Full text of "Webbia"
V
Digitized by the Internet Archive
in 2016 with funding from
BHL-SIL-FEDLINK
https://archive.org/details/webbia3191webb
WEBBIA
RACCOLTA DI SCRITTI BOTANICI
LIBRARY
NEW YORK
BOTANICAL
GARDEN
EDITA DA
UGOLINO MARTELLI
Professore nella R. Università di PDa
Volume Terzo.
V
FIRENZE
TIPOGRAFIA DI M. RICCI
Via San Gallo, N. 31
1910
r
Ja
; *
v, 3
iJ/O
.
WEBBIA
RACCOLTA DI SCRITTI BOTANICI
. .
.
WEBBIA
RACCOLTA DI SCRITTI BOTANICI
EDITA DA
UGOLINO MARTELLI
Professore nella R. Università di Pisa
Volume Terzo.
FIRENZE
tipografia di m. ricci
Via san Gallo, N. 31
1910
PROPRIETÀ LETTERARIA
LE “ FREYCINETIA „ DELLE ISOLE FILIPPINE
PER
UGOLINO MARTELLI
La storia delle Freycinetia crescenti nell’Arcipelago delle
Filippine può essere riassunta nel modo seguente :
1. Nelle due prime edizioni della « Flora de Filipinas »
del Padre Bianco, 1837 e 1845, non venne menzionata al-
cuna specie di detto genere. Il Padre Naves nella « No-
vissima appendix in Bianco FI. de Filipinas, 3a ediz. 1880,
IV, p. 286 n.° 3 », crede poter ricondurre ad una Frey-
cinetia, e precisamente alla F. insignis Bl., la Tillandsia
pseudoananas Bianco, FI. de Filip. la ed. p. 853; 2'* ed. p. 162,
che a me però sembra non appartenere nemmeno alla fa-
miglia delle Pandanacee.
2. Nel 1843, il Gaudichaud « Voyage de la Bollite »
figurò due Freycinetia raccolte nell’Arcipelago filippino, la
F. sphaerocephala (tab. 52) e la F. Cumingiana (tab. 37 e
60), delle quali non venne mai pubblicata la descrizione.
3. Nel 1849, il Presi nell’ « Epimeliae botanicae » de-
scrisse col nome di Freycinetia luzonensis , sopra esemplari
riportati dal Cuming dalle Filippine, la stessa specie che
il Gaudichaud aveva figurato col nome di F. Cumingiana.
Il Presi aggiunse alla forma tipica della F. luzonensis una
varietà, che chiamò heterophylla, e che è riportata anche dal
Miquel (FI. Ind. Bat., 1855, III, p. 172) (1).
4. Dopo quell’epoca seguì un lungo periodo di sosta
nell’ investigazioni della Flora delle Filippine, periodo che
(1) Questa varietà ha le foglie molto strette, tanto che il Miquel, 1. c., si
domanda se non possa essere la Freycinetia yraminea Bl. A me parrebbe
invece che nella varietà a cui volle accennare il Presi (non alior.) possa
riconoscersi o la F. Williamsii Merr., o la F. ensifolia Merr.
1
U
— G —
durò sino alla pubblicazione della 3a edizione del « Bianco »
1880 (1), con l’aggiunta da parte del P. Naves della « No-
vissima Appendix ». In questa (voi. IV, p. 285) vengono
enumerate quattro specie di Freycinetia , cioè le: F. strobi-
Iacea Bl., F. luzonensis Presi, F. insigni s Bl., F. graminea
Bl., più la F. luzonensis var. heterophylla, che viene anche
illustrata nella tab. 437 (2). Della Freycinetia strobilacea
Bl. e della F. insignis Bl. posso dire che nelle moltissime
collezioni da me vedute e studiate non si trovano esem-
plari provenienti dalle Isole Filippine, e quindi ritengo as-
solutamente erronea la indicazione del Naves.
Riguardo alla pianta della quale intende parlare il Naves
sotto il nome di Freycinetia luzonensis potrebbe darsi che
realmente corrispondesse alla pianta descritta con tale nome
dal Presi, ma ne ho gravi dubbi ; infatti : spadici 3-5, ci-
lindrici, lunghi 7-9 cent , non sono caratteri che si riscon-
trano nella Freycinetia luzonensis di Presi. Per questo
motivo mi parrebbe piuttosto di riconoscere nella pianta
del Naves la Freycinetia multiflora, descritta vari anni dopo
dal Sig. Merrill.
La F. graminea Bl., la quarta specie citata dal Naves
è una forma giavanese non stata trovata da alcuno nelle
Filippine.
5. Vidal nelle sue opere « Phaner. Cuming. Philip. »
1885, e « Revis. pi. vase. Filip. » 1886, non descrive al-
cuna nuova specie di Freycinetia ; solo rammenta di nome
ed anche dubitativamente le seguenti : F. hizonensis Presi,
F. strobilacea Bl. ? ; F. sp. (aff. insignis Bl.) ? (3).
(1) Il Solms Laubach nella sua « Monograpliia Pandanacearum » in Lin-
naea, 1878, non descrisse alcuna specie nuova delle Isole Filippine.
(2) Questa figura non sta punto in rapporto con la descrizione del Presi.
Dall’ Hemsley fu creduto che la tavola in parola potesse riferirsi alla
Freycinetia philippinensis. Il Merrill invece vi riconoscerebbe la sua F. di-
latata. Io vi vedrei piuttosto una forma della F. multiflora Merr.
(3) Non conosco i dati sui quali il Sig. Merrill nel suo lavoro « Philip.
Freycinetia » riferisce la F. strobilacea Vidal (non Bl.) alla F. sphaeroce-
phala Gaud., dato che nello opere del Vidal il nomo di quella specie è ri-
portato dubitativamente o senza alcuna descrizione.
— 7 —
6. Altre due nuove specie di Freycinetia furono de-
scritte dal Sig. Hemsley nel 1896 nel « Kew Bulletin, » vale
a dire la F. philippinensis e la F. Vidalii.
7. Il Dott. Warburg, nel 1900, nella sua monografia
delle Pandanaceae , riconosce 7 specie di Freycinetia cre-
scenti nelle Isole delle Filippine, comprese le tre: F. ferox,
F. Jagori , F. scabripes, dal medesimo ivi descritte per la
prima volta.
8. Da quell’epoca (1900), i Sigg. A. D. E. Elmer ed El-
mer D. Merrill hanno di tanto in tanto pubblicato non po-
che nuove forme di Freycinetia , raccolte durante le escur-
sioni loro e quelle di vari altri botanici, che hanno in que-
sti ultimi anni contribuito alla conoscenza della Flora delle
Filippine. Così il Sig. Elmer nel 1907, nella sua pubblica-
zione « Leaflets of Philippine Botany » voi. 1, descrive 11
specie da lui stesso raccolte in Lucban ; ma avendo Egli
inavvertitamente adoprato, per alcune di dette specie, nomi
già riconosciuti validi per altre affatto differenti dalle sue,
fu costretto ad una rettifica, che leggesi nella rammentata
opera a p. 362, Voi. 1.
9. Nell’anno appresso (1908) il Sig. Merrill, pubblicò
una « Revisione » del genere per quello che riguarda le
specie Filippine (Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of
Science, 1908, p. 308) (1).
Da quest’ultima recensione risulta che il numero delle
Freycinetia filippine, comprese varie specie ivi per la prima
volta descritte, ascende a 24.
*
* *
Per l’estrema cortesia del Sig. Merrill, potei avere in
mia mano, per lo studio, tutti i campioni, anche i tipici,
esistenti nell’erbario di Manilla. A questo ricco materiale
(1) Nello stesso anno, nel « Bulletin of the Torrey Bot. Club » p. 64, il
Sig. C. B. Robinson pubblicò un lavoro intitolato « Alabastra philippi-
nensia », ove è tenuto parola delle F. Cuminyiana Gaud.
— 8 —
debbono aggiungersi tutti i campioni delle specie pubblicate
dall’ Elmer nelle « Philippine plants », collezione numerata,
edita dallo stesso Sig. Elmer e che possiedo nel mio er-
bario. Ho inoltre potuto esaminare, per la liberalità del
Colonnello D. Prain, Direttore dei Giardini Reali di Kew,
il materiale ricevuto dal Sig. Loher, conservato in quell’er-
bario. Altri pochi campioni di Freycinetia filippine esistenti
nell’erbario di Parigi, mi sono stati gentilmente trasmessi
dal Prof. Direttore M. Le Comte. A tutti questi signori,
oltremodo cortesi, mi sia permesso rivolgere i miei più vivi
ringraziamenti.
In possesso quindi di quasi tutto il materiale relativo
alle Freycinetia esistente sin ad ora negli erbari, ed occu-
pato nella monografia generale delle Pandanaceae, ho cre-
duto potere essere il caso, sebbene a tanta poca distanza
dalla pubblicazione dell’ importante lavoro del Sig. Merrill,
di render pubblico il risultato finale delle mie ricerche sulle
Freycinetia delle filippine, come un estratto dell’Enumera-
zione generale delle specie di questo genere, che farà seguito
a questo studio.
Come conclusione risulta che presentemente le specie
filippine di Freycinetia ammontano a 37. Ma quante ne ri-
mangono ancora ignote al Botanico nelle immense foreste
che rivestono le isole di quell’Arcipelago ?
— 9 —
FREYCINETIA GAUD.
Sectio I. Oligostigma.
Stigmata 1-3, vulgo bina.
A. Syncarpia cylindracea.
1. Folia circiter 1 m. longa, 5-8 cent. lata.
Folia abrupte et breviter acuminata, auriculis latis et
elongatis, violacois. Syncarpia 5-7 cent. diam.
maxima.
Folia superne longe et sensim attenuato-acuminata,
basi dilatata; auriculis incoloris .... ferox.
Folia superne sensim longe attenuata et flagello lon-
giusculo terminata lucbanensis.
2. Folia non plus quam 70 cent, longa vel multo breviora.
o Folia 40-70 cent, longa, superne sensim attenuato-
acuminata.
X Auriculae per totam earum longitudinem laminae
adnatae.
Folia 2 ‘/s cent, lata, ensiformia, attenuato-acumi-
nata, non plus quam 60 cent, longa. Syn-
carpia 4 */2— 5 cent, longa. Baccae in parte api-
cali prismaticae Currani.
Folia 2-3 cent, lata, 60-70 cent, longa, superne
longe sensim attenuato-acuminata. Syncarpia
8-9 cent, longa. Baccae in parte apicali py-
ramidato-acutae polystachya.
XX Auriculae lanceolato acutae, in earum parte su-
periori liberae.
Folia ensiformia, superne attenuato-acuminata, 1 '/3
cent, lata; auriculis latis, in earum tertia su-
periori parte liberis auriculata.
— 10 —
Folia loriformia-linearia, apicem versus sensim at-
tenuata, vulgo 7, interdum 10 mill, lata; auri-
culis angustis et in parte apicali breviter li-
beris Loheri.
oo Folia 20-30 cent, longa.
X Folia oblonga, 8-5 cent, lata, abrupte et breviter
acuminata (in F. angulata folia superiora 1 ‘/2
cent. lata).
Baccae apice rotundatae, abrupte in papillam ter-
minatae oblongifolia.
Baccae pars libera apicalis 4 mil. longa, acute py-
ramidata et acutissime costata . . angulata.
XX Folia lanceolata vel ensiformia.
1. Folia lanceolata, superne sensim longe attenuata,
2-2 ‘/s cent. lata. Syncarpia 4-6 ; 6-9 cent,
longa; pedicellis apice crebre squamuloso-sca-
bridis et inferno squamulis biseriatis praeditis
multiflora.
2. Folia anguste lanceolata, superne sensim atte-
nuato-acuminata, 1 */* cent. lata. Syncarpia
2-4; 4-5 cent, longa; pedicellis undique squa-
muloso-scabridis Robinsonii.
3. Folia anguste ensiformia, 7 mill. lata. Syncar-
pia trina 2 '/2 cent, longa, pedicellis apice tan-
tum squamuloso-scabridis . . montalbanica.
B. Syncarpia globosa.
1. Folia 10-18 cent, longa.
Folia lanceolata, non minus quam 1 cent, lata .
Cumingiana.
Folia anguste lineari-lanceolata, 3-4 mill, lata . . .
leptophylla.
2. Folia linearia, 40-50 cent, longa, 7-10 mill. lata. Vidalii.
— 11
Sectio II. PleiostkxMa
Stigmata 3-10.
A. Syncarpia cylindracea.
1. Folia non plus quam 2 cent, lata, linearia et superne
sensim attenuata, vel lanceolata.
Folia linearia, superne sensim attenuato-acuminata,
35-40 cent, longa. Syncarpia trina, 5 6 cent, longa,
2 cent, crassa Elmeri.
Folia lineari-lanceolata, superne sensim attenuato-acu-
minata, 20 cent, longa. Syncarpia trina, 2 ‘/2— B ‘/2
cent, longa, 1 cent, crassa . . . palawanensis.
Folia lanceolata, 10-18 cent, longa. Syncarpia 4-6 in
racemo laxo disposita Jagori.
2. Folia 2-4 cent, lata, lanceolato-elliptica vel obovata,
15-40 cent, longa, abrupte et breviter acuminata .
philippinensis.
3. Folia 5-7 cent, vel ultra lata, 70-100 cent, longa.
X Folia breviter et abrupte acuminata.
Folia late linearia, crasse coriacea, acumine brevi, ro-
busto terminata rigida.
Folia late linearia, submembranacea, acumine subu-
lato, tenui terminata cuernosensis.
XX Folia ensiformia, superne sensim longe attenuato-
acuminata, 1 l/ì-3 7, cent, lata, 50-100 cent, longa.
§ Auriculae apice liberae.
Folia valde coriacea, non tessellata. Pedicella sca-
brida. Baccae (immaturae) prismaticae, apice
libero, capitato, brevi, anguioso, conico-trun-
cato scabripes.
Folia subcoriacea, tessellata. Pedicella impresso-
punctata, apice et secus costulas verrucosa.
Baccae (immaturae) prismaticae, apice truu-
catae atocensis.
§§ Auriculae omnino adnatae.
— 12 —
Pedicella scabrida. Syncarpia trina, 1 */, cent,
crassa. Baccae prismaticae; stigmata 4-6. Folia
2 cent, lata, usque ad medium et ultra profunde
canaliculata negrosensis.
Pedicella scabrida. Syncarpia 17 mill, crassa. Bac-
cae subcompresso-prismaticae; stigmata 4-5
vel plura. Folia 3-3 */* cent, lata, basi brevi-
ter amplectentia ; auriculis 3-5 cent, longis .
banahaensis.
Pedicella minutissime furfuraceo-scabrida. Syn-
carpia quator, 2 ‘/, cent, crassa. Baccae pri-
smaticae; stigmata 5 vel plura. Folia 3 cent,
lata, basi breviter canaliculata . batanensis.
XXX Folia 4 cent, lata, ensiformia, superne sensim
attenuato-acuminata; auriculis 8 cent, longis. Pe-
dicella triseriatim squamulosa. Baccae compressae,
multo elongatae. Stigmata 6-12 . peripiezocarpa.
B. Syncarpia globosa vel subglobosa.
1. Folia 4-5 cent, lata, abrupte et breviter acuminata.
Baccae validae, ovatae vel obovatae . . megacarpa.
Baccae ( elongatae, prismaticae Merrillii.
2. FoliaVplus quam ultra 2 cent. lata.
0 Baccae lageniformes.
4 Folia anguste-linearia, non plus quam 2-10 mill,
lata.
o Folia linearia, 2-3 mill, lata . . monocepala.
oo Folia 5-10 mill. lata.
Folia non plus quam 10 cent, longa ensifolia.
Folia 15-25 cent, longa Williamsii.
44 Folia lanceolata, ovata, vel obovata, 7-20 mill. lata.
Folia ovata vel obovata, 2-6 cent, longa, 7-16
mill, lata sphaerocephala.
Folia lanceolata, 9-13 cent, longa . rostrata
00 Baccae prismaticae ; folia lanceolata, 25-30 cent,
longa, 1 7,-2 cent, lata Warburgii.
— IB —
Sectio I. Oligostigma.
1. Freycinetia maxima Merrill, in Philip. Journ. of
Science, 1908, p. 310 (1).
Inflorescentiae masculae spathis numerosis valide coria-
ceis, decrescentibus, indutae; exterioribus majoribus, 14 cent,
longis, ovato-lanceolatis, sub-abrupte subulato-cuspidatis ;
interioribus 7 cent, longis, late ovatis, acutis ; pedicella
3 cent, longa, glabra ; parte staminifera cylindracea, 4-5
cent, longa, 10-12 mill, crassa; stamina numerosissima;
congesta, kyalina; filamenta 5 mill, longa; antherae oblongae.
Habitat. Arambi, Provincia di Morong, Luzon ; Marzo.
(Loher n. 1569 ) ; — Monte Maquiling, provincia di
Laguna, Luzon, a 1200 metri. (Loher, n. 5459 $); — Aqui-
log, Provincia di Rizal, Luzon. (Loher, n. 5465, in herb.
Kew). — Maagnas, Provincia di Camarines, Luzon. (Robin-
son, n. 6345 herb. Manila).
2. Freycinetia ferox Warb. in Engl. Pflanzenreich, p. 33;
Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of
Science, 1908, p. 310.
Habitat. Luzon centrale. (Warb. herb. Berol.). — Duma-
guete (Cuernos mounts), Provincia di Negros orientale, isola
Negros. (Elmer, Philip, pi. n. 10321, herb. Martelli).
Mr. Merrill riporta a questa specie la pianta che 1’ El-
mer descrisse col nome di F. lucbanensis. Non ho sotto
(1) Per regola generale, non vengono riportate le località già citate nel
lavoro di Merrill : « Philippine Freycinetia
Oltre alle diagnosi delle specie nuove, aggiungo, a quelle già noto,
quei caratteri dei quali non è stato fatto menzione nei lavori degli autori
che mi hanno preceduto.
— 14 —
gli occhi gli esemplari autentici di F. ferox esistenti nel-
l’erbario di Berlino per rimanere persuaso di tale identifi-
cazione, non riscontrando negli esemplari della F. Iticba-
nensis Elm. che possiedo, il carattere delle foglie « margine
distante ferociter spiuulosa », come si osserva nella F. ferox
Warb. In tale dubbio preferisco mantenere le due specie
distinte.
Il sincarpio della F. ferox Warb. dovrebbe essere secondo
il Merrill, 1. c. p. 309, di circa 3 cent, di diametro. Ma la
pianta che a me sembra doversi veramente riportare alla
F. ferox Warb., e che come tale considero quella dell’Isola
Negros (Elmer n. 1032), ha dei sincarpi di solo 1 '/* cent, di
diametro.
3. Freycinetia lucbanensis Elmer, Leaflets Philip. Bo-
tany. I, p. 212.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon. Maggio.
(Elmer, Philip, pi. n. 8230, herb. Martelli).
4. Freycinetia Curranii Merrill, in Philip. Journ. ot
Science, 1908, p. 312.
Habitat. A 1000 m. sul Monte Isarog, Provincia di Ca-
marines, Luzon. (Curran, n. 11359, herb. Manila).
5. Freycinetia polystachya n. sp.
Caulis 1 '/, cent, crassus, internodis 2-2 '/, cent, longis.
Folia imbricata, congesta, rigida, pergamenacea, 70 cent,
longa, 2-3 cent, lata, ensiformia, subulato-acuminata, sub-
tus longitudinaliter crebre et conspicue venosa, basin ver-
sus concavo-convexa, amplectentia; auriculis 5-6 cent, lon-
gis, 1 cent, latis, lanceolato-acutis, submenbranaceis; lamina
basin versus, brevi tractu, perpaucis dentibus brevibus, acu-
— 15 —
tis, horizontalibus armata, in fere tertiam superiorem par-
tem subclistantibus; costa media subtus acuta, prominula,
e medio usque ad apicem tenuis, remotiuscule spinulosa.
Inflorescentia $ quina, pedicellis 3-4 cent, longis, 3-5 mill,
crassis, apice undique scabrido-squamulosis, ceterum, et
secus costulas nonnullas, squamuloso-scabridis, dorso gla-
bris. Syncarpia cylindracea, 6-10 cent, longa, 12-17 mill,
crassa. Baccae confertae, prismaticae, acute pentagonae,
7 mill, longae, 3 mill, crassae, in earum tertiam superiorem
partem liberae, incrassato-pyramidatae, acute angulosae,
vertice angusto, plano, bistigmatifero ; semina 1 mill, longa,
apice rostrata, a raphe et strophiolo (subaequalibus et suban-
gustis) cincta.
Habitat. Montalban, Luzon ; aprile. (Loher, n. 5454,
herb. Kew).
Per il numero e per la forma dei sincarpi apparirebbe
affine alla F. multiftora Merrill, ma in causa del numero
degli stigmi deve rientrare in una sezione diversa. E spe-
cie distinta per forma, grandezza e disposizione delle foglie.
6. Freycinetia auriculata Merrill, in Philip. Journ. of
Science, 1908, p. 312.
Habitat. Presso Puerto Princesa nell’ isola Palawan
(Paragua). (Foxworthy, n. 876, herb. Manila et Kew).
7. Freycinetia Loherii n. sp.
Caulis 8 mill, crassus. Folia imbricata, subconferta, ere-
cta, leviter arcuata, coriacea, anguste linearia, 50-70 cent,
longa, 8-10 mill, lata, apicem versus sensim attenuata, in
fere dimidiam inferiorem partem plicato-canaliculata, basi
sensim dilatata et longe vaginantia, subtus glaucescentia,
minute et crebrerrime longitudinaliter venosa; auriculis 4 */s
— 16 —
cent, longis, angustis, apice acutis, liberis, fimbriatis; lami-
nae margines dentibus, acutis, brevibus, apicem versus mi-
nutis, crebre et patule-serrati ; costa media acuta, e medio
usque ad apicem minute et crebriuscule spinuloso-ser-
rata. Inflorescentia $ (immatura) terna vel quaterna; pe-
dicellis 3 cent, longis, 3 mill, crassis, squamularum seriebus
nonnullis longitudiualiter praeditis. Syncarpia cylindracea,
3 Vs 4 cent, longa, 1 cent, crassa; baccae numerosissimae;
stigmata tria.
Habitat. Data, Provincia di Benguet, Luzon. (Loker,
u. 1577, 1578, herb. Kew). — Montalban, Luzon, Giugno.
(Loker, n. 5469, herb. Martelli). — Monte Batay, Provincia
di Rizal, Luzon, Aprile. (Loker, n. 5469, mixta cum Pan-
dano gracili Blanco, kerb. Kew).
8. Freycinetia oblongifolia Merrill, Philip, in Journ.
of Science, 1908, pag. 310.
Habitat. Nelle foreste a Cousuraud, Surigao, Provincia
di Surigao, Isola Mindanao, all’ altezza da 100-150 m.
(Bolster, n. 249 </, kerb. Manila; n. 342 $, kerb. Manila
e Kew.
9. Freycinetia angulata C. B. Robinson (ms. in kerb.).
Caulis 5 mill, crassus, internodis, 13-16 mill, longis. Fo-
lia erecto-patentia, submembranacea, utrinque, vel in pagina
superiori paullo manifeste, longitudinaliter a venis minutis
dissitis percursa, subtus tessellata ; costa media in laminae
tertiam inferiorem partem levis, caetero spinulis tenuibus
longiusculis praedita; marginibus in parte intermedia nudis,
ceterum acute serrato-denticulatis; auriculis cito destructis,
latis, rotundatis, margine longe ciliato-fimbriatis. Folia infe-
riora majora, 16-19 cent, longa, 3 cent, lata, lanceolato-ellip-
— 17 —
tica, apice falcata, acuta vel breviter acuminata, basi angu-
stata, breviter caudice adpressa et semiamplectentia; folia
superiora minora, 12-13 cent, longa, 15-18 mill, lata, oblan-
ceolato-subspathulata, apice falcata et breviter acuminata.
Inflorescentia quaterna; pedicellis 3 */a cent, longis, 3 mill,
crassis, in dorso seriebus longitudinalibus nonnullis scabrido-
squamulosis praeditis. Syncarpia $ 5-7 cent, longa, 2 cent,
crassa, conica vel subconica. Baccae nutnerosae, 7 mill, lon-
gae, in earum fere dimidiam inferiorem partem prismati-
cae et appropinquatae, superne liberae, ibique elongato-
pyramidatae, et acutissime pentagonae. Stigmata bina. Se-
mina parva, fere 1 mill, longa, linearia, oblonga, a raphe et
strophiolo (latiusculis et subalbidis) cincta.
Habitat. A Batan nell’ isola di Batan. Provincia di Ai-
bay, Agosto. (C. B. Robinson, n. 6221, herb. Manila).
10. rreycinetia multiflora Merrill, in Philip. Journ.
of Science, 2, 1907, pag. 259.
Habitat. Montalban, Provincia di Rizal, Luzon, Marzo.
(Loher, n. 5462 et n. 5457 $ , herb. Kew). — Makiling,
(Maquiling), Provincia Laguna. (Loher, n. 5456, 5447 (/,
herb. Kew). — Lamao River sul Monte Mariveles, Provincia
di Bataan, Luzon, Marzo. (Meyer, n. 2700 ^ et 2827, in
herb. Kew et Manila).
11. rreycinetia Robinsonii Merrill, in Philip. Journ.
of Science, 1908, p. 311.
Folia lineari-lanceolata, 10-13 mill, lata, superne sensim
acuminata, basi angustata et vaginantia.
Habitat. Monte Mariveles, Lamao River, Luzon, da 130
a 200 m. di altitudine, Marzo, Maggio. (Borden n. 3037,
n. 1311, n. 752, n. 2466; Copeland, Gennaio n. 252; Mer-
— 18 —
rill, n. 3791 ; Meyer n. 264, n. 2194; Williams, n. 338, in
herb. Manila). — Monte Abu, River Canon, Provincia di
Pampanga, Luzon, Decembre. (Foxworthy, n. 2006). — Leyte
centrale, altitudine 1150 m. (Rosembluth, n. 16888). Questi
esemplari sono tutti nell’erbario di Manila i nn. 3791, 752,
2466, 3037, 252 si trovano anche nell’erbario di Kew.
Freycinetia Robinsonii var. latifolia u. v.
Folia brevioria, lanceolata, acuminata, vaginantia, 17-25
mill, lata, basi angustata.
Habitat. Sablan, Provincia di Beuguet, Luzon. (Elmer,
n. 6196 <?) — Los Banos, Provincia di Laguna, Luzon,
Decembre. (Hallier s. n. ; Elmer, n. 8242 $ , herb. Manila
e Kew). — Syabandoc? a circa 1000 metri : Giugno. (Lolier,
n. 5443). — Montalban, Provincia di Rizal, Luzon. (Loher,
n. 544S). — Monte Mattalia, Provincia di Rizal, Luzon. (Lo-
her n. 5444, herb. Kew). — Isola Negros, Damaguete (Cuer-
nos Mts.) Provincia di Negros orientale. (Elmer, Phil. pi.
n. 9620, herb. Martelli).
12. Freycinetia montalbanica u. sp.
Caulis 5 mill, crassus, intemodis 6 mill, longis. Folia
imbricata, ascendentia, recta; rigida, pergamenacea, linearia,
superne sensim attenuata et acuminato-subulata, 25-30
centim. longa, 6-7 mill, lata, parte basilari vaginanti
2 ‘/s cent, longa ; auriculis membranaceis, e basi 5 mill,
lata attenuato-acutis ; laminae margines crebre minute et
saepe fei'e inconspicue dentati, dentibus superioribus ad-
pressis, iuferioribus patentissimis, inaequalibus ; costa me-
dia subtus acuta, in tertiam inferiorem partem levis, ce-
terum crebi’e et minute spinulosa. Iuflorescentia $ terna;
pedicellis 2 ijì cent, longis, 2 mill, crassis, in apice tantum
— 19 —
scabrido-squamulosis. Syncarpia (immatura) oblonga, 2 */
cent, longa, 12 mill, crassa. Baccae (immaturae) apice li-
berae, acute pyramidatae, angulosae, vertice angusto. Stig-
mata vulgo 4, interdum 3, raro numerosiora.
Habitat. Montalban, Provincia di Rizal, Luzon a Butay.,
a 1380 metri : Aprile. (Loher, s. n., herb. Kew).
13. Treycinetia Cumingiana Gaud. Bonite, tab. 37, fig.
12-14 et tab. 60; C. B. Robinson, Alabastra Philip,
in Bull. Torrey Bot. Club, 1908, p. 64. — Freycinetia
luzonensia Presi. Epim. bot. p. 238 (excl. var. hete-
rophylla ); Miq. FI. Ind. Bat. Ill, p. 172; Warb. in
Engl. Pflanzenreich, p. 35; Merrill, in Philip. Journ.
of Science, 1908 (non 1906), p. 311.
Folia herbacea, patentia, lineari -lanceolata vel lanceolato-
acuminata, 10-14 (18 cent. Warb.) longa, 7-20 mill, lata,
basin versus attenuata, semiamplectentia, subtus longitudi-
naliter venis subdistantibus percursa, transverse tessellata;
auriculis scariosis, latis, apice rotundatis et cibato -fimbria-
ti ; laminae marginibus in parte intermedia levibus, in
parte basilari, brevi tractu, et a medio usque ad apicem
minute spinulosis; costa media in tertiam superiorem par-
tem nuda, ceterum usque ad apicem, remote et acute spinu-
losa. Spathae decrescentes, late ovatae, in acumen elongatum,
cuspidatum, triquetrum, subulatum productae. Inflorescentia
terna, pedicellis 2 4/3 cent, longis, 1 */> mill, crassis, in dimi-
diam superiorem partem scabrido-squamosis, infra medium
squamulis per series longitudinales ordinatis, praeditis. Syn-
carpia oblonga, 15-18 mill, longa, 9-10 mill, crassa. Bac-
cae (immaturae) in dimidiam superiorem partem liberae,
pyramidatae et acute costnlatae, vertice angusto, plano ;
stigmata bina, interdum terna.
Habitat. Luzon, Provincia di Camarines australe. (Cu-
ming, pi. philip. n. 1455, herb. Praga, Pietroburgo, Kew,
— 20 —
Berlino, Monaco, Boissier, British Mus.) ; — M.te Isarog
Prov. Camarines, lungo le sponde del fiume. (Curran, n.
11361, $. herb. Manila).
Nella descrizione della Freycinetin. luzonensis, esclusa la
var. heterophylla (1), io non vedo che il Presi abbia confuso
più di una specie, come sembra evidente al sig. C. B. Robin-
son (Torrey Bot. Club., 1908, p. 64). Infatti in tutte le colle-
zioni delle piante di Cuming che ho esaminato, compresa
quella dell’erbario Presi nel Museo di Praga, il numero 1455,
sul quale Presi ha fondato la sua specie, è rappresentato
solo da esemplari riferibili alla tipica F. luzonensis.
Recentemente il nome di F. luzonejisis venne da taluni
autori attribuito a specie affini ma distinte da essa; e Mer-
rill nel suo ultimo lavoro (Philippine Freycinetia p. 311)
riconosce e rettifica l’errore in cui egli pure era caduto.
Il Warburg (in Engler’s Pflanzenreich) volle completare
la descrizione del Presi (redatta solo su esemplari maschili)
aggiungendovi la descrizione del sincarpio; ma l’esemplare
femmineo che ha servito al Warburg per tale aggiunta, e
che trovasi nell’erbario di Berlino, ha un sincarpio giova-
nissimo, quasi in stato incipiente ; quindi i caratteri e le
dimensioni attribuite dal Warburg al sincarpio della
F. luzonensis hanno un valore molto relativo.
Il nome di F. Cumingiana ha il diritto di precedenza
su quello di luzotiensis, essendo stato adoperato da Gaudi-
chaud sino dal 1843, mentre quello di Presi porta la data
del 1S47, come giustamente rileva il sig. C. B. Robinson.
14. Freycinetia leptophylla n. sp.
Oaulis gracilis, 3 mill, crassus, internodis brevissimis, 5
mill, longis ; folia numerosa, approximata, erecto-patentia,
chartacea, anguste lineari-ensiformia, sursum sensim acu-
ii Nella varietà heterophylla a me parrebbe doversi riconoscere \s.~ Frey-
cinetia Willianuii Merr, oppure la F. ensi/olia Merr.
21 —
minato-subulata, 3-4 mill, lata, 10-18 cent, longa, interdum
basi panilo angustata, subtus crebre longitudinaliter \enosa,
parte vaginanti 1 ‘/2 cent, longa ; auriculis subscariosis, la-
tiusculis, apice, brevi tractu, liberis, rotundatis, marginibus
subfimbriatis ; laminae marginibus in parte media levibus,
in parte basilari et apicali minute vel minutissime spinu-
loso-serratis ; costa media subtus, et infra medium usque
ad apicem, spinulis raris munita ; spathae exteriores foliis
simillimae, sed basin versus aliquanto dilatatae, interiores
submembranaceae, late ovato - lanceolatae, plus minusve
in acumen trigonum, foliaceum productae, in costa media
et ad margines, in parte foliacea tantum, spinulosae vel
subtilissime spinuloso-ciliatae. Inflorescentia termina-
ls, quaterna vel terna ; pedicellis tenuibus, 1 2 l/8 cent,
longis ; spicis staminiferis cylindraceis, 5-8 mill, longis,
fere 2 mill, crassis. Spadices $ terni, pedicellis 2 i/i cent,
longis, 2 ‘/s mill, crassis, clavatis, apice squamuloso-scabris.
Syncarpia globosa, 10-12 mill. diam. (immatura). Drupae
luteo-coccineae (Loher), in earum dimidiam superiorem
partem liberae, pyramidatae, costulatae. Stigmata 4 vel 5,
interdum 3.
Habitat. Montalban, Provincia di Rizal, Luzon, Marzo.
(Loher, s. n. et n. 5452, 5453, mixta cum F. Williamsii Merr.
herb. Kew ; (n. 5453 etiam in herb. Martelli).
15. Preycinetia Vidalii Hemsl. in Kew Bull., 1896,
p. 166 ; Warb. in Engl. Pflanzenreicli, 36 ; Merrill,
Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science,
1908, p. 311. — Freycinetia Villarii Elmer, Leaflets
Philip. Bot. p. I p. 362. — F. confusa Elmer (non
Ridley) 1. c. p. 213.
Habitat. Bayombon, Provincia Nueva Vizcaya, Luzon.
(Vidal n. 3964, herb. Kew.). — Lucban, Provincia di Taya-
2
— 22 —
bas, Luzon. (Elmer, Pliil. pi. n. 7381, herb. Martelli e Manila;
n. 9007, herb. Martelli) (1).
Il sig. Elmer diede il nome di F. confusa ad una cre-
duta specie nuova, essendo stato indotto in errore dalla
non giusta posizione di sezione nella quale il Warburg
aveva collocato la F. Vidalii. Avvertito che tale nome
specifico di confusa era stato usato dal sig. Ridley per
una specie della Penisola Malese affatto diversa, 1’ Elmer
nella « Errata » 1. c. p. 362, cambiò il nome di F. confusa
in quello di F. Villarii, ma non mi pare dubbio che la spe-
cie Elmeriana altro non sia, come pensò anche il Merrill,
che la Freycinetia Vidalii Hemsley. (2).
Sectio II. Pleiostioma.
16. Freycinetia Elmerii Martelli. — F. palawanensis
Elmer (p. p.), Leaflets Philip. Bot. I, p. 216, non
Merrill.
Caulis 7 mill, crassus, submollis, internodis 1-1 */s cent,
longis. Folia 30-35, interdum 40 cent, longa, linearia, 8-12
cent, lata, superne seusim attenuata, apice acuminato-subu-
lata, utrinque, in sicco, longitudinaliter rugoso-venosa, basin
versus longe seusim attenuata, in ima basi breviter cana-
liculata, semi-amplectentia nec vaginantia ; auriculis albo
membranaceis, elongatis, apice acutis, cito in fibras solutis;
laminae marginibus et costa media subtus, in parte apicali
tantum, spinulosis. Inflorescentia terna, spathis crasse co-
(1) L’esemplare distribuito dal sig. Elmer col nome di F. Vidalii Hemsl.
Phil. pi. n." 8711. (herb. Martelli) è da riferirsi alla Freycinetia Williamsii
Merrill.
(2) Ridley, pubblicò i « Materials for a Flora of the Malayan peninsula »
nel luglio del 1807 ; mentre il fascicolo dell’ Elmer « Leaflets of Philip.
Botany », ove è descritta la F. confusa, comparve il 14 ottobre dello stesso
anno.
— 23 —
riaceis, lanceolati vel ovato-lanceolatis, involuta ; spatha
exterior ceteris major, 7-12 cent, longa, 17 mill, lata,
apicem versus attenuata, longe acuminato-subulata, mar-
ginibus et costa media acute denticulatis ; spathae inte-
riors minores et acutae. Tnflorescentia terna, pedicellis
1 ‘/s cent, longis, 2 mill, crassis ; parte antherifera 2 ‘/2 cent,
longa, cylindracea, albo-lutea. Inflorescentia $ terna, pe-
dicellis 12 mill, longis, 4 mill, crassis, glabris. Syncarpia
cylindraeeo-conica, 2 */2 — 5 cent, longa, 1 cent, crassa.
Baccae fere 5 mill, longae, prismaticae, papilla prominula
terminatae ; stigmata latiuscula, 5-7, interdum 3, in circulo
disposi ta; semina linearia, raphe et strophiolo angustis,
albo-membranaceis, cincta.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon. (Elmer,
Philip, pi. n. 7810 , 9383 $ ); — Dumaguete (Cuernos Mts.),
Provincia Negros orientale, Isola Negros. (Elmer, Philip, pi.
n. 10,070 cf , herb. Martelli). — - Malabang, Provincia di Cota-
bato, Mindanao. (Mrs. Strong Clemens, n. 796. $ , herb.
Manila).
Oltre i numeri citati, il sig. Elmer riporta alla sua
F. palawatiensis i nn. 9009 e 8226 delle sue « Philip,
plants », numeri che non ho visto, ma che ho ragioni
per ritenere che appartengano alla mia F. Elmer ii, prove-
nendo dalla stessa località.
La mia F. Elmerii è specie senza dubbio molto affine
alla F. palawanensis Merr.; ma con il materiale sin ad ora
disponibile, a me appariscono due specie distinte ; potrebbe
anche darsi però che possedendo una più numerosa serie di
esemplari resultasse che l’una è solo una varietà dell’altra.
17. Freycinetia palawanensis Merrill in herb. ; El-
mer, Leaflets Philip. Bot. I, pag. 216 (pro parte).
Caulis 4-5 mill, crassus, internodis 6-12 mill, longis. Fo-
lia submembranaceo-coriacea, lanceolata, 20 cent, longa,
7-10 mill, lata, utrinque, in sicco, longitudinaliter crebre
24 —
et minute rugoso-venosa, superne acuminata, apice longiu-
scule subulata, basin versus longe angustata, supra cana-
liculata, basi vaginantia nec semiamplectentia; auriculis
albo-membranaceis, cito marcescentibus, circiter 3 cent, lon-
gis, basi 6 mill, latis, apice acutis ; laminae marginibus in-
teo-ris, in extremo acumine dentibus nonnullis minutis cal-
losis instructis ; costa media subtus apicem versus acute
prominula, remote et irregulariter spinulosa. Spathae par-
vae, lanceolatae, breviter subulato-acuminatae, vel acutae,
naviculares, omnes valide coriaceae, externae 4 */a cent, lon-
gae, 1 cent, latae ; spatha interior minima, tantum in acu-
mine ad margines calloso-denticnlata. Inflorescentia $
brevis, terna; pedicellis 1 cent, longis, 3 mill, crassis, gla-
bris. Syncarpia cylindraceo-subconica, 2-3 cent, longa, 1
cent, crassa. Baccae prismaticae, fere 5 mill, longae, angu-
losae, basi latae, in fere tertiam superiorem partem liberae,
ibique aliquantum anguloso-pyramidatae, vertice plano-
truncato, discoideo, 2 mill. lato. Stigmata 4, interdum 3,
raro 6, lata, dissita ed a sulcis separata.
t
Habitat. Nell’ Isola Palawan sul Victoria Peak, Kunao,
all’altezza di 900 metri sul mare (steep rochy slope, above
water fall). Marzo 1906. (Foxworthy, n. 706, in herb.
Manila).
Nell’erbario di Manila, Merrill assegnava il nome di
Freycinetia palatcanensis alla pianta di Foxworthy por-
tante il n. 706 sopra indicato, senza però darne una descri-
zione. Elmer in seguito pubblicò una descrizione della
F. palawonensis Merrill, redatta sopra esemplari dallo stesso
Elmer raccolti a Lucban nella provincia di Tayabas, Lu-
zon (Elmer, Philip, plants n. 8226 et 9009).
Da quanto però io ho potuto riconoscere, dietro un at-
tento esame, mi risulterebbe che nella F. palawanensis ,
come è intesa da Elmer, si comprendono due specie distinte,
vale a dire: la vera F. palawanensis Merrill sopra descritta,
di Palawan, ed un’altra, che sarebbe la pianta di Lucban e
della quale ho fatto la F. Elmerii.
— 25 —
18. Freycinetia Jagorii Warb. in Engl. Pflanzenreich,
p. 39; Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of
Science, 1908, pag. 313.
Caulis tenuis, 3 mill, crassus, internodis 11-13 mill, lon-
gis. Folia dissita, coriaceo-membranacea, 7-10 (Warb. 18)
cent, longa, 12 usque 20 mill, lata, lanceolata, acuminato-
cuspidata, basi angustata et non vaginantia; auriculis cito
evanidis, angustis, ambitu leviter rotundatis ; laminae mar-
ginibus, in cuspide tantum, subcalloso-denticulatis ; costa
media subtus acuta et in dimidiam superiorem partem
raris dentibus, minutis, spinescentibus, munita. Inflorescen-
tia cf terminalis breviter racemosa; spathae non confertae,
decrescentes, inferiores 1 lj — 2 cent, latae, naviculares, ovato-
lanceolatae vel obovatae, acutae ; spatha exterior acumi-
nata. Spadices 4-6, racemosi, pedicellis levibus, 12 mill,
lougis, gracilibus, 2 mill, crassis, subclavatis; parte stami-
nifera cylindracea, 15 mill, longa, 2 mill. diam. Antherae
subsessiles, late-ovatae. Inflorescentia $ racemosa, quaterna
vel quina; spathis caducis; pedicellis fere 1 cent, longis, 2
mill, crassis, gracilibus, glabris. Syncarpia (immatura) cy-
lindracea, 2 cent, longa, 5 mill, crassa. Drupae omnes ap-
proximatae, in vertice convexiusculae; stigmata 4, parva et
anulo prominulo circumdata.
Habitat. Samar. (Jagor n. 954, herb. Berol. tf). — Min-
danao, Camp Keithley, Lake Lamao. Sett. Ott. (Mrs. Strong
Clemens, s. n. cf, $, herb. Manila e Martelli).
19. Freycinetia philippinensis Hemsl. in Kew Bull.
1896, p. 165; Warb. in Engl. Pflanzenreich, p. 40;
Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of
Science, 1908, p. 313.
Habitat. Isole Filippine senza altra indicazione di loca-
lità. (Cuming, n. 1898); — Montalban, Provincia di Rizal,
— 26 —
Luzon. (Loher, n. 5446) ; — Monte Matulid, Luzon, a
1200 m. Marzo. (Loher, n. 5464, herb. Kew.).
20. Freycinetia rigida Elmer, Leaflets Philip. Bot. 1
p. 362. — F. Hemsleyi Elm., non Warb., 1. c. p. 214.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon. (Elmer,
Philip, pi. n. 7847, herb. Martelli e Manila).
II Sig. Elmer distribuì pure col nome di Freycinetia ri-
gida Hemsl. degli esemplari raccolti nell’isola Negros (Elmer,
Philip, plants n. 9677). Considero però tali esemplari come
appartenenti ad una specie diversa, che ho chiamato F.
cuernosensis.
21. Freycinetia cuernosensis n. sp.
Folia 70 cent, longa, subherbacea, 5 cent, lata, lorifor-
mia, utrinque longitudinaliter manifeste venosa, subabrupte
in apicem trigonum, acuminatum, attenuata, basi, brevi
tractu, sensim angustata et superne canalieulata ; auricu-
lis 4 cent, longis, latis, apice rotundatis, deciduis; margini-
bus in eorum tertiam inferiorem partem serratis ; laminae
marginibus dentibus brevibus et teuuibus praeditis, in parte
media levibus, prope apicem et in acumino brevissime den-
ticulatis; costa media acute prominenti et in fere quartam
superiorem partem dentibus minutis, subdistantibus munita.
Inflorescentia 2.... (integra non vidi). Syncarpia valida, cy
lindracea; baccae validae, confertae, acute prismatico-pen-
tagonae, 15 mill, longae, 5 mill, crassae, in earum quintana
superiorem partem liberae, ibique pyramidatae et subirre-
gulariter pentacostulatae, vertice plano, circulari, 2 mill,
diam.; stigmata 5. Semina linearia, 1 */, mill, longa; raphe
crassa, prominula, longitudinaliter percursa.
Habitat. Dumaguete (Cuernos Mounts), Provincia di Ne-
gros orientale, Isola Negros. Marzo. (Elmer, Philip, pi.
n. 9677, sub Freycinetia rigida , herb. Martelli).
— 27 —
22. Freycinetia scabripes Warb. in Engl. Pflanzenreich,
p. 41; Merrill, Philip. Freycinetia in Philip. Journ.
of Science 1908, p. 318. — F. dilatata Merrill, ex
Elmer, in Leaflets Philip, bot. I, p. 214, 362; Mer-
rill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science,
1908, p. 313.
Habitat. Luzon, Provincia di Bataan. (Warb. s. u. herb.
Berlino). — Lamao River, Provincia di Bataan, Luzon,
Maggio. (Maule, n. 4529). — Panay, Provincia di Rizal,
Luzon. (Merrill, n. 2301). — San Isidro, Provincia di Rizal,
Luzon, al limitare della foresta dal lato del monte, Gen-
naio. (Foxworthy, n. 99). — Monte Abadoc, Provincia di
Cagayan, Luzon. (Curran, n. 17219, herb. Manila). — Lucban,
Provincia di Tayabas, Luzon, negli scoscesi burroni del
monte Banahao, a 700 m., rara. (Elmer, Philip, plants
n. 9008 (1), herb Martelli e Manila).
Non tutti i numeri citati dal Sig. Merrill come riferibili
alla F. scabripes , sono stati da me riportati a questa spe-
cie. Il n. 2301, un esemplare maschile, è secondo me, in-
dubbiamente riferibile alla stessa specie alla quale appar-
tiene l’esemplare femmineo n. 4529, mentre il Sig. Merrill
ritenne essere detto n. 2301 di F. dilatata Merrill. Anche
l’esemplare n. 99 (herb. Manilla) che il Merrill considera
come appartenente a specie distinta dalla F. ferox ed è ri-
condotto alla F. dilatata , a me invece non parrebbe diffe-
rire dalla F. scabripes. Sempre a mia opinione, non mi sento
troppo disposto a considerare come di F. scabripes gli esem-
plari : n. 7902, Elmer, Philip, plants, ed il n. 3806, Fenix
(herb. Manila e Martelli); invece rispettivamente io ricon-
durrei il n. 7902 alla F.. banahaensis, ed il n. 3806 alla
F. batanensis.
(1) Agli esemplari portanti questo numero sono unite delle spate che io
ritengo appartenenti ad una specie di Pandanus.
— 28 —
23. Freycinetia atocensis n. sp.
Caulis 7 mill, crassus, internodis 2 cent, longis ; folia
subcoriacea, 50-60 cent, longa, linearia, 17-19 mill, lata,
apice attenuato-acuminata, subalata, subtus crebre venosa
et tessellata, basi late dilatata, amplectentia ; auriculis sub-
angustis, apice breviter liberis, ibique dentatis ; laminae
marginibus in parte media nudis, et e basi usque fere ad
medium dentibus brevissimis subliorizontalibus, crassiuscu-
lis, irregularibus, plus minusve distantibus armatis, apice
minutissime subdistanter serratis. Inflorescentia mascula
plurimis spatkis induta ; spathae exteriores foliis subcon-
formes sed breviores, coriaceae, basi sensim expansae ; inte-
riores carnosae. Spadices terni, pedicellis 3 cent, longis,
3 mill, crassis, glabris, in parte staminifera, 5 cent, longa,
8 mill, crassa, cylindracei; fìlamentis 2 mill, longis; an-
theris brevibus, oblongis. Inflorescentia $ terna, pedicellis
4 cent, longis, 8 mill, crassis, sub vitro minute impresso-
punctulatis, apice et secus costulas longitudinales nonnullas
verrucosis. Syncarpia (immatura) cjdindracea, 8 cent, longa,
2 y cent, crassa. Baccae numerosissimae, confertae (imma-
turae), prismaticae, apice truncatae, plus-minusve compres*
sae et costulatae. Stigmata vulgo 6, raro 5.
Habitat. Atoc, Provincia di Benguet, Luzon (Loker,
n. 1570, herb. Kew.).
24. Freycinetia negrosensis Merrill, Philip. Freyci-
netia, in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 313.
Habitat. Frequente sulle creste del Monte Silay a 1000-
1100 m., nella Provincia di Negros occidentale, Isola Negros,
(Whitford, n. 1541, herb. Manila e Kew).
— 29 —
25. Freycinetia banaliaensis Elmer, Leaflets Philip.
Bot. I, p. 215.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon. (Elmer,
Philip, pi. n. 7902, herb. Martelli).
Il Merrill (Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science,
1908, pag. 313) considera questa specie come eguale alla
F. ferox Warb. A me pare che fra gli altri caratteri il nu-
mero degli stimmi e la disposizione loro, non che la forma
dell’apice della bacca, facciano differenziare assai la Frey-
cinetia ferox dalla F. banahaensis.
20. Freycinetia batanensis n. sp.
Caulis fere 2 cent, crassus, internodis brevissimis. Folia
conferta, imbricata, coriacea, 80 et ultra cent, longa, 2 '/,
cent, lata, linearia, e medio usque ad apicem sensim atte-
nuato-acuminata, supra nitida, subtus pallida, crebrerrime
et minute longitudinaliter venosa, in ima basi paullo sen-
sim dilatata, amplectentia, ibique, in pagina superiore, ve-
nuloso-crispata, levi (nec impresso-punctulata) ; auriculis
submembranaceis, 5 cent, longis, 5 mill, latis, superne atte-
nuati, apice acutis; laminae marginibus basi et in extremo
apice, brevissimo tractu, nonnullis dentibus brevibus vel
minutis praeditis. Inflorescentia $ quaterna, valida; pedi-
celli 7 l/s cent, longis, 6-8 mill, crassis, scabris, dorso
nudis. Syncarpia cylindracea, 7 7,-11 cent, longa, 17-20 cent,
crassa ; baccae confertae, prismaticae, penta-exagonae, 9
mill, longae, 4 mill, crassae, parte apicali libera, brevis-
sima (2 mill.), subpyramidata, penta-exagona ; vertice sub-
irregulari truncato, plano, 2 mill, lato, anulo levi cincto.
Stigmata persaepe 5, vel numerosiora, in circulo disposita.
Habitat. San Domingo de Basco, Isola Batan, presso la
— 30
sommità del Monte Fraya, Giugno. (Fenix, n. 3806, herb.
Manila). — Luzon Central. (Loher, n. 156, herb. Kew).
Il sopra rammentato esemplare dell’ Isola Batau, era stato
dal sig. Merrill, « Philip. Freycinetia », riferito alla F.
scabripes Warb. L’altro campione raccolto dal Sig. Loher
si compone di sincarpi $ > i quali però sono affatto iden-
tici a quelli della pianta di Batan.
27. Freycinetia peripiezocarpa n. sp.
Caulis 1 cent, crassus, internodis brevissimi, 5 mill,
longis. Folia imbricata, congesta, valde coriacea, elongata,
sensim apicem versus attenuato-acuminata, 3 cent, lata, 60
cent, (et ultra ?) longa, supra nitida, subtus glaucescentia,
crebrerrime et minutissime longitudinaliter venosa, basi
canaliculata, amplectentia ; auriculis 8 cent, longis, subcar-
tilagineis, basi 7 mill, latis, lanceolati, apice acuti ; la-
minae marginibus basi breviter denticulato-serratis, apice
remotiuscule et brevissime denticulatis ; costa media sub-
tus acutissima, apicem versus brevissime spinuloso-denti-
culata. Iuflorescentia $ spathis plurimi cincta ; spathae
exteriores foliis simillimae sed breviores, 60 cent, lon-
gae, decrescentes, basin versus aliquantum dilatatae ; spa-
thae interiores numerosae, foliis dissimiles et multo bre-
viores, crassae, albidae. Iuflorescentia terna (vel syncarpis
numerosioribus constans?); pedicellis 6 cent, longis, 6-8 mill,
crassis, angulosis, furfuraceo-scabridis, secus angulos vix
squamulosis. Syncarpia cylindracea, 8-10 cent, longa, 10-17
mill, crassa (immatura) ; baccae immaturae confertae, com-
pressae, 1 mill, spissae, 2-3, interdum 5 mill, longae,
rectaugulares, longitudinaliter dispositae. Stigmata 6-12,
interdum numerosiora, biseriata.
Habitat. Benguet, Provincia di Luzon, a 1600 metri,
ove è comune. Decembre. (Merrill, n. 18020); — Caopian,
Benguet, nelle foreste a 1600 m. (Curran, n. 10858, 10908 ;
herb. Manila).
— 31 —
28. Treycinetia megacarpa Merrill, in Philip. Journ.
of Science, 1908 p. 314.
Habitat. Mindanao, Camp Keithley, Lake Lamao, (Mrs.
Strong Clemens, s. n., herb. Manila).
29. Freycinetia Merrillii Elmer, Leaflets Philip. Bot., 1,
p. 216; Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ.
of Science, 1908, p. 314.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas. (Elmer, Philip,
pi. n. 9010, herb. Manila e Martelli). — Vulcano Banahao,
Provincia di Laguna, Luzon. (Loher n. 5458, herb. Kew).
30. Freycinetia monocephala Elmer, Leaflets Philip.
Bot., 1, p. 78, 218 ; Merrill, Philip. Freycinetia, in
Philip. Journ. of Science, 1908, p. 314.
Inflorescentia parva, terminalis, terna; spathae parvae,
2 cent, longae, 8-5 mill, latae, naviculares, ovato-lanceo-
latae, acuminato-cuspidatae vel acutae, venis robustis Ion-
gitudinaliter percursae ; spatha exterior omnium brevior et
multo angustior, cibata. Pedicella levia, fere 1 cent, longa,
gracilia, 1 mill, crassa, parte antherifera brevissima, oblonga;
antheris subrotundatis, filamentis longiusculis.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon. (Elmer,
Philip, pi. n. 7380, herb. Martelli e Manila). — Monte Ba-
nahao, Provincia di Tayabas, Luzon, sul limitare della fo-
resta a 7500 m. (Whitford, n. 971, herb. Manila). — Monte
Aquilog, Provincia di Rizal, Luzon; Marzo. (Loher, n. 5450).
— Montalban, Provincia di Batay, Luzon, Aprile. (Loher,
n. 1995 et n. 5445 herb. Kew e Martelli).
— 32 —
31. Freycinetia ensifolia Merrill, in Govern. Labor,
pubi. Philip., n. XVII, 1904, p. 5, et Philip. Freyci-
netia, in Philip. Journ. of Science, 1906, p. 25 et
1908, p. 316.
Inllorescentia terminalis terna. Spathae albo-vires-
centes, exteriores minores aliquanto dilatatae, sursurn in
acumen longum cuspidatum productae ; interiores majores,
usque 25 mill, longae, late ovatae, fere 1 cent, latae, con-
vexae, subabrupte acuminato-cuspidatae, marginibus, fim-
briato-denticulato-ciliatis. Pedicella 1 cent, louga, gracil-
lima, 1 mill, crassa, levia; parte staminifera globosa, parva ;
antheris albis, parvis, rotundatis.
Habitat. Baguio, Provincia di Benguet, Luzon setten-
trionale. (Williams, n. 1013); — Lamao River, Monte Ha-
riveles, Provincia di Bataan, Luzon, (Borden, n. 1347, herb.
Manila). — Montalban, Provincia di Rizal, Luzon. (Loher,
n. 5449); — Vaguiliang, Luzon centrale. (Loher, n. 1503, et
1420). — Sablan, Provincia di Benguet, Luzon. (Loher,
n. 1530, , herb. Kew). — Monte Banajo. Ottobre. (Lau-
glasse n. 83, herb. Paris).
32. Freycinetia Williamsii Merrill, Philip. Freycinetia,
in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 315.
Caulis triangularis, ramis longe foliosis, internodis 1
cent, longis. Folia dissita, rigida, erecto-patentia, lineari-
lauceolata, sursurn sensim acuminata, 15-25 cent, longa,
7-10 mill, lata, utrinque longitudinaliter venosa, basi an-
gustata et longe (2-3 cent.) vaginantia, subito supra basin
abrupte patula; auriculis membranaceo-scariosis, hyalinis,
cito evanescentibus, 2 ‘/,-3 mill, longis, 5 mill, latis, apice
rotundatis, in parte apicali ciliato-fimbriatis ; laminae mar-
33 —
ginibus in parte basilari, dentibus crassiusculis, brevissimis,
patentissimi praeditis, apice remote et brevissime denticu-
lato-serratis ; costa media, subtus, in dimidiam superiorem
partem et ultra, serrulata. Inflorescentia mascula terna.
Spathae exteriores foliaceae, basi dilatatae; spathae interio-
res exterioribus breviores, late ovatae, fere 2 cent, latae, in
acumen elongatura, filiforme, productae. Pedicella brevia,
2 cent, longa, gracilia, 2 mill, crassa, levia, parte stamini-
fera oblonga ; antheris globosi. Inflorescentia $ spathis
cito cadimi induta, terna vel bina, interdum monocephala;
pedicelli brevibus, 1 i/2 cent, longis, et 2 mill, crassis,
glabris. Syncarpia globosa, vel ellipsoidea, dum matura
2-3 cent. diam. Baccae, maturae, pallide rubrae, lagenae-
formes, pentagonae, rostratae, 9 mill, longae, 4 mill, latae,
in earum dimidiam superiorem partem liberae; stigmata 4-6.
Serniua linearia, 3 mill, longa, a raphe lata, tantum latera-
liter, cincta.
Habitat. Monte Makiling, Provincia di Laguna, Luzon,
Aprile. (Loher, n. 5455); — Castilla, Provincia di Bizal,
Luzon, Marzo. (Loher, n. 5460); — Montalban, Luzon. (Lo-
her, n. 5453, mixta cum F. leptophylla). — Siya-bundok,
Provincia di Rizal, Luzon. (Loher, n. 5461, herb. Kew). —
Baguio, Provincia di Benguet. Luzon. (Elmer, Philip, pi.
n. 8711, sub F. Vidalii, herb. Martelli).
33. Freycinetia sphaerocephala Gaud. Voy. de la
Bonite, tab. 52; Warb. in Engl. Pflanzenreich, p. 35;
Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of
Science, 1908, p. 314 ; — F. globosa Merrill, in
Philip. Journ. of Science, 1907, p. 260; Elmer, Lea-
flets of Philip, bot., 1, p. 217.
Habitat. Provincia di Albay, Luzon. (Cuming, n. 839,
herb. Kew.) — Monte Halcon, Mindoro, a 1000 metri, sul
limitare della foresta. (Merrill, n. 5791, herb. Manila).
— 34 —
Merrill riporta alla F. sphaerocephala la F. strobilacea
Vidal (non Bl.), Phaner. Cuming. Philip., 1885, p. 154 e
Revis. PI. vas. Filip., 1886, p. 280) ; ma io non ho dati per
adottare simile maniera di vedere, non avendo Vidal ac-
compagnata la sua citazione con una diagnosi o descri-
zione qualsiasi. Forse il sig. Merrill ha potuto vedere
qualche campione dell’erbario Vidal ? E da escludersi in
ogni caso che la specie a cui accenna il Vidal, col nome
di F. strobilacea, sia la stessa di quella descritta dal Blume.
34. Freycinetia rostrata Merrill, in Philip. Journ. of
Science, 1906, Supp., p. 177.
Habitat. Mindanao, Lago Lamao, Camp Keithley. (Mrs.
Strong Clemens, n. 475, herb. Manila, e Martelli). — Samar
Laraag. (Merrill, n. 5235, herb. Manila).
35. Frecynetia Warburgii Elmer, Leaflets Philip. Bot., 1,
p. 218; Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ.
of Science, 1908, p. 315.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon. (Elmer,
Philip, plants, n. 8229, herb. Martelli). — Montalbau, Luzon,
Marzo. (Loher, n. 5463, herb. Kew).
Specie imperfettamente conosciute.
Alla precedente rassegna debbo aggiungere due specie
di cui ho studiato solo esemplari incompleti e delle quali
quindi non posso indicare le precise affinità.
Freycinetia sp. ?
Habitat. Sablan, Provincia di Benguet, Luzon. Aprile.
(Elmer, n. 6217, herb. Manila et Kew).
— 35 —
Merrill riporta il citato esemplare alla F. rigida Elmer.
A me però sembra che possa appartenere ad una specie
non ancora descritta; ma trattandosi di un unico esemplare
e per di più maschile, non credo opportuno, per ora, di
stabilire una nuova specie sopra un materiale così scarso
ed incompleto.
Freycinetia sp.
Habitat. Isola di Paragua, E-vi-ig River. (Merrill, n. 779,
herb. Manila).
Caulis tenuissimus, 2 mill, crassus, internodis 8-10 mill,
longis. Folia remota, parva, subreclinata, anguste lanceo-
lata, persaepe falcata, apice subulato, 7-10 cent, longa, 5-7
mill, lata, longitudinaliter paucis venis utrinque prominu-
lis, subdistantibus, percursa, basi paullo angustata, in ima
basi abrupte dilatata et amplectentia ; auriculis 7 mill,
longis, latissimis, membranaceis, in apice rotundatis, ibi-
que paullo fimbriatis ; laminae marginibus in parte media,
brevi tractu, levibus, ceterum dentato-ciliatis, sive denti-
bus parvis, gracilibus praeditis. Costa media subtilissima, e
medio usque ad apicem remote spinulosa.
L’esemplare è sterile, ma dai caratteri che presentano
le foglie ritengo, per certo, che appartenga ad una specie
ancora indescritta.
Studio monografico del genere “ Raphia „
PER
ODOARDO BECCARI
(Tavola I)
Raphia, Palisot de Beauvais.
Nel voi. IV del giornale « L’Agricoltura coloniale » di
Firenze, ho di già fatto conoscere le generalità relative
alle Raphia, ed ho anche trattato dei prodotti che da que-
ste si ottengono, non che dei vari usi ai quali si prestano,
accompagnando lo scritto con la rappresentazione foto-
grafica dei frutti di quasi tutte le specie conosciute. La
presente rivista del genere Raphia è quindi un comple-
mento del lavoro pubblicato nel rammentato periodico.
Le specie di Raphia sono state sino a qui molto som-
mariamente studiate, principalmente in causa dello scarso
materiale esistente nelle collezioni, e che bene spesso si
riduceva a solo qualche frutto staccato. Per questo motivo
i caratteri principali sui quali, per lo più, sono state fon-
date le specie, sono stati desunti dai frutti. In seguito
però al presente studio ho potuto riconoscere che tali ca-
ratteri sono spesso molto fallaci, essendo la forma e gran-
dezza dei frutti delle Raphia variabilissimi nella medesima
specie. Forse le foglie potrebbero anche servire per la dia-
gnostica delle specie, se di tutte si possedessero saggi
completi e fra loro comparabili ; di fatto però di varie spe-
cie non si conosce tale parte della pianta ; di alcune si hanno
saggi tolti da foglie di piante giovani, di altre si hanno
quelli di piante adulte, ma di queste ora si hanno i segmenti
della sola parte apicale, ed altre volte quelli della parte cen-
trale o della basilare ; di modo che, siccome i segmenti va-
3
riano moltissimo per la grandezza, per la forma, e per varie
particolarità, a seconda dell’età della pianta ed a seconda
della posizione che detti segmenti occupano lungo il ra-
chide, così non è prudente servirsi dei caratteri diagnostici
desunti soltanto da questi.
I fiori, maschili e femminili, ma più specialmente que-
sti secondi, offrono invece differenze notevoli facilmente
apprezzabili, ed assai costanti nelle varie specie ; e questi
organi, a me sembra, forse meglio dei frutti e delle foglie
possono essere utilizzati per la distinzione ed il ricono-
scimento delle specie, tanto più che una parte di loro
essendo coriacei e quindi di natura serbevolissima, rimane
quasi sempre inalterata lungo le spighette, anche quando
queste portano i frutti maturi. E quindi principalmente
dai caratteri desunti dai fiori che mi son basato per di-
stinguere le specie da me riconosciute.
Per quanto certamente incompleta, la presente mono-
grafia viene ad estendere assai la conoscenza di queste
nobili Palme, e ciò principalmente per merito del be-
nevolo aiuto che ho ricevuto dai Direttori de’ principali
Musei botanici, che liberalmente hanno messo a mia di-
sposizione il prezioso materiale in questi conservato. Mi
sento quindi in obbligo di pubblicamente ringraziare il
Colonnello D. Prain, Direttore dei Giardini reali di Kew,
il Prof. Engler ed il Prof. U. Darnmer del Museo e Giar-
dino botanico di Berlino, il Prof. Lecomte ed il signor
Jules Poisson del Museo e Giardino botanico di Parigi;
i signori Prof. Dybowski ed Ing. Prudhomme del Giardino
Coloniale di Nogent sur Marne, il Dott. Treub, l’emerito
Direttore del Giardino botanico di Buitenzorg, il Dottor
E. de Wildeman del Museo botanico di Bruxelles, il Dot-
tor Herring del Museo botanico di Hamburg, il Prof. Zahl-
brunner del Naturhistorischen Hofmuseum di Vienna, il
Dott. Rendle, Direttore del Botanical Departement al Bri-
tish Museum, il Prof. Henriques di Coimbra, il sig. C. de
Candolle, nell’ Erbario del quale ho potuto studiare l’esem-
plare tipico di R. vinifera, il Prof. Radlkofer, che mi ha
— 39 —
comunicato l’esemplare tipico di R. taedigera, conservato
nell’ Erbario di Martius a Monaco, ed infine il Prof. Ugolino
Martelli, che è riuscito ad ottenere dai suoi corrispondenti
importanti materiali, che mi hanno servito a risolvere al-
cune delle questioni relative alle prime specie di Rapitici
descritte.
RAFHIA.
Conspectus specierum.
A. Spadices recurvi, cylindracei vel vix lobati, in inflore-
scentias partiales numerosas dense congestas divisi.
Flores masculi sub anthesi arcuato-patuli, foemineis
valde longiores.
I. Floris foeminei corolla rudimentaria, in carcero ur-
ceolatum omnino inclusa.
d» Spicae floriferae valde compressae, floribus mascu-
lis et foemineis exacte bifariis. Flores masculi
parvi, staminibus 6-9. Fructus brevissime acute-
que mucronati, squamis valde convexis, profunde
longitudinaliter sulcatis. Seminis integumentum
crassiusculum, spongiosum a nucleo facile sepa-
rabile; albuminis ruminationes vulgo paucae
attamen latae.
a. Fructus turbinati vel subglobosi, vix vel non
longiores quam lati, basi symmetrici.
1. R. Ruffin.
Fructus 4.5-6. 5 cm. longi, 3. 5-4.5 cm. lati, basi
paullo angustati vel subrotundi. Involucellum
floris foemini cupulare.
R. Ruffa ( typica ).
— 40 -
Fructus minores, distincte turbinati, basi atte-
nuati, ibique acuti. Involucellum saepe rudi-
mentarium vel nullum.
R. Ruffia ( pedunculate i).
b. Fructus ± elongati, duplo vel etiam triplo longio-
res quam lati, basi asymmetrici.
Fructus subirregulariter oblongi, subduplo vel
paullo ultra longiores quam lati (8-10 cm.
longi, 3-4.8 cm. lati). 2. R. Kirkii.
Fructus valde elongati, angusti, triplo et ultra
longiores quam lati (11-13 cm. longi, 3-5.5 cm.
lati). R. Kirkii v. longicarpa.
Fructus magni, ovato-elliptici, utrinque aequaliter
nonnihil attenuati, 8-12 cm. longi, 4-4.5 cm.
lati, squamis majoribus circiter 25 mm. latis.
R. Kirkii v. grandis.
4» 4* Spicae floriferae ± compressae, floribus sub-4-se-
riatis, vel raro fere exacte biseriatis.
a. Flores masculi inter majores (25-26 mm. longi),
staminibus 15. FI. foeminei ovati, 16-18 mm.
longi, 6-7 mm. lati, calyce exacte truncato in-
tegro; staminodiis basi in cupulam membrana-
ceam cum corolla connatam unitis ; filamentis
brevibus triangularibus ; antheris conspicuis
deltoideo-sagittatis. Fructus majusculi, ovato-
oblongi, 76-82 mm. longi, 37-39 rnm. lati, con-
spicue mucronati, squamis levissime sulcatis.
3. R. longiflora.
h. Flores masculi 17 mm. longi, staminibus vulgo 12.
Flores 5 late ovati, 10-12 mm. longi, 5-5.5 mm.
lati, calyce exacte truncato, integro; staminodiis
parvis, basi breviter unitis, filamentis triangula-
ribus, antheris inconspicuis. Fructus parvi, ovati
vel subobovati, conspicue mucronati, 5.5 mm.
longi, 3.3 mm. lati ; squamis profundiuscule sul-
catis. 4. R. Laurentii ■
— 41 —
IL Floris foetninei corolla calycem plus minusve supe-
rans.
4* Fructus squamae postice conspicue convexae et bi-
gibbosae, autice planiusculae vel concaviusculae.
a. Fructus obovati, superne rotundati et breviter
couice rostrati, basi asymmetrici (semper ?),
7 cm. longi, 4-4.2 cm. latijsquamis profunde
lateque sulcatis, antico concavis. Semen cre-
bre, profunde et anguste ruminatum. Floris
foetninei spathellula calycem et corollam supe-
rans, acuminata ; calyce latiuscule 3-dentato;
staminodiis in urceolum membranaceum alte
connatum, filamentis brevissimis, triangulari-
bus ; antkeris sagittato-deltoideis.
5. R. Mannii.
b. Fructus late obovato -turbinati, basi symmetrici
ibique acutiusculi, 7.5 cm. longi, 4.5 cm. lati;
squamis antico planiusculis, superficialiter an-
gusteque sulcatis. Seminis ruminationes per-
paucae, intus ampliatae. Floris foeminei spa-
thellula calycis brevior, apice rotundata ; ca-
lyx exacte truncatus, integerrimus. Staminodia
in un urceolum brevem connata, filamentis
elongato-triangularibus; antlieris minutissime.
6. R. textilis.
Fructus squamae a basi usque ad apicem regu-
lariter convexae, plus minusve longitudinaliter
sulcatae.
1. Fructus ovato-elliptici, utrinque subequaliter ro-
tundati vel plus minusve attenuati,
f Floris foeminei calyx in ore truncatus, vel vix
superficialissime obtuseque 3-denticulatus.
a. Spicarum spatellae in margine glabrae. Flo-
ris foeminei involucellum rudimentarium,
squamaeforme. Staminodia in urceolum
membranaceum alte connata ; filamentis
brevibus, triangularibus ; antheris sagit-
tato-deltoideis. Fructus ovato-elliptici,
utrinque rotundati, brevissime mucronati,
5-5.5 cm. longi, 3.3-3.5 cm. lati ; squa-
mis superficialiter lateque sulcatis. Semen
crebre et obsolete vermiculato-sculptum.
7. R. taedigera.
b. Spicarum spathellae in margine demum gla-
brae. Floris foeminei involucellum com-
pletum, cupulare. Staminodia alte connata,
filamentis brevibus, triangularibus ; antke-
ris deltoideo-sagittatis. Fructus anguste
elliptici, longiuscule acuminato-rostrati ;
squamis superficialiter lateque sulcatis.
8. R. Wendlandi.
ft Floris foeminei calyx plus minusve profunde
3-dentatus, vel 3-lobus.
a. Spicarum spathellae in margine dense ciliato-
barbatae. Floris masculi et foeminei calyx
distincte 3-lobus, lobis latiusculis. Floris
foeminei corolla calyce conspicue longior.
Involucellum cupulare, conspicuum. Sta-
minodia alte connata, in parte libera
elongato-triangularia ; antheris anguste
sagittatis, acuminatis. Fructus elongato-
ellipsoidei, 7.5-8 cm. longi, 3-3.5 cm. lati,
apice in mucronem longiusculum acumi-
natum attenuati ; squamis profunde late-
que sulcatis, subcordatis, basi conspicue
emarginatis. 9. B. Gaertneri.
b. Spicarum spathellae in margine conspicue den-
seque ciliato-paleaceae. Floris foeminei
involucellum completum, irregulariter cu-
pulare; calyx trilobus, lobis latis obtusis;
corolla calycem conspicue superans ; sta-
minodia basi connata, in dimidiam supe-
riorem partem libera, ibique elongata et
subulata; antheris anguste sagittatis, acu-
— 43
minatis. Fructus ovato-elliptici, utrinque
rotundati, 6-6.5 cm. longi, 3. 3-8. 5 cm.
lati, breviter abrupteque mucronati. Se-
men laxiuscule, anguste, nitideque ver-
miculato-sculptum. 10. R. vinifera,
c. Spicarum spathellae in margine demum gla-
brae. Floris masculi et foeminei calyx
profunde 3-dentatus, dentibus acutis. Flo-
ris foeminei corolla calyce subaequilonga;
involucellum completum, majusculum,
inacquale ; staminodia alte connata, in
parte libera triangularia, antkeris conspi-
cuis deltoideo-sagittatis. Fructus parvi,
5.5-6 cm. longi, 2.5-2. 7 cm. lati, oblongo-
ellipsoidei, utrinque paulo attenuati, brevi-
ter minuteque mucronati ; squamis pro-
funde lateque sulcatis, basi emarginatis.
Semen ellipsoideum, utrinque acutiuscu-
lum. 11. R. gracilis.
2. Fructus turbinati, vel ± basi attenuati.
f Fructus mediocres, mucrone crasso cylindraceo
obtusissimo terminati. Fructus 8-8.5 cm.
longi, 4-4.5 cm. lati, anguste obovati, vel
obovato-turbinati, basi attenuati, squamis
rubentibus ; semen obovoideum, basi atte-
nuatimi, integumento spisse crustaceo a nu-
cleo facile secedeuti induto, parce ruminato,
ruminationibus angustis, cylindricis, minime
clavatis. 12. R. heberostris.
ft Fructus mucrone brevi gracili acuto terminati,
parvi.
a. Floris masculi calyx profunde 3-dentatus ;
stamina 6-7. Floris foeminei calyx su-
perficialissime 3-denticulatus; staminodia
basi brevissime connata, elongata, inae-
qualia; antheris parvis, deltoideis. Fructus
45 mm. longi, 18 mm. lati; squamis, prae-
— 44 —
cipue ad basin, profundissime lateque
sulcatis. 13. B. Monbuttorum.
b. Fructus 5-6.5 cm. longi, 3-3.5 cm. lati, in
vertice rotundati, basi valde attenuati et
acuti ; squamis basi bigibbosis, profun-
dissime lateque sulcatis. Floris masculi
et foeminei calyx truncatus, stamina 6.
Floris foeminei stamiuodia 6, linearia,
subulata, omnino libera ; antheris incon-
spicuis. 14. B. Gentiliana.
c. Fructus parvi, obovati, basi acutati, 4-4.5 cm.
longi, 21-22 mm. lati ; squamis regulari-
ter a basi usque ad apicem convexis,
latiuscule non valde profunde sulcatis.
Floris masculi et foeminei calyx truncatus.
Floris foeminei staminodia elongata, basi
plus minusve unita; antheris inconspicuis.
15. B. Gilletii.
ft Fructus vulgo inter majores, rostro valido
acuto vel acuminato terminati. (In B. ango-
lensi rostrum non bene notum).
O Rostrum anguste conicum, superne sensim
acuminatum. Fructus clavato-oblongi,
basi acuti et ± asymmetrici, una cimi mu-
crone (15-17 mm. longo) 10-11 cm. longi,
superne 3. 5-4.3 cm. lati ; squamis regu-
lariter convexis, anguste et superficialiter
sulcatis ; semen 6-6.5 cm. longum, cla-
vato-oblongum, in vertice rotundatum,
basi acutiusculum ; embryone circiter ad
tertiam inferiorem partem locato.
16. B. longirostris.
GO Rostrum validum, crassum, apice obliquo,
trigono-pyramidato.
Xi Floris masculi stamina vulgo 18-20, fila-
mentis in corpum carnosum pro maxima
parte unitis. (In B. angolensi flores ma-
sculi ignoti).
— 45
1. Flores masculi majusculi, 20-22 mm. longi;
calice truncato, obsolete 3- denticolato.
Flores foeminei majusculi, ovato-elou-
gati, 2 crn. longi, 8 mm. lati ; calyce
truncato tubuloso-urceolato ; stamino-
diis numerosis (15-16), alte connatis,
in parte libera elongatis, subulatis; au-
theris angustissime sagittatis, subulatis.
Fructus ± basi attenuati ; squamis con-
vexis, superficialissime et anguste sulca-
tis. Seminis integumentum tenuissimum,
nucleo arcte connexum ; albumine an-
guste ruminato.
a. Fructus majusculi late oblongi, 8-10 cm.
longi, 4-4.5 cm. lati, rostro 14-15 mm.
longo; squamis majoribus 2 cm. latis;
semen oblongum, 5.5-7 cm. longum,
2.8-3 cm. latum.
17. R. Hookeri (forma typica).
b. Fructus breviores, obovati, rostro cras-
so, 12 mm. longo terminati, 6-7 cm.
longi, 3.2-3. 5 cm. crassi.
R. Hookeri v. brachile arpa.
c. Fructus angustiores, oblongo-clavati,
8 cm. longi, 3 cm. crassi, rostro 1 cm.
longo; squamis quam informa typica
angustioribus (majoribus 15 mm. la-
tis) vix angustissime sulcatis; semen
basi angustatum, 4.5 cm. longum,
19-20 mm. crassum.
R. Hookeri v. mancipiorum.
d. Fructus anguste clavati, basi longe at-
tenuati, 7.5 cm. longi, superne 2.5 cm.
crassi, mucrone 11 mm. longo termi-
nati ; squamis angustioribus, valde
convexis, levissime vel non sulcatis.
R Hookeri v. angustata.
— 46 —
2. Fructus elongati, clavato-oblongi, 12 cm.
longi, 38 mm. lati, superne rotundati
et in mucronum validum abruptissime
continuati, basi attenuati ; squamis
rkombeis, majoribus 2 cm. latis et lon-
gis, basi obtusis (non emarginatis), an-
guste et obsolete in medio sulcatis ;
semen clavato-oblongum, 7 cm. longum,
2.5 cm. spissum, superne rotundatum
basi attenuatum; embryone circiter ad
tertiam superiorem partem locatum.
18. R. angolensis.
&& Floris masculi stamina numerosissima,
30 et ultra, biseriata.
Flores masculi 22-25 mm. longi, stami-
nibus 30 et ultra. Flores $ majusculi,
3 cm. longi; calyx brevis cupulari-cya-
tkiformis, truncatus; corolla calycem du-
plo et ultra superans; staminodiis alte
connatis, in parte libera brevissime den-
tiformibus ; antheris anguste sagittatis,
acuminatis. Fructus majusculi, subobo-
vati, mucrone crassissimo, 12-15 mm.
longo, apice trigono-pyramidato, termi-
nati, 8-9 cm. longi, 3.8-4 cm. crassi ;
squamis anguste et superficialiter sul-
catis. Semen ovoideo-ellipticum, utrin-
que acutiusculum, 5. 2-5. 7 cm. longum,
26-27 mm. crassum ; ruminationibus
intus ampliatis ; embryone paullo sopra
medium locato. 19. R. Sese.
B. Spadix terminalis, ramis in paniculam amplissimam,
erectam, elongato-ellipticam, approximatis.
Inflorescentiae partiales valde complanatae, spicis,
14-16 cm. longis, disticis ; floribus exacte bifariis,
masculis et foemineis subconformibus, lanceolatis. le-
— 47 —
vifcer falcatis, acuminatis, il mm. longis ; calyce pro-
funde 3-dentato, dentibus acutis. Floris masculi
stamina 6. Floris foeminei involucellum conspicuum,
subspathaceum, unilateraliter evolutum; staminodia 6,
ad faucem corallae inserta, filamentis linearibus, ri-
gidis; antheris parvis. ‘20. R. regalis.
1. Rapina Ruffia Mart. H. nat. Palm., Ill, 217 ; Kunth,
Euum. pi. Ill, 217 ; Wright in Th. Dyer, FI. trop.
Afr. VIII, 104 (pro parte); Drude in Engler, Nat. Pflan-
zenf. I, 46, f. 36, ic. e Le Mout et Decaisne repetita;
Becc. in Agricolt, colon. IV (1910), t. I. — R. pedun-
culata P. Beauv. in Desv. Journ. Bot., II, 87, et in
FI. d’Oware et de Benin, I, 78, t. 44, f. 2, et t. 46,
f. 2. R. lyciosa et R. polymita Comm. ex Kunth,
Enum. pi., Ill, 217. — R. tamatavensis Sadebeck in
Engl. Bot. Jakrbiicher, XXXVI (1905), p. 354. — R.
oinifera Drude (non Palis, de Beauv.) in Mart. FI.
