccolta 
da  Pierre  nella  Cocincina,  che  certamente  rientra  nel  gruppo 
della  Ph.  humilis;  però  data  la  dimensione  di  4 linee  ( = a 
circa  1 cm.)  assegnata  da  Loureiro  al  frutto  della  sua 
Ph.  pusilla,  mi  sembra  molto  probabile  che  alla  Ph.  Roe- 
belinii , piuttosto  che  alla  Ph.  humilis,  corrisponda  la  specie 
di  Loureiro. 

Secondo  questa  identificazione  la  Phoenix  Roebelinii  do- 
vrebbe assumere  il  nome  di  Ph.  Loureiri , essendo  quello 
di  Ph.  pusilla  stato  precedentemente  adoprato  per  una 
specie  del  Ceylan. 

Loureiro  ha  lasciato  scritto  che  la  sua  Ph.  pusilla  abita 
in  luoghi  sassosi  lungo  i ruscelli  sui  monti  Cóu-nut  a sei 
leghe  di  distanza  da  Hue.  Con  questa  indicazione  non  do- 
vrebbe esser  difficile  di  rintracciare  questa  Palma  nella 
località  classica  e così  risolvere  la  questione  delia  sua  pre- 
cisa nomenclatura. 

Phoenix  humilis  Royle,  Illustr.  of  the  Him.  mount.  I 
(1839),  8,  14,  394,  397,  399  ; Beco.  Malesia,  III,  373, 
t.  XLIV,  II. 

Camboge,  sul  monte  Kuang  Repen:  Harmand  n.°  4832  in 
Erb.  Pierre. 

(ali  esemplari  di  Pierre  corrispondono  esattamente  a quelli 
della  Ph.  humilis  che  cresce  nell’Assam  e nella  Birmania. 

Phoenix  paludosa  Roxb.  Hort.  Beng.  75. 

Cocincina  merid.  a Beutré  (Pierre  n.°  4835). 

Phoenix  sp. 

Sulle  sponde  del  Mekong,  a Stung-Streng,  il  D.  Thorel 
ha  raccolti  degli  esemplari  sterili  di  una  Phoenix  apparto- 


— 240 


nenti,  a quanto  sembra,  ad  una  specie  differente  dalle  pre- 
cedenti. 


CORYPHEAE. 


Corypha  Linn. 

Non  ho  visto  esemplari  dell’ Indo-China  di  alcuna  specie 
di  questo  genere  di  Palme,  che  mi  sembra  ben  difficile  che 
non  sia  rappresentato  in  quella  regione. 

Licuala  spinosa  'Wurmb.  in  Yerh.  Bat.  Gì-enootsh.  11,469. 
— L.  spinosa  var.  cochinchinensis  et  var.  breoidens 
Becc.  Malesia,  III;  — Corypha  pilearia  Lour.  FI.  Co- 
chinch.  I,  265. 

Cocincina  merid.  a Song-lu  nella  Prov.  di  Bien-hoa  e 
sul  monte  Dai  nella  Prov.  di  Chau-doc.  A Bencat  lungo 
il  fiume  di  Saigon.  Nell’  isola  di  Phu-Quoc  nel  Golfo  del 
Siam.  (Pierre  nell’Erb.  di  Parigi). 

La  Licuala  spinosa  è risultata  adesso  una  specie  talmente 
diffusa  e così  poliforma  che  la  distinzione  in  varietà  del 
valore  di  quelle  rammentate  diventerebbe  infinita. 

Licuala  paludosa  Griff,  in  Cale.  Journ.  Nat.  Hist.  Y, 
283,  et  Palms  Brit.  Ind.  118,  t.  221,  A,  B,  C. 

Isola  di  Phu-Quoc  nel  Golfo  del  Siam  (Pierre  n.°  4889). 
Licuala  tonkinensis  Becc.  sp.  n.  Yedi  sopra  a p.  214. 
Licuala  calciphila  Becc.  sp.  n.  Yedi  sopra  a p.  216. 
Licuala  fatua  Becc.  sp.  n.  Vedi  sopra  a p.  218. 

Rhapis  micrantha  Becc.  sp.  n.  Yedi  sopra  a p.  220. 
Rhapis  laosensis  Becc.  sp.  n.  Yedi  sopra  a p.  225. 
Rhapis  subtilis  Beci.  sp.  n.  Vedi  sopra  a p.  227. 


— 241  — 


Livistona  cochinchinensis  Mart.  Hist.  nat.  Palm.  Ill, 
319;  Beco.  Malesia  III,  69.  — L.  spectabilis  Griff,  in 
Calc.  Journ.  Nat.  Hist.  V,  336,  et  Palms  Brit.  Ind.  130, 
t.  CCXXYI.  G.  — Corypha  Saribus  Lour.  FI.  Co- 
chin. I,  212. 

Cocincina  merid.  a Thuduc  ed  a Song-lu,  Prov.  di  Bien- 
hoa  (Pierre,  n.°  4837).  Nel  Tonkino  meridionale  a Lang 
Doi  (Pére  Bon  n.°  1649:  nome  voi.  « Cay-Co  »)  ed  a Vau  xa 
(n.°  3276)  e n.°  6184:  senza  località  precisa.  Pure  nel  Ton- 
kino a Tu-Phap  (Balansa  n.°  4336).  Le  foglie  servono  a 
cuoprire  capanne  ed  a fare  i grandi  cappelli  annamiti. 

BÒRASSINEAE. 

Borassus  flabellifer  Linn.  sp.  pi.  p.  1187.  — B.  tuni- 
cata Lour.  FI.  Cocinch,  edit.  Willd.  p.  760. 

Dalle  descrizioni  dei  viaggiatori  sembra  molto  diffuso 
nell’alto  Mekong. 

COCOINEAE. 

Cocos  nucifera  Linn. 

Estesamente  coltivato. 

LEPIDOCARYEAE. 

Calamus  dongnaiensis  Pierre  mss.  ex  Becc.  in  Ree.  Bot. 
Surv.  Ind.  ii,  189  ; Becc.  in  Ann.  R.  B.  G.  Calc.  XI, 
133,  t.  8. 

Cocincina  merid.  a Chiao-xhan  (Pierre  n.°  4829). 

Calamus  acanthophyllus  Becc.  sp.  n.  Vedi  sopra  a 
pag.  229. 

Calamus  rudentum  Lour.  FI.  Cochinch.  I.  209;  Becc. 
in  Ann.  R.  B.  G.  Calc.  XI,  139,  t.  13. 

Cocincina  merid.  a Dian-lau-me,  Prov.  Bien-hoa  (Pierre 
n.°  4846)  ; a Tan  Kiyen  sul  fiume  Dongnai  (Pierre  n.°  4845) 


— 242  — 


e presso  il  monte  Pong-lu,  Prov.  Bin-Thuan  (Pierre 
senza  n.°). 

Calamus  Balansaeanus  Beco.  sp.  n.  Vedi  a pag.  230. 

Calamus  dioicus  Lour.  FI.  Cochinch.  1,  210  ; Beco,  in 
Ann.  R.  B.  G.  Calc.  XI,  195,  t.  51. 

Monti  Chiao-xhoin  (Pierre  n.°  4834). 

Calamus  viminalis  Willd.,  cochinchinensis  Becc.  in 
Ann.  R.  B.  G.  Calc.  XI,  207,  t.  57. 

Cocincina  meridionale  : monti  Kuang  Repen,  Prov.  Ipong 
(Pierre  n.°  4848);  a Songlu,  Prov.  di  Bien-hoa,  e sulle  mon- 
tagne Dày,  Prov.  Chaudoc  (Pierre  senza  n.°). 

Calamus  tenuis  Roxb.  FI.  Ind.  Ill,  780;  Becc.  in  Ann. 
R.  B.  G.  Calc.  XI,  262,  t.  94.  — C.  amarus  Lour.  FI. 
Cochinch.  I,  210? 

Cocincina  meridionale  sui  monti  Dinh  (Mu-xoai)  presso 
Baria  (Pierre  senza  n.°). 

Calamus  G-odefroyi  Becc.  in  Ann.  R.  B.  G.  Calc.  XI, 

267.  t.  96. 

Cocincina  merid.  Gran  lago  presso  Siem  Reap  (Gode- 
froy-Leboeuf  in  Herb.  Kew).  Ad  Hong-Kay  (Thorel,  spe- 
diz.  del  Mekong,  senza  n.°). 

Calamus  tonkinensis  Becc.  in  Ann.  R.  B.  G.  Calc.  XI, 
275,  t.  100. 

Tonkino  a Taukeiun  presso  Zuang-yen  (Balansa  n.°  516 
in  Herb.  Petrop.  et  Kew.). 

Calamus  salicifolius  Becc.  in  Ree.  Bot.  Surv.  Ind.  II, 
206,  et  in  Ann.  R.  B.  G.  Calc.  XI,  279,  t.  103. 

Cocincina  merid.  a Tong-Keon  presso  Saigon  (Pierre 
n.°  4853)  ; pure  presso  Saigon  (Germain,  Herb.  Delessert, 
e Godefroy-Leboeuf  in  Herb.  Kew). 


— 248  — 


Calamus  salicifolius  var.  leiophyllus  Becc.  in  Ann. 
R.  B.  G.  Calc.  XI,  281. 

Camboge  a Campong  Chouong  (Otto  Kunze,  n.°  3995,  in 
Herb.  Kew). 

Calamus  Bonianus  Beco.  sp.  n.  Vedi  sopra  a p.  231. 

Calamus  cambojensis  Becc.  sp.  n.  Vedi  sopra  a p.  232. 

Calamus  G-uruba  Ham.  in  Mart.  Hist.  nat.  Palm.  Ill, 
p.  206  (edit.  2.a)  et  330  ; Becc.  in  Ann.  R.  B.  G. 
Calc.  XI,  299,  t.  144  e 115. 

Sponde  del  Mekong  a Bassac,  fiume  Ubon  (Thorel  senza 
n.°  in  Herb.  Paris). 

Calamus  Bousigonii  Pierre  mss.  ex  Becc.  in  Ree.  Bot. 
Surv.  Ind.  II,  209,  et  in  Ann.  R.  B.  G.  Calc.  XI,  343, 
t.  139. 

Cocincina  meridionale  a Baria  nei  monti  Mu-xoai  (Pierre 
n.°  4836). 

Calamus  scutellaria  Beco.  sp.  n.  Vedi  sopra  a p.  234. 

Calamus  palustris  (Griff.)  cochin  chinensis  Becc.  in 
Ree.  Bot.  Surv.  Ind.  II,  211,  et  in  Ann.  R.  B.  G.  Calc. 
XI,  405,  t.  175. 

Cocincina  merid.  sui  monti  Dinh  presso  Baria  (Pierre 
n.°  487).  Camboge  sui  monti  Kuang  Repen,  Prov.  Ipon 
(Pierre  senza  n.°). 

Calamus  platyacanthus  Warb.  Mss.  ex  Becc.  in  Ann. 
R.  B.  G.  Calc.  442,  t.  198. 

Tonkino,  Monte  Bavi  (Balansa  n.°  4360). 

Daemonorops  Pierreanus  Becc.  in  Ree.  Bot.  Surv.  Ind. 
II,  220,  et  in  Ann.  R.  bot.  Gard.  Calc.  XII,  t.  9 (ined.) 

Camboge.  Monti  Kuang  Repen,  Prov.  Ipong  (Pierre 
n.°  4859). 


— 244  — 


Esistono  altri  esemplari  incompleti  di  Daemonorops  dub- 
biamente riferibili  al  D.  Pierreanus , o forse  appartenenti  a 
specie  affini,  raccolti  da  Pierre  nella  Cocincina  merid.  a 
Toikuyen,  Prov.  Bien-hoa,  e dal  Dott.  Tkorel  pure  in  Co- 
cincina, (n.°  929  in  Herb.  Paris). 

Zalacca  Reinw. 

Di  questo  genere  non  ho  visto  esemplari  di  specie  sel- 
vatiche o coltivate  in  Indo-China,  dove  mi  sembra  ben  dif- 
ficile che  nell’un  modo  o nell’altro  non  sia  rappresentato. 

Zalaccella  Harmandi  Becc.  in  Ann.  R.  B.  G.  Calc.  XI, 

496,  t.  229  (sub  Calamo). 

Cocincina  meridionale  a Thulet-Thay  (Harmand  n.°  1198 
in  Herb.  Pierre). 

Flectocomia  Fierreana  Becc.  sp.  n.  Vedi  sopra  a p.  236. 

Fletocomiopsis  floribundus  Becc.  sp.  n.  Vedi  a p.  235. 

Korthalsia  laciniosa  Mart.  ? 

Riferisco  dubitativamente  a questa  specie  alcuni  esem- 
plari sterili  di  una  Korthalsia  raccolta  da  Pierre  nel  Cam- 
boge sul  Monte  Keerev,  Prov.  Samrong-tong  (n.°  4860)  ed 
a Songlu,  Prov.  Bien-hoa  (n.°  1878). 

Forse  appartengono  ad  una  seconda  specie  di  Korthalsia 
altri  esemplari,  pure  sterili,  raccolti  da  Pierre  a Bao-Chiang 
in  Cocincina  (n.°  1877).  Questi  sono  particolari  per  i seg- 
menti oblanceolato-cuneati  o subromboidali,  distintamente 
coperti  da  un  indumento  bianco-farinoso  e morbido  nella 
pagina  inferiore,  carattere  invero  che  talora  sparisce  o si 
attenua  nelle  fronde  di  pianta  adulta. 

Figafetta  filaris  (Mart.)  Becc.  Malesia,  I,  91.  — Calamus 
Kunzeanus  Becc.  in  Ann.  R.  B.  G.  Calc.  XI,  490,  t.  226, 
f.  IV. 

Camboge  (Otto  Kunze  in  Herb.  Berol.). 


245  — 


Metroxylon  Rottb. 

Non  ho  visto  rappresentati  di  questo  genere  provenienti 
dall’ Indo-China,  dove  senza  alcun  dubbio  1’ una  o l’altra  o 
forse  ambedue  le  specie  che  somministrano  il  Sagù  si  deb- 
bono trovare,  o coltivate  o semispontanee. 

Specie  dubbie. 

Rhapis  ? cochinchinensis  Mart.  Hist.  nat.  Palm.  Ili, 
254.  — Chamaerops  cochinchinensis  Lour.  FI.  Coch.  II, 
657  ; edit.  Willd.  II,  80S. 

Palma  molto  dubbia,  perchè  stando  alla  descrizione  di 
Loureiro  per  la  corolla  monopetala  si  potrebbe  ritenere 
realmente  per  una  Rhapis , mentre  per  i piccioli  (stipiti) 
spinosi  e per  le  fronde  che  si  dice  si  adoprano  « ad  te- 
gendos  domos  et  construenda  pallia  solem  et  pluvia m re- 
pulsura  » sembrerebbe  trattarsi  di  una  Licuala  o di  una 
Livistona;  giacché  non  vi  è foglia  di  Rhapis  sino  a qui 
conosciuta  che  abbia  dimensioni  tali  da  poter  servir  per 
tale  oggetto. 

Il  nome  volgare  di  « Cay  Lui  »,  assegnato  da  Loureiro 
alla  sua  Chamaerops  cochinchinensis  in  realtà  corrisponde 
a quello  che  il  Padre  Bon  assegna  alla  Rhapis  che  io  ho 
descritto  col  nome  di  Rhapis  micrantha.  È possibile  che 
la  specie  sia  stata  fatta  sopra  i fiori  di  una  Rhapis  e le 
frondi  giovani  di  Livistona  cochinchinensis. 

Fra  i Calamus  descritti  da  Loureiro  vi  sono  i seguenti 
che  non  è ancora  stato  possibile  d’identificare.  (Si  veda  in 
proposito  : « The  species  of  Calamus  » in  « Annals  of  the 
Royal  Botanic  Garden,  Calcutta  » voi.  XI,  p.  38). 

Calamus  petraeus  Lour.  — Forse  identificabile  con  la 
Plectocomia  Pierreana  Beco. 

Calamus  verus  Lour.  — É probabilmente  una  specie  di 
Daemonorops. 

Calamus  amarus  Lour.  — - Forse  corrisponde  al  Cala- 
mus tenuis  Roxb. 


16 


Contributo  alla  conoscenza  delle  “ Lepidocaryeae  „ affricane 

PER 

ODOARDO  BECCARI 


Sulle  Palme  affricane  della  tribù  delle  Lepidocaryeae  ho 
già  fatto  conoscere  i rappresentanti  del  Genere  Calamus 
nella  Monografia  comparsa  nel  voi.  XI  degli  « Annals  of 
the  Royal  Botanic  Garden  » di  Calcutta,  ed  ho  poi  in  due 
recenti  scritti  pubblicati  i miei  studi  sulle  Raphia  (1). 

Presentemente  vien  completato  il  lavoro  con  la  rivista 
dei  rimanenti  generi:  Ancistrophyllum,  Oncocalamus  ed  Ere- 
mospatha. 

Il  materiale  sul  quale  si  basa  l’attuale  studio  mi  è stato 
quasi  in  totalità  comunicato  dal  Prof.  Engler,  Direttore  del 
Giardino  e Museo  botanico  di  Berlino,  ed  in  gran  parte  è 
stato  riunito  per  la  iniziativa  del  Prof.  Udo  Dammer,  che 
si  è dato  molta  pena  per  ottenere  da  botanici  e viaggia- 
tori affricani  gli  esemplari  occorrenti,  tutt’altro  che  facile 
a raccogliersi,  a cagione  della  spinescenza  e delle  grandi 
dimensioni  di  tali  piante  e della  natura  selvaggia  ed  inospi- 
tale delle  regioni  nelle  quali  s’incontrano. 

Sebbene  il  materiale  sul  quale  io  ho  potuto  lavorare  con- 
tribuisca ad  aumentare  considerevolmente  le  nostre  cogni- 
zioni sulle  Calameae  affricane,  pure  varie  specie,  e fra 
queste  alcune  ragguardevolissime,  non  possono  essere  che 


(1)  Le  Palme  del  Genere  Raphia,  « L’Agricoltura  coloniale  » IV,  (1910), 
p.  187-170,  t.  I-VI.  e Studio  Monografico  del  Genere  Raphia,  in  questo  me- 
desimo volume,  p.  87-180,  t.  I. 


— 248  — 


incompletamente  descritte,  rimanendo  ignote  talora  i loro 
fiori,  talora  i frutti  ed  in  qualche  caso  gli  uni  e gli  altri. 

I quattro  generi  di  Calameae  affricane  offrono  caratteri 
facili  ad  apprezzarsi,  tanto  nei  soli  organi  vegetativi,  quanto 
in  quelli  riproduttivi,  come  può  rilevarsi  dai  seguenti  pro- 
spetti. 


Caratteri  differenziali  dei  generi  affricani  di  “ Calameae  „ 
desunti  dagli  organi  vegetativi. 

Foglie  non  cirrifere,  paripinnate,  con  vagine  =fc  spinose  e 
flagellifere.  Ligula  breve  o ± allungata,  troncata  obli- 
quamente in  forma  di  becco  di  flauto.  Segmenti  simme- 
trici, non  sigmoidei Calamus. 

Foglie  di  pianta  adulta  terminate  da  un  cirro  armato  di 
uncini  spinescenti  reversi  (acantofilli).  Vagine  mai  fla- 
gellifere. 

Vagine  ± spinose  ; ligula,  allungata,  auriculeforme, 
poi  ± lacera  ; segmenti  ± sigmoidei  o se  dritti  alla 
base  con  l’apice  più  o meno  falcato.  Vagine  armate  di 
spine  usuali Ancistrophyllum. 

Vagine  armate  di  spine  molli,  laminari,  riposanti 
sopra  una  base  bulbiforme,  poi  decidue  e lascianti  la 
superfìcie  della  vagina  più  o meno  scabra.  Ocrea  tron- 
cata. Segmenti  sigmoidei Oncocalamus. 

Vagine  affatto  inermi.  Ocrea  zfc  allungata,  stretta- 
mente  guainante,  troncata  ed  intiera  alla  bocca,  più 
raramente  lacera.  Segmenti  dritti,  lineari,  allungato- 
lanceolati,  spesso  anche  larghi,  ovoidali,  o ± romboidali 
Eremospatha. 

Caratteri  differenziali  dei  generi  affricani  di  “ Calameae  „ 
desunti  dagli  organi  riproduttivi. 

Spadici  laterali,  flagelliformi,  dioici,  con  parte  assile  rive- 
stita da  spate  complete,  tubulari.  Spadici  maschi  con 


— 249  — 


spighette  portanti  un  sol  fiore  ad  ogni  spatella.  Spa- 
dice  femineo  con  due  fiori  ad  ogni  spatella,  dei  quali 
uno  femineo  o pseudo-ermafrodito,  ed  uno  ± abortivo 
o neutro.  Fiori  con  calice  3-dentato,  e corolla  tripar- 
tita con  filli  coriacei.  Stami  con  filamenti  liberi,  o solo 
uniti  alla  base  fra  loro  ed  alla  corolla  . . Calamus. 

Spadici  paniculati,  terminali.  Spighette  portanti  due  fiori 
eguali  ed  ermafroditi  ad  ogni  spatella.  Fiori  ± coria- 
cei con  calice  cupolare-ciatiforme  e corolla  divisa  quasi 
completamente  in  3 filli  coriacei.  Stami  con  filamenti 
crassi,  uniti  fra  di  loro  ed  alla  corolla  solo  brevemente 
in  basso Ancistrophyllum. 

Spadici  laterali,  paniculati,  vaginati  da  spate  tubolose;  spi- 
ghe con  spatelle  infundibuliformi.  Fiori  tutti  uniformi, 
ermafroditi,  glomerulati  all’ascella  delle  spatelle;  calice 
ciatiforme-campanulato,  3-lobo;  corolla  assai  profonda- 
mente 3-partita;  stami  coi  filamenti  connati  e formanti 
un  urceolo  carnoso  libero  dalla  corolla.  Oncocalamus. 

Spadici  ascellari,  brevi,  privi  di  spate;  rami  fioriferi  na- 
scenti al  di  sopra  di  una  brattea  squameforme  : essi 
pure  privi  di  spatelle.  Fiori  carnosi,  gemini,  perfetta- 
mente eguali  ed  ermafroditi;  calice  cupolare-ciatiforme; 
corolla  carnosa,  leggermente  inflata,  brevemente  3-den- 
tata;  stami  coi  filamenti  formanti  un  urceolo  connato 
con  la  corolla,  brevemente  6-dentato  all’apice  . 
Eremospatha. 


ANCISTROPHYLLUM. 

Crii  Ancistrophyllum  hanno  spadici  terminali  composti, 
costruiti  sul  tipo  degli  spadici  feminei  dei  Calamus , con 
spighette  allungate  provviste  di  spatelle,  dal  fondo  di  ognuna 
delle  quali  escono  due  fiori  eguali  ed  ermafroditi,  men- 
tre nei  Calamus  uno  dei  fiori  è femineo  con  stami  rudi- 
mentarì  e l’altro  è neutro  con  stami  ed  ovario  abortivi. 
IL  frutto  non  differisce  da  quello  dei  Calamus.  Le  foglie 


— 250  — 


subito  si  distinguono  da  quelle  di  questo  genere  per  la  spe- 
ciale trasformazione  dei  segmenti  più  alti  in  grossi  e ro- 
busti uncini  (acantofìlli)  che  servono  alla  pianta  per  solle- 
varsi dal  suolo  ed  attaccarsi  agli  alberi  in  sostituzione 
degli  ugnioli  del  rachide  delle  foglie;  per  di  più  i segmenti 
dei  Calamus  sono  sempre  dritti,  mentre  quelli  degli  Anci- 
strophyllum  sono  dr  sigmoidei  od  almeno  hanno  l’apice  dr 
falcato.  Gli  Ancistrophyllum  non  hanno  mai  spadici  tra- 
sformati in  flagelli  spinosi. 

Io  ho  seguito  il  Prof.  Drude  nel  riunire  i Laccosperma 
agli  Ancistrophyllum  (come  di  già  era  stato  proposto  da 
Bentham  ed  Hooker  nel  « Genera  plantarum,  » non  esi- 
stendo differenza  alcuna  nei  fiori,  mentre  nei  frutti  la  dif- 
ferenza si  riduce  ad  essere  il  seme  con  la  superficie  bernoc- 
coluta nei  Laccosperma  e liscia  negli  Ancistrophyllum.  Il 
carattere  tratto  dal  seme  con  profonda  cavità  dal  lato  del 
rafe  nei  Laccosperma  e pianeggiante  negli  Ancistrophyllum 
ha  poco  valore,  visto  che  la  cavità  manca  nell’ A secun- 
diflorum  ed  è assai  accentuata  nell’  affinissimo  A.  acuti- 
florum. 

Gli  Ancistrophyllum  hanno  sempre  le  vagine  più  o meno 
spinose  e 1’  ocrea  molto  allungata,  auriculeforme  e poi  dr 
lacera. 


Conspectus  specierum. 

Frondium  segmenta  elongata,  dr  sigmoidea  vel  saltern  apice 
dr  falcato,  costulis  1-2,  superne  ciliato-spinosis,  per- 
cursa. 

Flores  cylindracei  abrupte  obtuseque  apiculati.  Semen 

laeve,  latere  rapheali  planiusculo 

A.  secundiflorum  Wendl. 

Flores  fusiformes  acuminati.  Semen  laeve,  latere  ra- 
pheali concavo A.  acutifloriim  Becc. 

Frondium  segmenta  dr  sigmoidea,  1-pluri-costulata,  costulis 
laevibus. 

Segmenta  valde  inaequalia  et  inaequidistantia  vel 


251  — 


subaggregata,  brevia,  1-4-costulata,  nonnulla  6-9,  altera 
tantum  2-3  cm.  lata,  marginibus  vulgo  ciliato-spinosis. 
Flores  crasse  fusiformes  acuti.  Semen  grosse  tubercu- 
latum, in  facie  rapheali  profunde  excavatum  . . . . 

A.  opacum  Wendl. 

Segmenta  inaequidistantia  vel  subaggregata,  elon- 
gato-sigmoidea  vel  falciformia,  3-4  cm.  lata,  saepissime 
2-costulata,  interdum  1-costulata,  marginibus  laevibus. 

Flores  anguste  fusiformes,  acuminati 

A.  laeve  Wendl. 

Ancis  trophy  limn  secundiflorum  Wend,  in  Kerch.  Les 
Palm.  p.  230;  Drude  in  Engl.  Jahrb.  XXI,  III;  Wri- 
ght inTh.  Dyer,  FI.  trop.  Afr.  VII,  115  (excl.  C.  Schwein- 
furthii  Beco,  et  loc.  nonnul.).  • — Calamus  secundiflorus 
Palis.  Beauv.,  FI.  Oware  et  Ben.  I.  15,  tav.  9-10.  — C. 
( Ancistrophyllum ) secundiflorus  Mann  et  Wendl.  in 
Trans.  Linn.  Soc.  XXIY,  432,  t.  38,  f.  D,  t.  41,  f.  G, 
t.  43,  f.  C. 

Descrizione.  — Altamente  scandente.  Il  tronco  vaginato 
è descritto  da  Mann  e Wendland  di  2.6  cm.  di  diam.,  ma 
giudicando  dalla  dimensione  dei  piccioli  di  alcune  fronde 
che  ho  visto  deve  talvolta  superar  queste  dimensioni.  Va- 
gina   ; ocrea  allungata,  acuminata,  membranacea, 

lunga  15  cm.  (in  un  esemplare),  marcescente,  cosparsa  di 
spine  aciculari  gracili  erette  a punta  nera. 

Foglie  grandi;  il  picciolo  di  alcune  alla  base  è quasi 
2.5  cm.  di  larghezza,  di  solito  però  è assai  meno,  piano  o 
leggermente  concavo  di  sopra,  convesso  di  sotto  ; nelle 
fronde  di  pianta  adulta  è assai  breve;  il  rachide  in  basso 
ha  di  sopra  due  spigoli  più  o meno  spinosi,  che  limitano 
una  superficie  piana,  la  quale  gradatamente  si  ristringe  di 
modo  che  in  alto  gli  spigoli  si  riuniscono  in  un  angolo  sa- 
liente, pure  più  o meno  spinoso,  con  due  facce  laterali 
piane  ; in  alto  è pure  piana  la  faccia  inferiore  e quivi  la 
sezione  del  rachide  rappresenta  un  triangolo  equilatero 


252 


con  margini  assai  acuti  più  o meno  spinosi  ; il  suo  dorso 
è inerme  da  cima  in  fondo.  I segmenti  sono  assai  nume- 
rosi, equidistanti  o quasi,  nella  parte  intermedia  discosti  fra 
di  loro  sopra  ogni  lato  *2.5-3  cm.,  ed  in  fronde  robustissime 
4-6,  e nella  parte  alta  della  fronda  anche  più:  sono  papi- 
racei, rigiduli  e fragili  sul  secco,  strettamente  lanceolati, 
di  solito  leggermente  sigmoidei,  od  almeno  coll’apice  più  o 
meno  distintamente  falcato  ; la  forma  sigmoidea  sembra  più 
accentuata  nelle  fronde  di  pianta  giovane  che  non  nell’adulta, 
dove  talvolta  non  è apprezzabile  ; essi  sono  unicostati,  ra- 
ramente bicostati,  lunghi  30-60  cm.,  larghi  2.5—3  cm.,  sono 
alquanto  attenuati  in  basso  e quivi  fortemente  plicati,  at- 
taccandosi sul  rachide  per  un  punto  assai  ristretto;  in  alto 
sono  più  o meno  gradatamente  acuminati  in  punta,  di 
solito  non  molto  prolungata  ; i margini  sono  molto  distin- 
tamente e non  molto  fittamente  ciliato-spinulosi  ; costa  me- 
dia assai  rilevata  ed  armata  di  sopra  con  assai  forti  ma 
corte  spinole,  superficiale  e nuda  di  sotto  ; nervi  seconda- 
rii tenui,  ineguali,  poco  distinti  e nudi  sopra  ambedue  le 
faccie  ; venule  transverse  indistinte  ; cirro  terminale  robu- 
sto, trigono,  con  margini  molto  acuti  inermi  ; acantofilli 
numerosi,  robustissimi  : in  basso  vari  di  questi  sono  soli- 
tarii  ed  alterni,  ma  diventano  tutti  opposti  nella  parte 
apicale. 

Scadici  formanti  una  grande  pannocchia  terminale,  lata- 
mente conica,  composta  di  varie  (10-15-Mann  e "Wen- 
dland)  infiorazioni  parziali  patenti,  di  cui  le  più  basse 
sono  lunghe  sino  90  cm.,  tutte  portanti  a destra  ed  a si- 
nistra un  gran  numero  di  lunghi  rami  o spighette  fiorifere, 
pendenti  a distanze  regolari  di  circa  3 cm.  l’uno  dall’altro; 
le  spighette  sono  biseriate  lungo  l’asse,  ma  pendono  tutte  da 
un  lato;  la  parte  assile  delle  infiorazioni  parziali  è subterete 
o leggermente  compressa,  spessa  in  basso  quanto  un  dito 
mignolo,  vaginata  da  un  gran  numero  di  spate  secondarie 
tubuloso-infundibulari,  lunghe  ± 3 cm.,  troncate  e nude  alla 
bocca,  prolungate  da  un  lato  in  punta  triangolare  acumi- 
nata. Spighette  gracili,  molto  lunghe  (rb  35  cm.)  flessuose  : 


— 253  — 


esse  sono  inserite  sul  fondo  del  tubo  formato  dalla  respettiva 
spatella,  ed  hanno  una  parte  peduncolare  vaginata  da  2 spa- 
tellule  compresse,  portanti  numerosissimi  fiori,  i quali 
escono  a coppie  dalla  bocca  di  ogni  spatella.  Le  spatelle 
sono  infundibulari,  troncate  orizzontalmente  alla  bocca, 
sono  ottuse  o poco  distintamente  apiculate  od  anche  acutiu- 
scule  da  un  lato,  attenuate  in  basso,  e quivi  leggermente 
callose  dalla  parte  del  fiore  sottostante.  Spatellule  (involu- 
croforo)  ciatiformi,  un  poco  più  corte  delle  respettive  spa- 
telle, concave  dal  lato  assile  e quivi  molto  acutamente  bica- 
rinate  o quasi  bialate,  con  le  carene  prolungate  in  due  corna 
acute,  separate  da  un  seno  a mezza  luna.  Nell’interno  della 
spatellula  si  trova  il  corrispondente  dell’involucro  dei  Ca- 
lamus, che  consiste  in  una  seconda  spatellula  ciatiforme, 
similissima  all’esterna,  ma  più  piccola,  pure  bicarinato-alata 
da  un  lato  e terminata,  da  questo  stesso  lato,  da  due  corna 
separate  da  un  seno  semilunare  ; questa  seconda  spatellula 
(involucro)  porta,  inserito  sul  suo  fondo,  un  fiore  (il  corri- 
spondente del  fiore  femineo  dei  Calamus)  e da  lato,  ester- 
namente, porta  un  secondo  fiore  eguale  al  primo  (il  corri- 
spondente del  fiore  neutro  dei  Calamus),  al  quale  vien  formato 
una  specie  di  involucro  suo  proprio  dalle  due  carene  aliformi 
e semiabbraccianti,  di  cui  all’esterno  è provvista  detta  se- 
conda spatellula,  in  modo  da  formare  una  nicchietta  (esat- 
tamente corrispondente  alla  nicchietta  del  fiore  neutro  dei 
Calamus)  e che  ha  l’apparenza  di  un  secondo  involucro,  esso 
pure  ciatiforme,  simile  all’altro,  ma  di  poco  più  piccolo. 

I fiori , che  come  si  è detto  sono  gemini  ad  ogni  spatella 
e fra  loro  perfettamente  simili,  sono  inseriti  ad  un  angolo 
di  45°,  e sono  portati  da  un  brevissimo  pedicello  che  forma 
un  caudicolo  un  poco  obliquo  al  calice.  Fiori  in  boccio  te- 
reti,  lunghi  12  mm.,  di  3 mm.  di  spessore,  molto  brusca- 
mente contratti  all’estremità  in  un  apicolo  ottuso  ; calice 
tuboloso-campanulato,  molto  superficialmente  3-lobo,  a lobi 
molto  larghi  e corti,  brevemente  apicolati  ; corolla  2 volte 
più  lunga  del  calice,  a segmenti  lineari,  bruscamente  e 
quasi  egualmente  ristretti  alle  due  estremità  ; filamenti 


— 254  — 


crassi,  subfusiformi,  angolosi,  attenuati  in  basso,  dove  sono 
brevemente  uniti  fra  di  loro  ed  alla  base  della  corolla  ; an- 
tere latamente  lineari,  ottusiuscule,  a loggie  separate  sino 
alla  metà  ; ovario  ovato,  piuttosto  bruscamente  contratto  in 
uno  stilo  allungato,  colonnare,  giungente  quasi  sino  al  li- 
vello dell’apice  delle  antere  ; stigmi  oblunghi,  conniventi. 

Frutti  freschi  maturi  aurantiaci  (M.  e W.)  : allo  stato 
secco  sono  bruni  ma  con  squame  lucenti,  sono  ovati  od 
ovato-ellittici,  leggermente  compressi,  molto  brevemente  mu- 
cronati, rotondati  in  basso,  portati  dal  perianzio  fruttifero 
al  quale  cadono  più  o meno  completamente  i filli  della  co- 
rolla, persistendo  però  il  calice  coi  suoi  lobi,  patenti  sotto 
il  frutto,  e con  la  base  indurita  e che  forma  un  pedicello 
angoloso,  obliquo.  Il  frutto  è lungo  18-20  mm.  e largo 
12-13  mm.;  squame  nitide,  assai  distintamente  solcate  lungo 
il  centro,  disposte  sopra  18  ortostiche,  brune  sul  secco  con 
angustissima  linea  intramarginale  color  castagno  più  estesa 
nella  parte  anteriore  ; la  punta  è triangolare,  acuta  od  ot- 
tusiuscula,  i margini  sono  erosulo-denticolati;  seme  oblungo, 
alquanto  compresso,  pianeggiante  dal  lato  rafeale,  convesso 
dal  lato  opposto,  rotondato  alle  due  estremità,  od  anche 
leggermente  smarginato  in  basso,  a superficie  bruno  noc- 
ciola, opaca,  un  poco  ineguale  ; rafe  angustamente  ellittico, 
occupante  quasi  tutta  la  lunghezza  del  lato  pianeggiante  e 
terminante  in  una  papilla  prominula  presso  l’apice  del  seme; 
fossetta  della  calaza  indistinta.  Albume  omogeneo,  corneo. 
Embrione  situato  alla  metà  del  lato  convesso.  Seme  lungo 
12-13  mm.,  largo  10  mm.  e spesso  7 mm. 

Habitat.  — E frequente  sul  margine  delle  foreste  e lungo 
il  corso  dei  fiumi  presso  la  loro  foce  lungo  le  coste  della 
Guinea.  Sierra  Leone  (Afzelius,  Erb.  di  Berlino)  ; Togo  : 
Guinea  tedesca  (Erb.  di  Berlino);  Benin  (Palis,  de  Beauv.  in 
Erb.  de  Candolle);  delta  del  Niger  alle  foce  del  River  Nun 
(Mann  n.°  453,  Erb.  di  Kew)  ; Kamerun  a Dugla  ed  a Be- 
zirk  Djak  (Erb.  di  Berlino).  Wright,  1.  c.,  riporta  anche  le 
località  di  Old  Calabar,  di  Mayombe  nel  Congo  francese, 


— 255  — 


del  Basso  Congo,  e di  Angola  (Welwitsch),  ma  io  non  ho 
visti  gli  esemplari  provenienti  da  queste  regioni. 

Osservazioni.  — Mann  e Wendland  nella  loro  memoria 
assegnano  all’Ade,  secundiflorum  un  frutto  di  6 linee  di  lun- 
ghezza, ciò  che  equivarrebbe  a circa  13  mm.,  misura  assai 
inferiore  alla  reale;  certamente  è un  errore  tipografico  per 
9 linee  ( = 19  mm.),  ciò  che  può  considerarsi  come  una 
buona  media. 

Ancistrophyllum  acutiflorum  Becc.  sp.  n. 

Descrizione.  — Scandente,  robusto.  Tronco  vaginato  di 
4 cm.  di  diam.  Vagina  densamente  conspersa  di  piccole 
spine  aciculari , complanate , ascendenti  lunghe  al  più 
8-10  mm.,  schistaceae,  nere  in  punta  e sui  margini;  la 
vagina  passa  gradatamente  nel  picciolo  senza  pieghe  o 
gibbosità.  Ocrea  allungata  (20-30  cm.),  membranacea,  poi 
dilacerata  e marcescente,  acuminata,  aperta  dal  lato  ven- 
trale, assai  densamente  coperta  sul  dorso  da  spinule  sparse, 
simili  a quelle  delle  vagine,  ma  anche  più  lunghe  : è mem- 
branacea, poi  dilacerata  e marcescente.  Foglie,  molto  grandi; 
picciolo  robusto  e breve  ; questo  in  una  fronda  ha  22  mm. 
di  larghezza  ed  è lungo  circa  20  cm.,  quasi  pianeggiante  o 
leggermente  scavato  a doccia  di  sopra,  convesso  di  sotto. 
Rachide  come  nell  'Ancistrophyllum  secundiflorum.  Segmenti 
assai  numerosi,  equidistanti  o quasi,  nella  parte  intermedia 
discosti  3-4  cm.,  papiracei  (meno  rigidi  che  nell’  A.  secun- 
diflorum),  lineari-lanceolati,  o lineari-ensiformi,  dritti  (poco 
o punto  sigmoidei),  attenuati  in  basso,  ristretti  in  alto  in 
punta  assai  acuminata;  costa  media  provvista  di  pochi  ma 
assai  lunghi  cigli  subspinescenti,  di  sotto  nuda  ; nervi  se- 
condarii tenui,  nudi;  margini  remotamente  spinuloso-ciliati ; 
venule  transverse  sottili.  Segmenti  di  fronde  robuste  lunghi 
sino  40-45  cm.,  larghi  2-2.5  cm.  ; ma  più  spesso  20-35  cm. 
lunghi,  e larghi  2 cm.  Cirro  terminale  come  nell’ A.  secun- 
diflorum. 


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Spadici  pure  come  nell'  A.  secundifìorum , ma  portanti 
spighette  un  poco  più  corte,  lunghe  20-35  cm.,  e con  spa- 
telle pure  similissime,  ma  più  distintamente  prolungate  in 
una  punta  triangolare  acutiuscula. 

Fiori  simili  a quelli  dell ’.4.  laece,  divaricati  ed  orizzontali 
alla  bocca  delle  respettive  spatellule,  subfusiformi,  attenuati 
in  alto  in  punta  piuttosto  acuta,  lunghi  9-10  mm.,  larghi 
circa  3 mm.  Calice  portato  da  un  corto  pedicello  bru- 
scamente curvato  quasi  ad  angolo  retto,  con  base  calloso- 
tumescente  e lembo  campanulato  ; questo  profondamente 
diviso  in  3 lobi  semiovati,  acuti.  Corolla  circa  2 volte  più 
lunga  del  calice,  a segmenti  lanceolati,  assai  attenuati  verso 
l’alto  in  punta  piuttosto  acuta  ; filamenti  crassi,  angolosi  ; 
antere  crasse  a logge  divise  inferiormente  sino  al  mezzo. 
Ovario  lageniforme,  attenuato  in  stilo  gracile,  giungente  sino 
all’apice  delle  antere. 

Frutto  simile  a quello  dellM.  secundifìorum,  ma  un  poco 
più  grosso  e più  globoso;  ossia  subgloboso-ovoideo,  lungo 
20-23  mm.  e di  15-18  mm.  di  spessore,  alquanto  irregolare 
sul  secco,  egualmente  rotondato  alle  due  estremità,  spesso 
leggermente  depresso  in  alto  e terminato  da  un  piccolo  mu- 
crone ; squame  sopra  18  ortostiche,  nitide,  profondamente 
solcate  lungo  il  centro,  brune  sul  secco  con  angustissima  e 
poco  distinta  linea  intramarginale  più  scura;  punta  trian- 
golare, acuta  od  ottusiuscula,  margini  ciliolati.  Seme  lungo 
13-13.5  mm.  e largo  11.5-13  mm.,  spesso  8 mm.,  a superficie 
opaca  color  nocciola,  a contorno  suborbicolare,  o di  poco  più 
lungo  che  largo  e più  o meno  smarginato  in  basso,  convesso  dal 
lato  dell’embrione,  largamente  e più  o meno  profondamente 
scavato  o concavo  dal  lato  del  rafe,  il  quale  si  termina  in 
una  papilla  pungente  più  o meno  distinta  a circa  la  metà 
dell’  incavo.  Embrione  situato  alla  metà  del  lato  convesso. 

Habitat.  — Kamerun.  Ho  per  la  prima  volta  riconosciuto 
questa  nuova  specie  dall’Erbario  di  Berlino  sugli  esemplari 
raccolti  da  Preuss  (n.°  L232)  nel  1894  fra  Victoria  e Bumba. 
Nell’Erbario  di  Berlino  però  si  conservano  di  questa  specie 


— 257 


esemplari  fruttiferi  raccolti  da  P.  Dusèn  nel  1892  (n.°  292) 
a Ndian-Faktorei,  esemplari  riferiti  da  Drude  alla  Eremo- 
spatha  Hookeri  (in  Engl.  bot.  Jahrbuch.  XXI,  p.  111).  Del 
Kamerun,  nell'Erb.  di  Berlino,  si  trovano  inoltre  esemplari 
di  Campo,  di  Ebolowa  presso  Akoafim  e di  Johann  Al- 
brechts-Hòhe.  Raccolto  pure  in  frutto  da  Gunther  Tess- 
mann  (P,.  2 in  Herb.  Berol.  ; nome  volg.  « Nkane  »)  nel 
Congo  francese  o nella  Guinea  spagnuola. 

Osserv azioni.  — Specie  molto  affine  all’  Anc.  secundi- 
florum  per  le  fronde  e per  le  infiorazioni,  ma  che  si  avvicina 
all’  A.  laeve  per  i fiori.  Si  distingue  dall’Awc.  secundiflorum 
per  le  fronde  con  segmenti  dritti,  meno  rigidi;  di  solito  più 
stretti  e con  la  costola  mediana  fornita  di  setole  spine- 
scenti più  lunghe;  per  le  spighe  di  solito  più  corte  con  le 
spatelle  più  distintamente  terminate  in  punta  triangolare 
acuta  da  un  lato;  per  i fiori  portati  da  un  pedicello  più 
lungo  e che  forma  quasi  un  angolo  retto  con  la  base  del 
calice,  di  guisa  che  i fiori  escono  orizzontalmente  dalla  bocca 
della  respetti  va  spatella;  per  i fiori  stessi  fusiformi  ed  at- 
tenuati in  punta  acutiuscula  (non  cilindracei  e terminati 
da  una  specie  di  capezzolo);  per  il  calice  più  profondamente 
trilobo;  per  i frutti  più  grossi  ed  infine  per  il  seme  distin- 
tamente concavo  dal  lato  del  rafe. 

Ancistrophyllum  opacum  Drude  in  Engl.  bot.  Jahrb. 
XVI,  111;  Wright  in  Th.  Dyer,  FI.  trop.  Afr.  Vili,  115. 
— Calamus  (Laccosperma)  opacus  Mann  et  Wendl.  in 
Trans.  Linn.  soc.  XXIV,  431,  t,  41,  f.  D.  et  t.  43,  f.  D. 
— Laccosperma  opacum  Wendl.  in  Kerch.  Les  Pal- 
miers,  249,  et  in  Bot.  Zeit.  1877,  t.  V,  f.  3,  4,  5.  (anal, 
ovarii);  J.  Braun  et  K.  Schum.  in  Mitth.  Deutsch. 
Schutzgeb.  II  (1889),  148. 

Descrizione.  — Tronco  vaginato  di  2-2.5  cm.  di  diam.  ; 
vagine  gradatamente  passanti  nel  picciolo,  assai  densamente 
armate  verso  l’alto  con  spine  laminari  elastiche,  ascendenti, 


258  — 


piuttosto  piccole,  a punta  nera  e base  più  chiara,  lunghe 
1 cm.  Ocrea  molto  allungata,  aperta  lungo  il  lato  interno, 
molto  strettamente  auriculiforme,  lunga  30  cm.,  armata, 
alle  volte  densamente,  di  spine  sparse,  simili  a quelle  della 
vagina  od  anche  quasi  inermi.  Foglie  lunghe  nella  parte 
pinnifera  0.80-1  m.,  con  una  parte  picciolare  lunga  20-30  cm., 
e terminate  da  un  cirro  più  corto  della  parte  pinnifera.  Il 
picciolo  (di  pianta  adulta)  è convesso  di  sotto,  pianeggiante 
o ± canaliculato  di  sopra,  armato  ai  margini  di  spine  dritte 
a punta  nera  e base  bianca,  spesso  volte  in  senso  con- 
trario, lunghe  0.5-2  cm.;  il  rachide  diventa  presto  bifaciale 
di  sopra,  dove  è del  tutto  inerme  o =fcr  spinuloso,  di  sotto  è 
convesso  ed  è armato  ai  margini  con  ugnioli  a base  chiara 
e punta  nera;  il  cirro  è gracile,  depresso,  piano  di  sotto, 
più  o meno  angoloso  di  sopra,  armato  ai  margini  (non  sul 
dorso)  con  ugnioli  molto  deflessi  a base  chiara  e punta 
dritta,  nera,  acutissima  ; vi  sono  3-4  coppie  di  acantofilli, 
di  cui  i maggiori  sono  lunghi  2-3  cm.,  i primi  in  basso  sono 
solitari.  Segmenti  non  molto  numerosi  (30-35  fra  tutto)  ; pa- 
tenti, molto  ineguali  ed  inequidistanti,  di  solito  ± aggregati 
in  numero  di  2-3  sopra  ogni  lato  del  rachide  ; quelli  di  un 
lato  subopposti  od  alterni  con  quelli  del  lato  opposto  od  anche 
solitari,  con  spazi  di  rachide  a nudo  lunghi  5-12  cm.  ; nel 
medesimo  gruppo  si  trovano  segmenti  di  dimensioni  molto  dif- 
ferenti : di  solito  uno  grande  ha  in  sua  immediata  vicinanza,  e 
quasi  sempre  inferiormente,  1-2  più  piccoli;  tutti  sono  legger- 
mente sigmoidei;  i maggiori  sonoovato-lanceolati,od  ellittico— 
lanceolati,  2-4-costulati;  lunghi  18-20  ed  anche  20-30  cm., 
larghi  6-9  cm.,  acuti,  attenuati  verso  una  base  angusta,  o 
quando  molto  larghi  e con  più  costole  un  poco  decorrenti 
lungo  il  rachide;  i segmenti  più  piccoli  sono  lunghi  12-15  cm., 
e larghi  2-3  cm.,  e di  solito  unicostulati  ; i segmenti  basi- 
lari ed  i superiori  sono  più  piccoli  degli  intermedi;  tutti 
sono  opachi  sulle  2 faccie,  leggermente  più  pallidi  di  sotto, 
con  le  costole  superiori  sottili,  nude  di  sopra,  e quelle  in- 
feriori superficiali  e poco  distintamente  squamuloso-for- 
foracee  ; margini  ciliolato-spinosi  od  anche  molto  spesso 


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nudi  ; venule  transverse  sottili,  molto  numerose,  parallele 
ed  assai  continue.  Foglie  superiori  gradatamente  decrescenti 
più  corte  e con  segmenti  più  piccoli  e più  ravvicinati  e 
poi  trasformate  in  spate  auriculeformi  prolungate  in  punta 
caudiforme. 

Spadice  terminale,  formante  una  assai  densa  e larga  pan- 
nocchia eretta,  lunga  circa  60  cm.,  duplicato-ramosa,  con 
5-6  rami  principali  ; ogni  ramo  porta  10-20  spighette  fio- 
rifere, sparse,  ma  più  o meno  volte  tutte  da  un  lato,  da 
prima  erette,  poi  più  o meno  arcuate  o recurve.  Le  spate 
dei  rami  sono  infundibulari,  prolungate  in  punta  triango- 
lare acuta  da  un  lato.  Spighette  flessuose,  lunghe  10-20 
cm.  ; spatelle  infundibulari,  striato-nervose,  troncate,  pro- 
lungate da  un  lato  in  punta  triangolare  acuta;  spatel- 
lule  2,  caliciformi,  molto  distintamente  bicornute. 

Fiori  gemini  ed  eguali  ad  ogni  spatella,  patenti  e di- 
vergenti, strettamente  ellittici  o crassamente  fusiformi,  gra- 
datamente attenuati  in  punta  acuta,  lunghi  10-11  mm., 
larghi  3 mm.  ; calice  campanulato,  con  base  obliqua,  callosa, 
trigona,  prolungata  in  breve  pedicello  caudiculiforme  ; il 
suo  lembo  è diviso  quasi  sino  alla  metà  in  3 lobi  semiovati, 
acuti,  fortemente  striato-nervosi.  Corolla  2 volte  più  lunga 
del  calice,  divisa  quasi  sino  in  basso  in  3 filli  lanceolato-el- 
littici,  acuminati,  concavo-naviculari,  finamente  striati  al- 
l’esterno. Stami  6,  crassi,  subfusiformi,  angolosi,  uniti  bre- 
vemente insieme  ed  alla  corolla  in  basso;  antere  assai  spesse, 
sagittate,  ottuse  ; ovario  con  stilo  colonnare,  giungente  sino 
poco  sopra  la  metà  od  a circa  il  terzo  superiore  delle  antere 
nel  boccio. 

Frutti  rossi  (sul  fresco),  baccati,  ossia  con  mesocarpio 
carnoso  e con  la  lorica  squamosa  (epicarpio)  che  si  contrae 
e si  deforma  col  disseccamento:  sono  sferici,  di  15-16  mm. 
di  diam.,  sormontati  dallo  stilo  persistente,  gracilissimo, 
filiforme,  lungo  4 mm.  ; squame  sopra  12  ortostiche,  relati- 
vamente grandi,  lurido-straminee  sul  secco,  con  strettis- 
simo margine  scuro,  nitide,  leggermente  solcate  lungo  il 
centro,  pianeggianti  o depresse  presso  la  base,  a punta  ot- 


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Lisissima  e margine  erosulo-denticolato.  Seme  subgloboso 

0 quasi,  dimidiato-globoso,  fortemente  e grossolanamente 
alveolato  e tubercolato,  con  una  profonda  cavità  dal  lato  del 
rafe  ; albume  osseo,  bianco,  durissimo,  omogeneo.  Embrione 
situato  verso  la  metà  del  lato  convesso  (quello  opposto 
al  rafe). 

Habitat.  — Di  questa  specie  ho  visto  numerosi  esem- 
plari : quelli  tipici  vennero  raccolti  da  G.  Mann  a Fernando 
Po  (n.°  97),  dove  questa  Palma  cresce  nei  folti  boschi  dalla 
spiaggia  del  mare  sino  a 300  m.  sul  livello  del  mare.  Indub- 
biamente conspecifici  sono  degli  esemplari  fruttiferi  raccolti 
da  C.  Ledermann  in  Kamerun  a Sanchu  (n.°  1487  nello 
Erb.  di  Berlino)  ; altri  con  fiori  raccolti  da  Gùnter  Tess- 
mann  nella  Guinea  spagnuola  (n.°  B.  44  nell’Erb.  di  Ber- 
lino), non  che  altri  pure  del  medesimo  collettore  portanti 
il  n.°  3 e per  località  la  stazione  Ahonangi  (sic  ?).  Nell’  Er- 
bario di  Berlino  si  trovano  inoltre  esemplari  raccolti  da 
Preuss  (n.°  307)  nel  Kamerun  a Barombi  Station  (1890)  ; di 
Johann  Albrechts-Hohe,  pure  nel  Kamerun.  Nell’ Ashanti 
è stato  raccolto  da  H.  A.  Cummius  (n.°  229  Ashanti  Expe- 
dition 1895/6).  Specificamente  non  distinti  dai  precedenti 
mi  sembrano  gli  esemplari  raccolti  dal  Dott.  Mildbrand  a 
Fort  Beni,  Eegione  del  Ruwenzori,  marzo  1908  (n.°  2818 
esempi,  frutt.  e n.°  2190  sterile,  nell’ Erb.  di  Berlino). 