Bras. v. Ill, p. II, tantum in tab. 62, f. I, D. — R.
nicaraguensis Oersted in Vidensk. Meddel. naturhist.
Forening, Kjòbenh. 1858 (1859), p. 52. — R. vinifera
v. nicaraguensis Drude in FI. Bras. 1. c. — Sagus fari-
nifera Gaertn. Fruct. et Sem. II, t. 120, f. 3. — Sagus
Ruffia Jacq., Fragm. 7, no. 27, t. 4, f. 2. — Sagus pedun-
culata Lam. Encycl. Suppl. V, 13, et Illustr. Ill, 357,
t. 771, f. 2, a-g. — Sagus laevis Griff. Palms Br. Ind.,
tantum in tab. CLXXXII. — Metroxylon Ruffa Spreng.
Syst., II, 139. — (Fig. 1-2).
Descrizione. — E una delle più grandi specie del ge-
nere, con tronco che può raggiungere l’altezza di sino 8 me-
tri e talvolta, in robustissimi esemplari, sino 1 metro di
diametro ; esso è coronato da una immensa chioma di fo-
glie ed è segnato tutto in giro dalle cicatrici annulari cor-
rispondenti al punto d’attacco di quelle cadute.
— 48 -
Le foglie s’ innalzano dritte e raggiungono sino la lun-
ghezza di 15 m. Il picciolo è robustissimo, e, nelle piante
adulte, è della grossezza di braccio, relativamente corto
ed assai bruscamente dilatato in basso in una breve e larga
guaina abbracciante il tronco ; è profondamente scavato a
doccia di sopra, specialmente in basso, ed è convesso di sotto;
ha i margini molto acuti ed armati di corte spinule pallide
ascendenti, simili a quelle che si trovano alla base dei
segmenti. Il rachide nel primo tratto è pure scavato a
doccia ; nella porzione intermedia il solco gradatamente si
ristringe framezzo a due rilievi longitudinali, armati di
spine come i margini del picciolo, dei quali rappresentano
la continuazione ; verso l’alto il rachide diventa bifaciale
e con spigolo acuto di sopra ; nell’esti’emità è a sezione
transversa romboidale, presentando un angolo piuttosto
prominente anche nella faccia inferiore.
I segmenti sono numerosissimi e certamente ammontano
ad alcune centinaia, sono alquanto arruffati, biseriati e più
o meno distintamente geminati sopra ognuno dei lati del
rachide; sono latamente lineari, molto leggermente ristretti
verso la base, lungamente acuminati, di consistenza sottil-
mente coriacei, rigidi nella maggior parte della loro lun-
ghezza, ma con la punta ricascante, verdi e nitidi di sopra,
biancastro-pulverulenti di sotto, hanno 8-5 nervi sottili per
parte della costa mediana ; le venature transverse sono
molto ravvicinate e sottili. I segmenti variano per lun-
ghezza e larghezza in una medesima foglia a seconda della
posizione che occupano sul rachide ; i più bassi sono acu-
minatissimi, lunghi quanto i mediani, ma assai più stretti
(larghi circa 2 cm.) e sodo anche più fortemente spinosi
di questi ; essi infatti hanno presso la base forti spinule
inequidistanti sulla costa mediana nella pagina superiore
e sopra ambedue i margini ; nel rimanente la costa me-
diana è inerme di sopra, come inerme è dappertutto di
sotto ; quivi però porta delle pagliette brune assai ravvi-
cinate ; i margini, al di là della parte basilare sono molto
irregolarmente e radamente spinosi ed anche per lunghis-
— 49
simi tratti inermi. I segmenti centrali, dove il rachide ha
ancora la grossezza del polso, sono distintamente geminati,
nelle singole coppie sono discosti 3-5 cm. l’uno dall’altro;
le coppie sono separate da spazi lunghi 8-10 cm. ; i seg-
menti maggiori sono lunghi 1.2-1. 4 m. negli esemplari da
me studiati (sino 1.8 m. secondo Deslandes) e larghi 3-4
cm., spinulosi ai margini, e pure ± spinulosi sulla costa
mediana od anche del tutto inermi. I segmenti presso l’a-
pice sono gradatamente decrescenti tanto in lungo quanto
in largo, sono più ravvicinati fra di loro, meno distinta-
mente geminati degli altri e del tutto inermi. Nelle fronde
di pianta giovane i segmenti sono più erbacei, ossia meno
rigidi che in quelle di pianta adulta, sono più corti, allun-
gato-lanceolati e più distintamente attenuati verso la base,
irrregolarmente spinulosi lungo tutta la costa mediana ed
al solito pure irregolarmente spinulosi sui margini.
Spadici grandissimi, uscenti successivamente dall’ascella
delle foglie più alte, da prima eretti, presto ricurvi e vólti
in basso; la medesima pianta porta diversi spadici contem-
poraneamente ed a vario grado di sviluppo (sino 6, secondo
Deslandes); essi variano da 2.15 m. a 3.25 m. di lunghezza,
ed allorché carichi di frutti pesano da 35-98 e sino 125 kil.
(Deslandes). Geli spadici sono cilindrici, al momento della
fioritura hanno circa 20 cm. di diametro, ma rimangono di
tal forma anche a maturità dei frutti, perchè le numerose
infiorazioni parziali di cui si compongono sono ravvicinatis-
sime fra di loro e strettamente applicate alla parte assile
dell’ intiero spadice ; la parte basilare o pedunculare degli
spadici è robusta, ricurva, leggermente compressa, larga
(in un esemplare) 12 cm., e guainata in basso , da due spate
principali, coriacee, lunghe circa 80 cm.; di queste l’esterna
è acutamente bicarinata ; subito dopo vengono altre spate
vacue abbraccianti la parte pedunculare ; e dopo queste si
succedono, senza interruzione e tutto in giro all’asse, mol-
tissime altre, ognuna delle quali porta alla sua ascella una
infiorazione parziale.
Le infiorazioni parziali sono compresse, corte e larghe,
— 50 —
lunghe 15-20 cm., cuneate alla base vanno gradatamente
slargandosi verso l’alto, sono divise in vari rami o spighette
fiorifere e queste sono disposte quasi a ventaglio, ma stret-
tamente applicate le une alle altre, di lunghezza ineguale,
ma tutte raggiungenti quasi l’apice dell’ infiorazione, quelle
situate poco al di sopra della base essendo le più lunghe.
Ogni infiorazione parziale nasce dall’ascella di una ampia
spata primaria quasi più larga che lunga, che brusca-
mente si termina in una punta acuminata, e che, nell’ in-
sieme, è più lunga della respettiva infiorazione. Le spate
primarie sono sottilmente coriacee, lucide e di color ca-
stagno internamente, opache e color nocciola all’ esterno.
Ogni infiorazione ha una brevissima parte pedunculare
fortemente compressa, lunga 2-4 cm., larga 15-20 mm. e
vaginata, alla sua volta, da una breve spata secondaria ;
questa è strettamente guainante, angustamente bialata, col-
l’apice prolungato a destra ed a sinistra in una punta acu-
minatissima subfalcata e molto acutamente carenata ; le
spate (terziarie) all’ascella delle quali nascono le spighette,
sono molto ravvicinate fra di loro, molto brevemente in-
fundibulari, troncate alla bocca a margine sottile, intiero
e nudo (non cibato). Le spighette portano fiori perfetta-
mente bifarii, sono vermiformi, fortemente compresse, leg-
germente sinuose, larghe circa 1 cm. alla base, e vanno
molto leggermente ristringendosi verso l’apice; le maggiori
son le più basse e misurano 8 a 15 cm. di lunghezza ; le
superiori sono gradatamente più corte. Le spatelle, ossia le
spate delle spighette, sono compresso-infundibulari, molto
ravvinate, troncate, intiere, a margine nudo (non cibato),
leggermente prolungate, dal lato del fiore, in una punta
triangolare ottusiuscula. I fiori maschi e feminei sono per-
fettamente bifarii, ossia sono disposti lungo una sola serie
sopra ognuno dei lati delle spighette ; nelle spighette mag-
giori vi sono d’ordinario 8-12 fiori feminei per parte, ed in
esemplari robusti sino 18-20, che occupano circa la metà od
i */* inferiori delle spighette stesse ; le spighette superiori
non hanno che 3-4 fiori feminei per parte.
— 51 —
I fiori feminei durante l’antesi sporgono circa per la
metà dalla respettiva spatella ; sono ovati, acuti, lunghi
8 mm., strettamente avvolti dalla spatellula ; questa è
molto acutamente bicarenata, con carene liscie (non cibate),
rotondata o leggermente smarginata all’apice dal lato assile,
e quivi lunga quanto il calice : è più o meno ajrnrta da-
vanti. L’ involucello (nella tipica R. Ruffia) è membranaceo-
jalino, e forma una cupola quasi completa o più o meno
fessa od interrotta posteriormente, strettamente abbrac-
ciale il calice, e di circa della metà più corta di questo.
Calice tubuloso-urceolato, troncato, intiero, e leggermente
ristretto alla bocca, da dove sporgono fuori l’apice conico
leggermente inspessito dell’ovario e gli stigmi, che formano
una punta piramidale trigona acuta. La corolla è invisibile
all’esterno, essendo intieramente inclusa nel calice ed un
poco più corta di questo ; essa è divisa in 3 grandi lobi,
latamente triangolari, acuminati, con i seni fra un lobo e
l’altro profondi e rotondati ; gli stami abortivi formano
una cupola membranosa che fascia la base dell’ovario ed
è in parte connessa con la corolla, irregolarmente sinuoso-
6-dentata, con denti pure ± triangolari, non terminati da
rudimento d’antera ben distinto, e più corti di quelli della
corolla. L’ovario è ovato e si termina in un ringrosso co-
nico calloso, sul quale riposano i 3 stigmi, triangolari,
acuti, conniventi.
I fiori maschi sono pure perfettamente distici e unise-
riati, molto ravvicinati e patenti sui lati delle spighette,
lunghi 9 mm. e larghi 2.5 mm. ; al momento dell’ antesi
sporgono assai dalle respettive spatelle ; le spighette hanno
allora circa 15 mm. di larghezza fra le punte dei fiori. La
spatellula del fiore maschio è di poco più lunga del calice
del suo proprio fiore, è acutamente bicarinata, bidentata
brevemente all’apice, e di dietro ha il margine superiore
troncato o leggermente scavato. Calice tubuloso-ciatiforme,
molto superficialmente ed ottusamente 3-denticolato, di poco
più corto della respettiva spatellula. Stami normalmente 6,
talvolta 7-8, eguali fra di loro ; filamenti crassi, clavato-
— 52
fusiformi, bruscamente contratti nel connettivo, connati in
basso ; antere lineari, sagittato-auricolate in basso, ottuse.
La corolla è circa due volte più lunga del calice, è spa-
dicea, levigatissima, subterete, leggermente curvulo-sig-
moidea, bruscamente attenuata all’apice in punta acutissima
e pungente, divisa sino al suo quarto inferiore in 3 seg-
menti lineari-lanceolati, sottilmente coriacei.
I frutti sono assai variabili di forma e grandezza, sono
più o meno turbinati, o globoso-obovati e di poco più lun-
ghi che larghi, od anche subglobosi, sempre tondeggianti o
leggermente depressi in alto e terminati da un brevissimo
apicolo conico (lungo 3-4 rum.); sono di solito db attenuati
in basso in una base acuta e simmetrica, più raramente
rotondati anche in basso. Squame disposte sopra 12-13 or-
tostiche, di color castagno o anche rosso mohogano, niti-
dissime, assai fortemente convesse, profondamente solcate
per il lungo, a margine molto angusto, scarioso, nerastro,
fimbriato-ciliato, prolungate in punta ottusa, pure nerastra,
fimbriato-ciliata e fortemente depressa ed applicata nel
solco della squama sottostante ; le squame aderiscono assai
fortemente fra di loro, di modo che il frutto maturo rimane
sempre intiero e le squame non si distaccano con facilità
l’una dall’altra ; nell’ insieme le squame maggiori od in-
termedie sono quasi esattamente romboidali, o quasi tanto
lunghe quanto larghe (13-16 mm.), leggermente e stretta-
mente emarginate dal lato posteriore ; nel senso longitudi-
nale vi sono 5-6 squame ben formate in ogni serie. Peri-
carpio nell’insieme spesso 5—6 mm. sul secco. Seme obovato,
rotondato in alto, ± attenuato ed acuto in basso, con inte-
gumento spugnoso-crostaceo, talvolta di 1-2 mm. di spes-
sore ed alla base anche più; nei semi ben maturi l’integu-
mento si stacca dal nucleo del seme, ha la superficie esterna
pallido-straminea, nitida, macchiettata, superficialmente se-
gnata dalle impressioni vascolari, e più distintamente dal-
l’impressione biforcata lasciata dalle traccie dei dissepimenti
delle loggie sterili e che si trova al di sotto della metà
della lunghezza totale del seme. Nel seme dei frutti maturi,
53 —
e sul secco, l’integumento si stacca più o meno compieta-
mente dal seme ; questo allora presenta una superficie ine-
guale, nerastra, opaca. L’albume è durissimo, osseo, bianco
avorio e compenetrato da intrusioni del tegumento che lo
rendono ± parzialmente ruminato ; le intrusioni sono assai
profonde, anguste presso la periferia, slargate e di forma
clavata e larghe sino 4-5 mm. di larghezza nell’interno.
Embrione situato sopra un lato, poco al di sotto della metà.
I frutti variano da 4. 5-6. 5 cm. di lunghezza, e da 3. 5-4.5 cm.
di larghezza. I semi più grossi da me misurati giungevano
a 4.5 cm. di lunghezza e 32 mm. di larghezza.
Habitat. — È la specie indigena del Madagascar, dove pre-
dilige le vicinanze del mare e dove forma intieri boschi
nei luoghi paludosi, specialmente sulla costa orientale; si
estende anche sulle colline, ma non ama innalzarsi al di
sopra di 400-500 m. sul livello del mare. È poi assai este-
samente coltivata nelle Isole Mascarine. E adesso, a quanto
sembra, naturalizzata in America sulle rive del Mare Ca-
ribeo. Sembra anche piuttosto frequentemente coltivata
nell’America tropicale. Appartengono infatti alla R. Ruffia
gli esemplari del Brasile distribuiti da Glaziou col n. 9021
(Erb. Kew, Beco., Berlino, ecc.).
Un frutto di una Rap/iia, che io indubbiamente riferisco
alla R. Ruffia , mi è stato donato dal Dr. Hùber del Museo
Goeldi al Para, al quale era stato inviato da un amico re-
sidente a Santarem nello Stato di Bahia, presso la costa.
Questo frutto è, fra i provenienti dal Brasile, il più grande
fra tutti quelli da me visti; esso misura 7.5 cm. di lun-
ghezza e 6 cm. di larghezza, ha le squame durissime, molto
convesse, profondamente solcate e di un bel rosso moho-
gano. Il seme è lungo 6,7 cm. e largo 3 cm., del resto iden-
tico a quelli del Madagascar e col seme egualmente av-
volto da uno spesso integumento spugnoso. Un altro frutto,
proveniente da Panama, è un poco più piccolo del prece-
dente, ed è egualmente rotondato alle 2 estremità, ha le so-
lite squame molto convesse e profondamente solcate, niti-
4
— 54 —
dissime e color moliogano; ad esso aderisce ancora una
porzione di spighetta con fiori cT 6 ? > e uorL lascia quindi
alcun dubbio sulla sua identificazione. Ritengo quindi che
siano questi i frutti della 2.a specie di Raphia ritenuta come
indigena in America, vale a dire della R. nicaraguensis.
Eig. 1. — Raphia. R tifila (forma tipica); 1, fiore femineo avvolto dalla sua
spatella, visto dal lato assile; 2, fiore fem. visto dal lato esterno; 3, fiore
lem. al quale è stata tolta la spatellula; 4, fiore fem. con l’ involncello (c)
ed il calice <i), sezionati per mostrare la corolla (e) inclusa dentro il ca-
lice; 5, altro fiore fem. sezionato nel mezzo per il lungo ed al quale è stato
tolto l’ovario, le lettere indicano: b, spatellula; c, involucello ; d, calice
e, corolla; f, staminodi: 6, ovario in via di sviluppo; 7, fiore maschio;
8, fiore maschio sezionato nel mezzo. — Tutto le figure sono ingrandite
5 diametri.
Osservazioni. — Io riferisco la R. nicaraguensis di Oersted
alla R. Ruffìa dietro il minuzioso esame che ho eseguito so-
pra l’esemplare autentico della prima, esistente nell’Erbario
di Kopenhague e cortesemente trasmessomi dal Prof. Osten-
— 55 —
feld. Tutto quanto presentemente rimane dell’esemplare di
R. nicaraguensis consiste in una porzione di fronda con un
pezzo di rachide lungo 14 cm., portante vari segmenti ; il
frammento sembra abbia appartenuto a pianta compieta-
mente adulta e che sia stato tolto dalla parte intermedia
superiore della fronda, dove il rachide ha 18 mm, di spes-
sore ; il confronto di tale porzione di fronda con altra di
eguale età della tipica R. Ruffa, mi ha dimostrato la per-
fetta identità delle fronde della R. nicaraguensis con quelle
della R. Ruffìa.
Oersted scrive che la sua R. nicaraguensis si chiama nel
Nicaragua « Holillo », e che è limitata al delta superiore ed
inferiore del fiume San Juan, dove mescolandosi con altri
alberi forma grandi boschi continui. All’epoca delle piogge
il piano paludoso dove crescon le Raphia è inondato e di
esse si vede emergere dall’acqua solo la sommità. Oersted
le ha trovate in fiore solo al principio di Marzo.
Saggi dei fiori della R. nicaraguensis non ne ho visti e
sembra che non ne esistano nell’Erb. di Copenhague. Dei
frutti Oersted non ne parla.
Il Prof. Drude nella « Flora Brasiliensis » (tav. 62 f. I. C)
figura un frutto di R. nicaraguensis (sotto il nome di R. vi-
nifera — vedi 1. c. pag. 288) e riguardo a questo, nella
spiegazione della tav. 62 a pag. 555, di detta figura sta
scritto semplicemente : « Fructus v. nicaraguensis ex Ame-
rica centrali ».
Nella medesima tavola 62 della « Flora brasiliensis »
(f. I. D) si figura una spighetta di R. Ruffa come se fosse
quella della R. vinifera var. taedigera Dr. ; ivi pure, nelle
analisi del fiore femineo, è indicato come calice ciò che è
l’ involucello, e come corolla il calice.
Secondo Sadebeck esisterebbero al Madagascar due spe-
cie di Raphia , delle quali quella della costa occidentale
è, secondo lui, la R. pedunculata Pai. de Beauv., mentre
quella così abbondante sulla costa orientale vien conside-
rata come una specie non ancora descritta e chiamata R.
tamatavensis.
— 56 —
È pero forse in parte vero che al Madagascar esistono
due forme di Rapina, anche astrazion fatta dalla forma e
dalla grandezza dei frutti ; sembra infatti che la Rapina
del Madagascar descritta e figurata da Palisot de Beau-
vais sotto il nome di R. peduncolata, e sotto altri nomi
figurata pure da Gaertner e da Lamarck, non sia perfetta-
mente identica a quella che generalmente si trova nelle
collezioni sotto il nome di R. Ruffia.
Fig. 2.— Ftaph-ia FlufYla. Cped.vincu.lata); 1. fiore feminco avvolto dalla
spatellula visto dal lato essile; 2, fiore fem. visto dal lato esterno, man-
cante d’ involucello; 3, fiore fem. visto dal lato esterno con involucello (c)
incompleto; 4. fiore fem. visto dal lato esterno con l’ involucello completo
cupolare ; 5, fiore fem. liberato dalla spatellula con rudimento di involu-
cello (c) scaglielorme ; 6. fiore femineo con l' involucello scaglieforme (c) ed
il calice sezionato per mostrare la corolla inclusa dentro questo; 7, corolla
(di tolta dal calice, con l’anello dentato (e) formato dagli starninoci nel suo
interno. — Tutte le figuro sono ingrandite 5 diametri.
Esiste infatti nelle antiche collezioni botaniche del Mu-
seo di Parigi, al Jardin des Plantes, un intiero spadice di
Rapina, proveniente dal Madagascar, ma senza indicazione
riguardo al luogo preciso di provenienza ; questo spadice
— 57 —
porta dei frutti più piccoli di quelli usuali, molto distin-
tamente turbinati ed assai assottigliati verso una base
assai acuta e che corrispondono così esattamente per forma
e dimensioni a quelli figurati da Palisot de Beauvais, da
Gaertner e da Lamarck, da poter ritenere, quasi con cer-
tezza, che siano precisamente quelli i frutti che hanno ser-
vito ai prelodati autori per modello delle figure pubblicate
nelle loro opere.
Per la cortesia del Prof. Lecomte io ho potuto accu-
ratamente studiare di detto spadice una infiorazione parziale
portante alcuni frutti. L’infiorazione è alquanto più piccola
delle usuali ed ha spighette più corte ed in minor numero
del solito. I frutti sono pure più piccoli dell’ ordinario,
molto marcatamente turbinati ed assottigliati in basso in
una base assai acuta, sono lunghi 4.5-5 cm. e larghi
35—38 mm.; l’intiero pericarpio non ha che 2—2.5 mm. di
spessore. Il seme è lungo 3 cm. e largo 23-24 mm. ; l’in-
tegumento si stacca facilmente dal nucleo, è color paglia
pallido, crostaceo, ma più sottile che nei campioni di altre
provenienze. In un frutto ho trovato due semi piani e com-
bacianti per la faccia interna.
I fiori maschili sono un poco più piccoli dell’ ordinario,
sono lunghi 8 mm., hanno 6 stami e nulla offrono di par-
ticolare.
Le differenze maggiora si trovano nei fiori feminei; questi
sono lunghi 7 mm. e larghi 4 mm., sono quindi più angusti
di quelli sopra descritti, dai quali si distinguono inoltre
per la spatellula, che è aperta sino in basso dal lato ven-
trale, ma specialmente per l’involucello, il quale molto spesso
manca completamente e nemmeno è rappresentato da un
rudimento; altre volte però l’involucello esiste, ma incom-
pleto e squameforme; qualche volta infine forma una com-
pleta cupola, fasciante la base della corolla, come in tutti
gli esemplari di altre provenienze che ho esaminato. Debbo
inoltre avvertire che la forma dell’involuoello nel fiore fe-
mineo (nella infiorazione parziale in parola) è variabilissima
sulla medesima spighetta. Di fatti in una spighetta, che
— 58 —
aveva 6 fiori feminei per parte, fio trovato cfie da un lato
il l.° fiore, il più basso, aveva un involucello incompleto,
ma molto sviluppato dal lato convesso del fiore ; nel 2.°, 3.°,
4.° e 5.° fiore mancava completamente l’ involucello ; il
6.° aveva un involucello assai sviluppato, ma solo da un
lato.
Dalla parte opposta in 4 fiori l’involucello mancava af-
fatto, in uno era molto incompleto, ed in uno era svilup-
pato quasi come nei fiori della forma tipica ; la spatellula
però era aperta sul lato ventrale sino in basso.
In conclusione mi sembra cfie non si possa assegnar gran
valore ai caratteri desunti dall' involucello dei fiori $ , vi-
sta la variabilità cfie si riscontra a tale riguardo nei fiori
di una medesima spighetta. Cumulando però i caratteri del
frutto a quelli tratti del fiore, si potrebbe forse ritenere
che la pianta la quale offre i sopra rammentati caratteri, sia
la tipica R. pedunculata Pai. de Bauv. (di cui non è nota
la precisa località), e cfie la Rophia così abbondante sulle
coste orientali del Madagascar debba considerarsi come la
R. Ruffia, generalmente conosciuta con tal nome dai bota-
nici più recenti, e corrispondente alla R. tamatavensis di
Sadebeck.
Per mia parte però, dallo studio cfie io fio potuto eseguire
sul materiale assai esteso cfie ho avuto fra mano, mi sem-
bra poter concludere cfie al Madagascar vive una sola spe-
cie di Raphia, variabile alquanto per la forma del frutto
e per qualche particolarità dei fiori, ma cfie nell’ insieme
non offre forme così dissimili, da poter distinguere di essa,
nonché più di una specie, nemmeno delle varietà ricono-
scibili per caratteri costanti.
2. Rapina Kirkii Engl. Pflanzew. Ost-Afr., A, (1895) 10;
Becc. in Agricolt. Col. IV (1910), t. II, f. 1-2. — R. exi-
mia Dammer in Herb. Berol. et in Sadebeck in Engl-
Bot. Jahrbùcfier, XXXVI (1905), 370, f. 12 A (epidern.)
— R. Ruffia (non Mart.) Wright, in Tfi. Dyer, FI. Trop.
— 59 —
Afr., Vili, 104. — R. vinifera (non P. de B.) Kirk, in
Journ. Linn. Soc , IX (1867), 234.
Descrizione. — Non ho notizie esatte sulle dimensioni
della pianta, ma, tenendo conto della grande rassomiglianza
nelle parti dello spadice con la R. Ruffa, è molto proba-
bile che abbia il portamento di questa ed anche le grandi
dimensioni. Alcune porzioni apicali di fronda che vanno
unite agli esemplari in fiore di R. eximia Dammer, con-
servati nell' Erbario di Berlino, e che io attribuisco alla
R. Kirkii, non differiscono da quelle della parte corri-
spondente della R. Ruffa. Il rachide, in dette porzioni,
è bifaciale di sopra, con angolo molto acuto ed inerme.
I segmenti sono subequidistanti, sottilmente cartacei, non
molto rigidi, verdi e nitidi di sopra, più pallidi ed opachi
di sotto, ma privi di un indumento qualsiasi, per quanto
tenue ; sono lanceolato-ensiformi, alquanto attenuati verso
la base e regolarmente acuminati verso l’apice, che è nudo
od ha solo qualche rada spinula sui margini ; i segmenti
che rimangono a circa 50 cm. dall’apice sono lunghi 45 cm.
e larghi circa 3 cm., hanno sulla pagina superiore la costola
mediana sparsa interrottamente di spinule molto acute ;
di sotto la costola è nuda ed inerme ; ambedue i margini
sono più o meno spinulosi; vi sono 3-4 nervi secondari
molto sottili ai due lati della costola mediana, più qualche
altro nervo, ancora più sottile, framezzo a questi; le venule
transverse sono tenui ma distinte.
Le infiorazioni parziali sono similissime a quelle della
R. Ruffa , ma alquanto più grandi ; quelle da me viste
sono lunghe 26-28 cm., fortemente complanate, palmate,
e larghe 18-20 cm. ; hanno le spighe sinuose ravvicinatis-
sime e fortemente applicate l’una all’altra, ascendenti : le
più lunghe sono quelle che si partono un poco al di sopra
della base e che col loro apice giungono quasi al livello
di quelle terminali. La parte pediceìlare delle infiorazioni
parziali è lunga circa 4 cm., e larga 3-5 cm. ; le spighette
maggiori sono lunghe 18-20 cm. e portano fiori perfetta-
— 60 —
mente distici ; quelli feminei sono molto più numerosi dei
maschi (sino circa 30 per lato), mentre vi sono solo 8-10
fiori maschi, pure per lato, nella parte apicale; nella parte
bassa le spighette sono larghe 11-13 mm. e si ristringono
alquanto verso l’estremità; spatelle nitide a margine tron-
cato, integerrimo, glabro.
Fiori maschi (bene sviluppati) lunghi 12 mm., legger-
mente falcati, similissimi a quelli della li. Ruffia , ma
un poco più grandi; la loro spatellula è troncata all’apice di
dietro, e quivi è acutamente bicarinata, a carene liscio e gla-
bre. Calice urceolato, perfettamente troncato e glabro sul
margine, nitido, quasi della metà più corto della ispet-
tiva spatellula. Corolla circa 3 volte più lunga del calice,
a divisioni nitidissime, bruno-spadicee, acuminate, pungenti,
Stami normalmente 6 ; filamenti ± connati fra di loro
in basso, clavati, più o meno angolosi in alto, e brusca-
mente contratti nel connettivo che è subulato ; antere li-
neari biauriculate in basso.
Fiori feminei sporgenti pochissimo dalla relativa spatella,
ovati, lunghi 9 mm. e larghi 5 mm. Spatellula acutamente
bicarenata, a carene liscie (non ciliate), un poco più corta
del calice, ottusamente bidentata all’apice e quivi più o
meno emarginata o fessa dal lato assile, aperta sino in basso
davanti ; involucello cuoprente circa la metà o solo la terza
parte inferiore del calice e formante una cupola troncata
più o meno aperta dal lato posteriore. Calice tubuloso-
urceolato, troncato, intiero, un poco ristretto alla bocca,
da dove sporge fuori l’apice inspessito e calloso dell’ovario.
La corolla è invisibile all’esterno, essendo intieramente
inclusa nel calice, di cui è un poco più corta; essa è divisa
quasi sino in basso in 3 lobi latamente 3-angolari e molto
acuminati, con i seni fra un lobo e l’altro profondi. Grli
stami sterili formano una bassissima corona con 6 denti
triangolari, spesso assai irregolari, lunghi circa quanto la
parte indivisa della corolla o poco più, e terminati da un
rudimento d’antera poco ben formato, od anche mancante.
I frutti sono molto polimorfi e spesso irregolari ed asim-
— 61
metrici per la mutua pressione, ma sono sempre almeno 2
volte, e talvolta anche 3, più lunghi che larghi, hanno la
base un poco obliqua od eccentrica od incurvo-ascendente;
all’apice sono rotondati e terminati da un piccolo mucrone
conico, acuto, lungo circa 4 mm. ; hanno le squame lucide,
spadicee o di color castagno od anche rosso mohogano e
più scure sulla punta, che è ottusa ; sono strettamente smar-
ginate di dietro, fortemente convesse e profondamente
solcate lungo il centro, disposte sopra 12 ortostiche e con
7-10 squame ben conformate sopra ogni ortostica. Il seme
è più o meno attenuato in basso, ed è avvolto da un integu-
mento proprio crostaceo-spongioso, assai spesso, a superficie
esterna nitida, stramineo-pallida (esattamente come nella R.
Ruffia) e segnato verso il terzo inferiore dalla traccia bi-
forcata lasciata dai dissepimenti delle loggie sterili ; le di-
ramazioni del rafe sono superficialissime e poco distinte.
Nell’ insieme i frutti della R. Kirkii sono similissimi a
quelli della R. Ruffia, eccetto che sono più allungati. Non
ho esaminato semi sezionati ; ma ritengo per certo che
anche nella ruminazione non si debbano riscontrare diffe-
renze notevoli con quelli della R. Ruffia.
Habitat. — La R. Kirkii è la forma sostituente sul con-
tinente africano la R. Ruffa del Madagascar. Kirk scrive
che si trova al sud dello Zambesi, sulla montagna di Zo-
rongozo, e lungo i ruscelli sulle colline al sud di Nyassa,
e che è sconosciuta nelle vicinanze di Victoria Falls. Essa
sembra diffusa dall' Ukamba, presso l’equatore, nell’Affrica
orientale inglese, sino nel Nyassa Land ed attraverso tutta
l’Affrica tedesca orientale. Grli esemplari dei quali ho de-
scritto le fronde ed i fiori sono stati raccolti il 16 settem-
bre 1900 dal dott. W. Busse sul monte Talagwe (Gfedja), a
circa 600 m. sul livello del mare (Herb, di Berlino, col
nome di R. eximia Dammer; nome volg. « Mudle »). Spet-
tano molto probabilmente alla R. Kirkii le seguenti loca-
lità riportate da Wright (1. c.) : British East Africa : Ta-
weta presso Kilimangiaro, ex Engler. — Mozamb. Distr.
— 62 —
Pemba Island and Zanzibar, ex Engler. — German East
Africa, sulla costa, Usagara ed Usambara regions, ex En-
gler. — Kilimanjaro region ; lago Yipe e Kahe, ex Engler.
Degli esemplari da me visti riferisco alla R. Kirkii:
1° Alcuni frutti del Zanzibar (Sir J. Kirk in Herb. Kew) ;
2° Frutti del Zanzibar del Museo di Parigi; 3° Frutti rac-
colti in Ukamba dal Misionario Sauberlick ; 4° Frutti del
Zanzibar (Playfair in Herb. Kew) ; 5" Un frutto del Pan-
gani River (Sir J. Kirk in Herb. Kew). Questi frutti però
li considero come appartenenti a 3 forme, più o meno di-
stinte che vengono qui appresso descritte.
Osservazioni. — La R. Kirkii deve considerarsi come il
rappresentante della R. Ruffia sul continente affricano.
Per quel che riguarda le fronde non ho potuto fare con-
fronti precisi non avendo visto della R. Kirkii fronde
di pianta adulta. Per quel che riguarda gli spadici ho tro-
vato nella R. Kirkii le infiorazioni parziali più grandi e
con maggior numero di fiori feminei che non nella R. Ruf-
fia, e solo lievissime differenze nei fiori maschi e feminei;
differenze che non sembrano nemmeno troppo costanti. I
fiori maschi della R. Kirkii sono un poco più grandi di quelli
della R. Ruffia , e nei fiori $ gli staminodì formano una
corona con denti triangolari più corti che nella R. Ruffia
e provvisti di un rudimento d’antera, che non ho riscon-
trato negli staminodì di questa. I frutti della R. Kirkii sono
variabilissimi, ma sono sempre notevolmente differenti da
quelli della R. Ruffia, essendo sempre almeno due volte più
lunghi che larghi, anzi spesso sino tre volte, e con la base
più o meno eccentrica ed asimmetrica ed incurva, poiché a
quanto sembra i frutti sono ascendenti. Riguardo alla forma
dei frutti si possono distinguere 3 varietà di R. Kirkii; una
con frutti molto allungati (var. longicarpa), 3 volte più lun-
ghi che larghi; una con frutti meno allungati (che può rite-
nersi per la forma tipica), ma sempre 2 volte più lunghi che
larghi; ed una con grosso frutto ovale (var. grandis ). Fra
le 3 forme però ne esistono di intermedie che dimostrano
— 63 —
la loro unità specifica. La variabilità e la irregolarità dei
frutti di R. Kirkii spesso può dipendere dal numero con-
siderevole di frutti che si sviluppano sopra una medesima
infiorazione ; mi è parso infatti che quanto più frutti ab-
boniscono sopra una medesima spighetta, tanto più questi
risultano allungati e deformati a causa della mutua pres-
sione.
Possono considerarsi come appartenenti alla forma tipica
i frutti del Museo di Kew raccolti a Zanzibar da Sir John
Kirk (n. 1), che sono alquanto irregolari, hanno la base as-
sai eccentrica, incurvo-ascendente, il mucrone brevissimo,
acuto, con 7-8 squame ben conformate in ogni ortostica e
sono lunghi 10 cm. e larghi 30-32 mm. In una spighetta
tutt’ora unita ai frutti in parola, la spatellula nel fiore fe-
mineo è un poco più corta del calice, e nel fiore maschio
è alquanto più lunga di questo, esattamente come negli esem-
plari di Busse del monte Talagwe. Altri frutti di Zanzibar,
del Museo di Parigi (n. 2), non molto maturi, sono un
poco più corti di quelli di Kew (n. 1) ed al tempo stesso
sono più larghi, hanno la base asimmetrica, sono di forma
alquanto irregolare, ovato-oblunghi, misurano 8-9 cm. di
lunghezza, e 45-48 mm. di larghezza; sono al solito modo
mucronati, hanno la solita forma di squame, fortemente
convesse e fortemente solcate, di cui le maggiori sono lar-
ghe 18 mm.; nei fiori feminei la spatellula è leggermente
più lunga del calice e nei fiori maschi è più lunga di questo.
Raphia Kirkii v. longicarpa Becc. in Agricolt. Colon.,
IV (1910), t. II, f. 3, 4.
Se non fossero le forme intermedie difficilmente si cre-
derebbe che questa forma non costituisse una specie ben
distinta e peculiarissima per la straordinaria lunghezza, ed
al tempo stesso sottigliezza, dei suoi frutti.
Inferisco a questa varietà i frutti dell’ Ukamba (n. 3) che
sono leggermente clavati, lunghi 11-12 cm. e larghi solo
— 64 —
3-3.5 cm. al loro terzo superiore, assottigliandosi un poco
da quel punto verso la estremità ; le squame sono molto
convesse, molto spesse, e souo in numero di 8-10 sopra
ogni serie, però una o due nelle estremità sono assai più
piccole delle centrali.
Il frutto di Zanzibar raccolto da Playfair (4) è ancora
più grande di quello di Ukamba, misura 13 cm. di lun-
ghezza e 5 cm. di larghezza, ma del resto è simile al
numero 3.
Il frutto del Pangani River (5) è della lunghezza di 11.5
ctn. e quasi della larghezza uniforme di 3 cm. Questo frutto
è accompagnato da una spighetta, nella quale i fiori fem-
minei hanno la spatellula alquanto più corta del calice,
mentre nel fiore maschio è presso a poco eguale a questo.
Raphia Kirkii var. grandis Becc. in Agricolt. Colon.,
IV (1910), t. II, f. .5, 6.
Considero come appartenente ad una varietà della R. Kir-
kii un frutto conservato nel Museo di Kew e raccolto nel
1896 da Sir H. H. Johnston nel Nyassa Land. Detto frutto
è di forma ovato-ellittica, è leggermente ed egualmente
ristretto verso le due estremità, rotondato all’apice ed ivi
terminato da brevissimo mucrone ; la sua base è un poco
obliqua od eccentrica ; i’ intiero frutto è lungo 11 cm., e
lai'go 5.5 nella parte centrale ; il pericarpio ha nell’ in-
sieme uno spessore di 8-10 mm. ; le squame sono quasi re-
golarmente romboidali, le centrali larghe sino 25 mm. e di
poco più corte, sono leggermente emarginate di dietro, for-
temente convesse e profondamente solcate lungo il centro,
nitide, di color rosso mohogano, con punta e margini ne-
rastri; vi sono da 7-8 squame ben conformate sopra ognuna
delle 12 ortostiche. Il seme è più grosso che in qualunque
altra Raphia sino a qui conosciuta ; è lungo 82 mm. e
largo verso il mezzo 44 mm., è di forma obovata, un poco
attenuato verso l’apice che è ottuso, ed è assottigliato assai
— 65 —
lungamente verso la base in punta obconica ; del resto è
similissimo a quello della R. Ruffìa, e come questo ha l’in-
tegumento assai spesso, con superficie straminea e lucida,
segnata un poco al di sotto del terzo inferiore dall’ im-
pressione biforcata, marcatissima, lasciata dai dissepimenti
delle loggie sterili ; ha le traccio delle diramazioni del rafe
poco visibili.
Quasi identico al frutto precedente, ma anche più grosso,
è un altro raccolto da Sir J. Kirk (Museo di Kew) a Zan-
zibar ; esso è regolarmente ovato-ellittico, leggermente ri-
stretto alle 2 estremità, rotondato e con minuto mucrone
in alto, ha la base leggermente eccentrica, è lungo 12 cm.
e largo 5.5 cm., ha le squame centrali larghe 22 mm. e
quasi tanto lunghe.
Questi due frutti sembrerebbero così differenti per le
dimensioni e la forma dagli altri, che si sarebbe tentati a
considerarli come appartenenti ad una specie distinta ; ma
dal Museo botanico di Hamburg ho ricevuti altri frutti di
Raphia, provenienti pure dall’ Affrica orientale tedesca, che
formano il passaggio fra i due rammentati e quelli che io
considero come appartenenti alla forma tipica. Uno è molto
simile per la forma a quello del Nyassa Land, ma è un poco
più piccolo, essendo lungo 9 cm. e largo 5 cm. ; un altro è
ancora più piccolo del precedente, è più di questo attenuato
alla base, e misura 8 cm. di lunghezza e 4 cm. di larghezza.
Infine dal medesimo Museo di Hamburg ho pure ricevuti
altri frutti di una Raphia raccolti da Dinklage, in Liberia
(dove probabilmente è coltivata), i quali essendo accompa-
gnati da spighette ho potuto riconoscere con tutta certezza
che appartengono essi pure ad una forma di Raphia Kirkii ,
ma con frutti ancora più piccoli di quelli di tutte le forme
precedentemente indicate ; essi misurano infatti 6-7 cm. di
lunghezza e 30-38 mm. di larghezza.
Ho creduto di dovere adottare per la Raphia assai dif-
fusa nell’Affrica tropicale orientale il nome di R. Kirkii ,
essendoché è certamente di questa che ha inteso parlare
Engler (Pflanzenwelt, 1. c.) ed anche sir J. Kirk (Journ.
— 66 —
Linn. Soc., 1. c.). Alla E. Kirkii ritengo che corrisponda an-
che quella menzionata da Sadebeck col nome di R. eximia
Dammer, di cui, come ho detto, l’esemplare tipico è quello
raccolto da Busse sul Monte Talagwe.
3. Rapina longiflora Mann et Wendl. in Trans. Linn.
Soc. XXIV, 438, t. 39, f. A, et t. 42, f. E ; Drude in
Engl. Jahrb. XXf, 111 ; Wright in Th. Dyer, FI.
Trop. Af'r. Vili, 106. — (Fig. 7, II, a, b).
Descrizione. — Palma nell’insieme alta 12-15 m. Tron-
chi mediocri, 3-4 uscenti dalla medesima ceppaia, di circa
30 cm. di diam. ed alti 4-5 m., ricoperti da fibre rigi-
dissime, erette e dritte, risultanti dalla disgregazione del
tessuto delle vagine e delle basi del picciolo delle foglie.
Foglie grandissime, lunghe 10 m., con picciolo lungo 3.3-
3.5 m. (Mann et Wendl.), ma nella figura d’assieme, t. 39
dell’opera citata, nelle piante adulte, il picciolo è relati-
vamente breve. Segmenti circa 150 per parte, grandi, rigidi,
coriacei, molto latamente lineari, gradatamente acuminati
all’apice, lunghi 1.5-1.65 m., larghi 55-64 mm., quasi nitidi
di sopra e più o meno pruinoso-pulverolenti di sotto nei
segmenti delle fronde da poco svolte, più pallidi, ma non
pruinosi nei segmenti vecchi ; costa media robustissima,
spinulosa di sopra solo verso la base, nel rimanente inerme,
coperta di sotto da varie squamule lineari, strettissime, lun-
ghe sino 1 cm., ed accompagnata da un lato e dall’altro da
una linea di fittissimi e minutissimi tubercoletti ; un nervo
secondario per parte alla costa mediana forma una piega ±
accentuata a 6-7 mm. da ognuno dei margini ; di nervi
terziari ve ne sono 7-10 per parte, sottili ed a distanze ine-
guali; venule transverse immerse nel parenchima e quindi
poco distinte, fittissime e molto ramose ; margini acuti, sub-
inermi, ossia con solo qualche radissima spintila di tanto
in tanto.
Spadici penduli, crassi, lobati (nella figura). Spighette
— 67 —
crasse, leggermente compresse; spatelle a margine da prima
finamente ciliolato, poi nudo.
Fiori maschi assai distintamente biseriati sopra ogni
lato delle spighette, molto grandi, falcati, lunghi 25-26 mm.
Calice tubuloso-campanulato, troncato. Corolla 3 volte più
lunga del calice; petali lineari, larghi 4 mm. ; stami 15
(Mann e Wendl.).
Fiori feminei 4-5 per parte alla base delle spighe più
basse, ovati, lunghi 16-18 mm., larghi 6-7 mm.; spatellula
lunga quanto il calice o poco più, acutamente bicarinata, più
o meno rotondata all’apice di dietro, scavata davanti. Invo-
lucello cupulare, troncato, ricuoprente circa il terzo inferiore
del calice. Calice campanulato, perfettamente troncato. Co-
rolla completamente inclusa nel calice ed alquanto più
corta di questo, con tre denti larghi e corti e più o meno
profondamente fessa. Staminodì formanti un urceolo cu-
poleforme connesso con la corolla nel terzo inferiore di
questa, troncato e terminato da brevissimi denti triango-
lari che portano una antera sterile ; questa è triangolare
o deltoideo-sagittata, quasi più larga che lunga; in gene-
rale vi sono 3 staminodì opposti ai denti della corolla ed
uno nei seni.
Non ho visti i frutti. Questi vengono descritti dagli
autori della specie di forma ovale-allungata, lunghi 76-82
mm., larghi 37-39 mm., terminati da un mucrone assai
grosso e lungo; le squame sono dette spadicee, disposte so-
pra 12 ortostiche, larghe ed alte 2 cm., molto convesse,
leggermente solcate, a margine quasi integerrimo, con la
base ottusa o raramente leggermente smarginata. Seme al-
lungato-ellissoideo, lungo 56 mm. e largo 23 mm.; albume
angustamente ruminato.
Habitat. — L’ isola di Corisco nel Golfo di Guinea. Rac-
colta da G. Mann in Luglio 1862. N.° 1910 nell’ Erbario
di Kew.
Osservazioni. — Ho visto un esemplare autentico, con
porzioni di segmenti ed una spighetta con fiori maschi e
feminei. Non ho visto i frutti.
— 68 —
È una specie molto caratteristica per i segmenti larghi
e molto rigidi, e per i suoi grandi fiori maschi, ma spe-
cialmente per i fiori feminei a corolla completamente in-
clusa dentro il calice e con gli staminodì ad antere sagit-
tate, quasi più larghe che lunghe. Per i caratteri del fiore
femineo si raggruppa con la R. Laurentii.
La specie sembra localizzata nell’ isola di Corisco. La
Raphia del River Volta, che da Wright nella FI. of trop.
Afr. è stata riferita alla R. longiflora, appartiene secondo
me alla R. Hookeri, o ad una forma di questa, avendo i
fiori feminei con corolla distintamente sporgente dal calice.
Nella figura d’assieme, nella tav. 39 della Memoria ci-
tata di Mann e Wendland, i segmenti della fronda vengono
rappresentati come concinni, tutti disposti sopra un piano
ed orizzontali ; però in una piccola porzione di rachide
che accompagna l’esemplare tipico nell’Erb. di Kew, i seg-
menti non sono perfettamente equidistanti, ma sembra che
debbano essere inseriti ad un angolo di circa 45° e dispo-
sti più o meno palesemente a coppie assai ravvicinate
fra di loro ; nelle coppie un segmento ha il suo punto
d’ inserzione inclinato verso il basso, mentre l’altro è incli-
nato nel senso opposto ; ciò che indicherebbe che anche
in questa, come forse in tutte le altre Raphia, i segmenti
non sono mai perfettamente in un piano.
4. Raphia Laurentii De Wild., Miss. É. Laurent, fase. 1,
p. 26, tab. VII, Vili, IX et X, et fìg. 6. — (Fig. 6,
V, a, b).
Descrizione. — La pianta nelle fotografie ha un aspetto
gracile con tronco breve. De Wildeman descrive il tronco
alto al più 2 m., rivestito da rozze fibre rigide e termi-
nato da un ciuffo di poche (6-8) grandi foglie, di sino 14
m. di lunghezza. Le foglie hanno numerosi segmenti inequi-
distanti e sparpagliati, lunghi sino 1.75 m. e larghi 5 cm.;
non si dice se i segmenti sono concolori sulle due faccie
o verdi di sopra e biancastri o pruinosi di sotto.
— 69 -
Infiorazioni parziali allungate (lunghe sino 60 cm.) con
parte assile più o meno appiattita, o subterete, larga alla
base circa 3 cm., gradatamente assottigliata verso l’apice,
con spate a margine glabro (in origine barbatò-ciliato ?).
Le spighette sono numerose e disposte in due serie ravvici-
nate sopra ogni lato ; sono patenti, fortemente arcuate,
lunghe 18-20 cm. (sino 26-27, De Wild.), alquanto com-
presse, larghe alla base (da un fiore femineo all’altro)
12-15 mm., assottigliate leggermente in alto. Spatelle molto
ravvicinate, molto fittamente ciliato-barbate, con i fiori
distintamente disposti in 2 serie ravvicinate sopra ognuno
dei lati.
Fiori maschi fortemente falcati, lunghi, quando bene
sviluppati, 17 mm., brevemente capitellati all’apice, acuti
e pungenti. Calice lungo circa 5 mm. e largo 4 mm., cia-
tiforme-campanulato, superficialmente ed ottusamente 3—
dentato. Spatella breve, molto acutamente bicarinato-sub-
bialata, ottusamente 2-bidentata all’apice, lunga quanto
il calice. Corolla con filli lineari, larghi 3 mm. Stami
normalmente 12 ; filamenti lunghi 7 mm., clavati ed ango-
losi in alto, saldati in un sol corpo e connati con la co-
rolla nella metà inferiore ; antere lineari, lunghe ± 5 mm.,
ottuse all’apice biauriculate in basso.
Fiori feminei 3-4 per parte alla base delle spighette,
molto meno sporgenti dei fiori maschi, lunghi 10-12 mm.,
alquanto compressi, larghi 5-5.5 mm., ovati, assai ristretti
ed alquanto attenuati in alto, dove gli stigmi conniventi
formano un corpo duro, piramidato, acuminato ; spatella
lunga circa quanto il calice od anche un poco più corta,
bicarinata, perfettamente rotondata all’apice di dietro, lunga
quanto il calice o poco più, alquanto aperta davanti. In-
volucello cupolare-ciatiforme, fasciante completamente circa
la metà inferiore del calice, intiero e troncato, sottilmente
coriaceo come il calice; questo tubuloso-campanulato, tron-
cato. Corolla rudimentaria, completamente inclusa nel calice
e della metà più corta di questo, consistente in un cortissimo
anello con 3 denti deltoidi, acuti, sottilmente coriacei. Sta-
miaodì molto piccoli, circa */s della corolla, triangolari con
un accenno di corta antera sagittata.
Frutto (da me non visto) dalla figura e dalla descrizione
di De Wildeman risulta ovoide o largamente ellittico, molto
leggermente più largo in alto che in basso, dove è bru-
scamente ristretto alla base in una brevissima parte pedun-
colare (1) : è rotondato in alto e sormontato da un assai
grosso mucrone, lungo sino 8 mm., non pungente. Il frutto
(maturo) è lungo 5.5 (o poco più) cm., compreso il mucrone
ed il pedicello, ed è largo 33 mm. (nella figura); scaglie sopra
12 ortostiehe, assai profondamente solcate. Seme ovoideo
brevemente ed ottusamente apiculato in alto.
Habitat. — Congo Belga. La località precisa non è indi-
cata, ma sembra una palma assai diffusa in certe regioni.
Nell’opuscolo del dott. De Wildeman intitolato: « Tuiles
végétales » vi è la riproduzione di una fotografia presa
nella foresta delle vicinanze di Eala, rappresentante la
B. Laurentii.
Osservazioni. — È specie ben caratterizzata per varie par-
ticolarità, ma specialmente per i fiori feminei con la corolla
rudimentaria, inclusa dentro il calice come nella B. lon-
giflora. È caratterizzata ancora per i suoi frutti ovati, rela-
tivamente piccoli, ma con assai grosso mucrone, e per i fiori
fortemente falcati, con 15 stami, ecc.
5. Rapina Mannii Becc. in Agricolt. Colon., IV (1910),
tav. VI, f. 8, 9. — B. vinifera (non P. de Beauv.) Mann
et Wendl. in Trans. Linn. Soc. v. XXIV, p. 437, t. 42,
f. C. — (Fig. 8, II, a, b , c).
Descrizione. — Tronco mediocre (M. et W.). Foglie non
ne ho viste. Dello spadice ho potuto esaminare soltanto
alcune spighette ed un frutto maturo. Le spighette sono
compresse, sinuose, lunghe 14-16 cm., larghe alla base 13-14
(1) Rappresentata dal perianzio fruttifero ? — O. B.
71 —
mm. e gradatamente assottigliate verso l’estremità ; le spa-
telle sono opache, da prima hanno il margine finamente
ciliolato-squamuloso, poi nudo. Fiori biseriati sopra ogni
lato della spighetta, 5-7 per parte in basso sono feminei,
ed i rimanenti, assai numerosi, maschi. Fiori maschi (visti
solo giovanissimi) con spatellula acutamente bicarenata o
subbialata, con le carene convergenti di dietro in una sola
punta molto breve. Calice assai più corto della spatellula,
superficialmente 3-dentato, minutamente ciliolato sul mar-
gine. Stami 10. Fiori feminei , oblanceolati, acuminati, lun-
ghi 15 mm., larghi 6 mm. ; spatellula, fessa dal lato ante-
riore molto acutamente bicarinata dal lato assile, con le
carene minutamente ciliato-denticulate in alto, e conver-
genti in una sola punta acuta più lunga della corolla. In-
volucello molto sviluppato, tubuloso, cuoprente più della
metà o quasi i due terzi del calice. Calice tubuloso-urceo-
lato, terminato da 3 denti larghi, acutiusculi, ciliolati. Co-
rolla assai più luuga del calice, molto brevemente 3-den-
tata, ma poi fessa in 3 parti sino circa alla metà . Sta-
ro inodì formanti un tubo connesso con la corolla per oltre
la metà, e terminato da 9-10 brevissimi denti triangolari,
subeguali, portanti una antera sagittata, quasi più larga che
luuga. Fratto obovato, un poco attenuato alla base, lungo
7 cm., largo 40-42 mm. ; l’unico frutto da me visto ha la
base assai asimmetrica, è rotondato in alto e terminato da
un breve mucrone conico, acuto ; squame disposte sopra
9 ortostiche, cinnamomee, nitide, con fascia intramarginale
più scura, e con uno strettissimo margine scarioso più chiaro,
eroso-denticolato, e probabilmente in gioventù fimbriato-
ciliato; inoltre le squame sono profondamente e largamente
solcate lungo il centro, e fortemente bigibbose nella parte
basilare, mentre sono assai depresse nella parte anteriore
ed hanno la punta leggermente prolungata, strettamente
scariosa, chiara, ottusa, o nelle squame più basse acutiu-
scula. Seme oblungo— -bovato, alquanto attenuato in basso,
lungo 53 mm. e largo 33 mm. Integumento del seme sot-
tile, fortemente aderente al nucleo ; diramazioni del rafe
molto distinte, fortemente vermicolato-impresse, tutte, an-
che le posteriori, molto ramose sin dalla base. Embrione
centrale. Traccie delle loggie sterili molto prossime alla
base del seme. Albume con ruminazioni anguste profonde
e numerose.
Habitat. — Il campione che io ho studiato, consistente in
un sol frutto accompagnato da alcune spighette fiorifere,
porta nel Museo di Kew la sola indicazione : West tropi-
cal Africa. G. Mann. I signori Mann e Wendland però, nella
memoria citata, indicano come località della loro R. vinifera
le sponde dell’ Old Calabar River.
Osservazioni. — Senza alcun dubbio il frutto da me stu-
diato è uno di quelli che Mann e Wendland hanno riferito
alla R. vinifera , corrispondendo alla figura che di questa è
stata dai chiarissimi autori pubblicata nelle Trans. Linn.
Soc. v. XXIV, t. 42, C.
Io considero però la R. Mannii come distintissima tanto
dalla R. vinifera quanto da qualunque altra specie sin qui
nota, per i suoi frutti con squame fortemente bigibbose
alla base, latamente solcate e depresse nella parte ante-
riore, presso a poco come nella R. textilis. Il frutto da
me visto ha la base ascendente, fortemente asimmetrica,
ma non conosco se ciò è una accidentalità od un carattere
costante ; è poi particolare la vermicolatura della superficie
del seme, molto ramosa sin dalla base, e tanto sul lato del
rafe quanto su quello dell’embrione. I fiori feminei poi sono
particolari per la spatellula acuminata di dietro e che sor-
passa i lobi della corolla: per lo sviluppatissimo involu-
cello; per il calibe intiero assai distintamente, ma non
profondamente, S-dentato ; per la corolla assai più lunga
del calice ; ed infine per il tubo formato dagli staminodì
che si termina in 9-10 dentini brevi, triangolari, subeguali,
con antera sagittata deltoidea. Il fiore femineo della R. Man-
nii è quindi assai diverso da quello della R. vinifera, dove
la spatellula è fortemente bidentata di dietro, il calice è
profondamente 3-lobo e l’urceolo staminale ha denti allun
gati con autere molto strettamente sagittate e subulate.
6. Raphia textilis Welw. Apont. 584 (1858), et Synopse
expl. etc. (1862), p. ?»9 ; Rendle in Cat. Afr. PI. Welw.,
II, 83 ; Wright in Th. Dyer, FI. Trop. Afr. VIII, 105 ;
Becc. in Agricolt. Colon. IV (1910), t. Ill, f. 1, 2, 3.
— R. Welwitschii Wendl. in Trans. Linn. Soc. XXIV
(1863), 439, t. 42, f. B; Drude in Engl. Jahrb. XXI, 111.
— (Fig. 8, III, a, b).
Descrizione. — Nulla trovo indicato riguardo alle di-
mensioni che acquista questa Palma ed al suo tronco, e
nemmeno ho visto campioni delle foglie. E però una specie
molto caratteristica e distinta per il suo frutto. Io ne ho
visto uno attaccato ancora ad una porzione di spighetta ;
questa è alquant > compressa ed ha i fiori poco distintamente
biseriati sopra ognuno dei lati. I fiori maschi hanno la spa-
tellula cupulare, intiera, troncata davanti e di dietro, acuta-
mente bicarinata. Calice quasi il doppio più lungo della sua
spatellula, tubuloso-cupolare, troncato e subtridenticulato
alla bocca. Stami pochi (6 o 9?) ma non ho visti fiori maschi
in buono stato. I fiori ferninei sono lanceolati, lunghi 1 cm.,
larghi 4-5 mm. Spatellula obliquamente dipolare, troncata
di dietro, leggermente scavata davanti. L’ involucello è
completo, ciatiforme, troncato, cuoprente la metà del calice,
sottilmente coriaceo-scarioso. Calice tubuloso-campanulato,
assai più lungo (di circa l/3) della respettiva spatellula,
perfettamente troncato. Corolla assai più lunga del calice,
divisa in 3 larghi lobi triangolari, acuti. Ovario con stigmi
conniventi, riposanti sopra una base conica, callosa. Gli
staminodì sono 6, riuniti in anello membranoso in basso ;
nella parte libera sono, da una base larga, assai lungamente
acuminati ; quelli alternipetali sono terminati da una sola
piccolissima antera deltoidea; quelli oppositipetali sono più
larghi degli altri, molto brevemente fessi all’apice e ter-
— 74 —
minati da 2 antere rudimentarie. Frutto lungo 7.5 cm. e
largo 4.5 cm., obovato, od obovato-turbinato, leggermente
attenuato in basso, rotondato in alto e terminato da un
piccolo, gracile e corto mucrone, che è lungo 4 mm.; squame
disposte sopra 12 ort. (11-14 Mann e Wendl.), quelle del-
l’apice del frutto assai latamente scariose sul contorno, le
alti’e molto nitide, color rosso mohogano, con stretta fascia
marginante nerastra, fortemente gibbose nella parte poste-
riore o basilare, più o meno depresse o pianeggianti nella
parte centrale ed anteriore, con appena una traccia di an-
gusto solco lungo il centro ; sono gradatamente prolun-
gate in punta triangolare piuttosto acuta, specialmente
in quelle più basse; margine eroso-denticolato ; squame
maggiori larghe 20-22 mm. e circa tanto lunghe o poco
più. Seme ovoideo-ellissoideo, o sub-obovato, ottusamente
apicolato, lungo 55 mm., largo 32 mm., segnato da alcune
vermicolature sul lato posteriore percorrenti tutta la lun-
ghezza del seme e quasi indivise, le altre assai ramose.
Integumento del seme fortemente aderente al nucleo, sot-
tile (da */, ad ] mm. di spessore). Embrione situato verso la
metà, fracco dei dissepimenti delle loggie sterili biforcantesi
dall’altezza dell’embrione. Albume con poche ma assai lar-
ghe ruminazioni simili a quelle della R. Rujffia.
Habitat. — Nella bassa Guinea portoghese in Angola, a
Golungo alto, in vicinanza dei ruscelli, a 550-600 m. sul
livello del mare, circa 120 miglia dentro terra. Welwitsch
n. 6666 e 6671; frutto n. 1054. Parimente a Barro do Dande,
gregaria sul fiume Dande, Welwitsch n. 6663 ex Wright, 1. c.
Osservazioni. — Di questa distintissima specie ho visto
solo un frutto comunicatomi da Kew, al quale era ancora
unita una porzione di spighetta, ciò che mi ha permesso
di studiarne i fiori. Questi si distinguono facilmente da
quelli delle altre specie : per i fiori maschi con la spatel-
lula cupolare troncata, assai più corta del calice, e con
pochi stami; per i fiori feminei con la spatellula pure cupo-
— 75 —
lare, troncata, assai più corta del calice; e che hanno l’in-
volucro completo, ciatiforme, di consistenza coriaceo-sca-
riosa ; il calice perfettamente troncato ; la corolla assai più
lunga del calice; ed infine gli staminodì in n. di 6, allungati
nella parte libera. Il frutto è pure caratteristico per le
sue squame gibbose alla base e pianeggiauti o depresse
sul rimanente. Il mesocarpio sembra debba essere molto
floscio, giacché allo stato di maturità del frutto lascia fra
le squame e l’endocarpio un assai grande spazio vuoto.
Il seme è fra quelli che appariscono meno ruminati.
7. Rapina taedigera Mart. Hist. nat. Palm. Ili, 216;
Wallace, Palm-trees Amaz., p. 43, t. II, f. 1, et tav.
XYI ; Becc. in Agricolt. Colon, v. IV (1910), t. VI,
f. 2. 3. R. vinifera v. taedigera Drude in Bot. Zeit.
1876, p. 804, et in Martius FI. Bras. Ill, p. II. 287,
t. LXI, f. 1, et t. LXII, fig. 1, B. C. D. — Sagus
taedigera Mart. Hist. nat. Palm. Il, 54, t. 45, 48. —
(Fig. 3).
Descrizione. — Il tronco in generale non sorpassa la
lunghezza di 2-2.5 m., ha circa 30 cm. di diam., ed è rive-
stito sino ad una certa altezza dalle basi guainanti dei
piccioli delle foglie e da numerosi processi spiùiformi de-
rivati da questi.
Le foglie si innalzano quasi verticalmente dall’apice del
tronco e si piegano da ogni lato in curve graziose, for-
mando una magnifica chioma alta 20 metri e del diametro
di 12. Le sole foglie sono lunghe 14-15 ed anche più me-
tri, ed hanno i segmenti lunghi 1.20 m., sparsi alquanto irre-
golarmente e non molto approssimati fra di loro e con la
punta pendente (Wallace). Martius descrive le foglie « ha-
bitu subcrispo »; i piccioli lunghi sino 20-24 spanne e
crassi due pollici ; i segmenti dice sono 80-90 sopra ogni
lato del rachide, lineari-lanceolati, acuti crassiusculi, lunghi
5-6 spanne e larghi un pollice e mezzo. I segmenti che
io ho studiato e che probabilmente appai'tengono a pianta
non perfettamente adulta, sono poco distintamente geminati,
e discosti 3—6 cm. sopra ogni lato del rachide: sono lineari-
ensiformi, rigidulo-cartacei, lunghi 75 cm. e larghi 38 mm.,
attenuati in basso verso il punto d’attacco che è largo 6-8
mm. e dove molto bruscamente il loro margine si retro-
flette dando origine ivi ad una piccola cavità dal lato in-
feriore : si terminano in punta acuminata, ma non molto
gradatamente: sono assai distintamente più pallidi di sotto
che di sopra, spinulosi sulla costa mediana, specialmente
verso l’alto, nella pagina superiore; i margini loro sono
pure assai fittamente spinulosi, quello inferiore è alquanto
inspessito ; di sotto la costa mediana porta numerose pic-
cole e corte pagliette rubiginose ; vi è un nervo 210 supe-
riore assai sottile per parte della costa mediana, ed uno
inferiore pure per parte, sottile pure, ma più o meno distin-
tamente rubiginoso ; i nervi 3‘ sono molto sottili, in numero
di 2-4, negli interstizi fra la costola mediana ed i nervi
secondari ; venule transverse molto sottili, ma distinte.
Spadici grandi, lunghi 1.20-1.50 m. recurvi, leggermente
lobati in basso (secondo le figure), composti di numerose
infiorazioni parziali molto allungate, portati da una parte
peduncolare lunga 30 cm. e della grossezza di un braccio.
Spate coriacee infundibuliformi, troncate alla bocca e
bruscamente contratte in un apice acuto, poi irregolar-
mente fesse. Infiorazioni parziali compresse, le inferiori
lunghe sino 45 cm., le superiori gradatamente più corte ;
una che io ho visto ha la parte assile della grossezza di un
dito, questa è compressa in basso nella parte che può dirsi
peduncolare, subterete dove porta le spighette, vaginata da
spate secondarie ciatiformi-infundibulari, molto ravvicinate,
troncate ed alternativamente apiculate da un lato. Le spi-
ghette sono disposte lungo due serie, fra loro prossime, da
un lato e dall’altro della parte assile : sono rigide, alquanto
compresse specialmente in basso ; le più basse sono lunghe
8-10 cm. e larghe alla base circa 15 mm., compreso i fiori,
assottigliate verso l’alto e quivi più o meno torulose, por-
— 77 —
tano 5-7 fiori per parte nella loro metà inferiore, e nel
rimanente soli fiori maschi, che, come i feminei, sono di-
sposti lungo due serie sopra ogni lato. Le spatelle sono
ravvicinatissime fra di loro e nel solito modo brevemente
ed asimmetricamente infundibulari, troncate, intiere ed in-
conspicuamente e fugacemente ciliolato paleacee alla bocca,
acute da un lato.
Fiori maschi, piccoli, lunghi 9 e spessi 2 mm., alquanto
curvato-falciformi, abbracciati dalla spatellula, che è pro-
fondamente incavata dal lato esterno, pianeggiante ed acu-
tamente bicarenato-bialata dal lato assile. Calice di poco
più corto della respettiva spatellula, tubuloso-ciatiforme,
ciliolato alla bocca e molto superficialmente 3-denticolato.
Corolla circa 3 volte più lunga del calice, con i segmenti
lineari, acuti, subnitenti all’esterno. Stami 9, con filamenti
crassi, clavato-fusiformi, liberi fra di loro ; antere lineari,
sagittato-biauriculate in basso.
Fiori feminei ovato-allungati, acuminati, lunghi circa
1 cm. Spatellula tubulosa in basso, aperta davanti, pianeg-
giante ed acutamente bicarenata dal lato assile, giungente
sino all’altezza della bocca del calice od anche alquanto
più corta di questo. Involucello rudimentario, rappresentato
da una breve e piccola scaglia che abbraccia la base del
calice. Calice tubuloso-ciatiforme, molto superficialmente ed
ottusamente 3-denticolato, del resto troncato alla bocca.
Corolla campanulata in basso, divisa sino circa alla metà
in 3 segmenti triangolari acuti, che sporgono al di fuori
del calice di circa la terza parte della lunghezza di questo;
staminodì formanti un tubo membranaceo connato con la
corolla e coronato da 6-9 denti deltoidei, spesso ineguali
o confluenti, tutti terminati da antere abortive sagittato-
triangolari, che giungono sino a circa la metà dei segmenti;
di solito i due staminodì oppositipetali sono più o meno
confluenti fra di loro, e quello alternipetalo comparisce
fra i lobi della corolla fuori della bocca del calice. Ovario
ovato-allungato, terminato da 3 stigmi riuniti in un sol
corpo duro, piramidato -trigono, acuminato.
— 78 —
Frutti lunghi 5-5.5 cm. e di 33-35 mm. di spessore,
oblungo-ellittici, quasi egualmente rotondati alle due estre-
mità, con il vertice anzi un poco pianeggiante od anche
leggermente depresso nel centro, dove si trova un piccolo
mucrone lungo circa 3 mm. ; il pericarpio nell’ insieme
ha lo spessore di 3 mm. ; il mesocarpio non è oleoso
ed a questo aderiscono fortemente le squame ; queste sono
disposte lungo 9 ortostiche, ognuna delle quali si compone
di 5-6 squame ben conformate e di altre 3-4 apicali assai
minori ; le squame maggiori sono romboidali, leggermente
più larghe che lunghe (larghe 18 e lunghe 16 mm.), forte-
mente smarginate nella base e solcate assai profondamente
lungo il centro quasi tanto all’alta base quanto all’apice,
di guisa che l’ intiero frutto apparisce assai distintamente
9-solcato per il lungo ; le squame sono nitide di color
uniforme bruno-nocciola, con una fascia più scura di lar-
ghezza uniforme tntto in giro : sono terminate in punta
triangolare che quando è intatta è acuta, eroso -denticolata
come il margine, subscariosa, più chiara del margine e for-
temente applicata nel solco della squama sottostante. Seme
oblungo-ellittico, esattamente della forma di un bozzolo di
Baco da seta, terete, egualmente rotondato alle due estre-
mità e molto ottusamente apicolato, lungo 4 cm. e spesso
24 mm. ; è segnato da numerose e fitte rugosità impresse,
formanti un reticolo molto anastomosato, e che si diramano
da vari solchi longitudinali poco profondi ; la biforcazione
del così detto fascio rafeale, ossia le traccie dei dissepi-
menti delle loggie vacue, è situata un poco al di sotto della
metà. L’integumento del seme è sottilissimo, e fortemente
aderente al nucleo. L’embrione è situato verso la metà o
poco sopra. Le ruminazioni del seme sono molto numerose,
lineari, anguste, poco o punto più dilatate nella parte in-
terna che alia periferia.
Habitat. — Nei luoghi paludosi ed inondati alle foci
dei fiumi Tocantin e Rio delle Amazoni e nelle isole del-
l’Arcipelago Tagipuri, Marajo e Cairana, più raramente
— 79 —
s’ incontra nell’interno (Martius). Io ne ho ricevuto esem-
plari dal Dott. Hiiber (n.° 2201) dalle Regioni dei Breves
(Amazonia). Nome volgare al Para « Jupaty ».
Fig. 3. — Ra.ph.ia taedigera : 1, fiore femineo avvolto dalla sua spatella
visto dal lato assile; 2, fiore fem. avvolto dalla sua spatellula visto dal
lato esterno; 3, fiore fem. spogliato della spatellula con il rudimento sca-
glieforme d’ involucello; 4, fiore fem. spogliato degli invogli e del calice;
5, porzione della corolla del fiore femineo, con porzione dell’urceolo stami-
nale; 6, fiore maschio visto di fianco; 7, fiore maschio ancor giovane visto
dal lato esterno ed avvolto dalla sua spatellula; 8, fiore maschio visto di
fianco; 9, corolla del fiore maschio alla quale è stato tolto un petalo e
3 stami. — Ingrandim. 5 diametri.
Osservazioni. — Della R. taedigera ho studiato una por-
zione dell’esemplare tipico di Martius conservato nell’Erb. di
Monaco e comunicatomi dal prof. Radlkofer. Ho riscontrato
la descrizione di Martius esattissima in tutto meno che nel
fiore femineo, nel quale non si fa cenno del rudimento del-
l’ involucello.
80 —
La porzione di fronda da me studiata fa parte del n.° 2201
del Dott. Hiiber ed apparentemente appartiene a pianta
giovane.
Il prof. 0. Drude (1. c.) considera la R. taedigera come
una varietà della R. vinifera , opinione dalla quale io dis-
sento completamente.
La R. taedigera è in realtà assai affine alla R. vinifera,
ma non si può considerare conspecifica, sebbene sia vero
che queste 2 specie siano più affini fra di loro, di quello
che non siano la Rapina della Affrica occidentale con quelle
dell’Affrica orientale e del Madagascar.
La R. taedigera differisce dalla R. vinifera:
1° Perchè la prima ha le spighette più larghe in basso
che presso l’apice, verso il quale si assottigliano alquanto:
esse sono meno compresse, subtorulose e con i fiori assai
più distintamente 4-farii ;
2° Per i fiori feminei che hanno la spatellula roton-
data in alto più corta del calice; la corolla divisa in tre
segmenti solo sino verso la metà; il tubo staminale termi-
nato da denti corti deltoide; le antere corte, sagittato-
triangolari; il caliculo molto rudimentario ;
8° Per il frutto in apparenza simile all’esterno a quello
della R. vinifera , ma con il seme perfettamente ed egual-
mente rotondato alle 2 estremità e fittamente e poco pro-
fondamente reticolato-vermicolato-solcato all’esterno, e per
i canali che formano la ruminazione angusti e non clavati,
allorché visti in sezione transversa.
Nella R. vinifera, le spighette sono fortemente com pla-
nate, quasi egualmente larghe in basso come in alto; i fiori
sono quasi perfettamente bifarii e solo con attento esame
si vede che ogni serie è doppia. I fiori feminei della R. vi-
nifera hanno la spatellula un poco più lunga del calice e
terminata posteriormente in 2 punte molto acute ; hanno
la corolla divisa molto profondamente in 8 segmenti (sino
al di sotto della metà); il tubo staminale diviso in 6 denti
triangolari acuminatissimi con le antere angustissimamente
sagittate.
— si-
ll seme della R. vinifera è più allungato di quello della
R. taedigera, più largo in alto che in basso ed è più acuto
alla 2 estremità; le diramazioni delle impressioni vascolari
sono molto meno fitte, e più profonde ed i canali della
ruminazione sono alquanto claviformi in sezione transversa.
Delle figure rappresentanti la R. taedigera, nella « Flora
Brasiliensis », t. 62 la figura I. A. riproduce, poco esatta-
mente, un frutto della tipica R. taedigera ; ma la figura I. D.
di detta tavola 62 non rappresenta le analisi, nè della
R. vinifera, nè della R. taedigera, bensì quelle della R. Ruf-
fa. In dette figure nel fiore femineo (che per sbaglio
è segnato maschio) è indicato per calice l’ involucello, e
per corolla il calice, giacché nella R. Ruffa la corolla
rimane intieramente nascosta dentro il calice e non è visi-
bile all’ esterno.
8. Rapina Wendlandi Beco, in Agricolt. colon. IV (1910),
t. VI, f. 10, 11. — R. Gaertneri Mann et Wendl. in
Trans. Linn. Soc. XXIV, 437, t. 42, f. D. (excl. allig.
Gaertn.); Drude in Engl. Jahrb. XXI, 111 (pro parte);
Wright in Th. Dyer, FI. Trop. Afr. Vili. 106 (pro
parte). — (Big. 8, I, a, b, c).
Descrizione. — Non si conoscono le dimensioni della
pianta e del tronco. Nemmeno ho trovato campioni di fo-
glie negli Erbarii. Spadice con infiorazioni parziali assai
lasse, portanti spighette inserite quasi spiralmente o sparse
(non bifarie); parte assile che portale spighette subterete.
Spate secondarie infundibuliformi, prolungate in brevis-
sima punta da un lato, a margine da prima finissimamente
ciliolato, poi nudo, a superficie opaca e sparsa di scagliette
peltate, orbicolari, scariose molto appresso e più o meno
caduche. Spighette piuttosto gracili, le inferiori lunghe
13-20 cm., flessuose, alquanto compresse, larghe alla base
12-13 cm., molto gradatamente assottigliate verso l’estre-
mità ; spatelle opache, da prima molto minutamente cibo-
— 82 —
late, poi nude sul margine ; fiori nelle spighette inferiori
più o meno distintamente biseriati sopra ogni lato delle
spighette; queste portano 5-8 fiori feminei per lato in basso
e numerosi fiori maschi nel rimanente; le spighette su-
periori portano solo fiori maschi e questi sono subunise-
riati.
Fiori maschi lunghi 15 mm. e spessi 2.5-3 mm. ; spatel-
lula acutamente bicarinato-subbialata, con carene minuta-
mente ciliolate, convergenti all’ apice di dietro in una
breve punta molto ottusa o rotondata; calice intieramente
incluso nella spatellula, ciatiforme-campanulato, subtron-
cato o molto oscuramente 3-dentato, e col margine poco
distintamente ciliolato ; corolla fortemente falcata, con di-
visioni lineari; stami normalmente 9; filamenti uniti in
basso al tubo della corolla ma per buona parte liberi, cla-
vati, più o meno angolosi, attenuati piuttosto bruscamente
all’apice in un assai spesso connettivo; antere lineari a loggie
angustissime, parallele.
Fiori feminei lunghi 12-13 mm. (al momento dell’antesi),
ovati ; spatellula come nel fiore maschio di poco più lunga
del calice ; involucello dipolare ricuoprente circa la metà
del calice. Calice troncato, molto superficialmente 3-den-
tato, a margine molto minutamente e poco distintamente
ciliolato. Corolla un poco più lunga del calice, campanu-
lato-urceolata, fessa sino presso la metà, terminata da 3
denti deltoidei acuti, sporgenti dal calice ; staminodi for-
manti un anello membranoso connato sino a circa la metà
con la coi’olla, terminato da 9 denti corti triangolari con
antere ben formate, deltoideo-sagittate. Stigmi triango-
lari, conniventi, formanti una punta piramidata, acumi-
nata, obliqua, all’ apice dell’ ovario.
Frutti angustamente ellittici, egualmente attenuati alle
due estremità, con base acuta, simmetrica, terminati da un
mucrone conico-acutissimo; squame disposte sopra 9-11 or-
tostiche, leggermente convesse, romboidali, distintamente,
ma strettamente, smarginate alla base, latamente e poco
profondamente depresso-solcate lungo il centro, special-
— 83 —
mente verso la base, subsquarrose in punta, di color bruno
nocciola, nitide, con fascia intramarginale scura ed assai
larga tutto in giro e margine strettamente scarioso e molto
distintamente fimbriato-ciliato; punta alquanto prolungata,
più o meno scariosa, rotondata ed anche piuttosto acuta e
fessa nelle squame più basse. I frutti da me visti sono an-
cora giovani e non hanno il seme maturo. Sono lunghi
48 inni., compreso il rostro che è lungo 7 mm., e lar-
ghi 22 mm.
Mann e Wendland descrivono il frutto maturo, che io
non ho visto, allungato od ovale-ellissoideo, obliquamente
mucronato, lungo 62-70 mm. e di 31 mm. di spessore. Il
seme è descritto allungato-ellissoideo, acutiusculo ad ambe-
due le estremità, lungo 5-5.7 cm. e spesso 22-28 mm. Al-
bume strettamente ruminato.
Habitat. — Isola di Fernando Po nel Golfo di Guinea;
dal livello del mare sino a 500 m. di altezza.
Osservazioni. — Il tipo della R. Wendlandi è rappre-
sentato dagli esemplari del Museo di Kew che Mann e
Wendland hanno riferito al Sagus Palma Pinus di Gaertner,
consistenti in spighette portanti frutti non completamente
maturi e sui quali hanno stabilito la loro R. Gaertneri.
La R. Wendlandi di Fernando Po è una specie ben ca
ratteri zzata per le spighette lassamente sparse ; per i frutti
assai piccoli, ellittici, leggermente ed egualmente ristretti
alle due estremità e terminati da un assai lungo mucrone
acuminato pungente, coperti da squame latamente e poco pro-
fondamente solcate subsquarrose e marginate di scuro; per i
fiori maschi con 9 stami ; per i fiori feminei con gli apici
dei segmenti della corolla deltoidei e sporgenti dal calice ;
per gli staminodì formanti un anello membranoso terminato
da denti corti triangolari e con antere deltoideo-sagittate.
La R. Wendlandi è specie affine alla R. vinifera ; ma
in questa il frutto è più grande e più brevemente rostrato,
le spighette sono approssimate e biseriate nelle infiorazioni
— 84 -
parziali (e non lassamente sparse); i fiori feminei hanno la
corolla più allungata con l’apice dei segmenti triangolari
allungati (non deltoidei), e l’anello formato dagli stami-
nodi ha i denti e l’antere allungate, e non deltoidee.
La Raphia di Sierra Leone (Scott Elliot n. 5002) che
Wright (F. trop. Afr. 1. c.) ha riportato alla R. Gaertneri
io la considero come appartenente ad una specie distinta
(R. gracilis Becc.), mentre quella della Gold coast raccolta da
Cameron, egualmente riportata da Wright alla R. Gaertneri ,
corrisponde alla mia var. brachycarpa della R. Hookeri.
9. Rapina Gaertneri Mann et Wendl. in Trans. Linn.
Soc. v. XXIV, p. 437 (pro parte) — Sagus Palma
Pinus Gaertn. Fruct. et Sem. I, p. 27, t. 10, f. 1 !
— Sagus vinifera Lam. Illustr. t. 771, f. 1, a-f (e Gaer-
tner). — (Fig. 4).
Descrizione. — Tronco.... Fronde.... Spadici.... ; spighette
piuttosto grosse e robuste, poco compresse, subtorulose, con
fiori maschili e feminei quadriseriati. ossia molto distinta-
mente disposti lungo due serie sopra ognuno dei lati, assai
larghe in basso, misurando quivi fra l’apice di un fiore
femineo e l’altro, circa 18 mm. Spatelle cimbiformi, molto
ravvicinate, molto densamente barbato-ciliate sul margine.
Fiori maschi con spatellula lunga quanto il calice, forte-
mente bicarenata o subbialata, con un dente ottuso alla
terminazione delle carene, scavata davanti. Calice ciatiforme-
campanulato, attenuato in basso, assai profondamente 3-lobo,
lobi ottusi. Stami.... (Il fiore che ho esaminato era guasto da
insetti).
Fiori feminei 8-10 per parte, relativamente molto grandi
ed allungati (22 mm. di lunghezza e 7.5 mm. di larghezza),
molto acuminati, attenuati in basso ; spatellula fortemente
compressa, assai attenuata in basso, acutamente bicarinato-
subbialata, terminata all’apice da un dente piuttosto acuto,
scavata a mezzaluna davanti. Involucello fasciante la metà
— 85 —
inferiore del calice, evoluto alquanto asimmetricamente ;
venule transverse sottili poco apparenti. Calice più lungo
della spatellula, assai lungamente attenuato in basso, molto
distintamente 3-dentato-lobato, poi fesso profondamente
in 3 parti ; lobi ovati acuti. Corolla alquanto più lunga del
calice, profondamente divisa in 3 lobi allungato-triangolari,
acuminati. Staminodii formanti un anello membranoso che
giunge sino alla metà della corolla, terminato da vari denti
ineguali, alcuni angusti triangolari-allungati e subulati,
altri più larghi e 2-3-fidi, tutti terminati da antere assai
ben conformate, molto strettamente sagittate ed acuminate.
Ovario gradatamente acuminato.
Frutti maturi ovato-allungati, od allungato-ellissoidei,
egualmente ristretti verso le due estremità, non molto
bruscamente terminati all’apice in un mucrone conico,
gracile, subulato, rotondati e simmetrici alla base, lun-
ghi 7.5-8 cm., e larghi 3-3.3 cm. ; squame largamente
e profondamente smarginate alla base, e quindi nell’ in-
sieme di forma subcordata, disposte lungo 9 ortostiche, ed
in numero di 6-7 sopra ogni ortostica, di color nocciola
con una ben netta ed assai larga fascia molto scura uni-
forme tutto in giro, convesse e bigibbose, essendo profon-
damente percorse lungo il centro da un largo solco dalla
base sino all’apice ; la loro punta è leggermente depressa,
assai prolungata, con l’estremità scariosa e decolorata e
col margine finamente fimbriato-ciliato. Seme strettamente
ellittico, attenuato alle due estremità, acuto all’ apice ; ru-
minazioni numerose, profonde, anguste. Embrione centrale.
Habitat. — Questa specie, di cui sino ad ora non si co-
nosceva la patria precisa, è stata ritrovata in Liberia dal
sig. D. M. Dinklage, secondo alcuni saggi di porzioni di
spadice con frutti maturi, conservati nel museo del « Bo-
taniche Staatsinstitute » di Hamburg.
Osservazioni. — Io ho potuto identificare, con tutta
certezza, la Rapina che Gaertner ha descritto e figurato
6
— 86 —
sotto il nome di Sagus Palma Pinus, mercè alcune por-
zioni di spadici con frutti maturi facenti parte degli esem-
plari raccolti dal sig. Dinklage in Liberia a che mi sono
stati cortesemente trasmessi dal Dott. Heering.
Detti frutti corrispondono perfettamente nella forma e
nelle dimensioni alla figura citata di G-aertner ; di più in
nessun’altra Raphia le squame sono così profondamente
smarginate alla base, da poter esser dette « subcordatae »
come Gaertner scrive che sono quelle del suo Sagus Palma
Pinus. La profonda smarginatura basilare delle squame è
quindi un carattere che permette di riconoscere facilmente
la R. Gaertneri dalle altre specie.
Mann e Wendland hanno assegnato il nome di R. Gaer-
tneri alla Rapina che cresce a Fernando Po, la quale è,
senza dubbio, una pianta ben differente dal Sagus Palma
Pinus di Gfaertner. Siccome però i prelodati autori hanno
assegnato il nome di R. Gaertneri alla specie indigena in
Fernando Po perchè hanno creduto di riconoscere in essa
il Sagus Pahna-Pinus di G-aertner, così io ritengo che con-
venga di attribuire a questa il nome di R. Gaertneri. Ri-
manendo quindi la Rapina di Fernando Po senza nome
specifico, propongo per questa quello di R. Wendlandi.
Più che alla R. Wendlandi (di Fernando Po) la vera
R. Gaertneri (di Liberia) si avvicina alla R. gracilis spe-
cialmente per i fiori maschili e feminei con calice profon-
damente ti'ilobo ; è però anche da questa benissimo di-
stinta per i fiori feminei molto più lungamente attenuati
in basso, per la corolla assai più lunga del calice, e per
gli staminodì con antere molto angustamente sagittate. Il
frutto poi differisce per le squame che hanno la smargina-
tura basilare molto più profonda e per la punta, che è
molto più prolungata nella R. Gaertneri che non nella
R. gracilis.
Dalla R. Wendlandi , la R. Gaertneri differisce per le
dimensioni e per la forma dei fiori, per il calice profon-
damente 3-lobo in questa, troncato ed appena 3-dentico-
lato nella R. Wendlandi , e parimente per gli staminodì
— 87 —
con antere sagittato-deltoidee in questa e molto stretta-
mente sagittate e subulate nella prima. I frutti si rasso-
migliano, ma io non ho visto quelli della R. Wendlandi
completamente maturi ; in questi però le squame non sono
subcordate, ma solo leggermente smarginate.
Fig. 4. — Rapili» Gaertneri ; 1, fiore femineo intiero avvolto dalla spa-
tellnla, visto dal lato esterno ; 2, fioro fem. liberato dalla spatellula ;
3, porzione della corolla aperta, del fiore femineo; 4, fiore maschio ancor
giovane, visto dal lato esterno. — Ingrandim. 3 diametri.
È possibile che appartenga alla R. Gaertneri il n. 1947
di Dinklage, rappresentato solo da porzioni di fronda nel-
l’Erbario di Berlino, e che è stato raccolto il 30 Mag-
gio 1898 sul River Cestos, a Grand Bassa nello Stato di
Liberia. Dette porzioni di fronda sembra abbiano appar-
tenuto a pianta giovane ; hanno i segmenti strettamente
lanceolati, o meglio oblanceolati, la parte più larga rima-
nendo di solito un poco al di sopra della metà, dove mi-
surano 3.5-4 cm. di larghezza sopra 40-45 cm. di lun-
ghezza ; sono alquanto attenuati in basso in una base assai
angusta e gradatamente acuminati all’apice, sono opachi
— 88
e concolori sulle 2 facce (non biancastri di sotto). La co-
stola mediana di sopra è molto acuta e spinulosa quasi
sin dalla base, e di sotto porta assai numerose pagliette ;
i nervi secondari sono molto sottili e se ne distinguono 2
per parte alla costa mediana (uno superiore ed uno infe-
riore); nella pagina inferiore si trovano alcune minute pa-
gliette suborbiculari-peltate su qualche nervo terziario ; i
margini sono assai fittamente spinulosi sin quasi dalla base.
10. Rapina vinifera Palis, de Beauv. in Desvaux, Journ.
de Bot. II (1809), 87, et PI. d’Oware et de Benin, I,
77, tab. 44, f. 1, 45 (excl. syn. Gaertn.) et tab. 46, f. 1 .
a. b. c. d. ; Martius Hist. nat. Palm. Ili, pag. 217
(ed. l.a). — Sagus vinifera Lam. Encycl., Suppl. Y,
pag. 13. (?) — Sagus Ruffa v. (3 Willd. sp. pi. IY, 404.
— Metroxylon viniferum Spreng. Syst. veg. II, 139,
n. 2. — (Fig. 3).
Descrizione. — Non ho dati precisi riguardo all’aspetto ge-
nerale della pianta, alle dimensioni che acquista ed al
tronco. Delle fronde non ne ho viste che si possano con
tutta certezza riferire a questa specie. Ho però studiato un
esemplare tipico raccolto dallo stesso Palisot de Beauvais,
conservato nell’Erbario De Candolle, e consistente in una
infiorazione parziale. Questa nell’insieme è ovata, fortemente
complanata, con spighette molto addensate, distiche, ma rav-
vicinate due a due sopra ogni lato; sono quindi biseriate so-
pra ognuno dei due lati ; tale infiorazione parziale è nel-
l’insieme lunga 25 cm., compresa una parte peduncolare,
che da se sola è lunga 8 cm. e larga circa 15 mm. ed
è strettamente vaginata da alcune spate tubulose, di cui
la più esterna è bialata e prolungata da un lato e dall’altro
in una punta falciforme acuminata. La spata generale di
detta infiorazione parziale è molto dilatata in basso e si
termina in una larga ed assai lunga punta acuminata ; è
opaca e color nocciola all’esterno ed è nitida e color ca-
— 89 —
stagno internamente. Le spighette sono leggermente arcuate,
molto compresse e di apparenza pettiniforme a causa della
disposizione regolare dei fiori ; le maggiori, quelle situate
verso il terzo inferiore, sono lunghe 8-9 cm.; le superiori
sono gradatamente più. corte, sono larghe 12-13 mm. com-
presi i fiori ; le loro spatelle sono ravvicinatissime, molto di-
stintamente e fittamente ciliolato-paleacee sul margine.
1 fiori sembrano perfettamente distici, ma hanno la ten-
denza ad apparir disposti lungo due serie sopra ognuno
dei lati.
I fiori maschi sono piccoli, allorché in boccio subtereti e
leggermente rigonfi o subcallosi all’apice, con l’estrema punta
acuta e pungente ; sono lunghi, allorché bene sviluppati,
8 mm. ed arcuati ; la spatellula è acutamente bicarinata di
dietro, e quivi è emarginata all'apice, e questo pure è ci-
liolato-paleaceo. Calice ciatiforme, superficialissimamente
3-denticolato e pure ciliolato-paleaceo sul margine. Corolla
due volte e mezzo e talvolta vantaggio, più lunga del
calice, opaca all’esterno, divisa sin quasi in basso in 3 se-
gmenti lineari. Stami 9, coi filamenti crassi, subfusiformi,
liberi fra di loro, od anche più o meno aderenti alla base
della corolla. L’infiorazione parziale ora descritta portava
quasi tutti fiori maschili, e solo qualche raro fiore femineo
nella parte più bassa delle spighette inferiori.
Fiori feminei lunghi circa 1 cm. e larghi 4 mm., acumi-
nati, un poco attenuati in basso. Spatella un poco più lunga
del calice, scavata e fessa quasi sino in basso dal lato esterno,
pianeggiante e scavata a mezza luna in alto dal lato assile,
e molto acutamente bicarinata sui lati, con le carene con-
spicuamente squamuloso-paleacee, e che si terminano in
2 punte acutissime e convergenti come 2 corna. Involucello
giungente sino a circa la metà del calice (nel solo fiore che
ho studiato), ineguale e fesso dal lato assile. Calice non
molto profondamente 3-lobo, con lobi ottusi, ciliato-paleacei
sul margine, specialmente in punta. Corolla di circa */s più
lunga del calice, divisa e fessa sino circa alla metà in 3
segmenti triangolari allungati, ed assai lungamente acumi-
— 90 —
nati. Starninoci! uniti in anello e connati col tubo della
corolla per tutto il terzo inferiore di questa, e nella parte
libera divisi in 6 grandi denti triangolari allungati e su-
bulati ; i denti alternipetali sono più stretti di quelli, op-
positipetali e portano all’apice una sola antera sterile, che
comparisce anche all’esterno fra un segmento e l’altro della
corolla ; i denti oppositipetali sono brevemente bifidi o tal-
volta 3— fidi all’apice, e portano 2-3 antere ; queste sono
angustissimamente sagittate. Ovario terminato in punta
piramidale-trigona, con stigmi convergenti, che apparente-
mente non si discostano mai e che sembra abbiano la su-
perficie stigmatica papillosa lungo i 3 angoli della piramide;
almeno così appariscono allo stato secco.
Non ho visto i frutti degli esemplari autentici della R. vi-
nifera di Palisot de Beauvais; ma quelli figurati nella « Flore
d’Oware et de Benin », t. 46, f. 1, sono cilindrico-ellissoi-
dali, egualmente larghi in alto quanto in basso e misurano
7 cm. di lunghezza (senza il rostro) e sono larghi 4 cm. Il
seme è lungo 62 mm. e largo 28.
Numerosi frutti di una Rapida inviati dal Sig. W. Ha-
rold Unwin al Prof. U. Martelli, còlti nella medesima regione
dalla quale venne descritta da Palisot de Beauvais la sua
R. vinifera , e che indubbiamente ritengo appartenere a que-
sta specie, corrispondono esattamente a quelli della figura
della « Flore d’Oware et de Benin », ma sono leggermente più
piccoli, misurano 6-6,5 cm. di lunghezza (senza il rostro) e
33-35 mm. di larghezza, sono cilindrico-ellissoidali, egual-
mente larghi in alto come in basso, od al più molto legger-
mente più larghi in alto che in basso; alla base sono acuti;
in alto bruscamente si ristringono in un piccolo mucrone
acuto, assai breve, lungo al più 4-5 mm. ; le squame sono
normalmente lungo 9 ortostiche ; in ogni ortostica vi sono
5 squame ben conformate oltre le minori delle estremità ; le
squame sono nitenti, di color paglia sporco, o bruno noc-
ciola, col margine più scuro, non fortemente convesse, sono
percorse nel mezzo da un solco molto largo, specialmente
nella parte posteriore, ma non molto profondo ; sono rom-
91 —
boidali, distintamente emarginate posteriormente, coi mar-
gini anteriori denticolato-fimbriati ; sono prolungate in
punta triangolare acuta (allorché intatta), subcariosa e più
chiara del rimanente, non fortemente applicata nel solco
Fig. 5. — Raphia vinifera ; 1, fiore femineo avvolto dalla sua spatellula,
visto dal lato esterno; 2, fiore fem. liberato dalla spatellula, visto di fianco;
3, fiore fem. al quale sono stati tolti l’ involucello ed il calice; 4, corolla
del fiore femineo aperta; 5, fiore maschio visto di fianco; 6, un petalo del
fiore maschio con i 3 stami che gli sono opposti. — Ingrandim. 5 diametri.
della squama sottostante. Tutto il pericarpio ha nell’ in-
sieme lo spessore di 5 mm. ; il mesocarpio è crostaceo-le-
gnoso, di 1 mm. di spessore, non oleoso. Seme oblungo-el-
lipsoideo, molto leggermente attenuato alle due estremità,
ma un poco più in basso che in alto, acutiusculo in basso,
apiculato all’apice, lungo 5.5 cm. e largo 24-25 mm. ; il suo
integumento è sottilissimo, fortemente aderente al nucleo,
— 92 -
di colore stramineo-pallido, nitido. Le traccie dei disse-
pimenti delle loggie sterili si biforcano un poco al di sopra
della metà. Le diramazioni vascolari del rafe sono assai
fortemente impresse ed anastomosate, a maglie allungate.
Albume con ruminazioni anguste, di figura leggermente
clavata in sezione transversa. Embrione situato un poco al
di sopra della metà.
Habitat. — - Con certezza la vera R. vinifera è stata trovata
solo nella Nigeria inferiore.
Osservazioni. — La Raphia dell’Old Calabar, che i signori
Mann e Wendland (1. c.) hanno considerato come apparte-
nente alla R. vinifera , è stata da me ritenuta per il tipo
di una nuova specie (R. Mannii). Parimente lo studio della
R. vinifera eseguito dal Prof. Drude (in « Engler’s bot.
Jahrb. », v. XXI, pag. 130) non ha avuto per base cam-
pioni appartenenti a detta specie, ma il n. 5002 di Scott
Elliot, che io considero come riferibile alla mia R. gracili s.
11. Raphia gracilis llecc. in Agricolt. Colon. IV (1910),
t. V, f. 7, 8 — R. Gaertneri (pro parte) Wright in Th.
Dyer, F. trop. Afr. Vili, 106. — R. vinifera (non
P. B.) Drude in Engl. Bot. Jahrb. XXVI (1895),
p. 111. — (Fig. 6, I, a).
Descrizione. — E forse la più piccola specie del Genere.
E cespitosa formando dei macchioni che non sorpassano
3-4 m. di altezza. Giudicando dalla base o guaina di una
fronda il tronco non sarebbe più di 5-6 cm. di diam. ; la
guaina è liscia e legnosa sul dorso, ed è marcescente dal
lato ventrale, dove si riduce poi in fibre sottili nerastre :
in alto si prolunga in una assai larga ligula lanceolato-
acuminata ; il picciolo è profondamente scavato a doccia
di sopra e rotondato di sotto ; il rachide nella parte in-
termedia è rotondato di sotto ed ha un angolo acuto sa-
— 93 —
liente di sopi*a, inerme questo nella piccola porzione clie ho
visto e solo verso l’ estremità leggermente spinuloso ; i seg-
menti sono inequidistanti e più o meno distintamente gemi-
nati sopra ognuno dei lati: sono rigidi, sottilmente coria-
cei, strettamente ensiformi, verdi e non lucidi di sopra
(sul secco), più pallidi e decisamente opachi ma non prui-
nosi di sotto, leggermente attenuati verso la base, attenuati
gradatamente in alto in lunga punta acuminata, assai
fittamente e finamente spiuulosi ai margini ; costa mediana
molto acuta ed assai fittamente spinuloso-seghettata di
sopra ; vi è un nervo 2io per parte assai distinto ; di nervi
3U ve ne sono 2-3 per parte poco apparenti ; venule tran-
sverse piuttosto rade, pochissimo visibili ; margini assai
fittamente spiuulosi. Segmenti intermedii lunghi circa 80
cm. e larghi 18-20 mm. ; quelli della parte estrema gra-
datamente più corti, ma non più stretti, più fortemente
spinosi, specialmente sulla costa mediana.
Spadici intieri.... Infiorazioni parziali allungate, arcuate,
lunghe 30-50 cm., portanti numerose spighette alquanto spar-
pagliate ma aventi una tendenza generale più o meno di-
stintamente bifaria ; talvolta le spighette appariscono an-
che inserite quasi spiralmente, ma con poca regolarità,
intorno all’asse centrale; le spate primarie delle infiorazioni
parziali sono coriacee, color paglia chiaro e liscio all’esterno,
cinnamomee internamente, in forma d’orecchio d’asino, molto
strette; acuminatissime; le spate della parte assile sono stra-
mineo-pallide più o meno, prolungate in punta da un lato,
ed hanno il margine glabro. Spighette fortemente arcuato-
patenti, le più basse sono lunghe 10-14 cm., tutte sono al-
quanto compresse, portanti nel terzo o quarto inferiore 5-6
fiori feminei per parte, e nel rimanente fiori maschi dispo-
sti lungo due serie sopra ognuno dei lati, di modo che i fiori
maschi spesso sembrano inseriti quasi spiralmente ; le spi-
ghette superiori sono gradatamente un poco più corte delle
altre e con meno fiori feminei.
Fiori maschi piccoli, quando ancor giovani poco distin-
guibili dai fiori feminei, poi molto sporgenti dalle spatelle,
— 94
fortemente arcuati, lunghi 12 mm., larghi 2.5 mm.; spatella
pianeggiante dal lato dorsale od assi! e ed ivi ottusamente
bideutata all’apice, ed acutamente bicarenata o stretta-
mente bialata, obliquamente decrescente, più bassa dal
lato ventrale, e più corta del calice ; questo è tubuloso-
urceloato, con 3 larghi lobi subdeltoidei acuti. Corolla il
doppio più lunga del calice (od anche più), i suoi segmenti
sono acutissimi. Stami 9-10, con filamenti corti, crassi, cla-
vati, liberi; antere lineari-sagittate, biauriculate alla base,
ottuse o ± smarginate all’apice.
Fiori feminei lanceolati, acuminati, lunghi circa 1 cm.
e larghi 3 mm.; spatella acutamente bicarinata e pianeg-
giante sul dorso, brevemente bidentata all’apice, acutamente
bicarenata, convessa e profondamente scavata a mezza luna
davanti ; involucello molto sviluppato, alquanto più corto
della sua spatella ed avvolgente tutta la base del calice,
ma in modo assai ineguale ; esso si mostra dell’apparenza
ili una ligula rotondata sporgente nella incavatura esistente
sulla faccia esteriore della spatella. Calice tubuloso, con-
siderevolmente più lungo della spatella, assai profonda-
mente diviso all’apice in 3 lobi semiovati, acuti. Corolla
di poco più lunga del calice, divisa assai profondamente
in 3 segmenti lanceolati, acuminati, nitidi di fuori e fit-
tamente striato-venosi. Staminodi 9 formanti un anello
membranoso più o meno libero dalla corolla, coronato da
altrettanti denti triangolari, ineguali, sormontati da antere
sterili, deltoideo-sagittate, acute. Ovario con stigmi for-
mati da 3 lamelle conniventi e nell’ insieme 3-gono-acu-
minato.
Fratti piccoli, oblungo-ellissoidei, eguali alle due estre-
mità ; in alto sono rotondati e molto bruscamente contratti
in un piccolo mucrone subulato, la loro base è simmetrica
ed acutiuscula: sono lunghi 5.5-6 cm., e larghi 25-27 mm.
Squame disposte soqra 9 ortostiche, fortemente convesse e
con profondo e largo solco lungo il centro, nitide, spadi-
cee, con fascia marginale molto scura e con l’estremo mar-
gine strettamente scarioso e finamente fìmbriato-ciliato, pro-
- 95 —
lungate in punta triangolare, ottusiuscula, fortemente ap-
plicata nel solco della scaglia sottostante; la base delle
scaglie è assai distintamente smarginata. Seme ellissoideo,
attenuato ed acuto alle due estremità, ma più leggermente
in basso che in alto ; integumento del seme sottilissimo,
nitido, chiaro, pellicolare, molto aderente ; diramazioni del
rafe lascianti assai profondi solchi alquanto anastomosati ;
traccio delle loggie sterili, lascianti 1’ impressione biforcata
verso il quarto o quinto inferiore. Embrione situato al di
sotto della metà. Albume assai fittamente ruminato con in-
trusioni anguste, leggermente dilatate nell’ interno.
Habitat. — Gli esemplari sui quali è fondata la specie,
e che io ho studiato, provengono dalla Guinea francese e
da Sierra Leone. Quelli della Guinea francese sono stati
raccolti da Dybowski (n. 12 nell’Erb. di Parigi) nelle vi-
cinanze di Dubreka, nel 1895, dove questa Palma cresceva
in luoghi paludosi, indifferentemente in acqua dolce o sal-
mastra; essa è gregaria e forma sempre delle macchie es-
sendo a quanto sembra sobolifera e con coppaie che emet-
tono molti polloni. Provenienti da Sierra Leone ho studiato
gli esemplari raccolti da Scott Elliot a Berria nel 1892
(n. 5002 negli Erbarii di Berlino e di Kew) e che sono
stati riferiti da Wright (FI. trop. Afr. 1. c.) alla R. Gaertneri.
Osservazioni. — La R. gracilis è più affine alla tipica
R. Gaertneri che non a qualunque altra specie, principal-
mente per il calice, il quale tanto nei fiori maschi quanto
nei feminei è profondamente trilobo. E del resto una spe-
cie molto ben caratterizzata : per le sue infiorazioni par-
ziali arcuate con spighette gracili, sparpagliate, portanti
fiori maschili e feminei assai simili fra di loro all’esterno ;
per i fiori maschi con calice profondamente 3-lobo e nor-
malmente con 10 stami ; per i fiori feminei piccoli ed an-
gusti, pure con calice 3-lobo, e con corolla più lunga del
calice; per gli staminodì aventi antere deltoideo-sagittate ;
per il piccolo frutto ellissoideo-oblungo, egualmente largo
— 96 —
alle due estremità, bruscamente terminato da un sottile
mucrone sabulato, con squame fortemente scanalate e bi-
gibbose e smarginate alla base, ma assai meno che nella
R. Gaertneri.
Gli esemplari di Dybowski hanno i fiori maschi ancora
poco evoluti ; questi sono più sviluppati nel n. 5002 di Scott
Elliot, ma non sono ancora giunti a perfezione e misu-
rano solo 7-8 mm., giudico però che possono raggiungere
la lunghezza di 1 cm. ; le spighette, in detto esemplare,
non sono lunghe che 5-6 cm., ma identiche per quel che
riguarda i fiori a quelle degli esemplari di Dybowski.
12. Raphia heberostris Beco, in Agricolt. colon. IV
(1910), t. V, fìgg. 3-6.
Descrizione. — Dai retti del perianzio che rimangono
alla base di un frutto si riconosce che il fiore femineo è
molto piccolo (lungo 8 mm. ?) e che deve somigliare a
quello della R. gracilis. Il calice sembra debba essere tri-
lobo all’apice, con lobi corti e deltoidei. La corolla è di
ben poco più lunga del calice, indivisa nei 2/s (circa) in-
feriori e terminata da 3 lobi triangolari, acuti. Staminodii
riuniti alla base in anello membranoso molto ineguale,
terminato da denti triangolari, corti e che portano piccolis-
sime antere rudimentarie deltoideo-sagittate.
Il frutto è lungo 8-8.5 cm. e largo 4-4.5 cm., è molto
distintamente turbinato, attenuato verso la base che è acuta
e più o meno simmetrica, rotondato in alto e sormontato
quivi molto bruscamente da un mucrone subterete ottusis-
simo, (lungo 7 mm. e spesso 4.5 mm. in 2 frutti). Squame
disposte sopra 9-10 ortostiche, non molto profondamente,
ma assai largamente, solcate lungo il mezzo ; le centrali
quasi più larghe che lunghe leggermente smarginate di
dietro, prolungate alquanto in punta ottusa, non o molto
leggermente impressa, lucenti, di color rosso-mohogano
chiaro, con linea intramarginale quasi nera, estesa princi-
palmente verso la punta ; il margine è angusto, jalino, fina-
— 97 —
mente ciliato-frangiato ; endocarpio sottilmente legnoso non
oleoso. Il seme è obovato-oblungo, rotondato e leggermente
apicolato all’ apice, attenuato alquanto verso la base che è
piuttosto acuta, lungo 62 mm. e largo 30 mm. (in un esem-
plare) ; l’integumento del seme è spesso 1-1.5 mm., e si
stacca facilmente dal nucleo nel frutto ben maturo ; ha la su-
perficie vernicosa ed al solito modo solcato-rugosa ; bifor-
cazione causata dai dissepimenti delle loggie sterili situate
al di sopra della metà, dove pure si trova l’embrione.
Habitat. — Ho ricevuto due frutti di questa specie dal
G-iardino coloniale di Nogent sur Marne. Uno con 1’ indi-
cazione di essere stato raccolto nell’alto Senegai, l’altro di
provenire dal Dahomey; ritengo però cho tutti e due deb-
bano avere la medesima origine.
Osservazioni. — I due frutti in parola offrono fra loro
qualche differenza, ma sono identici per forma e colore
delle squame e specialmente per il mucrone, che in nessun
altra specie come in questa è così ottuso o rotondato al-
1’ apice e che subito diventa subterete e non si assottiglia
gradatamente in punta. Uno dei frutti, quello che porta
l’ indicazione di provenire dal Senegai, è meno distinta-
mente turbinato dell’altro, ossia è meno gradatamente at-
tenuato in basso. Il seme descritto appartiene a questo
frutto. L’altro, che porta la località del Dahomey, è più
distintamente turbinato, e sin dal terzo superiore si re-
stringe verso una base acuta ; è a questo frutto che è ri-
masto aderente il perianzio fruttifero che ho descritto.
Oltre il carattere indicato del mucrone cilindraceo e ro-
tondato sull’apice è particolarmente notevole l’ integumento
del seme molto spesso, grumoso-suberoso, che si distacca
facilmente dal nucleo, come nella R. Ruffia, e la scarsa
ruminazione dell’albume dovuta a canali angusti e cilin-
drici (non dilatati verso il centro del seme). Anche le
squame di un rosso assai più acceso del solito caratteriz-
zano assai bene questa specie.
13. Rapllia Monbuttorum Drude in Eng. Jahrb. XXI
(1895), 111, 130; Engl. Pfl. Ost-Afr. C. 131; Wright
in T. Dyer, FI. trop. Afr. v. VIII, 105 ; Becc. in
Agric. Col. IV (1910), t. VI, f. 1. — (Fig. 6, II, a, b).
Descrizione. — Tronco breve o subnullo. Le foglie di
pianta adulta hanno il rachide (in una porzione che sem-
bra appartenere alla metà superiore) acutamente bifaciale
di sopra e con l’angolo spinuloso. I segmenti (in detta por-
zione) sono lunghi 1.10 m. e larghi 3.5-4 cm., attenuati,
non molto gradatamente, verso l’apice in punta breve acuta ;
sono rigidamente cartacei, biancastri o coperti da un te-
nuissimo strato calceo di sotto, verdi ed opachi (sempre?)
di sopra ; la costola mediana è molto prominente ed acuta
di sopra, ed è assai fittamente armata di spinule ascendenti
a punta bruna dalla base sino all’apice ; margini pure
egualmente armati di spinule dalla base sino all’apice, ma
molto inegualmente ; di sotto la costola mediana è quasi
del tutto coperta da sottili pagliette chiare, jaline, lineari;
da una parte e dall’altra della costola mediana vi sono
5-6 nervi secondari sottili ; venule transverse molto nume-
rose e ravvicinate. In una porzione di fronda di pianta
giovane (Sclrweinfurth n. 1738), il rachide non è spinuloso
di sopra, i segmenti sono poco distintamente geminati
sopra ogni lato del rachide, sono assai gradamente acumi-
nati e leggermente pruinosi di sotto o solo un poco più
pallidi che di sopra, sono meno rigidi di quelli delle fronde
adulte, lunghi circa 60 cm., larghi 35-38 mm., hanno la costa
mediana spinulosa nella parte più bassa nella pagina su-
periore, e di sotto con solo qualche rada paglietta ; i mar-
gini sono pure molto meno spinulosi che negli altri seg-
menti.
Spadici... ; una infiorazione parziale forma una pannoc-
chia ovale allungata, che nell’ insieme misura circa 40 cm.
di lunghezza, compresa una parte pedunculare ; questa è
lunga circa 10 cm. e larga 2 cm.; la pannocchia è compressa,
larga alla base circa 18 cm. e gradatamente si ristringe
— 99 —
verso l’estremità ; è composta da numerose spighette com-
presse, arcuato-patenti, gradatamente decrescenti e bifarie,
ossia disposte disticamente da un lato e dall’altro della parte
assile : sopra ogni lato però appariscono lungo due serie.
La parte assile dell’ infiorazione parziale è leggermente
compressa, e da una base larga circa 2 cm. gradamente
si ristringe verso l’apice, dove termina con un caudicolo
senza spighette. Le spate secondarie sono ciliolate sul mar-
gine, pallide, opache e consperse di squamule peltate. Le
spighette inferiori sono lunghe 10-12 cm. ed hanno 5-6
fiori feminei per lato nella parte basilare, e 18-20 fiori
maschi nel rimanente : in basso, le spighette, fra un fiore
femineo e l’altro sono larghe circa 1 cm., in alto la loro
parte assile si assottiglia ; nell’ insieme però dal punto da
dove cominciano a comparire i fiori maschi, fra la punta
di un fiore e l’altro, misurano 2 cm. di larghezza ; spatelle
ciliolate sul margine.
Fiori maschi molto sporgenti dalle respettive spatelle,
angusti, fortemente incurvo-falcati, acuminati e pungenti,
non ispessiti presso la punta, nitidi all’esterno, lunghi 12-
14 mm., spessi circa 2 mm.; spatella lunga ± quanto il
calice o di poco più corta, rotondata od oscuramente bi-
dentata di dietro e quivi acutamente bicarenata, con le ca-
rene strettamente subulato-membranose e denticolate. Ca-
lice tubuloso, leggermente compresso, rotondato in basso,
assai profondamente 3-lobo, a lobi triangolari acuti. Co
rolla almeno 2 volte più lunga del calice, attenuata alla
base. Stami 6-7, inseriti verso il terzo inferiore della co-
rolla, clavati, angolosi, bruscamente contratti nel connet-
tivo, che è molto stretto ; antere lunghe circa quanto la
parte incrassata del filamento, lineari, brevemente sagittate
alle base, a loggie molto anguste.
Fiori feminei lunghi 9-10 mm., lanceolati, di poco spor-
genti dalle spate secondarie, terminati in punta trigona,
acuminata, formata dagli stigmi ; la spatella è nella sua
parte posteriore più corta del calice, bicarenata, con carene
strettamente bialato-membranose e denticolate, ed è roton-
100
data ed oscuramente bidentata in alto ; davanti è breve-
mente aperta. Involucro cupuleforme, più o meno incom-
pleto, assai sviluppato, di poco più corto della spatella : ha
il margine ciliolato, è finamente striato-venoso come la spa-
tellsf, e di questa ne ha anche la consistenza. Calice cilio-
lato sul margine, oscuramente 3-dentato, ma poi più o meno
profondamente ed irregolarmente fesso-3-lobo. La corolla
ha una breve parte tubolosa, essendo profondamente 3-loba,
i suoi lobi sono triangolari, acuti, e sporgono alquanto al di
fuori del calice. Staminodì 7-9, sottilmente membranosi,
uniti insieme brevemente alla base, molto ineguali, taluni
lunghi quanto la metà della corolla, lanceolati, spesso 2-3
sono concrescenti, o se considerati nell’ insieme, 2-3-fidi :
sono terminati da antere abortive, di cui talvolta qualcuna
comparisce nei seni interposti fra i lobi della corolla. Ovario
con stigmi conniventi, formanti sul suo apice una punta
dura 3-gona acuminata.
I frutti giovani (ben maturi non ne ho visti) hanno le
squame di già molto profondamente solcate lungo il centro,
disposte sopra 12 ortostiche; hanno i margini molto distin-
tamente fimbriato-ciliati.
Habitat. — Scoperta dal Dott. Schweinfurt nell’ Africa
equatoriale centrale, nello spartiacque fra il bacino del
Congo e quello del Nilo. A Monbuttu presso Munsa nei
luoghi paludosi (Marzo 1870 n. 3357) e ad Okel nel Djur
(Maggio 1869, n. 1738).
Ossee vazioni. — È certamente una specie ben caratte-
rizzata, che si avvicina per i fiori alla R. vinifera , della
quale però, come ha di già dimostrato Drude, è ben di-
stinta. Non è però vero che differisca dalla R. vinifera
anche per la mancanza di staminodì nel fiore femineo, che
sono invece, anche nella R. Monbuttorum, assai ben con-
formati.
Un frutto del Museo di Kew, raccolto dal Dott. Schwein
furth nel Bongo Land, sembra riferibile alla R. Monbut -
— 101 —
toruin, ma ha le squame disposte lungo 9 ortostiche. Detto
frutto, che sembra giunto a maturità è molto piccolo, anzi
Fig. 6. — I, Rapili» gracilis; a, fiore femineo avvolto dalla sua spatel-
lula, visto dal lato esterno; b, corolla aperta del fiore femineo. — II, R.
Monbuttorum; a, fiore femineo avvolto dalla sua spatellula, visto
dal lato esterno; b, corolla del fiore fem., aperta. — III, R. Genti-
liana; a. fiore fem. avvolto dalla sua spatellula, visto dal lato esterno;
b, ovario portante alla base gli staminodi liberi; c, fiore fem. liberato dalla
spatellula. — IV, R. Gilletii ; a, fiore femineo liberato dalla spatellula;
6, corolla del fiore femineo, aperta. — V, R. Lau.ren.tii; a, fiore fem.
avvolto dalla sua spatellula; b, fiore fem. sezionato per il lungo, al quale
è stato tolto l’ovario. — Tutte le figure sono ingrandite 5 diametri.
7
— 102 —
è il più piccolo fra tutte le Raphia conosciute ; è lungo
45 rum., e largo 18 mm., è oblungo-clavato, attenuato verso
una base acuta, rotondato in alto e bruscamente contratto
in breve mucrone acuto ; le squame sono cinnamomee, con
punta e fascia marginante scura ; esse sono particolari per
avere un solco molto profondo e largo alla base, ma che
si ristringe e diventa superficiale verso la punta ; questa è
ottusa ; il margine apparisce essere stato ciliato-frangiato.
Non ho aperto l’unico frutto che ho potuto studiare.
14. Raphia Gentiliana De Wild., Miss. Laurent, p. 28,
t. XIII, XIV. — (Fig. 5, III, a, b, c ).
Desckizioxe. — Sembra una specie relativamente pic-
cola. Le foglie sono sconosciute.
Lo spadice è ricurvo, allungato, compatto, lungo 80 cm.
(De Wild.), con parte pedunculare di circa 7 cm. di diam.
e portante varie infiorazioni parziali molto ravvicinate fra
di loro, ognuna uscente da una spata sottilmente coriacea,
glabra, e terminata da una punta triangolare. Infiorazioni
parziali leggermente arcuato-patenti, con parte assile leg-
germente compressa, di 10-12 mm. di larghezza in basso,
assottigliantesi verso l’alto, composta di numerosissime spi-
ghette disposte disticamente, ma con poca regolarità, ed as-
sai addensate l’una sull’altra. Spate secondarie molto bre-
vemente infundibulari e quasi annulari, prolungate da un
lato in punta triangolare acuta od acuminata. Spighette
gracili, complanate, più o meno sinuose e spesso un poco con-
torte spiralmente, quasi di egual larghezza dalla base sino al-
l’apice ; le più basse, in ogni infiorazione parziale, sono
lunghe 10-13 cm. ed hanno i fiori distici ma con un ac-
cenno ad essere disposti lungo due serie sopra ognuno dei
due lati, essendo essi alternativamente vólti uno iu un senso
ed uno in un altro ; nella parte bassa le spighette hanno 5-6
fiori feminei, e nel rimanente 20-25 fiori maschili per parte;
le spighette superiori sono più corte, ed hanno naturalmente
103 -
un minor numero di fiori, e questi tutti maschi. Ogni spi-
ghetta ha in basso una brevissima parte pedicellare, rive-
stita da una spatella fortemente compresso-ancipite ed
acutamente bidentata all’apice ; tutte le altre spatelle sono
brevemente e latamente ciatiformi-infundibulari, troncate,
larghe 5 rum., ciliolate alla bocca, alternativamente pro-
lungate da un lato in breve punta triangolare, acuta ; spa-
tellula obliquamente cupulare, ossia tagliata in sbieco dal
lato esterno e quivi scavata a mezzaluna, acutamente bica-
renata o subbialata dal lato assile, dove il suo margine
superiore è rotondato o quasi troncato o talora smarginato,
con l’accenno di due denti dove si terminano le due carene.
Fiori manchi piccoli, lunghi 8-9 mm. e spessi 2 mm., leg-
germente falcati, angusti, acuminati, con l’apice legger-
mente inspessito, conico, calloso, acuto o quasi pungente.
Calice tubuloso-campanulato, venoso-striato, molto superfi-
cialmente e poco distintamente 3-denticolato, lungo più o
meno quanto la spatellula od anche alquanto sporgente da
questa. Corolla circa 2 volte più lunga del calice, divisa
quasi sino in basso in 3 angustissimi segmenti (larghi
1.5 mm.), leggermente falcati, acuminati. Stami 6, uniti
insieme in un sol corpo carnoso, con parte libera breve e
molto inspessita, bruscamente contratti all’apice nel con-
nettivo ; antere molto angustamente sagittate.
Fiori feminei occupanti circa il quarto inferiore delle
spighette basilari, lunghi circa 1 cm., larghi 3 mm., lanceo-
lati, molto acuminati, attenuati in basso. Spatellula iden-
tica a quella dei fiori maschi. Involucello ciatiforme-cam-
panulato, completo, di circa la metà più corto del calice,
troncato orizzontalmente. Calice tubuloso-campanulato, fina-
mente striato-venoso, troncato alla bocca. Corolla di un
terzo più lunga del calice, scarioso-pergamenacea, divisa
sino circa alla metà in 3 lobi triangolari, terminati in
punta callosa, acuminato-subulata, e separati fra di loro da
seni rotondati. Staminodì 6, ridotti ai soli filamenti lami-
nari, lineari -lanceolati, subulati, del tutto liberi, anzi disco-
sti fra di loro alla base, giungenti sino a circa la metà o
104 —
poco al di sopra, della corolla, mancanti di antera ben di-
stinta. Ovario molto angusto, terminato in punta conico-
acuminata che è callosa, tumescente, sporgente dalla co-
rolla e facente da base agli stigmi; questi sono gracili,
lineari ed allungati.
Frutti molto distintamente turbinati, spesso alquanto asim-
metrici, col vertice rotondato o pianeggiante e sormontato
da un piccolo mucrone pungente, lungo 3-4 mm. ; sono
molto attenuati in una base acuta, lunghi 5-6.5 cm. (com-
preso il mucrone) e larghi 3-3.5 cm. Squame molto nitide,
disposte sopra 9 ortostiche, subrombee, le maggiori lunghe
e larghe circa 15 mm., molto largamente solcate in alto
lungo il centro, e quivi assai distintamente bigibbose, pro-
lungate in breve punta ottusa e rientrante, ossia fortemente
applicata nel solco della squama sottostante : sono di co-
lore uniformemente castagno, con i margini leggermente
più scuri, spesse circa 1 mm.. Lo strato interno del peri-
carpio sul secco è legnoso ed apparentemente non oleoso ;
lo strato intermedio (mesocarpio) è formato da un tessuto
molto floscio, che sul secco, ritirandosi, lascia una cavità
al di sotto di ogni squama. Il seme non l’ho visto ben
maturo, ma giudicando dalla cavità del frutto, che ha acqui-
stato le dimensioni definitive, apparirebbe distintamente
turbinato, attenuato in basso verso una base acuta, di circa
4 cm. di lunghezza e 2 cm. di larghezza, con le traccio
della biforcazione dei dissepimenti delle loggie sterili si-
tuate verso il quarto superiore.
Habitat. — Basso Congo Belga. Vicinanze di Eala. Lau-
rent n. 1903. Erb. di Bruxelles.
Osservazioni. — E una specie molto ben caratterizzata
per il suo frutto tipicamente turbinato ; per i suoi fiori
feminei molto piccoli, presentanti i peculiari caratteri sopra
indicati, e sopratutto per i 6 staminodì perfettamente li-
beri fra di loro, e nemmeno per piccolo tratto uniti alla
corolla.
105 —
15. Raphia Grilletti Becc. — R. Gentiliana var. Gilletii
De Wild., Mission Laurent, p. 30, t. XV. — (Fig. 6,
IV, a, b ).
Descrizione. — Spadici pendenti, assai densi, compatti
(De Wild.) Infiorescenze parziali lunghe circa 30 cm., com-
planate, con parte assile leggermente compressa ; larga in
basso 12 mm., gradatamente assottigliantesi verso 1’ alto,
con numerose ed assai ravvicinate spighette, quasi rego-
larmente distiche. Spate secondarie molto brevemente in-
fundibulari, troncate ed intiere alla bocca e prolungate da
un lato in punta triangolare, acuta od acuminata. Spi-
ghette gracili, complanate, rigidule, leggermente sinuose, e
meno che nell’estremo apice quasi di eguale larghezza in basso
come in alto ; le più basse di ogni infiorazione parziale
sono lunghe 16-18 cm., ed hanno i fiori nettamente distici;
di questi, 6-8 in basso (per ogni lato) occupanti circa il
terzo inferiore della spighetta sono feminei, ed il rimanente
(sino 25-30 pure per parte) sono maschili ; le spighette
superiori sono gradatamente più brevi e con minor numero
di fiori. Ogni spighetta ha in basso una breve parte pedi-
cellare, strettamente guainata da una spatella fortemente
compresso-ancipite, prolungata a destra ed a sinistra in
una punta acuminata; le altre spatelle sono brevemente e
latamente ciatiformi infundibulari, troncate intiere e cilio-
late alla bocca, molto brevemente prolungate alternativa-
mente da un lato e dall’ altro in breve punta triangolare
acuta od ottusiuscula : sono larghe alla bocca 5-6 mm. ;
spatellula dei fiori maschi obliquamente cupulare, ossia
tagliata in sbieco dal lato anteriore e quivi scavata a mez-
zaluna, acutamente bicarenata e quasi bialata dalla parte
assile, dove il suo margine superiore è rotondato, troncato
od appena scavato, con accenno di un dente alla termina-
zione delle carene.
Fiori maschili più o meno distintamente falcati, angusti,
acuminati, con apicolo conico leggermente inspessito e
106 —
quasi pungente; sono lunghi 11-12 mm. e spessi 2 mm. Ca-
lice tubuloso-urceolato, venoso-striato, molto superficial-
mente e poco distintamente 3-denticolato, a mala pena più
lungo della respettiva spatellula dal lato assile. Corolla
circa 3 volte più lunga del calice, divisa quasi sino in basso
in 3 angustissimi segmenti, larghi circa 2 mm., leggermente
falcati, acuminati. Stami 6; filamenti uniti in basso in un
sol corpo carnoso, fortemente inspessiti, angolosi e clavati
nella parte libera, bruscamente subulati all’apice ; antere
molto angustamente sagittate, subulato-aristate.
Fiori feminei notevolmente meno sporgenti dei maschili,
lunghi circa L cm., compreso gli stigmi, larghi 3 mm., stret-
tameli ovati, acuminati. Spatellula simile a quella dei fiori
maschili; involucello ciatiforme-campanulato troncato oriz-
zontalmente un poco più corto della metà del calice. Ca-
lice sorpassante di poco la spatellula, tubuloso-urceolato
od un poco ristretto alla bocca, troncato, poco distintamente
3-ondulato-dentato. Corolla di circa 1/3 più lunga del ca-
lice, divisa sino quasi alla metà in 3 lobi triangolari,
subulati, acutissimi, separati da seni ottusi. Staminodì più
o meno uniti fra di loro, ma variabilissimi, alle volte for-
manti una cupola membranosa irregolare più o meno fessa
o cuoprente circa il terzo inferiore dell’ovario, alle volte più
o meno disgiunti ed anche con alcuni dei filamenti quasi
liberi, ma sempre con antere abortive pochissimo distinte;
di solito gli staminodì oppositipetali sono bifidi e più larghi
degli aiternipetali, che sono lineari e stretti. Ovario an-
gustamente ovato, terminato in punta conica callosa; stigmi
lineari, patenti durante l’antesi.
Frutti piccoli, obovati, od ellittico-obovati, più attenuati
verso la base che in alto; quivi sono più o meno roton-
dati e sormontati bruscamente da un mucrone acuto, lungo
5 mm.; sono lunghi 4-4.5 cm. compreso il mucrone, e lar-
ghi 21-22 mm.; squame molto nitide, disposte sopra 10-11
ortostiche, di color nocciola, col margine e la punta ni-
grescenti, romboidali, un poco più lunghe che larghe ; le
centrali lunghe 11-1*2 mm. e larghe 10 mm., quasi rego-
— 107 —
larmente convesse nella parte centrale, con solco mediano
assai superficiale, assai largo in basso, restringentesi ed
evanescente verso la punta; questa triangolare, acutiuscula,
non molto rientrante; le squame apicali sono quasi pianeg-
gianti, non solcate, a contorno rotondato e più o meno
crenulato-fesso. Pericarpio nell’ insieme spesso 2.5-3 mm.,
apparentemente non oleoso. Seme, allorché non perfetta-
mente maturo, obovato, attenuato in basso, coll’apice acuto,
segnato da varie piccole cavità circolari e profonde (non
da solchi tortuosi e longitudinali) corrispondenti alle rumi-
nazioni. Embrione situato verso la metà.
Due segmenti di fronda, che sembrano avere apparte-
nuto a pianta adulta, accompagnano, nell’ Erbario di Bru-
xelles, gli esemplari dei fiori e dei frutti sopra descritti.
Detti segmenti sono latamente lineari, lunghi 1.20 m., lar-
ghi 45-46 mm., sono ristretti solo un poco verso l’estremità
dove si terminano in punta lanceolata acuta ; sono atte-
nuati verso la base per un tratto non molto lungo, hanno
una costola robustissima, molto rilevata (sino 3 mm.) nella
pagina superiore, spessa 2 mm., col dorso piano ed armata
di qualche spinula, specialmente presso la base; di sotto la
costola mediana è coperta da minutissime pagliette brune,
assai fitte. I segmenti hanno le due metà che si riflettono
e quasi si combaciano presso il punto d’attacco ; questo è
largo circa 10 mm. ; di consistenza sono cartacei; sono opachi
e concolori sulle due faccie, hanno 4 nervi sottili ma di-
stinti, per parte alla costa mediana ed egualmente visi-
bili sulle due faccie; le venule transverse sono sinuose,
sottili ma distinte ; i margini sono provvisti a distanze
molto ineguali (da 1-4 cm.) di piccole spine appresso, corte
e crassiuscule.
Habitat. — Basso Congo Belga (J. Grillet n. 1851 nel-
l’Erb. di Bruxelles). Nome volgare « Ma Wusa »; « Pal-
mier bambou » di Grillet.
Osservazioni. — De Wildeman ha considerato questa
Palma come una varietà della R. Gentiliana, dalla quale
— 108 -
bene si distingue : per le spighette più lunghe e più di-
stintamente distiche ; per i fiori maschi più lunghi ; per i
fiori feminei più corti e più crassi con gli staminodi più
o meno uniti insieme in un urceolo e non del tutto liberi;
per i frutti assai più piccoli, non distintamente turbinati,
ma obovati od ellittici : per le squame del frutto non bi-
gibbe in basso ma quasi regolarmente convesso nel centro,
ed infine per il seme non segnato da solchi sinuosi o lon-
gitudinali, ma con profondi buchi circolari sulla sua super-
ficie ; così almeno apparisce nei frutti ancora non ben ma-
turi che ho visto.
16. Raphia longirostris Becc. in Agricolt. Colon. IV
(1910), t. Y, f. 3-6.
Descrizione. — Frutto clavato-oblungo, gradatamente
attenuato dal mezzo in giù in una base più o meno acuta,
curvula od un poco asimmetrica, molto bruscamente con-
tratto all’apice in un conspicuo mucrone dritto, allungato-
conico, gradatamente e regolarmente acuminato (non con
la punta obliqua), lungo 15 mm.; l’intiero frutto compreso
il mucrone è lungo 10-12 cm. e largo, dalla metà sino a
poco sotto 1’ apice, 3. 5-4.3 cm. Squame nitide, non molto
ma regolarmente convesse sin dalla base, bruno-spadicee, sfu-
mate di castagno scuro verso l’apice; anche i margini sono
sfumati di scuro e finamente fimbriato-ciliati ; le ortostiche
sono 11, e sopra ogni ortostica vi sono 5-6 squame bene
sviluppate, queste sono romboidali, le maggiori e centrali, un
poco più lunghe che larghe (larghe 18-20 mm., lunghe sino
22 mm.), prolungate alquanto in punta ottusa con base
non smarginata, anzi piuttosto apiculata, intieramente per-
corse lungo il mezzo da un solco superficiale augusto, di
eguale profondità e larghezza dalla base sino all’apice;
i margini anteriori sono alquanto incavati. Seme (ne ho
studiato uno solo ben maturo) oblungo-ellittico, lungo
7.5 cm. e largo 27 mm., un poco attenuato alle 2 estremità;
— 109
integumento del seme tenuissimo, giallastro, molto aderente
al nucleo ; vermicolature della superficie del seme anguste.
Embrione situato un poco al di sotto della metà. Biforca-
zione risultante dai resti dei dissepimenti delle loggie ste-
rili situata al di sotto dell’ embrione. Albume fortemente
ruminato con intrusioni anguste e leggermente davate.
Habitat. — Liberia, race, da Dinklage. Museo botanico
di Berlino e di Amburgo.
Osservazioni. — Per quel che riguarda il frutto sembra
affine alla R. Roókerì, dalla quale differisce principalmente
per il mucrone assai più lungo e gradatamente attenuato
in punta dritta, subulata, mentre nella R. Hookeri, il mu-
crone si ristringe piuttosto bruscamente in una punta più
o meno obliqua.
Da un perianzio persistente alla base di un frutto si
riconosce che il calice e la corolla nell’ insieme sono lunghi
12 mm.
Il calice è molto superficialmente ondulato con accenno
di 3 denti ottusi. La corolla sorpassa alquanto il calice ed
è divisa in 3 larghi lobi triangolari, ottusissimi, più larghi
che lunghi ; 1’ urceolo staminale è tu buioso ed arriva alla
metà della corolla, ma come siano i filamenti e le antere
non è possibile riconoscere.
Il fiore della R. longirostris differisce quindi assai da
quello della R. Hookeri , principalmente per i lobi della
corolla che non sono acuti e pungenti, ma corti ed ottusi.
Per le dimensioni e la forma del frutto la R. longirostris
sembra similissima alla R. angolensis, ma in questa il seme
è decisamente rotondato in alto, 1’ embrione rimane al di
sopra della metà e la biforcazione dei dissepimenti delle
loggie sterili è situata al di sopra dell’embrione.
17. Haphia Hookeri Mann et "Wendl. in Trans. Linn. Soc.
XXX (18t>3), 438, t. 39, fig. B, et t. 42, f. A; Drude
- 110 —
in Engl. Jahrb. XXI, 111; "Wright in Th. Dyer, FI.
trop. Afr. VIII, 107; Becc. in Agricolt. Colon. TV (1910),
t. Ill, f. 5, 6, et t. IV, f. 1-4. — 7?. maxima Pechuel-
Loesche, Loango-Expedition, 111,164 — (Fig. 7, III, a, b).
Descrizione. — Secondo le note di Gr. Mann questa è una
palma alta nell’ insieme 20 e più metri, con tronco di circa
30 cm. di diam., con foglie lunghe 12 m., di cui il picciolo
misura 3-4 m. ; hanno la vagina che si dissolve ai margini
in un fibrillizio recurvo e circmnato, che riveste la parte
alta del tronco, dove le basi delle fronde non sono ancora
cadute. Segmenti subequidistanti concinni (o quasi ?) e non
vólti in due direzioni differenti sopra ognuno dei lati del
rachide e quindi non arruffati, rigiduli, distintamente
discolori, parcamente spinulosi di sopra sulla costa me
diana, specialmente verso l’apice e sui margini, nelle fronde
di piante adulte quasi del tutto inermi.
Spadici gemini o raramente solitari, penduli dall’ alto del
tronco, compresso-cilindracei, con 50-60 infiorazioni parziali
moltissimo approssimate (Mann). Infiorazioni parziali assai
grandi, lunghe 25-50 cm., compresa una parte pedicellare
più o meno allungata: nell’insieme ovali, compresse, con
vane spighe inserite quasi con regolarità disticamente a
destra ed a sinistra; spesso la parte assile dell’infiorazione
parziale si continua in una spighetta caudiforme più lunga
delle altre e portante fiori più grandi di quelli delle spi-
ghette laterali. Le spighette basilari sono lunghe 15-20 cm.;
le superiori sono gradatamente più corte, sono tutte assai
spesse, leggermente compresse o subtereti ed assai assotti-
gliate verso l’apice, portano pochi fiori feminei nella parte
basilare, di solito 1-3 od al più 4-5 per parte, e numerosi
fiori maschi nel rimanente, più c meno distintamente inse-
riti sopra 4 serie; talvolta, sono anche più o meno palese-
mente bifarì, ma d’ ordinario hanno così poco questa di-
sposizione, che sembrano quasi inseriti spiralmente. Nella
parte basilare di qualche spighetta ho trovato nella mede-
sima spatella il fiore femineo accompagnato da un fiore
Ill -
maschio collaterale. Le spatelle sono prolungate da un lato
in punta triangolare ascendente : sono opache, finamente
striato-venose ed hanno il margine minutissimamente e fu-
gacemente ciliolato.
I fiori maschi variano assai di dimensioni, i maggiori
sono lunghi sino 25-30 rum., ma d’ordinario non sorpas-
sano i 20-22 mm. e sono larghi alla bocca del calice 5-6
mm. : sono assai distintamente inspessiti nella loro parte
superiore e si terminano in punta conica pungente ; la
spatellula è bicarinata e strettamente bialata, brevemente
bidentata e scavata a mezza luna di dietro all’apice, è
pochissimo aperta davanti e ricuopre quasi intieramente
il calice, di cui è presso a poco eguale o di poco più lunga.
Calice tuboloso-ciatiforme, attenuato in basso, molto super-
ficialmente 3-denticolato. Corolla circa 2 volte più lunga
del calice, attenuata (sul secco) nella parte inclusa dentro
il calice, la qual parte sul fresco sembra debba esser stata
carnosa ; divisoni della corolla lanceolate, coriacee, subni-
tide di fuori, lunghe 4-5 mm., sublanceolato-lineari, ossia
a margini assai lungamente sub-paralleli, e piuttosto bru-
scamente ristretti in punta triangolare, acuta, pungente.
Stami assai numerosi (18-23), coi filamenti molto crassi e
quasi interamente connati in’ un sol corpo e quindi assai
corti; le antere sono lunghe 4-6 mm.: durante l’ antesi la
base loro si trova a circa la metà della corolla : sono assai
ineguali, lineari, angustissime, biauriculato-sagittate in
basso, ossia quivi a loggie assai profondamente disgiunte,
apiculato-aristate all’ apice.
Fiori feminei relativamente grandi, qualcuno in vicinanza
dell’asse centrale lungo sino 2-2.5 cm., di solito misurano
15-18 mm. di lunghezza e 7-8 mm. di spessore, sono ovati,
alquanto compressi ed egualmente biconvessi sulle due
faccie, acuti. Spatellula tubuloso-urceolata, da prima ri-
cuoprente intieramente il calice, ma poi più corta di que-
sto, scavata a mezza luna all’ apice posteriormente, per-
corsa ai lati da due carene acute, ognuna delle quali ter-
mina in una piccola punta. Involucello irregolarmente cu-
— 112 —
pulare, molto sviluppato, giungente sino a circa la metà del
calice od anche più in alto, molto sottilmente membrana-
ceo ed jalino. Calice elongato-urceolato, essendo legger-
mente panciuto, un poco attenuato in basso e leggermente
ristretto alla bocca: quivi è superficialmente 3-denticolato
e glabro sui margini. Corolla più o meno sporgente dal ca-
lice, divisa sino a circa la metà in 3 lobi, che si toccano
per i margini (che sono spesso più o meno denticolati), e
rimangono liberi solo nell’estremità, ogni lobo terminando
in un apice triangolare acuto. Staminodì 15-16, molto co-
spicui, formanti un anello membranoso connato con la co-
rolla sino verso la metà di questa: nella parte libera hanno
i filamenti allungati dentiformi, spesso 2-3-par.titi, tutti
sono terminati da antere sterili conspicue, allungate, sa-
gittato-lineari, subulate, delle quali taluna rimane visibile
fra i lobi della corolla, quando è tolto il calice ; per lo
più i 3 filamenti in opposizione ai lobi sono approssimati
fra di loro ed i due in alternanza con questi sono liberi.
Ovario con stigmi lineari, eretti, a pennacchio, papillosi,
lunghi 2.5 mm.
Frutti oblunghi, più o meno attenuati verso la base,
rotondati in alto e quivi molto bruscamente contratti in
un mucrone lungo 12-15 mm. e di 6 mm. di spessore in
basso, ristretto, spesso bruscamente, in punta trigono-pira-
midata e più o meno obliqua ; nell’insieme il frutto è lungo
9-10.5 cm. e largo 42-45 mm. ; squame disposte sopra 12
ortostiche ; le centrali larghe 2 cm. e quasi egualmente
lunghe, leggermente prolungate in punta ottusa, a margini
molto acuti, erosulo-denticolati ; sono giallastro-fuscescenti,
molto più scure verso la punta, leggermente e strettamente
smarginate alla base, uniformemente convesse, leggermente
solcate lungo il centro, specialmente verso la base, col solco
che si ristringe e svanisce presso la punta. Endocarpio as-
sai fortemente oleifero. Seme oblungo od ellipsoideo, lungo
5-7 cm., e largo 25-30 mm., quasi egualmente attenuato
alle due estremità, od un poco più attenuato in basso che
all’apice, quivi rotondato od anche ottusamente apicolato.
— 113 —
Integumento del seme molto sottile, stramineo, fortemente
aderente al nucleo, ruguloso. Impressioni delle dirama-
zioni del rafe sulciformi, assai profonde, quelle dei lati
alquanto anastomosate, dal lato opposto all’ embrione 4 sol-
clii percorrono indivisi tutta la lunghezza del seme. Em-
brione quasi centrale. Traccio dei dissepimenti delle log-
gie, sterili situate al di sopra della metà. Seme ruminato,
con intrusioni molto anguste presso la periferia e legger-
mente allargate nell’interno, ossia strettamente davate.
Habitat. — Sembra specie assai diffusa nei Cameroons
(Guinea inglese) e nel Congo francese, e secondo Mann e
Wendland anche nell’ Isola di Corisco e nell’ Old Calabar,
dove è anche coltivata ed è conosciuta col nome indigeno
di « Ukot ». (G. Mann, N° 1911 nell’ Erb. di Kew). Sin
dal 1880 il compianto amico prof. M. Cornu mi aveva in-
viato dei frutti di questa specie, provenienti dal Gaboon.
ÌS’el Congo francese a Libreville è stata raccolta dal sig. M.
Dybowski nel 1895 (N° 55, Herb. Paris.) e recentissimamente
dal sig. Giinter-Tessmann (N° 11, Herb. Berci). Ho anche
ricevuto dal Museo di Hamburg dei frutti di questa specie
colti in Liberia da Dinklage, dove però forse è coltivata.
Secondo nota di Dybowski il tronco di questa Palma è
alto 5-7 m. e gli spadici sono lunghi 2-3 m. ed è da essa
che si ottiene la fibra di Piassava che si esporta dal Congo
francese. He ho infine ricevuti completi esemplari in fiore
ed in frutto da individui coltivati dal Giardino di Bui-
tenzorg.
Osservazioni. — Della E. Hookevi ho esaminato porzioni
dell’ esemplare tipico, di modo che ho potuto con tutta cer-
tezza riconoscerla nei numerosi esemplari, di varie prove-
nienze, che ho avuto a mia disposizione. Sembra specie
assai diffusa, molto variabile riguardo alla forma e gran-
dezza dei frutti a seconda delle località dove cresce. Un
frutto dell’ esemplare tipico del Museo di Kew ha esatta-
mente le dimensioni assegnate dagli autori della specie
nella memoria citata ; dimensioni però che sono alquanto
minori di quelle che appariscono nella figura relativa.
Anche i fiori maschi e feminei variano assai per la gran-
dezza, ed i feminei variano oltre che per le dimensioni,
Fig. 7. — I, Raphia Sese ; a, fiore femineo, avvolto dalla spatellula, visto
dal lato esterno (gr. nat..); 6, segmento della corolla del fiore femineo con
gli staminodi corrispondenti. — II, R. longiflora ; a, fioie fem. libe-
rato dalla spatellula; 6, fiore fem. al quale è stato tolto l’ovario, sezionato
longitudinalmente. — III, R. Hookeri , a, fiore fem. liberato dalla
spatellula; b, corolla del fiore fem. aperta. — La fig. la è di grand, nat.;
tutte le altre sono ingrandite 3 diametri.
anche per la maggiore o minore sporgenza della corolla al
di fuori del calice.
Degli esemplari tipici non ho visto le fronde.
Nell’ esemplare di Dybowski, di Libreville, i segmenti
— 115 —
sono rigiduli, fortemente discolori, bianco-calcei di sotto,
quasi del tutto inermi tanto sulla costola quanto sui mar-
gini, sono lunghi 92 cm. e larghi 38-40 mm.
Negli esemplari di Buitenzorg, i segmenti sono assai ri-
gidi, fortemente discolori, essendo di sotto, sul secco, pal-
lido-ocracei : sono del butto inermi, lunghi 90 cm., larghi
al più 3 cm.
Nell’esemplare N’ 11 di Gùnter-Tessmann, i segmenti
sono pure bianco-calcei di sotto, lunghi circa 90 cm. e
larghi 3.5 cm. Apparentemente però appartengono, come i
precedenti, a fronda di pianta giovane.
Rapina Hookeri v. toracliycarpa Beco, in Agricolt.
Colon. IV (1910), tav. IV, f. 5.
Descrizione. — Fiori feminei e maschili esattamente
come nella forma tipica. Corolla del fiore femineo con lobi
subaristati, ciliato-dentati nella parte sporgente dal calice.
Calice superficialmente 3-dentato. Staminodì con antere an-
gustissimamente sagittate. Frutti obovati, assai più piccoli
e meno allungati che nella forma tipica, ma con rostro
egualmente sviluppato, ossia grosso e tozzo, lungo 12 mm.
e terminato in punta piramidata più o meno obliqua. Nel-
l’ insieme un frutto è lungo 7 cm. e largo 3-5 cm. ed un
altro è lungo 6 cm. e largo 32 mm.; le squame sono uni-
formemente convesse e molto superficialmente solcate, bruno
giallastre, sfumate di castagno scuro in punta, un poco più
piccole che nel tipo. Spighe assai spesse, larghe alla base
2 cm.
Habitat. — Gli esemplari tipici di questa specie si con-
servano nel Museo di Kew e sono stati raccolti nel 1882
da Cameron nella Gold coast.
Osservazioni. — Differisce dalla forma tipica solo per i
frutti più piccoli e spiccatamente ovati. I fiori, tanto ma-
— 116 —
schili quanto feminei, sono similissimi a quelli delle altre
varietà di R. Hookeri.
Raphia Hookeri var. angustata Becc. in Agricolt.
Colon. IV (1910), tav. Ili, f. 7.
Descrizione. — Frutto molto piccolo e molto più che
nella tipica R. Hookeri angustamente clavato, assai lunga-
mente attenuato in basso, terminato da un grosso e tozzo
mucrone a punta trigono-piramidata, obliqua. Nell’ insieme
il frutto è lungo 7.5 cm. e largo 2.5 cm. ; il mucrone è
lungo 11 mm. Le squame sono sopra 12 ortostiche, nella
parte esposta apparentemente alquanto più lunghe che
larghe ed attenuate gradatamente in punta ottusa, rego-
larmente ed assai fortemente convesse dalla base sino alla
punta, con appena una traccia superficiale di solco longi-
tudinale, nitenti, spadicee, sfumate di castagno scuro sui
margini e più specialmente in punta; margini poco distin-
tamente ciliolati.
Habitat. — L’esemplare tipico di questa varietà si trova
nel Museo di Kew, con l’ indicazione : — « Edom. Raphia
sp. Interior W. Africa. Rev. M. Hanson. ».
Osservazioni. — Ho visto un solo frutto di questa Raphia,
che io per ora considero come una delle forme della tanto
polimorfa R. Hookeri , specialmente in causa del suo carat-
teristico mucrone, che è identico a quello dei frutti delle
varie forme di detta specie. Il frutto tipo della presente
varietà, è, a parte le dimensioni minori, anche molto più
distintamente clavato e più lungamente e gradatamente
attenuato verso una base acuta di quello della var. manci-
piorum, a cui si avvicina, ed ha le squame più allungate e
più convesse che in tutte le altre forme.
— 117 —
Raphia Hookeri v. mancipiorum Becc. in Agricolt.
Colon, v. IV (1910), t. IV, f. 6.
Descrizione. — Si distingue dalla forma tipica per i
frutti più piccoli e più angusti e con squame più allun-
gate e più convesse ; ha inoltre le spighette con i fiori più
marcatamente bifari ; ma forse questo non è un carattere
costante.
Habitat. — E apparentemente la forma della R. Hookeri
che cresce sulla costa degli Schiavi in Guinea. L’esemplare
tipico è quello che nell’ Erbario di Kew porta l’etichetta
« River Volta, Gold Coast, Rumsey, 6 ; 1882 » e che da
Wright (FI. trop. Afr. Vili, 106) è stato riferito alla R.
lougiflora. Considero pure come appartenenti a detta va-
rietà alcuni esemplari di una Raphia della Nigeria infe-
riore raccolti ad Asaba dal sig. W. Harold Unwin, ed in-
viati al prof. U. Martelli, col nome indigeno di « Ogor »
e che sono accompagnati da campioni di Piassava.
Osservazioni. — Nell’esemplare di Kew i fiori maschili
e femminili non differiscono da quelli della forma tipica.
L’unica spighetta presente portante un frutto, è alquanto
compressa e larga alla base circa 2 cm. Fiori maschi lunghi
2 cm. ; spatellula più lunga del calice, profondamente sca-
vata a mezza luna di dietro, acutamente bicarenata, con
carene terminate in un dente acuto ; calice troncato, molto
superficialmente 3-dentato. Fiori feminei ovati, acuminati,
lunghi 18 mm. ; spatellula involucello e calice esattamente
come nella tipica R. Hookeri. Corolla con 3 larghi denti
sporgenti dal calice ; staminodì con lunghe antere sagittate
subulate, pure esattamente come nella forma tipica. Il frutto
è latamente clavato, attenuato in basso, lungo 8 cm. com-
preso il rostro, e largo 3 cm. ; il rostro è lungo 1 cm., ha
la punta subtrigona-piramidata, obliqua ; squame nitide,
bruno-straminee, sfumate di rossastro verso la punta ; questa
è alquanto prolungata e di color castagno-scuro ; le squame
8
— 118
maggiori sono larghe 15 mm. e di poco più lunghe, uni-
formemente convesse con angusto e superficialissimo solco
longitudinale, i margini sono sfumati di castagno-scuro ed
eroso-fimbriatuli. La porzione di fronda, che accompagna
la spighetta portante il frutto, sembra avere appartenuto
a pianta giovane ed ha i segmenti cartacei, sottili e molto
leggermente più pallidi di sotto che di sopra.
Nell’esemplare di Unwin le fibre delle guaine sono lunghe
sino 90 cm., gracili ed arcuate nell’estremità, come vengono
descritte quelle della f?. Hookeri. La porzione di fronda
esistente, che sembra avere appartenuto a pianta giovane,
ha i segmenti subequidistanti con l’attacco sopra ogni lato
del rachide alternativamente vólto in su e in giù ; essi
sono allungato-ensiformi, molto lungamente e gradatamente
acuminati, alquanto ristretti anche verso la base; i mag-
giori da me visti, appartenenti ad un punto dove il ra-
chide ha 16 mm. di diam., sono lunghi 90 cm. e larghi
4-4.5 cm., non molto rigidi, completamente inermi, verdi
di sopra , leggermente pulverulento-biancastri di sotto,
hanno 5-6 nervi sottili da un lato e dall’altro della costa
mediana ; i segmenti dell’estremità sono molto più piccoli,
sono spinulosi lungo la costa mediana, ed hanno i margini
nudi o solo con qualche rada spinula.
I frutti corrispondono esattamente a quelli dell’esemplare
di Rumsev; hanno un grosso mucrone a punta obliqua
subpiramidata ; sono latamente eia vati, larghi 3 cent. ;
squame maggiori larghe 15-16 mm., lunghe 16-17 mm.,
regolarmente convesse dalla base sino alla punta, smargi-
nate alla base e con un superficialissimo e stretto solco
longitudinale. Seme allungato, leggermente attenuato verso
una base acuta, ottusiuscolo in alto, lungo 4.5 cm., largo
19 mm. , assai fortemente vermicolato-solcato, con 3-4
solchi percorrenti tutta la lunghezza del seme. Integumento
sottile, aderentissimo al nucleo ; ruminazioni anguste e pro-
fonde. Embrione situato un poco al di sopra della metà.
119
18. Raphia angolensis Rendle in Hiern et Rendi. Cat.
Afr. PI. Welw. II, 83; Wright in Th. Dyer. FI. Trop.
Afr. VIII. 107 ; Beco, in Agricolt. Colon. IV (1910),
t. Ill, f. 4.
Descrizione. — • Il frutto è lungo e stretto, quasi 3 volte
più lungo che largo, nell’ insieme clavato-oblungo. cilin-
draceo nella parte intermedia, attenuato alquanto in basso
verso una base piuttosto acuta, bruscamente rotondato in
alto e quivi ad un tratto ristretto nel mucrone, che sem-
bra debba essere robusto ed assai lungo, ma che è privo
della punta nell’ esemplare tipico. Nell’ insieme il frutto in-
tiero, compreso il mucrone, sembra debba essere lungo 12 cm.,
è largo 38 mm. ; le squame sono romboidali, bruno-gialla-
stre, diventanti quasi nere verso la punta, che è legger-
mente prolungata ed ottusa : alla base sono ottuse (non
smarginate): hanno i margini anteriori, leggermente arcuato-
incavati, molto acuti, erosulo-denticolate, sono alquanto ed
uniformemente convesse, non sono solcate lungo il centro
od hanno quivi solo un leggiero accenno di una angusta
linea depressa ; le squame maggiori sono larghe 2 cm. ed
egualmente lunghe. Seme lungo 7 cm. e largo 25 mm. ;
clavato-oblungo, rotondato e quasi pianeggiante sul vertice,
gradatamente attenuato dal mezzo in giù in una punta
piuttosto augusta ma ottusa ; integumento del seme tenuis-
simo, fortemente aderente e non separabile dal nucleo, fina-
mente corrugato e giallastro-ocraceo, nitidulo; diramazioni
del rate formanti solchi o vermieolature assai profonde e
distinte, assai anastomosate nella parte superiore dal lato
dell’embrione, nel rimanente percorrenti tutta la lunghezza
del seme e quasi indivise ; traccio dei dissepimenti delle
loggie sterili aventi due rami molto divaricati verso il quarto
superiore del seme. Embrione situato verso il terzo supe-
riore. Albume ruminato con intrusioni molto anguste, da-
vate, larghe al più 1.5-2 mm. nella parte più interna.
— 120 —
Habitat. — Nella Guinea inferiore portoghese, Provin-
cia di Angola, senza precisa località. Welwitsch. (Brit.
Mus.).
Osservazioni. — Specie molto incompletamente conosciuta.
La mia descrizione è stata redatta sopra un seme ed al-
cune scaglie che mi sono state comunicate dal D. Rendle,
insieme ad un disegno del frutto, mancante però dell’apice
del rostro.
Si distingue dalla R. Hookeri, di cui forse potrebbe rap-
presentare solo una varietà, per il suo frutto assai più
lungo, e per il seme pure molto allungato, rotondato in
alto, anzi quivi quasi pianeggiante.
19. Rapina Sese De Wild. Miss. Laurent, p. 28, t. XI-
XII. — (Fig. 7, I, a, b).
Descrizione. — La foglia che ho visto, e che non sem-
bra appartenere ad una pianta adulta, è lunga oltre due
metri, ed ha una assai lunga parte peduncolare ; questa è
rotondata di sotto, larga 12 mm. ed è spessa 10 mm. da cima
a fondo : nella superfìcie superiore ha 3 faccio fra loro quasi
eguali; il rachide (nella parte pinnifera) è rotondato di
sotto, bi faciale di sopra con un angolo sporgente molto
acuto, provvisto questo di qualche spinula ascendente nella
parte più bassa, e nel resto nudo. I segmenti sono nume-
rosissimi, subequidistanti, concinni, inseriti ad un angolo
piuttosto acuto, di questi 5-6 per lato presso la base sono
assai più fitti dei seguenti, che sono quasi equidistanti
e discosti 2-3 cm. l’uno dall’altro: sono piani, lineari-en-
siformi, molto gradatamente attenuati all’apice in punta
acuminata, brevemente ristretti in basso, cartaceo-rigiduli,
distintamente discolori, verdi nitidi di sopra, biancastri
o grisei ed opachi di sotto, con la costola mediana acuta e
rilevata di sopra e quivi provvista di alcune corte ed assai
robuste spine presso la base e di altre più gracili e più
— 121 —
lunghe dal mezzo in su ; di sotto la costa mediana porta
delle pagliette lineari appresse. Nervi secondari poco di-
stinti ; nervi terziari tenui in numero di 3-4 per parte
della costa mediana ; venule transverse brevi e molto poco
distinte. Sui margini vi sono delle remotissime spinole più
ravvicinate verso l’apice. 1 segmenti intermedi sono lun-
ghi 55 cm. e larghi 18-23 min.; i segmenti della parte
apicale vanno gradatamente decrescendo di lunghezza e
sono meno lungamente acuminati ; i due terminali sono
i più piccoli di tutti, liberi fra di loro alla base, e molto
stretti.
Spadici intieri Infiorazioni parziali complanate, lunghe
circa 40 cm., od anche più, dense, crassissime e molto
larghe in basso (sino 5 cm. non compresi i fiori) alquanto
depresse, gradatamente ristrette verso l’alto, portanti disti-
camente varie spighe molto approssimate 1’ una all’ altra.
Spate secondarie brevemente e latamente infundibulari,
troncate ed intiere alla bocca, prolungate da un lato in
una assai lunga punta triangolare, acuminata, ascendente, la
quale subtende quasi la metà dei respettivi fiori maschi,
anche allorché questi sono completamente evoluti. Le spate
(secondarie) più basse, che sono le maggiori, misurano sino
5.5 cm. di larghezza alla bocca. Spighette con fiori distici
sino all’ apice, di cui 2-3 per parte, in basso, feminei, e
5-6, pure per parte maschili : sono crassissime e robustis-
sime, brevi e rigide, le più basse, le più grandi, lunghe
13-14 cm., tutte leggermente compresse, applicate l’ una
all’ altra, arcuato-ascendenti, larghe in basso 2-2.5 cm. e
rapidamente assottigliate in punta caudiforme acuta dove,
a quanto sembra, non portano fiori o questi sono rudi-
mentarì. S patelle profondamente concave e quasi naviculari,
molto ravvicinate, con la punta alternativamente rialzata
e sporgente e sorreggente la base dei fiori, finamente striato-
venose, gradatamente decrescenti di grandezza. Spatellule
dei fiori maschi majuscule, caliciformi, tubuloso-compresse,
coi margini acuti, lunghe 18 mm. e larghe 1 cm., terminate
all’apice in due punte o denti sporgenti dalle spatelle.
— 122 —
Fiori maschi lunghi sino 22-25 mm., leggermente asim-
metrici. Calice cupolare-campanulato, molto più corto della
corolla, lungo e largo circa 7 mm., diviso sino a circa il
terzo inferiore in 3 segmenti asimmetrico-lanceolati, acutis-
simi e pungenti all’apice, larghi 6 mm., lisci o poco distin-
tamente striato-venosi all’esterno. Stami numerosi (sino ol-
tre 30), biseriati, riuniti in. basso in un corpo carnoso, con
la parte libera bulbosa in basso e nel rimanente subulata ;
antere angustissime, lineari-sagittate, lunghe 5-6 mm.,
subaristate.
Fiori feminei molto grandi relativamente alle altre spe-
cie, lunghi sino a 3 cm., molto angustamente ovati, a punta
conica, immersi in gran parte nella respettiva spatella ed
avvolti dalla spatellula, che è un poco più grande che nel
fiore maschio, si fende per il lungo, in due parti eguali
(nel solo fiore che ho esaminato) e rimane un poco più
corta della corolla. Involucello ciatiforme, troncato, giun-
gente sino poco sopra la metà del calice. Calice campanu-
lato, molto oscuramente e superficialmente 3-denticolato alla
bocca. Corolla tubulosa, nitida, oltre il doppio più lunga
del calice, terminata da tre denti deltoideo-acuti. Staminodì
formanti una cupola membranosa ineguale giungente sino
a circa la metà della corolla e connata con questa, coro-
nata da vari (± 12) piccoli denti corti, deltoidei, terminati
da antere allungato-sagittate, subulate. Ovario conico-allun-
gato, terminato in punta ottusamente piramidato-trigona e
che si termina con 3 stigmi lineari conniventi, lunghi 4 mm.
Fruiti lunghi 8-9 cm. e di 38-40 mm. di diam., subobo-
vati o subovato-ellittici, leggermente attenuati in basso,
rotondati in alto e sormontati da un grosso e cospicuo mu-
crone ; questo è angustamente piramidato-trigono, lungo
12-15 mm. e largo alla base circa 8 mm. Le squame sono
disposte sopra 12 ortostiche, ed in ogni ortostica ve ne
sono 6-7 ben conformate; quelle mediane sono lunghe 17-18
mm. e quasi egualmente larghe, sono leggermente ed uni-
formemente convesse (non gibbose), percorse nel mezzo da
un solco piuttosto angusto, e quasi di egual larghezza dalla
— 123 —
base sino all’apice, di color stramineo alla base divengono
bruno-rossastre verso la punta che è alquanto prolungata e
ottusa ed in egual modo dei margini molto più scura del
rimanente. Mesocarpio di circa 2 mm. di spessore sul secco,
fortemente oleoso. Le squame si staccano facilmente dal
mesocarpio. Semi angustamente ovoideo-ellittici, con le due
estremità quasi eguali e piuttosto acute, lunghi 6.2-5. 7 cm.,
spessi 26-27 mm., solcati da varie vermicolature assai pro-
fonde, di cui alcune irradiano dal punto dove si trova
l’embrione ed altre percorrono tutta la lunghezza del seme
specialmente dal lato opposto all’embrione, anastomosandosi
fra di loro. Integumento del seme tenuissimo, pellicolare, ni-
tido, fortemente aderente al nucleo. Ruminazioni dell’al-
bume assai larghe ed alquanto più dilatate nell’ interno
che verso la periferia. Embrione situato poco al di sopra
della metà.
Habitat. — Basso Congo Belga ad Irebu ('Em. et M> Lau-
rent). De Wildeman scrive che questa specie è molto dif-
fusa in tutto il dominio del Congo e che riceve dagli in-
digeni della regione di Eala il nome di « Sese » ; la polpa
(mesocarpio) dei frutti vien mangiata dai neri, i quali
estraggono da essa anche un olio. Sembra invero che il
mesocarpio di varie specie di Raphia sia più o meno ricco
di materia grassa ; in nessun’altra specie però ho trovato
l’olio così abbondante come in questa, tanto che anche i
frutti conservati in erbario ungono i fogli di carta fra i
quali vengono conservati.