Osservazioni. — L’esemplare  tipico  di  Fernando  Po  diffe- 
risce dagli  altri  del  Kamerun  e della  Gujana  spagnola  sol- 
tanto per  i segmenti  più  grandi  (lunghi  sino  38  cm.  e lar- 
ghi 7.5  cm.)  e più  spinulosì  ai  margini,  nonché  per  il  rachide 
delle  foglie  più  robusto,  armato  di  qualche  spina  di  sopra 
nella  parte  basilare,  mentre  gli  altri  esemplari  hanno  il 
rachide  inerme  di  sopra.  Gli  esemplari  del  centro  Africa 
(Beni)  non  mi  sembrano  differire  specificamente  da  quelli 
della  Guinea  ; sono  però  più  gracili,  hanno  il  fusto  vagi- 
nato  di  15  mm.  di  diam.  ; 1’ ocrea  è lunga  circa  10  cm.; 

1 segmenti  sono  in  minor  numero  (8  per  parte)  ; lo  spadice 


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è assai  più  breve  ; le  spighette  molto  più  corte  (lunghe  solo 
3-4  cm.)  ; i frutti  leggermente  più  piccoli  (13-14  mm.)  ; 
ma  del  resto  non  trovo  alcun  carattere  diagnostico  im- 
portante per  poter  considerare  la  pianta  di  Beni  nemmeno 
come  una  varietà  distinta.  Anche  il  perianzio  fruttifero 
non  offre  differenze. 

Ho  descritto  i frutti  di  Ledermann  n.°  1487. 

Ancistrophyllum  laeve  Drude  in  Engl.  hot.  Jahrb.  XXI, 
111  ; Wright  in  Th.  Dyer,  FI.  trop.  Afr.  Vili,  114.  — 
Calamus  ( Laccosperma ) laevis  Mann  et  Wendl.  in  Trans. 
Linn.  soc.  XXIV,  430,  t.  38,  f.  B.  — Laccosperma  laeve 
Wendl.  in  Kerch.  Les  Palm.  249. 

Descrizione.  — Pianta  più  gracile,  a quanto  sembra,  del- 
VA.  secundiflorum  ed  A.  acutiflorum.  Foglie  con  l’ ocrea 
della  vagina  lunga  30  cm.  (in  un  esemplare),  molto  stret- 
tamente auriculiforme,  acuminata,  cartacea,  di  color  bruno- 
castagno, nitida  internamente,  opaca  di  fuori  e quivi  rive- 
stita parzialmente  e fugacemente  da  un  indumento  forforaceo 
quasi  nero,  ed  armata,  almeno  in  alto,  con  alcune  spine 
complanate  ascendenti  ; picciolo  convesso  di  sotto,  legger- 
mente concavo  o pianeggiante  di  sopra,  largo  5 mm.,  coi 
margini  acuti  ed  armati  di  spine  lunghe  5-6  mm.,  orizzon- 
tali o leggermente  deflesse,  pallide  e subbulbose  alla  base, 
a punta  nera  ; rachide  bifaciale  di  sopra  con  angolo  liscio, 
armato  di  sotto  presso  i margini  (non  sulla  linea  centrale), 
con  ugnioli  simili  alle  spine  che  si  trovano  sul  margine  del 
picciolo,  assai  fìtti,  a base  pallida  e punta  nera;  cirro.... 
Segmenti  inequidistanti  od  irregolarmente  aggregati,  di 
solito  due  o tre  sono  approssimati  fra  di  loro  sopra  ogni 
lato,  ed  i gruppi  di  un  lato  sono  subopposti  a quelli  del- 
l’altro lato  ; i segmenti  sono  cartacei,  opachi  e concolori 
sulle  due  facce,  obliquamente  lanceolati  o latamente  sig- 
moideo-falciformi,  quasi  egualmente  attenuati  alle  2 estre- 
mità, la  base  è di  solito  assai  acuta,  ossia  il  punto  d’attacco 
è assai  ristretto  : sono  brevemente  attenuati  verso  l’apice 


17 


— 262  — 


che  è acutissimo  : di  solito  bicostulati,  più  raramente  uni- 
costulati  ; le  coste  sono  molto  sottili  e rilevate  di  sopra, 
liscio  sopra  ambedue  le  faccio  ; nervi  secondarii  pochissimo 
distinti;  nella  pagina  inferiore  si  trova  un  accenno  di  costa 
mediana  superficiale,  squamuloso-forforacea  almeno  nella 
metà  superiore  ; venule  transverse  molto  continue  attraverso 
la  lamina,  ma  tenuissime  e poco  distinte  ; margini  inermi  ; 
i segmenti  maggiori  (nell’  unica  porzione  di  fronda  da  me 
vista)  sono  lunghi  18  cm.  e larghi  4 cm.  Spate  inferiori 
delle  infiorazioni  parziali.,..  ; spate  superiori  strettamente 
iufundibulari,  venoso-striate,  inermi,  troncate  obliquamente 
alla  bocca,  prolungate  da  un  lato  in  punta  acuminata.  Spi- 
ghette (rami  fioriferi)  rigide,  inserite  sul  fondo  della  ispet- 
tiva spata  per  mezzo  di  una  distinta  parte  pedicellare  ; sono 
lunghe  circa  10  cm.  e portano  20-30  spatelle,  da  ognuna 
delle  quali  esce  una  coppia  di  fiori  perfettamente  eguali  ; 
spatelle  infundibuliformi,  lunghe  5 min.,  troncate  ed  in- 
tiere alla  bocca,  dove  il  margine  è molto  acuto  e nudo  ; 
sono  striato-venose  all’esterno  e prolungate  da  un  lato  in 
breve  punta  latamente  triangolare.  Spatellule  (involucro- 
foro  ed  involucro)  similissime  a quelle  dell’  Anc.  secundi- 
florum. 

Fiori  uscenti  a coppie  dalle  spatellule,  alternativamente, 
ossia  due  fiori  escono  da  una  spatella  da  un  lato  e la  coppia 
seguente  esce  dal  lato  opposto  ; i due  di  ogni  coppia  sono 
fra  loro  completamente  divaricati  ed  orizzontali  ; essi  sono 
alquanto  angustamente  fusiformi,  attenuati  in  alto  in  punta 
acuta,  lunghi  1 cm.,  larghi  2.5  mm.  ; calice  portato  da  un 
corto  pedicello  bruscamente  curvato  quasi  ad  angolo  retto  ; 
il  suo  lembo  è campanulato-ciatiforme,  calloso  alla  base,  di- 
viso sino  circa  alla  metà  in  3 lobi  semi-ovati,  molto  acuti, 
striato-costulati  ; parte  pedicellare  del  calice  clavata,  lunga 
quanto  la  respettiva  spatellula,  dalla  quale  per  conse- 
guenza il  fiore  può  rimanere  del  tutto  fuori  in  posizione 
orizzontale.  Corolla  3 volte  più  lunga  del  calice,  divisa  quasi 
sino  in  basso  in  3 segmenti  coriacei,  strettamente  lineari- 
lanceolati,  larghi  2 mm.,  acuminati,  finamente  striati  al- 


— 263  — 


l’esterno.  Stami  6,  di  poco  più  corti  della  corolla  ; filamenti 
uniti  insieme  solo  nella  breve  parte  basilare  indivisa  della 
corolla,  dove  sono  con  essa  connati  ; nella  parte  libera 
sono  molto  spessi,  sul  secco  ± angolosi,  rigonfi  alquanto 
nella  parte  centrale  o subfusiformi,  ottusi  all’apice  ; i tre 
alternipetali  di  poco  sorpassano  gli  oppositipetali  ; antere 
introrse,  fortemente  sagittate,  ottuse,  divise  sino  al  mezzo 
in  2 orecchiette  allungate,  dove,  nel  fondo  della  smargi- 
natura, s’inserisce  il  filamento.  Ovario  lageneforme,  rigonfio 
in  basso,  attenuato  in  stilo  sottile,  lungo  quasi  quanto  gli 
stami.  Stigmi  3 lamelliformi,  oblunghi,  papillosi  sui  margini. 

Frutto  sconosciuto. 

Habitat.  — Gli  esemplari  tipici  sono  stati  raccolti  da 
Mann  (n.°  1045)  nelle  foreste  vergini  nelle  vicinanze  del 
Gaboon  River.  Un  esemplare  dell’  Erbario  di  Berlino,  con- 
sistente in  una  porzione  di  spadice  in  fiore  ed  in  una 
foglia  della  parte  apicale  del  frutto  porta  l’etichetta: 
« H.  Soyaux,  Plantae  Occidentali-africanae,  n.°  155.  Gabon, 
in  ditione  Munda.  Sibange-Farm.  Novemb.  1880  ». 

Osservazioni.  — Ho  descritto  un  esemplare  autentico, 
di  quelli  raccolti  da  Mann,  proveniente  dall’Erb.  AVendland, 
ora  in  quello  di  Berlino.  Si  avvicina  molto  all ' Anc.  laeve , 
ma  ha  i segmenti  molto  più  allungati,  meno  ineguali  di 
larghezza,  1-2  costulati,  e mai  pluricostulati  ; i fiori  sono 
più  angusti,  ed  hanno  gli  stami  più  altamente  uniti  in 
basso. 

Nell’esemplare  di  Soyaux  le  spate  che  portano  le  dira- 
mazioni secondarie  sono  tubulose,  prolungate  in  lembo 
auriculiforme  e terminate  in  una  appendice  filiforme  ri- 
gida, che  nelle  spate  più  basse  è quasi  cirriforme  e spinu- 
losa.  La  fronda  ha  dei  piccoli  segmenti  ovato-elittici,  ine- 
quidistanti, attenuati  in  basso  verso  una  base  acuta,  acuti 
pure  all’apice;  sono  concavo-convessi,  1-2-costulati,  lunghi 
4-7  cm.,  larghi  1.5-3  cm. 

Riferisco  a \Y Ancistrophyllum  laeve  anche  degli  esemplari 


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sterili  dell’Erb.  di  Berlino  provenienti  da  Johann  Albrechts 
Hòhe  nel  Kamerun,  che  hanno  però  i segmenti  molto  più 
stretti  ed  allungati  dei  precedentemente  descritti,  ma  del 
resto  di  struttura  simile  detti  segmenti  sono  lunghi  30-37 
cm.,  larghi  3-4  cm.  ; anche  questi  sono  squamuloso-forfo- 
racei  lungo  il  mezzo  nella  pagina  inferiore,  dove  dopo  ca- 
dute le  squamule  rimane  una  linea  con  minute  depressioni 
puntiformi. 


ONCOCALAMUS. 

Genere  monotipico,  distintissimo  fra  tutte  le  Lepidoca- 
ryeae  per  i suoi  spadici  semplicemente  ramosi,  composti  di 
varie  lunghe  spighe  cilindriche  vermiformi  o caudiformi, 
che  portano  i fiori  in  glomeruli  o spighette  contratte  e 
sviluppantesi  progressivamente  all’ascella  di  spatelle  cam- 
panulato-infundibulari  molto  ravvicinate.  I fiori  sono  ap- 
parentemente tutti  eguali  ed  ermafroditi,  ma  i superiori 
soltanto  di  solito  sono  fertili  ; hanno  un  calice  trilobo  ; la 
corolla  profondamente  divisa  in  3 lobi  conniventi  ; gli 
stami  formanti  un  urceolo  carnoso  troncato  con  6 antere 
sul  margine,  subbiseriate  ; l’ ovario  ovato,  attenuato  in 
stilo  con  stigma  brevemente  3-dentato.  I frutti  sono  sco- 
nosciuti. 

Anche  per  le  parti  vegetative  1’  Oncoealamus  si  distin- 
gue per  le  vagine  con  l’ocrea  troncata;  per  il  rachide  delle 
foglie  con  acantofilli  alterni  in  basso  ed  opposti  nella  parte 
superiore;  per  i segmenti  falcato-sigmoidi,  1-2-costulati, 
con  le  costole  senza  setole  o spinule. 

Per  i fiori  ermafroditi  e per  la  loro  peculiare  struttura, 
con  tubo  staminale  in  forma  di  urceolo,  V Oncoealamus  si  av- 
vicina alle  Eremospatha  più  che  a qualunque  altro  genere 
di  Lepidocaryeae. 

Anche  le  piante  sterili  e giovani  si  distinguono  facil- 
mente per  i fusti  con  guaina  armata  di  singolari  spine  brune 
molli  e l’ocrea  troncata  orizzontalmente. 


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Le  foglie  di  piante  giovani  sono  flabellato-forcate,  col  ra- 
chide che  si  continua  in  un  cirro  armato  di  acantofilli;  ciò 
però  non  costituisce  una  particolarità  di  questa  Palma,  ma 
sembra  un  fatto  condiviso  con  le  Eremospatha. 

Gli  Ancistrophyllum  sembra  pure  che  abbiano  le  prime 
foglie  flabellato-forcate,  ma  in  quelle  viste  da  me  il  ra- 
chide non  si  prolunga  in  cirro  ; quelle  degli  A.  secundiflo- 
rum  ed  A.  acutifloi'um  si  distinguono  inoltre  da  quelle  degli 
altri  due  generi  per  avere  dei  cigli  spinescenti  sulle  coste 
primarie,  almeno  sopra  alcune. 


Oncocalamus  Mannii  Drude  in  Engl.  Bot.  Jahrb. 
XXI  (1895),  111  ; Wright  in  Th.  Dyer,  FI.  trop.  Afr. 
Vili,  111.  — Calamus  ( Oncocalamus ) Mannii  Wendl. 
in  Trans.  Linn.  Soc.  XXIV  (1863),  436. 

Descbizione.  — Scandente.  Fusto  vaginato  delle  piante 
adulte  di  2 cm.  di  diam. 

Foglie  con  vagine  cilindriche,  di  color  stramineo,  striate 
o molto  superficialmente  segnate  dalle  impressioni  delle 
numerose  spine,  dalle  quali  da  prima  sono  coperte  ; in 
seguito  però  la  superficie  rimane  tubercolosa,  special- 
mente  in  alto,  in  causa  delle  piccole  basi  delle  spine  che 
persistono,  mentre  la  lamina  di  queste  cade  ; le  spine  hanno 
una  struttura  molto  speciale,  sono  molto  sottilmente  lami- 
nari, quasi  membranacee,  di  color  castagno,  lanceolate, 
acuminate  od  in  forma  di  piccola  fiamma  (essendo  talvolta 
sinuose),  hanno  i margini  ciliato-dentati,  sono  lunghe  5-10 
mm.,  larghe  1-2  mm.,  da  prima  erette  ed  appresso  alla 
vagina,  poi  patenti,  ed  infine  decidue  ; l’ocrea  è pure  assai 
densamente  coperta  di  simil  genere  di  spine  ; essa  è cilin- 
drica, guainante  strettamente  la  vagina  sovrastante,  è lunga 
1.5-3  cm.  e perfettamente  troncata  orizzontalmente  od  un 
poco  obliquamente;  alla  bocca  il  suo  margine  è intiero,  sot- 
tile e nudo  ; la  guaina  passa  gradatamente  (senza  gibbosità) 
nel  rachide,  la  parte  picciolare  essendo  brevissima  nelle 


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foglie  delle  piante  giovani,  e nulla  nelle  adulte  ; quando 
esiste  un  picciolo  (nelle  piante  mezzo  adulte)  questo  è piano 
di  sopra,  convesso  di  sotto  ed  ha  i margini  acuti;  il  rachide 
nelle  foglie  di  pianta  adulta  è lungo  50-90  cm.  nella  parte 
pinnifera,  è da  prima  convesso  di  sopra  e porta  l’accenno 
di  due  spigoli  che  poi  si  riuniscono  a formarne  uno  solo 
assai  saliente  e =b  minutamente  spinuloso  ; di  sotto  è da 
prima  convesso  ed  in  alto  piano,  i suoi  margini  sono  acuti, 
spinulosi,  o scabridulo-tubercolosi  od  anche  quasi  lisci  ; il 
rachide  si  termina  in  una  parte  nuda  lunga  sino  oltre  1 m., 
con  margini  acutissimi,  porta  6-12  acantofilli  alterni  nella 
parte  più  bassa,  e 6-7  coppie  dei  medesimi  nella  parte 
terminale  ; gli  uncini  sono  assai  robusti,  lunghi  15-20  mm. 
I segmenti  nelle  fronde  di  pianta  adulta  sono  30-35  fra 
tutto,  subequidistanti,  discosti  3-5  cm.  fra  di  loro  sopra 
ogni  lato;  sono  strettamente  lanceolati,  o lineari-lanceolati, 
acuminati  e molto  leggermente  falcato-sigmoidei,  di  solito 
unicostati,  lunghi  20-35  cm.  e larghi  2 cm.,  ma  spesso  i due 
segmenti  basilari  sono  bicostulati  ed  il  doppio  più  larghi 
degli  altri  ; talvolta  nel  mezzo  della  fronda,  specialmente 
in  quelle  di  piante  mezzo  adulte,  s’  incontrano  pure  dei 
segmenti  bicostulati  e talora  anche  4-5-costulati  e larghi 
in  proporzione  ; tutti  sono  subconcolori  e quasi  nitidi  sulle 
due  faccie,  cartaceo-rigiduli,  leggermente  ristretti  verso 
la  base  : hanno  la  costola  mediana  inerme  acuta,  e rilevata 
di  sopra,  nuda  e superficiale  di  sotto  ; i nervi  secondari 
sono  poco  distinti  dai  terziari  e nell’  insieme  assai  numerosi 
e distinti  ; venule  transverse  assai  numerose,  molto  inter- 
rotte ; margini  di  solito  assai  distintamente  spinulosi,  spe- 
cialmente verso  la  base,  dove  le  spinule  sono  patenti . 
talvolta  sono  inermi  o quasi,  di  solito  però  sempre  si  trova 
qualche  spinula  in  vicinanza  della  base.  Le  piante  giovani 
hanno  il  fusto  proporzionalmente  più  gracile  (in  quelle 
giovanissime  sino  solo  5 mm.  di  diametro)  ed  hanno  le 
foglie  flabellato-forcate  o bilobe,  cuneate  in  basso,  pluri- 
costulate,  coi  margini  ± spinulosi  in  basso  ; i due  lobi 
sono  larghi,  ed  acuminati. 


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Spadici  ascellari,  del  tutto  inermi,  lunghi  1.2-1. 5.  m., 
penduli,  semplicemente  ed  alternativamente  e disticamente 
ramosi  (Wendl.);  lo  spadice  che  io  ho  visto,  e che  suppongo 
quasi  intiero,  è lungo  un  metro  ed  ha  l’apparenza  di  una 
lunga  coda  pendula  o nutante  ; è semplicemente  ramoso, 
ossia  è composto  di  una  sola  asse  centrale  vaginata  da 
numerosissime  spate,  da  ognuna  delle  quali  nasce  un  ramo 
semplice  od  infiorazione  parziale  ; tutte  le  parti  dello  spa- 
dice, compresi  i fiori,  sono,  sul  secco,  di  color  bruno- 
cinnamomeo-rossastro;  spate  tubuloso-infundibulari,  lun- 
ghe 4 cm.,  sottili,  cartacee,  troncate  esattamente  orizzon- 
talmente alla  bocca  con  margine  acuto  e nudo,  fesse  lungo 
tutto  un  lato,  opache  e finissimamente  striate  all’esterno, 
più  scure  internamente.  Spighette  numerosissime,  flessuose, 
vermiformi,  o della  forma  di  code  sottili,  cilindriche,  lar- 
ghe alla  base  circa  1 cm.,  subito  molto  gradatamente  atte- 
nuate in  punta  assai  sottile;  le  spighette  inferiori  sono 
lunghe  20-30  cm.,  le  superiori  molto  gradatamente  più 
corte  ; tutte  sono  inserite  per  mezzo  di  una  parte  pedicel- 
lare  (guainata  questa  da  varie  spatelle  ravvicinate)  sul 
fondo  della  respettiva  spata.  Spatelle  delle  infiorazioni 
parziali  campanulato-infundibulari,  molto  ravvicinate,  una 
inclusa  dentro  l’altra,  membranacee,  essucche,  del  colore 
generale  di  tutte  le  altre  parti  dello  spadice,  bruno  cinna- 
momee,  troncate  orizzontalmente  e nude  alla  bocca,  glabre, 
alternativamente  fesse  da  un  lato,  lunghe  6-7  mm. 

I fiori  sono  in  glomeruli  all’ascella  di  ogni  spatellula, 
e di  poco  sporgono  da  questa  ; i glomeruli  debbono  con- 
siderarsi come  spighette  contratte  ; ogni  fiore  è munito 
di  una  minuta  spatellula  caliciforme,  angolosa,  carinata 
sugli  angoli  (di  solito  8),  e terminata  da  un  dente  acuto 
ad  ogni  angolo  ; nella  parte  bassa  delle  spighette,  dentro 
ad  ogni  spatella,  vi  sono  da  8-11  fiori,  in  alto  gradata- 
mente  meno,  e nell’estremo  apice  solo  2-3. 

I fiori  a me  son  sembrati  tutti  eguali  ed  ermafroditi,  al- 
meno in  apparenza  sono  tutti  egualmente  conformati;  si 
aprono  però  progressivamente,  di  modo  che  i più  alti  sono 


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sempre  quelli  più  sviluppati,  e se  questi  rimangono  fecon- 
dati, gli  altri  cadono.  I fiori  in  boccio  sono  ovato-ellittici 
od  obovati,  angoloso-trigoni  per  la  mutua  pressione,  in  essi 
il  calice  completamente  racchiude  la  corolla  ed  è 3-care- 
nato  o quasi  3-alato  sul  vertice.  I fiori  completamente 
sviluppati  sono  clavato-turbinati,  assottigliati  assai  in  una 
base  acutamente  trigona  e piena:  sono  lunghi  6 mm.  e 
larghi  3 mm.,  rotondati  in  alto  ; calice  poi  fesso  all’apice  in 
3 larghi  lobi  ; corolla  di  poco  più  lunga  del  calice,  divisa  in 
3 filli  largamente  ovati,  concavi,  conniventi,  scariosi,  acuti, 
carinati  sul  dorso  ; stami  formanti  coi  loro  filamenti  con- 
nati un  urceolo  completo  molto  crasso,  libero  dalla  corolla 
e di  poco  più  corto  di  questa,  supeficialmente  3-lobo,  por- 
tante 6 antere  sessili,  inserite  per  il  dorso  e quasi  del 
tutto  incluse,  oblunghe,  a loggie  parallele,  ottuse  ; ovario 
lageneforme,  assottigliato  gradatamente  nello  stilo  ed  in- 
serito a circa  la  metà  dell’intiero  fiore,  dove  pure  sono  in- 
seriti I*  urceolo  staminale  e la  corolla  ; lo  stilo  è colonnare 
e sorpassa  di  poco  Torlo  dell’urceolo  staminale  ; stigma 
brevemente  3-lobo. 

Il  frutto  non  è conosciuto. 

Habitat.  — Gli  esemplari  tipici  (di  cui  ho  studiato  i 
fiori)  sono  stati  raccolti  da  Gustav  Mann  (n.°  1044)  in  Guinea 
presso  il  fiume  Gabon  e sulla  Sierra  del  Cristal  a circa 
450  m.  sul  livello  del  mare.  Io  poi  ho  visto  uno  spadice 
(a  quanto  sembra  quasi  intiero)  facente  parte  dell’  Erb. 
Pierre,  ora  nell’  Erb.  di  Parigi,  raccolto  nel  1893  del  R.  P. 
Kleine  a Libreville.  Ho  visto  poi  nell’  Erbario  di  Berlino 
esemplari  sterili  raccolti  da  Gunter  Tessmann,  probabil- 
mente nel  Congo  francese,  e che  portano  il  nome  volgare  di 
« Ongam  akot  » (n.°  7)  ed  altri  del  medesimo  collet- 
tore col  n.°  1 ed  il  nome  volg.  di  « Ebo  do  go  ».  Il  n."  7 
ha  delle  fronde  flabellate  con  cirro  mediano  e fusto  vaginato 
del  diam.  di  12  mm.  ed  altri  fusti  del  diam.  di  18—22  mm. 
con  foglie  pinnate,  ma  con  vari  segmenti  bi-pluricostulati. 
Il  n.°  1,  che  sembra  còlto  sopra  pianta  completametite 


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adulta,  ha  fusto  vaginato  di  2 cm.  diam.  e fronde  con  tutti 
i segmenti  unicostati  ed  angusti,  meno  i due  basilari  (uno 
per  lato)  che  sono  bicostulati  ed  il  doppio  più  larghi  degli 
altri.  Ritengo  pure  appartenenti  a giovanissime  piante  di 
Oncoc.  Marnili  il  n.°  1154  di  M.  Dinklage  (Batanga  : Ka- 
merurn)  che  corrispondono  all’esemplare  tipico  di  One.  acan- 
thocnemis  Drude. 


Specie  da  eliminarsi. 

Oncocalamus  acanthocnemis  Drude,  in  Engler’s  botan. 

Jahrbuch.  XXI  (1895)  p.  Ili  et  133;  Wright  in  Th. 

Dyer,  FI.  trop.  Afr.  Vili,  111. 

Questa  specie  è stata  fondata  sopra  le  fronde  flabelliformi 
di  piante  giovanissime,  appartenenti  a più  di  una  specie. 

L’esemplare  tipico  sarebbe  il  n.°  527  di  Bùttner  del  Gabon 
(Herb.  BeroL).  E questo  è rappresentato  dall’apice  di  una 
giovane  pianta,  apparentemente  riferibile  all’  One.  Mannii , 
con  fusto  vaginato  del  diam.  di  8 mm.,  che  ha  l’ocrea  tron- 
cata, e la  guaina  armata  delle  caratteristiche  spine  ; vi  sono 
due  foglie  flabellate  a rachide  terminato  da  cirro,  ed  una 
foglia  (la  superiore)  divisa  in  pochissimi  segmenti  ineguali. 

Il  n.°  170,  serie  C,  di  Fr.  Heus  (Plantae  Afr.  occid.)  rac- 
colto nel  Kongo  a Bolobo,  riportato  pure  da  Drude  all’Où- 
calamus  acanthocnemis,  consiste  in  semplici  foglie  flabellato- 
forcate  con  prolungamento  del  rachide  in  cirro  armato  ; fo- 
glie che  a me  sembrano  di  una  pianta  giovane  di  Eremo- 
spatha. 

Nell’Erb.  di  Berlino  vi  è poi  un  altro  esemplare  (Bùt- 
tner n.°  526)  consistente  in  una  foglia  flabellato-forcata,  ma 
con  il  rachide  non  prolungato  in  cirro  ; questo  esemplare 
è pure  riferito  da  Drude  all’O.  acanthocnemis , di  cui  secondo 
questi  rappresenterebbe  la  foglia  di  pianta  giovane,  ma 
che  io  riterrei  per  uua  foglia  di  pianta  giovane  di  An- 
cistrophyllum , essendo  spinulosa  sopra  talune  delle  sue  co- 


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stole  primarie,  ed  avendo  la  guaina  provvista  di  una  lunga 
ocrea  acuminata. 


EREMOSFATHA. 