Osservazioni. — E una specie distintissima per le sue
spighette larghissime in basso e che vanno rapidamente
restringendosi in punta acuta ; per i fiori feminei, in con-
fronto alle altre specie, molto grandi, comparabili a quelli
della R. Hookeri e della R. longiflora ; per i suoi grandi
fiori maschi almeno per metà sorretti dalla punta della re-
spettiva spatella e con numerosi stami biseriati ; per il frutto
con grosso mucrone e col mesocarpio fortemente oleoso.
— 124 —
Il Wildeman scrive che è una pianta di più piccole di-
mensioni della Baphia Laurentii. Dubito però assai che le
Fig. 8. — I, Raphia Wend.lan.cli; a. fiore femineo, avvolto dalla spa-
tellula, visto da un lato; 6, fiore fem. liberato dalla spatellnla (manca
l’ovario); — II. FI. Mannii; a, fiore temineo avvolto dalla spatellula,
visto dal lato esterno; 6, fiore fem. liberato dalla spatellula; c, corolla del
fiore fem., aperta. — III, FI. textilis; a, fiore femineo avvolto dalla
spatellula, visto da un lato ; 6, corolla aperta. — IV, FI. regalis ; a, fiore
fem. avvolto dalla sua spatellula; b, fiore fem. aperto; c, fiore maschio av-
volto dalla sua spatellula. — Tutte le figure sono ingrandite 3 diametri.
froude che accompagnano nell’Erb. di Bruxelles i campioni
con fiori e frutti appartengano a pianta adulta, ed è pos-
— 125 —
sibile che in questa i segmenti siano molto più grandi di
quelli sopra descritti.
20. Raphia regalis Beco. sp. n. — Tav. I.
Descrizione. — Grande Palma. In una fotografia appa-
risce con tronco breve rivestito dalle basi delle foglie ed
apparentemente di 70-80 cm. di diam.
Foglie grandissime, portanti moltissimi segmenti, di cui
i più bassi rigidi e molto acuminati assai più corti dei
superiori ; questi sono assai ravvicinati fra di loro; sono
inseriti ad un angolo molto aperto quasi regolarmente bi-
farì, ma spesso anche geminati e vólti in direzioni diffe-
renti.
Spadici immensi apparentemente lunghi circa 3 m.,
eretti framezzo alla base delle foglie, molto densi e composti
di numerosissime infiorazioni parziali ; queste sono pen-
dule, fortemente complanate, lunghe 50 e forse anche più
centimetri, larghe in basso circa 20 cm. ; hanno numerose
spighette disposte molto regolarmente a destra ed a sinistra
(circa 25 per parte) gradatamente decrescenti di lunghezza,
molto ravvicinate, anzi a contatto fra di loro; parte assile
dell’ infiorazione parziale alquanto compressa, larga in basso
circa 15 mm., decrescente verso l’apice. Spate secondarie
infundibulari, leggermente prolungate da un lato in punta
triangolare acuta. Spighette regolarissime, le maggiori (le più
basse) lunghe 14-16 cm. ; esse portano 20-22 fiori per lato,
ed hanno l’apparenza pettiniforme, sono complanate, dritte,
inserite ad un angolo di circa 45 gradi, come le barbe di
una penna da un lato e dall’altro dell’asse, di eguale lar-
ghezza in basso come presso all’apice. Spatelle infundibu-
liformi con margine caducamente ciliato-paleaceo. Fiori
maschi e feminei conformi, inseriti regolarissimamente ad
un angolo di circa 40 gradi, discosti 8 mm. l’uno dall’altro,
leggermente falcati.
Fiori maschi lunghi 11 mm., lanceolato-falcati, acumi-
— 126 —
nati, pungenti, nitidi; spatellula smussata obliquamente, bi-
dentata di dietro, acutamente bicarinato-subbialata. Calice
più lungo della spatellula, diviso sino circa al terzo supe-
riore in 3 denti triangolari, acuti. Corolla almeno il doppio
più lunga del calice. Stami 6. con filamenti tereti che si
prolungano in un assai grosso connettivo ; antere lineari,
ottusiuscule od apiculate, a loggie assai profondamente
separate in basso.
Fiori feminei similissimi ai fiori maschi e di poco più
grandi, in numero di 3-4 per parte alla base delle spighette.
Spatellula come nel fiore maschio. Involucello evoluto sol-
tanto da un lato, conspicuo, bratteiforme o subspataceo, più
lungo della spatellula, acuto, lungo quasi quanto il calice.
Calice tubuloso-campanulato, diviso sino circa al terzo su-
periore in larghi denti triangolari, acuti. Corolla circa il
doppio più lunga del calice, divisa sino circa alla metà
in 3 lobi triangolari-allungati, apiculato-pungenti. Stami-
nodi 6, conspicui, inseriti verso la metà della corolla: hanno
i filamenti molto rigidi, lineari, complanati, terminati da pic-
cole antere abortive. Ovario allangato-ovoideo, terminato
da 3 lunghi stigmi conniventi che lo rendono acuminato.
Frutti mancano.
Habitat. — Nel Congo Francese presso Nschaggebod
(Ojek). Gunter-Tessmann, nov. 1909; Palma n.° 14 nell’ Erb.
di Berlino.
Osservazioni. — Superba e singolarissima Palma, dif-
ferente da tutte le altre Eaphia per i suoi grandissimi
spadici eretti e formati da un immenso numero di infiora-
zioni parziali complanato-pettiniformi ricascanti. Singolare
poi per le sue regolarissime spighette con fiori perfetta-
mente bifarii come nelle spighe di certi Calamus e per
i fiori feminei al momento dell’antesi quasi non distingui-
bili dai fiori maschi.
Ho visto solo una infiorazione parziale e la fotografia
eseguita dal suo scuopritore e da me riprodotta.
— 127 —
È probabile che appartenga alla R. regalis la porzione di
fronda di una Raphia, raccolta pure da Giinter Tesmann
e che accompagna nell’ Erbario di Berlino il campione
fiorifero di detta specie, ma non porta indicazione speciale
di località e manca di numero. Detto campione di foglia
consiste in una porzione di rachide, dello spessore di 12 mm.,
portante alcuni segmenti della parte prossima all’apice e
che sembra abbia appartenuto ad una pianta giovane. Sup-
pongo che detta porzione di foglia possa appartenere alla
R. regalis, perchè in essa si riscontrano caratteri notevol-
mente differenti da quelli presenti nelle foglie di tutte le
altre specie, come notevolmente differenti da tutte le altre
Raphia sono i suoi spadici ed i suoi fiori.
Il rachide della supposta fronda di R. regalis ha in se-
zione trasversa una forma decisamente romboidale, con
tutti e quattro gli angoli molto acuti, presentando un an-
golo molto prominente lungo il dorso, ossia nella pagina
inferiore, ed un altro egualmente prominente nella supe-
riore, ed acuti pure essendo i lati. I segmenti sono inequi-
distanti, molto rigidi, lineari, lunghi 50 cm. e larghi solo
15 mm. ; essi sono poco attenuati verso le due estremità,
verdi sulle due faccie o leggerissimamente più pallidi di
sotto, hanno la costa media completamente inerme dalla
base sino all’apice nella pagina superiore, e nuda, ossia
senza pagliette, nell’ inferiore ; sui margini vi sono rade
ma robuste spinule ; hanno l’apice rincalcagnato, perchè
sono di quelli che si trovano presso l’apice della foglia. Le
venule trans verse sono assai distinte. Vi sono solo 2-8
nervi, fra secondari e terziari, per parte della costa mediana.
SPECIE DUBBIA.
Raphia maxima Pechuel Loesche, Loango-Expedition, III,,
164 (ex Drude Palmenti, trop. Afr. p. 127).
Di questa Palma si dice solo : « Foglie gigantesche ; pic-
ciolo delle medesime giallo o verde-giallastro e legger-
mente fendibile. Frutto grande, oblungo. Fibre buone ».
— 128 —
Il prof. Drude crede di potere identificare la R. maxima
Peschuel Loesche con la R. Hookeri, cosa che a me pure
sembra molto probabile, considerato che anche essa è pro-
duttrice di fibre di Piassava, e che la regione nella quale
è stata incontrata la prima, è pure quella nella quale cresce
la seconda.
INDICE
N. B. — I sinonimi sono in corsivo. Il numero in carattere grasso in-
dica la pagina dove la specie è descritta.
Metroxylon Buffia Spreng., 47 = R. Ruffia Mart.
» viniferum Spreng., 88 = R. vinifera Palis, de Beauv.
Raphia angolensis Rendle, 41, 46, 109, 119.
» eximia Damm., 58, 69, 61 = R. Kirkii Engl.
» Gaertnehi Mann et Wendl. (Beco.), 42, 84, 86, 87, 95, 96.
» Gaertneri Mann et Wendl., 8L = R. Wendlandi Becc.
» Gaertneri Wright, 84, 92 = R gracilis Bece.
» Gentiliana De Wild., 44, 101, 102. 107.
» Gentiliana v. Gilletii De Wild., 105 = R. Gilletii Bece.
» Gilletii Becc., 44, 101, 105.
» gracilis Becc., 43, 84, 86, 92, 95, 96, 101.
» hebe r ostris Becc., 43, 98.
» Hookeri Mann et Wendl., 45, 68, 109, 113, 114, 116, 117,
118, 120, 123, 128.
» Hookeri v. angustata Becc., 46, 116.
» Hookeri v. brachycarpa Becc., 45, 84, 115.
» Hookeri v. mancipiorum Becc., 45, 116, 117.
» Kirkii Engl., 40, 58, 59, 61, 62, 63, 65, 66.
» Kirkii v. grandis Becc., 40, 62, 64.
» Kirkii v. longicarpa Becc , 40, 62, 63.
» Laurentu De Wild., 40, 68, 101, 124.
» longiflora Mann et Wendl., 40, 63, 68, 70, 114, 117, 123.
» longirostris Becc., 44, 108, 109.
» lyciosa Comm., 47 = R. Ruffia Mart.
» Mannii Becc., 41, 70, 72, 92, 124.
» maxima Pechuel-Loesche, 110, 127, 128 = R. Hookeri Mann
et Wendl.?
» Monbuttoruìi Drude, 44, 98, 100, 101.
» nicaraguensis Oersted, 47, 54, 55 = R. Ruffia Mart.
» pedunculata Pai. de Beauv., 47, 55. 56, 58 = R. Ruffia Mart.
» polymita Comm., 47 = R. Ruffia Mart.
130
Raphia Ruffia Mart., 39, 47, 53, 54, 55, 56, 59, 60, 61, 62, 65, 81, 97.
» Ruffia Wright, 58 = R. Kirkii Engl.
» Ruffia Mart. ( tgpica ), 39, 47, 54.
» Ruffia Mart ( pedunculata ), 40, 47, 56, 68.
» reg a Lis Becc., 47, 124, 125, 127.
» Sese De Wild., 46, 114, 120.
» taedigera Mart., 39, 42, 75, 79, 80, 81.
» tamatavensis Sadebeck, 47, 58 = R. Ruffia Mart.
» textilis Welw., 41, 72, 73, 124.
» Wendlandi B cc., 42, 81, 83, 86, 124.
» Welwitschu Wendl. 73 = R. textilis Welw.
» vinifera Palis. Beauv., 43, 72, 80, 81, 83, 88, 90, 91, 92, 100.
» vinifera Drude, 92 = R. gracilis Beco.
» vinifera Mann et Wendl., 70, 72 — R. Manxii Beec.
» vinifera Kirk, 59 = R. Kirkii Engl.
» vinifera var. nicaraguensis Drude, 47 = R. Ruffia Mart.
» vinifera var. taedigera Drude, 55, 75 = R. Kuffia Mart.
Sagus farinifera Gaert'i., 47 = R. Ruffia Mart.
» laevis Griff., 47 — R. Ruffta Mart.
» Palma Pinus Gaertn., 83, 84, 86 = R. Gaertneri Mann et
AVendl.
» pedunculata Lara., 47 = R. Ruffia Mart. ( pedunculata ).
» Ruffia Jacq. 47 = R. Ruffia Mart.
» Ruffia v. /3 Wild., 88 = R. vinifera Pal. Beauv.
» taedigera Mart., 75 = R. taedigera Mart.
» vinifera Lam., 84, 88 = R Gaertneri Mann et Wendl.
Webbia, Voi. III.
Tav. I.
RAPHIA REGALI», Bete.
PALME AUSTRALASICHE NUOVE 0 POCO NOTE
PER
ODOARDO BECCAR]
FRITCHARDIOPSIS Beco. gen. nov.
Flores liermaphroditi secus ramulos glomerulato-terni,
sessiles, non vel minutissime bracteolati. Calyx cyathiformis
basi carnosus, limbo brevi et superficialiter 3-dentato. Co-
rolla profunde 3-partita, tubo brevissimo, lobis crassis in-
tus scrobiculato-cavernosis, persistentibus. Stamina 6, ob-
solete biseriata, filamentis brevi bus, subulatis, basi dilatatis
et crassis, ad faucem corollae insertis ibique inter se et
cum corolla breviter connatis; antherae erectae, subgloboso-
didymae, loculis introrse dehiscentibus. Carpella 3 in ova-
rium globosum trilobum, apice superficialiter sculptum, tri-
loculare, 3-ovulatum connata ; stylo subulato ; stigmate
punctiformi ; ovulis basilaribus erectis. Fructus pomaceus,
globosus, unispermus, stylo terminali, pericarpio carnoso
et parcissime fibroso ; endocarpio tenuiter lignoso. Semen
globosum, erectum, hilo basilari ; raphe hilo proxima et
suborbiculari ; albumine aequabili a processu rapheos pro-
funde verticaliter compenetrato. Palma arborea. Folia fla-
bellata, plicato-multifida, basi acuta vel cuneata, segmen-
tis brevibus, apice bitidis ; vagina brevi ; petiolo inermi,
apice breviter ligulato. Spadices paniculati, interfoliacei,
iteratim ramosi. Spathae numerosae, membranaceae, basi tu-
bulosae, limbo auriculaeformi, superiores sensim minores.
Genere di Palme molto distinto per le foglie similissime
a quelle delle Pritchardia e che, come queste, ha un ovario
— ] 32 —
nel quale le carpello sono fra loro connate, ma dove un solo
ovulo si trasforma in seme.
Dalle Pritchardia però differisce per i lobi della corolla
persistenti e per la profonda intrusione del processo del
rafe dentro l’albume. Alle Limala si avvicina per la strut-
tura del fiore, ma ne differisce per il seme con l’ intrusione
del processo del rafe verticale, ossia nel senso dell’asse del
frutto, e specialmente poi per la diversa natura delle foglie,
le quali hanno un picciolo non armato di spine ai margini.
Pritchardiopsis Jennencyi Becc. (Fig. 1).
Descrizione. — Palma dell’aspetto di una piccola Pri-
tchardia, raggiungente l’altezza di circa 5 metri. Foglie
di pianta giovane cuneato-flabellate con base acuta, mul-
tifide ; quelle della pianta adulta sono '/3 orbicolari, con
base piuttosto acuta, ossia sono latamente cuneate in basso;
la foglia che ho studiato misurava 48 cm. dalla ligula alla
estremità dei segmenti centrali. Il lembo è sottilmente car-
taceo, concolore ed affatto privo di squamule o di punteg-
giature sulle due faccie, fesso sul contorno in circa 30
segmenti, ma con parte indivisa molto estesa, misurando la
parte libera di detti segmenti, nella parte centrale, soltanto
10-12 cm.; i segmenti però diventano gradatamente tanto più
lunghi quanto più si procede verso i lati, dove i seni sono
per conseguenza sempre più profondi, rimanendo però questi,
anche nella parte più esterna, a 12-15 cent, dall’apice del
picciolo ; nei seni non vi è filamento, o soltanto in alcuni
se ne trova un rudimento ; all’altezza dei seni i segmenti
sono larghi 20-22 mm., e da detto punto vanno gradata-
mente ristringendosi sino all’apice, acquistando così la forma
di un allungatissimo triangolo ; l’apice è diviso solo per il
tratto di 10-12 mm. in due punte eguali anguste acute ;
le costole primarie superiori sono molto acute e sottili, le
inferiori sono un poco meno acute e più robuste ; vi sono
4-5 nervi secondari tenuissimi per parte alla costola me-
IBB —
diana ; le venule transverse sono assai nitide, egualmente
visibili sulle 2 faccie, assai numerose, alquanto sinuose e
Fig. 1. — Fritcliardiopsis Jennencyi Becc. ; a, parte apicale di un
ramoscello fiorifero, ingr. 3 diam. ; b, fiore in boccio ; c, fiore intiero aperto ;
d, fiore sezionato per il luDgo ; e, sezione longitudinale del frutto di grand,
nat. Le figg. b, c, d ingr. 7 diam.
molto continue, ossia poco interrotte, attraversando anche
3-4 nervi 2.‘‘ e non molto ramose. Il picciolo è del tutto
9
— 134 —
inerme, in una fronda è largo in alto 8 mm., largamente
scavato a doccia di sopra, rotondato di sotto, ha i margini
acutissimi, davanti si termina in alto in una ligula breve
a contorno ineguale, e di dietro si continua senza in-
terruzione nel rachide che si prolunga per 12-15 cm. nel
lembo, di modo che la costola di vari dei segmenti centrali
s’ inserisce lungo il rachide. La vagina è breve, glaberrima,
reticolato-fibrosa nella estremità, ossia nella parte ligulare.
Gli Spadici sembra debbano essere interfrondali e molto
simili a quelli di una Pritchardia ; uno da me visto, ma
che non sembra intiero, è lungo circa 60 cm. e forma una
pannocchia unilaterale alquanto allungata piuttosto densa,
glabrerrima in ogni parte, provvista di varie spate primarie
auriculeformi, assai ravvicinate e gradatamente decrescenti ;
dal fondo della parte tubulosa di ogni spata nasce una in-
fiorazione parziale, che sporge poi dalla bocca del suo lembo.
Le spate primarie sono molto sottilmente coriacee, ma
molto rigide, assai lungamente tubulose in basso e grada-
tamente dilatate in alto, dove sono aperte da un lato e
terminate in un lembo auriculeforme acuminato, rfc fesso; la
spata maggiore, la più bassa, è lunga 38 cm., subterete in
basso ed ivi di 11 mm. di spessore e leggermente bicari-
nata dal lato assile, aperta in alto per il tratto di 11 cm.
Le infiorazioni parziali sono duplicato-ramose, e nella parte
bassa anche 3-plicato-ramose, sono arcuato-nutanti, con
una parte peduncolare assai allungata, tutta inclusa nella
respettiva spata, fortemente angolosa, spessa, sul secco,
5-6 mm. e che si ramifica subito alla bocca delle spate ; i
rami secondari sono pure fortemente ed acutamente angolosi,
vanno gradatamente decrescendo di spessore e si dividono
senza regolarità in ramoscelli fioriferi; questi sono assai corti
(lunghi 2-4 cm.), fortemente angoloso-corrugati (sul secco),
con la parte assile intieramente nascosta dai fiori ; allorché
questa è priva di fiori ha gli attacchi di questi alquanto
sporgenti e tubercoliformi, alternato-spirali e molto rav-
vicinati.
I fiori sono glabrerrimi in ogni parte, 3-ni, sessili sopra
— 135 —
gli indicati tubercoletti, privi di brattee florali ben di-
stinte, eretto-patenti, molto addensati fra di loro, ossia
a contatto l’uno dell’altro; in boccio bene sviluppato i fiori
sono di forma lanceolata, lunghi 5 mm. e spessi 2 mm.,
terminati in punta dr piramidato-trigona, acuta, ma spesso
alquanto irregolare per la mutua pressione. Calice nell’ in-
sieme ciatiforme-allungato, ottusamente trigono con tutta
la parte inferiore piena e carnosa, distintamente contratto
(sul secco) al disopra della base; questa è incavata di sotto;
il suo lembo è breve, superficialmente 3-dentato, con i denti
a base larga e dr acuti separati da seni poco profondi. Co-
rolla circa il doppio più lunga del calice e con una brevis-
sima parte tubulare: è divisa in 3 lobi persistenti, patenti
nell’antesi, di forma triangolare, acuti con punta trigono-
piramidata, crassissima, acutamente carinati all’apice dal
lato interno e molto profondamente alveolato-cavernosi al
di sotto della punta. Stami subiseriati con filamenti molto
brevemente connati fra di loro, inseriti alla fauce della corolla
e pure brevemente connati con questa, tutti crassissimi, su-
bulati all’apice; quelli opposti ai filli sono i maggiori, e sono
fortemente ed acutamente carenati internamente, la carena
corrispondendo alla insenatura fra le carpello e quindi a
sezione transversa trigona; gli alternipetali hanno la super-
ficie interna concaviuscula ; antere piccole, subglobose. Car-
pello scolpite in alto, a dorso rotondato, formanti un ovario
globoso, 3-lobo, molto bruscamente contratto in uno stilo
sottile, subulato, lungo quanto i filamenti ; stigma punti-
forme ; ovulo esattamente basilare, inserito nell’angolo in-
terno della loggia.
Frutto sferico, assai grosso, pomiforme, quasi sessile, por-
tato dai soli resti del perianzio indurito, ma non accresciuto.
Sul secco il fratto è di 3 ijt cm. di diametro, ha la super-
ficie unita con epicarpio sottile non separabile dall’abbon-
dantissimo mesocarpio, che è di circa 8 mm. di spessore
(sul secco) ed è intieramente parenchimatoso, con pochissimi
e poco distinti fasci fibro-vascolari ; endocarpio formante
un guscio legnoso al seme dello spessore uniforme di */2 mm.
— 136 —
o poco più, meno che nella parte basilare dove acquista
tutto lo spessore del mesocarpio, che quivi viene a mancare ;
il nocciolo quindi resulta sferico con la parte basilare pro-
lungata in punta e quindi nell’ insieme è piriforme.
Seme sferico, occupante esattamente tutta la parte cen-
trale del frutto, a superficie opaca, unita, color nocciola,
non segnata da traccio di diramazioni del rafe ; l’ ilo è
esattamente basilare, e quindi il seme è eretto dentro il
nocciolo ; il rafe è basilare, limitato alle vicinanze dell’ ilo;
la sua espansione produce una profonda e larga intrusione di
tessuto spongioso bruno, che partendosi dalla base penetra
verticalmente, e quindi nel senso dell’asse, sino nel centro
deH’albume. dove si dilata alquanto e diventa più o meno
lobato. Albume osseo, durissimo, eburneo, cavo nel centro,
di circa 5 mm. di spessore tutto in giro. Embrione situato
al di sopra della metà, ossia in alto, ma eccentricamente.
Habitat. — Nuova Caledonia. Gli esemplari tipici di
questa Palma si trovano nell’Erbario di Kew, e vennero
inviati da Mr. Charles Moore di Sidney, che li aveva ri-
cevuti da un tal Mr. Jennency, il quale aveva trovato
questa Palma alla Nuova Caledonia in un luogo chiamato
« Prony » dentro un’area molto limitata, e dove da quanto
egli scriveva, è da temersi che in breve tempo verrà intiera-
mente distrutta dai deportati, che abbattono la pianta per
mangiarne il germoglio terminale o Cavolo.
Qualche cosa di incerto rimane tutt’ora riguardo all’ori-
gine di questa pianta, che si credeva introdotta nelle serre
di Kew, ma dove sembra che in sua vece sia comparsa
una specie di Licuala. Sta di fatto che si trova in cultura
una specie tipica di questo genere, sotto il nome di L. Jen-
nencyi , che si ritiene originaria della Nuova Caledonia.
Sussiste quindi il dubbio se nella Nuova Caledonia oltre
alla Pritchardiopsis Jennencyi si trovi anche una Licuala.
E rimane pure il dubbio se la Licuala Jennencyi dell’Hor-
tus Sanderianus, quale è figurata nel Supplemento al « Di-
ctionnaire d’Horticulture » di Nicholson e Mottet (il nome
specifico è scritto : Jeanneceyi), e che è una vera Licuala ,
rappresenta una specie distinta proveniente veramente dalla
Nuova Caledonia, o se è piuttosto la grandemente diffusa
Licuala Muellerii.
PRITCHARDIA Seem, et H. Wendl.
Fritchardia minor Becc., sp. n.
Caudice ciré. 5 m. longo, laevi, 15 cm. diana., foliorum
petiolo brevi, circiter 30 cm. longo, lamina parva, subor-
biculari, latiori quam longiori, 45 cm. lata ; spadice circ.
30 cm. longo; floribus parvis, calyce campanulato, 3-3.5 mm.
longo ; urceoli staminalis dentibus (staminum filamentis)
brevissimis et etiam sub fructu erectis ; fructibus elliptico-
ovatis vel subobovatis, basi plus-minusve conspicue atte-
nuati, minute et saepius oblique apiculatis, 18-20 mm.
longis, 12-13 mm. crassis.
Habitat. -- I frutti di questa piccola specie di Pritchar-
dia mi sono stati inviati in maggio 1909 dal D. France-
schi di California; essi provenivano dall’Isola di Kauai, la
più settentrionale del gruppo delle Hawaii, crescendo ad
una altezza di poco più di 4000 piedi sull’ altipiano di
Wainea.
A questa stessa specie mi sembra si debbano riportare
i fiori di una Pritchardia raccolta nelle Hawai da Hille-
brand e dei quali è fatta menzione nella « Malesia », v. Ili,
p. 294, e che sono ivi contradistinti con la lettera (A).
CYPHOSFERMA Wendl.
Cyphosperma? Tete Becc. sp. n. (Fig. 2).
Caudice gracili, subelato, 6-7 cm. diam. Frondium seg-
menta intermedia subsigmoideo-lanceolata, apice oblique
— 138. —
truncata et praemorso-denticulata, margine inferiori pro-
ducto acuminato, ciré. 60 cm. longa, 5.5-6 cm. lata, pluri-
nervia, marginibus incrassatis. Spadices duplicato-ramosi ;
spathis completis 2 (?), membranaceis ; ramulis floriferis
a b
c d
Fig. 2. — Cyphosperma ? Tete Bere. : a, frutto maturo, al quale è stata
asportata una metà dell’epicarpio e mostra il nocciolo u in situ »; b, noc-
ciolo al quale è stata asportata una metà e mostra il seme u in situ » di
fianco ; c, seme visto dal lato del rafe ; d, seme sezionato longitudinalmente
lungo la linea del rafe. Tutte le figure sono di grand, nat.
10-15 cm. longis, crassiusculis, subtrigonis, apice subulatis,
fructiferis divaricatis. Flores in ramulorum parte inferiori
terni, intermedio foemineo, lateralibus masculis, superne bini
et tantum masculi. Flores foeminei ovati. Flores masculi
foemineis simillimi, attamen minores, subpyramidato-trigoni,
5-5.5 mm. longi, 3 mm. crassi; sepalis in dorso carinatis et
basi subcalcaratis; petalis duplo vel triplo calyce longiori-
bus ; staminibus 6, fìlamentis brevibus, apice abrupte in-
flexis; antheris inajusculis, late linearibus, loculis paralle-
libus. Fructus etiam in sicco exacte sphaerici et nitidi,
25-26 mm. diametro, perianthio fructifero 12-13 mm. diam.,
orbiculari, explanato, suffulti; stigmatum vestigiis minutis
paulo excentricis; epicarpio tenui, fragili, extus laevi, (mi-
nime granulato); mesocarpio laxo, lacunoso; putamine te-
— 139
uui, pergamenaceo, asymmetrico, aoguloso, carinato, extus
rugoso-venoso, intus laevi. Semen obsolete angulosum,
asymmetricum, rapheos ramis laxe anastomosatis, albu-
mine aequabili, embryone basilari.
Descrizione. — Palma a quanto sembra mediocre; dalla
base dello spadice che abbraccia il tronco, questo si giu-
dica di 6-7 cm. di diametro. Delle fronde non ho visto
che due segmenti ; questi sono lanceolato-subsigmoidei, quasi
egualmente ristretti verso le due estremità, con l’ apice
troncato molto obliquamente e premorso-denticolato, col
lato più lungo terminato in punta acuta; detti segmenti
sono lunghi 60 cm. e larghi nella parte mediana 5.5-6 cm.;
si attaccano al rachide per una base obliqua larga 15-20 mm.;
sono di consistenza sottilmente coriacea, quasi nitidi di
sopra, opachi e più pallidi di sotto, assai fortemente ner-
voso-costulati, ossia con la costola mediana assai robusta
e rilevata sulle due faccie, e con 3-4 nervi secondari,
alquanto ineguali, da un lato e dall’ altro di questo, e che
alle volte poco si distinguono dai nervi terziari; di venule
transverse non si vede traccia ; ambedue i margini sono
fortemente inspessiti.
Spadici assai brevi, prima della deiscenza delle spate sono
ellittici, crassi, lunghi circa 25 cm. Le spate generali com-
plete, giudicando dalle cicatrici sulla base dello spadice
fruttifero, sembrerebbero due, ma nell’ unico esemplare
esaminato ne esiste una sola (apparentemente l’ interna) ;
questa è membranacea, molto sottile, sul secco fragile,
glabra, liscia, brevemente apiculata senza carene meno che
all’ estremo apice, dove se ne vede una traccia : è segnata
inoltre da varie venature sottili longitudinali,. Lo spadice
ha una breve parte pedunculare compressa, lunga 6 cm. e
larga 15 mm. ; nello spadice fruttifero questa parte è tu-
mescente, dilatata in basso a mezza luna ed abbracciante
il tronco ; i rami sono due volte dicotomi e divaricati,
quelli principali hanno le parti assili molto corte ed an-
golose ; i rami fruttiferi sono lunghi 10-15 cm., assai
— 140 —
spessi ed acutamente 3-goni in basso, molto assottigliati
verso 1’ apice e subulati in punta, fortemente sinuosi fra
fiore e fiore.
Fiori 3-ni, con l’intermedio femineo nei s/3 inferiori dei
rami o dell’ asse fiorifera, gemini e soltanto maschili nel
rimanente, dove l’asse è più sottile che in basso.
I fiori feminei sono accolti in una intaccatura dell’asse
che forma ivi un cuscinetto quasi orizzontale, in modo
che i fiori rimangono quasi eretti ed hanno un labbro o
brattea sorreggente il fiore, breve, latamente triangolare,
acuta ; non esiste traccia di brattee speciali del fiore fe-
mineo ; le cicatrici lasciate dall’ attacco dei fiori maschili
sono lineari od ellittiche, superficiali o molto leggermente
callose e rilevate, situate sui lati, verso 1’ alto della intac-
catura o scrobicolo.
I fiori feminei sono ovati, molto oscuramente angolosi,
attenuati un poco verso l’alto con l’ apice ottuso. Calice a
sepali imbricati, sottilmente coriacei ad apice ottusissimo,
a margini distintamente cibati. Corolla il doppio più lunga
del calice; petali suborbicolari, imbricati con brevissimo
ed ottuso apicolo valvato. Staminodì 3, dentiformi, disgiunti
l’uno dall’altro. Ovario turbinato, molto attenuato in basso;
stigmi triangolari conniventi nel fiore in boccio; ovulo si-
tuato nella parte più bassa ed assottigliata dell’ovario, at-
taccato lateralmente in alto della loggia (?).
Fiori maschi molto simili ai feminei, ma un poco più
piccoli, oscuramente subpiramidato-3-goni, ± attenuati in
punta ottusa od anche acuti uscula, spesso un poco asim-
metrici, lunghi 5-5.5 mm. e larghi 3 mm. alla base; sepali
concavi, larghi, brevemente apicolati, leggermente imbri-
cati in basso, fortemente carenati sul dorso, e ± calcarati
in basso, con il margine jalino e densamente ciliato-bar-
bato. Petali 2-3 volte più lunghi del calice, valvati, opa-
chi ed oscuramente striato-venosi all’ esterno, concavo-sub
cimbiformi, allungato-triangolari, coriacei, fortemente striati
internamente in causa della pressione esercitata dalle an-
tere. Stami 6 ; filamenti corti, molto brevemente inflessi
— 141 —
all’apice; antere grandi occupanti tutta la cavità del fiore
in boccio, latamente lineari, inserite sul filamento al di
sotto della metà, a loggie parallele, deiscenti sui lati, bre-
vemente disgiunte in basso, a connettivo largo e lineare.
Rudimento d’ovario colonnare, lungo quanto le antere, in-
diviso e capitellato all’apice.
Spadice fruttifero breve, ma con rami molto patenti e
divaricati, crassi, 3-quetri, spessi nella pai’te che porta i
frutti circa 5 mm. (sul secco), nell’ insieme formanti una
pannocchia con pochi rami divaricati più larga che lunga
(lunga ±25 cm. e larga ± 35 cm.).
Frutti perfettamente sferici, della grossezza di una bella
ciliegia, di 25-26 mm. di diam., con i resti degli stigmi
leggermente eccentrici e formanti un piccolo apicolo mam-
milleforme : hanno la superficie unita quasi nitida, senza
punti o prominenze causate da sclerosomi ; pericarpio sot-
tilissimo, fragilissimo, formante uno strato uniforme crosta-
ceo ; mesocarpio assai spesso, ma a quanto sembra molto
acquoso, e quindi ridotto quasi a nulla o lacunoso allo
stato secco; endocarpio formante un guscio al seme, sottile
ma resistente, quasi pergamenaceo, con una acuta e pro-
minente carena dal lato lungo il quale è attaccato il seme
e che si termina in un dente molto acuto, gibboso in alto
dal lato opposto alla carena, del resto oscuramente ango-
loso e rugoso-venoso ; in basso nel punto corrispondente
all’embrione si nota una piccola area, che si distacca come
un opercolo dal rimanente, come in grado maggiore ac-
cade nel guscio del seme dei Clinostig ma. Il seme è lungo
17 mm. e largo 14-15 mm., angoloso, gibboso in alto, assai
acutamente carenato lungo il lato del rafe e che corrisponde
alla carena del nocciolo ; le diramazioni del rafe sono leg-
germente anastomosate, alcune si dipartono a destra e
sinistra del rafe, ma le più discendono dall’apice di questo
dove si trova la calaza, e da dove si partono altri rami
che scavalcano l’apice gibboso del seme e discendono lungo
il dorso sino alla base. Albume osseo, omogeneo, con una
piccola cavità centrale (sempre ?). Embrione perfettamente
basilare ; la sua posizione all’esterno è marcata da una
ben distinta fossetta circolare. Il seme fresco certamente
riempie tutta la cavità dell’endocarpio ed in tale stato
sarebbe alquanto più voluminoso di quello descritto, ossia
sarebbe lungo 24 mm. e largo 19 mm.
Perianzio fruttifero alquanto accresciuto, orbicolare, spia-
nato, di 12-13 mm. di diam.
Habitat. — Nell’Isola Vanua Lava, una delle più set-
tentrionali del gruppo delle Nuove Ebridi, dove venne sco-
perta a circa 1000 m. di altezza da Mr. A. E. Harland,
che ne spedì gli esemplari da me descritti al prof. U. Mar-
telli. I nativi chiamano questa Palma « Tòte », e, secondo
quanto scrive il sig. Harland, ne mangiano il frutto che
essi chiamano Cocco selvatico, probabilmente perchè il suo
sapore rammenta quello del Cocco domestico. Ritengo che
la parte del frutto che vien mangiato sia il seme, che è
assai voluminoso, e che quando è immaturo avrà forse come
il Cocco un albume tenero.
Osservazioni. — Io ho riportato dubitativamente questa
curiosa Palma al genere Cyphosperma, perchè in realtà mo-
stra evidenti affinità con le altre 2 Palme che sono state
incluse in detto Genere: la C. Vieillardi e la C. Balansae;
ma che, come è di già stato fatto notare nel « Genera
Plantarum » da Bentham ed Hooker, possiedono caratteri-
stiche proprie assai importanti.
Il genere Cyphosperma sarebbe quindi composto di 3
entità specifiche così poco affini fra di loro, da giustificare
forse per ognuna di esse la creazione di un genere distinto.
Però le Palme della Nuova Caledonia sono ancora cono-
sciute così superficialmente, che solo dopo uno studio ana-
litico di ognuna di essa sarà possibile una sistemazione
generica più precisa dell’attuale.
Intanto un nuovo fatto viene ad intralciare la nomen-
clatura di già non semplice delle Palme caledoniane, ed è la
scoperta di uno scritto di Vieillard. rimasto dimenticato,
— 143 —
pubblicato nel « Bullettin de la Société Linnéenne de Nor-
mandie », 2e Sèrie, 6e voi. Années 1870-72. Caeu, 1873 (1);
scritto che sembrerebbe anteriore alla memoria di Bron-
gniart comparsa nei « Comptes Rendus ».
Nella memoria di Vieillard le Palme caledoniane sono
raggruppate nei generi Kentia, Chambeyronia e Basselinia ;
questi due ultimi proposti per la prima volta, e che quindi
dovrebbero avere la precedenza su quelli proposti da Wen-
dland e comparsi nel voi. Ili del Genera Plantarum , se
sarà possibile stabilire a quali entità specifiche sono stati
attribuiti dal loro autore.
Così il genere Microkentia mi sembra che debba cedere
il posto a Basselinia , fra le quali Vieillard cita la B. Pan-
cheri , la B. gracilis e la B. Deplanchei. Formano quindi
parte del genere Basselinia anche le Microkentia eriosta-
chys, Billardierii e surculosa. Vieillard rammenta pure una
Basselinia Kanalensis ed una B. Lenormandii, che probabil-
mente corrispondono a qualcuna delle specie di Microkentia
rammentate, ma delle quali non si può tener conto, non
esistendo di esse alcuna descrizione.
Il genere Chambeyronia Vieillard certamente corrisponde
alle Kentiopsis di Brongniart, ed a questo sono attribuite 8
specie ; cioè : la Oh. macrocarpa, che corrisponde alla Ken-
tiopsis macrocarpa Brong., la Ch. Brebissonii Vieill., e la
Ch. Movieri Vieill., queste due ultime non identificabili e
da ritenersi come nomi nudi.
(1) lo debbo ringraziare il Prof. Lignier della Università di Caen per
avermi procurato il volume nel quale si trova la memoria di Vieillard, e
per aver fatto delle ricerche, disgraziatamente del tutto negative, per rin-
tracciare i 13 disegni delle Palme caledoniane che l’autore enumera nella
citata memoria, e che vennero presentati ad una adunanza della « Société
Linnéenne de Normandie ».
— 144 —
CLINOSTIG-MA Wendl.
Clinostigma samoense Wendl. in Bonplandia, 1862,
p. 196. — Cyphokentia samoensis Warb. in Reinecke,
FI. Samoa-Iuseln, in Engl. bot. Jahrb. v. XXV (1898),
p. 583, cum icon. ; Rechinger, Bot. und Zool. Ergeb-
nisse etc. 1908, p. 123.
II Clinostigma samoense deve considerarsi come il tipo
del genere. Di questa Palma non ho visto l’esemplare sul
quale è stata fondata la specie, ma mi sembra che non
possa mettersi in dubbio che a questa corrisponda esatta-
mente la Cyphokentia samoeìisis, descritta e figurata da
Warburg (1. c.) e raccolta dal Dott. F. Reinecke in Upolu,
una delle Isole del gruppo delle Samoa, e della quale ho
visto gli esemplari autentici, che mi sono stati gentilmente
comunicati dal Prof. F. Pax, Direttore del Museo e Giar-
dino botanico di Breslavia. Nella medesima Isola di Upolu
vennero pure raccolti da Pickering gli esemplari tipici di
Clinostigma samoense.
L’esemplare di Cyphokentia samoensis dell’Erbario di Bre-
slavia consiste in porzioni di spadici in fiore ed in frutto,
accompagnate da una fronda flabelliforme biforcata, evi-
dentemente appartenente ad una pianta giovane di tutt’al-
tra specie di Palma e della quale in ogni caso non con-
viene tener conto. Delle due porzioni di spadici una sembra
che abbia appartenuto ad una pianta in fiore, ma adesso è
ridotta ai soli nudi ramoscelli fioriferi ; l’altra porta dei
frutti quasi maturi ; la rammentata porzione di spadice
fiorifero ha i ramoscelli patenti, provvisti di un callo ascel-
lare molto sviluppato con una ben distinta rima trasver-
sale ; i ramoscelli fruttiferi invece sono ravvicinati fra di
loro, esattamente come sono rappresentati nella figura che
accompagna lo scritto di Warburg. Ho potuto esaminare
un solo fiore maschile, il quale (per anomalia) aveva 4 pe-
— 145 —
tali ; i sepali sono di circa un terzo più corti della co-
rolla, strettissimamente lanceolati con punta subuiata come
nella figura D di Warburg, ma son distintamente imbricati
nella estrema base. Gli stami sono 6. Esiste un rudimento
d’ovario assai sviluppato, simile a quello che io ho riscon-
trato nei fiori del Clinostigma Thurstonii.
I frutti secchi apparentemente bene sviluppati e della
dimensione definitiva, ma nei quali il seme è immaturo,
sono globoso-ovati e molto gobbi, avendo i resti degli stigmi
fortemente spostati quasi sin verso la metà di un lato ;
sono lunghi, compreso il perianzio, 7 mm. e larghi 55 mm.,
ed hanno la superficie allo stato secco minutamente gra-
nulosa, essendo i sottostanti sclerosomi puntiformi.
II perianzio fruttifero è nell’insieme cupolare ; ha i se-
pali latamente triangolari, acuti, non levigati, striolato-
venosi, nerastri o nero-violescenti nella metà superiore,
circa della metà più corti dei petali ; questi sono pure non
levigati ma striato-venosi, molto brevemente apicolati e
nerastri verso l’apice. Il frutto si termina in una piccola
areola circolare sulla quale rimangono applicati i resti, poco
sporgenti, di 3 stigmi deltoidei, crassi, acuti.
Clinostigma Thurstonii Becc. sp. n. (Fig. 3).
Elata, caudice 10-15 m. longo, crebre cicatricoso. Folia
4.5-5. 5 m. longa ; segmentis numerosis, aequidistantibus,
lineari-ensiformibus, majoribus ciré. 80 cm. longis, prope
basin 4 cm. latis, longe et subtilissime acuminatis, tri-co-
stulatis, utrinque viridibus. Spadices scupaeformes, 70 cm.
longi, parte pedicellari brevissima ; ramulis floriferis gra-
cilibus, fastigiatis, rigidis, 30-40 cm. longis, basi 2 mm.
crassis, apice subulatis. Flores masculi obscure et irregula-
riter 3-goni, 2. 5-3. 5 mm. longi ; corolla calyce duplo-vel
triplo longiori; staminibus 6, valde inaequalibus ; ovarii
rudimento conspicuo, tripartito. Flores foeminei globosi ;
staminodiis 6, liberis, dentiformibus. Fructus minimi, glo-
— 146 —
boso-gibbosi, 3.5 mm. diam., valde excentrice apiculato-
rostrati, in eorum tertiam vel quartana inferiorem partem
f e 0 /!■
Fig. 3. — Glinostigma Thurstonii Beco. ; a, b, fiori maschili; c, un
petalo di fiore maschile con stami e rudimento d’ovario ; d, frutto ; e, ova-
rio con staminodì alla base;./-, sezione longitudinale dell’ovario; g, seme
visto di fianco ; h, sezione longitudinale del seme. Be figg. a, b, c, e, f ingr.
10 diam. ; le figg. d, g, h ingr. 4.5 diam.
periantbio induti ; epicarpio tenui extus in sicco sublaevi
vel vix rnguloso (minime granuloso) ; semine globoso, 3 mm.
diametro.
Descrizione. — Palma elata con tronco alto 10-15 m.,
piuttosto liscio, assai fittamente annulato dalle cicatrici
delle foglie cadute, apparentemente di 12-15 cm. di diam.,
slargato alquanto alla base dove spesso produce una co-
rona di forti radici che sporge un poco al di sopra del ter-
reno. Le foglie formano una chioma non molto densa : sono
grandi ed arcuate, lunghe 4.5-5. 5 m., di cui circa 1 m. ne
misura la parte picciolare. La guaina è cilindrica, coriacea
e lunga oltre 1 m. Il rachide è molto robusto, nella parte
basilare è quasi rettangolare in sezione transversa e di
16-18 mm. di spessore, pianeggiante di sotto. Segmenti
numerosi, molto fitti, circa 60 per parte, meno gli apicali
gli altri fra loro presso a poco tutti eguali, equidistanti,
— 147 —
inseriti sul rachide per una base larga circa 3 cm. e che
forma un triangolo molto aperto sui lati del rachide
stesso : sono lineari-ensiformi, lunghi circa 80 cm., rica-
scanti ai lati del rachide, rigidamente papiracei, nel punto
più largo che rimane a pochi cent, al di sopra della base
misurano oltre 4 cm. di larghezza, vanno poi molto gra-
datamente attenuandosi verso 1’ alto in una punta lunga-
mente acuminata e molto sottile: sono di consistenza fragile
e facilmente fendibili per il lungo (allo stato secco), sono
molto distintamente 3-costulati, subconcolori sulle due fac-
cio; la costa mediana è acuta di sopra, tondeggiante di sotto
e quivi provvista di qualche paglietta lineare attaccata per
il centro ; le coste laterali non sono molto discoste dai
margini, piuttosto acute e di poco meno forti della costa
mediana nella pagina superiore ; nell’ inferiore, le coste
sono assai meno distinte ; nervi secondari sottili, più di-
stinti nella pagina inferiore che nella superiore; margini
acuti, =tr distintamente rinforzati da un nervo che sopra
vi scorre.
Spadici infrafrondali, dell’apparenza di una pannocchia
di saggina da granate, lunghi 70 cm., 3 volte ramosi, con
tutti i rami e ramoscelli eretti, fastigiati e che vanno' a
terminare quasi ad un medesimo livello ; essi rimangono
quasi eretti e non sparpagliati nemmeno quando sono carichi
di frutti ; la base dello spadice è larga, tumescente, semilu-
nare ed abbracciante il tronco, ha una parte peduncolare
indivisa, segnata dalle cicatrici di 2 spate primarie, è bre-
vissima, compresso-conica, lunga 4 cm. e quasi tanto larga;
subito sopra la base lo spadice si divide in assai numerosi
rami alterni, approssimati, eretti, appressi all’asse centrale;
questi alla lor volta si suddividono in pochi rami secon-
dari, i quali nella parte bassa portano dei rami terziari
pochissimo ramosi e nel rimanente solo ramoscelli fioriferi
semplici ; alla base di ogni diramazione non si trova una
brattea ben distinta, ma solo uno strettissimo orlo scaglie-
forme. Lo spadice inaperto ha una forma spatolato-allun-
gata. Le spate sono 2, complete, sottilmente coriacee ; l’e-
— 148 —
sterna è lunga circa 70 cm. e larga 16, appiattita, rasso-
migliante ad una scarpa da neve, coi due margini alati,
terminata da una punta lingueforme legnosa ; l’ interna non
è alata ai margini ed è intieramente inclusa nell’esterna, è
bruscamente ristretta all’apice in una punta rigida, lunga
circa 2 cm. ; ambedue sono intieramente glabre, opache, e
pallide di fuori, cinnamomee e fortemente striate interna-
mente. I ramoscelli fioriferi sono dritti, rigidi, lunghi 30-
40 cm., gracili, filiformi, spessi alla base 2 mm., hanno
l’apice subulato-setiforme, sono molto ottusamente angolosi
o subtereti e corrugati, leggermente sinuosi fra un glomerulo
e l’altro, specialmente nella parte apicale. I glomeruli dei
fiori sono formati da due maschili precoci e da uno fe-
mineo più tardivo ; i glomeruli sono inseriti spiralmente
sopra 3-4 serie ed accolti in un piccolo incavo o scrobicolo,
il quale ha in basso un labbro in forma di nido di rondine,
intero e rotondato sul contorno.
I fiori maschili sono alquanto irregolari od asimmetrici,
ottusamente trigono-ovati, ineguali, lunghi 2. 5-3.5 mm.,
attenuati in punta acutiuscula ; sepali 3, triangolari, acuti,
acutamente carinati sul dorso, imbricati alla base ; petali
2-3 volte più lunghi del calice, pergamenacei, valvati, for-
temente striati all’ esterno. Stami 6 con filamenti lunghi,
filiformi, molto ineguali, rb inflessi o piegati all’apice, più
lunghi delle antere e che rimangono a varie altezze ; antere
oblungo-sagittate, ottuse, con assai largo connettivo scuro,
versatili, inserite verso il loro mezzo, e sino a tal punto
disgiunte, ma con le loggie facilmente separabili per in-
tiero. Rudimento d’ovario assai conspicuo, formato da una
corta base colonnare terminata da 3 corpi carnosi, allun-
gati, nell’ insieme giungente un poco al di sotto della metà
dei petali ; le bratteole dei fiori maschili nello scrobicolo
sono molto piccole; le 2 dei fiori feminei sono sepaloidee,
glumacee, concavo semilunari, rotondate, intiere e rima-
nenti al livello del labbro dello scrobicolo.
Fiori feminei in boccio, al momento dell’antesi dei fiori
maschili, globosi, di poco più di 1 mm. di diam. ; sepali
149 —
e petali scariosi, pergamenacei, larghi, imbricati; staminodii
6, piccoli, liberi fra di loro, triangolari, dentiformi. Ovario
latamente obovato, attenuato in basso con gli stigmi obli-
quamente apicali, e 3 loggie, delle quali una sola fertile ;
ovulo pendente da un lato della piccola loggia basilare.
I fiori feminei giovani sono completamente avvolti nell’al-
veolo dalle due bratteole.
Frutti molto piccoli, di 3.5 mm. di diam., globoso-gib-
bosi, molto eccentricamente apiculato-rostrati, coperti per
oltre il terzo, o quasi il quarto della loro lunghezza dal
perianzio fruttifero. Pericarpio nell’ insieme sottile, a su-
perficie un poco corrugata sul secco, ma senza conspicue
scabrosità prodotte da sottostanti sclerosomi; mesocarpio
tenue, grumoso con strato fibroso indistinto ; endocarpio
relativamente assai spesso, legnoso-vetrino, fragile, lucido
internamente. Seme globoso, di 3 mm. di diam. con rafe
conspicuo, lineare, percorrente tutto un lato, con due sole
diramazioni per lato discendenti dall’alto ed una sola volta
ramose. Albume omogeneo. Embrione basilare. Il perianzio
fruttifero ha i pezzi scarioso-coriacei, sottili ; i sepali sono
lucidi esternamente, latamente imbricati ; i petali sono fi-
namente striato-nervosi, di poco più lunghi dei sepali con
punta brevissima, ottusiuscula.
Habitat. — Lo scuopritore di questa Palma, il defunto
Sir J. B. Thurston, già Governatore delle Isole Fiji, scri-
veva a Kew, in data del 18 settembre 1889, che essa cre-
sceva soltanto in una piccola striscia di terra di meno di
mezzo miglio d’estensione, in un sol punto delle Fiji, nel-
l’estremità N. E. dell’ Isola Vanua Levu, nella foresta, a
circa 230 m. sul livello del mare.
Gli indigeni che si trovano in vicinanza del luogo dove
cresce questa Palma adoprano le guaine delle fronde « per
rinvoltarvi il loro cibo o per cuoprire oggetti che debbono
rimanere asciutti allorché sono in viaggio ».
Ossehv azioni. — E assai affine al C. samoense ed al C.
Harlandi , dai quali differisce per i suoi piccolissimi frutti.
io
150 —
Clinostig’ma Harlandi Becc. sp. n. (Fig. 4).
Elata, gracilis. Folia ampia, segmentis numerosissimis
aequidistantibus, 2-3 cm. inter se dissitis, rectis, lineari-ensi-
formibus, longissime acuminatis, apice in lacinias 2, an-
c b a
frutto liberato dal perianzio con staminodi alla base; c, sezione lorgitu-
dinale del frutto, seguendo la linea del rate; d , il nocciolo visto dal lato
assile; e, seme dal lato del rafe ; seme dal lato opposto al rafe. Tutte
le fieure sono ingrandite 4.5 diametri.
gustissimas fissis, rigide chartaceis, tricostulatis, utrinque
viridibus, subtus pallidioribus, intermediis 65 cm. longis,
23-24 mm. latis. Fructus asymmetrice ovati, apice non-
nihil attenuati et excentrice apiculato-rostrati, 7-8 mm.
longi, 5-5.5 mm. lati, in eorum tertiam inferiorem par-
tem perianthio cupulaeformi indnti ; epicarpio extus in sicco
sublevi ; mesocarpii sclerosomis lineari-fusiformibus; semine
globoso-ovoideo, 5 mm. longo, 4-4.5 m. diametro.
Descrizione. — Palma alta e gracile. Foglie pinnate :
dai frammenti giudicabili lunghe alcuni metri ; vagina.... ;
rachide nella parte apicale della foglia a sezione triango-
lare, pianeggiante e striato di sotto, con spigolo non molto
acuto di sopra. Segmenti numerosissimi, equidistanti e molto
ravvicinati, inseriti ad un angolo assai acuto, discosti circa 2
cent, l’uno dall’altro, tutti diritti, lineari-ensiformi, molto
gradatamente e lunghissimamente acuminati, fessi all’apice
più o meno profondamente in due punte angustissime ed
acuminatissime, fortemente plicati e coi margini vólti in
giù al punto d’attacco, dove la base loro occupa obliqua-
mente tutta la larghezza delle faccie laterali del rachide ;
di consistenza sono rigidamente cartacei, tricostulati di
sopra, e quivi quasi nitidi e percorsi da vari nervi secon-
dari ineguali, che ne rendono la superficie più o meno
striata ; sono più pallidi di sotto, dove le costole non sono
affatto prominenti, ma i nervi secondari sono più distinti
che di sopra e dove sono segnati da puntolini lineari scuri
assai fitti e conspicui ; non vi sono pagliette, almeno nello
stadio della fronda che io ho studiato ; i margini non o
molto leggermente inspessiti. I segmenti maggiori fra quelli
da me visti e che apparentemente appartengono al terzo
apicale della intiera parte pinnifera, sono lunghi circa
65 cm. e larghi 23-24 mm. in tutta la metà inferiore, es-
sendo poco e brevemente attenuati alla base. I segmenti
dell’estremità della fronda non differiscono dagli altri che
per esser più brevi e più stretti.
Spadici e fiori mancano.
Frutti piccoli, lunghi 7-8 mm., larghi 5-5.5 mm., asim-
metricamente ovati, essendo attenuati alquanto all’apice
in un breve mucrone alquanto eccentrico, formato dai resti
di 3 stigmi crassi, brevemente trigoni, ottusiusculi, eretti;
la superficie esterna del frutto secco è quasi liscia, e su di
essa appena si intravedono i piccoli sottostanti sclerosomi
lineari-spoliformi; l’epicarpio è sottile e crostaceo; il me-
socarpio è nella parte più esterna grumoso e provvisto
dei rammentati sclerosomi, ed internamente è traversato
— 152 —
da fibre non molto numerose e non molte robuste, ana-
stomosato-reticolate in alto, parallele in basso e disposte
in uno od al più due strati; l’endocarpio facilmente si
stacca dalle altre parti del pericarpio, formando un noc-
ciolo sottile, legnoso ma fragile o vetrino, inspessito solo
lungo tutto il lato corrispondente al lato più corto del
frutto ; tale inspessimento si termina in alto in un dente
acuto ; esternamente ed in basso, nel punto corrispondente
all’embrione, la parete dell’endocarpio si assottiglia e forma
un leggiero incavo circolare, in giro al quale detta parete
sembra più fragile che altrove, in modo che ivi, dietro una
leggiera pressione, l’endocarpio cede e si apre una specie
di finestra quasi circolare, mentre l’inscritta porzione di
endocarpio si distacca in forma di opercolo.
Il seme è globoso-ovoideo, ossia leggermente più lungo
che largo (lungo 5 min., largo 4-4.5 mm.), percorso lungo
una buona parte di tutto un lato dal rafe largamente
lineare, dal quale si partono solo pochissime diramazioni
semplici o leggermente anastomosate ; 1’ albume è omoge-
neo; 1’ embrione è basilare.
Il perianzio fruttifero nell’ insieme è copolare, e riveste
il terzo inferiore del frutto; i sepali ed i petali sono sottil-
mente coriacei e fra loro simili, di color castagno, lata-
mente imbricati, leggermente striati all’esterno ma levigati
e quasi nitenti, a margini acuti, glabri, intieri od appena
fessi; i sepali sono larghissimi in basso ed ottusamente
apicolati; i petali sono un terzo più lunghi dei sepali e ter-
minati da una breve punta. Esternamente al calice riman-
gono spesso aderenti due brattee scaglieformi, larghe, se-
milunari, ineguali, della medesima apparenza e struttura
dei pezzi del perigonio, ma molto più piccole di questi. Gli
staminodì sono 6, in contatto fra di loro alla base ma li-
beri, piccoli, dentiformi, triangolari-allungati.
Habitat. — Nell’Isola di Vanua Lava, del gruppo delle
Nuove Ebridi sul Monte Garigona.
Il sig. A. E. Harland che ha mandato gli esemplari di
— 153 —
questa Palma al prof. U. Martelli scrive che dagli indi-
geni è chiamata « Metiti », e che di essa adoprano le
fronde per cuoprire le capanne, mentre il tronco viene
utilizzato in vario modo per la costruzione delle medesime.
Aggiunge inoltre che questa Palma cresce sulle montagne
e non scende al di sotto dei mille metri, amando di rima-
nere dove le nebbie sono quasi perpetue e le pioggie ab-
bondantissime.
E da avvertirsi che col nome di « Metiti » il sig. Har-
land ha però spedito, in un susseguente invio, anche de-
gli esemplari fruttiferi di Exorrhiza Wendlandiana Becc.,
raccolti puro a Vanua Lava ad un’ altezza, di circa 1000
metri.
Osservazioni. — Il Cl. Harlandi è molto affine alla spe-
cie tipica, Cl. samoense, dalla quale differisce per i frutti
più oviformi e coll’apice solo leggermente inclinato, e per
la superficie del frutto secco quasi liscia e non resa scabra
dagli sclerosomi sottostanti, che sono lineari e non punti-
formi.
Anche i pezzi del perianzio fruttifero sono più nitidi e
con il calice più grande che nel Cl. samoense.
HETEROSPATHA Scheff.
Heterospatha salomonensis Beco. sp. n.
Mediocris, frondium segmentis concinnis aequidistantibus,
ensiformibus, rectis, superne tantum levissime falcatis, longe
acuminatis, apice breviter et inaequaliter bifìdo-bidentatis,
pluricostulato-plicatis, majoribus 38 cm. longis, 2 cm. latis,
superioribus sensim decrescentibus, subtus minutissime
punctulatis; spadicibus 3-pìicato ramosis, ramulis floriferis
gracilibus, rigidis, angulosis, tenuiter furfuraceis, sinuosis,
20-25 cm. longis, basi 1.5 mm. crassis ; fructibus pisifor-
— 154 —
tnibus, 6 mm. diam., extus conspicue scabrido-liueolatis ;
albumine profunde ruminato.
Descrizione. — Dai frammenti di foglie che ho visto
sembrerebbe una palma di mediocri dimensioni. Le foglie
possono forse raggiungere la lunghezza di 2 metri; la por-
zione apicale di una che ho esaminato, lunga 80 cm., è
molto regolarmente pinnata ed ha in questo tratto 25 seg-
menti per parte. Il rachide è coperto da un indumento
forforaceo-rubiginoso più o meno fugace ; caduto questo
la sua superficie rimane scabridula ; nella parte più bassa
della porzione esistente (che sembra corrispondere a circa
la metà della intiera foglia) il rachide è in sezione tran-
sversa quasi romboidale, ossia ha un angolo piuttosto acuto
nella faccia inferiore ed uno un poco più pronunziato, ma
nemmeno molto prominente nella superiore; le faccio late-
rali (superiori) sono piane e sopra di esse s’ inseriscono
i segmenti ; 1’ angolo superiore si continua sino all’ apice,
divenendo sempre più acuto, ma segnato nel centro per
tutta la sua lunghezza da un angustissimo solco; di sotto,
invece, verso l’alto il rachide diventa pianeggiante. I seg-
menti sono concinni, equidistanti, inseriti ad un angolo di
circa 45", sono discosti (sopra ogni lato) 2.5-3 cm. nella
porzione più bassa, ma diventano gradatamente più rav-
vicinati verso 1’ apice, dove anche i segmenti divengono
gradatamente più piccoli senza cambiar di forma ; essi sono
dritti sin dalla base (non sigmoidei), ensiformi, con il loro
punto più largo circa alla metà ; da questo punto sono
gradatamente attenuati verso la base, che non è molto
acuta; l’apice non è perfettamente simmetrico, ossia è leg-
germente falcato, è però molto acuminato e molto breve-
mente ed inegualmente bidentato-bifido ; i segmenti sono
cartacei, rigiduli, molto fragili sul secco, pluricostulato-
plicati, coi margini leggermente inspessiti, opachi o subcon-
colori sulle due faccie ; in generale oltre alla costola me-
diana hanno 2-3 costole secondarie per lato, tutte molto
sottili; nella pagina inferiore la costola mediana porta
— 155 —
presso la base alcune rade pagliette brune decidue; i seg-
menti più grandi sono i più bassi (nella sopra rammen-
tata porzione di fronda), sono lunghi 38 cm. e larghi 2 cm.;
i nervi terziari sono numerosi, assai distinti, specialmente
ne. la pagina inferiore, che è resa quindi distintamente
e finamente striata ed è leggermente più pallida della su-
periore; questa sotto una forte lente apparisce molto fina-
mente e fittamente cosparsa da puntolini bruni. Venule
transverse non apparenti.
Gli spadici sembrano relativamente assai grandi ; quelli
fruttiferi formano una pannocchia molto diffusa, 3-plicato-
ramosa ; tutte le parti assili primarie sono fortemente an-
golose, molto distintamente striate ed intieramente coperte
da un tenue indumento forforaceo color tabacco ; i rami
sono alterni, ± a spirale, ascendenti-eretti, ed hanno un
conspicuo callo ascellare ; i rami secondari si suddividono
in pochi ramoscelli fioriferi ; questi hanno pure un callo
ascellare e sono inseriti ad un angolo molto acuto ; sono
sottili, ± angolosi e rigidi, ± finamente forforacei ; nella
parte basilare sono spessi 1.5 mm. e si assottigliano ancora
verso l’apice, che si riduce filiforme ; sono fittamente si-
nuosi fra un frutto e l’altro e lunghi 20-25 cm. Le bratte
del fiere femineo sono basse, a contorno rotondato ed in-
tiero, si sovrappongono per i margini e formano una bas-
sissima cupola alla base del frutto.
Il frutto è piccolo, sferico, di 6 mm. di diametro ; peri-
carpio sottile a superficie scabrida per effetto dei sotto-
stanti sclerosomi, lineari, conspicui, molto prominenti e
relativamente grandi ; l’albume è molto profondamente ru-
minato. Il perianzio fruttifero è completamente spianato,
con i pezzi della corolla larghissimi, rotondati, molto ottu-
samente apicolati.
Habitat. — Raccolta da Hombron all’ Isola St. Georges,
nell’Arcipelago delle Isole Salomone, durante il viaggio
dell’Astrolabe e della Zélée (1838-1840). Herb, di Parigi ;
esemplare comunicato dal prof. Lecomte.
— 156
Osservazioni. — L’esemplare tipico di questa specie è
incompletissimo e ad esso non è rimasto che un solo frutto.
Nessun dubbio però mi sembra possa esistere sulla posi-
zione generica di questa Palma, che per le fronde e per
la forma del frutto ben poco si distingue dalle Heterospatha
delle Filippine a frutto sferico, e specialmente dalla H. eletta;
ma il frutto della H. salomonensis è caratteristico per i
pronunziatissimi sclerosomi lineari, che ne rendono la sua
superficie esterna molto scabra e segnata da piccoli rilievi
allungati e non puntiformi.
GULUBIA Becc.
Gulubia cylindrocarpa Becc. sp. n. (Fig. 5).
Gracilis, elata, caudice 25-30 m. alto. Frondium segmentis
numerosissimis, aequidistantibus, longitudinaliter plicatis,
c b a
d
Fig. 5. — Gulubia cylindrocarpa Becc.; a, frutto intiero; b, sezione
longitudiuale del frutto e del perianzio; c, seme visto dal lato del rate; d,
petalo del perianzio fruttifero al quale è rimasto aderente uno staminodio.
Tutte le figg. ingrandite circa 3 diam.
sub-3-costulatis ; majoribus 75 cm. longis, 24 rem. latis,
superne longe attenuatis, apice breviter bifido-denticulatis;
fructibus extus levibus, symmetricis, teretibus, oblongo-cy-
lindraceis, 13-14 mm. longis, 5 mm. crassis, vertice abrupte
in apiculum troncatum, fere centrale, planum terminatis ;
semine tereti, oblougo-c} lindraceo, utrinque aequaliter ro-
tundato, 9 mm. longo, 4 mm. lato; rapheos ramis perpaucis,
omnibus ab apice seminis descendentibus, parcissime ra-
mosis; perianthio fructifero oupulaeformi, 3.5-4 mm. alto.
Descrizione. — Gracile ed alta sino 25-30 metri. Le
foglie , a giudicare dalla porzione esistente, debbono essere
lunghe qualche metro ; rachide a superficie opaca molto
minutamente punteggiato-squamulosa, nella parte inter-
media convesso e nell’estremità pianeggiante di sotto ; di
sopra quasi pianeggiante e carinato lungo la linea mediana.
Segmenti numerosissimi, equidistanti, inseriti sul rachide
ad un angolo assai acuto, discosti 20-25 mm. l’uno dall’al-
tro, drittissimi, largamente lineari, attenuati alquanto in
basso dove i margini si ripiegano assai fortemente in basso,
e dove si attaccano obliquamente sul rachide : di consistenza
sono cartacei : di sopra sono verdi, opachi, hanno la costola
mediana assai forte, acuta e rilevata con l’accenno di altre
due costole, una per parte, alla costola mediana ; di sotto
la superficie è biancastra, la costola mediana è poco pro-
minente: quivi pure esistono due costole secondarie molto
tenui, alternanti con quelle superiori ; il lembo poi appa-
risce nr distintamente plicato longitudinalmente lungo le
coste superiori ed inferiori, e quindi lungo 5 linee ; i mar-
gini sono ± distintamente inspessiti ; i segmenti maggiori,
(i più bassi fra quelli da me visti) sono lunghi 73 cm. e
larghi 24 mm. e lungamente ristretti in una punta angu-
sta, non molto acuminata, brevemente bifido-denticolata ;
i segmenti superiori diventano gradatamente più corti,
meno ristretti verso l’apice che è troncato, largo circa 1 cm.
e premorso-bidentato ; i segmenti prossimi all’apice sono
lunghi 30-35 cm., larghi 15-18 cm. e, più distintamente
degli altri, troncati e premorso-bidentati.
Spacliei.... Frutti simmetrici, oblungo-cilindracei, lunghi
13-14 min., larghi 5 mm., rotondati alle due estremità ; al-
l’apice sono molto bruscamente contratti in un cortissimo
apicolo terminato da una superficie orbicolare, pianeggiante,
larga circa 0.8 mm., con traccia degli stigmi in forma di una
fessura 3-angolare. La superficie esterna del frutto è liscia
e senza asperità o prominenze cagionate da sottostanti scle-
rosomi. Pericarpio nell’insieme molto sottile; epicarpio pel-
licolare; mesocarpio formato da una parte carnosa grumosa,
scarsissima e da un solo strato di fibre laminari parallele, in-
divise, Tuna strettamente a contatto con l’altra ; endocarpio
sottile, fragile. Seme attaccato in alto della loggia un poco
da lato, oblungo-cilindraceo, lungo 9 mm., largo 4 mm.,
egualmente rotondato alle due estremità : ha il rafe lata-
mente lineare, corrente lungo tutto un lato, con poche di-
ramazioni tutte discendenti dall’ alto verso la base e che
si ramificano pochissimo. Albume omogeneo. Embrione ba-
silare.
Perianzio fruttifero cupolare-ciatiforme, troncato, alto
3.5-4 mm., con base pianeggiante ; sepali e petali appressi,
coriacei, fra loro simili, assai più larghi che alti ; sepali
callosi ed ottusamente gibbosi in basso, lisci (non venoso-
stnati) ; petali il doppio più lunghi dei sepali, oscuramente
striati, a contorno rotondato o leggermente incavato-smar-
ginato nel centro. Staminodì 6, piccolissimi, dentiformi,
triangolari.
Habitat. — Cresce insieme al Clinostigma Harlandi nelle
Nuove Ebridi, sul Monte Garigona, nell’ Isola Vanua Lava,
fra i 300 ed i 500 m. sopra il livello del mare. Nome in-
digeno « Motovul ».
Il sig. A. E. Harland, che ha inviati al Prof. U. Martelli
gli esempiaridi questa Palma insieme a quelli del Clinostigma
Harlandi, scrive di essa che abita sulla montagna più in
basso di questa e che il suo tronco s’ innalza dritto e sot-
tile come un manico di frusta (whip handle) raggiungendo
l’altezza di 70-100 piedi, sino a portare il suo ciuffo di
foglie al di sopra degli altri alberi della foresta.
— 159
É una palma molto adoprata dagli indigeni nelle costru-
zioni domestiche, perchè il suo tronco si fende facilmente
in lunghe e dritte stecche di grande durata, non essendo
attaccate dalle formiche bianche altro che quando queste
non trovano un legno meno duro.
Osservazioni. — E molto affine alla Gulubia moluccana,
dalla quale differisce per il frutto terete-cilindraceo e non
obovato-clavato.
Gulubia Ramsayi Beco. sp. n. (Fig. 6, A).
Fructibus oblongis, levibus, minime costulatis, utrinque
rotundatis, 15-17 mm. longis, 8 mm. crassis, areola disci-
formi latiuscula leviter excentrica terminatis ; semine ova-
to-oblongo, utrique aequaliter rotundato, 11 mm. longo,
Fig. 6,.A. Gulubia Ramsayi Becc. Frutto maturo con metà del perianzio
asportato ed il seme intiero al suo posto. Ingr. del doppio.
Fig. 6, B. Gvilu-toia Hombronii Beco.; a, frutto di gr. nat. ; 6, frutto in-
tiero ; c, sezione longitudinale del frutto e del perianzio. Fig. 6, c poco più
del doppio del vero.
6-6.5 mm. crasso ; rapheos ramis cónspicuis, 3 dorsalibus
et in utroque latere 4-5 horizontalibus parcissime anasto-
mosantibus.
— 160
Descrizione. — Frutti lunghi (senza il perianzio) 15-17
min. e larghi 7-8 mm., oblunghi, egualmente rotondati alle
due estremità, a superficie unita, nitida, nè corrugata, nè
costulata, terminati un poco eccentricamente da un’ areola
disciforme circolare, sulla quale si trovano i resti degli
stigmi poco prominenti ; in causa dell’eccentricità dell’ a-
reola stigmatifera un lato del frutto è un poco più dritto di
quello opposto, che è leggermente curvo. Pericarpio nell’in-
sieme sottile, di 1 2-2 3 di mm. di spessore sul secco; l’epicar-
pio è nitido, sottile, pellicolare; il mesocarpio è scarso, gru-
moso nella parte esterna, ed in quella più interna percorso
da uno strato di assai forti fibre longitudinali, sottili e com-
planate; endocarpio sottile, legnoso, fragile, aderente al me-
socarpio, lucido internamente. Seme ovato-oblungo, lungo
11 mm., largo 7 mm.. egualmente rotondato alle 2 estre-
mità, attaccato lateralmente alla loggia per oltre la metà
inferiore della sua lunghezza, con 4-5 diramazioni del rafe
molto distinte, che si partono quasi orizzontalmente da una
parte e dall’altra del rafe stesso e si inarcano sui lati ;
altre 2-3 diramazioni scavalcano l’apice del seme e percor-
rono tutto il dorso di questo e leggermente anastomosan-
dosi con i rami laterali si riuniscono intorno alla fossetta
dell’embrione ; l’albume è osseo, radiante lungo una linea
centrale ; l’embrione è perfettamente basilare. Altre parti
mancano.
Habitat. — I frutti maturi di questa Palma vennero
raccolti dal sig. Ramsay a Port Essington, nella parte più
settentrionale dell’Australia, nella Penisola di Cobourg, e
vennero inviati al Barone Ferd. v. Mueller, che li cre-
dette appartenenti ad una nuova specie di Feritici, che però
non trovo che egli abbia mai pubblicata. A me sono stati
comunicati dal sig. A. G. Ewart, Direttore del «National
Herbarium » di Melbourne.
Osservazioni. — Per i suoi frutti relativamente grandi
non costulati ed egualmente rotondati alle due estremità
— 161 —
si distingue facilmente dalle altre specie del genere. È que-
sta la seconda specie di Gulubia crescente in Australia,
dovendosi riportare a questo genere anche la Hydriastele
costata Bailey (= Gulubia costata Becc.) (1).
Gulubia Hombronii Becc. sp. n. (Fig. 6, B a, b, c ).
Elata (?), caudice 12-14 cm. diam. (?). Frondium seg-
menti superioribus acute 3-costulato-plicatis, ensifor-
mibus, rectissimis, longe acuminati, 45 cm. longis, 2 cm.
latis ; spadicis ramulis non numerosis, circ. 45 cm. longis,
subteretibus vel obscure tetragoni, 3.5-4 mm. diam.; flo-
ribus regulariter 4-seriatis; fructibus levibus, clavato-oblon-
gis, levissime gibbosis, 17 mm. longis, 6.5 mm. crassis, apice
excentrico ; seminibus teretibus, ovato-oblongis, 1 1 mm.
longis, 5 mm. crassis ; perianthio fruttifero cupulari. trun-
cato, 5 mm. alto.
Descrizione. — A giudicare dalla base abbracciante di
uno spadice fruttifero sembra una palma con un tronco di
12-14 cm. di diametro, probabilmente elato come le con-
generi. Una porzione di foglia, che ritengo appartenga allo
spadice descritto e che consiste in una parte apicale con
pochi segmenti, ha il rachide bifaciale di sopra, pianeg-
giante, nitido e minutamente puntulato-impresso di sotto,
ed ha un piccolo solco longitudinale lungo il centro ; i seg-
menti sono acutamente 3-costulato-plicati, inseriti ad un
angolo molto acuto, sottilmente coriacei, rigidi, ensiformi,
drittissimi, lungamente acuminati, opachi, finamente ma
acutamente striati sulle due faccio da numerosi nervi ter-
ziari e più pallidi di sotto che di sopra; margini fortemente
inspessiti ; venule transverse indistinte ; nella pagina infe-
riore la costola mediana, per il tratto di 3-4 cm., è prov-
vista di fitte pagliette lineari ; i segmenti maggiori fra
(1) Vedi: F. Manson Bailey in « The Queensland Agricultural Journal
voi. XXIII, Part 1, July 1909, p. 35.
162 —
quelli esistenti, che come è stato detto appartengono alla
parte apicale della fronda, sono lunghi 45 cm. e larghi
2 cm. ; i 2 segmenti terminali sono completamente liberi
alla base ed assai più stretti e più corti degli altri.
Spadici scopeformi, con brevissima parte pedicellare, e
con pochissimi rami fioriferi (7 nell’esemplare esaminato),
tutti eguali e che si partono quasi dalla medesima altezza ;
parte pedicellare dilatata in una base abbracciante, semi-
lunare, crasso-legnosa, che bruscamente si restringe in un
collo breve, schiacciato, sul quale si vedono le cicatrici
dell’attacco di due spate complete ; i ramoscelli fioriferi
sono lunghi circa 45 cm., subtereti o molto oscuramente
4-angolari, di 3.5-4 mm. di diam. dalla base sino presso al-
l’apice, dove solo si assottigliano: sono glabri e rugulosi (per
il disseccamento), portano i fiori regolarissimamente dispo-
sti lungo 4 serie ; hanno i pulvinuli dei fiori superficiali e
nella parte bassa discosti 10-12 mm., verso l’estremità solo
6-7, orbiculari, di 2 mm. di diam., contornati da angustis-
sime bratte semicircolari scariose ; anche la brattea infe-
riore è strettissima, semicircolare e con appena un accenno
di punta; le cicatrici dell’attacco dei fiori maschili sono
lineari, leggermente rilevate e situate lateralmente in alto
della cicatrice del fiore femineo.
Frutti molto nettamente 4-seriati, perfettamente orizzon-
tali, oblungo-subclavati, 17 mm. lunghi (compreso il pe-
rianzio), spessi 6.5 mm., molto ottusamente apicolati, leg-
germente asimmetrici o con 1’ apice un poco obliquo e
leggermente gibbosi, a superficie perfettamente liscia ; sul
secco sono oscuramente corrugati per il lungo ed anche
allorché fatti rinvenire con l’ebollizione prolungata riman-
gono molto superficialmente costulato-angolosi (forse anche
sul fresco ?). Pericarpio nell’ insieme sottile ; epicarpio pel-
licolare ; mesocarpio formato da una parte carnoso-grumosa,
scarsissima e di un solo strato di fibre laminari parallele;
endocarpio sottile. Seme ovato-oblungo, terete, rotondato
alle 2 estremità, lungo 11 mm., largo 6 mm. Albume omo-
geneo. Embrione basilare.
— 163
Perianzio fruttifero dipolare, ciatiforme, alto 5 mm., tron-
cato, con base pianeggiante larga 4 mm.; sepali più larghi
che alti, a contorno rotondato, ottusamente carenati sul
dorso, lisci, callosi e gibbosuli in basso, a margine sottile
intiero o quasi e minutissimamente ciliolato ; petali di un
terzo più lunghi dei sepali, suborbiculari, a contorno pure
minutissimamente ciliolato, rotondato, inconspicuamente api-
culato nel centro, verso il quale convergono alcuni nervi
non molto forti. Staminodì piccolissimi, dentiformi, a quanto
sembra in numero di 3 soltanto.
Habitat. — Polinesia : nell’ Isola St. Georges del gruppo
delle Isole Salomone, raccolta da M. Hombron durante il
viaggio dell’Astrolabe e della Zélée (1838-1840). (Herb, di
Parigi, esemplare comunicato dal prof. Lecomte).
Osservazioni. — L’esemplare su cui è fondata questa
specie consiste nella sola parte apicale di una fronda ed
in uno spadice con frutti prossimi a maturità. Questi allo
stato secco sono molto raggrinziti per il lungo, ma fatti
lungamente bollire nell’ acqua con l’aggiunta di un poco
di soda hanno preso la forma sopra descritta, che ritengo
sia quella che debbono avere allo stato fresco. E affine
alla G. moluccana, ed i frutti per la forma sono similis-
simi a quelli di questa specie, ma sono considerevolmente
più grandi.
ARECA, Limi.
Areca Rechingeriana Beco. sp. n.
Caudice 6-7 cm. diam. ; foliis.... ; spadice fructifero re-
curvo, circ. 25 cm. longo, parte pedicellari brevi, parte
axili crassiuscula indivisa: floribus foemineis solitariis, usque
ad spadicis apicem spiraliter et remotiuscule insertis ; pe-
rianzio fructifero urceolato-campanulato, 13-14 mm. longo.
9-10 mm. lato ; sepalis et petalis subconformibus, usque
164 —
ad apicem virescentibus (minime exsuccis) ; sepalis acutis
subpungentibus ; corolla calycem paullo superanti, petali s
brevissime apiculatis; fructibus (immaturis) anguste oblcngo-
ellipticis vel subclavato-ellipticis, utrinque rotundatis, su-
perne rotundatis ed in vertice areola circulari in medio
apiculata notatis.
Descrizione. — Dalla base dello spadice il tronco si giu-
dica di 6-7 cm. di diam. Lo spadice fruttifero è nell’ in-
sieme lungo circa 25 cm., è reflesso, ed ha una parte pe-
duncolare lunga circa 3 cm., spessa circa 1 cm., un poco
compressa e dilatata molto bruscamente in una base crassa
semilunare ; la parte assile è piuttosto crassa, spessa in
basso 7-8 mm., un poco assottigliata verso l’apice, dove è
sempre 5-6 mm. di diam.: è oscuramente angolosa e legger-
mente sinuosa fra un flore femineo e 1’ altro, essendoché
questi fiori non sono addensati intorno all’asse, ma lasciano
degli spazi a nudo di sino 10-15 mm., fra quelli che riman-
gono sopra una medesima linea. I fiori feminei sono inse-
riti spiralmente, ma senza una grande regolarità e sono
solitari, i più bassi sono un poco deflessi, sono portati da
un pedicello crasso spesso 4-5 mm., lungo 5-8 mm. e più o
meno compresso ed angoloso. I fiori superiori sono orizzon-
tali, sessili o quasi, e riposano sopra un ringrosso o fulcro
tubercoliforme; dall’apice e da un lato del pedicello o del
ringrosso tubercoliforme nasce un gracile ramoscello fiori-
fero che porta soli fiori maschi, e che forse col tempo si
disarticola e cade, nemmeno uno essendo presente nell’esem-
plare che io ho studiato; alla base del fiore femineo non vi
sono che bratteole inconspicue, ridotte ad un semplice orlo.
Il perianzio fruttifero è lungo 13-14 mm., è campanulato-
urceolato, ed ha 9-10 mm. di diam. ; i sepali ed i petali
sono subconformi, verdi, suberbaceo-scariosi sino all’apice e
mai diventano essucchi o marcescenti ; i sepali sono lar-
gamente ovati e si terminano in una punta piuttosto ri-
gida, carinata sul dorso ; petali un poco più lunghi dei
sepali, molto larghi, molto bruscamente contratti in un pie-
— 165 —
colo, ma ben distinto apicolo. Staminodì 6, piccoli trian-
golari, dentiformi, discosti 1’ uno dall’altro.