Genere  naturalissimo,  facilmente  distinguibile  per  i suoi 
spadici  più  corti  delle  foglie,  uscenti  dall’ascella  di  queste 
ed  inseriti  al  di  dentro  delle  respettive  vagine.  Tali  spadici 
sono  rimarchevolissimi  fra  quelli  di  tutte  le  altre  Lepidoca- 
ryeae  per  mancare  affatto  di  spate,  essendo  queste  rappresen- 
tate da  piccole  brattee  squameformi,  delle  quali  se  ne  vede 
una  alla  base  di  ogni  diramazione  dello  spadice,  ma  assai 
al  di  sotto  dell’  inserzione  ; in  talune  specie  due  di  tali 
squame  si  uniscono  per  i margini  e formano  una  specie  di 
anello  in  vicinanza  dei  rami  fioriferi  più  bassi;  l’asse  dello 
spadice  ha  una  parte  peduncolare  nuda  e porta  in  alto  i 
ramoscelli  fioriferi,  indivisi,  a destra  e sinistra,  i quali  pure 
mancano  di  spatelle.  I fiori  sono  gemini,  fra  loro  eguali 
ed  ermafroditi,  hanno  il  calice  cupolare  o ciatiforme,  mem- 
branaceo intiero  o leggermente  3-dentato  ; la  corolla  tubu- 
loso-ventricosa,  carnosa,  brevemente  3-dentata  ; gli  stami 
coi  filamenti  riuniti  a formare  un  urceolo  connato  col  tubo 
della  corolla  e terminato  da  6 brevissimi  denti  che  portano 
delle  piccole  antere  cordate.  L’ovario  ed  il  frutto  non  dif- 
feriscono essenzialmente  da  quelli  delle  altre  Calameae. 


Conspectus  specierum. 

Frondium  segmenta  angusta,  linearia  vel  lanceolato-li- 
nearia 

1.  Segmenta  numerosa  (utrinque  circ.  23)elongato-lanceolata, 
apice  acuta  vel  obtusiuscula  et  saepe  dentato-praemorsa, 
subequidistantia,  approximata,  marginibus  grosse  ci- 
liato-spinulosis,  spinulis  sursum  versis,  nervis  secun- 
dariis  5-6  in  utroque-costae  mediae  latere  percursa 
E.  macrocarpa  Wendl. 


— 271  — 


2.  Segmenta  numerosa  (utrinque  25-27),  elongato-lanceolata, 

apice  abrupte  apiculato-cuspidata,  subaequidistantia, 
approximata,  marginibus  ciliato-spinulosis,  spinulis  sur- 
sum-versis,  nervis  secundariis  5-6  in  utroque  costae 
mediae  latere  percursa.  . . Z.  cuspidata  Wendl. 

3.  Segmenta  non  numerosa  (utrinque  7-8),  rigida,  late  li- 

nearia. in  apiculum  obtusum  spinulosum  abrupte  ter- 
minata, ad  margines  crebre  valideque  spinulis  semper 
reversis  cibata,  costa  media  et  utrinque  nervis  2 secun- 
dariis tenuibus  percursa  . Z.  Tessmanniana  Beco. 

4.  Segmenta  modice  numerosa  (utrinque  circiter  15)  valde 

inaequidistantia,  tenuiter  chartacea,  costulis  5 aequali- 
bus  percursa,  marginibus,  fere  nudis,  cirro  usque  ad 
apicem  inter  acanthophylla  ad  margines  aculeato  . 
Z.  quinquecostulata  Becc. 

Frondium  segmenta  ovata,  ovato-oblonga,  spathulata  vel 
rbomboidalia. 

Segmenta  utrinque  viridia. 

5.  Segmenta  ovata,  obovata  vel  obovato-elliptica  vel  ovato- 

subrhomboidalia,  non  valde  numerosa  (utrinque  12-14) 
alterna  et  subaequidistantia,  ad  margines  rfc  ciliato- 
spinulosa  ; venulis  transversis  1-2  mm.  inter  se  dissitis 
notata  ; spadicis  ramuli  et  flores  papilloso-tomentosi. 
Z.  Hookeri  Wendl. 

6.  Segmenta  obovato-oblonga  vel  oblongo-spathulata  et 

basi  cuneata  non  valde  numerosa,  (utrinque  6-9),  inae- 
quidistantia et  saepe  in  utroque  latere  geminata,  ad 
margines  ± ciliato-spinulosa;  venulis  transversis  1-2 
mm.  inter  S6  dissitis  notata.  Spadicis  rami  et  flores 
glabri Z.  Haullevilleana  De  Wild. 

7.  Segmenta  late  rhomboidalia  vel  trapezoidea  non  valde 

numerosa  (utrinque  7-8  ?),  alterne  remote  aequidistantia, 
ad  margines  inferiores  rfc  nuda  vel  parcissime  ciliato- 
spinulosa;  venulis  crebrerrimis  nitidissimis  parallelibus, 

0.8-0.5  mm.  inter  se  dissitis  notata 

Z.  Wendlandiana  Damm. 


Segmenta  subtus  farinosa. 


— 272  — 


8.  Robusta,  caudice  vaginato  ciré.  8 cm.  diana.,  vaginae 
ocrea  elongata  demum  fissa.  Folia  ampia,  1.20  m.  in 
parte  pinnifera  longa;  segmentis  utrinque  9-10,  con- 
spicue  plicato-pluricostulatis,  basi  longe  attenuato-cu- 
neatis,  in  eorum  tertiam  superiorem  partem  triangulari- 
bus  et  aequilateralibus,  ad  margines  inferiores  spinulosis 
vel  etiam  nudis,  majoribus  30-85  cm.  longis,  14-18  cm. 
superne  latis  ....  E.  korthalsiaefolia  Becc. 

Eremospatha  macrocarpa  Wendl.  in  Kerch.  Les  Palm. 
244;  Drude  in  Engl.  Jahrb.  XXI,  111  ; Wright  in  Th. 
Dyer,  FI.  trop.  Afr.  Vili,  113.  — Calamus  (Eremospa- 
tha) macrocarpa  Mann,  et  Wendl.  in  Trans.  Linn.  Soc. 
XXIV  (1863)  p.  435  (sub  Calamo). 

Descrizione.  — Fusto  vaginato  di  2.5-3  cm.  di  diam.  ; 
vagine  legnose,  inermi,  quasi  liscio,  poco  distintamente 
striato-venose  per  il  lungo.  Ocrea  breve,  troncata  alla  bocca 
orizzontalmente  o più  o meno  obliquamente,  a margine 
acuto,  nudo. 

Foglie  (di  pianta  adulta)  assai  grandi,  mancanti  affatto 
di  parte  picciolare  ; il  rachide  nella  parte  pinnifera  è lungo 
da  70  cm.  a 1 m.,  in  basso  è convesso  di  sotto,  anche  di 
sopra  è piuttosto  convesso  ma  presenta  una  superficie  piana 
limitata  fra  due  spigoli  che  si  riuniscono  ad  una  certa  di- 
stanza dalla  base  in  un  angolo  saliente  inerme  : nella  parte 
intermedia  è a sezione  triangolare  con  margini  acuti  e spi- 
nulosi,  in  alto  si  termina  in  un  cirro  3-gono,  lungo  circa 
quanto  la  parte  pinnifera  ed  armato  di  robusti  acantofilli, 
che  sono  sempre  a coppie  (sino  8-10  coppie)  remote,  for- 
temente deflessi  e paralleli  fra  di  loro.  Segmenti  assai  nu- 
merosi (circa  23  per  parte  — Wendland),  subequidistanti,  i 
superiori  più  discosti  degli  inferiori,  assai  rigidi  subconco- 
lori e piuttosto  nitidi  sulle  due  faccie,  ma  specialmente  nella 
superiore  : sono  strettamente  lanceolati,  quasi  egualmente 
attenuati  verso  le  due  estremità  e s’inseriscono  sul  rachide 
con  una  base  assai  angusta  ; all’apice  si  ristringono  in  una 


— 273  — 


punta  ora  più  o meno  acuta,  però  non  cuspidata,  ma  più 
spesso  ottusa  od  anche  subdentata  e fortemente  spinulosa  ; 
costa  media  molto  sottile  e nuda  sopra  ambedue  le  faccie  ; 
nervi  2."  5-6  per  parte  della  costa  mediana,  di  poco  meno 
distinti  della  costa  mediana  ; di  questi  uno  per  parte  è mar- 
ginante; venule  transverse  molto  numerose,  molto  interrotte; 
margini  armati  di  spinule  assai  robuste,  eretto-patenti  ; i 
segmenti  intermedii  e superiori  sono  lunghi  sino  30-35  cm., 
larghi  2-2.5  cm.  ; i segmenti  in  vicinanza  della  base  diven- 
gono gradatamente  più  piccoli,  allungato-ellittici,  più  co- 
riacei, più  fortemente  spinosi  ai  margini  ed  in  modo  con- 
siderevole callosi  al  punto  d’  attacco,  i più  bassi  di  tutti 
sono  deflessi  e rudimentarì,  strettissimi,  coriacei  e spinosis- 
simi sui  margini. 

Spadici  lunghi  30-60  cm.,  sinuosi,  con  parte  basilare  indi- 
visa, assai  allungata,  piano-convessa  ; la  parte  assile  è mi- 
nutamente granuloso-papillosa  sul  secco,  e porta  vari  ra- 
moscelli fioriferi  distici,  alterni  ; questi  nella  parte  bassa 
dello  spadice  sono  lunghi  18-20  cm.  (gli  estremi  della  metà 
più  corti),  spessi  in  basso  3-4  mm.,  gradatamente  subulati 
in  alto,  corrugato-angolosi  sul  secco  ; rudimenti  di  spate 
minute,  scaglieformi,  abbraccianti  appena  la  metà  della 
circonferenza  dell’asse,  latamente  triangolari,  acute,  lunghe 
3-5  mm.:  di  solito  rimangono  assai  discoste  dal  ramo  che 
teoreticamente  dovrebbe  nascere  alla  loro  ascella.  Bratteole 
florali  0. 

Fiori  della  parte  bassa  dei  ramoscelli  disposti  in  coppie 
opposte,  con  le  doppie  coppie  discoste  10-12  mm.  fra  di 
loro  ; nell’estremità  dei  ramoscelli  le  coppie  divengono  più 
ravvicinate  e più  o meno  alterne.  I fiori  sono  oblungo-el- 
littici,  lunghi  8-10  mm.  e spessi  3-3.5  mm.  ; calice  breve, 
ciatiforme-campanulato,  glabro,  pianeggiante  e calloso  in 
basso,  con  base  scavata  di  sotto,  assai  distintamente  3-den- 
tato  con  denti  larghi  e corti,  acuti,  costulato-venosi  di  fuori 
e separati  da  seni  acuti;  corolla  circa  3 volte  più  lunga  del 
calice,  carnosa,  alquanto  inflata,  3-dentata  all’  apice,  ossia 
con  3 lobi  brevi,  crassi,  conniventi  ; stami  6,  eguali  o quasi, 


— 274  — 


formanti  coi  loro  filamenti  riuniti  un  tubo  poco  più  corto 
della  corolla,  connato  intieramente  col  tubo  di  questa,  liberi 
soltanto  per  brevissimo  tratto  alla  fauce  della  corolla,  dove 
formano  6 denti  crassi,  deltoidei,  i quali  portano  al  loro 
apice  un’  antera  eretta,  breve,  cordata,  inserita  per  la  base, 
a loggie  leggermente  divaricate,  deiscenti  quasi  lateral- 
mente. Ovario  ovoideo-oblungo,  attenuato  un  poco  in  basso, 
e superiormente  contratto  in  un  breve  stilo,  con  stigmi  con- 
niventi formanti  (nel  boccio)  una  punta  trigona  che  giunge 
sino  alla  base  delle  antere. 

Di  frutti  non  ne  ho  visti  che  con  certezza  si  possano  ri- 
ferire a questa  specie.  Mann  e Wendland  li  descrivono 
lunghi  31-82  mm.  (1 1 , poli.),  compresso-cilindrici,  ottusi 
ad  ambedue  le  estremità,  mono-  o più  raramente  dispermi  ; 
squame  sopra  24  ortostiche,  romboidali,  larghe  4 mm.  (2  li- 
nee), planiuscule,  solcate  nel  mezzo,  auranziache,  cinte  da 
una  linea  fuscescente,  cartacee,  col  margine  anteriore  mem- 
branaceo. Seme  lungo  da  19-25  mm.,  largo  19  mm.,  e spesso 
8-10  mm.,  compresso,  disciforme,  coi  margini  più  o meno 
crenulati,  a superficie  bruna,  liscio  dal  lato  ventrale,  con 
la  calaza  dorsale  mammilleforme,  molto  incrassata. 

Habitat.  — Gli  esemplari  tipici  sono  stati  raccolti  da 
Mann  in  Sierra  Leone,  sul  Bagru  River  e nel  territorio 
del  Niger  suH’Old  Calabar  River  (n.  2380  nell’Erb.  di  Kew). 
Riferisco  a questa  specie  degli  esemplari  dell’  Erbario  di 
Berlino  raccolti  nel  Kamerun  a Johann  Albrechts-Hòhe 
con  spadici  in  fiore  ; altri  sterili  ma  con  fronde  di  pianta 
adulta  di  Kribi,  ed  infine  altri  pure  di  Johann  Albrechts- 
Hbhe,  ma  di  pianta  giovane  e con  fronde  semplicemente 
flabellato-forcate. 

Osservazioni.  — Ho  studiato  dei  frammenti  dell’  esem- 
plare autentico  di  questa  specie  che  mi  hanno  permesso  di 
riconoscerla  in  altri  dell’  Erbario  di  Berlino  provenienti 
dal  Kamerun.  Rassomiglia  molto  alla  E.  cuspidata , ma  ne 
è ben  distinta  per  alcuni  caratteri  facili  ad  apprezzarsi  e 


275  — 


specialmente  per  i segmenti  che  non  hanno  una  cuspide,  ma 
si  terminano  in  punta  talvolta  acuta,  ma  più  spesso  ottusa, 
superficialmente  dentata  od  anche  quasi  dentato-premorsa. 
I fiori  poi  si  distinguono  da  quelli  della  E.  cuspidata  per 
il  calice  distintamente  3-dentato  o 3-lobulato,  e per  gli 
stami,  i quali  hanno  le  antere  erette,  cordate,  portate  al- 
1’  apice,  ma  attaccate  dal  lato  dorsale,  dei  denti  del  tubo 
staminale;  i quali  denti  sono  corti,  triangolari,  crassissimi 
e non  aveolati  dal  lato  interno  per  il  ricevimento  delle  log- 
gie  delle  piccole  antere  didime,  come  sono  quelle  della  E. 
cuspidata. 


Eremospatha  cuspidata  Wendl.  in  Kerch.  Les  Palm. 
244.  — Drude  in  Engl.  Jahrb.  XXI,  111;  Wright  in 
Th.  Dyer,  FI.  trop.  Afr.  Vili,  113.  — Calamus  ( Ere- 
mospatha) cuspidatus  Mann  et  Wendl  in  Trans.  Linn. 
Soc.  XXIV,  434,  t.  41,  f.  4L 

Descrizione.  — Scandente.  Tronco  di  2-3  cm.  diam. 
Fronde  (di  pianta  adulta)  assai  allungate  ; vagina  inerme, 
sottilmente  legnosa,  striata  per  il  lungo;  ocrea  breve,  tron- 
cata, inerme  ; parte  picciolare  nulla  ; rachide  largo  nella 
parte  basilare  12-13  mm.  e quivi  depresso,  pianeggiante 
di  sopra,  leggermente  convesso  ed  inerme  di  sotto,  armato 
ai  margini  fra  mezzo  ai  segmenti  con  forti  spine,  brevi, 
triangolari,  orizzontali  o più  o meno  uncinate  (in  generale 
si  trovano  1-2  di  tali  spine  fra  un  segmento  e l’altro);  in 
alto  il  rachide  è trigono,  pianeggiante  di  sotto,  bifaciale 
con  angolo  acuto  e nudo  di  sopra,  e con  una  linea  di  brevi 
ugnoli  sopra  ognuno  dei  margini  di  sotto.  Segmenti  nume- 
rosi (25-27  per  lato  — Wendland),  subequidistanti,  almeno 
nella  parte  bassa  della  fronda;  i superiori,  discosti  3-4.5 
cm.,  cartaceo-rigiduli,  opachi,  subconcolori  sulle  due  faccie, 
strettamente  lanceolati,  lunghi  20-25  cm.,  larghi  18-25  mm., 
attenuati  in  basso,  dove  si  inseriscono  obliquamente  sul  ra- 
chide con  una  base  assai  angusta  e più  o meno  callosa,  bru- 


— 276  — 


scamente  contratti  all’apice,  spesso  un  poco  asimmetrica- 
mente, in  un  apicolo,  che  di  solito  si  trasforma  in  un’aresta 
rigida,  sottile,  compressa  lateralmente,  rb  spinulosa,  lunga 
sino  15  mm.  ; costa  mediana  molto  sottile  e nuda  sopra 
ambedue  le  faccio  ; nervi  2“  5-6  per  parte  della  costa  me- 
diana, molto  distinti  sulle  due  faccie  e di  poco  più  sottili 
della  costa  mediana  stessa;  di  questi  uno  per  parte  scorre 
in  grande  prossimità  del  margine  ; margini  assai  forte- 
mente armati  di  spinule  robuste,  eretto-patenti  ; 2-3  seg- 
menti basilari  per  parte  sono  molto  più  piccoli  degli  altri, 
lanceolati,  deflessi,  più  fortemente  spinosi  ai  margini,  più 
rigidi  specialmente  in  basso  e con  una  base  fortemente  in- 
spessita e callosa  ; venule  transverse  corte,  sottili,  assai 
numerose,  pochissimo  prominenti. 

Spadici  (non  vidi  intieri)  con  ramoscelli  fioriferi  glabri, 
minutamente  tubercolato-sagrinati. 

Fiori  carnosi,  clavati,  lunghi  8—8.5  mm.,  crassi  3 mm. 
(sul  secco)  ; calice  breve  ciatiforme,  alto  quanto  largo  (2.5 
mm.),  campanulato,  glabro,  pianeggiante  e calloso  in  basso, 
scavato  di  sotto,  troncato  alla  bocca  con  appena  un  accenno 
di  3 denti  separati  da  un  superficialissimo  seno,  grossolana- 
mente costulato- venosi  di  fuori  ; corolla  circa  2 ‘/2  volte 
più  lunga  del  calice,  carnosa,  apparentemente  inflata  sul 
fresco,  un  poco  attenuata  in  basso,  rotondata  od  ottusa- 
mente apiculata  all’  apice  e quivi  divisa  in  3 lobi  brevi, 
crassi,  conniventi  ; stami  6,  eguali,  formanti  coi  loro  fila- 
menti riuniti  un  tubo  un  poco  più  corto  della  corolla, 
connato  interamente  con  questa,  liberi  soltanto  per  brevis- 
simo tratto  alla  fauce  della  corolla,  dove  sono  rappresen- 
tati da  6 denti,  crassi,  deltoidei,  ognuno  dei  quali  ha  due 
nicchiette  dal  lato  interno,  nelle  quali  vengono  accolte 
le  logge  delle  antere.  Le  antere  sono  globoso-didime  a 
loggie  un  poco  divaricate,  deiscenti  quasi  sui  lati,  esse 
sporgono  pochissimo  al  di  fuori  del  tubo  formato  da  fila- 
menti e col  loro  insieme  occludono  intieramente  il  tubo 
staminale.  Ovario  ovoideo,  attenuato  in  basso,  inserito  sulla 
base  carnosa  della  corolla  (toro)  ; stilo  brevissimo  ; stigmi 


— 277  — 


conniventi,  brevi,  crassi,  papillosi,  rimanenti  col  loro  apice 
al  di  sotto  delle  antere. 

Frutti  non  ne  ho  visti  che  con  certezza  si  possano  riferire 
a questa  specie.  Mann  e AVendland  li  descrivono  come 
ellissoidali,  lunghi  25  mm.,  larghi  19  mm.,  « fere  aequilati  » 
(ossia  quasi  eguali  nelle  due  estremità  ?)  mono-  o più  rara- 
mente dispermi  ; squame  sopra  18  ortostiche,  romboidali, 
di  3.5-4  mm.  di  larghezza,  sul  secco  molto  rigonfie  (valde 
bullatae),  solcate  nel  mezzo,  miniate,  cartacee,  col  margine 
anteriore  lacerato  e cinte  da  una  linea  fuscescente.  Seme 
lungo  19  mm.,  largo  10  mm.,  spesso  6-8  mm.,  leggermente 
spianato  dal  lato  ventrale,  convesso  sul  dorso  ; testa  bruna, 
calaza  dorsale  molto  ispessita  e mammilleforme,  margini 
lisci  ; ilo  lineare.  Embrione  posto  poco  sopra  l’ ilo  ventrale, 
alla  metà  dell’  albume,  orizzontale. 

Habitat.  — Gr.  Mann  ha  per  il  primo  scoperto  questa 
specie  presso  la  foce  del  fiume  Gabon  nel  Gongo  francese 
(Mann  n.°  1043).  Del  Gabon  ho  pure  visto  un  esemplare 
nell’Erb.  di  Parigi,  raccolto  da  Dybowski  (n.°  140).  Come 
riferibili  alla  P.  cuspidata  ritengo  pure  degli  esemplari 
sterili  dell’Erb.  di  Berlino  provenienti  da  Joko  nel  Kame- 
run.  De  Wildeman  (Miss.  Laurent,  p.  23)  ricorda  per  la 
E.  cuspidata  anche  le  località  di  Kiri  e di  Eala  del  Congo 
Belga.  Io  però  non  ho  visto  gli  esemplari  di  questa  pro- 
venienza. 

Osseevazioni.  — Si  distingue  principalmente  per  le  sue 
foglie  strette,  quasi  egualmente  attenuate  alle  due  estre- 
mità, con  i margini  armati  di  assai  forti  spinule  rivolte 
in  su,  e specialmente  per  i segmenti  che  si  terminano  in 
una  cuspide  dura  più  o meno  allungata,  formata  dal  ripie- 
gamento in  basso  dei  due  margini  dell’apice  del  segmento. 
E pure  distinta  per  i fiori  con  calice  troncato,  molto  su- 
perficialmente 3-denticolato,  e per  il  tubo  staminale  super- 
ficialmente 3-lobo,  coi  lobi  presentanti  ognuno  dal  lato 
interno  una  doppia  nicchietta,  nella  quale  vengono  accolte 


is 


— 278  — 


le  loggie  delle  respettive  antere  ; queste  sono  quindi  quasi 
incluse  nel  tubo  staminale,  del  quale  col  loro  apice  chiu- 
dono la  bocca. 


Eremospatha  Tessmanniana  Beco.  sp.  n. 

Descrizione.  — Fusto  vaginato  (apparentemente  di  pianta 
adulta)  di  12-15  mm.  di  diam.  ; internodi  lunghi  18-20 
cm.;  vagina  assai  fortemente  striata  per  il  lungo;  ocrea 
molto  breve  (lunga  10-12  mm.),  troncata  orizzontalmente  o 
presso  a poco.  Foglie  completamente  prive  di  picciolo  ; 
rachide  nella  parte  pinnifera  lungo  35-40  cm.,  fortemente 
appiattito  alla  base,  piano  di  sopra  e convesso  di  sotto,  poi 
biconvesso,  e da  circa  la  metà  in  su  pianeggiante  di  sotto 
e bifaciale  di  sopra,  armato  fortemente  ai  margini  con  assai 
robusti  e fitti  ugnoli  a larga  base,  lunghi  3-5  mm.,  tutti 
reversi;  il  rachide  si  termina  in  un  cirro  lungo  60-70  cm., 
subtrigono,  fittamente  armato  ai  margini  sino  all’apice  con 
piccoli  ma  assai  robusti  ugnoli  reversi,  provvisto  di  4-5 
paia  di  acantofilli  perfettamente  opposti  e che  sembra  ri- 
mangano sempre  divaricati,  ossia  che  non  diventino  tanto 
deflessi  da  diventare  fra  loro  paralleli.  Segmenti  non  molto 
numerosi,  di  solito  7-8  per  parte  e con  non  molta  regola- 
rità opposti  ; le  coppie  rimangono  a distanze  non  uniformi, 
di  solito  di  3-8  cm.,  in  alto  più  discoste  che  in  basso  ; i 
segmenti  sono  molto  rigidamente  cartacei,  o sottilmente 
coriacei,  lineari,  molto  brevemente  attenuati  in  basso,  bru- 
scamente ristretti  all’  apice  in  punta  ottusa  ± spinulosa, 
verdi  e nitidi  di  sopra,  assai  più  pallidi  (ma  senza  indu- 
mento speciale)  di  sotto,  percorsi  dalla  costa  mediana,  po- 
chissimo più  distinta  di  2 nervi  secondari  per  parte  a 
questa  ; venule  trasverse  molto  numerose  e fitte,  ma  assai 
immerse  nel  parenchima  e per  questo  poco  distinte  ; i mar- 
gini sono  molto  peculiarmente  armati  di  assai  robuste  e 
numerose  spinule  a punta  nera,  tutte  reverse,  meno  alcune 
presso  l’apice  ; i segmenti  intermedi  sono  lunghi  25-27  cm., 


— 279  — 


e larghi  ± 2 cm.  ; i superiori  sono  di  ben  poco  più  piccoli 
di  questi  ; soltanto  1-2  per  lato,  presso  la  base,  ma  special- 
mente  i più  bassi,  sono  molto  più  piccoli  degli  altri, 
orizzontali  o deflessi,  mentre  i superiori  sono  inseriti  ad 
un  angolo  assai  acuto.  Alcuni  campioni  hanno  le  foglie  ri- 
dotte al  solo  rachide,  prive  affatto  di  segmenti,  ma  con 
produzioni  spiniformi  in  loro  vece  ; non  conosco  se  ciò 
costituisce  un  fatto  normale  o teratologico.  Detti  organi 
rappresentano  certamente  delle  foglie  e non  degli  spa- 
dici  abortivi  (flagelli  dei  Calamus , ai  quali  però  sembra 
che  corrispondano  per  la  funzione)  ; essi  nascono  infatti  dal- 
l’apice di  una  vagina  provvista  della  sua  ocrea,  sono  lun- 
ghi circa  30  cm.  ed  hanno  il  rachide  come  quello  descritto 
per  le  foglie  normali  ma  più  fortemente  spinoso  : di  seg- 
menti non  ve  ne  è che  le  tracce  di  1-2  presso  la  base,  ridotti 
però  ad  un  filamento  compresso,  lineare,  lungo  7-8  cm., 
fortemente  aculeolato;  gli  altri  segmenti  sono  rappresentati 
da  spine  lunghe  2-3  cm.,  subopposte  od  alterne,  rigidis- 
sime, armate  con  qualche  spinula  ai  margini  ; tali  spine 
in  alto  vengono  sostituite  dalle  solite  coppie  di  acantofìlli. 
In  una  parola  in  detti  rachidi  tutti  i segmenti  sono  ± di- 
stintamente metamorfosati  in  acantofìlli. 