Frutti angustamente ovato-ellittici, egualmente rotondati
alle due estremità, lunghi 3 cm. compreso il perianzio, e di
13 mm. di diam., terminati da una piccola areola circolare
che porta nel suo centro un piccolissimo apicolo (resti de-
gli stigmi).
Sono forse riferibili alla A. Bechingeriana alcuni ramo-
scelli con soli fiori maschili, raccolti pure da Rechinger a
Kieta (N.° 3992) e che indubbiamente appartengono ad una
Areca della sezione Balanocarpus, ma che differiscono da
quelli della forma di Areca macrocaìyx che cresce pure
nelle Isole Bougainville. Questi ramoscelli sono lunghi
13-17 cm., hanno i fiori gemini in basso e solitari in alto.
I fiori sono lunghi 5 mm., assai più acuminati di quelli
della A. macrocaìyx; gli stami sono 6 ; il calice è piccolis-
simo ed ha 3 denti acuminati; petali lanceolati acuminati
fortemente striati; il rudimento d’ovario od è piccolissimo
0 manca affatto, per quanto mi è stato possibile di verifi-
care sui fiori di già aperti.
Habitat. — Scoperta dal dott. Rechinger nel 1905 a
Kieta nelle Isole Bougainville.
Osservazioni. — Specie di un tipo assai differente da
tutte quelle sino a qui note, ma che rientra nel gruppo
Balanocarpus per lo spadice con parte assile indivisa e per
1 suoi ramoscelli fioriferi raccorciati, crassi, brevissimi e
portanti un sol fiore femineo assai voluminoso in basso e
subito contratti al di là di questo in un ramoscello sottile,
sul quale sono inseriti numerosi fiori maschili, del resto
esattamente come nell’ A. macrocaìyx ed affini. Soltanto
nell’ A. Bechingeriana i fiori feminei non sono così adden-
sati da nascondere completamente l’asse dello spadice; ma
sono invece alquanto discosti fra di loro, tanto che anche
allo stato fruttifero l’ asse dello spadice rimane scoperta
negli interstizi fra un frutto e l’altro.
li
/
NUOVE SPECIE DI “ FREYCINETIA „
PER
UGOLINO MARTELLI
Sectio I. - OLIGOSTIG-MA.
Freycinetia bornensis n. sp.
Caulis 5 mill, crassus, internodis circiter 2 cent, longis.
Folia patentissima inter se nonnihil dissita, submembra-
naceo-chartacea, utrinque striata, subtus pallidiora, longi-
tudinaliter remotiuscule venosa et transverse remotiuscule
tessellata, oblanceolata, subabrupte acuminato-cuspidata,
apice plicato et breviter recurvo, in cuspidem longiuscu-
lam, trigonam, subulatam, continuato ; in parte basilari sen-
sim attenuata, basi circiter 1 cent, lata, ibique brevissime
canaliculata et breviter vaginantia ; laminae marginibus,
in parte intermedia, levibus, in quartana inferiorem par-
tem subpatule et breviter dentatis, in quartana superiorem
partem serratis, dentibus longiusculis, acutis ; costa media
subtilis, prominula, in tertiam superiorem partem tantum
spinulosa. Inflorescentia foeminea ad apicem ramulorum,
terna (?) ; pedicellis brevibus, 16 mill, longis, 8 mill, crassis,
scabriusoulis, attamen non squamulosis. Syncarpia (imma-
tura) subglobosa, 12 mill. diam. Baccae (immaturae) breves,
5 mill, longae, 3 mill, latae, obconicae, parte apicali libera
2 mill, longa, rotundata, acute anguiosa, summo vertice
abrupte elevato, 1 mill, longo et crasso, acute prismatico-
subpyramidato, trimcato. Stigmata duo vel tres latiuscula,
confluentia.
Habitat. — Borneo olandese. (Jaheri, 1896-97 n. 925; in
herb. Buitenzorg).
— 168 —
Freycinetia lucida n. sp.
Caulis 8 mill, crassus. Folia conforta, imbri cata, coriacea,
rigida, recta, ascendenza, 40-43 cent, longa, linearia, 11-12
mill, lata, superne sensim attenuata et acuminato-subulata,
supra nitens et sulco mediano angusto longitudinaliter
percursa, apicem versus limbo convexo-subrevoluto, et se-
riatim dentium forma impresso, pagina inferiori glaucescenti,
crebre sed superficialiter longitudinaliter nervoso-striata, in-
ferno breviter canaliculata, basi (3 cent, longa) amplectentia-
subvaginantia ; auriculis 2 */„ cent, longis, 6 mill, latis, mem-
branaceis, ad margines crebre et minute fimbriato-denticu-
latis, apice truncato et subintegro ; laminae marginibus
acute dentato-serratis, dentibus brevissimis ; costa media
subtus circiter in quartana inferiorem partem inermi, cae-
tero brevissime subappresse acute spinuloso-serrata. Spa-
tkae foliis simillimae sed breviores, inferne dilatatae et
concavo-naviculares. Inflorescentia apicalis, terna ; pedi-
cillis 2 cent, longis, 3 mill, crassis, scabridis nec squamu-
losis. Syncarpia (novella) oblonga. Stigmata duo.
Habitat. — Borneo olandese ad Amai-Ambit. (Hallier,
1893-94, Borneo expeditie, assieme al n. 3188 ; in kerb.
Buitenzorg).
Freycinetia Winkleriana n. sp.
Caulis 7 mill, crassus, internodis brevibus, fere 1 cent,
longis ; folia imbricata, conferta, coriacea, lineari-ensifor-
mia, sursum sensim attenuato-subulata, 45-55 cent, longa,
9 mill, lata, basin versus, brevi tractu, paullo sensim an-
gustata, in pagina inferiori minute longitudinaliter crebre
venosa, in superiori anguste canaliculata et in dimidiam
superiorem partem marginibus revolutis, ibique utrinque
dentium impressionibus notata; parte basilari 5 cent, longa,
dilatata et semiamplectenctia ; auriculis submembranaceis
— 169 —
angustiusculis, superne ambitu leviter rotundatis, apice
angusto, obtuso et vix fimbriato-dentato ; laminae margi-
nibus per totam longitudinem crebrerrime irregolariter
dentato-serratis, dentibus crassiusculis, brevissimis ; costa
media, tertia inferiori parte excepta, crebrerrime et mi-
nutissime spinuloso-serrata. Spathae rubrae, latae, lanceola-
tae, sensim sursum in laminam folii simillimam longe
protractae. Syncarpia terna, pedicel! ata ; pedicellis 1 ljt cent,
longis, 3 mill, crassis apicem versus tantum paullo pi-
loso-squamulosis ; parte fructifera (immatura) cylindracea, 3
cent, longa, 6 mill, crassa. Baccae, immaturae, prismaticae?
stigmata duo.
Habitat. — S. 0. Borneo, nelle foreste vergini di Dj ili,
22 Agosto 1908. (H. Winkler n. 3313; in herb. Berlino).
E molto affine alla F. confusa Ridi.
Treycinetia ceramensis n. sp.
Caulis 7 mill, crassus; folia dense-conferta, imbricata, rec-
tiuscula, divaricato-ascendentia, chartacea, lineari-lanceo-
lata, 13-14 mill, lata, 40-50 cent, longa sursum sensim
attenuata et longe acuminato-subulata, basin versus laevi-
ter angustata, parte basilari 3 cent, longa vaginantia ;
auriculis chartaceis, fere in toto margine spinuloso-ciliatis,
apice acutis, plus minusve liberis ; laminae marginalibus,
basi et apicem versus brevissime et minute spinuloso-ser-
rulatis ; costa media subtus fere e medio usque ad apicem
remote minuteque spinulo-a. Inflorescentia foeminea termi-
nalis, terna; pedicellis 3 ‘/g cent, longis, laevibus, 4 mill, cras-
sis. Syncarpia (immatura) 5 cent, longa, 12-18 mill, crassa.
Baccae numerosissimae confertae, elongatae, breviter in apice
liberae, ibique anguloso-subpyramidatae, vertice truncato
annulato. Stigmata duo opposita.
Habitat. — Isola di Ceram. (G-. H. de Yriese, 1857-61;
in herb. Leiden).
Freycinetia amboinensis n. sp.
Caulis circiter 1 */s cent, crassus, internodis brevissimis.
Folia conforta, imbricata, arcuato-patentia, late linearia,
60 cent, longa, 18-20 mill, lata, apicem versus tantum
sensim et rigide attenuato-acuminata, coriacea, utriuque
crebre et manifeste longitudinaliter venoso-striata, in pa-
gina inferiori plus minusve incerte tessellata et in folia
adulta, subvitro, punctis minutissimi fere ferruginei con-
spersa, basin versus arcuata et vix attenuata, longo tractu
plicata et supra anguste canaliculata, basi semiamplecten-
tia ; auriculis submembranaceis, supra minutissime punctu-
lato-impressis, 5 ‘/2 cent- longis, 12 mill, latis, lanceolatis,
apice breviter libero, subacuto et fimbriato ; laminae mar-
ginibus basin versus, brevi tractu, patule dentato-serratis,
dentibus brevissimis; costa media acuta, prominula, inermi
vel apicem versus minute calloso-dentata. Inflorescentia
foeminea solitaria vel duplex, terminali, etiam terna vel
quaterna, pedunculo communi anguioso, in parte apicali
piloso-scabrido ; pedicellis 2 */4 cent, longis, 5 mill, crassis.
Syncarpia (immatura) cylindracea, 3 1 2-5 cent, longa, 1
cent, crassa. Baccae (immaturae) prismaticae, usque ad
apicem appropinquatae, in summo vertice planae. Stigmata
duo confluenti.
Habitat. — Amboina. (Teysman; in berb. Buitenzorg).
Freycinetia dubia n. sp.
Caulis 6 mill, crassus, internodis 5-10 mill, longis ; folia
late patentia, inferiora reflexa, subcoriacea, levia, lanceolata,
11-13 cent, longa, 2 4/a— 3 cent, lata, apicem versus plicato-
canaliculata et acumino brevi, falcato terminata, basi paullo
angulata, supra in medio angustissime sulcata, subtus re-
mote et obsolete longitudinaliter venosa, in ima basi semi-
— 171 —
amplectentia, minime vaginantia; auriculis submembrana-
ceis cito evanescentibus, lanceolati, acutis, 2 cent, longis; la-
minae marginibus et costa media inaermibus, in acumino
tantum minutissime denticulatis. Inflorescentia foeminea
terminalis, terna, pedicellis brevibus, 1 1 , cent, longis, 2
mill crassis, apicem versus vix squamulosis, caeterum levi-
bus. Syncarpia (immatura) oblonga, 1 cent, longa, 5 mill,
crassa. Baccae usque ad apicem succulentae? Stigmata duo
confluentia.
Habitat. — Amboina. (Boerlage et Smith, Luglio 1900,
n. 458; in herb. Buitenzorg).
Freycinetia koordersiana n. sp.
Caulis alte foliosus, 7 mill, crassus, internodis 12-14
mill, longis ; folia subimbricata, recta, subito supra basin
subabrupte erecto-patentia, anguste lanceolata, acuminata,
20-23 cent, longa, 10-14 mill, lata, basin versus sensim
paullo attenuata, ibique, tractu 3 cent, longo, semivagi-
nantia, subtus longitudinaliter crebrerrime minute striato-
venosa ; auriculis cito deciduis, 3 cent, longitudine pu-
tantur (non vidi 4 ; laminae marginibus, in parte basilari,
brevissimo tractu, perpaucis dentibus brevibus rectis, cras-
siusculis, patentibus armatis, caeterum laevibus, extremo
apice crenatis vel obscure denticulatis ; costa media in ter-
tiam superiorem partem tantum remote et acute spinescenti.
Inflorescentia foeminea terminalis, terna ; pedicellis 3 cent,
longis, 4 mill, crassis, apice squamuloso-scabridis, caeterum
quadricostulatis et secus costulas squamulosis. Syncarpia
(immatura) cylindracea, 5-6 cent, longa, 8 mill, crassa ;
baccae (immatur^e) prismaticae, earum parte apicali libera
longiuscula, 1 mill, longa, acute costulata, pyramidata,
apice angusto, annulo vix prominulo cincto. Stigmata duo,
raro tres, confluentia.
Habitat. — Celebes nella Provincia di Minahassa Me-
nado (Koorders n. 18461 ; in herb. Buitenzorg).
172
Freycinetia timorensis n. sp.
Folia superiora mihi tantum nota, conforta, imbucata,
adscendentia, subpergamenacea, loriformia, 2 1 , cent, lata,
sursum sensim attenuato-acuminata, 60 cent, longa, inferno
longe canaliculata, basi late amplectentia, utrinque longi-
tudinaliter crebre et validiuscule venoso-striata, subtus
leviter tessellata ; auriculis rudimentariis subbrevibus, an-
gustis, tenuiter membranaceis ; laminae marginibus basi,
brevi tractu, dentibus brevissimis, horizontalibus munitis,
caeterum levibus vel apicem versus incerte denticulatis ;
costa media subtus prominula, apicem versus tantum, paullo
vel obsolete spinuloso-denticulata ; foliis superioribus spa-
thaceis, costa media basin versus minute et crebre ser-
rata. Inflorescentia foeminea terna, spathis plurimis invo-
luta ; spathae foliis similes sed multo breviores et latiores;
pedicellis 2 1 , cent, longis, 5 mill, crassis, squamularum
seriebus nonnullis longitudinalibus praeditis. Syncarpia (im-
matura) cylindracea, 8-3 1 2 cent, longa, 1 cent, crassa,
Baccae (immaturae) prismaticae, in vertice coronatae. Stig-
mata duo, confluentia ; staminodia brevissima.
Habitat. — Isola Timor. (Forbes, n. 3839 ; in herb. Bui-
tenzorg).
Freycinetia andajensis n. sp.
Caulis robustus (?). Folia ultra metralia, cartilagineo-sub-
coriacea, late linearia, apicem versus latiora, ibique 6 cent,
lata, deinceps sensim usque ad basin leviter decrescentia, ibi-
que 3 */, cent, lata, apice acuta, in cuspidem trigonam, vali-
dam, terminata, in pagina superiori minute striatula, subtus
glauca, minutissime et crebre venoso-striata, in parte basi-
lari 13 cent, longa et amplectentia, utrinque obscure tessel-
lata; auriculis 15-17 cent, longis, 1 */, cent, latis, basin versus
— 173
cartilagineis, apicem versus membrauaceis, ibique falcato-
rotundatis; laminae marginibus ultra medium, brevi tractu,
inermibus, caeterum minute et brevissime crebre dentato-
serratis, basin versus dentibus latis, acutis, patentibus, flac-
cidis; costa media in pagina inferiori subtili, et prominula
in parte apicali tantum crebre et minute spinulosa-serrata.
Spathae decrescentes, exteriores 40 et ultra cent, lon-
gae, 8 cent, latae, lanceolato-acuminatae, cuspidatae, car-
nosae, in sicco utrinque crebre et valde venoso-striatae,
apicem versus foliaceae et plicato-falcato-recurvae ; mar-
ginibus, parte intermedia excepta, serratis ; costa media
acute prominenti, e medio usque ad apicem spinulosa. Spa-
thae interiores carnosae, late triangulari-lanceolatae, con-
cavo-naviculares, acuminatae et trigono-cuspidatae vel acu-
tae, 25-22 cent, longae 7-9 cent, (ad basin) latae, utrin-
que crebre venosae et valide striatae, marginibus apicem
versus et costa media, tertia inferiori parte excepta. cre-
bre irregulariter serratis. Inflorescentia mascula terna vel
quaterna, elongata ; pedicellis 5 cent, longis, 5-7 mill,
latis, longitudinali ter minute fibroso-striatis nec squamu-
loso-scabridis ; parte staminifera cylindracea, valida, densa,
9-10 cent, longa, 13-14 mill, crassa ; filamentis tenuibus,
4 mill, longis ; antheris parvis, oblongis. Inflorescentia
foeminea, terna vel quaterna, pedicellis uti in inflorescentia
mascula. Syncarpia (immatura) cylindracea, 11-12 cent,
longa, 15-20 mill. lata. Baccae (immaturae) prismaticae,
columnares, 5 mill, longae, 1 mill, crassae, apice plano ;
stigmata duo opposita, annido elevato cincta ; staminodia
tenuia, elongata.
Habitat. — Nuova Guinea olandese ad Andai. (Becc. 1872,
n.° 72 P. P. n.° 604 ; in herb. Beccari).
Treycinetia arfakiana n. sp.
Caulis in parte superiori foliaceus, fere 1 cent, crassus,
internodis 1 ‘/» cent, longis. Folia conferta, imbricata, late
— 174 —
linearia, apice sursum attenuato-acuminata, coriacea, 40 cent,
longa, 4 cent, lata, marginata, supra levia, subtus venoso-
striata et reticulato-tessellata, basin versus sensim paullo
attenuata, plicato-canaliculata, amplectentia ; auriculis sub-
membranaceis, 8 mill, latis et fere 6 cent, longis, arcuatis,
apice acutis ; laminae marginibus levibus, basi tantum
brevissimo tractu, remotiuscule dentatis, dentibus brevi-
bus, caeterum et in acumine calloso-denticulatis ; costa
media subtilis, prominula, acuta, e medio usque ad apicem
spinis raris, minutis praedita. Inflorescentia foeminea ra-
cemosa, conferta, 6-7 spicata, terminalis. Spathae cito de-
ciduae (non vidi); pedunculus communis longiusculus, tri-
gonus, 1 cent, crassus; pedicellis 4-5 */, cent, longis, 2-4 mill,
crassis, sublevibus, nec squamuloso-scabridis. Syncarpia
cjdindracea (immatura), 6-7 cent, longa, 10-11 mill, crassa.
Baccae (immaturae) prismaticae, 4 mill, longae, apice
sub-piano; stigmata duo, raro tres; staminodia subbrevia,
filamentis latiusculis, antherarum rudimentis hastatis, acutis.
Habitat. — Nuova Guinea olandese sul Monte Arfak a
Putat ; Decembre 1872. (Becc. P. P. n.° 821; in herb.
Beccari).
rreycinetia Jaheriana n. sp.
Caulis 5-6 mill, crassus, internodis brevibus, 6 mill, lon-
gis; folia approximate imbricata, adscendentia, pergamena-
cea, oblongo-lanceolata vel oblanceolata, 30-35 cent, longa,
4 1 s-5 cent, lata, utrinque sensim attenuata, prope apicem
plicato-canaliculata et in acumen brevem, trigonum, falca-
tum sensim abeuntia, ad basin 1 */, cent, lata, ibique supra
brevissime plicato-canaliculata et brevissimo tractu, 1 \ ,cent.
longo, subamplectenctia ; in pagina superiori (in sicco) lon-
gitudinaliter valide venoso-striata ; in pagina inferiori sub-
tiliter remotiuscule venosa et crebre tessellata; auriculis
submembranaceis, brevibus, 12 mill, longis et 5 mill, latis,
apice rotundatis et paullo fimbriatis ; laminae marginibus
ad basin, brevissimo tractu, dentibus patenti bus, acutis,
brevibus, armatis, ad apicem et in cuspidem dentato-serratis,
caeterum levibus; costa media subtus acuta et prominula,
in tertiam superiorem partem longiuscule et acutissime
spinuloso-serrata. Inflorescentia foeminea terminalis, spathis
perplurimis, decrascentibus, deciduis, induta. Spatha exte-
rior elongata, 12 cent, longa, angusta, 1 ljt cent, lata, apice
attenuato-acuminata, marginibus et costa media longiu-
scule subtiliter dentatis; spathae interiores breviores, lan-
ceolatae, acuminatae, longiuscule rostratae vel lanceolatae et
acutae, naviculares, marginibus membranaceis, dorso acute
carinato, carina e medio usque ad apicem spinulosa et
marginibus in parte apicali, tantum crebre dentato-serratis.
Inflorescentia quaterna; pedicellis 2 cent, longis, 3-4 mill,
crassis, in dimidiam superiorem partem scabrido-squamu-
losis, infra medium squamularum seriebus duabus ad latera
praeditis Syncarpia cylindracea, immatura, 3*/s cent, longa,
7 mill, crassa. Drupae iramaturae tantum vidi, prismati-
cae ; stigmata 3, interdum 2 vel 4 raro, 5, anuulo levi
' cincta.
Habitat. — Nuova Guinea a Tiak-Tiak. (Jaheri ; in kerb.
Buitenzorg).
Freycinetia macrostachya n. sp.
Folia ultra metralia, recurva, coriacea, in sicco utrinque
crebre venoso-reticulato-tessellata, late linearla, 6 cent,
lata, apice nonnihil coarctata et breviter acuminata, basin
versus sensim angustata, ibique in parte basilari paullo di-
latata, canaliculata et late amplectentia nec vaginantia ;
auriculis coloratis, membranaceis, conspicuis, 13-18 cent,
longis, 2 cent, latis. falcatis, longitudinaliter remoti usculis,
venosa. Inflorescentia foeminea terna, robusta, valide et
longiuscule pedunculata ; spathis... (ut videtur numerosis) ;
— 176 —
pedicellis robustis, 4 cent, longis, 12 mill, crassis, basin
versus incrassatis, in sicco scabriusculis nec squamulosis.
Syncarpia valida, cylindracea, 10-13 cent, longa, 25-35
mill, lata ; baccae numerosissimae, confertae, lineares, an-
gulosae, 1 mill, crassae, 11 mill, longae, omnes appropin-
quatae, in earum dimidiam inferiorem partem seminiferae,
et in parte apicali brevissima, 2 mill, longa, coriacea, sub-
liberae, vertice angusto, plano, annulo vix prominulo cincto
et stigmatibùs duobus oppositis, repleto. Semina subincurva,
fere 1 mill, longa, linearia; raphe angusta, alba vix mani-
festa, instructa.
Habitat. — Nuova Guinea, lungo il Fly River. (De Al-
bertis, 1879 ; in herb. Beccari).
Freycinetia oblanceolata n. sp.
Caulis planus, nec nitens, 5—9 mill, crassus, foliis alte
vestitus; internodis 2-2 */» cent, longis; folia dissita, erecto-
patula , chartacea, oblanceolato-spathulata, plana, 15-21
cent, longa, 3-4 cent, lata, utrinque longitudinaliter a ve-
nis remotiusculis, suboscuris percursa, in sicco persaepe
longitudinaliter crispula, apice rotundata, plioato-falcata,
subabrupte breviter acuminato-subulata, sensim usque ad
basin angustata, ibique 5-10 mill, lata, ima basi subam-
plectentia, minime vaginantia ; auriculis membranaceis,
cito in fbras solutis, 2 */g cent, longis, latiusculis (7 mill.);
laminae marginibus basi et apice, tantum brevi tractu,
dentibus brevissimis (interdum etiam evanidis) acutis, cras-
siusculis, remotis, patentibus munitis ; costa media promi-
nula, apicem versus remote et minute spinulosa. Inflore-
scentiae pedunculum spathis plurimis, imbricatis, vestitum.
Spathae parvae, decrescentes, membranaceae, superiores 5
cent, longae (inferiores minores), lanceolato-acutae vel obtu-
siusculae, basi 10-12 mill, latae, amplectentes, plicato-na-
viculares, dorso longitudinaliter minute striatae, marginibus
scariosis. Inflorescentia foeminea terminalis, terna vel qua-
terna; pedicellis brevibus, 13-17 mill, longis, 1 */g- 2 */g mill,
crassis, levibus. Syncarpia oblonga, 2 */g cent, longa, 2 cent,
diam. Baccae polygonae, usque ad apicem succulentae,
oblongae, 7 mill, longae, apice rotundato-pyramidato ; stig-
mata 1 vel 2, super papillam apicalem sita. Semina leviter
falcata; raphe et strophiolo albis, crassiusculis, cincta.
Habitat. — Nuova Guinea ad Andai; 19 luglio 1872,
(Beccari, P. P. n. 545, et s. n., De Albertis ; in herb. Bec-
cari) ; — a Dorei. (Teysman, n. 6762 ; in herb. Buiten-
zorg).
Freycinetia erythrostigma Solms (ms. in herb. Caen).
Ramali 1 cent, crassi. Folia ad apicem ramorum conforta,
imbricata, coriacea, recta, linearia, sensim acuminata, apice
subuluta, coriacea, 40-50 cent, longa, 12-15 mill, lata, supra
levia, subtus crebriuscule et minute venoso-striata, basi
paullo dilatata et canaliculata, subamplectentia ; auriculis
submembranaceis, 3 7g— 4 7* cenf- longis, angustis, acutis ;
laminae marginibus et costa media subtus (ultima basi
excepta) dentibus brevissimis e minutis serratis. Inflore-
scentia foeminea terna (?) ; pedunculo 5 mill, crasso, et
4-5 cent, longo suffulta ; pedicillis.... Syncarpia valida, cy-
lindracea, 3 */g cm. crassa, cent.... longa. Baccae nume-
rosae, 15 mill, longae, 5 mill, crassae, pentagonae, in di-
midiam inferiorem partem seminiferae, ibique ouneatae,
acute angulosae, fere in dimidiam superiorem partem liberae,
subito supra partem seminiferam abrupte strangulatae, sub-
lignosae, deinsuper pyramidatae et acute angulosa-costu-
latae, vertice annulo angusto cincto. Stigmata 2-3 vel 4, in
sicco rufescentia. Semina linearia vel crasse linearia, valde
falcata, circiter 1 */2 mill, longa, longitudinaliter costulata
et subvitro minutissime transverse crebrerrime striata ; ra-
— 178 —
phe alba, crassa, seminis latus convexum percurrenti, stro-
phiolo angustiori, sub-inconspicuo.
Habitat. — Nuova Caledonia. (Deplanche, 1867, n. 1354 ;
in herb. Caen, ex herb. Vieillard).
Sectio IL — PLEIOSTIGMA.
Freycinetia Kuchinensis n. sp.
Caulis 3-5 mill, crassus, flexuosus, in sicco flavus, nitidns,
interrupte (Beco.) foliosus ; internodis 1 cent, longis ; folia
membranacea, patentia, lineari -lanceolata, et acuminato-su-
bulata, 20-22 cent, longa, 7-10 cent, lata, supra plana,
viridia, subtus pallidiora, utrinque crebre longitudinaliter
venoso striata, supra basin, brevi tractu, panilo angustata,
ibique arcuata, in parte basilari 2 1 , cent, longa, vaginantia
et dilatata ; auriculis 2 1 , cent, longis, membranaceo-sca-
riosis, subfalcatis, 5 mill, latis. apice rotundatis, paullo fim-
briatis ; laminae marginibus laevibus, basin versus, bre-
vi tractu, paucis dentibus brevibus, acutis, crassiusculis,
irregularibus, remotis, subhorizontalibus munitis, in parte
apicali tantum minute spinulosis; costa media, subtus, acuta
et prominula, fere e medio usque ad apicem remote et mi-
nute spinulosa. Inflorescentia foeminea bina vel terna, api-
cali ; pedunculo plurimis spathis confertis, imbricatis, de-
crescentibus membranaceis induto ; spathae breves, 2 1 s-4
cent, longae, 8 mill, latae, lanceolato-acumiuatae, vel acutae,
naviculares, basi amplectentes, in margines latiuscule sca-
riosis ; pedicellis brevibus, 1 1 s cent, longis, 2 mill, crassis,
laevibus vel antice longitudinaliter secus costulas piloso-
scabridis. Syncarpia oblonga, 3-3 1 2 cent, longa, 2 cent,
diam. ; drupae confertae usque ad apicem succulentae, 8
mill, longae, cuneatae, exagonae, 4 mill, crassae ; parte
apicali, 2 mill, longa, libera, fere rotundato-subpyrami-
data, anguiosa, et mammilla parva stigmatifera, terminata.
— 179 —
Stigmata 3-4, interdum 5, conferta, latiuscula. Semina ru-
bra, linearia, falcata, 11 1 2 mill, longa raphe et stropkiolo
vix conspicuis.
Habitat. — N. 0. Borneo, a Kuching ; Ott. 1865. (Becc.
P. B. n. 782 bis). — Sul monte Mattang. (Beccari, P. B.
n. 1897 ; in herb. Beccari). — Borneo olandese a Sungei Bloeoe
(Blu-u). (Jaheri, 1896-97 n. 528 ; in herb. Buitenzorg).
Freycinetia sarawakensis n. sp.
Caulis 5 mill, crassus, flavus, nitens, internodis 1 cent,
longis. Folia numerosa, conferta, imbricata, adscendentia
et apicem versus curvula, coriacea, 40-60 cent, longa, supra
viridia, subtus glaucescentia, longitudinaliter crebrerrime
et minutissime venoso-striata, anguste linearia, 5-7 mill,
lata, sursum sensim attenuata, longe acuminata et subulata,
basin versus canaliculata, ibique panilo angustata, basi lon-
giuscule (2-3 cent.) vaginantia, ibique aliquantum dilatata ;
auriculis submembranaceis, 8 cent, longis, circiter 3 mill,
latis, apice subrotundatis, parce fimbriatis ; laminae mar-
ginalibus, basin versus, dentibus approximatis, brevibus,
crassiusculis, rectis, acutis, subhorizontalibus armatis, infra
medium inermibus, in dimidiam superiorem partem minute
argute remote dentato-serratis ; costa media subtus acute
prominula, fere e medio usque ad apicem minute remote-
que spinulosa. Inflorescentiae masculae et foemineae axil-
lares in parte apicali caudicis ; pedunculo 3 cent, longo, 4
mill, crasso; bracteis brevibus, imbricatis, submembranaceis
vestito; bracteae inferiores breviores patentes, squamae for-
mes, rotundatae, amplectentes ; superiores ovato-lanceola-
tae, acutae, concavo-naviculares, 13-22 mill, longae, basi
amplectentes, in margine scariosae. Inflorescentia mascula
parva, spathis decrescentibus, brevibus induta ; spatha exte-
rior major, 2 */2 cent, longa, 1 */, cent, lata, ovato-acu-
minata, concava, basin versus carnosa, caeterum subco-
riacea ; spathae interiores minores, subcarnosae. Spadix
— 180 —
gracilis, 1 ‘/s cent, longus, parte staminifera oblonga ; fila-
menta crassiuscula, 1 'Jt mill, longa anthaerae pusillae,
rotundatae. Inflorescentia foeminea monocephala vel bice-
fala, spathis.... (caducis?); pedicellis brevibus, levibus. Syn-
carpium globoso-ovoideum, 27 mill, diam., 33 mill. Ion-
gum. Baccae confertae, 11 mill, longae, 2 mill, crassae,
prismaticae, cuneatae, in parte apicali 1 */ mill, longa,
liberae, ibique pyramidatae et acute angulosae. Stigmata
3-4, interdum 2, raro 5. Semina linearia-suboblonga et
subfalcata, 1 mill, longa, raphe hyalina, latiuscula, stro-
phiolo angustiori instructa.
Habitat. — Borneo, Ragiaro di Sarawak, sul Monte
Mattang; Giugno 1866. (Becc. P. B. n. 1829; in herb. Bec-
cari). — Borneo olandese a Sungei Bloeoe (Blu-u). (Jaheri,
1890-97, n. 1017); — ad Amai-Ambit. (Hallier, 1893-94,
n. 3188; in herb. Buitenzorg).
Freycinetia aruensis n. sp.
Folia 2 1 5-3 1 2 cent, lata, circiter 40 cent, longa, acuta (?)
basin versus angustata, semi amplectentia, marginibus apice
tantum denticulata. Spathae 4 cent, latae, succulentae,
basi pallide rubescentes, superne virescentes, ovato-lan-
ceolatae, acuminatae, crebre venosae, marginibus scariosis.
Sjmcarpia terna, pedicellis 2 */s cent, longis 3 mill, crassis,
sparse verrucoso-squatnulosis; parte fructifera immatura,
cylindracea, 3 1 , cent, longa, 6 mill, crassa. Baccae immatu-
rae prismaticae, vertice plano, lato ; stigmata 6, biseriata.
Habitat. — Isole Aru a Yokan. (Moseley, Challenger
exped. 1894 ; in herb. British Mus.).
Freycinetia novo pomeranica n. sp.
Scandens ramosa. Caulis alte foliosus, gracilis, 6 mill,
crassus, in sicco nitens, vernicosus, internodis 6-13 mill.
— 181
longis. Folia dissita, adscendentia, recta, submembranacea,
18-24 cent, longa, anguste lineari-lanceolata, superne sen-
sim longe acuminato-subulata, inferne sensim paullo atte-
nuata, basi semiamplectentia nec vaginantia, subtus crebre
et minute longitudinaliter venoso-striata; auriculis 2 ‘/ -
3 */s cent, longis, cito in fibras solutis, membranaceis ; la-
minae marginibus supra basin, brevi tractu, et in extremo
apice tantum, minute denticulato-serratis; costa media subtus
in dimidiam superiorem partem remote denticulato-spinu-
losa. Inflorescentia foeminea ad apicem ramorum terna; pedi-
celli laevibus, 2 cent, longis, 2-8 mill, crassis. Syncarpia
oblonga vel subpyramidata, 3 7,-4 l/g cent, longa, 16-17
mill. diam. ; baccae confertae, usque ad apicem carnosae,
polygonales, 7 mill, longae, 4 mill, crassae, apice convexae ;
stigmata 3-4, interdum 2, annulo parvo, apicali, prominulo
cincta. Semina 2 mill, longa, incurva a raphe et strophiolo
latis, cincta.
Habitat. — Isola Nuova Pomerania, (Arcipelago Bismark),
nella penisola Gazelle, a circa 300 m. (Rechinger, n. 3652;
in herb. Rechinger).
Preycinetia longispica n. sp.
Caulis 2 l/2-3 cent, crassus; folia ad apicem ramorum
valde conforta, imbricata, 80-100 mill, longa, late linearia
4-5 cent, lata, sursum sensim attenuata, acuminato-subulata,
chartacea, utrinque crebre longitudinaliter valde venoso-
striata, basin versus subcanaliculata et late ampleclentia
nec vaginantia ; auriculis acuminatis in laminam transeun-
tibus, 9 cent, longis, limbo angustissimo subscarioso ; lami-
nae marginibus basi dentibus remotis, minutissimis saepius
(non semper) munitis, apicem versus minutissime, sed con-
spicue, remotiuscule denticulatis ; costa media subtus pro-
minenti, basin versus evanescenti et fere e medio usque
ad apicem minutissime et remote spinulosa. Inflorescentia
12
— 182 —
foeminea terminalis, terna; pedicellis 5-6 cent, longis,
longitudinaliter rugosis, 7 mill, crassis. Syncarpia elon-
gata, cylindracea, 16-18 cent, longa, 23-27 mill, crassa ;
baccae numerosissimae, 1 cent, longae, 4 mill, latae, 2 mill,
crassae, infra medium seminiferae, carnosae, compressae,
pentagonae, paullo supra medium coartatae, et in quar-
tana superiorem partem coriaceae truncato-pyramidatae ,
ibique acute costulato-pentagonae, vertice plano, annulo
prominulo, lobulato, cincto. Stigmata 6-7, interdum 5.
Semina minuta, circiter 1 mill, longa, anguste fusiformia,
recta, in vertice fuscescentia, sub rostro minutissime lon-
gitudinaliter et transverse striata ; raphe et strophiolo in-
cospicuis.
Habitat. — Nuova Caledonia. (Vieillard ; in herb. Caen).
— Nelle foreste di Mii. (Perret, 1909; in herb. Martelli).
Freycinetia lorifolia n. sp.
Caulis 12 mill, crassus, internodis brevissimis ; folia con-
forta, basi erecta, superne incurva, loriformia, 2 cent, lata,
basi sursum attenuato-acuminata, 70 cent, longa, coriacea,
utrinque longitudinaliter crebre venoso-striata, basi non
dilatata, ibique canaliculata, semiamplectentia nec vagi-
nantia ; auriculis submembranaceis, lanceolatis, acutis ; la-
minae marginibus et costa media inermibus. Inflorescentia
foeminea valida, quaterna ; pedicellis 4 ‘/2-5 cent, longis, 6
mill, crassis, rugoso-scabris et in parte apicali squamu-
loso-scabridis. Syncarpia cylindracea, 7 1 g-8 cent, longa,
2 1 g cent, crassa; drupae (dum fere maturae) sublageni-
formes, pentagonae, 22 mill, longae, fere 4 mill, crassae,
in fere dimidiam superiorem partem liberae, sursum py-
ramidatae, acute pentagonae, vertice 1 1 4 mill, lato; annulo
prominulo cincto, subpiano ; stigmata parva, 5-6, inter-
dum 4, raro 8, in circulo disposita. Semina (non plane ma-
— 183 —
tura) lineari-fusifoi'mia, recta, raphe et strophiolo inco-
spicuis.
Habitat. — Nuova Caledonia. (Vieillard, n. 2367 ; in herb.
Paris).
Preycinetia microdonta n. sp.
Scandens, ramulis 8 mill, crassis, internodis brevibus, 6
mill, longis. Folia ad apicem ramorum conferta, imbricata,
anguste linearia, 1 cent, lata, adscendentia, apicem versus
incurva, 60 cent, longa, membranaceo-subcoriacea, utrinque
longitudinaliter crebre et minutissime venoso-striata, sur-
sum longe sensim attenuato-acuminato-subulata, inferno
sensim angustata et canaliculata, basi semiamplectentia ;
auriculis membranaceis, 2 cent, et ultra longis, 5 mill,
latis, lanceolati, acutis, evanescentibus. Laminae margini-
bus dentibus rarissimi, minutissimi, quasi puntiformibus,
superne crebrioribus munitis. Inflorescentia foeminea ter-
minali, bina ; pedicellis fere 4 cent, longis, 3 mill, cras-
sis, levibus. Syncarpia oblonga? Baccae prismaticae, 10 mill,
longae, 3 mill, crassae, in parte apicali 4 mill, longa, co-
riacea, liberae ; parte libera basi prismatica et acute co-
stolata, superne pyramidata, vertice angusto, mammillato,
anguioso, annulo coronato ; stigmata 3-4. Semina linearia,
falcata, circiter 2 mill, longa, transverse minutissime striata,
raphe et strophiolo albo-membranaceis, latiusculis subaequa-
libus, etiam transverse minutissime striatis.
Habitat. — Nuova Caledonia a Wagap. (Vieillard 1861-
67 ; n.° 3267 ; in herb. Caen).
Preycinetia Vieillardii n. sp.
Folia subcoriacea, conferta, imbricata, 30-40 cent, longa,
linearia-sublanceolata, 1 ‘/2 cent, lata, sursum sensim at-
— 184 -
tenuato-acuminata, basi subamplectentia nec vaginantia,
subtus minute crebreque venoso-striata; auriculis mem-
branaceis in fibras cito solutis ; laminae marginibus et
costa media usque ad apicem remote et minute dentatis.
Inflorescentia foeminea terminalis, terna; pedicellis 31 , cent,
longis, 6-7 mill, crassis, levibus. Syncarpia globoso-elliptica,
3-3 ‘/a cent, longa, 25-27 mill. diam. Baccae immaturae li-
neares, prismatico-sublageniformes, 12 mill, longae, in ter-
tiam superiorem partem liberae, ibique angustato-subpyra-
midatae, apice capitato-lobato; stigmata 3-6, confluenza.
Staminodia elongata, in sicco rufescentia.
Habitat. — Nuova Caledonia, nei boschi delle montagne
di Balade. (Vieillard, n.° 1354 ; in herb. Caen).
INCERTAE SEDIS.
Freycinetia Xeyensis n. sp.
Folia crebre imbricata ad apicem ramorum conferta,
reclinata, pergamenacea, 60-80 cent, longa, utrinque lon-
gitudinaliter crebrerrime venoso-striata, in pagina supe-
riori, praecipue apicem versus, crebre tessellata, late li-
nearia, 3-5 cent, lata, e parte apicali usque ad basin
sensim paullo angustata, fere in dimidiam inferiorem par-
tem plicato-canaliculata, apice minime coarctata sed sensim
acuminato-subulata, in parte basilari leviter ampliata et in
ambitu sub rotundata, amplectentia nec vaginantia ; auri-
culis membranaceis, 10 cent, longis, 1 cent, latis, integris,
ambitu leviter rotundatis ; laminae marginibus in parte
media laevibus, caeterum minute remotiuscule dentato-ser-
ratis; costa media, subtus, acute prominenti, apicem tan-
tum remotiuscule spinulosa. Spathae exteriores foliis simil-
limae sed multo breviores, 25 cent, longae, lanceolato-
elongatae, acuminatae, basin versus carnosulae, sensim di-
latatae, canaliculato-naviculares ; interiores in toto carno-
— 185 —
sulae, 16-10 cent, longae, 4 cent, latae, ovato-lanceolatae,
plus-minusve longe acuminato-subulatae, acute concavo-
naviculares, carinatae, longitudinaliter crebre venoso-stria-
tae. Inflorescentia mascula tantum nota, terminalis, terna,
pedicellis 4 cent, longis, 4 mill, crassis ; parte staminifera
cylindracea, elongata, 5-6 cent, longa, 7 mill, crassa ; sta-
mina numerosa, conforta, 5 mill, longa, filamentis gracilli-
mis ; antheris parvis, oblongis.
Habitat. — Isole Kei, nella G-rande Kei. (Raccoglitore
ignoto, n.° 246 ; in herb. Buitenzorg).
Freycinetia gladiifolia n. sp.
Scandens, caulis 7-8 mill, crassus, internodis brevibus,
8 mill, longis ; folia conforta, arcuato-ascendentia, rigida,
linearia, ensiformia, 1 cent, lata, acuminato-subulata, 35-40
cent, longa, subtus crebre et minute longitudinaliter ve-
noso-striata, basi non angustata, supra canaliculata et bre-
viter vaginantia ; auriculis membranaceis, lanceolatis, acutis,
fere 3 cent, longis; laminae marginibus, brevi tractu in
parte media, levibus, caeterum dentibus brevissimis et mi-
nutis, basilaribus patentibus, munitis. Inflorescentia mascula
tantum nota, terminalis, plurimis spathis subcarnosis, coloratis
involuta. Spathae exteriores, vel potius folia floralia, foliis
simillimae sed breviores, et basin versus sensim dilatatae,
carnosae et coloratae ; spathae interiores etiam carnosae et
coloratae, 2 72-3 i/i cent, latae, 7 cent, longae, ovato-lan-
ceolatae, convexae, acutae vel in acumen viridem folia-
ceurn plus minus ve elongatum productae. Spadices ma-
sculi quaterni ; pedicellis tenuibus, 2 */s mill, latis, 2
cent, longis, levibus, longitudinaliter striatulis ; parte sta-
minifera 2 V2 cent, longa, cylindracea. Stamina perplurima,
filamentis 2 mill, longis; anthaeris, brevibus oblongis.
Habitat. — Nuova Guinea, Rorido Misori, Baia del Geel-
vinch; Maggio 1872. (0. Beccari s. n., in herb. Beccari).
— 186 —
Freycinetia brevifolia n. sp.
Caulis gracilis, 5 mill, crassus, internodis fere 5 mill,
longis. Folia non valde conforta, submembranacea, lineari-
lanceolata, ensiformia, superne sensim attenuato-acuminata,
10-14 cent, longa, 7-8 mill, lata, ima basi angustata, non
vaginantia ; auriculis membranaceo-scariosis, cito deciduis;
laminae marginibus apicem versus sed interdum etiam in
parte basilari, remotiuscule spinuloso-dentatis ; costa media
quoque subtus in parte apicali tantum, eodem modo spinu-
losa. Inflorescentia mascula terminalis. Spathae exteriores
5 cent, longae ; interiores paullo minores, omnes anguste
ovato-lanceolatae, superne sensim attenuatae et breviter
acuminatae, concavo-com/exae, marginibus membranaceis,
basin versus carnosulae. Spadices masculi tantum noti,
bini ; pedicellis gracilibus 1 mill, crassis, 3 cent, longis,
nudis ; parte antberifera cylindracea, 10-12 mill, longa;
stamina non conforta, nec numerosa, filamentis breviusculis
crassiusculis ; antheris parvis suborbicularibus.
Habitat. — Nuova Caledonia, nei Boschi della Montagna
di Balade. (Vieillard, 1855-60, n. 1351; in herb. Caen).
Descrizione di una nuova specie di “ Trachycarpus „
PER
ODOARDO BECCARI
Trachycarpus nana Becc.
Subacaulis, frondibus profonde multipartitis, subtus glau-
cescentibus, segmentis apice obtuse breviterque bidentatis;
spadicibus erectis, strictis, elongato-paniculatis; floribus foe-
mineis globoso-ovatis, petalis calyce paullo longioribus ; fru-
ctibus reniformibus umbilicatis et superficialiter sulcatis, em-
bryone in facie ventrali excentrice et basin versus locato.
Descrizione. — Palma che a quanto sembra rimane sem-
pre dell’apparenza di un cespuglio, e non forma tronco.
Foglie flabellato-multifìde a segmenti rigidi, glaucescenti
di sotto, simili a quelle del T. excelsa , ma più profonda-
mente divise, i seni trovandosi a soli 5-10 cm. al di sopra
del picciolo. I segmenti sono molto brevemente bidentati,
con i denti ottusi.
Spadici rigidi, dritti, con poche infiorazioni parziali, for-
manti nell’insieme una pannocchia racemoso-allungata, du-
plicato-ramosa, con ramoscelli fioriferi piuttosto brevi, gla-
berrimi; quelli dello spadice femineo di 1.5-2 mm. di diam.,
rigidi. Spadici maschili e feminei poco dissimili fra di loro ;
quelli maschili con ramoscelli fioriferi più gracili di quelli
feminei ed intieramente coperti dai fiori, che sono riuniti
in glomeruli terni molto ravvicinati, e sono muniti di mi-
nute bratteole acuminate, brune, sottilmente membranacee.
Fiori maschili irregolarmente globosi per la mutua pres-
sione, di circa 2.5 mm. di diametro (sul secco), glaberrimi;
sepali sottili, membranacei (sul secco), quasi intieramente
188 —
liberi, un poco ineguali, latamente ovati, ottusi od an-
che rotondati all’apice, jalini e glabri al margine ; petali
inegualmente rotondati coi margini glabri, leggermente
imbricati, il doppio più lunghi dei sepali ; stami 6 con fi-
lamenti brevi e non sorpassanti i petali nell’antesi (?) ; an-
tere oblunghe ; carpellidì 3, conico-allungati, glabri, della
metà più corti dei petali.
Fiori feminei pure glomerulato-terni; i glomeruli sono
assai ravvicinati, ma non pressati l’uno contro l’altro; brat-
teole florali inconspicue ; durante l’ antesi i fiori sono glo-
boso-ovati, larghi 2.5 mm. e lunghi 3 mm. ; sepali molto
largamente ovati, di poco più corti dei petali, carnosi, ot-
tusiusculi, molto brevemente uniti alla base e quivi più
crassi che altrove, lisci, non striati, rotondati od oscura-
mente carenati sul dorso, coi margini sottili, acuti, inte-
gerrimi ; petali di solo 1 4 od 1 5 più lunghi dei sepali e si-
milissimi a questi, molto largamente ovati ed ottusiusculi
o suborbicolari e con margini glabri; staminodì 6, di poco
più corti dei petali, con filamenti compressi ed antere sa-
gittate ; carpello 3, completamente libere, ovate e finamente
peloso-argentee nella metà inferiore, glabre in quella supe-
riore, dove sono gradatamente attenuate in uno stilo crasso,
conico-allungato, dritto, segnato da un sottile solco dal lato
interno, e terminate in uno stigma puntiforme non ispes-
sito ; ovulo basilare, eretto, anatropo.
Frutti similissimi a quelli del Tr. Takil, molto distin-
tamente reniformi, solcati dal lato assile, umbilicati nel
punto corrispondente allo stigma, larghi 10 mm. e 7 mm.
spessi ; epicarpio pellicolare, liscio ; mesocarpio scarsissimo.
Seme conforme al frutto. Embrione come nel Tr. Takil
spostato alquanto verso la base e non situato nel centro
della faccia convessa come apparisce nel T. excelsa.
Habitat. — Scoperta dal Padre Delavay nel 1887, nel-
l’Yunnan, dove cresceva nei boschi a Chonima-ouan al di
sopra di Tapintzé, a circa 1800 metri sopra il livello del
mare. (N.° 3046 nell'Erb. di Parigi).
— 189 —
Gli esemplari esistenti nell’Erbario di Parigi sono a vario
grado di sviluppo; quelli con fiori maschi non ancora aperti
vennero raccolti l’8 Aprile, quelli con fiori feminei al mo-
mento preciso della fioritura, il 27 Aprile ; alcuni con ovari
in via di sviluppo, e ricoperti di peli argentei, il 2 Giu-
gno dell’anno 1887 ; infine quelli con i frutti mezzo maturi
nel Luglio 1888.
Osservazioni. — Specie affine al Tr. excelsa ed al Tr.
Takil, ma assai distinta per non essere caulescente, ma sem-
pre cespitosa ; per le fronde molto profondamente divise ;
per gli spadici formanti delle pannocchie allungate che
sorgono dritte dal terreno, e per i fiori feminei con la co-
rolla di poco più lunga del calice. I frutti che io ho potuto
studiare non sono perfettamente maturi, ma rassomigliano
più a quelli del Tr. Takil che a quelli del Tr. excelsa ;
sono decisamente reniformi, assai profondamente umbilicati,
e con l’embrione che non si trova situato nel centro della
faccia convessa, ossia di quella opposta al rafe, ma che ri-
mane spostato un poco verso la base, di modo che, come
nel Tr. Takil, quando si voglia dividere il seme in due
parti eguali nel senso della lunghezza e seguendo la sua
convessità, l’embrione rimane sopra una delle parti e non
apparisce nella sezione.
Dalle note di Delavay non si rileva se il Trachycarpus
che egli ha scoperto è realmente una pianta cespitosa che
prolifica dalla base come il Chamaerops humilis, o se pure
forma solo dei « buissons » risultanti da un sol tronco (pro-
babilmente strisciante) che non si solleva dal terreno e non
emette germogli intorno a se.
Riguardo a questa Palma credo interessante di riprodurre
qui sotto una lettera dell’Abate Delavay, e della quale si
trova copia nell’Erbario di Parigi, e che probabilmente era
stata diretta al Prof. Maxime Cornu, in quell’epoca Diret-
tore del Jardin des Plantes.
« Le Chamaerops nain dont vous avez recu quelques
« échantillons est assez commun sur les montagnes qui do-
— 190 —
« minent Tapin-tze entre 1500 et 2000 m. parmi les pier-
« res et les broussailles ; il pousse en buissons, n’a pas de
« tige, les bampes des fleurs et les feuilles sortent de terre.
« La culture doit en etre très facile et je tacherai de vous
« en envoyer des graines. Je crois vous avoir envoyé des
« graines de l’espèce cultivée à Mo-So-yn. J’avais cru que
« c’était le Chamaerops exceìsa de Kunth. Cette espèce de
« Palmier est très élégante et je crois qu’elle pourrait ètre
« cultivée en plein air sous le climat de Marseille ».
Da questa lettera sembrerebbe che nell’Yunnan si coltivi
anche un Trachycarpus differente dal T. nana, dell’aspetto
del T. exceìsa. Ma può venire il sospetto che la medesima
pianta che sulle montagne a Chonima-ouan, in luoghi ste-
rili, rimane nana, prenda maggiore sviluppo e diventi cau-
lescente nella pianura ed in luoghi fertili.
E forse al Trachycarpus coltivato a Mo-So-yn che ap-
partengono i frutti che il compianto amico Prof. M. Cornu
mi inviò nell’Agosto 1887 e che io ho creduto poter rife-
rire al T. exceìsa, e di cui ho fatto menzione nella « "Web-
bia », voi. I, p. 47, ma che adesso, dopo un più attento
esame, ritengo che possano appartenere ad una specie o
forma differente da questa, se non forse al T. nana. A que-
sta specie pure, forse, piuttosto che al T. exceìsa può pari-
mente appartenere il Trachycarpus di Momein, nell’Yunnan,
raccolto da Anderson e di cui pure ho fatto menzione, 1. c.
Rimane in ogni caso accertato che nell’Yunnan si trovano
forme di Trachycarpus certamente affini al T. exceìsa , ma
che meritano di essere meglio conosciute e delle quali sa-
rebbe molto importante ottenere i frutti per coltivarle nei
nostri giardini.
PALME DELL’ INDO-CHINA
PER
ODOARDO BECCARI
Avendo accettato l’ incarico di elaborare le Palme per la
Flora dell’ Indo-China edita dal Prof. Lecomte, ed avendo
per tale oggetto ricevuto in comunicazione il materiale
relativo esistente negli Erbari del « Muséum d’ Histoire
naturelle » di Parigi, ho creduto intanto opportuno pub-
blicare la dettagliata descrizione di quelle forme che mi
son sembrate nuove per la Scienza. A queste faccio se-
guire una enumerazione di tutte le Palme che sino a qui
mi son note come indigene nell’ Indo-China, nella speranza
che ciò possa stimolare la raccolta di un più completo ma-
teriale di studio, essendo che molte delle Palme di detta
regione sono rappresentate da esemplari così frammentari,
da riuscire di ben dubbia identificazione.
Io mi auguro quindi che con sollecitudine si effettuino
nuove esplorazioni e raccolte, che completino quelle attual-
mente esistenti, in modo da render meno imperfetto il la-
voro definitivo e sintetico sulle Palme Indo-Chinesi.
Areca laosensis Becc. sp. n.
G-racilis, caudice circiter 2.5 cm. diam. Folia circiter
metralia ; petiolo circ. 10 cm. longo, 7-10 mm. crasso, su-
perne profonde canaliculate ; segmentis paucis inter se ap-
proximate, inaequalibus, 2-8-costulatis, lateralibus falcato-
acuminatis, summis profonde inciso-dentatis. Spadices,
circ. . 25 cm. longi, basi densiuscule, superne laxiuscule
— 192 —
lateque paniculati; ramis inferioris =b divisis, superioribus
simplicibus. Flores masculi secundi, gemini, 3 mm. longi,
trigoni, ovato-lanceolati, acuti ; staminibus 6, antheris apice
bidentatis; ovari rudimento minutissimo. Flores foeminei
6-7 mm. longi, 4-4.5 mm. crassi, late ovati, obtusi. Fructus...
Descrizione. — Sembra una Palma un poco più gracile
dell’ Areca triandra , con un tronco, a giudicare dalla base
di uno spadice, di circa, 2.5 cm. di diam. Le foglie , dalle
porzioni esistenti, si giudicano di circa 1 m. di lunghezza;
il picciolo, in un esemplare, è lungo 10 cm. e spesso 7-10
mm., convesso di sotto, profondamente solcato o scavato a
doccia di sopra, opaco e, sul secco, striato per il lungo.
Il rachide è subtriangolare, convesso di sotto, bifaciale e
con angolo acuto di sopra ; i segmenti sono poco numerosi
ed assai ravvicinati fra di loro : quelli presso la base sono
lunghi 40 cm., ì superiori sono gradatamente più corti:
di larghezza sono molto ineguali, alcuni (falciformi ed acu-
minati) hanno due sole costole primarie superiori ; altri di
dette costole ne hanno sino ad 8 ; i segmenti estremi (ul-
tima e penultima coppia) formano un largo flabello forcato
con tante profonde incisioni, corrispondenti a lobi più o
meno falcati, quanti sono i nervi primari ; ogni lobo è alla
sua volta più o meno profondamente fesso o bipartito.
Spadice similissimo a quello deW Areca triandra, ma più
gracile, lungo 25 cm., ramoso sin quasi dalla base, a rami
eretto-patenti; i rami inferiori sono un poco divisi, gli
altri semplici; ogni ramo di solito porta alla base due fiori
feminei ciascuno dei quali è accompagnato in alto da 2 fiori
maschi, uno per parte, facilmente decidui; nel rimanente
i ramoscelli sono più sottili che alia base, di circa 1 mm.
di spessore, e sono assai profondamente e fittamente sero-
bicolati da un sol lato, e portano in ogni scrobicolo 2 fiori
maschi.
Fiori maschi lunghi circa 3 mm., più o meno irregolar-
mente trigoni, ovato-lanceolati, acuti. Il calice è brevissimo
ed è formato da 3 larghi denti triangolari acuti. Corolla
193 —
divisa sino alla base in 4 segmenti lanceolati, acuti, rigidi,
striati fittamente di fuori. Stami 6 con filamenti piuttosto
brevi, ed antere bicornute o bidentate all’apice, a loggie
profondamente bilobe in basso. Rudimento d’ ovario mi-
nutissimo.
Fiori feminei latamente ovati, ottusi, lunghi 6-7 mm.,
larghi 4-4.5 mm., avvolti alla base da brattee larghissime
e bassissime. Sepali larghi, ciliolati al margine. Petali di
poco più lunghi dei sepali, molto larghi ed abbraccianti
in basso, terminati da un piccolo apicolo inspessito che
costituisce la sola parte nella quale i petali sono valvati.
I Frutti mancano.
Habitat. — Nel Laos meridionale a Phulet Phay nella
regione ad oriente di Attopeu. Harmand, aprile 1877, n.° 1201
nell’ Erb. Pierre.
Osservazioni. — Specie imperfettamente conosciuta, del-
l’aspetto di una delle piccole forme della Areca triandra,
ma decisamente distinta da questa per i suoi fiori maschi
con 6 stami. Per questo motivo si avvicina alla A. oxycarpa
di Celebes ed all’A. mammillata Beco, delle Filippine.
Finanga Ibaviensis Beco. sp. n.
Gracilis, caudice 1-1.5 m. alto, 13-15 cm. diam.; foliis
in segmenta pauca, late falcata, 5-7-costulata, acumina-
tissima partitis, et flabello profunde furcato terminatis ;
spadicibus simplicibus vel bipartitis, parte axili valde com-
pressa ; floribus masculis 5-6 mm. longis, asymmetricis ;
calyce brevi, cupulari, trigono, truncato ; petalis oblongo-
lanceolatis , obtusis , minime falcatis; fructibus exacte bifa-
riis, horizontalibus, olivaeformibus, 18-20 mm. longis, 1 cm.
crassis, utrinque rotundatis ; semine oblongo, tereti, 14 mm.
longo, 8 mm. crasso, basi truncato, ibique vix caudiculato,
in vertice rotundato ; rapheos ramis subparallelis, laxe et
parcissime anastomosantibus, albumine in sectione tran-
sversa fere usque ad centrum radiato-ruminato.
Descrizione. — Gracile. Tronco alto 1-1.5 m., di 13-15
mm. di diam., con internodi lunghi 4-5 cm. e leggermente
clavati, minutamente marmorizzati da macchiette bruuo-
porporescenti su fondo chiaro e con cicatrici delle foglie
cadute annulari, larghe 2-4 mm. Fronde lunghe 80 cm.
(vista una sola), pinnatifide, con soli 3-4 segmenti per parte
e terminate da un largo flabello, bipartito sino circa alla
metà ; le divisioni del flabello hanno 10-12 costole primarie
superiori e sono respettivamente larghe 8-10 cm., sono
quasi orizzontalmente troncate all’apice e si terminano in
tanti denti primari triangolari, bidentati alla lor volta,
quante sono le costole primarie ; i denti primari sono ot-
tusi ed ottusamente bidentati ; di questi gli intermedii
sono deltoidei a denti 2“ acuti; i più esterni sono più al-
lungati degli intermedi ed i loro denti 2U sono acuminati ;
i segmenti laterali sono 5-7-costulati: sono falcati sin
dalla base (che è molto larga), acuminatissimi, membrana-
cei, opachi sulle due faccie, di sopra verdi e di sotto più
pallidi, con le costole ± forforacee, e sulle quali si trovano
delle squamule decidue: i nervi terziari sono numerosis-
simi, molto minutamente e fittamente papilloso-squamulosi.
Picciolo lungo 10-11 cm., spesso 7 mm., raggrinzato sul
secco, probabilmente crasso e subterete sul fresco; rachide
pianeggante e ± squamuloso-leproso di sotto, con angolo
molto acuto di sopra ; vagina cilindrica, striata, squamu-
loso-macchiettata cerne il tronco; ligula brevissima (lunga
5-6 mm.), triangolare, acuta, opposta al picciolo.
Spadici reflessi subito dopo la fioritura, semplici od al
più bipartiti, con parte peduncolare subterete e più o meno
compressa'; lunga 2-4 cm., spessa 3-4 mm.; spighette lunghe
11-14 cm., con parte assile fortemente compressa e legger-
mente sinuosa, larga 4 mm., e portante sopra ognuno dei 2
lati 14-16 frutti, orizzontali e perfettamente bifarì ; i pul-
vinuli sui quali riposano i frutti sono circolari, contornati
— 195
da brattee angustissime ; lo spazio interposto fra un pul-
vinulo e l’altro è di 4-5 mm.
Fiori maschi asimmetrici, piccoli, lunghi 5-6 mm. ; ca-
lice breve, cupolare, trigono, troncato alla bocca, attenuato
in basso ; petali irregolarmente oblunghi od oblungo-lan-
ceolati (non falcati), ottusi e finamente striati.
Perianzio fruttifero cupolare, troncato, alto 2.5 mm., di
5 mm. di diam., con sepali e petali a contorno rotondato
0 molto poco distintamente apiculato nel centro.
Frutti oliveformi od ellittici, leggermente attenuati alle
due estremità, molto minutamente mammillati all’apice, a
base acuta, lunghi 18-20 mm., larghi 1 cm. Seme oblungo,
terete, lungo 14 mm., largo 8 mm., rotondato in alto, con
la base tronca, pianeggiante e provvista di un brevissimo
caudicolo; la superficie è segnata da numerose diramazioni
del rafe, ascendenti e parallele, delle quali le centrali sca*
valcano indivise l’apice e le altre si ripiegano sui lati e
si anastomizzano leggermente sul lato opposto ; albume
compenetrato da 18-20 lamelle che giungono quasi sino al
centro e che rendono il seme radiato-ruminato in sezione
transversa.
Habitat. — Tonkino. Nelle Foreste del Monte Bavi, rac-
colta da B. Balansa il 22 genn. 1886 (n.° 4372 nell’ Erb.
di Parigi).
Osservazioni. — Sembra alquanto affine alla Pinanga
malayana , ma si distingue per le sue fronde con pochi e
larghi segmenti falcati e largo flabello forcato apicale ; per
1 suoi spadici semplici, o con due sole spighe, ad asse for-
temente compressa e coi fiori perfettamente biseriati; per i
fiori maschi molto piccoli, relativamente alla maggioranza
delle altre specie, e non falcati, ed infine per i frutti oli-
veformi ed il seme oblungo, troncato in basso con dira-
mazioni del rafe quasi parallele e poco anastomosate, che
corrispondono ad altrettante lamelle (circa 18) che pene-
trano nell’albume e lo rendono radiato-ruminato, allorché
— 196 —
viene osservato in sezione transversa. Appartiene alla se-
zione Orthostichanthae.
Dalle altre due specie note della Cocincina (P. Cochin-
chinensis Bl. e P. Duperreana Pierre) subito si distingue
per i suoi spadici semplici od al più biforcati, e per i fiori
cf non falcati, con calice a denti corti; nelle due ora men-
zionate specie, gli spadici hanno vari rami, ed i fiori
sono faleato-acuminati.
Caryota monostachya Beco. sp. n.
Parva, gracilis, caudice cir. 1 m. alto, 2.5-3 cm. diam. ;
frondibus simpliciter duplicato-pinnatis,pinnis lateelongato-
cuneatis, 12-18 cm. longis, 6-8 cm. latis, apice oblique
truncatis et ondulato-praemorsis ; spadicibus simplicibus,
recurvo-pendulis, elongatis; spica crassa, 30-60 cm. longa,
parte pedicellari erecta elongata, digiti minoris crassitiae,
suffulta; spathis vaginantibus, superioribus auriculato-elon-
gatis; floribus masculis ovato-oblongis, apice conico obtu-
siusculo, majoribus 17 mm. longis, 8 mm. crassis ; calyce
cupulari truncato ; corolla calyce 3-plo longiori ; stamini-
bus numerosissimis; fructibus majusculis, sphaericis vel
paidlo depressis: majoribus usque ad 3 cm. diam., di-
spermis; seminibus dimidiato-sphaericis, 17-23 mm. latis,
18-21 mm. longis; 10-12 mm. crassis, superficialissime ru-
minatis.
Descrizione. — Fra tutte le sin qui note è la più pic-
cola specie del genere. Il tronco ha circa l’altezza di 1 m.
(Balansa), e sembra che non abbia più di 2.5-3 cm. di
diam. allorché è inguainato dalle basi delle foglie. Crii
spadici sono indivisi ; di essi da prima ne comparisce
uno terminale e poi successivamente vari altri laterali
(Balansa).
Foglie semplicemente duplicato-pinnate, ossia il rachide
principale porta a destra ed a sinistra dei rachidi secondari
— 197 —
(o pinne primarie) sui quali si trovano i segmenti (in tutte
le altre specie i rachidi secondari sono divisi in rachidi
terziari) ; guaina fessa lungo il lato ventrale, con i mar-
gini guarniti di poche fibre nere finissime ; picciolo assai
lungo, subterete, di 12 mm. di diam., con un superficia-
lissimo accenno di solco sulla faccia superiore ; il rachide
nella parte intermedia è rotondato di sotto, ed ha uno
spigolo prominente ottuso lungo il centro, ed un solco per
parte, dove sono inseriti i rachidi secondari ; i margini
sono ottusi ; le pinne primarie sono lunghe 50-70 cm. (le
inferiori più lunghe delle superiori), inserite ad un angolo
assai acuto; quelle più basse hanno 5-6 segmenti per parte
oltre quello terminale ; quelle della parte intermedia ne
hanno solo 2-4; il rachide delle pinne è compresso late-
ralmente, con spigolo ottuso di sotto, ed è percorso da
uno strettissimo solco di sopra.
I segmenti sono cartacei, verdi sopra ambedue le faccie,
ma leggermente più pallidi di sotto ; i basilari di ogni
pinna (quelli almeno delle pinne intermedie) sono più grandi
e più larghi dei superiori, ineguali, latamente cuneati, col
margine superiore ondulato-sinuoso, dentato-premorso, pro-
lungato in punta lungo il margine esterno; sono larghi 6-8
cm., lunghi 12-18 cm.; i segmenti laterali sono inseriti ad
un angolo molto acuto, sono assai più stretti dei basilari e
lungamente cuneati verso la base che è acuta, e sono
prolungati superiormente in una assai lunga coda sottile
lungo il margine inferiore, mentre il superiore è molto più
corto, di guisa che il margine anteriore od apicale, che è
ondulato e premorso, risulta obliquissimo ; i segmenti ri-
sultano perciò lunghi e stretti (lunghi 18-20 cm. e larghi
3-4 cm.); il segmento terminale è il più grande di tutti,
è allungato ed attenuato verso l’apice ed ha il contorno
più o meno lobato.
Sparitici semplici, consistenti in una sola e grande spiga
arcuata in basso e poi pendente, lunga in media nella
parte fiorifera 40-50 cm., ed altre volte solo 30 od anche
sino 60 cm., essa ha circa 7 mm. di spessore, è portata da
13
— 198 —
una parte pedunculare eretta, grossa al più, quando è va-
ginata dalle spate, quanto il dito mignolo, e lunga quanto
la parte fiorifera od anclie assai meno ; questa parte pe-
duncolare è vaginata da 3-4 spate allungate, forforacee
esternamente, glabre, più scure e striate di dentro; le più
basse tubulari, fesse in alto da un lato ; le superiori gra-
datamente più lunghe con breve parte tubolare nella parte
più bassa e con lembo aperto e strettamente lanceolato-
auriculare, acuminato, nel rimanente ; la spata superiore
abbraccia la base della parte fiorifera.
Fiori in glomeruli molto ravvicinati, al solito modo terni,
e con i fiori maschili precoci; quando questi sono in boccio
completamente sviluppato i feminei sono latamente conici,
lunghi circa 7 mm., prossimi a raggiungere il loro com-
pleto sviluppo, ed hanno la corolla di già sporgente dal
calice.
Fiori maschili ovato-oblunghi, leggermente ristretti verso
l’apice in punta conica ottusa ; sono a quanto sembra assai
variabili di dimensioni indipendentemente dal loro grado
di sviluppo; al momento deli’antesi sono lunghi sino 17 mm.
e spessi 8; alle volte però non raggiungono queste dimen-
sioni. Calice cupolare, troncato; sepali-reniformi, a contorno
spesso crenulato, lisci all’esterno, gibbosi in basso. Corolla
circa 3 volte più lunga del calice; petali coriacei, naviculari-
oblunghi, acutiusculi, finamente striati all’esterno sul secco.
Stami numerosissimi (60 in un fiore) ; antere sessili o quasi,
strettamente lineari, lunghe 9-10 mm., acutiuscule ; rudi-
mento d’ovario inconspicuo.
Fiori feminei accolti framezzo a 2 conspicue brattee re-
niformi a contorno rotondato, crenulato, grandi quanto i
sepali del fiore femineo: sono conici, larghi alla base 5
mm.; sepali suborbicolari, a contorno rotondato intiero o
più o meno crenulato e minutissimamente ciliolato, roton-
dati e lisci sul dorso, finamente striato-nervosi interna-
mente ; corolla circa il doppio più lunga del calice, divisa
per almeno i due terzi in 3 segmenti deltoidei acuti; ova-
rio globoso, ottusamente 3-lobo, con due loggie; talvolta
oltre l’ovario biloculare s’ incontra una carpella rudimen-
taria staccata; stigmi due, carnosi, triangolari, acuti, poi
patenti; talvolta esistono 3 staminodì filiformi sottilissimi,
con antera rudimentaria lineare subulata, inseriti nei seni fra
i segmenti della corolla e lunghi quanto questi; gli stami-
nodì possono però mancare tutti od esser presenti solo 1-2.
Frutti fra i più grandi nel genere, sferici, molto leg-
germente depressi, ma non incavati in alto, con i resti
degli stigmi formanti una piccola cicatrice triangolare a
bocca di mignatta; essi sono assai variabili di grandezza
(i maggiori misurano sino 3 cm. di diam.), hanno la super-
ficie unita, nera sul secco, opaca, non perfettamente liscia,
ma nemmeno granulosa ; di solito contengono 2 semi. Pe-
ricarpio molto sottile e fragile sul secco, a quanto sembra
con mesocarpio non carnoso e scarsissimo. Semi piano-con-
vessi o dimidiato-sferici, spesso più larghi che lunghi, a
testa opaca, nerastra, che parzialmente si distacca in forma
di pellicole fragili: sono larghi 17-23 mm., lunghi 18-21 mm.,
spessi 10-12 mm.; diramazioni del rafe numerose, verticali,
corrispondenti alle impressioni esterne della superficie del
seme, poco anastomosate, tutte convergenti in un sol punto
sul lato dorsale presso 1’ apice. L’ albume è molto superfi-
cialmente ruminato dalle intrusioni del tegumento esterno
che penetrano solo 1-3 mm. nel suo interno, e che cor-
rispondono alle impressioni della superficie esterna del
seme.
Habitat. — Nel Tonkino occidentale a Thien Thòn :
Pére Bon (29 genn. 1892, n.° 5046 nell’Erb. di Parigi). —
Pure nel Tonliino, nelle foreste del Monte Bavi (22 lu-
glio 1886) e nella China meridionale nel Kouy-Tcheou, rac-
colta da Cavalerie e Fortunat, con l’indicazione: « Route
Lo-fou-Lo-Kueus, sur pente abrupte » (n.° 2645, Erb. di
Parigi).
Osservazioni. — Specie distintissima fra tutte le cono-
sciute per le sue piccole dimensioni, per le fronde solo
— 200 —
duplicato-pinnate, ma sopratutto per gli spadici con una
sola spiga, grossa come una di quelle dello spadice ramoso
della Caryota Rumphiana e con frutti anche più grossi che
in questa specie.
Forma il passaggio fra le Caryota ed Didymosperma ; si
distingue poi da tutte le altre specie di Caryota sino a qui
note, per i suoi semi molto superficialmente ruminati, le
anguste intrusioni dell’integumento del seme non penetrando
nella massa dell’albume che per il tratto di 1-3 mm.
Didymosperma caudata Wendl. et Drude in Kerch.
Les Palm. 243 ; Beccari, Malesia, III, 96. — Walli-
chia caudata Mart. Hist. Nat. Palm. Ili, 315. — Bo-
rassus caudata Lour. FI. Coch. II, 619 ; edit. Willd.
II, 760.
Specie estremamente polimorfa, della quale si possono
distinguere almeno 3 forme principali, che a prima vista
si potrebbero ritenere quali altrettante specie distinte, ma
che in causa delle forme di transizione non è possibile de-
finire con caratteri diagnostici precisi. Presa nel suo in-
sieme la Didymosperma caudata sembra una palma assai
diffusa in tutta l’ Indo-China. La forma del Tonkino po-
trebbe forse considerarsi come specie distinta per le sue
piccole dimensioni e per qualche particolarità del fiore.
Tanto nella forma tipica della Didymosperma caudata,
quanto nelle sue varietà, il frutto di solito contiene 3 semi
bene sviluppati, sebbene si trovino anche frutti con due
od anche con un sol seme. Non è quindi un carattere co-
stante per le Didymosperma quello di avere un frutto con
soli due semi ; e mancando questo carattere non esiste
alcun mezzo per distinguere questi dalle Arenga ad ecce-
zione delle piccole dimensioni dei rappresentanti del primo
genere. Una certa differenza sembrava che esistesse nella
forma dei segmenti delle foglie, essendo che quelli della
Arenga sono sempre più o meno lineari, mentre tutte le
— 201 —
Didymosperma finora conosciute avevano segmenti più o
meno romboidali-cuneiformi, ossia larghi in alto ed atte-
nuati più o meno lungamente verso una base acuta. Ma
adesso si presenta una singolarissima varietà della D. cau-
data (stenophyl/a) nella quale i segmenti sono lineari con
denti scalati esattamente come in una tipica Arenga. Che
questa ultima natura di segmenti rappresentino una forma
di transizione da quella cuneata è dimostrato in modo in-
discutibile dalle forme di passaggio che collegano la va-
rietà con il tipo.
Dallo studio molto accurato che ho eseguito sopra un
gran numero di esemplari si possono distinguere le 3 se-
guenti forme principali della Didymosperma caudata.
Didymosperma caudata Wend. et Drude (forma typica).
Palma gracilis, 1-2 m. alta, caudice vaginato digiti mi-
noris crassitie. Folia interdum metralia et ultra, vulgo 40-50
cm. longa, simpliciter pinnatisecta, segmentis utrinque soli-
tariis vel basilaribus saepe geminatis, elongato-cuneatis
vel subrhombeo-cuneatis, in margine anteriore praemorso-
dentatis et apice in medio caudatis, majoribus 15-25 cm.
longis, superne 7-8 cm. latis, segmento terminali usque
ad basin tripartito vel 3-costulato et plus minusve 3-lobo.
Spadices simplices, elongati, nutantes vel plus minusve
cernui, vulgo 30-60 cm. longi, in eorum dimidiam supe-
riorem partem fioriferi ; parte pedunculari spathis tubulo-
sis arcte vaginantibus induta. Flores glomerulato-terni,
foeminei serotini ; flores masculi anguste ovato-elliptici vel
subclavato-elliptici, acuti, 5-7 mm. longi, 2-5 mm. lati.
Flores foeminei globosi, circiter 5 mm. diam. Fruetus glo-
boso-ovati, 10-13 mm. longi, 9.5-10.5 mm. diam.; semini-
bus vulgo 3, obtuse trigonis.
Descrizione. — Gracilissima. Fusto alto al più circa 1 m.,
allorché vaginato grosso al più quanto un dito mignolo,
— 202
ma di solito di soli 5-7 mm. di diam. Foglie molto va-
riabili anche nella pianta adulta e sul medesimo fusto ;
in uno esemplare molto robusto una è lunga 90 cm., di cui
circa 25 ne misura la parte picciolare, altre sono solo 40-50
cm.; le foglie presso l’apice del fusto fertile sono più corte
di quelle più basse; tutte hanno pochissimi segmenti (da 2-3
a 6-7 per parte) più uno terminale ; guaina cilindrica,
dilacerato-fibrosa lungo il lato ventrale, specialmente in
alto e presso la bocca: ligula ocreiforme, allungata (lunga
5-6 cm.) sottilmente membranacea, marcescente e presto
risoluta in fibre brune sottilissime ; picciolo di lunghezza
molto variabile sulla stessa pianta (nelle fronde basse il
picciolo è più lungo che nelle alte), subterete, di 3-6 mm.
di spessore, striato per il lungo : nelle fronde di recente
svolte è più o meno corrugato-angoloso (negli esemplari d’er-
bario), opaco, fugacemente forforaceo-rubiginoso, poi minu-
tamente punteggiato-scabridulo; rachide subtrigono. Seg-
menti di solito solitari in alto, e geminati sopra ogni lato
nella parte bassa del rachide; talvolta quasi tutti geminati;
le coppie od i solitari di un lato spessissimo (ma non sem-
pre) opposti a quelli dell’altro lato ; essi sono ± elongato-
cuneati, o cuneato-subromboidali, molto variabili riguardo
alle dimensioni ; i maggiori sono lunghi 15-22 cm., e lar-
ghi 7-8 cm.; altri però sono larghi solo 2-3 cm., ma non
più corti ; nelle forme più grandi sono cuneati nei due
terzi inferiori e quasi simmetricamente trigono-cuspidati
nel terzo apicale ; più raramente sono asimmetrici e con
il margine anteriore obliquo, ed in questo caso con la co-
stola mediana eccentrica ed una costola più gracile da una
parte ; in generale hanno la parte centrale prolungata in
una assai lunga punta caudiforme, sono ondulati e denti-
colato-premorsi su tutto il margine anteriore. Il segmento
apicale è più grande dei laterali, è cuneato-flabelliforme,
3-5-costulato, a contorno con tanti lobi acuti e caudati
quante sono le costole ; essi segmenti sono cartacei, rigi-
duli, verdi e quasi nitenti di sopra, più pallidi e nelle
fronde giovani distintamente albicanti e molto tenuamente
— 203 —
forforacei di sotto ; alla fine rimangono anche glabri, ma
allora appariscono minutamente e fittamente punteggiati, i
puntini risultando dalle basi dei tricomi caduti: hanno la
costola mediana sottile, prominente e rotondata di sotto,
superficiale di sopra, sono striati sulle due faccie da un
numero variabile di nervi secondari e da numerosi nervi
terziari.
Spadici terminali e laterali, uscenti solitari, o talvolta
in numero di 2-3, dal lato ventrale in alto, da ognuna delle
guaine delle fronde superiori; essi sono glabri in ogni
parte, semplicissimi, indivisi, filiformi, nutanti e risultano
costituiti da una sola spiga fiorifera, lunga 10-25 cm., por-
tata da una parte peduncolare lunga circa quanto la spiga,
od anche alquanto più corta, ma sempre vaginata per in-
tiero, o quasi, da varie spate più o meno distanziate, di cui
le primissime o più basse brevi, quasi squameformi e le
seguenti tubulari, assai strettamente guainanti in basso,
aperte dal lato ventrale verso l’alto ; le spate superiori, e
specialmente l’ultima, sono prolungate ± in un lembo papi-
raceo, strettissimamente auriculeforme, acuminato; la parte
peduncolare dello spadice, allorché è inguainata dalle spate,
è di 4-5 rum. di diam., il nudo asse è di 1-3 mm. di diam. ;
l’asse sembra che da prima, quando porta solo fiori <4", sia
più sottile e che in seguito ingrossi quando porta i fiori 5
bene sviluppati, e più specialmente poi al momento della
maturità dei frutti ; la parte fiorifera non è sensibilmente
più spessa della pedunculare, è glabra, corrugato-striata,
e molto leggermente sinuosa fra i glomeruli dei fiori,
quando questi non sono molto ravvicinati. Gli spadici sono
tutti monoici, ma al momento che i fiori maschi sono per-
fettamente sviluppati, i fiori feminei non si vedono e ri-
mangono ancora allo stato primordiale, accolti fra due
brattee strettamente combacianti fra loro e situate fra-
mezzo ai fiori maschili.
I fiori maschili in boccio sono molto angustamente ellit-
tici, o subclavato-ellittici, lunghi 5-7 mm., larghi 2.5 mm.,
acuti ; calice dipolare, troncato; sepali suborbicolari, poco
— 204 —
più larghi che lunghi, a contorno rotondato, intiero, car-
noso-gibbosi o calcarati alla base ; corolla tre volte, od
anche un poco più, più lunga del calice, divisa sino in basso
in 3 segmenti naviculari, lanceolato-oblunghi, acuti, fina-
mente striati all’esterno; stami circa 25 ; antere lineari,
angustissime, attenuate un poco alle due estremità, quasi
acute alla base e più o meno anche all’apice od anche
ottuse, erette sopra un sottilissimo filamento assai lungo,
ma più corto dell’antera e che si inserisce in una leggiera
smangiatura della loro base; manca qualunque rudimento
d’ovario.
Fiori feminei sviluppatesi assai dopo la caduta dei fiori
maschili, orizzontali, inseriti spiralmente ed assai regolar-
mente intorno l’asse, che ricuoprono piuttosto densamente ;
sono globosi, di circa 5 mm. di diam. ; brattee florali re-
niformi, sepaloidee, fortemente striate ; calice spianato con
sepali suborbicolari ma più larghi che lunghi, a contorno
rotondato, finamente ciliolato, fortemente striato-nervosi ;
corolla 2 volte più lunga del calice, divisa sino quasi alla
base in 3 segmenti concavi, larghi, subdeltoidei, ottusiusculi
ed abbraccianti l’ovario, fortemente striato-nervosi. Stami-
nodi 0. Ovario globoso, leggermente depresso, triloculare,
rotondato in alto, ed ivi con un accenno di 3 superficialis-
sime carene radianti dagli stigmi ; questi sono sessili, tri-
goni, conniventi e formano con la loro riunione una pic-
cola areola circolare piana.