Habitat.  — Scoperta  dal  Dott.  Giinter  Tessmann  nel 
Congo  francese  o forse  piuttosto  nella  Guinea  spagnola,  la 
località  precisa  non  essendo  indicata  (n.°  4 nell’  Erb.  di 
Berlino.  Nome  volgare  « Ongàm  »). 

Osservazioni.  E una  specie  distintissima,  facilmente  ri- 
conoscibile  per  i suoi  segmenti  latamente  lineari,  rigidi, 
ottusi  (nè  cuspidati,  nè  denticolati  all’  apice),  armati  da 
cima  a fondo  di  forte  spinule  « tutte  volte  all’  ingiù  ». 


Eremospatha  quinquecostulata  Becc.  sp.  n. 

Descrizione.  — Fusto  vaginato  di  circa  2 cm.  di  diam. 
Vagine  assai  fortemente  striate  per  il  lungo  ; ocrea  lunga 


280  — 


circa  3 cm.,  troncata  obliquamente.  Foglie  assai  allungate, 
con  pochi  segmenti  inseriti  ad  un  angolo  assai  acuto,  piut- 
tosto numerosi,  molto  inequidistanti,  il  più  spesso  ravvi- 
cinati due  a due  sopra  ogni  lato  del  rachide,  con  spazi  di 
rachide  a nudo  fra  ogni  coppia  variabili  da  5-10  cm.,  e 
verso  1’  estremità  della  fronda  anche  più.  Picciolo  assoluta- 
mente  mancante;  rachide  largo  in  basso  1 cm.,  e di  5-6  mm. 
di  spessore,  rotondato  di  sotto,  leggermente  concavo  di  so- 
pra nel  primo  tratto,  ossia  percorso  da  un  canale  poco 
profondo  avente  i lati,  dove  sono  inseriti  i segmenti,  pia- 
neggianti ; il  canale  è largo  in  basso,  ma  gradatamente  si 
restringe  e presto  svanisce  per  dar  luogo  ad  un  angolo  sa- 
liente ottuso  ; sui  margini  il  rachide  è interrottamente  ar- 
mato di  corti  aculei  deflessi  a larga  base  ; il  cirro  è rigido, 
ha  varie  paja  di  acantofilli  ed  è armato  assai  potentemente 
sui  lati,  sino  in  cima,  con  relativamente  robusti  ugnoli.  I 
segmenti  sono  strettamente  lanceolati,  molto  leggermente 
asimmetrico-sigmoidei,  quasi  egualmente  attenuati  alle  due 
estremità,  ma  un  poco  più  angustamente  verso  la  base, 
che  è assai  acuta:  sono  ristretti  anche  verso  l’alto,  ma  meno 
gradatamente  che  verso  la  base,  in  una  punta  non  sim- 
metrica, acuta  o brevemente  acuminata:  sono  sottilmente 
cartacei,  subnitidi  e concolori  sulle  due  faccie,  assai  distin- 
tamente 5-costulati;  le  costole  sono  sottili,  ma  rilevate,  spe- 
cialmente nella  pagina  inferiore  ; fra  una  costola  e l’altra 
vi  sono  numerosissimi  nervi  terziari  che  rendono  finamente 
striate  le  due  superficie;  i margini  sono  per  lo  più  comple- 
tamente lisci,  ma  talvolta  portano  alcune  spinule  in  qua  e 
là,  specialmente  verso  la  base,  alle  volte  reverse;  l’apice  è 
quasi  sempre  spinuloso— ciliato  ; i segmenti  intermedi  sono 
i maggiori,  sono  lunghi  20-25  cm.  e larghi  2.5  cm.;  i su- 
periori sono  leggermente  più  piccoli  ; 2-8  della  base  sono 
patentissimi  o deflessi,  angustissimi,  assai  fortemente  ar- 
mati di  spine  deflesse  ai  margini. 

Habitat.  — Affrica  occidentale  tropicale  tedesca;  nel  Ka- 
merun  a Bezirk  Djah. 


— 281 


Osservazioni.  — Gli  esemplari  sui  quali  è fondata  que- 
sta specie  sono  assai  incompleti  e mancano  di  fiori  e di 
frutti  che  con  certezza  vi  possono  esser  riferiti;  anche  le 
fronde  sono  frammentate  di  guisa  che  riesce  difficile  di 
stabilire  il  numero  di  segmenti  di  cui  si  compongono.  E 
però  specie  caratteristica  per  le  sue  fronde  con  segmenti 
molto  inequidistanti,  lanceolati,  angusti,  di  consistenza  sot- 
tile e distintamente  5-costulati  ; per  il  rachide  solcato  di 
sopra  in  basso,  ed  il  rigido  cirro  fortemente  armato  di 
ugnoli  ai  margini,  sino  in  cima,  negli  interstizi  fra  le  coppie 
degli  acantofilli. 

Eremospatha  Hookeri  Wendl.  in  Kerch.  Palm.  p.  244; 
Drude  in  Engl.  Jahrb.  XXI,  111;  Wright  in  Th.  Dyer, 
FI.  Trop.  Afr.  Vili,  p.  112.  — Calamus  ( Eremospatha ) 
Hookeri  Mann  et  Wend.  in  Trans.  Linn.  Soc.  XXIV 
(1863),  p.  434,  t.  XLI,  C.  — Eremospatha  Cabrae  De 
Wild.,  Étud.  FI.  du  Congo,  I,  p.  95,  t.  XXXII.  — 
Calamus  Cabrae  De  Wild,  et  Th.  Dur.,  Matér.  pour  la 
FI.  du  Congo,  fase.  V,  p.  32;  Wright  in  Th.  Dyer,  FI. 
Trop.  Afr.  VII,  110. 

Descrizione.  — Scandente.  Fusto  vaginato,  delle  piante 
adulte,  di  15-18  mm.  di  diam.  Vagine  più  o meno  distin- 
tamente striate  per  il  lungo;  ocrea  troncata  obliquamente, 
lunga  circa  2 cm.  Foglie  estremamente  variabili  per  la 
forma  e spinescenza  dei  segmenti  nei  vari  periodi  di  svi- 
luppo della  pianta:  le  fronde  di  piante  giovani  sono  molto 
differenti  da  quelle  della  pianta  adulta  ed  a quanto  sem- 
bra da  prima  sono  flabelliformi-forcate,  col  rachide  pro- 
lungato in  cirro  provvisto  di  acantofilli  : quelle  di  pianta 
adulta  hanno  pochi  segmenti  più  o meno  trapeziformi,  rom- 
boidali, romboidali-cuneati,  od  obovato-romboidali,  od  an- 
che obovato-ellittici.  Una  foglia  di  uno  degli  esemplari 
tipici,  manca  assolutamente  di  picciolo  ; il  rachide  porta 
solo  qualche  spintila  ai  lati  in  aitò;  i segmenti  sono  remo- 
tamente subequidistanti,  alterni,  elongato-obovati  o talvolta 


— 282  — 


quasi  obovato-ellittici,  simmetrici  o quasi:  sono  gradata- 
mente  cuneati  da  circa  il  terzo  superiore  in  giù  verso  una 
base  acuta,  e hanno  qualche  spinula  assai  robusta  sui  mar- 
gini, che  talora  è rivolta  in  su  e talora  è in  senso  contrario 
od  orizzontale:  il  margine  superiore  è leggermente  repando- 
crenato,  nudo:  l’apice  è ottuso  od  acutiuscolo;  di  consistenza 
i segmenti  sono  rigidulo-cartacei,  sono  verdi  sopra  ambedue 
le  faccie  ma  un  poco  più  pallidi  di  sotto;  hanno  la  costola 
mediana  quasi  perfettamente  centrale,  di  sopra  più  acuta  dei 
nervi  secondari,  di  sotto  non  più  forte  di  questi;  di  nervi 
secondari  ve  ne  sono  4-5  per  parte,  egualmente  prominenti 
sulle  due  faccie;  di  questi  uno  o due  dei  più  esterni  sono 
leggermente  incurvati  verso  l’estremità;  venule  transverse, 
non  straordinariamente  numerose,  assai  continue  e piut- 
tosto distinte  sopra  ambedue  le  faccie.  I segmenti  maggiori 
sono  lunghi  18  cm.,  larghi  verso  il  terzo  superiore  6 cm.  ; 
i segmenti  basilari  sono  più  spinosi  ai  margini  e molto  più 
piccoli  dei  superiori,  patenti;  gli  infimi  sono  deflessi  e 
quasi  abortivi.  Cirri  sottilissimi,  acutamente  trigoni;  acan- 
tofilli  sempre  opposti,  fortemente  deflessi. 

Lo  spadice  in  un  esemplare  è lungo  45  cm.,  ha  la  parte 
peduncolare  piana  o leggermente  convessa  dal  lato  assile, 
convessa  dall’altra . la  parte  assile  è subterete,  rigida,  dritta, 
gradatamente  assottigliata,  portante  disticamente  dei  rami 
semplici,  patenti-ascendenti,  dei  quali  gli  inferiori  sono 
subopposti  ed  i superiori  alterni,  e nell’insieme  formano 
una  pannocchia  ovato-allungata.  Spate  ridotte  a piccole 
squame  corte  e larghe,  terminate  da  una  piccola  punta 
subulata  : sono  inserite  alquanto  al  di  sotto  del  respettivo 
ramo.  Rami  fioriferi  rigidi,  angolosi,  spessi  in  basso  3 mm., 
attenuato-subulati,  i più  bassi  lunghi  15  cm.,  i superiori 
più  corti,  in  tutti  le  coppie  dei  fiori  sono  alterne  dalla 
base  sino  all’apice,  e sono  sorrette  da  una  strettissima  brat- 
tea ungueforme,  rotondata,  deflessa  ; la  parte  assile  ed 
i ramoscelli  sono,  sul  secco,  minutamente  peloso-papillosi 
e rubiginosi  ; le  coppie  di  fiori  più  basse  sono  discoste 
7-8  mm.,  le  superiori  gradatamente  più  ravvicinate.  Pe- 


— 283  — 


rianzio  fruttifero  di  10  mm.  di  diam.  fra  le  punte  dei  pe- 
tali ; calice  e corolla  minutamente  papilloso-pelosi  e fer- 
ruginei ; calice  apparentemente  latamente  3-lobo  ; corolla 
fortemente  inspessita,  due  volte  più  lunga  del  calice  ; dai 
resti  dell’  urceolo  staminale  si  riconosce  che  esso  era  co- 
ronato da  6 piccolissimi  denti,  portanti  all’apice  le  antere. 

I frutti  (che  io  non  ho  visto)  vengono  descritti  da  Mann 
e Wendland  ovoideo-cilindrici,  lunghi  21-25  mm.,  e di 
17-19  mm.  di  diam.,  mono-  o più  raramente  2-dispermi; 
squame  sopra  20  ortostiche,  romboidali,  pianeggianti,  solcate 
nel  mezzo,  auranziache,  di  4 mm.  di  diam.,  cartacee,  cir- 
condate da  una  linea  scura  e col  margine  anteriore  inte- 
gerrimo. Seme  lungo  19  mm.,  13  mm.  largo,  6 mm.  spesso. 
Dalla  figura  apparisce  di  forma  ovata,  alquanto  compresso, 
a contorno  rotondato  e poco  o quasi  punto  lobulato. 

Habitat.  — Gli  esemplari  tipici  sono  stati  raccolti  da 
Mann  alle  foci  del  fiume  Nun  (n.°  451  nell’  Erb.  di  Kew). 
Di  questa  provenienza  ne  ho  visto  uno  con  porzione  di  fronda 
e con  uno  spadice  allo  stadio  fruttifero,  ma  mancante  di 
frutti,  conservato  nell’Erbario  di  Berlino  e proveniente  da 
quello  di  Wendland.  Sembra  però  una  Palma  assai  diffusa. 
Mi  sembrano  infatti  pure  riferibili  alla  E.  Hookeri  degli 
esemplari  sterili  provenienti  da  Batanga  nel  Kamerun 
(Dinklage  n.°  1155)  e dall’Ogowé,  nel  Congo  francese  (Mgr. 
Leroy  nell’  Erb.  di  Parigi),  ed  un  altro  pure  dell’  Ogowé 
raccolto  da  Dybowski  (n.°  142  nell’Erb.  di  Parigi). 

Siccome  riferisco  alla  E.  Hookeri  Wend.  anche  la  E.  Ca- 
brae  De  Wild,  così  si  deve  aggiungere  alle  località  il  basso 
Congo  Belga,  dove  è stata  raccolta  a Kimnenza  da  J.  Gillet 
(n.°  2060,  Erb.  di  Bruxelles). 

Osservazioni.  — La  E.  Hookeri  è principalmente  carat- 
terizzata per  i suoi  segmenti  più  o meno  ovati  od  obovato- 
ellittici  o subromboidali,  alterni  e subequidistanti,  e per  le 
parti  assili  dello  spadice  e per  i fiori  papilloso-tomentosi. 

Ho  esaminato  molto  accuratamente  gli  esemplari  tipici 


— 284  — 


di  E.  Cabrae,  che  gentilmente  mi  ha  comunicato  lo  stesso 
Dr.  De  Wildeman,  ma  non  sono  riuscito  a scuoprire  alcun 
carattere  che  mi  autorizzi  a tener  distinta  detta  specie 
dalla  E.  Hookeri.  Le  leggiere  differenze  nella  spinescenza 
del  rachide  e nella  forma  e spinescenza  dei  margini  dei 
segmenti  non  possono  costituire  caratteri  differenziali  in 
una  specie  nella  quale  tali  parte  vanno  soggette  a varia- 
zioni grandissime,  come  mi  risulta  dallo  studio  degli  esem- 
plari che  ho  esaminato,  e dei  quali  qui  appresso  farò  qual- 
che cenno. 

L’esemplare  di  Dybowski  dell’Ogowé  (n.°  142)  consiste 
in  una  fronda  intiera  cirrifera  e porta  fra  tutto  14  se- 
gmenti, remotamente  equidistanti,  alterni  o subopposti,  si- 
milissimi a quelli  della  E.  Cabrae  nella  figura  pubblicata 
da  De  Wildeman. 

Gli  esemplari  del  Kamerun  (Dinklage  n.°  1155)  sono  di 
una  pianta  giovane,  hanno  il  fusto  vaginato  di  1 cm.  di 
diam.;  1’ ocrea  è lunga  4 cm.,  il  picciolo  è lungo  1-3  cm., 
armato  come  il  rachide  assai  fortemente  di  spine  uncinate 
a larga  base  chiara  e punta  nera  ; una  fronda  ha  un  cirro 
rudimentario  lungo  7 cm.  e porta  5 segmenti  per  parte  ; 
altre  fronde  più  sviluppale  hanno  il  cirro  più  lungo,  prov- 
visto di  2-3  coppie  di  acantofilli,  e portano  7-8  segmenti 
per  parte  ; i segmenti  sono  ovato-ellittici  ed  alcuni  subrom- 
boidali-ovati  ; alcuni  col  margine  affatto  inerme,  altri  spe- 
cialmente i basilari,  hanno  qualche  conspicua  spiuula  presso 
la  base  ; il  margine  superiore  è ondulato,  repando,  nudo  o 
con  appena  qualche  accenno  di  spinule  ; venule  transverse 
discoste  1-2  mm. 

Alcuni  esemplari  dell’Erbario  di  Berlino,  senza  indica- 
zione precisa  di  località,  apparentemente  di  pianta  giovane, 
hanno  un  fusto  gracilissimo,  allorché  vaginato  di  soli  4 mm. 
di  diam.  ; l’ocrea  è lunga  4 cm.,  il  rachide  nella  parte  pin- 
nifera  e picciolare  è lungo  15  cm.  ed  è armato  delle  solite 
spine  ; la  parte  picciolare  misura  circa  4 cm.,  il  cirro  è 
gracilissimo  ed  ha  4-5  paia  di  acantofilli  ; segmenti  solo 
2-3  per  parte,  opposti,  ± asimmetricamente  ellittici;  i 2 ter- 


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minali  assai  lungamente  uniti  per  la  base,  lunghi  9-11  cm., 
larghi  3.5-4  cm.  ; margini  quasi  del  tutto  inermi  ; venule 
transverse  come  nella  tipica  E.  Hookeri.  Se  detti  esemplari 
fossero  rappresentanti  di  una  pianta  completamente  evoluta 
si  potrebbero  ritenere  come  appartenenti  ad  una  specie  di- 
stinta. 

Eremospatha  Haullevilleana  De  Wild.;  Études  sur  la 
Flore  du  bas  et  moyen  Congo,  v.  I,  p.  96,  t.  XXXIII- 
XXIV,  et  Mission  Laurent,  p.  24.  — E.  Schweinfurthii 
Beco,  in  Ann.  Royal  Bot.  Gard.  Calc.  XI,  164. 

Descrizione.  — Gracile,  scandente.  Fusto  allorché  vagi- 
nato  di  8-9  mm.  di  diam.;  fusto  nudo  di  6 mm.  di  diam., 
striato  per  il  lungo  a superficie  opaca  ; vagine  cilindriche, 
totalmente  inermi,  leggermente  striato-venose  per  il  lungo, 
sparse  nella  prima  gioventù  di  squamule  o pagliette  color 
tabacco,  poi  glabre.  Ocrea  cilindrica,  strettamente  abbrac- 
ciale la  base  della  guaina  sovrastante,  lunga  2.5-4  cm., 
intiera  e troncata  ± obliquamente  alla  bocca. 

Foglie  cirrifere,,  assai  differenti  a seconda  che  apparten- 
gono a pianta  giovane  o adulta,  alla  parte  bassa  della 
pianta  od  a quella  alta.  Le  foglie  di  pianta  giovane 
sono  indivise,  ossia  il  loro  lembo  è costituito  di  un  solo 
flabello  profondamente  bilobo  o solcato,  leggermente  cu- 
neato  verso  una  base  acuta,  lungo  20  cm.  od  anche  più, 
e largo  13-18  cm.;  i suoi  lobi  hanno  6-7  costole;  dal  seno, 
che  è acuto  e giunge  sino  oltre  la  metà  dell’intiero  lembo, 
il  rachide  si  prolunga  in  un  cirro  gracile.  Nelle  foglie  delle 
piante  un  poco  più  adulte  delle  precedenti,  alla  base  del 
flabello,  compariscono  prima  alcuni  piccoli  segmenti  basilari 
e poi  il  flabello  stesso  si  divide  in  altri  segmenti  ; final- 
mente le  foglie  delle  piante  completamente  sviluppate  sono 
distintamente  pennate,  hanno  6-7  od  al  più  9 segmenti  per 
parte  e sono  poi  terminate  da  un  cirro  gracile.  Il  picciolo 
è sempre  brevissimo,  lungo  al  più  3-4  cm.  nelle  foglie  di 
pianta  giovane,  depresso,  largo  5 mm  , piano  di  sopra,  con- 


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vesso  di  sotto,  coi  margini  acuti  ed  armati  con  alcuni  aculei 
relativamente  assai  robusti,  ± reversi,  a base  chiara  e punta 
nera:  il  cirro  è gracilissimo  e porta  qualche  coppia  di  acan- 
tofilli. 

Le  fronde  di  pianta  adulta  hanno  il  picciolo  brevissimo 
o quasi  nullo,  sono  lunghe  nella  parte  pinnifera  30-35  cm. 
e sono  terminate  da  un  cirro  di  quasi  eguale  lunghezza  ; 
di  acantofilli  ve  ne  sono  4-5  coppie  ; il  rachide  in  alto  di- 
sopra è bifaciale  con  angolo  prominente  nudo,  è convessi  u- 
scolo  di  sotto,  è ± armato  irregolarmente  sui  margini  di 
piccoli  ugnioli  solitari  a punta  nera  che  si  estendono  rim- 
piccolendosi anche  nel  cirro,  ma  che  d’ordinaido  cessano  alla 
prima  od  al  più  alla  seconda  coppia  di  acantofilli  ; questi 
sono  gracili,  i maggiori  lunghi  al  più  2 cm.  I segmenti 
sono  molto  inequidistanti  ed  assai  ineguali,  spesso  appros- 
simati 2 a 2,  obovato-oblunghi  o spatolati,  cuneati  da  circa 
il  terzo  superiore  in  giù  verso  una  base  acuta  simmetrica; 
hanno  il  margine  anteriore  spinuloso,  ± lobulato  o lobu- 
lato-dentato,  prolungato  nel  centro  in  breve  punta  ottusa: 
sono  cartaceo-rigiduli,  glabri  sopra  ambedue  le  faccie,  leg- 
germente più  pallidi  di  sotto,  hanno  7-8.  costole  divergenti 
dalla  base,  molto  tenui  e quasi  egualmente  visibili  sulle 
due  faccie  ; le  costole  più  esterne  sono  molto  leggermente 
arcuate  ; venule  trans  verse  tenuissime  e fitte,  discoste  fra 
di  loro  Y - 1 mm.,  quasi  egualmente  visibili  sulle  due  fac- 
cie, i segmenti  intermedi  sono  i più  grandi,  sono  lunghi 
10-14  cm.  e larghi  3-4  cm.,  spesso  2 od  anche  3 segmenti 
sono  uniti  insieme  e quindi  allora  sono  assai  più  larghi;  ed 
inseriti  per  una  larga  base  sul  rachide;  i segmenti  supe- 
riori sono  di  poco  più  piccoli  dei  mediani  ; i più  bassi  sono 
spesso  molto  più  piccoli  degli  altri  e coi  margini  laterali 
provvisti  di  qualche  rada  e relativamente  robusta  spinula 
patente,  e presso  la  base  anche  reversa  ; i segmenti  supe- 
riori hanno  pure  i margini  laterali  più  o meno  spinulosi 
specialmente  presso  la  base. 

Spadice  fruttifero  glabro,  lungo  nell’insieme  20  cm.,  com- 
posto di  7 ad  8 ramoscelli  fioriferi  per  parte  all’asse  cen- 


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trale,  distici,  patenti,  disposti  sopra  un  piano;  di  questi  3-4 
per  parte  dei  più  bassi  sono  opposti  ; la  parte  assile  è com- 
pressa in  basso  ed  ivi  è larga  circa  1 cm.,  assottigliata  e 
subterete  in  alto,  con  una  specie  di  breve  anello  formato 
da  2 spate  rudimentarie  opposte  in  vicinanza  di  ogni  cop- 
pia di  ramoscelli  fioriferi  ; al  di  sotto  dei  ramoscelli  su- 
periori invece  dell’anello  completo  si  trova  una  sola  brat- 
teola  acuta  per  ramoscello  ; i ramoscelli  sono  dr  corrugato- 
angolosi  e finamente  scabrido-granulosi  sul  secco,  di  2.5  mm. 
di  spessore  in  basso,  un  poco  assottigliati  in  alto,  legger- 
mente arcuati  in  sù,  rigidi,  i più  bassi  lunghi  8 cm.,  gli 
altri  gradatamente  più  corti,  gli  estremi  solo  5-6  cm. 

I fiori  sono  in  coppie  alternativamente  distiche,  molto 
vicine  fra  di  loro  ; le  coppie  nascono  dall’ascella  di  una  bre- 
vissima brattea  a contorno  rotondato,  pochissimo  spor- 
gente, più  corta  dei  pulvinuli  sui  quali  riposano  i fiori. 
Fiori  riposanti  sopra  pulvinuli  superficiali,  circolari,  e nei 
quali  le  loro  brattee  speciali  sono  rappresentate  da  un 
inconspicuo  orlo.  Perianzio  fruttifero  a quanto  sembra 
non  accresciuto  ; calice  campanulato-ciatiforme,  troncato  in 
basso,  molto  superficialmente  3-dentato,  fortemente  striato, 
non  papilloso-peloso,  formante  un  corto  pedicello  al  frutto; 
corolla  pure  glabra,  2 volte  più  lunga  del  calice,  a segmenti 
spessi,  persistenti,  orizzontali,  ovati,  acutiusculi;  1’ urceolo 
staminale  sembra  terminato  da  6 brevissimi  denti  con  an- 
tere erette. 

Frutto  ovoideo,  fortemente  rotondato  alle  due  estremità, 
brevemente  mammillato-mucronato  all’apice,  lungo  25  mm., 
allorché  fresco  probabilmente  cilindraceo,  sul  secco  com- 
presso e largo  circa  15  mm.,  percorso  da  18  profondi  sol- 
chi longitudinali  ed  altrettante  coste  rilevate,  le  squame 
essendo  profondamente  solcate  nel  centro  e coi  margini  ri- 
levati; esse  sono  piccole  e disposte  lungo  18  ortostiche  : ve 
ne  sono  10-12  ben  conformate  sopra  ogni  ortostica,  sono 
concolori,  bruno  giallastre,  nitide,  quasi  più  larghe  che  lun- 
ghe con  punta  ottusa  ; nell’insieme  il  pericarpio  è sottile, 
fragile,  spesso  poco  più  di  1 mm.  Seme  a contorno  ovale, 


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fortemente  compresso,  a superficie  bruna,  lungo  17-20  mm., 
largo  13-14  mm.,  spesso  7 mm.,  rotondato  alle  2 estremità, 
superficialmente  lobulato-submesenteriforme  sul  contorno, 
con  un  piccolo  solco  discendente  partente  da  una  specie 
di  ombellico  centrale  dove  si  trova  l’embrione  e con  una 
piccola  area  rilevata  ellittica  centrale  dal  lato  opposto, 
da  dove  irradiano  vari  solchi  superficiali  ; rafe  angustis- 
simo. Albume  omogeneo,  osseo. 

Habitat.  — Basso  Congo  Belga  a Lubamba,  (J.  Gillet 
n.°  2026!),  a Kisantu  (J.  G-illet  n.°  1385!).  È citata  da  De 
Wildeman  come  raccolta  anche  da  E.  Laurent  a Stanley- 
ville, a Bassongo,  e ad  Isaka.  Gli  esemplari  sui  quali  io 
avevo  stabilito  la  E.  Schweinfurthii  sono  stati  raccolti  dal 
Dott.  Schweinfurth  a Kambele,  nel  paese  dei  Monbuttu,  il 
19  Aprile  1870.  (N.°  3671). 

Osservazioni.  — E molto  affine  alla  E.  Hookeri,  dalla 
quale  si  distingue  per  i segmenti  inequidistanti  e spesso 
geminati  sopra  ogni  lato  del  rafe  ; per  i ramoscelli  dello 
spadice  ed  i fiori  glabri  (non  papilloso-pelosi)  e per  il  seme 
assai  più  compresso  a contorno  distintamente  lobulato- 
mesenteriforme. 

E da  lamentarsi  che  tanto  della  E.  Hookeri  quanto  della 
E.  HauUevilleana  non  si  conoscano  i fiori  in  buono  stato, 
ciò  che  impedisce  un  confronto  rigoroso,  giacché  mi  sem- 
bra che  anche  nelle  Eremospatha,  come  negli  Ancistrophyl- 
lum , i caratteri  desunti  dai  fiori  siano  più  costanti  di  quelli 
delle  foglie. 

La  E.  HauUevilleana,  per  quel  che  riguarda  la  forma  dei 
segmenti  delle  foglie  e sopratutto  per  la  spinescenza  loro, 
sembra  molto  variabile,  tanto  che  se  si  dovesse  dar  valore  a 
tutte  le  differenze  che  s’incontrano  in  detti  organi,  occorre- 
rebbe moltiplicare  grandemente  le  specie.  Mi  sembra  quindi 
riferibile  alla  E.  HauUevilleana  una  foglia  esistente  nell’Er- 
bario di  Berlino,  raccolta  durante  la  spedizione  del  Mag- 
giore A.  v.  Mechow  (n.°  542a)  a Tembo-Aluma  nel  Congo, 


— 289  - 


Kwango  District.  Detta  foglia  evidentemente  ha  apparte- 
nuto ad  una  pianta  giovane,  nell’insieme  è lunga  35  cm.  e 
si  termina  in  due  segmenti  uniti  per  la  base,  senza  rudi- 
mento di  cirro  fra  mezzo  a loro  ; la  parte  picciolare  è lunga 
8 cm.,  depressa,  piana  di  sopra,  convessa  di  sotto,  forte- 
mente armata  di  spine  uncinate,  appiattite  a larghissima 
base  chiara  e punta  nera  ; il  rachide  è pure  fortemente 
armato  ai  margini  di  simili  spine.  I segmenti  fra  tutto  sono 
9,  alterni,  ellittici  od  ellittico-romboidali,  ± cuneati  in  basso, 
lunghi  12-15  cm.,  larghi  5-6  cm.  con  i margini  fortemente 
armati  nella  loro  parte  basilare  di  spine  relativamente  forti, 
appiattite,  rivolte  in  giù,  simili  a quelle  del  rachide  e di 
poco  più  piccole  ; i margini  superiori  sono  pure  ciliato- 
spinulosi  ; le  venule  trasverse  sono  come  nella  R.  Haulle- 
ciìleana  tipica.  Riferisco  questa  foglia,  che  ha  un  aspetto 
assai  singolare,  alla  E.  Ilaullevilleana  principalmente  in 
causa  delle  assai  forti  spinule  appiattite,  reverse,  che  si 
trovano  sui  margini  nella  parte  basilare  dei  segmenti,  esat- 
tamente come  in  quelli  della  figura  che  della  rammentata 
specie  ha  pubblicato  De  Wildeman. 

Dallo  scarso  materiale  a mia  disposizione  non  riesco  a tro- 
var differenze  fra  la  Eremospatha  raccolta  dal  Dott.  Schwein- 
furt  nel  paese  dei  Monbuttu,  e la  E.  Haullevilleana  della 
regione  centrale  del  Congo.  Gli  esemplari  che  della  Ere- 
mospatha di  Schweinfurth  io  ho  visto  consistono  in  2 foglie 
ed  in  uno  spadice  con  fiori  ancora  inaperti  ; il  fusto  va- 
ginato  è 15-17  mm.  di  diam.  ; 1’  ocrea  è breve,  troncata 
obliquamente;  delle  foglie,  una  è lunga  nella  parte  pinnifera 
60  cm.  e l’altra  (quella  accompagnata  dallo  spadice)  45  cm.  ; 
manca  qualsiasi  accenno  di  parte  picciolare  ; il  rachide  in 
basso  è depresso-biconvesso  ; in  alto  è piano  di  sotto  e 
bifaciale  di  sopra,  armato  sui  margini  con  assai  robusti 
ugnioli  a base  chiara  e punta  nera  ; i segmenti  sono  circa 
12  per  parte,  molto  inequidistanti,  più  o meno  distintamente 
geminati,  oblungo-cuneati,  hanno  il  margine  superiore  on- 
dulato-lobulato, sono  cuneati  verso  una  base  acuta  dal  terzo 
superiore  in  giù  ; i maggiori  sono  lunghi  12-13  cm.,  lar- 


— 290  — 


gki  3.5-4  cm.;  i margini  sono  più  o meno  ciliato-spinulosi  ; 
nei  segmenti  più  bassi  le  spinule  sono  assai  robuste,  negli 
altri  sono  minute  ed  ascendenti;  di  costole  primarie  ve  ne 
sono  4-5  per  parte  e tutte  dritte  ; il  cirro  è gracile,  acu- 
leato  nel  primo  tratto,  nel  resto  inerme,  porta  4-5  paja  di 
acantofìlli  fortemente  deflessi  a punte  parallele.  Spadice 
lungo  17  cm.  nella  parte  eserta  dalla  guaina,  (nella  quale 
la  parte  pedicellare  rimane  inclusa)  con  7-8  ramoscelli  fio- 
riferi per  parte;  quelli  della  coppia  più  bassa  opposti,  na- 
scenti subito  al  di  sopra  di  una  brattea  annulare  completa; 
gli  altri  sono  alterni  e nascono  assai  al  di  sopra  della 
respettiva  brattea  ; i ramoscelli  sono  glabri  ; la  bratteola 
sottostante  ai  pulvinuli  è piccola  e pochissimo  sporgente. 
Fiori  in  boccio  angusti,  subclavato-oblunghi,  attenuati  bre- 
vemente verso  1’  apice  che  è acutiusculo  ; sono  lunghi 
9 min.;  il  calice  è ciatiforme-campanulato,  glabro,  molto 
superficialmente  3 -denticolato,  assai  fortemente  venoso- 
costulato;  la  corolla  è almeno  2 volte  e mezzo  più  lunga 
del  calice,  glabra:  l'urceolo  staminale  è ringrossato  in  alto, 
chiude  quasi  la  fauce  ed  è terminato  da  6 piccolissimi 
denti  sui  quali  riposano  le  antere;  queste  sono  erette,  sub- 
cordato-sagittate  od  a loggie  alquanto  divaricate  alla  base; 
ovario  oblungo;  stilo  brevissimo  ; stigmi  triangolari,  di- 
varicati. 

Eremospatha  Wendlandiana  Dammer  (nomen  in  Herb. 

Berol.). 

Descrizione.  — Una  fronda  di  pianta  giovane  ha  una 
lunga  parte  picciolare  spinosa,  porta  7 segmenti  per  parte, 
è terminata  da  due  segmenti  liberi  sin  dalla  base  e non  ha 
rudimento  di  cirro  alla  terminazione  del  rachide.  I seg- 
menti sono  alterni,  remotamente  equidistanti,  verdi  e nitidi 
sulle  due  faccie,  latamente  romboidali  o trapezoidali,  Hanno 
6-7  coste  primarie  drittissime,  radianti  dalla  base,  sono 
alquanto  più  lunghi  che  larghi  (i  maggiori  lunghi  15-17 
cm.,  larghi  8-10  cm.)  ; il  loro  margine  superiore  è ondu- 


— 291 


lato,  minutamente  spinuloso-ciliato  ; i margini  inferiori  di 
solito  sono  lisci  e raramente  portano  qualche  spinula  ; ve- 
nule transverse  numerosissime,  fittissime  e molto  distinte  ; 
se  ne  contano  sino  2-3  al  millimetro.  Altra  fronda,  ma  di 
pianta  adulta,  ha  la  parte  pinnifera  lunga  circa  1 m., 
sembra  abbia  6-7  segmenti  per  parte,  ed  è terminata  da 
un  cirro  che  porta  4 paia  di  acantofilli  : ha  un  picciolo 
lungo  8 cm.,  spinoso  ai  margini  ; il  rachide  è pure  spinoso. 
1 segmenti  basilari  sono  più  lungamente  cuneati  degli  in- 
termedii  ; questi  sono  romboidali,  larghi  sino  11  cm.;  i 
superiori  sono  i più  piccoli  ; i segmenti  più  bassi  hanno 
qualche  forte  spinula  sui  margini  ; in  tutti  il  margine 
anteriore  è minutamente  spinuloso-ciliato  ; le  venule  tran- 
sverse sono  esattamente  come  nell’  altra  fronda.  Altre 
parti  mancano. 

Habitat.  — Kameruu  : Barombi-Station,  sulle  sponde  del 
fiume  presso  Ndian  Factory  (Preuss,  n.°  460  nell’  Erb.  di 
Berlino).  Gli  esemplari  di  questa  località  sono  stati  riferiti 
da  Wright  (FI.  trop.  Afr.  1.  c.)  alla  E.  Hooikeri. 

Osservazioni.  — La  E.  Wendlancliona  è certamente  molto 
affine  alla  E.  Hookeri,  alla  quale  grandemente  rassomiglia 
per  le  foglie,  ma  dalla  quale  si  distingue  per  i segmenti 
più  marcatamente  romboidali  e « caryotinei  » e special- 
mente  per  le  venule  transverse  molto  più  fitte,  più  fini, 
molto  più  nette,  poco  interrotte  e quasi  parallele. 

Un  esemplare  raccolto  da  Buchoìz  (Herb,  di  Berlino)  nel 
Kamerun,  ha  una  fronda  cirrifera  identica  a quella  di 
Preuss  (n.°  460)  ed  è notevole  per  il  medesimo  genere  di 
fittissime  venature  transverse. 

La  medesima  particolarità  nelle  venature  si  osserva  anche 
in  un  esemplare  dell’  Erb.  di  Parigi  (che  pure  riferisco  alla 
E.  Wendlancliana ) proveniente  a quanto  pare  dal  Congo  e 
che  porta  nell’etichetta  la  sola  indicazione  « Tandon  Nska  »; 
i segmenti  in  questo  esemplare  sono  della  forma  di  losanga 
molto  allungata,  sono  lunghi  23-24  cm.  e larghi  5.5-8  cm. 


— 292  — 


Eremospatha  korthalsiaefolia  Becc.  sp.  n. 

Descrizione.  — Robusta.  Fusto  vaginato  di  circa  3 cm. 
di  diam.  ; vagina  ± fugacemente  griseo-squamuloso-forfo- 
racea,  assai  fortemente  striata  per  il  lungo,  molto  distin- 
tamente costulata  in  alto  al  di  sotto  della  base  del  rachide; 
ocrea  molto  sviluppata(  lunga  sino  15  cm.  (ma  alle  volte 
assai  meno)  compreso  il  suo  prolungamento  liguliforme, 
il  quale  è acuminato  dal  lato  assile,  e poi  si  fende  e si  la- 
cera per  il  lungo  ; essa  pure  è griseo-forforacea  esterna- 
mente come  la  vagina,  ma  è di  color  castagno  scuro  e 
quasi  nitida  internamente. 

Foglie  assai  grandi;  picciolo  assolutamente  ridotto  a nulla; 
rachide  nella  parte  pinnifera  lungo  1.20  m.  (in  una  fronda  di 
pianta  apparentemente  adulta,  ma  forse  non  ancora  fiori- 
fera), con  9-10  segmenti  per  parte  senza  contare  altri  3-4 
(pure  per  parte)  basilari  e rudimentarì  ; il  prolungamento 
cirriforme  è lungo  (in  detta  fronda)  circa  1.8  m.,  porta  7-8 
paia  di  acantofilli  completamente  deflessi,  dei  quali  i più 
bassi  robustissimi,  lunghi  sino  7 cm.,  ed  i superiori  gradata- 
mente  più  corti  ; l’asse  del  cirro  è più  o meno  trigona,  con 
i 2 angoli  inferiori  molto  acuti  ed  armati  di  ugnioli  nel 
terzo  o nella  metà  inferiore  di  ogni  interstizio  fra  le  coppie 
degli  acantofilli;  il  rachide  è robusto,  fugacemente  forforaceo- 
farinoso  : alla  base  è largo  15  mm.,  pianeggiante  di  sopra, 
convesso  di  sotto  : al  di  là  della  parte  basilare  è alquanto 
appiattito,  biconvesso,  spesso  8-9  mm.:  in  alto  diventa  ot- 
tusamente 3-gono  ; i margini  del  rachide  sono  ottusi,  spe- 
cialmente in  basso,  ed  armati  di  assai  robusti  ugnioli  sempre 
rivolti  in  giù.  I segmenti  sono  pluricostulato-plicati,  rom- 
boideo-cuneati,  ossia  sin  dal  terzo  superiore  sono  gra- 
datamente attenuati  verso  una  base  molto  acuta  e simme- 
trica; in  questa  parte  hanno  i margini  drittissimi,  ± armati 
di  forti  spinule  ascendenti  od  anche  del  tutto  lisci;  il  terzo 
superiore  od  apicale  dei  segmenti  è triangolare  ed  equila- 
terale,  a contorno  ondulato-lobato,  più  o meno  minuta- 


— 29B  — 


mente  spinuloso  od  anche  quasi  liscio  : sono  plicato-multi- 
costati,  hanno  la  faccia  superiore  verde  e quasi  nitida, 
quella  inferiore  biancastro-farinosa  ; probabilmente  però  il 
tenue  indumento  scomparisce  col  tempo  ; le  costole  primarie 
sono  molto  numerose  e tutte  irradiano  drittissime  sin  dalla 
base  per  terminare  al  margine  superiore  senza  incurvarsi; 
la  costola  mediana  è indistinguibile  dalle  costole  laterali, 
tutte  sono  molto  sottili  ed  egualmente  visibili  sulle  due 
faccio  ; le  venule  transverse  sono  molto  numerose  e fitte, 
ma  pochissimo  visibili  ; i segmenti  maggiori  sono  gli  in- 
termedi e questi  misurano  30-35  cm.  di  lunghezza,  e 14—18 
cm.  di  larghezza;  i superiori  e quelli  prossimi  alla  base 
sono  alquanto  più  piccoli;  i basilari  sono  molto  rudimen- 
tarì  e ridotti  quasi  alla  sola  costola,  molto  crassa  questa, 
coriacea  e fortemente  spinosa  ai  margini. 

Habitat.  — Nel  Kamerun,  ad  Ebolowa  presso  Akoafìm 
(Herb,  di  Berlino).  E indubbiamente  riferibile  alla  E.  kor- 
thalsiaefolia  un  esemplare  dell’  Erb.  di  Berlino  consistente 
in  una  porzione  di  fusto  vaginato  con  alcuni  segmenti  ba- 
silari, raccolto  dal  P.  Dusèn  nel  Kamerun  (n.°  292),  esem- 
plare che  però  è accompagnato  da  spadici  fruttiferi  di  An- 
cistr ophyllurn  acutiflorum. 

Osservazioni.  — Sebbene  conosciuta  per  le  sole  fronde, 
è benissimo  caratterizzata  per  le  grandi  dimensioni  di  que- 
ste, con  segmenti  che  rammentano  moltissimo  quelli  di  al- 
cune Koi  thalsia  a grandi  segmenti  cuneato-romboidali. 

RIASSUNTO  DELLE  LEPIDOCARYEAE  AFFRICANE. 

Le  Lepidocaryeae  affricane  descritte  dal  Wright  nella 
« Flora  of  Tropical  Africa  » (1902)  sono  21  ; quelle  da  me 
presentemente  riconosciute  ammontano  a 41,  come  risulta 
dal  seguente  prospetto  : 

Rapfiia  Ruffia  Mart.  — R.  Kirkii  Engl.  — R.  lon- 

giflora  Mann  et  Wendl.  — R.  Laurentii  De 


19 


— 294  — 


Wild.  — R.  Mannii  Becc.  — R.  textilis  Welw. 

— R.  vinifera  P.  de  Beauv.  — R.  Wendlandi 
Beco.  — R.  Gaertneri  Mann  et  Wendl.  — 

R.  gracilis  Becc.  — R.  heberostris  Becc.  — 

R.  monbuttorum  Drude.  — R.  Gentiliana  De 
Wild.  — R.  Gilletii  Becc.  — R.  longirostris 
Becc.  — R.  Hookeri  Mann,  et  Wendl.  — R.  Sese 
De  Wild.  — R.  angolensis  Remile.  — R.  re- 

galis  Becc sp.  19 

Calamus  deerratus  Mann  et  Wend.  — C.  Barterii 
Becc.  — C.  Heudelotii  Becc.  — C.  falabensis 
Becc.  — C.  Leprieurii  Becc.  — C.  Perrottetii 
Becc.  — C.  akimensis  Becc.  — C.  Schiceinfurthii 

Becc.  — C.  Laurentii  De  Wild » 9 

Ancistrophgllum  secundiflorum  Wendl.  — A.  acuti- 
florum  Becc.  — A.  opncum  Drude.  — A.  laeve 

Drude » 4 

Oncocalamus  Mannii  Wendl » 1 

Eremospatha  macrocarpa  Wend.  — E.  cuspidata 
Wendl.  — E.  quinquecostulata  Becc.  — E.  Tes- 
smanniana  Becc.  — E.  Hookeri  Wendl.  — E. 
Haullevilleana  De  Wild.  — E.  Wendlandiana 
Damm.  — E.  korthalsiae folia  Becc » 8 

Totale  » 41 

Specie  dubbia. 

Calamus  niger  (non  Wild.)  J.  Braun  et  Sebum.  in  Mittk. 
Deutsck.  Sckutzgeb.  II,  (1889)  147,  ex  Wrigkt  in  Tk.  Dyer, 
FI.  of  trop.  Afr.  VIII,  p.  109. 

Non  è certamente  un  Calamus  per  le  foglie  eke  sono  de- 
scritte con  un  rackide  cirrifero  ed  armato  di  spine  unci- 
nate all’estremità.  E forse  riferibile  all  'Oncocalamus  Mannii 
Wendl. 

Per  patria  di  questa  Palma  è indicato  il  Kamerun  nella 
Guinea  superiore. 


LA  “ COPERNICI  CERIFERA,,  IN  RIVIERA 

ED 

UNA  NUOVA  SPECIE  DI  LIV1STONA 


PER 

ODOARDO  BECCARI 


(Tavola  II). 


Quantunque  da  parecchi  anni  si  coltivino  nei  giardini 
della  Riviera  non  pochi  individui  di  una  Palma,  che  molti 
orticultori  ritengono  sia  quella  dalla  quale  nell’  America 
meridionale  si  ottiene  la  cera  detta  « Carnauba  »,  la  Co- 
vernicia  cerifera,  pure  è un  fatto  bene  accertato  che  sino 
a qui  nessuno  esemplare  di  questa  palma  esiste  nei  giar- 
dini mediterranei,  solo  perchè  tutti  quelli  considerati  come 
tali  appartengono  a tutt’altro  genere  di  Palme. 

Io  sono  debitore  al  Dr.  A.  Robertson-Proschowsky,  ap- 
passionato coltivatore  di  Palme  a Nizza,  per  il  grazioso 
invio  di  un  completo  materiale  di  studio,  foglie,  fiori  e 
frutti  maturi,  della  così  detta  Copernicia  cerifera.  Mi  è 
stato  quindi  con  tal  mezzo  possibile  di  studiare  a fondo 
detta  Palma  e riconoscere  in  essa  una  nuova  specie  di 
Livistona,  alla  quale  ho  imposto  il  nome  di  L.  decipiens,  per 
gli  errori  di  cui  è stata  causa. 

Debbo  altresì  ringraziare  il  sig.  B.  Chabaud  di  Tolone, 
il  ben  noto  conoscitore  delle  Palme  coltivate  nei  Giardini 
della  Riviera  e mio  cortese  corrispondente  ed  amico,  che 
mi  ha  pure  inviato  dei  frutti  della  medesima  enigmatica 
Copernicia,  ed  ha  per  di  più  fatto  un’  inchiesta  per  rin- 
tracciare l’ origine  della  sua  introduzione  e conoscere  la 
causa  della  sua  erronea  denominazione. 


— 296  — 


Ecco  in  proposito  quanto  egli  mi  scriveva  in  data  del 
24  Xbre  1909: 

« C’est  feu  Nabonnand,  rosieriste  au  Golfe  Juan,  qui 
avait  baptise  ce  palmier  de  ce  nom,  malgré  ma  protesta- 
tion. J’avais  pris  dans  le  temps  la  photographie  de  ce  Pal- 
mier dans  le  jardin  du  C.te  d’Eprémesnil,  qu’il  avait  rap- 
portò du  Jardin  d’acclimatation  sous  le  nom  de  Livistona 
humilis.  J’avais  aussi  au  Jardin  botanique  un  Livistona  de 
méme  aspect  que  celui  du  Comte;  les  graines  m'avaient 
été  envoyées  de  Melbourne  sous  le  nom  de  Livistona  hu- 
milis par  le  Baron  P.  von  Mueller.  Nabonnand  de  son  coté 
possedait  deux  forts  sujets,  en  1883  hauts  de  2.m50,  dans 
son  Cottage  du  Golfe  Juan  (Voyez  la  description  dans  le 
Compte  rendu  du  voyage  que  j’ai  fait  de  Cannes  à Nice 
pendant  cette  année  là  (1883)  dans  la  Provence  agricole. 

« J’ai  envoyé  cette  photographie  à Mr.  Dupoux,  Jardi- 
nier  du  Jardin  du  C.te  Eprémesnil,  qui  me  l’à  renvoyée,  pour 
lui  demander,  si  c’était  bien  ce  palmier  qui  avait  fleuri  au 
Golfe  sous  le  nom  de  Copernicia  cerifera,  dont  il  m’avait 
envoyé  des  fruits  que  je  vous  ai  expédiés  sous  le  méme 
nom.  Il  m’a  repondu  affermativement. 

« Ce  palmier  se  trouve  aussi  à Nice  chez  Mr.  Robertson 
Proschowsky,  qui  m’écrit  vous  avoir  envoyé  des  fleurs, 
des  fruits  et  une  feuille  sous  le  nom  de  Copernicia  ceri- 
fera. En  résumé,  à mon  avis,  tous  les  palmiers  cultivés  dans 
nos  jardins  sous  le  nom  de  Copernicia  cerifera  sont  des 
Livistona  humilis. 

« Je  n’ai  jamais  rencontré  sur  tout  le  litoral  un  vi'ai 
Copernicia  cerifera  — qui  d’ailleurs  ne  resistérait  pas  à 
nos  hivers. 

« Je  vous  envoie,  ci  inclus,  la  photographie  du  Palmier 
du  C.,e  d’Eprémesnil,  afin  que  vous  puissez  juger  de  son 
port  ». 

E questa  la  fotografia  che  vien  riprodotta  nella  Tav.  II. 

Il  sig.  Chabaud  é perfettamente  nel  vero  quando  asse- 
risce che  tutte  le  Palme  coltivate  sotto  il  nome  di  Coper- 
nicia cerifera  in  Riviera  sono  delle  Livistona,  delle  quali 


— 297  — 


è possibilissimo  che  il  Barone  Ferdinando  von  Mueller  ab- 
bia inviato  i semi  col  nome  di  L.  humilis. 

D’altra  parte  il  prof.  Giorgio  Roster,  nel  « Bollettino 
della  R.  Società  Toscana  d’  Orticoltura  » (anno  1903,  p.  9 
dell’estratto)  constata  pure  il  medesimo  fatto,  ma  identifica 
la  Copernicia  cerifera  dei  giardini  di  Riviera,  non  con  la 
Livistona  humilis , ma  con  la  L.  inermis,  della  quale  scrive 
che  si  vedono  belle  piante  a Nizza  nei  Giardini  Dognin  e 
Vigier  ed  in  quelli  della  Mortola  e dei  Cocotiers.  E certo 
che  le  Livistona  inermis  delle  quali  parla  il  prof.  Roster 
sono  le  medesime  che  il  sig.  Chabaud  indica  col  nome  di 
L.  humilis. 

Ma  tanto  la  Livistona  humilis,  quanto  la  L.  inermis,  sono 
Palme  molto  affini  fra  di  loro  e forse  non  specificamente 
distinte,  proprie  del  Nord  dell’  Australia  e delle  Isole  del 
Golfo  di  Carpentaria,  che  producono  piccoli  frutti  piriformi 
e fiori  minutissimi,  di  meno  di  1 mm.  di  diametro,  e che, 
essendo  piante  di  climi  tropicali  caldissimi,  è ben  difficile 
che  possano  sopportare  gli  inverni  mediterranei. 

Piuttosto  che  alle  due  rammentate  specie  la  pseudo- 
Copernicia  cerifera  si  avvicina  alla  Livistona  australis. 

Il  frutto  infatti  delle  due  Palme  è quasi  identico,  ma 
esistono  caratteri  nel  fiore  e nelle  foglie  per  le  quali  si 
possono  facilmente  distinguere. 

Anche  nell’aspetto  generale  la  L.  decipiens  è assai  diffe- 
rente  tanto  dalla  L.  australis,  quanto  dalla  L.  chinensis,  pure 
estesamente  coltivata  in  Riviera.  A tale  riguardo  il  Dr.  Ro- 
bertson-Proschowsky  mi  scrive  che  la  L.  decipiens  « est  le 
plus  grand  des  Livistonas  de  mème  age,  et  qui  pousse  plus 
vite  que  le  L.  australis  Mart,  et  surtout  énormément  plus 
vite  que  L.  chinensis,  mais  ce  palmier  est  moins  ornemental 
que  les  deux  autres,  car  les  divisions  foliares  pendent 
comme  de  minces  lanières  autour  du  bout  du  petiole  et 

donnent  l’aspect  un  peu  d’une  masse  de  chiffons C’  est 

en  effet  un  Palmier  très  caractéristique  par  ses  feuilles, 
dont  les  divisions  profondes  causent  que  les  segments 
pendent  en  minces  lambeaux  presque  depuis  le  bout  du 


— 298  — 


petiole  ».  Egli  aggiunge  che  la  L.  decipiens  è rustica  quanto 
la  L.  australis. 

Qualcuno  potrebbe  chiedere  come  mai  sia  stato  possibile 
battezzare  come  Copcrnicia  cerifera  una  Livistona  ; a me 
sembra  scorgere  la  ragione  di  questo  errore  nell’apparenza 
del  tronco  della  L.  decipiens,  nudo  in  alto  e ricoperto  in 
basso  dalle  basi  indurite  e persistenti  dei  piccioli  delle 
prime  foglie,  presso  a poco  come  si  vede  nella  figura  della 
Copernicia  cerifera  nell’  opera  « Die  natùrlichen  Pflanzenfa- 
milien  » di  Engler  e Prantl,  fase.  I,  fig.  7. 

Senza  alcun  dubbio  la  L.  decipiens  è una  Palma  austra- 
liana, ma  in  qual  punto  dell’esteso  continente  cresce  nello 
stato  di  natura  ? 

In  Australia  le  specie  di  Livistona  sono  assai  più  nume- 
rose di  quello  che  generalmente  si  crede,  ma  sino  a qui  sono 
molto  imperfettamente  conosciute,  e la  loro  identifica- 
zione è resa  estremamente  difficile  dalla  scarsità  del  mate- 
riale di  studio  esistente  negli  Erbari.  E d’ altra  parte  è 
stato  sino  a qui  erroneamente  creduto  che  le  Livistona 


Fig.  1.  — Livistona  decipiens  Bice.  — a,  fiore  al  momento  dell’antesi; 
b,  fiore  sezionato  per  il  lungo;  c,  frutto  maturo  sezionato  per  il  lungo  attra- 
verso l’embrione  (pedicello  e perianzio  intiero)  il  doppio  del  vero;  figure  a 
e b ingr.  circa  12  diam. 


australiane  godessero  di  una  distribuzione  geografica  più 
estesa  di  quella  che  realmente  hanno,  mentre  invece  io  ho 
potuto  con  certezza  riconoscere  che  ogni  specie  è grande- 


a 


b 


c 


— 299  — 


mente  localizzata  in  un’area  assai  ristretta.  Riguardo  alla 
L.  australis  infatti  è stato  creduto  (Mueller,  « Fragmenta  », 
voi.  XI,  p.  55)  che  essa  fosse  molto  diffusa  sopra  la  costa 
orientale  dell’Australia  dal  37°, 30'  gradi  L.  S.  sino  a Rich- 
mond River  (circa  29°  L.  S.)  e sino  ai  fiumi  Tweed,  Brun- 
swick e Mary.  Di  fatto  però  la  vera  L.  australis  Mart,  sem- 
bra propria  solo  della  più  bassa  delle  latitudini  indicate, 
ed  in  ogni  caso  non  sembra  trovarsi  spontanea  più  al  Nord 
di  Sydney. 