Frutti globosi o globoso-ovati, rotondati alle due estre-
mità, con la piccola areola stigmatica apicale rotonda, piana
ed immutata, senza fessure od incavi e con appena un ac-
cenno di 3 carene radianti dal contorno dell’areola ; la
superficie è opaca ed unita; la forma varia, ma è sempre
più o meno globosa, ed il diametro oscilla fra i 9.5-10.5
mm. ; il pericarpio è sottile, crostaceo, essucco (forse a
perfetta maturità è leggermente carnoso). Semi di so-
lito 3, talvolta 1-2 ; quando sono 3 risultano convessi dal
lato esterno e con due faccette dal lato interno: allorché
ben maturi sono quasi neri a superficie nitida, segnati
— 205 —
da poche diramazioni del rafe ascendenti dalla base dal
lato interno e pochissimo ramose; albume osseo, omogeneo;
embrione situato verso la metà del lato convesso.
Habitat. — Assai frequente in tutta l’Indo-China. Nella
Cocincina meridionale a Baochiang, prov. di Bien-hoa:
Pierre n.° 1877 (a questo numero è unita la nota : erecta
vel subscandens); un secondo esemplare, pure col n.° 1877, è
dei Monti Keerev nel Camboge. Ad un altro esemplare
Pierre assegna il nome annamita di « Mà} -roi » (rotin
fouet). Il Dott. Thorel ha raccolta questa forma durante
la spedizione del Me-kong (1866-68) a Bassac (n.° 2375),
a Kemarath (n.° 2992) ed a Lawang-Prabang (senza nu-
mero). Nel Laos a Phon thane: Spire n.° 92 (Esemplari
tutti dell’ Erb. di Parigi).
Osservazioni. — I frutti variano assai per la forma e
quindi anche la forma del seme varia. Negli esemplari di
Pierre n.° 1877 di Baochiang i frutti hanno 3 semi (1-3
secondo nota di Pierre), sono di 10 mm. di diam., ma un
poco più larghi che lunghi. Il seme perfettamente maturo
si libera facilmente dagli invogli ed ha una superficie ni-
tida color castagno scuro; ha le faccie ventrali separate da
un angolo ottuso, è rotondato alle due estremità ed è
lungo 6 mm., largo 5.5 mm., ed ha 4 mm. di spessore.
Nel n.° 2375 di Thorel il frutto (pure con 3 semi) è ovato,
lungo 13 mm. e largo 9.5-10 mm. ; il seme è piuttosto
acuto alle due estremità ed è lungo 9 mm. ed ha la super-
ficie opaca, ma non è perfettamente maturo.
Nel n.° 92 di Spire, di Phon thane, il frutto contiene 2-3
semi ed è sferico, di 9.5-10.5 mm. di diam. ; il seme che è
bene sviluppato e sembra completamente maturo, è lungo 8
mm., largo 6 mm. e spesso 4 mm.
Per quel che riguarda la forma dei segmenti oltre alla va-
rietà stenophylla , qui appresso descritta, si potrebbe sta-
bilire una forma intermedia. Vi è infatti un esemplare fra
quelli del Dott. Thorel, raccolto a Lacòne che ha alcuni
— 206 —
segmenti lunghi 20-25 cm. e larghi al di sopra della metà
o verso il terzo superiore solo 15 mm., e da questo punto
cuneati in basso, e nella parte superiore ristretti a scalini,
e denticolati; il segmento centrale è 3-costulato e con
3 lobi acuti. Un altro esemplare (di Kemarath, pure del
Dott. Thorel), ha taluni segmenti un poco più lai’ghi e più
distintamente cuneiformi del precedente, ma sempre più
stretti che nella forma tipica (lunghi 12-22 cm. e larghi
solo 2-3 cm.).
Didymosperma caudata var. stenophylla Becc.
Frondium segmentis linearibus, 20-28 cm. longis, 6-7 mm.
latis, 3 terminalibus liberis, lateralibus simillibus, margini-
bus remotissime dentatis et per gradus decrescentibus, apice
obtuso acute denticulato ; caetera uti in forma typica.
Descrizione. — Non sono conosciute le dimensioni gene-
rali, ma dalle porzioni esistenti apparisce una pianta gra-
cilissima e probabilmente non più alta di 1 metro, essendo
il tronco inguainato di soli 5-6 mm. di diam.
Foglie di pianta fertile lunghe, sullo stesso fusto, da
40-60 cm., con pochissimi segmenti, ± 6 per parte ed uno
terminale ; guaina cilindrica, finamente striata per il lungo,
leggermente dilacerato-fibrosa in alto sul lato ventrale e
specialmente presso la bocca ; fibre bruno scure ; ligula al-
lungata, acuminata, guainante in basso, molto sottilmente
membranacea, marcescente e presto risoluta in fibre brune
sottilissime; picciolo di lunghezza molto variabile sulla stessa
pianta ; nelle fronde basse caulinari è, a quanto sembra, più
allungato, (17 cm. in un esemplare) che nelle superiori
(4-6 cm.), è subterete, striato per il lungo, opaco, fugace-
mente forforaceo-rubiginoso ; rachide subtrigono. Segmenti
cartacei, rigiduli, nella parte bassa del rachide geminati so-
pra ogni lato ; le coppie di un lato opposte a quelle del-
l’altro lato; i segmenti superiori sono solitari ed opposti;
— 207 —
tutti sono molto strettamente lineari ; attenuati verso una
base acuta, a margini intieri meno che presso l’apice, dove
sono ristretti a scalini in punta più o meno lunga e per lo
più ottusa, e quivi assai acutamente denticolati; sono lun-
ghi 20-28 cm., larghi 6-7 mm. La foglia si termina in 3
segmenti liberi, di cui il centrale poco differisce dagli altri ;
sono verdi e quasi nitenti di sopra, più pallidi o subalbi-
canti e molto tenuamente forforacei di sotto, hanno la co-
stola mediana sottile, prominula e rotondata di sotto, super-
ficiale di sopra, striata sulle due faccio da alcuni nervi
secondari e da numerosi nervi terziari.
Spadici terminali e laterali, uscenti solitari da ognuna
delle fronde superiori, semplicissimi, indivisi, filiformi, nu-
tanti, consistenti in una sola spiga lunga 15-25 cm. e por-
tata da una parte pedunculare un poco più corta di lei;
del resto esattamente come nella forma tipica.
Habitat. — Indo-China. Raccolta a Vien-chang dal
Dott. Thorel durante la spedizione del Me-kong (1866-68).
Osseevazioni. — Differisce dalla forma tipica solo per i
segmenti strettissimi, lineari, che in piccolo hanno esatta-
mente la forma di quelli d q\V Arenga saccharifera. Gli spa-
dici con i fiori feminei sono esattamente come nella forma
tipica ; di quelli maschili non ne ho visti.
L’unico carattere che potrebbe servire a distinguere i
Didymosperma dalle Arenga , quello della forma dei seg-
menti, manca in questa varietà, che sembra proprio for-
mare il passaggio fra i due rammentati generi. L’ovario
triloculare piuttosto che biloculare sembra abbia poco im-
portanza come carattere generico in questo gruppo di
Palme. Il curioso di questa Palma si è quindi che la forma
tipica sarebbe un Didymosperma e la varietà una Arenga.
— 208 —
Didymosperma caudata var. tonkinensis Becc.
Caudice gracili, brevi ; frondium segmentis rhombeo-cu-
neatis; spadicibus brevibus rigidis; iloribus masculis obova-
tis, in vertice rotundatis.
Descrizione. — Palma gracilissima, stolonifera, alta
0.50-1 m. Fusto, allorché coperto dalle guaine, di 5-7 mm.
di diam. ; il fusto nudo solo 4-5 mm.
Foglie piccole, variabili di lunghezza da 25-45 cm. anche
sulla medesima pianta ; tutte hanno pochissimi segmenti,
solo 1-8 per parte, più uno terminale ; guaina cilindrica,
fortemente striata, dilacerato-fibrosa in alto lungo il lato
ventrale, specialmente in alto presso la bocca ; ligula ocrei-
forme, allungata, molto sottilmente membranacea, marce-
scente e prestissimo risoluta in fibre brune tenuissime ; pic-
ciolo di lunghezza molto variabile, lungo da 2-3 a 15-20 cm.
sulla stessa pianta, fortemente striato (sul secco), subterete
od oscuramente angoloso, ± distintamente canaliculato
nella faccia superiore, di 2-3 mm. di spessore, leggermente
forforaceo da principio, poi sparsamente punteggiato-sca-
bridulo od anche quasi liscio; rachide subtrigono. Segmenti
verdi o subconcolori sulle due faccie, più o meno sparsi in
gioventù di pagliette forforaceo-ferruginose fugaci nella pa-
gina inferiore, quasi sempre solitari sopra ogni lato, alterni
od opposti con quelli dell’altro lato, raramente vi sono in
basso, sopra ognuno dei lati, due segmenti ravvicinati per
le basi; se vi è un solo segmento questo ha l’apparenza
di esser composto di due ineguali uniti insieme ; in ge-
nerale i segmenti sono romboidali o trapezoidali, lunghi
10-12 cm. e larghi 4-5 cm. ; cuneati in basso, e da circa
la metà in su triangolari a contorno ineguale, acutamente
denticolato-premorso : sono poi bruscamente contratti nel
mezzo all’ apice in una punta acuminata, angusta, spesso
caudiforme e lunga 15-20 mm. ; il segmento centrale è più
grande dei laterali, ± cuneato-flabelliforme, 3-5-costulato,
209
spesso asimmetrico, a contorno con tanti lobi acuminati, o
più o meno caudati, quante sono le costole.
Spadici al solito modo monoici (coi fiori maschili molto
più precoci dei feminei) eretti od eretto-nutanti, piuttosto
brevi, terminali e laterali, solitari, indivisi, consistenti in una
sola spiga fiorifera lunga 6-10 cm., portata da una parte
pedunculare lunga poco più o poco meno quanto la spiga,
e vaginata quasi per intero da varie spate. Le spate sono
più o meno distanziate fra di loro, fortemente striate al-
l’esterno, le più basse brevi e quasi squamiformi, le se-
guenti brevemente tubulose in basso, aperte su di un lato;
esse si prolungano in un lembo non strettamente guai-
nante, allungato-auriculare, acuto ; la parte dello spadice
rivestita dalle spate è di 4-5 mm. di diam. ed il nudo asse
di 1.5-3 mm.
Fiori maschili al solito modo molto più precoci dei fe-
minei, obovati, rotondati in alto, attenuati assai in basso,
lunghi 5 mm. e larghi 3; calice dipolare, troncato; sepali
suborbicolari poco più larghi che lunghi, a contorno roton-
dato, intiero e finamente ciliolato, carnoso-gibbosi o subcal-
carati alla base ; corolla 3 volte più lunga del calice, divisa
sino in basso in 3 filli navicolari, subspatolati, coll’apice
largo ma acuto, attenuati in basso, con la base acuta, for-
temente striati all’esterno ; stami circa 30 ; antere lineari,
angustissime, ottusiuscule alle due estremità, a loggie pa-
rallele ; filamenti riuniti insieme alla base, tenuissimi, più
corti delle antere. Rudimento d’ovario 0.
Fiori feminei sviluppantesi al solito modo assai dopo
quelli maschili, orizzontali ed inseriti spiralmente ed assai
regolarmente intorno l’asse che ricuoprono piuttosto den-
samente : sono globosi, di circa 5 mm. di diam. ; brattee
florali reniformi, sepaloidee, fortemente striate ; calice spia-
nato a sepali suborbicolari ma un poco più larghi che lun-
ghi, a contorno rotondato, finamente ciliolato, fortemente
striato-nervosi ; corolla due volte più lunga del calice, di-
visa sino quasi alla base in 3 segmenti concavi, larghi, sub-
deltoidei, ottusiusculi ed abbraccianti l’ovario, fortemente
— 210 -
striato-nervosi. Staminodi 0. Ovario globoso, leggermente
depresso, triloculare, rotondato in alto ed ivi con l’accenno
di 3 superficialissime carene radianti dagli stigmi ; questi
sessili, trigoni, conniventi, formanti colla loro riunione una
piccola areola circolare nera, piana.
Frutti sferici, quando perfettamente maturi di circa
12 mm. di diam., a pericarpio leggermente carnoso, segnati
dalla piccola areola rotonda piana ed immutata sul vertice
e con appena un accenno di 3 carene radianti da quella.
Semi 2-3, obovati, rotondati in alto, attenuati alquanto
verso una base acuta, a dorso convesso e con due faccette
separate da un angolo ottuso dal lato interno, lunghi 8-9
e larghi 7 min., quasi neri, opachi ; embrione situato verso
la metà del lato dorsale.
Habitat. — Hel Tonkino occidentale: Pere Bon, n.° 2382
e n.° 2528 a Kien-khè e n.° 4646 a Yo-xa. Presso Thau-
Mo'i nelle foreste della catena calcare: Balansa n.° 518;
e nelle foreste delle vicinanze di Phuong-Lam, Balansa
n.° 4364. Esemplari tutti nell’Erbario di Parigi.
Osseev azioni. — Sono da prima stato tentato di consi-
derare come specie distinta dalla D. caudata questa forma,
che si distingue dalla tipica per le sue dimensioni minori,
per i segmenti delle foglie più piccoli ed in proporzione
della lunghezza loro più larghi ; per gli spadici più corti,
e sopratutto per i fiori maschili clavati e rotondati in alto.
Ma il n.° 92 di Spire del Laos, che ho riportato alla forma
tipica, viene a togliere lo stacco fra la Didymosperma del
Tonkino e quella della Cocincina meridionale, in modo che
non mi è sembrata opportuna una distinzione specifica fra
le due. La D. caudata v. tonkinensis si avvicina molto alla
D. nana Griff. dell’Assam, dalla quale differisce principal-
mente per l’asse dello spadice che è assai densamente for-
foraceo-rubiginosa nella D. nana, ed è glabra in tutte le
forme della D. caudata. Le spate della D. nana sono an-
che leggermente inflate e non come quelle della D. caudata
— 211
strettamente guainanti. Nelle dimensioni però e nella forma
delle foglie la D. caudata tonkinensis rassomiglia moltis-
simo alla D. nana.
Wallichia gracilis Beco. sp. n.
Coespitosa, caudicibus fertilibus ciré. 1.5 m. altis, dum
vaginis foliorum (ndutis 2-2.5 cm. crassis; foliis radicalibus
longe, superioribus breviuscule, petiolatis, petiolo tereti,
8-10 mm. diam.; segmentis elongato-cuneatis, basilaribus
80-40 cm. longis, superne 8-9 cm. latis, papyraceis, viri-
dibus, subtus pallidioribus et in juventute subalbicantibus,
minute fusco-punctulatis, margine anteriore undulato inac-
quali et denticulato-serrato. Spadices terminales et latera-
les, dioici, 30-35 cm. longi, recurvi, spatis auriculaefor-
mibus, numerosis, furfuraceo-tabacinis, indutis. Spadicis
masculi panicula anguste oblonga, ramulis numerosis gra-
cilibus; floribus masculis ovatis, obtusis, 5 mm. longis,
sessilibus ; calyce brevissimo; corollae phyllis oblongo-na-
vicularibus. Spadicis foemiuei panicula fructifera ovata,
densa, ramulis brevibus, 5-6 mm. longis; fructibus ovato-
ellipticis, utrinque aequaliter rotundatis, 13 mm. longis,
8 mm. crassis, apice mammillato ; perianthio fructifero de-
presso-cupulari, 7 mm. diametro.
Descrizione. — Cespitosa; i germogli non ancora fioriferi
sono acauli ; quelli fertili sono gracili e fogliuti, alti 1.5 m.
e muojono dopo la maturazione dei frutti (Balansa). Il fusto
rivestito dalle guaine delle foglie è apparentemente di soli
2-2.5 cm. di diam.
Foglie radicali e della parte bassa dei fusti molto lunga-
mente picciolate (non viste intiere) ; in una il picciolo è
lungo 90 cm., terete, di 8-10 mm. di diam. ; nelle fronde
giovani il picciolo è intieramente coperto da un indumento
forforaceo-rubiginoso, ma poi diventa glabrescente e molto
finamente scabridulo. Segmenti cartacei, verdi di sopra, più
— 212 —
pallidi e nelle fronde giovani subalbescenti di sotto e quivi di-
stintamente sparsi di minutissimi puntolini scuri; essi hanno
la costola mediana sottile, tondeggiante di sotto, e quivi
più rilevata che di sopra ; i nervi secondari sono numerosi,
poco più forti dei terziarii ; questi sono numerosissimi, tutti
molto sottili ma rilevati, e rendono distintamente radiato-
striate le due superficì ; i segmenti inferiori delle fronde
giovani sono lungamente cuneati verso una base molto acuta,
hanno il margine apicale od anteriore asimmetrico ed ondu-
lato, e sono ± prolungati all’apice in punta irregolarmente
triangolare acuta od ottusiuscula: sono lunghi 30-40 cm. e
larghi 8-9 cm. verso la metà. Le foglie della parte apicale
e fiorifera del fusto sono assai più piccole delle radicali,
hanno il picciolo molto più corto, la parte pinnifera (in un
esemplare) è lunga 50 cm. ed ha 6 segmenti per parte ol-
tre quello terminale ; tali fronde hanno la vagina con una
spessa costola dorsale e nel rimanente sfilaccicato-retico-
lata con fibre nere molto sottili ; la ligula (nelle fronde
giovani) è lunghissima (20-30 cm.), acuminata, rubiginoso-
forforacea all’esterno, presto lacera e ridotta in fibre paral-
lele, sottilissime, nere ; il rachide è rubiginoso-forforaceo
ed è bifaciale con angolo non molto acuto di sopra ; i se-
gmenti della parte superiore del rachide sono orizzontali,
cuneati in basso, a margini inferiori o laterali piuttosto
corti, la punta loro è subtriangolare ottusa, sono lunghi
18-20 cm., larghi 5-6 cm.; il segmento terminale è flabel-
liforme con 3-4 lobi superficiali, denticolati, ottusi.
Spadici pochi, spesso solitarii e terminali od accompagnati
da pochissimi altri laterali ; apparentemente dioici, però i
maschi ed i feminei sono pochissimo differenti fra di loro
e sono costituiti da una pannocchia lunga 15-18 cm., por-
tata da una parte peduncolare un poco più lunga della parte
fiorifera, terete, di 6-7 mm. di diametro e che subito sin
dal momento dell’antesi è fortemente arcuata, e porta la
pannocchia rivolta in basso ; la parte peduncolare è av-
volta da 6-7 spate relativamente grandi, imbricate, molle-
mente forforaceo-rubiginoso-tabacine all’esterno, glabre e
— 213 —
finamente striate internamente, sottilmente coriacee, lanceo-
lato-acuminate, concave ed in forma d’orecchio d’asino, non
tubolose e non abbraccianti in basso, le più esterne brevi, le
interne gradatamente più grandi, le maggiori lunghe 12-
15 cm. Pannocchia dei fiori densa, molto strettamente
oblunga, un poco attenuata all’apice, composta di numerosis-
simi ramoscelli inseriti spiralmente intorno all’asse, paten-
tissimi, arcuato-ascendenti, sottili (di 1 mm. di spessore),
i più bassi lungh^ circa 2 cm.
Fiori maschili ovati, ottusi, lunghi 5 mm., inseriti spi-
ralmente intorno ai ramoscelli, sessili all’ascella di una mi-
nutissima bratteola membranacea, concava, acuta; calice
brevissimo ; segmenti della corolla oblungo-naviculari, for-
temente striati.
Pannocchia fruttifera ovata, molto densa, con ramo-
scelli irregolarmente inseriti a spirale, ascendenti (o pen-
duli poiché l’intiera pannocchia è reflessa), glabri, lunghi
5-6 cm., spessi 2-3 mm. ; fiori 5 inseriti alquanto irrego-
larmente a spirale, accolti framezzo a 2 piccole brattee for-
manti un culiculo, concave, semiorbicolari a contorno ro-
tondato.
Perianzio fruttifero apparentemente non accresciuto, de-
presso-cupolare, accogliente tutta la base del frutto, di
7 mm. di diam. ; calice spianato a contorno 3-lobo, lobi
rotondati, striati ; corolla 2 volte più lunga del calice, di-
visa sino circa alla metà in 3 larghi lobi deltoidei, crassi,
ottusiusculi.
Frutto ovato-ellittico, egualmente rotondato alle due estre-
mità, mammillato all’apice o marcato da una piccola areola
circolare di 2 mm. di diametro. I frutti immaturi sono lun-
ghi 13 mm. e larghi 8. Seme....
Habitat. — Nel Tonkino a Dong-Dang, nelle foreste, Ba-
lansa n.° 519 (Febbr. 1885) e n.° 4369 (esemplare con frutti
immaturi (19 Genn. 1886), nelle foreste del Monte Bavi
a circa 800 m. d’altezza, e n.° 4362 (27 Decembre 1887)
con la nota: « Dioique ? Trono débile de m. 1,50 de hau-
ti
— 214 —
teur. Vallèe de Banton, dans les bois », esemplare con fiori
maschi. (Erb. di Parigi).
Osseev azioxi. — Sembra la specie più piccola del genere.
Distinta fra tutte per i suoi gracili fusti portanti in alto
o lateralmente dei relativamente piccoli spadici ; per la pan-
nocchia maschile angusta con corti ramoscelli fioriferi e
piccoli fiori ; per la pannocchia fruttifera ovata con ramo-
scelli corti ; per i segmenti verdi sulle 2 faccio e fugace-
mente albicanti di sotto, similissimi del resto a quelli della
TF. caryotoides.
Alla TT. gracilis sembrano riferibili gli esemplari rac-
colti nell’Yunnan da Henry, n.° 12331 (sole fronde), delle
montagne Szemao. ed il n. 10411 con frutti immaturi rac-
colti sulle Montagne Menghi a 500 piedi di altezza. (Vidi
nell’Erb. di Calcutta).
Licuala (Licualella) tonkinensis Beco. sp. n.
Gracilis. Frondium lamina dimidiato-orbicularis, radiato-
partita ; segmentis 6-8 inaequalibus, omnibus apice obtuse
dentatis ; lateralibus elongato-cuneatis. 5-6-costulatis, exti-
mis oblique truncatis, segmento centrali lateralibus conspi-
cue latiori, basi non pedicellato, in medio profunde inciso,
divisionibus 8-10-costulatis ; petiolo in parte basilari tan-
tum spinis parvis conicis horizoutalibus armato. Spadix (in
specimine uno circiter 55 cm. longus) strictus, rigidulus,
undique indumento tenui rubiginoso-furfuraceo obtectus,
indivisus, parte axili spathis duabus completis vaginata,
crassiuscule filiformi, basi compressiuscula, 4 mia. lata,
superne subtereti et 3 mm. diametro, sensim in partem flo-
rigenam minime incrassatam, circ. 10 cm. longam, conti-
nuata ; spathis minute rubiginose furfuraceis, membrana-
ceis, exsuccis, basi arcte vaginantibus, superne nonnihil
inflatis, valde compressis, apice tantum perviis et lacero-
marcescentibus. Flores ovati, 4.5 mm. longi, horizonthales,
215 —
sessiles, circum spicam spiraliter dispositi, pulvinulo super-
ficiali insidentes ; calyce late-campanulato, basi planiuscula
callosa, limbo membranaceo extus rubiginose papilloso-fur-
furaceo, irregulariter 3-lobo ; corolla calyce subduplo lon-
giori, segmentis elongato-triangularibus, subtiliter coriaceis,
extus glabris, striato- venosis; ovario glabro; carpellis abor-
ti vis basilari bus.
Descrizione. — Gracile. Fronde (due sole esaminate) con
picciolo lungo 40-45 cent., della uniforme larghezza di 4 mm.,
triangolare da cima a fondo, piano di sopra, con lo spi-
golo inferiore ottuso, ed i margini acuti armati solo presso
la base con poche spine, piccole, coniche, orizzontali ; li-
gula apicale cordata, callosa; lembo nell’ insieme semiorbi-
colare, palmato, diviso sino alla base in 8 segmenti ine-
guali ; il mediano latamente e sin dall’apice gradatamente
cuneato, non pedicellato alla base diviso nel mezzo per i
s/3 della sua lunghezza ; ogni divisione ha 8-10 nervi pri-
marii ; i segmenti laterali sono più stretti ed hanno 5-6
nervi; il segmento più esterno è il più angusto, tutti sono
cuneati, ma i più esterni sono leggermente ristretti in alto,
e troncati obliquamente, tutti sono terminati da denti brevi,
separati da seni ottusi, ogni dente è brevemente bilobo
all’apice con i lobi ottusissimi.
Spadici dirittissimi, indivisi, minutamente rubiginoso-
forforacei in ogni parte, con la porzione peduncolare lunga
45 cent., intieramente guainata da due spate, compressa
alquanto e larga dalla base sin presso l’apice 4 mm.: quivi
è cilindracea, di 3 mm. di diametro, e gradatamente senza
demarcazione passa nella spiga fiorifera. Spate due, fina-
mente rubiginoso-forforacee, quasi eguali di forma, l’interna
però circa di 1 .'3 più lunga dell’esterna, membranacee, essuc-
che, lungamente tubulose, strettamente guainanti in basso,
leggermente inflate nella parte superiore, fortemente com-
presso-ancipiti, coi lati molto acuti, aperte solo all’apice
ed ivi bifide e terminate in punta acuta, ± marcescente
e sfilaccicata. La spiga o parte fiorifera è terete ed allun-
— 216 —
gata e porta i fiori a spirale tutto ingiro sopra pulvinuli
superficiali, non sporgenti.
Fiori solitari, sessili, lunghi 4.5 mm. ; calice campanulato,
calloso in basso, a lembo membranaceo diviso in 3 lobi
triangolari acuti, densamente forforaceo-papillosi, rubigi-
noso di fuori ; corolla un poco meno del doppio più lunga
del calice, sottilmente coriacea, a lobi triangolari allungati
striati all’esterno. Giovani frutti ovoidei-oblunghi, glabri.
Habitat. — Scoperta dal Padre Bon nel Tonkino occi-
dentale a Vo-xa nelle selve rupestri del monte Chuà Hac,
il 5 maggio 1835, n.° 2901. Nome volgare « Luà Khua ».
(Erb. De Candolle e di Parigi).
Osservazioni. — E molto ben caratterizzata per lo spa-
dice indiviso con parte fiorifera non incrassata. Si avvicina
alla Licuala ( Licualella ) mattanensis Beco., dalla quale dif-
ferisce per i segmenti larghi, di cui il mediano profonda-
mente bipartito e per i frutti ovato-oblunghi. Ho visto
solo una fronda ed uno spadice con frutti immaturi. La
specie però è ben caratterizzata.
Licuala calciphila Beco. sp. n.
Parvula, gracillima. Frondes inter minores, lamina parva,
3 -5-partita, segmento centrali latissime cuneiformi, 15-16
cm. longo, usque ad medium et ultra in medio fìsso, basi
non pedicellato, divisionibus 5-7-costulatis apice truncatis
et obtuse dentatis ; segmentis lateralibus linearibus vel
anguste cuneatis et jam ab apice, oblique et argute
dentato, basin versus sensim attenuatis ; petiolo gracillimo,
20-30 cm. longo, 2 mm. lato, spinis rectis validiuscu-
lis, 2-4 mm. longis, basi subbulbosis, ad raargines ar-
mato. Spadices graciles, areuato-nutantes, petiolis bre-
viores, in ramos 2-3 remotiuscule superpositos divisi ;
Spathis primariis tenuiter membranaceis, marcescentibus,
217 —
tubulosis, basi lassiuscule vaginantibus, superne anguste
auriculatis, acuminatisi ramis in 2-8 ramulos floriferos
graciles, 4-5 cm. longos, vix 1 mm. crassos, divisis; fiori -
bus parvis spiraliter insertis, plane sessilibus, ovatis, acutis.
Descrizione. — Gracilissima, stolonifera, con fusti gra-
cili di 60 cm. di altezza (Balansa), foliosi all’apice, di 7'mm.
di diam. in basso nella parte nuda.
Foglie fra le più piccole; guaina intiera, sottilmente co-
riacea, carinata sul dorso e quasi intiera, lunga circa 5 cm.,
brevemente tubulare in basso, sottilmente coriacea e care-
nata sul dorso, fibroso-reticolata sul lato ventrale, special-
mente in alto, dove si dilata alquanto e dove si prolunga
anteriormente in una ocrea liguliforme, lunga 5-6 cm.,
membranacea, essucca, presto marcescente e che si sfacela
in filamenti sottili e flaccidi ; picciolo gracilissimo, lungo
20-30 cm., largo 2 mm , subtrigono, piano e striato di sopra,
con angolo assai prominente di sotto, con margini acuti
armati di spine orizzontali relativamente assai forti, ma
non molto fitte, dritte, lunghe 2-4 mm., con base inspessita
e quasi bulbiforme; ligula triangolare-allungata; lembo
assai più corto del picciolo, sottile cartaceo, opaco sopra
ambedue le faccie, leggermente più pallido di sotto, diviso
in 3-5 segmenti, dei quali il centrale partito in due sino
alla metà o sino al terzo inferiore, nell’ insieme molto la-
tamente cuneiforme e largo in alto 8-10 cm., non pedicel-
late alla base, lungo 15-16 cm. ; ogni sua divisione ha 5-7
costole primarie superiori ed all’apice è troncata con i denti
primarii larghi e bassi ed i secondarii ottusi ; se i segmenti
sono cinque, i 2 più esterni sono molto piccoli e lineari ;
gli intermedi hanno 3-5 costole primarie : sono gradata-
mente cuneati sin dall’apice che è obliquo e più profon-
damente dentato che nel segmento centrale.
Spedici arcuato-nutanti dalla ascella delle foglie e più
corti dei piccioli di queste, gracili, con 2-3 palchi di rami
sovrapposti ; i rami sono divisi in 2-3 ramoscelli fioriferi;
spate primarie sottili, membranacee, marcescenti, guainanti
— 218 —
completamente l’asse dello spadice, tubulose, lassamente
guainanti in basso, prolungate in lunga punta strettamente
auriculare, acuminata ; ramoscelli fioriferi gracili, lunghi
4-5 cm., e di appena 1 mm. di spessore, portanti i fiori
non molto fitti ed a spirale.
Fiori piccoli, affatto sessili, ovati, acuti (visti solo in
cattivo stato).
Habitat. — Tonkino : sulle rupi calcaree in vicinanza
della sponda sinistra del Fiume nero a 3 chilometri a monte
di Phuong-Lam, nella foresta d’alto fusto, raccolta da B.
Balansa il 2 maggio 1888. (Erb. di Parigi).
Osservazioni. — È una delle più piccole specie, e che
per le foglie rassomiglia alla L. ternata. E distinta per i
suoi piccoli spadici con 2 o 3 soli palchi di rami, pochis-
simo divisi, più corti dei piccioli e vaginati completamente
da varie spate membranacee, lassamente guainanti, marce-
scenti, terminate in stretto e lungo lembo acuminato au-
riculare, e per i piccoli fiori sessili.
Licuala fatua Becc. sp. n.
Gracilis. Folia.... Spadices elongati, graciles, rigidi, recti,
in 3-4 ramos primarios remote superpositos divisi ; parte
axili tenui, circiter 2 mm. diametro, spathis tubulosis,
compressis, exsucce membranaceis, omnino vaginata ; ramis
in 4-5 ramulos floriferos irregulariter partitis ; ramulis
floriferis 5-15 mm. longis, gracilibus, sinuosis, subulatis.
Flores spiraliter secus ramulos inserti, piane sessiles, ovati,
basi rotundati, superne paullo attenuati, 3-3.5 mm. longi,
2 mm. crassi ; calyce cyathiformi, membranaceo, profunde
3-dentato, puberulo ; corolla calyce l/3 longiori, usque ad
medium in 3 segmenta triangularia pergamenacea extus
striato-venosa partita ; staminibus infra medium corollae
insertis, filamentis e basi crassa teretibus subulatis, antheris
— 219 —
suborbicularibus, parvis, filamentis triplo vel quadruplo bre-
vioribus ; carpellis glabris, subclavatis et in stylum conicum
subulatum superne attenuatis.
Descrizione. — Pianta apparentemente assai gracile. Fo-
glie.... Spadici allungati, gracili ma rigidi e dritti, con 3-4
(o forse anche più) palchi di rami sovrapposti ; la parte
assile è molto sottile, di 2 mm. di diametro ed é intiera-
mente inguainata dalle spate ; i rami escono eretti dalla
bocca delle respettive spate e si dividono irregolarmente in
pochi (4-5) ramoscelli fioriferi (non sono quindi digitati);
spate primarie allungate, tubulari, compresse, molto lassa-
mente guainanti, sottili, membranacee, essucche, brune,
parzialmente squamuloso-forforacee, lacero-fesse in alto ;
1’ inferiore è ancipite e lunga circa 20 cm. e larga 15 mm.
in alto, ed è ristretta in basso ; ramoscelli fioriferi lunghi
5-15 cm., gracili, sinuosi, spessi 1.5 mm. alla base, subu-
lati all’apice, forforacei o rivestiti assai densamente da peli
ramentacei rubiginosi ; i ramoscelli portano tutto in giro
i fiori, che riposano sopra tubercoletti superficialissimi; brat-
teole florali inconspicue.
Fiori affatto sessili, ovati, spesso alquanto asimmetrici,
rotondati in basso, attenuati verso l’apice, ma ottusiusculi,
lunghi 3-3.5 mm., larghi circa 2 mm. ; calice ciatiforme,
membranaceo, fortemente striato-nervoso, assai profonda-
mente 3-dentato, con i denti triangolari ; questi sono cibati
sul margine, e specialmente all’ apice, con peli ramentacei
ferruginei ; simili peli sono sparsi anche sul corpo del ca-
lice, specialmente alla base ; corolla un terzo più lunga
del calice, attenuata in basso, divisa sino circa la metà
in 3 segmenti triangolari, allungati, pergamenacei, striati
esternamente; stami inseriti poco al di sotto della metà della
corolla, tutti eguali, con filamenti tereti, allungati, 3-4
volte più lunghi delle antere, dilatati e con un ringrosso
bulbiforme in basso, dove con le loro basi a contatto l’una
con l’altra formano, alla fauce della corolla, un anello car-
noso 6-lobo ; antere piccole suborbicolari ; carpello glabre,
— 220 —
allungate, subclavate, assai attenuate in basso, non scolpite
in alto ma spesso con depressioni sui lati causate dalla
pressione della base dei filamenti, ristrette nel terzo supe-
riore in uno stilo subulato a base conica ; stigma punti-
forme. Frutti mancano.
Habitat. — Nel Tonkino occidentale. Pére Bon, n.° 3130
nell’ Erbario di Parigi.
Osservazioni. — Di questa specie ho visto un solo spa-
dice mutilato dell’estremità ; la porzione assile esistente è
lunga 35 cm. e porta 2 rami lunghi 18-20 cm. ; è guainata
dalla spata basilare e da altre 2 spate, una per ognuno
dei rami. Lo spadice intiero lo giudico di circa 60 cm. di
lunghezza. Mancano le foglie. Ad onta dell’ incompleto
materiale apparisce una delle specie meglio caratterizzate
per i suoi piccoli fiori ovati, sessili, con calice peloso-ra-
mentaceo, ma sopratutto per gli stami con filamenti rela-
tivamente molto allungati e robusti , che rassomigliano
quelli delle specie della sezione Dammera, mentre in ge-
nerale in tutte le Eulicuala i filamenti degli stami sono
minutissimi e dentiformi.
Rhapis micrantha Becc. sp. n.
Gracilis, 1-2 m. alta, caudice nudo 8 mm., dum vaginis
induto 15-20 mm. diametro. Frondium vagina et ligula
concinne in fibras solutae, fibris exterioribus complanatis,
interioribus tenuioribus, criniformibus, teretibus ; segmenta
6-10 usque ad basin omnino libera. Flores masculi turbi-
nati, 4-4.5 mm. longi; calyce membranaceo 3-lobo, lobis
acutis; corolla calycem triplo superanti; staminum filamentis
corollae adnatis, usque ad apicem linearibus; antheris paullo
latioribus quam longioribus. Flores foeminei clavati, dum
bene evoluti 4.5 mm. longi ; corolla superne subglobosa,
basi longe angusteque attenuata ; calyce basi carnoso, 3-
— 221
dentato, dentibus triangularibus acutis. Fructus albi, sae-
pius 3-ni, globosi, 8-9 mm. diam., semine globoso, 6-6.5
mm. diametro.
Descrizione. — Dioica (?), molto gracile, alta 1-2 m.
Tronco vaginato di 15-20 mm. di diametro ; il tronco nudo
di soli circa 8 mm. Vagine tubolose, leggermente dilatate
in alto, lunghe circa 20 cm., ottusamente carenate e coria-
ceo-legnose lungo quasi tutto il lato dorsale, risolute sul
lato ventrale in un reticolo formato da 2 strati di fibre di
color bruno-castagno ; nello strato esterno le fibre sono
ascendenti obliquamente, filiformi ma alquanto schiacciate
e larghe spesso sino quasi 1 mm., disgregate l’una dall’al-
tra e riapprossimate lungo la linea mediana dal lato ven-
trale, dove quelle della parte più alta concorrono a formare
una ligula triangolare, lunga sino a 3 cm., opposta al pic-
ciolo e non sfacelata ; le fibre dello strato interno della
vagina incrociano quelle più esterne seguendo una dire-
zione longitudinale e sono di queste molto più sottili ; tanto
le une quanto le altre si discostano alquanto l’una dall’al-
tra ma rimangono nella posizione loro e nell’insieme for-
mano un lasso reticolo, non s’increspano e non si arruffano
come più o meno accade nella Rh. ftabellif'ormis. Picciolo
lungo 20-30 cm., gracile, biconvesso o piano-convesso, al-
meno in basso, con i margini scabriusculi o quasi lisci,
piuttosto acuti, specialmente verso l'alto ; nelle fronde gio-
vani è barbato-lanoso sul contorno. Lamina delle foglie
radiato-digitata, nell’insieme con circa 20 costole prima-
rie superiori, divisa in 6-10 segmenti cartacei, verdi e
non nitenti di sopra (sul secco), a mala pena più pallidi di
sotto, ineguali, lunghi 20-25 cm., 1-5-costulati, larghi 0.5-
4 cm., espansi in semicerchio, tutti liberi sino in basso ; i
segmenti centrali sono spesso i più larghi, tutti si termi-
nano all’apice in 2-5 denti triangolari, acuminati e breve-
mente bifidi ; i segmenti laterali hanno i denti più stretti
e più acuminati dei centrali ; le costole (o nervi primari)
superiori ed inferiori ed i margini sono minutamente e poco
— 222 —
argutamente serrulato-scabriduli ; venule transverse nume-
rose, acute.
Spartiti =£r densamente coperti nelle parti assili, all’epoca
della fioritura, da un indumento forforaceo-ramentaceo, fer-
rugineo, poi glabri. La parte peduncolare dello spadice è
completamente vaginata da due spate generali ed è quasi
del tutto inclusa nella guaina della foglia all’ascella della
quale esce ; essa porta solo 3-4 piccole infiorazioni parziali
formanti una breve, lassissima e diffusa pannocchia. Le
spate primarie sono membranacee, striate per il lungo, tu-
bulose, aperte all’apice, dove si terminano in una punta
lanceolata, fibroso-lacera e più o meno coperta da un in-
dumento ramentaceo-forforaceo ; la spata più bassa è lunga
circa 15 cm., acutamente bicarinata ; la seconda spata sor-
passa alquanto l’esterna ; la parte assile eli e rimane fuori
della spata è sinuosa a zig-zag, con lo spazio fra un ramo
e l’altro dritto e vaginato da una spata tubulosa più lunga
del ramo stesso, aperta da un lato dalla metà in su, e ter-
minata in punta acuminata che abbraccia la base dei rami
primarii ; tutte queste spate sono membranacee e ± forfo-
raceo-ramentacee all’esterno. I rami primari sono patentis-
simi, e come l’apice dello spadice sono composti di vari
ramoscelli fioriferi, sparsi, patenti, gracilissimi, filiformi,
subulati, lunghi 4-8 cm. (i più corti essendo i più alti) ed
aventi i pulvinuli dei fiori superficiali.
Fiori maschili turbinati, quando completamente svilup-
pati, lunghi 4-4.5 mm., disposti, senza molta regolarità a
spirale, sessili, solitari, orizzontali, muniti in basso di una
minutissima bratteola jalina, acuminata, decidua. Calice
membranaceo, cupolare-campanulato, subjalino, molto mi-
nutamente punteggiato-glanduloso, profondamente 3-lobato,
coi lobi triangolari e non di rado lobulati alla lor volta,
acuti od anche apiculato-caudati. Corolla turbinata, carno-
sula, attenuata in basso, al momento dell’antesi due volte
più lunga del calice, brevemente 3-loba all’apice, coi lobi
rotondati a mala pena apicolati e muniti internamente, in
punta, di una callosità crestiforme sulla linea mediana che
— 223 —
separa due incavi o nicchiette, in ognuna delle quali si
annida la metà di una antera. Stami 6, subiseriati, i tre
corrispondenti ai seni fra un lobo e l’altro essendo un poco
più lunghi degli altri tre ; i filamenti sono tereti e si par-
tono quasi dal fondo della corolla, ma sono connessi a que-
sta per tutta la lunghezza loro ; antere suborbicolari con
largo connettivo, a loggie subreniformi deiscenti sui lati.
Rudimento d’ ovario inconspicuo o piccolissimo, oblungo,
carnosulo.
Spadici feminei simili a quelli maschili, ma con minor
numero di fiori, e questi più radi sui ramoscelli. I fiori fe-
minei sembrano a prima vista di due qualità, alcuni es-
sendo globosi ed altri clavati e più lunghi dei maschili;
ma forse al momento dell'antesi anche ai feminei si allunga
il tubo della corolla. I fiori globosi sono di circa 2 mm. di
diam.; il calice è membranaceo, cupolare, irregolarmente
trilobo, a lobi ottusamente denticolati ed apicolati. Corolla
divisa sino alla metà in 3 lobi quasi valvati, latamente
ovati, apicolati, concavi, molto crassi. Stami sterili 6, con
filamento quasi nullo; le antere sono vacue, ma ben con-
formate e grandi, cordato-ovate, smarginate all’apice con
largo connettivo, con le linee della deiscenza laterali. Ova-
rio composto di 3 carpelle libere fra di loro e nell’insieme
latamente turbinato ; carpelle convesse dal lato esterno, bi-
faciali dal lato interno, bruscamente contratte in breve stilo
con stigma puntiforme ; ovulo inserito in basso della log-
gia, eretto. Alcuni esemplari hanno fiori che differiscono
esternamente da quelli ora descritti, perchè, a quanto sem-
bra, sono completamente sviluppati e si trovano al momento
dell’antesi; questi fiori sono allora clavato-capitellati od in
forma di chiodo di garofano ; la corolla loro ha una capoc-
chia quasi globosa di 1.7 mm. di diam., bruscamente atte-
nuata in basso in una parte piuttosto sottile, piena. Nell’in-
sieme la corolla è allora 2 l/i volte più lunga del calice ;
le carpelle rimangono in alto nella parte dilatata della co-
rolla, sorrette da una specie di colonna costituita dalla parte
assottigliata e piena della corolla ; esse sono esattamente
— 224 —
come di già state descritte e circondate dagli usuali stami
sterili.
Frutti globosi, spesso 3-ni, risultanti dallo sviluppo indi-
pendente delle 3 carpello, bianchi sul vivo (Bon), di 8-9 mm.
di diam. sul secco : in questo stato sono opachi e di un
color scuro all’esterno ; epicarpio sottile, unito ; mesocarpio
allo stato secco granuloso-spongioso, ma probabilmente leg-
germente carnoso sul fresco, staccantesi facilmente a com-
pleta maturità dal nocciolo (endocarpio); 1’ endocarpio è
sottile, fragile, crostaceo-legnoso. Il seme si libera con dif-
ficoltà dall’endocarpio, è globoso, di 6-6.5 mm. di diametro,
un poco pianeggiante dal lato dell’ intrusione del rate ;
il rafe è assai largo, leggermente impresso, gira intorno
alla metà inferiore del seme e dall’altro lato termina all’em-
brione, che si trova nel centro della faccia più convessa;
il processo del rafe forma una massa spongiosa, globosa,
scura, che penetra sino alla metà del seme; l’albume è os-
seo ed in sezione longitudinale si presenta della forma di
ferro di cavallo ; la testa del seme è opaca, bruna, senza
ramificazioni del rafe distinte. Il perianzio fruttifero forma
un distinto pedicello slargato in alto e che accoglie le tre
drupe.
Habitat. -- Nel Tonkino occidentale sui monti Dong-
Baù a Kien Khé. Scoperta dal Padre Bon, 19 Aprile 1884.
Nome volgare « Kay Lui ». N.° 2545, esemplari con fiori
cf nell’Erb. De Candolle e di Parigi e n.° 2546 nell’Erb.
De Cand. ; n.° 2345 esemplare in frutto e con fiori $ (cla-
vati), nell’Erb. di Parigi.
Osservazioni. — Ha intieramente l’abito della Eh. flabel-
liformis, dalla quale si distingue principalmente per la
guaina delle foglie, la quale è composta nella sua parte
ventrale di fibre che si discostano l’una dall’altra, ma che
rimangono al loro posto e non si arruffano; di più le fibre
esterne sono complanate e più grosse delle interne che per di
più sono tereti; si distingue inoltre per la ligula non sfa-
— 225 —
celata; per i segmenti completamente liberi fra di loro sino
in basso; per gli spadici più allungati e per i fiori maschili
con calice a lobi ineguali, spesso apicolati, e per i petali
più rotondati in alto ; infine per i fiori feminei più piccoli.
E anche affine alla Rh. humilis per le sue guaine a fibre
non arruffate, ma in questa i segmenti non sono compieta-
mente liberi sino in basso.
Rhapis laosensis Becc. sp. n.
Gracilis, caudice nudo 5-7 mm., dum vagims induto
10-15 mm. diam. Frondium vagina et ligula in fibras te-
nuissimas molles, concinnas, solutae ; segmenta saepe tan-
tum 3 et pluricostulata, interdum usque ad 9 et 2-3-costu-
lata, omnia, vel saltern centralia, basi plus minusve connata.
Spadices spathis auriculiformibus subduplo longiores. Flores
masculi 4 mm. longi; corolla clavata, basi valde angustata,
calyce quadruplo longiori ; calyce 3-dentato, dentibus trian-
gularibus acutis; staminibus biseriatis, antheris suborbicu-
laribus ; flores foeminei obovati, basi attenuati, 4 mm. longi,
2.8 mm. crassi.
Descrizione. — Gracile. Il tronco allorché coperto dalle
vagine delle foglie è di 10-15 mm. di diam. ; il tronco
nudo solo di 5-7 mm., con internodi discosti 20-25 mm.
nella parte più alta, ed in basso solo 6-7 mm. Vagine lun-
ghe 7-10 cm., nell’ insieme cilindraeeo-infundibuliformi, ot-
tusamente carenate e coriaceo-sublegnose lungo il lato dor-
sale, intiere e tubulari in basso, risolute in reticolo fibroso
sul lato ventrale ; le fibre sono tutte molto sottili, capil-
lari e morbide, quelle dello strato esterno sono leggermente
più forti delle sottostanti e molto regolarmente parallele
(non arruffate), concorrenti a formare una assai lunga
ligula acuminata, risoluta poi, più o meno, in un reticolo
molle. Picciolo gracilissimo, lungo 20-35 od anche solo
10-15 cm., largo 2-2.5 mm., più o meno compresso, a mar-
— 226 —
gini piuttosto acuti, lisci od anche scabriduli. La ligula
all’ apice del picciolo è triangolare, barbato-lanosa nelle
fronde giovani. Lamina radiato-digitata, nell’ insieme, di
solito, con 16-17 costole primarie superiori, ma talora sino
a 23, divisa spesso in 3 soli segmenti ineguali con 5-7 co-
stole primarie superiori, larghi sino 5-6 cm. e lunghi
20-25 cm. ; talvolta i segmenti sono sino a nove e più o
meno ineguali, 1-5-costulati e larghi in proporzione del
numero delle costole : sono uniti in basso per il tratto di
1-3.5 cm.; quando sono molto larghi, sono distintamente
concavo-convessi, quasi egualmente attenuati alle due estre-
mità, con i denti apicali acuti e bifidi ma così conniventi
da rendere i segmenti ± acuminati ; di consistenza, i
segmenti, sono cartacei, alle volte sono distintamente in-
tenti di sopra, più pallidi di sotto; le costole superiori ed
inferiori sono =t serrulato-scabridule; i margini sono molto
finamente ed acutamente serrulato-denticolati; venule tran-
sverse approssimate, sottili e distinte.
Spndici con pochi rami divaricati e divisi in ramoscelli
lunghi pochi centimetri e portanti pochi fiori ; nell’ insieme
gli spadici sono assai brevi, più corti dei piccioli ed alle
volte di poco più lunghi delle spate. Le spate sono assai
variabili di grandezza, assai grandi, le due inferiori tubu-
lose e fortemente compresse in basso, auriculeformi in alto,
acute od acuminate, più o meno fugacemente forforacee ;
di solito una terza spata pure assai grande ed auricule-
forme si trova alla base delle diramazioni principali.
Fiori maschili piccoli, clavati, angusti, lunghi 4 mm. ;
calice acutamente 3-dentato; corolla 4 volte più lunga del
calice con i 3 lobi deltoidei, apiculati; stami biseriati; an-
tere suborbicolari a loggie reniformi e largo connettivo.
Fiori feminei orizzontali, provvisti alla base di una brat-
teola membranacea, subulata, decidua, obovati, crassi, at-
tenuati un poco in basso: i più sviluppati da me visti sono
lunghi 4 e larghi 2.8 mm., con la base della corolla crassa
e che non sembra si allunghi molto al momento della an-
tesi, a giudicare dal perianzio fruttifero; calice cupolare, su-
227
perficialmente 3-dentato ; carpello fortemente gibbose in
alto, solcate sul dorso in causa dell’impressione lasciata dal
filamento degli stami sterili ; stilo breve, rimanente più
basso della gibbosità della respettiva carpella. Perianzio
fruttifero molto brevemente pedicelliforme. Frutti
Habitat. — Indo-China, nel Laos meridionale, valle del
Mekong a La-Khon, race, dal D. Thorel, (senza numero),
ed a Saraburg (n.° 3154, esemplari con fiori rf ). Pure nel
Laos a Xeng-Kouang. (D. Spire, n.° 568). Esemplari tutti
dell’Erb. di Parigi.
Osservazioni. — Si distingue dalla Rh. micrantha spe-
cialmente per la natura delle fibre nelle quali si risolve
la parte anteriore delle guaine delle foglie; tali fibre nella
Rh. micrantha sono rigide ed appiattite, mentre nella
Rh. laosensU sono finissime e molli ; tanto nell’ una quanto
nell’ altra dette fibre non sono arruffate ed in questo am-
bedue differiscono dalla Rh. flabelli for mis. I fiori feminei
sono tozzi e crassi e non sembra che la corolla loro si al-
lunghi molto al momento dell’antesi; tali fiori poi sono par-
ticolari per le carpello che, nel boccio, sono fortemente
gibbose ed hanno lo stilo molto corto e situato più basso
della gobba della respettiva carpella.
Dalla Rh. subtilis differisce per le dimensioni assai mag-
giori e per le fronde con maggior numero di segmenti.
Rhapis subtilis Beco. sp. n.
Pusilla, gracillima, 0.50-1 m. alta, caudice basi nudo et
crebre annulato, tenuissimo, 3 mm. diam.; frondium vagina
in fibras uniformes tenuissimas molles concinnas soluta ;
segmenta perpauca, bi-3-costulata, vulgo 3, interdum 2-4,
usque ad basin omnino libera, 9-10 cm. longa, apice paullo
angustata et irregulariter dentata; spadicis parte peduncu-
lari spatharum subtriplo longiori; spathis angustissimi.
— 228 —
Descrizione. — Gracilissima, alta 0.50-1 m. con tronco
sottilissimo di soli 3 mm. di diam., folioso solo in alto,
nodoso in basso, con internodi lucidi, variabili da 6-10
a 20-25 mm. di lunghezza. Vagine brevi, disintegrate sul
lato ventrale in fibre capillari molto sottili, molli, tutte
uniformi; ligula ± parzialmente disintegrata in fibre sot-
tili, molli non o poco arruffate. Picciolo gracilissimo, lungo
7-12 cm., largo 1.5 mm., subbiconvesso, ± scabridulo-striato.
Lamina molto piccola, lunga 8-10 cm., rigidula, cartacea,
divisa sino alla base in soli 2-4 segmenti, digitati, 2-3-
plicato-costulati, nell’ insieme fra tutti con sole 7-9 costole
primarie superiori, acuti in basso, leggermente ristretti
all’apice, molto inegualmente inciso-dentati a denti acu-
tiusculi, di sotto più pallidi che di sopra, senza squamule
brune (sempre ?) ; margini finamente serrulati ; costole su-
periori scabridule ; venule transverse conspicue.
Spadici nascenti eretti framezzo le fronde, presso a poco
lunghi quanto i piccioli di queste, con parte pedunculare
assai allungata compressa e che si divide all’apice in soli 2-4
ramoscelli, i quali portano pochissimi fiori sparsi ; spate
primarie angustissime, larghe 2-3 mm., terminate in lembo
stretto, acuminato, giungente sino a circa la metà della
parte peduncolare dello spadice. Gli esemplari da me visti
portano solo pochi fiori feminei trapassati.
Habitat. — Vallata del Me-Kong nel Laos inferiore a
Lakòn (o Lacòne), Thorel n.° 3099 nell’ Erb. di Parigi.
Osservazioni. — Affine alla Rh. laosensis , ma distinta
per le sue piccole dimensioni, per le piccolissime fronde
digitate, che nell’insieme hanno sole 7-9 costole primarie
superiori, e si dividono in soli 2-4 segmenti ; per gli spa-
dici con assai lunga parte pedunculare sporgente dalle an-
gustissime spate.
— 229 —
Calamus acanthophyllus Beco. sp. n.
Parvus, subacaulis, caespitosus, vaginis non flagelliferis in
ventre apertis. Folia erecta, rigida, 50-80 cm. longa (non
cirrifera), ; petiolo longiusculo ; segmentis utrinque 12-14,
inequidistantibus, rigidis et spisse papyraceis, utrinque pal-
lide virentibus vel subglaucescentibus, linearibus, apice =±=
attenuatis, acutis et subpungentibus vel interdum obtusiu-
sculis, in costa media et ad margines saepius conspicue
spinulosis, intermediis 15-25 cm. longis, 6-10 mm. latis,
summis radiato-digitatis brevioribus, duobus terminalibus
basi plus minusve connatis. Spadices masculi et foeminei
similes, erecti, simplicissimi ; parte asili indivisa, rigida,
apice 4-8 spicas floriferas ferenti; spathis arctissime va-
ginantibus ; spicis rigidis, 2-8 cm. longis; floribus disti-
cis, utrinque 8-10; floribus masculis anguste ovoideis, 4-5
mm. longis ; floribus foemineis ovoideis, 3 mm. longis,
calyce profunde 3-lobo ; corolla calyce subtriplo longiori;
perianthio fructifero breviter pedicelliformi. Fructus ovoi-
dei vel subovoidei, minute acuteque conice rostrati, 12-15
mm. longi, 9-12 mm. lati; squamis superficialiter in medio
sulcatis, stramineis et anguste nigro-marginatis, apice acu-
tis ; semine elliptico, paullisper compresso, 7 mm. longo, 5
mm. lato, 4 mm. spisso ; albumine aequabili ; embryone
basilari.
Habitat. — Nella Cocincina sul fiume Ubon, raccolto dal
Dott. Thorel durante la spedizione del Me-kong (1866-68).
Nel Laos (Massic, Erb. di Parigi).
Osservazioni. — E una specie singolare ed aberrante,
ma che nondimeno si può raggruppare col C. erectus e col
C. dongnojensis.
Non sembra mai scandente ; non ha flagelli alle vagine ;
ha foglie non cirrifere e spadici semplicissimi non flagel-
liferi, maschi e feminei fra loro similissimi. In alcuni
15
— 230 —
esemplari le foglie hanno i segmenti spinosissimi sui mar-
gini e sulla costa mediana, ma alle volte questa è quasi
inerme ed i margini portano solo qualche spina in qua e là.
Calamus Balansaeanus Beco. sp. n.
Gracillimus, erectus (vel demum scandens ?), caudice vagi-
nato 8 mm. diam., circ. 1.5 m. longo; frondium ecirrosarum
(circ. 65 cm. long.) segmenta inaequidistantia vel irregu-
lariter fasciculata, anguste lineari-lanceolata, superne sen-
si m in acumen tenue barbatum attenuata, costulis 3 te-
nuibus in facie superiori spinulosis percursa, subtus in
costa media tantum setulosa vel omnino nuda ; venulis
transversis conspicuis discoloribus ; marginibus minutissime
spinulosis; segmenta intermedia 15-17 cm. longa, 10-13 mm.
lata ; superiora sensim minora, duo terminalia basi omnino
libera. Spadix foemineus gracilis, elongatus, filiformis, apice
flagello tenui aculeolato terminatus ; inflorescentiis partiali-
bus paucis, erectis, remotis, 10-12 cm. longis, spiciformibus,
angustis, strictis, in earum parte basilari spiculas floriferas
parvas, superne flores ternos geminatosve, et in parte api-
cali solitarios, ferentibus ; spathae secundariae et spathellae
leves, oblique infundibuliformes, apice marcescentes ; invo-
lucrophoro oblique cupulari-cyatiformi ; involucro subauricu-
laeformi ; floris neutri areola concavo-aedi colaeformi. Fru-
ctus globosus, breviter rostratus, circ. 1 cm. diam. ; squamis
per orthostichas 21 ordinatis, stramineis et anguste ni-
gro-marginatis, in medio obsolete sulcatis, apice obtu-
siusculis ; semine irregulariter globoso, areolis nonnullis
coneaviusculis notato, 7 mm. diam., albumine aequabili ;
embryone basilari.
Habitat. — Nel Tonkino a Than Mo'i, nelle macchie.
Balansa, 3 Marzo 1886, n.° 517 nell’Erb. di Parigi.
Osservazioni. — E certamente affine al C. Henryanus
Becc., dal quale si distingue per lo spadice con infiorazioni
— 231 —
parziali molto semplici, distintamente spiciformi, portanti
piccole spighette nella parte bassa e i fiori terni, geminati o
solitarii in quella alta, tutti appressi alla parte assile in
modo da formare una sola spiga densa ed angusta. L’invo-
lucro ha poi l’areola che porta il fiore femineo in forma
di nicchia o di edicola e manca del piccolo pedicello che
sorregge il fiore neutro nel C. Henryanus.
Come il C. Henryanus mostra della affinità col C. lepto-
spadix.
Calamus Bonianus Beco. sp. n.
Gracilis, alte scandens, caudice vaginato digiti crassitiae ;
folia (non cirrifera) parva, 48-55 cm. longa; petiolo brevi ;
segmentis utrinque 10-14, distincle fasciculatis, lanceolati,
anguste elliptico-lanceolatis vel oblanceolatis, 12-20 cm. lon-
gis. 2-3 cm. latis, basi acutiusculis, superne breviter et
saepe abrupte-acuminatis, subtiliter papyraceis, tenuissime
3-5-7-costulatis, utrinque nudis vel in costa media tantum
supra parce spinulosis; venulis transversis numerosissimis
tenuibus sed prominulis ; marginibus patule spinuloso-ci-
liatis; segmentis 2 terminalibus fere usque ad medium uni-
tis. Spadix masculus elongatus, ultradecompositus, spicis
arcuato-subscorpioideis, 1-2 cm. longis, 15-16 flores (in to-
tum) biseriatim assurgentes ferentibus ; floribus masculis
3-5 mm. longis, ovoideo-ellipticis, acutis. Spadix foemineus
duplicato-ramosus, 1.5 m. long., apice flagellifer, circiter 8
intìorescentias partiales ferens ; spathis primiariis tubulosis,
superne paullo ampliatis, ibique laxiuscule vaginantibus ;
spicis arcuatis, patentibus vel deflexis, majoribus 6-8 cm.
longis; floribus bifariis, utrinque numerosi ; spathellis basi
tubulosis, superne ampliato-infundibuliformibus ; involucro-
phoro sessili, plano, discoideo-orbiculari ; involucro involu-
crophoro simili ; fiori neutri areola punctiformi ; perianthio
fructifero distincte pedicelliformi. Fructus parvi, sphaerici,
4 mm. diam., abrupte rostrati ; squamis per orthostichas 21
ordinatis, stramineis, apice rubellis, in medio sulcatis.
— 232 —
Habitat. — Nel Tonkino occidentale. Scoperto dal Padre
Bon a -Jèn Cu. (N.° 1211, esempi, con frutti) ed a Tai-Kéuh
(n.° 3549, spadice maschio). Negli Erb. di Parigi e De Can-
dolle. Nome volgare « Cày Mai ».
Osservazioni. — E molto prossimo al C. tetradactylus
Hance, dal quale si distingue per le infiorazioni parziali
più dense, con maggior numero di spighette e queste più
fornite di fiori ; per 1’ involucroforo sessile e non pedicel-
lato, ed a quanto sembra anche per il frutto più piccolo.
Calamus cambojensis Beco. sp. n.
Gracillimus, scandens, caudice vaginato 6-8 mm. diam.;
vaginis nonnullis flagelliferis ; folia (non cirrifera) brevia
35 cm. longa; petiolo brevi; segmentis paucis (utrinque 6-7),
inaequidistantibus, remote fasciculatis, anguste ellipticis,
utrinque aequaliter attenuatis, tenuiter papyraceis, costulis
5 tenuibus, utrinque nudis, percursis, vel in costa media su-
pra sparse spinulosis ; venulis transversis approximatis,
praecipue in pagina superiori conspicuis; marginibus patule
spinuloso-ciliatis ; segmentis intermediis 10-12 cm. longis,
2-3 cm. latis, duobus terminalibus basi plus minusve con-
natis. Spadix foemineus flagelliformis, tenuis, 0.8-1 m. lon-
gus, flaccidus, foliis longior, simpliciter decompositus ; inflo-
rescentiis partialibus 3-4, remotis, gracilibus, utrinque 5-7
spicas ferentibus ; spathis primariis tubulosis, arcte vagi-
nantibus, angustis, elongatis; spicis arcuatis, plus minusve
deflexis, 2-3.5 cm. longis ; floribus disticis utrinque 5-8 ;
spathellis late infundibuliformibus ; involucrophoro sessili
concavo ; involucro suborbiculari depresse cupulari ; floris
neutri areola semilunari; floribus foemineis ovoideis ; flori-
bus neutris conspicuis foemineis simillimis, attamen paullo
minoribus. Caetera desunt.
Habitat. — Nel Camboge. Gli esemplari sui quali la
specie è stabilita vennero inviati dal sig. Gourgaud all’Espo-
— 2B3
sizione coloniale di Marsiglia del 1906 e presentemente si
trovano nell’Erb. del Museo di Parigi; non è indicata la lo-
calità precisa dove vennero raccolti e portano il nome in-
digeno « Phdau-San ».
Osservazioni. — Si avvicina al G. tetradactylus ed al
C. Bonianus per le foglie, specialmente per la disposizione
dei segmenti ; ma lo spadice femineo è più flaccido e con
le spate più anguste e più strettamente guainanti. I se-
gmenti hanno le venule transverse anche più fitte che nel
C. Bonianus.
Per le foglie rassomiglia molto al C. tetradactylus Hance,
di Hong-Kong, ma in questo le spate primarie sono las-
samente guainanti ed alquanto dilatate in alto, mentre
quelle del C. cambojensis sono angustissime e molto stret-
tamente abbraccianti l’asse dello spadice.
Sembra riferibile al C. cambojensis un esemplare portante
uno spadice maschile, raccolto dal Dott. Thorel (n.° 2974,
Erb. di Parigi) sulle montagne a Bassac (Me-Kong).
Il tronco e l’ armatura delle guaine è come negli esem-
plari tipici. Le foglie sono un poco più grandi che negli
esemplari feminei, sono lunghe 45 cm., hanno il picciolo
un poco più lungo (3-4 cm.) e qualche segmento di più, 8
per parte, più il terminale che è bipartito, i segmenti sono
un poco più grandi, gli intermedii lunghi sino 15-20 cm.
e larghi 27-30 mm., del resto esattamente come di già de-
scritti. Lo spadice maschio è molto semplice, gracillimo.
flagelliforme, sottilissimo, con pochissime e piccole infiora-
zioni parziali ; spate angustissime, molto strettamente guai-
nanti; spighette pettiniformi, lunghe 15-25 mm. e con 6-8
fiori orizzontali per parte; fiori lunghi 4 mm., angusti, te-
reti, acuti; calice latamente 3-dentato, fortemente costulato-
striato; corolla circa 3 volte più lunga del calice.
— 234 —
Calamus scutellaris Becc. sp. n.
Ut videtur robustus, caudice et foliis ignotis. Spadix foe-
mineus amplus, dense duplicato-ramosus, non cirrifer; in-
florescentiis partialibus 20-30 cm. longis (et interdum ul-
tra ?), in ramulos paucos approximates divisis ; spathis se-
cundariis brunneis, inermibus, basi tubulosis, membranaceis,
superne laceris, laciniis valde elongatis et spicarum apicem
fere attingentibus; ramulis brevi bus arcuatis, spicas floriferas
4-6 approximatas brachiatim ferentibus ; spathis tertiariis
brevissime cyathiformibus, truncatis, integris, levibus ; spicis
sinuosis, vermiformibus, 7-9 cm. longis, parte axili tereti,
3 mm. diam.; floribus exacte disticis, utrinque 20-25; spa-
thellis breviter infundibuliformibus ; involucrophoro breviter
cupulari, subpedicellato; involucro conspicuo, orbiculari, in-
tegro, concavo-pateriformi ; floris neutri areola conspicua,
late ovoidea, concaviuscula. Perianthium fructiferum expla-
natum. Fructus parvi, ovoidei, breviter acuteque rostrati,
12 mm. longi, 8 mm. lati, squamis per orthostichas 21 ordi-
natis, brunneis, subsquarrosis, in medio non sulcatis, margine
fimbriato ferrugineo, apice acuto; semine late ovoideo, utrin-
que rotondato; albumine aequabili; embryone subbasilari.
Habitat. — Le porzioni di spadici con frutti maturi, che
rappresentano tutto quanto si conosce di questa specie, ven-
nero comprate dal Tt. Padre Bon sul mercato di Thanh-
hoa nel Tonkino orientale, nell’Ottobre 1892 (n.° 5743 nel-
l’Erb. di Parigi). Probabilmente i nativi si servono dei
frutti di questo Calamus come condimento, o per masticare
in sostituzione della Noce di Areca.
Osservazioni. — Appartiene al gruppo XV (A) della mia
Monografia, ma non sembra affine ad alcune delle specie
conosciute, eccettuato forse il C. Scipionum. E particolar-
mente notevole per l’involucro del fiore femineo, che allor-
ché sono caduti i frutti è molto conspicuo ed ha la forma
— 235 —
di una tazza poco profonda. I suoi piccoli frutti sono pure
notevoli per le squame brune leggermente squarrose, non
solcate per il lungo, e con una frangia di peli ferruginosi
sui margini.
Plectocomiopsis floribundus Becc. sp. n.
Prondium vaginis spinis gracilibus basi confìuentibus et
oblique seriatis vel pectinatis, armatis ; petiolo brevi; se-
gmentis per greges remotiusculos distincte approximate,
anguste lanceolati, apice acuminato-subulatis, utrinque vi-
rentibus, subtus punctulatis, majoribus 20-30 cm. longis,
2.5-3 cm. latis ; spadice masculo ampio, laxe ramoso, spicis
scorpioideis, 8-10 mm. longis ; floribus congestis non valde
numerosi, per series 2 assurgentes ordinatis, ovoideis, acu-
ti, obsolete trigonis, 3 mm. longis ; calyce membranaceo-
scarioso, profondissime trilobo ; corolla calyce ‘/3 vel */2 lon-
giori, in segmenta elliptico-navicularia, tenuiter coriaceo-
scariosa fere usque ad basin partita ; staminum filamenti
basi connatis, superne latiuscule linearibus, abrupte intro-
fìexis ; antheris erectis, elongato-sagittatis ; ovarii rudimento
parvo papillaeformi. Coetera desunt.
Habitat. — Un esemplare con fiori maschi è stato rac-
colto nel Camboge da Gourgaud, con la sola indicazione
« Pfdau-chno » (probabilmente il suo nome indigeno). Allo
stato sterile è stato pure riportato dalla Cocincina dal
Dott. Thorel, ma senza indicazione precisa di località.
Ossekvazioni. — Sembra assai affine al Plectocomiopsis
paradoxus Becc. {Cal. paradoxus Kurz), ma in questo, seb-
bene i segmenti siano inequidistanti non sono così distin-
tamente riuniti in gruppi come sono quelli del P. floribun-
dus ; anche i fiori maschili di questo sono di un terzo più
piccoli di quelli del P. paradoxus , più angusti e più acu-
minati, e lo spadice è più diffuso.
— 236 —
Plectoconica Pierreana Beco. sp. n.
Inter minores; frondium supremarum segmentis inaequi-
distantibus, lineari-lanceolatis, utrinque virentibus, subtus
vix pallidioribus ; fructibus spbaericis, abrupte rostratis,
circ. 2 cm. diam. ; squamis per 42-44 orthostichas ordinatis,
squarrosis, apice valde producto acuto, cibato, recto, minime
recurvo ; semine globoso, nonnibil depresso, 14-15 mm. lato,
11-11.5 m. alto ; perianthio fructifero explanato, sepalis
delthoideis acutis, corollae segmentis lanceolati, acuminatis,
calyce subtriplo longioribus ; antheris sterilibus sagittatis.
Habitat. — Nel Camboge sui monti Cam-cbày nella Pro-
vincia di Kampuh, all’ altezza di 900 m. sul livello del
mare (Pierre nell’Erb. di Parigi). Un altro esemplare, appa-
rentemente della medesima provenienza, si trova nell’Erb.
del « British Museum » e faceva parte dell’Erbario di Hance
(n.° 19241).
Osseev azioni. — E una delle più piccole specie, delle
dimensioni della Plectocomia Muellerii , alla quale rasso-
miglia anche per i frutti; ma quelli della P. Pierreana
hanno le squame che si terminano in una punta dritta e
non come nella P. Muellerii ripiegata in dietro; inoltre la
punta non si prolunga in lunghe setole. Si distingue
dalla P. Muellerii anche per i segmenti delle fronde su-
periori più stretti e per le antere degli stami sterili nel
fiore femineo sagittate, mentre sono lineari nella P. Muel-
lerii.
— 287 —
ENUMERAZIONE delle specie di Palme sino a qui note
come crescenti selvatiche nell’ Indo-China o che vi
sono estesamente coltivate.
ARECEAE.
Areca Catechu Linn.
Coltivata.
Areca laosensis Beco. Vedi sopra a p. 191.
Areca triandra Roxb. Hort. Beng. 68.
Cocincina merid. sai monte Ponglu a 150 m. sul livello del
mare presso Binh-Thuan (Pierre n.° 4849) e sui monti Dinh
presso Baria (Pierre col med. n.° 4849).
Finanga cochinchinensis Bl. in Bull. Néerl. 1888, 65;
Becc. Malesia III, 143. — Areca sylvestris Lour. FI.
Coch. 568; edit. Willd. 696.
Cocincina meridionale a Boo-chiang, Prov. di Bien-hoa
(Pierre n.° 1876).
Finanga Duperreana Pierre mss. ex Becc. Malesia
III, 144.
Camboge, monti Kuang-Repen, Prov. di Jpong (Pierre
n.° 4851 e 4858).
Finanga baviensis Becc. Vedi sopra a p. 193.
Oncosperma filamentosa Blume, Rumphia II, 97, t. 82,
103. 0. cambodianum Hance in Journ. of Bot. 1876,
p. 261.
Isola Pku-Quoc nel Golfo del Siam (Pierre n.° 1859).
— 238 —
Wallichia gracilis Becc. sp. n. Vedi sopra a p. 211.
Arenga saccharifera Labili, in Mém. Inst. Fr. IV, 209.
Borassus Gumutus Lour. FI. Coch. II, 619.
Cocincina merid., sui monti Dinh, Prov. di Baria (Pierre
n.° 44) subspontanea, ed assai spesso coltivata.
Didymosperma caudata W. et Dr. Vedi sopra a
p. 200, 201.
— — var. stenophylla Becc. Vedi sopra a p. 206.
— — var. tonkinensis Becc. Vedi sopra a p. 208.
Caryota mitis Lour. FI. Coch. II, 569. — C. sobolifera
Wall. Cat. 8594; Mart. Hist. Nat. Palm. Ili, 194, t. 107,
f. 2.
Vicinanze di Saigon (Pierre n.° 1107) ed a Dinh, Prov.
di Baria, Cocincina meridionale (Pierre n.° 105).
(a.
Caryota monostaclya Becc. sp. n. Vedi sopra a pag. 196.
Nipa fruticans Wurmb. in Verh. Bat. Genootsch. 1, 349.
Non ho visto esemplari di questa Palma provenienti dal-
l’ Indo-China, dove certamente cresce nei luoghi inondati
delle coste meridionali.
PHOENICEAE.
Phoenix Roebelinii O’Brien in Gard. Chr. 26 Oct. 1889,
p. 475, f. 68, et 28 Dee. 1889, p. 750. — Ph. pusilla
Lour, (non Gaertn.) FI. Coch. II, 614? — Ph. Lourerii
Kunth, Emum. pi. Ili, 257 ?
Questa Palma, che è ora estesamente coltivata in Europa
nelle serre ed in pien’ aria in molte parti della Regione
mediterranea, è stata scoperta sulle sponde rocciose del
— 239 —
Mekong nel Laos. A questa specie indubbiamente appar-
tengono gli esemplari delle Piante del Tonkino di Balansa
portanti i numeri 4471 (esemplare fruttifero) e 4877 (sole
fronde), ma senza indicazione di località precisa. Nella
« Malesia » (v. Ili, p. 382), io ho creduto di potere identi-
ficare la Ph. pusilla di Loureiro con una Phoenix raccolta
da Pierre nella Cocincina, che certamente rientra nel gruppo
della Ph. humilis; però data la dimensione di 4 linee ( = a
circa 1 cm.) assegnata da Loureiro al frutto della sua
Ph. pusilla, mi sembra molto probabile che alla Ph. Roe-
belinii , piuttosto che alla Ph. humilis, corrisponda la specie
di Loureiro.
Secondo questa identificazione la Phoenix Roebelinii do-
vrebbe assumere il nome di Ph. Loureiri , essendo quello
di Ph. pusilla stato precedentemente adoprato per una
specie del Ceylan.
Loureiro ha lasciato scritto che la sua Ph. pusilla abita
in luoghi sassosi lungo i ruscelli sui monti Cóu-nut a sei
leghe di distanza da Hue. Con questa indicazione non do-
vrebbe esser difficile di rintracciare questa Palma nella
località classica e così risolvere la questione delia sua pre-
cisa nomenclatura.
Phoenix humilis Royle, Illustr. of the Him. mount. I
(1839), 8, 14, 394, 397, 399 ; Beco. Malesia, III, 373,
t. XLIV, II.
Camboge, sul monte Kuang Repen: Harmand n.° 4832 in
Erb. Pierre.
(ali esemplari di Pierre corrispondono esattamente a quelli
della Ph. humilis che cresce nell’Assam e nella Birmania.
Phoenix paludosa Roxb. Hort. Beng. 75.
Cocincina merid. a Beutré (Pierre n.° 4835).
Phoenix sp.
Sulle sponde del Mekong, a Stung-Streng, il D. Thorel
ha raccolti degli esemplari sterili di una Phoenix apparto-
— 240
nenti, a quanto sembra, ad una specie differente dalle pre-
cedenti.
CORYPHEAE.
Corypha Linn.
Non ho visto esemplari dell’ Indo-China di alcuna specie
di questo genere di Palme, che mi sembra ben difficile che
non sia rappresentato in quella regione.
Licuala spinosa 'Wurmb. in Yerh. Bat. Gì-enootsh. 11,469.
— L. spinosa var. cochinchinensis et var. breoidens
Becc. Malesia, III; — Corypha pilearia Lour. FI. Co-
chinch. I, 265.
Cocincina merid. a Song-lu nella Prov. di Bien-hoa e
sul monte Dai nella Prov. di Chau-doc. A Bencat lungo
il fiume di Saigon. Nell’ isola di Phu-Quoc nel Golfo del
Siam. (Pierre nell’Erb. di Parigi).
La Licuala spinosa è risultata adesso una specie talmente
diffusa e così poliforma che la distinzione in varietà del
valore di quelle rammentate diventerebbe infinita.
Licuala paludosa Griff, in Cale. Journ. Nat. Hist. Y,
283, et Palms Brit. Ind. 118, t. 221, A, B, C.
Isola di Phu-Quoc nel Golfo del Siam (Pierre n.° 4889).
Licuala tonkinensis Becc. sp. n. Yedi sopra a p. 214.
Licuala calciphila Becc. sp. n. Yedi sopra a p. 216.
Licuala fatua Becc. sp. n. Vedi sopra a p. 218.
Rhapis micrantha Becc. sp. n. Yedi sopra a p. 220.
Rhapis laosensis Becc. sp. n. Yedi sopra a p. 225.
Rhapis subtilis Beci. sp. n. Vedi sopra a p. 227.
— 241 —
Livistona cochinchinensis Mart. Hist. nat. Palm. Ill,
319; Beco. Malesia III, 69. — L. spectabilis Griff, in
Calc. Journ. Nat. Hist. V, 336, et Palms Brit. Ind. 130,
t. CCXXYI. G. — Corypha Saribus Lour. FI. Co-
chin. I, 212.
Cocincina merid. a Thuduc ed a Song-lu, Prov. di Bien-
hoa (Pierre, n.° 4837). Nel Tonkino meridionale a Lang
Doi (Pére Bon n.° 1649: nome voi. « Cay-Co ») ed a Vau xa
(n.° 3276) e n.° 6184: senza località precisa. Pure nel Ton-
kino a Tu-Phap (Balansa n.° 4336). Le foglie servono a
cuoprire capanne ed a fare i grandi cappelli annamiti.
BÒRASSINEAE.
Borassus flabellifer Linn. sp. pi. p. 1187. — B. tuni-
cata Lour. FI. Cocinch, edit. Willd. p. 760.
Dalle descrizioni dei viaggiatori sembra molto diffuso
nell’alto Mekong.
COCOINEAE.
Cocos nucifera Linn.
Estesamente coltivato.
LEPIDOCARYEAE.
Calamus dongnaiensis Pierre mss. ex Becc. in Ree. Bot.
Surv. Ind. ii, 189 ; Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI,
133, t. 8.
Cocincina merid. a Chiao-xhan (Pierre n.° 4829).
Calamus acanthophyllus Becc. sp. n. Vedi sopra a
pag. 229.
Calamus rudentum Lour. FI. Cochinch. I. 209; Becc.
in Ann. R. B. G. Calc. XI, 139, t. 13.
Cocincina merid. a Dian-lau-me, Prov. Bien-hoa (Pierre
n.° 4846) ; a Tan Kiyen sul fiume Dongnai (Pierre n.° 4845)
— 242 —
e presso il monte Pong-lu, Prov. Bin-Thuan (Pierre
senza n.°).
Calamus Balansaeanus Beco. sp. n. Vedi a pag. 230.
Calamus dioicus Lour. FI. Cochinch. 1, 210 ; Beco, in
Ann. R. B. G. Calc. XI, 195, t. 51.
Monti Chiao-xhoin (Pierre n.° 4834).
Calamus viminalis Willd., cochinchinensis Becc. in
Ann. R. B. G. Calc. XI, 207, t. 57.
Cocincina meridionale : monti Kuang Repen, Prov. Ipong
(Pierre n.° 4848); a Songlu, Prov. di Bien-hoa, e sulle mon-
tagne Dày, Prov. Chaudoc (Pierre senza n.°).
Calamus tenuis Roxb. FI. Ind. Ill, 780; Becc. in Ann.
R. B. G. Calc. XI, 262, t. 94. — C. amarus Lour. FI.
Cochinch. I, 210?
Cocincina meridionale sui monti Dinh (Mu-xoai) presso
Baria (Pierre senza n.°).
Calamus G-odefroyi Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI,
267. t. 96.
Cocincina merid. Gran lago presso Siem Reap (Gode-
froy-Leboeuf in Herb. Kew). Ad Hong-Kay (Thorel, spe-
diz. del Mekong, senza n.°).
Calamus tonkinensis Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI,
275, t. 100.
Tonkino a Taukeiun presso Zuang-yen (Balansa n.° 516
in Herb. Petrop. et Kew.).
Calamus salicifolius Becc. in Ree. Bot. Surv. Ind. II,
206, et in Ann. R. B. G. Calc. XI, 279, t. 103.