Fra  i vari  campioni,  molto  fragmentarì  invero,  di  Livistona 
australiane  che  mi  sono  stati  cortesemente  trasmessi  dal 
sig.  Alfred  I.  Ewart,  Direttore  del  « National  Herbarium  » 
di  Melbourne,  ho  trovato  alcune  foglie  di  una  Livistona , 
certamente  differente  dalla  L.  australis,  che  per  i segmenti 
profondissimamente  divisi  in  lunghe  lacinie  pendenti,  cor- 
risponde perfettamente  agli  esemplari  di  L.  decipiens  col- 
tivati in  Riviera. 

Dette  foglie  sono  state  raccolte  nel  1880  da  Mr.  E.  Rea- 
der nella  Nuova  Galles  del  Sud,  nei  profondi  burroni  (deep 
gullies)  al  Nord  del  M.  Dromedary,  che  rimane  nella  Contea 
di  Dampier,  Lat.  S.  36.5,  long.  160.  E.  Gr. 

E da  questa  regione  quindi  che  ritengo  molto  probabile 
siano  venuti  i primi  semi  che  hanno  dato  origine  a tutte 
le  piante  coltivate  in  Riviera  col  nome  di  Copernicia  ce- 
rifera. 

Riguardo  alla  Copernicia  cerifera  ed  alla  possibilità  di 
coltivare  nei  nostri  climi  questa  Palma,  mi  occorre  adesso  di 
rammentare  quanto  ho  di  già  pubblicato  nella  « Webbia  » 
(v.  II,  p.  142),  vale  a dire  che  sotto  il  nome  di  Copernicia  ceri- 
fera sono  state  confuse  due  specie  benissimo  distinte,  delle 
quali  la  vera  Copernicia  cerifera  non  potrà  mai  essere  accli- 
matata sul  suolo  mediterraneo,  perchè  pianta  delle  Regioni 
calde  del  Brasile.  Di  questa,  nel  giugno  1907,  per  le  pre- 
mure del  Dr.  Joaquim  Candido  da  Costa  Sena  di  Ouro  Preto 
ne  ho  ricevuto  dei  semi  freschi  provenienti  dal  Cearà,  nel 
Brasile,  semi  che  hanno  facilmente  germogliato  a me  e ad  al- 
cuni corrispondenti  in  Riviera,  ma  nessuna  delle  pianticelle 


— 300  — 


nate  da  questi  semi  ha  potuto  resistere  ai  primi  abbassa- 
menti di  temperatura  di  un  mite  inverno. 

Però  la  Copernicia  che  abbonda  nella  Repubblica  Argen- 
tina e nel  Paraguay,  e che  io  ho  chiamato  C.  australis  (1), 
dato  il  clima  della  regione  nella  quale  è indigena,  non  è 
improbabile  che  possa  mostrarsi  resistente  nelle  situazioni 
meglio  protette  della  Costa  d’  azzurro.  Ma  di  questa  non 
mi  era  stato  sino  a qui  possibile  ottenere  semi  in  stato  che 
potessero  germogliare,  perchè  immancabilmente  tutti  quelli 
che  giungevano  in  Europa  contenevano  la  larva  di  un  Co- 
leottero che  li  vuotava  completamente.  Solo  nel  marzo  di 
quest’anno  il  sig.  J.  Harrison  "Wright  di  Riverside  in  Ca- 
lifornia me  ne  ha  inviati  alcuni,  che  egli  aveva  ricevuto 
daH’Asuncion,  con  l’indicazione  di  provenire  da  El  Chaco, 
e che  erano  in  stato  perfetto  e freschissimi;  questi  in  bre- 
vissimo tempo  hanno  germogliato.  Ho  quindi  adesso  la 
speranza  di  poter  fare  presto  dei  tentativi  di  acclimazione 
di  questa  interessante  Palma. 


(1)  Il  sig.  N.  L.  Britton  in  una  rivista  al  mio  lavoro  sulle  « Palme  ame- 
ricane » nella  « Torreya  » v.  Vili  (1908),  p.  238-241,  mi  rimprovera  di  avere 
adoprato  il  nome  nuovo  di  C.  australis  per  la  Palma  che  nell’Argentina 
passava  per  C.  cerifera,  invece  di  aver  adottato  uno  di  quelli  proposti  dal 
sig.  Morong  (vedi  « Webbia  » 1.  c.).  Il  sig.  Britton  aggiunge  che  io  non 
debbo  avere  completamente  inteso  quanto  questi  ha  detto.  Ma  io  ho  capito 
benissimo  che  della  Copernicia  dell’Argentina  il  sig.  Morong  ha  fatto  3 spe- 
cie, ad  una  delle  quali  ha  conservato  il  nome  di  C.  cerifera  e che  ha  di- 
stinto le  altre  due  coi  nomi  di  C.  alba  e di  C.  rubra.  Come  io  ho  dimostrato 
nella  Webbia  (1.  c.),  dietro  anche  quanto  aveva  già  rilevato  il  prof.  Barbosa- 
Bodrigues  (Palrnae  Matto-grossenses  p.  2),  le  differenze  che  il  sig.  Morong 
indica  per  distinguere  le  3 rammentate  specie  di  Copernicia  sono  fallaci  e 
dipendenti  dall’età  e da  circostanze  locali,  e quindi  non  sono  accettabili. 
Se  io  avessi  adottato  uno  dei  nomi  proposti  dal  Morong  per  la  Copernicia 
dell’Argentina,  questo  nome  avrebbe  avuto  un  valore  differente  da  quello 
attribuitogli  dal  prelodato  autore,  perchè  secondo  il  mio  modo  di  vedere  la 
C.  australis  comprende  tutte  e 3 le  sue  specie;  mentre  se  io  avessi  adottato 
p.  e.  il  nome  di  C.  rubra,  non  sarebbe  stato  C.  rubra  Morong,  ma  C. 
rubra  Becc.,  e quindi  si  sarebbe  avuto  egualmente  un  nome  nuovo,  collo 
svantaggio  di  esser  meno  preciso,  e di  poter  recar  confusione. 


— 301  — 


Livistona  decipiens  Beco.  sp.  n. 

Elata  vel  subelata,  caudice  25-30  cm.  diam.,  coma  in- 
compta;  frondium  petiolo  elongato,  prope  basin  tantum  spi- 
nis  approximate,  uncinatis,  spadiceis,  4-5  mm.  longis,  ar- 
mato; lamina  in  circiter  80  segmenta  profundissime  divisa, 
segmentis  extimis  angustissimis,  intermediis  circiter  3 cm. 
latis,  omnibus  profundissime  in  lacinias  pendulas  flaccidas, 
valde  elongatas  longissime  et  tenuissime  acuminatas  bipar- 
tite. Spadices  elongati,  nutantes,  in  inflorescentias  nume- 
rosas,  recurvas,  divisi  ; spathis  primariis  glabris,  coriaceis, 
integris,  tubulosis,  elongatis,  apice  tantum  apertis  ; inflo- 
rescentiis  partialibus  paniculaeformibus,  amplis,  3-plicato- 
ramosis;  ramulis  floriferis  filiformibus,  sinuosis,  10-15  mm. 
longis,  Flores  bini  super  pedicellum  commune  enati,  obo- 
vato-turbinati,  basi  longiuscule  attenuati,  4 mm.  longi  ; ca- 
lyce  interne  attenuato,  carnoso,  pedicelliformi,  superne  in 
dentes  3 hyalinos  acuminatos  diviso  ; corolla  calyce  panilo 
longiori,  phyllis  ovatis,  obtusiusculis  ; staminibus  basi  di- 
latate et  brevissime  unitis,  abrupte  subulatis,  antheris 
lineari-oblongis,  utrinque  rotundatis.  Fructus  pedicello 
conspicuo,  5-8  mm.  longo,  suffulti,  sphaerici,  12-14  mm. 
diam.;  pericarpio  2.5  mm.  crasso  ; semine  spbaerico,  10  mm. 
diam.,  albumine,  a processu  rapheos,  intus  ampliato  et  su- 
perficialiter  lobulato,  profunde  perfosso  ; embryone  panilo 
infra  medium  lateraliter  locato.  (Fig.  let.  II). 

Palma  che  può  raggiungere  una  ragguardevole  altezza- 
con  tronco  relativamente  gracile,  cilindrico,  di  25-30  cm. 
di  diam.  in  alto,  dove  è fittamente  annulato-cicatricoso  e 
dove  le  foglie  sembrano  più  facilmente  decidue  che  in 
basso  ; quivi  il  tronco  è alquanto  dilatato  e coiìserva  lun- 
gamente le  basi  indurite  dei  piccioli.  Le  foglie  formano 
una  chioma  alquanto  sparsa  ed  arruffata  ; quelle  delle 
piante  adulte  e prospere  hanno  il  lembo  che  dall’apice  al- 
l’estremità dei  segmenti  centrali  misura  1.80  m.  ed  è por- 


— 302 


tato  da  un  picciolo  lungo  1.50  m.  Il  picciolo  è largo 
in  alto  25-28  mm.  e gradatamente  si  dilata  nella  parte 
bassa  ; in  sezione  transversa  è depresso— triangolare,  con 
l’angolo  della  faccia  inferiore  molto  rotondato  ed  i margini 
acutissimi:  è glabro,  liscio  e piano  di  sopra,  dove  si  nota 
solo  un  accenno  di  costola  rilevata  lungo  la  linea  centrale: 
solo  proprio  alla  base,  pure  di  sopra,  è leggermente  con- 
cavo, e quivi  è lucido  e rossastro  sul  fresco;  è poi  in  questa 
parte  basilare  segnato  ai  lati,  a poca  distanza  dal  margine, 
per  il  tratto  di  oltre  40  cm.,  da  una  striscia  o fascia  ru- 
vida e mancante  d’epidermide,  sulla  quale  striscia,  a quanto 
pare,  sono  attaccate  le  fibre  più  apicali  della  guaina;  questa 
parte  però  manca  nell’esemplare  da  me  studiato.  La  base  del 
picciolo  per  il  tratto  di  30-40  cm.  è armata  ai  margini  di 
piccole  spine  uncinate,  spadicee,  assai  regolarmente  disposte, 
molto  fìtte  e tutte  volte  all’ ingiù  o leggermente  uncinate; 
le  spine  maggiori,  le  più  basse,  sono  lunghe  4-5  mm.,  le 
altre  sono  gradatamente  più  corte  ; nel  rimanente  i mar- 
gini del  picciolo  si  possono  dire  quasi  inermi,  poiché  solo 
a lunghi  tratti  comparisce  sopra  di  essi  qualche  minuto 
tubercoletto  spinescente;  nella  faccia  inferiore  il  picciolo  è 
glabro  lungo  il  largo,  tondeggiante  e lucido  dorso,  ma  nel 
rimanente  rimane  più  o meno  coperto  da  squamule  cineree 
appresse,  relativamente  grandi,  tanto  più  approssimate  l’una 
all’altra,  quanto  più  si  va  in  alto,  dove  sono  anzi  del  tutto 
confluenti.  La  ligula  all’apice  del  picciolo  è callosa  in 
basso  ed  ha  il  lembo  marcescente,  triangolare,  lungo  10  cm. 
e che  inoltre  si  prolunga  in  una  tenuissima  punta,  lunga 
ancora  vari  altri  centimetri. 

Il  rachide  è assai  robusto  e prolungato  per  quasi  70  cm. 
al  di  là  dell’apice  del  picciolo:  è inoltre  leggermente  arcuato 
come  nei  Sabal.  Il  lembo  è molto  profondamente  diviso  ; 
nella  parte  centrale  i seni  fra  i segmenti  primari  riman- 
gono in  grandissima  prossimità  del  rachide  ; i seni  della 
parte  intermedia  dei  lati  si  trovano  a 6-7  cm.  dall’apice 
del  picciolo  ; gli  altri  gradatamente  più  vicini  ; nei  seni 
si  trova  un  filamento  breve  e rigido.  I segmenti  fra  tutto 


303  — 


sono  circa  80,  egualmente  verdi  e lucidi  sopra  ambedue  le 
faccie  (allo  stato  fresco)  ; sono  di  dimensioni  molto  ine- 
guali ; i più  esterni  (10-12  per  parte)  si  riducono  a delle 
semplici  striscio  lineari,  terminate  in  un  apice  filiforme, 
larghe  1-5  mm.,  e lunghe  60-80  cm.  ; detti  segmenti  poi 
invece  di  rimanere  distesi  ed  in  piano  sui  lati,  si  volgono 
bruscamente  in  alto  ; i segmenti  più  grandi  sono  gli  inter- 
medii,  e questi  sono  larghi  3 cm.  ; tutti  sono  profondis- 
simamente divisi  sino  oltre  la  metà  o sino  verso  il  terzo 
inferiore  in  due  lacinie,  le  quali  vanno  molto  gradatamente 
assottigliandosi  in  punta  lunghissima  e tenuissima,  che 
per  lo  più  si  fende  in  2 filamenti  sottilissimi  e che  quindi 
assume  l’apparenza  di  essere  alla  sua  volta  molto  profon- 
damente bipartita  ; i nervi  secondari  sono  piuttosto  nume- 
rosi ed  assai  rilevati  (sul  seccoj  ; se  ne  contano  6-7  per 
ogni  lacinia,  con  presso  a poco  un  egual  numero  di  nervi 
terziari  interposti,  poco  meno  forti  dei  secondari;  le  venule 
transverse  sono  sottili,  rilevate,  sinuose  ed  assai  fitte. 

Lo  spadice  intiero  (in  un  esemplare)  è lungo  2.80  m., 
arcuato-nutante,  grosso  in  basso  quanto  il  polso,  diviso  in 
12  infiorazioni'  parziali  ; queste  sono  recurve  e volte  in 
basso  e tutte  quasi  eguali  fra  di  loro  ; formano  delle  ampie 
pannocchie  3-plicato-ramose,  lunghe  30-40  cm.,  portate  da 
una  assai  lunga  parte  peduncolare  compressa,  inclusa  quasi 
intieramente  nella  respettiva  spata.  Le  spate  (primarie)  sono 
assai  lungamente  tubulose,  intiere,  aperte  solo  all’apice, 
dove  si  terminano  in  punta  triangolare,  acuta,  od  acuminata; 
sono  glabre,  coriacee  (le  inferiori  più  delle  superiori),  rossa- 
stre sul  secco,  compresse  ed  acutamente  bicarinate  ; i ra- 
moscelli fioriferi  sono  sottili,  angoloso-striati,  sinuosi,  ine- 
guali, lunghi  10-15  cm.  e di  1-2  m.  di  spessore  in  basso. 

Fiori  inseriti  spiralmente  con  poca  regolarità  intorno  ai 
ramoscelli,  distintamente  pedicellati  ; ogni  pedicello,  che 
è lungo  1-5  mm.,  ha  1-2  bratteole  e per  lo  più  porta  due 
fiori,  di  cui  di  solito  solo  il  superiore  persiste.  I fiori 
bene  sviluppati  sono  lunghi  4 mm.,  obovati  o turbinati, 
essendo  il  calice  assai  attenuato  in  una  base  carnosa,  che 


— 304 


rappresenta  la  metà  dell’  intiera  lunghezza  del  fiore  e che 
forma  una  specie  di  pedicello  alla  corolla  ; il  calice  è 
diviso  in  alto  in  3 lobi  triangolari  molto  acuminati,  jalini, 
di  poco  più  corti  della  corolla  ; questa  è inserita  a circa 
la  metà  dell’  intiero  fiore,  ossia  all’apice  della  specie  di 
pedicello  costituito  dalla  base  del  calice  e che  forma  anche 
il  toro  alle  carpelle  ; i suoi  segmenti  sono  latamente  ovati, 
membranaceo-carnosi,  ottusiusculi.  Stami  con  filamento  a 
base  molto  larga,  triangolare,  bruscamente  e finamente  acu- 
minata; dette  basi  sono  molto  brevemente  connate  in  basso 
con  la  corolla  e fra  di  loro;  antere  oblunghe  a loggie  pa- 
rallele, rotondate  alle  due  estremità.  Carpelle  glabre,  bru- 
scamente contratte  in  stilo  breve  e che  non  raggiunge  l’apice 
delle  antere  ; stigma  puntiforme. 

Frutti  distintamente  pedicellati  ; tutti  i pedicelli  nello 
spadice  fruttifero  sono  orizzontali  ; quelli  che  portano  i 
frutti  sono  molto  meno  numerosi  di  quelli  ai  quali  è caduto 
il  fiore,  sono  alquanto  più  accresciuti  di  questi,  sono  lunghi 
talvolta  sino  7-8  mm.  e spessi  1.5  mm.  ; essi  sono  gibbosuli 
ed  ineguali  per  le  traccie  delle  bratteole,  e portano  sempre 
da  un  lato  i resti  sporgenti  e patenti  del  corto  pedicello 
del  fiore  caduto  ; ad  accrescere  la  lunghezza  del  pedicello 
al  frutto  contribuisce  anche  la  base  indurita  del  calice. 

Il  frutto  maturo  è sferico,  di  12-14  mm.  di  diam.  ; la 
traccia  dello  stigma  è puntiforme  e non  apicale,  ma  situata 
quasi  ad  1 3 della  circonferenza  ; sul  secco  la  superficie  del 
frutto  è scura  e ruvida;  il  pericarpio  secco  ha  2.5  mm.  di 
spessore  ; 1’  endocarpio  e molto  sottile  (0.3  mm.  circa)  ; il 
seme  è sferico,  di  circa  1 cm.  di  diam.,  a superfìcie  cin- 
namomea,  opaca,  meno  che  in  una  piccola  area  laterale 
oblunga,  corrispondente  al  rafe,  dove  è lucida;  l’intrusione 
del  rafe  è molto  profonda  e larga,  leggermente  lobulata  ; 
l’albume  in  sezione  longitudinale  è ipprocrepiforme,  dello 
spessore  eguale  tutto  in  giro  di  3 mm.  ; embrione  situato 
un  poco  al  di  sotto  della  metà  del  lato  opposto  al  rafe. 

La  specie  alla  quale  la  L.  decipiens  è più  affine  è la  L. 


— 305  — 


australis,  dalla  quale  differisce  per  l’aspetto  arruffato  della 
sua  chioma  ; per  le  fronde  con  picciolo  armato  di  piccole 
spine  solo  in  basso;  per  tutti  i segmenti  profondissima- 
mente fessi  i due  lacinie  lunghissime  e che  finiscono  in 
punta  filamentosa  tenuissima  ; per  i segmenti  più  esterni 
strettissimi,  volti  prima  in  alto  e poi  ricascanti;  per  le  spate 
glabre  ; per  i fiori  portati  da  un  distinto  pedicello,  cla- 
vato-oblonghi  e con  calice  allungato  e pedicelliforme;  in- 
fine per  i frutti  pure  distintamente  provvisti  di  un  pedi- 
cello proprio,  oltre  che  di  quello  formato  dal  perianzio 
indurito. 


Webbia,  Voi.  III. 


Tav.  II. 


LIVI  STONA  DECIPIENS,  Becc. 


U.  MARTELLI 


ENUMERAZIONE  DELLE  “ PANDANACEAE 


Una  Monografia  completa  di  una  Famiglia  od  anche  di 
un  sol  Genere  di  piante  è una  «-  utopia,  » giustamente  os- 
serva il  De  Candolle  nella  sua  classica  opera  « La  Phyto- 
graphie;  » ciò  nonostante,  egli  continua,  sarà  bene  che  il 
monografo  abbia  sempre  in  mente  di  compiere  il  suo  la- 
voro nel  modo  il  più  perfetto  possibile. 

Se  il  raggiungere  questo  grado  di  relativa  perfezione  è 
cosa  non  facile  in  una  monografia  di  quei  gruppi  di  piante 
che  per  effetto  delle  più  recenti  ricerche  sono  meglio  co- 
nosciuti, tale  perfezione  diviene  sommamente  difficile  ad 
ottenersi  per  certe  famiglie  proprie  di  paesi  tropicali.  A 
questa  categoria  ritengo  che  possano  ascriversi  le  Panda- 
naceae,  gruppo  assai  numeroso  di  specie,  disseminate  in 
un’area  geografica  assai  estesa,  e del  quale  i componenti 
sono  difficili  a raccogliersi  e per  di  più  male  si  prestano 
alla  conservazione. 

Per  un  esauriente  studio  delle  Pandanaceae  ho  visitato 
i principali  Musei  botanici  ed  Erbari  di  Europa,  onde  aver 
modo  di  esaminare  i tipi  delle  specie  sino  a qui  descritte. 

Molto  mi  sono  anche  avvantaggiato  del  materiale  con- 
servato nell’  Erbario  del  Giardino  botanico  di  Calcutta, 
gentilmente  trasmessomi  dalla  Direzione  di  quel  grande 
stabilimento  e contenente  i tipi  del  Kurz.  Ma  troppo  di 
frequente  le  specie  sono  rappresentate  in  modo  molto  in- 


308  — 


completo,  non  di  rado  da  un  solo  frammento  della  fruttifi- 
cazione, del  tutto  insufficiente  per  una  definizione  rigorosa. 

Nonostante  quindi  che  abbia  avuto  fra  mano  gli  esemplari 
tipici  di  quasi  tutte  le  specie  conosciute,  pur  nondimeno  di 
alcune  di  queste  non  sono  riescito  a stabilire  i rapporti  con 
le  specie  affini,  e talora  è rimasta  incerta  la  loro  sinonimia. 

In  qualche  caso  ho  potuto  raggiungere  lo  scopo  facendo 
eseguire  nuove  raccolte  nelle  località  classiche,  e quindi  col 
mezzo  di  accurati  confronti  con  gli  antichi  esemplari  tipici, 
sebbene  frammentari,  sono  giunto  ad  una  precisa  identifica- 
zione. Ma  molte  volte  anche  questo  lungo  metodo  non  mi 
ha  condotto  sino  alla  mèta.  Ed  un  mezzo  non  meno  lungo 
e difficile  ho  dovuto  seguire,  quando  per  colmare  le  lacune 
esistenti  nelle  conoscenze  relative  alla  distribuzione  geo- 
grafica ed  alle  affinità  di  alcune  particolari  specie,  ho  cer- 
cato di  ottenere  campioni  da  regioni  ancora  inesplorate, 
interposte  fra  quelle  dalle  quali  proveniva  il  materiale  at- 
tualmente esistente  nelle  collezioni.  Per  raggiungere  tale 
intento  ho  incaricato  corrispondenti  lontani,  ed  il  più  di 
frequente  dimoranti  in  stazioni  di  difficile  accesso.  A queste 
molteplici  e grandissime  difficoltà  sarebbero  da  aggiungersi 
le  incredibili  lungaggini  dei  trasporti,  e sopratutto  quelle 
inerenti  alla  raccolta  ed  alla  conservazione  delle  fruttifica- 
zioni, molte  volte  voluminose,  fragili  e per  di  più  di  na- 
tura non  serbevole.  Ciò  può  dare  un’  idea  di  quante  cure 
e di  quanto  tempo  e denaro  mi  sia  costato  la  riunione  del 
materiale  che  forma  la  base  della  mia  monografia,  alla 
quale  attendo  assiduamente  da  vari  anni,  ma  della  quale, 
per  molteplici  ragioni,  sono  costretto  di  differir  per  qual- 
che tempo  ancora  la  pubblicazione  nella  sua  integrità.  Ho 
quindi  pensato  che  possa  frattanto  riescire  di  qualche  pra- 
tica utilità  la  completa  enumerazione  di  tutte  le  Panda- 
naceae  conosciute  sino  al  presente,  indicando  di  ciascuna 
specie  1’  anno  della  sua  pubblicazione,  la  patria,  e quando 
è stato  necessario,  la  sinonimia,  secondo  il  resultato  dei 
miei  studi. 


— 309  — 


I. 

F FIE  Y CINE  T I A.  (*). 

Freycinetia  acuminata  Rid.  Mater.  FI.  Malay,  penins.  (1907),  II, 
232.  — Penis.  Malese. 

— Albertisiana  Martelli,  ms.  in  herb.  Beccari  ; Yersteeg,  in 

herb  Utrecbt.  — Nuova  Guinea. 

— amboinensis  Martelli,  (v.  sopra,  p.  170).  — Amboina. 

— andajensis  Martelli,  (v.  sopra,  p.  172).  — Nuova  Guinea. 

— andamanensis  Martelli.  = Fr.  radicans  Kurz,  (non  Gaud.).  — 

Is.  Andaman. 

— angulata  C.  B.  Robinson  (in  herb.):  Martelli,  (v.  sopra,  p.  16). 

— Is.  Filippine. 

— angustifolia  Bl.  Rumpb.  (1885),  I,  159,  tab.  43.  — Penis. 

Malese,  Sumatra,  Giava,  Borneo. 

— angustifolia  Thw.  (non  Bl.)  Enum.  pi.  zeyl.  (1859-64),  327,  n.°  366. 

= Fr.  pycnophylla  Solms. 

— angustissima  Rid.  in  Jour,  of  Bot  (1886),  15.  — Nuova 

Guinea. 

, — arborea  Gaud,  in  Freycinet,  Voy.  (1826\  431.  tab.  41.  — Is. 

Hawaii. 

— arfakiana  Martelli,  (v.  sopra,  p.  173).  — Nuova  Guinea. 

— Annotti  Gaud.  Bonite.  (1839-46),  tab.  35  et  36.  = Fr.  arborea 

Gaud. 

— aruensis  Martelli,  (v.  sopra,  p.  180).  — Is.  Aru. 

— atocensis  Martelli,  (v.  sopra,  p.  28).  — Is.  Filippine. 

— auriculata  Merr.  Philip.  Jour,  of  Science,  (1908),  III,  312.  — 

Is.  Filippine. 

— australiensis  Warb.  in  Engl.  Pflanzenr.  (1900),  32.  = Fr.  Ca- 

rolana  F.  v.  Muller. 

— banahaensis  Elm.  Leaf!,  of  Philip.  Bot.  (1907),  I,  215.  — Is. 

Filippine. 

— Banksii  A.  Cunn.  in  Hook.  Comp.  Bot.  Mag.  (1836),  II,  327. 

— Nuova  Zelanda. 

— batanaensis  Martelli,  (v.  sopra,  p.  29).  — Is.  Filippine. 

— Baueriana  Endl.  Prodr.  fl.  Norfolk.  (1833),  25.  — Is.  Norfolk. 

— Beccarii  Solms  in  Ann.  Jard.  Bot.  Buitenz.  (1883),  III,  100. 

— Nuova  Guinea. 

— Beccarti  Hemsl.  (non  Solms)  in  Kew  Bull.  (1896),  166.  = Fr. 

Hemsleyi  Warb. 


(*)  I nomi  in  carattere  corsivo  sono  i sinonimi. 


20 


— 310 


Freycinetia  Bennetti  Miq.  in  Junghuhn,  PI.  junghuh.  (1854),  167. 
= Fr.  javanica  Bl. 