Cocincina merid. a Tong-Keon presso Saigon (Pierre
n.° 4853) ; pure presso Saigon (Germain, Herb. Delessert,
e Godefroy-Leboeuf in Herb. Kew).
— 248 —
Calamus salicifolius var. leiophyllus Becc. in Ann.
R. B. G. Calc. XI, 281.
Camboge a Campong Chouong (Otto Kunze, n.° 3995, in
Herb. Kew).
Calamus Bonianus Beco. sp. n. Vedi sopra a p. 231.
Calamus cambojensis Becc. sp. n. Vedi sopra a p. 232.
Calamus G-uruba Ham. in Mart. Hist. nat. Palm. Ill,
p. 206 (edit. 2.a) et 330 ; Becc. in Ann. R. B. G.
Calc. XI, 299, t. 144 e 115.
Sponde del Mekong a Bassac, fiume Ubon (Thorel senza
n.° in Herb. Paris).
Calamus Bousigonii Pierre mss. ex Becc. in Ree. Bot.
Surv. Ind. II, 209, et in Ann. R. B. G. Calc. XI, 343,
t. 139.
Cocincina meridionale a Baria nei monti Mu-xoai (Pierre
n.° 4836).
Calamus scutellaria Beco. sp. n. Vedi sopra a p. 234.
Calamus palustris (Griff.) cochin chinensis Becc. in
Ree. Bot. Surv. Ind. II, 211, et in Ann. R. B. G. Calc.
XI, 405, t. 175.
Cocincina merid. sui monti Dinh presso Baria (Pierre
n.° 487). Camboge sui monti Kuang Repen, Prov. Ipon
(Pierre senza n.°).
Calamus platyacanthus Warb. Mss. ex Becc. in Ann.
R. B. G. Calc. 442, t. 198.
Tonkino, Monte Bavi (Balansa n.° 4360).
Daemonorops Pierreanus Becc. in Ree. Bot. Surv. Ind.
II, 220, et in Ann. R. bot. Gard. Calc. XII, t. 9 (ined.)
Camboge. Monti Kuang Repen, Prov. Ipong (Pierre
n.° 4859).
— 244 —
Esistono altri esemplari incompleti di Daemonorops dub-
biamente riferibili al D. Pierreanus , o forse appartenenti a
specie affini, raccolti da Pierre nella Cocincina merid. a
Toikuyen, Prov. Bien-hoa, e dal Dott. Tkorel pure in Co-
cincina, (n.° 929 in Herb. Paris).
Zalacca Reinw.
Di questo genere non ho visto esemplari di specie sel-
vatiche o coltivate in Indo-China, dove mi sembra ben dif-
ficile che nell’un modo o nell’altro non sia rappresentato.
Zalaccella Harmandi Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI,
496, t. 229 (sub Calamo).
Cocincina meridionale a Thulet-Thay (Harmand n.° 1198
in Herb. Pierre).
Flectocomia Fierreana Becc. sp. n. Vedi sopra a p. 236.
Fletocomiopsis floribundus Becc. sp. n. Vedi a p. 235.
Korthalsia laciniosa Mart. ?
Riferisco dubitativamente a questa specie alcuni esem-
plari sterili di una Korthalsia raccolta da Pierre nel Cam-
boge sul Monte Keerev, Prov. Samrong-tong (n.° 4860) ed
a Songlu, Prov. Bien-hoa (n.° 1878).
Forse appartengono ad una seconda specie di Korthalsia
altri esemplari, pure sterili, raccolti da Pierre a Bao-Chiang
in Cocincina (n.° 1877). Questi sono particolari per i seg-
menti oblanceolato-cuneati o subromboidali, distintamente
coperti da un indumento bianco-farinoso e morbido nella
pagina inferiore, carattere invero che talora sparisce o si
attenua nelle fronde di pianta adulta.
Figafetta filaris (Mart.) Becc. Malesia, I, 91. — Calamus
Kunzeanus Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI, 490, t. 226,
f. IV.
Camboge (Otto Kunze in Herb. Berol.).
245 —
Metroxylon Rottb.
Non ho visto rappresentati di questo genere provenienti
dall’ Indo-China, dove senza alcun dubbio 1’ una o l’altra o
forse ambedue le specie che somministrano il Sagù si deb-
bono trovare, o coltivate o semispontanee.
Specie dubbie.
Rhapis ? cochinchinensis Mart. Hist. nat. Palm. Ili,
254. — Chamaerops cochinchinensis Lour. FI. Coch. II,
657 ; edit. Willd. II, 80S.
Palma molto dubbia, perchè stando alla descrizione di
Loureiro per la corolla monopetala si potrebbe ritenere
realmente per una Rhapis , mentre per i piccioli (stipiti)
spinosi e per le fronde che si dice si adoprano « ad te-
gendos domos et construenda pallia solem et pluvia m re-
pulsura » sembrerebbe trattarsi di una Licuala o di una
Livistona; giacché non vi è foglia di Rhapis sino a qui
conosciuta che abbia dimensioni tali da poter servir per
tale oggetto.
Il nome volgare di « Cay Lui », assegnato da Loureiro
alla sua Chamaerops cochinchinensis in realtà corrisponde
a quello che il Padre Bon assegna alla Rhapis che io ho
descritto col nome di Rhapis micrantha. È possibile che
la specie sia stata fatta sopra i fiori di una Rhapis e le
frondi giovani di Livistona cochinchinensis.
Fra i Calamus descritti da Loureiro vi sono i seguenti
che non è ancora stato possibile d’identificare. (Si veda in
proposito : « The species of Calamus » in « Annals of the
Royal Botanic Garden, Calcutta » voi. XI, p. 38).
Calamus petraeus Lour. — Forse identificabile con la
Plectocomia Pierreana Beco.
Calamus verus Lour. — É probabilmente una specie di
Daemonorops.
Calamus amarus Lour. — - Forse corrisponde al Cala-
mus tenuis Roxb.
16
Contributo alla conoscenza delle “ Lepidocaryeae „ affricane
PER
ODOARDO BECCARI
Sulle Palme affricane della tribù delle Lepidocaryeae ho
già fatto conoscere i rappresentanti del Genere Calamus
nella Monografia comparsa nel voi. XI degli « Annals of
the Royal Botanic Garden » di Calcutta, ed ho poi in due
recenti scritti pubblicati i miei studi sulle Raphia (1).
Presentemente vien completato il lavoro con la rivista
dei rimanenti generi: Ancistrophyllum, Oncocalamus ed Ere-
mospatha.
Il materiale sul quale si basa l’attuale studio mi è stato
quasi in totalità comunicato dal Prof. Engler, Direttore del
Giardino e Museo botanico di Berlino, ed in gran parte è
stato riunito per la iniziativa del Prof. Udo Dammer, che
si è dato molta pena per ottenere da botanici e viaggia-
tori affricani gli esemplari occorrenti, tutt’altro che facile
a raccogliersi, a cagione della spinescenza e delle grandi
dimensioni di tali piante e della natura selvaggia ed inospi-
tale delle regioni nelle quali s’incontrano.
Sebbene il materiale sul quale io ho potuto lavorare con-
tribuisca ad aumentare considerevolmente le nostre cogni-
zioni sulle Calameae affricane, pure varie specie, e fra
queste alcune ragguardevolissime, non possono essere che
(1) Le Palme del Genere Raphia, « L’Agricoltura coloniale » IV, (1910),
p. 187-170, t. I-VI. e Studio Monografico del Genere Raphia, in questo me-
desimo volume, p. 87-180, t. I.
— 248 —
incompletamente descritte, rimanendo ignote talora i loro
fiori, talora i frutti ed in qualche caso gli uni e gli altri.
I quattro generi di Calameae affricane offrono caratteri
facili ad apprezzarsi, tanto nei soli organi vegetativi, quanto
in quelli riproduttivi, come può rilevarsi dai seguenti pro-
spetti.
Caratteri differenziali dei generi affricani di “ Calameae „
desunti dagli organi vegetativi.
Foglie non cirrifere, paripinnate, con vagine =fc spinose e
flagellifere. Ligula breve o ± allungata, troncata obli-
quamente in forma di becco di flauto. Segmenti simme-
trici, non sigmoidei Calamus.
Foglie di pianta adulta terminate da un cirro armato di
uncini spinescenti reversi (acantofilli). Vagine mai fla-
gellifere.
Vagine ± spinose ; ligula, allungata, auriculeforme,
poi ± lacera ; segmenti ± sigmoidei o se dritti alla
base con l’apice più o meno falcato. Vagine armate di
spine usuali Ancistrophyllum.
Vagine armate di spine molli, laminari, riposanti
sopra una base bulbiforme, poi decidue e lascianti la
superfìcie della vagina più o meno scabra. Ocrea tron-
cata. Segmenti sigmoidei Oncocalamus.
Vagine affatto inermi. Ocrea zfc allungata, stretta-
mente guainante, troncata ed intiera alla bocca, più
raramente lacera. Segmenti dritti, lineari, allungato-
lanceolati, spesso anche larghi, ovoidali, o ± romboidali
Eremospatha.
Caratteri differenziali dei generi affricani di “ Calameae „
desunti dagli organi riproduttivi.
Spadici laterali, flagelliformi, dioici, con parte assile rive-
stita da spate complete, tubulari. Spadici maschi con
— 249 —
spighette portanti un sol fiore ad ogni spatella. Spa-
dice femineo con due fiori ad ogni spatella, dei quali
uno femineo o pseudo-ermafrodito, ed uno ± abortivo
o neutro. Fiori con calice 3-dentato, e corolla tripar-
tita con filli coriacei. Stami con filamenti liberi, o solo
uniti alla base fra loro ed alla corolla . . Calamus.
Spadici paniculati, terminali. Spighette portanti due fiori
eguali ed ermafroditi ad ogni spatella. Fiori ± coria-
cei con calice cupolare-ciatiforme e corolla divisa quasi
completamente in 3 filli coriacei. Stami con filamenti
crassi, uniti fra di loro ed alla corolla solo brevemente
in basso Ancistrophyllum.
Spadici laterali, paniculati, vaginati da spate tubolose; spi-
ghe con spatelle infundibuliformi. Fiori tutti uniformi,
ermafroditi, glomerulati all’ascella delle spatelle; calice
ciatiforme-campanulato, 3-lobo; corolla assai profonda-
mente 3-partita; stami coi filamenti connati e formanti
un urceolo carnoso libero dalla corolla. Oncocalamus.
Spadici ascellari, brevi, privi di spate; rami fioriferi na-
scenti al di sopra di una brattea squameforme : essi
pure privi di spatelle. Fiori carnosi, gemini, perfetta-
mente eguali ed ermafroditi; calice cupolare-ciatiforme;
corolla carnosa, leggermente inflata, brevemente 3-den-
tata; stami coi filamenti formanti un urceolo connato
con la corolla, brevemente 6-dentato all’apice .
Eremospatha.
ANCISTROPHYLLUM.
Crii Ancistrophyllum hanno spadici terminali composti,
costruiti sul tipo degli spadici feminei dei Calamus , con
spighette allungate provviste di spatelle, dal fondo di ognuna
delle quali escono due fiori eguali ed ermafroditi, men-
tre nei Calamus uno dei fiori è femineo con stami rudi-
mentarì e l’altro è neutro con stami ed ovario abortivi.
IL frutto non differisce da quello dei Calamus. Le foglie
— 250 —
subito si distinguono da quelle di questo genere per la spe-
ciale trasformazione dei segmenti più alti in grossi e ro-
busti uncini (acantofìlli) che servono alla pianta per solle-
varsi dal suolo ed attaccarsi agli alberi in sostituzione
degli ugnioli del rachide delle foglie; per di più i segmenti
dei Calamus sono sempre dritti, mentre quelli degli Anci-
strophyllum sono dr sigmoidei od almeno hanno l’apice dr
falcato. Gli Ancistrophyllum non hanno mai spadici tra-
sformati in flagelli spinosi.
Io ho seguito il Prof. Drude nel riunire i Laccosperma
agli Ancistrophyllum (come di già era stato proposto da
Bentham ed Hooker nel « Genera plantarum, » non esi-
stendo differenza alcuna nei fiori, mentre nei frutti la dif-
ferenza si riduce ad essere il seme con la superficie bernoc-
coluta nei Laccosperma e liscia negli Ancistrophyllum. Il
carattere tratto dal seme con profonda cavità dal lato del
rafe nei Laccosperma e pianeggiante negli Ancistrophyllum
ha poco valore, visto che la cavità manca nell’ A secun-
diflorum ed è assai accentuata nell’ affinissimo A. acuti-
florum.
Gli Ancistrophyllum hanno sempre le vagine più o meno
spinose e 1’ ocrea molto allungata, auriculeforme e poi dr
lacera.
Conspectus specierum.
Frondium segmenta elongata, dr sigmoidea vel saltern apice
dr falcato, costulis 1-2, superne ciliato-spinosis, per-
cursa.
Flores cylindracei abrupte obtuseque apiculati. Semen
laeve, latere rapheali planiusculo
A. secundiflorum Wendl.
Flores fusiformes acuminati. Semen laeve, latere ra-
pheali concavo A. acutifloriim Becc.
Frondium segmenta dr sigmoidea, 1-pluri-costulata, costulis
laevibus.
Segmenta valde inaequalia et inaequidistantia vel
251 —
subaggregata, brevia, 1-4-costulata, nonnulla 6-9, altera
tantum 2-3 cm. lata, marginibus vulgo ciliato-spinosis.
Flores crasse fusiformes acuti. Semen grosse tubercu-
latum, in facie rapheali profunde excavatum . . . .
A. opacum Wendl.
Segmenta inaequidistantia vel subaggregata, elon-
gato-sigmoidea vel falciformia, 3-4 cm. lata, saepissime
2-costulata, interdum 1-costulata, marginibus laevibus.
Flores anguste fusiformes, acuminati
A. laeve Wendl.
Ancis trophy limn secundiflorum Wend, in Kerch. Les
Palm. p. 230; Drude in Engl. Jahrb. XXI, III; Wri-
ght inTh. Dyer, FI. trop. Afr. VII, 115 (excl. C. Schwein-
furthii Beco, et loc. nonnul.). • — Calamus secundiflorus
Palis. Beauv., FI. Oware et Ben. I. 15, tav. 9-10. — C.
( Ancistrophyllum ) secundiflorus Mann et Wendl. in
Trans. Linn. Soc. XXIY, 432, t. 38, f. D, t. 41, f. G,
t. 43, f. C.
Descrizione. — Altamente scandente. Il tronco vaginato
è descritto da Mann e Wendland di 2.6 cm. di diam., ma
giudicando dalla dimensione dei piccioli di alcune fronde
che ho visto deve talvolta superar queste dimensioni. Va-
gina ; ocrea allungata, acuminata, membranacea,
lunga 15 cm. (in un esemplare), marcescente, cosparsa di
spine aciculari gracili erette a punta nera.
Foglie grandi; il picciolo di alcune alla base è quasi
2.5 cm. di larghezza, di solito però è assai meno, piano o
leggermente concavo di sopra, convesso di sotto ; nelle
fronde di pianta adulta è assai breve; il rachide in basso
ha di sopra due spigoli più o meno spinosi, che limitano
una superficie piana, la quale gradatamente si ristringe di
modo che in alto gli spigoli si riuniscono in un angolo sa-
liente, pure più o meno spinoso, con due facce laterali
piane ; in alto è pure piana la faccia inferiore e quivi la
sezione del rachide rappresenta un triangolo equilatero
252
con margini assai acuti più o meno spinosi ; il suo dorso
è inerme da cima in fondo. I segmenti sono assai nume-
rosi, equidistanti o quasi, nella parte intermedia discosti fra
di loro sopra ogni lato *2.5-3 cm., ed in fronde robustissime
4-6, e nella parte alta della fronda anche più: sono papi-
racei, rigiduli e fragili sul secco, strettamente lanceolati,
di solito leggermente sigmoidei, od almeno coll’apice più o
meno distintamente falcato ; la forma sigmoidea sembra più
accentuata nelle fronde di pianta giovane che non nell’adulta,
dove talvolta non è apprezzabile ; essi sono unicostati, ra-
ramente bicostati, lunghi 30-60 cm., larghi 2.5—3 cm., sono
alquanto attenuati in basso e quivi fortemente plicati, at-
taccandosi sul rachide per un punto assai ristretto; in alto
sono più o meno gradatamente acuminati in punta, di
solito non molto prolungata ; i margini sono molto distin-
tamente e non molto fittamente ciliato-spinulosi ; costa me-
dia assai rilevata ed armata di sopra con assai forti ma
corte spinole, superficiale e nuda di sotto ; nervi seconda-
rii tenui, ineguali, poco distinti e nudi sopra ambedue le
faccie ; venule transverse indistinte ; cirro terminale robu-
sto, trigono, con margini molto acuti inermi ; acantofilli
numerosi, robustissimi : in basso vari di questi sono soli-
tarii ed alterni, ma diventano tutti opposti nella parte
apicale.
Scadici formanti una grande pannocchia terminale, lata-
mente conica, composta di varie (10-15-Mann e "Wen-
dland) infiorazioni parziali patenti, di cui le più basse
sono lunghe sino 90 cm., tutte portanti a destra ed a si-
nistra un gran numero di lunghi rami o spighette fiorifere,
pendenti a distanze regolari di circa 3 cm. l’uno dall’altro;
le spighette sono biseriate lungo l’asse, ma pendono tutte da
un lato; la parte assile delle infiorazioni parziali è subterete
o leggermente compressa, spessa in basso quanto un dito
mignolo, vaginata da un gran numero di spate secondarie
tubuloso-infundibulari, lunghe ± 3 cm., troncate e nude alla
bocca, prolungate da un lato in punta triangolare acumi-
nata. Spighette gracili, molto lunghe (rb 35 cm.) flessuose :
— 253 —
esse sono inserite sul fondo del tubo formato dalla respettiva
spatella, ed hanno una parte peduncolare vaginata da 2 spa-
tellule compresse, portanti numerosissimi fiori, i quali
escono a coppie dalla bocca di ogni spatella. Le spatelle
sono infundibulari, troncate orizzontalmente alla bocca,
sono ottuse o poco distintamente apiculate od anche acutiu-
scule da un lato, attenuate in basso, e quivi leggermente
callose dalla parte del fiore sottostante. Spatellule (involu-
croforo) ciatiformi, un poco più corte delle respettive spa-
telle, concave dal lato assile e quivi molto acutamente bica-
rinate o quasi bialate, con le carene prolungate in due corna
acute, separate da un seno a mezza luna. Nell’interno della
spatellula si trova il corrispondente dell’involucro dei Ca-
lamus, che consiste in una seconda spatellula ciatiforme,
similissima all’esterna, ma più piccola, pure bicarinato-alata
da un lato e terminata, da questo stesso lato, da due corna
separate da un seno semilunare ; questa seconda spatellula
(involucro) porta, inserito sul suo fondo, un fiore (il corri-
spondente del fiore femineo dei Calamus) e da lato, ester-
namente, porta un secondo fiore eguale al primo (il corri-
spondente del fiore neutro dei Calamus), al quale vien formato
una specie di involucro suo proprio dalle due carene aliformi
e semiabbraccianti, di cui all’esterno è provvista detta se-
conda spatellula, in modo da formare una nicchietta (esat-
tamente corrispondente alla nicchietta del fiore neutro dei
Calamus) e che ha l’apparenza di un secondo involucro, esso
pure ciatiforme, simile all’altro, ma di poco più piccolo.
I fiori , che come si è detto sono gemini ad ogni spatella
e fra loro perfettamente simili, sono inseriti ad un angolo
di 45°, e sono portati da un brevissimo pedicello che forma
un caudicolo un poco obliquo al calice. Fiori in boccio te-
reti, lunghi 12 mm., di 3 mm. di spessore, molto brusca-
mente contratti all’estremità in un apicolo ottuso ; calice
tuboloso-campanulato, molto superficialmente 3-lobo, a lobi
molto larghi e corti, brevemente apicolati ; corolla 2 volte
più lunga del calice, a segmenti lineari, bruscamente e
quasi egualmente ristretti alle due estremità ; filamenti
— 254 —
crassi, subfusiformi, angolosi, attenuati in basso, dove sono
brevemente uniti fra di loro ed alla base della corolla ; an-
tere latamente lineari, ottusiuscule, a loggie separate sino
alla metà ; ovario ovato, piuttosto bruscamente contratto in
uno stilo allungato, colonnare, giungente quasi sino al li-
vello dell’apice delle antere ; stigmi oblunghi, conniventi.
Frutti freschi maturi aurantiaci (M. e W.) : allo stato
secco sono bruni ma con squame lucenti, sono ovati od
ovato-ellittici, leggermente compressi, molto brevemente mu-
cronati, rotondati in basso, portati dal perianzio fruttifero
al quale cadono più o meno completamente i filli della co-
rolla, persistendo però il calice coi suoi lobi, patenti sotto
il frutto, e con la base indurita e che forma un pedicello
angoloso, obliquo. Il frutto è lungo 18-20 mm. e largo
12-13 mm.; squame nitide, assai distintamente solcate lungo
il centro, disposte sopra 18 ortostiche, brune sul secco con
angustissima linea intramarginale color castagno più estesa
nella parte anteriore ; la punta è triangolare, acuta od ot-
tusiuscula, i margini sono erosulo-denticolati; seme oblungo,
alquanto compresso, pianeggiante dal lato rafeale, convesso
dal lato opposto, rotondato alle due estremità, od anche
leggermente smarginato in basso, a superficie bruno noc-
ciola, opaca, un poco ineguale ; rafe angustamente ellittico,
occupante quasi tutta la lunghezza del lato pianeggiante e
terminante in una papilla prominula presso l’apice del seme;
fossetta della calaza indistinta. Albume omogeneo, corneo.
Embrione situato alla metà del lato convesso. Seme lungo
12-13 mm., largo 10 mm. e spesso 7 mm.
Habitat. — E frequente sul margine delle foreste e lungo
il corso dei fiumi presso la loro foce lungo le coste della
Guinea. Sierra Leone (Afzelius, Erb. di Berlino) ; Togo :
Guinea tedesca (Erb. di Berlino); Benin (Palis, de Beauv. in
Erb. de Candolle); delta del Niger alle foce del River Nun
(Mann n.° 453, Erb. di Kew) ; Kamerun a Dugla ed a Be-
zirk Djak (Erb. di Berlino). Wright, 1. c., riporta anche le
località di Old Calabar, di Mayombe nel Congo francese,
— 255 —
del Basso Congo, e di Angola (Welwitsch), ma io non ho
visti gli esemplari provenienti da queste regioni.
Osservazioni. — Mann e Wendland nella loro memoria
assegnano all’Ade, secundiflorum un frutto di 6 linee di lun-
ghezza, ciò che equivarrebbe a circa 13 mm., misura assai
inferiore alla reale; certamente è un errore tipografico per
9 linee ( = 19 mm.), ciò che può considerarsi come una
buona media.
Ancistrophyllum acutiflorum Becc. sp. n.
Descrizione. — Scandente, robusto. Tronco vaginato di
4 cm. di diam. Vagina densamente conspersa di piccole
spine aciculari , complanate , ascendenti lunghe al più
8-10 mm., schistaceae, nere in punta e sui margini; la
vagina passa gradatamente nel picciolo senza pieghe o
gibbosità. Ocrea allungata (20-30 cm.), membranacea, poi
dilacerata e marcescente, acuminata, aperta dal lato ven-
trale, assai densamente coperta sul dorso da spinule sparse,
simili a quelle delle vagine, ma anche più lunghe : è mem-
branacea, poi dilacerata e marcescente. Foglie, molto grandi;
picciolo robusto e breve ; questo in una fronda ha 22 mm.
di larghezza ed è lungo circa 20 cm., quasi pianeggiante o
leggermente scavato a doccia di sopra, convesso di sotto.
Rachide come nell 'Ancistrophyllum secundiflorum. Segmenti
assai numerosi, equidistanti o quasi, nella parte intermedia
discosti 3-4 cm., papiracei (meno rigidi che nell’ A. secun-
diflorum), lineari-lanceolati, o lineari-ensiformi, dritti (poco
o punto sigmoidei), attenuati in basso, ristretti in alto in
punta assai acuminata; costa media provvista di pochi ma
assai lunghi cigli subspinescenti, di sotto nuda ; nervi se-
condarii tenui, nudi; margini remotamente spinuloso-ciliati ;
venule transverse sottili. Segmenti di fronde robuste lunghi
sino 40-45 cm., larghi 2-2.5 cm. ; ma più spesso 20-35 cm.
lunghi, e larghi 2 cm. Cirro terminale come nell’ A. secun-
diflorum.
— 256 —
Spadici pure come nell' A. secundifìorum , ma portanti
spighette un poco più corte, lunghe 20-35 cm., e con spa-
telle pure similissime, ma più distintamente prolungate in
una punta triangolare acutiuscula.
Fiori simili a quelli dell ’.4. laece, divaricati ed orizzontali
alla bocca delle respettive spatellule, subfusiformi, attenuati
in alto in punta piuttosto acuta, lunghi 9-10 mm., larghi
circa 3 mm. Calice portato da un corto pedicello bru-
scamente curvato quasi ad angolo retto, con base calloso-
tumescente e lembo campanulato ; questo profondamente
diviso in 3 lobi semiovati, acuti. Corolla circa 2 volte più
lunga del calice, a segmenti lanceolati, assai attenuati verso
l’alto in punta piuttosto acuta ; filamenti crassi, angolosi ;
antere crasse a logge divise inferiormente sino al mezzo.
Ovario lageniforme, attenuato in stilo gracile, giungente sino
all’apice delle antere.
Frutto simile a quello dellM. secundifìorum, ma un poco
più grosso e più globoso; ossia subgloboso-ovoideo, lungo
20-23 mm. e di 15-18 mm. di spessore, alquanto irregolare
sul secco, egualmente rotondato alle due estremità, spesso
leggermente depresso in alto e terminato da un piccolo mu-
crone ; squame sopra 18 ortostiche, nitide, profondamente
solcate lungo il centro, brune sul secco con angustissima e
poco distinta linea intramarginale più scura; punta trian-
golare, acuta od ottusiuscula, margini ciliolati. Seme lungo
13-13.5 mm. e largo 11.5-13 mm., spesso 8 mm., a superficie
opaca color nocciola, a contorno suborbicolare, o di poco più
lungo che largo e più o meno smarginato in basso, convesso dal
lato dell’embrione, largamente e più o meno profondamente
scavato o concavo dal lato del rafe, il quale si termina in
una papilla pungente più o meno distinta a circa la metà
dell’ incavo. Embrione situato alla metà del lato convesso.
Habitat. — Kamerun. Ho per la prima volta riconosciuto
questa nuova specie dall’Erbario di Berlino sugli esemplari
raccolti da Preuss (n.° L232) nel 1894 fra Victoria e Bumba.
Nell’Erbario di Berlino però si conservano di questa specie
— 257
esemplari fruttiferi raccolti da P. Dusèn nel 1892 (n.° 292)
a Ndian-Faktorei, esemplari riferiti da Drude alla Eremo-
spatha Hookeri (in Engl. bot. Jahrbuch. XXI, p. 111). Del
Kamerun, nell'Erb. di Berlino, si trovano inoltre esemplari
di Campo, di Ebolowa presso Akoafim e di Johann Al-
brechts-Hòhe. Raccolto pure in frutto da Gunther Tess-
mann (P,. 2 in Herb. Berol. ; nome volg. « Nkane ») nel
Congo francese o nella Guinea spagnuola.
Osserv azioni. — Specie molto affine all’ Anc. secundi-
florum per le fronde e per le infiorazioni, ma che si avvicina
all’ A. laeve per i fiori. Si distingue dall’Awc. secundiflorum
per le fronde con segmenti dritti, meno rigidi; di solito più
stretti e con la costola mediana fornita di setole spine-
scenti più lunghe; per le spighe di solito più corte con le
spatelle più distintamente terminate in punta triangolare
acuta da un lato; per i fiori portati da un pedicello più
lungo e che forma quasi un angolo retto con la base del
calice, di guisa che i fiori escono orizzontalmente dalla bocca
della respetti va spatella; per i fiori stessi fusiformi ed at-
tenuati in punta acutiuscula (non cilindracei e terminati
da una specie di capezzolo); per il calice più profondamente
trilobo; per i frutti più grossi ed infine per il seme distin-
tamente concavo dal lato del rafe.
Ancistrophyllum opacum Drude in Engl. bot. Jahrb.
XVI, 111; Wright in Th. Dyer, FI. trop. Afr. Vili, 115.
— Calamus (Laccosperma) opacus Mann et Wendl. in
Trans. Linn. soc. XXIV, 431, t, 41, f. D. et t. 43, f. D.
— Laccosperma opacum Wendl. in Kerch. Les Pal-
miers, 249, et in Bot. Zeit. 1877, t. V, f. 3, 4, 5. (anal,
ovarii); J. Braun et K. Schum. in Mitth. Deutsch.
Schutzgeb. II (1889), 148.
Descrizione. — Tronco vaginato di 2-2.5 cm. di diam. ;
vagine gradatamente passanti nel picciolo, assai densamente
armate verso l’alto con spine laminari elastiche, ascendenti,
258 —
piuttosto piccole, a punta nera e base più chiara, lunghe
1 cm. Ocrea molto allungata, aperta lungo il lato interno,
molto strettamente auriculiforme, lunga 30 cm., armata,
alle volte densamente, di spine sparse, simili a quelle della
vagina od anche quasi inermi. Foglie lunghe nella parte
pinnifera 0.80-1 m., con una parte picciolare lunga 20-30 cm.,
e terminate da un cirro più corto della parte pinnifera. Il
picciolo (di pianta adulta) è convesso di sotto, pianeggiante
o ± canaliculato di sopra, armato ai margini di spine dritte
a punta nera e base bianca, spesso volte in senso con-
trario, lunghe 0.5-2 cm.; il rachide diventa presto bifaciale
di sopra, dove è del tutto inerme o =fcr spinuloso, di sotto è
convesso ed è armato ai margini con ugnioli a base chiara
e punta nera; il cirro è gracile, depresso, piano di sotto,
più o meno angoloso di sopra, armato ai margini (non sul
dorso) con ugnioli molto deflessi a base chiara e punta
dritta, nera, acutissima ; vi sono 3-4 coppie di acantofilli,
di cui i maggiori sono lunghi 2-3 cm., i primi in basso sono
solitari. Segmenti non molto numerosi (30-35 fra tutto) ; pa-
tenti, molto ineguali ed inequidistanti, di solito ± aggregati
in numero di 2-3 sopra ogni lato del rachide ; quelli di un
lato subopposti od alterni con quelli del lato opposto od anche
solitari, con spazi di rachide a nudo lunghi 5-12 cm. ; nel
medesimo gruppo si trovano segmenti di dimensioni molto dif-
ferenti : di solito uno grande ha in sua immediata vicinanza, e
quasi sempre inferiormente, 1-2 più piccoli; tutti sono legger-
mente sigmoidei; i maggiori sonoovato-lanceolati,od ellittico—
lanceolati, 2-4-costulati; lunghi 18-20 ed anche 20-30 cm.,
larghi 6-9 cm., acuti, attenuati verso una base angusta, o
quando molto larghi e con più costole un poco decorrenti
lungo il rachide; i segmenti più piccoli sono lunghi 12-15 cm.,
e larghi 2-3 cm., e di solito unicostulati ; i segmenti basi-
lari ed i superiori sono più piccoli degli intermedi; tutti
sono opachi sulle 2 faccie, leggermente più pallidi di sotto,
con le costole superiori sottili, nude di sopra, e quelle in-
feriori superficiali e poco distintamente squamuloso-for-
foracee ; margini ciliolato-spinosi od anche molto spesso
— 259 —
nudi ; venule transverse sottili, molto numerose, parallele
ed assai continue. Foglie superiori gradatamente decrescenti
più corte e con segmenti più piccoli e più ravvicinati e
poi trasformate in spate auriculeformi prolungate in punta
caudiforme.
Spadice terminale, formante una assai densa e larga pan-
nocchia eretta, lunga circa 60 cm., duplicato-ramosa, con
5-6 rami principali ; ogni ramo porta 10-20 spighette fio-
rifere, sparse, ma più o meno volte tutte da un lato, da
prima erette, poi più o meno arcuate o recurve. Le spate
dei rami sono infundibulari, prolungate in punta triango-
lare acuta da un lato. Spighette flessuose, lunghe 10-20
cm. ; spatelle infundibulari, striato-nervose, troncate, pro-
lungate da un lato in punta triangolare acuta; spatel-
lule 2, caliciformi, molto distintamente bicornute.
Fiori gemini ed eguali ad ogni spatella, patenti e di-
vergenti, strettamente ellittici o crassamente fusiformi, gra-
datamente attenuati in punta acuta, lunghi 10-11 mm.,
larghi 3 mm. ; calice campanulato, con base obliqua, callosa,
trigona, prolungata in breve pedicello caudiculiforme ; il
suo lembo è diviso quasi sino alla metà in 3 lobi semiovati,
acuti, fortemente striato-nervosi. Corolla 2 volte più lunga
del calice, divisa quasi sino in basso in 3 filli lanceolato-el-
littici, acuminati, concavo-naviculari, finamente striati al-
l’esterno. Stami 6, crassi, subfusiformi, angolosi, uniti bre-
vemente insieme ed alla corolla in basso; antere assai spesse,
sagittate, ottuse ; ovario con stilo colonnare, giungente sino
poco sopra la metà od a circa il terzo superiore delle antere
nel boccio.
Frutti rossi (sul fresco), baccati, ossia con mesocarpio
carnoso e con la lorica squamosa (epicarpio) che si contrae
e si deforma col disseccamento: sono sferici, di 15-16 mm.
di diam., sormontati dallo stilo persistente, gracilissimo,
filiforme, lungo 4 mm. ; squame sopra 12 ortostiche, relati-
vamente grandi, lurido-straminee sul secco, con strettis-
simo margine scuro, nitide, leggermente solcate lungo il
centro, pianeggianti o depresse presso la base, a punta ot-
— 260 —
Lisissima e margine erosulo-denticolato. Seme subgloboso
0 quasi, dimidiato-globoso, fortemente e grossolanamente
alveolato e tubercolato, con una profonda cavità dal lato del
rafe ; albume osseo, bianco, durissimo, omogeneo. Embrione
situato verso la metà del lato convesso (quello opposto
al rafe).
Habitat. — Di questa specie ho visto numerosi esem-
plari : quelli tipici vennero raccolti da G. Mann a Fernando
Po (n.° 97), dove questa Palma cresce nei folti boschi dalla
spiaggia del mare sino a 300 m. sul livello del mare. Indub-
biamente conspecifici sono degli esemplari fruttiferi raccolti
da C. Ledermann in Kamerun a Sanchu (n.° 1487 nello
Erb. di Berlino) ; altri con fiori raccolti da Gùnter Tess-
mann nella Guinea spagnuola (n.° B. 44 nell’Erb. di Ber-
lino), non che altri pure del medesimo collettore portanti
il n.° 3 e per località la stazione Ahonangi (sic ?). Nell’ Er-
bario di Berlino si trovano inoltre esemplari raccolti da
Preuss (n.° 307) nel Kamerun a Barombi Station (1890) ; di
Johann Albrechts-Hohe, pure nel Kamerun. Nell’ Ashanti
è stato raccolto da H. A. Cummius (n.° 229 Ashanti Expe-
dition 1895/6). Specificamente non distinti dai precedenti
mi sembrano gli esemplari raccolti dal Dott. Mildbrand a
Fort Beni, Eegione del Ruwenzori, marzo 1908 (n.° 2818
esempi, frutt. e n.° 2190 sterile, nell’ Erb. di Berlino).
Osservazioni. — L’esemplare tipico di Fernando Po diffe-
risce dagli altri del Kamerun e della Gujana spagnola sol-
tanto per i segmenti più grandi (lunghi sino 38 cm. e lar-
ghi 7.5 cm.) e più spinulosì ai margini, nonché per il rachide
delle foglie più robusto, armato di qualche spina di sopra
nella parte basilare, mentre gli altri esemplari hanno il
rachide inerme di sopra. Gli esemplari del centro Africa
(Beni) non mi sembrano differire specificamente da quelli
della Guinea ; sono però più gracili, hanno il fusto vagi-
nato di 15 mm. di diam. ; 1’ ocrea è lunga circa 10 cm.;
1 segmenti sono in minor numero (8 per parte) ; lo spadice
— 261 —
è assai più breve ; le spighette molto più corte (lunghe solo
3-4 cm.) ; i frutti leggermente più piccoli (13-14 mm.) ;
ma del resto non trovo alcun carattere diagnostico im-
portante per poter considerare la pianta di Beni nemmeno
come una varietà distinta. Anche il perianzio fruttifero
non offre differenze.
Ho descritto i frutti di Ledermann n.° 1487.
Ancistrophyllum laeve Drude in Engl. hot. Jahrb. XXI,
111 ; Wright in Th. Dyer, FI. trop. Afr. Vili, 114. —
Calamus ( Laccosperma ) laevis Mann et Wendl. in Trans.
Linn. soc. XXIV, 430, t. 38, f. B. — Laccosperma laeve
Wendl. in Kerch. Les Palm. 249.
Descrizione. — Pianta più gracile, a quanto sembra, del-
VA. secundiflorum ed A. acutiflorum. Foglie con l’ ocrea
della vagina lunga 30 cm. (in un esemplare), molto stret-
tamente auriculiforme, acuminata, cartacea, di color bruno-
castagno, nitida internamente, opaca di fuori e quivi rive-
stita parzialmente e fugacemente da un indumento forforaceo
quasi nero, ed armata, almeno in alto, con alcune spine
complanate ascendenti ; picciolo convesso di sotto, legger-
mente concavo o pianeggiante di sopra, largo 5 mm., coi
margini acuti ed armati di spine lunghe 5-6 mm., orizzon-
tali o leggermente deflesse, pallide e subbulbose alla base,
a punta nera ; rachide bifaciale di sopra con angolo liscio,
armato di sotto presso i margini (non sulla linea centrale),
con ugnioli simili alle spine che si trovano sul margine del
picciolo, assai fìtti, a base pallida e punta nera; cirro....
Segmenti inequidistanti od irregolarmente aggregati, di
solito due o tre sono approssimati fra di loro sopra ogni
lato, ed i gruppi di un lato sono subopposti a quelli del-
l’altro lato ; i segmenti sono cartacei, opachi e concolori
sulle due facce, obliquamente lanceolati o latamente sig-
moideo-falciformi, quasi egualmente attenuati alle 2 estre-
mità, la base è di solito assai acuta, ossia il punto d’attacco
è assai ristretto : sono brevemente attenuati verso l’apice
17
— 262 —
che è acutissimo : di solito bicostulati, più raramente uni-
costulati ; le coste sono molto sottili e rilevate di sopra,
liscio sopra ambedue le faccio ; nervi secondarii pochissimo
distinti; nella pagina inferiore si trova un accenno di costa
mediana superficiale, squamuloso-forforacea almeno nella
metà superiore ; venule transverse molto continue attraverso
la lamina, ma tenuissime e poco distinte ; margini inermi ;
i segmenti maggiori (nell’ unica porzione di fronda da me
vista) sono lunghi 18 cm. e larghi 4 cm. Spate inferiori
delle infiorazioni parziali.,.. ; spate superiori strettamente
iufundibulari, venoso-striate, inermi, troncate obliquamente
alla bocca, prolungate da un lato in punta acuminata. Spi-
ghette (rami fioriferi) rigide, inserite sul fondo della ispet-
tiva spata per mezzo di una distinta parte pedicellare ; sono
lunghe circa 10 cm. e portano 20-30 spatelle, da ognuna
delle quali esce una coppia di fiori perfettamente eguali ;
spatelle infundibuliformi, lunghe 5 min., troncate ed in-
tiere alla bocca, dove il margine è molto acuto e nudo ;
sono striato-venose all’esterno e prolungate da un lato in
breve punta latamente triangolare. Spatellule (involucro-
foro ed involucro) similissime a quelle dell’ Anc. secundi-
florum.
Fiori uscenti a coppie dalle spatellule, alternativamente,
ossia due fiori escono da una spatella da un lato e la coppia
seguente esce dal lato opposto ; i due di ogni coppia sono
fra loro completamente divaricati ed orizzontali ; essi sono
alquanto angustamente fusiformi, attenuati in alto in punta
acuta, lunghi 1 cm., larghi 2.5 mm. ; calice portato da un
corto pedicello bruscamente curvato quasi ad angolo retto ;
il suo lembo è campanulato-ciatiforme, calloso alla base, di-
viso sino circa alla metà in 3 lobi semi-ovati, molto acuti,
striato-costulati ; parte pedicellare del calice clavata, lunga
quanto la respettiva spatellula, dalla quale per conse-
guenza il fiore può rimanere del tutto fuori in posizione
orizzontale. Corolla 3 volte più lunga del calice, divisa quasi
sino in basso in 3 segmenti coriacei, strettamente lineari-
lanceolati, larghi 2 mm., acuminati, finamente striati al-
— 263 —
l’esterno. Stami 6, di poco più corti della corolla ; filamenti
uniti insieme solo nella breve parte basilare indivisa della
corolla, dove sono con essa connati ; nella parte libera
sono molto spessi, sul secco ± angolosi, rigonfi alquanto
nella parte centrale o subfusiformi, ottusi all’apice ; i tre
alternipetali di poco sorpassano gli oppositipetali ; antere
introrse, fortemente sagittate, ottuse, divise sino al mezzo
in 2 orecchiette allungate, dove, nel fondo della smargi-
natura, s’inserisce il filamento. Ovario lageneforme, rigonfio
in basso, attenuato in stilo sottile, lungo quasi quanto gli
stami. Stigmi 3 lamelliformi, oblunghi, papillosi sui margini.
Frutto sconosciuto.
Habitat. — Gli esemplari tipici sono stati raccolti da
Mann (n.° 1045) nelle foreste vergini nelle vicinanze del
Gaboon River. Un esemplare dell’ Erbario di Berlino, con-
sistente in una porzione di spadice in fiore ed in una
foglia della parte apicale del frutto porta l’etichetta:
« H. Soyaux, Plantae Occidentali-africanae, n.° 155. Gabon,
in ditione Munda. Sibange-Farm. Novemb. 1880 ».
Osservazioni. — Ho descritto un esemplare autentico,
di quelli raccolti da Mann, proveniente dall’Erb. AVendland,
ora in quello di Berlino. Si avvicina molto all ' Anc. laeve ,
ma ha i segmenti molto più allungati, meno ineguali di
larghezza, 1-2 costulati, e mai pluricostulati ; i fiori sono
più angusti, ed hanno gli stami più altamente uniti in
basso.
Nell’esemplare di Soyaux le spate che portano le dira-
mazioni secondarie sono tubulose, prolungate in lembo
auriculiforme e terminate in una appendice filiforme ri-
gida, che nelle spate più basse è quasi cirriforme e spinu-
losa. La fronda ha dei piccoli segmenti ovato-elittici, ine-
quidistanti, attenuati in basso verso una base acuta, acuti
pure all’apice; sono concavo-convessi, 1-2-costulati, lunghi
4-7 cm., larghi 1.5-3 cm.
Riferisco a \Y Ancistrophyllum laeve anche degli esemplari
— 264 —
sterili dell’Erb. di Berlino provenienti da Johann Albrechts
Hòhe nel Kamerun, che hanno però i segmenti molto più
stretti ed allungati dei precedentemente descritti, ma del
resto di struttura simile detti segmenti sono lunghi 30-37
cm., larghi 3-4 cm. ; anche questi sono squamuloso-forfo-
racei lungo il mezzo nella pagina inferiore, dove dopo ca-
dute le squamule rimane una linea con minute depressioni
puntiformi.
ONCOCALAMUS.
Genere monotipico, distintissimo fra tutte le Lepidoca-
ryeae per i suoi spadici semplicemente ramosi, composti di
varie lunghe spighe cilindriche vermiformi o caudiformi,
che portano i fiori in glomeruli o spighette contratte e
sviluppantesi progressivamente all’ascella di spatelle cam-
panulato-infundibulari molto ravvicinate. I fiori sono ap-
parentemente tutti eguali ed ermafroditi, ma i superiori
soltanto di solito sono fertili ; hanno un calice trilobo ; la
corolla profondamente divisa in 3 lobi conniventi ; gli
stami formanti un urceolo carnoso troncato con 6 antere
sul margine, subbiseriate ; l’ ovario ovato, attenuato in
stilo con stigma brevemente 3-dentato. I frutti sono sco-
nosciuti.
Anche per le parti vegetative 1’ Oncoealamus si distin-
gue per le vagine con l’ocrea troncata; per il rachide delle
foglie con acantofilli alterni in basso ed opposti nella parte
superiore; per i segmenti falcato-sigmoidi, 1-2-costulati,
con le costole senza setole o spinule.
Per i fiori ermafroditi e per la loro peculiare struttura,
con tubo staminale in forma di urceolo, V Oncoealamus si av-
vicina alle Eremospatha più che a qualunque altro genere
di Lepidocaryeae.
Anche le piante sterili e giovani si distinguono facil-
mente per i fusti con guaina armata di singolari spine brune
molli e l’ocrea troncata orizzontalmente.
— 265 —
Le foglie di piante giovani sono flabellato-forcate, col ra-
chide che si continua in un cirro armato di acantofilli; ciò
però non costituisce una particolarità di questa Palma, ma
sembra un fatto condiviso con le Eremospatha.
Gli Ancistrophyllum sembra pure che abbiano le prime
foglie flabellato-forcate, ma in quelle viste da me il ra-
chide non si prolunga in cirro ; quelle degli A. secundiflo-
rum ed A. acutifloi'um si distinguono inoltre da quelle degli
altri due generi per avere dei cigli spinescenti sulle coste
primarie, almeno sopra alcune.
Oncocalamus Mannii Drude in Engl. Bot. Jahrb.
XXI (1895), 111 ; Wright in Th. Dyer, FI. trop. Afr.
Vili, 111. — Calamus ( Oncocalamus ) Mannii Wendl.
in Trans. Linn. Soc. XXIV (1863), 436.
Descbizione. — Scandente. Fusto vaginato delle piante
adulte di 2 cm. di diam.
Foglie con vagine cilindriche, di color stramineo, striate
o molto superficialmente segnate dalle impressioni delle
numerose spine, dalle quali da prima sono coperte ; in
seguito però la superficie rimane tubercolosa, special-
mente in alto, in causa delle piccole basi delle spine che
persistono, mentre la lamina di queste cade ; le spine hanno
una struttura molto speciale, sono molto sottilmente lami-
nari, quasi membranacee, di color castagno, lanceolate,
acuminate od in forma di piccola fiamma (essendo talvolta
sinuose), hanno i margini ciliato-dentati, sono lunghe 5-10
mm., larghe 1-2 mm., da prima erette ed appresso alla
vagina, poi patenti, ed infine decidue ; l’ocrea è pure assai
densamente coperta di simil genere di spine ; essa è cilin-
drica, guainante strettamente la vagina sovrastante, è lunga
1.5-3 cm. e perfettamente troncata orizzontalmente od un
poco obliquamente; alla bocca il suo margine è intiero, sot-
tile e nudo ; la guaina passa gradatamente (senza gibbosità)
nel rachide, la parte picciolare essendo brevissima nelle
— 266 —
foglie delle piante giovani, e nulla nelle adulte ; quando
esiste un picciolo (nelle piante mezzo adulte) questo è piano
di sopra, convesso di sotto ed ha i margini acuti; il rachide
nelle foglie di pianta adulta è lungo 50-90 cm. nella parte
pinnifera, è da prima convesso di sopra e porta l’accenno
di due spigoli che poi si riuniscono a formarne uno solo
assai saliente e =b minutamente spinuloso ; di sotto è da
prima convesso ed in alto piano, i suoi margini sono acuti,
spinulosi, o scabridulo-tubercolosi od anche quasi lisci ; il
rachide si termina in una parte nuda lunga sino oltre 1 m.,
con margini acutissimi, porta 6-12 acantofilli alterni nella
parte più bassa, e 6-7 coppie dei medesimi nella parte
terminale ; gli uncini sono assai robusti, lunghi 15-20 mm.
I segmenti nelle fronde di pianta adulta sono 30-35 fra
tutto, subequidistanti, discosti 3-5 cm. fra di loro sopra
ogni lato; sono strettamente lanceolati, o lineari-lanceolati,
acuminati e molto leggermente falcato-sigmoidei, di solito
unicostati, lunghi 20-35 cm. e larghi 2 cm., ma spesso i due
segmenti basilari sono bicostulati ed il doppio più larghi
degli altri ; talvolta nel mezzo della fronda, specialmente
in quelle di piante mezzo adulte, s’ incontrano pure dei
segmenti bicostulati e talora anche 4-5-costulati e larghi
in proporzione ; tutti sono subconcolori e quasi nitidi sulle
due faccie, cartaceo-rigiduli, leggermente ristretti verso
la base : hanno la costola mediana inerme acuta, e rilevata
di sopra, nuda e superficiale di sotto ; i nervi secondari
sono poco distinti dai terziari e nell’ insieme assai numerosi
e distinti ; venule transverse assai numerose, molto inter-
rotte ; margini di solito assai distintamente spinulosi, spe-
cialmente verso la base, dove le spinule sono patenti .
talvolta sono inermi o quasi, di solito però sempre si trova
qualche spinula in vicinanza della base. Le piante giovani
hanno il fusto proporzionalmente più gracile (in quelle
giovanissime sino solo 5 mm. di diametro) ed hanno le
foglie flabellato-forcate o bilobe, cuneate in basso, pluri-
costulate, coi margini ± spinulosi in basso ; i due lobi
sono larghi, ed acuminati.
— 267 —
Spadici ascellari, del tutto inermi, lunghi 1.2-1. 5. m.,
penduli, semplicemente ed alternativamente e disticamente
ramosi (Wendl.); lo spadice che io ho visto, e che suppongo
quasi intiero, è lungo un metro ed ha l’apparenza di una
lunga coda pendula o nutante ; è semplicemente ramoso,
ossia è composto di una sola asse centrale vaginata da
numerosissime spate, da ognuna delle quali nasce un ramo
semplice od infiorazione parziale ; tutte le parti dello spa-
dice, compresi i fiori, sono, sul secco, di color bruno-
cinnamomeo-rossastro; spate tubuloso-infundibulari, lun-
ghe 4 cm., sottili, cartacee, troncate esattamente orizzon-
talmente alla bocca con margine acuto e nudo, fesse lungo
tutto un lato, opache e finissimamente striate all’esterno,
più scure internamente. Spighette numerosissime, flessuose,
vermiformi, o della forma di code sottili, cilindriche, lar-
ghe alla base circa 1 cm., subito molto gradatamente atte-
nuate in punta assai sottile; le spighette inferiori sono
lunghe 20-30 cm., le superiori molto gradatamente più
corte ; tutte sono inserite per mezzo di una parte pedicel-
lare (guainata questa da varie spatelle ravvicinate) sul
fondo della respettiva spata. Spatelle delle infiorazioni
parziali campanulato-infundibulari, molto ravvicinate, una
inclusa dentro l’altra, membranacee, essucche, del colore
generale di tutte le altre parti dello spadice, bruno cinna-
momee, troncate orizzontalmente e nude alla bocca, glabre,
alternativamente fesse da un lato, lunghe 6-7 mm.
I fiori sono in glomeruli all’ascella di ogni spatellula,
e di poco sporgono da questa ; i glomeruli debbono con-
siderarsi come spighette contratte ; ogni fiore è munito
di una minuta spatellula caliciforme, angolosa, carinata
sugli angoli (di solito 8), e terminata da un dente acuto
ad ogni angolo ; nella parte bassa delle spighette, dentro
ad ogni spatella, vi sono da 8-11 fiori, in alto gradata-
mente meno, e nell’estremo apice solo 2-3.
I fiori a me son sembrati tutti eguali ed ermafroditi, al-
meno in apparenza sono tutti egualmente conformati; si
aprono però progressivamente, di modo che i più alti sono
— 268 -
sempre quelli più sviluppati, e se questi rimangono fecon-
dati, gli altri cadono. I fiori in boccio sono ovato-ellittici
od obovati, angoloso-trigoni per la mutua pressione, in essi
il calice completamente racchiude la corolla ed è 3-care-
nato o quasi 3-alato sul vertice. I fiori completamente
sviluppati sono clavato-turbinati, assottigliati assai in una
base acutamente trigona e piena: sono lunghi 6 mm. e
larghi 3 mm., rotondati in alto ; calice poi fesso all’apice in
3 larghi lobi ; corolla di poco più lunga del calice, divisa in
3 filli largamente ovati, concavi, conniventi, scariosi, acuti,
carinati sul dorso ; stami formanti coi loro filamenti con-
nati un urceolo completo molto crasso, libero dalla corolla
e di poco più corto di questa, supeficialmente 3-lobo, por-
tante 6 antere sessili, inserite per il dorso e quasi del
tutto incluse, oblunghe, a loggie parallele, ottuse ; ovario
lageneforme, assottigliato gradatamente nello stilo ed in-
serito a circa la metà dell’intiero fiore, dove pure sono in-
seriti I* urceolo staminale e la corolla ; lo stilo è colonnare
e sorpassa di poco Torlo dell’urceolo staminale ; stigma
brevemente 3-lobo.
Il frutto non è conosciuto.
Habitat. — Gli esemplari tipici (di cui ho studiato i
fiori) sono stati raccolti da Gustav Mann (n.° 1044) in Guinea
presso il fiume Gabon e sulla Sierra del Cristal a circa
450 m. sul livello del mare. Io poi ho visto uno spadice
(a quanto sembra quasi intiero) facente parte dell’ Erb.
Pierre, ora nell’ Erb. di Parigi, raccolto nel 1893 del R. P.
Kleine a Libreville. Ho visto poi nell’ Erbario di Berlino
esemplari sterili raccolti da Gunter Tessmann, probabil-
mente nel Congo francese, e che portano il nome volgare di
« Ongam akot » (n.° 7) ed altri del medesimo collet-
tore col n.° 1 ed il nome volg. di « Ebo do go ». Il n." 7
ha delle fronde flabellate con cirro mediano e fusto vaginato
del diam. di 12 mm. ed altri fusti del diam. di 18—22 mm.
con foglie pinnate, ma con vari segmenti bi-pluricostulati.
Il n.° 1, che sembra còlto sopra pianta completametite
— 269
adulta, ha fusto vaginato di 2 cm. diam. e fronde con tutti
i segmenti unicostati ed angusti, meno i due basilari (uno
per lato) che sono bicostulati ed il doppio più larghi degli
altri. Ritengo pure appartenenti a giovanissime piante di
Oncoc. Marnili il n.° 1154 di M. Dinklage (Batanga : Ka-
merurn) che corrispondono all’esemplare tipico di One. acan-
thocnemis Drude.
Specie da eliminarsi.
Oncocalamus acanthocnemis Drude, in Engler’s botan.
Jahrbuch. XXI (1895) p. Ili et 133; Wright in Th.
Dyer, FI. trop. Afr. Vili, 111.
Questa specie è stata fondata sopra le fronde flabelliformi
di piante giovanissime, appartenenti a più di una specie.
L’esemplare tipico sarebbe il n.° 527 di Bùttner del Gabon
(Herb. BeroL). E questo è rappresentato dall’apice di una
giovane pianta, apparentemente riferibile all’ One. Mannii ,
con fusto vaginato del diam. di 8 mm., che ha l’ocrea tron-
cata, e la guaina armata delle caratteristiche spine ; vi sono
due foglie flabellate a rachide terminato da cirro, ed una
foglia (la superiore) divisa in pochissimi segmenti ineguali.
Il n.° 170, serie C, di Fr. Heus (Plantae Afr. occid.) rac-
colto nel Kongo a Bolobo, riportato pure da Drude all’Où-
calamus acanthocnemis, consiste in semplici foglie flabellato-
forcate con prolungamento del rachide in cirro armato ; fo-
glie che a me sembrano di una pianta giovane di Eremo-
spatha.
Nell’Erb. di Berlino vi è poi un altro esemplare (Bùt-
tner n.° 526) consistente in una foglia flabellato-forcata, ma
con il rachide non prolungato in cirro ; questo esemplare
è pure riferito da Drude all’O. acanthocnemis , di cui secondo
questi rappresenterebbe la foglia di pianta giovane, ma
che io riterrei per uua foglia di pianta giovane di An-
cistrophyllum , essendo spinulosa sopra talune delle sue co-
— 270 —
stole primarie, ed avendo la guaina provvista di una lunga
ocrea acuminata.
EREMOSFATHA.
Genere naturalissimo, facilmente distinguibile per i suoi
spadici più corti delle foglie, uscenti dall’ascella di queste
ed inseriti al di dentro delle respettive vagine. Tali spadici
sono rimarchevolissimi fra quelli di tutte le altre Lepidoca-
ryeae per mancare affatto di spate, essendo queste rappresen-
tate da piccole brattee squameformi, delle quali se ne vede
una alla base di ogni diramazione dello spadice, ma assai
al di sotto dell’ inserzione ; in talune specie due di tali
squame si uniscono per i margini e formano una specie di
anello in vicinanza dei rami fioriferi più bassi; l’asse dello
spadice ha una parte peduncolare nuda e porta in alto i
ramoscelli fioriferi, indivisi, a destra e sinistra, i quali pure
mancano di spatelle. I fiori sono gemini, fra loro eguali
ed ermafroditi, hanno il calice cupolare o ciatiforme, mem-
branaceo intiero o leggermente 3-dentato ; la corolla tubu-
loso-ventricosa, carnosa, brevemente 3-dentata ; gli stami
coi filamenti riuniti a formare un urceolo connato col tubo
della corolla e terminato da 6 brevissimi denti che portano
delle piccole antere cordate. L’ovario ed il frutto non dif-
feriscono essenzialmente da quelli delle altre Calameae.
Conspectus specierum.
Frondium segmenta angusta, linearia vel lanceolato-li-
nearia
1. Segmenta numerosa (utrinque circ. 23)elongato-lanceolata,
apice acuta vel obtusiuscula et saepe dentato-praemorsa,
subequidistantia, approximata, marginibus grosse ci-
liato-spinulosis, spinulis sursum versis, nervis secun-
dariis 5-6 in utroque-costae mediae latere percursa
E. macrocarpa Wendl.
— 271 —
2. Segmenta numerosa (utrinque 25-27), elongato-lanceolata,
apice abrupte apiculato-cuspidata, subaequidistantia,
approximata, marginibus ciliato-spinulosis, spinulis sur-
sum-versis, nervis secundariis 5-6 in utroque costae
mediae latere percursa. . . Z. cuspidata Wendl.
3. Segmenta non numerosa (utrinque 7-8), rigida, late li-
nearia. in apiculum obtusum spinulosum abrupte ter-
minata, ad margines crebre valideque spinulis semper
reversis cibata, costa media et utrinque nervis 2 secun-
dariis tenuibus percursa . Z. Tessmanniana Beco.
4. Segmenta modice numerosa (utrinque circiter 15) valde
inaequidistantia, tenuiter chartacea, costulis 5 aequali-
bus percursa, marginibus, fere nudis, cirro usque ad
apicem inter acanthophylla ad margines aculeato .
Z. quinquecostulata Becc.
Frondium segmenta ovata, ovato-oblonga, spathulata vel
rbomboidalia.
Segmenta utrinque viridia.
5. Segmenta ovata, obovata vel obovato-elliptica vel ovato-
subrhomboidalia, non valde numerosa (utrinque 12-14)
alterna et subaequidistantia, ad margines rfc ciliato-
spinulosa ; venulis transversis 1-2 mm. inter se dissitis
notata ; spadicis ramuli et flores papilloso-tomentosi.
Z. Hookeri Wendl.
6. Segmenta obovato-oblonga vel oblongo-spathulata et
basi cuneata non valde numerosa, (utrinque 6-9), inae-
quidistantia et saepe in utroque latere geminata, ad
margines ± ciliato-spinulosa; venulis transversis 1-2
mm. inter S6 dissitis notata. Spadicis rami et flores
glabri Z. Haullevilleana De Wild.
7. Segmenta late rhomboidalia vel trapezoidea non valde
numerosa (utrinque 7-8 ?), alterne remote aequidistantia,
ad margines inferiores rfc nuda vel parcissime ciliato-
spinulosa; venulis crebrerrimis nitidissimis parallelibus,
0.8-0.5 mm. inter se dissitis notata
Z. Wendlandiana Damm.
Segmenta subtus farinosa.
— 272 —
8. Robusta, caudice vaginato ciré. 8 cm. diana., vaginae
ocrea elongata demum fissa. Folia ampia, 1.20 m. in
parte pinnifera longa; segmentis utrinque 9-10, con-
spicue plicato-pluricostulatis, basi longe attenuato-cu-
neatis, in eorum tertiam superiorem partem triangulari-
bus et aequilateralibus, ad margines inferiores spinulosis
vel etiam nudis, majoribus 30-85 cm. longis, 14-18 cm.
superne latis .... E. korthalsiaefolia Becc.
Eremospatha macrocarpa Wendl. in Kerch. Les Palm.
244; Drude in Engl. Jahrb. XXI, 111 ; Wright in Th.
Dyer, FI. trop. Afr. Vili, 113. — Calamus (Eremospa-
tha) macrocarpa Mann, et Wendl. in Trans. Linn. Soc.
XXIV (1863) p. 435 (sub Calamo).
Descrizione. — Fusto vaginato di 2.5-3 cm. di diam. ;
vagine legnose, inermi, quasi liscio, poco distintamente
striato-venose per il lungo. Ocrea breve, troncata alla bocca
orizzontalmente o più o meno obliquamente, a margine
acuto, nudo.
Foglie (di pianta adulta) assai grandi, mancanti affatto
di parte picciolare ; il rachide nella parte pinnifera è lungo
da 70 cm. a 1 m., in basso è convesso di sotto, anche di
sopra è piuttosto convesso ma presenta una superficie piana
limitata fra due spigoli che si riuniscono ad una certa di-
stanza dalla base in un angolo saliente inerme : nella parte
intermedia è a sezione triangolare con margini acuti e spi-
nulosi, in alto si termina in un cirro 3-gono, lungo circa
quanto la parte pinnifera ed armato di robusti acantofilli,
che sono sempre a coppie (sino 8-10 coppie) remote, for-
temente deflessi e paralleli fra di loro. Segmenti assai nu-
merosi (circa 23 per parte — Wendland), subequidistanti, i
superiori più discosti degli inferiori, assai rigidi subconco-
lori e piuttosto nitidi sulle due faccie, ma specialmente nella
superiore : sono strettamente lanceolati, quasi egualmente
attenuati verso le due estremità e s’inseriscono sul rachide
con una base assai angusta ; all’apice si ristringono in una
— 273 —
punta ora più o meno acuta, però non cuspidata, ma più
spesso ottusa od anche subdentata e fortemente spinulosa ;
costa media molto sottile e nuda sopra ambedue le faccie ;
nervi 2." 5-6 per parte della costa mediana, di poco meno
distinti della costa mediana ; di questi uno per parte è mar-
ginante; venule transverse molto numerose, molto interrotte;
margini armati di spinule assai robuste, eretto-patenti ; i
segmenti intermedii e superiori sono lunghi sino 30-35 cm.,
larghi 2-2.5 cm. ; i segmenti in vicinanza della base diven-
gono gradatamente più piccoli, allungato-ellittici, più co-
riacei, più fortemente spinosi ai margini ed in modo con-
siderevole callosi al punto d’ attacco, i più bassi di tutti
sono deflessi e rudimentarì, strettissimi, coriacei e spinosis-
simi sui margini.
Spadici lunghi 30-60 cm., sinuosi, con parte basilare indi-
visa, assai allungata, piano-convessa ; la parte assile è mi-
nutamente granuloso-papillosa sul secco, e porta vari ra-
moscelli fioriferi distici, alterni ; questi nella parte bassa
dello spadice sono lunghi 18-20 cm. (gli estremi della metà
più corti), spessi in basso 3-4 mm., gradatamente subulati
in alto, corrugato-angolosi sul secco ; rudimenti di spate
minute, scaglieformi, abbraccianti appena la metà della
circonferenza dell’asse, latamente triangolari, acute, lunghe
3-5 mm.: di solito rimangono assai discoste dal ramo che
teoreticamente dovrebbe nascere alla loro ascella. Bratteole
florali 0.
Fiori della parte bassa dei ramoscelli disposti in coppie
opposte, con le doppie coppie discoste 10-12 mm. fra di
loro ; nell’estremità dei ramoscelli le coppie divengono più
ravvicinate e più o meno alterne. I fiori sono oblungo-el-
littici, lunghi 8-10 mm. e spessi 3-3.5 mm. ; calice breve,
ciatiforme-campanulato, glabro, pianeggiante e calloso in
basso, con base scavata di sotto, assai distintamente 3-den-
tato con denti larghi e corti, acuti, costulato-venosi di fuori
e separati da seni acuti; corolla circa 3 volte più lunga del
calice, carnosa, alquanto inflata, 3-dentata all’ apice, ossia
con 3 lobi brevi, crassi, conniventi ; stami 6, eguali o quasi,
— 274 —
formanti coi loro filamenti riuniti un tubo poco più corto
della corolla, connato intieramente col tubo di questa, liberi
soltanto per brevissimo tratto alla fauce della corolla, dove
formano 6 denti crassi, deltoidei, i quali portano al loro
apice un’ antera eretta, breve, cordata, inserita per la base,
a loggie leggermente divaricate, deiscenti quasi lateral-
mente. Ovario ovoideo-oblungo, attenuato un poco in basso,
e superiormente contratto in un breve stilo, con stigmi con-
niventi formanti (nel boccio) una punta trigona che giunge
sino alla base delle antere.
Di frutti non ne ho visti che con certezza si possano ri-
ferire a questa specie. Mann e Wendland li descrivono
lunghi 31-82 mm. (1 1 , poli.), compresso-cilindrici, ottusi
ad ambedue le estremità, mono- o più raramente dispermi ;
squame sopra 24 ortostiche, romboidali, larghe 4 mm. (2 li-
nee), planiuscule, solcate nel mezzo, auranziache, cinte da
una linea fuscescente, cartacee, col margine anteriore mem-
branaceo. Seme lungo da 19-25 mm., largo 19 mm., e spesso
8-10 mm., compresso, disciforme, coi margini più o meno
crenulati, a superficie bruna, liscio dal lato ventrale, con
la calaza dorsale mammilleforme, molto incrassata.
Habitat. — Gli esemplari tipici sono stati raccolti da
Mann in Sierra Leone, sul Bagru River e nel territorio
del Niger suH’Old Calabar River (n. 2380 nell’Erb. di Kew).
Riferisco a questa specie degli esemplari dell’ Erbario di
Berlino raccolti nel Kamerun a Johann Albrechts-Hòhe
con spadici in fiore ; altri sterili ma con fronde di pianta
adulta di Kribi, ed infine altri pure di Johann Albrechts-
Hbhe, ma di pianta giovane e con fronde semplicemente
flabellato-forcate.
Osservazioni. — Ho studiato dei frammenti dell’ esem-
plare autentico di questa specie che mi hanno permesso di
riconoscerla in altri dell’ Erbario di Berlino provenienti
dal Kamerun. Rassomiglia molto alla E. cuspidata , ma ne
è ben distinta per alcuni caratteri facili ad apprezzarsi e
275 —
specialmente per i segmenti che non hanno una cuspide, ma
si terminano in punta talvolta acuta, ma più spesso ottusa,
superficialmente dentata od anche quasi dentato-premorsa.
I fiori poi si distinguono da quelli della E. cuspidata per
il calice distintamente 3-dentato o 3-lobulato, e per gli
stami, i quali hanno le antere erette, cordate, portate al-
1’ apice, ma attaccate dal lato dorsale, dei denti del tubo
staminale; i quali denti sono corti, triangolari, crassissimi
e non aveolati dal lato interno per il ricevimento delle log-
gie delle piccole antere didime, come sono quelle della E.
cuspidata.
Eremospatha cuspidata Wendl. in Kerch. Les Palm.
244. — Drude in Engl. Jahrb. XXI, 111; Wright in
Th. Dyer, FI. trop. Afr. Vili, 113. — Calamus ( Ere-
mospatha) cuspidatus Mann et Wendl in Trans. Linn.
Soc. XXIV, 434, t. 41, f. 4L
Descrizione. — Scandente. Tronco di 2-3 cm. diam.
Fronde (di pianta adulta) assai allungate ; vagina inerme,
sottilmente legnosa, striata per il lungo; ocrea breve, tron-
cata, inerme ; parte picciolare nulla ; rachide largo nella
parte basilare 12-13 mm. e quivi depresso, pianeggiante
di sopra, leggermente convesso ed inerme di sotto, armato
ai margini fra mezzo ai segmenti con forti spine, brevi,
triangolari, orizzontali o più o meno uncinate (in generale
si trovano 1-2 di tali spine fra un segmento e l’altro); in
alto il rachide è trigono, pianeggiante di sotto, bifaciale
con angolo acuto e nudo di sopra, e con una linea di brevi
ugnoli sopra ognuno dei margini di sotto. Segmenti nume-
rosi (25-27 per lato — Wendland), subequidistanti, almeno
nella parte bassa della fronda; i superiori, discosti 3-4.5
cm., cartaceo-rigiduli, opachi, subconcolori sulle due faccie,
strettamente lanceolati, lunghi 20-25 cm., larghi 18-25 mm.,
attenuati in basso, dove si inseriscono obliquamente sul ra-
chide con una base assai angusta e più o meno callosa, bru-
— 276 —
scamente contratti all’apice, spesso un poco asimmetrica-
mente, in un apicolo, che di solito si trasforma in un’aresta
rigida, sottile, compressa lateralmente, rb spinulosa, lunga
sino 15 mm. ; costa mediana molto sottile e nuda sopra
ambedue le faccio ; nervi 2“ 5-6 per parte della costa me-
diana, molto distinti sulle due faccie e di poco più sottili
della costa mediana stessa; di questi uno per parte scorre
in grande prossimità del margine ; margini assai forte-
mente armati di spinule robuste, eretto-patenti ; 2-3 seg-
menti basilari per parte sono molto più piccoli degli altri,
lanceolati, deflessi, più fortemente spinosi ai margini, più
rigidi specialmente in basso e con una base fortemente in-
spessita e callosa ; venule transverse corte, sottili, assai
numerose, pochissimo prominenti.
Spadici (non vidi intieri) con ramoscelli fioriferi glabri,
minutamente tubercolato-sagrinati.
Fiori carnosi, clavati, lunghi 8—8.5 mm., crassi 3 mm.
(sul secco) ; calice breve ciatiforme, alto quanto largo (2.5
mm.), campanulato, glabro, pianeggiante e calloso in basso,
scavato di sotto, troncato alla bocca con appena un accenno
di 3 denti separati da un superficialissimo seno, grossolana-
mente costulato- venosi di fuori ; corolla circa 2 ‘/2 volte
più lunga del calice, carnosa, apparentemente inflata sul
fresco, un poco attenuata in basso, rotondata od ottusa-
mente apiculata all’ apice e quivi divisa in 3 lobi brevi,
crassi, conniventi ; stami 6, eguali, formanti coi loro fila-
menti riuniti un tubo un poco più corto della corolla,
connato interamente con questa, liberi soltanto per brevis-
simo tratto alla fauce della corolla, dove sono rappresen-
tati da 6 denti, crassi, deltoidei, ognuno dei quali ha due
nicchiette dal lato interno, nelle quali vengono accolte
le logge delle antere. Le antere sono globoso-didime a
loggie un poco divaricate, deiscenti quasi sui lati, esse
sporgono pochissimo al di fuori del tubo formato da fila-
menti e col loro insieme occludono intieramente il tubo
staminale. Ovario ovoideo, attenuato in basso, inserito sulla
base carnosa della corolla (toro) ; stilo brevissimo ; stigmi
— 277 —
conniventi, brevi, crassi, papillosi, rimanenti col loro apice
al di sotto delle antere.
Frutti non ne ho visti che con certezza si possano riferire
a questa specie. Mann e AVendland li descrivono come
ellissoidali, lunghi 25 mm., larghi 19 mm., « fere aequilati »
(ossia quasi eguali nelle due estremità ?) mono- o più rara-
mente dispermi ; squame sopra 18 ortostiche, romboidali,
di 3.5-4 mm. di larghezza, sul secco molto rigonfie (valde
bullatae), solcate nel mezzo, miniate, cartacee, col margine
anteriore lacerato e cinte da una linea fuscescente. Seme
lungo 19 mm., largo 10 mm., spesso 6-8 mm., leggermente
spianato dal lato ventrale, convesso sul dorso ; testa bruna,
calaza dorsale molto ispessita e mammilleforme, margini
lisci ; ilo lineare. Embrione posto poco sopra l’ ilo ventrale,
alla metà dell’ albume, orizzontale.
Habitat. — Gr. Mann ha per il primo scoperto questa
specie presso la foce del fiume Gabon nel Gongo francese
(Mann n.° 1043). Del Gabon ho pure visto un esemplare
nell’Erb. di Parigi, raccolto da Dybowski (n.° 140). Come
riferibili alla P. cuspidata ritengo pure degli esemplari
sterili dell’Erb. di Berlino provenienti da Joko nel Kame-
run. De Wildeman (Miss. Laurent, p. 23) ricorda per la
E. cuspidata anche le località di Kiri e di Eala del Congo
Belga. Io però non ho visto gli esemplari di questa pro-
venienza.
Osseevazioni. — Si distingue principalmente per le sue
foglie strette, quasi egualmente attenuate alle due estre-
mità, con i margini armati di assai forti spinule rivolte
in su, e specialmente per i segmenti che si terminano in
una cuspide dura più o meno allungata, formata dal ripie-
gamento in basso dei due margini dell’apice del segmento.
E pure distinta per i fiori con calice troncato, molto su-
perficialmente 3-denticolato, e per il tubo staminale super-
ficialmente 3-lobo, coi lobi presentanti ognuno dal lato
interno una doppia nicchietta, nella quale vengono accolte
is
— 278 —
le loggie delle respettive antere ; queste sono quindi quasi
incluse nel tubo staminale, del quale col loro apice chiu-
dono la bocca.
Eremospatha Tessmanniana Beco. sp. n.
Descrizione. — Fusto vaginato (apparentemente di pianta
adulta) di 12-15 mm. di diam. ; internodi lunghi 18-20
cm.; vagina assai fortemente striata per il lungo; ocrea
molto breve (lunga 10-12 mm.), troncata orizzontalmente o
presso a poco. Foglie completamente prive di picciolo ;
rachide nella parte pinnifera lungo 35-40 cm., fortemente
appiattito alla base, piano di sopra e convesso di sotto, poi
biconvesso, e da circa la metà in su pianeggiante di sotto
e bifaciale di sopra, armato fortemente ai margini con assai
robusti e fitti ugnoli a larga base, lunghi 3-5 mm., tutti
reversi; il rachide si termina in un cirro lungo 60-70 cm.,
subtrigono, fittamente armato ai margini sino all’apice con
piccoli ma assai robusti ugnoli reversi, provvisto di 4-5
paia di acantofilli perfettamente opposti e che sembra ri-
mangano sempre divaricati, ossia che non diventino tanto
deflessi da diventare fra loro paralleli. Segmenti non molto
numerosi, di solito 7-8 per parte e con non molta regola-
rità opposti ; le coppie rimangono a distanze non uniformi,
di solito di 3-8 cm., in alto più discoste che in basso ; i
segmenti sono molto rigidamente cartacei, o sottilmente
coriacei, lineari, molto brevemente attenuati in basso, bru-
scamente ristretti all’ apice in punta ottusa ± spinulosa,
verdi e nitidi di sopra, assai più pallidi (ma senza indu-
mento speciale) di sotto, percorsi dalla costa mediana, po-
chissimo più distinta di 2 nervi secondari per parte a
questa ; venule trasverse molto numerose e fitte, ma assai
immerse nel parenchima e per questo poco distinte ; i mar-
gini sono molto peculiarmente armati di assai robuste e
numerose spinule a punta nera, tutte reverse, meno alcune
presso l’apice ; i segmenti intermedi sono lunghi 25-27 cm.,
— 279 —
e larghi ± 2 cm. ; i superiori sono di ben poco più piccoli
di questi ; soltanto 1-2 per lato, presso la base, ma special-
mente i più bassi, sono molto più piccoli degli altri,
orizzontali o deflessi, mentre i superiori sono inseriti ad
un angolo assai acuto. Alcuni campioni hanno le foglie ri-
dotte al solo rachide, prive affatto di segmenti, ma con
produzioni spiniformi in loro vece ; non conosco se ciò
costituisce un fatto normale o teratologico. Detti organi
rappresentano certamente delle foglie e non degli spa-
dici abortivi (flagelli dei Calamus , ai quali però sembra
che corrispondano per la funzione) ; essi nascono infatti dal-
l’apice di una vagina provvista della sua ocrea, sono lun-
ghi circa 30 cm. ed hanno il rachide come quello descritto
per le foglie normali ma più fortemente spinoso : di seg-
menti non ve ne è che le tracce di 1-2 presso la base, ridotti
però ad un filamento compresso, lineare, lungo 7-8 cm.,
fortemente aculeolato; gli altri segmenti sono rappresentati
da spine lunghe 2-3 cm., subopposte od alterne, rigidis-
sime, armate con qualche spinula ai margini ; tali spine
in alto vengono sostituite dalle solite coppie di acantofìlli.
In una parola in detti rachidi tutti i segmenti sono ± di-
stintamente metamorfosati in acantofìlli.
Habitat. — Scoperta dal Dott. Giinter Tessmann nel
Congo francese o forse piuttosto nella Guinea spagnola, la
località precisa non essendo indicata (n.° 4 nell’ Erb. di
Berlino. Nome volgare « Ongàm »).
Osservazioni. E una specie distintissima, facilmente ri-
conoscibile per i suoi segmenti latamente lineari, rigidi,
ottusi (nè cuspidati, nè denticolati all’ apice), armati da
cima a fondo di forte spinule « tutte volte all’ ingiù ».
Eremospatha quinquecostulata Becc. sp. n.
Descrizione. — Fusto vaginato di circa 2 cm. di diam.
Vagine assai fortemente striate per il lungo ; ocrea lunga
280 —
circa 3 cm., troncata obliquamente. Foglie assai allungate,
con pochi segmenti inseriti ad un angolo assai acuto, piut-
tosto numerosi, molto inequidistanti, il più spesso ravvi-
cinati due a due sopra ogni lato del rachide, con spazi di
rachide a nudo fra ogni coppia variabili da 5-10 cm., e
verso 1’ estremità della fronda anche più. Picciolo assoluta-
mente mancante; rachide largo in basso 1 cm., e di 5-6 mm.
di spessore, rotondato di sotto, leggermente concavo di so-
pra nel primo tratto, ossia percorso da un canale poco
profondo avente i lati, dove sono inseriti i segmenti, pia-
neggianti ; il canale è largo in basso, ma gradatamente si
restringe e presto svanisce per dar luogo ad un angolo sa-
liente ottuso ; sui margini il rachide è interrottamente ar-
mato di corti aculei deflessi a larga base ; il cirro è rigido,
ha varie paja di acantofilli ed è armato assai potentemente
sui lati, sino in cima, con relativamente robusti ugnoli. I
segmenti sono strettamente lanceolati, molto leggermente
asimmetrico-sigmoidei, quasi egualmente attenuati alle due
estremità, ma un poco più angustamente verso la base,
che è assai acuta: sono ristretti anche verso l’alto, ma meno
gradatamente che verso la base, in una punta non sim-
metrica, acuta o brevemente acuminata: sono sottilmente
cartacei, subnitidi e concolori sulle due faccie, assai distin-
tamente 5-costulati; le costole sono sottili, ma rilevate, spe-
cialmente nella pagina inferiore ; fra una costola e l’altra
vi sono numerosissimi nervi terziari che rendono finamente
striate le due superficie; i margini sono per lo più comple-
tamente lisci, ma talvolta portano alcune spinule in qua e
là, specialmente verso la base, alle volte reverse; l’apice è
quasi sempre spinuloso— ciliato ; i segmenti intermedi sono
i maggiori, sono lunghi 20-25 cm. e larghi 2.5 cm.; i su-
periori sono leggermente più piccoli ; 2-8 della base sono
patentissimi o deflessi, angustissimi, assai fortemente ar-
mati di spine deflesse ai margini.
Habitat. — Affrica occidentale tropicale tedesca; nel Ka-
merun a Bezirk Djah.
— 281
Osservazioni. — Gli esemplari sui quali è fondata que-
sta specie sono assai incompleti e mancano di fiori e di
frutti che con certezza vi possono esser riferiti; anche le
fronde sono frammentate di guisa che riesce difficile di
stabilire il numero di segmenti di cui si compongono. E
però specie caratteristica per le sue fronde con segmenti
molto inequidistanti, lanceolati, angusti, di consistenza sot-
tile e distintamente 5-costulati ; per il rachide solcato di
sopra in basso, ed il rigido cirro fortemente armato di
ugnoli ai margini, sino in cima, negli interstizi fra le coppie
degli acantofilli.
Eremospatha Hookeri Wendl. in Kerch. Palm. p. 244;
Drude in Engl. Jahrb. XXI, 111; Wright in Th. Dyer,
FI. Trop. Afr. Vili, p. 112. — Calamus ( Eremospatha )
Hookeri Mann et Wend. in Trans. Linn. Soc. XXIV
(1863), p. 434, t. XLI, C. — Eremospatha Cabrae De
Wild., Étud. FI. du Congo, I, p. 95, t. XXXII. —
Calamus Cabrae De Wild, et Th. Dur., Matér. pour la
FI. du Congo, fase. V, p. 32; Wright in Th. Dyer, FI.