— Biroi  Warb.  in  Sehurn.  et  Lauterb.  Nacht.  zur  d.  deutsch. 

schutzg.  in  der  Sudsee  (1905),  52.  — Nuova  Guinea. 

— borneensis  Martelli,  (v.  sopra,  p.  167).  — Borneo. 

— brevifolia  Martelli,  (v.  sopra,  p.  186  '.  = Fr.  Scblechteri  Warb. 

— Brunoniana  Wall.  Cat.  (1832),  n.°  3660.  = Fr.  angustifolia  Bl. 

— candeliformis  Warb.  in  Engl.  Pfianzenr.  (1900),  39.  — Celebes. 

— Carolana  F.  v.  Mull.  Jour,  pharm.  (1887),  II,  126,  in  obs.  — 

Australia. 

— caudata  Hemsl.  in  Ivew  Bull.  (1896),  167.  — Fiji. 

— celebica  Solms,  in  Linn.  (1878),  103.  — Celebes. 

— ceramensis  Martelli,  (v.  sopra,  p.  169).  — Ceram,  Amboina. 

— confusa  Rid.  (non  Elm.)  Mater.  Fl.  Malay,  penins.  (1907  Lu- 

glio), II,  233.  — Pen.  Malese. 

— confusa  Elm.  (non  Rid.)  Lead.  Philip.  Bot.  (1907  Ottob.),  I,  213. 

= F.  Vidalii  Hemsl. 

— coriacea  Warb.  in  Engl.  Bot.  Jabrb.  (1906),  17.  — Nuova 

Caledonia. 

— Creagliii  Hemsl.  in  Kew  Bull.  (1896),  167.  — Borneo. 

— crinifolia  Martelli,  ms.  (Versteeg,  n.°  1586,  in  herb.  Utrecht.). 

— Nuova  Guinea. 

— cuernosensis  Martelli,  (v.  sopra,  p.  26)  — Is.  Filippine. 

— Cumingiana  Gaud  Bonite.  (1839-46),  tab.  37,  fig.  12-14  et 

tab.  60.  — Is.  Filippine. 

— Curranii  Merr.  Philip.  Jour,  of  Science.  (1908),  III,  312.  — Is. 

Filippine. 

— cylindracea  Solms,  in  Linn.  (1878),  97.  — Nuo\a  Caledonia. 

— Debrogasiana  Gaud.,  Bonite.  (1839-46),  tab.  37,  fig.  1-11.  = Fr. 

angustifolia  Bl.  (fide  Warburg  ). 

— demissa  Br.  (nomen  tantum)  in  Horsf.  et  Benn.  PI.  jav.  rar. 

(1838),  I,  32  (in  annotaz.)  = Fr.  Victoriperrea  Solms. 

— De  Vriesii  Solms,  in  Linn.  (1878),  96.  — Celebes. 

— dilatata  Merr.  (ms  ):  Elm.  Lead,  of  Philip.  Bot.  (1907),  I,  214. 

— Is.  Filippine. 

— dubia  Martelli,  (v.  sopra,  p.  170).  — Amboina. 

— Elmeri  Martelli,  (v.  sopra,  p.  22).  — Is.  Filippine. 

— ensifolia  Merr.  Bur.  Govern,  labor,  pubi.  Philip.  (1904),  n.°  17, 

5.  — Is.  Filippine. 

— ergthrostigma  Solms,  fin  herb.  Univ.  Caen);  Martelli,  (v.  sopra, 

p.  177).  = Fr.  sulcata  Warb. 

— excelsa  F.  v.  Mii.ll.  Fragm.  Fl.  austr.  (1865),  v.  39.  — Australia. 

— ferox  Warb.  in  Engl.  Pdanzer.  (1900),  33.  — Is.  Filippine. 

— Forbesii  Rid.  Jour,  of  Bot.  (1886),  15.  — Nuova  Guinea. 


— 311  — 


Freycinetia  formosana  Hemsl.  in  Kew  Ball.  (1896),  166.  — Is. 
Formosa. 

— Gaudichaudii  Br.  in  Horsf.  et  Benn.  PI.  jav.  rar.  (18381, 

I,  31.  tab.  9.  — Giara. 

— Gaudichaudii  F.  v.  Mii.ll.  (non  Br.)  in  Benth.  FI.  austr.  (1878), 

VII,  161.  = F.  Miillerii  Martelli. 

— Gaudichaudii  Rid.  (non  Br.)  FI.  Singapore  (1900),  172.  ==  Fr.  ja- 

vanica  Bl. 

— Gaudichaudii  Hook,  (non  Br.),  FI.  Brit.  ind.  (1896),  488,  = Fr. 

javanica  Bl. 

— gladiifolia  Martelli,  (v.  sopra,  p.  185).  — Nuora  Guinea. 

— globiceps  Warb.  in  Engl.  Pflanzenr.  (1900),  30.  — Nuora 

Guinea. 

— globosa  Merr.  Philip.  Jour,  of  Science.  (1907),  II,  260.  ==  Fr. 

sphaerocephala  Gaud. 

— graminea  Bl.  Rumph.  (1835),  I,  150  (in  annotaz.).  — Giara. 

— graminea  Bl.  Rumph.  (1836),  1, 150  (quod  attinet  pi.  amboinensi). 

= Fr.  Rumphiana  Martelli. 

— graminifolia  Solms,  in  Linn.  (1878),  90.  — Nuora  Caledonia. 

— Hemsleyi  Warb.  (non  Elm.),  in  E j gl.  Pflanzenr.  (1900),  36. 

— Borneo. 

— Hemsleyi  Elm.  (non  Warb.)  Lead.  Philip  Bot.  (1907),  I,  214. 

= Fr.  rigida  Elm. 

— Hollrungii  Warb.  p.  p.  in  Engl.  Pflanzenr.  (1900J,  30.  (exclud. 

quod  attinet  pi.  n.°  218.  Hollrung).  — Nuora  Guinea. 

— Hombroni  Martelli  in  Reehinger,  Wissenschaf.  forschun.  nach 

Samoa.  (1910),  66.  — Is.  Samoa. 

— humilis  Hemsl.  in  Kew  Bull.  (1896),  165.  — Is.  Salomone. 

— Lubricata  Bl.  Rumph.  (1835),  I,  157,  tab.  40.  — Penis.  Ma- 

lese, Sumatra,  Giara. 

— inclinane  Soland.  ms.  ex  Br.  in  Horsf.  et  Benn.  PI.  jav.  rar. 

(1838),  I,  32  (in  annot.).  = Fr.  Banksii  A.  Cunn. 

— insignis  Bl.  Rumph.  (1835),  I,  158,  tab.  42.  — Giara. 

— insignis  F.  v.  Mull,  (non  Bl.)  Second  syst.  cens.  of  Austr.  pi. 

(1889),  202.  = Fr.  sp.  ? — Australia. 

— insignis  Kurz,  (non  Bl.).  A sketch  of  the  veget.  Nicobar  Is.  in 

Jour.  Asiat.  Soc.  (1876),  XLV,  153,  et  Hook.  FI.  Brit. 
Ind.  488.  = Fr.  Kurziana  Martelli.  — Is.  Nicobar  e 
Andaman. 

— insigni  affinis  Warb.  in  Schum.  FI.  Kais.  Wilhelms-land.  (1889), 

18.  = Fr.  pseudo-insignis  Warb. 

— Jagorii  Warb.  in  Engl.  Pflanzenr.  (1900),  39.  — Is.  Filippine. 

— Jaheriana  Martelli,  (v.  sopra,  p.  174).  — Nuora  Guinea. 

— javanica  Bl.  Rumph.  (1835),  I,  157,  tab.  41.  — Pen.  Malese; 

Giara. 


312 


Frey  cine  tia  keiensis  Martelli,  (v.  sopra,  p.  184).  — Is.  Kei. 

— Eingiana  Rid.  Mater.  FI.  Malay,  penins.  (1907),  II,  234.  = Fr. 

imbricata  Bl. 

— Koordersiana  Martelli,  (v.  sopra,  p.  171).  — Celebes. 

— Kurziana  Martelli,  = Fr.  insignis  Kurz,  (non  alior.).  — Is.  Ni- 

cobar e Andaman. 

— Kutchinensis  Martelli,  (v.  sopra,  p.  178).  — Borneo. 

— lagenicarpa  Warb.  in  Schum.  et  Lauterb.  Nacht.  zur  FI. 

deutsch.  Sehutzg.  in  der  Sudsee.  (1905),  52.  — Nnova 
Guinea. 

— latispina  Warb.  in  Engl.  Pflanzenr.  (1900',  33.  = Fr.  mina- 

hassae  Koord. 

— Lauterbachii  Warb.  in  Engl.  Pflanzenr.  (1900),  34.  — Timor, 

Nuova  Guinea. 

— leptopliylla  Martelli,  (v.  sopra,  p.  20).  — Is.  Filippine. 

— leucantha  Miq.  FI.  Ind.  Bat.  (1855),  III,  172.  = Pandanus  gra- 

minifolius  Kurz,  (non  Petit-Thouars) 

— Loheri  Martelli,  (v.  sopra,  p.  15).  — Is.  Filippine. 

— longispica  Martelli,  (v.  sopra,  p.  181).  — Nuova  Caledonia. 

— lorifolia  Martelli,  (v.  sopra,  p.  182).  — Nuova  Caledonia. 

— lucbanensis  Elm.  Leaf!.  Philip,  bot.  (1907),  I,  212.  — Is.  Fi- 

lippine. 

— lucens  Rid.  Mater.  FI.  Malay,  penins.  (1907),  II,  233.  = Fr. 

javanica  Bl. 

— lucida  Martelli,  (v.  sopra,  p.  168).  — Borneo. 

— luzonensis  Nave-5,  (non  Presi.)  in  Noviss.  Append,  in  Bianco,  FI. 

Filip.  3.a  ed.  (1879).  IV,  286.  = Fr.  multiflora  Merr. 

— luzonensis  Presi,  (non  alior.)  Epim.  bot.  (1847),  238.  = Fr. 

Cumingiana  Gaud. 

— luzonensis  et  var.  heterophylla  Naves,  (non  Miq.)  in  Noviss,  Ap- 

pend. in  Blanco,  FI.  Filip.,  3'  ed.  (18S0),  IV,  286,  tab.  437. 

= Fr.  multiflora  Merr. 

— luzonensis  et  var.  heterophylla  Miq.  (non  Naves),  FI.  Ind.  bat. 

(1880).  = Fr.  Williamsii  Merr.? 

— macrostachys  Martelli,  (v.  sopra,  p.  175).  — Nuova  Guinea. 

— malaccensis  Rid.  Mater.  FI.  Malay,  penins.  (1907),  II,  233.  — 

Penis.  Malese. 

— marantifolia  Hemsl.  in  Kew  Bull.  (1896),  164.  — Is.  Salomone. 

— marginata  Bl.  Bumph.  (1835),  I,  159  (in  annot.).  — Nuova 

Guinea. 

— maxima  Merr.  Philip.  Jour,  of  Science.  (1908),  III,  3 1 0.  — Is. 

Filippine. 

— megacarpa  Merr.  Philip.  Jour,  of  Science.  (1908).  III.  314.  — 

' Is.  Filippine. 


— 313  — 


Freycinetia  Merrillii  Elm.  Leafl.  Philip.  Bot.  (1907),  I,  216.  — 

Is.  Filippine. 

— microdontes  Martelli,  (v.  sopra,  p.  183).  — Nuova  Caledonia. 

— Milnei  Seem,  in  Bonplandia.  (1861),  nomen  tantum,  268  et 

FI.  Vitien.  (1865-73),  283,  tab.  86.  — Is.  Fiji. 

— Minahassae  Koord.  Meded.  van’s  Lands  planten.  (1898),  267, 

639.  — Celebes. 

— monocephala  Elm.  Leafl.  Philip,  bot.  (1907),  I,  79,  218.  — 

Is.  Filippine. 

— montalbanica  Martelli,  (v.  sopra,  p.  18).  — Is.  Filippine. 

— montana  Bid.  Mater.  FI.  Malay,  penins.  (1907),  II,  234.  — 

Penis.  Malese. 

— Mullerii  Martelli,  = Fr.  Gaudichaudii  F.  v.  Mull,  (non  Br.).  — 

Australia. 

— multiflora  Merr.  Philip.  Jour,  of  Science.  (1907),  II,  259.  — 

Is.  Filippine. 

— Naumannii  Warb.  in  Engl.  Pflanzenr.  (1900),  32.  — Arcip. 

Bismarck. 

— negrosensis  Merr.  Philip.  Jour,  of  Science.  (1908),  III.  3 1 3.  — 

Is.  Filippine. 

— nicobariensis  Martelli.  = Fr.  scandens  Kurz,  (non  Bl.).  — Is. 

Nicobar. 

— nitida  Miq.  Ind.  semen,  hort.  Amst.  (1853),  4.  = Fandanus 

stenophyllus  Kurz. 

— novo-caledonica  AVarb.  in  Engl.  Pflanzenr.  (1900),  34.  — Nuova 

Caledonia. 

— novo-guineensis  (1)  A\rarb.  in  Engl.  Pflanzenr.  (1900)  34.  — Nuova 

Guinea. 

— novo-pomeranica  Martelli,  (v.  sopra,  p.  180).  — Nuova  Po- 

merania. 

— oblanceolata  Martelli,  (v.  sopra,  p.  176).  = Fr.  globiceps  AVarb. 

— oblongifolia  Merr.  Philip  Jour,  of  Science.  (1908),  III,  310.  — 

Is.  Filippine. 

— palawanensis  Merr.  (non  Elm.)  ms.;  Martelli,  (v.  sopra,  p.  123). 

— Is.  Filippine. 

— palawanensis  Elm.  (non  Merr)  Leafl.  Philip,  bot.  (1907),  1,216. 

= Fr.  Elm  eri  Martelli.  — Is.  Filippine. 

— papuana^ 2)  AVarb.  in  Engl.  Pflanzenr.  (1900),  34.  — Nuova  Guinea. 

(1)  Dall’  esame  dell’  esemplare  tipico  mi  sono  convinto  che  la  specie  è 
stata  stabilita  sopra  foglie  appartenenti  alla  Fr.  pseudo-insignis  AVarb.  e 
sopra  un’  infiorescenza  O di  Fr.  Lauterbachii  AVarb.;  quindi  la  Fr.  novo- 
guineensis  AVarb.  deve  essere  soppressa. 

(2)  L’  esemplare  tipico  si  compone  della  metà  di  un  sincarpo,  che  senza 
dubbio  appartiene  alla  Fr.  Lauterbachii  AVarb. 


— 314 


Freycinetia  peripiezocarpa  Martelli,  (v  sopra,  p.  33).  — Is. 
Filippine. 

— philippinensis  Hemsl.  in  Kew  Bull.  (1906),  165.  — Is.  Fi- 

lippine. 

— polystachya  Martelli,  (v.  sopra  p.  14).  — Is.  Filippine. 

— poly  stigma  Wart),  in  Engl.  Pflanzenr.  (1900),  42.  — Nuova 

Guinea. 

— Pritchardii  Seem.  FI.  vitien.  (1865-78),  283.  tab.  84.  — Is.  Fiji. 

— pseudo-insignis  Warb.  in  Schum.  et  Lauterb.  Nachtr.  zur 

FI.  deutseh.  schutzg.  in  der  Sudsee.  (1905),  52.  — Nuova 
Guinea. 

— pycnophylla  Solms,  in  Linn.  (1878),  91.  — Ceylan. 

— radicans  Gaud,  in  Freycinet,  Voy.  (1826),  132,  tab.  43.  — Is. 

Rawak. 

— radicans  Thw.  (non  Gaud.)  Enum.  pi.  zeyl.  (1859-64),  327.  = Fr. 

Walkeri  Solms. 

— radicans  Kurz,  (non  Gaud.)  Report,  veget.  Andam.  isl.  (1870),  50. 

= Fr.  andamanensis  Martelli.  — Is.  Andaman. 

— Reineckei  Warb.  in  Engl.  Bot.  Jarhb  (1898),  578,  tab.  8,  fig.  B. 

— Is.  Samoa. 

— rigida  Elm.  Leaf!.  Philip.  Bot.  (1907),  I,  362.  — Is.  Filippine. 

— rigidifolia  Hemsl.  in  Kew  Bull.  (1896),  165.  — Borneo. 

— Robinsonii  Merr.  Philip.  Jour,  of  Science.  (1908),  III,  311.  — 

Is.  Filippine. 

— Robinsonii  var.  latifolia  Martelli,  (v.  sopra,  p.  18).  — Is.  Fi- 

lippine. 

— rostrata  Merr.  Philipp.  Jour,  of  Science.  (1906),  I,  Suppl.  177. 

— Is.  Filippine. 

— Rumphiana  Martelli  = Carex  arborea  Rumph.  Herb.  Amb. 

VI,  21,  tab.  8,  fig.  5.  — Amboina. 

— samoensis  Warb.  in  Engl.  Bot.  Jahrb.  (1898),  579,  tab.  8.  fig.  A. 

— Is.  Samoa. 

— Sarasinorum  Warb.  in  Engl.  Pflanzenr.  (1900),  35.  — Celebes. 

— sarawakensis  Martelli,  (v.  sopra,  p.  179).  — Borneo. 

— scabripes  Warb.  in  Engl.  Pflenzenr.  (1900),  41.  — Is.  Filippine. 

— scandens  Gaud,  in  Freycinet,  Voy.  (1826),  432,  tab.  42.  — Is. 

Timor,  Nuova  Guinea. 

— scandens  Miq.  (non  Gaud.)  in  Junghuhn,  PI.  junghuh.  (1854), 

166.  = Fr.  Gaudichaudii  Br. 

— scandens  Hook,  in  Arnott,  The  Bot.  Cap.  Beechey’s  voy.  (1841), 

97.  = Fr.  Arnottii  Gaud. 

— scandens  Kurz,  (non  alior.)  A Sketch  of  veg.  of  Nicobar  isl.  in 

Jour.  Asiat.  Soc.  (1876),  153.  = Fr.  nicobarensis  Mar- 
telli. — Is.  Nicobar, 

— Schaefferi  Solms,  in  Linn.  (1878),  98.  = Fr.  imbricata  Bl. 


— 315  — 


Freycinetia  Sclilechteri  Warb.  in  Engl.  Bot.  Jabrb.  (1906\  18.  — 
Nuova  Caledonia. 

— spathulata  Martelli,  ms.  (Wersteeg,  n.°  1716  et  1790,  herb. 

Utrecht)  — Nuova  Guinea. 

— spectabilis  Solms,  in  Linn.  (1878',  88.  — Nuova  Caledonia. 

— sphaerocephala  Gaud.  Bonite,  (1843),  tab.  52.  — Is.  Filippine. 

— stenophylla  Warb.  in  Sebum,  et  Lauterb.  Nacbt.  El.  deutsch. 

Schutzg.  in  der  Sudsee.  (1905),  53.  = Fr.  angustis- 
sima Rid. 

— Storckii  Seem,  in  Bonplandia.  (1860)  (nomen  tantum),  260,  et 

FI.  vitien.  (1865-73),  283  — Is.  Fiji. 

— streptopi folia  Warb.  in  Schum.  et  Lauterb.  Nacbt.  zur  FI.  deutsch. 

Schutzg.  der  in  Sudsee  (1905),  53.  = Fr.  Beccarii  Solms. 

— strobilacea  Bl.  Rumph.  (1835),  I,  156.  — Amboina,  Nuova 

Guinea. 

— strobilacea  Vidal,  (non  Bl.;  nomen  nudum)  Phan.  Cuming.  Phi- 

lip. (1885),  154.  = Fr.  sp.  ? — Is.  Filippine. 

— strobilifera  Hassk.  Cat.  pi.  in  hort.  bot.  Bog.  cult.,  1844,  61. 

= Fr.  strobilacea  Bl. 

— sulcata  Warb.  in  Engl.  Bot.  Jahrb.  (1906),  18.  = Nuova  Ca- 

ledonia. 

— sumatrana  Hemsl.  in  Kew  Bull.  (1896),  167.  — Sumatra. 

— tenuis  Solms,  in  Linn.  (1878),  87.  — Sumatra. 

— timorensis  Martelli,  (v.  sopra,  p.  172).  — Is.  Timor. 

— Urvilleana  Hombr.  in  Dumont  d’  Urville,  Voy.  Astrol.  et 

Zelée,  Bot.  (1852),  II,  83,  tab.  2.  — Is.  Tonga. 
o — valida  Rid.  Mater.  FI.  Malay  penins.  (1907),  II,  234.  — Pen. 
Malese,  Sumatra,  Giara,  Borneo. 

— Versteegii  Martelli,  ms.  (Wersteeg,  n.°  1180,  herb.  Utrecht). 

— Nuova  Guinea. 

— verruculosa  Warb.  in  Engl.  Bot.  Jabrb.  (1906\  18.  — Nuova 

Caledonia. 

— Victoriperrea  Solms,  in  Linn.  (1878),  103.  — Is.  Tahiti. 

— Vidalii  Hemsl.  in  Kew  Bull.  (1890),  166.  — Is.  Filippine. 

— Vieillardii  Martelli,  (v.  sopra,  p.  183).  — Nuova  Caledonia. 

— Villarii  Elm.  Lead.  Philip.  Bot.  ( 1 907),  362.  = Fr.  Vidalii  Hemsl. 

— vitiensis  Seem.  FI.  vitien.  (1865-73),  282,  tab.  83.  — Is.  Fiji. 

— Walkeri  Solms,  in  Linn.  (1878),  92.  — Ceylan. 

— Warburgii  Elm.  Lead.  Philip.  Bot.  (1908),  128.  — Is.  Filippine. 

— Webbiana  Gaud.,  Bonite,  (1843),  tab.  67.  — Patria  ignota. 

— Williamsii  Merr.  in  Philip.  Journ.  of  Science.  (1908),  IH,  315. 

— Is.  Filippine. 

— Winkleriana  Martelli,  (v.  sopra,  p.  168  . — Borneo. 

— sp.  n.  Solms,  in  Ann.  Jard.  Bot.  Buitenz.  (1859-64),  III,  101,  n.a2. 

= Fr.  stenophylla  Warb. 


— 316  — 


Distrailo  vizio:  ec 


FREYCINETIA 

Ceylan 

Is.  Andaman  e 
Nicobar 

Penis.  Malese 

Sumatra 

Giava 

Sumbava 

Borneo 

Camboge 

Formosa 

ls.  Filippine 

Celebes 

acuminata  Bid 

& 

Albertisiana  Martelli 

amboinensis  Martelli 

aurlftiftnsis  Martelli 

andamanensis  Martelli 

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ungulata  Robins 

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angustifolia  Bl 

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Is.  Tahiti 


— 318  — 


FRETC I NETI A 

Ceylan 

Is.  Andaman  o 
Nicobar 

Penis.  Malese 

Sumatra 

Giava 

Sumbava 

Borneo 

Camboge 

Formosa 

Is.  Filippino 

Celebes 

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pancata  TTe.rn.sl 

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pftramfìTifiis  Martelli . 

confusa  Rid 

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Creaghii  Hemal.  . . ... 

crinifolia  Martelli  ....... 

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fnrmnsana  Hemsl 

Gaudichaudii  Hr 

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gl  arili  foli  a Martelli  . 

graminea  Bl 

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FREYCINETIA 


graminifolia  Solms  . 
Hemsleyi  Warb.  . . 
Hollrungii  Warb.  . . 
Hombronii  Martelli . 
humilis  Hemsl.  . . . 

imbricata  Bl 

insignis  Bl 

Jagorii  Warb.  . . . 
Jaheriana  Martelli  . 

javanica  Bl 

keiensis  Martelli  . . 
Koordersiana  Martelli 
Kurziana  Martelli  . 
kutchinensis  Martelli. 
lagenicarpa  Warb.  . 
Lauterbaehii  Warb.  . 
leptophylla  Martelli. 
Loheri  Martelli.  . . 
longispica  Martelli  . 
lorifolia  Martelli  . . 
luebanensis  Elm.  . . 
lucida  Martelli  . . . 
maerostachys  Martelli 
malaccensis  Rid.  . . 


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Is.  Tahiti 


— 322  — 


FREYCINETIA 


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marantifolia  Hemsl 

marginata  DI 

maxima  Merr 

megacarpa  Merr 

Merrillii  Elm 

microdontes  Martelli  . . . 

Milnei  Seem 

Minahassae  Eoord 

monocephala  Elm 

montalbanica  Martelli  . . . 

montana  Rid 

Mùllerii  Martelli 

multiflora  Merr 

Xaumannii  TFarò 

negrosensis  Merr 

nicobariensis  Martelli  . . . 
novo-caledonica  TFarò.  . . 
novo-pomeraniea  Martelli . 

oblongifolia  Merr 

palawanensis  Merr 

peripiezocarpa  Martelli  . . 
philippinensis  Hemsl.  . . . 
polystachya  Martelli  . . 
polystigma  TFarò 


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Is.  Tahiti 


324  — 


FREYCINETIA 

Ceylan 

Is.  Andaman  e 
Nicobar 

Penis.  Malese 

Sumatra 

Giava 

Sumbava 

Borneo 

Camboge 

Formosa 

Is.  Filippine 

Celebes 

C 

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1 

' 

tenuis  Solms 

Pritchardii  Seem. 

pseudo-insignis  11  ~arb 

pvcnophvlla  Solms 

radicans  Gaud.  . 

$ 

Reineckei  11  arb. 

rigida  Elm. 

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rigidifolia  llemsl.  . 

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sumatrana  Hemsl 

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325  — 


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Is.  Tahiti 


— 32(j  — 


FREYCINETTA 

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Penis.  Malese 

Sumatra 

Giava 

Sumbava 

Borneo 

Camboge 

Formosa 

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Celebes 

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valida  Rid 

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Walkeri  Solms 

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Webbiana  Gaud.  (1) 

Williamsii  Merr . . 

Winlderiana  Martelli 

sp.  Pierre  in  herb.  Martelli  . . 

* 

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& 

sp.  in  herb.  Martelli  .... 
sp.  Marché  in  herb.  Paris  . . 

(1)  Patria  ignota. 


— 327  — 


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3* 

3* 


3* 


Is.  Samoa 


INDICE  DEI  LAVORI 


Martelli  U.  — Le  Freycinetia  dello  isole  Filippine  . . . Pay.  5 

Beccari  O.  — Studio  monografico  del  genere  Raphia  . . » 37 

Beccari  O.  — Palme  Australasiehe  nuove  o poco  note.  . » IBI 

Martelli  U.  — Nuove  specie  di  Freycinetia » 167 

* 

Beccari  O.  — Descrizione  di  una  nuova  specie  di  Tra- 

chycarpus » 187 

Beccari  O.  — Palme  dell’ Indo-China » l‘Jl 

Beccari  O.  — Contributo  alla  conoscenza  delle  Lepìdoca- 

ryeae  afi'ricane » 247 

Beccari  O.  — La  Copernicia  cerifera  in  Riviera  ed  una 

nuova  specie  di  Livistona » 2115 

Martelli  U.  — Enumerazione  delle  Pandanaceae  ....  > B07 


Finito  di  stampare 
l giorno  20  Ottobre  dell’  anno  1910 
coi  tipi 

della  Tipografia  di  M.  Ricci 
di  Firenze. 


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