Trop. Afr. VII, 110.
Descrizione. — Scandente. Fusto vaginato, delle piante
adulte, di 15-18 mm. di diam. Vagine più o meno distin-
tamente striate per il lungo; ocrea troncata obliquamente,
lunga circa 2 cm. Foglie estremamente variabili per la
forma e spinescenza dei segmenti nei vari periodi di svi-
luppo della pianta: le fronde di piante giovani sono molto
differenti da quelle della pianta adulta ed a quanto sem-
bra da prima sono flabelliformi-forcate, col rachide pro-
lungato in cirro provvisto di acantofilli : quelle di pianta
adulta hanno pochi segmenti più o meno trapeziformi, rom-
boidali, romboidali-cuneati, od obovato-romboidali, od an-
che obovato-ellittici. Una foglia di uno degli esemplari
tipici, manca assolutamente di picciolo ; il rachide porta
solo qualche spintila ai lati in aitò; i segmenti sono remo-
tamente subequidistanti, alterni, elongato-obovati o talvolta
— 282 —
quasi obovato-ellittici, simmetrici o quasi: sono gradata-
mente cuneati da circa il terzo superiore in giù verso una
base acuta, e hanno qualche spinula assai robusta sui mar-
gini, che talora è rivolta in su e talora è in senso contrario
od orizzontale: il margine superiore è leggermente repando-
crenato, nudo: l’apice è ottuso od acutiuscolo; di consistenza
i segmenti sono rigidulo-cartacei, sono verdi sopra ambedue
le faccie ma un poco più pallidi di sotto; hanno la costola
mediana quasi perfettamente centrale, di sopra più acuta dei
nervi secondari, di sotto non più forte di questi; di nervi
secondari ve ne sono 4-5 per parte, egualmente prominenti
sulle due faccie; di questi uno o due dei più esterni sono
leggermente incurvati verso l’estremità; venule transverse,
non straordinariamente numerose, assai continue e piut-
tosto distinte sopra ambedue le faccie. I segmenti maggiori
sono lunghi 18 cm., larghi verso il terzo superiore 6 cm. ;
i segmenti basilari sono più spinosi ai margini e molto più
piccoli dei superiori, patenti; gli infimi sono deflessi e
quasi abortivi. Cirri sottilissimi, acutamente trigoni; acan-
tofilli sempre opposti, fortemente deflessi.
Lo spadice in un esemplare è lungo 45 cm., ha la parte
peduncolare piana o leggermente convessa dal lato assile,
convessa dall’altra . la parte assile è subterete, rigida, dritta,
gradatamente assottigliata, portante disticamente dei rami
semplici, patenti-ascendenti, dei quali gli inferiori sono
subopposti ed i superiori alterni, e nell’insieme formano
una pannocchia ovato-allungata. Spate ridotte a piccole
squame corte e larghe, terminate da una piccola punta
subulata : sono inserite alquanto al di sotto del respettivo
ramo. Rami fioriferi rigidi, angolosi, spessi in basso 3 mm.,
attenuato-subulati, i più bassi lunghi 15 cm., i superiori
più corti, in tutti le coppie dei fiori sono alterne dalla
base sino all’apice, e sono sorrette da una strettissima brat-
tea ungueforme, rotondata, deflessa ; la parte assile ed
i ramoscelli sono, sul secco, minutamente peloso-papillosi
e rubiginosi ; le coppie di fiori più basse sono discoste
7-8 mm., le superiori gradatamente più ravvicinate. Pe-
— 283 —
rianzio fruttifero di 10 mm. di diam. fra le punte dei pe-
tali ; calice e corolla minutamente papilloso-pelosi e fer-
ruginei ; calice apparentemente latamente 3-lobo ; corolla
fortemente inspessita, due volte più lunga del calice ; dai
resti dell’ urceolo staminale si riconosce che esso era co-
ronato da 6 piccolissimi denti, portanti all’apice le antere.
I frutti (che io non ho visto) vengono descritti da Mann
e Wendland ovoideo-cilindrici, lunghi 21-25 mm., e di
17-19 mm. di diam., mono- o più raramente 2-dispermi;
squame sopra 20 ortostiche, romboidali, pianeggianti, solcate
nel mezzo, auranziache, di 4 mm. di diam., cartacee, cir-
condate da una linea scura e col margine anteriore inte-
gerrimo. Seme lungo 19 mm., 13 mm. largo, 6 mm. spesso.
Dalla figura apparisce di forma ovata, alquanto compresso,
a contorno rotondato e poco o quasi punto lobulato.
Habitat. — Gli esemplari tipici sono stati raccolti da
Mann alle foci del fiume Nun (n.° 451 nell’ Erb. di Kew).
Di questa provenienza ne ho visto uno con porzione di fronda
e con uno spadice allo stadio fruttifero, ma mancante di
frutti, conservato nell’Erbario di Berlino e proveniente da
quello di Wendland. Sembra però una Palma assai diffusa.
Mi sembrano infatti pure riferibili alla E. Hookeri degli
esemplari sterili provenienti da Batanga nel Kamerun
(Dinklage n.° 1155) e dall’Ogowé, nel Congo francese (Mgr.
Leroy nell’ Erb. di Parigi), ed un altro pure dell’ Ogowé
raccolto da Dybowski (n.° 142 nell’Erb. di Parigi).
Siccome riferisco alla E. Hookeri Wend. anche la E. Ca-
brae De Wild, così si deve aggiungere alle località il basso
Congo Belga, dove è stata raccolta a Kimnenza da J. Gillet
(n.° 2060, Erb. di Bruxelles).
Osservazioni. — La E. Hookeri è principalmente carat-
terizzata per i suoi segmenti più o meno ovati od obovato-
ellittici o subromboidali, alterni e subequidistanti, e per le
parti assili dello spadice e per i fiori papilloso-tomentosi.
Ho esaminato molto accuratamente gli esemplari tipici
— 284 —
di E. Cabrae, che gentilmente mi ha comunicato lo stesso
Dr. De Wildeman, ma non sono riuscito a scuoprire alcun
carattere che mi autorizzi a tener distinta detta specie
dalla E. Hookeri. Le leggiere differenze nella spinescenza
del rachide e nella forma e spinescenza dei margini dei
segmenti non possono costituire caratteri differenziali in
una specie nella quale tali parte vanno soggette a varia-
zioni grandissime, come mi risulta dallo studio degli esem-
plari che ho esaminato, e dei quali qui appresso farò qual-
che cenno.
L’esemplare di Dybowski dell’Ogowé (n.° 142) consiste
in una fronda intiera cirrifera e porta fra tutto 14 se-
gmenti, remotamente equidistanti, alterni o subopposti, si-
milissimi a quelli della E. Cabrae nella figura pubblicata
da De Wildeman.
Gli esemplari del Kamerun (Dinklage n.° 1155) sono di
una pianta giovane, hanno il fusto vaginato di 1 cm. di
diam.; 1’ ocrea è lunga 4 cm., il picciolo è lungo 1-3 cm.,
armato come il rachide assai fortemente di spine uncinate
a larga base chiara e punta nera ; una fronda ha un cirro
rudimentario lungo 7 cm. e porta 5 segmenti per parte ;
altre fronde più sviluppale hanno il cirro più lungo, prov-
visto di 2-3 coppie di acantofilli, e portano 7-8 segmenti
per parte ; i segmenti sono ovato-ellittici ed alcuni subrom-
boidali-ovati ; alcuni col margine affatto inerme, altri spe-
cialmente i basilari, hanno qualche conspicua spiuula presso
la base ; il margine superiore è ondulato, repando, nudo o
con appena qualche accenno di spinule ; venule transverse
discoste 1-2 mm.
Alcuni esemplari dell’Erbario di Berlino, senza indica-
zione precisa di località, apparentemente di pianta giovane,
hanno un fusto gracilissimo, allorché vaginato di soli 4 mm.
di diam. ; l’ocrea è lunga 4 cm., il rachide nella parte pin-
nifera e picciolare è lungo 15 cm. ed è armato delle solite
spine ; la parte picciolare misura circa 4 cm., il cirro è
gracilissimo ed ha 4-5 paia di acantofilli ; segmenti solo
2-3 per parte, opposti, ± asimmetricamente ellittici; i 2 ter-
— 285 —
minali assai lungamente uniti per la base, lunghi 9-11 cm.,
larghi 3.5-4 cm. ; margini quasi del tutto inermi ; venule
transverse come nella tipica E. Hookeri. Se detti esemplari
fossero rappresentanti di una pianta completamente evoluta
si potrebbero ritenere come appartenenti ad una specie di-
stinta.
Eremospatha Haullevilleana De Wild.; Études sur la
Flore du bas et moyen Congo, v. I, p. 96, t. XXXIII-
XXIV, et Mission Laurent, p. 24. — E. Schweinfurthii
Beco, in Ann. Royal Bot. Gard. Calc. XI, 164.
Descrizione. — Gracile, scandente. Fusto allorché vagi-
nato di 8-9 mm. di diam.; fusto nudo di 6 mm. di diam.,
striato per il lungo a superficie opaca ; vagine cilindriche,
totalmente inermi, leggermente striato-venose per il lungo,
sparse nella prima gioventù di squamule o pagliette color
tabacco, poi glabre. Ocrea cilindrica, strettamente abbrac-
ciale la base della guaina sovrastante, lunga 2.5-4 cm.,
intiera e troncata ± obliquamente alla bocca.
Foglie cirrifere,, assai differenti a seconda che apparten-
gono a pianta giovane o adulta, alla parte bassa della
pianta od a quella alta. Le foglie di pianta giovane
sono indivise, ossia il loro lembo è costituito di un solo
flabello profondamente bilobo o solcato, leggermente cu-
neato verso una base acuta, lungo 20 cm. od anche più,
e largo 13-18 cm.; i suoi lobi hanno 6-7 costole; dal seno,
che è acuto e giunge sino oltre la metà dell’intiero lembo,
il rachide si prolunga in un cirro gracile. Nelle foglie delle
piante un poco più adulte delle precedenti, alla base del
flabello, compariscono prima alcuni piccoli segmenti basilari
e poi il flabello stesso si divide in altri segmenti ; final-
mente le foglie delle piante completamente sviluppate sono
distintamente pennate, hanno 6-7 od al più 9 segmenti per
parte e sono poi terminate da un cirro gracile. Il picciolo
è sempre brevissimo, lungo al più 3-4 cm. nelle foglie di
pianta giovane, depresso, largo 5 mm , piano di sopra, con-
— 286 —
vesso di sotto, coi margini acuti ed armati con alcuni aculei
relativamente assai robusti, ± reversi, a base chiara e punta
nera: il cirro è gracilissimo e porta qualche coppia di acan-
tofilli.
Le fronde di pianta adulta hanno il picciolo brevissimo
o quasi nullo, sono lunghe nella parte pinnifera 30-35 cm.
e sono terminate da un cirro di quasi eguale lunghezza ;
di acantofilli ve ne sono 4-5 coppie ; il rachide in alto di-
sopra è bifaciale con angolo prominente nudo, è convessi u-
scolo di sotto, è ± armato irregolarmente sui margini di
piccoli ugnioli solitari a punta nera che si estendono rim-
piccolendosi anche nel cirro, ma che d’ordinaido cessano alla
prima od al più alla seconda coppia di acantofilli ; questi
sono gracili, i maggiori lunghi al più 2 cm. I segmenti
sono molto inequidistanti ed assai ineguali, spesso appros-
simati 2 a 2, obovato-oblunghi o spatolati, cuneati da circa
il terzo superiore in giù verso una base acuta simmetrica;
hanno il margine anteriore spinuloso, ± lobulato o lobu-
lato-dentato, prolungato nel centro in breve punta ottusa:
sono cartaceo-rigiduli, glabri sopra ambedue le faccie, leg-
germente più pallidi di sotto, hanno 7-8. costole divergenti
dalla base, molto tenui e quasi egualmente visibili sulle
due faccie ; le costole più esterne sono molto leggermente
arcuate ; venule trans verse tenuissime e fitte, discoste fra
di loro Y - 1 mm., quasi egualmente visibili sulle due fac-
cie, i segmenti intermedi sono i più grandi, sono lunghi
10-14 cm. e larghi 3-4 cm., spesso 2 od anche 3 segmenti
sono uniti insieme e quindi allora sono assai più larghi; ed
inseriti per una larga base sul rachide; i segmenti supe-
riori sono di poco più piccoli dei mediani ; i più bassi sono
spesso molto più piccoli degli altri e coi margini laterali
provvisti di qualche rada e relativamente robusta spinula
patente, e presso la base anche reversa ; i segmenti supe-
riori hanno pure i margini laterali più o meno spinulosi
specialmente presso la base.
Spadice fruttifero glabro, lungo nell’insieme 20 cm., com-
posto di 7 ad 8 ramoscelli fioriferi per parte all’asse cen-
— 287 —
trale, distici, patenti, disposti sopra un piano; di questi 3-4
per parte dei più bassi sono opposti ; la parte assile è com-
pressa in basso ed ivi è larga circa 1 cm., assottigliata e
subterete in alto, con una specie di breve anello formato
da 2 spate rudimentarie opposte in vicinanza di ogni cop-
pia di ramoscelli fioriferi ; al di sotto dei ramoscelli su-
periori invece dell’anello completo si trova una sola brat-
teola acuta per ramoscello ; i ramoscelli sono dr corrugato-
angolosi e finamente scabrido-granulosi sul secco, di 2.5 mm.
di spessore in basso, un poco assottigliati in alto, legger-
mente arcuati in sù, rigidi, i più bassi lunghi 8 cm., gli
altri gradatamente più corti, gli estremi solo 5-6 cm.
I fiori sono in coppie alternativamente distiche, molto
vicine fra di loro ; le coppie nascono dall’ascella di una bre-
vissima brattea a contorno rotondato, pochissimo spor-
gente, più corta dei pulvinuli sui quali riposano i fiori.
Fiori riposanti sopra pulvinuli superficiali, circolari, e nei
quali le loro brattee speciali sono rappresentate da un
inconspicuo orlo. Perianzio fruttifero a quanto sembra
non accresciuto ; calice campanulato-ciatiforme, troncato in
basso, molto superficialmente 3-dentato, fortemente striato,
non papilloso-peloso, formante un corto pedicello al frutto;
corolla pure glabra, 2 volte più lunga del calice, a segmenti
spessi, persistenti, orizzontali, ovati, acutiusculi; 1’ urceolo
staminale sembra terminato da 6 brevissimi denti con an-
tere erette.
Frutto ovoideo, fortemente rotondato alle due estremità,
brevemente mammillato-mucronato all’apice, lungo 25 mm.,
allorché fresco probabilmente cilindraceo, sul secco com-
presso e largo circa 15 mm., percorso da 18 profondi sol-
chi longitudinali ed altrettante coste rilevate, le squame
essendo profondamente solcate nel centro e coi margini ri-
levati; esse sono piccole e disposte lungo 18 ortostiche : ve
ne sono 10-12 ben conformate sopra ogni ortostica, sono
concolori, bruno giallastre, nitide, quasi più larghe che lun-
ghe con punta ottusa ; nell’insieme il pericarpio è sottile,
fragile, spesso poco più di 1 mm. Seme a contorno ovale,
— 288 —
fortemente compresso, a superficie bruna, lungo 17-20 mm.,
largo 13-14 mm., spesso 7 mm., rotondato alle 2 estremità,
superficialmente lobulato-submesenteriforme sul contorno,
con un piccolo solco discendente partente da una specie
di ombellico centrale dove si trova l’embrione e con una
piccola area rilevata ellittica centrale dal lato opposto,
da dove irradiano vari solchi superficiali ; rafe angustis-
simo. Albume omogeneo, osseo.
Habitat. — Basso Congo Belga a Lubamba, (J. Gillet
n.° 2026!), a Kisantu (J. G-illet n.° 1385!). È citata da De
Wildeman come raccolta anche da E. Laurent a Stanley-
ville, a Bassongo, e ad Isaka. Gli esemplari sui quali io
avevo stabilito la E. Schweinfurthii sono stati raccolti dal
Dott. Schweinfurth a Kambele, nel paese dei Monbuttu, il
19 Aprile 1870. (N.° 3671).
Osservazioni. — E molto affine alla E. Hookeri, dalla
quale si distingue per i segmenti inequidistanti e spesso
geminati sopra ogni lato del rafe ; per i ramoscelli dello
spadice ed i fiori glabri (non papilloso-pelosi) e per il seme
assai più compresso a contorno distintamente lobulato-
mesenteriforme.
E da lamentarsi che tanto della E. Hookeri quanto della
E. HauUevilleana non si conoscano i fiori in buono stato,
ciò che impedisce un confronto rigoroso, giacché mi sem-
bra che anche nelle Eremospatha, come negli Ancistrophyl-
lum , i caratteri desunti dai fiori siano più costanti di quelli
delle foglie.
La E. HauUevilleana, per quel che riguarda la forma dei
segmenti delle foglie e sopratutto per la spinescenza loro,
sembra molto variabile, tanto che se si dovesse dar valore a
tutte le differenze che s’incontrano in detti organi, occorre-
rebbe moltiplicare grandemente le specie. Mi sembra quindi
riferibile alla E. HauUevilleana una foglia esistente nell’Er-
bario di Berlino, raccolta durante la spedizione del Mag-
giore A. v. Mechow (n.° 542a) a Tembo-Aluma nel Congo,
— 289 -
Kwango District. Detta foglia evidentemente ha apparte-
nuto ad una pianta giovane, nell’insieme è lunga 35 cm. e
si termina in due segmenti uniti per la base, senza rudi-
mento di cirro fra mezzo a loro ; la parte picciolare è lunga
8 cm., depressa, piana di sopra, convessa di sotto, forte-
mente armata di spine uncinate, appiattite a larghissima
base chiara e punta nera ; il rachide è pure fortemente
armato ai margini di simili spine. I segmenti fra tutto sono
9, alterni, ellittici od ellittico-romboidali, ± cuneati in basso,
lunghi 12-15 cm., larghi 5-6 cm. con i margini fortemente
armati nella loro parte basilare di spine relativamente forti,
appiattite, rivolte in giù, simili a quelle del rachide e di
poco più piccole ; i margini superiori sono pure ciliato-
spinulosi ; le venule trasverse sono come nella R. Haulle-
ciìleana tipica. Riferisco questa foglia, che ha un aspetto
assai singolare, alla E. Ilaullevilleana principalmente in
causa delle assai forti spinule appiattite, reverse, che si
trovano sui margini nella parte basilare dei segmenti, esat-
tamente come in quelli della figura che della rammentata
specie ha pubblicato De Wildeman.
Dallo scarso materiale a mia disposizione non riesco a tro-
var differenze fra la Eremospatha raccolta dal Dott. Schwein-
furt nel paese dei Monbuttu, e la E. Haullevilleana della
regione centrale del Congo. Gli esemplari che della Ere-
mospatha di Schweinfurth io ho visto consistono in 2 foglie
ed in uno spadice con fiori ancora inaperti ; il fusto va-
ginato è 15-17 mm. di diam. ; 1’ ocrea è breve, troncata
obliquamente; delle foglie, una è lunga nella parte pinnifera
60 cm. e l’altra (quella accompagnata dallo spadice) 45 cm. ;
manca qualsiasi accenno di parte picciolare ; il rachide in
basso è depresso-biconvesso ; in alto è piano di sotto e
bifaciale di sopra, armato sui margini con assai robusti
ugnioli a base chiara e punta nera ; i segmenti sono circa
12 per parte, molto inequidistanti, più o meno distintamente
geminati, oblungo-cuneati, hanno il margine superiore on-
dulato-lobulato, sono cuneati verso una base acuta dal terzo
superiore in giù ; i maggiori sono lunghi 12-13 cm., lar-
— 290 —
gki 3.5-4 cm.; i margini sono più o meno ciliato-spinulosi ;
nei segmenti più bassi le spinule sono assai robuste, negli
altri sono minute ed ascendenti; di costole primarie ve ne
sono 4-5 per parte e tutte dritte ; il cirro è gracile, acu-
leato nel primo tratto, nel resto inerme, porta 4-5 paja di
acantofìlli fortemente deflessi a punte parallele. Spadice
lungo 17 cm. nella parte eserta dalla guaina, (nella quale
la parte pedicellare rimane inclusa) con 7-8 ramoscelli fio-
riferi per parte; quelli della coppia più bassa opposti, na-
scenti subito al di sopra di una brattea annulare completa;
gli altri sono alterni e nascono assai al di sopra della
respettiva brattea ; i ramoscelli sono glabri ; la bratteola
sottostante ai pulvinuli è piccola e pochissimo sporgente.
Fiori in boccio angusti, subclavato-oblunghi, attenuati bre-
vemente verso 1’ apice che è acutiusculo ; sono lunghi
9 min.; il calice è ciatiforme-campanulato, glabro, molto
superficialmente 3 -denticolato, assai fortemente venoso-
costulato; la corolla è almeno 2 volte e mezzo più lunga
del calice, glabra: l'urceolo staminale è ringrossato in alto,
chiude quasi la fauce ed è terminato da 6 piccolissimi
denti sui quali riposano le antere; queste sono erette, sub-
cordato-sagittate od a loggie alquanto divaricate alla base;
ovario oblungo; stilo brevissimo ; stigmi triangolari, di-
varicati.
Eremospatha Wendlandiana Dammer (nomen in Herb.
Berol.).
Descrizione. — Una fronda di pianta giovane ha una
lunga parte picciolare spinosa, porta 7 segmenti per parte,
è terminata da due segmenti liberi sin dalla base e non ha
rudimento di cirro alla terminazione del rachide. I seg-
menti sono alterni, remotamente equidistanti, verdi e nitidi
sulle due faccie, latamente romboidali o trapezoidali, Hanno
6-7 coste primarie drittissime, radianti dalla base, sono
alquanto più lunghi che larghi (i maggiori lunghi 15-17
cm., larghi 8-10 cm.) ; il loro margine superiore è ondu-
— 291
lato, minutamente spinuloso-ciliato ; i margini inferiori di
solito sono lisci e raramente portano qualche spinula ; ve-
nule transverse numerosissime, fittissime e molto distinte ;
se ne contano sino 2-3 al millimetro. Altra fronda, ma di
pianta adulta, ha la parte pinnifera lunga circa 1 m.,
sembra abbia 6-7 segmenti per parte, ed è terminata da
un cirro che porta 4 paia di acantofilli : ha un picciolo
lungo 8 cm., spinoso ai margini ; il rachide è pure spinoso.
1 segmenti basilari sono più lungamente cuneati degli in-
termedii ; questi sono romboidali, larghi sino 11 cm.; i
superiori sono i più piccoli ; i segmenti più bassi hanno
qualche forte spinula sui margini ; in tutti il margine
anteriore è minutamente spinuloso-ciliato ; le venule tran-
sverse sono esattamente come nell’ altra fronda. Altre
parti mancano.
Habitat. — Kameruu : Barombi-Station, sulle sponde del
fiume presso Ndian Factory (Preuss, n.° 460 nell’ Erb. di
Berlino). Gli esemplari di questa località sono stati riferiti
da Wright (FI. trop. Afr. 1. c.) alla E. Hooikeri.
Osservazioni. — La E. Wendlancliona è certamente molto
affine alla E. Hookeri, alla quale grandemente rassomiglia
per le foglie, ma dalla quale si distingue per i segmenti
più marcatamente romboidali e « caryotinei » e special-
mente per le venule transverse molto più fitte, più fini,
molto più nette, poco interrotte e quasi parallele.
Un esemplare raccolto da Buchoìz (Herb, di Berlino) nel
Kamerun, ha una fronda cirrifera identica a quella di
Preuss (n.° 460) ed è notevole per il medesimo genere di
fittissime venature transverse.
La medesima particolarità nelle venature si osserva anche
in un esemplare dell’ Erb. di Parigi (che pure riferisco alla
E. Wendlancliana ) proveniente a quanto pare dal Congo e
che porta nell’etichetta la sola indicazione « Tandon Nska »;
i segmenti in questo esemplare sono della forma di losanga
molto allungata, sono lunghi 23-24 cm. e larghi 5.5-8 cm.
— 292 —
Eremospatha korthalsiaefolia Becc. sp. n.
Descrizione. — Robusta. Fusto vaginato di circa 3 cm.
di diam. ; vagina ± fugacemente griseo-squamuloso-forfo-
racea, assai fortemente striata per il lungo, molto distin-
tamente costulata in alto al di sotto della base del rachide;
ocrea molto sviluppata( lunga sino 15 cm. (ma alle volte
assai meno) compreso il suo prolungamento liguliforme,
il quale è acuminato dal lato assile, e poi si fende e si la-
cera per il lungo ; essa pure è griseo-forforacea esterna-
mente come la vagina, ma è di color castagno scuro e
quasi nitida internamente.
Foglie assai grandi; picciolo assolutamente ridotto a nulla;
rachide nella parte pinnifera lungo 1.20 m. (in una fronda di
pianta apparentemente adulta, ma forse non ancora fiori-
fera), con 9-10 segmenti per parte senza contare altri 3-4
(pure per parte) basilari e rudimentarì ; il prolungamento
cirriforme è lungo (in detta fronda) circa 1.8 m., porta 7-8
paia di acantofilli completamente deflessi, dei quali i più
bassi robustissimi, lunghi sino 7 cm., ed i superiori gradata-
mente più corti ; l’asse del cirro è più o meno trigona, con
i 2 angoli inferiori molto acuti ed armati di ugnioli nel
terzo o nella metà inferiore di ogni interstizio fra le coppie
degli acantofilli; il rachide è robusto, fugacemente forforaceo-
farinoso : alla base è largo 15 mm., pianeggiante di sopra,
convesso di sotto : al di là della parte basilare è alquanto
appiattito, biconvesso, spesso 8-9 mm.: in alto diventa ot-
tusamente 3-gono ; i margini del rachide sono ottusi, spe-
cialmente in basso, ed armati di assai robusti ugnioli sempre
rivolti in giù. I segmenti sono pluricostulato-plicati, rom-
boideo-cuneati, ossia sin dal terzo superiore sono gra-
datamente attenuati verso una base molto acuta e simme-
trica; in questa parte hanno i margini drittissimi, ± armati
di forti spinule ascendenti od anche del tutto lisci; il terzo
superiore od apicale dei segmenti è triangolare ed equila-
terale, a contorno ondulato-lobato, più o meno minuta-
— 29B —
mente spinuloso od anche quasi liscio : sono plicato-multi-
costati, hanno la faccia superiore verde e quasi nitida,
quella inferiore biancastro-farinosa ; probabilmente però il
tenue indumento scomparisce col tempo ; le costole primarie
sono molto numerose e tutte irradiano drittissime sin dalla
base per terminare al margine superiore senza incurvarsi;
la costola mediana è indistinguibile dalle costole laterali,
tutte sono molto sottili ed egualmente visibili sulle due
faccio ; le venule transverse sono molto numerose e fitte,
ma pochissimo visibili ; i segmenti maggiori sono gli in-
termedi e questi misurano 30-35 cm. di lunghezza, e 14—18
cm. di larghezza; i superiori e quelli prossimi alla base
sono alquanto più piccoli; i basilari sono molto rudimen-
tarì e ridotti quasi alla sola costola, molto crassa questa,
coriacea e fortemente spinosa ai margini.
Habitat. — Nel Kamerun, ad Ebolowa presso Akoafìm
(Herb, di Berlino). E indubbiamente riferibile alla E. kor-
thalsiaefolia un esemplare dell’ Erb. di Berlino consistente
in una porzione di fusto vaginato con alcuni segmenti ba-
silari, raccolto dal P. Dusèn nel Kamerun (n.° 292), esem-
plare che però è accompagnato da spadici fruttiferi di An-
cistr ophyllurn acutiflorum.
Osservazioni. — Sebbene conosciuta per le sole fronde,
è benissimo caratterizzata per le grandi dimensioni di que-
ste, con segmenti che rammentano moltissimo quelli di al-
cune Koi thalsia a grandi segmenti cuneato-romboidali.
RIASSUNTO DELLE LEPIDOCARYEAE AFFRICANE.
Le Lepidocaryeae affricane descritte dal Wright nella
« Flora of Tropical Africa » (1902) sono 21 ; quelle da me
presentemente riconosciute ammontano a 41, come risulta
dal seguente prospetto :
Rapfiia Ruffia Mart. — R. Kirkii Engl. — R. lon-
giflora Mann et Wendl. — R. Laurentii De
19
— 294 —
Wild. — R. Mannii Becc. — R. textilis Welw.
— R. vinifera P. de Beauv. — R. Wendlandi
Beco. — R. Gaertneri Mann et Wendl. —
R. gracilis Becc. — R. heberostris Becc. —
R. monbuttorum Drude. — R. Gentiliana De
Wild. — R. Gilletii Becc. — R. longirostris
Becc. — R. Hookeri Mann, et Wendl. — R. Sese
De Wild. — R. angolensis Remile. — R. re-
galis Becc sp. 19
Calamus deerratus Mann et Wend. — C. Barterii
Becc. — C. Heudelotii Becc. — C. falabensis
Becc. — C. Leprieurii Becc. — C. Perrottetii
Becc. — C. akimensis Becc. — C. Schiceinfurthii
Becc. — C. Laurentii De Wild » 9
Ancistrophgllum secundiflorum Wendl. — A. acuti-
florum Becc. — A. opncum Drude. — A. laeve
Drude » 4
Oncocalamus Mannii Wendl » 1
Eremospatha macrocarpa Wend. — E. cuspidata
Wendl. — E. quinquecostulata Becc. — E. Tes-
smanniana Becc. — E. Hookeri Wendl. — E.
Haullevilleana De Wild. — E. Wendlandiana
Damm. — E. korthalsiae folia Becc » 8
Totale » 41
Specie dubbia.
Calamus niger (non Wild.) J. Braun et Sebum. in Mittk.
Deutsck. Sckutzgeb. II, (1889) 147, ex Wrigkt in Tk. Dyer,
FI. of trop. Afr. VIII, p. 109.
Non è certamente un Calamus per le foglie eke sono de-
scritte con un rackide cirrifero ed armato di spine unci-
nate all’estremità. E forse riferibile all 'Oncocalamus Mannii
Wendl.
Per patria di questa Palma è indicato il Kamerun nella
Guinea superiore.
LA “ COPERNICI CERIFERA,, IN RIVIERA
ED
UNA NUOVA SPECIE DI LIV1STONA
PER
ODOARDO BECCARI
(Tavola II).
Quantunque da parecchi anni si coltivino nei giardini
della Riviera non pochi individui di una Palma, che molti
orticultori ritengono sia quella dalla quale nell’ America
meridionale si ottiene la cera detta « Carnauba », la Co-
vernicia cerifera, pure è un fatto bene accertato che sino
a qui nessuno esemplare di questa palma esiste nei giar-
dini mediterranei, solo perchè tutti quelli considerati come
tali appartengono a tutt’altro genere di Palme.
Io sono debitore al Dr. A. Robertson-Proschowsky, ap-
passionato coltivatore di Palme a Nizza, per il grazioso
invio di un completo materiale di studio, foglie, fiori e
frutti maturi, della così detta Copernicia cerifera. Mi è
stato quindi con tal mezzo possibile di studiare a fondo
detta Palma e riconoscere in essa una nuova specie di
Livistona, alla quale ho imposto il nome di L. decipiens, per
gli errori di cui è stata causa.
Debbo altresì ringraziare il sig. B. Chabaud di Tolone,
il ben noto conoscitore delle Palme coltivate nei Giardini
della Riviera e mio cortese corrispondente ed amico, che
mi ha pure inviato dei frutti della medesima enigmatica
Copernicia, ed ha per di più fatto un’ inchiesta per rin-
tracciare l’ origine della sua introduzione e conoscere la
causa della sua erronea denominazione.
— 296 —
Ecco in proposito quanto egli mi scriveva in data del
24 Xbre 1909:
« C’est feu Nabonnand, rosieriste au Golfe Juan, qui
avait baptise ce palmier de ce nom, malgré ma protesta-
tion. J’avais pris dans le temps la photographie de ce Pal-
mier dans le jardin du C.te d’Eprémesnil, qu’il avait rap-
portò du Jardin d’acclimatation sous le nom de Livistona
humilis. J’avais aussi au Jardin botanique un Livistona de
méme aspect que celui du Comte; les graines m'avaient
été envoyées de Melbourne sous le nom de Livistona hu-
milis par le Baron P. von Mueller. Nabonnand de son coté
possedait deux forts sujets, en 1883 hauts de 2.m50, dans
son Cottage du Golfe Juan (Voyez la description dans le
Compte rendu du voyage que j’ai fait de Cannes à Nice
pendant cette année là (1883) dans la Provence agricole.
« J’ai envoyé cette photographie à Mr. Dupoux, Jardi-
nier du Jardin du C.te Eprémesnil, qui me l’à renvoyée, pour
lui demander, si c’était bien ce palmier qui avait fleuri au
Golfe sous le nom de Copernicia cerifera, dont il m’avait
envoyé des fruits que je vous ai expédiés sous le méme
nom. Il m’a repondu affermativement.
« Ce palmier se trouve aussi à Nice chez Mr. Robertson
Proschowsky, qui m’écrit vous avoir envoyé des fleurs,
des fruits et une feuille sous le nom de Copernicia ceri-
fera. En résumé, à mon avis, tous les palmiers cultivés dans
nos jardins sous le nom de Copernicia cerifera sont des
Livistona humilis.
« Je n’ai jamais rencontré sur tout le litoral un vi'ai
Copernicia cerifera — qui d’ailleurs ne resistérait pas à
nos hivers.
« Je vous envoie, ci inclus, la photographie du Palmier
du C.,e d’Eprémesnil, afin que vous puissez juger de son
port ».
E questa la fotografia che vien riprodotta nella Tav. II.
Il sig. Chabaud é perfettamente nel vero quando asse-
risce che tutte le Palme coltivate sotto il nome di Coper-
nicia cerifera in Riviera sono delle Livistona, delle quali
— 297 —
è possibilissimo che il Barone Ferdinando von Mueller ab-
bia inviato i semi col nome di L. humilis.
D’altra parte il prof. Giorgio Roster, nel « Bollettino
della R. Società Toscana d’ Orticoltura » (anno 1903, p. 9
dell’estratto) constata pure il medesimo fatto, ma identifica
la Copernicia cerifera dei giardini di Riviera, non con la
Livistona humilis , ma con la L. inermis, della quale scrive
che si vedono belle piante a Nizza nei Giardini Dognin e
Vigier ed in quelli della Mortola e dei Cocotiers. E certo
che le Livistona inermis delle quali parla il prof. Roster
sono le medesime che il sig. Chabaud indica col nome di
L. humilis.
Ma tanto la Livistona humilis, quanto la L. inermis, sono
Palme molto affini fra di loro e forse non specificamente
distinte, proprie del Nord dell’ Australia e delle Isole del
Golfo di Carpentaria, che producono piccoli frutti piriformi
e fiori minutissimi, di meno di 1 mm. di diametro, e che,
essendo piante di climi tropicali caldissimi, è ben difficile
che possano sopportare gli inverni mediterranei.
Piuttosto che alle due rammentate specie la pseudo-
Copernicia cerifera si avvicina alla Livistona australis.
Il frutto infatti delle due Palme è quasi identico, ma
esistono caratteri nel fiore e nelle foglie per le quali si
possono facilmente distinguere.
Anche nell’aspetto generale la L. decipiens è assai diffe-
rente tanto dalla L. australis, quanto dalla L. chinensis, pure
estesamente coltivata in Riviera. A tale riguardo il Dr. Ro-
bertson-Proschowsky mi scrive che la L. decipiens « est le
plus grand des Livistonas de mème age, et qui pousse plus
vite que le L. australis Mart, et surtout énormément plus
vite que L. chinensis, mais ce palmier est moins ornemental
que les deux autres, car les divisions foliares pendent
comme de minces lanières autour du bout du petiole et
donnent l’aspect un peu d’une masse de chiffons C’ est
en effet un Palmier très caractéristique par ses feuilles,
dont les divisions profondes causent que les segments
pendent en minces lambeaux presque depuis le bout du
— 298 —
petiole ». Egli aggiunge che la L. decipiens è rustica quanto
la L. australis.
Qualcuno potrebbe chiedere come mai sia stato possibile
battezzare come Copcrnicia cerifera una Livistona ; a me
sembra scorgere la ragione di questo errore nell’apparenza
del tronco della L. decipiens, nudo in alto e ricoperto in
basso dalle basi indurite e persistenti dei piccioli delle
prime foglie, presso a poco come si vede nella figura della
Copernicia cerifera nell’ opera « Die natùrlichen Pflanzenfa-
milien » di Engler e Prantl, fase. I, fig. 7.
Senza alcun dubbio la L. decipiens è una Palma austra-
liana, ma in qual punto dell’esteso continente cresce nello
stato di natura ?
In Australia le specie di Livistona sono assai più nume-
rose di quello che generalmente si crede, ma sino a qui sono
molto imperfettamente conosciute, e la loro identifica-
zione è resa estremamente difficile dalla scarsità del mate-
riale di studio esistente negli Erbari. E d’ altra parte è
stato sino a qui erroneamente creduto che le Livistona
Fig. 1. — Livistona decipiens Bice. — a, fiore al momento dell’antesi;
b, fiore sezionato per il lungo; c, frutto maturo sezionato per il lungo attra-
verso l’embrione (pedicello e perianzio intiero) il doppio del vero; figure a
e b ingr. circa 12 diam.
australiane godessero di una distribuzione geografica più
estesa di quella che realmente hanno, mentre invece io ho
potuto con certezza riconoscere che ogni specie è grande-
a
b
c
— 299 —
mente localizzata in un’area assai ristretta. Riguardo alla
L. australis infatti è stato creduto (Mueller, « Fragmenta »,
voi. XI, p. 55) che essa fosse molto diffusa sopra la costa
orientale dell’Australia dal 37°, 30' gradi L. S. sino a Rich-
mond River (circa 29° L. S.) e sino ai fiumi Tweed, Brun-
swick e Mary. Di fatto però la vera L. australis Mart, sem-
bra propria solo della più bassa delle latitudini indicate,
ed in ogni caso non sembra trovarsi spontanea più al Nord
di Sydney.
Fra i vari campioni, molto fragmentarì invero, di Livistona
australiane che mi sono stati cortesemente trasmessi dal
sig. Alfred I. Ewart, Direttore del « National Herbarium »
di Melbourne, ho trovato alcune foglie di una Livistona ,
certamente differente dalla L. australis, che per i segmenti
profondissimamente divisi in lunghe lacinie pendenti, cor-
risponde perfettamente agli esemplari di L. decipiens col-
tivati in Riviera.
Dette foglie sono state raccolte nel 1880 da Mr. E. Rea-
der nella Nuova Galles del Sud, nei profondi burroni (deep
gullies) al Nord del M. Dromedary, che rimane nella Contea
di Dampier, Lat. S. 36.5, long. 160. E. Gr.
E da questa regione quindi che ritengo molto probabile
siano venuti i primi semi che hanno dato origine a tutte
le piante coltivate in Riviera col nome di Copernicia ce-
rifera.
Riguardo alla Copernicia cerifera ed alla possibilità di
coltivare nei nostri climi questa Palma, mi occorre adesso di
rammentare quanto ho di già pubblicato nella « Webbia »
(v. II, p. 142), vale a dire che sotto il nome di Copernicia ceri-
fera sono state confuse due specie benissimo distinte, delle
quali la vera Copernicia cerifera non potrà mai essere accli-
matata sul suolo mediterraneo, perchè pianta delle Regioni
calde del Brasile. Di questa, nel giugno 1907, per le pre-
mure del Dr. Joaquim Candido da Costa Sena di Ouro Preto
ne ho ricevuto dei semi freschi provenienti dal Cearà, nel
Brasile, semi che hanno facilmente germogliato a me e ad al-
cuni corrispondenti in Riviera, ma nessuna delle pianticelle
— 300 —
nate da questi semi ha potuto resistere ai primi abbassa-
menti di temperatura di un mite inverno.
Però la Copernicia che abbonda nella Repubblica Argen-
tina e nel Paraguay, e che io ho chiamato C. australis (1),
dato il clima della regione nella quale è indigena, non è
improbabile che possa mostrarsi resistente nelle situazioni
meglio protette della Costa d’ azzurro. Ma di questa non
mi era stato sino a qui possibile ottenere semi in stato che
potessero germogliare, perchè immancabilmente tutti quelli
che giungevano in Europa contenevano la larva di un Co-
leottero che li vuotava completamente. Solo nel marzo di
quest’anno il sig. J. Harrison "Wright di Riverside in Ca-
lifornia me ne ha inviati alcuni, che egli aveva ricevuto
daH’Asuncion, con l’indicazione di provenire da El Chaco,
e che erano in stato perfetto e freschissimi; questi in bre-
vissimo tempo hanno germogliato. Ho quindi adesso la
speranza di poter fare presto dei tentativi di acclimazione
di questa interessante Palma.
(1) Il sig. N. L. Britton in una rivista al mio lavoro sulle « Palme ame-
ricane » nella « Torreya » v. Vili (1908), p. 238-241, mi rimprovera di avere
adoprato il nome nuovo di C. australis per la Palma che nell’Argentina
passava per C. cerifera, invece di aver adottato uno di quelli proposti dal
sig. Morong (vedi « Webbia » 1. c.). Il sig. Britton aggiunge che io non
debbo avere completamente inteso quanto questi ha detto. Ma io ho capito
benissimo che della Copernicia dell’Argentina il sig. Morong ha fatto 3 spe-
cie, ad una delle quali ha conservato il nome di C. cerifera e che ha di-
stinto le altre due coi nomi di C. alba e di C. rubra. Come io ho dimostrato
nella Webbia (1. c.), dietro anche quanto aveva già rilevato il prof. Barbosa-
Bodrigues (Palrnae Matto-grossenses p. 2), le differenze che il sig. Morong
indica per distinguere le 3 rammentate specie di Copernicia sono fallaci e
dipendenti dall’età e da circostanze locali, e quindi non sono accettabili.
Se io avessi adottato uno dei nomi proposti dal Morong per la Copernicia
dell’Argentina, questo nome avrebbe avuto un valore differente da quello
attribuitogli dal prelodato autore, perchè secondo il mio modo di vedere la
C. australis comprende tutte e 3 le sue specie; mentre se io avessi adottato
p. e. il nome di C. rubra, non sarebbe stato C. rubra Morong, ma C.
rubra Becc., e quindi si sarebbe avuto egualmente un nome nuovo, collo
svantaggio di esser meno preciso, e di poter recar confusione.
— 301 —
Livistona decipiens Beco. sp. n.
Elata vel subelata, caudice 25-30 cm. diam., coma in-
compta; frondium petiolo elongato, prope basin tantum spi-
nis approximate, uncinatis, spadiceis, 4-5 mm. longis, ar-
mato; lamina in circiter 80 segmenta profundissime divisa,
segmentis extimis angustissimis, intermediis circiter 3 cm.
latis, omnibus profundissime in lacinias pendulas flaccidas,
valde elongatas longissime et tenuissime acuminatas bipar-
tite. Spadices elongati, nutantes, in inflorescentias nume-
rosas, recurvas, divisi ; spathis primariis glabris, coriaceis,
integris, tubulosis, elongatis, apice tantum apertis ; inflo-
rescentiis partialibus paniculaeformibus, amplis, 3-plicato-
ramosis; ramulis floriferis filiformibus, sinuosis, 10-15 mm.
longis, Flores bini super pedicellum commune enati, obo-
vato-turbinati, basi longiuscule attenuati, 4 mm. longi ; ca-
lyce interne attenuato, carnoso, pedicelliformi, superne in
dentes 3 hyalinos acuminatos diviso ; corolla calyce panilo
longiori, phyllis ovatis, obtusiusculis ; staminibus basi di-
latate et brevissime unitis, abrupte subulatis, antheris
lineari-oblongis, utrinque rotundatis. Fructus pedicello
conspicuo, 5-8 mm. longo, suffulti, sphaerici, 12-14 mm.
diam.; pericarpio 2.5 mm. crasso ; semine spbaerico, 10 mm.
diam., albumine, a processu rapheos, intus ampliato et su-
perficialiter lobulato, profunde perfosso ; embryone panilo
infra medium lateraliter locato. (Fig. let. II).
Palma che può raggiungere una ragguardevole altezza-
con tronco relativamente gracile, cilindrico, di 25-30 cm.
di diam. in alto, dove è fittamente annulato-cicatricoso e
dove le foglie sembrano più facilmente decidue che in
basso ; quivi il tronco è alquanto dilatato e coiìserva lun-
gamente le basi indurite dei piccioli. Le foglie formano
una chioma alquanto sparsa ed arruffata ; quelle delle
piante adulte e prospere hanno il lembo che dall’apice al-
l’estremità dei segmenti centrali misura 1.80 m. ed è por-
— 302
tato da un picciolo lungo 1.50 m. Il picciolo è largo
in alto 25-28 mm. e gradatamente si dilata nella parte
bassa ; in sezione transversa è depresso— triangolare, con
l’angolo della faccia inferiore molto rotondato ed i margini
acutissimi: è glabro, liscio e piano di sopra, dove si nota
solo un accenno di costola rilevata lungo la linea centrale:
solo proprio alla base, pure di sopra, è leggermente con-
cavo, e quivi è lucido e rossastro sul fresco; è poi in questa
parte basilare segnato ai lati, a poca distanza dal margine,
per il tratto di oltre 40 cm., da una striscia o fascia ru-
vida e mancante d’epidermide, sulla quale striscia, a quanto
pare, sono attaccate le fibre più apicali della guaina; questa
parte però manca nell’esemplare da me studiato. La base del
picciolo per il tratto di 30-40 cm. è armata ai margini di
piccole spine uncinate, spadicee, assai regolarmente disposte,
molto fìtte e tutte volte all’ ingiù o leggermente uncinate;
le spine maggiori, le più basse, sono lunghe 4-5 mm., le
altre sono gradatamente più corte ; nel rimanente i mar-
gini del picciolo si possono dire quasi inermi, poiché solo
a lunghi tratti comparisce sopra di essi qualche minuto
tubercoletto spinescente; nella faccia inferiore il picciolo è
glabro lungo il largo, tondeggiante e lucido dorso, ma nel
rimanente rimane più o meno coperto da squamule cineree
appresse, relativamente grandi, tanto più approssimate l’una
all’altra, quanto più si va in alto, dove sono anzi del tutto
confluenti. La ligula all’apice del picciolo è callosa in
basso ed ha il lembo marcescente, triangolare, lungo 10 cm.
e che inoltre si prolunga in una tenuissima punta, lunga
ancora vari altri centimetri.
Il rachide è assai robusto e prolungato per quasi 70 cm.
al di là dell’apice del picciolo: è inoltre leggermente arcuato
come nei Sabal. Il lembo è molto profondamente diviso ;
nella parte centrale i seni fra i segmenti primari riman-
gono in grandissima prossimità del rachide ; i seni della
parte intermedia dei lati si trovano a 6-7 cm. dall’apice
del picciolo ; gli altri gradatamente più vicini ; nei seni
si trova un filamento breve e rigido. I segmenti fra tutto
303 —
sono circa 80, egualmente verdi e lucidi sopra ambedue le
faccie (allo stato fresco) ; sono di dimensioni molto ine-
guali ; i più esterni (10-12 per parte) si riducono a delle
semplici striscio lineari, terminate in un apice filiforme,
larghe 1-5 mm., e lunghe 60-80 cm. ; detti segmenti poi
invece di rimanere distesi ed in piano sui lati, si volgono
bruscamente in alto ; i segmenti più grandi sono gli inter-
medii, e questi sono larghi 3 cm. ; tutti sono profondis-
simamente divisi sino oltre la metà o sino verso il terzo
inferiore in due lacinie, le quali vanno molto gradatamente
assottigliandosi in punta lunghissima e tenuissima, che
per lo più si fende in 2 filamenti sottilissimi e che quindi
assume l’apparenza di essere alla sua volta molto profon-
damente bipartita ; i nervi secondari sono piuttosto nume-
rosi ed assai rilevati (sul seccoj ; se ne contano 6-7 per
ogni lacinia, con presso a poco un egual numero di nervi
terziari interposti, poco meno forti dei secondari; le venule
transverse sono sottili, rilevate, sinuose ed assai fitte.
Lo spadice intiero (in un esemplare) è lungo 2.80 m.,
arcuato-nutante, grosso in basso quanto il polso, diviso in
12 infiorazioni' parziali ; queste sono recurve e volte in
basso e tutte quasi eguali fra di loro ; formano delle ampie
pannocchie 3-plicato-ramose, lunghe 30-40 cm., portate da
una assai lunga parte peduncolare compressa, inclusa quasi
intieramente nella respettiva spata. Le spate (primarie) sono
assai lungamente tubulose, intiere, aperte solo all’apice,
dove si terminano in punta triangolare, acuta, od acuminata;
sono glabre, coriacee (le inferiori più delle superiori), rossa-
stre sul secco, compresse ed acutamente bicarinate ; i ra-
moscelli fioriferi sono sottili, angoloso-striati, sinuosi, ine-
guali, lunghi 10-15 cm. e di 1-2 m. di spessore in basso.
Fiori inseriti spiralmente con poca regolarità intorno ai
ramoscelli, distintamente pedicellati ; ogni pedicello, che
è lungo 1-5 mm., ha 1-2 bratteole e per lo più porta due
fiori, di cui di solito solo il superiore persiste. I fiori
bene sviluppati sono lunghi 4 mm., obovati o turbinati,
essendo il calice assai attenuato in una base carnosa, che
— 304
rappresenta la metà dell’ intiera lunghezza del fiore e che
forma una specie di pedicello alla corolla ; il calice è
diviso in alto in 3 lobi triangolari molto acuminati, jalini,
di poco più corti della corolla ; questa è inserita a circa
la metà dell’ intiero fiore, ossia all’apice della specie di
pedicello costituito dalla base del calice e che forma anche
il toro alle carpelle ; i suoi segmenti sono latamente ovati,
membranaceo-carnosi, ottusiusculi. Stami con filamento a
base molto larga, triangolare, bruscamente e finamente acu-
minata; dette basi sono molto brevemente connate in basso
con la corolla e fra di loro; antere oblunghe a loggie pa-
rallele, rotondate alle due estremità. Carpelle glabre, bru-
scamente contratte in stilo breve e che non raggiunge l’apice
delle antere ; stigma puntiforme.
Frutti distintamente pedicellati ; tutti i pedicelli nello
spadice fruttifero sono orizzontali ; quelli che portano i
frutti sono molto meno numerosi di quelli ai quali è caduto
il fiore, sono alquanto più accresciuti di questi, sono lunghi
talvolta sino 7-8 mm. e spessi 1.5 mm. ; essi sono gibbosuli
ed ineguali per le traccie delle bratteole, e portano sempre
da un lato i resti sporgenti e patenti del corto pedicello
del fiore caduto ; ad accrescere la lunghezza del pedicello
al frutto contribuisce anche la base indurita del calice.
Il frutto maturo è sferico, di 12-14 mm. di diam. ; la
traccia dello stigma è puntiforme e non apicale, ma situata
quasi ad 1 3 della circonferenza ; sul secco la superficie del
frutto è scura e ruvida; il pericarpio secco ha 2.5 mm. di
spessore ; 1’ endocarpio e molto sottile (0.3 mm. circa) ; il
seme è sferico, di circa 1 cm. di diam., a superfìcie cin-
namomea, opaca, meno che in una piccola area laterale
oblunga, corrispondente al rafe, dove è lucida; l’intrusione
del rafe è molto profonda e larga, leggermente lobulata ;
l’albume in sezione longitudinale è ipprocrepiforme, dello
spessore eguale tutto in giro di 3 mm. ; embrione situato
un poco al di sotto della metà del lato opposto al rafe.
La specie alla quale la L. decipiens è più affine è la L.
— 305 —
australis, dalla quale differisce per l’aspetto arruffato della
sua chioma ; per le fronde con picciolo armato di piccole
spine solo in basso; per tutti i segmenti profondissima-
mente fessi i due lacinie lunghissime e che finiscono in
punta filamentosa tenuissima ; per i segmenti più esterni
strettissimi, volti prima in alto e poi ricascanti; per le spate
glabre ; per i fiori portati da un distinto pedicello, cla-
vato-oblonghi e con calice allungato e pedicelliforme; in-
fine per i frutti pure distintamente provvisti di un pedi-
cello proprio, oltre che di quello formato dal perianzio
indurito.
Webbia, Voi. III.
Tav. II.
LIVI STONA DECIPIENS, Becc.
U. MARTELLI
ENUMERAZIONE DELLE “ PANDANACEAE
Una Monografia completa di una Famiglia od anche di
un sol Genere di piante è una «- utopia, » giustamente os-
serva il De Candolle nella sua classica opera « La Phyto-
graphie; » ciò nonostante, egli continua, sarà bene che il
monografo abbia sempre in mente di compiere il suo la-
voro nel modo il più perfetto possibile.
Se il raggiungere questo grado di relativa perfezione è
cosa non facile in una monografia di quei gruppi di piante
che per effetto delle più recenti ricerche sono meglio co-
nosciuti, tale perfezione diviene sommamente difficile ad
ottenersi per certe famiglie proprie di paesi tropicali. A
questa categoria ritengo che possano ascriversi le Panda-
naceae, gruppo assai numeroso di specie, disseminate in
un’area geografica assai estesa, e del quale i componenti
sono difficili a raccogliersi e per di più male si prestano
alla conservazione.
Per un esauriente studio delle Pandanaceae ho visitato
i principali Musei botanici ed Erbari di Europa, onde aver
modo di esaminare i tipi delle specie sino a qui descritte.
Molto mi sono anche avvantaggiato del materiale con-
servato nell’ Erbario del Giardino botanico di Calcutta,
gentilmente trasmessomi dalla Direzione di quel grande
stabilimento e contenente i tipi del Kurz. Ma troppo di
frequente le specie sono rappresentate in modo molto in-
308 —
completo, non di rado da un solo frammento della fruttifi-
cazione, del tutto insufficiente per una definizione rigorosa.
Nonostante quindi che abbia avuto fra mano gli esemplari
tipici di quasi tutte le specie conosciute, pur nondimeno di
alcune di queste non sono riescito a stabilire i rapporti con
le specie affini, e talora è rimasta incerta la loro sinonimia.
In qualche caso ho potuto raggiungere lo scopo facendo
eseguire nuove raccolte nelle località classiche, e quindi col
mezzo di accurati confronti con gli antichi esemplari tipici,
sebbene frammentari, sono giunto ad una precisa identifica-
zione. Ma molte volte anche questo lungo metodo non mi
ha condotto sino alla mèta. Ed un mezzo non meno lungo
e difficile ho dovuto seguire, quando per colmare le lacune
esistenti nelle conoscenze relative alla distribuzione geo-
grafica ed alle affinità di alcune particolari specie, ho cer-
cato di ottenere campioni da regioni ancora inesplorate,
interposte fra quelle dalle quali proveniva il materiale at-
tualmente esistente nelle collezioni. Per raggiungere tale
intento ho incaricato corrispondenti lontani, ed il più di
frequente dimoranti in stazioni di difficile accesso. A queste
molteplici e grandissime difficoltà sarebbero da aggiungersi
le incredibili lungaggini dei trasporti, e sopratutto quelle
inerenti alla raccolta ed alla conservazione delle fruttifica-
zioni, molte volte voluminose, fragili e per di più di na-
tura non serbevole. Ciò può dare un’ idea di quante cure
e di quanto tempo e denaro mi sia costato la riunione del
materiale che forma la base della mia monografia, alla
quale attendo assiduamente da vari anni, ma della quale,
per molteplici ragioni, sono costretto di differir per qual-
che tempo ancora la pubblicazione nella sua integrità. Ho
quindi pensato che possa frattanto riescire di qualche pra-
tica utilità la completa enumerazione di tutte le Panda-
naceae conosciute sino al presente, indicando di ciascuna
specie 1’ anno della sua pubblicazione, la patria, e quando
è stato necessario, la sinonimia, secondo il resultato dei
miei studi.
— 309 —
I.
F FIE Y CINE T I A. (*).
Freycinetia acuminata Rid. Mater. FI. Malay, penins. (1907), II,
232. — Penis. Malese.
— Albertisiana Martelli, ms. in herb. Beccari ; Yersteeg, in
herb Utrecbt. — Nuova Guinea.
— amboinensis Martelli, (v. sopra, p. 170). — Amboina.
— andajensis Martelli, (v. sopra, p. 172). — Nuova Guinea.
— andamanensis Martelli. = Fr. radicans Kurz, (non Gaud.). —
Is. Andaman.
— angulata C. B. Robinson (in herb.): Martelli, (v. sopra, p. 16).
— Is. Filippine.
— angustifolia Bl. Rumpb. (1885), I, 159, tab. 43. — Penis.
Malese, Sumatra, Giava, Borneo.
— angustifolia Thw. (non Bl.) Enum. pi. zeyl. (1859-64), 327, n.° 366.
= Fr. pycnophylla Solms.
— angustissima Rid. in Jour, of Bot (1886), 15. — Nuova
Guinea.
, — arborea Gaud, in Freycinet, Voy. (1826\ 431. tab. 41. — Is.
Hawaii.
— arfakiana Martelli, (v. sopra, p. 173). — Nuova Guinea.
— Annotti Gaud. Bonite. (1839-46), tab. 35 et 36. = Fr. arborea
Gaud.
— aruensis Martelli, (v. sopra, p. 180). — Is. Aru.
— atocensis Martelli, (v. sopra, p. 28). — Is. Filippine.
— auriculata Merr. Philip. Jour, of Science, (1908), III, 312. —
Is. Filippine.
— australiensis Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 32. = Fr. Ca-
rolana F. v. Muller.
— banahaensis Elm. Leaf!, of Philip. Bot. (1907), I, 215. — Is.
Filippine.
— Banksii A. Cunn. in Hook. Comp. Bot. Mag. (1836), II, 327.
— Nuova Zelanda.
— batanaensis Martelli, (v. sopra, p. 29). — Is. Filippine.
— Baueriana Endl. Prodr. fl. Norfolk. (1833), 25. — Is. Norfolk.
— Beccarii Solms in Ann. Jard. Bot. Buitenz. (1883), III, 100.
— Nuova Guinea.
— Beccarti Hemsl. (non Solms) in Kew Bull. (1896), 166. = Fr.
Hemsleyi Warb.
(*) I nomi in carattere corsivo sono i sinonimi.
20
— 310
Freycinetia Bennetti Miq. in Junghuhn, PI. junghuh. (1854), 167.
= Fr. javanica Bl.
— Biroi Warb. in Sehurn. et Lauterb. Nacht. zur d. deutsch.
schutzg. in der Sudsee (1905), 52. — Nuova Guinea.
— borneensis Martelli, (v. sopra, p. 167). — Borneo.
— brevifolia Martelli, (v. sopra, p. 186 '. = Fr. Scblechteri Warb.
— Brunoniana Wall. Cat. (1832), n.° 3660. = Fr. angustifolia Bl.
— candeliformis Warb. in Engl. Pfianzenr. (1900), 39. — Celebes.
— Carolana F. v. Mull. Jour, pharm. (1887), II, 126, in obs. —
Australia.
— caudata Hemsl. in Ivew Bull. (1896), 167. — Fiji.
— celebica Solms, in Linn. (1878), 103. — Celebes.
— ceramensis Martelli, (v. sopra, p. 169). — Ceram, Amboina.
— confusa Rid. (non Elm.) Mater. Fl. Malay, penins. (1907 Lu-
glio), II, 233. — Pen. Malese.
— confusa Elm. (non Rid.) Lead. Philip. Bot. (1907 Ottob.), I, 213.
= F. Vidalii Hemsl.
— coriacea Warb. in Engl. Bot. Jabrb. (1906), 17. — Nuova
Caledonia.
— Creagliii Hemsl. in Kew Bull. (1896), 167. — Borneo.
— crinifolia Martelli, ms. (Versteeg, n.° 1586, in herb. Utrecht.).
— Nuova Guinea.
— cuernosensis Martelli, (v. sopra, p. 26) — Is. Filippine.
— Cumingiana Gaud Bonite. (1839-46), tab. 37, fig. 12-14 et
tab. 60. — Is. Filippine.
— Curranii Merr. Philip. Jour, of Science. (1908), III, 312. — Is.
Filippine.
— cylindracea Solms, in Linn. (1878), 97. — Nuo\a Caledonia.
— Debrogasiana Gaud., Bonite. (1839-46), tab. 37, fig. 1-11. = Fr.
angustifolia Bl. (fide Warburg ).
— demissa Br. (nomen tantum) in Horsf. et Benn. PI. jav. rar.
(1838), I, 32 (in annotaz.) = Fr. Victoriperrea Solms.
— De Vriesii Solms, in Linn. (1878), 96. — Celebes.
— dilatata Merr. (ms ): Elm. Lead, of Philip. Bot. (1907), I, 214.
— Is. Filippine.
— dubia Martelli, (v. sopra, p. 170). — Amboina.
— Elmeri Martelli, (v. sopra, p. 22). — Is. Filippine.
— ensifolia Merr. Bur. Govern, labor, pubi. Philip. (1904), n.° 17,
5. — Is. Filippine.
— ergthrostigma Solms, fin herb. Univ. Caen); Martelli, (v. sopra,
p. 177). = Fr. sulcata Warb.
— excelsa F. v. Mii.ll. Fragm. Fl. austr. (1865), v. 39. — Australia.
— ferox Warb. in Engl. Pdanzer. (1900), 33. — Is. Filippine.
— Forbesii Rid. Jour, of Bot. (1886), 15. — Nuova Guinea.
— 311 —
Freycinetia formosana Hemsl. in Kew Ball. (1896), 166. — Is.
Formosa.
— Gaudichaudii Br. in Horsf. et Benn. PI. jav. rar. (18381,
I, 31. tab. 9. — Giara.
— Gaudichaudii F. v. Mii.ll. (non Br.) in Benth. FI. austr. (1878),
VII, 161. = F. Miillerii Martelli.
— Gaudichaudii Rid. (non Br.) FI. Singapore (1900), 172. == Fr. ja-
vanica Bl.
— Gaudichaudii Hook, (non Br.), FI. Brit. ind. (1896), 488, = Fr.
javanica Bl.
— gladiifolia Martelli, (v. sopra, p. 185). — Nuora Guinea.
— globiceps Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 30. — Nuora
Guinea.
— globosa Merr. Philip. Jour, of Science. (1907), II, 260. == Fr.
sphaerocephala Gaud.
— graminea Bl. Rumph. (1835), I, 150 (in annotaz.). — Giara.
— graminea Bl. Rumph. (1836), 1, 150 (quod attinet pi. amboinensi).
= Fr. Rumphiana Martelli.
— graminifolia Solms, in Linn. (1878), 90. — Nuora Caledonia.
— Hemsleyi Warb. (non Elm.), in E j gl. Pflanzenr. (1900), 36.
— Borneo.
— Hemsleyi Elm. (non Warb.) Lead. Philip Bot. (1907), I, 214.
= Fr. rigida Elm.
— Hollrungii Warb. p. p. in Engl. Pflanzenr. (1900J, 30. (exclud.
quod attinet pi. n.° 218. Hollrung). — Nuora Guinea.
— Hombroni Martelli in Reehinger, Wissenschaf. forschun. nach
Samoa. (1910), 66. — Is. Samoa.
— humilis Hemsl. in Kew Bull. (1896), 165. — Is. Salomone.
— Lubricata Bl. Rumph. (1835), I, 157, tab. 40. — Penis. Ma-
lese, Sumatra, Giara.
— inclinane Soland. ms. ex Br. in Horsf. et Benn. PI. jav. rar.
(1838), I, 32 (in annot.). = Fr. Banksii A. Cunn.
— insignis Bl. Rumph. (1835), I, 158, tab. 42. — Giara.
— insignis F. v. Mull, (non Bl.) Second syst. cens. of Austr. pi.
(1889), 202. = Fr. sp. ? — Australia.
— insignis Kurz, (non Bl.). A sketch of the veget. Nicobar Is. in
Jour. Asiat. Soc. (1876), XLV, 153, et Hook. FI. Brit.
Ind. 488. = Fr. Kurziana Martelli. — Is. Nicobar e
Andaman.
— insigni affinis Warb. in Schum. FI. Kais. Wilhelms-land. (1889),
18. = Fr. pseudo-insignis Warb.
— Jagorii Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 39. — Is. Filippine.
— Jaheriana Martelli, (v. sopra, p. 174). — Nuora Guinea.
— javanica Bl. Rumph. (1835), I, 157, tab. 41. — Pen. Malese;
Giara.
312
Frey cine tia keiensis Martelli, (v. sopra, p. 184). — Is. Kei.
— Eingiana Rid. Mater. FI. Malay, penins. (1907), II, 234. = Fr.
imbricata Bl.
— Koordersiana Martelli, (v. sopra, p. 171). — Celebes.
— Kurziana Martelli, = Fr. insignis Kurz, (non alior.). — Is. Ni-
cobar e Andaman.
— Kutchinensis Martelli, (v. sopra, p. 178). — Borneo.
— lagenicarpa Warb. in Schum. et Lauterb. Nacht. zur FI.
deutsch. Sehutzg. in der Sudsee. (1905), 52. — Nnova
Guinea.
— latispina Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900', 33. = Fr. mina-
hassae Koord.
— Lauterbachii Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 34. — Timor,
Nuova Guinea.
— leptopliylla Martelli, (v. sopra, p. 20). — Is. Filippine.
— leucantha Miq. FI. Ind. Bat. (1855), III, 172. = Pandanus gra-
minifolius Kurz, (non Petit-Thouars)
— Loheri Martelli, (v. sopra, p. 15). — Is. Filippine.
— longispica Martelli, (v. sopra, p. 181). — Nuova Caledonia.
— lorifolia Martelli, (v. sopra, p. 182). — Nuova Caledonia.
— lucbanensis Elm. Leaf!. Philip, bot. (1907), I, 212. — Is. Fi-
lippine.
— lucens Rid. Mater. FI. Malay, penins. (1907), II, 233. = Fr.
javanica Bl.
— lucida Martelli, (v. sopra, p. 168). — Borneo.
— luzonensis Nave-5, (non Presi.) in Noviss. Append, in Bianco, FI.
Filip. 3.a ed. (1879). IV, 286. = Fr. multiflora Merr.
— luzonensis Presi, (non alior.) Epim. bot. (1847), 238. = Fr.
Cumingiana Gaud.
— luzonensis et var. heterophylla Naves, (non Miq.) in Noviss, Ap-
pend. in Blanco, FI. Filip., 3' ed. (18S0), IV, 286, tab. 437.
= Fr. multiflora Merr.
— luzonensis et var. heterophylla Miq. (non Naves), FI. Ind. bat.
(1880). = Fr. Williamsii Merr.?
— macrostachys Martelli, (v. sopra, p. 175). — Nuova Guinea.
— malaccensis Rid. Mater. FI. Malay, penins. (1907), II, 233. —
Penis. Malese.
— marantifolia Hemsl. in Kew Bull. (1896), 164. — Is. Salomone.
— marginata Bl. Bumph. (1835), I, 159 (in annot.). — Nuova
Guinea.
— maxima Merr. Philip. Jour, of Science. (1908), III, 3 1 0. — Is.
Filippine.
— megacarpa Merr. Philip. Jour, of Science. (1908). III. 314. —
' Is. Filippine.
— 313 —
Freycinetia Merrillii Elm. Leafl. Philip. Bot. (1907), I, 216. —
Is. Filippine.
— microdontes Martelli, (v. sopra, p. 183). — Nuova Caledonia.
— Milnei Seem, in Bonplandia. (1861), nomen tantum, 268 et
FI. Vitien. (1865-73), 283, tab. 86. — Is. Fiji.
— Minahassae Koord. Meded. van’s Lands planten. (1898), 267,
639. — Celebes.
— monocephala Elm. Leafl. Philip, bot. (1907), I, 79, 218. —
Is. Filippine.
— montalbanica Martelli, (v. sopra, p. 18). — Is. Filippine.
— montana Bid. Mater. FI. Malay, penins. (1907), II, 234. —
Penis. Malese.
— Mullerii Martelli, = Fr. Gaudichaudii F. v. Mull, (non Br.). —
Australia.
— multiflora Merr. Philip. Jour, of Science. (1907), II, 259. —
Is. Filippine.
— Naumannii Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 32. — Arcip.
Bismarck.
— negrosensis Merr. Philip. Jour, of Science. (1908), III. 3 1 3. —
Is. Filippine.
— nicobariensis Martelli. = Fr. scandens Kurz, (non Bl.). — Is.
Nicobar.
— nitida Miq. Ind. semen, hort. Amst. (1853), 4. = Fandanus
stenophyllus Kurz.
— novo-caledonica AVarb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 34. — Nuova
Caledonia.
— novo-guineensis (1) A\rarb. in Engl. Pflanzenr. (1900) 34. — Nuova
Guinea.
— novo-pomeranica Martelli, (v. sopra, p. 180). — Nuova Po-
merania.
— oblanceolata Martelli, (v. sopra, p. 176). = Fr. globiceps AVarb.
— oblongifolia Merr. Philip Jour, of Science. (1908), III, 310. —
Is. Filippine.
— palawanensis Merr. (non Elm.) ms.; Martelli, (v. sopra, p. 123).
— Is. Filippine.
— palawanensis Elm. (non Merr) Leafl. Philip, bot. (1907), 1,216.
= Fr. Elm eri Martelli. — Is. Filippine.
— papuana^ 2) AVarb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 34. — Nuova Guinea.
(1) Dall’ esame dell’ esemplare tipico mi sono convinto che la specie è
stata stabilita sopra foglie appartenenti alla Fr. pseudo-insignis AVarb. e
sopra un’ infiorescenza O di Fr. Lauterbachii AVarb.; quindi la Fr. novo-
guineensis AVarb. deve essere soppressa.
(2) L’ esemplare tipico si compone della metà di un sincarpo, che senza
dubbio appartiene alla Fr. Lauterbachii AVarb.
— 314
Freycinetia peripiezocarpa Martelli, (v sopra, p. 33). — Is.
Filippine.
— philippinensis Hemsl. in Kew Bull. (1906), 165. — Is. Fi-
lippine.
— polystachya Martelli, (v. sopra p. 14). — Is. Filippine.
— poly stigma Wart), in Engl. Pflanzenr. (1900), 42. — Nuova
Guinea.
— Pritchardii Seem. FI. vitien. (1865-78), 283. tab. 84. — Is. Fiji.
— pseudo-insignis Warb. in Schum. et Lauterb. Nachtr. zur
FI. deutseh. schutzg. in der Sudsee. (1905), 52. — Nuova
Guinea.
— pycnophylla Solms, in Linn. (1878), 91. — Ceylan.
— radicans Gaud, in Freycinet, Voy. (1826), 132, tab. 43. — Is.
Rawak.
— radicans Thw. (non Gaud.) Enum. pi. zeyl. (1859-64), 327. = Fr.
Walkeri Solms.
— radicans Kurz, (non Gaud.) Report, veget. Andam. isl. (1870), 50.
= Fr. andamanensis Martelli. — Is. Andaman.
— Reineckei Warb. in Engl. Bot. Jarhb (1898), 578, tab. 8, fig. B.
— Is. Samoa.
— rigida Elm. Leaf!. Philip. Bot. (1907), I, 362. — Is. Filippine.
— rigidifolia Hemsl. in Kew Bull. (1896), 165. — Borneo.
— Robinsonii Merr. Philip. Jour, of Science. (1908), III, 311. —
Is. Filippine.
— Robinsonii var. latifolia Martelli, (v. sopra, p. 18). — Is. Fi-
lippine.
— rostrata Merr. Philipp. Jour, of Science. (1906), I, Suppl. 177.
— Is. Filippine.
— Rumphiana Martelli = Carex arborea Rumph. Herb. Amb.
VI, 21, tab. 8, fig. 5. — Amboina.
— samoensis Warb. in Engl. Bot. Jahrb. (1898), 579, tab. 8. fig. A.
— Is. Samoa.
— Sarasinorum Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 35. — Celebes.
— sarawakensis Martelli, (v. sopra, p. 179). — Borneo.
— scabripes Warb. in Engl. Pflenzenr. (1900), 41. — Is. Filippine.
— scandens Gaud, in Freycinet, Voy. (1826), 432, tab. 42. — Is.
Timor, Nuova Guinea.
— scandens Miq. (non Gaud.) in Junghuhn, PI. junghuh. (1854),
166. = Fr. Gaudichaudii Br.
— scandens Hook, in Arnott, The Bot. Cap. Beechey’s voy. (1841),
97. = Fr. Arnottii Gaud.
— scandens Kurz, (non alior.) A Sketch of veg. of Nicobar isl. in
Jour. Asiat. Soc. (1876), 153. = Fr. nicobarensis Mar-
telli. — Is. Nicobar,
— Schaefferi Solms, in Linn. (1878), 98. = Fr. imbricata Bl.
— 315 —
Freycinetia Sclilechteri Warb. in Engl. Bot. Jabrb. (1906\ 18. —
Nuova Caledonia.
— spathulata Martelli, ms. (Wersteeg, n.° 1716 et 1790, herb.
Utrecht) — Nuova Guinea.
— spectabilis Solms, in Linn. (1878', 88. — Nuova Caledonia.
— sphaerocephala Gaud. Bonite, (1843), tab. 52. — Is. Filippine.
— stenophylla Warb. in Sebum, et Lauterb. Nacbt. El. deutsch.
Schutzg. in der Sudsee. (1905), 53. = Fr. angustis-
sima Rid.
— Storckii Seem, in Bonplandia. (1860) (nomen tantum), 260, et
FI. vitien. (1865-73), 283 — Is. Fiji.
— streptopi folia Warb. in Schum. et Lauterb. Nacbt. zur FI. deutsch.
Schutzg. der in Sudsee (1905), 53. = Fr. Beccarii Solms.
— strobilacea Bl. Rumph. (1835), I, 156. — Amboina, Nuova
Guinea.
— strobilacea Vidal, (non Bl.; nomen nudum) Phan. Cuming. Phi-
lip. (1885), 154. = Fr. sp. ? — Is. Filippine.
— strobilifera Hassk. Cat. pi. in hort. bot. Bog. cult., 1844, 61.
= Fr. strobilacea Bl.
— sulcata Warb. in Engl. Bot. Jahrb. (1906), 18. = Nuova Ca-
ledonia.
— sumatrana Hemsl. in Kew Bull. (1896), 167. — Sumatra.
— tenuis Solms, in Linn. (1878), 87. — Sumatra.
— timorensis Martelli, (v. sopra, p. 172). — Is. Timor.
— Urvilleana Hombr. in Dumont d’ Urville, Voy. Astrol. et
Zelée, Bot. (1852), II, 83, tab. 2. — Is. Tonga.
o — valida Rid. Mater. FI. Malay penins. (1907), II, 234. — Pen.
Malese, Sumatra, Giara, Borneo.
— Versteegii Martelli, ms. (Wersteeg, n.° 1180, herb. Utrecht).
— Nuova Guinea.
— verruculosa Warb. in Engl. Bot. Jabrb. (1906\ 18. — Nuova
Caledonia.
— Victoriperrea Solms, in Linn. (1878), 103. — Is. Tahiti.
— Vidalii Hemsl. in Kew Bull. (1890), 166. — Is. Filippine.
— Vieillardii Martelli, (v. sopra, p. 183). — Nuova Caledonia.
— Villarii Elm. Lead. Philip. Bot. ( 1 907), 362. = Fr. Vidalii Hemsl.
— vitiensis Seem. FI. vitien. (1865-73), 282, tab. 83. — Is. Fiji.
— Walkeri Solms, in Linn. (1878), 92. — Ceylan.
— Warburgii Elm. Lead. Philip. Bot. (1908), 128. — Is. Filippine.
— Webbiana Gaud., Bonite, (1843), tab. 67. — Patria ignota.
— Williamsii Merr. in Philip. Journ. of Science. (1908), IH, 315.
— Is. Filippine.
— Winkleriana Martelli, (v. sopra, p. 168 . — Borneo.
— sp. n. Solms, in Ann. Jard. Bot. Buitenz. (1859-64), III, 101, n.a2.
= Fr. stenophylla Warb.
— 316 —
Distrailo vizio: ec
FREYCINETIA
Ceylan
Is. Andaman e
Nicobar
Penis. Malese
Sumatra
Giava
Sumbava
Borneo
Camboge
Formosa
ls. Filippine
Celebes
acuminata Bid
&
Albertisiana Martelli
amboinensis Martelli
aurlftiftnsis Martelli
andamanensis Martelli
$
ungulata Robins
X
angustifolia Bl
&
&
&
&
&
&
...
$
iBticoftì ii Solms . • • ....
&
&
canaeiiiorinis rv u/ u
!
1
ueocjr'afìoa.
317 —
$
&
$
»
&
&
*
»
»
Is. Tahiti
— 318 —
FRETC I NETI A
Ceylan
Is. Andaman o
Nicobar
Penis. Malese
Sumatra
Giava
Sumbava
Borneo
Camboge
Formosa
Is. Filippino
Celebes
li 'Wl)
pancata TTe.rn.sl
»
pftramfìTifiis Martelli .
confusa Rid
&
Creaghii Hemal. . . ...
crinifolia Martelli .......
»
&
S
J*
&
Kk
$
«n si ■foli a Merr.
&
fnrmnsana Hemsl
Gaudichaudii Hr
&
gl arili foli a Martelli .
graminea Bl
&
FREYCINETIA
graminifolia Solms .
Hemsleyi Warb. . .
Hollrungii Warb. . .
Hombronii Martelli .
humilis Hemsl. . . .
imbricata Bl
insignis Bl
Jagorii Warb. . . .
Jaheriana Martelli .
javanica Bl
keiensis Martelli . .
Koordersiana Martelli
Kurziana Martelli .
kutchinensis Martelli.
lagenicarpa Warb. .
Lauterbaehii Warb. .
leptophylla Martelli.
Loheri Martelli. . .
longispica Martelli .
lorifolia Martelli . .
luebanensis Elm. . .
lucida Martelli . . .
maerostachys Martelli
malaccensis Rid. . .
at
g 1:
>> >
« »
&
»
&
&
»
&
*
a
&
i
I
Is. Tahiti
— 322 —
FREYCINETIA
! d
s «
JS*
2 o
O
marantifolia Hemsl
marginata DI
maxima Merr
megacarpa Merr
Merrillii Elm
microdontes Martelli . . .
Milnei Seem
Minahassae Eoord
monocephala Elm
montalbanica Martelli . . .
montana Rid
Mùllerii Martelli
multiflora Merr
Xaumannii TFarò
negrosensis Merr
nicobariensis Martelli . . .
novo-caledonica TFarò. . .
novo-pomeraniea Martelli .
oblongifolia Merr
palawanensis Merr
peripiezocarpa Martelli . .
philippinensis Hemsl. . . .
polystachya Martelli . .
polystigma TFarò
&
*
»
&
$
»
»
8
£
$
&
£
»
£
&
©
a
sa
OQ
tn
&
Is. Tahiti
324 —
FREYCINETIA
Ceylan
Is. Andaman e
Nicobar
Penis. Malese
Sumatra
Giava
Sumbava
Borneo
Camboge
Formosa
Is. Filippine
Celebes
C
l
1
'
tenuis Solms
Pritchardii Seem.
pseudo-insignis 11 ~arb
pvcnophvlla Solms
radicans Gaud. .
$
Reineckei 11 arb.
rigida Elm.
$
&
&
rigidifolia llemsl. .
£
•
*
»
&
*
sumatrana Hemsl
&
325 —
»
$
$
$
8
$
»
¥
&
»
21
Is. Tahiti
— 32(j —
FREYCINETTA
fi
£
©
o
©
fi u
Z ! 2
-fi
fi o
K O
w
Penis. Malese
Sumatra
Giava
Sumbava
Borneo
Camboge
Formosa
©
fi
*3.
fi.
Celebes
:
‘c
ì
<
i
valida Rid
$
»
$
»
$
Walkeri Solms
£
$
&
Webbiana Gaud. (1)
Williamsii Merr . .
Winlderiana Martelli
sp. Pierre in herb. Martelli . .
*
&
&
sp. in herb. Martelli ....
sp. Marché in herb. Paris . .
(1) Patria ignota.
— 327 —
$
3*
«
3*
3*
3*
3*
Is. Samoa
INDICE DEI LAVORI
Martelli U. — Le Freycinetia dello isole Filippine . . . Pay. 5
Beccari O. — Studio monografico del genere Raphia . . » 37
Beccari O. — Palme Australasiehe nuove o poco note. . » IBI
Martelli U. — Nuove specie di Freycinetia » 167
*
Beccari O. — Descrizione di una nuova specie di Tra-
chycarpus » 187
Beccari O. — Palme dell’ Indo-China » l‘Jl
Beccari O. — Contributo alla conoscenza delle Lepìdoca-
ryeae afi'ricane » 247
Beccari O. — La Copernicia cerifera in Riviera ed una
nuova specie di Livistona » 2115
Martelli U. — Enumerazione delle Pandanaceae .... > B07
Finito di stampare
l giorno 20 Ottobre dell’ anno 1910
coi tipi
della Tipografia di M. Ricci
di Firenze.
■ «' ...
New York Botanical Garden Libra
3 ‘ "5 'l 85 "" 0 63T5 '' '7 904
v
‘
* -
.
- -,
. .
-
.
.
. •
'
- -• X EE - n kl . 1
-
« • - ■